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Report "Diritti umani"


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Vuelve en Uruguay la historia de un famoso asesinato de los Tupamaros ( da "Clarin, El" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: maestro de la tortura", por haberla practicado en detenidos en forma sitemática y haber enseñado sus métodos a represores uruguayos. Mitrione, que había sido destinado por el FBI a Uruguay en 1969, fue secuestrado por el grupo guerrillero Tupamaros el 31 de julio de 1970, acusado de ser agente encubierto de la CIA e instructor en técnicas de tortura.

Battisti, il Brasile accusa l'Italia di ingerenza Frattini: ora la sentenza ( da "Giornale di Brescia" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: udienza congiunta delle commissioni Esteri e dei Diritti umani del Senato brasiliano, sostenendo tra l'altro che durante i processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia difesa». Il ministro ha respinto con determinazione le affermazioni provenienti dall'Italia che ledono la «sovranità» del Brasile, ricordando in particolare le illazioni provenienti dall'

Non posso accettare accuse di inesistenti inesattezze ( da "Cittadino, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Commissione per la tutela dei diritti umani" nella quale era inserita anche la figura del "Garante per i diritti delle persone private della libertà". Più recentemente, quando il Ministro della Giustizia ha proposto di estendere agli imputati adulti l'istituto della "messa in prova", tra le più veementi voci contrarie vi è stata quella del leader dell'

A Formigine un week end per la pace ( da "Gazzetta di Modena,La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: presso la sala consiliare del Castello, Danilo Zolo terrà la conferenza "La Dichiarazione universale dei diritti umani dopo sessant'anni". Danilo Zolo insegna filosofia del diritto all'Università di Firenze, dove ha fondato il Centro per la filosofia del diritto Internazionale e delle politiche globali "Jura Gentium". (giulia vellani)

Robaban con picanas ( da "Nacion, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Wong FOTO Uno de los detenidos por robar y torturar a sus víctimas en la Capital Foto: Télam Tres hombres y una mujer fueron detenidos tras varios allanamientos realizados en los barrios de Villa Crespo, Palermo y Flores, acusados de formar parte de una banda que se dedicaba a asaltar casas y torturar a sus víctimas con picanas.

medico vicentino rapito nel darfur - roberta rizzo ( da "Nuova Venezia, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per i diritti umani, ai tre sarebbe stato concesso di telefonare e rassicurare i colleghi sulle loro condizioni. Ma, secondo Josephine Guerriero, portavoce dell'agenzia delle Nazioni Unite, Unamid a Khartoum, per il loro rilascio sarebbe stato chiesto un riscatto: «Gli ostaggi sono stati prelevati da un commando di uomini armati e le trattative per il rilascio sono già in corso»

Bianche colombe di carta musica e bandiere di pace ( da "Settegiorni (Magenta)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: approfonditi temi quali i diritti umani, i diritti del bambino nonché gli usi e i costumi delle popolazioni del mondo. Accolti dalle note di «We are the world», suonate dai ragazzi del laboratorio musicale delle scuole medie, gli studenti delle elementari hanno così sfilato agitando colombe bianche realizzate con la carta e altrettante bandiere della pace e dei vari stati del mondo,

Proiezioni al Museo ( da "Stampa, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: intenzionati a presentare e promuovere opere cinematografiche e video che trattino i temi e i problemi legati all'ambiente naturale, umano e culturale e ai diritti umani possono iscriversi gratuitamente fino al 30 giugno 2009. I concorsi suddivisi nelle diverse sezioni riguardano i film a tematica ambientale prodotti dopo il 1° gennaio 2007. Info e regolamento: www.cinemambiente.

"Su Battisti l'Italia ci sbeffeggia" ( da "Stampa, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Difesa e Diritti Umani del Senato verde-oro. «Noi abbiamo l'orgoglio di essere un paese di ballerine e anche di grandi giuristi», ha dichiarato risentito Genro, che lo scorso 13 gennaio ha concesso lo status di rifugiato politico all'ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo, una battuta la sua chiaramente in risposta ad un'

Clandestini ( da "Stampa, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: altra norma che nei giorni scorsi aveva fatto sobbalzare le associazioni a tutela dei diritti umani. Possibile che venga vietato ai clandestini di notificare la nascita di un figlio all'Anagrafe? «Sarebbe davvero gravissimo. La registrazione garantisce l'identità di un individuo e non ha nessun collegamento con l'acquisizione della cittadinanza.

i barbari - tzvetan todorov ( da "Repubblica, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: mi rende capace di uccidere, mutilare, torturare. In nome della protezione delle donne e dei bambini (i nostri), sono stati massacrati un gran numero di uomini e donne, di anziani e bambini (degli altri). Quelli che vorremmo definire come dei mostri molto spesso hanno agito mossi dalla paura per i loro cari e per sé stessi.

Battisti, il Brasile torna all'attacco ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: udienza congiunta delle commissioni Esteri e dei diritti umani del senato brasiliano, sostenendo tra l'altro che durante i processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia difesa». Il ministro ha ricordato le illazioni provenienti dall'Italia secondo le quali il Brasile sarebbe «un paese di ballerine, non di giuristi.

RAZZISMO DI STATO ( da "Manifesto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani elementari: il diritto alla salute e alla famiglia, il diritto di mandare del denaro a casa e perfino di riconoscere i propri figli... Ci sono modi e modi per uscire da una crisi che, certo, è globale ma si riflette in modo particolarmente pesante su paesi, come l'Italia, devastati da politiche neoliberiste e dalla debolezza e incoerenza dei sistemi di protezione sociale.

Il governo smentisce: Nessun divieto . Ma i dubbi restano ( da "Manifesto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: trovassimo di fronte a provvedimenti che vadano contro i diritti umani non avremmo alcuna esitazione, da cattolici, a votare in maniera contraria», ha annunciato ieri il deputato del Pdl Antonio Mazzocchi. L'articolo in questione è il 45che alla lettera f prevede l'ennesima modifica in senso ovviamente restrittivo della legge 286 del 1988, vale a dire del testo unico sull'immigrazione.

In arrivo due milioni dalla Libia ( da "Manifesto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: esercitare una maggiore pressione sull'Italia per assicurare che i diritti umani non siano violati a Lampedusa». La decisione di detenere i migranti e i richiedenti asilo a Lampedusa per tutta la durata del procedimento, scrive l'organizzazione al commissario Barrot, «anziché trasferirli sulla terraferma, ha avuto un grave impatto sui loro diritti umani».

Così s'insegnano i diritti umani a chi non ne ha ( da "Manifesto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: occuparsi del tema dei diritti umani, locuzione molto utilizzata in Afghanistan ma i cui principi sono assai poco applicati. Naim Nazari, coordinatore di quest'ombrello che raccoglie sessanta organizzazioni nel paese che, a diverso titolo, si occupano di diritti, racconta di questa rete di associazioni registrata sia al ministero della giustizia,

caso battisti, il brasile attacca: trattati come un paese di ballerine ( da "Messaggero Veneto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: udienza congiunta delle commissioni Esteri e dei diritti umani del senato brasiliano, sostenendo tra l'altro che durante i processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia difesa». Il ministro ha respinto con determinazione le affermazioni provenienti dall'Italia che ledono la «sovranità» del Brasile, ricordando in particolare le illazioni provenienti dall'

Obama alla Cina: diritti da tutelare ( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Pochi giorni prima era stata la volta del capitolo diritti umani. Hillary Clinton (al fianco di Obama, ieri, nell'Ufficio Ovale), nella sua visita in Cina il 20 febbraio aveva esplicitamente ridimensionato la questione, dichiarando che «il dibattito sui diritti umani non può compromettere il dialogo tra Pechino e Washington».

GLI ULTIMI EPISODI ( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 11 autore: GLI ULTIMI EPISODI Diritti umani Il 25 febbraio il Dipartimento di Stato americano pubblica l'annuale Rapporto sui diritti umani, che anche questa volta contiene dure critiche alla Cina, accusata di repressione delle minoranze etniche. Secca la risposta di Pechino: «Sono critiche irresponsabili e prive di fondamento.

Studenti in campo per i diritti del popolo Lenca ( da "Corriere Alto Adige" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: problematica relativa al sud del mondo in relazione alle speculazioni dei paesi ricchi ai danni delle popolazioni indigene, spesso private del loro naturale habitat e dei più elementari diritti umani. Operation Daywork, coordinata da Elisabeth Cocher, vuole finanziare e sostenere la formazione di giovani leader operata dal Copinh, in particolare delle comunità Lenca. Andrea Scalco

FANO - "Questo è il senso della trasparenza che caratterizza il centrodestra". Federico Valenti... ( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Per il repubblicano Alberto Berardi si tratta di una "intollerabile violazione dei diritti garantiti dalla Costituzione". Si dichiara "stupita" Sofia Serafini di Fano Futura: "Noi siamo per una politica trasparente, per questo motivo abbiamo proposto telecamere fisse nelle sale comunali". O.S.

<E' dura, soli con 160 mila malati>. Rapito in Darfur ( da "Corriere del Veneto" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sono al centro di molte inchieste a causa di violazioni dei diritti umani», e per lanciare un appello affinchè la categoria «si impegni risolutamente nella difesa dei diritti umani». Dice il professor Gianfranco Rigoli, primario dell'Unità Spinale dell'Azienda ospedaliera scaligera: «Mauro ha sempre voluto collaborare a progetti diretti a popolazioni bisognose di aiuto».

Lanciò le scarpe contro Bush: 3 anni ( da "Unita, L'" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Lanciò le scarpe contro Bush: 3 anni Wall Street, in cella il truffatore Madoff Consiglio delle donne alla Casa Bianca I tribunali che difendono i diritti umani Cinema, il gran saluto di Clint

Bashir colpevole Dopo il verdetto cacciate 13 ong ( da "Unita, L'" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: International Rescue Commitee, la norvegese Nrc, la cooperativa Chf e la Padco. Secondo un recentissimo rapporto l'Ocha - l'Ufficio dell'Onu per i diritti umani- queste 16 ong rappresentano il 40 percento degli operatori umanitari in Darfur: 7.610 lavoratori che si occupano di 1 milione e 160mila persone. IL CASO

Genro attacca l'Italia Frattini tace ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Chiamato a riferire sull'asilo politico concesso all'ex terrorista, Genro è intervenuto durante un'udienza congiunta delle commissioni Esteri e dei diritti umani del Senato, sostenendo tra l'altro che durante i processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia difesa».

burkina faso, provincia attiva nella cooperazione ( da "Messaggero Veneto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Acqua fonte di pace e di diritti umani". Nel 2007 sono stati resi disponibili anche i finanziamenti messi a disposizione dall'Aato, corrispondenti all'un per cento degli introiti derivanti dal consumo idrico sul territorio isontino. Questi fondi serviranno per un piano d'interventi triennale, che si propone tra le altre cose di costruire altri pozzi,

Il presidente e le Ong nel mirino ( da "Arena, L'" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Khartoum considera un reato collaborare con la Cpi e alcuni attivisti per i diritti umani hanno già iniziato a pagare con condanne ad anni di prigione il "reato" di aver raccolto informazioni su quello che gli uomini di Bashir hanno compiuto in Darfur. I servizi di sicurezza censurano i giornali e sorvegliano i giornalisti, come dimostra un rapporto di Human Rights Watch.

La Nirenstein e Parsi sui diritti ( da "Arena, L'" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: proporrà riflessioni filosofiche e giuridiche sui diritti umani, sociali, politici, e civili in occidente e nelle altre parti del mondo. Del tema discuteranno Fiamma Nirenstein, giornalista di politica internazionale e vicepresidente della commissione affari esteri della Camera, e Vittorio Emanuele Parsi, docente all'Università Cattolica ed editorialista della Stampa.

Difensore civico, l'addio con un appello al Comune ( da "Arena, L'" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Spesso ci siamo occupati di elementari diritti umani che riguardano anziani, disabili, madri sole, immigrati, detenuti». «Abbiamo inoltrato all'Atv che si dice in attesa di un finanziamento regionale», riferisce il difensore, «la richiesta dei ciechi di installare sugli autobus un avviso sonoro che segnali le fermate», Inoltre, parla di un «incontro fruttuoso con l'

<Li torturavano. ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 2 «Li torturavano. «Ammassati in gabbie anguste, condannati IL BLITZ SUI FAGIANI: ARRIVATA E' ARRIVATA la rivendicazione. Si firmano «Liberatori qualsiasi» e non dimostrano di avere grandi idee sulla vita dei fagiani. A loro bastava squarciare «il luogo di tortura» del San Bartolo.

Freeman accusa: costretto a lasciare dalla lobby filoebraica ( da "Corriere della Sera" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che gli rimprovera posizioni molto indulgenti sulle violazioni dei diritti umani in Cina. Ma altri gli hanno dato ragione. Come Joe Klein, editorialista di Time, il quale però ha accusato non la lobby pro Israele, ma una «banda di neo conservatori ebraici che hanno reso Washington un posto poco accogliente per chi ha il coraggio di sfidare il loro punti di vista».

Studenti a lezione di diritti umani ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Gli studenti hanno letto ed analizzato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 e studiato le diverse generazioni dei diritti umani' per poi verificare nel concreto come vengono violati i diritti umani e le motivazioni che portano alcuni governi a non rispettare le norme del diritto internazionale sancite da organismi internazionali.

Medico italiano rapito nel Darfur ( da "Gazzetta di Modena,La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per i diritti umani, ai tre sarebbe stato concesso di telefonare e rassicurare i colleghi sulle loro condizioni. Ma, secondo Josephine Guerriero, portavoce dell'agenzia delle Nazioni Unite, Unamid a Khartoum, per il loro rilascio sarebbe stato chiesto un riscatto: «Gli ostaggi sono stati prelevati da un commando di uomini armati e le trattative per il rilascio sono già in corso»

Gaza, bilancio definitivo raid israeliani è di 960 civili uccisi ( da "Reuters Italia" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Lo riferisce il Centro palestinese per i diritti umani. Israele ha realizzato gli attacchi via aria, terra e mare dal 27 dicembre al 18 gennaio, nel tentativo di costringere Hamas e altri gruppi militanti islamici a fermare il lancio di razzi e di colpi di mortaio attraverso il confine contro le città israeliane.

Battisti, Brasile: "Non siamo Paese di ballerine" ( da "Giornale.it, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: audizione congiunta alle commissioni esteri e diritti umani al Senato. In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull?ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione. "Da parte dell?Italia non c?

CRISI: NAPOLITANO, UE SI IMPEGNI DI PIU' PER DARE SLANCIO A... ( da "Virgilio Notizie" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per la promozione dei diritti umani, della pace e della solidarieta'. Come propone il progetto di unione per il Mediterraneo - continua Napolitano - occorre un forte rilancio del processo di Barcellona. In questo senso, dalla partecipazione delle autorita' regionali e locali e della societa' civile puo' venire una spinta importante all'integrazione,

Pakistan/ Polizia blocca strade verso capitale ( da "Virgilio Notizie" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ha dichiarato a proposito del presidente Asif Ali Zardari: "Non credo che sarà in grado di restare al suo posto tanto da completare i cinque anni di mandato". Nei giorni scorsi il governo ha proceduto all'arresto di centinaia di attivisti politici, avvocati e difensori dei diritti umani in vista della manifestazione del 16 marzo a Islamabad.

La comunità Bahá'í di Caserta si riunisce in preghiera ( da "Caserta News" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: perché in chiara violazione della carta dei diritti umani. Si aggiungono a loro la Presidenza dell'Unione Europea e i governi di Stati Uniti, Canada e Brasile. I bahÁ'Í di Caserta si uniscono in preghiera agli oltre 5 milioni di bahÁ'Í nel mondo nel ricordare i loro correligionari in questo momento difficile.

Pari opportunità: servono leggi ( da "Denaro, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani, Djazairouna, Fatma Nsoumer e la sezione femminile del principale sindacato Ugta, il sistema educativo porta all'alienazione della società e della donna in particolare'' riproducendo "schemi sociali retrogradi". Le violenze possono essere fisiche, psicologiche, politiche, sessuali, ma anche economiche precisa il Collettivo denunciando il lavoro non o poco remunerato

<Immigrati, no ai ricatti per i medici> ( da "Avvenire" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: noi vogliamo fare nostra questa contestazione nella più ampia prospettiva dei diritti umani e della solidarietà. La norma in questione, infatti, crea le condizioni perché degli uomini e delle donne debbano scegliere tra la propria salute o quella dei propri figli e la speranza, legata alla permanenza nel nostro paese, di una vita meno misera per sé e per la propria famiglia.

Obama: <Cooperare con la Cina> Ma avverte Yang sui diritti umani ( da "Avvenire" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: avverte Yang sui diritti umani DA NEW YORK ELENA MOLINARI U n incontro avvenuto in un momento di tensione fra Stati Uniti e Cina, ma dove ha tuttavia prevalso lo spirito di collaborazione. Durante il loro meeting alla Casa Bianca Barack Obama e il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi hanno espresso la volontà comune che incidenti navali come quello dello scorso fine settimana «

- IRAQ: RISCHIO DI ESECUZIONI DI MASSA ( da "WindPress.it" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sulla base di confessioni estorte con la tortura durante il periodo di detenzione preventiva. Le forze di sicurezza irachene ricorrono sovente alla tortura ma la Corte non indaga adeguatamente, o non indaga affatto, sulle denunce dei detenuti, Le procedure seguite dalla Corte risultano ampiamente al di sotto degli standard internazionali sui processi equi.

La famiglia dell'avvocato dissidente ottiene l'asilo politico in Usa ( da "Corriere.it" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani temono che si trovi di nuovo nelle mani della polizia. VIAGGIO AVVENTUROSO - La ragazzina ha dovuto smettere di andare a scuola e, ha raccontato Geng, ha «tentato più volte il suicidio». Gao, uno dei promotori dell'impegno civile degli avvocati cinesi, è stato condannato a quattro anni di prigione nel 2006 ma ha ottenuto la sospensione della condanna per buona condotta.

Sudafrica/ Sempre piu' donne stuprate e uccise perche' ( da "Virgilio Notizie" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Simelane era un'attivista per i diritti umani e una delle prime donne a vivere apertamente la propria omosessualità. La morte di Simelane ha suscitato grande scalpore nel Paese, ma da allora le violenze contro le donne lesbiche hanno continuato ad aumentare, denuncia oggi il quotidiano britannico The Guardian.

Crisi, Napolitano: "Serve un maggiore impegno di tutta l'Europa" ( da "Dire" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per la promozione dei diritti umani, della pace e della solidarietà". Come propone il progetto di unione per il Mediterraneo, spiega il presidente della Repubblica, "occorre un forte rilancio del processo di Barcellona. In questo senso, dalla partecipazione delle autorità regionali e locali e della società civile può venire una spinta importante all'

Allarme di Maroni: <Ancora faticoso applicare l'accordo con Tripoli> ( da "Sicilia, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ha avuto un grave impatto sui loro diritti umani». FINI CONTESTA DECRETO. Per Gianfanco Fini la parte del decreto sicurezza che obbliga il medico a denunciare i clandestini va a scontrarsi con il diritto alla persona e deve essere quantomeno rivista. «Il medico deve curare le persone, non guardare chi sono.

CASO BATTISTI Nuove accuse all'Italia: Aggredisce il Brasile ( da "Gazzettino, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Chiamato a riferire sull'asilo politico all'ex terrorista italiano, Genro è intervenuto in un'udienza congiunta delle commissioni Esteri e Diritti umani del Senato brasiliano sostenendo tra l'altro che nei processi svolti in Italia, Battisti non ha potuto contare «su una piena possibilità di difesa».

Molti autorevoli esponenti politici, soprattutto di estrazione leghista, come il ministro Calderoli ... ( da "Gazzettino, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: torture. Si trattasse anche di Barbablù. E la castrazione, chimica o meno, è un'umiliazione, una mutilazione, una tortura. Si dirà che umiliazione, violenza e tortura sono proprio gli elementi qualificanti dello stupro. Ma uno Stato non si può mettere allo stesso livello dei delinquenti, se non vuole diventarlo a sua volta.

LUISA SPINA SAN GIORGIO A CREMANO. I BAMBINI SONO TRA LE PRIME VITTIME INCONSAPEVOLI DEI RE... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tra i reati più comuni ci sono quelli della diffamazione e della violazione dei diritti d'autore». Per il vicesindaco e assessore alla comunicazione Giorgio Zinno «incontri come questo contribuiscono alla formazione di cittadini responsabili e soprattutto a rendere più consapevoli i dipendenti dei rischi in cui si potrebbe cadere utilizzando la rete in maniera irresponsabile».

ADISS ONLUS DON MEROLA A CASERTA UN NUOVO TRAGUARDO E UN RINNOVATO IMPEGNO PER L'ASSOCIAZIONE ... ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: immediato rilascio dei bahá'í incarcerati, perché in chiara violazione della carta dei diritti umani. Si aggiungono a loro la presidenza dell'Ue e i governi di Usa, Canada e Brasile. I bahá'í di Caserta si uniscono in preghiera agli oltre 5 milioni di bahá'í nel mondo nel ricordare i loro correligionari in questo momento difficile.

GLI STIPENDI DEI POLITICI GIUSEPPE RUFFO - CAIVANO APPREZZIAMO GLI SFORZI CHE I NOSTRI ... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani e sociali dei popoli oppressi. «Ecco perché sono rimasto monarchico» Aldo Ambrosio - NAPOLI L'esito del referendum istituzionale non mi convinse, né ancora mi convince. Nell'Ufficio elettorale centrale, costituito dalle Sezioni Unite dalla Suprema Corte di Cassazione, si constatò che in alcune delle tavole riassuntive dei voti delle 84 mila sezioni elettorali le preferenze

BRASILIA. IL BRASILE è STATO AGGREDITO NELLA SUA SOVRANITà PER ALCUNE DICHIARAZIONI ... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: lo ha detto il ministro della giustizia brasiliano durante un'audizione congiunta alle commissioni esteri e diritti umani al Senato in Brasilia sul caso di Cesare Battisti. In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull'ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione.

FRANCESCA CARELLA MASSIMO NESTICÒ ROMA. LA DENUNCIA DEL MEDICO CONTRO L'IMMIGRA... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma la strategia italiana anti-clandestini non piace ad Amnesty International che invita l'Ue ad «esercitare una maggiore pressione per assicurare che i diritti umani non siano violati a Lampedusa». Secca la replica del prefetto Morcone, del Dipartimento immigrazione del Viminale, che giudica «senza fondamento» le critiche.

WASHINGTON. INCONTRO CORDIALE ALLA CASA BIANCA SULLO SFONDO DI PREOCCUPANTI INCIDENTI DI CONFINE, FR... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sulla questione dei diritti umani che, si sa, irrita moltissimo Pechino. E sgradito sarà senz'altro suonato l'invito a «rafforzare il dialogo con il Dalai Lama» sulla questione tibetana. Il casus è quello della nave oceanografica Impeccable, americana, che, secondo i cinesi, spia i sottomarini di Pechino mentre, per Washington,

"Formigine per la pace", terza edizione della manifestazione nata per valorizzare il volontariato ( da "Sestopotere.com" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: alla conclusione di un anno che ha ricordato in tutto il mondo il sessantesimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell?Uomo. Una conferenza del filosofo Danilo Zolo dal titolo “La Dichiarazione universale dei diritti umani dopo sessant'anni”, prevista per sabato 21 marzo alle 17 presso il castello di Formigine, farà il punto della situazione sull?

Battisti/ Sentenza Corte Suprema rischia di slittare ad ( da "Virgilio Notizie" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: presidente della commissione Diritti umani, che fa parte dei parlamentari che appoggiano la decisione del ministro Genro e che ieri ha partecipato all'udienza in senato del ministro, la data potrebbe spostarsi ad aprile. Il calendario dei processi pubblicato nel sito del Stf non riporta ancora quella relativa alla discussione del caso Battisti.

Il "marzo" dei tibetani: commemorazione di una lotta ancora lunga ( da "Articolo21.com" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dei diritti umani fondamentali sotto il governo di Pechino ha ancora molta strada davanti a sè prima di portare a dei risultati. C'è il Marzo del 1959, cinquant'anni fa. A quel tempo l'insurrezione scoppia nella città di Lhasa, sovrappopolatasi per via della convergenza di pellegrini giunti per festeggiare il Monlam Chemno e di centinaia di profughi provenienti dalle regioni nord-

Una settimana per dire "no" al razzismo ( da "RomagnaOggi.it" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ssa Natascia Mattucci Docente di Filosofia dei Diritti Umani Università di Macerata Biblioteca di Misano Adriatico Via Rossini, 7 - Misano Adriatico Giovedì 19 Marzo ore 21.30 Comune di Rimini Ass. all'immigrazione Spettacolo Reading di teatro e musica FACEBOOK -NUOVI NOMADI IN VIAGGIO A cura della Bottega degli Apocrifi Teatro degli Atti Via Cairoli,

EuroP.A.- Dalla telemedicina all'assistenza di fine vita. Riflettori sulla salute e il sociale ( da "Sestopotere.com" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: immigrazione, con la tutela dei diritti umani e la lotta alla tratta, l?edilizia sanitaria, la giustizia minorile e i premi per i migliori progetti di innovazione nei servizi sociali e per la comunicazione sociale. La salute e il benessere dei cittadini sono in primo piano a EuroP.

