CENACOLO  DEI COGITANTI

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Report "Cultura"   8-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Cultura

Un piano strategico su quattro "assi" per Casale e territorio ( da "Stampa, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Economia e gestione delle imprese all'Università di Torino, nella presentazione del Piano strategico per il territorio organizzata ieri in Comune dall'assessore all'Urbanistica, Riccardo Coppo e dal sindaco Paolo Mascarino. «Strade» desunte da un ampio lavoro d'indagine, di monitoraggio delle esigenze della popolazione,

IL DESERTO DELL'EX COGNE E I CERVELLI SENZA CASA ( da "Stampa, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: opinione Enrico Martinet IL DESERTO DELL'EX COGNE E I «CERVELLI» SENZA CASA Cervelli in fuga. Se ne parla così sovente che ormai la realtà è diventata slogan. E si fanno conti di quanto poco il nostro paese investa in ricerca, nonostante la scienza e le sue applicazioni possano rappresentare un volano economico, una reale possibilità di ripresa.

Luiss, Celli incontra gli studenti savonesi ( da "Stampa, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali «Guido Carli» di Roma incontrerà gli studenti dell'ultimo anno delle scuole superiori cittadine. Obiettivo dell'incontro, aperto anche ai dirigenti scolastici e ai docenti degli istituti savonesi, è la presentazione delle opportunità di studio e degli sbocchi professionali offerti dall'

Risparmi miliardari se oggi fosse in vigore la riforma ( da "Stampa, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: LA RICERCA DEL CERM: DOPO IL PUBBLICO, TOCCHERÀ AL PRIVATO Risparmi miliardari se oggi fosse in vigore la riforma Ma che succederebbe se in Italia venisse alzata a 65 anni l'età pensionabile di tutte le donne che lavorano e non solo le statali? Secondo la ricerca del Cerm, elaborata da Fabio Pammolli e Nicola Salerno,

La pietra verde dimenticata che fece bella casa Savoia ( da "Stampa, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: anno una società pubblica-privata (emanazione del parco Orsiera) ci accompagna una ventina di turisti, curiosi anche di scoprire quel che resta dell'antica cava a cielo aperto. Il professor Sergio Sacco, bussolenese doc ed esperto di archeologia industriale, accumula da trent'anni materiale prezioso per la memoria storica del luogo.

In Lombardia è vittima di violenza una donna su tre ( da "Giornale di Brescia" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: come fa notare Sonia Stefanizzi, docente di Sociologia all'Università di Milano, segnalando gli elementi di novità nel fenomeno: aumento dei maltrattamenti nelle coppie miste, nelle coppie giovani con stili di vita disturbati e abuso di sostanze alteranti e aumento delle violenze da parte dei figli sui genitori anziani.

Premio Acerbi, via alla lettura sulla rotta dell'Argentina ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università di Verona ed Emilia Perassi dell'Università di Milano, entrambe docenti di letteratura ispano-americana. Le due studiose hanno sottolineato come la letteratura argentina moderna - il cui nome di riferimento è universalmente il grande Jorge Luis Borges - poggi le sue radici sulla miscellanea tra cultura aulica e cultura popolare che dall'

Dieci storie al femminile per un'identità di genere aperta al mondo ( da "Giornale di Brescia" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Luisa Santolini è parlamentare dal 2006, mentre Paola Ricci Sindoni è docente di Filosofia morale e di Etica e Grandi religioni all'Università di Messina. Tra le voci che si raccontano, ci sono poi le educatrici della Casa Famiglia S. Omobono di Cremona, una realtà che offre un servizio di accoglienza a donne in difficoltà.

Una farmacia attesa da 2 anni ( da "Gazzetta di Modena,La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: per sei mesi in attesa di arrivare a quella definitiva, tramite una società pubblico/privata. Attualmente, in attesa del bando di concorso, la farmacia è gestita dal dottor Vanni Vranjes. «Ho sostenuto personalmente le spese - afferma il farmacista, socio dei Laboratori Vramont di Vignola - spero di rimanere; per ora aspettiamo il prossimo bando».

La pensione a 65 anni non é segno di uguaglianza ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: il momento si tratta solo delle donne dipendenti pubbliche, ma il salto dal pubblico al privato sappiamo bene che è breve. Dire che è la Corte Europea che ce lo impone è una scusa ipocrita, sarebbe quasi comica se non fosse che è un vero e proprio accanimento contro le donne. La Corte Europea impone all'Italia una riforma sulla parità di trattamento pensionistico con gli uomini?

Rovereto, un progetto per i prossimi decenni ( da "Adige, L'" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: industriale privato e pubblico, che possa trovare nella ricerca e nella formazione universitaria quell'aiuto indispensabile al suo sviluppo. La sinergia tra centri di ricerca industriali privati e centri di ricerca universitari è alla base di quell'economia della conoscenza, definita più volte pubblicamente dal Rettore Davide Bassi "

JACOPO VALENTI Roberto Toniatti, preside della facoltà di giurisprudenza di Trento e professore di diritto costituzionale, si è dimesso dal suo incarico a qualche mese dalla scaden ( da "Adige, L'" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Ha attratto a Trento docenti stranieri - i visiting professor -, ha introdotto il piano di studio su diritto, società e religioni, e sul decreto Tremonti (quello che prevede che le università diventino fondazioni private) aveva detto: «Nessuna maggioranza nazionale, né di centrodestra, né di centrosinistra ci ha mai riservato qualcosa di buono,

il tirocinio per una laurea all'iuav? costruire da soli un villaggio in mali ( da "Nuova Venezia, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: che insieme a tre 3 docenti dell'Università di Architettura hanno progettato e costruito dal 16 febbraio al primo marzo la sede di una Organizzazione non governativa (Ong) italiana in un villaggio del Mali secondo l'impronta della tradizione costruttiva locale. L'occasione che è stata colta riguarda la costruzione in tutte le fasi,

Scritte d'amore sui muri del centro La psicologa: Così si sentono leader ( da "Provincia Pavese, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente dell'università di Pavia, che tiene un corso sulla psicologia delle emozioni - sia nel capire le emozioni che nel comunicarle. Cercano l'aggregazione con il gruppo, per staccarsi dai genitori. Chi dice "ti amo" o porta un fiore viene preso in giro, se si dà una forma più da bullo e da sfida a questo gesto lo si rende accettabile dal gruppo.

Sulla musicalità in poesia la lezione del poeta Fiori ( da "Provincia Pavese, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Ha poi collaborato come docente di letteratura italiana contemporanea all'Università di Milano, ma ha anche partecipato a diverse rassegne di poesia e letteratura. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo breve, «La vera storia di Boy Bantàm» e la raccolta di saggi sulla poesia «La poesia è un fischio».

Medicina al femminile, convegno a Voghera ( da "Provincia Pavese, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Bioetica della facoltà di Medicina dell'università di Pavia; Laura Lanza, direttore reparto di Otorinolaringoiatria dell'ospedale di Voghera e presidente provinciale Aidm, Associazione italiana donne medico; Elena Valassi, ricercatrice vogherese all' università di Harvard (Usa) e premio internazionale Anno 2008 «

Gli incontri di PaesAgire sulla cultura del paesaggio ( da "Tribuna di Treviso, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: E' docente a contratto alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Domenica 29 marzo si prosegue con «Sapere e paesaggio» a cui partecipa Renato Rizzi. Introduce Luisa Cigagna, assessore alla cultura e conduce Luca Mazzero, assessore all'urbanistica.

Un altro 8 marzo con poche speranze ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: per altro, costosa: il prezzo dei nidi pubblici privati è in media di 273 euro mensili. Secondo un'indagine Istat del 2005, condotta su un campione di 50 mila madri, il 32,7% delle mamme sarde, che non si avvale di un asilo nido, ha dichiarato che in realtà avrebbe voluto usufruire dei suoi servizi.

tre famiglie bloccano " i fenicotteri" ( da "Nuova Sardegna, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Se hanno ragione le tre famiglie o la potente alleanza pubblico-privata sarà il giudice a stabilirlo e lo farà nei prossimi giorni. In ballo c'è un legittimo interesse privato ma forse anche la speranza che come negli antichi miti il piccolo Davide possa abbattere, almeno virtualmente, il gigante Golia.

l'iit prepara il raddoppio a morego 500 ricercatori - enrico pedemonte ( da "Repubblica, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: abbiamo assunto prestigiosi ricercatori da tutto il mondo e abbiamo trasformato la fuga dei cervelli nel furto di cervelli come è avvenuto con John Assad (rubato alla Harvard Medical School di Bolston e Daniele Piomelli, che ha lasciato Irvine, California». Oggi, dice Cingolani, il centro vanta 400 pubblicazioni su riviste internazionali e 21 brevetti.

ma moretta lancia l'allarme "abbiamo perso i trentenni" - costantino malatto ( da "Repubblica, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: Colpa dei "vecchi" troppo bravi o della fuga dei cervelli? «La verità è che gli istituti di ricerca non fanno più concorsi e l´università ne fa pochissimi. Questo provoca non tanto la fuga dei cervelli, ma la perdita di una intera generazione di ricercatori: quella dei trentenni ormai l´abbiamo persa».

<Il registro è intoccabile>E il prof sconfigge il preside ( da "Secolo XIX, Il" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: inviolabile" senza il consenso del docente, perché può essere equiparato a un atto pubblico: non proprio una sentenza, ma quasi. E poi i presidi devono mettersi in testa che, pur rappresentando il vertice di ciascun istituto, non possono interferire troppo nelle questioni disciplinari, delegate invece al consiglio di classe.

una lezione d'ambiente per capire il mondo - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: anche noi docenti, per il modo attraverso il quale "ha fatto lezione come stesse con gente normale", ha detto serio Giuseppe, mio alunno. Perché, per i ragazzi un premio Nobel, un prof. universitario, è un essere "fuori dalla loro portata". Per cui, "ascoltare la lezione di quella grande mente di Sachs raccontare perché l´Europa ha vinto nella storia antica e recente ogni battaglia,

DOMANI e martedì, a Castelnuovo, due incontri sulla Costituzione Italiana. D... ( da "Nazione, La (Lucca)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Elettra Stradella dell'Università di Pisa terrà un incontro per docenti delle scuole secondarie. Alle 17 il professor Panizza, dell'Università di Pisa, guiderà un incontro per insegnanti della scuola primaria. Martedì 10 marzo, sempre alla scuola elementare in Via Fabrizi, alle 17,30, il professor Panizza tratterà dell'art.

LE LAVERIE di Monte Valerio sono state demolite nel 1984, nel 2008 ... ( da "Nazione, La (Livorno)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Archeologia Industriale, Università di Pisa. "Con un colpo di ruspa se ne sono andate le Laverie del Monte Valerio, strutture dove per anni decine di lavoratori e lavoratrici hanno passato i giorni separando lo stagno dalle scorie incalza Cristina Torti - come se gli edifici e i loro involucri non fossero importanti e significativi.

GIULIANOVA - La variante, così com'è, sarà la devastazione della c... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: con l'intervento di Paolo Berdini, docente di urbanistica all'università di Tor Vergata di Roma per poi proseguire il 21 marzo con Piero Bevilacqua, docente di Storia contemporanea all'università "La Sapienza di Roma, incontri che saranno condotti da Leo Marchetti, professore dell'Università "D'Annunzio" di Pescara.

Lissone, Meda e Cantù alleate contro la crisi ( da "Giorno, Il (Brianza)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Un tavolo che metta insieme enti pubblici e privati, Comuni, scuole, imprese e artigiani, mondo del lavoro e mondo della formazione dei 3 principali centri del mobile del territorio, ossia Lissone, Meda e Cantù. È l'iniziativa promossa dalla Giunta lissonese, che punta a coinvolgere le altre Amministrazioni comunali.

PERUGIA Una secchiata d'acqua in faccia al professore: accertamenti della polizia sono in cors... ( da "Messaggero, Il" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: acqua in faccia al professore: accertamenti della polizia sono in corso dopo che un docente impegnato in una lezione del corso di Farmacia all'Università di Perugia è stato raggiunto in aula da una secchiata d'acqua lanciata da tre persone con il volto coperto. Il docente stava tenendo la lezione di fronte a qualche decina di studenti.

Cambridge e la lingua inglese ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Cambridge University Press e Cambridge ESOL, il dipartimento dell'università inglese dedicato all'insegnamento dell'inglese agli stranieri, hanno organizzato per lunedì a Bari (Sheraton Nicolaus Hotel) una giornata di formazione con il lingusta David Crystal (foto) per i docenti di lingua inglese delle scuole e università.

<Io, picchiato perché nero E nessuno mi ha aiutato> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: è un docente molto stimato dagli studenti e dai colleghi». Dopo il racconto una domanda: Marco, sei mai stato vittima di episodi di razzismo in altre parti d'Italia? «No, no. Ma alcuni anni fa mi è capitato a Praga, mentre ero a bordo di un tram: alcuni skinhead mi imposero di scendere dal mezzo pubblico.

I rettori: sì, anche da noi c'è il rischio xenofobia ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: è un nostro studente ed il figlio di un nostro docente, dunque la reazione emotiva è ancora più forte, ma in queste ore invito a pensare anche ai tanti che subiscono nel silenzio violenze ed intimidazioni razziste. Almeno, in questo caso, è scattata immediata la solidarietà della società civile».

Mezzogiorno a tradimento, Viesti domani da Laterza ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ultimo saggio dell'economista barese Gianfranco Viesti (docente all'Università di Bari e presidente dell'Arti, Agenzia regionale per la tecnologia e l'innovazione), pubblicato proprio da Laterza. ................................................ GIANFRANCO VIESTI - Bari Domani (18.30) alla libreria Laterza, via Sparano 136.

Le artiste dal '500 al '900 Conversazione a Bari ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Interverranno Christine Farese Sperken, docente di storia dell'arte contemporanea all'Università di Bari, e Fabrizio Vona, sovrintendente per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici della Puglia. ............................................... ARTISTE DAL 500 AL 900 - Bari Oggi (ore 17.

Cisco Systems investe in Italia <Polo europeo per la ricerca> ( da "Corriere della Sera" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: centro per lo sviluppo di nuove tecnologie al quale contribuiranno ricercatori interni ma anche provenienti da altre aziende, da università come da istituzioni pubbliche e private. «L'Italia rappresenta per Cisco la terza "centrale" in Europa - spiega Chambers - . E' un paese su cui puntiamo molto. Da tempo collaboriamo con il governo in progetti di e-government come di educazione.

Dimissioni al museo egizio: c'è l'ombra di Artemidoro ( da "Corriere della Sera" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente a Pisa e accademica dei lincei, confermata dal ministro per i Beni culturali Sandro Bondi nel secondo mandato quadriennale, annuncia con toni educati ma fermi le proprie dimissioni. Tra i motivi che l'hanno spinta all'irremovibile decisione l'illustre scienziata lamenta l'abbandono «senza chiarimento alcuno» di alcuni progetti proposti dal comitato,

di MASSIMO MONTEBOVE STEFANO MAGGI è docente di storia delle comunicazion... ( da "Nazione, La (Siena)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: 27 di MASSIMO MONTEBOVE STEFANO MAGGI è docente di storia delle comunicazion... di MASSIMO MONTEBOVE STEFANO MAGGI è docente di storia delle comunicazioni, del territorio e dello sviluppo locale all'Università di Siena ed è un esperto di ferrovie e trasporti. Al suo attivo ha numerose pubblicazioni in merito.

PERUGIA Di fronte alle cosiddette spese incomprimibili, è difficile trovare vie ... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: formazione ed aggiornamento professionali sostenute da docenti. Invariata la possibilità di detrarre tasse di iscrizione a scuole secondarie ed università. I genitori possono detrarre fino ad un massimo di 120 euro anche la retta dell'asilo nido e, nel limite di 210 euro, le spese d'iscrizione a palestre, piscine o altre strutture sportive, dei figli di età compresa tra 5 e 18 anni.

Reggio dopo l'Alta velocità Ecco le idee di Calatrava ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Il convegno si apre alle 17 al centro Malaguzzi con Franco Migliorini, docente di Storia e cultura del territorio presso l'Università Ca' Foscari di Venezia ed autore di un volume sui "corridoi di comunicazione" europei, che parlerà del «Paradigma Tav», mentre l'architetto Mauro Severi parlerà delle opportunità che l'area può offrire a Reggio.

Università Ca' Foscari Buco da 32 milioni tagli a corsi e docenti ( da "Corriere del Veneto" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: REDAZIONALE Venezia A rischio lauree di successo Università Ca' Foscari Buco da 32 milioni tagli a corsi e docenti VENEZIA — Eccolo il conto della crisi: dodici milioni di euro nel 2010, venti nel 2011. è il disavanzo dei prossimi anni di Ca' Foscari stando al bilancio di previsione triennale presentato in Senato Accademico.

LA PILLOLA per i celiaci sarà pronta entro l'anno, al pi&... ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: fuga di cervelli" dall'Italia. Il clinico italiano sottolinea pure gli studi in corso all'Università della California per mettere a punto un'altra compressa per contrastare la celiachia. La ricerca ha preso le mosse dalla capacità di alcuni enzimi, derivati da batteri, di digerire il glutine che così passerebbe dallo stomaco all'

Ca' Foscari, buco da 32 milioni tagli a corsi, docenti e servizi ( da "Corriere del Veneto" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: E ora, per correre ai ripari, l'università le prova tutte, a cominciare dal corpo docente, il capitolo di spesa più pesante. La prossima settimana, infatti, il Senato metterà ai voti l'eliminazione della proroga automatica di due anni per i professori settantenni giunti all'età del pensionamento.

Anno accademico con corteo Un nuovo giorno caldo al Bo ( da "Corriere del Veneto" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università, assolutamente fuori misura - ha fatto sapere il docente -. Ma la nostra critica ha colto l'aspetto essenziale dell'evento organizzato, e cioè la sua natura politica che negli ultimi giorni si è rivelata pienamente». Giovanni Viafora Blindato Piazza del municipio circondata venerdì pomeriggio dalle forze dell'

Uno spiegamento di forze degno di miglior causa ( da "Corriere del Veneto" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: rappresentanza dei docenti, probabilmente per l'impossibilità di trovare un invito per l'accesso ad una sede della loro Università. I discorsi che si succedono non sfiorano neppure il merito dei temi che avrebbero dovuto essere al centro del convegno, confermando ciò che si era abbondantemente capito anche prima, e cioè che si trattava di una manifestazione politica e non scientifica.

E' docente all'Università di Bologna ( da "Nuova Ferrara, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: E' docente all'Università di Bologna Paolo Pombeni, nato a Bolzano nel settembre del 1948, è professore di storia dei sistemi politici europei e di storia dell'ordine internazionale nel '900 alla facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bologna.

Ricerche cliniche: ora ci vuole il super infermiere ( da "Corriere della Sera" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: e quindi sono "dottori" (vedi box), o che insegnano in università (anche ai medici) e quindi professori. Sono sempre più lontani i tempi in cui infermiere e infermieri avevano un rigido mansionario da seguire, «la lista della spesa» lo definisce Rosaria Alvaro, docente di scienze infermieristiche all'università romana di Tor Vergata.

"il cittadino governante" parla di politica con docenti universitari ( da "Centro, Il" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: La prima conferenza, vedrà la presenza di Paolo Berdini, docente di urbanistica all'università di Tor Vergata di Roma, per poi progeguire il 21 marzo con Piero Bevilacqua, docente universitario di storia contemporanea. Gli incontri, saranno condotti da Leo Marchetti, docente dell'università "D'Annunzio" di Pescara.

Atenei & fondazioni, una strada da battere ( da "Avvenire" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: altro grande tema affrontato dello studioso francese è quello dell'università come luogo dove si vive un legame tra studiosi: «Nel discorso all'università di Ratisbona, Benedetto XVI ha parlato dello sua esperienza da docente e dello stretto rapporto con i colleghi di altre discipline. Quest'idea di comunità oggi si realizza sempre più raramente».

Dal PD la sfida alla Gelmini perchè mantenga gli impegni ( da "Varesenews" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ha incontrato genitori, docenti e studenti di Varese per un confronto sul futuro dell'istruzione Dal PD la sfida alla Gelmini perchè mantenga gli impegni Erano tanti, circa centinaio, seduti in una sala del Collegio De Filippi ad ascoltare il senatore del PD Antonio Rusconi che parlava del futuro della scuola.

XXmiglia: prossimi incontri di 'Leggere la città medievale' ( da "Sanremo news" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Il dottor Benente è docente di Archeologia del Mediterraneo Medievale presso Corso di Laurea Magistrale in Archeologia, Gestione e Valorizzazione del Patrimonio Archeologico, dell?Università degli Studi di Genova. È inoltre assistente del professor Varaldo e con quest?

Équipe medica in Africa per i lavori dell'ospedale ( da "Corriere Adriatico" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ugandesi e agli investimenti fatti nel locale ospedale resi possibili anche dalla solidarietà dei civitanovesi, di medici di Modena, Reggio Emilia, Pesaro, Ancona, Umbria. Una volta rientrato in città Mobili si ritufferà nella consueta routine pubblico-privata (sindaco ma anche medico ospedaliero). Ad attenderlo molte questioni delicate. A partire dalla sua candidatura alle provinciali.

Dossier sulla crisie il lavoro femminile ( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: del corpo docente, e perché la maestra unica nega una pratica di cooperazione sviluppata negli anni, e apprezzata in tutto il mondo, per ritornare a modelli autoritari. Ed è un attacco alle donne perché, con la maestra unica, salta anche il tempo prolungato e questo significa che le mamme saranno costrette ad andare a prendere i figli prima di pranzo e,

donne & salute ( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ma piuttosto un momento di rifessione e di ascolto del variegato universo femminile. Le relatrici, che rappresentavano vari settori della società, sono state la docente universitaria Adriana Ciancio, la psicologa Cecilia Costanzo, l'imprenditrice Mariella Gennarino, la presidente della Croce Rossa Italiana Nicoletta Accardo.

Metti una sera a cena con Marinettie i 5 sensi sono chiamati all'appello ( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente dell'Università di Princeton, in occasione del terzo seminario organizzato dall'Assessorato alla Cultura del Comune, nell'ambito delle articolate iniziative varate dall'assessore Fabio Fatuzzo con la preziosa collaborazione del direttore Salvo Costanzo, per celebrare il centenario della storica avanguardia.

Una missione tutta al femminile ( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: che muoverà attraverso le pagine del libro della giornalista Silvia Ragusa, interverranno Tullia Giardina, ricercatrice di cattedra di Storia contemporanea dell'Università di Catania, Franca Antoci, vice caposervizio del quotidiano ?La Sicilia?, Adriana Cantaro, docente del liceo ?Spedalieri? ed Elio Camilleri, docente del liceo ?Galilei?.

Carenze della manutenzione naccio ( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: prenderanno parte docenti di tre atenei che esporranno gli esiti di specifici studi sul tema e presenteranno una nuova iniziativa formativa riservata a operatori e professionisti del mondo della produzione e della manutenzione, frutto della collaborazione tra l'Università degli Studi di Catania, il Mip-Politecnico di Milano e l'Università degli Studi di Bergamo.

Una <Crisi economica e morale> ( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università di Catania e Firenze, è stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura ed in seguito anche deputato e membro della Commissione Giustizia della Camera. Il docente universitario, prendendo spunto dai ricordi personali e dalle proprie esperienze di vita, ha tratteggiato, con lucidità e disincanto e con un pizzico di ironia,

Scuola e famiglia <serbatoi> di fiduciaMascalucia. ( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Maria Rosaria Mancinelli, docente di psicologia dell'orientamento scolastico e professionale all'Università Cattolica «Sacro Cuore» di Milano, e Maria Luisa Indelicato, dirigente scolastico del liceo classico e scientifico di Mascalucia. «Avere una meta da raggiungere sollecita alla positività, anche nei momenti difficili.

Nonostante la presentazione di diversi disegni di legge, nel nostro Paese non esiste una normativa s... ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Molto interessante il contributo del professor Pietro Petrin, docente di Chirurgia generale nella nostra università: «In quarant'anni di attività mi sono trovato di fronte a problemi complessi, soprattutto in due casi. Ho avuto a che fare con un ottantenne, affetto da tumore, che ha accettato di operarsi solo dopo pressioni da noi esercitate sulla figlia.

L'inizio della storia risale al 2005 quando l'allora pro-rettore all'Informatica Aldo... ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente al Dipartimento di Innovazione Meccanica e Gestionale alla Facoltà di Ingegneria, rassegna le sue dimissioni al rettore ri-eletto, Vincenzo Milanesi. «Non avevamo visioni comuni sulla gestione dell'ateneo - spiega oggi il docente - ma più che altro avevo criticato le deleghe di potere del pro-rettore vicario,

Le ragazze leggono il coraggio delle donne ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: lettura di alcuni testi significativi in occasione della festa della donna di oggi, coinvolgendo i docenti del liceo e, soprattutto, gli alunni di tutti gli indirizzi. Lo spettacolo, aperto alla cittadinanza venerdì e alle classi terze ieri, è stato creato da venti studenti, guidati dai professori Carullo, Gobbato e Postiglione, ed ha visto alternarsi letture a momenti musicali.

Alla scoperta del municipio ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Mercoledì prossimo gli iscritti all'Università Pinto andranno in visita al Municipio e ad alcuni suoi uffici: si tratta di una visita guidata nell'ambito del corso dedicato a "L'ente locale" e guidato dal docente Carniel. Le altre lezioni della settimana: lunedì alle 15 ricamo, laboratorio di acquerello e "L'ente locale", alle 16 letteratura classica;

VENEZIA. RICAVARE LE CELLULE STAMINALI DAL CAMPIONE RESIDUO DI LIQUIDO AMNIOTICO GIà PRELEVATO ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Ginecologia presso l'Università degli Studi dell'Insubria, ha invece sostenuto il ricavo delle staminali dal residuo di amniocentesi. I materiali, da ricavare da donne che già si sono autonomamente sottoposte al prelievo, può essere conservato, è stato detto, «garantendo la salvaguardia del patrimonio biologico che è unico e irripetibile»

GATY SEPE GLI STATI UNITI RICOMINCERANNO A FINANZIARE LA RICERCA PUBBLICA SULLE CELLULE STAMINALI... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: GATY SEPE Gli Stati Uniti ricominceranno a finanziare la ricerca pubblica sulle cellule staminali embrionali vietata da George Bush che il Vaticano, come ha ribadito ieri, ritiene «profondamente immorale e superflua». Dopo quello sull'aborto, si profila dunque il secondo scontro tra il nuovo presidente degli Stati Uniti e la Chiesa cattolica.

Catia Bastioli, ricercatrice con il <pallino> dell'ambiente ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: incontro e della conversazione avviata da Gianluigi Ingletto, docente di Chimica Generale alla Facoltà di Agraria del nostro ateneo. Tra i presenti, gli assessori all?Ambiente del Comune, Cristina Sassi, e della Provincia, Giancarlo Castellani, la parlamentare, Carmen Motta e Sandro Cavirani, dell?Università di Parma che ha portato il saluto del Rettore.

Conversazioni con Hans Schlosser ( da "Bollettino Università & Ricerca" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Il seminario si svolgerà alla presenza di docenti anche di altri atenei e dei dottorandi della Scuola Internazionale di Dottorato e sarà introdotto dai saluti del direttore del Dipartimento Pe.Me.Is., Antonella Tartaglia Polcini, e terminerà con le conclusioni del professore Perlingieri.

"Gli esami qualche volta finiscono" ( da "Bollettino Università & Ricerca" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ricercatori e docenti universitari, che si riconoscono in UniTP, la sezione nata espressamente per raccogliere le istanze ed i bisogni di chi opera all'interno delle strutture universitarie.Inoltre TP aderisce a Pubblicità Progresso ed è membro fondatore dello IAP, l'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, alle cui regole cui tutti i suoi soci devono attenersi.

TRASPORTI E NUOVE COMPETENZE DEGLI ENTI LOCALI - Atti del Convegno organizzato dall'Assessorato ai Trasporti della Provincia di Cagliari - Cagliari, 3 dicembre 2008 ( da "SardegnaIndustriale.it" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: automobile privata, sviluppando trasporti pubblici e di qualità». I motivi del minore utilizzo del trasporto collettivo sono da ricercare non solo nell?aumento del reddito pro capite, ma anche nella incapacità dell?offerta di trasporto collettivo di adeguarsi ad una domanda in evoluzione, principalmente in termini di qualità.

Imperia: al via una tre giorni dedicata ai Santi ( da "Sanremo news" del 08-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Teologia dell?Educazione presso la facoltà di Scienze della Formazione, Università LUMSA di Roma. - Ignazio di Loyola, sacerdote e fondatore della Compagnia di Gesù, presentato dal relatore prof. don Pietro Antonio Ruggiero della diocesi di Nicosia - I Coniugi Rosetta e Giovanni Gheddo, sposi e genitori di cui è in corso la causa di beatificazione,


Articoli

Un piano strategico su quattro "assi" per Casale e territorio (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

LO STUDIO. PRESENTATO IN COMUNE Un piano strategico su quattro "assi" per Casale e territorio [FIRMA]FRANCA NEBBIA CASALE Sono quattro gli «assi strategici» su cui il territorio dovrebbe impegnarsi per il suo sviluppo futuro: la qualità urbana e l'ambiente; l'innovazione; la ricerca e la cultura; il turismo e i sapori. «Strade maestre» delineate dal professor Filippo Monge, docente di Economia e gestione delle imprese all'Università di Torino, nella presentazione del Piano strategico per il territorio organizzata ieri in Comune dall'assessore all'Urbanistica, Riccardo Coppo e dal sindaco Paolo Mascarino. «Strade» desunte da un ampio lavoro d'indagine, di monitoraggio delle esigenze della popolazione, di sensazioni sul futuro e questionari su circa 1500 persone. Qualità urbana, valore del volontariato, salute e sicurezza dunque, ma anche capacità di attrazione per gli investimenti, sollecitazione del sistema creditizio locale, puntare sulle specificità territoriali, non tralasciando l'università (dottoratti di ricerca, tesi). Individuare un prodotto o una ricetta che caratterizzi il territorio. E organizzare un convegno internazionale in città almeno una volta l'anno. Conservare e innovare: queste le parole d'ordine del Piano, che Coppo ha paragonato a un'orchestra «cui partecipino tutte le componenti della società per produrre una musica intonata». Similitudine ripresa dall'ex sindaco torinese, Valentino Castellani, che ha messo l'accento sulla «governance», costruita dal basso, ma con contatti internazionali, con relazioni intessute («le fibre ottiche possono far superare le distanze») e coinvolgendo artigiani, commercianti, volontariato. Conservare dunque: tradizioni, ambiente, cultura, e innovare nella formazione, nella scuola, nella produzione, nel terziario. Paolo Filippi, presidente della Provincia, ha elencato opere realizzate nel Casalese (per strade circa 7 milioni, per tangenziali 40 milioni, eccetera), progetti avviati sul turismo, sul castello, sulla scuola, sulla banda larga, di cui ha annunciato un avvio tra tre anni (notizia che ha fatto saltare sulla sedia il consigliere comunale Roberto Quirino, perché Casale è pronta con la sua rete di fibre ottiche). Angelo Miglietta, segretario generale della Fondazione Crt, pur evidenziando criticità territoriali, fra cui le zanzare, ha sottolineato la capacità imprenditoriale e la creatività dei casalesi e Mauro Bincoletto, imprenditore e coordinatore del gruppo di lavoro delle attività produttive l'ampio lavoro ancora da affrontare.

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IL DESERTO DELL'EX COGNE E I CERVELLI SENZA CASA (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cervelli

L'opinione Enrico Martinet IL DESERTO DELL'EX COGNE E I «CERVELLI» SENZA CASA Cervelli in fuga. Se ne parla così sovente che ormai la realtà è diventata slogan. E si fanno conti di quanto poco il nostro paese investa in ricerca, nonostante la scienza e le sue applicazioni possano rappresentare un volano economico, una reale possibilità di ripresa. Così pensa il presidente degli Stati Uniti che ha annunciato fra le sue linee guida di investimento proprio la ricerca e l'innovazione tecnologica. Di fronte alla desolazione di capannoni dell'ex area Cogne a caccia d'imprenditore c'è da domandarsi perché mai non potrebbero ospitare i «cervelli in fuga» con in dote un piano capace di avere ricadute economiche. Potrebbero essere intercettati mentre tentano la via dell'estero attraverso i confini con Francia e Svizzera. Il silenzio in tal senso è certo. E se idee ci sono non sono ancora uscite da chi le avrebbe. Eppure la Valle ha due Università, quella di Aosta e il Politecnico a Verrès. Soprattutto non sa che cosa infilare in quei capannoni di pregevole fattura, tanto da avere un prezzo di affitto, di uso, insomma, fuori mercato. Sì, perché regole europee impongono che il prezzo per l'utilizzo di aree attrezzate siano proporzionali al loro valore di mercato. Come dire che più il fabbricato e la sua attrezzatura è di qualità e più costa utilizzarli. E non c'è «prezzo politico» che tenga. Così è. In tempi di evidente crisi economica varrebbe la pena di smettere i richiami e il tentativo di convincere questa o quella azienda a fare un passo in più scegliendo la Valle e di cimentarsi nella ricerca dei ricercatori. Investire cioè in un settore che ha sempre più difficoltà a trovare denaro e luoghi per progettare il futuro.

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Luiss, Celli incontra gli studenti savonesi (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

MARTEDI' ALL'UNIONE INDUSTRIALI Luiss, Celli incontra gli studenti savonesi SAVONA Martedì prossimo, alle 11, presso la Sala Convegni dell'Unione Industriali di Savona, Pier Luigi Celli, Amministratore Delegato della Luiss, la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali «Guido Carli» di Roma incontrerà gli studenti dell'ultimo anno delle scuole superiori cittadine. Obiettivo dell'incontro, aperto anche ai dirigenti scolastici e ai docenti degli istituti savonesi, è la presentazione delle opportunità di studio e degli sbocchi professionali offerti dall'ateneo privato romano, dove sono presenti le facoltà di Economia, Giurisprudenza e Scienze Politiche. Nell'occasione, i rappresentanti dell'ateneo ospite ricorderanno che il 6 aprile prossimo, prima degli esami di maturità, gli studenti del quinto anno potranno sostenere la prova di ammissione alla Luiss nella sua sede principale o in numerose altre città, anche liguri. Il programma dell'incontro prevede il saluto del Presidente dell'Unione Industriali Marco Maccio', al quale seguiranno l'illustrazione dell'offerta didattica della Luiss da parte di Giovanni Fiori, ordinario di Economia Aziendale e l'intervento di Marta Cerati, studentessa dell'Ateneo stesso, che parlerà dei servizi e delle opportunità offerte agli studenti fuori sede, oltre che delle occasioni di inserimento post-laurea nel mondo del lavoro. Attraverso questi incontri l'Università Luiss, che ha tra i suoi punti di forza la qualità della didattica, uno stimolante ambiente studentesco, un forte collegamento con il mondo del lavoro e dove hanno studiato molti personaggi di spicco del mondo della comunicazione, cerca di attrarre i talenti più interessanti del panorama studentesco nazionale.

