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Report "Diritti umani"   13-14 aprile 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Dopo Sitara, la altre donne che i codardi talebani vogliono morte ( da "Foglio, Il" del 13-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. “In Afghanistan ci sono donne che lavorano per vincere gli anni dell?oppressione e garantire i diritti basilari. Dal 2001, milioni di afghani hanno votato in due elezioni democratiche e il quaranta per cento erano donne. Oggi le donne compongono il 28 per cento del Parlamento, rivestono incarichi in ogni settore,

Kabul, uccisa parlamentare: lottava per i diritti delle donne ( da "Giornale.it, Il" del 13-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Uccisa una donna impegnata nella difesa dei diritti umani, che era stata eletta nel Consiglio provinciale di Kandahar. Sitara Achkzai è stata uccisa a colpi di arma da fuoco da sconosciuti nel capoluogo della provincia, una delle più turbolente per la forte presenza di talebani. Da giorni infuria nel Paese la polemica sui diritti delle donne dopo l?

Pakistan/ Zardari firma accordo per sharia in Valle di Swat ( da "Virgilio Notizie" del 13-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Osservatori occidentali e gruppi per la difesa dei diritti umani hanno duramente criticato l'accordo che rischia di trasformare la valle in un rifugio per estremisti islamici. Appena pochi giorni fa è stato diffuso il video, ripreso con un cellulare, di una ragazza di 17 anni frustrata in pubblico perché 'sorpresa' con un uomo che non era il marito.

PAKISTAN/ ZARDARI FIRMA ACCORDO PER SHARIA IN VALLE DI SWAT ( da "Wall Street Italia" del 13-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Osservatori occidentali e gruppi per la difesa dei diritti umani hanno duramente criticato l'accordo che rischia di trasformare la valle in un rifugio per estremisti islamici. Appena pochi giorni fa è stato diffuso il video, ripreso con un cellulare, di una ragazza di 17 anni frustrata in pubblico perché 'sorpresa' con un uomo che non era il marito.

"Ma politicamente sono ancora a Tienanmen" ( da "Stampa, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma politicamente sono ancora a Tienanmen" La Cina ci sta dicendo che considera i diritti umani un affare interno e non vuole intromissioni». Così Elizabeth Economy, titolare degli Studi asiatici al «Council on Foreign Relations» di New York liquida il «Piano d'azione nazionale per i diritti umani» pubblicato dal governo di Pechino.

Pechino promette più diritti umani per tutti i cinesi ( da "Stampa, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Pechino promette più diritti umani per tutti i cinesi A vent'anni dalla repressione del movimento democratico di Tiananmen la Cina presenta il suo primo piano d'azione concreto sui diritti umani promettendo ai propri cittadini maggiori protezioni legali, più canali attraverso cui esprimere le proprie idee e più fondi proprio per l'educazione sociale sui diritti umani.

Vietato dare una mano ai clandestini, si ribella la Francia della solidarietà ( da "Secolo XIX, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Francia vive in bilico tra il sacrosanto rispetto dei diritti umani e la repressione a tutti i costi. Ci stanno pensando i comuni cittadini a ricordare al governo che il loro Paese è proprio la culla di tali diritti. La pietra dello scandalo è l'articolo L 622-1 del codice di soggiorno degli stranieri che in parole povere colpisce chiunque faciliti, direttamente o indirettamente,

Assassinata un'altra attivista dei diritti umani ( da "Arena, L'" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Istigazioni religiose anti-donne Assassinata un'altra attivista dei diritti umani Kandahar: i talebani sparano a una consigliera provinciale KABUL Una donna impegnata nella difesa dei diritti umani, che era stata eletta nel Consiglio provinciale di Kandahar è stata uccisa domenica nella città dell'Afghanistan sudorientale.

Primo convegno per le vittime del thalidomide ( da "Arena, L'" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: anni di storia tra medicina e diritti umani. È il titolo del primo convegno nazionale, organizzato dall'Associazione Tai onlus (Thalidomidici Italiani onlus, associazione per la tutela dei diritti civili dei Thalidomidici di tutta Italia), di cui è presidente Nadia Malavasi, e dal Centro Sociale di animazione e formazione del distretto socio-sanitario dei Colli,

Linea dura contro i pirati del Golfo di Aden ( da "Libertà" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: prendono prigionieri i corsari hanno il diritto di processarli nei loro tribunali, o di consegnarli a quelli dei Paesi della regione, ma solo se si impegnano a rispettare i diritti umani. Con queste regole, e la prospettiva di doversi comunque impegnare in una piccola guerra, fino a ieri le unità da guerra presenti in zona si erano limitate a scortare quante più navi possibili (

ecco la carta che può salvare la terra ( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Istituto buddista italiano Soka Gakkai promuove a sostegno dei diritti umani e della pace. Seeds of Change, I Semi di Cambiamento. La Carta della Terra e il potenziale umano. Palazzo dell'Abbondanza, Massa Marittima. Inaugurazione 18 aprile, ore 17. Apertura al pubblico: 18 - 25 aprile 2009. Orari tutti i giorni dalle 9 alle 21.

sepe in duomo: "amare il risorto contro egoismi e l'arroganza dei potenti" ( da "Repubblica, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: riescono a condurre una esistenza dignitosa e rispettosa dei diritti umani fondamentali, com´è il diritto alla vita e al lavoro». Di fronte al Duomo gremito e a numerosi turisti, l´arcivescovo ha poi chiuso la sua omelia con il tradizionale saluto in vernacolo, "'A Madonna v´accumpagne". Lo stesso cardinale, ieri mattina, su iniziativa delle Unioni cattoliche operai della diocesi,

Un patto non scritto teneva in piedi un equilibrio instabile ( da "Tempo, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: prendono prigionieri i corsari hanno il diritto di processarli nei loro tribunali, o di consegnarli a quelli dei Paesi della regione, ma solo se si impegnano a rispettare i diritti umani. Con queste regole, e la prospettiva di doversi comunque impegnare in una piccola guerra, fino a ieri le unità da guerra presenti in zona si erano limitate a scortare quante più navi possibili (

assassinata femminista afghana ( da "Nuova Sardegna, La" del 14-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sitara Achakzai, una attivista dei diritti umani in Afghanistan e stata stata uccisa domenica a Kandahar. La donna, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel 2004 a Kandahar, sua città natale ma anche culla del potere talebano, la Achakzai era nel mirino dei fondamentalisti.

noi espropriati del libero arbitrio - davide guadagni ( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il partito della tortura", scritto sull'onda del caso Englaro. è certamente il più politico e attuale e funziona da locomotiva per le argomentazioni più filosofiche e complesse degli altri. Il saggio di apertura è anche cronaca, la cronaca di un disastro politico: quello che ha portato dal caso Englaro a una legge pazzesca che,

Movimento per la pace Crollo di adesioni ( da "Giorno, Il (Como)" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: della mondialità e del rispetto dei diritti umani nel proprio territorio e nel mondo», si legge sul sito dell'associazione. Il Coordinamento, attivo con progetti di cooperazione internazionale ma anche di documentazione locale, conta su una quarantina di Amministrazioni, di cui Cantù è la più grande, e una cinquantina di associazioni del territorio,

assassinata attivista afghana per i diritti umani ( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Attualità Assassinata attivista afghana per i diritti umani KABUL. Uccisa a sangue freddo in Afghanistan un'attivista per i diritti umani. Sitara Achakzai, 52 anni, è stata assassinata a Kandahar. Aaveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel 2004 a Kandahar, la Achakzai era conscia di essere nel mirino.

Federico Moccia è la star della fiera del libro per ragazzi ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani, mentre nel pomeriggio, ci saranno tre incontri con gli autori locali: alle 16, don Adalberto Bucciarelli presenterà il libro Sant'Emidio alle Grotte', alle 17, Stefano Papetti ed Erminia Luna presenteranno un libro sulla figura di Domenico Ferri-un artista dimenticato' e, alle 18, appuntamento con Luciano Cappelli che presenterà il suo libro Missioni Militari per la

Fiaccolata per i diritti umani ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Vetrina Guastalla pag. 17 Fiaccolata per i diritti umani Giovedì alle 20 in piazza Toti a Luzzara fiaccolata per i diritti umani con la partecipazione degli studenti fra letture e musica.

Uccisa a Kandahar paladina dei diritti umani ( da "Unita, L'" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Uccisa a Kandahar paladina dei diritti umani Spunta anche l'omicidio a sangue freddo di una attivista per i diritti umani, nel drammatico elenco dei morti del fine settimana di sangue in Afghanistan. Si chiamava Sitara Achakzai ed è stata uccisa l'altro ieri a Kandahar. La donna, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni del regime talebano.

CINA Varato un piano d'azione per i diritti umani ( da "Manifesto, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: azione per i diritti umani Alla vigilia del 20 anniversario della repressione delle proteste di Piazza Tian'anmen, la Cina si è impegnata a promuovere i diritti umani con il primo «piano d'azione nazionale per i diritti dell'Uomo». Secondo quanto riferito dall'agenzia Xinhua, il progetto prevede una maggiore tutela legale e soprattutto diritti politici,

QUESTIONE MORALE ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: direttore di un'associazione per i diritti umani di Varanasi, commenta il fatto che alle prossime elezioni politiche di aprile-maggio la città schiera una sfilza di candidati che hanno avuto seri problemi con la giustizia. Le accuse nei confronti dei candidati favoriti vanno dall'omicidio alla truffa,al sequestro di persona.

Superman y el sexo con látigos ( da "Clarin, El" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: mujeres desnudas con látigos y tortura exótica. El libro, titulado Secret Identity: The Fetish Art of Superman's Co-Creator Joe Shuster es un compendio de los cómics realizados por Shuster en los 50, en una época en que el dibujante pasó por problemas económicos. Los cómics se publicaron bajo el nombre de Nights of Horror y se vendían por tres dólares.

Difficoltà a scuola, test ai bimbi immigrati ( da "Corriere della Sera" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Associazioni come Giù le Mani dai Bambini (tra le più importanti in Italia per la difesa del diritto alla salute in età pediatrica) e il Comitato dei cittadini per i diritti umani denunciano: «È sbagliato medicalizzare i disagi socioculturali», «Il rischio è lo screening di massa». Il timore, insomma, è la nascita di una nuova forma di discriminazione.

Difendeva le donne afghane Uccisa dai killer talebani ( da "Corriere della Sera" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sotto choc Malalai Joya, attivista per i diritti umani e parlamentare eletta nel 2005 a soli 27 anni e poi sospesa: «Un altro brutale messaggio per le donne afghane» dice lei che vive nel terrore, mai nella stessa casa per più di 24 ore per sfuggire ai talebani che le danno la caccia.

Assassinata femminista afghana ( da "Trentino" del 14-04-2009) + 3 altre fonti
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sitara Achakzai, una attivista dei diritti umani in Afghanistan e stata stata uccisa domenica a Kandahar. La donna, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel 2004 a Kandahar, sua città natale ma anche culla del potere talebano, la Achakzai era nel mirino dei fondamentalisti.

Assassinata un'altra attivista dei diritti umani ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Istigazioni religiose anti-donne Assassinata un'altra attivista dei diritti umani Kandahar: i talebani sparano a una consigliera provinciale KABUL Una donna impegnata nella difesa dei diritti umani, che era stata eletta nel Consiglio provinciale di Kandahar è stata uccisa domenica nella città dell'Afghanistan sudorientale.

Usa e Francia hanno deciso: guerra aperta alle Tortughe ( da "Giornale di Brescia" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: prendono prigionieri i corsari hanno il diritto di processarli nei loro tribunali, o di consegnarli a quelli dei Paesi della regione, ma solo se si impegnano a rispettare i diritti umani. Con queste regole, e la prospettiva di doversi comunque impegnare in una piccola guerra, fino a ieri le unità da guerra presenti in zona si erano limitate a scortare quante più navi possibili (

Afghanistan, uccisa un'attivista per i diritti umani ( da "Giornale.it, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: uccisa un'attivista per i diritti umani di Redazione Sitara Achakzai, 52 anni, era finita da tempo nel mirino dei talebani per la sua attività a favore delle donne Si batteva per i diritti umani in Afghanistan e per questo è stata uccisa a sangue freddo. Si chiamava Sitara Achakzai ed è stata uccisa l'altro ieri a Kandahar.

Anteprima: firmata la Charta dei diritti La Cina sulla strada della democrazia">Anteprima: firmata la Charta dei diritti La Cina sulla strada della democrazia ( da "Affari Italiani (Online)" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti Sociali, Culturali ed Economici - Diritti Civili e Politici - Diritti per le minoranze etniche, donne, bambini, anziani e disabili, - Educazione sui diritti umani - Situazione internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani Ad una sua prima lettura, questo documento sembra andare ben oltre il suo stesso contenuto,

Anteprima: firmata la Charta dei diritti La Cina sulla strada della democrazia">Anteprima: firmata la Charta dei diritti La Cina sulla strada della democrazia pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sia quale diritto inalienabile e priorità per il paese, ma quale mezzo con il quale diffondere, "disseminare", la conoscenza dei diritti umani all'intera popolazione, anche attraverso i diversi media, internet compreso. Per quanto riguarda invece la persona, la Charta cinese, ribadisce il fatto che l'individuo debba essere difeso e protetto da qualsiasi tipo di abuso,

Difendeva le donne afghane Uccisa dai killer talebani ( da "Corriere.it" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sotto choc Malalai Joya, attivista per i diritti umani e parlamentare eletta nel 2005 a soli 27 anni e poi sospesa: «Un altro brutale messaggio per le donne afghane» dice lei che vive nel terrore, mai nella stessa casa per più di 24 ore per sfuggire ai talebani che le danno la caccia.

Pechino, più diritti umani ai cinesi ( da "Stampaweb, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: azione concreto sui diritti umani promettendo ai propri cittadini maggiori protezioni legali, più canali attraverso cui esprimere le proprie idee e più fondi proprio per l?educazione sociale sui diritti umani. È un segnale del governo alla Cina e all?America, il Paese con cui Pechino sta meditando un?

Arresto e tortura di 5 sindacalisti di ritorno dal 1 congresso del sindacato birmano clandestino ( da "Articolo21.com" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Arresto e tortura di 5 sindacalisti di ritorno dal 1° congresso del sindacato birmano clandestino di redazione* 5 sindacalisti che avevano partecipato al 1° Congresso dell'FTUB dopo essere rientrati a Rangoon, sono stati arrestati nelle loro case, portati in centri di interrogatorio, probabilmente torturati.

Pakistan, in vigore la legge islamica ( da "Corriere.it" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Usa in particolare -e dagli attivisti per i diritti umani, i quali sostengono che la valle di Swat potrebbe diventare un feudo per i Talebani e per Al Qaeda. LEGGE ISLAMICA - I tribunali islamici hanno di fatto già iniziato ad operare da marzo, applicando la Sharia, la legge coranica, prevista del resto dalla Costituzione pakistana.

È UN FILM PER NON DIMENTICARE QUELLO CHE ACCADDE IN ARGENTINA TRA IL '76 E IL 1982, CON I... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 14-04-2009) + 3 altre fonti
Argomenti: Diritti umani

Abstract: coinvolto nei fatti criminali e nelle violazione dei diritti umani della giunta del generale Videla. Altri film, come «Garage Olimpo» di Marco Bechis, hanno provato a rievocare gli orrori di quel periodo ma «la novità di "Complici del silenzio" - precisa il regfista napoletano - sta nello stridente contrasto dell'Argentina di quell'anno: da un lato la gioia dei Mondiali di calcio,

Fenomeno da regolare per governare il disagio e combattere lo sfruttamento ( da "Gazzettino, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tradursi in una grave violazione dei diritti umani. Non sono propenso a credere che ciò derivi da una cattiva informazione sul problema, sebbene il ruolo giocato dai media sia rilevante, sempre pronti a stare sulla notizia, come per le multe delle ordinanze dei sindaci senza però mai spiegare le conseguenze che queste potrebbero avere qualora chi le riceve sia vittima di sfruttamento.

La musica interrotta. Da oggi su MicroMega.net il blog di Paolo Di Modica, malato di Sla ( da "Campaniapress" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: indomani della più grande tragedia che l'umanità ricordi, nella Dichiarazione universale dei diritti umani: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti [ ] senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale,

Anteprima: firmata la Carta dei diritti "C'è Obama dietro la svolta cinese"">Anteprima: firmata la Carta dei diritti "C'è Obama dietro la svolta cinese" ( da "Affari Italiani (Online)" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti Sociali, Culturali ed Economici - Diritti Civili e Politici - Diritti per le minoranze etniche, donne, bambini, anziani e disabili, - Educazione sui diritti umani - Situazione internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani Ad una sua prima lettura, questo documento sembra andare ben oltre il suo stesso contenuto,

DURBAN 2/ APPELLO CONSIGLIO D'EUROPA: NON BOICOTTARE CONFERENZA ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Non boicottare conferenza di Apcom Intervento del commissario ai diritti umani Hammarberg -->Bruxelles, 14 apr. (Apcom) - Gli Stati membri del Consiglio d'Europa non dovrebbero boicottare la Conferenza Onu sul razzismo (Durban II) prevista a Ginevra dal 20 al 24 aprile, mantenendo un approccio "costruttivo" in nome della lotta al razzismo, alla xenofobia e all'intolleranza.

CINA/ PECHINO PRESENTA IL PRIMO PIANO PER LA DIFESA DIRITTI UMANI ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il documento di 54 pagine è suddiviso in cinque sezioni: diritti economici, culturali e sociali; diritti civili e politici; diritti e interessi delle minoranze etniche, delle donne, dei minori, delle persone anziane e dei disabili; educazione ai diritti umani; rispetto dei doveri internazionali sui diritti umani e cooperazione internazionale nel campo dei diritti.

Cina/ Pechino presenta il primo piano per la difesa diritti... ( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il documento di 54 pagine è suddiviso in cinque sezioni: diritti economici, culturali e sociali; diritti civili e politici; diritti e interessi delle minoranze etniche, delle donne, dei minori, delle persone anziane e dei disabili; educazione ai diritti umani; rispetto dei doveri internazionali sui diritti umani e cooperazione internazionale nel campo dei diritti.

Quando i clandestini eravamo noi italiani... ( da "Famiglia Cristiana" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: immigrazione di massa costituisce un problema difficile da affrontare e risolvere sia sul piano dei diritti umani, sia su quello della sicurezza dei cittadini, sia infine su quello economico (gli immigrati servono al nostro Paese), è altrettanto chiaro che esistono dei limiti oltre i quali non è possibile accettare misure che offendono prima di tutto la dignità umana.

Anteprima/ La Cina firma la Carta dei Diritti">Anteprima/ La Cina firma la Carta dei Diritti ( da "Affari Italiani (Online)" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti Sociali, Culturali ed Economici - Diritti Civili e Politici - Diritti per le minoranze etniche, donne, bambini, anziani e disabili, - Educazione sui diritti umani - Situazione internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani Ad una sua prima lettura, questo documento sembra andare ben oltre il suo stesso contenuto,

Moldova/ Appello opposizione a Comunità internazionale su ( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: le violazioni diffuse dei diritti umani, in particolare dei detenuti". Nel testo della missiva, stilata ieri, si documentano abusi "sistematici" dei diritti delle persone incarcerate per le manifestazioni violente della settimana scorsa, che hanno spinto il presidente Vladimir Voronin ad accettare una riconta delle elezioni legislative del 5 aprile.

Moldova/ Basescu chiede inchiesta europea su violenze ... ( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sulla repressione" degli oppositori anti-comunisti e sulla "violazione dei diritti dell'uomo e della libertà di espressione", ha aggiunto il capo di stato romeno. Basescu, inoltre, ha dichiarato che non permetterà che si innalzi "una nuova cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca il confine tra Romania e Moldova.

Giappone/ Commozione per Noriko, divisa dai genitori ( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Oltre a porre gravi dubbi sulla qualità del rispetto dei diritti umani in un uno dei paesi economicamente più avanzati al mondo. "Ogni misura per garantire preminentemente l'interesse del minore deve essere presa in considerazione", ha accusato Makoto Teranaka, segretaria generale di Amnesty International Japan, secondo quanto riporta il quotidiano Mainichi Shinbun.

MOLDOVA/ APPELLO OPPOSIZIONE A COMUNITÀ INTERNAZIONALE SU ABUSI ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: le violazioni diffuse dei diritti umani, in particolare dei detenuti". Nel testo della missiva, stilata ieri, si documentano abusi "sistematici" dei diritti delle persone incarcerate per le manifestazioni violente della settimana scorsa, che hanno spinto il presidente Vladimir Voronin ad accettare una riconta delle elezioni legislative del 5 aprile.

MOLDOVA/ BASESCU CHIEDE INCHIESTA EUROPEA SU VIOLENZE ... -2- ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sulla repressione" degli oppositori anti-comunisti e sulla "violazione dei diritti dell'uomo e della libertà di espressione", ha aggiunto il capo di stato romeno. Basescu, inoltre, ha dichiarato che non permetterà che si innalzi "una nuova cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca il confine tra Romania e Moldova.

GIAPPONE/ COMMOZIONE PER NORIKO, DIVISA DAI GENITORI FILIPPINI ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Oltre a porre gravi dubbi sulla qualità del rispetto dei diritti umani in un uno dei paesi economicamente più avanzati al mondo. "Ogni misura per garantire preminentemente l'interesse del minore deve essere presa in considerazione", ha accusato Makoto Teranaka, segretaria generale di Amnesty International Japan, secondo quanto riporta il quotidiano Mainichi Shinbun.

Villani critica due consulenze della Provincia ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: uno richiedeva un sociologo esperto in diritti umani e cittadinanza, l?altro un esperto in pedagogia. Alla Giunta regionale, il consigliere chiede di accertare i requisiti di trasparenza e imparzialità della vicenda, ipotizzando una «volontà da parte della Provincia di Parma di attribuire incarichi di consulenza a persone mirate».

Villani contesta due consulenze della Provincia: "Le domande erano state presentate fuori termine" ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: uno richiedeva un sociologo esperto in diritti umani e cittadinanza, l?altro un esperto in pedagogia. Alla Giunta regionale, il consigliere chiede di accertare i requisiti di trasparenza e imparzialità della vicenda, ipotizzando una «volontà da parte della Provincia di Parma di attribuire incarichi di consulenza a persone mirate».

MOLDAVIA: PRESIDENTE ROMENO VUOLE INCHIESTA UE SU 'REPRESSIONE' CHISINAU. ( da "Asca" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: violazione dei diritti umani e sulle limitazioni della liberta' di espressione'' avvenute in Moldavia negli ultimi giorni. Continua cosi' lo scambio di accuse tra i due Paesi dopo che il leader di Chisinau, Vladimir Voronin, ha puntato il dito contro la Romania accusata di esser coinvolta nelle violente proteste anti-comuniste che hanno scosso la capitale la scorsa settimana.

Accade nell'Hamastan ( da "Foglio, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: gli attivisti dei diritti umani uccisi per strada accanto alle prostitute, i "collaborazionisti" giustiziati, la sharia, le bombe umane, le rovine, la piovra iraniana, le torture, il bando del porno, il veleno diffuso via radio, televisione e moschea, la paura e la miseria, che altro resta per sembrare Fallujah sotto al Zarqawi?

M.O./ Gaza, polizia Hamas sospende e arresta undici agenti ( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Le organizzazioni per i diritti umani non sono riuscite a ottenere da fonte indipendente la conferma della detenzione degli agenti, ma hanno sottolineato che una simile inchiesta sarebbe un notevole passo in avanti verso la responsabilità penale per le forze di sicurezza di Hamas.

Francia/ A 2 anni da uscita scena, Chirac piace a 3 ( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: il sottosegretario agli Esteri con delega ai diritti umani, la bella Rama Yade (69%), e il capo della diplomazia francese Bernard Kouchner (69%); la prima ha perso due punti, mentre il secondo ne ha guadagnati altrettanti. Tra le personalità più apprezzate all'opposizione c'è invece il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, che si piazza quarto, con il 68% dei consensi,

Moldova/ Non cala tensione, Basescu chiede inchiesta Ue ( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: le violazioni diffuse dei diritti umani, in particolare dei detenuti". Richiesta che è arrivata a gran voce anche da Bucarest dove Basescu ha risposto, dopo una settimana alle accuse rivolte dal suo omologo moldavo, secondo cui la Romania sarebbe dietro alle manifestazioni anti-comuniste che hanno portato anche agli scontri con la polizia e all'arresto di 200 persone.

NAZISTI/ USA AVVIANO OGGI PROCESSO ESTRADIZIONE DEMJANJUK -2- ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 89 anni, equivale a un atto crudele paragonabile alla tortura. Da venerdì, l'ultraottantenne, malato di leucemia e originario dell'Ucraina, è estradabile dopo che è stato respinto il ricorso contro la richiesta dalla Germania, che intende processarlo per il massacro di migliaia di ebrei. (fonte Afp)

FRANCIA/ A 2 ANNI DA USCITA SCENA, CHIRAC PIACE A 3 FRANCESI SU 4 ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: il sottosegretario agli Esteri con delega ai diritti umani, la bella Rama Yade (69%), e il capo della diplomazia francese Bernard Kouchner (69%); la prima ha perso due punti, mentre il secondo ne ha guadagnati altrettanti. Tra le personalità più apprezzate all'opposizione c'è invece il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, che si piazza quarto, con il 68% dei consensi,

M.O./ GAZA, POLIZIA HAMAS SOSPENDE E ARRESTA UNDICI AGENTI ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Le organizzazioni per i diritti umani non sono riuscite a ottenere da fonte indipendente la conferma della detenzione degli agenti, ma hanno sottolineato che una simile inchiesta sarebbe un notevole passo in avanti verso la responsabilità penale per le forze di sicurezza di Hamas.

MOLDOVA/ NON CALA TENSIONE, BASESCU CHIEDE INCHIESTA UE -PUNTO ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: le violazioni diffuse dei diritti umani, in particolare dei detenuti". Richiesta che è arrivata a gran voce anche da Bucarest dove Basescu ha risposto, dopo una settimana alle accuse rivolte dal suo omologo moldavo, secondo cui la Romania sarebbe dietro alle manifestazioni anti-comuniste che hanno portato anche agli scontri con la polizia e all'arresto di 200 persone.

