CENACOLO DEI COGITANTI |
San Carlo, pronta la
squadra per il comitato scientifico
( da "Gazzetta di Modena,La"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università, nonostante questa
continui a definirsi assolutamente disponibile a partecipare con docenti e
forse anche in qualità di membro del comitato promotore. Ma ben più importante,
al momento, è la definizione o meno del consorzio che dovrebbe organizzare la
manifestazione: tramontata l'idea di assegnarla al Consorzio Bio 2008 -
Economia, omaggio alla
Stagi ( da "Gazzetta
di Modena,La" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Eufemia per la nostra Università di
cui spesso la città si dimentica». E non ha dubbi Paolo Caselli (durante la
conferenza stampa di ieri mattina) della Fondazione, docente prima a Modena e
ora a Reggio, di annoverare tra le migliori facoltà di Economia in Italia
quella modenese, per la sua impostazione culturale, per la sua sede di
prestigio.
Barocco napoletano non
solo da vedere ma anche da sentire
( da "Alto Adige" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: economista e preside dell'Istituto
universitario di Venezia, Ugo Morelli docente di managment all'Università di
Trento. Il professor Conigliaro spiega che: "Ogni mostra di opere d'arte è
finalizzata ad incrementare la probabilità che ognuno di essi e il loro
insieme, possa continuare a testimoniare, nel tempo, la cultura che lo ha
prodotto.
BresciaCasa, di scena
l'architettura del futuro ( da "Giornale
di Brescia" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: pianificazione Urbanistica
all'Università di Firenze, Luigi Pati, docente di Pedagogia all'Università
Cattolica di Brescia. L'iniziativa ha il valore di un momento di
approfondimento a partire da alcune fondamentali premesse teoriche. È
convinzione comune che l'architettura e l'ambiente costruito, ossia
costruzioni, villaggi, città e paesaggi,
Comunicazione, via ai
Salotti tra campagne elettorali e imprese
( da "Gazzetta di Mantova, La"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: faccia a faccia tra il sondaggista
Crespi e il docente universitario Pitteri Più di duecento partite Iva che si
occupano di comunicazione nel Mantovano, tra cui molte società leader del
settore in Italia, con circa 800 addetti. Ecco le cifre di un comparto che ieri
si è ritrovato idealmente all'hotel La Favorita per discutere di mercato e
prospettive nei «Salotti della comuicazione»
Fine vita , il dubbio
oltre Eluana ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: già docente di Diritto Civile a La
Sapienza di Roma, Andrea Nicolussi, Ordinario di Diritto Civile all'Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Alessandra Bagni, medico anestesista al
Policlinico di Modena e al posto di Raffaele Calabrò, impossibilitato a
partecipare, Antonio D'Andrea, professore di Diritto costituzionale all'
l'irresistibile ascesa
dell'interporto creatura socialista ora nelle mani del pd - ettore boffano
paolo griseri ( da "Repubblica,
La" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Affonda le radici nella Prima
Repubblica la nascita della società pubblico-privata. Una storia sbagliata
L´irresistibile ascesa dell´Interporto creatura socialista ora nelle mani del
Pd Da Lombardo agli attuali assetti frutto di un compromesso E dietro l´angolo
Gavio pronto a rilevare tutto ETTORE BOFFANO PAOLO GRISERI è una storia un
tempo molto socialista e adesso tutta del Pd,
Mostra di pittura e
scultura Oggi, alle 11, si inaugura al Centro Culturale 6 Maggio 184...
( da "Arena, L'" del
07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di Zoologia all'Università
di Bologna, terrà la seconda conferenza del ciclo. «Storie naturali di
vertebrati marini», a titolo «Pesci». L'incontro è aperto a tutti, ed è
organizzato dall'«Associazione Naturalisti Veronesi». Al teatro Stimate «La
donna dell'Islam» Oggi al teatro Stimate di via Montanari 1,
rilancio dei prati di tivo
la nuova seggiovia sarà pronta per luglio
( da "Centro, Il" del
07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: annunciarlo è il presidente della
società pubblico-privata Gran Sasso teramano, Fernando Marsilii, a margine
della presentazione del 32º Gran premio giovanissimi di sci in programma
domenica ai Prati di Tivo. I lavori per completare l'impianto riprenderanno tra
un mese e, salvo nuovi intoppi, consegneranno agli amanti della montagna
un'opera moderna (è la seconda del genere in Italia)
Prime linee guida per il
futuro rettore ( da "Provincia
Pavese, La" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Quattro docenti hanno inviato ieri
una lettera ai colleghi: «Siamo un gruppo di ex-docenti dell'università di
Pavia e vorremmo promuovere un ampio dibattito - scrivono Alessandro Cavalli,
Gianluigi Corona, Alberto Gigli Berzolari, Paola Vita-Finzi - convinti che gli
anni a venire saranno decisivi per il futuro del nostro ateneo»
aquiloni l'associazione
aquilonistica i colori del vento informa le scuole di ogni ordine e grado ...
( da "Nuova Sardegna, La"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università di Sassari, sul tema: «Sassari
e la sua struttura urbana», info: 079-980957 e 079-2826119. Liceo Azuni Il
dirigente scolastico del Liceo ginnasio Azuni invita il personale docente e
Ata, che ha prestato servizio, con contratto di supplenza breve e saltuaria
nell'anno
tutti contro la chiusura
( da "Mattino di Padova, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: L'università - replica Guido
Scutari, prorettore con delega alla condizione studentesca - ha sempre ospitato
tutti e continuerà a farlo». I DOCENTI. «Siamo perplessi e scandalizzati per la
militarizzazione del Bo», accusano i professori Stefano Allievi (sociologo) e Umberto
Curi (filosofo).
Una società scientifica
per lo studio delle patologie provocate dal pesce crudo
( da "Tempo, Il" del
07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: segretario e tesoriere sono
rispettivamente Vincenzo Olivieri e Carlo D'Intino (entrambi di Medicina
veterinaria, Pescara), coordinatore scientifico è Domenico Angelucci (Anatomia
patologica, Chieti), presidenti onorari sono Giacomo S. Gidaro (Chirurgia
generale, Pescara, e docente dell'Università "d'Annunzio) e Simonetta
Mattiucci (Università "La Sapienza", Roma).
diario di uno scrittore
all'università non serve protestare, basta ascoltare - ferdinando camon
( da "Mattino di Padova, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: guardavamo i docenti come dèi.
Avevamo sete delle loro parole. Bevevamo tutto. Ci seduceva la loro sicurezza,
ci sembravano sistemi che contenevano il mondo. Ci sembrava che i docenti
fossero le menti supreme della nostra epoca, guide morali e culturali. Abbiamo
superato esami su esami, ci siamo laureati e (noi di Lettere e Filosofia)
EVA PER SEMPRE..? LA
PITTURA AL FEMMINILE, TRA MITO E REALTÀ VIGEVANO DALL'8 AL 29 MARZO 2009
( da "marketpress.info"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: maestra compositrice di musica
solistica e da camera, direttrice di coro e docente presso il Conservatorio ?G.
Cantelli? di Novara. Infine la donna nel suo ruolo di madre e testimone di
speranza sarà la protagonista di ?Ma-donna?che donne!!?, in programma per
domenica 29 marzo, con la partecipazione di Enza Rando, membro dell?
Al Margot un incontro
vivace dei giovani: è un'iniziativa originale promossa dall'Ac
( da "Cittadino, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: sostituto procuratore di Cosenza
Francesco Mìnisci e del professore dell'università cattolica di Milano Camillo
Regalia, docente di psicologia nonché presidente della European Society of
Family Relations."La mia coscienza è guidata dalla legge". Così di
fatto ha esordito il dottor Mìnisci, spiegando dunque come la dimensione del
perdono, di per sé, non esista come istituto giuridico.
La prima serata con il
monaco di Bose nativo di Casale sarà dedicata al tema "Una fede che si
plasma nel Mistero Pasquale"
( da "Cittadino, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università Cattolica) e a Roma
(Università Gregoriana). Docente della Facoltà teologica dell'Italia
Settenrionale, oltre agli argomenti teologici e filosofici legati alla
didattica istituzionale, i temi di maggior impegno specialistico sono quelli al
confine delle scienze religiose con la psicologia e l'estetica (psicanalisi e
religione,
misi nel conto anche di
perdere e non guadagnare nulla ( da "Tirreno,
Il" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Massimo Paoli, livornese, docente
all'Università di Perugia, non fa mistero che «quando si ha a che fare con
istituzioni pubbliche, è così: i bandi li fanno quando possono essere fatti e
così può finire che tu lavori per niente; a me è successo con la Regione
Umbria, ma anche con un istituto di Palermo».
il rettore non commenta
pera: quali scontri? ( da "Tirreno,
Il" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: possibilità di esprimersi anche in
dissenso rispetto alle tesi presentate dal professor Pera e comunque lui, che è
stato docente nel nostro ateneo, come studioso ha il diritto di presentare una
sua tesi all'interno di qualsiasi università». Durante il dibattito seguito
alla presentazione del volume, è stato concesso, in effetti, a tutti il diritto
di confutare o meno le tesi del filosofo.
La fuga di cervelli dal
Sud non è irreversibile. Ma occorre agire presto e bene
( da "MF Sicilia" del
07-03-2009)
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Cultura , Cervelli
Abstract: È questa in ultima analisi la
formula magica che ci indica gli obiettivi su cui siamo chiamati a trovare un
accordo (e le risorse finanziarie necessarie), in quanto cittadini anzitutto
europei e poi italiani e meridionali. * Docente di Economia e Gestione delle
imprese nell'Università di Catania
ConvegniMedicina di genere
in ambito trasfusionale Ore 9, Borsa Merci, via Petrarca 10, seminario <La
medicina di genere in ambito trasfusionale> organizzato dall'Avis
provinciale ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: indagine conoscitiva sulla funzione
dello sport negli oratori lombardi da parte di Diegio Mesa, docente di
metodologia della ricerca sociale all'Università Cattolica di Brescia. Ore 10,15,
presentazione metodologia e lettura dell'indagine a cura di Caterina Gozzoli,
docente di psicologia della convivenza socioorganizzativa all'Università
Cattolica di Brescia.
Nuovo avvocato Il nostro
concittadino Michele Vincenti ha brillantemente superato la prova di esa...
( da "Nazione, La (Massa - Carrara)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: è questo il titolo della
conversazione che Mirella Scardozzi, docente di storia moderna all'università
di Pisa, terrà domani, alle ore 17.30, al circolo Briciole (via Cervara, 115).
Le donne di Elisa Gli «Amici del Museo Ugo Guidi - Onlus» e il ministero dei
Beni artistici e Culturali presentano la mostra della scultrice Elisa Corsini,
«Le donne di Elisa».
al sant'alessandro
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università La Sapienza di Roma, che
ha sviluppato il tema del controllo preventivo dei ricorsi e del vaglio di
ammissibilità. Ha concluso i lavori Mariacarla Giorgetti, docente di Diritto
civile e di diritto fallimentare all'Università di Bergamo, che ha parlato
della prassi applicativa della Cassazione sui quesiti di diritto e sulla loro
possibile soppressione.
Beauty, fitness, cucina
per l'open day domani al Grand Hotel
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di chirurgia plastica
all'Università di Siena; poi un seminario con Luigi Frigerio, direttore di
Ostetricia e ginecologia ai Riuniti di Bergamo, sul tema «Prevenzione e cura
dei tumori femminili: il vaccino»; quindi altre esperte di temi femminili
(Serena Paris, Giusy Carolei e Lucia Viola), mentre Luca Panseri,
Il riavvio.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Attrarre capitali privati,
nell'attuale situazione di crisi del credito, è un'impresa quasi impossibile.
Non è da escludere, allora, che l'opera frontiera della partnership
pubblico-privato possa trasformarsi in un'opera pubblica molto più
tradizionale, legata, di anno in anno, agli stanziamenti messi a disposizione
dalla legge finanziaria.
A SCUOLA DI RISPARMIO
( da "Corriere del Veneto"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Pochi che sappiano veramente cosa
sia un investimento produttivo. Il capitale umano, la formazione, la ricerca,
questo è ciò che rende il denaro un investimento. Queste sono le direttrici in
cui in tempo di crisi le istituzioni pubbliche dovranno riorientare le loro
spese. Non l'edilizia.
Bo blindato, Fisichella
parla <I cattolici non sono afoni>
( da "Corriere del Veneto"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: erano anche due dei tre docenti
firmatari della lettera aperta che due settimane fa sollevò il caso. Umberto
Curi, che ha abbandonato l'aula poco prima che parlasse il prelato, e Stefano
Allievi, che invece ha atteso la fine del convegno per commentare: «Visto che
sostanzialmente non si è parlato di trapianti è emersa la vera identità
dell'iniziativa &
J'accuse del rettore su
Youtube: <La città ci ha lasciati soli>
( da "Corriere del Veneto"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: primo di questi è il capitolo
personale con i pensionamenti in vista e la necessità di introdurre nuove leve:
«Il nostro corpo docente è piuttosto anziano – ha concluso il rettore – molti
saranno i professori che andranno in pensione, e se questo da una parte può
aiutare a recuperare risorse, dall'altro potrebbe mettere in difficoltà i corsi
di laurea più affaticati.
Letteratura e medicina,
teorie a confronto tra Dante e Cecco
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: fino a configurarsi come una vera
scienza della vita', interverrà la docente di Storia della filosofia medievale
dell'Università di Urbino, Romana Vico Martorelli. All'iniziativa, inoltre,
sarà presente anche il regista e attore teatrale Stefano Artissunch, che
leggerà alcuni brani scelti dalla Divina Commedia' e da L'acerba'.
Musica per Dotoli alla
Sorbona ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente all'università di Bari e
acclamato poeta (in francese) Oltralpe. L'appuntamento è per mercoledì prossimo
11 marzo alle 21 nella sala «Milne Edwards» dell'Università Parigi IV, la
storica Sorbona della capitale francese. Insieme alle poesie di Dotoli saranno
messe in musica da Eric Guilleton (accompagnato da René Irra)
NUMANA LA CITTÀ si rifà il
look. E'... ( da "Resto
del Carlino, Il (Ancona)" del
07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: «E' stimato in 50 milioni di euro,
di cui 35 per le opere private. Il lavoro ovviamente può essere fatto per
stralci, seguendo fasi diverse» ha concluso. L'ipotesi di sviluppo si avvarrà
di un partenariato pubblico-privato attuato attraverso un project financing
preceduto da un bando. Ilaria Traditi
dal nostro inviato FIRENZE
- E' un vero e proprio pressing. Lunedì della sc...
( da "Messaggero, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: E se davanti ai docenti dell'ateneo
perugino, il capo dello Stato aveva detto un forte e vigoroso "no"
alle decisioni di bilancio ancorate alla logica dei "tagli
indiscriminati" esortando ad un ripensamento, qui a Firenze ha fatto - per
così dire - un passo avanti sottolineando come - pur trovandoci in una
situazione di crisi economico-
di CRISTINA DEGLIESPOSTI
LAVORI già partiti per l'ampliamento della ...
( da "Resto del Carlino, Il (Imola)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Il piano triennale delle opere del
Comune ha previsto l'opera nel 2011, ma tutto è legato al reperimento delle
risorse. La strada più percorribile pare essere quella del project financing,
ovvero una compartecipazione mista pubblico-privato tra il Comune e un soggetto
interessato a investire in questo tipo d'opera.
Aristofane, una risata per
seppellire il potere ( da "Giorno,
Il (Milano)" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di Civiltà Greca
all'Università Statale di Milano, con letture di Domenico Pugliares e Rossana
Mola. L'incontro, organizzato dal Teatro della Cooperativa, in collaborazione
con la rivista «Stratagemmi-Prospettive teatrali», sarà un viaggio nel teatro
comico classico: un genere capace di momenti di sarcastica coscienza civica,
I Focolarini e il
finanziamento contestato ( da "Adige,
L'" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Salvatore Abbruzzese È docente di
Sociologia della Religione all'Università di Trento I l dibattito, ospitato
dall'Adige, sul finanziamento della Provincia di Trento di 400.000 euro (a cui
si aggiungono i 50.000 del Comune) all'istituto universitario di Loppiano in
Toscana, non riguarda assolutamente il Movimento dei Focolarini,
Un clic. E la pianta si
difende ( da "Corriere
della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ricerca pubblicata dalla rivista
Nature — cercando un compromesso tra piante che hanno troppi e troppo pochi
stomi». In Arizona il cotone con un minor numero di stomi resiste meglio
all'aridità. E l'ulivo al gelo. Meno stomi significa anche opporsi agli stress
deleteri dovuti all'ozono che colpisce soprattutto d'estate gli alberi delle
città e le colture in aree quali la Pianura
Innovazione, Italia
cenerentola ( da "Corriere
della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Prendendo 29 indicatori che
riguardano dai ricercatori impiegati, ai brevetti generati, agli scambi fra
ricerca pubblica e privata, agli investimenti, alle società coinvolte e
valutando pure, ad esempio, gli effetti economici generati e le aziende che
hanno introdotto innovazioni, si è compilata una classifica che misura nel
contempo le variazioni rispetto al passato.
La realtà in ventinove
indicatori ( da "Corriere
della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: A determinare la classifica
intervengono 29 indicatori tra cui i ricercatori impiegati, i brevetti
generati, gli scambi tra ricerca pubblica e privata, gli investimenti e gli
effetti economici positivi prodotti dalle aziende che hanno introdotto sistemi
innovativi. Per la prima volta si considera anche il valore «creativo».
<Si può vincere con la
scienza e la tecnologia> ( da "Corriere
della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cervelli
Abstract: meglio fare come la signora
Margaret Thatcher in Gran Bretagna che negli anni Settanta rase al suolo
l'università e la ricerca. E gli scienziati inglesi, in fuga, si ritrovavano
nel mondo, Stati Uniti in particolare. Ma poi si è ricostruito e oggi le loro università
sono invidiabili. Io sono favorevole al cambiamento purché vinca». Un esempio
di grande programma che cambia le cose?
<Migliorano i processi
produttivi ma si sta trascurando la ricerca>
( da "Corriere della Sera"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Purtroppo nelle aziende di solito
si migliorano i processi ma non si lavora nella ricerca innovativa: ormai
l'investimento privato è ridotto tra lo 0,2 e lo 0,3 per cento del prodotto
interno lordo. Le grandi industrie sono scomparse. Anche di recente i Pirelli
Lab, Cisco e Motorola hanno abbandonato l' Italia». Ci sarà una via d'uscita
per risollevarci?
SAPERI
( da "Manifesto, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente al Dams di Roma Tre, con la
rivista «European Journal of Women's Studies». LE PRATICHE Svariate le
esperienze messe a confronto: la Scuola estiva della differenza nata nel 2001,
su iniziativa di Marisa Forcina, dalla collaborazione fra l'università del
Salento, Roma Tre e il monastero delle Benedettine di Lecce;
il motore del friuli
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: collocherà in pensione anticipata i
docenti che hanno superato i 70 anni, e i tecnici amministrativi aventi 40 anni
di servizio, con il risparmio per il 2010-12 di 2,2 milioni di euro: sarà così
possibile l'ingresso di nuove energie. Per dare un esempio niente affatto
simbolico, erano stati spenti gli impianti nel periodo natalizio.
Non di sola accademia
( da "Manifesto, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: tenuti da docenti femministe nelle
università. Se è forte infatti fra alcune giovani la richiesta di politiche per
l'accesso alla ricerca, per l'allargamento dei ruoli di ricerca e di
insegnamento, è altrettanto forte in altre l'esigenza di riscoprire la matrice
politica del femminismo delle origini, in una fase storica che domanda una
nuova aggregazione su nuovi bisogni politici.
Sostenibilità ambientale e
autosufficienza energetica. La Provincia di Rieti guarda a K...
( da "Messaggero, Il (Rieti)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: disposizione squadre di esperti
composte da docenti della Sapienza (25) e laureati in Ingegneria (15) con la
possibilità di un potenziamento dei team attraverso il ricorso a stage
formativi. «Per l'Università si tratta di un passo importante - ha sottolineato
il professor Carlo Cecere, presidente del consiglio d'Area di Ingegneria per il
polo sabino - perché la convenzione rappresenta un'
Scuola, allarme tagli:
<Cancellati oltre 500 posti>
( da "Nazione, La (Pisa)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Visto che il numero di docenti
nelle classi prime della primaria è assegnato su base di 27 ore settimanali, le
famiglie avranno garantito il tempo pieno?». La Cgil Flc ha indetto per il 18 marzo
uno sciopero di scuola Università e ricerca con una manifestazione regionale a
Firenze.
edgar reitz a udine
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: come sempre promosso dall'Università
degli Studi di Udine per la direzione artistica del docente e studioso Leonardo
Quaresima. A scandire la manifestazione saranno dieci giorni densi di
proiezioni, incontri, workshop, nuove pubblicazioni, studi e premi di scrittura
sul cinema e sulla sua evoluzione, dalle origini ai nuovi media,
<Contro-ronde degli
universitari No a razzismo e xenofobia>
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Tre docenti di Lettere in campo «per
sensibilizzare la città» «PRESTO partiranno le contro - ronde degli
universitari» E' l'iniziativa provocatoria promossa da alcuni professori della
facoltà di Lettere e Filosofia di Modena, «per sensibilizzare la città rispetto
alle ultime decisioni prese in fatto di sicurezza e immigrazione»
ca' foscari, inaugurazione
solo online ( da "Nuova
Venezia, La" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Il corpo docente a Cà Foscari ha
un'età media molto alta, c'è bisogno di innovazione e di svecchiamento per dare
chance ai giovani docenti». Tra i segnali non positivi, il rettore ha segnalato
che c'è il rischio che più di qualche docente decida di andare in pensionamento
anticipato, preoccupato per la situazione di crisi attuale,
tutela per il lavoro
autonomo ( da "Nuova
Venezia, La" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di diritto del lavoro, il
capogruppo della Lega a palazzo Ferro Fini Giampaolo Bottacin. Al centro del
seminario la posizione del lavoratore precario. Una geografia complessa e
variegata, che ha qualche tratto in comune. Come ad esempio la necessità di
prendere atto delle trasformazioni sociali che hanno messo il lavoratore
autonomo spesso al centro del mondo prooduttivo.
Rifiuti, Belletti
riconfermato presidente Cosrab ( da "Stampa,
La" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: società di trattamento e stoccaggio
dei rifiuti mista pubblico privata oggi interamente controllata dal gruppo A2A)
e Seab la spa pubblica per la raccolta e lo smaltimento. Al centro c'è una
partita da oltre 7 milioni di euro che Asrab dovrebbe riconoscere a Cosrab per
una vecchia questione legata al primo appalto del Polo tecnologico e a un
successivo cambio in corsa delle tariffe.
Ministero della Salute:
<Prima di consumarlo deve essere bollito>
( da "Giornale.it, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di Nutrizione Umana presso
l'Università di Torino e consulente del Ministero della Salute, concetto già
sottolineato anche dal convegno «Latte: la cruda verità. Il latte crudo, i suoi
vantaggi, i suoi pericoli», organizzato a fine gennaio da Slow Food Italia e
dall'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Monsignor Fisichella,
lezione in stato d'assedio ( da "Giornale.it,
Il" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: e da alcuni docenti di sinistra,
che avevano protestato per la mancanza di contraddittorio, definendo «politica»
l'iniziativa che cade a poche settimane dalle elezioni universitarie. Quando il
monsignore ha però fatto sapere che avrebbe ascoltato volentieri un intervento
opposto al suo, i contestatori hanno detto che non avrebbero partecipato.
Luigi Gedda, <genio>
del laicato italiano ( da "Avvenire"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Le biografie di Gedda e Lazzati
spiega ad esempio Marta Margotti, docente presso l'università di Torino per
lunghi tratti possono essere lette in parallelo». Le differenze, spiega la
studiosa, si alimentano anche in virtù di differenti contesti geografici
(Lazzati veniva dalla tradizione ambrosiana) e diversi percorsi spirituali.
<Ma non chiedeteci il
silenzio> ( da "Avvenire"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Qualche docente gli aveva anche
lanciato precise sfide sul rapporto tra la Chiesa e la scienza, la bioetica in
particolare. Monsignor Fisichella ha subito chiarito che quando si prende
posizione sulla valenza etica di alcuni risultati sperimentali che toccano la
persona «non si intende intervenire nell'ambito peculiare della medicina,
I docenti di religione e
il disagio giovanile ( da "Avvenire"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: CHIESA 07-03-2009 I docenti di religione
e il disagio giovanile BISCEGLIE. Elaborare possibili piste sul piano
dell'innovazione educativodidattica valorizzando il contributo
dell'insegnamento della religione cattolica (Irc) e degli insegnanti di
religione (Idr) alla prevenzione del disagio in età scolare.
<Chi ama lo studio, ama
la vita> ( da "Avvenire"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: università, don Nicolò Anselmi,
responsabile della pastorale giovanile italiana, Luigi Alici, docente di Filosofia
morale all'Università di Macerata ed Elmar Salmann, che insegna teologia
dogmatica alla Gregoriana. Moderati dal presidente nazionale della Fuci,
Emanuele Bordello, i relatori hanno incentrato la propria riflessione proprio
sul binomio amare studiare.
Fiscalità di sviluppo e
credito di imposta: le ricette per il Sud
( da "Denaro, Il" del
07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di Sociologia della
conoscenza presso l'Università di Bari, "la questione meridionale deve
essere affrontate da più punti di vista, innanzitutto partendo dagli errori che
sono stati fatti, come quello di non aver fatto arrivare al Sud alcune risorse
aggiuntive, poi affrontando sicuramente il problema della classe dirigente,
Campobasso: I Sanniti
popolo di navigatori Presentato il volume di Mauriello e De Benedittis
( da "Sannio Online, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: università degli Studi del Molise.
In questo senso si coglie la portata innovativa di questo libro, frutto della
collaborazione tra studenti e docenti. Altro elemento fortemente innovativo è
la contestualizzazione del problema archeologico affrontato negli scavi.
ABRUZZO/FORMAZIONE:
CHIODI, SI RINNOVA IL CAMPUS ESTIVO A
( da "Virgilio Notizie"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Il prestigio del campus si deve
alla qualita' dei suoi docenti, tra i quali si annoverano molti premi Nobel. Lo
stesso Albert Einstein visse e lavoro' a Princeton per ben trent'anni. Tra le
attrazioni storiche di Princeton, il campo di battaglia dove il generale
Washington sconfisse gli Inglesi durante la rivoluzione Americana.
Raid razzista contro
italo-etiope <Picchiato da due teste rasate>
( da "Corriere.it" del
07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: È figlio di un noto docente
dell'università orientale Napoli, studente italo-etiope denuncia aggressione.