Sanremo: giornata di studio sul diritto internazionale ( da "Sanremo news" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Istituto e presentare i loro lavori di ricerca sulle tematiche dei diritti umani e del diritto umanitario. Essi hanno inoltre seguito alcune lezioni sul diritto umanitario da parte dei docenti dell?Istituto. L?evento prelude ad un maggiore coinvolgimento delle scuole e delle università, a cominciare da quelle presenti nella città di Sanremo e su tutto il territorio della provincia,


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Vuelve en Uruguay la historia de un famoso asesinato de los Tupamaros (sezione: Diritti umani)

( da "Clarin, El" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

EL ASOMBROSO CASO QUE RELATO COSTA GAVRAS EN SU "ESTADO DE SITIO" Vuelve en Uruguay la historia de un famoso asesinato de los Tupamaros Es el crimen del agente de la CIA Dan Mitrione ocurrido en julio de 1970. Por: Guillermo Pellegrino 1 de 1 Valiosos documentos obtenidos por la historiadora Clara Aldrighi en el Archivo Central de Estados Unidos probaron que el Escuadrón de la Muerte, grupo paramilitar y parapolicial que actuó en Uruguay entre 1970 y 1973, usó un arma donada por la Agencia para el Desarrollo Internacional de EE.UU. (USAID) y con ella asesinó a un estudiante en Montevideo, en 1971. Según la investigación publicada por el diario uruguayo La República, quien proveyó el rifle Winchester modelo 70 calibre .225 (entre muchas otras armas que ingresaron a Uruguay) fue el agente de la Central de Inteligencia Norteamericana, CIA, Dan Mitrione, también conocido como el "maestro de la tortura", por haberla practicado en detenidos en forma sitemática y haber enseñado sus métodos a represores uruguayos. Mitrione, que había sido destinado por el FBI a Uruguay en 1969, fue secuestrado por el grupo guerrillero Tupamaros el 31 de julio de 1970, acusado de ser agente encubierto de la CIA e instructor en técnicas de tortura. Para entregarlo pidieron al presidente Pacheco Areco la liberación de 150 guerrilleros. Tras la negativa del gobierno y de EE.UU. de negociar, Mitrione fue asesinado el 10 de agosto de ese año y su cadáver fue encontrado, con cuatro disparos, sin signos de tortura, en el baúl de un auto estacionado en una calle de Montevideo. El secuestro y ejecución de Mitrione fue centro de la trama de la famosa película Estado de sitio del director griego Costa Gavras. Según el periodista Roger Rodríguez, quien investiga el tema desde hace años, la "rara" bala que mató, el 24 de julio de 1971, al estudiante Heber Nieto, coincide con aquel rifle introducido en Uruguay por Mitrione. El sicario que usó el rifle aún lo tendría en su poder y, agrega Rodríguez, sobrevive un testigo del hecho, que podría declarar ante la justicia. "Según señalan los diarios de la época, fueron varios los testigos que habían advertido la presencia de policías de paisano apostados en las azoteas vecinas, disparando con armas largas contra el "peaje" estudiantil: unos 30 jóvenes recaudando fondos para apoyar la huelga obrera en una empresa de propiedad norteamericana", dijo la historiadora Aldrighi a Clarín. "Pero la Jefatura de Policía de Montevideo y el Ministerio del Interior negaron enfáticamente su responsabilidad en el asesinato porque, argumentaron, la Policía no poseía en dotación armas de ese calibre", añadió, sin dejar de aclarar que esta afirmación quedó desmentida por los documento que ella encontró en Washington. Casi 39 años después se comprobó que las armas habían sido solicitadas por Mitrione en febrero de 1970, y entregadas a la Dirección Nacional de Información e Inteligencia (DNII) en septiembre de ese año. La DNII recibió también en esa oportunidad 40 revólveres calibre 38 especial, estaciones móviles, señales de frecuencia, antenas, máscaras de gas, sirenas, diversas armas, cámaras, 900 granadas y 272 proyectiles de gas, un ómnibus y 65 sedans Ford Maverick, entre otros materiales. La USAID -la misma agencia que el presidente Evo Morales expulsó de Bolivia por sospechas de "conspirar contra el gobierno"- estuvo involucrada en las primeras muertes de estudiantes en Uruguay, en 1968, "por más que el gobierno de Jorge Pacheco mintió sobre la procedencia de estas nuevas armas, inaugurando la práctica del ocultamiento de la verdad, la negación de los crímenes de estado y la desautorización del Parlamento", aseguró Aldrighi. "Los documentos en Washington comprueban que el papel de los instructores estadounidenses seguía siendo clave, al igual que en 1968; es más, sus funciones se habían vuelto mucho más complejas por el auge de las guerrillas. Por esa razón, los esfuerzos de EE.UU. para que en Uruguay no se instalara un 'gobierno hostil a los intereses de EEUU' se desplazaron de la asistencia policial a la militar, a través del Programa de Asistencia Militar (MAP)", explicó la historiadora. TamaÑo de textoEnviar

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Battisti, il Brasile accusa l'Italia di ingerenza Frattini: ora la sentenza (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 13/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero Battisti, il Brasile accusa l'Italia di ingerenza Frattini: ora la sentenza Il Guardasigilli brasiliano Tarso Genro torna all'attacco sulla concessione dell'estradizione all'ex terrorista rosso SAN PAOLO L'Italia ha «aggredito la sovranità» del Brasile, trattandolo come «un Paese di ballerine». Torna all'attacco sul caso Battisti il ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro; ma le sue parole, che rischiano per qualche ora di riaccendere lo scontro tra Italia e Brasile sulla sorte dell'ex terrorista rosso, si infrangono stavolta contro il «no comment» della Farnesina, che anzi ribadisce «gli stretti legami di amicizia e cooperazione» tra i due Paesi, rinviando alla decisione che sul caso Battisti dovrà prendere il Supremo tribunale federale (Stf) del Paese sudamericano. No comment della Farnesina «Rimaniamo in fiduciosa attesa dell'imparziale decisione» del Tribunale, ha fatto sapere il Ministero degli esteri in una nota, riferendosi all'attesa pronuncia della Corte suprema chiamata a confermare l'asilo dato da Genro oppure ad accogliere la richiesta di estradizione presentata dall'Italia. Anche il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, ha segnalato che Genro attacca Roma «in ogni occasione utile per condizionare la magistratura del suo Paese, magistratura che noi rispettiamo». Chiamato a riferire sull'asilo politico concesso all'ex terrorista italiano, Genro è intervenuto durante un'udienza congiunta delle commissioni Esteri e dei Diritti umani del Senato brasiliano, sostenendo tra l'altro che durante i processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia difesa». Il ministro ha respinto con determinazione le affermazioni provenienti dall'Italia che ledono la «sovranità» del Brasile, ricordando in particolare le illazioni provenienti dall'Italia secondo le quali il Brasile sarebbe «un paese di ballerine, non di giuristi. Siamo orgogliosi di essere un paese di ballerine e - ha puntualizzato Genro - anche di grandi giuristi». Proprio sul piano strettamente giuridico, il ministro ha detto di ritenere che nei processi in Italia, dopo gli anni di piombo, Battisti non ha avuto «un'ampia difesa», visto tra l'altro che in tali procedimenti «ha dato una procura in bianco, fornita successivamente ad un avvocato che lui non conosceva». Esempio di imparzialità Nel sottolineare di ritenere che l'Italia abbia agito «legittimamente» nei confronti del terrorismo, Genro ha precisato che quando il Governo brasiliano dice che «l'eccezione convive, eventualmente, con il diritto non stiamo aggredendo lo stato di diritto in Italia». A conferma dell'imparzialità di Brasilia, Genro ha inoltre annunciato che è in attesa di ricevere una richiesta di asilo da parte di un uomo accusato di fascismo. Se dall'analisi del caso verificherà che ci sono le condizioni per l'asilo, lo stesso ministro sarà «pronto a dare via libera» a tale status. Di parere opposto Heraclito Fortes, uno dei parlamentari dell'opposizione anti-Lula, per il quale Genro ha avuto un trattamento di favore nei confronti di Battisti.

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Non posso accettare accuse di inesistenti inesattezze (sezione: Diritti umani)

( da "Cittadino, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Non posso accettare accuse di inesistenti inesattezze n Gentile Direttore, alcune precisazioni in relazione alla lettera (pubblicata l'11 marzo) di Giambattista Pera, secondo cui io avrei detto "inesattezze" e fatto affermazioni "non documentate". Precisazioni che mi preme fare soprattutto per le tante persone che erano presenti al dibattito sul tema della "sicurezza", su cui peraltro il "Cittadino" ha dato ampio e positivo resoconto. Contrariamente a quanto sostenuto dal sig. Pera, che avrebbe potuto facilmente fare le necessarie verifiche sul sito della Camera dei Deputati, è incontestabile che, nella legislatura 2006-2008, il voto congiunto del centrodestra e dell'Italia dei Valori non ha permesso l'approvazione di una nuova legge sulla "Cittadinanza", su cui vi era anche un Disegno di Legge del Governo. Nello stesso periodo - per la contrarietà dell'I.d.V. e dell'UDEUR, oltre che dell'allora opposizione - è stata bloccata in Commissione Affari Costituzionali della Camera l'istituzione, prevista dall'Unione Europea, di una "Commissione per la tutela dei diritti umani" nella quale era inserita anche la figura del "Garante per i diritti delle persone private della libertà". Più recentemente, quando il Ministro della Giustizia ha proposto di estendere agli imputati adulti l'istituto della "messa in prova", tra le più veementi voci contrarie vi è stata quella del leader dell'Italia dei Valori, il quale ignorava che l'on. Li Gotti, suo collega di partito, aveva presentato un Disegno di Legge che anticipava proprio quanto proposto dal Ministro. Per quanto riguarda il tema delle intercettazioni, nel corso del dibattito - dopo aver fatto presente che, se l'attuale legge fosse applicata correttamente, non si verificherebbero gli abusi cui quotidianamente assistiamo - ho criticato le iniziative tese a depotenziare tale importante mezzo di ricerca della prova, ribadendo la necessità di trovare il giusto equilibrio tra esigenze processuali e rispetto della privacy dei cittadini, soprattutto se non coinvolti nelle indagini. All'obiezione del mio interlocutore (che apprendo essere il responsabile provinciale dell'Italia del valori), secondo cui la pubblicazione sui giornali di colloqui o di sms privati era finalizzata esclusivamente a far approvare una nuova legge sulle intercettazioni, ho ricordato che la pubblicazione di atti di indagine (tra cui le intercettazioni) prima della chiusura delle indagini è un reato espressamente previsto dal codice penale. Ho anche aggiunto, non ho motivo per negarlo, che bisogna diffidare da chi, pur di cercare facile consenso su temi così delicati, fa disinformazione e strumentalizza la Giustizia per finalità che, con la Giustizia, nulla hanno a che vedere. Poiché, quando mi capita di incorrere in qualche errore, non ho alcuna difficoltà ad ammetterlo, non posso accettare accuse di inesistenti "inesattezze" o "affermazioni generiche e mai documentate". Non mi soffermo sulle "cadute di stile", nella speranza che il richiamo al "segreto istruttorio" fatto dal sig. Pera nella sua lettera, non lo porti a rimpiangere il codice fascista, dal momento che sia "l'istruttoria" che "il segreto istruttorio", presenti nel processo inquisitorio (codice Rocco), sono stati spazzati via, oltre che dalla Storia, dal codice di procedura penale entrato in vigore nel 1989. Codice che prevede espressamente, a tutela soprattutto delle indagini, il divieto di "pubblicazione, anche parziale, degli atti non più coperti dal segreto fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare" (art. 114 c.p.p.). Nel ringraziare per l'ospitalità, invio i saluti più cordialiGiuliano PisapiaAvvocato

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A Formigine un week end per la pace (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

A Formigine un week end per la pace Venerdì 20 e sabato 21 numerose iniziative con l'animazione del Csi Anche il Csi Modena partecipa a "Formigine per la Pace", la kermesse organizzata dal Comune di Formigine con il "Fondo territoriale modenese per la cooperazione allo sviluppo" in programma venerdì 20 e sabato 21 marzo con l'obiettivo di porre sotto i riflettori i temi della solidarietà internazionale e del diritto alla pace, valorizzando l'impegno che le organizzazioni non governative e i gruppi di volontariato formiginesi esprimono in questo campo. Il Csi Modena collabora alla ricca agenda di appuntamenti attraverso interventi di carattere ludico-motorio e laboratori in programma sabato 21 marzo presso i locali dellex Urp, in piazza Repubblica 9. Uno staff esperto di animatori della Commissione Manifestazioni e Parrocchie intratterrà i bambini dai 6 agli 11 anni dalle 15 alle 19 con "Un mondo di giochi", una serie di attività ed animazioni alla scoperta di usanze e racconti nei cinque continenti. Dal 2005 ad oggi ciascuna edizione di "Formigine per la Pace" è stata dedicata a un paese specifico, con l'obiettivo di sottolineare l'impegno delle singole associazioni in un determinato contesto di emergenza. Quest'anno la manifestazione di svolge in un momento storico importante, alla conclusione di un anno che in tutto il mondo ha ricordato il sessantesimo anniversario della "Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo". "Formigine per la Pace", edizione 2009, dà voce a chi rivendica l'effettiva universalità dell'acquisizione dei diritti umani, per rendere ancora più forte il grido di chi si batte ogni giorno affinché essi vengano rispettati. L'iniziativa celebra anche il decennale della firma del patto di amicizia e solidarietà fra il Comune di Formigine e Edchera, tendopoli saharawi. Da diversi anni, infatti, molti formiginesi dedicano il loro aiuto al popolo del deserto che vive profugo lontano dalla sua terra d'origine: il Sahara Occidentale. Oltre ai laboratori del Csi Modena, sono numerose e di rilievo le iniziative in programma all'interno della manifestazione formiginese. Venerdì 20 marzo, alle 18,30, presso il Castello di Formigine, si terrà l'inaugurazione della collettiva fotografica "Saharawi. L'altra faccia del muro", con opere di Massimo Bassano, Edoardo Giavelli e Luigi Ottani. La mostra, che rimarrà aperta il sabato e la domenica fino al 19 aprile, svela con grandi fotografie e contributi video la sacralità dei riti quotidiani e i segni di una cultura che sopravvive nonostante la precaria esistenza in una terra straniera. Sabato 21 marzo alle 17, presso la sala consiliare del Castello, Danilo Zolo terrà la conferenza "La Dichiarazione universale dei diritti umani dopo sessant'anni". Danilo Zolo insegna filosofia del diritto all'Università di Firenze, dove ha fondato il Centro per la filosofia del diritto Internazionale e delle politiche globali "Jura Gentium". (giulia vellani)

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Robaban con picanas (sezione: Diritti umani)

( da "Nacion, La" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Robaban con picanas Noticias de Información general: anterior | siguiente Viernes 13 de marzo de 2009 | Publicado en edición impresa Enviá tu opinión Sé el primero en comentar ImprimirEnviar por e-mailCambiar tamañoPublicarVotar (0) Ya votaste (0) Compartir Link permanente Menéame Google bookmark YahooMyWeb Newsvine BlinkList Digg Reddit Del.icio.us Mister-Wong FOTO Uno de los detenidos por robar y torturar a sus víctimas en la Capital Foto: Télam Tres hombres y una mujer fueron detenidos tras varios allanamientos realizados en los barrios de Villa Crespo, Palermo y Flores, acusados de formar parte de una banda que se dedicaba a asaltar casas y torturar a sus víctimas con picanas. Fuentes policiales agregaron que entre los detenidos estaría el cabecilla de banda, apodado "el Roña". Personal de la División Robos y Hurtos inició la pesquisa a partir de las denuncias de una docena de damnificados, que culminaron ayer con distintos allanamientos y capturas. Uno de los hechos ocurrió en enero pasado en la Paternal, donde fue asaltada una docente que resultó herida cuando los delincuentes le pasaron electricidad a través de un cable de un velador como método de tortura para que les entregara más dinero.

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medico vicentino rapito nel darfur - roberta rizzo (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Venezia, La" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 7 - Attualità Medico vicentino rapito nel Darfur E' stato preso in ostaggio con altri due operatori umanitari Il gruppo appartiene all'organizzazione Medici senza frontiere ROBERTA RIZZO MILANO. Tre operatori umanitari di Medici senza frontiere Belgio sono stati rapiti nel Darfur, regione del Sudan occidentale e zona minata da una feroce guerra civile. Tra loro c'è anche un medico italiano, Mauro D'Ascanio, 34 anni, vicentino, specializzato in medicina d'urgenza, da sei mesi in Sudan. Il sequestro è avvenuto verso le 19 di mercoledì scorso quando il gruppo di sequestratori è entrato nell'ufficio dell'organizzazione umanitaria, a Saraf Umra, ed ha prelevato D'Ascanio, il coordinatore francesce Raphael Meonier e l'infermiera canadese Laura Archer. Con loro c'erano anche due operatori locali rilasciati subito dopo. In un primo momento sembrava che gli autori del rapimento fossero i ribelli del Jem (Justice and Equality Movement), ma si tratterebbe di un'azione di banditismo. Difficile non pensare ad un collegamento con la gravissima situazione nel Darfur dopo l'incriminazione del presidente sudanese, Omar El Bashirm, per crimini contro l'umanità e crimini di guerra. E la conseguente decisione del governo di espellere dal Sudan 13 organizzazioni non governative, per cui circa 180 operatori sanitari stranieri hanno già lasciato il paese. «I tre ostaggi sono vivi, stanno bene, non hanno subito maltrattamenti e si sta lavorando per liberarli», hanno affermato i vertici del governo sudanese. Secondo Mohammed Abdel Rahman, responsabile della commissione sudanese sulle associazioni per i diritti umani, ai tre sarebbe stato concesso di telefonare e rassicurare i colleghi sulle loro condizioni. Ma, secondo Josephine Guerriero, portavoce dell'agenzia delle Nazioni Unite, Unamid a Khartoum, per il loro rilascio sarebbe stato chiesto un riscatto: «Gli ostaggi sono stati prelevati da un commando di uomini armati e le trattative per il rilascio sono già in corso». "Medici senza frontiere" ha però smentito categoricamente la notizia. La Farnesina mantiene uno stretto riserbo sulla vicenda: «L'Unità di crisi», sottolineano fonti ministeriali, «si mantiene in continuo raccordo con la branca italiana dell'organizzazione umanitaria e con i familiari del medico italiano. E' stata inoltre attivato un canale di coordinamento con i Ministeri degli esteri di Francia e Canada». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, segue con preoccupazione l'evolversi degli avvenimenti mentre il ministro, Franco Frattini, ha avviato «tutte le necessarie azioni per una soluzione positiva». Intanto "Medici senza frontiere" ha deciso di lasciare il Darfur, tutte le sue equipe stanno rientrando, lo ha confermato il direttore della sezione belga, Christopher Stokes, il quale ha precisato che rimarranno solo gli operatori impegnati per la liberazione dei colleghi. Ai due ostaggi locali, subito liberati, sarebbe stata consegnata dai banditi una lettera con la richiesta di riscatto di cui non è ancora nota l'entità. A testimoniare il lavoro di D'Ascanio è una ostetrica italiana, Camilla. la quale ha parlato del progetto di Sraf Umra: «Un progetto di assistenza medica primaria a circa 55mila persone per cui D'Ascanio ha sempre lavorato senza mai risparmiarsi».

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Bianche colombe di carta musica e bandiere di pace (sezione: Diritti umani)

( da "Settegiorni (Magenta)" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

SCUOLA MORO Una giornata di festa nel cortile del municipio BIANCHE COLOMBE DI CARTA MUSICA E BANDIERE DI PACE richiedi la foto Alcune immagini dell'iniziativa organizzata dal Comitato intecomunale della pace insieme all'associazione corbettese La città dei bambini richiedi la foto richiedi la foto Corbetta - Nella mattinata di martedì 10 marzo nel cortile del palazzo municipale sono andati in scena i colori e i suoni dell'ottava «Giornata per la pace» promossa dal «Comitato intercomunale per la pace» e che ha visto protagonisti gli alunni dell'istituto comprensivo «Aldo Moro» di Corbetta. L'evento, organizzato in collaborazione con l'associazione «Città dei bambini», si colloca come la rappresentazione di un percorso annuale intrapreso dagli insegnanti e dagli alunni delle scuole elementari e medie cittadine, durante il quale sono stati approfonditi temi quali i diritti umani, i diritti del bambino nonché gli usi e i costumi delle popolazioni del mondo. Accolti dalle note di «We are the world», suonate dai ragazzi del laboratorio musicale delle scuole medie, gli studenti delle elementari hanno così sfilato agitando colombe bianche realizzate con la carta e altrettante bandiere della pace e dei vari stati del mondo, ognuna a rappresentanza della nazionalità dei molti bambini stranieri residenti a Corbetta. Tra la danza israeliana dei nastri eseguita in cerchio, i cori in ricordo delle vittime dell'Olocausto e la sempre verde «Blowin' in the wind», i bambini hanno ricordato ai genitori presenti e ai compagni di scuola i diritti dei bambini. In evidenza è stato messo anche uno dei discorsi più belli del Mahatma Gandhi in cui si rivela la ricetta della pace. L'ingrediente segreto? «Dona la bontà a chi non la sa donare». Articolo pubblicato il 13/03/09

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Proiezioni al Museo (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Proiezioni al Museo CHIARA PRIANTE S'inaugura martedì 17 la rassegna curata dal Festival CinemAmbiente al Museo regionale di Scienze Naturali, via Giolitti 36. Comprende quindici appuntamenti, da marzo a dicembre. Nel 2009 si celebrano attraverso film di finzione, documentari e numerosi cortometraggi d'animazione, tutti a ingresso gratuito, due importanti ricorrenze: l'anno darwiniano (con il bicentenario della nascita di Charles Darwin e il centocinquantesimo anniversario della pubblicazione del volume «Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale»), a cui sono dedicate la maggior parte delle proiezioni in occasione dell'esposizione «La scimmia nuda. Storia naturale dell'umanità» allestita al Museo, e l'anno internazionale dell'astronomia proclamato dall'Unesco e dall'Onu. La serata di inaugurazione, martedì 17 alle 20,30, è l'occasione per presentare l'intero programma alla presenza dei tre curatori scientifici: Ermanno De Biaggi, direttore del museo, Walter Ferreri dell'Osservatorio astronomico di Torino e Claudio Cassardo del Dipartimento di fisica generale dell'Università di Torino. Il direttore di Cinemambiente, Gaetano Capizzi, introduce la rassegna presentando una selezione di corti intitolata «Darwinismo animato», un assaggio divertente e vivace sui tanti punti di vista con cui Darwin viene raccontato da marzo a dicembre 2009: evoluzione, lotta quotidiana per la sopravvivenza, la genetica, rapporto uomo/animali, l'anello mancante e tanti altri temi legati evoluzionismo. I corti presentati sono «Felix double for Darwin», «Darwin's evolutionary stakes», alcuni episodi dalla serie «Minuscule», «Il Naturalista», «Heterogenic», «Arrosez le bien». Il programma comprende anche una sonorizzazione «live» a cura dell'associazione Place du Marchè. Parallelamente alla rassegna, si aprono le iscrizioni per la dodicesima edizione di Cinemambiente, in programma dall'8 al 13 ottobre 2009. Lo scorso anno 115 film da 21 paesi hanno raccontato durante i sei giorni di festival lo stato di salute dell'uomo e del pianeta per immaginare insieme un nuovo modello di vita ecosostenibile. I registi intenzionati a presentare e promuovere opere cinematografiche e video che trattino i temi e i problemi legati all'ambiente naturale, umano e culturale e ai diritti umani possono iscriversi gratuitamente fino al 30 giugno 2009. I concorsi suddivisi nelle diverse sezioni riguardano i film a tematica ambientale prodotti dopo il 1° gennaio 2007. Info e regolamento: www.cinemambiente.it.

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"Su Battisti l'Italia ci sbeffeggia" (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

POLEMICA AUDIZIONE DEL MINISTRO AL SENATO BRASILIANO: DICONO CHE SIAMO UN PAESE DI BALLERINE "Su Battisti l'Italia ci sbeffeggia" [FIRMA]PAOLO MANZO BRASILIA «La sovranità brasiliana è stata duramente attaccata. Il Brasile non è solo un Paese di ballerine, come hanno sostenuto alcune autorità italiane». Con queste parole il ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro è tornato a polemizzare sul caso Battisti in un'audizione straordinaria che lo ha visto comparire davanti alla Commissione congiunta di Esteri, Difesa e Diritti Umani del Senato verde-oro. «Noi abbiamo l'orgoglio di essere un paese di ballerine e anche di grandi giuristi», ha dichiarato risentito Genro, che lo scorso 13 gennaio ha concesso lo status di rifugiato politico all'ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo, una battuta la sua chiaramente in risposta ad un'altra, quella di due mesi fa del deputato della Lega Nord, Ettore Pirovano che proprio su questo tema aveva ironizzato. Rispondendo all'interrogazione del senatore Heráclito Fortes, del partito d'opposizione Dem, il ministro ha affermato che, pur considerando l'Italia uno Stato di diritto, ritiene che Battisti avrebbe dovuto ricevere una «tutela più ampia» da parte della giustizia italiana. Ed è proprio questo punto secondo lui che il Supremo Tribunale Federale brasiliano dovrebbe tener presente prima di arrivare a una decisione definitiva sulla richiesta di estradizione presentata dall'Italia. Durante l'audizione Genro ha dovuto rendere conto dei motivi che l'hanno spinto alla scelta di concedere lo status di rifugiato politico a Battisti. Anche uno Stato democratico, ha specificato, può avere strutture e momenti di eccezione, come sarebbe accaduto a suo parere in Italia nel momento in cui Battisti era un attivista dei Pac. A questo proposito ha citato l'esempio di Guantanamo. Quando sono stati attaccati al cuore, l'11 settembre 2001, ha affermato «gli Stati Uniti decisero di costruire strutture carcerarie eccezionali, ottenendo confessioni sotto tortura, appellandosi alla tesi che dovevano proteggere un democratico Stato di diritto». Nell'ambito della sua esposizione il ministro ha anche dovuto rispondere dei due pesi e delle due misure da lui adottate nel caso Battisti e in quello di due pugili cubani che invece di ottenere lo status di rifugiati sono stati rispediti all'Avana con un aereo venezuelano. La sua risposta in merito è stata che «Cuba ha un regime figlio della rivoluzione diverso dal nostro ma è un paese amico del Brasile, così come il Venezuela, che ha un progetto diverso da quello brasiliano, e l'Italia». Genro ha poi fatto riferimento ad altri casi simili che in Brasile coinvolgono ex terroristi italiani con un particolare accenno a quello di Pierluigi Bragaglia ex-appartenente ai Nar, ora in carcere a San Paolo. «Se chiedesse anche lui lo status di rifugiato politico - ha affermato il ministro - lo otterrebbe da me immediatamente». Contattato da La Stampa, l'avvocato difensore di Bragaglia, Antonio Roberto Barbosa, ha però negato che il suo assistito abbia intenzione di far ricorso allo status di rifugiato politico. «Genro - fa sapere l'avvocato di Bragaglia - auspica questa soluzione per uscire dalla situazione scomoda in cui si trova ma d'accordo con Pierluigi noi non abbiamo assolutamente nessuna intenzione di fare questa mossa. Le due posizioni processuali sono totalmente diverse». Mentre Battisti, infatti, è stato condannato in contumacia per quattro omicidi Bragaglia non ha nessuna condanna per fatti di sangue. Immediate, intanto, le reazioni dall'Italia. La Farnesina fa sapere che «non si ha nulla da commentare se non ribadire gli stretti legami di amicizia e di cooperazione che uniscono Italia e Brasile». «Rimaniamo per parte nostra - conclude la nota del ministero degli Esteri - in fiduciosa attesa dell'imparziale decisione che verrà assunta dal Tribunale supremo di Giustizia brasiliano». Più dura invece la posizione del ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi: «Rilevo che il ministro brasiliano della Giustizia, Tarso Genro, attacca inutilmente e spudoratamente l'Italia in ogni occasione utile nel tentativo di condizionare la magistratura del suo Paese, magistratura che noi rispettiamo».