PAKISTAN: CASA BIANCA, SHARIA E' CONTRO DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA. ( da "Asca" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: CONTRO DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA (ASCA-AFP) - Washington, 14 apr - Netta censura della Casa Bianca nei confronti della decisione del presidente del Pakistan di imporre in parte del paese la legge islamica. Il provvedimento, preso per cercare di contrastare l'influenza dei talebani, viene giudicato ''contrario ai diritti umani e alla democrazia'

14:44 DURBAN 2: USA FORSE PRESENTI, CI SARA' AHMADINEJAD ( da "Agi" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma decine di organizzazioni per i diritti umani hanno scritto una lettera a Barack Obama per chiedergli che gli Usa siano presenti "in una delle piu' importanti piattaforme internazionali per discutere dell'eliminazione del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e delle relative intolleranze".

IMMIGRATI/ BALI, CONFERENZA ASIA-PACIFICO SU FLUSSO MIGRAZIONI ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: duramente criticata da organizzazioni per i diritti umani nazionali e internazionali; nell'ultimo anno sono state 12 le barche con 379 migranti e richiedenti asilo che hanno raggiunto l'isoletta (situata di rimpetto all'Indonesia ma a 2600 di chilometri dalla costa settentrionale australiana) dove sono trattenuti in campi di identificazione.

Corte Usa blocca estradizione del nazista Demjanjuk ( da "Reuters Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sostenendo che estradare il padre in Germania è equiparabile alla tortura, viste la sue precarie condizioni. Secondo l'accusa Usa, la corte non ha giurisdizione. Originario dell'Ucraina, Demjanjuk fu condannato a morte in Israele nel 1988 come la sadica guardia "Ivan il terribile" di Treblinka, dove morirono in 870.


Articoli

Dopo Sitara, la altre donne che i codardi talebani vogliono morte (sezione: Diritti umani)

( da "Foglio, Il" del 13-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

13 aprile 2009 Dopo Sitara, la altre donne che i codardi talebani vogliono morte Sitara Achakzai, consigliera provinciale a Kandahar, è stata uccisa dai codardi talebani, che l'hanno falciata all'uscita di casa. Sitara è stata assassinata perché si batteva per i diritti delle donne nel suo paese. Un articolo dal Foglio del 16 dicembre scorso sulla lista delle donne che i fanatici islamici vogliono morte. Si viene a sapere del loro coraggio soltanto quando versano per strada, come cani. *** "I talebani le stanno cercando" di Giulio Meotti (16-12-08) Una aveva fondato a Kabul una scuola di musica senza nome e insegne. I maschi entravano dalla porta principale, le ragazze da quella posteriore, per il timore di attentati e dell’acido solforico che i talebani gettano in faccia alle ragazze che vanno a scuola, perché “un uomo non dovrebbe udire la voce di una donna”. Come è appena successo a Kandahar. Un’altra promuoveva l’alfabetizzazione in edifici di fortuna dai muri di argilla, paglia e sterco. E così via. Sono cinque le donne-simbolo che dal 2001 hanno sfidato il fondamentalismo islamico dei talebani, gli studenti coranici impegnati a edificare la più pura delle teocrazie e a spegnere ogni luce in Afghanistan. Quelle donne sono state tutte uccise. Ma i conti dei tagliagole non tornano. Perché una nuova generazione di icone rosa ha preso il loro posto. Sono magistrati, giornaliste, artiste, educatrici, medici, parlamentari. E sono già state condannate a morte. Di notte i talebani affiggono lettere di minaccia sulle loro case e gli americani devono proteggerle perché la sicurezza locale non è all’altezza. A una di loro telefonano ogni giorno: “Ti uccideremo”. Molte colleghe sono finite così. Shaima Rezayee aveva soltanto 24 anni, era la conduttrice del programma “Hop” sulla prima tv indipendente afgana quando è stata freddata con un colpo alla testa. Raccontava con orgoglio che “quando la gente mi riconosce per strada ci sono molti che mi insultano, ma molti di più sono quelli che mi incoraggiano”. Safia Amajan è stata uccisa perché dirigeva il dipartimento Affari femminili. Un compito a dir poco rischioso a Kandahar, la culla del talebanesimo. Già negli anni bui in cui le donne erano private di ogni diritto, Safia gestiva scuole segrete per ragazze che sfidavano il potere delle famiglie e l’islamismo. Prima di morire, Safia aveva fondato sei scuole a Kandahar, insegnando a oltre mille donne cultura di base, cucito e cucina. Poi c’era Malalai Kakar. Era entrata in accademia nel 1982. Durante il regime dei talebani le era stato impedito di lavorare. Ma lei non si era lasciata scoraggiare, così, dopo la caduta degli studenti del Corano, Malalai fu la prima a indossare di nuovo la divisa. Scampata a molti tentativi di assassinio, Malalai Kakar divenne famosa quando uccise tre islamisti che volevano attentare alla sua vita. Ogni mattina Malalai, che si vantava di essere “l’unica donna armata a Kandahar”, controllava le scritte sui muri di casa. Se c’erano minacce, faceva uscire i figli in fretta per andare a scuola. Era la più alta in grado fra le donne poliziotto e aveva iniziato a quindici anni quando ancora c’erano i sovietici. “Non è un mestiere facile”, ripeteva. “Ma è importante che noi donne lo facciamo se vogliamo diventare parte del nuovo Afghanistan”. Un giorno prende parte a una offensiva contro una base di al Qaida. I colleghi la abbandonano sotto il fuoco nemico assieme ad altri tre. Lei resiste, spara, i guerriglieri islamici mollano. Malalai torna in caserma e raduna i colleghi fuggitivi: “Non basta aver la barba per aver coraggio”. Toccava sempre a lei in ospedale assistere le donne che nessun medico uomo vuole anche solo sfiorare. Toccava a lei far irruzione nelle case per liberare le “mogli della vergogna”, incatenate perché abbandonate dai mariti. Sempre a lei toccava soccorrere le donne lasciate in fin di vita sul luogo degli incidenti o le testimoni inascoltate di uno stupro. “I talebani mi odiano, ma le donne afghane mi amano”. Il 28 settembre scorso Malalai Kakar è stata assassinata come avevano promesso. Ma dopo pochissimi giorni c’era già un’altra donna al suo posto. Che non fornisce il nome completo: è nota soltanto come “Parwana”. Spiega Abdul Khaliq Hamdard, capo della polizia criminale di Kandahar, che “Parwana continuerà il lavoro perché è molto coraggiosa, è una donna saggia”. Ma lei dice di aver paura anche soltanto a uscire di casa. “Ogni giorno che vado al lavoro penso, ‘oh, ora qualcuno mi uccide’. Quando torno a casa penso la stessa cosa”. La sua nomina non è pubblica. L’Afghanistan non ha bisogno di donne martiri, ma di donne vive che continuano a battersi. “Di recente una donna anziana mi è venuta a trovare a casa. Mi ha detto, ‘qualcuno sta parlando di te, sanno il tuo nome, ripetono uccideremo anche Parwana’. E io lo so, uccideranno anche me”. Parwana è madre di quattro bambini, il primo marito è morto contro i mujaheddin, il secondo su una mina due anni dopo. Parwana oggi ripete “I’m alive”, sono viva, non darà mai tregua ai barbari. “Moltissime volte mi chiamano e mi dicono, ‘lascia il lavoro o ti uccideremo’”. Parwana scompare di nuovo dietro al burqa quando esce di caserma per occuparsi di quel terzo di donne vittima di violenza domestica e delle centinaia che si danno fuoco per sfuggire a violenze. Al suo fianco oggi c’è una ragazzina di diciannove anni, si fa chiamare “Shafoqa”. I talebani lei li ha ribattezzati “quelli che uccidono per nulla”, sono gli stessi che le hanno conficcato una fatwa sulla porta di casa dei genitori. è la più brava tiratrice di tutto il paese. Il generale Nasrullah Zarife dice che “Shafoqa non ha paura di niente”. Eppure sa che può fare la fine di Bibi Hoor, uccisa a Herat dopo aver ignorato le minacce di morte, prima donna poliziotta a morire. La first lady Laura Bush ha appena tenuto un discorso in occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. “In Afghanistan ci sono donne che lavorano per vincere gli anni dell’oppressione e garantire i diritti basilari. Dal 2001, milioni di afghani hanno votato in due elezioni democratiche e il quaranta per cento erano donne. Oggi le donne compongono il 28 per cento del Parlamento, rivestono incarichi in ogni settore, dal giornalismo alla polizia. E sei milioni di bambini, incluse due milioni di femmine, sono a scuola”. Eppure l’oppressione non è svanita con la Costituzione che garantisce uguali diritti a uomini e donne. Sono donne riconoscenti dello sforzo americano e occidentale. Safia Amajan aveva definito George W. Bush “un leader che vuole dare un’educazione alle giovani donne dell’Afghanistan”. Troppo, per chi invece il presidente americano nei comunicati lo chiama “cane crociato”. A rischiare la propria vita è Shukria Barakzai, la giornalista e politica che dichiarò guerra ai fondamentalisti islamici dopo che la polizia religiosa del mullah Omar l’aveva picchiata perché aveva osato camminare senza accompagnatore maschile. “Quando lascio la mia casa per andare al lavoro, non sono così sicura di ritornarci”. Il governo l’ha già messa in guardia: un attentato suicida viene preparato contro di lei. C’è la parlamentare Malalai Joya, sospesa dall’incarico per aver definito alcuni colleghi “allevatori di animali”. Joya è scampata a quattro attentati. “Se dovessi morire, il mio sangue servirà alla causa dell’emancipazione. Puoi uccidere un fiore, non puoi fermare la primavera”. Era il dicembre 2003 quando Malalai prese la parola sotto il tendone bianco alla periferia della capitale, dove si erano riuniti mullah, mujaheddin e capi tribù nella Loya Jirga. “Il mio nome è Malalai Joya. In nome di Dio e dei martiri caduti sul sentiero della libertà, vorrei parlare un paio di minuti”. Tutto cambiò. è minacciata Fatima Gailani, fondatrice dell’Afghanistan Women Council, ex rifugiata col burqa in Pakistan tornata per lavorare alla stesura della “Costituzione islamica democratica, che tenga conto dei diritti umani e di quelli delle donne”, la carta approvata nel 2004 e bollata come “apostata” dagli sgherri di Bin Laden. Per il suo lavoro di “infedele”, Gailani è in cima alla black list dei guerriglieri. Ma è piena di speranza, basti pensare che per le elezioni del 2009 si sono già registrate 63 mila donne nella sola provincia di Paktia, fra le più conservatrici. D’altro canto era stata una ragazza la prima elettrice delle prime elezioni della storia afghana nel 2004. La deputata Tooarpekay, la sola parlamentare donna della provincia di Zabul, quando decise di presentarsi alle elezioni per rappresaglia i talebani le uccisero il fratello. Soraya Sobhrang ha commesso l’affronto di lavorare accanto alle donne in ospedale come ginecologa e di accettare la guida del dipartimento femminile della commissione dei Diritti umani. Oggi può significare vita o morte il fatto di fare l’infermiera o frequentare un corso in medicina neonatale a Kabul e tornare nel proprio villaggio nello Nuristan. Com’è successo a Wahida: ha deciso di diplomarsi dopo aver visto una zia morire di parto poiché i religiosi si erano limitati a chiamare un’anziana per recitare alla gestante versi del Corano. Habiba Sarabi è una leader hazara ed è governatrice di Bamiyan. Gli hazara furono trucidati a migliaia dai talebani. Alcune di queste donne hanno appena rilasciato una conferenza stampa a Kabul. Non erano ammessi i fotografi perché i loro volti non dovevano comparire. “Se una donna fosse catturata dai talebani, le taglierebbero la testa” ha detto Massouda Jalal, la sua fondazione lavora per i diritti delle donne. “La mia filosofia è che se sei nato, un giorno morirai. E perché allora non morire da ideale per gli altri?”. Jalal è l’unica ad aver accettato di rendere pubblica la propria faccia. Gli afghani non sono in grado di proteggere Marya Bashir da al Qaida. è agli americani che è stata affidata la protezione di questa paladina del diritto di 38 anni, unico procuratore generale donna di tutto il paese. Si muove con sei guardie del corpo e auto blindate. “Da quando sono stata nominata, ogni giorno è peggio”. C’è anche Runa Tareen, è a capo del dipartimento femminile della provincia di Kandahar. Le giornaliste sono state avvertite con il duplice omidicio di Zakia Zaki, direttrice di Peace Radio, e della presentatrice televisiva Shakiba Sanga Amaj. Zakia dirigeva anche una scuola nel villaggio di Jabal Seraj e aveva sei figli. Dormiva al fianco del più piccolo di venti mesi quando i decapitatori hanno fatto irruzione in camera da letto e le hanno scaricato sette colpi nel petto e nel cranio davanti agli occhi di un altro figlio. Zakia aveva la benedizione di Ahmed Massoud, capo antitalebano ucciso alla vigilia dell’11 settembre 2001 da Osama bin Laden. Nel mirino c’è oggi la giornalista Nelofar Habibi, ha soli 22 anni ma è già stata pugnalata dopo essere minacciata di morte. “Degli uomini mi hanno costretto a salire in auto e mi hanno tagliuzzato il braccio. Mi hanno detto che se mi avessero visto ancora in tv mi avrebbero ucciso”. Bombe sono state lanciate contro la casa della presentatrice Khadija Ahad. è un obiettivo la diciottenne Lima Sahar, si è aggiudicata il ruolo di protagonista della serie televisiva “Afghan Star”. Accusata di “oltraggio alla sharia” da chi ammette soltanto le nenie coraniche recitate da voci bianche maschili. Le basi talebane sono ancora oggi spesso contrassegnate da nastri neri delle cassette di musica appesi ai lampioni. Lima lavorava come domestica presso un capo mujaheddin. Non sa scrivere e legge a stento. Ma è l’usignolo dell’Afghanistan. “Allah mi ha dato la possibilità di realizzare il mio sogno” dice con una certa incoscienza. Malalai Kakar era la sua protettrice. Farida Nekzad dirige Pajhwok Afghan News, l’unica agenzia di stampa indipendente. Riceve minacce ogni giorno. è lei il volto più noto della libertà di stampa. Tutto iniziò il giorno del funerale di Zakia. Le telefonarono avvertendola che avrebbe fatto la stessa fine. “Figlia dell’America! Ti uccideremo”. Farida resta. “Perché possiamo portare il cambiamento con la nostra presenza. Resto per il futuro, per il mio paese, per le donne”. Mary Akrami ha commesso il crimine di spiegare il Corano alle bambine. “Non vogliamo che le donne imparino l’interpretazione del Corano dei mullah secondo i loro interessi”. Mary ha paura, ma continua a lottare perché quest’anno gli studenti sono stati sei milioni, contro il misero milione del 2000. E se 600 scuole sono state distrutte dai talebani, 3.500 sono state costruite dal 2002. Sakeena Jacobi dirigeva scuole femminili clandestine quando un editto talebano vietava loro di uscire di casa. Per il suo lavoro è stata elogiata da Bush e Clinton. Oggi è a capo dell’Afghan Institute of Learning, ha aiutato 350 mila bambine a ricevere un’istruzione. Sakeena sa che nel solo 2008 gli addetti alla scuola assassinati sono stati 120. è ancora lungo l’elenco delle eroine. Mahbooba Ahadyar, unica atleta afgana alle competizioni olimpiche in Cina, corre in tuta da ginnastica sulle colline che circondano Kabul sotto gli sguardi allibiti degli anziani. Impossibile restare indifferenti alla storia di Nadia Anjuman. Pur di studiare letteratura, attività proibita dalla Stasi talebana, Nadia rischiò prigione e tortura. Poi i talebani sono caduti, ma lei è stata raggiunta lo stesso e uccisa per i suoi versi. Raccontava che “le catene di sei anni di schiavitù dell’era dei talebani, che mi avevano legato le gambe, hanno fatto sì che componessi passi ed entrassi nel territorio della poesia. è difficile la strada che ho davanti a me e i miei passi non sono ancora, abbastanza, fermi”. La paura e il dolore quotidiano, la ferocia nemica, i tanti incredibili successi e l’orgogliosa resistenza di queste donne “normali” sono uno dei racconti più belli della nostra guerra al terrore. di Giulio Meotti

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Kabul, uccisa parlamentare: lottava per i diritti delle donne (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 13-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 15 del 2009-04-13 pagina 0 Kabul, uccisa parlamentare: lottava per i diritti delle donne di Redazione Sitara Achakzai, consigliera provinciale a Kandahar, è stata assassinata da alcuni uomini armati all'uscita della sua abitazione. L'esercito afgano reagisce a un'imboscata e uccide 22 talebani Kabul - Uccisa una donna impegnata nella difesa dei diritti umani, che era stata eletta nel Consiglio provinciale di Kandahar. Sitara Achkzai è stata uccisa a colpi di arma da fuoco da sconosciuti nel capoluogo della provincia, una delle più turbolente per la forte presenza di talebani. Da giorni infuria nel Paese la polemica sui diritti delle donne dopo l’approvazione di una legge che stabilisce la subordinazione della moglie al marito e in pratica ne autorizza lo stupro. Uccisi 22 talebani Ventidue talebani sono stati uccisi in combattimenti con le forze afghane e straniere nell’Afghanistan meridionale. Gli scontri sono scoppiati dopo un’imboscata tesa ieri sera dai talebani nel distretto di Shinkay, nella provincia di Zabul. Secondo il capo della polizia provinciale, 4 degli uccisi erano pachistani e gli altri tutti afghani. Il sud dell’Afghanistan è la principale base operativa contro i talebani che hanno governato l’Afghanistan dal 1996 al 2001. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Pakistan/ Zardari firma accordo per sharia in Valle di Swat (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 13-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Islamabad, 13 apr. (Ap) - Il presidente pachistano Asif Ali Zardari ha firmato l'accordo che prevede l'applicazione della sharia, la legge coranica, nella Valle di Swat, nel nord-ovest del Paese, in cambio della pace con i talebani. La conferma della firma è arrivata dal portavoce del presidente, Farahnaz Ispahani. E' così stato superato l'ultimo passaggio di questa legge che, approvata dal governo della provincia al confine con l'Afghanistan, è di fatto entrata in vigore il 16 marzo. Osservatori occidentali e gruppi per la difesa dei diritti umani hanno duramente criticato l'accordo che rischia di trasformare la valle in un rifugio per estremisti islamici. Appena pochi giorni fa è stato diffuso il video, ripreso con un cellulare, di una ragazza di 17 anni frustrata in pubblico perché 'sorpresa' con un uomo che non era il marito.

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PAKISTAN/ ZARDARI FIRMA ACCORDO PER SHARIA IN VALLE DI SWAT (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 13-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pakistan/ Zardari firma accordo per sharia in Valle di Swat di Apcom Nella zona sarà imposta la legge islamica -->Islamabad, 13 apr. (Ap) - Il presidente pachistano Asif Ali Zardari ha firmato l'accordo che prevede l'applicazione della sharia, la legge coranica, nella Valle di Swat, nel nord-ovest del Paese, in cambio della pace con i talebani. La conferma della firma è arrivata dal portavoce del presidente, Farahnaz Ispahani. E' così stato superato l'ultimo passaggio di questa legge che, approvata dal governo della provincia al confine con l'Afghanistan, è di fatto entrata in vigore il 16 marzo. Osservatori occidentali e gruppi per la difesa dei diritti umani hanno duramente criticato l'accordo che rischia di trasformare la valle in un rifugio per estremisti islamici. Appena pochi giorni fa è stato diffuso il video, ripreso con un cellulare, di una ragazza di 17 anni frustrata in pubblico perché 'sorpresa' con un uomo che non era il marito.

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"Ma politicamente sono ancora a Tienanmen" (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

"Ma politicamente sono ancora a Tienanmen" La Cina ci sta dicendo che considera i diritti umani un affare interno e non vuole intromissioni». Così Elizabeth Economy, titolare degli Studi asiatici al «Council on Foreign Relations» di New York liquida il «Piano d'azione nazionale per i diritti umani» pubblicato dal governo di Pechino. Perché dà un giudizio negativo? «Il piano pubblicato con grande enfasi non contiene nulla di nuovo. Il governo da sempre afferma che i diritti umani in Cina non riguardano il resto del mondo, sono solo loro a poterli definire. Ora fa un passo in più e dice che se ne occuperà con un programma pluriennale. Ma ciò non significa rispettarli bensì solo programmare in maniera ancora più minuziosa cosa i miliardi di cinesi potranno e non potranno fare». Eppure un simile testo non era mai stato redatto dai cinesi... «Se lo fanno in questo momento è perché siamo alla vigilia del ventennale della repressione avvenuta sulla Piazza Tienanmen e vogliono assicurarsi che non vi siano contracolpi di sorta. Per questo il Partito comunista poco tempo fa ha riaffermato il suo ruolo prioritario nella società nazionale, escludendo qualsiasi avvicinamento alla democrazia. La Cina si sta dicendo che continua nella strada intrapresa a Tiananmen, vi sono le libertà economiche necessarie a moltiplicare la crescita ma non quelle politiche. Figuariamoci poi per i diritti umani...». Crede che nalla pubblicazione di questo testo vi sia un messaggio dal governo di Hu Jintao all'amministrazione di Barack Obama? «E' un aspetto che non possiamo escludere. Washington ha appena fatto sapere di voler rientrare nel Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e forse Pechino vuole creare una situazione tale per evitare ogni possibile attrito su questo terreno. Ma si tratta di mosse tattiche, non di svolte strategiche. Non siamo alla vigilia di decisioni tese a garantire più libertà ai monaci tibetani o maggiore libertà di espressione ai numerosi gruppi di dissidenti politici. E' l'esatto contrario. Pechino punta a neutralizzare il caso-diritti umani creando un impianto di iniziative e regole direttamente espressione dello Stato, ovvero del partito comunista». Vede dei paralleli con quanto avveniva in Unione Sovietica sul fronte dei diritti umani... «Solo in parte. Anche l'Urss, certo, avocava unicamente a sé la definizione del rispetto dei diritti umani nazionali, ma sul piano economico non concedeva certo ai suoi cittadini le libertà delle quali possono oggi godere i cinesi. Il rapporto pubblicato conferma che Pechino vuole conservare questa sua specificità».

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Pechino promette più diritti umani per tutti i cinesi (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pechino promette più diritti umani per tutti i cinesi A vent'anni dalla repressione del movimento democratico di Tiananmen la Cina presenta il suo primo piano d'azione concreto sui diritti umani promettendo ai propri cittadini maggiori protezioni legali, più canali attraverso cui esprimere le proprie idee e più fondi proprio per l'educazione sociale sui diritti umani. È un segnale del governo alla Cina e all'America, il Paese con cui Pechino sta meditando un'alleanza, ben conscia che la differenza dei sistemi politici costituisce il maggiore ostacolo all'avvicinamento strategico. Il «piano di azione per il 2009 e 2010» è organizzato come i piani economici cinesi, con capitoli chiari, bilanci precisi e azioni concrete da attuare in questo biennio. Esordisce con una dichiarazione di principi che sembra pensata per rieccheggiare la Costituzione americana: «La piena realizzazione dei diritti umani è l'ideale a lungo perseguito dall'umanità ed è anche l'obiettivo per il quale il governo e il popolo cinese hanno a lungo lottato». Questo ideale e questa lotta però devono essere compresi e letti alla luce delle condizioni di sviluppo, dell'economia, della geografia, della cultura e della storia cinese, spiega con pragmaticità il documento subito dopo. Ma, pur con tutta questa serie di cautele, il documento proposto dal governo della Repubblica Popolare parla di democrazia e cita la parola «socialista» una sola volta, come aggettivo per definire la modernizzazione in corso nel Paese. Il documento sceglie di ignorare i casi singoli di arresti, di repressioni, e annuncia invece principi generali che dovranno essere rispettati dalle autorità per tutta una serie di «corpi deboli» della società cinese. Ci sono capitoli sui contadini, gli operai, la religione, le minoranze etniche, le donne e i bambini, gli anziani, gli handicappati. C'è spazio per i diritti dei detenuti, e per quelli delle persone sottoposte a un processo. Le novità più importanti riguardano i diritti di categorie politicamente delicate per il governo cinese, come i gruppi religiosi o le minoranze etniche, come tibetani e uiguri, che si sono spesso ribellate al governo di Pechino. Per le questioni religiose la novità politicamente più importante riguarda un incoraggiamento alle attività sociali dei gruppi di credenti. Questo aspetto era rimasto finora in una zona grigia, perché in realtà va a sconfinare in uno spazio che una volta era dello Stato e che oggi è stato lasciato libero, ma non era finora chiaramente definito. Il «piano» invece spiega che «il governo incoraggia e sostiene anche gli ambienti religiosi a lanciare programmi di assistenza sociale, ed esplorare metodi e canali per cui le religioni possano meglio servire la società e promuovere il benessere della popolazione». Per quanto riguarda i tibetani e gli uiguri (quest'ultimi musulmani, maggioranza nella regione occidentale del Xinjiang), il documento del governo propone di aumentare la diffusione dell'educazione bilingue e diffondere giornali e mezzi di comunicazione in tibetano ed uiguro. L'enunciazione di questi principi può apparire vaga e rischia certamente di essere soggetta agli eventuali cambiamenti di clima politico nel Paese. Ma c'è un importante elemento di lungo termine nel nuovo piano di azione: il governo ha deciso di incoraggiare l'educazione sui diritti umani nelle scuole, tra gli studenti. L'ultimo aspetto del documento governativo è poi destinato probabilmente ad avere un impatto quasi immediato su scala globale. Per la prima volta infatti la Cina dichiara il suo impegno sulle questioni dei diritti . In altre parole vengono sconfessati anni di politica estera «agnostica» sulla situazione dei diritti umani in tanti Paesi. Naturalmente questo non significherà che da oggi in poi Pechino avrà un voltafaccia nei confronti dei suoi vecchi alleati, che hanno politiche interne a dir poco molto controverse, come per esempio il Sudan o l'Iran. Ma certamente significa che le relazioni di Pechino con questi Paesi dovranno da oggi in poi, su piani diversi, allinearsi di più ai principi promossi dall'Occidente.

