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Report "Diritti umani"   12-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Un albero "abusivo" contro il grattacielo ( da "Stampa, La" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: è una palmacea vicino alla Palazzina Einaudi dedicata alla violazione dei diritti umani al G8 di Genova, un'altra, di fronte a Palazzo Nuovo dedicata alle vittime della strage del fosforo bianco a Falluja. A poche centinaia di metri sta crescendo una fotina dedicata ai desaparecidos argentini e un'altra dedicata alle popolazioni indigene del Sud America.

Presto in rassegna a Torino i film ecologici ( da "Villaggio Globale.it" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ambiente e ai diritti umani Sono aperte le iscrizioni per l'edizione 2009 di Cinemambiente, la più autorevole manifestazione italiana in tema di ambiente, diretta da Gaetano Capizzi ed organizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema. Fino al 30 giugno registi e filmakers potranno iscriversi gratuitamente e partecipare al festival,

<A Genova è saltata la legalità: squadrismo e tortura> ( da "Varesenews" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: A Genova è saltata la legalità: squadrismo e tortura» Don Andrea Gallo "martello pneumatico" della coscienza sociale. Una serata, quella vissuta presso la sala conferenze del Museo del Tessile e organizzata dal Comitato bustese Genova 2001, che ha visto mattatore il "prete rosso" del Porto di Genova, storico compagno degli emarginati e degli ultimi.

M.O.: Tavola Pace e Ong, a Gaza è tragedia umanitaria ( da "KataWeb News" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: degli enti locali per la Pace e i Diritti Umani, Piattaforma delle Ong per il Medio Oriente e Tavola della pace di ritorno da una missione in Israele e nei Territori Occupati. "Oltre un milione e mezzo di persone, metà delle quali con meno di 14 anni, sopravvivono in condizioni inumane", scrive la Tavola della pace in una nota, "rinchiuse in un territorio che non possono lasciare,

Faccia a faccia su Gaza tra l'imam e gli ebrei ( da "Arena, L'" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Valentina Moretti e Zeno Filippi, volontari Unicef, che esporranno la documentazione raccolta sulle violazioni sia israeliane che palestinesi; e Niccolò da Ronco, del gruppo Amnesty di Verona, che parlerà della posizione dell'associazione circa le violazioni dei diritti umani e degli appelli lanciati.

medici e clandestini toscana contro il governo ( da "Repubblica, La" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «La nuova legge non può essere un alibi per non intervenire, anche in maniera preventiva». E di immigrati si occupano anche i Medici per i diritti umani (e non Medici senza frontiere come erroneamente indicato ieri), che hanno portato la loro unità mobile di assistenza sociosanitaria presso l´ex Meyer occupato. (mi.bo.)

Uno scoglio in mezzo al mare. Una strada lunga 13 chilometri che si estende da Levante a Ponente. Pi... ( da "Unita, L'" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: associazioni di tutela dei diritti umani. Tutti gli uomini hanno diritto ad un processo, se sospettati colpevoli di un reato, prima di essere messi in prigione. Ci sono sempre stati uomini che partono perché fuggono, dalla legge o dalla guerra. Tra i due c'è un enorme distinzione: quelli che fuggono dalla legge hanno commesso qualche reato e sono perciò considerati dei criminali.

"CITTADINANZA E COSTITUZIONE" NELLE SCUOLE ITALIANE ( da "marketpress.info" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: in particolare dei diritti e dei doveri del cittadino, dei diritti e dei doveri del lavoratore, nonché lo studio del diritto internazionale in materia di diritti umani e lo studio delle Istituzioni europee); nella scuola secondaria di secondo grado (scuole superiori) ci sarà un approfondimento dello studio della Costituzione anche attraverso l?

MATCH, UN PROGETTO DI LAVORO PER I DISABILI ( da "marketpress.info" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: si è attuato un superamento della dimensione economica come vincolo di esigibilità del diritto: una persona con disabilità, adesso, può adire verso un tribunale e rivendicare la violazione di un proprio diritto soggettivo, in ragione della violazione del proprio ineludibile diritto umano. Il progetto Match avrà sede a Lauria abbracciando i dodici comuni dell?

IMMIGRAZIONE, LA CALABRIA PRIMA REGIONE D'ITALIA A DOTARSI DI UNA LEGGE PER L'ACCOGLIENZA E L'INSERIMENTO DEI RIFUGIATI ( da "marketpress.info" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: amministrazione regionale tra gli enti e le associazioni maggiormente significative sul piano nazionale nelle materie attinenti la tutela del diritto d´asilo, la tutela dei diritti umani, il dialogo interculturale, lo sviluppo di modelli di economia solidale nelle comunità locali e nelle relazioni internazionali. . <<BACK

Il Congresso Usa dà il via libera alla mozione a sostegno del Tibet ( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: CINA Il Congresso Usa dà il via libera alla mozione a sostegno del Tibet L'impegno degli Stati Uniti sui diritti umani in Cina «non è in discussione»: il Segretario di Stato Hillary Clinton, dopo l'incontro ieri a Washington con il collega cinese Yang Jiechi, ha così risposto alle critiche che l'amministrazione Obama avrebbe messo la sordina alla repressione di Pechino.

Razzismo ( da "Corriere Alto Adige" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: potrebbe succedere a una donna in gravidanza senza permesso di soggiorno: a rischio segnalazione da parte delle strutture sanitarie e senza diritto di registrare il figlio, che sarebbe quindi un neonato inesistente. Tutela della gravidanza e tutela del minore, due capisaldi della vera civiltà occidentale, quella dei diritti umani, messi a rischio, anzi, annientati in un colpo solo.

di BENEDETTA SALSI <SONO VENUTO a Reggio a trovare i miei parenti e gli a... ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la mia tesi sulla situazione dei diritti umani per i rifugiati del Guatemala nel Sud del Messico, mi ha aiutato a indirizzare il mio futuro. Poi ho preso parte a una summer school' sui problemi dei rifugiati a Oxford». La prima esperienza lavorativa? «Sono partito nel 1996 con il servizio dei Gesuiti per i rifugiati' e sono rimasto cinque anni in Angola.

Un altro cervello in fuga. E' così che si può sicuramente definire Andrea Lari. Nato ... ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: In seguito arriva a Human Rights Watch' (organizzazione non governativa che si occupa di diritti umani) e dal 2004 lavora nella Refugees International', un'organizzazione umanitaria indipendente statunitense, con sede a Washington, dove Lari ora risiede. Oltre l'italiano, parla inglese, francese, spagnolo e portoghese.

Rossi:<In calo le richieste di cura Un rischio per la salute di tutti> ( da "Nazione, La (Firenze)" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: promosso dalle associazioni Nosotras, Medici per i diritti umani e Arci provinciale, è emersa una certa preoccupazione, perché risultano in calo le richieste di cure e assistenza da parte degli immigrati, che temono la denuncia. «Sanitarizzare il problema ha aggiunto Rossi significa alimentare le paure.

Reporter sans Frontières: Censura online, allarme in Occidente ( da "Vnunet.it" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Rsf ha chiesto ad Amnesty International affinché la Global Network Initiative, a cui aderiscono anche Google, Yahoo! e Microsof (finora bersaglio delle associazioni per la difesa dei diritti umani), diano un loro sostegno forte alla libertà di espressione e contro la censura online. © Copyright 2007 tutti i diritti riservati | part of vnu.net europe

Manifestazione sabato 21 febbraio, negata Piazza Navona ( da "Articolo21.com" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: SI' ALLA VITA, NO ALLA TORTURA DI STATO” si terrà a Piazza Farnese. Il gabinetto del sindaco Alemanno ha comunicato agli organizzatori che non concederà Piazza Navona perché vi devono transitare alcuni carri allegorici di carnevale. Era però stato lo stesso ufficio –

Un'azione congiunta per la pace in medioriente ( da "Articolo21.com" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, la Piattaforma delle Ong per il Medio Oriente e la Tavola della pace stringono un patto d'azione comune e invitano tutti a lavorare insieme per la pace in Medio Oriente. Decidiamo di lavorare insieme perché non vogliamo abbandonare la popolazione della Striscia di Gaza.

Usa-Cina. Incontro tra Clinton e Yang Jechi a Washington ( da "AmericaOggi Online" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: nonostante il recente incidente navale e le polemiche sul rispetto dei diritti umani in Tibet. Al termine del colloquio tra la Clinton e Yang, il secondo in un mese, Usa e Cina hanno detto di essere "uniti" nella condanna ai lanci di missili della Corea del Nord e di avere concordato che non debbano ripetersi in futuro incidenti navali come quello di domenica.

Imperia: domani al Corallo la Cerimonia delle Candele ( da "Sanremo news" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ha anche Status Consultivo con l'UNESCO, l'UNICEF, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, l'UNIDO e l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Lavora in stretto contatto con la Commissione per i Diritti Umani, la Commissione per lo Status della Donna, la FAO, l'IFAD, il Consiglio d'Europa ed altre Agenzie specializzate.

Egitto, contro la censura blogger in prima linea ( da "Stampaweb, La" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: continuano a essere sistematiche le torture, le botte, le sevizie, l?elettroshock, l?isolamento, gli abusi sessuali e le minacce di morte». Anche il rapporto annuale del Dipartimento di Stato americano sui diritti dell?uomo dice le stesse cose. Due dei quattro torturatori di Imad El-Kebir, un taxista che aveva cercato di bloccare dei poliziotti che picchiavano per strada un suo cugino,

Fondi dall'Ue per i diritti umani ( da "Denaro, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Mediterraneo giordania Fondi dall'Ue per i diritti umani Il finanziamento di 1,7 mln e sarà distribuito tra una decina di Ong locali Consolidare il processo democratico e la cultura dei diritti umani. E' lo scopo di un finanziamento da 1,7 millioni di euro assegnato da un organismo della Ue, l'European Instrument for democracy and Human Rights (Eidhr),

Perù, "caso Fujimori" apre dibattito su responsabilità capo di Stato ( da "Velino.it, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sostenendo che a gestire la politica di lotta alla guerriglia era il Consiglio dei ministri e, in ambito militare, il ministro della Difesa. La sentenza di primo grado nei confronti dell'ex capo di Stato, coinvolto anche in altre cause per violazione dei diritti umani e corruzione, è prevista per il mese di aprile. (mat) 12 mar 2009 12:46

Onu/ Rabbini Israele a Papa: Vaticano critichi Durban II ( da "Virgilio Notizie" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: volontariamente coloro che compiono discriminazioni istiuzionalizzate e violazione dei diritti umani. Apprezziamo il ruolo costruttivo dell'osservatore vaticano nel tentare di resistere alla distorta dichiarazione - prosegue il capo della delegazione del Gran Rabbinato di Israele - e speriamo che la Santa Sede farà sentire la sua voce nel deplorare questo attacco allo Stato ebreo".

Cina/ Charta 08, professore punito con trasferimento al ( da "Virgilio Notizie" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: avvocati e leader locali e firmato da circa duemila cinesi in favore di una maggior diffusione della democrazia e rispetto dei diritti umani in Cina. La Charta 08 è stata diffusa il 10 dicembre, in occasione dell'anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, e si ispira alla Charta 77, il manifesto della dissidenza cecoslovacca.

Afghanistan/ Caso Sayed, Frattini: Strada diritti è ancora ( da "Virgilio Notizie" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Afghanistan istituzioni pienamente rispettose dei diritti umani è una strada lunga". Il ministro degli Esteri Franco Frattini commenta così, a margine di un convegno alla Farnesina, la conferma da parte della Corte Suprema afgana della condanna a 20 anni di carcere per blasfemia allo studente-giornalista afgano Sayed Pervez.

Da Francesco Guccini e Vasco Rossi ai Radiohead: con noi Michele Lionello del festival Voci per la Libertà! - Una Canzone per Amnesty ( da "Musicalnews.com" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: con un impegno di tutti per promuovere i diritti umani attraverso la musica, uno dei mezzi di comunicazione che più caratterizza la vita soprattutto dei giovani. Negli ultimi anni oltre ad avere avuto una grossa cassa di risonanza grazie ai vincitori del Premio Amnesty Italia: Modena City Ramblers, Paola Turci, Subsonica;

Premio d'impegno per la Pace a Silvana Fucito ( da "Caserta News" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti Umani. A seguire ancora il saluto del consigliere provinciale Enzo Di Franco e di altre autorità presenti. Il Sindaco di Alife Roberto Vitelli, ha manifestato la propria soddisfazione e si è dichiarato onorato di ospitare presso la propria sede comunale un evento della simile portata mai svolto ad Alife e si é congratulato ancora una volta con la testimonial della Pace Agnese

Editoriale - Diritti umani, l'ora di cambiare di F. Venturini ( da "Corriere.it" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani l'ora di cambiare Nel giorno del cinquantesimo anniversario della rivolta di Lhasa la Camera dei Deputati ha espresso ieri un sì bipartisan alla mozione proposta dai Radicali per il rispetto dei diritti umani in Tibet. Il testo impegna il governo italiano, spesso timido in materia, a chiedere alla Cina garanzie di libero accesso nella regione e un dialogo costruttivo

Caso Battisti, da Genro accuse all'Italia: "Brasile aggredito nella sua sovranità" ( da "Giornale.it, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: audizione congiunta alle commissioni esteri e diritti umani al Senato. In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull?ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione. "Da parte dell?Italia non c?

- LAMPEDUSA: L'UNIONE EUROPEA FERMI LE VIOLAZIONI ( da "WindPress.it" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Unione europea fermi le violazioni dei diritti umani Contenuto della paginaAmnesty International: l'Unione europea chieda all'Italia di fermare le violazioni dei diritti umani di migranti e richiedenti asilo a LampedusaCS036: 12/03/2009L'Unione europea deve fare pressioni sull'Italia perch assicuri che i diritti umani non siano violati a Lampedusa.

Battisti, il ministro attacca l'Italia "Ci tratta come un paese di ballerine" ( da "Repubblica.it" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: durante un'audizione congiunta alle commissioni Esteri e Diritti umani al Senato, sul caso di Cesare Battisti. In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull'ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione.

Battisti, il Brasile alza i toni: <Italia aggredisce sovranità> ( da "Corriere.it" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: audizione congiunta alle commissioni esteri e diritti umani al Senato in Brasilia sul caso di Cesare Battisti. «PAESE DI BALLERINE» - In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull'ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione.

Battisti, Brasile: "Non siamo... ( da "Giornale.it, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: audizione congiunta alle commissioni esteri e diritti umani al Senato. In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull?ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione. "Da parte dell?Italia non c?

DIRITTI UMANI. Appello di Amnesty all'Ue: "Fermare le violazioni a Lampedusa" ( da "HelpConsumatori" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: News DIRITTI UMANI. Appello di Amnesty all'Ue: "Fermare le violazioni a Lampedusa" 12/03/2009 - 16:15 "L'Unione europea deve fare pressioni sull'Italia perché assicuri che i diritti umani non siano violati a Lampedusa". Lo ha dichiarato Amnesty International alla vigilia della visita sull'isola del vicepresidente della Commissione europea Jacques Barrot.

Sicurezza, Fini su denuncia dei medici: "Ingiusta: i clandestini sono persone" ( da "Giornale.it, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: di dar vita a provvedimenti che possono ledere il diritto della persona. Nei confronti del clandestino bisogna ricordare che è sempre una persona umana. Il rispetto della dignità viene prima di qualsiasi connotazione. Prima è un uomo". Il presidente della Camera osserva che "la sicurezza è un bene primario" e si dice preoccupato dal fatto che "possa diventare un problema etnico"

Ex sottosegretario di Pinochet eletto presidente del Senato cileno ( da "Rai News 24" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: furono commesse almeno 79 violazioni dei diritti umani, tra le quali la brutale decapitazione del sindacalista Tucapel Jimenez. Durante la cerimonia di insediamento sono state mostrate foto di 'desaparecidos' e bandiere nere in segno di lutto, mentre gran parte dei senatori della maggioranza ha abbandonato l'aula senza ascoltare il primo discorso del nuovo leader della camera alta.

Fini: no ai medici che denunciano ( da "Affari Italiani (Online)" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ragioniamo prima di dar vita a provvedimenti che possono ledere il diritto della persona. Nei confronti del clandestino bisogna ricordare che e' sempre una persona umana. Il rispetto della dignita' viene prima di qualsiasi connotazione. Prima e' un uomo", conclude Fini. Il presidente della Camera osserva che "la sicurezza e' un bene primario.

Immigrati/ In Calabria legge che promuove accoglienza ( da "Virgilio Notizie" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: individuati dall'amministrazione regionale tra gli enti e le associazioni maggiormente significative sul piano nazionale nelle materie attinenti la tutela del diritto d'asilo, la tutela dei diritti umani, il dialogo interculturale, lo sviluppo di modelli di economia solidale nelle comunità locali e nelle relazioni internazionali.

Stranieri, Fini: immorale la denuncia dei medici ( da "Giornale.it, Il" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: di dar vita a provvedimenti che possono ledere il diritto della persona. Nei confronti del clandestino bisogna ricordare che è sempre una persona umana. Il rispetto della dignità viene prima di qualsiasi connotazione. Prima è un uomo". Il presidente della Camera osserva che "la sicurezza è un bene primario" e si dice preoccupato dal fatto che "possa diventare un problema etnico"

Caso Battisti, il Brasile alza i toni: <Sovranità aggredita dall'Italia> ( da "Corriere.it" del 12-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: udienza congiunta delle commissioni Esteri e dei diritti umani del senato brasiliano. Il ministro ha respinto con determinazione le affermazioni provenienti dall'Italia che ledono la «sovranità» del Brasile, ricordando in particolare le illazioni provenienti dall'Italia secondo le quali il Brasile sarebbe «un paese di ballerine, non di giuristi.


