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Report "Diritti umani"   10-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

El juez Moreno pide a China que interrogue a su ex presidente ( da "Pais, El" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: el responsable de la policía a finales de los ochenta; y el ministro de Planificación Familiar en los noventa. Están acusados de crímenes contra el pueblo tibetano por "la práctica sistemática de la tortura", y de promover medidas dirigidas a "impedir" la reproducción en el grupo.

La Cia chiude le prigioni segrete ( da "Provincia Pavese, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: prigioni segrete dove i presunti terroristi venivano interrogati con tecniche assimilate alla tortura negli anni della presidenza di George W. Bush. Il nuovo capo dell'agenzia di Langley, Leon Panetta, ha annunciato un piano per la chiusura dei cosiddetti «siti neri», molti dei quali si trovavano in Afghanistan e in Thailandia ma anche in alcuni paesi democratici dell'Europa dell'Est.

I ragazzi DEI TOMBINI ( da "Manifesto, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: rifugiati per tortura, poveri, emarginati sociali. Il rammarico è che si fa sempre poco; presso il San Gallicano dal 2006 è attivo un servizio di accoglienza per i minori non accompagnati, in collaborazione con il V Dipartimento del Comune di Roma. In questi due anni sono stati avvicinati 52 adolescenti (39 provenienti dall'Afghaganistan,

VP.Recanati ENERDI di Passione, processioni e rievocazioni. Torna la tradizione della </B... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la croce con gli strumenti di tortura e i fedeli. Nel pomeriggio, però, Ala Simonishvili (soprano) e l'Amadeus Quintet propongono il suggestivo Stabat Mater di Boccherini. La Processione di Recanati segue invece il ritmo della "scandola", strumento di legno che sostituisce il suono delle campane, lungo le vie della città della poesia.

Obama si davanti al re saudita Scandalo negli Usa ( da "Corriere della Sera" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Corriere della Sera sezione: Esteri data: 10/04/2009 - pag: 13 Politica e diritti umani Obama si «inchina» davanti al re saudita Scandalo negli Usa Questione di angolo: l'«inchino» di Barack Obama davanti al re saudita Abdullah al recente G20 di Londra è troppo profondo, ben più inclinato di quello concesso alla Regina.

Kosovo, inchiesta della Bbc ( da "Corriere della Sera" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: esercito di liberazione del Kosovo è stato responsabile di gravi abusi dei diritti umani»: è la conclusione di un'inchiesta della Bbc riportata sul sito dell'emittente, che rivela atrocità commesse dall'Uck durante e dopo la conclusione del conflitto con la Serbia e l'intervento delle forze della Nato in Kosovo. Secondo le fonti citate dall'edizione online sono circa 2.

FIGI: PRESIDENTE SOSPENDE LA COSTITUZIONE E DESTITUISCE GIUDICI ( da "Adnkronos" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: FIGI: PRESIDENTE SOSPENDE LA COSTITUZIONE E DESTITUISCE GIUDICI APPELLO BAN KI-MOON ALLA CALMA E AL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 10 aprile, ore 08:59

Trenta cortometraggi a tutela dei Diritti Umani ( da "Stampa, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: AVVENIMENTO Trenta cortometraggi a tutela dei Diritti Umani GIOVANNA CARNINO «Gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti». Comincia così la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. A questo primo e ai successivi ventinove articoli della Carta Internazionale si sono ispirati altrettanti registi, tra cui Carlo Lizzani (art.

"Entierro" fa rivivere la sepoltura di Cristo ( da "Stampa, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: i segni della tortura di Cristo, tenaglie, dadi, chiodi, affidati ai bambini del paese. Poi verranno recitati i misteri sulla base di un ritrovamento in parrocchia del 1721. Alla cerimonia, in cui si esibirà anche il coro dei parrocchiani, partecipa tutta la popolazione che viene invitata ad addobbare le vie con drappi rossi,

"Signor giudice non mi tolga i figli" ( da "Stampa, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La notizia è rimbalzata fino al comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (Ccdu) che ha in programma per domani alle 10,30 a Castelfranco (Modena) una mobilitazione nata per segnalare il caso di una bambina di 5 anni tolta alla mamma. Dice il direttore Massimo Parrino: «Abbineremo alla sensibilizzazione anche la vicenda di Biella-Vercelli.

MACERATA: Approvato il progetto Marka per l'Albania ( da "By Marche.it" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: formazione sui diritti umani e nascita di micro-imprese. Il Comune di Kamez il 14 novembre del 2008 avevano già stipulato un protocollo d'intesa per la gestione di interventi di cooperazione, informazione, formazione e prevenzione sociale in Albania. Kamez, 87 mila abitanti, vicino alla capitale Tirana, finora ha ricevuto aiuti dalla Caritas,

Via Crucis, le meditazioni del Papa ( da "Corriere.it" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: violazioni dei diritti umani. Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le minoranze sono soppresse, i rifugiati e i migranti maltrattati.

Papa/ Persecuzioni e 'mea culpa' in meditazioni per Via ( da "Virgilio Notizie" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: violazioni dei diritti umani", scrive Menamparampil nelle meditazioni pubblicate dalla Libreria editrice vaticana. "Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri,

PAPA/ PERSECUZIONI E 'MEA CULPA' IN MEDITAZIONI PER VIA CRUCIS ( da "Wall Street Italia" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: violazioni dei diritti umani", scrive Menamparampil nelle meditazioni pubblicate dalla Libreria editrice vaticana. "Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri,

la cia chiude le prigioni segrete ( da "Centro, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: prigioni segrete dove i presunti terroristi venivano interrogati con tecniche assimilate alla tortura negli anni della presidenza di George W. Bush. Il nuovo capo dell'agenzia di Langley, Leon Panetta, ha annunciato un piano per la chiusura dei cosiddetti «siti neri», molti dei quali si trovavano in Afghanistan e in Thailandia ma anche in alcuni paesi democratici dell'Europa dell'Est.

Nella Via Crucis le voci e i volti dei perseguitati ( da "Avvenire" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: violazioni dei diritti umani». È forse questa una delle meditazioni più toccanti. «Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le minoranze sono soppresse,

- GAMBIA: FINISCE LA CACCIA ALLE STREGHE ( da "WindPress.it" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ora, l'organizzazione per i diritti umani chiede alle autorit del Gambia di indagare su quanto accaduto e assicurare alla giustizia i responsabili.FINE DEL COMUNICATO Roma, 10 aprile 2009 Per approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel.

Algeria al voto: l'unico nemico di Bouteflika è l'astensionismo ( da "Panorama.it" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Lega algerina per i diritti umani (Laddh) ha accusato i media ma anche governo, istituzioni ufficiali ed amministrazione di aver "favorito in maniera flagrante" Bouteflika durante tutta la campagna elettorale. Secondo uno studio della Laddh sulla stampa algerina il presidente uscente ha occupato il 27,63% dello spazio mediatico,

Vertice Americhe, Washington "frena": Non si parli solo di Cuba ( da "Velino.it, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: assenza dai colloqui di un confronto sui diritti umani. Pur riconoscendo l?attualità del dibattito su Cuba, Davidow ha ricordato i distinguo dell?amministrazione americana nei confronti delle politiche castriste: “Si tenga presente - ha detto - che questa riunione di Trinidad è una riunione di 34 stati democratici

Tutto pronto per l'Ascoli Junior Festival ( da "Quotidiano.it, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: del delicato ed importante tema dei Diritti Umani, mentre nel pomeriggio tre incontri con gli autori locali: alle 16 Don Adalberto Bucciarelli presenterà il libro "Sant'Emidio alle Grotte", alle 17 Stefano Papetti ed Erminia Luna presenteranno un libro sulla figura di "Domenico Ferri-un artista dimenticato" e alle 18 appuntamento con Luciano Cappelli che presenterà il suo libro "

Gambia/ Amnesty: decretata la fine della caccia alle streghe ( da "Virgilio Notizie" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sin dall'inizio di marzo, Amnesty International aveva chiesto al presidente Jammeh di interrompere la caccia alle streghe. Ora, l'organizzazione per i diritti umani chiede alle autorita' del Gambia di indagare su quanto accaduto e assicurare alla giustizia i responsabili.

GAMBIA/ AMNESTY: DECRETATA LA FINE DELLA CACCIA ALLE STREGHE ( da "Wall Street Italia" del 10-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sin dall'inizio di marzo, Amnesty International aveva chiesto al presidente Jammeh di interrompere la caccia alle streghe. Ora, l'organizzazione per i diritti umani chiede alle autorita' del Gambia di indagare su quanto accaduto e assicurare alla giustizia i responsabili.


Articoli

El juez Moreno pide a China que interrogue a su ex presidente (sezione: Diritti umani)

( da "Pais, El" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

El juez Moreno pide a China que interrogue a su ex presidente EP - Madrid - 10/04/2009 Vota Resultado 2 votos El juez de la Audiencia Nacional Ismael Moreno ha pedido a China que interrogue al ex presidente Jiang Zemin y a otros seis altos cargos como supuestos autores de delitos de lesa humanidad, genocidio, y torturas en la causa que investiga la represión cometida en Tíbet a partir de 1950. Jiang Zemin A FONDO Nacimiento: 17-08-1926 Lugar: (Yangzhou) Ver cobertura completa Audiencia Nacional A FONDO Sede: Madrid (España) Ver cobertura completa La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas En su escrito, Moreno exige también las declaraciones de otros históricos del PCCh, como el secretario en el Tíbet entre 1971 y 1980, Ren Rong; su sucesor hasta 1985 y participante en la ocupación, Yin Fatang; y el siguiente en el puesto hasta 2001, Chen Kuiyuan. También pide la remisión de las respuestas de varios ex responsables del Gobierno, entre ellos el primer ministro entre 1998 y 2003, Li Peng; el responsable de la policía a finales de los ochenta; y el ministro de Planificación Familiar en los noventa. Están acusados de crímenes contra el pueblo tibetano por "la práctica sistemática de la tortura", y de promover medidas dirigidas a "impedir" la reproducción en el grupo.

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La Cia chiude le prigioni segrete (sezione: Diritti umani)

( da "Provincia Pavese, La" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lettera di Panetta La Cia chiude le prigioni segrete NEW YORK. La Cia di Barack Obama manda in pensione le prigioni segrete dove i presunti terroristi venivano interrogati con tecniche assimilate alla tortura negli anni della presidenza di George W. Bush. Il nuovo capo dell'agenzia di Langley, Leon Panetta, ha annunciato un piano per la chiusura dei cosiddetti «siti neri», molti dei quali si trovavano in Afghanistan e in Thailandia ma anche in alcuni paesi democratici dell'Europa dell'Est. Panetta ha scritto ai dipendenti per confermare che le tecniche di interrogatorio come l'annegamento simulato (waterboarding) autorizzate da Bush non sono più in vigore e ha annunciato la chiusura delle prigioni segrete.

