CENACOLO DEI COGITANTI |
Vuelve en Uruguay la
historia de un famoso asesinato de los Tupamaros
( da "Clarin, El" del
13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: maestro de la tortura", por
haberla practicado en detenidos en forma sitemática y haber enseñado sus
métodos a represores uruguayos. Mitrione, que había sido destinado por el FBI a
Uruguay en 1969, fue secuestrado por el grupo guerrillero Tupamaros el 31 de
julio de 1970, acusado de ser agente encubierto de la CIA e instructor en
técnicas de tortura.
Battisti, il Brasile
accusa l'Italia di ingerenza Frattini: ora la sentenza (
da "Giornale di Brescia"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: udienza congiunta delle commissioni
Esteri e dei Diritti umani del Senato brasiliano, sostenendo tra l'altro che
durante i processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia
difesa». Il ministro ha respinto con determinazione le affermazioni provenienti
dall'Italia che ledono la «sovranità» del Brasile, ricordando in particolare le
illazioni provenienti dall'
Non posso accettare accuse
di inesistenti inesattezze ( da "Cittadino,
Il" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Commissione per la tutela dei
diritti umani" nella quale era inserita anche la figura del "Garante
per i diritti delle persone private della libertà". Più recentemente, quando
il Ministro della Giustizia ha proposto di estendere agli imputati adulti
l'istituto della "messa in prova", tra le più veementi voci contrarie
vi è stata quella del leader dell'
A Formigine un week end
per la pace ( da "Gazzetta
di Modena,La" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: presso la sala consiliare del
Castello, Danilo Zolo terrà la conferenza "La Dichiarazione universale dei
diritti umani dopo sessant'anni". Danilo Zolo insegna filosofia del
diritto all'Università di Firenze, dove ha fondato il Centro per la filosofia
del diritto Internazionale e delle politiche globali "Jura Gentium".
(giulia vellani)
Robaban con picanas
( da "Nacion, La" del
13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Wong FOTO Uno de los detenidos por
robar y torturar a sus víctimas en la Capital Foto: Télam Tres hombres y una
mujer fueron detenidos tras varios allanamientos realizados en los barrios de
Villa Crespo, Palermo y Flores, acusados de formar parte de una banda que se
dedicaba a asaltar casas y torturar a sus víctimas con picanas.
medico vicentino rapito
nel darfur - roberta rizzo ( da "Nuova
Venezia, La" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: per i diritti umani, ai tre sarebbe
stato concesso di telefonare e rassicurare i colleghi sulle loro condizioni.
Ma, secondo Josephine Guerriero, portavoce dell'agenzia delle Nazioni Unite,
Unamid a Khartoum, per il loro rilascio sarebbe stato chiesto un riscatto: «Gli
ostaggi sono stati prelevati da un commando di uomini armati e le trattative
per il rilascio sono già in corso»
Bianche colombe di carta
musica e bandiere di pace ( da "Settegiorni
(Magenta)" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: approfonditi temi quali i diritti
umani, i diritti del bambino nonché gli usi e i costumi delle popolazioni del
mondo. Accolti dalle note di «We are the world», suonate dai ragazzi del
laboratorio musicale delle scuole medie, gli studenti delle elementari hanno
così sfilato agitando colombe bianche realizzate con la carta e altrettante
bandiere della pace e dei vari stati del mondo,
Proiezioni al Museo
( da "Stampa, La" del
13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: intenzionati a presentare e
promuovere opere cinematografiche e video che trattino i temi e i problemi
legati all'ambiente naturale, umano e culturale e ai diritti umani possono
iscriversi gratuitamente fino al 30 giugno 2009. I concorsi suddivisi nelle
diverse sezioni riguardano i film a tematica ambientale prodotti dopo il 1°
gennaio 2007. Info e regolamento: www.cinemambiente.
"Su Battisti l'Italia
ci sbeffeggia" ( da "Stampa,
La" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Difesa e Diritti Umani del Senato
verde-oro. «Noi abbiamo l'orgoglio di essere un paese di ballerine e anche di
grandi giuristi», ha dichiarato risentito Genro, che lo scorso 13 gennaio ha
concesso lo status di rifugiato politico all'ex terrorista dei Proletari Armati
per il Comunismo, una battuta la sua chiaramente in risposta ad un'
Clandestini
( da "Stampa, La" del
13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: altra norma che nei giorni scorsi
aveva fatto sobbalzare le associazioni a tutela dei diritti umani. Possibile
che venga vietato ai clandestini di notificare la nascita di un figlio
all'Anagrafe? «Sarebbe davvero gravissimo. La registrazione garantisce l'identità
di un individuo e non ha nessun collegamento con l'acquisizione della
cittadinanza.
i barbari - tzvetan
todorov ( da "Repubblica,
La" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: mi rende capace di uccidere,
mutilare, torturare. In nome della protezione delle donne e dei bambini (i
nostri), sono stati massacrati un gran numero di uomini e donne, di anziani e
bambini (degli altri). Quelli che vorremmo definire come dei mostri molto
spesso hanno agito mossi dalla paura per i loro cari e per sé stessi.
Battisti, il Brasile torna
all'attacco ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: udienza congiunta delle commissioni
Esteri e dei diritti umani del senato brasiliano, sostenendo tra l'altro che
durante i processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia
difesa». Il ministro ha ricordato le illazioni provenienti dall'Italia secondo
le quali il Brasile sarebbe «un paese di ballerine, non di giuristi.
RAZZISMO DI STATO
( da "Manifesto, Il"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani elementari: il
diritto alla salute e alla famiglia, il diritto di mandare del denaro a casa e
perfino di riconoscere i propri figli... Ci sono modi e modi per uscire da una
crisi che, certo, è globale ma si riflette in modo particolarmente pesante su
paesi, come l'Italia, devastati da politiche neoliberiste e dalla debolezza e
incoerenza dei sistemi di protezione sociale.
Il governo smentisce:
Nessun divieto . Ma i dubbi restano
( da "Manifesto, Il"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: trovassimo di fronte a
provvedimenti che vadano contro i diritti umani non avremmo alcuna esitazione,
da cattolici, a votare in maniera contraria», ha annunciato ieri il deputato
del Pdl Antonio Mazzocchi. L'articolo in questione è il 45che alla lettera f
prevede l'ennesima modifica in senso ovviamente restrittivo della legge 286 del
1988, vale a dire del testo unico sull'immigrazione.
In arrivo due milioni
dalla Libia ( da "Manifesto,
Il" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: esercitare una maggiore pressione
sull'Italia per assicurare che i diritti umani non siano violati a Lampedusa».
La decisione di detenere i migranti e i richiedenti asilo a Lampedusa per tutta
la durata del procedimento, scrive l'organizzazione al commissario Barrot,
«anziché trasferirli sulla terraferma, ha avuto un grave impatto sui loro
diritti umani».
Così s'insegnano i diritti
umani a chi non ne ha ( da "Manifesto,
Il" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: occuparsi del tema dei diritti
umani, locuzione molto utilizzata in Afghanistan ma i cui principi sono assai
poco applicati. Naim Nazari, coordinatore di quest'ombrello che raccoglie
sessanta organizzazioni nel paese che, a diverso titolo, si occupano di diritti,
racconta di questa rete di associazioni registrata sia al ministero della
giustizia,
caso battisti, il brasile
attacca: trattati come un paese di ballerine
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: udienza congiunta delle commissioni
Esteri e dei diritti umani del senato brasiliano, sostenendo tra l'altro che
durante i processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia
difesa». Il ministro ha respinto con determinazione le affermazioni provenienti
dall'Italia che ledono la «sovranità» del Brasile, ricordando in particolare le
illazioni provenienti dall'
Obama alla Cina: diritti
da tutelare ( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Pochi giorni prima era stata la
volta del capitolo diritti umani. Hillary Clinton (al fianco di Obama, ieri,
nell'Ufficio Ovale), nella sua visita in Cina il 20 febbraio aveva
esplicitamente ridimensionato la questione, dichiarando che «il dibattito sui
diritti umani non può compromettere il dialogo tra Pechino e Washington».
GLI ULTIMI EPISODI
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 11 autore: GLI ULTIMI EPISODI
Diritti umani Il 25 febbraio il Dipartimento di Stato americano pubblica
l'annuale Rapporto sui diritti umani, che anche questa volta contiene dure
critiche alla Cina, accusata di repressione delle minoranze etniche. Secca la risposta
di Pechino: «Sono critiche irresponsabili e prive di fondamento.
Studenti in campo per i
diritti del popolo Lenca ( da "Corriere
Alto Adige" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: problematica relativa al sud del
mondo in relazione alle speculazioni dei paesi ricchi ai danni delle
popolazioni indigene, spesso private del loro naturale habitat e dei più
elementari diritti umani. Operation Daywork, coordinata da Elisabeth Cocher,
vuole finanziare e sostenere la formazione di giovani leader operata dal
Copinh, in particolare delle comunità Lenca. Andrea Scalco
FANO - "Questo è il
senso della trasparenza che caratterizza il centrodestra". Federico
Valenti... ( da "Messaggero,
Il (Pesaro)" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Per il repubblicano Alberto Berardi
si tratta di una "intollerabile violazione dei diritti garantiti dalla
Costituzione". Si dichiara "stupita" Sofia Serafini di Fano
Futura: "Noi siamo per una politica trasparente, per questo motivo abbiamo
proposto telecamere fisse nelle sale comunali". O.S.
<E' dura, soli con 160
mila malati>. Rapito in Darfur
( da "Corriere del Veneto"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sono al centro di molte inchieste a
causa di violazioni dei diritti umani», e per lanciare un appello affinchè la
categoria «si impegni risolutamente nella difesa dei diritti umani». Dice il
professor Gianfranco Rigoli, primario dell'Unità Spinale dell'Azienda
ospedaliera scaligera: «Mauro ha sempre voluto collaborare a progetti diretti a
popolazioni bisognose di aiuto».
Lanciò le scarpe contro
Bush: 3 anni ( da "Unita,
L'" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Lanciò le scarpe contro Bush: 3
anni Wall Street, in cella il truffatore Madoff Consiglio delle donne alla Casa
Bianca I tribunali che difendono i diritti umani Cinema, il gran saluto di
Clint
Bashir colpevole Dopo il
verdetto cacciate 13 ong ( da "Unita,
L'" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: International Rescue Commitee, la
norvegese Nrc, la cooperativa Chf e la Padco. Secondo un recentissimo rapporto
l'Ocha - l'Ufficio dell'Onu per i diritti umani- queste 16 ong rappresentano il
40 percento degli operatori umanitari in Darfur: 7.610 lavoratori che si
occupano di 1 milione e 160mila persone. IL CASO
Genro attacca l'Italia
Frattini tace ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Chiamato a riferire sull'asilo
politico concesso all'ex terrorista, Genro è intervenuto durante un'udienza
congiunta delle commissioni Esteri e dei diritti umani del Senato, sostenendo
tra l'altro che durante i processi in Italia, Battisti non ha potuto contare
«su un'ampia difesa».
burkina faso, provincia
attiva nella cooperazione ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Acqua fonte di pace e di diritti
umani". Nel 2007 sono stati resi disponibili anche i finanziamenti messi a
disposizione dall'Aato, corrispondenti all'un per cento degli introiti
derivanti dal consumo idrico sul territorio isontino. Questi fondi serviranno
per un piano d'interventi triennale, che si propone tra le altre cose di
costruire altri pozzi,
Il presidente e le Ong nel
mirino ( da "Arena,
L'" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Khartoum considera un reato
collaborare con la Cpi e alcuni attivisti per i diritti umani hanno già iniziato
a pagare con condanne ad anni di prigione il "reato" di aver raccolto
informazioni su quello che gli uomini di Bashir hanno compiuto in Darfur. I
servizi di sicurezza censurano i giornali e sorvegliano i giornalisti, come
dimostra un rapporto di Human Rights Watch.
La Nirenstein e Parsi sui
diritti ( da "Arena,
L'" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: proporrà riflessioni filosofiche e
giuridiche sui diritti umani, sociali, politici, e civili in occidente e nelle
altre parti del mondo. Del tema discuteranno Fiamma Nirenstein, giornalista di
politica internazionale e vicepresidente della commissione affari esteri della
Camera, e Vittorio Emanuele Parsi, docente all'Università Cattolica ed
editorialista della Stampa.
Difensore civico, l'addio
con un appello al Comune ( da "Arena,
L'" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Spesso ci siamo occupati di
elementari diritti umani che riguardano anziani, disabili, madri sole,
immigrati, detenuti». «Abbiamo inoltrato all'Atv che si dice in attesa di un
finanziamento regionale», riferisce il difensore, «la richiesta dei ciechi di installare
sugli autobus un avviso sonoro che segnali le fermate», Inoltre, parla di un
«incontro fruttuoso con l'
<Li torturavano.
( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 2 «Li torturavano. «Ammassati in
gabbie anguste, condannati IL BLITZ SUI FAGIANI: ARRIVATA E' ARRIVATA la
rivendicazione. Si firmano «Liberatori qualsiasi» e non dimostrano di avere
grandi idee sulla vita dei fagiani. A loro bastava squarciare «il luogo di
tortura» del San Bartolo.
Freeman accusa: costretto
a lasciare dalla lobby filoebraica
( da "Corriere della Sera"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che gli rimprovera posizioni molto
indulgenti sulle violazioni dei diritti umani in Cina. Ma altri gli hanno dato
ragione. Come Joe Klein, editorialista di Time, il quale però ha accusato non
la lobby pro Israele, ma una «banda di neo conservatori ebraici che hanno reso
Washington un posto poco accogliente per chi ha il coraggio di sfidare il loro
punti di vista».
Studenti a lezione di
diritti umani ( da "Resto
del Carlino, Il (Ferrara)" del
13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Gli studenti hanno letto ed
analizzato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 e studiato le
diverse generazioni dei diritti umani' per poi verificare nel concreto come
vengono violati i diritti umani e le motivazioni che portano alcuni governi a
non rispettare le norme del diritto internazionale sancite da organismi
internazionali.
Medico italiano rapito nel
Darfur ( da "Gazzetta
di Modena,La" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: per i diritti umani, ai tre sarebbe
stato concesso di telefonare e rassicurare i colleghi sulle loro condizioni.
Ma, secondo Josephine Guerriero, portavoce dell'agenzia delle Nazioni Unite,
Unamid a Khartoum, per il loro rilascio sarebbe stato chiesto un riscatto: «Gli
ostaggi sono stati prelevati da un commando di uomini armati e le trattative
per il rilascio sono già in corso»
Gaza, bilancio definitivo
raid israeliani è di 960 civili uccisi
( da "Reuters Italia"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Lo riferisce il Centro palestinese
per i diritti umani. Israele ha realizzato gli attacchi via aria, terra e mare
dal 27 dicembre al 18 gennaio, nel tentativo di costringere Hamas e altri
gruppi militanti islamici a fermare il lancio di razzi e di colpi di mortaio
attraverso il confine contro le città israeliane.
Battisti, Brasile:
"Non siamo Paese di ballerine"
( da "Giornale.it, Il"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: audizione congiunta alle
commissioni esteri e diritti umani al Senato. In Brasile, ha proseguito Genro,
ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo
quello sull?ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione.
"Da parte dell?Italia non c?
CRISI: NAPOLITANO, UE SI
IMPEGNI DI PIU' PER DARE SLANCIO A...
( da "Virgilio Notizie"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: per la promozione dei diritti
umani, della pace e della solidarieta'. Come propone il progetto di unione per
il Mediterraneo - continua Napolitano - occorre un forte rilancio del processo
di Barcellona. In questo senso, dalla partecipazione delle autorita' regionali
e locali e della societa' civile puo' venire una spinta importante
all'integrazione,
Pakistan/ Polizia blocca
strade verso capitale ( da "Virgilio
Notizie" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ha dichiarato a proposito del
presidente Asif Ali Zardari: "Non credo che sarà in grado di restare al
suo posto tanto da completare i cinque anni di mandato". Nei giorni scorsi
il governo ha proceduto all'arresto di centinaia di attivisti politici,
avvocati e difensori dei diritti umani in vista della manifestazione del 16
marzo a Islamabad.
La comunità Bahá'í di
Caserta si riunisce in preghiera ( da "Caserta
News" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: perché in chiara violazione della
carta dei diritti umani. Si aggiungono a loro la Presidenza dell'Unione Europea
e i governi di Stati Uniti, Canada e Brasile. I bahÁ'Í di Caserta si uniscono
in preghiera agli oltre 5 milioni di bahÁ'Í nel mondo nel ricordare i loro
correligionari in questo momento difficile.
Pari opportunità: servono
leggi ( da "Denaro,
Il" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani, Djazairouna, Fatma
Nsoumer e la sezione femminile del principale sindacato Ugta, il sistema
educativo porta all'alienazione della società e della donna in particolare''
riproducendo "schemi sociali retrogradi". Le violenze possono essere
fisiche, psicologiche, politiche, sessuali, ma anche economiche precisa il
Collettivo denunciando il lavoro non o poco remunerato
<Immigrati, no ai
ricatti per i medici> ( da "Avvenire"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: noi vogliamo fare nostra questa
contestazione nella più ampia prospettiva dei diritti umani e della
solidarietà. La norma in questione, infatti, crea le condizioni perché degli
uomini e delle donne debbano scegliere tra la propria salute o quella dei
propri figli e la speranza, legata alla permanenza nel nostro paese, di una
vita meno misera per sé e per la propria famiglia.
Obama: <Cooperare con
la Cina> Ma avverte Yang sui diritti umani
( da "Avvenire" del
13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: avverte Yang sui diritti umani DA
NEW YORK ELENA MOLINARI U n incontro avvenuto in un momento di tensione fra
Stati Uniti e Cina, ma dove ha tuttavia prevalso lo spirito di collaborazione.
Durante il loro meeting alla Casa Bianca Barack Obama e il ministro degli
Esteri cinese Yang Jiechi hanno espresso la volontà comune che incidenti navali
come quello dello scorso fine settimana «
- IRAQ: RISCHIO DI
ESECUZIONI DI MASSA ( da "WindPress.it"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sulla base di confessioni estorte
con la tortura durante il periodo di detenzione preventiva. Le forze di
sicurezza irachene ricorrono sovente alla tortura ma la Corte non indaga
adeguatamente, o non indaga affatto, sulle denunce dei detenuti, Le procedure
seguite dalla Corte risultano ampiamente al di sotto degli standard
internazionali sui processi equi.
La famiglia dell'avvocato
dissidente ottiene l'asilo politico in Usa
( da "Corriere.it" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani temono che si trovi
di nuovo nelle mani della polizia. VIAGGIO AVVENTUROSO - La ragazzina ha dovuto
smettere di andare a scuola e, ha raccontato Geng, ha «tentato più volte il
suicidio». Gao, uno dei promotori dell'impegno civile degli avvocati cinesi, è
stato condannato a quattro anni di prigione nel 2006 ma ha ottenuto la
sospensione della condanna per buona condotta.
Sudafrica/ Sempre piu'
donne stuprate e uccise perche' ( da "Virgilio
Notizie" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Simelane era un'attivista per i
diritti umani e una delle prime donne a vivere apertamente la propria
omosessualità. La morte di Simelane ha suscitato grande scalpore nel Paese, ma
da allora le violenze contro le donne lesbiche hanno continuato ad aumentare,
denuncia oggi il quotidiano britannico The Guardian.
Crisi, Napolitano:
"Serve un maggiore impegno di tutta l'Europa"
( da "Dire" del
13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: per la promozione dei diritti
umani, della pace e della solidarietà". Come propone il progetto di unione
per il Mediterraneo, spiega il presidente della Repubblica, "occorre un
forte rilancio del processo di Barcellona. In questo senso, dalla
partecipazione delle autorità regionali e locali e della società civile può
venire una spinta importante all'
Allarme di Maroni:
<Ancora faticoso applicare l'accordo con Tripoli>
( da "Sicilia, La" del
13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ha avuto un grave impatto sui loro
diritti umani». FINI CONTESTA DECRETO. Per Gianfanco Fini la parte del decreto
sicurezza che obbliga il medico a denunciare i clandestini va a scontrarsi con
il diritto alla persona e deve essere quantomeno rivista. «Il medico deve
curare le persone, non guardare chi sono.
CASO BATTISTI Nuove accuse
all'Italia: Aggredisce il Brasile
( da "Gazzettino, Il"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Chiamato a riferire sull'asilo
politico all'ex terrorista italiano, Genro è intervenuto in un'udienza
congiunta delle commissioni Esteri e Diritti umani del Senato brasiliano
sostenendo tra l'altro che nei processi svolti in Italia, Battisti non ha
potuto contare «su una piena possibilità di difesa».
Molti autorevoli esponenti
politici, soprattutto di estrazione leghista, come il ministro Calderoli ...
( da "Gazzettino, Il"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: torture. Si trattasse anche di
Barbablù. E la castrazione, chimica o meno, è un'umiliazione, una mutilazione,
una tortura. Si dirà che umiliazione, violenza e tortura sono proprio gli
elementi qualificanti dello stupro. Ma uno Stato non si può mettere allo stesso
livello dei delinquenti, se non vuole diventarlo a sua volta.
LUISA SPINA SAN GIORGIO A
CREMANO. I BAMBINI SONO TRA LE PRIME VITTIME INCONSAPEVOLI DEI RE...
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: tra i reati più comuni ci sono
quelli della diffamazione e della violazione dei diritti d'autore». Per il
vicesindaco e assessore alla comunicazione Giorgio Zinno «incontri come questo
contribuiscono alla formazione di cittadini responsabili e soprattutto a
rendere più consapevoli i dipendenti dei rischi in cui si potrebbe cadere
utilizzando la rete in maniera irresponsabile».
ADISS ONLUS DON MEROLA A
CASERTA UN NUOVO TRAGUARDO E UN RINNOVATO IMPEGNO PER L'ASSOCIAZIONE ...
( da "Mattino, Il (Caserta)"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: immediato rilascio dei bahá'í
incarcerati, perché in chiara violazione della carta dei diritti umani. Si
aggiungono a loro la presidenza dell'Ue e i governi di Usa, Canada e Brasile. I
bahá'í di Caserta si uniscono in preghiera agli oltre 5 milioni di bahá'í nel
mondo nel ricordare i loro correligionari in questo momento difficile.
GLI STIPENDI DEI POLITICI
GIUSEPPE RUFFO - CAIVANO APPREZZIAMO GLI SFORZI CHE I NOSTRI ...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani e sociali dei popoli
oppressi. «Ecco perché sono rimasto monarchico» Aldo Ambrosio - NAPOLI L'esito
del referendum istituzionale non mi convinse, né ancora mi convince.
Nell'Ufficio elettorale centrale, costituito dalle Sezioni Unite dalla Suprema
Corte di Cassazione, si constatò che in alcune delle tavole riassuntive dei
voti delle 84 mila sezioni elettorali le preferenze
BRASILIA. IL BRASILE è
STATO AGGREDITO NELLA SUA SOVRANITà PER ALCUNE DICHIARAZIONI ...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: lo ha detto il ministro della
giustizia brasiliano durante un'audizione congiunta alle commissioni esteri e
diritti umani al Senato in Brasilia sul caso di Cesare Battisti. In Brasile, ha
proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi
italiani, ma solo quello sull'ex membro dei Proletari armati per il comunismo
ha avuto tanta ripercussione.
FRANCESCA CARELLA MASSIMO
NESTICÒ ROMA. LA DENUNCIA DEL MEDICO CONTRO L'IMMIGRA...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Ma la strategia italiana
anti-clandestini non piace ad Amnesty International che invita l'Ue ad «esercitare
una maggiore pressione per assicurare che i diritti umani non siano violati a
Lampedusa». Secca la replica del prefetto Morcone, del Dipartimento
immigrazione del Viminale, che giudica «senza fondamento» le critiche.
WASHINGTON. INCONTRO
CORDIALE ALLA CASA BIANCA SULLO SFONDO DI PREOCCUPANTI INCIDENTI DI CONFINE,
FR... ( da "Mattino,
Il (Nazionale)" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sulla questione dei diritti umani
che, si sa, irrita moltissimo Pechino. E sgradito sarà senz'altro suonato
l'invito a «rafforzare il dialogo con il Dalai Lama» sulla questione tibetana.
Il casus è quello della nave oceanografica Impeccable, americana, che, secondo
i cinesi, spia i sottomarini di Pechino mentre, per Washington,
"Formigine per la
pace", terza edizione della manifestazione nata per valorizzare il
volontariato ( da "Sestopotere.com"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: alla conclusione di un anno che ha
ricordato in tutto il mondo il sessantesimo anniversario della Dichiarazione
dei Diritti dell?Uomo. Una conferenza del filosofo Danilo Zolo dal titolo “La
Dichiarazione universale dei diritti umani dopo sessant'anni”, prevista per
sabato 21 marzo alle 17 presso il castello di Formigine, farà il punto della
situazione sull?