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Vietato dare una mano ai clandestini, si ribella la Francia della solidarietà (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Vietato dare una mano ai clandestini, si ribella la Francia della solidarietà il caso Ricaricare un cellulare, regalare una coperta o dar da mangiare possono rientrare nell'ipotesi di reato. E in tanti protestano 14/04/2009 Parigi. Da qualche tempo la Francia vive in bilico tra il sacrosanto rispetto dei diritti umani e la repressione a tutti i costi. Ci stanno pensando i comuni cittadini a ricordare al governo che il loro Paese è proprio la culla di tali diritti. La pietra dello scandalo è l'articolo L 622-1 del codice di soggiorno degli stranieri che in parole povere colpisce chiunque faciliti, direttamente o indirettamente, il soggiorno di uno straniero in situazione irregolare. Le pene vanno da una multa di 30.000 euro fino a cinque anni di carcere. Non si tratta solo di colpire i trafficanti di clandestini, ma anche anonimi cittadini o associazioni caritatevoli, come Emmaüs del rimpianto Abbé Pierre, che talvolta prestano soccorso a persone in difficoltà, sole e allo sbando. Il picco della rivolta cittadina è stata la manifestazione dell'8 aprile organizzata da una quarantina di associazioni quando 5.500 francesi si sono costituiti simbolicamente prigionieri per rappresentare le altrettante 5.500 persone che per ordine ministeriale sono suscettibili di essere arrestate o multate per aver soccorso gli irregolari. Luogo di ritrovo: i Palazzi di giustizia di una novantina di città per dire no a una politica repressiva che ha ordinato l'espulsione dalla Francia di almeno 27.000 clandestini, ma soprattutto che vuole punire chi dà un aiuto umano ora chiamato "delitto di solidarietà". Un termine che non esiste nel codice e che il ministro dell'Immigrazione, l'ex-socialista Eric Besson, smentisce. Eppure sono oltre mille gli inquietanti episodi di intimidazione da parte della polizia. Cherbourg e il Pas-de-Calais sono le zone in cui si concentrano la maggior parte dei clandestini che sperano di trovare un passaggio verso l'Inghilterra. Alcuni erano coscienti di quello a cui andavano incontro, altri speravano in una nuova America come i nostri avi. Vivono in baracche di fortuna, nei dintorni del porto, spesso sono arrivati sulle spiagge italiane, quelli che sono sopravvissuti ai naufragi delle barche di fortuna, e hanno preso un treno fin quassù per ritrovarsi in un commissariato, ma sempre con l'ostinazione di raggiungere l'Inghilterra. Una signora caritatevole scoperta a ricaricare i telefonini di alcuni "fuggiaschi"è stata interpellata dalla polizia. Anche un pasto caldo, una coperta, una notte al coperto rientrano nel "delitto di solidarietà". Jean-Claude Renoir, un professore di tecnologia membro dell'associazione Salam, sarà giudicato in base all'articolo L 622-1. Non ha rubato soldi ai clandestini per vendere sogni irrealizzabili, non ha fatto tratta di lavoratori,ma insieme ad altri volontari che fanno visita ai migranti nella "giungla" delle baraccopolili li ha aiutati a sopravvivere finché non trovavano una soluzione. Altri "militanti", che si considerano solo persone di cuore, cercano di dare un po' di sollievo, di prestare la propria lavatrice, la propria doccia, di proteggere un attimo dalla pioggia, di dare un sorriso a chi continuerà poi a errare in cerca di fortuna. E rischiano di pagarlo caro.Luisa Pace 14/04/2009

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Assassinata un'altra attivista dei diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 14 Aprile 2009 NAZIONALE Pagina 6 AFGHANISTAN. Istigazioni religiose anti-donne Assassinata un'altra attivista dei diritti umani Kandahar: i talebani sparano a una consigliera provinciale KABUL Una donna impegnata nella difesa dei diritti umani, che era stata eletta nel Consiglio provinciale di Kandahar è stata uccisa domenica nella città dell'Afghanistan sudorientale. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio stesso, Ahmad Wali Karzai. Sitara Achkzai è stata uccisa a colpi di arma da fuoco da sconosciuti, mentre dall'ufficio tornava verso casa, nel capoluogo della provincia, una delle più turbolente per la forte presenza di talebani. Achkzai, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel 2004 a Kandahar, città natale ma anche culla del potere talebano, la Achakzai era conscia di essere nel mirino. Eletta nel Consiglio provinciale, che in marzo è stato attaccato da alcuni kamikaze (17 le vittime), «scherzava sul fatto di sapere che aveva una taglia di 300.000 rupie sulla sua testa», ha detto un'amica. La sua morte, rivendicata dai talebani, è arrivata il giorno dopo che un alto responsabile della minoranza sciita ha difeso la legge sulle donne approvata del Parlamento afghano. Da giorni, infatti, infuria la polemica sui diritti delle donne dopo che la legge voluta dagli ambienti religiosi, stabilisce la subordinazione della moglie al marito, autorizzandone in pratica lo stupro. Il presidente Hamid Karzai, su pressioni occidentali, ha promesso di rivederla, ma il religioso sciita Mohammad Asif Mohseni è tornato ad affermare che ogni ripensamento sarebbe inaccettabile oltre che anticostituzionale e le critiche occidentali sono «un'invasione culturale». La morte di Achakzai allunga l'elenco delle donne uccise per l'azione in difesa dei diritti umani, tra loro le giornaliste Shikeba Sanga Amaj e Zakia Zaki, trucidate nel 2007, o la politica Safia Amajan assassinata nel 2006. Ma è anche solo un numero in giornate punteggiate di attacchi e attentati talebani e reazioni occidentali. Un uomo e una ragazza sono stati intanto uccisi dai talebani che eseguito in pubblico la condanna a morte emessa nei confronti dei due, colpevoli di una fuga d'amore quando lei era già fidanzata con un altro. È successo nella provincia sudoccidentale di Nimruz.  

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Primo convegno per le vittime del thalidomide (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 14 Aprile 2009 CRONACA Pagina 17 MEDICINA. Iniziativa dell'associazione Tai Primo convegno per le vittime del thalidomide Una donna veronese nata senza braccia tra le persone chiamate a parlare della propria vita Thalidomidici, cinquant'anni di storia tra medicina e diritti umani. È il titolo del primo convegno nazionale, organizzato dall'Associazione Tai onlus (Thalidomidici Italiani onlus, associazione per la tutela dei diritti civili dei Thalidomidici di tutta Italia), di cui è presidente Nadia Malavasi, e dal Centro Sociale di animazione e formazione del distretto socio-sanitario dei Colli, venerdi 17 aprile, al Centro Civico d'Arte e Cultura auditorium «San Gaetano», in via Altinate 72 a Padova, a partire dalle 8.30, con ingresso libero. Vi parteciperanno anche talidomidici veronesi per portare la loro testimonianza, tra cui Maria Cristina Lentini, la quale nonostante sia nata senza braccia e con molti problemi fisici, si è sposata e ha avuto tre figli. Il convegno è rivolto ai medici di qualsiasi specialità e agli operatori sanitari, oltre che all'intera popolazione che intenda non solo acquisire informazioni mediche ma anche ascoltare testimonianze di vita dei thalidomidici Italiani, che hanno portato avanti per circa 50 anni il loro progetto di vita nonostante le difficoltà enormi che hanno dovuto affrontare. L'obiettivo del Convegno è quello di informare il pubblico sulle conseguenze dell'uso improprio del farmaco thalidomide, impiegato negli anni '60 come antiemetico e sedativo, somministrato a donne gravide, che si scoprì in seguito portare a malformazioni neonatali e morte perinatale. Durante il convegno alcuni soggetti thalidomidici saranno chiamati a portare le loro testimonianze e condividere col pubblico le loro esperienze. Verrà dunque aperta una parentesi sull'uso dei farmaci in gravidanza, sui falsi miti, e si dimostreranno i benefici del diverso uso del farmaco oggi nella terapia del mieloma multiplo. Il convegno si propone inoltre di instaurare una proficua collaborazione tra la Tai onlus, i rappresentanti del Governo, medici e operatori sanitari invitati a partecipare, che sia luogo per una condivisione di esperienze, proposte e valide soluzioni utili a migliorare la qualità di vita degli Associati Tai ed offrire loro opportunità di lavoro e di integrazione sociale. Per informazioni: thaionlus@alice.it - www.thalidomidicionlus.it  

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Linea dura contro i pirati del Golfo di Aden (sezione: Diritti umani)

( da "Libertà" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Linea dura contro i pirati del Golfo di Aden Ma quando cinque giorni fa i pirati hanno assaltato un cargo americano, hanno preso in ostaggio il comandante, cercato di portarlo a terra su una lancia e rifiutato ogni offerta di negoziato pur avendo ben tre navi da guerra alle calcagna, la tregua è saltata. Su ordine di Barack Obama in persona, la Marina USA ha ucciso tre corsari, ne ha preso prigioniero un quarto e liberato il capitano Philipps. Il presidente ha elogiato il blitz e ha annunciato che gli Stati Uniti, in collaborazione con i loro alleati, intendono (finalmente) muovere una guerra senza quartiere alla pirateria. Un portavoce dei corsari ha immediatamente minacciato vendetta sia contro l'America, sia contro la Francia, che qualche giorno fa aveva egualmente fatto ricorso alla forza per liberare uno yacht: «Finora non abbiamo mai ucciso nessuno, ma d'ora in avanti ogni americano e ogni francese che cadrà nelle nostre mani sarà a rischio». L'ammiraglio Gortney, comandante della flotta americana dell'Indiano, ha riconosciuto che bisogna aspettarsi una «escalation di violenza». Sembra dunque arrivato per la comunità internazionale il momento di eliminare una piaga che mette in pericolo la navigazione in uno dei tratti di mare più frequentati del globo, ha fatto impennare noli ed assicurazioni e indotto addirittura alcune compagnie ad abbandonare la rotta del canale di Suez per quella, molto più lunga e costosa, del capo di Buona Speranza. Prima di passare all'azione, dovrà risolvere qualche problema. Da un lato, il diritto internazionale del mare, codificato nel 1958 e nel 1982, prevede sì la pirateria, ma come «crimine commesso per fini privati» e non ne facilita la persecuzione; dall'altro bisognerà vedere chi vorrà assumersi la responsabilità di un'azione di forza destinata comunque a provocare danni, vittime, polemiche e probabili ritorsioni contro i marinai prigionieri. Infine, bisognerà misurarsi con l'ambiguo atteggiamento delle compagnie di navigazione che reclamano sì protezione per le loro navi, ma finora hanno sempre preferito pagare il riscatto. Ecco perché i pirati hanno potuto finora ancorare in bella vista le navi catturate davanti ai loro covi di Eyl e di Haradheere senza essere disturbati più di tanto. In base alle norme vigenti, le navi da guerra di qualsiasi Paese possono affrontare ed eventualmente catturare una nave pirata, ma solo in alto mare. Se invece abbiano anche il diritto di affondarla, non è chiaro. In considerazione dell'assenza di un governo in grado di fare rispettare la legge, la risoluzione 1851 dell'ONU consente anche l'ingresso della flotta nelle acque territoriali somale e - in determinate circostanze - perfino operazioni a terra, ma nell'incertezza finora solo i francesi hanno utilizzato questa autorizzazione. I Paesi che prendono prigionieri i corsari hanno il diritto di processarli nei loro tribunali, o di consegnarli a quelli dei Paesi della regione, ma solo se si impegnano a rispettare i diritti umani. Con queste regole, e la prospettiva di doversi comunque impegnare in una piccola guerra, fino a ieri le unità da guerra presenti in zona si erano limitate a scortare quante più navi possibili (e in particolare quelle che portano aiuti alimentari alla popolazione somala), senza impegnarsi in combattimenti dall'esito certo e dalle conseguenze imprevedibili. Ora, la fase dell'attendismo sembra conclusa, anche perché, con le forze fondamentaliste che dilagano nel Paese, c'è il pericolo che, da operazione puramente commerciale, la pirateria somala si trasformi in uno strumento pilotato dai terroristi. Visto che il governo somalo ha dichiarato, per bocca del suo ministro degli Esteri, che il problema va risolto a terra, la prossima mossa potrebbe essere un attacco internazionale contro le principali "Tortughe". Aspettiamoci a breve nuovi fuochi d'artificio e speriamo che i nostri marinai non ci vadano di mezzo. Livio Caputo 14/04/2009

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ecco la carta che può salvare la terra (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 9 - Grosseto Ecco la Carta che può salvare la Terra Al Palazzo dell'Abbondanza la mostra sullo sviluppo sostenibile Promossa dall'Istituto buddista "Soka Gakkai" aprirà il 18 aprile MASSA MARITTIMA. Si aprirà sabato 18 aprile, alle 11 nel Palazzo dell'Abbondanza di Massa Marittima, la mostra "I Semi del Cambiamento. La Carta della Terra e il potenziale umano". L'esposizione, promossa dalla Provincia di Grosseto e dai Comuni di Massa Marittima, Gavorrano e Follonica, è organizzata dall'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Aperta al pubblico fino al 25 aprile, sarà preceduta da un incontro pubblico in programma a Follonica giovedì 16 aprile alle 17 (Casello Idraulico di via Roma) sul tema "Un'armonia di culture. Il dialogo come strumento". La mostra, realizzata dalla Soka Gakkai Internazionale e dall'Earth Charter Initiative per il Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile, tenutesi a Johannesburg nel 2002, si compone di 13 pannelli con testi e foto che illustrano la Carta della Terra. Rispetto della vita, integrità ecologica, giustizia sociale ed economica, democrazia, non violenza e pace, sono i principi generali che la Carta della Terra propone per costruire nel XXI secolo una società pacifica e sostenibile. L'obiettivo della mostra è quello di far conoscere i principi della Carta della Terra e allo stesso tempo presentare le possibili soluzioni alle maggiori emergenze, per mettere le basi di una futura società globale. Il messaggio della mostra, ben sintetizzato nel pannello finale intitolato "Tu puoi", è che tutti siamo importanti nel determinare il futuro della Terra, attraverso azioni quotidiane e locali che possono determinare cambiamenti globali. Questo è anche il tema del video, presentato nel percorso della mostra, "Quiet Revolution - Una rivoluzione tranquilla" di C. Taylor (vincitore per questo filmato del premio Emmy Award), con la voce narrante nella versione originale di Meryl Streep. Per Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai Internazionale, «è fondamentale che i principi espressi dalla Carta della Terra non rimangano a livello di semplici accordi intergovernativi ma mettano radici nella vita di ognuno come norme basilari di condotta». L'esposizione fa parte delle iniziative a carattere educativo che l'Istituto buddista italiano Soka Gakkai promuove a sostegno dei diritti umani e della pace. Seeds of Change, I Semi di Cambiamento. La Carta della Terra e il potenziale umano. Palazzo dell'Abbondanza, Massa Marittima. Inaugurazione 18 aprile, ore 17. Apertura al pubblico: 18 - 25 aprile 2009. Orari tutti i giorni dalle 9 alle 21. Ingresso gratuito Visite guidate alla mostra gratuite: per informazioni www.sgi-italia.org.

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sepe in duomo: "amare il risorto contro egoismi e l'arroganza dei potenti" (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina II - Napoli I riti di Pasquetta Sepe in Duomo: "Amare il Risorto contro egoismi e l´arroganza dei potenti" «Chi vive lontano dalla Chiesa potrebbe domandare: ma chi è questo Risorto? è colui che ha privilegiato gli ultimi, colui che i potenti hanno cercato di far tacere perché inquieta le coscienze e contesta gli idoli falsi del mondo». è il "ritratto" di Gesù come emerge dall´omelia di Pasqua del cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe. Che ha ammonito: «Il mondo ha più che mai bisogno della Pasqua di Cristo perché non prevalgano più egoismo e violenza, menzogna e ingiustizia, ma solo pace, gioia e fraternità». Il Gesù della Croce, dunque, sottolinea Sepe, «non è un illuso sognatore; non si chiude alla presenza di Dio con un atteggiamento di orgoglio o di indifferenza. Ma sa commuoversi di fronte ai fratelli che hanno paura e dividere il suo pane con quanti vivono nel bisogno e non riescono a condurre una esistenza dignitosa e rispettosa dei diritti umani fondamentali, com´è il diritto alla vita e al lavoro». Di fronte al Duomo gremito e a numerosi turisti, l´arcivescovo ha poi chiuso la sua omelia con il tradizionale saluto in vernacolo, "´A Madonna v´accumpagne". Lo stesso cardinale, ieri mattina, su iniziativa delle Unioni cattoliche operai della diocesi, ha incontrato in cattedrale il popolo dei "fujenti", i devoti della Madonna dell´Arco che durante i riti del lunedì di Pasquetta attraversano l´intera provincia vesuviana con i carri dedicati all´immagine della Vergine vesuviana.

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Un patto non scritto teneva in piedi un equilibrio instabile (sezione: Diritti umani)

( da "Tempo, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

stampa Il commento Un patto non scritto teneva in piedi un equilibrio instabile Proprio nel momento in cui un rimorchiatore con dieci marittimi italiani è caduto nelle mani dei pirati somali, i giochi nel Corno d'Africa sono radicalmente cambiati. Per anni, nonostante la presenza tra il golfo di Aden e le coste della Somalia di una delle più consistenti flotte dei tempi moderni, composta da una cinquantina di unità di una trentina di Paesi, dagli Stati Uniti alla Cina, i corsari - circa 1.500 uomini divisi in vari clan - hanno continuato ad assaltare con i loro motoscafi le navi in transito, a prendere gli equipaggi in ostaggio e a ottenere cospicui riscatti per la loro liberazione. Vigeva una specie di patto non scritto, per cui i somali trattavano i marinai catturati con tutti i riguardi e restituivano le navi senza toccarne il carico e in cambio le marine presenti ricorrevano alla forza solo in circostanze eccezionali. All'ultima conta, i filibustieri, che già l'anno scorso avevano incassato circa 150 milioni di dollari da un centinaio di riscatti, detenevano ancora 17 navi e approssimativamente 270 ostaggi e stavano trattando con i rispettivi armatori per la loro restituzione. Ma quando sei giorni fa i pirati hanno assaltato un cargo americano, hanno preso in ostaggio il comandante, cercato di portarlo a terra su una lancia e rifiutato ogni offerta di negoziato pur avendo ben tre navi da guerra alle calcagna, la tregua è saltata. Su ordine di Barack Obama in persona, la Marina Usa ha ucciso tre corsari, ne ha preso prigioniero un quarto e liberato il capitano Philipps. Il presidente ha elogiato il blitz e ha annunciato che gli Stati Uniti, in collaborazione con i loro alleati, intendono (finalmente) muovere una guerra senza quartiere alla pirateria. Un portavoce dei corsari ha immediatamente minacciato vendetta sia contro l'America, sia contro la Francia, che qualche giorno fa aveva egualmente fatto ricorso alla forza per liberare uno yacht: «Finora non abbiamo mai ucciso nessuno, ma d'ora in avanti ogni americano e ogni francese che cadrà nelle nostre mani sarà a rischio». L'ammiraglio Gortney, comandante della flotta americana dell'Indiano, ha riconosciuto che bisogna aspettarsi una «escalation di violenza». Sembra dunque arrivato per la comunità internazionale il momento di eliminare una piaga che mette in pericolo la navigazione in uno dei tratti di mare più frequentati del globo, ha fatto impennare noli ed assicurazioni e indotto addirittura alcune compagnie ad abbandonare la rotta del canale di Suez per quella, molto più lunga e costosa, del Capo di Buona Speranza. Prima di passare all'azione, dovrà risolvere qualche problema. Da un lato, il diritto internazionale del mare, codificato nel 1958 e nel 1982, prevede sì la pirateria, ma come «crimine commesso per fini privati» e non ne facilita la persecuzione; dall'altro bisognerà vedere chi vorrà assumersi la responsabilità di un'azione di forza destinata comunque a provocare danni, vittime, polemiche e probabili ritorsioni contro i marinai prigionieri. Infine, bisognerà misurarsi con l'ambiguo atteggiamento delle compagnie di navigazione che reclamano sì protezione per le loro navi, ma finora hanno sempre preferito pagare il riscatto. Ecco perché i pirati hanno potuto finora ancorare in bella vista le navi catturate davanti ai loro covi di Eyl e di Haradheere senza essere disturbati più di tanto. In base alle norme vigenti, le navi da guerra di qualsiasi Paese possono affrontare ed eventualmente catturare una nave pirata, ma solo in alto mare. Se invece abbiano anche il diritto di affondarla, non è chiaro. In considerazione dell'assenza di un governo in grado di fare rispettare la legge, la risoluzione 1851 dell'Onu consente anche l'ingresso della flotta nelle acque territoriali somale e - in determinate circostanze - perfino operazioni a terra, ma nell'incertezza finora solo i francesi hanno utilizzato questa autorizzazione. I Paesi che prendono prigionieri i corsari hanno il diritto di processarli nei loro tribunali, o di consegnarli a quelli dei Paesi della regione, ma solo se si impegnano a rispettare i diritti umani. Con queste regole, e la prospettiva di doversi comunque impegnare in una piccola guerra, fino a ieri le unità da guerra presenti in zona si erano limitate a scortare quante più navi possibili (e in particolare quelle che portano aiuti alimentari alla popolazione somala), senza impegnarsi in combattimenti dall'esito certo e dalle conseguenze imprevedibili. Ora, la fase dell'attendismo sembra conclusa, anche perché, con le forze fondamentaliste che dilagano nel Paese, c'è il pericolo che, da operazione puramente commerciale, la pirateria somala si trasformi in uno strumento pilotato dai terroristi. Visto che il governo somalo ha dichiarato, per bocca del suo ministro degli Esteri, che il problema va risolto a terra, la prossima mossa potrebbe essere un attacco internazionale contro le principali «Tortughe». Aspettiamoci a breve nuovi fuochi d'artificio e speriamo che i nostri marinai non ci vadano di mezzo.

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assassinata femminista afghana (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Sardegna, La" del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino di Padova, Il) (Nuova Venezia, La)

Argomenti: Diritti umani

I talebani rivendicano Assassinata «femminista» afghana ROMA. Sitara Achakzai, una attivista dei diritti umani in Afghanistan e stata stata uccisa domenica a Kandahar. La donna, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel 2004 a Kandahar, sua città natale ma anche culla del potere talebano, la Achakzai era nel mirino dei fondamentalisti. «Scherzava sul fatto di sapere che aveva una taglia di 300.000 rupie sulla sua testa» ha detto una amica della donna. Achakzai è stata uccisa mentre tornava a casa da una riunione del Consiglio provinciale. La sua morte, rivendicata dai talebani, è arrivata il giorno dopo che uno dei più alti responsabili sciiti ha difeso la controversa legge sulle donne approvata del parlamento afghano.

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noi espropriati del libero arbitrio - davide guadagni (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 21 - Spettacolo Noi espropriati del libero arbitrio Il caso Englaro, la religione e la legge sul fine vita nell'ultimo libro di Flores D'Arcais Il racconto di molti casi estremi e quotidiani che oggi dovrebbero avere conclusioni differenti DAVIDE GUADAGNI Paolo Flores d'Arcais è un uomo intransigente. Come tutte le persone intransigenti e libere di pensiero, non sempre è digeribile. Il percorso stesso della sua vita politica è una collezione di posizioni "altre". Come se avesse una difficoltà a star fermo, ad essere inquadrato, omologato. è anche per questo che le sue ispide opinioni risultano spiazzanti e, a volte - fatto salvo il riconoscimento di un'onestà intellettuale indiscutibile - irritanti. Capita, però, come in questo caso, di condividerlo appieno e allora si apprezza la sua capacità di analisi, il puntiglio nella documentazione, la perizia nell'argomentare. Di chi è la nostra vita. "A chi appartiene la tua vita?" è uscito alcuni giorni fa per i tipi di Ponte alle Grazie e raccoglie cinque saggi, scritti nel corso del tempo, sul tema dell'eutanasia e del testamento biologico. Il primo: "Il partito della tortura", scritto sull'onda del caso Englaro. è certamente il più politico e attuale e funziona da locomotiva per le argomentazioni più filosofiche e complesse degli altri. Il saggio di apertura è anche cronaca, la cronaca di un disastro politico: quello che ha portato dal caso Englaro a una legge pazzesca che, di fatto, espropria ognuno di noi del libero arbitrio, della possibilità di scegliere il proprio destino. Una mostruosità che, difficilmente, sarebbe stata possibile in altri momenti storici. Non a caso l'autore, fin dal sottotitolo, cita le due ombre che hanno oscurato ogni barlume di ragione e ci hanno condotto a questo esito: Ratzinger e Berlusconi che, in un gioco delle parti tanto abominevole quanto sincronico, hanno trasformato un dramma intimo, familiare, che poteva divenire esemplare, in una regola oscurantista. Giocare con le parole. Flores racconta questo clamoroso esempio di eterogeneità dei fini a partire dalla sua conclusione, il lapidario articolo 2 della legge Calabrò, dove sta scritto, tra l'altro: "L'attività medica, in quanto esclusivamente finalizzata alla tutela della vita e della salute, nonché all'alleviamento della sofferenza, non può in nessun caso essere orientata al prodursi o consentirsi della morte del paziente", malgrado la volontà della persona, va aggiunto. Per farci intendere meglio, l'autore ci spiega che, con questi parametri, né Luca Coscioni, né Riccardo Welby avrebbero potuto concludere la loro esistenza nel modo in cui l'hanno conclusa, ad esempio. Denuncia poi l'imbroglio parolaio di questa norma che ribalta, facendosene scudo, il dettato della Costituzione. Una legge che individua nell'alimentazione forzata un "sostegno vitale" volto ad "alleviare le sofferenze". Signori, se vi piantano un tubo nella pancia contro la vostra volontà dovrete accettarlo, e guai a chiamarlo terapia. E il nuovo corso della Natura. Così, con dichiarazioni equilibristiche al limite del surreale, la maggioranza attuale rincara la dose argomentando a favore di una legge contronatura. La Costituzione, che recita con chiarezza: "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana", viene bellamente stravolta, immolata sull'altare - è proprio il caso di dirlo - del potere temporale della Chiesa che sancisce così un arbitrio insopportabile nella vita delle persone e nelle leggi di un paese che si mostra prono. Vivere il dramma. Ognuno di noi, direttamente o indirettamente, ha avuto, o ragionevolmente avrà, nel corso della propria esistenza, a che fare con casi come quelli che qui si pretende di regolare per legge. Queste esperienze, che sono tra le meno augurabili al mondo, se vissute in prima persona fanno comprendere quanto privare del libero arbitrio l'individuo sia una somma ingiustizia, che può sconfinare davvero nella tortura. Flores ci racconta molti casi estremi, ma quotidiani, che oggi dovrebbero avere conclusioni differenti. E, per capire bene, mai come in questa materia sono efficaci gli esempi. L'interrogativo ozioso che ha riempito pagine di giornali se le persone siano proprietà dello Stato o di un Dio, se una maggioranza possa essere deputata a decidere delle sorti individuali di ognuno di noi si infrange su qualunque esempio concreto. La discussione parlamentare, di cui nel saggio troviamo ampie tracce, risulta poi piccola e inadeguata di fronte all'enormità del problema. Ognuno di noi è suo. Negli altri saggi, Flores tratta gli stessi argomenti sul versante filosofico affrontando i temi dell'umanità, della fede, della sofferenza, della pietas, della logica, dell'ipocrisia. Si citano LÖwith e Tonini, si argomenta in mille modi quella che a molti pare un'ovvietà: ognuno di noi è suo e l'autodeterminazione è un diritto inalienabile. Interessante la lunga conversazione finale con l'arcivescovo Tettamanzi. Quasi una lezione di civiltà. Un confronto cavalleresco dove le posizioni risultano chiare e le obiezioni acute, dove si scopre che San Tommaso era assai più illuminato della Chiesa attuale. Dove la Ragione si esercita sulla logica e la Fede oppone i suoi misteri. Il punto della questione. Com'è ovvio nessuno muta la sua posizione di partenza. Le opinioni di ognuno rimangono assolutamente legittime, il problema - e qui sta il punto, il punto dell'intera questione - è che mentre la posizione di una parte, quella dell'autodeterminazione, non vuole imporsi, quella della vita a tutti i costi pretende che ci si adegui. Per capirci, io, in qualunque momento dovessi ritenere che la vita che sto vivendo non sia più sopportabile, vorrò darle fine, però non penso minimamente che questo debba valere per gli altri. Tu, invece, pretendi di imporre la tua scelta anche a me. Ed è questo che è veramente inaccettabile. PAOLO FLORES D'ARCAIS "A chi appartiene la tua vita?" Ponte alle Grazie. Pagg. 160, €12.50.

