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Report "Diritti umani" 10-11 febbraio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Iran/ Diplomatico svizzero arrestato, richiamato in patria ( da "Virgilio Notizie" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La legge islamica vieta categoricamente alle donne qualsiasi relazioni sessuale al di fuori del matrimonio, anche nell'eventualità di un prossimo matrimonio. L'oltraggio della morale viene punito severamente: "Per la donna nell'auto c'è il rischio della lapidazione", spiega Aaron Rhodes dell'Organizzazione internazionale per i diritti umani in Iran.

Liberal Pd sul caso Englaro ( da "Trentino" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani, delle inviolabili libertà personali ed individuali e dei dettami costituzionali, come il decreto del governo sul caso Englaro con il quale si interviene per legge a limitare la libertà personale di un individuo specifico. Ribadendo tutto il nostro rispetto per i sentimenti della famiglia e la nostra volontà di non strumentalizzare una situazione così dolorosa ai fini

una visita che spacca i politici rapporti con la cina a rischio ( da "Nuova Venezia, La" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: né tantomeno il generale richiedere rispetto dei diritti civili e umani in Tibet, piuttosto, è il suo essere il simbolo di un popolo che ha nella Cina la propria potente avversaria a dividere le parti. Da una parte, l'accoppiata Vianello-Fincato, paladini di fatto della realpolitik, pur consapevoli di rischiare di essere bollati come cinici.

il dalai lama in campidoglio "ora è cittadino romano" - rory cappelli ( da "Repubblica, La" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: instancabile difesa dei diritti umani e dei diritti dei popoli. Viviamo in un periodo di crisi culturale, morale e spirituale, oltre che economica e ambientale» ha continuato Alemanno. Proprio per questa profonda crisi, «è necessario che le persone migliori ci siano da esempio e che questo loro esempio raggiunga la consapevolezza di tutti.

"un poker di attori per un dramma familiare" - rodolfo di giammarco ( da "Repubblica, La" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per ridicolizzare istanze di diritti umani, valori su cui abbiamo costruito la nostra qualità. Ma il bello qui è un´altra cosa». Cosa è? «Il bello sta nel rapporto che s´è formato tra gli attori, quattro primattori differenti ma tutti importanti, che ho diretto. Parlo del rapporto sorto tra loro, tra loro e me, e tra loro e il testo».

Con <Scuolaccademia> parliamo di legalità ( da "Eco di Bergamo, L'" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: anniversario della proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, avvenuta il 10 dicembre 1948. La traccia, proprio per favorire la partecipazione di un ampio numero di studenti di tutti gli istituti, sarà trasversale ai saperi e alle sensibilità dei ragazzi che hanno scelto diversi percorsi scolastici.

PARLAMENTO EUROPEO: AGEVOLARE L'ACCESSO DELLE PMI AI MERCATI MONDIALI ( da "marketpress.info" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per questa chiara violazione dei diritti dei consumatori dell´Unione europea». Invitano quindi gli Stati membri e la Commissione a accelerare l´entrata in vigore di questa normativa e a mettere in valore l´origine europea di questi prodotti, «vista sovente dai consumatori come garanzia di qualità, di sicurezza e di rispetto di elevati standard produttivi»

non siamo poliziotti né delatori ( da "Nuova Sardegna, La" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: il comunicato stampa diffuso da Francesco Carta, medico del Forum per il diritto alla salute, che parla di «norma in palese violazione della Carta dei diritti umani, della Costituzione repubblicana e antifascista e delle leggi sanitarie italiane e vigenti. Questo emendamento - prosegue Carta - è incompatibile col codice deontologico dei medici.

studenti e istituzioni: più contatti ( da "Messaggero Veneto, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: In Senato per i 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani Il 30 gennaio alle 8.30 è cominciata la nostra "avventura" di studenti dell'Istituto tecnico Deganutti al Senato dove siamo stati chiamati a presentare la relazione da noi svolta sull'art. 3 della Dichiarazione Universale dei diritti umani in occasione delle celebrazioni per i 60 anni dalla sua approvazione.

guantanamo: obama, mantieni la promessa ( da "Messaggero Veneto, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: vengono torturati in modi diversi. Uno dei metodi di tortura più terribili che viene adottato è il waterboarding, che consiste nella simulazione dell'annegamento. Ciò non comporta danni fisici permanenti, ma la reazione spontanea che ha la persona quando le viene versata l'acqua sul viso è quella del riflesso faringeo,

Quella prigione particolare a Cuba ( da "Giorno, Il (Como)" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sono sottoposti a torture, quali la simulazione di annegamento, immissione di sonde nelle narici, imposizione di cappucci, sedia della tortura. L'ONU e l'ACNUR avrebbero il compito di far cessare questi episodi brutali, ma finora tutte le proteste sono risultate vane.

Tra teocrazia e modernità ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ma la comprensione che si ha di essa è umana e terrena». Cruciale l'interrogativo che Soroush osa esplicitare: «Se possiamo conciliare islam e rivoluzione, perché non anche islame diritti umani, democrazia e libertà?». Un altro pensatore iraniano, Dariush Shayegan (n. 1935), gli fa eco con ancor maggiore chiarezza:«Rivoluzione islamica: quale dei due termini è il più attivo,

nostro servizio BUENOS AIRES Il Papa lo aveva perdonato revocandogli la scom... ( da "Messaggero, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ha attaccato anche i diritti umani universali. «Laddove i diritti umani vengono interpretati come un ordine obiettivo, che viene quindi imposto allo Stato - si legge nell'articolo - si giunge sempre ad una politica anticristiana». Il Papa lo aveva in precedenza invitato a recedere dalle sue posizioni, ma Williamson non si è mosso di un millimetro.

Cina si difende all'Onu: noi proteggiamo i diritti umani ( da "Reuters Italia" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La Cina è totalmente impegnata nella promozione e protezione dei diritti umani", ha aggiunto un altro funzionario della delegazione di Pechino. Altri esponenti del gruppo cinese hanno preso la parola per affermare che la gente in Cina ha libertà di parola e di stampa, che tutte le minoranze hanno pieni diritti e che il Paese vive in pace e in armonia.

film sui diritti dell'uomo anteprima a francavilla ( da "Centro, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Cultura e Spettacoli Film sui Diritti dell'uomo anteprima a Francavilla Tra gli autori della pellicola collettiva Antonio Lucifero Trenta corti d'autore per celebrare il sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. «All human rights for all: Sguardi del cinema italiano sui diritti umani» è il titolo del film collettivo no-

Pechino all'Italia: "Avete offeso il popolo cinese" ( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il problema del Dalai Lama non è un problema di diritti umani, ma un problema attinente alla sovranità e alla integrità territoriale della Cina", ha concluso Jiang. In esilio dal 1989 Il Dalai Lama, che nel 1989 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace, vive in esilio dal 1959 e chiede per il Tibet quella che chiama una "vera autonomia".

Dal Tibet il nuovo civis romanus ( da "Tempo, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani e soprattutto quelli dei tibetani. Queste parole sono diventate un gesto concreto con il conferimento da parte del consiglio comunale della cittadinanza onoraria a Yeshe Tenzin Gyatzo. Un gesto «simbolico», come ha detto Alemanno, che ribadisce la richiesta dell'Italia e dell'Ue nei confronti della Cina affinchè riprenda il dialogo con gli esponenti della nazione tibetana

Eluana è Morta ( da "Clicmedicina.it" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per lei e i famigliari è una tortura! Mimmo 04 gennaio, 2009 12:05 lasciamo che si spenga serenamente,basta farla soffrire,per lei e i famigliari è una tortura! Mimmo 04 gennaio, 2009 12:05 Come potete dirvi cattolici se augurate la morte di una persona. Spero Eluana viva sino a quando il Padreterno vorrà.

Comune approda su un diffuso quotidiano nazionale ( da "Caserta News" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la Solidarietà, i Diritti Umani, la Mondialità, l' Ambiente, il Sociale & c. Contro tutte le Guerre, Mafie e Povertà nel mondo. Una storia shoccante che lascerà il Matese, la provincia , L'Italia & d letteralmente a bocca aperta. Lo stesso Sangiovanni vedendo con i propri occhi stentava ad ammetterlo.

Cittadinanza al Dalai Lama, la Cina attacca l'Italia ( da "Affari Italiani (Online)" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: "Il problema del Dalai Lama non è un problema di diritti umani, ma un problema attinente alla sovranità e alla integrità territoriale della Cina", ha concluso Jiang. Il Dalai Lama, che nel 1989 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace, vive in esilio dal 1959 e chiede per il Tibet quella che chiama una "vera autonomia".

Dalai Lama, Pechino avverte l'Italia "Cittadinanza offende il popolo cinese" ( da "Repubblica.it" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: "Il problema del Dalai Lama non è un problema di diritti umani, ma un problema attinente alla sovranità e alla integrità territoriale della Cina", ha concluso Jiang. Il Dalai Lama, che nel 1989 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace, vive in esilio dal 1959 e chiede per il Tibet quella che chiama una "vera autonomia".

Pd a Federici: "Cure sanitarie ai clandestini, appello a Napolitano" ( da "Cittàdellaspezia.com" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Dichiarazione universale dei diritti umani . Impegna il Sindaco a farsi promotore di una iniziativa presso i Comuni e le Province della nostra regione per rivolgere, attraverso la regione Liguria, un accorato appello al Presidente della Repubblica affinché eserciti tutti i suoi poteri per evitare che il nostro Paese assuma una legislazione contraria ai più elementari principi di umanità,

"Camere a gas? Dimostratemi che sono esistite per davvero" ( da "Stampaweb, La" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Chiedo a ogni essere umano di credermi quando dico che non ho mai detto qualcosa di falso deliberatamente. Ripeto: ero convinto che i miei commenti fossero scrupolosi, basati sulle ricerche degli anni Ottanta». Almeno riconosce i diritti umani? «Quando i diritti umani vennero dichiarati in Francia, centinaia di migliaia di persone venivano massacrate nella stessa Francia.

E le piazze tornano a dividersi ( da "Tempo, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sopravvivenza di Eluana che viene considerata forzata ed equivalente a una tortura: «Il Governo l'ha decretato, per Eluana tortura di Stato»; «Ma quale vita, ma quale cura, per Eluana volete la tortura». E poi insulti contro la «frangia» di governo e cattolica al Senato. A pochi metri di distanza i gruppi del «Movimento per la Vita», dell'Associazione «Comunità Papa Giovanni XXIII»,

VERGOGNAMOCI PER LUI IL NAZI-VESCOVO WILLIAMSON: "CAMERE A GAS?: LEGGERò, STUDIERò E IN CASO MI CORREGGERò" "SAN PAOLO DICHIARò GLI EBREI NEMICI DELLA CHIESA" - "CHIESE VUOTE E ( da "Dagospia.com" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Chiedo a ogni essere umano di credermi quando dico che non ho mai detto qualcosa di falso deliberatamente. Ripeto: ero convinto che i miei commenti fossero scrupolosi, basati sulle ricerche degli anni Ottanta». Almeno riconosce i diritti umani? «Quando i diritti umani vennero dichiarati in Francia, centinaia di migliaia di persone venivano massacrate nella stessa Francia.

Mani Tese condanna l'attacco del Governo alla Costituzione ( da "Varesenews" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Asia e America Latina ci hanno insegnato che senza regole democratiche, in assenza di istituzioni rispettate e di una cittadinanza vigile ed attenta, non ci può essere tutela dei diritti umani fondamentali e non si può costruire una società più giusta ed equilibrata fra tutte le sue componenti. Martedi 10 Febbraio 2009

<Ho fatto da solo, ora lasciatemi stare> ( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E continuava a ripetere: «Se non è una tortura questa, allora ditemi voi». «Siamo costretti a rivivere il dramma della morte di nostra figlia per una seconda volta, una tortura disumana che diventa sopportabile solo pensando che lo stiamo facendo per lei». «Un tormento senza fine.

DALAI LAMA: PRESIDENTE CONSIGLIO VENETO CONSEGNA BANDIERA ( da "Virgilio Notizie" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: un patto simbolico che si fonda sul profondo rispetto per i diritti di tutti i popoli alla liberta', all'autonomia e alla sicurezza nella convinzione che solo attraverso la via della pace, del dialogo e del rispetto dei diritti umani si possono avviare a soluzione le tante situazioni di conflitto che continuano ad affliggere il nostro pianeta''.

Zimbabwe/ Tsvangirai chiede il rilascio dei detenuti ( da "Virgilio Notizie" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Tsvangirai giurerà domani da premier nel governo di unità nazionale con il presidente Robert Mugabe. Numerosi attivisti per i diritti umani ed esponenti dell'opposizione restano però in carcere in quello che gli osservatori indicano come un giro di vite contro i dissidenti dello Zimbabwe.

PECHINO OFFESA ( da "TGCom" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: "Il problema del Dalai Lama non è un problema di diritti umani, ma un problema attinente alla sovranità e alla integrità territoriale della Cina", ha concluso Jiang. Il Dalai Lama, che nel 1989 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace, vive in esilio dal 1959 e chiede per il Tibet quella che chiama una "vera autonomia".

"NIENTE CHIESE, I NON MUSULMANI PREGHINO IN CASA" ( da "TGCom" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La sharia islamica pone particolare attenzione ai diritti dei gruppi più deboli, come le minoranze etniche e religiose e garantisce molti diritti alle donne" ha detto. Poi ha concluso che le numerose violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita sono da imputare alla responsabilità dei singoli e alle violenze in ambito familiare.

La morte di Eluana divide le coscienze della città ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: conclude il presidente Antonio Fongaro, «che si possa assistere a una simile tortura. Mentre il presidente degli Stati Uniti riflette sulle torture e promette la chiusura di Guantanamo, in Italia assistiamo a uno scadimento del rispetto per la vita. Un atto imperdonabile che segna fortemente il futuro di noi tutti». Matteo Crestani

Mentre in Usa si riflette sulla tortura e si pensa di chiudere Guantanamo, in Italia c'è scadimento del rispetto della vita ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «Mentre in Usa si riflette sulla tortura e si pensa di chiudere Guantanamo, in Italia c'è scadimento del rispetto della vita» Martedì 10 Febbraio 2009,

Conoscere la tragedia delle foibe: stasera le testimonianze ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Luca Bellotti, l'assessore regionale ai Diritti Umani, Isi Coppola, il sindaco Luciano Mengoli e il capogruppo consiliare Stefano Gazzola. Moderatore della serata, Paola Malasoma, presidente dell'Associazione «Amici della Fondazione Giuseppe Tatarella».

Gli orrori delle foibe raccontati alla Vittorelli ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: I cadaveri trovati mostravano anche evidenti segni di tortura feroce. Tra i corpi estratti dalle doline venne trovato anche quello del nonno di Edda. Quarant'anni dopo, la maestra venne a sapere che suo padre era stato bruciato vivo nel torrione del castello di Pisino, posto dove i prigionieri venivano radunati prima di essere infoibati.

MERCATO SAN SEVERINO. IL GIORNALISTA MAGDI CRISTIANO ALLAM, VICEDIRETTORE DEL CORRIERE DELLA SERA E ... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Segue un incontro-dibattito sul tema dei diritti umani. Alle ore 17,30, incontra la cittadinanza presso il Palazzo Vanvitelli, accolto dal vicesindaco, Giovanni Romano. «É con grande piacere - dice Romano - che accogliamo il giornalista Allam, una delle firme più prestigiose del giornalismo.

Edilfin, licenza sospesa dal Tar naccio ( da "Sicilia, La" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: costringendo i detenuti a condizioni di vita in cui i diritti umani sono negati e la Polizia penitenziaria non può fare altro che sobbarcarsi stressanti turnazioni». Lo disse nel novembre scorso il senatore del Pdl Salvo Fleres, garante per la Tutela dei diritti dei detenuti. Anche in quei giorni venne evidenziata l'estrema gravità di una situazione insostenibilie.

L'Italia avrebbe dovuto tutelare tutti gli esuli ( da "Gazzettino, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani, perché toglierci il nome del luogo di nascita al quale tutti abbiamo diritto equivale a lasciarci morire nel dimenticatoio dell'indifferenza. Gentile Onorevole Gianfranco Fini, e questo è il motivo per cui le scrivo, mi aiuti a difendere la mia identità, proceda, per cortesia, con ogni mezzo a sua disposizione per ripristinare la giusta dicitura nei documenti di tutti

Su Youtube valanga di testamenti biologici ( da "Rai News 24" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Italia ha ratificato nel 2001 la Convenzione sui diritti umani e la biomedicina (L. 28 marzo 2001, n.145) di Oviedo del 1997 che stabilisce che i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento non è in grado di esprimere la propria volontà, saranno tenuti in considerazione.

Obama: <Lavoreremo con le banche> ( da "Corriere.it" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: TORTURA - Circa la tortura, il presidente ha assicurato che gli Stati Uniti nella caccia ai terroristi «non tortureranno, rispetteranno la Convenzione di Ginevra, non violeranno i loro valori». «È una posizione che non indebolirà ma piuttosto rafforzerà la efficacia delle nostre azioni - ha detto Obama -.

Zimbabwe/ Amnesty International chiede rilascio detenuti ( da "Virgilio Notizie" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dei detenuti politici in Zimbabwe e ha sollecitato il nuovo governo di unità nazionale a rendere una priorità la salvaguardia dei diritti umani. "Per quasi un decennio la popolazione dello Zimbabwe ha vissuto endured immense suffering come conseguenza delle politiche del governo contro chi era percepito come oppositore", ha detto Simeon Mawanza, esperto per lo Zimbabwe di Amnesty.

Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore?. ( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jan 09 Basta torture. Bravo Obama, ma come la mettiamo con l'Iran? "L'America non tortura", ha dichiarato ieri Obama rinfrancando chi ha sempre visto nell'America un baluardo di civiltà, saldamente ancorato ai valori della democrazia e della Costituzione.

Diritto Umanitario: pubblicati atti Tavola Rotonda ( da "Sanremo news" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritto Umanitario: pubblicati atti Tavola Rotonda Sono stati pubblicati in questi giorni, a cura del Dott. Gian Luca Beruto e di Casabianca Grafica gli atti della Tavola Rotonda su 'Diritto Internazionale Umanitario, Diritti Umani e Operazioni di Pace', organizzata a Sanremo, dal 4 al 6 settembre 2008,

Il Dalai Lama è "civis romanus". La Cina: "Offeso il nostro popolo" ( da "Panorama.it" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: quasi una supplica corale, per rifiutare la violenza, per difendere i diritti umani, i diritti dei popoli e soprattutto quelli del popolo tibetano. Queste parole sono diventate così un gesto concreto con il conferimento da parte del consiglio comunale della cittadinanza onoraria a [1] Yeshe Tenzin Gyatzo, XIV Dalai Lama.

Cittadinanza onoraria al Dalai Lama, la Farnesina replica a Ministero degli Esteri cinese ( da "Sestopotere.com" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: instancabile difesa dei diritti umani e dei diritti dei popoli". La decisione di conferire la cittadinanza onoraria al Dalai Lama è stata presa a settembre scorso dal Consiglio Comunale, per sottolineare "il suo impegno internazionale nell'aver diffuso il principio della riaffermazione dei diritti umani e della riappacificazione tra i popoli".

Russia/ Gay russi denunciano Medvedev: non ha fatto nulla ( da "Virgilio Notizie" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: appello è il settimo degli attivisti che si sono appellati alla Corte per i diritti umani per presunta violazione di diritti. Dopo i disordini degli anni scorsi in piazza e il no deciso del sindaco di Mosca, Yuri Luzhkov, gli organizzatori del Gay Pride si erano rivolti al neopresidente Dmitri Medvedev e la richiesta di permesso a quanto pare era stata "presa in considerazione",

Turchia/ Gendarmeria "a scuola" di diritti umani da ( da "Virgilio Notizie" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La Gendarmeria turca andrà a scuola di diritti umani da Carabinieri e Guardia Civil spagnola. Lo ha annunciato lo stesso ufficio della commissione europea di Ankara. Il protocollo verrà firmato domani alla presenza del Capo della Gendarmeria Mustafa Biyik, il sottosegretario al Ministero dell'Interno Osman Gunes, l'Ambasciatore italiano Carlo Marsili e Tibod Varadi,

Nazioni Unite: l'Arabia Saudita rispetti i diritti fondamentali delle donne ( da "Blogosfere" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 03 CET Nazioni Unite: l'Arabia Saudita rispetti i diritti fondamentali delle donne Mondo Donna Il Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha chiesto che l'Arabia Saudita si impegni urgentemente e attivamente per porre fine alle violazioni pervasive dei diritti umani che si registrano nel paese, in particolare, ha sottolineato il.

L'ultima truffa della casta dei banchieri ( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jan 09 Basta torture. Bravo Obama, ma come la mettiamo con l'Iran? "L'America non tortura", ha dichiarato ieri Obama rinfrancando chi ha sempre visto nell'America un baluardo di civiltà, saldamente ancorato ai valori della democrazia e della Costituzione.

I sacerdoti della dolce morte ( da "Foglio, Il" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: una società in cui i diritti umani siano davvero uguali per tutti”, perché è nella “costante ambivalenza di noi esseri umani” che vanno letti “i drammi e le speranze”. Questi sacerdoti, che auspicano “una chiesa con le porte aperte”

Per la Sinistra si appella a Burlando per il pacchetto sicurezza ( da "Cittàdellaspezia.com" del 10-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Costituzione Italiana e con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Tale norma non solo viola brutalmente i diritti umani, ma rischia di promuovere un parallelo canale clandestino di cura fuori dal servizio sanitario, con effetti devastanti per la salute di tutti i cittadini. La Regione Puglia ha pertanto già reso inapplicabile tale norma, altri presidenti di Regione,

Dalai Lama, Cina contro l'Italia ( da "City" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: non si tratta di un problema di diritti umani, ma di sovranità e integrità territoriale". Da qui la richiesta di "immediate ed efficaci misure" per "mantenere il salutare e stabile sviluppo delle relazioni" tra Cina e Italia. In una situazione simile, dopo l'incontro col Dalai Lama del presidente francese Nicolas Sarkozy lo scorso anno,

Otro episodio de la infamia, en un banquillo argentino ( da "Pais, El" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Olivera Rovere está acusado de ser el máximo responsable de los centros clandestinos de detención y tortura que funcionaron en Buenos Aires durante los años de la dictadura y su juicio es, quizás, el más importante que se ha desarrollado en Argentina contra los responsables de aquella barbarie, una vez procesados los integrantes de la propia Junta Militar, como Videla o Massera.

Caro Berger, ma ci dovremo ( da "Alto Adige" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 2007 la Corte Europea dei Diritti Umani ha confermato la sentenza unanime emessa in aprile dello stesso anno sul caso "La Chiesa di Scientology di Mosca contro la Russia". In essa si afferma che la Chiesa di Scientology gode dei diritti e delle tutele di libertà di religione da accordarsi alle organizzazioni religiose secondo l'Articolo 9 della Convenzione Europea sui Diritti Umani.

Incontri al "Volgger" per capire ( da "Alto Adige" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: I diritti umani nella Costituzione italiana e nelle Convenzioni internazionali". Relatore sarà Fabio Tirio, docente di Diritto dell'Economia alla Lub di Bolzano e docente di Istituzioni di diritto pubblico alla Facoltà di Economia di Genova. Sempre venerdì dalle 10,45 alle 13, Raffaella Santolini, docente e ricercatrice presso la Facoltà di Economia dell'

La vita umana non è disponibile ( da "Italia Oggi" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tra chi si schierava per il diritto alla vita ad ogni costo e chi teneva per il diritto di libertà della persona umana. Personalmente, indipendentemente dalla posizione della Chiesa,ho sempre pensato che non si possa disporre della propria vita. Il nostro ordinamento, è vero non punisce né reprime il suicidio neppure a livello di tentativo,

Testamento biologico, la situazione ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Italia ha ratificato nel 2001 la Convenzione sui diritti umani e la biomedicina (L. 28 marzo 2001, n.145) di Oviedo del 1997 che stabilisce che i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento non è in grado di esprimere la propria volontà, saranno tenuti in considerazione.

il libro sulla shoah in teatro ( da "Nuova Venezia, La" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e specializzato in istituzioni tecniche di tutela dei diritti umani, rivolge a un pubblico giovane che riflettendo assieme ai protagonisti su fatti storici del secolo scorso può comprendere l'importanza che ognuno ha nell'essere un costruttore di autentica pace». Il libro è stato presentato nelle scuole e sarà proposto a tutte le famiglie pianighesi e anche ai ragazzi che quest'

i medici non denuncino gli stranieri ( da "Centro, Il" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Una operazione contro i principi dei diritti umani e del tutto insensata e irresponsabile. Si annulla il diritto alla salute delle persone straniere, ma si mettono in pericolo anche le cittadine e cittadini italiani». La norma che consente ai medici di segnalare all'autorità giudiziaria gli stranieri che non siano in regola con i documenti è stata approvata in senato,

tornati gli studenti del treno della memoria ( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il percorso educativo che ha preparato al viaggio i ragazzi e che continuerà fino a maggio con approfondimenti di tematiche legate al rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali, è gestito in regione dall'associazione Tenda per la pace e i diritti.

I medici volontari contro il ddl sicurezza ( da "Metronews" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: camper di Medici per i diritti umani resterebbe in garage. Perché i volontari dell?associazione fanno proprio questo: curano quelli che sono ai margini e non hanno accesso alle visite mediche, per poi avviarli in ospedale. L?emendamento della Lega deve ancora passare alla Camera, «ma già nel nostro giro di ieri sera ci siamo accorti quanta paura si era diffusa tra queste persone»

Eluana: la morte, la pietà, la politica ( da "Eco di Bergamo, L'" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sangalli Bergamo Ho pregato perché la tortura finisse Ci sono cattolici che hanno pregato affinché Eluana continuasse a vivere una condizione di morte che durava da 17 anni. Ne hanno certamente diritto. Altri cattolici, come il sottoscritto, avevano però il diritto di pregare il Signore affinché fosse permesso a Eluana di cessare la tortura e potesse finalmente riposare in pace.

Arrestato difensore dei diritti umani ( da "Manifesto, Il" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani Arrestato con l'accusa di di far parte di una associazione a delinquere e di aver partecipato all'omicidio dell'ambasciatore libico a Roma il 22 gennaio 1984. Ma ora il fermo dell'avvocato libico Jumaa Attiga sta scatenando polemiche tra le associazioni che si occupano di diritti umani e che seguono da vicino le vicende degli immigrati che dalla Libia tenttano di arrivare

Se sale in cattedra il colonnello delle stragi ( da "Manifesto, Il" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani che stanno cercando di far processare all'estero i soldati israeliani. Questo mese - in base alle leggi a «giurisdizione universale» - un giudice spagnolo ha iniziato delle indagini sui crimini di guerra israeliani a Gaza e un pubblico ministero della Corte internazionale dell'Aja sta considerando la petizione di un gruppo palestinese per incriminare i comandanti israeliani.

Kashmir, verso la libertà ( da "Manifesto, Il" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: anche quelli contro i diritti umani. Regna il terrore, l'arresto improvviso, la tortura e la disperazione. Nella sezione documentaristica di Panorama, a Berlino, è stato presentato «Kashmir: Journey to freedom», del cineasta israeliano Udi Aloni, da sempre uno specialista della zona, sul «Fronte di liberazione di Jammu e del Kashmir»,

PARIGI - Rama Yade, l'unica nera del governo di Francois Fillon, in cui ha la responsabilità de... ( da "Messaggero, Il" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: unica nera del governo di Francois Fillon, in cui ha la responsabilità dei Diritti Umani, è da questo mese la ministra più popolare per i francesi, secondo l'istituto di sondaggi Ipsos. Rama Yade è in testa alla popolarità delle personalità politiche con il 60% di pareri favorevoli (+2 rispetto a gennaio) e il 23% di negativi.

<Rendition>, sì al segreto di Stato <Obama conferma la linea Bush> ( da "Corriere della Sera" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: torturati in una prigione segreta della Cia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Almeno per il momento, sulle rendition Barack Obama conferma la linea di George W. Bush. Il legale che rappresenta la nuova Amministrazione ha detto a una Corte d'Appello di San Francisco che la prosecuzione del dibattimento in un caso di sequestro di presunti terroristi metterebbe a rischio

Cina <offesa> per l'omaggio al Dalai Lama ( da "Corriere della Sera" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Consiglio Onu per i Diritti umani, la situazione della Cina in materia. Un appuntamento a rotazione. Difeso da Sri Lanka e Sudan, ma incalzato da parecchi Paesi occidentali e dal Giappone, Li ha elencato le tappe percorse sulla via dello Stato di diritto, e qui persino Amnesty International ha riconosciuto segni di miglioramento (però con la pena capitale si continua a giocare pesante,

Schiavizza e tortura la compagna ( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Mercoledì 11 Febbraio 2009 Chiudi Le indagini scattate sulla scia dell'ennesima violenza che ha portato la vittima in ospedale dopo anni di soprusi Schiavizza e tortura la compagna Arrestato un romeno: viveva con la donna al villaggio dell'Idroscalo

A Terni sinergia tra club di diversa matrice per un 'service' alla città.... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tutto trasformato in un dibattito sui diritti umani con interessanti riferimenti agli incontri di Assisi, con interviste a politici e sostenitori dei diritti umani ospiti di Casa Italia e alla gente incontrata nelle strade di Pechino. Un momento di ulteriore riflessione nella relazione di Enrico Prandi, presidente nazionale del Panathlon International per la prima volta a Terni.

Stati Uniti Obama come Bush: segreto di Stato sui rapimenti della Cia ( da "Giornale.it, Il" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che affermano di esser stati rapiti dalla Cia e trasferiti in Paesi terzi per essere interrogati sotto tortura. Avvocati del Dipartimento della Giustizia hanno chiesto a una corte d'appello di San Francisco di archiviare il caso, sostenendo che la sicurezza nazionale e segreti di Stato sarebbero messi in pericolo nel caso in cui l'azione legale dovesse proseguire.

TIBET: DALAI LAMA, RIVOLTA POSSIBILE IN QUALUNQUE MOMENTO ( da "Agi" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: le sottopongono a tortura, e qualche volta le uccidono", ha denunciato, seppure senza citare esplicitamente le forze di sicurezza cinesi. "Poiche' e' difficile tenere esecuzioni in pubblico, quando i tibetani finiscono in carcere loro li torturano. In molti luoghi", ha aggiunto il leader buddhista, "chiudono le scuole,

Il Dalai Lama: clima teso in Tibet ( da "Stampaweb, La" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: le persone vengono torturate, e qualche volta uccise. Per il fatto che le esecuzioni pubbliche sono difficili, si servono della tortura contro i prigionieri tibetani». Il capo spirituale dei Tibetani è arrivato ieri nella cittadina termale tedesca di Baden-Baden dove ha ricevuto il Premio tedesco dei media, assegnato da una giuria di giornalisti e di editori.

Dalai Lama, la Cina minaccia l'Italia ( da "Avvenire" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il problema del Dalai Lama non è un problema di diritti umani, ma un problema attinente alla sovranità e alla integrità territoriale della Cina», ha concluso Jiang. Dopo Roma, ieri anche la città di Venezia ha conferito al leader tibetano la cittadinanza onoraria. La Farnesina, per gettare acqua sul fuoco, ha replicato: il governo italiano «sostiene la politica di una sola Cina»

Battisti: no a procedura d'urgenza ( da "Avvenire" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: è contraria alla Convenzione del 1951 e alla Dichiarazione universale dei diritti umani». Dietro la richiesta di estradizione italiana, si sottolinea, «non vi è persecuzione politica ma il perseguimento giudiziario legittimo delle sanzioni penali derivanti da barbari crimini comuni». E sulla vicenda è intervenuto il ministro della Difesa Ignazio La Russa.

Zimbabwe, Tsvangirai giura. Ue: passo importante ( da "Affari Italiani (Online)" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sostenere la ripresa economica e sociale del Paese quando il nuovo governo dimostrerà segni tangibili di rispetto per i diritti umani e lo stato di diritto, e una stabilizzazione macroeconomica". Lo Zimbabwe è alle prese con una grave crisi economica e con un'emergenza alimentare a cui si aggiunge quella sanitaria causata di un'epidemia di colera che ha già coinvolto 70mila persone.

Genocidio ebreoLa scuola ricordale tante vittime ( da "Sicilia, La" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: della piena realizzazione di un alfabeto universale dei diritti umani, cui aspirano gli alunni delle III A, III B, III C della scuola secondaria di I grado, i docenti Silvana Gissara, Rita Spadaro, Francesco Nasonte, Teresa Toro, Rita Maggini, Maria Grazia Di Pietro, Carmelo Piccione, Salvatore Tralongo, Agata Ragusa che li hanno guidati alunni in questo intenso percorso formativo.

"Se ha occhi ascolta", tre ragazzi dentro la storia ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e specializzato in istituzioni tecniche di tutela dei diritti umani, rivolge a un pubblico giovane che si può riconoscere nei protagonisti per camminare con loro nella riflessione consapevole del loro appartenere alla storia e dell'importante ruolo che ognuno di noi può avere nell'essere costruttore di autentica pace.

La vicenda di Eluana Englaro si è conclusa nel modo più drammatico e imprevedibile. La rag... ( da "Gazzettino, Il" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tra chi si schierava per il diritto alla vita ad ogni costo e chi teneva per il diritto di libertà della persona umana. Personalmente, indipendentemente dalla posizione della chiesa, ho sempre pensato che non si possa disporre della propria vita. Il nostro ordinamento è vero non punisce né reprime il suicidio neppure a livello di tentativo,

UN IMMOBILE CONFISCATO ALLA CAMORRA A ERCOLANO DIVENTERà CENTRO PER RICHIEDENTI ASILO POLITICO.... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: di impegno per i diritti umani». E così, dopo la confisca e l'acquisizione dell'immobile di un esponente del clan Birra, riadattato a sede di Radio Siani, la città si impadronisce di un altro pezzo di legalità. Per la webradio ieri dalla Regione sono stati assicurati aiuti per continuare le trasmissioni nel corso dell'incontro tra il sindaco e l'

Immigrazione: tramonto del diritto. L'appello di Amnesty ( da "Articolo21.com" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga il nostro paese a consentire ad ogni migrante che si trova a Lampedusa di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti”. Un appello come i tanti che Amnesty lancia nel mondo ai governi di paesi che non si annoverano nel rango delle democrazie e che ogni giorno mettono a repentaglio e violano

Approvato dal consiglio comunale di Bologna odg sul diritto di accedere cure mediche senza distinzione nazionalità ( da "Sestopotere.com" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritto fondamentale tutelato dalla dichiarazione Universale dei Diritti Umani ed indipendente dall?origine nazionale e dalla condizione di cittadinanza; escludere di fatto dall?accesso al servizio sanitario una fascia della popolazione sulla base del possesso o meno di un titolo di permanenza sul territorio italiano significa favorire la diffusione di servizi sanitari irregolari

Immigrati/ Pd: Su cure a clandestini gravi danni per tutti ( da "Virgilio Notizie" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: altro - prosegue l'esponente del Pd - ricordare che il diritto alla salute oltre che dalla nostra Costituzione (art. 32) è previsto in diversi strumenti internazionali in materia di tutela dei diritti umani, inoltre la stessa carta dei diritti fondamentali della Ue (art. 35) riconosce e garantisce questo diritto universale.

Immigrati/ Amnesty: Deriva politica verso discriminazione ( da "Virgilio Notizie" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: torture e altre gravi violazioni dei diritti umani, e questo è già successo negli anni passati. Siamo di fronte alla possibilità che si ripetano politiche di deportazione di massa, di espulsione sommarie in paesi dove i diritti umani sono a grande rischio". Amnesty International ha lanciato un appello mondiale "indirizzato al capo del governo Silvio Berlusconi e al ministro dell'

Cooperazione allo sviluppo, la regione aderisce al programma comunitario "Europeaid" ( da "Quotidiano.it, Il" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: altri temi prioritari sono la riduzione della povertà, la promozione dei diritti umani, la valorizzazione del ruolo della donna, diritti dei bambini, degli anziani e dei disabili, la lotta contro l'Aids, l'ambiente e il cambiamento climatico. Le azioni devono aver luogo in almeno due paesi, con priorità assoluta verso quelli meno sviluppati.

Cina-Usa/ Washington: Preoccupati per sorti di blogger ( da "Virgilio Notizie" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attivista dei diritti umani e blogger cinese che ha osato difendere le famiglie dei bambini morti nel terremoto in Sichuan. Pechino ha infatti spostato a data da definirsi il processo di Huang lasciandolo intanto in carcere. "Chiediamo al governo cinese che Huang venga rilasciato il prima possibile", ha detto alla Cnn Gordon Duguid,

Risarcibile il diritto al lavoro delle casalinghe ( da "CittadinoLex" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: individuato nel diritto delle vittime al risarcimento totale dei danni, patrimoniali e non patrimoniali, conseguenti alla lesione dei diritti umani fondamentali (tra cui "la salute ed il diritto al lavoro,che compete anche alla casalinga"), che deve essere risarcito non solo nel caso di assoluta certezza del danno, ma in base ad una fondata e ragionevole previsione del suo prodursi futuro;

Pacificazione per lo Zimbabwe "Mai più fratelli contro fratelli" ( da "KataWeb News" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Pacificazione per lo Zimbabwe "Mai più fratelli contro fratelli" 11 febbraio 2009 alle 20:31 — Fonte: Esteri">repubblica.it — 0 commenti Davanti al dittatore Mugabe, ha giurato il nuovo premier Tsvangirai: "Basta violazioni dei diritti umani" Un paese travolto dalla crisi dopo un anno di scontri e arresti Daniele Mastrogiacomo

Prestazioni sanitarie agli immigrati irregolari e segnalazione alle autorità. On the Road non ci sta ( da "Quotidiano.it, Il" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: principi dei diritti umani e del tutto insensata e irresponsabile. Si annulla il diritto alla salute delle persone straniere, ma si mettono in pericolo anche le cittadine e cittadini italiani”. La norma che consente ai medici di segnalare all?autorità giudiziaria gli stranieri che chiedano prestazioni sanitarie e non siano in regola con i documenti è stata approvata in Senato,

PACIFICAZIONE PER LO ZIMBABWE "MAI PIÙ FRATELLI CONTRO FRATELLI" ( da "Wall Street Italia" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Pacificazione per lo Zimbabwe "Mai più fratelli contro fratelli" -->Davanti al dittatore Mugabe, ha giurato il nuovo premier Tsvangirai: "Basta violazioni dei diritti umani" Pacificazione per lo Zimbabwe "Mai più fratelli contro fratelli" Un paese travolto dalla crisi dopo un anno di scontri e arresti di DANIELE MASTROGIACOMO (18:54 11/02/2009)

Cina/ Pechino respinge critiche Onu su pena morte e diritti... ( da "Virgilio Notizie" del 11-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Al termine del primo esame di fronte alla Commissione Onu per i diritti umani, la Cina ha respinto gli appelli dei paesi occidentali per la messa al bando della pena di morte e per l'apertura a un maggior rispetto dei diritti umani che comprenda la libertà di culto e il diritto per i lavoratori ad aderire a sindacati indipendenti.


Articoli

Iran/ Diplomatico svizzero arrestato, richiamato in patria (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Berna, 9 feb. (Ap) - Il ministero degli Esteri svizzero ha richiamato in patria l'alto diplomatico elvetico arrestato a Teheran. L'uomo è stato colto in flagrante mentre era intento "in un atto sessuale indecente" con la fidanzata, una donna iraniana, all'interno della sua auto. Si tratta del primo segretario della Sezione Usa presso l'ambasciata svizzera di Teheran - Marco M. Kaempf, come riferito dal tabloid scandalistico svizzero Blick. La polizia ha notato l'autovettura con targa diplomatica ferma in un parcheggio della stazione sciistica di Tochal, alla periferia nord della capitale. La donna era "vestita in modo improprio e si trovava in atteggiamento indecente", ha raccontato la televisione Iran Press Tv, aggiungendo che la "relazione sessuale" avveniva dopo una promessa di matrimonio da parte dell'uomo. Gli Stati uniti non hanno una rappresentanza diplomatica in Iran dal 1979. I loro interessi sono rappresentati dall'ambasciata svizzera. La legge islamica vieta categoricamente alle donne qualsiasi relazioni sessuale al di fuori del matrimonio, anche nell'eventualità di un prossimo matrimonio. L'oltraggio della morale viene punito severamente: "Per la donna nell'auto c'è il rischio della lapidazione", spiega Aaron Rhodes dell'Organizzazione internazionale per i diritti umani in Iran.

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Liberal Pd sul caso Englaro (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Liberal Pd sul caso Englaro Dura nota contro l'iniziativa del Governo RIVA. Liberal Pd, la corrente social-liberale del Pd fondata nel gennaio 2008 da Enzo Bianco, Franco Bassanini e Valerio Zanone, è rappresenta a Riva da Maria Zaniboni che prende posizione con una nota sul caso Englaro. Eccone il testo: «Dal dopoguerra ad oggi non si era mai vista una violazione più cinica e brutale dei diritti umani, delle inviolabili libertà personali ed individuali e dei dettami costituzionali, come il decreto del governo sul caso Englaro con il quale si interviene per legge a limitare la libertà personale di un individuo specifico. Ribadendo tutto il nostro rispetto per i sentimenti della famiglia e la nostra volontà di non strumentalizzare una situazione così dolorosa ai fini della battaglia politica, non possiamo consentire un attacco così brutale e irresponsabile alle libertà democratiche e civili».