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I ragazzi DEI TOMBINI (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

storie LE CARTOLINE AFGHANE DEI «SENZA DIRITTI» I ragazzi DEI TOMBINI Il «tour» dall'Afghanistan al Pakistan, dalla Turchia alla Grecia, miraggio l'Italia, nel racconto di due giovani profughi, finiti nei tombini della Stazione Ostiense a Roma Maurizio Galvani Le due testimonianze che pubblichiamo sono le narrazioni - anonime per evitare ritorsioni - raccolte dagli operatori dell'Istituto per la salute delle popolazioni Migranti e il contrasto alla Povertà (Inmp), presso l'ospedale San Gallicano di Roma . Il fatto è che la tragica vicenda dei ragazzi afghani trovati dentro i tombini alla stazione Ostiense di Roma ha suscitato sgomento e sorpresa. Per il dottor Aldo Morrone, direttore dell'Inmp «a causa delle guerre globali, della violenza, della povertà ormai dovremo aspettarci conseguenze assai gravi, dato che 200-300 milioni di disperati fuggono in tutti i modi da queste realtà, accettando di vivere condizioni disumane». Il dottor Morrone parla con l'esperienza di chi opera a Lampedusa, dove l'Inmp è impegnato con un equipe di medici e psicologi. «Questi ragazzi afghani - aggiunge - per arrivare in Italia impiegano più di un anno dopo avere iniziato un lungo e pericolosissimo viaggio attraverso l'Iran, la Turchia, la Grecia e, infine, Italia». Scappano dal loro paese e solo quando giungono in Grecia, alcune organizzazioni danno loro assistenza. In Italia sbarcano ad Ancona dentro i tir, o nei doppifondi dei camion, o nascosti tra la merce, o legati con le cinghie agli assi degli autotreni. Non si sa quanti siano a Roma e come vivano, per Morrone «si calcola che i minorenni (fino a 18 anni, stabiliti con un esame radiologico del polso) possono essere circa un centinaio». Il problema è come intercettarli: non è facile, soprattutto, per la lingua che conoscono solo i mediatori. Non conoscono la lingua e ignorano i diritti di un minore non accompagnato. Alcuni considerano l'Italia un territorio di passaggio dove sopravvivere per raggiungere la Germania dove risiede una grande comunità di afghani. Il loro è un tragitto di quasi ottomila chilometri, pagano per andare in un altro paese; «tuttavia l'Italia sta diventando un paese di residenza». «Dobbiamo intercettarli. Ci vorrebbero più strutture, operatori, risorse di natura medico-assistenziale, l'attivazione di più mediatori linguistici e culturali». L'Inmp lamenta queste carenze «bisogna fare in modo che questi ragazzi non si nascondano e diventino «clandestini», non alla legge ma a qualsiasi intervento. Il primo loro diritto è la tutela (ci deve pensare il comune); in secondo luogo devono fare percorsi di sostegno e integrazione». Il dottor Aldo Morrone - che d'anni opera al San Gallicano - insiste su questo punto perché vuole rendere visibili quei poveracci che stanno dell'Ostiense, dove si possono incontrare altre tragiche realtà: rifugiati per tortura, poveri, emarginati sociali. Il rammarico è che si fa sempre poco; presso il San Gallicano dal 2006 è attivo un servizio di accoglienza per i minori non accompagnati, in collaborazione con il V Dipartimento del Comune di Roma. In questi due anni sono stati avvicinati 52 adolescenti (39 provenienti dall'Afghaganistan, 4 dall'Etiopia, 6 dall'Eritrea, uno dalla Sierra Leone, un altro dall'India). I motivi del loro «allontanamento» lo raccontano i medesimi ragazzi: 25 subivano persecuzione politica, sette sono fuggiti alla guerriglia tra gruppi locali, dieci sono fuggiti per liti famigliari, dieci sono scappati dalla povertà. Le collaboratrici del dottor Morrone, le dottoresse Flavia Dammacco e Paola Scardella tentano di ri-costruire una narrazione della storia di questi ragazzi. Si cerca di offrire un ambiente abitativo adeguato (una casa famiglia, o un centro di accoglienza) per costruire un percorso integrativo sociale che preveda anche la possibilità di un lavoro. La maggior parte delle volte ci si riesce: per legge, un minore straniero non accompagnato ha diritto all'assistenza e alla tutela. Però, al compimento della maggiore età questi ragazzi si trovano senza diritti e possono essere rimpatriati al di là di quel che riescano a dimostrare di saper fare, a che punto sia arrivato il percorso di accoglienza e di conoscenza della legge, costumi e cultura italiana. Volutamente non è chiamata subito integrazione «poiché - sottolineano all'Inmp - il primo successo con questi ragazzi è di avere stabilito una relazione; sono in genere impauriti, provengono dalle esperienze più disparate, hanno fatto diversi lavori, hanno perduto i genitori in tenera età». La dottoressa Scardella sostiene che «alcuni ragazzi hanno impiegato 2-3 tre anni per giungere in Italia: si sono nascosti per mesi facendo differenti mestieri, anche, nei mattatoi dell'Iran». Non si può trarre una conclusione. Questo problema va sollevato, fuori dall'eccezionalità per non dover scoprire allarmati che esistono realtà sommerse quando si deve fare un'opera di bonifica della stazione Ostiense. Il dottor Morrone lancia una provocazione: la realizzazione nel 2010 (l'anno contro la povertà) di un incontro-convegno tra Europa, Africa, Africa subsahariana, Asia e Oriente. Tra diversi operatori per contrastare attivamente le cause dell'emarginazione. S. D. 19 ANNI «Alla fine sono fuggito dai talebani perché mi terrorizzavano» Mi chiamo S. D. e sono nato a Ghazni Afghanistan ho 19 anni. La mia famiglia aveva una macelleria, mio padre inoltre vendeva abiti e alimenti vari in India, in Pakistan e in Iran e per questo motivo spesso era lontano da casa. La mia famiglia era benestante e i miei genitori sognavano per noi un percorso accademico importante. Avevo un fratello e una sorella. Le donne, per volontà governativa, non possono studiare e i ragazzi non hanno possibilità di scelta se non andare a studiare religione in moschea. Mio padre durante uno dei suoi viaggi, conobbe delle persone le quali appartenevano a una religione, diversa da quella musulmana, cioè Bahai. Anche mio padre e noi tutti decidemmo di sposare la religione Bahai. Questa scelta però causò non pochi problemi con i compagni, con il vicinato ma anche con i parenti. Io, mio fratello e mia sorella, essendo piccoli, non capivamo il perché di alcuni comportamenti. Nel 1999 i talebani resero noto la loro volontà di uccidere i comunisti e tutti coloro che avevano collaborato con essi. Mio zio venne ucciso perché faceva parte dei comunisti. I vicini ormai avevano isolato del tutto la mia famiglia, non accettavano di buon grado la nostra presenza. La situazione a scuola per me e mio fratello non era delle migliori, anzi. Un giorno in cui avevo espresso la mia opinione sul far studiare le ragazze, finì dal preside, il quale mi picchiò con un pezzo di legno fino a spezzarlo. Mi sospesero per una settimana. Non capivo la non libertà di scelta. Ne parlai con l'insegnante di religione. Mi riportarono dal direttore. Mi buttarono fuori dalla scuola. Quello stesso giorno il nostro giardino lo riempirono di escrementi. Eravamo disperati. Il nostro macellaio venne a informarci che più nessuno comprava da noi. Decidemmo il trasferimento altrove, ma la nostra tranquillità durò poco, iniziarono a urlare a insultarci, bussavano continuamente alla nostra casa. Finché un giorno non incendiarono il nostro giardino. Scappammo dal tetto, ci rifugiammo a casa di amici,non tutti eravamo li. Mancavano mio fratello e mia sorella. Forse avevano scelto la casa di altri amici come rifugio. Non li ritrovammo subito. Mia madre rimase in Afghanistan, io partii per L'Iran da amici di mio padre. Avevo paura. Dopo 5 giorni sono partito per la Turchia perché non venivo accettato neanche in Iran a causa sempre della mia fede religiosa. Con il gommone partimmo per la Grecia,dove rimasi lì per 18 giorni, e non ricordo bene dove. Per poter entrare in Italia mi nascosi in un camion, ci sono rimasto per due giorni. Arrivati a Bari, l'autista decise di abbandonarmi. Avevo sempre più paura, ero solo non sapevo come e cosa fare. Decisi di venire a Roma, dormivo per strada. Stavo male e mi hanno portato al San Gallicano. Nella sala d'attesa sono svenuto. Mi hanno ricoverato al Fatebenefratelli. Sono stato riconosciuto come minore. Il centro Astalli mi ha aiutato a trovare una sistemazione lontano dai musulmani. I. N. 16 ANNI «La mia famiglia è andata in pezzi. Volevo scappare» Mi chiamo I. N. e sono nato a Ghazni in Afghanistan, ho 16 anni. Mio padre faceva il fabbro mia madre la casalinga. Un giorno mio padre uscendo di casa non è mai più ritornato. La situazione per me e mia madre diventava troppo difficile e pericolosa e su suggerimento di mio zio paterno lo seguimmo in Pakistan. Mia madre non è mai stata felice di questa scelta. Mio zio,oltre alla moglie aveva due figli un maschio e una femmina,di cui il primo più grande di me e la figlia più piccola. Arrivati in Pakistan abbiamo iniziato subito a lavorare: io lavoravo presso una fabbrica di tappeti, mia madre lavorava a casa il legno. Fin dall'inizio il rapporto tra mio zio e mia madre non fu mai buono. Mio zio voleva sposarsi con mia madre.Continui litigi e torture da parte di mio zio hanno segnato gli ultimi due anni della vita di mia madre, ammalandosi, inoltre, di tumore al cervello. Dopo due mesi passati in ospedale,morì. La situazione personale e lavorativa diventava per me insopportabile, invivibile. Così chiesi a mia zia paterna un prestito e il numero di telefono di un nostro cugino che vive in Inghilterra. Sono scappato in Iran. Per quasi un mese e mezzo ho fatto il muratore finchè un giorno non ho ricevuto la telefonata di mio cugino dall'Inghilterra che mi suggeriva di partire verso l'Europa. Con l'aiuto del mio datore di lavoro il mio viaggio inizia dall'Iran verso la Turchia dove ci rimango venti giorni per poi ripartire per la Grecia. Ma la polizia trovandomi mi rispedì in Turchia,dopo una settimana sono nuovamente ripartito per la Grecia. Però durante il secondo viaggio, a causa di una tempesta una nave si scagliò contro il nostro gommone causando la morte di due miei amici. Arrivati a Samus in Grecia, mi hanno portato in ospedale, il viaggio traumatico e la morte dei miei amici mi hanno reso fragile. Sono rimasto sei giorni in prigione. Mi hanno dato un foglio con il quale potevo andare ad Atene, da lì dopo un giorno sono ripartito per Patrasso, rimanendoci un mese. Dopo due tentativi, non riusciti, di entrare in Italia, alla terza volta sono stato riconosciuto come minore.

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VP.Recanati ENERDI di Passione, processioni e rievocazioni. Torna la tradizione della </B... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 10 Aprile 2009 Chiudi VP.Recanati ENERDI di Passione, processioni e rievocazioni. Torna la tradizione della Bara de Notte di Porto Recanati, la processione per le vie della città della riviera con partenza dalla chiesa di San Giovanni Battista. I pescatori trasportano a mano il baldacchino funebre seguiti da tre uomini con le croci, incappucciati e scalzi, i ladroni e Gesù. Nel corteo anche le statue della Madonna, dei Santi, la croce con gli strumenti di tortura e i fedeli. Nel pomeriggio, però, Ala Simonishvili (soprano) e l'Amadeus Quintet propongono il suggestivo Stabat Mater di Boccherini. La Processione di Recanati segue invece il ritmo della "scandola", strumento di legno che sostituisce il suono delle campane, lungo le vie della città della poesia. I componenti della Confraternita e della Congregazione, i "saccò", incappucciati e con tuniche bianche e nere precedono il catafalco col Cristo morto. La rievocazione della morte, passione e resurrezione del signore, però, si celebra anche a Pioraco con le fiaccole dei figuranti che partono dalla chiesa San Vittorino e di San Francesco, a Caldarola e a Tolentino. La via Crucis di Mogliano inizia infine con l'ultima cena, il processo a Gesù e la crocifissione mente a Treia i Riti del Venerdì Santo partono nel pomeriggio con le tre ore di agonia, la schiodazione e la processione del Cristo dalla Cattedrale. Ste.Pal.