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Movimento per la pace Crollo di adesioni (sezione: Diritti umani)

( da "Giorno, Il (Como)" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

COMO E PROVINCIA pag. 5 Movimento per la pace Crollo di adesioni GUANZATE GUANZATE ANCHE Guanzate, dopo Cantù, sbatte la porta al Coordinamento comasco per la Pace. Lo strappo con l'associazione presieduta dal sindaco di Lurate Caccivio, Emilio Botta, si è consumato nei giorni scorsi, con la decisione dell'Amministrazione guanzatese di non rinnovare la convenzione esattamente come nelle scorse settimane aveva annunciato il primo cittadino di Cantù, Tiziana Sala. Entrambi i Comuni sono tra i fondatori della onlus nata nell'ottobre del 1997 come «primo tentativo in Italia di unire organizzazioni private, ong e associazioni, e Amministrazioni pubbliche che intendono diffondere la cultura della pace, della mondialità e del rispetto dei diritti umani nel proprio territorio e nel mondo», si legge sul sito dell'associazione. Il Coordinamento, attivo con progetti di cooperazione internazionale ma anche di documentazione locale, conta su una quarantina di Amministrazioni, di cui Cantù è la più grande, e una cinquantina di associazioni del territorio, che spaziano dalla Caritas alle Acli, da Amnesty International all'Auser, dalla rete Lilliput ai guanelliani. C. Cat.

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assassinata attivista afghana per i diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 6 - Attualità Assassinata attivista afghana per i diritti umani KABUL. Uccisa a sangue freddo in Afghanistan un'attivista per i diritti umani. Sitara Achakzai, 52 anni, è stata assassinata a Kandahar. Aaveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel 2004 a Kandahar, la Achakzai era conscia di essere nel mirino. «Scherzava sul fatto di sapere che aveva una taglia di 300.000 rupie sulla sua testa» ha detto un'amica. è stata uccisa mentre tornava a casa da una riunione del Consiglio provinciale, che il mese scorso era stato attaccato da alcuni kamikaze che avevano causato 17 vittime. La sua morte è stata rivendicata dai talebani.

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Federico Moccia è la star della fiera del libro per ragazzi (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ASCOLI pag. 5 Federico Moccia è la star della fiera del libro per ragazzi APPUNTAMENTO DOPO il grande successo ottenuto nelle passate edizioni, l'amministrazione comunale e la società Simbiosi organizzano per il terzo anno consecutivo l' Ascoli Junior Festival, mostra del libro per ragazzi'. Per l'occasione e alla luce delle passate edizioni saranno in centinaia gli studenti che, da venerdì 17 aprile, raggiungeranno palazzo dei Capitani, sede della mostra-mercato, per poter consultare i migliaia di volumi a loro dedicati, per partecipare ai vari laboratori e per assistere alle letture animate. Il programma prevede tre giorni ricchi di appuntamenti: incontri con autori, illustratori e fumettisti, letture animate, laboratori creativi, animazione, giochi, stand di libri, incontri con autori e tanti gadget per tutti. Il 17 aprile, in mattinata, Claudio Bachetti, missionario laico, parlerà del delicato ed importante tema dei diritti umani, mentre nel pomeriggio, ci saranno tre incontri con gli autori locali: alle 16, don Adalberto Bucciarelli presenterà il libro Sant'Emidio alle Grotte', alle 17, Stefano Papetti ed Erminia Luna presenteranno un libro sulla figura di Domenico Ferri-un artista dimenticato' e, alle 18, appuntamento con Luciano Cappelli che presenterà il suo libro Missioni Militari per la pace'. Attesissimo inoltre l'appuntamento con Federico Moccia previsto per il 18 aprile, alle ore 17.30, alla sala della Ragione. Lorenza Cappelli

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Fiaccolata per i diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Vetrina Guastalla pag. 17 Fiaccolata per i diritti umani Giovedì alle 20 in piazza Toti a Luzzara fiaccolata per i diritti umani con la partecipazione degli studenti fra letture e musica.

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Uccisa a Kandahar paladina dei diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Uccisa a Kandahar paladina dei diritti umani Spunta anche l'omicidio a sangue freddo di una attivista per i diritti umani, nel drammatico elenco dei morti del fine settimana di sangue in Afghanistan. Si chiamava Sitara Achakzai ed è stata uccisa l'altro ieri a Kandahar. La donna, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni del regime talebano. Rientrata nel 2004 a Kandahar, sua città natale ma anche culla del potere talebano, Achakzai era conscia di essere nel mirino. Era stata eletta nel Consiglio provinciale, che il mese scorso era stato attaccato da alcuni kamikaze che avevano fatto 17 vittime. «Scherzava sul fatto di sapere che aveva una taglia di 300.000 rupie sulla sua testa», ha detto una amica della donna. Achakzai è stata uccisa mentre tornava a casa da una riunione del Consiglio provinciale. IL CASO

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CINA Varato un piano d'azione per i diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CINA Varato un piano d'azione per i diritti umani Alla vigilia del 20 anniversario della repressione delle proteste di Piazza Tian'anmen, la Cina si è impegnata a promuovere i diritti umani con il primo «piano d'azione nazionale per i diritti dell'Uomo». Secondo quanto riferito dall'agenzia Xinhua, il progetto prevede una maggiore tutela legale e soprattutto diritti politici, riconoscendo che «la Cina deve affrontare sempre nuove sfide e ha di fronte a sé una strada lunga nei suoi sforzi per migliorare i diritti umani». Tuttavia ai diritti dell'uomo propriamente detti, il governo cinese antepone «la priorità della tutela dei diritti del popolo alla sussistenza e allo sviluppo», continua il documento di 52 pagine. «Lo Stato garantirà i diritti dei cittadini a criticare, a dare consigli, a denunciare o ad accusare gli organi dello stato o suoi funzionari». Lo scorso dicembre diversi militanti cinesi sono stati arrestati mentre si apprestavano a celebrare il 60/mo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo.

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QUESTIONE MORALE (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-14 - pag: 10 autore: QUESTIONE MORALE Denuncia. «La nostra continuaa essere una società semifeudale imbevuta di violenza»: così Lenin Raghuvanshi ( foto in alto) , 38 anni,direttore di un'associazione per i diritti umani di Varanasi, commenta il fatto che alle prossime elezioni politiche di aprile-maggio la città schiera una sfilza di candidati che hanno avuto seri problemi con la giustizia. Le accuse nei confronti dei candidati favoriti vanno dall'omicidio alla truffa,al sequestro di persona. Lo Statoè diventato il feudo di Mayawati, la leader degli intoccabili accusata dai suoi ex compagni di partito di essere una traditrice. «Mayawati ha tradito la causa di noi dalit» afferma Rajesh Bharati ( foto in basso) , 33 anni, ex militante del partito Bsp e ora candidato indipendente ( foto di Marco Masciaga)

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Superman y el sexo con látigos (sezione: Diritti umani)

( da "Clarin, El" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

OTRA IMAGEN DEL HEROE Superman y el sexo con látigos 1 de 1 Y si el bueno de Superman también tenía sus cositas? Bueno, la editorial Abrams ComicArts ha sacado al mercado un libro de cómics que rompen con la imagen tradicional del famoso Superman y que fueron dibujados por el co-creador del superhéroe, Joe Shuster: imágenes de sadomasoquismo, mujeres desnudas con látigos y tortura exótica. El libro, titulado Secret Identity: The Fetish Art of Superman's Co-Creator Joe Shuster es un compendio de los cómics realizados por Shuster en los 50, en una época en que el dibujante pasó por problemas económicos. Los cómics se publicaron bajo el nombre de Nights of Horror y se vendían por tres dólares. El historiador de cómics Craig Yoe fue el responsable de recopilar y llevar a la luz pública esta obra "underground" de Shuster. "Joe [Shuster] tenía obviamente oscuras fantasías. En uno de losprimeros cómics una escena en que Lois estaba en la rodillas de él y él la azotaba", cuenta Yoe en el diario "USA Today". "Pero no había nada tan profundo o extremo como lo que se ve en el nuevo libro", apunta Yoe quien consiguió completar la serie de dibujos en una tienda de libros de segunda mano. Joe Shuster trabajó en el personaje en 1938, junto con el escritor Jerry Siegel. Pero sus creadores no se beneficiaron cuando el personaje se hizo popular en los 40. En los años 50, Shuster apenas tenía trabajo. TamaÑo de textoEnviar

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Difficoltà a scuola, test ai bimbi immigrati (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 14/04/2009 - pag: 6 Polemiche Il progetto è stato finanziato dalla Regione. «Vogliamo garantire una migliore assistenza» Difficoltà a scuola, test ai bimbi immigrati Screening sui disturbi d'apprendimento. Le associazioni dei genitori: no alle schedature Il programma è coordinato dall'Unità operativa di neuropsichiatria infantile del Policlinico È polemica sulle cure per i 60 mila figli di immigrati che vivono a Milano. Il programma terapeutico appena finanziato dal Pirellone con 2,7 milioni di euro per aiutarli a superare i disturbi di apprendimento fa litigare neuropsichiatri e associazioni umanitarie. In città i bambini extracomunitari in cura per problemi di comportamento e difficoltà ad esprimersi sono duemila, il doppio in percentuale rispetto agli italiani. Di qui l'idea di promuovere un «Progetto sulla salute mentale dei migranti in età pediatrica ». Ma è subito scontro. Associazioni come Giù le Mani dai Bambini (tra le più importanti in Italia per la difesa del diritto alla salute in età pediatrica) e il Comitato dei cittadini per i diritti umani denunciano: «È sbagliato medicalizzare i disagi socioculturali», «Il rischio è lo screening di massa». Il timore, insomma, è la nascita di una nuova forma di discriminazione. Il programma dedicato ai minori con (presunti) problemi neuro-psicologici è stato presentato lo scorso marzo al centro congressi di via Corridoni. Lo coordina l'Unità operativa di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (Uonpia) del Policlinico, con il supporto di tutte le altre Uonpia cittadine (Fatebenefratelli, Istituti clinici di perfezionamento, Niguarda, Sacco, San Carlo e San Paolo). Previste analisi epidemiologiche, test psicodiagnostici specifici, formazione mirata di mediatori culturali e operatori sociali. D'accordo sul programma, che prevede un potenziamento dell'assistenza per i figli di stranieri, il Comune, l'Asl, la Provincia e l'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Ma chiede prudenza Luca Poma, portavoce di Giù le Mani dai Bambini: «La neuropsichiatria non può e non deve essere capofila di un progetto del genere, perché ciò equivale a dire che i disagi dei bambini immigrati sono risolvibili solo in ambito medico, e così non è. La medicina dev'essere, invece, l'ultima risorsa, solo per i casi davvero gravi». Duro Enrico Nonnis, neuropsichiatra infantile nel direttivo nazionale di Psichiatria Democratica: «Essere immigrati per fortuna non è ancora una malattia, non facciamola diventare tale per giustificare progetti milionari». Il Comitato dei cittadini per i diritti umani: «L'integrazione interculturale non deve essere di competenza della neuropsichiatria ». Non ci sta a essere messa sotto accusa Antonella Costantino, tra le promotrici dell'iniziativa: «La presenza di lingue, culture e storie familiari molto diverse rende difficile poter usare gli strumenti usuali nel caso di bambini stranieri. I questionari psicologici devono essere adeguati, lo stesso i test in altre lingue spiega la neuropsichiatra del Policlinico . Non solo: è necessaria la presenza di mediatori culturali adeguatamente formati che non siano solo traduttori, ma sappiano fare da ponte senza interferire. L'obiettivo principale del progetto è mettere insieme e coordinare le esperienze esistenti, per garantire una presa in carico adeguata dei bisogni di salute mentale dei migranti in età infantile e adolescenziale ». Difende l'iniziativa anche Maurizio Bonati, alla guida del Laboratorio per la salute materno infantile dell'Istituto farmacologico Mario Negri: «Non viene promosso nessuno screening di massa assicura l'esperto . Nessuno ha intenzione di dare psicofarmaci a tappeto ai bambini». Il dibattito è aperto. Polemiche Si è aperto un dibattito sul progetto di cure psichiatriche per 60 mila bambini figli di immigrati Simona Ravizza sravizza@corriere.it

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Difendeva le donne afghane Uccisa dai killer talebani (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 14/04/2009 - pag: 15 Integralisti Sitara Achakzai era fuggita in Europa negli anni del regime Difendeva le donne afghane Uccisa dai killer talebani L'amica: aveva già pronto il biglietto per volare via Un uomo e una ragazza sono stati fucilati in pubblico: erano scappati insieme, quando lei era già fidanzata Sulla sua testa pendeva una taglia molto alta, 300mila rupie pachistane (quasi 3mila euro). Tanto avevano messo in palio i talebani per vederla morta. Lei lo sapeva, sapeva di avere i giorni contati in Afghanistan e aveva deciso di lasciare il Paese, per la seconda volta dopo la fuga in Germania durante l'era talebana. Non ha fatto in tempo a mettersi in salvo Sitara Achakzai, nota per le sue battaglie in favore delle donne e consigliera provinciale a Kandahar, culla del potere talebano. L'attivista, 52 anni, è stata uccisa a colpi di pistola davanti a casa, «da due uomini in moto» ha precisato Ahmad Wali Karzai, capo del Consiglio provinciale e fratello del premier. L'agguato si è svolto in pieno giorno mentre la donna tornava da una seduta consiliare. La prima a cui aveva partecipato dopo essere rimasta ferita il mese scorso nell'attacco kamikaze che aveva insanguinato l'aula, uccidendo tredici persone. Terrorizzata, Sitara aveva deciso di lasciare il Paese. «Aveva già un biglietto pronto per il primo maggio» racconta all'Independent un'amica. Si era recata in aula per congedarsi dai colleghi prima di espatriare. Una seduta d'addio, prima di volare lontano. Invece è stata uccisa. Ultima vittima della lunga serie di donne punite per aver osato sfidare il fondamentalismo dei talebani con la loro attività: come la ballerina Shabana massacrata a gennaio nella valle di Swat, la superpoliziotta Malalai Kakar, colpita a settembre a Kandahar, le giornaliste Shikeba Sanga Amaj e Zakia Zaki trucidate nel 2007, la politica Safia Amajan assassinata nel 2006. L'uccisione di Sitara, rivendicata dai talebani, è arrivata il giorno dopo che uno dei più alti responsabili religiosi della minoranza sciita ha difeso la controversa legge sulle donne voluta da Hamid Karzai e che lo stesso presidente, su pressione della comunità internazionale, ha promesso di rivedere. Secondo Mohammad Asif Mohseni le critiche occidentali contro il testo, che di fatto autorizza gli stupri in ambito familiare, sono «un'invasione culturale che parte dal principio che una cultura è meglio di altre». Sotto choc Malalai Joya, attivista per i diritti umani e parlamentare eletta nel 2005 a soli 27 anni e poi sospesa: «Un altro brutale messaggio per le donne afghane» dice lei che vive nel terrore, mai nella stessa casa per più di 24 ore per sfuggire ai talebani che le danno la caccia. Parlando con il quotidiano australiano The Age lamenta che nonostante la liberazione delle donne fosse una dei principali obiettivi dell'invasione dell'Afghanistan nel 2001, la loro situazione si è continuata a deteriorare: «Il 90% è vittima di violenza domestica, l'80% dei matrimoni sono forzati». Azra Jafari, prima signora sindaco, eletta quest'anno, dice che la condizione delle donne è peggiorata rispetto al periodo del governo di transizione (tra il 2002 e il 2004), quando l'istruzione femminile era incoraggiata, le donne arrivarono al governo e conquistarono il 25% dei seggi in Parlamento. «Allora avevamo 3-4 ministre, ora ne è rimasta una soltanto» osserva. «Questo assassinio a sangue freddo mette in questione la direzione in cui si sta muovendo l'Afghanistan riflette Wenny Kusuma, a capo del Fondo per donne afghane delle Nazioni Unite Non c'è alcun rispetto per la legge di diritto». L'altro giorno, nel distretto del Khash Rud (al confine con l'Iran), un uomo e una ragazza sono stati fucilati in pubblico, «colpevoli » di una fuga d'amore quando lei era già fidanzata con un altro. L'ultima dimostrazione di come i talebani siano tornati a dettar legge. Le Nazioni Unite «Questo assassinio mette in discussione la direzione che sta prendendo il Paese» Vittima Sitara Achakzai, 52 anni, attivista impegnata nella difesa dei diritti delle donne afghane e consigliera provinciale a Kandahar. Domenica scorsa è stata uccisa a colpi di pistola davanti a casa da militanti talebani. Era scampata a un attentato il mese scorso nell'aula consiliare, riportando soltanto alcune ferite. Terrorizzata, aveva deciso di lasciare l'Afghanistan Alessandra Muglia

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Assassinata femminista afghana (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi) (Alto Adige) (Tribuna di Treviso, La)

Argomenti: Diritti umani

I talebani rivendicano Assassinata «femminista» afghana ROMA. Sitara Achakzai, una attivista dei diritti umani in Afghanistan e stata stata uccisa domenica a Kandahar. La donna, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel 2004 a Kandahar, sua città natale ma anche culla del potere talebano, la Achakzai era nel mirino dei fondamentalisti. «Scherzava sul fatto di sapere che aveva una taglia di 300.000 rupie sulla sua testa» ha detto una amica della donna. Achakzai è stata uccisa mentre tornava a casa da una riunione del Consiglio provinciale. La sua morte, rivendicata dai talebani, è arrivata il giorno dopo che uno dei più alti responsabili sciiti ha difeso la controversa legge sulle donne approvata del parlamento afghano.

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Assassinata un'altra attivista dei diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 14 Aprile 2009 NAZIONALE Pagina 5 AFGHANISTAN. Istigazioni religiose anti-donne Assassinata un'altra attivista dei diritti umani Kandahar: i talebani sparano a una consigliera provinciale KABUL Una donna impegnata nella difesa dei diritti umani, che era stata eletta nel Consiglio provinciale di Kandahar è stata uccisa domenica nella città dell'Afghanistan sudorientale. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio stesso, Ahmad Wali Karzai. Sitara Achkzai è stata uccisa a colpi di arma da fuoco da sconosciuti, mentre dall'ufficio tornava verso casa, nel capoluogo della provincia, una delle più turbolente per la forte presenza di talebani. Achkzai, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel 2004 a Kandahar, città natale ma anche culla del potere talebano, la Achakzai era conscia di essere nel mirino. Eletta nel Consiglio provinciale, che in marzo è stato attaccato da alcuni kamikaze (17 le vittime), «scherzava sul fatto di sapere che aveva una taglia di 300.000 rupie sulla sua testa», ha detto un'amica. La sua morte, rivendicata dai talebani, è arrivata il giorno dopo che un alto responsabile della minoranza sciita ha difeso la legge sulle donne approvata del Parlamento afghano. Da giorni, infatti, infuria la polemica sui diritti delle donne dopo che la legge voluta dagli ambienti religiosi, stabilisce la subordinazione della moglie al marito, autorizzandone in pratica lo stupro. Il presidente Hamid Karzai, su pressioni occidentali, ha promesso di rivederla, ma il religioso sciita Mohammad Asif Mohseni è tornato ad affermare che ogni ripensamento sarebbe inaccettabile oltre che anticostituzionale e le critiche occidentali sono «un'invasione culturale». La morte di Achakzai allunga l'elenco delle donne uccise per l'azione in difesa dei diritti umani, tra loro le giornaliste Shikeba Sanga Amaj e Zakia Zaki, trucidate nel 2007, o la politica Safia Amajan assassinata nel 2006. Ma è anche solo un numero in giornate punteggiate di attacchi e attentati talebani e reazioni occidentali. Un uomo e una ragazza sono stati intanto uccisi dai talebani che eseguito in pubblico la condanna a morte emessa nei confronti dei due, colpevoli di una fuga d'amore quando lei era già fidanzata con un altro. È successo nella provincia sudoccidentale di Nimruz.  

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Usa e Francia hanno deciso: guerra aperta alle Tortughe (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 14/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano DALLA PRIMA PAGINA Usa e Francia hanno deciso: guerra aperta alle «Tortughe» di Livio Caputo (...) vano i marinai catturati con tutti i riguardi e restituivano le navi senza toccarne il carico e in cambio le marine presenti ricorrevano alla forza solo in circostanze eccezionali. All'ultima conta, i filibustieri, che già l'anno scorso avevano incassato circa 150 milioni di dollari da un centinaio di riscatti, detenevano ancora 17 navi e approssimativamente 270 ostaggi e stavano trattando con i rispettivi armatori per la loro restituzione. Ma quando cinque giorni fa i pirati hanno assaltato un cargo americano, hanno preso in ostaggio il comandante, cercato di portarlo a terra su una lancia e rifiutato ogni offerta di negoziato pur avendo ben tre navi da guerra alle calcagna, la tregua è saltata. Su ordine di Barack Obama in persona, la Marina Usa ha ucciso tre corsari, ne ha preso prigioniero un quarto e liberato il capitano Philipps. Il presidente ha elogiato il blitz e ha annunciato che gli Stati Uniti, in collaborazione con i loro alleati, intendono (finalmente) muovere una guerra senza quartiere alla pirateria. Un portavoce dei corsari ha immediatamente minacciato vendetta sia contro l'America, sia contro la Francia, che qualche giorno fa aveva egualmente fatto ricorso alla forza per liberare uno yacht: «Finora non abbiamo mai ucciso nessuno, ma d'ora in avanti ogni americano e ogni francese che cadrà nelle nostre mani sarà a rischio». L'ammiraglio Gortney, comandante della flotta americana dell'Oceano Indiano, ha riconosciuto che bisogna aspettarsi una "escalation di violenza". Sembra dunque arrivato per la comunità internazionale il momento di eliminare una piaga che mette in pericolo la navigazione in uno dei tratti di mare più frequentati del globo, ha fatto impennare noli ed assicurazioni e indotto addirittura alcune compagnie ad abbandonare la rotta del canale di Suez per quella, molto più lunga e costosa, del Capo di Buona Speranza. Prima di passare all'azione, dovrà risolvere qualche problema. Da un lato, il diritto internazionale del mare, codificato nel 1958 e nel 1982, prevede sì la pirateria, ma come «crimine commesso per fini privati» e non ne facilita la persecuzione; dall'altro bisognerà vedere chi vorrà assumersi la responsabilità di un'azione di forza destinata comunque a provocare danni, vittime, polemiche e probabili ritorsioni contro i marinai prigionieri. Infine, bisognerà misurarsi con l'ambiguo atteggiamento delle compagnie di navigazione che reclamano sì protezione per le loro navi, ma finora hanno sempre preferito pagare il riscatto. Ecco perché i pirati hanno potuto finora ancorare in bella vista le navi catturate davanti ai loro covi di Eyl e di Haradheere senza essere disturbati più di tanto. In base alle norme vigenti, le navi da guerra di qualsiasi Paese possono affrontare ed eventualmente catturare una nave pirata, ma solo in alto mare. Se invece abbiano anche il diritto di affondarla, non è chiaro. In considerazione dell'assenza di un governo in grado di fare rispettare la legge, la risoluzione 1851 dell'Onu consente anche l'ingresso della flotta nelle acque territoriali somale e - in determinate circostanze - perfino operazioni a terra, ma nell'incertezza finora solo i francesi hanno utilizzato questa autorizzazione. I Paesi che prendono prigionieri i corsari hanno il diritto di processarli nei loro tribunali, o di consegnarli a quelli dei Paesi della regione, ma solo se si impegnano a rispettare i diritti umani. Con queste regole, e la prospettiva di doversi comunque impegnare in una piccola guerra, fino a ieri le unità da guerra presenti in zona si erano limitate a scortare quante più navi possibili (e in particolare quelle che portano aiuti alimentari alla popolazione somala), senza impegnarsi in combattimenti dall'esito certo e dalle conseguenze imprevedibili. Ora, la fase dell'attendismo sembra conclusa, anche perché, con le forze fondamentaliste che dilagano nel Paese, c'è il pericolo che, da operazione puramente commerciale, la pirateria somala si trasformi in uno strumento pilotato dai terroristi. Visto che il governo somalo ha dichiarato, per bocca del suo ministro degli Esteri, che il problema va risolto a terra, la prossima mossa potrebbe essere un attacco internazionale contro le principali "Tortughe". Aspettiamoci a breve nuovi fuochi d'artificio e speriamo che i nostri marinai non ci vadano di mezzo.

