CENACOLO DEI COGITANTI |
El juez Moreno pide a China que interrogue a su ex presidente
( da "Pais, El" del
10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: el responsable
de la policía a finales de los ochenta; y el ministro de Planificación Familiar en los noventa. Están acusados de crímenes contra el pueblo tibetano por "la práctica
sistemática de la tortura", y de promover medidas dirigidas a
"impedir" la reproducción en el grupo.
La Cia chiude le prigioni
segrete ( da "Provincia
Pavese, La" del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: prigioni segrete dove i presunti
terroristi venivano interrogati con tecniche assimilate alla tortura negli anni
della presidenza di George W. Bush. Il nuovo capo dell'agenzia di Langley, Leon Panetta, ha
annunciato un piano per la chiusura dei cosiddetti «siti neri», molti dei quali
si trovavano in Afghanistan e in Thailandia ma anche in alcuni paesi
democratici dell'Europa dell'Est.
I ragazzi DEI TOMBINI
( da "Manifesto, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: rifugiati per tortura, poveri,
emarginati sociali. Il rammarico è che si fa sempre poco; presso il San
Gallicano dal 2006 è attivo un servizio di accoglienza per i minori non
accompagnati, in collaborazione con il V Dipartimento del Comune di Roma. In questi
due anni sono stati avvicinati 52 adolescenti (39 provenienti dall'Afghaganistan,
VP.Recanati ENERDI di Passione, processioni e rievocazioni. Torna
la tradizione della </B... ( da "Messaggero,
Il (Marche)" del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: la croce con gli strumenti di
tortura e i fedeli. Nel pomeriggio, però, Ala Simonishvili
(soprano) e l'Amadeus Quintet
propongono il suggestivo Stabat Mater di Boccherini. La Processione di Recanati segue invece il ritmo
della "scandola", strumento di legno che sostituisce il suono delle
campane, lungo le vie della città della poesia.
Obama si
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Corriere della Sera sezione: Esteri data: 10/04/2009 -
pag: 13 Politica e diritti umani Obama si «inchina» davanti al re saudita
Scandalo negli Usa Questione di angolo: l'«inchino» di Barack
Obama davanti al re saudita Abdullah al recente G20 di Londra è troppo
profondo, ben più inclinato di quello concesso alla Regina.
Kosovo, inchiesta della
Bbc
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: esercito di liberazione del Kosovo è stato responsabile di
gravi abusi dei diritti umani»: è la conclusione di un'inchiesta della Bbc
riportata sul sito dell'emittente, che rivela atrocità commesse dall'Uck durante e dopo la conclusione del conflitto con la
Serbia e l'intervento delle forze della Nato in Kosovo. Secondo le fonti citate
dall'edizione online sono circa 2.
FIGI: PRESIDENTE SOSPENDE
LA COSTITUZIONE E DESTITUISCE GIUDICI
( da "Adnkronos"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: FIGI: PRESIDENTE SOSPENDE LA
COSTITUZIONE E DESTITUISCE GIUDICI APPELLO BAN KI-MOON ALLA CALMA E AL RISPETTO
DEI DIRITTI UMANI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo
aggiornamento: 10 aprile, ore 08:59
Trenta cortometraggi a
tutela dei Diritti Umani ( da "Stampa,
La" del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: AVVENIMENTO Trenta cortometraggi a
tutela dei Diritti Umani GIOVANNA CARNINO «Gli esseri umani nascono liberi ed
eguali in dignità e diritti». Comincia così la Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani. A questo primo e ai successivi ventinove articoli della Carta
Internazionale si sono ispirati altrettanti registi, tra cui Carlo Lizzani (art.
"Entierro"
fa rivivere la sepoltura di Cristo
( da "Stampa, La" del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: i segni della tortura di Cristo,
tenaglie, dadi, chiodi, affidati ai bambini del paese. Poi verranno recitati i
misteri sulla base di un ritrovamento in parrocchia del 1721. Alla cerimonia,
in cui si esibirà anche il coro dei parrocchiani, partecipa tutta la popolazione
che viene invitata ad addobbare le vie con drappi rossi,
"Signor giudice non
mi tolga i figli" ( da "Stampa,
La" del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: La notizia è rimbalzata fino al
comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (Ccdu) che
ha in programma per domani alle
MACERATA: Approvato il
progetto Marka per l'Albania
( da "By Marche.it" del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: formazione sui diritti umani e
nascita di micro-imprese. Il Comune di Kamez il 14
novembre del 2008 avevano già stipulato un protocollo d'intesa per la gestione
di interventi di cooperazione, informazione, formazione e prevenzione sociale
in Albania. Kamez, 87 mila abitanti, vicino alla
capitale Tirana, finora ha ricevuto aiuti dalla Caritas,
Via Crucis, le meditazioni
del Papa ( da "Corriere.it"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: violazioni dei diritti umani. Gesù
continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia
viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è
radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le minoranze sono
soppresse, i rifugiati e i migranti maltrattati.
Papa/ Persecuzioni e 'mea culpa' in meditazioni per Via
( da "Virgilio Notizie"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: violazioni dei diritti umani", scrive Menamparampil nelle meditazioni pubblicate dalla Libreria
editrice vaticana.
"Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la
giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la
corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri,
PAPA/ PERSECUZIONI E 'MEA
CULPA' IN MEDITAZIONI PER VIA CRUCIS
( da "Wall
Street Italia" del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: violazioni dei diritti umani", scrive Menamparampil nelle meditazioni pubblicate dalla Libreria
editrice vaticana.
"Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la
giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione
è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri,
la cia
chiude le prigioni segrete ( da "Centro,
Il" del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: prigioni segrete dove i presunti
terroristi venivano interrogati con tecniche assimilate alla tortura negli anni
della presidenza di George W. Bush. Il nuovo capo dell'agenzia di Langley, Leon Panetta, ha
annunciato un piano per la chiusura dei cosiddetti «siti neri», molti dei quali
si trovavano in Afghanistan e in Thailandia ma anche in alcuni paesi
democratici dell'Europa dell'Est.
Nella Via Crucis le voci e
i volti dei perseguitati ( da "Avvenire"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: violazioni dei diritti umani». È forse questa una delle meditazioni più toccanti. «Gesù
continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia
viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è
radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le minoranze sono
soppresse,
- GAMBIA: FINISCE LA
CACCIA ALLE STREGHE ( da "WindPress.it"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Ora, l'organizzazione per i diritti
umani chiede alle autorit del Gambia di indagare su
quanto accaduto e assicurare alla giustizia i responsabili.FINE DEL COMUNICATO Roma, 10 aprile 2009 Per
approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel.
Algeria al voto: l'unico
nemico di Bouteflika è l'astensionismo
( da "Panorama.it"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Lega algerina per i diritti umani (Laddh) ha accusato i media ma anche governo, istituzioni
ufficiali ed amministrazione di aver "favorito in maniera flagrante" Bouteflika durante tutta la campagna elettorale. Secondo
uno studio della Laddh sulla stampa algerina il
presidente uscente ha occupato il 27,63% dello spazio mediatico,
Vertice Americhe, Washington "frena": Non si parli solo
di Cuba ( da "Velino.it, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: assenza dai colloqui di un
confronto sui diritti umani. Pur riconoscendo l?attualità del dibattito su
Cuba, Davidow ha ricordato i distinguo dell?amministrazione americana nei confronti delle
politiche castriste: “Si tenga presente - ha detto - che questa riunione di
Trinidad è una riunione di 34 stati democratici”
Tutto pronto per l'Ascoli
Junior Festival ( da "Quotidiano.it, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: del delicato ed importante tema dei
Diritti Umani, mentre nel pomeriggio tre incontri con gli autori locali: alle
16 Don Adalberto Bucciarelli presenterà il libro
"Sant'Emidio alle Grotte", alle 17 Stefano Papetti
ed Erminia Luna presenteranno un libro sulla figura di "Domenico Ferri-un artista dimenticato" e alle 18 appuntamento
con Luciano Cappelli che presenterà il suo libro "
Gambia/ Amnesty: decretata
la fine della caccia alle streghe
( da "Virgilio Notizie"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Sin dall'inizio di marzo, Amnesty
International aveva chiesto al presidente Jammeh di
interrompere la caccia alle streghe. Ora, l'organizzazione per i diritti umani
chiede alle autorita' del Gambia di indagare su
quanto accaduto e assicurare alla giustizia i responsabili.
GAMBIA/ AMNESTY: DECRETATA
LA FINE DELLA CACCIA ALLE STREGHE
( da "Wall
Street Italia" del 10-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Sin dall'inizio di marzo, Amnesty
International aveva chiesto al presidente Jammeh di
interrompere la caccia alle streghe. Ora, l'organizzazione per i diritti umani
chiede alle autorita' del Gambia di indagare su
quanto accaduto e assicurare alla giustizia i responsabili.
( da "Pais, El"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
El juez
Moreno pide a China que interrogue a su ex presidente EP -
Madrid - 10/04/2009 Vota Resultado 2 votos El juez
de la Audiencia Nacional Ismael Moreno ha pedido a China que interrogue al ex presidente
Jiang Zemin y a otros seis altos cargos
como supuestos autores de delitos de lesa humanidad, genocidio, y torturas
en la causa que investiga la represión
cometida en Tíbet a partir
de 1950. Jiang Zemin A FONDO Nacimiento:
17-08-1926 Lugar: (Yangzhou)
Ver cobertura completa Audiencia Nacional A FONDO Sede:
Madrid (España) Ver cobertura completa La noticia en otros webs webs
en espaÑol en otros idiomas En su escrito, Moreno exige también las
declaraciones de otros históricos del PCCh, como el secretario
en el Tíbet entre 1971 y 1980, Ren Rong; su sucesor hasta 1985 y participante en la ocupación, Yin
Fatang; y el siguiente en el puesto hasta 2001, Chen Kuiyuan. También
pide la remisión de las respuestas de varios ex responsables del Gobierno, entre ellos el primer
ministro entre 1998 y 2003, Li
Peng; el responsable de la policía
a finales de los ochenta; y el ministro de Planificación Familiar en los noventa. Están
acusados de crímenes contra
el pueblo tibetano por "la práctica
sistemática de la tortura", y de promover medidas dirigidas a
"impedir" la reproducción en el grupo.
( da "Provincia Pavese, La"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lettera di Panetta La Cia chiude le prigioni segrete NEW YORK. La Cia
di Barack Obama manda in pensione le prigioni segrete dove i presunti terroristi venivano interrogati
con tecniche assimilate alla tortura negli anni della presidenza di George W.
Bush. Il nuovo capo dell'agenzia di Langley, Leon Panetta, ha annunciato un piano per la chiusura dei
cosiddetti «siti neri», molti dei quali si trovavano in Afghanistan e in
Thailandia ma anche in alcuni paesi democratici dell'Europa dell'Est. Panetta ha scritto ai dipendenti per confermare che le
tecniche di interrogatorio come l'annegamento simulato (waterboarding)
autorizzate da Bush non sono più in vigore e ha annunciato la chiusura delle
prigioni segrete.
( da "Manifesto, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
storie LE CARTOLINE AFGHANE DEI «SENZA
DIRITTI» I ragazzi DEI TOMBINI Il «tour» dall'Afghanistan al Pakistan, dalla
Turchia alla Grecia, miraggio l'Italia, nel racconto di due giovani profughi,
finiti nei tombini della Stazione Ostiense a Roma Maurizio Galvani Le due
testimonianze che pubblichiamo sono le narrazioni - anonime per evitare
ritorsioni - raccolte dagli operatori dell'Istituto per la salute delle
popolazioni Migranti e il contrasto alla Povertà (Inmp),
presso l'ospedale San Gallicano di Roma . Il fatto è che la tragica vicenda dei
ragazzi afghani trovati dentro i tombini alla stazione Ostiense di Roma ha
suscitato sgomento e sorpresa. Per il dottor Aldo Morrone,
direttore dell'Inmp «a causa delle guerre globali,
della violenza, della povertà ormai dovremo aspettarci conseguenze assai gravi,
dato che 200-300 milioni di disperati fuggono in tutti i modi da queste realtà,
accettando di vivere condizioni disumane». Il dottor Morrone
parla con l'esperienza di chi opera a Lampedusa, dove l'Inmp
è impegnato con un equipe di medici e psicologi.
