CENACOLO DEI COGITANTI |
Kenya, scontri in piazza
( da "City" del
11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: attivisti per i diritti umani della
Fondazione Oscar che avevano denunciato le esecuzioni sommarie commesse dalle
forze di polizia. I dimostranti hanno chiesto giustizia e urlato slogan contro
il capo della polizia. Dopo l'omicidio dei due attivisti, avvenuto in pieno
giorno nel centro di Nairobi, gli studenti si erano opposti alle forze di
polizia che volevano recuperare i corpi,
Terrorismo e diritti L'Onu
boccia Londra ( da "City"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Terrorismo e diritti L'Onu boccia
Londra Un rapporto dell'Onu ha criticato duramente la Gran Bretagna per aver
violato diritti umani fondamentali nella lotta al terrorismo. Il rapporto
censura la collaborazione di Londra con la Cia nelle operazioni di
"extraordinary rendition": trasferimento di detenuti in posti dove
rischiavano di essere sottoposti a torture.
<Mi dicevano: hai fatto
così, vero? Poi i calci per farmi confessare>
( da "Corriere.it" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: quella che torture o non torture
certifica che Isztoika non ha violentato Alice. La quale l'ha invece
riconosciuto «senza alcun dubbio ». Un accumulo di paradossi dal quale non si
salva nemmeno Cioschi, il «terzo uomo » che sta in Romania e sul quale ora si
faranno per rogatoria internazionale i confronti del Dna;
Addio ai
"pianisti": a Montecitorio c'è il nuovo voto
( da "Cittadino, Il"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: unanime a sostegno della mozione
bipartisan sul rispetto dei diritti umani in Tibet. Prima di indire la
votazione, il presidente della Camera Fini ha nuovamente illustrato ai deputati
passo passo la procedura da seguire, scusandosi «per questa prima volta
dell'atteggiamento pedagogico». Le nuove tessere ritirate dai deputati sono in
totale 613: di queste 18 non contengono le "impronte"
Pianisti addio La Camera
usa il dito ( da "Arena,
L'" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Dal voto è emerso un sì unanime
alla mozione sul rispetto dei diritti umani in Tibet. Prima di indire la
votazione, Fini ha illustrato ai deputati la procedura da seguire, scusandosi
«dell'atteggiamento pedagogico». Le tessere ritirate sono 613: di queste, 18
non contengono le «minuzie», e appartengono ai deputati che hanno detto no al
nuovo sistema.
Il sindacato di polizia
Ugl Intolleranza sui treni ( da "Arena,
L'" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: per comminare le opportune sanzioni
disciplinari», oltre «a un confronto mirato a eliminare ogni forma di
comportamento vessatorio nei confronti dei viaggiatori stranieri, per
ristabilire e sancire nell'operatività quotidiana la cultura della legalità e
il rispetto dei diritti umani, valori naturali e inalienabili nell'interesse di
ognuno». G.B.
"angelica è
innocente, rivedete il caso" - giuseppe porzio
( da "Repubblica, La"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: organismo internazionale per la
salvaguardia dei diritti delle comunità rom), oltre all´Opera Nomadi e a
Soccorso legale, che denunciano «violazioni dei diritti umani» e la «palese
condanna mediatica di una innocente». Accanto a loro la Comunità di
Sant´Egidio, Mani Tese, il Comitato napoletano per i rom, l´Osservazione e i
gruppi Everyone e "Chi rom chi no".
striscione per il tibet
dal ponte di rialto ( da "Nuova
Venezia, La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: indipendenza e dei diritti umani
della regione del Tibet. A promouovere l'iniziativa l'associazione Italia
Tibet, che aveva promosso anche l'assegnazione della cittadinanza onoraria da
parte dei comuni di Roma e Venezia. Manifestazione di solidarietà che si è
svolta nel primo pomeriggio, a cui hanno partecipato numerosi simpatizzanti
dell'
Fibronit, indagini anche
all'estero ( da "Provincia
Pavese, La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: convenzione europea dei diritti
umani: «Emilia Mingrino ha con questo evidenziato che il padre è deceduto nel
dicembre del '99 mentre lei è ancora in attesa che il procedimento venga
definito. In un modo o nell'altro», ha spiegato l'avvocato Bonanni. Le risposte
ricevute dal procuratore sono state, secondo Bonanni, molto positive: «Il
procuratore ha evidenziato un impegno costante dell'
I grandi cantieri che
tradiscono Pavia ( da "Provincia
Pavese, La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: I diritti umani hanno una logica
inclusiva: non è possibile, pena una funesta contraddizione, promuovere i
diritti dei neri, degli ebrei, degli stranieri, dei disabili, eccetera, ma non
quelli degli embrioni umani: individui appartenenti alla nostra specie per dato
di scienza, non di fede.
Prove di handicap con il
pallone sonoro ( da "Secolo
XIX, Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: legge di ratifica della Convenzione
delle Nazioni Uniti sui Diritti delle Persone con disabilità. All'articolo 1
dell'accordo individua quale obbiettivo primario "promuovere, proteggere e
garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le
libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il
rispetto per la loro intrinseca dignità"
Irlanda: sì a estradizione
di De Juana Chaos ( da "Manifesto,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Il difensore di de Juana Chao,
Edward Fitzgerald, ha annunciato ieri che ricorrerà la decisione del magistrato
irlandese, argomentando basandosi su una «violazione dei diritti umani» del suo
cliente. Il caso potrebbe dunque approdare alla Camera dei lord di Londra,
massima istanza giudiziaria britannica.
il dalai lama: tibet, un
inferno in terra ( da "Tirreno,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: per la situazione dei diritti umani
in Tibet. Gli Stati Uniti, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Robert
Gibbs, esortano le autorità cinesi a perseguire il dialogo con i rappresentanti
del Dalai Lama. «Gli Usa - ha affermato il portavoce - rispettano l'integrità
territoriale della Cina e considerano il Tibet parte della Cina».
<OGNI individuo ha
diritto all'istruzione. Essa deve essere indirizzata al pieno s...
( da "Nazione, La (Lucca)"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 10 «OGNI individuo ha diritto
all'istruzione. Essa deve essere indirizzata al pieno s... «OGNI individuo ha
diritto all'istruzione. Essa deve essere indirizzata al pieno sviluppo della
personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle
libertà fondamentali.
<Rispettiamo gli altri,
senza graduatorie> ( da "Nazione,
La (Lucca)" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ABBIAMO diritto ai nostri diritti».
Questo è uno degli slogan con cui ci siamo presentati al «Meeting dei diritti
umani» di Firenze. Attratta forse dai nostri striscioni, un'inviata di RaiTre
ha intervistato Elena, una nostra compagna di classe, che in quel preciso
momento, teneva in mano uno dei cartelloni che avevamo creato con la scritta «
L'Arcobaleno della dignità
individuale ( da "Nazione,
La (Lucca)" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Arcobaleno della dignità
individuale LETTERA APERTA LA DOMANDA Cari Diritti Umani, voi siete come i
colori dell'arcobaleno, poiché l'arcobaleno esprime la libertà e la bellezza
delle vostre individualità e anche Dio segnò con un iris il suo patto di pace
con l'umanità, per questo da ora in poi abbiamo deciso di chiamarvi Arcobaleno.
Libertà della persona,
accanimento terapeutico, diritto all'informazione: si parlerà ...
( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 11-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: e la tutela della parità dei
diritti tra uomo e donna. Il senatore Pardi, tra i promotori nel luglio 2008
del "No Cav day" di piazza Navona, è membro delle commissioni Affari
costituzionali e Tutela e promozione dei diritti umani. Durante l'incontro
verrà presentata la rete di circoli messa in piedi dall'Italia dei Valori nella
provincia pontina.
Tibet, un inferno in terra
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Diritti umani. Dure accuse del
Dalai Lama a cinquant'anni dalla rivolta contro l'occupazione cinese «Tibet, un
inferno in terra» Pechino ribatte: bugie, grazie a noi ampie riforme
democratiche Marco Masciaga NEW DELHI A 50 anni dalla fallita rivolta contro
l'occupazione cinese del Tibet, il Dalai Lama ha ribadito ieri le richieste di
autonomia della regione,
Voto con le impronte al
via a Montecitorio Malumori del Pdl: tempi troppo lunghi
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: su una mozione per i diritti umani
in Tibet, il sistema di voto con le impronte digitali ( nella foto), deterrente
contro i "pianisti", i deputati che votavano anche per i colleghi
assenti. Gli "obiettori" che manterranno il vecchio sistema sono 18,
altri 13 deputati sono stati esentati per difficoltà tecniche nel rilevamento
delle "minuzie"
<L'abitudine al
sangue> Giorgia Lepore a Bari ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Pagherà il suo rifiuto con la
riduzione in schiavitù e la tortura. Ed ha inizio da qui il lento percorso
interiore del protagonista de L'abitudine al sangue di Giorgia Lepore. Il
romanzo sarà presentato, alla presenza dell'autrice, alla Feltrinelli di Bari. Intervengono
Edoardo Altomare e Enrica Simonetti.
Giornalismo, Claudio
Speranza si racconta ( da "Resto
del Carlino, Il (Forlì)" del
11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Claudio Speranza si racconta La tv
e i diritti umani. Gli eventi più significativi testimoniati dalla Rai negli
ultimi 40 anni' è il tema che sarà al centro, stasera alle 21 nell'Aula Mazzini
di corso della Repubblica 88, di un incontro pubblico con nomi noti del
giornalismo televisivo e della carta stampata.
DIRITTI UMANI L'ORA DI
CAMBIARE ( da "Corriere
della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: DIRITTI UMANI L'ORA DI CAMBIARE N
el giorno del cinquantesimo anniversario della rivolta di Lhasa la Camera dei
Deputati ha espresso ieri un sì bipartisan alla mozione proposta dai Radicali
per il rispetto dei diritti umani in Tibet. Il testo impegna il governo
italiano, spesso timido in materia, a chiedere alla Cina garanzie di libero
accesso nella regione e un dialogo costruttivo
Sì bipartisan alla mozione
che critica la Cina ( da "Corriere
della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: A renderla possibile è stato il
fatto che i governi italiani usano da anni enorme tatto nel rimproverare a
Pechino le violazioni dei diritti umani, tanti deputati avvertono l'esigenza di
prendere le distanze e Mecacci ha congegnato il testo difendendo i tibetani in
un modo accettabile per il governo Berlusconi, il quale ha dato «assenso»
attraverso il sottosegretario Enzo Scotti.
Il grido del Dalai Lama
<Tibet, inferno in terra> ( da "Corriere
della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: preoccupazione per la situazione
dei diritti umani DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Divisi su tutto, la Cina
e il Dalai Lama. Un po' meno sulle metafore. Se Pechino si affanna a sostenere,
dati alla mano, che il Tibet non è mai stato il lieto Shangri- La, il paradiso
spirituale vagheggiato «da certi occidentali », ma anzi una terra di schiavitù
e arretratezza medievale,
<Hillary ha sbagliato,
Obama corregga la linea> ( da "Corriere
della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: a rispettare la legge
internazionale in materia di diritti umani». Bianca Jagger, la 58enne ex moglie
di Mick Jagger, da anni avvocato per i diritti umani (fa parte del direttivo di
Amnesty International e presiede la Bianca Jagger Human Rights Foundation),
s'appella all'Occidente per risolvere il dramma del Tibet: «Il suo doppio
standard ipocrita deve finire.
IL CINQUANTESIMO
anniversario del tentativo di rivolta in Tibet contro la dominazione cinese ha
trov... ( da "Nazione,
La (Firenze)" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: impegno a favore del rispetto dei
diritti umani, di ottenere almeno la tutela dell'identità culturale,
linguistica e religiosa dei tibetani cozza contro l'intransigenza della Cina e
contro l'indifferenza del cosiddetto mondo libero. Al quale interessa solo fare
affari con Pechino ed è pronto a chiudere gli occhi se quel regime non
democratico nega i diritti umani,
Politica estera, più Bush
che svolte ( da "Corriere
della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Si tratta del tema della democrazia
e dei diritti umani. Sin dal giorno delle audizioni di conferma dell'incarico,
la Clinton aveva menzionato i tre punti chiave della nuova politica americana,
difesa, diplomazia e sviluppo — sorvolando però su un quarto punto, ovvero la
democrazia —
Diritti umani, l'ora di
cambiare ( da "Corriere
della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ITALIA SI MUOVE Diritti umani,
l'ora di cambiare SEGUE DALLA PRIMA Ma siamo davvero davanti a una colpa del
Tpi, a un gesto puramente dimostrativo carico di conseguenze negative? Il
Tribunale, visto che esiste, deve fare il suo mestiere. In maniera ampiamente
incompleta e imperfetta, come accade nella realtà, ma senza abdicare.
Omaggio a don Achille, il
principe della Chiesa re del Dialogo e del Rispetto
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: suo pluridecennale impegno
diplomatico per la Santa Sede in tante parti del mondo per la tutela dei
diritti umani, delle libertà religiose e civili hanno portato la predicazione
di "don Achille" ad insistere costantemente sulla inscindibile tutela
ed applicazione dei doveri e dei diritti degli esseri umani, delle comunità
ecclesiali e civili, politiche nazionali ed internazionali.
Regione, sì alla mozione
Ferretto che condanna l'antisemitismo
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: «Sono molto soddisfatta dice il
consigliere - perché è dal 2005 che attendo che la mozione venga discussa. E
nonostante siano passati4 anni, l'argomento è purtroppo sempre di preoccupante
attualità. Una preoccupazione sottolineata anche dall'Agenzia Ue per i diritti
umani nel rapporto sul tema dal 2001-2008.
Soyinka: <Su Bashir io
sto con L'Aja> ( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: è sempre stato una voce coraggiosa
che si è alzata per affermare i diritti umani e combattere la fine delle
tirannie nel mondo. Lo abbiamo incontrato a Senago (Villa Borromeo), dove ha
accompagnato la presentazione del libro "Il Castello" (Spirali)
scritto dall'amico Massimo Baistrocchi, l'ambasciatore italiano in Nigeria.
erano i pazzi di san
servolo ( da "Nuova
Venezia, La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: in mostra le foto di dolore e
tortura Da oggi alla Bevilacqua La Masa di Silvia Zanardi Manette, manicotti
rigidi, catene, «docce gabbia», «ferma fascette», fasce. Era realtà, erano
grida, dolori, nervi tesi, torture. Disagi. Un tema di cui si parla spesso ma
che da oggi al 5 aprile, nella galleria della Bevilacqua La Masa a San Marco,
Casa Bianca preoccupata
per i diritti umani in Cina: dialogo sul Tibet
( da "Rai News 24" del
11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Tibet | 10 marzo 2009 Casa Bianca
preoccupata per i diritti umani in Cina: dialogo sul Tibet La Camera approva
una mozione per il Tibet La Casa Bianca ha espresso "preoccupazione"
per il rispetto dei diritti umani in Tibet ed ha lanciato un appello per il
dialogo fra il Dalai Lama e le autorita' cinesi.
Le Borse decollano, Milano
sale del 7 per cento ma è allarme lavoro: in due mesi persi 370mila posti -
Berlusconi: in aula votino solo i capigruppo. No di Fini - Il Liechtenstein c
( da "Dagospia.com" del
11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Editoriale di Franco Venturini:
"Diritti umani, l'ora di cambiare". Fotonotizia: "Arresti
revocati per i due romeni. Ma restano in cella per altri reati". Al
centro: "Tremonti: casa,ferma al 10 per cento l'Iva sui valori" e
"Anche in Italia più disoccupati: 370mial in due mesi".
Tibet: Cina a usa,
critiche ingiustificate minano rapporti
( da "KataWeb News" del
11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: E abbiamo chiesto a Washington di
smettere di usare il Tibet per interferire nei nostri affari interni", ha
detto il portavoce del ministero degli Esteri, Ma Zhaoxu. Ieri la Casa Bianca
si era dichiarata preoccupata per la situazione dei diritti umani in Tibet e
aveva sollecitato la ripresa di un dialogo "sostanziale" tra Pechino
e i rappresentanti del Dalai Lama. AGI
TIBET, CRESCE LA TENSIONE
STATI UNITI-CINA ( da "Wall
Street Italia" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Tibet, cresce la tensione Stati
Uniti-Cina -->La Casa Bianca in pressing: «Grande preoccupazione per il
rispetto dei diritti umani, riaprire il dialogo con il Dalai Lama». Pechino:
«Accuse gratuite, relazioni a rischio».
Convegno Durban 2 al
Senato, domani ( da "Blogosfere"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Centro di monitoraggio delle Ong
per i diritti umani On. Gianni Vernetti, Vicepresidente Associazione Parlamentare
di Amicizia Italia - Israele Presiede: On. Enrico Pianetta, Presidente
Associazione Parlamentare di Amicizia Italia - Israele giovedì 12 marzo 2009,
ore 16,00 Senato della Repubblica - Sala Capitolare chiostro del Convento di
Santa Maria sopra Minerva -
Tibet/ Cina a Usa:
"accuse gratuite", a rischio nostre
( da "Virgilio Notizie"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: le preoccupazioni espresse ieri
dalla Casa Bianca per il rispetto dei diritti umani in Tibet. Per Pechino,
inoltre, queste accuse potrebbero portare a un peggioramento delle relazioni
tra i due Paesi. "Ignorando i fatti, gli Stati Uniti hanno fatto della accuse
gratuite contro la Cina sulla questione tibetana", ha dichiarato il
portavoce del ministero degli Affari esteri,
Tibet, cresce la tensione
tra Usa e Cina ( da "Stampaweb,
La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: per il rispetto dei diritti umani
in Tibet. «Siamo preoccupati per la situazione dei diritti umani e pensiamo che
un dialogo serio permetterebbe di fare progressi per trovare soluzione a
problemi irrisolti da molto tempo e rappresenterebbe il miglior modo di
giungere ad una stabilità effettiva e durevole», ha spiegato il portavoce
Robert Gibbs.