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Afghanistan, uccisa un'attivista per i diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 89 del 2009-04-14 pagina 20 Afghanistan, uccisa un'attivista per i diritti umani di Redazione Sitara Achakzai, 52 anni, era finita da tempo nel mirino dei talebani per la sua attività a favore delle donne Si batteva per i diritti umani in Afghanistan e per questo è stata uccisa a sangue freddo. Si chiamava Sitara Achakzai ed è stata uccisa l'altro ieri a Kandahar. La donna, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel 2004 a Kandahar, sua città natale ma anche culla del potere talebano, la Achakzai era conscia di essere nel mirino. Era stata eletta nel Consiglio provinciale, che il mese scorso era stato attaccato da alcuni kamikaze che avevano fatto 17 vittime. «Scherzava sul fatto di sapere che aveva una taglia di 300.000 rupie sulla sua testa» ha detto una amica della donna. Achakzai è stata uccisa mentre tornava a casa da una riunione del Consiglio provinciale. La sua morte, rivendicata dai talebani, è arrivata il giorno dopo che uno dei più alti responsabili religiosi della minoranza sciita ha difeso la controversa legge sulle donne approvata del parlamento. Secondo Mohammad Asif Mohseni le critiche occidentali contro il testo che, tra l'altro, di fatto autorizza gli stupri in ambito familiare, sono «un'invasione culturale». Parlando in un'università di Kabul, Mohseni sabato aveva attaccato la posizione presa da molti Paesi occidentali tra cui l'Italia che hanno chiesto al presidente Hamid Karzai una revisione della legge. «Questa pressione politica - ha detto - è un'invasione culturale, che parte dal principio che una cultura è meglio di altre». La morte di Achakzai allunga l'elenco delle donne uccise per la loro attività in difesa dei diritti umani, tra le quali le giornaliste Shikeba Sanga Amaj e Zakia Zaki, trucidate nel 2007, o la politica Safia Amajan assassinata nel 2006. Ma è anche solo un numero in giornate punteggiate di attacchi e attentati talebani e reazioni da parte delle forze occidentali. Nel nord est del paese sabato gli insorti hanno attaccato con bombe incendiarie un convoglio di 11 camion delle forze internazionali, che hanno reagito con un raid aereo a Wata Pur nel quale sono morti 6 civili (tra i quali due bambini e una donna). © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Anteprima: firmata la Charta dei diritti La Cina sulla strada della democrazia">Anteprima: firmata la Charta dei diritti La Cina sulla strada della democrazia (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

La Cina ha firmato la "Charta sui diritti umani" Martedí 14.04.2009 09:41 Di Alberto Fattori da Shanghai La Cina ha pubblicato la propria "Charta sui diritti umani", intitolata "Piano d'Azione per i diritti umani (2009 2010)". Questo documento, che potremmo definire "operativo", definisce sia le linee guida che quelle d'azione per l'applicazione e la salvaguardia dei diritti umani, in tutta la nazione e a tutti i livelli. E' un atto importante e concreto, che dimostra come in Cina, il tema dei diritti umani, sia realmente entrato, con forza, nell'architettura delle fondamenta dello sviluppo prossimo futuro del paese. 54 intense pagine che vanno lette tutte d'un fiato, suddivise in 5 capitoli: - Diritti Sociali, Culturali ed Economici - Diritti Civili e Politici - Diritti per le minoranze etniche, donne, bambini, anziani e disabili, - Educazione sui diritti umani - Situazione internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani Ad una sua prima lettura, questo documento sembra andare ben oltre il suo stesso contenuto, in quanto definisce de facto, una sorta di manifesto nazionale, diremmo "costituzionale", su come la Cina dovrà essere nel prossimo futuro, con annesso il "manuale pratico" per realizzare tutto ciò. Ai nostri occhi ciò potrebbe apparire risibile, ma data la situazione storica e sociale in cui si trova la Cina contemporanea, la vastità del paese, la moltitudine delle culture esistenti e le diverse "velocità" di sviluppo di intere regioni, non sorprende il fatto che alle "enunciazioni di principio", vengano anche aggiunte le modalità pratiche per la loro applicazione. La Charta nasce dalla cooperazione diretta di ben 80 tra dipartimenti governativi ed organizzazioni non governative ed è una risposta diretta alle richieste fatte nel 1993, in sede ONU, in materia di diritti civili. Il nocciolo del documento è comunque nella definizione della relazione tra governo cinese e suoi cittadini, dove al governo viene attribuito il compito di garantire a tutti i cittadini uguali diritti, favorendo la sempre crescente partecipazione dei propri cittadini, al miglioramento delle istituzioni in termini democratici e la loro possibilità di essere coinvolti, ascoltati e poter supervisionare gli apparati governativi. Un impianto democratico non ideologizzato, dove "socialismo" appare una volta nell'introduzione quale aggettivo associato alla modernizzazione del paese, un documento semplicemente funzionale al raggiungimento degli obbiettivi che la Cina contemporanea si prefigge: la crescita economica e l'equilibrio sociale anche e soprattutto in questi momenti di crisi internazionale. Con il pragmatismo che contraddistingue la Charta cinese, l'apertura non poteva essere più attuale: il diritto del lavoro anche e soprattutto in momenti difficili come questi, maggiori tutele e garanzie al singolo lavoratore, dove, al riguardo, emerge il suggerimento di incentivare la pratica affinché il datore di lavoro, quale garanzia dello stipendio dovuto, lasci un deposito bancario a copertura. pagina successiva >>

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Anteprima: firmata la Charta dei diritti La Cina sulla strada della democrazia">Anteprima: firmata la Charta dei diritti La Cina sulla strada della democrazia pag.1 (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

La Cina ha firmato la "Charta sui diritti umani" Martedí 14.04.2009 09:41 Al lavoro segue la priorità per una sempre maggiore qualità della vita e il garantire una vita decorosa a tutti, anche e soprattutto nelle aree più povere e rurali. In linea con questo obbiettivo, è l'annuncio dei giorni scorsi relativo alla gratuità della sanità Cina, entro il 2020, questione che fino ad ora, tende a radicalizzare le profonde differenze sociali presenti nel paese. Nella Charta, l'educazione rappresenta un aspetto fondamentale, sia quale diritto inalienabile e priorità per il paese, ma quale mezzo con il quale diffondere, "disseminare", la conoscenza dei diritti umani all'intera popolazione, anche attraverso i diversi media, internet compreso. Per quanto riguarda invece la persona, la Charta cinese, ribadisce il fatto che l'individuo debba essere difeso e protetto da qualsiasi tipo di abuso, con due "forti" innovative sottolineature: no all'uso della tortura e "prudente" applicazione della pena di morte. Al riguarda, nella Charta si parla di una novità importante: il miglioramento della pratica "dei due anni sospensivi la condanna stessa", al termine dei quali, se non ci sono stati fatti rilevanti, la condanna potrà essere commutata in altra pena. Questo rappresenta un segnale importate, che conferma la volontà cinese di mettere un "freno" alla pratica della condanna a morte, quale scelta per un nuovo ordinamento giuridico, in grado di offrire maggiori diritti al singolo cittadino e la ricerca di pene alternative a quella capitale. La Charta Cinese stabilisce poi la libertà di religione per i propri cittadini ed anzi, a sorpresa, incentiva il ruolo positivo dei gruppi religiosi, che "possono contribuire alla armonia sociale e socio economica del paese". Quasi rivoluzionario invece il capitolo sul diritto di partecipazione, in quanto si parla espressamente di "miglioramento del sistema parlamentare e di miglioramenti del sistema elettivo", qualcosa che sembra presagire nuove leggi al riguardo. Per quanto riguarda invece i Media, la Charta cinese parla espressamente del diritto di essere informati ed ascoltati, così come per le agenzie stampa e i giornalisti, viene recepito il diritto di raccolta di materiale e della critica pubblica, Sulla questione delle Minoranze Etniche, ben 55 in Cina, la Charta cinese parla chiaro: sono tutte uguali e lo stato ha il dovere di proteggerle. Andando poi oltre gli intenti, per quanto riguarda le minoranze tibetane ed uiguri, si sottolinea la necessità di un bilinguismo scolastico e l'incremento degli istituti scolastici, così che entro il 2010, il 95% delle popolazioni delle aree autonome etniche, possa avere un regolare percorso scolastico, come il resto del paese. Le pari opportunità a tutti i livelli, è un altro degli aspetti di rilievo presente nella Charta cinese, dove tra l'altro, si sottolinea come le quote rosa "dovrebbero rappresentare il 50% sia a livello governativo centrale che locale" e come non debba esistere alcuna discriminazione a livello lavorativo e di accesso all'educazione per le donne. Disabili, anziani e bambini hanno capitoli dedicati, nei quali emerge la crescente attenzione per il lato umano delle persone, un'umanizzazione della società cinese che non potrà che renderla sicuramente migliore. Per finire il capitolo delle relazioni internazionali che modifica radicalmente gli scenari attuali: da oggi infatti, la Cina intende far parte della comunità internazionale e offre la propria collaborazione con le diverse organizzazioni internazionali sul tema dei diritti umani, divenuti ora anche una sua priorità. La Charta cinese pubblicata oggi è quindi un messaggio importante, innovativo, strutturato e soprattutto meditato. Una fotografia della Cina che sarà da qui a breve, l'inizio di una nuova era per il popolo cinese ma che potrà sicuramente contribuire anche a rendere migliore il resto del mondo. < < pagina precedente

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Difendeva le donne afghane Uccisa dai killer talebani (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Integralisti Difendeva le donne afghane Uccisa dai killer talebani L'amica: aveva già pronto il biglietto per volare via Sulla sua testa pendeva una taglia molto alta, 300mila rupie pachistane (quasi 3mila euro). Tanto avevano messo in palio i talebani per vederla morta. Lei lo sapeva, sapeva di avere i giorni contati in Afghanistan e aveva deciso di lasciare il Paese, per la seconda volta dopo la fuga in Germania durante l'era talebana. Non ha fatto in tempo a mettersi in salvo Sitara Achakzai, nota per le sue battaglie in favore delle donne e consigliera provinciale a Kandahar, culla del potere talebano. L'attivista, 52 anni, è stata uccisa a colpi di pistola davanti a casa, «da due uomini in moto» ha precisato Ahmad Wali Karzai, capo del Consiglio provinciale e fratello del premier. L'agguato si è svolto in pieno giorno mentre la donna tornava da una seduta consiliare. La prima a cui aveva partecipato dopo essere rimasta ferita il mese scorso nell'attacco kamikaze che aveva insanguinato l'aula, uccidendo tredici persone. Terrorizzata, Sitara aveva deciso di lasciare il Paese. «Aveva già un biglietto pronto per il primo maggio» racconta all'Independent un'amica. Si era recata in aula per congedarsi dai colleghi prima di espatriare. Una seduta d'addio, prima di volare lontano. Invece è stata uccisa. Ultima vittima della lunga serie di donne punite per aver osato sfidare il fondamentalismo dei talebani con la loro attività: come la ballerina Shabana massacrata a gennaio nella valle di Swat, la superpoliziotta Malalai Kakar, colpita a settembre a Kandahar, le giornaliste Shikeba Sanga Amaj e Zakia Zaki trucidate nel 2007, la politica Safia Amajan assassinata nel 2006. L'uccisione di Sitara, rivendicata dai talebani, è arrivata il giorno dopo che uno dei più alti responsabili religiosi della minoranza sciita ha difeso la controversa legge sulle donne voluta da Hamid Karzai e che lo stesso presidente, su pressione della comunità internazionale, ha promesso di rivedere. Secondo Mohammad Asif Mohseni le critiche occidentali contro il testo, che di fatto autorizza gli stupri in ambito familiare, sono «un'invasione culturale che parte dal principio che una cultura è meglio di altre». Sotto choc Malalai Joya, attivista per i diritti umani e parlamentare eletta nel 2005 a soli 27 anni e poi sospesa: «Un altro brutale messaggio per le donne afghane» dice lei che vive nel terrore, mai nella stessa casa per più di 24 ore per sfuggire ai talebani che le danno la caccia. Parlando con il quotidiano australiano The Age lamenta che nonostante la liberazione delle donne fosse una dei principali obiettivi dell'invasione dell'Afghanistan nel 2001, la loro situazione si è continuata a deteriorare: «Il 90% è vittima di violenza domestica, l'80% dei matrimoni sono forzati». Azra Jafari, prima signora sindaco, eletta quest'anno, dice che la condizione delle donne è peggiorata rispetto al periodo del governo di transizione (tra il 2002 e il 2004), quando l'istruzione femminile era incoraggiata, le donne arrivarono al governo e conquistarono il 25% dei seggi in Parlamento. «Allora avevamo 3-4 ministre, ora ne è rimasta una soltanto» osserva. «Questo assassinio a sangue freddo mette in questione la direzione in cui si sta muovendo l'Afghanistan riflette Wenny Kusuma, a capo del Fondo per donne afghane delle Nazioni Unite Non c'è alcun rispetto per la legge di diritto». L'altro giorno, nel distretto del Khash Rud (al confine con l'Iran), un uomo e una ragazza sono stati fucilati in pubblico, «colpevoli» di una fuga d'amore quando lei era già fidanzata con un altro. L'ultima dimostrazione di come i talebani siano tornati a dettar legge. Alessandra Muglia stampa |

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Pechino, più diritti umani ai cinesi (sezione: Diritti umani)

( da "Stampaweb, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

PECHINO A vent’anni dalla repressione del movimento democratico di Tiananmen la Cina presenta il suo primo piano d’azione concreto sui diritti umani promettendo ai propri cittadini maggiori protezioni legali, più canali attraverso cui esprimere le proprie idee e più fondi proprio per l’educazione sociale sui diritti umani. È un segnale del governo alla Cina e all’America, il Paese con cui Pechino sta meditando un’alleanza, ben conscia che la differenza dei sistemi politici costituisce il maggiore ostacolo all’avvicinamento strategico. Il «piano di azione per il 2009 e 2010» è organizzato come i piani economici cinesi, con capitoli chiari, bilanci precisi e azioni concrete da attuare in questo biennio. Esordisce con una dichiarazione di principi che sembra pensata per rieccheggiare la Costituzione americana: «La piena realizzazione dei diritti umani è l’ideale a lungo perseguito dall’umanità ed è anche l’obiettivo per il quale il governo e il popolo cinese hanno a lungo lottato». Questo ideale e questa lotta però devono essere compresi e letti alla luce delle condizioni di sviluppo, dell’economia, della geografia, della cultura e della storia cinese, spiega con pragmaticità il documento subito dopo. Ma, pur con tutta questa serie di cautele, il documento proposto dal governo della Repubblica Popolare parla di democrazia e cita la parola «socialista» una sola volta, come aggettivo per definire la modernizzazione in corso nel Paese. Il documento sceglie di ignorare i casi singoli di arresti, di repressioni, e annuncia invece principi generali che dovranno essere rispettati dalle autorità per tutta una serie di «corpi deboli» della società cinese. Ci sono capitoli sui contadini, gli operai, la religione, le minoranze etniche, le donne e i bambini, gli anziani, gli handicappati. C’è spazio per i diritti dei detenuti, e per quelli delle persone sottoposte a un processo. Le novità più importanti riguardano i diritti di categorie politicamente delicate per il governo cinese, come i gruppi religiosi o le minoranze etniche, come tibetani e uiguri, che si sono spesso ribellate al governo di Pechino. Per le questioni religiose la novità politicamente più importante riguarda un incoraggiamento alle attività sociali dei gruppi di credenti. Questo aspetto era rimasto finora in una zona grigia, perché in realtà va a sconfinare in uno spazio che una volta era dello Stato e che oggi è stato lasciato libero, ma non era finora chiaramente definito. Il «piano» invece spiega che «il governo incoraggia e sostiene anche gli ambienti religiosi a lanciare programmi di assistenza sociale, ed esplorare metodi e canali per cui le religioni possano meglio servire la società e promuovere il benessere della popolazione». Per quanto riguarda i tibetani e gli uiguri (quest’ultimi musulmani, maggioranza nella regione occidentale del Xinjiang), il documento del governo propone di aumentare la diffusione dell’educazione bilingue e diffondere giornali e mezzi di comunicazione in tibetano ed uiguro. L’enunciazione di questi principi può apparire vaga e rischia certamente di essere soggetta agli eventuali cambiamenti di clima politico nel Paese. Ma c’è un importante elemento di lungo termine nel nuovo piano di azione: il governo ha deciso di incoraggiare l’educazione sui diritti umani nelle scuole, tra gli studenti. L’ultimo aspetto del documento governativo è poi destinato probabilmente ad avere un impatto quasi immediato su scala globale. Per la prima volta infatti la Cina dichiara il suo impegno sulle questioni dei diritti . In altre parole vengono sconfessati anni di politica estera «agnostica» sulla situazione dei diritti umani in tanti Paesi. Naturalmente questo non significherà che da oggi in poi Pechino avrà un voltafaccia nei confronti dei suoi vecchi alleati, che hanno politiche interne a dir poco molto controverse, come per esempio il Sudan o l’Iran. Ma certamente significa che le relazioni di Pechino con questi Paesi dovranno da oggi in poi, su piani diversi, allinearsi di più ai principi promossi dall’Occidente.

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Arresto e tortura di 5 sindacalisti di ritorno dal 1 congresso del sindacato birmano clandestino (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Arresto e tortura di 5 sindacalisti di ritorno dal 1° congresso del sindacato birmano clandestino di redazione* 5 sindacalisti che avevano partecipato al 1° Congresso dell'FTUB dopo essere rientrati a Rangoon, sono stati arrestati nelle loro case, portati in centri di interrogatorio, probabilmente torturati. non si sa quale capo di accusa gli viene loro contestato. Due di questi sono di aziende tessili della zona industriale di Rangoon. La CISL ha chiesto alla Sottosegretaria Craxi, all'Ambasciatore Italiano in Birmania e all'inviato speciale UE per la Birmania On. Piero Fassino un intervento urgente sulla giunta militare birmana per la immediata liberazione di tutti i sindacalisti arrestati, il rafforzamento delle sanzioni economiche mirate a fronte della assenza della attuazione delle misure richieste dalla comunità internazionale. ovvero: la liberazione di tutti prigionieri politici, la apertura di un dialogo con tutte le organizzazioni democratiche ed etniche, la revisione della costituzione del 2008 prima delle illegittime elezioni del 2010. DICHIARAZIONE DELLA 12° RIUNIONE DI CONSULTAZIONE STRATEGICA DELLE FORZE DEMOCRATICHE BIRMANE E ETNICHE “Impegno all’opposizione collettiva alle Elezioni del 2010” Le forze democratiche ed etniche hanno tenuto dal 2 al 4 aprile scorso in una zona liberata della Birmania, la 12° Riunione strategica . 58 sono stati i partecipanti delle principali alleanze politiche e dei partiti che hanno discusso ed hanno raggiunto una posizione comune e individuato le strategie per affrontare le sfide politiche attuali. In particolare la riunione si è concentrata sulla costruzione di una leadership dinamica e collettiva del movimento, sulla costituzione del 2008 e sulle elezioni del 2010. Si è concordato: di costituire un fronte unito con tutte le alleanze strategiche come l’NCUB, il Governo in esilio NCGUB, il Consiglio delle Nazionalità etniche, la Lega delle Donne Birmane WLB, il Forum per la Democrazia FDB, il Congresso degli studenti e dei Giovani Birmani SYCB e il Forum della gioventù etnica NYF. Di formare un comitato composto dai rappresentanti di tutte queste organizzazioni. Le posizioni comuni di tutte le organizzazioni politiche in esilio e ndelle zone liberate sono: - Considera che la costituzione del 2008 non puo superare le crisi politiche economiche e sociali del paese ma consolida il potere militre. Abolire la costituzione del 2008 è ertanto fondamentale nella costruzione di una transizione democratica ed uno dei più immmediati compiti del movimento democratico. -Riafferma la posizione di non riconoscere le elezioni del 2010 che renderanno concreta la costituzione del 2008 - Si impegnano ad opporsi collettivamente alle elezioni del 2010 se il regime continua ad ignorare le propsote e le raccomandazioni delle forze politiche compresa la NLD e la comunità internazionale. le proposte includiono il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici, compresa Aung san Suu Kyi e U Khun Htun OO e da seguente dialogo sostanziale e revisione collettiva della costituzione per portare ad un processo politico inclusivo nel paese. NCUB, NCGUB, WLB, FDB, SYCB, NYF * da www.birmaniademocratica.org

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Pakistan, in vigore la legge islamica (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Tribunali islamici nella valle di Swat, feudo dei talibani Pakistan, entra in vigore la legge islamica Il presidente ha firmato l'accordo di pace con i Talebani che prevede la Sharia in cambio del cessate il fuoco MILANO - Il Presidente pakistano Asif Ali Zardari ha firmato una controversa legge che introduce la Sharia ( la legge islamica) nella regione di Swat, al confine tra il Pakistan e l'Afghanistan. La firma è avvenuta lunedì dopo che il Parlamento ha approvato -quasi all'unanimità- una risoluzione che esortava il presidente Zardari a rendere ufficiale l'accordo stabilito con i Talebani per la pace nella valle di Swat. Questo accordo era stato negoziato in febbraio tra il governo della Regione del Nord-Ovest (NWFP) -di cui la valle di Swat fa parte- e i Talebani che in cambio avevano dichiarato un cessate il fuoco unilaterale ma minacciato di riprendere i combattimenti se il governo centrale non avesse promulgato la legge. Il presidente Zardari però, si era mostrato titubante nel rendere ufficiale un accordo fortemente criticato dagli alleati occidentali -Usa in particolare -e dagli attivisti per i diritti umani, i quali sostengono che la valle di Swat potrebbe diventare un feudo per i Talebani e per Al Qaeda. LEGGE ISLAMICA - I tribunali islamici hanno di fatto già iniziato ad operare da marzo, applicando la Sharia, la legge coranica, prevista del resto dalla Costituzione pakistana. La regione di Swat era un tempo una delle più turistiche del paese, soprannominata la «Svizzera d'Oriente» per le sue montagne. Dall'estate 2007 la valle è controllata dai talebani, che hanno moltiplicato le esecuzioni sommarie, distrutto le scuole miste e imposto restrizioni alla libertà delle donne. L'esercito non è mai veramenet riuscito ad imporre l'autorità del governo centrale nella regione. LE REAZIONI - La notizia della promulgazione della nuova legge ha provocato reazioni contrastanti: secondo il premier Yusaf Gillani la legge «ha il sostegno della nazione», mentre il leader del partito di opposizione Muttahida Qaumi (MQM), Farooq Sattar, ha dichiarato «Non possiamo accettare al Legge Islamica con la violenza». Preoccupazione è arrivata, invece, dalle organizzazioni che si occupano di diritti umani e da Asma Jahangir, rappresentante delle Nazioni Unite per le libertà religiose, che ha escluso che «l'applicazione della sharia possa pacificare i Talebani». Nelle strade di Swat invece, si sono riversati gruppi di manifestanti per festeggiare l'entrata in vigore della sharia, convinti che possa finalmente portare la pace nella valle. stampa |

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È UN FILM PER NON DIMENTICARE QUELLO CHE ACCADDE IN ARGENTINA TRA IL '76 E IL 1982, CON I... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (City)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))

Argomenti: Diritti umani

È un film «per non dimenticare quello che accadde in Argentina tra il '76 e il 1982, con i 30 mila desaparecidos durante al dittatura della giunta militare». Così Stefano Incerti parla del suo film «Complici del silenzio», che uscirà in 50 copie venerdì prossimo ma che «Il Mattino» presenta giovedì alle 21 al cinema Filangieri nell'ambito delle sue «Anteprime». I lettori interessati possono ritirare gli inviti domani, nei nostri uffici di via Chiatamone, dalle ore 15 e fino al loro esaurimento, presentando questo tagliando pubblicato qui accanto, assieme al giornale di domani. Alessio Boni (nella foto in una scena) è il protagonista nel ruolo di un giornalista sportivo italiano inviato a seguire i Mondiali di calcio del '78 e che, suo malgrado, si ritrova coinvolto nei fatti criminali e nelle violazione dei diritti umani della giunta del generale Videla. Altri film, come «Garage Olimpo» di Marco Bechis, hanno provato a rievocare gli orrori di quel periodo ma «la novità di "Complici del silenzio" - precisa il regfista napoletano - sta nello stridente contrasto dell'Argentina di quell'anno: da un lato la gioia dei Mondiali di calcio, dall'altro, il dolore delle sevizie che la polizia militare infliggeva ai dissidenti a non più di un chilometro dallo stadio di Buenos Aires.

