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Report "Diritti umani"   11-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Kenya, scontri in piazza ( da "City" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attivisti per i diritti umani della Fondazione Oscar che avevano denunciato le esecuzioni sommarie commesse dalle forze di polizia. I dimostranti hanno chiesto giustizia e urlato slogan contro il capo della polizia. Dopo l'omicidio dei due attivisti, avvenuto in pieno giorno nel centro di Nairobi, gli studenti si erano opposti alle forze di polizia che volevano recuperare i corpi,

Terrorismo e diritti L'Onu boccia Londra ( da "City" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Terrorismo e diritti L'Onu boccia Londra Un rapporto dell'Onu ha criticato duramente la Gran Bretagna per aver violato diritti umani fondamentali nella lotta al terrorismo. Il rapporto censura la collaborazione di Londra con la Cia nelle operazioni di "extraordinary rendition": trasferimento di detenuti in posti dove rischiavano di essere sottoposti a torture.

<Mi dicevano: hai fatto così, vero? Poi i calci per farmi confessare> ( da "Corriere.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: quella che torture o non torture certifica che Isztoika non ha violentato Alice. La quale l'ha invece riconosciuto «senza alcun dubbio ». Un accumulo di paradossi dal quale non si salva nemmeno Cioschi, il «terzo uomo » che sta in Romania e sul quale ora si faranno per rogatoria internazionale i confronti del Dna;

Addio ai "pianisti": a Montecitorio c'è il nuovo voto ( da "Cittadino, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: unanime a sostegno della mozione bipartisan sul rispetto dei diritti umani in Tibet. Prima di indire la votazione, il presidente della Camera Fini ha nuovamente illustrato ai deputati passo passo la procedura da seguire, scusandosi «per questa prima volta dell'atteggiamento pedagogico». Le nuove tessere ritirate dai deputati sono in totale 613: di queste 18 non contengono le "impronte"

Pianisti addio La Camera usa il dito ( da "Arena, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Dal voto è emerso un sì unanime alla mozione sul rispetto dei diritti umani in Tibet. Prima di indire la votazione, Fini ha illustrato ai deputati la procedura da seguire, scusandosi «dell'atteggiamento pedagogico». Le tessere ritirate sono 613: di queste, 18 non contengono le «minuzie», e appartengono ai deputati che hanno detto no al nuovo sistema.

Il sindacato di polizia Ugl Intolleranza sui treni ( da "Arena, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per comminare le opportune sanzioni disciplinari», oltre «a un confronto mirato a eliminare ogni forma di comportamento vessatorio nei confronti dei viaggiatori stranieri, per ristabilire e sancire nell'operatività quotidiana la cultura della legalità e il rispetto dei diritti umani, valori naturali e inalienabili nell'interesse di ognuno». G.B.

"angelica è innocente, rivedete il caso" - giuseppe porzio ( da "Repubblica, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: organismo internazionale per la salvaguardia dei diritti delle comunità rom), oltre all´Opera Nomadi e a Soccorso legale, che denunciano «violazioni dei diritti umani» e la «palese condanna mediatica di una innocente». Accanto a loro la Comunità di Sant´Egidio, Mani Tese, il Comitato napoletano per i rom, l´Osservazione e i gruppi Everyone e "Chi rom chi no".

striscione per il tibet dal ponte di rialto ( da "Nuova Venezia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: indipendenza e dei diritti umani della regione del Tibet. A promouovere l'iniziativa l'associazione Italia Tibet, che aveva promosso anche l'assegnazione della cittadinanza onoraria da parte dei comuni di Roma e Venezia. Manifestazione di solidarietà che si è svolta nel primo pomeriggio, a cui hanno partecipato numerosi simpatizzanti dell'

Fibronit, indagini anche all'estero ( da "Provincia Pavese, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: convenzione europea dei diritti umani: «Emilia Mingrino ha con questo evidenziato che il padre è deceduto nel dicembre del '99 mentre lei è ancora in attesa che il procedimento venga definito. In un modo o nell'altro», ha spiegato l'avvocato Bonanni. Le risposte ricevute dal procuratore sono state, secondo Bonanni, molto positive: «Il procuratore ha evidenziato un impegno costante dell'

I grandi cantieri che tradiscono Pavia ( da "Provincia Pavese, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: I diritti umani hanno una logica inclusiva: non è possibile, pena una funesta contraddizione, promuovere i diritti dei neri, degli ebrei, degli stranieri, dei disabili, eccetera, ma non quelli degli embrioni umani: individui appartenenti alla nostra specie per dato di scienza, non di fede.

Prove di handicap con il pallone sonoro ( da "Secolo XIX, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: legge di ratifica della Convenzione delle Nazioni Uniti sui Diritti delle Persone con disabilità. All'articolo 1 dell'accordo individua quale obbiettivo primario "promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità"

Irlanda: sì a estradizione di De Juana Chaos ( da "Manifesto, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il difensore di de Juana Chao, Edward Fitzgerald, ha annunciato ieri che ricorrerà la decisione del magistrato irlandese, argomentando basandosi su una «violazione dei diritti umani» del suo cliente. Il caso potrebbe dunque approdare alla Camera dei lord di Londra, massima istanza giudiziaria britannica.

il dalai lama: tibet, un inferno in terra ( da "Tirreno, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per la situazione dei diritti umani in Tibet. Gli Stati Uniti, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, esortano le autorità cinesi a perseguire il dialogo con i rappresentanti del Dalai Lama. «Gli Usa - ha affermato il portavoce - rispettano l'integrità territoriale della Cina e considerano il Tibet parte della Cina».

<OGNI individuo ha diritto all'istruzione. Essa deve essere indirizzata al pieno s... ( da "Nazione, La (Lucca)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 10 «OGNI individuo ha diritto all'istruzione. Essa deve essere indirizzata al pieno s... «OGNI individuo ha diritto all'istruzione. Essa deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

<Rispettiamo gli altri, senza graduatorie> ( da "Nazione, La (Lucca)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ABBIAMO diritto ai nostri diritti». Questo è uno degli slogan con cui ci siamo presentati al «Meeting dei diritti umani» di Firenze. Attratta forse dai nostri striscioni, un'inviata di RaiTre ha intervistato Elena, una nostra compagna di classe, che in quel preciso momento, teneva in mano uno dei cartelloni che avevamo creato con la scritta «

L'Arcobaleno della dignità individuale ( da "Nazione, La (Lucca)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Arcobaleno della dignità individuale LETTERA APERTA LA DOMANDA Cari Diritti Umani, voi siete come i colori dell'arcobaleno, poiché l'arcobaleno esprime la libertà e la bellezza delle vostre individualità e anche Dio segnò con un iris il suo patto di pace con l'umanità, per questo da ora in poi abbiamo deciso di chiamarvi Arcobaleno.

Libertà della persona, accanimento terapeutico, diritto all'informazione: si parlerà ... ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 11-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e la tutela della parità dei diritti tra uomo e donna. Il senatore Pardi, tra i promotori nel luglio 2008 del "No Cav day" di piazza Navona, è membro delle commissioni Affari costituzionali e Tutela e promozione dei diritti umani. Durante l'incontro verrà presentata la rete di circoli messa in piedi dall'Italia dei Valori nella provincia pontina.

Tibet, un inferno in terra ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani. Dure accuse del Dalai Lama a cinquant'anni dalla rivolta contro l'occupazione cinese «Tibet, un inferno in terra» Pechino ribatte: bugie, grazie a noi ampie riforme democratiche Marco Masciaga NEW DELHI A 50 anni dalla fallita rivolta contro l'occupazione cinese del Tibet, il Dalai Lama ha ribadito ieri le richieste di autonomia della regione,

Voto con le impronte al via a Montecitorio Malumori del Pdl: tempi troppo lunghi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: su una mozione per i diritti umani in Tibet, il sistema di voto con le impronte digitali ( nella foto), deterrente contro i "pianisti", i deputati che votavano anche per i colleghi assenti. Gli "obiettori" che manterranno il vecchio sistema sono 18, altri 13 deputati sono stati esentati per difficoltà tecniche nel rilevamento delle "minuzie"

<L'abitudine al sangue> Giorgia Lepore a Bari ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Pagherà il suo rifiuto con la riduzione in schiavitù e la tortura. Ed ha inizio da qui il lento percorso interiore del protagonista de L'abitudine al sangue di Giorgia Lepore. Il romanzo sarà presentato, alla presenza dell'autrice, alla Feltrinelli di Bari. Intervengono Edoardo Altomare e Enrica Simonetti.

Giornalismo, Claudio Speranza si racconta ( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Claudio Speranza si racconta La tv e i diritti umani. Gli eventi più significativi testimoniati dalla Rai negli ultimi 40 anni' è il tema che sarà al centro, stasera alle 21 nell'Aula Mazzini di corso della Repubblica 88, di un incontro pubblico con nomi noti del giornalismo televisivo e della carta stampata.

DIRITTI UMANI L'ORA DI CAMBIARE ( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: DIRITTI UMANI L'ORA DI CAMBIARE N el giorno del cinquantesimo anniversario della rivolta di Lhasa la Camera dei Deputati ha espresso ieri un sì bipartisan alla mozione proposta dai Radicali per il rispetto dei diritti umani in Tibet. Il testo impegna il governo italiano, spesso timido in materia, a chiedere alla Cina garanzie di libero accesso nella regione e un dialogo costruttivo

Sì bipartisan alla mozione che critica la Cina ( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: A renderla possibile è stato il fatto che i governi italiani usano da anni enorme tatto nel rimproverare a Pechino le violazioni dei diritti umani, tanti deputati avvertono l'esigenza di prendere le distanze e Mecacci ha congegnato il testo difendendo i tibetani in un modo accettabile per il governo Berlusconi, il quale ha dato «assenso» attraverso il sottosegretario Enzo Scotti.

Il grido del Dalai Lama <Tibet, inferno in terra> ( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: preoccupazione per la situazione dei diritti umani DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Divisi su tutto, la Cina e il Dalai Lama. Un po' meno sulle metafore. Se Pechino si affanna a sostenere, dati alla mano, che il Tibet non è mai stato il lieto Shangri- La, il paradiso spirituale vagheggiato «da certi occidentali », ma anzi una terra di schiavitù e arretratezza medievale,

<Hillary ha sbagliato, Obama corregga la linea> ( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: a rispettare la legge internazionale in materia di diritti umani». Bianca Jagger, la 58enne ex moglie di Mick Jagger, da anni avvocato per i diritti umani (fa parte del direttivo di Amnesty International e presiede la Bianca Jagger Human Rights Foundation), s'appella all'Occidente per risolvere il dramma del Tibet: «Il suo doppio standard ipocrita deve finire.

IL CINQUANTESIMO anniversario del tentativo di rivolta in Tibet contro la dominazione cinese ha trov... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: impegno a favore del rispetto dei diritti umani, di ottenere almeno la tutela dell'identità culturale, linguistica e religiosa dei tibetani cozza contro l'intransigenza della Cina e contro l'indifferenza del cosiddetto mondo libero. Al quale interessa solo fare affari con Pechino ed è pronto a chiudere gli occhi se quel regime non democratico nega i diritti umani,

Politica estera, più Bush che svolte ( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Si tratta del tema della democrazia e dei diritti umani. Sin dal giorno delle audizioni di conferma dell'incarico, la Clinton aveva menzionato i tre punti chiave della nuova politica americana, difesa, diplomazia e sviluppo — sorvolando però su un quarto punto, ovvero la democrazia —

Diritti umani, l'ora di cambiare ( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ITALIA SI MUOVE Diritti umani, l'ora di cambiare SEGUE DALLA PRIMA Ma siamo davvero davanti a una colpa del Tpi, a un gesto puramente dimostrativo carico di conseguenze negative? Il Tribunale, visto che esiste, deve fare il suo mestiere. In maniera ampiamente incompleta e imperfetta, come accade nella realtà, ma senza abdicare.

Omaggio a don Achille, il principe della Chiesa re del Dialogo e del Rispetto ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: suo pluridecennale impegno diplomatico per la Santa Sede in tante parti del mondo per la tutela dei diritti umani, delle libertà religiose e civili hanno portato la predicazione di "don Achille" ad insistere costantemente sulla inscindibile tutela ed applicazione dei doveri e dei diritti degli esseri umani, delle comunità ecclesiali e civili, politiche nazionali ed internazionali.

Regione, sì alla mozione Ferretto che condanna l'antisemitismo ( da "Giorno, Il (Milano)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «Sono molto soddisfatta dice il consigliere - perché è dal 2005 che attendo che la mozione venga discussa. E nonostante siano passati4 anni, l'argomento è purtroppo sempre di preoccupante attualità. Una preoccupazione sottolineata anche dall'Agenzia Ue per i diritti umani nel rapporto sul tema dal 2001-2008.

Soyinka: <Su Bashir io sto con L'Aja> ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: è sempre stato una voce coraggiosa che si è alzata per affermare i diritti umani e combattere la fine delle tirannie nel mondo. Lo abbiamo incontrato a Senago (Villa Borromeo), dove ha accompagnato la presentazione del libro "Il Castello" (Spirali) scritto dall'amico Massimo Baistrocchi, l'ambasciatore italiano in Nigeria.

erano i pazzi di san servolo ( da "Nuova Venezia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: in mostra le foto di dolore e tortura Da oggi alla Bevilacqua La Masa di Silvia Zanardi Manette, manicotti rigidi, catene, «docce gabbia», «ferma fascette», fasce. Era realtà, erano grida, dolori, nervi tesi, torture. Disagi. Un tema di cui si parla spesso ma che da oggi al 5 aprile, nella galleria della Bevilacqua La Masa a San Marco,

Casa Bianca preoccupata per i diritti umani in Cina: dialogo sul Tibet ( da "Rai News 24" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Tibet | 10 marzo 2009 Casa Bianca preoccupata per i diritti umani in Cina: dialogo sul Tibet La Camera approva una mozione per il Tibet La Casa Bianca ha espresso "preoccupazione" per il rispetto dei diritti umani in Tibet ed ha lanciato un appello per il dialogo fra il Dalai Lama e le autorita' cinesi.

Le Borse decollano, Milano sale del 7 per cento ma è allarme lavoro: in due mesi persi 370mila posti - Berlusconi: in aula votino solo i capigruppo. No di Fini - Il Liechtenstein c ( da "Dagospia.com" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Editoriale di Franco Venturini: "Diritti umani, l'ora di cambiare". Fotonotizia: "Arresti revocati per i due romeni. Ma restano in cella per altri reati". Al centro: "Tremonti: casa,ferma al 10 per cento l'Iva sui valori" e "Anche in Italia più disoccupati: 370mial in due mesi".

Tibet: Cina a usa, critiche ingiustificate minano rapporti ( da "KataWeb News" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E abbiamo chiesto a Washington di smettere di usare il Tibet per interferire nei nostri affari interni", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Ma Zhaoxu. Ieri la Casa Bianca si era dichiarata preoccupata per la situazione dei diritti umani in Tibet e aveva sollecitato la ripresa di un dialogo "sostanziale" tra Pechino e i rappresentanti del Dalai Lama. AGI

TIBET, CRESCE LA TENSIONE STATI UNITI-CINA ( da "Wall Street Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Tibet, cresce la tensione Stati Uniti-Cina -->La Casa Bianca in pressing: «Grande preoccupazione per il rispetto dei diritti umani, riaprire il dialogo con il Dalai Lama». Pechino: «Accuse gratuite, relazioni a rischio».

Convegno Durban 2 al Senato, domani ( da "Blogosfere" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Centro di monitoraggio delle Ong per i diritti umani On. Gianni Vernetti, Vicepresidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia - Israele Presiede: On. Enrico Pianetta, Presidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia - Israele giovedì 12 marzo 2009, ore 16,00 Senato della Repubblica - Sala Capitolare chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva -

Tibet/ Cina a Usa: "accuse gratuite", a rischio nostre ( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: le preoccupazioni espresse ieri dalla Casa Bianca per il rispetto dei diritti umani in Tibet. Per Pechino, inoltre, queste accuse potrebbero portare a un peggioramento delle relazioni tra i due Paesi. "Ignorando i fatti, gli Stati Uniti hanno fatto della accuse gratuite contro la Cina sulla questione tibetana", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Affari esteri,

Tibet, cresce la tensione tra Usa e Cina ( da "Stampaweb, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per il rispetto dei diritti umani in Tibet. «Siamo preoccupati per la situazione dei diritti umani e pensiamo che un dialogo serio permetterebbe di fare progressi per trovare soluzione a problemi irrisolti da molto tempo e rappresenterebbe il miglior modo di giungere ad una stabilità effettiva e durevole», ha spiegato il portavoce Robert Gibbs.

Pensare con <fedeltà dialettica>, esempio di laicità fra cattolici ( da "Avvenire" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: è mai stata una Dichiarazione universale dei diritti umani, e quindi un'omogeneità di valori di fondo come oggi. L'umanità è divisa su famiglia e bioetica, ma l'impegno non è di rispettare l'altro, perché 'straniero morale', ma di ragionare con lui per arrivare a una convergenza». Quanto al problema dell'obbedienza, «non bisogna dimenticare che la Chiesa deve garantire l'

MATCH, UN PROGETTO DI LAVORO PER I DISABILI ( da "Basilicanet.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attuato un superamento della dimensione economica come vincolo di esigibilità del diritto: una persona con disabilità , adesso, può² adire verso un tribunale e rivendicare la violazione di un proprio diritto soggettivo, in ragione della violazione del proprio ineludibile diritto umano. Il progetto Match avrà sede a Lauria abbracciando i dodici comuni dellâ?

Senato/ Chiti riceve presidente Associazione Sinti italiani ( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il presidente dei Sinti Italiani ha chiesto al vicepresidente Chiti di portare a conoscenza del Senato l'attività svolta dall'associazione e di poter incontrare la presidenza della Commissione per la tutela e la promozione dei Diritti umani del Senato della Repubblica.

Terrorismo/ Gb, Brown: in corso indagini su accuse tortura ( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: inchiesta sul ruolo dei servizi nelle presunte torture inflitte in Pakistan a cittadini britannici: funzionari dell'Mi5 avrebbero consegnato dei presunti terroristi alla sicurezza pachistana perché venissero interrogati con metodi violenti e torture, pratiche smentita dai servizi di sicurezza attraverso un comunicato trasmesso dal Ministero degli Interni: "Non abbiamo mai partecipato,

IL 17-3 APPUNTAMENTO CON â ALTROCINEMAPOSSIBILEâ ( da "Basilicanet.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: il cinema dei diritti umani. Martedì
17 marzo alle ore 21 presso il ridotto del Teatro Stabile a Potenza, ingresso libero, sarà proiettato il film â??L'orchestra di Piazza Vittorioâ?
, di Agostino Ferrente. Considerato il ristretto spazio della sala a disposizione consigliamo di prenotare la visione del film inviando una mail a: info@

Ginevra: l'altro perché (oltre agli attacchi a Israele) del no della Farnesina ( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: in contrasto con i diritti umani", così da fare dello stato ebraico "una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale" - hanno convinto il governo di Roma a disertare la conclusione dei lavori di Ginevra e, dunque, la conferenza stessa ("United against racism: dignità and justice for all") che si terrà nella città svizzera tra il 20 ed il 24 aprile prossimi.