Battisti/ Sentenza Corte
Suprema rischia di slittare ad ( da "Virgilio
Notizie" del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: presidente della commissione
Diritti umani, che fa parte dei parlamentari che appoggiano la decisione del
ministro Genro e che ieri ha partecipato all'udienza in senato del ministro, la
data potrebbe spostarsi ad aprile. Il calendario dei processi pubblicato nel
sito del Stf non riporta ancora quella relativa alla discussione del caso
Battisti.
Il "marzo" dei
tibetani: commemorazione di una lotta ancora lunga
( da "Articolo21.com"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: dei diritti umani fondamentali
sotto il governo di Pechino ha ancora molta strada davanti a sè prima di
portare a dei risultati. C'è il Marzo del 1959, cinquant'anni fa. A quel tempo
l'insurrezione scoppia nella città di Lhasa, sovrappopolatasi per via della
convergenza di pellegrini giunti per festeggiare il Monlam Chemno e di
centinaia di profughi provenienti dalle regioni nord-
Una settimana per dire
"no" al razzismo ( da "RomagnaOggi.it"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ssa Natascia Mattucci Docente di
Filosofia dei Diritti Umani Università di Macerata Biblioteca di Misano
Adriatico Via Rossini, 7 - Misano Adriatico Giovedì 19 Marzo ore 21.30 Comune
di Rimini Ass. all'immigrazione Spettacolo Reading di teatro e musica FACEBOOK
-NUOVI NOMADI IN VIAGGIO A cura della Bottega degli Apocrifi Teatro degli Atti
Via Cairoli,
EuroP.A.- Dalla
telemedicina all'assistenza di fine vita. Riflettori sulla salute e il sociale
( da "Sestopotere.com"
del 13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: immigrazione, con la tutela dei
diritti umani e la lotta alla tratta, l?edilizia sanitaria, la giustizia
minorile e i premi per i migliori progetti di innovazione nei servizi sociali e
per la comunicazione sociale. La salute e il benessere dei cittadini sono in
primo piano a EuroP.
Sanremo: giornata di
studio sul diritto internazionale
( da "Sanremo news" del
13-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Istituto e presentare i loro lavori
di ricerca sulle tematiche dei diritti umani e del diritto umanitario. Essi
hanno inoltre seguito alcune lezioni sul diritto umanitario da parte dei
docenti dell?Istituto. L?evento prelude ad un maggiore coinvolgimento delle
scuole e delle università, a cominciare da quelle presenti nella città di
Sanremo e su tutto il territorio della provincia,
( da "Clarin, El" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
EL ASOMBROSO CASO
QUE RELATO COSTA GAVRAS EN SU "ESTADO DE SITIO" Vuelve en Uruguay la
historia de un famoso asesinato de los Tupamaros Es el crimen del agente de la
CIA Dan Mitrione ocurrido en julio de 1970. Por: Guillermo Pellegrino 1 de 1 Valiosos
documentos obtenidos por la historiadora Clara Aldrighi en el Archivo Central
de Estados Unidos probaron que el Escuadrón de la Muerte, grupo paramilitar y
parapolicial que actuó en Uruguay entre 1970 y 1973, usó un arma donada por la
Agencia para el Desarrollo Internacional de EE.UU. (USAID) y con ella asesinó a
un estudiante en Montevideo, en 1971. Según la investigación publicada por el
diario uruguayo La República, quien proveyó el rifle Winchester modelo 70
calibre .225 (entre muchas otras armas que ingresaron a Uruguay) fue el agente
de la Central de Inteligencia Norteamericana, CIA, Dan Mitrione, también
conocido como el "maestro de la tortura", por
haberla practicado en detenidos en forma sitemática y haber enseñado sus
métodos a represores uruguayos. Mitrione, que había sido destinado por el FBI a
Uruguay en 1969, fue secuestrado por el grupo guerrillero Tupamaros el 31 de
julio de 1970, acusado de ser agente encubierto de la CIA e instructor en
técnicas de tortura. Para entregarlo pidieron al presidente Pacheco
Areco la liberación de 150 guerrilleros. Tras la negativa del gobierno y de
EE.UU. de negociar, Mitrione fue asesinado el 10 de agosto de ese año y su
cadáver fue encontrado, con cuatro disparos, sin signos de tortura, en el baúl
de un auto estacionado en una calle de Montevideo. El secuestro y ejecución de
Mitrione fue centro de la trama de la famosa película Estado de sitio del
director griego Costa Gavras. Según el periodista Roger Rodríguez, quien
investiga el tema desde hace años, la "rara" bala que mató, el 24 de
julio de 1971, al estudiante Heber Nieto, coincide con aquel rifle introducido
en Uruguay por Mitrione. El sicario que usó el rifle aún lo tendría en su poder
y, agrega Rodríguez, sobrevive un testigo del hecho, que podría declarar ante
la justicia. "Según señalan los diarios de la época, fueron varios los
testigos que habían advertido la presencia de policías de paisano apostados en
las azoteas vecinas, disparando con armas largas contra el "peaje"
estudiantil: unos 30 jóvenes recaudando fondos para apoyar la huelga obrera en
una empresa de propiedad norteamericana", dijo la historiadora Aldrighi a
Clarín. "Pero la Jefatura de Policía de Montevideo y el Ministerio del
Interior negaron enfáticamente su responsabilidad en el asesinato porque,
argumentaron, la Policía no poseía en dotación armas de ese calibre",
añadió, sin dejar de aclarar que esta afirmación quedó desmentida por los
documento que ella encontró en Washington. Casi 39 años después se comprobó que
las armas habían sido solicitadas por Mitrione en febrero de 1970, y entregadas
a la Dirección Nacional de Información e Inteligencia (DNII) en septiembre de
ese año. La DNII recibió también en esa oportunidad 40 revólveres calibre 38
especial, estaciones móviles, señales de frecuencia, antenas, máscaras de gas,
sirenas, diversas armas, cámaras, 900 granadas y 272 proyectiles de gas, un
ómnibus y 65 sedans Ford Maverick, entre otros materiales. La USAID -la misma
agencia que el presidente Evo Morales expulsó de Bolivia por sospechas de
"conspirar contra el gobierno"- estuvo involucrada en las primeras
muertes de estudiantes en Uruguay, en 1968, "por más que el gobierno de
Jorge Pacheco mintió sobre la procedencia de estas nuevas armas, inaugurando la
práctica del ocultamiento de la verdad, la negación de los crímenes de estado y
la desautorización del Parlamento", aseguró Aldrighi. "Los documentos
en Washington comprueban que el papel de los instructores estadounidenses
seguía siendo clave, al igual que en 1968; es más, sus funciones se habían
vuelto mucho más complejas por el auge de las guerrillas. Por esa razón, los
esfuerzos de EE.UU. para que en Uruguay no se instalara un 'gobierno hostil a
los intereses de EEUU' se desplazaron de la asistencia policial a la militar, a
través del Programa de Asistencia Militar (MAP)", explicó la historiadora.
TamaÑo de textoEnviar
( da "Giornale di Brescia" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Edizione: 13/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:estero Battisti, il Brasile accusa
l'Italia di ingerenza Frattini: ora la sentenza Il Guardasigilli brasiliano Tarso
Genro torna all'attacco sulla concessione dell'estradizione all'ex terrorista
rosso SAN PAOLO L'Italia ha «aggredito la sovranità» del Brasile, trattandolo
come «un Paese di ballerine». Torna all'attacco sul caso Battisti il ministro
della Giustizia brasiliano Tarso Genro; ma le sue parole, che rischiano per
qualche ora di riaccendere lo scontro tra Italia e Brasile sulla sorte dell'ex
terrorista rosso, si infrangono stavolta contro il «no comment» della
Farnesina, che anzi ribadisce «gli stretti legami di amicizia e cooperazione»
tra i due Paesi, rinviando alla decisione che sul caso Battisti dovrà prendere
il Supremo tribunale federale (Stf) del Paese sudamericano. No comment della
Farnesina «Rimaniamo in fiduciosa attesa dell'imparziale decisione» del
Tribunale, ha fatto sapere il Ministero degli esteri in una nota, riferendosi
all'attesa pronuncia della Corte suprema chiamata a confermare l'asilo dato da
Genro oppure ad accogliere la richiesta di estradizione presentata dall'Italia.
Anche il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, ha segnalato che
Genro attacca Roma «in ogni occasione utile per condizionare la magistratura
del suo Paese, magistratura che noi rispettiamo». Chiamato a riferire
sull'asilo politico concesso all'ex terrorista italiano, Genro è intervenuto
durante un'udienza congiunta delle commissioni Esteri e dei
Diritti umani del Senato
brasiliano, sostenendo tra l'altro che durante i processi in Italia, Battisti
non ha potuto contare «su un'ampia difesa». Il ministro ha respinto con
determinazione le affermazioni provenienti dall'Italia che ledono la
«sovranità» del Brasile, ricordando in particolare le illazioni provenienti
dall'Italia secondo le quali il Brasile sarebbe «un paese di ballerine,
non di giuristi. Siamo orgogliosi di essere un paese di ballerine e - ha
puntualizzato Genro - anche di grandi giuristi». Proprio sul piano strettamente
giuridico, il ministro ha detto di ritenere che nei processi in Italia, dopo
gli anni di piombo, Battisti non ha avuto «un'ampia difesa», visto tra l'altro
che in tali procedimenti «ha dato una procura in bianco, fornita
successivamente ad un avvocato che lui non conosceva». Esempio di imparzialità
Nel sottolineare di ritenere che l'Italia abbia agito «legittimamente» nei
confronti del terrorismo, Genro ha precisato che quando il Governo brasiliano
dice che «l'eccezione convive, eventualmente, con il diritto non stiamo
aggredendo lo stato di diritto in Italia». A conferma dell'imparzialità di
Brasilia, Genro ha inoltre annunciato che è in attesa di ricevere una richiesta
di asilo da parte di un uomo accusato di fascismo. Se dall'analisi del caso
verificherà che ci sono le condizioni per l'asilo, lo stesso ministro sarà
«pronto a dare via libera» a tale status. Di parere opposto Heraclito Fortes,
uno dei parlamentari dell'opposizione anti-Lula, per il quale Genro ha avuto un
trattamento di favore nei confronti di Battisti.
( da "Cittadino, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Non posso accettare
accuse di inesistenti inesattezze n Gentile Direttore, alcune precisazioni in
relazione alla lettera (pubblicata l'11 marzo) di Giambattista Pera, secondo
cui io avrei detto "inesattezze" e fatto affermazioni "non
documentate". Precisazioni che mi preme fare soprattutto per le tante
persone che erano presenti al dibattito sul tema della "sicurezza", su
cui peraltro il "Cittadino" ha dato ampio e positivo resoconto.
Contrariamente a quanto sostenuto dal sig. Pera, che avrebbe potuto facilmente
fare le necessarie verifiche sul sito della Camera dei Deputati, è
incontestabile che, nella legislatura 2006-2008, il voto congiunto del centrodestra
e dell'Italia dei Valori non ha permesso l'approvazione di una nuova legge
sulla "Cittadinanza", su cui vi era anche un Disegno di Legge del
Governo. Nello stesso periodo - per la contrarietà dell'I.d.V. e dell'UDEUR,
oltre che dell'allora opposizione - è stata bloccata in Commissione Affari
Costituzionali della Camera l'istituzione, prevista dall'Unione Europea, di una
"Commissione per la tutela dei diritti umani" nella quale era inserita
anche la figura del "Garante per i diritti delle persone private della
libertà". Più recentemente, quando il Ministro della Giustizia ha proposto
di estendere agli imputati adulti l'istituto della "messa in prova",
tra le più veementi voci contrarie vi è stata quella del leader dell'Italia
dei Valori, il quale ignorava che l'on. Li Gotti, suo collega di partito, aveva
presentato un Disegno di Legge che anticipava proprio quanto proposto dal
Ministro. Per quanto riguarda il tema delle intercettazioni, nel corso del
dibattito - dopo aver fatto presente che, se l'attuale legge fosse applicata
correttamente, non si verificherebbero gli abusi cui quotidianamente assistiamo
- ho criticato le iniziative tese a depotenziare tale importante mezzo di
ricerca della prova, ribadendo la necessità di trovare il giusto equilibrio tra
esigenze processuali e rispetto della privacy dei cittadini, soprattutto se non
coinvolti nelle indagini. All'obiezione del mio interlocutore (che apprendo
essere il responsabile provinciale dell'Italia del valori), secondo cui la
pubblicazione sui giornali di colloqui o di sms privati era finalizzata
esclusivamente a far approvare una nuova legge sulle intercettazioni, ho
ricordato che la pubblicazione di atti di indagine (tra cui le intercettazioni)
prima della chiusura delle indagini è un reato espressamente previsto dal
codice penale. Ho anche aggiunto, non ho motivo per negarlo, che bisogna
diffidare da chi, pur di cercare facile consenso su temi così delicati, fa
disinformazione e strumentalizza la Giustizia per finalità che, con la
Giustizia, nulla hanno a che vedere. Poiché, quando mi capita di incorrere in
qualche errore, non ho alcuna difficoltà ad ammetterlo, non posso accettare
accuse di inesistenti "inesattezze" o "affermazioni generiche e
mai documentate". Non mi soffermo sulle "cadute di stile", nella
speranza che il richiamo al "segreto istruttorio" fatto dal sig. Pera
nella sua lettera, non lo porti a rimpiangere il codice fascista, dal momento
che sia "l'istruttoria" che "il segreto istruttorio",
presenti nel processo inquisitorio (codice Rocco), sono stati spazzati via,
oltre che dalla Storia, dal codice di procedura penale entrato in vigore nel
1989. Codice che prevede espressamente, a tutela soprattutto delle indagini, il
divieto di "pubblicazione, anche parziale, degli atti non più coperti dal
segreto fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al
termine dell'udienza preliminare" (art. 114 c.p.p.). Nel ringraziare per
l'ospitalità, invio i saluti più cordialiGiuliano PisapiaAvvocato
( da "Gazzetta di Modena,La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
A Formigine un week
end per la pace Venerdì 20 e sabato 21 numerose iniziative con l'animazione del
Csi Anche il Csi Modena partecipa a "Formigine per la Pace", la
kermesse organizzata dal Comune di Formigine con il "Fondo territoriale
modenese per la cooperazione allo sviluppo" in programma venerdì 20 e
sabato 21 marzo con l'obiettivo di porre sotto i riflettori i temi della
solidarietà internazionale e del diritto alla pace, valorizzando l'impegno che
le organizzazioni non governative e i gruppi di volontariato formiginesi
esprimono in questo campo. Il Csi Modena collabora alla ricca agenda di
appuntamenti attraverso interventi di carattere ludico-motorio e laboratori in
programma sabato 21 marzo presso i locali dellex Urp, in piazza Repubblica 9.
Uno staff esperto di animatori della Commissione Manifestazioni e Parrocchie
intratterrà i bambini dai 6 agli 11 anni dalle 15 alle 19 con "Un mondo di
giochi", una serie di attività ed animazioni alla scoperta di usanze e
racconti nei cinque continenti. Dal 2005 ad oggi ciascuna edizione di "Formigine
per la Pace" è stata dedicata a un paese specifico, con l'obiettivo di
sottolineare l'impegno delle singole associazioni in un determinato contesto di
emergenza. Quest'anno la manifestazione di svolge in un momento storico
importante, alla conclusione di un anno che in tutto il mondo ha ricordato il
sessantesimo anniversario della "Dichiarazione dei Diritti
dell'Uomo". "Formigine per la Pace", edizione 2009, dà voce a
chi rivendica l'effettiva universalità dell'acquisizione dei diritti umani, per rendere ancora più forte il grido di chi si batte
ogni giorno affinché essi vengano rispettati. L'iniziativa celebra anche il
decennale della firma del patto di amicizia e solidarietà fra il Comune di
Formigine e Edchera, tendopoli saharawi. Da diversi anni, infatti, molti
formiginesi dedicano il loro aiuto al popolo del deserto che vive profugo
lontano dalla sua terra d'origine: il Sahara Occidentale. Oltre ai laboratori
del Csi Modena, sono numerose e di rilievo le iniziative in programma
all'interno della manifestazione formiginese. Venerdì 20 marzo, alle 18,30,
presso il Castello di Formigine, si terrà l'inaugurazione della collettiva
fotografica "Saharawi. L'altra faccia del muro", con opere di Massimo
Bassano, Edoardo Giavelli e Luigi Ottani. La mostra, che rimarrà aperta il
sabato e la domenica fino al 19 aprile, svela con grandi fotografie e
contributi video la sacralità dei riti quotidiani e i segni di una cultura che
sopravvive nonostante la precaria esistenza in una terra straniera. Sabato 21
marzo alle 17, presso la sala consiliare del Castello,
Danilo Zolo terrà la conferenza "La Dichiarazione universale dei diritti umani dopo sessant'anni". Danilo
Zolo insegna filosofia del diritto all'Università di Firenze, dove ha fondato
il Centro per la filosofia del diritto Internazionale e delle politiche globali
"Jura Gentium". (giulia vellani)
( da "Nacion, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Robaban con picanas
Noticias de Información general: anterior | siguiente Viernes 13 de marzo de
2009 | Publicado en edición impresa Enviá tu opinión Sé el primero en comentar
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Reddit Del.icio.us Mister-Wong FOTO Uno de los detenidos por robar y torturar a
sus víctimas en la Capital Foto: Télam Tres hombres y una mujer fueron
detenidos tras varios allanamientos realizados en los barrios de Villa Crespo,
Palermo y Flores, acusados de formar parte de una banda que se dedicaba a
asaltar casas y torturar a sus víctimas con picanas. Fuentes policiales
agregaron que entre los detenidos estaría el cabecilla de banda, apodado
"el Roña". Personal de la División Robos y Hurtos inició la pesquisa
a partir de las denuncias de una docena de damnificados, que culminaron ayer
con distintos allanamientos y capturas. Uno de los hechos ocurrió en enero
pasado en la Paternal, donde fue asaltada una docente que resultó herida cuando
los delincuentes le pasaron electricidad a través de un cable de un velador
como método de tortura para que les entregara más dinero.
( da "Nuova Venezia, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 7 - Attualità
Medico vicentino rapito nel Darfur E' stato preso in ostaggio con altri due
operatori umanitari Il gruppo appartiene
all'organizzazione Medici senza frontiere ROBERTA RIZZO MILANO. Tre operatori umanitari di Medici senza frontiere Belgio sono stati rapiti
nel Darfur, regione del Sudan occidentale e zona minata da una feroce guerra
civile. Tra loro c'è anche un medico italiano, Mauro D'Ascanio, 34 anni,
vicentino, specializzato in medicina d'urgenza, da sei mesi in Sudan. Il
sequestro è avvenuto verso le 19 di mercoledì scorso quando il gruppo di
sequestratori è entrato nell'ufficio dell'organizzazione umanitaria,
a Saraf Umra, ed ha prelevato D'Ascanio, il coordinatore francesce Raphael
Meonier e l'infermiera canadese Laura Archer. Con loro c'erano anche due
operatori locali rilasciati subito dopo. In un primo momento sembrava che gli
autori del rapimento fossero i ribelli del Jem (Justice and Equality Movement),
ma si tratterebbe di un'azione di banditismo. Difficile non pensare ad un
collegamento con la gravissima situazione nel Darfur dopo l'incriminazione del
presidente sudanese, Omar El Bashirm, per crimini contro l'umanità
e crimini di guerra. E la conseguente decisione del governo di espellere dal
Sudan 13 organizzazioni non governative, per cui circa 180 operatori sanitari
stranieri hanno già lasciato il paese. «I tre ostaggi sono vivi, stanno bene,
non hanno subito maltrattamenti e si sta lavorando per liberarli», hanno
affermato i vertici del governo sudanese. Secondo Mohammed Abdel Rahman,
responsabile della commissione sudanese sulle associazioni per
i diritti umani, ai tre
sarebbe stato concesso di telefonare e rassicurare i colleghi sulle loro
condizioni. Ma, secondo Josephine Guerriero, portavoce dell'agenzia delle
Nazioni Unite, Unamid a Khartoum, per il loro rilascio sarebbe stato chiesto un
riscatto: «Gli ostaggi sono stati prelevati da un commando di uomini armati e
le trattative per il rilascio sono già in corso». "Medici senza
frontiere" ha però smentito categoricamente la notizia. La Farnesina
mantiene uno stretto riserbo sulla vicenda: «L'Unità di crisi», sottolineano
fonti ministeriali, «si mantiene in continuo raccordo con la branca italiana
dell'organizzazione umanitaria e con i familiari del
medico italiano. E' stata inoltre attivato un canale di coordinamento con i
Ministeri degli esteri di Francia e Canada». Il presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, segue con preoccupazione l'evolversi degli avvenimenti
mentre il ministro, Franco Frattini, ha avviato «tutte le necessarie azioni per
una soluzione positiva». Intanto "Medici senza frontiere" ha deciso
di lasciare il Darfur, tutte le sue equipe stanno rientrando, lo ha confermato
il direttore della sezione belga, Christopher Stokes, il quale ha precisato che
rimarranno solo gli operatori impegnati per la liberazione dei colleghi. Ai due
ostaggi locali, subito liberati, sarebbe stata consegnata dai banditi una
lettera con la richiesta di riscatto di cui non è ancora nota l'entità. A
testimoniare il lavoro di D'Ascanio è una ostetrica italiana, Camilla. la quale
ha parlato del progetto di Sraf Umra: «Un progetto di assistenza medica
primaria a circa 55mila persone per cui D'Ascanio ha sempre lavorato senza mai
risparmiarsi».
( da "Settegiorni (Magenta)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
SCUOLA MORO Una
giornata di festa nel cortile del municipio BIANCHE COLOMBE DI CARTA MUSICA E
BANDIERE DI PACE richiedi la foto Alcune immagini dell'iniziativa organizzata
dal Comitato intecomunale della pace insieme all'associazione corbettese La
città dei bambini richiedi la foto richiedi la foto Corbetta - Nella mattinata
di martedì 10 marzo nel cortile del palazzo municipale sono andati in scena i
colori e i suoni dell'ottava «Giornata per la pace» promossa dal «Comitato
intercomunale per la pace» e che ha visto protagonisti gli alunni dell'istituto
comprensivo «Aldo Moro» di Corbetta. L'evento, organizzato in collaborazione
con l'associazione «Città dei bambini», si colloca come la rappresentazione di
un percorso annuale intrapreso dagli insegnanti e dagli alunni delle scuole
elementari e medie cittadine, durante il quale sono stati approfonditi
temi quali i diritti umani,
i diritti del bambino nonché gli usi e i costumi delle popolazioni del mondo.
Accolti dalle note di «We are the world», suonate dai ragazzi del laboratorio
musicale delle scuole medie, gli studenti delle elementari hanno così sfilato
agitando colombe bianche realizzate con la carta e altrettante bandiere della
pace e dei vari stati del mondo, ognuna a rappresentanza della
nazionalità dei molti bambini stranieri residenti a Corbetta. Tra la danza
israeliana dei nastri eseguita in cerchio, i cori in ricordo delle vittime
dell'Olocausto e la sempre verde «Blowin' in the wind», i bambini hanno
ricordato ai genitori presenti e ai compagni di scuola i diritti dei bambini.
In evidenza è stato messo anche uno dei discorsi più belli del Mahatma Gandhi
in cui si rivela la ricetta della pace. L'ingrediente segreto? «Dona la bontà a
chi non la sa donare». Articolo pubblicato il 13/03/09
( da "Stampa, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Proiezioni al Museo
CHIARA PRIANTE S'inaugura martedì 17 la rassegna curata dal Festival
CinemAmbiente al Museo regionale di Scienze Naturali, via Giolitti 36.
Comprende quindici appuntamenti, da marzo a dicembre. Nel 2009 si celebrano
attraverso film di finzione, documentari e numerosi cortometraggi d'animazione,
tutti a ingresso gratuito, due importanti ricorrenze: l'anno darwiniano (con il
bicentenario della nascita di Charles Darwin e il centocinquantesimo
anniversario della pubblicazione del volume «Sull'origine delle specie per
mezzo della selezione naturale»), a cui sono dedicate la maggior parte delle
proiezioni in occasione dell'esposizione «La scimmia nuda. Storia naturale
dell'umanità» allestita al Museo, e l'anno
internazionale dell'astronomia proclamato dall'Unesco e dall'Onu. La serata di
inaugurazione, martedì 17 alle 20,30, è l'occasione per presentare l'intero
programma alla presenza dei tre curatori scientifici: Ermanno De Biaggi,
direttore del museo, Walter Ferreri dell'Osservatorio astronomico di Torino e
Claudio Cassardo del Dipartimento di fisica generale dell'Università di Torino.