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Un albero "abusivo" contro il grattacielo (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CANTIERE INTESA SANPAOLO Un albero "abusivo" contro il grattacielo Un timido e ancora spoglio susino. Il primo albero «abusivo» della città è stato piantato ieri di fronte al cantiere del grattacielo Intesa Sanpaolo. Un nuovo, per ora esile, testimone della protesta di Paolo Hutter e del comitato «Non grattiamo il cielo». La pianta è stata dedicata, non a caso, all'articolo 9 della Costituzione che sancisce che la Repubblica, oltre a promuovere lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Il cielo di Torino, in questo caso, che sarebbe «grattato» dall'alta torre. E dietro al susino c'è un progetto ben più complesso di un gruppo di creativi studenti di Agraria, «Il Bosco della memoria», presentato con successo a un concorso bandito dall'Edisu. Emanuele, e un gruppo di altri 5 studenti, stanno piantando, nelle aree non edificate vicino alle Università, una serie di giovani alberi: ognuno ricorda metaforicamente un tema caro ai ragazzi dei vari atenei. C'è una palmacea vicino alla Palazzina Einaudi dedicata alla violazione dei diritti umani al G8 di Genova, un'altra, di fronte a Palazzo Nuovo dedicata alle vittime della strage del fosforo bianco a Falluja. A poche centinaia di metri sta crescendo una fotina dedicata ai desaparecidos argentini e un'altra dedicata alle popolazioni indigene del Sud America. Ieri hanno collaborato con Hutter «perché spinti dagli stessi ideali». \

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Presto in rassegna a Torino i film ecologici (sezione: Diritti umani)

( da "Villaggio Globale.it" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ultime Notizie L'edizione 2009 di Cinemambiente Presto in rassegna a Torino i film ecologici Aperte le iscrizioni. Le opere, tutte prodotte dopo il primo gennaio 2007, dovranno trattare le problematiche legate all'ambiente e ai diritti umani Sono aperte le iscrizioni per l'edizione 2009 di Cinemambiente, la più autorevole manifestazione italiana in tema di ambiente, diretta da Gaetano Capizzi ed organizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema. Fino al 30 giugno registi e filmakers potranno iscriversi gratuitamente e partecipare al festival, che si terrà a Torino dall'8 al 13 ottobre. La rassegna si suddivide in tre diverse sezioni: Concorso Internazionale Documentari, Concorso Documentari Italiani e Concorso Internazionale Cortometraggi d'Animazione. Le opere, tutte prodotte dopo il primo gennaio 2007, dovranno trattare le problematiche legate all'ambiente e ai diritti umani. Giunto alla sua 12ma edizione, Cinemambiente è diventato un appuntamento immancabile per quanti vogliono approfondire e confrontarsi sui problemi che attanagliano il nostro pianeta attraverso il linguaggio cinematografico. Un modo innovativo di informare e stimolare la riflessione sulla questione ambientale, sempre attuale e scottante. Ma Cinemambiente, leader del network internazionale Effn (Environmental Film Festival Network) è anche una preziosa occasione per far conoscere nuovi talenti e promuovere il cinema d'autore, solitamente esclusi dai circuiti tradizionali. Attraverso documentari, film, cartoni animati, dibattiti, mostre, libri, teatro e concerti si accendono i riflettori su inquinamento, deforestazione, ecomafie, guerre e diritti umani. Sei giorni di full immersion ambientale per fare il punto sulla situazione e spronare ognuno di noi ad avere comportamenti ecosostenibili. Perché è dalle scelte individuali e dai piccoli gesti quotidiani che dipende il nostro futuro e quello dell'ambiente. (Anna Liberti) (12 Marzo 2009)

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<A Genova è saltata la legalità: squadrismo e tortura> (sezione: Diritti umani)

( da "Varesenews" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Busto Arsizio - Don Andrea Gallo mattatore della serata organizzata dal comitato bustese Genova 2001. Il "prete di strada" genovese non si smentisce, mordace e polemico sui mali della società e della politica di ieri e di oggi: vista da sinistra «A Genova è saltata la legalità: squadrismo e tortura» Don Andrea Gallo "martello pneumatico" della coscienza sociale. Una serata, quella vissuta presso la sala conferenze del Museo del Tessile e organizzata dal Comitato bustese Genova 2001, che ha visto mattatore il "prete rosso" del Porto di Genova, storico compagno degli emarginati e degli ultimi. Un ottantenne con tante cose da dire ai giovani: un discorso che prorompe con la forza di una valanga e con la schiettezza e il linguaggio "da camallo" di chi conosce bene la strada e la sua realtà. Filo conduttore della serata era Genova 2001, con il filmato "Fare un golpe e farla franca" di Enrico Deaglio, Beppe Cremagnani e Mario Portanova a precedere gli interventi, e il fresco ricordo dei meno reclamizzati fatti di Bergamo. La serata vedeva don Gallo affiancato da Mirko Mazzali, avvocato del Genoa Legal Forum. Aderivano le associazioni e i partiti della sinistra bustese. A latere, banchetti di Legambiente e di Parada Italia. Un movimento vivo, insomma, che in certo modo si risponde da sè all'eterna domanda se un altro mondo sia possibile. C'è però chi ha fatto del suo peggio per mandarcene il più possibile, all'altro mondo, a Genova. Di questo è convinto Mazzali, ancor più per l'esito delle vicende processuali segnate da «due pesi e due misure»: chi può e chi no. «Per i fatti di corso Buenos Aires a Milano di qualche anno fa si applicò il "concorso morale": per la scuola Diaz, per i dirigenti di polizia non si è usato. A Genova si è condannato a nove anni chi sfasciava le vetrine, a un anno e sei mesi chi spaccava le teste. Ormai per imbrattamento di muri si mettono le stesse pene che per lo scippo alla vecchietta. Si indultano anche gli assassini, poi si vogliono i graffitari in cella. Dietro le ronde partono le contro-ronde, e dietro a tutti la polizia». Pazza Italia. Chi ne ricorda tutt'altra è don Gallo. «Io che vengo dalla lotta armata» dirà di sè tra il serio e il faceto lui non violento: e parla della Resistenza. Lui ha vissuto l'alba della Liberazione, suo fratello era capo partigiano. Aria fresca e nuova: come la Genova del 1960 ribelle all'MSI contro Tambroni (e poi "punita" 41 anni dopo), o il Sessantotto di Mario Capanna e degli studenti. Decenni vissuti a fianco degli ultimi e dei portatori di cambiamento: e oggi? Oggi «più che mai c'è bisogno di camminare in direzione ostinata e contraria» dice citando l'amico Fabrizio De André. In fatto di artisti, ha parole affettuose anche per Manu Chao, mostratosi esemplare e generoso. «Sono qui per mettermi in discussione, per incontrarvi e tornare a casa più umano» dice, «più cristiano, più democratico, e anticapitalista». Il ricordo di Genova 2001 è per flash: Carlo Giuliani «assassinato», don Gallo che urla in tv, i manganelli, «il deserto» del sabato sera, fino agli orrori della scuola Diaz e alle indegnità di Bolzaneto. «A Genova comandava la Cia» denuncia il sacerdote: cacciata in un angolo («non contava niente») la figura dell'allora ministro dell'Interno Scajola, preso di mira è ancora una volta De Gennaro, oggi a capo dei servizi segreti. «è saltata la legalità: episodi di squadrismo, tortura. I cittadini hanno sperimentato il potere puro, arbitrario, esercitato senza paura, con impunità, da chi pure era filmato da mezzo mondo. Eravamo tanti, pacifici. Dicevamo: signori del G8, non è una cinica pretesa dirci che l'unico mondo possibile è il vostro, quello di Banca Mondiale, FMI, WTO?». Cosa resta oggi? «Magistratura vilipesa, leggi ad personam o xenofobe, un federalismo sbracato, una Chiesa alleata del potere», un mondo ancora nelle spire di un neoliberismo «che nella sua malvagità» fa sì che l'80% delle risorse vada al 20% delle persone, «distrugge le istanze collettive, a partire dai sindacati, e combatte la coscienza critica. Comunque noi non siamo qui per piangere, ma per accendere un fuoco». Le provocazioni abbondano. è polemica dal linguaggio forte con le gerarchie: politiche, sindacali, ecclesiastiche. Su Eluana: «Il movimento per la vita? Andate a farlo là dove 25 milioni di bimbi sotto i tre anni muoiono ogni anno. Milano, la grande metropoli: 500 euro di multa per uno spinello... quando abbiamo 2000, dico duemila minori stranieri soli che vivono di espedienti e prostituzione». In un mondo dove «o sei produttivo o non conti niente» diventa rivoluzionaria la scelta non violenta, «un'umanità di tribù in marcia, dai sem terra brasiliani alle coperative agricole d'India o del Burkina Faso». Ed è tempo di arrivederci, «a Trieste, in Val di Susa, a Vicenza coi No Dal Molin, con i precari; arrivederci, bandiera rossa». L'ultimo intervento dell'anziano combattente con la tonaca è un "Bella Ciao" cantato in coro come un Osanna. Peccato che in troppi già non ricordino le parole, perse nel vento ostinato e contrario della storia dei vincitori. Giovedi 12 Marzo 2009 SdA

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M.O.: Tavola Pace e Ong, a Gaza è tragedia umanitaria (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

M.O.: Tavola Pace e Ong, a Gaza è tragedia umanitaria 11 marzo 2009 alle 22:23 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti L'operazione militare israeliana 'Piombo fuso' "ha provocato una tragedia umanitaria nella Striscia di Gaza". La denuncia arriva da una delegazione della società civile italiana rappresentata da Coordinamento nazionale degli enti locali per la Pace e i Diritti Umani, Piattaforma delle Ong per il Medio Oriente e Tavola della pace di ritorno da una missione in Israele e nei Territori Occupati. "Oltre un milione e mezzo di persone, metà delle quali con meno di 14 anni, sopravvivono in condizioni inumane", scrive la Tavola della pace in una nota, "rinchiuse in un territorio che non possono lasciare, in violazione dei più elementari diritti umani". Soccorrere le vittime di questa tragedia è dunque "un dovere della comunità internazionale". Per questo, l'Italia "deve esercitare tutta la pressione necessaria affinché Israele ed Egitto riaprano subito i valichi della Striscia di Gaza e consentano il pieno accesso degli aiuti e del personale umanitario nonché di quanto necessario per la ricostruzione". Questa iniziativa "deve essere parte di un più vasto e serrato impegno per la cessazione di ogni forma di violenza e per la conclusione di un accordo di pace bilaterale e regionale". Inoltre, l'Italia deve agire come "sistema paese" sviluppando un'azione coordinata e coerente tra ministero degli Esteri, Cooperazione, ong, enti locali, Regioni e organizzazioni della società civile. La delegazione ha proposto di realizzare nella Striscia un piano d'interventi a partire dalle esperienze delle ong italiane e delle organizzazioni internazionali che lavorano nella Striscia e della rete delle città Euro-Gaza; promuovere la campagna di adozione a distanza dei bimbi palestinesi; contribuire alla realizzazione del Programma italiano di sostegno alle municipalità nell'area di Khan Younis; collaborare con le organizzazioni israeliane impegnate nell'aiuto alla popolazione di Gaza. AGI

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Faccia a faccia su Gaza tra l'imam e gli ebrei (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Giovedì 12 Marzo 2009 CRONACA Pagina 17 Faccia a faccia su Gaza tra l'imam e gli ebrei Faccia a faccia tra l'imam Mohamed Guerfi e il presidente della comunità ebraica Carlo Rimini sulla questione di Gaza oggi pomeriggio, alle 17.30, in Università, nell'aula 1.17 della sede dell'Economato in via Paradiso a Veronetta. Il dibattito, organizzato dall'Udu, l'Unione degli universitari, si intittola «Strisce di pace» e sarà moderato dal giornalista de «L'Arena» e docente universitario Giancarlo Beltrame. Parteciperanno anche Enrico Milano, docente di diritto internazionale e di diritto delle organizzazioni internazionali della facoltà di Giurisprudenza, che farà un inquadramento storico-giuridico del conflitto israelo-palestinese; Naoki Tomasini, giornalista di Peacereporter, sito d'informazione online legato a Emergency, che è stato di recente proprio a Gaza; Valentina Moretti e Zeno Filippi, volontari Unicef, che esporranno la documentazione raccolta sulle violazioni sia israeliane che palestinesi; e Niccolò da Ronco, del gruppo Amnesty di Verona, che parlerà della posizione dell'associazione circa le violazioni dei diritti umani e degli appelli lanciati.  

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medici e clandestini toscana contro il governo (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina IX - Firenze Polemiche sul ddl sicurezza. I sindacati: costretti a denunciare gli irregolari Medici e clandestini Toscana contro il governo «Saremo obbligati a denunciare gli immigrati irregolari». Il grido d´allarme arriva dai medici toscani, dopo che le principali associazioni sindacali hanno fatto studiare da esperti di diritto il noto emendamento contenuto nel ddl sulla sicurezza, passato al Senato e ora all´esame della Camera, sull´assistenza ai clandestini. Quella norma abroga la legge che stabiliva il divieto di segnalare il clandestino che si presenta nelle strutture sanitarie. «Il medico è un pubblico ufficiale - spiega Carlo Palermo dell´Anaao regionale, la sigla con più iscritti - con l´introduzione del reato di immigrazione clandestina saremo obbligati alla denuncia. Ma non ci arrendiamo, se necessario porteremo il caso alla Corte Costituzionale». Anche gli Ordini dei medici si sono schierati contro l´emendamento. «Siamo in pieno accordo con la posizione della nostra federazione nazionale - spiega il presidente dell´Ordine fiorentino Antonio Panti - che ha previsto sanzioni per i colleghi che dovessero denunciare i clandestini». Ieri all´Arci in piazza dei Ciompi c´è stato un incontro sul tema della sanità degli immigrati. Erano presenti tra gli altri Riccardo Poli, direttore della società della salute di Firenze, e l´assessore regionale alla sanità Enrico Rossi, che ha ricordato le iniziative previste per contrastare la norma del Governo. è già stata fatta una circolare per tutti i medici in cui si invita a non denunciare, è si stanno tracciando linee guida di comportamento da inserire in una delibera. Rossi ha spiegato che certi interventi devono essere anonimi e di iniziativa del sistema sanitario. Come quelli nei campi rom, quelli contro scabbia o tubercolosi. «La nuova legge non può essere un alibi per non intervenire, anche in maniera preventiva». E di immigrati si occupano anche i Medici per i diritti umani (e non Medici senza frontiere come erroneamente indicato ieri), che hanno portato la loro unità mobile di assistenza sociosanitaria presso l´ex Meyer occupato. (mi.bo.)

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Uno scoglio in mezzo al mare. Una strada lunga 13 chilometri che si estende da Levante a Ponente. Pi... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