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Obama si davanti al re saudita Scandalo negli Usa (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 10/04/2009 - pag: 13 Politica e diritti umani Obama si «inchina» davanti al re saudita Scandalo negli Usa Questione di angolo: l'«inchino» di Barack Obama davanti al re saudita Abdullah al recente G20 di Londra è troppo profondo, ben più inclinato di quello concesso alla Regina. Video circolano da giorni su Internet, fiumi di commenti intasano blog e siti, per lo più americani e per lo più scandalizzati perché «un presidente degli Stati Uniti non si inchina davanti a nessuno». Tra i più arrabbiati Camille Paglia (intellettuale, femminista, liberal), che però attribuisce «questa indegnità» ai cattivi consigli dello staff di Obama sul protocollo, più che a «un ingenuo desiderio di compiacere i musulmani». Un portavoce della Casa Bianca ha precisato che «non di inchino si tratta, ma del naturale abbassarsi del presidente per stringere la mano a una persona meno alta». In realtà di poco: re Abdullah è noto per la figura imponente. E l'abitudine ad essere riverito.

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Kosovo, inchiesta della Bbc (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 10/04/2009 - pag: 17 La pista Kosovo, inchiesta della Bbc «L'Uck massacrò civili» PRISTINA «Anche l'esercito di liberazione del Kosovo è stato responsabile di gravi abusi dei diritti umani»: è la conclusione di un'inchiesta della Bbc riportata sul sito dell'emittente, che rivela atrocità commesse dall'Uck durante e dopo la conclusione del conflitto con la Serbia e l'intervento delle forze della Nato in Kosovo. Secondo le fonti citate dall'edizione online sono circa 2.000 i dispersi tra serbi kosovari, albanesi e zingari. Il premier del Kosovo ed ex direttore politico dell'Uck, Hashim Thaci, ha respinto le accuse affermando di essere consapevole del fatto che alcune persone hanno «abusato delle uniformi dell'Uck» dopo la guerra.

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FIGI: PRESIDENTE SOSPENDE LA COSTITUZIONE E DESTITUISCE GIUDICI (sezione: Diritti umani)

( da "Adnkronos" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

FIGI: PRESIDENTE SOSPENDE LA COSTITUZIONE E DESTITUISCE GIUDICI APPELLO BAN KI-MOON ALLA CALMA E AL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 10 aprile, ore 08:59

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Trenta cortometraggi a tutela dei Diritti Umani (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

AVVENIMENTO Trenta cortometraggi a tutela dei Diritti Umani GIOVANNA CARNINO «Gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti». Comincia così la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. A questo primo e ai successivi ventinove articoli della Carta Internazionale si sono ispirati altrettanti registi, tra cui Carlo Lizzani (art.1), Daniele Luchetti (art.15), Wilma Labate (art.22), Vitttorio De Seta (art.23), per realizzare «Human rights for all», un film collettivo firmato da cineasti, tecnici, attori del cinema italiano: trenta autori per trenta cortometraggi. L'opera, distribuita da Ucca (Unione Circoli Cinematografici Arci), viene proiettata mercoledì 15 aprile, alle 22,30, al centro culturale Artintown di via Berthollet 25. Ogni cortometraggio sarà preceduto dal numero dell'articolo corrispondente perché lo spettatore possa come sfogliare, attraverso le immagini del film, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Giobbe Covatta e Franco Angeli hanno affrontato la disposizione seconda: «Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente»; Giorgio Treves la terza: «Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza»; Giovanni Veronesi la sedicesima: «Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia»; Luciano Emmer la diciottesima: «Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione». E ricordiamo ancora, tra gli autori che hanno partecipato, Anne Ritte Ciccone, Antonello Grimaldi, Roberta Torre, Pasquale Scimeca, Fausto Paravidino. Il film è preceduto, alle 20,30 dal documentario «La classe dei gialli» di Daniele Gaglianone. Il giallo indica un'identità di un gruppo di bimbi che ne trascende ogni altra. In un asilo di San Salvario la troupe cerca di vedere e riprendere i bambini nella loro semplicità, nel loro essere individui unici e simili, non riconducibili a categorie identitarie astratte. Il film è prodotto con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e della Regione Piemonte. «Human rights for all» e «La classe dei gialli» vengono replicati sempre in via Berthollet il 22 aprile ad orari invertiti. Le proiezioni fanno parte di un più ampio progetto di cineforum organizzato da Effettonotte online, Artintown e Ucca.

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"Entierro" fa rivivere la sepoltura di Cristo (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

FRASSINELLO "Entierro" fa rivivere la sepoltura di Cristo «Entierro», un'usanza legata a un antico rito pasquale, retaggio delle occupazioni spagnole, che ricorda la sepoltura di Cristo. Si terrà stasera alle 21 nelle vie del paese coinvolgendo tutta la popolazione. Già dalle 19 a Frassinello, come annuncia il parroco, don Samuele Battistella, «sarà possibile ritrovarsi a meditare e pregare nella chiesetta di S. Anna, dato che la parrocchia in questo periodo è sottoposta a restauro». Verranno portate in processione la statua di Cristo e quella della Madonna, i segni della tortura di Cristo, tenaglie, dadi, chiodi, affidati ai bambini del paese. Poi verranno recitati i misteri sulla base di un ritrovamento in parrocchia del 1721. Alla cerimonia, in cui si esibirà anche il coro dei parrocchiani, partecipa tutta la popolazione che viene invitata ad addobbare le vie con drappi rossi, «simbolo della passione - aggiunge Don Samuele - ma anche del colore della nostra terra». Cerimonia simile anche a Cereseto dalle 20,30, dove in processione verranno portate 22 bacchette che raffigurano i segni della passione come la spugna e la corona di spine. Si celebra quasi ininterrottamente in paese dal 1724, organizzata dalla Pro loco.\

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"Signor giudice non mi tolga i figli" (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

il caso Appello della famiglia «Ritorna, troveremo una soluzione» "Signor giudice non mi tolga i figli" SILVANA MOSSANO BIELLA Ultimatum del giudice del Tribunale dei minori di Torino a una mamma biellese, che da qualche tempo abita a Vercelli: le ha concesso 48 ore (il termine scade oggi, ndr) per staccarsi dai suoi bambini di due e quattro anni e consegnarli ai Servizi sociali che li affideranno a un istituto. E' lì, in un luogo ignoto alla madre, che trascorreranno la Pasqua. Questa è la decisione del giudice a seguito di una lunga istruttoria integrata da alcune perizie dello psicologo sulla madre. Preoccupata da un epilogo così doloroso quanto inatteso la donna, una settimana fa circa, è sparita insieme ai suoi figli. Dai familiari - genitori, sorelle e fratello della donna -, distrutti e confusi, è partito un appello: «Torna a casa, un modo per uscire da questo incubo tutti insieme lo troveremo». E' difficile mantenersi in equilibrio tra un severo provvedimento giudiziario e l'amore materno, se in mezzo c'è un oceano di angoscia in cui si vorrebbe lasciarsi annegare quando ti vengono strappati i figli. Per portarli dove? In un istituto. Perché? «Perché in una perizia disposta dal giudice si dice che la madre è affetta da un'ansia delirante e manifesta atteggiamenti eccessivamente protettivi nei confronti dei figli - spiega una delle sorelle della donna -. Ce n'è però un'altra, nello stesso fascicolo e pure disposta dal Tribunale che, al contrario, la definisce amorevole e premurosa. E, in più, c'è una sentenza del tribunale civile che, alla separazione tra mia sorella e il marito, ha disposto l'affidamento esclusivo dei bambini alla mamma, perché alcuni problemi gravi erano emersi a carico del padre». L'altro giorno, all'udienza fissata a Torino dal giudice del Tribunale dei minori, a sorpresa, accogliendo l'appello dei familiari, la donna si è presentata. Ha deciso di uscire allo scoperto per supplicare il magistrato: «Non mi tolga i miei bambini». Interviene la nonna dei piccoli: «Ci siamo offerti di prenderci cura direttamente dei bambini, ne abbiamo chiesto l'affidamento, anche un'altra delle mie figlie è pronta, ci impegniamo a rispettare ogni disposizione del giudice, pur di risparmiare ai bimbi un distacco così atroce». Il giudice non ha ritenuto, per il momento, di cambiare opinione. Da qui l'ultimatum, che scade oggi. La notizia è rimbalzata fino al comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (Ccdu) che ha in programma per domani alle 10,30 a Castelfranco (Modena) una mobilitazione nata per segnalare il caso di una bambina di 5 anni tolta alla mamma. Dice il direttore Massimo Parrino: «Abbineremo alla sensibilizzazione anche la vicenda di Biella-Vercelli. Spesso viene deciso l'allontanamento dei bambini dalle famiglie senza che queste abbiano possibilità di difesa. Ci occupiamo di questa problematica da due anni: riguarda circa 35.000 bambini collocati in comunità-alloggio con un costo che supera i 300 euro al giorno. Frequentissimi sono i casi in cui, purtroppo, la comunità-alloggio è preferita rispetto alla collocazione dai parenti come peraltro è previsto dalla legge».

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MACERATA: Approvato il progetto Marka per l'Albania (sezione: Diritti umani)

( da "By Marche.it" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

10/4/2009 MACERATA: Approvato il progetto Marka per l'Albania La Giunta Comunale ha approvato il progetto Marka – Macerata Kamez, in rete per lo sviluppo. Si tratta di una iniziativa di sostegno e riorganizzazione del Comune di Kamez, in Albania, formazione sui diritti umani e nascita di micro-imprese. Il Comune di Kamez il 14 novembre del 2008 avevano già stipulato un protocollo d'intesa per la gestione di interventi di cooperazione, informazione, formazione e prevenzione sociale in Albania. Kamez, 87 mila abitanti, vicino alla capitale Tirana, finora ha ricevuto aiuti dalla Caritas, mentre ora si sono aggiunti anche altri enti pubblici e sono previsti stage interculturali rivolti a studenti oltre a programmi di servizio civile.

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Via Crucis, le meditazioni del Papa (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