Il direttore di Cinemambiente, Gaetano Capizzi, introduce la rassegna
presentando una selezione di corti intitolata «Darwinismo animato», un assaggio
divertente e vivace sui tanti punti di vista con cui Darwin viene raccontato da
marzo a dicembre 2009: evoluzione, lotta quotidiana per la sopravvivenza, la
genetica, rapporto uomo/animali, l'anello mancante e tanti altri temi legati
evoluzionismo. I corti presentati sono «Felix double for Darwin», «Darwin's
evolutionary stakes», alcuni episodi dalla serie «Minuscule», «Il Naturalista»,
«Heterogenic», «Arrosez le bien». Il programma comprende anche una
sonorizzazione «live» a cura dell'associazione Place du Marchè. Parallelamente
alla rassegna, si aprono le iscrizioni per la dodicesima edizione di
Cinemambiente, in programma dall'8 al 13 ottobre 2009. Lo scorso anno 115 film
da 21 paesi hanno raccontato durante i sei giorni di festival lo stato di
salute dell'uomo e del pianeta per immaginare insieme un nuovo modello di vita
ecosostenibile. I registi intenzionati a presentare e
promuovere opere cinematografiche e video che trattino i temi e i problemi
legati all'ambiente naturale, umano e culturale e ai diritti umani possono iscriversi gratuitamente
fino al 30 giugno 2009. I concorsi suddivisi nelle diverse sezioni riguardano i
film a tematica ambientale prodotti dopo il 1° gennaio 2007. Info e
regolamento: www.cinemambiente.it.
( da "Stampa, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
POLEMICA AUDIZIONE
DEL MINISTRO AL SENATO BRASILIANO: DICONO CHE SIAMO UN PAESE DI BALLERINE
"Su Battisti l'Italia ci sbeffeggia" [FIRMA]PAOLO MANZO BRASILIA «La
sovranità brasiliana è stata duramente attaccata. Il Brasile non è solo un
Paese di ballerine, come hanno sostenuto alcune autorità italiane». Con queste
parole il ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro è tornato a
polemizzare sul caso Battisti in un'audizione straordinaria che lo ha visto
comparire davanti alla Commissione congiunta di Esteri, Difesa
e Diritti Umani del Senato
verde-oro. «Noi abbiamo l'orgoglio di essere un paese di ballerine e anche di
grandi giuristi», ha dichiarato risentito Genro, che lo scorso 13 gennaio ha
concesso lo status di rifugiato politico all'ex terrorista dei Proletari Armati
per il Comunismo, una battuta la sua chiaramente in risposta ad un'altra,
quella di due mesi fa del deputato della Lega Nord, Ettore Pirovano che proprio
su questo tema aveva ironizzato. Rispondendo all'interrogazione del senatore
Heráclito Fortes, del partito d'opposizione Dem, il ministro ha affermato che,
pur considerando l'Italia uno Stato di diritto, ritiene che Battisti avrebbe
dovuto ricevere una «tutela più ampia» da parte della giustizia italiana. Ed è
proprio questo punto secondo lui che il Supremo Tribunale Federale brasiliano
dovrebbe tener presente prima di arrivare a una decisione definitiva sulla
richiesta di estradizione presentata dall'Italia. Durante l'audizione Genro ha
dovuto rendere conto dei motivi che l'hanno spinto alla scelta di concedere lo
status di rifugiato politico a Battisti. Anche uno Stato democratico, ha
specificato, può avere strutture e momenti di eccezione, come sarebbe accaduto
a suo parere in Italia nel momento in cui Battisti era un attivista dei Pac. A
questo proposito ha citato l'esempio di Guantanamo. Quando sono stati attaccati
al cuore, l'11 settembre
( da "Stampa, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
IL PRESIDENTE DELLA
CAMERA CONTRO LA NORMA DEL DECRETO SICUREZZA Clandestini [FIRMA]FRANCESCO
GRIGNETTI ROMA Non rinuncia a parlar chiaro, il presidente della Camera. E a
costo di risultare di nuovo indigesto alla sua stessa maggioranza, anche ieri
Gianfranco Fini è tornato sulla questione dell'immigrazione chiedendo rispetto
e diritti per tutti. Anche per i clandestini. Non gli piace, ad esempio, la
norma sui medici che potranno denunciare i pazienti senza permesso di
soggiorno. «Non mi convince», dice Fini durante la trasmissione di Bruno Vespa.
«Un medico ha il dovere di curare una persona, non di vedere se è clandestina o
no. Una conseguenza di questa norma potrebbe essere che tanti clandestini
facciano ricorso a circuiti di medicina alternativa con il rischio di
diffondere patologie». Il che è appunto quanto sostengono compatte le
associazioni dei medici. Di nuovo, ieri, hanno rivolto un appello alle forze
politiche perché eliminino questo passaggio dal ddl Sicurezza. «Ragioniamo - è
anche l'invito di Fini - prima di dare vita a norme che ledono il diritto della
persona, sono immorali e ingiuste». Severo. E palesemente in rotta di
collisione con quanto invece sostiene Roberto Maroni, il ministro dell'Interno.
«Se si abolisce un divieto - dice infatti il ministro - non si introduce
automaticamente un obbligo. Non c'è nessun obbligo di denuncia: è una
preoccupazione infondata. E poi l'Italia è l'unico Paese in Europa che prevede
il divieto per i medici di segnalare un clandestino. Se un medico vuole, non può
farlo. E se lo fa, viene processato. Noi eliminiamo un divieto. Poi, essendo la
sanità regionale, decideranno le strutture pubbliche. Ma se qualcuno vuole
ricorrere alla Corte di giustizia, benissimo. Si capirà una volta per tutte che
stiamo introducendo una norma che esiste in tutta Europa». Ugualmente secco, e
foriero di polemiche, il commento di Fini su un'altra norma
che nei giorni scorsi aveva fatto sobbalzare le associazioni a tutela dei
diritti umani. Possibile
che venga vietato ai clandestini di notificare la nascita di un figlio
all'Anagrafe? «Sarebbe davvero gravissimo. La registrazione garantisce
l'identità di un individuo e non ha nessun collegamento con l'acquisizione
della cittadinanza. Che facciamo, questo bambino lo trasformiamo in un
fantasma?», dice il leader di An. Molto colpito anche lui. Tanto da chiedere
informazioni al governo. «Dato che non sono riuscito a mettermi in contatto con
il ministro Maroni, ho parlato con il sottosegretario Alfredo Mantovano che mi
ha assicurato che non è assolutamente vero. Confido che sia davvero così».
Indubbio che il problema sia reale: chiudendo le porte dello Stato ai
clandestini, trasformando in reato la clandestinità, e avviando tutta una serie
di misure coercitive, è immaginabile che l'extracomunitario irregolare corra a
denunciare la nascita di un figlio? «E' un equivoco. Ma è bene chiarire»,
reagisce il sottosegretario Mantovano, subito dopo aver spiegato
telefonicamente i termini del problema a Fini. «Per lo straniero in posizione
irregolare, in futuro l'assenza di permesso di soggiorno inibirà di ottenere il
rilascio di "licenze, autorizzazioni, iscrizioni e altri provvedimenti di
interesse dello straniero comunque denominati". Questo dice la norma. Sarà
vietato al clandestino, ad esempio, di ricevere una licenza di commercio. Nulla
gli inibisce di dichiarare la nascita di un figlio: è un atto nell'interesse
del bambino e rende nota una situazione di fatto. Peraltro, secondo la legge,
la dichiarazione può essere resa anche dal medico se la volontà della madre è
di non essere nominata». E allora? «L'esame alla Camera permetterà di chiarire
la questione oltre ogni dubbio. Se fosse necessario, di renderla ancora più
incontrovertibile, esplicitando una possibilità, la "dichiarazione di
nascita", che a nessuno è mai venuto in mente di precludere».
( da "Repubblica, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 37 - Cultura
I BARBARI anticipazioni / esce in italia un saggio di Tzvetan todorov le nuove
paure dell´occidente e noi A vent´anni dal crollo del Muro, il mondo conosce
inedite partizioni. Ci sono i paesi "dell´appetito", "quelli del
risentimento" e chi vive nell´angoscia Nei paesi ricchi si teme di subire
il predominio di chi per secoli è stato mortificato Ma il timore diventa un
pericolo a sua volta e induce a comportamenti spesso disumani TZVETAN TODOROV
Anticipiamo parte dell´introduzione al libro di La paura dei barbari. Oltre lo
scontro delle civiltà (Garzanti, pagg. 288, euro 16,50) Il XX secolo è stato
dominato, in Europa, dal conflitto tra regimi totalitari e democrazie liberali.
All´indomani della seconda guerra mondiale, dopo la disfatta del nazismo,
questo conflitto ha assunto la forma di una guerra fredda globale, rafforzata
in periferia da alcuni confronti «caldi» ben delimitati. (...) Si trattava di
una suddivisione della terra secondo criteri politici, anche se si aggiungevano
altre caratteristiche: il terzo mondo era povero, l´Occidente ricco, mentre nei
paesi comunisti l´esercito era ricco e la popolazione povera (ma non poteva
dirlo). La situazione è rimasta immutata per più di mezzo secolo. Mi stava
molto a cuore, perché sono nato nell´Europa dell´Est, in Bulgaria, dove sono
cresciuto prima di trasferirmi in Francia all´età di ventiquattro anni. Questa
ripartizione dei paesi del mondo mi sembrava destinata a durare in eterno ? o
almeno per tutta la mia vita. Questa convinzione spiega, forse, la gioia da me
provata quando, intorno al 1990, i regimi comunisti europei sono crollati, uno
dopo l´altro. Non c´era più motivo di opporre l´Est all´Ovest, né di contendere
per il dominio universale, perciò ogni speranza era lecita... (...) A distanza
di circa vent´anni, siamo costretti a constatare che si trattava di una
speranza illusoria: sembra che tensioni e violenze tra paesi non debbano
scomparire dalla storia mondiale. Il grande confronto tra l´Est e l´Ovest aveva
messo in secondo piano ostilità e opposizioni, che in breve tempo sono tornate
di attualità. I conflitti non potevano svanire come per incanto, perché le loro
cause profonde erano ancora presenti e forse si erano perfino intensificate.
(...) Oggi è possibile dividere i paesi del mondo in diversi gruppi, a seconda
di come reagiscono alla nuova congiuntura. (...) Per descrivere questa
ripartizione, prenderò le mosse da una tipologia recentemente proposta da
Dominique MoÏsi, completandola e adattandola al mio scopo, senza dimenticare le
semplificazioni che impone. Definirò il sentimento dominante di un primo gruppo
di paesi come l´appetito. La loro popolazione ha spesso la convinzione, per i
motivi più diversi, di essere stata esclusa dalla ripartizione delle ricchezze;
oggi è venuto il suo turno. Gli abitanti vogliono approfittare della
mondializzazione, del consumismo, degli svaghi e per raggiungere tale scopo non
badano a mezzi. è stato il Giappone, sono ormai trascorsi alcuni decenni, ad
aprire questa via, nella quale è stato seguito da molti paesi del Sudest
asiatico, ai quali si sono recentemente aggiunti Cina e India. Altri paesi,
altre parti del mondo hanno la medesima intenzione: il Brasile, domani senza
dubbio il Messico, il Sudafrica. (...) Il secondo gruppo di paesi è quello in
cui il risentimento gioca un ruolo essenziale. Questo atteggiamento deriva da
un´umiliazione, reale o presunta, che sarebbe stata loro inflitta dai paesi più
ricchi e più potenti. è diffuso, a livelli diversi, in buona parte dei paesi
che hanno una popolazione in maggioranza musulmana, dal Marocco al Pakistan. Da
un po´ di tempo, è presente anche in altri paesi asiatici o dell´America
latina. Il bersaglio del risentimento sono gli antichi paesi colonizzatori
d´Europa e, in maniera crescente, gli Stati Uniti, considerati responsabili
della miseria privata e dell´impotenza pubblica. (...) Il terzo gruppo di paesi
si distingue per il ruolo che occupa in loro la paura. Sono i paesi che
costituiscono l´Occidente e che hanno dominato il mondo per molti secoli. La
loro paura riguarda i due gruppi che abbiamo descritto prima, ma non è della
stessa natura. Dei «paesi dell´appetito» i paesi occidentali, soprattutto
quelli europei, temono la forza economica, la capacità di produrre a minor
costo e dunque di fare man bassa sui mercati, insomma, hanno paura di subirne
il predominio economico. Dei «paesi del risentimento» temono invece gli
attacchi fisici che ne deriverebbero, gli attentati terroristici, le esplosioni
di violenza; e poi le misure di ritorsione di cui questi paesi sarebbero capaci
sul piano energetico, dal momento che i più grandi giacimenti di petrolio si
trovano nei loro territori. Un ultimo quarto gruppo di paesi, distribuiti su
diversi continenti, potrebbe essere indicato come quello dell´indecisione: un
gruppo residuale i cui membri rischiano di farsi dominare un giorno
dall´appetito o dal risentimento, ma che per il momento rimangono estranei a
questi sentimenti. Nel frattempo, le risorse naturali di questi territori sono
razziate dai residenti degli altri gruppi di paesi, con la complicità attiva
dei loro dirigenti corrotti; a ciò si aggiunge la desolazione causata dai
conflitti etnici. Alcuni strati della loro popolazione, spesso ridotti in
miseria, tentano di introdursi nei «paesi della paura», paesi più ricchi, per
cercare di condurre una vita migliore. (...) I paesi occidentali hanno tutto il
diritto di difendersi dalle aggressioni e dagli attacchi ai valori sui quali
hanno scelto di fondare i loro regimi democratici. Soprattutto devono
combattere con fermezza ogni minaccia terroristica e ogni forma di violenza.
Peraltro, hanno tutto l´interesse a non lasciarsi coinvolgere in una reazione
sproporzionata, eccessiva e abusiva, che darebbe luogo a risultati contrari a
quelli attesi. La paura diventa un pericolo per coloro che la provano, perciò
non bisogna lasciarle giocare il ruolo di sentimento dominante. è anche la
principale giustificazione dei comportamenti spesso definiti «disumani». La
paura della morte che minaccia la mia incolumità o, peggio ancora, persone a me
care, mi rende capace di uccidere, mutilare, torturare. In
nome della protezione delle donne e dei bambini (i nostri), sono stati
massacrati un gran numero di uomini e donne, di anziani e bambini (degli
altri). Quelli che vorremmo definire come dei mostri molto spesso hanno agito
mossi dalla paura per i loro cari e per sé stessi. (...) E una volta
accettato di uccidere, si approvano anche i passi successivi: la tortura (per
ottenere informazioni sui «terroristi»), la mutilazione dei corpi (per
mascherare gli omicidi con crimini a scopo di rapina o esplosioni accidentali):
ogni mezzo è buono per ottenere la vittoria ? e, così facendo, allontanare la
paura. La paura dei barbari è ciò che rischia di renderci barbari. E il male
che ci faremo sarà maggiore di quello che temevamo di subire. La storia
insegna: il rimedio può essere peggiore del male. I totalitarismi si sono
presentati come un mezzo per guarire la società borghese dai suoi vizi, eppure
hanno dato vita a un mondo più pericoloso di quello che combattevano. La
situazione attuale senza dubbio non è così grave, ma rimane inquietante; c´è
ancora tempo per mutare orientamento. Copyright Garzanti Libri ed Editions
Robert Laffont Traduzione di Emanuele Lana
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
ANNI DI PIOMBO. Il
ministro della Giustizia Genro riferisce al Senato: l'ex terrorista italiano
non ha avuto «un'ampia difesa». «Non siamo un Paese di ballerine» Battisti, il
Brasile torna all'attacco BRASILIA L'Italia ha «aggredito la sovranità» del
Brasile, trattandolo come «un Paese di ballerine». Torna all'attacco sul caso
Battisti il ministro della giustizia brasiliano Tarso Genro; ma le sue parole,
che rischiano per qualche ora di riaccendere lo scontro tra Italia e Brasile
sulla sorte dell'ex terrorista rosso, si infrangono stavolta contro il «no
comment» della Farnesina, che anzi ribadisce «gli stretti legami di amicizia e
cooperazione» tra i due Paesi, rinviando tutto alla decisione che sul caso
Battisti dovrà prendere il Supremo tribunale federale (Stf) del Paese
sudamericano. «Rimaniamo in fiduciosa attesa dell'imparziale decisione» del
Tribunale, ha fatto sapere il ministero degli Esteri. Il ministro per le
politiche europee, Andrea Ronchi, ha segnalato che Genro attacca Roma «in ogni
occasione utile per condizionare la magistratura del suo Paese, magistratura
che noi rispettiamo». Chiamato a riferire sull'asilo politico concesso all'ex
terrorista italiano, Genro è intervenuto durante un'udienza
congiunta delle commissioni Esteri e dei diritti umani del senato brasiliano, sostenendo tra l'altro che durante i
processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia difesa». Il
ministro ha ricordato le illazioni provenienti dall'Italia secondo le quali il
Brasile sarebbe «un paese di ballerine, non di giuristi. Siamo
orgogliosi di essere un paese di ballerine e - ha puntualizzato Genro - anche
di grandi giuristi». Riferendosi a battisti, Genro ha affermato: «L'eccezione
convive con il diritto, non stiamo aggredendo lo stato di diritto in Italia».
Subito dopo il ministro ha fatto l'esempio degli Usa dove c'è democrazia, anche
se nella precedente amministrazione sono state dettate norme d'eccezione per
ottenere la confessione anche sotto tortura. A conferma dell'imparzialità di
Brasilia nella concessione dell'asilo politico, Genro ha annunciato che è in
attesa di ricevere una richiesta di asilo da parte di un uomo accusato di
fascismo. Se dall'analisi del caso verificherà che ci sono le condizioni per
l'asilo, lo stesso ministro sarà «pronto a dare via libera» a tale status.
( da "Manifesto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
RAZZISMO DI STATO
Anna Maria Rivera La «preferenza nazionale» era uno slogan del Front National
francese in voga negli anni '80. Ma il Front National è un partito di estrema
destra che mai è stato accolto in un governo. Che oggi siano due ministri della
Repubblica italiana - prima Bossi, oggi il più compassato Sacconi - a proporre
la preferenza nazionale, rispettivamente sulla casa e sui lavori stagionali, è
cosa che fa rabbrividire. Non solo ci conferma ciò che temiamo: l'uscita a
destra dalla crisi. Ma ci prospetta che la torsione reazionaria sarà perseguita
attivamente e incoraggiata. Il disegno è chiaro e riecheggia le fasi più cupe
della storia del Novecento. Già oggi ne è in atto un dispositivo fondamentale,
quello che mira a dirottare l'incertezza del futuro e il disagio popolari verso
i più deboli fra i deboli: i rom e i migranti più precari. La costruzione
dell'«emergenza-stupri», con il corollario forcaiolo di innocenti mostrificati
e additati tramite i media al pubblico ludibrio, a questo serve: ad aizzare il
«razzismo dei piccoli bianchi», così che coloro che vedono minacciati i propri
scarsi privilegi possano sfogare frustrazione e rabbia su coloro che sono
socialmente più vicini ma un po' più in basso. La gestione autoritaria e
razzista della crisi economica esige uno stato di eccezione permanente. E
questo colpisce non solo stranieri e minoranze, ma gli stessi cittadini
italiani maggioritari. Il pacchetto-sicurezza contiene misure persecutorie
contro gli «estranei» ed anche norme miranti a reprimere il dissenso, il
conflitto sociale, la libertà di espressione. Fino a conferire al ministro
dell'Interno la facoltà di sciogliere gruppi «eversivi» e di oscurare siti
telematici che invitino «a disobbedire alle leggi». In questa strategia, il
circolo vizioso del razzismo di Stato - razzismo mediatico, xenofobia popolare
- occupa un posto centrale: si reprime il dissenso e il conflitto sociale e nel
contempo, con l'aiuto decisivo dei media, si additano capri espiatori verso i
quali è possibile indirizzare la protesta di ceti popolari colpiti dalla crisi
economica. I capri espiatori a loro volta sono resi più vulnerabili ed attaccabili
dagli effetti della crisi, dalla privazione della casa e del lavoro, ma
soprattutto da norme persecutorie che mirano ad umiliarli, emarginarli, de-umanizzarli, negando loro diritti umani elementari: il diritto alla salute
e alla famiglia, il diritto di mandare del denaro a casa e perfino di
riconoscere i propri figli... Ci sono modi e modi per uscire da una crisi che,
certo, è globale ma si riflette in modo particolarmente pesante su paesi, come
l'Italia, devastati da politiche neoliberiste e dalla debolezza e incoerenza
dei sistemi di protezione sociale. Obama cerca d'indicare l'uscita della
solidarietà e della coesione sociale, dell'incremento dei diritti dei più
deboli, della difesa delle minoranze. La destra che ci governa e i poteri che
rappresenta additano la strada della «cattiveria» e del razzismo, sperando così
che rancori e conflitti orizzontali permettano loro di restare in sella. È
accaduto più volte nel corso della storia. Ma il fatto che sia uno schema
classico non ci rassicura affatto.
( da "Manifesto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
BIMBI FANTASMA Il
governo smentisce: «Nessun divieto». Ma i dubbi restano C. L. ROMA Il governo
nega di voler trasformare i figli degli immigrati clandestini in bambini
fantasma. «Si tratta di un equivoco», ha detto ieri il sottosegretario agli
Interni Alfredo Mantovano riferendosi a quanto stabilito da un articolo del ddl
sicurezza in discussione alla Camera che vieta l'iscrizione all'anagrafe per i
figli degli immigrati illegali. Per il sottosegretario la denuncia fatta nei
giorni scorsi da alcune associazioni non avrebbe fondamento. La norma
contestata, ha proseguito Mantovano, «vieta al clandestino di ricevere una
licenza di commercio, o documenti che costituiscano o preparino 'provvedimenti
in suo favore'. Nessun articolo e nessun comma, invece, gli inibisce di
dichiarare la nascita di un figlio; quest'ultimo infatti è un atto
nell'interesse del bambino». Mantovano non ha escluso però la possibilità che,
durante al discussione in commissione Giustizia, dove il testo di trova
attualmente, l'articolo in questione possa essere riscritto in modo da
cancellare ogni dubbio. Un finale quasi scontato, visto che la norma suscita
malumore nella stessa maggioranza: «Qualora ci trovassimo
di fronte a provvedimenti che vadano contro i diritti umani non avremmo alcuna esitazione, da cattolici, a votare in maniera
contraria», ha annunciato ieri il deputato del Pdl Antonio Mazzocchi.
L'articolo in questione è il 45che alla lettera f prevede l'ennesima modifica
in senso ovviamente restrittivo della legge 286 del 1988, vale a dire del testo
unico sull'immigrazione. poche parole per cancellare la possibilità per
i clandestini di richiedere un atto di stato civile. Un modo, secondo
mantovano, per evitare che un irregolare possa rivolgersi a un ufficio comunale
per richiedere una licenza, magari da ambulante. Una spiegazione che non
convince le associazioni che assistono, anche dal punto di vista legale, gli
immigrati. «A parte il fatto che nessun clandestino si sognerebbe mai di
rischierà una licenza, il vero obiettivo del governo è quello di impedire i
matrimoni tra clandestini ama soprattutto quelli tra un italiano e un
clandestino», spiega Alessandra Ballerini, avvocato della Associazione studi
giuridici sull'immigrazione. «E per raggiungere questo scopo non si sono posti
il problema che avrebbero di fatto impedito anche iscrizione dei bambini
all'anagrafe. Ora dicono che si tratta di un equivoco? bene, allora scrivessero
chiaro e tondo che che viene fatto salvo per gli irregolari il riconoscimento
della paternità e l'iscrizione dei loro figli all'anagrafe». Ma
complessivamente sono i contenuti del ddl sicurezza che, almeno per quanto
riguarda gli immigrati, destano preoccupazione. E per rendersene contro è
sufficiente metterli uno dietro l'altro. Si va dall'introduzione del rato di
clandestinità, all'obbligo per i medici di denunciare i clandestini, dal
prolungamento dei empi di detenzione nei Cie all'impossibilità di richiedere un
semplice atto di stato civile. «Il quadro è chiaro - prosegue l'avvocato
Ballerini -. Il governo dice di aver garantito agli immigrati il diritto alle
cure essenziali e urgenti, però obbliga i medici a denunciarli rendendo di
fatto impossibile per un irrigolare rivolgersi a un ospedale. E alla fine
vietano anche la possibilità di avere un atto di stato civile. Se devono
cambiare la norma lo facessero, perché per ora i rischi che abbiamo denunciato
continano a esistere».