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una visita che spacca i politici rapporti con la cina a rischio (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Venezia, La" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 17 - Cronaca Una visita che spacca i politici «Rapporti con la Cina a rischio» LA POLEMICA Boraso: «Dispute davvero sterili» Continua a dividere le coscienze politiche della città il conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama: non è «Sua Santità» a contrapporre, né tantomeno il generale richiedere rispetto dei diritti civili e umani in Tibet, piuttosto, è il suo essere il simbolo di un popolo che ha nella Cina la propria potente avversaria a dividere le parti. Da una parte, l'accoppiata Vianello-Fincato, paladini di fatto della realpolitik, pur consapevoli di rischiare di essere bollati come cinici. La prima a obiettare sull'opportunità del riconoscimento era stata proprio l'assessora al Piano strategico Laura Fincato, in prima linea nell'organizzazione della missione veneziana all'Expo di Shangai. «Non voglio passare per una cinica, pronta a calpestare i diritti civili delle persone», ha ribadito ieri, «mi appello semmai al fatto che la politica estera è affidata al governo, non a una singola città. Tanto di cappello al Dalai Lama rappresentante religioso, ma come capo di un governo teocratico come è stato il Tibet - che ha poco da insegnare alla democrazia - sì, avrei da obiettare». E i rapporti con la Cina? «Per ora è arrivata una lettera del sindaco di Suzhou, città nostra gemellata, che si è fatto interprete del sentimento cinese di stupore negativo», prosegue Fincato, «ma ci attendiamo una reazione ufficiale del governo, perché le persone che stanno lavorando a Shangai hanno colto che ci sarà: certo, non penso che il governo cinese arriverà a rompere i rapporti con Venezia, perché è un errore che eviteranno, ma certamente arriverà il loro disappunto. D'altra parte, la foto del Dalai Lama in Canal Grande farà il giro del mondo». Sulla stessa linea il vicesindaco Michele Vianello: «Sarebbe stato più accorto tener conto delle implicazioni che quest'atto potrebbe avere nei rapporti con la Cina. La solidarietà al popolo tibetano è dovuta, ma c'è un piccolo particolare: Venezia sta lavorando per l'Expo di Shangai». Di tutt'altro avviso l'assessora alla Culura, Luana Zanella: «Ognuno ha la propria opinione, ma il Consiglio comunale si è espresso all'unanimità e anche la giunta. C'è una sensibilità diffusa in città a favore della difesa dei diritti umani in Tibet e nessun rapporto economico può spingere Venezia a rinunciare al suo ruolo di città del dialogo e del libero confronto tra il popolo tibetano e la Cina». «Sarebbe singolare che una città che ha un Centro Pace e da sempre offre le sue chiavi a chi lotta per i diritti umani», prosegue Zanella, «rinunciasse proprio ora a professare pace e solidarietà. Dobbiamo guardare oltre, come abbiamo sempre fatto». Chi si infervora è il presidente del Consiglio comunale, Renato Boraso. «Chi fa sterili polemiche su questa cittadinanza onoraria», incalza il rappresentante Pdl, «è inopportuno, inadeguato e va contro secoli di storia e cultura di Venezia, è lontano milioni di anni luce dalla visione della città. Venezia è pace, incontro tra le culture, come si fa a riportare tutto a un mero calcolo economico?». Prova a trovare una via di mezzo il presidente della Provincia, Davide Zoggia, anch'egli nel comitato veneziano per l'Expo 2010: «Il Dalai Lama è un protagonista riconosciuto di questo tempo e Venezia è una città internazionale, attenta a riconoscere onorificenze ai protagonisti. Ma non è utile a nessuno mescolare questo livello con quello che di buono il territorio di Venezia ha creato nei rapporti con la Cina. Sono due questioni distinte: Venezia non può far finta di non vedere cosa accade in Tibet, ma non deve rinunciare a difendere i suoi rapporti costruttivi e proficui con la Cina». (r.d.r.)

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il dalai lama in campidoglio "ora è cittadino romano" - rory cappelli (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina II - Roma Il Dalai Lama in Campidoglio "Ora è cittadino romano" Il leader tibetano: "Da questa città si leva un grido di giustizia" RORY CAPPELLI Nella piazza gremita, tra kata bianche, sai rossi e gialli, bandiere che sventolano, incensi, cori che inneggiano al Tibet Libero, Free Tibet, si diffondono le note del pianoforte di Giovanni Allevi. «Da Roma, oggi, si è levato un grido di giustizia, di libertà, di pace che raggiungerà il mondo intero» dirà poi, al termine della cerimonia di conferimento della cittadinanza romana onoraria al XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso, un commosso sindaco Gianni Alemanno, avvolto nella tradizionale kata che il Dalai Lama ha voluto regalargli. Della cittadinanza onoraria al Dalai Lama si parlava fin dal luglio dello scorso anno, quando Goffredo Bettini, allora ancora presidente della Festa del Cinema, aveva lanciato quest´idea. A settembre la giunta poi approvò: e ieri la cerimonia si è solennemente svolta nell´aula Giulio Cesare, dove Tenzin Gyatso, avvolto come di consueto nel suo saio rosso e giallo, gli occhiali sul naso, le infradito ai piedi, le braccia nude, è entrato seguito da un commosso, partecipato e lunghissimo applauso. «Ha un valore di straordinaria attualità il gesto simbolico con cui la nostra città accoglie nel suo seno una figura come la Sua» ha detto il sindaco nel salutare il Dalai Lama, «che ha dedicato la vita al rifiuto della violenza, alla tolleranza e alla compassione, all´instancabile difesa dei diritti umani e dei diritti dei popoli. Viviamo in un periodo di crisi culturale, morale e spirituale, oltre che economica e ambientale» ha continuato Alemanno. Proprio per questa profonda crisi, «è necessario che le persone migliori ci siano da esempio e che questo loro esempio raggiunga la consapevolezza di tutti. Lei è uno di questi esempi». Commosso Alemanno ha poi conferito l´onorificenza al leader spirituale del popolo tibetano, che ha giunto le mani, si è inchinato e ha ringraziato sindaco, consiglieri e tutta la città, «così famosa», «per il sostegno alla giustizia e alla libertà. Perché gli esseri umani possano vivere in pace bisogna che regni la verità: dove c´è inganno è pericoloso perché l´inganno porta violenza. Giustizia e verità portano pace» ha continuato, interrotto continuamente dagli applausi. «Questa cittadinanza» ha poi spiegato il Dalai Lama «è stata consegnata in un momento molto particolare per il mio popolo: i tibetani stanno vivendo in queste ore una situazione drammatica: due giorni fa ho incontrato un amico tibetano e quello che mi ha detto mi ha rattristato. Il Paese è pronto a esplodere. Gli ho detto: per favore, state tranquilli, cercate la pace. Questo è il momento per imparare, per studiare, non per fare confusione. E poi» ha continuato con il suo sorriso «sono convinto che non appena in Tibet sapranno che ho ricevuto questa onorificenza per loro sarà molto incoraggiante: sapranno che il Tibet non è stato dimenticato o abbandonato». Il Dalai Lama ha poi elencato i suoi «tre commitment, impegni, principali: promuovere il valore umano, il cuore, perché la felicità nella famiglia, tra amici, sul lavoro, non può prescindere dal buon cuore, che si sia credenti o meno. Promuovere poi il dialogo interreligioso, l´armonia tra le religioni. E per impegnarsi in questo, cosa che io continuerò a fare fino alla morte, non ha importanza il colore della pelle, il sesso, la nazionalità o che si sia credenti o meno. Il terzo impegno per me è che si arrivi a una risoluzione del problema del Tibet: anche se mi ritirerò presto dagli affari del Tibet, questo non significa che mollerò: continuerò a dare il mio sostegno fino a che vivrò».

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"un poker di attori per un dramma familiare" - rodolfo di giammarco (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina XX - Roma "Un poker di attori per un dramma familiare" Teatro Argentina Silvio Orlando, Anna Bonaiuto, Michela Cescon e Alessio Boni diretti dal regista Roberto Andò RODOLFO DI GIAMMARCO La ricetta è: prendere in esame un caso di bullismo infantile, far incontrare e far ragionare i rispettivi genitori del ragazzino aggressore e di quello colpito, e uscirne però fuori con un doppio misto ancora più devastante. Autrice Yasmine Reza, Il Dio della carneficina che in Francia ha visto implicata Isabelle Huppert, e che in Inghilterra ha coinvolto Ralph Fiennes, ha indotto da noi il regista Roberto Andò ad affrontare la commedia con un poker di nomi come Anna Bonaiuto e Silvio Orlando (madre e padre del giovane aggredito) e Michela Cescon e Alessio Boni (il cui figlio ha alzato le mani sull´altro), e lo spettacolo arriva stasera al teatro Argentina. «Questo testo registra ed elabora una logica diffusa - spiega Andò - perché quando un bambino ti arriva a casa ferito in faccia da un suo coetaneo, ti poni sempre una questione: ho sbagliato io a non dargli le armi per difendersi? oppure hanno sbagliato i genitori dell´offensore? e interrogativi del genere sul bullismo compaiono ormai sempre più spesso sui giornali. Le prepotenze tra giovani o tra giovanissimi fanno riflettere, e il testo crea una massa d´urto di parole che fa presa sullo spettatore a volte inerte del teatro di oggi». Una trama all´insegna della tolleranza e della conciliazione adulta, ma la retorica del buon senso dei grandi che mette a tacere gli strappi dei figli inquieti e immaturi non regge... «Eh no. Le due coppie di genitori si incontrano a casa del ragazzo offeso, per iniziativa di Véronique, la madre. Accade però che man mano vengano fuori cose non proprio tranquille anche a carico della vittima. E a un certo punto c´è una reazione psicosomatica della madre del cosiddetto "bullo", lei vomita (vomita sul serio) su un tavolino: da quel momento si rompono gli equilibri, e nasce un gioco al massacro». Insomma la violenza non è più micro-generazionale ma riguarda e appesta i grandi, i benpensanti... «Sì. Si rompono le coppie, si creano alleanze nuove, ma più che altro tutti sono contro tutti. Senza più buon gusto, senza cultura, senza civiltà. E il bello è che la pièce rimane un divertissement». Già. Vediamo cosa c´è dietro l´edizione italiana. «Ero piombato per caso a Parigi, e la Huppert m´ha invitato a vederla nello spettacolo. Francamente, inaspettatamente (per me), mi sono divertito. Lei ha detto alla Reza, che era lì, che io avrei preso i diritti per l´Italia. Non era vero. Poi è prevalso il "perché no?". Quest´autrice, già nota per Art e per testi di dibattito interiore o di costume, non è Tennessee Williams, ma lavora benissimo tra alto e basso, lo fa con intelligenza, ed è una donna cinica e intuitiva che è stata attrice. Per quanto racconti tutto esplicitamente (senza i misteri di un Pinter o di uno Stoppard) sa anche manovrare fino in fondo la macchina delle situazioni, l´artigianato». Eppure è una drammaturga che talora crea polemiche, scetticismi... «Dà fastidio che lei utilizzi il suo cinismo per combattere cose che noi amiamo, per ridicolizzare istanze di diritti umani, valori su cui abbiamo costruito la nostra qualità. Ma il bello qui è un´altra cosa». Cosa è? «Il bello sta nel rapporto che s´è formato tra gli attori, quattro primattori differenti ma tutti importanti, che ho diretto. Parlo del rapporto sorto tra loro, tra loro e me, e tra loro e il testo».

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Con <Scuolaccademia> parliamo di legalità (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Con «Scuolaccademia» parliamo di legalità --> Martedì 10 Febbraio 2009 SPECIALI, pagina 47 e-mail print C'è tempo fino al 7 marzo per iscriversi alla seconda edizione del Premio «ScuolAccademia»: concorso letterario sul tema della legalità, bandito dall'Ufficio scolastico provinciale (ex Provveditorato agli Studi) e dall'Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo, con il sostegno finanziario della Fondazione Banca di Intra Onlus. Visto il successo della prima edizione l'iniziativa viene ora riproposta per favorire lo studio e il confronto tra i giovani sui temi della legalità e del rispetto dei diritti, delle regole, sul senso di condivisione di azioni di solidarietà e cura reciproca tra cittadini e nell'interesse dell'intera comunità. Il Concorso anche quest'anno è aperto agli studenti del quarto anno degli istituti superiori bergamaschi (studenti singoli, gruppi, intere classi) che devono iscriversi entro il 7 marzo compilando l'apposita scheda di adesione - sul sito www.istruzione.bergamo.it insieme al bando - e inviandola al fax 035/242.974 all'attenzione del professor Giorgio Lanzi (tel. 035/284.211 e-mail: lanzi@istruzione.bergamo.it). Gli studenti, una volta iscritti, avranno tutto il tempo per prepararsi alla prova del concorso, cioè la stesura di un tema presso l'Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo, via dello Statuto 21, il giorno 28 marzo 2009 con inizio alle 9. I candidati avranno a disposizione 4 ore per lo sviluppo dell'elaborato il cui tema sarà ispirato al 60° anniversario della proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, avvenuta il 10 dicembre 1948. La traccia, proprio per favorire la partecipazione di un ampio numero di studenti di tutti gli istituti, sarà trasversale ai saperi e alle sensibilità dei ragazzi che hanno scelto diversi percorsi scolastici. La Premiazione dei vincitori avverrà nel corso di una cerimonia dedicata. Ai vincitori verranno assegnati i seguenti premi: primo premio 1.000 euro, secondo premio 650 euro, terzo premio: 350 euro. 10/02/2009 nascosto -->

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PARLAMENTO EUROPEO: AGEVOLARE L'ACCESSO DELLE PMI AI MERCATI MONDIALI (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 10 Febbraio 2009 PARLAMENTO EUROPEO: AGEVOLARE L´ACCESSO DELLE PMI AI MERCATI MONDIALI Bruxelles, 10 febbraio 2009 - Maggiore tutela dalle contraffazioni, marchio d´origine sui beni importati, protezione internazionale di Dop e Igp alimentari, migliore accesso alle procedure d´indagine sul dumping e norme Omc specifiche e semplificate. E´ quanto chiede il Parlamento europeo per promuovere l´internazionalizzazione delle Pmi e favorire competitività, crescita e occupazione. Occorre poi sostenere l´accesso delle Pmi ai mercati esteri, adottare il brevetto Ue e lo statuto della società europea e finanziare l´innovazione. Le Pmi dell´Unione europea, ossia quelle con un numero di dipendenti inferiore a 250 e un fatturato inferiore a 50 milioni di euro, rappresentano 23 milioni di imprese (99% del totale) e 75 milioni di posti di lavoro (70%) nell´Unione. Nell´osservare che oltre il 96% delle Pmi dell´Ue ha meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo inferiore a 10 milioni di euro, il Parlamento ha adottato con 437 voti favorevoli, 77 contrari e 69 astensioni la relazione di Cristiana Muscardini (Uen, It) rilevando che ciò «limita la loro capacità di esportare beni e servizi oltre i confini nazionali, dati gli elevati costi fissi» che questa attività comporta. La conseguenza è che solo l´8% delle Pmi dell´Ue esporta beni al di fuori delle frontiere nazionali mentre circa il 3% di esse considerano prioritaria l´esportazione di beni al di fuori dell´Unione. In proposito, i deputati rilevano che «i mercati aperti e la concorrenza leale rappresentano i migliori strumenti per garantire le opportunità per le Pmi nell´economia globalizzata», anche perché «l´internazionalizzazione genera competitività e crescita, contribuendo all´espansione delle imprese e quindi all´occupazione». La Commissione dovrebbe quindi affrontare in modo esplicito le difficoltà incontrate dalle Pmi nelle esportazioni, precisando con quali strumenti nazionali o europei è possibile aiutare le Pmi a migliorare le loro prestazioni sui mercati mondiali. Una più efficace tutela dei diritti di proprietà intellettuale e marcatura d´origine Il Parlamento sottolinea che le Pmi necessitano di un´efficace tutela dei diritti di proprietà intellettuale (Dpi) «come prerequisito per lo sviluppo di nuove tecnologie», al fine di consentire loro di intraprendere attività a livello internazionale. Rileva pertanto che l´introduzione di un sistema di Dpi semplice ed efficace «costituisca uno strumento fondamentale per promuovere l´internazionalizzazione delle Pmi». Anche perché la contraffazione colpisce le Pmi «che sono riuscite a creare prodotti di qualità e competitivi», mettendone talora «in pericolo la sopravvivenza». La Commissione e gli Stati membri dovrebbero quindi impegnarsi «con rinnovato vigore» nella prevenzione e nella repressione del fenomeno sia a livello interno sia esterno, attraverso iniziative multilaterali (ad esempio l´accordo Acta) e bilaterali (nuovi accordi di cooperazione economica con i paesi terzi). Dovrebbero anche migliorare il controllo sulle importazioni da parte delle autorità doganali. I deputati, d´altro canto, si rammaricano per la ritardata introduzione del sistema di marcatura d´origine comunitario per alcuni beni provenienti dai paesi extra-europei (quali i tessili e le calzature) ed esprimono preoccupazione «per questa chiara violazione dei diritti dei consumatori dell´Unione europea». Invitano quindi gli Stati membri e la Commissione a accelerare l´entrata in vigore di questa normativa e a mettere in valore l´origine europea di questi prodotti, «vista sovente dai consumatori come garanzia di qualità, di sicurezza e di rispetto di elevati standard produttivi». Dovrebbero inoltre incoraggiare le Pmi affinché si avvalgano di strumenti, come ad esempio i brevetti, per proteggere il loro patrimonio di conoscenze e per difendersi dai fenomeni di copiatura e/o contraffazione. Anche perché, per le Pmi, la protezione dei diritti di brevetto e delle indicazioni geografiche «sono altrettanto se non più importanti della protezione dei marchi e dei diritti d´autore». Indicazioni geografiche dei prodotti alimentari Nell´ambito delle future negoziazioni commerciali multilaterali e bilaterali, il Parlamento chiede di compiere progressi sostanziali affinché si giunga a un quadro internazionale di riferimento «più chiaro ed equilibrato» in materia di indicazioni geografiche per garantire che i prodotti agricoli europei più competitivi e conosciuti «non siano indebitamente penalizzati da pratiche anticoncorrenziali». A tale proposito, sostiene la creazione di un registro multilaterale internazionale delle indicazioni geografiche che permetta alle Pmi di proteggere le proprie denominazioni in modo semplice ed economico. Gli altri membri dell´Omc, d´altra parte, sono invitati a garantire pieno accesso ai prodotti Dop e Igp dell´Unione europea «ritirando . Dal commercio quei prodotti nazionali che usano indebitamente dette denominazioni» e, comunque, ad accordare pieno accesso alle indicazioni geografiche protette e alle denominazioni d´origine protette dell´Ue che erano precedentemente utilizzate o che sono diventate delle denominazioni generiche. Ricorrere più spesso agli strumenti di difesa commerciale Compiacendosi della decisione della Commissione di ritirare le proposte di riforma degli strumenti di difesa commerciale (Tdi), il Parlamento sottolinea che tale sistema «deve continuare a essere una procedura quasi giudiziaria, basata su valutazioni obiettive e fattuali, in modo da consentire prevedibilità e certezza giuridica». In mancanza di norme internazionalmente riconosciute in materia di concorrenza, ritiene che l´attuale sistema europeo di Tdi costituisca «lo strumento migliore per garantire pari condizioni a tutti gli operatori». Inoltre, vista l´importanza dei Tdi, i deputati invitano la Commissione ad accrescere la trasparenza, la prevedibilità e l´accessibilità delle procedure d´indagine in particolare per le Pmi e ad accelerare e semplificare le procedure. Anche perché il sistema serve «a tutelare gli interessi dei produttori e dei dipendenti nei confronti delle difficoltà causate dal dumping o dalle sovvenzioni illegali». La Commissione dovrebbe inoltre fornire un´assistenza mirata alle Pmi in tutte le fasi delle indagini in materia di difesa commerciale e, in tale contesto, occorre migliorare i servizi offerti alle Pmi dall´helpdesk per i Tdi. Norme Omc specifiche e semplificate per le Pmi Il Parlamento insiste sulla necessità che il sistema Omc faccia tenga in maggior conto il ruolo delle Pmi e i loro interessi ed è quindi necessario «un quadro normativo internazionale chiaro e funzionale». Invita pertanto la Commissione a prevedere nell´ambito dei negoziati dell´Omc «regole semplificate specifiche per le Pmi all´interno delle zone di libero scambio, nonché clausole speciali relative alle esigenze delle Pmi». Dovrebbe inoltre favorire la rimozione delle barriere tariffarie e non tariffarie, la promozione del commercio internazionale attraverso idonee misure di semplificazione e l´armonizzazione normativa. Inoltre, per rendere il sistema degli scambi internazionali meno oneroso per le Pmi, i deputati suggeriscono di prendere in considerazione la creazione di un sistema di corti arbitrali internazionali «rapido e poco oneroso che possa permettere alle Pmi di evitare le lungaggini e le difficoltà che un contenzioso con le autorità doganali o commerciali in alcuni paesi terzi comporta». Sostengono inoltre l´adozione di una posizione europea «ferma» nei negoziati sulle procedure relative alla facilitazione commerciale, al fine di ridurre i costi delle procedure doganali, che possono raggiungere anche il 15% del valore dei beni scambiati, attraverso la trasparenza e la semplificazione delle procedure, l´armonizzazione delle norme internazionali, l´efficace registrazione dell´origine dei beni e l´ammodernamento dei controlli doganali. Strategia di accesso ai mercati e agli appalti dei paesi terzi Per i deputati l´accesso delle Pmi ai mercati internazionali «può contribuire a creare nuovi posti di lavoro, a difendere e conferire valore aggiunto a quelli esistenti, a preservare e scambiare il know-how e le specificità dell´Unione europea, nonché a offrire agli Stati membri la garanzia di una crescita economica solida e duratura». Invitano quindi la Commissione e gli Stati membri a migliorare la diffusione delle informazioni relative ai mercati dei paesi terzi, razionalizzando e semplificando il "Market Access Database" e rafforzando i "Market Access Team" creati in seno alle delegazioni della Commissione nei paesi terzi (dotandoli di helpdesk specifici per le Pmi). Il Parlamento sostiene inoltre la creazione, nei mercati chiave di India e Cina, di "European Business Center" che collaborino con le camere di commercio nazionali e con i rappresentanti delle imprese per consentire alle Pmi di trovare partner dotati delle capacità necessarie per accedere a questi mercati locali. Dà anche il suo appoggio ai programmi bilaterali che promuovono l´accesso specifico delle Pmi ai mercati dei paesi terzi, come Al-invest (America latina), Medinvest (Mediterraneo) e Proinvest (Africa). Esprimendo preoccupazione per le persistenti restrizioni esistenti in molti paesi terzi in materia di appalti pubblici, il Parlamento ritiene che l´Unione europea debba intraprendere azioni accorte ed efficaci per garantire pari diritti alle imprese europee, in particolare alle Pmi. Invita pertanto la Commissione a presentare proposte realistiche e costruttive in vista di una futura rinegoziazione e di un rafforzamento dell´accordo sugli appalti pubblici dell´Omc. "Small Business Act" europeo e innovazione Il Parlamento si compiace dell´iniziativa della Commissione relativa allo "Small Business Act" «quale occasione importante per adattare in maniera efficace tutte le politiche dell´Unione europea alle Pmi» e ritiene che l´internazionalizzazione delle Pmi - obiettivo primario della politica commerciale - debba costituirne «una pietra angolare». Invita inoltre la Commissione e gli Stati membri a incentivare la creazione di consorzi di servizi destinati a supportare le Pmi nel processo di internazionalizzazione. I deputati vedono anche con favore l´aggiornamento dei programmi che permettono alle Pmi di accedere a finanziamenti per uno sviluppo internazionale, rammentando la necessità di adottare quanto prima il brevetto unico europeo e lo statuto della società europea. Ritengono inoltre che il sostegno politico e finanziario finalizzato all´innovazione dei prodotti e dei processi, il miglioramento dell´accesso ai finanziamenti e degli aspetti fiscali, la cooperazione nel campo della ricerca e il trasferimento tecnologico «siano fattori fondamentali per incrementare la produttività delle Pmi». Esortano poi una più intensa cooperazione tra le Pmi e le università allo scopo di migliorare la ricerca e l´innovazione e chiedono alla Commissione di prendere in considerazione la creazione di un programma speciale di scambi a livello di Unione europea per i giovani imprenditori. . <<BACK

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non siamo poliziotti né delatori (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Sardegna, La" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

SCOPPIA LA RIVOLTA DEI MEDICI CONTRO L'EMENDAMENTO «Non siamo poliziotti né delatori» Protestano Ordine e Forum per il diritto alla salute. «Cure garantite a tutti» ORISTANO. Scoppia anche in città la rivolta dei camici bianchi contro l'emendamento del decreto sulla sicurezza che obbliga i medici a denunciare gli immigrati clandestini che si rivolgono a loro per farsi curare. Ieri la posizione ufficiale dell'Ordine provinciale dei medici è stata espressa dal presidente Antonio Sulis, che in una nota stampa afferma che l'Ordine di Oristano si unisce all'appello degli altri Ordini sardi nel ritenere che sia fondamentale garantire le cure anche agli immigrati irregolari. "Il medico non è un delatore - si legge nella nota diffusa da Sulis - e risponde all'obbligo deontologico di garantire assistenza a tutti senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace e in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. Con questo - prosegue la nota - non si vuole negare la giusta e condivisibile attenzione che va posta al problema della sicurezza, ma riteniamo vada coniugata con uguale attenzione con i principi civili e sociali del nostro Paese, da sempre ispirati alla solidarietà, all'accoglienza e alla tutela della salute, senza tralasciare la doverosa attenzione ai principi etici e deontologici fondamentali della professione medica". Più articolato, e più duro, il comunicato stampa diffuso da Francesco Carta, medico del Forum per il diritto alla salute, che parla di «norma in palese violazione della Carta dei diritti umani, della Costituzione repubblicana e antifascista e delle leggi sanitarie italiane e vigenti. Questo emendamento - prosegue Carta - è incompatibile col codice deontologico dei medici. Il compito del medico è curare chiunque lo richieda, compresi gli immigrati, come avviene normalmente tutti i giorni. Tale norma allontana gli immigrati dalla strutture sanitarie, ritarda la diagnosi di malattie contratte in Italia (a causa delle precarie condizioni di vita e di lavoro); può favorire inoltre la diffusione di malattie infettive e contagiose per la collettività, a causa delle paure di eventuali denunce per chi è in attesa di regolarizzazione». Il Forum per il diritto alla salute invita medici e operatori sanitari alla disobbedienza civile e all'obiezione di coscienza e i parlamentari sardi a respingere l'emendamento quando sarà discusso alla Camera dei deputati.

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studenti e istituzioni: più contatti (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Coinvolgere gli studenti e la scuola nell'elaborazione delle riforme dei diversi governi Studenti e istituzioni: più contatti In Senato per i 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani Il 30 gennaio alle 8.30 è cominciata la nostra "avventura" di studenti dell'Istituto tecnico Deganutti al Senato dove siamo stati chiamati a presentare la relazione da noi svolta sull'art. 3 della Dichiarazione Universale dei diritti umani in occasione delle celebrazioni per i 60 anni dalla sua approvazione. Dopo essere stati accolti nella Sala Maccari, di cui ci sono stati illustrati i pregevoli e significativi affreschi, ci siamo sistemati in Aula assieme agli studenti e docenti di altre 10 scuole che partecipavano alla seduta. Il Presidente del Senato Schifani ha quindi aperto i lavori pronunciando il discorso di saluto e, sottolineando l'importanza dell'evento che si celebrava, ha invitato tutti gli studenti presenti a farsi promotori della diffusione dei principi contenuti nella Dichiarazione Universale; a questo scopo ha voluto personalmente appuntare sulla giacca di due studenti un distintivo creato per l'occasione, mentre a tutti ne venivano consegnati due, uno personale da indossare subito e un altro da portare ad un amico con l'invito ad usarlo per testimoniare il valore dei principi sottoscritti nel lontano 1948 ma ancora estremamente attuali. Ogni scuola ha poi esposto la propria relazione, ciascuna delle quali riguardante uno specifico e diverso articolo, e sulle quali i senatori presenti in Aula, Presidente e membri della Commissione per i diritti umani ( fra questi Emilio Colombo politico di lunga esperienza) hanno svolto i loro interventi di commento e valutazione sulle varie tematiche, dimostrando grande apprezzamento per il lavoro svolto da noi studenti. Al termine della parte celebrativa della seduta ci è stata offerta l'opportunità di formulare quesiti di portata più generale aprendo così un dibattito con i Senatori. Ne è scaturita una discussione su temi come l'estradizione di C. Battisti e sulla credibilità internazionale dell'Italia, le intercettazioni telefoniche ecc. mentre noi abbiamo preferito spostare l'attenzione sul tema della riforma della scuola. Molti sarebbero stati gli argomenti di cui parlare ma ci è sembrato importante, in una situazione così particolare come quella che stavamo vivendo, nella quale le Istituzioni avvicinano i giovani al mondo della politica, chiedere di coinvolgere maggiormente gli studenti e la scuola (quella che vive e lavora nelle aule!) nella progettazione e nell'elaborazione delle riforme che i diversi Governi tentano con scarso successo di portare avanti. Non ci aspettavamo certo risposte risolutive ma ci è sembrato già importante sollevare la questione. Senza dubbio questa nostra esperienza al Senato è stata molto positiva e per ciascuno di noi rimarrà un significativo momento da ricordare; riteniamo che simili iniziative vadano realizzate e incentivate più spesso come forma di contatto costante e attivo fra studenti e istituzioni nelle quali, al più alto livello, si realizza la vita democratica del Paese. Classi 5° BM e 5° CE Istituto tecnico Deganutti

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guantanamo: obama, mantieni la promessa (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 12 - Udine Guantanamo: Obama, mantieni la promessa Avviate le pratiche per chiudere quell'"inferno" situato sulla costa meridionale di Cuba Bush aveva chiesto la reclusione di tutti i presunti terroristi: attualmente detenute centinaia di persone Uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del neopresidente Obama era la chiusura della prigione di Guantanamo. Appena insediatosi, infatti, ha voluto tener fede alla parola data agli americani ed immediatamente ha iniziato le pratiche per mettere fine all'inferno che divampa dall'11 gennaio 2002 in quegli edifici situati sulla costa meridionale dell'isola di Cuba. È dall'epoca, da quando Bush aveva chiesto la reclusione di tutti i presunti terroristi, che nella base militare americana di Guantanamo vengono detenute centinaia di persone senza un regolare processo o un valido capo d'accusa, individui a cui vengono tolti i diritti fondamentali, esseri umani a cui viene negata perfino la dignità. I numeri? Circa 800 persone sono state trasferite all'interno della prigione, nessuno di essi ha subito un processo e di alcuni di loro non è possibile avere alcuna notizia. Che cosa si sa quindi di Guantanamo? I detenuti sono costretti a vivere in celle senza alcuna finestra che faccia penetrare la luce solare e tenuti in isolamento anche per giorni interi, vengono seguiti ovunque, perfino quando si recano alla toilette. Ma non finisce qui, vengono torturati in modi diversi. Uno dei metodi di tortura più terribili che viene adottato è il waterboarding, che consiste nella simulazione dell'annegamento. Ciò non comporta danni fisici permanenti, ma la reazione spontanea che ha la persona quando le viene versata l'acqua sul viso è quella del riflesso faringeo, il quale fa sembrare che la morte sia imminente. I risvolti psicologici, infatti, sono atroci: c'è gente che è stata sottoposta a questo tipo di tortura che teme di morire ogni volta che si fa la doccia o piove. Un altro metodo consiste nel tenere svegli i prigionieri: le luci vengono tenute accese 24 ore al giorno e di notte viene fatta ascoltare musica ad altissimo volume. C'è addirittura una playlist su internet con le canzoni che vengono fatte sentire. Gli artisti più ricorrenti sono musicisti heavy metal, un genere musicale affatto rilassante e che non concilia assolutamente il sonno. La posta e le telefonate vengono controllate, i detenuti a volte non hanno notizie dei loro parenti per mesi e anni. Alcune testimonianze, inoltre, riportano episodi di esperimenti sui reclusi, come iniezioni di medicinali sconosciuti ed obblighi di ingerire pillole di ogni specie. Tutto ciò per far confessare reati terroristici a volte mai commessi. Barack Obama, quindi, aveva dei buoni motivi per voler chiudere questa prigione e le altre carceri segrete della Nato, il problema è che Guantanamo ormai tutti la conoscono e se non viene abolita non passerà inosservato, mentre l'altra proposta è ridicola, poiché il nome stesso lo dice: se sono segrete significa che non si sa dove sono situate né cosa si faccia al loro interno. Per adesso aspettiamo di vedere se almeno Guantanamo verrà chiusa realmente, così come promesso. Alessia Anniballo Istituto tecnico Zanon

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Quella prigione particolare a Cuba (sezione: Diritti umani)

( da "Giorno, Il (Como)" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

LE NOSTRE INIZIATIVE pag. 13 Quella prigione particolare a Cuba DI GUANTANAMO NON CONOSCEVAMO NEPPURE IL NOME: ORA NON LO DIMENTICHEREMO CANZO DALL'11 GENNAIO 2002 il governo degli Stati Uniti ha aperto un campo di prigionia sull'isola di Cuba, all'interno della base di Guantanamo, in cui attualmente, dopo 7 anni, sarebbero detenute ancora 257 persone in qualche modo collegate ad attività terroristiche. I prigionieri non possono usufruire di nessuno dei diritti riconosciuti dalla Convenzione di Ginevra. I detenuti non possono avere un legale che li difenda; i tribunali possono anche servirsi di prove estorte con la tortura, quindi i processi sono delle farse. Secondo alcune testimonianze, essi vivono in condizioni disumane: posti in gabbie all'aperto, in isolamento, in uno spazio appena sufficiente per coricarsi. Indossano divise arancioni o bianche, per distinguere chi non collabora da chi ammette le sue colpe. Sono sottoposti a torture, quali la simulazione di annegamento, immissione di sonde nelle narici, imposizione di cappucci, sedia della tortura. L'ONU e l'ACNUR avrebbero il compito di far cessare questi episodi brutali, ma finora tutte le proteste sono risultate vane. Occorre la volontà politica degli USA: il nuovo presidente, Barack Obama, nel suo primo discorso dopo l'insediamento del 20 gennaio 2009, afferma che entro un anno il carcere chiuderà e per il momento sono sospese 120 procedure a carico di altrettanti prigionieri. Nello stesso giorno di insediamento, Israele annuncia il completo ritiro delle truppe dalla Striscia di Gaza. Sono i segnali di un lento processo di pacificazione? Per ora il mondo si mantiene cauto, dichiarando di aspettare fatti concreti, che supportino le parole del presidente, per costruire un futuro di pace.

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Tra teocrazia e modernità (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: STORIA E STORIE data: 2009-02-08 - pag: 35 autore: Iran / 3 Tra teocrazia e modernità di Paolo Branca D opo 30 anni dall'inizio della rivoluzione iraniana e a causa del più recente conflitto libanese, gli sciiti sono ritenuti i musulmani più intransigenti ed estremisti, mentre nel corso della storia è stato spesso il contrario.Inclini all'esoterismo, essi han sviluppato tendenze teologiche più avanzate e anche politicamente non sempre sono inclini all'antagonismo.Se l'unico potere legittimo è quello degli Imam, dopo la scomparsa dell'ultimo nel X secolo, c'è chi considera ogni altra autorità illegittima, ma anche chi accetta lo status quo come male minore. In epoca moderna i religiosi sono tuttavia intervenuti direttamente nella vita politica iraniana: nella guerra contro la Russia, nell'opposizione ai britannici e nella rivoluzione del 1905 che diede al Paese la prima Costituzione e il primo Parlamento. Il movimento liberale fu sostenuto dall'ayatollah Na'ini ( morto nel 1936) ei suoi scritti vennero spesso citati da Bazargan e da altri leader rivoluzionari. Hasan Modarres (morto nel 1938), ancora un religioso, si oppose alla svolta autoritaria di Reza Khan, pagandone il prezzo con la sua stessa vita. La situazione si era aggravata con la restaurazione monarchica dei Pahlevi che aveva posto fine all'esperimento riformista di Mossadeq. AlÎ Shariati (morto nel '77)inaugurò una teoria destinata ad avere molta fortuna: l'islam come «terza via» tra capitalismo e comunismo. Una lunga spirale di rivolte e repressioni, che ebbero i loro momenti chiave nelle ricorrenze religiose in memoria del martirio degli antichi Imam, giunsero al loro epilogo con il ritorno dall'esilio di Khomeini, nel febbraio del '79, e la conseguente caduta dello Shah. Khomeini ha sviluppato la tendenza a privilegiare l'aspetto e il ruolo istituzionale dell'islam, propria di tutti i movimenti radicali musulmani. Sulla velyat-e faqÎh (governo del giurisperito) è così basata la Costituzione della Repubblica Islamica. Ciò rappresentava però un'innovazione nella stessa concezione sciita che aveva visto a lungo prevalere una conduzione collegiale della vita della comunità. L'evoluzione in senso teocratico dell'ordinamento iraniano faceva così ottenere a Khomeini quello che sul piano strettamente religioso non gli sarebbe stato possibile raggiungere. Il dopo rivoluzione ha visto sfaldarsi l'unità del fronte anti-Shah, mentre le epurazioni interne e la lunga guerra contro l'Irak segnavano pesantemente la storia del Paese. Emblematico è stato il caso di Bani Sadr, il laico eletto nel 1980 come primo presidente della neonata Repubblica, costretto all'esilio soltanto un anno dopo. Intanto scomparivano i due maggiori leader dell'ala moderata: gli ayatollah Taleqani, morto già nel 1979, e Shariat Madari indotto a ritirarsi. Prese così a salire la stella di Rafsanjani, leader pragmatico che portò alla fine della guerra con l'Irak nell'88 e successe di fatto a Khomeini, dopo la breve transizione di Kamenei. Non è un caso se proprio tra intellettuali iraniani troviamo alcune delle voci più interessanti del pensiero islamico contemporaneo, come quella di Abdolkarim Soroush ( nato nel 1945). Di formazione scientifica, fu incaricato di riformare l'insegnamento universitario dopo la rivoluzione, ma finì ben presto per dimettersi. Nel 1995 giunse ad accusare gli uomini di religione di essere una sorta di corporazione che limitava la libera interpretazione delle fonti della fede musulmana, il che gli valse sulla stampa internazionale l'appellativo di«Lutero dell'Islam». Nel suo pensiero egli propone una visione storico-critica che concepisce le scienze in perenne evoluzione e tra esse interdipendenti: «Nei primi anni dopo la rivoluzione, le scienze sociali e umane vennero attaccate in quanto "impure", "occidentali" oppure senza senso e inutili. Io invece pensavo che il futuro del Paese sarebbe dipeso proprio da quanti avrebbero ricevuto una formazione in tali campi ». Anche se le fonti della religione sono immutabili, il pensiero religioso è invece – come ogni altro – soggetto all'evoluzione: «La religione è sacra e divina, ma la comprensione che si ha di essa è umana e terrena». Cruciale l'interrogativo che Soroush osa esplicitare: «Se possiamo conciliare islam e rivoluzione, perché non anche islame diritti umani, democrazia e libertà?». Un altro pensatore iraniano, Dariush Shayegan (n. 1935), gli fa eco con ancor maggiore chiarezza:«Rivoluzione islamica: quale dei due termini è il più attivo, il più determinante? Rivoluzioneo islam?è la religione che cambia la rivoluzione, la santifica, la risacralizza? Oè al contrario la rivoluzione che storicizza la religione, che fa di essa una religione impegnata, in breve, un'ideologia politica?». Non si tratta soltanto di qualche intellettuale originale o bizzarro, lo stesso Primo ministro Khatami si era posto su questa stessa lunghezza d'onda. La sua linea, tanto osteggiata dall'attuale leadership al potere, è la riprova della vitalità culturale di un grande Paese che non cessa di fornire all'intera comunità musulmana e al mondo un prezioso contributo che sarebbe grave andasse perduto. Gli sciiti non sono sempre stati i musulmani più intransigenti: tra loro anche pensatori come Soroush, che propone una visione critica dell'islam

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nostro servizio BUENOS AIRES Il Papa lo aveva perdonato revocandogli la scom... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 10 Febbraio 2009 Chiudi nostro servizio BUENOS AIRES Il Papa lo aveva perdonato revocandogli la scomunica, insieme agli altri seguaci del vescovo tradizionalista Marcel Lefebvre, scomunicati da Giovanni Paolo II ventun anni fa, per disobbedienza alla Chiesa di Roma. Ma lui, il vescovo britannico negazionista Richard Williamson, 62 anni, direttore del seminario argentino di La Reja, ha continuato imperterrito a manifestare le sue aberranti convinzioni, non certo in sintonia con il cattolicesimo. E così il capo della "Fraternità Pio X" (fondata da Lefebvre nel 1970) per l'America Latina, Christian Bouchacourt, lo ha rimosso dall'incarico, ma non, va chiarito, espulso dalla "Fraternità". «Le camere a gas non sono mai esistite», ha recentemente affermato in una intervista al settimanale redesco Der Spiegel. «A meno che non emergano prove che dimostrino il contrario. Se le troverò, mi correggerò, ma ci vorrà del tempo», ha spiegato. Nello stesso articolo il vescovo lefebvriano ha rinnovato le critiche al Concilio Vaticano II, che rappresentò a suo tempo la causa della rottura fra Lefebvre e il Vaticano. Secondo Williamson i testi del Concilio sarebbero equivoci e questo avrebbe portato al «caos teologico, che oggi esiste» nella chiesa cattolica. Ha attaccato anche i diritti umani universali. «Laddove i diritti umani vengono interpretati come un ordine obiettivo, che viene quindi imposto allo Stato - si legge nell'articolo - si giunge sempre ad una politica anticristiana». Il Papa lo aveva in precedenza invitato a recedere dalle sue posizioni, ma Williamson non si è mosso di un millimetro. Da qui la rimozione dalla guida del seminario La Reja disposta da Bouchacourt, non, l'espulsione dalla "Fraternità", come è invece accaduto per l'altro ineffabile sacerdote lefebvriano, capo del Nord Est, Floriano Abrahamowicz. Quest'ultimo, oltre a criticare pesantemente il Concilio Vaticano II, definendolo un «cloaca», aveva affermato che le camere a gas dei nazisti «erano usate per disinfettare». Williamson intanto ha affermato che sta studiando nuove pubblicazioni sulla Shoah, in particolare «Auschwitz. Tecnica e funzionamento delle camere a gas», il libro dello studioso Jean-Claude Pressac, ex fervente negazionista che poi ha completamente rivisto le sue posizioni sull'Olocausto. R.Es.

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Cina si difende all'Onu: noi proteggiamo i diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Reuters Italia" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

GINEVRA (Reuters) - La Cina ha difeso oggi davanti a un organismo dell'Onu il suo comportamento riguardo ai diritti umani, respingendo le accuse da parte dell'Occidente secondo cui il gigante asiatico usa la tortura e imprigiona i dissidenti e insistendo che le sue politiche sono a norma di legge. Sostenuta da un certo numero di nazioni asiatiche e africane, la Cina ha detto al Consiglio Onu sui diritti umani che le speculazioni secondo cui opprimerebbe gruppi etnici in Tibet e in altre parti del Paese sono solo propaganda politica tesa a denigrarla. "Il nostro è uno stato in cui prevale la legge", ha detto un alto funzionario della Suprema Corte cinese al Consiglio formato da 47 nazioni. "La Cina è totalmente impegnata nella promozione e protezione dei diritti umani", ha aggiunto un altro funzionario della delegazione di Pechino. Altri esponenti del gruppo cinese hanno preso la parola per affermare che la gente in Cina ha libertà di parola e di stampa, che tutte le minoranze hanno pieni diritti e che il Paese vive in pace e in armonia. I vari oratori hanno negato l'esistenza di "prigioni nere" -- carceri segreti tenuti dal regime comunista dove, dicono dissidenti cinesi, si torturano gli oppositori -- e le restrizioni contro gruppi religiosi, né hanno ammesso la pratica del lavoro minorile nel Paese. Le dichiarazioni sono state effettuate all'interno di un nuovo processo chiamato "Universal Periodic Review" o UPR, nel quale tutti i membri dell'Onu devono sottoporsi ogni quattro anni ad uno scrutinio del loro grado di adesione ai diritti umani. La Cina aveva sempre evitato di sottoporsi ad esami simili in sede Onu, e la sua forte reazione mostra la grande delicatezza del tema, dicono gli osservatori.