«Questi ragazzi afghani - aggiunge - per arrivare in Italia impiegano più di un
anno dopo avere iniziato un lungo e pericolosissimo viaggio attraverso l'Iran,
la Turchia, la Grecia e, infine, Italia». Scappano dal loro paese e solo quando
giungono in Grecia, alcune organizzazioni danno loro assistenza. In Italia
sbarcano ad Ancona dentro i tir, o nei doppifondi dei camion, o nascosti tra la
merce, o legati con le cinghie agli assi degli autotreni. Non si sa quanti
siano a Roma e come vivano, per Morrone «si calcola
che i minorenni (fino a 18 anni, stabiliti con un esame radiologico del polso)
possono essere circa un centinaio». Il problema è come intercettarli: non è
facile, soprattutto, per la lingua che conoscono solo i mediatori. Non
conoscono la lingua e ignorano i diritti di un minore non accompagnato. Alcuni
considerano l'Italia un territorio di passaggio dove sopravvivere per
raggiungere la Germania dove risiede una grande comunità di afghani. Il loro è
un tragitto di quasi ottomila chilometri, pagano per andare in un altro paese;
«tuttavia l'Italia sta diventando un paese di residenza». «Dobbiamo
intercettarli. Ci vorrebbero più strutture, operatori, risorse di natura
medico-assistenziale, l'attivazione di più mediatori linguistici e culturali».
L'Inmp lamenta queste carenze «bisogna fare in modo
che questi ragazzi non si nascondano e diventino «clandestini»,
non alla legge ma a qualsiasi intervento. Il primo loro diritto è la tutela (ci
deve pensare il comune); in secondo luogo devono fare percorsi di sostegno e
integrazione». Il dottor Aldo Morrone - che d'anni
opera al San Gallicano - insiste su questo punto perché vuole rendere visibili
quei poveracci che stanno dell'Ostiense, dove si possono incontrare altre
tragiche realtà: rifugiati per tortura, poveri, emarginati
sociali. Il rammarico è che si fa sempre poco; presso il San Gallicano dal 2006
è attivo un servizio di accoglienza per i minori non accompagnati, in
collaborazione con il V Dipartimento del Comune di Roma. In questi due anni
sono stati avvicinati 52 adolescenti (39 provenienti dall'Afghaganistan,
4 dall'Etiopia, 6 dall'Eritrea, uno dalla Sierra Leone, un altro dall'India). I
motivi del loro «allontanamento» lo raccontano i medesimi ragazzi: 25 subivano
persecuzione politica, sette sono fuggiti alla guerriglia tra gruppi locali,
dieci sono fuggiti per liti famigliari, dieci sono scappati dalla povertà. Le
collaboratrici del dottor Morrone, le dottoresse
Flavia Dammacco e Paola Scardella
tentano di ri-costruire una narrazione della storia di questi ragazzi. Si cerca
di offrire un ambiente abitativo adeguato (una casa famiglia, o un centro di
accoglienza) per costruire un percorso integrativo sociale che preveda anche la
possibilità di un lavoro. La maggior parte delle volte ci si riesce: per legge,
un minore straniero non accompagnato ha diritto all'assistenza e alla tutela.
Però, al compimento della maggiore età questi ragazzi si trovano senza diritti
e possono essere rimpatriati al di là di quel che riescano a dimostrare di
saper fare, a che punto sia arrivato il percorso di accoglienza e di conoscenza
della legge, costumi e cultura italiana. Volutamente non è chiamata subito
integrazione «poiché - sottolineano all'Inmp - il
primo successo con questi ragazzi è di avere stabilito una relazione; sono in
genere impauriti, provengono dalle esperienze più disparate, hanno fatto diversi
lavori, hanno perduto i genitori in tenera età». La dottoressa Scardella sostiene che «alcuni ragazzi hanno impiegato 2-3
tre anni per giungere in Italia: si sono nascosti per mesi facendo differenti
mestieri, anche, nei mattatoi dell'Iran». Non si può trarre una conclusione.
Questo problema va sollevato, fuori dall'eccezionalità per non dover scoprire
allarmati che esistono realtà sommerse quando si deve fare un'opera di bonifica
della stazione Ostiense. Il dottor Morrone lancia una
provocazione: la realizzazione nel 2010 (l'anno contro la povertà) di un
incontro-convegno tra Europa, Africa, Africa subsahariana,
Asia e Oriente. Tra diversi operatori per contrastare attivamente le cause
dell'emarginazione. S. D. 19 ANNI «Alla fine sono fuggito dai talebani perché
mi terrorizzavano» Mi chiamo S. D. e sono nato a Ghazni
Afghanistan ho 19 anni. La mia famiglia aveva una macelleria, mio padre inoltre
vendeva abiti e alimenti vari in India, in Pakistan e in Iran e per questo
motivo spesso era lontano da casa. La mia famiglia era benestante e i miei
genitori sognavano per noi un percorso accademico importante. Avevo un fratello
e una sorella. Le donne, per volontà governativa, non possono studiare e i
ragazzi non hanno possibilità di scelta se non andare a studiare religione in
moschea. Mio padre durante uno dei suoi viaggi,
conobbe delle persone le quali appartenevano a una religione, diversa da quella
musulmana, cioè Bahai. Anche mio padre e noi tutti
decidemmo di sposare la religione Bahai. Questa
scelta però causò non pochi problemi con i compagni, con il vicinato ma anche
con i parenti. Io, mio fratello e mia sorella, essendo piccoli, non capivamo il
perché di alcuni comportamenti. Nel 1999 i talebani resero noto la loro volontà
di uccidere i comunisti e tutti coloro che avevano collaborato con essi. Mio
zio venne ucciso perché faceva parte dei comunisti. I vicini ormai avevano
isolato del tutto la mia famiglia, non accettavano di buon grado la nostra
presenza. La situazione a scuola per me e mio fratello non era delle migliori,
anzi. Un giorno in cui avevo espresso la mia opinione sul far studiare le
ragazze, finì dal preside, il quale mi picchiò con un
pezzo di legno fino a spezzarlo. Mi sospesero per una settimana. Non capivo la
non libertà di scelta. Ne parlai con l'insegnante di religione. Mi riportarono
dal direttore. Mi buttarono fuori dalla scuola. Quello stesso giorno il nostro
giardino lo riempirono di escrementi. Eravamo disperati. Il nostro macellaio
venne a informarci che più nessuno comprava da noi. Decidemmo il trasferimento
altrove, ma la nostra tranquillità durò poco, iniziarono a urlare a insultarci,
bussavano continuamente alla nostra casa. Finché un giorno non incendiarono il
nostro giardino. Scappammo dal tetto, ci rifugiammo a casa di amici,non tutti eravamo li. Mancavano mio fratello e mia sorella.
Forse avevano scelto la casa di altri amici come rifugio. Non li ritrovammo
subito. Mia madre rimase in Afghanistan, io partii per L'Iran da amici di mio
padre. Avevo paura. Dopo 5 giorni sono partito per la Turchia perché non venivo
accettato neanche in Iran a causa sempre della mia fede religiosa. Con il
gommone partimmo per la Grecia,dove rimasi lì per 18
giorni, e non ricordo bene dove. Per poter entrare in Italia mi nascosi in un
camion, ci sono rimasto per due giorni. Arrivati a Bari, l'autista decise di
abbandonarmi. Avevo sempre più paura, ero solo non sapevo come e cosa fare.
Decisi di venire a Roma, dormivo per strada. Stavo male e mi hanno portato al
San Gallicano. Nella sala d'attesa sono svenuto. Mi hanno ricoverato al Fatebenefratelli. Sono stato riconosciuto come minore. Il
centro Astalli mi ha aiutato a trovare una
sistemazione lontano dai musulmani. I. N. 16 ANNI «La
mia famiglia è andata in pezzi. Volevo scappare» Mi
chiamo I. N. e sono nato a Ghazni in Afghanistan, ho
16 anni. Mio padre faceva il fabbro mia madre la casalinga. Un giorno mio padre
uscendo di casa non è mai più ritornato. La situazione per me e mia madre
diventava troppo difficile e pericolosa e su suggerimento di mio zio paterno lo
seguimmo in Pakistan. Mia madre non è mai stata felice di questa scelta. Mio
zio,oltre alla moglie aveva due figli un maschio e una
femmina,di cui il primo più grande di me e la figlia più piccola. Arrivati in
Pakistan abbiamo iniziato subito a lavorare: io lavoravo presso una fabbrica di
tappeti, mia madre lavorava a casa il legno. Fin dall'inizio il rapporto tra
mio zio e mia madre non fu mai buono. Mio zio voleva sposarsi con mia madre.Continui litigi e torture da
parte di mio zio hanno segnato gli ultimi due anni della vita di mia madre,
ammalandosi, inoltre, di tumore al cervello. Dopo due mesi passati in ospedale,morì. La situazione personale e lavorativa diventava per me
insopportabile, invivibile. Così chiesi a mia zia paterna
un prestito e il numero di telefono di un nostro cugino che vive in
Inghilterra. Sono scappato in Iran. Per quasi un mese e mezzo ho fatto il
muratore finchè un giorno non ho ricevuto la
telefonata di mio cugino dall'Inghilterra che mi suggeriva di partire verso
l'Europa. Con l'aiuto del mio datore di lavoro il mio viaggio inizia dall'Iran
verso la Turchia dove ci rimango venti giorni per poi ripartire per la Grecia.
Ma la polizia trovandomi mi rispedì in Turchia,dopo
una settimana sono nuovamente ripartito per la Grecia. Però durante il secondo
viaggio, a causa di una tempesta una nave si scagliò contro il nostro gommone
causando la morte di due miei amici. Arrivati a Samus
in Grecia, mi hanno portato in ospedale, il viaggio traumatico e la morte dei
miei amici mi hanno reso fragile. Sono rimasto sei giorni in prigione. Mi hanno
dato un foglio con il quale potevo andare ad Atene, da lì dopo un giorno sono
ripartito per Patrasso, rimanendoci un mese. Dopo due tentativi, non riusciti,
di entrare in Italia, alla terza volta sono stato riconosciuto come minore.
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì 10 Aprile 2009 Chiudi VP.Recanati
ENERDI di Passione, processioni e rievocazioni. Torna la tradizione della Bara
de Notte di Porto Recanati, la processione per le vie della città della riviera
con partenza dalla chiesa di San Giovanni Battista. I pescatori trasportano a
mano il baldacchino funebre seguiti da tre uomini con
le croci, incappucciati e scalzi, i ladroni e Gesù. Nel corteo anche le statue
della Madonna, dei Santi, la croce con gli strumenti di
tortura e i fedeli. Nel pomeriggio, però, Ala Simonishvili
(soprano) e l'Amadeus Quintet
propongono il suggestivo Stabat Mater di Boccherini. La Processione di Recanati segue invece il
ritmo della "scandola", strumento di legno che sostituisce il suono
delle campane, lungo le vie della città della poesia. I componenti della
Confraternita e della Congregazione, i "saccò",
incappucciati e con tuniche bianche e nere precedono il catafalco col Cristo
morto. La rievocazione della morte, passione e resurrezione del signore, però,
si celebra anche a Pioraco con le fiaccole dei
figuranti che partono dalla chiesa San Vittorino e di San Francesco, a Caldarola e a Tolentino. La via Crucis di Mogliano inizia infine con l'ultima cena, il processo a
Gesù e la crocifissione mente a Treia i Riti del
Venerdì Santo partono nel pomeriggio con le tre ore di agonia, la schiodazione e la processione del Cristo dalla Cattedrale. Ste.Pal.