( da "Manifesto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
SBARCHI,
L'ALLARMISMO DI MARONI «In arrivo due milioni dalla Libia» Stefano Milani
Rischio invasione: in due milioni pronti a partire dalla Libia per raggiungere
le coste italiane. Il ministro dell'Interno Maroni dà i numeri (a sei zeri) e
lancia l'allarme. O meglio l'allarmismo. Con il governo nordafricano, ha
ricordato Maroni, «abbiamo un accordo che faticosamente sta entrando in vigore.
C'è una delegazione tecnica libica, che in questi giorni sta prendendo visione
in Italia delle sei motovedette da consegnare per avviare i pattugliamenti
congiunti». Non appena partiranno i pattugliamenti, ha aggiunto, «i flussi si
fermeranno». Nel frattempo però ci si attrezza come può, e proseguono «senza
sosta» le espulsioni di clandestini dall'Italia. Numeri alla mano, tra gennaio
e febbraio di quest'anno sono stati espulsi oltre 3.000 clandestini. «Vogliamo
intensificare quest'azione - ha ribadito il titolare del Viminale - perché chi
viene in Italia per lavorare può avere tutti i diritti, tranne il diritto di
voto, ma chi viene per non lavorare deve essere espulso». Sorte che anche ieri
è toccata a 51 nigeriani, di cui 32 espulsi dall'Italia e 19 da altri Paesi
dell'Unione Europea (10 dalla Spagna, 4 da Malta, 3 dalla Francia, 1 da Cipro e
dalla Polonia). Imbarcati su un volo charter decollato dall'aeroporto romano di
Fiumicino, pagato da Frontex l'Agenzia europea per la gestione della
cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione
europea, e rispediti a Lagos. Una pratica, quella dei rimpatri selvaggi,
fortemente osteggiata da Amnesty International che ieri ha invitato l'Unione
europea ad «esercitare una maggiore pressione sull'Italia
per assicurare che i diritti umani non siano violati a Lampedusa». La decisione di detenere i
migranti e i richiedenti asilo a Lampedusa per tutta la durata del
procedimento, scrive l'organizzazione al commissario Barrot, «anziché
trasferirli sulla terraferma, ha avuto un grave impatto sui loro diritti umani». Non si fa attendere la
stizzita replica del prefetto Mario Morcone, capo Dipartimento per le libertà
civili e l'immigrazione del Viminale, che giudica «senza fondamento» le accuse
di Amnesty. Ma Rosa Villecco Calipari e Jean Leonard Tuoadi lo smentiscono poco
più tardi. I due deputati del Pd dopo aver visitato ieri il Cie di Lampedusa
hanno infatti definito «terribili e disumane» le condizioni all'interno della
struttura, dove «in una stanza in grado di accogliere quattro persone ne vivono
18 o 20».
( da "Manifesto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
IL CASO Così
s'insegnano i diritti umani a chi non ne ha Th. Gu.
KABUL L'ufficio è una villetta nel quartiere meridionale di Karteseh. Il fusto
della vite in giardino è antico e in attesa di buttare fuori le prime gemme. E'
qui che ha sede il Civil Society & Human Rights Network (Cshrn), finanziamenti
danesi e svizzeri e nome inglese. Ma afghanissimo e con un obiettivo ben
preciso: occuparsi del tema dei diritti umani, locuzione molto utilizzata in
Afghanistan ma i cui principi sono assai poco applicati. Naim Nazari,
coordinatore di quest'ombrello che raccoglie sessanta organizzazioni nel paese
che, a diverso titolo, si occupano di diritti, racconta di questa rete di
associazioni registrata sia al ministero della giustizia, sia a quello
dell'economia (può sembrar bizzarro, ma ogni burocrazia ha le sue regole). «Ci
occupiamo del tema della giustizia e della democrazia in Afghanistan - spiega
Nazari - ma non solo a livello teorico. Lavoriamo sulla formazione tecnica, il
che significa sul piano dei valori, ma anche sulla capacità di incidere a
livello istituzionale: i diritti umani bisogna
conoscerli ma anche farli diventare pratica». Per farlo, questa rete della
società civile afghana sa benissimo che occorre un lavoro di lobbing: «Per
influenzare le istituzioni e consigliare le politiche del governo. Per dirla in
tre parole: formazione, coordinamento e pressione». Un discorso molto
articolato che non ti aspetteresti di sentire in Afghanistan. Il comitato
ristretto del Cshrn è composto dai rappresentanti di undici delle sessanta
organizzazioni che eleggono la rosa ridotta dell'esecutivo nell'Assemblea
generale che si tiene ogni anno e alla quale appartiene il diritto di cambiare
la strategia della rete. Al segretariato ristretto spetta invece un lavoro di
elaborazione teorica che si nutre di incontri e dibattiti con funzionari dei
vari ministeri, intellettuali, esponenti della società civile e che trova poi
un veicolo nella rivista bimestrale «Angora» (per ora solo in pashtun e dari) e
sul sito web della rete (anche quello in lingua). Ma il network è anche
presente in un programma radiofonico che va in onda ogni venerdì pomeriggio tra
le sei e le sette e con diverse altre pubblicazioni e brochure a tema, come
testimoniano i pacchi che vediamo nell'ordinata biblioteca del centro. Kabul
non è l'unica sede: il Centro ha uffici a Jalalabad, Herat, Mazar-i-sharif, da
cui a loro volta dipendono 17 province afghane, oltre la metà di quelle in cui
è diviso il paese. Al Sud la loro presenza è debolissima, «anche se per adesso
i talebani non ci hanno preso direttamente di mira», dice Nazari. E non devono
essere gli unici nemici che temono: quando si comincia a parlare di
«opposizione democratica», delle linee etniche in cui è diviso il governo,
delle leggi di amnistia varate per autoassolversi e della legittimità dell'esecutivo,
si capisce che il terreno è minato. E che la battaglia per i diritti non si
combatte solo nelle pianure meridionali dell'Helmand, ma anche nel nuovo
parlamento di Kabul dove non tutti vedono con favore l'attività di una rete che
si occupa di diritti umani. Il Cshrn è uno dei tanti
punti luminosi nel magma informale di una società civile che, benché poco
conosciuta, poco finanziata, poco ascoltata, esiste e si muove, anche se con
fatica. Rappresenta forse solo un segmento ridotto della società afghana, ma
anche un punto di luce nel buio di un paesaggio istituzionale spesso opaco, a
cominciare dal parlamento per finire negli uffici dei vari ministeri. Scommessa
vera di democrazia, parola da declinare con cautela in questo paese. Gente così
meriterebbe più attenzione. E più protezione. Non soltanto dai talebani.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 4 - Attualità
Caso Battisti, il Brasile attacca: trattati come un paese di ballerine
BRASILIA. L'Italia ha «aggredito la sovranità» del Brasile, trattandolo come
«un Paese di ballerine». Torna all'attacco sul caso Battisti il ministro della
giustizia brasiliano Tarso Genro; ma le sue parole, che rischiano per qualche
ora di riaccendere lo scontro tra Italia e Brasile sulla sorte dell'ex
terrorista rosso, si infrangono stavolta contro il 'no comment' della
Farnesina, che anzi ribadisce «gli stretti legami di amicizia e cooperazione»
tra i due Paesi, rinviando alla decisione che sul caso Battisti dovrà prendere
il Supremo tribunale federale (Stf) del Paese sudamericano. «Rimaniamo in fiduciosa
attesa dell'imparziale decisione» del Tribunale, ha fatto sapere il ministero
degli Esteri in una nota, riferendosi all'attesa pronuncia della Corte suprema
chiamata a confermare l'asilo dato da Genro oppure ad accogliere la richiesta
di estradizione presentata dall'Italia. Anche il ministro per le politiche
europee, Andrea Ronchi, ha segnalato che Genro attacca Roma «in ogni occasione
utile per condizionare la magistratura del suo Paese, magistratura che noi
rispettiamo». Chiamato a riferire sull'asilo politico concesso all'ex
terrorista italiano, Genro è intervenuto durante un'udienza
congiunta delle commissioni Esteri e dei diritti umani del senato brasiliano, sostenendo tra l'altro che durante i
processi in Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia difesa». Il
ministro ha respinto con determinazione le affermazioni provenienti dall'Italia
che ledono la «sovranità» del Brasile, ricordando in particolare le illazioni
provenienti dall'Italia secondo le quali il Brasile sarebbe «un paese di
ballerine, non di giuristi. Siamo orgogliosi di essere un paese di ballerine e
- ha puntualizzato Genro - anche di grandi giuristi». Proprio sul piano
strettamente giuridico, il ministro ha detto di ritenere che nei processi in
Italia, dopo gli anni di piombo, Battisti non ha avuto «un'ampia difesa», visto
tra l'altro che in tali procedimenti «ha dato una procura in bianco, fornita
successivamente a un avvocato che lui non conosceva». Nel sottolineare di
ritenere che l'Italia abbia agito «legittimamente» nei confronti del
terrorismo, Genro ha precisato che quando il governo brasiliano dice che
«l'eccezione convive, eventualmente, con il diritto non stiamo aggredendo lo
stato di diritto in Italia». Subito dopo il ministro ha fatto l'esempio degli
Usa dove - ha detto - c'è democrazia, anche se nella precedente amministrazione
sono state dettate norme d'eccezione per ottenere la confessione anche sotto
tortura. A conferma dell'imparzialità di Brasilia nella concessione dell'asilo
politico, Genro ha inoltre annunciato che è in attesa di ricevere una richiesta
di asilo da parte di un uomo accusato di fascismo. Se dall'analisi del caso
verificherà che ci sono le condizioni per l'asilo, lo stesso ministro sarà
«pronto a dare via libera» a tale status. Di parere opposto Heraclito Fortes,
uno dei parlamentari dell'opposizione anti-Lula, per il quale Genro ha avuto un
trattamento di favore nei confronti di Battisti.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-13 - pag: 11 autore: Stati Uniti. Washington
spinge sulla cooperazione economica e militare, ma chiede il dialogo con Lhasa
Obama alla Cina: diritti da tutelare Tibet al centro dell'incontro con il
ministro degli Esteri di Pechino Eliana Di Caro «I diritti umani
sono essenziali » nella politica estera degli Stati Uniti, che si augurano
«progressi nel dialogo tra il Governo cinese e i rappresentanti del Dalai
Lama». Il presidente americano Barack Obama lo ha ribadito ieri al ministro
degli Esteri di Pechino Jang Jiechi in un lungo incontro alla Casa Bianca, dal
quale è emersa la volontà di costruire «rapporti positivi e costruttivi » tra i
due Paesi. Nel colloquio sono stati affrontati diversi temi, dalla crisi economico-finanziaria
ai dossier nordcoreano e afghano fino all'emergenza in Darfur, ma si è parlato
anche delle relazioni spesso non semplici tra Washington e Pechino. Obama ha
sottolineato la necessità di «rafforzare il dialogo militare » per evitare
incidenti simili a quello che si è verificato martedì scorso nel Mar cinese
meridionale, quando cinque imbarcazioni cinesi hanno accerchiato la nave
americana Impeccable ostacolandone le manovre. Un episodio cui era seguito un
duro botta e risposta tra i due Governi e che rischia di avere degli
strascichi: il Pentagono ha annunciato che le unità di sorveglianza della
Marina scorteranno le navi quando opereranno in quelle acque. Una stretta
cooperazione, hanno concordato Obama e Jiechi, va perseguita anche sul fronte
economico: le «due economie più importanti del mondo » devono lavorare «a
stretto contatto e con urgenza per stabilizzare l'economia mondiale, stimolando
la domanda e riattivando il flusso di credito sui mercati». L'incontro è
arrivato all'indomani di giorni non facili per i rapporti sino-americani. Nelle
ultime tre settimane si sono susseguiti episodi che hanno provocato imbarazzo o
netta contrapposizione tra i due Paesi. Il più eclatante è stato appunto quello
dell'incidente nel Mar cinese, con la Casa Bianca che ha reagito con proteste
formali, definendo l'accaduto «il più grave incidente diplomatico dal 2001 », e
il Governo di Wen che ha replicato con altrettanta durezza, contestando la
violazione delle leggi internazionali. Pochi giorni prima
era stata la volta del capitolo diritti umani. Hillary Clinton (al fianco di Obama, ieri, nell'Ufficio Ovale),
nella sua visita in Cina il 20 febbraio aveva esplicitamente ridimensionato la
questione, dichiarando che «il dibattito sui diritti umani non può compromettere il dialogo tra Pechino e Washington».
Una settimana dopo, però, il Rapporto annuale sul tema diffuso dal Dipartimento
di Stato Usa ha suscitato imbarazzo: il Governo del gigante asiatico è stato
accusato di pesanti violazioni, dalla repressione delle minoranze etniche alla
detenzione dei dissidenti politici, fino alla mancata libertà di stampa. La
risposta secca di Pechino non si è fatta attendere: gli Stati Uniti devono
smetterla di interferire nelle vicende cinesi, e pensare piuttosto ai loro problemi,
in materia di diritti umani. Ieri Obama ha
puntualizzato in maniera definitiva la posizione americana, esprimendo ad
esempio «profonda preoccupazione » per la situazione umanitaria
in Darfur e per la decisione del Governo di Khartoum di espellere le maggiori
organizzazioni non governative che hanno provveduto a prestare assistenza alla
popolazione. Quanto al Tibet, come si diceva chiamato in causa dallo stesso
presidente americano, proprio l'altro ieri la Camera dei deputati statunitense
aveva approvato una risoluzione a sostegno della regione, nel 50esimo
anniversario della rivoluzione contro la presenza cinese. Nel testo viene
chiesto di «riconoscere la disperazione del popolo tibetano» e di fare «uno
sforzo multilaterale per arrivare a una soluzione duratura e pacifica». Pechino
non ha fatto passare sotto silenzio l'iniziativa. Il portavoce del ministro
degli Esteri Ma Zhaoxu ha annuncia-to una protesta formale, lamentando «il
profondo malcontento del Governo e del popolo della Cina». E lo stesso Jiechi,
prima dell'incontro alla Casa Bianca, in un discorso pronunciato al Center for
Strategic and International Studies ha dichiarato che «il Tibet è parte
inalienabile della Cina» e che «le questioni tibetane sono esclusivamente
questioni interne cinesi». eliana.dicaro@ilsole24ore.com SEGNALI CONTRASTANTI
Ma Yang chiede agli Usa di non interferire E dopo gli incidenti navali il
Pentagono annuncia la scorta di cacciatorpedinieri Michelle a Fort Bragg. La
First Lady ha visitato ieri la scuola per i figli dei militari nella base del
North Carolina REUTERS
( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-13 - pag: 11 autore: GLI
ULTIMI EPISODI Diritti umani Il 25 febbraio il Dipartimento di Stato americano pubblica
l'annuale Rapporto sui diritti umani, che anche questa volta contiene dure critiche alla Cina,
accusata di repressione delle minoranze etniche. Secca la risposta di Pechino:
«Sono critiche irresponsabili e prive di fondamento. Gli Stati Uniti si
concentrino sui loro problemi, in materia di diritti dell'uomo» Scontro
sfiorato in mare Il 9 marzo la nave americana Impeccable viene accerchiata da
cinque navi cinesi nel Mare cinese meridionale, fuori dai confini di Pechino.
La Casa Bianca protesta («è il più grave incidente diplomatico dal 2001»), la
Cina replica che sono state violate le leggi internazionali.Nell'incontro di
mercoledì, il Segretario di Stato Hillary Clinton e il collega cinese Jang
Jiechi smorzano i toni Tibet L'11 marzo il Congresso americano approva una
risoluzione di sostegno al Tibet in occasione del 50/o anniversario della
rivolta tibetana contro la presenza cinese. Immediata la «ferma condanna» di
Pechino, secondo cui il Congresso ha cercato di «imbellire le politiche
secessioniste del Dalai Lama» compiendo«un'inaccettabile interferenza negli
affari interni della Cina»
( da "Corriere Alto Adige" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere dell'Alto
Adige - BOLZANO - sezione: 1ACULTURA - data: 2009-03-13 num: - pag: 13
categoria: REDAZIONALE Il progetto Al Centro per la Pace incontro con i
rappresentanti degli indigeni dell'Honduras Studenti in campo per i diritti del
popolo Lenca Una serie di incontri in un progetto di sensibilizzazione alle
realtà delle popolazioni indigene dell'Honduras. Questa l'iniziativa promossa
dall'associazione studentesca «Operation Daywork», che ogni anno sceglie un
progetto di sostegno legato alla cooperazione allo sviluppo. Lo scorso anno,
per esempio, ne avevano scelto uno rivolto all'India. Gli studenti che la
compongono, un giorno all'anno, si mettono a disposizione per raccogliere da
aziende e privati dei contributi la cui totalità viene poi devoluta al progetto
nei territori interessati. Scopo finale dell'associazione è di permettere agli
studenti e ai presenti di confrontarsi in modo critico con le tematiche
affrontate. Protagonisti e relatori degli incontri di quest'anno sono Bertha
Caceres Flores e Adela Mejia Manueles (quest'ultima di soli 16 anni) sul tema
della comunità indigena dell'Honduras. La prima, origini del popolo Lenca, è
fondatrice e leader del consiglio del popolo indigeno di Honduras - Copinh. è
conosciuta a livello internazionale per la propria competenza su diritti
indigeni, diritti delle donne e la conservazione della biodiversità. La seconda
invece, la giovane Adela, è membro del consiglio di giovani del Copinh,
coordinatrice del programma radio del gruppo di giovani, partecipante della
formazione per insegnanti indigeni. In Italia cooperano con l'associazione
Collettivo Italia Centro America con sede a Bolzano, diretto da Thomas
Viehweider. Nell'incontro di oggi al Centro per la Pace in programma alle 18
nella sala conferenze di palazzo Altmann in piazza Griesa Bolzano, parleranno
dell'Honduras e di una loro distinta visione di sviluppo. Le finalità dei
relatori non sono quindi di chiedere aiuto, bensì di informare sulla situazione
problematica relativa al sud del mondo in relazione alle
speculazioni dei paesi ricchi ai danni delle popolazioni indigene, spesso
private del loro naturale habitat e dei più elementari diritti umani. Operation Daywork, coordinata da
Elisabeth Cocher, vuole finanziare e sostenere la formazione di giovani leader
operata dal Copinh, in particolare delle comunità Lenca. Andrea Scalco
( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì 13 Marzo
2009 Chiudi FANO - "Questo è il senso della trasparenza che caratterizza
il centrodestra". Federico Valentini, il candidato sindaco del
centrosinistra, esprime "solidarietà" alla troupe di Fano Tv, cui
sono state proibite le riprese in consiglio comunale. In caso di vittoria,
assicura Valentini, "le telecamere avranno libero accesso e sul sito
Internet del Comune saranno pubblicati tutti gli atti". Fano Tv si è
rivolta all'Ordine dei giornalisti, segnalando una compressione del diritto di
cronaca. E in effetti non c'è nulla di più pubblico di un consiglio comunale. È
vero che le riprese tv non sono contemplate dal regolamento dell'assemblea
civica, però basterebbe un po' di buon senso e il problema sarebbe risolto. È
sufficiente, infatti, che tutti i consiglieri siano d'accordo sulla presenza
delle telecamere. Proprio dai banchi del Pdl è stato però opposto un perentorio
'no'. Alcune settimane fa ne avevano già fatto le spese i Grillini. Esprime
"stupore e grande preoccupazione" il consigliere regionale Michele
Altomeni, iscritto all'Ordine dei giornalisti: "Ancora una volta nel
consiglio comunale di Fano sono stati violati il diritto di cronaca e il dovere
della massima trasparenza. Non dovrebbe esserci nulla da nascondere e niente di
cui vergognarsi. Anzi la presidenza del Consiglio dovrebbe sentire come un
dovere la massima divulgazione e pubblicità dell'assemblea". "Non è
pensabile - commenta Enzo Di Tommaso, consigliere provinciale An-Pdl - che si
neghino le riprese televisive in un consiglio comunale eletto in modo democratico.
Ho ricevuto diversi messaggi di protesta, spero che sia stato un incidente di
percorso". Per il repubblicano Alberto Berardi si
tratta di una "intollerabile violazione dei diritti garantiti dalla Costituzione". Si dichiara
"stupita" Sofia Serafini di Fano Futura: "Noi siamo per una
politica trasparente, per questo motivo abbiamo proposto telecamere fisse nelle
sale comunali". O.S.
( da "Corriere del Veneto" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere del Veneto
- VERONA - sezione: REGIONE - data: 2009-03-13 num: - pag: 15 categoria:
REDAZIONALE «E' dura, soli con 160 mila malati». Rapito in Darfur Vicentino di
Medici senza frontiere nelle mani di un commando armato. Si tratta per il
riscatto Dal Sacro Cuore di Negrar all'Africa, medico nelle mani di un commando
armato. Si tratta per il riscatto VERONA vedo morire molti. Con lo staff
dell'ospedale stiamo dando il massimo, anche se il problema del Darfur è molto
complesso Alla vigilia del sequestro: «Lavoriamo tante ore, vedo morire troppi
bambini, ma il contatto con la gente mi gratifica» VICENZA — «Sono stanco, ogni
giorno affronto tante ore di lavoro. Sono preoccupato soprattutto per i
bambini, ne vedo morire molti. Con lo staff dell'ospedale stiamo dando il
massimo, anche se il problema del Darfur è molto complesso e non possiamo
risolverlo noi». Così scriveva all'amico Andrea Angheben, specialista del Centro
di malattie tropicali dell'ospedale «Sacro Cuore» di Negrar (Verona), Mauro
D'Ascanio, il dottore di Medici senza frontiere rapito mercoledì sera in Darfur
insieme al collega francese Raphael Meonier e all'infermiera canadese Laura
Archer. I tre sono stati sorpresi da un commando armato, che alle
( da "Unita, L'" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lanciò
le scarpe contro Bush: 3 anni Wall Street, in cella il truffatore Madoff
Consiglio delle donne alla Casa Bianca I tribunali che difendono i diritti umani Cinema, il
gran saluto di Clint
( da "Unita, L'" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Bashir colpevole»
Dopo il verdetto cacciate 13 ong Lo scorso 4 marzo la Corte penale
internazionale dell'Aja chiede l'arresto del presidente del Sudan Omar
al-Bashir. Lo stesso giorno 13 organizzazioni non governative internazionali e
tre sezioni locali ad esse collegate sono espulse dal paese. Si tratta delle
ong francesi Action contre la Faim, Solidarité, le sezioni inglese e
statunitense di Save the Children, le sezioni olandese e francese di Médecins
Sans Frontières, l'americana Care, le inglesi Oxfam, Mercy Corps, International Rescue Commitee, la norvegese Nrc, la cooperativa
Chf e la Padco. Secondo un recentissimo rapporto l'Ocha - l'Ufficio dell'Onu
per i diritti umani- queste
16 ong rappresentano il 40 percento degli operatori umanitari in Darfur: 7.610 lavoratori che si occupano di 1 milione e
160mila persone. IL CASO
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Esteri Pagina 111
Caso Battisti Genro attacca l'Italia Frattini tace Caso Battisti -->
BRASILIA L'Italia ha «aggredito la sovranità» del Brasile, trattandolo come «un
Paese di ballerine». Torna all'attacco sul caso Battisti il ministro della
giustizia brasiliano Tarso Genro; ma le sue parole, che rischiano per qualche
ora di riaccendere lo scontro tra Italia e Brasile sulla sorte dell'ex
terrorista rosso, si infrangono stavolta contro il no comment della Farnesina,
che anzi ribadisce «gli stretti legami di amicizia e cooperazione» tra i due
Paesi, rinviando alla decisione che sul caso Battisti dovrà prendere il Supremo
tribunale federale del Paese. «Rimaniamo in fiduciosa attesa dell'imparziale
decisione» del Tribunale, ha fatto sapere il ministero degli Esteri in una
nota, riferendosi all'attesa pronuncia della Corte suprema chiamata a confermare
l'asilo dato da Genro oppure ad accogliere la richiesta di estradizione
presentata dall'Italia. Chiamato a riferire sull'asilo
politico concesso all'ex terrorista, Genro è intervenuto durante un'udienza
congiunta delle commissioni Esteri e dei diritti umani del Senato, sostenendo tra l'altro che durante i processi in
Italia, Battisti non ha potuto contare «su un'ampia difesa».
