CENACOLO
DEI COGITANTI |
Dopo Sitara, la altre
donne che i codardi talebani vogliono morte
( da "Foglio, Il" del
13-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: anniversario della Dichiarazione
universale dei diritti umani. “In Afghanistan ci sono donne che lavorano per
vincere gli anni dell?oppressione e garantire i diritti basilari. Dal 2001,
milioni di afghani hanno votato in due elezioni democratiche e il quaranta per
cento erano donne. Oggi le donne compongono il 28 per cento del Parlamento,
rivestono incarichi in ogni settore,
Kabul, uccisa
parlamentare: lottava per i diritti delle donne
( da "Giornale.it, Il"
del 13-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Uccisa una donna impegnata nella
difesa dei diritti umani, che era stata eletta nel Consiglio provinciale di
Kandahar. Sitara Achkzai è stata uccisa a colpi di arma da fuoco da sconosciuti
nel capoluogo della provincia, una delle più turbolente per la forte presenza
di talebani. Da giorni infuria nel Paese la polemica sui diritti delle donne
dopo l?
Pakistan/ Zardari firma
accordo per sharia in Valle di Swat
( da "Virgilio Notizie"
del 13-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Osservatori occidentali e gruppi
per la difesa dei diritti umani hanno duramente criticato l'accordo che rischia
di trasformare la valle in un rifugio per estremisti islamici. Appena pochi
giorni fa è stato diffuso il video, ripreso con un cellulare, di una ragazza di
17 anni frustrata in pubblico perché 'sorpresa' con un uomo che non era il
marito.
PAKISTAN/ ZARDARI FIRMA
ACCORDO PER SHARIA IN VALLE DI SWAT
( da "Wall Street Italia"
del 13-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Osservatori occidentali e gruppi
per la difesa dei diritti umani hanno duramente criticato l'accordo che rischia
di trasformare la valle in un rifugio per estremisti islamici. Appena pochi
giorni fa è stato diffuso il video, ripreso con un cellulare, di una ragazza di
17 anni frustrata in pubblico perché 'sorpresa' con un uomo che non era il
marito.
"Ma politicamente
sono ancora a Tienanmen" ( da "Stampa,
La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Ma politicamente sono ancora a
Tienanmen" La Cina ci sta dicendo che considera i diritti umani un affare
interno e non vuole intromissioni». Così Elizabeth Economy, titolare degli
Studi asiatici al «Council on Foreign Relations» di New York liquida il «Piano
d'azione nazionale per i diritti umani» pubblicato dal governo di Pechino.
Pechino promette più
diritti umani per tutti i cinesi ( da "Stampa,
La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Pechino promette più diritti umani
per tutti i cinesi A vent'anni dalla repressione del movimento democratico di
Tiananmen la Cina presenta il suo primo piano d'azione concreto sui diritti
umani promettendo ai propri cittadini maggiori protezioni legali, più canali
attraverso cui esprimere le proprie idee e più fondi proprio per l'educazione
sociale sui diritti umani.
Vietato dare una mano ai
clandestini, si ribella la Francia della solidarietà
( da "Secolo XIX, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Francia vive in bilico tra il
sacrosanto rispetto dei diritti umani e la repressione a tutti i costi. Ci
stanno pensando i comuni cittadini a ricordare al governo che il loro Paese è
proprio la culla di tali diritti. La pietra dello scandalo è l'articolo L 622-1
del codice di soggiorno degli stranieri che in parole povere colpisce chiunque
faciliti, direttamente o indirettamente,
Assassinata un'altra
attivista dei diritti umani ( da "Arena,
L'" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Istigazioni religiose anti-donne
Assassinata un'altra attivista dei diritti umani Kandahar: i talebani sparano a
una consigliera provinciale KABUL Una donna impegnata nella difesa dei diritti
umani, che era stata eletta nel Consiglio provinciale di Kandahar è stata
uccisa domenica nella città dell'Afghanistan sudorientale.
Primo convegno per le
vittime del thalidomide ( da "Arena,
L'" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: anni di storia tra medicina e
diritti umani. È il titolo del primo convegno nazionale, organizzato
dall'Associazione Tai onlus (Thalidomidici Italiani onlus, associazione per la
tutela dei diritti civili dei Thalidomidici di tutta Italia), di cui è
presidente Nadia Malavasi, e dal Centro Sociale di animazione e formazione del
distretto socio-sanitario dei Colli,
Linea dura contro i pirati
del Golfo di Aden ( da "Libertà"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: prendono prigionieri i corsari
hanno il diritto di processarli nei loro tribunali, o di consegnarli a quelli
dei Paesi della regione, ma solo se si impegnano a rispettare i diritti umani.
Con queste regole, e la prospettiva di doversi comunque impegnare in una
piccola guerra, fino a ieri le unità da guerra presenti in zona si erano
limitate a scortare quante più navi possibili (
ecco la carta che può
salvare la terra ( da "Tirreno,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Istituto buddista italiano Soka
Gakkai promuove a sostegno dei diritti umani e della pace. Seeds of Change, I
Semi di Cambiamento. La Carta della Terra e il potenziale umano. Palazzo
dell'Abbondanza, Massa Marittima. Inaugurazione 18 aprile, ore 17. Apertura al
pubblico: 18 - 25 aprile 2009. Orari tutti i giorni dalle 9 alle 21.
sepe in duomo: "amare
il risorto contro egoismi e l'arroganza dei potenti"
( da "Repubblica, La"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: riescono a condurre una esistenza
dignitosa e rispettosa dei diritti umani fondamentali, com´è il diritto alla
vita e al lavoro». Di fronte al Duomo gremito e a numerosi turisti, l´arcivescovo
ha poi chiuso la sua omelia con il tradizionale saluto in vernacolo, "'A
Madonna v´accumpagne". Lo stesso cardinale, ieri mattina, su iniziativa
delle Unioni cattoliche operai della diocesi,
Un patto non scritto teneva
in piedi un equilibrio instabile ( da "Tempo,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: prendono prigionieri i corsari
hanno il diritto di processarli nei loro tribunali, o di consegnarli a quelli
dei Paesi della regione, ma solo se si impegnano a rispettare i diritti umani.
Con queste regole, e la prospettiva di doversi comunque impegnare in una
piccola guerra, fino a ieri le unità da guerra presenti in zona si erano
limitate a scortare quante più navi possibili (
assassinata femminista
afghana ( da "Nuova
Sardegna, La" del 14-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Sitara Achakzai, una attivista dei
diritti umani in Afghanistan e stata stata uccisa domenica a Kandahar. La
donna, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano.
Rientrata nel
noi espropriati del libero
arbitrio - davide guadagni ( da "Tirreno,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Il partito della tortura",
scritto sull'onda del caso Englaro. è certamente il più politico e attuale e
funziona da locomotiva per le argomentazioni più filosofiche e complesse degli
altri. Il saggio di apertura è anche cronaca, la cronaca di un disastro
politico: quello che ha portato dal caso Englaro a una legge pazzesca che,
Movimento per la pace
Crollo di adesioni ( da "Giorno,
Il (Como)" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: della mondialità e del rispetto dei
diritti umani nel proprio territorio e nel mondo», si legge sul sito
dell'associazione. Il Coordinamento, attivo con progetti di cooperazione
internazionale ma anche di documentazione locale, conta su una quarantina di
Amministrazioni, di cui Cantù è la più grande, e una cinquantina di
associazioni del territorio,
assassinata attivista
afghana per i diritti umani ( da "Tirreno,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Attualità Assassinata attivista
afghana per i diritti umani KABUL. Uccisa a sangue freddo in Afghanistan
un'attivista per i diritti umani. Sitara Achakzai, 52 anni, è stata assassinata
a Kandahar. Aaveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata
nel
Federico Moccia è la star
della fiera del libro per ragazzi
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani, mentre nel
pomeriggio, ci saranno tre incontri con gli autori locali: alle 16, don
Adalberto Bucciarelli presenterà il libro Sant'Emidio alle Grotte', alle 17,
Stefano Papetti ed Erminia Luna presenteranno un libro sulla figura di Domenico
Ferri-un artista dimenticato' e, alle 18, appuntamento con Luciano Cappelli che
presenterà il suo libro Missioni Militari per la
Fiaccolata per i diritti
umani ( da "Resto
del Carlino, Il (Modena)" del
14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Vetrina Guastalla pag. 17
Fiaccolata per i diritti umani Giovedì alle
Uccisa a Kandahar paladina
dei diritti umani ( da "Unita,
L'" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Uccisa a Kandahar paladina dei
diritti umani Spunta anche l'omicidio a sangue freddo di una attivista per i
diritti umani, nel drammatico elenco dei morti del fine settimana di sangue in
Afghanistan. Si chiamava Sitara Achakzai ed è stata uccisa l'altro ieri a
Kandahar. La donna, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni del regime
talebano.
CINA Varato un piano
d'azione per i diritti umani ( da "Manifesto,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: azione per i diritti umani Alla
vigilia del 20 anniversario della repressione delle proteste di Piazza Tian'anmen,
la Cina si è impegnata a promuovere i diritti umani con il primo «piano
d'azione nazionale per i diritti dell'Uomo». Secondo quanto riferito
dall'agenzia Xinhua, il progetto prevede una maggiore tutela legale e
soprattutto diritti politici,
QUESTIONE MORALE
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: direttore di un'associazione per i
diritti umani di Varanasi, commenta il fatto che alle prossime elezioni
politiche di aprile-maggio la città schiera una sfilza di candidati che hanno
avuto seri problemi con la giustizia. Le accuse nei confronti dei candidati
favoriti vanno dall'omicidio alla truffa,al sequestro di persona.
Superman y el sexo con
látigos ( da "Clarin,
El" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: mujeres desnudas con látigos y
tortura exótica. El libro, titulado Secret Identity: The Fetish Art of
Superman's Co-Creator Joe Shuster es un compendio de los cómics realizados por
Shuster en los 50, en una época en que el dibujante pasó por problemas
económicos. Los cómics se publicaron bajo el nombre de Nights of
Horror y se vendían por tres dólares.
Difficoltà a scuola, test
ai bimbi immigrati ( da "Corriere
della Sera" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Associazioni come Giù le Mani dai
Bambini (tra le più importanti in Italia per la difesa del diritto alla salute
in età pediatrica) e il Comitato dei cittadini per i diritti umani denunciano:
«È sbagliato medicalizzare i disagi socioculturali», «Il rischio è lo screening
di massa». Il timore, insomma, è la nascita di una nuova forma di
discriminazione.
Difendeva le donne afghane
Uccisa dai killer talebani ( da "Corriere
della Sera" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Sotto choc Malalai Joya, attivista
per i diritti umani e parlamentare eletta nel
Assassinata femminista
afghana ( da "Trentino"
del 14-04-2009) + 3 altre fonti
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Sitara Achakzai, una attivista dei
diritti umani in Afghanistan e stata stata uccisa domenica a Kandahar. La
donna, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano.
Rientrata nel
Assassinata un'altra
attivista dei diritti umani ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Istigazioni religiose anti-donne
Assassinata un'altra attivista dei diritti umani Kandahar: i talebani sparano a
una consigliera provinciale KABUL Una donna impegnata nella difesa dei diritti
umani, che era stata eletta nel Consiglio provinciale di Kandahar è stata
uccisa domenica nella città dell'Afghanistan sudorientale.
Usa e Francia hanno
deciso: guerra aperta alle Tortughe (
da "Giornale di Brescia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: prendono prigionieri i corsari
hanno il diritto di processarli nei loro tribunali, o di consegnarli a quelli
dei Paesi della regione, ma solo se si impegnano a rispettare i diritti umani.
Con queste regole, e la prospettiva di doversi comunque impegnare in una
piccola guerra, fino a ieri le unità da guerra presenti in zona si erano
limitate a scortare quante più navi possibili (
Afghanistan, uccisa
un'attivista per i diritti umani ( da "Giornale.it,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: uccisa un'attivista per i diritti
umani di Redazione Sitara Achakzai, 52 anni, era finita da tempo nel mirino dei
talebani per la sua attività a favore delle donne Si batteva per i diritti
umani in Afghanistan e per questo è stata uccisa a sangue freddo. Si chiamava
Sitara Achakzai ed è stata uccisa l'altro ieri a Kandahar.
Anteprima: firmata la
Charta dei diritti La Cina sulla strada della democrazia">Anteprima:
firmata la Charta dei diritti La Cina sulla strada della democrazia
( da "Affari Italiani (Online)"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Diritti Sociali, Culturali ed
Economici - Diritti Civili e Politici - Diritti per le minoranze etniche,
donne, bambini, anziani e disabili, - Educazione sui diritti umani - Situazione
internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani Ad una sua prima
lettura, questo documento sembra andare ben oltre il suo stesso contenuto,
Anteprima: firmata la
Charta dei diritti La Cina sulla strada della democrazia">Anteprima:
firmata la Charta dei diritti La Cina sulla strada della democrazia pag.1
( da "Affari Italiani (Online)"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sia quale diritto inalienabile e
priorità per il paese, ma quale mezzo con il quale diffondere,
"disseminare", la conoscenza dei diritti umani all'intera
popolazione, anche attraverso i diversi media, internet compreso. Per quanto
riguarda invece la persona, la Charta cinese, ribadisce il fatto che
l'individuo debba essere difeso e protetto da qualsiasi tipo di abuso,
Difendeva le donne afghane
Uccisa dai killer talebani ( da "Corriere.it"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Sotto choc Malalai Joya, attivista
per i diritti umani e parlamentare eletta nel
Pechino, più diritti umani
ai cinesi ( da "Stampaweb,
La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: azione concreto sui diritti umani
promettendo ai propri cittadini maggiori protezioni legali, più canali
attraverso cui esprimere le proprie idee e più fondi proprio per l?educazione
sociale sui diritti umani. È un segnale del governo alla Cina e all?America, il
Paese con cui Pechino sta meditando un?
Arresto e tortura di 5
sindacalisti di ritorno dal 1 congresso del sindacato birmano clandestino
( da "Articolo21.com"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Arresto e tortura di 5 sindacalisti
di ritorno dal 1° congresso del sindacato birmano clandestino di redazione* 5
sindacalisti che avevano partecipato al 1° Congresso dell'FTUB dopo essere
rientrati a Rangoon, sono stati arrestati nelle loro case, portati in centri di
interrogatorio, probabilmente torturati.
Pakistan, in vigore la
legge islamica ( da "Corriere.it"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Usa in particolare -e dagli
attivisti per i diritti umani, i quali sostengono che la valle di Swat potrebbe
diventare un feudo per i Talebani e per Al Qaeda. LEGGE ISLAMICA - I tribunali
islamici hanno di fatto già iniziato ad operare da marzo, applicando la Sharia,
la legge coranica, prevista del resto dalla Costituzione pakistana.
È UN FILM PER NON
DIMENTICARE QUELLO CHE ACCADDE IN ARGENTINA TRA IL '76 E IL 1982, CON I...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 14-04-2009) + 3 altre fonti
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: coinvolto nei fatti criminali e
nelle violazione dei diritti umani della giunta del generale Videla. Altri
film, come «Garage Olimpo» di Marco Bechis, hanno provato a rievocare gli
orrori di quel periodo ma «la novità di "Complici del silenzio" -
precisa il regfista napoletano - sta nello stridente contrasto dell'Argentina
di quell'anno: da un lato la gioia dei Mondiali di calcio,
Fenomeno da regolare per
governare il disagio e combattere lo sfruttamento
( da "Gazzettino, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: tradursi in una grave violazione
dei diritti umani. Non sono propenso a credere che ciò derivi da una cattiva
informazione sul problema, sebbene il ruolo giocato dai media sia rilevante,
sempre pronti a stare sulla notizia, come per le multe delle ordinanze dei
sindaci senza però mai spiegare le conseguenze che queste potrebbero avere
qualora chi le riceve sia vittima di sfruttamento.
La musica interrotta. Da
oggi su MicroMega.net il blog di Paolo Di Modica, malato di Sla
( da "Campaniapress"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: indomani della più grande tragedia
che l'umanità ricordi, nella Dichiarazione universale dei diritti umani: «Tutti
gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti [ ] senza
distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di
religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o
sociale,
Anteprima: firmata la
Carta dei diritti "C'è Obama dietro la svolta
cinese"">Anteprima: firmata la Carta dei diritti "C'è Obama dietro
la svolta cinese" ( da "Affari
Italiani (Online)" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Diritti Sociali, Culturali ed
Economici - Diritti Civili e Politici - Diritti per le minoranze etniche,
donne, bambini, anziani e disabili, - Educazione sui diritti umani - Situazione
internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani Ad una sua prima
lettura, questo documento sembra andare ben oltre il suo stesso contenuto,
DURBAN 2/ APPELLO
CONSIGLIO D'EUROPA: NON BOICOTTARE CONFERENZA
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Non boicottare conferenza di Apcom
Intervento del commissario ai diritti umani Hammarberg -->Bruxelles, 14 apr.
(Apcom) - Gli Stati membri del Consiglio d'Europa non dovrebbero boicottare la
Conferenza Onu sul razzismo (Durban II) prevista a Ginevra dal 20 al 24 aprile,
mantenendo un approccio "costruttivo" in nome della lotta al
razzismo, alla xenofobia e all'intolleranza.
CINA/ PECHINO PRESENTA IL
PRIMO PIANO PER LA DIFESA DIRITTI UMANI
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Il documento di 54 pagine è
suddiviso in cinque sezioni: diritti economici, culturali e sociali; diritti
civili e politici; diritti e interessi delle minoranze etniche, delle donne,
dei minori, delle persone anziane e dei disabili; educazione ai diritti umani;
rispetto dei doveri internazionali sui diritti umani e cooperazione
internazionale nel campo dei diritti.
Cina/ Pechino presenta il
primo piano per la difesa diritti...
( da "Virgilio Notizie"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Il documento di 54 pagine è
suddiviso in cinque sezioni: diritti economici, culturali e sociali; diritti
civili e politici; diritti e interessi delle minoranze etniche, delle donne,
dei minori, delle persone anziane e dei disabili; educazione ai diritti umani;
rispetto dei doveri internazionali sui diritti umani e cooperazione
internazionale nel campo dei diritti.
Quando i clandestini
eravamo noi italiani... ( da "Famiglia
Cristiana" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: immigrazione di massa costituisce
un problema difficile da affrontare e risolvere sia sul piano dei diritti
umani, sia su quello della sicurezza dei cittadini, sia infine su quello
economico (gli immigrati servono al nostro Paese), è altrettanto chiaro che
esistono dei limiti oltre i quali non è possibile accettare misure che
offendono prima di tutto la dignità umana.
Anteprima/ La Cina firma
la Carta dei Diritti">Anteprima/ La Cina firma la Carta dei Diritti
( da "Affari Italiani (Online)"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Diritti Sociali, Culturali ed
Economici - Diritti Civili e Politici - Diritti per le minoranze etniche,
donne, bambini, anziani e disabili, - Educazione sui diritti umani - Situazione
internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani Ad una sua prima
lettura, questo documento sembra andare ben oltre il suo stesso contenuto,
Moldova/ Appello
opposizione a Comunità internazionale su
( da "Virgilio Notizie"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: le violazioni diffuse dei diritti
umani, in particolare dei detenuti". Nel testo della missiva, stilata
ieri, si documentano abusi "sistematici" dei diritti delle persone
incarcerate per le manifestazioni violente della settimana scorsa, che hanno
spinto il presidente Vladimir Voronin ad accettare una riconta delle elezioni
legislative del 5 aprile.
Moldova/ Basescu chiede
inchiesta europea su violenze ...
( da "Virgilio Notizie"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sulla repressione" degli
oppositori anti-comunisti e sulla "violazione dei diritti dell'uomo e
della libertà di espressione", ha aggiunto il capo di stato romeno.
Basescu, inoltre, ha dichiarato che non permetterà che si innalzi "una nuova
cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca il confine tra Romania e
Moldova.
Giappone/ Commozione per
Noriko, divisa dai genitori ( da "Virgilio
Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Oltre a porre gravi dubbi sulla
qualità del rispetto dei diritti umani in un uno dei paesi economicamente più
avanzati al mondo. "Ogni misura per garantire preminentemente l'interesse
del minore deve essere presa in considerazione", ha accusato Makoto Teranaka,
segretaria generale di Amnesty International Japan, secondo quanto riporta il
quotidiano Mainichi Shinbun.
MOLDOVA/ APPELLO
OPPOSIZIONE A COMUNITÀ INTERNAZIONALE SU ABUSI
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: le violazioni diffuse dei diritti
umani, in particolare dei detenuti". Nel testo della missiva, stilata
ieri, si documentano abusi "sistematici" dei diritti delle persone
incarcerate per le manifestazioni violente della settimana scorsa, che hanno
spinto il presidente Vladimir Voronin ad accettare una riconta delle elezioni
legislative del 5 aprile.
MOLDOVA/ BASESCU CHIEDE
INCHIESTA EUROPEA SU VIOLENZE ... -2-
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sulla repressione" degli
oppositori anti-comunisti e sulla "violazione dei diritti dell'uomo e
della libertà di espressione", ha aggiunto il capo di stato romeno.
Basescu, inoltre, ha dichiarato che non permetterà che si innalzi "una
nuova cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca il confine tra
Romania e Moldova.
GIAPPONE/ COMMOZIONE PER
NORIKO, DIVISA DAI GENITORI FILIPPINI
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Oltre a porre gravi dubbi sulla
qualità del rispetto dei diritti umani in un uno dei paesi economicamente più
avanzati al mondo. "Ogni misura per garantire preminentemente l'interesse
del minore deve essere presa in considerazione", ha accusato Makoto
Teranaka, segretaria generale di Amnesty International Japan, secondo quanto
riporta il quotidiano Mainichi Shinbun.
Villani critica due
consulenze della Provincia ( da "Gazzetta
di Parma Online, La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: uno richiedeva un sociologo esperto
in diritti umani e cittadinanza, l?altro un esperto in pedagogia. Alla Giunta
regionale, il consigliere chiede di accertare i requisiti di trasparenza e
imparzialità della vicenda, ipotizzando una «volontà da parte della Provincia
di Parma di attribuire incarichi di consulenza a persone mirate».
Villani contesta due
consulenze della Provincia: "Le domande erano state presentate fuori
termine" ( da "Gazzetta
di Parma Online, La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: uno richiedeva un sociologo esperto
in diritti umani e cittadinanza, l?altro un esperto in pedagogia. Alla Giunta
regionale, il consigliere chiede di accertare i requisiti di trasparenza e
imparzialità della vicenda, ipotizzando una «volontà da parte della Provincia
di Parma di attribuire incarichi di consulenza a persone mirate».