Pensare con <fedeltà
dialettica>, esempio di laicità fra cattolici
( da "Avvenire" del
11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: è mai stata una Dichiarazione
universale dei diritti umani, e quindi un'omogeneità di valori di fondo come
oggi. L'umanità è divisa su famiglia e bioetica, ma l'impegno non è di
rispettare l'altro, perché 'straniero morale', ma di ragionare con lui per
arrivare a una convergenza». Quanto al problema dell'obbedienza, «non bisogna
dimenticare che la Chiesa deve garantire l'
MATCH, UN PROGETTO DI
LAVORO PER I DISABILI ( da "Basilicanet.it"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: attuato un superamento della
dimensione economica come vincolo di esigibilità del diritto: una persona con
disabilità , adesso, può² adire verso un tribunale e rivendicare la violazione
di un proprio diritto soggettivo, in ragione della violazione del proprio
ineludibile diritto umano. Il progetto Match avrà sede a Lauria abbracciando i
dodici comuni dellâ?
Senato/ Chiti riceve
presidente Associazione Sinti italiani
( da "Virgilio Notizie"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Il presidente dei Sinti Italiani ha
chiesto al vicepresidente Chiti di portare a conoscenza del Senato l'attività
svolta dall'associazione e di poter incontrare la presidenza della Commissione
per la tutela e la promozione dei Diritti umani del Senato della Repubblica.
Terrorismo/ Gb, Brown: in
corso indagini su accuse tortura ( da "Virgilio
Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: inchiesta sul ruolo dei servizi
nelle presunte torture inflitte in Pakistan a cittadini britannici: funzionari
dell'Mi5 avrebbero consegnato dei presunti terroristi alla sicurezza pachistana
perché venissero interrogati con metodi violenti e torture, pratiche smentita
dai servizi di sicurezza attraverso un comunicato trasmesso dal Ministero degli
Interni: "Non abbiamo mai partecipato,
IL 17-3 APPUNTAMENTO CON â
ALTROCINEMAPOSSIBILEâ ( da "Basilicanet.it"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: il cinema dei diritti umani.
Martedì
17 marzo alle ore 21 presso il ridotto del Teatro Stabile a Potenza, ingresso
libero, sarà proiettato il film â??L'orchestra di Piazza Vittorioâ?, di
Agostino Ferrente. Considerato il ristretto spazio della sala a disposizione consigliamo di prenotare
la visione del film inviando una mail a: info@
Ginevra: l'altro perché
(oltre agli attacchi a Israele) del no della Farnesina
( da "Giornale.it, Il"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: in contrasto con i diritti
umani", così da fare dello stato ebraico "una minaccia per la pace e
la sicurezza internazionale" - hanno convinto il governo di Roma a
disertare la conclusione dei lavori di Ginevra e, dunque, la conferenza stessa
("United against racism: dignità and justice for all") che si terrà
nella città svizzera tra il 20 ed il 24 aprile prossimi.
Un manifesto per la
scomunica ( da "AprileOnline.info"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: affermazione dei diritti umani e
civili! L'intento della mia "provocazione" è quello di provare a
mettere a nudo una verità... statistica: a nome di quante persone, in realtà,
le gerarchie ecclesiastiche di tutto il mondo parlano? Se, per coerenza e per
diritto canonico, esse scomunicassero in un sol colpo tutti gli
"eretici",
Con le impronte cinque
minuti per un solo voto ( da "Unita,
L'" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sulla mozione bipartisan per il
rispetto dei diritti umani in Tibet, è durato oltre 4 minuti e mezzo. Sì
all'unanimità, ma una rovina rispetto alla media degli oltre duemila voti
espressi in un solo minuto nei primi dieci mesi di legislatura. Certo, col tempo
ci si prenderà la mano. Ieri, qualche disguido ma non tanti.
Argentina/ Desaparecidos,
Corte suprema: processi troppo ( da "Virgilio
Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: occupano di casi legati alle
violazioni dei diritti umani". La decisione della Corte giunge nel pieno
di una polemica sorta tra governo e magistratura per velocizzare le procedure;
una settimana fa, aprendo le sessioni ordinarie del parlamento, il presidente
Cristina Fernandez de Kirchner aveva sollecitato misure appropriate e sanzioni
ai giudici responsabili di eventuali negligenze.
( da "City" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Kenya, scontri in
piazza NAIROBI (Kenya) - È finita in guerriglia urbana, con lanci di
lacrimogeni e una sassaiola contro la polizia che ha sparato alcuni colpi, la
manifestazione degli studenti che ieri ha attraversato Nairobi. In 2.000 sono
scesi in strada dopo l'uccisione di un loro compagno di studi e di due attivisti per i diritti umani della Fondazione Oscar che avevano denunciato le esecuzioni
sommarie commesse dalle forze di polizia. I dimostranti hanno chiesto giustizia
e urlato slogan contro il capo della polizia. Dopo l'omicidio dei due
attivisti, avvenuto in pieno giorno nel centro di Nairobi, gli studenti si
erano opposti alle forze di polizia che volevano recuperare i corpi, gli
agenti avevano sparato e uno studente era rimasto a terra. Il capo della
polizia ha ammesso l'uso eccessivo della forza e ha annunciato l'arresto di tre
poliziotti. Il primo ministro Raila Odinga ha chiesto l'avvio di un'indagine
indipendente. City 11 marzo 2009
( da "City" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Terrorismo
e diritti L'Onu boccia Londra Un rapporto dell'Onu ha criticato duramente la
Gran Bretagna per aver violato diritti umani fondamentali
nella lotta al terrorismo. Il rapporto censura la collaborazione di Londra con
la Cia nelle operazioni di "extraordinary rendition": trasferimento
di detenuti in posti dove rischiavano di essere sottoposti a torture. 11 marzo 2009
( da "Corriere.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
I verbali «Mi
dicevano: hai fatto così, vero? Poi i calci per farmi confessare» Il «biondino»
accusa gli agenti romeni. La polizia: «Non è mai rimasto solo con loro» I due
romeni arrestati (Eidon) ROMA Il passo decisivo, falso o vero che sia, è nelle
tre parole pronunciate dalla giovanissima vittima quando le hanno messo davanti
alcune foto. Comincia lì l'indagine dei paradossi, nel momento in cui Alice
come l'ha chiamata il giudice nei suoi provvedimenti, per proteggerne
l'identità di minorenne si ferma sull'immagine numero 5 e afferma di
riconoscere «senza alcun dubbio» il suo violentatore. Dice proprio così, nel
verbale: «senza alcun dubbio ». Il volto ritratto nella segnaletica è quello di
Alexandru Loyos Isztoika, «il biondino » di nemmeno vent'anni. Indicato come
colui che l'ha stuprata «con rabbia», non uno che guardava o stava da quelle
parti. Poi, di fronte alla fotografia numero 12, parla di un viso dalle
«caratteristiche molto somiglianti» all'altro aggressore; è il ritratto del
terzo romeno di questa storia, Ciprian Cioschi, l'uomo a cui mancano tre dita
alla mano destra, che secondo gli accertamenti comunicati dal Consolato di
Bucarest alla polizia italiana «sembra» sia tornato in patria tra il 10 e il 12
febbraio, cioè due giorni prima dello stupro della Caffarella. Il ragazzo di
Alice, Mimmo (altro nome di fantasia) guardando la faccia di Cioschi, dice di
riconoscerlo «con estrema certezza ». Ma considerato che era già a casa sua da
due giorni (o almeno «sembra»), i sospetti si concentrano su Isztoika, il quale
entra in questura il pomeriggio del 17 febbraio e l'indomani ne esce in
manette, con l'accusa di violenza sessuale di gruppo e rapina per sé e per
l'uomo che ha indicato come suo complice, Karol Racz. I test del Dna Qualche
giorno dopo è arrivato il risultato del test del Dna, che con altrettanta
certezza esclude che i due romeni arrestati siano gli stupratori della
Caffarella. Le conclusioni della polizia scientifica sono nette: «Uomo 1 e Uomo
2 cioè le identità a cui ricondurre i profili genetici estratti dai tamponi
presi alla vittima e dagli altri reperti trovati sul luogo dell'aggressione non
sono Racz Karol e Isztoika Alexandru». L'esito è uguale per tutti i campioni, e
l'ultima comunicazione riguarda la macchia di sangue trovata sui pantaloni sequestrati
nella tenda dove abitava Isztoika: è sangue suo, non di Alice né di nessun
altro. Questo è un punto fermo dal quale l'indagine dei paradossi difficilmente
potrà prescindere, nonostante i tentativi di ridurlo a un risultato ancora
incompleto fatti anche ieri dal pubblico ministero davanti ai giudici del
Riesame. Dice che gli specialisti della polizia scientifica non hanno
specificato i protocolli e le procedure seguite per arrivare a quelle
conclusioni, avventurandosi lungo un sentiero impervio e pericoloso se si pensa
a quanti casi vengono dichiarati «risolti » dall'accusa dopo gli stessi
accertamenti compiuti negli stessi laboratori. Dunque c'è un riconoscimento
fotografico «indubbio» contro un esame scientifico forse ancor più sicuro, ad
arrovellare la polizia e i magistrati di Roma. Tenendo ovviamente conto del
terzo paradosso di questa storia dai contorni tuttora inafferrabili: la
video-confessione (completa di accusa al suo amico Racz) poi ritrattata da
Isztoika. In realtà alcuni particolari della violenza, per come li ha riferiti
il «biondino», non sono perfettamente coincidenti con la testimonianza dei due
ragazzini; ma questo dettaglio potrebbe essere interpretato come una prova a
favore della genuinità del racconto, giacché eventuali «imbeccate» non
dovrebbero discordare dalla versione delle vittime. Davanti al giudice Isztoika
ha riferito le ripetute percosse che l'avrebbero convinto alla falsa
confessione: «Mi hanno picchiato, mi hanno tirato dai capelli giù... Mi hanno
buttato per terra, mi hanno dato calci, mi hanno tirato la giacca in testa e...
mi hanno menato». S'è tolto la maglietta e ha mostrato il costato, ma il
magistrato ha rilevato «solo un lieve rossore sotto una delle ascelle». Secondo
Isztoika, a picchiare erano i poliziotti romeni «incontrati qua in questura,
erano quattro», ma poi precisa che «ci stava solo uno presente quando mi
menava», e nessun italiano. Le minacce e le botte Avvertito che avanzando false
accuse contro i poliziotti poteva aggravare la sua posizione, Isztoika ha
insistito: «Quando sono stato solo con loro tre o quattro persone (...) mi
hanno fatto sedere a una sedia e ha iniziato a picchiarmi; prima ha parlato
bene, ha detto: "Così tu hai fatto", ho detto: "Non le ho fatte
io queste cose, che non faccio", e ha iniziato a menarmi: "No, tu
l'hai fatto, noi abbiamo tutte le prove", ha detto loro hanno tutte le
prove, le impronte, il Dna... E mi ha detto che mi ha riconosciuto dalla foto.
Sì, va bè, le foto, ogni tanto ci sono uomini che somigliano uno all'altro, no?».
Per spiegare «l'indottrinamento», l'interprete ha tradotto così le parole del
romeno: «Dice che non gli hanno suggerito direttamente, ma attraverso le
domande. Cioè, nel senso che gli hanno chiesto come era vestita la ragazza, lui
si è buttato e ha detto jeans, quelli hanno detto "non è vero jeans"
e l'hanno menato; poi ha detto gonna corta, anche quello non è andato bene.
Insomma, dice che finché non diceva la cosa giusta, perché loro sapevano quello
che è giusto, questo dice lui, e finché non diceva così lo menavano ».
L'interrogatorio Una tortura vera e propria, quindi. La polizia afferma
ovviamente il contrario, forte di relazioni di servizio secondo le quali
Isztoika non è mai rimasto da solo coi romeni, né ha subito violenze o
pressioni. Davanti al giudice il pubblico ministero ha chiesto perché, dopo il
suo arrivo, nell'interrogatorio video- registrato in cui sembrava del tutto
tranquillo, non ha fatto cenno ai maltrattamenti. «Non lo sapevo chi siete, con
chi stavo ha risposto il "biondino" . Non l'avevo capito perché
c'erano tanti...». L'accusa continua a mostrarsi sicura del fatto suo, certa
che queste siano solo calunnie già viste tante volte. Ma si scontra nuovamente
con la prova del Dna, quella che torture o non torture
certifica che Isztoika non ha violentato Alice. La quale l'ha invece
riconosciuto «senza alcun dubbio ». Un accumulo di paradossi dal quale non si
salva nemmeno Cioschi, il «terzo uomo » che sta in Romania e sul quale ora si
faranno per rogatoria internazionale i confronti del Dna; gli stessi che
hanno già scagionato i due indagati ufficiali, ma non ritenuti sufficienti dal
pubblico ministero a far cadere l'accusa di violenza sessuale di gruppo.
Giovanni Bianconi stampa |
( da "Cittadino, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Addio ai
"pianisti": a Montecitorio c'è il nuovo voto n La Camera dice addio
ai "pianisti", i deputati che votano anche per i colleghi assenti. A
Montecitorio si è tenuta ieri la prima votazione con il meccanismo che attiva
le postazioni mediante le impronte digitali: un sistema che rende impossibile
votare per altri e che chiude anni di proteste, contestazioni e accuse tra
maggioranze e opposizioni. Da oggi, dunque, si cambia. Il battesimo del fuoco
per il voto con le impronte è durato circa cinque minuti e ne è emerso un sì unanime a sostegno della mozione bipartisan sul rispetto dei
diritti umani in Tibet.
Prima di indire la votazione, il presidente della Camera Fini ha nuovamente
illustrato ai deputati passo passo la procedura da seguire, scusandosi «per
questa prima volta dell'atteggiamento pedagogico». Le nuove tessere ritirate
dai deputati sono in totale 613: di queste 18 non contengono le
"impronte" ed appartengono ai deputati che hanno detto no al
nuovo sistema. Tredici deputati sono stati esentati per «cause tecniche»: ci
sono state, ha chiarito Fini, «particolari difficoltà nel rilevamento delle
loro impronte».
( da "Arena, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mercoledì 11 Marzo
2009 NAZIONALE Pagina 2 Pianisti addio La Camera usa il dito Dalle 19.10 di
ieri, la Camera dice addio ai «pianisti», i deputati che votano anche per
colleghi assenti: è stato infatti attivato il meccanismo che consente il voto
attraverso «minuzie» delle impronte digitali. Dal voto è
emerso un sì unanime alla mozione sul rispetto dei diritti umani in Tibet. Prima di indire la
votazione, Fini ha illustrato ai deputati la procedura da seguire, scusandosi
«dell'atteggiamento pedagogico». Le tessere ritirate sono 613: di queste, 18 non
contengono le «minuzie», e appartengono ai deputati che hanno detto no al nuovo
sistema. Tredici deputati sono stati esentati per «cause tecniche»
(«Difficoltà», dice Fini, «nel rilevamento delle loro minuzie»). È stato deciso
che nelle postazioni del comitato dei nove e in quelle dei segretari d'aula dei
singoli gruppi si voterà col vecchio sistema, per consentire a chi occupa quei
posti di dare al gruppo di appartenenza l'indicazione di voto. «È andata
benissimo», dice Fini, «a parte qualcuno che faceva palesemente finta che non
funzionasse...».