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film sui diritti dell'uomo anteprima a francavilla (sezione: Diritti umani)

( da "Centro, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 39 - Cultura e Spettacoli Film sui Diritti dell'uomo anteprima a Francavilla Tra gli autori della pellicola collettiva Antonio Lucifero Trenta corti d'autore per celebrare il sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. «All human rights for all: Sguardi del cinema italiano sui diritti umani» è il titolo del film collettivo no-profit che verrà presentato questa sera, alle ore 20, in anteprima regionale a palazzo Sirena. L'iniziativa promossa dall'assessorato alle Politiche sociali del Comune di Francavilla è a ingresso gratuito. Filo conduttore della pellicola è il documento sui diritti individuali adottato dall'assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, in cui, in trenta articoli, si proclama il diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza, a un trattamento di eguaglianza senza discriminazioni, al lavoro, all'istruzione, ad adeguati condizioni di vita. Trenta tra i migliori registi italiani insieme a sceneggiatori, attori, musicisti, maestranze e produttori del cinema italiano, hanno realizzato a titolo gratuito altrettanti cortometraggi della durata di tre o quattro minuti, ciascuno ispirato a uno dei 30 articoli della Dichiarazione universale stessa e che, unitariamente, compongono il film. In apertura si prevede una breve introduzione del direttore della biblioteca provinciale di Pescara, Enzo Fimiani. La scelta di Francavilla come sede della presentazione dell'anteprima regionale di «All human rights for all» non è casuale, ma dovuta al fatto che l'unico regista abruzzese fra i 30, è il francavillese Antonio Lucifero, discendente del pittore Francesco Paolo Michetti. «L'uomo è l'unico possibile custode della vita e del suo armonioso svolgimento. Questo sembra essere l'imperativo categorico sottolineato dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo», rileva Lucifero. «E proprio per questo fine, in quest'epoca di prepotente impermeabilità emotiva, ognuno di noi dovrebbe prendere l'impegno di conoscere e applicare le norme dettate dai trenta articoli da questa Carta essenziale, scaturita dalla presa di coscienza degli orrori che costantemente affliggono il nostro mondo». Registi di «All human rights for all» sono Mario Monicelli e Domenico Saverni, Mimmo Calopresti, Giorgio Treves, Claudio Camarca, Daniele Cini, Tekla Taidelli, Anneritte Ciccone, Fiorella Infascelli, Ivano De Matteo, Marina Spada, Nello Correale, Mhosen Melliti, Daniele Lucchetti, Giovanni Veronesi, Luciano Emmer, Giuseppe Ferrara, Emanuele Scaringi, Antonello Grimaldi, Wilma Labate, Vittorio De Seta, Roberta Torre, Pasquale Scimeca, Liliana Ginanneschi, oltre al francavillese Lucifero. Giuseppina Gherardi

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Pechino all'Italia: "Avete offeso il popolo cinese" (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 6 del 2009-02-09 pagina 0 Pechino all'Italia: "Avete offeso il popolo cinese" di Redazione Aspre polemiche per il conferimento della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Roma. Oggi il Dalai Lama riceverà la cittadinanza onoraria di Venezia Roma - La Cina è molto arrabbiata con l'Italia e annuncia conseguenze nelle relazioni con il nostro Paese per il conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama da parte del Comune di Roma. Il riconoscimento al leader tibetano in esilio "offende il popolo cinese" e costituisce "un?interferenza" negli affari interni di Pechino. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Jiang Yu, in una conferenza stampa a Pechino. Jiang ha aggiunto che l?Italia deve prendere "immediate misure" per rimediare al danno apportato alle relazioni tra i due Paesi, ma non ha specificato quali. Uomo politico, non figura religiosa "Le parole e le azioni del Dalai Lama - ha detto la portavoce - dimostrano che non è solo una figura religiosa, ma un uomo politico impegnato in attività secessioniste con la scusa della religione". I Paesi stranieri, ha aggiunto, dovrebbero "capire e sostenere" la posizione della Cina sul Tibet, che è "completamente parte della Cina". "Il problema del Dalai Lama non è un problema di diritti umani, ma un problema attinente alla sovranità e alla integrità territoriale della Cina", ha concluso Jiang. In esilio dal 1989 Il Dalai Lama, che nel 1989 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace, vive in esilio dal 1959 e chiede per il Tibet quella che chiama una "vera autonomia". Dopo Roma, oggi sarà la città di Venezia a conferire al leader tibetano la cittadinanza onoraria. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Dal Tibet il nuovo civis romanus (sezione: Diritti umani)

( da "Tempo, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

stampa Campidoglio, cerimonia in Aula per il Dalai Lama Dal Tibet il nuovo «civis romanus» Il Dalai Lama è cittadino di Roma e da Roma è partito un appello per difendere i diritti umani e soprattutto quelli dei tibetani. Queste parole sono diventate un gesto concreto con il conferimento da parte del consiglio comunale della cittadinanza onoraria a Yeshe Tenzin Gyatzo. Un gesto «simbolico», come ha detto Alemanno, che ribadisce la richiesta dell'Italia e dell'Ue nei confronti della Cina affinchè riprenda il dialogo con gli esponenti della nazione tibetana per ottenere l'autonomia del loro popolo. Il leader spirituale entrando in aula Giulio Cesare è stato accolto da un lungo applauso, e in molti hanno esposto bandiere tibetane, mentre in piazza si sono radunate alcune centinaia di persone. (Foto Ces. Mar.)

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Eluana è Morta (sezione: Diritti umani)

( da "Clicmedicina.it" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Genova Anno VI - n°36 - 17.11.2008 Pagine Nazionali del 10/02/2009 Eluana è Morta clicMedicina -redazione@clicmedicina.it Eluana, la ragazza che da 17 anni era in coma vegetativo è morta. Morta ma solo dopo aver messo a soqquadro mezzo mondo. Si se ne andata la ragazza che, nel silenzio del suo stato vegetativo, ha messo in crisi il sistema istituzionale e i rapporti tra i vertici dello Stato, incrinato quelli con il Vaticano, lacerato tutte le coscienze. Eluana doveva essere per i genitori una ragazza unica e cosi, sin dalla nascita sono iniziati i problemi proprio sul nome. Eluana, è infatti un nome inventato, dopo che gli avevano rifiutato il nome Etrusca: i genitori volevano una ragazza unica con un nome unico e così è stato nella vita, a partire dal tragico incidente fino ad ieri sera, quando i TG, in diretta, annunciavano la morte di Eluana. E anche in questo è stata unica. A dispetto delle previsioni di professori grandi e piccoli, la morte è arrivata prima del prevista, come a voler placare gli animi e gli atteggiamenti bellicosi che si erano sviluppati in questi ultimi tempi. Addio Eluana e siamo sicuri che la tua morte servirà sicuramente a qualcosa. Pubblichiamo di seguito tutte le testimonianza che avete scritto, voi navigatori, sul nostro blog, proprio a proposito della sofferenza di Eluana. Mi sembra giuso. basta con questi falsi moralismi. lasciamo morire dignitosamente una persona che soffre e che da anni non ha più vissuto MAriella 18 dicembre, 2008 14:38 Rispettiamo la volontà dei familiari e dei giudici, nessuno di loro è un criminale . Hanno deciso solo di dire basta a continue sofferenze. Giuseppina 18 dicembre, 2008 14:40 Io credo che sia nesessario non negare l'alimentazione a nessuno e quindi nemmeno ad Englaro. Sono però convinto che Englaro , ma soprattutto i familiari soffrano enormemente... però non sospenderei l'alimentazione. Giulio 18 dicembre, 2008 22:39 VOrrei esprimere la mia opinione dicendo che spero che si compia la volontà dei genitori, che poi era anche la sua giorgio 19 dicembre, 2008 08:12 Io non capisco l'atteggiamento di alcuni politici. Loro devono fare le leggi e i magistrati devono farle rispettare. Per Eluana ci sono state delle sentenze. Perchè i politici si attaccano a tutto. forse solo per compiacere al vaticano e al futuro appoggio elettorale? Non c'è altra spiegazione. Intanto una famiglia soffre, una ragazza soffre. E noi discutiamo, anzi i nostri politici continuano a cavillare...peccato che anche questa volta si sia persa l'occasione di dimostrare un pò di serietà. Carmelina 19 dicembre, 2008 08:36 Vorrei che si spegnessero i riflettori per diventare solo un caso privato. Englaro non ha bisogno di pubblicità 19 dicembre, 2008 18:06 Sono d'accordo per spegnere i riflettori. non si può interferire in una situazione delicata e tanto personale. Purtroppo Englaro è un caso a se e non può essere preso a prestesto per leggi e leggine. L'augurio per questo natale è che finascano tutte le sofferenze . Marcella 20 dicembre, 2008 10:08 Capisco le sofferenze, ma i miei principi sono quelli dettati dalla religione cristiana. cristina milano 20 dicembre, 2008 10:55 Anonimo said... la religione cristiana non dice che necesaziamente bisogna soffrire. io sono cristiano praticante eppure sarei d'accorda che Eluana smettesse di soffrire. giorgio milano 20 dicembre, 2008 15:03 Vorrei che decisse il proprio tutore, cioè il padre e che ci fosse rispetto da parte di tutti ...ma , peccato a stonare sono sempre i politici e i preti. anonimo 21 dicembre, 2008 20:02 questa è una bella notizia....mi pare che anche i giudici europei abbiano dato ragione a quelli italiani: le sofferenze di Eluana possono terminare stefano cosenza 23 dicembre, 2008 07:20 ho cercato di sapere chi fosse il neurologo secondo cui eluana sarebbe in grado di deglutire. ho fatto una ricerca attraverso pubmed...e sono rimasto deluso...è il caso che stia veramente zitto. non si può cercare notorietà quando si possiede appena una laurea. giorgino milano 27 dicembre, 2008 15:59 SPERO CHE NEL CAOS DI QUESTE FESTIVITà ELUANA SI SPENGA SERENAMENTE ESTER D ROMA 27 dicembre, 2008 16:14 lo spero anche io . credo che le sue sofferenze siano proprio tante. e solo per questo chiedo che la medicina e i supporti tecnici non vengano messe più a disposizione di Eluana. Sarebbe inutile ogni altra sofferenza. Naturalmente un abbraccio e un augurio a Lei ma Anche ai genitori. milly ALessandria 27 dicembre, 2008 23:26 Cara Eluana, spero che il nuovo anno sia per te soltanto speciale. maria catania 29 dicembre, 2008 09:02 il silenzio che è calato sulla tua vicenda spero sia "risporatore" per tutto il resto. Anche io auguro a tuo padre che si avveri quello che lui desideri...considerato che nessuno ti possa amare più di lui ketty roma 29 dicembre, 2008 17:19 Il mio pensiero sul caso Eluana è in linea con quasi tutti, spero che si faccia la volontà del padre e che le sia data una morte dignitosa, la cosa che stupisce, sono queste continue sentenze che si annullano continuamente. Linda 29 dicembre, 2008 19:35 Penso che il caso di Eluana sia indicativo su quanto la religione influenzi la nostra politica e la nostra vita, non si deve negare la vita a nessuno ma se sono loro i primi a parlare di paradiso e di una vita oltre la morte fatta di amore....Eluana è stata cattiva per non meritarla? Linda 29 dicembre, 2008 19:40 Non sono un medico e mi chiedo: è assolutamente vero che le sue funzioni celebrali sono azzerate, cioè lei non è altro che un'involucro alimentato meccanicamente? se è così non penso che anche i cattolici praticanti vorrebbero il ritorno delle torture.che senso ha tenerla in vita? 29 dicembre, 2008 19:46 Forse la vita di Eluana serve a rende combattivo il padre che in caso diverso non avrebbe una ragione di vita....lilly 29 dicembre, 2008 19:48 Per me il padre di Eluana ha gli attributi e molto self control, chiunque sarebbe sbottato in modo plateale. per me ha dignità e merita ammirazione per come si sta comportando. Per me non perde un momento l'interesse e 'immagine della figlia. E per me è stato corretto anche a non divulgare le foto della figlia in ospedale. Devono essere una cosa orrenda. UN abbraccio forte forte a Eluana ...e buon anno serena genova 29 dicembre, 2008 23:07 Anche io voglio augurare a Eluana un buon nuovo anno . anche se questo dovesse significare la fine delle sofferenze . lorella chiavari 30 dicembre, 2008 11:11 Io da cattolica vorrei fare un altro augurio: che Eluana continui a vivere anche in questo stato vegetativo e comunque che non si faccia nulla per accellerarne la morte. giorgia milano 30 dicembre, 2008 16:31 buon anno eluana....vorrei darti l'augurio di non soffrire mai più. la tua agonia è durata anche troppa. arturo genova 30 dicembre, 2008 23:42 eluana tanti auguri a te e famiglia e speriamo che il 2009 porti chiarezza, specialmente nelle teste dei politici. alessandra ramo 01 gennaio, 2009 14:56 MI CHIEDO SE INVECE DI GIUDICARE L'OPERATO DI ALTRI, NON CERCASSIMO DI METTERCI NELLA STESSA CONDIZIONE DI ELUANA E CHIEDERCI COME VORREMMO CHE GLI ALTRI SI COMPORTASSERO O MEGLIO, COSA VORREMMO PER NOI SE FOSSIMO IN QUELLO STATO, IO VORREI CHE MI STACCASSERO L'ALIMENTAZIONE. E VOI? LINDA ROMA 01 gennaio, 2009 16:09 auguri Eluana..... per cio' che è meglio per te, se lo sapessi te lo direi. giuly 01 gennaio, 2009 23:38 Buongiorno e auguri di cuore ad eluana, ma anche ai suoi familiari. stefania catania 02 gennaio, 2009 08:40 auguri a tutti, rispondendo alla domanda se vorrei che mi staccassero l'alimentazione....si vorrei lasciare un ricordo diverso alla mia famiglia. patty messina 02 gennaio, 2009 12:02 patty condivido pienamente la tua posizione roberto milano ...augugri eluana 03 gennaio, 2009 08:34 auguri Eluana ti penso spesso : immagino le tue sofferenze, penso a quello, sempre che ti riesca, che potresti immaginare e pensare. comunque tim voglio bene amanda milano 03 gennaio, 2009 12:43 lasciamo che si spenga serenamente,basta farla soffrire,per lei e i famigliari è una tortura! Mimmo 04 gennaio, 2009 12:05 lasciamo che si spenga serenamente,basta farla soffrire,per lei e i famigliari è una tortura! Mimmo 04 gennaio, 2009 12:05 Come potete dirvi cattolici se augurate la morte di una persona. Spero Eluana viva sino a quando il Padreterno vorrà. Giorgio genova 05 gennaio, 2009 11:59 in questi giorni non si è sentita alcuna notizia. Come sta Eluana? giuseppe catanzaro 06 gennaio, 2009 15:42 Speriamo che non si scateni la bagarre mediatica, fomrntata, a mio modo di vedere, dai politici. Spero solo che Eluana sia serena e non sofferente, indipendentemente dalle schermaglie politico-giudiziarie. antonio Genova 07 gennaio, 2009 10:15 Vorrei che la spicevole notizia di Eluana fosse vissuta come un fatto privato e che non si sapesse più nulla. Non è forse un diritto dei propri genitori? carla avellino 07 gennaio, 2009 22:37 na un forte abbraccio da cosimo e teresa varese 08 gennaio, 2009 23:07 il caso eluana è calvario per tutti, per lei e per i genitori, speriamo si risolva presto anonimo 09 gennaio, 2009 13:20 Volevo sapere come stà Eluana. Se quacuno ha notizie me le dia . Eluana ti voglio bene. Giovanna Torino 10 gennaio, 2009 09:08 Non sappiamo se Eluana sia stata trasferita in trentino oppure si trova ancora in lombardia. Trovo comunque assurdo che il nostro govermatore vieti di staccare il tubicino dell'alimentazione sul territorio lombardo. Ma non poteva essere diversamente . bisogna soffrire fino all'ultimo. e per morire bisogna percorrere gli ultimi 300-400 km . giorgio cologno monzese 10 gennaio, 2009 18:59 sono passati solo pochi giorni ma a me sembra una eternità: non sapere notizie di eluana mi rattrista. Ormai faceva parte di noi e noi voremmo sostenerla antonella e stefania torino 11 gennaio, 2009 23:15 forse la storia è finita e ci diranno più avanti che Eluana è morta serenamente senza soffrire...lo spero tanto. franca lecce 12 gennaio, 2009 21:43 ...ma quanti casi come Eluana esistono in Italia e all'estero. Chi è a conoscenza le riferisca pubblicamente non violando alcuna forma di privacy. dobbiamo aiutare anche loro. basta con le sofferenze silenziose. tommy 14 gennaio, 2009 12:11 Io credo che ci siano state molte interferenze politiche e religiose e di conseguenza della magistratura. Attualmente no esiste una legge al riguardo nel caso englaro. ebbene, cari politici, fate la legge e lasciate morire in pace chi da anni soffre, quasi come larva umana, e chi di conseguenza deve assistere questa persona. nicoletta potenza 15 gennaio, 2009 13:32 Volevo solo inviare un abbraccio a Eluana e genitori. Piera 16 gennaio, 2009 13:34 la storia e la tragedia infinita di Eluana. LA clinica del trentino non ospiterà più Eluan. . Tropo frafore e troppa paura di ritorsioni da parte del ministro sacconi. almeno così è stato detto. Io dico una cosa sola. VIGLIACCHI, GENTE SENZA PALLE E...MISEABILI. E SPERO CHE LA CLINICA FALLISCA .OTTAVIANO 17 gennaio, 2009 09:24 ho capito perchè il consiglio di amminiistrazione della clinica di udine non ha consentito ad eluana di morire presso questa struttura. Hanno avuto paura che il Ministro Saccone togliesse la convenzione. Insomma una ritorsione alla quale, persone senza palle, si sono piegati. Ma allora mi domando. Non potevano pensarci prima? Era prevedibile che succedesse qualcosa del genere. Trovo comunque deplorevole tanto accanimento contro Eluana, la sua famiglia e la magistratura. Ciao Eluana la mia famiglia ti vuole bene. patrizia cologno monzese 17 gennaio, 2009 15:04 Il comportaento della clinica di udine è deplorevole e spero che venga boicottata da tutti i pazienti della città. giovanni milano 17 gennaio, 2009 15:48 sono d'accordo il comportamento della clinica è stato meschino. sarebbe opportuno che per una settimana tutti rinunicassero al ricovero in quella casa di cura convenzionata. lucy udine 17 gennaio, 2009 17:24 contento che il ministro Sacconi sia sta inserito nel registro degli indagati per la questione Eluana. I medici e gli amministratori della clinica hanno avuto paura che non venisse rinnovata l'autorizzazione. 18 gennaio, 2009 20:20 vorrei sentire il parere della mamma di Eluana, se realmente è quello che vuole (una madre lotta fino alla fine). Il fatto di dover somministrare sedativi, significa che lo stimolo del dolore non è totalmente soppresso, e quindi dove c'e dolore........ 21 gennaio, 2009 18:15 Per esperienza personale ha avuto un percorso sime a quello di Eluana. Se lo stato è irreversibile sono pienamente d'accordo con l'interruzione della terapia attuata. Lo strazio della famiglia è impensabile se non per chi ci è passato. Si vive sempre in sospeso una vita che poteva essere migliore. Senza pensare all'eventuale dolore che lei possa sentire o alle cose che non puo' dire. ISA - PISTOIA 22 gennaio, 2009 14:56 forse Eluana sente male, dolore, e questo cosa vuol dire, che è viva e vegeta?, in grado di capire? anche in uno stadio di coma si ha una reazione allo stimolo doloroso e se così fosse questo è uno stato che dura da tanto, tanti anni. bisogna esssere contenti e felici di questo stato? io non so come si possa gioire dinanzi a queste sofferenze. antonella isernia 24 gennaio, 2009 20:12 Prima finisce questo dramma umano e meglio sarà per tutti. principalmente per i genitori. Per tutti coloro che difendono la vita a tutti i costi, quella di eluana e quella delle cellule embrionarie, sono sempre gli stessi, vorrei che venissero pubblicate le foto di eluana, ma come si trova in questo moomento non quando era a sciare, al mare o in discoteca. arrivederci tonino alessandria 25 gennaio, 2009 14:40 credo che la vita, bella o brutta che sia, vada salvaguardata fino in fondo . fa bene il ministro Sacconi stefania genova 26 gennaio, 2009 12:19 Carissima Stefania credo tu abbia i "paraocchi"...non parliamo del ministro sacconi. Oggi sono contento in quanto la vicenda, nonostante le forzature politiche, sembra si stia dirigendo verso la giusta meta. antonio genova 28 gennaio, 2009 18:54 fate bene a mantebere questo blog su Eluana...almeno fino a quando non sarà conclusa la vicenda:..perch, come dicono i magistrati c'è una sentenza e va eseguita. Lo stesso presidente della corte costituzionale, Flick, ha detto che a questo proposito è necessario che i politici leggifirino altrimenti si può solo interpretare la legge attuale, ceh non c'è. Cara Eluana comunque vorrei abbracciarti forte e speriamo che tutto finisca presto e che le tue sofferenze siano servite a qualcosa. giovanni voghera 01 febbraio, 2009 09:15 Sono veramente schifato da questa politica monarchica che vuole bypassare magistrati, sentenze, ed entrare con decreti legge in questioni intime e private dove a decidere dovrebbero essere i famigliari supportati dai medici. BASTA!!!! 05 febbraio, 2009 22:25 SI è vero, non capisco perchè la politica si immischia in una faccenda privata? se vogliono le leggi che le facciano ma niente morale .Per ora sono i politici che devono rispettare una sentenza definitiva giorgio 07 febbraio, 2009 23:48 Gli avvenimenti di Eluana stanno servendo solo per uno scontro politico-religioso, con la chiese decisa a non far passare il provvedimento del tribunale. Questa è la realtà politico religiosa italiana. poi Viene il caso Englero delle cui sofferenze e tragedia interesssa poco. Importante è vincere anche se questo dovesse costare la credibilità istituzionale. barbara roma 08 febbraio, 2009 09:25 ....CARA ELUANA SONO VICINO ALLE TUE SOFFERENZE... GIOSUE' 08 febbraio, 2009 22:55 una vergogna per tutte: le dichiarazioni di sacconi ministro: la clinica non è idonea...ma per cosa...stanno diventando antipatici e meschini e solo per propiziarsi i voti della chiesa, che si divideranno con casini. Pecato che nel mezzo ci sia il dramma di una ragazza o meglio di una larva umana. eluana ti sono vicino. mriella 08 febbraio, 2009 23:39 ...speriamo che i nostri politici non riescano mai ad approvare la legge. stefano 09 febbraio, 2009 14:00 stasera Eluana ci ha lasciati tutti perplessi, senza parole, aspettavamo da tempo questo momento eppure ci ha stupiti, ciao Eluana ci hai fatto appassionare alla tua vicenda e ora ci dispiace come fossi una di famiglia, hai creato tanti schieramenti, tante fazioni e ora ci lasci così a sopportare i nostri politici che correvano a fare leggi ad hoc. Linda roma 09 febbraio, 2009 22:27

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Comune approda su un diffuso quotidiano nazionale (sezione: Diritti umani)

( da "Caserta News" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 10 Febbraio 2009 Comune approda su un diffuso quotidiano nazionale GIORNALI | Alife L'allucinante storia di degrado scoperta dalla cantautrice internazionale per la Pace Agnese Ginocchio(www.agneseginocchio.it) sarà raccontata con uno sconcertante reportage fotografico su un noto e diffuso quotidiano nazionale. A realizzare il brillante servizio il giornalista freelance nazionale Giuseppe Sangiovanni in seguito alla coraggiosa denuncia esposta di Agnese Ginocchio, Testimonial e Ambasciatrice internazionale per la Pace, la Legalità, la Nonviolenza, la Solidarietà, i Diritti Umani, la Mondialità, l' Ambiente, il Sociale & c. Contro tutte le Guerre, Mafie e Povertà nel mondo. Una storia shoccante che lascerà il Matese, la provincia , L'Italia & d letteralmente a bocca aperta. Lo stesso Sangiovanni vedendo con i propri occhi stentava ad ammetterlo. Se nell'epoca dell' evoluzione e del progresso si poteva immaginare di assistere a cose del genere in una delle più belle città, che rappresenta il vanto del Matese, a tutti nota per la sua storia per le sue bellezze architettoniche. Dove sono le istituzioni? Vedere per credere.

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Cittadinanza al Dalai Lama, la Cina attacca l'Italia (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Politica Scontro Cina-Italia sul Dalai Lama Martedí 10.02.2009 10:32 Il conferimento al Dalai Lama della cittadinanza onoraria di Roma "offende il popolo cinese" e costituisce un'"interferenza" negli affari interni di Pechino, che rischia di provocare conseguenze nei rapporti tra i due paesi. Lo ha dichiarato oggi la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Jiang Yu, in una conferenza stampa a Pechino. Jiang ha detto che l'Italia deve prendere "immediate misure" per rimediare al danno apportato alle relazioni tra i due Paesi, ma non ha specificato quali. "Le parole e le azioni del Dalai Lama - ha detto - dimostrano che non è solo una figura religiosa, ma un uomo politico impegnato in attività secessioniste con la scusa della religione". IpPaesi stranieri, ha aggiunto, dovrebbero "capire e sostenere" la posizione della Cina sul Tibet, che è "completamente parte della Cina". "Il problema del Dalai Lama non è un problema di diritti umani, ma un problema attinente alla sovranità e alla integrità territoriale della Cina", ha concluso Jiang. Il Dalai Lama, che nel 1989 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace, vive in esilio dal 1959 e chiede per il Tibet quella che chiama una "vera autonomia". Dopo Roma, oggi sarà la città di Venezia a conferire al leader tibetano la cittadinanza onoraria. Il Dalai Lama GUARDA LA GALLERY

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Dalai Lama, Pechino avverte l'Italia "Cittadinanza offende il popolo cinese" (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica.it" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

PECHINO - Il conferimento al Dalai Lama della cittadinanza onorarua di Roma "offende il popolo cinese" e costituisce un'"interferenza" negli affari interni di Pechino, che rischia di provocare conseguenze nei raapporti tra i due paesi. Lo ha dichiarato oggi la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Jiang Yu, in una conferenza stampa a Pechino. Jiang ha detto che l' Italia deve prendere "immediate misure" per rimediare al danno apportato alle relazioni tra i due Paesi, ma non ha specificato quali. "Le parole e le azioni del Dalai Lama - ha detto - dimostrano che non è solo una figura religiosa, ma un uomo politico impegnato in attività secessioniste con la scusa della religione". IpPaesi stranieri, ha aggiunto, dovrebbero "capire e sostenere" la posizione della Cina sul Tibet, che è "completamente parte della Cina". "Il problema del Dalai Lama non è un problema di diritti umani, ma un problema attinente alla sovranità e alla integrità territoriale della Cina", ha concluso Jiang. Il Dalai Lama, che nel 1989 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace, vive in esilio dal 1959 e chiede per il Tibet quella che chiama una "vera autonomia". Dopo Roma, oggi sarà la città di Venezia a conferire al leader tibetano la cittadinanza onoraria. (10 febbraio 2009

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Pd a Federici: "Cure sanitarie ai clandestini, appello a Napolitano" (sezione: Diritti umani)

( da "Cittàdellaspezia.com" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pd a Federici: "Cure sanitarie ai clandestini, appello a Napolitano" Sulla sicurezza ed il dibattito relativo alle cure sanitarie ai clandestini, il Partito Democratico della Spezia ha presentato una mozione al consiglio comunale citatdino, nella quale oltre ad esprimere la solidarietà ai medici che eserciteranno l'obiezione di coscienza, invita il sindaco Massimo federici a rendersi promotore insieme ai comunid ella provincia e della regione, di un appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché eserciti tutti i suoi poteri per evitare che il nostro Paese assuma una legislazione contraria ai più elementari principi di umanità, dal rispetto per la vita a quello della dignità delle persone. Ecco il testo completod ella Mozione: Il Consiglio Comunale Preso atto che il Senato ha approvato l'emendamento all'articolo 39 del ddl sicurezza a prima firma di un tale Federico Bricolo della Lega Nord che cancella il comma 5 dell'articolo 35 del decreto legislativo 25 luglio 1998 n.286 che recita:"l'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano"; considerato che la Costituzione riconosce il diritto alla salute come un diritto della persona, un diritto di tutti, compresi gli stranieri e i clandestini; che è patrimonio comune della cultura laica e cattolica del nostro paese il convincimento secondo il quale compito del medico è quello di assistere chi soffre senza guardare alla religione, al colore della pelle o al certificato penale; che tale provvedimento, con il quale si è varcato il limite che sta tra la legge e la persecuzione, rappresenta l'apice di una politica dell'immigrazione come mera questione di polizia che persegue l'esclusione e non l'integrazione, visione che non appartiene alla storia ed alla civiltà occidentale ma ha piuttosto riferimenti alle aberranti ideologie che di quella storia e di quella civiltà hanno infangato il percorso nel secolo scorso; che, come ha spiegato il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco, si tratta di "una norma che va contro l'etica e la deontologia, e si potrebbe rivelare un boomerang sul piano della salute pubblica", di una norma che "va contro il principio base della tutela della salute pubblica, cioè il libero accesso alle strutture e anzi l'incoraggiamento a recarvisi in caso di problemi di salute" per cui "l'immagine che ne esce è quella di un sistema che forse perde colpi sul piano dell'accoglienza"; che è inaccettabile per la coscienza comune trasformare luoghi di soccorso e di cura in luoghi di discriminazione dove si entra malati e feriti e si esce denunciati; che l'emendamento approvato dal Senato rappresenta in tutta la sua drammaticità il degrado culturale, valoriale e politico che caratterizza la politica di questo governo sul tema dell'immigrazione e rappresenta, inoltre, una grave lesione del principio di universalità del diritto alla salute inducendo tantissimi stranieri senza permesso di soggiorno a rinunciare alle prestazioni del servizio sanitario nazionale, con tutto quello che ne potrà conseguire per i rischi per la salute di tutti i cittadini"; Esprime solidarietà alla Fnomceo (Federazione Ordine dei Medici), all'Amci (Associazione Medici Cattolici), all'Amsi (Associazione medici di origine straniera) ed a tutte le altre associazioni di medici che hanno annunciato, qualora il provvedimento passato al Senato venisse confermato alla Camera dei Deputati, il ricorso all'obiezione di coscienza ed alla disobbedienza civile al fine di poter agire nel rispetto del giuramento di Ippocrate, della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti umani . Impegna il Sindaco a farsi promotore di una iniziativa presso i Comuni e le Province della nostra regione per rivolgere, attraverso la regione Liguria, un accorato appello al Presidente della Repubblica affinché eserciti tutti i suoi poteri per evitare che il nostro Paese assuma una legislazione contraria ai più elementari principi di umanità, dal rispetto per la vita a quello della dignità delle persone. Gruppo Consiliare PD

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"Camere a gas? Dimostratemi che sono esistite per davvero" (sezione: Diritti umani)

( da "Stampaweb, La" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Con la sua negazione dell?Olocausto il vescovo Richard Williamson ha causato un grave danno alla Chiesa cattolica. Ma insiste, e dice di voler condurre una ricognizione «delle prove storiche» e di voler soltanto «cercare la verità». Il Vaticano le chiede di ritrattare le sue affermazioni sulla Shoah e minaccia di non consentirle di riprendere la sua attività di vescovo. Come risponde? «Ho sempre cercato la verità. È per questo che mi sono convertito al cattolicesimo e sono diventato prete. Posso soltanto dire una cosa, la verità della quale sono convinto. Poiché ci sono molte persone oneste e intelligenti che la pensano diversamente, devo riguardare le prove storiche un?altra volta. Se troverò questa prova, mi correggerò. Ma ci vuole tempo». Come può un uomo colto, cattolico, negare l?Olocausto? «Ho cominciato a studiare il tema negli Anni Ottanta. Ho letto vari scritti. Ho citato il Rapporto Leuchter (una teoria oggi smontata, emersa negli Anni Ottanta, che sosteneva erroneamente che le camere a gas naziste non potevano funzionare, ndr) in una intervista, mi sembrava plausibile. Ora mi dicono che è stata confutata a livello scientifico. Ho in programma di ritornarci». Potrebbe andare ad Auschwitz di persona. «No. Non andrò ad Auschwitz. Ho ordinato il libro di Jean-Claude Pressac ?Auschwitz. Tecniche e operazioni delle camere a gas?. Me lo stanno spedendo. Lo leggerò e studierò». Che cosa ha significato il ritiro della scomunica da parte di Benedetto XVI? «Volevamo essere cattolici, niente di più. Non abbiamo sviluppato una nostra dottrina, ma soltanto conservato le cose che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato. Negli Anni Sessanta e Settanta tutto è stato cambiato nel nome di questo Concilio (il Vaticano II, ndr). Siamo stati costretti a ritirarci ai margini della Chiesa, mentre ora le chiese vuote e un clero invecchiato dimostrano che i cambiamenti sono stati un fallimento». Ma il Concilio Vaticano II è considerato uno dei grandi risultati della Chiesa cattolica. Perché non lo riconoscete pienamente? «Che cosa dovremmo riconoscere? Un importante documento, ?Gaudium et spes? magnifica il turismo di massa. Ma è difficile immaginare come una società conservatrice possa abbracciare i pacchetti viaggio. Si parla della minaccia di una guerra nucleare tra le superpotenze. Minaccia superata. Questi documenti del Concilio sono sempre ambigui. E ciò ha causato il caos teologico in cui stiamo vivendo». E le sue posizioni antisemite? «San Paolo ha scritto: ?Gli ebrei sono amati in nome di nostro Padre, ma nostri nemici in nome dei Vangeli?». Intende seriamente usare la tradizione cattolica per giustificare il suo antisemitismo? «Antisemitismo significa tante cose oggi, per esempio, uno è antisemita se critica le azioni di Israele a Gaza. La Chiesa condanna il rifiuto degli ebrei sulla base delle loro radici ebraiche. È ovvio, in una religione i cui fondatori e tutti gli importanti esponenti del primo periodo erano ebrei. Ma è anche chiaro, per il gran numero di ebrei cristiani agli albori del cristianesimo, che tutti gli uomini hanno bisogno di Cristo per la loro salvezza. Tutti, compresi gli ebrei». Il Papa presto farà un viaggio in Israele e visiterà il Memoriale della Shoah, lo Yad Vashem. Lei è contrario? «Fare un pellegrinaggio in Terra Santa è una grande gioia per i cristiani. Auguro al Santo Padre tutto il bene possibile durante quel viaggio. Quello che mi turba nello Yad Vashem è che Papa Pio XII viene attaccato in quel luogo, benché nessun altro ha salvato più ebrei durante il periodo nazista. Per esempio, concedeva certificati di battesimo a ebrei perseguitati per proteggerli dall?arresto. Questi fatti sono stati distorti in senso esattamente opposto. D?altra parte, spero che il Papa abbia anche a cuore le donne e i bambini feriti nella Striscia di Gaza, e che parli in favore della popolazione cristiana a Betlemme, che ora vive praticamente rinchiusa». Ma perché non si scusa con il mondo ebraico per le sue dichiarazioni sull?Olocausto? «Se mi rendessi conto di aver commesso un errore, chiederò scusa. Chiedo a ogni essere umano di credermi quando dico che non ho mai detto qualcosa di falso deliberatamente. Ripeto: ero convinto che i miei commenti fossero scrupolosi, basati sulle ricerche degli anni Ottanta». Almeno riconosce i diritti umani? «Quando i diritti umani vennero dichiarati in Francia, centinaia di migliaia di persone venivano massacrate nella stessa Francia. Quando i diritti umani vengono considerati un ordine obbiettivo che lo Stato deve raggiungere e migliorare, sono costantemente anti-cristiani. Quando servono a garantire la libertà di coscienza dell?individuo contro lo Stato democratico, allora svolgono un?importante funzione». Copyright Der SpiegelRiforme contestate

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E le piazze tornano a dividersi (sezione: Diritti umani)

( da "Tempo, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

stampa Il caso Come negli anni Settanta. Davanti al Senato a un passo dalla rissa E le piazze tornano a dividersi Giuseppe Grifeo E sul caso Eluana Englaro la piazza torna a dividersi. La contrapposizione fra i due schieramenti politici in Parlamento si riflette sulle strade e al centro rimangono le due filosofie opposte fra la Sacralità della Vita e la possibilità di concretizzare la volontà di morire in caso di gravissima invalidità mentale. Sembra di rivedere quella divisione che fu per le vie italiane quando era in discussione la legge per la regolamentazione dell'aborto. E la piazza forse si seprarerà ancora oggi. A piazza Santi Apostoli ore 18, dove il Pd ha chiamato a raccolta i cittadini e, alla stessa ora, ma a piazza del Pantheon, manifestazione con adesione massiccia del centrodestra, organizzata dalle riviste Tempi e l'Occidentale. O almeno così dovrebbe essere perché le due manifestazioni non sono confermate. Il primo round importante in questa fase accesa di contrapposizione, è stata ieri davanti Palazzo Chigi dove era iniziata la discussione sul disegno di legge del Governo che vieta di sospendere l'alimentazione forzata nei casi come quello di Eluana Englaro. Proprio di fronte al Senato già prima delle 17 si erano riuniti simpatizzanti del Partito Socialista, Sinistra Democratica, Radicali Italiani, Comunità cristiane di base. Slogan urlati che si sono trasformati in attacchi al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e contro quella sopravvivenza di Eluana che viene considerata forzata ed equivalente a una tortura: «Il Governo l'ha decretato, per Eluana tortura di Stato»; «Ma quale vita, ma quale cura, per Eluana volete la tortura». E poi insulti contro la «frangia» di governo e cattolica al Senato. A pochi metri di distanza i gruppi del «Movimento per la Vita», dell'Associazione «Comunità Papa Giovanni XXIII», guidati dal presidente Don Aldo. Tutti in preghiera, con striscioni aperti e candele accese, tenuti separati dal corteo avverso grazie a un cordone di poliziotti e carabinieri. «Avevo chiesto al padre di Eluana di poter vedere la figlia e il signor Englaro me lo ha concesso - racconta Pierluigi Radaelli, di Spino d'Adda, con una figlia di 13 anni nelle condizioni di Eluana da 5 - Alla fine della visita ho accarezzato il viso della ragazza e lei ha chiuso gli occhi. Come avevo già visto da mia figlia Susy, hanno reazioni. La mia bambina ha iniziato con un pianto continuo. Non possiamo sapere quale sarà il loro futuro, né quali i loro pensieri. Staccare l'alimentazione poi provoca fortissimi crampi già dal primo giorno». La scena si dovrebbe ripete oggi. A piazza Santi Apostoli la risposta a Silvio Berlusconi che secondo il Pd avrebbe sfidato il Presidente della Repubblica e la Carta costituzionale. Come oratore unico, l'ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Contemporaneamente, di fronte al Pantheon, i politici del centrodestra «Per la libertà».