EMANUELE CRIALESE Uno scoglio in mezzo al mare. Una strada lunga 13 chilometri che si estende da Levante a Ponente. Pietre e cespugli. Il mare cristallino. Le case da finire, sparse lungo il paesaggio brullo e ventoso. Un faro in mezzo al mare. Terra di confine. Porta d'Europa. Da quando me ne sono andato nel 2002 sembra che il cambiamento più lampante consista nella massiccia presenza di tutte le divise italiane. Dai militari, alla polizia, finanza, capitaneria e carabinieri. C'è confusione e agitazione. I pescatori non sono andati in mare a pescare e sono saliti in piazza a protestare, insieme agli altri isolani, contro la costruzione del nuovo centro detenzione, voluta dal governo, in applicazione della nuova legge che prevede la detenzione di tutti coloro che sbarcano sull'isola senza un documento di riconoscimento. Negli ultimi anni i nuovi arrivati venivano accolti, sfamati e quindi identificati nei centri preposti. Una volta identificati venivano invitati a lasciare il paese il prima possibile. Molti di loro rimanevano a lavorare, altri partivano verso la Francia, Belgio, Germania. Per qualche anno la situazione sembrava essere sotto controllo. Da qualche mese il governo ha deciso di dare una dimostrazione di valore e di forza adottando una linea dura; tutti i nuovi arrivati dovranno essere detenuti fino a identificazione e rimpatrio o permesso di soggiorno o accettazione della domanda di asilo politico. Il ministero degli interni è rappresentato da un ministro leghista l'onorevole Maroni. La lega Nord è un partito politico giovane che ha come ideologia dominante la scissione dell'Italia del Nord dal resto del paese. La Lega Nord propone il federalismo, propone un nuovo nome per una parte del territorio del Nord Italia che vorrebbero, in futuro, chiamare ufficialmente «La Padania». Alla domanda se sono Italiani o Padani, rispondono Padani. Sono uomini che danno un immagine determinata, sicura, ma decisamente dura nei confronti degli stranieri che approdano sul loro-nostro territorio. Il loro messaggio al paese è: saranno finalmente i leghisti a proteggere l'Italia dall'orda Straniera che ci minaccia e ci priva delle nostre libertà. Eccone degli esempi: i telegiornali italiani cominciano a riempirsi di storie aberranti che vedono soprattutto come protagonisti gli stranieri: violenze commesse da romeni, zingari, tunisini, qualche italiano agli arresti domiciliari perché lui una casa ce l'ha. L'onorevole Maroni dichiara che questo approdo selvaggio favorisce anche il traffico di organi umani...! La soluzione deve essere trovata in nome del popolo italiano ( o Padano?) ed eccola pronta. L'applicazione della nuova legge appena approvata deve essere la conseguente apertura di centri di detenzione (prigioni nel vecchio gergo). Quindi si procede a trasformare i centri adibiti all'accoglienza e alla identificazione dei nuovi arrivati, in centri di detenzione che però rimangono strutturalmente identici ai centri accoglienza. Obama chiude Guantanamo e Maroni apre dei centri di detenzione sull'isola di Lampedusa. Nel 900 gli americani costruivano la famosa Ellis Island, un isola artificiale sulle rive dell'Hudson, per contenere le migliaia di persone arrivate ogni giorno da tutto il mondo. Gli uomini di governo vogliono chiaramente dare anche esempio e dimostrazione a tutti i desiderosi di arrivare in Italia che i tempi son duri e questo scoraggerà anche gli imbarchi dall'Africa. Ma dove si può "scoraggiare" i nuovi arrivati, lontano dagli occhi di tutti e tenerli "al fresco" per diciotto mesi, invece che i sei da sempre concordati? Ci vuole un isola. Giusto, giusto nel Sud Italia siamo pieni di isole! Dall'isola non si scappa, l'isola è sicura, su un isola lunga 13 chilometri e piena di sassi, non c'è scampo per i fuggiaschi... Per la prima volta i Padani e gli Italiani possono stare tranquilli, non arriverà più nessuno qui su da noi, sono tutti giù, imprigionati nell'isola più a Sud d'Europa. I residenti permanenti a Lampedusa sono 6000. È una terra occupata da famiglie che vivono tutto l'anno su uno sasso in mezzo al mare che geograficamente è riconosciuto come ultimo pezzo di terra europea. Lampedusa è una gemma che appartiene ai lampedusani, in primis, ma appartiene anche a tutti i viaggiatori che decidono di andarla ad esplorare. Ne arrivano di molti e per la maggior parte ne arrivano dal nord Italia. I lampedusani sono molto ospitali e cercano di mantenere la loro tradizione. Nei mesi estivi a Lampedusa arrivano oltre diecimila turisti da tutte le pari d' Italia. Per i lampedusani è un momento di euforia dopo il lungo inverno passato isolati in mezzo al mare, è un importante momento di scambio, di apertura. Da un punto di vista economico, quei tre-quattro mesi di turismo possono corrispondere al mantenimento di una famiglia lampedusana per tutto un inverno. L'arrivo del turista è vita per la comunità che vive e sopravvive di quelle uniche risorse. Da qualche anno a questa parte sull''isola ci abitano anche un migliaio di uomini armati. Non ho niente contro le forze dell'ordine, ma c'è un inevitabile disagio visuale quando si vede, in un territorio cosi piccolo, una così alta concentrazione di uomini armati. Penso ai bambini lampedusani, agli adolescenti che vivono circondati dal mare e dalle divise e le armi. Come se l'isolamento naturale di un mare non bastasse a contenere la solitudine di una popolazione che avrebbe tutti i diritti di sentirsi libera di circolare su quel piccolo pezzo di terra. Capisco la loro amarezza, farebbe rabbia a chiunque vedere lo stato o il governo inviare contingenti armati e non occuparsi affatto della vera sicurezza dei cittadini lampedusani che non hanno nemmeno un ospedale dove correre in caso di necessità. Il mare intorno rende impossibile un ricovero entro i 30 chilometri dal luogo e dal momento dell'incidente. Le donne lampedusane devono andare a partorire negli ospedali di Palermo. Il malato terminale deve trasferirsi da parenti, se ne ha, in qualche città di Italia e passare i suoi ultimi mesi lontano da casa e dai suoi cari. Nel 2008 sono sbarcati e ripartiti da Lampedusa circa 35.000 "clandestini". Molti di loro sbarcano sullo scoglio lampedusano dopo mesi di viaggio, di maltrattamenti, di furti e violenza che subiscono lungo il percorso, semplicemente perché sono uomini vulnerabili e nullatenenti. Molti non sanno nemmeno di essere sbarcati su un isola e chiedono della stazione ferroviaria. L'uomo si è sempre spostato sulla terra e sul mare nei secoli dei secoli e per diverse ragioni. Oggi l'uomo che lascia la sua terra senza passaporto, lascia a casa una famiglia che dipende dalla sua abilità di procurarsi lavoro fuori dai confini della miseria in cui si trovano tutti i suoi cari. Non ha scelta. L'uomo parte nonostante tutti i pericoli che lo aspettano, tanto vale morire che tornare a mani vuote. Lo scrivevano in centinaia di migliaia nelle parole di carta (lettere) di uomini e donne appartenenti alle famiglie di chissà quanti di noi italiani emigrati all'estero. Se i 35.000 arrivati a Lampedusa nel 2008 fossero stati trattenuti al centro detenzione, sarebbero stati in 35.000, su una popolazione di 6000 civili e almeno 2000 militari. Per questi motivi capisco l' indignazione dei lampedusani che sfilano con i tunisini appena usciti (evasi?) avvicinandoli senza pistole o manganelli, come si conviene quando si incontrano altri uomini liberi. Nessuno stato civile può trasformare in prigionieri uomini liberi fino a prova contraria. Questo lo dicono le associazioni di tutela dei diritti umani. Tutti gli uomini hanno diritto ad un processo, se sospettati colpevoli di un reato, prima di essere messi in prigione. Ci sono sempre stati uomini che partono perché fuggono, dalla legge o dalla guerra. Tra i due c'è un enorme distinzione: quelli che fuggono dalla legge hanno commesso qualche reato e sono perciò considerati dei criminali. Nel mondo ci sono molti italiani che hanno commesso reati e sono stati accolti e protetti da altri paesi, d'altronde una percentuale di malfattori tocca a qualunque stato e paese in tutto il mondo da sempre e per sempre temo. Punto a capo. Oltre questo punto c'è un'abisso che sprofonda nella disperazione di chi sta fuggendo da una guerra o da un genocidio... Non hanno passaporto perché nel paese da cui provengono non lo rilasciano. Anche loro saranno sommariamente imprigionati in attesa che lo stato decida se dare asilo. Questo modo di vedere lo straniero, potrebbe portare all'abbrutimento, alla rabbia e disprezzo, potrebbe portare fino all'azione di bruciare un uomo indiano mentre dorme sulla panchina di una stazione. Risultato della linea dura: i disperati continueranno ad arrivare e verranno rinchiusi in prigione per un anno e mezzo. Le loro famiglie, che hanno risparmiato per pagare il viaggio, rimangono senza alcuna possibilità di sopravvivenza, il loro viaggiatore è per giunta diventato un fuorilegge e probabilmente dovrà vedersela con le autorità del suo paese d'origine, forse altri mesi di galera insieme a tutti quelli che hanno osato partire, prima di poter riabbracciare la famiglia, se sopravvissuta. Ma state tutti pur certi che i disperati continueranno ad arrivare come e più di prima perché semplicemente non hanno scelta. Il 18 Febbraio 2009 gli uomini rinchiusi da mesi nel "vecchio" centro accoglienza "nuovo" centro detenzione di Lampedusa, appiccano il fuoco ai loro alloggi ed evadono sparpagliandosi sull'isola. Non c'è bisogno di essere dotati di poteri magici per dire che c'era da aspettarselo. Adesso i militari dovranno stanare con le armi gruppi di uomini che fuggono all'interno di una bellissima prigione naturale del sud Italia. Ecco i primi risultati del piano messo in atto in nome del popolo italiano. Ma i nuovi Padani o leghisti del Nord sono o non sono italiani? "Concendiamo" ai Padani la loro libertà in modo che possano finalmente distinguersi dal resto d'Italia. Finalmente i Padani indipendenti, con un loro governo, una loro chiara identità, un passaporto padano. Diamo ai Padani la possibilità di gestirsi autonomamente come chiedono dall'inizio della loro giovane storia. Quando e se avranno nostalgia della loro vecchia Italia potranno entrare senza problemi. Basterà esibire la carta d'identità valida per l'espatrio. Il reportage

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"CITTADINANZA E COSTITUZIONE" NELLE SCUOLE ITALIANE (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Giovedì 12 Marzo 2009 ?CITTADINANZA E COSTITUZIONE? NELLE SCUOLE ITALIANE Roma, 12 marzo 2009 - Il ministro dell?Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, ha presentato oggi, 4 marzo 2009, a Palazzo Chigi il documento d?indirizzo relativo alla sperimentazione dell?insegnamento di ?Cittadinanza e Costituzione?, materia di studio introdotta nei programmi di tutte le scuole di ogni ordine e grado dalla legge 169 del 30/10/2008. Il progetto si propone di far sì che gli studenti si trasformino in cittadini consapevoli assimilando i valori della nostra Carta Costituzionale; sperimentando forme di partecipazione attiva alla vita democratica (dalla rappresentanza di classe a quella d?Istituto, dall?impegno nelle Consulte provinciali degli studenti a quello nelle Associazioni studentesche); approfondendo specifiche tematiche (quali, per es. : l?educazione all?ambiente, l?educazione stradale, il volontariato, i valori del rispetto e della multiculturalità). L? insegnamento di ?Cittadinanza e Costituzione? (senza alcun voto in pagella) avverrà durante le ore di storia e geografia e studi sociali. Il documento di indirizzo per la sperimentazione dell?insegnamento di ?Cittadinanza e Costituzione? prevede percorsi specifici per ogni ordine e grado di istruzione; in particolare: nella Scuola dell?infanzia si dovranno trasmettere conoscenze specifiche sul concetto di famiglia, di scuola e di gruppo, i modi di agire corretti con i compagni, con i genitori, con gli insegnanti e con gli altri adulti; nella scuola primaria (scuola elementare) si dovranno insegnare le prime nozioni sulla Costituzione e sulla convivenza (i diritti fondamentali dell?uomo, il significato delle formazioni sociali, l?importanza della tutela del paesaggio, nozioni basilari di educazione stradale, la salvaguardia della salute, il valore della multiculturalità e del rispetto); nella scuola secondaria di primo grado (scuole medie) ci saranno approfondimenti di alcuni argomenti, in particolare dei diritti e dei doveri del cittadino, dei diritti e dei doveri del lavoratore, nonché lo studio del diritto internazionale in materia di diritti umani e lo studio delle Istituzioni europee); nella scuola secondaria di secondo grado (scuole superiori) ci sarà un approfondimento dello studio della Costituzione anche attraverso l?analisi dell?attualità, la messa in pratica del proprio impegno nel volontariato, la promozione del rispetto e della tutela dell?ambiente, la promozione del fair play e dei valori positivi dello sport e i principi dell?educazione stradale. Il Ministero dell?Istruzione proporrà dal prossimo settembre a tutte le scuole, attraverso l?Agenzia scuola, percorsi e attività di formazione per gli insegnanti. Infine, entro la fine di maggio, sarà emanato un bando di concorso per le scuole di ogni ordine e grado, per finanziare - con un totale di 1 milione di euro - le migliori proposte di sperimentazione. . . <<BACK

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MATCH, UN PROGETTO DI LAVORO PER I DISABILI (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Giovedì 12 Marzo 2009 MATCH, UN PROGETTO DI LAVORO PER I DISABILI Potenza, 12 marzo 2009 - A distanza di soli due giorni dalla ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità da parte del Parlamento italiano, avvenuta lo scorso 24 Febbraio, la Provincia di Potenza può certamente vantare il positivo primato di aver per prima dato attuazione ai principi fondamentali della Convenzione. Ha infatti sottoscritto un protocollo d?intesa con il quale è stato dato l?avvio del progetto ?Match?, un progetto finalizzato all?inserimento lavorativo di persone con disabilità gestito dal Servizio di Inclusione Sociale dell?Apof-il. ?La convenzione Onu a cui si ispireranno le iniziative promosse dal progetto Match ?riferisce Vincenza Ferrarese Presidente della Fish Basilicata ? afferma il principio della non discriminazione poiché le persone con disabilità sono persone discriminate ed in quanto tali subiscono continuamente una violazione dei propri diritti umani?. La discriminazione è una violenza non fisica e non diretta, ma che limita il raggiungimento delle pari opportunità: è un trattamento diseguale senza una giustificazione. È quindi una condizione che va combattuta con il rafforzamento della persona con disabilità, motivo per il quale le azioni del progetto Match saranno improntate alla metodologia dell?empowerment. La non discriminazione si attua attraverso l?inclusione che implica la possibilità di poter accedere e svolgere le attività al pari degli altri, sia in ambito fisico ma anche in quello culturale e sociale: accesso di tutti ai diritti umani per tutti. La Convenzione, diventata oramai legge dello Stato, impone agli Stati membri che tutte le iniziative che vengono messe in campo nei vari contesti siano sottoposte al vincolo di inclusione delle persone con disabilità. Attraverso la politica del main streaming il principio della non discriminazione deve diventare pervasivo, deve riguardare ogni ambito della vita sociale: dalla promulgazione di una qualsiasi legge all?erogazione di un qualsiasi servizio. Prima della Convenzione i diritti delle persone con disabilità erano esigibili solo a fronte di risorse economiche sufficienti a coprirne i bisogni o i servizi erogabili. Con la Convenzione, invece, si è attuato un superamento della dimensione economica come vincolo di esigibilità del diritto: una persona con disabilità, adesso, può adire verso un tribunale e rivendicare la violazione di un proprio diritto soggettivo, in ragione della violazione del proprio ineludibile diritto umano. Il progetto Match avrà sede a Lauria abbracciando i dodici comuni dell?ambito lagonegrese e sperimenterà le procedure del collocamento mirato adottate dalle Province di Roma e di Milano in ottemperanza alle norme della legge 68/99, norme per il diritto al lavoro dei disabili. . <<BACK

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IMMIGRAZIONE, LA CALABRIA PRIMA REGIONE D'ITALIA A DOTARSI DI UNA LEGGE PER L'ACCOGLIENZA E L'INSERIMENTO DEI RIFUGIATI (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Giovedì 12 Marzo 2009 IMMIGRAZIONE, LA CALABRIA PRIMA REGIONE D?ITALIA A DOTARSI DI UNA LEGGE PER L?ACCOGLIENZA E L?INSERIMENTO DEI RIFUGIATI Reggio Calabria, 12 marzo 2009 - La Calabria sarà la prima tra le Regioni italiane, a dotarsi di una legge che promuove l?accoglienza e l?inserimento dei rifugiati sul territorio coniugandolo allo sviluppo socio-economico delle comunità locali. Il provvedimento, approvato dalla Giunta e che passerà ora all?esame del Consiglio, è stato presentato ieri a Palazzo Alemanni dal presidente della Regione Agazio Loiero nel corso di un incontro con la stampa al quale erano anche presenti il vicepresidente dell?Esecutivo, Domenico Cersosimo, il portavoce dell?Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Laura Boldrini, Gianfranco Schiavone del direttivo nazionale dell?Associazione per gli studi giuridici sull?immigrazione e i sindaci di Riace e Caulonia, Domenico Lucano e Ilario Ammendolia. Assente, per impegni istituzionali a Roma, il capogruppo consiliare del Partito Democratico Nicola Adamo, che ha partecipato attivamente alla redazione del testo di legge. Il provvedimento nasce dalla positiva esperienza dei Comuni di Riace, Caulonia e Stignano dove i rifugiati sono diventati una vera e propria risorsa. Giunti a più riprese nella Locride, a partire dalla fine degli anni Novanta, sono da tempo impegnati in attività artigianali e produzioni locali dando così un contributo, in armonia con la popolazione locale, alla rivitalizzazione dell?economia di borghi segnati da un passato di emigrazione di massa e altrimenti destinati a un futuro di decadenza e spopolamento. Un modello di integrazione balzato agli onori della cronaca nazionale la scorsa estate quando la Locride accolse l?appello disperato che arrivava da Lampedusa, di farsi carico dei nuovi arrivi visto che il centro d?accoglienza dell´isola era perennemente stracolmo. L?obiettivo che adesso si prefigge la Calabria è quello di ?mettere a sistema? il modello Locride, dare cioè un input alla realizzazione su tutto il territorio regionale di interventi diretti all?accoglienza e all?integrazione per arrivare a definire un vero e proprio sistema regionale integrato di accoglienza. Il provvedimento, infatti, finanzia con risorse regionali e comunitarie i progetti, presentati da Comuni, Province, Comunità Montane e altre istituzioni, finalizzati all?inserimento socio-lavorativo dei richiedenti asilo e dei rifugiati, soprattutto nei borghi interessati da fenomeni di spopolamento e da particolari sofferenze socio-economiche. La legge prevede anche azioni che favoriscano la conoscenza reciproca tra i popoli, base fondamentale di una convivenza serena. L´esperienza insegna che tutto ciò è possibile se attuato gradualmente e attraverso la strategia dei piccoli numeri, tenendo conto cioè delle esigenze di ciascuna comunità locale. Il diritto d?asilo è garantito dall?articolo 10 della nostra Carta Costituzionale che recita: ?Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l?effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d?asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge?. Lo Stato Italiano, pur avendo ratificato le convenzioni internazionali in materia, e avendo recepito nel proprio ordinamento le relative direttive dell?Unione Europea, non ha ancora una normativa organica nazionale. Nonostante l?assenza di una legge organica il numero di persone che bussano alle porte dell?Italia perché in fuga dai propri Paesi è in continuo aumento. Alla fine del 2008 le richieste pervenute alle Commissioni territoriali per il diritto d?asilo sono state 31. 097, quelle esaminate 21. 933 di cui 11. 849 con esito positivo. Nel 2007 le domande d´asilo erano state 14 mila, l´anno prima circa 10. 400. L?aumento, pur significativo, degli arrivi dei richiedenti asilo, va letto con attenzione e senza allarmismi. L?italia è stata infatti, per lungo tempo, un Paese ?di transito? con una presenza molto modesta di rifugiati rispetto alla media europea. Quanto sta avvenendo è quindi il segnale di un cambiamento del ruolo dell?Italia quale Paese di destinazione nel contesto dell?Unione. Il diritto d´asilo e le procedure di riconoscimento della condizione di rifugiato sono di competenza dello Stato. Le Regioni, nell?ambito della loro potestà legislativa, possono svolgere un ruolo importante sostenendo interventi di protezione, accoglienza e integrazione sociale dei rifugiati favorendo la costruzione di una rete di servizi territoriali. Finalità della legge è ?promuovere interventi specifici per l?accoglienza, la protezione legale e sociale dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei titolari di misure di protezione sussidiaria presenti sul territorio regionale con particolare riguardo alle situazioni più vulnerabili (minori, donne sole vittime di tortura); sostenere azioni indirizzate all´inserimento socio-lavorativo dei rifugiati e richiedenti asilo; promuovere un sistema regionale integrato di accoglienza?. Lo strumento di programmazione degli interventi previsti dalla legge è il Piano regionale, con valenza triennale, che individua per ogni annualità, le strategie, gli obiettivi, le linee di intervento, i soggetti ammissibili, le risorse e il sistema di monitoraggio. La legge prevede, altresì, ?interventi in favore di comunità interessate da fenomeni di spopolamento e declino che intendano avviare percorsi di riqualificazione e di rilancio socio-economico collegato all?accoglienza di rifugiati?. Viene data priorità ai ?progetti che valorizzino le produzioni artigianali, le competenze e le tradizioni locali, che prevedano forme di commercio equo e solidale e di turismo responsabile; alla promozione di eventi culturali volti a sensibilizzare l´opinione pubblica sulla cultura dell´accoglienza allo scopo di prevenire situazioni di intolleranza e razzismo; a programmi di formazione rivolti alla pubblica amministrazione?. I beneficiari sono i Comuni, le Province, e le Comunità Montane per ciò che riguarda gli interventi di riqualificazione e di rilancio socio-economico e culturale collegati all´accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati, e dei titolari di misure di protezione sussidiaria o umanitaria. Gli stessi enti locali, nonché le istituzioni scolastiche, le aziende sanitarie, i soggetti pubblici associazioni ed enti senza fini di lucro possono attuare interventi per la produzione e la diffusione di eventi culturali volti a sensibilizzare l´opinione pubblica ad una cultura dell´accoglienza e ad una conoscenza del diritto d´asilo, anche allo scopo di prevenire e contrastare situazioni di intolleranza e razzismo. Il Comitato dei garanti ha compiti di ?formulare proposte per l?attuazione del piano regionale, esprimere una valutazione dei progetti sotto il profilo della coerenza e sostenibilità, operare un monitoraggio sull´andamento dei progetti finanziati, formulare proposte per l?attuazione di studi e ricerche oggetto della legge. Il Comitato, inoltre, ha il compito di valutare l?attuazione degli interventi e di redigere un rapporto. L?organismo è formato da 5 componenti, individuati dall?amministrazione regionale tra gli enti e le associazioni maggiormente significative sul piano nazionale nelle materie attinenti la tutela del diritto d´asilo, la tutela dei diritti umani, il dialogo interculturale, lo sviluppo di modelli di economia solidale nelle comunità locali e nelle relazioni internazionali. . <<BACK