MOLDAVIA: PRESIDENTE
ROMENO VUOLE INCHIESTA UE SU 'REPRESSIONE' CHISINAU.
( da "Asca" del
14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: violazione dei diritti umani e
sulle limitazioni della liberta' di espressione'' avvenute in Moldavia negli
ultimi giorni. Continua cosi' lo scambio di accuse tra i due Paesi dopo che il
leader di Chisinau, Vladimir Voronin, ha puntato il dito contro la Romania
accusata di esser coinvolta nelle violente proteste anti-comuniste che hanno
scosso la capitale la scorsa settimana.
Accade nell'Hamastan
( da "Foglio, Il" del
14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: gli attivisti dei diritti umani
uccisi per strada accanto alle prostitute, i "collaborazionisti"
giustiziati, la sharia, le bombe umane, le rovine, la piovra iraniana, le
torture, il bando del porno, il veleno diffuso via radio, televisione e
moschea, la paura e la miseria, che altro resta per sembrare Fallujah sotto al
Zarqawi?
M.O./ Gaza, polizia Hamas
sospende e arresta undici agenti ( da "Virgilio
Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Le organizzazioni per i diritti
umani non sono riuscite a ottenere da fonte indipendente la conferma della
detenzione degli agenti, ma hanno sottolineato che una simile inchiesta sarebbe
un notevole passo in avanti verso la responsabilità penale per le forze di
sicurezza di Hamas.
Francia/ A 2 anni da
uscita scena, Chirac piace a 3 ( da "Virgilio
Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: il sottosegretario agli Esteri con
delega ai diritti umani, la bella Rama Yade (69%), e il capo della diplomazia
francese Bernard Kouchner (69%); la prima ha perso due punti, mentre il secondo
ne ha guadagnati altrettanti. Tra le personalità più apprezzate all'opposizione
c'è invece il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, che si piazza quarto, con il
68% dei consensi,
Moldova/ Non cala
tensione, Basescu chiede inchiesta Ue
( da "Virgilio Notizie"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: le violazioni diffuse dei diritti
umani, in particolare dei detenuti". Richiesta che è arrivata a gran voce
anche da Bucarest dove Basescu ha risposto, dopo una settimana alle accuse
rivolte dal suo omologo moldavo, secondo cui la Romania sarebbe dietro alle
manifestazioni anti-comuniste che hanno portato anche agli scontri con la
polizia e all'arresto di 200 persone.
NAZISTI/ USA AVVIANO OGGI
PROCESSO ESTRADIZIONE DEMJANJUK -2-
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 89 anni, equivale a un atto crudele
paragonabile alla tortura. Da venerdì, l'ultraottantenne, malato di leucemia e
originario dell'Ucraina, è estradabile dopo che è stato respinto il ricorso
contro la richiesta dalla Germania, che intende processarlo per il massacro di
migliaia di ebrei. (fonte Afp)
FRANCIA/ A 2 ANNI DA
USCITA SCENA, CHIRAC PIACE A 3 FRANCESI SU 4
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: il sottosegretario agli Esteri con
delega ai diritti umani, la bella Rama Yade (69%), e il capo della diplomazia
francese Bernard Kouchner (69%); la prima ha perso due punti, mentre il secondo
ne ha guadagnati altrettanti. Tra le personalità più apprezzate all'opposizione
c'è invece il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, che si piazza quarto, con il
68% dei consensi,
M.O./ GAZA, POLIZIA HAMAS
SOSPENDE E ARRESTA UNDICI AGENTI ( da "Wall
Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Le organizzazioni per i diritti
umani non sono riuscite a ottenere da fonte indipendente la conferma della
detenzione degli agenti, ma hanno sottolineato che una simile inchiesta sarebbe
un notevole passo in avanti verso la responsabilità penale per le forze di
sicurezza di Hamas.
MOLDOVA/ NON CALA
TENSIONE, BASESCU CHIEDE INCHIESTA UE -PUNTO
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: le violazioni diffuse dei diritti
umani, in particolare dei detenuti". Richiesta che è arrivata a gran voce
anche da Bucarest dove Basescu ha risposto, dopo una settimana alle accuse
rivolte dal suo omologo moldavo, secondo cui la Romania sarebbe dietro alle manifestazioni
anti-comuniste che hanno portato anche agli scontri con la polizia e
all'arresto di 200 persone.
PAKISTAN: CASA BIANCA,
SHARIA E' CONTRO DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA.
( da "Asca" del
14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: CONTRO DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA
(ASCA-AFP) - Washington, 14 apr - Netta censura della Casa Bianca nei confronti
della decisione del presidente del Pakistan di imporre in parte del paese la
legge islamica. Il provvedimento, preso per cercare di contrastare l'influenza
dei talebani, viene giudicato ''contrario ai diritti umani e alla democrazia'
14:44 DURBAN 2: USA FORSE
PRESENTI, CI SARA' AHMADINEJAD ( da "Agi"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Ma decine di organizzazioni per i
diritti umani hanno scritto una lettera a Barack Obama per chiedergli che gli
Usa siano presenti "in una delle piu' importanti piattaforme
internazionali per discutere dell'eliminazione del razzismo, della discriminazione
razziale, della xenofobia e delle relative intolleranze".
IMMIGRATI/ BALI,
CONFERENZA ASIA-PACIFICO SU FLUSSO MIGRAZIONI
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: duramente criticata da
organizzazioni per i diritti umani nazionali e internazionali; nell'ultimo anno
sono state 12 le barche con 379 migranti e richiedenti asilo che hanno
raggiunto l'isoletta (situata di rimpetto all'Indonesia ma a 2600 di chilometri
dalla costa settentrionale australiana) dove sono trattenuti in campi di
identificazione.
Corte Usa blocca
estradizione del nazista Demjanjuk
( da "Reuters Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sostenendo che estradare il padre
in Germania è equiparabile alla tortura, viste la sue precarie condizioni.
Secondo l'accusa Usa, la corte non ha giurisdizione. Originario dell'Ucraina,
Demjanjuk fu condannato a morte in Israele nel 1988 come la sadica guardia "Ivan
il terribile" di Treblinka, dove morirono in 870.
( da "Foglio, Il" del
13-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
13 aprile 2009 Dopo
Sitara, la altre donne che i codardi talebani vogliono morte Sitara Achakzai,
consigliera provinciale a Kandahar, è stata uccisa dai codardi talebani, che
l'hanno falciata all'uscita di casa. Sitara è stata assassinata perché si batteva
per i diritti delle donne nel suo paese. Un articolo dal Foglio del 16 dicembre
scorso sulla lista delle donne che i fanatici islamici vogliono morte. Si viene
a sapere del loro coraggio soltanto quando versano per strada, come cani. ***
"I talebani le stanno cercando" di Giulio Meotti (16-12-08) Una aveva
fondato a Kabul una scuola di musica senza nome e insegne. I maschi entravano
dalla porta principale, le ragazze da quella posteriore, per il timore di
attentati e dellacido solforico che i talebani gettano in faccia alle ragazze che
vanno a scuola, perché “un uomo non dovrebbe udire la voce di una donna”. Come
è appena successo a Kandahar. Unaltra promuoveva
lalfabetizzazione in edifici di fortuna dai muri di argilla, paglia e sterco. E così via. Sono
cinque le donne-simbolo che dal 2001 hanno sfidato il fondamentalismo islamico
dei talebani, gli studenti coranici impegnati a edificare la più pura delle
teocrazie e a spegnere ogni luce in Afghanistan. Quelle donne sono state tutte
uccise. Ma i conti dei tagliagole non tornano. Perché una nuova generazione di
icone rosa ha preso il loro posto. Sono magistrati, giornaliste, artiste,
educatrici, medici, parlamentari. E sono già state condannate a morte. Di notte
i talebani affiggono lettere di minaccia sulle loro case e gli americani devono
proteggerle perché la sicurezza locale non è allaltezza. A una di
loro telefonano ogni giorno: “Ti uccideremo”. Molte colleghe sono finite così.
Shaima Rezayee aveva soltanto 24 anni, era la conduttrice del programma “Hop” sulla prima tv indipendente
afgana quando è stata freddata con un colpo alla testa. Raccontava con orgoglio
che “quando la gente mi riconosce per strada ci sono molti che mi insultano, ma
molti di più sono quelli che mi incoraggiano”. Safia Amajan è stata uccisa
perché dirigeva il dipartimento Affari femminili. Un compito a dir poco
rischioso a Kandahar, la culla del talebanesimo. Già negli anni bui in cui le
donne erano private di ogni diritto, Safia gestiva scuole segrete per ragazze
che sfidavano il potere delle famiglie e lislamismo. Prima di
morire, Safia aveva fondato sei scuole a Kandahar, insegnando a oltre mille
donne cultura di base, cucito e cucina. Poi cera Malalai Kakar. Era
entrata in accademia nel 1982. Durante il regime dei talebani le era stato impedito di lavorare. Ma
lei non si era lasciata scoraggiare, così, dopo la caduta degli studenti del
Corano, Malalai fu la prima a indossare di nuovo la divisa. Scampata a molti
tentativi di assassinio, Malalai Kakar divenne famosa quando uccise tre
islamisti che volevano attentare alla sua vita. Ogni mattina Malalai, che si
vantava di essere “lunica donna armata a Kandahar”, controllava
le scritte sui muri di casa. Se cerano minacce, faceva uscire i figli in
fretta per andare a scuola. Era la più alta in grado fra le donne poliziotto e aveva iniziato
a quindici anni quando ancora cerano i sovietici. “Non è un
mestiere facile”, ripeteva. “Ma è importante che noi donne lo facciamo se
vogliamo diventare parte del nuovo Afghanistan”. Un giorno prende parte a una offensiva contro
una base di al Qaida. I colleghi la abbandonano sotto il fuoco nemico assieme
ad altri tre. Lei resiste, spara, i guerriglieri islamici mollano. Malalai
torna in caserma e raduna i colleghi fuggitivi: “Non basta aver la barba per
aver coraggio”. Toccava sempre a lei in ospedale assistere le donne che nessun
medico uomo vuole anche solo sfiorare. Toccava a lei far irruzione nelle case
per liberare le “mogli della vergogna”, incatenate perché abbandonate dai
mariti. Sempre a lei toccava soccorrere le donne lasciate in fin di vita sul
luogo degli incidenti o le testimoni inascoltate di uno stupro. “I talebani mi
odiano, ma le donne afghane mi amano”. Il 28 settembre scorso Malalai Kakar è
stata assassinata come avevano promesso. Ma dopo pochissimi giorni cera
già unaltra donna al suo posto. Che non fornisce il nome completo: è nota
soltanto come “Parwana”. Spiega Abdul Khaliq Hamdard, capo della polizia
criminale di Kandahar, che “Parwana continuerà il lavoro perché è molto coraggiosa, è una donna saggia”. Ma
lei dice di aver paura anche soltanto a uscire di casa. “Ogni giorno che vado
al lavoro penso, oh, ora qualcuno mi uccide. Quando
torno a casa penso la stessa cosa”. La sua nomina non è pubblica.
LAfghanistan non ha bisogno di donne martiri, ma di donne vive che continuano a battersi. “Di
recente una donna anziana mi è venuta a trovare a casa. Mi ha detto, qualcuno
sta parlando di te, sanno il tuo nome, ripetono uccideremo anche Parwana.
E io lo so, uccideranno anche me”. Parwana è madre di quattro bambini, il primo marito è morto contro
i mujaheddin, il secondo su una mina due anni dopo. Parwana oggi ripete “Im
alive”, sono viva, non darà mai tregua ai barbari. “Moltissime volte mi
chiamano e mi dicono, lascia il lavoro o ti uccideremo”. Parwana scompare di
nuovo dietro al burqa quando esce di caserma per occuparsi di quel terzo di
donne vittima di violenza domestica e delle centinaia che si danno fuoco per
sfuggire a violenze. Al suo fianco oggi cè una ragazzina di diciannove anni, si fa chiamare
“Shafoqa”. I talebani lei li ha ribattezzati “quelli che uccidono per nulla”,
sono gli stessi che le hanno conficcato una fatwa sulla porta di casa dei
genitori. è la più brava tiratrice di tutto il paese. Il generale Nasrullah
Zarife dice che “Shafoqa non ha paura di niente”. Eppure sa che può fare la
fine di Bibi Hoor, uccisa a Herat dopo aver ignorato le minacce di morte, prima
donna poliziotta a morire. La first lady Laura Bush ha appena tenuto un
discorso in occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione
universale dei diritti umani. “In Afghanistan ci sono
donne che lavorano per vincere gli anni delloppressione e garantire
i diritti basilari. Dal 2001, milioni di afghani hanno votato in due elezioni
democratiche e il
quaranta per cento erano donne. Oggi le donne compongono il 28 per cento del
Parlamento, rivestono incarichi in ogni settore, dal giornalismo alla polizia.
E sei milioni di bambini, incluse due milioni di femmine, sono a scuola”.
Eppure loppressione
non è svanita con la Costituzione che garantisce uguali diritti a uomini e
donne. Sono donne riconoscenti dello sforzo americano e occidentale. Safia
Amajan aveva definito George W. Bush “un leader che vuole dare uneducazione
alle giovani donne dellAfghanistan”. Troppo, per chi invece il presidente
americano nei comunicati lo chiama “cane crociato”. A rischiare la propria vita
è Shukria Barakzai, la giornalista e politica che dichiarò guerra ai
fondamentalisti islamici dopo che la polizia religiosa del mullah Omar laveva
picchiata perché aveva osato camminare senza accompagnatore maschile. “Quando
lascio la mia casa per andare al lavoro, non sono così sicura di ritornarci”.
Il governo lha già messa in guardia: un attentato suicida viene preparato
contro di lei. Cè
la parlamentare Malalai Joya, sospesa dallincarico per aver definito
alcuni colleghi “allevatori di animali”. Joya è scampata a quattro attentati.
“Se dovessi morire, il mio sangue servirà alla causa dellemancipazione.
Puoi uccidere un fiore,
non puoi fermare la primavera”. Era il dicembre 2003 quando Malalai prese la
parola sotto il tendone bianco alla periferia della capitale, dove si erano
riuniti mullah, mujaheddin e capi tribù nella Loya Jirga. “Il mio nome è
Malalai Joya. In nome di Dio e dei martiri caduti sul sentiero della libertà,
vorrei parlare un paio di minuti”. Tutto cambiò. è minacciata Fatima Gailani,
fondatrice dellAfghanistan Women Council, ex rifugiata col
burqa in Pakistan tornata per lavorare alla stesura della “Costituzione islamica democratica, che
tenga conto dei diritti umani e di quelli delle
donne”, la carta approvata nel 2004 e bollata come “apostata” dagli sgherri di
Bin Laden. Per il suo lavoro di “infedele”, Gailani è in cima alla black list
dei guerriglieri. Ma è piena di speranza, basti pensare che per le elezioni del
2009 si sono già registrate 63 mila donne nella sola provincia di Paktia, fra
le più conservatrici. Daltro canto era stata una ragazza la prima
elettrice delle prime elezioni della storia afghana nel 2004. La deputata Tooarpekay, la sola
parlamentare donna della provincia di Zabul, quando decise di presentarsi alle
elezioni per rappresaglia i talebani le uccisero il fratello. Soraya Sobhrang
ha commesso laffronto di lavorare accanto alle donne in ospedale come ginecologa e di
accettare la guida del dipartimento femminile della commissione dei Diritti umani. Oggi può significare vita o morte il fatto di
fare linfermiera o frequentare un corso in medicina neonatale a Kabul
e tornare nel proprio
villaggio nello Nuristan. Comè successo a Wahida: ha deciso di
diplomarsi dopo aver
visto una zia morire di parto poiché i religiosi si erano limitati a chiamare
unanziana per recitare alla gestante versi del Corano. Habiba
Sarabi è una leader hazara ed è governatrice di Bamiyan. Gli hazara furono trucidati a migliaia dai
talebani. Alcune di queste donne hanno appena rilasciato una conferenza stampa
a Kabul. Non erano ammessi i fotografi perché i loro volti non dovevano
comparire. “Se una donna fosse catturata dai talebani, le taglierebbero la
testa” ha detto Massouda Jalal, la sua fondazione lavora per i diritti delle
donne. “La mia filosofia è che se sei nato, un giorno morirai. E perché allora
non morire da ideale per gli altri?”. Jalal è lunica ad aver accettato di rendere pubblica la
propria faccia. Gli afghani non sono in grado di proteggere Marya Bashir da al
Qaida. è agli americani che è stata affidata la protezione di questa paladina
del diritto di 38 anni, unico procuratore generale donna di tutto il paese. Si
muove con sei guardie del corpo e auto blindate. “Da quando sono stata
nominata, ogni giorno è peggio”. Cè anche Runa Tareen, è
a capo del dipartimento femminile della provincia di Kandahar. Le giornaliste
sono state avvertite con il duplice omidicio di Zakia Zaki, direttrice di Peace Radio, e
della presentatrice televisiva Shakiba Sanga Amaj. Zakia dirigeva anche una
scuola nel villaggio di Jabal Seraj e aveva sei figli. Dormiva al fianco del
più piccolo di venti mesi quando i decapitatori hanno fatto irruzione in camera
da letto e le hanno scaricato sette colpi nel petto e nel cranio davanti agli
occhi di un altro figlio. Zakia aveva la benedizione di Ahmed Massoud, capo
antitalebano ucciso alla vigilia dell11 settembre 2001 da
Osama bin Laden. Nel
mirino cè oggi la giornalista Nelofar Habibi, ha soli 22 anni ma è già
stata pugnalata dopo essere minacciata di morte. “Degli uomini mi hanno
costretto a salire in auto e mi hanno tagliuzzato il braccio. Mi hanno detto
che se mi avessero visto
ancora in tv mi avrebbero ucciso”. Bombe sono state lanciate contro la casa
della presentatrice Khadija Ahad. è un obiettivo la diciottenne Lima Sahar, si
è aggiudicata il ruolo di protagonista della serie televisiva “Afghan Star”.
Accusata di “oltraggio alla sharia” da chi ammette soltanto le nenie coraniche
recitate da voci bianche maschili. Le basi talebane sono ancora oggi spesso
contrassegnate da nastri neri delle cassette di musica appesi ai lampioni. Lima
lavorava come domestica presso un capo mujaheddin. Non sa scrivere e legge a
stento. Ma è lusignolo dellAfghanistan. “Allah mi
ha dato la possibilità di realizzare il mio sogno” dice con una certa
incoscienza. Malalai Kakar era la sua protettrice. Farida Nekzad dirige Pajhwok
Afghan News, lunica agenzia
di stampa indipendente. Riceve minacce ogni giorno. è lei il volto più noto
della libertà di stampa. Tutto iniziò il giorno del funerale di Zakia. Le
telefonarono avvertendola che avrebbe fatto la stessa fine. “Figlia dellAmerica!
Ti uccideremo”. Farida
resta. “Perché possiamo portare il cambiamento con la nostra presenza. Resto
per il futuro, per il mio paese, per le donne”. Mary Akrami ha commesso il
crimine di spiegare il Corano alle bambine. “Non vogliamo che le donne imparino
linterpretazione del Corano dei mullah secondo i loro interessi”. Mary ha paura, ma
continua a lottare perché questanno gli studenti sono stati sei
milioni, contro il misero milione del 2000. E se 600 scuole sono state
distrutte dai talebani, 3.500 sono state costruite dal 2002. Sakeena Jacobi dirigeva
scuole femminili clandestine quando un editto talebano vietava loro di uscire
di casa. Per il suo lavoro è stata elogiata da Bush e Clinton. Oggi è a capo
dellAfghan Institute of Learning, ha aiutato 350 mila bambine a ricevere unistruzione.
Sakeena sa che nel solo 2008 gli addetti alla scuola assassinati sono stati
120. è ancora lungo lelenco delle eroine. Mahbooba Ahadyar, unica atleta
afgana alle competizioni olimpiche in Cina, corre in tuta da ginnastica sulle
colline che circondano
Kabul sotto gli sguardi allibiti degli anziani. Impossibile restare
indifferenti alla storia di Nadia Anjuman. Pur di studiare letteratura,
attività proibita dalla Stasi talebana, Nadia rischiò prigione e tortura. Poi i
talebani sono caduti, ma lei è stata raggiunta lo stesso e uccisa per i suoi
versi. Raccontava che “le catene di sei anni di schiavitù dellera
dei talebani, che mi avevano legato le gambe, hanno fatto sì che componessi
passi ed entrassi nel territorio della poesia. è difficile la strada che ho davanti a me e
i miei passi non sono ancora, abbastanza, fermi”. La paura e il dolore
quotidiano, la ferocia nemica, i tanti incredibili successi e lorgogliosa
resistenza di queste donne “normali” sono uno dei racconti più belli della nostra guerra al terrore. di Giulio
Meotti
( da "Giornale.it, Il"
del 13-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 15 del 2009-04-13
pagina 0 Kabul, uccisa parlamentare: lottava per i diritti delle donne di
Redazione Sitara Achakzai, consigliera provinciale a Kandahar, è stata
assassinata da alcuni uomini armati all'uscita della sua abitazione. L'esercito
afgano reagisce a un'imboscata e uccide 22 talebani Kabul - Uccisa una donna
impegnata nella difesa dei diritti umani, che era
stata eletta nel Consiglio provinciale di Kandahar. Sitara Achkzai è stata
uccisa a colpi di arma da fuoco da sconosciuti nel capoluogo della provincia,
una delle più turbolente per la forte presenza di talebani. Da giorni infuria
nel Paese la polemica sui diritti delle donne dopo lapprovazione
di una legge che stabilisce la subordinazione della moglie al marito e in
pratica ne autorizza
lo stupro. Uccisi 22 talebani Ventidue talebani sono stati uccisi in
combattimenti con le forze afghane e straniere nellAfghanistan
meridionale. Gli scontri sono scoppiati dopo unimboscata tesa ieri sera
dai talebani nel distretto di Shinkay, nella provincia di Zabul. Secondo il capo della polizia
provinciale, 4 degli uccisi erano pachistani e gli altri tutti afghani. Il sud
dellAfghanistan è la principale base operativa contro i talebani che
hanno governato lAfghanistan dal 1996 al 2001. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Virgilio Notizie"
del 13-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Islamabad, 13 apr.
