CENACOLO  DEI COGITANTI

PRIMA PAGINA

TUTTI I DOSSIER

CRONOLOGICA

 


Report "Diritti umani"   16-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Diritti negati in Festival ( da "Manifesto, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Interviene anche Eric Sottas, segretario dell'Organizzazione mondiale contro la tortura che partecipa al dibattito. E' categorico: «Quando si cercano le cause della tortura si trovano ragioni socio-economiche. Per le multinazionali c'è sempre un doppio binario: da noi si rispettano i diritti dell'uomo, si accettano i sindacati.

Solferino chiede un segno a Obama ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani che discendono dalle Convenzioni di Ginevra». Nel testo Lonardi cita quindi le parole di Obama e spiega: «Memori dei sacrifici sopportati dai nostri avi, la celebrazione del 24 giugno 2009 non sarà il ricordo di una battaglia vinta, bensì la festa che fa memoria dell'inizio di una era nuova all'insegna del rispetto della dignità umana e della neutralità del soccorso;

bissuola, un volo d'aquiloni per l'integrazione ( da "Nuova Venezia, La" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La stessa speranza che si nasconde dietro ai progetti migratori di tanti giovani afghani in fuga dalla guerra e in cerca di un futuro migliore e di Pace nella: Terra dei Diritti Umani». Oggi, sempre dalle 15 alle 18, si riprende in piazza Ferretto e in centro storico a santa Maria Formosa. I bambini sono invitati. (c.m.)

PARLAMENTO EUROPEO, TIBET: LA CINA RIPRENDA I NEGOZIATI E RIAPRA LE FRONTIERE ( da "marketpress.info" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani e Ong. In occasione del 50° anniversario della fuga del Dalai Lama dal Tibet e l´inizio del suo esilio in India, con 338 voti favorevoli, 131 contrari e 14 astensioni, il Parlamento ha adottato una risoluzione, sostenuta da Ppe/de, Alde, Uen e Verdi/ale, che sollecita il governo cinese a considerare il Memorandum sulla effettiva autonomia per il popolo tibetano del

C'ERANO studenti di tutte le scuole della Versilia, al seminario organizzato dall... ( da "Nazione, La (Lucca)" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti umani' è stato infatti lo spunto per una giornata che ha visto i riflettori puntati su tematiche da sempre seguite dall'associazione, nello specifico per questa edizione 2009 l'acqua, intesa come diritto per tutti, e lo studio dello sviluppo economico nel rispetto dei diritti dell'uomo.

Libera, al Capitini studenti a scuola di legalità ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Lunedì 16 Marzo 2009 Chiudi Libera, al Capitini studenti a scuola di legalità Per due ore si affronta una materia particolare, i diritti umani e la riduzione in schiavitù delle donne

Il coraggio di Benedetto. A chi fa comodo un Papa solo? Ai nemici esterni e interni della Chiesa ( da "AmericaOggi Online" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: della bioetica e dei diritti umani (chi scrive considera un infortunio ben più problematico del "caso Williamson" il precedente no vaticano alla depenalizzazione del reato di omossessualità in sede Onu). Ma nessuno potrà negare l'ondata anticristiana che (vedasi il rapporto da brividi presentato di recente a Vienna da un organismo non certo "

Usa/ Documento Cicr descrive torture Cia a prigionieri al ( da "Virgilio Notizie" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: rappresentano degli atti di tortura". Lo rivela il quotidiano statunitense "Washington Post" sottolineando che il documento mette sotto accusa i metodi di interrogatorio utilizzati nelle prigioni della Cia. Il rapporto evidenzia le brutalità fisiche e psicologiche adottate da agenti dei servizi segreti Usa nelle prigioni della Cia all'estero,

In un rapporto top secret le torture della Cia ai prigionieri di Al Qaeda ( da "Stampaweb, La" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ha denunciato le torture subite. Nella settimana in cui è stato arrestato racconta di aver ricevuto pochissimo cibo e di essere stato costretto a non dormire. «Mi hanno spogliato e poi mi hanno torturato con l'elettricità». Il quotidiano della capitale afferma che almeno cinque copie del rapporto siano arrivate alla direzione della Cia e ai responsabili della Casa Bianca nel 2007.

Perchè fermare la 1360. Petizione popolare ( da "Articolo21.com" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: c'erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l'Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c'era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, ché di queste non ce ne sono.

"WATERBOARDING E VIOLENZE INUMANE": LE TORTURE DELLA CIA IN UN TESTO SEGRETO ( da "Wall Street Italia" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: "Waterboarding e violenze inumane": le torture della Cia in un testo segreto -->Il rapporto del comitato della Croce rossa denuncia: «atti di tortura» durante l'era Bush nei confronti dei prigionieri di Al Qaeda. Usati metodi «vietati da convenzione di Ginevra»

- "CERCARE LA VERITà SULLA GUERRA DI GAZA" ( da "WindPress.it" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Segretario generale delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani (2000-2008) e membro della Commissione d'inchiesta sul Darfur (2006).Salomn Lerner Febres, presidente della Commissione per la verit e la riconciliazione del Per (2001-2003).Dumisa Ntsebeza, membro della Commissione per la verit e la riconciliazione del Sudafrica (1995-1998) e della Commissione internazionale d'

Vietato criticare l'islam. All'Onu le idi di marzo della libertà d'espressione ( da "Foglio, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Nella sessione del dicembre 2007 del Consiglio per i Diritti Umani, la stessa Conferenza islamica si era opposta a “riconoscere il diritto degli individui di cambiare liberamente religione”. Nei regimi islamici ci sono norme contro le conversioni e la blasfemia. Sempre dalle Nazioni Unite il 19 settembre 1981, presso la sede dell?

Dalla telemedicina all'assistenza di fine vita, a EuroP.A. riflettori sulla salute e il sociale ( da "SaluteEuropa.it" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E ancora l'immigrazione, con la tutela dei diritti umani e la lotta alla tratta, l'edilizia sanitaria, la giustizia minorile e i premi per i migliori progetti di innovazione nei servizi sociali e per la comunicazione sociale. La salute e il benessere dei cittadini sono in primo piano a EuroP.

Bielorussia/ Accordo Ue, 'sconto' sanzioni esteso fino ( da "Virgilio Notizie" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Partenariato per l'Est', anche se la decisione odierna facilita il disgelo con Minsk. I ministri si limitano ad affermare che "l'Unione europea rimane pronta ad approfondire i propri rapporti con la Bielorussia, a condizione che la Bielorussia faccia progressi verso la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto".

Gb/ Cherie Blair fa causa alla Royal Bank of Scotland ( da "Virgilio Notizie" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: conosciuta meglio per il suo lavoro da avvocato nel settore dei diritti umani e del lavoro. "L'incarico è una opportunità per proteggere meglio gli investitori nel futuro e per alzare gli standard di governance", ha aggiunto l'ex Fist Lady. L'accusa si basa sulle "ripetute rassicurazioni" fornite dai vertici della RBS, in particolare dall'ex amministratore delegato Sir Fred Goodwin (

Piacenza. Presentazione del Progetto Kamlalaf: solidarietà e volontariato internazionale ( da "Sestopotere.com" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sui tema del volontariato internazionale, dei diritti umani e della mondialità. A illustrare l'iniziativa interverranno il sindaco Roberto Reggi, l'assessore al Futuro Giovanni Castagnetti e i rappresentanti delle associazioni promotrici – Africa Mission Cooperazione e Sviluppo, Gruppo Kamenge e ProgettoMondo Mlal

Lecco: il 20 marzo forum sanità sul Testamento biologico ( da "Merateonline.it" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la tutela dei quali non può mai venire meno senza che ciò costituisca violazione dei diritti fondamentali dell`individuo. Pertanto, in caso di conflitto, il sistematico depotenziamento del primo in ragione della prevalenza del diritto alla vita non sarebbe giustificato da alcuna norma o principio neanche di rango costituzionale.

Biotestamento, dall'opposizione una valanga di emendamenti ( da "Repubblica.it" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la Dichiarazione universale dei diritti umani, i vari patti internazionali in materia di diritti civili ma anche economici, la necessità di accelerare il processo legislativo in materia di cure palliative, il software utilizzato per il registro nazionale dei testamenti biologici, 2572 emendamenti tra soppressivi, migliorativi e aggiuntivi di cui un 20%

Barcellona: volume troppo alto al pub, la proprietaria andrà in carcere ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Motivazione: il troppo rumore equivale a una tortura. E ora questo concetto fa giurisprudenza, in Spagna. A farne le spese la proprietaria del "Pub Donegal", in calle de Nou de la Rambla, nel cuore di Barcellona. Maria del Carmen Ahuijado è stata condannata a 4 anni di carcere per l?inquinamento ambientale, con l?

Biotestamento, migliaia di emendamenti al ddl ( da "Giornale.it, Il" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la Dichiarazione universale dei diritti umani, i vari patti internazionali in materia di diritti civili ma anche economici, la necessità di accelerare il processo legislativo in materia di cure palliative, il software utilizzato per il registro nazionale dei testamenti biologici, 2572 emendamenti tra soppressivi, migliorativi e aggiuntivi di cui un 20%

Razzismo, l'Europa trova l'intesa <Adesso l'Onu cambi quel testo> ( da "Corriere.it" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». L'AUT AUT DELLA UE - La posizione espressa dall'Italia è stata condivisa anche da altri Paesi al punto che Karel Schwarzenberg, il ministro degli esteri della Repubblica Ceca che detiene la presidenza di turno della Ue,

Durban II, l'Unione Europea trova l'accordo ( da "RomagnaOggi.it" del 16-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Nel testo originario era definita come "una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid". Il nuovo testo, composto da una ventina di paragrafi, ha spiegato il ministro Frattini, "non menziona temi offensivi e controversi come approcci antisemiti o limitativi della libertà di espressione".