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Risparmi miliardari se oggi fosse in vigore la riforma (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

LA RICERCA DEL CERM: DOPO IL PUBBLICO, TOCCHERÀ AL PRIVATO Risparmi miliardari se oggi fosse in vigore la riforma Ma che succederebbe se in Italia venisse alzata a 65 anni l'età pensionabile di tutte le donne che lavorano e non solo le statali? Secondo la ricerca del Cerm, elaborata da Fabio Pammolli e Nicola Salerno, nel 2009 e nel 2010 si realizzerebbero risparmi per 4,6 e 9,2 miliardi. Attenzione, dice il Cerm: adeguare l'età delle statali porterebbe poi ad aumentare anche quella di chi lavora nel privato.

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La pietra verde dimenticata che fece bella casa Savoia (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

BUSSOLENOLA CAVA DELLA FUGERA E' COMPLETAMENTE ABBANDONATA Per lo storico è «un patrimonio da salvare, una vera rarità» La pietra verde dimenticata che fece bella casa Savoia [FIRMA]MAURO PIANTA BUSSOLENO La cava della Fugera ha un passato nobile, un presente sbiadito e un futuro che pare non interessare più nessuno. E dire che da questa spaccatura nelle rocce del massiccio dei Tre Denti, a 1750 metri d'altitudine sopra Bussoleno, si estraeva un pregiato marmo verde con il quale furono ornate tante residenze sabaude. Duecento metri più a valle c'è ancora la «casa» degli scalpellini: una costruzione in pietra lunga una trentina di metri realizzata tra la metà del Seicento e l'inizio del Settecento. Era il ricovero dei lavoratori che strappavano la pietra verde alla montagna: ci sono tuttora i magazzini, le cucine, i locali dove si dormiva e quelli dove venivano forgiati gli attrezzi in ferro. Un vero e proprio reperto di archeologia industriale. Secondo alcuni storici locali, la casa potrebbe addirittura esser stata progettata dall'architetto Amedeo di Castellamonte. Una volta l'anno una società pubblica-privata (emanazione del parco Orsiera) ci accompagna una ventina di turisti, curiosi anche di scoprire quel che resta dell'antica cava a cielo aperto. Il professor Sergio Sacco, bussolenese doc ed esperto di archeologia industriale, accumula da trent'anni materiale prezioso per la memoria storica del luogo. «È un peccato - dice - che la cava e la casa degli scalpellini non siano adeguatamente valorizzati dal punto di vista culturale. Un edificio del genere a 1600 metri è una vera rarità, mi creda. Non dico di fare un restauro, costerebbe troppo. Ma almeno un intervento conservativo come, non so, mettere dei puntelli...». Lui, la storia di questa pietra verde di Bussoleno, l'ha inseguita negli archivi. Se è pronto a scommettere che il marmo della Fugera fu impiegato per le rifiniture in molte residenze dei Savoia (la cava in questione appartenne alla Real Casa, oggi è un bene demaniale), per il Palazzo Reale di Torino ci mette addirittura la mano sul fuoco. Il pavimento e le rifiniture del magnifico Salone degli Svizzeri e della galleria Beaumont nella vicina Armeria Reale, giura, arrivano da queste montagne. Primo indizio: l'esame visivo. «Il marmo ha delle venature bianche e nere inconfondibili». Secondo indizio: un testo ottocentesco di un tale ingegner Blangino in cui è documentata la provenienza bussolenese della pietra. Terzo indizio: nella biblioteca di Susa c'è un documento del tardo Ottocento nel quale si parla chiaramente della pietra della Fugera usata per «abbellire tutti i palazzi dei Savoia».

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In Lombardia è vittima di violenza una donna su tre (sezione: Cultura)

( da "Giornale di Brescia" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Edizione: 08/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:brescia e provincia In Lombardia è vittima di violenza una donna su tre nIn Lombardia, il 34,8% delle donne fra i 16 e i 70 anni è stata vittima di almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della sua vita (di poco inferiore il dato nazionale, il 31,9%). Il 14,8% (dato nazionale 14,3%) ha subìto violenza all'interno della relazione di coppia, il 18,8% ha subìto atti persecutori (il cosiddetto «stalking»). «Questo problema richiede un cambiamento culturale profondo - ha detto il presidente del Consiglio regionale Giulio De Capitani - che va costruito con il contributo di tutti. La cultura del rispetto e della parità tra gli uomini e le donne deve essere uno degli obiettivi fondamentali di ogni livello istituzionale. Proprio in queste settimane è stato finalmente approvato dal Parlamento, e ora passerà al Senato, un disegno di legge che affronta il tema del maltrattamento e degli atti persecutori, il cosiddetto "stalking". Resta da superare la mancanza di un quadro legislativo organico nazionale e regionale, che consenta di finanziare ed ampliare la rete dei servizi antiviolenza». Solo il 18,2% delle donne che hanno subìto violenza fisica o sessuale in famiglia la considera un reato, ma in questo caso la Lombardia si discosta dalla media e la percentuale sale al 26,8%. Di questo grande numero di violenze (il campione è di 25.000 donne) che emerge dalla indagine Istat, il 96% (il 93% in Lombardia) non sono state denunciate. Proprio su questa zona oscura di silenzio e di sopraffazione si svolge il lavoro dei Servizi e delle associazioni di aiuto, di cui la ricerca Irer/Università di Milano, commissionata dal Consiglio regionale, fornisce una mappa aggiornata. In totale, nel 2006, in Lombardia si sono rivolte alle associazioni e ai Servizi 1.737 donne. Il maltrattamento più frequente è di tipo psicologico (38%), poi fisico (31,2%) ed economico (14,8%). Nel 6,7% dei casi il maltrattamento riguarda anche i figli, mentre nel 7,9% dei casi la donna subisce violenza sessuale. La percentuale delle donne che denuncia i maltrattamenti sale al 46% fra quelle che si rivolgono ai centri antiviolenza. Gli operatori rilevano che l'autore dei maltrattamenti è per il 75,1% dei casi il marito e nel 4,1% dei casi il convivente della donna. Violenza in una famiglia in trasformazione, come fa notare Sonia Stefanizzi, docente di Sociologia all'Università di Milano, segnalando gli elementi di novità nel fenomeno: aumento dei maltrattamenti nelle coppie miste, nelle coppie giovani con stili di vita disturbati e abuso di sostanze alteranti e aumento delle violenze da parte dei figli sui genitori anziani.

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Premio Acerbi, via alla lettura sulla rotta dell'Argentina (sezione: Cultura)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Premio Acerbi, via alla lettura sulla rotta dell'Argentina Ieri la presentazione della 17ª edizione e la consegna dei romanzi alle giurie: premiazione il 4 luglio Affollata la sala consiliare del municipio di Castel Goffredo per il pomeriggio letterario di ieri, che apriva le iniziative 2009 legate al Premio letterario Giuseppe Acerbi. Dopo i saluti del presidente dell'associazione Acerbi, Piero Gualtierotti, il sindaco Mauro Falchetti ha lodato la scelta della letteratura argentina come protagonista dell'edizione 2009 e ha ricordato i 25 milioni di italiani che oggi, nel Paese sudamericano, vantano progenitori italiani. Anche il critico Alberto Cappi, coordinatore del pomeriggio, ha sottolineato i legami culturali tra Italia e Argentina, ricordando come si usi parlare di questo Paese come di una terra «il cui popolo è fatto di italiani che parlano spagnolo». Hanno poi preso la parola Maria Cecilia Grana dell'Università di Verona ed Emilia Perassi dell'Università di Milano, entrambe docenti di letteratura ispano-americana. Le due studiose hanno sottolineato come la letteratura argentina moderna - il cui nome di riferimento è universalmente il grande Jorge Luis Borges - poggi le sue radici sulla miscellanea tra cultura aulica e cultura popolare che dall'inizio del Novecento a oggi hanno segnato le pulsioni letterarie argentine. Entrambe hanno anche concordato sul fatto che quella argentina è una letteratura nazionale dalle forti identità e dal respiro assolutamente mondiale. Questi autori ed opere prescelti per l'edizione 2009: Luisa Valenzuela con "Realtà nazionale vista dal letto", Elsa Osorio con "Lezioni di tango", Mempo Giardinelli con "Finale di romanzo in Patagonia", Josè Pablo Feinmann con "Il giorno della madre". Di questi romanzi, tre fanno esplicito riferimento al tragico periodo della dittatura e dei desaparecidos. Si tratta di quattro scrittori ben conosciuti ed apprezzati nel proprio Paese, che ora il premio Acerbi promuove ai lettori italiani. Alcuni brani tratti dai quattro romanzi sono stati letti dall'attrice Monica Palma. Ha concluso il ciclo di relazioni Giorgio Colombo, direttore della rivista "Quaderni del Premio Acerbi". Al termine dell'incontro i quattro volumi sono stati distribuiti alla giuria scientifica e a quella popolare in vista della proclamazione del vincitore, prevista per il 4 luglio.

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Dieci storie al femminile per un'identità di genere aperta al mondo (sezione: Cultura)

( da "Giornale di Brescia" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Edizione: 08/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:cultura Dieci storie al femminile per un'identità di genere aperta al mondo Le interviste danno voce ad alcune donne e alle loro storie. Nei racconti, i fatti, i pensieri e le riflessioni si intrecciano, mostrando la ricchezza umana che un certo modo di vivere la propria identità di genere porta con sé. Le dieci donne intervistate da Paola Bignardi, da sempre impegnata sui temi dell'educazione, in «Donne. 10 storie di oggi», pubblicato dall'Editrice La Scuola, testimoniano esperienze attraverso le quali passano i nodi cruciali della condizione femminile: il rapporto della donna con sé stessa e il proprio corpo, il rapporto tra la famiglia e il lavoro; la maternità e la carriera; il difficile inserimento nel mondo della politica; il rapporto con la responsabilità ed esperienze professionali inconsuete fino a poco tempo fa, ma anche la difficoltà di veder riconosciuta e di vivere in pieno la propria dignità. L'autrice ha dialogato con donne di età, di professione e di esperienze di vita diverse. Maria Teresa Pedrocco Biancardi è psicologa e psicoterapeuta, impegnata da anni nell'osservazione e nello studio dei temi che riguardano la coppia, il matrimonio, la famiglia. Anna Maria Cànopi è monaca benedettina e vive da molti anni sull'isola di S. Giulio, nell'abbazia «Mater Ecclesiae» da lei fondata nel 1973. Pina De Simone, docente universitaria, è una delle tante donne che conoscono la fatica di tenere assieme casa e lavoro. Chiara Ghezzi, insegnante e mamma, ha riflettuto sul senso della maternità. Barbara Manfredini lavora come responsabile in un ente pubblico. Cettina Militello è dottore in Filosofia e Teologia. Gabriella Reggi vive a Faenza, dove è stata per oltre trent'anni medico geriatra. Luisa Santolini è parlamentare dal 2006, mentre Paola Ricci Sindoni è docente di Filosofia morale e di Etica e Grandi religioni all'Università di Messina. Tra le voci che si raccontano, ci sono poi le educatrici della Casa Famiglia S. Omobono di Cremona, una realtà che offre un servizio di accoglienza a donne in difficoltà. Tra le storie delle donne che si raccontano a Paola Bignardi, si può leggere anche il percorso del femminismo degli ultimi cinquant'anni, dalle speranze del Sessantotto all'emergere di una coscienza della propria differenza, dalle lotte per veder riconosciute pari opportunità con l'uomo all'affacciarsi della cultura della reciprocità. Nelle interviste delle donne più giovani, emerge come esse non si pongano nemmeno il problema di un'eventuale scelta tra il lavoro e la famiglia, accettando a volte un complesso ménage che lascia poco spazio alle loro esigenze. Al tempo stesso, sono consapevoli dell'importanza del lavoro nel cammino della loro realizzazione personale. Tra gli aspetti della vita della donna esplorati nel libro, e spesso meno studiati, anche quello dell'interiorità e del suo mondo religioso che mostra come sia presente, anche nel vivere la fede, una sensibilità tipicamente femminile, segnata dal dono di sé. Paola Gregorio

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Una farmacia attesa da 2 anni (sezione: Cultura)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

CASTELVETRO Una farmacia attesa da 2 anni Soddisfazione per la riapertura dell'esercizio a Levizzano CASTELVETRO. Ha riaperto al pubblico la farmacia di Levizzano in via Bedine 45 con soddisfazione dei cittadini che l'avevano chiesto a gran voce. Dall'inizio del 2007 la sede era rimasta vacante. Il Comune ha esercitato la prelazione e la farmacia è stata riaperta, con una gestione provvisoria, per sei mesi in attesa di arrivare a quella definitiva, tramite una società pubblico/privata. Attualmente, in attesa del bando di concorso, la farmacia è gestita dal dottor Vanni Vranjes. «Ho sostenuto personalmente le spese - afferma il farmacista, socio dei Laboratori Vramont di Vignola - spero di rimanere; per ora aspettiamo il prossimo bando». L'entusiasmo per la nuova apertura è generale tra i residenti. «Abbiamo sostenuto l'apertura fino alla fine - afferma Lorenza Belli, insegnante levizzanese - Adesso siamo tutti molto soddisfatti, abbiamo vinto la nostra battaglia, raccogliendo anche tante firme a favore della riapertura della farmacia». Sulla stessa lunghezza d'onda è anche Anna Maria Testa, impiegata levizzanese: «La cura e la salute del cittadino sono fondamentali - afferma la donna - la riapertura della farmacia è una fortuna per chi non ha la possibilità di spostarsi e per i molti anziani che vivono qui. E' una grande comodità». (antonella tropea)

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La pensione a 65 anni non é segno di uguaglianza (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

La pensione a 65 anni non é segno di uguaglianza di Susanna Pellegrini (*) Domenica 8 Marzo 2009, Per far fronte alla grave crisi economica che avanza il nostro governo ha scelto la via più semplice, dare la carità a chi ha niente e spremere chi ha già poco, chi già stenta ad arrivare a fine mese. Dalla social card, al bonus, all'imposizione ai lavoratori di un Accordo separato che non tutela i salari, indebolisce il contratto nazionale, introduce per la prima volta deroghe su salario e diritti, limita il diritto di sciopero. Ora è arrivato un ulteriore colpo basso: alzare l'età pensionistica delle donne a 65 anni. Per il momento si tratta solo delle donne dipendenti pubbliche, ma il salto dal pubblico al privato sappiamo bene che è breve. Dire che è la Corte Europea che ce lo impone è una scusa ipocrita, sarebbe quasi comica se non fosse che è un vero e proprio accanimento contro le donne. La Corte Europea impone all'Italia una riforma sulla parità di trattamento pensionistico con gli uomini? Quante sono le sentenze della Corte Europea che l'Italia ha beatamente sbeffeggiato? Quante sono le discriminazioni che vanno sanate? Tutte, non solo quelle che fanno comodo. La stessa Avvocatura dello Stato difendendosi da questa sentenza ha affermato che in Italia esiste una profonda discriminazione lavorativa nei confronti delle donne e dunque l'età pensionabile più bassa è in realtà una parziale compensazione. Quando le donne avranno raggiunto la parità sostanziale e non formale ne potremmo riparlare. Le donne sono le prime a pagare le conseguenze della crisi, le prime espulse dal mondo del lavoro e spesso senza copertura di ammortizzatori sociali perchè impiegate in lavori meno protetti. Sono le prime a dover rinunciare al lavoro per la mancanza di servizi, di asili nido, perchè i figli, il lavoro di cura e di assistenza familiare sono quasi sempre ancora a loro totale ed esclusivo carico. Vincolate in un ruolo che spesso non scelgono, ma che diventa quasi un fatto impropriamente naturale in mancanza di uno stato sociale efficace. Nei grandi Paesi d'Europa i costi e le fatiche del lavoro di cura delle donne sono a carico di tutta la comunità. (segue a pagina V) (*) Segreteria Cgil Pordenone

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Rovereto, un progetto per i prossimi decenni (sezione: Cultura)

( da "Adige, L'" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Rovereto, un progetto per i prossimi decenni Il manifesto per la città del 2020: dall'analisi della situazione alle linee di azione (segue dalla prima pagina) Il genius loci della società roveretana, come appare dai documenti storici, si è sempre concretizzato attraverso l'opera di persone, fra cui illuminati imprenditori, che hanno saputo coniugare gli interessi d'impresa con quelli collettivi promuovendo iniziative d'interesse sociale e culturale, coinvolgendo pensatori, erigendo palazzi, facendo bella ed accogliente questa cittadina che nel '700 contava settemila abitanti e nel 2009 ne annovera 37.000. Non è un caso che proprio a Rovereto sia stata collocata, allora sotto il governo di Vienna, la Scuola Reale Elisabettina che fu fucina di brillanti intellettuali, si pensi a Depero, Libera, Pollini, Melotti, Fontana, Negrelli e altri. Questo stesso genius loci ha consentito negli anni '80, per impulso di alcuni professionisti ed uomini di cultura come, tra gli altri, Giulio Andreolli ed Umberto Savoia, di promuovere quel dibattito e quel progetto culturale che poi ha dato vita alla costruzione del Mart ed al Polo Culturale Museale. (...) Emblematica anche la vicenda dell'Università, che, nata all'inizio degli anni '60, solo alla fine del secolo '900 ha cominciato a raccogliere i frutti più attesi dei semi gettati 40 anni prima, svettando ripetutamente nelle classifiche dei piccoli e medi atenei. (...) Il 2009, da questo punto di vista, si apre foriero di ulteriori opportunità: l'inaugurazione del Museo Casa Depero ed il Festival Città Impresa, incentrato sul tema dell'energia, che verrà sviluppato nella cornice della Manifattura Tabacchi. (...) Centrale in questo disegno è il ruolo della Provincia autonoma, che all'inizio della nuova legislatura, ha approvato una misura dirompentemente positiva, in grado di rimettere in moto l'economia reale, provvedimento unico in Italia: l'investimento del 5 per cento del PIL trentino, pari a circa 850 milioni di euro (quasi un quinto del bilancio provinciale annuo), in un pacchetto di misure per lo sviluppo ed il sostegno delle imprese. Un primo aspetto da sottolineare è la necessità di avviare un progetto che intrecci mezzi e potenzialità dell'industria privata, unitamente alla grossa mole di ricerca applicata che questa è in grado di promuovere ed implementare, ed un polo di alta formazione universitaria in cui la ricerca sia condivisa ed in grado di essere applicata all'industria. Un secondo ambito, che si integra in modo coerente e sistematico al precedente, individua come nodale e strategico il settore della ricerca di nuove forme di produzione di energia alternativa, nonché di nuovi sistemi di immagazzinamento e di trasporto della stessa. (...) Essendo tale ambito di ricerca e sperimentazione fortemente connesso sia con gli interessi privati che pubblici, anche alla luce della recentissima costituzione (alla vigilia di Natale) della Società energetica provinciale, Dolomiti Energia Spa, a partecipazione mista pubblico-privato, ma a controllo pubblico, sorge spontanea la ipotetica interazione e collaborazione elettiva fra i due diversi settori, industriale privato e pubblico, che possa trovare nella ricerca e nella formazione universitaria quell'aiuto indispensabile al suo sviluppo. La sinergia tra centri di ricerca industriali privati e centri di ricerca universitari è alla base di quell'economia della conoscenza, definita più volte pubblicamente dal Rettore Davide Bassi "il nostro nuovo petrolio", attraverso cui può e deve passare il futuro sviluppo del Trentino. In questo settore, a fare da battistrada, oltre 10 anni fa, è stato il Consorzio IDEA, per lo studio e l'implementazione delle energie alternative, nel quale hanno fortemente creduto proprio il fisico (non ancora Rettore) Prof. Davide Bassi e l'industriale degli pneumatici Mario Marangoni. Sviluppo di nuove forme di energia ecosostenibile e di nuovi processi produttivi che potrebbero trovare proprio nella ex Manifattura Tabacchi e nello stabilimento dismesso Alumetal-Montecatini quei siti ideali per conformazione dei compendi atti a sviluppare le ricerche sull'energia e sull'ambiente e su nuovi modelli di edilizia eco-compatibile, seguendo il filone intrapreso già da tempo dal Consorzio Habitech. Ex Manifattura Tabacchi che - insieme allo stabilimento dismesso Alumetal-Montecatini ed all'Area Casotte di Mori - fa parte integrante del triangolo nel quale si sviluppera il nuovo futuro industriale di Rovereto e Vallagarina, orientato alla conoscenza. (...) Una accelerazione formidabile in questo senso è venuta dalla dismissione della Manifattura Tabacchi di Rovereto e dall'energica sollecitazione di Confindustria Trento, attraverso la sua Presidente Ilaria Vescovi, ed anche per il tramite del Delegato per il Distretto Tecnologico e Vice Presidente Vicario Paolo Mazzalai, che oggi ricopre anche lo strategico incarico di Presidente di Trentino Sviluppo, traît d'union molto efficace tra Industria ed Ente Pubblico. (...) Il compendio della ex Manifattura Tabacchi si presta ad ospitare, oltre al Distretto Tecnologico Habitech, il centro nazionale di certificazione ambientale auspicato dal Rettore Bassi, centri di studio e di ricerca applicata all'industria nel campo dell'energia e delle energie alternative. Anche perché il Trentino in questo settore ha un know how significativo, anche solo se si considerano tutte le centrali idroelettriche che insistono sul suo territorio. Emerge complessivamente l'idea di un modello di sviluppo che deve quindi saper guardare sia alle opportunità legate all'economia della conoscenza, sia a quelle fornite dalle fonti energetiche alternative e dai nuovi stili di vita. Questi ultimi possono ad esempio incentivare lo sviluppo di nuove tecnologie come quelle per l'edilizia sostenibile, e di qui le grandi opportunità offerte dallo sviluppo del Distretto Tecnologico Habitech. È ormai chiaro che avere successo nell'economia della conoscenza richiede di puntare su tipologie di prodotto e su specializzazioni ad elevato valore aggiunto dove la componente soft o immateriale prevalga su quella hard o materiale. Questo obiettivo può essere raggiunto, nel contesto economico e culturale di Rovereto e della Vallagarina sfruttando sia le forti interazioni con l'Università e i centri di ricerca (l'esempio di Habitech è emblematico anche in questo caso) sia valorizzando ed incrementando la notevole disponibilità di capitale umano presente sul territorio, facendo anche leva sulla sensibilità e sul concreto sostegno che le istituzioni locali hanno costantemente assicurato, nel corso di questi anni, a questa tipologia di iniziative ad operare in questa direzione. In questa ottica, la già menzionata possibile ed auspicabile realizzazione di un Polo tecnologico e formativo nell'area della cosiddetta ex Manifattura Tabacchi, offre alle imprese che operano nell'area roveretana una significativa e concreta opportunità per mettere davvero in pratica l'intenzione più volte manifestata di trasformarsi da centri di produzione a luoghi dove si fa ricerca, si progetta, si pensano nuovi prodotti/processi. (...) L'idea, concretamente, consisterebbe nella nascita nella ex Manifattura Tabacchi di una sorta di fabbrica della economia della conoscenza nella quale collocare centri di ricerca universitari, di ricerca industriale privati e residenze per studenti, con una focalizzazione complessiva sui temi dell'energia e dell'ambiente, ma evidentemente non solo su questi. (...) La chiave di volta del futuro sviluppo di Rovereto è uno stretto connubio tra cultura, università ed impresa, che sfrutti gli asset presenti sul territorio per far diventare la città di Rovereto capofila del Parco Tecnologico Trentino. L'ipotesi di intervento appena delineato deve tuttavia essere collocato in una più generale prospettiva che riconosca come la capacità di innovare è sempre più il fattore decisivo per la competitività a livello internazionale. In un sistema imprenditoriale come quello italiano, caratterizzato dalla ridotta dimensione dell'apparato produttivo, l'innovazione rischia però di rimanere un fatto casuale e sporadico. Per evitare questo pericolo le nostre imprese devono riuscire a costruire un rapporto con il sistema della ricerca e della formazione basato sull'interazione ripetuta, da realizzarsi attraverso convenzioni su progetti concreti, lezioni in azienda, scambi di informazioni su prodotti e su mercati, ecc. (...) Lo sviluppo di lungo periodo di Rovereto e della Vallagarina dovrà quindi, in conclusione, fare leva nei prossimi anni sulle specificità e sulle risorse locali effettivamente disponibili, valorizzando la capacità di saper affrontare in modo serio, organico e condiviso i nodi e le non poche criticità che si presenteranno, e ciò al fine di imboccare un sentiero di crescita che sappia coniugare sviluppo e coesione sociale, sostenibilità territoriale e tutela dell'ambiente. Si tratta dunque, come abbiamo già indicato in precedenza, di perseguire il bene comune attraverso una cultura delle opere ispirate dai princìpi. Un autentico sviluppo è possibile solo quando alla chiarezza dei princìpi si associ la concretezza del fare, e se i principi devono prendere ispirazione dagli ideali, è la concretezza che riesce a condurre alle opere. La valorizzazione dell'identità di Rovereto e della Vallagarina è il primo passo per la promozione del territorio. Da questa ritrovata identità bisogna muovere per comprendere il presente e progettare il futuro. * Mario Marangoni , Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto Giulio Andreolli , Progettista, Associazione Culturale Rovereto 2020 Gianni Anichini , Vicedirettore Vicario Confindustria Trento Giulio Cainelli , Economista Università Bari Rocco Cerone , Giornalista, Associazione Culturale Rovereto 2020 Massimo De Alessandri , Amm.Del. Marangoni SPA Luca Filagrana , D.G. Cassa Rurale di Rovereto Paolo Gurisatti , Pres. CDA Consorzio Habitech Paolo Marega , Presidente Cassa Rurale Rovereto, Vicepresidente Itas Assicurazioni SPA Giovanni Marseguerra , Economista Uniersità Cattolica Milano Giovanni Pegoretti , Economista Università Trento Alberto Salizzoni , Pres. Ordine Ingegneri Trento Il progetto «Rovereto 2020: un nuovo modello di sviluppo per il prossimo decennio» sarà presentato sabato 4 aprile dalle 9 alle 13 nella sala conferenze del Mart. Data la rilevanza del progetto e la sua importanza per il futuro di Rovereto sull'Adige continuerà nei prossimi giorni il dibattito attorno a questo disegno strategico, con l'intervento di più esponenti autorevoli dell'economia, della politica e della società civile lagarina e regionale. 08/03/2009

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JACOPO VALENTI Roberto Toniatti, preside della facoltà di giurisprudenza di Trento e professore di diritto costituzionale, si è dimesso dal suo incarico a qualche mese dalla scaden (sezione: Cultura)

( da "Adige, L'" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

JACOPO VALENTI Roberto Toniatti, preside della facoltà di giurisprudenza di Trento e professore di diritto costituzionale, si è dimesso dal suo incarico a qualche mese dalla scadenza naturale del suo secondo ed ultimo mandato JACOPO VALENTI Roberto Toniatti, preside della facoltà di giurisprudenza di Trento e professore di diritto costituzionale, si è dimesso dal suo incarico a qualche mese dalla scadenza naturale del suo secondo ed ultimo mandato. A succedergli sarà verosimilmente il professor Luca Nogler, direttore del dipartimento scienze giuridiche della facoltà. Per avere una conferma ufficiale bisognerà però attendere mercoledì pomeriggio, quando dopo le votazioni sarà reso noto il nome del prossimo preside di giurisprudenza. La notizia delle dimissioni di Roberto Toniatti è emersa nei giorni scorsi: «Mi sono dimesso anticipando di qualche mese la fine del mio mandato - spiega Toniatti - Questo perché bisogna avviare una riflessione anche di riforme strutturali e mi sembra giusto dare la possibilità al nuovo preside di partecipare fin dall'inizio, io comunque ad ottobre non mi sarei potuto ricandidare perché ho fatto due mandati e quindi lascio spazio a qualcun'altro, ho fatto il preside per dodici anni», dice ancora il costituzionalista. Il riferimento alle «riforme strutturali» viene da quanto sta succedendo a livello nazionale con i cambiamenti annunciati dal ministro Mariastella Gelmini per il mondo universitario, cioè governance, reclutamento, e diritto allo studio, oltre che i corposi tagli di di risorse, soprattutto per la ricerca. «Ho deciso di dimettermi - spiega il professor Toniatti - per permettere al mio successore di prendere sin dall'inizio questi nuovi percorsi e direttive che arrivano dal ministero». Martedì sarà il giorno in cui verranno ufficializzate le candidature e discussi i programmi dei vari candidati. Mercoledì invece sarà giornata di voto, cui hanno diritto i docenti ed i ricercatori (che a giurisprudenza, il dato è del dicembre2008, sono sessantasei), oltre che i rappresentanti degli studenti (che invece sono otto). Roberto Toniatti è professore di diritto costituzionale e comparato. Vanta un curriculum quarantennale di insegnamento in alcune importanti facoltà italiane e straniere, con lunghi periodi di studio e di aggiornamento all'estero. Ha scritto numerose pubblicazioni e i suoi principali interessi di ricerca comprendono anche i modelli di ripartizione territoriale del potere pubblico, di legittimità costituzionale e di tutela giudirisdizionale dei diritti e delle minoranze. È stato membro della commissione incaricata di predisporre la prima bozza di statuto del comune generale de Fascia dopo l'istituzione delle Comunità di valle e pochi giorni fa il suo nome è stato fatto dall'Upt come possibile «tecnico» che vada ad occupare un posto nella Commissione dei dodici, l'organismo paritetico tra Stato e Regione che si occupa delle norme di attuazione dello statuto d'autonomia. È stato il preside dei corsi con formula «4+1», ma anche dell'internazionalizzazione e del «giurista globale». Ha attratto a Trento docenti stranieri - i visiting professor -, ha introdotto il piano di studio su diritto, società e religioni, e sul decreto Tremonti (quello che prevede che le università diventino fondazioni private) aveva detto: «Nessuna maggioranza nazionale, né di centrodestra, né di centrosinistra ci ha mai riservato qualcosa di buono, le innovazioni mi piacciono purché non siano introdotte solo per il gusto di cambiare». Quando - all'indomani dell'inaugurazione della nuova ala di giurisprudenza progettata dall'architetto Mario Botta - gli studenti ebbero da ridire per alcuni disagi, si mise dalla loro parte girando le istanze al rettore, quel Davide Bassi che aveva anche «sfidato» quando nel 2004 Toniatti si era candidato proprio per il posto da rettore. 08/03/2009

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il tirocinio per una laurea all'iuav? costruire da soli un villaggio in mali (sezione: Cultura)

( da "Nuova Venezia, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 16 - Cronaca Il tirocinio per una laurea all'Iuav? Costruire da soli un villaggio in Mali Il tirocinio per una laurea magistrale in Architettura Sostenibile fatto sul posto, nello stato africano del Mali. E' accaduto all'Iuav, il progetto è partito da 17 studenti, che insieme a tre 3 docenti dell'Università di Architettura hanno progettato e costruito dal 16 febbraio al primo marzo la sede di una Organizzazione non governativa (Ong) italiana in un villaggio del Mali secondo l'impronta della tradizione costruttiva locale. L'occasione che è stata colta riguarda la costruzione in tutte le fasi, dall'ideazione alla realizzazione, di una sede dell'Ong italiana, nella Repubblica del Mali, a Sevarè, nella provincia amministrativa di Moptì nel centro nord del paese. A fornirla, l'architetto Fabrizio Carola, recentemente premiato al Global Award for Sustainable Architecture. Gli studenti hanno acquisito le conoscenze della pratica del progetto e della costruzione, collaborando attivamente con i docenti Iuav e l'architetto Carola alla realizzazione di manufatti venendo coinvolti in tutte le attività di cantiere per la realizzazione di opere di scavo, di fondazioni, di murature.

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Scritte d'amore sui muri del centro La psicologa: Così si sentono leader (sezione: Cultura)

( da "Provincia Pavese, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Scritte d'amore sui muri del centro La psicologa: «Così si sentono leader» Dichiarazioni e cuori davanti alle scuole «Un gesto di sfida che va interpretato» MARIANNA BRUSCHI PAVIA. Sul muro giallo del dipartimento di Filosofia è comparsa una scritta rossa: «Ti amo». La lettera «m» la compongono due fidanzatini stilizzati. Il messaggio è firmato «tuo patato». Di fronte, sempre in piazza Botta, una scritta verde: «Nina ti amo». I messaggi d'amore si trovano sui muri della città, aumentano da un giorno all'altro. Alcune sono solo date e iniziali, altri compaiono appena il muro viene pulito. Davanti alla facoltà di Economia spunta ancora inchiostro rosso: «Lisottino, se amare vuol dire soffrire voglio morire tra le tue braccia». Le scritte degli innamorati si trovano soprattutto davanti alle scuole. «Alice prima A sei la mia vita», ha scritto un ragazzo davanti al Taramelli. E sulla strada, di fronte al portone del Foscolo, c'è una scritta blu: «Vita sei troppo importante», ma anche «Elenina ti amo», firmato «Bubi». Dal cortile di San Giovanni Domnarum si vede un altro messaggio, sul muro di via san Giovanni al fonte: «Buongiorno stellina». Scritte romantiche, ma pur sempre atti di vandalismo. Cosa spinge i ragazzi a manifestare così i sentimenti? «Il periodo dell'adolescenza è difficile - spiega Elisa Frigerio, docente dell'università di Pavia, che tiene un corso sulla psicologia delle emozioni - sia nel capire le emozioni che nel comunicarle. Cercano l'aggregazione con il gruppo, per staccarsi dai genitori. Chi dice "ti amo" o porta un fiore viene preso in giro, se si dà una forma più da bullo e da sfida a questo gesto lo si rende accettabile dal gruppo. Si sentono deboli nel far vedere che provano dei sentimenti». La scritta sul muro è anche un gesto di sfida. «Quando c'è di mezzo un atto di rottura rispetto alle regole - spiega la docente - c'è qualcosa che deve essere interpretato dagli adulti. Questi ragazzi si propongono come leader. Anche la ragazzina a cui è indirizzata la scritta è investita di questo ruolo, perché è la "tipa" prescelta da chi ha fatto questo gesto». Dalla sfera privata i ragazzi decidono così di urlare quello che sentono. «Non basta più dire "sono sicuro di quello che provo" - spiega Frigerio - c'è la ricerca dell'identità. Mi vengono in mente gli atti di bullismo messi su Youtube: per avere un'identità hanno bisogno di mostrarlo agli altri». Anche in questo caso però si ricorre all'infrazione di una regola.

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Sulla musicalità in poesia la lezione del poeta Fiori (sezione: Cultura)

( da "Provincia Pavese, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

IN ATENEO Sulla musicalità in poesia la lezione del poeta Fiori PAVIA. Cosa si intende per «musicalità» in poesia? Su questo si rifletterà durante una lezione del corso di Letteratura italiana, che la docente Gianfranca Lavezzi tiene per Cim, il corso interfacoltà in Comunicazione interculturale e multimediale. E se ne parlerà con il musicista e poeta Umberto Fiori. La lezione dedicata alla nozione di musicalità in poesia si terrà domani alle 16, in aula di Disegno. Un incontro per gli studenti del corso di Comunicazione e per quelli della specialistica, aperto però a tutti gli interessati. L'ospite della lezione di letteratura italiana sarà Umberto Fiori, nato a Sarzana in Liguria, musicista, poeta e insegnante. Fiori, 60 anni, si è laureato a Milano in Filosofia. Ha fatto parte del gruppo rock «Stormy Six» che aveva conquistato il movimento studentesco con l'album «Un biglietto del tram». Lasciato il mondo della musica nei primi anni Ottanta, si è dedicato alla poesia. Il suo primo libro, «Case», è stato pubblicato nel 1986. Ha poi collaborato come docente di letteratura italiana contemporanea all'Università di Milano, ma ha anche partecipato a diverse rassegne di poesia e letteratura. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo breve, «La vera storia di Boy Bantàm» e la raccolta di saggi sulla poesia «La poesia è un fischio».