Un manifesto per la scomunica ( da "AprileOnline.info" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: affermazione dei diritti umani e civili! L'intento della mia "provocazione" è quello di provare a mettere a nudo una verità... statistica: a nome di quante persone, in realtà, le gerarchie ecclesiastiche di tutto il mondo parlano? Se, per coerenza e per diritto canonico, esse scomunicassero in un sol colpo tutti gli "eretici",

Con le impronte cinque minuti per un solo voto ( da "Unita, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sulla mozione bipartisan per il rispetto dei diritti umani in Tibet, è durato oltre 4 minuti e mezzo. Sì all'unanimità, ma una rovina rispetto alla media degli oltre duemila voti espressi in un solo minuto nei primi dieci mesi di legislatura. Certo, col tempo ci si prenderà la mano. Ieri, qualche disguido ma non tanti.

Argentina/ Desaparecidos, Corte suprema: processi troppo ( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: occupano di casi legati alle violazioni dei diritti umani". La decisione della Corte giunge nel pieno di una polemica sorta tra governo e magistratura per velocizzare le procedure; una settimana fa, aprendo le sessioni ordinarie del parlamento, il presidente Cristina Fernandez de Kirchner aveva sollecitato misure appropriate e sanzioni ai giudici responsabili di eventuali negligenze.


Articoli

Kenya, scontri in piazza (sezione: Diritti umani)

( da "City" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Kenya, scontri in piazza NAIROBI (Kenya) - È finita in guerriglia urbana, con lanci di lacrimogeni e una sassaiola contro la polizia che ha sparato alcuni colpi, la manifestazione degli studenti che ieri ha attraversato Nairobi. In 2.000 sono scesi in strada dopo l'uccisione di un loro compagno di studi e di due attivisti per i diritti umani della Fondazione Oscar che avevano denunciato le esecuzioni sommarie commesse dalle forze di polizia. I dimostranti hanno chiesto giustizia e urlato slogan contro il capo della polizia. Dopo l'omicidio dei due attivisti, avvenuto in pieno giorno nel centro di Nairobi, gli studenti si erano opposti alle forze di polizia che volevano recuperare i corpi, gli agenti avevano sparato e uno studente era rimasto a terra. Il capo della polizia ha ammesso l'uso eccessivo della forza e ha annunciato l'arresto di tre poliziotti. Il primo ministro Raila Odinga ha chiesto l'avvio di un'indagine indipendente. City 11 marzo 2009

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Terrorismo e diritti L'Onu boccia Londra (sezione: Diritti umani)

( da "City" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Terrorismo e diritti L'Onu boccia Londra Un rapporto dell'Onu ha criticato duramente la Gran Bretagna per aver violato diritti umani fondamentali nella lotta al terrorismo. Il rapporto censura la collaborazione di Londra con la Cia nelle operazioni di "extraordinary rendition": trasferimento di detenuti in posti dove rischiavano di essere sottoposti a torture. 11 marzo 2009

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<Mi dicevano: hai fatto così, vero? Poi i calci per farmi confessare> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

I verbali «Mi dicevano: hai fatto così, vero? Poi i calci per farmi confessare» Il «biondino» accusa gli agenti romeni. La polizia: «Non è mai rimasto solo con loro» I due romeni arrestati (Eidon) ROMA Il passo decisivo, falso o vero che sia, è nelle tre parole pronunciate dalla giovanissima vittima quando le hanno messo davanti alcune foto. Comincia lì l'indagine dei paradossi, nel momento in cui Alice come l'ha chiamata il giudice nei suoi provvedimenti, per proteggerne l'identità di minorenne si ferma sull'immagine numero 5 e afferma di riconoscere «senza alcun dubbio» il suo violentatore. Dice proprio così, nel verbale: «senza alcun dubbio ». Il volto ritratto nella segnaletica è quello di Alexandru Loyos Isztoika, «il biondino » di nemmeno vent'anni. Indicato come colui che l'ha stuprata «con rabbia», non uno che guardava o stava da quelle parti. Poi, di fronte alla fotografia numero 12, parla di un viso dalle «caratteristiche molto somiglianti» all'altro aggressore; è il ritratto del terzo romeno di questa storia, Ciprian Cioschi, l'uomo a cui mancano tre dita alla mano destra, che secondo gli accertamenti comunicati dal Consolato di Bucarest alla polizia italiana «sembra» sia tornato in patria tra il 10 e il 12 febbraio, cioè due giorni prima dello stupro della Caffarella. Il ragazzo di Alice, Mimmo (altro nome di fantasia) guardando la faccia di Cioschi, dice di riconoscerlo «con estrema certezza ». Ma considerato che era già a casa sua da due giorni (o almeno «sembra»), i sospetti si concentrano su Isztoika, il quale entra in questura il pomeriggio del 17 febbraio e l'indomani ne esce in manette, con l'accusa di violenza sessuale di gruppo e rapina per sé e per l'uomo che ha indicato come suo complice, Karol Racz. I test del Dna Qualche giorno dopo è arrivato il risultato del test del Dna, che con altrettanta certezza esclude che i due romeni arrestati siano gli stupratori della Caffarella. Le conclusioni della polizia scientifica sono nette: «Uomo 1 e Uomo 2 cioè le identità a cui ricondurre i profili genetici estratti dai tamponi presi alla vittima e dagli altri reperti trovati sul luogo dell'aggressione non sono Racz Karol e Isztoika Alexandru». L'esito è uguale per tutti i campioni, e l'ultima comunicazione riguarda la macchia di sangue trovata sui pantaloni sequestrati nella tenda dove abitava Isztoika: è sangue suo, non di Alice né di nessun altro. Questo è un punto fermo dal quale l'indagine dei paradossi difficilmente potrà prescindere, nonostante i tentativi di ridurlo a un risultato ancora incompleto fatti anche ieri dal pubblico ministero davanti ai giudici del Riesame. Dice che gli specialisti della polizia scientifica non hanno specificato i protocolli e le procedure seguite per arrivare a quelle conclusioni, avventurandosi lungo un sentiero impervio e pericoloso se si pensa a quanti casi vengono dichiarati «risolti » dall'accusa dopo gli stessi accertamenti compiuti negli stessi laboratori. Dunque c'è un riconoscimento fotografico «indubbio» contro un esame scientifico forse ancor più sicuro, ad arrovellare la polizia e i magistrati di Roma. Tenendo ovviamente conto del terzo paradosso di questa storia dai contorni tuttora inafferrabili: la video-confessione (completa di accusa al suo amico Racz) poi ritrattata da Isztoika. In realtà alcuni particolari della violenza, per come li ha riferiti il «biondino», non sono perfettamente coincidenti con la testimonianza dei due ragazzini; ma questo dettaglio potrebbe essere interpretato come una prova a favore della genuinità del racconto, giacché eventuali «imbeccate» non dovrebbero discordare dalla versione delle vittime. Davanti al giudice Isztoika ha riferito le ripetute percosse che l'avrebbero convinto alla falsa confessione: «Mi hanno picchiato, mi hanno tirato dai capelli giù... Mi hanno buttato per terra, mi hanno dato calci, mi hanno tirato la giacca in testa e... mi hanno menato». S'è tolto la maglietta e ha mostrato il costato, ma il magistrato ha rilevato «solo un lieve rossore sotto una delle ascelle». Secondo Isztoika, a picchiare erano i poliziotti romeni «incontrati qua in questura, erano quattro», ma poi precisa che «ci stava solo uno presente quando mi menava», e nessun italiano. Le minacce e le botte Avvertito che avanzando false accuse contro i poliziotti poteva aggravare la sua posizione, Isztoika ha insistito: «Quando sono stato solo con loro tre o quattro persone (...) mi hanno fatto sedere a una sedia e ha iniziato a picchiarmi; prima ha parlato bene, ha detto: "Così tu hai fatto", ho detto: "Non le ho fatte io queste cose, che non faccio", e ha iniziato a menarmi: "No, tu l'hai fatto, noi abbiamo tutte le prove", ha detto loro hanno tutte le prove, le impronte, il Dna... E mi ha detto che mi ha riconosciuto dalla foto. Sì, va bè, le foto, ogni tanto ci sono uomini che somigliano uno all'altro, no?». Per spiegare «l'indottrinamento», l'interprete ha tradotto così le parole del romeno: «Dice che non gli hanno suggerito direttamente, ma attraverso le domande. Cioè, nel senso che gli hanno chiesto come era vestita la ragazza, lui si è buttato e ha detto jeans, quelli hanno detto "non è vero jeans" e l'hanno menato; poi ha detto gonna corta, anche quello non è andato bene. Insomma, dice che finché non diceva la cosa giusta, perché loro sapevano quello che è giusto, questo dice lui, e finché non diceva così lo menavano ». L'interrogatorio Una tortura vera e propria, quindi. La polizia afferma ovviamente il contrario, forte di relazioni di servizio secondo le quali Isztoika non è mai rimasto da solo coi romeni, né ha subito violenze o pressioni. Davanti al giudice il pubblico ministero ha chiesto perché, dopo il suo arrivo, nell'interrogatorio video- registrato in cui sembrava del tutto tranquillo, non ha fatto cenno ai maltrattamenti. «Non lo sapevo chi siete, con chi stavo ha risposto il "biondino" . Non l'avevo capito perché c'erano tanti...». L'accusa continua a mostrarsi sicura del fatto suo, certa che queste siano solo calunnie già viste tante volte. Ma si scontra nuovamente con la prova del Dna, quella che torture o non torture certifica che Isztoika non ha violentato Alice. La quale l'ha invece riconosciuto «senza alcun dubbio ». Un accumulo di paradossi dal quale non si salva nemmeno Cioschi, il «terzo uomo » che sta in Romania e sul quale ora si faranno per rogatoria internazionale i confronti del Dna; gli stessi che hanno già scagionato i due indagati ufficiali, ma non ritenuti sufficienti dal pubblico ministero a far cadere l'accusa di violenza sessuale di gruppo. Giovanni Bianconi stampa |

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Addio ai "pianisti": a Montecitorio c'è il nuovo voto (sezione: Diritti umani)

( da "Cittadino, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Addio ai "pianisti": a Montecitorio c'è il nuovo voto n La Camera dice addio ai "pianisti", i deputati che votano anche per i colleghi assenti. A Montecitorio si è tenuta ieri la prima votazione con il meccanismo che attiva le postazioni mediante le impronte digitali: un sistema che rende impossibile votare per altri e che chiude anni di proteste, contestazioni e accuse tra maggioranze e opposizioni. Da oggi, dunque, si cambia. Il battesimo del fuoco per il voto con le impronte è durato circa cinque minuti e ne è emerso un sì unanime a sostegno della mozione bipartisan sul rispetto dei diritti umani in Tibet. Prima di indire la votazione, il presidente della Camera Fini ha nuovamente illustrato ai deputati passo passo la procedura da seguire, scusandosi «per questa prima volta dell'atteggiamento pedagogico». Le nuove tessere ritirate dai deputati sono in totale 613: di queste 18 non contengono le "impronte" ed appartengono ai deputati che hanno detto no al nuovo sistema. Tredici deputati sono stati esentati per «cause tecniche»: ci sono state, ha chiarito Fini, «particolari difficoltà nel rilevamento delle loro impronte».

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Pianisti addio La Camera usa il dito (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercoledì 11 Marzo 2009 NAZIONALE Pagina 2 Pianisti addio La Camera usa il dito Dalle 19.10 di ieri, la Camera dice addio ai «pianisti», i deputati che votano anche per colleghi assenti: è stato infatti attivato il meccanismo che consente il voto attraverso «minuzie» delle impronte digitali. Dal voto è emerso un sì unanime alla mozione sul rispetto dei diritti umani in Tibet. Prima di indire la votazione, Fini ha illustrato ai deputati la procedura da seguire, scusandosi «dell'atteggiamento pedagogico». Le tessere ritirate sono 613: di queste, 18 non contengono le «minuzie», e appartengono ai deputati che hanno detto no al nuovo sistema. Tredici deputati sono stati esentati per «cause tecniche» («Difficoltà», dice Fini, «nel rilevamento delle loro minuzie»). È stato deciso che nelle postazioni del comitato dei nove e in quelle dei segretari d'aula dei singoli gruppi si voterà col vecchio sistema, per consentire a chi occupa quei posti di dare al gruppo di appartenenza l'indicazione di voto. «È andata benissimo», dice Fini, «a parte qualcuno che faceva palesemente finta che non funzionasse...».  

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Il sindacato di polizia Ugl Intolleranza sui treni (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercoledì 11 Marzo 2009 CRONACA Pagina 10 DENUNCIA. Un comunicato parla di «un esasperato quanto eccessivo esercizio di potere utilizzato per mortificare la dignità» di utenti di origine non italiana Il sindacato di polizia Ugl «Intolleranza sui treni» «Episodi perpetrati da dipendenti delle Ferrovie verso i viaggiatori stranieri trovati privi di biglietto» «Episodi di intolleranza sono stati perpetrati da parte di alcuni dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato verso i viaggiatori stranieri, trovati privi di biglietto o con biglietto non regolare». È questo il succo di una denuncia che la segreteria provinciale Ugl della polizia ha fatto attraverso un comunicato stampa, in cui segnala di aver inutilmente evidenziato i problemi al dirigente del Compartimento di polizia ferroviaria per Verona e il Trentino Alto Adige. L'Ugl parla di una «gravosa situazione» dei poliziotti in servizio a Porta Nuova, «dei quali, nel tempo, abbiamo visto accrescere il malcontento e il malessere causato dal pessimo clima lavorativo creatosi con i dipendenti delle Ferrovie, che, giorno dopo giorno, è divenuto sempre più pesante e di particolare tensione» All'origine del «disagio» e del «malessere» degli agenti durante i servizi di controllo straordinari predisposti nella stazione ferroviaria e a bordo dei treni viaggiatori, nonché durante gli interventi per irregolarità di viaggio è, a parere del sindacato di polizia, «l'approccio errato da parte dei ferrovieri nei confronti degli operatori della polizia». E da questo parte la denuncia, che resta però sul generale. Nemmeno il segretario provinciale Angelo Calvario, infatti, ha voluto scendere nel dettaglio, limitandosi a dire che si tratta episodi già segnalati per via gerarchica. «Rileviamo costanti e quotidiani interventi», è scritto comunque nel comunicato, «che non solo disattendono il rapporto di collaborazione con gli operatori della polizia o violano la vigente normativa in materia verbalizzazione delle sanzioni, ma evidenziano modalità che risultano poco convenzionali, espressione di un esasperato quanto eccessivo esercizio di potere utilizzato per mortificare la dignità dei viaggiatori stranieri, trovati privi di biglietto o non regolare». E più avanti: «abbiamo appurato personalmente che in base alla nazionalità dei viaggiatori, esistono diversi metri e diverse misure di verbalizzazione delle sanzioni». Nel mirino dell'Ugl ci sono in particolare le squadre anti evasione, rimesse sui treni dal 1 marzo. «Crediamo che siano inopportuni quanto inadatti, se non addirittura impropri e/o illegittimi, i comportamenti tenuti da alcuni componenti delle squadre di controlleria anti evasione o dal personale viaggiante, e che, inevitabilmente, investono negativamente tutto il sistema, con una pesante ricaduta sui rapporti di collaborazione. Il dovere morale ed etico di denunciare questi incresciosi episodi di intolleranza perpetrati da parte di alcuni dipendenti delle Ferrovie verso i viaggiatori stranieri, non è sicuramente discutibile, in quanto siamo fortemente convinti che non esistano deroghe ai dettati degli articoli 2 e 3 della Carta Costituzionale italiana, che riconoscono i diritti inviolabili dell'uomo, la pari dignità sociale e l'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge». L'invito finale è quindi «ad arginare questo fenomeno e l'intervento autorevole di quanti ricoprono ruoli di responsabilità nella gestione dei dipendenti, per comminare le opportune sanzioni disciplinari», oltre «a un confronto mirato a eliminare ogni forma di comportamento vessatorio nei confronti dei viaggiatori stranieri, per ristabilire e sancire nell'operatività quotidiana la cultura della legalità e il rispetto dei diritti umani, valori naturali e inalienabili nell'interesse di ognuno». G.B.  