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VERGOGNAMOCI PER LUI IL NAZI-VESCOVO WILLIAMSON: "CAMERE A GAS?: LEGGERò, STUDIERò E IN CASO MI CORREGGERò" "SAN PAOLO DICHIARò GLI EBREI NEMICI DELLA CHIESA" - "CHIESE VUOTE E (sezione: Diritti umani)

( da "Dagospia.com" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

HomePage | Segnala articolo --> VERGOGNAMOCI PER LUI ? IL NAZI-VESCOVO WILLIAMSON: ?CAMERE A GAS?: LEGGERò, STUDIERò E IN CASO MI CORREGGERò? ? ?SAN PAOLO DICHIARò GLI EBREI NEMICI DELLA CHIESA? - ?CHIESE VUOTE E CLERO VECCHIO: IL CONCILIO VATICANO II HA FALLITO?? P. Wensierski e S. Winter per "La Stampa" (copyright "Der Spiegel") Con la sua negazione dell'Olocausto il vescovo Richard Williamson ha causato un grave danno alla Chiesa cattolica. Ma insiste, e dice di voler condurre una ricognizione «delle prove storiche» e di voler soltanto «cercare la verità». RICHARD WILLIAMSON Il Vaticano le chiede di ritrattare le sue affermazioni sulla Shoah e minaccia di non consentirle di riprendere la sua attività di vescovo. Come risponde? «Ho sempre cercato la verità. È per questo che mi sono convertito al cattolicesimo e sono diventato prete. Posso soltanto dire una cosa, la verità della quale sono convinto. Poiché ci sono molte persone oneste e intelligenti che la pensano diversamente, devo riguardare le prove storiche un'altra volta. Se troverò questa prova, mi correggerò. Ma ci vuole tempo». Come può un uomo colto, cattolico, negare l'Olocausto? «Ho cominciato a studiare il tema negli Anni Ottanta. Ho letto vari scritti. Ho citato il Rapporto Leuchter (una teoria oggi smontata, emersa negli Anni Ottanta, che sosteneva erroneamente che le camere a gas naziste non potevano funzionare, ndr) in una intervista, mi sembrava plausibile. Ora mi dicono che è stata confutata a livello scientifico. Ho in programma di ritornarci». Potrebbe andare ad Auschwitz di persona. «No. Non andrò ad Auschwitz. Ho ordinato il libro di Jean-Claude Pressac "Auschwitz. Tecniche e operazioni delle camere a gas". Me lo stanno spedendo. Lo leggerò e studierò». VESCOVO RICHARD WILLIAMSON Che cosa ha significato il ritiro della scomunica da parte di Benedetto XVI? «Volevamo essere cattolici, niente di più. Non abbiamo sviluppato una nostra dottrina, ma soltanto conservato le cose che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato. Negli Anni Sessanta e Settanta tutto è stato cambiato nel nome di questo Concilio (il Vaticano II, ndr). Siamo stati costretti a ritirarci ai margini della Chiesa, mentre ora le chiese vuote e un clero invecchiato dimostrano che i cambiamenti sono stati un fallimento». Ma il Concilio Vaticano II è considerato uno dei grandi risultati della Chiesa cattolica. Perché non lo riconoscete pienamente? «Che cosa dovremmo riconoscere? Un importante documento, "Gaudium et spes" magnifica il turismo di massa. Ma è difficile immaginare come una società conservatrice possa abbracciare i pacchetti viaggio. Si parla della minaccia di una guerra nucleare tra le superpotenze. Minaccia superata. Questi documenti del Concilio sono sempre ambigui. E ciò ha causato il caos teologico in cui stiamo vivendo». E le sue posizioni antisemite? «San Paolo ha scritto: "Gli ebrei sono amati in nome di nostro Padre, ma nostri nemici in nome dei Vangeli"». Olocausto Intende seriamente usare la tradizione cattolica per giustificare il suo antisemitismo? «Antisemitismo significa tante cose oggi, per esempio, uno è antisemita se critica le azioni di Israele a Gaza. La Chiesa condanna il rifiuto degli ebrei sulla base delle loro radici ebraiche. È ovvio, in una religione i cui fondatori e tutti gli importanti esponenti del primo periodo erano ebrei. Ma è anche chiaro, per il gran numero di ebrei cristiani agli albori del cristianesimo, che tutti gli uomini hanno bisogno di Cristo per la loro salvezza. Tutti, compresi gli ebrei». Il Papa presto farà un viaggio in Israele e visiterà il Memoriale della Shoah, lo Yad Vashem. Lei è contrario? «Fare un pellegrinaggio in Terra Santa è una grande gioia per i cristiani. Auguro al Santo Padre tutto il bene possibile durante quel viaggio. Quello che mi turba nello Yad Vashem è che Papa Pio XII viene attaccato in quel luogo, benché nessun altro ha salvato più ebrei durante il periodo nazista. Per esempio, concedeva certificati di battesimo a ebrei perseguitati per proteggerli dall'arresto. Olocausto Questi fatti sono stati distorti in senso esattamente opposto. D'altra parte, spero che il Papa abbia anche a cuore le donne e i bambini feriti nella Striscia di Gaza, e che parli in favore della popolazione cristiana a Betlemme, che ora vive praticamente rinchiusa». Ma perché non si scusa con il mondo ebraico per le sue dichiarazioni sull'Olocausto? «Se mi rendessi conto di aver commesso un errore, chiederò scusa. Chiedo a ogni essere umano di credermi quando dico che non ho mai detto qualcosa di falso deliberatamente. Ripeto: ero convinto che i miei commenti fossero scrupolosi, basati sulle ricerche degli anni Ottanta». Almeno riconosce i diritti umani? «Quando i diritti umani vennero dichiarati in Francia, centinaia di migliaia di persone venivano massacrate nella stessa Francia. Quando i diritti umani vengono considerati un ordine obbiettivo che lo Stato deve raggiungere e migliorare, sono costantemente anti-cristiani. Quando servono a garantire la libertà di coscienza dell'individuo contro lo Stato democratico, allora svolgono un'importante funzione». [10-02-2009] OlocaustoMarcel Lefebvre

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Mani Tese condanna l'attacco del Governo alla Costituzione (sezione: Diritti umani)

( da "Varesenews" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Milano - L'assemblea dell'associazione denuncia e condanna l'attacco senza precedenti alla Costituzione Italiana, provocato in questi giorni dal Consiglio dei ministri Mani Tese condanna l'attacco del Governo alla Costituzione L'assemblea dell'associazione Mani Tese, impegnata dal 1964 nella costruzione di una società civile partecipata e democratica nei Paesi del Sud del mondo e in Italia, denuncia e condanna l'attacco senza precedenti alla Costituzione Italiana, provocato in questi giorni dal Consiglio dei ministri ed aggravato dalle dichiarazioni del suo Presidente. E' stato minato il principio fondamentale della separazione dei poteri. Quaranta anni di esperienza di cooperazione internazionale con le popolazioni di Africa, Asia e America Latina ci hanno insegnato che senza regole democratiche, in assenza di istituzioni rispettate e di una cittadinanza vigile ed attenta, non ci può essere tutela dei diritti umani fondamentali e non si può costruire una società più giusta ed equilibrata fra tutte le sue componenti. Martedi 10 Febbraio 2009

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<Ho fatto da solo, ora lasciatemi stare> (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 35 del 2009-02-10 pagina 2 «Ho fatto da solo, ora lasciatemi stare» di Manila Alfano LA NOTIZIA Beppino era nella casa di Lecco quando è stato informato con una telefonata Beppino ha vinto e ora è rimasto solo. La sua battaglia è finita. Il telefono ha suonato inatteso e improvviso. Non se lo aspettava Beppino di chiudere tutto così in fretta, ma in cuor suo forse lo sperava. Una figlia che si contorce nel dolore per la sete era troppo. Per questo aveva preferito ritirarsi e attendere l'ultimo respiro a casa, a sfogliare le foto più belle una dopo l'altra. Aveva paura. Una fine lunga, straziante, così si era immaginato gli ultimi giorni di Eluana. Pochi mesi prima quel corpo immobile da 17 anni aveva già dato prova di essere forte. Si era ripreso da un'emorragia senza l'intervento esterno, stupendo tutti. Questa volta c'erano i medici a rassicurarlo. Dieci, quindici giorni di agonia. E invece la voce dell'anestesista De Monte ha spezzato il dormiveglia di Beppino. «Sì. Ci ha lasciati. Ma non voglio dire niente. Voglio solo stare solo». Beppino piange e accarezza le foto. Il caso è chiuso. Non ha più niente da dire, da chiedere, da implorare. «Ho fatto tutto da solo, l'ho portata a questo livello e voglio finire da solo». Piange e ricorda la voce di Eluana quando lei stessa diceva che la morte fa parte della vita. «Non dovete preoccuparvi per me, ora voglio stare solo, non voglio parlare con nessuno. L'unica cosa che chiedo ai veri amici è di non cercarmi. Sono fatto così, chiedo che mi rispettino in questo modo». Ieri sera Beppino ha viaggiato da solo. Si è rimesso in auto, con il peso nel cuore per non aver fatto in tempo a salutarla, con il sollievo per una figlia che non soffrirà più. Aveva già pensato a tutto Beppino. La settimana scorsa aveva telefonato al parroco di Paluzza, in Friuli, per prendere accordi sul funerale. Si era lasciato andare, si era confidato con il prete. Certe parole della Chiesa lo avevano ferito, gli era arrivato dritto al cuore anche tutto il rumore attorno a lui. Lui che andava avanti testardo ripetendo che quella battaglia era solo per lei. Quello scontro che lui stesso aveva voluto portare alle estreme conseguenze aveva da tempo lasciato il confine di Lecco. La sua non era più una storia privata, così aveva lanciato un appello a Napolitano e a Berlusconi «perché vadano in clinica e si rendano conto di persona delle condizioni». Alla Chiesa invece aveva detto: «Quello che riguarda la Chiesa riguarda solo loro, non noi che non professiamo questa confessione». «Nel caso di mia figlia la condanna a vivere senza limiti è peggio della condanna a morte». Era arrabbiato Beppino, contro quella maledetta scienza, tecnica, che l'aveva ridotta così, che aveva preso a tradimento quel corpo e trattenuto per anni in un letto. E continuava a ripetere: «Se non è una tortura questa, allora ditemi voi». «Siamo costretti a rivivere il dramma della morte di nostra figlia per una seconda volta, una tortura disumana che diventa sopportabile solo pensando che lo stiamo facendo per lei». «Un tormento senza fine. Ormai posso sopportare tutto, cos'altro ha da patire una persona che ha perso un figlio, quale dolore potrebbe procurarmi?». E forse per questo ora la sua solitudine sembra quasi orgoglio testardo di chi da diciassette anni lotta da solo. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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DALAI LAMA: PRESIDENTE CONSIGLIO VENETO CONSEGNA BANDIERA (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

(ASCA) - Venezia, 10 feb - ''Per Venezia e il Veneto la presenza della piu' alta autorita' spirituale e temporale del Tibet rappresenta una conferma della propria secolare tradizione di dialogo e di incontro tra Est e Ovest''. E' stato questo il primo saluto del presidente del Consiglio regionale del Veneto Marino Finozzi rivolto al Dalai Lama, nel corso dell'incontro pubblico svoltosi nella sala del Sansovino della Biblioteca Marciana di Venezia, alla presenza del prefetto, di numerosi consiglieri regionali e comunali, del leader dei radicali Marco Pannella e di tanti cittadini e sostenitori della causa del popolo tibetano. Nel consegnargli la bandiera della Regione Veneto, ''simbolo piu' alto dell'identita', della storia e della cultura della nostra regione'' Finozzi ha spiegato che con tale atto ''sigliamo un ideale gemellaggio tra il popolo veneto e il popolo tibetano, un patto simbolico che si fonda sul profondo rispetto per i diritti di tutti i popoli alla liberta', all'autonomia e alla sicurezza nella convinzione che solo attraverso la via della pace, del dialogo e del rispetto dei diritti umani si possono avviare a soluzione le tante situazioni di conflitto che continuano ad affliggere il nostro pianeta''. Il saluto di Finozzi alla massima autorita' spirituale e temporale del Tibet, in esilio ormai da cinquant'anni, ha fatto seguito alla pubblica lettura della pagina del Milione in cui Marco Polo descrive le genti tibetane e all'illustrazione del mappamondo quattrocentesco di fra' Mauro che rappresenta il mondo allora conosciuto. ''Otto secoli fa il commerciante Marco Polo e successivamente il geografo camaldolese dell'isola di Murano - ha sottolineato Finozzi - coglievano la differenza identitaria, storica, culturale e linguistica del popolo tibetano e ne davano pubblica testimonianza''. ''Allora, come oggi - ha proseguito Finozzi - Venezia e il Veneto si connotano come una comunita' aperta alle diverse culture, pronta a riconoscere i diritti di tutti i popoli e a rispettarne identita', storia e prerogative''. Nel sottolineare il ''coraggioso impegno'' in favore del suo popolo di Tenzin Gyatso, premio Nobel per la Pace nel 1989, il presidente della massima assemblea elettiva della Regione ha assicurato che ''il Veneto accoglie e condivide l'aspirazione all'autodeterminazione della gente tibetana, la volonta' tenace di preservarne la storia, la cultura, il credo, la specifica identita' nella piena consapevolezza di un'eredita' da conservare a tramandare e del diritto di ogni popolo all'autonomia e ad avere un futuro''.

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Zimbabwe/ Tsvangirai chiede il rilascio dei detenuti (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Harare, 10 feb. (Ap) - I detenuti politici in Zimbabwe dovrebbero essere rilasciati prima dell'insediamento di Morgan Tsvangirati, primo ministro del governo di unità nazionale. Lo ha annunciato lo stesso leader dell'opposizione del Paese africano. Tsvangirai ha fatto questo appello durante una conferenza stampa. Non ha chiarito quali decisioni prenderà se i detenuti non fossero rilasciati. Tsvangirai giurerà domani da premier nel governo di unità nazionale con il presidente Robert Mugabe. Numerosi attivisti per i diritti umani ed esponenti dell'opposizione restano però in carcere in quello che gli osservatori indicano come un giro di vite contro i dissidenti dello Zimbabwe.

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PECHINO OFFESA (sezione: Diritti umani)

( da "TGCom" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

10/2/2009 Dalai Lama, Pechino contro l'Italia "Cittadinanza onoraria offende cinesi" Dura presa di posizione della Cina contro l'Italia dopo il conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama da parte del Comune di Roma. "La decisione dell'Italia offende il popolo cinese e costituisce un'interferenza negli affari interni di Pechino - ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Jiang Yu, annunciando conseguenze nelle relazioni diplomatiche -. Roma deve rimediare al danno fatto". Jiang ha detto che l'Italia deve prendere "immediate misure" per rimediare al danno apportato alle relazioni tra i due Paesi, ma non ha specificato quali. "Le parole e le azioni del Dalai Lama - ha detto la portavoce - dimostrano che non è solo una figura religiosa, ma un uomo politico impegnato in attività secessioniste con la scusa della religione". I Paesi stranieri, ha aggiunto, dovrebbero "capire e sostenere" la posizione della Cina sul Tibet, che è "completamente parte della Cina". "Il problema del Dalai Lama non è un problema di diritti umani, ma un problema attinente alla sovranità e alla integrità territoriale della Cina", ha concluso Jiang. Il Dalai Lama, che nel 1989 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace, vive in esilio dal 1959 e chiede per il Tibet quella che chiama una "vera autonomia". Dopo Roma, sarà la città di Venezia a conferire al leader tibetano la cittadinanza onoraria. Invia ad un amico

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"NIENTE CHIESE, I NON MUSULMANI PREGHINO IN CASA" (sezione: Diritti umani)

( da "TGCom" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

9/2/2009 "Non musulmani preghino in casa" A.Saudita: "Inopportuno erigere chiese" L'Arabia Saudita offre ai non musulmani garanzie di praticare il proprio credo religioso a patto che ciò avvenga in privato. Lo ha affermato Zeid al-Hussein, vice presidente della commissione per i Diritti Umani, all'agenzia di stampa saudita (Spa). "Essendo poi il Paese il punto di riferimento del mondo islamico ci sono peculiarità religiose che rendono difficile l'edificazione di luoghi di culto per altre fedi nella terra sacra" ha aggiunto. "I non musulmani in Arabia Saudita godono della libertà religiosa e possono professare la loro fede eseguendo le pratiche rituali a casa loro" ha detto Zeid al-Hussein. Poi, per spiegare l'assenza di chiese o di luoghi di culto non islamici nel regno saudita, al-Hussein ha aggiunto che "l'Islam è il sigillo delle religioni e il regno saudita sia la base dell'Islam: per questo ci sono peculiarità religiose che rendono difficile l'edificazione di luoghi di culto per altre fedi nella terra sacra". Ciò non implica, ha sottolineato, che le altre fedi non possano essere praticate. "I non musulmani possono godere della libertà religiosa praticando la propria fede a casa: non ci sono restrizioni per i non musulmani che praticano la propria fede nei luoghi privati ma bisogna capire che l'Arabia Saudita non è solo uno stato islamico ma anche il punto di riferimento del mondo islamico". Il funzionario saudita ha parlato poi dello sforzo del suo Paese nella direzione del dialogo interreligioso, compiuto dall'iniziativa del re Abdullah, proprio per dimostrare l'intenzione di rispettare la libertà religiosa altrui. "La sharia islamica pone particolare attenzione ai diritti dei gruppi più deboli, come le minoranze etniche e religiose e garantisce molti diritti alle donne" ha detto. Poi ha concluso che le numerose violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita sono da imputare alla responsabilità dei singoli e alle violenze in ambito familiare. Invia un commento Commento (0 caratteri disponibili) Nome - Obbligatorio eMail - Obbligatorio Sito internet - Se desideri mostrarlo Desidero mostrare i miei dati Inserisci il codice che vedi nell'immagine Accetto le Condizioni di Utilizzo Accetto le Condizioni di Utilizzo Approvo ed accetto espressamente le disposizioni di cui ai paragrafi 1.3, 3, 5, 6, 7, 8, 9, 10 delle Condizioni di Utilizzo Acconsento al trattamento dei miei dati personali sensibili eventualmente inviati nei Contenuti come previsto nell'Informativa Invia ad un amico

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La morte di Eluana divide le coscienze della città (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

La morte di Eluana divide le coscienze della città Il presidente Antonio Fongaro: «Non è un Paese civile uno Stato che permette di avviare a fine lenta e dolorosa un essere umano» Martedì 10 Febbraio 2009, Una giornata di tensione e polemiche ieri sul caso di Eluana Englaro, rinfocolata in serata alla notizia della morte della giovane. «Non possiamo ammettere che il nostro Paese, che si definisce uno Stato, permetta che si avvii a morte lenta e dolorosa un essere umano. Se uno di noi entrasse nella stanza di Eluana Englaro e praticasse l'eutanasia sarebbe accusato e punito, ma viene tollerato, invece, che si tolga la vita a questa giovane, che ancora respira, attraverso un vero e proprio percorso di tortura», aveva detto nel pomeriggio il presidente del Centro aiuto alla vita di Vicenza, Antonio Fongaro. La procedura applicata dalla clinica La Quiete di Udine prevedeva di condurre la giovane Eluana Englaro alla morte attraverso l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione. Una morte che molti medici avevano preannunciato dolorosa, con spasmi sopiti soltanto dalla somministrazione di massicce dosi di morfina. «Come possiamo tollerare», prosegue il presidente Antonio Fongaro, «che si accetti la pratica di una terapia così crudele. Si tratta proprio di un raro esempio di crudeltà: viene condannata a morte una persona che ancora respira e che, con tutta probabilità, è in grado di provare dolore e che potrebbe persino avvertire ciò che sta accadendo attorno a lei». Fongaro aveva parlato di «un calvario che non è affatto iniziato 17 anni fa, quando Eluana, in un violento incidente cessò di condurre una vita normale. Non si tratta di un malato terminale - aveva aggiunto Fongaro - ma di una persona in vita che si sta avviando a morte lenta, certa e dolorosa». Il Centro di aiuto alla vita di Vicenza ogni giorno si trova ad affrontare casi in cui riesce a togliere dall'abbandono o dalla morte degli esseri umani, per dare loro un domani, una speranza per il futuro. «Fa pensare, in una società che si definisce moderna», conclude il presidente Antonio Fongaro, «che si possa assistere a una simile tortura. Mentre il presidente degli Stati Uniti riflette sulle torture e promette la chiusura di Guantanamo, in Italia assistiamo a uno scadimento del rispetto per la vita. Un atto imperdonabile che segna fortemente il futuro di noi tutti». Matteo Crestani

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Mentre in Usa si riflette sulla tortura e si pensa di chiudere Guantanamo, in Italia c'è scadimento del rispetto della vita (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

«Mentre in Usa si riflette sulla tortura e si pensa di chiudere Guantanamo, in Italia c'è scadimento del rispetto della vita» Martedì 10 Febbraio 2009,

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Conoscere la tragedia delle foibe: stasera le testimonianze (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Conoscere la tragedia delle foibe: stasera le testimonianze Martedì 10 Febbraio 2009, (m.g.b.) Conoscere la storia, anche quella meno lontana e non ancora sufficientemente studiata a scuola, per appropriarsi del passato vissuto dolorosamente. E l'esodo degli Istriani che ha fatto seguito alla tragedia degli infoibati e alla fine della seconda Guerra mondiale, è uno dei momenti storici più drammatici, del recente passato dell'Italia. Nella «Giornata del ricordo», stasera alle 20.30 l'aula polivalente della scuola Primaria «Carla Gronchi» di Rosolina, ospiterà un importante incontro, organizzato dall'Associaizione «Amici della Fondazione Giuseppe Tatarella», in sinergia con Regione e Comune di con tema la «Rilettura di una storia lontana: 1943-1956. Dalle foibe all'esodo». Proprio per gli avvenimenti che hanno caratterizzato gli anni tra il 1943 ed il 1947 in Istria, le foibe hanno assunto un ben diverso e tragico significato, rispetto a quello geologico che le definisce come cavità carsiche di origine naturale, con ingresso a strapiombo. Sono infatti diventate simbolo di morte, in quanto nelle foibe dell'Istria sono stati gettati, vivi o morti, quasi diecimila italiani, considerati dai partigiani slavi ed in particolare dalle truppe del maresciallo Tito, «nemici del popolo», come la storiografia attesta. A Rosolina, a ricordare quegli eventi tragici ci sarà un ospite d'eccezione: il prof. Marco Perina, direttore del Centro Studi e ricerche storiche «Silentes loquimur». Partecieranno anche l'on. Luca Bellotti, l'assessore regionale ai Diritti Umani, Isi Coppola, il sindaco Luciano Mengoli e il capogruppo consiliare Stefano Gazzola. Moderatore della serata, Paola Malasoma, presidente dell'Associazione «Amici della Fondazione Giuseppe Tatarella».

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Gli orrori delle foibe raccontati alla Vittorelli (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Gli orrori delle foibe raccontati alla Vittorelli Martedì 10 Febbraio 2009, Bassano «Ieri nella scuola media "Jacopo Vittorelli", nella sede di via Basso (ex Fraccaro), gli alunni hanno avuto l'opportunità di incontrare un gruppo di Alpini della sezione di Alte Ceccato e la maestra Edda Rocco. Gli Alpini hanno presentato un excursus storico riguardante la Prima Guerra Mondiale e hanno consegnato un gagliardetto alla responsabile di sede, professoressa Mariarosa Pellizzari. La maestra Edda Rocco, invitata dalla Responsabile di sede, professoressa Mariarosa Pellizzari per onorare il "Giorno del ricordo" di oggi, ha parlato delle foibe e degli orrori compiuti in Istria verso la fine della Seconda guerra mondiale. La maestra ha raccontato la sua esperienza personale che corrisponde al dramma di migliaia di altri esuli istriani. Nel suo racconto, fatto con parole semplici ma toccanti, la maestra Rocco ha saputo raccontare ciò che non può essere espresso perché troppo orribile. Edda, all'età di 11 anni abitava a Rovigno (Istria). Orfana di madre, viveva con il padre, il nonno, il fratello e una zia. Il 16 settembre del 1943 gli uomini di Tito entrarono nella sua casa e, puntandole un mitra contro, presero suo padre. La stessa sorte toccò al nonno il 1 ottobre del 1943. La deportazione fu subita anche da tanti altri suoi compaesani. Il motivo fu uno solo: "Pulizia etnica". Nessuno, all'epoca dei fatti, però, poteva immaginare cosa effettivamente stesse succedendo ma successivamente molte persone vennero trovate morte nelle foibe, i crepacci del Carso. I cadaveri trovati mostravano anche evidenti segni di tortura feroce. Tra i corpi estratti dalle doline venne trovato anche quello del nonno di Edda. Quarant'anni dopo, la maestra venne a sapere che suo padre era stato bruciato vivo nel torrione del castello di Pisino, posto dove i prigionieri venivano radunati prima di essere infoibati. L'avvenimento, di eccezionale valore storico, ma normalmente "censurato" dai libri di storia (queste le sue parole) e fino a qualche tempo fa trascurato anche dai mass-media è stato di grande importanza per noi ragazzi che con silenziosa e partecipata commozione abbiamo potuto capire la tragedia delle foibe e possiamo ora unirci con profonda partecipazione e consapevolezza alla commemorazione del Giorno del Ricordo. Le cifre, 20 mila (ma la cifra è sicuramente in difetto) vittime torturate e uccise, devono farci riflettere su questa atrocità e su tutti quei crimini che la ferocia dell'uomo, purtroppo, ha compiuto e continua a compiere contro i suoi simili. Non solo le cifre, ma i fatti, devono darci la capacità di capire che se non conosciamo la Storia potremo incorrere nuovamente negli errori del passato». (testo scritto dall'alunno Enrico Artuso)

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MERCATO SAN SEVERINO. IL GIORNALISTA MAGDI CRISTIANO ALLAM, VICEDIRETTORE DEL CORRIERE DELLA SERA E ... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercato San Severino. Il giornalista Magdi Cristiano Allam, vicedirettore del Corriere della Sera e promotore del movimento «Protagonisti per l'Europa cristiana», è ospite oggi della città. L'incontro è promosso dall'istituto scolastico superiore dei liceii e ragioneria «Publio Virgilio Marone» e dall'amministrazione comunale. Alle ore 10,30, presso il centro sociale «Marco Biagi», partecipa alla presentazione del cd sul «Giorno del ricordo», a cura del professore Francesco Casale, docente di discipline giuridiche ed economiche presso l'istituto scolastico «Virgilio». Segue un incontro-dibattito sul tema dei diritti umani. Alle ore 17,30, incontra la cittadinanza presso il Palazzo Vanvitelli, accolto dal vicesindaco, Giovanni Romano. «É con grande piacere - dice Romano - che accogliamo il giornalista Allam, una delle firme più prestigiose del giornalismo. Sarà l'occasione per discutere dei diritti umani, del caso Englaro, della crisi tra Israele e Hamas, del dialogo fra le religioni.». an.dp.

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Edilfin, licenza sospesa dal Tar naccio (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edilfin, licenza sospesa dal Tar naccio @@«Rischio idrogeologico e mancanza dei requisiti di doppia conformità» Nel carcere di contrada Petrusa la situazione non accenna a migliorare. Anzi. Basta che per un giorno non vengano distribuite le sigarette ai detenuti per fare saltare i nervi a questi ultimi. E' accaduto che a causa di un problema tecnico, non è stato possibile commissionare il carico di «bionde» da assegnare ai reclusi. Ne è nata una contestazione anche rumorosa che ha costretto il personale a correre ai ripari. La situazione è tornata alla «normalità» solo quando sono spuntate le sigarette. Qualcuno ha anche parlato di mancata distribuzione del cibo, notizia però smentita da ambienti carcerari, ritenuta come priva di ogni fondamento. Tutto questo accade dove ogni giorno si rischia di sfondare l'allucinante tetto delle 500 persone detenute, in una struttura aperta nel 1997 per accoglierne al massimo 200. Roba quasi da carcere sudamericano, dove i delinquenti vengono sistemati alla meno peggio, nella quasi totale mancanza di condizioni minime di vivibilità. Il «quasi» del caso è da attribuire agli straordinari sforzi profusi dal personale interno, dalla polizia penitenziaria e anche grazie magari a qualche aiuto divino. Se il Petrusa stà per esplodere non è certo colpa di chi lo gestisce e sorveglia. Ad oggi sono circa 450 i detenuti, costretti a vivere in celle rese ancor più piccole dall'aggregazione di tanta gente. Detenuti che dormono anche su materassi posti per terra e che mangiano facendo il turno. Gli unici momenti in cui il detenuto riesce a stabilire un contatto con l'esterno è quando scatta l'ora dei colloqui con i parenti o le telefonate ai propri cari. In dieci minuti il detenuto può comunicare, pagando una tariffa di 50 centesimi per dieci minuti di conversazione telefonica. I detenuti pagano attraverso il loro conto corrente interno. I carcerati ritenuti più pericolosi sono sottoposti a controlli, basati sull'ascolto e registrazione delle telefonate. E il peggio deve ancora arrivare, se il nuovo decreto anti immigrazione farà rafforzare le pene per chi si macchia di quello che è sempre più considerato un reato. In questo caso al Petrusa si rischia maggiormente il collasso, a causa dell'esponenziale aumento degli immigrati da detenere. Ma c'è un altro problema non secondario. Rispetto a questa drammatica situazione si registra il totale disinteressamento pubblico delle istituzioni locali. Tutti tranne uno anche se un pò datato: «Il caso Agrigento è paradossale. La capienza tollerata è stata superata, costringendo i detenuti a condizioni di vita in cui i diritti umani sono negati e la Polizia penitenziaria non può fare altro che sobbarcarsi stressanti turnazioni». Lo disse nel novembre scorso il senatore del Pdl Salvo Fleres, garante per la Tutela dei diritti dei detenuti. Anche in quei giorni venne evidenziata l'estrema gravità di una situazione insostenibilie. Secondo Fleres «Agrigento non è un caso isolato. Quasi nessuno dei 27 istituti penitenziari che hanno sede in Sicilia - denuncia - vive situazioni diverse. Al sovraffollamento si accompagnano carenze strutturali e di personale che non sono degne di un paese civile. Ho già sollecitato gli organi competenti e continuerò a farlo affinchè si proceda alla chiusura di alcune strutture fatiscenti e si provveda con la massima tempestività alla consegna di quelle già ultimate, ma mai utilizzate». Nulle sono state ad oggi le ricadute positive derivanti dall'intervento di Fleres. Ad oggi l'unica novità è stata quella della promessa di ampliamento del penitenziario nei prossimi anni. Oggi la situazione non accenna affatto ad avere una svolta positiva. Quando poi per un giorno mancano anche le sigarette i nervi di alcuni saltano. F.D.M.

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L'Italia avrebbe dovuto tutelare tutti gli esuli (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'Italia avrebbe dovuto tutelare tutti gli esuli Martedì 10 Febbraio 2009, (Segue dalla prima) Nonostante la mancata solidarietà della Patria italiana al nostro arrivo (solidarietà che ora sento invocare anche per i clandestini extracomunitari) noi abbiamo sempre dimostrato una fede incrollabile verso l'Italia e le sue Istituzioni. Sono nata nell'agosto del 1949 a Lussinpiccolo, un'isola meravigliosa della Dalmazia, due anni dopo la firma del trattato di pace con il quale l'Italia cedeva i territori dell'Istria e della Dalmazia alle ex Yugoslavia come pagamento dei debiti di guerra. I miei genitori, italiani di nascita, hanno frequentato le scuole italiane ed hanno parlato solo la lingua italiana. Nel momento in cui hanno potuto effettuare l'opzione se diventare yugoslavi o restare italiani, hanno scelto di restare italiani pur sapendo quale sarebbe stato l'alto prezzo da pagare per vivere liberi, cioè andare a morire lontano: in esilio. La richiesta di opzione italiana presentata prima della mia nascita fu rifiutata per ben due volte e fu ottenuta solo la terza volta quando ormai io ero già venuta alla luce. E così nel 1951 partimmo da quell'isola meravigliosa con un passaporto di "sola andata": terribile! Avevamo abbandonato tutto: la casa, la sicurezza economica, gli amici, i parenti, i cari defunti in cimitero, il dialetto, le proprie radici, il vivere quotidiano sulle rive di un mare verde e trasparente come pochi altri mari. Ma eravamo italiani! Io ero italiana grazie alla scelta che mio padre aveva fatto per me! Fiera e con orgoglio ho vissuto il dolore dell'abbandono della mia terra con grande dignità, senza mai voler rinunciare alla mia identità nazionale, senza mai chiedere nulla allo Stato Italiano per ciò che avevamo lasciato. Il ricordo dell'esodo lo porto sempre dentro nel mio cuore, senza bisogno della giornata della memoria per non dimenticare! Per me vedere la scritta del mio comune di nascita sui miei documenti è sempre stato motivo di orgoglio e fonte di grande emozione fino a qualche anno fa, quando improvvisamente mi sono sentita defraudata della mia identità personale ed equiparata a un'extracomunitaria yugoslavia. Ora il mio codice fiscale - tessera sanitaria riporta una scritta che non accetto e che mi ferisce più di una pugnalata diretta al cuore: nata a "Yugoslavia"! Non voglio credere che l'istituzione di questa giornata sia stata inutile, e che i grandi discorsi di commemorazione siano finiti o fatti di retorica e di banalità. Non posso pensare che l'Italia voglia per la seconda volta dimenticare la nostra esistenza e calpestare i nostri diritti umani, perché toglierci il nome del luogo di nascita al quale tutti abbiamo diritto equivale a lasciarci morire nel dimenticatoio dell'indifferenza. Gentile Onorevole Gianfranco Fini, e questo è il motivo per cui le scrivo, mi aiuti a difendere la mia identità, proceda, per cortesia, con ogni mezzo a sua disposizione per ripristinare la giusta dicitura nei documenti di tutti gli esuli. Ho già pagato un grande tributo di sofferenza con l'esilio e la perdita di ogni mio avere, un tributo di sangue e di dolore con la morte di mio zio ucciso a soli 30 anni assieme a tre compagni mentre tentava di fuggire dall'isola e ritrovato quarant'anni dopo sul fondo del mare con il cranio trapassato da un proiettile, un tributo di umiliazioni ricevuto dalla gente che mi ha vista usurpatrice del posto di lavoro. La scelta di restare italiana mi è costata troppo, non sopporto quest'ultima offesa morale che mortifica la mia dignità specialmente perché deriva da una legge dello Stato, che almeno dopo sessant'anni avrebbe dovuto tutelare me e tutti gli esuli. Ringranziandola per la Sua attenzione, porgo cordiali saluti.

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Su Youtube valanga di testamenti biologici (sezione: Diritti umani)

( da "Rai News 24" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma | 10 febbraio 2009 Su Youtube valanga di testamenti biologici Sull'onda emotiva del caso Englaro e sul legittimo dubbio che la Repubblica italiana su questi argomenti non riesca a decidere, libera dalle pressioni che arrivano dallo Stato Vaticano, un gran numero di cittadini italiani ha affidato a Youtube il proprio testamento biologico per evitare in futuro, nella spiacevole ipotesi di non essere più in grado di intendere e di volere, di subire l'accanimento terapeudico. Per vedere i molteplici testamenti basta andare su youtube.it e digitare "testamento biologico". Sui motori di ricerca si puo' scaricare in formato Pdf un modulo da compilare per cercare di tutelarsi dall'ipotesi di finire la propria vita attaccati a una macchina a tempo indeterminato. Antesignani in tal senso sono stati i responsabili della Fondazione Umberto Veronesi. Il testamento biologico (detto anche: testamento di vita, dichiarazione anticipata di trattamento) è l'espressione della volontà da parte di una persona (testatore), fornita in condizioni di lucidità mentale, in merito alle terapie che intende o non intende accettare nell'eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte (consenso informato) per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione. La Costituzione della Repubblica Italiana stabilisce che nessuno possa essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge (art. 32) e l'Italia ha ratificato nel 2001 la Convenzione sui diritti umani e la biomedicina (L. 28 marzo 2001, n.145) di Oviedo del 1997 che stabilisce che i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento non è in grado di esprimere la propria volontà, saranno tenuti in considerazione. è importante sottolineare, tuttavia, che nonostante la legge n. 145 del 2001 abbia autorizzato il Presidente della Repubblica a ratificare la Convenzione, tuttavia lo strumento di ratifica non è ancora depositato presso il Segretariato Generale del Consiglio d'Europa non essendo stati emanati i decreti legislativi previsti dalla legge per l'adattamento dell'ordinamento italiano ai principi e alle norme della Costituzione. Per questo motivo l'Italia non fa parte alla Convenzione di Oviedo.

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Obama: <Lavoreremo con le banche> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

E dal Senato arriva il primo ok al piano di stimolo Obama: «Lavoreremo con le banche» Prima conferenza alla Casa Bianca: il presidente parla di economia, ma anche di politica estera e tortura Barack Obama (Ap) WASHINGTON - La crisi economica e la strategia per affrontarla, ma anche l'Iran, la tortura e l'Afghanistan: questo gli argomenti principali affrontati da Barack Obama nella sua prima conferenza stampa alla Casa Bianca. Un'ora spesa davanti alle telecamere, per ribadire la necessità di approvare velocemente il piano di incentivi al vaglio del Congresso e che dovrebbe contribuire a evitare che «la crisi si trasformi in una catastrofe» per gli Stati Uniti. E a sorpresa il presidente americano sceglie il prime time, la prima serata televisiva e anche il momento di massimo ascolto, per il suo messaggio dalla White House, particolare che rappresenta un'ulteriore dimostrazione della volontà del presidente americano di parlare con la massima trasparenza possibile, direttamente agli americani, quasi senza il filtro dei media. «LAVOREREMO CON LE BANCHE» - Nel corso della conferenza stampa, Obama ha fatto l'esame della crisi in atto «che è reale e conclamata», fornendo anche le sue ricette: dal piano di stimolo al salvataggio del sistema finanziario per il quale «non è ancora chiaro» se serviranno o meno ulteriori fondi. «La festa è finita, dobbiamo fermare la spirale negativa» ha detto il presidente americano. «È insostenibile» ha aggiunto che l'economia si regga solo sui consumi che, comunque, non sono i responsabili della crisi in atto. Alla radice della situazione attuale vi sono i «rischi esorbitanti» ai quali le banche si sono esposte. Le stesse banche con le quali l'amministrazione americana, questa la promessa di Obama, intende lavorare gomito a gomito per sbloccare il credito. POLITICA ESTERA - Nel discorso di Obama, oltre alla crisi, anche la politica estera in primo piano. Sull'Iran il presidente usa ha detto che «nei prossimi mesi» gli Stati Uniti «aspetteranno aperture» che possano consentire di «avviare una diplomazia faccia a faccia» In Afghanistan, d'altro canto, Obama vede la necessità di un miglior coordinamento tra gli Usa ed i paesi alleati. Sulla questione nucleare infine il successore di George W. Bush ha sottolineato che Stati Uniti e Russia devono essere i primi a dare il buon esempio in tema di riduzione degli armamenti. «Bisogna far ripartire la conversazione» con Mosca, ha detto Obama. TORTURA - Circa la tortura, il presidente ha assicurato che gli Stati Uniti nella caccia ai terroristi «non tortureranno, rispetteranno la Convenzione di Ginevra, non violeranno i loro valori». «È una posizione che non indebolirà ma piuttosto rafforzerà la efficacia delle nostre azioni - ha detto Obama -. Dobbiamo sempre ricordare che nessuno è al di sopra della legge». CRISI, PRIMO VIA LIBERA DEL SENATO - Prende forma intanto il rilancio dell'economia americana: dal Senato infatti arriva il primo via libera al piano di stimolo, mentre quello per favorire il credito e stabilizzare i mercati finanziari «è praticamente pronto». Il piano sarà svelato nel pomeriggio (ore 17 italiane) dal segretario al Tesoro Timothy Geithner. Lunedì giornata in sordina a Wall Street, con gli indici poco variati. stampa |

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Zimbabwe/ Amnesty International chiede rilascio detenuti (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Londra, 10 feb. (Ap) - Amnesty International ha chiesto il rilascio dei detenuti politici in Zimbabwe e ha sollecitato il nuovo governo di unità nazionale a rendere una priorità la salvaguardia dei diritti umani. "Per quasi un decennio la popolazione dello Zimbabwe ha vissuto endured immense suffering come conseguenza delle politiche del governo contro chi era percepito come oppositore", ha detto Simeon Mawanza, esperto per lo Zimbabwe di Amnesty. Ha sottolineato che è contro questo scenario che Amnesty ha chiesto al presidente Robert Mugabe e al primo ministro Morgan Tsvangirai di "intraprendere iniziative concrete per dimostrare l'impegno del loro governo verso i diritti umani riconosciuti a livello internazionale".