( da "Arena, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mercoledì 11 Marzo
2009 CRONACA Pagina 10 DENUNCIA. Un comunicato parla di «un esasperato quanto
eccessivo esercizio di potere utilizzato per mortificare la dignità» di utenti
di origine non italiana Il sindacato di polizia Ugl «Intolleranza sui treni» «Episodi
perpetrati da dipendenti delle Ferrovie verso i viaggiatori stranieri trovati
privi di biglietto» «Episodi di intolleranza sono stati perpetrati da parte di
alcuni dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato verso i viaggiatori
stranieri, trovati privi di biglietto o con biglietto non regolare». È questo
il succo di una denuncia che la segreteria provinciale Ugl della polizia ha
fatto attraverso un comunicato stampa, in cui segnala di aver inutilmente
evidenziato i problemi al dirigente del Compartimento di polizia ferroviaria
per Verona e il Trentino Alto Adige. L'Ugl parla di una «gravosa situazione»
dei poliziotti in servizio a Porta Nuova, «dei quali, nel tempo, abbiamo visto
accrescere il malcontento e il malessere causato dal pessimo clima lavorativo
creatosi con i dipendenti delle Ferrovie, che, giorno dopo giorno, è divenuto
sempre più pesante e di particolare tensione» All'origine del «disagio» e del
«malessere» degli agenti durante i servizi di controllo straordinari
predisposti nella stazione ferroviaria e a bordo dei treni viaggiatori, nonché
durante gli interventi per irregolarità di viaggio è, a parere del sindacato di
polizia, «l'approccio errato da parte dei ferrovieri nei confronti degli
operatori della polizia». E da questo parte la denuncia, che resta però sul
generale. Nemmeno il segretario provinciale Angelo Calvario, infatti, ha voluto
scendere nel dettaglio, limitandosi a dire che si tratta episodi già segnalati
per via gerarchica. «Rileviamo costanti e quotidiani interventi», è scritto
comunque nel comunicato, «che non solo disattendono il rapporto di
collaborazione con gli operatori della polizia o violano la vigente normativa
in materia verbalizzazione delle sanzioni, ma evidenziano modalità che
risultano poco convenzionali, espressione di un esasperato quanto eccessivo
esercizio di potere utilizzato per mortificare la dignità dei viaggiatori
stranieri, trovati privi di biglietto o non regolare». E più avanti: «abbiamo
appurato personalmente che in base alla nazionalità dei viaggiatori, esistono
diversi metri e diverse misure di verbalizzazione delle sanzioni». Nel mirino
dell'Ugl ci sono in particolare le squadre anti evasione, rimesse sui treni dal
1 marzo. «Crediamo che siano inopportuni quanto inadatti, se non addirittura
impropri e/o illegittimi, i comportamenti tenuti da alcuni componenti delle
squadre di controlleria anti evasione o dal personale viaggiante, e che,
inevitabilmente, investono negativamente tutto il sistema, con una pesante
ricaduta sui rapporti di collaborazione. Il dovere morale ed etico di
denunciare questi incresciosi episodi di intolleranza perpetrati da parte di
alcuni dipendenti delle Ferrovie verso i viaggiatori stranieri, non è
sicuramente discutibile, in quanto siamo fortemente convinti che non esistano deroghe
ai dettati degli articoli 2 e 3 della Carta Costituzionale italiana, che
riconoscono i diritti inviolabili dell'uomo, la pari dignità sociale e
l'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge». L'invito finale è quindi «ad
arginare questo fenomeno e l'intervento autorevole di quanti ricoprono ruoli di
responsabilità nella gestione dei dipendenti, per comminare
le opportune sanzioni disciplinari», oltre «a un confronto mirato a eliminare
ogni forma di comportamento vessatorio nei confronti dei viaggiatori stranieri,
per ristabilire e sancire nell'operatività quotidiana la cultura della legalità
e il rispetto dei diritti umani, valori naturali e inalienabili nell'interesse di ognuno». G.B.
( da "Repubblica, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina V - Napoli
"Angelica è innocente, rivedete il caso" Dubbi sulla condanna della
rom: interviene anche il Consolato Usa La difesa: la nomade non ha rapito la
neonata Chi l´accusa ha già mentito Gli atti non sono mai stati tradotti nella
lingua madre e l´imputata non capisce l´italiano GIUSEPPE PORZIO Non è certo se
il suo nome sia Angelica o Maria. Quel che per il Tribunale dei minori è certo,
è che la giovane nomade di origini rumene e dai troppi alias cercò di rapire
una neonata. La rom è stata condannata, in primo grado, a 3 anni e 8 mesi. Una
sentenza che però non ha affatto chiuso il caso, tanto da far scendere in
campo, per chiedere che sia fatta chiarezza, riaperto il caso, l´Union Romanì (organismo internazionale per la salvaguardia dei diritti delle
comunità rom), oltre all´Opera Nomadi e a Soccorso legale, che denunciano
«violazioni dei diritti umani» e la «palese condanna mediatica di una innocente». Accanto a
loro la Comunità di Sant´Egidio, Mani Tese, il Comitato napoletano per i rom,
l´Osservazione e i gruppi Everyone e "Chi rom chi no". Ma il
caso è ora anche all´attenzione del Consolato generale americano, che ha
chiesto gli atti del processo. Della questione si interessa pure la senatrice
Pd Annamaria Carloni, che farà un´interrogazione parlamentare. I fatti
risalgono alla sera del 10 maggio. Per come l´hanno ricostruita gli inquirenti
(tesi sposata dal Tribunale), Angelica si sarebbe introdotta in un appartamento
di Ponticelli, avrebbe afferrato la bimba seduta in un dondolo e tentato la
fuga, fermata sul pianerottolo dalla mamma della piccola rapita, poi rincorsa e
quasi linciata dai familiari della donna. Un episodio che innescò la cacciata
dei rom dalle baraccopoli di Ponticelli anche con raid incendiari. Angelica, 16
anni compiuti a novembre scorso, è stata condannata per sequestro di persona.
La sentenza è del 15 gennaio. Otto mesi sono trascorsi tra indagini e
dibattimenti, nel corso dei quali la ragazzina ha sentito pronunciare le accuse
formulate nei suoi confronti senza comprenderle, perché solo di recente - come
testimoniato da una mediatrice culturale di Nisida - avrebbe cominciato a
masticare un po´ d´italiano. Né gli atti sono mai stati tradotti in lingua
madre, dando così la possibilità all´imputata di scegliersi il rito. Angelica è
stata inoltre giudicata senza che le fosse concesso il gratuito patrocinio di
un avvocato (che l´ha comunque assistita gratuitamente), perché per i giudici «
«potrebbe avere dei capitali in patria». Ed è stata condannata senza la
concessione di alcuna attenuante, a causa di un precedente per furto che
all´epoca del dibattimento non era passato in giudicato. Ma sono altri gli
elementi sui quali la difesa invoca chiarezza. Su tutti, il fatto che
l´episodio è stato ricostruito sulla base della sola testimonianza della madre
della neonata: «Nel valutare l´attendibilità della teste - spiega Christian Valle,
legale dell´imputata - non si è tenuto affatto conto di una precedente condanna
nei suoi confronti proprio per falsa testimonianza». Si sottolinea inoltre che
dal momento in cui la donna si è accorta dell´assenza della piccola, in cucina,
a quando l´avrebbe trovata sul pianerottolo in braccio alla rom, sarebbe
trascorso troppo tempo, abbastanza perché la presunta rapitrice si
allontanasse. Perché, allora, avrebbe indugiato davanti all´uscio di casa?
Ancora un dubbio avanzato dalla difesa: è stato provato che la sera in cui si
sarebbe consumato il rapimento, la giovane avrebbe agito senza complici e mezzi
di trasporto. «Assurdo ipotizzare - sottolinea il legale - che avrebbe potuto
pensare di passare indisturbata, portando in braccio una bimba a piedi fino al
campo rom nel quale risiedeva, che dista alcuni chilometri dalla casa». Lo
stesso Tribunale ha accertato che la giovane ha agito senza la copertura di
altri, per cui il rapimento e un´eventuale richiesta di riscatto avrebbe dovuto
organizzarli in proprio. Dubbi che si addensano su di una vicenda che rischia
di diventare un caso diplomatico.
( da "Nuova Venezia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CINQUANTENARIO
DELL'OCCUPAZIONE Striscione per il Tibet dal ponte di Rialto Uno striscione dal
ponte di Rialto per sostenere la causa del popolo tibetano e del Dali Lama. Nel
cinquantesimo anninversario dell'occupazione cinese in Tibet, il giorno dopo
gli scontri e gli arresti di cento momaci tibetani ad opera della polizia
cinese, ieri Venezia è stata nuovamente teatro di una manifestazione
improvvisata in favore dell'indipendenza e dei diritti umani della regione del Tibet. A
promouovere l'iniziativa l'associazione Italia Tibet, che aveva promosso anche
l'assegnazione della cittadinanza onoraria da parte dei comuni di Roma e
Venezia. Manifestazione di solidarietà che si è svolta nel primo pomeriggio, a
cui hanno partecipato numerosi simpatizzanti dell'associazione e della
causa per la libertà del Tibet. Sono intervenuti anche l'assessore alla Pace
del Comune Luana Zanella, il presidente del Consiglio comunale Renato Boraso,
che in mattinata aveva appeso sulla porta del suo ufficio la bandiera del
Tibet. Solo un mese fa Venezia era stata teatro della consegna della
cittadinanza onoraria al Dali Lama. «La nostra città è luogo di tolleranza e
dialogo tra i popoli e le religioni», ha detto Zanella. «Esprimiamo la nostra
solidarietà al popolo tibetano», ha detto Boraso, «che lotta per il
riconoscimento della democrazia. La questione dell'indipendenza del Tibet torna
dunque di attualità. Il mese scorso nell'ambito della giunta si erano levate
anche voci critiche. «Potrebbe mettere a rischio i nostri rapporti con la
Cina», avevano detto l'assessora Laura Fincato e il vicesindaco Michele
Vianello. (a.v.)
( da "Provincia Pavese, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
La magistratura
pronta al «processo-pilota». Il legale plaude i pm: «Stanno facendo un ottimo
lavoro» «Fibronit, indagini anche all'estero» Ieri l'incontro tra il
procuratore De Socio e l'avvocato di alcune famiglie BRONI. Un'accelerazione da
parte della magistratura sul caso Fibronit. Nei suoi primi tre mesi il neo
procuratore Francesco De Socio ha preso in mano la più delicata delle questioni
giudiziarie della provincia: quella delle vittime dell'amianto, delle famiglie
che piangono i loro cari morti per mesotelioma. In contatto con il sostituto
Maria Gravina, titolare dell'inchiesta, ha tracciato la linea che la procura
intende seguire nella vicenda, ossia un «processo-pilota» che in qualche modo
detti la linea. Anche perché l'ipotesi contraria, quella di un «maxi processo»
con centinaia di parti offese pare difficile da percorrere. Una scelta che
sembra sia stata confermata anche l'altro ieri in un importante incontro tra
l'avvocato Ezio Bonanni, tra i principali relatori del convegno bronese
"Amianto, Bonifica e Giustizia", e lo stesso De Socio. Insieme a lui,
la famiglia Mingrino al completo. E' stato lo stesso procuratore a convocare il
legale romano dopo la presentazione d'istanza da parte della sua assistita,
Emilia Mingrino, alla luce dell'articolo 6 della convenzione
europea dei diritti umani:
«Emilia Mingrino ha con questo evidenziato che il padre è deceduto nel dicembre
del '99 mentre lei è ancora in attesa che il procedimento venga definito. In un
modo o nell'altro», ha spiegato l'avvocato Bonanni. Le risposte ricevute dal
procuratore sono state, secondo Bonanni, molto positive: «Il procuratore ha
evidenziato un impegno costante dell'organo procedurale per rendere
giustizia alle vittime dell'amianto uccise o gravemente lese dall'esposizione
nel loro ambiente di lavoro», ha sottolineato il legale che poi ha aggiunto:
«Ho informato il procuratore sulla nostra intenzione di avviare indagini
difensive per accertare tutti i responsabili del caso Fibronit, e non solo in
Italia...». Tra le comunicazioni dell'avvocato Bonanni sulla vicenda giuridica
legata alla Fibronit in primis le imputazioni: "A nostro sommesso avviso,
anche alla luce del gran numero delle vittime, è ipotizzabile il reato di
strage per dolo eventuale. In attesa, continuiamo con gli accertamenti. Abbiamo
chiesto di verificare se la Fibronit e le altre società implicate pagavano il
premio supplementare Inail per l'asvestosi. Inoltre abbiamo preannunciato la
costituzione a parte civile, se e come ci sarà il processo, di tutte le
associazioni vittime amianto oltre che delle singole vittime. Ho informato il
procuratore che chiederemo al comune di Broni copia dei progetti di concessione
e permessi e copia delle delibere di consiglio e di giunta eventualmente
adottate per tutelare la salute dei propri cittadini». Ciò che l'avvocato
Bonanni vuole portare all'attenzione pubblica è soprattutto la situazione
attuale a Broni: «Faccio presente che ad oggi il sito dimesso è ancora carico
di amianto e costituisce ancora ad oggi nel 2009 un'ipoteca sulla salute
dell'intera cittadinanza. Per mio tramite le associazioni di tutta Italia
rivolgono un pressante appello a tutte le istituzioni affinchè si dia inizio
alla bonifica e che sia portata a termine nel più breve tempo possibile.
Chiederemo a tal proposito alle istituzioni di verificare i motivi per i quali
a oggi c'è ancora amianto nell'ex fabbrica visto che l'attività è stata
interrotta da diversi anni». L'atteggiamento dell'avvocato Bonanni è di fiducia
nei confronti della procura della Repubblica: «Il procuratore De Socio,
professionista attento e preparato, umanamente cordiale, ha tenuto a
evidenziare l'incessante e giornaliero impegno per perseguire la giustizia per
le vittime e i malati. In qualità di legale e rappresentante di tutte le
associazioni esprimo un ringraziamento per questo colloquio con l'auspicio che
quanto prospettato sia lo strumento per rendere quella giustizia, anche terrena,
che i familiari chiedono». (f.ma.) (ha collaborato Simona Contardi)
( da "Provincia Pavese, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
NECA, CRAVINO E S.
MATTEO I grandi cantieri che tradiscono Pavia La collina che si sta realizzando
presso l'area Neca, la grande mole del nuovo Policlinico e l'espansione del
campus Cravino sono costruzioni che per scala e importanza funzionale
inevitabilmente trasformeranno una parte della nostra città, Pavia Ovest. Nel
prendere corpo, questi cantieri tradiscono una certa indifferenza rispetto al
contesto in cui sono inseriti: sia rispetto a quanto di costruito già esiste,
sia a quanto si sta per costruire a ridosso delle rispettive aree. Ad
incominciare dal rapporto con i sistemi di mobilità esistenti e previsti,
questi tre interventi, che di fatto contribuiscono a rendere più esterno il
baricentro funzionale della città, mancano di una visione di sistema,
privilegiano il collegamento con la tangenziale a scapito di altri. L'ipotesi
di comprendere al proprio interno un tratto del «trenino» abbozzato nel Prg, o
per lo meno di relazionarsi con esso, è del tutto assente sia in Policlinico
che al Cravino. Solo per la Neca, la giunta, prima di cadere, ha richiesto che
il progetto contemplasse un «corridoio» interno all'area compatibile con un
tratto di trasporto su rotaia, senza però dare indicazioni sul tracciato
generale dello stesso. Sempre per la Neca, il rimandare la soluzione delle
problematiche di accesso all'area e dei relativi flussi di traffico, priverà i
progettisti di informazioni fondamentali per elaborare uno schema funzionale
corretto dell'intervento (tra le altre destinazioni non è da sottovalutare
l'impatto di un centro congressi e un parcheggio d'interscambio). Anche per il
Policlinico, la viabilità di progetto (che manca) è una nota dolente che si
affianca alle problematicità, che andranno risolte, legate alla scelta di allontanarsi
dalla città. Molto ci sarebbe da dire anche su come i lunghi iter procedurali
abbiano inciso (poco) sugli aspetti compositivi degli interventi. Risultati
evidenti del correre da soli di questi progetti frutto della mancanza di un
disegno generale di questa parte di città, sono, per esempio, il rifiutare
qualsiasi integrazione con le lottizzazioni che stanno «spuntando» proprio a
ridosso del cantiere da parte dell'intervento al Cravino o l'idea onerosissima
di ricoprire quello che resta della valle del Navigliaccio (alla quale si
vorrebbe intitolare un parco) con la improbabile collina prevista nella
versione preliminare della Neca. Temo che questi interventi diverranno, al
tempo stesso, un monumento alla capacità di fare delle rispettive proprietà ma
anche un monumento alla incapacità del sistema Pavia di integrare, in modo
sinergico, le «eccellenze» con le «normalità». Davide Tremolada Intraversato,
Pavia La logistica di Bressana Cava Manara e Pinarolo Abbiamo letto la lettera
del «coordinamento dei comitati e delle associazioni contro la
Broni-Pavia-Mortara» circa la logistica di Bressana. Ci saremmo aspettati che
assieme alla contrarietà di Castelletto di Branduzzo fosse ricordato il voto
contrario dei Comuni di Cava Manara e di Pinarolo Po, motivato sia dal diniego
del Comune di Bressana alla richiesta della valutazione ambientale strategica
(Vas), sia dalle criticità della viabilità locale. Visto l'appello finale agli
elettori di tener conto, per le elezioni di giugno, di come hanno votato le varie
amministrazioni, non vorremmo che da parte del coordinamento dei comitati vi
fosse qualche difficoltà ad estendere l'invito anche ai cittadini dei Comuni
che hanno votato contro... Claudia Montagna sindaco di Cava Manara Giuseppe
Villani sindaco di Pinarolo Po Che delusione Obama sulle cellule staminali
Un'occasione perduta per Obama la decisione di finanziare la ricerca cellule
staminali embrionali. I diritti umani hanno una logica inclusiva: non è possibile, pena una funesta
contraddizione, promuovere i diritti dei neri, degli ebrei, degli stranieri,
dei disabili, eccetera, ma non quelli degli embrioni umani: individui appartenenti alla nostra specie per dato di scienza,
non di fede. Da un presidente tanto nuovo, all'inizio di un nuovo
millennio, ci si sarebbe aspettato un atteggiamento più coraggioso e meno
conformista. Andrebbe poi ricordato, - en passant -, che le sole cure efficaci
sinora sperimentate dalla ricerca sulle staminali riguardano le cellule adulte:
un motivo in più per lasciar perdere le embrionali. Gianni Mussini Pavia
Controlli su chi avrà il contributo regionale La finalità del buono famiglia,
l'aiuto economico di 1.500 euro che la Regione Lombardia ha pensato per le
famiglie a basso reddito e che hanno almeno 3 figli minorenni è sicuramente
encomiabile. In un periodo di grave crisi economica e sociale questo intervento
(125 euro al mese) anche se non risolutivo è certamente una boccata di
ossigeno. Questo provvedimento dichiaratamente sperimentale meritava forse
maggiore informazione sui criteri di assegnazione e in particolare sull'Isr
(Indicatore sulla situazione reddituale) che non deve essere superiore a 10mila
euro ma che non ha nulla a che vedere con l'Isee o il reddito. Molte persone,
come ho potuto accertare personalmente, sono tratte in inganno da questo
«indicatore», autoescludendosi dal presentare la domanda. Infine con questi
criteri di assegnazione è prevedibile che la stragrande maggioranza dei
beneficiari siano stranieri, e fin qui nulla di male ma forse sarebbe stato opportuno
fissare una qualche forma di controllo e di riscontro successivo su come è
utilizzato l'aiuto di 1.500 euro che poteva benissimo assumere quanto meno la
forma di «contributo dedicato». Perchè purtroppo i comportamenti illegittimi,
indipendentemente dalla nazionalità dei beneficiari, possono essere dietro
l'angolo. Roberto Omodeo Zorini Pavia città per l'Uomo Mai il campo nomadi
sulla Vigentina a Pavia Nei mesi di novembre e dicembre 2007, sulla Provincia
pavese sono stati riportati molti interventi di assessori della giunta
Capitelli, dai quali si intuiva la larvata intenzione di spostare i nomadi, che
da decenni stazionano nei piazzali Europa e Bramante, vicino al nuovo
supermercato della Vigentina. I consiglieri della Lega Nord, dei quartieri interessati
al possibile nuovo insediamento, avevano manifestato il loro dissenso con una
immediata protesta. L'addensarsi di problemi sulla giunta portò a
disinteressarsi del campo nomadi e non se ne parlò più per l'intero anno 2008.