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"angelica è innocente, rivedete il caso" - giuseppe porzio (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina V - Napoli "Angelica è innocente, rivedete il caso" Dubbi sulla condanna della rom: interviene anche il Consolato Usa La difesa: la nomade non ha rapito la neonata Chi l´accusa ha già mentito Gli atti non sono mai stati tradotti nella lingua madre e l´imputata non capisce l´italiano GIUSEPPE PORZIO Non è certo se il suo nome sia Angelica o Maria. Quel che per il Tribunale dei minori è certo, è che la giovane nomade di origini rumene e dai troppi alias cercò di rapire una neonata. La rom è stata condannata, in primo grado, a 3 anni e 8 mesi. Una sentenza che però non ha affatto chiuso il caso, tanto da far scendere in campo, per chiedere che sia fatta chiarezza, riaperto il caso, l´Union Romanì (organismo internazionale per la salvaguardia dei diritti delle comunità rom), oltre all´Opera Nomadi e a Soccorso legale, che denunciano «violazioni dei diritti umani» e la «palese condanna mediatica di una innocente». Accanto a loro la Comunità di Sant´Egidio, Mani Tese, il Comitato napoletano per i rom, l´Osservazione e i gruppi Everyone e "Chi rom chi no". Ma il caso è ora anche all´attenzione del Consolato generale americano, che ha chiesto gli atti del processo. Della questione si interessa pure la senatrice Pd Annamaria Carloni, che farà un´interrogazione parlamentare. I fatti risalgono alla sera del 10 maggio. Per come l´hanno ricostruita gli inquirenti (tesi sposata dal Tribunale), Angelica si sarebbe introdotta in un appartamento di Ponticelli, avrebbe afferrato la bimba seduta in un dondolo e tentato la fuga, fermata sul pianerottolo dalla mamma della piccola rapita, poi rincorsa e quasi linciata dai familiari della donna. Un episodio che innescò la cacciata dei rom dalle baraccopoli di Ponticelli anche con raid incendiari. Angelica, 16 anni compiuti a novembre scorso, è stata condannata per sequestro di persona. La sentenza è del 15 gennaio. Otto mesi sono trascorsi tra indagini e dibattimenti, nel corso dei quali la ragazzina ha sentito pronunciare le accuse formulate nei suoi confronti senza comprenderle, perché solo di recente - come testimoniato da una mediatrice culturale di Nisida - avrebbe cominciato a masticare un po´ d´italiano. Né gli atti sono mai stati tradotti in lingua madre, dando così la possibilità all´imputata di scegliersi il rito. Angelica è stata inoltre giudicata senza che le fosse concesso il gratuito patrocinio di un avvocato (che l´ha comunque assistita gratuitamente), perché per i giudici « «potrebbe avere dei capitali in patria». Ed è stata condannata senza la concessione di alcuna attenuante, a causa di un precedente per furto che all´epoca del dibattimento non era passato in giudicato. Ma sono altri gli elementi sui quali la difesa invoca chiarezza. Su tutti, il fatto che l´episodio è stato ricostruito sulla base della sola testimonianza della madre della neonata: «Nel valutare l´attendibilità della teste - spiega Christian Valle, legale dell´imputata - non si è tenuto affatto conto di una precedente condanna nei suoi confronti proprio per falsa testimonianza». Si sottolinea inoltre che dal momento in cui la donna si è accorta dell´assenza della piccola, in cucina, a quando l´avrebbe trovata sul pianerottolo in braccio alla rom, sarebbe trascorso troppo tempo, abbastanza perché la presunta rapitrice si allontanasse. Perché, allora, avrebbe indugiato davanti all´uscio di casa? Ancora un dubbio avanzato dalla difesa: è stato provato che la sera in cui si sarebbe consumato il rapimento, la giovane avrebbe agito senza complici e mezzi di trasporto. «Assurdo ipotizzare - sottolinea il legale - che avrebbe potuto pensare di passare indisturbata, portando in braccio una bimba a piedi fino al campo rom nel quale risiedeva, che dista alcuni chilometri dalla casa». Lo stesso Tribunale ha accertato che la giovane ha agito senza la copertura di altri, per cui il rapimento e un´eventuale richiesta di riscatto avrebbe dovuto organizzarli in proprio. Dubbi che si addensano su di una vicenda che rischia di diventare un caso diplomatico.

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striscione per il tibet dal ponte di rialto (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Venezia, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CINQUANTENARIO DELL'OCCUPAZIONE Striscione per il Tibet dal ponte di Rialto Uno striscione dal ponte di Rialto per sostenere la causa del popolo tibetano e del Dali Lama. Nel cinquantesimo anninversario dell'occupazione cinese in Tibet, il giorno dopo gli scontri e gli arresti di cento momaci tibetani ad opera della polizia cinese, ieri Venezia è stata nuovamente teatro di una manifestazione improvvisata in favore dell'indipendenza e dei diritti umani della regione del Tibet. A promouovere l'iniziativa l'associazione Italia Tibet, che aveva promosso anche l'assegnazione della cittadinanza onoraria da parte dei comuni di Roma e Venezia. Manifestazione di solidarietà che si è svolta nel primo pomeriggio, a cui hanno partecipato numerosi simpatizzanti dell'associazione e della causa per la libertà del Tibet. Sono intervenuti anche l'assessore alla Pace del Comune Luana Zanella, il presidente del Consiglio comunale Renato Boraso, che in mattinata aveva appeso sulla porta del suo ufficio la bandiera del Tibet. Solo un mese fa Venezia era stata teatro della consegna della cittadinanza onoraria al Dali Lama. «La nostra città è luogo di tolleranza e dialogo tra i popoli e le religioni», ha detto Zanella. «Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo tibetano», ha detto Boraso, «che lotta per il riconoscimento della democrazia. La questione dell'indipendenza del Tibet torna dunque di attualità. Il mese scorso nell'ambito della giunta si erano levate anche voci critiche. «Potrebbe mettere a rischio i nostri rapporti con la Cina», avevano detto l'assessora Laura Fincato e il vicesindaco Michele Vianello. (a.v.)

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Fibronit, indagini anche all'estero (sezione: Diritti umani)

( da "Provincia Pavese, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

La magistratura pronta al «processo-pilota». Il legale plaude i pm: «Stanno facendo un ottimo lavoro» «Fibronit, indagini anche all'estero» Ieri l'incontro tra il procuratore De Socio e l'avvocato di alcune famiglie BRONI. Un'accelerazione da parte della magistratura sul caso Fibronit. Nei suoi primi tre mesi il neo procuratore Francesco De Socio ha preso in mano la più delicata delle questioni giudiziarie della provincia: quella delle vittime dell'amianto, delle famiglie che piangono i loro cari morti per mesotelioma. In contatto con il sostituto Maria Gravina, titolare dell'inchiesta, ha tracciato la linea che la procura intende seguire nella vicenda, ossia un «processo-pilota» che in qualche modo detti la linea. Anche perché l'ipotesi contraria, quella di un «maxi processo» con centinaia di parti offese pare difficile da percorrere. Una scelta che sembra sia stata confermata anche l'altro ieri in un importante incontro tra l'avvocato Ezio Bonanni, tra i principali relatori del convegno bronese "Amianto, Bonifica e Giustizia", e lo stesso De Socio. Insieme a lui, la famiglia Mingrino al completo. E' stato lo stesso procuratore a convocare il legale romano dopo la presentazione d'istanza da parte della sua assistita, Emilia Mingrino, alla luce dell'articolo 6 della convenzione europea dei diritti umani: «Emilia Mingrino ha con questo evidenziato che il padre è deceduto nel dicembre del '99 mentre lei è ancora in attesa che il procedimento venga definito. In un modo o nell'altro», ha spiegato l'avvocato Bonanni. Le risposte ricevute dal procuratore sono state, secondo Bonanni, molto positive: «Il procuratore ha evidenziato un impegno costante dell'organo procedurale per rendere giustizia alle vittime dell'amianto uccise o gravemente lese dall'esposizione nel loro ambiente di lavoro», ha sottolineato il legale che poi ha aggiunto: «Ho informato il procuratore sulla nostra intenzione di avviare indagini difensive per accertare tutti i responsabili del caso Fibronit, e non solo in Italia...». Tra le comunicazioni dell'avvocato Bonanni sulla vicenda giuridica legata alla Fibronit in primis le imputazioni: "A nostro sommesso avviso, anche alla luce del gran numero delle vittime, è ipotizzabile il reato di strage per dolo eventuale. In attesa, continuiamo con gli accertamenti. Abbiamo chiesto di verificare se la Fibronit e le altre società implicate pagavano il premio supplementare Inail per l'asvestosi. Inoltre abbiamo preannunciato la costituzione a parte civile, se e come ci sarà il processo, di tutte le associazioni vittime amianto oltre che delle singole vittime. Ho informato il procuratore che chiederemo al comune di Broni copia dei progetti di concessione e permessi e copia delle delibere di consiglio e di giunta eventualmente adottate per tutelare la salute dei propri cittadini». Ciò che l'avvocato Bonanni vuole portare all'attenzione pubblica è soprattutto la situazione attuale a Broni: «Faccio presente che ad oggi il sito dimesso è ancora carico di amianto e costituisce ancora ad oggi nel 2009 un'ipoteca sulla salute dell'intera cittadinanza. Per mio tramite le associazioni di tutta Italia rivolgono un pressante appello a tutte le istituzioni affinchè si dia inizio alla bonifica e che sia portata a termine nel più breve tempo possibile. Chiederemo a tal proposito alle istituzioni di verificare i motivi per i quali a oggi c'è ancora amianto nell'ex fabbrica visto che l'attività è stata interrotta da diversi anni». L'atteggiamento dell'avvocato Bonanni è di fiducia nei confronti della procura della Repubblica: «Il procuratore De Socio, professionista attento e preparato, umanamente cordiale, ha tenuto a evidenziare l'incessante e giornaliero impegno per perseguire la giustizia per le vittime e i malati. In qualità di legale e rappresentante di tutte le associazioni esprimo un ringraziamento per questo colloquio con l'auspicio che quanto prospettato sia lo strumento per rendere quella giustizia, anche terrena, che i familiari chiedono». (f.ma.) (ha collaborato Simona Contardi)

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I grandi cantieri che tradiscono Pavia (sezione: Diritti umani)

( da "Provincia Pavese, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

NECA, CRAVINO E S. MATTEO I grandi cantieri che tradiscono Pavia La collina che si sta realizzando presso l'area Neca, la grande mole del nuovo Policlinico e l'espansione del campus Cravino sono costruzioni che per scala e importanza funzionale inevitabilmente trasformeranno una parte della nostra città, Pavia Ovest. Nel prendere corpo, questi cantieri tradiscono una certa indifferenza rispetto al contesto in cui sono inseriti: sia rispetto a quanto di costruito già esiste, sia a quanto si sta per costruire a ridosso delle rispettive aree. Ad incominciare dal rapporto con i sistemi di mobilità esistenti e previsti, questi tre interventi, che di fatto contribuiscono a rendere più esterno il baricentro funzionale della città, mancano di una visione di sistema, privilegiano il collegamento con la tangenziale a scapito di altri. L'ipotesi di comprendere al proprio interno un tratto del «trenino» abbozzato nel Prg, o per lo meno di relazionarsi con esso, è del tutto assente sia in Policlinico che al Cravino. Solo per la Neca, la giunta, prima di cadere, ha richiesto che il progetto contemplasse un «corridoio» interno all'area compatibile con un tratto di trasporto su rotaia, senza però dare indicazioni sul tracciato generale dello stesso. Sempre per la Neca, il rimandare la soluzione delle problematiche di accesso all'area e dei relativi flussi di traffico, priverà i progettisti di informazioni fondamentali per elaborare uno schema funzionale corretto dell'intervento (tra le altre destinazioni non è da sottovalutare l'impatto di un centro congressi e un parcheggio d'interscambio). Anche per il Policlinico, la viabilità di progetto (che manca) è una nota dolente che si affianca alle problematicità, che andranno risolte, legate alla scelta di allontanarsi dalla città. Molto ci sarebbe da dire anche su come i lunghi iter procedurali abbiano inciso (poco) sugli aspetti compositivi degli interventi. Risultati evidenti del correre da soli di questi progetti frutto della mancanza di un disegno generale di questa parte di città, sono, per esempio, il rifiutare qualsiasi integrazione con le lottizzazioni che stanno «spuntando» proprio a ridosso del cantiere da parte dell'intervento al Cravino o l'idea onerosissima di ricoprire quello che resta della valle del Navigliaccio (alla quale si vorrebbe intitolare un parco) con la improbabile collina prevista nella versione preliminare della Neca. Temo che questi interventi diverranno, al tempo stesso, un monumento alla capacità di fare delle rispettive proprietà ma anche un monumento alla incapacità del sistema Pavia di integrare, in modo sinergico, le «eccellenze» con le «normalità». Davide Tremolada Intraversato, Pavia La logistica di Bressana Cava Manara e Pinarolo Abbiamo letto la lettera del «coordinamento dei comitati e delle associazioni contro la Broni-Pavia-Mortara» circa la logistica di Bressana. Ci saremmo aspettati che assieme alla contrarietà di Castelletto di Branduzzo fosse ricordato il voto contrario dei Comuni di Cava Manara e di Pinarolo Po, motivato sia dal diniego del Comune di Bressana alla richiesta della valutazione ambientale strategica (Vas), sia dalle criticità della viabilità locale. Visto l'appello finale agli elettori di tener conto, per le elezioni di giugno, di come hanno votato le varie amministrazioni, non vorremmo che da parte del coordinamento dei comitati vi fosse qualche difficoltà ad estendere l'invito anche ai cittadini dei Comuni che hanno votato contro... Claudia Montagna sindaco di Cava Manara Giuseppe Villani sindaco di Pinarolo Po Che delusione Obama sulle cellule staminali Un'occasione perduta per Obama la decisione di finanziare la ricerca cellule staminali embrionali. I diritti umani hanno una logica inclusiva: non è possibile, pena una funesta contraddizione, promuovere i diritti dei neri, degli ebrei, degli stranieri, dei disabili, eccetera, ma non quelli degli embrioni umani: individui appartenenti alla nostra specie per dato di scienza, non di fede. Da un presidente tanto nuovo, all'inizio di un nuovo millennio, ci si sarebbe aspettato un atteggiamento più coraggioso e meno conformista. Andrebbe poi ricordato, - en passant -, che le sole cure efficaci sinora sperimentate dalla ricerca sulle staminali riguardano le cellule adulte: un motivo in più per lasciar perdere le embrionali. Gianni Mussini Pavia Controlli su chi avrà il contributo regionale La finalità del buono famiglia, l'aiuto economico di 1.500 euro che la Regione Lombardia ha pensato per le famiglie a basso reddito e che hanno almeno 3 figli minorenni è sicuramente encomiabile. In un periodo di grave crisi economica e sociale questo intervento (125 euro al mese) anche se non risolutivo è certamente una boccata di ossigeno. Questo provvedimento dichiaratamente sperimentale meritava forse maggiore informazione sui criteri di assegnazione e in particolare sull'Isr (Indicatore sulla situazione reddituale) che non deve essere superiore a 10mila euro ma che non ha nulla a che vedere con l'Isee o il reddito. Molte persone, come ho potuto accertare personalmente, sono tratte in inganno da questo «indicatore», autoescludendosi dal presentare la domanda. Infine con questi criteri di assegnazione è prevedibile che la stragrande maggioranza dei beneficiari siano stranieri, e fin qui nulla di male ma forse sarebbe stato opportuno fissare una qualche forma di controllo e di riscontro successivo su come è utilizzato l'aiuto di 1.500 euro che poteva benissimo assumere quanto meno la forma di «contributo dedicato». Perchè purtroppo i comportamenti illegittimi, indipendentemente dalla nazionalità dei beneficiari, possono essere dietro l'angolo. Roberto Omodeo Zorini Pavia città per l'Uomo Mai il campo nomadi sulla Vigentina a Pavia Nei mesi di novembre e dicembre 2007, sulla Provincia pavese sono stati riportati molti interventi di assessori della giunta Capitelli, dai quali si intuiva la larvata intenzione di spostare i nomadi, che da decenni stazionano nei piazzali Europa e Bramante, vicino al nuovo supermercato della Vigentina. I consiglieri della Lega Nord, dei quartieri interessati al possibile nuovo insediamento, avevano manifestato il loro dissenso con una immediata protesta. L'addensarsi di problemi sulla giunta portò a disinteressarsi del campo nomadi e non se ne parlò più per l'intero anno 2008. Attualmente pensavo che il campo nomadi alla Vigentina fosse morto e sepolto con la giunta Capitelli. Ma mi sbagliavo. Il 27 febbraio scorso, sfogliando la «Provincia pavese», mi sono imbattuto in una rivelatrice intervista all'ex assessore Brendolise che candidamente conferma i nostri sospetti di un tentato colpo di mano ai danni dei residenti della zona. Nell'articolo, infatti, l'ex assessore ai Servizi sociali si rammarica che la caduta della giunta non gli abbia permesso di realizzare il villaggio, così ha sempre chiamato il nuovo campo nomadi. Nell'intervista si manifesta anche la speranza che i tecnici comunali e i consulenti universitari completino gli ultimi dettagli della struttura; e ci si augura che il villaggio possa essere velocemente costruito dopo le prossime elezioni. L'intervista, che sembra una pagina dal libro Cuore, manca di un piccolo ma importante dettaglio. Con che soldi verrà edificato il villaggio? Nessun dubbio: con i soldi dei cittadini più fortunati dei poveri nomadi. Le esplicite dichiarazioni di un così alto esponente della passata amministrazione, penso abbiano chiarito ai pavesi per chi votare o meglio per chi non votare alle prossime amministrative. Rammento all'assessore che neppure la tanto permissiva Europa impone di costruire villaggi, villette, casette e cottage per i nomadi, sono sufficienti piazzole per la sosta temporanea e basta. Ricordo che la proposta della Lega Nord riguardo ai nomadi è quella che: se sono nomadi nomadizzino, se sono stanziali, affittino o comprino una casa; ogni altra soluzione è un insulto ai cittadini laboriosi e onesti. Fausto Bazzani consigliere della Lega Pavia Nord La gardenia per l'Aism Dico grazie a tutti Vorrei far giungere il grazie di tutte le persone con sclerosi multipla di Pavia e provincia, alle persone che nelle giornate di sabato 7 e domenica 8 marzo hanno acquistato una «mimosa diversa»: le gardenie che venivano offerte nei 13 punti vendita. Le 2024 piantine sono terminate con largo anticipo nella mattinata di domenica con un ottimo risultato economico che contribuirà a finanziare la ricerca scientifica sulla sclerosi multipla in Italia. Il mio grazie personale va a tutti i volontari che hanno partecipato alla raccolta, dai soci Aism al Gruppo Protezione Civile di Corteolona, alla Pro Loco di Giovenzano e Vellezzo Bellini, agli abitanti di Frascarolo, ai responsabili dell Eniclub di Sannazzaro, ai volontari della R.s.a San Riccardo Pampuri di Trivolzio, ai volontari di Vidigulfo. Ma vorrei venisse messo in risalto che, in un momento di crisi economica come quella che stiamo vivendo, forse stanno emergendo i valori veri dell'amicizia e della solidarietà. Circa duemila persone in provincia di Pavia hanno avvicinato i nostri punti vendita per «spendere» 13 euro e acquistare una gardenia dell'Aism. Io penso che questo sacrificio non debba essere sprecato, ma considerato un atto di grande amicizia nei confronti di chi sta lottando per vincere la battaglia contro la sclerosi multipla. Un altro dato che mi permetto di fa risaltare è l'aumento dei volontari che si stanno avvicinando alla nostra associazione; sono giovani e meno giovani, ma insieme hanno un obbiettivo omune: sconfiggere la malattia. Marco Sacchi Aism, Pavia Candidati a Pavia, la forza di essere giovane Facciamo dunque finta che i giochi siano fatti. Cattaneo o Albergati. Si aprono a questo punto discussioni e dibattiti sul pro e contro delle candidature e quelli che sono stati recentemente additati come «contro» del presunto candidato del Pdl, risultano a mio avviso essere i suoi veri punti di forza. Perché nuovo deve essere visto con accezione negativa? Forse perché «giovane» è una delle poche «critiche» che può essere mossa a Cattaneo? Facciamo allora finta, per una volta, di dare credibilità ad un progetto di rinnovamento che si concretizza nei fatti, che lascia da parte i soliti nomi, che punta su un gruppo capace, di esperienza, ricco di entusiasmo e voglia di vero cambiamento. Si parla spesso di lasciare spazio ai giovani, ma appena se ne paventa la reale opportunità, un ostracismo radicato cerca inesorabilmente di boicottare questo processo. Facciamo finta di essere diversi, di volere il cambiamento. Un progetto così ambizioso, a cui è forse anche troppo facile muovere critiche in questa direzione, è il primo vero segno concreto per una nuova Pavia. E invece di fare finta, perchè per una volta, non ci crediamo davvero? Paolo Curzi Pavia