( da "Corriere della Sera"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera sezione: Esteri data: 10/04/2009 -
pag: 13 Politica e diritti umani Obama si
«inchina» davanti al re saudita Scandalo negli Usa Questione di angolo:
l'«inchino» di Barack Obama davanti al re saudita
Abdullah al recente G20 di Londra è troppo profondo, ben più inclinato di
quello concesso alla Regina. Video circolano da giorni su Internet, fiumi di commenti
intasano blog e siti, per lo più americani e per lo più scandalizzati perché
«un presidente degli Stati Uniti non si inchina davanti a nessuno». Tra i più
arrabbiati Camille Paglia (intellettuale, femminista,
liberal), che però attribuisce «questa indegnità» ai
cattivi consigli dello staff di Obama sul protocollo, più che a «un ingenuo
desiderio di compiacere i musulmani». Un portavoce della Casa Bianca ha
precisato che «non di inchino si tratta, ma del naturale abbassarsi del
presidente per stringere la mano a una persona meno alta». In realtà di poco:
re Abdullah è noto per la figura imponente. E l'abitudine ad essere riverito.
( da "Corriere della Sera"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
della Sera sezione: Esteri data: 10/04/2009 - pag: 17 La pista Kosovo,
inchiesta della Bbc «L'Uck massacrò civili» PRISTINA
«Anche l'esercito di liberazione del Kosovo è stato
responsabile di gravi abusi dei diritti umani»: è la conclusione
di un'inchiesta della Bbc riportata sul sito dell'emittente, che rivela
atrocità commesse dall'Uck durante e dopo la
conclusione del conflitto con la Serbia e l'intervento delle forze della Nato
in Kosovo. Secondo le fonti citate dall'edizione online sono circa
2.000 i
dispersi tra serbi kosovari, albanesi e zingari. Il premier del Kosovo ed ex
direttore politico dell'Uck, Hashim
Thaci, ha respinto le accuse affermando di essere
consapevole del fatto che alcune persone hanno «abusato delle uniformi dell'Uck» dopo la guerra.
( da "Adnkronos"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
FIGI:
PRESIDENTE SOSPENDE LA COSTITUZIONE E DESTITUISCE GIUDICI APPELLO BAN KI-MOON
ALLA CALMA E AL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI commenta 0 vota 0 tutte le notizie
di ESTERI ultimo aggiornamento: 10 aprile, ore 08:59
( da "Stampa, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
AVVENIMENTO
Trenta cortometraggi a tutela dei Diritti Umani GIOVANNA
CARNINO «Gli esseri umani nascono liberi
ed eguali in dignità e diritti». Comincia così la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. A
questo primo e ai successivi ventinove articoli della Carta Internazionale si
sono ispirati altrettanti registi, tra cui Carlo Lizzani
(art.1), Daniele
Luchetti (art.15), Wilma Labate (art.22), Vitttorio De
Seta (art.23), per realizzare «Human rights for all»,
un film collettivo firmato da cineasti, tecnici, attori del cinema italiano:
trenta autori per trenta cortometraggi. L'opera, distribuita da Ucca (Unione Circoli Cinematografici Arci), viene
proiettata mercoledì 15 aprile, alle 22,30, al centro culturale Artintown di via Berthollet 25.
Ogni cortometraggio sarà preceduto dal numero dell'articolo corrispondente
perché lo spettatore possa come sfogliare, attraverso le immagini del film, la
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Giobbe
Covatta e Franco Angeli hanno affrontato la disposizione seconda: «Ad ogni
individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella
presente»; Giorgio Treves la terza: «Ogni individuo ha diritto alla vita, alla
libertà ed alla sicurezza»; Giovanni Veronesi la sedicesima: «Uomini e donne in
età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia»; Luciano Emmer la diciottesima: «Ogni individuo ha il diritto alla
libertà di pensiero, di coscienza e di religione». E ricordiamo ancora, tra gli
autori che hanno partecipato, Anne Ritte Ciccone,
Antonello Grimaldi, Roberta Torre, Pasquale Scimeca,
Fausto Paravidino. Il film è preceduto, alle 20,30
dal documentario «La classe dei gialli» di Daniele Gaglianone.
Il giallo indica un'identità di un gruppo di bimbi che ne trascende ogni altra.
In un asilo di San Salvario la troupe cerca di vedere
e riprendere i bambini nella loro semplicità, nel loro essere individui unici e
simili, non riconducibili a categorie identitarie
astratte. Il film è prodotto con il sostegno di Film Commission
Torino Piemonte e della Regione Piemonte. «Human rights for all»
e «La classe dei gialli» vengono replicati sempre in via Berthollet
il 22 aprile ad orari invertiti. Le proiezioni fanno parte di un più ampio
progetto di cineforum organizzato da Effettonotte
online, Artintown e Ucca.
( da "Stampa, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
FRASSINELLO "Entierro" fa rivivere la sepoltura di Cristo «Entierro», un'usanza legata a un antico rito pasquale,
retaggio delle occupazioni spagnole, che ricorda la sepoltura di Cristo. Si
terrà stasera alle 21 nelle vie del paese coinvolgendo tutta la popolazione.
Già dalle
( da "Stampa, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
il caso Appello della famiglia
«Ritorna, troveremo una soluzione» "Signor giudice non mi tolga i figli"
SILVANA MOSSANO BIELLA Ultimatum del giudice del Tribunale dei minori di Torino
a una mamma biellese, che da qualche tempo abita a Vercelli: le ha concesso 48
ore (il termine scade oggi, ndr) per staccarsi dai suoi bambini di due e
quattro anni e consegnarli ai Servizi sociali che li affideranno a un istituto.
E' lì, in un luogo ignoto alla madre, che trascorreranno la Pasqua. Questa è la
decisione del giudice a seguito di una lunga istruttoria integrata da alcune
perizie dello psicologo sulla madre. Preoccupata da un epilogo così doloroso quanto inatteso la donna, una settimana fa circa, è sparita
insieme ai suoi figli. Dai familiari - genitori, sorelle e fratello della donna
-, distrutti e confusi, è partito un appello: «Torna a casa, un modo per uscire
da questo incubo tutti insieme lo troveremo». E'
difficile mantenersi in equilibrio tra un severo provvedimento giudiziario e
l'amore materno, se in mezzo c'è un oceano di angoscia in cui si vorrebbe
lasciarsi annegare quando ti vengono strappati i figli. Per portarli dove? In
un istituto. Perché? «Perché in una perizia disposta
dal giudice si dice che la madre è affetta da un'ansia delirante e manifesta
atteggiamenti eccessivamente protettivi nei confronti dei figli - spiega una
delle sorelle della donna -. Ce n'è però un'altra, nello stesso fascicolo e
pure disposta dal Tribunale che, al contrario, la definisce amorevole e
premurosa. E, in più, c'è una sentenza del tribunale civile che, alla
separazione tra mia sorella e il marito, ha disposto l'affidamento esclusivo
dei bambini alla mamma, perché alcuni problemi gravi erano emersi a carico del
padre». L'altro giorno, all'udienza fissata a Torino dal giudice del Tribunale
dei minori, a sorpresa, accogliendo l'appello dei familiari, la donna si è
presentata. Ha deciso di uscire allo scoperto per supplicare il magistrato:
«Non mi tolga i miei bambini». Interviene la nonna dei piccoli: «Ci siamo
offerti di prenderci cura direttamente dei bambini, ne abbiamo chiesto
l'affidamento, anche un'altra delle mie figlie è pronta, ci impegniamo a
rispettare ogni disposizione del giudice, pur di risparmiare ai bimbi un
distacco così atroce». Il giudice non ha ritenuto, per il momento, di cambiare
opinione. Da qui l'ultimatum, che scade oggi. La notizia è
rimbalzata fino al comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (Ccdu) che ha in programma per domani alle
( da "By Marche.it"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
10/4/2009 MACERATA:
Approvato il progetto Marka per l'Albania La Giunta
Comunale ha approvato il progetto Marka – Macerata Kamez, in rete per lo sviluppo. Si tratta di una iniziativa di sostegno e riorganizzazione del Comune di Kamez, in Albania, formazione sui
diritti umani e nascita di micro-imprese. Il Comune di Kamez
il 14 novembre del 2008 avevano già stipulato un protocollo d'intesa per la
gestione di interventi di cooperazione, informazione, formazione e prevenzione
sociale in Albania. Kamez, 87 mila abitanti, vicino
alla capitale Tirana, finora ha ricevuto aiuti dalla Caritas, mentre ora
si sono aggiunti anche altri enti pubblici e sono previsti stage interculturali
rivolti a studenti oltre a programmi di servizio civile.
( da "Corriere.it"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
VENERDì SANTO Le meditazioni della Via
Crucis del Papa Scritte dall'arcivescovo indiano di Guwahati, Thomas Menamparampil. Dalle 21 al Colosseo Le meditazioni sulle
quattordici stazioni della Via Crucis saranno introdotte dalla seguente
preghiera che sarà pronunciata da Benedetto xvi. Cari
fratelli e sorelle, siamo venuti a cantare insieme un inno di speranza.
Vogliamo dire a noi stessi che tutto non è perduto nei momenti di difficoltà.
Quando le cattive notizie si susseguono, siamo oppressi dall'ansia. Quando la
disgrazia ci colpisce più da vicino, ci scoraggiamo. Quando una calamità fa di
noi le sue vittime, la fiducia in noi stessi è del tutto scossa e la nostra
fede è messa alla prova. Ma non tutto è ancora perduto. Come Giobbe, siamo alla
ricerca di senso (cfr. Giobbe, 1, 13-2, 10). In questo sforzo abbiamo un
esempio: «Abramo credette, saldo nella speranza
contro ogni speranza» (Romani, 4, 18). In verità, in tempi difficili non
vediamo nessun motivo per credere e sperare. Eppure crediamo. Eppure speriamo.
Questo può succedere nella vita di ognuno di noi. Questo succede nel più vasto
contesto sociale. Con il Salmista ci chiediamo: «Perché
ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio»
(Salmi, 42, 6). Rinnoviamo e rafforziamo la nostra fede e continuiamo a
confidare nel Signore. Poiché egli salva coloro che hanno perduto ogni speranza
(cfr. Salmi, 34, 19). E questa speranza alla fine non delude (cfr. Romani, 5,
5). È veramente in Cristo che comprendiamo il pieno significato della
sofferenza. Durante questa meditazione, mentre contempleremo con angoscia
l'aspetto doloroso della sofferenza di Gesù, porremo anche attenzione al suo
valore redentivo. Era secondo il progetto di Dio che
il «Messia avrebbe dovuto soffrire», (Atti, 3, 18; 26, 23) e che queste
sofferenze dovessero essere per noi (cfr. 1 Pietro, 2, 21). La consapevolezza
di questo ci riempie di una viva speranza (cfr. 1 Pietro, 1, 3). È questa
speranza a mantenerci lieti e costanti nella tribolazione (cfr. Romani, 12,
12). Un cammino di fede e di speranza è un lungo cammino spirituale, attento al
più profondo disegno di Dio nei processi cosmici e negli eventi della storia
umana. Poiché sotto la superficie di calamità naturali, guerre, rivoluzioni e
conflitti di ogni genere, vi è una presenza silenziosa, vi è un'azione divina
mirata. Egli rimane nascosto nel mondo, nella società, nell'universo. La
scienza e la tecnologia rivelano le meraviglie della sua grandezza e del suo
amore: «Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, per
tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro
messaggio» (Salmi, 19, 3). Egli respira speranza. Rivela i suoi piani
attraverso la sua «Parola», mostrando come tragga il bene dal male sia nei
piccoli eventi delle nostre vite personali, sia nei grandi accadimenti della
storia umana. La sua «Parola» rende nota la «gloriosa ricchezza» del piano di
Dio, che dice che egli ci libera dai nostri peccati e che Cristo è in voi,
speranza della gloria (cfr. Colossesi, 1, 27). Possa
questo messaggio di speranza echeggiare dallo Hoang-Ho al Colorado, dall'Himalaya alle Alpi e alle Ande,
dal Mississippi al Brahmaputra. Dice: «Siate forti, rendete saldo il vostro
cuore, voi tutti che sperate nel Signore» (Salmi, 31, 25). Prima Stazione Gesù
in agonia nell'Orto degli ulivi Meditazione Gesù era in agonia. Dolore e
angoscia si abbatterono su di lui. Il peccato di tutta l'umanità
lo opprimeva pesantemente. Ma quanto più grande era il dolore, tanto più
intensa era la sua preghiera. Il dolore resta sempre una sfida per noi. Ci
sentiamo lasciati soli. Dimentichiamo di pregare e crolliamo. Alcuni si tolgono
perfino la vita. Ma se ci rivolgiamo a Dio, diveniamo forti spiritualmente e ci
rendiamo prossimi ai nostri fratelli in difficoltà (cfr. 1 Timoteo, 5, 10).