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Clandestini (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

IL PRESIDENTE DELLA CAMERA CONTRO LA NORMA DEL DECRETO SICUREZZA Clandestini [FIRMA]FRANCESCO GRIGNETTI ROMA Non rinuncia a parlar chiaro, il presidente della Camera. E a costo di risultare di nuovo indigesto alla sua stessa maggioranza, anche ieri Gianfranco Fini è tornato sulla questione dell'immigrazione chiedendo rispetto e diritti per tutti. Anche per i clandestini. Non gli piace, ad esempio, la norma sui medici che potranno denunciare i pazienti senza permesso di soggiorno. «Non mi convince», dice Fini durante la trasmissione di Bruno Vespa. «Un medico ha il dovere di curare una persona, non di vedere se è clandestina o no. Una conseguenza di questa norma potrebbe essere che tanti clandestini facciano ricorso a circuiti di medicina alternativa con il rischio di diffondere patologie». Il che è appunto quanto sostengono compatte le associazioni dei medici. Di nuovo, ieri, hanno rivolto un appello alle forze politiche perché eliminino questo passaggio dal ddl Sicurezza. «Ragioniamo - è anche l'invito di Fini - prima di dare vita a norme che ledono il diritto della persona, sono immorali e ingiuste». Severo. E palesemente in rotta di collisione con quanto invece sostiene Roberto Maroni, il ministro dell'Interno. «Se si abolisce un divieto - dice infatti il ministro - non si introduce automaticamente un obbligo. Non c'è nessun obbligo di denuncia: è una preoccupazione infondata. E poi l'Italia è l'unico Paese in Europa che prevede il divieto per i medici di segnalare un clandestino. Se un medico vuole, non può farlo. E se lo fa, viene processato. Noi eliminiamo un divieto. Poi, essendo la sanità regionale, decideranno le strutture pubbliche. Ma se qualcuno vuole ricorrere alla Corte di giustizia, benissimo. Si capirà una volta per tutte che stiamo introducendo una norma che esiste in tutta Europa». Ugualmente secco, e foriero di polemiche, il commento di Fini su un'altra norma che nei giorni scorsi aveva fatto sobbalzare le associazioni a tutela dei diritti umani. Possibile che venga vietato ai clandestini di notificare la nascita di un figlio all'Anagrafe? «Sarebbe davvero gravissimo. La registrazione garantisce l'identità di un individuo e non ha nessun collegamento con l'acquisizione della cittadinanza. Che facciamo, questo bambino lo trasformiamo in un fantasma?», dice il leader di An. Molto colpito anche lui. Tanto da chiedere informazioni al governo. «Dato che non sono riuscito a mettermi in contatto con il ministro Maroni, ho parlato con il sottosegretario Alfredo Mantovano che mi ha assicurato che non è assolutamente vero. Confido che sia davvero così». Indubbio che il problema sia reale: chiudendo le porte dello Stato ai clandestini, trasformando in reato la clandestinità, e avviando tutta una serie di misure coercitive, è immaginabile che l'extracomunitario irregolare corra a denunciare la nascita di un figlio? «E' un equivoco. Ma è bene chiarire», reagisce il sottosegretario Mantovano, subito dopo aver spiegato telefonicamente i termini del problema a Fini. «Per lo straniero in posizione irregolare, in futuro l'assenza di permesso di soggiorno inibirà di ottenere il rilascio di "licenze, autorizzazioni, iscrizioni e altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati". Questo dice la norma. Sarà vietato al clandestino, ad esempio, di ricevere una licenza di commercio. Nulla gli inibisce di dichiarare la nascita di un figlio: è un atto nell'interesse del bambino e rende nota una situazione di fatto. Peraltro, secondo la legge, la dichiarazione può essere resa anche dal medico se la volontà della madre è di non essere nominata». E allora? «L'esame alla Camera permetterà di chiarire la questione oltre ogni dubbio. Se fosse necessario, di renderla ancora più incontrovertibile, esplicitando una possibilità, la "dichiarazione di nascita", che a nessuno è mai venuto in mente di precludere».

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i barbari - tzvetan todorov (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 37 - Cultura I BARBARI anticipazioni / esce in italia un saggio di Tzvetan todorov le nuove paure dell´occidente e noi A vent´anni dal crollo del Muro, il mondo conosce inedite partizioni. Ci sono i paesi "dell´appetito", "quelli del risentimento" e chi vive nell´angoscia Nei paesi ricchi si teme di subire il predominio di chi per secoli è stato mortificato Ma il timore diventa un pericolo a sua volta e induce a comportamenti spesso disumani TZVETAN TODOROV Anticipiamo parte dell´introduzione al libro di La paura dei barbari. Oltre lo scontro delle civiltà (Garzanti, pagg. 288, euro 16,50) Il XX secolo è stato dominato, in Europa, dal conflitto tra regimi totalitari e democrazie liberali. All´indomani della seconda guerra mondiale, dopo la disfatta del nazismo, questo conflitto ha assunto la forma di una guerra fredda globale, rafforzata in periferia da alcuni confronti «caldi» ben delimitati. (...) Si trattava di una suddivisione della terra secondo criteri politici, anche se si aggiungevano altre caratteristiche: il terzo mondo era povero, l´Occidente ricco, mentre nei paesi comunisti l´esercito era ricco e la popolazione povera (ma non poteva dirlo). La situazione è rimasta immutata per più di mezzo secolo. Mi stava molto a cuore, perché sono nato nell´Europa dell´Est, in Bulgaria, dove sono cresciuto prima di trasferirmi in Francia all´età di ventiquattro anni. Questa ripartizione dei paesi del mondo mi sembrava destinata a durare in eterno ? o almeno per tutta la mia vita. Questa convinzione spiega, forse, la gioia da me provata quando, intorno al 1990, i regimi comunisti europei sono crollati, uno dopo l´altro. Non c´era più motivo di opporre l´Est all´Ovest, né di contendere per il dominio universale, perciò ogni speranza era lecita... (...) A distanza di circa vent´anni, siamo costretti a constatare che si trattava di una speranza illusoria: sembra che tensioni e violenze tra paesi non debbano scomparire dalla storia mondiale. Il grande confronto tra l´Est e l´Ovest aveva messo in secondo piano ostilità e opposizioni, che in breve tempo sono tornate di attualità. I conflitti non potevano svanire come per incanto, perché le loro cause profonde erano ancora presenti e forse si erano perfino intensificate. (...) Oggi è possibile dividere i paesi del mondo in diversi gruppi, a seconda di come reagiscono alla nuova congiuntura. (...) Per descrivere questa ripartizione, prenderò le mosse da una tipologia recentemente proposta da Dominique MoÏsi, completandola e adattandola al mio scopo, senza dimenticare le semplificazioni che impone. Definirò il sentimento dominante di un primo gruppo di paesi come l´appetito. La loro popolazione ha spesso la convinzione, per i motivi più diversi, di essere stata esclusa dalla ripartizione delle ricchezze; oggi è venuto il suo turno. Gli abitanti vogliono approfittare della mondializzazione, del consumismo, degli svaghi e per raggiungere tale scopo non badano a mezzi. è stato il Giappone, sono ormai trascorsi alcuni decenni, ad aprire questa via, nella quale è stato seguito da molti paesi del Sudest asiatico, ai quali si sono recentemente aggiunti Cina e India. Altri paesi, altre parti del mondo hanno la medesima intenzione: il Brasile, domani senza dubbio il Messico, il Sudafrica. (...) Il secondo gruppo di paesi è quello in cui il risentimento gioca un ruolo essenziale. Questo atteggiamento deriva da un´umiliazione, reale o presunta, che sarebbe stata loro inflitta dai paesi più ricchi e più potenti. è diffuso, a livelli diversi, in buona parte dei paesi che hanno una popolazione in maggioranza musulmana, dal Marocco al Pakistan. Da un po´ di tempo, è presente anche in altri paesi asiatici o dell´America latina. Il bersaglio del risentimento sono gli antichi paesi colonizzatori d´Europa e, in maniera crescente, gli Stati Uniti, considerati responsabili della miseria privata e dell´impotenza pubblica. (...) Il terzo gruppo di paesi si distingue per il ruolo che occupa in loro la paura. Sono i paesi che costituiscono l´Occidente e che hanno dominato il mondo per molti secoli. La loro paura riguarda i due gruppi che abbiamo descritto prima, ma non è della stessa natura. Dei «paesi dell´appetito» i paesi occidentali, soprattutto quelli europei, temono la forza economica, la capacità di produrre a minor costo e dunque di fare man bassa sui mercati, insomma, hanno paura di subirne il predominio economico. Dei «paesi del risentimento» temono invece gli attacchi fisici che ne deriverebbero, gli attentati terroristici, le esplosioni di violenza; e poi le misure di ritorsione di cui questi paesi sarebbero capaci sul piano energetico, dal momento che i più grandi giacimenti di petrolio si trovano nei loro territori. Un ultimo quarto gruppo di paesi, distribuiti su diversi continenti, potrebbe essere indicato come quello dell´indecisione: un gruppo residuale i cui membri rischiano di farsi dominare un giorno dall´appetito o dal risentimento, ma che per il momento rimangono estranei a questi sentimenti. Nel frattempo, le risorse naturali di questi territori sono razziate dai residenti degli altri gruppi di paesi, con la complicità attiva dei loro dirigenti corrotti; a ciò si aggiunge la desolazione causata dai conflitti etnici. Alcuni strati della loro popolazione, spesso ridotti in miseria, tentano di introdursi nei «paesi della paura», paesi più ricchi, per cercare di condurre una vita migliore. (...) I paesi occidentali hanno tutto il diritto di difendersi dalle aggressioni e dagli attacchi ai valori sui quali hanno scelto di fondare i loro regimi democratici. Soprattutto devono combattere con fermezza ogni minaccia terroristica e ogni forma di violenza. Peraltro, hanno tutto l´interesse a non lasciarsi coinvolgere in una reazione sproporzionata, eccessiva e abusiva, che darebbe luogo a risultati contrari a quelli attesi. La paura diventa un pericolo per coloro che la provano, perciò non bisogna lasciarle giocare il ruolo di sentimento dominante. è anche la principale giustificazione dei comportamenti spesso definiti «disumani». La paura della morte che minaccia la mia incolumità o, peggio ancora, persone a me care, mi rende capace di uccidere, mutilare, torturare. In nome della protezione delle donne e dei bambini (i nostri), sono stati massacrati un gran numero di uomini e donne, di anziani e bambini (degli altri). Quelli che vorremmo definire come dei mostri molto spesso hanno agito mossi dalla paura per i loro cari e per sé stessi. (...) E una volta accettato di uccidere, si approvano anche i passi successivi: la tortura (per ottenere informazioni sui «terroristi»), la mutilazione dei corpi (per mascherare gli omicidi con crimini a scopo di rapina o esplosioni accidentali): ogni mezzo è buono per ottenere la vittoria ? e, così facendo, allontanare la paura. La paura dei barbari è ciò che rischia di renderci barbari. E il male che ci faremo sarà maggiore di quello che temevamo di subire. La storia insegna: il rimedio può essere peggiore del male. I totalitarismi si sono presentati come un mezzo per guarire la società borghese dai suoi vizi, eppure hanno dato vita a un mondo più pericoloso di quello che combattevano. La situazione attuale senza dubbio non è così grave, ma rimane inquietante; c´è ancora tempo per mutare orientamento. Copyright Garzanti Libri ed Editions Robert Laffont Traduzione di Emanuele Lana

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Battisti, il Brasile torna all'attacco (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

ANNI DI PIOMBO. Il ministro della Giustizia Genro riferisce al Senato: l'ex terrorista italiano non ha avuto «un'ampia difesa». «Non siamo un Paese di ballerine» Battisti, il Brasile torna all'attacco BRASILIA L'Italia ha «aggredito la sovranità» del Brasile, trattandolo come «un Paese di ballerine». Torna all'attacco sul caso Battisti il ministro della giustizia brasiliano Tarso Genro; ma le sue parole, che rischiano per qualche ora di riaccendere lo scontro tra Italia e Brasile sulla sorte dell'ex terrorista rosso, si infrangono stavolta contro il «no comment» della Farnesina, che anzi ribadisce «gli stretti legami di amicizia e cooperazione» tra i due Paesi, rinviando tutto alla decisione che sul caso Battisti dovrà prendere il Supremo tribunale federale (Stf) del Paese sudamericano. «Rimaniamo in fiduciosa attesa dell'imparziale decisione» del Tribunale, ha fatto sapere il ministero degli Esteri. Il ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, ha segnalato che Genro attacca Roma «in ogni occasione utile per condizionare la magistratura del suo Paese, magistratura che noi rispettiamo». Chiamato a riferire sull'asilo politico concesso all'ex terrorista italiano, Genro è intervenuto durante un'udienza congiunta delle commissioni Esteri e dei diritti umani del senato brasiliano, sostenendo tra l'altro che durante i processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia difesa». Il ministro ha ricordato le illazioni provenienti dall'Italia secondo le quali il Brasile sarebbe «un paese di ballerine, non di giuristi. Siamo orgogliosi di essere un paese di ballerine e - ha puntualizzato Genro - anche di grandi giuristi». Riferendosi a battisti, Genro ha affermato: «L'eccezione convive con il diritto, non stiamo aggredendo lo stato di diritto in Italia». Subito dopo il ministro ha fatto l'esempio degli Usa dove c'è democrazia, anche se nella precedente amministrazione sono state dettate norme d'eccezione per ottenere la confessione anche sotto tortura. A conferma dell'imparzialità di Brasilia nella concessione dell'asilo politico, Genro ha annunciato che è in attesa di ricevere una richiesta di asilo da parte di un uomo accusato di fascismo. Se dall'analisi del caso verificherà che ci sono le condizioni per l'asilo, lo stesso ministro sarà «pronto a dare via libera» a tale status.

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RAZZISMO DI STATO (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

RAZZISMO DI STATO Anna Maria Rivera La «preferenza nazionale» era uno slogan del Front National francese in voga negli anni '80. Ma il Front National è un partito di estrema destra che mai è stato accolto in un governo. Che oggi siano due ministri della Repubblica italiana - prima Bossi, oggi il più compassato Sacconi - a proporre la preferenza nazionale, rispettivamente sulla casa e sui lavori stagionali, è cosa che fa rabbrividire. Non solo ci conferma ciò che temiamo: l'uscita a destra dalla crisi. Ma ci prospetta che la torsione reazionaria sarà perseguita attivamente e incoraggiata. Il disegno è chiaro e riecheggia le fasi più cupe della storia del Novecento. Già oggi ne è in atto un dispositivo fondamentale, quello che mira a dirottare l'incertezza del futuro e il disagio popolari verso i più deboli fra i deboli: i rom e i migranti più precari. La costruzione dell'«emergenza-stupri», con il corollario forcaiolo di innocenti mostrificati e additati tramite i media al pubblico ludibrio, a questo serve: ad aizzare il «razzismo dei piccoli bianchi», così che coloro che vedono minacciati i propri scarsi privilegi possano sfogare frustrazione e rabbia su coloro che sono socialmente più vicini ma un po' più in basso. La gestione autoritaria e razzista della crisi economica esige uno stato di eccezione permanente. E questo colpisce non solo stranieri e minoranze, ma gli stessi cittadini italiani maggioritari. Il pacchetto-sicurezza contiene misure persecutorie contro gli «estranei» ed anche norme miranti a reprimere il dissenso, il conflitto sociale, la libertà di espressione. Fino a conferire al ministro dell'Interno la facoltà di sciogliere gruppi «eversivi» e di oscurare siti telematici che invitino «a disobbedire alle leggi». In questa strategia, il circolo vizioso del razzismo di Stato - razzismo mediatico, xenofobia popolare - occupa un posto centrale: si reprime il dissenso e il conflitto sociale e nel contempo, con l'aiuto decisivo dei media, si additano capri espiatori verso i quali è possibile indirizzare la protesta di ceti popolari colpiti dalla crisi economica. I capri espiatori a loro volta sono resi più vulnerabili ed attaccabili dagli effetti della crisi, dalla privazione della casa e del lavoro, ma soprattutto da norme persecutorie che mirano ad umiliarli, emarginarli, de-umanizzarli, negando loro diritti umani elementari: il diritto alla salute e alla famiglia, il diritto di mandare del denaro a casa e perfino di riconoscere i propri figli... Ci sono modi e modi per uscire da una crisi che, certo, è globale ma si riflette in modo particolarmente pesante su paesi, come l'Italia, devastati da politiche neoliberiste e dalla debolezza e incoerenza dei sistemi di protezione sociale. Obama cerca d'indicare l'uscita della solidarietà e della coesione sociale, dell'incremento dei diritti dei più deboli, della difesa delle minoranze. La destra che ci governa e i poteri che rappresenta additano la strada della «cattiveria» e del razzismo, sperando così che rancori e conflitti orizzontali permettano loro di restare in sella. È accaduto più volte nel corso della storia. Ma il fatto che sia uno schema classico non ci rassicura affatto.

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Il governo smentisce: Nessun divieto . Ma i dubbi restano (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

BIMBI FANTASMA Il governo smentisce: «Nessun divieto». Ma i dubbi restano C. L. ROMA Il governo nega di voler trasformare i figli degli immigrati clandestini in bambini fantasma. «Si tratta di un equivoco», ha detto ieri il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano riferendosi a quanto stabilito da un articolo del ddl sicurezza in discussione alla Camera che vieta l'iscrizione all'anagrafe per i figli degli immigrati illegali. Per il sottosegretario la denuncia fatta nei giorni scorsi da alcune associazioni non avrebbe fondamento. La norma contestata, ha proseguito Mantovano, «vieta al clandestino di ricevere una licenza di commercio, o documenti che costituiscano o preparino 'provvedimenti in suo favore'. Nessun articolo e nessun comma, invece, gli inibisce di dichiarare la nascita di un figlio; quest'ultimo infatti è un atto nell'interesse del bambino». Mantovano non ha escluso però la possibilità che, durante al discussione in commissione Giustizia, dove il testo di trova attualmente, l'articolo in questione possa essere riscritto in modo da cancellare ogni dubbio. Un finale quasi scontato, visto che la norma suscita malumore nella stessa maggioranza: «Qualora ci trovassimo di fronte a provvedimenti che vadano contro i diritti umani non avremmo alcuna esitazione, da cattolici, a votare in maniera contraria», ha annunciato ieri il deputato del Pdl Antonio Mazzocchi. L'articolo in questione è il 45che alla lettera f prevede l'ennesima modifica in senso ovviamente restrittivo della legge 286 del 1988, vale a dire del testo unico sull'immigrazione. poche parole per cancellare la possibilità per i clandestini di richiedere un atto di stato civile. Un modo, secondo mantovano, per evitare che un irregolare possa rivolgersi a un ufficio comunale per richiedere una licenza, magari da ambulante. Una spiegazione che non convince le associazioni che assistono, anche dal punto di vista legale, gli immigrati. «A parte il fatto che nessun clandestino si sognerebbe mai di rischierà una licenza, il vero obiettivo del governo è quello di impedire i matrimoni tra clandestini ama soprattutto quelli tra un italiano e un clandestino», spiega Alessandra Ballerini, avvocato della Associazione studi giuridici sull'immigrazione. «E per raggiungere questo scopo non si sono posti il problema che avrebbero di fatto impedito anche iscrizione dei bambini all'anagrafe. Ora dicono che si tratta di un equivoco? bene, allora scrivessero chiaro e tondo che che viene fatto salvo per gli irregolari il riconoscimento della paternità e l'iscrizione dei loro figli all'anagrafe». Ma complessivamente sono i contenuti del ddl sicurezza che, almeno per quanto riguarda gli immigrati, destano preoccupazione. E per rendersene contro è sufficiente metterli uno dietro l'altro. Si va dall'introduzione del rato di clandestinità, all'obbligo per i medici di denunciare i clandestini, dal prolungamento dei empi di detenzione nei Cie all'impossibilità di richiedere un semplice atto di stato civile. «Il quadro è chiaro - prosegue l'avvocato Ballerini -. Il governo dice di aver garantito agli immigrati il diritto alle cure essenziali e urgenti, però obbliga i medici a denunciarli rendendo di fatto impossibile per un irrigolare rivolgersi a un ospedale. E alla fine vietano anche la possibilità di avere un atto di stato civile. Se devono cambiare la norma lo facessero, perché per ora i rischi che abbiamo denunciato continano a esistere».

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In arrivo due milioni dalla Libia (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

SBARCHI, L'ALLARMISMO DI MARONI «In arrivo due milioni dalla Libia» Stefano Milani Rischio invasione: in due milioni pronti a partire dalla Libia per raggiungere le coste italiane. Il ministro dell'Interno Maroni dà i numeri (a sei zeri) e lancia l'allarme. O meglio l'allarmismo. Con il governo nordafricano, ha ricordato Maroni, «abbiamo un accordo che faticosamente sta entrando in vigore. C'è una delegazione tecnica libica, che in questi giorni sta prendendo visione in Italia delle sei motovedette da consegnare per avviare i pattugliamenti congiunti». Non appena partiranno i pattugliamenti, ha aggiunto, «i flussi si fermeranno». Nel frattempo però ci si attrezza come può, e proseguono «senza sosta» le espulsioni di clandestini dall'Italia. Numeri alla mano, tra gennaio e febbraio di quest'anno sono stati espulsi oltre 3.000 clandestini. «Vogliamo intensificare quest'azione - ha ribadito il titolare del Viminale - perché chi viene in Italia per lavorare può avere tutti i diritti, tranne il diritto di voto, ma chi viene per non lavorare deve essere espulso». Sorte che anche ieri è toccata a 51 nigeriani, di cui 32 espulsi dall'Italia e 19 da altri Paesi dell'Unione Europea (10 dalla Spagna, 4 da Malta, 3 dalla Francia, 1 da Cipro e dalla Polonia). Imbarcati su un volo charter decollato dall'aeroporto romano di Fiumicino, pagato da Frontex l'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea, e rispediti a Lagos. Una pratica, quella dei rimpatri selvaggi, fortemente osteggiata da Amnesty International che ieri ha invitato l'Unione europea ad «esercitare una maggiore pressione sull'Italia per assicurare che i diritti umani non siano violati a Lampedusa». La decisione di detenere i migranti e i richiedenti asilo a Lampedusa per tutta la durata del procedimento, scrive l'organizzazione al commissario Barrot, «anziché trasferirli sulla terraferma, ha avuto un grave impatto sui loro diritti umani». Non si fa attendere la stizzita replica del prefetto Mario Morcone, capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Viminale, che giudica «senza fondamento» le accuse di Amnesty. Ma Rosa Villecco Calipari e Jean Leonard Tuoadi lo smentiscono poco più tardi. I due deputati del Pd dopo aver visitato ieri il Cie di Lampedusa hanno infatti definito «terribili e disumane» le condizioni all'interno della struttura, dove «in una stanza in grado di accogliere quattro persone ne vivono 18 o 20».

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Così s'insegnano i diritti umani a chi non ne ha (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

IL CASO Così s'insegnano i diritti umani a chi non ne ha Th. Gu. KABUL L'ufficio è una villetta nel quartiere meridionale di Karteseh. Il fusto della vite in giardino è antico e in attesa di buttare fuori le prime gemme. E' qui che ha sede il Civil Society & Human Rights Network (Cshrn), finanziamenti danesi e svizzeri e nome inglese. Ma afghanissimo e con un obiettivo ben preciso: occuparsi del tema dei diritti umani, locuzione molto utilizzata in Afghanistan ma i cui principi sono assai poco applicati. Naim Nazari, coordinatore di quest'ombrello che raccoglie sessanta organizzazioni nel paese che, a diverso titolo, si occupano di diritti, racconta di questa rete di associazioni registrata sia al ministero della giustizia, sia a quello dell'economia (può sembrar bizzarro, ma ogni burocrazia ha le sue regole). «Ci occupiamo del tema della giustizia e della democrazia in Afghanistan - spiega Nazari - ma non solo a livello teorico. Lavoriamo sulla formazione tecnica, il che significa sul piano dei valori, ma anche sulla capacità di incidere a livello istituzionale: i diritti umani bisogna conoscerli ma anche farli diventare pratica». Per farlo, questa rete della società civile afghana sa benissimo che occorre un lavoro di lobbing: «Per influenzare le istituzioni e consigliare le politiche del governo. Per dirla in tre parole: formazione, coordinamento e pressione». Un discorso molto articolato che non ti aspetteresti di sentire in Afghanistan. Il comitato ristretto del Cshrn è composto dai rappresentanti di undici delle sessanta organizzazioni che eleggono la rosa ridotta dell'esecutivo nell'Assemblea generale che si tiene ogni anno e alla quale appartiene il diritto di cambiare la strategia della rete. Al segretariato ristretto spetta invece un lavoro di elaborazione teorica che si nutre di incontri e dibattiti con funzionari dei vari ministeri, intellettuali, esponenti della società civile e che trova poi un veicolo nella rivista bimestrale «Angora» (per ora solo in pashtun e dari) e sul sito web della rete (anche quello in lingua). Ma il network è anche presente in un programma radiofonico che va in onda ogni venerdì pomeriggio tra le sei e le sette e con diverse altre pubblicazioni e brochure a tema, come testimoniano i pacchi che vediamo nell'ordinata biblioteca del centro. Kabul non è l'unica sede: il Centro ha uffici a Jalalabad, Herat, Mazar-i-sharif, da cui a loro volta dipendono 17 province afghane, oltre la metà di quelle in cui è diviso il paese. Al Sud la loro presenza è debolissima, «anche se per adesso i talebani non ci hanno preso direttamente di mira», dice Nazari. E non devono essere gli unici nemici che temono: quando si comincia a parlare di «opposizione democratica», delle linee etniche in cui è diviso il governo, delle leggi di amnistia varate per autoassolversi e della legittimità dell'esecutivo, si capisce che il terreno è minato. E che la battaglia per i diritti non si combatte solo nelle pianure meridionali dell'Helmand, ma anche nel nuovo parlamento di Kabul dove non tutti vedono con favore l'attività di una rete che si occupa di diritti umani. Il Cshrn è uno dei tanti punti luminosi nel magma informale di una società civile che, benché poco conosciuta, poco finanziata, poco ascoltata, esiste e si muove, anche se con fatica. Rappresenta forse solo un segmento ridotto della società afghana, ma anche un punto di luce nel buio di un paesaggio istituzionale spesso opaco, a cominciare dal parlamento per finire negli uffici dei vari ministeri. Scommessa vera di democrazia, parola da declinare con cautela in questo paese. Gente così meriterebbe più attenzione. E più protezione. Non soltanto dai talebani.