Attualmente pensavo che il campo nomadi alla Vigentina fosse morto e sepolto
con la giunta Capitelli. Ma mi sbagliavo. Il 27 febbraio scorso, sfogliando la
«Provincia pavese», mi sono imbattuto in una rivelatrice intervista all'ex
assessore Brendolise che candidamente conferma i nostri sospetti di un tentato
colpo di mano ai danni dei residenti della zona. Nell'articolo, infatti, l'ex
assessore ai Servizi sociali si rammarica che la caduta della giunta non gli
abbia permesso di realizzare il villaggio, così ha sempre chiamato il nuovo
campo nomadi. Nell'intervista si manifesta anche la speranza che i tecnici
comunali e i consulenti universitari completino gli ultimi dettagli della
struttura; e ci si augura che il villaggio possa essere velocemente costruito
dopo le prossime elezioni. L'intervista, che sembra una pagina dal libro Cuore,
manca di un piccolo ma importante dettaglio. Con che soldi verrà edificato il
villaggio? Nessun dubbio: con i soldi dei cittadini più fortunati dei poveri
nomadi. Le esplicite dichiarazioni di un così alto esponente della passata
amministrazione, penso abbiano chiarito ai pavesi per chi votare o meglio per
chi non votare alle prossime amministrative. Rammento all'assessore che neppure
la tanto permissiva Europa impone di costruire villaggi, villette, casette e
cottage per i nomadi, sono sufficienti piazzole per la sosta temporanea e
basta. Ricordo che la proposta della Lega Nord riguardo ai nomadi è quella che:
se sono nomadi nomadizzino, se sono stanziali, affittino o comprino una casa;
ogni altra soluzione è un insulto ai cittadini laboriosi e onesti. Fausto
Bazzani consigliere della Lega Pavia Nord La gardenia per l'Aism Dico grazie a
tutti Vorrei far giungere il grazie di tutte le persone con sclerosi multipla
di Pavia e provincia, alle persone che nelle giornate di sabato 7 e domenica 8
marzo hanno acquistato una «mimosa diversa»: le gardenie che venivano offerte
nei 13 punti vendita. Le 2024 piantine sono terminate con largo anticipo nella
mattinata di domenica con un ottimo risultato economico che contribuirà a
finanziare la ricerca scientifica sulla sclerosi multipla in Italia. Il mio
grazie personale va a tutti i volontari che hanno partecipato alla raccolta,
dai soci Aism al Gruppo Protezione Civile di Corteolona, alla Pro Loco di
Giovenzano e Vellezzo Bellini, agli abitanti di Frascarolo, ai responsabili
dell Eniclub di Sannazzaro, ai volontari della R.s.a San Riccardo Pampuri di
Trivolzio, ai volontari di Vidigulfo. Ma vorrei venisse messo in risalto che,
in un momento di crisi economica come quella che stiamo vivendo, forse stanno
emergendo i valori veri dell'amicizia e della solidarietà. Circa duemila
persone in provincia di Pavia hanno avvicinato i nostri punti vendita per
«spendere» 13 euro e acquistare una gardenia dell'Aism. Io penso che questo
sacrificio non debba essere sprecato, ma considerato un atto di grande amicizia
nei confronti di chi sta lottando per vincere la battaglia contro la sclerosi
multipla. Un altro dato che mi permetto di fa risaltare è l'aumento dei
volontari che si stanno avvicinando alla nostra associazione; sono giovani e
meno giovani, ma insieme hanno un obbiettivo omune: sconfiggere la malattia.
Marco Sacchi Aism, Pavia Candidati a Pavia, la forza di essere giovane Facciamo
dunque finta che i giochi siano fatti. Cattaneo o Albergati. Si aprono a questo
punto discussioni e dibattiti sul pro e contro delle candidature e quelli che
sono stati recentemente additati come «contro» del presunto candidato del Pdl,
risultano a mio avviso essere i suoi veri punti di forza. Perché nuovo deve
essere visto con accezione negativa? Forse perché «giovane» è una delle poche
«critiche» che può essere mossa a Cattaneo? Facciamo allora finta, per una
volta, di dare credibilità ad un progetto di rinnovamento che si concretizza
nei fatti, che lascia da parte i soliti nomi, che punta su un gruppo capace, di
esperienza, ricco di entusiasmo e voglia di vero cambiamento. Si parla spesso
di lasciare spazio ai giovani, ma appena se ne paventa la reale opportunità, un
ostracismo radicato cerca inesorabilmente di boicottare questo processo.
Facciamo finta di essere diversi, di volere il cambiamento. Un progetto così
ambizioso, a cui è forse anche troppo facile muovere critiche in questa
direzione, è il primo vero segno concreto per una nuova Pavia. E invece di fare
finta, perchè per una volta, non ci crediamo davvero? Paolo Curzi Pavia
( da "Secolo XIX, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Prove di handicap
con il pallone sonoro Nella palestra di un liceo insieme ad atleti delle
Paraolimpiadi.E Giuliano Bellezza dell'Uisp commenta la nuova normativa GLI
STUDENTI IN VISITA 11/03/2009 GENOVA. Dopo il Senato, anche la Camera giorni fa
ha approvato all'unanimità la legge di ratifica della
Convenzione delle Nazioni Uniti sui Diritti delle Persone con disabilità. All'articolo 1 dell'accordo
individua quale obbiettivo primario "promuovere, proteggere e garantire il
pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con
disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità".
La legge istituisce anche l'Osservatorio sulla condizione delle persone con
disabilità che avrà il compito di redigere periodicamente un rapporto sulle
azioni e gli interventi concreti di attuazione della ratifica. Giuliano
Bellezza, portavoce delSettore Diritti e Welfare della
Uisp Nazionale, commenta che «si tratta di un segnale importante in un momento
in cui lo stato sociale è messo in crisi dallo scenario economico e politico
del Paese. Pur essendo l'Italia un paese con una legislazione avanzata in
materia, ancora oggi l'integrazione vera è subordinata alla disponibilità
economica degli Enti Locali. C'è un grande gap culturale da colmare! Il fatto
che in una situazione di crisi generale, il nostro Parlamento ratifichi questo
documento, va accolto con entusiasmo». E aggiunge: «L'articolo 30 della
Convenzione è dedicato alla "Partecipazione alla vita culturale e
ricreativa, agli svaghi ed allo sport", e tra le altre cose impegna gli
"Stati Parti" ad adottare le misure adeguate per "incoraggiare e
promuovere la partecipazione più estesa possibile delle persone con disabilità
alle attività sportive ordinarie a tutti i livelli". Non solo lo sport ha
un valore sociale molto forte - dice Bellezza - ma per i cittadini disabili ha
una peculiarità trattamentale. Come Uisp, anche in collaborazione con altri
soggetti attivi su questo fronte come l'Anpis (Associazione nazionale
polisportive per l'integrazione sociale), crediamo che attraverso lo sport sia
possibile affrontare meglio i percorsi di cura e di uscita dalla cura, anche
per persone con forti disagi ti tipo psichico». Resta ancora tanto da fare:
serve intervenire per superare le barriere che relegano, in tante circostanze,
i cittadini disabili in condizioni di marginalità. «Anche nella scuola, nelle
famiglie, la disabilità significa troppo spesso solitudine». E per rimanere in
tema continua il viaggio nelle scuole di Genova e Provincia del Panathlon
International Club Genova Levante i cui portavoce ieri erano al liceo classico
D'Oria per raccontare il progetto educativo che il Club svolge da un anno. Dal
titolo "Un'ora per i disabili e per la prevenzione contro gli incidenti
del sabato sera e in motorino" Argomenti strettamente correlati. Ieri agli
studenti non solo è stato proiettato un filmato sulle Paraolimpiadi con le 31
discipline sportive praticate da questi atleti speciali, ma si è passati dalla
teoria alla pratica in modo suggestivo. In palestra è stato proposto agli
studenti normodotati, senza invalidtà alcuna, di provare a muoversi e a giocare
a basket sulla carrozzina di un disabile, presente fra gli studenti, che ha
subito l'amputazione di una gamba a seguito di un terribile incidente di moto.
Ha raccontato spesso, nelle classi, la sua vita e la sua esperienza incluso il
periodo seguito all'incidente che lo aveva lasciato quasi privo della voglia di
continuare a vivere. Voglia che gli è ritornata anche grazie allo sport, al
basket in carrozzina. Adesso fa parte della squadra regionale di basket e si
allena per le prossime Paraolimpiadi. Il progetto prevede un'altra
testimonianza fra i ragazzi come un "non-vedente", ex calciatore
prima della malattia che lo ha privato della vista, ragion per cui gli studenti
ricreano una condizione simile alla sua con mascherine coprenti sugli occhi e
un pallone sonoro per giocare a calcio. Alla fine i portavoce dell'associazione
concludono la giornata con un piccolo sermone in cui ricordano ai ragazzi che
le scorribande del sabato sera, le esibizioni in motorino possono portare come
conseguenza quella condizione che fin qui gli studenti hanno solo
"recitato". Donata Bonometti bonometti@ilsecoloxix.it 11/03/2009
( da "Manifesto, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
ETA Irlanda: sì a
estradizione di De Juana Chaos Il delitto di «istigazione al terrorismo»
contestato dalla giustizia spagnola all'ex detenuto dell'Eta basca Josè Ignacio
de Juana Chaos è motivo di estradizione dall'Irlanda, secondo quanto ha
decretato ieri il magistrato el tribunale irlandese, Tom Burgess, citato
dall'agenzia spagnola Efe. L'estradizione di De Juana Chao dall'Irlanda, dove
l'ex membro dell'Eta si è trasferito dopo l'uscita dal carcere, era stata
sollecitata dal magistrato dell'Audiencia nacional spagnola, Eloy Velasco, per
sottoporlo a un interrogatorio relativo a un reato di «istigazione al
terrorismo», commesso durante una manifestazione in omaggio all'ex terrorista
avvenuta a San Sebastian il 2 agosto scorso, all'indomani della sua
scarcerazione. Il difensore di de Juana Chao, Edward
Fitzgerald, ha annunciato ieri che ricorrerà la decisione del magistrato
irlandese, argomentando basandosi su una «violazione dei diritti umani» del suo cliente. Il caso potrebbe dunque approdare alla Camera
dei lord di Londra, massima istanza giudiziaria britannica.
( da "Tirreno, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 4 - Attualità
Il Dalai Lama: «Tibet, un inferno in terra» Durissima denuncia dell'occupazione
cinese. «Ma insistiamo col dialogo» NEW DELHI. Il Tibet sotto amministrazione
cinese è stato in questi ultimi 50 anni una sorta di «inferno sulla terra» che
ha causato la morte di «centinaia di migliaia di persone», ma nonostante questo
o forse per questo, il Dalai Lama, massima autorità tibetana in esilio, ritiene
che nei confronti di Pechino si debba insistere con l'arma politica del
dialogo. Rivolgendosi da Dharamsala (India settentrionale), sede del governo
tibetano in esilio, prima ad un gruppo di dignitari buddisti e poi a circa
10.000 persone convenute da ogni dove per ascoltarlo, il Dalai Lama ha usato
parole di fuoco nei confronti dei diversi governi cinesi che nell'ultimo mezzo
secolo hanno amministrato il Tibet. Con il suo tradizionale stile suadente il
Premio Nobel per la Pace
( da "Nazione, La (Lucca)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CAMPIONATO
GIORNALISMO pag. 10 «OGNI individuo ha diritto
all'istruzione. Essa deve essere indirizzata al pieno s... «OGNI individuo ha
diritto all'istruzione. Essa deve essere indirizzata al pieno sviluppo della
personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le
Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire il mantenimento della
pace». Così recita l'articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. L'istruzione deve essere obbligatoria e
gratuita per tutte le persone fino alla scuola media. Ogni Stato, ma anche ogni
singola scuola, deve impegnarsi a garantire questo diritto. NONOSTANTE la
nostra scuola sia piccola, abbiamo ragazzi provenienti da ben 13 Nazioni
diverse. L'orario scolastico è organizzato in modo che vi siano ore dedicate al
recupero per gli stranieri che hanno bisogno di imparare o consolidare la
lingua italiana, ma anche per ragazzi italiani che incontrano difficoltà. «È
possibile realizzare questi percorsi didattici personalizzati grazie al
progetto Area a Rischio dispersione scolastica, le cui risorse sono mirate a
evitare che gli studenti con maggiori difficoltà abbandonino la scuola» afferma
la professoressa Baroni, responsabile del progetto. Ma non sono solo le
iniziative attuate a creare un clima adatto al benessere degli studenti. Il
nostro ambiente scolastico è familiare e accogliente: tutti i ragazzi si
conoscono tra loro, non hanno difficoltà a fare amicizia e stanno volentieri a
scuola, perciò anche i nuovi alunni si inseriscono facilmente, come è accaduto
di recente per due nostri compagni. Abbiamo a cuore i diritti e i valori umani, siamo consapevoli dell'importanza del reciproco
rispetto e ci impegniamo a viverli quotidianamente. Crediamo che la scuola sia
il luogo adatto in cui promuovere l'educazione alla pace e
all'interculturalità. IN CLASSE abbiamo studiato la Dichiarazione dei Diritti, arrivando alla conclusione che essi sono
imprescindibili dai valori umani. Abbiamo approfondito
l'argomento vedendo alcuni video sull'immigrazione e sul lavoro minorile,
abbiamo studiato l'opera di Gandhi e abbiamo ospitato in classe esperti che ci
hanno parlato dell'Islam e dell'Induismo. Queste esperienze ci hanno fatto comprendere
che alcuni valori (amore, verità, pace, rettitudine, non-violenza) sono comuni
a tutti gli uomini e li uniscono. Ascoltiamo, dunque, l'eco del Mahatma Gandhi:
«L'educazione è ciò che libera e per educazione intendo il tirare fuori dal
bambino e dall'uomo il meglio di ogni componente: corpo, mente e spirito.
L'alfabetizzazione non è né la meta finale né l'inizio dell'educazione. È
soltanto uno dei mezzi con cui si possono educare uomini e donne.
L'alfabetizzazione, in sé e per sé, non è educazione».
( da "Nazione, La (Lucca)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CAMPIONATO
GIORNALISMO pag. 10 «Rispettiamo gli altri, senza graduatorie» L'esperienza
della classe al «Meeting» di Firenze. Due ragazze intervistate da RaiTre «ABBIAMO diritto ai nostri diritti». Questo è uno degli slogan con
cui ci siamo presentati al «Meeting dei diritti umani» di Firenze. Attratta forse dai nostri striscioni, un'inviata di
RaiTre ha intervistato Elena, una nostra compagna di classe, che in quel
preciso momento, teneva in mano uno dei cartelloni che avevamo creato con la
scritta «A cosa è servita la morte di Gandhi?». IL QUESITO della
giornalista era assai insidioso. «Secondo te ha chiesto alla ragazza è più
importante abolire la pena di morte o lo sfruttamento minorile?». Nel dialogo
tra la cronista ed Elena è intervenuta anche Alessia, che ha portato il suo
contributo. Le nostre compagne si sono districate bene, rispondendo che non si
può fare una classifica dei diritti umani e che quindi
hanno tutti la stessa importanza. Con sicurezza dunque le due ragazze hanno
tenuto testa alla giornalista, ricevendone perfino i complimenti. È stata
un'esperienza molto importante perché ha dato modo sia a Elena che ad Alessia
di parlare del percorso didattico che abbiamo svolto, insieme al nostro
insegnante di lettere e al Giulio Sensi dell'associazione «Mani Tese». Sebbene
un po' intimidite, soprattutto Elena che era l'intervistata, esse sono state
molto felici di poter mostrare che avevano affrontato l'argomento in classe e
che avevano partecipato al «Meeting» niente affatto impreparate.
( da "Nazione, La (Lucca)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CAMPIONATO
GIORNALISMO pag.