«Nessuno è intervenuto» Marco Beyenne, 22 anni, è stato aggredito e picchiato
da due uomini con la testa rasata in una piazza affollata NAPOLI - Aggressione
a sfondo razzista a Napoli.
ABUSI SUI MINORI, UN
UNIVERSO FATTA DA UNA SERIE DI REALTà DIVERSE L'UNA DALL'ALTRA, ...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: lo psichiatra Alessandro Melucci,
la magistrata Simonetta Matone, la docente Gabriella Autorino Stanzione, il
procuratore della Repubblica Francesco Verdoliva, il presidente nazionale
dell'Osservatorio sul diritto di famiglia Gianfranco Dosi. Conclude il ministro
per le Pari opportunità, nonchè garante dell'infanzia Mara Carfagna.
Razzismo: studente Italo -
Etiope di Capaccio aggredito a Napoli
( da "Salerno notizie"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università ?L?Orientale? a Napoli.
Il giovane, il cui papà è un noto docente universitario in pensione ma legato
ancora all'Università partenopea, ha riferito di essere stato aggredito da due
persone a colpi di cintura intorno alle due di notte all'uscita da un locale
per universitari.
SI CHIAMA FOXP3 ED è UNA
MOLECOLA LA CUI PRESENZA NELLE CELLULE DEL TUMORE AL SENO è CORRE...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di Immunologia
all'Università statale. Lo studio è stato finanziato dall'Airc e sarà utile per
personalizzare sempre più le terapie. L'analisi del tessuto neoplastico
ottenuto da più di 300 pazienti ha evidenziato come la presenza di FOXP3 nelle
cellule tumorali mammarie si associ significativamente col rischio di
sviluppare metastasi,
NON HO TEMPO PER L'IMPEGNO
POLITICO, QUINDI è MIA FERMA INTENZIONE DI NON CANDIDARMI...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente universitario, chiarisce
che non intende partecipare alla corsa di primavera. «Sono in ottimi rapporti
con Ciriaco De Mita, ne ammiro la lucida capacità di riflessione, ma se me lo
chiedesse non mi candiderei. Lui ha fatto delle scelte determinate anche da
quanto gli è accaduto personalmente, rimane intatta la freschezza del suo
pensiero»
La nostra protesta sarà
lunedì al Bo ( da "Gazzettino,
Il (Padova)" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Umberto Curi e Paolo Zatti, i tre
docenti universitari che in una lettera aperta avevano criticato l'opportunità,
il metodo e la posizione dell'ateneo nell'organizzazione del convegno. «Sono
allibito per quanto sta accadendo oggi - ha esordito Umberto Curi - C'è una
militarizzazione assurda e completamente sproporzionata.
Conservatorio aperto al
mondo con le lauree di Maria e Lee
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: direttore Luca Paccagnella ha
ricordato come il futuro di questa importante università della musica sia solo
nei giovani e ha sottolineato come il fatto di averne da ogni parte del mondo
sia un grande riconoscimento di stima per il Venezze. «Dal mio arrivo, datato
2004, ad oggi assieme al gruppo di docenti abbiamo portato avanti un processo di
internazionalizzazione della struttura.
Versi pronti ad aggredire
il futuro ( da "Gazzettino,
Il (Rovigo)" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Sante Bortolami, docente
dell'Università di Padova, ha chiarito il rapporto tra Dante e la Marca, cioè
con l'entroterra veneto, attraverso una carrellata dei luoghi e delle gestioni
politiche medioevali, sottolineando il particolare legame con Verona e con la
corte degli Scaligeri.
Trieste Di sicuro non è
successo spesso - anzi è forse la prima volta - che un pianofo...
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Di fronte a un pubblico nutrito e
caloroso di docenti, studenti e appassionati Venier e Gesing hanno dato vita a
una lezione-concerto informale e coinvolgente, in cui hanno proposto brani di
autori come Wheeler e Coltrane, improvvisazioni e composizioni proprie, due
delle quali su temi popolari gradesi e resiani: piccoli, grandi gioielli fatti
di intesa,
Conto alla rovescia per
l'edizione 2009 del FilmForum, quest'anno in cartellone a ...
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: come sempre promosso
dall'Università degli Studi di Udine per la direzione artistica del docente e
studioso Leonardo Quaresima. A scandire la manifestazione saranno dieci giorni
densi di proiezioni, incontri, workshop, nuove pubblicazioni, studi e premi di
scrittura sul cinema e sulla sua evoluzione, dalle origini ai nuovi media,
L'idea è senz'altro
"risparmiosa" e controcorrente: niente toghe con l'ermellino...
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: particolare alla volontà di finire
in quiescenza di molti docenti per raggiunti limiti d'età, Ghetti ha preferito
elencare i buoni risultati della didattica, ma anche dell'aumento nel numero
degli studenti. «La popolazione studentesca - ha detto - è cresciuta negli
ultimi tre anni fino a superare le 18 mila unità, soprattutto matricole delle
lauree triennali e per quelle specialistiche.
Il centro di Padova
militarizzato per la lezione del monsignore
( da "Gazzettino, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: improvvida sortita dei docenti. La
città blindata (inutilmente), la figura peregrina di un'università che ha
rischiato di copiare la Sapienza e quel famoso rifiuto di far parlare il Papa,
una pubblicità al convegno che nessuna operazione di marketing sarebbe stata in
grado di regalare, e la rabbia palese del sindaco Flavio Zanonato che a pochi
mesi dalle elezioni si trova per l'
Barzellette e ironia:
l'Università "raddoppia"
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ricerca dei docenti che presentano
gli argomenti delle lezioni; ciascuna delle quali prevede un tempo di circa due
ore e dar modo ai presenti, più che raddoppiati in due anni, di partecipare
adeguatamente. L'Università di Susegana vuole conformarsi al significato
originario della parola scuola per affermare il valore della scuola come luogo
ove non vengono solo impartite nozioni,
Venezia, nell'isola
spuntano i resti di una "donna vampiro"
( da "Gazzettino, Il"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente del dipartimento di Scienze
antiche dell'Università di Firenze, esperto di archeologia forense e
antropologia fisica, che dalla fine dal
Daymix: news, blog, video
e immagini con una sola ricerca ( da "Blogosfere"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: video e immagini con una sola
ricerca Pubblicato da Alessio Pellegrini alle 13:29 in Tool, web 2.0 Daymix ,
una delle ultime soluzioni proposte per la ricerca nel web. Se l'obiettivo di
molte di queste soluzioni (come AllMyFaves o Joongel ), è di assicurare
all'utente risultati di ricerca veramente significativi, Daymix prova a farlo
in maniera originale.
ANTRODOCO: AMICIZIA E
COLLABORAZIONE CON L'ALBANIA ( da "Sabina
Oggi Online" del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di filosofia alla
Pontificia Università Urbaniana di Roma, sono stati accolti dal Presidente
della Repubblica Albanese, Bamir Topi. In quella occasione è stato donato alla
Presidenza della Repubblica un dipinto di Lin Delija dalla collezione personale
di Armando Nicoletti a testimonianza della reciproca amicizia che lega l?
Dal PD la sfida alla
Gelimini perchè mantenga gli impegni
( da "Varesenews" del
07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ha incontrato genitori, docenti e
studenti di Varese per un confronto sul futuro dell'istruzione Dal PD la sfida
alla Gelimini perchè mantenga gli impegni Erano tanti, circa centinaio, seduti
in una sala del Collegio De Filippi ad ascoltare il senatore del PD Antonio
Rusconi che parlava del futuro della scuola.
Inaugurato l'833esimo Anno
Accademico dell'Università di Modena e Reggio , intervento Rettore Aldo Tomasi
( da "Sestopotere.com"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università è necessaria. Solo in
questo modo sarà possibile affrontare i tagli già decisi. Faccio un esempio: si
può dire chiaramente che 60.000 docenti a tempo indeterminato sono troppi per
il sistema Universitario italiano, purché questo venga accompagnato dalla
possibilità di “
Montevecchia: serata per
parlare delle donne ( da "Merateonline.it"
del 07-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: formazione del personale docente,
dalla scuola dell`infanzia alle superiori, si occupa di orientamento e della
valutazione dei disagi della crescita attraverso i test del disegno e della
scrittura. Docente di seminari formativi su "Comunicazione
Istituzionale" presso la scuola superiore del Ministero degli interni,
segue anche la formazione degli studenti della Scuola per Dirigenti d`
( da "Gazzetta di Modena,La" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
FONDAZIONE AL LAVORO
San Carlo, pronta la squadra per il comitato scientifico di Stefano Luppi Sono
stati scelti i sei professori di filosofia del nuovo comitato scientifico della
Fondazione San Carlo, anche se l'annuncio verrà fatto a metà della settimana
prossima dopo un ulteriore incontro tra gli esponenti del consiglio di
amministrazione dell'antico ente culturale. «Si tratta di personalità
accademiche di grande rilievo», solo questo trapela da via San Carlo, «che
insegnano in America, Europa e anche in Italia». Dopo lunghe discussioni, che
erano iniziate già prima fosse ufficiale la decisione dell'ex comitato
scientifico di lasciare definitivamente dopo le dimissioni in concomitanza con
quelle della direttrice Michelina Borsari, arrivano dunque i nuovi filosofi.
Quando Remo Bodei - in carica dal 1991 - e i colleghi hanno lasciato si è
venuto a creare un "buco" che andava riparato in fretta, perché la
Fondazione per statuto deve individuare dei docenti che
"sovrintendono" alle proprie attività culturali, in particolare la
Scuola alti studi, oggi diretta da Carlo Altini (nella foto). Sul fronte
Festival Filosofia la situazione è invece ancora piuttosto convulsa, anche se
per forza la questione amministrativa relativa al nuovo ente autonomo di
organizzazione andrà definita piuttosto in fretta. Intanto pare ci sia un
raffreddamento con l'Università, nonostante questa continui
a definirsi assolutamente disponibile a partecipare con docenti e forse anche
in qualità di membro del comitato promotore. Ma ben più importante, al momento,
è la definizione o meno del consorzio che dovrebbe organizzare la
manifestazione: tramontata l'idea di assegnarla al Consorzio Bio 2008 -
aveva provocato qualche battuta sui filosofi-agricoltori in giro per la città -
si pensa a un consorzio ad hoc. Ma vanno trovati sponsor privati, che hanno
sempre latitato o quasi a fianco dei finanziamenti della Provincia, della
Fondazione Crmo e dei comuni di Modena, Carpi e Sassuolo. Solo così infatti
sarà possibile risparmiare l'iva, come permette la struttura del consorzio, e
dunque non realizzare un evento che - in tempo di crisi come questo - costi più
del milione e duecentomila euro dell'ultima edizione. Va anche definito il
partner privato del consorzio: alla San Carlo sembrano certi che i sindaci e
Michelina Borsari dovranno di nuovo rivolgersi a loro.
( da "Gazzetta di Modena,La" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Economia, omaggio
alla Stagi Un libro sui restauri del Foro Boario per i 40 anni della facoltà di
Michele Fuoco MODENA. Per l'architetto Franca Stagi, morta in dicembre, non era
stato un problema di una trasformazione radicale ma di adeguamento strutturale
nel rispetto del luogo quando, 15 anni fa, aveva dato un volto nuovo ad un
enorme edificio (lungo
( da "Alto Adige" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Barocco napoletano
non solo da vedere ma anche da sentire Al Centro Trevi dal 20 marzo fino al 27
maggio con una ambientazione cinematografica che mette in gioco altri sensi
oltre al piacere della vista Un viaggio nella Napoli del Seicento, secolo
controverso ed affascinante, un'occasione unica di ammirare dodici opere
esemplari del Barocco napoletano, esposte a Bolzano per la prima volta al
Centro Trevi. "Respiro Barocco", dal 20 marzo al 27 maggio è l'evento
di alto profilo culturale, proposto dalla Ripartizione Cultura italiana della
Provincia di Bolzano, in collaborazione con la Soprintendenza Storico Artistica
ed Etnoantropologica e per il Polo Museale della città di Napoli, Museo di
Capodimonte. Un percorso completo ed esaustivo che permette un'incursione nel
mondo della storia dell'arte dedicato ai capolavori barocchi curato dal
soprintendente del Museo di Capodimonte Nicola Spinosa, massimo esperto
mondiale del Barocco. Opere realizzate da artisti famosi per aver reso d'oro il
Seicento napoletano. Giuditta e Oloferne di Artemisia Gentileschi, San Giovanni
Battista di Mattia Preti, Marina di Salvator Rosa, la Madonna con il Bambino di
Massimo Stanzione, il più classicista tra tutti i pittori esposti, la cui
influenza sui giovani pittori sarà pari a quella esercitata dai fiamminghi come
il raffinato Antonie van Dyck di cui sarà esposto il suo Cristo crocefisso, la
Vergine con S. Anna e S. Gioacchino di Francesco Solimena, Andata al Calvario
di Battistello Caracciolo, San Girolamo di Jusepe de Ribera, Ritorno del
figliol prodigo dipinto dal Maestro Annuncio ai Pastori riconosciuto come
Bartolomeo Passante, la Battaglia fra ebrei ed Amaleciti di Aniello Falcone. La
terribile peste del 1656 infligge una punizione terribile alla città e impone
una svolta radicale anche nell'arte. Le opere San Nicola di Bari salva il
fanciullo coppiere di Luca Giordano, Natura morta di melograne, uva, fichi,
mele e fiori di Luca Forte, San Giovanni Battista di Mattia Preti, sono
realizzate dai protagonisti indiscussi di questa seconda stagione artistica
caratterizzata da una pittura ormai pienamente barocca. Il visitatore potrà
immergersi nelle ambientazioni riprodotte dagli artisti mediante un percorso
cinematografico realizzato a Napoli, al fine di provare dal vivo un'esperienza
visiva, fisica, sensoriale, a ritroso nei luoghi e nel tempo di una città
vitale, spagnola, piena di contraddizioni, dove il lusso e la miseria,
genialità e ignoranza, cultura elevata e povertà, convivevano insieme. La
presenza di Caravaggio a Napoli, il cui linguaggio marcatamente naturalistico
che ben rappresenta la religiosità napoletana e i forti contrasti sociali,
diede impulso ad una nuova generazione di artisti. Con questa esposizione ci si
prefigge di promuovere, non tanto un'esposizione storico-artistica, pur nel
rispetto di ogni contenuto scientifico, quanto invece una ricerca di nuovi
linguaggi di avvicinamento alla lettura dell'opera d'arte, con l'intento di
stimolare l'interesse in generi di pubblico non educato per avvicinarlo al
linguaggio dell'arte e favorire una fruizione completa. Non una semplice visita
ma un'esperienza multisensoriale per far conoscere il Barocco, mediata dalla
comunicazione metalinguistica indirizzata a tutti. Il Comitato scientifico di
"Respiro Barocco" è composto da Antonio Lampis caporipartizione
Cultura della Provincia, Marcello Conigliaro docente
alla Facoltà di Economia di Palermo - Applicazioni tecnologiche applicate ai
Beni Culturali, Nicola Spinosa soprintendente del Museo di Capodimonte di Napoli,
Brigitte Daprà direttrice dell'Ufficio mostre e prestiti di Capodimonte,
Pierluigi Sacco, economista e preside dell'Istituto
universitario di Venezia, Ugo Morelli docente di managment all'Università di Trento. Il professor Conigliaro
spiega che: "Ogni mostra di opere d'arte è finalizzata ad incrementare la
probabilità che ognuno di essi e il loro insieme, possa continuare a
testimoniare, nel tempo, la cultura che lo ha prodotto. è necessario che
l'opera sia posta nelle condizioni di poter comunicare l'insieme di valori che
rappresenti in simbolo. Valori intangibili che l'oggetto consente di
traguardare e che conferiscono lo status di "bene culturale". è la
capacità che ha l'opera artistica di squarciare il tessuto del tempo e di
rappresentarci uno spaccato della civiltà che lo ha prodotto, conferendogli
speciali doti di rappresentazione simbolica. I quesiti a cui ci siamo
sottoposti sono stati: Come contestualizzare un insieme di opere? Come rendere
un'atmosfera? Come realizzare un transfert spazio temporale comprensibile da
pubblici eterogenei per cultura, età, sensibilità, aspettative? Si è fatto
ricorso ad ambientazioni di derivazione teatrale con lo scopo di far immaginare
con l'esercitazione della fantasia dentro scenari annunciati, anche se non conosciuti
nel dettaglio".
( da "Giornale di Brescia" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Edizione: 07/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:la città BresciaCasa, di scena
l'architettura del futuro Oggi negli spazi della Fiera di Brescia «Transmitting
Architecture: i nostri giovani costruiscono il futuro»: è il tema del convegno
organizzato dall'Ordine degli Architetti di Brescia nell'ambito di BresciaCasa
Design
( da "Gazzetta di Mantova, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
di Sandro Mortari
Comunicazione, via ai «Salotti» tra campagne elettorali e imprese La tre giorni
aperta dal faccia a faccia tra il sondaggista Crespi e il docente universitario Pitteri Più di
duecento partite Iva che si occupano di comunicazione nel Mantovano, tra cui
molte società leader del settore in Italia, con circa 800 addetti. Ecco le
cifre di un comparto che ieri si è ritrovato idealmente all'hotel La Favorita
per discutere di mercato e prospettive nei «Salotti della comuicazione»,
partiti con il confronto tra due esperti di comunicazione quali Luigi Crespi e
Daniele Pitteri. E da Marco Pirozzi, inventore della tre giorni che si
concluderà domenica, è arrivato a sorpresa un annuncio. «Costituiremo a Mantova
un'associazione di professionisti della comunicazione» ha detto in sala mentre
ne scopriva il logo: una nuvoletta da fumetto colorata di grigio, blu e rosso.
Dopo i saluti di Zanetti (presidente di Confindustria), Acerbi (direttore Api)
e di Diazzi (vice direttore Uncom), i «salotti» sono partiti col vivace faccia
a faccia tra Crespi, sondaggista di Berlusconi fino al 2001 e ora curatore
bipartisan di campagne elettorali di molti esponenti politici (anche
all'estero), nonchè ideatore di quell'indagine sul gradimento dei sindaci
condotto da Ekma, e Daniele Pitteri, docente di
comunicazione alla Luiss e presidente di una società che si occupa di
comunicazione strategica per le imprese. E proprio i due diversi modi di
approcciarsi alla comunicazione, Crespi a quella dei politici, Pitteri a quella
degli imprenditori, ha costituito il succo del confronto. «La mia passione sono
le campagne elettorali e la loro organizzazione - ha esordito Crespi -. Ho
scelto i politici perchè il mercato è più ampio rispetto a quello delle
imprese, soprattutto in momenti di crisi come l'attuale dove le prime spese
tagliate sono quelle per la pubblicità. E poi, con le campagne elettorali ho un
immediato riscontro dei risultati del mio lavoro e riesco ad intervenire sul
prodotto». Ha citato le proprie campagne elettorali che hanno avuto più
successo con budget limitati (pur senza raggiungere l'obiettivo della
elezione): quelle per la Santanchè («in 6 mesi abbiamo dato visibilità ad un
partito che non esisteva») e per Boselli («Quel 'Gesù è il primo socialista
della storia' è stato il mio miglior spot» confessa). Non sono mancate le
battute contro Berlusconi («ho smesso di lavorare per lui perchè i politici li
scelgo io e mi piacciano solo quelli che dicono la verità), Fini («ha definito
YouTube un sito, vergogna») e a favore di Brunetta («sul suo blog risponde a
tutti»). Pitteri ama, invece, i risultati sui tempi lunghi: «E' per questo che
ho scelto di lavorare con le imprese: solo così si riesce ad entrare in esse a
far emergere all'esterno ciò che l'impresa davvero è. Tra l'immediata
misurabilità del lavoro e i risultati sui tempi lunghi sta tutto l'universo
della comunicazione». Con un'avvertenza: «I consumatori adesso non sono più
masse - ha concluso Pitteri - ma individui; quando tutte le imprese lo
capiranno, si smetterà di pensare che la vera comunicazione sia quella dei
grandi pubblicitari degli anni '60».
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
LA TAVOLA ROTONDA.
Affollato convegno, promosso da Ordine degli avvocati e Progetto professione.
Nove anni di sentenze e un vuoto legislativo ancora da colmare «Fine vita», il
dubbio oltre Eluana di Lucilla Perrini È necessaria o meno una legge sul
testamento biologico? Intorno a questa complessa domanda si sono articolati gli
interventi dei relatori del convegno «Il testamento biologico» organizzato ieri
pomeriggio all'Istituto Artigianelli dall'Ordine degli Avvocati di Brescia e da
Progetto Professione. NUMEROSI gli avvocati presenti ad ascoltare gli
interventi di Giuseppe Ondei, Presidente della Terza Sezione civile del
Tribunale di Brescia, Pietro Rescigno, già docente di Diritto Civile a La Sapienza
di Roma, Andrea Nicolussi, Ordinario di Diritto Civile all'Università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano, Alessandra Bagni, medico anestesista al Policlinico
di Modena e al posto di Raffaele Calabrò, impossibilitato a partecipare,
Antonio D'Andrea, professore di Diritto costituzionale all'Università
degli Studi di Brescia. Per Giuseppe Ondei, chiamato a parlare sul caso
Englaro, proprio questa vicenda «così di confine, nella quale le ideologie
hanno interferito con le scienze giuridiche» ha evidenziato la necessità di
arrivare a una definizione dal punto di vista giuridico di cos'è la persona
umana e di cos'è la persona fisica. Ondei ha ripercorso i nove anni di
sentenze, mettendone in rilievo le criticità e i passi avanti compiuti nelle
diverse tappe. Secondo il presidente in merito al contenuto delle sentenze
della Cassazione vi sono alcuni interrogativi nodali: l'alimentazione e
l'idratazione artificiale sono da considerare come atti di sostentamento o come
trattamento sanitario? Il diritto/rifiuto delle cure, stabilito dalla Cassazione
penale, civile e dalla Commissione di bioetica, può essere disatteso in nome di
un dovere di curarsi o in nome della sacralità della vita? E ancora, se il
paziente non è capace di intendere e di volere, come ci si deve comportare? IL
PERICOLO e il punto centrale della questione secondo Ondei sta proprio nella
sentenza della Cassazione che stabilisce che basta non solo la volontà
presunta, ma anche quella ipotetica, per interrompere le cure a una persona che
si trova in stato vegetativo permanente «anche se - chiarisce - nel dubbio la
Cassazione si pronuncia pro vita». Per Ondei il valore in gioco è molto alto e
solo la legge può muoversi con equilibrio in questa materia, «ma a due
condizioni: primo, non esiste una soluzione esclusiva, ma una ricerca tra discipline
ragionate e condivise; secondo, quando si raggiunge il nucleo duro
dell'esistenza nessuna volontà esterna, sia pure espressa dalla collettività o
dal Parlamento, può scegliere al posto dell'interessato». La necessità di
riempire il vuoto legislativo è, secondo Antonio D'Andrea, richiesta da più
parti. Sulla nuova legge sul testamento biologico D'Andrea osserva: «La
prospettiva dalla quale parte il legislatore - spiega - è che il diritto alla
libertà individuale non include il diritto di accedere o di rifiutare un
trattamento sanitario». IL DISEGNO di legge circoscrive i limiti dell'atto
medico e anche quelli del paziente: «No all'eutanasia, astensione dei
trattamenti sproporzionati e non efficaci, disciplina dell'accanimento
terapeutico da un lato e dall'altro diritto dell'individuo di rifiutare cure
futili, sperimentali, altamente invasive e debilitanti». Quindi viene esclusa
l'eutanasia, ma anche la possibilità di rifiutare l'alimentazione e
l'idratazione. Di fronte a una legge che dice e non dice, che vorrebbe limitare
il potere dei giudici ma invece lo amplia, Pietro Rescigno si dichiara
scettico. «Secondo il mio parere - sostiene Rossigno - sarebbe preferibile
posticipare e non risolvere sul piano legislativo, dato che le ultime formule
non dicono granché e inoltre manca un minimo di accettazione comune». Rescigno
riassume: «Capisco le polemiche nate intorno al caso Englaro, ma sono incline a
sostenere che la libertà del soggetto di autodeterminarsi riguarda tutti» e
quindi, come ha sancito la Cassazione, anche soggetti incapaci di intendere e
di volere.