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Medicina al femminile, convegno a Voghera (sezione: Cultura)

( da "Provincia Pavese, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Medicina al femminile, convegno a Voghera Ad Adolescere l'iniziativa sul fronte delle pari opportunità VOGHERA. Un anticipo di 8 marzo dedicato a tutte quelle donne che, ogni giorno, in Italia e all'estero fanno la differenza, nel mondo medico e della ricerca. Ma anche in quello politico. Comune di Voghera e la commissione consiliare pari opportunità hanno portato in scena, ieri pomeriggio nella sala rosa della fondazione Adolescere, una tavola rotonda dal titolo: «Donne e Medicina». Al tavolo dei relatori Antonella Lottini, consigliere regionale e presidentessa della commissione Pari opportunità, a raccontare gli ostacoli che le «quote rosa» devono affrontare per farsi largo anche all'interno degli schieramenti politici. Si sono raccontate con lei: Maria Giovanna Ruberto, docente di Bioetica della facoltà di Medicina dell'università di Pavia; Laura Lanza, direttore reparto di Otorinolaringoiatria dell'ospedale di Voghera e presidente provinciale Aidm, Associazione italiana donne medico; Elena Valassi, ricercatrice vogherese all' università di Harvard (Usa) e premio internazionale Anno 2008 «For Women in Science». A lei il neo istituito premio «Maria Montessori Città di Voghera». Presente all'evento anche l'assessore vogherese alle Pari opportunità, Elio Rosada, il collega Maurizio Schiavi e il sindaco Aurelio Torriani. Il folto pubblico in sala ha potuto avere un saggio di quanto sia difficile, per quello che una volta era il «sesso debole», superare i retaggi di una discriminazione che continua, sebbene in maniera più strisciante. Eppure vincere si può, come dimostrano le sfolgoranti carriere delle donne che ieri hanno preso posto fra le relatrici. Resta un fatto, ribadito ieri pomeriggio nel corso di più interventi durante il convegno che si è svolto ad Adolescere: «Molto è cambiato nel tempo ma dividersi fra casa, lavoro e tempi familiari resta più faticoso per la donna che per l'uomo, oggi come ieri». Chissà cosa accadrà domani... (e. b.)

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Gli incontri di PaesAgire sulla cultura del paesaggio (sezione: Cultura)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Gli incontri di «PaesAgire» sulla cultura del paesaggio Riprende con oggi la seconda parte di «PaesAgire», la rassegna culturale sul tema del paesaggio, promossa dal Comune di Pieve di Soligo in partnership con la Regione Veneto e organizzata da Antennacinema. Tutti gli eventi sono ad entrata libera e si terranno a Villa Brandolini (sede del Centro culturale Fabbri) dove, sino al 19 di aprile e durante i fine settimana, sarà possibile visitare anche la mostra «Oltre il paesaggio». Oggi ad aprire (inizio alle 17) è l'incontro «Suolo, territorio, paesaggio», con Costanza Pratesi. Introduce Luisa Cigagna, assessore alla cultura, che condurrà la conversazione insieme a Enrico De Mori, architetto e membro della delegazione FAI di Treviso. Il consumo di suolo è una vera e propria emergenza. Il territorio integra con sempre maggiore difficoltà opere dell'uomo e opere della natura. E' possibile orientare i processi speculativi e immaginare una direzione che ne limiti gli effetti più negativi? Quali i cambiamenti culturali e politici necessari a fare della qualità del territorio il nostro futuro? Costanza Pratesi, architetto, ha svolto attività di ricerca sul rapporto tra qualità ambientale e produzione industriale al Politecnico di Milano, Facoltà di Design. E' responsabile dell'Ufficio Studi FAI (Fondo per l' Ambiente Italiano). Il secondo appuntamento si terrà domenica 15 marzo Villa sul tema «L'area delle parole abitate», reading poetico e incontro con Giovanni Turra autore di quattro monografie su Francesco Biamonti, Emilio Cecchi, Luciano Cecchinel, Andrea Zanzotto, e in ambito poetico di Superfici, Condomini, Planimetrie. E' docente a contratto alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Domenica 29 marzo si prosegue con «Sapere e paesaggio» a cui partecipa Renato Rizzi. Introduce Luisa Cigagna, assessore alla cultura e conduce Luca Mazzero, assessore all'urbanistica. Renato Rizzi è docente di progettazione all'IUAV di Venezia.

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Un altro 8 marzo con poche speranze (sezione: Cultura)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Economia Pagina 216 L'intervento Riflessioni per la festa della donna Un altro 8 marzo con poche speranze L'intervento. Riflessioni per la festa della donna di Oriana Putzolu* --> di Oriana Putzolu* E' un 8 marzo denso di preoccupazioni e di poche speranze per le donne sarde. Le mimose non fioriscono quest'anno per le numerose impiegate e operaie costrette a casa dalla chiusura delle fabbriche tessili del Nuorese, del Marghine e della Baronia, delle industrie del Sulcis e del Sassarese. Crisi finanziarie e scelte di mercato hanno bloccato i cancelli a Portotorres e nel Cagliaritano. Per le donne sarde non c'è pace, per loro non c'è via d'uscita al dramma della disoccupazione: se non la vivono direttamente sulla propria pelle, la sperimentano di riflesso, portata in casa da un marito o un padre ?rottamato? a 50 anni. Solo nell'industria i posti di lavoro a rischio sono 6.000 ed è facile immaginare pensieri e sentimenti di mogli e figlie costrette a convivere con l'incertezza sul futuro. Stati d'animo che, come documentano i medici, lasciano preoccupanti segni sull'equilibrio psicofisico. Una contabilità del dolore che farà conoscere i risultati tra qualche tempo. La condizione lavorativa femminile in Sardegna è fotografata nella sua drammaticità dall'ultima rilevazione Istat relativa al terzo trimestre 2008. Le forze lavoro (gli attivi nel mercato del lavoro) sono 694.000, di cui donne solamente 278.000. Gli occupati sono complessivamente 619.000: 378.000 uomini (tasso di occupazione 64,2%) e 241.000 donne (42,1%). Gli indicatori evidenziano chiaramente che tra le non forze lavoro (15-64 anni) è maggiore la presenza femminile e vi sono ben 68.000 donne disponibili ad entrare nel mercato del lavoro. Se vi riuscissero potrebbero abbattere il divario con la corrispondente percentuale maschile e far crescere il tasso di attività. Le mimose non fioriscono per almeno 227 donne sarde indisponibili a lavorare. Non perché interessate da un improvviso benessere, ma perché ?scoraggiate? dalla ricerca continuamente inutile e negativa di una qualche occupazione o perché impegnate in famiglia nell'educazione dei figli, nell'assistenza a un genitore anziano e a un parente con handicap o perché intorno al lavoro manca una rete dei servizi sociali di supporto alla famiglia e alla maternità. Una rete carente, soprattutto per la prima infanzia, e al di sotto delle necessità delle donne che lavorano. Solo il 14,9% dei Comuni sardi ha attivato servizi per i fanciulli più piccoli e solo il 10% dei bambini da 0-3 anni ne ha usufruito. Una rete, per altro, costosa: il prezzo dei nidi pubblici privati è in media di 273 euro mensili. Secondo un'indagine Istat del 2005, condotta su un campione di 50 mila madri, il 32,7% delle mamme sarde, che non si avvale di un asilo nido, ha dichiarato che in realtà avrebbe voluto usufruire dei suoi servizi. Indicativo l'alto numero di madri (48,6%) che tra i motivi della non frequenza ha messo la mancanza di asili nel Comune o asili troppo distanti. Le mimose non fioriscono neppure per centinaia di laureate - nel 2007 costituivano il 19,4% ( contro il 9% di maschi) delle forze lavoro - che dopo l'Università attendono un'occupazione rapportata al titolo di studio conseguito, ai sacrifici della famiglia, e che ancora non l'hanno trovata nonostante corsi, tirocini, master and back e che, se non l'hanno ancora fatto, prendono in seria considerazione l'opportunità di emigrare. Mimose sfiorite anche per migliaia di immigrate, alle quali per necessità lavorative non è consentito neppure far nascere tranquillamente un figlio. Sarà ancora un 8 marzo di problemi. La lotta per la liberazione della donna e per la pari dignità di genere deve ancora conoscere numerose tappe prima di essere vinta. Le mimose fioriranno completamente in Sardegna quando il lavoro sarà veramente per tutti. E quando, per la composizione della Giunta regionale, non si parlerà più di obbligatorietà della quota rosa e non ci sarà più bisogno di Commissioni per le Pari Opportunità e di Consigliere di parità. Quel giorno, purtroppo, è ancora lontano. *Segretario regionale Cisl Sardegna

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tre famiglie bloccano " i fenicotteri" (sezione: Cultura)

( da "Nuova Sardegna, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

BATTAGLIA LEGALE PER IL CAVALCAFERROVIA Tre famiglie bloccano " I Fenicotteri" Ricorso al giudice contro la demolizione di un cortile privato dove passerà una strada «Quello spazio è nostro» Ma per le Ferrovie non era stato venduto assieme alle case CAGLIARI. Tre famiglie cagliaritane di ex ferrovieri capeggiate da un giovane avvocato lottano in giudizio per difendere il cortile di casa dalla cancellazione decretata dalle Ferrovie dello Stato, dal Comune e dalla società 'I Fenicotteri' dell'editore Sergio Zuncheddu, che su parte della loro proprietà vogliono far passare la strada d'appoggio al nuovo cavalcaferrovia integrato nel megapiano immobiliare di Santa Gilla, con hotel, appartamenti di lusso e uffici. Le ruspe sono già arrivate al muro di cinta del condominio e i geometri hanno preso le misure in vista dell'intervento demolitore, Ma Mario Murgia, Eugenio Acri e Francesco Cadoni attendono con ansia la decisione del giudice sul ricorso d'urgenza ex articolo 700 presentato per loro dall'avvocato Fabrizio Murgia: se sarà accolto, il progetto per il cavalcaferrovia dovrà essere sospeso, secondo la Rfi «con gravissimi pregiudizi nei confronti dell'interesse pubblico». Altrimenti le tre famiglie dovranno rassegnarsi a vedersi dimezzare lo spazio condominiale acquistato in via San Paolo 100 con tre atti di compravendita tra il 1998 e il 2006. E' un po' la vecchia storia di Davide contro Golia: da una parte tre cittadini qualsiasi, dall'altra uno schieramento di forze che va dalla società che governa la rete ferroviaria italiana al costruttore Zuncheddu, passando per il comune di Cagliari. La convenzione stipulata il 27 marzo 2006 tra Rfi e l'accoppiata 'I Fenicotteri'-Comune parla chiaro: il passaggio a livello del chilometro 1,534 tra le stazioni di Cagliari e Elmas si può sopprimere. Al suo posto un comodo e moderno cavalcaferrovia da realizzare a spese dell'imprenditore secondo le indicazioni dei tecnici incaricati dalle Ferrovie. Eliminate le attese alla sbarra, l'accesso al nuovo quartiere diverrebbe sicuro e agevole. Tutto bene se di mezzo non ci fosse un pezzo di cortile che Rfi ha messo a disposizione dell'impresa Zuncheddu, rappresentata da Carlo Ignazio Fantola, considerandolo di sua proprietà. Al punto da darne per scontato lo sbancamento. Naturalmente le famiglie che abitano nella palazzina, acquistata proprio dalle Ferrovie, non hanno gradito. Prima un tentativo di accordo, raggiunto sulla base di un risarcimento di circa ventimila euro a testa. Poi la decisione di Rfi: è un'area nostra, si va avanti comunque. Non restava che ricorrere al giudice ed è quanto le famiglie Murgia, Acri e Cadoni hanno fatto. Nel ricorso ex articolo 700 l'avvocato Murgia - figlio di uno dei proprietari - sostiene che il cortile è stato acquistato in base a un contratto chiarissimo, che prevedeva il trasferimento degli appartamenti e di tutte le pertinenze. A sostegno di questa tesi una lunga serie di riferimenti al contratto di compravendita e alle norme che regolano la materia. Un passaggio su tutti, che l'avvocato Murgia riporta testuale nel ricorso: «Si comprendono nell'alienazione - è scritto nel contratto - fatta a corpo e non a misura, tutti gli annessi e connessi, adiacenze e pertinenze, usi servitù attive e passive se e in quanto esistenti degli immobili predetti che vengono venduti e rispettivamente acquistati nello stato di fatto e nella condizione giuridica in cui si trovano, nulla escluso od eccettuato, sì e come della parte venditrice si possedeva e godeva...». Alla lettura di un profano sembrerebbe chiaro: la Rfi ha venduto ai privati gli appartamenti e quanto stava intorno, cortile compreso. Ma per l'avvocato Alberto Miglior, che tutela gli interessi della Rfi, le cose non stanno in questo modo: prima di tutto l'area in questione «non può essere qualificata come cortile» e quindi non rientra fra quelle oggetto della compravendita. Al contrario si tratta di «un vasto piazzale circostante i due corpi di fabbrica e privo di un diretto rapporto di funzionalità e destinazione con questi ultimi». Non solo: secondo il legale da un esame approfondito del contratto di compravendita e dall'analisi del prezzo pattuito a suo tempo si deduce facilmente che quello spazio era escluso dalla proprietà venduta da Rfi. Quindi in sostanza appartiene ancora alle Ferrovie, che possono disporne a piacimento. Se hanno ragione le tre famiglie o la potente alleanza pubblico-privata sarà il giudice a stabilirlo e lo farà nei prossimi giorni. In ballo c'è un legittimo interesse privato ma forse anche la speranza che come negli antichi miti il piccolo Davide possa abbattere, almeno virtualmente, il gigante Golia.

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l'iit prepara il raddoppio a morego 500 ricercatori - enrico pedemonte (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cervelli

Pagina VI - Genova L´Iit prepara il raddoppio a Morego 500 ricercatori Progetti, assunzioni, obiettivi: i vertici svelano il piano Oggi a Morego lavorano 350 scienziati di 38 paesi del mondo ENRICO PEDEMONTE Tre anni fa era un edificio fatiscente, abbandonato dal ministero delle Finanze, sulle colline di Bolzaneto, a Morego. Oggi è la sede di uno dei più importanti laboratori europei: ospita 350 ricercatori (che presto saranno 500) da 38 paesi del mondo, sta lanciando nuove linee di ricerca e si appresta ad annunciare, nei prossimi giorni, i primi "spin off", cioè le prime piccole iniziative imprenditoriali nate dai risultati della ricerca dell´Iit, l´Istituto Italiano di Tecnologia. Roberto Cingolani, direttore scientifico dell´Iit, e Simone Ungaro, direttore generale, raccontano a Repubblica le prospettive del centro di ricerca a 36 mesi dal suo avvio (era l´inizio del 2006) quando qui a Morego cominciarono i lavori. Allora l´Istituto italiano di tecnologia sembrava a molti un´idea destinata al fallimento: voluta dal ministro Giulio Tremonti, era osteggiata da larghi settori del Cnr e dell´università, che vedevano in questo enorme investimento (cento milioni di euro all´anno) un concorrente strategico soprattutto per il tipo di organizzazione creata: programmi di ricerca a termine, assunzioni con contratti quinquennali, alti stipendi per attirare cervelli da tutto il mondo e continue valutazioni dei risultati ottenuti grazie a comitati internazionali di verifica. Trentasei mesi fa, quando cominciarono i lavori per creare il centro di ricerca, non esisteva neppure un programma scientifico, ricorda Cingolani. L´idea portante su cui nacque il laboratorio fu quella della "robotica umanoide", che si basava su due grandi punti di eccellenza della tradizione universitaria genovese, la robotica e le neuroscienze. In pratica il centro fu costruito intorno a un piccolo robot che oggi - spiega Cingolani - è diventato lo standard per la ricerca robotica europea. Durante l´intervista, nei laboratori del centro si stanno montando una dozzina di piccoli robot da spedire ad altrettanti laboratori europei che li useranno come modelli standard per una ricerca "open source", cioè aperta, nella robotica. In pratica come modello di riferimento sui temi più avanzati della ricerca industriale: dalla retina artificiale al collegamento tra neuroni e arti artificiali, dai materiali intelligenti alla pelle artificiale. «Da allora abbiamo fatto migliaia di colloqui internazionali, abbiamo assunto prestigiosi ricercatori da tutto il mondo e abbiamo trasformato la fuga dei cervelli nel furto di cervelli come è avvenuto con John Assad (rubato alla Harvard Medical School di Bolston e Daniele Piomelli, che ha lasciato Irvine, California». Oggi, dice Cingolani, il centro vanta 400 pubblicazioni su riviste internazionali e 21 brevetti. In 3 anni sono stati ultimati 36 mila metri quadrati di laboratori e presto cominceranno i lavori di una nuova palazzina (il Comune ha già concesso l´autorizzazione) per ospitare altri 150 ricercatori, che saranno per lo più "visiting professor" provenienti da altri centri internazionali.

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ma moretta lancia l'allarme "abbiamo perso i trentenni" - costantino malatto (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cervelli

Pagina VII - Genova Il direttore scientifico del Gaslini, autore dell´ultima, rivoluzionaria scoperta sul fronte della battaglia alla leucemia Ma Moretta lancia l´allarme "Abbiamo perso i trentenni" "I cervelli vanno via? La mobilità è un valore positivo, il guaio è che da noi gli stranieri sono solo l´uno per cento" COSTANTINO MALATTO L´ultima ricerca del gruppo genovese coordinato dal professor Lorenzo Moretta, direttore scientifico dell´Istituto Giannina Gaslini, è diventata nei giorni scorsi la notizia del giorno. Le scoperte di questi ultimi anni e la messa a punto di tecnologie avanzate aprono la strada a una rivoluzione nella cura dei bambini affetti da leucemie acute. Ora il trapianto da genitori non è più - come veniva chiamato fino a poco tempo fa - il "trapianto della disperazione" ma può diventare il trattamento di riferimento per la cura dei bambini affetti da leucemie acute. Professor Moretta, un risultato di rilievo assoluto per una ricerca tutta genovese. è l´eccezione o la regola? «La situazione della ricerca medica a Genova, nonostante tutto, è abbastanza buona. Storicamente c´è in città un gruppo molto forte. Il problema è quello della mancanza di ricambio». Colpa dei "vecchi" troppo bravi o della fuga dei cervelli? «La verità è che gli istituti di ricerca non fanno più concorsi e l´università ne fa pochissimi. Questo provoca non tanto la fuga dei cervelli, ma la perdita di una intera generazione di ricercatori: quella dei trentenni ormai l´abbiamo persa». E molti sono costretti ad andarsene... «Certo, però bisogna considerare che la mobilità internazionale nel mondo della ricerca è un valore positivo, non un male. Solo che i nostri ricercatori vanno via e non ne arrivano al loro posto. In Inghilterra, negli Stati Uniti, nei paesi più avanzati la presenza di ricercatori stranieri è molto elevata, da noi raggiunge l´1% o poco più». Anche il Gaslini soffre di questi problemi? «Il Gaslini è in certo modo un´isola felice, ma anche da noi sono più i singoli gruppi che le grosse strutture a richiamare ricercatori dall´estero. E comunque il nostro istituto ha una attrattiva molto forte per la parte medica, meno per quella di ricerca». Nonostante questo il suo gruppo può vantare un risultato, oltre che prestigioso, di grande rilievo per la cura dei bambini leucemici. Quali strade apre questo studio? «Il trapianto da genitori potrà diventare il trattamento di riferimento nella cura dei bambini colpiti da leucemie gravi che non rispondano positivamente alla chemioterapia. Già oggi un successo quasi nel 75% dei casi trattati è un risultato di grande importanza. Nel giro di un periodo di tempo abbastanza breve la percentuale salirà tanto da far diventare il trapianto da genitori un intervento consolidato. Considerando che già oggi presenta possibilità di guarigioni superiori ai trapianti tradizionali». Come riuscirete a garantire una percentuale maggiore di successi? «Nel 25% dei bambini trapiantati da genitori la morte è provocata o da infezioni virali o da ricadute leucemiche molto precoci. Ma noi da una parte sappiamo quali virus sono responsabili delle infezioni e dunque riusciremo a colpirli. Dall´altra accade che le ricadute avvengano nei due mesi che occorrono alle cellule Natural Killer, quelle che uccidono le cellule leucemiche, per propagarsi nel corpo del bambino trapiantato. Chiuderemo questa "finestra di rischio". Come? «Stiamo lavorando per isolare le cellule Natural Killer direttamente nel donatore, così potremo trapiantarle direttamente nel corpo del bambino leucemico, senza aspettare che si formino».

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<Il registro è intoccabile>E il prof sconfigge il preside (sezione: Cultura)

( da "Secolo XIX, Il" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

«Il registro è intoccabile»E il prof sconfigge il preside in una scuola media di genova Nota cancellata, il Tar condanna le interferenze del capo d'istituto GENOVA. Il registro di classe è"inviolabile" senza il consenso del docente, perché può essere equiparato a un atto pubblico: non proprio una sentenza, ma quasi. E poi i presidi devono mettersi in testa che, pur rappresentando il vertice di ciascun istituto, non possono interferire troppo nelle questioni disciplinari, delegate invece al consiglio di classe. È destinata a incidere parecchio nelle "beghe" che animano centinaia di scuole la sentenza pronunciata nei giorni scorsi dal Tar ligure: il tribunale amministrativo ha infatti "condannato" un preside che aveva cancellato la nota scritta dal prof di francese a carico di un alunno, sul registro appunto. L'intervento del capo d'istituto - scrivono i giudici - ancorché messo in pratica da un superiore gerarchico, non ha valore perché il registro è"sacro" e nessuno, se non gli insegnanti della stessa classe, ci possono mettere mano quando vogliono. Ecco perché i rapporti di forza ne escono perlomeno "ridisegnati". Il caso è quello della media genovese "Boccanegra", e oppone il docente di francese Jean Francois Boudard (assistito in tutta la vicenda dall'avvocato Roberto Delfino) e il capo d'istituto Sergio Nobile. È stato quest'ultimo, il 20 novembre scorso, a cancellare la nota che Boudard aveva compilato il 29 ottobre ribadendo come uno dei suoi alunni, durante l'orario di lezione, avesse tenuto un comportamento poco ortodosso. Un provvedimento evidentemente poco gradito ai genitori, che con i vertici della "Boccanegra" hanno avuto un colloquio per rimarcare le proprie proteste. E alla fine la nota è sparita. Ora è senza dubbio singolare che una storia del genere finisca in tribunale, ma le scuole sono comunità non proprio piccole, dove un microdramma può incancrenirsi fino a innescare frizioni all'apparenza insanabili. Così il professore, per difendere la propria autonomia, ha scelto la strada della magistratura. Che ne ha decretato il (simbolico) trionfo, facendo probabilmente sorridere tutti coloro che stanno dalla sua parte, e i prof delle medie o delle superiori che con il primo dei colleghi non hanno proprio un rapporto idilliaco. Risultato: il blitz del preside non vale nulla, fatto in quel modo. E il Ministero dell'Università e della ricerca scientifica (la scuola è pubblica, non dimentichiamolo) deve pagare le spese legali. MATTEO INDICE indice@ilsecoloxix.it [+] www.ilsecoloxix.it Commenta la notizia sul sito del Secolo XIX 08/03/2009

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una lezione d'ambiente per capire il mondo - (segue dalla prima pagina) (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XI - Bari Una lezione d´ambiente per capire il mondo (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) (segue dalla prima di cronaca) Petrocelli che pur di non sentirsi sempre dire dai benedetti o maledetti giornalisti che l´università è solo corruzione, gioisce quando l´istituto didattico e scientifico per eccellenza, da lui presieduto, diventa luogo di ritrovo per studenti non solo universitari. Infatti, non sono poche le ottime occasioni, organizzate dall´ateneo barese per avvicinare gli studenti, ma anche i prof delle scuole superiori all´Università. E se per i primi tutto è "bellissimo, stare in un posto dove ti gestisci da solo lo studio", come ha commentato un mio studente, per i secondi "è un ritorno nostalgico: gli anni della giovinezza". La proposta, ultima, in ordine di tempo: il Convegno internazionale sul tema "Governare l´ambiente? La crisi ecologica tra poteri, saperi e conflitti", organizzato dal Gruppo di Ricerca "Le Tre Ecologie" (Università di Bari) e dal Centro Studi Interuniversitario su "Biopolitica, Bioeconomia, Processi di soggettivazione". Alla mia proposta di recarci "per l´ennesima volta" all´Università di Bari, i ragazzi non hanno reagito subito positivamente: "Ci spaventano queste tematiche dove si può dire tanto e non capire nulla", "Prof, ma è alla nostra portata?". E´ chiaro che se il target con cui confrontarsi é quello solito, "tutto va bene, anche la puntata di Pianeta Gaia, per parlare di ambiente ed ecologia", come ha tranquillamente sostenuto Alessandra, prossima agli esami di Stato. Infatti, i temi di attualità, che dovrebbero essere oggetto di studio e di approfondimento, soprattutto per i ragazzi prossimi agli esami di Stato, spesso nelle nostre classi si riducono al "riassunto della pagina culturale di qualche giornale letto in classe", "al tagliaeincolla di qualche tema svolto, aggiustandolo con sinonimi e contrari". Invece, non così è stato per i tanti studenti che hanno ascoltato "con molto interesse" la lezione del professor Ottavio Marzocca, che presentando il convegno ha "incuriosito" i ragazzi. Termine utilizzato da uno degli alunni che s´è detto "sorpreso nello scoprire come l´ambiente ha dei collegamenti con tutte le realtà: dalla politica, all´economia, fino all´etica e ad un possibile riscontro con il pensiero religioso". Sì, perché, "per la prima volta prof � Catia di quarto anno - ho sentito utilizzare il termine bio-potere. Cos´è? Che significa?". In verità, il motivo forte per cui gli alunni sono accorsi lì curiosi, è stato soprattutto la presenza di uno dei massimi pensatori dell´ecologia, Wolfgang Sachs, un premio Nobel, che ha stupito tutti, anche noi docenti, per il modo attraverso il quale "ha fatto lezione come stesse con gente normale", ha detto serio Giuseppe, mio alunno. Perché, per i ragazzi un premio Nobel, un prof. universitario, è un essere "fuori dalla loro portata". Per cui, "ascoltare la lezione di quella grande mente di Sachs raccontare perché l´Europa ha vinto nella storia antica e recente ogni battaglia, è stato per me come ripassare tutto il programma di Storia": Lucia di quinta. "Pensare alla storia euroatlantica come ad una parentesi storica che non può verificarsi più, come ha sostenuto il prof. Sachs, mi ha dato molto da pensare, anche in rapporto alla crisi che vivo anch´io oggi come adolescente". E´ vero anche che al Convegno erano presenti molti altri docenti, ma di pochi altri i ragazzi hanno raccontato, rispetto all´entusiasmo con cui ancora in questi giorni chiedono chiarimenti sugli argomenti affrontati dal premio Nobel. "Prof, sa una cosa? L´altro giorno, in parrocchia ho discusso con il mio educatore su quel concetto che non mi lascia in pace, quello di Sachs, sulla �prospettiva della sufficienza´. Mi ha molto colpito che poi, l´altro prof lì presente non fosse d´accordo con Sachs. Cavolo, quel �consumare di meno per vivere meglio´ è tosta come proposta, ma vera. Più ci penso e più�".

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DOMANI e martedì, a Castelnuovo, due incontri sulla Costituzione Italiana. D... (sezione: Cultura)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

MEDIAVALLE GARFAGNANA pag. 12 DOMANI e martedì, a Castelnuovo, due incontri sulla Costituzione Italiana. D... DOMANI e martedì, a Castelnuovo, due incontri sulla Costituzione Italiana. Domani alle 15, nell'aula magna della scuola elementare in via Fabrizi, Elettra Stradella dell'Università di Pisa terrà un incontro per docenti delle scuole secondarie. Alle 17 il professor Panizza, dell'Università di Pisa, guiderà un incontro per insegnanti della scuola primaria. Martedì 10 marzo, sempre alla scuola elementare in Via Fabrizi, alle 17,30, il professor Panizza tratterà dell'art. 3 della Costituzione italiana e del principio di eguaglianza: il faro della democrazia.

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LE LAVERIE di Monte Valerio sono state demolite nel 1984, nel 2008 ... (sezione: Cultura)

( da "Nazione, La (Livorno)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

PIOMBINO VAL DI CORNIA pag. 11 LE LAVERIE di Monte Valerio sono state demolite nel 1984, nel 2008 ... LE LAVERIE di Monte Valerio sono state demolite nel 1984, nel 2008 sono stati autorizzati lavori di ristrutturazione, ha spiegato l' amministrazione comunale all'indomani delle critiche del Comitato per Campiglia. Ma arriva comunque l'attacco di Cristiana Torti, docente di Archeologia Industriale, Università di Pisa. "Con un colpo di ruspa se ne sono andate le Laverie del Monte Valerio, strutture dove per anni decine di lavoratori e lavoratrici hanno passato i giorni separando lo stagno dalle scorie incalza Cristina Torti - come se gli edifici e i loro involucri non fossero importanti e significativi. Ma a Campiglia, svuotati da tempo grazie alla poca sensibilità, eppure tracce viventi ancorché malconce della storia di una miniera che, con i suoi 750 dipendenti, ha fatto vivere per quasi cinquanta anni tutta Campiglia, anche gli involucri sono stati distrutti. E' una zona, Campiglia, ricchissima di testimonianze minerarie, che si legano alla sua netta identità geologica, industriale e sociale. Oltre Monte Valerio e alle infrastrutture annesse, altri importanti monumenti di archeologia industriale testimoniano la storia mineraria del territorio. Vorrei dire al sindaco che nessuno storico, nessun archeologo industriale ha mai sostenuto che un territorio sia intangibile, e che tutto si debba ingessare. Ma, al contrario, chiunque abbia un po' di sensibilità e di attenzione verso quel passato sul quale pure il presente poggia, sa che bisogna portare rispetto a chi ci ha preceduto, al suo lavoro e alle tracce che hanno costruito un territorio e la sua identità. Per questa ragione, le tracce di archeologia industriale (beni culturali pari agli altri) devono essere studiate, documentate, e per quanto possibile salvaguardate".

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GIULIANOVA - La variante, così com'è, sarà la devastazione della c... (sezione: Cultura)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Domenica 08 Marzo 2009 Chiudi di FRANCESCO MARCOZZI GIULIANOVA - «La variante, così com'è, sarà la devastazione della città». Lo ha sostenuto, tra l'altro, il leader de "Il cittadino governante" ed ex sindaco Franco Arboretti, ricordando che «ci sono ben 23 nostre osservazioni che devono essere esaminate». Ha polemizzato a distanza con l'onorevole dell'Italia dei Valori, Augusto Di Stanislao «il quale - ha detto Arboretti - dapprima ha sostenuto in conferenza stampa che «l'urbanistica non può essere il sacco della città» e poi ha invitato la futura amministrazione comunale a portare nel primo Consiglio utile le circa 500 osservazioni presentate alla variante stessa perchè vengano approvate». Le dichiarazioni, che avvicinano di più "Il Cittadino governante" alle posizioni di Rifondazione comunista e l'allontanano dai partiti del centrosinistra che hanno sostenuto la Giunta Ruffini approvando la variante stessa, sono state rilasciate nel corso della conferenza stampa di presentazione di un'iniziativa, denominata "Polis, i saperi per la politica». Si tratta di periodiche conferenze-dibattito in cui autorevoli personalità della cultura incontreranno i cittadini su temi cruciali che oggi la politica si trova di fronte e che si svolgeranno al Museo d'Arte dello Splendore a partire da sabato prossimo alle 16, con l'intervento di Paolo Berdini, docente di urbanistica all'università di Tor Vergata di Roma per poi proseguire il 21 marzo con Piero Bevilacqua, docente di Storia contemporanea all'università "La Sapienza di Roma, incontri che saranno condotti da Leo Marchetti, professore dell'Università "D'Annunzio" di Pescara. Arboretti ha insistito sul fatto che scelte sbagliate di urbanistica minano alla base anche la nostra maggiore risorsa, qual è il turismo e annunciando che «su temi locali ci saranno altre conferenze», ha sostenuto che «attualmente tra i due schieramenti che si fronteggiano ci sono molte omogeneità», come dire che sarà necessario doversi presentare alle prossime amministrative». A tale proposito ha rivelato che si sta stilando un programma della "Giulianova ideale" con cento persone che si avvicendano in riunione settimanali offrendo il proprio contributo sui vari settori della vita cittadina.

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Lissone, Meda e Cantù alleate contro la crisi (sezione: Cultura)

( da "Giorno, Il (Brianza)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

LISSONE SEREGNO pag. 10 Lissone, Meda e Cantù alleate contro la crisi Le città del mobile si incontrano per unire le forze di FABIO LUONGO LISSONE UN TAVOLO per sostenere, sviluppare e rilanciare il settore del legno in Brianza. Un tavolo che metta insieme enti pubblici e privati, Comuni, scuole, imprese e artigiani, mondo del lavoro e mondo della formazione dei 3 principali centri del mobile del territorio, ossia Lissone, Meda e Cantù. È l'iniziativa promossa dalla Giunta lissonese, che punta a coinvolgere le altre Amministrazioni comunali. Il primo incontro preliminare si terrà domani sera in municipio, con l'obiettivo di discutere la costituzione stessa del «Tavolo permanente del settore legno-arredo-mobile-design», nonché una bozza di accordo per dare vita a questa rete. A lanciare l'idea, gli assessori all'Istruzione superiore e alla Cultura, Massimo Fraschini e Daniela Ronchi, con lo scopo di «attivare una governance territoriale composta da scuole, imprese, enti di formazione, associazioni di categoria e soggetti interessati della Brianza - spiegano nell'invito agli altri potenziali partner -, al fine di individuare i fabbisogni formativi del settore, per migliorarne la competitività attraverso il potenziamento dei sistemi di istruzione e lavoro, e i sistemi educativi in generale, considerati elemento essenziale di coesione sociale e sviluppo economico». L'intenzione è cooperare e muoversi per capire in che direzione vada il mercato nel settore legno-arredo e quali professionalità oggi servano, e di conseguenza avviare le attività e i percorsi di formazione professionale adeguati, facendoli anche conoscere ai ragazzi e alle famiglie, per offrire a studenti, lavoratori e giovani disoccupati la possibilità di avere un'istruzione la più qualificata possibile e al contempo spendibile nelle occupazioni più tipiche e numerose del territorio. UN PIANO in cui potrebbero rientrare anche percorsi di formazione per gli adulti. All'incontro di domani sera sono stati invitati esponenti delle Giunte di Cantù e Meda; il preside dell'Ipsia di Lissone; i responsabili del Clac di Cantù, di Enaip Lombardia e dell'area formazione dell'Associazione Industriali di Monza e Brianza; i presidenti di Federlegno e del Gruppo Giovani Imprenditori di Federlegno Young; l'amministratore delegato di Progetto Lissone - la società per azioni mista pubblico-privato che riunisce oltre 200 tra artigiani, designer e architetti lissonesi del settore del legno e dell'arredo -, nonché responsabile del nuovo Osservatorio del Colore, Sergio Allievi; rappresentanti di Confartigianato, dell'Ufficio scolastico regionale, dell'Associazione Italiana Progettisti in architettura di Interni e di diversi enti che si occupano di formazione. Image: 20090308/foto/850.jpg

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PERUGIA Una secchiata d'acqua in faccia al professore: accertamenti della polizia sono in cors... (sezione: Cultura)

( da "Messaggero, Il" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Domenica 08 Marzo 2009 Chiudi PERUGIA Una secchiata d'acqua in faccia al professore: accertamenti della polizia sono in corso dopo che un docente impegnato in una lezione del corso di Farmacia all'Università di Perugia è stato raggiunto in aula da una secchiata d'acqua lanciata da tre persone con il volto coperto. Il docente stava tenendo la lezione di fronte a qualche decina di studenti. Forse una vendetta.