( da "Messaggero, Il (Latina)" del 11-03-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Frosinone))
Argomenti: Diritti umani
Mercoledì 11 Marzo
2009 Chiudi Libertà della persona, accanimento terapeutico, diritto
all'informazione: si parlerà di Costituzione e diritti civili nell'incontro che
il senatore dell'Italia dei Valori Francesco "Pancho" Pardi terrà
oggi alle
( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-11 - pag: 11 autore: Diritti
umani. Dure accuse del Dalai Lama a cinquant'anni
dalla rivolta contro l'occupazione cinese «Tibet, un inferno in terra» Pechino
ribatte: bugie, grazie a noi ampie riforme democratiche Marco Masciaga NEW
DELHI A 50 anni dalla fallita rivolta contro l'occupazione cinese del Tibet, il
Dalai Lama ha ribadito ieri le richieste di autonomia della regione,
descrivendo il dominio di Pechino come «l'inferno sulla terra»e indicandolo
come la causa della morte di centinaia di migliaia di tibetani. Parlando di
fronte a circa 10mila persone riunite a Dharamsala, la città nel Nord
dell'India dove ha sede il Governo tibetano in esilio, il 73enne leader
spirituale buddhista ha spiegato che «oggi la religione, la cultura, la lingua
e l'identità che generazioni di tibetani hanno considerato più importanti della
loro stessa vita sono prossime all'estinzione ». Nel corso del suo discorso il
Dalai Lama ha ricostruito gli ultimi 60 anni di rapporti con Pechino,
soffermandosi sulle «inenarrabili sofferenze» inflitte ai suoi connazionali nel
mezzo secolo trascorso da quando, il 17 marzo del 1959, il futuro premio Nobel
fuggì da Lhasa a cavallo per andare in esilio volontario in India. Una
ricostruzione che è stata respinta con forza dalla leadership cinese che, per
bocca di un portavoce del ministero degli Esteri, ha definito «bugie» le parole
del Dalai Lama, descrivendo l'azione di Pechino in Tibet come «le più ampie e
profonde riforme democratiche» mai compiute nella regione. Mentre in India
migliaia di tibetani in esilio si stringevano intorno all'uomo che da decenni
incarna il volto della loro ribellione non violenta, al di là del confine le
celebrazioni si svolgevano in un clima ancor più teso che in passato per
l'approssimarsi del primo anniversario della sanguinosa rivolta anticinese,
iniziata il 14 marzo del 2008. Secondo le autorità di Pechino, negli scontri
scoppiati lo scorso anno a Lhasa e poi propagatisi in altre città della Cina
occidentale morirono in tutto 19 persone, in larga parte civili uccisi dai
manifestanti. Una ricostruzione che non collima con quella fornita dal Governo
tibetano in esilio, secondo cui la repressione delle manifestazioni sarebbe
costata la vita a oltre 200 tibetani e il carcere a migliaia di altri. Per
evitare il ripetersi della stessa catena di eventi questa volta le autorità
cinesi hanno accresciuto i controlli nei monasteri e i pattugliamenti nelle
maggiori città della regione. Le notizie che filtrano dalle città cinesi
abitate da grandi comunità tibetane sono molto frammentarie perché i giornalisti
stranieri che hanno tentato di raggiungerle sono stati bloccati nelle province
di Sichuan, Gansu e Qinghai. In serata il Governo cinese ha anche chiesto che
una risoluzione presentata lunedì al Congresso americano affinché Pechino cessi
la «repressione » nella regione venga ritirata. La speaker Nancy Pelosi, che lo
scorso anno fece visita al Dalai Lama poco dopo la repressione cinese, ha
invece ribadito che la situazione in Tibet «è una sfida alle coscienze del
mondo» e che «non difendere i diritti umani in Cina
significa perdere l'autorità morale per promuoverli in ogni altra parte del
mondo». masciaga@gmail.com L'ALLARME Di fronte a 10mila persone a Dharamsala il
leader spirituale è tornato a chiedere autonomia per la regione e ha avvertito:
si rischia l'estinzione AP/LAPRESSE Omaggio al leader. Il Dalai Lama benedice
un giovane monaco tibetano in esilio. In 10mila si sono radunati ieri a
Dharamsala in occasione del cinquantesimo anniversario della rivolta contro
l'occupazione cinese
( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-11 - pag: 16 autore: Voto con le
impronte al via a Montecitorio Malumori del Pdl: tempi troppo lunghi Debutta
alla Camera, su una mozione per i diritti umani in Tibet, il sistema di voto con
le impronte digitali ( nella foto), deterrente contro i "pianisti", i
deputati che votavano anche per i colleghi assenti. Gli "obiettori"
che manterranno il vecchio sistema sono 18, altri 13 deputati sono stati
esentati per difficoltà tecniche nel rilevamento delle "minuzie".
Mugugni per i tempi più lunghi, soprattutto nel Pdl, soddisfatto invece il
presidente Gianfranco Fini: «A parte qualcuno che faceva palesemente finta che
non funzionasse...». ANSA
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere del
Mezzogiorno - LECCE - sezione: TEMPOLIBERO - data: 2009-03-11 num: - pag: 14
categoria: REDAZIONALE LETTERATURA «L'abitudine al sangue» Giorgia Lepore a
Bari Una vita divisa tra predestinazione e libero arbitrio. Giuliano, figlio
dell'imperatore di Bisanzio, si ribella al padre, che lo vuole a capo
dell'esercito. Pagherà il suo rifiuto con la riduzione in
schiavitù e la tortura. Ed ha inizio da qui il lento percorso interiore del
protagonista de L'abitudine al sangue di Giorgia Lepore. Il romanzo sarà
presentato, alla presenza dell'autrice, alla Feltrinelli di Bari. Intervengono
Edoardo Altomare e Enrica Simonetti. ................................................
L'ABITUDINE AL SANGUE - Bari Stasera (ore 18.30) alla Feltrinelli, via Melo
119. Ingresso libero. Info 080.520.75.11
( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del
11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
FORLI': PERSONE
& FATTI pag. 8 Giornalismo, Claudio Speranza si
racconta La tv e i diritti umani. Gli eventi più significativi testimoniati dalla Rai negli
ultimi 40 anni' è il tema che sarà al centro, stasera alle 21 nell'Aula Mazzini
di corso della Repubblica 88, di un incontro pubblico con nomi noti del
giornalismo televisivo e della carta stampata. La serata prende spunto
dalla carriera di Claudio Speranza come cinereporter e giornalista del Tg1. Nel
corso dell'incontro Claudio Speranza parlerà anche di Dietro l'obiettivo, un
uomo' (Foschi Editore), il libro in cui ha raccolto i ricordi di quarant'anni
di vita professionale e privata. Interverranno i giornalisti Massimo Bozzo,
Mario Cobellini e Pino Scaccia (inviato del Tg1 in zone di guerra) e Maria
Laura Lanzillo, docente di teoria e storia dell'opinione pubblica
dell'Università di Bologna-sede di Forlì. Il preside della facoltà di Scienze
politiche, Giliberto Capano, introdurrà l'iniziativa insieme al presidente
dell'Unesco Club di Forlì. Nella foto a fianco: il cinereporter Claudio
Speranza in azione
( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2009-03-11 num: - pag: 1 autore: di
FRANCO VENTURINI categoria: REDAZIONALE TIBET, SE L'ITALIA SI MUOVE DIRITTI UMANI L'ORA DI CAMBIARE N el giorno del cinquantesimo
anniversario della rivolta di Lhasa la Camera dei Deputati ha espresso ieri un
sì bipartisan alla mozione proposta dai Radicali per il rispetto dei diritti umani in Tibet. Il testo impegna il
governo italiano, spesso timido in materia, a chiedere alla Cina garanzie di
libero accesso nella regione e un dialogo costruttivo con il Dalai Lama
«nella cornice della Costituzione cinese». Ma soprattutto, la mozione di
Montecitorio riporta in primo piano, e non soltanto per l'Italia, quell'eterno
dilemma tra sfera morale (la difesa dei diritti umani)
e sfera politico-diplomatica (la tutela degli interessi) che negli ultimi tempi
è stato messo a dura prova. Prima Hillary Clinton va in Cina e «dimentica » la
repressione del dissenso interno. Poi il Tribunale penale internazionale spicca
un mandato d'arresto contro il presidente sudanese al-Bashir e si attira per
questo un mare di critiche. E ora torna alla ribalta la questione del Tibet,
nel silenzio, quasi generale, dei governi. Casi tra loro diversi, che tuttavia
ripropongono lo stesso interrogativo: come deve comportarsi la comunità di
valori chiamata Occidente davanti alla violazione sistematica dei suoi
princìpi? Sventolare la bandiera della propria identità è un diritto- dovere,
oppure è un gesto autolesionista da anime belle? Proprio dall'identità crediamo
si debba partire. Sarkozy, che è abbastanza forte, ha ricevuto nei mesi scorsi
il Dalai Lama e le minacce di rappresaglia cinesi si sono spente senza
conseguenze. Barroso, che è più debole pur rappresentando in teoria tutta
l'Europa, si è fatto dare una strigliata pubblica da Putin per aver sollevato
perplessità su una Russia che non trova gli assassini della Politkovskaya e che
sottopone Khodorkovsky a un secondo processo politico. Ma anche Putin non è
andato oltre. E cosa avrebbero mai fatto i cinesi se la Clinton fosse rimasta
fedele alla sua parte? Un comunicato e basta. Eccolo, il vero problema:
l'Occidente si autocensura sottovalutando la reciprocità degli interessi
concreti. E così finisce con il non esprimere collettivamente e singolarmente
quei valori identitari senza i quali rischia di cessare di esistere. Ma, dirà
qualcuno, affermare la giustizia è compito del Tribunale penale internazionale.
Tralasciamo il fatto che l'America non ne ha sottoscritto la creazione, e
andiamo a vedere cosa è accaduto con il mandato contro al-Bashir (il primo
contro un capo di Stato in carica). Nella regione del Darfur sono state
massacrate almeno trecentomila persone. I profughi sono due milioni. Chi è
rimasto viene regolarmente attaccato, con una predilezione (tipica anche della
guerra in Congo) per la pulizia etnica a base di stupri. La responsabilità di
al-Bashir è ampiamente provata e documentata. Cosa doveva fare il Tpi, infilare
la testa nella sabbia per non innescare le reazioni controproducenti che sono
regolarmente arrivate dall'uomo forte di Khartum? Non ci sfugge che queste
reazioni (in particolare l'espulsione di un gran numero di Ong impegnate nella
distribuzione di viveri e medicine) porteranno a nuove sofferenze per la
popolazione. Non ci sfugge che arrestare al-Bashir, salvo colpi di scena, si
rivelerà impossibile. CONTINUA A PAGINA 34
( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-11 num: - pag: 15 categoria:
REDAZIONALE A Montecitorio Sì bipartisan alla mozione che critica la Cina ROMA
— Applausi dai banchi de Partito democratico al presidente della Camera
Gianfranco Fini, fondatore di An, perché in questa legislatura è stato l'unico
rappresentante dello Stato a dichiararsi disponibile a incontrare il Dalai
Lama. Approvazione di una mozione sul Tibet critica verso la Cina con
percentuale di consenso quasi nord coreana: 541 deputati presenti, 538
favorevoli, soltanto tre astenuti. Se non fosse stata la prima con il sistema
di scrutinio «antipianisti», che legge le impronte digitali dei parlamentari
per impedire voti a nome di assenti, la seduta di ieri a Montecitorio avrebbe
avuto ulteriori motivi per finire negli annali distinguendosi da altre oggetto
di cronache frequenti. La mozione presentata da Matteo Mecacci, radicale eletto
nel Pd, è stata accolta con una convergenza pubblica tra maggioranza e
opposizione che, seppure dotata di precedenti, non è certo abituale. A renderla possibile è stato il fatto che i governi italiani
usano da anni enorme tatto nel rimproverare a Pechino le violazioni dei diritti
umani, tanti deputati
avvertono l'esigenza di prendere le distanze e Mecacci ha congegnato il testo
difendendo i tibetani in un modo accettabile per il governo Berlusconi, il
quale ha dato «assenso» attraverso il sottosegretario Enzo Scotti.
Palazzo Chigi e Farnesina vengono impegnati a «reiterare» alla Cina «le
richieste di Parlamento europeo e Alto commissariato Onu per i diritti umani» per un'indagine sulla «repressione in Tibet», a
favorire un monitoraggio dell'Onu, a «solidarietà» verso Nicolas Sarkozy «per
la scelta di incontrare il Dalai Lama» con «disponibilità del governo italiano
a reiterare tale incontro». Maurizio Caprara
( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-11 num: - pag: 15 categoria:
REDAZIONALE Anniversari A cinquanta anni dalla sommossa contro i cinesi Il
grido del Dalai Lama «Tibet, inferno in terra» Il premio Nobel: «Centinaia di
migliaia uccisi» La Casa Bianca invita Pechino a dialogare ed esprime
preoccupazione per la situazione dei diritti umani DAL
NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Divisi su tutto, la Cina e il Dalai Lama. Un
po' meno sulle metafore. Se Pechino si affanna a sostenere, dati alla mano, che
il Tibet non è mai stato il lieto Shangri- La, il paradiso spirituale
vagheggiato «da certi occidentali », ma anzi una terra di schiavitù e
arretratezza medievale, il leader buddista ieri ha usato un'immagine affine: «I
tibetani hanno letteralmente sperimentato l'inferno in terra ». Ha parlato da
Dharamsala, in India, dove vive da mezzo secolo. Ricorreva l'anniversario della
sommossa che nel 1959 portò alla fuga oltreconfine del giovane Dalai Lama, e
lui ieri aveva davanti il nocciolo dei suoi seguaci, che sognano un improbabile
ritorno in una terra idealizzata ma che al contempo seguono il loro capo sulla
linea della «via di mezzo»: né cruda annessione alla Cina né indipendenza, ma
«una legittima e significativa autonomia». Il Dalai Lama ha rinunciato dal
( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-11 num: - pag: 15 categoria:
REDAZIONALE Bianca Jagger Ex moglie del leader dei Rolling Stones, attivista
per i diritti umani: «La Clinton ha preferito il
business» «Hillary ha sbagliato, Obama corregga la linea» DAL NOSTRO
CORRISPONDENTE NEW YORK — «Gli attivisti come me si sono battuti per anni
contro le atroci politiche dell'amministrazione Bush, chiedendo la chiusura di
Guantanamo e la fine della tortura. Le nostre voci sono state ascoltate dal
presidente Obama cui oggi chiediamo di convincere la Cina, una volta e per
tutte, a rispettare la legge internazionale in materia di
diritti umani». Bianca
Jagger, la 58enne ex moglie di Mick Jagger, da anni avvocato per i diritti umani (fa parte del direttivo di Amnesty
International e presiede la Bianca Jagger Human Rights Foundation), s'appella
all'Occidente per risolvere il dramma del Tibet: «Il suo doppio standard
ipocrita deve finire. Così come dichiariamo guerre in nome della cosiddetta
democrazia, dobbiamo essere capaci di far leva sull'ambizione cinese di
appartenere alla lega delle nazioni». Che cosa può fare in concreto
l'Occidente? «Appoggiare Amnesty, che chiede al governo cinese di aprire
immediatamente il Tibet a media e operatori umanitari,
ponendo fine alla cruenta campagna di repressione per prevenire le
manifestazioni di protesta nel 50esimo anniversario». L'America dovrebbe essere
più dura coi cinesi? «Non facciamoci illusioni: Washington dipende
finanziariamente da Pechino, che se la ride delle sue minacce, sapendo di avere
la superpotenza in pugno. Gli Usa si sono indebitati fino al collo con la Cina
e l'era in cui potevano dettare le politiche ad altri Paesi è finita». Dovrebbe
intervenire l'Onu? «Cina e Usa fanno entrambe parte del Consiglio di sicurezza,
oggi obsoleto e impotente perché non toccherà mai gli interessi di un Paese
membro ». La soluzione potrebbe essere un embargo economico? «Gli embarghi
imposti in passato hanno forse funzionato? Nicaragua, Cuba e Iraq sono stati un
fallimento. E perché penalizzare certi Paesi ma non altri, come Israele o
l'America di Bush? Abbiamo bisogno di politiche coerenti e univoche, che
puniscano chiunque violi i diritti umani». Il prossimo
G8 potrebbe essere l'occasione giusta per aumentare la pressione sulla Cina?
«La questione non è quando e dove esercitare tale pressione ma come. Obama deve
stabilire un dialogo con il presidente cinese Hu Jintao, persuadendolo a
invertire rotta». Nella recente trasferta in Asia il segretario di Stato
Hillary Clinton è stata criticata per aver anteposto il business ai diritti umani. «Ha sbagliato. Nessun Paese dovrebbe mai inviare tale
messaggio e rinunciare ai diritti umani per motivi
finanziari. Spero che Hillary abbia parlato a titolo personale e non
dell'amministrazione ». Alessandra Farkas
( da "Nazione, La (Firenze)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
LA PAGINA DEI
LETTORI pag. 31 IL CINQUANTESIMO anniversario del tentativo di rivolta in Tibet
contro la dominazione cinese ha trov... IL CINQUANTESIMO anniversario del
tentativo di rivolta in Tibet contro la dominazione cinese ha trovato, in
Italia e nel mondo, ben poche iniziative di solidarietà. I tentativi del Dalai
Lama, personaggio straordinario al quale dovrebbero guardare non solo i
buddisti e non solo i credenti per la saggezza, il carisma e l'impegno a favore del rispetto dei diritti umani, di ottenere almeno la tutela
dell'identità culturale, linguistica e religiosa dei tibetani cozza contro
l'intransigenza della Cina e contro l'indifferenza del cosiddetto mondo libero.