( da "Repubblica, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina V - Torino Affonda le radici nella Prima Repubblica la nascita della società pubblico-privata. Una storia sbagliata L´irresistibile ascesa dell´Interporto
creatura socialista ora nelle mani del Pd Da Lombardo agli attuali assetti
frutto di un compromesso E dietro l´angolo Gavio pronto a rilevare tutto ETTORE
BOFFANO PAOLO GRISERI è una storia un tempo molto socialista e adesso tutta del
Pd, una storia che avrebbe fatto infelice il Celentano della via Gluck
(per via di quei prati lungo la tangenziale pronti a coprirsi di cemento), una
storia sbagliata come avrebbe cantato de Andrè (con tanto di procura e di
Fiamme Gialle sul posto). Affondano dunque nella politica della Prima Repubblica la nascita e l´irresistibile ascesa di
"Sito", la società mista per l´Interporto di Orbassano. Da un´idea di
quell´Attilio Bastianini, liberale e superarchitetto del superpartito torinese,
e con la regìa iniziale di Silvano Alessio detto "Abracadabra" che si
fermò nel Psi di Craxi partendo dai monarchici. Alessio convoca a guidare il
progetto Luigi Giribaldi, allora proprietario della Traco Trasporti (prima di
tentare scalate spregiudicate in borsa): chi meglio di lui infatti per una
scelta così innovativa che voleva mettere assieme la modernità della logistica,
la volontà di trasferire il trasporto su gomma verso quello su rotaia e la
possibilità di intercettare (molto prima della Tav) l´asse economico tra la
Liguria e la Francia? Tutto però latita (siamo all´inizio degli Anni 80) e i
prati restano prati. Così, sempre da casa socialista (dove nel frattempo è
sorto l´astro craxiano di Giusi La Ganga), ecco spuntare il manager d´area:
Fedele Lombardo, già provveditore regionale alle opere pubbliche, consulente
anche di Giuliano Amato. Sarà presidente per 20 anni e oggi è
"onorario": ha attraversato tutte le stagioni possibili (sino al
centrosinistra di Mercedes Bresso) e ha fatto decollare "Sito"
tenendo a bada soprattutto i "privati" del 43 per cento. Privati che
all´inizio dovevano essere proprio gli spedizionieri come Giribaldi: ma la
sinergia non funzionò. Così l´economista Pino Maspoli (anche lui un
socialista), chiamato a guidare la società dei privati, la
"Socotras", sollecita e convince i grandi costruttori (a cominciare
dalla Zoppoli & Pulcher) a farsi avanti con il miraggio di costruire le
strutture dell´Interporto: una possibilità svanita man mano con il mutare delle
normative sugli appalti. Ed eccoci allora ai giorni nostri, ancora con Lombardo
alla guida e con altre presenze importanti in "Sito": come il
direttore dei lavori, l´ingegner Bruno Cipullo (legatissimo a Lombardo), e
l´altro direttore, l´ex Pci Gerardo Larotonda (anche lui con qualche simpatia
per La Ganga) ed espressione della parte privata. Ma
nella primavera del 2005, Bresso conquista il Piemonte e decide in tutta fretta
di sbaraccare. Congeda Lombardo, dimezza i compensi previsti per il presidente
e si affida ad Alessandro Di Benedetto: ex assessore del Pds a Nichelino,
animatore dell´Adusbef, uomo prima di Di Pietro e infine finito nel Pd passando
per la Margherita. Una nomina che risolve tanti problemi proprio in casa del
partito allora guidato da Francesco Rutelli: nella Margherita, infatti, il
"cattolico" Stefano Lepri ha battuto per poche decine di voti il
"laico" Di Benedetto (allora affiliato a Paolo Peveraro). Ma un
ricorso elettorale del "trombato" rischia di trascinare tutto per le
lunghe e di schizzare fango a 360 gradi: alla fine "Sito" diventa la
soluzione provvidenziale. Da quel momento, nella società dell´Interporto
crescono la svogliatezza dei "privati" e la strategia pubblica per acquisire il 100 per cento in cambio di quei 28
milioni certificati dall´ex berlusconiano Luigi Tealdi (ora anche lui nel Pd
all´ombra di Peveraro). Di Benedetto, invece, si è avvicinato alla corrente di
"Sinistra per", grazie a un buon rapporto iniziale col redivivo La
Ganga. E le sorti di "Sito" nel frattempo toccato e impreziosito dal
tracciato della Tav in Val di Susa? Se l´operazione avviata con la perizia
Tealdi andrà in porto, sarà un´esistenza pubblica
destinata a durare (almeno a dare ascolto ai più maligni) per poco. Con il
"re delle autostrade", Marcellino Gavio, pronto a rilevare tutto.
( da "Arena, L'" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Sabato 07 Marzo 2009
CRONACA Pagina 20 Mostra di pittura e scultura Oggi, alle 11, si inaugura al
Centro Culturale «6 Maggio 184 Mostra di pittura e scultura Oggi, alle 11, si
inaugura al Centro Culturale «6 Maggio 1848», in via Mantovana 66, una mostra
di pittura e scultura del piccolo formato denominata «Collettiva di Primavera».
La manifestazione promossa dalla IV Circoscrizione è organizzata dal Gruppo
Amici dell'Arte «Nardi». La mostra intende sviluppare ed ampliare la conoscenza
dell'arte figurativa presentando diverse tendenze e tecniche. Nell'esposizione
vede allineati 32 soci artisti con due opere ciascuno e resterà aperta fino al
20 marzo, tutti i giorni dalle 16 alle 19. Archeologia al Museo Nell'ambito
delle attività domenicali rivolte a bambini e adulti, domani 8 marzo il museo
di Storia Naturale propone la visita guidata alla mostra «Storie Sepolte. Riti
e culti all'alba del II millennio a.C.» e un laboratorio didattico per bambini.
L'esposizione presenta i primi risultati delle indagini archeologiche da poco
concluse ad Arano, nei pressi di Cellore d'Illasi. Fondazione Toniolo, feste,
santi e tradizioni Lunedì 9 marzo, alle 16, alla Fondazione Toniolo inizierà il
corso «Ancora feste, santi e tradizioni del popolo veronese» che prosegue
l'argomento intrapreso l'anno scorso. Il corso si svolgerà in sei incontri, il
lunedì dalle 16 alle 17.15. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi alla
Segreteria della Fondazione Toniolo, Chiostro di San Fermo, telefono
045.803.4474. Seconda conferenza al «Francesco Zorzi» Martedì 10 marzo, alle
17.30, al Museo Civico di Storia Naturale, in lungadige Porta Vittoria 9, il
professor Bruno Sabelli, docente
di Zoologia all'Università di Bologna, terrà la seconda conferenza del ciclo.
«Storie naturali di vertebrati marini», a titolo «Pesci». L'incontro è aperto a
tutti, ed è organizzato dall'«Associazione Naturalisti Veronesi». Al teatro
Stimate «La donna dell'Islam» Oggi al teatro Stimate di via Montanari 1,
alle 20.30. il Consiglio Islamico di Verona organizza una serata sul tema «La
donna nell'Islam», definizione, doveri, diritti. Relatore, il dottor Mohsen
Khochtali. Una visita-lezione alla casa di Giulietta L'Associazione Animatori
Culturali e Ambientali del Centro turistico giovanile vuole far conoscere e
riscoprire la storia e l'arte della nostra città. Oggi, 7 marzo alle 15.30, con
appuntamento nel cortile di via Cappello, la professoressa Daniela Zumiani, docente e storico dell'arte, farà da guida per illustrare la
casa di Giulietta. Iscrizioni per corsi di lingua francese L'Alliance Française
comunica che sono aperte le iscrizioni per i corsi di lingua francese (tutti
livelli), della durata di 40 ore. Tutti i corsi dell'Alliance preparano anche
agli esami per il conseguimento delle certificazioni europee Delf/Dalf. Per
informazioni ed iscrizioni, telefonare all'Alliance Française in via Pellicciai
17, telefono 045.595.801 o 349.871.5625.
( da "Centro, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Domani gara di
slalom per bambini Rilancio dei Prati di Tivo La nuova seggiovia sarà pronta
per luglio TERAMO. La nuova seggiovia-cabinovia dei Prati di Tivo sarà pronta
entro il 31 luglio. Ad annunciarlo è il presidente della
società pubblico-privata
Gran Sasso teramano, Fernando Marsilii, a margine della presentazione del 32º
Gran premio giovanissimi di sci in programma domenica ai Prati di Tivo. I
lavori per completare l'impianto riprenderanno tra un mese e, salvo nuovi
intoppi, consegneranno agli amanti della montagna un'opera moderna (è la
seconda del genere in Italia) costata 12 milioni e mezzo di euro. Nel
frattempo, domani i Prati di Tivo accoglieranno oltre 300 ragazzi tra gli 8 e
gli 11 anni, provenienti da tutto il Centro sud, per partecipare ad uno slalom
gigante. Dalle 9 la pista del "Pilone di mezzo" sarà teatro della
gara che qualificherà i primi 15 di ogni categoria maschile e femminile alla
finale nazionale del 4 e 5 aprile a San Sicario, in provincia di Torino. Da
tenere d'occhio, tra gli abruzzesi, la sciatrice di origini teramane Giulia Di
Francesco (classe 1999), giovane promessa della scuola di sci Prati di Tivo che
l'anno scorso è arrivata quarta nella gara nazionale. A presentare l'evento di
domani sono intervenuti il direttore degli impianti dei Prati di Tivo, Antonio
Riccioni, e il direttore tecnico della scuola di sci Prati di Tivo, Fernando Di
Francesco. Ad arricchire il tutto, è posizionato su una pista il "Big air
bag", cuscino d'aria che consente di provare evoluzioni acrobatiche in
totale sicurezza. I turisti, invece, durante la gara potranno utilizzare le
piste a loro riservate. Gaetano Lombardino
( da "Provincia Pavese, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Prime linee guida
per il futuro rettore Via al dibattito pre-elezioni. Scevola: «Più attenzione
alle scientifiche» PAVIA. Cosa serve all'università?
Dopo la comunicazione ufficiale sulla data delle elezioni del rettore, il 20
maggio, inizia il dibattito. Se da un lato non ci sono ancora candidati,
dall'altro si inizia a riflettere su possibili linee guida da indicare al
futuro rettore. Quattro docenti hanno inviato ieri una
lettera ai colleghi: «Siamo un gruppo di ex-docenti dell'università di Pavia e vorremmo
promuovere un ampio dibattito - scrivono Alessandro Cavalli, Gianluigi Corona,
Alberto Gigli Berzolari, Paola Vita-Finzi - convinti che gli anni a venire
saranno decisivi per il futuro del nostro ateneo». Nella lettera seguono
nove punti, direzioni che l'ateneo dovrebbe impegnarsi a seguire: «Aprire tra
tutte le componenti un ampio confronto sulla situazione del bilancio
dell'ateneo, individuare attraverso il proprio Nuv e anche esperti esterni le
proprie aree di eccellenza e investire prioritariamente in esse e sottoporre le
proprie strutture a un avalutazione di qualità con cadenza quinquennale». Sul
fatto di dover individuare le proprie «aree di eccellenza» è d'accordo anche
Daniele Scevola, direttore del dipartimento di Malattie infettive e consigliere
d'amministrazione dell'ateneo. «Occorre focalizzare qual è il core business
dell'ateneo - spiega Scevola - Ed è giusto dare la possibilità a un rettore che
non ha sfigurato e che anzi, ha portato benefici nel settore umanistico. Però
adesso nel secondo mandato deve puntare su Medicina, sulle facoltà
scientifiche. Questo è il sostegno che gli posso dare come facoltà di Medicina
e come ricercatori delle facoltà scientifiche». Un appoggio che, ragionando in
ipotesi, non è da poco. Medicina e Scienze, con 295 docenti la prima e 259 la
seconda, raggiungono il 50,6% del totale dei docenti. Tornando alle nove linee
guida, si legge nella lettera: «Bisogna incrementare il grado di attrattività
dei dottorandi da parte di studenti stranieri, incrementare le risorse
destinate a borse di studio, favorire di un rapporto di collaborazione tra
ricerca applicata e imprese innovative del territorio». Si pone l'attenzione
anche su strutture più adeguate per la didattica, sulla promozione di nuove
sinergie con lo Iuss e i collegi, e sulla creazione di nuovi collegi,
rafforzando il reclutamento di tipo meritocratico. Una lettera punto di
partenza per una giornata di discussione da fissare tra marzo e aprile. Prima
delle elezioni. (ma.br.)
( da "Nuova Sardegna, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 28 - Sassari
Aquiloni L'associazione aquilonistica I colori del vento informa le scuole di
ogni ordine e grado ... Aquiloni L'associazione aquilonistica I colori del
vento informa le scuole di ogni ordine e grado che sono ripresi i laboratori di
costruzione aquiloni per bambini e ragazzi, il laboratorio inizierà con una
lezione teorica sulla storia dell'aquilone, successivamente la costruzione ed
infine la prova di volo. Info ai numeri 079 361597, 333 9465525, chiedere di
Vito. Sommeliers L'Associazione italiana sommeliers comunica che l'11 marzo
alle ore 19 nella sala conferenze del White & Green a Sassari avrà inizio
il corso di qualificazione professionale per sommelier 1º livello rivolto ad
operatori del settore e aperto anche agli amatori. Il corso sarà articolato in
16 lezioni con cadenza bisettimanale. Ad ogni corsista verrà consegnato il
materiale didattico (libri e quaderno) e la valigetta con i bicchieri da
degustazione per ogni allievo. è ancora possibile iscriversi contattando il
delegato Ais Roberto Dessanti, 079/291851 - 347/0168788 o via e-mail
ais.sassari@tiscali.it Marinai d'Italia Il 14 marzo alle
( da "Mattino di Padova, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 5 - Primo
Piano Tutti contro la chiusura La rabbia dei commercianti: «Adesso basta»
PADOVA. «Non avremmo voluto finisse così, con un convegno blindato. La nostra
intenzione era totalmente diversa». Ieri pomeriggio Palazzo del Bo si è chiuso
a riccio. Una barriera protettiva eretta attorno all'ospite d'onore, monsignor
Rino Fisichella, invitato in ateneo dalla fondazione onlus Marina Minnaja per
parlare di bioetica dei trapianti e delle staminali. Di scienza, alla fine, in
aula E si è discusso, ma quel che resta sono gli aculei di una scelta di
chiusura «imposta». GLI ORGANIZZATORI. «Abbiamo insistito perché quest'incontro
con il presidente della Pontificia accademia Pro Vita potesse avvenire a
qualsiasi costo - dice Patrizia Burra, gastroenterologa - perché quello dei
trapianti è un tema che implica non solo problemi di carattere morale ma anche
scientifico. In Italia - precisa - si possono utilizzare le cellule staminali
adulte e non quelle embrionali: questo rende difficoltoso soprattutto il
trapianto di fegato. Siamo qui per sostenere il progresso della ricerca e per
lanciare un messaggio chiaro ai nostri giovani. La nostra fondazione è composta
da medici, dottorandi e ricercatori; sia laici che cattolici». A seguire la
«lectio» di monsignore e gli altri interventi - chi direttamente dall'aula E e
chi, invece, dagli schermi collegati in video conferenza nelle aule Nievo e
Ederle - erano in totale 350 persone. Molte autorità, tanti docenti,
altrettanti giornalisti e qualche decina di studenti, per lo più iscritti alla
facoltà di Medicina e Chirurgia. Tutti, entrati nel cortile antico su invito.
«Abbiamo chiesto il sostegno delle forze dell'ordine per garantire la
sicurezza. L'università - replica Guido Scutari, prorettore con delega alla condizione
studentesca - ha sempre ospitato tutti e continuerà a farlo». I DOCENTI. «Siamo
perplessi e scandalizzati per la militarizzazione del Bo», accusano i
professori Stefano Allievi (sociologo) e Umberto Curi (filosofo). «E
siamo amareggiati per un intervento in cui si è citata la parola
"staminali" una sola volta: temevamo potesse essere un congresso
politico, e così è stato». I POLITICI. «Ho sempre considerato Padova come una
città aperta e la considero ancora tale», è il commento di Maurizio Lupi,
vicepresidente della Camera dei deputati. «Non la vedo una città ostile solo
per le minacce di un gruppetto di studenti. E sono grato che da parte del mondo
politico, e da ogni fronte, ci siano giunti messaggi solidali». In aula ad
ascoltare l'assessore Massimo Giorgetti, l'onorevole Antonio De Poli, i
consiglieri Gianpiero Avruscio, Domenico Menorello. I PASSANTI. La reazione dei
passanti? Attonita. Si avvicinano agli agenti chiedendo il perché di tale dispiegamento
di forze. Molti insistevano per oltrepassare. Assurdi i dialoghi. «Non è
possibile passare, dovete fare il giro». «E perché?». «C'è un convegno». «Ma
devo andare in Prato». «Faccia il giro». «Perché?». «Perché sono le
disposizioni». Dietro-front a bocca aperta. I NEGOZIANTI. A rimetterci, in
termini economici, sono stati gli esercenti del listòn, costretti praticamente
a chiudere bottega, accerchiati dalle transenne. Dalla farmacia, dalla
libreria, dalla cartoleria, dal negozio di abbigliamento e dal Caffè Antille si
è alzato un coro unanime: «Perché non farlo altrove, questo convegno? Ogni
volta che si temono scontri siamo noi lavoratori ad essere penalizzati». E
lanciano pure qualche proposta, per il futuro: «Perché non utilizzare il centro
congressi Papa Lucani, oppure il palasport?». (Morena Trolese)
( da "Tempo, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
stampa Oggi la
presentazione Una società scientifica per lo studio delle patologie provocate
dal pesce crudo Nasce una nuova società scientifica chiamata Gispla (Gruppo
italiano per lo studio delle patologie da larve anisakidi): viene presentata
oggi alle ore 13, nella sala business dell'Hotel Victoria, in via Piave 142. Il
"battesimo" si tiene in coda alla V giornata del Corso "I
prodotti della pesca ed i molluschi bivalvi vivi: controlli veterinari a tutela
del consumatore", organizzato da Vincenzo Olivieri, della Società italiana
di medicina veterinaria preventiva. Il Gispla riunisce un gruppo di studiosi,
per lo più dell'area Pescara-Chieti, che hanno approfondito l'interesse nei
confronti di patologie finora poco conosciute, causate dalle larve di nematodi
appartenenti ai generi Anisakis, Pseudoterranova e Contracoecum. Tali
parassiti, trasmissibili attraverso l'ingestione di prodotti ittici crudi
oppure non sufficientemente cotti, possono causare appendiciti, occlusioni
intestinali, gastro-enteriti, shock anafilattico, asma e dermatiti. Il
presidente del Gispla è Paolo Fazii (Laboratorio analisi, Pescara), vice è
Franco Ciarelli (Chirurgia generale, Pescara), segretario e
tesoriere sono rispettivamente Vincenzo Olivieri e Carlo D'Intino (entrambi di
Medicina veterinaria, Pescara), coordinatore scientifico è Domenico Angelucci
(Anatomia patologica, Chieti), presidenti onorari sono Giacomo S. Gidaro
(Chirurgia generale, Pescara, e docente dell'Università "d'Annunzio) e Simonetta Mattiucci
(Università "La Sapienza", Roma).
( da "Mattino di Padova, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 7 - Primo
Piano Diario di uno scrittore all'università Non serve
protestare, basta ascoltare FERDINANDO CAMON Arrivo al Bo, e mi fa una brutta
impressione: due furgoni della polizia, posti di traverso, sbarrano la strada.
Bisogna entrare uno ad uno per un pertugio fra le transenne, e lì ti
controllano, devi essere nella lista. Una conferenza blindata. E che, parlerà
Pinochet? Hitler? Stalin? Ma no, è una conferenza sull'etica dei trapianti e
sull'uso delle staminali, riguarda la vita e la morte, cosa si può fare
all'inizio e alla fine della vita, quali sono i nostri diritti sul nostro
corpo. Parla un alto prelato, venuto apposta da Roma, espone il punto di vista
cattolico. M'interessa. Fra un mese dovrebbe parlare un laico, forse Veronesi,
illustre medico che è stato anche ministro della Sanità. M'interessa, andrò a
sentirlo. Una città non è mai così in pace come quando si può ascoltare una
tesi e la tesi opposta, un cattolico e un laico, uno per cui questo mondo è
tutto e fuori di questo mondo non c'è nulla, e uno per cui questo mondo non si
giustifica ma rimanda a qualcosa che sta prima e dopo. Ho studiato in questa università, conosco le aule, i corridoi, i cortili. Qui mi
sono abituato ad ascoltare (esperienza fondamentale per diventare cittadini
democratici) professori cattolici, laici, immanentisti, spiritualisti,
marxisti, ex-fascisti. I professori si sfottevano uno con l'altro: parlava un
neoidealista, e faceva battutacce sul collega cattolico che teneva lezione
nell'aula accanto. Eravamo (come tutti gli studenti universitari, a quell'età)
plasmabili come cera: guardavamo i docenti come dèi.
Avevamo sete delle loro parole. Bevevamo tutto. Ci seduceva la loro sicurezza,
ci sembravano sistemi che contenevano il mondo. Ci sembrava che i docenti
fossero le menti supreme della nostra epoca, guide morali e culturali. Abbiamo
superato esami su esami, ci siamo laureati e (noi di Lettere e Filosofia)
siamo diventati insegnanti con questa idea-cardine in testa: è bello che in una
università circolino più saperi, così come è bello che
di fronte all'università ci sia un'edicola dove puoi
comprare un giornale democristiano o comunista o liberale o socialista. Se in
edicola mancasse un giornale, perché la sera prima una squadra di picchiatori
ha impedito alla redazione di lavorare, la democrazia sarebbe mutilata, e i
picchiatori sarebbero i mutilatori della democrazia. Ai nostri tempi, in questa
università, non è mai successo che un professore o un
conferenziere parlasse sotto scorta armata, perché c'era chi voleva impedirgli
di raggiungere la cattedra o di far sentire la sua voce. Non è mai successo.
Oggi succede. Polizia e università sono due contrari:
l'università è il luogo del ragionamento e della
pedagogia, né il ragionamento né la pedagogia possono far ricorso ai manganelli
e agli scudi. Una tesi si deve imporre per la sua forza interna, non per la
forza armata che la sostiene. Quando s'è reso conto che all'università
di Roma avrebbe parlato sotto scorta, e che gli studenti avrebbero tumultuato
nel cortile sotto l'aula, il papa ha rinunciato a parlare. Ha fatto bene. Qui
monsignor Fisichella dice subito, fin dall'esordio, che s'è posto la domanda,
ma s'è risposto che non venire sarebbe stato peggio. Dunque è venuto. Prima di
lui parlano infinite autorità, non finiscono mai: è come se il discorso di
Fisichella, 13 pagine, avesse 200 pagine di prefazione. E' un discorso che non
fa paura a nessuno, lo firma un vescovo, ma potrebbe averlo scritto anche un
laico. Difatti Fisichella rivendica (sorpresa) una sua laicità: laicità, dice,
è sforzarsi di ragionare «mettendo fra parentesi la fede». Per cercare di
costruire un pensiero condiviso. La scienza è neutra, è il prodotto della
scienza, e l'uso che se ne fa, che va sottoposto all'etica. Il petrolio è
buono, ma una carretta dei mari che inquina le spiagge non è buona. Se la Chiesa
denuncia il pericolo di sperimentazioni fatte per i brevetti e i guadagni,
accusarla di essere nemica della scienza è come accusare chi denuncia
l'inquinamento di essere nemico del progresso. Nel campo dei trapianti di
organi, la carenza di donatori crea un mercato clandestino che miete vittime
innocenti spesso in tenera età. E ci sono degli Stati dove non è garantito che
il prelievo di organi avvenga «ex cadavere», e quando la Chiesa parla, parla al
mondo, anche a quegli Stati. Monsignor Fisichella infila uno dopo l'altro una
serie di esempi eclatanti in cui viene ignorata la dignità della persona umana,
ridotta di livello in base al reddito, al colore, al sesso. Un contraddittorio?
Impossibile: qualunque scienziato laico venga qui a esporre la questione
dall'altro punto di vista, ripeterà le stesse cose, perché queste cose stanno a
monte della scienza e della religione, la sacralità della vita il Cristianesimo
l'ha ribadita e rafforzata, ma c'era già, a partire da Ippocrate. Per
concordare non occorre essere cattolico, Basta essere uomo. (fercamon@alice.it)
( da "marketpress.info" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Venerdì 06 Marzo
2009 EVA PER SEMPRE..? LA PITTURA AL FEMMINILE, TRA MITO E REALTÀ VIGEVANO
DALL?8 AL 29 MARZO 2009 Dall?8 al 29 marzo, nella suggestiva cornice della
Strada Sotterranea del Castello di Vigevano, l?Assessorato alle Pari
Opportunità propone la seconda edizione della rassegna ?Chi dice Donna??:
quest?anno l?evento centrale sarà la mostra ?Eva per sempre. ??, dedicata alle
opere della pittrice vigevanese Maria Grazia Simonetta. Un viaggio emozionante
attraverso caleidoscopiche e visionarie immagini di draghi, allegorie dei vizi
e dei peccati capitali, che ben rappresentano il rapporto ancestrale eppure
così attuale tra Adamo ed Eva: sempre in bilico tra bene e male, tra
opportunità e perdizione, tra speranza e disperazione, tra nascita e morte. Una
collezione di quadri dove, accanto ad una sapiente tecnica di rappresentazione
del vero, si possono apprezzare messaggi metaforici e teologici. Alla mostra si
affiancheranno tre incontri domenicali con noti personaggi, che porteranno le
loro differenti visioni ed esperienze, sia laiche che religiose, sulle
tematiche proposte. Domenica 15 marzo, alle ore 17. 00, Massimo Diana, filosofo
e segretario della Società Italiana di Psicologia della Religione presso l?Università
Cattolica di Milano, Francesca Rigotti, filosofa, scrittrice e conferenziera, e
don Luca Pedroli, teologo e biblista, rettore del Seminario di Vigevano, si
confronteranno nel dibattito ?Che diavolo di donne!!?, osservando la donna in
un?ottica a tre dimensioni: quella psicanalitico/religiosa, quella filosofica e
quella biblica. Il 22 marzo durante l?incontro ?Donne in frac? si analizzerà
l?intervento e la presenza del femminile nel sociale, insieme a Ritanna Armeni,
giornalista, opinionista del quotidiano Liberazione e conduttrice di Otto e
mezzo, Antonella Mairate, assessore alle Politiche Educative e Pari Opportunità
del Comune di Vigevano, e Beatrice Campodonico, maestra compositrice di musica
solistica e da camera, direttrice di coro e docente
presso il Conservatorio ?G. Cantelli? di Novara. Infine la donna nel suo ruolo
di madre e testimone di speranza sarà la protagonista di ?Ma-donna?che
donne!!?, in programma per domenica 29 marzo, con la partecipazione di Enza
Rando, membro dell?associazione Libera a fianco delle donne contro
l?illegalità, Daniela Panero, pedagogista ed educatrice del Gruppo Abele di
Torino, e Lidia Maggi, pastora della Chiesa Evangelica Battista di Lodi e
Milano, impegnata nel dialogo ecumenico e interreligioso in ambito anche
internazionale. Ad ogni incontro lo scrittore e poeta vigevanese Armando
Garbarini presenta ?I Pensieri poetici?; coordinano il percorso Patrizia
Cottino e Nicla Spezzati, Presidente e Vice Presidente della Consulta Femminile
cittadina. Dopo la positiva esperienza del
( da "Cittadino, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Al Margot un
incontro vivace dei giovani: è un'iniziativa originale promossa dall'Ac n
Attenti, curiosi, decisi. Sono apparsi così martedì sera i giovani lodigiani
accorsi martedì al Margot di Lodi per assistere all'incontro pubblico di Azione
Cattolica organizzato per dibattere del delicatissimo rapporto fra giustizia e
perdono. Ancora divertiti dall' happy hour i ragazzi si sono dunque seduti
pronti tutti ad ascoltare le testimonianze del sostituto
procuratore di Cosenza Francesco Mìnisci e del professore dell'università cattolica di Milano Camillo
Regalia, docente di
psicologia nonché presidente della European Society of Family
Relations."La mia coscienza è guidata dalla legge". Così di fatto ha
esordito il dottor Mìnisci, spiegando dunque come la dimensione del perdono, di
per sé, non esista come istituto giuridico. "Di fronte a omicidi e
stragi io, in qualità di magistrato, non posso e non devo dispiacermi ha
continuato il sostituto procuratore ma ciò su cui mi devo concentrare scoprire
chi è stato a compiere il fatto e come". In quelle circostanze dunque c'è
spazio solo per "l'essere magistrato" e non per "la
coscienza". Tuttavia esiste una forma di "perdono dettato da paletti":
"Di fronte ad un'anziana signora accusata di spaccio di denaro falso per
essersi recata al supermercato pagando con soldi fasulli senza evidentemente
esserne consapevole, è chiaro però che subentra la valutazione della
personalità di quella persona", ha precisato Mìnisci, che tratteggiando i
requisiti fondamentali di un vero magistrato ha poi parlato di "durezza e
umanità".Impossibile poi contraddire l'affermazione del professor Regalia:
"Le persone a cui siamo più legati e a cui diamo più fiducia sono
generalmente quelle che ci fanno soffrire di più". Ma di fronte a
qualsiasi dolore ciò di cui in fondo le persone hanno realmente bisogno è il
perdono. Verso sé stessi e verso gli altri. "Chi perdona di fatto riesce a
stare meglio", ha dichiarato Regalia. Il docente
però ha messo in guardia i ragazzi dal perdono di tipo immediato. "Il
perdono infatti non è un processo automatico ha spiegato Regalia perché le
naturali e immediate reazioni, solitamente, sono la rabbia, il giusto diritto
al risentimento e la sensazione di benevolenza immeritata". Il perdono
dunque arriva solo successivamente quando "al passato è consentito di
essere passato" e l'uomo raggiunge la pace con sé stesso, compiendo così
nel perdonare un atto definibile di "sano egoismo".In che misura dunque
la mancata giustizia incide sull'incapacità di perdonare? Fino a che punto la
giustizia può davvero risarcire anche la perdita di una persona? E' possibile
che le persone possano trovare la loro pace interiore non perdonando ma
vendicandosi? Che diritto ha lo Stato di perdonare mediante la Grazia anche
persone non pentite? Esiste una giustizia condivisa a livello internazionale? E
un perdono sociale? Tante quindi le domande poste dai giovani ai due ospiti,
che in maniera efficace hanno risposto agli interrogativi di ragazzi desiderosi
di ricercare nella realtà semi di verità.