(Ap) - Il presidente pachistano Asif Ali Zardari ha firmato l'accordo che
prevede l'applicazione della sharia, la legge coranica, nella Valle di Swat,
nel nord-ovest del Paese, in cambio della pace con i talebani. La conferma
della firma è arrivata dal portavoce del presidente, Farahnaz Ispahani. E' così
stato superato l'ultimo passaggio di questa legge che, approvata dal governo
della provincia al confine con l'Afghanistan, è di fatto entrata in vigore il
16 marzo. Osservatori occidentali e gruppi per la difesa
dei diritti umani hanno duramente criticato l'accordo che rischia di trasformare
la valle in un rifugio per estremisti islamici. Appena pochi giorni fa è stato
diffuso il video, ripreso con un cellulare, di una ragazza di 17 anni frustrata
in pubblico perché 'sorpresa' con un uomo che non era il marito.
( da "Wall Street Italia"
del 13-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pakistan/ Zardari
firma accordo per sharia in Valle di Swat di Apcom Nella zona sarà imposta la
legge islamica -->Islamabad, 13 apr. (Ap) - Il presidente pachistano Asif
Ali Zardari ha firmato l'accordo che prevede l'applicazione della sharia, la
legge coranica, nella Valle di Swat, nel nord-ovest del Paese, in cambio della
pace con i talebani. La conferma della firma è arrivata dal portavoce del
presidente, Farahnaz Ispahani. E' così stato superato l'ultimo passaggio di
questa legge che, approvata dal governo della provincia al confine con
l'Afghanistan, è di fatto entrata in vigore il 16 marzo. Osservatori
occidentali e gruppi per la difesa dei diritti umani hanno duramente
criticato l'accordo che rischia di trasformare la valle in un rifugio per
estremisti islamici. Appena pochi giorni fa è stato diffuso il video, ripreso
con un cellulare, di una ragazza di 17 anni frustrata in pubblico perché
'sorpresa' con un uomo che non era il marito.
( da "Stampa, La" del
14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
"Ma politicamente sono ancora a Tienanmen" La Cina ci sta
dicendo che considera i diritti umani un affare
interno e non vuole intromissioni». Così Elizabeth Economy, titolare degli
Studi asiatici al «Council on Foreign Relations» di New York liquida il «Piano
d'azione nazionale per i diritti umani» pubblicato
dal governo di Pechino. Perché dà un giudizio negativo? «Il piano
pubblicato con grande enfasi non contiene nulla di nuovo. Il governo da sempre
afferma che i diritti umani in Cina non riguardano il
resto del mondo, sono solo loro a poterli definire. Ora fa un passo in più e
dice che se ne occuperà con un programma pluriennale. Ma ciò non significa
rispettarli bensì solo programmare in maniera ancora più minuziosa cosa i
miliardi di cinesi potranno e non potranno fare». Eppure un simile testo non
era mai stato redatto dai cinesi... «Se lo fanno in questo momento è perché
siamo alla vigilia del ventennale della repressione avvenuta sulla Piazza
Tienanmen e vogliono assicurarsi che non vi siano contracolpi di sorta. Per
questo il Partito comunista poco tempo fa ha riaffermato il suo ruolo
prioritario nella società nazionale, escludendo qualsiasi avvicinamento alla
democrazia. La Cina si sta dicendo che continua nella strada intrapresa a
Tiananmen, vi sono le libertà economiche necessarie a moltiplicare la crescita
ma non quelle politiche. Figuariamoci poi per i diritti umani...».
Crede che nalla pubblicazione di questo testo vi sia un messaggio dal governo
di Hu Jintao all'amministrazione di Barack Obama? «E' un aspetto che non
possiamo escludere. Washington ha appena fatto sapere di voler rientrare nel
Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e
forse Pechino vuole creare una situazione tale per evitare ogni possibile
attrito su questo terreno. Ma si tratta di mosse tattiche, non di svolte
strategiche. Non siamo alla vigilia di decisioni tese a garantire più libertà ai
monaci tibetani o maggiore libertà di espressione ai numerosi gruppi di
dissidenti politici. E' l'esatto contrario. Pechino punta a neutralizzare il
caso-diritti umani creando un impianto di iniziative e
regole direttamente espressione dello Stato, ovvero del partito comunista».
Vede dei paralleli con quanto avveniva in Unione Sovietica sul fronte dei
diritti umani... «Solo in parte. Anche l'Urss, certo,
avocava unicamente a sé la definizione del rispetto dei diritti umani nazionali, ma sul piano economico non concedeva certo
ai suoi cittadini le libertà delle quali possono oggi godere i cinesi. Il
rapporto pubblicato conferma che Pechino vuole conservare questa sua
specificità».
( da "Stampa, La" del
14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pechino
promette più diritti umani per tutti i
cinesi A vent'anni dalla repressione del movimento democratico di Tiananmen la
Cina presenta il suo primo piano d'azione concreto sui diritti umani promettendo ai
propri cittadini maggiori protezioni legali, più canali attraverso cui
esprimere le proprie idee e più fondi proprio per l'educazione sociale sui
diritti umani. È un segnale del governo alla Cina
e all'America, il Paese con cui Pechino sta meditando un'alleanza, ben conscia
che la differenza dei sistemi politici costituisce il maggiore ostacolo
all'avvicinamento strategico. Il «piano di azione per il 2009 e 2010» è
organizzato come i piani economici cinesi, con capitoli chiari, bilanci precisi
e azioni concrete da attuare in questo biennio. Esordisce con una dichiarazione
di principi che sembra pensata per rieccheggiare la Costituzione americana: «La
piena realizzazione dei diritti umani è l'ideale a
lungo perseguito dall'umanità ed è anche l'obiettivo
per il quale il governo e il popolo cinese hanno a lungo lottato». Questo
ideale e questa lotta però devono essere compresi e letti alla luce delle
condizioni di sviluppo, dell'economia, della geografia, della cultura e della
storia cinese, spiega con pragmaticità il documento subito dopo. Ma, pur con
tutta questa serie di cautele, il documento proposto dal governo della
Repubblica Popolare parla di democrazia e cita la parola «socialista» una sola
volta, come aggettivo per definire la modernizzazione in corso nel Paese. Il
documento sceglie di ignorare i casi singoli di arresti, di repressioni, e
annuncia invece principi generali che dovranno essere rispettati dalle autorità
per tutta una serie di «corpi deboli» della società cinese. Ci sono capitoli
sui contadini, gli operai, la religione, le minoranze etniche, le donne e i
bambini, gli anziani, gli handicappati. C'è spazio per i diritti dei detenuti,
e per quelli delle persone sottoposte a un processo. Le novità più importanti
riguardano i diritti di categorie politicamente delicate per il governo cinese,
come i gruppi religiosi o le minoranze etniche, come tibetani e uiguri, che si
sono spesso ribellate al governo di Pechino. Per le questioni religiose la
novità politicamente più importante riguarda un incoraggiamento alle attività
sociali dei gruppi di credenti. Questo aspetto era rimasto finora in una zona
grigia, perché in realtà va a sconfinare in uno spazio che una volta era dello
Stato e che oggi è stato lasciato libero, ma non era finora chiaramente
definito. Il «piano» invece spiega che «il governo incoraggia e sostiene anche
gli ambienti religiosi a lanciare programmi di assistenza sociale, ed esplorare
metodi e canali per cui le religioni possano meglio servire la società e
promuovere il benessere della popolazione». Per quanto riguarda i tibetani e
gli uiguri (quest'ultimi musulmani, maggioranza nella regione occidentale del
Xinjiang), il documento del governo propone di aumentare la diffusione
dell'educazione bilingue e diffondere giornali e mezzi di comunicazione in
tibetano ed uiguro. L'enunciazione di questi principi può apparire vaga e
rischia certamente di essere soggetta agli eventuali cambiamenti di clima
politico nel Paese. Ma c'è un importante elemento di lungo termine nel nuovo
piano di azione: il governo ha deciso di incoraggiare l'educazione sui diritti umani nelle scuole, tra gli studenti. L'ultimo aspetto del
documento governativo è poi destinato probabilmente ad avere un impatto quasi
immediato su scala globale. Per la prima volta infatti la Cina dichiara il suo
impegno sulle questioni dei diritti . In altre parole vengono sconfessati anni
di politica estera «agnostica» sulla situazione dei diritti umani
in tanti Paesi. Naturalmente questo non significherà che da oggi in poi Pechino
avrà un voltafaccia nei confronti dei suoi vecchi alleati, che hanno politiche
interne a dir poco molto controverse, come per esempio il Sudan o l'Iran. Ma
certamente significa che le relazioni di Pechino con questi Paesi dovranno da
oggi in poi, su piani diversi, allinearsi di più ai principi promossi
dall'Occidente.
( da "Secolo XIX, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Vietato dare una
mano ai clandestini, si ribella la Francia della solidarietà il caso Ricaricare
un cellulare, regalare una coperta o dar da mangiare possono rientrare
nell'ipotesi di reato. E in tanti protestano 14/04/2009 Parigi. Da qualche
tempo la Francia vive in bilico tra il sacrosanto rispetto
dei diritti umani e la repressione a tutti i costi. Ci stanno pensando i comuni
cittadini a ricordare al governo che il loro Paese è proprio la culla di tali
diritti. La pietra dello scandalo è l'articolo L 622-1 del codice di soggiorno
degli stranieri che in parole povere colpisce chiunque faciliti, direttamente o
indirettamente, il soggiorno di uno straniero in situazione irregolare.
Le pene vanno da una multa di 30.000 euro fino a cinque anni di carcere. Non si
tratta solo di colpire i trafficanti di clandestini, ma anche anonimi cittadini
o associazioni caritatevoli, come Emmaüs del rimpianto Abbé Pierre, che
talvolta prestano soccorso a persone in difficoltà, sole e allo sbando. Il
picco della rivolta cittadina è stata la manifestazione dell'8 aprile
organizzata da una quarantina di associazioni quando 5.500 francesi si sono costituiti
simbolicamente prigionieri per rappresentare le altrettante 5.500 persone che
per ordine ministeriale sono suscettibili di essere arrestate o multate per
aver soccorso gli irregolari. Luogo di ritrovo: i Palazzi di giustizia di una
novantina di città per dire no a una politica repressiva che ha ordinato
l'espulsione dalla Francia di almeno 27.000 clandestini, ma soprattutto che
vuole punire chi dà un aiuto umano ora chiamato "delitto di
solidarietà". Un termine che non esiste nel codice e che il ministro
dell'Immigrazione, l'ex-socialista Eric Besson, smentisce. Eppure sono oltre
mille gli inquietanti episodi di intimidazione da parte della polizia.
Cherbourg e il Pas-de-Calais sono le zone in cui si concentrano la maggior
parte dei clandestini che sperano di trovare un passaggio verso l'Inghilterra.
Alcuni erano coscienti di quello a cui andavano incontro, altri speravano in
una nuova America come i nostri avi. Vivono in baracche di fortuna, nei
dintorni del porto, spesso sono arrivati sulle spiagge italiane, quelli che
sono sopravvissuti ai naufragi delle barche di fortuna, e hanno preso un treno
fin quassù per ritrovarsi in un commissariato, ma sempre con l'ostinazione di
raggiungere l'Inghilterra. Una signora caritatevole scoperta a ricaricare i telefonini
di alcuni "fuggiaschi"è stata interpellata dalla polizia. Anche un
pasto caldo, una coperta, una notte al coperto rientrano nel "delitto di
solidarietà". Jean-Claude Renoir, un professore di tecnologia membro
dell'associazione Salam, sarà giudicato in base all'articolo L 622-1. Non ha
rubato soldi ai clandestini per vendere sogni irrealizzabili, non ha fatto
tratta di lavoratori,ma insieme ad altri volontari che fanno visita ai migranti
nella "giungla" delle baraccopolili li ha aiutati a sopravvivere
finché non trovavano una soluzione. Altri "militanti", che si
considerano solo persone di cuore, cercano di dare un po' di sollievo, di
prestare la propria lavatrice, la propria doccia, di proteggere un attimo dalla
pioggia, di dare un sorriso a chi continuerà poi a errare in cerca di fortuna.
E rischiano di pagarlo caro.Luisa Pace 14/04/2009
( da "Arena, L'" del
14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Martedì 14 Aprile
2009 NAZIONALE Pagina 6 AFGHANISTAN. Istigazioni religiose
anti-donne Assassinata un'altra attivista dei diritti umani Kandahar: i
talebani sparano a una consigliera provinciale KABUL Una donna impegnata nella
difesa dei diritti umani, che era stata eletta nel Consiglio provinciale di Kandahar è
stata uccisa domenica nella città dell'Afghanistan sudorientale. Lo ha
annunciato il presidente del Consiglio stesso, Ahmad Wali Karzai. Sitara
Achkzai è stata uccisa a colpi di arma da fuoco da sconosciuti, mentre
dall'ufficio tornava verso casa, nel capoluogo della provincia, una delle più
turbolente per la forte presenza di talebani. Achkzai, 52 anni, aveva vissuto
in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel
( da "Arena, L'" del
14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Martedì 14 Aprile
2009 CRONACA Pagina 17 MEDICINA. Iniziativa dell'associazione Tai Primo
convegno per le vittime del thalidomide Una donna veronese nata senza braccia
tra le persone chiamate a parlare della propria vita Thalidomidici, cinquant'anni di storia tra medicina e diritti umani. È il titolo
del primo convegno nazionale, organizzato dall'Associazione Tai onlus
(Thalidomidici Italiani onlus, associazione per la tutela dei diritti civili
dei Thalidomidici di tutta Italia), di cui è presidente Nadia Malavasi, e dal
Centro Sociale di animazione e formazione del distretto socio-sanitario dei
Colli, venerdi 17 aprile, al Centro Civico d'Arte e Cultura auditorium
«San Gaetano», in via Altinate
( da "Libertà" del
14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Linea dura contro i
pirati del Golfo di Aden Ma quando cinque giorni fa i pirati hanno assaltato un
cargo americano, hanno preso in ostaggio il comandante, cercato di portarlo a
terra su una lancia e rifiutato ogni offerta di negoziato pur avendo ben tre navi
da guerra alle calcagna, la tregua è saltata. Su ordine di Barack Obama in
persona, la Marina USA ha ucciso tre corsari, ne ha preso prigioniero un quarto
e liberato il capitano Philipps. Il presidente ha elogiato il blitz e ha
annunciato che gli Stati Uniti, in collaborazione con i loro alleati, intendono
(finalmente) muovere una guerra senza quartiere alla pirateria. Un portavoce
dei corsari ha immediatamente minacciato vendetta sia contro l'America, sia
contro la Francia, che qualche giorno fa aveva egualmente fatto ricorso alla
forza per liberare uno yacht: «Finora non abbiamo mai ucciso nessuno, ma d'ora
in avanti ogni americano e ogni francese che cadrà nelle nostre mani sarà a
rischio». L'ammiraglio Gortney, comandante della flotta americana dell'Indiano,
ha riconosciuto che bisogna aspettarsi una «escalation di violenza». Sembra
dunque arrivato per la comunità internazionale il momento di eliminare una
piaga che mette in pericolo la navigazione in uno dei tratti di mare più
frequentati del globo, ha fatto impennare noli ed assicurazioni e indotto
addirittura alcune compagnie ad abbandonare la rotta del canale di Suez per
quella, molto più lunga e costosa, del capo di Buona Speranza. Prima di passare
all'azione, dovrà risolvere qualche problema. Da un lato, il diritto
internazionale del mare, codificato nel 1958 e nel 1982, prevede sì la
pirateria, ma come «crimine commesso per fini privati» e non ne facilita la
persecuzione; dall'altro bisognerà vedere chi vorrà assumersi la responsabilità
di un'azione di forza destinata comunque a provocare danni, vittime, polemiche
e probabili ritorsioni contro i marinai prigionieri. Infine, bisognerà
misurarsi con l'ambiguo atteggiamento delle compagnie di navigazione che
reclamano sì protezione per le loro navi, ma finora hanno sempre preferito
pagare il riscatto. Ecco perché i pirati hanno potuto finora ancorare in bella
vista le navi catturate davanti ai loro covi di Eyl e di Haradheere senza
essere disturbati più di tanto. In base alle norme vigenti, le navi da guerra
di qualsiasi Paese possono affrontare ed eventualmente catturare una nave
pirata, ma solo in alto mare. Se invece abbiano anche il diritto di affondarla,
non è chiaro. In considerazione dell'assenza di un governo in grado di fare
rispettare la legge, la risoluzione 1851 dell'ONU consente anche l'ingresso
della flotta nelle acque territoriali somale e - in determinate circostanze -
perfino operazioni a terra, ma nell'incertezza finora solo i francesi hanno
utilizzato questa autorizzazione. I Paesi che prendono
prigionieri i corsari hanno il diritto di processarli nei loro tribunali, o di
consegnarli a quelli dei Paesi della regione, ma solo se si impegnano a
rispettare i diritti umani. Con queste regole, e la prospettiva di doversi comunque
impegnare in una piccola guerra, fino a ieri le unità da guerra presenti in
zona si erano limitate a scortare quante più navi possibili (e in
particolare quelle che portano aiuti alimentari alla popolazione somala), senza
impegnarsi in combattimenti dall'esito certo e dalle conseguenze imprevedibili.
Ora, la fase dell'attendismo sembra conclusa, anche perché, con le forze
fondamentaliste che dilagano nel Paese, c'è il pericolo che, da operazione
puramente commerciale, la pirateria somala si trasformi in uno strumento
pilotato dai terroristi. Visto che il governo somalo ha dichiarato, per bocca
del suo ministro degli Esteri, che il problema va risolto a terra, la prossima
mossa potrebbe essere un attacco internazionale contro le principali
"Tortughe". Aspettiamoci a breve nuovi fuochi d'artificio e speriamo
che i nostri marinai non ci vadano di mezzo. Livio Caputo 14/04/2009
( da "Tirreno, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 9 - Grosseto
Ecco la Carta che può salvare la Terra Al Palazzo dell'Abbondanza la mostra
sullo sviluppo sostenibile Promossa dall'Istituto buddista "Soka
Gakkai" aprirà il 18 aprile MASSA MARITTIMA. Si aprirà sabato 18 aprile,
alle 11 nel Palazzo dell'Abbondanza di Massa Marittima, la mostra "I Semi
del Cambiamento. La Carta della Terra e il potenziale umano".
L'esposizione, promossa dalla Provincia di Grosseto e dai Comuni di Massa Marittima,
Gavorrano e Follonica, è organizzata dall'Istituto Buddista Italiano Soka
Gakkai. Aperta al pubblico fino al 25 aprile, sarà preceduta da un incontro
pubblico in programma a Follonica giovedì 16 aprile alle 17 (Casello Idraulico
di via Roma) sul tema "Un'armonia di culture. Il dialogo come
strumento". La mostra, realizzata dalla Soka Gakkai Internazionale e
dall'Earth Charter Initiative per il Summit mondiale sullo sviluppo
sostenibile, tenutesi a Johannesburg nel 2002, si compone di 13 pannelli con
testi e foto che illustrano la Carta della Terra. Rispetto della vita,
integrità ecologica, giustizia sociale ed economica, democrazia, non violenza e
pace, sono i principi generali che la Carta della Terra propone per costruire
nel XXI secolo una società pacifica e sostenibile. L'obiettivo della mostra è
quello di far conoscere i principi della Carta della Terra e allo stesso tempo
presentare le possibili soluzioni alle maggiori emergenze, per mettere le basi
di una futura società globale. Il messaggio della mostra, ben sintetizzato nel
pannello finale intitolato "Tu puoi", è che tutti siamo importanti
nel determinare il futuro della Terra, attraverso azioni quotidiane e locali
che possono determinare cambiamenti globali. Questo è anche il tema del video,
presentato nel percorso della mostra, "Quiet Revolution - Una rivoluzione
tranquilla" di C. Taylor (vincitore per questo filmato del premio Emmy
Award), con la voce narrante nella versione originale di Meryl Streep. Per
Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai Internazionale, «è fondamentale che
i principi espressi dalla Carta della Terra non rimangano a livello di semplici
accordi intergovernativi ma mettano radici nella vita di ognuno come norme
basilari di condotta». L'esposizione fa parte delle iniziative a carattere
educativo che l'Istituto buddista italiano Soka Gakkai
promuove a sostegno dei diritti umani e della
pace. Seeds of Change, I Semi di Cambiamento. La Carta della Terra e il
potenziale umano. Palazzo dell'Abbondanza, Massa Marittima. Inaugurazione 18 aprile,
ore 17. Apertura al pubblico: 18 - 25 aprile 2009. Orari tutti i giorni dalle 9
alle 21. Ingresso gratuito Visite guidate alla mostra gratuite: per
informazioni www.sgi-italia.org.
( da "Repubblica, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina II - Napoli I
riti di Pasquetta Sepe in Duomo: "Amare il Risorto contro egoismi e
l´arroganza dei potenti" «Chi vive lontano dalla Chiesa potrebbe
domandare: ma chi è questo Risorto? è colui che ha privilegiato gli ultimi,
colui che i potenti hanno cercato di far tacere perché inquieta le coscienze e
contesta gli idoli falsi del mondo». è il "ritratto" di Gesù come
emerge dall´omelia di Pasqua del cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe. Che ha
ammonito: «Il mondo ha più che mai bisogno della Pasqua di Cristo perché non
prevalgano più egoismo e violenza, menzogna e ingiustizia, ma solo pace, gioia
e fraternità». Il Gesù della Croce, dunque, sottolinea Sepe, «non è un illuso
sognatore; non si chiude alla presenza di Dio con un atteggiamento di orgoglio o
di indifferenza. Ma sa commuoversi di fronte ai fratelli che hanno paura e
dividere il suo pane con quanti vivono nel bisogno e non riescono a condurre
una esistenza dignitosa e rispettosa dei diritti umani
fondamentali, com´è il diritto alla vita e al lavoro». Di fronte al Duomo
gremito e a numerosi turisti, l´arcivescovo ha poi chiuso la sua omelia con il
tradizionale saluto in vernacolo, "´A Madonna v´accumpagne". Lo
stesso cardinale, ieri mattina, su iniziativa delle Unioni cattoliche operai
della diocesi, ha incontrato in cattedrale il popolo dei "fujenti", i
devoti della Madonna dell´Arco che durante i riti del lunedì di Pasquetta
attraversano l´intera provincia vesuviana con i carri dedicati all´immagine
della Vergine vesuviana.
( da "Tempo, Il" del
14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
stampa Il commento
Un patto non scritto teneva in piedi un equilibrio instabile Proprio nel
momento in cui un rimorchiatore con dieci marittimi italiani è caduto nelle
mani dei pirati somali, i giochi nel Corno d'Africa sono radicalmente cambiati.