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Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore?. (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano. Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso. Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità, Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna. Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita? Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione condivisa a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia Vantaggiato titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi", con ilare, soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi pensa che l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience televisiva di ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati seguiti da 5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi 9 milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 8 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Feb 09 L'ultima truffa della casta dei banchieri Domani il segretario al Tesoro Usa Geithner presenterà il nuovo piano per salvare il sistema finanziario americano. Intanto, però, dalla casta dei banchieri continuano a giungere pessimi segnali. La spartizione dei bonus milionari continua, soprattutto negli istituti salvati dal contribuente (come ho spiegato in questo articolo e in quest'altro). E Il Congressional Oversight Panel for the bailout funds, un comitato incaricato di verificare come vengono spesi i fondi già stanziati per salvare il sistema finanziario, ha scoperto un'altra beffa; pardon un'altra truffa. Lo scorso ottobre il Tesoro americani ha comprato titoli tossici dalle banche americane per 254 miliardi di dollari, ma il valore reale è risultato essere di 176 miliardi di dollari. Insomma, le banche americane hanno ingannato lo Stato 78 miliardi di dollari. E lo Stato, ovvero il Tesoro Usa all'epoca guidato da Paulson, si è verosimilmente lasciato amabilmente gabbare. Non a caso per molte settimane si è rifiutato di spiegare pubblicamente quali criteri abbia adottato per comprare i titoli tossici. Per non turbare il mercato, diceva. E qui veniamo al punto: le attuali degenerazioni nascono dallo strapotere di quelle che Tito Tettamanti, noto imprenditore e finanziere svizzero, ha definito in un articolo sul Corriere del Ticino, le "gigantobanche", che hanno finito per falsare le regole del capitalismo. Tettamanti, da sempre su posizioni liberiste, le definisce "degenerazioni concettuali", come l'aver abolito la distinzione tra banca di credi to e banca d'affari, l'aver permesso agli istituti attività speculative al alto rischi che dovrebbero essere limitate agli Hedge Funds. Secondo Tettamanti è "gravissimo anche il fatto che le «gi gantobanche » abbiano creato tra di loro dei mercati, i famosi «over the counter», per loro prodotti (certi de rivati), mercati dei quali erano ge stori, attori, regolatori, escludendo altri partecipanti e sottraendosi ad ogni esigenza di trasparenza e con trollo". Ma vi sono altre responsabilità: "Quelle di chi ha accettato, quando non volu to, la creazione di banche «too big to fail», vale a dire tanto gigantesche, tanto importanti per il sistema che non ci si sarebbe mai potuti permet tere di farle fallire. E chi ha accettato sono tra l'altro i controllori (vale a dire i rappresen tanti dello Stato) chiamati ad appli care le numerose regolamentazioni esistenti. Non solo ciò era in paten te contraddizione con il sistema di mercato che deve sanzionare l'insuc cesso con il fallimento (anche perché le perdite non si annullano trasci nando i debiti all'infinito), ma ha creato una categoria di privilegiati tra le banche. Tettamanti si chiede: "I controllori che hanno assistito alla degenerazione (magari facili tandola) perché non sono intervenu ti applicando le regole?" e osserva che: - le regole ci sono, ma bisogna vole re ed essere capaci di applicarle o correggerle quando sono errate. In fatti, delle banche sono pratica mente fallite senza infrangere le re gole esistenti. Attenzione: più rego le di dettaglio esistono, più si de responsabilizza il soggetto delle re gole e si rende macchinoso l'inter vento; - lo Stato, di cui i controllori sono un'emanazione, non può troppo facilmente declinare ogni respon sabilità per i disastri originati dal le «gigantobanche», ma neppure avere troppo il complesso del com plice per i salvataggi". L'ultima truffa, quella dei 78 miliardi evdenzia un punto fondamentale: il salvataggio delle banche rischia di essere inutile se non si scardinano il sistema delle "gigantobanche" e, parallelamente, i privilegi inaccettabili dei manager. Obama ne sarà capace? Sono scettico, la mia impressione è che l'establishment americano miri a superare la tempesta, per poi permettere alla casta dei banchieri e alle "gigantobanche" di continuare come prima. Sarebbe l'ultima beffa. Sbaglio? Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 25 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Feb 09 Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere Ho seguito con crescente turbamento le polemiche sulla vicenda di Eluana. Chiunque abbia provato che cosa significhi assistere un proprio caro che ha subito danni al cervello, non può che provare una struggente solidarietà con il padre di Eluana. Questo è un dramma intimo, straziante, che richiede raccoglimento e invece è diventato il tema di una battaglia furibonda da entrambi gli schieramenti. Stamattina ho letto sulla Stampa l'opinione controcorrente di un autorevole cattolico, quella dell'arcivescovo Giuseppe Casale che dice: «Mi sento vicinissimo a papà Peppino. Quella di Eluana non è più vita, porre termine al suo calvario è un atto di misericordia». «Non è tollerabile accanirsi ancora nè proseguire questo stucchevole can can. C'è poco da dire: l'alimentazione e l'idratazione artificiali sono assimilabili a trattamenti medici. E se una cura non porta a nessun beneficio può essere legittimamente interrotta». E ancora: "Si è creato il 'caso Englarò agitando lo spettro dell'eutanasia, ma qui non si tratta di eutanasia. Alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili. Vedo quasi il gusto di accanirsi su una persona chiusa nella sua sofferenza irreversibile. Una vita senza relazioni, alimentata artificialmente non è vita. Come cattolici dovremmo interrompere tutto questo clamore e dovremmo essere più sereni affinchè la sorte di Eluana possa svilupparsi naturalmente - aggiunge monsignor Casale - . I trattamenti medici cui è stata sottoposta non possono prolungare una vera vita, ma solo un calvario disumano. È giusto lasciarla andare nelle mani di Dio.» «L'alimentazione artificiale - conclude Monsignor Casale - è accanimento terapeutico, se la si interrompe Eluana muore. Rispettiamo le sue ultime volontà e non lasciamo solo un padre che, appena si saranno spenti i riflettori di una parossistica attenzione, sarà in esclusiva compagnia del suo dolore. Io lo comprendo, prego per lui, gli sono vicino. Neanche io vorrei vivere attaccato alle macchine come Eluana, anche per me chiederei di staccare la spina. Eluana non c'è più già da tanto, da molto tempo prima della rimozione del sondino che simula un'esistenza definitivamente svanita». Le parole di Monsignor Casale fanno riflettere. Che abbia ragione lui? Scritto in società, Italia, giornalismo Commenti ( 198 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Feb 09 Quei manager che si tagliano lo stipendio. Dopo lo scandalo dei bonus da 18 miliardi distribuiti ai manager dalle banche americane salvate dallo Stato, Obama corre ai ripari: oggi annuncia una norma che impone un limite di 500mila dollari agli stipendi dei dirigenti delle società che beneficiano dei sussidi pubblici. Bene, è un passo nella giusta direzione. Tuttavia, mi chiedo: i 18 miliardi rappresentano un abuso colossale e una distorsione di fondi pubblici: perchè Obama non ne pretende la restituzione? Se lo avesse fatto sarebbe stato davvero credibile, in questo modo invece premia la casta, legalizza l'ultima rapina. E invece in un frangente di crisi come questo sarebbe stato necessario un segnale molto più forte che, evidentemente, Obama non può permettersi. Segnali che invece giungono da alcune aziende private. In Giappone, ad esempio, i manager di alcune grandi società in difficoltà si sono ridotti del 30% lo stipendio. Lo stesso è avvenuto in Italia, nel mio mondo, quello dell'editoria. Il gruppo del Sole 24 Ore ha appena inviato una lettera a tutti i collaboratori in cui annuncia una riduzione dei compensi del 25% per fare fronte a quella che definisce la "Grande Crisi". La lettera è firmata dal direttore Ferruccio de Bortoli e dall'amministratore delegato Claudio Calabi, che hanno dato l'esempio riducendosi di un quarto lo stipendio. Che differenza rispetto ai banchieri di Wall Street! Questa è la strada giusta: se i tempi sono duri, lo sono per tutti. Ed è il capo che mostra la via assumendosi in prima persona i sacrifici richiesti. Io lo chiamo capitalismo responsabile e mi piace moltissimo. Scritto in economia, società, era obama, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, giornalismo Commenti ( 80 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Feb 09 Ecco perché il clandestino in realtà non viene espulso Sul Giornale di ieri Stefano Zurlo ha scritto un bell'articolo, in cui racconta che cosa accade agli irregolari che vengono arrestati. Mi ha colpito questo passaggio: "È un meccanismo davvero surreale. Il clandestino viene espulso; non se ne va o torna di nascosto nel nostro Paese e allora scatta, obbligatorio, l'arresto. Ma i processi, di media, sono catene di montaggio delle scarcerazioni: l'imputato esce, in attesa del verdetto, e tanti saluti. Oppure, se la sentenza arriva di volata, viene condannato, ad una pena di 6-8-10 mesi. E subito dopo rimesso in libertà. Come è normale quando la pena è inferiore ai due anni. Insomma, l'irregolare viene afferrato dalla legge e dalla legge riconsegnato alla sua vita invisibile. Con una postilla: se lo acciufferanno di nuovo, sempre senza documenti, non potranno più processarlo: non si può giudicare due volte una persona per lo stesso reato". Se questa è la realtà, e non dubito che lo sia, la lotta ai clandestini è assolutamente inutile. Continueranno ad arrivare, sempre più numerosi, proprio perché è garantita l'impunità. E allora è necessario correre ai ripari, varando norme che non permettano la scarcerazione in attesa del processo e, come ho già scritto, che rendano obbligatorio il rilevamento, oltre delle impronte digitali, dell'iride dell'occhio. Solo così l'Italia può assumere una credibilità che oggi non ha. L'alternativa è che l'Italia si trasformi non in una società tendenzialmente multietnica, ma in un Paese anarchico con profonde ingiustizie sociali e un razzismo diffuso. Non c'è più tempo da perdere: tocca al governo di centrodestra proporre misure concrete. E al centrosinistra moderato di Veltroni sostenerle con spirito bipartisan. Perché il problema degli immigrati non ha più colore politico ma è sentito, con angoscia, dalla stragrande maggioranza degli italiani, compresi i progressisti. O no? Scritto in società, globalizzazione, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 70 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Jan 09 La casta di Wall Street? Continua ad arricchirsi. Negli ultimi giorni mi sono occupato nuovamente della casta dei banchieri, che ha inguaiato il mondo. Ho scoperto alcuni dettagli interessanti, ad esempio, che l'ex numero uno di Lehman Brothers, ha venduto la sua lussuosa residenza in Florida, stimata 14 milioni di dollari. Il prezzo? Cento dollari. Chi l'ha comprata? La moglie. E così si cautela contro eventuali creditori. Ipotesi peraltro remota, perché le leggi americane offrono ampie protezioni ai banchieri protagonisti della truffa del secolo. I protagonisti del disastro finanziario passano le loro giornate a giocare, a golf, bridge, cricket. E quelli che non si sono ritirati continuano ad arricchirsi. Nel 2008, mentre le loro società venivano salvate dal fallimento, i manager delle banche si sono accordati bonus per 18,4 miliardi di dollari, come spiego in un editoriale, nel quale pongo una domanda a questo punto fondamentale: è giusto salvare le banche se la casta non viene smantellata? Tremonti dice: a casa o in galera. Sono d'accordo con lui. Se il capitalismo vuole risorgere deve riscoprire una virtù indispensabile, quella della responsabilità individuale. E fare piazza pulita. Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, democrazia, gli usa e il mondo Commenti ( 73 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Jan 09 Immigrazione, stiamo sbagliando (quasi) tutto? I fatti degli ultimi giorni hanno riportato alla ribalta la questione degli immigrati. Ne traggo tre riflessioni. 1) La crisi economica renderà ancora più acuto il problema dell'immigrazione all'interno della Ue. Romania e Bulgaria sono già in forte crisi economica e non mi stupirebbe se nei prossimi mesi aumentasse il numero di cittadini di questi Paesi che cerca fortuna nei Paesi europei ricchi; che, però, come ben sappiamo, non sono risparmiati dalla recessione. Rumeni, bulgari verranno qui ma non troveranno lavoro e molti di quelli che già abitano in Italia lo perderanno. La situazione rischia di diventare rapidamente esplosiva: povertà, indegenza, disperazione, dunque probabile aumento della delinquenza spicciola e molto potenziale manodopera per la malavita e per gli imprenditori italiani schiavisti (che esistono e vanno combattuti energicamente) . Tutto questo alimenterà il razzismo e l'incomprensione reciproca. Occorre che l'Unione europea prenda iniziative straordinarie per limitare la libertà di circolazione delle persone, anche ripristinando, transitoriamente i visti. 2) L'immigrazione extra Ue non si combatte solo alzando barriere, che in realtà servono a poco, perchè, come ha dimostrato l'ultimi rapporto della Fondazione Ismu, dei 450 mila stranieri che arrivano illegalmente, solo 120mila attraversano il Mediterraneo. Gli altri sbarcano con un visto regolare (di studio, turistico o per lavori stagionali) e si danno alla macchia. Come si combatte questo fenomeno? Imitando gli americani: che prendono la foto e le impronte digitali a tutti i visitatori, In tal modo (magari anche con il controllo dell'iride) si creerebbe una banca dati europea che rende facilmente identificabili i clandestini. 3) Gli immigrati non partono spinti solo dalla povertà, ma anche - anzi, soprattutto - per inseguire il mito di un'Europa Eldorado, come ho spiegato in questa analisi. Il mito non viene mai scalfito dai media nè nè dalla sociteà africana, che anzi continu ad alimentarlo. «Gli africani quando partono non immaginano che fuori possa fare più freddo che dentro un frigorifero», mi ha detto Gustave Prosper Sanvee, direttore della tv cattolica del Togo. Dunque se vogliamo limitare le partenze è necessario che gli immigrati sappiano che l'Europa non è un paradiso, ma spesso un purgatorio fatto di stenti, sofferenza, spesso umiliazioni e che ci ce la fa deve rispettare regole sociali e di convivenza che sono molto diverse da quelle africane. Ma per raggiungere questo obiettivo è necessario che l'Europa promuova una politica di comunicazione mirata alle popolazioni Africane, che oggi è inesistente. Da qui la mia riflessione: perché non provare un approccio diverso sull'immigrazione? Ho l'impressione che le misure tentate non abbiano prodotto gli effetti sperati e siano destinate al fallimento anche in futuro. In altre parole, l'Italia e l'Europa stanno sbagliando (quasi) tutto. O no? Scritto in società, europa, globalizzazione, immigrazione Commenti ( 72 ) » (7 voti, il voto medio è: 3.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Jan 09 Resa dei conti tra la Cina e gli Usa? Il sito del Giornale nelle ultime 48 ore ha dovuto affrontare la migrazione da un provider a un altro e dunque anche l'accesso al blog è stato difficile, soprattutto in certe zone d'Italia. Mi scuso per questo inconveniente, ora risolto. Negli ultimi due giorni sul Giornale ho scritto ancora di Obama, che ha litigato con il Vaticano sull'aborto e per la prima volta ha avuto qualche screzio con la stampa americana, finora notoriamente compiacente. I giornalisti Usa tra l'altro si sono accorti che un lobbista dell'industria delle armi è stato nominato numero due del Pentagono, vicenda di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi su questo blog. Era ora. Ma la notizia più significativa riguarda la Cina, sebbene non abbia avuto molto rilievo sui giornali italiani. E' accaduto questo: il segretario al Tesoro Timothy Geithner che giovedì, durante le audizioni alla Commissione finanze del Senato, aveva accusato Pechino di «manipolare le quotazioni dello yuan per ottenre scorrettamente vantaggi commerciali», aprendo di fatto l'iter che, in base a una legge del 1988, permetterebbe al governo americano di imporre sanzioni ovvero barriere tariffarie. La Cina ha risposto smentendo le accuse, mentre il ministro degli Esteri di Pechino ha chiamato Hillary Clinton ammonendola a non compiere passi falsi. Perchè questo screzio? I fattori di attrito sono diversi, ma a mio giudizio ne prevale uno: quello del debito americano. La Cina è da qualche anno il primo sottoscrittore al mondo di Buono del tesoro Usa, ma una decina di giorni fa ha annunciato che intende ridurre il proprio impegno e usare una parte delle risorse per rilanciare l'economia interna. L'America, però, non può permetterlo; anzi, visto che il suo deficit pubblico quest'anno triplicherà, vorrebbe che Pechino aumentasse gli acquisti di Treasury. L'affondo di Geithner ha l'aria di un monito ai cinesi: se Pechino non si ricrede, Washington si vendicherà alzando le barriere doganali; dunque rendendo impervio l'accesso a un mercato che rappresenta il principale sbocco ai beni «made in China». Si scatenerebbe una guerra commerciale e finanziaria da cui usciremmo tutti perdenti. Lo spettro è quello di un dollaro in caduta libera e di una Cina in profonda depressione, che aggraverebbe la crisi dell'economia mondiale. Domanda: lo scenario è credibile? Ragionavolmente uno scontro non conviene a nessuno e pertanto dovrebbe prevalere la ragionevolezza. Fino a quando la Cina, che secondo alcuni economisti sarebbe già in depressione, è disposta a usare le proprie risorse per finanziare il deficit americano? E Obama è in grado di gestire con saggezza rapporti delicati e cruciali come questi? Scritto in economia, era obama, globalizzazione, notizie nascoste, cina, gli usa e il mondo Commenti ( 23 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.44 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jan 09 Basta torture. Bravo Obama, ma come la mettiamo con l'Iran? "L'America non tortura", ha dichiarato ieri Obama rinfrancando chi ha sempre visto nell'America un baluardo di civiltà, saldamente ancorato ai valori della democrazia e della Costituzione. Quell'America è tornata. Bravo Obama, ma McCain, se avesse vinto, avrebbe fatto altrettanto. Entrambi sono convinti che la guerra al terrorismo non possa essere condotta violando i principi che l'America ha sempre proclamato di rispettare, proponendosi pertanto come un modello virtuoso per gli altri Paesi. La stragrande maggioranza dei detenuti di Guantanamo è risultata innocente, ma per molti mesi ha vissuto in condizioni orribili, da lager sovietico, senza assistenza legale, per molto tempo senza nemmeno il monitoraggio della Croce Rossa. Segregati, senza colpa. E nelle prigioni segrete della Cia è successo di tutto: sevizie orribili, alcuni prigionieri sono spariti nel nulla. Ma quanti di loro erano terroristi? Pochi. Obama (e McCain) sono convinti che la guerra ad Al Qaida debba essere risoluta ed energica, ma senza ricorrere a metodi tipici di una dittatura e non di una grande democrazia. La chiusura di Guantanamo e delle prigioni Cia ha anche una valenza politica, perché rafforza e precisa il messaggio di apertura al mondo arabo e all'Iran, con cui la Casa Bianca è pronta ad avviare "negoziati diretti senza precondizioni", come spiego in questo articolo, mentre si rafforzano i segnali di un raffreddamento dei rapporti con Israele (anticipati su questo blog il 14 gennaio). Ieri ho parlato con alcuni esperti di Washington e, off the record, una fonte qualificata del governo americano mi ha fatto notare che Obama nel suo discorso di insediamento non ha citato Israele. E chi è il primo leader straniero con cui Barack ha parlato? Il palestinese Abu Mazen. Basta torture ed è un bene; ma anche meno Israele e più Iran, rapporti ancora più stretti con le potenze del Golfo persico e dunque mano tesa all'Islam fondamentalista sia sunnita che sciita. Scelta strategica lungimirante o clamoroso errore che contraddice i valori degli Usa, premiando regimi come l'Iran e l'Arabia Saudita che calpestano i diritti umani? Scritto in israele, era obama, democrazia, medio oriente, gli usa e il mondo, islam Commenti ( 103 ) » (8 voti, il voto medio è: 2.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jan 09 Ha ragione Tremonti: bisogna scegliere chi salvare. Le borse crollano, ci risiamo.. ma perchè? Colpa di Obama, come qualcuno ha suggerito sui giornali? No, i mercati finanziari scendono perchè temono che nemmeno Obama, nonostante gli interventi promessi, possa risollevare l'economia, perlomeno non i tempi brevi. Nonostante i ribassi di Piazza Affari e l'entità del debito pubblico, l'Italia è in una posizione più favorevole rispetto ad altri Paesi, come ha spiegato uno dei nostri economisti più brillanti Marco Fortis, in un'intervista a Rodolfo Parietti. Ma la crisi è globale e da sola l'Italia non ce la può fare. E allora bisogna capirne le ragioni e le dinamiche. Un giornalista del Corriere del Ticino, Alfonso Tuor, da tempo si segnala per la precisione e la lungimiranza delle sue analisi. Venerdì scorso, dunque prima del capitombolo di Wall Street, ha pubblicato un editoriale in cui spiega che cosa sta accadendo. La sua è una visione "tremontiana" e la ritengo assai convincente. Ecco i passaggi più significativi del suo articolo: Concluso il periodo delle ferie natalizie, è tornato alla ribalta il problema centrale di questa crisi: lo stato comatoso del settore finanziario. Infatti non vi sono miglioramenti delle condizioni di salute del sistema bancario, nonostante le ricapitalizzazioni degli istituti di credito americani ed europei operate dagli Stati e i continui interventi delle banche centrali. (.)Lo stesso presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha dovuto ammettere che non vi è alcuna speranza di uscire da questa crisi se non si risana il sistema bancario. Bernanke ha addirittura precisato che risulterà insufficiente anche il pacchetto fiscale di Obama da 800 miliardi di dollari. (.) Il motivo è semplice. La crisi finanziaria ha già investito l'economia reale. Le industrie europee, americane e di altri continenti si trovano strette in una tenaglia: da un canto, i fatturati diminuiscono rapidamente (in alcuni rami si registrano contrazioni del 30%) e, dall'altra, l'accesso al credito è chiuso, poiché il sistema bancario è riluttante a concedere nuovi crediti, oppure è estremamente oneroso, con tassi di interesse molto elevati nonostante il ribasso del costo del denaro attuato dalle banche centrali. La conseguenza è un circolo vizioso: la recessione produce nuove sofferenze che aggravano la crisi bancaria, le banche concedono meno prestiti rendendo più profonda la recessione e così via. In pratica, il settore bancario non svolge più (non concedendo crediti) il suo ruolo di trasmissione degli impulsi di politica monetaria. Quindi, anche il taglio dei tassi europei riduce i costi di rifinanziamento delle banche, ma ha scarsa o nessuna influenza sull'accesso e sul costo del credito delle imprese industriali. Ora, l'oligarchia finanziaria che ha causato questa crisi, con l'autorevole sostegno della Federal Reserve, sostiene una tesi semplice: non si può uscire dalla crisi, se prima gli Stati non risanano il sistema bancario. Questa tesi, apparentemente seduttiva, dimentica di esplicitare i costi enormi di questo salvataggio. Un'idea della grandezza dei capitali necessari la si può ricavare dalle migliaia di miliardi finora spesi da Stati e da banche centrali senza ottenere alcun risultato apprezzabile. Negli Stati Uniti si sono già spesi 8.000 miliardi di dollari, nell'Unione Europea la cifra è di poco inferiore. Per risanare i catastrofici bilanci delle grandi banche occorrerebbero altre migliaia di miliardi. Se non si crede alla teoria che i soldi possano essere stampati all'infinito senza alcuna conseguenza negativa, bisogna concludere che i governi devono scegliere chi aiutare, poiché non hanno le risorse finanziarie per salvare sia le famiglie sia le imprese sia le banche. È quanto ha deto recentemente il ministro italiano Giulio Tremonti, il quale teme che il tentativo di salvare tutti farà sì che non si riuscirà ad aiutare nessuno e si provocherà unicamente un ulteriore peggioramento della crisi. Come sostiene Tremonti, bisogna ammettere realisticamente che si può salvare solo la parte buona del sistema bancario e concentrare le risorse per rilanciare l'economia, per difendere l'occupazione e il sistema industriale. Per essere più chiari, fino a quando non si cominceranno a fare queste scelte non vi è alcuna possibilità che si esca veramente dalla crisi. Il costo di salvare tutto e tutti rischia di essere tale da incrinare la fiducia nei titoli con cui gli Stati finanziano i loro disavanzi pubblici e nelle stesse monete. A questo riguardo già si cominciano ad avvertire alcuni segnali preoccupanti. (.) In attesa che le élites politiche si affranchino dallo stato di dipendenza nei confronti dell'oligarchia finanziaria, saremo costretti a confrontarci con l'aggravarsi della recessione, con continui interventi miliardari per salvare le banche e pacchetti di rilancio che non produrranno gli effetti desiderati, ma solo un sollievo temporaneo. Insomma, continueremo ad assistere al peggioramento della crisi. Domanda: Tuor ha ragione ? E' possibile salvare solo alcune banche mantenendo la funzionalità del sistema finanziario? Scritto in società, economia, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 26 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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Diritto Umanitario: pubblicati atti Tavola Rotonda (sezione: Diritti umani)

( da "Sanremo news" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Diritto Umanitario: pubblicati atti Tavola Rotonda Sono stati pubblicati in questi giorni, a cura del Dott. Gian Luca Beruto e di Casabianca Grafica gli atti della Tavola Rotonda su 'Diritto Internazionale Umanitario, Diritti Umani e Operazioni di Pace', organizzata a Sanremo, dal 4 al 6 settembre 2008, dall?Istituto Internazionale di Diritto Umanitario. Il volume, di oltre 400 pagine, contiene l?integralità degli interventi, delle comunicazioni e dei messaggi presentati in occasione dei lavori a cui hanno preso parte oltre 400 persone. La Tavola Rotonda di Sanremo costituisce ormai da 30 anni un importante appuntamento per la comunità giuridica, scientifica e diplomatica che si rinnova di anno in anno, nel mese di settembre, per approfondire, nello ?Spirito di Sanremo?, i temi di attualità dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Il volume edito dall?Istituto contiene, tra gli altri, testi del Presidente del Comitato Internazionale di Croce Rossa, Dr. Jakob Kellenberger; del Sottosegretario agli Affari Esteri, On. Stefania Craxi; dell?ex Ministro degli Esteri australiano, Dr. Gareth Evans; dell?ex Rappresentante Permanente degli Stati Uniti alla NATO, Ambasciatore William Taft; del Prof. Theodor Meron, giudice al Tribunale Penale Internazionale per l?ex Yugoslavia; del Prof. Fausto Pocar, già Presidente del Tribunale Penale Internazionale per l?ex Yugoslavia.

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Il Dalai Lama è "civis romanus". La Cina: "Offeso il nostro popolo" (sezione: Diritti umani)

( da "Panorama.it" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

- Italia - http://blog.panorama.it/italia - Il Dalai Lama è "civis romanus". La Cina: "Offeso il nostro popolo" Posted By redazione On 10/2/2009 @ 8:46 In Headlines | No Comments Il Dalai Lama è cittadino di Roma e la Cina insorge. Da Roma è partito un appello, quasi una supplica corale, per rifiutare la violenza, per difendere i diritti umani, i diritti dei popoli e soprattutto quelli del popolo tibetano. Queste parole sono diventate così un gesto concreto con il conferimento da parte del consiglio comunale della cittadinanza onoraria a [1] Yeshe Tenzin Gyatzo, XIV Dalai Lama. Un gesto "simbolico", come ha detto il sindaco di Roma [2] Gianni Alemanno, che ribadisce la richiesta dell'Italia e dell'Unione Europea nei confronti della Repubblica Popolare Cinese affinchè riprenda il dialogo con gli esponenti della nazione tibetana per ottenere [3] l'autonomia del Tibet. Il leader spirituale del Tibet entrando in Campidoglio nell'aula Giulio Cesare è stato accolto da un lungo applauso e grida: "free Tibet" ed in molti hanno esposto bandiere tibetane, mentre in piazza del Campidoglio si sono radunate alcune centinaia di persone con cartelli e striscioni pro Tibet, tra cui uno di Foro 753, centro sociale di destra, "contro l'oppressione comunista boicotta il made in Cina". L'aula era gremita, con un parterre d'eccezione con molti politici, tra i quali il [4] ministro della Gioventù Giorgia [5] Meloni, il ministro delle Politiche [6] comunitarie Andrea Ronchi e il capogruppo dei senatori Pdl Maurizio Gasparri. Il Dalai Lama ha ammesso che "questi premi", riferendosi alla cittadinanza onoraria di Roma e al Nobel, "sono un incoraggiamento a sostegno dell'azione non violenta e ciò mi dà coraggio. Penso che i tibetani sapendo che io sono qui a Roma a prendere la cittadinanza onoraria non si sentiranno abbandonati". Il leader spirituale del Tibet ha detto che sono tre gli impegni a cui si dedicherà fino alla sua morte: "Promuovere il valore umano, l'incontro e l'armonia interreligiosa e risolvere la causa del Tibet". Tenzin Gyatzo ha ricordato che sta invecchiando ma che non può ùritirarsi perchè andrà il mio sostegno al Tibet finché vivrò". Una presenza quella del Dalai Lama in Campidoglio che rappresenta" ha sottolineato Alemanno "la nostra rivolta morale di fronte all'ingiustizia, alla violenza, all'oppressione. Una rivolta morale a difesa dell'identità dei popoli e del diritto che ha ognuno di noi di esprimere la sua spiritualità e la sua cultura". Un messaggio non violento lanciato dal colle capitolino che acquista ancora più valore in un momento in cui la repressione della Cina in Tibet è sempre più dura, come ha detto lo stesso il Dalai Lama durante un incontro svoltosi prima della cerimonia in Campidoglio con l'intergruppo parlamentare per il Tibet. Un segnale di pace e di dialogo che parte "dal centro ideale della romanità", come ha affermato il sindaco, proprio in vista del cinquantesimo anniversario dell'insurrezione pacifica del popolo tibetano, avvenuta a Lhasa il 10 marzo 1959. Un messaggio di pace non compreso, anzi respinto, da Pechino. Il conferimento al Dalai Lama, il leader tibetano in esilio, della cittadinanza di Roma "offende il popolo cinese" e costituisce "un'interferenza" negli affari interni di Pechino, ha detto oggi la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Jiang Yu. La Cina ha annunciato conseguenze nelle relazioni con l'Italia per la decisione del Comune di Roma di conferire la cittadinanza onoraria al Dalai Lama. L'anno scorso Pechino cancellò una summit franco-cinese dopo che Nicolas Sarkozy aveva incontrato il leader spirituale tibetano. La concessione della cittadinanza onoraria di Roma al Dalai Lama, ha detto Jiang Yu, "ferisce profondamente la sensibilità del popolo cinese. Manifestiamo il nostro forte malcontento e la nostra contrarietà".

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Cittadinanza onoraria al Dalai Lama, la Farnesina replica a Ministero degli Esteri cinese (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Cittadinanza onoraria al Dalai Lama, la Farnesina replica a Ministero degli Esteri cinese (10/2/2009 17:00) | (Sesto Potere) - Roma - 10 febbraio 2009 - In relazione alle dichiarazioni del portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Jiang Yu, circa la decisione del Comune di Roma di concedere la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, la Farnesina sottolinea come sia stato già chiarito in altre numerose occasioni all?Ambasciatore cinese in Italia che i comuni italiani sono autonomi e assumono le loro decisioni in assoluta indipendenza dal Governo. La Farnesina ricorda il fermo sostegno del Governo italiano alla politica di una sola Cina, politica che il Presidente Berlusconi e il Ministro degli Esteri Frattini hanno ribadito ai loro omologhi anche in occasione degli ultimi incontri avuti. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Cittadinanza onoraria di Roma al Dalai Lama (Sesto Potere) - Roma - 10 febbraio 2009 - Conferita il 9 febbraio dal sindaco Alemanno la cittadinanza onoraria di Roma al Dalai Lama. La cerimonia si è tenuta in Campidoglio, nell'Aula Giulio Cesare, alla presenza di una numerosa delegazione interparlamentare e dell'intero Consiglio Comunale. Alla città di Roma, prima tappa del suo viaggio in Europa, il Dalai Lama ha lasciato sul Libro d'Onore questa dedica: "Sono estremamente onorato per avere potuto visitare questa storica città e per aver avuto il privilegio di riceverne la cittadinanza onoraria. Aggiungo la mia preghiera affinché la città e i suoi abitanti godano di eterna prosperità". Dal suo canto, il sindaco Alemanno ha pronunciato un discorso che rende omaggio al leader religioso "che ha dedicato la vita al rifiuto della violenza, alla tolleranza e alla compassione, all'instancabile difesa dei diritti umani e dei diritti dei popoli". La decisione di conferire la cittadinanza onoraria al Dalai Lama è stata presa a settembre scorso dal Consiglio Comunale, per sottolineare "il suo impegno internazionale nell'aver diffuso il principio della riaffermazione dei diritti umani e della riappacificazione tra i popoli". All'evento in Campidoglio si sono accreditati circa 200 giornalisti. La cerimonia sarà visibile in streaming all'indirizzo web www.videoconsigliocr.it, sezione "Eventi", a partire dall'11 febbraio.

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Russia/ Gay russi denunciano Medvedev: non ha fatto nulla (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mosca, 10 feb. (Apcom-Nuova Europa) - Gli omosessuali russi se la prendono con il presidente Dmitri Medvedev per non essere stato abbastanza "attivo" nell'accogliere le loro richieste. Gli organizzatori del Gay Pride hanno presentato una denuncia contro contro il capo di Stato presso la Corte europea dei diritti dell'uomo e accusano il presidente di "inattività" in seguito alla loro richiesta di uno stadio per organizzare una manifestazione dell'orgoglio omosessuale nella capitale russa a maggio 2008, ossia quando Dmitri Anatolevic era entrato in carica da pochi giorni. Il movimento gay ha deciso di cercare giustizia a Strasburgo dopo che i tribunali russi hanno respinto la loro denunce. L'ultimo appello è il settimo degli attivisti che si sono appellati alla Corte per i diritti umani per presunta violazione di diritti. Dopo i disordini degli anni scorsi in piazza e il no deciso del sindaco di Mosca, Yuri Luzhkov, gli organizzatori del Gay Pride si erano rivolti al neopresidente Dmitri Medvedev e la richiesta di permesso a quanto pare era stata "presa in considerazione", secondo quanto dichiarato a maggio 2008 dagli stessi. Ma tuttora non è chiara la posizione del Cremlino che si ritrova senza dubbio di fronte a una "vexata quaestio". A fronte di un Paese dove l'omofobia è comunque diffusa e radicata nella cultura. Anche al di là della fede ortodossa.

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Turchia/ Gendarmeria "a scuola" di diritti umani da (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Istanbul, 10 feb. (Apcom-Nuova Europa) - La Gendarmeria turca andrà a scuola di diritti umani da Carabinieri e Guardia Civil spagnola. Lo ha annunciato lo stesso ufficio della commissione europea di Ankara. Il protocollo verrà firmato domani alla presenza del Capo della Gendarmeria Mustafa Biyik, il sottosegretario al Ministero dell'Interno Osman Gunes, l'Ambasciatore italiano Carlo Marsili e Tibod Varadi, capo delegazione della Commissione Europea in Turchia. Stando a quanto si apprende dagli uffici della Commissione europea ad Ankara, il progetto aiuterà ad accrescere tra gli agenti le conoscenze e le competenze sui diritti umani e sulle leggi collegate in vigore nell'Unione Europea. Il progetto sarà portato avanti a livello nazionale su 200 ufficiali reclutati su tutto il paese e durerà circa 18 mesi.

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Nazioni Unite: l'Arabia Saudita rispetti i diritti fondamentali delle donne (sezione: Diritti umani)

( da "Blogosfere" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

10/02/2009 13:25:03 CET Nazioni Unite: l'Arabia Saudita rispetti i diritti fondamentali delle donne Mondo Donna Il Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha chiesto che l'Arabia Saudita si impegni urgentemente e attivamente per porre fine alle violazioni pervasive dei diritti umani che si registrano nel paese, in particolare, ha sottolineato il... Il Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha chiesto che l'Arabia Saudita si impegni urgentemente e attivamente per porre fine alle violazioni pervasive dei diritti umani che si registrano nel paese, in particolare, ha sottolineato il Consiglio, quelle relative alle donne. Secondo la Reuters , la Gran Bretagna, la Svizzera, il Canada e Israele si sono lamentati della situazione. La delegazione israeliana ha accusato l'Arabia Saudita di portare avanti "pesanti discriminazioni contro le donen e le minoranze, punizioni corporali, tortura, lavori forzati e sfruttamento sessuale di minori". Continua a leggere Nazioni Unite: l'Arabia Saudita rispetti i diritti fondamentali delle donne...

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L'ultima truffa della casta dei banchieri (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano. Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso. Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità, Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna. Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita? Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione condivisa a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia Vantaggiato titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi", con ilare, soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi pensa che l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience televisiva di ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati seguiti da 5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi 9 milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 13 ) » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Feb 09 L'ultima truffa della casta dei banchieri Domani il segretario al Tesoro Usa Geithner presenterà il nuovo piano per salvare il sistema finanziario americano. Intanto, però, dalla casta dei banchieri continuano a giungere pessimi segnali. La spartizione dei bonus milionari continua, soprattutto negli istituti salvati dal contribuente (come ho spiegato in questo articolo e in quest'altro). E Il Congressional Oversight Panel for the bailout funds, un comitato incaricato di verificare come vengono spesi i fondi già stanziati per salvare il sistema finanziario, ha scoperto un'altra beffa; pardon un'altra truffa. Lo scorso ottobre il Tesoro americani ha comprato titoli tossici dalle banche americane per 254 miliardi di dollari, ma il valore reale è risultato essere di 176 miliardi di dollari. Insomma, le banche americane hanno ingannato lo Stato per 78 miliardi di dollari. E lo Stato, ovvero il Tesoro Usa all'epoca guidato da Paulson, si è verosimilmente lasciato amabilmente gabbare. Non a caso per molte settimane si è rifiutato di spiegare pubblicamente quali criteri abbia adottato per comprare i titoli tossici. Per non turbare il mercato, diceva.E qui veniamo al punto: le attuali degenerazioni nascono dallo strapotere di quelle che Tito Tettamanti, noto imprenditore e finanziere svizzero, ha definito in un articolo sul Corriere del Ticino, le "gigantobanche", che hanno finito per falsare le regole del capitalismo. Tettamanti, da sempre su posizioni liberiste, le definisce "degenerazioni concettuali", come l'aver abolito la distinzione tra banca di credi to e banca d'affari, l'aver permesso agli istituti attività speculative al alto rischi che dovrebbero essere limitate agli Hedge Funds. Secondo Tettamanti è "gravissimo anche il fatto che le «gi gantobanche » abbiano creato tra di loro dei mercati, i famosi «over the counter», per loro prodotti (certi de rivati), mercati dei quali erano ge stori, attori, regolatori, escludendo altri partecipanti e sottraendosi ad ogni esigenza di trasparenza e con trollo". Ma vi sono altre responsabilità: "Quelle di chi ha accettato, quando non volu to, la creazione di banche «too big to fail», vale a dire tanto gigantesche, tanto importanti per il sistema che non ci si sarebbe mai potuti permet tere di farle fallire. E chi ha accettato sono tra l'altro i controllori (vale a dire i rappresen tanti dello Stato) chiamati ad appli care le numerose regolamentazioni esistenti. Non solo ciò era in paten te contraddizione con il sistema di mercato che deve sanzionare l'insuc cesso con il fallimento (anche perché le perdite non si annullano trasci nando i debiti all'infinito), ma ha creato una categoria di privilegiati tra le banche. Tettamanti si chiede: "I controllori che hanno assistito alla degenerazione (magari facili tandola) perché non sono intervenu ti applicando le regole?" e osserva che: - le regole ci sono, ma bisogna vole re ed essere capaci di applicarle o correggerle quando sono errate. In fatti, delle banche sono pratica mente fallite senza infrangere le re gole esistenti. Attenzione: più rego le di dettaglio esistono, più si de responsabilizza il soggetto delle re gole e si rende macchinoso l'inter vento; - lo Stato, di cui i controllori sono un'emanazione, non può troppo facilmente declinare ogni respon sabilità per i disastri originati dal le «gigantobanche», ma neppure avere troppo il complesso del com plice per i salvataggi". L'ultima truffa, quella dei 78 miliardi evdenzia un punto fondamentale: il salvataggio delle banche rischia di essere inutile se non si scardinano il sistema delle "gigantobanche" e, parallelamente, i privilegi inaccettabili dei manager. Obama ne sarà capace? Sono scettico, la mia impressione è che l'establishment americano miri a superare la tempesta, per poi permettere alla casta dei banchieri e alle "gigantobanche" di continuare come prima. Sarebbe l'ultima beffa. Sbaglio? Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 27 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Feb 09 Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere Ho seguito con crescente turbamento le polemiche sulla vicenda di Eluana. Chiunque abbia provato che cosa significhi assistere un proprio caro che ha subito danni al cervello, non può che provare una struggente solidarietà con il padre di Eluana. Questo è un dramma intimo, straziante, che richiede raccoglimento e invece è diventato il tema di una battaglia furibonda da entrambi gli schieramenti. Stamattina ho letto sulla Stampa l'opinione controcorrente di un autorevole cattolico, quella dell'arcivescovo Giuseppe Casale che dice: «Mi sento vicinissimo a papà Peppino. Quella di Eluana non è più vita, porre termine al suo calvario è un atto di misericordia». «Non è tollerabile accanirsi ancora nè proseguire questo stucchevole can can. C'è poco da dire: l'alimentazione e l'idratazione artificiali sono assimilabili a trattamenti medici. E se una cura non porta a nessun beneficio può essere legittimamente interrotta». E ancora: "Si è creato il 'caso Englarò agitando lo spettro dell'eutanasia, ma qui non si tratta di eutanasia. Alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili. Vedo quasi il gusto di accanirsi su una persona chiusa nella sua sofferenza irreversibile. Una vita senza relazioni, alimentata artificialmente non è vita. Come cattolici dovremmo interrompere tutto questo clamore e dovremmo essere più sereni affinchè la sorte di Eluana possa svilupparsi naturalmente - aggiunge monsignor Casale - . I trattamenti medici cui è stata sottoposta non possono prolungare una vera vita, ma solo un calvario disumano. È giusto lasciarla andare nelle mani di Dio.» «L'alimentazione artificiale - conclude Monsignor Casale - è accanimento terapeutico, se la si interrompe Eluana muore. Rispettiamo le sue ultime volontà e non lasciamo solo un padre che, appena si saranno spenti i riflettori di una parossistica attenzione, sarà in esclusiva compagnia del suo dolore. Io lo comprendo, prego per lui, gli sono vicino. Neanche io vorrei vivere attaccato alle macchine come Eluana, anche per me chiederei di staccare la spina. Eluana non c'è più già da tanto, da molto tempo prima della rimozione del sondino che simula un'esistenza definitivamente svanita». Le parole di Monsignor Casale fanno riflettere. Che abbia ragione lui? Scritto in società, Italia, giornalismo Commenti ( 203 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Feb 09 Quei manager che si tagliano lo stipendio. Dopo lo scandalo dei bonus da 18 miliardi distribuiti ai manager dalle banche americane salvate dallo Stato, Obama corre ai ripari: oggi annuncia una norma che impone un limite di 500mila dollari agli stipendi dei dirigenti delle società che beneficiano dei sussidi pubblici. Bene, è un passo nella giusta direzione. Tuttavia, mi chiedo: i 18 miliardi rappresentano un abuso colossale e una distorsione di fondi pubblici: perchè Obama non ne pretende la restituzione? Se lo avesse fatto sarebbe stato davvero credibile, in questo modo invece premia la casta, legalizza l'ultima rapina. E invece in un frangente di crisi come questo sarebbe stato necessario un segnale molto più forte che, evidentemente, Obama non può permettersi. Segnali che invece giungono da alcune aziende private. In Giappone, ad esempio, i manager di alcune grandi società in difficoltà si sono ridotti del 30% lo stipendio. Lo stesso è avvenuto in Italia, nel mio mondo, quello dell'editoria. Il gruppo del Sole 24 Ore ha appena inviato una lettera a tutti i collaboratori in cui annuncia una riduzione dei compensi del 25% per fare fronte a quella che definisce la "Grande Crisi". La lettera è firmata dal direttore Ferruccio de Bortoli e dall'amministratore delegato Claudio Calabi, che hanno dato l'esempio riducendosi di un quarto lo stipendio. Che differenza rispetto ai banchieri di Wall Street! Questa è la strada giusta: se i tempi sono duri, lo sono per tutti. Ed è il capo che mostra la via assumendosi in prima persona i sacrifici richiesti. Io lo chiamo capitalismo responsabile e mi piace moltissimo. Scritto in economia, società, era obama, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, giornalismo Commenti ( 80 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Feb 09 Ecco perché il clandestino in realtà non viene espulso Sul Giornale di ieri Stefano Zurlo ha scritto un bell'articolo, in cui racconta che cosa accade agli irregolari che vengono arrestati. Mi ha colpito questo passaggio: "È un meccanismo davvero surreale. Il clandestino viene espulso; non se ne va o torna di nascosto nel nostro Paese e allora scatta, obbligatorio, l'arresto. Ma i processi, di media, sono catene di montaggio delle scarcerazioni: l'imputato esce, in attesa del verdetto, e tanti saluti. Oppure, se la sentenza arriva di volata, viene condannato, ad una pena di 6-8-10 mesi. E subito dopo rimesso in libertà. Come è normale quando la pena è inferiore ai due anni. Insomma, l'irregolare viene afferrato dalla legge e dalla legge riconsegnato alla sua vita invisibile. Con una postilla: se lo acciufferanno di nuovo, sempre senza documenti, non potranno più processarlo: non si può giudicare due volte una persona per lo stesso reato". Se questa è la realtà, e non dubito che lo sia, la lotta ai clandestini è assolutamente inutile. Continueranno ad arrivare, sempre più numerosi, proprio perché è garantita l'impunità. E allora è necessario correre ai ripari, varando norme che non permettano la scarcerazione in attesa del processo e, come ho già scritto, che rendano obbligatorio il rilevamento, oltre delle impronte digitali, dell'iride dell'occhio. Solo così l'Italia può assumere una credibilità che oggi non ha. L'alternativa è che l'Italia si trasformi non in una società tendenzialmente multietnica, ma in un Paese anarchico con profonde ingiustizie sociali e un razzismo diffuso. Non c'è più tempo da perdere: tocca al governo di centrodestra proporre misure concrete. E al centrosinistra moderato di Veltroni sostenerle con spirito bipartisan. Perché il problema degli immigrati non ha più colore politico ma è sentito, con angoscia, dalla stragrande maggioranza degli italiani, compresi i progressisti. O no? Scritto in società, globalizzazione, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 70 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Jan 09 La casta di Wall Street? Continua ad arricchirsi. Negli ultimi giorni mi sono occupato nuovamente della casta dei banchieri, che ha inguaiato il mondo. Ho scoperto alcuni dettagli interessanti, ad esempio, che l'ex numero uno di Lehman Brothers, ha venduto la sua lussuosa residenza in Florida, stimata 14 milioni di dollari. Il prezzo? Cento dollari. Chi l'ha comprata? La moglie. E così si cautela contro eventuali creditori. Ipotesi peraltro remota, perché le leggi americane offrono ampie protezioni ai banchieri protagonisti della truffa del secolo. I protagonisti del disastro finanziario passano le loro giornate a giocare, a golf, bridge, cricket. E quelli che non si sono ritirati continuano ad arricchirsi. Nel 2008, mentre le loro società venivano salvate dal fallimento, i manager delle banche si sono accordati bonus per 18,4 miliardi di dollari, come spiego in un editoriale, nel quale pongo una domanda a questo punto fondamentale: è giusto salvare le banche se la casta non viene smantellata? Tremonti dice: a casa o in galera. Sono d'accordo con lui. Se il capitalismo vuole risorgere deve riscoprire una virtù indispensabile, quella della responsabilità individuale. E fare piazza pulita. Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, democrazia, gli usa e il mondo Commenti ( 73 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Jan 09 Immigrazione, stiamo sbagliando (quasi) tutto? I fatti degli ultimi giorni hanno riportato alla ribalta la questione degli immigrati. Ne traggo tre riflessioni. 1) La crisi economica renderà ancora più acuto il problema dell'immigrazione all'interno della Ue. Romania e Bulgaria sono già in forte crisi economica e non mi stupirebbe se nei prossimi mesi aumentasse il numero di cittadini di questi Paesi che cerca fortuna nei Paesi europei ricchi; che, però, come ben sappiamo, non sono risparmiati dalla recessione. Rumeni, bulgari verranno qui ma non troveranno lavoro e molti di quelli che già abitano in Italia lo perderanno. La situazione rischia di diventare rapidamente esplosiva: povertà, indegenza, disperazione, dunque probabile aumento della delinquenza spicciola e molto potenziale manodopera per la malavita e per gli imprenditori italiani schiavisti (che esistono e vanno combattuti energicamente) . Tutto questo alimenterà il razzismo e l'incomprensione reciproca. Occorre che l'Unione europea prenda iniziative straordinarie per limitare la libertà di circolazione delle persone, anche ripristinando, transitoriamente i visti. 2) L'immigrazione extra Ue non si combatte solo alzando barriere, che in realtà servono a poco, perchè, come ha dimostrato l'ultimi rapporto della Fondazione Ismu, dei 450 mila stranieri che arrivano illegalmente, solo 120mila attraversano il Mediterraneo. Gli altri sbarcano con un visto regolare (di studio, turistico o per lavori stagionali) e si danno alla macchia. Come si combatte questo fenomeno? Imitando gli americani: che prendono la foto e le impronte digitali a tutti i visitatori, In tal modo (magari anche con il controllo dell'iride) si creerebbe una banca dati europea che rende facilmente identificabili i clandestini. 3) Gli immigrati non partono spinti solo dalla povertà, ma anche - anzi, soprattutto - per inseguire il mito di un'Europa Eldorado, come ho spiegato in questa analisi. Il mito non viene mai scalfito dai media nè nè dalla sociteà africana, che anzi continu ad alimentarlo. «Gli africani quando partono non immaginano che fuori possa fare più freddo che dentro un frigorifero», mi ha detto Gustave Prosper Sanvee, direttore della tv cattolica del Togo. Dunque se vogliamo limitare le partenze è necessario che gli immigrati sappiano che l'Europa non è un paradiso, ma spesso un purgatorio fatto di stenti, sofferenza, spesso umiliazioni e che ci ce la fa deve rispettare regole sociali e di convivenza che sono molto diverse da quelle africane. Ma per raggiungere questo obiettivo è necessario che l'Europa promuova una politica di comunicazione mirata alle popolazioni Africane, che oggi è inesistente. Da qui la mia riflessione: perché non provare un approccio diverso sull'immigrazione? Ho l'impressione che le misure tentate non abbiano prodotto gli effetti sperati e siano destinate al fallimento anche in futuro. In altre parole, l'Italia e l'Europa stanno sbagliando (quasi) tutto. O no? Scritto in società, europa, globalizzazione, immigrazione Commenti ( 72 ) » (7 voti, il voto medio è: 3.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Jan 09 Resa dei conti tra la Cina e gli Usa? Il sito del Giornale nelle ultime 48 ore ha dovuto affrontare la migrazione da un provider a un altro e dunque anche l'accesso al blog è stato difficile, soprattutto in certe zone d'Italia. Mi scuso per questo inconveniente, ora risolto. Negli ultimi due giorni sul Giornale ho scritto ancora di Obama, che ha litigato con il Vaticano sull'aborto e per la prima volta ha avuto qualche screzio con la stampa americana, finora notoriamente compiacente. I giornalisti Usa tra l'altro si sono accorti che un lobbista dell'industria delle armi è stato nominato numero due del Pentagono, vicenda di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi su questo blog. Era ora. Ma la notizia più significativa riguarda la Cina, sebbene non abbia avuto molto rilievo sui giornali italiani. E' accaduto questo: il segretario al Tesoro Timothy Geithner che giovedì, durante le audizioni alla Commissione finanze del Senato, aveva accusato Pechino di «manipolare le quotazioni dello yuan per ottenre scorrettamente vantaggi commerciali», aprendo di fatto l'iter che, in base a una legge del 1988, permetterebbe al governo americano di imporre sanzioni ovvero barriere tariffarie. La Cina ha risposto smentendo le accuse, mentre il ministro degli Esteri di Pechino ha chiamato Hillary Clinton ammonendola a non compiere passi falsi. Perchè questo screzio? I fattori di attrito sono diversi, ma a mio giudizio ne prevale uno: quello del debito americano. La Cina è da qualche anno il primo sottoscrittore al mondo di Buono del tesoro Usa, ma una decina di giorni fa ha annunciato che intende ridurre il proprio impegno e usare una parte delle risorse per rilanciare l'economia interna. L'America, però, non può permetterlo; anzi, visto che il suo deficit pubblico quest'anno triplicherà, vorrebbe che Pechino aumentasse gli acquisti di Treasury. L'affondo di Geithner ha l'aria di un monito ai cinesi: se Pechino non si ricrede, Washington si vendicherà alzando le barriere doganali; dunque rendendo impervio l'accesso a un mercato che rappresenta il principale sbocco ai beni «made in China». Si scatenerebbe una guerra commerciale e finanziaria da cui usciremmo tutti perdenti. Lo spettro è quello di un dollaro in caduta libera e di una Cina in profonda depressione, che aggraverebbe la crisi dell'economia mondiale. Domanda: lo scenario è credibile? Ragionavolmente uno scontro non conviene a nessuno e pertanto dovrebbe prevalere la ragionevolezza. Fino a quando la Cina, che secondo alcuni economisti sarebbe già in depressione, è disposta a usare le proprie risorse per finanziare il deficit americano? E Obama è in grado di gestire con saggezza rapporti delicati e cruciali come questi? Scritto in economia, era obama, globalizzazione, notizie nascoste, cina, gli usa e il mondo Commenti ( 23 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.44 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jan 09 Basta torture. Bravo Obama, ma come la mettiamo con l'Iran? "L'America non tortura", ha dichiarato ieri Obama rinfrancando chi ha sempre visto nell'America un baluardo di civiltà, saldamente ancorato ai valori della democrazia e della Costituzione. Quell'America è tornata. Bravo Obama, ma McCain, se avesse vinto, avrebbe fatto altrettanto. Entrambi sono convinti che la guerra al terrorismo non possa essere condotta violando i principi che l'America ha sempre proclamato di rispettare, proponendosi pertanto come un modello virtuoso per gli altri Paesi. La stragrande maggioranza dei detenuti di Guantanamo è risultata innocente, ma per molti mesi ha vissuto in condizioni orribili, da lager sovietico, senza assistenza legale, per molto tempo senza nemmeno il monitoraggio della Croce Rossa. Segregati, senza colpa. E nelle prigioni segrete della Cia è successo di tutto: sevizie orribili, alcuni prigionieri sono spariti nel nulla. Ma quanti di loro erano terroristi? Pochi. Obama (e McCain) sono convinti che la guerra ad Al Qaida debba essere risoluta ed energica, ma senza ricorrere a metodi tipici di una dittatura e non di una grande democrazia. La chiusura di Guantanamo e delle prigioni Cia ha anche una valenza politica, perché rafforza e precisa il messaggio di apertura al mondo arabo e all'Iran, con cui la Casa Bianca è pronta ad avviare "negoziati diretti senza precondizioni", come spiego in questo articolo, mentre si rafforzano i segnali di un raffreddamento dei rapporti con Israele (anticipati su questo blog il 14 gennaio). Ieri ho parlato con alcuni esperti di Washington e, off the record, una fonte qualificata del governo americano mi ha fatto notare che Obama nel suo discorso di insediamento non ha citato Israele. E chi è il primo leader straniero con cui Barack ha parlato? Il palestinese Abu Mazen. Basta torture ed è un bene; ma anche meno Israele e più Iran, rapporti ancora più stretti con le potenze del Golfo persico e dunque mano tesa all'Islam fondamentalista sia sunnita che sciita. Scelta strategica lungimirante o clamoroso errore che contraddice i valori degli Usa, premiando regimi come l'Iran e l'Arabia Saudita che calpestano i diritti umani? Scritto in israele, era obama, democrazia, medio oriente, gli usa e il mondo, islam Commenti ( 103 ) » (8 voti, il voto medio è: 2.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jan 09 Ha ragione Tremonti: bisogna scegliere chi salvare. Le borse crollano, ci risiamo.. ma perchè? Colpa di Obama, come qualcuno ha suggerito sui giornali? No, i mercati finanziari scendono perchè temono che nemmeno Obama, nonostante gli interventi promessi, possa risollevare l'economia, perlomeno non i tempi brevi. Nonostante i ribassi di Piazza Affari e l'entità del debito pubblico, l'Italia è in una posizione più favorevole rispetto ad altri Paesi, come ha spiegato uno dei nostri economisti più brillanti Marco Fortis, in un'intervista a Rodolfo Parietti. Ma la crisi è globale e da sola l'Italia non ce la può fare. E allora bisogna capirne le ragioni e le dinamiche. Un giornalista del Corriere del Ticino, Alfonso Tuor, da tempo si segnala per la precisione e la lungimiranza delle sue analisi. Venerdì scorso, dunque prima del capitombolo di Wall Street, ha pubblicato un editoriale in cui spiega che cosa sta accadendo. La sua è una visione "tremontiana" e la ritengo assai convincente. Ecco i passaggi più significativi del suo articolo: Concluso il periodo delle ferie natalizie, è tornato alla ribalta il problema centrale di questa crisi: lo stato comatoso del settore finanziario. Infatti non vi sono miglioramenti delle condizioni di salute del sistema bancario, nonostante le ricapitalizzazioni degli istituti di credito americani ed europei operate dagli Stati e i continui interventi delle banche centrali. (.)Lo stesso presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha dovuto ammettere che non vi è alcuna speranza di uscire da questa crisi se non si risana il sistema bancario. Bernanke ha addirittura precisato che risulterà insufficiente anche il pacchetto fiscale di Obama da 800 miliardi di dollari. (.) Il motivo è semplice. La crisi finanziaria ha già investito l'economia reale. Le industrie europee, americane e di altri continenti si trovano strette in una tenaglia: da un canto, i fatturati diminuiscono rapidamente (in alcuni rami si registrano contrazioni del 30%) e, dall'altra, l'accesso al credito è chiuso, poiché il sistema bancario è riluttante a concedere nuovi crediti, oppure è estremamente oneroso, con tassi di interesse molto elevati nonostante il ribasso del costo del denaro attuato dalle banche centrali. La conseguenza è un circolo vizioso: la recessione produce nuove sofferenze che aggravano la crisi bancaria, le banche concedono meno prestiti rendendo più profonda la recessione e così via. In pratica, il settore bancario non svolge più (non concedendo crediti) il suo ruolo di trasmissione degli impulsi di politica monetaria. Quindi, anche il taglio dei tassi europei riduce i costi di rifinanziamento delle banche, ma ha scarsa o nessuna influenza sull'accesso e sul costo del credito delle imprese industriali. Ora, l'oligarchia finanziaria che ha causato questa crisi, con l'autorevole sostegno della Federal Reserve, sostiene una tesi semplice: non si può uscire dalla crisi, se prima gli Stati non risanano il sistema bancario. Questa tesi, apparentemente seduttiva, dimentica di esplicitare i costi enormi di questo salvataggio. Un'idea della grandezza dei capitali necessari la si può ricavare dalle migliaia di miliardi finora spesi da Stati e da banche centrali senza ottenere alcun risultato apprezzabile. Negli Stati Uniti si sono già spesi 8.000 miliardi di dollari, nell'Unione Europea la cifra è di poco inferiore. Per risanare i catastrofici bilanci delle grandi banche occorrerebbero altre migliaia di miliardi. Se non si crede alla teoria che i soldi possano essere stampati all'infinito senza alcuna conseguenza negativa, bisogna concludere che i governi devono scegliere chi aiutare, poiché non hanno le risorse finanziarie per salvare sia le famiglie sia le imprese sia le banche. È quanto ha deto recentemente il ministro italiano Giulio Tremonti, il quale teme che il tentativo di salvare tutti farà sì che non si riuscirà ad aiutare nessuno e si provocherà unicamente un ulteriore peggioramento della crisi. Come sostiene Tremonti, bisogna ammettere realisticamente che si può salvare solo la parte buona del sistema bancario e concentrare le risorse per rilanciare l'economia, per difendere l'occupazione e il sistema industriale. Per essere più chiari, fino a quando non si cominceranno a fare queste scelte non vi è alcuna possibilità che si esca veramente dalla crisi. Il costo di salvare tutto e tutti rischia di essere tale da incrinare la fiducia nei titoli con cui gli Stati finanziano i loro disavanzi pubblici e nelle stesse monete. A questo riguardo già si cominciano ad avvertire alcuni segnali preoccupanti. (.) In attesa che le élites politiche si affranchino dallo stato di dipendenza nei confronti dell'oligarchia finanziaria, saremo costretti a confrontarci con l'aggravarsi della recessione, con continui interventi miliardari per salvare le banche e pacchetti di rilancio che non produrranno gli effetti desiderati, ma solo un sollievo temporaneo. Insomma, continueremo ad assistere al peggioramento della crisi. Domanda: Tuor ha ragione ? E' possibile salvare solo alcune banche mantenendo la funzionalità del sistema finanziario? Scritto in società, economia, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 26 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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I sacerdoti della dolce morte (sezione: Diritti umani)