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caso battisti, il brasile attacca: trattati come un paese di ballerine (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 4 - Attualità Caso Battisti, il Brasile attacca: trattati come un paese di ballerine BRASILIA. L'Italia ha «aggredito la sovranità» del Brasile, trattandolo come «un Paese di ballerine». Torna all'attacco sul caso Battisti il ministro della giustizia brasiliano Tarso Genro; ma le sue parole, che rischiano per qualche ora di riaccendere lo scontro tra Italia e Brasile sulla sorte dell'ex terrorista rosso, si infrangono stavolta contro il 'no comment' della Farnesina, che anzi ribadisce «gli stretti legami di amicizia e cooperazione» tra i due Paesi, rinviando alla decisione che sul caso Battisti dovrà prendere il Supremo tribunale federale (Stf) del Paese sudamericano. «Rimaniamo in fiduciosa attesa dell'imparziale decisione» del Tribunale, ha fatto sapere il ministero degli Esteri in una nota, riferendosi all'attesa pronuncia della Corte suprema chiamata a confermare l'asilo dato da Genro oppure ad accogliere la richiesta di estradizione presentata dall'Italia. Anche il ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, ha segnalato che Genro attacca Roma «in ogni occasione utile per condizionare la magistratura del suo Paese, magistratura che noi rispettiamo». Chiamato a riferire sull'asilo politico concesso all'ex terrorista italiano, Genro è intervenuto durante un'udienza congiunta delle commissioni Esteri e dei diritti umani del senato brasiliano, sostenendo tra l'altro che durante i processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia difesa». Il ministro ha respinto con determinazione le affermazioni provenienti dall'Italia che ledono la «sovranità» del Brasile, ricordando in particolare le illazioni provenienti dall'Italia secondo le quali il Brasile sarebbe «un paese di ballerine, non di giuristi. Siamo orgogliosi di essere un paese di ballerine e - ha puntualizzato Genro - anche di grandi giuristi». Proprio sul piano strettamente giuridico, il ministro ha detto di ritenere che nei processi in Italia, dopo gli anni di piombo, Battisti non ha avuto «un'ampia difesa», visto tra l'altro che in tali procedimenti «ha dato una procura in bianco, fornita successivamente a un avvocato che lui non conosceva». Nel sottolineare di ritenere che l'Italia abbia agito «legittimamente» nei confronti del terrorismo, Genro ha precisato che quando il governo brasiliano dice che «l'eccezione convive, eventualmente, con il diritto non stiamo aggredendo lo stato di diritto in Italia». Subito dopo il ministro ha fatto l'esempio degli Usa dove - ha detto - c'è democrazia, anche se nella precedente amministrazione sono state dettate norme d'eccezione per ottenere la confessione anche sotto tortura. A conferma dell'imparzialità di Brasilia nella concessione dell'asilo politico, Genro ha inoltre annunciato che è in attesa di ricevere una richiesta di asilo da parte di un uomo accusato di fascismo. Se dall'analisi del caso verificherà che ci sono le condizioni per l'asilo, lo stesso ministro sarà «pronto a dare via libera» a tale status. Di parere opposto Heraclito Fortes, uno dei parlamentari dell'opposizione anti-Lula, per il quale Genro ha avuto un trattamento di favore nei confronti di Battisti.

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Obama alla Cina: diritti da tutelare (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-03-13 - pag: 11 autore: Stati Uniti. Washington spinge sulla cooperazione economica e militare, ma chiede il dialogo con Lhasa Obama alla Cina: diritti da tutelare Tibet al centro dell'incontro con il ministro degli Esteri di Pechino Eliana Di Caro «I diritti umani sono essenziali » nella politica estera degli Stati Uniti, che si augurano «progressi nel dialogo tra il Governo cinese e i rappresentanti del Dalai Lama». Il presidente americano Barack Obama lo ha ribadito ieri al ministro degli Esteri di Pechino Jang Jiechi in un lungo incontro alla Casa Bianca, dal quale è emersa la volontà di costruire «rapporti positivi e costruttivi » tra i due Paesi. Nel colloquio sono stati affrontati diversi temi, dalla crisi economico-finanziaria ai dossier nordcoreano e afghano fino all'emergenza in Darfur, ma si è parlato anche delle relazioni spesso non semplici tra Washington e Pechino. Obama ha sottolineato la necessità di «rafforzare il dialogo militare » per evitare incidenti simili a quello che si è verificato martedì scorso nel Mar cinese meridionale, quando cinque imbarcazioni cinesi hanno accerchiato la nave americana Impeccable ostacolandone le manovre. Un episodio cui era seguito un duro botta e risposta tra i due Governi e che rischia di avere degli strascichi: il Pentagono ha annunciato che le unità di sorveglianza della Marina scorteranno le navi quando opereranno in quelle acque. Una stretta cooperazione, hanno concordato Obama e Jiechi, va perseguita anche sul fronte economico: le «due economie più importanti del mondo » devono lavorare «a stretto contatto e con urgenza per stabilizzare l'economia mondiale, stimolando la domanda e riattivando il flusso di credito sui mercati». L'incontro è arrivato all'indomani di giorni non facili per i rapporti sino-americani. Nelle ultime tre settimane si sono susseguiti episodi che hanno provocato imbarazzo o netta contrapposizione tra i due Paesi. Il più eclatante è stato appunto quello dell'incidente nel Mar cinese, con la Casa Bianca che ha reagito con proteste formali, definendo l'accaduto «il più grave incidente diplomatico dal 2001 », e il Governo di Wen che ha replicato con altrettanta durezza, contestando la violazione delle leggi internazionali. Pochi giorni prima era stata la volta del capitolo diritti umani. Hillary Clinton (al fianco di Obama, ieri, nell'Ufficio Ovale), nella sua visita in Cina il 20 febbraio aveva esplicitamente ridimensionato la questione, dichiarando che «il dibattito sui diritti umani non può compromettere il dialogo tra Pechino e Washington». Una settimana dopo, però, il Rapporto annuale sul tema diffuso dal Dipartimento di Stato Usa ha suscitato imbarazzo: il Governo del gigante asiatico è stato accusato di pesanti violazioni, dalla repressione delle minoranze etniche alla detenzione dei dissidenti politici, fino alla mancata libertà di stampa. La risposta secca di Pechino non si è fatta attendere: gli Stati Uniti devono smetterla di interferire nelle vicende cinesi, e pensare piuttosto ai loro problemi, in materia di diritti umani. Ieri Obama ha puntualizzato in maniera definitiva la posizione americana, esprimendo ad esempio «profonda preoccupazione » per la situazione umanitaria in Darfur e per la decisione del Governo di Khartoum di espellere le maggiori organizzazioni non governative che hanno provveduto a prestare assistenza alla popolazione. Quanto al Tibet, come si diceva chiamato in causa dallo stesso presidente americano, proprio l'altro ieri la Camera dei deputati statunitense aveva approvato una risoluzione a sostegno della regione, nel 50esimo anniversario della rivoluzione contro la presenza cinese. Nel testo viene chiesto di «riconoscere la disperazione del popolo tibetano» e di fare «uno sforzo multilaterale per arrivare a una soluzione duratura e pacifica». Pechino non ha fatto passare sotto silenzio l'iniziativa. Il portavoce del ministro degli Esteri Ma Zhaoxu ha annuncia-to una protesta formale, lamentando «il profondo malcontento del Governo e del popolo della Cina». E lo stesso Jiechi, prima dell'incontro alla Casa Bianca, in un discorso pronunciato al Center for Strategic and International Studies ha dichiarato che «il Tibet è parte inalienabile della Cina» e che «le questioni tibetane sono esclusivamente questioni interne cinesi». eliana.dicaro@ilsole24ore.com SEGNALI CONTRASTANTI Ma Yang chiede agli Usa di non interferire E dopo gli incidenti navali il Pentagono annuncia la scorta di cacciatorpedinieri Michelle a Fort Bragg. La First Lady ha visitato ieri la scuola per i figli dei militari nella base del North Carolina REUTERS

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GLI ULTIMI EPISODI (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-03-13 - pag: 11 autore: GLI ULTIMI EPISODI Diritti umani Il 25 febbraio il Dipartimento di Stato americano pubblica l'annuale Rapporto sui diritti umani, che anche questa volta contiene dure critiche alla Cina, accusata di repressione delle minoranze etniche. Secca la risposta di Pechino: «Sono critiche irresponsabili e prive di fondamento. Gli Stati Uniti si concentrino sui loro problemi, in materia di diritti dell'uomo» Scontro sfiorato in mare Il 9 marzo la nave americana Impeccable viene accerchiata da cinque navi cinesi nel Mare cinese meridionale, fuori dai confini di Pechino. La Casa Bianca protesta («è il più grave incidente diplomatico dal 2001»), la Cina replica che sono state violate le leggi internazionali.Nell'incontro di mercoledì, il Segretario di Stato Hillary Clinton e il collega cinese Jang Jiechi smorzano i toni Tibet L'11 marzo il Congresso americano approva una risoluzione di sostegno al Tibet in occasione del 50/o anniversario della rivolta tibetana contro la presenza cinese. Immediata la «ferma condanna» di Pechino, secondo cui il Congresso ha cercato di «imbellire le politiche secessioniste del Dalai Lama» compiendo«un'inaccettabile interferenza negli affari interni della Cina»

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Studenti in campo per i diritti del popolo Lenca (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere Alto Adige" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: 1ACULTURA - data: 2009-03-13 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Il progetto Al Centro per la Pace incontro con i rappresentanti degli indigeni dell'Honduras Studenti in campo per i diritti del popolo Lenca Una serie di incontri in un progetto di sensibilizzazione alle realtà delle popolazioni indigene dell'Honduras. Questa l'iniziativa promossa dall'associazione studentesca «Operation Daywork», che ogni anno sceglie un progetto di sostegno legato alla cooperazione allo sviluppo. Lo scorso anno, per esempio, ne avevano scelto uno rivolto all'India. Gli studenti che la compongono, un giorno all'anno, si mettono a disposizione per raccogliere da aziende e privati dei contributi la cui totalità viene poi devoluta al progetto nei territori interessati. Scopo finale dell'associazione è di permettere agli studenti e ai presenti di confrontarsi in modo critico con le tematiche affrontate. Protagonisti e relatori degli incontri di quest'anno sono Bertha Caceres Flores e Adela Mejia Manueles (quest'ultima di soli 16 anni) sul tema della comunità indigena dell'Honduras. La prima, origini del popolo Lenca, è fondatrice e leader del consiglio del popolo indigeno di Honduras - Copinh. è conosciuta a livello internazionale per la propria competenza su diritti indigeni, diritti delle donne e la conservazione della biodiversità. La seconda invece, la giovane Adela, è membro del consiglio di giovani del Copinh, coordinatrice del programma radio del gruppo di giovani, partecipante della formazione per insegnanti indigeni. In Italia cooperano con l'associazione Collettivo Italia Centro America con sede a Bolzano, diretto da Thomas Viehweider. Nell'incontro di oggi al Centro per la Pace in programma alle 18 nella sala conferenze di palazzo Altmann in piazza Griesa Bolzano, parleranno dell'Honduras e di una loro distinta visione di sviluppo. Le finalità dei relatori non sono quindi di chiedere aiuto, bensì di informare sulla situazione problematica relativa al sud del mondo in relazione alle speculazioni dei paesi ricchi ai danni delle popolazioni indigene, spesso private del loro naturale habitat e dei più elementari diritti umani. Operation Daywork, coordinata da Elisabeth Cocher, vuole finanziare e sostenere la formazione di giovani leader operata dal Copinh, in particolare delle comunità Lenca. Andrea Scalco

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FANO - "Questo è il senso della trasparenza che caratterizza il centrodestra". Federico Valenti... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 13 Marzo 2009 Chiudi FANO - "Questo è il senso della trasparenza che caratterizza il centrodestra". Federico Valentini, il candidato sindaco del centrosinistra, esprime "solidarietà" alla troupe di Fano Tv, cui sono state proibite le riprese in consiglio comunale. In caso di vittoria, assicura Valentini, "le telecamere avranno libero accesso e sul sito Internet del Comune saranno pubblicati tutti gli atti". Fano Tv si è rivolta all'Ordine dei giornalisti, segnalando una compressione del diritto di cronaca. E in effetti non c'è nulla di più pubblico di un consiglio comunale. È vero che le riprese tv non sono contemplate dal regolamento dell'assemblea civica, però basterebbe un po' di buon senso e il problema sarebbe risolto. È sufficiente, infatti, che tutti i consiglieri siano d'accordo sulla presenza delle telecamere. Proprio dai banchi del Pdl è stato però opposto un perentorio 'no'. Alcune settimane fa ne avevano già fatto le spese i Grillini. Esprime "stupore e grande preoccupazione" il consigliere regionale Michele Altomeni, iscritto all'Ordine dei giornalisti: "Ancora una volta nel consiglio comunale di Fano sono stati violati il diritto di cronaca e il dovere della massima trasparenza. Non dovrebbe esserci nulla da nascondere e niente di cui vergognarsi. Anzi la presidenza del Consiglio dovrebbe sentire come un dovere la massima divulgazione e pubblicità dell'assemblea". "Non è pensabile - commenta Enzo Di Tommaso, consigliere provinciale An-Pdl - che si neghino le riprese televisive in un consiglio comunale eletto in modo democratico. Ho ricevuto diversi messaggi di protesta, spero che sia stato un incidente di percorso". Per il repubblicano Alberto Berardi si tratta di una "intollerabile violazione dei diritti garantiti dalla Costituzione". Si dichiara "stupita" Sofia Serafini di Fano Futura: "Noi siamo per una politica trasparente, per questo motivo abbiamo proposto telecamere fisse nelle sale comunali". O.S.

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<E' dura, soli con 160 mila malati>. Rapito in Darfur (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere del Veneto" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: REGIONE - data: 2009-03-13 num: - pag: 15 categoria: REDAZIONALE «E' dura, soli con 160 mila malati». Rapito in Darfur Vicentino di Medici senza frontiere nelle mani di un commando armato. Si tratta per il riscatto Dal Sacro Cuore di Negrar all'Africa, medico nelle mani di un commando armato. Si tratta per il riscatto VERONA vedo morire molti. Con lo staff dell'ospedale stiamo dando il massimo, anche se il problema del Darfur è molto complesso Alla vigilia del sequestro: «Lavoriamo tante ore, vedo morire troppi bambini, ma il contatto con la gente mi gratifica» VICENZA — «Sono stanco, ogni giorno affronto tante ore di lavoro. Sono preoccupato soprattutto per i bambini, ne vedo morire molti. Con lo staff dell'ospedale stiamo dando il massimo, anche se il problema del Darfur è molto complesso e non possiamo risolverlo noi». Così scriveva all'amico Andrea Angheben, specialista del Centro di malattie tropicali dell'ospedale «Sacro Cuore» di Negrar (Verona), Mauro D'Ascanio, il dottore di Medici senza frontiere rapito mercoledì sera in Darfur insieme al collega francese Raphael Meonier e all'infermiera canadese Laura Archer. I tre sono stati sorpresi da un commando armato, che alle 19 ha fatto irruzione nella sede dell'organizzazione a Serif Umra, e sequestrati insieme ad altri due operatori del posto, poi rilasciati nella notte. Stando a Msf del Belgio, che dopo l'espulsione delle sezioni francese e olandese era rimasta la sola a garantire l'assistenza sanitaria nel Darfur ma che ora sta ritirando a sua volta tutte le équipe, l'agguato è avvenuto senza violenza. La stessa Ong, che ha lasciato sul territorio solo gli operatori impegnati nella liberazione dei colleghi, ha sentito al telefono gli ostaggi e riferisce: «Stanno bene, assicurano di non aver subìto maltrattamenti ». Ora si tratta per il riscatto. Darfur insieme al collega francese Raphael Meonier e all'infermiera canadese Laura Archer. I tre sono stati sorpresi da un commando armato, che alle 19 ha fatto irruzione nella sede dell'organizzazione di Serif Umra, e sequestrati insieme ad altri due operatori del posto, poi rilasciati nella notte. Stando a Msf del Belgio, che dopo l'espulsione delle sezioni francese e olandese era rimasta la sola a garantire l'assistenza sanitaria nel Darfur ma che ora sta ritirando a sua volta tutte le équipe, l'agguato è avvenuto senza violenza. La stessa Ong, che ha lasciato sul territorio solo gli operatori impegnati nella liberazione dei colleghi, ha sentito al telefono gli ostaggi e riferisce: «Stanno bene, assicurano di non aver subìto maltrattamenti». Ora si tratta per il riscatto. Il ritratto Mauro D'Ascanio è in Darfur dal settembre 2008, per la sua prima missione con Medici senza frontiere: è il responsabile medico dell'ospedale attivato a Serif Umra dalla sezione belga della Ong. Vicentino, 33 anni, si è laureato all'Università di Verona occuparsi della gestione dell'ospedale di Medici senza Frontiere, sezione belga, attivato a Serif Umra. E' il responsabile medico. Vicentino, 33 anni, si è laureato all'Università di Verona e specializzato in medicina d'urgenza e medicina tropicale, con una tesi sulle febbri ai Tropici preparata al Centro di malattie tropicali dell'ospedale di Negrar. Dove, nell'aprile 2008, aveva seguito la parte finale di un Master in Malattie tropicali coordinato dall'Ateneo di Brescia. Prima però aveva svolto missioni umanitarie in Guinea Bissau, Messico, Brasile e Guatemala, forte della pratica di Pronto soccorso svolta all'ospedale Borgo Roma (Verona) e al Sant'Orsola di Bologna. e specializzato in medicina d'urgenza e medicina tropicale, con una tesi sulle febbri ai Tropici preparata al Centro di ma-lattie tropicali dell'ospedale di Negrar. Dove, nell'aprile 2008, aveva seguito la parte finale di un Master in Malattie tropicali coordinato dall'Ateneo di Brescia. Prima però aveva svolto missioni umanitarie in Guinea Bissau, Messico, Brasile e Guatemala, forte anche della pratica di Pronto soccorso svolta all'ospedale Borgo Roma (Verona) e al Sant'Orsola di Bologna. «La sua passione è una sola — racconta Andrea Anghebe, che durante gli studi universitari a Verona divideva con D'Ascanio la stanza dell'Esu — aiutare i più deboli. E infatti si è sempre occupato di immigrazione, è andato nelle comunità di base del Sudamerica per mettere in pratica i principi di sanità per tutti, cooperazione e sviluppo in mezzo alla gente. Secondo lui i medici devono stare dove c'è bisogno e povertà.Ha sempre voluto viaggiare: quando, l'anno scorso, Msf ha ricevuto il suo curriculum e l'ha chiamato, non ci ha pensato due volte. Sapeva di essere stato destinato ad una delle zone più pericolose del mondo, ma si è preparato bene ed è partito sereno. Sarebbe dovuto rimanere in Darfur fino alla fine del 2009». Stando al racconto di amici e parenti, D'Ascanio è una persona generosa, di spessore, sempre pronta a farsi avanti per difendere i più deboli. A Verona quand'era studente ha fatto il volontario per «La Rondine», portando nelle scuole il messaggio del consumo equo solidale, e dopo la laurea ha prestato servizio al «Centro salute immigrati » (Cesen): visitava i clandestini. mezzo alla gente. Secondo lui i medici devono andare E infatti ha sempre voluto viaggiare: quando, l'anno scorso, Msf ha ricevuto il suo curriculum e l'ha chiamato, non ci ha pensato due volte. Sapeva di essere stato destinato ad una delle zone più pericolose del mondo, ma si è preparato bene ed è partito sereno. Sarebbe dovuto rimanere in Darfur fino alla fine del 2009». Stando al racconto di amici e parenti, D'Ascanio è una persona generosa, di spessore, sempre pronta a farsi avanti per difendere i più deboli. A Verona quand'era studente ha fatto il volontario per «La Rondine», portando nelle scuole il messaggio del consumo equo solidale, e dopo la laurea ha prestato servizio al «Centro salute immigrati Rapito Mauro D'Ascanio, vicentino di 33 anni, fa parte di Medici senza frontiere. Mercoledì è stato rapito in Darfur. Era alla sua prima missione, dopo la laurea a Verona e altri progetti umanitari in Sudamerica Dopo la rivolta nel Centro di permanenza temporanea Lampedusa, il camice bianco vicentino insieme a un gruppo di colleghi ha firmato sul sito dell'Osservatorio italiano sulla salute globale una «lettera aperta ai medici e alle organizzazioni mediche» per denunciare che i centri clandestini «sono al centro di molte inchieste a causa di violazioni dei diritti umani», e per lanciare un appello affinchè la categoria «si impegni risolutamente nella difesa dei diritti umani». Dice il professor Gianfranco Rigoli, primario dell'Unità Spinale dell'Azienda ospedaliera scaligera: «Mauro ha sempre voluto collaborare a progetti diretti a popolazioni bisognose di aiuto». «E' dalla parte dei deboli — aggiunge Geraldo Monteiro, medico volontario al Cesam — ha un carattere molto deciso e coraggioso, vede solo bianco o nero, spero non faccia nulla che possa aggravare la situazione ». » (Cesen): visitava i clandestini. Dopo la rivolta nel Centro di permanenza temporanea di Lampedusa, il camice bianco vicentino insieme a un gruppo di colleghi ha firmato sul sito dell'Osservatorio italiano sulla salute globale una «lettera aperta ai medici e alle organizzazioni mediche », per denunciare che i centri clandestini «sono al centro di molte inchieste a causa di violazioni dei diritti umani» e per lanciare un appello affinchè la categoria «si impegni risolutamente nella difesa dei diritti umani». Dice il professor Gianfranco Rigoli, primario dell'Unità Spinale dell'Azienda ospedaliera scaligera: «Mauro ha sempre voluto collaborare a progetti diretti a popolazioni bisognose di aiuto». «E' dalla parte dei deboli — aggiunge Geraldo Monteiro, medico volontario al Cesam— ha un carattere molto deciso e coraggioso, vede solo bianco o nero, spero non faccia nulla che possa aggravare la situazione». Dalla trincea Dalla trincea D'Ascanio sapeva benissimo cosa rischiava in Darfur, ma era felice di poter tendere una mano a una popolazione nel dramma. «Questa è un'esperienza molto intensa e molto dura, soprattutto per me — scriveva ad Angheben —. E' faticoso, noi siamo l'unico punto di riferimento per 160 mila persone, ma il nostro ruolo va oltre l'assistenza sanitaria. Ci stiamo anche occupando di insegnare ai locali ad arrangiarsi per sopravvivere ed è l'aspetto che mi motiva di più. Il rapporto con la gente mi gratifica, significa che il nostro intervento non finirà quando ce ne andremo». Fatto sta che D'Ascanio sapeva benissimo cosa rischiava in Darfur, ma era felice di poter tendere una mano a una popolazione nel dramma. «Questa è un'esperienza molto intensa e molto dura, soprattutto per me — scriveva ad Angheben —. E' faticoso, noi siamo l'unico punto di riferimento per 160 mila persone, ma il nostro ruolo va oltre l'assistenza sanitaria. Ci stiamo anche occupando di insegnare ai locali ad arrangiarsi per sopravvivere ed è l'aspetto che mi motiva di più. Il rapporto con la gente mi gratifica, significa che il nostro intervento non finirà quando ce ne andremo ». Michela Nicolussi Michela Nicolussi Moro (altri servizi sul Corriere della Sera) Su www.corriere.it e www.corrieredelveneto. it foto e immagini

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Lanciò le scarpe contro Bush: 3 anni (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lanciò le scarpe contro Bush: 3 anni Wall Street, in cella il truffatore Madoff Consiglio delle donne alla Casa Bianca I tribunali che difendono i diritti umani Cinema, il gran saluto di Clint

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Bashir colpevole Dopo il verdetto cacciate 13 ong (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

«Bashir colpevole» Dopo il verdetto cacciate 13 ong Lo scorso 4 marzo la Corte penale internazionale dell'Aja chiede l'arresto del presidente del Sudan Omar al-Bashir. Lo stesso giorno 13 organizzazioni non governative internazionali e tre sezioni locali ad esse collegate sono espulse dal paese. Si tratta delle ong francesi Action contre la Faim, Solidarité, le sezioni inglese e statunitense di Save the Children, le sezioni olandese e francese di Médecins Sans Frontières, l'americana Care, le inglesi Oxfam, Mercy Corps, International Rescue Commitee, la norvegese Nrc, la cooperativa Chf e la Padco. Secondo un recentissimo rapporto l'Ocha - l'Ufficio dell'Onu per i diritti umani- queste 16 ong rappresentano il 40 percento degli operatori umanitari in Darfur: 7.610 lavoratori che si occupano di 1 milione e 160mila persone. IL CASO

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Genro attacca l'Italia Frattini tace (sezione: Diritti umani)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Esteri Pagina 111 Caso Battisti Genro attacca l'Italia Frattini tace Caso Battisti --> BRASILIA L'Italia ha «aggredito la sovranità» del Brasile, trattandolo come «un Paese di ballerine». Torna all'attacco sul caso Battisti il ministro della giustizia brasiliano Tarso Genro; ma le sue parole, che rischiano per qualche ora di riaccendere lo scontro tra Italia e Brasile sulla sorte dell'ex terrorista rosso, si infrangono stavolta contro il no comment della Farnesina, che anzi ribadisce «gli stretti legami di amicizia e cooperazione» tra i due Paesi, rinviando alla decisione che sul caso Battisti dovrà prendere il Supremo tribunale federale del Paese. «Rimaniamo in fiduciosa attesa dell'imparziale decisione» del Tribunale, ha fatto sapere il ministero degli Esteri in una nota, riferendosi all'attesa pronuncia della Corte suprema chiamata a confermare l'asilo dato da Genro oppure ad accogliere la richiesta di estradizione presentata dall'Italia. Chiamato a riferire sull'asilo politico concesso all'ex terrorista, Genro è intervenuto durante un'udienza congiunta delle commissioni Esteri e dei diritti umani del Senato, sostenendo tra l'altro che durante i processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia difesa».

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burkina faso, provincia attiva nella cooperazione (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 3 - Gorizia Burkina Faso, Provincia attiva nella cooperazione La Provincia continua a essere in prima linea nella cooperazione decentrata in Burkina Faso. Proseguendo lungo il cammino cominciato nel 2005, l'amministrazione intende attuare una particolare sperimentazione, ovvero lo sviluppo di un progetto in cui sarà la popolazione africana a far conoscere la propria millenaria cultura, tenendo conto di storia, espressioni artistiche, tradizioni e contemporaneità. Come ricordato ieri dall'assessore alla pace, Marco Marincic, la Provincia si è mossa nella consapevolezza dell'importanza che la questione idrica riveste per l'intera umanità, con il sostegno della Regione e il supporto tecnico del Centro volontari cooperazione allo sviluppo. Il primo passo è stata l'attuazione del "Progetto acqua 2005: acqua bene di tutti", volto alla realizzazione di pozzi a uso domestico e agricolo in Burkina Faso. Per raccogliere ulteriori fondi, la Provincia ha agito da capofila tramite il Tavolo regionale sull'acqua, così è nato il progetto tuttora in corso "Acqua fonte di pace e di diritti umani". Nel 2007 sono stati resi disponibili anche i finanziamenti messi a disposizione dall'Aato, corrispondenti all'un per cento degli introiti derivanti dal consumo idrico sul territorio isontino. Questi fondi serviranno per un piano d'interventi triennale, che si propone tra le altre cose di costruire altri pozzi, di fare opera di sensibilizzazione sul consumo di acqua e di organizzare corsi formativi per le donne. Per il 2009 sarà appunto attuata l'innovativa sperimentazione, secondo il principio della cosiddetta reciprocità, per far conoscere la cultura del Burkina Faso. (f.s.)