Per anni, nonostante la presenza tra il golfo di Aden e le coste della Somalia
di una delle più consistenti flotte dei tempi moderni, composta da una
cinquantina di unità di una trentina di Paesi, dagli Stati Uniti alla Cina, i
corsari - circa 1.500 uomini divisi in vari clan - hanno continuato ad
assaltare con i loro motoscafi le navi in transito, a prendere gli equipaggi in
ostaggio e a ottenere cospicui riscatti per la loro liberazione. Vigeva una
specie di patto non scritto, per cui i somali trattavano i marinai catturati
con tutti i riguardi e restituivano le navi senza toccarne il carico e in
cambio le marine presenti ricorrevano alla forza solo in circostanze
eccezionali. All'ultima conta, i filibustieri, che già l'anno scorso avevano
incassato circa 150 milioni di dollari da un centinaio di riscatti, detenevano
ancora 17 navi e approssimativamente 270 ostaggi e stavano trattando con i
rispettivi armatori per la loro restituzione. Ma quando sei giorni fa i pirati
hanno assaltato un cargo americano, hanno preso in ostaggio il comandante,
cercato di portarlo a terra su una lancia e rifiutato ogni offerta di negoziato
pur avendo ben tre navi da guerra alle calcagna, la tregua è saltata. Su ordine
di Barack Obama in persona, la Marina Usa ha ucciso tre corsari, ne ha preso
prigioniero un quarto e liberato il capitano Philipps. Il presidente ha
elogiato il blitz e ha annunciato che gli Stati Uniti, in collaborazione con i
loro alleati, intendono (finalmente) muovere una guerra senza quartiere alla
pirateria. Un portavoce dei corsari ha immediatamente minacciato vendetta sia contro
l'America, sia contro la Francia, che qualche giorno fa aveva egualmente fatto
ricorso alla forza per liberare uno yacht: «Finora non abbiamo mai ucciso
nessuno, ma d'ora in avanti ogni americano e ogni francese che cadrà nelle
nostre mani sarà a rischio». L'ammiraglio Gortney, comandante della flotta
americana dell'Indiano, ha riconosciuto che bisogna aspettarsi una «escalation
di violenza». Sembra dunque arrivato per la comunità internazionale il momento
di eliminare una piaga che mette in pericolo la navigazione in uno dei tratti
di mare più frequentati del globo, ha fatto impennare noli ed assicurazioni e
indotto addirittura alcune compagnie ad abbandonare la rotta del canale di Suez
per quella, molto più lunga e costosa, del Capo di Buona Speranza. Prima di
passare all'azione, dovrà risolvere qualche problema. Da un lato, il diritto
internazionale del mare, codificato nel 1958 e nel 1982, prevede sì la
pirateria, ma come «crimine commesso per fini privati» e non ne facilita la
persecuzione; dall'altro bisognerà vedere chi vorrà assumersi la responsabilità
di un'azione di forza destinata comunque a provocare danni, vittime, polemiche
e probabili ritorsioni contro i marinai prigionieri. Infine, bisognerà
misurarsi con l'ambiguo atteggiamento delle compagnie di navigazione che
reclamano sì protezione per le loro navi, ma finora hanno sempre preferito
pagare il riscatto. Ecco perché i pirati hanno potuto finora ancorare in bella
vista le navi catturate davanti ai loro covi di Eyl e di Haradheere senza essere
disturbati più di tanto. In base alle norme vigenti, le navi da guerra di
qualsiasi Paese possono affrontare ed eventualmente catturare una nave pirata,
ma solo in alto mare. Se invece abbiano anche il diritto di affondarla, non è
chiaro. In considerazione dell'assenza di un governo in grado di fare
rispettare la legge, la risoluzione 1851 dell'Onu consente anche l'ingresso
della flotta nelle acque territoriali somale e - in determinate circostanze -
perfino operazioni a terra, ma nell'incertezza finora solo i francesi hanno
utilizzato questa autorizzazione. I Paesi che prendono
prigionieri i corsari hanno il diritto di processarli nei loro tribunali, o di
consegnarli a quelli dei Paesi della regione, ma solo se si impegnano a
rispettare i diritti umani. Con queste regole, e la prospettiva di doversi comunque
impegnare in una piccola guerra, fino a ieri le unità da guerra presenti in
zona si erano limitate a scortare quante più navi possibili (e in
particolare quelle che portano aiuti alimentari alla popolazione somala), senza
impegnarsi in combattimenti dall'esito certo e dalle conseguenze imprevedibili.
Ora, la fase dell'attendismo sembra conclusa, anche perché, con le forze
fondamentaliste che dilagano nel Paese, c'è il pericolo che, da operazione puramente
commerciale, la pirateria somala si trasformi in uno strumento pilotato dai
terroristi. Visto che il governo somalo ha dichiarato, per bocca del suo
ministro degli Esteri, che il problema va risolto a terra, la prossima mossa
potrebbe essere un attacco internazionale contro le principali «Tortughe».
Aspettiamoci a breve nuovi fuochi d'artificio e speriamo che i nostri marinai
non ci vadano di mezzo.
( da "Nuova Sardegna, La"
del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino
di Padova, Il) (Nuova Venezia, La)
Argomenti: Diritti umani
I talebani
rivendicano Assassinata «femminista» afghana ROMA. Sitara
Achakzai, una attivista dei diritti umani in
Afghanistan e stata stata uccisa domenica a Kandahar. La donna, 52 anni, aveva
vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel
( da "Tirreno, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 21 -
Spettacolo Noi espropriati del libero arbitrio Il caso Englaro, la religione e
la legge sul fine vita nell'ultimo libro di Flores D'Arcais Il racconto di
molti casi estremi e quotidiani che oggi dovrebbero avere conclusioni
differenti DAVIDE GUADAGNI Paolo Flores d'Arcais è un uomo intransigente. Come
tutte le persone intransigenti e libere di pensiero, non sempre è digeribile.
Il percorso stesso della sua vita politica è una collezione di posizioni
"altre". Come se avesse una difficoltà a star fermo, ad essere
inquadrato, omologato. è anche per questo che le sue ispide opinioni risultano
spiazzanti e, a volte - fatto salvo il riconoscimento di un'onestà
intellettuale indiscutibile - irritanti. Capita, però, come in questo caso, di
condividerlo appieno e allora si apprezza la sua capacità di analisi, il
puntiglio nella documentazione, la perizia nell'argomentare. Di chi è la nostra
vita. "A chi appartiene la tua vita?" è uscito alcuni giorni fa per i
tipi di Ponte alle Grazie e raccoglie cinque saggi, scritti nel corso del
tempo, sul tema dell'eutanasia e del testamento biologico. Il primo: "Il partito della tortura", scritto sull'onda del caso
Englaro. è certamente il più politico e attuale e funziona da locomotiva per le
argomentazioni più filosofiche e complesse degli altri. Il saggio di apertura è
anche cronaca, la cronaca di un disastro politico: quello che ha portato dal
caso Englaro a una legge pazzesca che, di fatto, espropria ognuno di noi
del libero arbitrio, della possibilità di scegliere il proprio destino. Una
mostruosità che, difficilmente, sarebbe stata possibile in altri momenti
storici. Non a caso l'autore, fin dal sottotitolo, cita le due ombre che hanno
oscurato ogni barlume di ragione e ci hanno condotto a questo esito: Ratzinger e
Berlusconi che, in un gioco delle parti tanto abominevole quanto sincronico,
hanno trasformato un dramma intimo, familiare, che poteva divenire esemplare,
in una regola oscurantista. Giocare con le parole. Flores racconta questo
clamoroso esempio di eterogeneità dei fini a partire dalla sua conclusione, il
lapidario articolo 2 della legge Calabrò, dove sta scritto, tra l'altro:
"L'attività medica, in quanto esclusivamente finalizzata alla tutela della
vita e della salute, nonché all'alleviamento della sofferenza, non può in
nessun caso essere orientata al prodursi o consentirsi della morte del
paziente", malgrado la volontà della persona, va aggiunto. Per farci
intendere meglio, l'autore ci spiega che, con questi parametri, né Luca
Coscioni, né Riccardo Welby avrebbero potuto concludere la loro esistenza nel
modo in cui l'hanno conclusa, ad esempio. Denuncia poi l'imbroglio parolaio di
questa norma che ribalta, facendosene scudo, il dettato della Costituzione. Una
legge che individua nell'alimentazione forzata un "sostegno vitale"
volto ad "alleviare le sofferenze". Signori, se vi piantano un tubo
nella pancia contro la vostra volontà dovrete accettarlo, e guai a chiamarlo
terapia. E il nuovo corso della Natura. Così, con dichiarazioni equilibristiche
al limite del surreale, la maggioranza attuale rincara la dose argomentando a
favore di una legge contronatura. La Costituzione, che recita con chiarezza:
"Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se
non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti
imposti dal rispetto della persona umana", viene bellamente stravolta,
immolata sull'altare - è proprio il caso di dirlo - del potere temporale della
Chiesa che sancisce così un arbitrio insopportabile nella vita delle persone e
nelle leggi di un paese che si mostra prono. Vivere il dramma. Ognuno di noi,
direttamente o indirettamente, ha avuto, o ragionevolmente avrà, nel corso
della propria esistenza, a che fare con casi come quelli che qui si pretende di
regolare per legge. Queste esperienze, che sono tra le meno augurabili al
mondo, se vissute in prima persona fanno comprendere quanto privare del libero
arbitrio l'individuo sia una somma ingiustizia, che può sconfinare davvero
nella tortura. Flores ci racconta molti casi estremi, ma quotidiani, che oggi
dovrebbero avere conclusioni differenti. E, per capire bene, mai come in questa
materia sono efficaci gli esempi. L'interrogativo ozioso che ha riempito pagine
di giornali se le persone siano proprietà dello Stato o di un Dio, se una
maggioranza possa essere deputata a decidere delle sorti individuali di ognuno
di noi si infrange su qualunque esempio concreto. La discussione parlamentare,
di cui nel saggio troviamo ampie tracce, risulta poi piccola e inadeguata di
fronte all'enormità del problema. Ognuno di noi è suo. Negli altri saggi,
Flores tratta gli stessi argomenti sul versante filosofico affrontando i temi
dell'umanità, della fede, della sofferenza, della pietas, della logica,
dell'ipocrisia. Si citano LÖwith e Tonini, si argomenta in mille modi quella
che a molti pare un'ovvietà: ognuno di noi è suo e l'autodeterminazione è un
diritto inalienabile. Interessante la lunga conversazione finale con
l'arcivescovo Tettamanzi. Quasi una lezione di civiltà. Un confronto
cavalleresco dove le posizioni risultano chiare e le obiezioni acute, dove si
scopre che San Tommaso era assai più illuminato della Chiesa attuale. Dove la
Ragione si esercita sulla logica e la Fede oppone i suoi misteri. Il punto
della questione. Com'è ovvio nessuno muta la sua posizione di partenza. Le
opinioni di ognuno rimangono assolutamente legittime, il problema - e qui sta
il punto, il punto dell'intera questione - è che mentre la posizione di una
parte, quella dell'autodeterminazione, non vuole imporsi, quella della vita a
tutti i costi pretende che ci si adegui. Per capirci, io, in qualunque momento
dovessi ritenere che la vita che sto vivendo non sia più sopportabile, vorrò
darle fine, però non penso minimamente che questo debba valere per gli altri.
Tu, invece, pretendi di imporre la tua scelta anche a me. Ed è questo che è
veramente inaccettabile. PAOLO FLORES D'ARCAIS "A chi appartiene la tua
vita?" Ponte alle Grazie. Pagg. 160, €12.50.
( da "Giorno, Il (Como)"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
COMO E PROVINCIA
pag. 5 Movimento per la pace Crollo di adesioni GUANZATE GUANZATE ANCHE
Guanzate, dopo Cantù, sbatte la porta al Coordinamento comasco per la Pace. Lo
strappo con l'associazione presieduta dal sindaco di Lurate Caccivio, Emilio
Botta, si è consumato nei giorni scorsi, con la decisione dell'Amministrazione
guanzatese di non rinnovare la convenzione esattamente come nelle scorse
settimane aveva annunciato il primo cittadino di Cantù, Tiziana Sala. Entrambi
i Comuni sono tra i fondatori della onlus nata nell'ottobre del 1997 come
«primo tentativo in Italia di unire organizzazioni private, ong e associazioni,
e Amministrazioni pubbliche che intendono diffondere la cultura della pace, della mondialità e del rispetto dei diritti umani nel proprio territorio e nel mondo», si legge sul sito
dell'associazione. Il Coordinamento, attivo con progetti di cooperazione
internazionale ma anche di documentazione locale, conta su una quarantina di
Amministrazioni, di cui Cantù è la più grande, e una cinquantina di
associazioni del territorio, che spaziano dalla Caritas alle Acli, da
Amnesty International all'Auser, dalla rete Lilliput ai guanelliani. C. Cat.
( da "Tirreno, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 6 - Attualità Assassinata attivista afghana per i diritti umani KABUL. Uccisa a sangue freddo in Afghanistan un'attivista per i
diritti umani. Sitara Achakzai, 52 anni, è stata assassinata a Kandahar.
Aaveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
ASCOLI pag. 5
Federico Moccia è la star della fiera del libro per ragazzi APPUNTAMENTO DOPO
il grande successo ottenuto nelle passate edizioni, l'amministrazione comunale
e la società Simbiosi organizzano per il terzo anno consecutivo l' Ascoli
Junior Festival, mostra del libro per ragazzi'. Per l'occasione e alla luce
delle passate edizioni saranno in centinaia gli studenti che, da venerdì 17
aprile, raggiungeranno palazzo dei Capitani, sede della mostra-mercato, per
poter consultare i migliaia di volumi a loro dedicati, per partecipare ai vari
laboratori e per assistere alle letture animate. Il programma prevede tre
giorni ricchi di appuntamenti: incontri con autori, illustratori e fumettisti,
letture animate, laboratori creativi, animazione, giochi, stand di libri,
incontri con autori e tanti gadget per tutti. Il 17 aprile, in mattinata,
Claudio Bachetti, missionario laico, parlerà del delicato ed importante tema
dei diritti umani, mentre nel
pomeriggio, ci saranno tre incontri con gli autori locali: alle 16, don
Adalberto Bucciarelli presenterà il libro Sant'Emidio alle Grotte', alle 17,
Stefano Papetti ed Erminia Luna presenteranno un libro sulla figura di Domenico
Ferri-un artista dimenticato' e, alle 18, appuntamento con Luciano Cappelli che
presenterà il suo libro Missioni Militari per la pace'. Attesissimo
inoltre l'appuntamento con Federico Moccia previsto per il 18 aprile, alle ore
17.30, alla sala della Ragione. Lorenza Cappelli
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Vetrina
Guastalla pag. 17 Fiaccolata per i diritti umani Giovedì alle
( da "Unita, L'" del
14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Uccisa
a Kandahar paladina dei diritti umani Spunta anche
l'omicidio a sangue freddo di una attivista per i diritti umani, nel
drammatico elenco dei morti del fine settimana di sangue in Afghanistan. Si
chiamava Sitara Achakzai ed è stata uccisa l'altro ieri a Kandahar. La donna,
52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni del regime talebano. Rientrata nel
( da "Manifesto, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
CINA Varato un piano
d'azione per i diritti umani Alla vigilia
del 20 anniversario della repressione delle proteste di Piazza Tian'anmen, la
Cina si è impegnata a promuovere i diritti umani con il primo
«piano d'azione nazionale per i diritti dell'Uomo». Secondo quanto riferito
dall'agenzia Xinhua, il progetto prevede una maggiore tutela legale e
soprattutto diritti politici, riconoscendo che «la Cina deve affrontare
sempre nuove sfide e ha di fronte a sé una strada lunga nei suoi sforzi per
migliorare i diritti umani». Tuttavia ai diritti
dell'uomo propriamente detti, il governo cinese antepone «la priorità della
tutela dei diritti del popolo alla sussistenza e allo sviluppo», continua il
documento di 52 pagine. «Lo Stato garantirà i diritti dei cittadini a
criticare, a dare consigli, a denunciare o ad accusare gli organi dello stato o
suoi funzionari». Lo scorso dicembre diversi militanti cinesi sono stati
arrestati mentre si apprestavano a celebrare il 60/mo anniversario della
Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-04-14 - pag: 10 autore: QUESTIONE MORALE Denuncia.
«La nostra continuaa essere una società semifeudale imbevuta di violenza»: così
Lenin Raghuvanshi ( foto in alto) , 38 anni,direttore di
un'associazione per i diritti umani di Varanasi, commenta il fatto
che alle prossime elezioni politiche di aprile-maggio la città schiera una
sfilza di candidati che hanno avuto seri problemi con la giustizia. Le accuse
nei confronti dei candidati favoriti vanno dall'omicidio alla truffa,al sequestro
di persona. Lo Statoè diventato il feudo di Mayawati, la leader degli
intoccabili accusata dai suoi ex compagni di partito di essere una traditrice.
«Mayawati ha tradito la causa di noi dalit» afferma Rajesh Bharati ( foto in
basso) , 33 anni, ex militante del partito Bsp e ora candidato indipendente (
foto di Marco Masciaga)
( da "Clarin, El" del
14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
OTRA IMAGEN DEL
HEROE Superman y el sexo con látigos 1 de 1 Y si el bueno de Superman también
tenía sus cositas? Bueno, la editorial Abrams ComicArts ha sacado al mercado un
libro de cómics que rompen con la imagen tradicional del famoso Superman y que
fueron dibujados por el co-creador del superhéroe, Joe Shuster: imágenes de
sadomasoquismo, mujeres desnudas con látigos y tortura
exótica. El libro, titulado Secret Identity: The Fetish Art of Superman's
Co-Creator Joe Shuster es un compendio de los cómics realizados por Shuster en
los 50, en una época en que el dibujante pasó por problemas económicos. Los
cómics se publicaron bajo el nombre de Nights of Horror y se vendían por tres
dólares. El historiador de cómics Craig Yoe fue el responsable de
recopilar y llevar a la luz pública esta obra "underground" de
Shuster. "Joe [Shuster] tenía obviamente oscuras fantasías. En uno de
losprimeros cómics una escena en que Lois estaba en la rodillas de él y él la
azotaba", cuenta Yoe en el diario "USA Today". "Pero no
había nada tan profundo o extremo como lo que se ve en el nuevo libro",
apunta Yoe quien consiguió completar la serie de dibujos en una tienda de
libros de segunda mano. Joe Shuster trabajó en el personaje en 1938, junto con
el escritor Jerry Siegel. Pero sus creadores no se beneficiaron cuando el
personaje se hizo popular en los 40. En los años 50, Shuster apenas tenía
trabajo. TamaÑo de textoEnviar
( da "Corriere della Sera"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
sezione: Cronaca di Milano data: 14/04/2009 - pag: 6 Polemiche Il progetto è
stato finanziato dalla Regione. «Vogliamo garantire una migliore assistenza»
Difficoltà a scuola, test ai bimbi immigrati Screening sui disturbi
d'apprendimento. Le associazioni dei genitori: no alle schedature Il programma
è coordinato dall'Unità operativa di neuropsichiatria infantile del Policlinico
È polemica sulle cure per i 60 mila figli di immigrati che vivono a Milano. Il
programma terapeutico appena finanziato dal Pirellone con 2,7 milioni di euro
per aiutarli a superare i disturbi di apprendimento fa litigare neuropsichiatri
e associazioni umanitarie. In città i bambini
extracomunitari in cura per problemi di comportamento e difficoltà ad
esprimersi sono duemila, il doppio in percentuale rispetto agli italiani. Di
qui l'idea di promuovere un «Progetto sulla salute mentale dei migranti in età
pediatrica ». Ma è subito scontro. Associazioni come Giù le
Mani dai Bambini (tra le più importanti in Italia per la difesa del diritto
alla salute in età pediatrica) e il Comitato dei cittadini per i diritti umani denunciano: «È sbagliato medicalizzare i disagi socioculturali»,
«Il rischio è lo screening di massa». Il timore, insomma, è la nascita di una
nuova forma di discriminazione. Il programma dedicato ai minori con
(presunti) problemi neuro-psicologici è stato presentato lo scorso marzo al
centro congressi di via Corridoni. Lo coordina l'Unità operativa di
neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (Uonpia) del Policlinico, con
il supporto di tutte le altre Uonpia cittadine (Fatebenefratelli, Istituti
clinici di perfezionamento, Niguarda, Sacco, San Carlo e San Paolo). Previste
analisi epidemiologiche, test psicodiagnostici specifici, formazione mirata di mediatori
culturali e operatori sociali. D'accordo sul programma, che prevede un
potenziamento dell'assistenza per i figli di stranieri, il Comune, l'Asl, la
Provincia e l'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Ma chiede
prudenza Luca Poma, portavoce di Giù le Mani dai Bambini: «La neuropsichiatria
non può e non deve essere capofila di un progetto del genere, perché ciò
equivale a dire che i disagi dei bambini immigrati sono risolvibili solo in
ambito medico, e così non è. La medicina dev'essere, invece, l'ultima risorsa,
solo per i casi davvero gravi». Duro Enrico Nonnis, neuropsichiatra infantile
nel direttivo nazionale di Psichiatria Democratica: «Essere immigrati per
fortuna non è ancora una malattia, non facciamola diventare tale per giustificare
progetti milionari». Il Comitato dei cittadini per i diritti umani:
«L'integrazione interculturale non deve essere di competenza della
neuropsichiatria ». Non ci sta a essere messa sotto accusa Antonella
Costantino, tra le promotrici dell'iniziativa: «La presenza di lingue, culture
e storie familiari molto diverse rende difficile poter usare gli strumenti
usuali nel caso di bambini stranieri. I questionari psicologici devono essere
adeguati, lo stesso i test in altre lingue spiega la neuropsichiatra del
Policlinico . Non solo: è necessaria la presenza di mediatori culturali
adeguatamente formati che non siano solo traduttori, ma sappiano fare da ponte
senza interferire. L'obiettivo principale del progetto è mettere insieme e
coordinare le esperienze esistenti, per garantire una presa in carico adeguata
dei bisogni di salute mentale dei migranti in età infantile e adolescenziale ».