( da "Foglio, Il" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

10 febbraio 2009 I sacerdoti della dolce morte Secondo il quotidiano La Repubblica sono “semplici parroci e preti di frontiera che si ribellano al pensiero unico vaticano che vorrebbe negare a Eluana il diritto di spegnersi serenamente”. Il Messaggero Veneto, il giornale più letto a Udine che fa parte del gruppo Espresso, li chiama idealisticamente “dieci vite spese a fianco degli ultimi”. Sono una parte importante della storia del cattolicesimo nel nord est italiano. Un sacerdote di Udine ci dice che sono “i figli della teologia della liberazione che hanno fatto impazzire Paolo VI e in nome di Gesù si fanno profeti”. Loro sono i dieci preti autori di una lettera pro eutanasia che da molte parti è descritta come “il documento cristiano più significativo sul caso Englaro”. Forse l?enfasi è dovuta al clamore suscitato dalla lettera rispetto a un certo attendismo delle autorità ecclesiali locali sul caso Englaro. Resta il fatto che la loro missiva ai fedeli ha dato voce a un sentire cattolico molto diffuso nella popolazione friulana e non solo. I dieci preti si dicono vicini alla sofferenza di Beppino Englaro e alla decisione di questo padre di “liberare” sua figlia Eluana, “perché non è possibile obbligare qualcuno a vivere in condizioni estreme”. Sono anche favorevoli a una legge che disciplini il testamento biologico. Ma anche perplessi sull?atteggiamento di coloro che definiscono “omicidio” la scelta “drammatica vissuta nell?ambito di una relazione d?amore”. La loro lettera ha avuto un impatto molto forte sull?opinione pubblica, sulla stampa locale e sulla stessa classe politica friulana. Sono sacerdoti dal grande seguito popolare, dirigono o hanno diretto le riviste ufficiali della chiesa, sono stati collaboratori della classe politica regionale, fanno parte dello star system, scrivono libri, elaborano ogni anno una lettera natalizia ai fedeli e alle parrocchie. I dieci preti esordiscono denunciando “la crescente ostilità nei confronti dell?altro e del diverso”, si esprimono a favore di “una società in cui i diritti umani siano davvero uguali per tutti”, perché è nella “costante ambivalenza di noi esseri umani” che vanno letti “i drammi e le speranze”. Questi sacerdoti, che auspicano “una chiesa con le porte aperte”, non sono liquidabili come un fenomeno marginale. Sono una realtà friulana da almeno vent?anni, rappresentano quattro diocesi e la curia non ha mai avviato procedimenti disciplinari contro di loro. La lettera dei dieci preti distilla un pensiero cristiano sociale diffuso a livello nazionale. I sacerdoti si rifanno alle “comunità di base” e all?esperienza dei “preti operai” iniziata in Francia nel 1943, quando due sacerdoti, Daniel e Godin, denunciarono la frattura fra la chiesa e le masse popolari nelle periferie. I dieci sono espressione di un cattolicesimo moraleggiante e spirituale che dice di voler “registrare” e “declinare”, che parla del “compito di elaborare”, che dice di rivolgersi a “categorie di fedeli”. Veniamo allora alla parte sul caso Englaro, in cui i sacerdoti si dichiarano, nei fatti, a favore della “buona morte”. “I diritti fondamentali delle persone riguardano la vita e la morte nel loro intrecciarsi continuo” scrivono i sacerdoti. “Situazioni emblematiche, di cui i mezzi di informazione si sono ampiamente occupati, provocano in noi una riflessione sofferta e rispettosa della storia delle persone e alcuni interrogativi etici laceranti. Il primato oggettivo della ?verità?, comunque sempre da cercare ed approfondire, è tale da sopprimere la libertà di coscienza personale? E come questa può essere rapportata al sentire di una società, nel pluralismo delle ispirazioni e delle convinzioni?”. Si arriva all?annullamento del principio della sacralità della vita. “La sacralità della vita riguarda la sua totalità: la corporeità e la dimensione profonda dell?anima, dello spirito. L?attenzione e la cura alla vita umana inducono ad una prudenza nei confronti della scienza e delle sue tecnologie, a una sorta di timore che non intende limitare la ricerca e la sperimentazione, ma continuamente riporre la questione etica, senza apriorismi e fanatismi. Proprio a motivo di lancinanti interrogativi ci pare di non condividere né l?esultanza nei confronti di decisioni che sostituiscono di fatto il ritardo legislativo riguardo il testamento biologico, né la posizione di chi definisce omicidio una scelta drammatica vissuta nell?ambito di una relazione di amore. Avvertiamo l?esigenza di porsi molto di più in ascolto della vita e di tutte le sue situazioni e per questo di aprirci con rispetto a diverse possibilità”. Poi i sacerdoti giustificano l?eutanasia in quanto liberazione dal dolore, come più volte si è letto per Eluana Englaro. “Come è vero che nessuno dovrebbe sollecitare, tantomeno obbligare qualcuno ad anticipare la propria morte biologica, ci chiediamo se altrettanto è possibile che nessuno sia obbligato a vivere anche in quelle condizioni estreme che inducono a desiderare la morte come una liberazione da una vita considerata impossibile”. Ma chi sono questi preti? Il più noto è certamente Don Pierluigi Di Piazza, detto anche “dottore in solidarietà”, è il fondatore del centro Balducci di Rugliano, intitolato al frate degli scolopi. Con lo scoppio della guerra nei Balcani, Di Piazza ha trasformato la sua canonica di Zugliano in un centro di prima accoglienza per i profughi che arrivavano nella regione. E? autore di molti libri e quando viene a Udine a presentare i suoi saggi, fa sempre il pienone al teatro di Udine. E? chiamato a dialogare accanto al filosofo nicciano Massimo Cacciari. Il suo centro ha ospitato un convegno dal titolo “Eutanasia? L?etica e la buone morte”. Tra gli oratori c?era, guarda caso, Alberto De Fanti, l?ormai famoso neurologo di Eluana, designato dal padre della donna, che con lui ha combattuto per consegnarla alla morte per disidratazione. E poi ancora Maria Di Chio, vicepresidente nazionale di “Libera Uscita”, associazione per la depenalizzazione dell?eutanasia, il teologo Giovanni Franzoni autore de “La morte condivisa”, l?astrofisica Margherita Hack, componente del comitato di presidenza dell?Unione atei e agnostici razionalisti, e il pastore e teologo valdese Paolo Ricca, estensore di un progetto di legge sulla depenalizzazione dell?eutanasia. Tutti riconoscono a Di Piazza un grande carisma, è lettore di poesie in pubblico, ispira spettacoli, è legato al sindaco di Udine Furio Honsell, ex rettore universitario e anche lui attivo dalla parte di Beppino Englaro. “Al liceo, dove insegnava, tutti pendono ancora dalle sue labbra, insegnanti e studenti” ci racconta un suo ex collega. Dopo gli studi al Seminario di Udine, il pasoliniano Di Piazza ha conseguito, nel 1973, la licenza in Teologia all?Università San Tommaso d?Aquino di Roma. Insegnante di religione dal 1973, ordinato sacerdote nel 1975, dice di essere impegnato nella diffusione della cultura della pace, della non violenza e della solidarietà. Il suo Centro abbina a una concreta ospitalità a decine di ospiti che necessitano di sostegno e accoglienza, un?intensa attività di politiche culturali. L?Università di Udine gli ha conferito una laurea honoris causa e di tanto in tanto Di Piazza organizza strani eventi multiculturali, come la volta in cui ha fatto una seduta di yoga con tanto di tappetini per i fedeli. Di Piazza ha il privilegio di scrivere un editoriale ogni domenica sul quotidiano più letto del Friuli, il Messaggero Veneto. L?ex salesiano Don Federico Schiavon opera da anni all?interno dello storico campo rom udinese di via Monte Sei Busi. Don Franco Saccavini è il parroco di San Domenico a Udine, “ha ideato una messa inventata e la comunione la distribuisce con fantasia” racconta un sacerdote udinese. Don Giacomo Tolot, parroco di Vallenoncello, ha 68 anni ed è un celebre esponente del mondo pacifista, animatore delle manifestazioni davanti alla base americana di Aviano. Don Piergiorgio Rigolo, 64 anni, è cappellano del carcere di Pordenone, noto come il “prete dei galeotti”. Don Alessandro Paradisi è stato parroco del santuario Madonna delle Grazie di Pordenone fino a marzo 2008, ha 66 anni, monaco benedettino è stato destinato al santuario di Montenero dove è stato eletto superiore della comunità di Vallombrosa. Andrea Bellavite, prete e giornalista, è l?ex direttore della “Voce Isontina”, il settimanale della diocesi, nonché candidato sindaco di Gorizia nel 2007 sostenuto da cinque liste di sinistra. Bellavite insegnava anche dogmatica in seminario ed è stato uno stretto collaboratore dell?ex assessore regionale alla cultura nella giunta Illy, Roberto Antonaz. Don Alberto De Nadai, 76 anni, è il “prete dei diseredati”, ha seguito per tutta la vita tossicodipendenti e carcerati, un altro prete dice che “De Nadai vive una condizione ideale di pauperismo in nome di un cristianesimo tutto spostato su una dimensione sociale”. Don Luigi Fontanot, in passato parroco a Villesse e Staranzano, è attualmente sacerdote a Fiumicello e si è sempre distinto per l?attenzione ai deboli. Poi c?è don Mario Vatta, il più noto sacerdote triestino, quasi un?istituzione in città. Fondatore della Comunità di San Martino al Campo, si occupa da decenni di emarginati. Il giorno prima della morte di Eluana Englaro, don Di Piazza ha scritto un editoriale dal titolo “Rendere più umane le situazioni di sofferenza”: “Ogni persona merita di essere presa per mano e di essere accompagnata nella vita e nella morte, nessuna di essere lasciata sola e abbandonata”. In un fondo ad agosto, lo stesso sacerdote parlava di come Gesù può liberarci “da una religione, da una teologia, da una chiesa che rifiutano di immischiarsi con i sentimenti, le angosce, gli stati di alienazione, le scissioni dell?anima e che vorrebbero continuare a rimanere dentro la torre d?avorio di dottrine e liturgie staccate dalla vita”. Il caso Englaro è anche la storia e la cultura di questo pezzo di cattolicesimo italiano. di Giulio Meotti

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Per la Sinistra si appella a Burlando per il pacchetto sicurezza (sezione: Diritti umani)

( da "Cittàdellaspezia.com" del 10-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Per la Sinistra si appella a Burlando per il pacchetto sicurezza Stefano Quaranta e Simone Leoncini, responsabili regionali rispettivamente di Sinistra Democratica e del Movimento Per la Sinistra, elementi costitutivi dell'associazione per la sinistra ligure hanno rivolto questo appello al presidente della regione: "Caro Burlando, fai come Vendola, vieta la denuncia dei pazienti immigrati. La norma contenuta nel pacchetto sicurezza, che prevede la possibilità per il medico di denunciare il paziente immigrato sprovvisto di permesso di soggiorno, contraddice con i principi scritti nel Codice Deontologico dei Medici Italiani, con l'Art. 32 della Costituzione Italiana e con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Tale norma non solo viola brutalmente i diritti umani, ma rischia di promuovere un parallelo canale clandestino di cura fuori dal servizio sanitario, con effetti devastanti per la salute di tutti i cittadini. La Regione Puglia ha pertanto già reso inapplicabile tale norma, altri presidenti di Regione, hanno espresso la volontà di agire in tal senso. Chiediamo pertanto, che anche la Regione Liguria, adotti tempestivamente i provvedimenti necessari per rendere inefficace sul nostro territorio tale norma, qualora fosse approvata in via definitiva. L'Associazione Per la Sinistra - La Spezia sottoscrive l'appello e chiede anche agli amministratori locali di attivarsi affinché questa norma del pacchetto sicurezza sia resa inapplicabile."

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Dalai Lama, Cina contro l'Italia (sezione: Diritti umani)

( da "City" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Dalai Lama, Cina contro l'Italia PECHINO - "Offesa al popolo cinese" e "interferenza" nelle questioni interne. Nuove frizioni diplomatiche tra Cina e Italia dopo l'arrivo in Italia del Dalai Lama (leader tibetano in esilio) a cui il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha conferito la cittadinanza onoraria. Mentre il Nobel per la pace torna a denunciare il "genocidio culturale" in Tibet, Pechino ribadisce al governo italiano che "non si tratta di un problema di diritti umani, ma di sovranità e integrità territoriale". Da qui la richiesta di "immediate ed efficaci misure" per "mantenere il salutare e stabile sviluppo delle relazioni" tra Cina e Italia. In una situazione simile, dopo l'incontro col Dalai Lama del presidente francese Nicolas Sarkozy lo scorso anno, Pechino annullò un importante summit. City 11 febbraio 2009

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Otro episodio de la infamia, en un banquillo argentino (sezione: Diritti umani)

( da "Pais, El" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Otro episodio de la infamia, en un banquillo argentino El general Olivera protagoniza el juicio más importante a la dictadura después de los procesos a Videla y Massera SOLEDAD GALLEGO-DÍAZ - Buenos Aires - 11/02/2009 Vota Resultado 21 votos El general argentino Jorge Carlos Olivera Rovere compareció ayer ante el Tribunal Oral Federal Número 5 de Buenos Aires con un impecable terno gris y paso reposado, propio de sus 82 años de edad. Miró de frente, casi sin pestañear, a los familiares de los asesinados y desaparecidos, y se sentó con la espalda rígida, sin hacer caso a los murmullos de "asesino" que recorrieron la sala. El general Olivera Rovere está acusado de ser el máximo responsable de los centros clandestinos de detención y tortura que funcionaron en Buenos Aires durante los años de la dictadura y su juicio es, quizás, el más importante que se ha desarrollado en Argentina contra los responsables de aquella barbarie, una vez procesados los integrantes de la propia Junta Militar, como Videla o Massera. Argentina A FONDO Capital: Buenos Aires. Gobierno: RepÚblica. PoblaciÓn: 40.482 millones (est. 2008) Ver cobertura completa --> La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas Olivera y los otros cinco altos mandos que comparecieron ayer con él (dos generales, dos coroneles y un teniente coronel, subjefes de la misma zona militar) representan al terrible Primer Cuerpo del Ejército que encabezó la represión política en Buenos Aires a partir de 1976. En concreto, y para esta causa, Olivera está acusado de cuatro asesinatos (cuatro refugiados uruguayos, entre ellos los diputados Zelmar Michelini y Héctor Gutiérrez, que fueron arrebatados a la puerta de sus hoteles el 18 de mayo de 1976 y cuyos cuerpos aparecieron tres días después en un coche abandonado), 116 secuestros y desapariciones, y numerosos delitos de tortura. Entre sus víctimas puede figurar también el escritor y periodista Haroldo Conti. El general Olivera casi logró salir impune, a pesar de la larga lista de crímenes que se le imputan. Con la llegada de la democracia fue procesado, pero su eventual condena quedó interrumpida gracias a las leyes de perdón y amnistía. Reabiertas las causas en 2003, fue de nuevo detenido y estuvo preso durante tres años, hasta que la Cámara de Casación lo puso en libertad a la espera de juicio. Así pues, Jorge Carlos Olivera llegó ayer al Tribunal tranquilamente, desde su domicilio porteño. El secretario de Derechos Humanos del Ministerio de Justicia, Eduardo Luis Duhalde, que asistió a la sesión, aseguró que "las pruebas colectadas son tan abrumadoras" que considera que la condena está asegurada. "Espero que sea condenado al máximo de la pena prevista", añadió. Dada su edad es, sin embargo, poco probable que vuelva a pisar la cárcel. El juicio, que durará varios meses debido al gran número de testigos citados, empezó en medio de una fuerte polémica porque los jueces del Tribunal Federal impidieron la entrada de cámaras de televisión y fotográficas, en contra, se supone, de las órdenes ya dadas por la Corte Suprema que ampara el derecho a la publicidad de los juicios. Los jueces de este tribunal decidieron autorizar únicamente a un cámara del canal público de televisión y a un fotógrafo para que entraran en la sala durante tres minutos. La televisión rechazó el acuerdo y el fotógrafo no pudo hacer ninguna foto sensata, porque los jueces decidieron sorprendentemente que los tres minutos habían acabado antes de que el procesado entrara en la sala. "Queremos ver la cara del asesino", protestaban en la puerta familiares de las víctimas. El tribunal, integrado por los jueces Daniel Obligado, Guillermo Gordo y Ricardo Frías, se mostraron también inflexibles al exigir a las representantes de las Abuelas de la Plaza de Mayo que se despojaran de sus famosos pañuelos blancos, por considerarlos "símbolos" inapropiados. Entre los testigos figuran algunas de las víctimas que consiguieron sobrevivir a su paso por alguno de los centros de detención controlados por el Primer Cuerpo del Ejército, cuyo jefe era el tristemente célebre general Carlos Suárez Mason, el más despiadado de los despiadados, muerto en 2005, a los 81 años, de un ataque al corazón. Lugares como El Banco, el Olimpo o Automotores Orletti forman ya parte de la historia de la infamia en Argentina.

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Caro Berger, ma ci dovremo (sezione: Diritti umani)

( da "Alto Adige" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Caro Berger, ma ci dovremo Caro Berger, ma ci dovremo mangiare 4 miliardi di mele? Il nostro assessore all'agricoltura Berger, anche se a scoppio ritardato, ha scopiazzato il collega ministro Zaia, il quale sotto le feste natalizie invitò gli italiani a mangiare frutta italiana piuttosto che ananas o banane. Anche egli auspica infatti il consumo di prodotti nostrani. Queste fantasie di economia autarchica, che ci ricordano tempi passati, sono, in questo secolo, fuori da ogni contesto di mercato globale e di logica commerciale. Se questo fosse lo scenario futuro, per citare solo un caso, il neanche mezzo milione di abitanti dell'Alto Adige dovrebbe autoconsumare gli oltre quattro miliardi di mele che vengono prodotti annualmente in Sudtirolo. Buon appetito assessore! Alfred Fill BOLZANO Quell'istrice che morì di stenti e di fame Qualche anno fa, in un bel agriturismo della Maremma Toscana il vecchio contadino si lamentava perché un'istrice gli mangiava la verdura del campo. Dopo qualche giorno lo catturò e lo tenne prigioniero in un'angusta gabbia di lamiera. Gli feci conoscere il mio pensiero (che era divergente dal suo). Mi disse che aveva ricevuto la giusta punizione. La fine della povera bestia avvenuta dopo alcuni giorni, sotto un'implacabile sole estivo: per fame e sete. Fa ribrezzo, ma non è un fatto eclatante. Nello stesso periodo incontrai un gattino all'estremo delle forze e gravemente ferito. Lo salvai ed è ancora con me. Per riguardo non faccio paragoni con la cronaca attuale, ma ci sto molto male pensando a quanto sta accadendo. Scusatemi. Renzo Magagnin BOLZANO A proposito di Tom Cruise e di Scientology Nell'articolo dal titolo "Tom Cruise è un nazista, ma eroe", pubblicato il 3 febbraio sull'Alto Adige, si afferma che Scientology è "fuorilegge in Germania". La verità è l'esatto opposto. In Germania vi è un consolidato orientamento giurisprudenziale che riconosce a Scientology la natura religiosa ed alle sue chiese e missioni la legalità delle loro attività. All'autore dell'articolo deve essere sfuggita la notizia di agenzia Apcom del 21 novembre 2008 che annunciava che il Vice Ministro Federale dell'Interno, August Hanning, durante la riunione coi ministri dell'Interno dei vari lander, ha pubblicamente dichiarato che la Germania non avvierà nessuna indagine sulla Chiesa di Scientology in quel paese poiché non è stato trovato nulla che giustifichi un tale procedimento. In Germania ci sono otto Chiese di Scientology e una decina di missioni che si occupano della crescita spirituale di migliaia di cittadini tedeschi. La Chiesa di Scientology ha ottenuto finora il riconoscimento ufficiale dello status di ente religioso da 24 governi del mondo, quali: Stati Uniti d'America, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Tanzania, Sud Africa, Venezuela, Ecuador, Argentina, Brasile, Costa Rica, Filippine, India, Sri Lanka, Kazakistan, Albania, Taiwan, Croazia, Slovenia, Ungheria, Svezia, Scozia, Portogallo e Spagna. Il 24 settembre 2007 la Corte Europea dei Diritti Umani ha confermato la sentenza unanime emessa in aprile dello stesso anno sul caso "La Chiesa di Scientology di Mosca contro la Russia". In essa si afferma che la Chiesa di Scientology gode dei diritti e delle tutele di libertà di religione da accordarsi alle organizzazioni religiose secondo l'Articolo 9 della Convenzione Europea sui Diritti Umani. Alessandro Gentilini VERONA Privilegi 1 / La commissione dei tagli lavorerà gratis? E' tempo che leggo sul quotidiano Alto Adige argomenti che riguardano i costi della politica, tutti chi più chi meno propongono tagli agli stipendi di presidenti, assessori e/o consiglieri, ma per la miseria infame toh che viene proposta una commissione ad hoc per studiare come e quanto diminuire i stralauti compensi. Ma la commissione lavorerà gratis? Non ci posso credere!!!! Mi spieghino lor signori perchèéper ridurre i sussidi ad associazioni di volontariato, le quali, gratuitamente e con sacrifici e alle volte rimettendoci di tasca propria portano cultura, sport e/o spettacolo agli altoatesini o sudtirolesi lo fate senza troppi complimenti!!! Un po' di pudore non guasterebbe.... Recentemente leggo che ad ex consiglieri regionali vengono regalati 200.000 (duecentomila) per una sola legislatura corredata da una serie di agevolazioni. Ma non provate vergogna, non vi imbarazzano queste cifre assurde per essere stati consiglieri per una legislatura, ma fatemi il piacere: fareste meglio a tacere su argomenti di tagli ai vostri mensili. Antonio Boito Privilegi 2 / Ex consiglieri una buonuscita di vergogna Vergognatevi! Questa è l'unica affermazione stizzita che mi balena in mente leggendo i quotidiani locali, che riportano la notizia del ricco "premio di consolazione" elargito ai nostri ex-consiglieri. In questo periodo di crisi diffusa, quando parecchi lavoratori della nostra Provincia si trovano, o stanno rischiando di trovarsi a breve, senza posto di lavoro, i nostri politici pensano bene di premiare i cosiddetti "trombati"; anziché devolvere almeno l'equilavente somma di denaro per venire incontro alle famiglie in difficoltà. Come si suol dire: il danno ed addirittura le beffe a carico dei cittadini. Un'ultima considerazione, sul fatto che decisioni di questo tipo non possano far altro che aumentare il distacco tra mondo reale e mondo politico, incrementando la disaffezione della gente. Cordiali saluti da un trentino negativamente sbalordito da cotale sfacciataggine. Paolo Bongiovanni Privilegi 3 / Ogni giorno ne scopriamo di nuovi Ogni giorno una nuova notizia sugli sprechi, sui privilegi su... come diavolo definirli... questi stipendi dei nostri consiglieri regionali. Una cosa sconcia. L'aumento di 300 euro su una paga già ricchissima, e poi i milioni di euro che ogni anno servono per i vitalizi degli ex consiglieri. Ma davvero questi politici non capiscono in quale crisi siamo. E, soprattutto, non capiscono che si avvicinerà alla politica (come già si avvicinano, ma sarà sempre peggio) gente che guarda al puro lucro personale, senza più alcun neppur minimo senso di servizio per la collettività? E poi dicono tutti che è giusto, che qualcosa bisogna fare. E poi si danno sei mesi di tempo. Campa cavallo... Mario Avalloni La medicina di famiglia è accoglienza, non delazione La medicina di famiglia è medicina dell'accoglienza e non della delazione. Non desidero che le cure ai clandestini divengano clandestine esse stesse. Noi curiamo gli esseri umani e abbiamo comprensione e rispetto per la sofferenza degli uomini"I medici sono tenuti, in quanto cittadini e professionisti, al rispetto dei principi deontologici e della legge. Ritengo che i principi ispiratori della medicina siano in conflitto con le indicazioni contenute nelle modifiche introdotte dal Senato in materia di segnalazione delle persone bisognose di cure ma clandestine. Uno Stato etico non ci può chiedere di abiurare l'etica della professione". I medici di famiglia, "ispirano la loro etica professionale al rispetto della persona umana, alla tutela della salute degli individui, indipendentemente da età, sesso, stato sociale, censo, orientamento politico e religioso ed appartenenza etnica. I principi ispiratori devono essere considerati elementi fondanti della professione e costituiscono la pregiudiziale irrinunciabile per qualunque professionista si occupi dell'essere umano. Senza questi principi ritengo sia impossibile la pratica stessa della medicina. Chiunque si rivolga al medico deve essere certo che il professionista anteporrà la cura della sua persona ad ogni altra circostanza. Jose Castrejon Gonzales medico di Medina Generale BOLZANO Ellecosta paghi di tasca sua i traslochi dei monumenti Al signor Ellecosta. Alle sue ripetute proposte di referendum qualcuno ha già scritto una lettera sull'«Alto Adige» invitandola a che, per mettere tale proposito personale (certamente contrario alla distensione) lei paghi il dovuto di sua tasca. Sarà giusto, inoltre, aggiungere a quel conto, anche quello che riguarda il suo fantasioso smantellamento e/o trasferimento di quelle opere d'arte, che saranno anche «relitti fascisti», vedi monumento di Piazza della Vittoria che però a parer di molti, non inneggia alla Vittoria perché al suo interno non esiste il Bollettino che, come la vera storia narra, finì la Guerra 15/18. Ricorda invece i Caduti per quella guerra, ed altri martiri (non del fascismo) che non è necessario menzionare. O invece sono proprio quelle Erme esposte nel suo interno che danno fastidio? Comunque bisogna tenere ben presente, che tutto questo è proprietà dei cittadini di Bolzano conseguentemente, indiscutibilmente dello Stato Italia, come lo sono lo stadio Mussolini e il Colosseo a Roma, l'Arena a Verona e tanti altri sparsi in questo territorio. Tutti hanno la loro storia (anche se a qualcuno non piace) e i monumenti sono riconosciuti come opere d'arte intoccabili. Ciò che sto per esprimere, non ha nulla di politico, ma da cittadino di buon cuore ad un altro cittadino e, con tutto il rispetto, un consiglio: la smetta di irritare i cittadini continuamente offendendoli anche con l'epiteto di «fascisti». Mi creda, molte cose fanno pensare al nazismo e alla dittatura in questa provincia. Non esageri nelle sue strampalate proposte, altrettanto dicasi agli SchÜtzen che queste non sono altro che manifestazioni deleterie, fanno pensare ad una malattia: la mania di persecuzione. Non avete null'altro a cui pensare? SchÜtzen fate un poco come gli alpini e siate d'aiuto a chi ne ha bisogno invece che seminare discordia, malumore e odio. Adieu. Nino Malesan Ipes, i canoni dei magazzini sono sul libero mercato In merito alla lettera della signora Barbara Bianchi intitolata: "Anche i magazzini in affitto dell'Ipes sono aumentati" mi permetto di illustrare quanto segue. L'aggiornamento annuale del canone per gli alloggi IpES tiene conto di eventuali variazioni della capacitÁ economica del nucleo familiare e della percentuale dell'aumento del costo di costruzione convenzionale degli alloggi, come disciplinato dall'art. 112 c. 8 della L.P. 17 dicembre 1998 nº 13. I canoni dei negozi si definiscono secondo le offerte presentate nelle gare dagli interessati. Il canone a base d'asta viene calcolato dall'Ufficio Estimo della Provincia Autonoma di Bolzano. Il canone degli immobili con destinazione commerciale è orientato ai prezzi del mercato libero, per non creare concorrenza sleale. Inoltre non è compito istituzionale dell'Ipes agevolare attività commerciali di soggetti privati. Franz Stimpfl direttore generale Ipes

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Incontri al "Volgger" per capire (sezione: Diritti umani)

( da "Alto Adige" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Studenti a recupero Incontri al "Volgger" per capire BRESSANONE. Gli Istituti superiori di lingua italiana, il liceo Alighieri e l'Ipsct Falcone e Borsellini, organizzano tre interessanti incontri nell'ambito della settimana dei recuperi e degli approfondimenti. Si tratta di tre conferenze che si terranno presso l'Auditorium "Erica Volgger". Si inizia venerdì 13 febbraio alle 8,30 con la conferenza dal titolo: "I diritti umani nella Costituzione italiana e nelle Convenzioni internazionali". Relatore sarà Fabio Tirio, docente di Diritto dell'Economia alla Lub di Bolzano e docente di Istituzioni di diritto pubblico alla Facoltà di Economia di Genova. Sempre venerdì dalle 10,45 alle 13, Raffaella Santolini, docente e ricercatrice presso la Facoltà di Economia dell'Università delle Marche parlerà di "Globalizzazione e crisi dei mercati finanziari". Sabato 14 febbraio, infine, dalle 8 alle 12, conferenza dal titolo: "Lo straniero nella letteratura italiana contemporanea" e la relatrice sarà la professoressa G. Negro, docente di Italiano e Latino presso il Liceo "Dante Alighieri" di Bressanone, ricercatrice di letteratura comparata presso la Paris London UniversitÄt di Salzburg e presso l'Università La Sapienza di Roma. Al termine della conferenza verrà proiettato il film dello scrittore tunisino Mohsen Melliti dal titolo: "Io, l'altro" (2006) Gli incontri sono aperti anche ai cittadini interessati. (t.c.)

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La vita umana non è disponibile (sezione: Diritti umani)

( da "Italia Oggi" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

ItaliaOggi Numero 035  pag. 4 del 11/2/2009 | Indietro La vita umana non è disponibile PRIMO PIANO Di Ennio Fortuna* * Procuratore generale della repubblica di Venezia Il modo migliore per onorare la memoria di Eluana è una legge sul testamento biologico Le norme vigenti sono chiare nel senso dell'indisponibilità L a vicenda di Eluana Englaro si è conclusa nel modo più drammatico e imprevedibile.La ragazza è uscita di scena in punta di piedi proprio nel momento in cui più accanito e sconvolgente diventava la disputa sul suo futuro. Il paese si è diviso in due: come è stato detto con rara precisione e sensibilità,tra chi si schierava per il diritto alla vita ad ogni costo e chi teneva per il diritto di libertà della persona umana. Personalmente, indipendentemente dalla posizione della Chiesa,ho sempre pensato che non si possa disporre della propria vita. Il nostro ordinamento, è vero non punisce né reprime il suicidio neppure a livello di tentativo, ma le norme vigenti sono chiarissime nel senso dell'indisponibilità. Basterà riflettere sul delitto di omicidio del consenziente,sull'aiuto o istigazione al suicidio, sul divieto di disposizione del proprio corpo se ne deriva una rilevante menomazione. Anche senza disturbare i grandi principi religiosi della nostra tradizione cristiana,nessuna può privare un altro della vita o menomarne l'incolumità,e nessuno può consentire alla propria uccisione o rilevante menomazione. Il principio di libertà individuale ha trovato ingresso nell'ordinamento quando si è riconosciuto il diritto dell'infermo di rifiutare un trattamento medico indesiderato e da questo tronco si è sviluppata la filosofia secondo cui ognuno potrebbeg iudicare la propria volontà in materia dettando disposizioni anticipate in modo solenne e impegnativo ovvero nominando un fiduciario per l'ipotesi di incoscienza o di eventuale incapacità di esprimersi. Il caso di Eluana nasce proprio dall'incapacità del nostro ordinamento di introdurre una normativa valida e operante in materia.Come sempre accade in simili casi, la lacuna è stata colmata dai giudici e come spesso si verifica le relative sentenze sono state elogiate o criticate a seconda del particolare punto di vista del singolo osservatore. Ma su un punto si dovrebbe essere tutti d'accordo: non si può accettare che sia pure in nome di un preteso diritto di libertà un essere umano venga sottoposto a un trattamento (medico o no, non ha importanza almeno dal mio punto di vista) che lo privi del cibo e dell'acqua. Qui non si tratta di staccare la spina di una macchina che tiene in vita un malato terminale, avviandolo a una morte pietosa comunque inevitabile e imminente, qui si tratta dell'accettabilità o meno di un'iniziativa sicuramente disumana quella che condanna a morte un essere umano per fame e per sete. Credo che la stragrande maggioranza delle persone sensibili abbia convenuto su questo principio basilare ed è soprattutto per questo che il dibattito su Eluana è stato tanto accanito e appassionato. Anche chi trovava giusta e condivisibile la sentenza che riconosceva alla ragazza il diritto di morire , pur se la sua volontà è stata ricostruita e stimata in base a discutibili presunzioni o incerte testimonianze, ha in generale ritenuto troppo crudele e disumana una morte per fame e per sete. Proprio o anche per questo ha sostenuto la necessità di una legge e poi di un decreto legge per evitare ad Eluana una morte tanto spietata, e moltissimi hanno ragionato come me più o meno istintivamente. Il dibattito è stato appassionato e appassionante. Per la prima volta in Italia si è discusso civilmente su uno scottante problema di diritti umani. Anche per questo dobbiamo essere grati ad Eluana per la sua odissea e per la sua morte dignitosa e in punta di piedi. Il modo migliore per onorarne la memoria è ora la sollecita discussione di una buona legge sul testamento biologico e una rapida approvazione di saldi principi che riconoscano a tutti il diritto di scelta consapevole di vivere ma anche di morire,se si tratta di rifiutare un trattamento indesiderato (medico o no), ma tenendoci ben lontani da forme dirette o indirette di eutanasia e soprattutto mettendo al bando ogni spietatezza e disumanità nelle modalità con cui si assicura doverosamente l'assistenza al morente.