( da "Cittadino, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Tre meditazioni
quaresimali in cattedrale Al via martedì 10 marzo con la riflessione di
Goffredo Boselli n Il primo appuntamento sarà con Goffredo Boselli, monaco
della Comunità di Bose, il cui Priore è Enzo Bianchi. Martedì 10 marzo alle 21
iniziano le meditazioni quaresimali in cattedrale: sono tre, le successive il
17 e il 24 sempre in duomo e alle ore 21.Boselli è di Casalpusterlengo. Dopo
essere stato in Seminario a Lodi, nel 1993 è entrato nella Comunità monastica
di Bose.Ha studiato a Parigi presso l'Istitut Catholique teologia
liturgica.Noto conferenziere, collabora con molte riviste liturgia. Quella con
Boselle e le successive due sono un percorso spirituale per giovani e adulti.in
cattedrale a Lodi, durante il tempo liturgico della Quaresima.Il primo
appuntamento, sempre e comunque aperto a tutti, sarà sul tema "Una fede
che si plasma nel Mistero Pasquale". La Comunità monastica di Bose è una
comunità religiosa formata da monaci di entrambi i sessi, provenienti da chiese
cristiane diverse. Sin dalla fondazione, la Comunità di Bose promuove un
intenso dialogo ecumenico fra le differenti chiese cristiane. Il fondatore e
priore della comunità è Enzo Bianchi. La comunità nasce l'8 dicembre del 1965,
giorno in cui si chiude il Concilio Vaticano II, quando Enzo Bianchi decide di
iniziare a vivere, solo, in una casa affittata presso le cascine di Bose. I
primi confratelli giungono tre anni dopo, e fra essi ci sono anche una donna ed
un pastore evangelico.La comunità ha sede dal
( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 3 - Livorno
«Misi nel conto anche di perdere e non guadagnare nulla» LIVORNO. «Ah, sapesse
quante volte mi è capitato di lavorare per la pubblica amministrazione e poi di
non prendere neppure l'incarico perché il bando lo vinceva qualcun altro...». Massimo Paoli, livornese, docente all'Università di Perugia, non fa mistero che «quando si ha a
che fare con istituzioni pubbliche, è così: i bandi li fanno quando possono
essere fatti e così può finire che tu lavori per niente; a me è successo con la
Regione Umbria, ma anche con un istituto di Palermo». Con la Provincia
di Livorno, invece, è andata meglio: è stato lui a coordinare il Comitato
scientifico di coloro che hanno lavorato alla redazione del Masterplan della
logistica. Paoli ha coordinato il lavoro degli altri sette consulenti: Massimo
Losa (Università di Pisa), Manlio Marchetta (Università di Firenze), Luca Lanini
(Università di Piacenza), Simona Corradini (libera professionista), Alessandro
Marioni, Luciano Niccolai e Roberto Cela (libero professionista). E se fosse
andata male? «Beh, sapevo che avrei dovuto partecipare a un bando e avevo messo
nel conto anche un esito non felice - dice Paoli - comunque era un lavoro di
prestigio, che si è rivelato poi anche stimolante e avvincente. In ogni caso,
erano sette anni che non lavoravo per la Provincia». lu.dem.
( da "Tirreno, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Il professor
Cubeddu: una protesta senza senso Il rettore non commenta Pera: quali scontri?
PISA. Mentre dalle finestre arrivano distinti i rumori della contestazione, il
rettore dell'ateneo pisano, Marco Pasquali e il senatore Marcello Pera, già
presidente del Senato, non vogliono dire nulla sugli scontri che hanno
preceduto la presentazione del libro "Perché dobbiamo dirci
cristiani". A chi gli chiede cosa pensino di quanto è avvenuto per strada,
rispondono solamente di non essere a conoscenza della carica della polizia nei
confronti degli studenti e per questo non hanno voluto commentare l'episodio.
«Nemmeno io sono a conoscenza degli incidenti avvenuti al di fuori della
Sapienza - afferma il professor Raimondo Cubeddu, docente
di filosofia politica presso la facoltà di scienze politiche -. Ma se l'hanno
fatto, non penso che le forze dell'ordine siano intervenute senza motivo. Quel
che è certo è che la contestazione non aveva alcun senso. Durante il dibattito
è stata concessa a tutti la possibilità di esprimersi anche
in dissenso rispetto alle tesi presentate dal professor Pera e comunque lui,
che è stato docente nel
nostro ateneo, come studioso ha il diritto di presentare una sua tesi
all'interno di qualsiasi università». Durante il dibattito seguito alla presentazione del volume, è
stato concesso, in effetti, a tutti il diritto di confutare o meno le tesi del
filosofo. Uno studente, Jacopo Nespola, durante un suo intervento in cui
criticava le tesi del libro, ha espresso solidarietà agli studenti caricati
dalla polizia, a cui non è stato concesso il diritto di entrare nell'aula per
poter contestare civilmente l'ex presidente del Senato. «Avrebbero espresso le
loro idee civilmente, come ho fatto io. Magari alcuni di loro avrebbero fatto
un po' di folclore. Ma anche questa è un'espressione di libertà - ha detto lo
studente -. è incomprensibile l'atteggiamento della polizia: non c'è stata
nessuna provocazione, forse qualcuno si è avvicinato un po' troppo a loro, ma è
stata una manifestazione gioiosa e pacifica». La presentazione del libro di
Marcello Pera è stata organizzata dal "Laboratorio 99". Al dibattito
sono intervenuti anche Roberto De Mattei, docente di
storia moderna all'Università di Cassino e Pierluigi Barrotta, professore di
filosofia della scienza dell'ateneo pisano. La contestazione degli studenti era
stata preannunciata giovedì scorso, attraverso una conferenza stampa. Ma la
notizia aveva già preso a circolare nel web, tanto da non costituire una
sorpresa. Gian Mario Scanu
( da "MF Sicilia" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura , Cervelli
MIFI Sicilia
sezione: Sicilia Territorio & Imprese data: 07/03/2009 - pag: 3 autore: di
Giovan Battista Dagnino* Carta Bianca La fuga di cervelli dal Sud non è irreversibile. Ma occorre agire
presto e bene Questa rubrica intende offrire spunti di dibattito ed è aperta al
contributo di quanti credono nello sviluppo della Sicilia e nella
modernizzazione dei sistemi imprenditoriali e finanziari.Ho seguito con piacere
il dibattito che si sta svolgendo su queste pagine in merito al possibile
rientro dei cosiddetti cervelli emigrati all'estero, e
soprattutto negli Usa, dall'Italia e, ancor più specificamente, dalla Sicilia.
Si tratta di un dibattito veramente importante per il presente e il futuro dei
nostri territori che credo potrebbe essere anche alla base di idee rilevanti in
vista del rilancio, da molte parti auspicato, della competitività del made in
Italy. Proverò quindi a offrire un piccolo contributo. A mio avviso occorre
anzitutto chiarire due punti principali e un corollario ad essi. In primo luogo
bisogna considerare non tanto e non soltanto la prospettiva dei «cervelli in fuga». Sarebbe un po'
troppo riduttivo e, probabilmente, per nulla risolutivo. Occorre invece
prendere in considerazione il tasso import-export netto di cervelli
nell'ambito geografico preso come riferimento. In altre parole, occorre che
l'Italia in generale e, ancor più, il Sud della Penisola divengano importatori
netti di capitale umano specializzato con elevate competenze potenzialmente in
tutti i campi rilevanti per lo sviluppo e, in modo particolare, nei campi
tecnologici e delle scienze cosiddette hard ovvero fisiche, chimiche,
biologiche e ingegneristiche. Questo significa che dovremmo pensare altresì
alle modalità di attrazione di cervelli provenienti
dall'Asia, dall'Africa e dal vasto bacino mediterraneo, e perché no (sovente
nel caso di rientro) dalle Americhe e dall'Oceania. È in pratica quanto stanno
facendo da tempo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, e, più di recente, i
nostri vicini europei: Francia, Spagna e Germania. In secondo luogo, bisogna
cercare di ragionare a livello europeo e non solo a quello più parrocchialmente
italiano. Così facendo si potrà osservare come agiscono i vari paesi e i vari
territori d'Europa e provare a definire dei momenti di confronto e di incontro
sulle politiche di attrazione del ?capitale umano pregiato?. Penso infatti che
tempi siano maturi per cercare di definire politiche di investimento molto
attente e precise (anche a livello locale) nell'attrazione strutturata e
organizzata del capitale umano nell'ambito dei programmi dell'Ue. L'Unione
Europea è sempre assai attenta allo sviluppo regionale delle varie parti della
vasta comunità di cittadini attraverso specifici programmi di ricerca pre-competitiva e competitiva. Infine come
corollario e volano di quanto affermato occorre certamente diffondere molto più
profondamente e sistematicamente la cultura del merito, della valutazione seria
del valore delle persone considerato quali individui che indossano un proprio
corredo professionale, ovvero quanto Roger Abravanel nel suo recente contributo
da poco pubblicato ha chiamato, con un termine che da noi è stato sinora poco
diffuso e riconosciuto, ?Meritocrazia?. La meritocrazia, com'è noto, si basa su
di un sistema di valori che premia l'eccellenza di un individuo
indipendentemente dalla sua provenienza familiare di vario tipo o della potenza
economica. Un sistema meritocratico ha dunque il pregio di puntare anzitutto
sulla dottrina lockeana dell'operosità e del merito o, come recita una frase
spesso citata di Napoleone Bonaparte, su «La carrière ouverte aux talents»,
ovvero la carriera è aperta ai talenti, o ancora come ben tradotto da Thomas
Carlyle «gli strumenti a chi li può maneggiare». Per far questo si deve pensare
di attivare due circuiti che sono fra loro in stretta interazione: il primo
circuito appare molto semplice a dirsi ma lo è molto meno a farsi. Fa
riferimento alla definizione di un programma coerente e articolato di borse di
studio per supportare soggiorni prolungati di specializzazione all'estero in
istituzioni di prestigio dei migliori giovani laureati di primo e secondo
livello. La discontinuità con la situazione attuale sta nel fatto che (dovendo
tale programma esser diretto a formare parte della futura classe dirigente) le
borse di studio non si esauriscano, com'è invece accaduto, con il periodo
all'estero, ma prevedano sin da subito l'opportunità di reinserimento in Italia
o nel meridione alla fine del periodo trascorso in qualificate sedi estere.
Esso comprende quindi tre fasi: una prima di selezione dei giovani più
meritevoli da effettuare in loco; una seconda di inserimento di tali candidati
in ambienti avanzati all'estero, ove possano maturare significative esperienze
da trasferire in seguito, e infine una terza fase di reinserimento produttivo
per mettere a frutto le esperienze compiute. Un esperimento in tal senso è
stato peraltro lanciato già da qualche anno dalla Regione Sardegna e sta dando
i suoi primi frutti. Il secondo circuito può essere attivato tramite un
programma parallelo di contratti appetibili per l'attrazione e l'inserimento di
cervelli stranieri in strutture d'avanguardia presenti
sul territorio italiano e meridionale. Naturalmente per attrarre cervelli e capitale umano (quindi competenze specializzate
ed evolute), occorrono i danari per essere competitivi a livello mondiale e
altresì le strutture d'eccellenza ove inserire opportunamente tali risorse
pregiate. Quanto sin qui riferito è d'altronde nulla più di quanto insegnava,
già negli anni '50, Gunnar Myrdal, economista svedese premio Nobel nel 1974. I
paesi più ricchi, diceva nella sua analisi a livello nazionale, sono destinati
a divenire sempre più ricchi e quelli più poveri a essere sempre più poveri. Ma
questo avverrà non perché il loro sviluppo è trainato da qualche misterioso
motivo interno autotrainante. Anzi, il motivo di base è molto più consueto e
sta nel fatto che i primi attraggono, quasi naturalmente, il capitale
intellettuale mentre i secondi, mi si passi il termine, lo ?respingono?,
essendo fondamentalmente avari di opportunità di lavoro e di valorizzazione
delle professionalità soprattutto a livello giovanile. È
questa in ultima analisi la formula magica che ci indica gli obiettivi su cui
siamo chiamati a trovare un accordo (e le risorse finanziarie necessarie), in
quanto cittadini anzitutto europei e poi italiani e meridionali. * Docente di
Economia e Gestione delle imprese nell'Università di Catania
( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
ConvegniMedicina di
genere in ambito trasfusionale Ore 9, Borsa Merci, via Petrarca 10, seminario
«La medicina di genere in ambito trasfusionale» organizzato dall'Avis
provinciale Bergamo --> Sabato 07 Marzo 2009 AGENDA, pagina 21 e-mail print
ConvegniMedicina di genere in ambito trasfusionale Ore 9, Borsa Merci, via
Petrarca 10, seminario «La medicina di genere in ambito trasfusionale» organizzato
dall'Avis provinciale Bergamo. Verrà illustrata anche la ricerca «Quando il
sangue è troppo blu», un progetto di Avis provinciale condotto da Marco Bani -
psicologo, dottorando di ricerca all'Università Milano Bicocca. Moderatori
saranno il presidente di Avis nazionale, Andrea Tieghi, Tiziano Gamba e
Domenico Giupponi, rispettivamente presidente e direttore sanitario di Avis
provinciale Bergamo e Guido Finazzi, direttore del servizio di Medicina
trasfusionale degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Oratorio e Sport Al Centro
congressi Giovanni XXIII, viale Papa Giovanni XXIII, 106, seminario «Oratorio e
Sport - Indagine conoscitiva sulla funzione dello sport negli oratori della
Lombardia». Ore 9,15 introduzione ai lavori da parte di mons. Roberto Amadei,
delegato per la Pastorale giovanile della Conferenza episcopale lombarda; ore
9,30, presentazione dei risultati dell'indagine conoscitiva
sulla funzione dello sport negli oratori lombardi da parte di Diegio Mesa, docente di metodologia della ricerca
sociale all'Università Cattolica di Brescia. Ore 10,15, presentazione
metodologia e lettura dell'indagine a cura di Caterina Gozzoli, docente di psicologia della convivenza
socioorganizzativa all'Università Cattolica di Brescia. Ore 11, tavola
rotonda dedicata alle opportunità pastorali dell'esperienza sportivi negli
oratori, con don Alessio Albertini, segretario Commissione dello sport per la
diocesi di Milano, don Michele Falabrettti, diretore Ufficio per la pastorale
giovanile della diocesi di Bergamo e Davide Iacchetti, referente Csi Lombardia.
fiereCreattiva: le arti manuali dell'hobbistica e del bricolage Alla Fiera di
via Lunga, continua «Creattiva», il salone dedicato a tutto ciò che è bello e
facile da realizzare organizzato dall'Ente Fiera Promoberg, con stand dedicati
al ricamo, al patchwork, découpage, ceramica, stencil, belle arti, perline
bigiotteria e accessori e tanto altro; fino a domani. Orario: 10-20. Ingresso 8
euro, parcheggio 2 euro. Paesi & Sapori Dalle 10 alle 20, sul Sentierone,
manifestazione «Paesi & Sapori» organizzata dall'Associazione nazionale La
Compagnia dei Sapori con il patrocinio dalla Provincia di Bergamo; fino a
domani. Le aziende presenti proporranno al pubblico, in degustazione e in
vendita, i prodotti tipici delle proprie regioni. IncontriAperitivo con Pia
Locatelli Ore 17,30, al Caffè Letterario, via S. Bernardino 53, aperitivo con
Pia Locatelli; ore 21 premiazione delle poesie e delle opere vincitrici del
concorso dedicato a tutte le donne. Berlino dopo la caduta del Muro Ore 16, alla
sede dell'Associazione Generale di Mutuo Soccorso, via Zambonate, 33, Andrea
Rota tratta il tema «Berlino dopo la caduta del Muro». Giornata della donna con
il Circolo europeistico Ore 17 nel salone delle conferenze in viale Papa
Giovanni 106, il Circolo culturale europeistico di Bergamo promuove un incontro
in occasione della giornata internazionale della donna. Interverrano
l'eurodeputata Patrizia Toia e la presidente del Cif Teresina Togni;
nell'occasione sarà anche presentato il libro «Il segreto di Matelda» di Fausta
Schiavi. Giornate di orientamento professionale Continuano le giornate
organizzate dal Rotary Club Bergamo: ore 9-12, Sala Caravaggio del Polo
fieristico di via Lunga, giornata dedicata al settore commercio, turismo e
servizi. Relatori Ivan Rodeschini, presidente Ente Fiera Promoberg, Oscar
Fusini, responsabile area istituzionale e delle Categorie Ascom e Ruggero
Pizzagalli, direttore consorzio Oriocenter. La storia e l'arte a Bergamo Ore
17, Museo Adriano Bernareggi, via Pignolo, 76, presentazione del secondo volume
della collana «Fonti e strumenti per la storia e l'arte a Bergamo: Indici de
l'Effemeride sagro profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo, sua
diocese e territorio di Donato Calvi (1676-1677)», con interventi di Giulio
Orazio Bravi, direttore della Biblioteca Mai; Battista De Paoli, coordinatore
Bcc della provincia di Bergamo; Simone Facchinetti, conservatore del Museo
Bernareggi e Aurora Furlai, curatrice del volume. Viaggio nell'inferno di Dante
Alla biblioteca «L. Pelandi» di via Corridoni, 28/a, riprendono gli incontri
dedicati alla Divina Commedia, con lettura, commento e immagini a cura di
Beatrice Gelmi. Ore 16, lettura del Canto XVI e XVII. Colere, filmati sulla
Valle di Scalve Ore 21, al PalaColere, continua la mini-rassegna
cinematografica dal titolo «Filmati e documenti della Valle di Scalve», a cura
della Pro loco e della Biblioteca. Nembro, le donne si raccontano... Ore 16,
biblioteca centro cultura, piazza Italia, in occasione della Giornata della Donna,
incontro «Le donne si raccontano...» organizzato dalla Convenzione delle donne
di Nembro, la camiceria «Il Filo di Fate», Terra madre, Cascina solidale, con
inaugurazione della mostra di pittura di Jennifer Gandossi e intervento
musicale di Roberto Arnoldi. Nembro, l'orto familiare Ore 14,30, alla
Biblioteca centro cultura, piazza Italia, incontro di introduzione
all'orticoltura familiare condotto dall'agronomo Marco Zonca. Tema «L'orto
familiare: preparazione, semina, trapianti». Terno d'Isola, presentazione
gasatore Ore 15, auditorium comunale, via Casolini, assemblea pubblica di
presentazione del gasatore che le famiglie potranno usare in casa per gasare
l'acqua del rubinetto, proposta dall'amministrazione comunale. Verdello, l'arte
femminile per la festa della donna Serata dedicata all'arte al femminile, al
Centro civico, per festeggiare la tradizionale festa della donna tra pittura,
musica e poesia. Ore 20, sala esposizioni del Centro di piazza Aldo Moro,
inaugurazione della mostra collettiva di Pittori e scultori stezzanesi, che
rimarrà allestita fino al 22 marzo, tutti i giorni dalle 15,30 alle 18, e le
mattine di ogni sabato e domenica, dalle 10 alle
( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del
07-03-2009)
Argomenti: Cultura
AGENDA MASSA /
CARRARA pag. 20 Nuovo avvocato Il nostro concittadino Michele Vincenti ha
brillantemente superato la prova di esa... Nuovo avvocato Il nostro
concittadino Michele Vincenti ha brillantemente superato la prova di esame per
l'abilitazione alla professione forense. All'avvocato Vincenti le felicitazioni
da parte della nostra redazione e l'augurio di un proficuo lavoro. Laurea in
lettere Barbara Luccini si è brillantemente laureata (110 e lode) alla facoltà
di Lettere e Filosofia dell'università di Pisa. Alla
neodottoressa che ha discusso la tesi «Il ruolo dell'insegnante nei confronti
dei soggetti dislessici» con relatore il professor Berrettoni, arrivino gli
auguri della famiglia, dei parenti e degli amici. Messa in suffragio Oggi
pomeriggio, alle 16.30, monsignor Eugenio Binini, vescovo diocesano, celebrerà
una messa solenne presso la Cappella del cimitero di Turano in suffragio di
tutti i defunti del cimitero. Conversazione «In te mi affido quanto creatura
può affidarsi in questo mondo. Interessi e sentimenti nel matrimonio
ottocentesco»: è questo il titolo della conversazione che
Mirella Scardozzi, docente
di storia moderna all'università di Pisa, terrà domani, alle ore 17.30, al circolo Briciole (via
Cervara, 115). Le donne di Elisa Gli «Amici del Museo Ugo Guidi - Onlus» e il
ministero dei Beni artistici e Culturali presentano la mostra della scultrice
Elisa Corsini, «Le donne di Elisa». L'inaugurazione è fissata per oggi
pomeriggio alle ore 16.
( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
al sant'alessandro
--> Sabato 07 Marzo 2009 CRONACA, pagina 19 e-mail print Relatori
d'eccezione ieri a Bergamo per l'incontro su «Le recenti novità del giudizio
avanti la Corte di Cassazione» organizzato dall'Associazione provinciale
forense (Anp), con il patrocinio dell'Ordine degli avvocati, e svoltosi
all'auditorium del collegio Sant'Alessandro (nella foto Bedolis il tavolo con
relatori e organizzatori). A tracciare un quadro della nuova disciplina che
norma il terzo grado di giudizio c'erano il primo presidente della Cassazione,
Vincenzo Carbone, che ha svolto la relazione introduttiva, e Romano Vaccarella,
ex giudice della Corte costituzionale e ordinario di Diritto civile all'Università La Sapienza di Roma, che ha sviluppato il tema del
controllo preventivo dei ricorsi e del vaglio di ammissibilità. Ha concluso i
lavori Mariacarla Giorgetti, docente di Diritto civile e di diritto fallimentare all'Università di
Bergamo, che ha parlato della prassi applicativa della Cassazione sui quesiti
di diritto e sulla loro possibile soppressione. 07/03/2009
nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE
( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Beauty, fitness,
cucina per l'open day domani al Grand Hotel --> Sabato 07 Marzo 2009
VITABERGAM, pagina 28 e-mail print Open day - riservato alle donne degli uffici
business delle aziende clienti - domani al «Grand Hotel del Parco», quattro
stelle di Stezzano. Un invito per una giornata all'insegna di relax, fitness,
bellezza, intrattenimento, ristorazione e formazione. A disposizione i personal
trainer della palestra «I clubs San Marco», che affiancheranno gli invitati
(circa 150) nell'utilizzo delle attrezzature della palestra dell'hotel; nella
beauty hall lo staff del centro estetico «Fior di donna» sarà a disposizione
per massaggi, «Charmebeauty & co» per ricostruzione unghie ed exstensions
ciglia, mentre nella sala coiffeur lo staff di Ettore parrucchiere si occuperà
di piega e trucco personalizzato. In programma anche una lezione di difesa
personale, con l'istruttore Juri Ambrosioni; in cucina, le docenti Manila
Foresti Sancinelli e Irina Cigolini, della scuola «Arte del cucinare»,
spiegheranno i segreti dei «Primi piatti in giallo» e «Dolce e salato»; nel
corso della giornata, anche una lezione di decoro floreale con il titolare dei
negozi «I giardini di Giava», che insegnerà ad arricchire la tavola. Per quanto
riguarda la formazione, nelle sale del centro congressi dell'hotel sarà a
disposizione un pool di esperti. Tra gli incontri, in programma una
conversazione con Eugenio Gandolfi, docente di chirurgia plastica all'Università di Siena; poi un seminario
con Luigi Frigerio, direttore di Ostetricia e ginecologia ai Riuniti di
Bergamo, sul tema «Prevenzione e cura dei tumori femminili: il vaccino»; quindi
altre esperte di temi femminili (Serena Paris, Giusy Carolei e Lucia Viola),
mentre Luca Panseri, psichiatra e psicoterapeuta, terrà un incontro
intitolato «Il viaggio verso sé». A disposizione, anche il baby club. Il tutto
posto in risalto dalla buona cucina del ristorante dell'hotel che, infatti,
resterà aperto tutto il giorno dal breakfast alla cena. «La direzione del Grand
Hotel del Parco - spiega il direttore marketing Paola Rovelli - vuole offrire
questa giornata per far conoscere il prestigio, l'accoglienza e la
professionalità che riceveranno gli ospiti indirizzati in questa struttura
dalle aziende orobiche». 07/03/2009 nascosto-->
( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-07 - pag: 3 autore: Il riavvio. Pronti a
ripartire la progettazione e l'appalto con il general contractor guidato da Impregilo
Tra Scilla e Cariddi via più incerta per i privati ROMA La sfida è ripetere il
miracolo che Silvio Berlusconi, Pietro Lunardi e Pietro Ciucci compirono in
meno di tre anni, fra la data di approvazione del progetto preliminare al Cipe,
il 1Úagosto 2003, e la firma del contratto di appalto con il general contractor
guidato da Impregilo, nel marzo
( da "Corriere del Veneto" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere del Veneto
- PADOVA - sezione: PRIMAPAGINA - data: 2009-03-07 num: - pag: 1 categoria:
REDAZIONALE GLI INVESTIMENTI E LA CRISI A SCUOLA DI RISPARMIO di SERGIO NOTO U
na teoria economica, che di questi tempi molti hanno dimenticato, insegna che
non si deve scherzare con i tassi di interesse. Giocare a tira e molla secondo
i nostri comodi con il denaro può essere pericoloso, perché non si tocca solo la
quantità di moneta circolante ma si fanno danni irreversibili «alla struttura
del capitale », si creano opportunità ingiustificate, si finanziano attività
«tossiche». Questo invece è quanto sta accadendo per una serie di necessità
della politica e della finanza pubblica assecondate
dalla Bce, con tassi di interesse tenuti artificialmente bassi, molto più bassi
del reale costo del denaro, frutto del rapporto tra domanda (altissima) e
offerta (scarsissima). Però i soldi facili non determinano solo spese superflue,
incancreniscono il tessuto economico, perché appena i tassi salgono gli
investimenti a basso profitto sono spazzati dal mercato e aggiungono problemi a
problemi. Morale: in tempi di crisi bisognerebbe massimizzare la redditività
degli investimenti e non spendere i soldi solo perché, di riffa o di raffa,
specialmente nelle mani dei soggetti pubblici, ancora restano delle
disponibilità. Facile a dirsi, un po' più complicato da mettersi in pratica.