Difende l'iniziativa anche Maurizio Bonati, alla guida del Laboratorio per la
salute materno infantile dell'Istituto farmacologico Mario Negri: «Non viene
promosso nessuno screening di massa assicura l'esperto . Nessuno ha intenzione
di dare psicofarmaci a tappeto ai bambini». Il dibattito è aperto. Polemiche Si
è aperto un dibattito sul progetto di cure psichiatriche per 60 mila bambini
figli di immigrati Simona Ravizza sravizza@corriere.it
( da "Corriere della Sera"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 14/04/2009 - pag: 15 Integralisti Sitara Achakzai era
fuggita in Europa negli anni del regime Difendeva le donne afghane Uccisa dai
killer talebani L'amica: aveva già pronto il biglietto per volare via Un uomo e
una ragazza sono stati fucilati in pubblico: erano scappati insieme, quando lei
era già fidanzata Sulla sua testa pendeva una taglia molto alta, 300mila rupie
pachistane (quasi 3mila euro). Tanto avevano messo in palio i talebani per
vederla morta. Lei lo sapeva, sapeva di avere i giorni contati in Afghanistan e
aveva deciso di lasciare il Paese, per la seconda volta dopo la fuga in
Germania durante l'era talebana. Non ha fatto in tempo a mettersi in salvo
Sitara Achakzai, nota per le sue battaglie in favore delle donne e consigliera
provinciale a Kandahar, culla del potere talebano. L'attivista, 52 anni, è
stata uccisa a colpi di pistola davanti a casa, «da due uomini in moto» ha
precisato Ahmad Wali Karzai, capo del Consiglio provinciale e fratello del
premier. L'agguato si è svolto in pieno giorno mentre la donna tornava da una
seduta consiliare. La prima a cui aveva partecipato dopo essere rimasta ferita
il mese scorso nell'attacco kamikaze che aveva insanguinato l'aula, uccidendo
tredici persone. Terrorizzata, Sitara aveva deciso di lasciare il Paese. «Aveva
già un biglietto pronto per il primo maggio» racconta all'Independent un'amica.
Si era recata in aula per congedarsi dai colleghi prima di espatriare. Una
seduta d'addio, prima di volare lontano. Invece è stata uccisa. Ultima vittima
della lunga serie di donne punite per aver osato sfidare il fondamentalismo dei
talebani con la loro attività: come la ballerina Shabana massacrata a gennaio
nella valle di Swat, la superpoliziotta Malalai Kakar, colpita a settembre a
Kandahar, le giornaliste Shikeba Sanga Amaj e Zakia Zaki trucidate nel 2007, la
politica Safia Amajan assassinata nel
( da "Trentino" del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere
delle Alpi) (Alto Adige) (Tribuna di Treviso, La)
Argomenti: Diritti umani
I talebani
rivendicano Assassinata «femminista» afghana ROMA. Sitara
Achakzai, una attivista dei diritti umani in
Afghanistan e stata stata uccisa domenica a Kandahar. La donna, 52 anni, aveva
vissuto in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Martedì 14 Aprile
2009 NAZIONALE Pagina 5 AFGHANISTAN. Istigazioni religiose
anti-donne Assassinata un'altra attivista dei diritti umani Kandahar: i
talebani sparano a una consigliera provinciale KABUL Una donna impegnata nella
difesa dei diritti umani, che era stata eletta nel Consiglio provinciale di Kandahar è
stata uccisa domenica nella città dell'Afghanistan sudorientale. Lo ha
annunciato il presidente del Consiglio stesso, Ahmad Wali Karzai. Sitara
Achkzai è stata uccisa a colpi di arma da fuoco da sconosciuti, mentre
dall'ufficio tornava verso casa, nel capoluogo della provincia, una delle più
turbolente per la forte presenza di talebani. Achkzai, 52 anni, aveva vissuto
in Germania negli anni di regime talebano. Rientrata nel
( da "Giornale di Brescia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Edizione: 14/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano DALLA PRIMA PAGINA Usa e
Francia hanno deciso: guerra aperta alle «Tortughe» di Livio Caputo (...) vano
i marinai catturati con tutti i riguardi e restituivano le navi senza toccarne
il carico e in cambio le marine presenti ricorrevano alla forza solo in
circostanze eccezionali. All'ultima conta, i filibustieri, che già l'anno
scorso avevano incassato circa 150 milioni di dollari da un centinaio di
riscatti, detenevano ancora 17 navi e approssimativamente 270 ostaggi e stavano
trattando con i rispettivi armatori per la loro restituzione. Ma quando cinque
giorni fa i pirati hanno assaltato un cargo americano, hanno preso in ostaggio
il comandante, cercato di portarlo a terra su una lancia e rifiutato ogni
offerta di negoziato pur avendo ben tre navi da guerra alle calcagna, la tregua
è saltata. Su ordine di Barack Obama in persona, la Marina Usa ha ucciso tre
corsari, ne ha preso prigioniero un quarto e liberato il capitano Philipps. Il
presidente ha elogiato il blitz e ha annunciato che gli Stati Uniti, in
collaborazione con i loro alleati, intendono (finalmente) muovere una guerra
senza quartiere alla pirateria. Un portavoce dei corsari ha immediatamente
minacciato vendetta sia contro l'America, sia contro la Francia, che qualche
giorno fa aveva egualmente fatto ricorso alla forza per liberare uno yacht:
«Finora non abbiamo mai ucciso nessuno, ma d'ora in avanti ogni americano e
ogni francese che cadrà nelle nostre mani sarà a rischio». L'ammiraglio
Gortney, comandante della flotta americana dell'Oceano Indiano, ha riconosciuto
che bisogna aspettarsi una "escalation di violenza". Sembra dunque
arrivato per la comunità internazionale il momento di eliminare una piaga che
mette in pericolo la navigazione in uno dei tratti di mare più frequentati del
globo, ha fatto impennare noli ed assicurazioni e indotto addirittura alcune
compagnie ad abbandonare la rotta del canale di Suez per quella, molto più
lunga e costosa, del Capo di Buona Speranza. Prima di passare all'azione, dovrà
risolvere qualche problema. Da un lato, il diritto internazionale del mare,
codificato nel 1958 e nel 1982, prevede sì la pirateria, ma come «crimine
commesso per fini privati» e non ne facilita la persecuzione; dall'altro
bisognerà vedere chi vorrà assumersi la responsabilità di un'azione di forza
destinata comunque a provocare danni, vittime, polemiche e probabili ritorsioni
contro i marinai prigionieri. Infine, bisognerà misurarsi con l'ambiguo
atteggiamento delle compagnie di navigazione che reclamano sì protezione per le
loro navi, ma finora hanno sempre preferito pagare il riscatto. Ecco perché i
pirati hanno potuto finora ancorare in bella vista le navi catturate davanti ai
loro covi di Eyl e di Haradheere senza essere disturbati più di tanto. In base
alle norme vigenti, le navi da guerra di qualsiasi Paese possono affrontare ed
eventualmente catturare una nave pirata, ma solo in alto mare. Se invece
abbiano anche il diritto di affondarla, non è chiaro. In considerazione
dell'assenza di un governo in grado di fare rispettare la legge, la risoluzione
1851 dell'Onu consente anche l'ingresso della flotta nelle acque territoriali
somale e - in determinate circostanze - perfino operazioni a terra, ma
nell'incertezza finora solo i francesi hanno utilizzato questa autorizzazione.
I Paesi che prendono prigionieri i corsari hanno il diritto
di processarli nei loro tribunali, o di consegnarli a quelli dei Paesi della
regione, ma solo se si impegnano a rispettare i diritti umani. Con queste regole, e la prospettiva di doversi comunque
impegnare in una piccola guerra, fino a ieri le unità da guerra presenti in
zona si erano limitate a scortare quante più navi possibili (e in
particolare quelle che portano aiuti alimentari alla popolazione somala), senza
impegnarsi in combattimenti dall'esito certo e dalle conseguenze imprevedibili.
Ora, la fase dell'attendismo sembra conclusa, anche perché, con le forze
fondamentaliste che dilagano nel Paese, c'è il pericolo che, da operazione
puramente commerciale, la pirateria somala si trasformi in uno strumento
pilotato dai terroristi. Visto che il governo somalo ha dichiarato, per bocca
del suo ministro degli Esteri, che il problema va risolto a terra, la prossima
mossa potrebbe essere un attacco internazionale contro le principali
"Tortughe". Aspettiamoci a breve nuovi fuochi d'artificio e speriamo
che i nostri marinai non ci vadano di mezzo.
( da "Giornale.it, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 89 del 2009-04-14
pagina 20 Afghanistan, uccisa un'attivista per i diritti umani di Redazione Sitara Achakzai, 52 anni, era finita da tempo nel
mirino dei talebani per la sua attività a favore delle donne Si batteva per i
diritti umani in Afghanistan e per questo è stata uccisa a sangue freddo. Si
chiamava Sitara Achakzai ed è stata uccisa l'altro ieri a Kandahar. La
donna, 52 anni, aveva vissuto in Germania negli anni di regime talebano.
Rientrata nel
( da "Affari Italiani (Online)"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
La Cina ha firmato
la "Charta sui diritti umani" Martedí
14.04.2009 09:41 Di Alberto Fattori da Shanghai La Cina ha pubblicato la
propria "Charta sui diritti umani",
intitolata "Piano d'Azione per i diritti umani
(2009 2010)". Questo documento, che potremmo definire
"operativo", definisce sia le linee guida che quelle d'azione per
l'applicazione e la salvaguardia dei diritti umani, in
tutta la nazione e a tutti i livelli. E' un atto importante e concreto, che
dimostra come in Cina, il tema dei diritti umani, sia
realmente entrato, con forza, nell'architettura delle fondamenta dello sviluppo
prossimo futuro del paese. 54 intense pagine che vanno lette tutte d'un fiato,
suddivise in 5 capitoli: - Diritti Sociali, Culturali ed Economici - Diritti Civili e
Politici - Diritti per le minoranze etniche, donne, bambini, anziani e disabili, -
Educazione sui diritti umani - Situazione internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani Ad una sua prima lettura, questo documento sembra andare ben
oltre il suo stesso contenuto, in quanto definisce de facto, una sorta
di manifesto nazionale, diremmo "costituzionale", su come la Cina
dovrà essere nel prossimo futuro, con annesso il "manuale pratico"
per realizzare tutto ciò. Ai nostri occhi ciò potrebbe apparire risibile, ma
data la situazione storica e sociale in cui si trova la Cina contemporanea, la
vastità del paese, la moltitudine delle culture esistenti e le diverse
"velocità" di sviluppo di intere regioni, non sorprende il fatto che
alle "enunciazioni di principio", vengano anche aggiunte le modalità
pratiche per la loro applicazione. La Charta nasce dalla cooperazione diretta
di ben 80 tra dipartimenti governativi ed organizzazioni non governative ed è
una risposta diretta alle richieste fatte nel
( da "Affari Italiani (Online)"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
La Cina ha firmato
la "Charta sui diritti umani" Martedí
14.04.2009 09:41 Al lavoro segue la priorità per una sempre maggiore qualità
della vita e il garantire una vita decorosa a tutti, anche e soprattutto nelle
aree più povere e rurali. In linea con questo obbiettivo, è l'annuncio dei
giorni scorsi relativo alla gratuità della sanità Cina, entro il 2020,
questione che fino ad ora, tende a radicalizzare le profonde differenze sociali
presenti nel paese. Nella Charta, l'educazione rappresenta un aspetto
fondamentale, sia quale diritto inalienabile e priorità per
il paese, ma quale mezzo con il quale diffondere, "disseminare", la
conoscenza dei diritti umani all'intera popolazione, anche attraverso i diversi media,
internet compreso. Per quanto riguarda invece la persona, la Charta cinese,
ribadisce il fatto che l'individuo debba essere difeso e protetto da qualsiasi
tipo di abuso, con due "forti" innovative sottolineature: no
all'uso della tortura e "prudente" applicazione della pena di morte.
Al riguarda, nella Charta si parla di una novità importante: il miglioramento
della pratica "dei due anni sospensivi la condanna stessa", al termine
dei quali, se non ci sono stati fatti rilevanti, la condanna potrà essere
commutata in altra pena. Questo rappresenta un segnale importate, che conferma
la volontà cinese di mettere un "freno" alla pratica della condanna a
morte, quale scelta per un nuovo ordinamento giuridico, in grado di offrire
maggiori diritti al singolo cittadino e la ricerca di pene alternative a quella
capitale. La Charta Cinese stabilisce poi la libertà di religione per i propri
cittadini ed anzi, a sorpresa, incentiva il ruolo positivo dei gruppi religiosi,
che "possono contribuire alla armonia sociale e socio economica del
paese". Quasi rivoluzionario invece il capitolo sul diritto di
partecipazione, in quanto si parla espressamente di "miglioramento del
sistema parlamentare e di miglioramenti del sistema elettivo", qualcosa
che sembra presagire nuove leggi al riguardo. Per quanto riguarda invece i
Media, la Charta cinese parla espressamente del diritto di essere informati ed
ascoltati, così come per le agenzie stampa e i giornalisti, viene recepito il
diritto di raccolta di materiale e della critica pubblica, Sulla questione
delle Minoranze Etniche, ben
( da "Corriere.it"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Integralisti
Difendeva le donne afghane Uccisa dai killer talebani L'amica: aveva già pronto
il biglietto per volare via Sulla sua testa pendeva una taglia molto alta,
300mila rupie pachistane (quasi 3mila euro). Tanto avevano messo in palio i
talebani per vederla morta. Lei lo sapeva, sapeva di avere i giorni contati in
Afghanistan e aveva deciso di lasciare il Paese, per la seconda volta dopo la
fuga in Germania durante l'era talebana. Non ha fatto in tempo a mettersi in
salvo Sitara Achakzai, nota per le sue battaglie in favore delle donne e
consigliera provinciale a Kandahar, culla del potere talebano. L'attivista, 52
anni, è stata uccisa a colpi di pistola davanti a casa, «da due uomini in moto»
ha precisato Ahmad Wali Karzai, capo del Consiglio provinciale e fratello del
premier. L'agguato si è svolto in pieno giorno mentre la donna tornava da una
seduta consiliare. La prima a cui aveva partecipato dopo essere rimasta ferita
il mese scorso nell'attacco kamikaze che aveva insanguinato l'aula, uccidendo
tredici persone. Terrorizzata, Sitara aveva deciso di lasciare il Paese. «Aveva
già un biglietto pronto per il primo maggio» racconta all'Independent un'amica.
Si era recata in aula per congedarsi dai colleghi prima di espatriare. Una
seduta d'addio, prima di volare lontano. Invece è stata uccisa. Ultima vittima
della lunga serie di donne punite per aver osato sfidare il fondamentalismo dei
talebani con la loro attività: come la ballerina Shabana massacrata a gennaio
nella valle di Swat, la superpoliziotta Malalai Kakar, colpita a settembre a
Kandahar, le giornaliste Shikeba Sanga Amaj e Zakia Zaki trucidate nel 2007, la
politica Safia Amajan assassinata nel
( da "Stampaweb, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
PECHINO A ventanni
dalla repressione del movimento democratico di Tiananmen la Cina presenta il
suo primo piano dazione concreto sui diritti umani promettendo
ai propri cittadini maggiori protezioni legali, più canali attraverso cui
esprimere le proprie idee e più fondi proprio per leducazione
sociale sui diritti umani. È un segnale del governo alla Cina e allAmerica,
il Paese con cui Pechino sta meditando unalleanza, ben conscia che la
differenza dei sistemi politici costituisce il maggiore ostacolo allavvicinamento
strategico. Il «piano di azione per il 2009 e 2010» è organizzato come i piani
economici cinesi, con capitoli chiari, bilanci precisi e azioni concrete da
attuare in questo biennio. Esordisce con una dichiarazione di principi che sembra
pensata per
rieccheggiare la Costituzione americana: «La piena realizzazione dei diritti umani è lideale a lungo perseguito
dallumanità
ed è anche lobiettivo per il quale il governo e il popolo cinese hanno a
lungo lottato». Questo ideale e questa lotta però devono essere compresi e letti alla luce delle
condizioni di sviluppo, delleconomia, della geografia, della
cultura e della storia cinese, spiega con pragmaticità il documento subito
dopo. Ma, pur con tutta questa serie di cautele, il documento proposto dal governo della Repubblica
Popolare parla di democrazia e cita la parola «socialista» una sola volta, come
aggettivo per definire la modernizzazione in corso nel Paese. Il documento
sceglie di ignorare i casi singoli di arresti, di repressioni, e annuncia
invece principi generali che dovranno essere rispettati dalle autorità per
tutta una serie di «corpi deboli» della società cinese. Ci sono capitoli sui
contadini, gli operai, la religione, le minoranze etniche, le donne e i
bambini, gli anziani, gli handicappati. Cè spazio per i diritti
dei detenuti, e per quelli delle persone sottoposte a un processo. Le novità
più importanti riguardano i diritti di categorie politicamente delicate per il
governo cinese, come i
gruppi religiosi o le minoranze etniche, come tibetani e uiguri, che si sono
spesso ribellate al governo di Pechino. Per le questioni religiose la novità
politicamente più importante riguarda un incoraggiamento alle attività sociali
dei gruppi di credenti. Questo aspetto era rimasto finora in una zona grigia,
perché in realtà va a sconfinare in uno spazio che una volta era dello Stato e
che oggi è stato lasciato libero, ma non era finora chiaramente definito. Il
«piano» invece spiega che «il governo incoraggia e sostiene anche gli ambienti
religiosi a lanciare programmi di assistenza sociale, ed esplorare metodi e
canali per cui le religioni possano meglio servire la società e promuovere il
benessere della popolazione». Per quanto riguarda i tibetani e gli uiguri
(questultimi musulmani, maggioranza nella regione occidentale del Xinjiang), il documento
del governo propone di aumentare la diffusione delleducazione
bilingue e diffondere giornali e mezzi di comunicazione in tibetano ed uiguro.
Lenunciazione di questi principi può apparire vaga e rischia certamente di essere soggetta
agli eventuali cambiamenti di clima politico nel Paese. Ma cè
un importante elemento di lungo termine nel nuovo piano di azione: il governo
ha deciso di incoraggiare leducazione sui diritti umani nelle
scuole, tra gli studenti. Lultimo aspetto del documento
governativo è poi destinato probabilmente ad avere un impatto quasi immediato
su scala globale. Per la prima volta infatti la Cina dichiara il suo impegno
sulle questioni dei diritti . In altre parole vengono sconfessati anni di politica estera
«agnostica» sulla situazione dei diritti umani in
tanti Paesi. Naturalmente questo non significherà che da oggi in poi Pechino
avrà un voltafaccia nei confronti dei suoi vecchi alleati, che hanno politiche
interne a dir poco molto controverse, come per esempio il Sudan o lIran.
Ma certamente significa che le relazioni di Pechino con questi Paesi dovranno
da oggi in poi, su piani diversi, allinearsi di più ai principi promossi
dallOccidente.
( da "Articolo21.com"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Arresto
e tortura di 5 sindacalisti di ritorno dal 1° congresso del sindacato birmano
clandestino di redazione* 5 sindacalisti che avevano partecipato al 1°
Congresso dell'FTUB dopo essere rientrati a Rangoon, sono stati arrestati nelle
loro case, portati in centri di interrogatorio, probabilmente torturati. non si sa quale capo di accusa gli
viene loro contestato. Due di questi sono di aziende tessili della zona
industriale di Rangoon. La CISL ha chiesto alla Sottosegretaria Craxi,
all'Ambasciatore Italiano in Birmania e all'inviato speciale UE per la Birmania
On. Piero Fassino un intervento urgente sulla giunta militare birmana per la
immediata liberazione di tutti i sindacalisti arrestati, il rafforzamento delle
sanzioni economiche mirate a fronte della assenza della attuazione delle misure
richieste dalla comunità internazionale. ovvero: la liberazione di tutti
prigionieri politici, la apertura di un dialogo con tutte le organizzazioni
democratiche ed etniche, la revisione della costituzione del 2008 prima delle
illegittime elezioni del 2010. DICHIARAZIONE DELLA 12° RIUNIONE DI
CONSULTAZIONE STRATEGICA DELLE FORZE DEMOCRATICHE BIRMANE E ETNICHE “Impegno
allopposizione collettiva alle Elezioni del
( da "Corriere.it"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Tribunali islamici
nella valle di Swat, feudo dei talibani Pakistan, entra in vigore la legge
islamica Il presidente ha firmato l'accordo di pace con i Talebani che prevede
la Sharia in cambio del cessate il fuoco MILANO - Il Presidente pakistano Asif
Ali Zardari ha firmato una controversa legge che introduce la Sharia ( la legge
islamica) nella regione di Swat, al confine tra il Pakistan e l'Afghanistan. La
firma è avvenuta lunedì dopo che il Parlamento ha approvato -quasi
all'unanimità- una risoluzione che esortava il presidente Zardari a rendere
ufficiale l'accordo stabilito con i Talebani per la pace nella valle di Swat.
Questo accordo era stato negoziato in febbraio tra il governo della Regione del
Nord-Ovest (NWFP) -di cui la valle di Swat fa parte- e i Talebani che in cambio
avevano dichiarato un cessate il fuoco unilaterale ma minacciato di riprendere
i combattimenti se il governo centrale non avesse promulgato la legge. Il
presidente Zardari però, si era mostrato titubante nel rendere ufficiale un
accordo fortemente criticato dagli alleati occidentali -Usa
in particolare -e dagli attivisti per i diritti umani, i quali
sostengono che la valle di Swat potrebbe diventare un feudo per i Talebani e per
Al Qaeda. LEGGE ISLAMICA - I tribunali islamici hanno di fatto già iniziato ad
operare da marzo, applicando la Sharia, la legge coranica, prevista del resto
dalla Costituzione pakistana. La regione di Swat era un tempo una delle
più turistiche del paese, soprannominata la «Svizzera d'Oriente» per le sue
montagne. Dall'estate 2007 la valle è controllata dai talebani, che hanno
moltiplicato le esecuzioni sommarie, distrutto le scuole miste e imposto
restrizioni alla libertà delle donne. L'esercito non è mai veramenet riuscito
ad imporre l'autorità del governo centrale nella regione. LE REAZIONI - La
notizia della promulgazione della nuova legge ha provocato reazioni
contrastanti: secondo il premier Yusaf Gillani la legge «ha il sostegno della
nazione», mentre il leader del partito di opposizione Muttahida Qaumi (MQM),
Farooq Sattar, ha dichiarato «Non possiamo accettare al Legge Islamica con la
violenza». Preoccupazione è arrivata, invece, dalle organizzazioni che si
occupano di diritti umani e da Asma Jahangir,
rappresentante delle Nazioni Unite per le libertà religiose, che ha escluso che
«l'applicazione della sharia possa pacificare i Talebani». Nelle strade di Swat
invece, si sono riversati gruppi di manifestanti per festeggiare l'entrata in
vigore della sharia, convinti che possa finalmente portare la pace nella valle.