VENERDì SANTO Le meditazioni della Via Crucis del Papa Scritte dall'arcivescovo indiano di Guwahati, Thomas Menamparampil. Dalle 21 al Colosseo Le meditazioni sulle quattordici stazioni della Via Crucis saranno introdotte dalla seguente preghiera che sarà pronunciata da Benedetto xvi. Cari fratelli e sorelle, siamo venuti a cantare insieme un inno di speranza. Vogliamo dire a noi stessi che tutto non è perduto nei momenti di difficoltà. Quando le cattive notizie si susseguono, siamo oppressi dall'ansia. Quando la disgrazia ci colpisce più da vicino, ci scoraggiamo. Quando una calamità fa di noi le sue vittime, la fiducia in noi stessi è del tutto scossa e la nostra fede è messa alla prova. Ma non tutto è ancora perduto. Come Giobbe, siamo alla ricerca di senso (cfr. Giobbe, 1, 13-2, 10). In questo sforzo abbiamo un esempio: «Abramo credette, saldo nella speranza contro ogni speranza» (Romani, 4, 18). In verità, in tempi difficili non vediamo nessun motivo per credere e sperare. Eppure crediamo. Eppure speriamo. Questo può succedere nella vita di ognuno di noi. Questo succede nel più vasto contesto sociale. Con il Salmista ci chiediamo: «Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio» (Salmi, 42, 6). Rinnoviamo e rafforziamo la nostra fede e continuiamo a confidare nel Signore. Poiché egli salva coloro che hanno perduto ogni speranza (cfr. Salmi, 34, 19). E questa speranza alla fine non delude (cfr. Romani, 5, 5). È veramente in Cristo che comprendiamo il pieno significato della sofferenza. Durante questa meditazione, mentre contempleremo con angoscia l'aspetto doloroso della sofferenza di Gesù, porremo anche attenzione al suo valore redentivo. Era secondo il progetto di Dio che il «Messia avrebbe dovuto soffrire», (Atti, 3, 18; 26, 23) e che queste sofferenze dovessero essere per noi (cfr. 1 Pietro, 2, 21). La consapevolezza di questo ci riempie di una viva speranza (cfr. 1 Pietro, 1, 3). È questa speranza a mantenerci lieti e costanti nella tribolazione (cfr. Romani, 12, 12). Un cammino di fede e di speranza è un lungo cammino spirituale, attento al più profondo disegno di Dio nei processi cosmici e negli eventi della storia umana. Poiché sotto la superficie di calamità naturali, guerre, rivoluzioni e conflitti di ogni genere, vi è una presenza silenziosa, vi è un'azione divina mirata. Egli rimane nascosto nel mondo, nella società, nell'universo. La scienza e la tecnologia rivelano le meraviglie della sua grandezza e del suo amore: «Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio» (Salmi, 19, 3). Egli respira speranza. Rivela i suoi piani attraverso la sua «Parola», mostrando come tragga il bene dal male sia nei piccoli eventi delle nostre vite personali, sia nei grandi accadimenti della storia umana. La sua «Parola» rende nota la «gloriosa ricchezza» del piano di Dio, che dice che egli ci libera dai nostri peccati e che Cristo è in voi, speranza della gloria (cfr. Colossesi, 1, 27). Possa questo messaggio di speranza echeggiare dallo Hoang-Ho al Colorado, dall'Himalaya alle Alpi e alle Ande, dal Mississippi al Brahmaputra. Dice: «Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore» (Salmi, 31, 25). Prima Stazione Gesù in agonia nell'Orto degli ulivi Meditazione Gesù era in agonia. Dolore e angoscia si abbatterono su di lui. Il peccato di tutta l'umanità lo opprimeva pesantemente. Ma quanto più grande era il dolore, tanto più intensa era la sua preghiera. Il dolore resta sempre una sfida per noi. Ci sentiamo lasciati soli. Dimentichiamo di pregare e crolliamo. Alcuni si tolgono perfino la vita. Ma se ci rivolgiamo a Dio, diveniamo forti spiritualmente e ci rendiamo prossimi ai nostri fratelli in difficoltà (cfr. 1 Timoteo, 5, 10). Gesù continua a soffrire nei suoi discepoli perseguitati. Il Papa Benedetto xvi dice che anche nei nostri tempi «non mancano alla Chiesa martiri» (Sacramentum caritatis, 85). Cristo è in agonia tra di noi e nei nostri tempi. Noi preghiamo per coloro che soffrono. Il mistero della sofferenza cristiana è nel suo valore redentivo. Possano le persecuzioni, che i credenti subiscono, completare in loro i patimenti di Cristo, portatori di salvezza (cfr. Colossesi, 1, 24). Preghiera Signore Gesù, fa' che possiamo comprendere più profondamente il grande «mistero del male» e quanto noi abbiamo contribuito a esso. Poiché la sofferenza è entrata nella vita umana attraverso il peccato, il tuo piano ha previsto che l'umanità fosse salvata dal peccato attraverso la sofferenza. Non vada perduta nessuna delle piccole contrarietà, umiliazioni e frustrazioni che subiamo nelle nostre vite quotidiane e nessuna delle grandi disgrazie che ci colgono inaspettatamente. Unite alle tue, possano le tribolazioni che sopportiamo, da te accolte, produrre speranza (cfr. Romani, 5, 4). Signore, insegnaci a essere compassionevoli non solo con gli affamati, gli assetati, gli infermi, o con coloro che si trovano in un particolare stato di bisogno, ma anche verso quanti sono inclini a essere sgarbati, polemici e offensivi. In questo modo, poiché tu ci hai consolato in tutte le nostre difficoltà, possiamo anche noi «consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio» (2 Corinzi, 1, 4). Seconda Stazione Gesù è tradito da Giuda e trattiene Pietro dalla violenza Meditazione È un amico fidato a tradire Gesù, e con un bacio. Il modo, in cui Gesù ha affrontato la violenza, contiene un messaggio per i nostri tempi. La violenza è suicida dice a Pietro e non si sconfigge con altra violenza, ma con una superiore energia spirituale, che si estende agli altri in forma di amore risanante. Gesù tocca il servo del sommo sacerdote e lo guarisce. L'uomo violento può aver bisogno anche oggi di un gesto risanante, scaturito da un amore che trascende le questioni immediate. In tempi di conflitto tra persone, gruppi etnici e religiosi, nazioni, interessi economici e politici, Gesù dice che lo scontro e la violenza non sono la risposta, bensì l'amore, la persuasione e la riconciliazione. Anche quando sembriamo non riuscire in tali sforzi, piantiamo nondimeno semi di pace, che porteranno frutto a tempo debito. La giustezza della nostra causa è la nostra forza. Preghiera Signore Gesù, ci consideri tuoi amici, eppure notiamo tracce di infedeltà in noi stessi. Noi riconosciamo le nostre trasgressioni. Siamo a volte presuntuosi e troppo sicuri di noi stessi. E cadiamo. Non permettere che l'avarizia, la concupiscenza o l'orgoglio ci sorprendano. Quanto sconsideratamente rincorriamo soddisfazioni effimere e idee indimostrate! Fa' che non siamo «trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ma che, agendo secondo verità nella carità, cresciamo in ogni cosa, tendendo a lui, che è il capo, Cristo» (cfr. Efesini, 4, 14-15). Possa la verità e la sincerità delle intenzioni essere la nostra forza. Reprimi, Signore, la nostra impetuosità in situazioni di violenza, come hai represso il carattere impulsivo di Pietro. Mantienici sereni nello spirito davanti all'opposizione e al trattamento ingiusto (cfr. Giacomo, 5, 10-11a). Persuadici che «una risposta gentile calma la collera» (Proverbi, 15, 1) nelle nostre famiglie, e che la «bontà» unita alla «saggezza» riporta serenità nella società (cfr. Proverbi, 31, 26). «Signore, fa' di me uno strumento della tua pace» (Attribuita a san Francesco d'Assisi). Terza Stazione Gesù è condannato dal Sinedrio Meditazione In ogni terra ci sono state persone innocenti che hanno sofferto, persone che sono morte combattendo per la libertà, l'uguaglianza o la giustizia. Coloro che lottano a favore dei «piccoli di Dio» promuovono l'opera stessa di Dio. Poiché egli difende i diritti dei deboli e degli oppressi (cfr. Isaia, 1, 17). Chiunque collabora a quest'opera nello spirito di Gesù reca speranza agli oppressi e offre un messaggio di correzione a colui che compie il male. Il modo di Gesù di combattere per la giustizia non è quello di suscitare l'ira collettiva delle persone contro l'oppositore, con la conseguenza che esse sono spinte a forme di più grande ingiustizia. Al contrario, è di sfidare il nemico con la giustezza della propria causa e di suscitare la buona volontà dell'oppositore in modo tale che si desista dall'ingiustizia con la persuasione e la conversione del cuore. Il Mahatma Gandhi ha portato nella vita pubblica questo insegnamento di Gesù sulla non-violenza con sorprendente successo. Preghiera Signore, spesso giudichiamo gli altri frettolosamente, indifferenti alla realtà dei fatti e insensibili ai sentimenti delle persone! Mettiamo in atto stratagemmi di autogiustificazione e cerchiamo di spiegare il modo irresponsabile in cui ci siamo comportati con «l'altro». Perdonaci! Quando siamo mal giudicati e trattati ingiustamente, dacci, Signore, la pace interiore e la fiducia che il tuo Figlio ha manifestato davanti all'ingiustizia. Preservaci da una risposta aggressiva che andrebbe contro il tuo Spirito. Al contrario, aiutaci a portare la tua possente Parola in situazioni di tensione e di timore, così che possa rivelare il suo potere dinamico nella storia. «E 'n la sua volontade è nostra pace» (Dante Alighieri, La Divina Commedia, Paradiso, Canto iii v. 85). Quarta Stazione Gesù è rinnegato da Pietro Meditazione Pietro affermava di essere forte, ma è crollato davanti a una giovane serva. La debolezza umana ci coglie di sorpresa e cadiamo. Ecco perché Gesù ci chiede di vegliare e di pregare (cfr. Matteo, 26, 41). E ci esorta a rinunciare a noi stessi e ad avvicinarci a Dio. Dentro di noi vi è un «io» ribelle. Siamo spesso interiormente divisi (cfr. Giacomo, 4, 8), ma non riusciamo a riconoscere questa interna incoerenza. Pietro la riconobbe, quando i suoi occhi incontrarono gli occhi di Gesù, e allora pianse. Più tardi Tommaso, incontrando il Signore risorto, si rese conto della propria infedeltà e credette. Paolo, nella luce di Cristo, si rese conto dell'interna contradditorietà e la superò con il suo aiuto (cfr. Romani, 7, 14-25), giungendo infine alla scoperta: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Galati, 2, 20). Preghiera Signore, quanto facilmente tolleriamo una sempre maggior divergenza tra ciò che professiamo di essere e ciò che siamo realmente! Quanto spesso non riusciamo a portare avanti le nostre stesse decisioni e neppur a onorare a volte le più solenni promesse! Di conseguenza, siamo spesso esitanti nel momento di prendere un impegno definitivo perfino con te. Confessiamo che non siamo riusciti a portare nella nostra vita quella disciplina interiore, che si attende da ogni persona adulta e si richiede per il successo di ogni progetto umano. Concedi fermezza alla nostra determinazione interiore. Aiutaci a portare a felice conclusione ogni opera buona iniziata. Rendici capaci di essere «saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio» (Colossesi, 4, 12). Quinta Stazione Gesù è giudicato da Pilato Meditazione Non era la giustezza di una questione che importava a Pilato, ma i suoi interessi professionali. Un simile atteggiamento non lo aiutò né in questo caso, né nella sua successiva carriera. Era così dissimile da Gesù, che l'interiore rettitudine rendeva intrepido. E Pilato non era interessato neanche alla verità. Si allontana da Gesù esclamando: «Che cos'è la verità?» (Giovanni, 18, 38). Una tale indifferenza nei confronti della verità non è oggi infrequente. La gente spesso si preoccupa di ciò che procura una soddisfazione immediata. Ci si accontenta di risposte superficiali. Si prendono decisioni non sulla base di principi di integrità, ma di considerazioni opportunistiche. Non scegliendo opzioni moralmente responsabili, si danneggiano gli interessi vitali della persona umana e della famiglia umana. Preghiamo affinché le «concezioni spirituali ed etiche», contenute nella Parola di Dio, ispirino le norme di vita della società nei nostri tempi (cfr. xii Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, Messaggio al Popolo di Dio, 24 ottobre 2008, n. 15). Preghiera Signore, dacci il coraggio di assumere decisioni responsabili quando rendiamo un servizio pubblico. Infondi probità nella vita pubblica e aiutaci a «conservare la fede e una buona coscienza» (cfr. 1 Timoteo, 1, 19). Signore, tu sei la sorgente di ogni Verità. Guidaci nella nostra ricerca di risposte ultime. Fa' che, lasciandoci alle spalle spiegazioni solo parziali e incomplete, possiamo ricercare ciò che è permanentemente vero, bello e buono. Signore, mantienici intrepidi davanti «alle sassate e alle frecce dell'oltraggiosa fortuna» (William Shakespeare, Amleto, iii, 1). Quando le ombre si addensano sui pesanti cammini della vita e sopraggiunge la notte oscura, rendici capaci di ascoltare l'insegnamento dell'apostolo Paolo: «Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi in modo virile, siate forti» (1 Corinzi, 16, 13). Sesta stazione Gesù è flagellato e coronato di spine Meditazione La disumanità raggiunge nuovi vertici. Gesù è flagellato e coronato di spine. La storia è piena di odio e di guerre. Anche oggi siamo testimoni di violenze al di là del credibile: omicidi, violenze su donne e bambini, sequestri, estorsioni, conflitti etnici, violenza urbana, torture fisiche e mentali, violazioni dei diritti umani. Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le minoranze sono soppresse, i rifugiati e i migranti maltrattati. Gesù viene spogliato delle vesti quando la persona umana è disonorata sullo schermo, quando le donne sono costrette a umiliarsi, quando i bambini dei quartieri poveri vanno in giro per le strade a raccogliere i rifiuti. Chi sono i colpevoli? Non puntiamo il dito verso gli altri, poiché anche noi possiamo avere avuto la nostra parte in queste forme di disumanità. Preghiera Signore Gesù, sappiamo che sei tu a soffrire quando siamo causa di sofferenza l'uno per l'altro e rimaniamo indifferenti. Il tuo cuore si è mosso a compassione quando hai visto «le folle stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore» (Matteo, 9, 36). Dammi occhi che notino i bisogni dei poveri e un cuore che si prodighi per amore. «Dammi la forza di rendere il mio cuore fecondo nel servizio» (Rabindranath Tagore, Gitanjali, 36). Soprattutto, fa' che possiamo condividere con l'indigente la tua «Parola» di speranza, l'assicurazione del tuo aiuto. Possa lo «zelo per la tua casa» ardere in noi come fuoco (Salmi, 69, 10). Aiutaci a portare il sole vivo della tua gioia nella vita di coloro che si trascinano lungo le vie della disperazione. Settima Stazione Gesù, fatto oggetto di scherno, è condotto via per essere crocifisso Meditazione Gesù, nel cui nome ogni ginocchio si piega nei cieli e sulla terra (cfr. Filippesi, 2, 10), è fatto oggetto di scherno. Siamo sconvolti nel vedere i livelli di brutalità in cui gli esseri umani possono sprofondare. Gesù è umiliato in nuovi modi anche oggi: quando realtà tra le più sacre e profonde della fede sono banalizzate, quando si lascia che il senso del sacro si sgretoli e il sentimento religioso è classificato tra i resti sgraditi dell'antichità. Nella vita pubblica tutto rischia di essere desacralizzato: persone, luoghi, promesse, preghiere, pratiche, parole, scritti sacri, formule religiose, simboli, cerimonie. La nostra vita sociale diviene sempre più secolarizzata. Il sacro è cancellato. La vita religiosa diventa timida. Così vediamo che le questioni più importanti sono collocate tra le inezie e le banalità glorificate. Valori e norme, che tenevano insieme le società e guidavano la gente a più alti ideali, sono derisi e gettati a mare. Gesù continua a essere ridicolizzato! Preghiera Abbiamo fede, Signore, ma non abbastanza. Aiuta la nostra incredulità (cfr. Marco, 9, 24). Fa' che non mettiamo mai in dubbio o deridiamo con cinismo gli aspetti seri della vita. Concedici di non smarrire la strada nel deserto dell'assenza di Dio. Mettici in grado di percepirti nella brezza leggera, di vederti agli angoli delle strade, di amarti nel bambino non ancora nato. Dio, facci comprendere che sul Tabor o sul Calvario, il tuo Figlio è il Signore. Con le vesti splendenti o spogliato delle vesti, egli è il Salvatore del mondo (cfr. Giovanni, 4, 42). Rendici attenti alle sue presenze silenziose: nella sua «Parola», nei tabernacoli, santuari, luoghi umili, persone semplici, la vita dei poveri, il riso dei bambini, i pini che sussurrano, le colline ondulate, la più minuta cellula vivente, l'atomo più piccolo e le distanti galassie. Fa' che possiamo guardarlo con stupore mentre cammina sulle acque del Reno, del Nilo e del Tanganica. Ottava Stazione Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce Meditazione In Simone di Cirene abbiamo il prototipo del discepolo fedele che prende su di sé la croce e segue Cristo (cfr. Matteo, 10, 38). Non è dissimile da milioni di cristiani di umili origini, con un profondo attaccamento a Cristo. Privi di fascino, di raffinatezza, ma con una fede profonda. Uomini e donne di tale fede continuano a crescere in terra d'Africa e d'Asia e nelle isole lontane. In mezzo a loro fioriscono le vocazioni. Simone ci ricorda le piccole comunità e tribù con il loro caratteristico impegno per il bene comune, un profondo radicamento nei valori etici e l'apertura al Vangelo. Meritano attenzione e cura. Il Signore non vuole che «neanche uno di questi piccoli si perda» (Matteo, 18, 14). In Simone scopriamo la sacralità dell'ordinario e la grandezza di ciò che sembra piccolo. Poiché la realtà più piccola ha un qualche mistico rapporto con la più grande e l'ordinaria con la più straordinaria! Preghiera Signore, nel tuo mirabile piano tu innalzi gli umili (cfr. Luca, 1, 52) e sostieni i poveri. Rafforza la tua Chiesa nel suo servizio alle comunità svantaggiate: i meno privilegiati, gli emarginati, i baraccati, i poveri delle aree rurali, i sottoalimentati, gli intoccabili, i disabili, le vittime di varie forme di dipendenza. Possa l'esempio della tua serva, Madre Teresa di Calcutta, ispirarci e indurci a dedicare più energie e risorse alla causa dei «più poveri dei poveri». Possiamo anche noi un giorno ascoltare da Gesù queste parole: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Matteo, 25, 35-36). Nona Stazione Gesù incontra le donne di Gerusalemme Meditazione Davanti alle donne in lacrime, Gesù dimentica se stesso. Non si cura delle proprie sofferenze, ma del tragico futuro che attende loro e i loro figli. I destini delle società sono strettamente connessi col benessere delle loro donne. Dovunque sono tenute in scarsa stima o il loro ruolo resta sminuito, le società non riescono a elevarsi fino a raggiungere le loro autentiche potenzialità. Allo stesso modo, dovunque la loro responsabilità verso le nuove generazioni è trascurata, ignorata o emarginata, il futuro di quella società diviene incerto. In molte società del mondo le donne non ricevono un trattamento equo. Cristo probabilmente piange per loro. Vi sono anche società incuranti del proprio futuro. Cristo probabilmente piange per i loro figli. Dovunque vi sia noncuranza per il futuro, attraverso l'uso eccessivo delle risorse, il degrado dell'ambiente, l'oppressione delle donne, l'abbandono dei valori familiari, il mancato rispetto delle norme etiche, l'abbandono delle tradizioni religiose, Gesù continua a dire alla gente: «Non piangete per me, ma per voi stessi e per i vostri figli» (Luca, 23, 28). Preghiera Signore, tu sei il Padrone della storia. Eppure hai voluto la nostra collaborazione nel portare a compimento i tuoi piani. Aiuta ciascuno a svolgere in modo responsabile il proprio ruolo nella società: i capi nelle loro comunità, i genitori nelle loro famiglie, gli educatori e gli operatori sanitari nell'ambito del proprio compito, i comunicatori nel mondo dell'informazione. Suscita in noi il senso della missione in ciò che facciamo, un profondo senso di responsabilità gli uni verso gli altri, verso la società, verso il nostro comune futuro e verso di te, poiché hai posto nelle nostre mani i destini delle nostre comunità e dell'umanità stessa. Signore, non distogliere da noi il tuo sguardo quando vedi donne umiliate o quando la tua immagine viene sfigurata nella persona umana; quando interferiamo nei sistemi di vita, quando indeboliamo il potere nutritivo della natura, inquiniamo i corsi d'acqua, l'azzurro profondo dei mari o le nevi del Settentrione. Salvaci dall'indifferenza crudele per il nostro futuro comune e non permettere che trasciniamo la nostra civiltà sul sentiero del declino. Decima Stazione Gesù è crocifisso Meditazione Le sofferenze di Gesù raggiungono il culmine. Era stato impavido al cospetto di Pilato. Aveva sopportato i maltrattamenti dei soldati romani. Aveva conservato il controllo di sé durante la flagellazione e l'incoronazione di spine. Perfino sulla Croce sembrava non essere scosso dalla tempesta degli insulti. Non aveva parole di lamento, né desiderio di ritorsione. Ma poi, alla fine, arriva il momento in cui viene meno. Non ha più forza per resistere. Si sente abbandonato perfino dal Padre! L'esperienza ci dice che anche l'uomo più forte può scendere negli abissi della disperazione. Le frustrazioni si accumulano, l'ira e il risentimento aggiungono il loro peso. Malattie, cattive notizie, disgrazie, maltrattamenti tutto può sopraggiungere insieme. Può essere successo anche a noi. È in questi momenti che abbiamo bisogno di ricordare che Gesù non ci lascia mai. Egli si rivolse al Padre con un grido. Anche il nostro grido si rivolga al Padre, che costantemente viene in nostro aiuto in tutta la nostra angoscia, ogniqualvolta lo invochiamo (cfr. Salmi, 107, 6, 13, 19, 20). Preghiera Signore, quando le nubi si addensano all'orizzonte e tutto sembra perduto, quando non troviamo amici che ci stiano vicino e la speranza scivola via dalle nostre mani, insegnaci a confidare in te, che verrai con certezza in nostro soccorso (cfr. Salmi, 25, 15). Possa l'esperienza del dolore e dell'oscurità interiore insegnarci la grande verità che in te nulla è perduto, che perfino i nostri peccati una volta riconosciuti nel pentimento servono a uno scopo, come legna secca nel freddo dell'inverno (cfr. Frère Roger di Taizé). Signore, tu hai concepito un disegno universale dietro i meccanismi dell'universo e il progresso della storia. Apri i nostri occhi ai ritmi e ai modelli nei moti delle stelle, all'equilibrio e alla proporzione nella struttura interna degli elementi, all'interdipendenza e complementarità nella natura, al progresso e allo scopo nel corso della storia, alla correzione e compensazione nelle nostre storie personali. È questa armonia, che tu non cessi di ricreare malgrado i dolorosi squilibri che noi causiamo. In te anche la perdita più grande è un guadagno. La morte di Cristo infatti è preludio di risurrezione. Undicesima Stazione Gesù promette il suo Regno al buon ladrone Meditazione Non è l'eloquenza che convince e converte. È uno sguardo d'amore nel caso di Pietro; la serenità senza risentimento nella sofferenza, nel caso del buon ladrone. La conversione avviene come un miracolo. Dio apre i tuoi occhi. Tu riconosci la sua presenza e la sua azione. Ti arrendi! Optare per Cristo è sempre un mistero. Perché si fa una scelta definitiva per Cristo, anche nella prospettiva di difficoltà o della morte? Perché i cristiani fioriscono nei luoghi di persecuzione? Non lo sapremo mai. Ma succede continuamente. Se una persona che ha abbandonato la fede incontra il vero volto di Cristo, sarà stordita da ciò che vede realmente e potrebbe arrendersi come Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!» (Giovanni, 20, 28). È un privilegio svelare il volto di Cristo alle persone. È una gioia anche più grande scoprirlo, o riscoprirlo. «Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto» (Salmi, 27, 8). Preghiera O Signore, oggi io grido a te in lacrime: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno» (Luca, 23, 42). È a questo Regno che io fiduciosamente anelo. È l'eterna casa che hai preparato per tutti coloro che ti cercano con cuore sincero. «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano» (1 Corinzi, 2, 9). Aiutami, Signore, mentre procedo con fatica nella via verso il mio eterno destino. Dissipa l'oscurità lungo il mio cammino e tieni i miei occhi innalzati verso l'alto! «Guidami, o Luce benevola, / tra le tenebre che mi circondano. / Guidami tu! / La notte è buia e io sono lontano da casa. / Guidami tu! / Sostieni il mio cammino; / non chiedo di vedere l'orizzonte lontano; / un passo alla volta è ciò che mi basta» (John Henry Newman, Libro di Preghiere, curato da Vincent Ferrer Blehl, S.I., Birmingham 1990, p. 32). Dodicesima Stazione La madre di Gesù e il discepolo che egli amava ai piedi della Croce Meditazione Nella sofferenza aneliamo alla solidarietà. Maria, la madre, ci ricorda l'amore, il sostegno e la solidarietà all'interno della famiglia, Giovanni la lealtà all'interno della comunità. Coesione familiare, legami comunitari, vincoli di amicizia sono essenziali per la fioritura degli esseri umani. In una società anonima perdono di vigore. Quando mancano, la nostra stessa umanità si indebolisce. Inoltre in Maria non notiamo il minimo segno di risentimento; non una parola di amarezza. La Vergine diviene un archetipo del perdono nella fede e nella speranza. Ci addita la via verso il futuro. Anche coloro che vorrebbero rispondere all'ingiustizia violenta con una «giustizia violenta» sanno che questa non è la risposta risolutiva. Il perdono suscita la speranza. Vi sono anche offese storiche che per secoli feriscono le memorie delle società. Se non trasformiamo la nostra ira collettiva in nuove energie d'amore attraverso il perdono, periremo congiuntamente. Quando la guarigione avviene attraverso il perdono, accendiamo una lampada che annuncia future possibilità per «la vita e il benessere» dell'umanità (cfr. Malachia, 2, 5). Preghiera Signore Gesù, tua madre è stata silenziosamente al tuo fianco nella tua agonia finale. Ella che rimaneva nascosta, quando ti acclamavano come grande profeta, è accanto a te nella tua umiliazione. Fa' che io abbia il coraggio di rimanere leale anche dove non ti riconoscono. Fa' che io non mi senta mai in imbarazzo di appartenere al «piccolo gregge» (Luca, 12, 32). Signore, fammi ricordare che anche coloro che considero miei «nemici» appartengono alla famiglia umana. Se mi trattano ingiustamente, fa' che la mia preghiera sia solo «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Luca, 23, 34). Può accadere che in un simile contesto qualcuno riconosca improvvisamente il vero volto di Cristo e gridi come il centurione: «Davvero quest'uomo era Figlio di Dio» (Marco, 15, 39). Tredicesima Stazione Gesù muore sulla Croce Meditazione Gesù consegna il suo spirito al Padre con sereno abbandono. Quello che i suoi persecutori ritenevano un momento di sconfitta si dimostra di fatto un momento di trionfo. Quando un profeta muore per la causa che ha sostenuto, dà la prova definitiva di tutto ciò che ha detto. La morte di Cristo è qualcosa di più. Porta la redenzione (cfr. Galati, 3, 13). «In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe» (Efesini, 1, 7). Con ciò inizia per me un cammino mistico: Cristo mi attira più vicino a sé finché non gli apparterrò pienamente (cfr. Giovanni, 12, 32; Filippesi, 3, 12-14; Galati, 2, 20). «Come la cerva anela ai corsi d'acqua, / così l'anima mia anela a te, o Dio... / Quando verrò e vedrò il volto di Dio?» (Salmi, 42, 2-3). Preghiera Signore Gesù, per i miei peccati sei stato inchiodato sulla Croce. Aiutami ad acquisire maggiore consapevolezza della gravità delle mie colpe e dell'immensità del tuo amore. «Infatti, quando eravamo ancora deboli, Cristo morì per gli empi» (Romani, 5, 6.8). Confesso i miei peccati, come al loro tempo fecero i profeti: «Abbiamo peccato / e abbiamo operato da malvagi e da empi, / siamo stati ribelli, / ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti / e dalle tue leggi! / Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti...» (Daniele, 9, 5-6). Nulla in me meritava la tua benevolenza. Ti rendo grazie per la tua incommensurabile bontà verso di me. Aiutami a vivere per te, conforma la mia vita a te (cfr. 1 Corinzi, 11, 1), in modo che io sia unito a te e divenga una nuova creatura (cfr. 2 Corinzi, 5, 17). Cristo sia con me, Cristo dentro di me, / Cristo dietro di me, Cristo davanti a me, / Cristo accanto a me, Cristo mi conquisti, / Cristo mi consoli, Cristo mi guarisca («Saint Patrick's Breastplate», Inno irlandese del secolo viii). Quattordicesima Stazione Gesù è deposto dalla Croce e collocato nel sepolcro Meditazione Le tragedie ci fanno riflettere. Uno tsunami ci dice che la vita va presa seriamente. Hiroshima e Nagasaki restano luoghi di pellegrinaggio. Quando la morte colpisce da vicino, un altro mondo ci si fa accanto. Allora ci liberiamo dalle illusioni e abbiamo la percezione di una realtà più profonda. Anticamente la gente in India così pregava: «Conducimi dall'irreale al reale, dall'oscurità alla luce, dalla morte all'immortalità» (Brihadaranyaka Upanishads 1.iii.28). Dopo che Gesù ebbe lasciato questa terra, i cristiani cominciarono a guardare indietro e a comprendere la sua vita e la sua missione. Recarono il suo messaggio ai confini della terra. Questo messaggio è lo stesso Gesù Cristo, che è «potenza di Dio e sapienza di Dio» (1 Corinzi, 1, 24). Dice che la realtà è Cristo (cfr. Colossesi, 2, 17) e che il nostro destino definitivo è di essere con lui (cfr. Filippesi, 1, 23). Preghiera Signore Gesù, mentre avanziamo con pena lungo il faticoso cammino della vita, rendici capaci di avere un barlume del nostro destino definitivo. E quando finalmente oltrepasseremo l'ultima soglia, sapremo che «non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno» (Apocalisse, 21, 4). Dio asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi. È questa Buona Novella che desideriamo annunciare «in ogni maniera» (Filippesi, 1, 18), anche in luoghi dove Cristo non è mai stato conosciuto (cfr. Romani, 15, 20). Per questo ci impegniamo a fondo (cfr. Atti, 20, 35; Romani, 12, 8), «lavorando notte e giorno» (1 Tessalonicesi, 2, 9) fino allo sfinimento (cfr. 1 Corinzi, 4, 12). Signore, rendici efficaci messaggeri della tua Buona Novella. «Io so che il mio Redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio» (Giobbe, 19, 25-26). Quando corpus morietur, fac ut animæ donetur paradisi gloria. Amen. stampa |