Articoli

Diritti negati in Festival (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Diritti negati in Festival A Ginevra rassegna di cinema e forum internazionale sulle libertà dell'uomo. Con Stiglitz in versione «attore» Maria-Delfina Bonada Nel vedere «il mondo secondo Stiglitz», un film documentario interpretato dallo stesso Joseph Stiglitz, premio Nobel per l'economia, già consigliere del presidente Clinton e dirigente del Fmi, e in quanto tale ben piazzato per criticarne la politica, si misura l'ampiezza del disastro economico e ecologico mondiale. Stiglitz si è trasformato in attore per interpretare il film tratto dal suo libro La globalizzazione e i suoi oppositori. «E' vero - dice rendendo omaggio al regista Jacques Sarasin - che l'immagine rende molto meglio del libro». L'economista di fama mondiale è a Ginevra perché il segretario generale dell'Onu Ban Kimoon lo ha incaricato di presiedere una commissione che rappresenti una specie di contraltare al vertice del G20 che si riunirà il 2 aprile a Londra. Il segretario Onu considera infatti che la crisi attuale non può essere di competenza di un gruppo limitato di paesi ma che necessita di una risposta globale che coinvolga l'Onu. Da attore e da economista Joseph Stiglitz ha quindi partecipato al Festival del cinema e forum internazionale sui diritti dell'uomo. Il realizzatore accompagna Stiglitz in tre diversi continenti. Nella sua città natale Gary, vicino a Chicago, sorta nel 1906 e che fu capitale mondiale dell'acciaio. Oggi un secolo dopo, Gary è una città morta, distrutta, svuotata, finanche la chiesa cade a pezzi. «Vengono qui per girare dei film, ironizza Stiglitz, sembra la Somalia». La scena si sposta in India, nello stato di Maharasthrah. Lì, da quando 13 anni fa l'India è entrata nel Wto (l'organizzazione mondiale del commercio) 150.000 contadini indebitati si sono suicidati. Adesso, spiega un contadino sconsolato davanti al raccolto del suo cotone invenduto, vista la concorrenza di quello americano che sovvenziona i propri produttori al fine di renderli vincitori sul mercato, «come gli altri contadini venderò un rene per pagare i debiti». Altra scena desolante: l'Ecuador. Un contadino rimesta il terreno nero, intriso di scorie petrolifere della Texaco. L'agricoltura è morta, il bestiame pure, e migliaia di persone sono malate, intossicate. Nel film, il presidente ecuadoreno Correa, intervistato è lapidario: «Siamo poveri perché ricchi di risorse naturali». Interviene anche Eric Sottas, segretario dell'Organizzazione mondiale contro la tortura che partecipa al dibattito. E' categorico: «Quando si cercano le cause della tortura si trovano ragioni socio-economiche. Per le multinazionali c'è sempre un doppio binario: da noi si rispettano i diritti dell'uomo, si accettano i sindacati. All'estero debbono stare fuori dai piedi, esempio i massacri dei sindacalisti in Colombia». L'idea forte di Stiglitz, che emerge durante il dibattito, è di creare un sistema penale che travalichi le frontiere altrimenti, spiega «è come nei film western che vedevo da bambino: il bandito scappa inseguito dallo sceriffo che è costretto a fermarsi davanti al confine di un altro stato. E' quello che fanno le multinazionali. Inquinano, pigliano i soldi e scappano, impuniti. Accade in Ecuador, è accaduto in India a Bhopal, continua ad accadere ovunque nel terzo mondo». E sono costi enormi per l'intero pianeta perché, ammonisce Stiglitz, «dalla crisi economica ne usciremo presto o tardi, ma dal surriscaldamento della terra non si sa». Si capisce cosi perché quello dell'ambiente è diventato uno dei diritti universali dell'uomo. Da questo diritto dipende sempre più il diritto all'alimentazione, alla salute, al lavoro e a seguire tutti gli altri. Anche per questo, oltre al prestigio particolare di Joseph Stiglitz, quella sera è stata il «clou» del Festival che peraltro ha visto altre giornate altrettanto importanti. Come quella dedicata al conflitto in Medio Oriente con un documentario «Gaza-Zderot, cronaca di ante-guerra» e con un dibattito tra Leila Chahid, delegata dell'Autorità palestinese presso l'Unione Europea e l'ex ambasciatore israeliano a Parigi Elie Barnavi, che è anche tra i fondatori di Peace Now. Dal 27 ottobre al 23 dicembre, cioè fino a quattro giorni prima dell'inizio dei bombardamenti, ogni giorno un realizzatore palestinese ha filmato 2 minuti di vita a Gaza. Un suo collega israeliano ha fatto lo stesso a Zderot, che dista meno di 2 chilometri da Gaza e spesso bersaglio dei missili di Hamas.Ne è venuto fuori un ritratto della vita quotidiana interessantissimo, prodotto da Arte. E un dibattito acceso che si è protratto per 4 ore e che ha toccato tutti i nodi del conflitto, come il diritto al ritorno degli esuli palestinesi. «Lei ambasciatore non lo vuol dire, ma sa bene che quello che temete è lo squilibrio demografico» lo provoca Leila mentre Elie Barnavi non perde la sua flemma diplomatica nemmeno quando il pubblico lo contesta. Riconosce che se si vuole arrivare a due stati e due popoli bisogna interrompere l'insediamento di nuove colonie. Non è certo ottimista il diplomatico israeliano. Riconosce che non si può chiedere più niente ai palestinesi perché ormai non possono dar più niente e dice «purtroppo è più facile fare la guerra che unisce mentre la pace divide. Perciò faccio appello all'estero. Lo ammetto, chiedo ad altri di venirci a salvare». Da citare anche il dibattito sulla Bosnia Erzegovina, con la presenza dell'ex generale Jovan Divjak, il difensore di Sarajevo, oggi in pensione e riciclato nell'educazione. E ve n'è bisogno se dopo una guerra micidiale, la lotta per il diritto all'autodeterminazione, si scopre che nel paese l'amministrazione è in doppia-tripla copia: per i croati, per i serbobosniaci e che addirittura le ricreazioni nelle scuole sono sfasate per evitare contatti e scontri tra studenti croati, serbi o altro. Infine l'8 marzo si è celebrato il 30° anniversario della Convenzione per l'eliminazione delle discriminazioni contro le donne con la partecipazione al Festival della ministro degli esteri svizzera Micheline Calmy-Rey. Che ha abbracciato calorosamente Rebecca Lolosoli, una imponente keniota, protagonista del documentario Umoja, il villaggio proibito agli uomini. E' Rebecca che ha creato questo villaggio che accoglie altre donne come lei ripudiate e cacciate dai mariti dopo essere state stuprate. E' forse l'unico documentario che dà un po' di ottimismo, per la tenacia di queste donne che scoprono tutto a un tratto dopo tanti soprusi di avere dei diritti che difendono con vigore trasmettendoli ai propri figli. TRA CINEMA E SOCIETÀ L'annuale appuntamento svizzero quest'anno ha avuto come momento clou l'incontro con Joseph Stiglitz. Dal suo libro, «La globalizzazione e i suoi oppositori», è stato tratto un film in cui il grande economista si è calato nei panni «dell'attore-narratore», visitando tre luoghi in cui la globalizzazione ha prodotto effetti negativi: una cittadina industriale degli Stati Uniti, l'India dei contadini esporpriati, l'Ecuador delle risorse saccheggiate. UNO SGUARDO A GAZA E ZDEROT Un altro appuntamento è ruotato attorno alla proiezione del socumentario «Gaza-Zderot, cronaca di ante-guerra». pellicola realizzata da «registi» palestinesi e israeliani che, sulle due «sponde» del conflitto hanno documentato i bombardamenti e i missili che cadevano da una parte e dall'altra. Negazioni del diritto alla vita e alla pace, in sostanza la realtà quotidiana del Medio Oriente e della Palestina. UMOJA, L'UTOPIA DI REBECCA Rebecca Lolosoli, keniota, è la protagonista del documentario «Umoja, il villaggio proibito agli uomini». Ha creato un villaggio per accogliere altre donne come lei ripudiate e cacciate dai mariti dopo essere state stuprate. Con questo incontro il Festival ha celebrato l'8 marzo, dando conto della tenacia di una comunità di donne che scoprono dopo tanti soprusi di avere dei diritti che difendono e trasmetteno ai propri figli.

Torna all'inizio


Solferino chiede un segno a Obama (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'eroe americano Philip Kearny aiutò la cavalleria francese. Il presidente delle Colline scrive alla Casa Bianca Solferino chiede un segno a Obama Lettera da Lonardi al presidente Usa nel 150º anniversario della battaglia SOLFERINO. Un gesto in supporto alla celebrazione del 24 giugno, per onorare il centocinquantesimo anniversario della battaglia di Solferino. E' quanto Luigi Lonardi, in qualità di presidente dell'associazione Colline Moreniche del Garda, ha chiesto al presidente Usa Barack Obama, prima con un messaggio spedito via internet e poi con una lettera inviata pochi giorni fa alla Casa Bianca. La notizia è stata annunciata dallo stesso Lonardi, durante una cena in compagnia dei membri dell'associazione Carabinieri in congedo e dei volontari che ogni anno si rendono disponibili per la realizzazione della manifestazione MosaicoScienze. Tra i convitati, piacevolmente colpiti dal gesto di Lonardi, anche i sindaci Rita Farina di Ponti sul Mincio, Maurizio Pellizzer di Monzambano, Bruno Pesci di Medole e Bruno Righetti di Cavriana, oltre agli assessori provinciali Armando Federici Canova e Roberto Pedrazzoli. Diverse le motivazioni che hanno portato il presidente dell'associazione a scrivere alla più alta carica degli Stati Uniti d'America. «Sono convinto quanto lei Signor Presidente - esordisce Lonardi nella lettera - che la società umana debba ritornare ai valori assoluti per uscire dalla crisi che la avvolge. Ho condiviso molti pensieri espressi nella sua campagna elettorale ed ho apprezzato il suo primo gesto simbolico formalizzando la chiusura di Guantanamo, rimandando le ragioni della decisione al rispetto dei diritti umani che discendono dalle Convenzioni di Ginevra». Nel testo Lonardi cita quindi le parole di Obama e spiega: «Memori dei sacrifici sopportati dai nostri avi, la celebrazione del 24 giugno 2009 non sarà il ricordo di una battaglia vinta, bensì la festa che fa memoria dell'inizio di una era nuova all'insegna del rispetto della dignità umana e della neutralità del soccorso; si celebreranno quegli eroi caduti, indistinti, quelli che hanno combattuto sotto l'una o l'altra bandiera... tutti fratelli». Infine, ad avvalorare la richiesta di un segno da parte del presidente Usa, viene citato un particolare storico: «L'America è interessata direttamente a questa celebrazione grazie a un suo eroe, il General Philip Kearny». In aiuto alla cavalleria di Napoleone III, infatti, Kearny combatté sul suolo italiano a Montebello, Magenta e Solferino, ottenendo anche la Croce della Legion d'Onore. Claudia Morselli

Torna all'inizio


bissuola, un volo d'aquiloni per l'integrazione (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Venezia, La" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ieri è iniziato il «Grande gioco dell'amicizia», progetto di Comune e volontari. Il via con una partita a calcio Bissuola, un volo d'aquiloni per l'integrazione Ragazzi afghani e coetanei veneziani giocano assieme al parco Albanese L'integrazione passa attraverso un gioco. Un volo di aqiloni che unisce l'Afghanistan arrivato da noi e i ragazzini di Mestre e di Venezia. Una tragedia, quella degli afghani che scampati a stragi, guerre, bombardamenti e schiavitù, arrivano da noi nascosti nelle pance dei traghetti greci, raccontata con i sorrisi degli hazarà, la gentilezza dei pastun nel parco della Bissuola, con un aquilone in mano. Ieri è iniziato il «Grande Gioco per l'amicizia e la conoscenza», che si concluderà sabato, primo giorno di primavera e capodanno per gli afghani, in piazza Ferretto e in piazza San Marco con una battaglia di aquiloni. Il «Gioco» per i bambini afghani, un gioco da riscoprire per i nostri ragazzini. Una trentina di ragazzi afghani ospiti dei servizi sociali del Comune hanno mostrato la loro abilità nel costruire le leggere e colorate macchine volanti e nel farle volare attaccate ad un sottile filo di nylon. Il vento c'era e la curiosità di numerosi mestrini pure. E non solo dei più piccoli, pure di tanti nonni che loro sanno ancora cosa sono gli aquiloni e nelle mani hanno il ricordo di come farli volare. Sono macchine volanti semplici gli aquiloni dei ragazzi afghani. Di carta velina colorata rallegrano il cielo della Bissuola e di una Mestre che timidamente ieri è stata baciata dal sole. Una partita di calcio prima di mostare a tutti come il Gioco che diverte è semplice affascina e unisce. «Da Kabul a Venezia, facciano correre i pensieri», è il titolo dell'iniziativa organizzata dagli stessi ragazzi afghani e dall'assessorato alle Politiche Sociali e all'Accoglienza. Una speranza, come per questi ragazzi la celebrazione dell'anno nuovo, Nauruz, col solstizio di primavera. Un'antica tradizione che sembra sia nata 5000 anni fa. A quel tempo era tradizione tra le genti dell'Iran e del Khorasan, attuale Afghanistan, celebrare questa festa legata ai cilci naturali. Identificando l'inizio dell'anno con il risveglio della natura e ia ripresa dei cicli agricoli. «Nauruz non è solo la più importante festa dell'anno, ma è il simbolo per eccelenza della rinascita e della speranza», hanno scritto i ragazi aghani. «La stessa speranza che si nasconde dietro ai progetti migratori di tanti giovani afghani in fuga dalla guerra e in cerca di un futuro migliore e di Pace nella: Terra dei Diritti Umani». Oggi, sempre dalle 15 alle 18, si riprende in piazza Ferretto e in centro storico a santa Maria Formosa. I bambini sono invitati. (c.m.)

Torna all'inizio


PARLAMENTO EUROPEO, TIBET: LA CINA RIPRENDA I NEGOZIATI E RIAPRA LE FRONTIERE (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lunedì 16 Marzo 2009 PARLAMENTO EUROPEO, TIBET: LA CINA RIPRENDA I NEGOZIATI E RIAPRA LE FRONTIERE Strasburgo, 16 marzo 2009 - Nel 50° anniversario della fuga del Dalai Lama dal Tibet, il Parlamento sollecita la Cina a riprendere i negoziati sulla base del Memorandum sulla effettiva autonomia del popolo tibetano. Nel condannare ogni atto di violenza, chiede inoltre al governo cinese di rilasciare tutti i manifestanti pacifici arrestati, di rispondere di coloro che sono stati uccisi o risultano scomparsi e di garantire l´accesso alla regione a giornalisti, esperti Onu di diritti umani e Ong. In occasione del 50° anniversario della fuga del Dalai Lama dal Tibet e l´inizio del suo esilio in India, con 338 voti favorevoli, 131 contrari e 14 astensioni, il Parlamento ha adottato una risoluzione, sostenuta da Ppe/de, Alde, Uen e Verdi/ale, che sollecita il governo cinese a considerare il Memorandum sulla effettiva autonomia per il popolo tibetano del novembre 2008 quale base per un dibattito sostanziale «che conduca ad un cambiamento positivo e significativo in Tibet, conforme ai principi enunciati nella costituzione e nelle leggi della Repubblica popolare cinese» . Il Parlamento invita anche la Presidenza del Consiglio ad adottare una dichiarazione che inviti il governo cinese ad avviare un dialogo costruttivo al fine di pervenire a un accordo politico globale. In proposito, sottolinea che il Dalai Lama «ha fatto appello alla non violenza, è stato insignito del premio Nobel per la pace per il suo impegno e non chiede l´indipendenza del Tibet bensì la ripresa dei negoziati con le autorità cinesi, onde giungere a un accordo politico globale su un?effettiva autonomia nel quadro della Repubblica popolare cinese». Nel condannare tutti gli atti di violenza, «siano essi azioni da parte di dimostranti o repressione sproporzionata da parte delle forze dell´ordine», il Parlamento invita il governo cinese a rilasciare «immediatamente e incondizionatamente» tutte le persone che sono in stato di detenzione soltanto per aver partecipato a proteste pacifiche. Dovrebbe inoltre rispondere di coloro che sono stati uccisi o risultano scomparsi e di tutti i detenuti, indicando la natura delle accuse a loro carico. Al riguardo ricorda che un vasto numero di monaci del monastero di An Tuo sono stati arrestati il 25 febbraio 2009 durante una marcia pacifica in occasione del nuovo anno tibetano. Osservando che le autorità cinesi hanno rafforzato la sicurezza in Tibet, impedendo ai giornalisti e agli stranieri di visitare la regione, «mettendo in atto una dura campagna repressiva nei confronti del popolo tibetano», il Parlamento chiede alla autorità cinesi di abolire i permessi speciali richiesti per l´accesso al Tibet e di garantirne l´accesso ai media stranieri, incluso alle zone tibetane al di fuori della Regione autonoma. Sollecita inoltre le autorità cinesi a garantire accesso senza restrizioni agli esperti Onu di diritti umani e alle Ong internazionali riconosciute, «in modo che possano esaminare la situazione ivi vigente». Infine, il Parlamento esorta la Presidenza del Consiglio a prendere l?iniziativa di inserire la questione del Tibet all?ordine del giorno di una riunione del Consiglio "Affari generali", al fine di discutere il contributo dell´Unione europea alla ricerca di una soluzione. E incarica il suo Presidente di trasmettere la risoluzione anche al parlamento della Repubblica popolare cinese e a Sua Santità il Dalai Lama. . <<BACK