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( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (City)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))
Argomenti: Diritti umani
È un film «per non
dimenticare quello che accadde in Argentina tra il '76 e il 1982, con i 30 mila
desaparecidos durante al dittatura della giunta militare». Così Stefano Incerti
parla del suo film «Complici del silenzio», che uscirà in 50 copie venerdì
prossimo ma che «Il Mattino» presenta giovedì alle 21 al cinema Filangieri
nell'ambito delle sue «Anteprime». I lettori interessati possono ritirare gli
inviti domani, nei nostri uffici di via Chiatamone, dalle ore 15 e fino al loro
esaurimento, presentando questo tagliando pubblicato qui accanto, assieme al
giornale di domani. Alessio Boni (nella foto in una scena) è il protagonista
nel ruolo di un giornalista sportivo italiano inviato a seguire i Mondiali di
calcio del '78 e che, suo malgrado, si ritrova coinvolto
nei fatti criminali e nelle violazione dei diritti umani della giunta del generale Videla. Altri film, come «Garage
Olimpo» di Marco Bechis, hanno provato a rievocare gli orrori di quel periodo
ma «la novità di "Complici del silenzio" - precisa il regfista
napoletano - sta nello stridente contrasto dell'Argentina di quell'anno: da un
lato la gioia dei Mondiali di calcio, dall'altro, il dolore delle
sevizie che la polizia militare infliggeva ai dissidenti a non più di un
chilometro dallo stadio di Buenos Aires.
( da "Gazzettino, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Fenomeno da regolare
per governare il disagio e combattere lo sfruttamento Martedì 14 Aprile 2009,
(Segue dalla prima pagina) Se la riapertura delle case chiuse sembra a più di
qualcuno la soluzione, per me, che da 15 anni opero sul fronte della tutela delle
vittime e del contrasto alla criminalità, quest'indicazione non può che
tradursi nella ricerca di politiche di governo territoriali della prostituzione
sia essa su strada, al chiuso o via internet. Regolare il fenomeno per
governare il disagio da essa generato e nel contempo favorire l'identificazione
delle situazioni di grave sfruttamento sono obiettivi ormai imprescindibili. In
un contesto storico nel quale la prostituzione è fortemente connessa
all'immigrazione e alla tratta di esseri umani,
segnare uno spartiacque tra chi si prostituisce in maniera libera e
autodeterminata e chi è costretto a farlo coercitivamente individuando luoghi e
modalità di esercizio può essere una strada. Tutto questo però deve avvenire
evitando qualsiasi provvedimento che criminalizzi le prostitute o che tenda ad
occultare le prostitute migranti in luoghi inaccessibili all'intervento degli
operatori sociali e delle forze dell'ordine. Altro elemento d'interesse
rilevato dalle interviste riguarda la volontà di punire clienti e prostitute,
anche se per quest'ultime in una misura meno rilevante. Questa tendenza si
evidenzia nel tempo, coinvolge sia le donne, sia gli uomini, ma ha valori
diversi per i due generi. Per quanto riguarda gli uomini, la richiesta di
punizione del cliente potrebbe segnalare il fatto che oggi il comprare sesso
esprime un disvalore maggiore rispetto all'offrirlo. Ma il senso di tolleranza,
anche culturale, verso la prostituzione e la costante crescita di tale mercato
avvenuta dagli anni '90 ad oggi, mi porta a credere che tale orientamento sia
più volto a condannare alcuni comportamenti che ad una vera e propria richiesta
di criminalizzazione del cliente. Diversamente, la componente femminile
coinvolta nel sondaggio, tende ad equiparare il cliente allo sfruttatore, ma
ciò che più colpisce riguarda il fatto che il 35% delle intervistate punirebbe
anche chi si prostituisce. Queste donne ma anche molti sindaci, sembrano
prescindere dal fatto che punire una prostituta che vive condizioni di
sfruttamento può tradursi in una grave violazione dei
diritti umani. Non sono propenso a credere che ciò derivi da una cattiva
informazione sul problema, sebbene il ruolo giocato dai media sia rilevante,
sempre pronti a stare sulla notizia, come per le multe delle ordinanze dei sindaci
senza però mai spiegare le conseguenze che queste potrebbero avere qualora chi
le riceve sia vittima di sfruttamento. L'esperienza di lavoro con i
comitati contro le prostitute mi ha permesso di rilevare che spesso erano
formati principalmente da donne. Si organizzavano non per combattere la
prostituzione, bensì per contrastare "la prostituta sotto casa" che,
oltre a creare disagio, poteva minacciare il loro "patrimonio"
affettivo: figli, mariti. Concludo con un dubbio e un paradosso sui clienti,
vero che alimentano un mercato legato alla tratta e al grave sfruttamento, ma
come dimostra il lavoro del Numero Verde sulla tratta l'800290290, sono anche
il principale veicolo delle richieste d'aiuto per chi nella prostituzione vive
condizioni di sfruttamento. Criminali o Salvatori? Forse semplicemente esseri umani. Claudio Donadel *Operatore sociale Comune di Venezia
( da "Campaniapress"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Aprile 14th, 2009 La
musica interrotta. Da oggi su MicroMega.net il blog di Paolo Di Modica, malato
di Sla (Micromega) - «Dottore, ma qual è il mio problema?». «Malattia del
motoneurone!», mi aveva risposto en passant, il neurologo da me interrotto
nella sua amabile conversazione tra colleghi lungo il corridoio del reparto di
Neuroscienze dell'Ospedale Fatebenefratelli di Roma, come se fosse un semplice
raffreddore! «Vabbè dottore, se il problema al mio mignolo si chiama così ».
«Si, però non s'affatichi!». «Affaticarmi? Dottore, io devo soltanto suonare,
per me non è affatto faticoso ». Tornato a casa dall'ospedale ovviamente la
curiosità mi ha portato a interrogare la rete sulla malattia del motoneurone:
«Malattia del Motoneurone meglio conosciuta come sclerosi laterale amiotrofica
(Sla) è la più grave fra le malattie mortali che colpiscono i motoneuroni,
ovvero le cellule nervose del cervello e del midollo spinale che comandano il
movimento dei muscoli ». Semplicemente una terribile sentenza di condanna a morte!
Da allora il mio mondo ha iniziato a rallentarsi. Io, emulo di Pan,
differentemente dal satiro sto vivendo la mia metamorfosi. Per trent'anni la
musica ha occupato la mia vita. Avevo 12 anni quando intrapresi gli studi
musicali, affascinato dal potere magico del flauto, dalla ricchezza di nuances
e dalla flessibilità del suo suono immateriale e ricco di mille colori. Vivevo
in Italia da circa 8 anni, da quando, piccolino, i miei genitori, ristoratori a
Santa Monica in California, a causa di problemi di salute avevano deciso di
affidarmi, per un breve periodo, che invece dura tutt'oggi, ai miei zii che
vivevano in un piccolo paese alle pendici della Maiella in quella splendida
parte dell'Abruzzo aquilano. Un piccolo emigrante al contrario! E per un bambino
vivere in un angolo di paradiso dove tutti conoscono tutti, dove allora
all'imbrunire potevi incontrare il pastore e le sue pecore tornare all'ovile o
il contadino a dorso d'asino rincasare stanco dopo una giornata di lavoro nei
campi, oppure prendere a pallonate le galline della vicina che temerarie
avevano invaso il «nostro» campo di calcio nella piazzetta davanti casa, tutto
questo era un sogno. In alternativa c'era la vita nella già metropoli Los
Angeles dove i miei genitori erano immersi per tutta la giornata nel loro
ristorante ad accogliere la celebre clientela, Tony Curtis, Dean Martin,
Marylin Monroe e Joe Di Maggio e io in casa davanti alla tv affidato alla
baby-sitter alcolista che, amorevolmente, ogni tanto mi coinvolgeva nelle sue
bevute. E la vita nella nostra villa di San Bernardino sfiorava quella di
migliaia di giovani che, dalla locale base militare, partivano per l'assurdità
politica del Vietnam. Così ero cresciuto nell'incanto di un mondo che ancora
resisteva al risucchio del vortice della contemporaneità, serenamente con gli
zii, che placavano i miei capricci con l'ipotesi di rispedirmi a casa dai miei
che ora vivevano nella New York degli anni Settanta. E poi, contagiato dallo
zio Italo musicista per diletto, l'inizio degli studi musicali, il
Conservatorio a L'Aquila e l'incontro con Marianne Eckstein, erede della grande
scuola flautistica tedesca di Gustav Scheck, che segnerà decisamente la mia
formazione musicale e umana. Attraverso un metodo di studio rispettoso e
analitico, ho avuto l'incommensurabile privilegio di potermi confrontare con
l'assoluta purezza della musica di Johann Sebastian Bach, e poi Mozart, Debussy
e tanti altri. Un insegnamento prezioso che mi ha fornito cognizioni e
orizzonti tali da consentirmi poi, nello studio quanto nella professione,
autonome e costanti riflessioni, fatte anche attraverso l'attenta osservazione
degli altri ambiti artistici; e la consapevolezza di non sentirsi mai sazi di
fronte al sapere, in un interminabile viaggio verso la conoscenza e la
maturità. Eravamo un gruppo di amici, più o meno coetanei, che avevano deciso
di votarsi alla musa Euterpe, e nella piccola e bella Sulmona cercavamo di
ritagliarci il nostro spazio. C'era un bel fermento culturale a Sulmona in
quella fine anni Ottanta, noi giovani, nella nostra ingenua e sfrontata
arroganza avevamo aperto scuole di musica, organizzato corsi di perfezionamento
con concertisti di fama internazionale, e tanta musica, tanta attività
musicale. Io ero tutto preso dal mio sogno di costituire un'orchestra sinfonica
nella mia città, difatti nel 1989 era nata l'Orchestra sinfonica sulmonese!
Eravamo riusciti a convincere il gruppo dirigente della Camerata musicale
sulmonese, che dal dopoguerra organizza ancora oggi una stagione di concerti,
ad accogliere nel loro ambito una realtà nuova, non più solo di fruizione ma
anche di produzione. L'orchestra, con l'entusiasmo del suo presidente, il
professor Paolo Spigliati, medico fiorentino colto e illuminato, e l'entusiasmo
di giovani musicisti, grazie anche al concorso lirico Maria Caniglia, si
caratterizzava sempre più come orchestra lirico-sinfonica, tanto che si pensò
di trasformare ambiziosamente il progetto in un vero teatro lirico
sperimentale, laboratorio per orchestrali, cantanti, maestranze teatrali,
soprattutto per valorizzare lo splendido teatro comunale, un teatro
all'italiana (nel senso nobile del termine) che benemeriti sulmonesi avevano
fatto costruire nel 1933. Pensavamo che un simile gioiello, poiché di questo si
tratta, il più grande della regione, meritasse un'attività artistica degna, che
producesse cultura, con possibilità lavorative per giovani artisti e un indotto
per la città. Il sogno si interruppe, inspiegabilmente (o forse no); non ci si
rese conto allora, e probabilmente ancora oggi, delle immense possibilità che
un simile spazio avrebbe potuto offrire alla comunità. La lirica in Abruzzo
intanto è approdata su altri lidi, a pochi chilometri di distanza, nella città
marrucina; a onor del vero, un ultimo tentativo di valorizzare la struttura fu
fatto da una giovane e competente assessore alla Cultura con un progetto valido
e originale, legato alla prosa però, ma il tempo non le ha dato ragione.
Purtroppo la sacralità di un teatro per un artista, l'amore e il rispetto per
il luogo Sancta Sanctorum dell'arte, potrà mai essere compresa da una politica
miope, incapace di sfruttare le immense ricchezze del nostro territorio, così
ricco di storia e tradizioni? È di moda ormai concepire la cultura soltanto
come evento: ossia bruciare risorse economiche in poche ore, che invece
garantirebbero diversamente una programmazione a più lungo termine; e
visibilità: la loro, per impressionare l'elettorato con il classico specchietto
per le allodole. La politica culturale è politica pura ancor più della politica,
non si occupa dei problemi oggettivi della gente e non dà la visibilità di cui
sopra, ma è attraverso di essa che si può ambire a una crescita socio-culturale
del tessuto sociale di una comunità. È difficile da capire, o forse no,
semplicemente perché questo creerebbe un'autentica coscienza critica e questo è
realmente pericoloso! Ricordo con amarezza quante volte il maestro Uto Ughi,
per citarne uno su un milione, abbia gridato che «l'evento è la tomba della
cultura!». Per anni ho creduto, ho lottato con la mia musica volendo
ideologicamente contribuire a un mondo migliore, dalla prima esperienza,
giovanissimo, con l'Orchestra sinfonica sulmonese fino all'ultima mia scommessa
con la Stagione concertistica del teatro Tosti di Castel di Sangro. Anni
trascorsi tra concerti e organizzazione di festival e rassegne a dare il mio
contributo alla lotta per mantenere desto l'interesse verso le arti, sempre più
ai margini del tessuto sociale in un paese dimentico della sua storia. Quanta
difficoltà nel relazionarmi, farmi comprendere o semplicemente comunicare
l'importanza di questi concetti alla quasi totalità di sedicenti assessori,
sindaci, presidenti di provincia! E quanto diversa è stata, per esempio, la mia
esperienza a Istanbul, nel centro culturale Borusan dove, durante una tournée
con il mio trio, la comunione di spirito fu immediata, nonostante le difficoltà
della lingua. Nell'antica e nobile Bisanzio ho lasciato un piccolo pezzo del
mio cuore, più che altrove, affascinato dagli antichi fasti e dalla genuina e
sincera ospitalità della gente turca. Prezioso bagaglio culturale, porto con me
il ricordo indelebile di ogni luogo dove l'arte da me frequentata mi ha
condotto, potendo contare sul più universale dei linguaggi, facendomi sentire
orgogliosamente cittadino di un mondo senza confini. Ed è per questo che sento
New York, crogiuolo multietnico, la mia città d'elezione, e dove, con mia
moglie, avevamo pensato il nostro futuro più immediato all'indomani del nostro
matrimonio. Nel settembre 2007 avrei dovuto iniziare un master nel campo
dell'organizzazione artistica presso la New York University, e invece, nel
giugno 2007, il fragore dei miei sogni si è improvvisamente interrotto in un
silenzio assordante con quella sentenza gettata lì, distrattamente, in un
corridoio d'ospedale. Ora la mia musica è silenziosa, i miei movimenti sono
lenti e le mani non corrono più sulle chiavi d'argento, ma il mio pensiero è
vivo più che mai, ed è un pensiero arrabbiato. Dal giorno della diagnosi non ho
fatto altro che riscontrare con la mia disabilità in progress tanti disagi,
tante piccole situazioni che hanno umiliato il mio essere ora «diverso»;
inevitabilmente osservo tutto, il mondo come la semplice quotidianità, da un
altro punto di vista che è quello del disabile. La suprema ironia di essere ora
diversamente abile sta nel non essere riconosciuto come tale dalle istituzioni.
Per la V Commissione invalidità civili della Asl Avezzano-Sulmona non sono un
invalido. Che bella notizia, ma quanto vorrei fosse vero! Purtroppo i neurologi
(!) della V Commissione, sprezzanti tra l'altro delle conquiste, in materia, di
Luca Coscioni, non hanno a che fare ogni giorno con una malattia che non
concede tregua, eppure dovrebbero conoscere il significato che in neurologia ha
la parola «progressiva»! Perché la Asl di Sulmona non si chiede piuttosto come
mai in un piccolo paese come Pacentro, il paradiso della mia infanzia, circa
1.200 abitanti, vi sono stati 2 casi di Sla (ossia lo scrivente, 44 anni, e
l'amico Bruno, 51 anni, deceduto nell'ottobre 2008), una malattia la cui
incidenza è di 2 casi ogni 150 mila abitanti? C'entra qualcosa il fatto che nei
miei tessuti, in seguito a un mineralogramma fatto su un campione del capello,
sia stata riscontrata una presenza spaventosa di mercurio? Facevo il musicista
tra i monti e non il pescatore! E allora da dove viene quel mercurio? Per
dovere di cronaca, nessun neurologo, nessun luminare della neurologia ha preso
in considerazione questo dato, eccetto un giovane ricercatore che segue la mia
riabilitazione. O è forse normale che sempre nello stesso paese nel 2003 si
siano verificati undici aborti spontanei, nessuna gravidanza portata a termine
quell'anno e a settembre, per la prima volta, non ci sarà una prima elementare
a Pacentro? Forse nessuno dei due fatti è collegato con i tantissimi casi di
tumori e leucemie in piccoli centri abitati a ridosso del Colle San Cosimo,
nelle vicinanze di Sulmona, e nella stessa Sulmona, con una incidenza che è
quasi il doppio del resto della provincia, o forse sì? Mi chiedo, sono
competenze della Asl oppure la Asl è oberata di lavoro nell'occuparsi
esclusivamente delle importantissime norme igieniche delle sagre paesane del
comprensorio peligno? Il «pregio» del mio progressivo immobilismo è di aver
risvegliato, ancora di più, la mia coscienza. Con il Parco nazionale della
Maiella, il Parco nazionale d'Abruzzo, il Parco regionale Velino Sirente, la
riserva del Monte Genzana, la riserva delle sorgenti del Pescara, che
praticamente circondano Sulmona e tutto il suo comprensorio, non posso non
interrogarmi su queste «piccole stranezze» che accadono in un territorio
incontaminato e che, spero vivamente, non nascondano preoccupanti verità.
Troppa natura, troppo territorio protetto? Ed ecco, come l'uomo della
provvidenza, arrivare in soccorso dei peligni il fratello bandiera di
travagliata memoria, Franco Toto, che, per controbilanciare questa abnorme
presenza di parchi naturali, propone la realizzazione di cementificio, dismessa
di aeroplani, inceneritori per rifiuti ospedalieri e tante altre geniali
proposte, così come si evince dal progetto presentato dalla direzione nuove
iniziative della Toto Costruzioni generali al comune di Sulmona il 4 dicembre
2008: «Oggetto: investimenti produttivi» (per chi?), dove si fa presente che
«l'eventuale diniego all'iniziativa costituirà motivo seppure a malincuore di
orientamento della stessa verso siti di altri territori alcuni in aree
dell'Obiettivo 1 i cui rappresentanti stanno rivolgendo pressanti appelli
affinché gli insediamenti produttivi trovino ivi ospitalità». Sulmonesi
irriconoscenti che, con il loro tentennare, dopo Ovidio, rischiano di esiliare
anche il buon Franco Toto, il quale, per il bene del comprensorio di Sulmona
(area Obiettivo 2, ossia assenza di fondi comunitari), la preferisce a
territori in aree Obiettivo 1 (ossia con finanziamenti comunitari), rinunciando
quindi ad agevolazioni finanziarie europee. Ingrati! La conca peligna, con
montagne che la perimetrano di altezza minima di
( da "Affari Italiani (Online)"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Politica La Cina ha
firmato la "Charta sui diritti umani"
Martedí 14.04.2009 12:30 Di Alberto Fattori da Shanghai La Cina ha pubblicato
la propria "Charta sui diritti umani",
intitolata "Piano d'Azione per i diritti umani
(2009 2010)". Questo documento, che potremmo definire
"operativo", definisce sia le linee guida che quelle d'azione per
l'applicazione e la salvaguardia dei diritti umani, in
tutta la nazione e a tutti i livelli. E' un atto importante e concreto, che
dimostra come in Cina, il tema dei diritti umani, sia
realmente entrato, con forza, nell'architettura delle fondamenta dello sviluppo
prossimo futuro del paese. 54 intense pagine che vanno lette tutte d'un fiato,
suddivise in 5 capitoli: - Diritti Sociali, Culturali ed Economici - Diritti Civili e
Politici - Diritti per le minoranze etniche, donne, bambini, anziani e disabili, -
Educazione sui diritti umani - Situazione internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani Ad una sua prima lettura, questo documento sembra andare ben
oltre il suo stesso contenuto, in quanto definisce de facto, una sorta
di manifesto nazionale, diremmo "costituzionale", su come la Cina
dovrà essere nel prossimo futuro, con annesso il "manuale pratico"
per realizzare tutto ciò. Ai nostri occhi ciò potrebbe apparire risibile, ma
data la situazione storica e sociale in cui si trova la Cina contemporanea, la
vastità del paese, la moltitudine delle culture esistenti e le diverse
"velocità" di sviluppo di intere regioni, non sorprende il fatto che
alle "enunciazioni di principio", vengano anche aggiunte le modalità
pratiche per la loro applicazione. La Charta nasce dalla cooperazione diretta
di ben 80 tra dipartimenti governativi ed organizzazioni non governative ed è
una risposta diretta alle richieste fatte nel
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Durban 2/ Appello
Consiglio d'Europa: Non boicottare conferenza di Apcom Intervento del
commissario ai diritti umani Hammarberg -->Bruxelles,
14 apr. (Apcom) - Gli Stati membri del Consiglio d'Europa non dovrebbero
boicottare la Conferenza Onu sul razzismo (Durban II) prevista a Ginevra dal 20
al 24 aprile, mantenendo un approccio "costruttivo" in nome della
lotta al razzismo, alla xenofobia e all'intolleranza. E' questo l'appello del
commissario per i diritti umani del Consiglio
d'Europa, Thomas Hammarberg, in riferimento all'orientamento di Italia, Canada,
Usa e Israele di snobbare l'evento in segno di protesta contro alcuni passaggi
anti-israeliani contenuti nella bozza di dichiarazioni finali. Il lavoro di
preparazione per questo incontro di revisione è stato difficile ed estremamente
politicizzato. Il mio appello a tutti i governi è di essere costruttivi e di
non astenersi da questo cruciale appuntamento mondiale su quello che resta da
fare per applicare misure ulteriori e più efficaci per combattere il razzismo e
l'intolleranza", afferma Hammarberg in un intervento pubblicato sul suo
sito. Secondo il funzionario svedese, gli Stati membri del Consiglio d'Europa
dovrebbero "intervenire in maniera efficace" alla Conferenza 'Durban
II', così chiamata perché dovrebbe fare il punto sull'attuazione della
Dichiarazione di Durban, adottata nel 2001 nell'omonima città sudafricana.
Israele e Stati Uniti abbandonarono i lavori perché nel testo accusava di
razzismo la politica israeliana nei confronti dei palestinesi; Hammarberg non
fa alcun cenno a proposito nel suo intervento, anzi: afferma che i documenti
finali di 'Durban I' "rappresentano un'ampia ed ambiziosa road map per
combattere il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e la relativa
intolleranza per la comunità internazionale".