Al quale interessa solo fare affari con Pechino ed è pronto a chiudere gli
occhi se quel regime non democratico nega i diritti umani, reprime i tibetani e i dissidenti e ricorre in modo
spietato alla pena di morte. Mi sarei aspettato di più, molto di più dal
presidente del consiglio Berlusconi, dal ministro Frattini e dal governo
italiano ma mi sarei aspettato molto di più anche da un leader come Massimo
d'Alema. Invece poche dichiarazioni di circostanza, quando ci sono state, e una
sorta di realismo politico-economico che sfiora il cinismo. Lettera firmata
Grosseto
( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-11 num: - pag: 34 autore: di
ROBERT KAGAN categoria: REDAZIONALE L'AMERICA DI OBAMA / 1 Politica estera, più
Bush che svolte L' équipe di politica estera del presidente Barack Obama lavora
alacremente per presentare le proprie strategie al mondo come una svolta
radicale rispetto agli anni di Bush. Nel senso più ampio, è stato un gioco da
ragazzi: tutte le speranze, difatti, sono appuntate su Obama. Quando si tratta
però di posizioni politiche vere e proprie, far passare l'idea di un
cambiamento radicale ha richiesto non pochi stratagemmi, e l'appoggio
incondizionato dei mezzi d'informazione. Così il New York Times riferisce una
drammatica «svolta » nei rapporti con la Cina, verso un «impegno rigoroso e
duraturo», come se i due precedenti governi abbiano fatto qualcosa di
diametralmente opposto nel corso dell'ultimo decennio e oltre. In un altro
titolo, il Times elogia «l'atteggiamento più moderato con la Corea del Nord»,
basato sull'indicazione fornita dal segretario di stato Hillary Clinton che gli
Stati Uniti sono pronti a dimostrare «una grande apertura nelle trattative » —
non appena Pyongyang procederà allo «smantellamento completo e verificabile di
tutti i suoi impianti nucleari». Incredibile. I media hanno inoltre riferito di
un sorprendente cambio di direzione per quel che riguarda la gestione di Obama
di un'attività in precedenza conosciuta con il nome di «guerra al terrore».
«Una brusca frenata alla guerra al terrore voluta da Bush», annuncia il
«Washington Post» il 23 gennaio, e le inchieste successive illustrano il
passaggio dal «potere duro», al «potere morbido », ovvero dall'azione militare
alla diplomazia, proprio nel momento in cui il governo Obama spedisce altri
17.000 soldati in Afghanistan, allarga il raggio di attacco dei Predator in Pakistan
e stipula i tempi del ritiro dell'esercito americano dall'Iraq, a malapena
distinguibili da quelli che avrebbe concordato un terzo mandato Bush (con il
medesimo ministro della Difesa). Allo stesso modo, l'insistenza del governo
Obama nel collegare la proposta di installazioni antimissilistiche in Europa
alla «minaccia » presentata dall'Iran, oppure l'offerta di negoziare con la
Russia su questo progetto e addirittura l'ipotesi di condividere la tecnologia
difensiva, tutto rimanda alle strategie impostate da Bush. Eppure, queste
posizioni sono da più parti salutate come nuove, dimenticando che il ministro
della Difesa, Robert Gates, aveva avviato le trattative con Mosca oltre un anno
fa. (..) Esiste peraltro un settore in cui l'attuale governo sostiene di
discostarsi dalla via tracciata da Bush ma in realtà non l'ha fatto, ed è
auspicabile invece che lo faccia. Si tratta del tema della democrazia e dei
diritti umani. Sin dal giorno delle audizioni di
conferma dell'incarico, la Clinton aveva menzionato i tre punti chiave della
nuova politica americana, difesa, diplomazia e sviluppo — sorvolando però su un
quarto punto, ovvero la democrazia — e la stampa si era affrettata a
sottolineare questo presunto scostamento dall' «agenda della libertà » voluta
da Bush. (L'accorato appello del vice presidente Biden proprio a favore della
democrazia, lanciato a Monaco il mese scorso, è stato ignorato dai media perché
non rientrava nei loro schemi prefabbricati). Così Peter Baker, del Times,
scrive che «Obama sembra intenzionato ad adottare una linea politica più
tradizionale nel confrontarsi con il mondo così com'è, e non come potrebbe
essere», senza rendersi conto di quanto suoni strana questa frase a chiunque
abbia una benché minima conoscenza della storia e delle tradizioni americane.
Basti pensare a Woodrow Wilson, Franklin Roosevelt, Harry Truman, John Kennedy,
Jimmy Carter, Ronald Reagan e Bill Clinton. E' il caso piuttosto di domandarsi
se il governo Bush abbia mai seriamente tentato di realizzare la sua «agenda della
libertà». Come sottolinea il mio collega ed esimio esperto di democrazia Thomas
Carothers, l'idea che l'amministrazione Bush si sia adoperata in mille modi per
favorire la democrazia in ogni angolo del mondo è pura fantasia. (..) Il
governo Bush ha appoggiato risolutamente le democrazie emergenti in Ucraina,
Georgia e Libano, è vero, ma ha ignorato lo sgretolamento sistematico della
democrazia in Russia. Nei rapporti con la Cina, ha preferito sorvolare sui
diritti umani, come ha fatto di recente anche il
segretario di stato Hillary Clinton. (..) Il mondo sarebbe un posto assai
migliore e più sicuro se le politiche del governo Bush avessero rispecchiato
più da vicino la sua retorica. Ad ogni modo, come ribadisce Carothers, l'idea
che «occorra una massiccia correzione di rotta post-Bush in chiave realistica
rappresenta una lettura gravemente deficitaria degli ultimi otto anni». Sarebbe
ironico, come minimo, se nel suo sforzo di distinguersi da Bush su questa
istanza, il governo Obama finisse per replicare le mosse di Bush. Viva la
rivoluzione! Traduzione di Rita Baldassarre © Nyt Syndicate 2009
( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-11 num: - pag: 34 autore: di
FRANCO VENTURINI categoria: REDAZIONALE SE L'ITALIA SI
MUOVE Diritti umani, l'ora
di cambiare SEGUE DALLA PRIMA Ma siamo davvero davanti a una colpa del Tpi, a
un gesto puramente dimostrativo carico di conseguenze negative? Il Tribunale,
visto che esiste, deve fare il suo mestiere. In maniera ampiamente incompleta e
imperfetta, come accade nella realtà, ma senza abdicare. Dov'è,
piuttosto, la politica? Non è stato approvata, in sede Onu, una formula
interventista chiamata responsability to protect? Non aveva deciso, la stessa
Onu, l'invio in Darfur di una forza vicina ai 20.000 uomini? Non è forse vero
che il suo dispiegamento non ha mai avuto luogo, che pochissimi Paesi offrono
truppe, che mancano gli elicotteri, che insomma al-Bashir può continuare a fare
i suoi comodi? Sostenere che il Tpi sia stato incauto è una foglia di fico per
coprire l'assenza, anzi la fuga della politica. La quale ha ora il dovere di
mantenere i suoi impegni e di reagire alla espulsione delle Ong, senza
colpevolizzare un Tribunale che si è trovato a surrogare governi pavidi. Sul
Tibet bene hanno fatto i nostri Radicali a promuovere la rara convergenza di
ieri alla Camera. Ma alla prima occasione (e le occasioni di certo non
mancheranno) servirà qualcosa di più, proprio perché la Cina, con le sue gravi
carenze in tema di diritti civili, è un terreno di affermazione della nostra
identità liberaldemocratica. Si pecca forse in tal modo di ingenuità, si
dimentica che in tempi di crisi finanziaria i cinesi tengono per il collo gli
Usa, e dunque anche noi? Siamo piuttosto convinti che i cinesi abbiano
anch'essi bisogno degli altri, e che non siano disposti, loro per primi, a
correre troppi rischi nei rapporti con l'Occidente. Sempre che l'Occidente
diventi credibile, e smetta di aver paura di essere se stesso.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CRONACHE pag. 16
Omaggio a don Achille, il principe della Chiesa re del Dialogo e del Rispetto
UN LIBRO SU SILVESTRINI NELL'OTTOBRE scorso il Cardinale Achille Silvestrini ha
compiuto 85 anni e per l'occasione ha garbatamente declinato tutte le ipotesi di
consueti festeggiamenti in suo onore. Ora, quasi in concomitanza con il
compleanno del prestigioso alto prelato romagnolo (di Brisighella), esce un
importante volume di scritti in suo onore (Edizioni Studium; pagine 715) che
già dal titolo esprime la sintesi di alcune fondamentali caratteristiche del
modo di ragionare e di operare di "don Achille": «La storia, il
dialogo, il rispetto della persona». I promotori dell'importante iniziativa
(gli storici Girolamo Arnaldi e Carlo Felice Casula e l'ex Segretario Generale
del Senato, Damiano Nocilla, ora Consigliere di Stato) esplicitano il filo
dell'amicizia e del profondo dialogo con "don Achille",
caratterizzato innanzitutto dal suo sereno sorriso che contraddistingue il suo
modo di porgere riflessioni, esortazioni, insegnamenti, richiami e che precede
il suo metodo di analisi e di ragionamento dinanzi a qualsiasi difficoltà o
problema. Il metodo di "don Achille" è di analizzare attentamente il
contesto, considerandone i vari aspetti, per individuare il preciso criterio al
quale attenersi nei propri comportamenti. Gli autori di questo poliedrico
volume di studi appartengono alle più varie aree e tendenze culturali,
oltrepassando gli storici steccati (come li chiamava Spadolini) fra culture
laica e cattolica. Non a caso il Cardinale Silvestrini viene definito
l'esponente della Curia vaticana più attento al dialogo con la cultura laica,
alle ragioni degli altri, al recupero in senso cristiano, sempre in un'ottica
non chiusa nei confini nazionali, ma sensibile alle più drammatiche condizioni
del mondo. La sua fede ed il suo pluridecennale impegno
diplomatico per la Santa Sede in tante parti del mondo per la tutela dei
diritti umani, delle
libertà religiose e civili hanno portato la predicazione di "don
Achille" ad insistere costantemente sulla inscindibile tutela ed
applicazione dei doveri e dei diritti degli esseri umani, delle comunità ecclesiali e civili, politiche nazionali ed
internazionali. Giuseppe De Rita coglie nitidamente gli elementi che più
caratterizzano Achille Silvestrini, uomo di profonda fede, di grande cultura,
di ampie capacità relazionali, di solidissima etica privata e pubblica. Il
volume è diviso in capitoli che al tempo stesso sono di sintesi e di programmi
di analisi e di impegno innanzitutto di "don Achille": "Europa,
secolarizzazione, democrazia", quindi "Libertà di religione,
Ostpolitik, Nazioni Unite", ovvero gli ambiti che ne hanno caratterizzato
l'impegno internazionale a fianco del Cardinale Casaroli; "Cristianesimo
nella storia" fra religione e laicità, "Storia e creazione
artistica", per culminare nell'ampia parte emblematicamente su
"Diritto, etica ed economia"e per concludere con "la Fede e la
speranza". Insomma, lontano dalla demagogia, questo volume di studi
rappresenta anche lo stile profondo di essere nella vita pubblica con la piena
consapevolezza che occorre sempre domandarsi da dove veniamo e poi che cosa
siamo per definire nitidamente dove vogliamo andare.
( da "Giorno, Il (Milano)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
MILANO ATTUALITA'
pag. 5 Regione, sì alla mozione Ferretto che condanna l'antisemitismo Approvata
ieri in Consiglio Regionale mozione di Silvia Ferretto Clementi, per esprimere
solidarietà alla comunità ebraica e per chiedere la realizzazione di una
campagna contro l'antisemitismo. «Sono molto soddisfatta
dice il consigliere - perché è dal 2005 che attendo che la mozione venga
discussa. E nonostante siano passati4 anni, l'argomento è purtroppo sempre di
preoccupante attualità. Una preoccupazione sottolineata anche dall'Agenzia Ue
per i diritti umani nel
rapporto sul tema dal 2001-2008.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
SPETTACOLI pag. 29
Soyinka: «Su Bashir io sto con L'Aja» INTERVISTA IL PREMIO NOBEL di MARIELLA
RADAELLI «ANCORA molti pensano che le masse africane non abbiano gli stessi
diritti delle altre e che la parola democrazia non possa essere proposta in
Africa. E' una blasfemia», ci dice il grande scrittore nigeriano Wole Soyinka
(1934), la cui prolifica attività va dalla drammaturgia teatrale alla poesia,
dalla narrativa alla saggistica, dalla sceneggiatura cinematografica alla
diaristica. Primo africano a ricevere il Nobel per la Letteratura (nel 1986),
Soyinka (foto Ap)è sempre stato una voce coraggiosa che si
è alzata per affermare i diritti umani e combattere la fine delle tirannie nel mondo. Lo abbiamo
incontrato a Senago (Villa Borromeo), dove ha accompagnato la presentazione del
libro "Il Castello" (Spirali) scritto dall'amico Massimo Baistrocchi,
l'ambasciatore italiano in Nigeria. Soyinka, un commento sul mandato
d'arresto contro il presidente del Sudan, il sanguinario Omar Hasam Ahmad al
Bashir, emesso dalla Corte internazionale penale dell'Aja. Soddisfatto? «Sì. La
Corte ha agito in maniera assolutamente oggettiva, in difesa delle vittime,
senza distinzione né di razza né di religione. Ha portato all'evidenza i
crimini di Omar al Bashir che è un criminale ricercato a livello
internazionale». Per la prima volta un capo di Stato in carica è nel mirino
della giustizia internazionale. «C'è sempre una prima volta per tutto». La
comunità internazionale è spaccata in due. Cina e Russia lo appoggiano, come la
Lega Araba e persino l'Unione africana. Come può quest'ultima tacere sul
massacro di suoi stessi figli? «E' un'eterna vergogna. L'Unione africana parla
contro un tribunale internazionale che direttamente dal suolo sudanese ha
evidenziato che questi gravi crimini sono stati commessi». Forse la maggior
parte dei membri dell'Unione africana teme lo stesso trattamento? «Questo è il
punto. In rarissime circostanze l'Unione africana ha agito per rappresentare
veramente il benessere e la dignità della nostra gente. L'Unione africana è
solo interessata a mantenere un comportamento disonesto e immorale. Esprime una
solidarietà tra leadership, specialmente se criminale. Questa sua posizione non
è una sorpresa ma una tragedia, una tragedia continua. L'Africa è mal
governata. Solo il Ghana sta mostrando la via». Al di là della piaga dell'Aids
che interessa tutta l'Africa, la meningite nel suo Paese ha ucciso 333 persone.
E i casi registrati sarebbero oltre 5mila. «Sì. La sanità è un'altra tragedia.
C'è tutto un mercato di falsi medicinali comprati in Cina e in India ma anche
fabbricati a livello locale come quello sciroppo che ha recentemente provocato
la morte di quasi un centinaio di bambini. C'è un'intera città che fabbrica
falsi medicinali. Dominano corruzione e burocrazia».
( da "Nuova Venezia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 36 -
Giorno/Notte Erano i pazzi di San Servolo «Disagi»: in
mostra le foto di dolore e tortura Da oggi alla Bevilacqua La Masa di Silvia
Zanardi Manette, manicotti rigidi, catene, «docce gabbia», «ferma fascette»,
fasce. Era realtà, erano grida, dolori, nervi tesi, torture. Disagi. Un tema di
cui si parla spesso ma che da oggi al 5 aprile, nella galleria della Bevilacqua
La Masa a San Marco, prende forma in volti e oggetti con la mostra
«Disagi. Immagini dal manicomio di San Servolo». Sessantaquattro fotografie
originali, messe a disposizione dalla Fondazione di San Servolo, mettono a nudo
i simboli del disagio e dell'esclusione sociale nei pezzi di storia passata del
manicomio maschile dell'isola di San Servolo, così vicina alla città ma, fino
al 1978, troppo lontana da tutto. Ora le immagini di quel drappo di storia sono
sotto gli occhi di tutti: il cortile alberato, i ricoverati seduti sulle
panchine, gli infermieri vestiti da custode, le lunghe inferriate alle finestre
dell'edificio di sfondo e il grigiore dell'ambiente con desolate figure sedute
inermi lungo il violone alberato. E ancora: dormitori per i malati pericolosi,
per quelli agitati, per quelli calmi. Dall'archivio di San Servolo arrivano
anche testimonianze su ciò che stava «fuori» dal manicomio, le condizioni
materiali di vita delle persone che diventarono «i pazzi»: contadini
pellagrosi, bambini down, donne depresse, epilettici, alcolisti. Ma il «fuori»
riguarda anche la medicina, le sue conoscenze e le sue terapie. Oltre alle 64
fotografie che ritraggono le sale utilizzate dai pazienti per le cure, sono in
mostra immagini scattate agli alienati al momento del ricovero e al momento
della dimissione tra il 1837 e il
( da "Rai News 24" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Tibet
| 10 marzo 2009 Casa Bianca preoccupata per i diritti umani in Cina:
dialogo sul Tibet La Camera approva una mozione per il Tibet La Casa Bianca ha
espresso "preoccupazione" per il rispetto dei diritti umani in Tibet ed ha
lanciato un appello per il dialogo fra il Dalai Lama e le autorita' cinesi. "Gli Stati Uniti rispettano
l'integrita' territoriale della Cina e considerano il Tibet come parte
integrante della Cina: allo stesso tempo, siamo preoccupati per la situazione
dei diritti umani e pensiamo che un dialogo serio
permetterebbe di fare progressi per trovare soluzione a problemi irrisolti da
molto tempo e rappresenterebbe il miglior modo di giungere ad una stabilita'
effettiva e durevole", ha spiegato il portavoce Robert Gibbs. Durante il
viaggio in Asia del segretario di stato Hillary Clinton, che ha aperto il suo mandato
nella nuova amministrazione di Barak Obama, la questione dei diritti umani era passata un po' secondo piano oscurata dalla
necessità di mantenere buoni rapporti con la Cina in tempi di crisi economica.