Torna all'inizio


C'ERANO studenti di tutte le scuole della Versilia, al seminario organizzato dall... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACA VERSILIA pag. 7 C'ERANO studenti di tutte le scuole della Versilia, al seminario organizzato dall... C'ERANO studenti di tutte le scuole della Versilia, al seminario organizzato dall'associazione "I Volti della Pace", in collaborazione con l'assessorato alla pubblica istruzione della provincia nell'ambito del progetto di educazione alla pace. Il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti umani' è stato infatti lo spunto per una giornata che ha visto i riflettori puntati su tematiche da sempre seguite dall'associazione, nello specifico per questa edizione 2009 l'acqua, intesa come diritto per tutti, e lo studio dello sviluppo economico nel rispetto dei diritti dell'uomo. La giornata, che ha avuto come location Villa Borbone a Viareggio, ha dunque visto coinvolti una cinquantina di ragazzi dell'ultimo e penultimo anno delle superiori, provenienti da tutti gli istituti della Versilia (5 alunni per ciascuno), fatta eccezione per il liceo scientifico "Barsanti e Matteucci" che ha deciso di non partecipare ad alcune iniziative extracurriculari come protesta contro la riforma Gelmini. I LAVORI si sono aperti alle 9, con una prima introduzione dedicata alla Dichiarazione Universale dei Diritti umani' a cura del professor Raffaello Ciucci, docente di sociologia presso l'Università di Pisa. A seguire due interventi di Luca Martinelli, giornalista di "Altreconomia", il primo sul sistema economico e la violazione dei diritti, il secondo sull'acqua come diritto per l'uomo. Il pranzo è stato offerto come di consueto dall'Istituto professionale "G. Marconi - sezione Alberghiero", seguito poi da una performance teatrale sempre vicina ai temi trattati durante la mattinata. I ragazzi si sono poi divisi in gruppi di lavoro con il compito di aprire un dibattito ed esporre le conclusioni a commento della giornata. "E' importante partecipare a queste iniziative ha spiegato la professoressa del liceo classico Antonella Vischi perché ci sono diversi modi di fare scuola: uno di questi è proprio quello di cercare varie occasioni di incontro e stimolare il dibattito su tematiche normalmente poco affrontate durante le ore di lezione in classe''.

Torna all'inizio


Libera, al Capitini studenti a scuola di legalità (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lunedì 16 Marzo 2009 Chiudi Libera, al Capitini studenti a scuola di legalità Per due ore si affronta una materia particolare, i diritti umani e la riduzione in schiavitù delle donne

Torna all'inizio


Il coraggio di Benedetto. A chi fa comodo un Papa solo? Ai nemici esterni e interni della Chiesa (sezione: Diritti umani)

( da "AmericaOggi Online" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il coraggio di Benedetto. A chi fa comodo un Papa solo? Ai nemici esterni e interni della Chiesa di Pino Agnetti 16-03-2009 A chi fa comodo un Papa solo? Certamente ai nemici della Chiesa. Sia esterni (che in 2000 anni non sono calati affatto), che interni. A cominciare in questo caso da quanti anelano a scalare i vertici ecclesiastici, o a difendere con i denti le posizione acquisite. Nella recente e clamorosa lettera di Benedetto XVI ai vescovi cattolici di tutto il mondo, c'è innanzitutto il rifiuto di arrendersi a questa seconda deriva giustamente avvertita, proprio perché intestina, ancor più rovinosa della prima. Di dire al partito dei "progressisti" come a quello dei "conservatori" che con i rispettivi leader siedono e si danno battaglia dentro la curia romana: "Restiamo uniti!". A qualunque costo. E se il prezzo di questa unità deve essere che sia proprio il successore di Pietro a chiedere scusa, eccovi accontentati. Con quelle parole mai prima d'ora pronunciate, e tanto meno messe nero su bianco, da un Papa. Con quell'esplicito attribuirsi una "disavventura per me imprevedibile", a proposito delle polemiche seguite alla "grazia" concessa ai vescovi lefebvriani, che ha spiazzato i contendenti in zucchetto rosso. Costringendoli chi a rientrare nei ranghi, chi a un altrettanto precipitoso "Siamo con il Papa" servito più che altro a confermare l'esistenza di una battaglia interna al Vaticano e al mondo cattolico più in generale. Il vero "male" che Papa Ratzinger ha voluto denunciare citando la lettera ai Galati di San Paolo: "Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!". Molti hanno rimarcato che un Wojtyla, tanto per non far nomi, avrebbe sbrigato la faccenda in tutt'altro modo. Cioè, liquidando sui due piedi i responsabili di un errore sicuramente mediatico (il vescovo Williamson che, la sera stessa della notizia della revoca della scomunica, va in Tv a dichiarare che le camere a gas non sono mai esistite). Ma in cui si potrebbe perfino leggere l'indizio di una "trappola" tesa deliberatamente al Pontefice. Suggestioni alla "Codice da Vinci" a parte, la verità è che non si può parlare del passaggio fra due pontefici così "fisicamente" lontani senza parlare del radicale cambiamento di scena fra due epoche a loro volta totalmente differenti. L'una, segnata dal crollo definitivo del comunismo (di cui proprio Giovanni Paolo II è stato un artefice oltre che un testimonial assoluto). L'altra, dalle minacce di crollo generalizzato che oggi come oggi gravano sul sistema - il nostro - esattamente opposto. Ora, si potranno discutere e criticare finché si vuole le ultime prese di posizione della Chiesa nel campo, ad esempio, della bioetica e dei diritti umani (chi scrive considera un infortunio ben più problematico del "caso Williamson" il precedente no vaticano alla depenalizzazione del reato di omossessualità in sede Onu). Ma nessuno potrà negare l'ondata anticristiana che (vedasi il rapporto da brividi presentato di recente a Vienna da un organismo non certo "di parte" come l'ufficio per i diritti umani dell'Osce) sta dilagando non solo in Africa, Asia e Medio Oriente. Bensì, in Occidente e nella nostra vecchia e cara Europa! C'è dunque la percezione del rischio reale di una fine, se non prossima certo possibile, nel grido (perché tale è stato) lanciato da Benedetto XVI ai suoi vescovi e cardinali. C'è l'additare loro il valore supremo dell'unità e della riconciliazione fra i credenti in una fase storica in cui l'odio e le persecuzioni contro i cristiani sono tornati a essere di gran moda. E c'è l'accettazione - scambiata erroneamente per "mitezza" - di qualunque rilievo e critica, purché immuni dal virus distruttivo della divisione e dell'intolleranza fine a se stesse. Insomma, questo non sarà certo un Pontefice dominatore delle masse e dei media come il suo giganteggiante predecessore. Però, possiede una dote difficile da contestargli: quella di voler fare il Papa di una Chiesa che non "si morde e si divora" da se stessa. Anche a costo di ritrovarsi dolorosamente solo. E di dover ammettere che anche i Papi, a volte, sbagliano.

Torna all'inizio


Usa/ Documento Cicr descrive torture Cia a prigionieri al (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 16 mar. (Apcom) - In un suo rapporto segreto il comitato internazionale della Croce rossa afferma che i trattamenti adottati dall'amministrazione Bush nei confronti dei prigionieri di al Qaida "rappresentano degli atti di tortura". Lo rivela il quotidiano statunitense "Washington Post" sottolineando che il documento mette sotto accusa i metodi di interrogatorio utilizzati nelle prigioni della Cia. Il rapporto evidenzia le brutalità fisiche e psicologiche adottate da agenti dei servizi segreti Usa nelle prigioni della Cia all'estero, con metodi "crudeli, inumani e degradanti", vietati espressamente dalla convenzione di Ginevra. Il Washington Post sottolinea come il documento della Croce rossa internazionale si basi su testimonianze dirette ottenute da 14 detenuti, definiti dalla Cia di "alto valore", dopo il loro trasferimento nel 2006 nel campo di detenzione di Guantanamo. Secondo la Croce rossa internazionale i detenuti venivano privati del sonno, malmenati, esposti a temperature estreme e sottoposti al waterboarding (l'annegamento simulato, ndr). Il quotidiano della capitale afferma che almeno cinque copie del rapporto siano arrivate alla direzione della Cia e ai responsabili della Casa Bianca nel 2007. Per il momento la Cia non ha rilasciato commenti.

Torna all'inizio


In un rapporto top secret le torture della Cia ai prigionieri di Al Qaeda (sezione: Diritti umani)

( da "Stampaweb, La" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

WASHINGTON «Torture ai prigionieri»: la Cia e l'amministrazione Bush sotto accusa. In un suo rapporto segreto il comitato internazionale della Croce rossa afferma che i trattamenti adottati dall?amministrazione dellìex presidente nei confronti dei prigionieri di Al Qaeda «rappresentano degli atti di tortura». Lo rivela il quotidiano statunitense «Washington Post» sottolineando che il documento mette sotto accusa i metodi di interrogatorio utilizzati nelle prigioni della Cia. Il rapporto evidenzia le brutalità fisiche e psicologiche adottate da agenti dei servizi segreti Usa nelle prigioni della Cia all?estero, con metodi «crudeli, inumani e degradanti», vietati espressamente dalla convenzione di Ginevra. Il Washington Post sottolinea come il documento della Croce rossa internazionale si basi su testimonianze dirette ottenute da 14 detenuti, definiti dalla Cia di «alto valore», dopo il loro trasferimento nel 2006 nel campo di detenzione di Guantanamo. Secondo la Croce rossa internazionale i detenuti venivano privati del sonno, malmenati, esposti a temperature estreme e sottoposti al waterboarding (l?annegamento simulato, ndr). Abu Zubaydah, che si occupava del reclutamento per Al Qaeda, ha denunciato le torture subite. Nella settimana in cui è stato arrestato racconta di aver ricevuto pochissimo cibo e di essere stato costretto a non dormire. «Mi hanno spogliato e poi mi hanno torturato con l'elettricità». Il quotidiano della capitale afferma che almeno cinque copie del rapporto siano arrivate alla direzione della Cia e ai responsabili della Casa Bianca nel 2007. Per il momento la Cia non ha rilasciato commenti.