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Fenomeno da regolare per governare il disagio e combattere lo sfruttamento (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Fenomeno da regolare per governare il disagio e combattere lo sfruttamento Martedì 14 Aprile 2009, (Segue dalla prima pagina) Se la riapertura delle case chiuse sembra a più di qualcuno la soluzione, per me, che da 15 anni opero sul fronte della tutela delle vittime e del contrasto alla criminalità, quest'indicazione non può che tradursi nella ricerca di politiche di governo territoriali della prostituzione sia essa su strada, al chiuso o via internet. Regolare il fenomeno per governare il disagio da essa generato e nel contempo favorire l'identificazione delle situazioni di grave sfruttamento sono obiettivi ormai imprescindibili. In un contesto storico nel quale la prostituzione è fortemente connessa all'immigrazione e alla tratta di esseri umani, segnare uno spartiacque tra chi si prostituisce in maniera libera e autodeterminata e chi è costretto a farlo coercitivamente individuando luoghi e modalità di esercizio può essere una strada. Tutto questo però deve avvenire evitando qualsiasi provvedimento che criminalizzi le prostitute o che tenda ad occultare le prostitute migranti in luoghi inaccessibili all'intervento degli operatori sociali e delle forze dell'ordine. Altro elemento d'interesse rilevato dalle interviste riguarda la volontà di punire clienti e prostitute, anche se per quest'ultime in una misura meno rilevante. Questa tendenza si evidenzia nel tempo, coinvolge sia le donne, sia gli uomini, ma ha valori diversi per i due generi. Per quanto riguarda gli uomini, la richiesta di punizione del cliente potrebbe segnalare il fatto che oggi il comprare sesso esprime un disvalore maggiore rispetto all'offrirlo. Ma il senso di tolleranza, anche culturale, verso la prostituzione e la costante crescita di tale mercato avvenuta dagli anni '90 ad oggi, mi porta a credere che tale orientamento sia più volto a condannare alcuni comportamenti che ad una vera e propria richiesta di criminalizzazione del cliente. Diversamente, la componente femminile coinvolta nel sondaggio, tende ad equiparare il cliente allo sfruttatore, ma ciò che più colpisce riguarda il fatto che il 35% delle intervistate punirebbe anche chi si prostituisce. Queste donne ma anche molti sindaci, sembrano prescindere dal fatto che punire una prostituta che vive condizioni di sfruttamento può tradursi in una grave violazione dei diritti umani. Non sono propenso a credere che ciò derivi da una cattiva informazione sul problema, sebbene il ruolo giocato dai media sia rilevante, sempre pronti a stare sulla notizia, come per le multe delle ordinanze dei sindaci senza però mai spiegare le conseguenze che queste potrebbero avere qualora chi le riceve sia vittima di sfruttamento. L'esperienza di lavoro con i comitati contro le prostitute mi ha permesso di rilevare che spesso erano formati principalmente da donne. Si organizzavano non per combattere la prostituzione, bensì per contrastare "la prostituta sotto casa" che, oltre a creare disagio, poteva minacciare il loro "patrimonio" affettivo: figli, mariti. Concludo con un dubbio e un paradosso sui clienti, vero che alimentano un mercato legato alla tratta e al grave sfruttamento, ma come dimostra il lavoro del Numero Verde sulla tratta l'800290290, sono anche il principale veicolo delle richieste d'aiuto per chi nella prostituzione vive condizioni di sfruttamento. Criminali o Salvatori? Forse semplicemente esseri umani. Claudio Donadel *Operatore sociale Comune di Venezia

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La musica interrotta. Da oggi su MicroMega.net il blog di Paolo Di Modica, malato di Sla (sezione: Diritti umani)

( da "Campaniapress" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Aprile 14th, 2009 La musica interrotta. Da oggi su MicroMega.net il blog di Paolo Di Modica, malato di Sla (Micromega) - «Dottore, ma qual è il mio problema?». «Malattia del motoneurone!», mi aveva risposto en passant, il neurologo da me interrotto nella sua amabile conversazione tra colleghi lungo il corridoio del reparto di Neuroscienze dell'Ospedale Fatebenefratelli di Roma, come se fosse un semplice raffreddore! «Vabbè dottore, se il problema al mio mignolo si chiama così ». «Si, però non s'affatichi!». «Affaticarmi? Dottore, io devo soltanto suonare, per me non è affatto faticoso ». Tornato a casa dall'ospedale ovviamente la curiosità mi ha portato a interrogare la rete sulla malattia del motoneurone: «Malattia del Motoneurone meglio conosciuta come sclerosi laterale amiotrofica (Sla) è la più grave fra le malattie mortali che colpiscono i motoneuroni, ovvero le cellule nervose del cervello e del midollo spinale che comandano il movimento dei muscoli ». Semplicemente una terribile sentenza di condanna a morte! Da allora il mio mondo ha iniziato a rallentarsi. Io, emulo di Pan, differentemente dal satiro sto vivendo la mia metamorfosi. Per trent'anni la musica ha occupato la mia vita. Avevo 12 anni quando intrapresi gli studi musicali, affascinato dal potere magico del flauto, dalla ricchezza di nuances e dalla flessibilità del suo suono immateriale e ricco di mille colori. Vivevo in Italia da circa 8 anni, da quando, piccolino, i miei genitori, ristoratori a Santa Monica in California, a causa di problemi di salute avevano deciso di affidarmi, per un breve periodo, che invece dura tutt'oggi, ai miei zii che vivevano in un piccolo paese alle pendici della Maiella in quella splendida parte dell'Abruzzo aquilano. Un piccolo emigrante al contrario! E per un bambino vivere in un angolo di paradiso dove tutti conoscono tutti, dove allora all'imbrunire potevi incontrare il pastore e le sue pecore tornare all'ovile o il contadino a dorso d'asino rincasare stanco dopo una giornata di lavoro nei campi, oppure prendere a pallonate le galline della vicina che temerarie avevano invaso il «nostro» campo di calcio nella piazzetta davanti casa, tutto questo era un sogno. In alternativa c'era la vita nella già metropoli Los Angeles dove i miei genitori erano immersi per tutta la giornata nel loro ristorante ad accogliere la celebre clientela, Tony Curtis, Dean Martin, Marylin Monroe e Joe Di Maggio e io in casa davanti alla tv affidato alla baby-sitter alcolista che, amorevolmente, ogni tanto mi coinvolgeva nelle sue bevute. E la vita nella nostra villa di San Bernardino sfiorava quella di migliaia di giovani che, dalla locale base militare, partivano per l'assurdità politica del Vietnam. Così ero cresciuto nell'incanto di un mondo che ancora resisteva al risucchio del vortice della contemporaneità, serenamente con gli zii, che placavano i miei capricci con l'ipotesi di rispedirmi a casa dai miei che ora vivevano nella New York degli anni Settanta. E poi, contagiato dallo zio Italo musicista per diletto, l'inizio degli studi musicali, il Conservatorio a L'Aquila e l'incontro con Marianne Eckstein, erede della grande scuola flautistica tedesca di Gustav Scheck, che segnerà decisamente la mia formazione musicale e umana. Attraverso un metodo di studio rispettoso e analitico, ho avuto l'incommensurabile privilegio di potermi confrontare con l'assoluta purezza della musica di Johann Sebastian Bach, e poi Mozart, Debussy e tanti altri. Un insegnamento prezioso che mi ha fornito cognizioni e orizzonti tali da consentirmi poi, nello studio quanto nella professione, autonome e costanti riflessioni, fatte anche attraverso l'attenta osservazione degli altri ambiti artistici; e la consapevolezza di non sentirsi mai sazi di fronte al sapere, in un interminabile viaggio verso la conoscenza e la maturità. Eravamo un gruppo di amici, più o meno coetanei, che avevano deciso di votarsi alla musa Euterpe, e nella piccola e bella Sulmona cercavamo di ritagliarci il nostro spazio. C'era un bel fermento culturale a Sulmona in quella fine anni Ottanta, noi giovani, nella nostra ingenua e sfrontata arroganza avevamo aperto scuole di musica, organizzato corsi di perfezionamento con concertisti di fama internazionale, e tanta musica, tanta attività musicale. Io ero tutto preso dal mio sogno di costituire un'orchestra sinfonica nella mia città, difatti nel 1989 era nata l'Orchestra sinfonica sulmonese! Eravamo riusciti a convincere il gruppo dirigente della Camerata musicale sulmonese, che dal dopoguerra organizza ancora oggi una stagione di concerti, ad accogliere nel loro ambito una realtà nuova, non più solo di fruizione ma anche di produzione. L'orchestra, con l'entusiasmo del suo presidente, il professor Paolo Spigliati, medico fiorentino colto e illuminato, e l'entusiasmo di giovani musicisti, grazie anche al concorso lirico Maria Caniglia, si caratterizzava sempre più come orchestra lirico-sinfonica, tanto che si pensò di trasformare ambiziosamente il progetto in un vero teatro lirico sperimentale, laboratorio per orchestrali, cantanti, maestranze teatrali, soprattutto per valorizzare lo splendido teatro comunale, un teatro all'italiana (nel senso nobile del termine) che benemeriti sulmonesi avevano fatto costruire nel 1933. Pensavamo che un simile gioiello, poiché di questo si tratta, il più grande della regione, meritasse un'attività artistica degna, che producesse cultura, con possibilità lavorative per giovani artisti e un indotto per la città. Il sogno si interruppe, inspiegabilmente (o forse no); non ci si rese conto allora, e probabilmente ancora oggi, delle immense possibilità che un simile spazio avrebbe potuto offrire alla comunità. La lirica in Abruzzo intanto è approdata su altri lidi, a pochi chilometri di distanza, nella città marrucina; a onor del vero, un ultimo tentativo di valorizzare la struttura fu fatto da una giovane e competente assessore alla Cultura con un progetto valido e originale, legato alla prosa però, ma il tempo non le ha dato ragione. Purtroppo la sacralità di un teatro per un artista, l'amore e il rispetto per il luogo Sancta Sanctorum dell'arte, potrà mai essere compresa da una politica miope, incapace di sfruttare le immense ricchezze del nostro territorio, così ricco di storia e tradizioni? È di moda ormai concepire la cultura soltanto come evento: ossia bruciare risorse economiche in poche ore, che invece garantirebbero diversamente una programmazione a più lungo termine; e visibilità: la loro, per impressionare l'elettorato con il classico specchietto per le allodole. La politica culturale è politica pura ancor più della politica, non si occupa dei problemi oggettivi della gente e non dà la visibilità di cui sopra, ma è attraverso di essa che si può ambire a una crescita socio-culturale del tessuto sociale di una comunità. È difficile da capire, o forse no, semplicemente perché questo creerebbe un'autentica coscienza critica e questo è realmente pericoloso! Ricordo con amarezza quante volte il maestro Uto Ughi, per citarne uno su un milione, abbia gridato che «l'evento è la tomba della cultura!». Per anni ho creduto, ho lottato con la mia musica volendo ideologicamente contribuire a un mondo migliore, dalla prima esperienza, giovanissimo, con l'Orchestra sinfonica sulmonese fino all'ultima mia scommessa con la Stagione concertistica del teatro Tosti di Castel di Sangro. Anni trascorsi tra concerti e organizzazione di festival e rassegne a dare il mio contributo alla lotta per mantenere desto l'interesse verso le arti, sempre più ai margini del tessuto sociale in un paese dimentico della sua storia. Quanta difficoltà nel relazionarmi, farmi comprendere o semplicemente comunicare l'importanza di questi concetti alla quasi totalità di sedicenti assessori, sindaci, presidenti di provincia! E quanto diversa è stata, per esempio, la mia esperienza a Istanbul, nel centro culturale Borusan dove, durante una tournée con il mio trio, la comunione di spirito fu immediata, nonostante le difficoltà della lingua. Nell'antica e nobile Bisanzio ho lasciato un piccolo pezzo del mio cuore, più che altrove, affascinato dagli antichi fasti e dalla genuina e sincera ospitalità della gente turca. Prezioso bagaglio culturale, porto con me il ricordo indelebile di ogni luogo dove l'arte da me frequentata mi ha condotto, potendo contare sul più universale dei linguaggi, facendomi sentire orgogliosamente cittadino di un mondo senza confini. Ed è per questo che sento New York, crogiuolo multietnico, la mia città d'elezione, e dove, con mia moglie, avevamo pensato il nostro futuro più immediato all'indomani del nostro matrimonio. Nel settembre 2007 avrei dovuto iniziare un master nel campo dell'organizzazione artistica presso la New York University, e invece, nel giugno 2007, il fragore dei miei sogni si è improvvisamente interrotto in un silenzio assordante con quella sentenza gettata lì, distrattamente, in un corridoio d'ospedale. Ora la mia musica è silenziosa, i miei movimenti sono lenti e le mani non corrono più sulle chiavi d'argento, ma il mio pensiero è vivo più che mai, ed è un pensiero arrabbiato. Dal giorno della diagnosi non ho fatto altro che riscontrare con la mia disabilità in progress tanti disagi, tante piccole situazioni che hanno umiliato il mio essere ora «diverso»; inevitabilmente osservo tutto, il mondo come la semplice quotidianità, da un altro punto di vista che è quello del disabile. La suprema ironia di essere ora diversamente abile sta nel non essere riconosciuto come tale dalle istituzioni. Per la V Commissione invalidità civili della Asl Avezzano-Sulmona non sono un invalido. Che bella notizia, ma quanto vorrei fosse vero! Purtroppo i neurologi (!) della V Commissione, sprezzanti tra l'altro delle conquiste, in materia, di Luca Coscioni, non hanno a che fare ogni giorno con una malattia che non concede tregua, eppure dovrebbero conoscere il significato che in neurologia ha la parola «progressiva»! Perché la Asl di Sulmona non si chiede piuttosto come mai in un piccolo paese come Pacentro, il paradiso della mia infanzia, circa 1.200 abitanti, vi sono stati 2 casi di Sla (ossia lo scrivente, 44 anni, e l'amico Bruno, 51 anni, deceduto nell'ottobre 2008), una malattia la cui incidenza è di 2 casi ogni 150 mila abitanti? C'entra qualcosa il fatto che nei miei tessuti, in seguito a un mineralogramma fatto su un campione del capello, sia stata riscontrata una presenza spaventosa di mercurio? Facevo il musicista tra i monti e non il pescatore! E allora da dove viene quel mercurio? Per dovere di cronaca, nessun neurologo, nessun luminare della neurologia ha preso in considerazione questo dato, eccetto un giovane ricercatore che segue la mia riabilitazione. O è forse normale che sempre nello stesso paese nel 2003 si siano verificati undici aborti spontanei, nessuna gravidanza portata a termine quell'anno e a settembre, per la prima volta, non ci sarà una prima elementare a Pacentro? Forse nessuno dei due fatti è collegato con i tantissimi casi di tumori e leucemie in piccoli centri abitati a ridosso del Colle San Cosimo, nelle vicinanze di Sulmona, e nella stessa Sulmona, con una incidenza che è quasi il doppio del resto della provincia, o forse sì? Mi chiedo, sono competenze della Asl oppure la Asl è oberata di lavoro nell'occuparsi esclusivamente delle importantissime norme igieniche delle sagre paesane del comprensorio peligno? Il «pregio» del mio progressivo immobilismo è di aver risvegliato, ancora di più, la mia coscienza. Con il Parco nazionale della Maiella, il Parco nazionale d'Abruzzo, il Parco regionale Velino Sirente, la riserva del Monte Genzana, la riserva delle sorgenti del Pescara, che praticamente circondano Sulmona e tutto il suo comprensorio, non posso non interrogarmi su queste «piccole stranezze» che accadono in un territorio incontaminato e che, spero vivamente, non nascondano preoccupanti verità. Troppa natura, troppo territorio protetto? Ed ecco, come l'uomo della provvidenza, arrivare in soccorso dei peligni il fratello bandiera di travagliata memoria, Franco Toto, che, per controbilanciare questa abnorme presenza di parchi naturali, propone la realizzazione di cementificio, dismessa di aeroplani, inceneritori per rifiuti ospedalieri e tante altre geniali proposte, così come si evince dal progetto presentato dalla direzione nuove iniziative della Toto Costruzioni generali al comune di Sulmona il 4 dicembre 2008: «Oggetto: investimenti produttivi» (per chi?), dove si fa presente che «l'eventuale diniego all'iniziativa costituirà motivo seppure a malincuore di orientamento della stessa verso siti di altri territori alcuni in aree dell'Obiettivo 1 i cui rappresentanti stanno rivolgendo pressanti appelli affinché gli insediamenti produttivi trovino ivi ospitalità». Sulmonesi irriconoscenti che, con il loro tentennare, dopo Ovidio, rischiano di esiliare anche il buon Franco Toto, il quale, per il bene del comprensorio di Sulmona (area Obiettivo 2, ossia assenza di fondi comunitari), la preferisce a territori in aree Obiettivo 1 (ossia con finanziamenti comunitari), rinunciando quindi ad agevolazioni finanziarie europee. Ingrati! La conca peligna, con montagne che la perimetrano di altezza minima di 1.800 metri garantirebbe il ristagno di salubre aria inquinata, prodotta dagli investimenti produttivi della Toto Costruzioni generali, così da riuscire a garantire performance ancora migliori nelle statistiche delle malattie rispetto ai già buoni numeri di cui ci possiamo fregiare (si può sempre fare di più ). E con un po' di culo magari ci danno pure una delle future centrali atomiche, anche una centralina, ciliegina sulla torta! Il sommo Publio Ovidio Nasone, nei suoi Tristia, pensando alla patria lontana diceva: «Sulmo mihi patria est gelidis uberrimus undis », potrebbe oggi dire: «Sulmona è la mia patria, ricchissima di fredde acque (privatizzate), e di cementifici, discariche e inceneritori». Con amara ironia dico che Ovidio sia volontariamente fuggito nell'esilio di Costanza per non assistere allo scempio politico-economico-culturale della sua amata Sulmo. Ci insegni ancora la storia, guardiamo al nostro passato per costruire un mondo migliore per i nostri figli. La storia, la filosofia, i grandi movimenti di pensiero come, ad esempio, umanesimo e illuminismo, sono stati riassunti nel 1948, all'indomani della più grande tragedia che l'umanità ricordi, nella Dichiarazione universale dei diritti umani: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti [ ] senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione». Un inno alla vita, un bellissimo canto d'amore e di fratellanza. L'amore è intimità, la fede è amore, vorrei che la fede fosse vissuta intimamente e senza fanatiche ostentazioni. Vorrei fosse interamente riconosciuta la libertà dell'individuo all'autodeterminazione, accettando la diversità di razza, di cultura, di orientamento sessuale, di fede, nel rispetto del vivere civile; che sia la nostra coscienza a giudicarci prima di un Dio, che si condanni chi nega la vita a un uomo per il suo orientamento sessuale, che ci fosse comprensione per una donna che vive il «dramma di un aborto» piuttosto che criminalizzarla, che ci fosse carità per il dolore di un uomo nel vedere la figlia non gioire della propria vita in 17 lunghi anni di non vita; un padre che nel dolore accompagna il dolore della propria figlia per un tempo così lungo non è un assassino! È così difficile accettare tutto questo? Il mio sogno laico vorrebbe vedere che nella scuola primaria non ci fosse premura di finanziare con fondi pubblici regionali, così come avvenuto in qualche regione del Nord, insegnanti di religione pronti a catechizzare gli ignari bimbi, a meno che questi insegnanti non fossero dei novelli don Milani; ma lui era un'altra storia. Nella Repubblica, Platone sostiene che è difficile scoprire un'educazione migliore per l'anima che la musica. Perché non ascoltare il grande filosofo introducendo l'insegnamento della musica, del canto e delle arti, oltre che delle lingue, della matematica e delle scienze, così come avviene da sempre nelle grandi società occidentali? È di questo che avrebbero bisogno i cittadini di domani, di un pensiero pedagogico che educhi al libero pensiero, al senso critico e non imponga dogmi. Per la religione come per la filosofia c'è necessità di una maturità acquisita negli anni, solo così si può raggiunger un pensiero sano e una fede autentica e consapevole. È dalla scuola che dovrebbe partire un nuovo Rinascimento. Ho sentito spesso, in questi tempi di crisi, esponenti politici riempirsi la bocca con la parola rinascimento, bella, suggestiva e che riporta alla mente fasti passati. Non voglio ergermi a storico del Rinascimento, vorrei fare soltanto delle considerazioni personali. Il Rinascimento può considerarsi la conclusione di un lungo percorso sincretico che pone l'uomo al centro dell'universo. Oggi mi sembra che al centro di tutto ci sia la classe politica, intoccabile e che non abiura la corruzione. A fianco di essa si pone una gerarchia ecclesiastica che non solo pretende di essere al centro di tutto, ma addirittura prevarica lo stesso Dio e la parola autentica del Cristo, primo anticlericale della storia. Da parte di entrambe molta autorità ma poca autorevolezza. Senza voler scomodare la neoplatonica magnificenza di Lorenzo il mediceo, perché non guardare ai nove del governo senese ispiratori dell'Allegoria del buon governo di Ambrogio Lorenzetti del 1337, formidabile testimonianza di grande organizzazione civile, da esempio per la nostra classe politica tutta. Un pellegrinaggio a Siena sarebbe doveroso per chi si occupa di politica e per chi vi si dedicherà in futuro, anche in gita giornaliera, la città è molto bella e la cucina senese è veramente degna di nota. In tempi non sospetti, Barack Obama, pensando certamente già alla politica, sognava però un mondo nuovo, una rinascita per il suo paese, con un progetto politico che, partendo guarda caso dalla scuola, ha come obiettivo il voler rimettere al centro del suo mondo il cittadino con i suoi diritti e le sue libertà. Ecco allora rinascere la questione etico-morale la cui mancanza ha minato seriamente la politica americana, l'economia, la società tutta, negando gli incentivi alle ricerche scientifiche su energie rinnovabili e staminali che promettono un futuro benessere al cittadino. La storia ha preso un'altra direzione e forse non dirà «che George W. Bush è stato un grande, grandissimo presidente degli Stati Uniti», come qualcuno ha affermato a Washington il 13 ottobre 2008. Perché Obama conosce e guarda alla storia, passata e recente. Un mondo migliore si è rimesso in cammino, nell'immagine oceanica del 20 gennaio a Washington, mentre un elicottero portava via con sé, assieme al vecchio presidente, tante vite distrutte e un mondo confuso da una politica scellerata. Hope! Lasciamoci contagiare. La mia anima ha smesso di cantare, ha perso la sua voce più bella, ma ancora una volta Ovidio ha da insegnarmi. Nel XV libro delle Metamorfosi egli fa dire a Pitagora: «Così io vi insegno che l'anima è sempre la stessa, ma trasmigra in vari aspetti », la musica si è interrotta, ma il mio pensiero troverà nuova poesia. Posted in rassegna stampa | This entry was posted on Martedì, Aprile 14th, 2009 and is filed under rassegna stampa. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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Anteprima: firmata la Carta dei diritti "C'è Obama dietro la svolta cinese"">Anteprima: firmata la Carta dei diritti "C'è Obama dietro la svolta cinese" (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Politica La Cina ha firmato la "Charta sui diritti umani" Martedí 14.04.2009 12:30 Di Alberto Fattori da Shanghai La Cina ha pubblicato la propria "Charta sui diritti umani", intitolata "Piano d'Azione per i diritti umani (2009 2010)". Questo documento, che potremmo definire "operativo", definisce sia le linee guida che quelle d'azione per l'applicazione e la salvaguardia dei diritti umani, in tutta la nazione e a tutti i livelli. E' un atto importante e concreto, che dimostra come in Cina, il tema dei diritti umani, sia realmente entrato, con forza, nell'architettura delle fondamenta dello sviluppo prossimo futuro del paese. 54 intense pagine che vanno lette tutte d'un fiato, suddivise in 5 capitoli: - Diritti Sociali, Culturali ed Economici - Diritti Civili e Politici - Diritti per le minoranze etniche, donne, bambini, anziani e disabili, - Educazione sui diritti umani - Situazione internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani Ad una sua prima lettura, questo documento sembra andare ben oltre il suo stesso contenuto, in quanto definisce de facto, una sorta di manifesto nazionale, diremmo "costituzionale", su come la Cina dovrà essere nel prossimo futuro, con annesso il "manuale pratico" per realizzare tutto ciò. Ai nostri occhi ciò potrebbe apparire risibile, ma data la situazione storica e sociale in cui si trova la Cina contemporanea, la vastità del paese, la moltitudine delle culture esistenti e le diverse "velocità" di sviluppo di intere regioni, non sorprende il fatto che alle "enunciazioni di principio", vengano anche aggiunte le modalità pratiche per la loro applicazione. La Charta nasce dalla cooperazione diretta di ben 80 tra dipartimenti governativi ed organizzazioni non governative ed è una risposta diretta alle richieste fatte nel 1993, in sede ONU, in materia di diritti civili. Il nocciolo del documento è comunque nella definizione della relazione tra governo cinese e suoi cittadini, dove al governo viene attribuito il compito di garantire a tutti i cittadini uguali diritti, favorendo la sempre crescente partecipazione dei propri cittadini, al miglioramento delle istituzioni in termini democratici e la loro possibilità di essere coinvolti, ascoltati e poter supervisionare gli apparati governativi. Un impianto democratico non ideologizzato, dove "socialismo" appare una volta nell'introduzione quale aggettivo associato alla modernizzazione del paese, un documento semplicemente funzionale al raggiungimento degli obbiettivi che la Cina contemporanea si prefigge: la crescita economica e l'equilibrio sociale anche e soprattutto in questi momenti di crisi internazionale. Con il pragmatismo che contraddistingue la Charta cinese, l'apertura non poteva essere più attuale: il diritto del lavoro anche e soprattutto in momenti difficili come questi, maggiori tutele e garanzie al singolo lavoratore, dove, al riguardo, emerge il suggerimento di incentivare la pratica affinché il datore di lavoro, quale garanzia dello stipendio dovuto, lasci un deposito bancario a copertura. Al lavoro segue la priorità per una sempre maggiore qualità della vita e il garantire una vita decorosa a tutti, anche e soprattutto nelle aree più povere e rurali. In linea con questo obbiettivo, è l'annuncio dei giorni scorsi relativo alla gratuità della sanità Cina, entro il 2020, questione che fino ad ora, tende a radicalizzare le profonde differenze sociali presenti nel paese. Nella Charta, l'educazione rappresenta un aspetto fondamentale, sia quale diritto inalienabile e priorità per il paese, ma quale mezzo con il quale diffondere, "disseminare", la conoscenza dei diritti umani all'intera popolazione, anche attraverso i diversi media, internet compreso. Per quanto riguarda invece la persona, la Charta cinese, ribadisce il fatto che l'individuo debba essere difeso e protetto da qualsiasi tipo di abuso, con due "forti" innovative sottolineature: no all'uso della tortura e "prudente" applicazione della pena di morte. Al riguarda, nella Charta si parla di una novità importante: il miglioramento della pratica "dei due anni sospensivi la condanna stessa", al termine dei quali, se non ci sono stati fatti rilevanti, la condanna potrà essere commutata in altra pena. Questo rappresenta un segnale importate, che conferma la volontà cinese di mettere un "freno" alla pratica della condanna a morte, quale scelta per un nuovo ordinamento giuridico, in grado di offrire maggiori diritti al singolo cittadino e la ricerca di pene alternative a quella capitale. La Charta Cinese stabilisce poi la libertà di religione per i propri cittadini ed anzi, a sorpresa, incentiva il ruolo positivo dei gruppi religiosi, che "possono contribuire alla armonia sociale e socio economica del paese". Quasi rivoluzionario invece il capitolo sul diritto di partecipazione, in quanto si parla espressamente di "miglioramento del sistema parlamentare e di miglioramenti del sistema elettivo", qualcosa che sembra presagire nuove leggi al riguardo. Per quanto riguarda invece i Media, la Charta cinese parla espressamente del diritto di essere informati ed ascoltati, così come per le agenzie stampa e i giornalisti, viene recepito il diritto di raccolta di materiale e della critica pubblica. Sulla questione delle Minoranze Etniche, ben 55 in Cina, la Charta cinese parla chiaro: sono tutte uguali e lo stato ha il dovere di proteggerle. Andando poi oltre gli intenti, per quanto riguarda le minoranze tibetane ed uiguri, si sottolinea la necessità di un bilinguismo scolastico e l'incremento degli istituti scolastici, così che entro il 2010, il 95% delle popolazioni delle aree autonome etniche, possa avere un regolare percorso scolastico, come il resto del paese. Le pari opportunità a tutti i livelli, è un altro degli aspetti di rilievo presente nella Charta cinese, dove tra l'altro, si sottolinea come le quote rosa "dovrebbero rappresentare il 50% sia a livello governativo centrale che locale" e come non debba esistere alcuna discriminazione a livello lavorativo e di accesso all'educazione per le donne. Disabili, anziani e bambini hanno capitoli dedicati, nei quali emerge la crescente attenzione per il lato umano delle persone, un'umanizzazione della società cinese che non potrà che renderla sicuramente migliore. Per finire il capitolo delle relazioni internazionali che modifica radicalmente gli scenari attuali: da oggi infatti, la Cina intende far parte della comunità internazionale e offre la propria collaborazione con le diverse organizzazioni internazionali sul tema dei diritti umani, divenuti ora anche una sua priorità. La Charta cinese pubblicata oggi è quindi un messaggio importante, innovativo, strutturato e soprattutto meditato. Una fotografia della Cina che sarà da qui a breve, l'inizio di una nuova era per il popolo cinese ma che potrà sicuramente contribuire anche a rendere migliore il resto del mondo. tags: cina diritti

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DURBAN 2/ APPELLO CONSIGLIO D'EUROPA: NON BOICOTTARE CONFERENZA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Durban 2/ Appello Consiglio d'Europa: Non boicottare conferenza di Apcom Intervento del commissario ai diritti umani Hammarberg -->Bruxelles, 14 apr. (Apcom) - Gli Stati membri del Consiglio d'Europa non dovrebbero boicottare la Conferenza Onu sul razzismo (Durban II) prevista a Ginevra dal 20 al 24 aprile, mantenendo un approccio "costruttivo" in nome della lotta al razzismo, alla xenofobia e all'intolleranza. E' questo l'appello del commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, in riferimento all'orientamento di Italia, Canada, Usa e Israele di snobbare l'evento in segno di protesta contro alcuni passaggi anti-israeliani contenuti nella bozza di dichiarazioni finali. Il lavoro di preparazione per questo incontro di revisione è stato difficile ed estremamente politicizzato. Il mio appello a tutti i governi è di essere costruttivi e di non astenersi da questo cruciale appuntamento mondiale su quello che resta da fare per applicare misure ulteriori e più efficaci per combattere il razzismo e l'intolleranza", afferma Hammarberg in un intervento pubblicato sul suo sito. Secondo il funzionario svedese, gli Stati membri del Consiglio d'Europa dovrebbero "intervenire in maniera efficace" alla Conferenza 'Durban II', così chiamata perché dovrebbe fare il punto sull'attuazione della Dichiarazione di Durban, adottata nel 2001 nell'omonima città sudafricana. Israele e Stati Uniti abbandonarono i lavori perché nel testo accusava di razzismo la politica israeliana nei confronti dei palestinesi; Hammarberg non fa alcun cenno a proposito nel suo intervento, anzi: afferma che i documenti finali di 'Durban I' "rappresentano un'ampia ed ambiziosa road map per combattere il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e la relativa intolleranza per la comunità internazionale".