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Papa/ Persecuzioni e 'mea culpa' in meditazioni per Via (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 10 apr. (Apcom) - Persecuzioni, odio e guerre che, come ai tempi di Cristo, continuano a turbare l'umanità al giorno d'oggi sono l'oggetto delle meditazioni scritte dal vescovo indiano Thomas Menamparampil per la tradizionale Via crucis di stasera, venerdì santo, al Colosseo alla quale assisterà il Papa. Problematiche che il salesiano invita a superare grazie alla fede cristiana, ma, con un accento di autocritica, avverte: "Non puntiamo il dito contro gli altri". "Gesù è flagellato e coronato di spine. La storia è piena di odio e di guerre. Anche oggi siamo testimoni di violenze al di là del credibile: omicidi, violenze su donne e bambini, sequestri, estorsioni, conflitti etnici, violenza urbana, torture fisiche e mentali, violazioni dei diritti umani", scrive Menamparampil nelle meditazioni pubblicate dalla Libreria editrice vaticana. "Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le minoranze sono soppresse, i rifugiati e i migranti maltrattati. Gesù viene spogliato delle vesti quando la persona umana è disonorato sullo schermo, quando le donne sono costrette a umiliarsi, quando i bambini dei quartieri poveri vanno in giro per le strade a raccogliere i rifiuti", afferma il vescovo. Poi si domanda: "Chi sono i colpevoli? Non puntiamo il dito verso gli altri, perché anche noi possiamo avere avuto la nostra parte in queste forme di disumanità". Se il vescovo cita anche le "calamità naturali" - e l'attenzione degli astanti non potrà non andare al terremoto in Abruzzo - e stigmatizza i "Ponzio Pilato" che ancora oggi non mancano nell'amministrazione della cosa pubblica, particolare attenzione è dedicata alle donne: "Dovunque sono tenute in scarsa considerazione o il loro ruolo resta sminuito, le società non riescono a elevarsi fino a raggiungere le loro autentiche potenzialità", scrive Menamparampil, che, al riguardo, stigmatizza tanto "l'oppressione delle donne" quanto "l'abbandono dei valori familiari" e, accennando appena al tema dell'aborto, "il mancato rispetto delle norme etiche". Il prsule indiano non manca di citare esempi di persecuzione tratti dall'esperienza del suo continente quando ricorda la sorte degli "intoccabili" e, in implicito riferimento ai 'pogrom' contro i cristiani dell'Orissa, si domanda: "Perché i cristiani fioriscono nei luoghi di persecuzione? Non lo sapremo mai. Ma succede continuamente". Il presule traccia, poi, un legame tra Gesù e Gandhi quando critica la reazione violenta alle ingiustizie: "Il Mahatma Gandhi - scrive - ha portato nella vita pubblica questo insegnamento di Gesù sulla non-violenza con sorprendente successo". Nelle sue meditazioni Menamparampil, salesiano come il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, cita varie situazioni di degrado sociale e di derelizione umana, dal suicidio ("Ci sentiamo lasciati soli. Alcuni si tolgono perfino la vita") alle "comunità svantaggiate" (baraccati, poveri delle aree rurali, disabili, vittime di dipendenza), dal secolarismo ("Il sacro è cancellato, La vita religiosa diventa timida"), all'inquinamento, alla morte causata dall'uomo o dalla natura: "Uno tsunami ci dice che la vita va presa seriamente. Hiroshima e Nagasaki restano luoghi di pellegrinaggio. Quando la morte colpisce da vicino, un altro mondo ci si fa accanto. Allora ci liberiamo dalle illusioni e abbiamo la percezione di una realtà più profonda". Tra gli autori menzionati nel libretto della Via crucis, oltre agli evangelisti, Dante, San Francesco, Shakespeare, John Henry Newman e Tagore. Il Papa assisterà alla Via crucis, che avrà inizio poco dopo le 21. Nel pomeriggio, presiederà una cerimonia a San Pietro che ricorda la passione di Cristo.