Torna all'inizio


Perchè fermare la 1360. Petizione popolare (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Perchè fermare la 1360. Petizione popolare di redazione RESPINGERE LA PROPOSTA DI LEGGE N. 1360/2008 ISTITUZIONE DELL?ORDINE DEL TRICOLORE E ADEGUAMENTO DEI TRATTAMENTI PENSIONISTICI DI GUERRA PETIZIONE POPOLARE Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, più idealista, c'erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l'Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c'era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, ché di queste non ce ne sono. Italo Calvino Al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano Al Presidente della Camera dei Deputati, On .Gianfranco Fini Al Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, On. Edmondo Cirielli Ai membri del Parlamento Italiano e, p.c., Ai Deputati del Parlamento Europeo Lo spirito della proposta di legge n. 1360, presentata il 23 giugno 2008 e in discussione dal 12 novembre 2008 alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati, è contrario ai principi fondanti della Repubblica Italiana, della Costituzione della Repubblica Italiana e della Democrazia, affermatisi in Italia in seguito alla Resistenza e alla Liberazione del nostro Paese dal fascismo collaborazionista con l?esercito occupante nazista. I firmatari di questa petizione, condividendo le posizioni assunte in proposito dalle Associazioni Partigiane e degli ex-Deportati, confidando nei principi della Democrazia e nella doverosa piena attuazione della Costituzione, facendo anche riferimento al discorso di insediamento del Presidente della Camera On. Gianfranco Fini, esortano il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente della Camera dei Deputati On. Gianfranco Fini, e il Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati On. Edmondo Cirielli perché agli autori della proposta di legge 1360 vengano forniti gli elementi di riflessione necessari a un ripensamento e al suo ritiro, e affinché le Istituzioni Democratiche della Repubblica Italiana vengano tutelate dalla eventuale e non auspicata approvazione parlamentare. Dopo l'Armistizio e durante la guerra di Liberazione dall'invasione tedesca, il Governo del Regno d'Italia rifugiato nel Sud Italia era regolarmente operante e adempiva alle sue funzioni garantendo la continuità legale dello Stato italiano. La Repubblica di Salò non aveva pertanto alcuna legittimità. Da ciò deriva che i suoi aderenti, volontari o cooptati, non possono essere assimilabili agli appartenenti all'Esercito Italiano, né i suoi reduci possono avere, in quanto tali, alcun riconoscimento da parte della Repubblica Italiana. La proposta di legge n. 1360/2008, che propone l?istituzione di un “Ordine del Tricolore” presieduto dal Presidente della Repubblica, nasce da un?ottica negazionista dell?evidenza della storia. Essa infatti equipara i miliziani della Repubblica Sociale ai partigiani che durante la Resistenza combatterono contro il fascismo e il nazismo, assegnando loro indistintamente il titolo di “cavaliere”; mira al riconoscimento di onore, già respinto da numerosi Decreti Luogotenenziali dello Stato italiano fin dal 1944-?45, ai miliziani di Salò; sostiene, nel prologo, che tra il 1943 e il 1945 in Italia si scontrarono due distinti eserciti di “pari dignità”: uno formato da coloro che “ritennero onorevole la scelta a difesa del regime, ferito e languente”, e un altro formato da quanti, rimasti fedeli al loro giuramento al Governo Italiano, “maturati dalla tragedia in atto o culturalmente consapevoli dello scontro in atto a livello planetario, si schierarono dalla parte avversa, ?liberatrice?”; mette sullo stesso piano, confondendoli, i valori di libertà, giustizia e democrazia per cui combatterono i partigiani e le potenze alleate, con gli obiettivi perseguiti dai totalitarismi fascista e nazista, i quali intendevano costruire un “Nuovo Ordine Europeo” fondato sulla supremazia ?razziale?, sulla discriminazione e la riduzione in schiavitù dei popoli ritenuti inferiori e sullo sterminio di intere comunità; offende i familiari delle vittime del fascismo, che rischiano di vedere assegnato ai loro congiunti lo stesso riconoscimento dato a coloro che li hanno torturati e uccisi; discredita gli organismi che da anni si impegnano nella ricerca storica per mantenere viva la memoria e accrescere la coscienza di quel passato; nega dignità a quanti hanno combattuto affinché in Italia prevalesse la democrazia contro chi insanguinava preordinatamente e sistematicamente il Paese; lede i principi ideali fondamentali e i valori umani e politici su cui si fonda la Repubblica Italiana nata dal ripudio del fascismo. La “pacificazione nazionale” non può essere perseguita mettendo sullo stesso piano la Resistenza e la Repubblica sociale, la lotta dei partigiani per la libertà e la lotta dei repubblichini per negare la libertà. I firmatari di questa petizione fanno proprie le parole di Giuliano Vassalli, Presidente emerito della Corte Costituzionale: “Nessun riconoscimento ai repubblichini. Erano e restano nemici dello Stato democratico”, e auspicano che i presentatori della proposta di legge 1360 già trovino concordemente la consapevolezza della opportunità di ritirarla. Redatta il 15 marzo 2009. Promotori: Ilaria Allegri, Carlo Amabile, Giancarlo Amurri, ANED Milano, ANPI Lombardia, ANPI Sez. "Luigi Viganò" Milano-Precotto, ANPI Sez. Barona Milano, ANPI Sez. di Cologno Monzese, ANPI Sez. di Crescenzago, ANPI Sez. di Inzago, Anna Maria Appolloni, Jack Arbib, Elena Aschedamini, Associazione Bambini in Romania Onlus, Claudia Azzola, Dimitri Baldanza, Mariangela Bastico, Luciano Belli Paci, Alberto Benadì, Carla Beretta, Teresa Maria Berzoni, Elisa Bianchi, Carlo Bibbiani, Ionne Biffi, Giuseppe Binda, Francesca Bonfante, Claudia Bonfiglioli, Marcello Buiatti, Franco Busato, Felice Cagliani, Dova Cahan, Gino Candreva, Angelo M. Cardani, Donato Carissimo, Ruben L. Castelnuovo, Davide Castorina, Maria Teresa Catania, Giovanni Marco Cavallarin, Roberto Cenati, Andrea Chiodi, Luigi Consonni, Alberto Corcos, Silvia Cuttin, Vincenzo De Bernardis, Marcella De Negri, Roberto De Pas, Letizia Del Bubba, Democrazia Laica, Patrizia Deotto, Giuseppina Di Fraia, Grazia Di Veroli, Pier Paolo Eramo, Luigi Faccini, Claudio Falcone, Silvia Fenizia, Annamaria Ferrari, Stefano Ferrario, Ida Finzi, Fondazione della Memoria della Deportazione, Giulio Forconi, Moreno Franceschini, Claudio Gallazzi, Pupa Garribba, Massimo Gentili Tedeschi, Cecilia Ghelli, Flavia Giuliani, Laura Gottlob, Veniero Granacci, Rita Gravina, Simonetta Heger, Istituto Pedagogico della Resistenza Milano, Vincenzo Jorio, Francesca Lacaita, Francesca Lagomarsini, Fabio Levi, Nicola Licci, Sonja Liebhardt, Raffaella Lorenzi, Massimo Luciani, Mario Lupi, Marco Lusena, Giulio Maggia, Brunello Mantelli, Alessandra Manzoni, Ignazio Manzoni, Marina Marini, Gianfranco Maris, Fernando Martini, Giovanna Massariello, Anna Mazza, Maria Medi Guerrera, Guido Melis, Paola Meneganti, Nicoletta Meroni, Monica Miniati, Enrico Modigliani, Paola Mognaschi, Andrea Molco, Demetrio Morabito, Maurizia Morini, Roberto Morpurgo, Giorgio Mortara, Ernesto Muggia, Giuseppe Natale, Magda Negri, Vincenzo Negri, Enzo Nocifora, Nuova Società, Giuliano Olivieri, Patrizia Ottolenghi, Paolo Pagani, Floretta Pagliara, Dora Palermo, Giancarla Panizza, Claudio Pavone, Angela Persici, Silvana Pervilli, Marina Piperno, Antonio Pizzinato, Pier Paolo Pracca, Roberto Prina, Giorgio Prister, Elena Razzoli, Giancarlo Reati, Massimo Repetti, Rete Comitati Milanesi, Aida Ribero, Aldo Rodini, Maria Grazia Roggero, Ernesto Rossi, Vincenza Rotta, Liliana Sacchi, Estilio Salera, Mario Salmon, Marco Sarno, Giorgio Scaffidi, Angela Scassellati, Raffaele Scassellati, Nadia Schavecher, Giovanni Scirocco, Ada Segre De Benedetti, Franco Segre, Giorgio Segre, Liliana Segre, Daniele Serrazanetti, Sinistra Critica prov. di Varese, Domenico Siracusano, Eleonora Sirsi, Francesco Somaini, Tullio Sonnino, Francesco Spagnolo, Aldo Spizzichino, Fausta Squatriti, Federico Steinhaus, Francesco Surdich, Ivano Tajetti, Renato Teti, Antonella Tiburzi, Vincenzo Tomaselli, Eliana Torretta, Luigi Tranquillino, Sergio Tremolada, Fernanda Tucci, Giovanni Urro, Franco Vaccaneo, Dario Venegoni, Francesco Venturi Ferriolo, Massimo Venturi Ferriolo, Ugo Volli, Aglaia Zannetti, Giorgio Zuccardi.

Torna all'inizio


"WATERBOARDING E VIOLENZE INUMANE": LE TORTURE DELLA CIA IN UN TESTO SEGRETO (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

"Waterboarding e violenze inumane": le torture della Cia in un testo segreto -->Il rapporto del comitato della Croce rossa denuncia: «atti di tortura» durante l'era Bush nei confronti dei prigionieri di Al Qaeda. Usati metodi «vietati da convenzione di Ginevra»

Torna all'inizio


- "CERCARE LA VERITà SULLA GUERRA DI GAZA" (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

16-03-2009 Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Marzo > "Cercare la verit sulla guerra di Gaza"Contenuto della pagina"Cercare la verit sulla guerra di Gaza": 16 personalit, tra cui Antonio Cassese, scrivono al Segretario generale e al Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla necessit di un'indagine internazionale sulle violazioni del diritto umanitario da parte di Israele e dei gruppi armati palestinesi durante il conflitto di GazaCS038: 16/03/2009Sedici personalit, tra cui l'italiano Antonio Cassese, hanno sottoscritto una lettera al Segretario generale e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla necessit di un'indagine internazionale sulle violazioni del diritto umanitario commesse da parte di Israele e dei gruppi armati palestinesi nel corso del recente conflitto di Gaza.Il testo della lettera aperta, promossa da Crisis Action e sostenuta da Amnesty International, il seguente:"Durante il recente conflitto di Gaza sono emerse denunce di gravi violazioni delle leggi di guerra, riguardanti la condotta e le azioni sia dell'esercito israeliano che dei gruppi armati palestinesi. Sulla base della nostra diretta esperienza nel campo della giustizia internazionale e nella riconciliazione dei conflitti, riteniamo importante che sia svolta un'indagine internazionale sulle gravi violazioni delle leggi di guerra commesse da tutte le parti coinvolte nel conflitto di Gaza. Senza stabilire i fatti in modo credibile e imparziale, sar difficile per le comunit che hanno pagato l'altissimo prezzo della violenza superare le conseguenze del conflitto e lavorare insieme alla costruzione di una pace migliore. Un'indagine rapida, indipendente e imparziale rappresenterebbe una documentazione pubblica sulle gravi violazioni del diritto umanitario e fornirebbe raccomandazioni sul modo in cui i responsabili dovrebbero essere chiamati a risponderne. Abbiamo constatato direttamente l'importanza di indagare sulla verit e di dare giustizia alle vittime dei conflitti e crediamo che questa sia la pre-condizione per andare avanti e ottenere la pace in Medio Oriente.Il diritto umanitario delle Convenzioni di Ginevra fornisce standard universali relativi alla condotta di guerra sia degli stati che degli attori non statali. Il mondo deve pretendere in modo vigile il rispetto di questi standard, indagare e esprimere la condanna per la loro violazione.Chiediamo ai leader mondiali di trasmettere in modo deciso il messaggio che colpire i civili durante un conflitto completamente inaccettabile. Chiediamo loro di sostenere l'istituzione di una Commissione d'indagine delle Nazioni Unite sul conflitto di Gaza. Questa Commissione dovrebbe avere la pi ampia competenza e autorevolezza possibile e dovrebbe:ricevere il mandato di svolgere un'indagine rapida, completa, indipendente e imparziale su tutte le denunce di gravi violazioni del diritto umanitario commesse da tutte le parti coinvolte nel conflitto, non limitandosi unicamente agli attacchi contro le strutture delle Nazioni Unite da parte dell'esercito israeliano; agire in accordo con i pi rigorosi standard internazionali che regolano questo tipo d'indagine; fornire raccomandazioni, se rinvenisse prove sufficienti, sul modo pi adeguato per procedere nei confronti dei responsabili delle gravi violazioni del diritto umanitario da parte delle autorit competenti. Quanto accaduto a Gaza ci ha scosso profondamente. C' un disperato bisogno di aiuti e ricostruzione ma, per rimarginare davvero le ferite, anche doveroso stabilire la verit sui crimini perpetrati contro i civili da entrambe le parti in conflitto."Segue l'elenco dei firmatari:Cherif Bassiouni, presidente della Commissione di esperti delle Nazioni Unite per indagare sulle violazioni del diritto umanitario nell'ex Jugoslavia (1992-1994) e presidente del Comitato di redazione della Conferenza diplomatica delle Nazioni Unite sulla Corte penale internazionale (1998). Alex Boraine, vicepresidente della Commissione per la verit e la riconciliazione del Sudafrica (1995-1998). Antonio Cassese, primo presidente (1993-1997) e giudice (1993-2000) del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia e capo della Commissione internazionale d'inchiesta delle Nazioni Unite sul Darfur (2004). Luc Ct, direttore esecutivo della Commissione speciale indipendente d'inchiesta per Timor-Leste (2006), direttore dei procedimenti penali della Corte speciale per la Sierra Leone (2003-2005).Richard J. Goldstone, presidente della Commissione permanente d'inchiesta del Sudafrica sulla violenza pubblica e le intimidazioni (1991-1994), procuratore capo dei Tribunali internazionali per l'ex Jugoslavia e il Ruanda (1994-1996), giudice della Corte costituzionale del Sudafrica (1996-2003) e presidente della Commissione indipendente d'inchiesta delle Nazioni Unite sul Kosovo (1999).Hina Jilani, rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani (2000-2008) e membro della Commissione d'inchiesta sul Darfur (2006).Salomn Lerner Febres, presidente della Commissione per la verit e la riconciliazione del Per (2001-2003).Dumisa Ntsebeza, membro della Commissione per la verit e la riconciliazione del Sudafrica (1995-1998) e della Commissione internazionale d'inchiesta delle Nazioni Unite sul Darfur (2004). Stelios Perrakis, membro della Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite sul Libano (2006) e membro della Commissione internazionale di accertamento dei fatti.Paulo Srgio Pinheiro, relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Burundi (1995-1999) e in Myanmar (2000-2008) e presidente della Commissione speciale indipendente d'inchiesta per Timor-Leste (2006). Mary Robinson, presidente dell'Irlanda (1990-1997) e Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (1997-2002). William A. Schabas, membro della Commissione per la verit e la riconciliazione della Sierra Leone (2002-2004).Yasmin Sooka, membro della Commissione per la verit e la riconciliazione del Sudafrica (1995-1998) e della Commissione per la verit e la riconciliazione della Sierra Leone (2002-2007). Desmond Travers, ex colonnello delle Forze di difesa irlandesi, direttore dell'Istituto per le indagini penali internazionali.Desmond Tutu, presidente della Commissione per la verit e la riconciliazione del Sudafrica (1995-1998) e premio Nobel per la pace.Ralph Zacklin, assistente del Segretario generale delle Nazioni Unite per gli affari legali (1998-2005) e membro della Commissione speciale indipendente d'inchiesta per Timor-Leste (2006).FINE DEL COMUNICATO Roma, 16 marzo 2009 Per approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail: press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg

Torna all'inizio


Vietato criticare l'islam. All'Onu le idi di marzo della libertà d'espressione (sezione: Diritti umani)