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Cina/ Pechino
presenta il primo piano per la difesa diritti umani di
Apcom Progetto biennale per promuovere la cultura dei diritti nel paese
-->Roma, 14 apr. (Apcom) - La Cina ha presentato il suo primo piano
nazionale per la difesa dei diritti umani. Un primo,
importante passo, scrive l'agenzia di stampa cinese Xinhua, per promuovere il
tema nel paese. "E' il segno che il rispetto dei diritti umani è diventato fondamentale per lo sviluppo e la crescita
della Cina", ha dichiarato Wang Chen, titolare dell'ufficio informazione
del Consiglio di Stato, che ha presentato oggi il Piano d'azione nazionale
della Cina per i diritti umani (2009-2010). Il piano
definisce gli obiettivi del governo cinese per promuovere e rispettare i
diritti umani nel prossimo biennio e indica le misure
che verranno adottate per ottenere i risultati prefissati. Il
documento di 54 pagine è suddiviso in cinque sezioni: diritti economici,
culturali e sociali; diritti civili e politici; diritti e interessi delle
minoranze etniche, delle donne, dei minori, delle persone anziane e dei
disabili; educazione ai diritti umani; rispetto
dei doveri internazionali sui diritti umani e
cooperazione internazionale nel campo dei diritti. Questo progetto, ha
fatto notare Wang, rappresenta una risposta alla richiesta avanzata nel 1993
dalle Nazioni Unite per un piano d'azione nella difesa dei diritti umani.
( da "Virgilio Notizie"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 14 apr.
(Apcom) - La Cina ha presentato il suo primo piano nazionale per la difesa dei
diritti umani. Un primo, importante passo, scrive
l'agenzia di stampa cinese Xinhua, per promuovere il tema nel paese. "E'
il segno che il rispetto dei diritti umani è diventato
fondamentale per lo sviluppo e la crescita della Cina", ha dichiarato Wang
Chen, titolare dell'ufficio informazione del Consiglio di Stato, che ha
presentato oggi il Piano d'azione nazionale della Cina per i diritti umani (2009-2010). Il piano definisce gli obiettivi del
governo cinese per promuovere e rispettare i diritti umani
nel prossimo biennio e indica le misure che verranno adottate per ottenere i
risultati prefissati. Il documento di 54 pagine è suddiviso
in cinque sezioni: diritti economici, culturali e sociali; diritti civili e
politici; diritti e interessi delle minoranze etniche, delle donne, dei minori,
delle persone anziane e dei disabili; educazione ai diritti umani; rispetto dei doveri internazionali sui diritti umani e cooperazione internazionale nel campo dei diritti.
Questo progetto, ha fatto notare Wang, rappresenta una risposta alla richiesta
avanzata nel 1993 dalle Nazioni Unite per un piano d'azione nella difesa dei
diritti umani.
( da "Famiglia Cristiana"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
di Beppe Del Colle
IMMIGRATI: A LEZIONE DALLA STORIA, PER NON RIPETERNE GLI ERRORI QUANDO I
CLANDESTINI ERAVAMO NOI ITALIANI... Nellimmediato dopoguerra,
molti italiani, emigrarono, anche da "irregolari". E spesso vennero
trattati come gli "irregolari" che approdano oggi in Italia in cerca di un futuro migliore.
Lincrocio degli eventi non avrebbe potuto essere più devastante,
dal punto di vista di chi deve governare oggi lItalia: la crisi economica
mondiale con i suoi riflessi nazionali; una polemica politica dominata dai problemi
connessi con limmigrazione; limminenza di una
doppia consultazione elettorale (per il Parlamento europeo e molte
amministrazioni provinciali e comunali) congiunta a un referendum; infine il
terremoto in Abruzzo. Vorremmo, in questa sede, svolgere alcune riflessioni circa limmigrazione.
La settimana scorsa la Camera dei deputati ha negato lapprovazione a due
punti del Decreto sicurezza: quello che riguarda listituzione delle ronde
anticriminalità e quello che concerne il periodo di residenza coatta degli immigrati clandestini
nel Centro di individuazione ed espulsione dellisola di
Lampedusa, aumentato da due a sei mesi. I nostri lettori conoscono il giudizio
da noi più volte espresso su entrambe le proposte, e altre analoghe. Sebbene sia a tutti chiaro che limmigrazione di
massa costituisce un problema difficile da affrontare e risolvere sia sul piano
dei diritti umani, sia su quello della sicurezza dei
cittadini, sia infine su quello economico (gli immigrati servono al nostro
Paese), è altrettanto chiaro che esistono dei limiti oltre i quali non è
possibile accettare misure che offendono prima di tutto la dignità umana. Così come è inaccettabile lequazione
clandestinità-delinquenza, così pesantemente dichiarata soprattutto da una
componente dellattuale maggioranza di Centrodestra. Come sempre, di là
dalle ideologie e dalle stesse etiche in campo (per noi, quella evangelica) la cultura può dare una mano.
Proprio in questi giorni è uscito da Einaudi un libro in un certo senso
inatteso: Il cammino della speranza del ricercatore in Geografia politica dellUniversità
degli studi di Milano Sandro Rinauro, nel quale si legge, a proposito dellemigrazione
italiana in Belgio nellimmediato secondo dopoguerra: «Una volta arrestati
per laccertamento dellidentità, i clandestini italiani venivano
imprigionati per giorni o settimane, radunati quindi nel famigerato Petit
Chateau, la caserma-prigione
di Bruxelles dove erano letteralmente lasciati a pane e acqua, dopo di che per
convogli erano espulsi dal Paese». Petit Chateau o Lampedusa, qual è la
differenza? Che nellisola siciliana ci sono clandestini
africani, a Bruxelles erano italiani. Cosa avevano fatto di male? Avevano cercato lassù un posto di
lavoro lasciando unItalia immersa nella povertà postbellica
che cercava, attraverso il Governo De Gasperi, di regolare lemigrazione
mediante accordi con i Paesi europei che avevano bisogno di manodopera, soprattutto nelle
miniere (ricordate Marcinelle 1946, i 136 minatori italiani morti?): ma non
sempre ci si riusciva e allora non restava, per molti connazionali, che lingresso
"irregolare" in quelle nazioni. Il libro di Rinauro elenca cifre impressionanti (decine di
migliaia di nostri emigrati clandestini in pochissimi anni) e racconta storie
altamente drammatiche, con donne morte con i loro bambini nella neve delle
Alpi, mentre cercavano di passare in Francia per ricongiungersi con i mariti.
Vale la pena di rifletterci.
( da "Affari Italiani (Online)"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Politica La Cina ha
firmato la "Charta sui diritti umani"
Martedí 14.04.2009 16:30 Di Alberto Fattori da Shanghai La Cina ha pubblicato
la propria "Charta sui diritti umani",
intitolata "Piano d'Azione per i diritti umani
(2009 2010)". Questo documento, che potremmo definire
"operativo", definisce sia le linee guida che quelle d'azione per
l'applicazione e la salvaguardia dei diritti umani, in
tutta la nazione e a tutti i livelli. E' un atto importante e concreto, che
dimostra come in Cina, il tema dei diritti umani, sia
realmente entrato, con forza, nell'architettura delle fondamenta dello sviluppo
prossimo futuro del paese. 54 intense pagine che vanno lette tutte d'un fiato,
suddivise in 5 capitoli: - Diritti Sociali, Culturali ed Economici - Diritti Civili e
Politici - Diritti per le minoranze etniche, donne, bambini, anziani e disabili, -
Educazione sui diritti umani - Situazione internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani Ad una sua prima lettura, questo documento sembra andare ben
oltre il suo stesso contenuto, in quanto definisce de facto, una sorta
di manifesto nazionale, diremmo "costituzionale", su come la Cina
dovrà essere nel prossimo futuro, con annesso il "manuale pratico"
per realizzare tutto ciò. Ai nostri occhi ciò potrebbe apparire risibile, ma
data la situazione storica e sociale in cui si trova la Cina contemporanea, la
vastità del paese, la moltitudine delle culture esistenti e le diverse
"velocità" di sviluppo di intere regioni, non sorprende il fatto che
alle "enunciazioni di principio", vengano anche aggiunte le modalità
pratiche per la loro applicazione. La Charta nasce dalla cooperazione diretta
di ben 80 tra dipartimenti governativi ed organizzazioni non governative ed è
una risposta diretta alle richieste fatte nel
( da "Virgilio Notizie"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Bruxelles, 14 apr.
(Apcom - Nuova Europa) - L'opposizione anticomunista in Moldova lancia un
appello alla Comunità internazionale, chiedendo in una lettera aperta all'Ue,
al Consiglio d'Europa e all'Onu di intervenire contro "le violazioni diffuse dei diritti umani, in
particolare dei detenuti". Nel testo della missiva, stilata ieri, si
documentano abusi "sistematici" dei diritti delle persone incarcerate
per le manifestazioni violente della settimana scorsa, che hanno spinto il
presidente Vladimir Voronin ad accettare una riconta delle elezioni legislative
del 5 aprile. Secondo l'opposizione le autorità non hanno informato i
detenuti delle ragioni del loro arresto, non hanno informato i familiari e
hanno negato il contatto con un avvocato. Inoltre "molte persone, tra cui
alcuni minori, hanno riferito di essere stati percossi e di aver subiti altri
trattamenti crudeli, inumani e degradanti mentre erano
in carcere o detenuti dalla polizia". La lettera segnala infine che
domenica i membri del Consiglio di consultazione per la prevenzione della
tortura, accompagnati dal Consigliere Onu per i diritti umani
in Moldova, Edwin Berry, non hanno potuto visitare i detenuti, in violazione
delle leggi vigenti. Oggi Berry, essendo riuscito a superare le resistenze
delle autorità, ha definito "degradante" il trattamento dei
prigionieri. "Chiediamo alle Vostre Eccellenze - conclude il testo - di
chiedere alle autorità della Moldova di rispettare i diritti umani
e di rispettare gli impegni previsti dal diritto internazionale. Esortiamo le
Vostre Eccellenze ad effettuare una visita ufficiale in Moldova al più presto
possibile per valutare la situazione sul terreno e chiedere alle autorità
moldave di interrompere tutte le violazioni dei diritti umani
e di rispettare lo Stato di diritto nel Paese". La missiva è stata
indirizzata, tra gli altri, al Rappresentante Ue per la politica estera, Javier
Solana, al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, al
segretario generale del Consiglio d'Europa, Terry Davis, al ministro degli
Esteri ceco uscente, Karel Schwarzenberg (rappresentante della presidenza Ue) e
al Relatore speciale Onu contro la tortura, Manfred Nowak.
( da "Virgilio Notizie"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 14 apr.
(Apcom-Nuova Europa) - Bucarest chiede che l'inchiesta faccia luce "sulla repressione" degli oppositori anti-comunisti e sulla
"violazione dei diritti dell'uomo e della libertà di espressione", ha aggiunto il
capo di stato romeno. Basescu, inoltre, ha dichiarato che non permetterà che si
innalzi "una nuova cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca
il confine tra Romania e Moldova. "Noi non tolleriamo che i romeni
oltre il Prut siano umiliati perché non crediamo in un sistema ostile - ha
continuato Basescu - La Romania non intende far valere i diritti
sui territori persi in passato. La Romania non vuole discutere delle frontiere
e della sovranità della Moldova - ha aggiunto facedo riferimento alla
situazione prima del 1940 quando la Moldova faceva parte della Romania - Come
Paese europeo abbiamo la responsabilità di informare sia i nostri alleati e gli
altri Paesi del mondo di ciò che accade al di là del Prut". Il presidente
romeno ha chiesto poi alle autorità di Chisinau, che la scorsa settimana hanno
introdotto nuovamente il regime di visti per i romeni che vogliono accedere in
Moldova, di garantire accesso immediato al personale consolare e ai cittadini
romeni, perché questa situazione viola le norme internazionali. Basescu ha
sottolineato di non aver voluto parlare pubblicamente prima per evitare
un'escalation di tensione nei già difficili rapporti diplomatici tra Bucarest e
Chisinau.
( da "Virgilio Notizie"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 14 apr.
(Apcom) - Come tutti i giapponesi Noriko s'è dovuta districare in una scelta.
Ma nel suo caso non s'è trattato della classica dicotomia tra "ninjo"
(il sentimento) e "giri" (l'obbligo sociale e di appartenenza).
Questo perché Noriko Calderon, come si capisce dal cognome, è figlia di
genitori filippini, protagonisti di una lunga battaglia legale per restare nel
Sol levante a fronte di un decreto d'espulsione. E Noriko, nata e cresciuta in
Giappone, ha scelto di separarsi dai genitori e di restare in quello che
considera il suo paese. Noriko Calderon ha solo 13 anni, l'aspetto di una
tipica studentessa di scuola media nipponica, con la sua divisa blu, e le sue
foto in lacrime all'aeroporto internazionale di Narita (Tokyo), dove ha
accompagnato ieri i genitori, hanno commosso e diviso profondamente i
giapponesi. Oltre a porre gravi dubbi sulla qualità del
rispetto dei diritti umani in un uno dei paesi economicamente più avanzati al mondo.
"Ogni misura per garantire preminentemente l'interesse del minore deve
essere presa in considerazione", ha accusato Makoto Teranaka, segretaria
generale di Amnesty International Japan, secondo quanto riporta il quotidiano
Mainichi Shinbun. "Questa decisione - ha continuato - va contro la
Convenzione internazionale dei diritti del bambino". Inamovibile invece il
ministero della Giustizia nipponico. "Se fossero state osservate
rigidamente le regole sulla residenza speciale, neanche alla ragazza sarebbe
stato riconosciuto il permesso eccezionale" di rimanere in Giappone,
dicono i burocrati. La vicenda di Noriko e dei suoi genitori - Arlan (36 anni)
e Sarah (38) - è di drammatica banalità. I due filippini sono entrati
irregolarmente in Giappone, utilizzando passaporti falsi. La data del loro
primo ingresso è il primo aprile del 1992. Un anno dopo, il secondo e
definitivo accesso illegale nel Sol Levante. Noriko è nata il 4 luglio 1995.
Una normale bambina giapponese, che parla solo il giapponese. Almeno fino al 13
luglio 2006, quando la condizione di clandestinità dei Calderon è stata
scoperta, dopo 13 anni di onesto lavoro di Arlan come dipendente di un'azienda
di demolizioni nella Prefettura di Saitama, nelle vicinanze di Tokyo. Mai una
segnalazione per comportamenti scorretti, mai una lamentela da parte dei
residenti. E solo con la denuncia, Noriko è venuta a sapere di essere di
nazionalità filippina, non giapponese. (segue)
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Moldova/ Appello
opposizione a Comunità internazionale su abusi di Apcom "Violazioni
diffuse dei diritti umani, specie dei detenuti"
-->Bruxelles, 14 apr. (Apcom - Nuova Europa) - L'opposizione anticomunista
in Moldova lancia un appello alla Comunità internazionale, chiedendo in una
lettera aperta all'Ue, al Consiglio d'Europa e all'Onu di intervenire contro
"le violazioni diffuse dei diritti umani, in particolare dei detenuti". Nel testo della missiva,
stilata ieri, si documentano abusi "sistematici" dei diritti delle
persone incarcerate per le manifestazioni violente della settimana scorsa, che
hanno spinto il presidente Vladimir Voronin ad accettare una riconta delle
elezioni legislative del 5 aprile. Secondo l'opposizione le autorità non
hanno informato i detenuti delle ragioni del loro arresto, non hanno informato
i familiari e hanno negato il contatto con un avvocato. Inoltre "molte
persone, tra cui alcuni minori, hanno riferito di essere stati percossi e di
aver subiti altri trattamenti crudeli, inumani e
degradanti mentre erano in carcere o detenuti dalla polizia". La lettera
segnala infine che domenica i membri del Consiglio di consultazione per la
prevenzione della tortura, accompagnati dal Consigliere Onu per i diritti umani in Moldova, Edwin Berry, non hanno potuto visitare i
detenuti, in violazione delle leggi vigenti. Oggi Berry, essendo riuscito a
superare le resistenze delle autorità, ha definito "degradante" il
trattamento dei prigionieri. "Chiediamo alle Vostre Eccellenze - conclude
il testo - di chiedere alle autorità della Moldova di rispettare i diritti umani e di rispettare gli impegni previsti dal diritto
internazionale. Esortiamo le Vostre Eccellenze ad effettuare una visita
ufficiale in Moldova al più presto possibile per valutare la situazione sul
terreno e chiedere alle autorità moldave di interrompere tutte le violazioni
dei diritti umani e di rispettare lo Stato di diritto nel
Paese". La missiva è stata indirizzata, tra gli altri, al Rappresentante
Ue per la politica estera, Javier Solana, al presidente della Commissione
europea, José Manuel Barroso, al segretario generale del Consiglio d'Europa,
Terry Davis, al ministro degli Esteri ceco uscente, Karel Schwarzenberg
(rappresentante della presidenza Ue) e al Relatore speciale Onu contro la
tortura, Manfred Nowak.
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Moldova/ Basescu
chiede inchiesta europea su violenze ... -2- di Apcom Presidente romeno: non
permetterà che si innalzi cortina di ferro -->Roma, 14 apr. (Apcom-Nuova
Europa) - Bucarest chiede che l'inchiesta faccia luce "sulla repressione" degli oppositori anti-comunisti e sulla
"violazione dei diritti dell'uomo e della libertà di espressione", ha aggiunto il
capo di stato romeno. Basescu, inoltre, ha dichiarato che non permetterà che si
innalzi "una nuova cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca
il confine tra Romania e Moldova. "Noi non tolleriamo che i romeni
oltre il Prut siano umiliati perché non crediamo in un sistema ostile - ha
continuato Basescu - La Romania non intende far valere i diritti
sui territori persi in passato. La Romania non vuole discutere delle frontiere
e della sovranità della Moldova - ha aggiunto facedo riferimento alla
situazione prima del 1940 quando la Moldova faceva parte della Romania - Come
Paese europeo abbiamo la responsabilità di informare sia i nostri alleati e gli
altri Paesi del mondo di ciò che accade al di là del Prut". Il presidente
romeno ha chiesto poi alle autorità di Chisinau, che la scorsa settimana hanno
introdotto nuovamente il regime di visti per i romeni che vogliono accedere in
Moldova, di garantire accesso immediato al personale consolare e ai cittadini
romeni, perché questa situazione viola le norme internazionali. Basescu ha sottolineato
di non aver voluto parlare pubblicamente prima per evitare un'escalation di
tensione nei già difficili rapporti diplomatici tra Bucarest e Chisinau.
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Giappone/ Commozione
per Noriko, divisa dai genitori filippini di Apcom Amnesty: dramma
dell'immigrazione,non rispettati diritti infanzia -->Roma, 14 apr. (Apcom) -
Come tutti i giapponesi Noriko s'è dovuta districare in una scelta. Ma nel suo
caso non s'è trattato della classica dicotomia tra "ninjo" (il sentimento)
e "giri" (l'obbligo sociale e di appartenenza). Questo perché Noriko
Calderon, come si capisce dal cognome, è figlia di genitori filippini,
protagonisti di una lunga battaglia legale per restare nel Sol levante a fronte
di un decreto d'espulsione. E Noriko, nata e cresciuta in Giappone, ha scelto
di separarsi dai genitori e di restare in quello che considera il suo paese.
Noriko Calderon ha solo 13 anni, l'aspetto di una tipica studentessa di scuola
media nipponica, con la sua divisa blu, e le sue foto in lacrime all'aeroporto
internazionale di Narita (Tokyo), dove ha accompagnato ieri i genitori, hanno
commosso e diviso profondamente i giapponesi. Oltre a porre
gravi dubbi sulla qualità del rispetto dei diritti umani in un uno
dei paesi economicamente più avanzati al mondo. "Ogni misura per garantire
preminentemente l'interesse del minore deve essere presa in
considerazione", ha accusato Makoto Teranaka, segretaria generale di
Amnesty International Japan, secondo quanto riporta il quotidiano Mainichi Shinbun.
"Questa decisione - ha continuato - va contro la Convenzione
internazionale dei diritti del bambino". Inamovibile invece il ministero
della Giustizia nipponico. "Se fossero state osservate rigidamente le
regole sulla residenza speciale, neanche alla ragazza sarebbe stato
riconosciuto il permesso eccezionale" di rimanere in Giappone, dicono i
burocrati. La vicenda di Noriko e dei suoi genitori - Arlan (36 anni) e Sarah
(38) - è di drammatica banalità. I due filippini sono entrati irregolarmente in
Giappone, utilizzando passaporti falsi. La data del loro primo ingresso è il
primo aprile del 1992. Un anno dopo, il secondo e definitivo accesso illegale
nel Sol Levante. Noriko è nata il 4 luglio 1995. Una normale bambina
giapponese, che parla solo il giapponese. Almeno fino al 13 luglio 2006, quando
la condizione di clandestinità dei Calderon è stata scoperta, dopo 13 anni di
onesto lavoro di Arlan come dipendente di un'azienda di demolizioni nella
Prefettura di Saitama, nelle vicinanze di Tokyo. Mai una segnalazione per
comportamenti scorretti, mai una lamentela da parte dei residenti. E solo con
la denuncia, Noriko è venuta a sapere di essere di nazionalità filippina, non
giapponese. (segue)
( da "Gazzetta di Parma Online, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Villani critica due
consulenze della Provincia Interrogazione regionale di Luigi Villani (Fi-Pdl),
che punta il dito su due concorsi del 2007 emanati dalla Provincia di Parma per
consulenze specializzate, deliberati il 9 agosto, revocati l11
ottobre per razionalizzare «le risorse a disposizione dellAssessorato
alle Poitiche sociali» e di nuovo banditi l8 novembre. Villani afferma che i vincitori
non avrebbero potuto partecipare ai bandi poi revocati, avendo presentato fuori
termine la domanda di partecipazione. Quei bandi di concorso, collegati al
Progetto Educ, erano parzialmente finanziati dalla Regione con fondi per i
Piani di zona; uno richiedeva un sociologo esperto in diritti umani e cittadinanza, laltro un esperto in
pedagogia. Alla Giunta regionale, il consigliere chiede di accertare i
requisiti di trasparenza e imparzialità della vicenda, ipotizzando una «volontà
da parte della Provincia di Parma di attribuire incarichi di consulenza a persone mirate».