Difatti, proprio di questi giorni la Regione Veneto ha varato un piano di
finanziamento straordinario di opere pubbliche finalizzato al recupero
urbanistico delle città. Non grandi cifre, poco meno di 13 milioni, destinati a
collaborazioni pubblico-privato, che consentiranno la realizzazione di opere
edilizie in quasi tutti i capoluoghi della regione. Una decisione tutto sommato
giustificata e forse anche ragionevole, nel senso di una diversificazione della
spesa pubblica, di un sostegno al settore
dell'edilizia. Ma frutto di una politica da tempi di vacche grasse e un segnale
per capire quello che dovrà essere fatto in futuro e ciò che sarà meglio
evitare. Qualora la crisi economica, come è presumibile, dovesse durare ancora
qualche anno, dopo i consumatori, le banche e le imprese sarà la volta degli
enti pubblici a patirne gli effetti in termini di minori possibilità di spesa.
E a quel punto sarà indispensabile evitare spese che non siano altamente
remunerative, che siano solo la classica boccata d'aria per qualche settore in
crisi e che non possano ripercuotersi in termini di aumento delle possibilità
economiche generali. Ha un bel dire la dottoressa Anna Maria Tarantola, neo
vicedirettore generale della Banca d'Italia, che la cultura economica nel
nostro paese è molto scarsa. Basta vedere la nostra classe dirigente, non solo
quella che si occupa di politica, ma anche quella che si occupa di economia e
finanza, con i risultati che abbiamo davanti agli occhi. Tutti convinti che i
risparmi si ottengano con i licenziamenti, che i profitti si facciano con i
giochetti di prestigio. Pochi che sappiano veramente cosa
sia un investimento produttivo. Il capitale umano, la formazione, la ricerca,
questo è ciò che rende il denaro un investimento. Queste sono le direttrici in
cui in tempo di crisi le istituzioni pubbliche dovranno riorientare le loro
spese. Non l'edilizia.
( da "Corriere del Veneto" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere del Veneto
- PADOVA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2009-03-07 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE Bo blindato, Fisichella parla «I cattolici non sono afoni» Il
vescovo: la vita umana non è mai pura materia manipolabile La critica del
sociologo Allievi: un'iniziativa soltanto politica Centinaia di agenti
schierati intorno all'Università, polemica tra Galan e Zanonato sulla sicurezza
PADOVA — Centinaia di agenti in tenuta antisommossa, piazza del Municipio
presidiata da blindati della polizia e da barriere metalliche, le vie di
accesso all'università sorvegliate da uomini in
borghese. Alle 17 di ieri lo scenario che ha accolto l'atteso intervento di
monsignor Rino Fisichella al Bo, al convegno sull'etica nella medicina dei
trapianti organizzato dalla Fondazione «Marina Minnaja», era da guerriglia
urbana. Ma sulla strada - senza gli studenti dell'Onda, che si sono subito
ritirati pacificamente dentro il Liviano in assemblea - a regnare è stato solo
lo sconcerto: quello della gente che passava per caso, e quello di chi invece,
senza invito, non è riuscito ad assistere alla lectio magistralis del
presidente della Pontificia Accademia Pro Vita, che per circa mezz'ora ha letto
un testo che ha toccato molti punti, ma che dei trapianti in pratica non ha
quasi mai parlato. Nelle 14 pagine della lezione dell'alto prelato, infatti, la
parola «trapianti» è stata citata solo quattro volte (tutte in una pagina e
mezzo), mentre alle «cellule staminali», tema cruciale nel dibattito
scientifico, non si è fatto neanche un breve cenno. Monsignor Fisichella invece
si è soffermato sui temi di più stretta attualità. Da un lato il rapporto tra
istituzioni politiche e religiose: «La libertà degli Stati nel legiferare in
materia di bioetica non può corrispondere alla pretesa che su questi argomenti
i cattolici siano afoni», ha detto il rettore della Pontificia Università
Lateranense. Dall'altro la difesa della vita tout court: «Quando si parla di
vita umana non si è mai in presenza di pura materia manipolabile », ha ribadito
l'esponente vaticano, che prima di cominciare la lezione aveva detto «di
sentirsi dispiaciuto per aver creato un disagio, ma di credere che alla fine
sia stato meglio esserci ». Ad applaudire il presidente della «Pro Vita» si
sono uniti ai 150 presenti nell'Aula E del Bo, anche i 200 della Ederle e i 140
della Nievo, in collegamento audio-video: tra di loro esponenti del clero,
uomini politici (Antonio De Poli, Paola Goisis, Domenico Menorello, Iles
Braghetto) e studenti dell'associazione Rosmini. Oltre naturalmente alle
autorità, scientifiche e politiche, che hanno aperto l'incontro con un saluto:
da Giorgio Palù, preside di Medicina e unico rappresentante dell'Ateneo, ad
Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale dei trapianti. Da
Giancarlo Galan, governatore del Veneto, a Flavio Zanonato, sindaco di Padova.
Per questi ultimi, tra l'altro, il convegno al Bo si è trasformato
nell'ennesima occasione per un polemico tiro incrociato. Così Galan: «Padova
blindata? Ormai ci stiamo abituando. Questa sta diventando la città del degrado
e dell'insicurezza». Replica di Zanonato: «Se c'erano tanti poliziotti è perché
si è voluto evitare il peggio. Evidentemente ce n'era bisogno». Ma in sala, ad
assistere alla relazione di monsignor Fisichella, introdotto da una breve
prolusione del vicepresidente della Camera Maurizio Lupi (che ha voluto
«esprimere solidarietà alla città e all'Ateneo per l'immagine negativa trasmessa
a livello nazionale »), c'erano anche due dei tre docenti firmatari della
lettera aperta che due settimane fa sollevò il caso. Umberto Curi, che ha
abbandonato l'aula poco prima che parlasse il prelato, e Stefano Allievi, che
invece ha atteso la fine del convegno per commentare: «Visto che
sostanzialmente non si è parlato di trapianti è emersa la vera identità
dell'iniziativa – ha detto il sociologo - , che è parsa solo di natura politica
e lontana dalle logiche che hanno a che vedere con il dibattito scientifico».
Giovanni Viafora Martino Galliolo Lectio magistralis Monsignor Rino Fisichella
durante la relazione al Bo, nel convegno dedicato al tema dell'etica nella
medicina dei trapianti (Fotoservizio Gobbi/Bergamaschi)
( da "Corriere del Veneto" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere del Veneto
- VENEZIA - sezione: VENEZIAMESTRE - data: 2009-03-07 num: - pag: 11 categoria:
REDAZIONALE Ca' Foscari Inaugurazione all'insegna della sobrietà: solo in rete
J'accuse del rettore su Youtube: «La città ci ha lasciati soli» VENEZIA – L'ermellino
in tempi di crisi poteva sembrare sfacciato. Meglio Youtube. Nessun
cerimoniale, niente inviti, soldi risparmiati. Pier Francesco Ghetti, rettore
dell'Università di Ca' Foscari, ha scelto la via telematica per inaugurare
l'anno accademico dell'ateneo, l'ultimo per lui. Nella crisi, del resto, le università ci sono dentro fino al collo: quella economica
che taglia i finanziamenti esterni e quella «etica» che tiene banco da mesi su
tutti i media. Insomma, per un sacco di buoni motivi, non era questo il momento
migliore per fare le cose in pompa magna. Il rettore, quindi, finisce in rete.
Con un discorso dal sapore di riscatto che snocciola numeri e dati («Queste
operazioni di disinformazione non aiutano le università
se i dati vengono letti in modo negativo») Ghetti ha salutato così il nuovo
anno e tratto un bilancio del suo mandato: «In altri Paesi la crisi economica
viene affrontata potenziando la ricerca e la formazione – ha detto - in Italia
invece l'ultima finanziaria ha tagliato i fondi per le università
del 18 per cento in due anni. Ca' Foscari chiuderà il 2009 con i conti in
ordine, tuttavia il prossimo anno i tagli indiscriminati non consentiranno di
risolvere i nodi accademici. Eppure il nostro ateneo è ai primi posti della
classifica del Civr, l'unico organo esterno di valutazione della ricerca, le
iscrizioni sono aumentate, abbiamo messo a posto le sedi. E' bene ricordare,
però, che l'università non è una azienda
manifatturiera». Il 141Ë? anno accademico di Ca' Foscari in effetti parte in
salita, con le spese del personale da ridurre, i tagli dei finanziamenti
privati, i costi delle strutture, il Polo Scientifico di via Torino da portare
a termine. Tuttavia l'ateneo, tiene a ribadire il rettore, non se l'è cavata
affatto male in questi anni razionalizzando i corsi di laurea, aumentando la
popolazione studentesca, lavorando sull'internazionalizzazione, sviluppando i
servizi telematici. Il «marchio » Venezia dà una mano, ma il brand da solo non
basta: «La città di per sé è indubbiamente attrattiva - ha aggiunto Ghetti – ma
non può bastare per far funzionare le cose. Quanto alle istituzioni, non
possiamo certo dire di aver sentito il calore della loro presenza. Eppure l'università porta in città un valore aggiunto ». A ribadire
il ruolo centrale dell'istruzione è intervenuto, ieri in via virtuale, anche lo
scrittore Tiziano Scarpa che ha sottolineato come «il sapere non è un quiz, e
nemmeno soltanto un'esperienza pedagogica ma un percorso che permette di
conoscere se stessi e di fare le proprie scelte». Il terzo intervento
telematico è stato quello del neo presidente del Consiglio degli Studenti, Luca
Morigi, che vede nell'università il luogo dove
«soddisfare il proprio bisogno di conoscenza non come mero cliente». Resta il
fatto, però, che anche Ca' Foscari è chiamata a risolvere alcuni nodi decisivi,
che con l'ultima pesante finanziaria sono venuti tutti al pettine. Il primo di
questi è il capitolo personale con i pensionamenti in vista e la necessità di
introdurre nuove leve: «Il nostro corpo docente è
piuttosto anziano – ha concluso il rettore – molti saranno i professori che
andranno in pensione, e se questo da una parte può aiutare a recuperare
risorse, dall'altro potrebbe mettere in difficoltà i corsi di laurea più
affaticati. Se aggiungiamo che ci sono anche docenti che scelgono di andare in
pensionamento volontario, le cose si complicano». Si affaccia così il rischio
di dover tagliare l'offerta formativa. Paola Vescovi Congedo Ultima
inaugurazione per il rettore Ghetti
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del
07-03-2009)
Argomenti: Cultura
ASCOLI pag. 5
Letteratura e medicina, teorie a confronto tra Dante e Cecco STUDI MEDIEVALI
LUNEDI' NUOVO SEMINARIO «LE TEORIE della generazione fra letteratura e
medicina»: questo il tema del convegno organizzato per lunedì prossimo alla
Sala dei Savi del Palazzo dei Capitani, con inizio alle ore
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: 1CULTURA - data: 2009-03-07 num: - pag: 19
categoria: BREVI Musica per Dotoli alla Sorbona Una «Lecture musicale» alla
Sorbona: è l'ennesimo omaggio parigino all'opera di Giovanni Dotoli, docente all'università di Bari e acclamato poeta (in francese) Oltralpe. L'appuntamento
è per mercoledì prossimo 11 marzo alle 21 nella sala «Milne Edwards»
dell'Università Parigi IV, la storica Sorbona della capitale francese. Insieme
alle poesie di Dotoli saranno messe in musica da Eric Guilleton (accompagnato
da René Irra) le liriche di Matthias Vincenot, una delle più
significative voci della giovane poesia francese.
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
07-03-2009)
Argomenti: Cultura
OSIMO pag. 10 NUMANA
LA CITTÀ si rifà il look. E'... NUMANA LA CITTÀ si rifà il look. E' ormai
vicino all'approvazione il piano di fattibilità per i lavori di
riqualificazione del lungomare, presentato nei giorni scorsi dallo studio
legale Santini di Civitanova alla Giunta e al sindaco Bilò, il quale si è detto
«molto soddisfatto» del lavoro svolto in questi mesi. Un progetto innovativo
«il primo nel suo genere per quanto riguarda le Marche» come specificato
dall'avvocato Susanna Santini, a cui ha preso parte anche un noto studio di
architettura romano. Il metaprogetto, le tavole e lo studio di fattibilità sono
finiti sul tavolo della Giunta numanese nel corso dell'ultima riunione,
lasciando tutti a bocca aperta. Difatti l'obiettivo è ambizioso: una
«rigenerazione» urbanistica che valorizzi gli aspetti culturali di quel tratto
di Riviera e abbia riscontri importanti non solo a livello turistico ma anche
sociale, per la comunità che vi abita. Qualcosa di molto lontano quindi da una
semplice ristrutturazione urbanistica sullo schema di superati Piani attuativi.
Nello specifico sarà il lungomare ad acquisire nuova identità così da essere
vissuto in tutte le stagioni. Come? Con un nuovo percorso pedonale-ciclabile
una «passeggiata pubblica» dalla periferia nord di
Marcelli fino al porto, attrezzata con punti di sosta e svago, terrazze-belvedere
sul mare, attività ricreative e commerciali. Nel periodo estivo il percorso
carrabile sarà deviato dietro la falesia «Rupe Sermosi», nascosto e attutito.
Tra le attività che coinvolgono privati sono previsti inoltre alberghi, spa,
wellness center, centro commerciale e multisala di sicuro richiamo turistico.
Nuovi parcheggi (anche interrati) integrati con il paesaggio naturalistico
saranno collegati con scale e rampe verso il lungomare. Restyling previsto
anche negli stabilimenti, con terrazzamenti supplementari che si estendono fino
alla spiaggia e ampliamenti per consentirne l'utilizzo invernale per convegni e
feste private ad esempio. Il porto vedrà potenziati i collegamenti con il
centro storico e sarà realizzato un ascensore panoramico, previo consolidamento
della Rupe. Oltre al lungomare, questa visione innovativa di Numana prevede una
fascia di territorio nell'entroterra, dietro la falesia, da destinare a nuova
vita, su cui dislocare negozi o impianti sportivi. «Un sistema aperto,
estremamente versatile che segue gli stessi obiettivi del Piano del Parco e
quelli di riqualificazione» ha sottolineato Susanna Santini. Il tutto
prevedendo criteri di costruzione bioedilizia nella fase di realizzazione. Il
costo? «E' stimato in 50 milioni di euro, di cui 35 per le
opere private. Il lavoro ovviamente può essere fatto per stralci, seguendo fasi
diverse» ha concluso. L'ipotesi di sviluppo si avvarrà di un partenariato
pubblico-privato attuato attraverso un project financing preceduto da un bando.
Ilaria Traditi
( da "Messaggero, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Sabato 07 Marzo 2009
Chiudi PAOLO CACACEdal nostro inviato FIRENZE - E' un vero e proprio pressing.
Lunedì della scorsa settimana a Perugia, ieri all'istituto fiorentino delle
Scienze umane. Giorgio Napolitano non perde occasione per rinnovare i suoi
sferzanti appelli perché si investa di più nella ricerca e nell'alta formazione
a livello universitario, ben consapevole che su questo terreno si gioca una
partita decisiva per le prospettive di sviluppo o di declino del Paese. E se davanti ai docenti dell'ateneo perugino, il capo dello Stato
aveva detto un forte e vigoroso "no" alle decisioni di bilancio
ancorate alla logica dei "tagli indiscriminati" esortando ad un
ripensamento, qui a Firenze ha fatto - per così dire - un passo avanti
sottolineando come - pur trovandoci in una situazione di crisi economico-finanziaria
"molto difficile" - è ora di passare dalle parole ai fatti. "E'
inutile ripetercelo e purtroppo ce lo ripetiamo e se lo ripetono tutti -
osserva Napolitano - facendo omaggio a fior di labbra a questa necessità
fondamentale d'investire nella ricerca e nell'alta formazione, tranne poi non
trarne le conseguenze". Beninteso, il capo dello Stato non vuole
travalicare i suoi limiti né ignora che qualche suo intervento può suscitare
critiche d'invasione di campo. Ma ritiene che la posta in gioco sia troppo alta
per tacere. Spiega: "Io cerco d'intervenire sui temi dell'università, della ricerca e dell'alta formazione con
ipotetico successo, talvolta suscitando qualche addebito di fuoriuscita dei
limiti delle mie competenze". E precisa: "Non ho alcuna competenza o
potere sulle politiche della scuola e dell'università,
ma ritengo doveroso raccogliere quella che mi sembra un'istanza fondamentale di
modernizzazione e di rinnovamento del Paese". Dunque: un'esortazione
istituzionale. Naturalmente nel presupposto che ciascuno faccia la sua parte.
Quindi se il suo appello "a destinare attenzione, impegno e risorse a
questo campo fondamentale dello Stato e della società" sembra
principalmente indirizzato al governo in carica, non mancano i richiami a
quanti vivono e operano nel mondo universitario perché correggano
"distorsioni" e "ritardi" attraverso una sorta di
"auto-riforma". Sostiene Napolitano: "Non voglio entrare in
discorsi complicati, ma sono convinto che questo sia un campo in cui occorre un
ripensamento critico ed uno sforzo di rinnovamento e di riforma". E
soggiunge: "La parola riforma è forse ultra-abusata e logorata dall'uso
solo apparente, ma credo che effettivamente nel momento in cui si reagisce a
giudizi liquidatori, a sentenze indiscriminate o a valutazioni un pò sommarie e
sprezzanti del sistema universitario del suo complesso, bisogna avere la
capacità di individuare distorsioni, punti deboli o motivi di grave ritardo del
sistema ad operare per rinnovarlo". Sullo sfondo c'è l'esigenza di un
Paese in affanno, che deve recuperare competitività e non perdere ma al
contrario difendere e incoraggiare i suoi talenti migliori. Esigenza che, in
qualche modo, si è saldata con un altro significativo appuntamento fiorentino
di Napolitano: la partecipazione ad un convegno per il centenario della nascita
di Eugenio Garin, uno dei maggiori studiosi dell'umanesimo e del Rinascimento.
( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
07-03-2009)
Argomenti: Cultura
IMOLA pag. 2 di
CRISTINA DEGLIESPOSTI LAVORI già partiti per l'ampliamento della ... di
CRISTINA DEGLIESPOSTI LAVORI già partiti per l'ampliamento della camera
morturia all'ospedale vecchio che, a giugno, dovrebbero restituire tre nuove
stanze dove dare l'ultimo saluto ai propri cari. L'attuale camera era stata più
volte al centro di polemiche e lamentele da parte dei parenti dei defunti
perché ritenuta inidonea: troppo angusta e soprattutto limitante sotto
l'aspetto privacy e riservatezza in un momento di dolore come il lutto. Ma crea
non pochi disagi anche alla viabilità all'incrocio tra i viali Amendola e
D'Agostino. L'AUSL, già l'anno scorso, si era pubblicamente
impegnata a migliorare le condizioni del commiato. Lo stesso fecero i Comuni.
Il tutto nell'attesa che si trovino le risorse necessarie per realizzare da
zero una nuova struttura che sostituisca la camera dell'ospedale vecchio. Così
è stato deciso di mettere mano ai locali ex ced ed ex Avis, ristrutturandoli e
collegandoli all'attuale camera morturia come ampliamento. Il tutto per un
costo di circa 80mila euro che verrà diviso in due: metà a carico dell'Ausl e
metà a carico dei nove Comuni del circondario che usufruiscono del servizio. Un
servizio che costa complessivamente 151mila euro totali alle amministrazioni
nel 2009 e 161mila nel 2010, suddivisi in quote a seconda del nunmero di abitanti
per Comune. L'unico non incluso nella convenzione e che quindi non parteciperà
alle spese di ampliamento è Medicina che ha una propria camera mortuaria. SI
TRATTA comunque solo di una soluzione tampone, perché il progetto è di
costruire una nuova camera mortuaria. Nel Psc sono state individuate due aree
papabili ad ospitare la nuova struttura: una nelle adiacenze dell'ospedale
nuovo e l'altra vicino al cimitero del Piratello. Ma sui tempi di realizzazione
cala una nebbia fitta. Il piano triennale delle opere del
Comune ha previsto l'opera nel 2011, ma tutto è legato al reperimento delle
risorse. La strada più percorribile pare essere quella del project financing,
ovvero una compartecipazione mista pubblico-privato tra il Comune e un soggetto
interessato a investire in questo tipo d'opera.
( da "Giorno, Il (Milano)" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
VETRINA pag. 26
Aristofane, una risata per seppellire il potere IL COMICO NELLA STORIA IN
STATALE LEZIONE-SHOW CON SARTI E CAPRA MILANO «IL COMICO nell'antichità» è il
tema dell'incontro che lunedì vedrà in «cattedra» l'attore e regista Renato
Sarti e il professor Andrea Capra, docente di Civiltà Greca all'Università Statale di Milano, con letture
di Domenico Pugliares e Rossana Mola. L'incontro, organizzato dal Teatro della
Cooperativa, in collaborazione con la rivista «Stratagemmi-Prospettive
teatrali», sarà un viaggio nel teatro comico classico: un genere capace di
momenti di sarcastica coscienza civica, di ispirazione lirica, ma anche
di un umorismo triviale, al limite del volgare più spinto. In primo piano la
comicità di Aristofane, che considera la risata non mera espressione di
divertimento ma strumento di conoscenza e di rovesciamento del reale e, proprio
per questo, profonda affermazione di libertà. A Renato Sarti è affidata una
riflessione sul ruolo del comico all'interno del sistema teatrale italiano.
Lunedì alle 18.30, Università degli Studi di Milano, via Festa del Perdono.
Aula 113.
( da "Adige, L'" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
I Focolarini e il
finanziamento contestato I n un intervento inviato dal mio amico e collega
Renzo Gubert e pubblicato sull'Adige di giovedì scorso vengono prese le
distanze dalla nota decisione dell'amministrazione provinciale e di quella
comunale di sostenere l'iniziativa dell'Università di Loppiano. Una università cattolica che, non godendo del finanziamento
pubblico, deve assolutamente cercare fondi per potersi mantenere. Se
l'elargizione di fondi ad un'iniziativa a fondamento religioso continua a
destare sospetti anche nei cattolici più tradizionali, vuol dire che questa
urta dei sentimenti diffusi e profondamente radicati. L'idea che un'iniziativa
di tipo culturale possa ricevere fondi non dal gesto aristocratico di un mecenate
privato, ma dalla scelta di un'amministrazione pubblica, in un periodo di
ristrettezze economiche, è pertanto alla base delle prese di distanza anche dei
cattolici più entusiasti. Quando poi, questo contributo cade in un'area off
shore, situata all'esterno dei perimetri geografici provinciali ed è a
beneficio di un'istituzione frutto di un gruppo coeso (i focolarini), più che
di un'area dalla quale tutti possono entrare e uscire - quale avrebbe potuto
essere, ad esempio e con pari importo, la costruzione dell'ennesimo centro
polivalente o di un palazzetto dello sport - le perplessità crescono. È
abbastanza facile vedere in queste reazioni, un riflesso di tipo morale, che -
al di là delle accuse di tipo politico - chiama in causa il parametro
dell'utilità. È utile dare soldi ad una università,
quando questi non ricadranno dentro il perimetro della società locale, cioè non
verranno reinvestiti in iniziative delle quali potrebbero beneficiare le
aziende, gli artigiani ed i professionisti della provincia? Non è forse denaro
perso? L'assenza di un chiaro riferimento utilitario, autorizza anche le
persone più miti a chiedersi a cosa ed a chi un tale finanziamento sia
veramente utile. In un'epoca dominata dalla conflittualità politica
strutturale, gli esiti di quest'ultima domanda sono abbastanza scontati e
finiscono per entrare nel palazzo mediatico dei sospetti e dei veleni,
autorizzando le ipotesi più spericolate. Eppure è abbastanza chiaro quanto
questo discorso sia limitato. Per almeno due ordini di ragioni. La prima è di
ordine formale: perché un finanziamento dovrebbe essere utile solo quando
genera una spirale virtuosa sull'economia locale? Non ci sono forse anche altre
emergenze sociali e culturali? Non c'è forse - ahimè, fuori e dentro i
perimetri della provincia - un degrado sociale e morale che macina il nulla?