( da "Foglio, Il" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

16 marzo 2009 Vietato criticare l'islam. All'Onu le idi di marzo della libertà d'espressione L'allarme sulla risoluzione della Conferenza islamica Nel 1994 il leader del regime islamico del Sudan Bashir potè tranquillamente affermare che le Nazioni Unite non avevano alcun diritto di criticare il suo paese soltanto perché amputa braccia oppure perché crocifigge e decapita i detenuti. Per molti anni i paesi dell?Organizzazione della Conferenza islamica avevano cercato di bandire la critica dell?islam. Oggi potrebbero riuscirci con la risoluzione numero 62/154. Titolo: “Combattere la diffamazione delle religioni”. E? il più micidiale strumento di soppressione della libertà di espressione. La Conferenza islamica lo ha presentato venerdì a Ginevra al fine di proporre “azioni a livello locale, nazionale, regionale e internazionale” contro la libertà d?espressione. I regimi islamici hanno chiesto al Consiglio dell?Onu per i diritti umani, riunito da Ginevra, di fornire “una protezione adeguata contro tutti gli atti di odio derivanti dalla diffamazione delle religioni”. Il documento denuncia “con profonda preoccupazione” una campagna di “diffamazione delle religioni” e di “incitamento all?odio religioso”. La risoluzione dovrebbe essere discussa dal Consiglio dell?Onu il prossimo 27 marzo. Se il testo sarà adottato, il 27 marzo sarà una data da segnare. L?intero occidente finirà sul banco degli imputati per le sue presunte persecuzioni e critiche dell?islam. Questo testo orwelliano distorce il significato di diritti umani e di libertà religiosa e segna un gigantesco passo indietro nella libertà d?espressione. Chiunque critichi l?islam potrebbe essere passibile di azione legale. L?Organizzazione della Conferenza islamica, il più potente blocco di votanti alle Nazioni Unite, aveva messo la Libia a capo della preparazione di “Durban II”, la conferenza contro il razzismo che si terrà a Ginevra e che è già stata trasformata in una parata antisemita. “Con questa risoluzione, le nazioni potranno richiedere l?estradizione e il processo di coloro che fanno commenti critici di una o più fedi”, dice l?avvocato Marc Stern di First Amendment. Anche Sarah Kaiser dell?associazione René Cassin, che sarà presente a Ginevra, sostiene che la cosa più velenosa della risoluzione è il fatto di “assegnare un diritto a una idea e una preferenza all?idea rispetto agli individui”. Il ministro degli Esteri olandese, Maxime Verhagen, proprio a causa di questa risoluzione chiede all?Unione europea di boicottare Ginevra. Lo sceicco dell?università di Al Azhar, Mohammad Tantaoui, massima autorità religiosa dell?islam sunnita, ha chiesto che la risoluzione contenga “sanzioni dissuasive”. In Giordania l?associazione degli avvocati vuole già processare per diffamazione della religione i vignettisti danesi del Jyllands Posten, che ritrassero Maometto in modo blasfemo. Se approvata, la risoluzione non passerà inosservata. “Diventerà una norma legale internazionale”, spiega Leon Saltiel, direttore di UN Watch. E sarà una norma valida anche in paesi come Italia, Stati Uniti, Canada e Israele che boicotteranno Ginevra. Nella sessione del dicembre 2007 del Consiglio per i Diritti Umani, la stessa Conferenza islamica si era opposta a “riconoscere il diritto degli individui di cambiare liberamente religione”. Nei regimi islamici ci sono norme contro le conversioni e la blasfemia. Sempre dalle Nazioni Unite il 19 settembre 1981, presso la sede dell?Unicef di Parigi, aveva preso avvio la Dichiarazione islamica dei diritti umani, secondo la quale “tutti gli uomini sono sottomessi a Dio” e la quale afferma che la sharia, la legge islamica, precede e sottomette il diritto alla vita proclamato dalla carta dell?Onu del 1948. Dal prossimo 27 marzo sarà più difficile denunciare i crimini commessi in nome dell?islam. di Giulio Meotti

Torna all'inizio


Dalla telemedicina all'assistenza di fine vita, a EuroP.A. riflettori sulla salute e il sociale (sezione: Diritti umani)

( da "SaluteEuropa.it" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

16/03/2009 Dalla telemedicina all'assistenza di fine vita, a EuroP.A. riflettori sulla salute e il sociale Dall'1 al 3 aprile al Salone delle autonomie di Rimini, più di 25 convegni per affrontare a tutto tondo le politiche a servizio del benessere dei cittadini: si parla di trattamento di fine vita con Mina Welby e di sanità elettronica con Michele Anaclerio, consigliere del Ministero della Difesa Tra gli invitati al confronto sulle politiche per l'immigrazione anche il ministro Raffaele Fitto. Innovazione in primo piano con la vetrina di "Sociale e sanitario" e i premi per le migliori pubbliche amministrazioni. Dal trattamento sociale di fine vita alle innovazioni tecnologiche e le nuove politiche che disegnano il futuro dell'assistenza sociale e sanitaria. E ancora l'immigrazione, con la tutela dei diritti umani e la lotta alla tratta, l'edilizia sanitaria, la giustizia minorile e i premi per i migliori progetti di innovazione nei servizi sociali e per la comunicazione sociale. La salute e il benessere dei cittadini sono in primo piano a EuroP.A., il nono Salone nazionale delle autonomie locali in programma alla Fiera di Rimini dall'1 al 3 aprile 2009. La manifestazione, organizzata dal gruppo Maggioli di Rimini, mette in programma 25 convegni organizzati dal Ministero della Giustizia, dai sindacati e dalle più autorevoli associazioni nazionali e internazionali del settore. Anziani, famiglie, disabili, bambini, adolescenti e immigrati sono poi i protagonisti della vetrina di "Sociale e sanità", con i migliori progetti e le ultime novità in fatto di servizi alla persona promossi da amministrazioni, privati e associazioni. La bioetica, il testamento biologico e l'accompagnamento al morente sono al centro del convegno su "L'intervento sociale alla fine della vita", in programma il 3 aprile alle ore 9.30. Tra gli ospiti dell'incontro anche Mina Welby, moglie di Piergiorgio - attivista politico affetto da distrofia muscolare e deceduto dopo una lunga battaglia politica contro l'accanimento terapeutico -, la deputata Donella Mattesini e il segretario generale del Sunas (Sindacato unitario nazionale assistenti sociali) Salvatore Poidomani. Il ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto è invece tra gli invitati al dibattito su "Immigrazione e politiche di integrazione. Ruolo delle istituzioni locali e diritti umani", in programma mercoledì 1 aprile alle ore 10.00. Il convegno, a cui parteciperanno il senatore Roberto Di Giovan Paolo, segretario generale di Aiccre - Associazione italiana per il consiglio dei comuni e regioni d'Europa, e il direttore centrale per le politiche dell'immigrazione e dell'asilo del Ministero dell'Interno Mario Ciclosi, farà il punto sulle politiche di integrazione per gli stranieri in Italia, arrivati secondo le ultime stime del rapporto Caritas/Migrantes a quota 4 milioni. Immigrazione in primo piano anche nel convegno su "Tratta di persone e sfruttamento del lavoro", in programma mercoledì primo aprile alle ore 15.00, a cui parteciperà il capo del Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e presidente della Commissione interministeriale su Tratta e lavoro forzoso Isabella Rauti. Negli ultimi anni la sanità ha cambiato volto grazie all'arrivo di nuove tecnologie in grado di migliorare la qualità della vita del paziente e rendere più efficiente il sistema sanitario. Teleassistenza, telemedicina, sanità elettronica, domotica, digitalizzazione dei documenti sanitari sono parole nuove ma destinate ad entrare nell'uso quotidiano: per conoscere meglio il presente e il futuro della sanità, EuroP.A. apre una finestra sull'incontro tra salute e innovazione con un nutrito programma di approfondimenti. Il futuro delle tecnologie in ospedale, l'intreccio tra innovazione e qualità dell'assistenza, l'informatizzazione della documentazione clinica sono tra i temi del convegno organizzato dall'Associazione Nazionale dei Medici e delle Direzioni Ospedaliere (Anmdo) su "Il governo delle tecnologie nella nuova sanità", che mercoledì 1 aprile alle ore 9.00 richiamerà a Rimini i direttori di numerose aziende sanitarie italiane. Il confronto tra le politiche regionali e il recente Piano nazionale per la Sanità elettronica elaborato dal ministero dell'Innovazione è al centro di un convegno in programma giovedì 2 aprile alle ore 14.30, che avrà tra i suoi ospiti il direttore generale del Cnipa (Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione) Caterina Cittadino. Un focus sulle migliori applicazioni delle tecnologie di e-health per la cura a domicilio sarà offerto nel convegno sui "Progetti di teleassistenza per la continuità e la cura domiciliare", a cui parteciperà il direttore generale della rete Cup2000 Mauro Moruzzi (mercoledì 1 aprile alle ore 15.00). È invece dedicata al futuro della telemedicina, e alla costruzione di un sistema di assistenza telematica attivo in tutto il territorio nazionale la tavola rotonda a cui parteciperà tra gli altri anche Michele Anaclerio, consigliere per la sanità elettronica del Ministero della difesa (venerdì 3 aprile alle ore 15.00). Il sistema dei servizi minorili, i progetti per il recupero dei minorenni sottoposti a provvedimenti penali e la costruzione di un sistema di conoscenza condivisa sul funzionamento della giustizia penale minorile in Europa sono i temi del convegno organizzato dal Dipartimento per la Giustizia minorile del Ministero della Giustizia e da Aiccre (giovedì 2 aprile ore 10.00), a cui parteciperanno il capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile Bruno Brattoli e Serenella Pesarin della direzione generale per l'attuazione dei provvedimenti giudiziari, de Dipartimento per la Giustizia Minorile. I migliori progetti per i servizi alla persona otterranno poi il "Premio Innovazione nei Servizi Sociali - Città di Rimini", giunto ormai alla sua settima edizione. La premiazione, a cui concorrono circa 115 enti tra amministrazioni, associazioni, cooperative sociali e aziende, si svolgerà giovedì 2 aprile al termine di un convegno dedicato al welfare e al ruolo sempre più importante della cooperazione sociale nella costruzione di un sistema di servizi alla persona (ore 9.30). I vincitori dell'edizione 2008 sono stati il Comune di Torino e la Cooperativa sociale Agricoltura Capodarco: con il progetto Prisma, l'amministrazione torinese ha creato una rete di sostegno per il disagio sociale e psicologico formata da due sportelli gratuiti per l'aiuto e l'ascolto e tre progetti specifici sulla sessualità delle persone disabili, il counselling alle famiglie con adolescenti in difficoltà e la creazione di gruppi di auto aiuto. La Cooperativa sociale Agricoltura Capodarco è invece autrice del progetto" La buona terra", per la formazione e l'inserimento lavorativo di tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti nel campo dell'agricoltura sociale. Ai migliori progetti di comunicazione per la tutela della salute, la sicurezza e la promozione della solidarietà andrà invece il "Premio Comunicazione sociale", che oggi, alla sua prima edizione ha già ottenuto una sessantina di candidature. Il riconoscimento verrà consegnato venerdì 3 aprile al termine del convegno su "Il ruolo della comunicazione sociale in una economia che cambia" (ore 9.30). Numerosi e variegati i progetti in gara: si va dal sostegno e l'informazione alle famiglie con soggetti colpiti da lesioni gravi ai cortometraggi contro anoressia e bulimia realizzati dalle stesse persone affette da disturbi del comportamento alimentare, dalla sensibilizzazione delle aziende per l'assunzione delle persone disabili alle "pubblicità regresso", che promuovono la coscienza civile con le armi della parodia e dell'ironia.

Torna all'inizio


Bielorussia/ Accordo Ue, 'sconto' sanzioni esteso fino (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Bruxelles, 16 mar. (Apcom - Nuova Europa) - I ministri degli Esteri dei Ventisette hanno raggiunto un accordo sull'estensione della sospensione delle sanzioni nei confronti della Bielorussia: il divieto d'ingresso nell'Ue per il presidente Aleksandr Lukashenko e un'altra trentina di dirigenti varrà ora fino a dicembre. Alla scadenza dei nove mesi di estensione, si legge nelle conclusioni adottate a Bruxelles, ci sarà "un esame approfondito delle misure restrittive prendendo in considerazione la situazione in Bielorussia", sulla base del quale le sanzioni potrebbero essere abolite del tutto "a patto che ci siano ulteriori sviluppi positivi". Al tempo stesso, i Ventisette si dichiarano pronti ad applicare la linea dura nel caso in cui la situazione a Minsk deteriorasse. "Il Consiglio potrà decidere in qualsiasi momento, se necessario, di riapplicare le restrizioni sui visti alla luce delle azioni delle autorità bielorusse nel campo della democrazia e dei diritti umani", avvertono i capi delle diplomazie europee. Nessuna decisione, invece, sull'invito a Lukashenko a partecipare al summit Ue del 7 maggio a Praga, che celebrerà il lancio del 'Partenariato per l'Est', anche se la decisione odierna facilita il disgelo con Minsk. I ministri si limitano ad affermare che "l'Unione europea rimane pronta ad approfondire i propri rapporti con la Bielorussia, a condizione che la Bielorussia faccia progressi verso la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto".

Torna all'inizio


Gb/ Cherie Blair fa causa alla Royal Bank of Scotland (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 16 mar. (Apcom) - Sarà l'avvocato più famoso del Regno Unito, Cherie Booth in Blair, la moglie dell'ex premier Tony, a rappresentare la class action contro la Royal Bank of Scotland (RBS), intentata da due fondi pensioni statali del North Yorkshire e di Merseyside. Un ingaggio che potrebbe mettere in imbarazzo il governo, nel mirino delle polemiche per non aver vigilato a sufficienza sulla governance dell'istituto finanziario travolto dal collasso economico. "Ho deciso di accettare l'incarico per le perdite record inflitte sui fondi pensione delle autorità locali e su altre istituzioni del paese che avevano investito nella RBS" ha spiegato Cherie Blair, conosciuta meglio per il suo lavoro da avvocato nel settore dei diritti umani e del lavoro. "L'incarico è una opportunità per proteggere meglio gli investitori nel futuro e per alzare gli standard di governance", ha aggiunto l'ex Fist Lady. L'accusa si basa sulle "ripetute rassicurazioni" fornite dai vertici della RBS, in particolare dall'ex amministratore delegato Sir Fred Goodwin (che malgrado le polemiche ha intascato una pensione d'oro su cui è in corso un acceso dibattito nel Regno Unito), sulla salute dell'istituto finanziario, quando questi era in realtà già insolvente.