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Cambridge e la lingua inglese (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: 1CULTURA - data: 2009-03-08 num: - pag: 18 categoria: BREVI Cambridge e la lingua inglese Per celebrare l'800Ë? anniversario della fondazione della Università di Cambridge e il 425Ë? anniversario della pubblicazione del primo libro edito da Cambridge University Press, la più vecchia casa editrice del mondo fondata nel 1534, Cambridge University Press e Cambridge ESOL, il dipartimento dell'università inglese dedicato all'insegnamento dell'inglese agli stranieri, hanno organizzato per lunedì a Bari (Sheraton Nicolaus Hotel) una giornata di formazione con il lingusta David Crystal (foto) per i docenti di lingua inglese delle scuole e università.

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<Io, picchiato perché nero E nessuno mi ha aiutato> (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-03-08 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE «Io, picchiato perché nero E nessuno mi ha aiutato» Studente italo-etiope aggredito in piazza del Gesù è il figlio di un professore dell'Università L'Orientale CAPACCIO — «La denuncia l'ho presentata venerdì mattina al commissariato di San Biagio dei librai, dove mi sono recato accompagnato da mia zia. E gli agenti si sono molto preoccupati: da quanto mi ha spiegato un funzionario la mia aggressione può essere considerato il primo caso a Napoli di violenza a sfondo razziale». La vittima dell'aggressione è Marco Beyene, 22 anni, nato a Salerno, cittadino italiano, residente a Capaccio, domiciliato a Napoli, dove studita Scienze politiche. Nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, all'uscita da un locale nei pressi di Piazza del Gesù, è stato picchiato selvaggiamente da due giovani che, brandendo una cinghia, lo hanno colpito più volte gridando «negro, negro di merda». A scatenare la furia razzista è stato il colore della pelle del ragazzo, figlio di Paola Raeli, laureata in lingue straniere, e di Yaqob Beyene, professore di Etiopistica all'Università L'Orientale di Napoli. Marco, ha riportato tagli e contusioni sul viso e ferite all'interno della bocca, racconta tutto d'un fiato l'episodio. «Giovedì sera sono andato a ballare con il mio amico Nicola, con il quale condivido l'alloggio a Napoli, in una discoteca del centro storico nelle vicinanze di Piazza del Gesù. Verso le 2 siamo usciti dal locale e siamo andati in giro per la città per vedere se per strada c'era ancora qualcuno, e infatti abbiamo trovato molta gente. Mentre passeggiavamo, all'improvviso sono stato avvicinato da due ragazzi, uno di statura normale, l'altro più alto, ambedue con la testa rasata. Hanno cominciato a fare storie, finché uno non si è tolto la cintura. Il mio amico è intervenuto cercando di sottrarmi all'aggressione e l'altro ragazzo gli ha scaricato una raffica di pugni sul volto. Intanto il primo energumeno mi ha colpito più volte sul viso con la cintura gridando come un ossesso "negro, negro di merda". Dei presenti, e nelle vicinanze c'erano parecchie persone, nessun altro ha avuto il coraggio di intervenire nonostante la scena sia andata avanti per un paio di minuti. Poi, per fortuna, ho visto una rosticceria dove ci siamo riparati. Nella rosticceria mi hanno aiutato ad asciugare il sangue per una prima medicazione di fortuna. Dopo ci siamo accertati che i due teppisti si fossero allontanati e siamo usciti dal locale. Allora mi sono recato al commissariato di polizia più vicino, a San Biagio dei librai, che però era chiuso. Il poliziotto di guardia mi ha detto che avrebbe chiamato una volante, la sola casa che poteva fare. Dopo oltre 15 minuti di inutile attesa la volante non è arrivata. Poiché avvertivo forti dolori al volto, mi sono recato all'ospedale Ascalesi, dove praticamente mi sono medicato da solo: i sanitari non mi hanno prestato alcuna attenzione e ho dovuto chiedere un antidolorifico prima di andarmene. Sono tornato al commissariato di polizia e ho chiesto di richiamare una volante: a questo punto, mi hanno consigliato di chiamare il 113. Ho telefonato, ma mi hanno spiegato che purtroppo non potevano mandare la squadra di pronto intervento: il giorno dopo ho scoperto che nella zona c'era stata una rapina e quindi per esigenze di priorità non potevano occuparsi di me». Marco, però, la denuncia non ha rinunciato a presentarla. Così nella mattinata di venerdì è tornato al commissariato di San Biagio dei librai, questa volta accompagnato dalla sorella della mamma. «I poliziotti hanno mostrato molto interesse per il mio caso, perché da quanto mi hanno spiegato, può essere considerato il primo caso, a Napoli, di violenza a sfondo razziale. Io stesso — sottolinea Marco Beyene — nella mia permanenza a Napoli non ho mai avuto di problemi simili. Infatti sono sorpreso. Tra l'altro, la zona universitaria è unanimamente considerata un luogo molto aperto alle diversità culturali. In fondo sono note a tutti le tradizioni di accoglienza consolidata in città anche in virtù della presenza nel quel quartiere dell'Orientale. Anche il mio amico Nicola, studente in biologia, mi ha detto che in tre anni di soggiorno a Napoli non ha assistito a episodi di intolleranza. E mio padre, nato in Etiopia, ordinario all'Orientale, è un docente molto stimato dagli studenti e dai colleghi». Dopo il racconto una domanda: Marco, sei mai stato vittima di episodi di razzismo in altre parti d'Italia? «No, no. Ma alcuni anni fa mi è capitato a Praga, mentre ero a bordo di un tram: alcuni skinhead mi imposero di scendere dal mezzo pubblico. E devo dire che, dopo l'aggressione dell'altra sera, mi sono già arrivati centinaia di attestati di solidarietà dalla Campania e da tutte le parti d'Italia. Su Facebook sono stato tempestato da messaggi inviati da persone che conosco e sconosciute. E mi hanno dimostrato affetto sia i miei amici di Paestum sia quelli di Napoli. In realtà sono dispiaciuto soprattutto dal dolore che l'aggressione razzista ha provocato ai miei genitori. In ogni caso tornerò subito all'università, come sempre. Spero che sia il primo e l'ultimo episodio di razzismo in una città tanto bella e tollerante come Napoli, anche se da qualche mese respiro un'aria che non mi piace, un'aria di insofferenza che può essere molto pericolosa ». Ugo Di Pace Al dibattito L'attrice Denny Mendez ( nel tondo), da anni impegnata da anni in battaglie legate alle discriminazione razziali, parteciperà questo pomeriggio a un dibattito sul tema a Caivano in occasione della festa delle donne La famiglia In alto, Marco Baeyene. A destra i genitori della vittima dell'aggressione

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I rettori: sì, anche da noi c'è il rischio xenofobia (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-03-08 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Le reazioni / 2 I rettori: sì, anche da noi c'è il rischio xenofobia NAPOLI — «C'è un clima preoccupante, in Italia come a Napoli. è un po' che percepisco il montare di intolleranza e razzismo. L'episodio che è accaduto a Marco purtroppo conferma questa mia impressione. è un nostro studente ed il figlio di un nostro docente, dunque la reazione emotiva è ancora più forte, ma in queste ore invito a pensare anche ai tanti che subiscono nel silenzio violenze ed intimidazioni razziste. Almeno, in questo caso, è scattata immediata la solidarietà della società civile». Lida Viganoni è il rettore dell'Università l'Orientale, dove Marco Beyene frequenta Scienze politiche e dove Yaqob Beyene, il papà del ragazzo, ha insegnato per decenni Lingua e letteratura amarica. «Come Orientale — dice il rettore— coltiviamo da 300 anni la cultura del dialogo, del confronto, della tolleranza e dell'incontro. Quel che è accaduto dovrà spingerci ancora di più, motivarci ulteriormente ad essere un presidio di dialogo e di conoscenza aperto al mondo». Immagina per un attimo di trovarsi di fronte agli aggressori di Marco, ai due giovani i quali, secondo il racconto, lo hanno colpito a cinghiate sul viso gridandogli: Negro di m…. «Cosa direi loro? Che discriminare una persona sul colore della pelle è di una idiozia senza fine. Che chi non cerca il confronto con gli altri e non ha stimoli a conoscere realtà diverse vive una esistenza povera». Viganoni ieri ha telefonato al papà dello studente non appena ha saputo dell'aggressione di giovedì notte. «Yaqob era tranquillo, pacato come sempre». Proprio il professore Beyene era stato intervistato lo scorso autunno dal Corriere del Mezzogiorno, per commentare alcuni casi di intolleranza razziale riportati dai media nazionali. «Più che il razzismo —aveva detto — il problema in Campania e in Italia è lo sfruttamento selvaggio della manodopera immigrata». Aveva ricordato: «Due volte, e non a Napoli, ho percepito valutazioni negative nei miei confronti dettate dal colore della mia pelle. La prima a Milano, molti anni fa. Ero appena arrivato in albergo. Un dipendente dell'hotel mi stava accompagnando a vedere la stanza e ricevette una telefonata dalla portineria. Sentii che rispondeva: per un negro è anche eccessivo. Ovviamente cambiai alloggio. Il secondo caso mi è capitato a Torino. Avevo un appuntamento con alcune persone e, mi riferirono poi taluni conoscenti, una di esse commentò: tanto i negri non saranno mai puntuali». è molto preoccupato anche il rettore dell'Università Federico II, Guido Trombetti: «è inutile nascondersi che in questo momento ci sia un rischio di xenofobia. Sarebbe veramente deprimente se ciò si verificasse in una città con tradizione di accoglienza e ospitalità, di miscela delle provenienze come Napoli, dalla quale sono transitate tante popolazioni». Ricorda: «Ho studiato un pezzo della mia vita in Francia, dove le Università erano piene di professori di colore e hanno portato linfa vitale all'educazione di quel Paese. Favorire l'integrazione rappresenta una risposta soprattutto di carattere culturale». Fabrizio Geremicca L'Orientale Viganoni

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Mezzogiorno a tradimento, Viesti domani da Laterza (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: TEMPOLIBERO - data: 2009-03-08 num: - pag: 21 categoria: REDAZIONALE ECONOMIA & POLITICA Mezzogiorno a tradimento, Viesti domani da Laterza «Se non si abolisce il Mezzogiorno come termine in sé negativo, l'Italia non potrà che spezzarsi». Si presenta domani alla libreria Laterza di Bari, alla presenza dell'autore, Mezzogiorno a tradimento. Il Nord, il Sud e la politica che non c'è, l'ultimo saggio dell'economista barese Gianfranco Viesti (docente all'Università di Bari e presidente dell'Arti, Agenzia regionale per la tecnologia e l'innovazione), pubblicato proprio da Laterza. ................................................ GIANFRANCO VIESTI - Bari Domani (18.30) alla libreria Laterza, via Sparano 136. Ingresso libero. Info 080.521.17.80

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Le artiste dal '500 al '900 Conversazione a Bari (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-03-2009)

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Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: TEMPOLIBERO - data: 2009-03-08 num: - pag: 21 categoria: REDAZIONALE FESTA DELLA DONNA Le artiste dal '500 al '900 Conversazione a Bari Si intitola « Women's dissatisfaction, can it be beautiful? - Le artiste dal Cinquecento al Novecento» l'incontro in programma questo pomeriggio al Castello Svevo di Bari in occasione della Festa della donna. Interverranno Christine Farese Sperken, docente di storia dell'arte contemporanea all'Università di Bari, e Fabrizio Vona, sovrintendente per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici della Puglia. ............................................... ARTISTE DAL 500 AL 900 - Bari Oggi (ore 17.30) al Castello Svevo, piazza Federico II di Svevia. Ingresso libero. Info 080.528.52.31

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Cisco Systems investe in Italia <Polo europeo per la ricerca> (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-08 num: - pag: 28 categoria: REDAZIONALE Hi-tech Il big Usa guarda alla telefonia web. «Ho votato McCain, ma gli Stati devono intervenire» Cisco Systems investe in Italia «Polo europeo per la ricerca» Chambers: «Crisi? Nel 2001 e 2003 stavamo peggio» Cisco stima un calo del fatturato nel trimestre, ma per il manager «la sensazione che arriva dai clienti chiave è buona» MILANO — Nel 2001, svanita l'illusione della new economy, il problema di Cisco Systems era, tout court, quello di sopravvivere. In questo 2009, invece, il leader del colosso mondiale delle apparecchiature di rete, John Chambers, affronta la crisi seduto su una montagna di denaro disponibile: oltre 29 miliardi di dollari pronti per l'uso. In otto anni ha completamente riorganizzato il gruppo, trasformando Cisco nella prima azienda globale dove i tradizionali schemi gerarchici hanno lasciato il posto al «social networking» del web 2.0. Un «nuovo modello» basato alla collaborazione permanente, scandito da gruppi di lavoro, da progetti «partecipati», da ruoli manageriali informali come i «micro amministratori delegati» temporanei. Sotto la guida di Chambers, insomma, Cisco si ritrova paragonata alla General Electric del «cambiamento continuo » imposto da Jack Welch. E anche in questi tempi difficili, non smette di investire. Non solo nei mercati emergenti come l'India, ma anche in paesi a sviluppo «maturo » come l'Italia, dove domani verrà inaugurato a Vimercate il nuovo Center for Business Collaboration concepito dall'amministratore delegato italiano Stefano Venturi. Si tratta di un centro per lo sviluppo di nuove tecnologie al quale contribuiranno ricercatori interni ma anche provenienti da altre aziende, da università come da istituzioni pubbliche e private. «L'Italia rappresenta per Cisco la terza "centrale" in Europa - spiega Chambers - . E' un paese su cui puntiamo molto. Da tempo collaboriamo con il governo in progetti di e-government come di educazione. A Monza possiamo già contare su un importante centro di ricerche con oltre 200 scienziati e adesso apriamo a Vimercate il nuovo polo sulla business collaboration». I rigori della crisi si fanno comunque sentire. Cisco ha appena annunciato un taglio di personale del 3%, che potrebbe moltiplicarsi se la situazione economica mondiale peggiorerà ancora. «Per il trimestre in corso abbiamo preannunciato al mercato un calo del fatturato del 15%-20%, fra 7,8 e 8,3 miliardi di dollari - ammette l'amministratore delegato - . Ma, in generale, la sensazione che continuiamo a ricevere dai clienti chiave resta buona. Nel 2001 e 2003 stavamo molto peggio. Oggi possiamo contare su molti nuovi prodotti, nuove aree di business e un consistente cash flow. Possiamo essere particolarmente aggressivi sul mercato ». Chambers prende però le distanze delle indiscrezioni secondo cui il gruppo starebbe preparando un'acquisizione multimiliardaria. «Non è il caso di trattenere il fiato in attesa di un nostro colpo grosso - , cherza - . Guardiamo piuttosto verso aziende di media taglia, con prodotti molto innovativi. E' questa la dimensione giusta, purché rappresentino il numero uno o due in ogni singolo mercato cui ci rivolgiamo». Di certo Cisco appare sempre più orientata ad ampliare gli orizzonti verso il mercato consumer. Circa il 75% del fatturato deriva dai router, gli switches, le apparecchiature che permettono ai dati digitali di viaggiare in rete, ma alcune delle ultime acquisizioni, da Scientific Atlanta a Linksys, portano verso i set top boxes come le telecomunicazioni su protocollo internet. «Stiamo puntando a portare le nostre architetture di rete, a partire dai sistemi di "telepresence", nelle case e nei piccoli uffici», sintetizza Chambers. Disporre di network a banda larga in ogni paese diventa dunque fondamentale. Ma, di fronte a investimenti da decine di miliardi di dollari, chi può essere in grado di realizzarle? I governi? Le imprese private. Secondo il ceo di Cisco, «le reti broaband, sia fisse che mobili, sono necessarie al business ma anche ai sistemi educativi e sanitari nazionali, così come a rendere più efficiente la pubblica amministrazione ». Conclusione? «Direi che il primo compito di un governo dovrebbe essere quello di stimolare la competizione fra aziende per accelerare la realizzazione di queste infrastrutture ». Chambers si spinge poi anche più in là quando si affronta il tema del crescente «dirigismo » statale di fronte alla crisi finanziaria mondiale. Lui un repubblicano convinto, tanto da aver appoggiato la campagna elettorale di John McCain, ma oggi si ritrova a fare i conti con un liberismo che sembra aver ceduto il campo a interventi pubblici di stampo keynesiano. «Con i consumatori che smettono di spendere e le aziende che non sono più in grado di investire, sono convinto anch'io che gli Stati debbano muoversi in prima persona - ammette - . Stiamo affrontando una di quelle crisi che capitano solo una volta nella vita». Giancarlo Radice Innovazione Acquisizioni? «Guardiamo verso aziende di media taglia, con prodotti molto innovativi. E' questa la dimensione giusta» Vendite Circa il 75% del fatturato deriva dai router, gli switches, le apparecchiature che permettono ai dati digitali di viaggiare in rete Business John Chambers, alla guida di Cisco Systems

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Dimissioni al museo egizio: c'è l'ombra di Artemidoro (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Terza Pagina - data: 2009-03-08 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Il caso Lo strappo di Edda Bresciani, presidente del Comitato scientifico Dimissioni al museo egizio: c'è l'ombra di Artemidoro G aleotto fu il papiro di Artemidoro. Nella lettera di dimissioni da presidente del comitato scientifico del museo egizio di Torino, pubblicata mercoledì scorso a sorpresa sul sito di Archaeogate, la professoressa Edda Bresciani non ne fa mai cenno ma vedremo che in questa storia il controverso reperto — secondo alcuni esperti una delle più originali testimonianze del mondo greco, databile tra il primo secolo avanti Cristo e il primo dopo Cristo, secondo altri un falso creato nel secondo Ottocento — c'entra, eccome. In una lunga lettera rivolta al presidente della Fondazione del museo egizio, Alain Elkann, Edda Bresciani, docente a Pisa e accademica dei lincei, confermata dal ministro per i Beni culturali Sandro Bondi nel secondo mandato quadriennale, annuncia con toni educati ma fermi le proprie dimissioni. Tra i motivi che l'hanno spinta all'irremovibile decisione l'illustre scienziata lamenta l'abbandono «senza chiarimento alcuno» di alcuni progetti proposti dal comitato, come la mostra sul «Ritratto » per cui «si erano già fatti venire i massimi esperti mondiali dell'argomento». Ma soprattutto la decisione presa dal Consiglio di amministrazione, di cui Elkann è presidente, anche lui al secondo mandato quadriennale, di sostituire tre membri del comitato scientifico. «Avrei desiderato — scrive la Bresciani — che mi si fosse consultata, o almeno informata preliminarmente». Tra i membri sostituiti c'è il professor Claudio Gallazzi, il papirologo dell'università statale di Milano che assieme a Salvatore Settis, direttore della Normale di Pisa, e a BÄrbel Kramer, dell'università di Treviri, certificò l'autenticità del papiro. «è chiaro — spiega Elkann — che poiché il museo egizio di Torino, sentiti il parere della direttrice Eleni Vassilika, della sovrintendenza archeologica e del comitato scientifico, deve decidere sull'accettazione in comodato d'uso del papiro di Artemidoro, non può deliberare serenamente se nel comitato scientifico siede l'eminente studioso che ne ha certificato l'autenticità. Personalmente sono felice se il papiro viene a Torino, ma la sostituzione di Gallazzi è un fatto di deontologia oltre che di eleganza». La questione è molto delicata perché la Fondazione del museo egizio fa capo a Stato, Regione, Provincia, Comune, Cassa di Risparmio di Torino e Compagnia di San Paolo, che acquisì il papiro. Quanto alle dimissione di Edda Bresciani, Elkann esprime tutto il suo rammarico: «Le ho chiesto tre volte di ritirare le dimissioni. Inutilmente. Probabilmente il ministero la sostituirà con uno studioso di grande valore da lei stessa indicato: Alessandro Roccati. Certo, avrei preferito che tutti questi annunci non si facessero sui siti internet o sui giornali». E sui tagli alle mostre? «è in atto una grave crisi economica e abbiamo dovuto fare delle scelte, puntando sul grande progetto di allargare il museo». Dino Messina

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di MASSIMO MONTEBOVE STEFANO MAGGI è docente di storia delle comunicazion... (sezione: Cultura)

( da "Nazione, La (Siena)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

PROVINCIA / VALDICHIANA / AMIATA / VALD'ORCIA pag. 27 di MASSIMO MONTEBOVE STEFANO MAGGI è docente di storia delle comunicazion... di MASSIMO MONTEBOVE STEFANO MAGGI è docente di storia delle comunicazioni, del territorio e dello sviluppo locale all'Università di Siena ed è un esperto di ferrovie e trasporti. Al suo attivo ha numerose pubblicazioni in merito. Professore, l'ipotesi di una stazione in linea dell'alta velocità tra Firenze e Roma è davvero percorribile? E, in particolare, la localizzazione a Montallese è la più indicata? «L'ipotesi della stazione in linea non è priva di fondamento e potrebbe rappresentare un rilancio del nodo di Chiusi, qualora fosse adeguatamente attrezzata come nodo di scambio con i treni verso Siena, che già passano in quella sede, e realizzando pure un raccordo verso Perugia». Ma in quale modo si può coniugare l'alta velocità ai territori "periferici"? Tecnicamente è possibile? «Non solo è possibile, direi che è indispensabile, altrimenti l'alta velocità sarà come un fiume privo di affluenti e dunque un fiume destinato a seccarsi. L'alta velocità deve essere il settore di punta di una rete su ferro che abbia nodi di scambio con tutto il resto dei trasporti, a partire dai treni regionali, per proseguire con i bus e ovviamente le automobili. Chiusi deve rimanere un nodo di scambio, come era concepito sulla Direttissima quando fu progettata negli anni '70». Che tempi potrebbe avere, realizzare una stazione per gli Eurostar nei pressi di Chiusi? «Una nuova stazione sulla Direttissima non è tecnicamente difficile da realizzare perché gli spazi ci sono presso lo svincolo di Montallese, dove sarebbe da attrezzare un piccolo scalo più vicino al paese rispetto alla stazione attuale, dotato di parcheggi e di interscambio con i treni locali. Si tratta di un'infrastruttura che potrebbe essere realizzata in 2-3 anni, ma molto dipenderà dalle decisioni tempestive in merito». Ci sono esempi di questo tipo, oppure progetti che legano l'alta velocità ai centri minori? «Sì, l'ipotesi della stazione in linea nasce da un'esperienza analoga in corso di realizzazione a Reggio Emilia, dove esiste una struttura attualmente attiva come posto di movimento, ma in corso di trasformazione in stazione con due binari di corsa e due di precedenza. Tale scalo, che dovrebbe chiamarsi Stazione Mediopadana, prevede anche l'interscambio con la ferrovia locale Reggio-Guastalla. Si tratta in pratica della stessa situazione di Chiusi, perché la Mediopadana rappresenta una stazione intermedia fra Milano e Bologna sulla linea ad alta velocità, esattamente come Chiusi potrebbe rappresentare la stazione intermedia fra Firenze e Roma, con il collegamento ferroviario locale della linea di Siena, che in quel punto (a Montallese) passa sotto la Direttissima». Che possibilità può offrire una stazione a Montallese, realisticamente, a Siena e alla sua provincia? «Purché i treni ad alta velocità si fermino in quantità sufficiente - più degli Intercity di oggi che sono decisamente pochi - sarebbe un'opportunità di grande rilievo perché aggancerebbe Siena all'alta velocità verso sud. Verso nord la città sarà invece allacciata alla nuova stazione AV di Firenze. Occorreranno però interventi sulle ferrovie senesi perché i due nodi di Firenze e di Chiusi dovranno essere raggiunti in 60' al massimo, con treni frequenti e veloci, per superare quella percezione di isolamento che già oggi crea tanti danni a Siena e al suo territorio».

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PERUGIA Di fronte alle cosiddette spese incomprimibili, è difficile trovare vie ... (sezione: Cultura)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Domenica 08 Marzo 2009 Chiudi di FABIO NUCCI PERUGIA - Di fronte alle cosiddette spese incomprimibili, è difficile trovare vie d'uscita, ma in tempi di crisi si aguzza l'ingegno e ci si informa per cercare sconti e agevolazioni anche sul versante imposte e tasse. E quando si parla di fisco, specie per le famiglie, non è sempre è facile destreggiarsi tra deduzioni, detrazioni, bonus o incentivi. Una piccola giungla nella quale i cittadini si ritrovano alla vigilia della compilazione della dichiarazione dei redditi. E anche se, soprattutto nelle situazioni più complicate, il consiglio è quello di rivolgersi ad un commercialista di fiducia o ad un Caf, la prima regola per evitare errori o mancanze nella compilazione è quella di essere informati. Ecco quindi un piccolo vademecum. Sanità e salute Sul versante spese sanitarie, il modello Unico 2009 non propone variazioni rispetto al passato con la franchigia che resta a quota 129,11 euro. È possibile detrarre (portare cioè in riduzione dell'imposta da versare) il 19% del totale tra spese per analisi ed esami cliniche, interventi chirurgici, sedute di riabilitazione, prestazioni specialistiche e protesi. Dal gennaio 2008 si può includere anche la spesa per medicinali, a patto che l'acquisto sia documentato da fattura o scontrino indicante il proprio codice fiscale, il cosiddetto "scontrino parlante". È prevista anche la detrazione, sempre al 19%, delle spese veterinarie oltre la soglia minima di 129,11 euro e nei limiti di 387,34 euro. Per quanto riguarda i disabili, le spese detraibili comprendono anche quelle sostenute per l'acquisto di mezzi di trasporto speciali o per l'assistenza, compresi personal computer e relativo software. Sono considerate, invece, deducibili (ovvero vanno a ridurre l'ammontare dell'imponibile) le spese mediche e per l'assistenza. Polizze, contributi e donazioni Rimasto a 1.291,34 euro il limite massimo fissato per le polizze di assicurazione contro infortuni, vita, invalidità e non autosufficienza. È invece aumentato a 3.615,20 euro il limite di deducibilità dei contributi versati ai fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale. Per quanto riguarda la previdenza complementare, sono deducibili fino a 5.164,57 ma i neo diplomati o neo laureati che hanno trovato lavoro dopo il primo gennaio 2007, il limite si alza a 7.746,86 euro per i 20 anni successivi al quinto di partecipazione al fondo pensione. Il reddito imponibile può essere ridotto anche dalle donazioni: deducibili fino a 1.032,91 euro se a favore di istituzioni religiose; nei limiti del 2% del reddito complessivo se a favore di organizzazioni non governative, del 10% del " dichiarato", fino a un massimo di 70mila euro, se a favore di associazioni di promozione sociale; senza limiti, invece, quelle a favore di università ed enti di ricerca. Per le donazioni 2008 a Onlus e Aps è prevista in alternativa la detrazione nella misura del 19%. Casa e mutui Tra le novità, c'è l'incremento a 4mila euro del limite relativo agli interessi passivi pagati in dipendenza di mutui contratti per l'acquisto dell'abitazione principale sui quali va applicata la detrazione del 19%. È prevista la detrazione anche per il canone di locazione pagato per alloggi adibiti ad abitazione principale, purché il reddito complessivo dell'inquilino non superi 30.987,41 euro. Per i ragazzi di età compresa tra 20 e 30 anni la detrazione spetta se il reddito non supera i 15.493,71 euro. Per quanto riguarda il recupero del patrimonio edilizio, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2011 il termine per usufruire della detrazione d'imposta del 36%. La percentuale è del 41% per quanto speso nel 1998, nel 1999 e nei primi nove mesi del 2006. Risparmio energetico La Finanziaria 2008 ha prorogato al 31 dicembre 2010 il termine per fruire della detrazione d'imposta del 55% delle spese sostenute per interventi finalizzati al risparmio energetico. Le tipologie di lavori previste riguardano riqualificazione energetica e isolamento-coibentazione di edifici esistenti, installazione di pannelli solari, sostituzione di impianti termici. Secondo l'intervento, la spesa da indicare è compresa tra 54.545,45 euro (sostituzione caldaie) e 181.818,18 (riqualificazione energetica). Introdotta inoltre una nuova detrazione per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici ad alta efficienza energetica, compresi computer e tv ma la spesa deve essere legata ad un intervento di recupero del patrimonio edilizio. Prevista la detrazione Irpef del 20% da ripartire in 5 anni, calcolata su un importo massimo di 10mila euro per acquisti da sostenere dal 7 febbraio al 31 dicembre 2009. Scuola, sport e trasporti Gli sconti di imposta, nella misura del 19%, riguardano i contributi versati per riscattare la laurea; i canoni di locazione pagati (nel limite di 2.633 euro) da studenti fuori sede purché l'università sia ubicata in un comune distante 100 chilometri da quello di residenza. Fino ad un importo massimo di 500 euro è possibile portare in riduzione dell'imposta pagata anche le spese di formazione ed aggiornamento professionali sostenute da docenti. Invariata la possibilità di detrarre tasse di iscrizione a scuole secondarie ed università. I genitori possono detrarre fino ad un massimo di 120 euro anche la retta dell'asilo nido e, nel limite di 210 euro, le spese d'iscrizione a palestre, piscine o altre strutture sportive, dei figli di età compresa tra 5 e 18 anni. La detrazione è riconosciuta anche sull'acquisto di abbonamenti a servizi di trasporto pubblico. Fisco locale La Regione ha mantenuto invariati gli importi di bollo auto e addizionale Irpef che per i redditi fino a 15mila euro è prevista nella misura ridotta dello 0,9% (1,1% per i superiori). «Sono state abolite tutte le tasse di concessione - fa notare l'assessore regionale alle Finanze, Vincenzo Riommi - eccetto quelle su caccia e pesca; non è stata istituita l'addizionale sui carburanti, e quella sul metano è rimasta invariata. Per quanto riguarda Irap e Irpef sono state mantenute le aliquote più basse». Con la Finanziaria 2009, Palazzo Donini ha inoltre messo in campo 13 milioni per l'accesso al credito delle imprese, per sostenere famiglie in difficoltà (sospensione pagamento bollette e mutui), abbattere le rette per i nidi; tre milioni stanziati per il trasporto pubblico; 44 milioni in due anni per garantire la cassa integrazione. Per quanto riguarda l'addizionale comunale le amministrazioni che l'hanno introdotta hanno previsto soglie di esenzione che per i due comuni capoluoghi sono state fissate, per il 2008, in 12.500 per Perugia (0,7%) e 10mila per Terni (0,5%).

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Reggio dopo l'Alta velocità Ecco le idee di Calatrava (sezione: Cultura)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

REGGIO pag. 11 Reggio dopo l'Alta velocità Ecco le idee di Calatrava Borghi (Industriali): «Mancasale e centro non siano isolati» «NODI e rete urbana: Tav, Area Nord e centro storico, la necessità di una visione d'insieme». E' questo il titolo del convegno che Industriali Reggio promuove per giovedì prossimo per riflettere sul metodo con cui legare tra loro i diversi interventi urbanistici che il capoluogo è chiamato a realizzare nei prossimi anni. Ospite di eccezione dell'iniziativa degli imprenditori, chiamato a concludere i lavori, sarà l'architetto Santiago Calatrava, come anticipato dal Carlino. Una scelta che rafforza l'obiettivo degli industriali: riflettere in maniera pratica sulla trasformazione dell'intera area nord della città, fortemente improntata dalle opere di Calatrava. «La presenza della Tav assume un ruolo estremamente importante sostiene Gianni Borghi, presidente degli imprenditori reggiani perché, se opportunamente valorizzata nelle sue numerose potenzialità strategiche fornirà l'opportunità per ridefinire le vocazioni e le funzioni dell'intera area all'interno della quale insisterà la nuova stazione progettata da Calatrava. Tuttavia la vera riflessione che ci sentiamo di sottoporre alla comunità reggiana è che l'area direttamente interessata dalla stazione Tav, così come i nuovi ponti e il casello autostradale, l'ex area Reggiane, l'attualmente critica area Nord e soprattutto il centro storico, vengano assunti non come eventi urbanistici isolati, ma come "nodi" appartenenti ad un'unica rete urbana e quindi ad una precisa idea di città». Il convegno si apre alle 17 al centro Malaguzzi con Franco Migliorini, docente di Storia e cultura del territorio presso l'Università Ca' Foscari di Venezia ed autore di un volume sui "corridoi di comunicazione" europei, che parlerà del «Paradigma Tav», mentre l'architetto Mauro Severi parlerà delle opportunità che l'area può offrire a Reggio. Il convegno presenterà inoltre contributi video realizzati per l'occasione sull'impatto della Tav sulle economie locali (intervista registrata con Oliviero Baccelli dell'Università Bocconi, che ha svolto una ricerca sul tema). Il semiologo Marco Belpoliti parlerà invece dei "non luoghi", mentre concluderà Santiago Calatrava che presenterà annunciano gli Industriali «inediti materiali e considerazioni progettuali riferiti proprio all'area interessata dalla stazione Tav». Nel corso del convegno verranno anche prodotti rilevazioni e studi tridimensionali sulle aree. «Con l'evento del 12 marzo la nostra associazione sottolinea ancora Borghi intende offrire un'opportunità di confronto attraverso la quale rilanciare un tema di grande rilievo urbanistico, economico e sociale. Un'operazione che configura non solo una precisa politica di sviluppo economico di lungo periodo, ma anche una consapevole e coerente azione di marketing territoriale».