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Testamento biologico, la situazione (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

cultura pag. 45 Testamento biologico, la situazione Il testamento biologico è l'espressione della volontà da parte di una persona (il testatore) fornita in condizioni di lucidità mentale, in merito alle terapie che intende o non intende accettare nell'eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte (consenso informato) per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione. La Costituzione della Repubblica Italiana stabilisce che nessuno possa essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge (art. 32) e l'Italia ha ratificato nel 2001 la Convenzione sui diritti umani e la biomedicina (L. 28 marzo 2001, n.145) di Oviedo del 1997 che stabilisce che i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento non è in grado di esprimere la propria volontà, saranno tenuti in considerazione. È importante sottolineare, tuttavia, che nonostante la legge n. 145 del 2001 abbia autorizzato il Presidente della Repubblica a ratificare la Convenzione, tuttavia lo strumento di ratifica non è ancora depositato presso il Segretariato Generale del Consiglio d'Europa non essendo stati ancora emanati i decreti legislativi previsti dalla legge per l'adattamento dell'ordinamento italiano ai principi e alle norme della Costituzione. Per questo motivo l'Italia non è parte alla Convenzione di Oviedo. Per la prima volta in Italia, il 5 novembre 2008, il Tribunale di Modena ha emesso un decreto di nomina di amministratore di sostegno in favore di un soggetto qualora questo, in un futuro, sia incapace di intendere e di volere.

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il libro sulla shoah in teatro (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Venezia, La" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

PIANIGA Il libro sulla Shoah in teatro PIANIGA. Sarà presentato oggi, alle 20.30, al Teatro comunale di Pianiga il libro sulla Shoah di Riccardo Abati «Se hai occhi ascolta». «Il romanzo - spiega l'insegnante delle medie di Pianiga, Germana Groppi - è la seconda opera che Abati, insegnante di scuola secondaria e specializzato in istituzioni tecniche di tutela dei diritti umani, rivolge a un pubblico giovane che riflettendo assieme ai protagonisti su fatti storici del secolo scorso può comprendere l'importanza che ognuno ha nell'essere un costruttore di autentica pace». Il libro è stato presentato nelle scuole e sarà proposto a tutte le famiglie pianighesi e anche ai ragazzi che quest'anno sono stati ospitati al Quirinale in occasione della giornata della Memoria. Intanto a Campagna Lupia sulla Giornata della Memoria scoppia la polemica. «Il 27 gennaio - spiega il capogruppo dell'Ulivo per Campagna Lupia Vittorino Zecchin - del 1945 sono stati aperti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz e il mondo ha potuto conoscere l'orrore nazifascista della persecuzione e dello sterminio del popolo ebraico. Ricordare quel giorno è il dovere di una pubblica amministrazione, ma è prima di tutto un obbligo morale e civile. Non farlo, dimenticarsi colpevolmente di quella data, come ha fatto il comune di Campagna Lupia, significa non considerare che quel dramma c'è stato». (a.ab.)

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i medici non denuncino gli stranieri (sezione: Diritti umani)

( da "Centro, Il" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'associazione On the road «I medici non denuncino gli stranieri» MARTINSICURO. Prestazioni sanitarie agli immigrati irregolari e segnalazione alle autorità: "On the road" lancia l'allarme e una campagna per un "patto etico" con i medici. «Delle quasi 6mila persone contattate in strada dalla nostra unità mobile negli ultimi 8 anni, circa 3mila sono state accompagnate ai servizi sanitari, trovando risposte anche nei casi in cui si trattasse di stranieri non in regola con i documenti», dice Marco Bufo, coordinatore dell'associazione, «con l'approvazione del Ddl sulla sicurezza il nostro lavoro con gli immigrati per la prevenzione sanitaria rischia di essere vanificato. Una operazione contro i principi dei diritti umani e del tutto insensata e irresponsabile. Si annulla il diritto alla salute delle persone straniere, ma si mettono in pericolo anche le cittadine e cittadini italiani». La norma che consente ai medici di segnalare all'autorità giudiziaria gli stranieri che non siano in regola con i documenti è stata approvata in senato, adesso la discussione si sposta alla camera dei deputati. A dare il via alla protesta è stata Medici senza frontiere e posizioni analoghe sono state espresse dagli Ordini e dai Collegi professionali. L'impegno che On the Road assume sul territorio è di coinvolgere localmente i medici, gli infermieri e le associazioni che li rappresentano in una sorta di "patto etico" per condurre insieme una battaglia tesa a scongiurare l'approvazione di questa norma, nella convinzione che, fra gli altri effetti, «spingerà verso l'invisibilità una fetta di popolazione straniera che in tal modo sfuggirà ad ogni tutela sanitaria; incentiverà la nascita e la diffusione di percorsi e organizzazioni sanitarie "parallele", al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanità pubblica; creerà condizioni di salute particolarmente gravi poiché gli stranieri non accederanno ai servizi se non in situazioni di urgenza indifferibile; avrà ripercussioni sulla salute collettiva con il rischio di diffusione di eventuali focolai di malattie trasmissibili».

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tornati gli studenti del treno della memoria (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 6 - Gorizia Tornati gli studenti del Treno della memoria Una delegazione di 250 giovani di 30 istituti ha visitato i campi di sterminio nazisti È rientrato domenica scorsa il Treno della memoria 2009. Partito il 3 febbraio dalla Risiera di San Sabba, il treno ha portato una delegazione di circa 250, tra studenti e accompagnatori del Friuli Venezia Giulia, a Cracovia e ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. Composta da ragazzi rappresentanti oltre trenta istituti scolastici delle quattro province, tra cui tredici goriziani, la delegazione è dapprima giunta a Cracovia, dove ai ragazzi sono stati offerti diversi spunti di riflessione dalla visione di uno spettacolo teatrale, di un film e dalla partecipazione ad assemblee con delegazioni di studenti provenienti da Cesena e dal Trentino. Ma il momento più significativo si è avuto durante la visita ai campi di Auschwitz e Birkenau, con un percorso guidato fatto di letture e testimonianze del periodo nazista. In particolare, a Birkenau si è svolta una toccante cerimonia in cui ogni ragazzo ha ricordato il nome di una delle vittime della ferocia nazista scelta all'interno del museo di Auschwitz, aggiungendo anche il ricordo delle vittime della Risiera di San Sabba. La visita è stata arricchita dalla presenza di Vilma Braini, Mario Candotto e Riccardo Goruppi, tre ex deportati rispettivamente di Gorizia, Ronchi e Trieste, che hanno partecipato all'intero viaggio condividendo la loro esperienza con i ragazzi presenti. Erano anche presenti l'assessore provinciale Marko Marincic, la consigliera della Provincia di Trieste Carla Melli, lo scrittore e poeta italo-istriano Giacomo Scotti, Marino Vocci della Fondazione Langer e Marco Reglia, responsabile del settore Memoria dell'Arcigay nazionale. Nel corso dell'intero viaggio, la delegazione regionale ha avuto modo di confrontarsi su quali siano oggi le situazioni di rischio e di scarso rispetto dei diritti umani, soprattutto in contesti sociali quali l'immigrazione. Il Treno della memoria, progetto dell'associazione torinese Terra del fuoco, vede il supporto e il coinvolgimento della Regione Friuli Venezia Giulia e delle quattro Province regionali. Il percorso educativo che ha preparato al viaggio i ragazzi e che continuerà fino a maggio con approfondimenti di tematiche legate al rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali, è gestito in regione dall'associazione Tenda per la pace e i diritti.

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I medici volontari contro il ddl sicurezza (sezione: Diritti umani)

( da "Metronews" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

I medici volontari contro il ddl sicurezza uscito su Metro il 11/02/2009 Lascia il tuo commento! Se i dottori denunciassero gli immigrati irregolari, il camper di Medici per i diritti umani resterebbe in garage. Perché i volontari dell?associazione fanno proprio questo: curano quelli che sono ai margini e non hanno accesso alle visite mediche, per poi avviarli in ospedale. L?emendamento della Lega deve ancora passare alla Camera, «ma già nel nostro giro di ieri sera ci siamo accorti quanta paura si era diffusa tra queste persone», racconta un operatore dell?unità mobile che assiste i rom, o gli occupanti dell?ex Meyer. E aggiunge: «Ma smentiamo i falsi allarmi: le patologie dei nostri pazienti sono quelle di tutta la popolazione e le infezioni, dovute alle condizioni igienico-sanitarie pessime in cui vivono, non costituiscono un pericolo. Sono le malattie più diffuse, come bronchiti e pressione alta, quelle che dobbiamo seguire con costanza». «Abbiamo curato circa 500 pazienti », dice il legale dell?associazione, Marco Zanchetta. «Se passasse la legge dovremmo dire “Vai in ospedale, ma a tuo rischio”. Perché i medici delle Asl sono anche pubblici ufficiali. In quanto tali, potrebbero essere obbligati a segnalare i clandestini». Manifesti di dissenso alla legge, intanto, sono pronti per essere messi davanti agli ambulatori. (LUISA PAMPALONI)

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Eluana: la morte, la pietà, la politica (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Eluana: la morte, la pietà, la politica --> A confronto le diverse opinioni dei lettori. Con una convinzione in comune: la vicenda tocca tutti I dubbi sull'operato dei medici, le strumentalizzazioni del Palazzo, il dramma umano dei genitori Mercoledì 11 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 6 e-mail print Io non credente e le laiche pretese La questione di Eluana, conclusasi con la morte della povera donna, ha scatenato polemiche roventi e coinvolge in contrapposizione persino le istituzioni dello Stato. Sono necessarie alcune succinte osservazioni. Innanzitutto la Chiesa ha tutto il diritto di intervenire. Depositaria di una visione globale dell'esistenza e dei suoi principi ontologici e trascendentali, di Dio e del perché della vita, non può che adempiere al dovere del suo alto magistero ed indicare ai propri adepti e a tutti gli altri i cardini della propria dottrina. Il governo legittimamente è intervenuto. Il decreto legge è quel provvedimento che in casi di urgenza la nostra Costituzione permette all'esecutivo di emanare in via provvisoria, e immediatamente operante, e che deve entro sessanta giorni essere approvato definitivamente dal Parlamento. È proprio solo del governo stabilirne l'oggetto. È pretestuoso e fuorviante affermare che con questo provvedimento si può vanificare una decisione del magistrato, perché tutte le volte che, ad esempio, viene emanata una legge o un decreto legge che depenalizzi, poniamo, un reato, vengono automaticamente vanificate tutte quelle migliaia di sentenze che nel frattempo in base alla precedente normativa siano state emesse e ciò non suscita alcun scandalo perché è la norma. Infine il capo dello Stato, a mio avviso, non poteva rifiutare la sottoscrizione del decreto legge emanato dal governo perché esso era costituzionalmente legittimo. In primis perché ricorrevano le condizioni richieste dell'urgenza e non si vede come essa si possa negare nel caso della Englaro. Poi, perché formalmente emanato dal governo che è l'organo competente per la Costituzione ad emanarlo. Nel merito, in assenza di una legge sull'eutanasia e di una sul testamento biologico, i principi da osservare sono quelli della norma, costituzionalmente protetta, che impone di prestare soccorso a chi è incapace di provvedere a se stesso. Eluana per vivere, per quanto consta, non dipendeva da sofisticati macchinari che ne garantivano la respirazione o la circolazione del sangue, ma semplicemente non poteva autonutrirsi. Era nella situazione di un tetraplegico che non può imboccarsi da solo. Nella fattispecie, e nella visione più eufemistica, potremmo essere, sottraendo cibo e acqua a un paziente, in presenza di una omissione di soccorso. Tale tristissima vicenda, comunque, mi ha fatto scrivere questi modestissimi, ma sinceri versi. Ius vitae ac necis Eluana, la gente, che dice avere senno e che ha il senso dello stato, ha decretato che tu dovevi rimaner senza più fiato, e, poiché non potevi parlare, che tu dovevi restar senza mangiare e, se soffrivi non si potea sapere, tu dovevi allor non aver più da bere. Se qualcuno aspirava, in un prossimo futuro, a veder riapparire sul tuo emaciato viso l'ombra d'un pallido sorriso o il luccicar di larme dentro agli occhi, costui è dannato a far parte della schiera degli sciocchi. Tre lustri e più eran tanti a vederti senza risa e senza pianti, e per andar avanti ci voleva la costanza e la pazienza sol dei santi. Io, che son un non credente, auspico che dal tuo paradiso, ritrovato il celestial sorriso, tu possa perdonare, da cristiana, tutti quanti color che, laicamente, hanno avuto la pretesa di decider la tua sorte il pollice volgendo in segno di tua morte, e il modo ancor m'offende. Luciano Andreucci Quella strana coincidenza Vorrei solo esprimere un personale pensiero riguardo la vicenda di Eluana: è cinico e forte... Chissà perché proprio mentre si stava discutendo al governo sulla vicenda, Eluana è volata per quella sconosciuta meta chiamata Paradiso. Una coincidenza? Sarà. Solo Dio sa dare una risposta che a noi non arriverà mai. Cristiano Pedrengo La politica? Sordità lunga cinque anni Cinque anni fa, non ieri, il padre di Eluana ha iniziato a chiedere aiuto alla politica. Avesse torto o ragione, la politica ha di fatto ignorato la sua richiesta di aiuto. A torto o a ragione il padre di Eluana si è appellato ai diversi gradi di giudizio previsti dalle leggi italiane. La sentenza della Cassazione ha solo preso atto che la politica, in questi cinque anni, non ha avuto la forza e il coraggio di affrontare l'argomento e ha lasciato al potere giudiziario l'onere di decidere. La politica si è svegliata ora, dopo cinque anni. Tardi. Tanto tardi da rendere legittimo il sospetto che cinismo e opportunismo prendessero il sopravvento sulla storia umana di un padre che aveva chiesto aiuto alla politica e che ha avuto, cinque anni dopo, dalla politica, solo accuse infamanti. Opportunismo e cinismo faranno sì che nei prossimi giorni non sarà processata l'insipienza della politica ma si discuterà, inutilmente, se le 72 ore di interruzione dell'alimentazione sono state la causa della morte di Eluana. Settantadue ore che assolvono cinque anni di sordità della politica. Non so se è stato Dio a stendere un velo pietoso, triste, sulla vicenda. Forse sì. A me resta la tristezza, l'amarezza, il vuoto. Mi resta la convinzione che questo Paese meriterebbe una classe dirigente politica meno cinica e opportunista e più capace di affrontare a viso aperto questioni spinose e difficili, ma non marginali. Se tre giorni di sospensione dell'alimentazione basteranno come alibi alla politica, questo Paese perderà un'altra occasione per iniziare a crescere. Claudio Arici Circolo «L'anno che verrà» Partito democratico Un fatto privato e tanti sciacalli La tragica vicenda di Eluana Englaro mi permette alcune riflessioni generali sulla situazione di degrado della nostra «società» e sulla classe politica che la rappresenta. Un fatto di natura squisitamente umana, privata, intima che ha coinvolto una famiglia, è diventato l'occasione di sciacallaggio e di contrapposizione ideologica funzionale unicamente alla visione degli interessi di partito. Nella nostra Costituzione, che ricordo ossessivamente, sono previsti i diritti individuali che i cittadini possono esercitare; sono contenute le «regole» per i rapporti tra lo Stato, laico, e le diverse religioni, idee politiche, etnie, che compongono la nostra società. Definisce altresì i rapporti che devono intercorrere tra le diverse istituzioni e le responsabilità di ciascuna di esse. Detto questo, che già mi parrebbe sufficiente per dichiararmi indignato sull'evoluzione dei recenti fatti, vorrei porre alcune considerazioni di carattere umano che mi hanno profondamente sconvolto e deluso: con quanta considerazione è stato considerato il caso di una famiglia sconvolta da una tragedia che, come padre e nonno, ritengo angosciosa e sconvolgente? Come è possibile un simile accanimento «illuminante» e improvviso su una situazione che si protrae da ben 17 anni e che solo la pervicacia di un padre, rispettoso dei desideri della figlia, ha potuto raggiungere l'obiettivo che sua figlia aveva prospettato? Com'è possibile che in uno Stato che si definisce laico, i diritti individuali siano regolati da leggi illiberali e impositive? Com'è possibile che una religione, che fortunatamente in Italia non è religione di Stato ma considerata con pari dignità a tutte le altre religioni, possa intromettersi nelle decisioni della magistratura di uno «Stato indipendente e sovrano», di un governo e, peggio ancora, in quelle autonome del capo dello Stato? Come è possibile che un alto esponente della maggioranza di governo definisca la morte di Eluana un «assassinio» e ne imputi le responsabilità al capo dello Stato? Come è possibile giustificare chi trae l'occasione per porre una nuova divisione nella nostra società distinguendo in modo «manicheo» due culture: quella della morte in contrapposizione a quella della vita? Mi chiedo, e lo pongo come riflessione: ma la cultura della morte non fa parte di coloro che dichiarano le guerre o che massacrano persone deboli e indifese? Non mi pare che sino ad oggi il popolo italiano abbia avuto tale atteggiamento, al contrario ritengo sia che il popolo italiano culturalmente abbia sempre aborrito, fatto salvo il periodo fascista con il silenzio della Chiesa, la presunzione di «razza superiore» e scelta da Dio per «salvare» il prossimo. Concludo con una mia interpretazione, della quale mi assumo tutte le responsabilità: abbiamo una classe politica inadeguata, pasticciona e irriverente verso una regola generale. L'osservanza ai dettati Costituzionali, fonti primarie del nostro Stato e del nostro patrimonio democratico. Alberto Sangalli Bergamo Ho pregato perché la tortura finisse Ci sono cattolici che hanno pregato affinché Eluana continuasse a vivere una condizione di morte che durava da 17 anni. Ne hanno certamente diritto. Altri cattolici, come il sottoscritto, avevano però il diritto di pregare il Signore affinché fosse permesso a Eluana di cessare la tortura e potesse finalmente riposare in pace. Mi fa male leggere la prima pagina de «L'Eco» di oggi: morta la pietà insieme a Eluana? C'era qualcuno ad accarezzarla? Il Signore perdoni chi l'ha portata a questo? Con molto rispetto per opinioni diverse, anche io chiedo a nostro Signore di perdonare chi scrive certe cose. Mario Cavatorta Bergamo 11/02/2009 nascosto -->

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Arrestato difensore dei diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

LIBIA/IMMIGRAZIONE Arrestato difensore dei diritti umani Arrestato con l'accusa di di far parte di una associazione a delinquere e di aver partecipato all'omicidio dell'ambasciatore libico a Roma il 22 gennaio 1984. Ma ora il fermo dell'avvocato libico Jumaa Attiga sta scatenando polemiche tra le associazioni che si occupano di diritti umani e che seguono da vicino le vicende degli immigrati che dalla Libia tenttano di arrivare in Europa. Attiga, infatti, è conosciuto per essere una delle più autorevoli voci della società civile libica: ha presieduto la Organizzazione per i diritti umani della Fondazione Gheddafi, finanziata dal figlio primogenito del Colonnello, Saif el Islam, per poi dimettersi un anno fa. Si è occupato in questi anni di monitorare le condizioni delle persone detenute nei carceri libici, che anche lui conosce essendo già stato condannato a sette anni per reati politici. Attiga era stato una delle persone intervistate da Fortress Europe per i reportage sulla condizione degli immigrati nel paese africano. Ora, il sito di informazione chiede con forza a Amnesty International di occuparsi del caso. Lo stesso Saif el Islam ha dichiarato: «Il procuratore generale di Tripoli ha emesso un mandato d'arresto per Attiga, è incredibile, è ridicolo, è inaccettabile». Intanto i rapporti di collaborazione tra la Libia e l'Europa vanno avanti a gonfie vele. Proprio ieri il commissario europeo alle Relazioni esterne Benita Ferrero Waldner ha partecipato al secondo round di negoziati a Tripoli: «Abbiamo offerto 20 milioni di euro al governo libico per realizzare progetti di gestione delle frontiere sud», ha dichiarato.

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Se sale in cattedra il colonnello delle stragi (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

TEL AVIV Sharvit assunta, l'ateneo protesta Se sale in cattedra il colonnello delle stragi Jonathan Cook Il governo israeliano si è mosso velocemente per soffocare le proteste scatenate dalla nomina di un alto consigliere militare alla cattedra di diritto internazionale dell'Università di Tel Aviv. Il colonnello Pnina Sharvit-Baruch è sospettata di aver fornito copertura legale ai crimini di guerra commessi durante la recente offensiva di Gaza. Gli ufficiali del governo temono che le ultime rivelazioni dei media sul ruolo del col. Sharvit-Baruch nelle operazioni di Gaza possano essere utilizzate dagli attivisti dei diritti umani che stanno cercando di far processare all'estero i soldati israeliani. Questo mese - in base alle leggi a «giurisdizione universale» - un giudice spagnolo ha iniziato delle indagini sui crimini di guerra israeliani a Gaza e un pubblico ministero della Corte internazionale dell'Aja sta considerando la petizione di un gruppo palestinese per incriminare i comandanti israeliani. Dopo la pubblicazione, nei media locali, dei dettagli dei piani militari dell'offensiva di Gaza, lo stesso staff universitario ha dato il via alla protesta contro la decisione dell'Università di Tel Aviv di assumere il colonnello Sharvit-Baruch. Nell'operazione sono stati uccisi più di 1300 palestinesi, la maggioranza dei quali civili, e migliaia sono stati feriti. Secondo critici citati dal quotidiano israeliano Ha'aretz, il colonnello Sharvit-Baruch e il suo staff avrebbero distorto le tradizionali interpretazioni delle leggi internazionali, per allargare il raggio delle operazioni militari legittime e includervi anche gli obiettivi civili. Haim Ganz, professore della facoltà di legge, sta guidando la protesta. Ganz ritiene che l'approccio del colonnello alle leggi internazionali sia «giurisprudenza deviata per consentire le uccisioni di massa». La settimana scorsa il primo ministro Ehud Olmert ha minacciato di tagliare i fondi governativi alla facoltà di legge nel caso in cui l'assunzione del colonnello Sharvit-Baruch venga bloccata. Secondo quanto riportato dai media israeliani, il colonnello avrebbe approvato personalmente la prima ondata di incursioni aeree su Gaza, nel corso delle quali un'accademia di polizia fu colpita durante una cerimonia di diploma, e furono uccisi 40 cadetti. Sebbene le forze di polizia abbiano, secondo la legge internazionale, status di civili, e siano dunque protette dalla rappresaglia militare, il colonnello Sharvit-Baruch - nel corso dei mesi di pianificazione dell'attacco a Gaza - ha modificato l'interpretazione delle norme sulla legalità dell'attacco. L'alta ufficiale dell'esercito è inoltre accusata di aver «rilassato» le regole del diritto bellico, di aver approvato le numerose demolizioni di case e distruzioni di terreni agricoli, nonché di aver permesso l'uso di armi incendiarie (come il fosforo bianco) su aree densamente popolate. Sharvit-Baruch ha pure escogitato la giustificazione legale che le ha permesso di attaccare edifici nei quali era accertata la presenza di civili. L'escamotage è stato quello di lanciare gli avvisi che invitavano i residenti ad evacuare le abitazioni. Scuole, moschee, e un'università sono nella lista degli edifici civili bombardati da Israele nei 22 giorni di offensiva. Il prof. Yuval Shany, che insegna diritto pubblico internazionale alla Hebrew University di Gerusalemme, ha definito «flessibile» l'interpretazione del diritto bellico del colonnello. Il professore, a proposito dell'attacco contro i cadetti di polizia ha affermato: «Se si segue la sua linea di argomentazione, non c'è una grande differenza tra i cadetti, i riservisti israeliani o addirittura dei sedicenni che saranno arruolati nell'esercito israeliano tra due anni». Nonostante le proteste all'Università di Tel Aviv, la gran parte del personale accademico israeliano sta col colonnello e appoggia la sua nomina, ha riferito Daphna Golan, direttrice del Centro Minerva per i diritti umani alla Hebrew Univesity. L'episodio, sottolinea Golan, mette in luce il legame tra esercito e università in Israele, così come la dipendenza delle università dai finanziamenti militari. Ciò è testimoniato anche dall'esistenza di numerosi programmi speciali studiati per inserire il personale dell'esercito e dei servizi di sicurezza in corsie privilegiate per la laurea. «Molti dei professori dei dipartimenti dei paesi mediorientali - gli "esperti di cultura araba" che formano la percezione delle nuove generazioni - provengono dall'esercito o dai servizi di sicurezza», ha aggiunto Golan. Omar Barghouti, coordinatore della Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele, ha affermato: «Questo è solo l'ultimo militare che si aggiunge ad una lunga lista di criminali di guerra che si aggirano liberamente per le università israeliane, insegnando impunemente l'odio, il razzismo e la propaganda bellica». La settimana scorsa l'università di Al-Quds, che ha campus a Gerusalemme est e nel West bank, ha troncato i contatti con le università israeliane: si trattava dell'ultima università palestinese a non averlo ancora fatto. Contemporaneamente un gruppo di docenti statunitensi ha annunciato la sua campagna per il boicottaggio accademico di Israele - per la prima volta un appello del genere è partito dagli Usa. Barghouti ha sottolineato che un coro di critiche senza precedenti si è sollevato nell'opinione pubblica, e ha portato a nuove campagne attive in paesi come Australia, Spagna, Svezia, Canada, Sudafrica e Nuova zelanda. Tratto da Counterpunch Traduzione di Nicola Vincenzoni

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Kashmir, verso la libertà (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Kashmir, verso la libertà C'è una regione, tra India, Pakistan e Cina, multietnica e multiregiosa, per secoli autonoma, ma dal 1950 militarmente conquistata, che il Mahatma Gandhi descriveva come «un luogo splendente in un mare di oscurità». Ma oggi in questa terra la guerra tra le super potenze indù e musulmane della zona non ha fine, la minaccia di una catastrofe nucleare è seria, il terrorismo armato impazzisce e sconfina, fino a Bombay, con l'assalto degli hotel nei mesi scorsi. Ogni dieci abitanti, qui, uno è un soldato «d'occupazione» indiano. Oggi, in questa regione verde e lussureggiante, si moltiplicano gli attentati, anche quelli contro i diritti umani. Regna il terrore, l'arresto improvviso, la tortura e la disperazione. Nella sezione documentaristica di Panorama, a Berlino, è stato presentato «Kashmir: Journey to freedom», del cineasta israeliano Udi Aloni, da sempre uno specialista della zona, sul «Fronte di liberazione di Jammu e del Kashmir», un'ex organizzazione armata, oggi pacifista, che, ci spiega il suo leader, Yasin Malik, assieme a avvocati, intellettuali e militanti, molti dei quali donne, è diventata il rappresentante legittimo delle aspirazioni di un popolo che tutti vogliono strumentalizzare, «Prima quando sparavamo tutti parlavano di noi. Oggi che le armi tacciono siamo dimenticati».

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PARIGI - Rama Yade, l'unica nera del governo di Francois Fillon, in cui ha la responsabilità de... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercoledì 11 Febbraio 2009 Chiudi PARIGI - Rama Yade, l'unica nera del governo di Francois Fillon, in cui ha la responsabilità dei Diritti Umani, è da questo mese la ministra più popolare per i francesi, secondo l'istituto di sondaggi Ipsos. Rama Yade è in testa alla popolarità delle personalità politiche con il 60% di pareri favorevoli (+2 rispetto a gennaio) e il 23% di negativi. Di un punto supera il titolare del Quai d'Orsay, Bernard Kouchner (59%), ministro al quale fa riferimento. Voluta dal presidente Nicolas Sarkozy come simbolo di apertura alle minoranze, Rama Yade è caduta in disgrazia nelle ultime settimane proprio presso il capo dell'Eliseo, dopo il suo rifiuto di presentarsi alle elezioni europee.

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<Rendition>, sì al segreto di Stato <Obama conferma la linea Bush> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-11 num: - pag: 14 categoria: REDAZIONALE Terrorismo Bloccato il processo in corso alla Corte d'Appello di San Francisco «Rendition», sì al segreto di Stato «Obama conferma la linea Bush» Invocata la sicurezza nazionale sui detenuti rapiti all'estero Mohammed e altri quattro detenuti hanno denunciato di essere stati torturati in una prigione segreta della Cia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Almeno per il momento, sulle rendition Barack Obama conferma la linea di George W. Bush. Il legale che rappresenta la nuova Amministrazione ha detto a una Corte d'Appello di San Francisco che la prosecuzione del dibattimento in un caso di sequestro di presunti terroristi metterebbe a rischio la sicurezza nazionale. è lo stesso argomento usato dal precedente governo americano, per bloccare il processo in prima istanza. Il caso coinvolge un etiope, Binyam Mohammed, e altri quattro detenuti, che hanno portato in Tribunale una sussidiaria della Boeing, che avrebbe fornito gli aerei a bordo dei quali la Cia li aveva trasportati all'estero, dopo averli rapiti, consegnandoli a Paesi terzi nei quali sarebbero stati torturati. La decisione conferma la cautela con cui l'Amministrazione Obama si muove sul campo minato delle rendition, nonostante abbia rotto con altri aspetti importanti delle pratiche del governo Bush nella lotta al terrorismo, annunciando la chiusura di GuantÁnamo e approvando le nuove direttive, che proibiscono l'uso della tortura negli interrogatori. Lo stop al processo di San Francisco avviene mentre il nuovo ministro della Giustizia, Eric Holder, ha avviato una revisione generale sull'uso del privilegio del segreto di Stato, con lo scopo di evitare che venga opposto per coprire verità che gli americani hanno diritto di conoscere. Ma alle rendition, una pratica che risale già all'Amministrazione Clinton, Obama non sembra intenzionato a rinunciare. La sola modifica allo studio, secondo il Wall Street Journal, sarebbe quella di assicurarsi che, una volta portati all'estero, i sospetti non vengano torturati. La scelta di invocare la sicurezza nazionale, per ottenere l'archiviazione del caso, ha provocato reazioni negative negli ambienti progressisti. «Questo non è un cambiamento, ma la continuazione di ciò che c'era prima — ha dichiarato Anthony Romero, direttore esecutivo dell'American Civil Liberties Union, che rappresenta i cinque querelanti —, il candidato Obama ha corso contro l'abuso dei segreti di Stato, ma il Dipartimento della Giustizia del presidente Obama ha rinnegato quella promessa. Se questo è un indizio per il futuro, la strada per riavere un Paese del quale siamo fieri si presenta molto lunga e accidentata ». Un portavoce del Dipartimento della Giustizia, Matt Miller, non ha voluto far commenti su un procedimento in corso, ma ha spiegato che il nuovo presidente «intende far ricorso al segreto di Stato solo quando sarà necessario e legalmente appropriato». Nelle carte del processo di San Francisco, la denuncia parla di durissimi trattamenti in una prigione segreta del Marocco, dove Mohammed sarebbe stato regolarmente bastonato, sfregiato nel corpo con uno scalpello e le ferite cosparse di un liquido caldo irritante. L'accusa L'American Civil Liberties Union: «Nessun cambiamento, continua ciò che c'era prima» P. Val.

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Cina <offesa> per l'omaggio al Dalai Lama (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-11 num: - pag: 17 categoria: REDAZIONALE Diplomazia Pechino, irritata, minaccia conseguenze. La Farnesina: i comuni sono autonomi rispetto al governo Cina «offesa» per l'omaggio al Dalai Lama La reazione dopo la cittadinanza onoraria di Roma: «Forte disappunto» Il ministro degli Esteri cinese: «Speriamo che l'Italia prenda misure immediate per rimuovere l'impatto negativo» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Come da copione. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, conferisce la cittadinanza onoraria al Dalai Lama e Pechino reagisce con la consueta irritazione. Ci sono «forte disappunto » e «contrarietà» per l'iniziativa presa dal Consiglio comunale della capitale. La portavoce del ministero degli Esteri, Jiang Yu, ha attinto le parole da un repertorio familiare: «Speriamo che l'Italia faccia attenzione alle profonde preoccupazioni della Cina e prenda misure immediate ed efficaci per rimuovere l'impatto negativo » dell'iniziativa e «mantenere sano, stabile lo sviluppo dei legami bilaterali». Il popolo della Cina «si sente offeso». Messaggio inequivocabile di un Paese che considera la vicenda tibetana «una questione interna» e il territorio «parte integrante della Cina». Poca differenza fa che Alemanno abbia sottolineato che la speranza è sì un «Tibet libero», ma in una condizione di «autonomia » all'interno della Repubblica popolare (non di indipendenza), prospettiva che è poi quella del Dalai Lama e del suo governo in esilio. Il regime cinese, tuttavia, considera il Premio Nobel per la pace non tanto o non solo una guida spirituale ma una figura che «fomenta attività politiche separatiste ». Quanto alla proposta di autonomia fatta dal Dalai Lama, per la Cina non è compatibile con la Costituzione mentre il Dalai Lama, a sua volta, ha dichiarato inutili i colloqui dei suoi emissari con i funzionari del regime. Anche se rituale nella forma, il fastidio di Pechino è reale nella sostanza. «Qualche conseguenza l'iniziativa ce l'avrà», sostiene Fei Anling, della Chinese University of Political Sciences and Law di Pechino, una giurista che tra l'altro ha coordinato la traduzione del nostro codice civile. «Per i cinesi — dice al Corriere — la cittadinanza onoraria è un titolo riservato a personaggi di carisma riconosciuto. Stavolta l'opinione pubblica, che ormai segue parecchio la politica, non capisce il senso dell'iniziativa ». La Farnesina ha replicato insistendo sull'«assoluta indipendenza dal governo » dei Comuni italiani. Un concetto lontano dal sistema politico-istituzionale cinese che in sostanza, al di là dei meccanismi formali, resta basato sulla cooptazione. Il comunicato del nostro ministero degli Esteri menziona poi il «fermo sostegno» italiano alla politica di una sola Cina. Sul Tibet la Cina sa essere durissima. Proprio ora è tornato a Pechino l'ex premier francese Jean-Pierre Raffarin, spedito da Nicolas Sarkozy a medicare relazioni bilaterali lacerate dall'incontro del presidente con il Dalai Lama a dicembre. Per un'ironica coincidenza, da lunedì l'ambasciatore Li Baodong è a Ginevra per illustrare, davanti al Consiglio Onu per i Diritti umani, la situazione della Cina in materia. Un appuntamento a rotazione. Difeso da Sri Lanka e Sudan, ma incalzato da parecchi Paesi occidentali e dal Giappone, Li ha elencato le tappe percorse sulla via dello Stato di diritto, e qui persino Amnesty International ha riconosciuto segni di miglioramento (però con la pena capitale si continua a giocare pesante, ieri l'ex general manager degli aeroporti di Pechino, Li Peiying, è stato condannato a morte per corruzione). Li ha anche sostenuto che «mai abbiamo ridotto la libertà d'espressione, non esiste censura dei media, garantiamo la piena libertà religiosa, nessuno viene punito se esprime le sue opinioni». E, su questo, non proprio tutti erano d'accordo. Sorrisi Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, con il Dalai Lama su un balcone del Campidoglio. Accanto a loro, la moglie del primo cittadino, Isabella Rauti. Alemanno ha chiarito che l'omaggio al Dalai Lama è nella speranza di un «Tibet libero» ma in una condizione di «autonomia», non di indipendenza Marco Del Corona

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Schiavizza e tortura la compagna (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercoledì 11 Febbraio 2009 Chiudi Le indagini scattate sulla scia dell'ennesima violenza che ha portato la vittima in ospedale dopo anni di soprusi Schiavizza e tortura la compagna Arrestato un romeno: viveva con la donna al villaggio dell'Idroscalo

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A Terni sinergia tra club di diversa matrice per un 'service' alla città.... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercoledì 11 Febbraio 2009 Chiudi di LUIGI FOGLIETTI A Terni sinergia tra club di diversa matrice per un 'service' alla città. Infatti l'intenzione di effettuare un incontro tra i Panathleti Ternani ed i Lions del Club Terni San Valentino era in aria da tempo e si è concretizzata grazie al presidente Panathlon Manuela Beltrame e a quello Lions Mauro De Angelis. Coinvolta quindi anche la cittadinanza, invitata nella sala Bleu di Palazzo Gazzoli. Tema scelto per l'interclub è stata una riflessione su "Il Movimento Olimpico dopo Pechino 2008". L'incontro ha visto un momento centrale nella proiezione del filmato "Otto Giorni a Pechino" che il giornalista sportivo Corrado Attili ha realizzato e presentato, per illustrare non tanto gli eventi sportivi, ma il 'clima' intorno ad essi. Il tutto trasformato in un dibattito sui diritti umani con interessanti riferimenti agli incontri di Assisi, con interviste a politici e sostenitori dei diritti umani ospiti di Casa Italia e alla gente incontrata nelle strade di Pechino. Un momento di ulteriore riflessione nella relazione di Enrico Prandi, presidente nazionale del Panathlon International per la prima volta a Terni. Grande sportivo e manager, ha sottolineato «come le Olimpiadi di Pechino segnino una grande svolta nella storia del movimento olimpico, perché espressione irrepetibile di un momento particolare della globalizzazione e pure di un tessuto sociale, basta pensare al facile reperimento della risorse umane nella società cinese, che avrà pochi uguali nelle edizioni successive». Altro scenario, altro convegno su "L'ambiente e la ricerca di energie alternative" questo oganizzato dai club della zona "A" dell'8a circoscrizione Marsciano, presieduto da Paolo Zucconi, Orvieto da Aniello Palmieri, Todi da Massimo Mattioli che ha avuto come sede la sala sant'Agostino a Città della Pieve, il cui club è presieduto da Daniela Castellani. Intervenuto Augusto Angeli, del Lions Club di Narni, componente del comitato ambiente, per i Lions quest'anno tema di studio nazionale, coordinatore scientifico Luca Cesaretti. Relatori Livia Arcioni, ricercatrice all'Università di Perugia, Rosalba Maria Farnesi, docente presso la Facoltà di Agraria di Perugia, Patric Gerardin, ingegnere esperto in energia solare, Elena Palmieri, docente presso all'Istituto Universitario di Tecnologia di Valence, Andrea Principe, consulente ricerca e sviluppo di Angelantoni Industrie. Otto i club lions che stanno sostenendo un progetto per la realizzazione di una campagna di assistenza oculistica in Malawi basato sulla collaborazione con il Lions Sight First Eye hospital di Blantyre. Coordinatori del progetto sono per il Malawi K. Kalua, del Lions club di Limbe del distretto 412 Africa, e per l'Italia Marco Terzetti, del Lions Club Perugia Concordia del distretto 108 L Italy. L'impegno economico per i club Perugia Host, Trasimeno, Perugia Volumnia, Perugia Augusta Perusia, Perugia Concordia, Perugia Fonti di Veggio, Corciano Ascanio della Corgna, Deruta, è di 10mila dollari con l'impegno dell'impiego entro dodici mesi dall'erogazione con l'identificazione e l'assistenza dei bambini ciechi o gravemente ipovedenti nel distretto di Phalombe (Malawi meridionale).

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Stati Uniti Obama come Bush: segreto di Stato sui rapimenti della Cia (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 36 del 2009-02-11 pagina 17 Stati Uniti Obama come Bush: segreto di Stato sui rapimenti della Cia di Redazione L'amministrazione Obama si è schierata con l'amministrazione Bush e ha invocato il segreto di Stato in una azione legale avviata da cinque uomini - tra questi l'italo-marocchino Abou Elkassim Britel - che affermano di esser stati rapiti dalla Cia e trasferiti in Paesi terzi per essere interrogati sotto tortura. Avvocati del Dipartimento della Giustizia hanno chiesto a una corte d'appello di San Francisco di archiviare il caso, sostenendo che la sicurezza nazionale e segreti di Stato sarebbero messi in pericolo nel caso in cui l'azione legale dovesse proseguire. L'intervento del governo ha coinciso con l'ordine del ministro della Giustizia Eric Holder di avviare una revisione di tutti i casi in cui il governo Bush ha invocato il segreto di Stato. «L'amministrazione Obama - ha detto l'avvocato del governo Douglas Letter - prende esattamente la posizione del governo precedente», chiedendo l'archiviazione del caso contro una sussidiaria della Boeing: la società di charter è accusata di aver fornito gli aerei che sarebbero serviti alla Cia per trasportare i cinque individui, due dei quali detenuti a Guantanamo, in Paesi terzi dove sarebbero stati torturati. I cinque uomini sono, oltre a Britel, un etiope, un egiziano sequestrato in Svezia, uno yemenita rapito in Giordania e Bisher Rawi, un iracheno residente in Gran Bretagna rapito in Gambia. Britel è stato arrestato in Pakistan nel 2002 per poi essere trasferito nel 2004 dai servizi segreti americani in Marocco dove è tuttora detenuto. La presa di posizione conferma che, a fronte della determinazione di Obama di chiudere Guantanamo il nuovo governo si sta muovendo coi piedi di piombo per quanto riguarda le cosiddette «rendition». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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TIBET: DALAI LAMA, RIVOLTA POSSIBILE IN QUALUNQUE MOMENTO (sezione: Diritti umani)

( da "Agi" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

TIBET: DALAI LAMA, RIVOLTA POSSIBILE IN QUALUNQUE MOMENTO (AGI) - Baden Baden (Germania), 11 feb. - In Tibet la tensione e' sempre piu' alle stelle, al punto che e' possibile vi scoppi una rivolta: e' il monito lanciato oggi dal Dalai Lama, a margine di una visita nella citta' tedesca di Baden Baden. "In questo momento c'e' troppa rabbia", ha affermato della madrepatria il leader spirituale dei buddhisti tibetani, "e la situazione e' estremamente tesa. Un'esplosione potrebbe verificarsi in qualsiasi momento". Il Dalai Lama non ha nascosto che l'eventualita' costituisce per lui motivo di "preoccupazione", in quanto "piu' ci sara' insurrezione, maggiore sara' la repressione": come quelle che lo scorso anno, in marzo, stronco' nel sangue le manifestazioni di protesta guidate dai monaci buddhisti. "E' un quadro molto triste", ha proseguito il premio Nobel per la Pace 1989. "Non appena le persone sono arrestate, le sottopongono a tortura, e qualche volta le uccidono", ha denunciato, seppure senza citare esplicitamente le forze di sicurezza cinesi. "Poiche' e' difficile tenere esecuzioni in pubblico, quando i tibetani finiscono in carcere loro li torturano. In molti luoghi", ha aggiunto il leader buddhista, "chiudono le scuole, specialmente quelle finanziate da privati". A Baden Baden il Dalai Lama ha ricevuto il 'Deutsche MedienPreis', riconoscimento esistente dal '92 e conferito ogni anno a una personalita' particolarmente distintasi sul piano politico e sociale.