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PAPA/ PERSECUZIONI E 'MEA CULPA' IN MEDITAZIONI PER VIA CRUCIS (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Papa/ Persecuzioni e 'mea culpa' in meditazioni per Via Crucis di Apcom Riflessioni di Menamparampil per cerimonia stasera a Colosseo -->Roma, 10 apr. (Apcom) - Persecuzioni, odio e guerre che, come ai tempi di Cristo, continuano a turbare l'umanità al giorno d'oggi sono l'oggetto delle meditazioni scritte dal vescovo indiano Thomas Menamparampil per la tradizionale Via crucis di stasera, venerdì santo, al Colosseo alla quale assisterà il Papa. Problematiche che il salesiano invita a superare grazie alla fede cristiana, ma, con un accento di autocritica, avverte: "Non puntiamo il dito contro gli altri". "Gesù è flagellato e coronato di spine. La storia è piena di odio e di guerre. Anche oggi siamo testimoni di violenze al di là del credibile: omicidi, violenze su donne e bambini, sequestri, estorsioni, conflitti etnici, violenza urbana, torture fisiche e mentali, violazioni dei diritti umani", scrive Menamparampil nelle meditazioni pubblicate dalla Libreria editrice vaticana. "Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le minoranze sono soppresse, i rifugiati e i migranti maltrattati. Gesù viene spogliato delle vesti quando la persona umana è disonorato sullo schermo, quando le donne sono costrette a umiliarsi, quando i bambini dei quartieri poveri vanno in giro per le strade a raccogliere i rifiuti", afferma il vescovo. Poi si domanda: "Chi sono i colpevoli? Non puntiamo il dito verso gli altri, perché anche noi possiamo avere avuto la nostra parte in queste forme di disumanità". Se il vescovo cita anche le "calamità naturali" - e l'attenzione degli astanti non potrà non andare al terremoto in Abruzzo - e stigmatizza i "Ponzio Pilato" che ancora oggi non mancano nell'amministrazione della cosa pubblica, particolare attenzione è dedicata alle donne: "Dovunque sono tenute in scarsa considerazione o il loro ruolo resta sminuito, le società non riescono a elevarsi fino a raggiungere le loro autentiche potenzialità", scrive Menamparampil, che, al riguardo, stigmatizza tanto "l'oppressione delle donne" quanto "l'abbandono dei valori familiari" e, accennando appena al tema dell'aborto, "il mancato rispetto delle norme etiche". Il prsule indiano non manca di citare esempi di persecuzione tratti dall'esperienza del suo continente quando ricorda la sorte degli "intoccabili" e, in implicito riferimento ai 'pogrom' contro i cristiani dell'Orissa, si domanda: "Perché i cristiani fioriscono nei luoghi di persecuzione? Non lo sapremo mai. Ma succede continuamente". Il presule traccia, poi, un legame tra Gesù e Gandhi quando critica la reazione violenta alle ingiustizie: "Il Mahatma Gandhi - scrive - ha portato nella vita pubblica questo insegnamento di Gesù sulla non-violenza con sorprendente successo". Nelle sue meditazioni Menamparampil, salesiano come il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, cita varie situazioni di degrado sociale e di derelizione umana, dal suicidio ("Ci sentiamo lasciati soli. Alcuni si tolgono perfino la vita") alle "comunità svantaggiate" (baraccati, poveri delle aree rurali, disabili, vittime di dipendenza), dal secolarismo ("Il sacro è cancellato, La vita religiosa diventa timida"), all'inquinamento, alla morte causata dall'uomo o dalla natura: "Uno tsunami ci dice che la vita va presa seriamente. Hiroshima e Nagasaki restano luoghi di pellegrinaggio. Quando la morte colpisce da vicino, un altro mondo ci si fa accanto. Allora ci liberiamo dalle illusioni e abbiamo la percezione di una realtà più profonda". Tra gli autori menzionati nel libretto della Via crucis, oltre agli evangelisti, Dante, San Francesco, Shakespeare, John Henry Newman e Tagore. Il Papa assisterà alla Via crucis, che avrà inizio poco dopo le 21. Nel pomeriggio, presiederà una cerimonia a San Pietro che ricorda la passione di Cristo.