Gesù continua a soffrire nei suoi discepoli perseguitati. Il Papa Benedetto xvi dice che anche nei nostri tempi «non mancano alla
Chiesa martiri» (Sacramentum caritatis,
85). Cristo è in agonia tra di noi e nei nostri tempi. Noi preghiamo per coloro
che soffrono. Il mistero della sofferenza cristiana è nel suo valore redentivo. Possano le persecuzioni, che i credenti
subiscono, completare in loro i patimenti di Cristo, portatori di salvezza
(cfr. Colossesi, 1, 24). Preghiera Signore Gesù, fa'
che possiamo comprendere più profondamente il grande «mistero del male» e
quanto noi abbiamo contribuito a esso. Poiché la sofferenza è entrata nella
vita umana attraverso il peccato, il tuo piano ha previsto che l'umanità fosse salvata dal peccato attraverso la sofferenza.
Non vada perduta nessuna delle piccole contrarietà, umiliazioni e frustrazioni
che subiamo nelle nostre vite quotidiane e nessuna delle grandi disgrazie che
ci colgono inaspettatamente. Unite alle tue, possano le tribolazioni che
sopportiamo, da te accolte, produrre speranza (cfr. Romani, 5, 4). Signore,
insegnaci a essere compassionevoli non solo con gli affamati, gli assetati, gli
infermi, o con coloro che si trovano in un particolare stato di bisogno, ma
anche verso quanti sono inclini a essere sgarbati, polemici e offensivi. In
questo modo, poiché tu ci hai consolato in tutte le nostre difficoltà, possiamo
anche noi «consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la
consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio» (2 Corinzi, 1, 4).
Seconda Stazione Gesù è tradito da Giuda e trattiene Pietro dalla violenza
Meditazione È un amico fidato a tradire Gesù, e con un bacio. Il modo, in cui
Gesù ha affrontato la violenza, contiene un messaggio per i nostri tempi. La
violenza è suicida dice a Pietro e non si sconfigge con altra violenza, ma con
una superiore energia spirituale, che si estende agli altri in forma di amore
risanante. Gesù tocca il servo del sommo sacerdote e lo guarisce. L'uomo
violento può aver bisogno anche oggi di un gesto risanante, scaturito da un
amore che trascende le questioni immediate. In tempi di conflitto tra persone,
gruppi etnici e religiosi, nazioni, interessi economici e politici, Gesù dice
che lo scontro e la violenza non sono la risposta, bensì l'amore, la
persuasione e la riconciliazione. Anche quando sembriamo non riuscire in tali
sforzi, piantiamo nondimeno semi di pace, che porteranno frutto a tempo debito.
La giustezza della nostra causa è la nostra forza. Preghiera Signore Gesù, ci
consideri tuoi amici, eppure notiamo tracce di infedeltà in noi stessi. Noi
riconosciamo le nostre trasgressioni. Siamo a volte presuntuosi e troppo sicuri
di noi stessi. E cadiamo. Non permettere che l'avarizia, la concupiscenza o
l'orgoglio ci sorprendano. Quanto sconsideratamente rincorriamo soddisfazioni
effimere e idee indimostrate! Fa' che non siamo «trasportati qua e là da
qualsiasi vento di dottrina, ma che, agendo secondo verità nella carità,
cresciamo in ogni cosa, tendendo a lui, che è il capo, Cristo» (cfr. Efesini,
4, 14-15). Possa la verità e la sincerità delle intenzioni essere la nostra
forza. Reprimi, Signore, la nostra impetuosità in
situazioni di violenza, come hai represso il carattere impulsivo di Pietro.
Mantienici sereni nello spirito davanti all'opposizione e al trattamento
ingiusto (cfr. Giacomo, 5, 10-11a). Persuadici che
«una risposta gentile calma la collera» (Proverbi, 15, 1) nelle nostre
famiglie, e che la «bontà» unita alla «saggezza» riporta serenità nella società
(cfr. Proverbi, 31, 26). «Signore, fa' di me uno strumento della tua pace»
(Attribuita a san Francesco d'Assisi). Terza Stazione Gesù è condannato dal
Sinedrio Meditazione In ogni terra ci sono state persone innocenti che hanno
sofferto, persone che sono morte combattendo per la libertà, l'uguaglianza o la
giustizia. Coloro che lottano a favore dei «piccoli di Dio» promuovono l'opera
stessa di Dio. Poiché egli difende i diritti dei deboli e degli oppressi (cfr.
Isaia, 1, 17). Chiunque collabora a quest'opera nello spirito di Gesù reca
speranza agli oppressi e offre un messaggio di correzione a colui che compie il
male. Il modo di Gesù di combattere per la giustizia non è quello di suscitare
l'ira collettiva delle persone contro l'oppositore, con la conseguenza che esse
sono spinte a forme di più grande ingiustizia. Al contrario, è di sfidare il
nemico con la giustezza della propria causa e di suscitare la buona volontà
dell'oppositore in modo tale che si desista dall'ingiustizia con la persuasione
e la conversione del cuore. Il Mahatma Gandhi ha portato nella vita pubblica
questo insegnamento di Gesù sulla non-violenza con sorprendente successo.
Preghiera Signore, spesso giudichiamo gli altri frettolosamente, indifferenti
alla realtà dei fatti e insensibili ai sentimenti delle persone! Mettiamo in
atto stratagemmi di autogiustificazione e cerchiamo
di spiegare il modo irresponsabile in cui ci siamo comportati con «l'altro».
Perdonaci! Quando siamo mal giudicati e trattati ingiustamente, dacci, Signore,
la pace interiore e la fiducia che il tuo Figlio ha
manifestato davanti all'ingiustizia. Preservaci da una risposta aggressiva che
andrebbe contro il tuo Spirito. Al contrario, aiutaci a portare la tua possente
Parola in situazioni di tensione e di timore, così che possa rivelare il suo
potere dinamico nella storia. «E 'n la sua volontade
è nostra pace» (Dante Alighieri, La Divina Commedia, Paradiso, Canto iii v. 85). Quarta Stazione Gesù è rinnegato da Pietro
Meditazione Pietro affermava di essere forte, ma è crollato davanti a una giovane
serva. La debolezza umana ci coglie di sorpresa e cadiamo. Ecco perché Gesù ci
chiede di vegliare e di pregare (cfr. Matteo, 26, 41). E ci esorta a rinunciare
a noi stessi e ad avvicinarci a Dio. Dentro di noi vi è un «io» ribelle. Siamo
spesso interiormente divisi (cfr. Giacomo, 4, 8), ma non riusciamo a
riconoscere questa interna incoerenza. Pietro la riconobbe, quando i suoi occhi
incontrarono gli occhi di Gesù, e allora pianse. Più tardi Tommaso, incontrando
il Signore risorto, si rese conto della propria infedeltà e credette.
Paolo, nella luce di Cristo, si rese conto dell'interna contradditorietà
e la superò con il suo aiuto (cfr. Romani, 7, 14-25), giungendo infine alla
scoperta: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Galati,
2, 20). Preghiera Signore, quanto facilmente tolleriamo una sempre maggior
divergenza tra ciò che professiamo di essere e ciò che siamo realmente! Quanto
spesso non riusciamo a portare avanti le nostre stesse decisioni e neppur a
onorare a volte le più solenni promesse! Di conseguenza, siamo spesso esitanti
nel momento di prendere un impegno definitivo perfino con te. Confessiamo che
non siamo riusciti a portare nella nostra vita quella disciplina interiore, che
si attende da ogni persona adulta e si richiede per il successo di ogni
progetto umano. Concedi fermezza alla nostra determinazione interiore. Aiutaci
a portare a felice conclusione ogni opera buona iniziata. Rendici capaci di
essere «saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio» (Colossesi, 4, 12). Quinta Stazione Gesù è giudicato da
Pilato Meditazione Non era la giustezza di una questione che importava a
Pilato, ma i suoi interessi professionali. Un simile atteggiamento non lo aiutò
né in questo caso, né nella sua successiva carriera. Era così dissimile da Gesù,
che l'interiore rettitudine rendeva intrepido. E Pilato non era interessato
neanche alla verità. Si allontana da Gesù esclamando: «Che cos'è la verità?»
(Giovanni, 18, 38). Una tale indifferenza nei confronti della verità non è oggi
infrequente. La gente spesso si preoccupa di ciò che procura una soddisfazione
immediata. Ci si accontenta di risposte superficiali. Si prendono decisioni non
sulla base di principi di integrità, ma di considerazioni opportunistiche. Non
scegliendo opzioni moralmente responsabili, si danneggiano gli interessi vitali
della persona umana e della famiglia umana. Preghiamo affinché le «concezioni
spirituali ed etiche», contenute nella Parola di Dio, ispirino le norme di vita
della società nei nostri tempi (cfr. xii Assemblea
generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, Messaggio al Popolo di Dio, 24
ottobre 2008, n. 15). Preghiera Signore, dacci il coraggio di assumere
decisioni responsabili quando rendiamo un servizio pubblico. Infondi probità
nella vita pubblica e aiutaci a «conservare la fede e una buona coscienza»
(cfr. 1 Timoteo, 1, 19). Signore, tu sei la sorgente di ogni Verità. Guidaci
nella nostra ricerca di risposte ultime. Fa' che, lasciandoci alle spalle
spiegazioni solo parziali e incomplete, possiamo ricercare ciò che è
permanentemente vero, bello e buono. Signore, mantienici intrepidi davanti
«alle sassate e alle frecce dell'oltraggiosa fortuna» (William Shakespeare,
Amleto, iii, 1). Quando le ombre si addensano sui pesanti cammini della
vita e sopraggiunge la notte oscura, rendici capaci di ascoltare l'insegnamento
dell'apostolo Paolo: «Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi in modo
virile, siate forti» (1 Corinzi, 16, 13). Sesta stazione Gesù è flagellato e
coronato di spine Meditazione La disumanità raggiunge
nuovi vertici. Gesù è flagellato e coronato di spine. La storia è piena di odio
e di guerre. Anche oggi siamo testimoni di violenze al di là del credibile:
omicidi, violenze su donne e bambini, sequestri, estorsioni, conflitti etnici,
violenza urbana, torture fisiche e mentali, violazioni dei
diritti umani. Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati,
quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando
la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le
minoranze sono soppresse, i rifugiati e i migranti maltrattati. Gesù
viene spogliato delle vesti quando la persona umana è disonorata sullo schermo,
quando le donne sono costrette a umiliarsi, quando i bambini dei quartieri
poveri vanno in giro per le strade a raccogliere i rifiuti. Chi sono i
colpevoli? Non puntiamo il dito verso gli altri, poiché anche noi possiamo
avere avuto la nostra parte in queste forme di disumanità.
Preghiera Signore Gesù, sappiamo che sei tu a soffrire quando siamo causa di
sofferenza l'uno per l'altro e rimaniamo indifferenti. Il tuo cuore si è mosso
a compassione quando hai visto «le folle stanche e sfinite come pecore che non
hanno pastore» (Matteo, 9, 36). Dammi occhi che notino i bisogni dei poveri e
un cuore che si prodighi per amore. «Dammi la forza di rendere il mio cuore
fecondo nel servizio» (Rabindranath Tagore, Gitanjali, 36).
Soprattutto, fa' che possiamo condividere con l'indigente la tua «Parola» di
speranza, l'assicurazione del tuo aiuto. Possa lo «zelo per la tua casa» ardere
in noi come fuoco (Salmi, 69, 10). Aiutaci a portare il sole vivo della tua
gioia nella vita di coloro che si trascinano lungo le vie della disperazione.