Non c'è forse, dietro il vuoto di una televisione market oriented, una
sostanziale stupidità congenita, che dileggia ogni sforzo verso una costruzione
del sé ed una maturazione autentica dei soggetti? Non siamo forse dinanzi ad un
degrado che macina alcolismo e depressione, cultura dello sballo e lutti del
sabato sera, bullismo e scarso rispetto degli altri? Non siamo forse dinanzi ad
un sovrano disprezzo nei confronti di tutto ciò che non produce immediato
ricavo? Dalle arti (si pensi al teatro) alle lettere (si pensi a tutti gli
studi non immediatamente suscettibili di attirare fondi e imprenditori) alla
costruzione interiore del proprio sé (si pensi all'intero universo associativo
ed al volontariato culturale)? Non c'è forse una società buona che resta ai
margini e che fa quello che può, con le collette domenicali e le liberalità
private, e che sia altrettanto urgente sostenere in questi tempi oscuri, quanto
lo deve essere il mercato locale dei fornitori di beni e servizi, di fatto vero
beneficiario finale di tutti i finanziamenti? A mio avviso sì. E lo dico con la
consapevolezza sociologica di quanto i valori pesino nello sviluppo di un
territorio. Ed è in questa direzione che ritengo che la scelta di contribuire a
finanziare il progetto dell'università di Loppiano da
parte dell'amministrazione provinciale, costituisca un segnale di speranza. Ma
c'è anche una ragione di ordine sostanziale. Perché una simile iniziativa non
dovrebbe essere utile per la società trentina? Qualora questa università esprimesse forme di accoglienza e di apertura per
tutti quei giovani che, dalla vita, vorrebbero qualcosa di più che alti livelli
di benessere, che non si rassegnano a pensare solamente nei termini strumentali
del «cosa ci guadagno», che aspirano a guardarsi dentro, il suo riflesso sui
valori dei trentini e quindi sulla qualità della società trentina sarebbe più
che evidente. Non mi meraviglierei se una università,
cattolica e profondamente impregnata dal carisma di una personalità come quella
di Chiara Lubich, una volta ricevuto denaro pubblico - così come riceve
l'apporto di tanti altri contribuiti dati dal lavoro volontario - pubblicamente
lo restituisca, attraverso tanti gesti di accoglienza gratuita, di borse di
studio, di biblioteche, di corsi, di stage aperti, moltiplicando questa spirale
virtuosa, alla quale l'amministrazione provinciale e quella comunale hanno dato
avvio. Esistono investimenti che hanno ricadute sul piano etico e morale. In
periodi come questo non credo affatto che siano secondari. Né meno urgenti. Salvatore Abbruzzese È docente di Sociologia della Religione all'Università di Trento I l
dibattito, ospitato dall'Adige, sul finanziamento della Provincia di Trento di
400.000 euro (a cui si aggiungono i 50.000 del Comune) all'istituto
universitario di Loppiano in Toscana, non riguarda assolutamente il Movimento
dei Focolarini, la loro opera esemplare nella Chiesa e nella società, la
validità dell'iniziativa voluta con forza dalla trentina Chiara Lubich. Come
non riguarda assolutamente la legittimità di finanziare o meno un'università privata (che sia cattolica, o luterana, o ortodossa).
Ci mancherebbe! È solo negli Stati etici e nelle culture stataliste, che si
finanzia solo quello che decide lo Stato. Nelle democrazie liberali e nelle
società aperte, tutto il sistema della cultura e della formazione è misto,
espressione dello Stato ma anche nella società civile che si organizza, e
chiede allo Stato di riconoscere la validità e l'utilità sociale del loro
operare, e quindi di poter beneficiare di parte delle imposte raccolte dai
cittadini per finanziare tali opere. Ma nel caso specifico, nulla di questo è
in discussione. L'oggetto del dibattito si è indirizzato piuttosto a capire che
c'azzecca la Provincia autonoma di Trento con l'istituto in Toscana. A che
titolo interviene? Secondo quali criteri di scelta? La domanda che il cittadino
si pone è questa. Perché finanziare l'istituto di Loppiano e non l'Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che annovera fra i suoi più prestigiosi
rettori il valsuganotto Ezio Franceschini (peraltro dimenticato e ignorato
dalla sua terra)? Perché non sostenere economicamente la Biblioteca vaticana,
che è stata insignita della presenza fra i suoi bibliotecari più importanti di
Alcide De Gasperi, a cui il Trentino ha dato i natali e che grande lustro ha
riversato sulla sua terra e sull'Europa? Perché non finanziare «Russia
Cristiana», la lungimirante fondazione ideata più di mezzo secolo fa da padre
Romano Scalfi, illustre giudicariese, che ad 85 anni compiuti la sta ancora
portando avanti con ammirazione internazionale? Se la Provincia di Trento dovesse
rispondere a tutte le richieste di soldi di enti e fondazioni importanti di
tutt'Italia e tutto il mondo, probabilmente si ridurrebbe ad un bancomat che
elargisce fondi a pioggia (a volte l'impressione c'è, specie per la Regione). E
difatti, non credo esista in Provincia un ufficio dove la Luiss piuttosto che
l'Università Bocconi di Milano, depositano la loro richiesta di finanziamento.
Come non c'è neppure una legge e un regolamento che stabilisca i criteri con
cui tali finanziamenti dovrebbero venire assegnati. Perché così funziona una
Pubblica amministrazione. Altrimenti, in assenza di tutto questo, l'impressione
che se ne ricava è che sia stata un'iniziativa improvvisata, estemporanea,
capitata in un momento infelice per le sorti dell'economia trentina e mondiale,
ma soprattutto poco difendibile per l'assenza dei presupposti sopraccitati.
Purtroppo in questo pasticcetto sono finiti indirettamente e involontariamente
i Focolarini, dei quali non si può dire nulla che del bene. Perché ne fanno
tanto a tanti. p.giovanetti@ladige.it 07/03/2009
( da "Corriere della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Scienza - data: 2009-03-07 num: - pag: 29 categoria:
REDAZIONALE Scoperte Usa: i vegetali usano anche strategie di maggiore crescita
per raccogliere più luce Un clic. E la pianta si difende Un sensore nelle
foglie scatena gli ormoni anti-insetto Lottare contro i vicini che sottraggono
la luce o combattere i nemici che si nutrono dei vegetali facendo diventare
disgustose le foglie? Ridurre i pori (gli stomi) che regolano gli scambi
gassosi tra le piante e l'atmosfera, per difendersi dagli inquinanti, o
aumentarne il numero per avere frutti più grandi? Gli scienziati indagando nei
processi molecolari delle piante aprono ora nuove prospettive. Al Salk
Institute for Biological Studies in California hanno scoperto che le piante
sono spesso poste di fronte a un dilemma. Visto che il pacchetto energetico di
cui dispongono va ben amministrato, hanno di fronte due prospettive se vengono
minacciate. E poiché le minacce principali per le piante sono da un lato la
sottrazione della luce da parte delle concorrenti che crescono nelle immediate
vicinanze e dall'altro l'aggressione subita dagli insetti che di esse si
nutrono, devono in qualche modo scegliere come impiegare l'energia. Quindi ecco
il dilemma: se la pianta investe nella competizione per la luce riduce le
difese dagli insetti, se invece investe nelle difese riduce la competizione con
i vicini. Ebbene, è stato scoperto che lo stesso sensore presente nelle foglie
che percepisce il calo della luce dovuto all'ombra generata dalle alte piante è
anche quello che riduce la risposta a un ormone, l'acido jasmonico, che
predispone lo schieramento di difese chimiche rendendo le foglie inappetibili
agli erbivori. Se invece la luce scarseggia il sensore è come un interruttore
che stimola la produzione di un ormone, l'auxina, che fa crescere di più la
pianta in modo che riesca a guadagnare posizioni per essere meglio illuminata.
La scoperta ha un esatto riscontro: larve e insetti che si nutrono di mais,
sorgo, altre graminacee, cotone, ma non disdegnano fagioli, patate e altre
specie, crescono a una velocità due volte superiore sulla pianta da laboratorio
Arabidopsis thaliana, se questa è coltivata in condizioni di affollamento. Una
volta scoperto il meccanismo gli scienziati ritengono di poter intervenire su
di esso per incrementare le difese naturali nelle colture intensive dei
prodotti alimentari. Per quanto riguarda invece gli stomi presenti sulla
superficie delle foglie, il loro numero varia in funzione delle condizioni
ambientali. Ora gli scienziati hanno scoperto il meccanismo che sta all'origine
della loro formazione e che apre la possibilità di modularne il numero nella
foglia. Potrebbe per esempio voler dire «costruire » piante geneticamente
modificate che vivono meglio, e quindi sono più produttive, in un mondo più
caldo e probabilmente più arido e più inquinato. O viceversa che resistono a
temperature inferiori rispetto a quelle loro abituali. Il gruppo di ricercatori
dell'Università californiana di Stanford ha individuato in una proteina di
Arabidopsis thaliana un'unità strutturale con 10 siti che possono modificare le
risposte ai segnali ambientali in base ai quali viene prodotto un dato numero
di stomi. « Ci sono circostanze in cui varrebbe la pena intervenire su questo
automatismo, disconnettendo i segnali provenienti dall'ambiente — dice
Dominique Bergmann, biologa-coautrice della ricerca pubblicata
dalla rivista Nature — cercando un compromesso tra piante che hanno troppi e
troppo pochi stomi». In Arizona il cotone con un minor numero di stomi resiste
meglio all'aridità. E l'ulivo al gelo. Meno stomi significa anche opporsi agli
stress deleteri dovuti all'ozono che colpisce soprattutto d'estate gli alberi
delle città e le colture in aree quali la Pianura Padana ricche di gas di
scarico. In altri casi invece i vantaggi si ottengono aumentando il numero
degli stomi: in Turchia si è visto che più stomi avevano le foglie, più le
albicocche erano grandi e pesanti. Massimo Spampani
( da "Corriere della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Focus Vuota - data: 2009-03-07 num: - pag: 8 categoria:
REDAZIONALE Immobilità Insieme con la Spagna, il nostro Paese è il meno
dinamico del Vecchio Continente. Meglio di noi Grecia e Cipro Sviluppo Le
nazioni nordiche, con Germania, Svizzera e Inghilterra mantengono le
performance migliori nonostante la crisi Innovazione, Italia cenerentola Ricercatori, brevetti, creatività, investimenti: siamo nella
fascia bassa della classifica europea S tabili nella negatività, potremmo
definire le notizie poco confortanti che emergono dall'annuale rapporto EIS
(European Innovation Scoreboard 2008) riguardanti il mondo italiano
dell'innovazione. Il documento preparato dal Maastricht Economic and Social
Research and Training Centre on Innovation and Technology (UNU-Merit) è frutto
di un'elaborazione di numerose indagini condotte nelle varie nazioni (anche dal
nostro Consiglio Nazionale delle Ricerche) ed è uno strumento di lavoro
dell'Unione Europea perché fotografa la realtà, le capacità e le tendenze dei
Paesi membri più Croazia, Turchia, Islanda, Norvegia e Svizzera, facendo un
confronto con Stati Uniti e Giappone. Prendendo 29
indicatori che riguardano dai ricercatori impiegati, ai brevetti generati, agli
scambi fra ricerca pubblica
e privata, agli
investimenti, alle società coinvolte e valutando pure, ad esempio, gli effetti
economici generati e le aziende che hanno introdotto innovazioni, si è
compilata una classifica che misura nel contempo le variazioni rispetto al
passato. Ma per la prima volta si è inoltre tenuto conto della
creatività interna alle industrie rivelatasi talvolta efficace nel produrre
innovazione da risultati già ottenuti e acquisiti in passato. La classifica
divide le nazioni in quattro gruppi: Innovation leaders, Innovation followers,
Moderate Innovators e Catching-up countries. Noi ci troviamo al ventiduesimo
posto su 32, sull'ultimo gradino dei «moderati», alle spalle della Grecia e ben
al di sotto della media europea. Dietro di noi c'è solo il gruppetto degli
«inseguitori» guidato da Malta. Tra i moderati, che è bene ricordare
comprendono Cipro, Estonia, Slovenia, Repubblica Ceca,
Spagna, Portogallo, Grecia e Italia, i compilatori del rapporto segnalano il
particolare trend a migliorare di Cipro e l'immobilità di Italia e Spagna. Per
il nostro Paese si sottolinea qualche segno di tenue miglioramento rispetto al
passato nel supporto finanziario e in qualche limitato effetto economico ma
contemporaneamente si evidenzia la forte debolezza nella risorse umane, negli
investimenti delle aziende e nei collegamenti tra ricerca e attività
imprenditoriale. Non bastano, insomma, per produrre cambiamenti gli aumenti
negli ultimi cinque anni dei laureati (più 8,8 per cento), dei dottorati (più
22,7 per cento) oppure l'accesso alla banda larga da parte delle industrie (più
18,6 per cento). «Le performance degli investimenti industriali non sono
migliorati — si nota — e quelle degli effetti economici dell'innovazione sono
peggiorati ». A livello europeo, se i campioni in classifica restano più o meno
sempre gli stessi (Danimarca, Finlandia, Germania, Svezia, Svizzera e Gran
Bretagna), complessivamente c'è un progresso nei cervelli impiegati, negli
investimenti del venture capital e nell'utilizzo della banda larga, testimone
concreto di un'attività in crescita. Restano sempre, anche se tende a ridursi
lievemente, le differenze negative (il gap) rispetto agli Stati Uniti e al
Giappone. Ed è bene ricordare in proposito che tra il sostegno finanziario
straordinario garantito dal presidente Obama per risollevare l'economia
americana ci sono forti investimenti dedicati alla ricerca. «La radiografia del
rapporto è impietosa ma reale — dice Roberto Cingolani direttore dell'Istituto
Italiano di Tecnologia — ed è la conseguenza di una situazione culturale
ricerca-impresa che negli ultimi vent'anni si è chiusa su se stessa. Persino la
Grecia rivela un trend positivo mentre il nostro si mostra saldamente negativo.
Ci immaginiamo avanzati solo perché l'Italia ha il più alto numero di cellulari
ma dimentichiamo che, nonostante il numero elevato, abbiamo il loro più basso
utilizzo internazionale per la trasmissione di informazioni utili: in altri
paesi si impiega come un vero terminale mentre noi ci limitiamo all'uso per la
chiacchera. I problemi — aggiunge Cingolani — sono quelli noti e mai affrontati
e risolti. A parte le infrastrutture e la finanza carenti, non esistono
standard europei di selezione della ricerca e di valutazione dei risultati,
sono protagonisti troppi organismi e una burocrazia paralizzante e ciò non crea
le condizioni di responsabilità che un ricercatore deve avere. Tutto da noi è
intoccabile. Le sacche di eccellenza presenti qua è la come alcune piccole
aziende, ad esempio Ferrari e Ducati, non essendoci una valutazione precisa su
che cosa si vuol fare e dove si intende andare, le sacche non si estendono.
Infine, si scoraggia il vivaio, per dirla in termini sportivi, cioè si fa di
tutto per allontanare i giovani dal fare ricerca mentre si dovrebbe cominciare
ad educarli a questa visione a partire già dai sei anni». «Uno dei nostri mali
più gravi è la scarsità degli investimenti d'impresa — nota Luigi Paganetto, presidente
dell'Enea — e gli unici settori in cui si continua a manifestare un risultato è
dove esiste, come per le macchine utensili, una tradizione anche nei consumi.
Nelle biotecnologie, nelle nanotecnologie o nelle tecnologie energetiche manca
innovazione anche perché non c'è il trascinamento da parte di piccole e medie
aziende. In Italia non c'è tradizione nei settori nuovi che oggi governano il
cambiamento, ma per crearla bisogna individuare delle applicazioni da immettere
nei processi produttivi. Da queste poi arriveranno altri e continui stimoli
all'innovazione. Nella Penisola non esiste una struttura industriale in grado
di generare innovazione indipendentemente dai risultati applicativi e c'è
inoltre una bassa capacità di interagire con enti e università». Giovanni
Caprara
( da "Corriere della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Focus Vuota - data: 2009-03-07 num: - pag: 8 categoria:
REDAZIONALE La graduatoria La realtà in ventinove indicatori L'Italia si trova
al ventiduesimo posto della classifica europea per capacità di innovazione. Nella
graduatoria che tiene conto anche dei Paesi che non fanno parte della Ue, resta
al ventiduesimo posto: una posizione nettamente al di sotto della media
europea. A determinare la classifica intervengono 29
indicatori tra cui i ricercatori impiegati, i brevetti generati, gli scambi tra
ricerca pubblica e privata, gli investimenti e gli effetti
economici positivi prodotti dalle aziende che hanno introdotto sistemi
innovativi. Per la prima volta si considera anche il valore «creativo».
( da "Corriere della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti: Cervelli
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Focus - data: 2009-03-07 num: - pag: 9 categoria:
REDAZIONALE Luciano Maiani (CNR) «Si può vincere con la scienza e la
tecnologia» Luciano Maiani è un illustre scienziato nella fisica delle
particelle con grande esperienza di gestione della ricerca
essendo stato anche direttore generale del Cern di Ginevra, il laboratorio
europeo dove si indaga la natura della materia. Ora governa il CNR, il maggior
ente di ricerca italiano. Su che cosa deve puntare la ricerca italiana per emergere dai guai in cui si trova?
«Occorre progettualità scegliendo alcuni grandi programmi capaci di rilanciare
la scienza e la tecnologia nel nostro Paese. E questo può nascere soltanto
dall'incontro tra il Governo, con una politica bipartisan, e il mondo
scientifico. Altrimenti è meglio fare come la signora
Margaret Thatcher in Gran Bretagna che negli anni Settanta rase al suolo l'università e la ricerca. E gli scienziati inglesi, in fuga, si ritrovavano nel mondo, Stati
Uniti in particolare. Ma poi si è ricostruito e oggi le loro università sono invidiabili. Io sono
favorevole al cambiamento purché vinca». Un esempio di grande programma che
cambia le cose? «Al Cern di Ginevra i paesi sostenitori hanno approvato
la costruzione di una macchina acceleratrice, l'Lhc, più potente di tutte
quelle esistenti nei continenti per andare oltre le frontiere attuali della
conoscenza fisica. Adesso è pronta e il risultato è che a Ginevra vengono a
lavorare dagli americani ai giapponesi, centinaia di scienziati da altri Paesi
extraeuropei. Questo è la dimostrazione di un grande programma capace di
attrarre cervelli invece che farli fuggire». E per
l'Italia che cosa bisognerebbe scegliere? «Ci sono tre settori dai quali
comincerei per avviare importanti prog etti e sono l'energia, le biotecnologie e
l'agroalimentare. Ma non bisogna fare come è accaduto in passato con il
supercalcolo. Ci si era impegnati nella costruzione del supercalcolatore APE e
poi non si è riusciti a venderlo perché non si è predisposta alcuna azione di
sostegno. Di conseguenza si è impedito pure lo sviluppo di una tecnologia e di
una conoscenza importante per la ricerca di base ma
anche per l'innovazione industriale, perché oggi sono uno strumento essenziale
per concepire prodotti». Negli anni Settanta il Cnr aveva varato i progetti
finalizzati per sviluppare ricerca orientata alle
industrie. I risultati non furono clamorosi proprio per la difficoltà di
collaborazione tra un ente pubblico e le aziende private.... «Adesso
bisognerebbe rilanciarli, evitando appunto i problemi del passato. Avevano
tanti difetti, è vero, però in un certo modo sono serviti perché quel poco che
abbiamo ora non esisterebbe nemmeno se non ci fossero stati». Qualcosa di
simile stanno tentando di fare i distretti tecnologici che si costituiscono in
varie regioni italiane e in campi diversi? «Sono stati in effetti una buona
idea per unire impresa e università. Ma stanno
nascendo e mi chiedo: i soldi che si stanziano vanno sempre nel posto giusto?»
Risorse finanziarie e cervelli non sono un problema?
«Per le risorse si è fatto ricorso alla detassazione delle imprese al fine di
stimolarle e agevolarle, ma non mi pare che funzioni tanto bene. Quando si
avviano delle nuove imprese fondate sui risultati della ricerca
bisognerebbe sostenerle per alcuni anni per garantire loro un futuro. Per i cervelli il CNR aveva 4 mila ricercatori
nel 2001 e ne ha persi 600. Ora abbiamo risorse per riconquistarli nel giro di
almeno tre anni. Ma certo non bastano: questa è solo la rimonta di un declino.
Poi, più in generale, la ricerca deve battere la
viscosità, le contrattazioni infinite che paralizzano le iniziative, gli
sprechi nonostante i pochi fondi e riconoscere soprattutto i meriti. Se non si
abbattono questi ostacoli il futuro rimarrà incerto». G.Cap. Luciano Maiani, è
a capo del CNR, il maggior ente di ricerca italiano
( da "Corriere della Sera" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Focus - data: 2009-03-07 num: - pag: 9 categoria:
REDAZIONALE L'esperto Renato Ugo, presidente dell'Agenzia per le nuove
tecnologie «Migliorano i processi produttivi ma si sta trascurando la ricerca»
Renato Ugo è il presidente dell'Associazione italiana di ricerca industriale e
da un tre mesi è anche alla guida della neonata Agenzia per la diffusione delle
nuove tecnologie per l'innovazione. Il rapporto è particolarmente negativo
proprio sul fronte dell'innovazione industriale. Che cosa fare? «Purtroppo nelle aziende di solito si migliorano i processi ma non
si lavora nella ricerca innovativa: ormai l'investimento privato è ridotto tra
lo 0,2 e lo 0,3 per cento del prodotto interno lordo. Le grandi industrie sono
scomparse. Anche di recente i Pirelli Lab, Cisco e Motorola hanno abbandonato
l' Italia». Ci sarà una via d'uscita per risollevarci? «Bisogna puntare
alla fabbricazione di prodotti di alta qualità, immettere dei miglioramenti che
facciano barriera, come era accaduto nella moda, anche se oggi è in crisi. E'
necessario, insomma, investire in una ricerca che generi prodotti di alta gamma
superiori agli altri nel mercato internazionale». E dove, in quali settori? «A
cominciare dal tessile all'arredamento... In che modo? «Attraverso lo sviluppo
di tecnologie trasversali applicabili in vari settori? Ad esempio? «Come il
chip intelligente nei pneumatici Pirelli che li rende superiori, oppure il
ricorso alle nanotecnologie per la produzione del cemento: già i tedeschi lo
fanno. Inoltre, è opportuno guardare al turismo che utilizza tecniche
primitive». Quali mali sono da curare? «Innanzitutto quello della ricerca pubblica dove si tende sempre a sognare il Nobel senza mai
raggiungerlo. Bisogna scendere dalle fantasie ed essere più pragmatici». Oltre
i sogni? «Negli ultimi cinque anni i rapporti tra università e industria sono
aumentati, ma troppo poco. L'Università deve attrezzarsi con uffici per il
trasferimento tecnologico analogamente a quanto accade nelle università
tedesche o al politecnico di Zurigo». E il CNR? «Se ci fosse minore presenza
sindacale le cose migliorerebbero. Il Cnr ha talvolta ottimi scienziati ma la
carriera si può fare solo legata all'anzianità e non per i meriti conquistati
come dovrebbe essere nella ricerca. Ed è così che i giovani rimangono
bloccati». E nelle industrie? «Non si deve guardare alla finanza ma ai
prodotti. Finmeccanica è cresciuta in questi anni a livello internazionale
perché ha investito molto in ricerca e sviluppo. Ma non è un caso: il suo
presidente Pier Francesco Guarguaglini ha origini da ricercatore e quindi ne
capisce l'importanza. Pure Fiat ha maturato buona tecnologia e c'è anche
qualche azienda più piccola, come Brembo, che è un esempio da seguire» E lo Stato?
«Deve investire di più nei settori strategici, come le biotecnologie o le
autostrade elettroniche, garantendo però sostegno e continuità nel tempo. Non
basta l'avvio delle iniziative; altrimenti sono uno spreco». G.Cap. Renato Ugo,
presidente dell'Associazione italiana di ricerca industriale, guida la neonata
Agenzia per la diffusione delle nuove tecnologie per l'innovazione
( da "Manifesto, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
SAPERI IL CONVEGNO
Con il titolo bilingue «Gendering the Academy» e «Un altro genere di università» si è svolto giovedì e ieri alla Provincia di
Roma e all'Università Roma Tre un incontro fra studiose europee sulle
esperienze italiane, istituzionalizzate e non, degli studi cosiddetti «di
genere» nati dalla critica femminista dei saperi costituiti. L'incontro era
organizzato da Paola Bono, docente
al Dams di Roma Tre, con la rivista «European Journal of Women's Studies». LE
PRATICHE Svariate le esperienze messe a confronto: la Scuola estiva della
differenza nata nel 2001, su iniziativa di Marisa Forcina, dalla collaborazione
fra l'università del
Salento, Roma Tre e il monastero delle Benedettine di Lecce; il
Laboratorio di studi femministi Annarita Simeone, nato nel 200 presso «La
Sapienza» di Roma; la comunità filosofica femmile Diotima, fondata nel 1984
presso l'Università di Verona; la Società italiana delle storiche, nata nel
1989; la Società italiana delle letterate, fondata nel 1996; il Dottorato di
ricerca in studi di genere istituito nel 2001 presso la Federico II di Napoli.
Sotto analisi anche il progetto di un Osservatorio interuniversitario sugli
studi di genere fra i tre atenei romani e i loro comitati per le pari
opportunità. LE RELATRICI Francesca Cantù, Cecilia D'Elia, Gail Lewis, Paola
Bono, Ginevra Conti Odorisio, Fiorella Perrone, Serena Sapegno, Chiara Zamboni,
Rossana De Longis, Bia Sarasini, Rita Svandrlik, Kathy Davis, Barbara Einhorn,
Maria Rosaria Stabili, Marisa Occhionero, Elisabetta Strickland, Francesca
Brezzi, Fabrizia Somma, Laura Guidi, Mary Evans, Ann Phoenix.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
L'UNIVERSITÀ IL
MOTORE DEL FRIULI di GIANFRANCO D'ARONCO Lunedì prossimo avrà luogo l'apertura
ufficiale dell'anno accademico all'Università di Udine. È l'occasione buona per
tornare su un problema fondamentale per il Friuli. Così, a costo di diventare
noiosi, sarà bene ripetere. E, per cominciare, ricordare il motivo che è alla
base della legge istitutiva della Università di Udine, votata nel 1977:
«Contribuire al progresso civile, sociale e alla rinascita del Friuli e a
divenire organico strumento di sviluppo e di rinnovamento dei filoni originali
della cultura, della lingua, delle tradizioni e della storia del Friuli». I
termini sono espliciti, i compiti sono precisi. Si tratta di una università ancorata a una specifica realtà territoriale, che
va riscoperta e valorizzata. Il compito non è quello di una qualsiasi altra università. Da trent'anni e più, come bene è stato scritto
di recente, essa costituisce il motore principale dello sviluppo culturale,
sociale ed economico dell'intero Friuli. Il ministero stesso ha inserito la
nostra università tra quelle che hanno raggiunto la
eccellenza; alcune sue facoltà sono tra le prime in Italia. È cresciuta
quantitativamente e qualitativamente. Tutt'altro che chiusa in un
"hortus" provinciale, è ora entrata a far parte della Università
euromediterranea, aderendo all'Emuni, un consorzio che ha lo scopo di estendere
le forme di cooperazione tra gli atenei dell'Euroregione. Pure recentissima la
nascita del primo Centro interdipartimentale di ricerca sul welfare, al
servizio del territorio nell'ambito delle politiche sociali. Tutto questo
nonostante la «continua e progressiva sottrazione di risorse finanziarie» da
parte dello Stato, come ha denunciato il rettore magnifico Cristiana Compagno.