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Il Congresso Usa dà il via libera alla mozione a sostegno del Tibet (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-03-12 - pag: 8 autore: STATI UNITI-CINA Il Congresso Usa dà il via libera alla mozione a sostegno del Tibet L'impegno degli Stati Uniti sui diritti umani in Cina «non è in discussione»: il Segretario di Stato Hillary Clinton, dopo l'incontro ieri a Washington con il collega cinese Yang Jiechi, ha così risposto alle critiche che l'amministrazione Obama avrebbe messo la sordina alla repressione di Pechino. Lo ha fatto nel giorno in cui il Congresso ha approvato una risoluzione a sostegno del Tibet in occasione del 50Ú anniversario dell'insurrezione tibetana contro la Cina che fu seguita dall'esilio del Dalai Lama. Pechino ha espresso contrarietà di fronte all'iniziativa della Camera. La questione dei diritti umani sarà un punto delicato della visita di Jiechi - che oggi incontra Barack Obama- insieme agli incidenti navali dei giorni scorsi nel Mar cinese. Incontro. Hillary Clinton con il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi REUTERS

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Razzismo (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere Alto Adige" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2009-03-12 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Dalla prima Razzismo «Scafati» politici senza scrupoli accrescono il loro successo, rilanciando ogni giorno nuovi messaggi di paura e di discriminazione. Due giorni fa un ministro della Repubblica ha ripreso lo slogan più facile e pericoloso in un'epoca di disoccupazione crescente: «Il lavoro prima agli italiani». Non serve evocare scenari da anni '30 per rendersi conto che la miscela di crisi economica e di populismo può portare consenso a regimi politici fondati sulla discriminazione istituzionalizzata. Pur sapendo che non sono i ragionamenti razionali a battere i pregiudizi e che per gli imprenditori politici del razzismo la verità è irrilevante, non si può tuttavia tacere. Anzi, è un'assunzione di responsabilità ribattere colpo su colpo. Dire che gli immigrati ci rubano il lavoro, significa pensare che esiste un solo mercato del lavoro in cui siamo tutti concorrenti: dal posto di dirigente pubblico o di ingegnere, fino a quello di addetto alle pulizie siamo tutti alla pari, in lotta per ogni singolo posto di lavoro. Mai immagine è stata più falsa e tendenziosa ben sapendo che esistono moltissimi mercati del lavoro e che le lavoratrici e i lavoratori immigrati occupano mercati del lavoro dove la presenza dei lavoratori italiani è quasi nulla: dai campi di pomodoro pugliesi, ai campi di mele altoatesini, dall'assistenza alle persone anziane 24 ore su 24, ai lavori più pesanti in edilizia o nelle fabbriche, dalle concerie venete ai cantieri edili. Gli immigrati occupano posti che gli italiani hanno abbandonato e che neppure in fase di crisi economica torneranno a volere, visto che hanno altre aspettative di vita, altra formazione e comunque altre opportunità. Ma fossero solo dichiarazioni quelle dei nostri governanti. In realtà si stanno cristallizzando in provvedimenti legislativi che costruiscono un diritto speciale per gli stranieri, un diritto per una casta inferiore, di «sotto-cittadini», per non dire di «sotto-uomini». Procede in parlamento infatti il cammino del sedicente pacchetto sicurezza e ogni giorno si scoprono perle di razzismo, di cattiveria gratuita e di miopia politica. L'ultima sulla quale va richiamata l'attenzione riguarda il fatto che dall'approvazione della legge i bambini che nasceranno in Italia da genitori stranieri irregolari non potranno più essere registrati allo stato civile. Unite questa norma a quella che toglie il divieto di segnalazione degli stranieri irregolari che si rivolgono al servizio sanitario e pensate che disastro umanitario potrebbe succedere a una donna in gravidanza senza permesso di soggiorno: a rischio segnalazione da parte delle strutture sanitarie e senza diritto di registrare il figlio, che sarebbe quindi un neonato inesistente. Tutela della gravidanza e tutela del minore, due capisaldi della vera civiltà occidentale, quella dei diritti umani, messi a rischio, anzi, annientati in un colpo solo. Continuo a pensare, poi, che il danno più grande che questo governo sta facendo a noi italiani sia quello di attentare alla nostra sicurezza futura. Togliere diritti basilari alla gente, vessare, discriminare, esercitare cattiverie gratuite (come quella di far pagare una tassa abnorme sul permesso di soggiorno), crea una vita triste alle donne e a gli uomini migranti, alle loro famiglie ai loro figli. Ma contestualmente costruisce astio, recriminazione, voglia di rivalsa, senso di estraneità. Lo ha riconosciuto anche l'ex ministro degli Interni, il moderato Pisanu, del centrodestra, in recenti e apprezzabili dichiarazioni. Se gli immigrati di prima generazione sono disposti a sacrificare le loro vite per un progetto migratorio e accettano quasi tutto, i loro figli nati qui o che vivono qui fin dall'infanzia, non accetteranno di essere discriminati. Conflitti potenzialmente pesanti saranno l'effetto sicuro delle «politiche dell'insicurezza » di questo governo. Luigi Gallo, assessore comunale Integrazione La fiera degli immigrati a Bolzano

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di BENEDETTA SALSI <SONO VENUTO a Reggio a trovare i miei parenti e gli a... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

REGGIO pag. 9 di BENEDETTA SALSI «SONO VENUTO a Reggio a trovare i miei parenti e gli a... di BENEDETTA SALSI «SONO VENUTO a Reggio a trovare i miei parenti e gli amici e soprattutto per mangiare. Ma sabato torno a Washington». Andrea Lari è un uomo sorridente e genuino che parla diretto e dice le cose come stanno. E, in poche parole, è in grado di dipingere con passione quello che è il suo lavoro e, forse, tutta la sua vita. Da dove nasce questa sua vocazione'? «Non la chiamerei vocazione, suona religioso. Piuttosto una scelta etica e professionale. Per molti anni ho fatto volontariato sociale con l'Avo, qui a Reggio, al San Lazzaro e all'Opg. Durante l'università ho partecipato a un campo di lavoro in Bosnia per due settimane. È stato lì che forse ho capito che potevo coniugare i miei studi con una professione». Studi che però sono proseguiti. «Sì, la mia tesi sulla situazione dei diritti umani per i rifugiati del Guatemala nel Sud del Messico, mi ha aiutato a indirizzare il mio futuro. Poi ho preso parte a una summer school' sui problemi dei rifugiati a Oxford». La prima esperienza lavorativa? «Sono partito nel 1996 con il servizio dei Gesuiti per i rifugiati' e sono rimasto cinque anni in Angola. Lì ho fatto varie cose: progetti di lavoro per i profughi interni aiutandoli a ritornare nelle loro zone d'origine e, nel secondo periodo, assistenza ai nuovi rifugiati che fuggivano dal conflitto iniziato a fine '98. Per tre anni sono stato il responsabile nazionale di tutta l'operazione». Cosa si intende per assistenza'? «Fornire una formazione sanitaria di base, organizzare scuole per i bambini sfollati, aiutare i sopravvissuti alle mine anti-uomo a riacquisire una competenza professionale, ad esempio. Preciso però che non c'era nessun tipo di intento dottrinale - è una cosa diversa dalla Compagnia del Gesù' - ma una vocazione esclusivamente umanitaria». Dopo l'Angola? «Nel 2000 sono entrato nella Human Rights Watch', una organizzazione non governativa che si occupa di diritti umani e ha sede al 34esimo piano dell'Empire State Building di New York, io però lavoravo a Londra. E nel 2004 sono arrivato alla Refugees International' di Washington». Sul suo biglietto da visita si legge senior advocate'. Cioè? «Non significa avvocato-legale, che in inglese si traduce lawyer'. Ma una sorta di spinta e promozione a idee e cambiamenti politici. Una politica umanitaria'. Io mi occupo di Colombia, Congo e Sudan». In pratica cosa fa? «Prendo contatto diretto con la realtà in questione. Sul campo faccio interviste a rifugiati e organizzazioni locali per analizzare i problemi nel contesto. Tornato a casa redigo bollettini che serviranno a ottenere raccomandazioni politiche umanitarie: lobby». È appena tornato dal Sudan accompagnato da una star di Hollywood, Matt Dillon. Com'è andata? «Siamo stati tre settimane in giro per tutto il Sud del Sudan, e questo significa aver girato come dei pazzi'. Dormivamo in tende, una sera anche vicini a un leone in gabbia. Ma era un viaggio fondamentale per poter attirare l'attenzione sui problemi che ci sono in questa zona. Adesso si parla solo del Darfur' dove, a causa del conflitto, ci sono stati 300mila morti. Non è sicuramente il caso di fare delle classifiche, ma nella guerra tra Nord e Sud del Sudan sono morte più di 2 milioni di persone». Per questo avete coinvolto Matt Dillon? «Esatto. Lui è nel nostro cda' ed è sempre stato molto attivo nella raccolta di fondi che, essendo una organizzazione indipendente, sono sempre fondamentali. Ora parteciperà a programmi televisivi in cui parlerà della sua esperienza e proverà a fare pressioni sul governo americano perché si occupi di questo problema». Prossimi viaggi? «In maggio parto per la frontiera tra la Colombia e il Venezuela. Ci sarà da stare attenti». Come si sta in America da italiano? «Il mio essere italiano non è mai stato un problema, anzi. L'accento piace. Da quando c'è Obama poi tutto molto meglio». È proprio un cervello in fuga'. «Non avrei potuto stare in Italia, qui queste problematiche non mi sembrano prioritarie. Le competenze che ho acquisito sono molto richieste nei paesi anglosassoni». Vedo una fede al dito. Una reggiana o un'americana? «Veramente mia moglie è dell'Angola, l'ho conosciuta mentre eravamo là. E adesso abbiamo due figlie splendide: Chiara Lueji di dieci anni e Sofia Luana di due e mezzo. Ma di mia moglie non parlo, sono molto geloso!».

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Un altro cervello in fuga. E' così che si può sicuramente definire Andrea Lari. Nato ... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

REGGIO pag. 9 Un altro cervello in fuga. E' così che si può sicuramente definire Andrea Lari. Nato ... Un altro cervello in fuga. E' così che si può sicuramente definire Andrea Lari. Nato a Reggio 39 anni fa, consegue la laurea in Scienze Politiche' all'Università di Bologna. Durante questo periodo, oltre ad aver sostenenuto un Progetto Erasmus' a Brighton in Inghilterra, comincia la sua attività di volontariato sia nella nostra città, che all'estero. A seguire, un master' a Oxford, in Inghilterra, incentrato sul settore umanitario. Lavora per cinque anni in Angola presso il Servizio dei Gesuiti per i rifugiati', e per gli ultimi tre è il responsabile nazionale di tutta l'operazione. In seguito arriva a Human Rights Watch' (organizzazione non governativa che si occupa di diritti umani) e dal 2004 lavora nella Refugees International', un'organizzazione umanitaria indipendente statunitense, con sede a Washington, dove Lari ora risiede. Oltre l'italiano, parla inglese, francese, spagnolo e portoghese.

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Rossi:<In calo le richieste di cura Un rischio per la salute di tutti> (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACHE pag. 14 Rossi:«In calo le richieste di cura Un rischio per la salute di tutti» FIRENZE L'ASSESSORE REGIONALE AL CONVEGNO SU SANITÀ' E SICUREZZA FIRENZE LINEE GUIDA per l'assistenza sanitaria ai migranti. E' l'obiettivo della Regione, che ha messo al lavoro un pool di esperti per un documento dall'alto valore civile. E' quanto dichiarato dall'assessore Enrico Rossi (nella foto), intervenuto ieri a Firenze, nel corso del convegno «Sani e salvi, la sanità degli immigrati dopo il pacchetto sicurezza». Oltre alle linee guida, Rossi ha rivolto un invito ai medici a non utilizzare la possibilità della denuncia dei migranti sprovvisti di permesso di soggiorno che si presenteranno al pronto soccorso o in qualche struttura sanitaria per farsi curare. «E' un provvedimento disumano ha detto Rossi che va contro i principi di base della sanità pubblica e il senso di umanità. La politica si deve tenere il più lontano possibile dal rapporto medico-paziente, un medico non è un ufficiale di polizia. E poi così ci saranno conseguenze sanitarie per gli immigrati». E durante l'incontro, promosso dalle associazioni Nosotras, Medici per i diritti umani e Arci provinciale, è emersa una certa preoccupazione, perché risultano in calo le richieste di cure e assistenza da parte degli immigrati, che temono la denuncia. «Sanitarizzare il problema ha aggiunto Rossi significa alimentare le paure. Il problema di base, da analizzare a fondo, è il cambiamento radicale nell'approccio cultuale del paese. E' venuta meno l'attitudine alla presa in carico dei problemi dell'altro, la cultura del buon samaritano, tanto per fare un esempio. E' una china pericolosa, soprattutto perché con questa concezione, si perde anche il riferimento al valore costituzionale che quello alla salute è un diritto personale, ma di interesse collettivo». Sulla questione del pacchetto sicurezza, è arrivata anche la presa di posizione da parte dell'Ordine dei medici, che ha annunciato procedimenti disciplinari nei confronti di quei sanitari che denunceranno gli immigrati clandestini. «In Toscana ha concluso l'assessore Rossi l'8% della popolazione residente è immigrata. Si tratta di circa 300mila persone, giovani, che arrivano nella nostra regione per lavorare. Per noi costituiscono una risorsa e non è accettabile un provvedimento che ritengo offensivo, nefasto e distruttivo». C'è attesa tra le associazioni che si occupano di assistenza ai migranti per capire se l'emendamento passato al Senato su proposta della Lega, avrà il via libera anche dalla Camera. Perché secondo quanto riferito all'incontro di ieri, non mancheranno le obiezioni di coscienza da parte dei medici. «Il rapporto di cura ha detto ancora Rossi si inquadra infatti in un preciso e imprescindibile codice deontologico a cui i sanitari devono attenersi e che non può essere piegato a logiche repressive. Le conseguenze di questa iniziativa, poi, ricadrebbero non solo sulla popolazione immigrata, di fatto tenuta a distanza dai servizi sanitari, ma sulla popolazione in generale con possibili rischi per la salute pubblica, perché si ostacolerebbero la prevenzione e il controllo di malattie anche gravi». morv

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Reporter sans Frontières: Censura online, allarme in Occidente (sezione: Diritti umani)

( da "Vnunet.it" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Reporter sans Frontières: Censura online, allarme in Occidente 12-03-2009 Mirella Castigli La Cina è sempre capofila nella classifica dei paesi che mettono sotto stretta vigilanza le comunicazioni via Internet. Ma la censura cresce in Australia e Corea del Sud Contr'ordine, non sono soltanto le dittature a censurare Internet. Il Web finisce sotto vigilanza e sotto controllo sempre più in Occidente. L'ultima denuncia di Reporter sans Frontières (Rsf) punta il dito contro la Cina, che capofila nella classifica dei paesi che mettono sotto rigida (e ossessiva) vigilanza le comunicazioni via Internet; ma anche contro Australia e Corea del Sud. Le democrazie australiana e sud-coreana finiscono sotto monitoraggio da parte di Rsf: in Sud Corea è stato arrestato un blogger, accusato di creare panico sui mercati finanziari. In Australia il Parlamente ha esaminato un progetto di legge che mina la confidenzialità dell'email privata, con la scusa dell'anti terrorismo. Appartengono, però, a Cina, Vietnam e Iran la maggior parte dei 69 cyber-dissidenti in carcere. Di recente Rsf ha rilasciato la Guida pratica del blogger e del cyberdissidente, che insegna i trucchi per aggiornare i blog senza finire nelle maglie della censura. Nella giornata della cyber-censura, in Italia è bufera per alcuni Ddl (come quelli D'Alia e Carlucci), che non fanno ben sperare i fan dei cyber-rights nel nostro paese. La censura è ormai un affare globale, ben due dozzine di paesi al mondo la applicano sistematicamente a un ampio spettro di informazioni. Rsf ha chiesto ad Amnesty International affinché la Global Network Initiative, a cui aderiscono anche Google, Yahoo! e Microsof (finora bersaglio delle associazioni per la difesa dei diritti umani), diano un loro sostegno forte alla libertà di espressione e contro la censura online. © Copyright 2007 tutti i diritti riservati | part of vnu.net europe

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Manifestazione sabato 21 febbraio, negata Piazza Navona (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Manifestazione sabato 21 febbraio, negata Piazza Navona di Micromega Negata Piazza Navona La manifestazione di sabato a Roma “SI' ALLA VITA, NO ALLA TORTURA DI STATO” si terrà a Piazza Farnese. Il gabinetto del sindaco Alemanno ha comunicato agli organizzatori che non concederà Piazza Navona perché vi devono transitare alcuni carri allegorici di carnevale. Era però stato lo stesso ufficio – il gabinetto del sindaco – ad accordare la piazza la settimana scorsa quando gli organizzatori, con il massimo possibile di anticipo, ne avevano fatto richiesta. Questo voltafaccia del medesimo ufficio legittima qualche sospetto. 17 sacerdoti aderiscono alla manifestazione di piazza Farnese Hanno aderito alla manifestazione "SI' ALLA VITA, NO ALLA TORTURA DI STATO", che si svolgerà sabato 21 febbraio a Roma in piazza Farnese, numerosi sacerdoti della Chiesa cattolica. Ne diamo un primo elenco, a dimostrazione che è solo la Chiesa gerarchica, non la Chiesa in quanto tale, impegnata nell?imporre una legge che toglie ai cittadini la loro vita e il diritto di decidere di fronte alla malattia terminale. don Franco Barbero (Pinerolo), don Vitaliano della Sala (Sant?Angelo a Scala, Avellino), don Paolo Farinella (Genova), don Enzo Mazzi (Firenze), don Raffaele Garofalo (Pacentro, l?Aquila), don Carlo Carlevaris (Torino), padre Nino Fasullo (Palermo), dom Giovanni Franzoni (Roma), don Angelo Bertucci (Rovereto), don Mario Signorelli (Bergamo), don Roberto Fiorini (Mantova), don Luigi Forigo (Verona), don Gianni Alessandria (Mantova), don Aldo Antonelli (Antrosano, l?Aquila), don Nicola De Blasio (Benevento), don Angelo Cassano (Bari), padre Pierangelo Marchi (Caserta), don Renzo Fanfani (Firenze), padre Benito Maria Fusco (Bologna), don Andrea Gallo (Genova). DICHIARAZIONE DEI PROFESSORI ORDINARI DI DIRITTO COSTITUZIONALE