Settima Stazione Gesù, fatto oggetto di scherno, è condotto via per essere crocifisso
Meditazione Gesù, nel cui nome ogni ginocchio si piega nei cieli e sulla terra
(cfr. Filippesi, 2, 10), è fatto oggetto di scherno. Siamo sconvolti nel vedere
i livelli di brutalità in cui gli esseri umani possono
sprofondare. Gesù è umiliato in nuovi modi anche oggi: quando realtà tra le più
sacre e profonde della fede sono banalizzate, quando si lascia che il senso del
sacro si sgretoli e il sentimento religioso è classificato tra i resti sgraditi
dell'antichità. Nella vita pubblica tutto rischia di essere desacralizzato:
persone, luoghi, promesse, preghiere, pratiche, parole, scritti sacri, formule
religiose, simboli, cerimonie. La nostra vita sociale diviene sempre più
secolarizzata. Il sacro è cancellato. La vita religiosa diventa timida. Così vediamo
che le questioni più importanti sono collocate tra le inezie e le banalità
glorificate. Valori e norme, che tenevano insieme le società e guidavano la
gente a più alti ideali, sono derisi e gettati a mare. Gesù continua a essere
ridicolizzato! Preghiera Abbiamo fede, Signore, ma non abbastanza. Aiuta la
nostra incredulità (cfr. Marco, 9, 24). Fa' che non mettiamo mai in dubbio o
deridiamo con cinismo gli aspetti seri della vita. Concedici di non smarrire la
strada nel deserto dell'assenza di Dio. Mettici in grado di percepirti nella
brezza leggera, di vederti agli angoli delle strade, di amarti nel bambino non
ancora nato. Dio, facci comprendere che sul Tabor o
sul Calvario, il tuo Figlio è il Signore. Con le vesti splendenti o spogliato delle vesti, egli è il
Salvatore del mondo (cfr. Giovanni, 4, 42). Rendici attenti alle sue presenze
silenziose: nella sua «Parola», nei tabernacoli, santuari, luoghi
umili, persone semplici, la vita dei poveri, il riso dei bambini, i pini
che sussurrano, le colline ondulate, la più minuta cellula vivente, l'atomo più
piccolo e le distanti galassie. Fa' che possiamo guardarlo con stupore mentre
cammina sulle acque del Reno, del Nilo e del Tanganica. Ottava Stazione Gesù è
aiutato dal Cireneo a portare la Croce Meditazione In Simone
di Cirene abbiamo il prototipo del discepolo fedele
che prende su di sé la croce e segue Cristo (cfr. Matteo, 10, 38). Non è
dissimile da milioni di cristiani di umili origini, con un profondo
attaccamento a Cristo. Privi di fascino, di raffinatezza, ma con una fede
profonda. Uomini e donne di tale fede continuano a crescere in terra d'Africa e
d'Asia e nelle isole lontane. In mezzo a loro fioriscono le vocazioni. Simone
ci ricorda le piccole comunità e tribù con il loro caratteristico impegno per
il bene comune, un profondo radicamento nei valori etici e l'apertura al
Vangelo. Meritano attenzione e cura. Il Signore non vuole che «neanche uno di
questi piccoli si perda» (Matteo, 18, 14). In Simone scopriamo la sacralità
dell'ordinario e la grandezza di ciò che sembra piccolo. Poiché la realtà più
piccola ha un qualche mistico rapporto con la più grande e l'ordinaria con la
più straordinaria! Preghiera Signore, nel tuo mirabile piano tu innalzi gli
umili (cfr. Luca, 1, 52) e sostieni i poveri. Rafforza la tua Chiesa nel suo
servizio alle comunità svantaggiate: i meno privilegiati, gli emarginati, i
baraccati, i poveri delle aree rurali, i sottoalimentati, gli intoccabili, i
disabili, le vittime di varie forme di dipendenza. Possa l'esempio della tua serva,
Madre Teresa di Calcutta, ispirarci e indurci a dedicare più energie e risorse
alla causa dei «più poveri dei poveri». Possiamo anche noi un giorno ascoltare
da Gesù queste parole: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto
sete e mi avete dato da bere; ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete
vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi»
(Matteo, 25, 35-36). Nona Stazione Gesù incontra le donne di Gerusalemme
Meditazione Davanti alle donne in lacrime, Gesù dimentica se stesso. Non si
cura delle proprie sofferenze, ma del tragico futuro che attende loro e i loro
figli. I destini delle società sono strettamente connessi col benessere delle
loro donne. Dovunque sono tenute in scarsa stima o il loro ruolo resta
sminuito, le società non riescono a elevarsi fino a raggiungere le loro
autentiche potenzialità. Allo stesso modo, dovunque la loro responsabilità
verso le nuove generazioni è trascurata, ignorata o emarginata, il futuro di
quella società diviene incerto. In molte società del mondo le donne non
ricevono un trattamento equo. Cristo probabilmente piange per loro. Vi sono
anche società incuranti del proprio futuro. Cristo probabilmente piange per i
loro figli. Dovunque vi sia noncuranza per il futuro, attraverso l'uso
eccessivo delle risorse, il degrado dell'ambiente, l'oppressione delle donne,
l'abbandono dei valori familiari, il mancato rispetto delle norme etiche,
l'abbandono delle tradizioni religiose, Gesù continua a dire alla gente: «Non
piangete per me, ma per voi stessi e per i vostri figli» (Luca, 23, 28).
Preghiera Signore, tu sei il Padrone della storia. Eppure hai voluto la nostra
collaborazione nel portare a compimento i tuoi piani. Aiuta ciascuno a svolgere
in modo responsabile il proprio ruolo nella società: i capi nelle loro
comunità, i genitori nelle loro famiglie, gli educatori e gli operatori
sanitari nell'ambito del proprio compito, i comunicatori nel mondo
dell'informazione. Suscita in noi il senso della missione in ciò che facciamo,
un profondo senso di responsabilità gli uni verso gli altri, verso la società,
verso il nostro comune futuro e verso di te, poiché hai posto nelle nostre mani
i destini delle nostre comunità e dell'umanità stessa.
Signore, non distogliere da noi il tuo sguardo quando vedi donne umiliate o
quando la tua immagine viene sfigurata nella persona umana; quando interferiamo
nei sistemi di vita, quando indeboliamo il potere nutritivo della natura,
inquiniamo i corsi d'acqua, l'azzurro profondo dei mari o le nevi del
Settentrione. Salvaci dall'indifferenza crudele per il nostro futuro comune e
non permettere che trasciniamo la nostra civiltà sul sentiero del declino.
Decima Stazione Gesù è crocifisso Meditazione Le sofferenze di Gesù raggiungono
il culmine. Era stato impavido al cospetto di Pilato. Aveva sopportato i
maltrattamenti dei soldati romani. Aveva conservato il controllo di sé durante
la flagellazione e l'incoronazione di spine. Perfino sulla Croce sembrava non
essere scosso dalla tempesta degli insulti. Non aveva parole di lamento, né
desiderio di ritorsione. Ma poi, alla fine, arriva il momento in cui viene
meno. Non ha più forza per resistere. Si sente abbandonato perfino dal Padre!
L'esperienza ci dice che anche l'uomo più forte può scendere negli abissi della
disperazione. Le frustrazioni si accumulano, l'ira e il risentimento aggiungono
il loro peso. Malattie, cattive notizie, disgrazie, maltrattamenti tutto può
sopraggiungere insieme. Può essere successo anche a noi. È in questi momenti
che abbiamo bisogno di ricordare che Gesù non ci lascia mai. Egli si rivolse al
Padre con un grido. Anche il nostro grido si rivolga al Padre, che
costantemente viene in nostro aiuto in tutta la nostra angoscia, ogniqualvolta
lo invochiamo (cfr. Salmi, 107, 6, 13, 19, 20). Preghiera Signore, quando le
nubi si addensano all'orizzonte e tutto sembra perduto, quando non troviamo
amici che ci stiano vicino e la speranza scivola via dalle nostre mani,
insegnaci a confidare in te, che verrai con certezza in nostro soccorso (cfr.
Salmi, 25, 15). Possa l'esperienza del dolore e dell'oscurità interiore
insegnarci la grande verità che in te nulla è perduto, che perfino i nostri
peccati una volta riconosciuti nel pentimento servono a uno scopo, come legna
secca nel freddo dell'inverno (cfr. Frère Roger di Taizé). Signore, tu hai concepito un disegno universale
dietro i meccanismi dell'universo e il progresso della storia. Apri i nostri
occhi ai ritmi e ai modelli nei moti delle stelle, all'equilibrio e alla
proporzione nella struttura interna degli elementi, all'interdipendenza e
complementarità nella natura, al progresso e allo scopo nel corso della storia,
alla correzione e compensazione nelle nostre storie personali. È questa
armonia, che tu non cessi di ricreare malgrado i
dolorosi squilibri che noi causiamo. In te anche la perdita più grande è un
guadagno. La morte di Cristo infatti è preludio di
risurrezione. Undicesima Stazione Gesù promette il suo Regno al buon ladrone
Meditazione Non è l'eloquenza che convince e converte. È uno sguardo d'amore
nel caso di Pietro; la serenità senza risentimento nella sofferenza, nel caso
del buon ladrone. La conversione avviene come un miracolo. Dio apre i tuoi
occhi. Tu riconosci la sua presenza e la sua azione. Ti arrendi! Optare per
Cristo è sempre un mistero. Perché si fa una scelta definitiva per Cristo,
anche nella prospettiva di difficoltà o della morte? Perché i cristiani
fioriscono nei luoghi di persecuzione? Non lo sapremo mai. Ma succede
continuamente. Se una persona che ha abbandonato la fede incontra il vero volto
di Cristo, sarà stordita da ciò che vede realmente e potrebbe arrendersi come
Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!» (Giovanni, 20, 28). È un privilegio svelare
il volto di Cristo alle persone. È una gioia anche più grande scoprirlo, o
riscoprirlo. «Il tuo volto, Signore, io cerco. Non
nascondermi il tuo volto» (Salmi, 27, 8). Preghiera O
Signore, oggi io grido a te in lacrime: «Gesù, ricordati di me quando entrerai
nel tuo Regno» (Luca, 23, 42). È a questo Regno che io fiduciosamente anelo. È
l'eterna casa che hai preparato per tutti coloro che ti cercano con cuore
sincero. «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in
cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano» (1
Corinzi, 2, 9). Aiutami, Signore, mentre
procedo con fatica nella via verso il mio eterno destino. Dissipa l'oscurità
lungo il mio cammino e tieni i miei occhi innalzati verso l'alto! «Guidami, o Luce benevola, / tra le tenebre che mi
circondano. / Guidami tu! / La notte è buia e io sono lontano da casa. /
Guidami tu! / Sostieni il mio cammino; / non chiedo di vedere l'orizzonte
lontano; / un passo alla volta è ciò che mi basta»
(John Henry Newman, Libro di Preghiere, curato da Vincent Ferrer
Blehl, S.I., Birmingham 1990, p. 32). Dodicesima
Stazione La madre di Gesù e il discepolo che egli amava ai piedi della Croce
Meditazione Nella sofferenza aneliamo alla solidarietà. Maria, la madre, ci
ricorda l'amore, il sostegno e la solidarietà all'interno della famiglia,
Giovanni la lealtà all'interno della comunità. Coesione familiare, legami
comunitari, vincoli di amicizia sono essenziali per la fioritura degli esseri umani. In una società anonima perdono di vigore. Quando mancano, la nostra stessa umanità
si indebolisce. Inoltre in Maria non notiamo il minimo segno di risentimento;
non una parola di amarezza. La Vergine diviene un archetipo del perdono nella
fede e nella speranza. Ci addita la via verso il futuro. Anche coloro che
vorrebbero rispondere all'ingiustizia violenta con una «giustizia violenta»
sanno che questa non è la risposta risolutiva. Il perdono suscita la speranza.