Infatti, la nostra è tra le 15 università italiane che
sono sottofinanziate in base a vecchi parametri, mentre 65 sono sovrafinanziate
(nuovi parametri sono stati stabiliti, ma dal 2004 sono rimasti chiusi in
qualche armadio blindato). In altre parole, di fronte al finanziamento
spettante di 89,33 milioni, nel 2008 se ne sono avuti 76,15, con un
sottofinanziamento di 13,18 milioni. Con 17 mila iscritti, Udine è finanziata come
se ne avesse 9 mila. Non è che si pianga solo da noi. Roberto Pierotti,
cattedratico alla Columbia University e alla Bocconi, ha pubblicato or ora un
libro, L'università truccata, in cui illustra «lo
stato comatoso della università italiana». Scendendo
nel particolare concreto ed esemplificando, l'autorevole sociologo Sabino
Acquaviva ha scritto che «la costituzione di poli universitari clientelari in
cui si accatastano parenti e amici, si dilata scendendo verso il Mezzogiorno».
Per carità di patria lasciamo perdere i particolari: c'è solo l'imbarazzo della
scelta. Si arriverà a porre rimedio a questo stato di cose? Non certo con il
sistema tanto caro al Gattopardo, che è quello di cambiare tutto perché tutto
rimanga come prima. Lo stesso presidente Giorgio Napolitano si è scomodato
l'altro giorno a Perugia, suggerendo al governo di evitare tagli
indiscriminati, che punirebbero le università
virtuose. Di fronte alla stretta (si ammoniva una volta: bisogna fare
economia!), Udine ha ridotto le spese al massimo. Prima cosa: cederà immobili
poco utilizzati, ridurrà i concorsi, frenerà le supplenze, razionalizzerà le
lauree magistrali. Ultima notizia: collocherà in pensione
anticipata i docenti che hanno superato i 70 anni, e i tecnici amministrativi
aventi 40 anni di servizio, con il risparmio per il 2010-12 di 2,2 milioni di
euro: sarà così possibile l'ingresso di nuove energie. Per dare un esempio
niente affatto simbolico, erano stati spenti gli impianti nel periodo
natalizio. Timidi rimedi romani: la legge Gelmini, ultimamente
approvata, stabilisce che il 7 per cento del finanziamento ordinario vada alle università meritevoli per didattica e ricerca. Poco o
niente: tanto più che il 93 per cento rimanente andrà distribuito secondo il
vecchio superato sistema. Ai rimedi romani si aggiungono i rimedi triestini.
L'assessore regionale competente Alessia Rosolen ha scoperto l'altro giorno la
Scuola superiore della Università udinese che funziona da 5 anni («una realtà
che non conosco», ha dichiarato). Bene. Certo conosce altre cose. Non so se ha
già deciso prima che la giunta decida, quando parla di normalizzare il sistema
universitario del Friuli Venezia Giulia nella visione di una «centralità
culturale», di una «centralità al sistema universitario», di un «soggetto
unico», di un «sistema unico regionale», di una «messa in rete degli atenei
regionali», con l'aggiunta di una grande «piattaforma» comprendente centri
para-universitari e affini. Dietro queste espressioni pudiche c'è la chiara
intenzione di triestinizzare quanto più possibile, e magari tutto. Se si
volesse veramente razionalizzare, cioè economizzare in base alla efficienza e
agli iscritti, su 18 corsi di laurea Trieste ne perderebbe 14 e Udine 4. Lo ha
dichiarato Maurizio Franz, consigliere regionale della maggioranza: ma non so
se la Rosolen abbia battuto ciglio. Il motto più acconcio per questa politica
giuliana sarebbe: "Quello che è tuo è mio, quello che è mio è mio ".
La invasione nel contado si è confermata anche nell'avere creato succursali
della università adriaca a Gorizia e a Pordenone, in
area friulana, creando dei doppioni. Mi viene in mente il protagonista di una
storiella popolare, che aveva gettato il berretto in Paradiso, sedendovi sopra
e rimanendo così - diceva - sul suo. Altra scoperta nel nome della centralità,
anzi (diciamo la parola giusta) dell'accentramento, perseguito da quando è nata
la regione. Costituire una fondazione unica sarebbe il mezzo migliore per
mettere in rete, anzi per far cadere nella rete l'università
udinese. Tranquilli (parola di assessore): un'unica fondazione non
sostituirebbe le due università, «ma verrebbe ad
affiancarsi a esse in funzione di supporto». Non si tratterebbe di un
"accorpamento" (voce dal sen fuggita altra volta), ma di «unità di
energie». Abbiamo capito. Non basta il fatto che la Regione tenga già i cordoni
della borsa, e possa sovvenzionare a piacer suo nella direzione che vuole e
quando vuole. Occorre anche una fondazione unica. Pure in questo caso, Trieste
sovrafinanziata riceverebbe di più, e Udine sottofinanziata di meno. Bene ha
fatto la nuova presidenza della Fondazione Crup a prendere un primo contatto
con l'università friulana: meglio gli interventi
diretti anziché affidarsi ai calderoni, dove si sa cosa si mette, ma non si sa
cosa ne esce. La realtà friulana è bella e varia, ed è quella che è stata
siglata con il Patto del 28 ottobre tra il nostro ateneo e le rappresentanze
del territorio. L'elenco è lungo, ma vale la pena rileggerlo. Erano presenti la
Provincia, l'Arcivescovado, la Camera di Commercio, la Società filologica, il
Comitato per l'autonomia, il Consorzio universitario, le Piccole e medie
industrie, la Coldiretti, la Confagricoltura, la Confartigianato, la
Confcooperative, la Legacoop, la Cgil udinese, la Uil di Gorizia e Udine, le
Acli, la Banca di Cividale, l'Ente Friuli nel mondo. I finanziamenti, è
precisato nel patto, dovranno rispettare identità e autonomia dei singoli
atenei. «Chiacchiere e tabacchiere di legno al monte di pietà non si
accettano», si leggeva una volta a Napoli. Noi friulani non abbiamo più un
ministro, ma neanche un sottosegretario: debbono essere stanziati oltre Timavo,
nel nome della unità regionale, oltre che di una gente unica. Le rappresentanze
politiche e istituzionali vadano ora a Roma insieme con i parlamentari che
abbiamo, a battere i pugni: l'unico linguaggio che il Bel Paese capisca. A meno
che non preferiscano, anziché l'autonomia, l'eutanasia.
( da "Manifesto, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Non di sola
accademia «Gender studies» e laboratori della cultura femminista sul confine
fra università e pratica politica La lingua non mente
e la traduzione neppure, anche quando tradisce più che tradurre. Fra l'inglese
«Gendering the Academy» e l'italiano «Un altro genere di università»,
titolo bilingue di un incontro europeo sull'esperienza italiana dei gender
studies svoltosi all'università Roma Tre, c'è uno
slittamento - voluto, in questo caso - non solo semantico ma anche politico. Lo
slittamento restituisce un'antica differenza strategica che ha tenuto gran
parte della cultura femminista italiana a distanza critica dalla strada
dell'accademizzazione imboccata più decisamente, fin dagli anni Ottanta, in
altri paesi europei e negli Stati uniti: per dirla in breve, un conto è
ricavare una corsia preferenziale per i gender studies all'interno
dell'accademia («gendering the academy»), un altro conto è modificare
l'accademia a partire dai laboratori femministi cresciuti dentro e fuori di
essa, puntando a costruire «un altro genere di università».
La differenza è antica, e attraversa dall'interno lo stesso femminismo
italiano: risale sempre agli anni Ottanta - lo ricorda Paola Bono aprendo il
convegno - il dibattito sull'opportunità di istituzionalizzare o no, fino a che
punto e con quali modalità, il sapere critico radicato nel femminismo. Tornare
ad affrontare oggi questa materia significa però solo in parte ripercorrere gli
stessi conflitti e le stesse linee di demarcazione, fra le italiane e fra le
italiane e «le altre»: in quasi trent'anni, molti ingredienti sono cambiati,
facendo giustizia sia delle posizioni più acriticamente filo-istituzionali sia
di quelle più ingenuamente anti-istituzionali. Pur nella distinzione delle
pratiche, sono comuni a molti dei laboratori italiani una posizione «di
frontiera», come la definisce Francesca Brezzi, dentro-fuori l'accademia; la
salvaguardia della radice politica dell'elaborazione culturale femminista; il
rapporto accorto, geloso dell'indipendenza ma aperto alla collaborazione, con
la governance universitaria e con quella delle istituzioni territoriali,
statali e europee; e non ultimo, l'agio e la legittimazione guadagnati anche
dentro l'accademia grazie a pratiche inventate fuori (Serena Sapegno). Restano
tuttavia alcune differenze di prospettiva. C'è chi tutt'ora vede in una più
marcata istituzionalizzazione dei gender studies una garanzia contro la
discriminazione delle carriere femminili e per la facilitazione dell'accesso
alla ricerca delle giovani laureate (Ginevra Conti Odorisio). E c'è di converso
chi l'unica garanzia la vede in un rilancio continuo del desiderio femminile di
sapere e di politica, in quella passione che produce «il miracolo di un evento
discontinuo» che da decenni non cessa di prodursi (Chiara Zamboni). C'è chi la
cultura femminista la vorrebbe più organica allo spettro disciplinare dei
saperi costituiti, e chi rivendica che si tratta di un sapere critico per sua
natura non solo interdisciplinare ma «indisciplinato», che tale è bene che
resti (ancora Francesca Brezzi). C'è chi pensa al rapporto con le giovani
generazioni nei termini più tradizionali di una trasmissione dall'alto al
basso, e chi lo concepisce nei termini più rischiosi di una genealogia che si
costruisce dal basso, secondo i desideri emergenti e non secondo le tradizioni
solidificate, neanche quelle femministe. Senonché entrambe queste prospettive
si trovano di fronte ai cambiamenti di contesto e di pratica intervenuti nel
corso di un trentennio, in Italia e altrove. Il confronto internazionale, a
questo proposito, si rivela come al solito assai istruttivo. La prospettiva
dell'istituzionalizzazione, ad esempio, presenta il conto dei suoi limiti
proprio nei paesi che l'hanno maggiormente sperimentata. Barbara Einhorn, dell'università del Sussex, accenna ad esempio alla deriva di
spoliticizzazione che sottosta agli slittamenti progressivi dai women studies
ai gender studies, più sgraditi perché troppo marcati dall'origine femminista i
primi, più tollerati perché più sganciabili da quell'origine i secondi. E Kathy
Davis, dell'università di Utrecht, denuncia come
l'istituzionalizzazione dei gender studies comporti alla lunga una costrizione
del sapere femminile negli steccati disciplinari, e un'accettazione dei criteri
di efficienza, produttività e managerialità che negli ultimi decenni hanno
colonizzato tutte le università occidentali quanto e
più di quella italiana. Proprio dai percorsi più istituzionalizzati viene
dunque una domanda di ripoliticizzazione del discorso «culturale» femminista. E
curiosamente ma non troppo, la stessa domanda viene proprio da molte di quelle
giovani che al femminismo si sono accostate, anche in Italia, attraverso i
gender studies o i corsi tenuti da docenti femministe nelle
università. Se è forte
infatti fra alcune giovani la richiesta di politiche per l'accesso alla
ricerca, per l'allargamento dei ruoli di ricerca e di insegnamento, è
altrettanto forte in altre l'esigenza di riscoprire la matrice politica del
femminismo delle origini, in una fase storica che domanda una nuova
aggregazione su nuovi bisogni politici. Il dibattito sullo stato degli
studi delle donne non può prescindere infatti, come sempre, dal confronto sullo
stato della parola «femminismo» nel discorso pubblico, nei diversi contesti
nazionali. Né dall'analisi dello stato del mercato del lavoro, e delle nuove
linee per un verso di protagonismo, per l'altro di discriminazione che
attraversano il mondo femminile secondo modalità diverse da una generazione
all'altra. Né, infine, può prescindere dai problemi relativi allo scambio fra
fra donne (e uomini) di provenienza etnica e culturale diversa, problemi che
pervadono oggi il vecchio continente e lo lacerano più di quanto non sia già
avvenuto nei decenni passati nel nuovo. Se il problema resta per tutte, per
dirlo con Fabrizia Giuliani, quello di godere del «grande capitale simbolico
costituito dalla produzione femminista internazionale senza essere condannate
all'irrilevanza» o a una posizione di eterne «late comers», si tratta in primo
luogo di acquisire fino in fondo la consapevolezza che quel capitale è davvero
grande, e non è minacciato ai pur ritornanti tentativi di ridurlo
all'irrilevanza. E viceversa, di non pretendere, per tutelarlo e conservarlo,
di metterlo al riparo dai conflitti sociali, politici, culturali che
inevitabilmente e fortunatamente lo attraversano, lo sfidano, lo mettono alla
prova.
( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Sabato 07 Marzo 2009
Chiudi di ILARIA STRINATI Sostenibilità ambientale e autosufficienza
energetica. La Provincia di Rieti guarda a Kyoto e stringe un patto di ferro
con l'Università La Sapienza di Roma per promuovere e incentivare l'utilizzo di
fonti rinnovabili: eolica, solare, geotermica, biomasse, idraulica e così via.
Nella convenzione siglata con il Critevat - Centro di ricerca per la tutela e
la valorizzazione dell'ambiente attivo da novembre scorso presso la facoltà di
Ingegneria della Sabina Universitas - e che di fatto dà avvio al progetto
ribattezzato "Ri-Nova", sono disponibili 230mila euro per Comuni e
piccole imprese interessati ad avviare percorsi per lo sviluppo delle energie
alternative. «Ma il budget può essere ampliato qualora ci fosse un numero di
richieste superiore alle aspettative - ha puntualizzato il presidente della
Provincia, Fabio Melilli - perché, almeno in questo settore, non abbiamo
difficoltà a reperire risorse». Si partirà subito, con la prima delle tre
tranche previste indirizzata ai Comuni e ad un massimo di 60 piccole e
microimprese del territorio reatino che avranno a disposizione
squadre di esperti composte da docenti della Sapienza (25) e laureati in
Ingegneria (15) con la possibilità di un potenziamento dei team attraverso il
ricorso a stage formativi. «Per l'Università si tratta di un passo importante -
ha sottolineato il professor Carlo Cecere, presidente del consiglio d'Area di
Ingegneria per il polo sabino - perché la convenzione rappresenta un'opportunità
di specializzazione e di crescita culturale per il territorio, senza
sottovalutare le ricadute in termini di formazione e orientamento al lavoro per
i nostri laureati». Un collaborazione concreta, in un contesto di piena crisi
economica, con l'amministrazione provinciale che, un po' come sta accadendo
oltreoceano, si rivolge al settore dell'ambiente e dell'energia come unico
volano di sviluppo ancora possibile e ultima frontiera per creare nuovi spazi
di occupazione lavorativa. "Ri-Nova", però, come aggiunto da Melilli
e Cecere, è anche l'occasione per censire gli sprechi energetici che si
verificano in enti pubblici e privati e inaugurare un percorso che dagli
impianti di fonti rinnovabili muova poi in direzione di un'estensione del
ricorso alla bioedilizia. A municipi e privati non resta che farsi avanti e
rispondere all'avviso che sarà pubblicato lunedì sul sito
www.provincia.rieti.it, mentre in collaborazione con il Kyoto Club, sarà
attivato da aprile il portale www.rietienergia.it.
( da "Nazione, La (Pisa)" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
CRONACA PISA pag. 8
Scuola, allarme tagli: «Cancellati oltre 500 posti» LA POLEMICA LA CGIL: «ECCO
DOVE COLPIRA' LA SCURE A PISA E PROVINCIA». SCIOPERO IL 18 «UN TAGLIO di 150
docenti, 280 collaboratori scolastici e 48 assistenti amministrativi nel
prossimo triennio. Ecco i risultati che si avranno con l'applicazione dei due
regolamenti attuativi dell'art.64 della legge 133/2008 relativi alla
riorganizzazione della rete scolastica e alla revisione degli ordinamenti del
primo ciclo». E' questa la denuncia che parte dalla Flc Cgil, attraverso
Daniela Fabbrini segretario generale e Gabriella Bresci (Flc-Cgil). Il grido
d'allarme è scattato dopo l'approvazione da parte del consiglio dei Ministri
dei due regolamenti. «Se si tiene conto prosegue Bresci che dal primo settembre
2009 la riduzione del personale Ata non dovrà essere inferiore del 30% di
quella prevista, il prossimo settembre nella nostra provincia si prevede una
riduzione di ben 238 posti di lavoro». E non è finita. «A questo si aggiunge
dice Fabbrini il grave stato finanziario delle scuole: mancano i fondi per
pagare i supplenti. Sulla scuola si deve investire non tagliare. Le famiglie
che hanno chiesto modelli orari più consistenti (30-40 ore scuola primaria)
rendendo un flop il maestro unico. Visto che il numero di
docenti nelle classi prime della primaria è assegnato su base di 27 ore
settimanali, le famiglie avranno garantito il tempo pieno?». La Cgil Flc ha
indetto per il 18 marzo uno sciopero di scuola Università e ricerca con una
manifestazione regionale a Firenze.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 15 - Cultura
e spettacoli EDGAR REITZ A UDINE UDINE. Conto alla rovescia per l'edizione 2009
del "FilmForum", quest'anno in cartellone a Udine, Gorizia e Gradisca
dal 24 marzo al 2 aprile, come sempre promosso
dall'Università degli Studi di Udine per la direzione artistica del docente e studioso Leonardo Quaresima. A
scandire la manifestazione saranno dieci giorni densi di proiezioni, incontri,
workshop, nuove pubblicazioni, studi e premi di scrittura sul cinema e sulla
sua evoluzione, dalle origini ai nuovi media, dai Fratelli Lumière a
Internet, al cinema per telefono cellulare. E naturalmente ogni sera si
rinnoverà l'appuntamento con le proiezioni del FilmForum. Fra i protagonisti
eccellenti spicca il grande cineasta tedesco Edgar Reitz, che nella serata di
mercoledì 25 sarà a Udine, ospite del Cinema Visionario.
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del
07-03-2009)
Argomenti: Cultura
MODENA PRIMO PIANO
pag. 5 «Contro-ronde degli universitari No a razzismo e xenofobia» Tre docenti di Lettere in campo «per sensibilizzare la città»
«PRESTO partiranno le contro - ronde degli universitari» E' l'iniziativa
provocatoria promossa da alcuni professori della facoltà di Lettere e Filosofia
di Modena, «per sensibilizzare la città rispetto alle ultime decisioni prese in
fatto di sicurezza e immigrazione». Si tratta di «cortei silenziosi» che
sfileranno lungo le vie cittadine la sera, quando farà buio; la loro presenza,
rimarcata dagli slogan degli striscioni, testimonierà il fermo no' della
facoltà di via Sant'Eufemia alle «leggi razziste e xenofobe». LA BASE teorica
di queste contro - ronde, infatti, è un manifesto redatto da alcuni docenti di
Lettere (Augusto Carli, Antonello La Vergata e Andrea Panaccione) che pochi
giorni fa è stato approvato dal Consiglio di facoltà. Si tratta di un documento
che vuole denunciare «il verificarsi di numerosi e gravi episodi di razzismo e
di xenofobia nel nostro paese e la frequenza di reazioni minimizzatrici e
giustificazionistiche anche a livello istituzionale». Un obiettivo perseguito
tramite le rivendicazione di alcuni fondamentali principi come quelli contenuti
nella carta di Roma «codice etico contro la xenofobia e il razzismo», e
«tramite conferenze, lezioni a tema e appunto cortei silenziosi per
sensibilizzare il cittadino», aggiunge il professor Carli. RIMANE però da
capire chi animerà questi cortei. I professori, infatti, hanno iniziato a
dialogare con alcuni collettivi studenteschi, protagonisti dell'attivismo
universitario degli ultimi mesi, ma non si è ancora arrivati a un accordo
ufficiale. «Il nostro collettivo spiega Diego Brigidi, portavoce di
LettereinMovimento discuterà questa proposta la prossima settimana; fino a quel
momento non possiamo confermare la nostra partecipazione all'iniziativa». Ciò
nonostante l'attuazione del progetto non dovrebbe trovare troppi ostacoli lungo
la strada, dal momento che il collettivo degli studenti di lettere non ha mai
mancato di criticare le posizioni «razziste» dell'attuale governo. A DIFENDERE
le ronde quelle originali e, oggi, riconosciute dalla legge c'è però il
consigliere della Lega Nord e candidato sindaco per il carroccio Mauro
Manfredini. «Non accetto spiega che si strumentalizzi ancora questo tema.
Nessuno di noi chiede delle ronde di partito. Noi pensiamo piuttosto ad
associazioni di volontariato che si organizzino per la tutela della sicurezza,
e a una banca dati che raccolga tutte le persone interessate a svolgere questo
importante compito, regolamentando un fenomeno che, tra l'altro, esiste già.
Quindi basta far passare queste ronde come pericolose». Sul coinvolgimento
dell'università Manfredini non ha dubbi: «Sicuramente
si tratta di persone di sinistra. Qui non si tratta di razzismo o non razzismo;
il punto è che noi, a Modena, non abbiamo bisogno di nullafacenti». Davide
Miserendino
( da "Nuova Venezia, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Nessuna cerimonia
per la prima volta in una storia lunga 141 anni Ca' Foscari, inaugurazione solo
online Ghetti: «Segnale forte sulla crisi dell'università».
Risparmiati 15 mila euro Matricole in aumento fondi in picchiata «E poi ci
vengono a parlare di Harvard» Tra protesta e innovazione è stato inaugurato da
Pierfrancesco Ghetti, al suo ultimo anno da rettore, l'anno accademico dell'università Cà Foscari di Venezia. Per la prima volta dopo
141 anni di storia non si è svolta la classica cerimonia ufficiale, ma il
discorso del rettore è stato inserito in formato video nel portale
dell'Università e su YouTube. Online anche gli interventi dello scrittore
Tiziano Scarpa e del rappresentante del consiglio degli studenti Luca Morigi.
Nel frattempo Cà Foscari continua a correre e anche per quest'anno segna un
incremento sia delle matricole per le lauree di primo livello del 12,3% a 4217
studenti, sia per i corsi di laurea di secondo livello, con un aumento del
3,9%, a 1449 studenti. «In questa situazione di vera e propria incertezza del
futuro delle università che dal prossimo anno
accademico si vedranno ridurre drasticamente i fondi, abbiamo pensato che
bisognava dare un segnale molto forte, altrove le inaugurazioni si sono fatte,
ma rispetto agli altri anni si è tutti più tristi e preoccupati» spiega Ghetti.
Gli studenti totali sono poco più di 18 mila, sono stati razionalizzati i costi
con una riduzione tra lauree triennali e specialistiche del 20%. Per quanto
riguarda la ricerca il 70% delle risorse proviene dall'esterno. Cà Foscari è
tra quelle Università che ha tutti i conti in regola con un bilancio di 162
milioni di euro, «ma con i tagli trasversali, per il prossimo anno far quadrare
il bilancio sarà una vera e propria impresa, perché il taglio è pari al 18% del
nostro bilancio» evidenzia il rettore. Nel tracciare un quadro sul suo mandato,
Ghetti sottolinea le migliorie fatte in questi anni a Cà Foscari e dell'aumento
delle valutazioni da parte degli studenti sulle strutture: le biblioteche per
esempio dall'anno accademico 2006-2007 al 2007 - 2008 hanno avuto un indice di
gradimento schizzato da un voto di
( da "Nuova Venezia, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
All'ateneo ciclo di
incontri con gli Ordini professionali organizzati dalla Lega «Tutela per il
lavoro autonomo» In vista un riordino della materia, servizi e garanzie Il
lavoro autonomo è il «cuore» del sistema economico veneto. Ma i lavoratori
autonomi, a cominciare da coloro che svolgono professioni intellettuali, spesso
non sono per nulla tutelati. Nel tentativo di trovare una strada per dar vita a
uno Statuto regionale del lavoro autonomo il gruppo consiliare della Lega in
Consiglio regionale ha avviato una iniziativa piuttosto singolare. In
collaborazione con l'Università di Ca' Foscari ha convocato i rappresentanti
degli ordini professionali per avviare una istruttoria preliminare. Ieri
pomeriggio primo incontro alla sala club di Ca' Foscari. Con il prorettore di
Ca' Foscari Adalberto Perulli, avvocato e docente di diritto del lavoro, il capogruppo della Lega a palazzo Ferro
Fini Giampaolo Bottacin. Al centro del seminario la posizione del lavoratore
precario. Una geografia complessa e variegata, che ha qualche tratto in comune.
Come ad esempio la necessità di prendere atto delle trasformazioni sociali che
hanno messo il lavoratore autonomo spesso al centro del mondo prooduttivo.
Ecco allora i periti agrari, ma anche i veterinari, i farmacisti, i consulenti
del lavoro, gli architetti, gli avvocati. E infine i giornalisti. Professione
dove proprio tra i lavoratori autonomi e non dipendenti (professionali e
collaboratori) ci sono le categorie deboli e senza diritti. Un esercito di «professionisti»
spesso non iscritti all'albo, in alcuni casi sfruttati e malpagati, poco
sindacalizzati e con scarso potere contrattuale. Ecco allora le proposte che
gli eesperti di Ca' Foscari provano a mettere sul tavolo. Il tema della
formazione lavoro, di competenza regionale. Una leva su cui contare per la
formazione, l'ingresso nel mondo del lavoro e la riquailificazione delle
competenze dei lavoratori autonomi, con la possibilità di ricorrere anche a
finanziamenti comunitari. E poi le iniziative di autoimprenditorialità con
agevolazioni finanziarie, contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato.
Infine la consulenza e i servizi, le forme di sostegno al reddito per le fasi
di crisi e di «non lavoro». «Una base di lavoro», spiega il prorettore Adalberto
Perulli, «che andrà ora confrontata con tutte le categorie professionali per
giungere a individuare proposte innovative a livello regionale». Proposte di
legge sulla regolazione del lavoro autonomo che puntano, secondo Bottacin, «a
valorizzare questo settore, vero serbatoio per il sistema produttivo veneto».
(a.v.)