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Un'azione congiunta per la pace in medioriente (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Un'azione congiunta per la pace in medioriente di redazione Di fronte alla tragedia di Gaza, il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, la Piattaforma delle Ong per il Medio Oriente e la Tavola della pace stringono un patto d'azione comune e invitano tutti a lavorare insieme per la pace in Medio Oriente. Decidiamo di lavorare insieme perché non vogliamo abbandonare la popolazione della Striscia di Gaza. Nessuno può pensare di costruire la pace in Medio Oriente continuando a imprigionare più di settecentomila bambini, un milione e mezzo di persone. Decidiamo di lavorare insieme perché intervenire a Gaza è difficile e senza un vero coordinamento si rischia di commettere molti errori, di perdere molto tempo inutilmente e di essere poco efficaci. Ci sono problemi operativi e politici che non possono essere ignorati e che si possono superare solo unendo le forze, le competenze e le esperienze. Decidiamo di lavorare insieme perché il lavoro sarà lungo. E noi possiamo affrontarlo solo operando insieme, con pazienza e determinazione. Dobbiamo valorizzare le esperienze di ciascuno ma dobbiamo accrescere lo spirito di collaborazione tra associazioni, gruppi e amministrazioni locali. Sarà questo a consentirci di avere un maggiore impatto nelle azioni di solidarietà e di pace. Decidiamo di lavorare insieme perché vogliamo costruire una politica per la pace in Medio Oriente dell'Italia e dell'Europa in grado di mettere definitivamente fine al conflitto israelo-palestinese nel rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale; perché vogliamo che in Italia ci sia un'informazione sul conflitto libera, attenta alla vita delle persone, scrupolosa nel racconto dei fatti, capace di valorizzare quanto di positivo si sta facendo e ancora si può fare per la pace. Vogliamo lavorare insieme in Italia ma anche in Europa, rafforzando la collaborazione tra le reti delle organizzazioni della società civile e quelle degli Enti Locali, a partire dal piano di lavoro definito dalla Terza Conferenza Europea degli Enti Locali per la pace in Medio Oriente di Venezia e dall'esperienza delle ong italiane ed europee presenti da anni nei territori palestinesi. Insieme, rinnoviamo l'invito a costituire, in ogni città, un Comitato per la pace in Medio Oriente che riunisca gli enti locali, associazioni e ong che condividono l'Appello di Assisi "Dobbiamo fare la nostra scelta" e intendono sensibilizzare e coinvolgere la popolazione, promuovere una politica e un'informazione di pace e praticare una solidarietà fattiva. Nei prossimi giorni definiremo, con il contributo di tutti gli interessati, un programma nazionale di azioni comuni. Ci impegniamo, da subito, a raccogliere direttamente le informazioni necessarie per definire, nel più breve tempo possibile, gli interventi di cui ci possiamo fare carico in campo sociale e sanitario. Chiediamo a tutte le Regioni, ai Comuni, alle Province, alle ong, alle associazioni, ai gruppi, ai giovani di unirsi in questo sforzo. Chiediamo al Ministero degli Affari Esteri e al Parlamento di raccogliere questa disponibilità, di sostenere economicamente e diplomaticamente tutte le iniziative di solidarietà e di cooperazione che saranno definite nelle prossime settimane cercando di agire finalmente insieme come sistema paese. Per informazioni e comunicazioni: Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani Via della Viola, 1 (06122) Perugia, Tel: 075/5722479 fax: 075/5721234 email: info@entilocalipace.it - www.entilocalipace.it Piattaforma delle Ong per il Medio Oriente - Associazione delle Ong Italiane Via Giovanni Devoti, 16 - 00167 Roma, Tel. +39-06-66019202 Fax +39-06-66032774 e-mail: ong@ong.it Tavola della Pace Via della viola 1 (06122) Perugia Tel. 075/5736890 - fax 075/5739337 - e mail: segreteria@perlapace.it - www.perlapace.it

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Usa-Cina. Incontro tra Clinton e Yang Jechi a Washington (sezione: Diritti umani)

( da "AmericaOggi Online" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Usa-Cina. Incontro tra Clinton e Yang Jechi a Washington 12-03-2009 WASHINGTON. Stati Uniti e Cina hanno portato avanti il loro dialogo, con un incontro a Washington tra il segretario di Stato Hillary Clinton e il suo collega cinese Yang Jechi, nonostante il recente incidente navale e le polemiche sul rispetto dei diritti umani in Tibet. Al termine del colloquio tra la Clinton e Yang, il secondo in un mese, Usa e Cina hanno detto di essere "uniti" nella condanna ai lanci di missili della Corea del Nord e di avere concordato che non debbano ripetersi in futuro incidenti navali come quello di domenica. Il segretario di Stato ha inoltre definito "un passo molto positivo" le misure di stimolo che la Cina intende attuare per il rilancio della sua economia. E ha sottolineato che l'impegno degli Usa a favore del rispetto dei diritti umani "non è in discussione". Ieri la Camera ha approvato una risoluzione a sostegno del Tibet in occasione del 50/mo anniversario della insurrezione tibetana contro la presenza dei cinesi. Pechino aveva espresso la propria contrarietà di fronte a questa iniziativa della Camera. Il Dipartimento di Stato aveva espresso "profonda preoccupazione" per il mancato rispetto dei diritti umani in Tibet in una dichiarazione che ha provocato immediate reazioni di Pechino che ha definito "gratuite" tali accuse. Il ministro cinese si recherà oggi anche alla Casa Bianca per incontrare il presidente Barack Obama ed il consigliere per la sicurezza nazionale James Jones. In tale occasione sarà discussa la crisi economica globale ed anche il recente incidente navale nel Mar della Cina. Non a caso Hillary Clinton ha effettuato in Asia il suo primo viaggio da segretario di stato e durante la sua visita in Cina ha mostrato molta attenzione nell'ascoltare il punto di vista dei dirigenti di Pechino su una serie di questioni bilaterali e internazionali. La partecipazione della Cina alla soluzione di problemi globali come il mutamento del clima e la crisi finanziaria è considerata molto importante dalla amministrazione Obama - oggi il ministro cinese ha incontrato anche il segretario al Tesoro Timothy Geithner - che vede un ruolo di Pechino anche negli sforzi per dissuadere l'Iran e la Corea del Nord dal portare avanti i loro programmi nucleari. Hillary Clinton, ricevendo l'ospite al dipartimento di stato, ha definito oggi "molto positivo" il fatto che i due ministri siano già al secondo incontro nel giro di poche settimane. E Yang ha sottolineato, nella stessa occasione, che l'incontro odierno mirava anche a gettare le basi per il primo faccia a faccia tra il presidente Obama e il collega cinese Hu Jintao previsto all'inizio di aprile in margine al G20 di Londra. La importanza di un rafforzamento dei canali di comunicazione tra i due Paesi è stata confermata dall'incidente avvenuto domenica nel Mar della Cina Meridionale dove cinque navi cinesi hanno bloccato una imbarcazione oceanografica Usa in acque considerate 'internazionali' da Washington e nella 'propria zona economica' da Pechino. L'incidente, definito dal Pentagono "il più grave" da quando nel 2001 un aereo spia Usa venne costretto ad atterrare su territorio cinese, ha coronato una serie di manifestazioni di crescente aggressività da parte dell'apparato militare cinese, a giudizio degli esperti americani.

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Imperia: domani al Corallo la Cerimonia delle Candele (sezione: Diritti umani)

( da "Sanremo news" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Imperia: domani al Corallo la Cerimonia delle Candele Ci sarà anche la Presidente Nazionale della Fidapa Giuseppina Bombaci alla suggestiva Cerimonia delle Candele in programma, domani sera alle 20 all?hotel Corallo di Imperia, dove si riuniranno le sezioni di Sanremo e del capoluogo. La Fidapa, Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari è un movimento di opinione e di promozione della donna i cui scopi sono:elevare il livello della cultura e della qualificazione delle donne; risvegliare ed incoraggiare nelle donne il senso della loro responsabilità verso il proprio paese e verso la società, anche attraverso una partecipazione attiva alla vita amministrativa e politica; essere portavoce delle donne che operano nel campo delle arti, delle professioni e degli affari presso le organizzazioni e le istituzioni nazionali; adoperarsi per rimuovere le discriminazioni che ancora sussistono a sfavore delle donne sia nell'ambito della famiglia che nella scelta dell'impiego o della carriera e nella remunerazione; favorire rapporti amichevoli, reciproca comprensione e proficua collaborazione fra le persone di tutto il mondo. A fare gli onori di casa saranno Raffaella Ranise e Maura Grimaldi, rispettivamente Presidenti fidapine di Imperia e Sanremo. La presidente BPW International Elizabeth Benham, nel suo messaggio per la cerimonia delle candele ricorda la ricca storia dell?organizzazione nei settantanove anni di vita. La Cerimonia delle Candele rappresenta l'unione simbolica fra tutte le socie della BPW International che oggi vivono in 84 Paesi dei cinque continenti, donne di cultura, etnia, lingua, fede religiosa e appartenenza politica diversa che si impegnano per realizzare obiettivi comuni. La Federation of Business and Professional Women nasce nel 1919 a St. Louis negli Stati Uniti, per volontà dell'avvocato Lena Madesin Phillips che riesce a raccogliere intorno a sé molte donne impegnate nelle professioni e nel commercio. Nel 1928 la Phillips decide di estendere le finalità della Federazione anche ai Paesi europei e le socie degli Stati Uniti organizzano i 'Viaggi della Buona Volontà' con lo scopo di interessare le donne europee ai problemi riguardanti la situazione femminile. A seguito della loro azione vengono creati gruppi in diversi paesi europei e, nel 1930, donne di 16 nazioni si incontrano a Ginevra, dove un sogno lungamente accarezzato, quello di creare una Federazione internazionale, diviene realtà.La Federazione Internazionale è una organizzazione di importanza mondiale. Portando la voce delle fidapine all'Organizzazione delle Nazioni Unite, la Federazione Internazionale presenta a quella istituzione internazionale informazioni ed opinioni espresse dalle nostre Affiliate. Ha anche Status Consultivo con l'UNESCO, l'UNICEF, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, l'UNIDO e l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Lavora in stretto contatto con la Commissione per i Diritti Umani, la Commissione per lo Status della Donna, la FAO, l'IFAD, il Consiglio d'Europa ed altre Agenzie specializzate.

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Egitto, contro la censura blogger in prima linea (sezione: Diritti umani)

( da "Stampaweb, La" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

IL CAIRO E? un video sconvolgente. C?è un giovane di 21 anni, Imad El-Kebir, che piange e urla di dolore, piegato in due, nudo dalla vita in giù. Qualcuno gli tiene i piedi sospesi in aria lo tortura con un lungo bastone nero. E? la scena di un interrogatorio in un commissariato del Cairo che, grazie a Internet, milioni di egiziani hanno potuto vedere. Nel suo rapporto 2008 sui diritti dell?uomo, Amnesty International spiegava che in Egitto «continuano a essere sistematiche le torture, le botte, le sevizie, l?elettroshock, l?isolamento, gli abusi sessuali e le minacce di morte». Anche il rapporto annuale del Dipartimento di Stato americano sui diritti dell?uomo dice le stesse cose. Due dei quattro torturatori di Imad El-Kebir, un taxista che aveva cercato di bloccare dei poliziotti che picchiavano per strada un suo cugino, sono stati identificati e condannati a tre anni di carcere. Alla vittima, tre mesi per «resistenza alle forze dell?ordine». L?uomo che ha diffuso questa storia su Internet è uno dei più celebri blogger d?Egitto: WaËl Abbas. «Il più bravo e il più coraggioso di noi», ci dirà Shahinaz Adbel Salem, una giovane blogger, ingegnere delle telecomunicazioni. Abbas ci ha dato appuntamento accanto alla Borsa del Cairo, il quartiere alla moda, diventato il quartier generale dei blogger della capitale: «Non tradirà nessun segreto se scrive che la polizia più o meno sa tutto di noi. E? così: sa chi siamo, dove abitiamo, quando ci incontriamo». L?Egitto non è l?Iraq di Saddam Hussein. Non si uccidono gli oppositori, non si arrestano - sarebbero troppi - tutti i critici dell?autocrate militare ottuagenario che da 27 anni governa il Paese, Hosni Mubarak. Ma esercito e forze di sicurezza mettono la museruola agli oppositori - laici o islamici -, impediscono gli scioperi, le manifestazioni, l?organizzazione politica e la libera espressione. Nelle carceri marciscono 18 mila prigionieri «amministrativi», cioè incarcerati senza processo. Ovvio che in un Paese dove l?articolo 179 del codice penale vieta qualunque critica diretta del raÏs, i media - compresi i tre o quattro giornali detti indipendenti - siano prudentissimi. Praticamente muti sulla corruzione, i brogli elettorali, gli abusi di ogni genere. E? in questo contesto - occorre saperlo per capire il coraggio che ci vuole - che WaËl Abbas e i suoi amici ribelli si danno alla loro pericolosa attività. Ciascuno ha i suoi motivi. «E? un movimento nato dalla frustrazione, senza capi né strutture», spiega la star della blogosfera. «Eravamo stufi di obbedire ai nostri genitori, ai professori, ai poliziotti, allo Stato, a Mubarak, senza poter mai dire la nostra», dice Shahinaz, l?ingegnere. Così si apre un blog. In un Egitto che ormai conta 80 milioni di abitanti, una buona metà dei quali analfabeta, circa 12 milioni di persone navigano regolarmente, sui loro computer o negli Internet Caffè. Duecentomila hanno aperto un blog. Meno del 5 per cento, cioè circa diecimila, possono essere considerati politicamente impegnati. I più famosi possono contare su una media di 30 mila lettori regolari. E? più di quanti ne abbiano certi giornali di governo. O anche di opposizione. Mustafa Naggar, un dentista di 29 anni, è diventato famoso attaccando «l?arcaismo» dei Fratelli musulmani», la principale opposizione, teoricamente proibita, praticamente e sporadicamente tollerata, almeno fino a un certo limite. Membro attivo della confraternita, Naggar si è battuto sul suo blog per «una rinascita islamica moderata, aperta agli altri e lontana dai valori estremisti del waabismo». Con altri «fratelli» famosi della rete, come Abdumonen Mahmud, il pioniere che nel 2004 osò mettere in rete un blog intitolato «sono un fratello musulmano», Naggar è riuscito a lanciare un dibattito interno alla confraternita sul posto della donna nell?islam, che vogliono «uguale a quello dell?uomo», la separazione tra Stato e religione - che vogliono «totale» - e la necessità di istituire «una vera democrazia». Nulla però è cambiato Idem nel campo laico, piuttosto di sinistra, al quale appartiene la maggioranza dei blogger. WaËl Abbas è un po? depresso: «Ho l?impressione che ultimamente siamo meno attivi. I giornali, anche i più indipendenti, hanno sempre più paura di pubblicare quello che noi scriviamo sui nostri blog. C?è stanchezza, disillusione, anche paura». Secondo l?avvocato Gamal Eid, anche lui blogger e difensore di tutti i «fratelli di rete», nel 2008 sono stati interrogati più di 500 blogger e giornalisti. Dal 2002 è attiva un?unità di polizia con 18 ufficiali specializzati nel controllo di Internet. «Leggono circa il 15 per cento di quello che scriviamo», dice l?avvocato Eid. A volte si impuntano su uno e gli piombano addosso: arresto, confisca del computer, interrogatorio feroce. Mettono paura. Ma stimolano anche la resistenza. Copyright Le Monde

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Fondi dall'Ue per i diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Denaro, Il" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mediterraneo giordania Fondi dall'Ue per i diritti umani Il finanziamento di 1,7 mln e sarà distribuito tra una decina di Ong locali Consolidare il processo democratico e la cultura dei diritti umani. E' lo scopo di un finanziamento da 1,7 millioni di euro assegnato da un organismo della Ue, l'European Instrument for democracy and Human Rights (Eidhr), ad una decina di ong locali. Operativa già da quest'anno - dice l'ambasciatore della Ue in Giordania Patrick Renauld - l'iniziativa punta a sostenere il lavoro parlamentare, la partecipazione politica delle donne e la diffusione della cultura dei diritti umani tra i giovani. ''Il mio messaggio chiave al pubblico giordano - spiega Renauld - è che la società civile non rappresenta un'opposizione politica. Rappresenta invece una grande risorsa di dinamicità e dinamismo che può contribuire allo sviluppo del vostro Paese da tutti i punti di vista''. ''La Commissione europea - prosegue - crede che le organizzazioni della società civile in Giordania sono in grado di individuare le sfide e proporre soluzioni innovative''. I dieci progetti finanziati sono stati scelti dalla Commissione in base a criteri di qualità operativa e finanziaria, rilevanza, metodotologia, sostenibilità ed efficacia della spesa. La Commissione europea condivide la convinzione del governo giordano che lo sviluppo sostenibile e la stabilità non possono essere raggiunti se non senza una società civile forte e responsabile, con un maggior coinvolgimento nella vita politica e sociale giordana. Le organizzazioni premiate sono, oltre all'Italian Consortium of Solidarity, Arab Woman Organization, Al Hayat Center for Civil Society Organization, Women for Cultural Development, Jordanian Women Union, Cdfj, Community Media Centre, Information and Research Center/King Hussein Foundation, Noor Al Hussein Foundation/Institute for Family Health, Adaleh. Alcuni progetti riguardano la formazione, il rafforzamento delle capacità professionali delle donne in linea con le convenzioni internazionali per l'uguaglianza di genere, la sensibilizzazione contro i delitti d'onore e quella per aumentare la capacità delle società locali a comprendere meglio le questioni legate ai diritti umani. L'Eidhr è stata creata dal Parlamento Europeo nel 1994, e la Giordania ha cominciato a beneficiare dei suoi programmi dal 2005: sostenute 34 organizzazioni della società civile, per un finanziamento totale di 5,4 milioni di euro. del 12-03-2009 num.