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Il presidente e le Ong nel mirino (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 13 Marzo 2009 NAZIONALE Pagina 3 Il presidente e le Ong nel mirino In Darfur per la prima volta hanno rapito operatori umanitari europei, tra cui il medico italiano Mauro d'Ascanio. Perché adesso? Nella regione occidentale del Sudan dal 2003 è in corso una guerra civile che ha causato circa 300mila morti. La settimana scorsa la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso una richiesta di arresto per il presidente del Sudan, Omar el Bashir, accusandolo di crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Darfur. Il Sudan non riconosce la Cpi e Bashir ha respinto ogni accusa dichiarando che l'obiettivo della Cpi è destabilizzare il Sudan. Cioè costringerlo ad abbandonare il potere, visto che Bashir comanda il Sudan col pugno di ferro e spesso senza il guanto di velluto da vent'anni, dopo il colpo di stato del 1989. Bashir è rimasto al suo posto nonostante una guerra civile con il Sud conclusa solo nel 2005 e una con il Darfur, ancora in corso. Khartoum considera un reato collaborare con la Cpi e alcuni attivisti per i diritti umani hanno già iniziato a pagare con condanne ad anni di prigione il "reato" di aver raccolto informazioni su quello che gli uomini di Bashir hanno compiuto in Darfur. I servizi di sicurezza censurano i giornali e sorvegliano i giornalisti, come dimostra un rapporto di Human Rights Watch. Inoltre Bashir pochi giorni fa ha ordinato di chiudere 16 organizzazioni non governative, 13 straniere e tre sudanesi, bloccandone le attività e in alcuni casi confiscandone i beni. L'Onu stima che a causa di questa decisione un milione di persone rimarranno senza cibo e senza acqua e un milione e mezzo senza assistenza sanitaria; il Darfur rimane una delle aree di maggior emergenza nel mondo. Il Sudan lo è da almeno 25 anni. In questo contesto, alcuni collaboratori di Medici senza frontiere, una delle ong più note nel mondo, premio Nobel per la pace, sono stati rapiti. Si dice per scopo di riscatto: uno scenario finora di stampo più somalo che sudanese. Se i rapiti sono nelle mani dei ribelli, questi avrebbero tutto l'interesse a liberarli per dimostrare al mondo che il criminale è Bashir, come sostiene la Cpi. Se invece fossero ostaggio dei janjawid, le famigerate milizie armate e finanziate dal governo, dovrebbero essere i servizi di intelligence - finora fedelissimi al presidente - a ottenerne il rilascio: Bashir ha cercato in questi mesi di mostrare alla diplomazia internazionale che senza di lui il Darfur e l'intero Sudan potrebbero scivolare nell'anarchia e ripiombare nella guerra civile. Vi è infine una terza possibilità: che i rapiti siano trasportati in Ciad, dove i ribelli che si oppongono al presidente Idriss Deby sono sostenuti, secondo N'Djamena, proprio dal Sudan. In questi due ultimi casi il governo che dovrebbe trattare per liberare gli ostaggi è guidato da un presidente accusato di crimini di guerra e contro l'umanità.  

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La Nirenstein e Parsi sui diritti (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 13 Marzo 2009 CRONACA Pagina 17 GRAN GUARDIA. Oggi La Nirenstein e Parsi sui diritti «L'età dei diritti?» è il tema del nono incontro della rassegna «Idee di futuro», in programma oggi, alle 21, alla Gran Guardia, organizzato dall'associazione culturale «Idem - percorsi di relazione». La serata, aperta a tutti, proporrà riflessioni filosofiche e giuridiche sui diritti umani, sociali, politici, e civili in occidente e nelle altre parti del mondo. Del tema discuteranno Fiamma Nirenstein, giornalista di politica internazionale e vicepresidente della commissione affari esteri della Camera, e Vittorio Emanuele Parsi, docente all'Università Cattolica ed editorialista della Stampa.  

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Difensore civico, l'addio con un appello al Comune (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 13 Marzo 2009 CRONACA Pagina 11 PASSAGGIO DEL TESTIMONE. Il bilancio al termine dei tre anni di mandato del dirigente dell'ufficio eletto dalla passata maggioranza: «Un osservatorio significativo» Difensore civico, l'addio con un appello al Comune Tantini: «Da diminuire le bollette e le spese cimiteriali per i più deboli. L'amarezza per il mancato dialogo con il sindaco» Prima di passare il testimone al suo successore, Stefano Andrade Fajardo, il difensore civico Anna Tantini ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «Questa esperienza», commenta nel presentare il bilancio di fine mandato a Palazzo Barbieri, «è stata molto arricchente sul piano umano. Ma», afferma, «non sono mancate le amarezze, come l'impossibilità di stabilire un dialogo diretto con l'attuale sindaco, più volte sollecitato, che invece c'è stato con il presidente del Consiglio comunale e con molti assessori e dirigenti». La Tantini lamenta poi la «riduzione, per il 2009, del 25 per cento del budget, passato da circa 100mila a 75 mila euro l'anno». Il grosso di tale cifra, tremila euro netti mensili, viene assorbita dall'indennità del titolare dell'ufficio. «È un compenso elevato, in quanto equiparato a quello di un assessore», ammette, «quindi, o si riduce la retribuzione, soluzione che condivido, o si aumentano i fondi dal momento che abbiamo dovuto rinunciare anche ai due avvocati e siamo stati costretti a chiudere i centri d'ascolto in terza e sesta circoscrizione». Le pratiche sbrigate nell'ultimo anno di attività sono state 509 e hanno riguardato oltre duemila persone. Le problematiche maggiori? «Richieste di intervento dei servizi sociali, emergenze abitative talvolta drammatiche, la difficoltà a pagare le tariffe funerarie, i tributi, le tariffe sui rifiuti e le bollette dell'Agsm. Diverse segnalazioni riguardano problemi di traffico e inquinamento atmosferico, acustico, da amianto o da rifiuti». Nell'ultimo anno, le pratiche che si sono concluse con esito positivo o parzialmente positivo sono state il 70 per cento. «Spesso ci siamo occupati di elementari diritti umani che riguardano anziani, disabili, madri sole, immigrati, detenuti». «Abbiamo inoltrato all'Atv che si dice in attesa di un finanziamento regionale», riferisce il difensore, «la richiesta dei ciechi di installare sugli autobus un avviso sonoro che segnali le fermate», Inoltre, parla di un «incontro fruttuoso con l'Atv e l'assessore Bertacco» per l'istituzione di un bus navetta che colleghi con la sede del Cerris e auspica che venga accolta la richiesta di parcheggi personalizzati per disabili. Il difensore ha caldeggiato anche l'istituzione di un luogo del commiato per i funerali civili: «Dall'Agec mi è stato risposto che ci vorranno almeno tre anni e che potrebbe essere realizzata in un luogo diverso dal cimitero». Infine, il difensore uscente invita il Consiglio comunale «a rivedere i parametri per andare incontro a chi è nell'impossibilità di pagare le bollette del gas e dell'energia elettrica, fino a una riduzione del 50 per cento per i pensionati sociali». E suggerisce di fare altrettanto per le tariffe cimiteriali. «Per una esumazione», esclama, «si chiedono anche 900 euro e l'alternativa è che i resti dei propri cari siano gettati in una fossa comune».  

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<Li torturavano. (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

PESARO PRIMO PIANO pag. 2 «Li torturavano. «Ammassati in gabbie anguste, condannati IL BLITZ SUI FAGIANI: ARRIVATA E' ARRIVATA la rivendicazione. Si firmano «Liberatori qualsiasi» e non dimostrano di avere grandi idee sulla vita dei fagiani. A loro bastava squarciare «il luogo di tortura» del San Bartolo. Hanno inviato una lettera al «Carlino», recapitata ieri con la posta normale. E' scritta in stampatello antico. In un passaggio si legge a proposito dei fagiani: «...Quegli esseri viventi erano schiavi imprigionati da una logica di superiorità attraverso la quale gli umani si arrogano il potere di stabilire le sorti degli altri animali». E ancora: «... questa notte abbiamo voluto essere complici della libertà fornendo a questi uccelli la possibilità di fuggire di ritrovare il loro naturale posto, di riabbracciare un cielo che l'arroganza umana ha sottratto loro». Poi nella lettera, i «liberatori qualsiasi» si pongono il problema dei fagiani liberati col copribecco: «... qualche mistificatore forse sosterrà che questi volatili essendo provvisti di copri becco sono destinati a morte certa, ma abbiamo delle foto che mostrano come alcuni di loro ne erano privi. Questo significa che c'è la possibilità che sopravvivano al di fuori della gabbia». Già, una semplice possibilità. LA LETTERA di rivendicazione finisce col dire che «...liberando i fagiani abbiamo dato loro l'opportunità di evitare una condanna a morte già stabilita da chi li ha rinchiusi, annientando la loro esistenza in nome di un falso benessere animale, nascondendoli dal resto dell'ordinata struttura con reti fitte, ammassandoli in piccole gabbie anguste e fatiscenti... come ogni altro luogo di tortura deve nascondere la spaventosa verità che si cela dentro le sue mura». MA L'APERTURA delle gabbie con la liberazione di 5mila fagiani, allevati sempre in gabbia, e quasi pronti per essere lasciati in 40 zone di ripopolamento della provincia, ha trasformato Pesaro in una città di fagiani. Sono ovunque. Li hanno visti in via Cecchi, in via Giolitti, in via Rossi, al porto, in riva al mare, a Baia Flaminia, mentre intorno a Villa Caprile c'è una vera colonia di fagiani dai colori cangianti. Ne hanno contato più di quaranta. Ma giorno per giorno, gli animali stanno diventando sempre più selvatici e quindi appare molto difficile prenderli e riportarli nel centro della Provincia sul San Bartolo da dove sono stati liberati. Spiega Goffredo Pazzaglia, responsabile dell'ufficio Ambientale della Provincia: «Ne avremo recuperato un migliaio, che ora stiamo rifocillando per poi entro pochi giorni portarli nei boschi per il ripopolamento programmato. Molti venivano nel prato davanti al centro per mangiare e soprattutto di notte è stato facile catturarli con le reti. Ma per circa 4000 esemplari è difficile ormai ritrovarli. Pur avendo il copribecco, è probabile che siano riusciti a trovare cibo ugualmente perché il copribecco ha una sua mobilità». DICE IL TENENTE Ciarichi della polizia provinciale: «Abbiamo rinvenuto pochi esemplari morti, gli altri probabilmente o sono riusciti a trovare cibo o si sono allontanati di molto da Pesaro». Racconta Nino Falcioni, residente in una villa del San Bartolo: «Ogni giorno vediamo una decina di fagiani che scendono nel telone che copre le piscina per bere l'acqua o mangiare il mangime che gli do. Ormai lo sanno e ci vengono volentieri». Molti fagiani si sono ricavati dei «nidi» nei terrazzi dei palazzi o nei giardini pubblici. Una buona colonia è stata segnalata anche al Miralfiore. Insomma, Pesaro è diventata senza volerlo la città dei fagiani. Dopotutto anche Rossini ne era affascinato... soprattutto a tavola. ro.da

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Freeman accusa: costretto a lasciare dalla lobby filoebraica (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-13 num: - pag: 15 categoria: REDAZIONALE La defezione nel team di Obama Freeman accusa: costretto a lasciare dalla lobby filoebraica DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Questa volta, a far saltare una nomina del presidente Obama non sono state le tasse. Charles Freeman, scelto per guidare il National Intelligence Council, l'organismo che coordina la stesura dei rapporti delle sedici agenzie dei servizi americani, si è chiamato fuori, travolto dallo sbarramento preventivo di critiche e attacchi, che sin dall'inizio ne ha accompagnato sulla blogosfera la designazione. Ex ambasciatore in Arabia Saudita, esperto di Medio Oriente e Cina, Freeman era entrato nel mirino di bloggers e gruppi di opinione per diverse ragioni: le ripetute critiche a Israele, che ha accusato di «occupazione violenta delle terre palestinesi»; i rapporti con Pechino, che lo hanno visto membro del board di una compagnia petrolifera cinese; l'eccessiva vicinanza alla monarchia saudita, che finanzia il centro di ricerca sul Medio Oriente di cui è fondatore. Ma la sua uscita di scena è diventata un caso controverso, dopo che Freeman ha sparato ad alzo zero contro la «lobby pro Israele », da lui indicata come unica e vera responsabile del naufragio della sua nomina. «Obiettivo di questa potente lobby — ha scritto in una lunga email inviata a tutti i media — è di controllare il processo politico, attraverso l'esercizio di un diritto di veto sulla nomina di persone che contestano la saggezza delle sue posizioni». Il risultato, secondo Freeman, è «l'impossibilità per l'opinione pubblica americana di discutere, o per il governo di considerare qualsiasi opzione politica per il Medio Oriente, che non sia condivisa dalla fazione al potere in Israele ». I fatti dicono però che solo alcune organizzazioni ebraiche siano uscite pubblicamente contro la nomina di Freeman. Un esempio: come ha spiegato il portavoce Josh Block, l'American Israel Public Affairs Committee, considerato il più influente gruppo pro-israeliano di Washington, «non ha preso posizione e non ha fatto pressioni sul Congresso ». Block ha comunque ammesso di aver risposto alle domande di giornalisti e fornito loro materiale sulle passate dichiarazioni anti israeliane di Freeman. La discussione si è fatta aspra e polemica. Il Washington Post ieri ha criticato Freeman, accusandolo di teorizzare una cospirazione inesistente e ricordando che uno dei suoi critici più feroci fosse proprio la Speaker della Camera, Nancy Pelosi, che gli rimprovera posizioni molto indulgenti sulle violazioni dei diritti umani in Cina. Ma altri gli hanno dato ragione. Come Joe Klein, editorialista di Time, il quale però ha accusato non la lobby pro Israele, ma una «banda di neo conservatori ebraici che hanno reso Washington un posto poco accogliente per chi ha il coraggio di sfidare il loro punti di vista». Nell'amministrazione, Freeman è stato difeso solo dall'Ammiraglio Dennis Blair, capo dell'apparato d'intelligence e suo grande protettore. Ma la Casa Bianca ha taciuto, sia prima, al momento delle critiche, che dopo, davanti alla sua reazione. Ed è stato questo assordante silenzio, che deve averlo convinto a ritirarsi. Ambasciatore Charles Freeman era stato scelto da Obama per guidare il National Intelligence Council. Criticato per le sue posizioni sulla Cina e su Israele (e ritenuto troppo amico dei sauditi, dov'è stato ambasciatore), ha rinunciato all'incarico Paolo Valentino

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Studenti a lezione di diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

VETRINA CENTO pag. 15 Studenti a lezione di diritti umani CENTO IL CEVOLANI' E L'AFRICA NELL'AMBITO di un progetto di compresenza tra due discipline, storia e diritto, rivolto ad una classe ad indirizzo liceo delle scienze sociali dell'istituto Cevolani, gli studenti hanno avuto la possibilità di discutere di diritti umani prendendo spunto da un caso storico di conflitto e di violazione delle norme del diritto internazionale e dei diritti umani. Questa opportunità è arrivata grazie ad un progetto proposto a diverse scuole della regione dall'Organizzazione non Governativa Cisp e numerose associazioni ed istituzioni tra le quali il Comune di Ferrara, la provincia di Ferrara, l'Università di Bologna e il Ministero degli Affari Esteri Italiano. Le tematiche proposte riguardano l'affermazione di una sensibilità della cittadinanza italiana sulla centralità del diritto internazionale e difesa dei diritti umani prendendo spunto dalla storica questione del Sahara Occidentale unica area del Magreb in cui il processo di decolonizzazione è rimasto incompiuto e a cui le Nazioni Unite dedicano importanti sforzi diplomatici ed economici. Gli studenti hanno letto ed analizzato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 e studiato le diverse generazioni dei diritti umani' per poi verificare nel concreto come vengono violati i diritti umani e le motivazioni che portano alcuni governi a non rispettare le norme del diritto internazionale sancite da organismi internazionali. I ragazzi dopo aver seguito un percorso di documentazione storica e di ricerca hanno incontrato a scuola Elmahjoub Maliha studente saharawi che frequenta l'Università a Marrakesch in Marocco e Abdealem Omar membro dell'Associazione Familiari presi e scomparsi Saharawi e con loro hanno avuto la possibilità di confrontarsi e discutere per capire le ragioni del conflitto. Image: 20090313/foto/3445.jpg

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Medico italiano rapito nel Darfur (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Medico italiano rapito nel Darfur E' stato preso in ostaggio con altri due operatori umanitari Il gruppo appartiene all'organizzazione Medici senza frontiere ROBERTA RIZZO MILANO. Tre operatori umanitari di Medici senza frontiere Belgio sono stati rapiti nel Darfur, regione del Sudan occidentale e zona minata da una feroce guerra civile. Tra loro c'è anche un medico italiano, Mauro D'Ascanio, 34 anni, vicentino, specializzato in medicina d'urgenza, da sei mesi in Sudan. Il sequestro è avvenuto verso le 19 di mercoledì scorso quando il gruppo di sequestratori è entrato nell'ufficio dell'organizzazione umanitaria, a Saraf Umra, ed ha prelevato D'Ascanio, il coordinatore francesce Raphael Meonier e l'infermiera canadese Laura Archer. Con loro c'erano anche due operatori locali rilasciati subito dopo. In un primo momento sembrava che gli autori del rapimento fossero i ribelli del Jem (Justice and Equality Movement), ma si tratterebbe di un'azione di banditismo. Difficile non pensare ad un collegamento con la gravissima situazione nel Darfur dopo l'incriminazione del presidente sudanese, Omar El Bashirm, per crimini contro l'umanità e crimini di guerra. E la conseguente decisione del governo di espellere dal Sudan 13 organizzazioni non governative, per cui circa 180 operatori sanitari stranieri hanno già lasciato il paese. «I tre ostaggi sono vivi, stanno bene, non hanno subito maltrattamenti e si sta lavorando per liberarli», hanno affermato i vertici del governo sudanese. Secondo Mohammed Abdel Rahman, responsabile della commissione sudanese sulle associazioni per i diritti umani, ai tre sarebbe stato concesso di telefonare e rassicurare i colleghi sulle loro condizioni. Ma, secondo Josephine Guerriero, portavoce dell'agenzia delle Nazioni Unite, Unamid a Khartoum, per il loro rilascio sarebbe stato chiesto un riscatto: «Gli ostaggi sono stati prelevati da un commando di uomini armati e le trattative per il rilascio sono già in corso». "Medici senza frontiere" ha però smentito categoricamente la notizia. La Farnesina mantiene uno stretto riserbo sulla vicenda: «L'Unità di crisi», sottolineano fonti ministeriali, «si mantiene in continuo raccordo con la branca italiana dell'organizzazione umanitaria e con i familiari del medico italiano. E' stata inoltre attivato un canale di coordinamento con i Ministeri degli esteri di Francia e Canada». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, segue con preoccupazione l'evolversi degli avvenimenti mentre il ministro, Franco Frattini, ha avviato «tutte le necessarie azioni per una soluzione positiva». Intanto "Medici senza frontiere" ha deciso di lasciare il Darfur, tutte le sue equipe stanno rientrando, lo ha confermato il direttore della sezione belga, Christopher Stokes, il quale ha precisato che rimarranno solo gli operatori impegnati per la liberazione dei colleghi. Ai due ostaggi locali, subito liberati, sarebbe stata consegnata dai banditi una lettera con la richiesta di riscatto di cui non è ancora nota l'entità. A testimoniare il lavoro di D'Ascanio è una ostetrica italiana, Camilla. la quale ha parlato del progetto di Sraf Umra: «Un progetto di assistenza medica primaria a circa 55mila persone per cui D'Ascanio ha sempre lavorato senza mai risparmiarsi».

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Gaza, bilancio definitivo raid israeliani è di 960 civili uccisi (sezione: Diritti umani)

( da "Reuters Italia" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

GAZA (Reuters) - L'offensiva israeliana di 22 giorni nella Striscia di Gaza governata da Hamas ha ucciso 1.434 persone, di cui 960 civili, 239 poliziotti e 235 combattenti. Lo riferisce il Centro palestinese per i diritti umani. Israele ha realizzato gli attacchi via aria, terra e mare dal 27 dicembre al 18 gennaio, nel tentativo di costringere Hamas e altri gruppi militanti islamici a fermare il lancio di razzi e di colpi di mortaio attraverso il confine contro le città israeliane. "Le indagini del Centro palestinese per i diritti umani rivelano che nel corso degli attacchi, le forze di occupazione israeliane hanno usato una forza eccessiva e indiscriminata, in violazione del principio di distinzione", scrive il gruppo in un documento (www.pchrgaza.org). Il principio di distinzione "obbliga tutte le parti coinvolte nel conflitto a distinguere tra combattenti e non combattenti". Un portavoce dell'esercito israeliano ha detto che l'esercito ha fatto "tutti gli sforzi possibili per minimizzare i danni alla popolazione civile" durante i combattimenti, spiegando che i militari facevano telefonate di avvertimento in anticipo per invitare i residenti a lasciare le zone degli scontri. Una nota dell'esercito respinge come "assurde e false" le accuse di aver voluto intenzionalmente colpire i civili. Secondo il gruppo, c'è stato un "tasso sproporzionatamente alto di morti tra i civili", aggiungendo che 288 bambini e 121 donne sono tra le vittime. "Il ministero della Salute ha confermato che un totale di 5.303 palestinesi sono rimasti feriti negli attacchi, compresi 1.606 bambini e 828 donne", aggiunge il gruppo, che chiede un'indagine internazionale sui "crimini commessi dalle forze israeliane" e un processo per "tutti i funzionari politici e militari" accusati. Il comunicato israeliano si interroga sul perché il gruppo non fa riferimento alle accuse di Israele secondo cui Hamas ha usato i civili come scudi umani.

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Battisti, Brasile: "Non siamo Paese di ballerine" (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 62 del 2009-03-13 pagina 0 Battisti, Brasile: "Non siamo Paese di ballerine" di Redazione Il ministro della Giustizia brasiliano lancia accuse al governo italiano: "Ci hanno detto che il nostro è un Paese di ballerine e non di giuristi". E attacca: "Nei processi a Battisti non sono stati rispettati i diritti della difesa" Brasilia - "Il Brasile è stato aggredito nella sua sovranità per alcune dichiarazioni delle autorità italiane". Ecco la mossa politica del ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro nell'affaire Battisti durante un?audizione congiunta alle commissioni esteri e diritti umani al Senato. In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull?ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione. "Da parte dell?Italia non c?era mai stato tanto interesse come nei confronti di questo caso che - ha sottolineato Genro - deve essere de-ideologizzato e affrontato senza idee preconcette". In Italia è stato tra l?altro detto che "il Brasile è un paese di ballerine e non di giuristi. Noi abbiamo l?orgoglio di essere un paese di ballerine e anche di grandi giuristi" ha aggiunto Genro durante l?audizione in Senato, che è seguita da numerosi giornalisti. In Italia lesi i diritti della difesa Nei processi svolti in Italia contro Battisti non sono stati rispettati del tutto i "diritti alla difesa" ha detto ancora il ministro della Giustizia brasiliano. Genro ha poi definito "legittima" la reazione dello Stato italiano contro le organizzazioni che cercavano di destabilizzare il paese negli anni ?70, precisando però che anche in uno Stato di diritto esiste il germe dell?eccezione: "Quando diciamo che l?eccezione convive, eventualmente, con il diritto non stiamo aggredendo lo stato di diritto in Italia" ha spiegato citando, come esempio, gli Usa dove c?è democrazia, ma nella precedente amministrazione sono state dettate norme d?eccezione per ottenere "la confessione sotto tortura". La Farnesina: "Rapporti buoni" In relazione alle dichiarazioni odierne del ministro della giustizia brasiliano, Genro, da parte italiana - si legge in una nota della Farnesina - "non si ha nulla da commentare se non ribadire gli stretti legami di amicizia e cooperazione che uniscono Italia e Brasile. Rimaniamo per parte nostra - conclude la Farnesina - in fiduciosa attesa dell?imparziale decisione che verrà assunta dal tribunale Supremo di giustizia brasiliano". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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CRISI: NAPOLITANO, UE SI IMPEGNI DI PIU' PER DARE SLANCIO A... (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

(ASCA) - Roma, 13 mar - ''L'attuale crisi economica globale richiama con forza la necessita' d'un piu' grande impegno comune dell'Europa per dare slancio alla ripresa economica, per rafforzare la sua coesione sociale e territoriale e per dare piena attuazione alla politica di vicinato, a partire dal Mediterraneo''. Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nel messaggio inviato al Presidente del Consiglio regionale della Liguria, Giacomo Ronzitti, in occasione del Forum ''Dialoghi nel Mediterraneo occidentale. Le regioni e la societa' civile per la cooperazione decentrata e la democrazia partecipativa'', organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea e dalla Regione Liguria a Genova. Secondo il Capo dello Stato, ''societa' civile ed autorita' regionali e locali possono essere protagoniste di iniziative concrete, portatrici di idee e di esperienze nelle politiche d'inclusione e partecipazione, per lo sviluppo sostenibile, per la valorizzazione dell'istruzione e della cultura, per la promozione dei diritti umani, della pace e della solidarieta'. Come propone il progetto di unione per il Mediterraneo - continua Napolitano - occorre un forte rilancio del processo di Barcellona. In questo senso, dalla partecipazione delle autorita' regionali e locali e della societa' civile puo' venire una spinta importante all'integrazione, allo scambio e al confronto, da sempre al centro della storia del Mediterraneo e dell'identita' europea''.

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Pakistan/ Polizia blocca strade verso capitale (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Islamabad, 13 mar. (Ap) - La polizia pachistana continua a bloccare le strade di accesso verso la capitale Islamabad sulla quale in questi giorni dovrebbero convergere le marce degli avvocati e degli oppositori al governo. La grande manifestazione ad Islamabad è prevista per lunedì. L'opposizione e gli avvocati chiedono al governo guidato dal Presidente Asif Ali Zardari di garantire maggiore indipendenza agli organi giudiziari e di reintegrare nel suo incarico l'ex presidente della Corte suprema, rimosso dall'allora presidente generale Pervez Musharraf. La protesta ha ripreso nuovo vigore quando la Corte suprema, il mese scorso, ha vietato a Nawaz Sharif e a suo fratello di assumere l'incarico per il quale erano stati eletti alla guida della provincia di Punjab. Sharif, ex premier e leader della Lega musulmana, ha dichiarato a proposito del presidente Asif Ali Zardari: "Non credo che sarà in grado di restare al suo posto tanto da completare i cinque anni di mandato". Nei giorni scorsi il governo ha proceduto all'arresto di centinaia di attivisti politici, avvocati e difensori dei diritti umani in vista della manifestazione del 16 marzo a Islamabad.