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Prove di handicap con il pallone sonoro (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Prove di handicap con il pallone sonoro Nella palestra di un liceo insieme ad atleti delle Paraolimpiadi.E Giuliano Bellezza dell'Uisp commenta la nuova normativa GLI STUDENTI IN VISITA 11/03/2009 GENOVA. Dopo il Senato, anche la Camera giorni fa ha approvato all'unanimità la legge di ratifica della Convenzione delle Nazioni Uniti sui Diritti delle Persone con disabilità. All'articolo 1 dell'accordo individua quale obbiettivo primario "promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità". La legge istituisce anche l'Osservatorio sulla condizione delle persone con disabilità che avrà il compito di redigere periodicamente un rapporto sulle azioni e gli interventi concreti di attuazione della ratifica. Giuliano Bellezza, portavoce delSettore Diritti e Welfare della Uisp Nazionale, commenta che «si tratta di un segnale importante in un momento in cui lo stato sociale è messo in crisi dallo scenario economico e politico del Paese. Pur essendo l'Italia un paese con una legislazione avanzata in materia, ancora oggi l'integrazione vera è subordinata alla disponibilità economica degli Enti Locali. C'è un grande gap culturale da colmare! Il fatto che in una situazione di crisi generale, il nostro Parlamento ratifichi questo documento, va accolto con entusiasmo». E aggiunge: «L'articolo 30 della Convenzione è dedicato alla "Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport", e tra le altre cose impegna gli "Stati Parti" ad adottare le misure adeguate per "incoraggiare e promuovere la partecipazione più estesa possibile delle persone con disabilità alle attività sportive ordinarie a tutti i livelli". Non solo lo sport ha un valore sociale molto forte - dice Bellezza - ma per i cittadini disabili ha una peculiarità trattamentale. Come Uisp, anche in collaborazione con altri soggetti attivi su questo fronte come l'Anpis (Associazione nazionale polisportive per l'integrazione sociale), crediamo che attraverso lo sport sia possibile affrontare meglio i percorsi di cura e di uscita dalla cura, anche per persone con forti disagi ti tipo psichico». Resta ancora tanto da fare: serve intervenire per superare le barriere che relegano, in tante circostanze, i cittadini disabili in condizioni di marginalità. «Anche nella scuola, nelle famiglie, la disabilità significa troppo spesso solitudine». E per rimanere in tema continua il viaggio nelle scuole di Genova e Provincia del Panathlon International Club Genova Levante i cui portavoce ieri erano al liceo classico D'Oria per raccontare il progetto educativo che il Club svolge da un anno. Dal titolo "Un'ora per i disabili e per la prevenzione contro gli incidenti del sabato sera e in motorino" Argomenti strettamente correlati. Ieri agli studenti non solo è stato proiettato un filmato sulle Paraolimpiadi con le 31 discipline sportive praticate da questi atleti speciali, ma si è passati dalla teoria alla pratica in modo suggestivo. In palestra è stato proposto agli studenti normodotati, senza invalidtà alcuna, di provare a muoversi e a giocare a basket sulla carrozzina di un disabile, presente fra gli studenti, che ha subito l'amputazione di una gamba a seguito di un terribile incidente di moto. Ha raccontato spesso, nelle classi, la sua vita e la sua esperienza incluso il periodo seguito all'incidente che lo aveva lasciato quasi privo della voglia di continuare a vivere. Voglia che gli è ritornata anche grazie allo sport, al basket in carrozzina. Adesso fa parte della squadra regionale di basket e si allena per le prossime Paraolimpiadi. Il progetto prevede un'altra testimonianza fra i ragazzi come un "non-vedente", ex calciatore prima della malattia che lo ha privato della vista, ragion per cui gli studenti ricreano una condizione simile alla sua con mascherine coprenti sugli occhi e un pallone sonoro per giocare a calcio. Alla fine i portavoce dell'associazione concludono la giornata con un piccolo sermone in cui ricordano ai ragazzi che le scorribande del sabato sera, le esibizioni in motorino possono portare come conseguenza quella condizione che fin qui gli studenti hanno solo "recitato". Donata Bonometti bonometti@ilsecoloxix.it 11/03/2009

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Irlanda: sì a estradizione di De Juana Chaos (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

ETA Irlanda: sì a estradizione di De Juana Chaos Il delitto di «istigazione al terrorismo» contestato dalla giustizia spagnola all'ex detenuto dell'Eta basca Josè Ignacio de Juana Chaos è motivo di estradizione dall'Irlanda, secondo quanto ha decretato ieri il magistrato el tribunale irlandese, Tom Burgess, citato dall'agenzia spagnola Efe. L'estradizione di De Juana Chao dall'Irlanda, dove l'ex membro dell'Eta si è trasferito dopo l'uscita dal carcere, era stata sollecitata dal magistrato dell'Audiencia nacional spagnola, Eloy Velasco, per sottoporlo a un interrogatorio relativo a un reato di «istigazione al terrorismo», commesso durante una manifestazione in omaggio all'ex terrorista avvenuta a San Sebastian il 2 agosto scorso, all'indomani della sua scarcerazione. Il difensore di de Juana Chao, Edward Fitzgerald, ha annunciato ieri che ricorrerà la decisione del magistrato irlandese, argomentando basandosi su una «violazione dei diritti umani» del suo cliente. Il caso potrebbe dunque approdare alla Camera dei lord di Londra, massima istanza giudiziaria britannica.

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il dalai lama: tibet, un inferno in terra (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 4 - Attualità Il Dalai Lama: «Tibet, un inferno in terra» Durissima denuncia dell'occupazione cinese. «Ma insistiamo col dialogo» NEW DELHI. Il Tibet sotto amministrazione cinese è stato in questi ultimi 50 anni una sorta di «inferno sulla terra» che ha causato la morte di «centinaia di migliaia di persone», ma nonostante questo o forse per questo, il Dalai Lama, massima autorità tibetana in esilio, ritiene che nei confronti di Pechino si debba insistere con l'arma politica del dialogo. Rivolgendosi da Dharamsala (India settentrionale), sede del governo tibetano in esilio, prima ad un gruppo di dignitari buddisti e poi a circa 10.000 persone convenute da ogni dove per ascoltarlo, il Dalai Lama ha usato parole di fuoco nei confronti dei diversi governi cinesi che nell'ultimo mezzo secolo hanno amministrato il Tibet. Con il suo tradizionale stile suadente il Premio Nobel per la Pace 1989, ha assicurato dal tempio buddista di Tsuglang Khang che «si è trattato di un epoca di sofferenze e di distruzione per il territorio ed il popolo del Tibet». Temendo possibili disordini, il governo cinese aveva nei giorni scorsi mobilitato ingenti forze dell'esercito e della polizia nelle province di Sichuan, Gansu e Oinghai impedendovi l'ingresso di stranieri e giornalisti ed effettuando anche numerosi arresti. Con una tempestività insolita per la diplomazia cinese, il ministero degli Esteri a Pechino ha reagito ieri a queste accuse sostenendo comunque di non avere intenzione di rispondere» alle bugie del Dalai Lama». Nello stesso tempo la Cina ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di non votare una risoluzione del deputato democratico Rush Holt che sollecita «il riconoscimento della disperazione del popolo tibetano» e invita ad «uno sforzo multilaterale per trovare una soluzione duratura e pacifica alla questione del Tibet». Una significativa risposta è giunta dalla presidente del Congresso, la democratica Nancy Pelosi che ha proposto ai colleghi di approvare il testo «all'unanimità». Mentre la Casa Bianca si è detta «inquieta» per la situazione dei diritti umani in Tibet. Gli Stati Uniti, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, esortano le autorità cinesi a perseguire il dialogo con i rappresentanti del Dalai Lama. «Gli Usa - ha affermato il portavoce - rispettano l'integrità territoriale della Cina e considerano il Tibet parte della Cina». Nello stesso tempo, però, la Casa Bianca è preoccupata «dalla situazione dei diritti umani in Tibet». E' entrato invece nel merito delle accuse del Dalai Lama il governatore cinese del Tibet, Qiangba Puncong, secondo cui «loro continuano a mentire sulla storia del genocidio tibetano; e la realtà è che la popolazione locale è passata da 1,2 milioni di abitanti del 1959 ai 2,87 milioni attuali». Abile diplomatico e preoccupato di evitare fughe in avanti dei suoi adepti più determinati, il Dalai Lama ha affermato nel discorso ufficiale, quello distribuito dal governo in esilio alla stampa, che «noi tibetani ricerchiamo una legittima e sostanziale autonomia, un accordo che permetterebbe ai tibetani di vivere nell'ambito della Repubblica popolare cinese». «Dando spazio alle aspirazioni del popolo tibetano - ha insistito - la Cina potrà ottenere più facilmente la stabilità e l'unità. E da parte nostra noi non stiamo avanzando alcuna rivendicazione basata sulla storia». Il Dalai Lama ha quindi ricordato l'Incontro Speciale dei tibetani del novembre 2008, in cui «la maggioranza dei tibetani ha decisamente appoggiato il proseguimento della politica della Via di Mezzo», ossia del dialogo con reciproche concessioni. «Speriamo il meglio ma siamo pronti al peggio», ha concluso, aggiungendo che «vi sono ragioni per sperare in una rapida soluzione della questione del Tibet.

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<OGNI individuo ha diritto all'istruzione. Essa deve essere indirizzata al pieno s... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CAMPIONATO GIORNALISMO pag. 10 «OGNI individuo ha diritto all'istruzione. Essa deve essere indirizzata al pieno s... «OGNI individuo ha diritto all'istruzione. Essa deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire il mantenimento della pace». Così recita l'articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. L'istruzione deve essere obbligatoria e gratuita per tutte le persone fino alla scuola media. Ogni Stato, ma anche ogni singola scuola, deve impegnarsi a garantire questo diritto. NONOSTANTE la nostra scuola sia piccola, abbiamo ragazzi provenienti da ben 13 Nazioni diverse. L'orario scolastico è organizzato in modo che vi siano ore dedicate al recupero per gli stranieri che hanno bisogno di imparare o consolidare la lingua italiana, ma anche per ragazzi italiani che incontrano difficoltà. «È possibile realizzare questi percorsi didattici personalizzati grazie al progetto Area a Rischio dispersione scolastica, le cui risorse sono mirate a evitare che gli studenti con maggiori difficoltà abbandonino la scuola» afferma la professoressa Baroni, responsabile del progetto. Ma non sono solo le iniziative attuate a creare un clima adatto al benessere degli studenti. Il nostro ambiente scolastico è familiare e accogliente: tutti i ragazzi si conoscono tra loro, non hanno difficoltà a fare amicizia e stanno volentieri a scuola, perciò anche i nuovi alunni si inseriscono facilmente, come è accaduto di recente per due nostri compagni. Abbiamo a cuore i diritti e i valori umani, siamo consapevoli dell'importanza del reciproco rispetto e ci impegniamo a viverli quotidianamente. Crediamo che la scuola sia il luogo adatto in cui promuovere l'educazione alla pace e all'interculturalità. IN CLASSE abbiamo studiato la Dichiarazione dei Diritti, arrivando alla conclusione che essi sono imprescindibili dai valori umani. Abbiamo approfondito l'argomento vedendo alcuni video sull'immigrazione e sul lavoro minorile, abbiamo studiato l'opera di Gandhi e abbiamo ospitato in classe esperti che ci hanno parlato dell'Islam e dell'Induismo. Queste esperienze ci hanno fatto comprendere che alcuni valori (amore, verità, pace, rettitudine, non-violenza) sono comuni a tutti gli uomini e li uniscono. Ascoltiamo, dunque, l'eco del Mahatma Gandhi: «L'educazione è ciò che libera e per educazione intendo il tirare fuori dal bambino e dall'uomo il meglio di ogni componente: corpo, mente e spirito. L'alfabetizzazione non è né la meta finale né l'inizio dell'educazione. È soltanto uno dei mezzi con cui si possono educare uomini e donne. L'alfabetizzazione, in sé e per sé, non è educazione».

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<Rispettiamo gli altri, senza graduatorie> (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CAMPIONATO GIORNALISMO pag. 10 «Rispettiamo gli altri, senza graduatorie» L'esperienza della classe al «Meeting» di Firenze. Due ragazze intervistate da RaiTre «ABBIAMO diritto ai nostri diritti». Questo è uno degli slogan con cui ci siamo presentati al «Meeting dei diritti umani» di Firenze. Attratta forse dai nostri striscioni, un'inviata di RaiTre ha intervistato Elena, una nostra compagna di classe, che in quel preciso momento, teneva in mano uno dei cartelloni che avevamo creato con la scritta «A cosa è servita la morte di Gandhi?». IL QUESITO della giornalista era assai insidioso. «Secondo te ha chiesto alla ragazza è più importante abolire la pena di morte o lo sfruttamento minorile?». Nel dialogo tra la cronista ed Elena è intervenuta anche Alessia, che ha portato il suo contributo. Le nostre compagne si sono districate bene, rispondendo che non si può fare una classifica dei diritti umani e che quindi hanno tutti la stessa importanza. Con sicurezza dunque le due ragazze hanno tenuto testa alla giornalista, ricevendone perfino i complimenti. È stata un'esperienza molto importante perché ha dato modo sia a Elena che ad Alessia di parlare del percorso didattico che abbiamo svolto, insieme al nostro insegnante di lettere e al Giulio Sensi dell'associazione «Mani Tese». Sebbene un po' intimidite, soprattutto Elena che era l'intervistata, esse sono state molto felici di poter mostrare che avevano affrontato l'argomento in classe e che avevano partecipato al «Meeting» niente affatto impreparate.

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L'Arcobaleno della dignità individuale (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CAMPIONATO GIORNALISMO pag. 10 L'Arcobaleno della dignità individuale LETTERA APERTA LA DOMANDA Cari Diritti Umani, voi siete come i colori dell'arcobaleno, poiché l'arcobaleno esprime la libertà e la bellezza delle vostre individualità e anche Dio segnò con un iris il suo patto di pace con l'umanità, per questo da ora in poi abbiamo deciso di chiamarvi Arcobaleno. Ebbene, ti vorremmo porre alcune domande: per prima cosa desideriamo sapere, chi sei? A cosa servi? Sei veramente utile a questo mondo, perché? In quali luoghi agisci, dove splendi con i tuoi colori? Aspettiamo tue risposte. La scuola di Mutigliano LA RISPOSTA Dopo aver ricevuto le vostre domande e averci riflettuto un po' su, posso rispondervi. Per prima cosa io non sono un essere umano, bensì un insieme di valori, ideali e Diritti che costituiscono moralmente l'uomo. Io sono nato nel momento stesso in cui è nata l'umanità, però sono stato conosciuto grazie al sacrificio di molti uomini, che hanno lottato per affermarmi in tutto il mondo. Il mio scopo è quello di dare a ogni singolo essere umano una dignità, delle libertà e dei valori, senza i quali nessuno può vivere, perché sono il fondamento dell'umanità. Se sono veramente utile a questo mondo sta a voi deciderlo, ma credo che senza di me l'umanità non troverebbe le basi per avere una situazione stabile e pacifica. Io dovrei agire e risplendere soprattutto nelle zone del mondo dove vi sono la fame, la guerra e la miseria, perché lì serve il mio aiuto, però credo che anche le popolazioni dei paesi ricchi abbiano bisogno di me. L'Arcobaleno

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Libertà della persona, accanimento terapeutico, diritto all'informazione: si parlerà ... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 11-03-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Frosinone))

Argomenti: Diritti umani

Mercoledì 11 Marzo 2009 Chiudi Libertà della persona, accanimento terapeutico, diritto all'informazione: si parlerà di Costituzione e diritti civili nell'incontro che il senatore dell'Italia dei Valori Francesco "Pancho" Pardi terrà oggi alle 17.30 a Latina presso la sala "Il Gabbiano" di viale XVIII Dicembre. Con lui interverrà anche il coordinatore regionale Idv Stefano Pedica. Il dibattito toccherà i temi caldi dell'agenda politica e del confronto parlamentare, tra cui la questione del disegno di legge in materia di consenso informato al fine di evitare l'accanimento terapeutico (il ddl Marino) e la tutela della parità dei diritti tra uomo e donna. Il senatore Pardi, tra i promotori nel luglio 2008 del "No Cav day" di piazza Navona, è membro delle commissioni Affari costituzionali e Tutela e promozione dei diritti umani. Durante l'incontro verrà presentata la rete di circoli messa in piedi dall'Italia dei Valori nella provincia pontina.