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Perù, "caso Fujimori" apre dibattito su responsabilità capo di Stato (sezione: Diritti umani)

( da "Velino.it, Il" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Perù, “caso Fujimori” apre dibattito su responsabilità capo di Stato Roma, 12 mar (Velino/Velino Latam) - Fino a che punto un capo di Stato può essere ritenuto responsabile delle azioni di uomini delle forze armate? O, in altre parole, fino a a che livello della gerarchia di comando può risalire la responsabilità di queste azioni? è su questo aspetto che si gioca, in Perù, il destino dell'ex capo di Stato Alberto Fujimori, accusato di aver dato il via libera a due operazioni compiute da uomini delle forze armate ai danni di presunti membri del gruppo terrorista Sendero Luminoso che costarono la vita a 25 persone. La procura chiederà per l'ex presidente 30 anni di carcere, sostenendo che sia stato lui ad autorizzare il massacro, ma ieri il difensore di Fujimori, l'avvocato Cesar Nakasaki, ha respinto con forza le accuse, sostenendo che a gestire la politica di lotta alla guerriglia era il Consiglio dei ministri e, in ambito militare, il ministro della Difesa. La sentenza di primo grado nei confronti dell'ex capo di Stato, coinvolto anche in altre cause per violazione dei diritti umani e corruzione, è prevista per il mese di aprile. (mat) 12 mar 2009 12:46

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Onu/ Rabbini Israele a Papa: Vaticano critichi Durban II (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Città del Vaticano, 12 mar. (Apcom) - I rabbini israeliani chiedono al Papa che il Vaticano critichi apertamente la dichiarazione della conferenza Onu sul razzismo 'Durban2' in ragione del suo contenuto "evidentemente antisemita". "Mi permetta di menzionare la nostra profonda preoccupazione sul carattere evidentemente antisemita del testo proposto per la conferenza dell'Onu di Durban", ha detto il rabbino capo Shear-Yashuv Cohen ricevuto stamane in Vaticano, "che oltre a ignorare il significato e le lezioni della Shoah, punta il dito contro lo Stato di Israele con critiche pregiudiziali, ignorando volontariamente coloro che compiono discriminazioni istiuzionalizzate e violazione dei diritti umani. Apprezziamo il ruolo costruttivo dell'osservatore vaticano nel tentare di resistere alla distorta dichiarazione - prosegue il capo della delegazione del Gran Rabbinato di Israele - e speriamo che la Santa Sede farà sentire la sua voce nel deplorare questo attacco allo Stato ebreo". Il rabbino Cohen ha espresso apprezzamento per la condanna di ogni negazionismo della Shoah pronunciata dal Papa dopo il caso del vescovo lefebvriano Richard Williamson, e aggiunge: "Mi permetta di suggerire che la Sua considerazione sul fatto che l'importanza morale e la storia della Shoah siano 'memoria futura' divenga una materia nel curriculum degli studenti di tutte le scuole cattoliche in giro per il mondo".

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Cina/ Charta 08, professore punito con trasferimento al (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pechino, 12 mar. (AP) - Un famoso professore di diritto dell'Università di Pechino è stato trasferito senza alcuna spiegazione a insegnare in una remota località dello Xinjiang, nella Cina occidentale. Benché le autorità non lo abbiano ammesso, è probabile che dietro il trasferimento di He Weifang ci sia il fatto che l'insegnante abbia sottoscritto la famigerata Charta 08, il documento redatto da 300 intellettuali, professori, avvocati e leader locali e firmato da circa duemila cinesi in favore di una maggior diffusione della democrazia e rispetto dei diritti umani in Cina. La Charta 08 è stata diffusa il 10 dicembre, in occasione dell'anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, e si ispira alla Charta 77, il manifesto della dissidenza cecoslovacca.

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Afghanistan/ Caso Sayed, Frattini: Strada diritti è ancora (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 12 mar. (Apcom) - "Dare all'Afghanistan istituzioni pienamente rispettose dei diritti umani è una strada lunga". Il ministro degli Esteri Franco Frattini commenta così, a margine di un convegno alla Farnesina, la conferma da parte della Corte Suprema afgana della condanna a 20 anni di carcere per blasfemia allo studente-giornalista afgano Sayed Pervez. "Questi episodi - sostiene il capo della diplomazia - ci mostrano come ci sia ancora tanta strada da percorrere". Frattini ricorda che l'Italia è stata "tra quelli che hanno promosso la Costituzione afgana, che l'hanno in qualche modo costruita insieme alle autorità di Kabul". Ancora oggi, gli italiani hanno la "responsabilità della formazione della magistratura afgana: il problema è che ci vuole tempo" constata il titolare della Farnesina. Il caso di Sayed, insomma, non è solo "un problema di leggi ma di mentalità, di cultura che va consolidata" secondo Frattini. "Ecco perchè - aggiunge - per l'Afghanistan ci vuole una soluzione globale, queste cose non le possono fare i nostri valorosi soldati". "Cambiare un sistema giudiziario dal profondo - sintetizza il ministro - richiede tempo, pazienza e formazione". E ancora una volta la realtà afgana ci dimostra che "la soluzione deve essere politica", conclude Frattini, ricordando che la "strategia globale" dell'Italia su Afghanistan-Pakistan parla di "stato di diritto ma ovviamente anche di come consolidare la democrazia" e di questi temi si discuterà alla riunione internazionale che si terrà a fine giugno a Trieste, a margine dell'incontro fra i capi delle diplomazie del G8.

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Da Francesco Guccini e Vasco Rossi ai Radiohead: con noi Michele Lionello del festival Voci per la Libertà! - Una Canzone per Amnesty (sezione: Diritti umani)

( da "Musicalnews.com" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Interviste Pubblicato il 12/03/2009 alle 14:58:37 Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo Da Francesco Guccini e Vasco Rossi ai Radiohead: con noi Michele Lionello del festival Voci per la Libertà! - Una Canzone per Amnesty di Patrizia Busonero Da diverse edizioni diamo una mano alla manifestazione che si svolge a Villadose (Rovigo) a sostegno di Amnesty International: se riparliamo ancora una volta con il deus ex machina che e' Michele Lionello da 11 anni in questa battaglia. Da diverse edizioni diamo una mano alla manifestazione che si svolge a Villadose (Rovigo) a sostegno di Amnesty International: se riparliamo ancora una volta con il deus ex machina che e' Michele Lionello da 11 anni in questa battaglia. Benritrovato a Michele Lionello, uomo che ama definirsi come? Poliedrico, passionale ma allo stesso tempo razionale, disordinato ma con mille cose da seguire etc?Se invece dobbiamo dire che cosa faccio: sono insegnante di religione nelle scuole superiori, sono Assessore nel Comune di Villadose e Direttore Artistico del Festival ?Voci per la Libertà - Una Canzone per Amnesty?, nonche felicemente sposato da quasi un anno!!! La nostra precedente intervista e' del 6 Luglio 2005: e' passato tanto tempo, ma Voci per la Liberta' come si evoluto come festival? Abbiamo spento le 10 candeline con un programma fantastico e siamo già in cantiere per la dodicesima edizione. Sempre di più il rapporto tra Voci per la Libertà, Amnesty International egli artisti che calcano il nostro palco è diventato forte e costante, con un impegno di tutti per promuovere i diritti umani attraverso la musica, uno dei mezzi di comunicazione che più caratterizza la vita soprattutto dei giovani. Negli ultimi anni oltre ad avere avuto una grossa cassa di risonanza grazie ai vincitori del Premio Amnesty Italia: Modena City Ramblers, Paola Turci, Subsonica; grandi soddisfazioni le abbiamo ottenute per la strade musicalmente importanti che hanno intrapreso gli artisti emergenti del concorso ?Una Canzone per Amnesty?: A67?, Chiarastella, Marcosbanda, Elena Vittoria etc? Nell?ultimo anno la cosa più bella è stata 17X60 la compilation la cd compilation curata dalla Fondazione Amnesty Italia che contiene 16 brani scelti tra i vincitori e selezionati del P.A.I. e la nostra Elena Vittoria trionfatrice all?ultima edizione del concorso Voci per la libertà. Una raccolta e un libretto che riassumono benissimo 11 meravigliosi anni di Voci per la libertà, ottima musica italiana e la lotta per i diritti umani universali a fianco di Amnesty International. 17X60 è davvero una grande soddisfazione!!! Una compilation così importante nata anche grazie al contributo di Voci per la Libertà è davvero una cosa bellissima. Riesce Michele Lionello uomo ad avere ogni tanto il sopravvento su Michele Lionello promoter? Quali hobby riesci a curare nel tuo tempo libero? Sì, sì! Prima di tutto viene il Michele Lionello uomo. Dalla nostra ultima intervista mi sono innamorato, mi sono sposato e sto costruendo casa!!! Direi che il Michele Lionello promoter viene in un secondo piano anche se il Michele Lionello è l?insieme di tutte queste cose. Come ben sapete sono costantemente impegnato su più fronti a livello professionale e di volontariato: insegnante di religione, assessore nel Comune di Villadose, Direttore Artistico di Voci per la Libertà etc? E quindi spesso il mio tempo libero si confonde molto facilmente con il mio impegno sociale però tra le cose che amo di più c?è la lettura, il cinema ed il viaggiare e in tutte queste tre cose come in tante altre non mi fisso in un genere ma sono proprio onnivoro. Dimmi che c?è un biglietto d?aereo pronto per qualsiasi posto al mondo e io parto. Amo davvero visceralmente il conoscere tutto quello che ci circonda!!! Cosa non funziona in Italia nella pluralita' dell'informazione? Da dove cominceresti ad operare? Hai hai, tasto dolente!!! La pluralità dell?informazione e della conoscenza in genere è uno dei problemi più grandi di questa nostra amata/odiata Italia. Il problema lo riscontro in maniera particolare soprattutto tra i giovani ed ho il riscontro diretto nei miei alunni delle superiori. Viviamo in una società in cui l?omologazione dell?informazione e della conoscenza è presente in tutti i campi. E tutto questo, con le possibilità tecnologiche che abbiamo oggigiorno è proprio assurdo. Volendo abbiamo la possibilità di attingere informazioni nella maniera più vasta possibile però quello che manca è lo stimolo è l?abitudine. Coloro che ricercano informazioni ?alternative? sono una minoranza. Sicuramente a livello legislativo e comunicativo bisognerebbe promuovere tutto ciò che non è omologante però io penso che il lavoro più grande anche se a lungo termine sarebbe a livello educativo/formativo. Sembra uno slogan ormai logoro ma bisogna davvero partire dal basso e questo bisogna farlo attraverso la formazione di coscienze libere!!! Quali gli artisti che hai amato in gioventu' e quali quelli che segui ora? Musicalmente sono nato con Francesco Guccini e Vasco Rossi poi nel corso degli anni la mia parte trasgressiva e controcorrente mi ha portato ad avvicinarmi sempre di più alla musica indie prima provando a formare un gruppo i ?Mentemobile? poi dopo aver capito che ero più bravo ad organizzare che non a suonare, organizzando quel piccolo gioiellino che è Voci per la Libertà!!! Comunque pur essendo onnivoro mi è rimasta sempre una preferenza per l?italianità, soprattutto linguistica, della musica che ascolto, giusto per fare qualche nome: Afterhours, Marlene Kuntz, Subsonica, Daniele Silvestri, Capossela? Il nostro diretur Giancarlo Passarella continua a sostenere che il lavoro che fai a Villadose andrebbe maggiormente valorizzato e conosciuto: concordi? Concordo pienamente!!! In questi anni Voci per la Libertà ha costruito attorno a se un gruppo di volontari in continua crescita, ha realizzato oltre al concorso diversi eventi musicali e culturali in tutt?Italia, ha dato spazio a centinaia di gruppi musicali ed ha favorito l?espandersi di una cultura che parte dal cuore e che vuole essere uno spazio per tutte le voci che hanno veramente qualcosa da dire. Credo che quello che abbiamo fatto in questi anni e anche se con fatica stiamo continuando a fare sia qualcosa di veramente importante e significativo sia a livello artistico-musicale sia a livello culturale e di valori trasmessi. Però Villadose non è Roma o Milano, i nostri budget non sono altissimi e ricollegandoci al problema della pluralita' dell'informazione non abbiamo e non potremo avere la stessa visibilità di altri festival che hanno queste cose a disposizione. Però non ci lamentiamo perché essere tutti volontari e realizzare tutto ciò in un paese di poco più di 5.000 anime è proprio la nostra caratteristica!!! Tra i tanti artisti che hai frequentato (in studio, in radio, su un palco...) quali ti piace ricordare e perche'? Il concerto dei Radiohead all?arena di Verona mi ha dato emozioni incredibili, una sorta di ipnosi collettiva; la conoscenza in uno studio televisivo di Marian Trapassi un?artista non conosciutissima ma dal grandissimo talento; la consegna del Premio Amnesty Italia a Paola Turci un?Artista con la A maiuscola ma soprattutto una grandissima persona!!! Ogni italiano si lamenta della zona dove vive, cercando promised land in modo continuo: come credi si stia nella tua natia sponda rovigiana del Po? Anche l?italiano Michele Lionello si lamenta della zona in cui vive, però a differenza dalla maggior parte degli italiani e dei miei conterranei cerco di fare qualcosa per cercare di migliorare quello che non mi va. Venendo allo specifico al mio amato Polesine (zona geografica tra il Po e l?Adige che coincide con la provincia di Rovigo) è indubbio che si tratta di una zona con non moltissimi stimoli culturali, ancor meno dal lato musicale. Pochissimi per non dire quasi inesistenti i locali dove si può fare musica dal vivo di propria produzione, purtroppo spopolano solo le cover band anzi ormai soprattutto le tribute band; nessuna etichetta discografica che aiuti i giovani a poter emergere, pochi e piccoli ma di qualità i festival indipendenti e tantissime feste della birra? Comunque proprio perché la situazione è questa io cerco di impegnarmi in prima linea per cercare di proporre qualcosa di nuovo, innovativo che stimoli i nostri giovani a pensare!!! Una delle cose dell?italianità che mi piace di meno è proprio quello di lamentarsi continuamente senza fare niente per cambiare, io non ci sto! Però per ossigenarmi ogni tanto serve una qualche fuga per ricaricarmi. Proiettiamoci in avanti con la macchina del tempo e dimmi come vedi il tuo lavoro il mese prossimo: e fra un anno? E fra cinque? A livello professionale e personale sono una persona molto aperta e quindi a parte tra un mese per quanto riguarda tra un anno o tra cinque tutte le strade sono aperte, davvero!!! Sia per quanto riguarda l?insegnamento, che la politica che il volontariato vedremo verso quali strade ci porterà la vita! Per quanto riguarda Voci per la Libertà, al momento di concreti nuovi progetti futuri non ce ne sono, il nostro impegno è principalmente quello di stabilizzare la nostra organizzazione interna. Dopo 11 anni ci sarebbe bisogno di un certo rinnovamento che facciamo un po? fatica a trovare e come ben sai tutto quello che ruota attorno a Voci per la Libertà è davvero impegnativo, la maggior parte delle persone pensano che sia poco più di una settimana di Festival a Luglio ed invece le riunioni, i contatti, le telefonate, i giri sono davvero sempre tantissimi? Però alcuni sogni nel cassetto ci sono, però al momento li teniamo li e ci sentiremo un?altra volta per tirarli fuori assieme!!! Logica mi sembra la domanda sul tuo rapporto con Amnesty International e sulla collaborazione che avete iniziato .... Nell?ormai lontano 1998, proprio in occasione del 50° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Amnesty e Voci per la Libertà sono uno per l?altra una cassa di risonanza. Prima dell?esistenza del Festival Voci per la Libertà, Amnesty aveva un vuoto generazionale per quanto riguarda nello specifico e non solo l?aspetto musicale e senza l?apporto di Amnesty il Festival sarebbe rimasto uno dei tanti concorsi che si svolgono in tutta la nostra penisola. Ma tutto questo non è comunque stato progettato in uno studio da chissà quali menti oscure ma da tre normalissime persone che credendo in quello che pensano 11 anni fa si sono messe attorno ad un tavolo ed hanno pensato: Ma cosa possiamo fare per i nostri giovani? Come possiamo cercare di impegnarli per qualcosa di importante e significativo? Come può la creatività essere messa a disposizione di Diritti Umani? Il risultato: VOCI PER LA LIBERTA? ? UNA CANZONE PER AMNESTY

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Premio d'impegno per la Pace a Silvana Fucito (sezione: Diritti umani)

( da "Caserta News" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Giovedì 12 Marzo 2009 Premio d'impegno per la Pace a Silvana Fucito LEGALITÀ | Alife In occasione della Festa Internazionale della Donna l' Ambasciatrice Internazionale per la Pace Agnese Ginocchio nostra Testimonial di Terra di lavoro, assegnerà il "Premio internazionale d'Impegno per la Pace - Donna 2009" con: "Attestato di Benemerenza "(che possiede un titolo internazionale) ad alcune Donne del comprensorio alifano- matesino- provinciale distintesi per generosità ed altruismo verso il prossimo, per il 'Coraggio' e la fede con cui hanno ben saputo superare le intemperie della vita, traendone forza per aiutare e sostenere a loro volta le infermità e le sofferenze del prossimo, mettendo così in pratica quella norma solidale del 'compartirsi a vicenda portando l'uno il peso dell'altro'. In questa maniera si pratica la Pace attiva e la Solidarietà. "Fra le tante ne sono state scelte alcune simbolo"-ha affermato la testimonial della Pace Agnese Ginocchio- " ognuna impegnata in un categoria professionale diversa. L'anno prossimo il premio sarà destinato ad altre che quest'anno per esigenze di spazio non abbiamo potuto inserire". La Manifestazione patrocinata dalla Città di Alife e dalla Provincia di Caserta si svolgerà ad Alife il giorno 14 Marzo 2009 a partire dalle ore 10,30 presso l'Aula Consiliare del Comune alla presenza delle autorità, istituzioni del territorio e dell' amministrazione comunale. Porterà il saluto ufficiale il primo cittadino e Sindaco di Alife avv. Roberto Vitelli, a seguire l'intervento sull'impegno delle Donne a cura della Dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo statale di Alife, dott.ssa Anna Maria Pascale, che ha ricevuto recentemente un premio internazionale per la Pace in memoria del 60° anniversario dei Diritti Umani. A seguire ancora il saluto del consigliere provinciale Enzo Di Franco e di altre autorità presenti. Il Sindaco di Alife Roberto Vitelli, ha manifestato la propria soddisfazione e si è dichiarato onorato di ospitare presso la propria sede comunale un evento della simile portata mai svolto ad Alife e si é congratulato ancora una volta con la testimonial della Pace Agnese Ginocchio per l'idea di realizzare un evento del genere proprio ad Alife. Testimonial d'eccezione come si annunciava nel titolo una Donna simbolo della lotta al racket e alla camorra, Silvana Fucito, (nella foto con A. Ginocchio)Donna Coraggio e presidente dell'ass. antiracket di Napoli. Questi i nominativi delle Donne del comprensorio matesino - casertano a cui sarà assegnato il premio Pace Donna 2009: Da Alife: Prof.ssa Anna Di Muccio, Sign.ra Nunzia Di Caprio, Dott.ssa Anna Del Giudice, Sign.ra Isa Mantovani e la piccola Simona Sasso. Da Piedimonte Matese: Sign.ra Angela Zoccolillo. Dal capoluogo: Prof.ssa Ida Alborino, prof.ssa Angela Calabretti, prof.ssa Rosa Arbolino. Dalla provincia: Dott.ssa Gina Andreozzi di S. Arpino e per finire la Giornalista Tilde Maisto di Cancello ed Arnone. Coordinerà i lavori dell'evento la prof.ssa Ida Alborino, membro della commissione pari opportunità della provincia.