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La comunità Bahá'í di Caserta si riunisce in preghiera (sezione: Diritti umani)

( da "Caserta News" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 13 Marzo 2009 La comunità Bahá'í di Caserta si riunisce in preghiera RELIGIONE | Caserta La comunità BahÁ'Í di Caserta si riunisce in preghiera per ricordare i BahÁ'Í ingiustamente incarcerati in Iran Venerdì 13 marzo c.a. la comunità bahÁ'Í di Caserta si riunisce in preghiera per ricordare i bahÁ'Í ingiustamente incarcerati in Iran. Da oltre 30 anni le persecuzioni contro i bahÁ'Í hanno subito un progressivo incremento volto a stroncare una comunità di oltre 300.000 seguaci che rappresenta la minoranza religiosa più numerosa in Iran. Molti dei bahÁ'Í incarcerati sono rinchiusi senza un chiaro capo d'accusa e senza possibilità di essere visitati dai loro legali. Molti governi d'Europa, tra i quali la Gran Bretagna, La Germania e l'Olanda hanno chiesto all'Iran l'immediato rilascio dei bahÁ'Í incarcerati, perché in chiara violazione della carta dei diritti umani. Si aggiungono a loro la Presidenza dell'Unione Europea e i governi di Stati Uniti, Canada e Brasile. I bahÁ'Í di Caserta si uniscono in preghiera agli oltre 5 milioni di bahÁ'Í nel mondo nel ricordare i loro correligionari in questo momento difficile. L'incontro si terrà venerdì 13 marzo presso casa Parsa in via Barducci 10 sc. M alle ore 19.30.

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Pari opportunità: servono leggi (sezione: Diritti umani)

( da "Denaro, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mediterraneo algeria Pari opportunità: servono leggi Le donne sono penalizzate anche economicamente dal Codice della Famiglia Combattere i matrimoni forzati, la violenze fisiche, sessuali e psicologiche, subite dalle donne algerine in famiglia, a scuola e nei luoghi di lavoro. Sono questi i punti centrali della Carta lanciata dal nuovo "Collettivo contro le violenze fatte alle donne" creato da sei associazioni algerine per la promozione di leggi civili che garantiscano l'uguaglianza in ogni ambito. L'inferiorità delle donne, si legge nella Carta, è istituzionalizzata dal Codice della Famiglia che aggrava le violenze. Inoltre, prosegue il documento siglato da Sos Femme en detresse, Reseau Wassila, la Commissione delle donne della lega algerina per i diritti umani, Djazairouna, Fatma Nsoumer e la sezione femminile del principale sindacato Ugta, il sistema educativo porta all'alienazione della società e della donna in particolare'' riproducendo "schemi sociali retrogradi". Le violenze possono essere fisiche, psicologiche, politiche, sessuali, ma anche economiche precisa il Collettivo denunciando il lavoro non o poco remunerato delle ragazze: una vera e propria tratta delle donne. Il problema in Algeria resta il Codice della Famiglia che dal 1984 regola la vita familiare e fa della donna una minorenne a vita. Perchè invece di pensare ad un articolo costituzionale non e' stato abolito questo codice dell'infamia? si chiedono le associazioni femministe algerine. La revisione della Costituzione, approvata il 12 novembre e centrata sull'eliminazione del limite di due mandati per il presidente della Repubblica, ha introdotto un articolo per sostenere una maggiore partecipazione politica delle donne . Secondo un sondaggio pubblicato dal Ciddef (Comitato per la difesa dei diritti dell'infanzia e delle donne), il 38 per cento degli algerini (uomini e donne), è contrario al lavoro femminile, e circa il 40 per cento si oppone ad una partecipazione delle donne in politica. Circa il 60 per cento degli uomini e' contrario alla soppressione della poligamia che, anche se poco praticata, continua ad essere prevista dal Codice della Famiglia, ispirato alla Sharia, le legge islamica. In Algeria, dove madri e sorelle hanno diritto al 50 per cento dell'eredita' garantità invece ai fratelli, soltanto il 9,6 per cento delle donne sposate lavora e in generale meno del 15 per cento delle donne in età da lavoro svolge un'attività professionale. Soltanto 2 algerini su 10, rivela il Ciddef, si sono dichiarati nettamente a favore di un'Algeria moderna costruita su valori di uguaglianza. In occasione dell'8 marzo il presidente Abdelaziz Bouteflika ha sottolineato i progressi giuridici, tra cui il cambio della Costituzione e il Codice della nazionalità, che permette anche alla donna di trasmettere la nazionalità, che ''ridaranno alle algerine i loro diritti''. ''La più grande vittoria - ha aggiunto - è constatare che l'idea di uguaglianza tra uomo e donna si radica ed è sempre più accettata". del 13-03-2009 num.

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<Immigrati, no ai ricatti per i medici> (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACA 13-03-2009 LEGALITÀ ALLA PROVA Intellettuali e accademici insieme per dire no all'emendamento della Lega: c'è il rischio di epidemie per chi, per paura, evita di chiedere aiuto «Immigrati, no ai ricatti per i medici» DA ROMA LUCA LIVERANI L a denuncia dei pazienti immigrati irregolari contrasta con la deontologia dei medici perché ne «distorce l'identità». E pone gli immigrati davanti a un «odioso ricatto»: scegliere tra la salute «propria o dei figli e la speranza di una vita meno misera». Senza contare «il rischio di epidemie» diffuse da stranieri malati che per paura non si faranno più curare. Si chiama «Rispettare le persone, tutte e sempre» l'appello sottoscritto da 64 docenti universitari e intellettuali contro l'emendamento leghista, approvato in Senato in prima lettura, al disegno di legge che fa parte del pacchetto sicurezza, prossimamente alla Camera. A promuovere l'iniziativa Giuseppe Savagnone, Sandro Pajno e Francesco Viola. L'appello ricorda che la norma per cui «l'extracomunitario clandestino che si rivolge a una struttura pubblica per essere curato può essere denunziato, è già stata contestata dall'Ordine dei Medici come contraria al proprio codice deontologico», perché distorce «l'identità e la funzione del medico». Proprio ieri Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici e odontoiatri, in una lettera ai presidenti delle commissioni Affari costituzionali e giustizia della Camera ribadiva la forte preoccupazione della categoria. Critici anche i collegi Ipasvi degli infermieri, gli assistenti sociali, i pediatri e le ostetriche, che hanno aderito alla mobilitazione lanciata il 28 gennaio da Medici senza frontiere, Società italiana medicina e migrazione, Associazione studi giuridici sull'immigrazione e Osservatorio italiano sulla salute globale. Contro la norma anche una mozione dell'11 febbraio dalla Facoltà di medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. L'appello dei 64 professori prosegue così: «In quanto cittadini che si sforzano di ispirare la vita pubblica al Vangelo e alla Dottrina sociale della Chiesa, noi vogliamo fare nostra questa contestazione nella più ampia prospettiva dei diritti umani e della solidarietà. La norma in questione, infatti, crea le condizioni perché degli uomini e delle donne debbano scegliere tra la propria salute o quella dei propri figli e la speranza, legata alla permanenza nel nostro paese, di una vita meno misera per sé e per la propria famiglia. Essa pone così ai più poveri tra i poveri un odioso ricatto, il cui esito potrebbe, in molti casi, essere tragico». Secondo i firmatari «non è chiaro se l'innovazione legislativa, eliminando il divieto di denunzia», introduca «un obbligo o soltanto una facoltà». Secondo la Fnomceo i medici, «essendo incaricati di un pubblico servizio, potrebbero addirittura incorrere nel reato di omessa denuncia». In ogni caso, prosegue l'appello dei docenti, «già il rischio della denunzia costituirebbe per il clandestino un deterrente decisivo che lo scoraggerebbe dal rivolgersi alle strutture sanitarie». I 64 affermano poi che «la vita umana va difesa in tutto l'arco del suo svolgersi. Noi ci opponiamo decisamente, perciò, alla posizione di quanti ne svalutano arbitrariamente la fase iniziale e quella terminale. Ma con altrettanta energia rifiutiamo tutte le misure che ne umiliano la dignità e ne mettono a repentaglio l'integrità nel tempo intermedio tra questi due estremi». Pericolose le conseguenze sulla salute pubblica: «Spingendo i clandestini a nascondere le proprie malattie e a fronteggiarle empiricamente, la norma fa aumentare considerevolmente il rischio di epidemie sul nostro territorio». Chi condivide l'appello, è la chiusa, deve «far sentire» la sua voce «prima che la legge venga definitivamente approvata, inviando messaggi di protesta alla Camera». Appello di 64 docenti contro la denuncia dei pazienti irregolari: non umiliare la dignità delle persone

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Obama: <Cooperare con la Cina> Ma avverte Yang sui diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

MONDO 13-03-2009 colloquio alla Casa Bianca Obama: «Cooperare con la Cina» Ma avverte Yang sui diritti umani DA NEW YORK ELENA MOLINARI U n incontro avvenuto in un momento di tensione fra Stati Uniti e Cina, ma dove ha tuttavia prevalso lo spirito di collaborazione. Durante il loro meeting alla Casa Bianca Barack Obama e il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi hanno espresso la volontà comune che incidenti navali come quello dello scorso fine settimana «non si ripetano». Ma hanno di fatto sorvolato sull'episodio, preferendo parlare di economia. Il presidente americano ed il capo della diplomazia cinese hanno dunque concordato che i due Paesi «devono lavorare in stretto contatto e con urgenza per stabilizzare l'economia mondiale stimolando la domanda e riattivando il flusso di credito sui mercati». Domenica scorsa cinque navi cinesi avevano bloccato una imbarcazione oceanografica Usa in acque considerate "internazionali" da Washington e nella "propria zona economica" da Pechino. Mentre il Pentagono ha già fatto sapere che non rinuncerà alle ricognizioni navali nel Mar meridionale cinese, e ha assegnato al cacciatorpediniere Chung-Hoon il compito di fare da scorta armata alla nave bloccata domenica scorsa, la Casa Bianca è più interessata a rilanciare su basi pragmatiche il dialogo con la Cina, dalla cui fame per il debito Usa dipende in larga misura la ripresa economica americana. O- bama, ha detto di voler avere rapporti «positivi e costruttivi» con la Cina. Ha parlato anche di «dialogo sulle questioni militari». Poi, facendo eco al segretario di Stato Hillary Clinton, ha lodato le misure di stimolo che la Cina intende attuare per il rilancio della sua economia. «Dobbiamo lavorare insieme per stabilizzare l'economia mondiale ». In primo piano erano poi il ruolo di Pechino negli sforzi per dissuadere l'Iran e la Corea del Nord dal portare avanti i loro programmi nucleari. O- bama e Yang si sono infatti detti «uniti» nell'opposizione ai lanci missilistici da parte della Corea del Nord e decisi a lavorare per «fermare il nucleare» di Pyongyang. Il presidente Usa ha toccato anche il tasto dei diritti umani, la cui difesa gli Stati Uniti considerano «essenziale ». Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, Obama ha espresso a Yang l'auspicio che «vengano fatti progressi nel dialogo tra il governo cinese e i rappresentanti del Dalai Lama». Yang ha sottolineato che l'incontro di ieri mirava anche a gettare le basi per il primo faccia a faccia tra il presidente Obama e il collega cinese Hu Jintao previsto all'inizio di aprile in margine al G20 di Londra. Il leader americano ha visto il ministro degli Esteri di Pechino. «Dialogo sulle questioni militari». Però il Pentagono invia un cacciatorpediniere nel Mare cinese meridionale Il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi con Hillary Clinton (Reuters)

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- IRAQ: RISCHIO DI ESECUZIONI DI MASSA (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

13-03-2009 Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Marzo > Iraq: rischio di esecuzioni di massaContenuto della paginaIraq: Amnesty International denuncia il rischio di esecuzioni di massa. 128 prigionieri verso l'impiccagione, al ritmo di 20 a settimana. Appello on line per scongiurare le esecuzioniCS037: 13/03/2009Amnesty International ha sollecitato l'immediato intervento del ministro della Giustizia iracheno per fermare l'esecuzione di 128 condanne a morte che, secondo informazioni ricevute dall'organizzazione per i diritti umani, potrebbero aver luogo al ritmo di 20 a settimana, a partire dalla prossima."Nel 2004 il governo iracheno dichiar che la reintroduzione della pena di morte avrebbe stroncato la violenza in tutto il paese. In realt, questa continuata e la pena capitale ha dimostrato ancora una volta di non costituire alcun deterrente" - ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. "Tra l'altro, molti attacchi vengono compiuti da attentatori suicidi nei confronti dei quali, evidentemente, il rischio dell'esecuzione non ha alcun potere dissuasivo".Il 9 marzo il Consiglio supremo giudiziario ha informato Amnesty International che il Consiglio di presidenza (composto dal presidente e dai due vicepresidenti) ha ratificato le condanne a morte di 128 prigionieri, le cui sentenze erano state gi confermate dalla Corte di cassazione. Le autorit hanno annunciato l'intenzione di eseguire le condanne a morte al ritmo di 20 a settimana.Le stesse autorit non hanno rivelato l'identit delle 128 persone, alimentando il timore che molte di esse possano essere state condannate a morte al termine di processi non in linea con le norme internazionali. Nella maggior parte dei casi, con ogni probabilit, le condanne sono state inflitte dalla Corte penale centrale irachena, per reati quali omicidio e rapimento di persona, sulla base di confessioni estorte con la tortura durante il periodo di detenzione preventiva. Le forze di sicurezza irachene ricorrono sovente alla tortura ma la Corte non indaga adeguatamente, o non indaga affatto, sulle denunce dei detenuti, Le procedure seguite dalla Corte risultano ampiamente al di sotto degli standard internazionali sui processi equi."Il traballante sistema giudiziario iracheno non semplicemente in grado di garantire l'equit nei processi per crimini ordinari, tanto meno in quelli per reati punibili con la pena di morte. Temiamo che in questi anni molte persone siano state messe a morte al termine di processi iniqui" - ha commentato Smart. "L'Iraq continua a essere colpito da alti livelli di violenza politica ma la pena di morte non affatto una risposta a questa situazione e anzi, a causa del suo effetto brutalizzante, pu renderla ancora peggiore. Il governo iracheno deve sospendere immediatamente le 128 esecuzioni e istituire una moratoria sulla pena capitale". Amnesty International chiede alle autorit irachene di rendere pubbliche tutte le informazioni sui 128 prigionieri a rischio di esecuzione, tra cui il nome completo, i dettagli sulle accuse, la data dell'arresto, del processo e dell'appello e l'attuale luogo di detenzione.Ulteriori informazioniDa quando, nell'agosto 2004, stata reintrodotta, la pena di morte viene usata a ritmi sempre pi crescenti, con centinaia di condanne inflitte e decine di esecuzioni. Amnesty International ha registrato 285 condanne e 34 esecuzioni nel 2008, 199 condanne e 33 esecuzioni nel 2007 e 65 esecuzioni nel 2006. Queste cifre, tuttavia, potrebbero essere assai pi elevate poich non esistono statistiche ufficiali e le informazioni pubblicate dalla stampa locale sono discontinue e contraddittorie. FINE DEL COMUNICATO Roma, 13 marzo 2009Per approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail: press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg

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La famiglia dell'avvocato dissidente ottiene l'asilo politico in Usa (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'avvocato, promotore dei diritti civili, è stato condannato a quattro anni di carcere Cina: famiglia di dissidente fugge in Usa La moglie e i due figli di Gao Zhisheng ottengono asilo politico negli Stati Uniti PECHINO - La moglie e i due figli del dissidente cinese Gao Zhisheng hanno lasciato clandestinamente la Cina e si sono rifugiati negli Usa, dove hanno ottenuto asilo politico, a causa delle «insopportabili persecuzioni» della polizia cinese. Lo ha dichiarato Geng He dopo essere arrivata negli Usa con la figlia di 15 anni e il figlio di 5. «Ho lasciato la Cina perché la mia famiglia è da troppo tempo sotto sorveglianza. Abbiamo avuto grandi difficoltà nelle nostre carriere e nella nostra vita quotidiana», ha aggiunto la donna. Il marito è scomparso lo scorso mese e sia la famiglia che gruppi per la difesa dei diritti umani temono che si trovi di nuovo nelle mani della polizia. VIAGGIO AVVENTUROSO - La ragazzina ha dovuto smettere di andare a scuola e, ha raccontato Geng, ha «tentato più volte il suicidio». Gao, uno dei promotori dell'impegno civile degli avvocati cinesi, è stato condannato a quattro anni di prigione nel 2006 ma ha ottenuto la sospensione della condanna per buona condotta. Da allora è spesso agli arresti domiciliari, così come tutti i membri della sua famiglia. Lodato e premiato dal governo per il suo impegno civile fino al 2001, Gao Zhisheng è caduto in disgrazia quando ha cominciato a difendere dissidente e membri della setta religiosa fuorilegge del Falun Gong. Geng He ha raccontato di essere fuggita senza avvisare il marito e di essere stata aiutata da «amici» e seguaci del Falun Gong a raggiungere la Thailandia (che non confina con la Cina) dopo un viaggio di otto giorni in moto attraverso le montagne. stampa |

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Sudafrica/ Sempre piu' donne stuprate e uccise perche' (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 13 mar. (Apcom) - Il corpo semi-nudo di Eudy Simelane, star della squadra di calcio sudafricana Banyana Banyana, venne ritrovato nel parco di Kwa Thema, alle porte di Johannesburg, lo scorso aprile. Simelane aveva subito uno stupro di gruppo, prima di essere uccisa con 25 coltellate al volto, al petto e alle gambe. Oltre a essere una nota giocatrice di calcio, Simelane era un'attivista per i diritti umani e una delle prime donne a vivere apertamente la propria omosessualità. La morte di Simelane ha suscitato grande scalpore nel Paese, ma da allora le violenze contro le donne lesbiche hanno continuato ad aumentare, denuncia oggi il quotidiano britannico The Guardian. Secondo gli attivisti per i diritti umani, le violenze seguono sempre lo stesso copione: "stupro di gruppo" commesso da uomini che sostengono di voler "curare" le donne. Oggi, un rapporto dell'organizzazione non governativa ActionAid va oltre, denunciando la cultura di impunità che circonda questi delitti, non riconosciuti dallo Stato e non puniti dalla magistratura. ActionAid invita quindi il sistema penale sudafricano a riconoscere la particolarità di questi omicidi, in quanto crimini a sfondo razziale e sessuale, garantendo così maggiori forze di polizia e risorse per il loro contrasto. Le lesbiche contattate dal quotidiano britannico a Johannesburg e Città del Capo affermano di essere sotto minaccia ogni giorno. "Ogni giorno mi dicono che mi uccideranno, che mi stupreranno e che dopo lo stupro diventerò una ragazza - dice Zakhe Sowello di Soweto, a Johannesburg - quando subisci uno stupro hai molte prove sul tuo corpo. Ma quando cerchiamo di denunciare questi crimini non succede nulla, e vedi i ragazzi che ti hanno stuprato camminare liberi per la strada". Una ricerca condotta lo scorso anno da un'organizzazione sudafricana per i diritti degli omosessuali, Triangle, ha rivelato che l'86% delle donne lesbiche della provincia di Western Cape vive nella paura di subire un'aggressione a sfondo sessuale. L'organizzazione afferma di occuparsi ogni settimana di 10 casi di "stupro correttivo". "Quello a cui stiamo assistendo è un aumento del numero di donne che vengono da noi dopo essere state stuprate, a cui è stato detto durante lo stupro che subiscono tale violenza perchè sono lesbiche", dice il Presidente di Triangle, Vanessa Ludwig. Altre organizzazioni sottolineano come la cultura machista del paese favorisca l'inerzia delle forze di polizia e un forte aumento di casi di violenze contro le donne in generale. "Quando ci si chiede perchè le donne lesbiche vengono prese di mira, bisogna anche chiedersi perchè così tante donne vengono stuprate e uccise in Sudafrica - dice Carrie Shelver, del gruppo per i diritti delle donne Powa - bisogna evidenziare come si stia diffondendo la cultura del macho, che cerca di opprimere le donne e le tratta solo come oggetto sessuale. Nel caso delle lesbiche, loro rappresentano un affronto a questo genere di mascolinità".

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Crisi, Napolitano: "Serve un maggiore impegno di tutta l'Europa" (sezione: Diritti umani)

( da "Dire" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Crisi, Napolitano: "Serve un maggiore impegno di tutta l'Europa" ROMA - "L'attuale crisi economica globale richiama con forza la necessità d'un più grande impegno comune dell'Europa per dare slancio alla ripresa economica, per rafforzare la sua coesione sociale e territoriale e per dare piena attuazione alla politica di vicinato, a partire dal Mediterraneo". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato in occasione del Forum 'Dialoghi nel Mediterraneo occidentale. Le regioni e la società civile per la cooperazione decentrata e la democrazia partecipativa', organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea e dalla regione Liguria a Genova. "Società civile ed autorità regionali e locali- sottolinea Napolitano- possono essere protagoniste di iniziative concrete, portatrici di idee e di esperienze nelle politiche d'inclusione e partecipazione, per lo sviluppo sostenibile, per la valorizzazione dell'istruzione e della cultura, per la promozione dei diritti umani, della pace e della solidarietà". Come propone il progetto di unione per il Mediterraneo, spiega il presidente della Repubblica, "occorre un forte rilancio del processo di Barcellona. In questo senso, dalla partecipazione delle autorità regionali e locali e della società civile può venire una spinta importante all'integrazione, allo scambio e al confronto, da sempre al centro della storia del Mediterraneo e dell'identità europea". 13 marzo 2009

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Allarme di Maroni: <Ancora faticoso applicare l'accordo con Tripoli> (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Allarme di Maroni: «Ancora faticoso applicare l'accordo con Tripoli» Massimo Nesticò Roma. Due milioni di migranti sono pronti a partire dalla Libia verso le coste italiane. L'allarme lo lancia il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, mentre Amnesty International chiede all'Unione Europea di vigilare su eventuali violazioni dei diritti umani a Lampedusa, dove sono ripresi gli sbarchi ed il Cie è di nuovo sovraffollato. E oggi, proprio sull'isola siciliana è atteso il commissario Ue alla giustizia e alle libertà civili Jacques Barrot. Per fare il punto sulla delicata situazione sbarchi, Maroni ha riunito ieri al Viminale il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica. ACCORDO FATICOSO CON LIBIA. Maroni continua a riporre fiducia nei pattugliamenti congiunti davanti alle coste libiche. Proprio in questi giorni una delegazione di tecnici del Paese nordafricano è in Italia per prendere visione delle sei motovedette della Guardia di finanza che saranno cedute ai libici per fare i pattugliamenti. L'accordo con la Libia, spiega il ministro, «sta faticosamente entrando in vigore. Non appena partiranno i pattugliamenti, cosa che auspico possa avvenire in tempi rapidissimi, i flussi si fermeranno». Lo scorso anno oltre 30 mila persone partite dalla Libia sono arrivate sulle coste italiane. TREMILA ESPULSI IN DUE MESI. Intanto, proseguono le espulsioni di clandestini dall'Italia. Nei primi due mesi dell'anno, ha riferito il titolare del Viminale, sono state 3.000; nel 2008 furono 25.000. Ieri un volo charter, pagato da Frontex, l'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Ue, è partito dall'aeroporto di Fiumicino diretto a Lagos (Nigeria) per rimpatriare 51 nigeriani, di cui 32 espulsi dall'Italia e 19 da altri Paesi dell'Ue (10 dalla Spagna, 4 da Malta, 3 dalla Francia, 1 da Cipro ed 1 dalla Polonia). L'ALLARME DI AMNESTY. Ma la strategia italiana anti-clandestini non piace ad Amnesty International che invita l'Unione europea ad «esercitare una maggiore pressione sull'Italia per assicurare che i diritti umani non siano violati a Lampedusa». La decisione di detenere i migranti e i richiedenti asilo a Lampedusa per tutta la durata del procedimento, scrive l'organizzazione al commissario Barrot, «anziché trasferirli sulla terraferma, ha avuto un grave impatto sui loro diritti umani». FINI CONTESTA DECRETO. Per Gianfanco Fini la parte del decreto sicurezza che obbliga il medico a denunciare i clandestini va a scontrarsi con il diritto alla persona e deve essere quantomeno rivista. «Il medico deve curare le persone, non guardare chi sono. Il rispetto della dignità viene prima di qualsiasi connotazione», ha dichiarato il presidente della Camera paventando anche il rischio di patologie contagiose che si diffondono qualora il clandestino che ne è affetto arriva in Italia e non può presentarsi al pronto soccorso. «Sarebbe di gravità inaudita che non si possa registrare all'anagrafe un bambino nato da una clandestina - conclude Fini - Non possiamo condannare un bambino ad essere apolide, a diventare un bambino fantasma».

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CASO BATTISTI Nuove accuse all'Italia: Aggredisce il Brasile (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CASO BATTISTI Nuove accuse all'Italia: «Aggredisce il Brasile» Venerdì 13 Marzo 2009, Brasile L'Italia ha «aggredito la sovranità» del Brasile, trattandolo come «un Paese di ballerine». Torna all'attacco sul caso Battisti il ministro della giustizia brasiliano, Tarso Genro; ma le sue parole, che rischiano per qualche ora di riaccendere lo scontro tra Italia e Brasile sulla sorte dell'ex terrorista rosso, si infrangono stavolta contro il "no comment" della Farnesina che anzi ribadisce «gli stretti legami di amicizia e cooperazione» tra i due Paesi, rinviando alla decisione che, sul caso, dovrà prendere il Supremo tribunale federale del Paese sudamericano. «Rimaniamo in fiduciosa attesa dell'imparziale decisione» giudiziaria, ha fatto sapere il ministero degli Esteri in una nota, riferendosi all'attesa pronuncia della Corte suprema chiamata a confermare la protezione concessa da Genro, oppure ad accogliere la richiesta di estradizione presentata dall'Italia. Anche il ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, ha segnalato che Genro attacca Roma «in ogni occasione utile per condizionare la magistratura del suo Paese, magistratura che noi rispettiamo». Chiamato a riferire sull'asilo politico all'ex terrorista italiano, Genro è intervenuto in un'udienza congiunta delle commissioni Esteri e Diritti umani del Senato brasiliano sostenendo tra l'altro che nei processi svolti in Italia, Battisti non ha potuto contare «su una piena possibilità di difesa».