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la cia chiude le prigioni segrete (sezione: Diritti umani)

( da "Centro, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lettera di Panetta La Cia chiude le prigioni segrete NEW YORK. La Cia di Barack Obama manda in pensione le prigioni segrete dove i presunti terroristi venivano interrogati con tecniche assimilate alla tortura negli anni della presidenza di George W. Bush. Il nuovo capo dell'agenzia di Langley, Leon Panetta, ha annunciato un piano per la chiusura dei cosiddetti «siti neri», molti dei quali si trovavano in Afghanistan e in Thailandia ma anche in alcuni paesi democratici dell'Europa dell'Est. Panetta ha scritto ai dipendenti per confermare che le tecniche di interrogatorio come l'annegamento simulato (waterboarding) autorizzate da Bush non sono più in vigore e ha annunciato la chiusura delle prigioni segrete.

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Nella Via Crucis le voci e i volti dei perseguitati (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CHIESA 10-04-2009 Nella Via Crucis le voci e i volti dei perseguitati Stasera al Colosseo la preghiera che ripercorre la Passione con le meditazioni del vescovo indiano Menamparampil DA ROMA MIMMO MUOLO C i sono tutte le sofferenze del mondo nella Via Crucis di questa sera al Colosseo. Fotografate in maniera davvero impressionante da monsignor Thomas Menamparampil, arcivescovo di Guwahati in India, che nelle meditazioni scritte per l'occasione riecheggia anche la tragica esperienza della Chiesa indiana negli ultimi mesi. «Gesù continua a soffrire nei suoi discepoli perseguitati». «Gesù continua ad essere ridicolizzato». «Cristo è in agonia tra di noi e nei nostri tempi». Sì, perché il Cammino della croce, nelle sue 14 stazioni, diventa icona ed emblema delle mille fragilità umane: sia quelle inflitte dai carnefici, sia quelle patite dalle vittime. Guerre, violenze, corruzione, sfruttamento delle donne e dei bambini, conflitti etnici e religiosi, problemi ecologici. Nulla sfugge allo sguardo del presule indiano, che meditazione dopo meditazione si fa compagno di strada dei tanti che anche oggi portano la croce sui marciapiedi del mondo. Tuttavia non è un messaggio disperato, ma anzi di grande speranza, quello che emerge dai testi di monsignor Menamparampil. «Possa l'esperienza del dolore e dell'oscurità interiore insegnarci la grande verità che in te nulla è perduto, che perfino i nostri peccati una volta riconosciuti nel pentimento servono a uno scopo, come legna secca nel freddo dell'inverno ». L'itinerario del dolore salvifico comincia fin dalla prima stazione (Gesù in agonia nell'orto degli ulivi). E se proprio «il dolore resta una sfida per noi», l'autore delle meditazioni ricor- da che «poiché la sofferenza è entrata nella vita umana attraverso il peccato », il piano di Dio «ha previsto che l'umanità fosse salvata dal peccato attraverso la sofferenza». Un ribaltamento di prospettive che nella seconda (tradimento di Giuda) e terza (Gesù davanti al Sinedrio) stazione l'arcivescovo di Guwahati applica alla violenza. «Essa non si sconfigge con altra violenza, ma con una superiore energia spirituale, che si estende agli altri in forma di amore risanante». Questo vale per ogni tipo di conflitto: «Tra persone, gruppi etnici e religiosi, nazioni, interessi economici e politici ». «Una risposta gentile calma la collera». Il tema della quarta stazione (Gesù rinnegato da Pietro) offre al presule indiano la possibilità di riflettere tra fede professata e vita vissuta. Di qui la sua invocazione: «Rendici capaci di essere saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio». In un certo senso affine è il tema della quinta stazione (il giudizio di Pilato), che rivela in controluce l'indifferenza quanto mai attuale del procuratore romano nei confronti della verità. «Non scegliendo opzioni moralmente responsabili, si danneggiano gli interessi vitali della persona umana e della famiglia umana». Con la coronazione di spine (sesta stazione) monsignor Menamparampil ripensa «alla storia piena di odio e di guerre». «Anche oggi siamo testimoni di violenze al di là del credibile: omicidi, violenze su donne e bambini, sequestri, estorsioni, conflitti etnici, violenza urbana, torture fisiche e mentali, violazioni dei diritti umani». È forse questa una delle meditazioni più toccanti. «Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le minoranze sono soppresse, i rifugiati e i migranti maltrattati. Gesù viene spogliato delle vesti quando la persona umana è disonorata sullo schermo, quando le donne sono costrette a umiliarsi, quando i bambini dei quartieri poveri vanno in giro per le strade a raccogliere i rifiuti. Chi sono i colpevoli? Non puntiamo il dito verso gli altri, poiché anche noi possiamo avere avuto la nostra parte in queste forme di disumanità». Ma non c'è solo la persecuzione esplicita. Nella settima stazione (Gesù è fatto oggetto di scherno) si sottolinea che oggi «le questioni più importanti sono collocate tra le inezie e le banalità glorificate». Così nell'ottava (la stazione del cireneo) viene messa in luce «la sacralità dell'ordinario e la grandezza di ciò che sembra piccolo » e si ricorda «il servizio della Chiesa alle comunità svantaggiate», secondo l'esempio di Madre Teresa di Calcutta. Nella nona (Gesù incontra le donne di Gerusalemme) la riflessione verte sul ruolo femminile. «I destini delle società sono strettamente connessi col benessere delle loro donne. Dovunque sono tenute in scarsa stima o il loro ruolo resta sminuito, le società non riescono a elevarsi fino a raggiungere le loro autentiche potenzialità ». Monsignor Menamparampil parla a questo proposito di «noncuranza per il futuro» e inserisce nel concetto anche le preoccupazioni ecologiche, «quando interferiamo nei sistemi di vita, quando indeboliamo il potere nutritivo della natura, inquiniamo i corsi d'acqua, l'azzurro profondo dei mari o le nevi del Settentrione». «Non permettere chiede a Gesù che trasciniamo la nostra civiltà sul sentiero del declino ». Le ultime cinque stazioni sono un crescendo di immedesimazione nel dolore salvifico di Cristo. La crocifissione (decima) fa dire al vescovo che anche se «le sofferenze di Gesù raggiungono il culmine», in Lui nulla è perduto. L'undicesima (il buon ladrone) è l'occasione per invocare Dio di ricordarsi di ogni uomo e di aiutare coloro che «procedono con fatica nella via verso l'eterno destino». La dodicesima (Maria e Giovanni sotto la croce) presenta la Vergine come «un archetipo del perdono nella fede e nella speranza». «Vi sono offese storiche annota l'autore delle meditazioni che per secoli feriscono le memorie delle società. Se non trasformiamo la nostra ira collettiva in nuove energie d'amore attraverso il perdono, periremo congiuntamente. Quando la guarigione avviene attraverso il perdono, accendiamo una lampada che annuncia future possibilità per 'la vita e il benessere' dell'umanità ». Quindi, davanti alla morte di Gesù (tredicesima stazione), l'arcivescovo indiano oltre a notare che essa «porta la redenzione», sottolinea: «Signore, per i miei peccati sei stato inchiodato sulla Croce. Aiutami ad acquisire maggiore consapevolezza della gravità delle mie colpe e dell'immensità del tuo amore». E infine, meditando sulla deposizione (quattordicesima stazione), annota: «Le tragedie ci fanno riflettere. U- no tsunami ci dice che la vita va presa seriamente. Hiroshima e Nagasaki restano luoghi di pellegrinaggio. Quando la morte colpisce da vicino, un altro mondo ci si fa accanto. Allora ci liberiamo dalle illusioni e abbiamo la percezione di una realtà più profonda». Questa realtà è anche il nostro destino. Essere definitivamente con lui. Oltre la morte e le sofferenze, nella luce della risurrezione.

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- GAMBIA: FINISCE LA CACCIA ALLE STREGHE (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

10-04-2009 Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Aprile > Gambia: finisce la caccia alle stregheContenuto della paginaGambia: finisce la caccia alle streghe, tornano in libert centinaia di personeCS053: 10/04/2009Amnesty International ha appreso che centinaia di persone, arrestate nelle settimane precedenti, sono state rimesse in libert dopo che le autorit hanno decretato la fine della caccia alle streghe.All'inizio dell'anno, il presidente Yahya Jammeh aveva assoldato esorcisti e altri "medici" provenienti dalla Guinea e da altri paesi dell'Africa occidentale per identificare le streghe e gli stregoni che, a suo dire, avrebbero causato la morte di una sua zia. Gli esorcisti, accompagnati dai soldati e dai "ragazzi verdi", ossia la guardia presidenziale, avevano fatto arrestare centinaia di persone, dopo averle costrette a bere intrugli velenosi e allucinogeni. Durante la caccia alle streghe almeno due persone sono morte avvelenate e altre sono state stuprate o derubate durante la fase di incoscienza e allucinazione causata dall'assunzione del liquido. Sin dall'inizio di marzo, Amnesty International aveva chiesto al presidente Jammeh di interrompere la caccia alle streghe. Ora, l'organizzazione per i diritti umani chiede alle autorit del Gambia di indagare su quanto accaduto e assicurare alla giustizia i responsabili.FINE DEL COMUNICATO Roma, 10 aprile 2009 Per approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg

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Algeria al voto: l'unico nemico di Bouteflika è l'astensionismo (sezione: Diritti umani)