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Editoriale - Diritti umani, l'ora di cambiare di F. Venturini (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

TIBET, SE L'ITALIA SI MUOVE Diritti umani l'ora di cambiare Nel giorno del cinquantesimo anniversario della rivolta di Lhasa la Camera dei Deputati ha espresso ieri un sì bipartisan alla mozione proposta dai Radicali per il rispetto dei diritti umani in Tibet. Il testo impegna il governo italiano, spesso timido in materia, a chiedere alla Cina garanzie di libero accesso nella regione e un dialogo costruttivo con il Dalai Lama «nella cornice della Costituzione cinese». Ma soprattutto, la mozione di Montecitorio riporta in primo piano, e non soltanto per l'Italia, quell'eterno dilemma tra sfera morale (la difesa dei diritti umani) e sfera politico-diplomatica (la tutela degli interessi) che negli ultimi tempi è stato messo a dura prova. Prima Hillary Clinton va in Cina e «dimentica » la repressione del dissenso interno. Poi il Tribunale penale internazionale spicca un mandato d'arresto contro il presidente sudanese al-Bashir e si attira per questo un mare di critiche. E ora torna alla ribalta la questione del Tibet, nel silenzio, quasi generale, dei governi. Casi tra loro diversi, che tuttavia ripropongono lo stesso interrogativo: come deve comportarsi la comunità di valori chiamata Occidente davanti alla violazione sistematica dei suoi princìpi? Sventolare la bandiera della propria identità è un diritto- dovere, oppure è un gesto autolesionista da anime belle? Proprio dall'identità crediamo si debba partire. Sarkozy, che è abbastanza forte, ha ricevuto nei mesi scorsi il Dalai Lama e le minacce di rappresaglia cinesi si sono spente senza conseguenze. Barroso, che è più debole pur rappresentando in teoria tutta l'Europa, si è fatto dare una strigliata pubblica da Putin per aver sollevato perplessità su una Russia che non trova gli assassini della Politkovskaya e che sottopone Khodorkovsky a un secondo processo politico. Ma anche Putin non è andato oltre. E cosa avrebbero mai fatto i cinesi se la Clinton fosse rimasta fedele alla sua parte? Un comunicato e basta. Eccolo, il vero problema: l'Occidente si autocensura sottovalutando la reciprocità degli interessi concreti. E così finisce con il non esprimere collettivamente e singolarmente quei valori identitari senza i quali rischia di cessare di esistere. Ma, dirà qualcuno, affermare la giustizia è compito del Tribunale penale internazionale. Tralasciamo il fatto che l'America non ne ha sottoscritto la creazione, e andiamo a vedere cosa è accaduto con i l mandato c o n t r o al-Bashir (il primo contro un capo di Stato in carica). Nella regione del Darfur sono state massacrate almeno trecentomila persone. I profughi sono due milioni. Chi è rimasto viene regolarmente attaccato, con una predilezione (tipica anche della guerra in Congo) per la pulizia etnica a base di stupri. La responsabilità di al-Bashir è ampiamente provata e documentata. Cosa doveva fare il Tpi, infilare la testa nella sabbia per non innescare le reazioni controproducenti che sono regolarmente arrivate dall'uomo forte di Khartum? Non ci sfugge che queste reazioni (in particolare l'espulsione di un gran numero di Ong impegnate nella distribuzione di viveri e medicine) porteranno a nuove sofferenze per la popolazione. Non ci sfugge che arrestare al-Bashir, salvo colpi di scena, si rivelerà impossibile. Ma siamo davvero davanti a una colpa del Tpi, a un gesto puramente dimostrativo carico di conseguenze negative? Il Tribunale, visto che esiste, deve fare il suo mestiere. In maniera ampiamente incompleta e imperfetta, come accade nella realtà, ma senza abdicare. Dov'è, piuttosto, la politica? Non è stato approvata, in sede Onu, una formula interventista chiamata responsability to protect? Non aveva deciso, la stessa Onu, l'invio in Darfur di una forza vicina ai 20.000 uomini? Non è forse vero che il suo dispiegamento non ha mai avuto luogo, che pochissimi Paesi offrono truppe, che mancano gli elicotteri, che insomma al-Bashir può continuare a fare i suoi comodi? Sostenere che il Tpi sia stato incauto è una foglia di fico per coprire l'assenza, anzi la fuga della politica. La quale ha ora il dovere di mantenere i suoi impegni e di reagire alla espulsione delle Ong, senza colpevolizzare un Tribunale che si è trovato a surrogare governi pavidi. Sul Tibet bene hanno fatto i nostri Radicali a promuovere la rara convergenza di ieri alla Camera. Ma alla prima occasione (e le occasioni di certo non mancheranno) servirà qualcosa di più, proprio perché la Cina, con le sue gravi carenze in tema di diritti civili, è un terreno di affermazione della nostra identità liberaldemocratica. Si pecca forse in tal modo di ingenuità, si dimentica che in tempi di crisi finanziaria i cinesi tengono per il collo gli Usa, e dunque anche noi? Siamo piuttosto convinti che i cinesi abbiano anch'essi bisogno degli altri, e che non siano disposti, loro per primi, a correre troppi rischi nei rapporti con l'Occidente. Sempre che l'Occidente diventi credibile, e smetta di aver paura di essere se stesso. Franco Venturini stampa |

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Caso Battisti, da Genro accuse all'Italia: "Brasile aggredito nella sua sovranità" (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 61 del 2009-03-12 pagina 0 Caso Battisti, da Genro accuse all'Italia: "Brasile aggredito nella sua sovranità" di Redazione Il ministro della Giustizia brasiliano lancia accuse al governo italiano: "Alcune dichiarazioni hanno leso la nostra sovranit. Ci hanno detto che il nostro è un Paese di ballerine e non di giuristi". Poi attacca: "Nei processi a Battisti non sono stati rispettati i diritti della diefsa" Brasilia - "Il Brasile è stato aggredito nella sua sovranità per alcune dichiarazioni delle autorità italiane". Ecco la mossa politica del ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro nell'affaire Battisti durante un?audizione congiunta alle commissioni esteri e diritti umani al Senato. In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull?ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione. "Da parte dell?Italia non c?era mai stato tanto interesse come nei confronti di questo caso che - ha sottolineato Genro - deve essere de-ideologizzato e affrontato senza idee preconcette". In Italia è stato tra l?altro detto che "il Brasile è un paese di ballerine e non di giuristi. Noi abbiamo l?orgoglio di essere un paese di ballerine e anche di grandi giuristi" ha aggiunto Genro durante l?audizione in Senato, che è seguita da numerosi giornalisti. In Italia lesi i diritti della difesa Nei processi svolti in Italia contro Battisti non sono stati rispettati del tutto i "diritti alla difesa" ha detto ancora il ministro della Giustizia brasiliano. Genro ha poi definito "legittima" la reazione dello Stato italiano contro le organizzazioni che cercavano di destabilizzare il paese negli anni ?70, precisando però che anche in uno Stato di diritto esiste il germe dell?eccezione: "Quando diciamo che l?eccezione convive, eventualmente, con il diritto non stiamo aggredendo lo stato di diritto in Italia" ha spiegato citando, come esempio, gli Usa dove c?è democrazia, ma nella precedente amministrazione sono state dettate norme d?eccezione per ottenere "la confessione sotto tortura". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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- LAMPEDUSA: L'UNIONE EUROPEA FERMI LE VIOLAZIONI (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

12-03-2009 Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Marzo > Lampedusa: l'Unione europea fermi le violazioni dei diritti umani Contenuto della paginaAmnesty International: l'Unione europea chieda all'Italia di fermare le violazioni dei diritti umani di migranti e richiedenti asilo a LampedusaCS036: 12/03/2009L'Unione europea deve fare pressioni sull'Italia perch assicuri che i diritti umani non siano violati a Lampedusa. Lo ha dichiarato Amnesty International alla vigilia della visita sull'isola del vicepresidente della Commissione europea.In una lettera indirizzata al vicepresidente Barrot, Amnesty International ha espresso le proprie preoccupazioni per il trattamento riservato ai migranti e ai richiedenti asilo a Lampedusa, a seguito di un decreto emanato dal ministro dell'Interno Roberto Maroni a gennaio."La decisione di bloccare migranti e richiedenti asilo a Lampedusa fino alla fine delle procedure amministrative di espulsione, piuttosto che trasferirli in altri centri sul territorio nazionale, ha avuto un grave impatto sui diritti umani" - ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell'Ufficio di Amnesty International presso l'Unione europea. "L'attuale situazione di Lampedusa ostacola la costruzione di una vera e propria aera di giustizia, libert e sicurezza basata sul rispetto dei diritti fondamentali".Amnesty International ha potuto recentemente visitare i centri di detenzione di Lampedusa. L'organizzazione per i diritti umani preoccupata per la mancanza di un'equa e soddisfacente procedura d'asilo, l'illegittimit della detenzione di migranti e richiedenti asilo, le condizioni inumane dei centri e la mancanza di garanzie nella procedura di espulsione.Nell'ultimo periodo vi sono stati, sull'isola, due incendi e condizioni di sostanziale sovraffollamento. Tali condizioni non corrispondono agli standard minimi stabiliti dal diritto internazionale. La Commissione europea ha correttamente riconosciuto l'urgenza della situazione. Il vicepresidente Barrot deve ora valutare se le nuove disposizioni introdotte dal governo italiano costituiscano una violazione della legislazione dell'Unione europea e della Carta dei diritti fondamentali. Amnesty International chiede al vicepresidente Barrot di premere sul governo italiano affinch: ristabilisca il sistema di rapidi trasferimenti di migranti e richiedenti asilo da Lampedusa ad altri centri in Italia per la valutazione individuale dei casi, con piene garanzie procedurali e accesso a un'assistenza legale efficace; garantisca che le procedure di espulsione verranno condotte nel pieno rispetto dei diritti dei richiedenti asilo e dei migranti.FINE DEL COMUNICATO Brussels / Roma, 12 marzo 2009 Per approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail: press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg

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Battisti, il ministro attacca l'Italia "Ci tratta come un paese di ballerine" (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica.it" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

BRASILIA - "Il Brasile è stato aggredito nella sua sovranità per alcune dichiarazioni delle autorità italiane": lo ha detto il ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro, durante un'audizione congiunta alle commissioni Esteri e Diritti umani al Senato, sul caso di Cesare Battisti. In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull'ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione. "Da parte dell'Italia non c'era mai stato tanto interesse come nei confronti di questo caso", che - ha sottolineato Genro - deve essere "de-ideologizzato" e affrontato senza idee "preconcette". In Italia, ha proseguito, è stato tra l'altro detto che "il Brasile è un paese di ballerine e non di giuristi. Noi abbiamo l'orgoglio di essere un paese di ballerine e anche di grandi giuristi", ha aggiunto Genro durante l'audizione in Senato, seguita da numerosi giornalisti. Nel merito del caso Battisti, il ministro ha detto che a suo giudizio nei processi svolti in Italia contro di lui non sono stati rispettati del tutto i "diritti alla difesa". Genro ha comunque definito "legittima" la reazione dello Stato italiano contro le organizzazioni che cercavano di destabilizzare il paese negli anni '70. Precisando, però, che anche in uno Stato di diritto esiste il germe dell'eccezione: "Quando diciamo che l'eccezione convive, eventualmente, con il diritto non stiamo aggredendo lo stato di diritto in Italia", ha spiegato citando come esempio gli Usa, dove c'è democrazia ma nella precedente amministrazione sono state dettate norme d'eccezione per ottenere "la confessione sotto tortura". Di fronte a questa serie di dichiarazioni, la Farnesina ha replicato così: "Non si ha nulla da commentare se non ribadire gli stretti legami di amicizia e cooperazione che uniscono Italia e Brasile - è scritto in una nota - rimaniamo per parte nostra in fiduciosa attesa dell'imparziale decisione che verrà assunta dal Tribunale supremo di giustizia Brasiliano". OAS_RICH('Middle'); (12 marzo 2009

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Battisti, il Brasile alza i toni: <Italia aggredisce sovranità> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CASO BATTISTI: «Se fosse giudicato oggi verrebbe assolto» Il ministro della Giustizia: «Sovranità del Brasile aggredita dall'Italia» In un'audizione al Senato: «Trattati come un paese di ballerine ma siamo anche un paese di grandi giuristi» La protesta contro l'estradizione da parte di un membro del movimento «Free Cesare Battisti Movement» (Afp) RIO DE JANEIRO - «Il Brasile è stato aggredito nella sua sovranità per alcune dichiarazioni delle autorità italiane»: lo ha detto il ministro della giustizia brasiliano durante un'audizione congiunta alle commissioni esteri e diritti umani al Senato in Brasilia sul caso di Cesare Battisti. «PAESE DI BALLERINE» - In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull'ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione. «Da parte dell'Italia non c'era mai stato tanto interesse come nei confronti di questo caso», che - ha sottolineato Genro - deve essere «de-ideologizzato» e affrontato senza idee «preconcette». In Italia è stato tra l'altro detto che «il Brasile è un paese di ballerine e non di giuristi. Noi abbiamo l'orgoglio di essere un paese di ballerine e anche di grandi giuristi», ha aggiunto Genro durante l'audizione in senato, che è seguita da numerosi giornalisti. LA REPLICA DELLA FARNESINA - Alle parole del ministro nel pomeriggio di giovedì arriva la replica dalla Farnesina: «Da parte italiana - si legge in una nota - non si ha nulla da commentare se non ribadire gli stretti legami di amicizia e cooperazione che uniscono Italia e Brasile». «Rimaniamo per parte nostra - conclude la Farnesina - in fiduciosa attesa dell'imparziale decisione che verrà assunta dal Tribunale Supremo di Giustizia Brasiliano». stampa |

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Battisti, Brasile: "Non siamo... (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 61 del 2009-03-12 pagina 0 Battisti, Brasile: "Non siamo Paese di ballerine" di Redazione Il ministro della Giustizia brasiliano lancia accuse al governo italiano: "Alcune dichiarazioni hanno leso la nostra sovranità. Ci hanno detto che il nostro è un Paese di ballerine e non di giuristi". Poi attacca: "Nei processi a Battisti non sono stati rispettati i diritti della difesa". La Farnesina: "Confermiamo i rapporti" Brasilia - "Il Brasile è stato aggredito nella sua sovranità per alcune dichiarazioni delle autorità italiane". Ecco la mossa politica del ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro nell'affaire Battisti durante un?audizione congiunta alle commissioni esteri e diritti umani al Senato. In Brasile, ha proseguito Genro, ci sono stati altri casi simili riguardanti ex terroristi italiani, ma solo quello sull?ex membro dei Proletari armati per il comunismo ha avuto tanta ripercussione. "Da parte dell?Italia non c?era mai stato tanto interesse come nei confronti di questo caso che - ha sottolineato Genro - deve essere de-ideologizzato e affrontato senza idee preconcette". In Italia è stato tra l?altro detto che "il Brasile è un paese di ballerine e non di giuristi. Noi abbiamo l?orgoglio di essere un paese di ballerine e anche di grandi giuristi" ha aggiunto Genro durante l?audizione in Senato, che è seguita da numerosi giornalisti. In Italia lesi i diritti della difesa Nei processi svolti in Italia contro Battisti non sono stati rispettati del tutto i "diritti alla difesa" ha detto ancora il ministro della Giustizia brasiliano. Genro ha poi definito "legittima" la reazione dello Stato italiano contro le organizzazioni che cercavano di destabilizzare il paese negli anni ?70, precisando però che anche in uno Stato di diritto esiste il germe dell?eccezione: "Quando diciamo che l?eccezione convive, eventualmente, con il diritto non stiamo aggredendo lo stato di diritto in Italia" ha spiegato citando, come esempio, gli Usa dove c?è democrazia, ma nella precedente amministrazione sono state dettate norme d?eccezione per ottenere "la confessione sotto tortura". La Farnesina: "Rapporti buoni" In relazione alle dichiarazioni odierne del ministro della giustizia brasiliano, Genro, da parte italiana - si legge in una nota della Farnesina - "non si ha nulla da commentare se non ribadire gli stretti legami di amicizia e cooperazione che uniscono Italia e Brasile. Rimaniamo per parte nostra - conclude la Farnesina - in fiduciosa attesa dell?imparziale decisione che verrà assunta dal tribunale Supremo di giustizia brasiliano". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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DIRITTI UMANI. Appello di Amnesty all'Ue: "Fermare le violazioni a Lampedusa" (sezione: Diritti umani)