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Molti autorevoli esponenti politici, soprattutto di estrazione leghista, come il ministro Calderoli ... (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 13 Marzo 2009, Molti autorevoli esponenti politici, soprattutto di estrazione leghista, come il ministro Calderoli e il sottosegretario alla Sanità Eugenia Roccella, propongono la "castrazione chimica" per gli stupratori e per i pedofili. Buona idea. Che potrebbe avere utili estensioni. Il taglio della mano destra per i cleptomani e, a maggior ragione, per i tangentisti (in questo caso avremo un Parlamento di moncherini). Si potrebbe ripristinare il linciaggio (e già ci siamo andati vicini col rumeno che aveva investito e ucciso un automobilista, se non fossero intervenuti i carabinieri che sembrano gli unici, nel Granducato di Curlandia, ad aver conservato il senso dello Stato). Si potrebbe anche, per una sana legge del contrappasso, far subire agli stupratori le stesse violenze e umiliazioni che hanno inflitto alle loro vittime facendoli violentare, da qualche volenteroso, in pubblico, magari allo stadio con pagamento di biglietto da parte di tante brave persone dalla coscienza immacolata che sono ghiotte di questi spettacoli, a fin di bene s'intende, e godono dei linciaggi, delle gogne e forse anche delle castrazioni, meglio se chirurgiche. Insomma nel Granducato di Curlandia si ha una gran voglia di tornare al Medioevo, un Medioevo peraltro del tutto contraddittorio perchè, per molti altri versi, si pretende di essere modernissimi. Un Medioevo quindi senza nemmeno le sapienti compensazioni del Medioevo. Un Medioevo moderno. Un ircocervo, un animale mostruoso che si pensava potesse esistere solo nell'immaginazione e che invece nel Granducato di Curlandia comincia ad essere reale. Uno Stato moderno e civile può avere la pena capitale (com'è negli Stati Uniti), perchè ci sono casi in cui è legittimo uccidere un uomo, ma non è lecito infliggere, a chicchessia, umiliazioni, mutilazioni, torture. Si trattasse anche di Barbablù. E la castrazione, chimica o meno, è un'umiliazione, una mutilazione, una tortura. Si dirà che umiliazione, violenza e tortura sono proprio gli elementi qualificanti dello stupro. Ma uno Stato non si può mettere allo stesso livello dei delinquenti, se non vuole diventarlo a sua volta. In uno Stato moderno e civile la pena deve tendere alla rieducazione del reo. E non si vede in che modo lo si rieduchi castrandolo. Infine faccio notare che la Costituzione - ammesso che conti ancora qualcosa nel Granducato di Curlandia - dice: "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona" (art. 32 Costituzione). Finora si è fatta eccezione solo per i malati di mente che possono essere sottoposti al Trattamento sanitario obbligatorio (TSO). Possiamo considerare gli stupratori e i pedofili alla stregua di malati di mente? È una strada doppiamente scivolosa. Perché se sono dei malati di mente sono incapaci di intendere e di volere e quindi non sono responsabili delle loro azioni. Perché è una strada che conduce dritto e di filato agli Ospedali psichiatrici di sovietica memoria e vi potrebbero essere rinchiusi tutti i soggetti un po' strani. La strada maestra non è quella delle mutilazioni genitali e delle pene "esemplari" e clamorose. È quella della certezza della pena per ogni tipo di reato. Purtroppo nel Granducato di Curlandia, per una sorta di combinato disposto fra il "buonismo" delle sinistre nei confronti dei reati da strada e un altrettanto "buonismo" delle destre per i reati propri di "lorsignori", la pena è un optional. Le sinistre, con la legge Gozzini e altre, hanno costellato il percorso carcerario di tanti e tali benefici che anche un feroce delinquente può essere fuori dopo pochi anni. Le destre sono andate anche più in là: hanno inzeppato il Codice di una infinità di leggi dette "garantiste" che hanno ulteriormente allungato la durata, già abnorme, dei processi e che, combinate col dimezzamento dei tempi di prescrizione, hanno reso praticamente impossibile arrivare, per un certo tipo di reati, quelli dei "colletti bianchi", ad una sentenza definitiva. Ed è quindi comprensibile che molti delinquenti stranieri, oltre che gli aborigeni, scambino il Granducato di Curlandia per il Paese di Bengodi.

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LUISA SPINA SAN GIORGIO A CREMANO. I BAMBINI SONO TRA LE PRIME VITTIME INCONSAPEVOLI DEI RE... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

LUISA SPINA San Giorgio a Cremano. «I bambini sono tra le prime vittime inconsapevoli dei reati informatici. Per evitare che possano andare incontro a conseguenze anche gravi è necessario che genitori e insegnati insegnino ai più piccoli un corretto uso della rete e questo lo si può fare solo attraverso il dialogo. Imporre dei divieti al minore che usa il computer non serve perché sarà spinto, dalla sua curiosità, a servirsene in modo improprio». È quanto ha affermato Roberto Borraccia, agente scelto del compartimento di Polizia postale e delle comunicazioni, che ieri ha tenuto un seminario nell'ambito di Openmind lab (il progetto per la diffusione del software libero) all'interno delle scuole e della pubblica amministrazione. Ieri, ai 25 alunni che frequentano la seconda elementare alla Don Milani è stato spiegato cos'è un computer e come utilizzarlo facendo attenzione a non infrangere le regole. «Abbiamo prima mostrato loro come è fatto un pc - racconta Roberto Dentice, responsabile di Openmind - e dopo gli abbiamo spiegato come utilizzarlo senza rischiare di rimanere vittima di un reato informatico». «Qualcuno potrebbe adescarli o impossessarsi dei loro dati personali, ad esempio tramite msn - continua Borraccia - o potrebbero violare le norme sui diritti d'autore ivolontariamente: in questo caso i responsabili sono i genitori. Non c'è un modo tecnico per evitare che il bambino cada in un reato informatico, devono essere i genitori e gli insegnanti a condividere con loro l'uso del computer e a rispondere alle loro domande». Nel pomeriggio anche i dipendenti comunali hanno seguito un seminario sullo stesso argomento e Roberto Borraccia ha spiegato loro come comportarsi. «All'interno delle pubbliche amministrazioni - dice ancora l'agente scelto - tra i reati più comuni ci sono quelli della diffamazione e della violazione dei diritti d'autore». Per il vicesindaco e assessore alla comunicazione Giorgio Zinno «incontri come questo contribuiscono alla formazione di cittadini responsabili e soprattutto a rendere più consapevoli i dipendenti dei rischi in cui si potrebbe cadere utilizzando la rete in maniera irresponsabile».

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ADISS ONLUS DON MEROLA A CASERTA UN NUOVO TRAGUARDO E UN RINNOVATO IMPEGNO PER L'ASSOCIAZIONE ... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Adiss Onlus Don Merola a Caserta Un nuovo traguardo e un rinnovato impegno per l'Associazione casertana Adiss Onlus. Lunedì alle ore 18, Don Luigi Merola, ex parroco di Forcella noto per l'impegno contro la camorra, presidente della Fondazione «'a voce d''e creature» incontra l'Associazione Adiss Onlus presieduta da Clementina Ferraiolo. Un incontro particolarmente importante perché rappresenta l'inizio di una stretta collaborazione tra le due realtà a favore dell'infanzia e dell'adolescenza nel segno della legalità. Clementina Ferraiolo e Don Luigi Merola hanno, infatti, firmato un protocollo d'intesa che sarà presentato nel corso dell'iniziativa impegnandosi a svolgere insieme attività formative, di sensibilizzazione e di inserimento sociale dei bambini e dei giovani. L'incontro è previsto per le ore 18 all'Hotel H2C di Piazza Vanvitelli. ASSOCIAZIONI L'Europa indispensabile Oggi alle ore 19, l'OfCA Studio di Raffaele Cutillo ospiterà la presentazione del libro «L'Europa indispensabile» di Gianni Pittella, presidente dei deputati italiani aderenti al Gruppo socialista al Parlamento Europeo. L'appuntamento, organizzato dalle associazioni Energie Nuove, Movimento Federalista Europeo e ReD, sarà occasione per un confronto che, prendendo spunto dal volume edito da Donzelli, aprirà una discussione intorno al momento non facile per l'Unione Europea, ma nell'intenzione di voler dimostrare quanto essa sia necessaria, cosa ha già fatto per i cittadini e cosa ancora può e deve fare, purché ne abbia la possibilità. Crisi internazionali, problemi energetici, fondi per il Mezzogiorno e stanziamenti per la ricerca, mercato del lavoro, giustizia e diritti civili, sono tutti temi in cui più Europa può significare più forza e maggiori opportunità per tutti. Su questi punti si animerà il dibattito attraverso le domande di Luigi Ferraiuolo, giornalista. RELIGIONI La preghiera dei Bahá'í La comunità Bahá'í di Caserta oggi si riunisce in preghiera per ricordare i Bahá'í ingiustamente incarcerati in Iran. Da oltre 30 anni le persecuzioni contro i bahá'í hanno subito un progressivo incremento volto a stroncare una comunità di oltre 300.000 seguaci che rappresenta la minoranza religiosa più numerosa in Iran. Molti dei bahá'í incarcerati sono rinchiusi senza un chiaro capo d'accusa e senza possibilità di essere visitati dai loro legali. Molti governi d'Europa, tra i quali la Gran Bretagna, La Germania e l'Olanda hanno chiesto all'Iran l'immediato rilascio dei bahá'í incarcerati, perché in chiara violazione della carta dei diritti umani. Si aggiungono a loro la presidenza dell'Ue e i governi di Usa, Canada e Brasile. I bahá'í di Caserta si uniscono in preghiera agli oltre 5 milioni di bahá'í nel mondo nel ricordare i loro correligionari in questo momento difficile. L'incontro si terrà presso casa Parsa in via Barducci alle 19.30. PRC A fianco dei pendolari Il circolo cittadino del Partito della Rifondazione Comunista ha annunciato che nel pomeriggio di oggi allestirà un presidio nei pressi della stazione centrale di Caserta distribuendo un volantino che denuncia gli ingenti investimenti fatti per la realizzazione delle linee ad alta velocità a fronte della situazione decisamente precaria nella quale versano i treni per i pendolari. Si tratta di una prima concreta iniaziativa promossa dal neo segretario Marco Alfieri e dal direttivo recentemente insediatosi. Il nuovo leader del partito casertano ha dato appuntamento a iscritti e simpatizzanti alle ore 17 in piazza Garibaldi a Caserta.

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GLI STIPENDI DEI POLITICI GIUSEPPE RUFFO - CAIVANO APPREZZIAMO GLI SFORZI CHE I NOSTRI ... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Gli stipendi dei politici Giuseppe Ruffo - CAIVANO Apprezziamo gli sforzi che i nostri politici tutti tentano per trovare rimedi alla economia ma gradiremmo molto che, con un alto senso di responsabilità, essi intravedessero la necessità immediata di tagliarsi in numero e costi. Il Paese non è più nelle condizioni di sostenerli quando lo stesso cittadino è a rischio di collasso. Il posto di lavoro è alla base dei diritti del cittadino, non si può permettere più che in uno stato democratico ci siano disparità. Aiutare i più deboli. Per i parasubordinati, gestione separata e ai sessantenni, con contribuzione retributiva e contributiva, si dia la possibilità di andare in pensione. Libia e Croazia due storie parallele Mario Bartoli - ROSSANO (CS) Berlusconi ha chiesto perdono al popolo libico per la guerra coloniale condotta dall'Italia nel lontano 1912; ha ratificato con Gheddafi un trattato di amicizia impegnandosi a costruire un'ampia rete autostradale sul suolo africano a titolo di risarcimento per l'occupazione italiana in Libia. La Croazia, parte dell'ex Iugoslavia, non ha mai inteso chiedere scusa allo Stato italiano per i crimini di guerra avvenuti nell'ultimo conflitto mondiale durante il quale tantissimi istriani furono trucidati e gettati nelle faide del Carso. Circa quattrocentomila italiano della Dalmazia e dell'Istria, regione annessa alla ex Igoslavia con il trattato di pace del 1947, furono costretti a lasciare per sempre la propria terra, le proprie case, ed il proprio lavoro. Al di là del vergognoso silenzio durato sessant'anni sulle faide e soltanto da qualche anno commemorate dalle alte cariche della Stato, mai vi è stata una decisa azione diplomatica finalizzata alla condanna ed al riconoscimento da parte della Croazia dei crimini di guerra avvenuti ad opera delle bande di Tito diventato poi presidente della ex Iugoslavia. Due storie parallele, quelle di Libia e Croazia, che hanno in comune la sofferenza e la ferma condanna contro le guerre per i diritti umani e sociali dei popoli oppressi. «Ecco perché sono rimasto monarchico» Aldo Ambrosio - NAPOLI L'esito del referendum istituzionale non mi convinse, né ancora mi convince. Nell'Ufficio elettorale centrale, costituito dalle Sezioni Unite dalla Suprema Corte di Cassazione, si constatò che in alcune delle tavole riassuntive dei voti delle 84 mila sezioni elettorali le preferenze date alla soluzione monarchica erano state arbitrariamente passate a quella repubblicana tanto da far risultare che la Repubblica avesse riportato 12.717.923 voti e la Monarchia voti 10.719.284. Evidenti erano le cancellature e le diciture sostitutive, ciò imponeva quanto meno un controllo delle schede che la Cassazione si era accinta a fare quando il governo senza aspettare l'esito del controllo delle schede, e soprattutto senza averne nemmeno alcun diritto o facoltà, proclamò la vittoria della Repubblica, dichiarazione che spettava esclusivamente alla Suprema Corte. In tutta l'Italia i monarchici insorsero contro questa falsa, illegale, abusiva e arbitraria dichiarazione fatta dal governo e si stavano già mobilitando ed organizzando per partire alla volta di Roma, quando Napoli, senza indugio spontaneamente insorse e per quattro giorni vi fu lotta feroce tra le parti contrapposte con numerosi morti e feriti. E certamente la lotta si sarebbe allargata ed estesa in tutta l'Italia se Umberto II di Savoia, senza nulla riconoscere e senza a nulla rinunciare, ma solo per evitare un bagno di sangue tra gli stessi italiani, si imbarcò su di un aereo allontanandosi dall'Italia. Quindi la partenza del Re non fu una fuga, come qualche giornale o uomini di governo affermarono, ma solamente un grandissimo cosciente atto di responsabilità, di amor di Patria verso tutti gli italiani per evitare una sanguinosa guerra fratricida. Affittopoli c'era una legge Vittorio Nasti - NAPOLI Ciclicamente si ripropone il tomentone degli affitti di basso profilo applicati agli immobili di proprietà pubblica, ora in particolare è il momento di quelli della Regione Campania. In verità in quest'ultimo triennio la questione è stata sollevata svariate volte sia attraverso la stampa, sia in aula di consiglio regionale, ma la questione è sempre restata al palo e, magari, si riproporrà l'anno prossimo in occasione di qualche altra bufera che investirà la pubblica amministrazione cittadina, provinciale o regionale. A questo punto, e dopo tanto clamore suscitato (nuovamente) dalla notizia, sarebbe utile sapere che fine ha fatto la proposta di legge regionale n. 309 del 30/10/2007 che fu presentata proprio per tentare di valorizzare al meglio il patrimonio dell'ente di via Santa Lucia. Forse l'occasione è quella giusta per risolvere il problema. Via Belvedere traffico e smog Luigi De Rosa - NAPOLI Credo di interpretare il pensiero dei tantissimi residenti di via Cilea e via Belvedere nel segnalare i gravissimi disagi a cui siamo sottoposti da diversi mesi. Nello scorso agosto, dopo l'unico fortuito incidente mortale successo negli ultimi 15 anni in via Cilea all'altezza della Tangenziale, palazzo San Giacomo, per evitare che le auto provenienti dal Corso Europa entrassero in Tangenziale decise di mettere un cordolo nonostante l'esperienza negativa degli anni passati. Tale dispositivo di traffico, nonostante la presenza fattiva di numerosi vigili urbani, determina in dette strade da mattina a sera file interminabili di auto che creano non solo un altissimo tasso di inquinamento sia acustico che atmosferico, ma molto spesso bloccano i mezzi di pronto soccorso. Ci si è mai chiesto quanto tempo impiega l'ambulanza del 118 che staziona in piazza Vanvitelli per arrivare in via Belvedere attraversando via Cilea? In questi mesi diversi comitati cittadini hanno posto soluzioni alternative ma Palazzo San Giacomo nonostante la situazione gravissima continua a non dare risposte. I bambini su misura Luigino Piccirilli - Afragola Su Il Mattino del 3 marzo si legge che tra qualche anno avremo il primo bambino su misura. Ci sembrerà di stare al mercato: «Volete un babà, pardon, un bebé? E come lo volete, maschio o femmina, carnagione chiara o scura, biondo o bruno, occhi celesti o neri?» Dio mio, che brutto segno! Mengele tornerà a proiettare la sua ombra nera? Nient'affatto. È Jeffe Steinberg, che mette generosità e competenza a servizio di certa gente, per la verità, già malata di un esasperato borghesismo. A Los Angeles, egli dirige il «Fertility Institutes», la clinica che sceglie il fior fiore degli embrioni, per dare nascituri così perfetti, che in avvenire molti non diranno più: «Ogne scarrafone è bello 'a mamma soja». Steinberg assicura che la strada non è pericolosa, è solo irregolare. Ma a noi l'irregolare piace, specialmente quando si tratta di badare non all'etica, ma all'estetica, dato che ognuno si vuole bene come Narciso e antepone la forma alla sostanza. Ora il Nazareno, le mani nei capelli, non si raccapezza più: «E se io dico (si chiede): "Lasciate che i fanciulli sani e belli vengano a me", gli altri che fine faranno?» Ma è chiaro, quelli selezionati, una volta grandi, a vedersi in mezzo a un'umanità brutta, deforme, sofferente, miserabile e affamata, storceranno il naso. Il peggio verrà dopo, quando decideranno di seguire per le vie del mondo gli Incappucciati dell'Impero Invisibile o qualche altro capobranco, che torna a scrivere le pagine nere di una storia inenarrabile. Perché il passato non passa: il Lupo è dietro l'angolo. Ricordate? Pretendeva di appropriarsi finanche del Padreterno. Addirittura scriveva: «Gott Mitt Uns» (Dio con noi), che coraggio. Ma quel dio non era che un demonio con la testa rapata e in mano una forca, terminante a croce uncinata. Espulsione immigrati clandestini nullafacenti Romano Francesco - NAPOLI Vorrei porre all'attenzione quanto segue: da troppo tempo si vedono tanti immigrati di colore nonchè provenienti dall'est europeo chiedere l'elemosina ad ogni angolo di strada e mi chiedo: com'è possibile che queste persone non vengano identificate ed espulse in ottemperanza della normativa sull'immigrazione vigente in considerazione della circostanza che il lavoro non c'è nemmeno per noi italiani? Inoltre vorrei sottolineare che in prossimità della linea 1 stazione Museo ci sono tanti immigrati dell'Est europeo che altro non fare che bere, chiedere l'elemosina ed adibire a bagno pubblico i giardini circostanti la stazione in oggetto che dovrebbero essere utilizzati dalla cittadinanza e non certo da queste persone venute per bivaccare e che non hanno alcuna intenzione di lavorare e che di fatto accrescono il degrado della nostra città. Piazza dei Martiri vietata ai residenti Massimo Fragola - NAPOLI Da anni i residenti di Piazza del Martiri (nonché via Calabritto 20 e primi palazzi di via Carlo Poerio) subiscono limitazioni della loro libertà di movimento con la propria auto, soprattutto in alcune giornate o in occasione di eventi nella piazza. A tal riguardo è stato costituito anni addietro anche un Comitato per la vivibilità di Piazza dei Martiri. La delimitazione di Piazza dei Martiri con le fioriere, infatti, pur avendo un suo fondamento positivo almeno in linea di principio, si presenta come uno spazio mal gestito, una «terra di nessuno» con regole (che ci sono) disattese da tutti. Si pensi che la Ztl non prevede la possibilità di parcheggi autorizzati nella piazza. Stante questa regola, anni addietro, mi è stato negato il posto auto riservato nei pressi della sede consolare situata in uno stabile di Piazza dei Martiri, del quale avrei pieno diritto in quanto Console Onorario della Repubblica del Guatemala a Napoli e per il sud d'Italia. Tuttavia basta osservare tutti i giorni ciò che accade quanto a sosta selvaggia e soprattutto nel fine settimana dopo le 23, per comprendere il fallimento della Ztl e... delle fioriere. Per noi residenti è precluso (dal buonsenso) uscire con l'auto dal venerdì sera alla domenica sera (con aggravio di inevitabili costi aggiuntivi) giacché al rientro, intorno a mezzanotte, riuscire a giungere nella piazza attraverso i varchi possibili 1) via Belledonne-Alabardieri con tutti i pubs oppure 2) procedere dinanzi al Bar Cimmino con conseguenti pizzerie e locale "Blu Stone" ex "Farinella") è impresa ardua se non impossibile e facendo esercizio di estrema calma e buon senso. Giorni fa tornavo a casa dopo tre giorni di lavoro fuori Napoli, intorno alle 15,30. In Piazza dei Martiri si stava allestendo una struttura (forse un palco) occupando gran parte della piazza e non lasciando spazio per passare con l'auto a chi abita proprio lì, senza segnalazioni preventive o un vigile che potesse risolvere eventuali problemi. È stata necessaria, mio malgrado, un'accesa discussione con uno degli operai per riuscire ad entrare nel palazzo. Dopo queste considerazioni, ritengo che Piazza dei Martiri, se la si vuole ancora considerare una delle piazza più rappresentative della città, non possa essere un luogo di sosta selvaggia di né sede per eventi futuri di qualsiasi tipo. Costi della politica da decurtare Vito De Lisio - NAPOLI Consiglieri regionali, deputati, senatori continuano a godere di agevolazioni, diarie, indennità di ogni tipo: il costo delle due Camere dovrebbe essere decurtato nell'attuale momento dell'apocalise economico-finanziaria mondiale. Si attuano svariati tagli in vari settori, mentre i parlamentari introitano stipendi che sono uno sfregio per famiglie in precarie condizioni economiche e per gli inoccupati. I parlamentari, legislatori dei loro stipendi, affamati di privilegi, potere politico, istituzionale svolgono ruoli di prestigio. Contro le loro retribuzioni, c'è il rancore dei pensionati con i loro magri mensili, senza aumenti da anni: sono considerati facenti parte dei non produttivi, privi, pertanto, di meriti, titoli a percepire mensili adeguati al costo della vita. Il Quirinale, nel 2001, costava 255 miliardi: tre volte in più della Casa Bianca. Gli stipendi più esosi tra gli eurodeputati sono quelli italiani. Cosa si aspetta ad eliminare le province, riconosciute in eccesso tra le istituzioni da quasi tutti i partiti politici? Servono per accontentare personaggi non eletti nel parlamento o nella regione, a scapito del cittadino che paga. I rappresentanti liberamente eletti dovrebbero avere maggior rispetto dei quattrini degli elettori, in particolare quando sono a corto di danaro. Attenendosi all'art. 50 della Costituzione, dovrebbe formarsi un comitato promotore a raccogliere le firme, indispensabili per una proposta legislativa atta a decurtare sostanzialmente privilegi e compensi agli eletti, che hanno un costo elevato.

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BRASILIA. IL BRASILE è STATO AGGREDITO NELLA SUA SOVRANITà PER ALCUNE DICHIARAZIONI ... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Brasilia. «Il Brasile è stato aggredito nella sua sovranità per alcune dichiarazioni delle autorità italiane»: lo ha detto il ministro della giustizia brasiliano durante un'audizione congiunta alle commissioni esteri e diritti umani al Senato in Brasilia sul caso di Cesare Battisti. In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull'ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione. «Da parte dell'Italia non c'era mai stato tanto interesse come nei confronti di questo caso», che - ha sottolineato Genro - deve essere «de-ideologizzato» e affrontato senza idee «preconcette». In Italia è stato tra l'altro detto che «il Brasile è un paese di ballerine e non di giuristi. Noi abbiamo l'orgoglio di essere un paese di ballerine e anche di grandi giuristi», ha aggiunto Genro durante l'audizione in senato, che è stata seguita da numerosi giornalisti. Nel merito del caso Battisti il ministro ha detto che a suo giudizio «nei processi svolti in Italia» non sono stati rispettati del tutto i «diritti alla difesa». Genro ha poi definito «legittima» la reazione dello Stato italiano contro le organizzazioni che cercavano di destabilizzare il paese negli anni '70, precisando però che anche in uno Stato di diritto esiste il germe dell'eccezione: «Quando diciamo che l'eccezione convive, eventualmente, con il diritto non stiamo aggredendo lo stato di diritto in Italia», ha spiegato citando, come esempio, gli Usa dove c'è democrazia ma nella precedente amministrazione sono state dettate norme d'eccezione per ottenere «la confessione sotto tortura». Di fronte a questa serie di dichiarazioni la Farnesina ha replicato che «da parte italiana non si ha nulla da commentare se non ribadire gli stretti legami di amicizia e cooperazione che uniscono Italia e Brasile. Rimaniamo per parte nostra - conclude la nota della Farnesina - in fiduciosa attesa dell'imparziale decisione che verrà assunta dal Tribunale Supremo di Giustizia Brasiliano».

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FRANCESCA CARELLA MASSIMO NESTICÒ ROMA. LA DENUNCIA DEL MEDICO CONTRO L'IMMIGRA... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

FRANCESCA CARELLA MASSIMO NESTICÒ Roma. «La denuncia del medico contro l'immigrato clandestino? Non mi convince». È categorico il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che non nasconde certo durante la registrazione televisiva di «Porta a Porta», la propria opinione su una delle norme che ha creato maggiori polemiche contenuta nel pacchetto-sicurezza predisposto dal governo che «impone ai medici di segnalare gli immigrati irregolari». «Nei pronto soccorso - ha continuato Fini - sono di servizio poliziotti e carabinieri, al limite potranno farlo loro. Non di certo il medico il cui compito rimane quello di curare. Questo provvedimento potrebbe comportare rischi perchè i clandestini potrebbero rivolgersi a circuiti di medicina alternativa con il serio rischio di diffondere patologie e contagi. È un rischio per l'intera società e inoltre mi sembra una legge immorale, perchè lede il diritto delle persone. E il rispetto della persona viene sempre prima: perchè uno prima è un uomo e poi un clandestino». Insomma continua ad alimentare dubbi e polemiche l'emendamento della Lega al decreto sicurezza, anche tra le più alte cariche dello Stato, che dà ai medici la possibilità di denunciare gli immigrati clandestini. E così, all'indomani dell'annuncio di numerose sigle sindacali di medici pronte a ricorrere alla Corte Europea contro la decisione, è Fini a rincarare la dose: «Non mi convince la norma che forse non ho capito bene. Non si possono ledere i diritti della persona, al di là del colore della pelle e della razza perchè è immorale e ingiusto. Naturalmente altra cosa è il doveroso impegno delle istituzioni contro l'immigrazione clandestina». Nel suo intervento televisivo inoltre, il presidente della Camera, ha parlato anche di Quirinale, di quella «ipotesi non remota» pubblicata dal Pais di una presidenza della Repubblica di Silvio Berlusconi in futuro. «Al Quirinale c'è un ottimo capo dello Stato - ha detto Fini - il resto è polemica sul nulla, divertissement giornalistico». E proprio per fare il punto sulla delicata situazione immigrazione e sbarchi, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha riunito ieri al Viminale il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Un summit dal quale è stato lanciato un preoccupante allarme: «Due milioni di migranti sono pronti a partire dalla Libia verso le coste italiane». In particolare comunque sul fronte-sbarchi Maroni continua a riporre fiducia nei pattugliamenti congiunti davanti alle coste libiche e una delegazione di tecnici nordafricani è in Italia per visionare sei motovedette che saranno cedute ai libici. L'accordo con la Libia, spiega il ministro, «sta faticosamente entrando in vigore. Non appena partiranno i pattugliamenti i flussi si fermeranno». Lo scorso anno sono arrivate oltre 30mila persone partite dalla Libia. Nel frattempo proseguono le espulsioni: nei primi due mesi dell'anno sono state tremila; nel 2008 furono 25mila. E ieri un volo charter è da Fiumicino diretto a Lagos per rimpatriare 51 nigeriani (32 espulsi dall'Italia, 19 da altri Paesi dell'Ue). Ma la strategia italiana anti-clandestini non piace ad Amnesty International che invita l'Ue ad «esercitare una maggiore pressione per assicurare che i diritti umani non siano violati a Lampedusa». Secca la replica del prefetto Morcone, del Dipartimento immigrazione del Viminale, che giudica «senza fondamento» le critiche.