( da "Messaggero Veneto, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 3 - Gorizia
Burkina Faso, Provincia attiva nella cooperazione La Provincia continua a
essere in prima linea nella cooperazione decentrata in Burkina Faso. Proseguendo
lungo il cammino cominciato nel
( da "Arena, L'" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì 13 Marzo
2009 NAZIONALE Pagina 3 Il presidente e le Ong nel mirino In Darfur per la
prima volta hanno rapito operatori umanitari europei,
tra cui il medico italiano Mauro d'Ascanio. Perché adesso? Nella regione
occidentale del Sudan dal 2003 è in corso una guerra civile che ha causato
circa 300mila morti. La settimana scorsa la Corte penale internazionale (Cpi)
ha emesso una richiesta di arresto per il presidente del Sudan, Omar el Bashir,
accusandolo di crimini di guerra e contro l'umanità
commessi in Darfur. Il Sudan non riconosce la Cpi e Bashir ha respinto ogni
accusa dichiarando che l'obiettivo della Cpi è destabilizzare il Sudan. Cioè
costringerlo ad abbandonare il potere, visto che Bashir comanda il Sudan col
pugno di ferro e spesso senza il guanto di velluto da vent'anni, dopo il colpo
di stato del 1989. Bashir è rimasto al suo posto nonostante una guerra civile
con il Sud conclusa solo nel 2005 e una con il Darfur, ancora in corso. Khartoum considera un reato collaborare con la Cpi e alcuni
attivisti per i diritti umani hanno già iniziato a pagare con condanne ad anni di prigione il
"reato" di aver raccolto informazioni su quello che gli uomini di
Bashir hanno compiuto in Darfur. I servizi di sicurezza censurano i giornali e
sorvegliano i giornalisti, come dimostra un rapporto di Human Rights Watch.
Inoltre Bashir pochi giorni fa ha ordinato di chiudere 16 organizzazioni non
governative, 13 straniere e tre sudanesi, bloccandone le attività e in alcuni
casi confiscandone i beni. L'Onu stima che a causa di questa decisione un
milione di persone rimarranno senza cibo e senza acqua e un milione e mezzo
senza assistenza sanitaria; il Darfur rimane una delle aree di maggior
emergenza nel mondo. Il Sudan lo è da almeno 25 anni. In questo contesto,
alcuni collaboratori di Medici senza frontiere, una delle ong più note nel
mondo, premio Nobel per la pace, sono stati rapiti. Si dice per scopo di
riscatto: uno scenario finora di stampo più somalo che sudanese. Se i rapiti
sono nelle mani dei ribelli, questi avrebbero tutto l'interesse a liberarli per
dimostrare al mondo che il criminale è Bashir, come sostiene la Cpi. Se invece
fossero ostaggio dei janjawid, le famigerate milizie armate e finanziate dal governo,
dovrebbero essere i servizi di intelligence - finora fedelissimi al presidente
- a ottenerne il rilascio: Bashir ha cercato in questi mesi di mostrare alla
diplomazia internazionale che senza di lui il Darfur e l'intero Sudan
potrebbero scivolare nell'anarchia e ripiombare nella guerra civile. Vi è
infine una terza possibilità: che i rapiti siano trasportati in Ciad, dove i
ribelli che si oppongono al presidente Idriss Deby sono sostenuti, secondo
N'Djamena, proprio dal Sudan. In questi due ultimi casi il governo che dovrebbe
trattare per liberare gli ostaggi è guidato da un presidente accusato di
crimini di guerra e contro l'umanità.
( da "Arena, L'" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì 13 Marzo
2009 CRONACA Pagina 17 GRAN GUARDIA. Oggi La Nirenstein e Parsi sui diritti
«L'età dei diritti?» è il tema del nono incontro della rassegna «Idee di
futuro», in programma oggi, alle 21, alla Gran Guardia, organizzato
dall'associazione culturale «Idem - percorsi di relazione». La serata, aperta a
tutti, proporrà riflessioni filosofiche e giuridiche sui
diritti umani, sociali,
politici, e civili in occidente e nelle altre parti del mondo. Del tema
discuteranno Fiamma Nirenstein, giornalista di politica internazionale e
vicepresidente della commissione affari esteri della Camera, e Vittorio
Emanuele Parsi, docente all'Università Cattolica ed editorialista della Stampa.
( da "Arena, L'" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì 13 Marzo
2009 CRONACA Pagina 11 PASSAGGIO DEL TESTIMONE. Il bilancio al termine dei tre
anni di mandato del dirigente dell'ufficio eletto dalla passata maggioranza:
«Un osservatorio significativo» Difensore civico, l'addio con un appello al
Comune Tantini: «Da diminuire le bollette e le spese cimiteriali per i più
deboli. L'amarezza per il mancato dialogo con il sindaco» Prima di passare il
testimone al suo successore, Stefano Andrade Fajardo, il difensore civico Anna
Tantini ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «Questa
esperienza», commenta nel presentare il bilancio di fine mandato a Palazzo
Barbieri, «è stata molto arricchente sul piano umano. Ma», afferma, «non sono
mancate le amarezze, come l'impossibilità di stabilire un dialogo diretto con
l'attuale sindaco, più volte sollecitato, che invece c'è stato con il
presidente del Consiglio comunale e con molti assessori e dirigenti». La
Tantini lamenta poi la «riduzione, per il 2009, del 25 per cento del budget,
passato da circa 100mila a 75 mila euro l'anno». Il grosso di tale cifra,
tremila euro netti mensili, viene assorbita dall'indennità del titolare
dell'ufficio. «È un compenso elevato, in quanto equiparato a quello di un
assessore», ammette, «quindi, o si riduce la retribuzione, soluzione che
condivido, o si aumentano i fondi dal momento che abbiamo dovuto rinunciare
anche ai due avvocati e siamo stati costretti a chiudere i centri d'ascolto in
terza e sesta circoscrizione». Le pratiche sbrigate nell'ultimo anno di
attività sono state 509 e hanno riguardato oltre duemila persone. Le
problematiche maggiori? «Richieste di intervento dei servizi sociali, emergenze
abitative talvolta drammatiche, la difficoltà a pagare le tariffe funerarie, i
tributi, le tariffe sui rifiuti e le bollette dell'Agsm. Diverse segnalazioni
riguardano problemi di traffico e inquinamento atmosferico, acustico, da
amianto o da rifiuti». Nell'ultimo anno, le pratiche che si sono concluse con
esito positivo o parzialmente positivo sono state il 70 per cento. «Spesso ci siamo occupati di elementari diritti umani che riguardano anziani, disabili,
madri sole, immigrati, detenuti». «Abbiamo inoltrato all'Atv che si dice in
attesa di un finanziamento regionale», riferisce il difensore, «la richiesta
dei ciechi di installare sugli autobus un avviso sonoro che segnali le
fermate», Inoltre, parla di un «incontro fruttuoso con l'Atv e
l'assessore Bertacco» per l'istituzione di un bus navetta che colleghi con la
sede del Cerris e auspica che venga accolta la richiesta di parcheggi personalizzati
per disabili. Il difensore ha caldeggiato anche l'istituzione di un luogo del
commiato per i funerali civili: «Dall'Agec mi è stato risposto che ci vorranno
almeno tre anni e che potrebbe essere realizzata in un luogo diverso dal
cimitero». Infine, il difensore uscente invita il Consiglio comunale «a
rivedere i parametri per andare incontro a chi è nell'impossibilità di pagare
le bollette del gas e dell'energia elettrica, fino a una riduzione del 50 per
cento per i pensionati sociali». E suggerisce di fare altrettanto per le
tariffe cimiteriali. «Per una esumazione», esclama, «si chiedono anche 900 euro
e l'alternativa è che i resti dei propri cari siano gettati in una fossa
comune».
( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del
13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
PESARO PRIMO PIANO
pag. 2 «Li torturavano. «Ammassati in gabbie anguste,
condannati IL BLITZ SUI FAGIANI: ARRIVATA E' ARRIVATA la rivendicazione. Si
firmano «Liberatori qualsiasi» e non dimostrano di avere grandi idee sulla vita
dei fagiani. A loro bastava squarciare «il luogo di tortura» del San Bartolo.
Hanno inviato una lettera al «Carlino», recapitata ieri con la posta normale.
E' scritta in stampatello antico. In un passaggio si legge a proposito dei
fagiani: «...Quegli esseri viventi erano schiavi imprigionati da una logica di
superiorità attraverso la quale gli umani si arrogano il potere di stabilire le
sorti degli altri animali». E ancora: «... questa notte abbiamo voluto essere
complici della libertà fornendo a questi uccelli la possibilità di fuggire di
ritrovare il loro naturale posto, di riabbracciare un cielo che l'arroganza
umana ha sottratto loro». Poi nella lettera, i «liberatori qualsiasi» si
pongono il problema dei fagiani liberati col copribecco: «... qualche
mistificatore forse sosterrà che questi volatili essendo provvisti di copri
becco sono destinati a morte certa, ma abbiamo delle foto che mostrano come
alcuni di loro ne erano privi. Questo significa che c'è la possibilità che
sopravvivano al di fuori della gabbia». Già, una semplice possibilità. LA
LETTERA di rivendicazione finisce col dire che «...liberando i fagiani abbiamo
dato loro l'opportunità di evitare una condanna a morte già stabilita da chi li
ha rinchiusi, annientando la loro esistenza in nome di un falso benessere
animale, nascondendoli dal resto dell'ordinata struttura con reti fitte,
ammassandoli in piccole gabbie anguste e fatiscenti... come ogni altro luogo di
tortura deve nascondere la spaventosa verità che si cela dentro le sue mura».
MA L'APERTURA delle gabbie con la liberazione di 5mila fagiani, allevati sempre
in gabbia, e quasi pronti per essere lasciati in 40 zone di ripopolamento della
provincia, ha trasformato Pesaro in una città di fagiani. Sono ovunque. Li
hanno visti in via Cecchi, in via Giolitti, in via Rossi, al porto, in riva al
mare, a Baia Flaminia, mentre intorno a Villa Caprile c'è una vera colonia di
fagiani dai colori cangianti. Ne hanno contato più di quaranta. Ma giorno per
giorno, gli animali stanno diventando sempre più selvatici e quindi appare
molto difficile prenderli e riportarli nel centro della Provincia sul San
Bartolo da dove sono stati liberati. Spiega Goffredo Pazzaglia, responsabile
dell'ufficio Ambientale della Provincia: «Ne avremo recuperato un migliaio, che
ora stiamo rifocillando per poi entro pochi giorni portarli nei boschi per il
ripopolamento programmato. Molti venivano nel prato davanti al centro per
mangiare e soprattutto di notte è stato facile catturarli con le reti. Ma per
circa 4000 esemplari è difficile ormai ritrovarli. Pur avendo il copribecco, è
probabile che siano riusciti a trovare cibo ugualmente perché il copribecco ha
una sua mobilità». DICE IL TENENTE Ciarichi della polizia provinciale: «Abbiamo
rinvenuto pochi esemplari morti, gli altri probabilmente o sono riusciti a
trovare cibo o si sono allontanati di molto da Pesaro». Racconta Nino Falcioni,
residente in una villa del San Bartolo: «Ogni giorno vediamo una decina di
fagiani che scendono nel telone che copre le piscina per bere l'acqua o
mangiare il mangime che gli do. Ormai lo sanno e ci vengono volentieri». Molti
fagiani si sono ricavati dei «nidi» nei terrazzi dei palazzi o nei giardini
pubblici. Una buona colonia è stata segnalata anche al Miralfiore. Insomma,
Pesaro è diventata senza volerlo la città dei fagiani. Dopotutto anche Rossini
ne era affascinato... soprattutto a tavola. ro.da
( da "Corriere della Sera" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-13 num: - pag: 15 categoria:
REDAZIONALE La defezione nel team di Obama Freeman accusa: costretto a lasciare
dalla lobby filoebraica DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Questa volta, a
far saltare una nomina del presidente Obama non sono state le tasse. Charles
Freeman, scelto per guidare il National Intelligence Council, l'organismo che
coordina la stesura dei rapporti delle sedici agenzie dei servizi americani, si
è chiamato fuori, travolto dallo sbarramento preventivo di critiche e attacchi,
che sin dall'inizio ne ha accompagnato sulla blogosfera la designazione. Ex
ambasciatore in Arabia Saudita, esperto di Medio Oriente e Cina, Freeman era
entrato nel mirino di bloggers e gruppi di opinione per diverse ragioni: le
ripetute critiche a Israele, che ha accusato di «occupazione violenta delle
terre palestinesi»; i rapporti con Pechino, che lo hanno visto membro del board
di una compagnia petrolifera cinese; l'eccessiva vicinanza alla monarchia
saudita, che finanzia il centro di ricerca sul Medio Oriente di cui è
fondatore. Ma la sua uscita di scena è diventata un caso controverso, dopo che
Freeman ha sparato ad alzo zero contro la «lobby pro Israele », da lui indicata
come unica e vera responsabile del naufragio della sua nomina. «Obiettivo di
questa potente lobby — ha scritto in una lunga email inviata a tutti i media —
è di controllare il processo politico, attraverso l'esercizio di un diritto di
veto sulla nomina di persone che contestano la saggezza delle sue posizioni».
Il risultato, secondo Freeman, è «l'impossibilità per l'opinione pubblica
americana di discutere, o per il governo di considerare qualsiasi opzione
politica per il Medio Oriente, che non sia condivisa dalla fazione al potere in
Israele ». I fatti dicono però che solo alcune organizzazioni ebraiche siano
uscite pubblicamente contro la nomina di Freeman. Un esempio: come ha spiegato
il portavoce Josh Block, l'American Israel Public Affairs Committee, considerato
il più influente gruppo pro-israeliano di Washington, «non ha preso posizione e
non ha fatto pressioni sul Congresso ». Block ha comunque ammesso di aver
risposto alle domande di giornalisti e fornito loro materiale sulle passate
dichiarazioni anti israeliane di Freeman. La discussione si è fatta aspra e
polemica. Il Washington Post ieri ha criticato Freeman, accusandolo di
teorizzare una cospirazione inesistente e ricordando che uno dei suoi critici
più feroci fosse proprio la Speaker della Camera, Nancy Pelosi, che gli rimprovera posizioni molto indulgenti sulle violazioni
dei diritti umani in Cina.
Ma altri gli hanno dato ragione. Come Joe Klein, editorialista di Time, il
quale però ha accusato non la lobby pro Israele, ma una «banda di neo
conservatori ebraici che hanno reso Washington un posto poco accogliente per
chi ha il coraggio di sfidare il loro punti di vista».
Nell'amministrazione, Freeman è stato difeso solo dall'Ammiraglio Dennis Blair,
capo dell'apparato d'intelligence e suo grande protettore. Ma la Casa Bianca ha
taciuto, sia prima, al momento delle critiche, che dopo, davanti alla sua
reazione. Ed è stato questo assordante silenzio, che deve averlo convinto a
ritirarsi. Ambasciatore Charles Freeman era stato scelto da Obama per guidare
il National Intelligence Council. Criticato per le sue posizioni sulla Cina e
su Israele (e ritenuto troppo amico dei sauditi, dov'è stato ambasciatore), ha
rinunciato all'incarico Paolo Valentino
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
VETRINA CENTO pag.
15 Studenti a lezione di diritti umani CENTO IL
CEVOLANI' E L'AFRICA NELL'AMBITO di un progetto di compresenza tra due
discipline, storia e diritto, rivolto ad una classe ad indirizzo liceo delle
scienze sociali dell'istituto Cevolani, gli studenti hanno avuto la possibilità
di discutere di diritti umani prendendo spunto da un
caso storico di conflitto e di violazione delle norme del diritto
internazionale e dei diritti umani. Questa opportunità
è arrivata grazie ad un progetto proposto a diverse scuole della regione
dall'Organizzazione non Governativa Cisp e numerose associazioni ed istituzioni
tra le quali il Comune di Ferrara, la provincia di Ferrara, l'Università di
Bologna e il Ministero degli Affari Esteri Italiano. Le tematiche proposte
riguardano l'affermazione di una sensibilità della cittadinanza italiana sulla
centralità del diritto internazionale e difesa dei diritti umani
prendendo spunto dalla storica questione del Sahara Occidentale unica area del
Magreb in cui il processo di decolonizzazione è rimasto incompiuto e a cui le
Nazioni Unite dedicano importanti sforzi diplomatici ed economici. Gli studenti hanno letto ed analizzato la Dichiarazione
Universale dei Diritti
Umani del 1948 e studiato le diverse generazioni dei diritti umani' per poi verificare nel concreto
come vengono violati i diritti umani e le motivazioni che portano alcuni governi a non rispettare le
norme del diritto internazionale sancite da organismi internazionali. I
ragazzi dopo aver seguito un percorso di documentazione storica e di ricerca
hanno incontrato a scuola Elmahjoub Maliha studente saharawi che frequenta
l'Università a Marrakesch in Marocco e Abdealem Omar membro dell'Associazione
Familiari presi e scomparsi Saharawi e con loro hanno avuto la possibilità di
confrontarsi e discutere per capire le ragioni del conflitto. Image:
20090313/foto/3445.jpg
( da "Gazzetta di Modena,La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Medico italiano
rapito nel Darfur E' stato preso in ostaggio con altri due operatori umanitari Il gruppo appartiene all'organizzazione Medici
senza frontiere ROBERTA RIZZO MILANO. Tre operatori umanitari
di Medici senza frontiere Belgio sono stati rapiti nel Darfur, regione del
Sudan occidentale e zona minata da una feroce guerra civile. Tra loro c'è anche
un medico italiano, Mauro D'Ascanio, 34 anni, vicentino, specializzato in
medicina d'urgenza, da sei mesi in Sudan. Il sequestro è avvenuto verso le 19 di
mercoledì scorso quando il gruppo di sequestratori è entrato nell'ufficio
dell'organizzazione umanitaria, a Saraf Umra, ed ha
prelevato D'Ascanio, il coordinatore francesce Raphael Meonier e l'infermiera
canadese Laura Archer. Con loro c'erano anche due operatori locali rilasciati
subito dopo. In un primo momento sembrava che gli autori del rapimento fossero
i ribelli del Jem (Justice and Equality Movement), ma si tratterebbe di
un'azione di banditismo. Difficile non pensare ad un collegamento con la gravissima
situazione nel Darfur dopo l'incriminazione del presidente sudanese, Omar El
Bashirm, per crimini contro l'umanità e crimini di
guerra. E la conseguente decisione del governo di espellere dal Sudan 13
organizzazioni non governative, per cui circa 180 operatori sanitari stranieri
hanno già lasciato il paese. «I tre ostaggi sono vivi, stanno bene, non hanno
subito maltrattamenti e si sta lavorando per liberarli», hanno affermato i
vertici del governo sudanese. Secondo Mohammed Abdel Rahman, responsabile della
commissione sudanese sulle associazioni per i diritti umani, ai tre sarebbe stato concesso di
telefonare e rassicurare i colleghi sulle loro condizioni. Ma, secondo
Josephine Guerriero, portavoce dell'agenzia delle Nazioni Unite, Unamid a
Khartoum, per il loro rilascio sarebbe stato chiesto un riscatto: «Gli ostaggi
sono stati prelevati da un commando di uomini armati e le trattative per il
rilascio sono già in corso». "Medici senza frontiere" ha però
smentito categoricamente la notizia. La Farnesina mantiene uno stretto riserbo
sulla vicenda: «L'Unità di crisi», sottolineano fonti ministeriali, «si
mantiene in continuo raccordo con la branca italiana dell'organizzazione umanitaria e con i familiari del medico italiano. E' stata
inoltre attivato un canale di coordinamento con i Ministeri degli esteri di
Francia e Canada». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, segue
con preoccupazione l'evolversi degli avvenimenti mentre il ministro, Franco
Frattini, ha avviato «tutte le necessarie azioni per una soluzione positiva».
Intanto "Medici senza frontiere" ha deciso di lasciare il Darfur,
tutte le sue equipe stanno rientrando, lo ha confermato il direttore della
sezione belga, Christopher Stokes, il quale ha precisato che rimarranno solo
gli operatori impegnati per la liberazione dei colleghi. Ai due ostaggi locali,
subito liberati, sarebbe stata consegnata dai banditi una lettera con la
richiesta di riscatto di cui non è ancora nota l'entità. A testimoniare il
lavoro di D'Ascanio è una ostetrica italiana, Camilla. la quale ha parlato del
progetto di Sraf Umra: «Un progetto di assistenza medica primaria a circa
55mila persone per cui D'Ascanio ha sempre lavorato senza mai risparmiarsi».
( da "Reuters Italia" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
GAZA (Reuters) -
L'offensiva israeliana di 22 giorni nella Striscia di Gaza governata da Hamas
ha ucciso 1.434 persone, di cui 960 civili, 239 poliziotti e 235 combattenti. Lo riferisce il Centro palestinese per i diritti umani. Israele ha realizzato gli attacchi
via aria, terra e mare dal 27 dicembre al 18 gennaio, nel tentativo di
costringere Hamas e altri gruppi militanti islamici a fermare il lancio di
razzi e di colpi di mortaio attraverso il confine contro le città israeliane.
"Le indagini del Centro palestinese per i diritti umani
rivelano che nel corso degli attacchi, le forze di occupazione israeliane hanno
usato una forza eccessiva e indiscriminata, in violazione del principio di
distinzione", scrive il gruppo in un documento (www.pchrgaza.org). Il
principio di distinzione "obbliga tutte le parti coinvolte nel conflitto a
distinguere tra combattenti e non combattenti". Un portavoce dell'esercito
israeliano ha detto che l'esercito ha fatto "tutti gli sforzi possibili
per minimizzare i danni alla popolazione civile" durante i combattimenti,
spiegando che i militari facevano telefonate di avvertimento in anticipo per
invitare i residenti a lasciare le zone degli scontri. Una nota dell'esercito
respinge come "assurde e false" le accuse di aver voluto intenzionalmente
colpire i civili. Secondo il gruppo, c'è stato un "tasso
sproporzionatamente alto di morti tra i civili", aggiungendo che 288
bambini e 121 donne sono tra le vittime. "Il ministero della Salute ha
confermato che un totale di 5.303 palestinesi sono rimasti feriti negli
attacchi, compresi 1.606 bambini e 828 donne", aggiunge il gruppo, che
chiede un'indagine internazionale sui "crimini commessi dalle forze
israeliane" e un processo per "tutti i funzionari politici e militari"
accusati. Il comunicato israeliano si interroga sul perché il gruppo non fa
riferimento alle accuse di Israele secondo cui Hamas ha usato i civili come
scudi umani.
( da "Giornale.it, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 62 del 2009-03-13
pagina 0 Battisti, Brasile: "Non siamo Paese di ballerine" di
Redazione Il ministro della Giustizia brasiliano lancia accuse al governo
italiano: "Ci hanno detto che il nostro è un Paese di ballerine e non di
giuristi". E attacca: "Nei processi a Battisti non sono stati
rispettati i diritti della difesa" Brasilia - "Il Brasile è stato
aggredito nella sua sovranità per alcune dichiarazioni delle autorità
italiane". Ecco la mossa politica del ministro della Giustizia brasiliano
Tarso Genro nell'affaire Battisti durante un?audizione congiunta alle
commissioni esteri e diritti umani al Senato. In
Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex
terroristi italiani, ma solo quello sull?ex membro dei Proletari armati per il
comunismo ha avuto tanta ripercussione. "Da parte dell?Italia non c?era
mai stato tanto interesse come nei confronti di questo caso che - ha
sottolineato Genro - deve essere de-ideologizzato e affrontato senza idee
preconcette". In Italia è stato tra l?altro detto che "il Brasile è
un paese di ballerine e non di giuristi. Noi abbiamo l?orgoglio di essere un
paese di ballerine e anche di grandi giuristi" ha aggiunto Genro durante
l?audizione in Senato, che è seguita da numerosi giornalisti. In Italia lesi i
diritti della difesa Nei processi svolti in Italia contro Battisti non sono
stati rispettati del tutto i "diritti alla difesa" ha detto ancora il
ministro della Giustizia brasiliano. Genro ha poi definito
"legittima" la reazione dello Stato italiano contro le organizzazioni
che cercavano di destabilizzare il paese negli anni ?70, precisando però che
anche in uno Stato di diritto esiste il germe dell?eccezione: "Quando
diciamo che l?eccezione convive, eventualmente, con il diritto non stiamo aggredendo
lo stato di diritto in Italia" ha spiegato citando, come esempio, gli Usa
dove c?è democrazia, ma nella precedente amministrazione sono state dettate
norme d?eccezione per ottenere "la confessione sotto tortura". La
Farnesina: "Rapporti buoni" In relazione alle dichiarazioni odierne
del ministro della giustizia brasiliano, Genro, da parte italiana - si legge in
una nota della Farnesina - "non si ha nulla da commentare se non ribadire
gli stretti legami di amicizia e cooperazione che uniscono Italia e Brasile.