Torna all'inizio


Piacenza. Presentazione del Progetto Kamlalaf: solidarietà e volontariato internazionale (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Piacenza. Presentazione del Progetto Kamlalaf: solidarietà e volontariato internazionale (16/3/2009 15:46) | (Sesto Potere) - Piacenza - 16 marzo 2009 - Martedì 17 marzo, alle 12.00, presso la sala del Consiglio comunale in Municipio, avrà luogo la presentazione del progetto "Kamlalaf", percorso formativo rivolto in particolar modo ai giovani, sui tema del volontariato internazionale, dei diritti umani e della mondialità. A illustrare l'iniziativa interverranno il sindaco Roberto Reggi, l'assessore al Futuro Giovanni Castagnetti e i rappresentanti delle associazioni promotrici – Africa Mission Cooperazione e Sviluppo, Gruppo Kamenge e ProgettoMondo Mlal – che nell'estate 2009 daranno, ad alcuni ragazzi piacentini, l'opportunità di fare un viaggio conoscitivo nei luoghi in cui prestano il loro operato: Uganda, Burundi e Brasile. Nell'occasione, saranno presenti anche tutti i soggetti che hanno garantito il proprio sostegno all'iniziativa.

Torna all'inizio


Lecco: il 20 marzo forum sanità sul Testamento biologico (sezione: Diritti umani)

( da "Merateonline.it" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Voce_ai_partiti >> Partito Democratico 16 / 3 / 2009 Lecco: il 20 marzo forum sanità sul Testamento biologico Dichiarazioni anticipate sui trattamenti sanitari: un doveroso diritto civile in uno Stato di diritto. Costituzione della Repubblica Italiana Art. 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell`individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Premessa Negli ultimi trenta anni il progresso tecnico-scientifico ha fornito nuove opportunità che hanno consentito di aumentare la vita media, di trattare malattie allora considerate inguaribili, di prolungare la sopravvivenza per malattie croniche ad evoluzione lenta e progressiva. La stessa tecnologia e l?evoluzione scientifica hanno permesso di ottenere la sostituzione, spesso anche solo temporanea, di funzioni vitali come la respirazione, la circolazione, la funzione renale e quella epatica mediante l?uso di apparecchiature dedicate e con i trapianti d?organo. E? inevitabile che il ricorso a tali nuove opportunità abbia aperto nuove questioni legate al rapporto fra applicazione della tecnologia e rispetto della persona specialmente quando il rapporto fra la vulnerabilità della persona stessa, il suo diritto ad esprimere il proprio punto di vista e l?impatto dell?apparato tecnologico devono essere accuratamente bilanciati per garantire a ciascun paziente la realizzazione del piano di cura che sia il più coerente possibile con il proprio piano di vita. Emergono quindi le questioni dell?autodeterminazione del paziente, del possibile rifiuto delle cure, del possibile accanimento terapeutico (distanasia), del testamento biologico o meglio delle “dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario”, delle cure palliative, dell?eutanasia. Con il concetto di “dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario” si tratta di estendere il diritto di autodeterminazione della persona per i trattamenti sanitari, già previsto per i soggetti consapevoli dalla normativa in atto per il consenso informato, ai soggetti nel momento in cui, non più consapevoli ed in grado di decidere autonomamente, dovranno essere sottoposti ad un trattamento sanitario. Dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario Si deve innanzitutto ritenere non solo auspicabile, ma doverosa, la formulazione di una norma legislativa che dia valore legale alle “dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario” delle persone che vogliano stabilire il tipo e l?intensità di cure cui accetterebbero di venire sottoposte in caso di malattia più o meno grave allorquando non fossero più in grado di esprimere la propria volontà. A ciò andrebbe associata la nomina di una persona fiduciaria del paziente, con il compito di garantire che le dichiarazioni anticipate vengano rispettate. Tale dovere civile innanzitutto nel riconoscimento dell`esistenza di un diritto della persona a rifiutare o interrompere le terapie mediche, discendente dal principio enunciato dal secondo comma dell`art. 32 della Carta Costituzionale sopra riportato. L`affermazione nella Carta Costituzionale ha come necessaria consecuzione il riconoscimento anche della facoltà di rifiutare le cure o di interromperle, che, a sua volta, non può voler significare l`implicito riconoscimento di un diritto al suicidio, bensì soltanto l`inesistenza di un obbligo a curarsi a carico del soggetto. “….Un documento con il quale una persona, dotata di piena capacità, esprime la sua volontà circa i trattamenti ai quali desidera o non desidera essere sottoposto nel caso in cui, nel decorso di una malattia o a causa di traumi improvvisi, non fosse in grado di esprimere il proprio consenso o il proprio dissenso informato” (Comitato Nazionale di Bioetica 2003). In questo documento la persona può inoltre indicare un suo fiduciario che, in tali situazioni, agisca come decisore sostitutivo. Facendo proprie le preferenze ed i valori del testatore, tale decisore dovrà chiedersi se questi avrebbe voluto ed accettato le cure proposte od in atto o che la sua vita fosse prolungata in quella situazione oppure no. Solo nel caso in cui dovesse mancare ogni informazione su ciò che la persona avrebbe voluto si dovrebbe scegliere in base a quel che appare il miglior suo interesse nella situazione data, in stretta relazione con i curanti. Quando si parla di volontà anticipate non ci si riferisce all?eutanasia, perché non si richiede né il comportamento attivo di terzi per ottenere il risultato di mettere fine alla vita, né si richiede la passiva partecipazione di terzi, in quanto oggetto di tali dichiarazioni è il rifiuto del trattamento medico. Tale rifiuto vale ad esercitare il diritto alla salute garantito dall?art. 32 della Costituzione, che può consistere, nel caso di adulti, nell?esercizio negativo del diritto. Il Comitato Nazionale di Bioetica afferma (2003) che le dichiarazioni anticipate di trattamento si iscrivono in un positivo processo di adeguamento della nostra concezione dell?atto medico ai principi di autonomia decisionale del paziente. Le dichiarazioni possono essere intese anche come estensione della cultura che ha introdotto, nel rapporto medico-paziente, il modello del consenso informato. Problematiche da affrontare Il diritto di dichiarare anticipatamente delle decisioni in una materia quale quella sanitaria solleva alcune problematiche che, se affrontate correttamente, supportano ulteriormente la necessità dell?introduzione di una normativa in merito. Uno dei principali problemi è che, nell?attualità, il progresso della tecnologia medica ci impone di prendere decisioni che non eravamo obbligati a prendere qualche tempo fa. E talvolta le decisioni andrebbero prese quando non si è, per incapacità, in grado di prenderle. Inoltre è assolutamente indefinibile il tempo che trascorrerà dal momento delle decisioni e quello della loro applicazione; ed il fattore tempo potrebbe essere rilevante in un ambito come quello sanitario in cui i progressi e le rivalutazioni dei processi ha una evoluzione rapida e diffusa con notevoli riflessi sulla reale efficacia tecnica e percepita dei trattamenti stessi. Proprio per questo dobbiamo affrontare due nodi fondamentali. Il primo è che in un settore a così rapida evoluzione, essere informati per poter decidere, significa ricostruire un rapporto profondamente fiduciario tra professionista sanitario e cittadino/persona che deve in ultima analisi dichiarare delle decisioni in un campo di sua “non competenza”. Deve diventare un percorso collegiale di crescita e di fiducia reciproca. In altri termini le dichiarazioni anticipate di trattamento devono rispettare, nel momento della loro estensione e nel momento della loro applicazione attraverso il fiduciario, le stesse caratteristiche previste per il consenso informato. In ogni caso la manifestazione di volontà per essere valida deve possedere una serie di requisiti. Tali requisiti si evincono, secondo la giurisprudenza e la dottrina, dalla Costituzione e dai principi dell`ordinamento giuridico e sono identificabili nel fatto che il rifiuto di una terapia o il rifiuto di continuarla deve innanzitutto essere personale, ovvero deve promanare dal titolare stesso del diritto alla vita che potrebbe essere pregiudicata o che sarà pregiudicata e dal suo fiduciario quale decisore esclusivo in base alle volontà esplicite e specifiche del testatore. Altro requisito del consenso o del dissenso è che per essere valido deve essere consapevole ovvero informato, incidendo esso su diritti essenziali dell`individuo. Infatti, quest`ultimo ne può disporre solo se pienamente consapevole della sua condizione psico-fisica, delle prospettive evolutive della sua condizione e delle conseguenze che possono scaturire dalle sue scelte, perché altrimenti la sua volontà sarebbe viziata da elementi di conoscenza distorti o mancanti e quindi non libera. Una corretta ed aggiornata informazione deve essere garantita ed acquisita anche dal soggetto fiduciario. Essendo potenzialmente e temporaneamente distante il momento delle dichiarazioni rispetto al momento della loro applicazione, deve essere garantito che le volontà espresse dal testatore da applicarsi attraverso il fiduciario siano comunque coerenti con le evoluzioni delle conoscenze in campo sanitario. Inoltre, il rifiuto deve essere autentico ovvero non apparente, non condizionato da motivi irrazionali, ad esempio la paura, deve essere effettivamente attribuibile alla volontà del soggetto e quindi non frutto di costrizione o di suggestione di alcun tipo esercitata da terzi, nonché deve essere strettamente collegato a concrete situazioni personali del malato, ad esempio la sofferenza causata dal male o l`incurabilità della malattia, ecc, e non legato a superstizioni, pregiudizi o altro. E` necessario, altresì, che il rifiuto sia reale e, segnatamente, sia compiutamente e chiaramente espresso e non sia semplicemente desumibile dalle condizioni di sofferenza o dalla gravità del male. Il secondo problema nodale è quello che la normativa in materia consenta di evitare una logica di individualismo esasperato e di pura immagine. Abbiamo il dovere di recuperare il significato ed il senso profondo della convivenza civile e comunitaria, della condivisione e della solidarietà: delle cose belle ed entusiasmanti, delle gioie e delle felicità, della salute ma anche dei problemi, delle sofferenze, della malattia, della morte. E? necessario uno sforzo per recuperare ed approfondire il senso della dignità della morte come naturale processo evolutivo della vita vissuta a pieno in tutte le sue componenti: dall?inizio alla fine in tutte le sue più intime dimensioni e sfaccettature. Libertà individuale non significa logica di individualismo esasperato ma sostegno di una rete di rapporti sociali solidali tra le persone, le professioni, le istituzioni perché nella condivisione dei bisogni in un unico percorso venga alla fine garantita la libertà individuale delle scelte, quali esse siano, nella tutela dei diritti, non nei diritti delle imposizioni (paternalistiche o falsamente pietistiche). Dichiarazioni di volontà, desistenza terapeutica o accanimento terapeutico: il fattore tempo. Su queste preliminari, ma fondamentali, affermazioni si deve poi rafforzare un concetto importante: la mancata somministrazione o la sospensione di terapie di prolungamento della vita sono un normale esercizio dell?attività medica e non equivalgono all?eutanasia o al suicidio medico assistito. In quest?ambito viene in evidenza, tra l?altro, il concetto di futilità medica, accanimento terapeutico e di desistenza terapeutica. Per futilità si intende una terapia che non è in grado di portare un cambiamento fisiologico, ma anche una terapia che non è in grado di portare miglioramenti alla qualità della vita. Nessun trattamento può pregiudizialmente essere definito come “accanimento terapeutico”, il tutto deve essere ricondotto ad un equilibrio tra trattamento non futile e accettazione consapevole dello stesso da parte del singolo paziente o del suo fiduciario. In un recente documento redatto dal Comitato Nazionale di Bioetica nell?ottobre 2008 sono espressi concetti attuali e, a nostro avviso, estendibili oltre ai soggetti consapevoli anche nel caso di dichiarazioni anticipate: «La complessa determinazione dell?accanimento clinico avviene prevalentemente sulla base di due parametri: da un lato, la valutazione in scienza e coscienza da parte del medico; dall?altro, la percezione soggettiva del paziente. Ci si basa, cioè, su un?integrazione fra dati oggettivi – definibili sulla base di parametri scientifici ed accertabili dal medico – ed il dato, soggettivo, della personale percezione del paziente circa la “straordinarietà” dell?intervento (il “sentire” del paziente quale emerge attraverso il dialogo nell?alleanza terapeutica). ...... la “rinunciabilità” dei trattamenti rimane indipendente rispetto al previo accertamento di una situazione di accanimento clinico. Possono essere legittimamente oggetto di rinuncia anche le cure che non presentino i caratteri dell?accanimento. ..... La volontà libera e consapevole del paziente di interrompere un trattamento – pur coerente con la “buona pratica clinica” – deve essere assunta come punto cardinale. Diversamente ragionando, la subordinazione della legittimità della rinuncia alle cure alla valutazione di accanimento clinico rende di fatto inascoltata la voce del paziente, e conduce ad una pressoché sistematica soccombenza della volontà di quest?ultimo rispetto al giudizio di appropriatezza e proporzione formulato dal medico.» Pertanto qualsiasi tipo di trattamento, compresa l?idratazione artificiale e la nutrizione artificiale (che sono a tutti gli effetti da considerare trattamenti sanitari), possono essere rifiutati dal paziente in relazione a tre concetti importanti: quali circostanze, quali