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Tibet, un inferno in terra (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-03-11 - pag: 11 autore: Diritti umani. Dure accuse del Dalai Lama a cinquant'anni dalla rivolta contro l'occupazione cinese «Tibet, un inferno in terra» Pechino ribatte: bugie, grazie a noi ampie riforme democratiche Marco Masciaga NEW DELHI A 50 anni dalla fallita rivolta contro l'occupazione cinese del Tibet, il Dalai Lama ha ribadito ieri le richieste di autonomia della regione, descrivendo il dominio di Pechino come «l'inferno sulla terra»e indicandolo come la causa della morte di centinaia di migliaia di tibetani. Parlando di fronte a circa 10mila persone riunite a Dharamsala, la città nel Nord dell'India dove ha sede il Governo tibetano in esilio, il 73enne leader spirituale buddhista ha spiegato che «oggi la religione, la cultura, la lingua e l'identità che generazioni di tibetani hanno considerato più importanti della loro stessa vita sono prossime all'estinzione ». Nel corso del suo discorso il Dalai Lama ha ricostruito gli ultimi 60 anni di rapporti con Pechino, soffermandosi sulle «inenarrabili sofferenze» inflitte ai suoi connazionali nel mezzo secolo trascorso da quando, il 17 marzo del 1959, il futuro premio Nobel fuggì da Lhasa a cavallo per andare in esilio volontario in India. Una ricostruzione che è stata respinta con forza dalla leadership cinese che, per bocca di un portavoce del ministero degli Esteri, ha definito «bugie» le parole del Dalai Lama, descrivendo l'azione di Pechino in Tibet come «le più ampie e profonde riforme democratiche» mai compiute nella regione. Mentre in India migliaia di tibetani in esilio si stringevano intorno all'uomo che da decenni incarna il volto della loro ribellione non violenta, al di là del confine le celebrazioni si svolgevano in un clima ancor più teso che in passato per l'approssimarsi del primo anniversario della sanguinosa rivolta anticinese, iniziata il 14 marzo del 2008. Secondo le autorità di Pechino, negli scontri scoppiati lo scorso anno a Lhasa e poi propagatisi in altre città della Cina occidentale morirono in tutto 19 persone, in larga parte civili uccisi dai manifestanti. Una ricostruzione che non collima con quella fornita dal Governo tibetano in esilio, secondo cui la repressione delle manifestazioni sarebbe costata la vita a oltre 200 tibetani e il carcere a migliaia di altri. Per evitare il ripetersi della stessa catena di eventi questa volta le autorità cinesi hanno accresciuto i controlli nei monasteri e i pattugliamenti nelle maggiori città della regione. Le notizie che filtrano dalle città cinesi abitate da grandi comunità tibetane sono molto frammentarie perché i giornalisti stranieri che hanno tentato di raggiungerle sono stati bloccati nelle province di Sichuan, Gansu e Qinghai. In serata il Governo cinese ha anche chiesto che una risoluzione presentata lunedì al Congresso americano affinché Pechino cessi la «repressione » nella regione venga ritirata. La speaker Nancy Pelosi, che lo scorso anno fece visita al Dalai Lama poco dopo la repressione cinese, ha invece ribadito che la situazione in Tibet «è una sfida alle coscienze del mondo» e che «non difendere i diritti umani in Cina significa perdere l'autorità morale per promuoverli in ogni altra parte del mondo». masciaga@gmail.com L'ALLARME Di fronte a 10mila persone a Dharamsala il leader spirituale è tornato a chiedere autonomia per la regione e ha avvertito: si rischia l'estinzione AP/LAPRESSE Omaggio al leader. Il Dalai Lama benedice un giovane monaco tibetano in esilio. In 10mila si sono radunati ieri a Dharamsala in occasione del cinquantesimo anniversario della rivolta contro l'occupazione cinese

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Voto con le impronte al via a Montecitorio Malumori del Pdl: tempi troppo lunghi (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-11 - pag: 16 autore: Voto con le impronte al via a Montecitorio Malumori del Pdl: tempi troppo lunghi Debutta alla Camera, su una mozione per i diritti umani in Tibet, il sistema di voto con le impronte digitali ( nella foto), deterrente contro i "pianisti", i deputati che votavano anche per i colleghi assenti. Gli "obiettori" che manterranno il vecchio sistema sono 18, altri 13 deputati sono stati esentati per difficoltà tecniche nel rilevamento delle "minuzie". Mugugni per i tempi più lunghi, soprattutto nel Pdl, soddisfatto invece il presidente Gianfranco Fini: «A parte qualcuno che faceva palesemente finta che non funzionasse...». ANSA

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<L'abitudine al sangue> Giorgia Lepore a Bari (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: TEMPOLIBERO - data: 2009-03-11 num: - pag: 14 categoria: REDAZIONALE LETTERATURA «L'abitudine al sangue» Giorgia Lepore a Bari Una vita divisa tra predestinazione e libero arbitrio. Giuliano, figlio dell'imperatore di Bisanzio, si ribella al padre, che lo vuole a capo dell'esercito. Pagherà il suo rifiuto con la riduzione in schiavitù e la tortura. Ed ha inizio da qui il lento percorso interiore del protagonista de L'abitudine al sangue di Giorgia Lepore. Il romanzo sarà presentato, alla presenza dell'autrice, alla Feltrinelli di Bari. Intervengono Edoardo Altomare e Enrica Simonetti. ................................................ L'ABITUDINE AL SANGUE - Bari Stasera (ore 18.30) alla Feltrinelli, via Melo 119. Ingresso libero. Info 080.520.75.11

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Giornalismo, Claudio Speranza si racconta (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

FORLI': PERSONE & FATTI pag. 8 Giornalismo, Claudio Speranza si racconta La tv e i diritti umani. Gli eventi più significativi testimoniati dalla Rai negli ultimi 40 anni' è il tema che sarà al centro, stasera alle 21 nell'Aula Mazzini di corso della Repubblica 88, di un incontro pubblico con nomi noti del giornalismo televisivo e della carta stampata. La serata prende spunto dalla carriera di Claudio Speranza come cinereporter e giornalista del Tg1. Nel corso dell'incontro Claudio Speranza parlerà anche di Dietro l'obiettivo, un uomo' (Foschi Editore), il libro in cui ha raccolto i ricordi di quarant'anni di vita professionale e privata. Interverranno i giornalisti Massimo Bozzo, Mario Cobellini e Pino Scaccia (inviato del Tg1 in zone di guerra) e Maria Laura Lanzillo, docente di teoria e storia dell'opinione pubblica dell'Università di Bologna-sede di Forlì. Il preside della facoltà di Scienze politiche, Giliberto Capano, introdurrà l'iniziativa insieme al presidente dell'Unesco Club di Forlì. Nella foto a fianco: il cinereporter Claudio Speranza in azione

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DIRITTI UMANI L'ORA DI CAMBIARE (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2009-03-11 num: - pag: 1 autore: di FRANCO VENTURINI categoria: REDAZIONALE TIBET, SE L'ITALIA SI MUOVE DIRITTI UMANI L'ORA DI CAMBIARE N el giorno del cinquantesimo anniversario della rivolta di Lhasa la Camera dei Deputati ha espresso ieri un sì bipartisan alla mozione proposta dai Radicali per il rispetto dei diritti umani in Tibet. Il testo impegna il governo italiano, spesso timido in materia, a chiedere alla Cina garanzie di libero accesso nella regione e un dialogo costruttivo con il Dalai Lama «nella cornice della Costituzione cinese». Ma soprattutto, la mozione di Montecitorio riporta in primo piano, e non soltanto per l'Italia, quell'eterno dilemma tra sfera morale (la difesa dei diritti umani) e sfera politico-diplomatica (la tutela degli interessi) che negli ultimi tempi è stato messo a dura prova. Prima Hillary Clinton va in Cina e «dimentica » la repressione del dissenso interno. Poi il Tribunale penale internazionale spicca un mandato d'arresto contro il presidente sudanese al-Bashir e si attira per questo un mare di critiche. E ora torna alla ribalta la questione del Tibet, nel silenzio, quasi generale, dei governi. Casi tra loro diversi, che tuttavia ripropongono lo stesso interrogativo: come deve comportarsi la comunità di valori chiamata Occidente davanti alla violazione sistematica dei suoi princìpi? Sventolare la bandiera della propria identità è un diritto- dovere, oppure è un gesto autolesionista da anime belle? Proprio dall'identità crediamo si debba partire. Sarkozy, che è abbastanza forte, ha ricevuto nei mesi scorsi il Dalai Lama e le minacce di rappresaglia cinesi si sono spente senza conseguenze. Barroso, che è più debole pur rappresentando in teoria tutta l'Europa, si è fatto dare una strigliata pubblica da Putin per aver sollevato perplessità su una Russia che non trova gli assassini della Politkovskaya e che sottopone Khodorkovsky a un secondo processo politico. Ma anche Putin non è andato oltre. E cosa avrebbero mai fatto i cinesi se la Clinton fosse rimasta fedele alla sua parte? Un comunicato e basta. Eccolo, il vero problema: l'Occidente si autocensura sottovalutando la reciprocità degli interessi concreti. E così finisce con il non esprimere collettivamente e singolarmente quei valori identitari senza i quali rischia di cessare di esistere. Ma, dirà qualcuno, affermare la giustizia è compito del Tribunale penale internazionale. Tralasciamo il fatto che l'America non ne ha sottoscritto la creazione, e andiamo a vedere cosa è accaduto con il mandato contro al-Bashir (il primo contro un capo di Stato in carica). Nella regione del Darfur sono state massacrate almeno trecentomila persone. I profughi sono due milioni. Chi è rimasto viene regolarmente attaccato, con una predilezione (tipica anche della guerra in Congo) per la pulizia etnica a base di stupri. La responsabilità di al-Bashir è ampiamente provata e documentata. Cosa doveva fare il Tpi, infilare la testa nella sabbia per non innescare le reazioni controproducenti che sono regolarmente arrivate dall'uomo forte di Khartum? Non ci sfugge che queste reazioni (in particolare l'espulsione di un gran numero di Ong impegnate nella distribuzione di viveri e medicine) porteranno a nuove sofferenze per la popolazione. Non ci sfugge che arrestare al-Bashir, salvo colpi di scena, si rivelerà impossibile. CONTINUA A PAGINA 34

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Sì bipartisan alla mozione che critica la Cina (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-11 num: - pag: 15 categoria: REDAZIONALE A Montecitorio Sì bipartisan alla mozione che critica la Cina ROMA — Applausi dai banchi de Partito democratico al presidente della Camera Gianfranco Fini, fondatore di An, perché in questa legislatura è stato l'unico rappresentante dello Stato a dichiararsi disponibile a incontrare il Dalai Lama. Approvazione di una mozione sul Tibet critica verso la Cina con percentuale di consenso quasi nord coreana: 541 deputati presenti, 538 favorevoli, soltanto tre astenuti. Se non fosse stata la prima con il sistema di scrutinio «antipianisti», che legge le impronte digitali dei parlamentari per impedire voti a nome di assenti, la seduta di ieri a Montecitorio avrebbe avuto ulteriori motivi per finire negli annali distinguendosi da altre oggetto di cronache frequenti. La mozione presentata da Matteo Mecacci, radicale eletto nel Pd, è stata accolta con una convergenza pubblica tra maggioranza e opposizione che, seppure dotata di precedenti, non è certo abituale. A renderla possibile è stato il fatto che i governi italiani usano da anni enorme tatto nel rimproverare a Pechino le violazioni dei diritti umani, tanti deputati avvertono l'esigenza di prendere le distanze e Mecacci ha congegnato il testo difendendo i tibetani in un modo accettabile per il governo Berlusconi, il quale ha dato «assenso» attraverso il sottosegretario Enzo Scotti. Palazzo Chigi e Farnesina vengono impegnati a «reiterare» alla Cina «le richieste di Parlamento europeo e Alto commissariato Onu per i diritti umani» per un'indagine sulla «repressione in Tibet», a favorire un monitoraggio dell'Onu, a «solidarietà» verso Nicolas Sarkozy «per la scelta di incontrare il Dalai Lama» con «disponibilità del governo italiano a reiterare tale incontro». Maurizio Caprara

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Il grido del Dalai Lama <Tibet, inferno in terra> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-11 num: - pag: 15 categoria: REDAZIONALE Anniversari A cinquanta anni dalla sommossa contro i cinesi Il grido del Dalai Lama «Tibet, inferno in terra» Il premio Nobel: «Centinaia di migliaia uccisi» La Casa Bianca invita Pechino a dialogare ed esprime preoccupazione per la situazione dei diritti umani DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Divisi su tutto, la Cina e il Dalai Lama. Un po' meno sulle metafore. Se Pechino si affanna a sostenere, dati alla mano, che il Tibet non è mai stato il lieto Shangri- La, il paradiso spirituale vagheggiato «da certi occidentali », ma anzi una terra di schiavitù e arretratezza medievale, il leader buddista ieri ha usato un'immagine affine: «I tibetani hanno letteralmente sperimentato l'inferno in terra ». Ha parlato da Dharamsala, in India, dove vive da mezzo secolo. Ricorreva l'anniversario della sommossa che nel 1959 portò alla fuga oltreconfine del giovane Dalai Lama, e lui ieri aveva davanti il nocciolo dei suoi seguaci, che sognano un improbabile ritorno in una terra idealizzata ma che al contempo seguono il loro capo sulla linea della «via di mezzo»: né cruda annessione alla Cina né indipendenza, ma «una legittima e significativa autonomia». Il Dalai Lama ha rinunciato dal 1979 a reclamare la piena sovranità del territorio. Gli storici non concordano sul grado di indipendenza anticamente goduto dal Tibet, in una contesa che non riesce a essere semplicemente accademica ma diventa subito politica. Tuttavia ieri era il giorno deputato a rimarcare «gli abissi di sofferenza e miseria» derivati dall'occupazione cinese del 1950 e dallo smantellamento della formale semiautonomia prevista dagli accordi del 1951. La portata simbolica dell'anniversario ha caricato le parole del Dalai Lama di toni duri. Settantaquattro anni a luglio, il premio Nobel per la pace ha parlato di «centinaia di migliaia di tibetani morti» sotto una «brutale repressione», di «un popolo di criminali degni solo di morire», di una vita di «paura costante». Il fiorire di infrastrutture, poi, «serve solo a sinizzare il territorio» (la stampa cinese ironizza: il Dalai Lama dice ai suoi di non abitare nelle case nuove perché portano sfortuna). Dunque, quasi evocando i cupi affreschi di demoni e fiamme dei templi lamaisti, ecco l'«inferno in terra ». Oltre che a Dharamsala, iniziative a sostegno della causa tibetana si sono registrate anche a Delhi e in altre capitali. In Nepal, dove il governo maoista ha risposto alle sollecitazioni cinesi perché non fossero permesse manifestazioni, tensioni con la polizia. In Tibet e nelle zone tibetane delle province circostanti ieri la tensione è rimasta alta. La massiccia presenza militare, i controlli 24 ore su 24, il reticolo di posti di blocco, la stretta sui monasteri sembrano siano riusciti a scoraggiare proteste clamorose. E non è finita, perché sabato 14 è l'anniversario degli scontri (con vittime) dell'anno scorso e il 28 si celebra la nuova festa governativa per celebrare «la fine della schiavitù in Tibet». La macchina politica di Pechino ha fatto il resto, con il portavoce Ma Zhaoxu pronto a dichiarare che «la cricca del Dalai Lama non distingue il vero dal falso e propaga dicerie ». Il governo cinese ha anche avvertito il Congresso americano perché eviti risoluzioni sul tema ma ieri sera la Casa Bianca si è detta «inquieta » per la situazione dei diritti umani in Tibet e ha esortato le autorità cinesi a perseguire il dialogo con i rappresentanti del Dalai Lama. Più tardi, anche il dipartimento di Stato Usa ha espresso «profonda preoccupazione» e ha chiesto a Pechino di «rivedere la sua politica», pur sottolineando di «considerare il Tibet come parte della Cina» e di «rispettare l'integrità territoriale» di quest'ultima. Pechino si prepara a sabotaggi, il Dalai Lama, altrettanto esplicitamente, sostiene che «occorre prepararsi al peggio» anche se «non rinuncio alla speranza». Ha aggiunto: «In Tibet la giustizia prevarrà». Pechino è convinta d'aver già provveduto. Marco Del Corona

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<Hillary ha sbagliato, Obama corregga la linea> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-11 num: - pag: 15 categoria: REDAZIONALE Bianca Jagger Ex moglie del leader dei Rolling Stones, attivista per i diritti umani: «La Clinton ha preferito il business» «Hillary ha sbagliato, Obama corregga la linea» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — «Gli attivisti come me si sono battuti per anni contro le atroci politiche dell'amministrazione Bush, chiedendo la chiusura di Guantanamo e la fine della tortura. Le nostre voci sono state ascoltate dal presidente Obama cui oggi chiediamo di convincere la Cina, una volta e per tutte, a rispettare la legge internazionale in materia di diritti umani». Bianca Jagger, la 58enne ex moglie di Mick Jagger, da anni avvocato per i diritti umani (fa parte del direttivo di Amnesty International e presiede la Bianca Jagger Human Rights Foundation), s'appella all'Occidente per risolvere il dramma del Tibet: «Il suo doppio standard ipocrita deve finire. Così come dichiariamo guerre in nome della cosiddetta democrazia, dobbiamo essere capaci di far leva sull'ambizione cinese di appartenere alla lega delle nazioni». Che cosa può fare in concreto l'Occidente? «Appoggiare Amnesty, che chiede al governo cinese di aprire immediatamente il Tibet a media e operatori umanitari, ponendo fine alla cruenta campagna di repressione per prevenire le manifestazioni di protesta nel 50esimo anniversario». L'America dovrebbe essere più dura coi cinesi? «Non facciamoci illusioni: Washington dipende finanziariamente da Pechino, che se la ride delle sue minacce, sapendo di avere la superpotenza in pugno. Gli Usa si sono indebitati fino al collo con la Cina e l'era in cui potevano dettare le politiche ad altri Paesi è finita». Dovrebbe intervenire l'Onu? «Cina e Usa fanno entrambe parte del Consiglio di sicurezza, oggi obsoleto e impotente perché non toccherà mai gli interessi di un Paese membro ». La soluzione potrebbe essere un embargo economico? «Gli embarghi imposti in passato hanno forse funzionato? Nicaragua, Cuba e Iraq sono stati un fallimento. E perché penalizzare certi Paesi ma non altri, come Israele o l'America di Bush? Abbiamo bisogno di politiche coerenti e univoche, che puniscano chiunque violi i diritti umani». Il prossimo G8 potrebbe essere l'occasione giusta per aumentare la pressione sulla Cina? «La questione non è quando e dove esercitare tale pressione ma come. Obama deve stabilire un dialogo con il presidente cinese Hu Jintao, persuadendolo a invertire rotta». Nella recente trasferta in Asia il segretario di Stato Hillary Clinton è stata criticata per aver anteposto il business ai diritti umani. «Ha sbagliato. Nessun Paese dovrebbe mai inviare tale messaggio e rinunciare ai diritti umani per motivi finanziari. Spero che Hillary abbia parlato a titolo personale e non dell'amministrazione ». Alessandra Farkas

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IL CINQUANTESIMO anniversario del tentativo di rivolta in Tibet contro la dominazione cinese ha trov... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

LA PAGINA DEI LETTORI pag. 31 IL CINQUANTESIMO anniversario del tentativo di rivolta in Tibet contro la dominazione cinese ha trov... IL CINQUANTESIMO anniversario del tentativo di rivolta in Tibet contro la dominazione cinese ha trovato, in Italia e nel mondo, ben poche iniziative di solidarietà. I tentativi del Dalai Lama, personaggio straordinario al quale dovrebbero guardare non solo i buddisti e non solo i credenti per la saggezza, il carisma e l'impegno a favore del rispetto dei diritti umani, di ottenere almeno la tutela dell'identità culturale, linguistica e religiosa dei tibetani cozza contro l'intransigenza della Cina e contro l'indifferenza del cosiddetto mondo libero. Al quale interessa solo fare affari con Pechino ed è pronto a chiudere gli occhi se quel regime non democratico nega i diritti umani, reprime i tibetani e i dissidenti e ricorre in modo spietato alla pena di morte. Mi sarei aspettato di più, molto di più dal presidente del consiglio Berlusconi, dal ministro Frattini e dal governo italiano ma mi sarei aspettato molto di più anche da un leader come Massimo d'Alema. Invece poche dichiarazioni di circostanza, quando ci sono state, e una sorta di realismo politico-economico che sfiora il cinismo. Lettera firmata Grosseto