Rimaniamo per parte nostra - conclude la Farnesina - in fiduciosa attesa
dell?imparziale decisione che verrà assunta dal tribunale Supremo di giustizia
brasiliano". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
( da "Virgilio Notizie" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
(ASCA) - Roma, 13
mar - ''L'attuale crisi economica globale richiama con forza la necessita' d'un
piu' grande impegno comune dell'Europa per dare slancio alla ripresa economica,
per rafforzare la sua coesione sociale e territoriale e per dare piena
attuazione alla politica di vicinato, a partire dal Mediterraneo''. Lo afferma
il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nel messaggio inviato al
Presidente del Consiglio regionale della Liguria, Giacomo Ronzitti, in
occasione del Forum ''Dialoghi nel Mediterraneo occidentale. Le regioni e la
societa' civile per la cooperazione decentrata e la democrazia partecipativa'',
organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea e dalla
Regione Liguria a Genova. Secondo il Capo dello Stato, ''societa' civile ed
autorita' regionali e locali possono essere protagoniste di iniziative
concrete, portatrici di idee e di esperienze nelle politiche d'inclusione e
partecipazione, per lo sviluppo sostenibile, per la valorizzazione
dell'istruzione e della cultura, per la promozione dei
diritti umani, della pace e
della solidarieta'. Come propone il progetto di unione per il Mediterraneo -
continua Napolitano - occorre un forte rilancio del processo di Barcellona. In
questo senso, dalla partecipazione delle autorita' regionali e locali e della
societa' civile puo' venire una spinta importante all'integrazione, allo
scambio e al confronto, da sempre al centro della storia del Mediterraneo e
dell'identita' europea''.
( da "Virgilio Notizie" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Islamabad, 13 mar.
(Ap) - La polizia pachistana continua a bloccare le strade di accesso verso la
capitale Islamabad sulla quale in questi giorni dovrebbero convergere le marce
degli avvocati e degli oppositori al governo. La grande manifestazione ad
Islamabad è prevista per lunedì. L'opposizione e gli avvocati chiedono al
governo guidato dal Presidente Asif Ali Zardari di garantire maggiore
indipendenza agli organi giudiziari e di reintegrare nel suo incarico l'ex
presidente della Corte suprema, rimosso dall'allora presidente generale Pervez
Musharraf. La protesta ha ripreso nuovo vigore quando la Corte suprema, il mese
scorso, ha vietato a Nawaz Sharif e a suo fratello di assumere l'incarico per
il quale erano stati eletti alla guida della provincia di Punjab. Sharif, ex
premier e leader della Lega musulmana, ha dichiarato a
proposito del presidente Asif Ali Zardari: "Non credo che sarà in grado di
restare al suo posto tanto da completare i cinque anni di mandato". Nei
giorni scorsi il governo ha proceduto all'arresto di centinaia di attivisti
politici, avvocati e difensori dei diritti umani in vista della manifestazione del 16 marzo a Islamabad.
( da "Caserta News" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì 13 Marzo
2009 La comunità Bahá'í di Caserta si riunisce in preghiera RELIGIONE | Caserta
La comunità BahÁ'Í di Caserta si riunisce in preghiera per ricordare i BahÁ'Í
ingiustamente incarcerati in Iran Venerdì 13 marzo c.a. la comunità bahÁ'Í di
Caserta si riunisce in preghiera per ricordare i bahÁ'Í ingiustamente
incarcerati in Iran. Da oltre 30 anni le persecuzioni contro i bahÁ'Í hanno
subito un progressivo incremento volto a stroncare una comunità di oltre
300.000 seguaci che rappresenta la minoranza religiosa più numerosa in Iran.
Molti dei bahÁ'Í incarcerati sono rinchiusi senza un chiaro capo d'accusa e
senza possibilità di essere visitati dai loro legali. Molti governi d'Europa,
tra i quali la Gran Bretagna, La Germania e l'Olanda hanno chiesto all'Iran
l'immediato rilascio dei bahÁ'Í incarcerati, perché in
chiara violazione della carta dei diritti umani. Si aggiungono a loro la Presidenza dell'Unione Europea e i
governi di Stati Uniti, Canada e Brasile. I bahÁ'Í di Caserta si uniscono in
preghiera agli oltre 5 milioni di bahÁ'Í nel mondo nel ricordare i loro
correligionari in questo momento difficile. L'incontro si terrà venerdì
13 marzo presso casa Parsa in via Barducci 10 sc. M alle ore 19.30.
( da "Denaro, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mediterraneo algeria
Pari opportunità: servono leggi Le donne sono penalizzate anche economicamente
dal Codice della Famiglia Combattere i matrimoni forzati, la violenze fisiche,
sessuali e psicologiche, subite dalle donne algerine in famiglia, a scuola e
nei luoghi di lavoro. Sono questi i punti centrali della Carta lanciata dal
nuovo "Collettivo contro le violenze fatte alle donne" creato da sei
associazioni algerine per la promozione di leggi civili che garantiscano
l'uguaglianza in ogni ambito. L'inferiorità delle donne, si legge nella Carta,
è istituzionalizzata dal Codice della Famiglia che aggrava le violenze.
Inoltre, prosegue il documento siglato da Sos Femme en detresse, Reseau
Wassila, la Commissione delle donne della lega algerina per i diritti umani,
Djazairouna, Fatma Nsoumer e la sezione femminile del principale sindacato
Ugta, il sistema educativo porta all'alienazione della società e della donna in
particolare'' riproducendo "schemi sociali retrogradi". Le violenze
possono essere fisiche, psicologiche, politiche, sessuali, ma anche economiche
precisa il Collettivo denunciando il lavoro non o poco remunerato delle
ragazze: una vera e propria tratta delle donne. Il problema in Algeria resta il
Codice della Famiglia che dal 1984 regola la vita familiare e fa della donna
una minorenne a vita. Perchè invece di pensare ad un articolo costituzionale
non e' stato abolito questo codice dell'infamia? si chiedono le associazioni
femministe algerine. La revisione della Costituzione, approvata il 12 novembre
e centrata sull'eliminazione del limite di due mandati per il presidente della
Repubblica, ha introdotto un articolo per sostenere una maggiore partecipazione
politica delle donne . Secondo un sondaggio pubblicato dal Ciddef (Comitato per
la difesa dei diritti dell'infanzia e delle donne), il 38 per cento degli
algerini (uomini e donne), è contrario al lavoro femminile, e circa il 40 per
cento si oppone ad una partecipazione delle donne in politica. Circa il 60 per
cento degli uomini e' contrario alla soppressione della poligamia che, anche se
poco praticata, continua ad essere prevista dal Codice della Famiglia, ispirato
alla Sharia, le legge islamica. In Algeria, dove madri e sorelle hanno diritto
al 50 per cento dell'eredita' garantità invece ai fratelli, soltanto il 9,6 per
cento delle donne sposate lavora e in generale meno del 15 per cento delle
donne in età da lavoro svolge un'attività professionale. Soltanto 2 algerini su
10, rivela il Ciddef, si sono dichiarati nettamente a favore di un'Algeria
moderna costruita su valori di uguaglianza. In occasione dell'8 marzo il
presidente Abdelaziz Bouteflika ha sottolineato i progressi giuridici, tra cui
il cambio della Costituzione e il Codice della nazionalità, che permette anche
alla donna di trasmettere la nazionalità, che ''ridaranno alle algerine i loro
diritti''. ''La più grande vittoria - ha aggiunto - è constatare che l'idea di
uguaglianza tra uomo e donna si radica ed è sempre più accettata". del
13-03-2009 num.
( da "Avvenire" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CRONACA 13-03-2009
LEGALITÀ ALLA PROVA Intellettuali e accademici insieme per dire no
all'emendamento della Lega: c'è il rischio di epidemie per chi, per paura,
evita di chiedere aiuto «Immigrati, no ai ricatti per i medici» DA ROMA LUCA
LIVERANI L a denuncia dei pazienti immigrati irregolari contrasta con la
deontologia dei medici perché ne «distorce l'identità». E pone gli immigrati
davanti a un «odioso ricatto»: scegliere tra la salute «propria o dei figli e
la speranza di una vita meno misera». Senza contare «il rischio di epidemie»
diffuse da stranieri malati che per paura non si faranno più curare. Si chiama
«Rispettare le persone, tutte e sempre» l'appello sottoscritto da 64 docenti
universitari e intellettuali contro l'emendamento leghista, approvato in Senato
in prima lettura, al disegno di legge che fa parte del pacchetto sicurezza,
prossimamente alla Camera. A promuovere l'iniziativa Giuseppe Savagnone, Sandro
Pajno e Francesco Viola. L'appello ricorda che la norma per cui
«l'extracomunitario clandestino che si rivolge a una struttura pubblica per
essere curato può essere denunziato, è già stata contestata dall'Ordine dei
Medici come contraria al proprio codice deontologico», perché distorce
«l'identità e la funzione del medico». Proprio ieri Amedeo Bianco, presidente
della Federazione nazionale degli ordini dei medici e odontoiatri, in una
lettera ai presidenti delle commissioni Affari costituzionali e giustizia della
Camera ribadiva la forte preoccupazione della categoria. Critici anche i
collegi Ipasvi degli infermieri, gli assistenti sociali, i pediatri e le
ostetriche, che hanno aderito alla mobilitazione lanciata il 28 gennaio da
Medici senza frontiere, Società italiana medicina e migrazione, Associazione
studi giuridici sull'immigrazione e Osservatorio italiano sulla salute globale.
Contro la norma anche una mozione dell'11 febbraio dalla Facoltà di medicina
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. L'appello dei 64 professori prosegue
così: «In quanto cittadini che si sforzano di ispirare la vita pubblica al
Vangelo e alla Dottrina sociale della Chiesa, noi vogliamo
fare nostra questa contestazione nella più ampia prospettiva dei diritti umani e della solidarietà. La norma in
questione, infatti, crea le condizioni perché degli uomini e delle donne
debbano scegliere tra la propria salute o quella dei propri figli e la
speranza, legata alla permanenza nel nostro paese, di una vita meno misera per
sé e per la propria famiglia. Essa pone così ai più poveri tra i poveri
un odioso ricatto, il cui esito potrebbe, in molti casi, essere tragico».
Secondo i firmatari «non è chiaro se l'innovazione legislativa, eliminando il
divieto di denunzia», introduca «un obbligo o soltanto una facoltà». Secondo la
Fno
( da "Avvenire" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
MONDO 13-03-2009
colloquio alla Casa Bianca Obama: «Cooperare con la Cina» Ma avverte Yang sui diritti umani DA NEW YORK ELENA MOLINARI U n incontro avvenuto in un momento
di tensione fra Stati Uniti e Cina, ma dove ha tuttavia prevalso lo spirito di
collaborazione. Durante il loro meeting alla Casa Bianca Barack Obama e il
ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi hanno espresso la volontà comune che
incidenti navali come quello dello scorso fine settimana «non si
ripetano». Ma hanno di fatto sorvolato sull'episodio, preferendo parlare di
economia. Il presidente americano ed il capo della diplomazia cinese hanno
dunque concordato che i due Paesi «devono lavorare in stretto contatto e con
urgenza per stabilizzare l'economia mondiale stimolando la domanda e riattivando
il flusso di credito sui mercati». Domenica scorsa cinque navi cinesi avevano
bloccato una imbarcazione oceanografica Usa in acque considerate
"internazionali" da Washington e nella "propria zona
economica" da Pechino. Mentre il Pentagono ha già fatto sapere che non
rinuncerà alle ricognizioni navali nel Mar meridionale cinese, e ha assegnato
al cacciatorpediniere Chung-Hoon il compito di fare da scorta armata alla nave
bloccata domenica scorsa, la Casa Bianca è più interessata a rilanciare su basi
pragmatiche il dialogo con la Cina, dalla cui fame per il debito Usa dipende in
larga misura la ripresa economica americana. O- bama, ha detto di voler avere
rapporti «positivi e costruttivi» con la Cina. Ha parlato anche di «dialogo
sulle questioni militari». Poi, facendo eco al segretario di Stato Hillary
Clinton, ha lodato le misure di stimolo che la Cina intende attuare per il
rilancio della sua economia. «Dobbiamo lavorare insieme per stabilizzare
l'economia mondiale ». In primo piano erano poi il ruolo di Pechino negli
sforzi per dissuadere l'Iran e la Corea del Nord dal portare avanti i loro
programmi nucleari. O- bama e Yang si sono infatti detti «uniti»
nell'opposizione ai lanci missilistici da parte della Corea del Nord e decisi a
lavorare per «fermare il nucleare» di Pyongyang. Il presidente Usa ha toccato
anche il tasto dei diritti umani, la cui difesa gli
Stati Uniti considerano «essenziale ». Secondo quanto riferito dalla Casa
Bianca, Obama ha espresso a Yang l'auspicio che «vengano fatti progressi nel
dialogo tra il governo cinese e i rappresentanti del Dalai Lama». Yang ha
sottolineato che l'incontro di ieri mirava anche a gettare le basi per il primo
faccia a faccia tra il presidente Obama e il collega cinese Hu Jintao previsto
all'inizio di aprile in margine al G20 di Londra. Il leader americano ha visto
il ministro degli Esteri di Pechino. «Dialogo sulle questioni militari». Però
il Pentagono invia un cacciatorpediniere nel Mare cinese meridionale Il
ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi con Hillary Clinton (Reuters)
( da "WindPress.it" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
13-03-2009 Sei in:
Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Marzo > Iraq:
rischio di esecuzioni di massaContenuto della paginaIraq: Amnesty International
denuncia il rischio di esecuzioni di massa. 128 prigionieri verso
l'impiccagione, al ritmo di
( da "Corriere.it" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'avvocato,
promotore dei diritti civili, è stato condannato a quattro anni di carcere
Cina: famiglia di dissidente fugge in Usa La moglie e i due figli di Gao
Zhisheng ottengono asilo politico negli Stati Uniti PECHINO - La moglie e i due
figli del dissidente cinese Gao Zhisheng hanno lasciato clandestinamente la
Cina e si sono rifugiati negli Usa, dove hanno ottenuto asilo politico, a causa
delle «insopportabili persecuzioni» della polizia cinese. Lo ha dichiarato Geng
He dopo essere arrivata negli Usa con la figlia di 15 anni e il figlio di 5.
«Ho lasciato la Cina perché la mia famiglia è da troppo tempo sotto
sorveglianza. Abbiamo avuto grandi difficoltà nelle nostre carriere e nella
nostra vita quotidiana», ha aggiunto la donna. Il marito è scomparso lo scorso
mese e sia la famiglia che gruppi per la difesa dei diritti
umani temono che si trovi
di nuovo nelle mani della polizia. VIAGGIO AVVENTUROSO - La ragazzina ha dovuto
smettere di andare a scuola e, ha raccontato Geng, ha «tentato più volte il
suicidio». Gao, uno dei promotori dell'impegno civile degli avvocati cinesi, è
stato condannato a quattro anni di prigione nel 2006 ma ha ottenuto la
sospensione della condanna per buona condotta. Da allora è spesso agli
arresti domiciliari, così come tutti i membri della sua famiglia. Lodato e
premiato dal governo per il suo impegno civile fino al 2001, Gao Zhisheng è
caduto in disgrazia quando ha cominciato a difendere dissidente e membri della
setta religiosa fuorilegge del Falun Gong. Geng He ha raccontato di essere
fuggita senza avvisare il marito e di essere stata aiutata da «amici» e seguaci
del Falun Gong a raggiungere la Thailandia (che non confina con la Cina) dopo
un viaggio di otto giorni in moto attraverso le montagne. stampa |
( da "Virgilio Notizie" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 13 mar.
(Apcom) - Il corpo semi-nudo di Eudy Simelane, star della squadra di calcio
sudafricana Banyana Banyana, venne ritrovato nel parco di Kwa Thema, alle porte
di Johannesburg, lo scorso aprile. Simelane aveva subito uno stupro di gruppo,
prima di essere uccisa con 25 coltellate al volto, al petto e alle gambe. Oltre
a essere una nota giocatrice di calcio, Simelane era
un'attivista per i diritti umani e una delle prime donne a vivere apertamente la propria
omosessualità. La morte di Simelane ha suscitato grande scalpore nel Paese, ma
da allora le violenze contro le donne lesbiche hanno continuato ad aumentare,
denuncia oggi il quotidiano britannico The Guardian. Secondo gli
attivisti per i diritti umani, le violenze seguono
sempre lo stesso copione: "stupro di gruppo" commesso da uomini che
sostengono di voler "curare" le donne. Oggi, un rapporto
dell'organizzazione non governativa ActionAid va oltre, denunciando la cultura
di impunità che circonda questi delitti, non riconosciuti dallo Stato e non puniti
dalla magistratura. ActionAid invita quindi il sistema penale sudafricano a
riconoscere la particolarità di questi omicidi, in quanto crimini a sfondo
razziale e sessuale, garantendo così maggiori forze di polizia e risorse per il
loro contrasto. Le lesbiche contattate dal quotidiano britannico a Johannesburg
e Città del Capo affermano di essere sotto minaccia ogni giorno. "Ogni
giorno mi dicono che mi uccideranno, che mi stupreranno e che dopo lo stupro
diventerò una ragazza - dice Zakhe Sowello di Soweto, a Johannesburg - quando
subisci uno stupro hai molte prove sul tuo corpo. Ma quando cerchiamo di
denunciare questi crimini non succede nulla, e vedi i ragazzi che ti hanno
stuprato camminare liberi per la strada". Una ricerca condotta lo scorso
anno da un'organizzazione sudafricana per i diritti degli omosessuali,
Triangle, ha rivelato che l'86% delle donne lesbiche della provincia di Western
Cape vive nella paura di subire un'aggressione a sfondo sessuale.
L'organizzazione afferma di occuparsi ogni settimana di 10 casi di "stupro
correttivo". "Quello a cui stiamo assistendo è un aumento del numero
di donne che vengono da noi dopo essere state stuprate, a cui è stato detto
durante lo stupro che subiscono tale violenza perchè sono lesbiche", dice
il Presidente di Triangle, Vanessa Ludwig. Altre organizzazioni sottolineano
come la cultura machista del paese favorisca l'inerzia delle forze di polizia e
un forte aumento di casi di violenze contro le donne in generale. "Quando
ci si chiede perchè le donne lesbiche vengono prese di mira, bisogna anche
chiedersi perchè così tante donne vengono stuprate e uccise in Sudafrica - dice
Carrie Shelver, del gruppo per i diritti delle donne Powa - bisogna evidenziare
come si stia diffondendo la cultura del macho, che cerca di opprimere le donne
e le tratta solo come oggetto sessuale. Nel caso delle lesbiche, loro
rappresentano un affronto a questo genere di mascolinità".
( da "Dire" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Crisi, Napolitano:
"Serve un maggiore impegno di tutta l'Europa" ROMA - "L'attuale
crisi economica globale richiama con forza la necessità d'un più grande impegno
comune dell'Europa per dare slancio alla ripresa economica, per rafforzare la
sua coesione sociale e territoriale e per dare piena attuazione alla politica
di vicinato, a partire dal Mediterraneo". Così il presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato in occasione del Forum 'Dialoghi
nel Mediterraneo occidentale. Le regioni e la società civile per la
cooperazione decentrata e la democrazia partecipativa', organizzato dalla
Rappresentanza in Italia della Commissione europea e dalla regione Liguria a
Genova. "Società civile ed autorità regionali e locali- sottolinea
Napolitano- possono essere protagoniste di iniziative concrete, portatrici di
idee e di esperienze nelle politiche d'inclusione e partecipazione, per lo
sviluppo sostenibile, per la valorizzazione dell'istruzione e della cultura, per la promozione dei diritti umani, della pace e della solidarietà". Come propone il progetto
di unione per il Mediterraneo, spiega il presidente della Repubblica,
"occorre un forte rilancio del processo di Barcellona. In questo senso,
dalla partecipazione delle autorità regionali e locali e della società civile
può venire una spinta importante all'integrazione, allo scambio e al
confronto, da sempre al centro della storia del Mediterraneo e dell'identità
europea". 13 marzo 2009
( da "Sicilia, La" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Allarme di Maroni:
«Ancora faticoso applicare l'accordo con Tripoli» Massimo Nesticò Roma. Due
milioni di migranti sono pronti a partire dalla Libia verso le coste italiane.
L'allarme lo lancia il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, mentre Amnesty
International chiede all'Unione Europea di vigilare su eventuali violazioni dei
diritti umani a Lampedusa, dove sono ripresi gli
sbarchi ed il Cie è di nuovo sovraffollato. E oggi, proprio sull'isola
siciliana è atteso il commissario Ue alla giustizia e alle libertà civili
Jacques Barrot. Per fare il punto sulla delicata situazione sbarchi, Maroni ha
riunito ieri al Viminale il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza
pubblica. ACCORDO FATICOSO CON LIBIA. Maroni continua a riporre fiducia nei
pattugliamenti congiunti davanti alle coste libiche. Proprio in questi giorni
una delegazione di tecnici del Paese nordafricano è in Italia per prendere
visione delle sei motovedette della Guardia di finanza che saranno cedute ai
libici per fare i pattugliamenti. L'accordo con la Libia, spiega il ministro,
«sta faticosamente entrando in vigore. Non appena partiranno i pattugliamenti,
cosa che auspico possa avvenire in tempi rapidissimi, i flussi si fermeranno».
Lo scorso anno oltre 30 mila persone partite dalla Libia sono arrivate sulle
coste italiane. TREMILA ESPULSI IN DUE MESI. Intanto, proseguono le espulsioni
di clandestini dall'Italia. Nei primi due mesi dell'anno, ha riferito il
titolare del Viminale, sono state 3.000; nel 2008 furono 25.000. Ieri un volo
charter, pagato da Frontex, l'Agenzia europea per la gestione della
cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Ue, è
partito dall'aeroporto di Fiumicino diretto a Lagos (Nigeria) per rimpatriare
51 nigeriani, di cui 32 espulsi dall'Italia e 19 da altri Paesi dell'Ue (10
dalla Spagna, 4 da Malta, 3 dalla Francia, 1 da Cipro ed 1 dalla Polonia).
L'ALLARME DI AMNESTY. Ma la strategia italiana anti-clandestini non piace ad
Amnesty International che invita l'Unione europea ad «esercitare una maggiore
pressione sull'Italia per assicurare che i diritti umani
non siano violati a Lampedusa». La decisione di detenere i migranti e i
richiedenti asilo a Lampedusa per tutta la durata del procedimento, scrive l'organizzazione
al commissario Barrot, «anziché trasferirli sulla terraferma, ha avuto un grave impatto sui loro diritti umani». FINI CONTESTA DECRETO. Per
Gianfanco Fini la parte del decreto sicurezza che obbliga il medico a
denunciare i clandestini va a scontrarsi con il diritto alla persona e deve
essere quantomeno rivista. «Il medico deve curare le persone, non guardare chi
sono. Il rispetto della dignità viene prima di qualsiasi connotazione»,
ha dichiarato il presidente della Camera paventando anche il rischio di
patologie contagiose che si diffondono qualora il clandestino che ne è affetto
arriva in Italia e non può presentarsi al pronto soccorso. «Sarebbe di gravità
inaudita che non si possa registrare all'anagrafe un bambino nato da una
clandestina - conclude Fini - Non possiamo condannare un bambino ad essere
apolide, a diventare un bambino fantasma».
( da "Gazzettino, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CASO BATTISTI Nuove
accuse all'Italia: «Aggredisce il Brasile» Venerdì 13 Marzo 2009, Brasile
L'Italia ha «aggredito la sovranità» del Brasile, trattandolo come «un Paese di
ballerine». Torna all'attacco sul caso Battisti il ministro della giustizia
brasiliano, Tarso Genro; ma le sue parole, che rischiano per qualche ora di
riaccendere lo scontro tra Italia e Brasile sulla sorte dell'ex terrorista
rosso, si infrangono stavolta contro il "no comment" della Farnesina
che anzi ribadisce «gli stretti legami di amicizia e cooperazione» tra i due
Paesi, rinviando alla decisione che, sul caso, dovrà prendere il Supremo
tribunale federale del Paese sudamericano. «Rimaniamo in fiduciosa attesa
dell'imparziale decisione» giudiziaria, ha fatto sapere il ministero degli
Esteri in una nota, riferendosi all'attesa pronuncia della Corte suprema
chiamata a confermare la protezione concessa da Genro, oppure ad accogliere la
richiesta di estradizione presentata dall'Italia. Anche il ministro per le
politiche europee, Andrea Ronchi, ha segnalato che Genro attacca Roma «in ogni
occasione utile per condizionare la magistratura del suo Paese, magistratura
che noi rispettiamo». Chiamato a riferire sull'asilo
politico all'ex terrorista italiano, Genro è intervenuto in un'udienza
congiunta delle commissioni Esteri e Diritti umani del Senato brasiliano sostenendo tra l'altro che nei processi
svolti in Italia, Battisti non ha potuto contare «su una piena possibilità di
difesa».