conoscenze, quali sensibilità. Su queste si sovrappone un fattore trasversale (altamente confondente) che è quello del tempo. Nella dinamica della vita e nella variabilità ed eterogeneità delle decisioni sanitarie vi è un tempo per conoscere, per capire, per informare, per ascoltare, per decidere, per curare, per rivalutare e rivedere le decisioni, per desistere, per prendersi cura quando non si può più curare. Tutto ciò che sappiamo e decidiamo oggi quale stabilità e quindi quanto valore potrà avere in un futuro imprevedibile? Da ciò la necessità di consentire rivalutazioni e revisione delle decisioni prese e di consentire l?avvio dei trattamenti sanitari soprattutto in regime di emergenza. Trattamenti che potranno essere interrotti per dar seguito a dichiarazioni anticipate una volta accertate la loro validità e applicabilità, di comune accordo tra curanti e fiduciario. Applicare direttive anticipate o appellarsi ad un eventuale possibile obiezione di coscienza non significa abbandonare la persona al suo destino: non poter più curare rafforza ancora di più il dovere di prendersi cura della persona stessa. Cambiano gli obbiettivi: non più fermare, rallentare la malattia, guadagnare "tempo" a qualunque costo, ma alleviare la sofferenza. Quasi sempre le cure palliative corrispondono a un incremento dell`intensità di cura, mai ad un abbandono. Eppure anche il prendersi cura trova il suo limite nella volontà del paziente: anche il controllo dei sintomi è possibile solo se il paziente lo consente. Alcune domande critiche…. Come accertare la vera volontà del paziente quando è in condizioni fisiche e psicologiche tale che altra sarebbe la sua volontà in condizioni diverse? Quale peso dare alla volontà espressa in sua vece da un fiduciario? Esiste uno standard al quale fare riferimento per valutare la ragionevolezza di certe scelte, sia in ordine al tipo di intervento terapeutico che si è disposto ad affrontare, sia in ordine alla “qualità della vita” che si è disposti ad accettare? Le “Dichiarazioni Anticipate al trattamento sanitario” possono rispondere, comunque in modo perfettibile, a questi interrogativi con l?indicazione di alcuni limiti o incentivi finalizzati a un preventivo consenso o dissenso al trattamento sanitario. Non è da trascurare il rilievo che le discussioni sul peso morale da attribuire a eventuali atti o omissioni che rendono la vita relativamente più breve, oppure le discussioni sulla distinzione tra terapia straordinaria e ordinaria, poco importano ai fini della considerazione delle alternative per il trattamento di ammalati terminali. Bisogna dire chiaramente che “sospensione della terapia” non è sinonimo di “cessazione di ogni trattamento”. Se viene inteso correttamente, il concetto capta quegli aspetti che rientrano nel buon esercizio della pratica medica, riconoscendo che vi sono stadi nei quali il processo di morte dovrebbe venir reso “più sostenibile” per il paziente. Capita spesso che il trattamento in preparazione della morte sia l?unico intervento moralmente accettabile, mentre infliggere una qualsiasi forma di terapia per mantenere in vita il paziente nelle condizioni in cui versa appare moralmente ingiustificato. Numerose forme di sospensione della terapia, anche a rischio di mettere in pericolo la sopravvivenza del paziente, sono pur sempre compatibili con i principi di buona pratica clinica della medicina e con il rispetto dell?individuo. Quando vengono rivolte nella giusta direzione, le decisioni per la sospensione della terapia devono poter soppiantare gli argomenti sull?eutanasia, in quanto il contenuto morale essenziale della questione si incentra su quale forma di terapia sia appropriata dal punto di vista etico, e non sul mero interrogativo se far continuare la vita sia eticamente appropriato. Ma se l?eutanasia è incompatibile con il buon esercizio della pratica medica, infliggere una terapia per il mantenimento in vita con il solo risultato di aumentare la sofferenza del paziente, e comunque contro la sua volontà, è altrettanto deplorevole. E? importante avere la consapevolezza che la discussione intorno al tipo di terapia che si nega o si applica appartiene ad una categoria morale ben diversa dagli argomenti relativi all?atto di “consentire” o “causare” la morte. Autodeterminazione e diritto alla vita Il riconoscimento dell`esistenza di un diritto della persona a rifiutare o interrompere le terapie mediche, discendente dal principio enunciato dal secondo comma dell`art. 32 comma 2 della Costituzione, secondo il quale «nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge», può essere in contrasto con il diritto alla vita ed alla sua inviolabilità ed indisponibilità? «....Il diritto al rifiuto dei trattamenti sanitari fa parte dei diritti inviolabili della persona, di cui all`art. 2 della Costituzione, e si collega strettamente al principio di libertà di autodeterminarsi riconosciuto all`individuo dall`art. 13 della Costituzione. Esso risulta inoltre confermato, nella sua portata di diritto della persona, anche a livello internazionale nella convenzione di Oviedo sui diritti dell`uomo e sulla biomedicina, ratificata con legge 28-3-01, n. 145, che all`art. 5 prevede che «un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero ed informato. La persona interessata può, in qualsiasi momento, liberamente ritirare il proprio consenso». Appare, quindi, evidente come, alla luce del dettato chiarissimo dell`art. 32, comma 2, della Costituzione, nonché alla luce dell`interpretazione che di esso è stata data dalla giurisprudenza costituzionale e di legittimità, non possano, in nessuna sede, essere disattesi il riconoscimento e la tutela del diritto all`autodeterminazione della persona in materia di trattamento sanitario, diritto che contempla ovviamente anche il caso di rifiuto di nuova terapia e lo speculare caso di interruzione della terapia già iniziata. Chiarito che il principio discendente dall`art. 32, comma 2, Cost., è ascrivibile tra i «valori supremi» destinati «a costituire la matrice di ogni altro diritto della persona» alla stregua del diritto alla vita, riconoscendo al primo una pari dignità formale e sostanziale rispetto a quest`ultimo, non solo perché entrambi direttamente o indirettamente contemplati dalla Carta costituzionale, ma in quanto entrambi finalizzati a concretizzare quel ristrettissimo nucleo di valori supremi facenti capo all`individuo, la tutela dei quali non può mai venire meno senza che ciò costituisca violazione dei diritti fondamentali dell`individuo. Pertanto, in caso di conflitto, il sistematico depotenziamento del primo in ragione della prevalenza del diritto alla vita non sarebbe giustificato da alcuna norma o principio neanche di rango costituzionale. Ma, se tali diritti, quello alla vita e quello all?autodeterminazione in materia di trattamento sanitario, contribuiscono, entrambi e ognuno per la sua parte, a costituire il nucleo fondamentale dei diritti della persona che il nostro ordinamento riconosce e tutela, nel caso in cui tra loro entrino in collisione, quale dei due deve risultare prevalente, insomma verso quale soluzione porterebbe il relativo bilanciamento? Partendo dal diritto alla vita, per essere già stato lungamente sviscerato quello all`autodeterminazione terapeutica, va detto che, pur non essendo esplicitamente enunciato nella Costituzione, nessuno è mai stato in grado di non ritenerlo alla base di qualsiasi disposizione costituzionale in materia di diritti della persona. Esso costituisce, insieme al diritto di cui all`art. 32 Cost., effettivamente il nucleo fondamentale cui si richiama ogni altro diritto riconosciuto alla persona. Vengono comunemente attribuiti al diritto alla vita i caratteri dell`inviolabilità e dell`indisponibilità, ma il primo lo connota nel senso di limite verso l`esterno, il secondo come limite verso l`interno. Ovvero: l`inviolabilità costituisce quella tenace difesa che l`ordinamento pone all` aggressione del diritto che possa provenire da persone diverse dallo stesso titolare; l`indisponibilità, invece, rappresenta quella difesa avanzata che l`ordinamento appronta anche contro lo stesso titolare del bene protetto. Entrambi i caratteri hanno comunque come limite invalicabile l`autonomo ed equipollente diritto di autodeterminazione in materia di trattamento sanitario. In altre parole, se la disposizione del proprio corpo, finanche a determinare la propria morte, viene effettuata nell`ambito dell`esercizio del diritto di cui alI`art. 32, comma 2, Cost., allora questa è consentita, proprio in ossequio a quest`ultima previsione costituzionale che attribuisce tale facoltà alla persona salvo che non sia diversamente stabilito con legge ordinaria. ..... Da ciò consegue che anche la difesa approntata dall`ordinamento all`inviolabilità della vita deve cedere di fronte alla condotta del medico che possa metterla a rischio o addirittura pregiudicarla, se tale condotta sia stata posta in essere in ossequio alla volontà liberamente e consapevolmente espressa, sulle terapie cui sottoporsi o non sottoporsi, dallo stesso titolare del bene protetto. E` importante, a questo punto, definire con rigore l`ambito entro il quale può essere esercitato il diritto di autodeterminazione in materia di trattamento sanitario, perché direttamente incidente sui principi della inviolabilità e dell`indisponibilità della vita e perchè qualsiasi scantonamento si tradurrebbe in una gravissima violazione in ragione dell`essenzialità del diritto su cui andrebbe ad incidere. Infatti l`individuo nell`esercizio del diritto di autodeterminazione terapeutica potrebbe autorizzare anche condotte direttamente causative della sua morte. L`ambito entro il quale l`individuo può autorizzare anche condotte direttamente causative della sua morte viene stabilito chiaramente dallo stesso legislatore costituzionale, quando afferma che «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario». Pertanto, tutto ciò che discende da tale principio in termini di necessario consenso o di possibile dissenso deve essere esercitato con riferimento ad un «trattamento sanitario», ovvero l`adesione o il rifiuto può riguardare solo una condotta che ha come contenuto competenze di carattere medico e che può essere posta in essere unicamente da un soggetto professionalmente qualificato, come è, appunto, il medico, e sempre all`interno di un rapporto di natura contrattuale a contenuto sanitario instaurato tra quest`ultimo ed il paziente....». Nel condividere queste argomentazioni, si ritiene opportuno sottolineare come il principio di autodeterminazione nelle scelte sanitarie, esplicitata e definita nei termini sopra descritti, non può che essere la miglior garanzia del diritto alla vita nella sua pienezza e nel rispetto dei principi di inviolabilità ed indisponibilità. Conclusioni Si ritiene doveroso sostenere l?inserimento nell?ordinamento giuridico di norme che disciplinano “direttive anticipate sul trattamento sanitario”, qualsiasi esso sia. Con le premesse e le modalità sopra esposte, è agevole affermare che ogni persona ha diritto alla non interferenza sulle scelte che riguardano gli aspetti più intimi della vita. Le scelte relative alla salute sono fondamentali perché concernono il valore centrale del benessere del paziente e devono essere inserite in un sistema di rete sociale condivisa. La salute e il prolungamento della vita non sono infatti dei valori in sé, ma solo in quanto facilitano il perseguimento del proprio piano di vita: perciò, in molti casi la decisione di quale tra i trattamenti alternativi, compresa la scelte di “nessun trattamento”, promuova meglio il benessere di un paziente non può essere determinata oggettivamente, indipendentemente dalle preferenze e dai valori del paziente stesso, dalle sue percezioni in relazione ai bisogni, alle conoscenze ad all?ambiente di vita. In prossimità della morte sono particolarmente forti, da un lato, il pericolo di andare incontro a sofferenze incoercibili, dall?altro quello di perdere il controllo di sé e di vedere perciò compromessa la propria dignità; dunque l?affermazione di un “diritto di morire” equivale a riconoscere ad individui autonomi, in possesso delle proprie facoltà, la libertà di decidere che la loro qualità è così fortemente compromessa da rendere privo di senso continuare a vivere. Si tratta altresì di riflettere profondamente sul “vivere e morire con dignità umana”: significa per tutti affrontare l?evento morte con serietà, serenità e coraggio!!! Non tanto per il morente, ma molto di più per la realtà familiare, sociale, professionale che in qualche modo sta con il morente senza scaricarlo e abbandonarlo in un semplicistico provvedimento legislativo. Si ritiene altresì doveroso sottolineare come le problematiche inerenti le dichiarazioni anticipate, pur garantendo la libera scelta della persona, non si possano ritenere espressione di decisioni individuali, ma debbano rientrare in un processo collegiale che coinvolga soggetto, personale sanitario, istituzione nelle diverse fasi della vita all?interno di un percorso formativo, informativo, e fiduciario al fine di garantire un vero diritto alla persona all?interno di un sistema di rete relazionale. Per visualizzare il volantino della serata sul rapporto tra medicina e dignità della persona del 20 marzo (clicca qui) Articolo sul testamento biologico tratto da lavoce.info (clicca qui) Documenti di riferimento: - Presidenza del Consiglio dei Ministri – Comitato Nazionale di Bioetica: Rifiuto e rinuncia consapevole al trattamento sanitario nella relazione paziente – medico. 24 ottobre 2008 - Presidenza del Consiglio dei Ministri – Comitato Nazionale di Bioetica: Dichiarazioni anticipate di trattamento. 18 dicembre 2003 - Costituzione della Repubblica Italiana - Convenzione di Oviedo sui diritti del?uomo e sulla biomedicina - Consiglio Nazionale FNOMCeO Codice di Deontologia Medica 23 febbraio 2007 - Tribunale di Roma Sentenza G.I.P. n°2049/07 udienza del 23 luglio 2007 Articoli Correlati: (c)www.merateonline.it Il primo giornale digitale della provincia di Lecco Scritto il 16/3/2009 alle 16.02