( da "Gazzetta di Parma Online, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Villani contesta due
consulenze della Provincia: "Le domande erano state presentate fuori
termine" Interrogazione regionale di Luigi Villani (Fi-Pdl), che punta il
dito su due concorsi del 2007 emanati dalla Provincia di Parma per consulenze
specializzate, deliberati il 9 agosto, revocati l11 ottobre per
razionalizzare «le risorse a disposizione dellAssessorato alle Poitiche
sociali» e di nuovo banditi l8 novembre. Villani afferma che i vincitori
non avrebbero potuto
partecipare ai bandi poi revocati, avendo presentato fuori termine la domanda
di partecipazione. Quei bandi di concorso, collegati al Progetto Educ, erano
parzialmente finanziati dalla Regione con fondi per i Piani di zona; uno
richiedeva un sociologo esperto in diritti umani e
cittadinanza, laltro un esperto in pedagogia. Alla Giunta
regionale, il consigliere chiede di accertare i requisiti di trasparenza e
imparzialità della vicenda, ipotizzando una «volontà da parte della Provincia
di Parma di attribuire
incarichi di consulenza a persone mirate».
( da "Asca" del
14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
MOLDAVIA: PRESIDENTE
ROMENO VUOLE INCHIESTA UE SU 'REPRESSIONE' CHISINAU (ASCA-AFP) - Bucarest, 14
apr - Il presidente romeno Traian Basescu ha chiesto l'apertura di un'inchiesta
europea sulla ''repressione'' perpetrata nella vicina Moldavia, a seguito delle
recenti sommosse post-elettorali esplose a Chisinau. Basescu ha giustificato le
proprie richieste puntando sulla ''violazione dei diritti umani e sulle limitazioni della liberta' di espressione'' avvenute in
Moldavia negli ultimi giorni. Continua cosi' lo scambio di accuse tra i due
Paesi dopo che il leader di Chisinau, Vladimir Voronin, ha puntato il dito
contro la Romania accusata di esser coinvolta nelle violente proteste
anti-comuniste che hanno scosso la capitale la scorsa settimana.
ghi/uda/alf
( da "Foglio, Il" del
14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
14 aprile 2009
Accade nell'Hamastan Quarto, dico quarto, delitto d'onore nella striscia di
Gaza in una sola settimana. C'erano una volta gli arabi più laici del medio
oriente. Oggi c'è l'Hamastan. Se poi ci metti i saloni di parrucchiere e gli
internet caffè fatti esplodere, le bande musicali sciolte perchè suonano per i
sopravvissuti alla Shoah, le chiese bruciate, gli attivisti
dei diritti umani uccisi per strada accanto alle prostitute, i
"collaborazionisti" giustiziati, la sharia, le bombe umane, le
rovine, la piovra iraniana, le torture, il bando del porno, il veleno diffuso
via radio, televisione e moschea, la paura e la miseria, che altro resta per
sembrare Fallujah sotto al Zarqawi? di Giulio Meotti
( da "Virgilio Notizie"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Ramallah, 14 apr.
(Ap) - Il governo di Hamas a Gaza ha licenziato e arrestato undici agenti di
polizia in seguito alla morte di un detenuto. Una decisione che un responsabile
del movimento integralista palestinese ha descritto come parte della campagna per
combattere gli abusi da parte dei servizi di sicurezza. Le
organizzazioni per i diritti umani non sono riuscite a ottenere
da fonte indipendente la conferma della detenzione degli agenti, ma hanno
sottolineato che una simile inchiesta sarebbe un notevole passo in avanti verso
la responsabilità penale per le forze di sicurezza di Hamas. Gli undici
poliziotti sono stati arrestati dopo che un uomo trattenuto per possesso di
droga è deceduto in carcere, con segni di maltrattamento sul suo corpo. Sia il
movimento integralista palestinese Hamas sua le forze di sicurezza in
Cisgiordania fedeli al presidente palestinese Abu Mazen sono state criticati
per il presunto maltrattamento di detenuti e altre violazioni dei diritti umani.
( da "Virgilio Notizie"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Parigi, 14 apr. (Ap)
- Due anni dopo aver lasciato l'Eliseo, Jacques Chirac si conferma la
personalità più amata dai francesi: lo rivela un sondaggio Ifop per "Paris
Match". Secondo l'inchiesta, che sarà pubblicata giovedì sul settimanale,
il 74% dei francesi hanno una buona opinione dell'ex presidente della
Repubblica, che guadagna tre punti percentuali in confronto alla ricerca del
mese scorso. Chirac batte così i favoriti, il
sottosegretario agli Esteri con delega ai diritti umani, la bella
Rama Yade (69%), e il capo della diplomazia francese Bernard Kouchner (69%); la
prima ha perso due punti, mentre il secondo ne ha guadagnati altrettanti. Tra
le personalità più apprezzate all'opposizione c'è invece il sindaco di Parigi,
Bertrand Delanoe, che si piazza quarto, con il 68% dei consensi, prima
del direttore del Fmi (Fondo monetario internazionale), Dominique Strauss Khan
(66%). Continuano a perdere terreno invece il premier Francois Fillon, che
perde otto punti e si piazza 15esimo, e il presidente Nicolas Sarkozy, al
33esimo posto, con il 41% delle preferenze (meno sei punti). Il sondaggio è
stato realizzato telefonicamente tra il 9 e il 10 aprile su un campione
rappresentativo nazionale di 958 persone.
( da "Virgilio Notizie"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 14 apr.
(Apcom-Nuova Europa) - La giornata che precede il nuovo conteggio dei voti in
Moldova è stata segnata da due annunci. Il primo quello dei tre partiti
d'opposizione che chiederanno l'annullamento delle elezioni legislative del 5
aprile. Il secondo, invece, è arrivato da Bucarest, dal presidente romeno
Traian Basescu, che parlando davanti al Parlamento ha chiesto un'inchiesta
europea sulle "repressioni" della manifestazioni anti-comuniste di
Chisinau e ha denunciato la violazione dei diritti
dell'uomo da parte delle autorità moldave. E mentre domani le commissioni
elettorali locali si preparano a conteggiare nuovamente le schede,
l'opposizione denuncia che i veri brogli sono stati organizzati nella stesura
delle liste di votanti. Secondo il leader del partito Liberaldemocratico Vlad
Filat "durante i controlli" è stato rilevato "che i nomi di
persone decedute molto tempo fa appaiono ancora sulle liste. I nominativi di
minorenni e cittadini che risiedono all'estero da anni sono presenti sulle
stesse liste e sono segnati tra coloro che hanno votato" per un totale di
400 mila persone aggiunte "dai Comunisti con l'assistenza del ministero
dell'Informazione, che detiene le banche dati", ha denunciato Filat. Per
questo motivo l'opposizione ha annunciato che non parteciperà al nuovo computo
ma che si dedicherà alla contestazione delle liste degli aventi diritto
chiedendo che vengano indette nuove elezioni. Il voto di domenica 5 aprile ha
assegnato la maggioranza ai comunisti del presidente Vladimir Voronin.
L'opposizione anti-comunista inoltre ha lanciato un appello alla Comunità
internazionale, chiedendo in una lettera aperta all'Ue, al Consiglio d'Europa e
all'Onu di intervenire contro "le violazioni diffuse
dei diritti umani, in particolare dei detenuti". Richiesta che è arrivata a
gran voce anche da Bucarest dove Basescu ha risposto, dopo una settimana alle
accuse rivolte dal suo omologo moldavo, secondo cui la Romania sarebbe dietro
alle manifestazioni anti-comuniste che hanno portato anche agli scontri con la
polizia e all'arresto di 200 persone. Bucarest chiede che l'inchiesta
faccia luce "sulla repressione" degli oppositori anti-comunisti e
sulla "violazione dei diritti dell'uomo e della
libertà di espressione", ha spiegato il capo di stato romeno che non ha
voluto rispondere prima per evitare l'escalation di tensione nelle relazioni
diplomatiche tra Bucarest e Chisinau, che sono già ai ferri corti. Basescu nel
suo discorso ha dichiarato che non permetterà che si innalzi "una nuova
cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca il confine tra Romania e
Moldova e non tollererà "che i romeni oltre il Prut siano umiliati perché
non crediamo in un sistema ostile". Il capo di stato ha fatto riferimento
anche alle ipotesi ventilate da Voronin su interessi e mire territoriali romene
sulla Moldova, che fino al 1940 faceva parte del territorio romeno: "La
Romania non intende far valere i diritti sui territori
persi in passato. La Romania non vuole discutere delle frontiere e della sovranità
della Moldova. Come Paese europeo abbiamo la responsabilità di informare sia i
nostri alleati e gli altri Paesi del mondo di ciò che accade al di là del
Prut". Il presidente romeno ha anche chiesto che vengano riaperte le
frontiere e annullato il regime di visti introdotto unilateralmente dalla
Moldova nei confronti dei romeni. Secondo Basescu si tratta di una violazione
del diritto internazionale, come anche le mancate informazioni da parte delle
autorità moldave su romeni che si trovano in carcere. Il capo di stato romeno,
nella sua decisa risposta a Chisinau, ha voluto ricordare anche che i
fallimenti nello sviluppo della democrazia in Moldova non sono da ricondurre
alla Romania, ma a chi sta governando a Chisinau, perché la Romania è stata la
prima riconoscere la Moldova come stato indipendente nel 1991.
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Nazisti/ Usa avviano
oggi processo estradizione Demjanjuk -2- di Apcom Richiesta sospensione è in
corso, ma alle 15 arriva l'ispezione -->Washington, 14 apr. (Ap) -
Rappresentanti dell'ufficio immigrazione, hanno informato il legale di
Demjanjuk che verranno a far visita verso le 15 locali (le
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Francia/ A 2 anni da
uscita scena, Chirac piace a 3 francesi su 4 di Apcom Ex presidente personalità
più amata (74%), Sarkozy 33esimo (41%) -->Parigi, 14 apr. (Ap) - Due anni
dopo aver lasciato l'Eliseo, Jacques Chirac si conferma la personalità più
amata dai francesi: lo rivela un sondaggio Ifop per "Paris Match".
Secondo l'inchiesta, che sarà pubblicata giovedì sul settimanale, il 74% dei
francesi hanno una buona opinione dell'ex presidente della Repubblica, che
guadagna tre punti percentuali in confronto alla ricerca del mese scorso.
Chirac batte così i favoriti, il sottosegretario agli
Esteri con delega ai diritti umani, la bella Rama Yade (69%), e
il capo della diplomazia francese Bernard Kouchner (69%); la prima ha perso due
punti, mentre il secondo ne ha guadagnati altrettanti. Tra le personalità più
apprezzate all'opposizione c'è invece il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe,
che si piazza quarto, con il 68% dei consensi, prima del direttore del
Fmi (Fondo monetario internazionale), Dominique Strauss Khan (66%). Continuano
a perdere terreno invece il premier Francois Fillon, che perde otto punti e si
piazza 15esimo, e il presidente Nicolas Sarkozy, al 33esimo posto, con il 41%
delle preferenze (meno sei punti). Il sondaggio è stato realizzato
telefonicamente tra il 9 e il 10 aprile su un campione rappresentativo
nazionale di 958 persone.
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
M.O./ Gaza, polizia
Hamas sospende e arresta undici agenti di Apcom A seguito della morte di un
detenuto -->Ramallah, 14 apr. (Ap) - Il governo di Hamas a Gaza ha
licenziato e arrestato undici agenti di polizia in seguito alla morte di un
detenuto. Una decisione che un responsabile del movimento integralista
palestinese ha descritto come parte della campagna per combattere gli abusi da
parte dei servizi di sicurezza. Le organizzazioni per i
diritti umani non sono riuscite a ottenere da fonte indipendente la conferma
della detenzione degli agenti, ma hanno sottolineato che una simile inchiesta
sarebbe un notevole passo in avanti verso la responsabilità penale per le forze
di sicurezza di Hamas. Gli undici poliziotti sono stati arrestati dopo
che un uomo trattenuto per possesso di droga è deceduto in carcere, con segni
di maltrattamento sul suo corpo. Sia il movimento integralista palestinese
Hamas sua le forze di sicurezza in Cisgiordania fedeli al presidente
palestinese Abu Mazen sono state criticati per il presunto maltrattamento di
detenuti e altre violazioni dei diritti umani.
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Moldova/ Non cala
tensione, Basescu chiede inchiesta Ue -punto di Apcom Opposizione denuncia:
veri brogli in formazione liste elettori -->Roma, 14 apr. (Apcom-Nuova
Europa) - La giornata che precede il nuovo conteggio dei voti in Moldova è
stata segnata da due annunci. Il primo quello dei tre partiti d'opposizione che
chiederanno l'annullamento delle elezioni legislative del 5 aprile. Il secondo,
invece, è arrivato da Bucarest, dal presidente romeno Traian Basescu, che
parlando davanti al Parlamento ha chiesto un'inchiesta europea sulle
"repressioni" della manifestazioni anti-comuniste di Chisinau e ha
denunciato la violazione dei diritti dell'uomo da
parte delle autorità moldave. E mentre domani le commissioni elettorali locali
si preparano a conteggiare nuovamente le schede, l'opposizione denuncia che i
veri brogli sono stati organizzati nella stesura delle liste di votanti.
Secondo il leader del partito Liberaldemocratico Vlad Filat "durante i
controlli" è stato rilevato "che i nomi di persone decedute molto
tempo fa appaiono ancora sulle liste. I nominativi di minorenni e cittadini che
risiedono all'estero da anni sono presenti sulle stesse liste e sono segnati
tra coloro che hanno votato" per un totale di 400 mila persone aggiunte
"dai Comunisti con l'assistenza del ministero dell'Informazione, che
detiene le banche dati", ha denunciato Filat. Per questo motivo
l'opposizione ha annunciato che non parteciperà al nuovo computo ma che si
dedicherà alla contestazione delle liste degli aventi diritto chiedendo che
vengano indette nuove elezioni. Il voto di domenica 5 aprile ha assegnato la
maggioranza ai comunisti del presidente Vladimir Voronin. L'opposizione
anti-comunista inoltre ha lanciato un appello alla Comunità internazionale,
chiedendo in una lettera aperta all'Ue, al Consiglio d'Europa e all'Onu di
intervenire contro "le violazioni diffuse dei diritti umani, in particolare dei detenuti". Richiesta che è arrivata a
gran voce anche da Bucarest dove Basescu ha risposto, dopo una settimana alle
accuse rivolte dal suo omologo moldavo, secondo cui la Romania sarebbe dietro
alle manifestazioni anti-comuniste che hanno portato anche agli scontri con la
polizia e all'arresto di 200 persone. Bucarest chiede che l'inchiesta
faccia luce "sulla repressione" degli oppositori anti-comunisti e
sulla "violazione dei diritti dell'uomo e della
libertà di espressione", ha spiegato il capo di stato romeno che non ha
voluto rispondere prima per evitare l'escalation di tensione nelle relazioni
diplomatiche tra Bucarest e Chisinau, che sono già ai ferri corti. Basescu nel
suo discorso ha dichiarato che non permetterà che si innalzi "una nuova
cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca il confine tra Romania e
Moldova e non tollererà "che i romeni oltre il Prut siano umiliati perché
non crediamo in un sistema ostile". Il capo di stato ha fatto riferimento
anche alle ipotesi ventilate da Voronin su interessi e mire territoriali romene
sulla Moldova, che fino al 1940 faceva parte del territorio romeno: "La
Romania non intende far valere i diritti sui territori
persi in passato. La Romania non vuole discutere delle frontiere e della sovranità
della Moldova. Come Paese europeo abbiamo la responsabilità di informare sia i
nostri alleati e gli altri Paesi del mondo di ciò che accade al di là del
Prut". Il presidente romeno ha anche chiesto che vengano riaperte le
frontiere e annullato il regime di visti introdotto unilateralmente dalla
Moldova nei confronti dei romeni. Secondo Basescu si tratta di una violazione
del diritto internazionale, come anche le mancate informazioni da parte delle
autorità moldave su romeni che si trovano in carcere. Il capo di stato romeno,
nella sua decisa risposta a Chisinau, ha voluto ricordare anche che i
fallimenti nello sviluppo della democrazia in Moldova non sono da ricondurre
alla Romania, ma a chi sta governando a Chisinau, perché la Romania è stata la
prima riconoscere la Moldova come stato indipendente nel 1991.
( da "Asca" del
14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
PAKISTAN: CASA
BIANCA, SHARIA E' CONTRO DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA
(ASCA-AFP) - Washington, 14 apr - Netta censura della Casa Bianca nei confronti
della decisione del presidente del Pakistan di imporre in parte del paese la
legge islamica. Il provvedimento, preso per cercare di contrastare l'influenza
dei talebani, viene giudicato ''contrario ai diritti umani e alla
democrazia''. Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs ha detto che
l'amministrazione Obama ritiene che ''le soluzioni per aumentare la sicurezza
in Pakistan non debbano includere una riduzione della democrazia e dei diritti umani. La stretta osservanza alla legge islamica annunciata
per la zona della valle di Swat va contro entrambi questi principi''.
red-uda/sam/ss
( da "Agi" del
14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
DURBAN 2: USA FORSE
PRESENTI, CI SARA' AHMADINEJAD Ginevra - Gli Stati Uniti potrebbero rivedere la
decisione di boicottare la Conferenza mondiale contro il razzismo e la
xenofobia che si aprira' lunedi' prossimo a Ginevra, la cosiddetta Durban 2.
Secondo fonti diplomatiche citate da "Haaretz", alcuni diplomatici
americani hanno informato le organizzazioni ebraiche negli Usa che
l'Amministrazione Obama potrebbe inviare un suo rappresentante alla Conferenza.
Washington aveva inizialmente annunciato il boicottaggio dei lavori nel timore
che si trasformassero in un'occasione per attaccare Israele, come avvenuto alla
prima conferenza svoltasi otto anni fa in Sudafrica. Ma
decine di organizzazioni per i diritti umani hanno
scritto una lettera a Barack Obama per chiedergli che gli Usa siano presenti
"in una delle piu' importanti piattaforme internazionali per discutere
dell'eliminazione del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia
e delle relative intolleranze". Al presidente americano e' stato
fatto notare che un boicottaggio sarebbe "incoerente" con la sua
volonta' di confrontarsi con la comunita' internazionale. Finora Isrele e
Canada hanno annunciato il boicottaggio della Conferenza e anche l'Italia si e'
ritirata dai lavori preparatori minacciando di disertare la riunione di Ginevra
se non ci sara' un cambiamento di rotta. Intanto il presidente iraniano, Mahmud
Ahmadinejad, ha ufficializzato la sua presenza a Durban-2. Tra i leader saranno
presenti anche quelli di Timor est, Togo e Montenegro mentre Egitto, Nigeria,
Norvegia, Sudafrica e Uganda invieranno i ministri degli Esteri, il Lesoto il
suo premier e lo Zambia il vicepresidente.
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Immigrati/ Bali,
conferenza Asia-Pacifico su flusso migrazioni di Apcom Traffico esseri umani e sicurezza confini sono a centro lavori -->Roma,
14 apr. (Apcom) - I ministri delegati di quasi 60 nazioni asiatiche e del
Pacifico hanno cominciato oggi la terza Conferenza regionale ministeriale di
Bali in cui le questioni delle migrazioni, del traffico di esseri umani e della sicurezza dei confini sono al centro dei
lavori. Il forum - riferisce l'agenzia Misna - è presieduto da Indonesia e
Australia, le due nazioni che nel 2002 lanciarono la conferenza dedicata al
controllo regionale delle migrazioni, nota anche come 'Bali process', in
quell'occasione per l'effetto dei flussi di rifugiati da Iraq e Afghanistan.
L'incontro, ospitato nella località di Nusa Dua e che si concluderà domani, non
è aperto alla stampa. Tra gli argomenti in discussione anche il problema dei
rohingya, la minoranza musulmana di lingua bengali residente in Myanmar ma che
Yangon non riconosce tra le sue 130 etnie nazionali; tra dicembre e gennaio
centinaia di migranti rohingya, sbarcati sulle coste tailandesi, sono stati
riportati a largo dalle forze di sicurezza, con la conseguenza che molte decine
hanno perso la vita in mare mentre altri hanno a stento raggiunto le coste
indiane e indonesiane. La Thailandia e l'Indonesia hanno chiesto che il
problema fosse affrontato regionalmente. Da parte sua l'Australia appare
piuttosto turbata dalla ripresa di sbarchi dei cosiddetti 'boat people'
sull'isola australiana di Christmas dopo che l'attuale governo laburista ha
ammorbidito una severa normativa anti-immigrazione, duramente
criticata da organizzazioni per i diritti umani nazionali e
internazionali; nell'ultimo anno sono state 12 le barche con 379 migranti e
richiedenti asilo che hanno raggiunto l'isoletta (situata di rimpetto
all'Indonesia ma a 2600 di chilometri dalla costa settentrionale australiana)
dove sono trattenuti in campi di identificazione. Ciò è bastato mettere
in imbarazzo il governo e riaccendere le polemiche dell'opposizione.
( da "Reuters Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
CLEVELAND (Reuters)
- Gli agenti statunitensi hanno prelevato la presunta ex guardia nazista John
Demjanjuk oggi dalla sua casa in Ohio per trasferirlo in Germania, dove è
accusato della morte di 29.000 ebrei, ma la sua estradizione è stata bloccata
da una corte d'appello Usa. Demjanjuk, che ha 89 anni e che secondo la sua
famiglia è di salute cagionevole, è stato trasferito su una sedia a rotelle e
avrebbe dovuto volare nella notte verso Monaco, dove i magistrati lo accusano
di essere stato complice delle uccisioni nel 1943 al campo di concentramento di
Sobibor, una zona della Polonia allora occupata dai nazisti tedeschi. Il figlio
di Demjanjuk ha però fatto appello al tribunale di Cincinnati, sostenendo che estradare il padre in Germania è equiparabile alla
tortura, viste la sue precarie condizioni. Secondo l'accusa Usa, la corte non
ha giurisdizione. Originario dell'Ucraina, Demjanjuk fu condannato a morte in
Israele nel 1988 come la sadica guardia "Ivan il terribile" di
Treblinka, dove morirono in 870.000. La più alta corte israeliana aveva
poi stabilito che probabilmente lui non era "Ivan" di Treblinka, ma
funzionari Usa gli tolsero la cittadinanza quando ammise di aver lavorato in
altri tre campi e di aver nascosto queste informazioni al suo ingresso in America
nel 1951. Demjanjuk avrebbe dovuto essere estradato il 5 aprile scorso, ma ha
ottenuto una proroga per le sue precarie condizione di salute.