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Università Ca' Foscari Buco da 32 milioni tagli a corsi e docenti (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Veneto" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Veneto - VENEZIA - sezione: PRIMAPAGINA - data: 2009-03-08 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Venezia A rischio lauree di successo Università Ca' Foscari Buco da 32 milioni tagli a corsi e docenti VENEZIA — Eccolo il conto della crisi: dodici milioni di euro nel 2010, venti nel 2011. è il disavanzo dei prossimi anni di Ca' Foscari stando al bilancio di previsione triennale presentato in Senato Accademico. E ora, per correre ai ripari, l'università le prova tutte, a cominciare dal corpo docente, il capitolo di spesa più pesante. La preside Antonella Basso: «Rischiamo di chiudere corsi di laurea di successo ». A PAGINA 8 Vescovi

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LA PILLOLA per i celiaci sarà pronta entro l'anno, al pi&... (sezione: Cultura)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cervelli

REGGIO pag. 9 LA PILLOLA per i celiaci sarà pronta entro l'anno, al pi&... LA PILLOLA per i celiaci sarà pronta entro l'anno, al più tardi nei primi mesi del 2010. Questa volta l'attesa di tante persone costrette a dieta ferrea non sarà delusa. Beninteso: non sarà possibile al medico dire al paziente: "Prenda questa pillola tutti i giorni e non starà più a dieta", ma consentirà al celiaco una tantum uno strappo alla regola potendo cibarsi saltuariamente di pane, pasta, pizza "normali" (ovvero con glutine) abbinando il pasto con la compressa. E' un po' reggiana la voce dello studioso che ieri ne ha parlato al convegno Aic, il prof. Stefano Guandalini, direttore della gastroenterologia pediatrica dell'Università di Chicago dove ha fondato un centro per la celiachia. Guandalini è infatti figlio di un reggiano ed ha insegnato all'Università di Napoli fino a 12 anni fa. Alessio Fasano, il ricercatore che all'Università di Baltimora sta mettendo a punto la pillola a base di antizonulina, è suo allievo. Anche loro sono stati protagonisti della "fuga di cervelli" dall'Italia. Il clinico italiano sottolinea pure gli studi in corso all'Università della California per mettere a punto un'altra compressa per contrastare la celiachia. La ricerca ha preso le mosse dalla capacità di alcuni enzimi, derivati da batteri, di digerire il glutine che così passerebbe dallo stomaco all'intestino "degradato in piccolissime unità, in modo da prevenire qualsiasi reazione immunitaria". "Anche questa preparazione precisa il clinico non rappresenterà una cura vera e propria, ma consentirà al celiaco pasti un poco più normali". Tempi più lunghi comporterà invece la preparazione di un vaccino, cui a Chicago lavora anche una ricercatrice collega di Guandalini. Il vaccino, al contrario delle pillole, sarebbe una soluzione definitiva. Parlando di prevenzione, Guandalini al convegno ha delineato interessanti prospettive legate alle basi genetica e ambientale della celiachia. Una volta identificati tutti i geni necessari allo sviluppo della malattia, la persona potrebbe iniziare da subito la dieta senza glutine e non sviluppare il disturbo. Il vaccino contro il rotavirus, responsabile di tanti malanni infantili, potrebbe ridurre anche il rischio di celiachia. Infine potrebbe essere utile la somministrazione precoce di probiotici ben scelti a soggetti geneticamente a rischio. Confermato il fattore protettivo dell'allattamento al seno prolungato anche durante lo svezzamento. Bruno Cancellieri

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Ca' Foscari, buco da 32 milioni tagli a corsi, docenti e servizi (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Veneto" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Veneto - VENEZIA - sezione: VENEZIA - data: 2009-03-08 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE Ca' Foscari, buco da 32 milioni tagli a corsi, docenti e servizi La preside di Economia: a rischio le lauree di successo Il Senato blocca il rinnovo dei professori settantenni. Penso: i conti andavano messi in ordine un po' prima VENEZIA — Eccolo il conto della crisi: dodici milioni di euro nel 2010, venti nel 2011. E' il disavanzo dei prossimi anni di Ca' Foscari stando al bilancio di previsione triennale presentato in Senato Accademico. E ora, per correre ai ripari, l'università le prova tutte, a cominciare dal corpo docente, il capitolo di spesa più pesante. La prossima settimana, infatti, il Senato metterà ai voti l'eliminazione della proroga automatica di due anni per i professori settantenni giunti all'età del pensionamento. Una misura d'emergenza (nel Veneto lo ha fatto Verona) per recuperare quattrini e tentare di risanare il passivo previsto. Dentro l'ateneo da settimane si susseguono le riunioni e gli incontri con la direzione amministrativa e il rettore per capire che ne sarà di tutta la macchina. La batosta più grossa viene dai tagli ministeriali (oltre cinque milioni di euro nel 2010 e altri tre e mezzo l'anno successivo), tutte riduzioni che non consentiranno di rientrare nelle spese. Basti pensare che nel 2010 fra rinnovi contrattuali, avanzamenti automatici e incrementi di stipendio il personale verrà a costare tre milioni di euro in più e altri due milioni e mezzo nel 2011. Ca' Foscari dovrà decidere presto cosa vuol fare di se stessa. E soprattutto dove tagliare. Dalla negazione della proroga automatica l'ateneo potrebbe recuperare un milione e mezzo nei prossimi due anni, ma è ancora troppo poco. L'altra strada è razionalizzare le spese amministrative accorpando servizi ed uffici, ovvero intervenire sul personale tecnico-amministrativo. Che però mette in guardia: «La situazione è grave ma non si pensi di scaricare i problemi sempre e soltanto sui dipendenti non docenti — dice Alberto Penso, Flc —. I sacrifici non possono essere chiesti soltanto ad una parte, forse i conti andavano messi in ordine un po' prima». Mentre le organizzazioni sindacali temono per le persone con contratto a termine in scadenza alla fine del 2009, i presidi delle quattro facoltà si dicono preoccupati del futuro dell'ateneo veneziano. Il dibattito è acceso, in gioco ci sono corsi di laurea, cattedre e prestigio, individuare le priorità senza scontentare nessuno non sarà indolore: «La Facoltà di Economia — spiega la preside Antonella Basso — quest'anno avrà tredici pensionamenti sicuri, cioè il 10 per cento dei professori. Ma siamo anche la Facoltà col grosso carico di studenti, la crisi pertanto va affrontata chiedendoci quali sono le priorità, mi auguro che le facoltà non si chiudano nella propria nicchia ma ragionino secondo l'interesse dell'ateneo. Rischiamo di chiudere corsi di laurea di successo». Il Senato, per esempio, dovrà decidere come spartire gli undici posti per ricercatore cofinanziati dal ministero, operazione non facile quando la torta da dividere è piccola. «Sono convinta che le crisi debbano servire a reinventarsi il futuro — afferma Alide Cagidemetrio, preside della Facoltà di Lingue —. Occorre investire sui giovani altrimenti fra dieci anni non so dove saremo». Secondo la preside i tagli colpiscono gli atenei di tradizione dove c'è una certa anzianità, «noi nei prossimi tre anni perderemo 25 docenti ». «La negazione della proroga automatica non risolverà certo la situazione, rischiamo di chiudere i corsi di laurea più frequentati — dice — una soluzione potrebbe essere il reclutamento di ricercatori a contratto che non incidono sul fondo di finanziamento ordinario». Paola Vescovi In biblioteca Studenti di Ca' Foscari, futuro incerto

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Anno accademico con corteo Un nuovo giorno caldo al Bo (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Veneto" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PADOVA2A - data: 2009-03-08 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Anno accademico con corteo Un nuovo giorno caldo al Bo Domani l'inaugurazione. Dopo Fisichella l'Onda ci riprova PADOVA - Scampata la contestazione degli studenti, disarmati nel giorno della relazione di Monsignor Rino Fisichella presidente della Pontifcia Accademia Pro Vita dalla massiccia presenza di forze dell'ordine, non c'è tempo di tirare il fiato. Domani, infatti, si attende un'altra giornata calda: in programma in Aula Magna (alle 10,30) c'è la cerimonia di apertura del 787simo anno accademico, che ospiterà l'intervento della professoressa Margherita Hack. Ma i rappresentanti dell'Onda hanno promesso di far sentire la loro voce. «Toglieremo la scena al rettore» ha fatto sapere Omid Firouzi, leader del movimento studentesco. La protesta insomma questa volta ci sarà. «Partiremo alle 10 dal Liviano e poi pacificamente ci dirigeremo fino al Bo, dove andremo a dire al Magnifico quello che pensiamo - ha proseguito lo studente - Non è al top una università che ospita senza contraddittorio e senza dialogo l'intervento di un prelato ». Cerimonia blindata quindi l'ultima da rettore di Vincenzo Milanesi. Assente al convegno sull'etica nella medicina dei trapianti per un impegno istituzionale il rettore del Bo venerdì sera di ritorno da Roma è riuscito comunque ad incontrare monsignor Rino Fisichella al Papa Luciani. Ma sul convegno il dibattito ancora non si spegne. Se da una parte sono da registrare le parole entusiastiche di Patrizia Burra, presidente della Fondazione «Marina Minnaja» promotrice dell'evento, che parla di «grande successo» e di "una relazione esaustiva del monsignore »; dall'altra parte va raccolto il pensiero del professor Paolo Zatti uno dei tre firmatari della lettera aperta che due settimane fa aprì il caso. «Non parliamo della militarizzazione dell'Università, assolutamente fuori misura - ha fatto sapere il docente -. Ma la nostra critica ha colto l'aspetto essenziale dell'evento organizzato, e cioè la sua natura politica che negli ultimi giorni si è rivelata pienamente». Giovanni Viafora Blindato Piazza del municipio circondata venerdì pomeriggio dalle forze dell'ordine

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Uno spiegamento di forze degno di miglior causa (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Veneto" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: NOTTEEGIORNO - data: 2009-03-08 num: - pag: 14 categoria: REDAZIONALE L'intervento IL CONVEGNO DI PADOVA Uno spiegamento di forze degno di miglior causa di UMBERTO CURI P oco dopo le 16, arrivo in piazza dei Signori, dove gli studenti hanno convocato quello che avrebbe dovuto essere un controconvegno. Ci sono una cinquantina di ragazze e ragazzi. Cercano di darsi da fare, aiutandosi con il megafono per far sentire la loro voce. Ma la mobilitazione in cui si sperava non c'è. Dopo un quarto d'ora, al grido di «Vergogna!», gli studenti formano un minuscolo corteo, incamminandosi verso il Bo'. Ma quando giungono in prossimità del cordone di polizia che chiude la piazza, si voltano e tornano indietro, senza neppure sfiorare il contatto con le forze dell'ordine. Mentre a mia volta vado verso la sede del convegno, un ragazzo e una ragazza, provvisti di una piccola telecamera, mi chiedono se possono seguirmi. All'uscita della piazza, un signore in abito borghese, provvisto di un distintivo della polizia, blocca i due giovani e con le maniere brusche intima loro di tornare indietro. Alla mia richiesta di spiegazioni, mi si dice in maniera altrettanto perentoria di non preoccuparmi. Allora alzo la voce: «Certo che mi preoccupo, sono molto preoccupato! Lei sta calpestando i diritti costituzionali di normali cittadini, impedendo loro di circolare liberamente». Vengo immediatamente circondato da altri 5 o 6 poliziotti in borghese, con aria poco benevola. Ne nasce una discussione dai toni molto accesi, al termine della quale i due ragazzi vengono lasciati passare. Durante l'alterco vengo a sapere — esterrefatto — per quali motivi (rivelatisi tra l'altro infondati) erano stati bloccati. «Appartengono al Collettivo di Scienze Politiche» — una rivelazione che avrebbe dovuto placarmi, e che invece accresce la mia indignazione. Come se il semplice far parte di un gruppo studentesco possa essere considerato un reato. In prossimità del Bo', interamente transennato, per un'area di quasi cinquecento metri, con poliziotti in assetto antisommossa e perfino con alcuni blindati, vi è il secondo check-point. L'impressione è di trovarsi a Beirut, o a Baghdad, non a Padova. Non può passare nessuno, a meno che non sia provvisto di un invito. Per la seconda volta, sono costretto ad alzare la voce, ricordando che, come docente universitario, sono io stesso l'anfitrione, e non l'ospite, di quel palazzo. Arrivo così al terzo filtro, davanti al cancello del cortile antico, e poi al quarto, subito dopo l'ingresso, l'uno e l'altro presidiati con ingente spiegamento di forze dell'ordine. Mi domandano ancora una volta l'invito. Esibisco il pieghevole stampato del convegno, sul quale è scritto a caratteri cubitali: «Ingresso libero ». Al mio rifiuto di qualificarmi in modo da ottenere il privilegio dell'invito, nasce un piccolo parapiglia, interrotto dall'arrivo della presidente della Fondazione promotrice, la quale mi conduce al centro del cortile, interrompendo lo sgradevole faccia a faccia con un funzionario di polizia in borghese. Dopo pochi minuti, accompagnati da uno sciame di giornalisti e operatori televisivi, arrivano l'onorevole Lupi e Monsignor Fisichella. La manifestazione ha inizio. Mi guardo intorno. Nell'aula vi sono i volti noti della politica locale, il folto stuolo di coloro che hanno ottenuto di poter «portare un saluto», a vario titolo, non meno di una cinquantina di giornalisti e un bel numero di agenti in borghese. Di studenti, neppure l'ombra. Scarsissima anche la rappresentanza dei docenti, probabilmente per l'impossibilità di trovare un invito per l'accesso ad una sede della loro Università. I discorsi che si succedono non sfiorano neppure il merito dei temi che avrebbero dovuto essere al centro del convegno, confermando ciò che si era abbondantemente capito anche prima, e cioè che si trattava di una manifestazione politica e non scientifica. Mentre prosegue la sfilata dei comprimari, mi domando perché mai una iniziativa con questo taglio, senza studenti e senza docenti, debba svolgersi in Università. Arriva il momento tanto atteso della lectio di Monsignor Fisichella: un diligente compitino di taglio politico e metodologico generale, imperniato sulla distinzione fra la scienza e i suoi usi (già ammuffito alla fine degli anni settanta), lontanissimo dalla complessità di un approccio bioetico, e ovviamente del tutto irrilevante per quanto riguarda la declinazione tecnica del tema della medicina dei trapianti. Al termine — come annunciato — nessun barlume di dibattito e meno ancora di contraddittorio. Tutti a casa. Quando esco dal Bo', in prossimità del crepuscolo, il cielo è di azzurro intenso, l'aria frizzante, le luci dei negozi sono molto vivide. Passo oltre i cordoni di polizia, giro alla larga da un blindato, sposto una transenna. Per quanto ci pensi, non afferro le ragioni di questa massiccia repressione preventiva. Non riesco a individuare la minaccia dalla quale questo spiegamento di forze doveva difendere. Poi capisco. La minaccia era rappresentata dal rischio che, attraverso la discussione, si facesse strada il ragionamento, anziché l'emotività. O forse, più semplicemente, la minaccia da cui proteggersi era il ridicolo.

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E' docente all'Università di Bologna (sezione: Cultura)

( da "Nuova Ferrara, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

E' docente all'Università di Bologna Paolo Pombeni, nato a Bolzano nel settembre del 1948, è professore di storia dei sistemi politici europei e di storia dell'ordine internazionale nel '900 alla facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bologna. Si occupa, per lavoro e per passione, dei movimenti, dei partiti e di tutto ciò che fa politica in Italia e nel vecchio continente (ha lavorato in Spagna e in Germania). Dal 1998 è membro del comitato di direzione della rivista Il Mulino, è editorialista (dal 1999) del quotidiano Il Messaggero e partecipa a numerose attività e premi ispirati dalla figura di Alcide De Gasperi.

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Ricerche cliniche: ora ci vuole il super infermiere (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Salute - data: 2009-03-08 num: - pag: 56 categoria: REDAZIONALE Nuove professioni Dalla «nursery» al laboratorio Ricerche cliniche: ora ci vuole il super infermiere Con i medici ma più vicino ai malati Lontani i tempi del mansionario: ora tra i compiti dell'«infermiere di ricerca» l'attuazione dei protocolli di studio La dottoressa? è impegnata con dei pazienti. La professoressa? La richiamerà a breve...Credete che a risponderci siano medici? Sbagliato si tratta dei "nuovi" infermieri che si sono laureati, e quindi sono "dottori" (vedi box), o che insegnano in università (anche ai medici) e quindi professori. Sono sempre più lontani i tempi in cui infermiere e infermieri avevano un rigido mansionario da seguire, «la lista della spesa» lo definisce Rosaria Alvaro, docente di scienze infermieristiche all'università romana di Tor Vergata. E oggi possiamo contare anche sugli "infermieri di ricerca". Ma chi è questo infermiere e cosa fa? Che si sia formato sul campo, abbia seguito corsi o abbia lavorato all'estero in questo settore, o sia stato allievo di un master specifico, il suo compito è fare qualcosa che rimanda più facilmente a un medico che a una "nurse". Eppure nel mondo anglosassone questa figura esiste dalla metà del secolo scorso. Chiarisce la professoressa Alvaro: «Il lavoro dell'infermiere di ricerca è di due tipi. O lavora, con l'equipe medica, sulle sperimentazioni farmacologiche, seguendo il paziente nei controlli previsti dal protocollo, e quindi si occupa di prelievi, esami strumentali, tiene aggiornate le schede del malato, raccoglie i dati, contatta eventuali altri centri coinvolti nello studio e le case farmaceutiche. Oppure si occupa della sua stessa disciplina cercando il modo miglior di fornire le prestazioni. Per andare sul concreto, ci si chiede: qual è il modo migliore per posizionare un catetere? O per evitare piaghe da decubito? Come prevenire errori nella somministrazione di farmaci? Ci sono pratiche condivise a livello internazionale e vengono applicate nella pratica quotidiana? Il compito dell'infermiere di ricerca è rispondere a questa domanda e fare poi da consulente ai colleghi per ridurre al minimo lo scollamento tra pratica e evidenza scientifica». «E d'ora in poi gli infermieri potranno fare anche di più. Stanno infatti per uscire dalle università i primi "dottori in ricerca sulle scienze infermieristiche" che avranno le capacità necessarie per progettare studi che vadano ad individuare il modello assistenziale migliore, confrontandone vari sul campo. Crediamo molto a questa figura, tanto che abbiano fornito alle università i primi finanziamenti » sottolinea Annalisa Silvestro, presidente dell'Ipasvi, la Federazione dei consigli degli infermieri. Dalla formazione alla pratica. Racconta Paola di Giulio, antesignana delle infermiere di ricerca, ora docente all'università di Torino: «Ho cominciato vent'anni fa grazie al lavoro al Mario Negri e, soprattutto,all'incoraggiamento del professor Gianni Tognoni». Paola di Giulio ha fatto parte dei Gissi, "Gruppo di studio italiano per lo studio della sopravvivenza nell'infarto", la serie di lavori che, dal 1984 ad oggi, ha cambiato la terapia dell'infarto e il modo di fare scienza in Italia, "scoprendo" la ricerca multicentrica. Il suo lavoro: occuparsi di parametri di solito trascurati dai medici. «E cioè — spiega— qualità della vita, valutazione delle capacità cognitive e presenza di depressione. «Ho partecipato anche a studi specifici sul nostro lavoro in particolare, uno per lo studio delle piaghe da decubito e uno, che ha coinvolto 100 tra residenze assistenziali e centri di assistenza domiciliare, per analizzare il miglior modello di assistenza in caso di eventi imprevisti ». «Vorrei sottolineare — commenta Lucia Tornaghi, infermeria all'Unità di ricerca clinica del San Gerardo di Monza, dove si lavora su protocolli di studio sulla leucemia mieloide cronica, seguendo 150 pazienti — che per noi il malato viene sempre prima della ricerca. Il nostro ruolo è quello di affiancare la persona, di farcene carico con continuità, anche quando torna a casa. Controlliamo il rispetto delle procedure ma soprattutto soddisfiamo i bisogni assistenziali: è questo che fa la differenza e consente di non "perdere" i pazienti per strada». Daniela Natali Miglioramenti Gli infermieri fanno anche ricerca sul proprio lavoro cercando il modo migliore di fornire le prestazioni Gli infermieri di ricerca si formano in università o sul «campo»

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"il cittadino governante" parla di politica con docenti universitari (sezione: Cultura)

( da "Centro, Il" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Dibattiti al Museo dello Splendore "Il Cittadino governante" parla di politica con docenti universitari GIULIANOVA. "Polis, i saperi per la politica". E' il titolo del progetto ideato dall'associazione di cultura politica "Il Cittadino Governante" e presentato ieri mattina, nella sede dell'associazione, dal leader ed ex sindaco Franco Arboretti. Si tratta di una serie di conferenze per affrontare temi di attualità. Gli incontri si terranno a cominciare da sabato prossimo al Museo dello Splendore (ore 16). La prima conferenza, vedrà la presenza di Paolo Berdini, docente di urbanistica all'università di Tor Vergata di Roma, per poi progeguire il 21 marzo con Piero Bevilacqua, docente universitario di storia contemporanea. Gli incontri, saranno condotti da Leo Marchetti, docente dell'università "D'Annunzio" di Pescara. «Sui temi locali programmeremo tante altre conferenze», ha annunciato il leader de "Il Cittadino Governante". Arboretti è tornato su due argomenti che stanno a cuore all'associazione: piazza Buozzi e la variante al Piano Regolatore. «Oltre alla cisterna di cui eravamo già a conoscenza», ha spiegato Arboretti, «sotto piazza Buozzi è stata ritrovata anche una botola, e per questo continuamo a dire che c'è la necessità di svolgere studi più approfonditi». Sulla variante invece, Arboretti è tornato a polemizzare con il deputato dell'Italia dei Valori, Augusto Di Stanislao. «Di Stanislao dapprima ha sostenuto in conferenza stampa che l'urbanistica non può essere il sacco della città», ha detto Arboretti, «e poi ha invitato la futura amministrazione comunale a portare nel primo consiglio le circa 500 osservazioni presentate alla variante perchè vengano approvate». Azzurra Marcozzi Droga, arrestato Di Rocco. I carabinieri hanno arrestato, su ordine della procura, Achille Di Rocco, momade giuliese residente in via Lombardi. L'uomo era stato arrestato il 4 maggio del 2006 perchè sorpreso in flagranza di reato mentre cedeva dell'eroina ad un giovane tossicodipendente del luogo e dopo un periodo di 8 mesi di reclusione era stato rimesso in libertà. Ieri i carabinieri lo hanno nuovamente arrestato in quanto l'uomo, condannato per questo episodio di spaccio, doveva ancora scontare la pena residua di un mese e 27 giorni e pagare una multa di 4mila euro.

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Atenei & fondazioni, una strada da battere (sezione: Cultura)

( da "Avvenire" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

CRONACA 08-03-2009 Atenei & fondazioni, una strada da battere DA ROMA MARCO IASEVOLI L' università che cerca la sua identità ha due strade: da un lato tornare a interrogarsi sul rapporto con la verità, parola quasi messa al bando nel mondo accademico, dall'altro avviare percorsi per una reale autonomia degli atenei. Sono le due proposte rilanciate da Universitas University, associazione di docenti che in questi giorni si è riunita per fare il punto sulla situazione del sistema formativo italiano. Proprio sul secondo punto, il presidente Daniele Bassi, ordinario presso la facoltà di Agraria dell'università di Milano, è molto deciso: «Siamo scettici rispetto al dibattito in corso, il ministro Gelmini deve affrontare le vere questioni che possono sbloccare il mondo universitario: eliminare i concorsi, dare la possibilità agli atenei di selezionare i docenti, reperire fondi. Una libertà che sia esercitata, ovviamente, insieme all'assunzione di responsabilità ». Anche l'idea della fondazioni non dispiace: «Non è detto che tutti debbano obbligatoriamente avviare strade del genere, ma occorre che almeno chi si sente pronto possa iniziare a batterle». E ieri mattina, a rafforzare questo concetto, ha preso la parola Alfredo Marra, dell'università di Milano-Bicocca, che ha innanzitutto segnalato, di fronte alla crisi degli atenei, il «procedere a singhiozzo del livello politico-legislativo». È una constatazione che fa propria anche Giorgio Vittadini, docente di Statistica alla Bicocca e presidente della Fondazione per la sussidiarietà, secondo il quale «è molto grave che la misurazione dell'efficacia dell'istruzione non sia obiettivo di uno studio sistematico in Italia». Le questioni essenziali, riprende Marra, ruotano sempre «attorno al rapporto tra ministero e autonomie », visto che negli anni l'Italia «ha mantenuto inalterato il suo assetto tradizionale fortemente centralistico». È intervenuto anche Nicola Rossi, senatore del Pd, relatore in passato di una proposta di legge sulle fondazioni: il parlamentare ha ribadito la «profonda convinzione» che esse rappresentino «una grande potenzialità per le università », anche se, nel testo recentemente approvato (che pure «apre una strada») la via delle fondazioni «risulta non ancora pienamente percorribile ». Nella sessione di venerdì pomeriggio, al centro della riflessione c'era il rapporto con la verità. Ne ha parlato il matematico francese Laurent Lafforgue, dell'Istituto di studi scientifici di Parigi. Vibrante la sua testimonianza personale sugli effetti del relativismo: «Quando dico la parola 'verità' molti miei colleghi restano come scioccati, eppure la matematica è una disciplina dove spesso si usano i termini 'vero' e 'falso'». L'altro grande tema affrontato dello studioso francese è quello dell'università come luogo dove si vive un legame tra studiosi: «Nel discorso all'università di Ratisbona, Benedetto XVI ha parlato dello sua esperienza da docente e dello stretto rapporto con i colleghi di altre discipline. Quest'idea di comunità oggi si realizza sempre più raramente». I docenti di Universitas University chiedono un assetto che superi il centralismo Il matematico francese Lafforgue denuncia gli effetti del relativismo: non si può più parlare di verità

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Dal PD la sfida alla Gelmini perchè mantenga gli impegni (sezione: Cultura)

( da "Varesenews" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Varese - Il senatore Rusconi, capogruppo del PD in commissione scuola, ha incontrato genitori, docenti e studenti di Varese per un confronto sul futuro dell'istruzione Dal PD la sfida alla Gelmini perchè mantenga gli impegni Erano tanti, circa centinaio, seduti in una sala del Collegio De Filippi ad ascoltare il senatore del PD Antonio Rusconi che parlava del futuro della scuola. Dalle 15 fino alle 19 per tentare di capire cosa sarà della Riforma Gelmini, delle trenta ore nelle primarie, dell'abolizione delle compresenze, del modello futuro di scuola in un periodo di vacche magre. A testimoniare i problemi di oggi e le difficoltà di domani c'erano il direttore della paritaria Manfredini Giulio Cova, quello dell'istituto di Malnate, nonchè presidente dell'associazione ASVA Lucio Valli, e la vicepreside del liceo linguistico Manzoni Luisa Oprandi. Lo scenario che ne è emerso non è confortante: la crisi economica e la politica dei tagli colpisce tutto il settore dell'istruzione, pubblico e privato, riducendo gli strumenti per realizzare un'istruzione di qualità che non lasci indietro nessuno. Il Senatore, pur ammettendo la scarsa attenzione del PD sul problema scuola nell'ultima campagna elettorale, ha spiegato le difficoltà nel fare opposizione in un processo di riforma che è avvenuto con decreti legge, che hanno saltato, quindi, ogni forma di confronto e di dialogo democratico. Dalle denunce si è passati alla fase propositiva. La volontà è quella del coinvolgimento consapevole di genitori, studenti, docenti, per raccogliere firme che richiamino il Ministro Gelmini al rispetto degli impegni presi con le famiglie ( il modulo delle trenta ore settimanali delle primarie sembra a rischio pur avendo ottenuto la maggio parte delle preferenze ). La volontà è quella di un riscatto che sia innanzitutto politico, che vada a salvaguardare ciò che si può ancora recuperare ma che, soprattutto, non perda di vista i due obiettivi futuri, quello delle superiori e dell'università, su cui il confronto è ancora aperto. Sabato 7 Marzo 2009 A.T.

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XXmiglia: prossimi incontri di 'Leggere la città medievale' (sezione: Cultura)

( da "Sanremo news" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

XXmiglia: prossimi incontri di 'Leggere la città medievale' Continuano gli appuntamenti del corso 'Leggere la città medievale. Introduzione all?archeologia del Costruito' in corso di svolgimento presso l?Auditorium del Liceo Scientifico-Classico 'Angelico Aprosio' di Ventimiglia. Il primo di questi è rappresentato dalla lezione di Fabrizio Benente, dedicata al tema 'Abitare in Terrasanta in età crociata (XI-XIII secolo): tipologia e forme dell'edilizia privata tra fonti scritte e documentazione archeologica', che si terrà lunedì 9, alle ore 15.00. Il dottor Benente è docente di Archeologia del Mediterraneo Medievale presso Corso di Laurea Magistrale in Archeologia, Gestione e Valorizzazione del Patrimonio Archeologico, dell?Università degli Studi di Genova. È inoltre assistente del professor Varaldo e con quest?ultimo ha condiviso lo svolgimento di decine di campagne di scavo in area mediterranea e non. L?altro incontro invece è atteso per mercoledì 11 marzo. Questa volta il relatore sarà Marc Bouiron, che ricopre due prestigiosi incarichi nella vicina Costa Azzurra: è infatti Conservateur du Patrimoine e Directeur du Pôle Patrimoine Historique de la Ville de Nice). L?archeologo francese, incentrando la sua lezione sempre attorno a quella che quest?anno è la tematica centrale (e cioè l?edificio privato nel Basso Medioevo), esporrà su 'L?habitat de Nice et de Marseille d'après les fouilles archéologiques et les textes d'archives (ss. XIIe-XVe)'B>. La partecipazione del pubblico ad ogni singola lezione è libera e gradita.

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Équipe medica in Africa per i lavori dell'ospedale (sezione: Cultura)

( da "Corriere Adriatico" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Il primo cittadino Mobili rientra martedì Équipe medica in Africa per i lavori dell'ospedale Civitanova Rientrerà martedì, l'equipe medica composta dal sindaco Massimo Mobili, Mimmo Sicolo, la caposala Stefania Laici, Anna Morganti, Simona Pistilli e Gigi Barbaresi, missionari da due settimane in Africa. "A Moshono, in Tanzania - ha fatto sapere telefonicamente Mobili - i lavori dell'ospedale stanno procedendo speditamente ed entro marzo potrà cominciare ad ospitare una quindicina di pazienti. Nella stessa struttura sono stati realizzati spazi per il Pronto Soccorso, per visite mediche, vaccinazioni e un reparto maternità. Indubbiamente un bel risultato". L'equipe ha prestato la loro opera prima, anche a Kisubi, in Uganda, dove hanno avviato un efficiente ospedale. La missione sanitaria rientra nel progetto di solidarietà dell'Associazione Pro African Hospitals che si occupa di questi due centri africani. Sono quattro anni che il sindaco partecipa alla missione, che ha contribuito a concretizzare insieme al primario chirurgo Giancarlo Piccinini e a Mimmo Sicolo, portando a casa molti risultati. A partire dall'ospedale di Kisubi realizzato grazie ad alcuni stage fatti in città per giovani medici ugandesi e agli investimenti fatti nel locale ospedale resi possibili anche dalla solidarietà dei civitanovesi, di medici di Modena, Reggio Emilia, Pesaro, Ancona, Umbria. Una volta rientrato in città Mobili si ritufferà nella consueta routine pubblico-privata (sindaco ma anche medico ospedaliero). Ad attenderlo molte questioni delicate. A partire dalla sua candidatura alle provinciali.

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Dossier sulla crisie il lavoro femminile (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Dossier sulla crisi e il lavoro femminile Pinella Leocata Un «pacchetto bellezza» contro il «pacchetto sicurezza» del governo, un insieme di misure che nega l'autonomia e l'originalità del pensare e del fare femminile. Un approccio che il movimento femminista rifiuta assieme alla filosofia che sottende: quella di considerare le donne, di nuovo e ancora, come soggetto di tutela, come bisognose di protezione. Un aspetto della più ampia volontà politica di strappare alle donne le competenze sulla vita, dalla fecondazione assistita al testamento biologico. Contro questo approccio, che alimentando la paura spinge le donne a ritornare a casa, il «Movimento delle femministe e lesbiche catanesi» si batte rivendicando la signoria delle donne nel governo della propria vita, della città, del Paese. «Noi donne - spiega Anna Di Salvo della Città Felice - sappiamo cosa dire rispetto all'economia, perché siamo abituate a gestire il denaro per vivere, non il denaro per il denaro. Sappiamo che cosa serve alla città e come evitare gli sprechi perché partiamo dall'esperienza, dalla vita, dai corpi, a differenza degli uomini che pensano in astratto. Il nostro è un sapere che nasce dal paradigma e dall'etica della cura, quella che sperimentiamo nel crescere i figli come nel gestire un'azienda, un lavoro. Noi non vogliamo le grandi opere, ma infrastrutture e servizi. Noi rivendichiamo la bellezza del pensiero e della filosofia che abbiamo elaborato a partire dagli anni Settanta nelle relazione tra donne». Per mostrare le proprie competenze, e la lunga storia attraverso le quali sono state acquisite, le donne del movimento ieri si sono acquartierate in un angolo di piazza Mazzini («l'amministrazione non ha autorizzato l'uso di piazza Università sostenendo che vi avrebbe tenuto un propria manifestazione che poi non c'è stata»). Qui, sotto i portici, su tavoli coperti di drappi arcobaleno, le femministe hanno esposto le riviste, i libri e le campagne che hanno fatto la storia delle donne, qui hanno messo in mostra le attività di ieri e di oggi. C'è il Wwf con il suo «obiettivo rifiuti zero» e le sue iniziative per «un consumo critico sostenibile». Perché anche il Wwf, come le donne, ama e rispetta le «biodiversità». Ci sono le giovani del «Coordinamento precari della ricerca». Hanno steso un filo tra le colonne romane e vi hanno appeso una a fianco all'altra tante foto che le ritraggono in vari momenti di lotta. «La ricerca siamo noi», dice il logo reinterpretato dell'ateneo, un modo per ribadire la propria opposizione al decreto legge 180-2008 del ministero dell'Università vorrebbe rimandarle a casa. I loro volti, sorridenti e arrabbiati, dicono che tutte le idee camminano su gambe umane, che la ricerca non è disincarnata, astratta, ma è fatta da persone. Ci sono le insegnanti dei Cobas che denunciano che i tagli nella scuola sono un attacco alle donne, perché è donna il 90% del corpo docente, e perché la maestra unica nega una pratica di cooperazione sviluppata negli anni, e apprezzata in tutto il mondo, per ritornare a modelli autoritari. Ed è un attacco alle donne perché, con la maestra unica, salta anche il tempo prolungato e questo significa che le mamme saranno costrette ad andare a prendere i figli prima di pranzo e, per farlo, dovranno rinunciare al proprio lavoro. C'è l'associazione Thamaia che ricorda come la «casa rifugio ad indirizzo segreto» per donne che hanno subito violenza e maltrattamenti è chiusa dal dicembre 2007. Il Comune non ha fondi. Ma di questo il «pacchetto sicurezza» non si occupa né preoccupa. C'è l'Udi con la sua campagna «Stop al femminicio» che, partita da Niscemi, è in corso in tutta italia. E c'è l'associazione Rita Atria contro le mafie (www.ritaatria.it) che ricorda la tragica vicenda della ragazza che si è rifiutata alle pratiche sanguinarie della propria famiglia pagando questa scelta con la morte, e quella della cognata Piera Aiello, oggi presidente dell'associazione sebbene questo nome, il suo nome, per la legge, non esiste più, sostituito da un altro per proteggerne l'identità. In piazza Mazzini, in questo freddo anticipo dell'8 marzo, ragazze, adulte e anziane ballano insieme, diverse, ma unite in un cammino comune.