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CINA/ PECHINO PRESENTA IL PRIMO PIANO PER LA DIFESA DIRITTI UMANI (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Cina/ Pechino presenta il primo piano per la difesa diritti umani di Apcom Progetto biennale per promuovere la cultura dei diritti nel paese -->Roma, 14 apr. (Apcom) - La Cina ha presentato il suo primo piano nazionale per la difesa dei diritti umani. Un primo, importante passo, scrive l'agenzia di stampa cinese Xinhua, per promuovere il tema nel paese. "E' il segno che il rispetto dei diritti umani è diventato fondamentale per lo sviluppo e la crescita della Cina", ha dichiarato Wang Chen, titolare dell'ufficio informazione del Consiglio di Stato, che ha presentato oggi il Piano d'azione nazionale della Cina per i diritti umani (2009-2010). Il piano definisce gli obiettivi del governo cinese per promuovere e rispettare i diritti umani nel prossimo biennio e indica le misure che verranno adottate per ottenere i risultati prefissati. Il documento di 54 pagine è suddiviso in cinque sezioni: diritti economici, culturali e sociali; diritti civili e politici; diritti e interessi delle minoranze etniche, delle donne, dei minori, delle persone anziane e dei disabili; educazione ai diritti umani; rispetto dei doveri internazionali sui diritti umani e cooperazione internazionale nel campo dei diritti. Questo progetto, ha fatto notare Wang, rappresenta una risposta alla richiesta avanzata nel 1993 dalle Nazioni Unite per un piano d'azione nella difesa dei diritti umani.

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Cina/ Pechino presenta il primo piano per la difesa diritti... (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 14 apr. (Apcom) - La Cina ha presentato il suo primo piano nazionale per la difesa dei diritti umani. Un primo, importante passo, scrive l'agenzia di stampa cinese Xinhua, per promuovere il tema nel paese. "E' il segno che il rispetto dei diritti umani è diventato fondamentale per lo sviluppo e la crescita della Cina", ha dichiarato Wang Chen, titolare dell'ufficio informazione del Consiglio di Stato, che ha presentato oggi il Piano d'azione nazionale della Cina per i diritti umani (2009-2010). Il piano definisce gli obiettivi del governo cinese per promuovere e rispettare i diritti umani nel prossimo biennio e indica le misure che verranno adottate per ottenere i risultati prefissati. Il documento di 54 pagine è suddiviso in cinque sezioni: diritti economici, culturali e sociali; diritti civili e politici; diritti e interessi delle minoranze etniche, delle donne, dei minori, delle persone anziane e dei disabili; educazione ai diritti umani; rispetto dei doveri internazionali sui diritti umani e cooperazione internazionale nel campo dei diritti. Questo progetto, ha fatto notare Wang, rappresenta una risposta alla richiesta avanzata nel 1993 dalle Nazioni Unite per un piano d'azione nella difesa dei diritti umani.

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Quando i clandestini eravamo noi italiani... (sezione: Diritti umani)

( da "Famiglia Cristiana" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

di Beppe Del Colle IMMIGRATI: A LEZIONE DALLA STORIA, PER NON RIPETERNE GLI ERRORI QUANDO I CLANDESTINI ERAVAMO NOI ITALIANI... Nell’immediato dopoguerra, molti italiani, emigrarono, anche da "irregolari". E spesso vennero trattati come gli "irregolari" che approdano oggi in Italia in cerca di un futuro migliore. L’incrocio degli eventi non avrebbe potuto essere più devastante, dal punto di vista di chi deve governare oggi l’Italia: la crisi economica mondiale con i suoi riflessi nazionali; una polemica politica dominata dai problemi connessi con l’immigrazione; l’imminenza di una doppia consultazione elettorale (per il Parlamento europeo e molte amministrazioni provinciali e comunali) congiunta a un referendum; infine il terremoto in Abruzzo. Vorremmo, in questa sede, svolgere alcune riflessioni circa l’immigrazione. La settimana scorsa la Camera dei deputati ha negato l’approvazione a due punti del Decreto sicurezza: quello che riguarda l’istituzione delle ronde anticriminalità e quello che concerne il periodo di residenza coatta degli immigrati clandestini nel Centro di individuazione ed espulsione dell’isola di Lampedusa, aumentato da due a sei mesi. I nostri lettori conoscono il giudizio da noi più volte espresso su entrambe le proposte, e altre analoghe. Sebbene sia a tutti chiaro che limmigrazione di massa costituisce un problema difficile da affrontare e risolvere sia sul piano dei diritti umani, sia su quello della sicurezza dei cittadini, sia infine su quello economico (gli immigrati servono al nostro Paese), è altrettanto chiaro che esistono dei limiti oltre i quali non è possibile accettare misure che offendono prima di tutto la dignità umana. Così come è inaccettabile l’equazione clandestinità-delinquenza, così pesantemente dichiarata soprattutto da una componente dell’attuale maggioranza di Centrodestra. Come sempre, di là dalle ideologie e dalle stesse etiche in campo (per noi, quella evangelica) la cultura può dare una mano. Proprio in questi giorni è uscito da Einaudi un libro in un certo senso inatteso: Il cammino della speranza del ricercatore in Geografia politica dell’Università degli studi di Milano Sandro Rinauro, nel quale si legge, a proposito dell’emigrazione italiana in Belgio nell’immediato secondo dopoguerra: «Una volta arrestati per l’accertamento dell’identità, i clandestini italiani venivano imprigionati per giorni o settimane, radunati quindi nel famigerato Petit Chateau, la caserma-prigione di Bruxelles dove erano letteralmente lasciati a pane e acqua, dopo di che per convogli erano espulsi dal Paese». Petit Chateau o Lampedusa, qual è la differenza? Che nell’isola siciliana ci sono clandestini africani, a Bruxelles erano italiani. Cosa avevano fatto di male? Avevano cercato lassù un posto di lavoro lasciando un’Italia immersa nella povertà postbellica che cercava, attraverso il Governo De Gasperi, di regolare l’emigrazione mediante accordi con i Paesi europei che avevano bisogno di manodopera, soprattutto nelle miniere (ricordate Marcinelle 1946, i 136 minatori italiani morti?): ma non sempre ci si riusciva e allora non restava, per molti connazionali, che l’ingresso "irregolare" in quelle nazioni. Il libro di Rinauro elenca cifre impressionanti (decine di migliaia di nostri emigrati clandestini in pochissimi anni) e racconta storie altamente drammatiche, con donne morte con i loro bambini nella neve delle Alpi, mentre cercavano di passare in Francia per ricongiungersi con i mariti. Vale la pena di rifletterci.

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Anteprima/ La Cina firma la Carta dei Diritti">Anteprima/ La Cina firma la Carta dei Diritti (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Politica La Cina ha firmato la "Charta sui diritti umani" Martedí 14.04.2009 16:30 Di Alberto Fattori da Shanghai La Cina ha pubblicato la propria "Charta sui diritti umani", intitolata "Piano d'Azione per i diritti umani (2009 2010)". Questo documento, che potremmo definire "operativo", definisce sia le linee guida che quelle d'azione per l'applicazione e la salvaguardia dei diritti umani, in tutta la nazione e a tutti i livelli. E' un atto importante e concreto, che dimostra come in Cina, il tema dei diritti umani, sia realmente entrato, con forza, nell'architettura delle fondamenta dello sviluppo prossimo futuro del paese. 54 intense pagine che vanno lette tutte d'un fiato, suddivise in 5 capitoli: - Diritti Sociali, Culturali ed Economici - Diritti Civili e Politici - Diritti per le minoranze etniche, donne, bambini, anziani e disabili, - Educazione sui diritti umani - Situazione internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani Ad una sua prima lettura, questo documento sembra andare ben oltre il suo stesso contenuto, in quanto definisce de facto, una sorta di manifesto nazionale, diremmo "costituzionale", su come la Cina dovrà essere nel prossimo futuro, con annesso il "manuale pratico" per realizzare tutto ciò. Ai nostri occhi ciò potrebbe apparire risibile, ma data la situazione storica e sociale in cui si trova la Cina contemporanea, la vastità del paese, la moltitudine delle culture esistenti e le diverse "velocità" di sviluppo di intere regioni, non sorprende il fatto che alle "enunciazioni di principio", vengano anche aggiunte le modalità pratiche per la loro applicazione. La Charta nasce dalla cooperazione diretta di ben 80 tra dipartimenti governativi ed organizzazioni non governative ed è una risposta diretta alle richieste fatte nel 1993, in sede ONU, in materia di diritti civili. Il nocciolo del documento è comunque nella definizione della relazione tra governo cinese e suoi cittadini, dove al governo viene attribuito il compito di garantire a tutti i cittadini uguali diritti, favorendo la sempre crescente partecipazione dei propri cittadini, al miglioramento delle istituzioni in termini democratici e la loro possibilità di essere coinvolti, ascoltati e poter supervisionare gli apparati governativi. Un impianto democratico non ideologizzato, dove "socialismo" appare una volta nell'introduzione quale aggettivo associato alla modernizzazione del paese, un documento semplicemente funzionale al raggiungimento degli obbiettivi che la Cina contemporanea si prefigge: la crescita economica e l'equilibrio sociale anche e soprattutto in questi momenti di crisi internazionale. Con il pragmatismo che contraddistingue la Charta cinese, l'apertura non poteva essere più attuale: il diritto del lavoro anche e soprattutto in momenti difficili come questi, maggiori tutele e garanzie al singolo lavoratore, dove, al riguardo, emerge il suggerimento di incentivare la pratica affinché il datore di lavoro, quale garanzia dello stipendio dovuto, lasci un deposito bancario a copertura. Al lavoro segue la priorità per una sempre maggiore qualità della vita e il garantire una vita decorosa a tutti, anche e soprattutto nelle aree più povere e rurali. In linea con questo obbiettivo, è l'annuncio dei giorni scorsi relativo alla gratuità della sanità Cina, entro il 2020, questione che fino ad ora, tende a radicalizzare le profonde differenze sociali presenti nel paese. Nella Charta, l'educazione rappresenta un aspetto fondamentale, sia quale diritto inalienabile e priorità per il paese, ma quale mezzo con il quale diffondere, "disseminare", la conoscenza dei diritti umani all'intera popolazione, anche attraverso i diversi media, internet compreso. Per quanto riguarda invece la persona, la Charta cinese, ribadisce il fatto che l'individuo debba essere difeso e protetto da qualsiasi tipo di abuso, con due "forti" innovative sottolineature: no all'uso della tortura e "prudente" applicazione della pena di morte. Al riguarda, nella Charta si parla di una novità importante: il miglioramento della pratica "dei due anni sospensivi la condanna stessa", al termine dei quali, se non ci sono stati fatti rilevanti, la condanna potrà essere commutata in altra pena. Questo rappresenta un segnale importate, che conferma la volontà cinese di mettere un "freno" alla pratica della condanna a morte, quale scelta per un nuovo ordinamento giuridico, in grado di offrire maggiori diritti al singolo cittadino e la ricerca di pene alternative a quella capitale. La Charta Cinese stabilisce poi la libertà di religione per i propri cittadini ed anzi, a sorpresa, incentiva il ruolo positivo dei gruppi religiosi, che "possono contribuire alla armonia sociale e socio economica del paese". Quasi rivoluzionario invece il capitolo sul diritto di partecipazione, in quanto si parla espressamente di "miglioramento del sistema parlamentare e di miglioramenti del sistema elettivo", qualcosa che sembra presagire nuove leggi al riguardo. Per quanto riguarda invece i Media, la Charta cinese parla espressamente del diritto di essere informati ed ascoltati, così come per le agenzie stampa e i giornalisti, viene recepito il diritto di raccolta di materiale e della critica pubblica. Sulla questione delle Minoranze Etniche, ben 55 in Cina, la Charta cinese parla chiaro: sono tutte uguali e lo stato ha il dovere di proteggerle. Andando poi oltre gli intenti, per quanto riguarda le minoranze tibetane ed uiguri, si sottolinea la necessità di un bilinguismo scolastico e l'incremento degli istituti scolastici, così che entro il 2010, il 95% delle popolazioni delle aree autonome etniche, possa avere un regolare percorso scolastico, come il resto del paese. Le pari opportunità a tutti i livelli, è un altro degli aspetti di rilievo presente nella Charta cinese, dove tra l'altro, si sottolinea come le quote rosa "dovrebbero rappresentare il 50% sia a livello governativo centrale che locale" e come non debba esistere alcuna discriminazione a livello lavorativo e di accesso all'educazione per le donne. Disabili, anziani e bambini hanno capitoli dedicati, nei quali emerge la crescente attenzione per il lato umano delle persone, un'umanizzazione della società cinese che non potrà che renderla sicuramente migliore. Per finire il capitolo delle relazioni internazionali che modifica radicalmente gli scenari attuali: da oggi infatti, la Cina intende far parte della comunità internazionale e offre la propria collaborazione con le diverse organizzazioni internazionali sul tema dei diritti umani, divenuti ora anche una sua priorità. La Charta cinese pubblicata oggi è quindi un messaggio importante, innovativo, strutturato e soprattutto meditato. Una fotografia della Cina che sarà da qui a breve, l'inizio di una nuova era per il popolo cinese ma che potrà sicuramente contribuire anche a rendere migliore il resto del mondo. tags: cina diritti

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Moldova/ Appello opposizione a Comunità internazionale su (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Bruxelles, 14 apr. (Apcom - Nuova Europa) - L'opposizione anticomunista in Moldova lancia un appello alla Comunità internazionale, chiedendo in una lettera aperta all'Ue, al Consiglio d'Europa e all'Onu di intervenire contro "le violazioni diffuse dei diritti umani, in particolare dei detenuti". Nel testo della missiva, stilata ieri, si documentano abusi "sistematici" dei diritti delle persone incarcerate per le manifestazioni violente della settimana scorsa, che hanno spinto il presidente Vladimir Voronin ad accettare una riconta delle elezioni legislative del 5 aprile. Secondo l'opposizione le autorità non hanno informato i detenuti delle ragioni del loro arresto, non hanno informato i familiari e hanno negato il contatto con un avvocato. Inoltre "molte persone, tra cui alcuni minori, hanno riferito di essere stati percossi e di aver subiti altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti mentre erano in carcere o detenuti dalla polizia". La lettera segnala infine che domenica i membri del Consiglio di consultazione per la prevenzione della tortura, accompagnati dal Consigliere Onu per i diritti umani in Moldova, Edwin Berry, non hanno potuto visitare i detenuti, in violazione delle leggi vigenti. Oggi Berry, essendo riuscito a superare le resistenze delle autorità, ha definito "degradante" il trattamento dei prigionieri. "Chiediamo alle Vostre Eccellenze - conclude il testo - di chiedere alle autorità della Moldova di rispettare i diritti umani e di rispettare gli impegni previsti dal diritto internazionale. Esortiamo le Vostre Eccellenze ad effettuare una visita ufficiale in Moldova al più presto possibile per valutare la situazione sul terreno e chiedere alle autorità moldave di interrompere tutte le violazioni dei diritti umani e di rispettare lo Stato di diritto nel Paese". La missiva è stata indirizzata, tra gli altri, al Rappresentante Ue per la politica estera, Javier Solana, al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, al segretario generale del Consiglio d'Europa, Terry Davis, al ministro degli Esteri ceco uscente, Karel Schwarzenberg (rappresentante della presidenza Ue) e al Relatore speciale Onu contro la tortura, Manfred Nowak.

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Moldova/ Basescu chiede inchiesta europea su violenze ... (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 14 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Bucarest chiede che l'inchiesta faccia luce "sulla repressione" degli oppositori anti-comunisti e sulla "violazione dei diritti dell'uomo e della libertà di espressione", ha aggiunto il capo di stato romeno. Basescu, inoltre, ha dichiarato che non permetterà che si innalzi "una nuova cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca il confine tra Romania e Moldova. "Noi non tolleriamo che i romeni oltre il Prut siano umiliati perché non crediamo in un sistema ostile - ha continuato Basescu - La Romania non intende far valere i diritti sui territori persi in passato. La Romania non vuole discutere delle frontiere e della sovranità della Moldova - ha aggiunto facedo riferimento alla situazione prima del 1940 quando la Moldova faceva parte della Romania - Come Paese europeo abbiamo la responsabilità di informare sia i nostri alleati e gli altri Paesi del mondo di ciò che accade al di là del Prut". Il presidente romeno ha chiesto poi alle autorità di Chisinau, che la scorsa settimana hanno introdotto nuovamente il regime di visti per i romeni che vogliono accedere in Moldova, di garantire accesso immediato al personale consolare e ai cittadini romeni, perché questa situazione viola le norme internazionali. Basescu ha sottolineato di non aver voluto parlare pubblicamente prima per evitare un'escalation di tensione nei già difficili rapporti diplomatici tra Bucarest e Chisinau.

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Giappone/ Commozione per Noriko, divisa dai genitori (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 14 apr. (Apcom) - Come tutti i giapponesi Noriko s'è dovuta districare in una scelta. Ma nel suo caso non s'è trattato della classica dicotomia tra "ninjo" (il sentimento) e "giri" (l'obbligo sociale e di appartenenza). Questo perché Noriko Calderon, come si capisce dal cognome, è figlia di genitori filippini, protagonisti di una lunga battaglia legale per restare nel Sol levante a fronte di un decreto d'espulsione. E Noriko, nata e cresciuta in Giappone, ha scelto di separarsi dai genitori e di restare in quello che considera il suo paese. Noriko Calderon ha solo 13 anni, l'aspetto di una tipica studentessa di scuola media nipponica, con la sua divisa blu, e le sue foto in lacrime all'aeroporto internazionale di Narita (Tokyo), dove ha accompagnato ieri i genitori, hanno commosso e diviso profondamente i giapponesi. Oltre a porre gravi dubbi sulla qualità del rispetto dei diritti umani in un uno dei paesi economicamente più avanzati al mondo. "Ogni misura per garantire preminentemente l'interesse del minore deve essere presa in considerazione", ha accusato Makoto Teranaka, segretaria generale di Amnesty International Japan, secondo quanto riporta il quotidiano Mainichi Shinbun. "Questa decisione - ha continuato - va contro la Convenzione internazionale dei diritti del bambino". Inamovibile invece il ministero della Giustizia nipponico. "Se fossero state osservate rigidamente le regole sulla residenza speciale, neanche alla ragazza sarebbe stato riconosciuto il permesso eccezionale" di rimanere in Giappone, dicono i burocrati. La vicenda di Noriko e dei suoi genitori - Arlan (36 anni) e Sarah (38) - è di drammatica banalità. I due filippini sono entrati irregolarmente in Giappone, utilizzando passaporti falsi. La data del loro primo ingresso è il primo aprile del 1992. Un anno dopo, il secondo e definitivo accesso illegale nel Sol Levante. Noriko è nata il 4 luglio 1995. Una normale bambina giapponese, che parla solo il giapponese. Almeno fino al 13 luglio 2006, quando la condizione di clandestinità dei Calderon è stata scoperta, dopo 13 anni di onesto lavoro di Arlan come dipendente di un'azienda di demolizioni nella Prefettura di Saitama, nelle vicinanze di Tokyo. Mai una segnalazione per comportamenti scorretti, mai una lamentela da parte dei residenti. E solo con la denuncia, Noriko è venuta a sapere di essere di nazionalità filippina, non giapponese. (segue)

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MOLDOVA/ APPELLO OPPOSIZIONE A COMUNITÀ INTERNAZIONALE SU ABUSI (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Moldova/ Appello opposizione a Comunità internazionale su abusi di Apcom "Violazioni diffuse dei diritti umani, specie dei detenuti" -->Bruxelles, 14 apr. (Apcom - Nuova Europa) - L'opposizione anticomunista in Moldova lancia un appello alla Comunità internazionale, chiedendo in una lettera aperta all'Ue, al Consiglio d'Europa e all'Onu di intervenire contro "le violazioni diffuse dei diritti umani, in particolare dei detenuti". Nel testo della missiva, stilata ieri, si documentano abusi "sistematici" dei diritti delle persone incarcerate per le manifestazioni violente della settimana scorsa, che hanno spinto il presidente Vladimir Voronin ad accettare una riconta delle elezioni legislative del 5 aprile. Secondo l'opposizione le autorità non hanno informato i detenuti delle ragioni del loro arresto, non hanno informato i familiari e hanno negato il contatto con un avvocato. Inoltre "molte persone, tra cui alcuni minori, hanno riferito di essere stati percossi e di aver subiti altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti mentre erano in carcere o detenuti dalla polizia". La lettera segnala infine che domenica i membri del Consiglio di consultazione per la prevenzione della tortura, accompagnati dal Consigliere Onu per i diritti umani in Moldova, Edwin Berry, non hanno potuto visitare i detenuti, in violazione delle leggi vigenti. Oggi Berry, essendo riuscito a superare le resistenze delle autorità, ha definito "degradante" il trattamento dei prigionieri. "Chiediamo alle Vostre Eccellenze - conclude il testo - di chiedere alle autorità della Moldova di rispettare i diritti umani e di rispettare gli impegni previsti dal diritto internazionale. Esortiamo le Vostre Eccellenze ad effettuare una visita ufficiale in Moldova al più presto possibile per valutare la situazione sul terreno e chiedere alle autorità moldave di interrompere tutte le violazioni dei diritti umani e di rispettare lo Stato di diritto nel Paese". La missiva è stata indirizzata, tra gli altri, al Rappresentante Ue per la politica estera, Javier Solana, al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, al segretario generale del Consiglio d'Europa, Terry Davis, al ministro degli Esteri ceco uscente, Karel Schwarzenberg (rappresentante della presidenza Ue) e al Relatore speciale Onu contro la tortura, Manfred Nowak.

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MOLDOVA/ BASESCU CHIEDE INCHIESTA EUROPEA SU VIOLENZE ... -2- (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Moldova/ Basescu chiede inchiesta europea su violenze ... -2- di Apcom Presidente romeno: non permetterà che si innalzi cortina di ferro -->Roma, 14 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Bucarest chiede che l'inchiesta faccia luce "sulla repressione" degli oppositori anti-comunisti e sulla "violazione dei diritti dell'uomo e della libertà di espressione", ha aggiunto il capo di stato romeno. Basescu, inoltre, ha dichiarato che non permetterà che si innalzi "una nuova cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca il confine tra Romania e Moldova. "Noi non tolleriamo che i romeni oltre il Prut siano umiliati perché non crediamo in un sistema ostile - ha continuato Basescu - La Romania non intende far valere i diritti sui territori persi in passato. La Romania non vuole discutere delle frontiere e della sovranità della Moldova - ha aggiunto facedo riferimento alla situazione prima del 1940 quando la Moldova faceva parte della Romania - Come Paese europeo abbiamo la responsabilità di informare sia i nostri alleati e gli altri Paesi del mondo di ciò che accade al di là del Prut". Il presidente romeno ha chiesto poi alle autorità di Chisinau, che la scorsa settimana hanno introdotto nuovamente il regime di visti per i romeni che vogliono accedere in Moldova, di garantire accesso immediato al personale consolare e ai cittadini romeni, perché questa situazione viola le norme internazionali. Basescu ha sottolineato di non aver voluto parlare pubblicamente prima per evitare un'escalation di tensione nei già difficili rapporti diplomatici tra Bucarest e Chisinau.