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WASHINGTON. INCONTRO CORDIALE ALLA CASA BIANCA SULLO SFONDO DI PREOCCUPANTI INCIDENTI DI CONFINE, FR... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Washington. Incontro cordiale alla Casa Bianca sullo sfondo di preoccupanti incidenti di confine, fra il presidente americano Barack Obama ed il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi. Il comunicato finale parla della volontà americana di rafforzare la cooperazione con la Cina e di voler costruire «relazioni positive e concrete». Ma i due colossi, sul terreno reale e non più quello diplomatico, stanno vivendo reciproche tensioni. Tanto più che il presidente Obama neppure ricevendo l'indispensabile alleato economico ha taciuto, ieri, sulla questione dei diritti umani che, si sa, irrita moltissimo Pechino. E sgradito sarà senz'altro suonato l'invito a «rafforzare il dialogo con il Dalai Lama» sulla questione tibetana. Il casus è quello della nave oceanografica Impeccable, americana, che, secondo i cinesi, spia i sottomarini di Pechino mentre, per Washington, non ha mai lasciato le acque internazionali prima di essere arrembato dai cinesi. Di ieri è la notizia che il Pentagono ha assegnato una scorta armata all'Impeccable, un cacciatorpediniere. Il fatto, unito alla protesta formale dei cinesi contro il congresso americano che ha esortato la Cina «a mettere fine alla repressione in Tibet», è meno banale di quanto sembri. Il presidente cinese Hu Jintao, che ad aprile incontrerà Obama al G20, ha ieri esortato l'esercito a «difendere con decisione» la sovranità nazionale. Chiaro il riferimento alla crisi dell'Impeccable. Ma anche al Tibet occupato.

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"Formigine per la pace", terza edizione della manifestazione nata per valorizzare il volontariato (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

?Formigine per la pace?, terza edizione della manifestazione nata per valorizzare il volontariato (13/3/2009 14:20) | (Sesto Potere) - Formigine - 13 marzo 2009 - Torna “Formigine per la pace”, l?iniziativa organizzata dal Comune di Formigine e dalle associazioni di cooperazione internazionale per fare conoscere i progetti di solidarietà in un momento di festa e di riflessione comune, contribuendo a costruire una diffusa cultura di pace. Ogni edizione è stata dedicata a un paese specifico, allo scopo di valorizzare le associazioni impegnate in quel determinato contesto di emergenza. “Formigine per la Pace 2005” ha avuto così per oggetto il decennale della fine della guerra in Bosnia, dove opera Rock No War!; mentre l?edizione successiva è stata dedicata al decennale dei trattati di pace in Guatemala, dove lavorano Eos e Modena Cefa. L?edizione 2009, sostenuta dal Fondo territoriale modenese per la cooperazione allo sviluppo (costituito da Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Provincia e Comune di Modena), celebra il decennale della firma del patto d?amicizia e solidarietà tra il Comune di Formigine e Edchera, tendopoli sahrawi. Da diversi anni, infatti, molti formiginesi, e in particolare le associazioni Kabara Lagdaf e Rock No War!, aiutano il “popolo del deserto” che vive profugo lontano dalla sua terra d?origine: il Sahara Occidentale. Una mostra fotografica dal titolo “Sahrawi. L?altra faccia del muro”, che inaugurerà venerdì 20 marzo alle 18.30 presso il castello di Formigine, racconterà con immagini di grandi dimensioni la vita negli accampamenti dei rifugiati. La collettiva, che riunisce scatti di Massimo Bassano, Edoardo Giavelli e Luigi Ottani, si arricchisce delle immagini di Ahmedu Ahmed Aderrahaman, fotografo sahrawi, e dei contributi video di Tiziano Marchetti. “Formigine per la Pace 2009” avviene in un momento storico importante, alla conclusione di un anno che ha ricordato in tutto il mondo il sessantesimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell?Uomo. Una conferenza del filosofo Danilo Zolo dal titolo “La Dichiarazione universale dei diritti umani dopo sessant'anni”, prevista per sabato 21 marzo alle 17 presso il castello di Formigine, farà il punto della situazione sull?argomento, mettendo in discussione l?effettiva “universalità” dell?acquisizione dei diritti umani, per rendere ancora più forte il grido di chi si batte ogni giorno affinché essi vengano rispettati. Sempre sabato 21, presso i locali Ex Urp (piazza Repubblica 9), si terranno laboratori per bambini sulle usanze e i racconti dal mondo, riservati dalle 9 alle 12 per gli studenti delle scuole primarie e aperti dalle 15 alle 19 per tutti i bambini dai 6 agli 11 anni. I partecipanti riceveranno un simpatico omaggio. Info: Comune di Formigine, T. 059 416255, pace@comune.formigine.mo.it, www.comune.formigine.mo.it

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Battisti/ Sentenza Corte Suprema rischia di slittare ad (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Rio de Janeiro, 13 mar. (Apcom) - Potrebbe slittare ad aprile la decisione sul caso di Cesare Battisti, che per il momento resta in carcere. Ieri il procuratore della Repubblica Antonio Fernando Souza ha inviato al Supremo Tribunale Federale (Stf) un nuovo parere negativo alla richiesta di scarcerazione inoltrata dagli avvocati dell'ex terrorista italiano, che è in prigione a Brasilia dal marzo del 2007. La corte costituzionale brasiliana è chiamata a esaminare la richiesta di estradizione di Cesare Battisti, ex leader dei Pac (Proletari armati per il comunismo) condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi commessi alla fine degli anni '70, dopo che il ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro gli ha concesso l'asilo. La Corte deve pronunciarsi non tanto in merito al contenuto del decreto con cui Genro ha concesso lo status di rifugiato all'ex terrorista (che risale al 13 gennaio scorso), quanto sulla sua legalità. Ma i tempi per la decisione potrebbero essere più lunghi del previsto. Secondo il senatore José Nery, vice-presidente della commissione Diritti umani, che fa parte dei parlamentari che appoggiano la decisione del ministro Genro e che ieri ha partecipato all'udienza in senato del ministro, la data potrebbe spostarsi ad aprile. Il calendario dei processi pubblicato nel sito del Stf non riporta ancora quella relativa alla discussione del caso Battisti. Fonti interne al senato confermano però che si potrebbe andare al mese prossimo. Ieri il ministro Genro ha spiegato alla commissione Relazioni esterne del Senato (Cre) i motivi alla base della concessione dell'asilo all'italiano e ha affermato che "l'Italia ha aggredito la sovranità del Brasile". Nei giorni scorsi il ministro aveva dichiarato che il Supremo "confermerà l'asilo a Battisti". Tarso ha sottolineato, nel suo discorso, che la sua decisione si basa su "valutazioni giuridiche e non ideologiche". A conferma di questo, ha poi annunciato, potrebbe concedere parimenti l'asilo "a un fascista detenuto attualmente in Brasile e in attesa di estradizione qualora facesse richiesta di asilo", riferendosi a Perluigi Bragaglia, ex-appartenente ai Nar, arrestato a San Paolo lo scorso anno. Sul fronte di Battisti, anche il senatore Nery si dice "ottimista" sul giudizio del Supremo tribunale. "Spero che il Supremo confermerà la decisione del ministro: si tratterebbe altrimenti di un'anomalia, un procedimento che va contro la tradizione del Brasile. Appoggiamo la concessione dell'asilo a Battisti perché così verrebbe rispettato l'ordinamento giuridico brasiliano" ha dichiarato il senatore ad Apcom. "Inoltre - ha concluso - sarebbe una occasione del Brasile di affermare la sua sovranità, che deve essere rispettata dagli altri Paesi. Nello stesso modo in cui il Brasile rispetta la sovranità altrui".

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Il "marzo" dei tibetani: commemorazione di una lotta ancora lunga (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il ?marzo? dei tibetani: commemorazione di una lotta ancora lunga di Silvia Loschiavo Il mese di Marzo per il popolo tibetano rappresenta un momento di riflessione, di memoria, di speranza, ma soprattutto di consapevolezza che la lotta per la conquista dei diritti umani fondamentali sotto il governo di Pechino ha ancora molta strada davanti a sè prima di portare a dei risultati. C'è il Marzo del 1959, cinquant'anni fa. A quel tempo l'insurrezione scoppia nella città di Lhasa, sovrappopolatasi per via della convergenza di pellegrini giunti per festeggiare il Monlam Chemno e di centinaia di profughi provenienti dalle regioni nord-orientali dell'Amdo e del Kham i quali sfuggivano alle repressioni cinesi. Questa convivenza di tante storie radunatesi sullo sfondo di una sofferenza comune, quella di un popolo la cui cultura ed esistenza sono minacciate e violentate, sfocia in una protesta di piazza quando si fa vivo il timore che l?esercito cinese voglia rapire il Dalai Lama. La mattina del 10 marzo il palazzo di Norbulinka, residenza dell'Oceano di Saggezza, è presidiato. Armati di bastoni, coltelli, vanghe, martelli, i tibetani sono pronti alla resistenza per impedire che il leader venga “fatto sparire”: per quel giorno è infatti previsto che Sua Santità, su invito del governo di Pechino, si rechi (senza scorta) ad uno spettacolo teatrale presso un campo militare cinese. La paura tra i tibetani è fondata: testimoni oculari dicono di aver visto tre aerei pronti a decollare sulla pista del piccolo aeroporto di Damshung a circa centochilometri da Lhasa; altri dicono di aver sentito Radio Pechino annunciare che il Dalai Lama è atteso nella capitale per partecipare alla riunione dell?Assemblea Nazionale Cinese. Tutti si preparano a difendere Kundun anche a costo delle loro vite. Il clima è pre-insurrezionale Il 12 marzo avviene una sorprendente manifestazione guidata dalle donne tibetane: più di ventimila tra monache, madri anziane, donne di ogni età marciano per le strade di Lhasa chiedendo la liberazione del Tibet e sfidando le pallottole dell'esercito di Pechino. Da allora l'Associazione Donne Tibetane non ha mai smesso di lottare per la salvaguardia della cultura e della religione del suo Popolo, nonchè per infondere la dedizione alla causa tibetana nelle generazioni future e presso altre culture. Tornando ai giorni del '59, la situazione degenera nella notte tra il 19 e il 20 marzo, quando scoppia la battaglia di Lhasa. Il Dalai Lama, travestito da soldato, ha lasciato il palazzo per giungere alle frontiere indiane: egli spera in questo modo di placare gli animi dei rivoltosi e di indurli a non cadere nella spirale della violenza. Ma la lotta impari tra manifestanti ed esercito è brutale, sono più di ventimila i tibetani uccisi. Le bombe dei cinesi distruggono il meraviglioso palazzo di Norbulinka, ospedali, monumenti. Il 22 marzo è ristabilito l'"ordine" nella capitale. C'è poi il Marzo del 2008. Da allora, dalla sanguinosa repressione nei confronti dei manifestanti tibetani, non si hanno più notizie di ben 1200 persone. Secondo ?International Campaign for Tibet? sarebbero migliaia i dissidenti fatti sparire dai soldati, nella notte, sulla base di accuse vaghe come quella di costituire minaccia per la stabilità sociale. A partecipare alle manifestazioni dello scorso anno erano,secondo le parole del Dalai Lama, “giovani nati e cresciuti dopo il 1959, i quali non hanno mai vissuto né visto un Tibet libero. Questi cinquanta anni hanno portato indescrivibili sofferenze e distruzioni alla Terra del popolo tibetano. Anche oggi i tibetani in Tibet vivono con una paura costante e le autorità cinesi sospettano costantemente di loro. Oggi la religione, la cultura, la lingua e l'identità, che le successive generazioni di tibetani hanno considerato più preziose che le loro vite, sono a rischio d'estinzione; in breve, il popolo tibetano, è stato considerato come un criminale meritando soltanto di essere messo a morte.” E la criminalizzazione del popolo tibetano riecheggia nelle parole dei media cinesi anche nel Marzo del 2009 : il Quotidiano del Popolo del 10 marzo denuncia che i problemi in Tibet sono provocati da “forze occidentali anticinesi che vogliono creare divisioni, indebolire e demonizzare la Cina”. Eppure anche quest?anno i media riportano notizie come questa: Jampa Lhamo, trentasei anni,e la monaca ventiduenne Pema Yangzom, sono state arrestate per aver distribuito dei volantini in cui si invocava il rispetto dei diritti umani in Tibet. Il 9 marzo più di 100 monaci del monastero tibetano di An Tuo, nella provincia cinese di Qinghai, sono stati arrestati dopo una manifestazione svoltasi in concomitanza col Capodanno tibetano, celebrato il 25 febbraio. Ma l?informazione è anch?essa soggetta al controllo del governo cinese, che tenta di tenere nascosto ai giornalisti occidentali il numero dei fermati. Dal canto suo il Dalai Lama continua ad esortare il suo popolo a praticare la non violenza. Per quanto rigarda l?aspetto politico del suo messaggio, egli auspica tramite l?Approccio della Via di Mezzo, il riconoscimento di un?autonomia della regione del Tibet all?interno della PRC, non la creazione di uno Stato indipendente. “Bisogna guardare al futuro e lavorare per i nostri benefici. Rivolgiamo il nostro sguardo verso una legittima e concreta autonomia che abiliterebbe i tibetani a vivere entro la struttura della Repubblica Popolare Cinese.” *Free Burma Italy

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Una settimana per dire "no" al razzismo (sezione: Diritti umani)

( da "RomagnaOggi.it" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

13 marzo 2009 - 15.56 (Ultima Modifica: 13 marzo 2009) RIMINI - La Provincia di Rimini, Assessorato all'Immigrazione promuove una settimana di iniziative, dal 16 al 21 marzo dedicate alla sensibilizzazione e alla informazione sulle tematiche del razzismo e della discriminazione. Previste niziative nelle scuole di Poggio Berni e nella Biblioteca di Santarcangelo di Romagna, una lezione aperta di filosofia politica presso la Biblioteca di Misano Adriatico. A Rimini, Teatro degli Atti lo spettacolo di teatro e musica Faceboook. Nella Giornata conclusiva, una lunga catena umana coordinata dai ragazzi in Servizio Civile attraverserà il corso d'Augusto con partenza dall'Arco. Nei cinema del territorio e nelle tv locali verrà inoltre trasmesso, durante la settimana, "lo spot contro il razzismo " realizzato dalla Rete regionale interculturale giovanile. Le iniziative in programma sono organizzate e sostenute dalla Consulta dei cittadini immigrati e di origine immigrata della provincia di Rimini di recente istituzione, dall'Assessorato all'immigrazione del Comune di Rimini, dal Comune di Misano Adriatico, dal Comune di Poggio Berni, dalla Biblioteca Comunale di Santarcangelo di Romagna, dal Centro Giovani Il Messicano, dalla Biblioteca Comunale di Misano Adriatico, dal Co.Pr.E.S.C. di Rimini e dal Centro Regionale Contro le Discriminazioni. In sintesi gli appuntamenti Martedì 17 Marzo ore 21,00 Provincia di Rimini Ass. all'immigrazione Lezione aperta di filosofia politica LA RAPPRESENTAZIONE DELL'ALTRO IL RAZZISMO SENZA RAZZA Dott.ssa Natascia Mattucci Docente di Filosofia dei Diritti Umani Università di Macerata Biblioteca di Misano Adriatico Via Rossini, 7 - Misano Adriatico Giovedì 19 Marzo ore 21.30 Comune di Rimini Ass. all'immigrazione Spettacolo Reading di teatro e musica FACEBOOK -NUOVI NOMADI IN VIAGGIO A cura della Bottega degli Apocrifi Teatro degli Atti Via Cairoli, 42 - Rimini Ingresso libero Venerdì 20 Marzo ore 21.30 Comune di Misano Adriatico THE NO-RACISM STAGE FRIDAY Rock Bands del territorio Centro Giovani "Il Messicano" Via Del Bianco 6 - Misano Adriatico Sabato 21 marzo ore 10.00 Comune di Poggio Berni LETTURE AGLI ALUNNI DA SALVIAMO SAID DI SMADJA BRIGITTE Consegna di libri agli alunni dal Sindaco e dall'Assessore alla Cultura Scuole primarie di Santo Marino e Camerano ore 15.30 Consulta dei cittadini immigrati e di origine immigrata della provincia di Rimini Co.Pr.E.S.C GIOCHI PER BAMBINI- CATENA UMANA dalle ore 15,30 alle 17,30 Arco d'Augusto, corso d'Augusto- Piazza Cavour -Rimini ore 17,00 Biblioteca A Baldini Santarcangelo di Romagna LETTURE A TEMA PER BAMBINI DA 3 A 10 ANNI DIVERSO COME ME STORIE CONTRO IL RAZZISMO Sara Balestra, Serena Amati, "ReciprociRacconti" Biblioteca Comunale Antonio Baldini Via Cavallotti 3 - Santarcangelo di Romagna Per informazioni : Ufficio Politiche per l'immigrazione Provincia di Rimini 054136390/10/84

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EuroP.A.- Dalla telemedicina all'assistenza di fine vita. Riflettori sulla salute e il sociale (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

EuroP.A.- Dalla telemedicina all'assistenza di fine vita. Riflettori sulla salute e il sociale (13/3/2009 17:46) | (Sesto Potere) - Rimini - 13 marzo 2009 - Dal trattamento sociale di fine vita alle innovazioni tecnologiche e le nuove politiche che disegnano il futuro dell?assistenza sociale e sanitaria. E ancora l?immigrazione, con la tutela dei diritti umani e la lotta alla tratta, l?edilizia sanitaria, la giustizia minorile e i premi per i migliori progetti di innovazione nei servizi sociali e per la comunicazione sociale. La salute e il benessere dei cittadini sono in primo piano a EuroP.A., il nono Salone nazionale delle autonomie locali in programma alla Fiera di Rimini dall?1 al 3 aprile 2009. La manifestazione, organizzata dal gruppo Maggioli di Rimini, mette in programma 25 convegni organizzati dal Ministero della Giustizia, dai sindacati e dalle più autorevoli associazioni nazionali e internazionali del settore. Anziani, famiglie, disabili, bambini, adolescenti e immigrati sono poi i protagonisti della vetrina di “Sociale e sanità”, con i migliori progetti e le ultime novità in fatto di servizi alla persona promossi da amministrazioni, privati e associazioni. La bioetica, il testamento biologico e l?accompagnamento al morente sono al centro del convegno su “L?intervento sociale alla fine della vita”, in programma il 3 aprile alle ore 9.30. Tra gli ospiti dell?incontro anche Mina Welby, moglie di Piergiorgio - attivista politico affetto da distrofia muscolare e deceduto dopo una lunga battaglia politica contro l?accanimento terapeutico -, la deputata Donella Mattesini e il segretario generale del Sunas (Sindacato unitario nazionale assistenti sociali) Salvatore Poidomani. Il ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto è invece tra gli invitati al dibattito su “Immigrazione e politiche di integrazione. Ruolo delle istituzioni locali e diritti umani”, in programma mercoledì 1 aprile alle ore 10.00. Il convegno, a cui parteciperanno il senatore Roberto Di Giovan Paolo, segretario generale di Aiccre - Associazione italiana per il consiglio dei comuni e regioni d?Europa, e il direttore centrale per le politiche dell'immigrazione e dell?asilo del Ministero dell?Interno Mario Ciclosi, farà il punto sulle politiche di integrazione per gli stranieri in Italia, arrivati secondo le ultime stime del rapporto Caritas/Migrantes a quota 4 milioni. Immigrazione in primo piano anche nel convegno su “Tratta di persone e sfruttamento del lavoro”, in programma mercoledì primo aprile alle ore 15.00, a cui parteciperà il capo del Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e presidente della Commissione interministeriale su Tratta e lavoro forzoso Isabella Rauti. Le nuove tecnologie Negli ultimi anni la sanità ha cambiato volto grazie all?arrivo di nuove tecnologie in grado di migliorare la qualità della vita del paziente e rendere più efficiente il sistema sanitario. Teleassistenza, telemedicina, sanità elettronica, domotica, digitalizzazione dei documenti sanitari sono parole nuove ma destinate ad entrare nell?uso quotidiano: per conoscere meglio il presente e il futuro della sanità, EuroP.A. apre una finestra sull?incontro tra salute e innovazione con un nutrito programma di approfondimenti. Il futuro delle tecnologie in ospedale, l?intreccio tra innovazione e qualità dell?assistenza, l?informatizzazione della documentazione clinica sono tra i temi del convegno organizzato dall?Associazione Nazionale dei Medici e delle Direzioni Ospedaliere (Anmdo) su “Il governo delle tecnologie nella nuova sanità”, che mercoledì 1 aprile alle ore 9.00 richiamerà a Rimini i direttori di numerose aziende sanitarie italiane. Il confronto tra le politiche regionali e il recente Piano nazionale per la Sanità elettronica elaborato dal ministero dell?Innovazione è al centro di un convegno in programma giovedì 2 aprile alle ore 14.30, che avrà tra i suoi ospiti il direttore generale del Cnipa (Centro nazionale per l?informatica nella pubblica amministrazione) Caterina Cittadino. Un focus sulle migliori applicazioni delle tecnologie di e-health per la cura a domicilio sarà offerto nel convegno sui “Progetti di teleassistenza per la continuità e la cura domiciliare”, a cui parteciperà il direttore generale della rete Cup2000 Mauro Moruzzi (mercoledì 1 aprile alle ore 15.00). è invece dedicata al futuro della telemedicina, e alla costruzione di un sistema di assistenza telematica attivo in tutto il territorio nazionale la tavola rotonda a cui parteciperà tra gli altri anche Michele Anaclerio, consigliere per la sanità elettronica del Ministero della difesa (venerdì 3 aprile alle ore 15.00). Il sistema dei servizi minorili, i progetti per il recupero dei minorenni sottoposti a provvedimenti penali e la costruzione di un sistema di conoscenza condivisa sul funzionamento della giustizia penale minorile in Europa sono i temi del convegno organizzato dal Dipartimento per la Giustizia minorile del Ministero della Giustizia e da Aiccre (giovedì 2 aprile ore 10.00), a cui parteciperanno il capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile Bruno Brattoli e Serenella Pesarin della direzione generale per l?attuazione dei provvedimenti giudiziari, de Dipartimento per la Giustizia Minorile. I premi I migliori progetti per i servizi alla persona otterranno poi il “Premio Innovazione nei Servizi Sociali - Città di Rimini”, giunto ormai alla sua settima edizione. La premiazione, a cui concorrono circa 115 enti tra amministrazioni, associazioni, cooperative sociali e aziende, si svolgerà giovedì 2 aprile al termine di un convegno dedicato al welfare e al ruolo sempre più importante della cooperazione sociale nella costruzione di un sistema di servizi alla persona (ore 9.30). I vincitori dell?edizione 2008 sono stati il Comune di Torino e la Cooperativa sociale Agricoltura Capodarco: con il progetto Prisma, l?amministrazione torinese ha creato una rete di sostegno per il disagio sociale e psicologico formata da due sportelli gratuiti per l?aiuto e l?ascolto e tre progetti specifici sulla sessualità delle persone disabili, il counselling alle famiglie con adolescenti in difficoltà e la creazione di gruppi di auto aiuto. La Cooperativa sociale Agricoltura Capodarco è invece autrice del progetto” La buona terra”, per la formazione e l?inserimento lavorativo di tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti nel campo dell?agricoltura sociale. Ai migliori progetti di comunicazione per la tutela della salute, la sicurezza e la promozione della solidarietà andrà invece il “Premio Comunicazione sociale”, che oggi, alla sua prima edizione ha già ottenuto una sessantina di candidature. Il riconoscimento verrà consegnato venerdì 3 aprile al termine del convegno su “Il ruolo della comunicazione sociale in una economia che cambia” (ore 9.30). Numerosi e variegati i progetti in gara: si va dal sostegno e l?informazione alle famiglie con soggetti colpiti da lesioni gravi ai cortometraggi contro anoressia e bulimia realizzati dalle stesse persone affette da disturbi del comportamento alimentare, dalla sensibilizzazione delle aziende per l?assunzione delle persone disabili alle “pubblicità regresso”, che promuovono la coscienza civile con le armi della parodia e dell?ironia.

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Sanremo: giornata di studio sul diritto internazionale (sezione: Diritti umani)

( da "Sanremo news" del 13-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Sanremo: giornata di studio sul diritto internazionale Si è svolta oggi, presso la sede dell?Istituto Internazionale di Diritto Umanitario di Villa Ormond, una giornata di studio sul diritto internazionale umanitario. All?iniziativa hanno partecipato 40 studenti delle scuole secondarie, provenienti dal Liceo Classico Statale 'G.D. Cassini' di Sanremo, dal 'Convitto di Stato Rinaldo Corso' e dal ITCG 'Cattaneo con Liceo Dall'Aglio' di Reggio Emilia; e 20 studenti universitari del ?Franklin College? di Lugano (Svizzera). La giornata ha costituito un?importante opportunità per gli studenti che hanno potuto ricevere informazioni sul ruolo e le attività dell?Istituto e presentare i loro lavori di ricerca sulle tematiche dei diritti umani e del diritto umanitario. Essi hanno inoltre seguito alcune lezioni sul diritto umanitario da parte dei docenti dell?Istituto. L?evento prelude ad un maggiore coinvolgimento delle scuole e delle università, a cominciare da quelle presenti nella città di Sanremo e su tutto il territorio della provincia, in iniziative volte a favorire la conoscenza e l?apprendimento dei principi del diritto umanitario, dei diritti umani del diritto dei rifugiati e di tutte le tematiche correlate, di cui l?Istituto di Sanremo è da ormai 40 anni promotore in tutto il mondo.

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