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donne & salute (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

donne & salute Parlare delle donne tra donne. Questo l'obiettivo del convegno "Donne a confronto" voluto da Marco Belluardo, assessore alle Famiglia e alle Pari Opportunità, organizzato dai funzionari dell'assessorato diretti da Corrado Persico e svoltosi alla presenza del sindaco Stancanelli, nella splendida cornice del Foyer del Teatro Massimo Bellini. Per scandagliare lo sfaccettato universo femminile l'assessorato ha realizzato un progetto composito intitolato " I volti del Femminile". «Credo fortemente - ha detto il sindaco Raffaele Stancanelli - che le donne debbano avere pari opportunità nella vita di una famiglia e in quella lavorativa. Non è un caso che l'assessorato di Belluardo sia dedicato alla Famiglia, il nucleo dove è essenziale la presenza femminile. Nella mia esperienza di sindaco, alle prese con la macro struttura, ho valorizzato il ruolo delle funzionarie e dirigenti che lavorano con risultati eccellenti nei nostri uffici comunali». All'incontro, cui hanno partecipato anche tutte le consigliere comunali donna, Belluardo si è soffermato, nel dare il benvenuto sul significato storico della giornata nata da un evento tragico, il rogo delle operaie americane dell'industria Cotton. «Il riscatto della città passa anche dalle donne - ha detto Belluardo - motore essenziale, tra l'altro, per il riscatto delle periferie a cui l'assessorato si sta dedicando. Le donne già abituate a lottare riusciranno a gestire ancora una volta contesti difficili». Brillante moderatrice del convegno è stata la giornalista Rossella Jannello, per la quale l'Otto marzo non si celebra «nè una festa nè un funerale», ma piuttosto un momento di rifessione e di ascolto del variegato universo femminile. Le relatrici, che rappresentavano vari settori della società, sono state la docente universitaria Adriana Ciancio, la psicologa Cecilia Costanzo, l'imprenditrice Mariella Gennarino, la presidente della Croce Rossa Italiana Nicoletta Accardo. Hanno dato toccanti testimonianze la salesiana suor Lucia, la mediatrice culturale Saurina Gomez e la consulente professionale in allattamento Grazia De Fiore. L'incontro, seguitissimo dalle donne, è terminato con un intrattenimento musicale con due allievi dell'Istituto Musicale "Bellini", Antonino Spina (pianista) ed Emilia Belfiore (violinista).

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Metti una sera a cena con Marinettie i 5 sensi sono chiamati all'appello (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Metti una sera a cena con Marinetti e i 5 sensi sono chiamati all'appello Tra i rivoluzionari «manifesti» che il Futurismo dedicò alle varie discipline artistiche e scientifiche, quello dedicato alla cucina è giocoforza ipernutriente, profumato e non poco sensuale. Un credo dei fornelli per uomini che non devono chiedere mai, sempre ispirato a quella vitalistica energia che fu la bandiera del manifesto: velocità, forza, aggressività richiedono una dieta iperproteica. Tanto da bandire la pastasciutta, come postulava inflessibile Marinetti, assecondato a malincuore dai suoi seguaci. Come rinunciare all'adorato piatto nazionale? Tant'è! Per il resto la gastronomia futurista è un godimento totale che invade e stordisce non solo il palato. Degustare è tutt'uno con guardare, sentire, odorare e - perché no? - toccare, magari la seta di una bella scollatura. Questo ed altro ha svelato Pietro Frassica, docente dell'Università di Princeton, in occasione del terzo seminario organizzato dall'Assessorato alla Cultura del Comune, nell'ambito delle articolate iniziative varate dall'assessore Fabio Fatuzzo con la preziosa collaborazione del direttore Salvo Costanzo, per celebrare il centenario della storica avanguardia. A tutt'oggi l'unico progetto organico e di ampio respiro varato in Sicilia, già a partire dal 20 febbraio, per rievocare l'importante anniversario della storica avanguardia, originale anche nell'alimentazione. La critica ai pasti defatiganti - che offuscano produttività, creatività e virile possanza - cede il passo a menu raffinati quando le pause della vita frenetica lo consentono. Ma la realtà supera l'immaginazione e nella rievocazione della cena futurista, realizzata sotto il cielo stellato nella corte barocca del Palazzo della Cultura, spicca la tavola imbandita con vettovaglie geometriche - prismi, cubi, sfere - che ricordano la scomposizione delle forme dei quadri di Carrà e Boccioni. Eleganti signore in abiti charleston, uomini in marsina, effluvi profumati, luci soffuse e musica d'epoca commentano la pantomima delle portate. Ad interpretarla sono i giovani allievi dell'Istituto alberghiero Karol Woityla, che con felice cura ha costruito una raffinata simbiosi tra cousine, couture, culture. Quanto basta per incuriosire il folto uditorio pronto infine a scoprire le sorprese del buffet. Ventuno portate, dagli antipasti ai dolci, ma nelle porzioni minimali previste dal salutismo futurista; pietanze che rievocano già nei nomi l'arte che intendono veicolare e da cui hanno rubato colori, volumi e suggestioni. Basta seguire la «listavivande» che comprende (per usare le «parolelibere» sperimentate dal movimento) curiosità gastronomiche come la «la carne cruda squarciata dal suono di tromba», «il pollo di acciaio» o il più evocativo «promontorio siciliano», per non parlare dell'impalpabile gelatina di mela verde, ribattezzata «La noia che sfugge». Manicaretti ? va detto ? che hanno incontrano i palati più esigenti. Merito delle giovani leve dell'Alberghiero, coordinati dal dirigente scolastico Lorenzo Zingale, con l'apporto del Dsga Liliana Sciuto, dell'executive chef Alfio Galati, del docente di cucina e storico dell'alimentazione Calogero Matina, del beverage manager Giovanni Sapienza. E con l'accoglienza scenica studiata da Paolo Sidoti per una tavola bandita in perfetto stile futurista. Insomma, per i marinettiani, il pasto non deve volgarmente soddisfare la fame, ma diventa un rito in cui i commensali si trasformano in attori di uno spettacolo a sorpresa, in cui i cinque sensi vengono tutti chiamati all'appello. Il cibo deve nutrire gli occhi ed eccitare la fantasia prima di tentare le labbra. Il pranzo ideale esige «l'originalità assoluta delle vivande», «l'uso dell'arte dei profumi per favorire la degustazione», «l'uso della poesia e della musica come ingredienti improvvisi per accendere con la loro intensità sensuale i sapori di una vivanda». Parola di Marinetti.

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Una missione tutta al femminile (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Una missione tutta al femminile La madre e la moglie di Kakà si blindano a Villa Orchidea mentre Vittoria festeggia la sua mamma speciale Personaggi Maria, la ribelle In occasione della giornata internazionale della donna sarà presentato lunedì 9 marzo, alle 16.30, presso l'aula magna del liceo classico ?Spedalieri? di Catania, la vita straordinariamente ricca di esperienze e di solidarietà raccontata nel libro ?Maria Occhipinti, una ribelle del Novecento?, edito da Prospettiva editrice. E' la storia di Maria Occhipinti, donna ragusana, autentica ribelle che non esitò, pur essendo incinta di 5 mesi, il 4 gennaio 1945, all'età di 23 anni, a distendersi davanti alle ruote di un camion carico di ragazzi rastrellati per essere mandati in guerra, provocando la rivolta dell'intera città di Ragusa nel contesto del movimento del "Non si parte" che interessò numerose città siciliana. Al convegno, che muoverà attraverso le pagine del libro della giornalista Silvia Ragusa, interverranno Tullia Giardina, ricercatrice di cattedra di Storia contemporanea dell'Università di Catania, Franca Antoci, vice caposervizio del quotidiano ?La Sicilia?, Adriana Cantaro, docente del liceo ?Spedalieri? ed Elio Camilleri, docente del liceo ?Galilei?.

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Carenze della manutenzione naccio (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Carenze della manutenzione naccio @@E' necessario migliorare il livello di qualificazione professionale dei tecnici Migliorare il livello di qualificazione professionale, sia gestionale che tecnica, del personale addetto alle attività di manutenzione degli impianti. Se ne parlerà mercoledì prossimo nel corso di un convegno che si svolgerà nella sede di Confindustria. Si tratta di un convegno che metterà a confronto la realtà imprenditoriale con il mondo accademico. All'incontro, infatti, prenderanno parte docenti di tre atenei che esporranno gli esiti di specifici studi sul tema e presenteranno una nuova iniziativa formativa riservata a operatori e professionisti del mondo della produzione e della manutenzione, frutto della collaborazione tra l'Università degli Studi di Catania, il Mip-Politecnico di Milano e l'Università degli Studi di Bergamo. «In un contesto in cui l'accresciuta complessità dei sistemi tecnologici, le nuove esigenze di produttività, sicurezza, qualità e flessibilità richiedono impianti sempre più efficienti e ad alte prestazioni, la manutenzione merita di essere riscoperta e valorizzata per il fondamentale contributo che può dare alla sicurezza ed alla competitività aziendale. E in questa ottica, il fattore umano rappresenta un elemento chiave, richiedendo pertanto l'urgente adozione di adeguati sistemi organizzativi». Per questo motivo Confindustria ha organizzato un calendario di seminari con l'obiettivo di creare diversi momenti di incontro e discussione tra esponenti del mondo accademico e industriale. Nell'appuntamento di mercoledì, in particolare, il dibattito sarà incentrato su quali competenze tecniche, quali comportamenti organizzativi e su quali leve manageriali scommettere per elevare la manutenzione dal suo rango di mera funzione tecnica a processo integrato con le altre attività gestionali e strategie aziendali. Oltre ai docenti universitari saranno presenti i responsabili delle imprese del polo industriale. m. t. g.

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Una <Crisi economica e morale> (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

conferenza alla marina di augusta Una «Crisi economica e morale» j. s.) Si è tenuta nei giorni scorsi nei locali del Circolo Ufficiali della Marina Militare di Augusta a cura del Lions Club Augusta Host, presieduto da Piero Monticchio (nella foto al centro), una conferenza dal tema: ?Crisi Economica e crisi morale?. Il relatore è stato il docente universitario dell'ateneo catanese, Pietro Barcellona (foto a sinistra). I lavori sono stati aperti dal Presidente del Club service megarese, Monticchio. Pietro Barcellona, intellettuale filosofo, scrittore, già docente di Diritto Privato all'Università di Catania e Firenze, è stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura ed in seguito anche deputato e membro della Commissione Giustizia della Camera. Il docente universitario, prendendo spunto dai ricordi personali e dalle proprie esperienze di vita, ha tratteggiato, con lucidità e disincanto e con un pizzico di ironia, i problemi dell'uomo e della società, la povertà intellettuale, la crisi di identità che colpisce gli individui. Innumerevoli sono stati gli spunti di riflessione che Barcellona ha offerto alla platea.

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Scuola e famiglia <serbatoi> di fiduciaMascalucia. (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Scuola e famiglia «serbatoi» di fiduciaMascalucia. Numerosi studenti al convegno organizzato dall'Istituto d'istruzione superiore «Concetto di sé e costruzione del futuro: ruolo della famiglia nel contesto sociale». Organizzato dall'Istituto d'istruzione superiore di Mascalucia, con il patrocinio del Comune, il convegno, che si è svolto all'auditorium San Nicolò, ha visto la partecipazione del sindaco, Salvatore Maugeri, e di due relatrici d'eccezione: Maria Rosaria Mancinelli, docente di psicologia dell'orientamento scolastico e professionale all'Università Cattolica «Sacro Cuore» di Milano, e Maria Luisa Indelicato, dirigente scolastico del liceo classico e scientifico di Mascalucia. «Avere una meta da raggiungere sollecita alla positività, anche nei momenti difficili. Lo dico per esperienza personale», ha esordito Maugeri. «Il contesto culturale e sociale nel quale si muove l'adolescente - ha sottolineato Mancinelli - influisce non poco per la sua crescita». Per la psicologa è proprio un certo tipo di contesto sociale che non stimola a dovere gli adolescenti, che si dimostrano svogliati, indifferenti, demotivati e disinteressati. «E' chiaro - ha concluso Mancinelli - che concentrarsi unicamente su modelli vacui e sterili come la bellezza produce inevitabilmente un impoverimento di se stessi e del proprio io». Ma bisogna fare i conti anche con l'ansia. «Gli studenti - ha evidenziato Maria Luisa Indelicato - dovrebbe vivere con maggiore serenità le cosiddette "verifiche" di apprendimento, impropriamente definite "interrogazioni". Il voto spesso lo si considera come una sentenza, invece che uno stimolo per migliorarsi o una gratificazione per chi ha fatto bene». Dall'incontro, al quale hanno partecipato numerosi studenti delle scuole mascaluciesi, è emerso che è possibile arrivare a una piena consapevolezza di sé, «ma solo attraverso un allenamento continuo, con l'aiuto insostituibile dei docenti e delle famiglie». C. D. M.

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Nonostante la presentazione di diversi disegni di legge, nel nostro Paese non esiste una normativa s... (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Domenica 8 Marzo 2009, Nonostante la presentazione di diversi disegni di legge, nel nostro Paese non esiste una normativa sul Testamento biologico, diversamente dagli Stati Uniti e da altri Paesi europei come Olanda, Belgio, Danimarca, Germania. Non c'è una legge, ma i notai sono da un pezzo al lavoro. In due anni, nel solo Triveneto, hanno ricevuto ben cinquecento richieste. I testamenti biologici finora redatti sono 54. È questa la notizia emersa ieri nell'Aula Nievo del Bo nell'ambito di un incontro promosso dal Lions Abano Terme Gaspara Stampa, la cui presidente Mariolina Benettolo Mosco ne ha illustrato i contenuti. Si avverte l'esigenza di riappropriarsi delle scelte che riguardano la propria esistenza, anche nella fase finale, per garantirne qualità e dignità. Il cittadino vorrebbe poter mettere per iscritto una dichiarazione di rifiuto all'accanimento terapeutico in caso di malattia, di lesione traumatica irreversibile o invalidante, che costringa alla dipendenza da macchine. Sono i notai a raccogliere i testamenti biologici, come ha stabilito il Consiglio nazionale Forense, iniziativa volta a colmare un vuoto legislativo. Il dottor Ernesto Marciano, presidente del Comitato Interregionale dei Consigli Notarili del Triveneto, ha ricordato «l'iniziativa provocatoria del 2007: il testamento biologico ad un euro, per attirare l'attenzione sull'argomento. Sono possibili anche in assenza di un legge specifica: lo ha dichiarato con molta chiarezza la Cassazione, anche relativamente al caso di Eluana Englaro». «Condivido ampiamente - ha dichiarato la professoressa Elisabetta Palermo, docente di Diritto Penale nel nostro Ateneo - le più recenti sentenze sia della Cassazione che della Corte d'appello di Milano e del gup di Roma - quest'ultima relativa al caso Welby - nelle quali viene con molta chiarezza ribadito il diritto del paziente a rifiutare qualsiasi atto medico ritenuto lesivo della propria dignità personale e il diritto del legale rappresentante a farsi portavoce di tale volontà, quando il paziente è incapace, ma sia possibile ricostruire con certezza la sua volontà al riguardo. Si tratta di conclusioni solidamente ancorate a indiscussi principi costituzionali e patrimonio di buona parte della comunità scientifica, sia medica che giuridica». Molto interessante il contributo del professor Pietro Petrin, docente di Chirurgia generale nella nostra università: «In quarant'anni di attività mi sono trovato di fronte a problemi complessi, soprattutto in due casi. Ho avuto a che fare con un ottantenne, affetto da tumore, che ha accettato di operarsi solo dopo pressioni da noi esercitate sulla figlia. Per sopravvenute complicazioni è deceduto: è stata forzata la sua volontà e ho provato un senso di colpa. Un altro paziente, fidandosi ciecamente di noi, ha voluto essere operato per la seconda volta. È finito in rianimazione, poi in un centro di riabilitazione respiratoria, infine in un istituto. Perchè lo avete salvato? ci ha detto la moglie, che lo aveva accudito. È difficile decidere sugli altri. Quando esco dalla sala operatoria, i parenti, rassicurati, tentano di baciarmi: ha fatto un miracolo! No. È solo un decorso favorevole della malattia. Ma può essere un miracolo anche il contrario. Ecco, non vorrei un giorno dover credere ai miracoli per legge». Maria Pia Codato

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L'inizio della storia risale al 2005 quando l'allora pro-rettore all'Informatica Aldo... (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Domenica 8 Marzo 2009, L'inizio della storia risale al 2005 quando l'allora pro-rettore all'Informatica Aldo Rossi, docente al Dipartimento di Innovazione Meccanica e Gestionale alla Facoltà di Ingegneria, rassegna le sue dimissioni al rettore ri-eletto, Vincenzo Milanesi. «Non avevamo visioni comuni sulla gestione dell'ateneo - spiega oggi il docente - ma più che altro avevo criticato le deleghe di potere del pro-rettore vicario, Giuseppe Zaccaria». Ma con le dimissioni dell'ingegnere naufragano anche i progetti da lui gestiti. Uno su tutti il progetto "Giano", un programma informatico, fatto in casa, che amministrava 27 milioni di dati inerenti la carriera universitaria degli studenti iscritti all'ateneo. Costo del "sistemone" circa 1,8 milioni di euro con una manutenzione annuale pari a qualche decina di migliaia di euro. Nel 2006 però "Giano" viene abbandonato e il nuovo pro-rettore all'Informatica, che gestisce anche il Centro di Calcolo universitario, il professor Stefano Merigliano, si lancia sulla sfida "Esse3", un nuovo software, fornito dalla ditta Kion, che fa riferimento al Consorzio interuniversitario Cineca di Bologna. «Un programma che a differenza di "Giano" - precisa Aldo Rossi - costa 1,5 milioni di euro in più. Senza contare le spese per gli aggiornamenti annuali che si aggireranno sui 300 mila euro». Però non è tutto perché il nuovo "cervellone" rischia di fagocitare 5 dei 27 milioni di dati oggi raccolti nel sistema informatico attualmente in funzione nelle segreterie e nelle Facoltà del Bo. Il 2 marzo scorso infatti il professor Merigliano, illustrando il progetto "Esse3" davanti al Senato Accademico, ha messo le mani avanti confermando che esistono 5 milioni di dati da «rendere coerenti con il nuovo sistema e che la migrazione-bonifica è un problema complesso e di grandi dimensioni». Tanto che l'università avrebbe già chiesto alla Kion l'ultima versione di "Esse3", la "Plus", che però provocherebbe un ritardo nel "trasporto-dati" di almeno un anno, con il rischio di non poter gestire tutte le informazioni oggi invece in possesso degli uffici universitari. E non è ancora finita. Perché se è vero che "Esse3" in Italia gestisce i sistemi informatici di 43 atenei per complessivi 800 mila studenti, nell'unico caso, prima della nostra, in cui è stato applicato in un'università di grandi dimensioni, Torino, è stato il caos con gli studenti che a gennaio hanno impiegato mediamente dodici giorni per iscriversi ad un esame. Un'eventualità di cui i vertici del Bo sono a conoscenza visto che nelle cartelle della presentazione avvenuta l'altro giorno in Senato Accademico tra le "criticità della migrazione-bonifica dei dati" era esplicitamente citato il "caso Torino". «A questo punto - termina l'ex pro-rettore Rossi - non capisco per quale motivo si sia deciso di lasciare una strada già collaudata per intraprenderne una che fin dall'inizio può provocare gravi disagi per gli studenti e per la stessa università rischiando di smarrire informazioni importantissime riguardo la carriera dei ragazzi». Matteo Bernardini

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Le ragazze leggono il coraggio delle donne (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Le ragazze leggono il coraggio delle donne Dal mito di Medea ai versi di celebri poetesse alle canzoni di Jovanotti Domenica 8 Marzo 2009, Bassano "Il coraggio è fatto di paura". È una frase di Oriana Fallaci che affiora più volte durante il reading-spettacolo "Voci di ragazze, parole di donne" che ha avuto luogo ieri e venerdì sera al salone nobile del liceo Brocchi. Il comitato pari opportunità della scuola ha organizzato un incontro di riflessione incentrato sulla lettura di alcuni testi significativi in occasione della festa della donna di oggi, coinvolgendo i docenti del liceo e, soprattutto, gli alunni di tutti gli indirizzi. Lo spettacolo, aperto alla cittadinanza venerdì e alle classi terze ieri, è stato creato da venti studenti, guidati dai professori Carullo, Gobbato e Postiglione, ed ha visto alternarsi letture a momenti musicali. La prima parte, intitolata "Diventare, al momento giusto, cattiva, veramente cattiva", si focalizzava su testi in prosa di autrici che hanno trattato nelle loro opere la condizione della donna, nel passato remoto (per esempio, Medea, nel caso di Christa Wolf), recente (le sessantottine) e di oggi. La seconda sezione, "Il coraggio delle donne", è il punto di forza dello spettacolo. "E' la parte creativa, interamente realizzata dagli studenti- spiega Antonella Carullo- Ha partecipato al concorso nazionale omonimo (i cui vincitori sono stati premiati ieri dal Presidente della Repubblica) ed ha vinto la fase regionale. Il dvd in particolare-continua la docente-evidenzia la lotta che le donne hanno dovuto sempre sostenere in nome di ideali, per difendere le proprie opinioni o la stessa vita, come Giovanna d'Arco, Ingrid Betancourt e Madre Teresa di Calcutta, donne-simbolo che, però, sono l'immagine di tutte noi". La terza ed ultima parte è stata invece dedicata alla poesia, in quanto espressione privilegiata dell'esperienza sentimentale, con testi di Rosita Capioli, Wislawa Szymborska ed Elizabeth Barrett Browning: autrici molto diverse tra loro, per luogo di nascita, epoca e vicende, ma accomunate dall'essere donne, e di sentirsi donne nell'esperienza d'amore. Come stacco e collegamento tra le varie sezioni, alcuni ragazzi hanno cantato canzoni dedicate all'universo femminile (Ligabue e Jovanotti) e dato vita ad intermezzi musicali con pianoforte, chitarra, basso, sax e voce, molto apprezzati dal pubblico. "E' un lavoro ben riuscito soprattutto grazie al desiderio degli studenti, non solo ragazze, ma anche ragazzi, di dar voce alle donne, alle autrici, molto spesso ignorate proprio perché donne-spiegano le docenti. Il progetto, il terzo realizzato in occasione dell'8 marzo dal comitato, nonostante quest'ultimo esista dal '95, è stato abbozzato già quest'estate, ma il periodo di prove intenso è cominciato a gennaio". Quale la finalità di questi eventi, alla luce della più stretta attualità, fatta di soprusi spesso a danno delle donne o, dal lato opposto, di donne che si fanno giustizia da sole dopo aver subito per anni la violenza, come nel caso Nichele? "Con i loro interventi le ragazze hanno ribadito quanto la violenza sulle donne sia frequente, nel passato ma ancora oggi. Il fine di questo reading non è quello di suggerire la prevaricazione di un sesso o la netta separazione del maschile dal femminile: è necessaria l'integrazione, la compenetrazione dei generi, a tutti i livelli sociali, affinché non ci sia più discriminazione". Francesca Donazzan

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Alla scoperta del municipio (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Alla scoperta del municipio Domenica 8 Marzo 2009, VITTORIO VENETO - Mercoledì prossimo gli iscritti all'Università Pinto andranno in visita al Municipio e ad alcuni suoi uffici: si tratta di una visita guidata nell'ambito del corso dedicato a "L'ente locale" e guidato dal docente Carniel. Le altre lezioni della settimana: lunedì alle 15 ricamo, laboratorio di acquerello e "L'ente locale", alle 16 letteratura classica; martedì alle 9 laboratorio di intaglio, alle 15 inglese 2, alle 16 "Storie di emigrazione veneta"; mercoledì alle 15 storia medievale, inglese 1 e laboratorio di incisione. Lezioni all'Itis da lunedì a giovedì, all'Ipsia il venerdì; laboratori al patronato della parrocchia di Sant'Andrea.

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VENEZIA. RICAVARE LE CELLULE STAMINALI DAL CAMPIONE RESIDUO DI LIQUIDO AMNIOTICO GIà PRELEVATO ... (sezione: Cultura)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Venezia. Ricavare le cellule staminali dal campione residuo di liquido amniotico già prelevato per effettuare l'amniocentesi: è il protocollo non invasivo ipotizzato nell'ambito del 13/o Congresso Mondiale sulla Riproduzione Umana in corso a Venezia. Secondo i ricercatori di due società lombarde, le staminali embrionali avrebbero «una marcia in più». Per Giuseppe Simoni, di Biocell Center, «si tratta di cellule multipotenti, molto giovani e in grado di differenziarsi in vari tessuti del futuro individuo che aprono prospettive finora sconosciute». «Data l'alta capacità di riprodursi, non c'è il dilemma etico tra donazione e conservazione per se stessi, anzi i familiari compatibili possono avvantaggiarsi delle cellule del nascituro», ha rilevato da parte sua la dottoressa Francesca Grati, del laboratorio Toma. Fabio Ghezzi, docente di Ginecologia presso l'Università degli Studi dell'Insubria, ha invece sostenuto il ricavo delle staminali dal residuo di amniocentesi. I materiali, da ricavare da donne che già si sono autonomamente sottoposte al prelievo, può essere conservato, è stato detto, «garantendo la salvaguardia del patrimonio biologico che è unico e irripetibile».

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GATY SEPE GLI STATI UNITI RICOMINCERANNO A FINANZIARE LA RICERCA PUBBLICA SULLE CELLULE STAMINALI... (sezione: Cultura)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

GATY SEPE Gli Stati Uniti ricominceranno a finanziare la ricerca pubblica sulle cellule staminali embrionali vietata da George Bush che il Vaticano, come ha ribadito ieri, ritiene «profondamente immorale e superflua». Dopo quello sull'aborto, si profila dunque il secondo scontro tra il nuovo presidente degli Stati Uniti e la Chiesa cattolica. Barack Obama aveva annunciato in campagna elettorale che avrebbe abolito il divieto imposto da George Bush a questo filone di studi - ritenuto da gran parte della comunità scientifica strategico per la terapia di molte malattie oggi incurabili - e ha mantenuto la promessa. Secondo quanto lo stesso presidente ha fatto anticipare già venerdì dai suoi collaboratori, l'atto esecutivo verrà firmato domani. Nel corso della cerimonia alla Casa Bianca Obama spiegherà la decisione di accelerare i tempi - fino a qualche giorno fa aveva detto di voler preferire che su un tema come questo, che innesca divisioni e battaglie ideologiche si pronunciasse prima il Congresso - sulla ricerca con le staminali per «riportare l'integrità scientifica nel campo delle scelte politiche sulla salute». D'altronde, era stato con un ordine esecutivo che Bush, nel 2001, aveva vietato il finanziamento pubblico a questo tipo di studi, limitandolo alle linee embrionali già esistenti, che si sono poi rivelate in gran parte inutilizzabili, e incoraggiando invece la ricerca sulle staminali adulte. Adesso, saranno necessari alcuni mesi - il National Institute oh Health dovrà sviluppare nuove linee guida - prima che i finanziamenti comincino ad arrivare alle università e agli altri centri di ricerca. Ma la Chiesa Cattolica, che già in passato aveva definito «molto deludente» Obama per alcune sue sortite troppo libertarie in tema di aborto, si è affrettata a riportare sull'Osservatore Romano il giudizio dei vescovi statunitensi che hanno definito quella sulle cellule embrionali ricerca «profondamente immorale e superflua». «Una volta oltrepassata la fondamentale linea morale che ci impedisce di trattare gli esseri umani come meri oggetti di ricerca - scrive il giornale del Papa - non ci sarà più un punto di arresto». Critiche alla decisione Usa arrivano anche dal Pdl: «Registriamo una regressione culturale - sottolinea il senatore Stefano De Lillo - la sperimentazione sulle cellule staminali embrionali riapre un capitolo che l'etica aveva chiuso, perchè la sperimentazione scientifica deve mirare a tutelare la vita e non alla sua distruzione». La notizia è stata invece accolta da un lungo applauso a Bruxelles, nel corso del secondo congresso sulla libertà di ricerca scientifica promosso dall'Associazione Luca Coscioni: «È un segnale di speranza - commenta il deputato europeo radicale Marco Cappato - per la comunità scientifica internazionale, e per tutti i cittadini, nonchè una battuta d'arresto per i fondamentalismi che operano su scala globale». A livello scientifico, «non si tratta di una rivoluzione - ha detto Giulio Cossu, ordinario di istologia all'Università di Milano - L'importanza è concettuale, ovvero l'aver ribadito il fatto che bisogna studiare tutte le cellule staminali e non escluderne alcune su base ideologica».

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Catia Bastioli, ricercatrice con il <pallino> dell'ambiente (sezione: Cultura)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Catia Bastioli, ricercatrice con il «pallino» dell'ambiente La cerimonia è stata semplice ma carica di significati. A Palazzo Soragna, Catia Bastioli ha ricevuto ieri la Mimosa d?oro 2009 in uno scroscio di applausi. La manifestazione «Una Mimosa per l?ambiente», giunta alla 18esima edizione, è promossa da Ada, Associazione Donne Ambientaliste, con il sostegno di Cariparma-Crédit Agricole. Al di là della suggestione del momento, a coinvolgere i partecipanti sono stati il curriculum e i progetti futuri nonché la capacità di coniugare ricerca ed innovazione a salvaguardia dell?ambiente nell?attività d?impresa, della premiata, aspetti emersi nel corso dell?incontro e della conversazione avviata da Gianluigi Ingletto, docente di Chimica Generale alla Facoltà di Agraria del nostro ateneo. Tra i presenti, gli assessori all?Ambiente del Comune, Cristina Sassi, e della Provincia, Giancarlo Castellani, la parlamentare, Carmen Motta e Sandro Cavirani, dell?Università di Parma che ha portato il saluto del Rettore. E' seguita la presentazione della presidente Ada, Angela Ferrari. Lei, Catia Bastioli, ha raccontato il lavoro svolto e quello che verrà con chiarezza e decisione. «Un?importante riconoscimento all?attività mia e del mio gruppo - ha definito il premio -. Ci dimostra che i sacrifici di tanti anni servono a qualcosa e c'è un riconoscimento della questione ambientale anche in chiave industriale; è un grande stimolo ad andare avanti». Il gruppo di cui è amministratore delegato - la Bastioli è anche docente universitaria e riveste cariche di particolare rilevanza nazionale ed internazionale - è Novamont Spa, a cui lavorano molti giovani, «azienda che sta crescendo e questo mi riempie di orgoglio» - ha sottolineato. La società, trasformando i risultati della ricerca in prodotti e applicazioni, ha sviluppato ex novo il mercato delle bioplastiche ed ha creato una cultura industriale sensibile ai problemi di impatto ambientale e di eco sostenibilità nei materiali e nei processi produttivi. Una passione, la sua, che l?ha portata nel tempo a svolgere un lavoro sempre più impegnativo «L'aspetto negativo - commenta - è che non c'è vita privata». Quanto al futuro, ha spiegato, «stiamo guardando ai nuovi impianti che sono basati sui nostri brevetti sui monomeri da fonte rinnovabile. Questo sarà il prossimo, nostro grande investimento, lo faremo ancora in Italia perché crediamo nella filiera e nel territorio italiani, credo sia un passo importante». S.Pr.