Oggi, nell'anniversario della rivolta fallita in Tibet per conquistare
l'autonomia dalla Cina e nella ricorrenza della sua fuga in India, il leader
spirituale tibetano ha fatto un discorso duro di denuncia della repressione
cinese ma senza chiudere al dialogo con il governo cinese. Il Dalai Lama ha accusato
il regime di Pechino di aver portato "l'inferno sulla terra" in
Tibet, causando la morte di "centinaia di migliaia di persone". Nella
giornata di oggi la bandiera tibetana ha sventolato su centinaia di edifici, in
varie parti del mondo si è ricordato il cinquantenario, a Roma con un raduno
davanti a Montecitorio. La Camera ha votato con un sì unanime una mozione
bipartisan per il rispetto dei diritti umani e delle
liberta' democratiche in Tibet. Si tratta del primo atto della Camera ad essere
votato con il nuovo meccanismo 'anti-pianisti' attivato mediante il rilevamento
delle impronte digitali. Il testo impegna il governo italiano "a reiterare
al Governo cinese le richieste del Parlamento europeo di aprire in via stabile
e permanente il Tibet alla stampa, ai diplomatici, in particolare ai
rappresentanti dell'Ue, ed agli stranieri in generale ed a raccomandare alle
autorita' cinesi di rispondere positivamente alle richieste di visita avanzate
dagli organismi Onu di monitoraggio della situazione dei diritti umani." Ma da Pechino il segnale che arriva non va nel
senso della distensione: la cricca del Dalai Lama, dice il governo cinese,
confonde il nero con il bianco. Questi i principali eventi degli ultimi
cinquant'anni: - 10 marzo 1959: Scoppia una rivolta a Lhasa, capitale del
Tibet, contro il governo cinese. Pechino invoca la legge marziale. Il governo
tibetano parla di decine di migliaia di persone uccise dall'esercito cinese. -
30 marzo 1959: Il Dalai Lama, la guida spirituale tibetana, arriva in India
dopo due settimane di viaggio, e inizia la sua vita in esilio dopo il
tentativo, fallito, di rivoluzione. - 1965: La Cina crea la regione autonoma
tibetana, che include circa la meta' del territorio originario. Le altre aree
dell'ex Tibet vengono incorporate in province cinesi preesistenti. - 1988: Il
futuro presidente cinese, Hu Jintao, diventa capo del partito comunista del
Tibet e controlla che non avvengano ulteriori tentativi di rivoluzione nella
Regione. - Ottobre 1989: Il Dalai Lama vince il premio Nobel per la Pace. Il
riconoscimento fa infuriare Pechino che dichiara il Tibet "territorio
inviolabile" appartenente alla "madrepatria". - 10 marzo 2008:
Monaci buddhisti e cittadini tibetani manifestano per il 49.mo anniversario
della fallita rivoluzione. Manifestazioni si susseguono in tutto il mondo. - 14
marzo 2008: Scoppiano rivolte anticinesi a Lhasa e nell'ovest della Cina.
Secondo il governo tibetano in esilio, oltre 200 persone vengono uccise. La
Cina replica di aver ucciso solo un "insorgente" tibetano e afferma
che i "rivoltosi" sono responsabili di 21 omicidi.
( da "Dagospia.com" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
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articolo --> Le Borse decollano, Milano sale del 7 per cento ma è allarme
lavoro: in due mesi persi 370mila posti - Berlusconi: in aula votino solo i
capigruppo. No di Fini - Il Liechtenstein chiude il ?paradiso?. Madoff pronto a
dichiararsi colpevole... Da Il Velino.it CORRIERE DELLA SERA - In apertura:
"Berlusconi: nuove regole per le Camere". Editoriale
di Franco Venturini: "Diritti umani, l'ora di cambiare". Fotonotizia: "Arresti revocati
per i due romeni. Ma restano in cella per altri reati". Al centro:
"Tremonti: casa,ferma al 10 per cento l'Iva sui valori" e "Anche
in Italia più disoccupati: 370mial in due mesi". In basso: "Il
Chelsea fa fuori la Juve dalla Champions". Wall Street LA REPUBBLICA - In
apertura: "Berlusconi: in aula votino solo i capigruppo. No di Fini".
Editoriale di Edmondo Berselli: "Parlamento di anime morte". Al
centro: "Stupro, scagionati i due romeni". Di spalla: "A Belfast
festa e lutto per il poliziotto ucciso". In basso: "Caccia, licenza
di imbalsamare". LA STAMPA - Apertura: "Camere, la rivoluzione del
premier". Editoriale di Michele Ainis: "Fannulloni per
decreto?". Fotonotizia: "Inchiesta: due mesi di Cai". Al centro:
"Le Borse decollano ma è allarme lavoro". IL GIORNALE - In apertura:
"E ora dimezziamo i parlamentari". Editoriale di Mario Cervi: "Di
Vittorio: Non santificate quel sindacalista. Non capì Stalin ". Al centro:
"Rom in classe solo dopola doccia". In basso: "Adesso si menano
i nipoti del ?68" e "Rai,
( da "KataWeb News" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Tibet: Cina a usa,
critiche ingiustificate minano rapporti 11 marzo 2009 alle 09:53 — Fonte:
repubblica.it — 0 commenti La Cina ha lanciato un avvertimento agli Stati
Uniti: le critiche "ingiustificate" sulla situazione in Tibet
potrebbero nuocere alle relazioni tra i due Paesi. "Abbiamo chiesto agli
Stati Uniti di accettare che il Tibet è una parte della Cina e di opporsi
all'indipendenza del Tibet per evitare di danneggiare le nostre relazioni. E abbiamo chiesto a Washington di smettere di usare il Tibet per
interferire nei nostri affari interni", ha detto il portavoce del
ministero degli Esteri, Ma Zhaoxu. Ieri la Casa Bianca si era dichiarata
preoccupata per la situazione dei diritti umani in Tibet e aveva sollecitato la ripresa di un dialogo
"sostanziale" tra Pechino e i rappresentanti del Dalai Lama. AGI
( da "Wall Street Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Tibet, cresce la
tensione Stati Uniti-Cina -->La Casa Bianca in pressing: «Grande
preoccupazione per il rispetto dei diritti umani,
riaprire il dialogo con il Dalai Lama». Pechino: «Accuse gratuite, relazioni a
rischio».
( da "Blogosfere" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mar 0911 Convegno
Durban 2 al Senato, domani Pubblicato da Elena Lattes alle 08:58 in Current
Affairs Camera dei Deputati Associazione Parlamentare di Amicizia Italia -
Israele CONVEGNO Durban 2: una conferenza antisemita contro la democrazia
Interverrà: On. Franco Frattini, Ministro degli Affari Esteri Con: Pierluigi
Battista, Vicedirettore del Corriere della Sera Sen. Rossana Boldi,
Vicepresidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia - Israele On.
Fiamma Nirenstein, Vicepresidente Commissione Affari Esteri della Camera dei
deputati Piero Ostellino, editorialista del Corriere della Sera Prof. Gerald
Steinberg, Università di Bar - Ilan, Israele, Centro di
monitoraggio delle Ong per i diritti umani On. Gianni Vernetti, Vicepresidente Associazione Parlamentare di
Amicizia Italia - Israele Presiede: On. Enrico Pianetta, Presidente
Associazione Parlamentare di Amicizia Italia - Israele giovedì 12 marzo 2009,
ore 16,00 Senato della Repubblica - Sala Capitolare chiostro del Convento di
Santa Maria sopra Minerva - Piazza della Minerva, 38 - Roma R.S.V.P.:
pianetta_e@camera.it - 393-8058906 - 339-8804466 Per gli accrediti stampa: fax
06/67062947 (Sala Stampa del Senato)
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pechino, 11 mar.
(Apcom) - La Cina replica agli Stati Uniti, definendo "accuse
gratuite" le preoccupazioni espresse ieri dalla Casa
Bianca per il rispetto dei diritti umani in Tibet. Per Pechino, inoltre, queste accuse potrebbero portare
a un peggioramento delle relazioni tra i due Paesi. "Ignorando i fatti,
gli Stati Uniti hanno fatto della accuse gratuite contro la Cina sulla
questione tibetana", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Affari
esteri, Ma Zhaoxu, in un comunicato. Ha poi invitato Washington a
"smettere di utilizzare la questione tibetana per fare ingerenze negli
affari interni cinesi per evitare di danneggiare le relazioni tra Cina e Stati
Uniti". Gli Usa ieri hanno invitato la Cina a rivedere la sua politica e a
riaprire il dialogo con il Dalai Lama. Nel giorno del 50esimo anniversario
della fallita rivolta tibetana contro i cinesi, ieri 10 marzo, il leader dei
buddisti tibetani ha accusato la Cina di aver trasformato il Tibet in un
"inferno" e di aver ucciso "centinaia di migliaia di
tibetani".
( da "Stampaweb, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
PECHINO La Cina
replica agli Stati Uniti, definendo «accuse gratuite» le preoccupazioni
espresse ieri dalla Casa Bianca per il rispetto dei diritti umani
in Tibet. Per Pechino, inoltre, queste accuse potrebbero portare a un
peggioramento delle relazioni tra i due Paesi. «Ignorando i fatti, gli Stati
Uniti hanno fatto della accuse gratuite contro la Cina sulla questione
tibetana», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Affari esteri, Ma
Zhaoxu, in un comunicato. Pechino ha poi invitato Washington a «smettere di
utilizzare la questione tibetana per fare ingerenze negli affari interni cinesi
per evitare di danneggiare le relazioni tra Cina e Stati Uniti». Gli Usa ieri
hanno invitato la Cina a rivedere la sua politica e a riaprire il dialogo con
il Dalai Lama. Nel giorno del 50esimo anniversario della fallita rivolta
tibetana contro i cinesi, ieri 10 marzo, il leader dei buddisti tibetani ha
accusato la Cina di aver trasformato il Tibet in un «inferno» e di aver ucciso
«centinaia di migliaia di tibetani». La Casa Bianca ha inoltre espresso ieri
«preoccupazione» per il rispetto dei diritti umani in Tibet. «Siamo preoccupati per
la situazione dei diritti umani e pensiamo che un dialogo serio permetterebbe di fare progressi
per trovare soluzione a problemi irrisolti da molto tempo e rappresenterebbe il
miglior modo di giungere ad una stabilità effettiva e durevole», ha spiegato il
portavoce Robert Gibbs.
( da "Avvenire" del 11-03-2009)
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AGORÀ 11-03-2009
Roma Pensare con «fedeltà dialettica», esempio di laicità fra cattolici DA ROMA
PAOLA SPRINGHETTI È possibile oggi il dialogo all'interno della Chiesa? Se ne è
discusso ieri a Roma durante la tavola rotonda su «Quando pensare diversamente
non significa pensare male. Il confronto possibile tra i cattolici»,
organizzato dalla Fondazione Internazionale Nova Spes. Stefano Semplici,
dell'Università Tor Vergata di Roma, ha individuato tre tipicizzazioni del
pluralismo nella Chiesa. Il primo «è il modello della ragione come operatrice e
garanzia di laicità»; il secondo è «quello della religione come sentinella del
limite della politica e soprattutto della biopolitica». Il terzo consiste nel
«recupero del logos in termini di evento, azione, testimonianza, da cui nasce
non tanto un giudizio determinante, quanto un giudizio profetico». Tutti questi
modelli esistono nella storia della Chiesa, ma «il Concilio Vaticano II ha
aperto una nuova prospettiva: il modello della fedeltà dialettica, che si fonda
da una parte sul primato del Logos evento-comunione, dall'altra
sull'affermazione della libertà e delle responsabilità dei laici ». Per Sergio
Belardinelli (Università di Bologna) «è scontato che nella Chiesa un dialogo ci
sia, ma evidentemente è diverso discutere del dogma della SS. Trinità o di un
problema riguardante questa o quella legge». I- noltre è vero che «la ragione
può funzionare come operatore di laicità, ma a condizione che sia impregnata di
storia, fede e profezia. E se si fa esperienza concreta, funziona anche come
sentinella a certe derive della biopolitica ». Non è in discussione il primato
della coscienza, ma «anche se non c'è bene realizzabile al di fuori della
coscienza, non tutto ciò che viene fatto nel suo nome è buono: in buona fede si
possono commettere errori. Ecco perché è importante il concetto di fedeltà
dialettica». Su posizioni diverse, Roberto Mordacci (Università Vita e Salute
S. Raffaele di Milano) ha ricordato che «il Concilio ha riconosciuto ai laici
la libertà di ricerca e di manifestare il proprio contributo. Lo spirito di
obbedienza non è ossequio servile, è fedeltà a una ricerca continua, onesta e
spassionata». Mordacci si è detto perplesso, ad esempio, «sul principio
dell'indisponibilità della vita fisica. Fino a poco tempo fa prevaleva il
rispetto della dignità della persona, ribadito anche nella dichiarazione
sull'eutanasia 'Jura et bona' della Congregazione della Dottrina della Santa
Fede, dove si parla di 'trattamenti sproporzionati' da evitare, anche 'tenendo
conto della volontà dell'ammalato'». Ma il tema dell'indisponibilità della vita
«non è riconducibile alla sfera religiosa o etica - secondo Francesco
D'Agostino (Università di Tor Vergata) - perché mette in gioco fondamentalmente
l'identità della medicina e il suo ruolo sociale». Inoltre «nessuna epoca è
stata meno pluralistica della nostra, infatti non c'è mai
stata una Dichiarazione universale dei diritti umani, e quindi un'omogeneità di valori di fondo come oggi. L'umanità è divisa su famiglia e bioetica,
ma l'impegno non è di rispettare l'altro, perché 'straniero morale', ma di
ragionare con lui per arrivare a una convergenza». Quanto al problema
dell'obbedienza, «non bisogna dimenticare che la Chiesa deve garantire l'unità
dei credenti. Non è dunque per invasività che chiede obbedienza non solo per i
dogmi, ma anche per i costumi». Di conseguenza, «è legittimo pensare
diversamente, ma non pensare di restare nella comunione quando si crea
lacerazione». Il pluralismo, però, secondo Semplici è un dato oggettivo. E il problema
dell'obbedienza è grave, visto che «l'insegnamento dei pastori non arriva e non
viene messo in pratica dalla stragrande maggioranza di coloro che frequentano
le parrocchie e le associazioni ». E se per Belardinelli «fa parte
dell'obbedienza l'onestà intellettuale, pur senza pensare che la cosa
fondamentale sia la fedeltà a se stessi », Mordacci ha ribadito di percepire un
«restringimento dello spazio in cui il dissenso è ammesso, senza che venga
percepito come un tradimento. In realtà, non sentirsi in piena comunione è
doloroso, tanto quanto il constatare che l'ambito del dogmatico si allarga
anche al costume ». D'Agostino ha risposto che «manifestare dissenso non
implica essere fuori dalla comunità ecclesiale, ma chi porta lacerazioni deve
assumersi responsabilità. Tanto più che la cultura cattolica è sottoposta a un
attacco ideologico laicista e massonico, sostenuto dai grandi giornali».
Mordacci: «Ricerca onesta e spassionata». Belardinelli: «La coscienza è un
bene, ma non è immune da errori». Semplici: «Religione sentinella della
biopolitica» D'Agostino: «Rispettare l'altro, ma ragionare con lui» Sergio
Berardinelli Stefano Semplici
( da "Basilicanet.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
MATCH, UN PROGETTO
DI LAVORO PER I DISABILI 11/03/2009 15.25.56 [Basilicata] A distanza di soli
due giorni dalla ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con
disabilità da parte del Parlamento italiano, avvenuta lo scorso 24
Febbraio, la Provincia di Potenza può² certamente vantare il positivo primato
di aver per prima dato attuazione ai principi fondamentali della Convenzione.
Ha infatti sottoscritto un protocollo dâ??intesa con il quale è¨ stato dato
lâ??avvio del progetto â??Matchâ?, un progetto finalizzato
allâ??inserimento lavorativo di persone con disabilità gestito dal Servizio di
Inclusione Sociale dellâ??APOF-IL. â??La convenzione ONU a cui si ispireranno
le iniziative promosse dal progetto Match â??riferisce Vincenza Ferrarese
Presidente della FISH Basilicata â?? afferma il principio della non
discriminazione poiché© le persone con disabilità sono persone
discriminate ed in quanto tali subiscono continuamente una violazione dei
propri diritti umaniâ?. La discriminazione è¨ una violenza non fisica e non
diretta, ma che limita il raggiungimento delle pari opportunità : è¨ un
trattamento diseguale senza una giustificazione. È? quindi una condizione che
va combattuta con il rafforzamento della persona con disabilità , motivo
per il quale le azioni del progetto Match saranno improntate alla metodologia
dellâ??empowerment. La non discriminazione si attua attraverso lâ??inclusione
che implica la possibilità di poter accedere e svolgere le attività
al pari degli altri, sia in ambito fisico ma anche in quello culturale e
sociale: accesso di tutti ai diritti umani per tutti.
La Convenzione, diventata oramai legge dello Stato, impone agli Stati membri che
tutte le iniziative che vengono messe in campo nei vari contesti siano
sottoposte al vincolo di inclusione delle persone con disabilità .