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Politica estera, più Bush che svolte (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-11 num: - pag: 34 autore: di ROBERT KAGAN categoria: REDAZIONALE L'AMERICA DI OBAMA / 1 Politica estera, più Bush che svolte L' équipe di politica estera del presidente Barack Obama lavora alacremente per presentare le proprie strategie al mondo come una svolta radicale rispetto agli anni di Bush. Nel senso più ampio, è stato un gioco da ragazzi: tutte le speranze, difatti, sono appuntate su Obama. Quando si tratta però di posizioni politiche vere e proprie, far passare l'idea di un cambiamento radicale ha richiesto non pochi stratagemmi, e l'appoggio incondizionato dei mezzi d'informazione. Così il New York Times riferisce una drammatica «svolta » nei rapporti con la Cina, verso un «impegno rigoroso e duraturo», come se i due precedenti governi abbiano fatto qualcosa di diametralmente opposto nel corso dell'ultimo decennio e oltre. In un altro titolo, il Times elogia «l'atteggiamento più moderato con la Corea del Nord», basato sull'indicazione fornita dal segretario di stato Hillary Clinton che gli Stati Uniti sono pronti a dimostrare «una grande apertura nelle trattative » — non appena Pyongyang procederà allo «smantellamento completo e verificabile di tutti i suoi impianti nucleari». Incredibile. I media hanno inoltre riferito di un sorprendente cambio di direzione per quel che riguarda la gestione di Obama di un'attività in precedenza conosciuta con il nome di «guerra al terrore». «Una brusca frenata alla guerra al terrore voluta da Bush», annuncia il «Washington Post» il 23 gennaio, e le inchieste successive illustrano il passaggio dal «potere duro», al «potere morbido », ovvero dall'azione militare alla diplomazia, proprio nel momento in cui il governo Obama spedisce altri 17.000 soldati in Afghanistan, allarga il raggio di attacco dei Predator in Pakistan e stipula i tempi del ritiro dell'esercito americano dall'Iraq, a malapena distinguibili da quelli che avrebbe concordato un terzo mandato Bush (con il medesimo ministro della Difesa). Allo stesso modo, l'insistenza del governo Obama nel collegare la proposta di installazioni antimissilistiche in Europa alla «minaccia » presentata dall'Iran, oppure l'offerta di negoziare con la Russia su questo progetto e addirittura l'ipotesi di condividere la tecnologia difensiva, tutto rimanda alle strategie impostate da Bush. Eppure, queste posizioni sono da più parti salutate come nuove, dimenticando che il ministro della Difesa, Robert Gates, aveva avviato le trattative con Mosca oltre un anno fa. (..) Esiste peraltro un settore in cui l'attuale governo sostiene di discostarsi dalla via tracciata da Bush ma in realtà non l'ha fatto, ed è auspicabile invece che lo faccia. Si tratta del tema della democrazia e dei diritti umani. Sin dal giorno delle audizioni di conferma dell'incarico, la Clinton aveva menzionato i tre punti chiave della nuova politica americana, difesa, diplomazia e sviluppo — sorvolando però su un quarto punto, ovvero la democrazia — e la stampa si era affrettata a sottolineare questo presunto scostamento dall' «agenda della libertà » voluta da Bush. (L'accorato appello del vice presidente Biden proprio a favore della democrazia, lanciato a Monaco il mese scorso, è stato ignorato dai media perché non rientrava nei loro schemi prefabbricati). Così Peter Baker, del Times, scrive che «Obama sembra intenzionato ad adottare una linea politica più tradizionale nel confrontarsi con il mondo così com'è, e non come potrebbe essere», senza rendersi conto di quanto suoni strana questa frase a chiunque abbia una benché minima conoscenza della storia e delle tradizioni americane. Basti pensare a Woodrow Wilson, Franklin Roosevelt, Harry Truman, John Kennedy, Jimmy Carter, Ronald Reagan e Bill Clinton. E' il caso piuttosto di domandarsi se il governo Bush abbia mai seriamente tentato di realizzare la sua «agenda della libertà». Come sottolinea il mio collega ed esimio esperto di democrazia Thomas Carothers, l'idea che l'amministrazione Bush si sia adoperata in mille modi per favorire la democrazia in ogni angolo del mondo è pura fantasia. (..) Il governo Bush ha appoggiato risolutamente le democrazie emergenti in Ucraina, Georgia e Libano, è vero, ma ha ignorato lo sgretolamento sistematico della democrazia in Russia. Nei rapporti con la Cina, ha preferito sorvolare sui diritti umani, come ha fatto di recente anche il segretario di stato Hillary Clinton. (..) Il mondo sarebbe un posto assai migliore e più sicuro se le politiche del governo Bush avessero rispecchiato più da vicino la sua retorica. Ad ogni modo, come ribadisce Carothers, l'idea che «occorra una massiccia correzione di rotta post-Bush in chiave realistica rappresenta una lettura gravemente deficitaria degli ultimi otto anni». Sarebbe ironico, come minimo, se nel suo sforzo di distinguersi da Bush su questa istanza, il governo Obama finisse per replicare le mosse di Bush. Viva la rivoluzione! Traduzione di Rita Baldassarre © Nyt Syndicate 2009

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Diritti umani, l'ora di cambiare (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-11 num: - pag: 34 autore: di FRANCO VENTURINI categoria: REDAZIONALE SE L'ITALIA SI MUOVE Diritti umani, l'ora di cambiare SEGUE DALLA PRIMA Ma siamo davvero davanti a una colpa del Tpi, a un gesto puramente dimostrativo carico di conseguenze negative? Il Tribunale, visto che esiste, deve fare il suo mestiere. In maniera ampiamente incompleta e imperfetta, come accade nella realtà, ma senza abdicare. Dov'è, piuttosto, la politica? Non è stato approvata, in sede Onu, una formula interventista chiamata responsability to protect? Non aveva deciso, la stessa Onu, l'invio in Darfur di una forza vicina ai 20.000 uomini? Non è forse vero che il suo dispiegamento non ha mai avuto luogo, che pochissimi Paesi offrono truppe, che mancano gli elicotteri, che insomma al-Bashir può continuare a fare i suoi comodi? Sostenere che il Tpi sia stato incauto è una foglia di fico per coprire l'assenza, anzi la fuga della politica. La quale ha ora il dovere di mantenere i suoi impegni e di reagire alla espulsione delle Ong, senza colpevolizzare un Tribunale che si è trovato a surrogare governi pavidi. Sul Tibet bene hanno fatto i nostri Radicali a promuovere la rara convergenza di ieri alla Camera. Ma alla prima occasione (e le occasioni di certo non mancheranno) servirà qualcosa di più, proprio perché la Cina, con le sue gravi carenze in tema di diritti civili, è un terreno di affermazione della nostra identità liberaldemocratica. Si pecca forse in tal modo di ingenuità, si dimentica che in tempi di crisi finanziaria i cinesi tengono per il collo gli Usa, e dunque anche noi? Siamo piuttosto convinti che i cinesi abbiano anch'essi bisogno degli altri, e che non siano disposti, loro per primi, a correre troppi rischi nei rapporti con l'Occidente. Sempre che l'Occidente diventi credibile, e smetta di aver paura di essere se stesso.

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Omaggio a don Achille, il principe della Chiesa re del Dialogo e del Rispetto (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACHE pag. 16 Omaggio a don Achille, il principe della Chiesa re del Dialogo e del Rispetto UN LIBRO SU SILVESTRINI NELL'OTTOBRE scorso il Cardinale Achille Silvestrini ha compiuto 85 anni e per l'occasione ha garbatamente declinato tutte le ipotesi di consueti festeggiamenti in suo onore. Ora, quasi in concomitanza con il compleanno del prestigioso alto prelato romagnolo (di Brisighella), esce un importante volume di scritti in suo onore (Edizioni Studium; pagine 715) che già dal titolo esprime la sintesi di alcune fondamentali caratteristiche del modo di ragionare e di operare di "don Achille": «La storia, il dialogo, il rispetto della persona». I promotori dell'importante iniziativa (gli storici Girolamo Arnaldi e Carlo Felice Casula e l'ex Segretario Generale del Senato, Damiano Nocilla, ora Consigliere di Stato) esplicitano il filo dell'amicizia e del profondo dialogo con "don Achille", caratterizzato innanzitutto dal suo sereno sorriso che contraddistingue il suo modo di porgere riflessioni, esortazioni, insegnamenti, richiami e che precede il suo metodo di analisi e di ragionamento dinanzi a qualsiasi difficoltà o problema. Il metodo di "don Achille" è di analizzare attentamente il contesto, considerandone i vari aspetti, per individuare il preciso criterio al quale attenersi nei propri comportamenti. Gli autori di questo poliedrico volume di studi appartengono alle più varie aree e tendenze culturali, oltrepassando gli storici steccati (come li chiamava Spadolini) fra culture laica e cattolica. Non a caso il Cardinale Silvestrini viene definito l'esponente della Curia vaticana più attento al dialogo con la cultura laica, alle ragioni degli altri, al recupero in senso cristiano, sempre in un'ottica non chiusa nei confini nazionali, ma sensibile alle più drammatiche condizioni del mondo. La sua fede ed il suo pluridecennale impegno diplomatico per la Santa Sede in tante parti del mondo per la tutela dei diritti umani, delle libertà religiose e civili hanno portato la predicazione di "don Achille" ad insistere costantemente sulla inscindibile tutela ed applicazione dei doveri e dei diritti degli esseri umani, delle comunità ecclesiali e civili, politiche nazionali ed internazionali. Giuseppe De Rita coglie nitidamente gli elementi che più caratterizzano Achille Silvestrini, uomo di profonda fede, di grande cultura, di ampie capacità relazionali, di solidissima etica privata e pubblica. Il volume è diviso in capitoli che al tempo stesso sono di sintesi e di programmi di analisi e di impegno innanzitutto di "don Achille": "Europa, secolarizzazione, democrazia", quindi "Libertà di religione, Ostpolitik, Nazioni Unite", ovvero gli ambiti che ne hanno caratterizzato l'impegno internazionale a fianco del Cardinale Casaroli; "Cristianesimo nella storia" fra religione e laicità, "Storia e creazione artistica", per culminare nell'ampia parte emblematicamente su "Diritto, etica ed economia"e per concludere con "la Fede e la speranza". Insomma, lontano dalla demagogia, questo volume di studi rappresenta anche lo stile profondo di essere nella vita pubblica con la piena consapevolezza che occorre sempre domandarsi da dove veniamo e poi che cosa siamo per definire nitidamente dove vogliamo andare.

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Regione, sì alla mozione Ferretto che condanna l'antisemitismo (sezione: Diritti umani)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

MILANO ATTUALITA' pag. 5 Regione, sì alla mozione Ferretto che condanna l'antisemitismo Approvata ieri in Consiglio Regionale mozione di Silvia Ferretto Clementi, per esprimere solidarietà alla comunità ebraica e per chiedere la realizzazione di una campagna contro l'antisemitismo. «Sono molto soddisfatta dice il consigliere - perché è dal 2005 che attendo che la mozione venga discussa. E nonostante siano passati4 anni, l'argomento è purtroppo sempre di preoccupante attualità. Una preoccupazione sottolineata anche dall'Agenzia Ue per i diritti umani nel rapporto sul tema dal 2001-2008.

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Soyinka: <Su Bashir io sto con L'Aja> (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

SPETTACOLI pag. 29 Soyinka: «Su Bashir io sto con L'Aja» INTERVISTA IL PREMIO NOBEL di MARIELLA RADAELLI «ANCORA molti pensano che le masse africane non abbiano gli stessi diritti delle altre e che la parola democrazia non possa essere proposta in Africa. E' una blasfemia», ci dice il grande scrittore nigeriano Wole Soyinka (1934), la cui prolifica attività va dalla drammaturgia teatrale alla poesia, dalla narrativa alla saggistica, dalla sceneggiatura cinematografica alla diaristica. Primo africano a ricevere il Nobel per la Letteratura (nel 1986), Soyinka (foto Ap)è sempre stato una voce coraggiosa che si è alzata per affermare i diritti umani e combattere la fine delle tirannie nel mondo. Lo abbiamo incontrato a Senago (Villa Borromeo), dove ha accompagnato la presentazione del libro "Il Castello" (Spirali) scritto dall'amico Massimo Baistrocchi, l'ambasciatore italiano in Nigeria. Soyinka, un commento sul mandato d'arresto contro il presidente del Sudan, il sanguinario Omar Hasam Ahmad al Bashir, emesso dalla Corte internazionale penale dell'Aja. Soddisfatto? «Sì. La Corte ha agito in maniera assolutamente oggettiva, in difesa delle vittime, senza distinzione né di razza né di religione. Ha portato all'evidenza i crimini di Omar al Bashir che è un criminale ricercato a livello internazionale». Per la prima volta un capo di Stato in carica è nel mirino della giustizia internazionale. «C'è sempre una prima volta per tutto». La comunità internazionale è spaccata in due. Cina e Russia lo appoggiano, come la Lega Araba e persino l'Unione africana. Come può quest'ultima tacere sul massacro di suoi stessi figli? «E' un'eterna vergogna. L'Unione africana parla contro un tribunale internazionale che direttamente dal suolo sudanese ha evidenziato che questi gravi crimini sono stati commessi». Forse la maggior parte dei membri dell'Unione africana teme lo stesso trattamento? «Questo è il punto. In rarissime circostanze l'Unione africana ha agito per rappresentare veramente il benessere e la dignità della nostra gente. L'Unione africana è solo interessata a mantenere un comportamento disonesto e immorale. Esprime una solidarietà tra leadership, specialmente se criminale. Questa sua posizione non è una sorpresa ma una tragedia, una tragedia continua. L'Africa è mal governata. Solo il Ghana sta mostrando la via». Al di là della piaga dell'Aids che interessa tutta l'Africa, la meningite nel suo Paese ha ucciso 333 persone. E i casi registrati sarebbero oltre 5mila. «Sì. La sanità è un'altra tragedia. C'è tutto un mercato di falsi medicinali comprati in Cina e in India ma anche fabbricati a livello locale come quello sciroppo che ha recentemente provocato la morte di quasi un centinaio di bambini. C'è un'intera città che fabbrica falsi medicinali. Dominano corruzione e burocrazia».

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erano i pazzi di san servolo (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Venezia, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 36 - Giorno/Notte Erano i pazzi di San Servolo «Disagi»: in mostra le foto di dolore e tortura Da oggi alla Bevilacqua La Masa di Silvia Zanardi Manette, manicotti rigidi, catene, «docce gabbia», «ferma fascette», fasce. Era realtà, erano grida, dolori, nervi tesi, torture. Disagi. Un tema di cui si parla spesso ma che da oggi al 5 aprile, nella galleria della Bevilacqua La Masa a San Marco, prende forma in volti e oggetti con la mostra «Disagi. Immagini dal manicomio di San Servolo». Sessantaquattro fotografie originali, messe a disposizione dalla Fondazione di San Servolo, mettono a nudo i simboli del disagio e dell'esclusione sociale nei pezzi di storia passata del manicomio maschile dell'isola di San Servolo, così vicina alla città ma, fino al 1978, troppo lontana da tutto. Ora le immagini di quel drappo di storia sono sotto gli occhi di tutti: il cortile alberato, i ricoverati seduti sulle panchine, gli infermieri vestiti da custode, le lunghe inferriate alle finestre dell'edificio di sfondo e il grigiore dell'ambiente con desolate figure sedute inermi lungo il violone alberato. E ancora: dormitori per i malati pericolosi, per quelli agitati, per quelli calmi. Dall'archivio di San Servolo arrivano anche testimonianze su ciò che stava «fuori» dal manicomio, le condizioni materiali di vita delle persone che diventarono «i pazzi»: contadini pellagrosi, bambini down, donne depresse, epilettici, alcolisti. Ma il «fuori» riguarda anche la medicina, le sue conoscenze e le sue terapie. Oltre alle 64 fotografie che ritraggono le sale utilizzate dai pazienti per le cure, sono in mostra immagini scattate agli alienati al momento del ricovero e al momento della dimissione tra il 1837 e il 1887. L'avvio di questa pratica, a partire dal 1874, implicò sia l'inserimento in ogni cartella clinica di una foto del ricoverato, sia, in qualche caso, l'inserimento di foto nelle relazioni statistiche. L'esposizione di questo materiale fotografico, a tratti raccapricciante, è accompagnata da alcune opere degli artisti che lavorano negli atelier messi a disposizione ogni anno dalla Fondazione Bevilacqua La Masa. In ogni sala, accanto alle immagini dell'archivio, sono allestite opere video, fotografie, disegni e installazioni, che cercano di intrecciare un dialogo con l'idea stessa di follia. Ingresso libero tutti i giorni dalle 10.30 alle 17.30.