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Conversazioni con Hans Schlosser (sezione: Cultura)

( da "Bollettino Università & Ricerca" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Università del Sannio Conversazioni con Hans Schlosser Domani alle ore 16.00, presso l?Università degli Studi del Sannio si terrà un seminario dal titolo “La crisi della dottrina del diritto come «teoria delle norme» e i problemi dell?aggiornamento giuridico dei magistrati”. Sarà presente Hans Schlosser, professore emerito di Diritto civile e Storia del diritto privato presso l?Università tedesca di Augsburg.Martedì 10 marzo, alle ore 16.00, presso l?Università degli Studi del Sannio si terrà un seminario dal titolo “La crisi della dottrina del diritto come «teoria delle norme» e i problemi dell?aggiornamento giuridico dei magistrati”. Sarà presente Hans Schlosser, professore emerito di Diritto civile e Storia del diritto privato presso l?Università tedesca di Augsburg. L?incontro, che si svolgerà, nella sala lettura della Biblioteca del Dipartimento Pe.Me.Is, “Persona, Mercato e Istituzioni”, in Piazza Arechi II, si inserisce nel ciclo di “Conversazioni”, inaugurate nel gennaio 2008 presso il Pe.Me.Is e presso la Scuola di Dottorato Internazionale sede del corso di Dottorato di ricerca in “I problemi civilistici della persona”, coordinato dal Preside della Facoltà di Economia, prof. Pietro Perlingieri. Il seminario si svolgerà alla presenza di docenti anche di altri atenei e dei dottorandi della Scuola Internazionale di Dottorato e sarà introdotto dai saluti del direttore del Dipartimento Pe.Me.Is., Antonella Tartaglia Polcini, e terminerà con le conclusioni del professore Perlingieri.L?incontro apre un ciclo di appuntamenti dedicato dal prof. Schlosser, che continueranno nella mattina di mercoledì 11 marzo, alle ore 9.30, presso l?Auditorium di Sant?Agostino dell?Università del Sannio, con una lectio magistralis su “Lo Stato costituzionale come precursore della moderna democrazia”. L?evento è rivolto a tutti gli studenti dei Corsi di laurea Magistrale e Specialistica in Giurisprudenza della Facoltà di Economia ed è valido anche ai fini del conseguimento di cfu per altre attività formative previste nel piano di studi.>> Il ciclo di incontri si concluderà con due seminari di Storia, moderati dalla professoressa Cristina Ciancio, che avranno luogo mercoledì pomeriggio dalle ore 16.00 e giovedì mattina dalle ore 9.00 nell?Aula Magna della Facoltà di Economia in via Calandra. Le due lezioni seminariali, destinate agli studenti del Corso di Storia dell?esperienza giuridica moderna, saranno incentrate la prima, sul tema della denegata giustizia e sulle relative problematiche, inquadrate in un rigoroso sfondo storico, e la seconda su tematiche di storia del diritto penale, con particolare riferimento al rapporto tra sistema punitivo e ordine pubblico nei secoli XVIII e XIX.Il ciclo di incontri con il prof. Hans Schlosser si inserisce in un programma di scambi internazionali, scientifici e culturali, volto ad offrire occasioni di confronto e di riflessione con studiosi di chiara fama. BUR.IT 09.03.09

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"Gli esami qualche volta finiscono" (sezione: Cultura)

( da "Bollettino Università & Ricerca" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Università di Padova "Gli esami qualche volta finiscono" L'Associazione Italiana Pubblicitari Professionisti (TP) offre la disponibilità a far accedere direttamente i laureati in Scienze della Comunicazione dell?Università degli Studi di Padova, all'associazione senza sostenere l'esame obbligatorio, per chiunque sia interessato a farne parte.Questa opportunità sarà illustrata direttamente dal neo-presidente dell?associazione, Biagio Vanacore, nel corso di un incontro che si terrà domani alle ore 14.30, in aula A del Palazzo Liviano. L?appuntamento sarà anche l?occasione per gli studenti di confrontarsi con il presidente nazionale sui temi loro cari: che cosa significa oggi fare questo mestiere? Quali sono le richieste del mercato e come arrivare preparati?TP è una associazione di persone costituita nel 1945, ha sede a Milano ed è organizzata attraverso rappresentanze regionali: quella del Veneto conta oltre 100 soci ed è una delle più attive in Italia per quantità e qualità delle iniziative promosse.>> è oggi la più rappresentativa associazione di chi opera in comunicazione, alla quale aderiscono circa 2.000 soci in tutta Italia: account, art director, copywriter, responsabili media, ma anche e sempre di più responsabili della comunicazione aziendale, esperti di relazioni pubbliche, ricercatori e docenti universitari, che si riconoscono in UniTP, la sezione nata espressamente per raccogliere le istanze ed i bisogni di chi opera all'interno delle strutture universitarie.Inoltre TP aderisce a Pubblicità Progresso ed è membro fondatore dello IAP, l'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, alle cui regole cui tutti i suoi soci devono attenersi. BUR.IT 09.03.09

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TRASPORTI E NUOVE COMPETENZE DEGLI ENTI LOCALI - Atti del Convegno organizzato dall'Assessorato ai Trasporti della Provincia di Cagliari - Cagliari, 3 dicembre 2008 (sezione: Cultura)

( da "SardegnaIndustriale.it" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

TRASPORTI E NUOVE COMPETENZE DEGLI ENTI LOCALI - Atti del Convegno organizzato dall'Assessorato ai Trasporti della Provincia di Cagliari - Cagliari, 3 dicembre 2008 TRASPORTI E NUOVE COMPETENZE DEGLI ENTI LOCALI Atti del Convegno organizato dall'Assessorato ai Trasporti della Provincia di Cagliari Cagliari, 3 dicembre 2008 APERTURA DEI LAVORI Marina Cattina, assessore ai Trasporti della Provincia di Cagliari: Dall?inizio del mandato il Presidente Milia, la Giunta ed io abbiamo sempre cercato di operare, anche se fra tante difficoltà, verso il miglioramento della comunicazione, della mobilità, dell?integrazione, dell?adeguatezza dei servizi decentrati, dedicando una particolare attenzione a quei territori compresi nelle zone più lontane dal capoluogo, come il Sarcidano o, comunque, più isolate e svantaggiate, come il Gerrei. Abbiamo creduto fermamente che l?isolamento delle nostre zone interne, che fino ad oggi hanno costituito un ostacolo per lo sviluppo, possano invece diventare fonti di ricchezza se si realizza una mobilità adeguata; una mobilità pubblica che sia accessibile a tutti. Se raggiungiamo questi obbiettivi ? e sono sicura che collaborando insieme ce la possiamo fare ? non solo possiamo combattere lo spopolamento delle zone interne, ma possiamo promuovere e mettere a frutto quelle specificità impareggiabili dei nostri territori. Il cammino verso il raggiungimento di un sistema di trasporto efficiente, tarato sulle vere esigenze del territorio, è iniziato oltre un decennio fa e sono certa che gli amministratori, gli operatori del settore, gli utenti desiderano veramente vedere presto il traguardo. Tutti conosciamo quanto questo ultimo decennio sia stato caratterizzato da una forte innovazione legislativa, finalizzata a modificare profondamente le modalità di governo e di gestione della pubblica amministrazione ed in particolare degli enti locali. Uno degli obbiettivi è quello di migliorare l?efficienza degli enti affinché siano in grado di provvedere ai bisogni dei cittadini, delle imprese e della produttività in genere. La materia dei trasporti nei suoi ultimi sviluppi, in tema di decentramento e di federalismo in senso regionalista, risulta ancora di estrema complessità ed è resa ancora più difficile dalle diverse norme sopranazionali, comunitarie ed internazionali concernenti la regolarizzazione del settore. Con la legge 59 del 1997 è stato articolato il processo di decentramento con l?individuazione delle funzioni e delle modalità di attuazione dei compiti amministrativi statali da attribuire alle regioni e agli enti locali ed in particolare, poi, attraverso il decreto legislativo 112 del ?98, si è attuato il conferimento in tema di territorio, di urbanistica, di ambiente, delle opere pubbliche, della viabilità, dei trasporti e anche della Protezione civile. Il settore dei trasporti, ed in particolare quello del trasporto pubblico locale, è stato oggetto negli ultimi anni di un?attivatà legislativa tesa ad attuare, in un primo momento, il decentramento amministrativo mediante il trasferimento alle regioni di funzioni e di compiti statali e, successivamente, la trasformazione delle aziende speciali e dei consorzi in società di capitali o anche in cooperative a responsabilità limitata tra dipendenti e l?eventuale frazionamento societario derivante da esigenze funzionali o di gestione. Il percorso di riforma tracciato con il decreto legislativo 422 del ?97, recepito poi dalla Regione Sardegna con la legge 21 del 2005, delinea un modello di governo del Tpl che si basa proprio sull?introduzione della coerenza di mercato. Per la prima volta, dopo anni di stagnazione, si fa un?opera di rilancio del trasporto pubblico locale, mediante la ricerca di nuove condizioni di funzionamento e di efficacia che consentano, a parità di risorse, di migliorare l?offerta e pervenire ad un?organizzazione complessiva del servizio che utilizzi al meglio le risorse ad esso destinate e faccia sì che ampie quote di spostamenti quotidiani utilizzino finalmente il mezzo pubblico. Negli ultimi quaranta anni la crescita del reddito ha generato una diminuzione in termini reali del costo monetario del trasporto ed un aumento del valore assegnato al tempo e al disagio connessi con lo spostamento. La conseguenza è stato un incremento dell?utilizzo dell?auto privata, più costosa ma che offre spostamenti sicuramente più rapidi e confortevoli. Il soddisfacimento della domanda avviene dunque sempre più con l?auto privata facendo registrare un andamento allarmante, tanto dal punto di vista dei disavanzi delle aziende che offrono i servizi collettivi, gomma e ferro, quanto dal punto di vista ambientale. Il Libro bianco sulla politica europea dei trasporti del settembre 2001, con riferimento al trasporto pubblico locale, ha proposto agli Stati e agli enti locali che, «al fine di evitare un deterioramento della qualità della vita, le autorità nazionali e locali devono risolvere il controllo della mobilità, con particolare riguardo al ruolo dell?automobile privata, sviluppando trasporti pubblici e di qualità». I motivi del minore utilizzo del trasporto collettivo sono da ricercare non solo nell?aumento del reddito pro capite, ma anche nella incapacità dell?offerta di trasporto collettivo di adeguarsi ad una domanda in evoluzione, principalmente in termini di qualità. Il Tpl sembra quasi comportarsi come un bene secondario e perché questo non sia devono essere attuate nuove politiche per un adeguamento dell?offerta di servizi collettivi di trasporto in grado di sottrarre quote di domanda alla mobilità privata e di portare il Tpl verso un nuovo status, compreso quello del risanamento. La riforma del Tpl, voluta dal decreto legislativo 422, afferma anche il principio dell?intermodalità del sistema della mobilità, prefigurando in tal modo la possibilità di programmare e di organizzare una rete di servizi che superi le barriere e le difficoltà presenti nel vigente sistema normativo creando le premesse per superare la frammentazione delle competenze amministrative e gestionali, la duplicazione di servizi e le inefficienze. Tale indirizzo va nella direzione della programmazione e dell?organizzazione di una rete di servizi di stretto coordinamento fra le aziende operanti, enti locali, Regione, per garantire le esigenze complessive di mobilità dei cittadini e non semplicemente il loro puro trasporto. Seguendo questi indirizzi, il Consiglio provinciale ha approvato il Piano dei servizi minimi. Il Piano ha messo in luce che, a fronte di un?offerta di trasporto pubblico sovrabbondante per numero di posti offerti, non fa riscontro un effettivo utilizzo del sistema pubblico da parte dell?utente. Per cui ne è scaturito un progetto che vede un diverso assetto del servizio eliminando le sovrapposizioni, la semplificazione dell?offerta e portando ad un miglioramento del sistema. In particolare, la creazione di un sistema a pettine, con la realizzazione di fermate attrezzate in corrispondenza dello scambio, la possibilità in zone a bassa domanda di spostamenti di mezzi pubblici mirati, l?individuazione di servizi minimi quantitativamente e qualitativamente sufficienti a soddisfare la domanda del pendolarismo scolastico e lavorativo, l?accesso ai servizi amministrativi, socio sanitari e culturali. Lo schema di rete prevede l?utilizzo delle due modalità, ferro-gomma, e di due tipologie di linea: le linee ?sistematiche?, che servono bacini con domanda rilevante, e le linee ?a chiamata? per le zone a bassa domanda o a domanda specifica: un sistema di Tpl progettato e organizzato a supporto della rete ferroviaria. Questa, infatti, copre gran parte del territorio provinciale, lasciando scoperta solamente la parte a est. Vengono quindi eliminate le sovrapposizioni ferro-gomma con possibilità di muoversi con orari e in tempi certamente più attrattivi della situazione attuale, dando luogo ad un?offerta tesa a soddisfare le esigenze dell?utenza e catturare una quota di domanda che oggi predilige l?autovettura privata al trasporto collettivo. Inoltre, il Consiglio provinciale ha ritenuto importante che il Piano venga arricchito con l?individuazione delle necessità dei territori, relativamente alla specifica mobilità scolastica e dei disabili, creando gli spazi necessari per recepire le esigenze dei comuni al fine di offrire un servizio adeguato ad ogni tipo di utenza in ogni ambito territoriale. L?augurio è che quanto prima si creino le condizioni affinché il nostro progetto possa trovare attuazione, diventando oggetto quindi di un contratto di servizio. Ma per arrivare a ciò occorre ancora qualche passaggio. Infatti, con il trasferimento delle competenze legislative dallo Stato alle Regioni e agli enti locali è stato introdotto il meccanismo di gara per l?affidamento dei servizi con l?obbligo di disciplinare i rapporti tra regolatore e gestore attraverso un contratto di servizio. Al decreto Burlando, chiaro nei suoi obbiettivi, ha fatto seguito tutta una serie di interventi ed un?infinità di proroghe che ne hanno complicato l?attuazione ed inibito l?efficacia, rendendo sempre più incerto il quadro normativo di riferimento. La liberalizzazione e l?introduzione della concorrenza nei sistemi di trasporto locale è proprio uno dei temi forti dell?agenda politica dell?economia dell?Unione europea, che ben chiaramente si è espressa in merito agli obblighi di servizio pubblico e di aggiudicazione dei contratti nel settore del trasporto pubblico locale di passeggeri. Il contratto di servizio rappresenta ancora l?unico strumento a disposizione degli enti pubblici committenti e delle imprese per gestire e affrontare il tema del cambiamento e dello sviluppo strategico del sistema del Tpl con efficacia. Il contratto consente di incidere significativamente sulla quantità delle prestazioni assicurate alle collettività locali e favorisce anche la progettazione e la gestione di processi corretti e trasparenti fra le parti. Se correttamente impostato e gestito, infatti, il contratto offre un indiscutibile contributo alla conformazione del servizio, diventando volano per le innovazioni delle performances e degli scambi relazionali, così come il legislatore aveva individuato con l?ammodernamento ed il rinnovamento del settore. Con delibera di Giunta n. 44 del 6 agosto del 2008, la Regione Sardegna ha predisposto un modello di contratto di servizio ponte, cioè semplificato rispetto alle prescrizioni previste dalla legislazione vigente, dalle direttive di attuazione, in quanto pensato come sostitutivo delle concessioni in essere in una fase antecedente all?affidamento dei servizi tramite gara. La delibera definisce inoltre una nuova metodologia per il calcolo del corrispettivo da riconoscere per lo svolgimento del servizio, che considera gli effetti e le caratteristiche ambientali della linea, relazionando il suo costo alla tipologia di linea e alla tipologia di territorio attraversato, quindi alla velocità di percorrenza media quale parametro unico, rappresentativo nel contesto operativo, superando in tal modo l?attuale situazione e sistema contributivo previsti invece dalla legge 16. Questo, a grandi linee, è il quadro del trasporto pubblico locale, il quadro di riferimento che oggi abbiamo ed entro il quale gli enti locali ed in particolare proprio le Province devono agire per rispondere alla domanda di mobilità che proviene dai territori, senza però perdere di vista l?efficienza e l?efficacia del servizio, la competitività delle imprese della nostra regione per la maggior parte di limitata dimensione. Per le Province, pertanto, è importante coniugare le nuove competenze con i bisogni di giusto protagonismo dei territori ed agire come soggetti coordinatori e facilitatori dei processi di governance del territorio. Una funzione in cui più che i poteri contano l?autorevolezza, la credibilità, la capacità di aggregazione, l?attivazione di reti tra diversi soggetti, la identificazione di visioni condivise su cui attivare enti, istituzioni, soggetti pubblici e privati, cittadini, per un maggiore utilizzo del trasporto pubblico. È vero che molte persone ormai non salgono da decenni su un mezzo pubblico e non prendono neanche in considerazione più la possibilità di viaggiare in modo diverso dall?auto privata. Sono certa però che se tutti ci impegniamo a costruire la cultura dell?uso del mezzo pubblico e tutti insieme, enti di governo locali, parti sociali e singoli vettori interagiscono costantemente per la determinazione di un punto di equilibrio che garantisca, da un lato, soddisfacimento di condizioni di mobilità e, dall?altro, sempre migliori condizioni di fruibilità del sistema, gli utenti del Tpl potranno crescere. Così facendo il tema del Tpl potrà assumere un ruolo più incisivo perché dalla sua organizzazione e fruibilità dipende la rottura delle marginalità esterne ed interne dell?isola. Un sistema di collegamenti fruibili, con porti ed aeroporti ricondotti agli standard definiti dal Piano generale dei trasporti e della logistica, può esplicitare effettivi momenti di integrazione territoriale consentendo una maggiore apertura verso l?Italia, l?Europa, il Mediterraneo, all?interno di un sistema funzionale delle reti di trasporto. Reti di trasporto che, come afferma Jacques Delors, nel 1992, in Crescita, competitività, occupazione, devono consentire ai cittadini dei benefici e dei vantaggi derivanti dall?instaurazione di un nuovo spazio senza frontiere e garantire, nel contempo, un collegamento efficiente fra le aree periferiche ed il centro. RELAZIONI Riccardo Bozzo, Centro Interuniversitario di Ricerca trasporti di Genova: Trasporto pubblico locale: lo stato dell?arte Il mio intervento cercherà di fornire uno stato dell?arte della situazione del trasporto pubblico locale in Italia. Secondo il Conto nazionale dei trasporti in Italia vi sono 1.200 imprese di trasporto pubblico in esercizio che vuol dire, grosso modo, una decina di imprese per provincia. Va impostato pertanto un processo di aggregazione, in quanto abbiamo aziende che contano pochissimi addetti per cui diventa difficile portare all?interno dell?azienda competenze sufficienti per affrontare anche delle domande piuttosto complesse. Ovviamente, lo stesso problema si riflette poi all?interno delle flotte di mezzi da gestire. Dal punto di vista dell?offerta di trasporto pubblico in ambito urbano, si hanno circa 70 miliardi di passeggeri per chilometro. Il Conto nazionale dei trasporti parla di 11,6 miliardi di passeggeri/chilometro. Quindi si passa da 12 miliardi di passeggeri/chilometro utilizzati su base annua, a fronte di 70 offerti. Sappiamo benissimo che il trasporto pubblico, proprio perché tale, deve coprire anche fasce orarie e aree geografiche non ad alto flusso passeggeri, però certamente esistono spazi di ottimizzazione. Sicuramente il discorso dei servizi flessibili, dei servizi ?a chiamata?, è una strada che dovrà essere percorsa. Fermo restando che, presumibilmente, non è percorribile se non partono quei processi di aggregazione di cui parlavamo prima. Dal punto di vista tariffario, il 30% dei costi in Italia viene coperto da ricavi da traffici. Ci sono altri Paesi, ad esempio la Francia, che non si discostano molto, però siamo significativamente lontani da quello che è la media europea. Tariffe e costi dei biglietti sono decisamente inferiori rispetto ai costi a cui le aziende devono far fronte. Questa, in pratica, è la causa per cui i contributi medi per chilometro erogati alle aziende di trasporto pubblico in Italia sono più alti delle altre regioni europee. Teniamo presente però che, se parliamo di contributi medi unitari per chilometro, questa è una fotografia che in realtà non dà la percezione esatta della situazione perché se confrontiamo il costo medio per chilometro negli ultimi dieci anni, considerato che nel tempo l?offerta è aumentata ma il contributo medio per chilometro è diminuito e, soprattutto, se nel periodo osservato consideriamo questo contributo al netto del tasso inflativo, vediamo che sostanzialmente il contributo reale è come se fosse diminuito di un 15-20 per cento. Come conseguenza di questo stato di cose, almeno per alcune realtà, si è verificato un processo di riorganizzazione e di efficientizzazione delle aziende di trasporto pubblico. Su una finestra temporale di 7-8 anni, in termini di aumento delle tariffe, rispetto ad altri servizi di pubblico interesse, il trasporto pubblico si è caratterizzato per un aumento più basso rispetto ad altri settori. Tra l?altro, se uno dovesse fotografare la situazione a valle di quello che è successo nell?ultimo anno, probabilmente, troverebbe una situazione ancora più favorevole all?interno del Tpl rispetto agli altri servizi. Sempre in termini di ricerca di una maggiore efficienza e sempre nel confronto con altri servizi pubblici, si può vedere che si è registrato un certo miglioramento riguardo ai chilometri prodotti per addetto; a parte la raccolta di rifiuti, il Tpl è il servizio pubblico dove si hanno i migliori progressi. Esiste, come detto, un problema di aggregazione, un problema di offerta e di domanda. Ci sono segni di un possibile miglioramento, ma cosa si dovrebbe fare? Se noi andiamo a vedere in sede europea le modalità di trasporto che vengono utilizzate dai cittadini nell?ambito della loro mobilità in ambito urbano, si nota che nei Paesi dell?Unione europea a 27 il 53% utilizza un mezzo di trasporto privato, il 23% va a piedi o in bicicletta ed il 20% utilizza il trasporto pubblico. È un problema culturale nel senso che noi siamo stati abituati a pensare al trasporto pubblico un po? come la scelta povera; l?auto è confortevole, è veloce, si utilizza il trasporto pubblico se proprio non se ne può fare a meno. Allora, o si usano sistemi fortemente coercitivi ma è difficile per un ente regolatorio, pianificatorio, usare degli strumenti di tal fatta per impedire l?utilizzo della modalità di trasporto privato, oppure, ribadisco, dobbiamo partire con un processo culturale che deve essere fatto sui bambini. Ci vuole il coraggio di attivare un processo di formazione che parta con dei progetti scuola, fin dalle elementari. Si potranno in tal modo ridurre i costi esterni, la congestione e si consente al trasporto pubblico migliori performances. Solo se lavoriamo in termini di sviluppo di una cultura più sostenibile della mobilità urbana, potremo fare qualche passo in avanti. Per affermare la cultura dell?utilizzo del mezzo di trasporto pubblico occorre fornire un?offerta adeguata, se non si vuole che diventi un boomerang, che si perda in credibilità. Che cosa si aspetta in termini di miglioramento il cittadino europeo dalla mobilità di trasporto pubblico? Prevalentemente puntualità, frequenza e miglioramento verso la connessione di destinazione. Da una ricerca di dimensione europea, il 22% dei soggetti intervistati dice che, comunque, non cambierebbe le sue abitudini. Devo dire che, per quanto riguarda l?Italia, una volta tanto, la situazione è un po? migliore del solito, perché la nostra nazione registra un 16%, quindi meno della media degli altri Paesi europei. Vuol dire, che c?è spazio per lavorare: si possono, con una giusta quantità di investimenti e di pianificazione, recuperare percentuali significative di scelte verso il trasporto pubblico. Oltre la puntualità e la frequenza per migliorare l?offerta è fondamentale una reale intermodalità, oggi molto rara a livello di trasporto pubblico. Manca l?integrazione oraria o esiste solo in situazioni molto limitate; manca l?integrazione tariffaria, se ne parla da tempo, però anche questa è piuttosto rara. Altro argomento di cui si parla da tempo e che va sviluppato è l?acquisizione di tecnologie per l?intermodalità, quindi un concetto di infomobilità, che molto spesso è limitato ad un discorso di paline più o meno comode ed interessanti, ma ormai come infomobilità siamo un po? più avanti. Mancano poi, sempre in un?ottica di intermodalità, molto spesso, parcheggi di interscambio. In Italia ci sono circa 40 chilometri di vie protette in ambito urbano utilizzate soltanto dal 7% di linee. Un aumento di queste linee consentirebbe di aumentare la velocità media del servizio, quindi minor costo per chilometro. Ovviamente, occorre fare scelte che non possono essere fatte dall?oggi al domani ma si devono sviluppare in tempi medio-lunghi; 3, 5, 10 anni con una pianificazione adeguata. Alcune osservazioni sempre legate alla necessità, per un?azienda di trasporto pubblico, di chiudere i costi in una certa maniera. Al di là che è bene che l?azienda di trasporto pubblico sia in grado di fare bene il suo core business, cioè di portare passeggeri, è anche vero che, nel momento in cui crescono le competenze all?interno di un?azienda, si possono verificare situazioni di vendita di servizi che consentono all?azienda stessa di recuperare risorse economiche. Nel momento in cui ci fosse un discorso di bigliettazione elettronica comunque fatta, è chiaro che se gestisco un sistema di questo genere mi può venir voglia, compatibilmente con tutti gli altri soggetti interessati, di gestire altri sistemi di pagamento elettronico: car sharing, van sharing, bike sharing, accessi museali, accessi ai parcheggi e così via. Ovvio, ci vuole un?organizzazione, ma dal punto di vista tecnologico, nel momento in cui ho una risorsa, decido di fare certe scelte, perché devo limitarla ad un contesto? Anzi il cittadino, a fronte di un?unica tessera tipo bancomat o quello che è, può utilizzare questa tessera in contesti assolutamente diversi. Questo è un servizio che non fa parte del core business dell?azienda, ma è un servizio di utilità che, in qualche misura, i soggetti pubblici interessati possono ripagare all?azienda innescando un meccanismo economico positivo verso l?azienda. Alessia Nicotera, dirigente Servizio Legale e Affari generali Asstra: Le gare del Tpl: stato di attuazione in Italia Compito arduo quello di parlare dello stato di attuazione delle gare in Italia perché la normativa del settore ha avuto e continua ad avere vicende travagliate, Infatti, l?evoluzione normativa del trasporto pubblico locale è stata piuttosto caotica negli ultimi 10-12 anni. La legge di riforma del settore del trasporto risale al 1997, quindi a 11 anni fa: i contenuti di questa legge volevano essere particolarmente innovativi anche se poi hanno subito diverse battute di arresto per una serie di motivi che adesso vedremo. La riforma con il decreto 422 del 1997 voleva anche essere una sorta di apripista nei confronti degli altri servizi pubblici locali, perché già nel 1993 e nel 1994 iniziarono ad essere diffusi i primi disegni di legge di riforma del comparto dei servizi pubblici locali la cui riforma, però, è arrivata poi a compimento nel 2000 e, successivamente, ha subito ulteriori modifiche nel 2003 e ancora oggi nel 2008. Il settore del trasporto pubblico locale ha fatto da apripista perché nel 1997, in notazione della prima legge Bassanini, la legge 59 del 1997, venne emanata la normativa che era improntata a principi innovativi quali quelli della liberalizzazione, della concorrenza e del mercato e stravolgeva il sistema, allora vigente, che era quello delle concessioni per sostituire queste col contratto di servizio. Quindi, si passava da una logica concessoria ad una contrattuale in cui le parti sono poste in posizione di parità con diritti e doveri per entrambe. Il testo iniziale del decreto 422/97 era innovativo, però prevedeva ancora le cosiddette ?aziende speciali?, incentivandone la trasformazione in società per azioni e quindi dando luogo al processo di liberalizzazione. Nel 1998 intervenne però l?Antitrust a dire che si doveva aprire il settore al mercato e che cinque anni di periodo transitorio, come previsto, per l?effettuazione delle gare, erano troppi e che tre sarebbero stati più che sufficienti. A questo parere fece seguito uno dei tanti interventi di modifica del decreto legislativo 422 , con il decreto 400 del 1999 con il quale si stabilì l?obbligo, per tutte le ?aziende speciali?, di trasformarsi in società per azioni, perché se l?obbiettivo era quello della liberalizzazione del mercato, allora bisognava creare delle strutture che potessero, in qualche modo, stare sul mercato e si stabilì che il periodo transitorio dovesse cessare entro e non oltre il 31 dicembre del 2003. Entro quella data, avrebbero dovuto essere effettuate tutte le gare per l?affidamento dei servizi di trasporto pubblico in Italia. Il decreto 422/97 prevedeva poi che le Regioni si adeguassero con una propria normativa regionale. Un po? tutte le Regioni, almeno quelle a statuto ordinario, lo hanno fatto recependo sia il decreto n.422 che il 400 del 1999. Contemporaneamente, venne avviata la riforma dei servizi pubblici locali che ha trovato attuazione nel Testo unico degli enti locali e poi con la Finanziaria del 2001 venne introdotto il famigerato articolo 35 che imponeva alle società pubbliche di effettuare lo scorporo tra proprietà ed esercizio. Questo perché anche la normativa sui servizi pubblici locali si muoveva in un?ottica di concorrenza. In attuazione di questa normativa diverse aziende fecero gli scorpori, però per alcune i beni erano di soggetti privati, per cui non poteva essere applicata la normativa, ed allora nel 2002 vennero introdotte regole finalizzate a fare in modo che i beni, indipendentemente da chi ne avesse la proprietà, soggetto pubblico o privato, fossero messi a disposizione del gestore scelto con gara. In più si stabilì che il possesso dei beni non dovesse costituire in ogni caso un elemento discriminante per la partecipazione alle gare, cioè non bisognava dare punteggio al possesso dei beni, perché questo avrebbe determinato una possibile disparità di trattamento tra i concorrenti. Rimaneva sempre ferma la scadenza del periodo transitorio al 2003. Nel 2001 le Regioni fecero ricorso contro l?articolo 35 della Finanziaria alla Corte Costituzionale che si è pronunciata, però, soltanto due anni dopo. Nel frattempo, venne avviata una procedura di infrazione comunitaria nei confronti dell?Italia per la presunta lesione delle norme sulla concorrenza, perché si mantenevano ancora degli affidamenti diretti. A fine 2003, venne proposto e adottato un nuovo testo dell?articolo 113 del testo unico degli enti locali, applicabile anche al settore del trasporto pubblico locale, che prevedeva diverse forme di affidamento: non soltanto quindi la gara, ma anche la possibilità di fare affidamenti, cosiddetti in house di cui oggi, ormai, si parla tanto, e la possibilità di fare affidamenti a società miste. Questo accadeva nell?ottobre del 2003, il periodo transitorio per il trasporto pubblico locale scadeva a dicembre del 2003. In sostanza, si è bloccato il processo di liberalizzazione perché l?art.113 è stato reso applicabile al settore dei trasporti solo per una durata piuttosto breve, in quanto a fine 2004, con una legge in materia ambientale, si è esclusa l?applicabilità dell?art.113 al trasporto pubblico locale, e quindi di tutte le forme di affidamento in esso previste, quindi si è ritornati al sistema della concorrenza. Nel frattempo, il periodo transitorio era scaduto per cui si è dovuto intervenire con interventi normativi di proroga del periodo transitorio per consentire il riavvio di questo processo di liberalizzazione. Qual è la situazione che ne è risultata in Italia? Sicuramente, se uno fa una cartina dell?Italia con tutte le regioni in cui sono state fatte le gare e quelle in cui non sono state fatte, vedrebbe una situazione veramente a macchia di leopardo o un?Italia quasi spaccata in due, perché abbiamo diverse regioni del nord in cui sono state fatte le gare ? mi riferisco al Friuli che aveva già iniziato nel 1999, alla Lombardia, tranne il Comune di Milano, all?Emilia Romagna, tranne Bologna, alla Toscana tutta, in parte all?Umbria e la Liguria; in parte sono state fatte anche in Puglia, però poi lì ci fu un problema, un cavillo puramente giuridico sulla competenza, su chi fosse competente, se la Giunta, piuttosto che il Consiglio regionale, a determinare le linee guida per fare i contratti di servizio per cui vennero annullate le gare che erano state fatte. Abbiamo una metà dell?Italia, dalla Toscana in su che, in qualche modo, ha avviato il processo di liberalizzazione e, invece, da Roma in giù, tranne qualche piccola realtà, le gare devono essere ancora fatte. Sicuramente, la situazione è estremamente diversificata e non è migliorata nel corso di questi anni anche perché laddove sono state fatte le gare sono emerse una serie di problematiche, tuttora aperte, che hanno disilluso le aziende che invece erano pronte a partecipare alle gare. Il problema non è dato soltanto dalla posizione dell?Antitrust che sostiene che se si hanno i requisiti per partecipare singolarmente allora non si possono fare le Associazioni temporanee di imprese. Le Ati, in realtà, possono avere anche finalità strategiche, di suddivisione del rischio di impresa. I problemi che sono stati evidenziati sono diversi: primo fra tutti la carenza e la incertezza delle risorse perché si viene da un sistema in cui, in qualche modo, si è abituati ad avere un rapporto diretto con l?ente proprietario e, invece, il sistema delle gare tende a spezzare questo tipo di rapporto e obbliga entrambe le parti a chiarezza di rapporti. Sappiamo bene che il settore del trasporto pubblico locale è assolutamente in deficit di risorse e quindi uno dei problemi maggiori è dato proprio dalla insufficienza delle compensazioni legate alle gare, dalla incertezza delle stesse e dall?assenza di meccanismi, cosiddetti revisionali, di indicizzazione delle compensazioni, tanto è vero che poi ci sono molti contenziosi aperti. Un altro problema viene dalle regole che dovrebbero disciplinare l?accesso ai beni essenziali e funzionali per l?espletamento del servizio. E questo è un problema che riguarda, soprattutto, il settore ferroviario. C?è stato tanto di parere dell?Antitrust, sollecitato dalla Regione Umbria, per quello che riguarda l?obbligo della messa a disposizione del materiale rotabile ferroviario. Secondo l?Antitrust non è un bene essenziale, sarebbe un bene fungibile per cui rimanda, sostanzialmente, alla Regione o all?ente affidante il compito di stabilire le condizioni di messa a disposizione di questi beni, se è in grado di farlo, altrimenti deve dare un tempo di 36-48 mesi al vincitore della gara per approvvigionarsi di questi beni. Altri problemi sono derivati dalla presenza di clausole sociali particolarmente stringenti: spesso, nelle varie realtà in cui si sono fatte le gare, è vero che hanno vinto gli attuali incumbents, però spesso gli incumbents sono stati quasi costretti a partecipare dai propri enti proprietari azionisti. Questo evidenzierebbe anche l?assenza di grossi competitors in occasione di queste gare. Cosa bisogna fare? Sicuramente bisogna riprendere il processo di liberalizzazione, puntare ad avere regole chiare e certe, perché, oggettivamente, sono 12 anni di continuo balletto normativo: un giorno si dice che si fanno le gare, il giorno dopo si fa l?in house poi si ritorna alle gare, poi si ridice che si rifà l?in house con tutte le variabili del caso. Sicuramente il quadro normativo attualmente esistente non aiuta, anche perché, come sicuramente sapete, ad agosto è stato emanato l?art. 23bis della legge 133, che sarebbe applicabile, per espressa disposizione e dizione normativa, anche al settore del trasporto pubblico locale. Anzi, prevarrebbe sulle discipline di settore con esso incompatibili, quindi, questo rimette in gioco tutto il percorso del decreto 422, perché il 23bis prevede la gara quale modalità ordinaria di affidamento dei servizi, oltretutto con una dizione abbastanza ambigua perché dice: «La gara effettuata in conformità ai principi comunitari». Il decreto 422 aveva fatto una scelta ben precisa, quella della gara secondo le direttive degli appalti, quindi con delle procedure estremamente garantiste, invece la normativa del 23bis prevede un generico richiamo ai principi comunitari; quindi equità, trasparenza, imparzialità, pubblicità e via dicendo sarebbero molto più blandi rispetto al rispetto delle direttive appalti. Oltretutto, mentre il 422 si riferisce a tutti i servizi di trasporto ? regionali, locali, ferroviari etc. ? il 23bis riguarderebbe soltanto i servizi locali, quindi che cosa significa? Se andiamo ad applicare il 23bis introduciamo un doppio regime di disciplina per i trasporti: i locali sarebbero disciplinati dal 422 e dal 23 bis ed i regionali, dove invece si continuerebbe ad applicare il decreto 422. Sarebbe assurdo. In più si reintroduce la possibilità di fare affidamenti in house, possibilità che, peraltro, è prevista anche dal regolamento europeo che entrerà in vigore il 3 dicembre 2009, che è il Regolamento 1370 del 2007 che prevede sì questa possibilità ma a condizione che non sia vietato dalla normativa nazionale. Ora, la normativa nazionale di settore lo vieterebbe perché il decreto 422 non prevede forme diverse dalla gara. A livello centrale è in atto un dibattito all?interno di un tavolo che dovrebbe emanare un regolamento in attuazione del 23bis. L?unica cosa positiva che potrebbe derivare da questo combinato tra il 23bis e il 422 è data dalla proroga chiara del periodo transitorio al 2010. Un'altra possibilità è quella di ammettere, conformemente a quanto ammesso anche dalla Commissione Europea in una recente comunicazione interpretativa di febbraio 2008, la cosiddetta ?gara a doppio oggetto?, cioè di fare una gara nella quale si mette contestualmente in concorrenza il contratto di servizio. Quindi, faccio una gara che è una gara per la scelta del gestore e a questo gestore chiedo di acquistare una quota, che può essere il 30 o il 40%, del capitale della società per azioni pubblica dell?incumbent, ovvero di costituire una nuova società a partecipazione mista, pubblica e privata, ed in questo modo si ottengono sostanzialmente due vantaggi: faccio una gara che è assolutamente equiparata e parificata ad una gara per la scelta del gestore; ottengo capitali privati per il finanziamento di innovazioni, per il miglioramento della mobilità collettiva e via dicendo; allo stesso tempo responsabilizzo il socio gestore, che poi diventa un socio veramente operativo. Un socio gestore che, entrando nel capitale della società per il periodo della durata del contratto di servizio, quindi al massimo nove anni, ha tutto l?interesse a fare bene perché, se opera bene, al nono anno, quando scadrà il contratto, vedrà le sue quote chiaramente valorizzate ed in più risolve il problema del trasferimento del personale, del trasferimento dei beni e tutto quel che ne consegue. Che non è chiaramente cosa di poco conto. Su questi ?partnerariati pubblico-privati istituzionalizzati?, come li chiama la Commissione europea, c?è un forte dibattito in Italia. L?Unione europea li ha in qualche modo sdoganati, dice che è una gara a tutti gli effetti, è un gara per cui il gestore, può andare ovunque, può andare a fare concorrenza anche fuori dal proprio territorio. L?Italia è un po? più restia ad ammettere queste cose perché, probabilmente, si tende a confondere ancora questa tipologia di gara con la gara solo per la scelta del partner privato, quindi per la costituzione di una società mista in cui il partner privato però non è gestore. A livello istituzionale ancora si discute su che cosa si debba fare con questa forma di partnerariato pubblico-privato. Quindi, al di là di tutto questo dibattito, l?auspicio è che tutte queste novità normative, legislative possano portare, in qualche modo, finalmente, ad avere certezza e chiarezza delle regole; che vi siano compensazioni eque, giuste, determinate, così come dice la normativa comunitaria, perché il Regolamento 1370 ha un allegato ben preciso che riprende i contenuti di una sentenza della Corte di Giustizia che è la sentenza Altmark, che stabilisce esattamente come devono essere calcolate le compensazioni per i contratti. Questo anche al fine di evitare il contenzioso. Quindi, in presenza di queste condizioni, cioè regole e risorse certe, sicuramente si potrà riavviare, in modo chiaro e sereno, il processo di liberalizzazione. Diversamente, diventa sicuramente difficile parlare di concorrenza in questo settore. Franco Sardi, direttore generale del Trasporto pubblico locale: Tpl e gare in Sardegna Parlerò di Trasporto pubblico locale con le isole minori, in quanto la Regione Sardegna sta sperimentando le prime gare di affidamento di questo servizio. Nell?ambito marittimo, il sistema delle imprese che operano nel settore non presenta quel quadro di polverizzazione che ci ha descritto il professor Bozzo. Il quadro normativo entro cui la Regione Sardegna opera è la legge 21 del 2005, ?Disciplina ed organizzazione del trasporto pubblico in Sardegna?. Una legge che individua al capo IV gli strumenti di pianificazione, e quindi del Piano regionale dei trasporti e i Piani triennali nonché i Piani provinciali e comunali, e precisa al capo VI le procedure di affidamento per i servizi minimi ed i contratti di servizio. La stessa normativa istituisce la Direzione del trasporto pubblico locale (capo III) deputata a mettere in atto quanto esplicitato nei capo IV e VI. Ma la norma è in modificazione: ad esempio, con riferimento ai contratti di servizio, la legge finanziaria regionale per il 2009 ha modificato quello che disponeva la legge del 2005, prevedendo la possibilità di adottare ?contratti di servizio in via transitoria? senza ricorso alla procedura di gara. Ha avviato una fase di sperimentazione che consente di osservare come funziona un rapporto diverso dalla concessione del servizio di trasporto; cambia la regolamentazione del sistema, non cambia il modo di affidare il servizio. Questo per accelerare i tempi. Per tutta una serie di ritardi dovuti all? approvazione del Piano regionale dei trasporti, così come regolato dalla legge 21, non sono stati individuati da Regione e Province i ?servizi minimi? né i bacini ottimali per cui, in questo quadro, è oggettivamente impossibile avviare un meccanismo diverso di contrattualizzazione. Non si è completato il processo di privatizzazione delle imprese di trasporto, non si sono create quelle condizioni di mercato che consentono di affidare in modo diverso i servizi di trasporto. L?affidamento attraverso procedimenti a evidenza pubblica dei servizi di trasporto marittimo è precedente alla legge 21, esattamente alla legge n. 8 del 2000; questa legge interveniva di fronte all?emergenza rappresentata dalla non effettuazione da parte della Saremar, del gruppo Tirrenia, concessionaria del collegamento verso le isole di La Maddalena e di Carloforte, del servizio di trasporto marittimo notturno, quindi con un vuoto di servizio di quasi 12 ore. Questo creava grossi problemi per le emergenze sanitarie, impediva un armonico sviluppo del turismo delle due isole e non realizzava la piena mobilità verso il continente italiano degli abitanti di queste due realtà. Quali sono i servizi contrattualizzati in questo momento? I contratti in essere sono sostanzialmente due: uno derivato direttamente dalla procedura di gara iniziata nel 2000 e riguarda il trasporto marittimo da e verso Carloforte e La Maddalena. La gara si è svolta regolarmente ed ha consentito alla Regione di entrare direttamente nel cabotaggio, almeno per il servizio notturno, mentre, per quanto riguarda il servizio diurno, cioè quello gestito da Saremar, non è ancora nella disponibilità disciplinatoria della Regione ma continua ad essere lo Stato, attraverso la Saremar, a decidere tempi, modalità, qualità del servizio. Il servizio reso da Saremar è un servizio che dipende da una pianificazione rispetto alla quale la Regione Sardegna non ha potere mentre per il servizio notturno, con i contratti stipulati, si realizzano alcuni passaggi nuovi come la disciplina dell?orario, la quantificazione e la tipologia del naviglio, il servizio che deve essere reso. Nel 2006, quando l?Asinara diventa Parco nazionale, si pone il problema anche del collegamento regolare verso l?isola. Fino a quel momento, il collegamento per l?Asinara, a far data dalla liberalizzazione degli accessi, per quanto contingentati, è stato reso da forme di armamento privato attestate su Stintino che, attraverso delle lance veloci o dei barconi, trasportano sull?isola gruppi di 40-50 turisti per volta, su una tratta estremamente breve che è la Stintino-Fornelli. Nell?estate del 2007, viene avviato anche un collegamento regolare diretto passeggeri e merci fra l?isola ed il comune di Porto Torres di cui, non dobbiamo dimenticarcelo, l?Asinara rappresenta quasi il 50% del territorio. L?approdo sull?Asinara è attestato su Cala Reale, posto più o meno a metà della costa orientale dell?isola, a circa 14 miglia marine da Porto Torres. Il collegamento ha caratteristiche particolari, assolutamente diverse da quelle dei collegamenti verso Carloforte e La Maddalena, che sono collegamenti di 2 e 4 miglia. Ma non avendo l?Asinara residenti, è difficile estendere l?idea di obbligo di servizio pubblico e continuità territoriale verso l?isola. Era importante capire se la direttiva comunitaria del 2005, riguardante il cabotaggio, ci consentiva di affidare un contratto di servizio di Tpl verso l?isola dell?Asinara con corresponsione degli obblighi del servizio pubblico, quindi con le compensazioni date all?armatore per coprire la differenza con l?incassato rispetto al costo reale del servizio. Per fortuna della Sardegna, esistono anche le isole scozzesi con problemi molto simili e gli inglesi hanno ottenuto, molto prima di noi, l?estensione di questa possibilità anche in territori sostanzialmente disabitati, per cui la gara, fatte le verifiche con la Commissione europea, era bandibile e la compensazione assolutamente riconoscibile. Come si è proceduto? Innanzitutto definendo, in assenza di un Piano regionale dei trasporti approvato, quali sono gli obblighi del servizio pubblico. Si è cercato di individuare, alla luce dell?esperienza compiuta nei due anni di servizio sperimentale, quali sono gli oneri dei quali deve essere gravato l?armatore, quali sono le attività da svolgere, qual è il tipo di trasporto, ma quali sono anche e, soprattutto, le tipologie di tempistica, di tipo di naviglio, di sicurezza, di qualità del servizio che devono essere resi. Si è cercato di portare ad un unico tavolo la Regione, la Provincia, i Comuni interessati, l?Autorità marittima e i militari presenti per definire gli obbiettivi da raggiungere e che, invece, precedentemente erano stati definiti con delibera di Giunta, per cui il capitolato è stato costruito tenendo conto degli elementi posti negli incontri. Un capitolato che dovrebbe essere pubblicato ormai a giorni e che individua i costi del servizio e come compensarli e quali sono gli obblighi che dovranno essere resi. Giovanni Demurtas, assessore ai Trasporti della Provincia dell?Ogliastra: Le Provincie sono pronte per il Tpl? Le aspettative dei territori Le Province sono pronte per il Tpl? Quali aspettative per il territorio dell?Ogliastra? Bella domanda, anche provocatoria. Per descrivere lo stato della situazione nella nostra Provincia voglio partire un po? da lontano: dalla logica del Piano regionale dei trasporti. La Provincia si è mossa all?interno di quanto si andava facendo con la stesura del Prt relativamente al trasporto aereo, trasporto marittimo, trasporto ferroviario. In particolar abbiamo cercato di capire i ragionamenti della Giunta regionale relativamente all?acquisto della pista dell?aeroporto di Tortolì e capire se c?era un gestore in grado di ?fare decollare aerei? lì; capire se c?era un?alternativa alla Tirrenia. Il Piano del trasporto locale della provincia dell?Ogliastra si è mosso tenendo conto della situazione locale e delle volontà della regione. È stata adottata una bozza provvisoria, si è andati ad un confronto con tutti i sindaci, operatori del trasporto, dirigenti scolastici, associazioni del territorio. Attualmente, siamo nella fase di confronto e quanto prima speriamo poter arrivare alla adozione del Piano. Per tornare a quali aspettative ha un territorio, posso affermare che un territorio che ha i problemi di spopolamento, di domanda debole, di bassa densità di popolazione, ha aspettative forti. So benissimo che le mie aree ?marginali?, da un punto di vista territoriale confinanti con Seulo, con la Barbagia, dovranno subire una programmazione del tipo ?servizi a chiamata?. So che devo andare in quella direzione, non ho alternative. Se il sistema vuole essere competitivo, se vogliamo entrare in una logica di mercato, se vogliamo fare ragionamenti evitando di piangerci addosso continuamente, dobbiamo accettare questi criteri e quindi affrontare la sfida della pianificazione e noi, come Provincia, lo stiamo facendo con quelle che sono le indicazioni della legge regionale 21. Non è facile leggere i nostri territori ai fini di una pianificazione: ritengo però che l?adozione del contratto di servizi dovrà essere uno strumento flessibile. Gestire un contratto flessibile per capire qual è l?evolversi, per esempio, dei centri di servizio. Nel nostro territorio assistiamo ad una modifica continua di quelli che sono i principale centri di servizio sia dal punto di vista scolastico che sanitario. I centri di servizio sono individuabili in quelli di Lanusei, Tortolì e Ierzu. Non mi addentro sull?incertezza delle risorse, problema al quale l?assessore Broccia dovrà dare risposte. Massima fiducia, ma bisogna parlare delle incertezze delle risorse. Ritengo che sia difficile fare ragionamenti in questo momento. È, invece, molto interessante il ragionamento relativo alle società in house. Con riferimento alla gestione del contratto, per una società in house, quello potrebbe essere lo strumento che consente di dare flessibilità. Parlo per esperienza: noi abbiamo una società di manutenzioni in house che, ultimamente, è stata adeguata alla nuova normativa sui contratti, quindi è uscito il socio privato ed è completamente pubblica con la compartecipazione della Provincie di Nuoro e dell?Ogliastra. Per la gestione del Trasporto pubblico locale il socio privato è importante, ma l?affidamento ad una società in house pubblica-privata è lo strumento che consente di fornire quella flessibilità nel corso dell?affidamento e di adeguare il Piano alle esigenze del territorio. Chiudersi sul concetto di pianificazione, pretendendo di aver letto completamente le esigenze del territorio, è difficilissimo. In un territorio a domanda debole come il nostro, se noi andiamo a vedere l?efficienza del trasporto, dovremmo fermarci e non avrebbe alcun senso fare ragionamenti. Un?altra difficoltà è la questione dell?intermodale. Nel nostro territorio il trasporto pubblico locale è tutto su gomma. Ci sono diversi pareri in relazione all?utilizzo del ?Trenino verde? per quanto riguarda il Piano di trasporto locale. Diverse volte è stata aperta una parentesi sulla questione. Non dimentichiamo che per il "Trenino verde"ci sono risorse già assegnate. Un collegamento di trasporto pubblico locale per via ferroviaria tra Lanusei e Tortolì, in coincidenza con il trasporto su gomma e senza snaturare quello che è il messaggio che il ?Trenino verde? deve dare potrebbe assicurarlo l?intermodalità. Ecco, questa può essere ancora un?altra cosa che va studiata e apporterebbe ancora elementi positivi al ragionamento, però andiamo avanti con la programmazione e col contratto, individuando strumenti contrattuali efficaci e gestibili anche nelle fasi successive della programmazione. Nicola Cabras, in rappresentanza degli allievi del Corso IFTS ?Tecnico per la Mobilità e il Trasporto pubblico locale?: Giovani idee in movimento per un servizio di trasporto a chiamata Anche a nome dei miei colleghi, vorrei innanzitutto ringraziare l?assessore Cattina che ci ha consentito di partecipare ai lavori di questa giornata. Siamo certi che questo contribuirà ad ampliare le nostre conoscenze e ad arricchirci per il prosieguo di quello che speriamo diventerà la nostra futura professione. La ricerca ha interessato il sistema del trasporto pubblico locale nella Provincia di Cagliari in rapporto a tutto il resto della regione. Analizzato inizialmente il dato Istat sulla domanda di mobilità, si è proceduto all?individuazione di bacini di gravitazione, definibili attorno ai maggiori poli e alla rilettura del maggiore o minore ricorso alla modalità collettiva, quindi all?uso del pullman. Il dato sulla mobilità è stato integrato con il dato sull?offerta messa in campo dai vettori al fine di individuare la possibilità di un servizio di trasporto a chiamata. Dall?analisi dell?offerta del trasporto pubblico locale e dei quadri orari, operata su ciascuna linea, sono emersi i punti di forza e di debolezza del sistema che, in taluni casi, mettono fuori mercato l?offerta di trasporto pubblico. Emerge la generalizzata tendenza, da parte del gestore del trasporto pubblico, a massimizzare il servizio al territorio, impostazione che si rivela talvolta controproducente rispetto alle necessità dell?utente medio, perché ignora le linee di desiderio dello stesso, sottovalutando il dato che un eccessivo allungamento delle percorrenze provoca diseconomie non solo sull?utenza, ma alla complessiva concorrenzialità del sistema. Il servizio è spesso insufficiente, in quanto a standard qualitativo è a volte inaffidabile anche in ordine a requisiti minimi. Per questi motivi, la stragrande maggioranza degli spostamenti avviene in auto, limitando l?uso del trasporto pubblico a fasce d?utenza prive di alternativa determinando il fenomeno della congestione unito all?incidentalità e all?inquinamento. Questi fenomeni sono ormai talmente gravi e diffusi da far ritenere inevitabile un?effettiva inversione di tendenza con un sensibile accrescimento del ruolo assegnato ai modi della mobilità collettiva, così come già accade nelle grandi realtà europee che, prima di noi, hanno constatato l?enormità delle diseconomie prodotte dalla motorizzazione di massa. Il dato di fondo che è emerso dall?analisi riguarda l?effettiva possibilità di ricondurre a congruenza domanda ed offerta di trasporto, entro un processo di rivisitazione dei quadri orari rivolti alla velocizzazione delle percorrenze, alle integrazioni dei vettori in un?ottica di rete, all?ottimizzazione dell?offerta di mobilità. Il trasporto pubblico locale, con riferimento all?extra urbano in provincia di Cagliari è esercito, allo stato attuale, dall?Arst (di recente ha inglobato le gestioni governative delle Fds e Fms) dal Ctm e i concessionari privati: a questi vanno aggiunti i titolari di licenza di noleggio con conducente, che effettuano una sorta di trasporto a chiamata, in particolare per le piccole comunità non ben servite dal trasporto pubblico. Al fine di valutare il peso esercitato da questi ultimi nella mobilità delle persone, si è proceduto a un?indagine attraverso la somministrazione di un questionario tendente ad identificare il percorso effettuato, il tempo impiegato e la tipologia del mezzo utilizzato e il servizio di porta a porta. L?indagine è stata effettuata a Cagliari un lunedì del mese novembre 2008, contattando e intervistando gli autonoleggiatori nei parcheggi dove attendono prima di fare ritorno ai loro paesi. Siamo riusciti a intervistarne circa una ventina, che non sono certamente molti, ma rappresentano comunque uno spaccato decisamente interessante del servizio che offrono. Il dato che emerge è importante perché quantifica, in modo puntuale, il servizio che questo tipo di trasporto offre all?utente. Si tratta, infatti, di mezzi che in virtù delle modeste dimensioni si adattano egregiamente a sedi viarie e tortuose con percorrenze equivalenti a quelle dell?auto privata. Il servizio di auto noleggio può giocare un ruolo di rilievo soprattutto per il trasporto a chiamata, risultando nella maggior parte dei casi un modo più competitivo per una connessione veloce al capoluogo di Provincia, alle infrastrutture portuali, aeroportuali e ferroviarie e in particolare ai servizi di sanità specialistica e di eccellenza. Il trasporto a chiamata, infatti, ha la caratteristica di flessibilità nei percorsi e negli orari e si adatta perfettamente ai territori la cui mobilità è caratterizzata da una bassa densità di popolazione, come i centri della Barbagia di Seulo e del Sarcidano da noi presi in esame, ma anche la Barbagia in generale e molte zone interne dell?oristanese. Nel contesto da noi analizzato, un sistema alternativo come quello a chiamata agisce come elemento di cerniera tra il trasporto convenzionale ed il trasporto privato ed è la situazione ideale per ottimizzare la domanda di trasporto. In questo modo si consente a tutte le persone una completa mobilità all?interno del territorio in cui vivono ed operano. La mobilità è l?argomento più importante del documento trasporti 2010 ed è il terzo Rapporto sulla coesione economica e sociale rispettivamente degli ex commissari europei De Palacio e Barnier. Il Rapporto sulla coesione individua nella mobilità la forma più alta di integrazione e di coesione tra i popoli. Noi, ?Giovani in movimento?, vogliamo credere che la mobilità sia per la nostra Regione l?integrazione e la coesione con i popoli della riva sud del Mediterraneo ma ancor prima dei sardi stessi. DIBATTITO Salvatorangelo Planta, Sindaco di Escolca Il tema di questo convegno, ?Trasporti e nuove competenze degli enti locali?, è molto importante, posto che la nuova disciplina dei trasporti per la Sardegna, con la creazione dell?azienda unica che dovrà gestire i trasporti per l?intero territorio regionale, meritava una giornata di approfondimento. Da una parte mi dispiace che a questo incontro non siano presenti molti sindaci, perché sarebbe stato interessante interloquire con l?assessore Cattina che in apertura dei lavori ha introdotto un dato politico importantissimo. Ha detto che finalmente la Provincia di Cagliari si è dotata di un Piano di bacino per trasporti. Questo è un fatto di grande rilevanza anche perché l?Ente ha dovuto ripensare il proprio ruolo territoriale in ragione del fatto che ha perso alcuni territori e, per alcuni aspetti, ne ha acquisiti degli altri. Sono certo che chi ha pensato e coordinato il Piano ha tenuto conto delle condizioni orografiche del territorio del Sarcidano e della Barbagia di Seulo. Noi abbiamo, per chi non conoscesse il territorio o per chi non avesse contezza del problema, una rete viaria che è datata 1800; quando ancora raggiungiamo Cagliari, e lo facciamo con le Ferrovie della Sardegna, molti conoscono il cosiddetto ?Trenino verde?, però il nostro stesso "Trenino verde" è quello che ci porta a Cagliari in due ore. Le cose non sono proprio facili o da rappresentazioni grafiche. C?è un intero territorio che fa capo a Isili dove ci sono i servizi per cui bisogna pensare ad un sistema a raggiera per fare, in ogni caso, convergere tutti quanti verso Isili in considerazione dell?offerta dei servizi presenti. C?è anche un altro aspetto importante di cui bisogna tener conto: in questa strana perversione di competenze, di passaggi, il Sarcidano Barbagia di Seulo, pur avendo scelto di stare con la provincia di Cagliari, ancora, per molti servizi, fa capo a Nuoro: ad esempio, per la Camera di Commercio, per il Comando provinciale dei Carabinieri, per il Tribunale. Un Piano di bacino provinciale ha assolutamente bisogno di essere pensato, visto e studiato con le sue interconnessioni provinciali e in alcuni casi, come per Isili, che rappresenta, da questo punto di vista, la periferia della Provincia di Cagliari, con connessione di carattere interprovinciale. Un ultimo aspetto: qui ho sentito parlare di collegamenti a porti ed aeroporti. Importantissimo. Però in questo momento, lo dico agli amici dell?Arst, il parco macchine presente ad Isili è un parco macchine assolutamente deficitario e obsoleto. Capisco che le politiche sono state quelle di rinnovare, giustamente, il parco macchine regionale nel complesso, però le macchine che fanno capo a Isili sono macchine del 1960 e del 1970. Ultimamente, si è verificato che non solo si fermano per strada ma non riescono neanche ad uscire dal deposito, lasciando gli studenti pendolari dei nostri territori nei loro paesi. Ottavio Castello, direttore Confservizi Nel corso di questo convegno abbiamo visto come il settore del trasporto pubblico locale versa in uno stato di incertezza delle regole. Si è parlato della legge 422 del ?97, della legge regionale n. 21 del 2005, dell?art. 21bis e non si è fatto cenno a due momenti che ci attendono e che regolamentano i servizi pubblici locali, che sono due momenti decisivi (io aggiungo anche ?rivoluzionari?): uno è il disegno di legge sul federalismo fiscale che ci coinvolge; l?altro, molto più importante, è il regolamento 1.370 della Comunità europea che entrerà in vigore a dicembre del 2009. Allora dobbiamo essere pronti e preparati a ricevere questi due momenti che cambieranno, sicuramente, tutta la normativa, regionale e nazionale. Elisabetta Caredda, Comitato utenti dei trasporti di Dolianova Intervengo a nome del Comitato utenti dei trasporti, di Dolianova. Questo Comitato comprende un?utenza fatta di lavoratori, studenti, persone anziane. L?articolo 11 della legge regionale 7 dicembre 2005 n. 21 disciplina il controllo del trasporto volto a garantire i servizi minimi, come efficienza e garanzia del servizio. Si è anche detto, però, che la Regione è in ritardo a rendere operativi gli obbiettivi del Piano trasporti, per problemi burocratici che impediscono la conclusione dell?opera di pianificazione e di trasferimenti aziendali. In relazione a ciò, meccanismi e modalità di programmazione regionale sono in corso, senza peraltro offrire garanzie e alternative all?utenza e che hanno portato come conseguenza un vantaggio per alcune zone, come quelle già servite bene dal Ctm, come Monserrato, attraverso la metropolitana, e un ulteriore disagio per altri centri più periferici della provincia che si sono ritrovati ad avere soppresse anche alcune delle corse del servizio minimo. Centri, peraltro, che segnalavano da tempo l?esigenza di estendere i collegamenti con corse giornaliere. Qual è lo scopo di offrire e garantire un servizio continuo, giornaliero con la metropolitana unitamente alla soppressione delle corse minime nei paesi limitrofi che consentono il collegamento con Via Gottardo? Questo convegno mi dà l?opportunità di ringraziare, soprattutto, l?assessore Marina Cattina che da più di un anno riceve da noi tantissime segnalazioni e che, nel suo piccolo, cerca di fare per noi quello che può. Ezio Castagna, direttore del Consorzio trasporti metropolitani, Cagliari Voglio dire al professor Bozzo che credo di rappresentare una delle aziende più tecnologicamente avanzate del Sistema Italia. Dissento leggermente da lei, professor Bozzo, nella mia qualità di Presidente di Club Italia, sul fatto che la bigliettazione elettronica sia una cosa semplice. Non è così: la bigliettazione elettronica possiamo farla tutti, ma come lei sa, il clearing non lo fa nessuno, tanto è vero che lei ha parlato di ?disastro della Campania?. Fra gli addetti ai lavori, sappiamo tutti che è una cosa che funziona molto bene per l?Azienda Unico Campania: come lei sa, le aziende di Napoli, Salerno e compagnia bella dal 20% di rapporto costo-ricavi sono precipitati all?11. Questa è la situazione vera, reale del Sud Italia. Noi viaggiamo al 33%, quindi stiamo tranquilli e siamo sereni. Però la realtà è questa. L?assessore Cattina lo sa: io avrei voluto fare le gare dieci anni fa. Lo sanno tutti, sono convinto che è solo attraverso la concorrenza che le aziende di Tpl possono, non dico fare qualcosa, ma alzare la testa. Ma se non vi saranno corsie preferenziali, noi potremo fare il bus del futuro, bellissimo, dove la gente si siederà in poltrone accoglienti, ma non avremo una maggiore utenza. Ho avuto una discussione di recente con il Sindaco di Padova che mi ha illustrato tutti i vantaggi del tram ed io ho fatto una considerazione molto semplice: ma se tutti questi Sindaci hanno tutte queste strade per dare i passaggi ai tram, se 15 anni fa avessero offerto queste soluzioni agli autobus, non avremmo avuto problemi di patti di stabilità e avrebbero risolto il primo problema, quello vero, quello dell?utenza che deve spostarsi e che non sa come spostarsi. Perché questo è quello a cui stiamo andando incontro, perché non si può parlare di Strasburgo, non si può parlare di Karlsruhe, non si può parlare di Lille, non si può parlare di tutti questi centri che hanno fatto una politica completamente diversa da quella italiana. Nelle loro città per un raggio, perlomeno, di 4 chilometri dal centro non entra una macchina. Allora, o si ha la forza, la volontà politica di fare queste scelte, che sono assolutamente impopolari, oppure non andiamo da nessuna parte. A Madrid, Aznar ha fatto 52 km di metrò, Zapatero ne ha fatto 55, perché il servizio pubblico non ha un colore politico, è una necessità del cittadino. Invece in Italia se governa la destra facciamo il metrò, se governa la sinistra facciamo il metrò-tram. Sono cose un po? divertenti; il nostro Paese è anche bello per questi aspetti. Però la realtà è questa. Franco Pinna, Piano di Bacino della Provincia di Cagliari La mia prima considerazione riguarda il solito dilemma: metropolitana leggera o pesante, sopra o sotto? Non so cosa sia meglio, però confrontare Cagliari con Roma e Firenze mi sembra un po? forte; in termini di numero di spostamenti probabilmente la soluzione migliore ed anche quella più economica è avere le corsie preferenziali per i pullman e non certamente costruire una metropolitana sotterranea, Seconda considerazione: sono un tecnico che ritiene che il problema sia come fare le gare e che nessuno si preoccupi dell?efficienza e dell?efficacia dello spostamento Allora io dico, le gare non le possiamo fare. Evidentemente ci sono limiti legislativi per cui non possono essere effettuate. Incominciamo a metterci sulla strada di un servizio efficiente ed efficace che non sarà il migliore, ma se riuscissimo a migliorare il sistema che oggi esiste, forse un vantaggio per l?utenza lo avremmo ottenuto. Occorre anche tener presente la qualità del sistema viario della rete stradale. Abbiamo strade che sono del 1800 e ferrovie che sono del 1850, e quindi? Cosa facciamo? Aspettiamo di avere una rete stradale del 2000 e una ferrovia del 2000 per organizzare un sistema del trasporto pubblico che funzioni? Abbiamo dei vincoli che non possiamo superare in tempi brevi, per cui anche la metropolitana leggera a Cagliari, l?avremo tra 10 anni? Tra 20 anni? Nel frattempo cosa facciamo? Ci teniamo il sistema di trasporto extra urbano, con tempi di accesso a Cagliari quelli che sono? Quindi, secondo me, è ora di risolvere qualche problema. Per entrare poi nel merito dei piani di bacino e per rispondere alle indicazioni del sindaco di Escolca, dico che Isili è un problema, un problema serio, perché fondamentalmente la legge regionale ha previsto che i piani di bacino abbiano come confine il confine amministrativo delle Province, ma poiché i servizi fanno capo ad un'altra amministrazione, la mobilità di Isili non è una mobilità della provincia di Cagliari, ma Isili rappresenta un centro di servizi per una buona parte della Sardegna centrale, quindi è chiaro che occorre una regia interprovinciale se non regionale, perché i servizi che adesso il piano di bacino assicura da Isili verso Cagliari, in direzione sud, siano della stessa entità e delle stesse caratteristiche verso est, ovest e nord. D?altronde la legge regionale prescrive che una linea provinciale possa collegare al massimo il primo comune esterno ai confini amministrativi. Quindi può collegare Isili a Gesturi, ad esempio, però non a Laconi che è già abbastanza lontano. Insomma una serie di problemi che però non possono essere risolti dalle singole province, ma hanno necessità di una concertazione fra gli enti locali del territorio. Paolo Mureddu, assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Cagliari Farò alcuni accenni sulla viabilità in provincia di Cagliari, essendo l?assessore ai Lavori Pubblici. Come Provincia, ci muoviamo sulle indicazioni che ha dato l?Accordo Quadro della viabilità nazionale e il Piano della viabilità regionale, per cui sono stati individuati due grossi punti che sono poi quelli che attraggono di più, che sono Isili e Senorbì e, quindi, abbiamo fatto in modo di privilegiare interventi su quelle strade che servivano piccoli comuni al fine di consentire alle popolazioni di potersi spostare. La Regione ha fatto un appalto sulla strada 128 che noi consideriamo la dorsale provinciale per cui la Provincia cerca di mettere in sicurezza le diramazioni provinciali verso questa. Su indicazione del Piano dei trasporti e del Piano della viabilità regionale, stiamo portando avanti la dorsale orizzontale che parte da Villamar, Persico, Siurgus, Ballao e che porta poi al mare. Vi è un problema, il problema si chiama Anas. È un discorso politico che dobbiamo affrontare in tempi abbastanza brevi, sia come Regione sia come Amministrazioni provinciali, perché prima o poi dovrà essere firmato l?Accordo Quadro Stato-Regione per risolvere il problema del passaggio delle strade statali, oggi gestite dall?Anas, alla Regione. Per quanto riguarda, invece, la mobilità nell?area, come diceva l?ingegner Castagna, bisogna prendere decisioni anche impopolari. Bisogna privilegiare il mezzo pubblico, ed è una scelta che dovremo adottare per motivi economici, politici, per i tempi che viviamo. Le scelte vanno fatte, anche in una prospettiva di dieci anni, ma vanno comunque fatte. La politica può attendere, ma i cittadini, quelli che verranno dopo, non possono più attendere. Roberto Neroni, direttore generale dell?Assessorato regionale ai trasporti Il Piano regionale dei trasporti è stato approvato definitivamente nella terzultima seduta della Giunta regionale. Stiamo sviluppando anche la Valutazione ambientale strategica per cui in Consiglio dovremmo poter mandare tutti e due i documenti quanto prima in modo di avere la completezza e consentire al Consiglio regionale l?esame, le valutazioni e la definitiva approvazione. Nel frattempo, però, una serie di indicazioni contenute nel Piano le stiamo mandando avanti, non fosse altro perché erano già definite anche con le Amministrazioni provinciali e con tutta una serie di altri soggetti pubblici e privati. Un esempio è quello di essere in procinto di cambiare tutti i binari in capo alle Ferrovie della Sardegna in tutti e tre i compartimenti e quindi un contributo al Trasporto pubblico locale. Un intervento di 60 milioni di euro di fondi regionali, quindi è una intervento di enorme impatto, proprio perché in assenza di un intervento statale non fatto per decenni. Questo consentirà di avere l?uniformità del binario, consentirà di avere delle piccole rettifiche di tracciato che dovrebbero accelerare ulteriormente i percorsi, consentirà anche di poter mettere quei treni che, per adesso, non possiamo utilizzare perché vi sono binari che sopportano solo 10 tonnellate per asse. Invece, dopo i lavori, potremo far camminare treni del peso di 12 tonnellate per asse. Dal punto di vista dei servizi, sono stati quasi completati i servizi di livello regionale. Siamo ormai pronti per lanciare il bando. Cagliari è stata la prima provincia ad approvare il piano dei servizi minimi; è all?ordine del giorno del Consiglio provinciale del Sulcis l?approvazione dei servizi minimi del territorio. Quindi questo consente che anche queste Province abbiano le risorse e partano con le gare, ponendo in essere i contratti di servizio, i cosiddetti ?contratti di servizio ponte? che dovrebbero sostituire le concessioni regionali di vecchia data. I prossimi mesi saranno mesi molto importanti per il trasporto pubblico locale. È stato fatto un appalto per un?analisi di fattibilità sul sistema di metropolitana per individuare il soggetto che dovrà, nei prossimi 3-4 mesi dalla data di aggiudicazione, fare l?analisi veloce di tutte le proposte che sono sul tappeto. Risorse finanziarie ce ne sono forse troppe, perché unitamente alle somme messe a disposizione dal Governo sulla metropolitana in sotterranea o sul sistema metropolitano cagliaritano, la Regione nei Fas ha previsto ulteriori fondi, per un importo complessivo di 340 milioni di euro, che dovrebbero consentire la realizzazione di queste opere. Spero che nel prossimo futuro si delinei bene la metropolitana. Una cosa però rimprovero ai Comuni: è un vizio di fondo che il servizio lo debba pagare la Regione. Questo cessa con la legge 21, con il trasferimento delle risorse alle Province, che dovranno trovare il sistema per coniugare i servizi minimi essenziali con i servizi a chiamata nelle fasce di morbida con ulteriori risorse che potrebbero economizzare o avere per incrementare i servizi nel bacino di riferimento.