( da "Gazzettino, Il" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì 13 Marzo
2009, Molti autorevoli esponenti politici, soprattutto di estrazione leghista,
come il ministro Calderoli e il sottosegretario alla Sanità Eugenia Roccella,
propongono la "castrazione chimica" per gli stupratori e per i
pedofili. Buona idea. Che potrebbe avere utili estensioni. Il taglio della mano
destra per i cleptomani e, a maggior ragione, per i tangentisti (in questo caso
avremo un Parlamento di moncherini). Si potrebbe ripristinare il linciaggio (e
già ci siamo andati vicini col rumeno che aveva investito e ucciso un
automobilista, se non fossero intervenuti i carabinieri che sembrano gli unici,
nel Granducato di Curlandia, ad aver conservato il senso dello Stato). Si
potrebbe anche, per una sana legge del contrappasso, far subire agli stupratori
le stesse violenze e umiliazioni che hanno inflitto alle loro vittime facendoli
violentare, da qualche volenteroso, in pubblico, magari allo stadio con
pagamento di biglietto da parte di tante brave persone dalla coscienza
immacolata che sono ghiotte di questi spettacoli, a fin di bene s'intende, e
godono dei linciaggi, delle gogne e forse anche delle castrazioni, meglio se
chirurgiche. Insomma nel Granducato di Curlandia si ha una gran voglia di tornare
al Medioevo, un Medioevo peraltro del tutto contraddittorio perchè, per molti
altri versi, si pretende di essere modernissimi. Un Medioevo quindi senza
nemmeno le sapienti compensazioni del Medioevo. Un Medioevo moderno. Un
ircocervo, un animale mostruoso che si pensava potesse esistere solo
nell'immaginazione e che invece nel Granducato di Curlandia comincia ad essere
reale. Uno Stato moderno e civile può avere la pena capitale (com'è negli Stati
Uniti), perchè ci sono casi in cui è legittimo uccidere un uomo, ma non è
lecito infliggere, a chicchessia, umiliazioni, mutilazioni, torture. Si trattasse anche di Barbablù. E la castrazione,
chimica o meno, è un'umiliazione, una mutilazione, una tortura. Si dirà che
umiliazione, violenza e tortura sono proprio gli elementi qualificanti dello
stupro. Ma uno Stato non si può mettere allo stesso livello dei delinquenti, se
non vuole diventarlo a sua volta. In uno Stato moderno e civile la pena
deve tendere alla rieducazione del reo. E non si vede in che modo lo si
rieduchi castrandolo. Infine faccio notare che la Costituzione - ammesso che
conti ancora qualcosa nel Granducato di Curlandia - dice: "Nessuno può
essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione
di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto
della persona" (art. 32 Costituzione). Finora si è fatta eccezione solo
per i malati di mente che possono essere sottoposti al Trattamento sanitario
obbligatorio (TSO). Possiamo considerare gli stupratori e i pedofili alla
stregua di malati di mente? È una strada doppiamente scivolosa. Perché se sono
dei malati di mente sono incapaci di intendere e di volere e quindi non sono
responsabili delle loro azioni. Perché è una strada che conduce dritto e di
filato agli Ospedali psichiatrici di sovietica memoria e vi potrebbero essere
rinchiusi tutti i soggetti un po' strani. La strada maestra non è quella delle
mutilazioni genitali e delle pene "esemplari" e clamorose. È quella
della certezza della pena per ogni tipo di reato. Purtroppo nel Granducato di
Curlandia, per una sorta di combinato disposto fra il "buonismo"
delle sinistre nei confronti dei reati da strada e un altrettanto
"buonismo" delle destre per i reati propri di "lorsignori",
la pena è un optional. Le sinistre, con la legge Gozzini e altre, hanno
costellato il percorso carcerario di tanti e tali benefici che anche un feroce
delinquente può essere fuori dopo pochi anni. Le destre sono andate anche più
in là: hanno inzeppato il Codice di una infinità di leggi dette
"garantiste" che hanno ulteriormente allungato la durata, già
abnorme, dei processi e che, combinate col dimezzamento dei tempi di prescrizione,
hanno reso praticamente impossibile arrivare, per un certo tipo di reati,
quelli dei "colletti bianchi", ad una sentenza definitiva. Ed è
quindi comprensibile che molti delinquenti stranieri, oltre che gli aborigeni,
scambino il Granducato di Curlandia per il Paese di Bengodi.
( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del
13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
LUISA SPINA San
Giorgio a Cremano. «I bambini sono tra le prime vittime inconsapevoli dei reati
informatici. Per evitare che possano andare incontro a conseguenze anche gravi
è necessario che genitori e insegnati insegnino ai più piccoli un corretto uso
della rete e questo lo si può fare solo attraverso il dialogo. Imporre dei
divieti al minore che usa il computer non serve perché sarà spinto, dalla sua
curiosità, a servirsene in modo improprio». È quanto ha affermato Roberto
Borraccia, agente scelto del compartimento di Polizia postale e delle
comunicazioni, che ieri ha tenuto un seminario nell'ambito di Openmind lab (il
progetto per la diffusione del software libero) all'interno delle scuole e
della pubblica amministrazione. Ieri, ai 25 alunni che frequentano la seconda
elementare alla Don Milani è stato spiegato cos'è un computer e come
utilizzarlo facendo attenzione a non infrangere le regole. «Abbiamo prima
mostrato loro come è fatto un pc - racconta Roberto Dentice, responsabile di
Openmind - e dopo gli abbiamo spiegato come utilizzarlo senza rischiare di
rimanere vittima di un reato informatico». «Qualcuno potrebbe adescarli o
impossessarsi dei loro dati personali, ad esempio tramite msn - continua Borraccia
- o potrebbero violare le norme sui diritti d'autore
ivolontariamente: in questo caso i responsabili sono i genitori. Non c'è un
modo tecnico per evitare che il bambino cada in un reato informatico, devono
essere i genitori e gli insegnanti a condividere con loro l'uso del computer e
a rispondere alle loro domande». Nel pomeriggio anche i dipendenti comunali
hanno seguito un seminario sullo stesso argomento e Roberto Borraccia ha
spiegato loro come comportarsi. «All'interno delle pubbliche amministrazioni -
dice ancora l'agente scelto - tra i reati più comuni ci
sono quelli della diffamazione e della violazione dei diritti d'autore». Per il vicesindaco e assessore alla comunicazione
Giorgio Zinno «incontri come questo contribuiscono alla formazione di cittadini
responsabili e soprattutto a rendere più consapevoli i dipendenti dei rischi in
cui si potrebbe cadere utilizzando la rete in maniera irresponsabile».
( da "Mattino, Il (Caserta)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Adiss Onlus Don
Merola a Caserta Un nuovo traguardo e un rinnovato impegno per l'Associazione
casertana Adiss Onlus. Lunedì alle ore 18, Don Luigi Merola, ex parroco di
Forcella noto per l'impegno contro la camorra, presidente della Fondazione «'a
voce d''e creature» incontra l'Associazione Adiss Onlus presieduta da
Clementina Ferraiolo. Un incontro particolarmente importante perché rappresenta
l'inizio di una stretta collaborazione tra le due realtà a favore dell'infanzia
e dell'adolescenza nel segno della legalità. Clementina Ferraiolo e Don Luigi
Merola hanno, infatti, firmato un protocollo d'intesa che sarà presentato nel
corso dell'iniziativa impegnandosi a svolgere insieme attività formative, di
sensibilizzazione e di inserimento sociale dei bambini e dei giovani.
L'incontro è previsto per le ore 18 all'Hotel H2C di Piazza Vanvitelli.
ASSOCIAZIONI L'Europa indispensabile Oggi alle ore
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Gli stipendi dei
politici Giuseppe Ruffo - CAIVANO Apprezziamo gli sforzi che i nostri politici
tutti tentano per trovare rimedi alla economia ma gradiremmo molto che, con un
alto senso di responsabilità, essi intravedessero la necessità immediata di tagliarsi
in numero e costi. Il Paese non è più nelle condizioni di sostenerli quando lo
stesso cittadino è a rischio di collasso. Il posto di lavoro è alla base dei
diritti del cittadino, non si può permettere più che in uno stato democratico
ci siano disparità. Aiutare i più deboli. Per i parasubordinati, gestione
separata e ai sessantenni, con contribuzione retributiva e contributiva, si dia
la possibilità di andare in pensione. Libia e Croazia due storie parallele
Mario Bartoli - ROSSANO (CS) Berlusconi ha chiesto perdono al popolo libico per
la guerra coloniale condotta dall'Italia nel lontano 1912; ha ratificato con
Gheddafi un trattato di amicizia impegnandosi a costruire un'ampia rete
autostradale sul suolo africano a titolo di risarcimento per l'occupazione
italiana in Libia. La Croazia, parte dell'ex Iugoslavia, non ha mai inteso
chiedere scusa allo Stato italiano per i crimini di guerra avvenuti nell'ultimo
conflitto mondiale durante il quale tantissimi istriani furono trucidati e
gettati nelle faide del Carso. Circa quattrocentomila italiano della Dalmazia e
dell'Istria, regione annessa alla ex Igoslavia con il trattato di pace del
1947, furono costretti a lasciare per sempre la propria terra, le proprie case,
ed il proprio lavoro. Al di là del vergognoso silenzio durato sessant'anni
sulle faide e soltanto da qualche anno commemorate dalle alte cariche della
Stato, mai vi è stata una decisa azione diplomatica finalizzata alla condanna
ed al riconoscimento da parte della Croazia dei crimini di guerra avvenuti ad
opera delle bande di Tito diventato poi presidente della ex Iugoslavia. Due
storie parallele, quelle di Libia e Croazia, che hanno in comune la sofferenza
e la ferma condanna contro le guerre per i diritti umani e sociali dei popoli oppressi.
«Ecco perché sono rimasto monarchico» Aldo Ambrosio - NAPOLI L'esito del
referendum istituzionale non mi convinse, né ancora mi convince. Nell'Ufficio
elettorale centrale, costituito dalle Sezioni Unite dalla Suprema Corte di
Cassazione, si constatò che in alcune delle tavole riassuntive dei voti delle
84 mila sezioni elettorali le preferenze date alla soluzione monarchica
erano state arbitrariamente passate a quella repubblicana tanto da far
risultare che la Repubblica avesse riportato 12.717.923 voti e la Monarchia
voti 10.719.284. Evidenti erano le cancellature e le diciture sostitutive, ciò
imponeva quanto meno un controllo delle schede che la Cassazione si era accinta
a fare quando il governo senza aspettare l'esito del controllo delle schede, e
soprattutto senza averne nemmeno alcun diritto o facoltà, proclamò la vittoria
della Repubblica, dichiarazione che spettava esclusivamente alla Suprema Corte.
In tutta l'Italia i monarchici insorsero contro questa falsa, illegale, abusiva
e arbitraria dichiarazione fatta dal governo e si stavano già mobilitando ed
organizzando per partire alla volta di Roma, quando Napoli, senza indugio
spontaneamente insorse e per quattro giorni vi fu lotta feroce tra le parti
contrapposte con numerosi morti e feriti. E certamente la lotta si sarebbe
allargata ed estesa in tutta l'Italia se Umberto II di Savoia, senza nulla
riconoscere e senza a nulla rinunciare, ma solo per evitare un bagno di sangue
tra gli stessi italiani, si imbarcò su di un aereo allontanandosi dall'Italia.
Quindi la partenza del Re non fu una fuga, come qualche giornale o uomini di
governo affermarono, ma solamente un grandissimo cosciente atto di
responsabilità, di amor di Patria verso tutti gli italiani per evitare una
sanguinosa guerra fratricida. Affittopoli c'era una legge Vittorio Nasti -
NAPOLI Ciclicamente si ripropone il tomentone degli affitti di basso profilo
applicati agli immobili di proprietà pubblica, ora in particolare è il momento
di quelli della Regione Campania. In verità in quest'ultimo triennio la
questione è stata sollevata svariate volte sia attraverso la stampa, sia in
aula di consiglio regionale, ma la questione è sempre restata al palo e,
magari, si riproporrà l'anno prossimo in occasione di qualche altra bufera che
investirà la pubblica amministrazione cittadina, provinciale o regionale. A
questo punto, e dopo tanto clamore suscitato (nuovamente) dalla notizia,
sarebbe utile sapere che fine ha fatto la proposta di legge regionale n. 309
del 30/10/2007 che fu presentata proprio per tentare di valorizzare al meglio
il patrimonio dell'ente di via Santa Lucia. Forse l'occasione è quella giusta
per risolvere il problema. Via Belvedere traffico e smog Luigi De Rosa - NAPOLI
Credo di interpretare il pensiero dei tantissimi residenti di via Cilea e via
Belvedere nel segnalare i gravissimi disagi a cui siamo sottoposti da diversi
mesi. Nello scorso agosto, dopo l'unico fortuito incidente mortale successo
negli ultimi 15 anni in via Cilea all'altezza della Tangenziale, palazzo San
Giacomo, per evitare che le auto provenienti dal Corso Europa entrassero in
Tangenziale decise di mettere un cordolo nonostante l'esperienza negativa degli
anni passati. Tale dispositivo di traffico, nonostante la presenza fattiva di
numerosi vigili urbani, determina in dette strade da mattina a sera file
interminabili di auto che creano non solo un altissimo tasso di inquinamento
sia acustico che atmosferico, ma molto spesso bloccano i mezzi di pronto
soccorso. Ci si è mai chiesto quanto tempo impiega l'ambulanza del 118 che staziona
in piazza Vanvitelli per arrivare in via Belvedere attraversando via Cilea? In
questi mesi diversi comitati cittadini hanno posto soluzioni alternative ma
Palazzo San Giacomo nonostante la situazione gravissima continua a non dare
risposte. I bambini su misura Luigino Piccirilli - Afragola Su Il Mattino del 3
marzo si legge che tra qualche anno avremo il primo bambino su misura. Ci
sembrerà di stare al mercato: «Volete un babà, pardon, un bebé? E come lo
volete, maschio o femmina, carnagione chiara o scura, biondo o bruno, occhi
celesti o neri?» Dio mio, che brutto segno! Mengele tornerà a proiettare la sua
ombra nera? Nient'affatto. È Jeffe Steinberg, che mette generosità e competenza
a servizio di certa gente, per la verità, già malata di un esasperato
borghesismo. A Los Angeles, egli dirige il «Fertility Institutes», la clinica
che sceglie il fior fiore degli embrioni, per dare nascituri così perfetti, che
in avvenire molti non diranno più: «Ogne scarrafone è bello 'a mamma soja».
Steinberg assicura che la strada non è pericolosa, è solo irregolare. Ma a noi
l'irregolare piace, specialmente quando si tratta di badare non all'etica, ma
all'estetica, dato che ognuno si vuole bene come Narciso e antepone la forma
alla sostanza. Ora il Nazareno, le mani nei capelli, non si raccapezza più: «E
se io dico (si chiede): "Lasciate che i fanciulli sani e belli vengano a
me", gli altri che fine faranno?» Ma è chiaro, quelli selezionati, una
volta grandi, a vedersi in mezzo a un'umanità brutta,
deforme, sofferente, miserabile e affamata, storceranno il naso. Il peggio
verrà dopo, quando decideranno di seguire per le vie del mondo gli
Incappucciati dell'Impero Invisibile o qualche altro capobranco, che torna a
scrivere le pagine nere di una storia inenarrabile. Perché il passato non
passa: il Lupo è dietro l'angolo. Ricordate? Pretendeva di appropriarsi
finanche del Padreterno. Addirittura scriveva: «Gott Mitt Uns» (Dio con noi),
che coraggio. Ma quel dio non era che un demonio con la testa rapata e in mano
una forca, terminante a croce uncinata. Espulsione immigrati clandestini
nullafacenti Romano Francesco - NAPOLI Vorrei porre all'attenzione quanto
segue: da troppo tempo si vedono tanti immigrati di colore nonchè provenienti
dall'est europeo chiedere l'elemosina ad ogni angolo di strada e mi chiedo:
com'è possibile che queste persone non vengano identificate ed espulse in
ottemperanza della normativa sull'immigrazione vigente in considerazione della
circostanza che il lavoro non c'è nemmeno per noi italiani? Inoltre vorrei
sottolineare che in prossimità della linea 1 stazione Museo ci sono tanti
immigrati dell'Est europeo che altro non fare che bere, chiedere l'elemosina ed
adibire a bagno pubblico i giardini circostanti la stazione in oggetto che
dovrebbero essere utilizzati dalla cittadinanza e non certo da queste persone
venute per bivaccare e che non hanno alcuna intenzione di lavorare e che di
fatto accrescono il degrado della nostra città. Piazza dei Martiri vietata ai
residenti Massimo Fragola - NAPOLI Da anni i residenti di Piazza del Martiri
(nonché via Calabritto 20 e primi palazzi di via Carlo Poerio) subiscono
limitazioni della loro libertà di movimento con la propria auto, soprattutto in
alcune giornate o in occasione di eventi nella piazza. A tal riguardo è stato
costituito anni addietro anche un Comitato per la vivibilità di Piazza dei
Martiri. La delimitazione di Piazza dei Martiri con le fioriere, infatti, pur
avendo un suo fondamento positivo almeno in linea di principio, si presenta
come uno spazio mal gestito, una «terra di nessuno» con regole (che ci sono)
disattese da tutti. Si pensi che la Ztl non prevede la possibilità di parcheggi
autorizzati nella piazza. Stante questa regola, anni addietro, mi è stato
negato il posto auto riservato nei pressi della sede consolare situata in uno
stabile di Piazza dei Martiri, del quale avrei pieno diritto in quanto Console
Onorario della Repubblica del Guatemala a Napoli e per il sud d'Italia.
Tuttavia basta osservare tutti i giorni ciò che accade quanto a sosta selvaggia
e soprattutto nel fine settimana dopo le 23, per comprendere il fallimento
della Ztl e... delle fioriere. Per noi residenti è precluso (dal buonsenso)
uscire con l'auto dal venerdì sera alla domenica sera (con aggravio di
inevitabili costi aggiuntivi) giacché al rientro, intorno a mezzanotte,
riuscire a giungere nella piazza attraverso i varchi possibili 1) via
Belledonne-Alabardieri con tutti i pubs oppure 2) procedere dinanzi al Bar
Cimmino con conseguenti pizzerie e locale "Blu Stone" ex "Farinella")
è impresa ardua se non impossibile e facendo esercizio di estrema calma e buon
senso. Giorni fa tornavo a casa dopo tre giorni di lavoro fuori Napoli, intorno
alle 15,30. In Piazza dei Martiri si stava allestendo una struttura (forse un
palco) occupando gran parte della piazza e non lasciando spazio per passare con
l'auto a chi abita proprio lì, senza segnalazioni preventive o un vigile che
potesse risolvere eventuali problemi. È stata necessaria, mio malgrado,
un'accesa discussione con uno degli operai per riuscire ad entrare nel palazzo.
Dopo queste considerazioni, ritengo che Piazza dei Martiri, se la si vuole
ancora considerare una delle piazza più rappresentative della città, non possa
essere un luogo di sosta selvaggia di né sede per eventi futuri di qualsiasi
tipo. Costi della politica da decurtare Vito De Lisio - NAPOLI Consiglieri
regionali, deputati, senatori continuano a godere di agevolazioni, diarie,
indennità di ogni tipo: il costo delle due Camere dovrebbe essere decurtato
nell'attuale momento dell'apocalise economico-finanziaria mondiale. Si attuano
svariati tagli in vari settori, mentre i parlamentari introitano stipendi che
sono uno sfregio per famiglie in precarie condizioni economiche e per gli
inoccupati. I parlamentari, legislatori dei loro stipendi, affamati di
privilegi, potere politico, istituzionale svolgono ruoli di prestigio. Contro
le loro retribuzioni, c'è il rancore dei pensionati con i loro magri mensili,
senza aumenti da anni: sono considerati facenti parte dei non produttivi,
privi, pertanto, di meriti, titoli a percepire mensili adeguati al costo della
vita. Il Quirinale, nel 2001, costava 255 miliardi: tre volte in più della Casa
Bianca. Gli stipendi più esosi tra gli eurodeputati sono quelli italiani. Cosa
si aspetta ad eliminare le province, riconosciute in eccesso tra le istituzioni
da quasi tutti i partiti politici? Servono per accontentare personaggi non
eletti nel parlamento o nella regione, a scapito del cittadino che paga. I
rappresentanti liberamente eletti dovrebbero avere maggior rispetto dei
quattrini degli elettori, in particolare quando sono a corto di danaro.
Attenendosi all'art. 50 della Costituzione, dovrebbe formarsi un comitato
promotore a raccogliere le firme, indispensabili per una proposta legislativa
atta a decurtare sostanzialmente privilegi e compensi agli eletti, che hanno un
costo elevato.
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Brasilia. «Il
Brasile è stato aggredito nella sua sovranità per alcune dichiarazioni delle
autorità italiane»: lo ha detto il ministro della giustizia
brasiliano durante un'audizione congiunta alle commissioni esteri e diritti umani al Senato in Brasilia sul caso di
Cesare Battisti. In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi
simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull'ex membro dei
Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione. «Da
parte dell'Italia non c'era mai stato tanto interesse come nei confronti di
questo caso», che - ha sottolineato Genro - deve essere «de-ideologizzato» e
affrontato senza idee «preconcette». In Italia è stato tra l'altro detto che
«il Brasile è un paese di ballerine e non di giuristi. Noi abbiamo l'orgoglio
di essere un paese di ballerine e anche di grandi giuristi», ha aggiunto Genro
durante l'audizione in senato, che è stata seguita da numerosi giornalisti. Nel
merito del caso Battisti il ministro ha detto che a suo giudizio «nei processi
svolti in Italia» non sono stati rispettati del tutto i «diritti alla difesa».
Genro ha poi definito «legittima» la reazione dello Stato italiano contro le
organizzazioni che cercavano di destabilizzare il paese negli anni '70,
precisando però che anche in uno Stato di diritto esiste il germe
dell'eccezione: «Quando diciamo che l'eccezione convive, eventualmente, con il
diritto non stiamo aggredendo lo stato di diritto in Italia», ha spiegato
citando, come esempio, gli Usa dove c'è democrazia ma nella precedente
amministrazione sono state dettate norme d'eccezione per ottenere «la
confessione sotto tortura». Di fronte a questa serie di dichiarazioni la
Farnesina ha replicato che «da parte italiana non si ha nulla da commentare se
non ribadire gli stretti legami di amicizia e cooperazione che uniscono Italia
e Brasile. Rimaniamo per parte nostra - conclude la nota della Farnesina - in fiduciosa
attesa dell'imparziale decisione che verrà assunta dal Tribunale Supremo di
Giustizia Brasiliano».
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
FRANCESCA CARELLA
MASSIMO NESTICÒ Roma. «La denuncia del medico contro l'immigrato clandestino?
Non mi convince». È categorico il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che
non nasconde certo durante la registrazione televisiva di «Porta a Porta», la
propria opinione su una delle norme che ha creato maggiori polemiche contenuta
nel pacchetto-sicurezza predisposto dal governo che «impone ai medici di
segnalare gli immigrati irregolari». «Nei pronto soccorso - ha continuato Fini
- sono di servizio poliziotti e carabinieri, al limite potranno farlo loro. Non
di certo il medico il cui compito rimane quello di curare. Questo provvedimento
potrebbe comportare rischi perchè i clandestini potrebbero rivolgersi a
circuiti di medicina alternativa con il serio rischio di diffondere patologie e
contagi. È un rischio per l'intera società e inoltre mi sembra una legge
immorale, perchè lede il diritto delle persone. E il rispetto della persona
viene sempre prima: perchè uno prima è un uomo e poi un clandestino». Insomma
continua ad alimentare dubbi e polemiche l'emendamento della Lega al decreto
sicurezza, anche tra le più alte cariche dello Stato, che dà ai medici la
possibilità di denunciare gli immigrati clandestini. E così, all'indomani
dell'annuncio di numerose sigle sindacali di medici pronte a ricorrere alla
Corte Europea contro la decisione, è Fini a rincarare la dose: «Non mi convince
la norma che forse non ho capito bene. Non si possono ledere i diritti della
persona, al di là del colore della pelle e della razza perchè è immorale e
ingiusto. Naturalmente altra cosa è il doveroso impegno delle istituzioni
contro l'immigrazione clandestina». Nel suo intervento televisivo inoltre, il
presidente della Camera, ha parlato anche di Quirinale, di quella «ipotesi non
remota» pubblicata dal Pais di una presidenza della Repubblica di Silvio
Berlusconi in futuro. «Al Quirinale c'è un ottimo capo dello Stato - ha detto
Fini - il resto è polemica sul nulla, divertissement giornalistico». E proprio
per fare il punto sulla delicata situazione immigrazione e sbarchi, il ministro
dell'Interno, Roberto Maroni, ha riunito ieri al Viminale il Comitato nazionale
per l'ordine e la sicurezza pubblica. Un summit dal quale è stato lanciato un
preoccupante allarme: «Due milioni di migranti sono pronti a partire dalla
Libia verso le coste italiane». In particolare comunque sul fronte-sbarchi
Maroni continua a riporre fiducia nei pattugliamenti congiunti davanti alle
coste libiche e una delegazione di tecnici nordafricani è in Italia per
visionare sei motovedette che saranno cedute ai libici. L'accordo con la Libia,
spiega il ministro, «sta faticosamente entrando in vigore. Non appena
partiranno i pattugliamenti i flussi si fermeranno». Lo scorso anno sono
arrivate oltre 30mila persone partite dalla Libia. Nel frattempo proseguono le
espulsioni: nei primi due mesi dell'anno sono state tremila; nel 2008 furono
25mila. E ieri un volo charter è da Fiumicino diretto a Lagos per rimpatriare
51 nigeriani (32 espulsi dall'Italia, 19 da altri Paesi dell'Ue). Ma la strategia italiana anti-clandestini non piace ad Amnesty
International che invita l'Ue ad «esercitare una maggiore pressione per
assicurare che i diritti umani non siano violati a Lampedusa». Secca la replica del prefetto
Morcone, del Dipartimento immigrazione del Viminale, che giudica «senza
fondamento» le critiche.