Vi sono anche offese storiche che per secoli feriscono le memorie delle
società. Se non trasformiamo la nostra ira collettiva in nuove energie d'amore
attraverso il perdono, periremo congiuntamente. Quando la guarigione avviene
attraverso il perdono, accendiamo una lampada che annuncia future possibilità
per «la vita e il benessere» dell'umanità (cfr. Malachia, 2, 5). Preghiera Signore Gesù, tua madre è stata
silenziosamente al tuo fianco nella tua agonia finale. Ella che rimaneva
nascosta, quando ti acclamavano come grande profeta, è accanto a te nella tua
umiliazione. Fa' che io abbia il coraggio di rimanere leale anche dove non ti
riconoscono. Fa' che io non mi senta mai in imbarazzo di appartenere al
«piccolo gregge» (Luca, 12, 32). Signore, fammi ricordare che anche coloro che
considero miei «nemici» appartengono alla famiglia umana. Se mi trattano
ingiustamente, fa' che la mia preghiera sia solo «Padre, perdona loro perché
non sanno quello che fanno» (Luca, 23, 34). Può accadere che in un simile
contesto qualcuno riconosca improvvisamente il vero volto di Cristo e gridi
come il centurione: «Davvero quest'uomo era Figlio di Dio» (Marco, 15, 39).
Tredicesima Stazione Gesù muore sulla Croce Meditazione Gesù consegna il suo
spirito al Padre con sereno abbandono. Quello che i suoi persecutori ritenevano
un momento di sconfitta si dimostra di fatto un
momento di trionfo. Quando un profeta muore per la causa che ha sostenuto, dà
la prova definitiva di tutto ciò che ha detto. La morte di Cristo è qualcosa di
più. Porta la redenzione (cfr. Galati, 3, 13). «In
lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe»
(Efesini, 1, 7). Con ciò inizia per me un cammino mistico: Cristo mi attira più
vicino a sé finché non gli apparterrò pienamente (cfr. Giovanni, 12, 32;
Filippesi, 3, 12-14; Galati, 2, 20). «Come la cerva
anela ai corsi d'acqua, / così l'anima mia anela a te, o Dio... / Quando verrò
e vedrò il volto di Dio?» (Salmi, 42, 2-3). Preghiera Signore Gesù, per i miei
peccati sei stato inchiodato sulla Croce. Aiutami ad acquisire maggiore
consapevolezza della gravità delle mie colpe e dell'immensità del tuo amore.
«Infatti, quando eravamo ancora deboli, Cristo morì per gli empi» (Romani, 5,
6.8). Confesso i miei peccati, come al loro tempo fecero i profeti: «Abbiamo peccato / e abbiamo operato da malvagi e da empi, /
siamo stati ribelli, / ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti / e dalle tue
leggi! / Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti...»
(Daniele, 9, 5-6). Nulla in me meritava la tua
benevolenza. Ti rendo grazie per la tua incommensurabile bontà verso di me.
Aiutami a vivere per te, conforma la mia vita a te
(cfr. 1 Corinzi, 11, 1), in modo che io sia unito a te e divenga una nuova
creatura (cfr. 2 Corinzi, 5, 17). Cristo sia con me, Cristo dentro di me, /
Cristo dietro di me, Cristo davanti a me, / Cristo accanto a me, Cristo mi
conquisti, / Cristo mi consoli, Cristo mi guarisca («Saint Patrick's
Breastplate», Inno irlandese del secolo viii). Quattordicesima Stazione Gesù è deposto dalla Croce
e collocato nel sepolcro Meditazione Le tragedie ci fanno riflettere. Uno
tsunami ci dice che la vita va presa seriamente. Hiroshima e Nagasaki restano
luoghi di pellegrinaggio. Quando la morte colpisce da vicino, un altro mondo ci
si fa accanto. Allora ci liberiamo dalle illusioni e abbiamo la percezione di
una realtà più profonda. Anticamente la gente in India così pregava: «Conducimi
dall'irreale al reale, dall'oscurità alla luce, dalla morte all'immortalità» (Brihadaranyaka Upanishads
1.iii.28). Dopo che Gesù ebbe lasciato questa terra, i cristiani cominciarono a
guardare indietro e a comprendere la sua vita e la sua missione. Recarono il
suo messaggio ai confini della terra. Questo messaggio è lo stesso Gesù Cristo,
che è «potenza di Dio e sapienza di Dio» (1 Corinzi, 1, 24). Dice che la realtà
è Cristo (cfr. Colossesi, 2, 17) e che il nostro
destino definitivo è di essere con lui (cfr. Filippesi, 1, 23). Preghiera
Signore Gesù, mentre avanziamo con pena lungo il faticoso cammino della vita,
rendici capaci di avere un barlume del nostro destino definitivo. E quando
finalmente oltrepasseremo l'ultima soglia, sapremo che «non vi sarà più la
morte né lutto né lamento né affanno» (Apocalisse, 21, 4). Dio asciugherà ogni
lacrima dai nostri occhi. È questa Buona Novella che desideriamo annunciare «in
ogni maniera» (Filippesi, 1, 18), anche in luoghi dove Cristo non è mai stato
conosciuto (cfr. Romani, 15, 20). Per questo ci impegniamo a fondo (cfr. Atti,
20, 35; Romani, 12, 8), «lavorando notte e giorno» (1 Tessalonicesi, 2, 9) fino
allo sfinimento (cfr. 1 Corinzi, 4, 12). Signore, rendici efficaci messaggeri
della tua Buona Novella. «Io so che il mio Redentore è
vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà
strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio» (Giobbe,
19, 25-26). Quando corpus morietur, fac ut animæ
donetur paradisi gloria. Amen. stampa |
( da "Virgilio Notizie"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 10 apr.
(Apcom) - Persecuzioni, odio e guerre che, come ai tempi di Cristo, continuano
a turbare l'umanità al giorno d'oggi sono l'oggetto
delle meditazioni scritte dal vescovo indiano Thomas Menamparampil
per la tradizionale Via crucis di stasera, venerdì santo, al Colosseo alla quale assisterà il Papa. Problematiche che il salesiano
invita a superare grazie alla fede cristiana, ma, con un accento di
autocritica, avverte: "Non puntiamo il dito contro gli altri". "Gesù è flagellato e coronato di spine. La storia è
piena di odio e di guerre. Anche oggi siamo testimoni di
violenze al di là del credibile: omicidi, violenze su donne e bambini,
sequestri, estorsioni, conflitti etnici, violenza urbana, torture fisiche e
mentali, violazioni dei diritti umani",
scrive Menamparampil nelle meditazioni pubblicate
dalla Libreria editrice vaticana. "Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati,
quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando
la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le
minoranze sono soppresse, i rifugiati e i migranti maltrattati. Gesù viene spogliato delle vesti quando la persona umana è
disonorato sullo schermo, quando le donne sono costrette a umiliarsi, quando i
bambini dei quartieri poveri vanno in giro per le strade a raccogliere i
rifiuti", afferma il vescovo. Poi si domanda:
"Chi sono i colpevoli? Non puntiamo il dito verso
gli altri, perché anche noi possiamo avere avuto la nostra parte in queste
forme di disumanità". Se il vescovo cita
anche le "calamità naturali" - e l'attenzione degli astanti non potrà
non andare al terremoto in Abruzzo - e stigmatizza i "Ponzio Pilato" che ancora oggi non mancano
nell'amministrazione della cosa pubblica, particolare attenzione è dedicata
alle donne: "Dovunque sono tenute in scarsa considerazione o il loro ruolo
resta sminuito, le società non riescono a elevarsi fino a raggiungere le loro
autentiche potenzialità", scrive Menamparampil,
che, al riguardo, stigmatizza tanto "l'oppressione delle donne"
quanto "l'abbandono dei valori familiari" e, accennando appena al
tema dell'aborto, "il mancato rispetto delle norme etiche". Il prsule indiano non manca di citare
esempi di persecuzione tratti dall'esperienza del suo continente quando ricorda
la sorte degli "intoccabili" e, in implicito riferimento ai 'pogrom'
contro i cristiani dell'Orissa, si domanda:
"Perché i cristiani fioriscono nei luoghi di persecuzione? Non lo
sapremo mai. Ma succede continuamente". Il
presule traccia, poi, un legame tra Gesù e Gandhi quando critica la reazione
violenta alle ingiustizie: "Il Mahatma Gandhi - scrive - ha portato nella
vita pubblica questo insegnamento di Gesù sulla non-violenza con sorprendente
successo". Nelle sue meditazioni Menamparampil,
salesiano come il Segretario di Stato Tarcisio Bertone,
cita varie situazioni di degrado sociale e di derelizione umana, dal suicidio
("Ci sentiamo lasciati soli. Alcuni si tolgono perfino la
vita") alle "comunità svantaggiate" (baraccati, poveri delle
aree rurali, disabili, vittime di dipendenza), dal secolarismo ("Il sacro
è cancellato, La vita religiosa diventa timida"),
all'inquinamento, alla morte causata dall'uomo o dalla natura: "Uno
tsunami ci dice che la vita va presa seriamente. Hiroshima e Nagasaki restano
luoghi di pellegrinaggio. Quando la morte colpisce da vicino, un altro mondo ci
si fa accanto. Allora ci liberiamo dalle illusioni e abbiamo
la percezione di una realtà più profonda". Tra gli autori
menzionati nel libretto della Via crucis, oltre agli evangelisti, Dante, San
Francesco, Shakespeare, John Henry Newman e Tagore.
Il Papa assisterà alla Via crucis, che avrà inizio poco dopo le 21. Nel
pomeriggio, presiederà una cerimonia a San Pietro che ricorda la passione di
Cristo.
( da "Wall Street Italia"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Papa/ Persecuzioni e
'mea culpa' in meditazioni per Via Crucis di Apcom
Riflessioni di Menamparampil per cerimonia stasera a
Colosseo -->Roma, 10 apr. (Apcom) - Persecuzioni, odio e guerre che, come ai
tempi di Cristo, continuano a turbare l'umanità al giorno
d'oggi sono l'oggetto delle meditazioni scritte dal vescovo indiano Thomas Menamparampil per la tradizionale Via crucis di stasera,
venerdì santo, al Colosseo alla quale assisterà il
Papa. Problematiche che il salesiano invita a superare grazie alla fede
cristiana, ma, con un accento di autocritica, avverte: "Non puntiamo il
dito contro gli altri". "Gesù è flagellato e
coronato di spine. La storia è piena di odio e di guerre. Anche oggi siamo testimoni di violenze al di là del credibile:
omicidi, violenze su donne e bambini, sequestri, estorsioni, conflitti etnici,
violenza urbana, torture fisiche e mentali, violazioni dei
diritti umani", scrive Menamparampil nelle
meditazioni pubblicate dalla Libreria editrice vaticana. "Gesù continua a soffrire quando i
credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene amministrata in modo
distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata, le strutture ingiuste
schiacciano i poveri, le minoranze sono soppresse, i rifugiati e i migranti
maltrattati. Gesù viene spogliato delle vesti quando
la persona umana è disonorato sullo schermo, quando le donne sono costrette a
umiliarsi, quando i bambini dei quartieri poveri vanno in giro per le strade a
raccogliere i rifiuti", afferma il vescovo. Poi
si domanda: "Chi sono i colpevoli? Non puntiamo
il dito verso gli altri, perché anche noi possiamo avere avuto la nostra parte
in queste forme di disumanità". Se il
vescovo cita anche le "calamità naturali" - e l'attenzione degli
astanti non potrà non andare al terremoto in Abruzzo - e stigmatizza i "Ponzio Pilato" che
ancora oggi non mancano nell'amministrazione della cosa pubblica, particolare
attenzione è dedicata alle donne: "Dovunque sono tenute in scarsa
considerazione o il loro ruolo resta sminuito, le società non riescono a
elevarsi fino a raggiungere le loro autentiche potenzialità", scrive Menamparampil, che, al riguardo, stigmatizza tanto
"l'oppressione delle donne" quanto "l'abbandono dei valori
familiari" e, accennando appena al tema dell'aborto, "il mancato
rispetto delle norme etiche". Il prsule
indiano non manca di citare esempi di persecuzione tratti dall'esperienza del
suo continente quando ricorda la sorte degli "intoccabili" e, in
implicito riferimento ai 'pogrom' contro i cristiani dell'Orissa,
si domanda: "Perché i cristiani fioriscono nei luoghi di persecuzione?