( da "Panorama.it" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

- Mondo - http://blog.panorama.it/mondo - Algeria al voto: l'unico nemico di Bouteflika è l'astensionismo Posted By joshua.massarenti On 9/4/2009 @ 10:58 In Headlines, NotiziaHome | No Comments [1] Oggi circa 25 milioni di algerini sono chiamati alle urne per eleggere il prossimo presidente della repubblica. Con ogni probabilità, il presidente uscente [2] Abdelaziz Bouteflika sarà riconfermato alla guida del paese per altri cinque anni. Già eletto nel 1999 e nel 2004, [3] il presidente algerino intende avvalersi di una "maggioranza schiacciante" per consolidare il suo potere e soprattutto trionfare sul suo peggior nemico: l'astensionismo. Di fronte alla disparità di mezzi tra l'attuale presidente e i suoi cinque concorrenti diretti, l'opposizione ha chiesto ai cittadini algerini di non andare alle urne. La [4] Lega algerina per i diritti umani (Laddh) ha accusato i media ma anche governo, istituzioni ufficiali ed amministrazione di aver "favorito in maniera flagrante" Bouteflika durante tutta la campagna elettorale. Secondo uno studio della Laddh sulla stampa algerina il presidente uscente ha occupato il 27,63% dello spazio mediatico, seguito dal governo a lui favorevole col 14,91%. "In un paese immenso come l'Algeria (due milioni di chilometri quadrati, 48 province e 1.600 comuni, ndr)" ricorda Jeune Afrique, "la presenza di uno staff efficiente e fortemente decentralizzato è essenziale" per la vittoria finale. Ora, "sin dai primi meeting, la differenza di mezzi tra i candidati è evidente. Le uscite di Bouteflika sono state organizzate con una precisione svizzera. Quelle dei suoi concorrenti molto meno". Se Mohamed Said (Partito per la libertà e la giustizia), Louisa Hanoune (Partito dei lavoratori), Moussa Touati (Fronte nazionale algerino), Djahid Younsi (leader islamista di El-Isah) e Ali Fawzi Rebaine (candidato di una piccola formazione nazionalista) non possono minimamente mettere in dubbio l'esito del voto, ben altra storia è invece il rischio di vedere gli algerini disertare le urne, con la conseguenza di minare la credibilità del presidente uscente. I timori dell'astensionismo sono tali che a più riprese, durante la campagna elettorale, Bouteflika ha trasformato il diritto civico di votare in un obbligo religioso. [5] Lo scopo era duplice sottolinea Jeune Afrique: "Scongiurare gli appelli al boicottaggio dell'opposizione e rispondere ad [6] Al Qaeda nel Maghreb islamico, che ha emesso una fatwa decretando il voto come eretico". Ancora attivo in alcune aree del paese (la Cabilia, a Tebessa, lungo la frontiera algero-tunisina, e tra i monti del Zaccar, nel centro), lo Stato ha rafforzato con successo il suo dispositivo di sicurezza. Molto più incerta è invece la "battaglia" che Bouteflika deve vincere sul fronte più insidioso, quello di una [7] gioventù algerina disillusa, rimasta ai margini del boom economico registratosi in Algeria dopo la guerra civile degli anni '90. Nonostante una crescita economica costante ([8] +2,2% nel 2009 e + 3,5% nel 2010 secondo gli ultimi dati forniti dalla Banca Mondiale), riserve di cambio pari a 140 miliardi di dollari e la valanga di soldi spesi per il rilancio delle infrastrutture (160 miliardi di dollari negli ultimi cinque anni), la stragrande maggioranza della popolazione algerina - composta da giovani che alimentano l'esercito degli harraga (ragazzi che "bruciano" le frontiere per sbarcare il lunario in Europa ndr) - deve ancora fare i conti con un tasso di disoccupazione che sfiora il 30% e un salario minimo mensile di 120 euro assolutamente irrisorio di fronte al carovita. Molti esperti si chiedono se un terzo mandato basterà a Bouteflika per superare almeno tre sfide: consegnare un alloggio decente a 4 milioni di famiglie; combattere la disoccupazione giovanile; tagliare il cordone ombelicale tra l'economia nazionale e una produzione di idrocarburi che rappresenta il 98% delle esportazioni algerine. "Con la fine annunciata delle riserve di gas e di petrolio nel 20403 ricorda [9] Radio France Internationale, "il paese farà fatica a soddisfare le richieste della popolazione. L'Algeria non produce praticamente nulla, le importazioni di beni e servizi sono cresciuti del 300% tra il 2002 e il 20083. In altre parole, se nulla verrà fatto per diversificare l'economia algerina, difficilmente il regime riuscirà a contenere le frustrazioni dei suoi figli.

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Vertice Americhe, Washington "frena": Non si parli solo di Cuba (sezione: Diritti umani)

( da "Velino.it, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Vertice Americhe, Washington “frena”: Non si parli solo di Cuba Roma, 10 apr (Velino/Velino Latam) - La Casa Bianca mette un freno alle pressioni per fare del prossimo vertice delle Americhe, in calendario dal 17 al 19 aprile a Trinidad e Tobago, lo scenario di un dibattito esclusivo su Cuba e l’ipotesi della fine dell’embargo. L’ambasciatore Jeffrey Davidow, delegato del governo degli Usa al vertice, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri a Washington che “sarebbe disdicevole che l’emisfero non approfittasse dell’opportunità” di confrontarsi su crisi economica, sicurezza e strategie energetiche alternative, “distraendosi con il tema cubano”. Dichiarazioni che si accavallano temporalmente con le dure critiche che alcuni parlamentari statunitensi hanno indirizzato al viaggio concluso mercoledì sette deputati democratici nell'Isola. Ai colleghi, che nella “cinque giorni” hanno incontrato il presidente RaÚl Castro e il fratello Fidel, i senatori repubblicani Christopher Smith e Frank Wolf, hanno rimproverato l’assenza dai colloqui di un confronto sui diritti umani. Pur riconoscendo l’attualità del dibattito su Cuba, Davidow ha ricordato i distinguo dell’amministrazione americana nei confronti delle politiche castriste: “Si tenga presente - ha detto - che questa riunione di Trinidad è una riunione di 34 stati democratici”, e che “non c’è uno solo dei governi rappresentati la cui popolazione accetterebbe di buon grado il tipo di restrizioni ai diritti civili politici e umani” praticata a Cuba. L’Isola, che non parteciperà al vertice dell’organizzazione da cui fu sospesa nel lontano 1962, apparirà comunque nell’agenda non ufficiale degli incontri. A “portarla” ci hanno pensato da alcuni mesi diversi leader regionali, a partire dal presidente brasiliano Inacio Luis Lula da Silva che, nella batteria di riunioni che ha promosso in patria lo scorso novembre si è fatto portavoce del rientro dell’Avana nell’Organizzazione degli Stati Americani. Il segretario dell’organismo internazionale, il cileno José Miguel Insulza ha riconosciuto l’importanza di una simile dichiarazione anche se ha scartato l’ipotesi che il rientro possa celebrarsi a Trinidad. Ma le attese di un cambio della politica statunitense nei confronti di Cuba, proprio nel corso del vertice, sono alimentate anche da altri segnali. Sullo sfondo c’è la volontà del presidente Barack Obama di impostare un nuovo rapporto con la regione. Il Congresso Usa è poi impegnato a valutare diverse ipotesi di sospensione dei limiti che Washington ha messo nel tempo ai voli diretti verso l’isola. E, come detto sopra, ha fatto notizia il viaggio che una delegazione di deputati democratici ha terminato mercoledì scorso all’Avana, alla ricerca di strade per un nuovo dialogo. E ancora: proprio mentre i delegati del Parlamento partivano verso l’isola un senatore repubblicano particolarmente attento alla questione, Richard Lugar, ha scritto a Obama per chiedere l’ingresso di Cuba nell’Osa e per nominare un interlocutore ad hoc alle dipendenze del Dipartimento di Stato. Senza contare che nelle settimane scorse il Costa Rica, interlocutore privilegiato degli Usa nella regione ha riaperto le relazioni diplomatiche con l’Avana e che lo stesso presidente Obama ha fatto sapere di voler conoscere dai leader sudamericani, al di là dei proclami, le ragioni che li spingono a chiedere una inversione di rotta nei confronti dell’Isola. (fae) 10 apr 2009 12:18

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Tutto pronto per l'Ascoli Junior Festival (sezione: Diritti umani)

( da "Quotidiano.it, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Tutto pronto per l'Ascoli Junior Festival Ascoli Piceno | Dopo il grande successo ottenuto nelle passate edizioni, l’Amministrazione Comunale di Ascoli Piceno e la società Simbiosi Marketing, presentano la 3ª Edizione di “Ascoli Junior Festival – Mostra del Libro per Ragazzi”. Saranno in centinaia gli studenti che da venerdì 17 affluiranno al Palazzo dei Capitani per poter consultare migliaia di volumi a loro dedicati, partecipare ai vari laboratori o assistere alle letture animate. L'iniziativa nata per sensibilizzare, incentivare ed avvicinare i giovani e giovanissimi al mondo della lettura offre loro un luogo dove incontrarsi, conoscere un mondo tutto da esplorare come quello della letteratura per ragazzi. Il programma prevede tre giorni ricchi di appuntamenti: incontri con autori, illustratori e fumettisti, letture animate, laboratori creativi, animazione, giochi, stand di libri e tanti gadget per tutti. In programma diversi appuntamenti con personaggi ed autori particolarmente noti nel panorama letterario sia locale che nazionale. Venerdì mattina Claudio Bachetti, missionario laico, incontrerà i giovani ospiti della Mostra per parlare del delicato ed importante tema dei Diritti Umani, mentre nel pomeriggio tre incontri con gli autori locali: alle 16 Don Adalberto Bucciarelli presenterà il libro "Sant'Emidio alle Grotte", alle 17 Stefano Papetti ed Erminia Luna presenteranno un libro sulla figura di "Domenico Ferri-un artista dimenticato" e alle 18 appuntamento con Luciano Cappelli che presenterà il suo libro "Missioni Militari per la pace". Attesissimo inoltre l'appuntamento con Federico Moccia previsto per sabato 18 alle ore 17,30 alla Sala della Ragione, che presenterà "AMORE 14" uno dei suoi ultimi grandi successi. Rimandato infine a questa estate l'appuntamento con Don Luigi Merola che per via di un intervento ospedaliero non sarà in città domenica come previsto. 10/04/2009

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Gambia/ Amnesty: decretata la fine della caccia alle streghe (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 10 apr. (Apcom) - Amnesty International ha appreso che centinaia di persone, arrestate nelle settimane precedenti, sono state rimesse in liberta' dopo che le autorita' hanno decretato la fine della caccia alle streghe. All'inizio dell'anno, il presidente Yahya Jammeh aveva assoldato esorcisti e altri "medici" provenienti dalla Guinea e da altri paesi dell'Africa occidentale per identificare le streghe e gli stregoni che, a suo dire, avrebbero causato la morte di una sua zia. Gli esorcisti, accompagnati dai soldati e dai "ragazzi verdi", ossia la guardia presidenziale, avevano fatto arrestare centinaia di persone, dopo averle costrette a bere intrugli velenosi e allucinogeni. Durante la caccia alle streghe almeno due persone sono morte avvelenate e altre sono state stuprate o derubate durante la fase di incoscienza e allucinazione causata dall'assunzione del liquido. Sin dall'inizio di marzo, Amnesty International aveva chiesto al presidente Jammeh di interrompere la caccia alle streghe. Ora, l'organizzazione per i diritti umani chiede alle autorita' del Gambia di indagare su quanto accaduto e assicurare alla giustizia i responsabili.

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GAMBIA/ AMNESTY: DECRETATA LA FINE DELLA CACCIA ALLE STREGHE (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 10-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Gambia/ Amnesty: decretata la fine della caccia alle streghe di Apcom Tornano in liberta' centinaia di persone -->Roma, 10 apr. (Apcom) - Amnesty International ha appreso che centinaia di persone, arrestate nelle settimane precedenti, sono state rimesse in liberta' dopo che le autorita' hanno decretato la fine della caccia alle streghe. All'inizio dell'anno, il presidente Yahya Jammeh aveva assoldato esorcisti e altri "medici" provenienti dalla Guinea e da altri paesi dell'Africa occidentale per identificare le streghe e gli stregoni che, a suo dire, avrebbero causato la morte di una sua zia. Gli esorcisti, accompagnati dai soldati e dai "ragazzi verdi", ossia la guardia presidenziale, avevano fatto arrestare centinaia di persone, dopo averle costrette a bere intrugli velenosi e allucinogeni. Durante la caccia alle streghe almeno due persone sono morte avvelenate e altre sono state stuprate o derubate durante la fase di incoscienza e allucinazione causata dall'assunzione del liquido. Sin dall'inizio di marzo, Amnesty International aveva chiesto al presidente Jammeh di interrompere la caccia alle streghe. Ora, l'organizzazione per i diritti umani chiede alle autorita' del Gambia di indagare su quanto accaduto e assicurare alla giustizia i responsabili.

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