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Imperia: al via una tre giorni dedicata ai Santi (sezione: Cultura)

( da "Sanremo news" del 08-03-2009)

Argomenti: Cultura

Imperia: al via una tre giorni dedicata ai Santi Si ripete anche quest?anno ad Imperia il consueto appuntamento dell?Itinerario di spiritualità 'Sulle orme dei santi', promosso dal Movimento Pro Sanctitate in collaborazione con le sorelle Clarisse del Monastero di santa Chiara, occasione preziosa per entrare a contatto con profili di autentici testimoni di Vangelo e di umanità. I tre incontri in programma, validi anche come corso di aggiornamento per gli insegnanti di religione, si svolgeranno presso il Monastero Santa Chiara ad Imperia Porto Maurizio nei giorni mercoledì 11, lunedì 16 e mercoledì 25 marzo alle ore 21.00. Verranno presentate, e arricchite da testimonianze di vita, le figure esemplari di: - Don Andrea Santoro, sacerdote romano ucciso in Turchia nel 2006, e per il quale sarà presente la sorella prof.ssa Maddalena Santoro, docente di Teologia dell?Educazione presso la facoltà di Scienze della Formazione, Università LUMSA di Roma. - Ignazio di Loyola, sacerdote e fondatore della Compagnia di Gesù, presentato dal relatore prof. don Pietro Antonio Ruggiero della diocesi di Nicosia - I Coniugi Rosetta e Giovanni Gheddo, sposi e genitori di cui è in corso la causa di beatificazione, per i quali interverrà don Fabrizio Fabbris, responsabile della pastorale familiare della nostra diocesi. Gli incontri sono aperti a tutti e offrono l?opportunità di fermarsi, di concedersi uno spazio di arricchimento spirituale alla scuola di tre validissime storie di vita, segnate dal coraggio, dall?apertura agli altri, dalla fedeltà all?amore. Particolarmente significativa sarà la presenza di Maddalena Santoro, sorella di don Andrea Santoro, per la testimonianza più diretta che offrirà sulla vicenda ancora recente del fratello ucciso tre anni fa da un giovane killer a Trabzon e di cui è ancora viva la memoria di un impegno totale per l?incontro tra uomini di culture e religioni diverse, impegno pagato con il sacrificio della vita.

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