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Il Dalai Lama: clima teso in Tibet (sezione: Diritti umani)

( da "Stampaweb, La" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

BERLINO La situazione in Tibet è «molto tesa» e potrebbe «esplodere in qualsiasi momento»: lo ha detto oggi il Dalai Lama conversando con i giornalisti a Baden-Baden, dove si trova nell?ambito della sua visita in Germania. Con l?approssimarsi del 50esimo anniversario della sollevazione nel Tibet del 10 marzo 1959, la situazione appare «molto tesa» e «dei disordini possono scoppiare in ogni momento». Lo ha detto il Dalai Lama oggi nel corso di un incontro con dei giornalisti a Baden-Baden in Germania.«Oggi, c?è troppa rabbia», ha detto ancora il capo spirituale dei Tibetani. «La situazione è molto tesa, dei disordini possono scoppiare in ogni momento», ha dichiarato. «Sono preoccupato perché nuove rivolte, porteranno ancora più repressione e tutto questo è molto triste», ha aggiunto il Dalai Lama che ha spiegato: «Una volta arrestate, le persone vengono torturate, e qualche volta uccise. Per il fatto che le esecuzioni pubbliche sono difficili, si servono della tortura contro i prigionieri tibetani». Il capo spirituale dei Tibetani è arrivato ieri nella cittadina termale tedesca di Baden-Baden dove ha ricevuto il Premio tedesco dei media, assegnato da una giuria di giornalisti e di editori. Dopo la visita a Baden-Baden, il Dalai Lama, 73 anni, farà ritorno a Dharamsala, nel nord dell?India, suo luogo di residenza da quando fuggì in esilio nel 1959 a seguito della repressione da parte della Cina della insurrezione tibetana a Lhasa.

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Dalai Lama, la Cina minaccia l'Italia (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

MONDO 11-02-2009 Dalai Lama, la Cina minaccia l'Italia PECHINO. Il conferimento al Dalai Lama, il leader tibetano in esilio, della cittadinanza di Roma «offende il popolo cinese» e costituisce un'«interferenza» negli affari interni di Pechino. Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Jiang Yu. L'Italia, ha detto Jiang, deve prendere «immediate misure» per rimediare al danno apportato alle relazioni tra i due Paesi. «Le parole e le azioni del Dalai Lama ha detto la portavoce dimostrano che non è solo una figura religiosa, ma un uomo politico impegnato in attività secessioniste con la scusa della religione». I Paesi stranieri, ha aggiunto, dovrebbero «capire e sostenere» la posizione della Cina sul Tibet, che è «completamente parte della Cina». «Il problema del Dalai Lama non è un problema di diritti umani, ma un problema attinente alla sovranità e alla integrità territoriale della Cina», ha concluso Jiang. Dopo Roma, ieri anche la città di Venezia ha conferito al leader tibetano la cittadinanza onoraria. La Farnesina, per gettare acqua sul fuoco, ha replicato: il governo italiano «sostiene la politica di una sola Cina» e ricorda che la concessione della cittadinanza onoraria è una scelta autonoma di un ente locale. «È stato già chiarito in altre numerose occasioni all'Ambasciatore cinese in Italia che i comuni italiani sono autonomi e assumono le loro decisioni in assoluta indipendenza dal Governo» fa sapere il ministero degli Esteri. ( E.A.) Il Dalai Lama (Reuters)

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Battisti: no a procedura d'urgenza (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACA 11-02-2009 Battisti: no a procedura d'urgenza BRASILIA. Il relatore della Corte suprema brasiliana, Cezar Peluso, ha respinto la richiesta italiana di un intervento d'urgenza contro l'asilo politico a Cesare Battisti. La richiesta era stata presentata dall'avvocato che rappresenta l'Italia nel processo di estradizione all'ex militante dei Pac, condannato a quattro ergastoli per omicidi commessi alla fine degli anni Settanta. Si tratta di una decisione procedurale che non pregiudica in alcun modo il giudizio finale sulla concessione dello status di rifugiato e l'estradizione di Battisti in Italia. Ma, secondo Peluso, non vi sono i «requisiti» per avviare la procedura d'urgenza. La decisione di concedere l'asilo politico a Cesare Battisti è 'illegale e incostituzionale' e viola la Convenzione di Ginevra sui rifugiati. È quanto si legge nella memoria presentata dall'avvocato, Antonio Nabor Areias Bulhoes, che rappresenta l'Italia. La concessione dell'asilo politico a Battisti, «è contraria alla Convenzione del 1951 e alla Dichiarazione universale dei diritti umani». Dietro la richiesta di estradizione italiana, si sottolinea, «non vi è persecuzione politica ma il perseguimento giudiziario legittimo delle sanzioni penali derivanti da barbari crimini comuni». E sulla vicenda è intervenuto il ministro della Difesa Ignazio La Russa. chidendo che il Paese sudamricano estradi l'ex terrorista. Cesare Battisti (Ansa)

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Zimbabwe, Tsvangirai giura. Ue: passo importante (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Politica Zimbabwe/ Tsvangirai giura da premier. Ue: "Passo importante" Mercoledí 11.02.2009 12:58 Il leader dell'opposizione, Morgan Tsvangirai, ha prestato giuramento come primo ministro del nuovo governo di unità nazionale con il presidente Robert Mugabe. L'insediamento del leader Movimento democratico per il cambiamento (Mdc) segna una svolta in un decennio di lotte per cacciare l'uomo forte di Harare. Tsvangirai ha giurato nelle mani di Mugabe nel corso di una cerimonia nella residenza presidenziale a cui hanno assistito il presidente sudafricano Thabo Mbeki, quello mozambicano Armando Guebuza e il re swazi Mswati III. In un comunicato l'Ue ha definito il giuramento di Tsvangirai "un passo importante verso un governo democratico nel Paese" e ha espresso l'auspicio che la nascita del nuovo esecutivo "porti all'immediata cessazione delle violenze e delle intimidazioni politiche". Per ora non si fa cenno a un allentamento delle sanzioni, inasprite dai Ventisette a gennaio, ma l'Ue si è detta pronta a "sostenere la ripresa economica e sociale del Paese quando il nuovo governo dimostrerà segni tangibili di rispetto per i diritti umani e lo stato di diritto, e una stabilizzazione macroeconomica". Lo Zimbabwe è alle prese con una grave crisi economica e con un'emergenza alimentare a cui si aggiunge quella sanitaria causata di un'epidemia di colera che ha già coinvolto 70mila persone. La decisione del 56enne leader dell'opposizione di entrare nell'esecutivo di unità nazionale ha sollevato dubbi all'estero e ha innescato un acceso dibattito nel suo stesso partito, che aveva boicottato il ballottaggio per le presidenziali dopo le violenze e le intimidazioni seguite al successo di Tsvangirai al primo turno. "Gli scettici - ha spiegato alla vigilia del giuramento - devono comprendere perché abbiamo fatto questo e qual è la linea migliore per affrontare le sfide della transizione in questo clima politico".

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Genocidio ebreoLa scuola ricordale tante vittime (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Genocidio ebreo La scuola ricorda le tante vittime La storia non si legge soltanto tra le pagine di un libro. La memoria di una triste pagina della storia mondiale rivendica il diritto di essere celebrata e tramandata alle future generazioni. È affidato a loro il compito di non dimenticare le vittime del genocidio ebreo, ricordato ogni 27 gennaio, di quello italiano, celebrato ogni 10 febbraio con una solenne cerimonia. Per non lasciar passare inosservate queste ricorrenze l'istituto scolastico "Danilo Dolci" di Priolo ha partecipato a un progetto che ha coinvolto alunni, insegnanti e dirigenti scolastici. Da un'idea della preside Angela Fontana è nato un percorso formativo sul significato storico, ma anche umano, della Shoah. «Il corso di formazione su queste tematiche svolto all'università di Roma e promosso dal ministero della Pubblica Istruzione mi ha aperto gli occhi sulle sue opportunità didattiche - ha spiegato la dirigente scolastica Angela Fontana -. Mi ha consentito di riflettere sulla promozione nell'istituto di un percorso di istruzione e di educazione che in seno al curriculum potesse promuovere, attraverso approfondimenti interdisciplinari, la trasmissione del ricordo mediante l'elaborazione della tragedia della Shoah nei suoi aspetti, psicologici, religiosi, letterari, storici e artistici. Una memoria tramandata alle nuove generazioni che fondano i propri principi educativi sul rispetto dei diritti inalienabili dell'uomo». Il risultato di questo percorso ha permesso la realizzazione di elaborati artistici, scritti e dipinti che hanno impegnato gli alunni. Esposti in istituto, i lavori hanno reso possibile l'allestimento di una mostra. Quello ritenuto meritevole di particolare attenzione è stato presentato al territorio e ai genitori degli alunni delle classi terze in una conferenza tenuta al centro giovanile del Comune di Priolo il 26 gennaio in presenza delle autorità politiche del territorio. Il progetto sulla Shoah realizzato dall'istituto "Danilo Dolci" si è classificato al primo posto al concorso regionale bandito dall'Ufficio Scolastico Provinciale e al quinto di quello nazionale "I giovani incontrano la Shoah". Il messaggio del progetto è di speranza ai fini della piena realizzazione di un alfabeto universale dei diritti umani, cui aspirano gli alunni delle III A, III B, III C della scuola secondaria di I grado, i docenti Silvana Gissara, Rita Spadaro, Francesco Nasonte, Teresa Toro, Rita Maggini, Maria Grazia Di Pietro, Carmelo Piccione, Salvatore Tralongo, Agata Ragusa che li hanno guidati alunni in questo intenso percorso formativo. Mariolina Lo Bello

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"Se ha occhi ascolta", tre ragazzi dentro la storia (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

"Se ha occhi ascolta", tre ragazzi dentro la storia Mercoledì 11 Febbraio 2009, Pianiga "Se hai occhi ascolta" - Tre ragazzi dentro la storia, (Editore Il Filo - Roma) è il libro di Riccardo Abati che viene presentato questa sera, mercoledì 11 febbraio, alle 20.45, al Teatro-Sala Polivalente del Comune di Pianiga. Il romanzo, uscito in concomitanza con la Giornata della Memoria il 27 gennaio, è la seconda opera che Abati, insegnante di scuola secondaria, attualmente presso l'Istituto Comprensivo "Giovanni XXIII" di Pianiga, e specializzato in istituzioni tecniche di tutela dei diritti umani, rivolge a un pubblico giovane che si può riconoscere nei protagonisti per camminare con loro nella riflessione consapevole del loro appartenere alla storia e dell'importante ruolo che ognuno di noi può avere nell'essere costruttore di autentica pace. Tre ragazzi (Aaron, Azimuth e Isacco), tre culture, tre religioni che scoprono, nella ricerca delle proprie origini familiari, la profonda sofferenza della Shoah. Nel libro si cita anche, per la prima volta in un testo di narrativa, il genocidio dei popoli Herero e Nama nell'Africa tedesca del Sudovest (oggi Namibia) fra il 1904 e il 1907. Questo si aggiunse a quello del popolo armeno e dei gulag a segnare una escalation dentro l'abisso della follia che vide il suo culmine nello sterminio del popolo ebreo. L'importanza della memoria viene vissuta attraverso la testimonianza di una sopravvissuta ad Auschwitz, la quale superato il dolore di rivivere raccontando la sua deportazione, aiuta i ragazzi a comprendere che non si possono dimenticare o ignorare pagine dolorose della storia per rispetto di chi le ha vissute e soprattutto per dare occhi all'umanità di oggi, affinché consideri quali atrocità l'essere umano può essere in grado di compiere. Il testo invita a riflettere su alcuni valori fondamentali della convivenza democratica: l'accoglienza, il dialogo, la promozione delle libertà fondamentali e di tutti i diritti umani universalmente riconosciuti. Il libro è coronato da molte note esplicative sull'ebraismo e da una ricca appendice contenente schede storiche oltre a due sceneggiature di spettacoli teatrali.

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La vicenda di Eluana Englaro si è conclusa nel modo più drammatico e imprevedibile. La rag... (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercoledì 11 Febbraio 2009, La vicenda di Eluana Englaro si è conclusa nel modo più drammatico e imprevedibile. La ragazza è uscita di scena in punta di piedi proprio nel momento in cui più accanito e sconvolgente diventava la disputa sul suo futuro. Il paese si è diviso in due: come è stato detto con rara precisione e sensibilità, tra chi si schierava per il diritto alla vita ad ogni costo e chi teneva per il diritto di libertà della persona umana. Personalmente, indipendentemente dalla posizione della chiesa, ho sempre pensato che non si possa disporre della propria vita. Il nostro ordinamento è vero non punisce né reprime il suicidio neppure a livello di tentativo, ma le norme vigenti sono chiarissime nel senso dell'indisponibilità. Basterà riflettere sul delitto di omicidio del consenziente, sull'aiuto o istigazione al suicidio, sul divieto di disposizione del proprio corpo se ne deriva una rilevante menomazione. Anche senza disturbare i grandi principi religiosi della nostra tradizione cristiana, nessuno può privare un altro della vita o menomarne l'incolumità, e nessuno può consentire alla propria uccisione o rilevante menomazione. Il principio di libertà individuale ha trovato ingresso nell'ordinamento quando si è riconosciuto il diritto dell'infermo di rifiutare un trattamento medico indesiderato e da questo tronco si è sviluppata la filosofia secondo cui ognuno potrebbe giudicare la propria volontà in materia dettando disposizioni anticipate in modo solenne e impegnativo ovvero nominando un fiduciario per l'ipotesi di incoscienza o di eventuale incapacità di esprimersi. Il caso di Eluana nasce proprio dall'incapacità del nostro ordinamento di introdurre una normativa valida e operante in materia. Come sempre accade in simili casi, la lacuna è stata colmata dai giudici e come spesso si verifica le relative sentenze sono state elogiate o criticate a seconda del particolare punto di vista del singolo osservatore. Ma su un punto si dovrebbe essere tutti d'accordo: non si può accettare che sia pure in nome di un preteso diritto di libertà un essere umano venga sottoposto ad un trattamento (medico o no, non ha importanza almeno dal mio punto di vista) che lo privi del cibo e dell'acqua. Qui non si tratta di staccare la spina di una macchina che tiene in vita un malato terminale, avviandolo ad una morte pietosa comunque inevitabile e imminente, qui si tratta dell'accettabilità o meno di un'iniziativa sicuramente disumana, quella che condanna a morte un essere umano per fame e per sete. Credo che la stragrande maggioranza delle persone sensibili abbia convenuto su questo principio basilare ed è soprattutto per questo che il dibattito su Eluana è stato tanto accanito e appassionato. Anche chi trovava giusta e condivisibile la sentenza che riconosceva alla ragazza il diritto di morire, pur se la sua volontà è stata ricostruita e stimata in base a discutibili presunzioni o incerte testimonianze, ha in generale ritenuto troppo crudele e disumana una morte per fame e per sete. Proprio o anche per questo ha sostenuto la necessità di una legge e poi di un decreto legge per evitare ad Eluana una morte tanto spietata, e moltissimi hanno ragionato come me più o meno istintivamente. Il dibattito è stato appassionato appassionante. Per la prima volta in Italia si è discusso civilmente su uno scottante problema di diritti umani. Anche per questo dobbiamo essere grati ad Eluana per la sua odissea e per la sua morte dignitosa e in punta di piedi. Il modo migliore per onorarne la memoria è ora la sollecita discussione di una buona legge sul testamento biologico e una rapida approvazione di saldi principi che riconoscano a tutti il diritto di scelta consapevole di vivere ma anche di morire, se si tratta di rifiutare un trattamento indesiderato (medico o no), ma tenendoci ben lontani da forme dirette o indirette di eutanasia e soprattutto mettendo al bando ogni spietatezza e disumanità nelle modalità con cui si assicura doverosamente l'assistenza al morente.

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UN IMMOBILE CONFISCATO ALLA CAMORRA A ERCOLANO DIVENTERà CENTRO PER RICHIEDENTI ASILO POLITICO.... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Un immobile confiscato alla camorra a Ercolano diventerà centro per richiedenti asilo politico. L'annuncio è stato dato dal sindaco Nino Daniele. Il Demanio ha assegnato al Comune un appartamento al corso Resina nella disponibilità di un esponente dei clan: il progetto di recupero, finanziato dal ministero degli Interni, prevede la nascita di un centro gestito dall'Arci dove verrà data ospitalità, su segnalazione della Prefettura, a coloro che richiedono asilo politico. Mancano gli ultimi dettagli tecnici e, salvo complicazioni, l'apertura dovrebbe avvenire tra poco più di un mese. «È un bellissimo esempio di civiltà - dice il sindaco - di accoglienza, di impegno per i diritti umani». E così, dopo la confisca e l'acquisizione dell'immobile di un esponente del clan Birra, riadattato a sede di Radio Siani, la città si impadronisce di un altro pezzo di legalità. Per la webradio ieri dalla Regione sono stati assicurati aiuti per continuare le trasmissioni nel corso dell'incontro tra il sindaco e l'assessore regionale Andrea Cozzolino per i fondi di risanamento del corso Resina.

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Immigrazione: tramonto del diritto. L'appello di Amnesty (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Immigrazione: tramonto del diritto. L'appello di Amnesty di Nello Trocchia Il razzismo non cova più sotto la cenere è parte integrante dell?agire politico è nell?agenda del governo. E? questo l?atto di accusa di Famiglia Cristiana nei confronti del governo, nell?ultimo editoriale la rivista dei Paolini denuncia: “"L'Italia precipita, unico Paese occidentale, verso il baratro di leggi razziali, con medici invitati a fare la spia e denunciare i clandestini, cittadini che si organizzano in associazioni paramilitari, al pari dei 'Bravi' di don Rodrigo, registri per i barboni”. Il ministro degli interni Roberto Maroni ha minacciato di querelare il giornale, Veltroni, leader del pd ha replicato 'mi associo alla denuncia di FC ora il ministro denunci anche me'. Intanto ,sottolinea l'europarlamentare Giusto Catania, i migranti richidenti asilo a Lampedusa sono chiusi in una caserma ridotta a topaia mentre quelli in attesa di rimpatrio tentano il suicidio. L'attacco senza quartiere ai diritti dei migranti è il fronte più caldo della politica del governo, contentino alla Lega dirà qualcuno, ma il contentino si è trasformato in politica di governo che ci riporta indietro di anni in una segregazione e imbarbarimento senza precedenti. Su Lampedusa, Amnesty International ha lanciato un appello mondiale. “ Indirizzato al capo del governo Silvio Berlusconi e al ministro degli interni Roberto Maroni – spiega il portavoce Riccardo Noury - dove si ricorda che il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga il nostro paese a consentire ad ogni migrante che si trova a Lampedusa di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti”. Un appello come i tanti che Amnesty lancia nel mondo ai governi di paesi che non si annoverano nel rango delle democrazie e che ogni giorno mettono a repentaglio e violano il diritto internazionale. Ascolta l'intervista a Noury prima parte ( La denuncia di Fc, la situazione dei richiedenti asilo) Ascolta l'intervista a Noury seconda parte ( Trattato Italia-Libia, la bocciatura del reato di tortura) Il paese sembra viaggiare verso un diritto diviso in due, uno riservato agli italiani di buon censo e con avvocati (semmai parlamentari) ed un altro riservato alle categorie più deboli con sospensione dei benefici e carcere facile. Il tramonto dello stato di diritto. Una situazione al limite con un vento razzista che attraversa il paese, l'apartheid ha trovato casa in Italia, nelle comunità, nei territori? A fine ottobre è uscito il libro del giornalista Tony Fontana che ha proprio questo titolo l'Apartheid, edito da Nutrimenti. Ascolta l'intervista a Fontana prima parte Ascolta l'intervista a Fontana seconda parte

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Approvato dal consiglio comunale di Bologna odg sul diritto di accedere cure mediche senza distinzione nazionalità (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Approvato dal consiglio comunale di Bologna odg sul diritto di accedere cure mediche senza distinzione nazionalità (11/2/2009 16:31) | (Sesto Potere) - Bologna - 11 febbraio 2009 - Nella seduta odierna il Consiglio Comunale ha approvato con 20 voti favorevoli (gruppi PD e SD), 2 voti contrarii (LTB, FI-PDL) e un astenuto (AN-PDL), un ordine del giorno in merito al Decreto 733 "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", presentato dai consiglieri Melega, Milena Naldi, Lo Giudice, Mumolo, Barcelò, Delli Quadri, Lombardelli, Suprani, Natali, Pinelli, Sofri. IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA PREMESSO CHE Il Decreto 733 “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” approvato dal Senato il 5 febbraio scorso introduce nuove norme che, lontane dal fornire nuovi strumenti utili ad affrontare in modo efficace il fenomeno dell?immigrazione irregolare, intervengono con misure propagandistiche ed inutilmente vessatorie, come la nuova tassa sul permesso di soggiorno o l?attesa di due anni per la cittadinanza per i coniugi di cittadini italiani; Fra le misure che sarebbero introdotte dal decreto, se approvato in via definitiva, risulta particolarmente ingiusta e pericolosa l?abolizione, all?art. 39, del comma 5 dell?art.35 del Decreto legislativo 286 del 1998, che vieta al personale medico e ospedaliero la segnalazione alle autorità degli stranieri non in regola con il permesso di soggiorno che accedano alle strutture sanitarie; CONSIDERATO CHE L?accesso alle cure mediche è un diritto fondamentale tutelato dalla dichiarazione Universale dei Diritti Umani ed indipendente dall?origine nazionale e dalla condizione di cittadinanza; escludere di fatto dall?accesso al servizio sanitario una fascia della popolazione sulla base del possesso o meno di un titolo di permanenza sul territorio italiano significa favorire la diffusione di servizi sanitari irregolari e non controllati, così come la pratica di gravidanze o aborti clandestini; una tale misura inoltre, come segnalato fra gli altri dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio e da diverse associazione come Medici senza Frontiere metterebbe a rischio l?incolumità generale della popolazione data la maggiore difficoltà di tenere sotto controllo malattie infettive come la tubercolosi, la sifilide o l?AIDS; l?abolizione del divieto di denuncia da parte dei medici, unita all?introduzione del reato di immigrazione clandestina, fa sì che l?abolizione del divieto diventi di fatto l?introduzione di un obbligo; INVITA La Camera dei Deputati a rivedere il decreto, con particolare riferimento all?art. 39, a tutela dei diritti fondamentali delle persone e a protezione della salute pubblica; il Ministero del Welfare ad attivare formalmente una procedura di valutazione dell?impatto che le misure previste potrebbero avere sulla sanità pubblica coinvolgendo tutte le strutture competenti; la Regione Emilia Romagna ad individuare ogni strada utile a tutelare la libertà dei medici e del personale ospedaliero di svolgere la propria attività professionale nel rispetto dei principi deontologici e il diritto di ogni persona ad accedere alle cure mediche senza distinzione di nazionalità o di possesso di un titolo di permanenza sul territorio italiano.

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Immigrati/ Pd: Su cure a clandestini gravi danni per tutti (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 11 feb. (Apcom) - "La legge che prevede la denuncia degli immigrati clandestini che ricorrono a cure sta già facendo danni gravissimi alla salute di tutti". E' la critica che arriva da Vittoria Franco, ministro delle Pari opportunità nel governo ombra del Pd. "I dati - dice - indicano che solo a Torino si è registrato un calo del 20% dei ricoveri tra stranieri. Si tratta di numeri impressionanti. Che fine faranno tutte queste persone? Chi le curerà? Chi impedirà che si diffondano patologie in maniera incontrollata? Non è possibile assoggettare le cure al rischio di essere denunciati se clandestini. Non solo si violano diritti fondamentali ma si mette a rischio la salute degli immigrati e di tutti coloro che si trovano a vivere e ad operare nello stesso ambiente". "Quante famiglie - si domanda la Franco - si avvalgono di aiuti irregolari, o quanti irregolari lavorano nei servizi trovandosi in ambienti molto frequentati? Tantissimi. La norma che prevede la possibilità di denuncia degli immigrati irregolari dimostra come razzismo e irresponsabilità possano creare danni a tutti quanti. E' bene, tra l'altro - prosegue l'esponente del Pd - ricordare che il diritto alla salute oltre che dalla nostra Costituzione (art. 32) è previsto in diversi strumenti internazionali in materia di tutela dei diritti umani, inoltre la stessa carta dei diritti fondamentali della Ue (art. 35) riconosce e garantisce questo diritto universale. Esso impone agli stati di proteggere la salute e il benessere della popolazione e richiede un quadro politico e legale che garantisca la non discriminazione, l'equità di genere e promuova l'accesso universale alle risorse e ai servizi. Ciò che è stato approvato dal governo - conclude - viola apertamente tutto ciò".

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Immigrati/ Amnesty: Deriva politica verso discriminazione (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 11 feb. (Apcom) - "La sensazione, che non è di oggi, che Amnesty percepisce è una deriva politica e di parte dei mezzi di informazione orientata verso discriminazione, xenofobia e razzismo. Lo dicono organismi internazionali ed europei, che ,concordi con Amnesty, hanno rilevato che più la politica usa un linguaggio e una legislazione discriminatoria più aumentano i rischi per le categorie di persone deboli". Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty italia, in una intervista ai microfoni dell'agenzia radiofonica Econews. "L'obiettivo delle norme in discussione - prosegue - è rendere la vita per gli immigrati, per i richiedenti asilo, per i rifugiati sempre più difficile nel nostro paese con l'obiettivo di non averne se non in minima parte". Su Lampedusa e il centro per i richiedenti asilo, Noury aggiunge: "Siamo in una situazione a forte rischio perché la politica adottata dal governo italiano che considera Lampedusa come luogo nel quale si svolgono le procedure di identificazione e di asilo, ha fatto in modo che il numero delle persone del centro aumentasse a dismisura. Il rischio è che vengano adottate procedure sommarie ed affrettate che potrebbero far finire persone espulse dal nostro paese in paesi nei quali rischierebbe di subire torture e altre gravi violazioni dei diritti umani, e questo è già successo negli anni passati. Siamo di fronte alla possibilità che si ripetano politiche di deportazione di massa, di espulsione sommarie in paesi dove i diritti umani sono a grande rischio". Amnesty International ha lanciato un appello mondiale "indirizzato al capo del governo Silvio Berlusconi e al ministro dell'interno Roberto Maroni - continua Noury - dove si ricorda che il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga il nostro paese a consentire ad ogni migrante che si trova a Lampedusa di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti".

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Cooperazione allo sviluppo, la regione aderisce al programma comunitario "Europeaid" (sezione: Diritti umani)

( da "Quotidiano.it, Il" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Cooperazione allo sviluppo, la regione aderisce al programma comunitario "Europeaid" Ancona | L'adesione della Giunta regionale al "Europeaid", con i paesi in via di sviluppo, ha l'obiettivo di promuovere una società inclusiva migliorando i processi decisionali delle autorità locali dei paesi partners. L?Assessore regionale all?Ambiente Marco Amagliani La Giunta regionale aderisce al "Programma comunitario di cooperazione della Commissione europea denominato EuropeAid (*External cooperation programmes*) con i paesi in via di sviluppo e i paesi emergenti nella tematica 'Attori non statali e autorità locali in sviluppo' (*Non-state actors and local authorities in development*). Tre in particolare, i settori di cooperazione: azioni nei Paesi partner(multi-paese) per attori non statali e autorità locali; sensibilizzazione dell'opinione pubblica ed educazione allo sviluppo in Europa; coordinamento,cooperazione e creazione di reti tra organizzazioni europee in materia di sviluppo. Il programma si inserisce nell'ambito delle iniziative di solidarietà e di cooperazione internazionale disciplinate dal Regolamento CE n.1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, e dalla legge regionale n. 9 del 2002 "Attività regionali di promozione dei diritti umani, della cultura della pace, della cooperazione allo sviluppo e della solidarietà internazionale". "Un impegno pluriennale – sottolinea Marco Amagliani, assessore regionale alla cooperazione allo sviluppo – che si caratterizza per la capacità di coinvolgere e valorizzare, in una logica di sistema e di messa in rete, il patrimonio di esperienza, di competenza e di 'buone pratiche' di tutti gli attori pubblici e privati: enti locali, associazioni del volontariato, organizzazioni di categoria, Università". Obiettivo dei progetti di cooperazione allo sviluppo contenuti nel programma comunitario è promuovere, nell'ambito di una strategia globale, una società inclusiva, migliorando i processi decisionali delle autorità locali dei paesi partners. In questa logica, particolare attenzione è rivolta ai temi della panificazione territoriale, del trasporto pubblico e della prevenzione dei rischi; altri temi prioritari sono la riduzione della povertà, la promozione dei diritti umani, la valorizzazione del ruolo della donna, diritti dei bambini, degli anziani e dei disabili, la lotta contro l'Aids, l'ambiente e il cambiamento climatico. Le azioni devono aver luogo in almeno due paesi, con priorità assoluta verso quelli meno sviluppati. I progetti di educazione allo sviluppo sono destinati a sensibilizzare l'opinione pubblica sulle questioni dello sviluppo dell'Unione Europea, in particolare dei 12 nuovi stati membri, e a promuovere relazioni più eque tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo. Anche in questo caso, particolare attenzione è rivolta a settori di rilevante interesse sociale, quali: emigrazione, lavoro, ambiente, commercio, compreso quello equo e solidale, sicurezza, lavoro, diritti umani, ambiente e tutela della salute, mezzi di comunicazione; di rilievo il tema della riduzione della povertà nel contesto dello sviluppo sostenibile,compreso il perseguimento degli "Obiettivi di Sviluppo del Millennio" nei paesi dell'Africa sub-sahariana. I progetti di networking in Europa puntano,infine, a rafforzare le reti e le piattaforme degli attori non statali e associazioni di enti locali, consolidare gli scambi di "buone pratiche" con le istituzioni comunitarie attraverso una migliore integrazione delle politiche attive di sviluppo. 11/02/2009

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Cina-Usa/ Washington: Preoccupati per sorti di blogger (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 11 feb. (Apcom) - Pochi giorni prima del viaggio in Asia del Segretario di Stato statunitense, Hillary Clinton, il Dipartimento di Stato americano ha espresso preoccupazione per le sorti di Huang Qi, attivista dei diritti umani e blogger cinese che ha osato difendere le famiglie dei bambini morti nel terremoto in Sichuan. Pechino ha infatti spostato a data da definirsi il processo di Huang lasciandolo intanto in carcere. "Chiediamo al governo cinese che Huang venga rilasciato il prima possibile", ha detto alla Cnn Gordon Duguid, uno dei portavoce del dipartimento. Huang è stato arrestato lo scorso giugno dopo aver preso le difese di quei genitori i cui figli erano morti nel crollo degli edifici scolastici durante il sisma che ha colpito la regione del Sichuan in marzo. I genitori hanno accusato le autorità di aver costruito le scuole con materiali scadenti per intascare tangenti. Huang è stato accusato di possesso illegale di segreti di Stato dopo aver pubblicato sul suo blog le lamentele e gli appelli delle famiglie. Il processo si sarebbe dovuto tenere il 3 febbraio ma il giorno stesso è stato rimandato senza precisare la data. Duguid ha detto che gli Stati Uniti hanno manifestato preoccupazione più volte su questo caso chiedendo a Pechino di poter mandare un ufficiale americano al processo. La settimana prossima Hillary Clinton sarà in Asia per il suo primo viaggio ufficiale da Segretario di Stato e, stando a quanto riferito dal suo portavoce Robert Wood, il rispetto dei diritti umani sarà tra le questioni principali che affronterà con i dirigenti cinesi. La nuova amministrazione Obama ha già ricevuto critiche per il tiepido, se non nullo, approccio nei confronti delle tematiche umanitarie. In particolare è stato puntato il dito contro la mancata partecipazione alla riunione della Commissione Onu sui Diritti Umani che si sta svolgendo in questi giorni a Ginevra.

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Risarcibile il diritto al lavoro delle casalinghe (sezione: Diritti umani)

( da "CittadinoLex" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Sei in: Prima Pagina | Famiglia | Testo Chi subisce un incidente stradale ha diritto al risarcimento del danno da perdita di chances Risarcibile il diritto al lavoro delle casalinghe (Cassazione 1343/2009) di Roberto Codini Anche la casalinga ha diritto di essere risarcita per i danni patrimoniali e non patrimoniali causati da un incidente stradale perché deve essere tutelato anche il diritto al lavoro di chi si occupa di faccende domestiche. Questa la decisione della Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione annullando una sentenza della Corte di Appello di Napoli che aveva riconosciuto solo in parte i danni ad una casalinga rimasta vittima di un incidente stradale. Nel 1994 una signora napoletana, di professione casalinga, mentre era alla guida di un motociclo ad Anacapri, era stata investita da un motofurgone che usciva in retromarcia da uno stretto vicolo per immettersi sulla strada provinciale, riportando danni fisici e numerose lesioni che le avevano impedito una corretta deambulazione. Per tale motivo si era rivolta al Tribunale di Napoli chiedendo la condanna in solido del conducente e della compagnia assicuratrice al risarcimento dei danni subiti a causa dell'imprudenza del conducente del motofurgone. Nel 2001 il Tribunale aveva condannato le parti convenute in solido al pagamento dei danni, in misura inferiore al chiesto, accertando il pari concorso di colpe ed addebitando alle convenute la metà delle spese legali. Contro la sentenza la signora aveva proposto appello contestando il danno e la misura del risarcimento riconosciuti. Nel 2004 la Corte di Appello di Napoli aveva respinto l'appello compensando le spese di giudizio. La signora si era allora rivolta alla Corte di Cassazione, chiedendo il risarcimento del danno derivante dalla "perdita di chances" lavorative causata dall'incidente subito. Nel caso in questione, infatti, la ricorrente aveva subito una parziale perdita della deambulazione che le aveva impedito di svolgere agevolmente le faccende domestiche ma anche di svolgere una attività lavorativa (la signora aveva tentato di farsi assumere come contabile). La Suprema Corte, accogliendo il ricorso e rinviando nuovamente la questione alla Corte di Appello di Napoli, ha stabilito i seguenti principi: 1) il risarcimento del danno per la "perdita di chances" deve essere ricondotto nell'ambito della bipolarità prevista dal codice vigente, tra danno patrimoniale e danno non patrimoniale, con la puntualizzazione, ormai acquisita che" il danno non patrimoniale va risarcito non solo nei casi previsti dalla legge , ma anche nei casi di lesione dei valori della persona umana costituzionalmente protetti, tra cui va ricompreso il danno da chance perduta la cui tutela è apprestata dal combinato disposto degli artt. 2, 3, 4, 32, 35 e 36 della Costituzione, tra di loro correlati, posto che nella specie il danno è inerente alla perdita rilevante della capacità lavorativa per la riduzione funzionale della deambulazione"; 2) il principio che consente di risarcire un danno futuro ed incerto deve essere individuato nel diritto delle vittime al risarcimento totale dei danni, patrimoniali e non patrimoniali, conseguenti alla lesione dei diritti umani fondamentali (tra cui "la salute ed il diritto al lavoro,che compete anche alla casalinga"), che deve essere risarcito non solo nel caso di assoluta certezza del danno, ma in base ad una fondata e ragionevole previsione del suo prodursi futuro; 3) per consolidata giurisprudenza (condivisa dalle Sezioni Unite) anche il cosiddetto danno estetico deve essere ricompreso nel danno biologico (salvo la ulteriore prova di un danno patrimoniale per talune categorie di persone che utilizzano l'aspetto fisico per ragioni di lavoro). In buona sostanza, la perdita di chances lavorative che consegue ad un incidente deve essere risarcita non solo a chi svolge una attività lavorativa ma a tutti i soggetti in quanto titolari di diritti fondamentali previsti e tutelati dalla Costituzione, e pertanto anche alle casalinghe in quanto titolari di un "diritto al lavoro".(11 febbraio 2009)

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Pacificazione per lo Zimbabwe "Mai più fratelli contro fratelli" (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pacificazione per lo Zimbabwe "Mai più fratelli contro fratelli" 11 febbraio 2009 alle 20:31 — Fonte: Esteri">repubblica.it — 0 commenti Davanti al dittatore Mugabe, ha giurato il nuovo premier Tsvangirai: "Basta violazioni dei diritti umani" Un paese travolto dalla crisi dopo un anno di scontri e arresti Daniele Mastrogiacomo

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Prestazioni sanitarie agli immigrati irregolari e segnalazione alle autorità. On the Road non ci sta (sezione: Diritti umani)

( da "Quotidiano.it, Il" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Prestazioni sanitarie agli immigrati irregolari e segnalazione alle autorità. On the Road non ci sta Martinsicuro | La nota associazione lancia l?allarme e una campagna per un ?patto etico? con i medici. “Delle quasi seimila persone contattate in strada dalla nostra unità mobile negli ultimi otto anni, circa tremila sono state accompagnate ai servizi sanitari, trovando risposte anche nei casi in cui si trattasse di persone straniere non in regola con i documenti”. Marco Bufo, coordinatore di On the Road non ha dubbi: “Con l?approvazione del ddl sulla sicurezza, il nostro lavoro con gli immigrati per la prevenzione sanitaria rischia di essere vanificato. Una operazione contro i principi dei diritti umani e del tutto insensata e irresponsabile. Si annulla il diritto alla salute delle persone straniere, ma si mettono in pericolo anche le cittadine e cittadini italiani”. La norma che consente ai medici di segnalare all?autorità giudiziaria gli stranieri che chiedano prestazioni sanitarie e non siano in regola con i documenti è stata approvata in Senato, adesso la discussione si sposta alla Camera dei Deputati e le associazioni si mobilitano. A dare il via alla protesta è stata Medici Senza Frontiere, promotrice dell?appello “Divieto di segnalazione” e posizioni analoghe sono state espresse dagli Ordini ed i Collegi che rappresentano, su base nazionale, le principali categorie di operatori impegnati nell?assistenza socio-sanitaria alle persone immigrate. L?impegno che On the Road assume sul territorio, in vista del dibattito alla Camera, è quello di coinvolgere localmente i medici, gli infermieri e le associazioni che li rappresentano in una sorta di “patto etico” per condurre insieme una battaglia tesa a scongiurare l?approvazione di questa norma, nella convinzione che essa spingerà verso l'invisibilità una fetta di popolazione straniera che in tal modo sfuggirà ad ogni tutela sanitaria; incentiverà la nascita e la diffusione di percorsi sanitari ed organizzazioni sanitarie “parallele”, al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanità pubblica (gravidanze non tutelate, rischio di aborti clandestini, minori non assistiti, ...). Inoltre, creerà condizioni di salute particolarmente gravi poiché gli stranieri non accederanno ai servizi se non in situazioni di urgenza indifferibile; avrà ripercussioni sulla salute collettiva con il rischio di diffusione di eventuali focolai di malattie trasmissibili, a causa dei ritardi negli interventi e della probabile irreperibilità dei destinatari di interventi di prevenzione; produrrà un significativo aumento dei costi, in quanto comunque le prestazioni di pronto soccorso dovranno essere garantite e, in ragione dei mancati interventi precedenti di terapia e di profilassi, le condizioni di arrivo presso tali strutture saranno verosimilmente più gravi e necessiteranno di interventi più complessi e prolungati. "L?auspicio - si legge nel comunicato mandato dall'associazione - è che i servizi sanitari di Marche e Abruzzo, regioni in cui il lavoro delle unità di strada di On the Road ha prodotto prevenzione e cura per tante persone straniere irregolari in situazione di grave marginalità, comprese le vittime di tratta e di sfruttamento, dimostrino, attraverso il proprio personale, di saper reagire e resistere, anche con l?obiezione di coscienza, ad una scelta che sancisce la caduta del principio del segreto professionale e impedisce la tutela del paziente come essere umano indipendentemente da ogni altra considerazione". 11/02/2009

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PACIFICAZIONE PER LO ZIMBABWE "MAI PIÙ FRATELLI CONTRO FRATELLI" (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pacificazione per lo Zimbabwe "Mai più fratelli contro fratelli" -->Davanti al dittatore Mugabe, ha giurato il nuovo premier Tsvangirai: "Basta violazioni dei diritti umani" Pacificazione per lo Zimbabwe "Mai più fratelli contro fratelli" Un paese travolto dalla crisi dopo un anno di scontri e arresti di DANIELE MASTROGIACOMO (18:54 11/02/2009)

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Cina/ Pechino respinge critiche Onu su pena morte e diritti... (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 11-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ginevra, 11 feb. (Ap) - Al termine del primo esame di fronte alla Commissione Onu per i diritti umani, la Cina ha respinto gli appelli dei paesi occidentali per la messa al bando della pena di morte e per l'apertura a un maggior rispetto dei diritti umani che comprenda la libertà di culto e il diritto per i lavoratori ad aderire a sindacati indipendenti. Tra le raccomandazioni respinte da Pechino anche la fine della tortura, il rispetto delle minoranze etniche e il permesso a osservatori stranieri di aprire inchieste sugli abusi dei diritti umani. La Cina ha invece detto che sostiene quei provvedimenti, per lo più promossi da paesi in via di sviluppo, che prevedono l'incremento di diritti economici e sociali, come la creazione di posti di lavoro nelle aree rurali e maggiori sforzi per integrare persone diversamente abili. La Cina è stata difesa da diversi paesi, a loro volta accusati di mancato rispetto dei diritti umani, secondo cui la discussione è stata politicizzata dall'Occidente: il Pakistan sostiene che Pechino non ha bisogno di alcun consiglio esterno sul tema, lo Sri Lanka, criticato dalle Nazioni Unite per il trattamento riservato alla minoranza Tamil, afferma che la Cina assicura i diritti politici e deve respingere "le critiche maligne" delle ex potenze coloniali. Anche Cuba si è schierata a favore di Pechino.

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