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Casa Bianca preoccupata per i diritti umani in Cina: dialogo sul Tibet (sezione: Diritti umani)

( da "Rai News 24" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Tibet | 10 marzo 2009 Casa Bianca preoccupata per i diritti umani in Cina: dialogo sul Tibet La Camera approva una mozione per il Tibet La Casa Bianca ha espresso "preoccupazione" per il rispetto dei diritti umani in Tibet ed ha lanciato un appello per il dialogo fra il Dalai Lama e le autorita' cinesi. "Gli Stati Uniti rispettano l'integrita' territoriale della Cina e considerano il Tibet come parte integrante della Cina: allo stesso tempo, siamo preoccupati per la situazione dei diritti umani e pensiamo che un dialogo serio permetterebbe di fare progressi per trovare soluzione a problemi irrisolti da molto tempo e rappresenterebbe il miglior modo di giungere ad una stabilita' effettiva e durevole", ha spiegato il portavoce Robert Gibbs. Durante il viaggio in Asia del segretario di stato Hillary Clinton, che ha aperto il suo mandato nella nuova amministrazione di Barak Obama, la questione dei diritti umani era passata un po' secondo piano oscurata dalla necessità di mantenere buoni rapporti con la Cina in tempi di crisi economica. Oggi, nell'anniversario della rivolta fallita in Tibet per conquistare l'autonomia dalla Cina e nella ricorrenza della sua fuga in India, il leader spirituale tibetano ha fatto un discorso duro di denuncia della repressione cinese ma senza chiudere al dialogo con il governo cinese. Il Dalai Lama ha accusato il regime di Pechino di aver portato "l'inferno sulla terra" in Tibet, causando la morte di "centinaia di migliaia di persone". Nella giornata di oggi la bandiera tibetana ha sventolato su centinaia di edifici, in varie parti del mondo si è ricordato il cinquantenario, a Roma con un raduno davanti a Montecitorio. La Camera ha votato con un sì unanime una mozione bipartisan per il rispetto dei diritti umani e delle liberta' democratiche in Tibet. Si tratta del primo atto della Camera ad essere votato con il nuovo meccanismo 'anti-pianisti' attivato mediante il rilevamento delle impronte digitali. Il testo impegna il governo italiano "a reiterare al Governo cinese le richieste del Parlamento europeo di aprire in via stabile e permanente il Tibet alla stampa, ai diplomatici, in particolare ai rappresentanti dell'Ue, ed agli stranieri in generale ed a raccomandare alle autorita' cinesi di rispondere positivamente alle richieste di visita avanzate dagli organismi Onu di monitoraggio della situazione dei diritti umani." Ma da Pechino il segnale che arriva non va nel senso della distensione: la cricca del Dalai Lama, dice il governo cinese, confonde il nero con il bianco. Questi i principali eventi degli ultimi cinquant'anni: - 10 marzo 1959: Scoppia una rivolta a Lhasa, capitale del Tibet, contro il governo cinese. Pechino invoca la legge marziale. Il governo tibetano parla di decine di migliaia di persone uccise dall'esercito cinese. - 30 marzo 1959: Il Dalai Lama, la guida spirituale tibetana, arriva in India dopo due settimane di viaggio, e inizia la sua vita in esilio dopo il tentativo, fallito, di rivoluzione. - 1965: La Cina crea la regione autonoma tibetana, che include circa la meta' del territorio originario. Le altre aree dell'ex Tibet vengono incorporate in province cinesi preesistenti. - 1988: Il futuro presidente cinese, Hu Jintao, diventa capo del partito comunista del Tibet e controlla che non avvengano ulteriori tentativi di rivoluzione nella Regione. - Ottobre 1989: Il Dalai Lama vince il premio Nobel per la Pace. Il riconoscimento fa infuriare Pechino che dichiara il Tibet "territorio inviolabile" appartenente alla "madrepatria". - 10 marzo 2008: Monaci buddhisti e cittadini tibetani manifestano per il 49.mo anniversario della fallita rivoluzione. Manifestazioni si susseguono in tutto il mondo. - 14 marzo 2008: Scoppiano rivolte anticinesi a Lhasa e nell'ovest della Cina. Secondo il governo tibetano in esilio, oltre 200 persone vengono uccise. La Cina replica di aver ucciso solo un "insorgente" tibetano e afferma che i "rivoltosi" sono responsabili di 21 omicidi.

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Le Borse decollano, Milano sale del 7 per cento ma è allarme lavoro: in due mesi persi 370mila posti - Berlusconi: in aula votino solo i capigruppo. No di Fini - Il Liechtenstein c (sezione: Diritti umani)

( da "Dagospia.com" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

HomePage | Segnala articolo --> Le Borse decollano, Milano sale del 7 per cento ma è allarme lavoro: in due mesi persi 370mila posti - Berlusconi: in aula votino solo i capigruppo. No di Fini - Il Liechtenstein chiude il ?paradiso?. Madoff pronto a dichiararsi colpevole... Da Il Velino.it CORRIERE DELLA SERA - In apertura: "Berlusconi: nuove regole per le Camere". Editoriale di Franco Venturini: "Diritti umani, l'ora di cambiare". Fotonotizia: "Arresti revocati per i due romeni. Ma restano in cella per altri reati". Al centro: "Tremonti: casa,ferma al 10 per cento l'Iva sui valori" e "Anche in Italia più disoccupati: 370mial in due mesi". In basso: "Il Chelsea fa fuori la Juve dalla Champions". Wall Street LA REPUBBLICA - In apertura: "Berlusconi: in aula votino solo i capigruppo. No di Fini". Editoriale di Edmondo Berselli: "Parlamento di anime morte". Al centro: "Stupro, scagionati i due romeni". Di spalla: "A Belfast festa e lutto per il poliziotto ucciso". In basso: "Caccia, licenza di imbalsamare". LA STAMPA - Apertura: "Camere, la rivoluzione del premier". Editoriale di Michele Ainis: "Fannulloni per decreto?". Fotonotizia: "Inchiesta: due mesi di Cai". Al centro: "Le Borse decollano ma è allarme lavoro". IL GIORNALE - In apertura: "E ora dimezziamo i parlamentari". Editoriale di Mario Cervi: "Di Vittorio: Non santificate quel sindacalista. Non capì Stalin ". Al centro: "Rom in classe solo dopola doccia". In basso: "Adesso si menano i nipoti del ?68" e "Rai, 21 in corsa per una poltrona" IL SOLE 24 ORE - In apertura: "Borse alla riscossa spinte dai bancari. Milano sale del 7 per cento". Editoriale di Mauro Meazza e Raffaele Rizzardi: "Professione economica, la svolta di Torino". Di spalla: "Il Liechtenstein chiude il ?paradiso'. Madoff pronto a dichiararsi colpevole". Al centro: "Edilizia, Iva sempre al 10 per cento. In Veneto via al piano casa" e "La crisi industriale taglia il trasporto merci: Tir in autostrada meno 15 per cento". In basso: "Cassazione, la multa degli ausiliari finisce confinata tra le strisce blu". IL MESSAGGERO - In apertura: "Caffarella, romeni scagionati" e fotonotizia: "La famiglia: non vogliamo colpevoli di comodo". Editoriale di Franco Reviglio: "La crisi e il valore della fiducia". Al centro: "Borse, il giorno della riscossa". Box: "Berlusconi: servono nuove regole per le Camere. Fini: il parlamentare risponde alla sua coscienza". In basso: "Fermato il pirata del Lungotevere" e "Juve fuori, Roma d'assalto". Piazza Affari IL TEMPO - In apertura: "Il grande fratello è al telefono". Editoriale di Roberto Arditti: "Adesso ci vuole chiarezza". Fotonotizia di spalla: "Fiorello il Telenauta esiliato sbanca lo share su ?Skraiset7'". Al centro: "Caffarella, romeni ?liberi'". In basso: "Droga, business globale". L'UNITÀ - Apertura a tutta pagina sulla politica interna: "Camera di servizio". In taglio basso: "Crisi, in due mesi persi 370mila posti di lavoro" e "Caffarella, arresti revocati ma i due romeni restano dentro". AVVENIRE - In apertura: "Brivido disoccupazione. Borse su, giorno record". Editoriale di Marina Corradi: "Un'onorificenza per chi è padre nel silenzio". Fotonotizia di spalla: "Ulster, sangue sulla fragile pace". Al centro: "Caffarella, revocati i due arresti. Ma i romeni restano in carcere". In un box: "Berlusconi: voti in Parlamento solo il capogruppo". In basso; "Tibet/Dalai Lama: ?La Cina ha portato l'inferno'" [11-03-2009] Silvio BerlusconiGinafranco Fini

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Tibet: Cina a usa, critiche ingiustificate minano rapporti (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Tibet: Cina a usa, critiche ingiustificate minano rapporti 11 marzo 2009 alle 09:53 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti La Cina ha lanciato un avvertimento agli Stati Uniti: le critiche "ingiustificate" sulla situazione in Tibet potrebbero nuocere alle relazioni tra i due Paesi. "Abbiamo chiesto agli Stati Uniti di accettare che il Tibet è una parte della Cina e di opporsi all'indipendenza del Tibet per evitare di danneggiare le nostre relazioni. E abbiamo chiesto a Washington di smettere di usare il Tibet per interferire nei nostri affari interni", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Ma Zhaoxu. Ieri la Casa Bianca si era dichiarata preoccupata per la situazione dei diritti umani in Tibet e aveva sollecitato la ripresa di un dialogo "sostanziale" tra Pechino e i rappresentanti del Dalai Lama. AGI

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TIBET, CRESCE LA TENSIONE STATI UNITI-CINA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Tibet, cresce la tensione Stati Uniti-Cina -->La Casa Bianca in pressing: «Grande preoccupazione per il rispetto dei diritti umani, riaprire il dialogo con il Dalai Lama». Pechino: «Accuse gratuite, relazioni a rischio».

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Convegno Durban 2 al Senato, domani (sezione: Diritti umani)

( da "Blogosfere" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mar 0911 Convegno Durban 2 al Senato, domani Pubblicato da Elena Lattes alle 08:58 in Current Affairs Camera dei Deputati Associazione Parlamentare di Amicizia Italia - Israele CONVEGNO Durban 2: una conferenza antisemita contro la democrazia Interverrà: On. Franco Frattini, Ministro degli Affari Esteri Con: Pierluigi Battista, Vicedirettore del Corriere della Sera Sen. Rossana Boldi, Vicepresidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia - Israele On. Fiamma Nirenstein, Vicepresidente Commissione Affari Esteri della Camera dei deputati Piero Ostellino, editorialista del Corriere della Sera Prof. Gerald Steinberg, Università di Bar - Ilan, Israele, Centro di monitoraggio delle Ong per i diritti umani On. Gianni Vernetti, Vicepresidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia - Israele Presiede: On. Enrico Pianetta, Presidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia - Israele giovedì 12 marzo 2009, ore 16,00 Senato della Repubblica - Sala Capitolare chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva - Piazza della Minerva, 38 - Roma R.S.V.P.: pianetta_e@camera.it - 393-8058906 - 339-8804466 Per gli accrediti stampa: fax 06/67062947 (Sala Stampa del Senato)

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Tibet/ Cina a Usa: "accuse gratuite", a rischio nostre (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pechino, 11 mar. (Apcom) - La Cina replica agli Stati Uniti, definendo "accuse gratuite" le preoccupazioni espresse ieri dalla Casa Bianca per il rispetto dei diritti umani in Tibet. Per Pechino, inoltre, queste accuse potrebbero portare a un peggioramento delle relazioni tra i due Paesi. "Ignorando i fatti, gli Stati Uniti hanno fatto della accuse gratuite contro la Cina sulla questione tibetana", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Affari esteri, Ma Zhaoxu, in un comunicato. Ha poi invitato Washington a "smettere di utilizzare la questione tibetana per fare ingerenze negli affari interni cinesi per evitare di danneggiare le relazioni tra Cina e Stati Uniti". Gli Usa ieri hanno invitato la Cina a rivedere la sua politica e a riaprire il dialogo con il Dalai Lama. Nel giorno del 50esimo anniversario della fallita rivolta tibetana contro i cinesi, ieri 10 marzo, il leader dei buddisti tibetani ha accusato la Cina di aver trasformato il Tibet in un "inferno" e di aver ucciso "centinaia di migliaia di tibetani".

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Tibet, cresce la tensione tra Usa e Cina (sezione: Diritti umani)

( da "Stampaweb, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

PECHINO La Cina replica agli Stati Uniti, definendo «accuse gratuite» le preoccupazioni espresse ieri dalla Casa Bianca per il rispetto dei diritti umani in Tibet. Per Pechino, inoltre, queste accuse potrebbero portare a un peggioramento delle relazioni tra i due Paesi. «Ignorando i fatti, gli Stati Uniti hanno fatto della accuse gratuite contro la Cina sulla questione tibetana», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Affari esteri, Ma Zhaoxu, in un comunicato. Pechino ha poi invitato Washington a «smettere di utilizzare la questione tibetana per fare ingerenze negli affari interni cinesi per evitare di danneggiare le relazioni tra Cina e Stati Uniti». Gli Usa ieri hanno invitato la Cina a rivedere la sua politica e a riaprire il dialogo con il Dalai Lama. Nel giorno del 50esimo anniversario della fallita rivolta tibetana contro i cinesi, ieri 10 marzo, il leader dei buddisti tibetani ha accusato la Cina di aver trasformato il Tibet in un «inferno» e di aver ucciso «centinaia di migliaia di tibetani». La Casa Bianca ha inoltre espresso ieri «preoccupazione» per il rispetto dei diritti umani in Tibet. «Siamo preoccupati per la situazione dei diritti umani e pensiamo che un dialogo serio permetterebbe di fare progressi per trovare soluzione a problemi irrisolti da molto tempo e rappresenterebbe il miglior modo di giungere ad una stabilità effettiva e durevole», ha spiegato il portavoce Robert Gibbs.

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Pensare con <fedeltà dialettica>, esempio di laicità fra cattolici (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

AGORÀ 11-03-2009 Roma Pensare con «fedeltà dialettica», esempio di laicità fra cattolici DA ROMA PAOLA SPRINGHETTI È possibile oggi il dialogo all'interno della Chiesa? Se ne è discusso ieri a Roma durante la tavola rotonda su «Quando pensare diversamente non significa pensare male. Il confronto possibile tra i cattolici», organizzato dalla Fondazione Internazionale Nova Spes. Stefano Semplici, dell'Università Tor Vergata di Roma, ha individuato tre tipicizzazioni del pluralismo nella Chiesa. Il primo «è il modello della ragione come operatrice e garanzia di laicità»; il secondo è «quello della religione come sentinella del limite della politica e soprattutto della biopolitica». Il terzo consiste nel «recupero del logos in termini di evento, azione, testimonianza, da cui nasce non tanto un giudizio determinante, quanto un giudizio profetico». Tutti questi modelli esistono nella storia della Chiesa, ma «il Concilio Vaticano II ha aperto una nuova prospettiva: il modello della fedeltà dialettica, che si fonda da una parte sul primato del Logos evento-comunione, dall'altra sull'affermazione della libertà e delle responsabilità dei laici ». Per Sergio Belardinelli (Università di Bologna) «è scontato che nella Chiesa un dialogo ci sia, ma evidentemente è diverso discutere del dogma della SS. Trinità o di un problema riguardante questa o quella legge». I- noltre è vero che «la ragione può funzionare come operatore di laicità, ma a condizione che sia impregnata di storia, fede e profezia. E se si fa esperienza concreta, funziona anche come sentinella a certe derive della biopolitica ». Non è in discussione il primato della coscienza, ma «anche se non c'è bene realizzabile al di fuori della coscienza, non tutto ciò che viene fatto nel suo nome è buono: in buona fede si possono commettere errori. Ecco perché è importante il concetto di fedeltà dialettica». Su posizioni diverse, Roberto Mordacci (Università Vita e Salute S. Raffaele di Milano) ha ricordato che «il Concilio ha riconosciuto ai laici la libertà di ricerca e di manifestare il proprio contributo. Lo spirito di obbedienza non è ossequio servile, è fedeltà a una ricerca continua, onesta e spassionata». Mordacci si è detto perplesso, ad esempio, «sul principio dell'indisponibilità della vita fisica. Fino a poco tempo fa prevaleva il rispetto della dignità della persona, ribadito anche nella dichiarazione sull'eutanasia 'Jura et bona' della Congregazione della Dottrina della Santa Fede, dove si parla di 'trattamenti sproporzionati' da evitare, anche 'tenendo conto della volontà dell'ammalato'». Ma il tema dell'indisponibilità della vita «non è riconducibile alla sfera religiosa o etica - secondo Francesco D'Agostino (Università di Tor Vergata) - perché mette in gioco fondamentalmente l'identità della medicina e il suo ruolo sociale». Inoltre «nessuna epoca è stata meno pluralistica della nostra, infatti non c'è mai stata una Dichiarazione universale dei diritti umani, e quindi un'omogeneità di valori di fondo come oggi. L'umanità è divisa su famiglia e bioetica, ma l'impegno non è di rispettare l'altro, perché 'straniero morale', ma di ragionare con lui per arrivare a una convergenza». Quanto al problema dell'obbedienza, «non bisogna dimenticare che la Chiesa deve garantire l'unità dei credenti. Non è dunque per invasività che chiede obbedienza non solo per i dogmi, ma anche per i costumi». Di conseguenza, «è legittimo pensare diversamente, ma non pensare di restare nella comunione quando si crea lacerazione». Il pluralismo, però, secondo Semplici è un dato oggettivo. E il problema dell'obbedienza è grave, visto che «l'insegnamento dei pastori non arriva e non viene messo in pratica dalla stragrande maggioranza di coloro che frequentano le parrocchie e le associazioni ». E se per Belardinelli «fa parte dell'obbedienza l'onestà intellettuale, pur senza pensare che la cosa fondamentale sia la fedeltà a se stessi », Mordacci ha ribadito di percepire un «restringimento dello spazio in cui il dissenso è ammesso, senza che venga percepito come un tradimento. In realtà, non sentirsi in piena comunione è doloroso, tanto quanto il constatare che l'ambito del dogmatico si allarga anche al costume ». D'Agostino ha risposto che «manifestare dissenso non implica essere fuori dalla comunità ecclesiale, ma chi porta lacerazioni deve assumersi responsabilità. Tanto più che la cultura cattolica è sottoposta a un attacco ideologico laicista e massonico, sostenuto dai grandi giornali». Mordacci: «Ricerca onesta e spassionata». Belardinelli: «La coscienza è un bene, ma non è immune da errori». Semplici: «Religione sentinella della biopolitica» D'Agostino: «Rispettare l'altro, ma ragionare con lui» Sergio Berardinelli Stefano Semplici

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MATCH, UN PROGETTO DI LAVORO PER I DISABILI (sezione: Diritti umani)

( da "Basilicanet.it" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

MATCH, UN PROGETTO DI LAVORO PER I DISABILI 11/03/2009 15.25.56 [Basilicata] A distanza di soli due giorni dalla ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità  da parte del Parlamento italiano, avvenuta lo scorso 24 Febbraio, la Provincia di Potenza può² certamente vantare il positivo primato di aver per prima dato attuazione ai principi fondamentali della Convenzione. Ha infatti sottoscritto un protocollo dâ??intesa con il quale è¨ stato dato lâ??avvio del progetto â??Matchâ?, un progetto finalizzato allâ??inserimento lavorativo di persone con disabilità  gestito dal Servizio di Inclusione Sociale dellâ??APOF-IL. â??La convenzione ONU a cui si ispireranno le iniziative promosse dal progetto Match â??riferisce Vincenza Ferrarese Presidente della FISH Basilicata â?? afferma il principio della non discriminazione poiché© le persone con disabilità  sono persone discriminate ed in quanto tali subiscono continuamente una violazione dei propri diritti umaniâ?. La discriminazione è¨ una violenza non fisica e non diretta, ma che limita il raggiungimento delle pari opportunità : è¨ un trattamento diseguale senza una giustificazione. È? quindi una condizione che va combattuta con il rafforzamento della persona con disabilità , motivo per il quale le azioni del progetto Match saranno improntate alla metodologia dellâ??empowerment. La non discriminazione si attua attraverso lâ??inclusione che implica la possibilità  di poter accedere e svolgere le attività  al pari degli altri, sia in ambito fisico ma anche in quello culturale e sociale: accesso di tutti ai diritti umani per tutti. La Convenzione, diventata oramai legge dello Stato, impone agli Stati membri che tutte le iniziative che vengono messe in campo nei vari contesti siano sottoposte al vincolo di inclusione delle persone con disabilità . Attraverso la politica del main streaming il principio della non discriminazione deve diventare pervasivo, deve riguardare ogni ambito della vita sociale: dalla promulgazione di una qualsiasi legge allâ??erogazione di un qualsiasi servizio. Prima della Convenzione i diritti delle persone con disabilità  erano esigibili solo a fronte di risorse economiche sufficienti a coprirne i bisogni o i servizi erogabili. Con la Convenzione, invece, si è¨ attuato un superamento della dimensione economica come vincolo di esigibilità  del diritto: una persona con disabilità , adesso, può² adire verso un tribunale e rivendicare la violazione di un proprio diritto soggettivo, in ragione della violazione del proprio ineludibile diritto umano. Il progetto Match avrà  sede a Lauria abbracciando i dodici comuni dellâ??ambito lagonegrese e sperimenterà  le procedure del collocamento mirato adottate dalle Province di Roma e di Milano in ottemperanza alle norme della legge 68/99, norme per il diritto al lavoro dei disabili. (SB- 01)

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Senato/ Chiti riceve presidente Associazione Sinti italiani (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 11 mar. (Apcom) - Il vicepresidente del Senato Vannino Chiti ha ricevuto questa mattina il Pastore della Missione Evangelica Zigana e presidente dell'Associazione nazionale dei Sinti italiani, Davide Casadio, e lo scrittore e curatore del volume 'La Missione Evangelica Zigana. Una minoranza italiana' Alessandro Iovino. Lo riferisce una nota dell'ufficio stampa di Palazzo Madama. Nel corso dell'incontro - sottolinea il comunicato - si è discusso dei fatti discriminatori che hanno colpito e continuano a colpire i Sinti italiani, in particolar modo quelli evangelici che sono oggetto di una duplice discriminazione, sia su base razziale che su base religiosa. La missione evangelica Zigana - si legge ancora nella nota - sviluppa non solo una missione religiosa ma, contemporaneamente, un impegno di educazione alla legalita' e di ricerca di collaborazione con le amministrazioni comunali. A questo proposito, il presidente dell'Associazione dei Sinti Italiani, Davide Casadio, ha sottolineato la positiva esperienza di collaborazione con il Comune di Milano, mentre ha evidenziato le oggettive difficoltà di cooperazione con molti comuni del nord. Il presidente dei Sinti Italiani ha chiesto al vicepresidente Chiti di portare a conoscenza del Senato l'attività svolta dall'associazione e di poter incontrare la presidenza della Commissione per la tutela e la promozione dei Diritti umani del Senato della Repubblica.