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GIAPPONE/ COMMOZIONE PER NORIKO, DIVISA DAI GENITORI FILIPPINI (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Giappone/ Commozione per Noriko, divisa dai genitori filippini di Apcom Amnesty: dramma dell'immigrazione,non rispettati diritti infanzia -->Roma, 14 apr. (Apcom) - Come tutti i giapponesi Noriko s'è dovuta districare in una scelta. Ma nel suo caso non s'è trattato della classica dicotomia tra "ninjo" (il sentimento) e "giri" (l'obbligo sociale e di appartenenza). Questo perché Noriko Calderon, come si capisce dal cognome, è figlia di genitori filippini, protagonisti di una lunga battaglia legale per restare nel Sol levante a fronte di un decreto d'espulsione. E Noriko, nata e cresciuta in Giappone, ha scelto di separarsi dai genitori e di restare in quello che considera il suo paese. Noriko Calderon ha solo 13 anni, l'aspetto di una tipica studentessa di scuola media nipponica, con la sua divisa blu, e le sue foto in lacrime all'aeroporto internazionale di Narita (Tokyo), dove ha accompagnato ieri i genitori, hanno commosso e diviso profondamente i giapponesi. Oltre a porre gravi dubbi sulla qualità del rispetto dei diritti umani in un uno dei paesi economicamente più avanzati al mondo. "Ogni misura per garantire preminentemente l'interesse del minore deve essere presa in considerazione", ha accusato Makoto Teranaka, segretaria generale di Amnesty International Japan, secondo quanto riporta il quotidiano Mainichi Shinbun. "Questa decisione - ha continuato - va contro la Convenzione internazionale dei diritti del bambino". Inamovibile invece il ministero della Giustizia nipponico. "Se fossero state osservate rigidamente le regole sulla residenza speciale, neanche alla ragazza sarebbe stato riconosciuto il permesso eccezionale" di rimanere in Giappone, dicono i burocrati. La vicenda di Noriko e dei suoi genitori - Arlan (36 anni) e Sarah (38) - è di drammatica banalità. I due filippini sono entrati irregolarmente in Giappone, utilizzando passaporti falsi. La data del loro primo ingresso è il primo aprile del 1992. Un anno dopo, il secondo e definitivo accesso illegale nel Sol Levante. Noriko è nata il 4 luglio 1995. Una normale bambina giapponese, che parla solo il giapponese. Almeno fino al 13 luglio 2006, quando la condizione di clandestinità dei Calderon è stata scoperta, dopo 13 anni di onesto lavoro di Arlan come dipendente di un'azienda di demolizioni nella Prefettura di Saitama, nelle vicinanze di Tokyo. Mai una segnalazione per comportamenti scorretti, mai una lamentela da parte dei residenti. E solo con la denuncia, Noriko è venuta a sapere di essere di nazionalità filippina, non giapponese. (segue)

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Villani critica due consulenze della Provincia (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Villani critica due consulenze della Provincia Interrogazione regionale di Luigi Villani (Fi-Pdl), che punta il dito su due concorsi del 2007 emanati dalla Provincia di Parma per consulenze specializzate, deliberati il 9 agosto, revocati l’11 ottobre per razionalizzare «le risorse a disposizione dell’Assessorato alle Poitiche sociali» e di nuovo banditi l’8 novembre. Villani afferma che i vincitori non avrebbero potuto partecipare ai bandi poi revocati, avendo presentato fuori termine la domanda di partecipazione. Quei bandi di concorso, collegati al Progetto Educ, erano parzialmente finanziati dalla Regione con fondi per i Piani di zona; uno richiedeva un sociologo esperto in diritti umani e cittadinanza, l’altro un esperto in pedagogia. Alla Giunta regionale, il consigliere chiede di accertare i requisiti di trasparenza e imparzialità della vicenda, ipotizzando una «volontà da parte della Provincia di Parma di attribuire incarichi di consulenza a persone mirate».

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Villani contesta due consulenze della Provincia: "Le domande erano state presentate fuori termine" (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Villani contesta due consulenze della Provincia: "Le domande erano state presentate fuori termine" Interrogazione regionale di Luigi Villani (Fi-Pdl), che punta il dito su due concorsi del 2007 emanati dalla Provincia di Parma per consulenze specializzate, deliberati il 9 agosto, revocati l’11 ottobre per razionalizzare «le risorse a disposizione dell’Assessorato alle Poitiche sociali» e di nuovo banditi l’8 novembre. Villani afferma che i vincitori non avrebbero potuto partecipare ai bandi poi revocati, avendo presentato fuori termine la domanda di partecipazione. Quei bandi di concorso, collegati al Progetto Educ, erano parzialmente finanziati dalla Regione con fondi per i Piani di zona; uno richiedeva un sociologo esperto in diritti umani e cittadinanza, l’altro un esperto in pedagogia. Alla Giunta regionale, il consigliere chiede di accertare i requisiti di trasparenza e imparzialità della vicenda, ipotizzando una «volontà da parte della Provincia di Parma di attribuire incarichi di consulenza a persone mirate».

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MOLDAVIA: PRESIDENTE ROMENO VUOLE INCHIESTA UE SU 'REPRESSIONE' CHISINAU. (sezione: Diritti umani)

( da "Asca" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

MOLDAVIA: PRESIDENTE ROMENO VUOLE INCHIESTA UE SU 'REPRESSIONE' CHISINAU (ASCA-AFP) - Bucarest, 14 apr - Il presidente romeno Traian Basescu ha chiesto l'apertura di un'inchiesta europea sulla ''repressione'' perpetrata nella vicina Moldavia, a seguito delle recenti sommosse post-elettorali esplose a Chisinau. Basescu ha giustificato le proprie richieste puntando sulla ''violazione dei diritti umani e sulle limitazioni della liberta' di espressione'' avvenute in Moldavia negli ultimi giorni. Continua cosi' lo scambio di accuse tra i due Paesi dopo che il leader di Chisinau, Vladimir Voronin, ha puntato il dito contro la Romania accusata di esser coinvolta nelle violente proteste anti-comuniste che hanno scosso la capitale la scorsa settimana. ghi/uda/alf

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Accade nell'Hamastan (sezione: Diritti umani)

( da "Foglio, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

14 aprile 2009 Accade nell'Hamastan Quarto, dico quarto, delitto d'onore nella striscia di Gaza in una sola settimana. C'erano una volta gli arabi più laici del medio oriente. Oggi c'è l'Hamastan. Se poi ci metti i saloni di parrucchiere e gli internet caffè fatti esplodere, le bande musicali sciolte perchè suonano per i sopravvissuti alla Shoah, le chiese bruciate, gli attivisti dei diritti umani uccisi per strada accanto alle prostitute, i "collaborazionisti" giustiziati, la sharia, le bombe umane, le rovine, la piovra iraniana, le torture, il bando del porno, il veleno diffuso via radio, televisione e moschea, la paura e la miseria, che altro resta per sembrare Fallujah sotto al Zarqawi? di Giulio Meotti

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M.O./ Gaza, polizia Hamas sospende e arresta undici agenti (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ramallah, 14 apr. (Ap) - Il governo di Hamas a Gaza ha licenziato e arrestato undici agenti di polizia in seguito alla morte di un detenuto. Una decisione che un responsabile del movimento integralista palestinese ha descritto come parte della campagna per combattere gli abusi da parte dei servizi di sicurezza. Le organizzazioni per i diritti umani non sono riuscite a ottenere da fonte indipendente la conferma della detenzione degli agenti, ma hanno sottolineato che una simile inchiesta sarebbe un notevole passo in avanti verso la responsabilità penale per le forze di sicurezza di Hamas. Gli undici poliziotti sono stati arrestati dopo che un uomo trattenuto per possesso di droga è deceduto in carcere, con segni di maltrattamento sul suo corpo. Sia il movimento integralista palestinese Hamas sua le forze di sicurezza in Cisgiordania fedeli al presidente palestinese Abu Mazen sono state criticati per il presunto maltrattamento di detenuti e altre violazioni dei diritti umani.

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Francia/ A 2 anni da uscita scena, Chirac piace a 3 (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Parigi, 14 apr. (Ap) - Due anni dopo aver lasciato l'Eliseo, Jacques Chirac si conferma la personalità più amata dai francesi: lo rivela un sondaggio Ifop per "Paris Match". Secondo l'inchiesta, che sarà pubblicata giovedì sul settimanale, il 74% dei francesi hanno una buona opinione dell'ex presidente della Repubblica, che guadagna tre punti percentuali in confronto alla ricerca del mese scorso. Chirac batte così i favoriti, il sottosegretario agli Esteri con delega ai diritti umani, la bella Rama Yade (69%), e il capo della diplomazia francese Bernard Kouchner (69%); la prima ha perso due punti, mentre il secondo ne ha guadagnati altrettanti. Tra le personalità più apprezzate all'opposizione c'è invece il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, che si piazza quarto, con il 68% dei consensi, prima del direttore del Fmi (Fondo monetario internazionale), Dominique Strauss Khan (66%). Continuano a perdere terreno invece il premier Francois Fillon, che perde otto punti e si piazza 15esimo, e il presidente Nicolas Sarkozy, al 33esimo posto, con il 41% delle preferenze (meno sei punti). Il sondaggio è stato realizzato telefonicamente tra il 9 e il 10 aprile su un campione rappresentativo nazionale di 958 persone.

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Moldova/ Non cala tensione, Basescu chiede inchiesta Ue (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 14 apr. (Apcom-Nuova Europa) - La giornata che precede il nuovo conteggio dei voti in Moldova è stata segnata da due annunci. Il primo quello dei tre partiti d'opposizione che chiederanno l'annullamento delle elezioni legislative del 5 aprile. Il secondo, invece, è arrivato da Bucarest, dal presidente romeno Traian Basescu, che parlando davanti al Parlamento ha chiesto un'inchiesta europea sulle "repressioni" della manifestazioni anti-comuniste di Chisinau e ha denunciato la violazione dei diritti dell'uomo da parte delle autorità moldave. E mentre domani le commissioni elettorali locali si preparano a conteggiare nuovamente le schede, l'opposizione denuncia che i veri brogli sono stati organizzati nella stesura delle liste di votanti. Secondo il leader del partito Liberaldemocratico Vlad Filat "durante i controlli" è stato rilevato "che i nomi di persone decedute molto tempo fa appaiono ancora sulle liste. I nominativi di minorenni e cittadini che risiedono all'estero da anni sono presenti sulle stesse liste e sono segnati tra coloro che hanno votato" per un totale di 400 mila persone aggiunte "dai Comunisti con l'assistenza del ministero dell'Informazione, che detiene le banche dati", ha denunciato Filat. Per questo motivo l'opposizione ha annunciato che non parteciperà al nuovo computo ma che si dedicherà alla contestazione delle liste degli aventi diritto chiedendo che vengano indette nuove elezioni. Il voto di domenica 5 aprile ha assegnato la maggioranza ai comunisti del presidente Vladimir Voronin. L'opposizione anti-comunista inoltre ha lanciato un appello alla Comunità internazionale, chiedendo in una lettera aperta all'Ue, al Consiglio d'Europa e all'Onu di intervenire contro "le violazioni diffuse dei diritti umani, in particolare dei detenuti". Richiesta che è arrivata a gran voce anche da Bucarest dove Basescu ha risposto, dopo una settimana alle accuse rivolte dal suo omologo moldavo, secondo cui la Romania sarebbe dietro alle manifestazioni anti-comuniste che hanno portato anche agli scontri con la polizia e all'arresto di 200 persone. Bucarest chiede che l'inchiesta faccia luce "sulla repressione" degli oppositori anti-comunisti e sulla "violazione dei diritti dell'uomo e della libertà di espressione", ha spiegato il capo di stato romeno che non ha voluto rispondere prima per evitare l'escalation di tensione nelle relazioni diplomatiche tra Bucarest e Chisinau, che sono già ai ferri corti. Basescu nel suo discorso ha dichiarato che non permetterà che si innalzi "una nuova cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca il confine tra Romania e Moldova e non tollererà "che i romeni oltre il Prut siano umiliati perché non crediamo in un sistema ostile". Il capo di stato ha fatto riferimento anche alle ipotesi ventilate da Voronin su interessi e mire territoriali romene sulla Moldova, che fino al 1940 faceva parte del territorio romeno: "La Romania non intende far valere i diritti sui territori persi in passato. La Romania non vuole discutere delle frontiere e della sovranità della Moldova. Come Paese europeo abbiamo la responsabilità di informare sia i nostri alleati e gli altri Paesi del mondo di ciò che accade al di là del Prut". Il presidente romeno ha anche chiesto che vengano riaperte le frontiere e annullato il regime di visti introdotto unilateralmente dalla Moldova nei confronti dei romeni. Secondo Basescu si tratta di una violazione del diritto internazionale, come anche le mancate informazioni da parte delle autorità moldave su romeni che si trovano in carcere. Il capo di stato romeno, nella sua decisa risposta a Chisinau, ha voluto ricordare anche che i fallimenti nello sviluppo della democrazia in Moldova non sono da ricondurre alla Romania, ma a chi sta governando a Chisinau, perché la Romania è stata la prima riconoscere la Moldova come stato indipendente nel 1991.

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NAZISTI/ USA AVVIANO OGGI PROCESSO ESTRADIZIONE DEMJANJUK -2- (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Nazisti/ Usa avviano oggi processo estradizione Demjanjuk -2- di Apcom Richiesta sospensione è in corso, ma alle 15 arriva l'ispezione -->Washington, 14 apr. (Ap) - Rappresentanti dell'ufficio immigrazione, hanno informato il legale di Demjanjuk che verranno a far visita verso le 15 locali (le 20 in Italia) nel suo domicilio, alla periferia di Cleveland, nell'Ohio. "Proveranno a portarlo via verso le 15", ha dichiarato Broadley, che, con la famiglia di Demjanjuk, ha nuovamente depositato un ricorso contro l'estradizione davanti alla Corte d'appello di Cincinnati questa mattina. "Questa richiesta di sospensione è ancora in corso", ha aggiunto l'avvocato, sperando fino all'ultimo in un cambio di situazione, nella disputa che va avanti da mesi. Il legale ha ribadito che estradare il suo cliente, 89 anni, equivale a un atto crudele paragonabile alla tortura. Da venerdì, l'ultraottantenne, malato di leucemia e originario dell'Ucraina, è estradabile dopo che è stato respinto il ricorso contro la richiesta dalla Germania, che intende processarlo per il massacro di migliaia di ebrei. (fonte Afp)

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FRANCIA/ A 2 ANNI DA USCITA SCENA, CHIRAC PIACE A 3 FRANCESI SU 4 (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Francia/ A 2 anni da uscita scena, Chirac piace a 3 francesi su 4 di Apcom Ex presidente personalità più amata (74%), Sarkozy 33esimo (41%) -->Parigi, 14 apr. (Ap) - Due anni dopo aver lasciato l'Eliseo, Jacques Chirac si conferma la personalità più amata dai francesi: lo rivela un sondaggio Ifop per "Paris Match". Secondo l'inchiesta, che sarà pubblicata giovedì sul settimanale, il 74% dei francesi hanno una buona opinione dell'ex presidente della Repubblica, che guadagna tre punti percentuali in confronto alla ricerca del mese scorso. Chirac batte così i favoriti, il sottosegretario agli Esteri con delega ai diritti umani, la bella Rama Yade (69%), e il capo della diplomazia francese Bernard Kouchner (69%); la prima ha perso due punti, mentre il secondo ne ha guadagnati altrettanti. Tra le personalità più apprezzate all'opposizione c'è invece il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, che si piazza quarto, con il 68% dei consensi, prima del direttore del Fmi (Fondo monetario internazionale), Dominique Strauss Khan (66%). Continuano a perdere terreno invece il premier Francois Fillon, che perde otto punti e si piazza 15esimo, e il presidente Nicolas Sarkozy, al 33esimo posto, con il 41% delle preferenze (meno sei punti). Il sondaggio è stato realizzato telefonicamente tra il 9 e il 10 aprile su un campione rappresentativo nazionale di 958 persone.

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M.O./ GAZA, POLIZIA HAMAS SOSPENDE E ARRESTA UNDICI AGENTI (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

M.O./ Gaza, polizia Hamas sospende e arresta undici agenti di Apcom A seguito della morte di un detenuto -->Ramallah, 14 apr. (Ap) - Il governo di Hamas a Gaza ha licenziato e arrestato undici agenti di polizia in seguito alla morte di un detenuto. Una decisione che un responsabile del movimento integralista palestinese ha descritto come parte della campagna per combattere gli abusi da parte dei servizi di sicurezza. Le organizzazioni per i diritti umani non sono riuscite a ottenere da fonte indipendente la conferma della detenzione degli agenti, ma hanno sottolineato che una simile inchiesta sarebbe un notevole passo in avanti verso la responsabilità penale per le forze di sicurezza di Hamas. Gli undici poliziotti sono stati arrestati dopo che un uomo trattenuto per possesso di droga è deceduto in carcere, con segni di maltrattamento sul suo corpo. Sia il movimento integralista palestinese Hamas sua le forze di sicurezza in Cisgiordania fedeli al presidente palestinese Abu Mazen sono state criticati per il presunto maltrattamento di detenuti e altre violazioni dei diritti umani.

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MOLDOVA/ NON CALA TENSIONE, BASESCU CHIEDE INCHIESTA UE -PUNTO (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Moldova/ Non cala tensione, Basescu chiede inchiesta Ue -punto di Apcom Opposizione denuncia: veri brogli in formazione liste elettori -->Roma, 14 apr. (Apcom-Nuova Europa) - La giornata che precede il nuovo conteggio dei voti in Moldova è stata segnata da due annunci. Il primo quello dei tre partiti d'opposizione che chiederanno l'annullamento delle elezioni legislative del 5 aprile. Il secondo, invece, è arrivato da Bucarest, dal presidente romeno Traian Basescu, che parlando davanti al Parlamento ha chiesto un'inchiesta europea sulle "repressioni" della manifestazioni anti-comuniste di Chisinau e ha denunciato la violazione dei diritti dell'uomo da parte delle autorità moldave. E mentre domani le commissioni elettorali locali si preparano a conteggiare nuovamente le schede, l'opposizione denuncia che i veri brogli sono stati organizzati nella stesura delle liste di votanti. Secondo il leader del partito Liberaldemocratico Vlad Filat "durante i controlli" è stato rilevato "che i nomi di persone decedute molto tempo fa appaiono ancora sulle liste. I nominativi di minorenni e cittadini che risiedono all'estero da anni sono presenti sulle stesse liste e sono segnati tra coloro che hanno votato" per un totale di 400 mila persone aggiunte "dai Comunisti con l'assistenza del ministero dell'Informazione, che detiene le banche dati", ha denunciato Filat. Per questo motivo l'opposizione ha annunciato che non parteciperà al nuovo computo ma che si dedicherà alla contestazione delle liste degli aventi diritto chiedendo che vengano indette nuove elezioni. Il voto di domenica 5 aprile ha assegnato la maggioranza ai comunisti del presidente Vladimir Voronin. L'opposizione anti-comunista inoltre ha lanciato un appello alla Comunità internazionale, chiedendo in una lettera aperta all'Ue, al Consiglio d'Europa e all'Onu di intervenire contro "le violazioni diffuse dei diritti umani, in particolare dei detenuti". Richiesta che è arrivata a gran voce anche da Bucarest dove Basescu ha risposto, dopo una settimana alle accuse rivolte dal suo omologo moldavo, secondo cui la Romania sarebbe dietro alle manifestazioni anti-comuniste che hanno portato anche agli scontri con la polizia e all'arresto di 200 persone. Bucarest chiede che l'inchiesta faccia luce "sulla repressione" degli oppositori anti-comunisti e sulla "violazione dei diritti dell'uomo e della libertà di espressione", ha spiegato il capo di stato romeno che non ha voluto rispondere prima per evitare l'escalation di tensione nelle relazioni diplomatiche tra Bucarest e Chisinau, che sono già ai ferri corti. Basescu nel suo discorso ha dichiarato che non permetterà che si innalzi "una nuova cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca il confine tra Romania e Moldova e non tollererà "che i romeni oltre il Prut siano umiliati perché non crediamo in un sistema ostile". Il capo di stato ha fatto riferimento anche alle ipotesi ventilate da Voronin su interessi e mire territoriali romene sulla Moldova, che fino al 1940 faceva parte del territorio romeno: "La Romania non intende far valere i diritti sui territori persi in passato. La Romania non vuole discutere delle frontiere e della sovranità della Moldova. Come Paese europeo abbiamo la responsabilità di informare sia i nostri alleati e gli altri Paesi del mondo di ciò che accade al di là del Prut". Il presidente romeno ha anche chiesto che vengano riaperte le frontiere e annullato il regime di visti introdotto unilateralmente dalla Moldova nei confronti dei romeni. Secondo Basescu si tratta di una violazione del diritto internazionale, come anche le mancate informazioni da parte delle autorità moldave su romeni che si trovano in carcere. Il capo di stato romeno, nella sua decisa risposta a Chisinau, ha voluto ricordare anche che i fallimenti nello sviluppo della democrazia in Moldova non sono da ricondurre alla Romania, ma a chi sta governando a Chisinau, perché la Romania è stata la prima riconoscere la Moldova come stato indipendente nel 1991.

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PAKISTAN: CASA BIANCA, SHARIA E' CONTRO DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA. (sezione: Diritti umani)

( da "Asca" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

PAKISTAN: CASA BIANCA, SHARIA E' CONTRO DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA (ASCA-AFP) - Washington, 14 apr - Netta censura della Casa Bianca nei confronti della decisione del presidente del Pakistan di imporre in parte del paese la legge islamica. Il provvedimento, preso per cercare di contrastare l'influenza dei talebani, viene giudicato ''contrario ai diritti umani e alla democrazia''. Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs ha detto che l'amministrazione Obama ritiene che ''le soluzioni per aumentare la sicurezza in Pakistan non debbano includere una riduzione della democrazia e dei diritti umani. La stretta osservanza alla legge islamica annunciata per la zona della valle di Swat va contro entrambi questi principi''. red-uda/sam/ss

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14:44 DURBAN 2: USA FORSE PRESENTI, CI SARA' AHMADINEJAD (sezione: Diritti umani)

( da "Agi" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

DURBAN 2: USA FORSE PRESENTI, CI SARA' AHMADINEJAD Ginevra - Gli Stati Uniti potrebbero rivedere la decisione di boicottare la Conferenza mondiale contro il razzismo e la xenofobia che si aprira' lunedi' prossimo a Ginevra, la cosiddetta Durban 2. Secondo fonti diplomatiche citate da "Haaretz", alcuni diplomatici americani hanno informato le organizzazioni ebraiche negli Usa che l'Amministrazione Obama potrebbe inviare un suo rappresentante alla Conferenza. Washington aveva inizialmente annunciato il boicottaggio dei lavori nel timore che si trasformassero in un'occasione per attaccare Israele, come avvenuto alla prima conferenza svoltasi otto anni fa in Sudafrica. Ma decine di organizzazioni per i diritti umani hanno scritto una lettera a Barack Obama per chiedergli che gli Usa siano presenti "in una delle piu' importanti piattaforme internazionali per discutere dell'eliminazione del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e delle relative intolleranze". Al presidente americano e' stato fatto notare che un boicottaggio sarebbe "incoerente" con la sua volonta' di confrontarsi con la comunita' internazionale. Finora Isrele e Canada hanno annunciato il boicottaggio della Conferenza e anche l'Italia si e' ritirata dai lavori preparatori minacciando di disertare la riunione di Ginevra se non ci sara' un cambiamento di rotta. Intanto il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, ha ufficializzato la sua presenza a Durban-2. Tra i leader saranno presenti anche quelli di Timor est, Togo e Montenegro mentre Egitto, Nigeria, Norvegia, Sudafrica e Uganda invieranno i ministri degli Esteri, il Lesoto il suo premier e lo Zambia il vicepresidente.

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IMMIGRATI/ BALI, CONFERENZA ASIA-PACIFICO SU FLUSSO MIGRAZIONI (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Immigrati/ Bali, conferenza Asia-Pacifico su flusso migrazioni di Apcom Traffico esseri umani e sicurezza confini sono a centro lavori -->Roma, 14 apr. (Apcom) - I ministri delegati di quasi 60 nazioni asiatiche e del Pacifico hanno cominciato oggi la terza Conferenza regionale ministeriale di Bali in cui le questioni delle migrazioni, del traffico di esseri umani e della sicurezza dei confini sono al centro dei lavori. Il forum - riferisce l'agenzia Misna - è presieduto da Indonesia e Australia, le due nazioni che nel 2002 lanciarono la conferenza dedicata al controllo regionale delle migrazioni, nota anche come 'Bali process', in quell'occasione per l'effetto dei flussi di rifugiati da Iraq e Afghanistan. L'incontro, ospitato nella località di Nusa Dua e che si concluderà domani, non è aperto alla stampa. Tra gli argomenti in discussione anche il problema dei rohingya, la minoranza musulmana di lingua bengali residente in Myanmar ma che Yangon non riconosce tra le sue 130 etnie nazionali; tra dicembre e gennaio centinaia di migranti rohingya, sbarcati sulle coste tailandesi, sono stati riportati a largo dalle forze di sicurezza, con la conseguenza che molte decine hanno perso la vita in mare mentre altri hanno a stento raggiunto le coste indiane e indonesiane. La Thailandia e l'Indonesia hanno chiesto che il problema fosse affrontato regionalmente. Da parte sua l'Australia appare piuttosto turbata dalla ripresa di sbarchi dei cosiddetti 'boat people' sull'isola australiana di Christmas dopo che l'attuale governo laburista ha ammorbidito una severa normativa anti-immigrazione, duramente criticata da organizzazioni per i diritti umani nazionali e internazionali; nell'ultimo anno sono state 12 le barche con 379 migranti e richiedenti asilo che hanno raggiunto l'isoletta (situata di rimpetto all'Indonesia ma a 2600 di chilometri dalla costa settentrionale australiana) dove sono trattenuti in campi di identificazione. Ciò è bastato mettere in imbarazzo il governo e riaccendere le polemiche dell'opposizione.

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Corte Usa blocca estradizione del nazista Demjanjuk (sezione: Diritti umani)

( da "Reuters Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CLEVELAND (Reuters) - Gli agenti statunitensi hanno prelevato la presunta ex guardia nazista John Demjanjuk oggi dalla sua casa in Ohio per trasferirlo in Germania, dove è accusato della morte di 29.000 ebrei, ma la sua estradizione è stata bloccata da una corte d'appello Usa. Demjanjuk, che ha 89 anni e che secondo la sua famiglia è di salute cagionevole, è stato trasferito su una sedia a rotelle e avrebbe dovuto volare nella notte verso Monaco, dove i magistrati lo accusano di essere stato complice delle uccisioni nel 1943 al campo di concentramento di Sobibor, una zona della Polonia allora occupata dai nazisti tedeschi. Il figlio di Demjanjuk ha però fatto appello al tribunale di Cincinnati, sostenendo che estradare il padre in Germania è equiparabile alla tortura, viste la sue precarie condizioni. Secondo l'accusa Usa, la corte non ha giurisdizione. Originario dell'Ucraina, Demjanjuk fu condannato a morte in Israele nel 1988 come la sadica guardia "Ivan il terribile" di Treblinka, dove morirono in 870.000. La più alta corte israeliana aveva poi stabilito che probabilmente lui non era "Ivan" di Treblinka, ma funzionari Usa gli tolsero la cittadinanza quando ammise di aver lavorato in altri tre campi e di aver nascosto queste informazioni al suo ingresso in America nel 1951. Demjanjuk avrebbe dovuto essere estradato il 5 aprile scorso, ma ha ottenuto una proroga per le sue precarie condizione di salute.

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