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Washington. Incontro
cordiale alla Casa Bianca sullo sfondo di preoccupanti incidenti di confine,
fra il presidente americano Barack Obama ed il ministro degli esteri cinese
Yang Jiechi. Il comunicato finale parla della volontà americana di rafforzare
la cooperazione con la Cina e di voler costruire «relazioni positive e
concrete». Ma i due colossi, sul terreno reale e non più quello diplomatico,
stanno vivendo reciproche tensioni. Tanto più che il presidente Obama neppure
ricevendo l'indispensabile alleato economico ha taciuto, ieri, sulla questione dei diritti umani che, si sa, irrita moltissimo Pechino. E sgradito sarà
senz'altro suonato l'invito a «rafforzare il dialogo con il Dalai Lama» sulla
questione tibetana. Il casus è quello della nave oceanografica Impeccable,
americana, che, secondo i cinesi, spia i sottomarini di Pechino mentre, per
Washington, non ha mai lasciato le acque internazionali prima di essere
arrembato dai cinesi. Di ieri è la notizia che il Pentagono ha assegnato una
scorta armata all'Impeccable, un cacciatorpediniere. Il fatto, unito alla
protesta formale dei cinesi contro il congresso americano che ha esortato la
Cina «a mettere fine alla repressione in Tibet», è meno banale di quanto
sembri. Il presidente cinese Hu Jintao, che ad aprile incontrerà Obama al G20,
ha ieri esortato l'esercito a «difendere con decisione» la sovranità nazionale.
Chiaro il riferimento alla crisi dell'Impeccable. Ma anche al Tibet occupato.
( da "Sestopotere.com" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
?Formigine per la
pace?, terza edizione della manifestazione nata per valorizzare il volontariato
(13/3/2009 14:20) | (Sesto Potere) - Formigine - 13 marzo 2009 - Torna
“Formigine per la pace”, l?iniziativa organizzata dal Comune di Formigine e
dalle associazioni di cooperazione internazionale per fare conoscere i progetti
di solidarietà in un momento di festa e di riflessione comune, contribuendo a
costruire una diffusa cultura di pace. Ogni edizione è stata dedicata a un
paese specifico, allo scopo di valorizzare le associazioni impegnate in quel
determinato contesto di emergenza. “Formigine per la Pace
( da "Virgilio Notizie" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Rio de Janeiro, 13
mar. (Apcom) - Potrebbe slittare ad aprile la decisione sul caso di Cesare
Battisti, che per il momento resta in carcere. Ieri il procuratore della
Repubblica Antonio Fernando Souza ha inviato al Supremo Tribunale Federale
(Stf) un nuovo parere negativo alla richiesta di scarcerazione inoltrata dagli
avvocati dell'ex terrorista italiano, che è in prigione a Brasilia dal marzo
del 2007. La corte costituzionale brasiliana è chiamata a esaminare la
richiesta di estradizione di Cesare Battisti, ex leader dei Pac (Proletari
armati per il comunismo) condannato in Italia a due ergastoli per quattro
omicidi commessi alla fine degli anni '70, dopo che il ministro della Giustizia
brasiliano Tarso Genro gli ha concesso l'asilo. La Corte deve pronunciarsi non
tanto in merito al contenuto del decreto con cui Genro ha concesso lo status di
rifugiato all'ex terrorista (che risale al 13 gennaio scorso), quanto sulla sua
legalità. Ma i tempi per la decisione potrebbero essere più lunghi del
previsto. Secondo il senatore José Nery, vice-presidente
della commissione Diritti umani, che fa parte dei parlamentari che appoggiano la decisione del
ministro Genro e che ieri ha partecipato all'udienza in senato del ministro, la
data potrebbe spostarsi ad aprile. Il calendario dei processi pubblicato nel
sito del Stf non riporta ancora quella relativa alla discussione del caso
Battisti. Fonti interne al senato confermano però che si potrebbe andare
al mese prossimo. Ieri il ministro Genro ha spiegato alla commissione Relazioni
esterne del Senato (Cre) i motivi alla base della concessione dell'asilo
all'italiano e ha affermato che "l'Italia ha aggredito la sovranità del
Brasile". Nei giorni scorsi il ministro aveva dichiarato che il Supremo
"confermerà l'asilo a Battisti". Tarso ha sottolineato, nel suo
discorso, che la sua decisione si basa su "valutazioni giuridiche e non
ideologiche". A conferma di questo, ha poi annunciato, potrebbe concedere
parimenti l'asilo "a un fascista detenuto attualmente in Brasile e in
attesa di estradizione qualora facesse richiesta di asilo", riferendosi a
Perluigi Bragaglia, ex-appartenente ai Nar, arrestato a San Paolo lo scorso
anno. Sul fronte di Battisti, anche il senatore Nery si dice
"ottimista" sul giudizio del Supremo tribunale. "Spero che il
Supremo confermerà la decisione del ministro: si tratterebbe altrimenti di
un'anomalia, un procedimento che va contro la tradizione del Brasile.
Appoggiamo la concessione dell'asilo a Battisti perché così verrebbe rispettato
l'ordinamento giuridico brasiliano" ha dichiarato il senatore ad Apcom.
"Inoltre - ha concluso - sarebbe una occasione del Brasile di affermare la
sua sovranità, che deve essere rispettata dagli altri Paesi. Nello stesso modo
in cui il Brasile rispetta la sovranità altrui".
( da "Articolo21.com" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il ?marzo? dei
tibetani: commemorazione di una lotta ancora lunga di Silvia Loschiavo Il mese
di Marzo per il popolo tibetano rappresenta un momento di riflessione, di
memoria, di speranza, ma soprattutto di consapevolezza che la lotta per la
conquista dei diritti umani fondamentali sotto il governo di Pechino ha ancora molta strada
davanti a sè prima di portare a dei risultati. C'è il Marzo del 1959,
cinquant'anni fa. A quel tempo l'insurrezione scoppia nella città di Lhasa,
sovrappopolatasi per via della convergenza di pellegrini giunti per festeggiare
il Monlam Chemno e di centinaia di profughi provenienti dalle regioni nord-orientali
dell'Amdo e del Kham i quali sfuggivano alle repressioni cinesi. Questa
convivenza di tante storie radunatesi sullo sfondo di una sofferenza comune,
quella di un popolo la cui cultura ed esistenza sono minacciate e violentate,
sfocia in una protesta di piazza quando si fa vivo il timore che l?esercito
cinese voglia rapire il Dalai Lama. La mattina del 10 marzo il palazzo di Norbulinka,
residenza dell'Oceano di Saggezza, è presidiato. Armati di bastoni, coltelli,
vanghe, martelli, i tibetani sono pronti alla resistenza per impedire che il
leader venga “fatto sparire”: per quel giorno è infatti previsto che Sua
Santità, su invito del governo di Pechino, si rechi (senza scorta) ad uno
spettacolo teatrale presso un campo militare cinese. La paura tra i tibetani è
fondata: testimoni oculari dicono di aver visto tre aerei pronti a decollare
sulla pista del piccolo aeroporto di Damshung a circa centochilometri da Lhasa;
altri dicono di aver sentito Radio Pechino annunciare che il Dalai Lama è
atteso nella capitale per partecipare alla riunione dell?Assemblea Nazionale
Cinese. Tutti si preparano a difendere Kundun anche a costo delle loro vite. Il
clima è pre-insurrezionale Il 12 marzo avviene una sorprendente manifestazione
guidata dalle donne tibetane: più di ventimila tra monache, madri anziane,
donne di ogni età marciano per le strade di Lhasa chiedendo la liberazione del
Tibet e sfidando le pallottole dell'esercito di Pechino. Da allora
l'Associazione Donne Tibetane non ha mai smesso di lottare per la salvaguardia
della cultura e della religione del suo Popolo, nonchè per infondere la
dedizione alla causa tibetana nelle generazioni future e presso altre culture.
Tornando ai giorni del '59, la situazione degenera nella notte tra il 19 e il
20 marzo, quando scoppia la battaglia di Lhasa. Il Dalai Lama, travestito da
soldato, ha lasciato il palazzo per giungere alle frontiere indiane: egli spera
in questo modo di placare gli animi dei rivoltosi e di indurli a non cadere
nella spirale della violenza. Ma la lotta impari tra manifestanti ed esercito è
brutale, sono più di ventimila i tibetani uccisi. Le bombe dei cinesi
distruggono il meraviglioso palazzo di Norbulinka, ospedali, monumenti. Il 22
marzo è ristabilito l'"ordine" nella capitale. C'è poi il Marzo del
2008. Da allora, dalla sanguinosa repressione nei confronti dei manifestanti
tibetani, non si hanno più notizie di ben 1200 persone. Secondo ?International
Campaign for Tibet? sarebbero migliaia i dissidenti fatti sparire dai soldati,
nella notte, sulla base di accuse vaghe come quella di costituire minaccia per
la stabilità sociale. A partecipare alle manifestazioni dello scorso anno
erano,secondo le parole del Dalai Lama, “giovani nati e cresciuti dopo il 1959,
i quali non hanno mai vissuto né visto un Tibet libero. Questi cinquanta anni
hanno portato indescrivibili sofferenze e distruzioni alla Terra del popolo
tibetano. Anche oggi i tibetani in Tibet vivono con una paura costante e le
autorità cinesi sospettano costantemente di loro. Oggi la religione, la
cultura, la lingua e l'identità, che le successive generazioni di tibetani
hanno considerato più preziose che le loro vite, sono a rischio d'estinzione;
in breve, il popolo tibetano, è stato considerato come un criminale meritando
soltanto di essere messo a morte.” E la criminalizzazione del popolo tibetano
riecheggia nelle parole dei media cinesi anche nel Marzo del 2009 : il Quotidiano
del Popolo del 10 marzo denuncia che i problemi in Tibet sono provocati da
“forze occidentali anticinesi che vogliono creare divisioni, indebolire e
demonizzare la Cina”. Eppure anche quest?anno i media riportano notizie come
questa: Jampa Lhamo, trentasei anni,e la monaca ventiduenne Pema Yangzom, sono
state arrestate per aver distribuito dei volantini in cui si invocava il
rispetto dei diritti umani in Tibet. Il 9 marzo più di
100 monaci del monastero tibetano di An Tuo, nella provincia cinese di Qinghai,
sono stati arrestati dopo una manifestazione svoltasi in concomitanza col
Capodanno tibetano, celebrato il 25 febbraio. Ma l?informazione è anch?essa
soggetta al controllo del governo cinese, che tenta di tenere nascosto ai
giornalisti occidentali il numero dei fermati. Dal canto suo il Dalai Lama
continua ad esortare il suo popolo a praticare la non violenza. Per quanto
rigarda l?aspetto politico del suo messaggio, egli auspica tramite l?Approccio
della Via di Mezzo, il riconoscimento di un?autonomia della regione del Tibet
all?interno della PRC, non la creazione di uno Stato indipendente. “Bisogna
guardare al futuro e lavorare per i nostri benefici. Rivolgiamo il nostro
sguardo verso una legittima e concreta autonomia che abiliterebbe i tibetani a
vivere entro la struttura della Repubblica Popolare Cinese.” *Free Burma Italy
( da "RomagnaOggi.it" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
13 marzo 2009 -
15.56 (Ultima Modifica: 13 marzo 2009) RIMINI - La Provincia di Rimini,
Assessorato all'Immigrazione promuove una settimana di iniziative, dal 16 al 21
marzo dedicate alla sensibilizzazione e alla informazione sulle tematiche del
razzismo e della discriminazione. Previste niziative nelle scuole di Poggio
Berni e nella Biblioteca di Santarcangelo di Romagna, una lezione aperta di
filosofia politica presso la Biblioteca di Misano Adriatico. A Rimini, Teatro
degli Atti lo spettacolo di teatro e musica Faceboook. Nella Giornata
conclusiva, una lunga catena umana coordinata dai ragazzi in Servizio Civile
attraverserà il corso d'Augusto con partenza dall'Arco. Nei cinema del
territorio e nelle tv locali verrà inoltre trasmesso, durante la settimana,
"lo spot contro il razzismo " realizzato dalla Rete regionale
interculturale giovanile. Le iniziative in programma sono organizzate e
sostenute dalla Consulta dei cittadini immigrati e di origine immigrata della
provincia di Rimini di recente istituzione, dall'Assessorato all'immigrazione
del Comune di Rimini, dal Comune di Misano Adriatico, dal Comune di Poggio
Berni, dalla Biblioteca Comunale di Santarcangelo di Romagna, dal Centro
Giovani Il Messicano, dalla Biblioteca Comunale di Misano Adriatico, dal
Co.Pr.E.S.C. di Rimini e dal Centro Regionale Contro le Discriminazioni. In
sintesi gli appuntamenti Martedì 17 Marzo ore 21,00 Provincia di Rimini Ass.
all'immigrazione Lezione aperta di filosofia politica LA RAPPRESENTAZIONE DELL'ALTRO
IL RAZZISMO SENZA RAZZA Dott.ssa Natascia Mattucci Docente
di Filosofia dei Diritti
Umani Università di Macerata Biblioteca di Misano Adriatico Via Rossini, 7 -
Misano Adriatico Giovedì 19 Marzo ore 21.30 Comune di Rimini Ass.
all'immigrazione Spettacolo Reading di teatro e musica FACEBOOK -NUOVI NOMADI
IN VIAGGIO A cura della Bottega degli Apocrifi Teatro degli Atti Via Cairoli,
42 - Rimini Ingresso libero Venerdì 20 Marzo ore 21.30 Comune di Misano
Adriatico THE NO-RACISM STAGE FRIDAY Rock Bands del territorio Centro Giovani
"Il Messicano" Via Del Bianco 6 - Misano Adriatico Sabato 21 marzo
ore 10.00 Comune di Poggio Berni LETTURE AGLI ALUNNI DA SALVIAMO SAID DI SMADJA
BRIGITTE Consegna di libri agli alunni dal Sindaco e dall'Assessore alla
Cultura Scuole primarie di Santo Marino e Camerano ore 15.30 Consulta dei
cittadini immigrati e di origine immigrata della provincia di Rimini
Co.Pr.E.S.C GIOCHI PER BAMBINI- CATENA UMANA dalle ore 15,30 alle 17,30 Arco
d'Augusto, corso d'Augusto- Piazza Cavour -Rimini ore 17,00 Biblioteca A
Baldini Santarcangelo di Romagna LETTURE A TEMA PER BAMBINI DA
( da "Sestopotere.com" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
EuroP.A.- Dalla
telemedicina all'assistenza di fine vita. Riflettori sulla salute e il sociale
(13/3/2009 17:46) | (Sesto Potere) - Rimini - 13 marzo 2009 - Dal trattamento
sociale di fine vita alle innovazioni tecnologiche e le nuove politiche che
disegnano il futuro dell?assistenza sociale e sanitaria. E ancora
l?immigrazione, con la tutela dei diritti umani e la
lotta alla tratta, l?edilizia sanitaria, la giustizia minorile e i premi per i
migliori progetti di innovazione nei servizi sociali e per la comunicazione
sociale. La salute e il benessere dei cittadini sono in primo piano a EuroP.A.,
il nono Salone nazionale delle autonomie locali in programma alla Fiera di
Rimini dall?1 al 3 aprile 2009. La manifestazione, organizzata dal gruppo
Maggioli di Rimini, mette in programma 25 convegni organizzati dal Ministero
della Giustizia, dai sindacati e dalle più autorevoli associazioni nazionali e internazionali
del settore. Anziani, famiglie, disabili, bambini, adolescenti e immigrati sono
poi i protagonisti della vetrina di “Sociale e sanità”, con i migliori progetti
e le ultime novità in fatto di servizi alla persona promossi da
amministrazioni, privati e associazioni. La bioetica, il testamento biologico e
l?accompagnamento al morente sono al centro del convegno su “L?intervento
sociale alla fine della vita”, in programma il 3 aprile alle ore 9.30. Tra gli
ospiti dell?incontro anche Mina Welby, moglie di Piergiorgio - attivista
politico affetto da distrofia muscolare e deceduto dopo una lunga battaglia
politica contro l?accanimento terapeutico -, la deputata Donella Mattesini e il
segretario generale del Sunas (Sindacato unitario nazionale assistenti sociali)
Salvatore Poidomani. Il ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto è
invece tra gli invitati al dibattito su “Immigrazione e politiche di
integrazione. Ruolo delle istituzioni locali e diritti umani”,
in programma mercoledì 1 aprile alle ore 10.00. Il convegno, a cui
parteciperanno il senatore Roberto Di Giovan Paolo, segretario generale di
Aiccre - Associazione italiana per il consiglio dei comuni e regioni d?Europa,
e il direttore centrale per le politiche dell'immigrazione e dell?asilo del
Ministero dell?Interno Mario Ciclosi, farà il punto sulle politiche di
integrazione per gli stranieri in Italia, arrivati secondo le ultime stime del
rapporto Caritas/Migrantes a quota 4 milioni. Immigrazione in primo piano anche
nel convegno su “Tratta di persone e sfruttamento del lavoro”, in programma
mercoledì primo aprile alle ore 15.00, a cui parteciperà il capo del
Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei
Ministri e presidente della Commissione interministeriale su Tratta e lavoro
forzoso Isabella Rauti. Le nuove tecnologie Negli ultimi anni la sanità ha
cambiato volto grazie all?arrivo di nuove tecnologie in grado di migliorare la
qualità della vita del paziente e rendere più efficiente il sistema sanitario.
Teleassistenza, telemedicina, sanità elettronica, domotica, digitalizzazione
dei documenti sanitari sono parole nuove ma destinate ad entrare nell?uso
quotidiano: per conoscere meglio il presente e il futuro della sanità, EuroP.A.
apre una finestra sull?incontro tra salute e innovazione con un nutrito
programma di approfondimenti. Il futuro delle tecnologie in ospedale,
l?intreccio tra innovazione e qualità dell?assistenza, l?informatizzazione
della documentazione clinica sono tra i temi del convegno organizzato
dall?Associazione Nazionale dei Medici e delle Direzioni Ospedaliere (Anmdo) su
“Il governo delle tecnologie nella nuova sanità”, che mercoledì 1 aprile alle
ore 9.00 richiamerà a Rimini i direttori di numerose aziende sanitarie
italiane. Il confronto tra le politiche regionali e il recente Piano nazionale
per la Sanità elettronica elaborato dal ministero dell?Innovazione è al centro
di un convegno in programma giovedì 2 aprile alle ore 14.30, che avrà tra i
suoi ospiti il direttore generale del Cnipa (Centro nazionale per l?informatica
nella pubblica amministrazione) Caterina Cittadino. Un focus sulle migliori
applicazioni delle tecnologie di e-health per la cura a domicilio sarà offerto
nel convegno sui “Progetti di teleassistenza per la continuità e la cura
domiciliare”, a cui parteciperà il direttore generale della rete Cup2000 Mauro
Moruzzi (mercoledì 1 aprile alle ore 15.00). è invece dedicata al futuro della
telemedicina, e alla costruzione di un sistema di assistenza telematica attivo
in tutto il territorio nazionale la tavola rotonda a cui parteciperà tra gli
altri anche Michele Anaclerio, consigliere per la sanità elettronica del
Ministero della difesa (venerdì 3 aprile alle ore 15.00). Il sistema dei
servizi minorili, i progetti per il recupero dei minorenni sottoposti a
provvedimenti penali e la costruzione di un sistema di conoscenza condivisa sul
funzionamento della giustizia penale minorile in Europa sono i temi del
convegno organizzato dal Dipartimento per la Giustizia minorile del Ministero
della Giustizia e da Aiccre (giovedì 2 aprile ore 10.00), a cui parteciperanno
il capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile Bruno Brattoli e Serenella
Pesarin della direzione generale per l?attuazione dei provvedimenti giudiziari,
de Dipartimento per la Giustizia Minorile. I premi I migliori progetti per i
servizi alla persona otterranno poi il “Premio Innovazione nei Servizi Sociali
- Città di Rimini”, giunto ormai alla sua settima edizione. La premiazione, a
cui concorrono circa 115 enti tra amministrazioni, associazioni, cooperative
sociali e aziende, si svolgerà giovedì 2 aprile al termine di un convegno
dedicato al welfare e al ruolo sempre più importante della cooperazione sociale
nella costruzione di un sistema di servizi alla persona (ore 9.30). I vincitori
dell?edizione 2008 sono stati il Comune di Torino e la Cooperativa sociale
Agricoltura Capodarco: con il progetto Prisma, l?amministrazione torinese ha
creato una rete di sostegno per il disagio sociale e psicologico formata da due
sportelli gratuiti per l?aiuto e l?ascolto e tre progetti specifici sulla
sessualità delle persone disabili, il counselling alle famiglie con adolescenti
in difficoltà e la creazione di gruppi di auto aiuto. La Cooperativa sociale
Agricoltura Capodarco è invece autrice del progetto” La buona terra”, per la
formazione e l?inserimento lavorativo di tossicodipendenti ed ex
tossicodipendenti nel campo dell?agricoltura sociale. Ai migliori progetti di
comunicazione per la tutela della salute, la sicurezza e la promozione della
solidarietà andrà invece il “Premio Comunicazione sociale”, che oggi, alla sua
prima edizione ha già ottenuto una sessantina di candidature. Il riconoscimento
verrà consegnato venerdì 3 aprile al termine del convegno su “Il ruolo della comunicazione
sociale in una economia che cambia” (ore 9.30). Numerosi e variegati i progetti
in gara: si va dal sostegno e l?informazione alle famiglie con soggetti colpiti
da lesioni gravi ai cortometraggi contro anoressia e bulimia realizzati dalle
stesse persone affette da disturbi del comportamento alimentare, dalla
sensibilizzazione delle aziende per l?assunzione delle persone disabili alle
“pubblicità regresso”, che promuovono la coscienza civile con le armi della
parodia e dell?ironia.
( da "Sanremo news" del 13-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Sanremo: giornata di
studio sul diritto internazionale Si è svolta oggi, presso la sede
dell?Istituto Internazionale di Diritto Umanitario di Villa Ormond, una
giornata di studio sul diritto internazionale umanitario.
All?iniziativa hanno partecipato 40 studenti delle scuole secondarie,
provenienti dal Liceo Classico Statale 'G.D. Cassini' di Sanremo, dal 'Convitto
di Stato Rinaldo Corso' e dal ITCG 'Cattaneo con Liceo Dall'Aglio' di Reggio
Emilia; e 20 studenti universitari del ?Franklin College? di Lugano (Svizzera).
La giornata ha costituito un?importante opportunità per gli studenti che hanno
potuto ricevere informazioni sul ruolo e le attività dell?Istituto e presentare
i loro lavori di ricerca sulle tematiche dei diritti umani
e del diritto umanitario. Essi hanno inoltre seguito
alcune lezioni sul diritto umanitario da parte dei
docenti dell?Istituto. L?evento prelude ad un maggiore coinvolgimento delle
scuole e delle università, a cominciare da quelle presenti nella città di
Sanremo e su tutto il territorio della provincia, in iniziative volte a
favorire la conoscenza e l?apprendimento dei principi del diritto umanitario, dei diritti umani del
diritto dei rifugiati e di tutte le tematiche correlate, di cui l?Istituto di
Sanremo è da ormai 40 anni promotore in tutto il mondo.