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Terrorismo/ Gb, Brown: in corso indagini su accuse tortura (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Londra, 11 mar. (Ap) - la polizia britannica potrebbe aprire un'inchiesta sulle accuse di torture e maltrattamenti inflitte a presunti terroristi con la collusione dei servizi segreti del Regno Unito: lo ha dichiarato il premier britannico Gordon Brown, intervenuto alla Camera dei Comuni. L'avvocato generale dello Stato, Patricia Scotland, sta valutando le accuse avanzate dall'ex detenuto di Guantanamo Binyam Mohamed, che afferma di essere stato torturato in Pakistan e in Marocco e che i servizi britannici - pur al corrente della situazione - non sono intervenuti per far cessare i maltrattamenti. Nel luglio scorso erano stati alcuni parlamentari britannici a chiedere l'apertura di un'inchiesta sul ruolo dei servizi nelle presunte torture inflitte in Pakistan a cittadini britannici: funzionari dell'Mi5 avrebbero consegnato dei presunti terroristi alla sicurezza pachistana perché venissero interrogati con metodi violenti e torture, pratiche smentita dai servizi di sicurezza attraverso un comunicato trasmesso dal Ministero degli Interni: "Non abbiamo mai partecipato, sollecitato, condonato o incoraggiato l'uso della tortura". I sospetti erano stati fermati in Pakistan su richiesta della autorità britanniche, ma erano stati lasciati nelle mani dell'Isi (i servizi pachistani) prima di essere poi interrogati da funzionari dell'Mi5; privi di qualsiasi assistenza legale o consolare, erano stati rimpatriati senza alcuna formale estradizione ed arrestati al loro arrivo nel Regno Unito. Se dovessero risultare violazioni della legge da parte di funzionari dei servizi segreti la polizia valuterà l'opportunità di procedere a un'indagine penale nei confronti dei responsabili, ha concluso Brown.

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IL 17-3 APPUNTAMENTO CON â ALTROCINEMAPOSSIBILEâ (sezione: Diritti umani)

( da "Basilicanet.it" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

IL 17-3 APPUNTAMENTO CON â??ALTROCINEMAPOSSIBILEâ? 11/03/2009 17.54.17 [Basilicata] Terzo appuntamento con la cinerassegna "Altrocinemapossibile", il cinema dei diritti umani. Martedì¬ 17 marzo alle ore 21 presso il ridotto del Teatro Stabile a Potenza, ingresso libero, sarà  proiettato il film â??L'orchestra di Piazza Vittorioâ?, di Agostino Ferrente. Considerato il ristretto spazio della sala a disposizione consigliamo di prenotare la visione del film inviando una mail a: info@zer0971.org oppure inviando un sms al 3495186960. L'Orchestra di Piazza Vittorio nasce nel 2002 da un'idea di Mario Tronco, tastierista della Piccola Orchestra Avion Travel, e del documentarista Agostino Ferrente: mettere insieme un collettivo musicale multietnico nel quartiere romano dell'Esquilino, quartiere multietnico per eccellenza, ricco di suoni e musicisti provenienti dai quattro angoli del mondo. Per cinque anni, Agostino Ferrente, pur nella difficoltà  dei pochi mezzi a disposizione, segue il sogno di questa Orchestra e nel 2006 nasce il documentario L'Orchestra di Piazza Vittorio, che intatte ci restituisce le difficoltà  e le emozioni di questo ambizioso progetto. Il film viene presentato con grande successo in numerosi festival internazionali tra cui il Festival di Locarno e il Tribeca Film Festival di New York, e vince nel 2007 numerosi premi tra cui il Nastro d'Argento e il Globo d'Oro come migliore documentario. bas 02

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Ginevra: l'altro perché (oltre agli attacchi a Israele) del no della Farnesina (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 60 del 2009-03-11 pagina 0 Ginevra: l'altro perché (oltre agli attacchi a Israele) del no della Farnesina di Alessandro Caprettini Parecchi paesi, in prima fila quelli islamici, pretendono di inserire nel documento praparatorio della conferenza sul no al razzismo, anche un riferimento alla religione musulmana. Criticarla sarebbe da considerare alla stessa stregua di una offesa razziale Non solo gli attacchi - espliciti e meno - ad Israele. Nella decisione del governo italiano di ritirarsi dai negoziati in corso a Ginevra sul documento preparatorio alla conferenza di revisione di Durban, c'è anche dell'altro, rimasto per ora molto sotto traccia. E infatti nel documento messo a punto ci sono anche riferimenti alla questione della "diffamazione religiosa" che hanno suscitato forti perplessità negli inviati della Farnesina . In pratica, con la richiesta di "standard aggiuntivi" i paesi islamici starebbero tentando di introdurre nuovi limiti alla libertà d'espressione nei confronti delle religioni e in particolare a quella musulmana. Ad essere titolari di diritti - hanno fatto presente i rappresentanti italiani quando la questione è stata sollevata - sono gli individui, non le religioni. Per cui la pretesa di introdurre il "divieto di diffamazione" nei confronti della religione musulmana dato che si tratterebbe di razzismo, appare fuori luogo. Questo tema, assieme al riapparire della questione israelo-palestinese in diversi paragrafi del documento preparatorio - si parla a più riprese della "politica di discriminazione razziale nei confronti della popolazione palestinese" messa in atto da Israele, che si accusa poi di praticare l'apartheid, la tortura e numerosi atti criminali "in contrasto con i diritti umani", così da fare dello stato ebraico "una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale" - hanno convinto il governo di Roma a disertare la conclusione dei lavori di Ginevra e, dunque, la conferenza stessa ("United against racism: dignità and justice for all") che si terrà nella città svizzera tra il 20 ed il 24 aprile prossimi. L'appuntamento ginevrino avrebbe dovuto costituire il quarto capitolo della conferenza internazionale contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza. Seguito di quello tenuto a Durban, in Sudafrica, nel 2001 sulla base della risoluzione 52/111 dell'Onu, approvata nel 1997. Dopo due anni di preparazione, la conferenza di Durban - dal 31 agosto all'8 settembre, giusto pochi giorni prima l'attentato delle due torri - vide la partecipazione di 2.500 delegati e 4.000 rappresentanti di Ong. Cinque i temi allora trattati: cause e forme di razzismo; vittime; misure di prevenzione, educazione e protezione; misure di compensazione e di risarcimento; strategie per realizzare una piena ed effettiva eguaglianza; e, in conclusione, l'adozione di una dichiarazione e di un programma d'azione che ricalcavano principi condivisi a livello internazionale con cui si cercava di rafforzare la lotta al razzismo. Ma la discussione fu lunga e tormentata, specie su alcuni capitoli come quello medio-orientale e specie sul terreno parallelo del forum delle Ong ci furono parecchi episodi di intolleranza nei confronti di Israele, attraverso la presentazione di materiale di chiaro sapore antisemita, tant'è che i governi di Washington e Gerusalemme decisero di abbandonare la conferenza. Alla fine si giunse ad un accordo in base al quale si riconosceva il diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione ed alla creazione di uno stato indipendente, ma al tempo stesso si reclamava un diritto alla sicurezza di tutti i paesi dell'area, e dunque Israele compreso. Ma in vista del nuovo appuntamento in programma a Ginevra - decisione varata all'Onu nel 2006 - le cose sono andate complicandosi. In ben 5 paragrafi del documento preparatorio messo a punto spunta nuovamente la questione medio-orientale. Si esprime "grave preoccupazione per le pratiche di discriminazione razziale nei confronti della popolazione palestinese e dei territori arabi occupati" e si ribadisce il diritto all'autodeterminazione dei palestinesi. Ma stavolta senza riconoscere il diritto alla sicurezza di Israele. Che anzi viene chiamata in causa come stato colpevole di pratica dell'apartheid, di torture, di restrizioni varie e di costituire una "minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale". Poi, come detto, a convincere il governo di Roma ad innescare la retromarcia, c'è la storia degli "standard complementari" che si vorrebbero inserire e in base ai quali sarebbe da condannare per razzismo chi offende in qualsivoglia modo la religione islamica. La Ue nel suo complesso ha già fatto sapere che non accetterà una revisione della definizione di razzismo allargandola alla religione, ma ci sono forti pressioni perché la conferenza faccia invece propria la questione. Di qui la decisione della Farnesina di abbandonare i lavori preparatori, forte anche del voto della Camera dei Deputati (4 dicembre 2008) con cui in 417, contro solo 4 contrari, hanno impegnato il governo a verificare assieme ai partners europei esiti e orientamenti che emergono a Ginevra, intervenendo affinché "venga scongiurato il rischio che la conferenza si svolga su una piattaforma ispirata all'intolleranza ed alla discriminazione" e piuttosto si finalizzi "la promozione della convivenza civile tra i popoli e in particolare nell'area medio-orientale, col rilancio del processo di pace tra israeliani e palestinesi". Non è comunque un addio. Al ministero degli Esteri fanno capire che se fossero messi da parte in questo ultimo mese che divide dal via alla conferenza, tutti quegli aspetti discutibili che sono fin qui apparsi, Roma sarebbe disponibile a far ritorno al tavolo delle trattative. Ma segnali di novità, per ora, da Ginevra non arrivano. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Un manifesto per la scomunica (sezione: Diritti umani)

( da "AprileOnline.info" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Un manifesto per la scomunica Paolo Izzo, 11 marzo 2009, 13:08 La provocazione A nome di quante persone, in realtà, le gerarchie ecclesiastiche di tutto il mondo parlano? Se, per coerenza e per diritto canonico, esse scomunicassero in un sol colpo tutti gli "eretici", in quanti rimarrebbero a tentare di dettare "legge"? La terribile vicenda della novenne brasiliana che ha abortito e della conseguente violenza dell'arcivescovo di Recife ai danni dei medici e della madre della bambina, mi impone di riprendere con forza una battaglia iniziata due anni orsono affinché la Chiesa cattolica scomunichi pubblicamente tutti, ma proprio tutti coloro i quali contravvengono a quelli che essa ritiene dogmi. Parlamentari, medici, giornalisti, giudici, avvocati, scienziati, opinionisti: scomunichino tutti quelli che lottano ogni giorno per l'affermazione dei diritti umani e civili! L'intento della mia "provocazione" è quello di provare a mettere a nudo una verità... statistica: a nome di quante persone, in realtà, le gerarchie ecclesiastiche di tutto il mondo parlano? Se, per coerenza e per diritto canonico, esse scomunicassero in un sol colpo tutti gli "eretici", in quanti rimarrebbero a tentare di dettare "legge"? Cominciai nel 2007, con una lettera pubblicata dal Riformista il 5 maggio; ad essa ne seguirono decine e forse centinaia, che il giornale in parte pubblicò per giorni e giorni... Tantissimi organi di informazione ripresero e rilanciarono l'iniziativa nata così spontaneamente (anche quella volta il pretesto fu la scomunica da parte dell'arcivescovato messicano contro i parlamentari di quel paese che avevano votato un legge per l'aborto): oltre ad Agi, Apcom, Aprile, Agenzia Radicale, Liberazione e tanti siti e blog, se ne dovette occupare persino l'Avvenire. Altre furono le incursioni del sottoscritto sulla stampa e attraverso internet ed ogni volta avevano un seguito di indignazione contro le ingerenze vaticane e di sostegno alla causa. Una nutrita rassegna dal 5 maggio a tutt'oggi, potete leggerla qui: www.paoloizzo.net/scomunicateci.htm. Vi segnalo infine che nelle ultime settimane ho ideato anche una sorta di "manifesto per la scomunica", proponendolo come descrizione del gruppo di Facebook "Scomunicateci", che in pochi giorni ha ricevuto 1000 iscrizioni! Lo trovate qui di seguito: Manifesto per la scomunica: Scomunicateci. Siamo atei. Siamo a favore della contraccezione, dell'amniocentesi e della epidurale, della fecondazione assistita omologa ed eterologa, dell'interruzione volontaria di gravidanza, della "pillola del giorno dopo" e della RU-486, della ricerca sulle cellule staminali embrionali, dell'eutanasia e del testamento biologico. Formiamo coppie di fatto, senza firmare contratti o matrimoni. I nostri figli non li battezziamo e li esoneriamo dall'insegnamento della religione cattolica. Preferiamo pensare, invece di credere. E pensiamo a una nascita umana sana, uguale per tutti, senza perversioni e senza peccato originale. Perciò il Bene per noi è sinonimo di etica umana e di sanità mentale. Riteniamo che la Chiesa non si sia mai evoluta, se non perché costretta dagli Stati laici, come il nostro non sembra essere piÚ. Ugualmente, sosteniamo che il clero è una lobby di potere politico ed economico; e che il Vaticano è uno Stato straniero, con le sue regole, il suo piccolo territorio e le sue grandi brame di espansione. E nemmeno chiediamo che si torni alle origini, come si dice: a Gesù, a san Francesco o alla madonna; perché per noi essi sono astrazioni, figure mitologiche, né più né meno di Giove, Bacco e Artemide. Perciò vogliamo starne fuori: se la Chiesa o il nostro Stato parleranno a nome della cristianità, non parleranno piÚ a nome nostro. Vogliamo essere liberi di sognare, di pensare alle donne e agli uomini come noi, di occuparci dei nostri bisogni e delle nostre esigenze di esseri umani, fatti di psiche e di biologia e nati non prima di aver visto la luce con i nostri occhi. E morti quando non potremo più pensare di essere vivi. Tutto questo può bastare per essere scomunicati? Riteniamo di sì. www.paoloizzo.net/scomunicateci.htm Link su facebook

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Con le impronte cinque minuti per un solo voto (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Con le impronte cinque minuti per un solo voto L'apice del caos si raggiungeva all'incirca ogni 50 secondi, quando il presidente della Camera Gianfranco Fini provava a chiedere: «Avete completato la procedura?», e gran parte dei 541 deputati presenti rispondeva con angoscia: «Noooo!». Così, alla fine, il primo voto con le impronte digitali della storia parlamentare, sulla mozione bipartisan per il rispetto dei diritti umani in Tibet, è durato oltre 4 minuti e mezzo. Sì all'unanimità, ma una rovina rispetto alla media degli oltre duemila voti espressi in un solo minuto nei primi dieci mesi di legislatura. Certo, col tempo ci si prenderà la mano. Ieri, qualche disguido ma non tanti. Ferdinando Latteri dell'Mpa, per dire, si è dovuto rassegnare a tornare al vecchio sistema, Pier Ferdinando Casini che protestava per il mancato funzionamento della macchinetta si è beccato da Fini un: «Appoggi il dito, invece di sventolarlo». «I made it», ce l'ho fatta. ha urlato soddisfatto Amato Berardi del Pdl. Si abitueranno? la prima

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Argentina/ Desaparecidos, Corte suprema: processi troppo (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 11 mar. (Apcom) - La lentezza con cui stanno avanzando in Argentina i processi contro gli ex-membri delle forze armate accusati di crimini di lesa umanità durante l'ultima dittatura (1976-83) ha spinto la Corte Suprema del Paese a convocare d'urgenza il governo e il parlamento. Obiettivo, "istituire una commissione per lavorare congiuntamente all'acceleramento delle cause" si legge in una nota dell'alto tribunale che ha chiesto - riferisce l'agenzia Misna - al consiglio dei ministri "di assegnare più personale ai collegi che si occupano di casi legati alle violazioni dei diritti umani". La decisione della Corte giunge nel pieno di una polemica sorta tra governo e magistratura per velocizzare le procedure; una settimana fa, aprendo le sessioni ordinarie del parlamento, il presidente Cristina Fernandez de Kirchner aveva sollecitato misure appropriate e sanzioni ai giudici responsabili di eventuali negligenze. In risposta, a nome dell'alta corte, il magistrato Carmen Argibay aveva rilevato la necessità di risorse economiche addizionali al bilancio del sistema giudiziario. Sebbene l'annullamento delle cosiddette 'leggi del perdono' abbia permesso l'apertura dei processi contro gli ex-gerarchi del regime, secondo il Centro di studi legali e sociali (Cels) dal 2003 solo 38 repressori sono stati condannati su 1.253 imputati in processi per crimini di lesa umanità; 385 accusati restano al momento in carcere in attesa di giudizio.

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