Non lo sapremo mai. Ma succede continuamente". Il
presule traccia, poi, un legame tra Gesù e Gandhi quando critica la reazione
violenta alle ingiustizie: "Il Mahatma Gandhi - scrive - ha portato nella
vita pubblica questo insegnamento di Gesù sulla non-violenza con sorprendente
successo". Nelle sue meditazioni Menamparampil,
salesiano come il Segretario di Stato Tarcisio Bertone,
cita varie situazioni di degrado sociale e di derelizione umana, dal suicidio
("Ci sentiamo lasciati soli. Alcuni si tolgono perfino la
vita") alle "comunità svantaggiate" (baraccati, poveri delle
aree rurali, disabili, vittime di dipendenza), dal secolarismo ("Il sacro
è cancellato, La vita religiosa diventa timida"),
all'inquinamento, alla morte causata dall'uomo o dalla natura: "Uno
tsunami ci dice che la vita va presa seriamente. Hiroshima e Nagasaki restano
luoghi di pellegrinaggio. Quando la morte colpisce da vicino, un altro mondo ci
si fa accanto. Allora ci liberiamo dalle illusioni e abbiamo
la percezione di una realtà più profonda". Tra gli autori
menzionati nel libretto della Via crucis, oltre agli evangelisti, Dante, San
Francesco, Shakespeare, John Henry Newman e Tagore.
Il Papa assisterà alla Via crucis, che avrà inizio poco dopo le 21. Nel
pomeriggio, presiederà una cerimonia a San Pietro che ricorda la passione di
Cristo.
( da "Centro, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lettera di Panetta La Cia chiude le prigioni segrete NEW YORK. La Cia
di Barack Obama manda in pensione le prigioni segrete dove i presunti terroristi venivano interrogati
con tecniche assimilate alla tortura negli anni della presidenza di George W.
Bush. Il nuovo capo dell'agenzia di Langley, Leon Panetta, ha annunciato un piano per la chiusura dei
cosiddetti «siti neri», molti dei quali si trovavano in Afghanistan e in
Thailandia ma anche in alcuni paesi democratici dell'Europa dell'Est. Panetta ha scritto ai dipendenti per confermare che le
tecniche di interrogatorio come l'annegamento simulato (waterboarding)
autorizzate da Bush non sono più in vigore e ha annunciato la chiusura delle
prigioni segrete.
( da "Avvenire" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
CHIESA 10-04-2009
Nella Via Crucis le voci e i volti dei perseguitati Stasera al Colosseo la
preghiera che ripercorre la Passione con le meditazioni del vescovo indiano Menamparampil DA ROMA MIMMO MUOLO C i
sono tutte le sofferenze del mondo nella Via Crucis di questa sera al
Colosseo. Fotografate in maniera davvero impressionante da monsignor Thomas Menamparampil, arcivescovo di Guwahati in India, che nelle
meditazioni scritte per l'occasione riecheggia anche la tragica esperienza
della Chiesa indiana negli ultimi mesi. «Gesù continua a soffrire nei suoi
discepoli perseguitati». «Gesù continua ad essere ridicolizzato». «Cristo è in
agonia tra di noi e nei nostri tempi». Sì, perché il Cammino della croce, nelle
sue 14 stazioni, diventa icona ed emblema delle mille fragilità umane: sia
quelle inflitte dai carnefici, sia quelle patite dalle vittime. Guerre,
violenze, corruzione, sfruttamento delle donne e dei bambini, conflitti etnici
e religiosi, problemi ecologici. Nulla sfugge allo sguardo del presule indiano,
che meditazione dopo meditazione si fa compagno di strada dei tanti che anche
oggi portano la croce sui marciapiedi del mondo. Tuttavia non è un messaggio
disperato, ma anzi di grande speranza, quello che emerge dai testi di monsignor
Menamparampil. «Possa l'esperienza del dolore e
dell'oscurità interiore insegnarci la grande verità che in te nulla è perduto,
che perfino i nostri peccati una volta riconosciuti nel pentimento servono a
uno scopo, come legna secca nel freddo dell'inverno ». L'itinerario del dolore
salvifico comincia fin dalla prima stazione (Gesù in agonia nell'orto degli
ulivi). E se proprio «il dolore resta una sfida per noi», l'autore delle
meditazioni ricor- da che «poiché la sofferenza è
entrata nella vita umana attraverso il peccato », il piano di Dio «ha previsto
che l'umanità fosse salvata dal peccato attraverso la
sofferenza». Un ribaltamento di prospettive che nella seconda (tradimento di
Giuda) e terza (Gesù davanti al Sinedrio) stazione l'arcivescovo di Guwahati
applica alla violenza. «Essa non si sconfigge con altra violenza, ma con una
superiore energia spirituale, che si estende agli altri in forma di amore
risanante». Questo vale per ogni tipo di conflitto: «Tra persone, gruppi etnici
e religiosi, nazioni, interessi economici e politici ». «Una risposta gentile
calma la collera». Il tema della quarta stazione (Gesù rinnegato da Pietro)
offre al presule indiano la possibilità di riflettere tra fede professata e
vita vissuta. Di qui la sua invocazione: «Rendici capaci di essere saldi,
perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio». In un certo senso affine è il
tema della quinta stazione (il giudizio di Pilato), che rivela in controluce
l'indifferenza quanto mai attuale del procuratore romano nei confronti della
verità. «Non scegliendo opzioni moralmente responsabili, si danneggiano gli
interessi vitali della persona umana e della famiglia umana». Con la
coronazione di spine (sesta stazione) monsignor Menamparampil
ripensa «alla storia piena di odio e di guerre». «Anche oggi siamo testimoni di
violenze al di là del credibile: omicidi, violenze su donne e bambini,
sequestri, estorsioni, conflitti etnici, violenza urbana, torture fisiche e
mentali, violazioni dei diritti umani». È forse
questa una delle meditazioni più toccanti. «Gesù continua
a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene
amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata,
le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le minoranze sono soppresse,
i rifugiati e i migranti maltrattati. Gesù viene spogliato delle vesti quando
la persona umana è disonorata sullo schermo, quando le donne sono costrette a
umiliarsi, quando i bambini dei quartieri poveri vanno in giro per le strade a
raccogliere i rifiuti. Chi sono i colpevoli? Non puntiamo il dito verso gli
altri, poiché anche noi possiamo avere avuto la nostra parte in queste forme di
disumanità». Ma non c'è solo la persecuzione
esplicita. Nella settima stazione (Gesù è fatto oggetto di scherno) si
sottolinea che oggi «le questioni più importanti sono collocate tra le inezie e
le banalità glorificate». Così nell'ottava (la stazione del cireneo) viene
messa in luce «la sacralità dell'ordinario e la grandezza di ciò che sembra
piccolo » e si ricorda «il servizio della Chiesa alle comunità svantaggiate»,
secondo l'esempio di Madre Teresa di Calcutta. Nella nona (Gesù incontra le
donne di Gerusalemme) la riflessione verte sul ruolo femminile. «I destini delle società sono strettamente connessi col
benessere delle loro donne. Dovunque sono tenute in scarsa stima o il loro
ruolo resta sminuito, le società non riescono a elevarsi fino a raggiungere le
loro autentiche potenzialità ». Monsignor Menamparampil
parla a questo proposito di «noncuranza per il futuro» e inserisce nel concetto
anche le preoccupazioni ecologiche, «quando interferiamo nei sistemi di vita,
quando indeboliamo il potere nutritivo della natura, inquiniamo i corsi
d'acqua, l'azzurro profondo dei mari o le nevi del Settentrione». «Non
permettere chiede a Gesù che trasciniamo la nostra civiltà sul sentiero del
declino ». Le ultime cinque stazioni sono un crescendo di immedesimazione nel
dolore salvifico di Cristo. La crocifissione (decima) fa dire al vescovo che
anche se «le sofferenze di Gesù raggiungono il culmine», in Lui nulla è
perduto. L'undicesima (il buon ladrone) è l'occasione per invocare Dio di
ricordarsi di ogni uomo e di aiutare coloro che «procedono con fatica nella via
verso l'eterno destino». La dodicesima (Maria e Giovanni sotto la croce)
presenta la Vergine come «un archetipo del perdono nella fede e nella
speranza». «Vi sono offese storiche annota l'autore
delle meditazioni che per secoli feriscono le memorie delle società. Se non
trasformiamo la nostra ira collettiva in nuove energie d'amore attraverso il
perdono, periremo congiuntamente. Quando la guarigione avviene attraverso il
perdono, accendiamo una lampada che annuncia future possibilità per 'la vita e il benessere' dell'umanità
». Quindi, davanti alla morte di Gesù (tredicesima stazione), l'arcivescovo
indiano oltre a notare che essa «porta la redenzione», sottolinea: «Signore, per i miei peccati sei stato inchiodato sulla
Croce. Aiutami ad acquisire maggiore consapevolezza della gravità delle mie
colpe e dell'immensità del tuo amore». E infine, meditando sulla deposizione
(quattordicesima stazione), annota: «Le tragedie ci
fanno riflettere. U- no tsunami ci dice che la vita va presa seriamente.
Hiroshima e Nagasaki restano luoghi di pellegrinaggio. Quando la morte colpisce
da vicino, un altro mondo ci si fa accanto. Allora ci liberiamo dalle illusioni
e abbiamo la percezione di una realtà più profonda». Questa realtà è anche il
nostro destino. Essere definitivamente con lui. Oltre la morte e le sofferenze,
nella luce della risurrezione.
( da "WindPress.it"
del 10-04-2009)
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Gambia: finisce la caccia alle stregheContenuto
della paginaGambia: finisce la caccia alle streghe,
tornano in libert centinaia di personeCS053:
10/04/2009Amnesty International ha appreso che centinaia di persone, arrestate
nelle settimane precedenti, sono state rimesse in libert
dopo che le autorit hanno decretato la fine della
caccia alle streghe.All'inizio dell'anno, il
presidente Yahya Jammeh aveva assoldato esorcisti e
altri "medici" provenienti dalla Guinea e da altri paesi dell'Africa
occidentale per identificare le streghe e gli stregoni che, a suo dire,
avrebbero causato la morte di una sua zia. Gli
esorcisti, accompagnati dai soldati e dai "ragazzi verdi", ossia la
guardia presidenziale, avevano fatto arrestare centinaia di persone, dopo
averle costrette a bere intrugli velenosi e allucinogeni. Durante la caccia
alle streghe almeno due persone sono morte avvelenate e altre sono state
stuprate o derubate durante la fase di incoscienza e allucinazione causata
dall'assunzione del liquido. Sin dall'inizio di marzo, Amnesty International
aveva chiesto al presidente Jammeh di interrompere la
caccia alle streghe. Ora, l'organizzazione per i diritti umani chiede alle autorit del Gambia di
indagare su quanto accaduto e assicurare alla giustizia i responsabili.FINE
DEL COMUNICATO Roma, 10 aprile 2009 Per approfondimenti e interviste: Amnesty
International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg
( da "Panorama.it"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
- Mondo -
http://blog.panorama.it/mondo - Algeria al voto: l'unico nemico di Bouteflika è l'astensionismo Posted
By joshua.massarenti On
9/4/2009 @ 10:58 In Headlines, NotiziaHome
| No Comments [1] Oggi circa 25 milioni di algerini
sono chiamati alle urne per eleggere il prossimo presidente della repubblica.