Torna all'inizio


Biotestamento, dall'opposizione una valanga di emendamenti (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica.it" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

ROMA - Pioggia di emendamenti dall'opposizione sul ddl sul testamento biologico, che dovrebbe approdare in aula a Montecitorio giovedì 19. Scadeva oggi il termine per la presentazione e dai Radicali ne sono arrivati 2.500, di cui un 20 per cento provenienti dalla campagna via internet, mentre dal Pd 173, compresi quelli dei singoli senatori come Francesco Rutelli, che ne ha presentati sei. Una valanga. Alle ore 15 di oggi, ora di scadenza per la presentazione degli emendamenti per l'Aula - rendono noto i senatori radicali nel gruppo del Pd Donatella Poretti e Marco Perduca - "la delegazione radicale, a cui si è aggiunta la senatrice Chiaromonte come firmataria di buona parte dei documenti depositati, ha presentato: due pregiudiziali di costituzionalità; una richiesta di sospensiva; cinque ordini del giorno che richiamano, tra le altre cose, la Dichiarazione universale dei diritti umani, i vari patti internazionali in materia di diritti civili ma anche economici, la necessità di accelerare il processo legislativo in materia di cure palliative, il software utilizzato per il registro nazionale dei testamenti biologici, 2572 emendamenti tra soppressivi, migliorativi e aggiuntivi di cui un 20% provenienti dalla campagna via internet sull'ostruzionismo partecipativo portata avanti assieme all'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica". Un buon numero lo fa registrare anche il Partito democratico: 173 in tutto gli emendamenti al ddl Calabrò, di cui 75 firmati da tutti i membri democratici della commissione Sanità (compresa la radicale Donatella Poretti), mentre gli altri 82 sono stati presentati da singoli senatori e 16 a firma del senatore Ignazio Marino, rendono noto fonti del Pd. Il gruppo sta inoltre presentando una pregiudiziale di costituzionalità da discutere in aula mentre il senatore Daniele Bosone ha presentato un ordine del giorno sulla rete di assistenza a persone in coma o in stato neurovegetativo. OAS_RICH('Middle'); Dalla maggioranza arrivano una quindicina di emendamenti, fa sapere lo stesso Raffaele Calabrò, relatore del provvedimento. Il Pdl, aggiunge, "al voto in Aula si presenterà compatto". Gli emendamenti presentati dalla maggioranza, ha spiegato il relatore, "mirano soprattutto a rendere il testo di legge più semplice e snello. Non ci sono modifiche sostanziali rispetto ai principi affermati nel ddl licenziato dalla commissione Sanità". Nel Pd l'emendamento Finocchiaro sull'alimentazione e l'idratazione è stato firmato anche dalla capogruppo in commissione Sanità Dorina Bianchi, dal direttivo del gruppo e da tutti i componenti della commissione Sanità fatta eccezione per Emanuela Baio e Claudio Gustavino. Prevede che "l'idratazione e la nutrizione, indicate nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, sono da considerarsi sostegno vitale e sono comunque e sempre assicurate al paziente in qualunque fase della vita". Tuttavia, si legge nel testo, "nell'ambito del principio di autodeterminazione, nel rispetto dell'articolo 32, secondo comma, della Costituzione, è ammessa l'eccezionalità del caso in cui la sospensione di idratazione e nutrizione sia espressamente oggetto della dichiarazione anticipata di trattamento". Dal canto suo Francesco Rutelli tenta di riproporre la sua "terza via" con sei emendamenti a sua firma. Obiettivo tentare di colmare alcuni "punti carenti" del provvedimento firmato da Calabrò. Ancora un tentativo, insomma, per riavvicinare le posizioni tra gli schieramenti e responsabilizzare il medico a non dare corso ad accanimento terapeutico nelle fasi terminali della vita. Tra le proposte di Rutelli presentate questa mattina, che avrebbero anche l'adesione di altri senatori Pd - il coinvolgimento del paziente minore (che invece è escluso nel testo di maggioranza); la responsabilizzazione rispetto al rischio di eutanasia del personale sanitario, oltre che del medico; la riformulazione di due degli emendamenti in base ai quali nelle fasi terminali il medico non deve dar corso ad accanimento terapeutico dialogando con il fiduciario e i familiari, e deve comunque tener conto della volontà espressa dal paziente anche se le dichiarazioni del soggetto fossero scadute. (16 marzo 2009

Torna all'inizio


Barcellona: volume troppo alto al pub, la proprietaria andrà in carcere (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Barcellona: volume troppo alto al pub, la proprietaria andrà in carcere Il tribunale di Barcellona ha condannato a 5 anni e mezzo di carcere per eccesso di rumore notturno la proprietaria di un locale del centro storico. Motivazione: il troppo rumore equivale a una tortura. E ora questo concetto fa giurisprudenza, in Spagna. A farne le spese la proprietaria del "Pub Donegal", in calle de Nou de la Rambla, nel cuore di Barcellona. Maria del Carmen Ahuijado è stata condannata a 4 anni di carcere per l?inquinamento ambientale, con l?aggravante di non avere tenuto conto delle denunce dei vicini e delle diffide del Comune. In più sei mesi supplementari per ciascuno dei tre vicini che l?hanno querelata, denunciando di avere subito lesioni personali a causa del rumore. La condanna è senza precedenti in Spagna: sia per la mano pesante mostrata verso l?imputata, sia perché per la prima volta l?eccesso di decibel è stato caratterizzato come reato, in quanto fonte di «lesioni» ai vicini. Il bar rimase aperto solo 13 mesi fino alla chiusura, fra il 2005 e il 2006, ma che furono un calvario per i vicini. La donna aveva fatto installare amplificatori che producevano musica oltre i 90 decibel dalle 9 del mattino alle 3 di notte. I tre vicini, sottolinea la sentenza dell?Aula 21 della Audiencia di Barcellona, hanno sviluppato a causa del rumore una «sindrome ansiodepressiva che richiese cure mediche e farmacologiche». Uno dei tre è ancora trattato oggi.

Torna all'inizio


Biotestamento, migliaia di emendamenti al ddl (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 11 del 2009-03-16 pagina 0 Biotestamento, migliaia di emendamenti al ddl di Redazione Si preannuncia una vera e propria battaglia, in parlamento, sul ddl Calabrò. I radicali presentano 2500 emendamenti il Pd 173, tra cui 16 di Marino e 6 di Rutelli che tenta una "terza via". Ma Quagliariello lo gela: "Non esiste terza via" Roma - Il delicato tema del testamento biologico continua a far discutere e a dividere le coscienze. E la politica. L'opposizione ha inondato il parlamento di emendamenti al ddl Calabrò, che dovrebbe approdare alla Camera il 19 marzo. I radicali, da soli, ne hanno presentato 2.500. Il Pd si è fermato a quota 173, inclusi i sei di Rutelli, che tenta un'impresa difficile: avvicinare le posizioni di laici e cattolici "colmando" quelle che, a suo dire, sono alcune lacune del testo di Calabrò. La "terza via" di Rutelli Degli 82 emendamenti a firma singola presentati dai senatori del Pd, 6 portano la firma di Francesco Rutelli che si prova così a riproporre una "terza via" per avvicinare le posizioni sul ddl per il testamento biologico. Al centro delle proposte di Rutelli il tentativo di colmare alcuni punti giudicati "carenti" del ddl Calabrò, in particolare per responsabilizzare il medico a non dare corso ad accanimento terapeutico nelle fasi terminali della vita. I sei emendamenti riguardano il coinvolgimento del paziente minore (escluso, invece, nel testo della maggioranza), la responsabilizzazione rispetto al rischio di eutanasia del personale sanitario, oltre che del medico; la riformulazione di due degli emendamenti in base ai quali, nelle fasi terminali, il medico non deve dar corso ad accanimento terapeutico dialogando con il fiduciario e i familiari, e tenendo comunque conto della volontà espressa dal paziente, anche nel caso in cui le dichiarazioni del soggetto fossero scadute. Il Pd ricuce divisioni C?è la firma della presidente del gruppo del Pd Anna Finocchiaro, dei vice presidenti Luigi Zanda e Nicola Latorre, ma soprattutto ci sono le firme di Dorina Bianchi e di Ignazio Marino sotto l?emendamento al comma 6 dell?articolo 3 che disciplina idratazione e nutrizione. Mancano le firme di Emanuela Baio e Claudio Gustavino, che hanno ribadito il loro dissenso. Radicali, 2500 emendamenti Oltre 2.500 emendamenti al ddl sul testamento biologico, di cui il 20% suggerito via web, sono stati presentati dai senatori radicali. Tra i temi toccati dai radicali: due pregiudiziali di costituzionalità; una richiesta di sospensiva; cinque ordini del giorno che richiamano, tra le altre cose, la Dichiarazione universale dei diritti umani, i vari patti internazionali in materia di diritti civili ma anche economici, la necessità di accelerare il processo legislativo in materia di cure palliative, il software utilizzato per il registro nazionale dei testamenti biologici, 2572 emendamenti tra soppressivi, migliorativi e aggiuntivi di cui un 20% provenienti dalla campagna via internet dell?ostruzionismo partecipativo portata avanti assieme all?Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. Quagliarello a Rutelli: non ci sono terze vie "Sul testamento biologico in aula al Senato non ci sarà una terza via". Lo dice Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del Pdl. "C?è la via che abbiamo intrapreso - prosegue - che contempera diritto alla vita e libertà di cura, no all?eutanasia e all?accanimento terapeutico. Su questa linea si riconoscono anche alcuni settori dell?opposizione le cui proposte saranno laicamente valutate e, se del caso, fatte proprie anche dalla maggioranza nel corso del dibattito in aula al Senato. Non si tratta di intraprendere una terza via, bensì - spiega Quagliariello - di migliorare e rafforzare il testo di legge: obiettivo per il quale ci siamo spesi fin dal primo giorno in cui il ddl Calabrò ha iniziato il suo iter parlamentare, e che perseguiremo fino all?ultimo giorno utile". Berlusconi: contro l'eutanasia di Stato Il governo "non sarà mai d?accordo con chi vuole l?eutanasia di Stato". A ribadirlo è stato, domenica, il presidente del Consiglio in collegamento telefonico con il raduno nazionale di "Rete Italia" a Riva del Garda (Trento). "Noi siamo per la vita e contro l?eutanasia - spiega il premier - in materia di fine vita bisogna colmare il vuoto normativo, perché questioni così non possono essere lasciate alle interpretazioni spesso contraddittorie della magistratura". "La libertà di coscienza - aggiunge - fa parte del nostro bagaglio, ma sia chiaro che noi non saremo mai d?accordo con chi vuole l?eutanasia di Stato". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Razzismo, l'Europa trova l'intesa <Adesso l'Onu cambi quel testo> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Altri Paesi hanno seguito l'Italia. La prima bozza accusava Israele di fare apartheid Razzismo, la Ue trova un fronte comune L'Unione potrebbe ritirarsi dalla conferenza Onu di Ginevra se non verrà modificato il testo sul razzismo Il ministro degli esteri ceco Karel Schwarzenberg, il vicepremier ceco Alexandr Vondra e il commissario Ue per le relazioni esterne Benita Ferrero-Waldner al termine del Consiglio degli esteri di oggi (Ap) BRUXELLES - L'Unione Europea presenterà a Ginevra un nuovo testo, messo a punto dall'Olanda, per la conferenza dell'Onu Durban II. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a margine del consiglio europeo che ha chiamato a raccolta i ministri degli esteri dei 27 Stati della Ue, rilevando che questa iniziativa potrebbe modificare la posizione italiana che aveva deciso di abbandonare i lavori preparatori della conferenza per alcune frasi «antisemite» contenute nella bozza. In particolare, non erano piaciuti i riferimenti ad Israele e alla politica che Gerusalemme conduce nei territori palestinesi, definita nel testo originario «una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». L'AUT AUT DELLA UE - La posizione espressa dall'Italia è stata condivisa anche da altri Paesi al punto che Karel Schwarzenberg, il ministro degli esteri della Repubblica Ceca che detiene la presidenza di turno della Ue, ha spiegato che se la prima bozza non verrà ritirata «l'Unione europea si ritirerà». - «Daremo dei suggerimenti per modificare il documento di preparazione di Durban - ha aggiunto Schwarzenberg - ma se esso non sarà modificato ci sarà un forte appello per ritirarsi dalla conferenza. Oggi in consiglio in molti hanno espresso profondo scetticismo sulla direzione che ha preso la preparazione della conferenza». VENTI PARAGRAFI - Il nuovo documento illustrato dagli olandesi è lungo una ventina di paragrafi e dovrebbe sostituire quello di oltre 250 attualmente in discussione e che ha portato all'astensione dalla partecipazione alla conferenza da parte di Stati Uniti, Canada e, appunto, l'Italia. Il nuovo testo, ha spiegato ancora il ministro Frattini, «non menziona temi offensivi e controversi come approcci antisemiti o limitativi della libertà di espressione». Frattini a Bruxelles ha spiegato che «i colleghi Ue hanno concordato su quel testo, e se diverrà il testo negoziale della conferenza l'Italia sarà pronta a rientrare» nei preparativi della conferenza. Il ministro comunque ha spiegato di non essere « sicuro ottimista», ma si è detto soddisfatto che «il gesto dell'Italia è quello che più ha smosso le torbide acque del negoziato». Frattini ha sottolineato che alcuni Paesi, oltre all'Italia, come la Danimarca, l'Olanda, l'Estonia, la Polonia, la Germania hanno detto che se non passerà il nuovo testo come base negoziale «si ritireranno prima della conferanza di Ginevra. Per loro è questa la red line europea». Altri invece, ha riferito ancora, «hanno detto di non sapere se abbandoneranno la conferenza o se invece diranno di no». Certo è, ha sottolineato ancora il capo della diplomazia italiana, che «nessuno ha detto di sì al testo attualmente sul tavolo». stampa |

Torna all'inizio


Durban II, l'Unione Europea trova l'accordo (sezione: Diritti umani)

( da "RomagnaOggi.it" del 16-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

16 marzo 2009 - 20.31 (Ultima Modifica: 16 marzo 2009) Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha annunciato che l'Unione Europea presenterà a Ginevra un nuovo testo per la conferenza dell'Onu Durban II. Il documento è stato messo a punto dall'Olanda. Tale iniziativa potrebbe cambiare la posizione dell'Italia, che aveva deciso di uscire dai lavori di preparazione della Conferenza sul razzismo per la presenza di alcune frasi "antisemite" presenti nella bozza. La posizione italiana era stata condivisa anche da altri Paesi. In particolare, non erano piaciuti i riferimenti ad Israele e alla politica che Gerusalemme conduce nei territori palestinesi. Nel testo originario era definita come "una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid". Il nuovo testo, composto da una ventina di paragrafi, ha spiegato il ministro Frattini, "non menziona temi offensivi e controversi come approcci antisemiti o limitativi della libertà di espressione". Il ministro degli Esteri si è detto soddisfatto che il "gesto dell'Italia è quello che più ha smosso le torbide acque del negoziato". Altri paesi hanno annunciato di ritirarsi dalla prima conferenza di Ginevra se non passerà il nuovo documento illustrato dall'Olanda: si tratta di Danimarca, l'Olanda, l'Estonia, la Polonia, la Germania.

Torna all'inizio