( da "HelpConsumatori" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

News DIRITTI UMANI. Appello di Amnesty all'Ue: "Fermare le violazioni a Lampedusa" 12/03/2009 - 16:15 "L'Unione europea deve fare pressioni sull'Italia perché assicuri che i diritti umani non siano violati a Lampedusa". Lo ha dichiarato Amnesty International alla vigilia della visita sull'isola del vicepresidente della Commissione europea Jacques Barrot. L'organizzazione per i diritti umani ha espresso le proprie preoccupazioni per il trattamento riservato ai migranti e ai richiedenti asilo a Lampedusa, a seguito di un decreto emanato dal Ministro dell'Interno Roberto Maroni a gennaio. La denuncia è contenuta in una lettera indirizzata a Barrot. "La decisione di bloccare migranti e richiedenti asilo a Lampedusa fino alla fine delle procedure amministrative di espulsione, piuttosto che trasferirli in altri centri sul territorio nazionale, ha avuto un grave impatto sui diritti umani - ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell'Ufficio di Amnesty International presso l'Unione europea - L'attuale situazione di Lampedusa ostacola la costruzione di una vera e propria aera di giustizia, libertà e sicurezza basata sul rispetto dei diritti fondamentali". Amnesty International ha ricordato che nell'ultimo periodo vi sono stati, sull'isola, due incendi e condizioni di sovraffollamento, che non corrispondono agli standard minimi stabiliti dal diritto internazionale. La Commissione europea ha correttamente riconosciuto l'urgenza della situazione. Il vicepresidente Barrot deve ora valutare se le nuove disposizioni introdotte dal governo italiano costituiscano una violazione della legislazione dell'Unione europea e della Carta dei diritti fondamentali. Amnesty International chiede al vicepresidente Barrot di premere sul governo italiano affinché: ristabilisca il sistema di rapidi trasferimenti di migranti e richiedenti asilo da Lampedusa ad altri centri in Italia per la valutazione individuale dei casi, con piene garanzie procedurali e accesso a un'assistenza legale efficace; garantisca che le procedure di espulsione verranno condotte nel pieno rispetto dei diritti dei richiedenti asilo e dei migranti. 2009 - redattore: GA

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Sicurezza, Fini su denuncia dei medici: "Ingiusta: i clandestini sono persone" (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 61 del 2009-03-12 pagina 0 Sicurezza, Fini su denuncia dei medici: "Ingiusta: i clandestini sono persone" di Redazione Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, spiega che se il medico sarà costretto a denunciare il clandestino "si creerà un circuito di medicina alternativo". Poi definisce "gravissima" la proposta di impedire la registrazione anagrafica dei bambini nati in Italia da genitori clandestini Roma - "Questa cosa non mi convince. Il medico ha il diritto di curare le persone non di guardare se è un clandestino o meno". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, spiega che se il medico sarà costretto a denunciare il clandestino "si creerà un circuito di medicina alternativo". Non solo. Giudica "davvero gravissimo" se fosse impedita la registrazione anagrafica dei bambini nati in Italia da genitori clandestini. No alla denuncia del clandestino "Non dico che il clandestino andrà da uno sciamano, ma sicuramente si servirà di terapie parallele", osserva il presidente della Camera parlando a Porta a porta. "Questa norma - aggiunge il numero uno di Montecitorio - potrebbe portare dei rischi per la società, con il diffondersi di patologie pericolose. Ragioniamo prima di dar vita a provvedimenti che possono ledere il diritto della persona. Nei confronti del clandestino bisogna ricordare che è sempre una persona umana. Il rispetto della dignità viene prima di qualsiasi connotazione. Prima è un uomo". Il presidente della Camera osserva che "la sicurezza è un bene primario" e si dice preoccupato dal fatto che "possa diventare un problema etnico", "se si crea una sorta di pregiudizio nei confronti dell?altro questo è un momento molto brutto per l?Italia". Il caso Caffarella Poi Fini parla del caso della Caffarella a Roma: "Lo stupro è sempre un?infamia, non ha nazionalità". Il presidente della Camera ribadisce il proprio "no ad etichette etniche, altrimenti siano oltre la xenofobia, siamo al razzismo". "Ma - osserva Fini - se il dna scagiona i due rumeni è vergognoso scandalizzarsi. Dobbiamo stare attenti a non dare vita a provvedimenti che possano portare a ledere i diritti umani". "In Italia ci deve stare chi ha il permesso di soggiorno - continua Fini - ma il clandestino è una persona, con una dignità in quanto uomo che non può essere lesa". La terza carica dello Stato critica in particolare due norme del ddl del Governo, quella secondo cui sarebbe impossibile registrare un bimbo nato da stranieri irregolari in Italia e quella che toglie il divieto per i medici di denunciare i clandestini. I bimbi fantasma Sull'impossibilità di registrare i bimbi nati da clandestini, il presidente della Camera fa sapere di aver parlato con il sottosegretario all?Interno Alfredo Mantovano, il quale gli ha spiegato che "non è vero quanto riportato su quella norma. Tuttavia impedire la registrazione di un bimbo nato in Italia da clandestini sarebbe di una gravità inaudita. E non mi convince neanche la norma sui medici: un medico ha il dovere di curare la persona non di vedere se è clandestino o meno". Il pericolo, secondo Fini, sarebbe che "tanti clandestini potrebbero ricorrere a circuiti di medicina alternativa con il rischio di diffusione di patologie". "La civiltà di un Paese - spiega Fini - si misura con il rispetto che si ha della dignità della persona che viene prima di qualsiasi altra connotazione: prima è uomo, poi è altro". Quindi, ha invitato Fini, "ragioniamo prima di dare vita a norme che ledono il diritto della persona, norme che sono immorali e ingiuste". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Ex sottosegretario di Pinochet eletto presidente del Senato cileno (sezione: Diritti umani)

( da "Rai News 24" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma | 12 marzo 2009 Ex sottosegretario di Pinochet eletto presidente del Senato cileno L'ex dittatore Augusto Pinochet Forti proteste dell?opposizione per la designazione di Jovino Novoa, ex sottosegretario durante la dittatura di Augusto Pinochet, come nuovo presidente del Senato cileno. Attuale senatore per il partito 'pinochetista' Unione Democratica Indipendente, Novoa fu tra il 1979 ed 1982 sottosegretario generale di Pinochet, anni nei quali, ricorda la stampa cilena, furono commesse almeno 79 violazioni dei diritti umani, tra le quali la brutale decapitazione del sindacalista Tucapel Jimenez. Durante la cerimonia di insediamento sono state mostrate foto di 'desaparecidos' e bandiere nere in segno di lutto, mentre gran parte dei senatori della maggioranza ha abbandonato l'aula senza ascoltare il primo discorso del nuovo leader della camera alta. “Non c?è posto per la politica del passato quando la disoccupazione è in crescita”, recita il discorso d?insediamento di Novoa.

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Fini: no ai medici che denunciano (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Cronache Clandestini/ Fini: "No ai medici che denunciano" Giovedí 12.03.2009 19:09 E' arrivato il no del presidente della Camera"Questa cosa non mi convince. Il medico ha il diritto di curare le persone non di guardare se e' un clandestino o meno". Gianfranco Fini spiega che se il medico sara' costretto a denunciare il clandestino "si creera' un circuito di medicina alternativo". "Non dico che il clandestino andra' da uno sciamano, ma sicuramente si servira' di terapie parallele", osserva il presidente della Camera parlando a 'Porta a porta'. "Questa norma - aggiunge Fini - potrebbe portare dei rischi per la societa', con il diffondersi di patologie pericolose. Ragioniamo prima di dar vita a provvedimenti che possono ledere il diritto della persona. Nei confronti del clandestino bisogna ricordare che e' sempre una persona umana. Il rispetto della dignita' viene prima di qualsiasi connotazione. Prima e' un uomo", conclude Fini. Il presidente della Camera osserva che "la sicurezza e' un bene primario. Mi preoccupa - aggiunge - il fatto che possa diventare un problema etnico", "se si crea una sorta di pregiudizio nei confronti dell'altro questo e' un momento molto brutto per l'Italia". Poi Fini parla del caso della Caffarella a Roma: "lo stupro e' sempre un'infamia, non ha nazionalita'". Il presidente della Camera ribadisce "il suo no ad etichette etniche, altrimenti siano oltre la xenofobia, siamo al razzismo. Ma - osserva Fini - se il dna scagiona i due rumeni e' vergognoso scandalizzarsi. Dobbiamo stare attenti a non dare vita a provvedimenti che possano portare a ledere i diritti umani". tags: medici fini

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Immigrati/ In Calabria legge che promuove accoglienza (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 12 mar. (Apcom) - La Calabria sarà la prima tra le Regioni italiane, a dotarsi di una legge che promuove l'accoglienza e l'inserimento dei rifugiati sul territorio coniugandolo allo sviluppo socio-economico delle comunità locali. Il provvedimento, approvato dalla giunta e che passerà ora all'esame del Consiglio, è stato presentato oggi a Palazzo Alemanni dal presidente della Regione Agazio Loiero nel corso di un incontro con la stampa al quale erano anche presenti il vicepresidente dell'esecutivo, Domenico Cersosimo e il portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Laura Boldrini. Il provvedimento nasce dall'esperienza dei Comuni di Riace, Caulonia e Stignano dove i rifugiati sono diventati una vera e propria risorsa. Giunti a più riprese nella Locride, a partire dalla fine degli anni Novanta, sono da tempo impegnati in attività artigianali e produzioni locali dando così un contributo, in armonia con la popolazione locale, alla rivitalizzazione dell'economia di borghi segnati da un passato di emigrazione di massa e altrimenti destinati a un futuro di decadenza e spopolamento. Un modello di integrazione balzato agli onori della cronaca nazionale la scorsa estate quando la Locride accolse l'appello disperato che arrivava da Lampedusa, di farsi carico dei nuovi arrivi visto che il centro d'accoglienza dell'isola era perennemente stracolmo. L'obiettivo che adesso si prefigge la Calabria è quello di "mettere a sistema" il modello Locride, dare cioè un input alla realizzazione su tutto il territorio regionale di interventi diretti all'accoglienza e all'integrazione per arrivare a definire un vero e proprio sistema regionale integrato di accoglienza. Il provvedimento, infatti, finanzia con risorse regionali e comunitarie i progetti, presentati da Comuni, Province, Comunità Montane e altre istituzioni, finalizzati all'inserimento socio-lavorativo dei richiedenti asilo e dei rifugiati, soprattutto nei borghi interessati da fenomeni di spopolamento e da particolari sofferenze socio-economiche. La legge prevede anche azioni che favoriscano la conoscenza reciproca tra i popoli, base fondamentale di una convivenza serena. La legge prevede anche "interventi in favore di comunità interessate da fenomeni di spopolamento e declino che intendano avviare percorsi di riqualificazione e di rilancio socio-economico collegato all'accoglienza di rifugiati". Viene data priorità ai "progetti che valorizzino le produzioni artigianali, le competenze e le tradizioni locali, che prevedano forme di commercio equo e solidale e di turismo responsabile; alla promozione di eventi culturali volti a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla cultura dell'accoglienza allo scopo di prevenire situazioni di intolleranza e razzismo; a programmi di formazione rivolti alla pubblica amministrazione". I beneficiari sono i Comuni, le Province, e le Comunità Montane per ciò che riguarda gli interventi di riqualificazione e di rilancio socio-economico e culturale collegati all'accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati, e dei titolari di misure di protezione sussidiaria o umanitaria. Nasce anche un Comitato dei garanti che ha compiti di "formulare proposte per l'attuazione del piano regionale, esprimere una valutazione dei progetti sotto il profilo della coerenza e sostenibilità, operare un monitoraggio sull'andamento dei progetti finanziati, formulare proposte per l'attuazione di studi e ricerche oggetto della legge. Il Comitato, inoltre, ha il compito di valutare l'attuazione degli interventi e di redigere un rapporto. L'organismo è formato da 5 componenti, individuati dall'amministrazione regionale tra gli enti e le associazioni maggiormente significative sul piano nazionale nelle materie attinenti la tutela del diritto d'asilo, la tutela dei diritti umani, il dialogo interculturale, lo sviluppo di modelli di economia solidale nelle comunità locali e nelle relazioni internazionali.

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Stranieri, Fini: immorale la denuncia dei medici (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 61 del 2009-03-12 pagina 0 Stranieri, Fini: immorale la denuncia dei medici di Redazione Il presidente della Camera critica due norme del ddl sicurezza. Contro la denuncia dei medici spiega che si rischia di "creare un circuito di medicina alternativo". Poi definisce "gravissima" la proposta di impedire la registrazione anagrafica dei bambini nati in Italia da genitori clandestini Roma - "Questa cosa non mi convince. Il medico ha il diritto di curare le persone non di guardare se è un clandestino o meno". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, spiega che se il medico sarà costretto a denunciare il clandestino "si creerà un circuito di medicina alternativo". Non solo. Giudica "davvero gravissimo" se fosse impedita la registrazione anagrafica dei bambini nati in Italia da genitori clandestini. No alla denuncia del clandestino "Non dico che il clandestino andrà da uno sciamano, ma sicuramente si servirà di terapie parallele", osserva il presidente della Camera parlando a Porta a porta. "Questa norma - aggiunge il numero uno di Montecitorio - potrebbe portare dei rischi per la società, con il diffondersi di patologie pericolose. Ragioniamo prima di dar vita a provvedimenti che possono ledere il diritto della persona. Nei confronti del clandestino bisogna ricordare che è sempre una persona umana. Il rispetto della dignità viene prima di qualsiasi connotazione. Prima è un uomo". Il presidente della Camera osserva che "la sicurezza è un bene primario" e si dice preoccupato dal fatto che "possa diventare un problema etnico", "se si crea una sorta di pregiudizio nei confronti dell?altro questo è un momento molto brutto per l?Italia". Il caso Caffarella Poi Fini parla del caso della Caffarella a Roma: "Lo stupro è sempre un?infamia, non ha nazionalità". Il presidente della Camera ribadisce il proprio "no ad etichette etniche, altrimenti siano oltre la xenofobia, siamo al razzismo". "Ma - osserva Fini - se il dna scagiona i due rumeni è vergognoso scandalizzarsi. Dobbiamo stare attenti a non dare vita a provvedimenti che possano portare a ledere i diritti umani". "In Italia ci deve stare chi ha il permesso di soggiorno - continua Fini - ma il clandestino è una persona, con una dignità in quanto uomo che non può essere lesa". La terza carica dello Stato critica in particolare due norme del ddl del Governo, quella secondo cui sarebbe impossibile registrare un bimbo nato da stranieri irregolari in Italia e quella che toglie il divieto per i medici di denunciare i clandestini. I bimbi fantasma Sull'impossibilità di registrare i bimbi nati da clandestini, il presidente della Camera fa sapere di aver parlato con il sottosegretario all?Interno Alfredo Mantovano, il quale gli ha spiegato che "non è vero quanto riportato su quella norma. Tuttavia impedire la registrazione di un bimbo nato in Italia da clandestini sarebbe di una gravità inaudita. E non mi convince neanche la norma sui medici: un medico ha il dovere di curare la persona non di vedere se è clandestino o meno". Il pericolo, secondo Fini, sarebbe che "tanti clandestini potrebbero ricorrere a circuiti di medicina alternativa con il rischio di diffusione di patologie". "La civiltà di un Paese - spiega Fini - si misura con il rispetto che si ha della dignità della persona che viene prima di qualsiasi altra connotazione: prima è uomo, poi è altro". Quindi, ha invitato Fini, "ragioniamo prima di dare vita a norme che ledono il diritto della persona, norme che sono immorali e ingiuste". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Caso Battisti, il Brasile alza i toni: <Sovranità aggredita dall'Italia> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 12-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CASO BATTISTI: «Se fosse giudicato oggi verrebbe assolto» Il ministro della Giustizia: «Sovranità del Brasile aggredita dall'Italia» In un'audizione al Senato: «Trattati come un paese di ballerine ma siamo anche un paese di grandi giuristi» La protesta contro l'estradizione da parte di un membro del movimento «Free Cesare Battisti Movement» (Afp) RIO DE JANEIRO - L'Italia ha «aggredito la sovranità» del Brasile, trattandolo come «un Paese di ballerine». Torna all'attacco sul caso Battisti il ministro della giustizia brasiliano Tarso Genro; ma le sue parole, che rischiano per qualche ora di riaccendere lo scontro tra Italia e Brasile sulla sorte dell'ex terrorista rosso, si infrangono stavolta contro il «no comment» della Farnesina, che anzi ribadisce «gli stretti legami di amicizia e cooperazione» tra i due Paesi, rinviando alla decisione che sul caso Battisti dovrà prendere il Supremo tribunale federale (Stf) del Paese sudamericano. FARNESINA - «Rimaniamo in fiduciosa attesa dell'imparziale decisione» del Tribunale, ha fatto sapere il ministero degli Esteri in una nota, riferendosi all'attesa pronuncia della Corte suprema chiamata a confermare l'asilo dato da Genro oppure ad accogliere la richiesta di estradizione presentata dall'Italia. Anche il ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, ha segnalato che Genro attacca Roma «in ogni occasione utile per condizionare la magistratura del suo Paese, magistratura che noi rispettiamo». GENRO - Chiamato a riferire sull'asilo politico concesso all'ex terrorista italiano, Genro è intervenuto durante un'udienza congiunta delle commissioni Esteri e dei diritti umani del senato brasiliano. Il ministro ha respinto con determinazione le affermazioni provenienti dall'Italia che ledono la «sovranità» del Brasile, ricordando in particolare le illazioni provenienti dall'Italia secondo le quali il Brasile sarebbe «un paese di ballerine, non di giuristi. Siamo orgogliosi di essere un paese di ballerine e - ha puntualizzato Genro - anche di grandi giuristi». Proprio sul piano strettamente giuridico, il ministro ha detto di ritenere che nei processi in Italia, dopo gli anni di piombo, Battisti non ha avuto «un'ampia difesa», visto tra l'altro che in tali procedimenti «ha dato una procura in bianco, fornita successivamente ad un avvocato che lui non conosceva». Nel sottolineare di ritenere che l'Italia abbia agito «legittimamente» nei confronti del terrorismo, Genro ha precisato che quando il governo brasiliano dice che «l'eccezione convive, eventualmente, con il diritto non stiamo aggredendo lo stato di diritto in Italia». Subito dopo il ministro ha fatto l'esempio degli Usa dove - ha detto - c'è democrazia, anche se nella precedente amministrazione sono state dettate norme d'eccezione per ottenere la confessione anche sotto tortura. A conferma dell'imparzialità di Brasilia nella concessione dell'asilo politico, Genro ha inoltre annunciato che è in attesa di ricevere una richiesta di asilo da parte di un uomo accusato di fascismo. Se dall'analisi del caso verificherà che ci sono le condizioni per l'asilo, lo stesso ministro sarà «pronto a dare via libera» a tale status. Di parere opposto Heraclito Fortes, uno dei parlamentari dell'opposizione anti-Lula, per il quale Genro ha avuto un trattamento di favore nei confronti di Battisti. stampa |

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