Attraverso la politica del main streaming il principio della non
discriminazione deve diventare pervasivo, deve riguardare ogni ambito della
vita sociale: dalla promulgazione di una qualsiasi legge allâ??erogazione di un
qualsiasi servizio. Prima della Convenzione i diritti delle persone con
disabilità erano esigibili solo a fronte di risorse economiche sufficienti
a coprirne i bisogni o i servizi erogabili. Con la Convenzione, invece, si è¨
attuato un superamento della dimensione economica come vincolo di
esigibilità del diritto: una persona con disabilità , adesso, può²
adire verso un tribunale e rivendicare la violazione di un proprio diritto
soggettivo, in ragione della violazione del proprio ineludibile diritto umano.
Il progetto Match avrà sede a Lauria abbracciando i dodici comuni
dellâ??ambito lagonegrese e sperimenterà le procedure del collocamento
mirato adottate dalle Province di Roma e di Milano in ottemperanza alle norme
della legge 68/99, norme per il diritto al lavoro dei disabili. (SB- 01)
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 11 mar.
(Apcom) - Il vicepresidente del Senato Vannino Chiti ha ricevuto questa mattina
il Pastore della Missione Evangelica Zigana e presidente dell'Associazione
nazionale dei Sinti italiani, Davide Casadio, e lo scrittore e curatore del
volume 'La Missione Evangelica Zigana. Una minoranza italiana' Alessandro
Iovino. Lo riferisce una nota dell'ufficio stampa di Palazzo Madama. Nel corso
dell'incontro - sottolinea il comunicato - si è discusso dei fatti
discriminatori che hanno colpito e continuano a colpire i Sinti italiani, in
particolar modo quelli evangelici che sono oggetto di una duplice
discriminazione, sia su base razziale che su base religiosa. La missione
evangelica Zigana - si legge ancora nella nota - sviluppa non solo una missione
religiosa ma, contemporaneamente, un impegno di educazione alla legalita' e di
ricerca di collaborazione con le amministrazioni comunali. A questo proposito,
il presidente dell'Associazione dei Sinti Italiani, Davide Casadio, ha
sottolineato la positiva esperienza di collaborazione con il Comune di Milano,
mentre ha evidenziato le oggettive difficoltà di cooperazione con molti comuni
del nord. Il presidente dei Sinti Italiani ha chiesto al
vicepresidente Chiti di portare a conoscenza del Senato l'attività svolta dall'associazione
e di poter incontrare la presidenza della Commissione per la tutela e la
promozione dei Diritti umani del Senato della Repubblica.
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Londra, 11 mar. (Ap)
- la polizia britannica potrebbe aprire un'inchiesta sulle accuse di torture e
maltrattamenti inflitte a presunti terroristi con la collusione dei servizi
segreti del Regno Unito: lo ha dichiarato il premier britannico Gordon Brown, intervenuto
alla Camera dei Comuni. L'avvocato generale dello Stato, Patricia Scotland, sta
valutando le accuse avanzate dall'ex detenuto di Guantanamo Binyam Mohamed, che
afferma di essere stato torturato in Pakistan e in Marocco e che i servizi
britannici - pur al corrente della situazione - non sono intervenuti per far
cessare i maltrattamenti. Nel luglio scorso erano stati alcuni parlamentari
britannici a chiedere l'apertura di un'inchiesta sul ruolo
dei servizi nelle presunte torture inflitte in Pakistan a cittadini britannici:
funzionari dell'Mi5 avrebbero consegnato dei presunti terroristi alla sicurezza
pachistana perché venissero interrogati con metodi violenti e torture, pratiche
smentita dai servizi di sicurezza attraverso un comunicato trasmesso dal
Ministero degli Interni: "Non abbiamo mai partecipato, sollecitato,
condonato o incoraggiato l'uso della tortura". I sospetti erano stati
fermati in Pakistan su richiesta della autorità britanniche, ma erano stati
lasciati nelle mani dell'Isi (i servizi pachistani) prima di essere poi
interrogati da funzionari dell'Mi5; privi di qualsiasi assistenza legale o
consolare, erano stati rimpatriati senza alcuna formale estradizione ed
arrestati al loro arrivo nel Regno Unito. Se dovessero risultare violazioni della
legge da parte di funzionari dei servizi segreti la polizia valuterà
l'opportunità di procedere a un'indagine penale nei confronti dei responsabili,
ha concluso Brown.
( da "Basilicanet.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
IL 17-3 APPUNTAMENTO
CON â??ALTROCINEMAPOSSIBILEâ? 11/03/2009 17.54.17 [Basilicata] Terzo
appuntamento con la cinerassegna "Altrocinemapossibile", il cinema
dei diritti umani. Martedì¬ 17 marzo alle ore 21 presso il ridotto del
Teatro Stabile a Potenza, ingresso libero, sarà proiettato il film
â??L'orchestra di Piazza Vittorioâ?, di Agostino Ferrente.
Considerato il ristretto spazio della sala a disposizione consigliamo di
prenotare la visione del film inviando una mail a: info@zer0971.org oppure
inviando un sms al
( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 60 del 2009-03-11
pagina 0 Ginevra: l'altro perché (oltre agli attacchi a Israele) del no della
Farnesina di Alessandro Caprettini Parecchi paesi, in prima fila quelli
islamici, pretendono di inserire nel documento praparatorio della conferenza
sul no al razzismo, anche un riferimento alla religione musulmana. Criticarla
sarebbe da considerare alla stessa stregua di una offesa razziale Non solo gli
attacchi - espliciti e meno - ad Israele. Nella decisione del governo italiano
di ritirarsi dai negoziati in corso a Ginevra sul documento preparatorio alla
conferenza di revisione di Durban, c'è anche dell'altro, rimasto per ora molto
sotto traccia. E infatti nel documento messo a punto ci sono anche riferimenti
alla questione della "diffamazione religiosa" che hanno suscitato
forti perplessità negli inviati della Farnesina . In pratica, con la richiesta
di "standard aggiuntivi" i paesi islamici starebbero tentando di
introdurre nuovi limiti alla libertà d'espressione nei confronti delle
religioni e in particolare a quella musulmana. Ad essere titolari di diritti -
hanno fatto presente i rappresentanti italiani quando la questione è stata
sollevata - sono gli individui, non le religioni. Per cui la pretesa di
introdurre il "divieto di diffamazione" nei confronti della religione
musulmana dato che si tratterebbe di razzismo, appare fuori luogo. Questo tema,
assieme al riapparire della questione israelo-palestinese in diversi paragrafi
del documento preparatorio - si parla a più riprese della "politica di
discriminazione razziale nei confronti della popolazione palestinese"
messa in atto da Israele, che si accusa poi di praticare l'apartheid, la
tortura e numerosi atti criminali "in contrasto con i
diritti umani", così da
fare dello stato ebraico "una minaccia per la pace e la sicurezza
internazionale" - hanno convinto il governo di Roma a disertare la
conclusione dei lavori di Ginevra e, dunque, la conferenza stessa ("United
against racism: dignità and justice for all") che si terrà nella città
svizzera tra il 20 ed il 24 aprile prossimi. L'appuntamento ginevrino
avrebbe dovuto costituire il quarto capitolo della conferenza internazionale
contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza. Seguito di quello tenuto a
Durban, in Sudafrica, nel 2001 sulla base della risoluzione 52/111 dell'Onu,
approvata nel 1997. Dopo due anni di preparazione, la conferenza di Durban -
dal 31 agosto all'8 settembre, giusto pochi giorni prima l'attentato delle due
torri - vide la partecipazione di 2.500 delegati e 4.000 rappresentanti di Ong.
Cinque i temi allora trattati: cause e forme di razzismo; vittime; misure di
prevenzione, educazione e protezione; misure di compensazione e di
risarcimento; strategie per realizzare una piena ed effettiva eguaglianza; e,
in conclusione, l'adozione di una dichiarazione e di un programma d'azione che
ricalcavano principi condivisi a livello internazionale con cui si cercava di
rafforzare la lotta al razzismo. Ma la discussione fu lunga e tormentata, specie
su alcuni capitoli come quello medio-orientale e specie sul terreno parallelo
del forum delle Ong ci furono parecchi episodi di intolleranza nei confronti di
Israele, attraverso la presentazione di materiale di chiaro sapore antisemita,
tant'è che i governi di Washington e Gerusalemme decisero di abbandonare la
conferenza. Alla fine si giunse ad un accordo in base al quale si riconosceva
il diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione ed alla creazione di
uno stato indipendente, ma al tempo stesso si reclamava un diritto alla
sicurezza di tutti i paesi dell'area, e dunque Israele compreso. Ma in vista
del nuovo appuntamento in programma a Ginevra - decisione varata all'Onu nel
2006 - le cose sono andate complicandosi. In ben 5 paragrafi del documento
preparatorio messo a punto spunta nuovamente la questione medio-orientale. Si
esprime "grave preoccupazione per le pratiche di discriminazione razziale
nei confronti della popolazione palestinese e dei territori arabi
occupati" e si ribadisce il diritto all'autodeterminazione dei
palestinesi. Ma stavolta senza riconoscere il diritto alla sicurezza di
Israele. Che anzi viene chiamata in causa come stato colpevole di pratica
dell'apartheid, di torture, di restrizioni varie e di costituire una
"minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale". Poi, come
detto, a convincere il governo di Roma ad innescare la retromarcia, c'è la
storia degli "standard complementari" che si vorrebbero inserire e in
base ai quali sarebbe da condannare per razzismo chi offende in qualsivoglia
modo la religione islamica. La Ue nel suo complesso ha già fatto sapere che non
accetterà una revisione della definizione di razzismo allargandola alla
religione, ma ci sono forti pressioni perché la conferenza faccia invece
propria la questione. Di qui la decisione della Farnesina di abbandonare i
lavori preparatori, forte anche del voto della Camera dei Deputati (4 dicembre
2008) con cui in 417, contro solo 4 contrari, hanno impegnato il governo a
verificare assieme ai partners europei esiti e orientamenti che emergono a
Ginevra, intervenendo affinché "venga scongiurato il rischio che la
conferenza si svolga su una piattaforma ispirata all'intolleranza ed alla
discriminazione" e piuttosto si finalizzi "la promozione della convivenza
civile tra i popoli e in particolare nell'area medio-orientale, col rilancio
del processo di pace tra israeliani e palestinesi". Non è comunque un
addio. Al ministero degli Esteri fanno capire che se fossero messi da parte in
questo ultimo mese che divide dal via alla conferenza, tutti quegli aspetti
discutibili che sono fin qui apparsi, Roma sarebbe disponibile a far ritorno al
tavolo delle trattative. Ma segnali di novità, per ora, da Ginevra non
arrivano. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "AprileOnline.info" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Un manifesto per la
scomunica Paolo Izzo, 11 marzo 2009, 13:08 La provocazione A nome di quante
persone, in realtà, le gerarchie ecclesiastiche di tutto il mondo parlano? Se,
per coerenza e per diritto canonico, esse scomunicassero in un sol colpo tutti
gli "eretici", in quanti rimarrebbero a tentare di dettare
"legge"? La terribile vicenda della novenne brasiliana che ha
abortito e della conseguente violenza dell'arcivescovo di Recife ai danni dei
medici e della madre della bambina, mi impone di riprendere con forza una
battaglia iniziata due anni orsono affinché la Chiesa cattolica scomunichi
pubblicamente tutti, ma proprio tutti coloro i quali contravvengono a quelli
che essa ritiene dogmi. Parlamentari, medici, giornalisti, giudici, avvocati,
scienziati, opinionisti: scomunichino tutti quelli che lottano ogni giorno per
l'affermazione dei diritti umani e civili! L'intento della mia "provocazione" è quello
di provare a mettere a nudo una verità... statistica: a nome di quante persone,
in realtà, le gerarchie ecclesiastiche di tutto il mondo parlano? Se, per
coerenza e per diritto canonico, esse scomunicassero in un sol colpo tutti gli
"eretici", in quanti rimarrebbero a tentare di dettare
"legge"? Cominciai nel 2007, con una lettera pubblicata dal
Riformista il 5 maggio; ad essa ne seguirono decine e forse centinaia, che il
giornale in parte pubblicò per giorni e giorni... Tantissimi organi di
informazione ripresero e rilanciarono l'iniziativa nata così spontaneamente
(anche quella volta il pretesto fu la scomunica da parte dell'arcivescovato
messicano contro i parlamentari di quel paese che avevano votato un legge per
l'aborto): oltre ad Agi, Apcom, Aprile, Agenzia Radicale, Liberazione e tanti
siti e blog, se ne dovette occupare persino l'Avvenire. Altre furono le
incursioni del sottoscritto sulla stampa e attraverso internet ed ogni volta
avevano un seguito di indignazione contro le ingerenze vaticane e di sostegno
alla causa. Una nutrita rassegna dal 5 maggio a tutt'oggi, potete leggerla qui:
www.paoloizzo.net/scomunicateci.htm. Vi segnalo infine che nelle ultime
settimane ho ideato anche una sorta di "manifesto per la scomunica",
proponendolo come descrizione del gruppo di Facebook "Scomunicateci",
che in pochi giorni ha ricevuto 1000 iscrizioni! Lo trovate qui di seguito:
Manifesto per la scomunica: Scomunicateci. Siamo atei. Siamo a favore della
contraccezione, dell'amniocentesi e della epidurale, della fecondazione
assistita omologa ed eterologa, dell'interruzione volontaria di gravidanza,
della "pillola del giorno dopo" e della RU-486, della ricerca sulle
cellule staminali embrionali, dell'eutanasia e del testamento biologico.
Formiamo coppie di fatto, senza firmare contratti o matrimoni. I nostri figli
non li battezziamo e li esoneriamo dall'insegnamento della religione cattolica.
Preferiamo pensare, invece di credere. E pensiamo a una nascita umana sana,
uguale per tutti, senza perversioni e senza peccato originale. Perciò il Bene
per noi è sinonimo di etica umana e di sanità mentale. Riteniamo che la Chiesa
non si sia mai evoluta, se non perché costretta dagli Stati laici, come il
nostro non sembra essere piÚ. Ugualmente, sosteniamo che il clero è una lobby
di potere politico ed economico; e che il Vaticano è uno Stato straniero, con
le sue regole, il suo piccolo territorio e le sue grandi brame di espansione. E
nemmeno chiediamo che si torni alle origini, come si dice: a Gesù, a san
Francesco o alla madonna; perché per noi essi sono astrazioni, figure
mitologiche, né più né meno di Giove, Bacco e Artemide. Perciò vogliamo starne
fuori: se la Chiesa o il nostro Stato parleranno a nome della cristianità, non
parleranno piÚ a nome nostro. Vogliamo essere liberi di sognare, di pensare
alle donne e agli uomini come noi, di occuparci dei nostri bisogni e delle
nostre esigenze di esseri umani, fatti di psiche e di
biologia e nati non prima di aver visto la luce con i nostri occhi. E morti
quando non potremo più pensare di essere vivi. Tutto questo può bastare per
essere scomunicati? Riteniamo di sì. www.paoloizzo.net/scomunicateci.htm Link
su facebook
( da "Unita, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Con le impronte
cinque minuti per un solo voto L'apice del caos si raggiungeva all'incirca ogni
50 secondi, quando il presidente della Camera Gianfranco Fini provava a
chiedere: «Avete completato la procedura?», e gran parte dei 541 deputati
presenti rispondeva con angoscia: «Noooo!». Così, alla fine, il primo voto con
le impronte digitali della storia parlamentare, sulla
mozione bipartisan per il rispetto dei diritti umani in Tibet, è durato oltre 4 minuti e mezzo. Sì all'unanimità, ma
una rovina rispetto alla media degli oltre duemila voti espressi in un solo
minuto nei primi dieci mesi di legislatura. Certo, col tempo ci si prenderà la
mano. Ieri, qualche disguido ma non tanti. Ferdinando Latteri dell'Mpa,
per dire, si è dovuto rassegnare a tornare al vecchio sistema, Pier Ferdinando
Casini che protestava per il mancato funzionamento della macchinetta si è
beccato da Fini un: «Appoggi il dito, invece di sventolarlo». «I made it», ce
l'ho fatta. ha urlato soddisfatto Amato Berardi del Pdl. Si abitueranno? la
prima
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 11 mar.
(Apcom) - La lentezza con cui stanno avanzando in Argentina i processi contro
gli ex-membri delle forze armate accusati di crimini di lesa umanità
durante l'ultima dittatura (1976-83) ha spinto la Corte Suprema del Paese a
convocare d'urgenza il governo e il parlamento. Obiettivo, "istituire una
commissione per lavorare congiuntamente all'acceleramento delle cause" si
legge in una nota dell'alto tribunale che ha chiesto - riferisce l'agenzia
Misna - al consiglio dei ministri "di assegnare più personale ai collegi
che si occupano di casi legati alle violazioni dei diritti umani". La decisione della Corte
giunge nel pieno di una polemica sorta tra governo e magistratura per
velocizzare le procedure; una settimana fa, aprendo le sessioni ordinarie del
parlamento, il presidente Cristina Fernandez de Kirchner aveva sollecitato
misure appropriate e sanzioni ai giudici responsabili di eventuali negligenze.
In risposta, a nome dell'alta corte, il magistrato Carmen Argibay aveva
rilevato la necessità di risorse economiche addizionali al bilancio del sistema
giudiziario. Sebbene l'annullamento delle cosiddette 'leggi del perdono' abbia
permesso l'apertura dei processi contro gli ex-gerarchi del regime, secondo il
Centro di studi legali e sociali (Cels) dal 2003 solo 38 repressori sono stati
condannati su 1.253 imputati in processi per crimini di lesa umanità;
385 accusati restano al momento in carcere in attesa di giudizio.