Con ogni probabilità, il presidente uscente [2] Abdelaziz
Bouteflika sarà riconfermato alla guida del paese per
altri cinque anni. Già eletto nel 1999 e nel 2004, [3]
il presidente algerino intende avvalersi di una "maggioranza
schiacciante" per consolidare il suo potere e soprattutto trionfare sul
suo peggior nemico: l'astensionismo. Di fronte alla disparità di mezzi tra
l'attuale presidente e i suoi cinque concorrenti diretti, l'opposizione ha
chiesto ai cittadini algerini di non andare alle urne. La [4] Lega algerina per i diritti umani (Laddh) ha accusato i media ma anche governo, istituzioni
ufficiali ed amministrazione di aver "favorito in maniera flagrante" Bouteflika durante tutta la campagna elettorale. Secondo
uno studio della Laddh sulla stampa algerina il
presidente uscente ha occupato il 27,63% dello spazio mediatico, seguito
dal governo a lui favorevole col 14,91%. "In un paese immenso come
l'Algeria (due milioni di chilometri quadrati, 48 province e 1.600 comuni,
ndr)" ricorda Jeune Afrique,
"la presenza di uno staff efficiente e fortemente decentralizzato è
essenziale" per la vittoria finale. Ora, "sin dai
primi meeting, la differenza di mezzi tra i candidati è evidente. Le
uscite di Bouteflika sono state organizzate con una
precisione svizzera. Quelle dei suoi concorrenti molto
meno". Se Mohamed Said (Partito per la
libertà e la giustizia), Louisa Hanoune
(Partito dei lavoratori), Moussa Touati
(Fronte nazionale algerino), Djahid Younsi (leader islamista di El-Isah)
e Ali Fawzi Rebaine
(candidato di una piccola formazione nazionalista) non possono minimamente
mettere in dubbio l'esito del voto, ben altra storia è invece il rischio di
vedere gli algerini disertare le urne, con la conseguenza di minare la
credibilità del presidente uscente. I timori dell'astensionismo sono tali che a
più riprese, durante la campagna elettorale, Bouteflika
ha trasformato il diritto civico di votare in un obbligo religioso. [5] Lo scopo era duplice sottolinea Jeune
Afrique: "Scongiurare gli appelli al
boicottaggio dell'opposizione e rispondere ad [6] Al Qaeda nel Maghreb islamico, che ha emesso una fatwa decretando il
voto come eretico". Ancora attivo in alcune aree del paese (la Cabilia, a Tebessa, lungo la frontiera algero-tunisina,
e tra i monti del Zaccar,
nel centro), lo Stato ha rafforzato con successo il suo dispositivo di
sicurezza. Molto più incerta è invece la
"battaglia" che Bouteflika deve vincere sul
fronte più insidioso, quello di una [7] gioventù algerina disillusa, rimasta ai
margini del boom economico registratosi in Algeria dopo la guerra civile degli
anni '90. Nonostante una crescita economica costante ([8] +2,2% nel 2009 e +
3,5% nel 2010 secondo gli ultimi dati forniti dalla Banca Mondiale), riserve di
cambio pari a 140 miliardi di dollari e la valanga di soldi spesi per il
rilancio delle infrastrutture (160 miliardi di dollari negli ultimi cinque
anni), la stragrande maggioranza della popolazione algerina - composta da
giovani che alimentano l'esercito degli harraga
(ragazzi che "bruciano" le frontiere per sbarcare il lunario in
Europa ndr) - deve ancora fare i conti con un tasso di disoccupazione che
sfiora il 30% e un salario minimo mensile di 120 euro assolutamente irrisorio
di fronte al carovita. Molti esperti si chiedono se un terzo mandato basterà a Bouteflika per superare almeno tre sfide: consegnare un
alloggio decente a 4 milioni di famiglie; combattere la disoccupazione
giovanile; tagliare il cordone ombelicale tra l'economia nazionale e una
produzione di idrocarburi che rappresenta il 98% delle esportazioni algerine.
"Con la fine annunciata delle riserve di gas e di petrolio nel 20403
ricorda [9] Radio France Internationale, "il
paese farà fatica a soddisfare le richieste della popolazione. L'Algeria non
produce praticamente nulla, le importazioni di beni e servizi sono cresciuti
del 300% tra il 2002 e il
( da "Velino.it, Il" del 10-04-2009)
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vengono inserite. EST - Vertice Americhe, Washington
“frena”: Non si parli solo di Cuba Roma, 10 apr
(Velino/Velino Latam) - La Casa
Bianca mette un freno alle pressioni per fare del prossimo vertice delle
Americhe, in calendario dal 17 al 19 aprile a
Trinidad e Tobago, lo scenario di un dibattito esclusivo su Cuba e lipotesi
della fine dellembargo. Lambasciatore
Jeffrey Davidow, delegato del governo degli Usa al
vertice, ha spiegato nel
corso di una conferenza stampa tenuta ieri a Washington che “sarebbe
disdicevole che lemisfero non approfittasse dellopportunità” di confrontarsi su crisi economica,
sicurezza e strategie energetiche alternative, “distraendosi con il tema
cubano”. Dichiarazioni
che si accavallano temporalmente con le dure critiche che alcuni parlamentari
statunitensi hanno indirizzato al viaggio concluso mercoledì sette deputati
democratici nell'Isola. Ai colleghi, che nella “cinque giorni”
hanno incontrato il presidente RaÚl Castro e il
fratello Fidel, i senatori repubblicani Christopher Smith e Frank Wolf, hanno rimproverato lassenza dai
colloqui di un confronto sui diritti umani. Pur riconoscendo lattualità
del dibattito su Cuba, Davidow ha ricordato i
distinguo dellamministrazione americana nei
confronti delle politiche castriste: “Si tenga presente - ha detto - che questa
riunione di Trinidad è una riunione di 34 stati democratici”, e che “non
cè uno solo dei governi rappresentati la cui popolazione accetterebbe di buon grado il tipo di restrizioni
ai diritti civili politici e umani” praticata a Cuba.
LIsola, che non parteciperà al vertice dellorganizzazione
da cui fu sospesa nel lontano 1962, apparirà comunque nellagenda
non ufficiale degli incontri. A “portarla” ci hanno pensato da alcuni mesi
diversi leader regionali, a partire dal presidente brasiliano Inacio
Luis Lula da Silva che, nella batteria di riunioni
che ha promosso in patria lo scorso novembre si è fatto portavoce del rientro dellAvana nellOrganizzazione
degli Stati Americani. Il segretario dellorganismo
internazionale, il
cileno José Miguel Insulza ha riconosciuto limportanza
di una simile dichiarazione anche se ha scartato
lipotesi che il rientro possa celebrarsi a Trinidad. Ma le attese di un
cambio della politica statunitense nei confronti di Cuba, proprio nel corso del vertice, sono alimentate
anche da altri segnali. Sullo sfondo cè la volontà del
presidente Barack Obama di impostare un nuovo
rapporto con la regione. Il Congresso Usa è poi impegnato a valutare diverse
ipotesi di sospensione dei limiti che Washington ha messo nel tempo ai voli diretti verso lisola.
E, come detto sopra, ha fatto notizia il viaggio che una delegazione di
deputati democratici ha terminato mercoledì scorso allAvana,
alla ricerca di strade per un nuovo dialogo. E ancora: proprio mentre i delegati del Parlamento
partivano verso lisola un senatore repubblicano
particolarmente attento alla questione, Richard Lugar,
ha scritto a Obama per chiedere lingresso di Cuba nellOsa
e per nominare un interlocutore ad hoc alle dipendenze del Dipartimento di Stato. Senza contare
che nelle settimane scorse il Costa Rica, interlocutore privilegiato degli Usa nella regione ha
riaperto le relazioni diplomatiche con lAvana e che lo stesso
presidente Obama ha fatto sapere di voler conoscere dai leader sudamericani, al di là dei
proclami, le ragioni che li spingono a chiedere una inversione di rotta nei
confronti dellIsola. (fae) 10 apr
2009 12:18
( da "Quotidiano.it, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Tutto pronto per
l'Ascoli Junior Festival Ascoli Piceno | Dopo il grande successo ottenuto nelle
passate edizioni, lAmministrazione Comunale di Ascoli Piceno e
la società Simbiosi Marketing, presentano la 3ª Edizione di Ascoli Junior
Festival Mostra del
Libro per Ragazzi. Saranno in centinaia gli studenti che da
venerdì 17 affluiranno al Palazzo dei Capitani per poter consultare migliaia di
volumi a loro dedicati, partecipare ai vari laboratori o assistere alle letture
animate. L'iniziativa nata per sensibilizzare, incentivare ed avvicinare i giovani e
giovanissimi al mondo della lettura offre loro un luogo dove incontrarsi,
conoscere un mondo tutto da esplorare come quello della letteratura per
ragazzi. Il programma prevede tre giorni ricchi di appuntamenti: incontri con
autori, illustratori e fumettisti, letture animate, laboratori creativi,
animazione, giochi, stand di libri e tanti gadget per tutti. In programma
diversi appuntamenti con personaggi ed autori particolarmente noti nel panorama
letterario sia locale che nazionale. Venerdì mattina Claudio Bachetti, missionario laico, incontrerà i giovani ospiti
della Mostra per parlare del delicato ed importante tema
dei Diritti Umani, mentre nel pomeriggio tre incontri con gli autori locali:
alle 16 Don Adalberto Bucciarelli presenterà il libro
"Sant'Emidio alle Grotte", alle 17 Stefano Papetti
ed Erminia Luna presenteranno un libro sulla figura di "Domenico Ferri-un artista dimenticato" e alle
18 appuntamento con Luciano Cappelli che presenterà il suo libro "Missioni
Militari per la pace". Attesissimo inoltre l'appuntamento con Federico Moccia previsto per sabato 18 alle ore 17,30 alla Sala
della Ragione, che presenterà "AMORE 14" uno dei suoi ultimi grandi
successi. Rimandato infine a questa estate l'appuntamento con Don Luigi Merola
che per via di un intervento ospedaliero non sarà in città domenica come
previsto. 10/04/2009
( da "Virgilio Notizie"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 10 apr.
(Apcom) - Amnesty International ha appreso che centinaia di persone, arrestate
nelle settimane precedenti, sono state rimesse in liberta'
dopo che le autorita' hanno decretato la fine della
caccia alle streghe. All'inizio dell'anno, il presidente Yahya Jammeh aveva assoldato esorcisti e altri "medici"
provenienti dalla Guinea e da altri paesi dell'Africa occidentale per
identificare le streghe e gli stregoni che, a suo dire, avrebbero causato la
morte di una sua zia. Gli esorcisti, accompagnati dai
soldati e dai "ragazzi verdi", ossia la guardia presidenziale,
avevano fatto arrestare centinaia di persone, dopo averle costrette a bere intrugli
velenosi e allucinogeni. Durante la caccia alle streghe almeno due persone sono
morte avvelenate e altre sono state stuprate o derubate durante la fase di
incoscienza e allucinazione causata dall'assunzione del liquido. Sin dall'inizio di marzo, Amnesty International aveva chiesto al
presidente Jammeh di interrompere la caccia alle
streghe. Ora, l'organizzazione per i diritti umani chiede alle autorita' del Gambia di indagare su quanto accaduto e
assicurare alla giustizia i responsabili.
( da "Wall Street Italia"
del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Gambia/ Amnesty:
decretata la fine della caccia alle streghe di Apcom Tornano in liberta' centinaia di persone -->Roma, 10 apr. (Apcom) -
Amnesty International ha appreso che centinaia di persone, arrestate nelle
settimane precedenti, sono state rimesse in liberta'
dopo che le autorita' hanno decretato la fine della
caccia alle streghe. All'inizio dell'anno, il presidente Yahya Jammeh aveva assoldato esorcisti e altri "medici"
provenienti dalla Guinea e da altri paesi dell'Africa occidentale per
identificare le streghe e gli stregoni che, a suo dire, avrebbero causato la
morte di una sua zia. Gli esorcisti, accompagnati dai
soldati e dai "ragazzi verdi", ossia la guardia presidenziale,
avevano fatto arrestare centinaia di persone, dopo averle costrette a bere
intrugli velenosi e allucinogeni. Durante la caccia alle streghe almeno due
persone sono morte avvelenate e altre sono state stuprate o derubate durante la
fase di incoscienza e allucinazione causata dall'assunzione del liquido. Sin dall'inizio di marzo, Amnesty International aveva chiesto al
presidente Jammeh di interrompere la caccia alle
streghe. Ora, l'organizzazione per i diritti umani chiede alle autorita' del Gambia di indagare su quanto accaduto e
assicurare alla giustizia i responsabili.