( da "Stampa, La" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
POLITICA.FUMATA
BIANCA DALL'ASSEMBLEA DEI SINDACI Rifiuti, Belletti riconfermato presidente
Cosrab [FIRMA]MAURIZIO ALFISI BIELLA Nel nome dei supremi interessi dei
cittadini biellesi che stanno rischiando di pagare a caro prezzo le divisioni
politiche che lacerano il Biellese, Silvio Belletti è stato riconfermato, ieri
pomeriggio, con un voto plebiscitario, presidente di Cosrab, l'autorità
d'ambito per i rifiuti. Che l'assemblea dei sindaci, convocata a Città Studi,
su richiesta del maggior azionista, il Comune di Biella, fosse decisa a gettare
le basi per risolvere una partita complessa dai possibili pesanti risvolti lo
si è capito fin dalle prime battute quando il sindaco di Sordevolo, Riccardo
Lunardon, ricordando che i sindaci devono essere «prima amministratori e poi
politici» ha proposto la riconferma, magari a tempo, di Belletti, dandogli però
precisi obiettivi da raggiungere in tempi brevi e affiancandogli per le
trattative l'appoggio di tre sindaci. Un intervento-assist per il sindaco di
Biella Vittorio Barazzotto subito impegnato a ricomporre un fronte unitario dei
sindaci per affrontare la partita-rifiuti: «un problema che dopo la crisi
tessile è in questo momento l'altra urgenza per il territorio». La questione,
come si diceva, è molto complessa per gli intrecci societari e di rapporti tra
Cosrab, Asrab (la società di trattamento e stoccaggio dei
rifiuti mista pubblico privata oggi interamente controllata dal gruppo A2A) e Seab la spa pubblica per la raccolta e lo
smaltimento. Al centro c'è una partita da oltre 7 milioni di euro che Asrab
dovrebbe riconoscere a Cosrab per una vecchia questione legata al primo appalto
del Polo tecnologico e a un successivo cambio in corsa delle tariffe.
Asrab, invece, sarebbe disposto a trattare sulla base di 2 milioni di euro. Il
tutto però complicato dal fatto che, dopo la sentenza del tar, la discarica può
ospitare soltanto rifiuti del bacino biellese ma è troppo piccola per coprire
la spese di gestione dell'impianto con il rischio concreto di un pesante aumento
delle tariffe. Sito di stoccaggio poi che si sta rapidamente esaurendo(entro
fine anno sarà saturo). Belletti ad un certo punto ha preso la parola per
confermare che era disponibile ad un nuovo mandato per il tempo che l'assemblea
riteneva di conferirgli e a cercare di portare a casa un accordo con Asrab: la
questione è diventata più concreta dopo la presentazione di una proposta
scritta da parte di Cavaglià spa (la società che oggi gestice il polo
tecnologico). In sostanza chiede ai sindaci i terreni per l'ampliamento della
discarica portandola a un volume di 1 milione e 200 mila metri cubi di cui 400
mila riservati fino al 20016 allo stoccaggio dei rifiuti biellesi. In cambio
offre «la stabilizzazione del corrispettivo dovuto ad Asrab (i costi di smaltimento
più il 10%)». Proposta che contemplando un apliamento della discarica, non
trova d'accordo il Comune di Cavaglià che sostiene che l'esaurimento del sito è
un falso problema: basterebbe far rispettare gli accordi e restituire alle
altre province i loro rifiuti che hanno sottratto spazio a quelli del Biellese.
Posizione che è costata a Cavaglià il posto nel nuovo cda: i sindaci hanno
eletto Pier Carlo Gugliotta, Chiara Caucino, Carla Prina Cerai, Valerio
Stefanuzzi, Guido Dellarovere e Gaspare La Barbera.
( da "Giornale.it, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
n. 57 del 2009-03-07
pagina 7 Ministero della Salute: «Prima di consumarlo deve essere bollito» di
Redazione «Il latte crudo è un alimento integro e vivo che contiene elementi
nutrizionali fondamentali per l'alimentazione umana a tutte le età», dichiara Giorgio
Calabrese, docente di Nutrizione
Umana presso l'Università di Torino e consulente del Ministero della Salute,
concetto già sottolineato anche dal convegno «Latte: la cruda verità. Il latte
crudo, i suoi vantaggi, i suoi pericoli», organizzato a fine gennaio da Slow
Food Italia e dall'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Dal
10 dicembre il ministero ha emesso un' ordinanza che introduce l'obbligo di
riportare sugli appositi distributori la dicitura da consumarsi solo dopo
bollitura, al fine di distruggere ogni sorta di microrganismo patogeno. Roberta
Lodi, biologa e responsabile della sede del Cnr di Milano - Ispa (Istituto di
Scienze delle produzioni animali) appare però scettica riguardo alla
disposizione ministeriale. Le statistiche dimostrerebbero, infatti, secondo l'
esperta, che non ci sono state variazioni nella casistica di Seu (Sindrome
emolitico-uremica), una malattia molto rara causata da tossinfezioni di
Escherichia Coli, da quando si sono diffusi in Italia erogatori di latte crudo.
Secondo la biologa in realtà «la bollitura peggiora il prodotto, per persone
immunodepresse o bimbi al di sotto dei tre anni è bene ed è sufficiente
scaldare il latte a 70 gradi. Il consumatore deve essere istruito, non
confuso». Il trattamento con il calore, la cosiddetta pastorizzazione, andrebbe
ad indebolire il valore nutrizionale del latte, distruggendo almeno il 10%
delle vitamine B1, B6 e B12 e il 25% della vitamina C contenute nel latte
crudo. Inoltre, inciderebbe negativamente sulla capacità del corpo di assorbire
l'acido folico (o vitamina B9), particolarmente importante per il sistema
nervoso e la circolazione del sangue e per il normale sviluppo embrionale. Per
la biologa la risposta migliore è garantire la massima sicurezza ovunque.
«L'esperienza lombarda - spiega la Lodi- ha permesso di costruire le regole per
una gestione sanitaria del latte crudo: l'allevatore garantisce che la sua
stalla è sana, grazie anche agli strumenti per ridurre il rischio di
proliferazione di elementi patogeni forniti da veterinari e tecnici del latte;
il consumatore, infine, conserva correttamente il prodotto prelevato
dall'erogatore» © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
( da "Giornale.it, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
n. 57 del 2009-03-07
pagina 16 Monsignor Fisichella, lezione in stato d'assedio di Andrea Tornielli
nostro inviato a Padova Il caso Sapienza non si è ripetuto e un'aula
blindatissima nello storico Palazzo del Bo, sede del rettorato dell'università di Padova, il vescovo Rino Fischella ha potuto
tenere la sua lectio magistralis su «Etica e ricerca scientifica», nell'ambito
del convegno promosso dalla fondazione «Marina Minnaia» che da anni aiuta i
pazienti in attesa di trapianto di fegato e i loro familiari. Solo una
cinquantina gli studenti contestatori, tenuti ben distanti dall'aula, dopo che
l'intera area era stata transennata e circondata da uno stuolo di agenti in
tenuta antisommossa. La presenza del vescovo, presidente della Pontificia
accademia per la vita, invitato dalle autorità accademiche, era stata
contestata nei giorni scorsi dai no global, dal movimento studentesco «l'Onda» e da alcuni docenti di sinistra, che avevano protestato per la
mancanza di contraddittorio, definendo «politica» l'iniziativa che cade a poche
settimane dalle elezioni universitarie. Quando il monsignore ha però fatto
sapere che avrebbe ascoltato volentieri un intervento opposto al suo, i
contestatori hanno detto che non avrebbero partecipato. Così, ieri
pomeriggio, a una platea selezionata e controllata, Fisichella ha potuto tenere
il suo discorso, affiancato dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi e
preceduto da ben otto interventi di saluto: vista la polemica montante e il
rischio che a Padova si ripetesse quanto avvenuto nel gennaio 2008
all'Università La Sapienza di Roma con la mancata partecipazione di Benedetto
XVI, sono intervenuti in favore della libertà di espressione anche il
presidente della Regione Giancarlo Galan e il sindaco Flavio Zanonato.
All'inizio della lectio, Fisichella ha abbandonato il testo scritto e si è
detto dispiaciuto per «il disagio arrecato alla città»: «Mi sono chiesto se
fosse giusto creare una situazione di conflitto, ma non essere presente sarebbe
stato peggio». Poi ha dato una lezione di laicità ai suoi interlocutori più
critici: «Mi domando come si fa a giudicare il contenuto di un intervento prima
che questo sia stato fatto. Le critiche sono legittime, ma dopo aver
ascoltato». Il vescovo ha quindi aggiunto: «Non è detto che un sacerdote non
possa pensare laicamente. Io nell'università ci abito,
e anche se porto il colletto uso la ragione». Fisichella ha smentito l'idea che
la Chiesa sia contro il progresso scientifico: «Siamo stati nel passato, lo
siamo tuttora e lo saremo nel futuro fautori e propugnatori della scienza». Sui
trapianti, ha chiesto attenzione nell'accertamento della morte del paziente
perché «in un ambito come questo non può esserci il minimo sospetto di arbitrio
e dove la certezza ancora non fosse raggiunta deve prevalere il principio di
precauzione». Infine, con accenno implicito al dibattito sul testamento
biologico, ha spiegato che «invocare il principio di autodeterminazione non può
essere esteso in modo assoluto» ma questo deve per la Chiesa «restare limitato
al diritto di non vedersi imporre terapie sproporzionate e coercitive». ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Avvenire" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
CHIESA 07-03-2009
Luigi Gedda, «genio» del laicato italiano A Roma due giorni di confronto e
studio sullo storico leader di Azione cattolica DA ROMA MARCO IASEVOLI È
arrivato il momento di «sottrarre la figura di Luigi Gedda dal furore di
polemiche estemporanee e riconsegnarla al rigore dello studio storiografico».
Così il presidente dell'Azione cattolica Franco Miano ha introdotto ieri il
seminario di studi sul genetista e storico leader del movimento cattolico del
'900, che dal 1934 al 1959 fu leader pressoché ininterrotto della più antica
associazione ecclesiale (prima come presidente dei giovani, poi degli adulti e
infine come presidente generale). «Si tratta ha spiegato Miano di uno dei
personaggi più significativi del laicato italiano, ma le cui posizioni sono
ancora oggi oggetto di strumentalizzazioni e letture idelogiche». E in effetti,
le posizioni di Gedda, spesso contrapposte a quelle di altre voci autorevoli
come Giuseppe Lazzati o Giorgio La Pira, piuttosto che essere ben analizzate
sono spesso inserite in dispute su diversi modi di intendere l'impegno dei
credenti laici nella Chiesa. Quali le letture più consolidate? Quelle che
vedono Gedda dotato di uno spiccato «genio» organizzativo, che lo ha spinto a
fondare molteplici opere, e capace di parlare al cuore delle folle, interprete
perfetto delle indicazioni vaticane ed espressione della necessità di
impegnarsi pubblicamente contro il pericolo comunista. Di contro visioni di
Azione cattolica e di Chiesa meno massive, che insistevano sulla necessità del
dialogo e della mediazione e sulla maggiore valorizzazione della persona. I
contributi degli studiosi che hanno avuto accesso all'archivio Gedda, custodito
dall'istituto di studi storici Paolo VI, non negano i caratteri di fondo di
queste divergenze, ma mettono in evidenza una realtà molto più sfaccettata. «Le biografie di Gedda e Lazzati spiega ad esempio Marta Margotti,
docente presso l'università di Torino per lunghi tratti
possono essere lette in parallelo». Le differenze, spiega la studiosa, si
alimentano anche in virtù di differenti contesti geografici (Lazzati veniva
dalla tradizione ambrosiana) e diversi percorsi spirituali. Il rapporto
con l'altro personaggio da molti considerato in antitesi a Gedda, Giorgio La
Pira, è invece tracciato dallo storico dell'università
della Tuscia Marco Paolino: il famoso sindaco di Firenze, ad esempio, coltivava
con il partito comunista una strategia del dialogo. Partito comunista che, a
sua volta, era seriamente impensierito dalla macchina organizzativa messa in
piedi da Gedda. Interessante l'idea offerta dalla giovane ricercatrice della
Columbia University Giuliana Chamedes della «crisi di civiltà» che Gedda aveva
maturato proprio negli anni del fascismo e della seconda Guerra mondiale.
«Importante fu il suo viaggio in Spagna del '
( da "Avvenire" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
CRONACA 07-03-2009
«Ma non chiedeteci il silenzio» Fisichella a Padova: i cattolici non sono
afoni, non c'è nessuna invasione di campo. È l'ora di uno sforzo comune DA
PADOVA FRANCESCO DAL MAS S ulla difesa e la promozione della vita, dal
concepimento alla conclusione naturale, non si può pretendere che i cattolici
siano «afoni» . E questa non può essere nemmeno la pretesa degli Stati quando
legiferano in materia di bioetica. È stato molto chiaro, nel sottolinearlo,
monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia accademia pro vita,
intervenendo con una lectio magistralis ad un convegno all'Università di Padova
sul tema «Etica nella medicina dei trapianti e delle cellule staminali». Doveva
accoglierlo una città blindata, attraversata da chissà quali proteste degli
studenti (in realtà solo poche decine, soprattutto dei centri sociali) e anche
di professori. Fisichella e l'onorevole del Pdl Maurizio Lupi, che con lui si è
confrontato, hanno invece discusso in tranquillità. E il prelato ha subito
tenuto a mettere in chiaro che «davanti alla promozione e difesa della vita
umana non esiste forma di ingerenza alcuna nei confronti degli Stati né ragioni
di op- portunità politica che potrebbero essere avanzati per esprimere o meno
un giudizio in proposito» . Era molto atteso il suo intervento, a Padova. Qualche docente gli aveva anche lanciato precise sfide sul rapporto tra la
Chiesa e la scienza, la bioetica in particolare. Monsignor Fisichella ha subito
chiarito che quando si prende posizione sulla valenza etica di alcuni risultati
sperimentali che toccano la persona «non si intende intervenire nell'ambito
peculiare della medicina, solo richiamare gli interessati alla
responsabilità etica e sociale del loro operato ». Stiano tranquilli, dunque, i
laici. «Nessuna invasione di campo» da parte della Chiesa, solo il richiamo
«che quanto è oggetto di più scienze non può diventare esclusivo campo d'azione
di una sola, che si arroga il diritto di dire l'ultima parola». Per la difesa e
la promozione della vita, in ogni caso, «è necessario ad avviso di Fisichella
che si crei una cultura favorevole alla sua accoglienza in ogni espressione che
ne viene manifestata. È necessario per questo l'apporto condiviso di quanti,
credenti o non credenti, ritengono che questo sia il momento favorevole per
approdare ad uno sforzo comune in favore della vita personale». Ed ecco una
riflessione del prelato sulla stretta attualità. «Se in alcuni momenti,
comunque, diventa urgente giungere anche ad una difesa umana per paradossale
che possa sembrare, significa che questa è in serio pericolo». E quanto al
discusso principio di autodeterminazione, ripetutamente sollevato in queste
settimane, Fisichella ha ribadito che «non può essere esteso in modo assoluto »
ma deve restare limitato «al diritto di non vedersi imporre terapie
sproporzionate e coercitive». Su questi temi, ha ribadito il prelato, «nessuno
potrà mai chiederci di rimanere in silenzio, non lo potremo ascoltare né
obbedirgli. Ne andrebbe della nostra presenza nel mondo che permane come eco di
una parola di cui siamo portatori e responsabili: quella del figlio di Dio
mediante il quale il Creatore ha dato vita agli spazi infiniti dell'universo e
alla nostra personale esistenza». Al convegno è intervenuto anche il
governatore del Veneto, Giancarlo Galan, mentre Lupi si è augurato, a margine
dei lavori che il confronto in Parlamento sul fine vita «sia serio e senza
pregiudizi».
( da "Avvenire" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
CHIESA
07-03-2009 I docenti di religione e il disagio giovanile BISCEGLIE. Elaborare
possibili piste sul piano dell'innovazione educativodidattica valorizzando il
contributo dell'insegnamento della religione cattolica (Irc) e degli insegnanti
di religione (Idr) alla prevenzione del disagio in età scolare. Questo l'intento del seminario di
due giorni aperto ieri a Bisceglie, nel Barese, promosso dal Servizio nazionale
per l'Irc della Cei in collaborazione con l'Ufficio nazionale per l'educazione,
la scuola e l'università e il Servizio nazionale per
la pastorale giovanile della Cei. Grazie all'apporto scientifico della Facoltà
teologica pugliese e dell'Università di Bari, una quarantina di insegnanti, che
hanno affrontato i fenomeni di disagio e di devianza minorile, riflettono su
questioni delicate che in Italia hanno subìto un incremento preoccupante. «Il
numero dei ragazzi denunciati penalmente è più che raddoppiato e si sono
ampliate numericamente nelle scuole manifestazioni inedite e prodromiche alla
devianza conclamata come bullismo e atti di violenza ha spiegato don Vincenzo
Annicchiarico, responsabile del Servizio per l'Irc della Cei : teppismo per
noia e malessere del benessere. Sono dunque problemi nuovi e complessi di
emergenza educativa che interpellano le istituzioni formative in ordine alla
progettazione di interventi da svolgere nella direzione della prevenzione e del
recupero». La scuola non può rispondere da sola ad una questione di tale
delicatezza educativa, ma occorre coinvolgere più agenti di socializzazione.
«Il ruolo degli Idr nelle fasi di individuazione e prevenzione/recupero può
essere tutt'altro che secondario ha aggiunge Annicchiarico . Essi, nei propri
percorsi di formazione in servizio, danno già spazio alla dimensione formativa
della relazione docente-studente e tengono sempre
vigile l'attenzione sui temi fondamentali dell'educazione. Qui gli Idr potranno
avere l'opportunità di confrontare la propria esperienza con le prospettive
aperte dall'attuale ricerca in campo psico-pedagogico, socio-relazionale e
antropo-teologico, intervenendo sia in plenaria che all'interno dei laboratori.
Il tutto finalizzato alla corretta conoscenza del fenomeno e all'elaborazione
di possibili piste di lavoro, come specifico contributo dell'Irc, alla
prevenzione del disagio e alla costruzione di possibili alleanze educative».
Vincenzo Grienti Ieri a Bisceglie, il via alla due giorni di studio sul tema.
Annicchiarico (Cei): puntare su prevenzione e recupero
( da "Avvenire" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
CHIESA 07-03-2009 IL
VANGELO A SCUOLA Nel testo diffuso a Roma e in altre trenta città di tutta
Italia, l'importanza di declinare in modo corretto il rapporto tra fede e
scienza e il dovere di valorizzare il proprio impegno universitario «Chi ama lo
studio, ama la vita» Sul valore della cultura il manifesto Fuci presentato ieri
Col presidente della Federazione Bordello, Stenco, Anselmi, Alici e Salmann al
lancio delle linee guida degli universitari cattolici DA ROMA MIMMO MUOLO « A
miamo studiare, perché amiamo vivere». Una dichiarazione d'amore in piena
regola, quella contenuta nel Manifesto della Fuci, presentato ieri a Roma e in
altre 30 città di tutta Italia, insieme con la I Settimana dell'Università, che
ha preso il via nell'Aula 'Newman' della Pontificia Università Urbaniana. Amore
per l'approfondimento culturale, innanzitutto, «al di là delle derive
utilitaristiche» che oggi purtroppo lo connotano. Amore per l'Università in
quanto tale, per cercare di salvarla da quella sorta di «spezzatino di
insegnamenti e crediti senza organicità». E naturalmente amore per il rapporto
tra scienza e fede, se è vero, come afferma il documento stilato dalla
Federazione degli Universitari Cattolici italiani, che tra i due termini non vi
sia alcuna contraddizione. «Da credenti si legge, infatti, nel Manifesto per
l'Università siamo convinti che l'autentica vita del pensiero (la quale conduce
a cercare la verità di se stessi e incoraggia a distruggere idoli e pregiudizi)
non è molto distante da quel tratto tipico dell'esistenza cristiana che
chiamiamo fede. Ecco perché si deve favorire, promuovere ed incentivare la vita
dell'Università. Ecco perché si può e si deve amare studiare». La lettura del
testo ha aperto l'incontro svoltosi all'Università Urbaniana e al quale hanno
preso parte monsignor Bruno Stenco, direttore dell'Ufficio nazionale Cei per
l'educazione la scuola e l'università, don Nicolò Anselmi, responsabile della pastorale giovanile
italiana, Luigi Alici, docente di Filosofia morale all'Università di Macerata ed Elmar Salmann,
che insegna teologia dogmatica alla Gregoriana. Moderati dal presidente
nazionale della Fuci, Emanuele Bordello, i relatori hanno incentrato la propria
riflessione proprio sul binomio amare studiare. Un binomio che monsignor
Stenco, ad esempio, ha declinato sul versante del rapporto tra fede e cultura.
«Il dialogo tra la Chiesa e l'Università ha detto il direttore dell'Ufficio Cei
per la pastorale universitaria è in effetti una simbiosi, che nasce dallo
stesso dinamismo della fede cristiana, tesa alla ricerca della verità». Del
resto, ha aggiunto il sacerdote, «l'esercizio dello studio, in quanto impegna
al massimo le capacità dei giovani, si correla al dinamismo di maturazione
della fede. Credere e studiare hanno molto in comune». Perciò don Stenco ha
invitato gli studenti a non diventare solo delle «macchinette mangia-crediti».
Mentre Luigi Alici ha messo in guardia dalla frammentazione. «Quella
dell'Università ha detto lo studioso di filosofia è una crisi di fini, non di
mezzi. Attività didattica spezzettata, ricerca ispirata solo a criteri di
apparenza. Anni di dibattiti senza riforme, cui stanno seguendo in questo
periodo riforme senza dibattito fanno vivere agli atenei italiani una fase di
progettualità difficile e di contabilità invadente». Ecco perché, secondo
Alici, «nella comunità ecclesiale dobbiamo lavorare per ridare al mondo
universitario le motivazioni di fondo e agli studenti, in particolare, il gusto
di porsi le grandi domande, cioè le domande di senso». Anche la pastorale
giovanile può aiutare in questo senso. «L'amore per lo studio ha sottolineato
don Nicolò Anselmi ha anche una dimensione sociale, perché nessuno studia solo
per se stesso, ma per prepararsi a svolgere un servizio. Così lo studio diventa
scoperta della propria vocazione e mette in comunicazione con il mondo degli
adulti». Cosa di cui c'è grande bisogno. E non solo a livello universitario.
( da "Denaro, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Campania la crisi
economica Fiscalità di sviluppo e credito di imposta: le ricette per il Sud
Fiscalità di compensazione per le imprese del Sud e credito d'imposta. Sono
alcune delle ricette per combattere la crisi nel Mezzogiorno che sono emerse
durante il convegno che si è tenuto ieri presso la Camera di Commercio di
Napoli, in occasione della presentazione del volume "Mezzogiorno a
tradimento. Il Nord, il Sud e la politica che non c'è", di Gianfranco
Viesti. Secondo il presidente della delegazione italiana del gruppo del Pse al
parlamento europeo, Gianni Pittella, "occorre rilanciare la recente
proposta di D'Alema che prevede una fiscalità compensativa per le imprese del
Mezzogiorno, perchè costituisce un ottimo punto da cui ripartire". Per
l'assessore regionale al Bilancio, Mariano D'Antonio, invece, puntare sul
credito d'imposta e sulla realizzazione di una migliore rete di
infrastrutture" è la soluzione ottimale alla crisi". danila liguori
La "questione meridionale" è più attuale che mai. Ne hanno discusso
ieri i relatori intervenuti al convegno che si è tenuto alla Camera di
Commercio di Napoli, in occasione della presentazione del volume
""Mezzogiorno a tradimento. Il Nord, il Sud e la politica che non
c'è", a cura di Gianfranco Viesti. Le ricette per uscire dalla crisi sono
diverse tra di loro. C'è quella caldeggiata dal presidente della delegazione
italiana del gruppo Pse al Parlamento europeo Gianni Pittella, che sostiene sia
fondamentale "rilanciare la recente proposta di Massimo D'Alema, che
prevede una fiscalità compensativa per le imprese del Mezzogiorno.
CLASSE?DIRIGENTE Bisogna inoltre spiega ancora Pittella creare una classe
dirigente che sia all'altezza del proprio compito, e ripartire cercando di
inquadrare il Sud in una logica più mediterranea dal punto di vista energetico,
logistico e culturale". Inoltre "siamo vittime conclude Pittella di
un'opera di boicottaggio della politica nazionale nei confronti del Sud".
Non la pensa così l'assessore regionale al Bilancio Mariano D'Antonio, secondo
il quale "non ci sono congiure ai danni del Mezzogiorno, ma solo una
classe politica meridionale a cui imputare le colpe, che devono essere divise
anche con gli imprenditori e le banche". INFRASTRUTTURE Occorre invece
"puntare al credito d'imposta e alla realizzazione di una migliore rete di
infrastrutture, che costituiscono la soluzione più ottimale alla crisi . Il
nostro più grande fallimento continua ancora D'Antonio è, quindi, di tipo
politico-istituzionale, collegato con una bassa qualità della spesa dei Fondi
europei, e una grave mancanza di progettazione da parte delle Regioni". A
vedere nella "lotta politica e culturale una strategia per il Sud" è
il presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa Andrea Geremicca, secondo il
quale bisogna "riflettere seriamente sul rapporto tra la questione
meridionale e la responsabilità politica, non abbassando la guardia in un
momento di crisi così evidente". Per l'economista Massimo Lo Cicero, è
tempo di "sorvolare sui classici interrogativi che riguardano il
Mezzogiorno, come ad esempio se siano giusti o meno gli incentivi alle Pmi, o
se il meridionalismo guardi o meno al di là dei propri confini", ma occorre
invece "attuare una importante scelta politica, magari ripartendo da veri
partiti politici, assenti negli ultimi vent'anni, e guardare alla questione
della responsabilità del Mezzogiorno, che è stato negli ultimi anni anche
vittima di scelte politiche sbagliate". responsabilità politica Parla di
responsabilità politica anche l'ex deputato e padre della sinistra Alfredo
Reichlin, che sottolinea come "sia importante ammettere la responsabilità
politica riguardo la situazione attuale del Sud, soprattutto in relazione
dell'evidente cambiamento che c'è stato nel rapporto tra Stato e mercato, che
non si può sottovalutare". Secondo Franco Cassano, docente di Sociologia della conoscenza presso l'Università di Bari,
"la questione meridionale deve essere affrontate da più punti di vista,
innanzitutto partendo dagli errori che sono stati fatti, come quello di non
aver fatto arrivare al Sud alcune risorse aggiuntive, poi affrontando
sicuramente il problema della classe dirigente, troppo spesso
inadeguata". Conclude l'incontro l'autore del volume, Gianfranco Viesti,
affermando che tra i più grandi mali che attanagliano il Sud e che non ci
consentono di uscire dalla crisi, c'è la perdita della ricerca di standard di
qualità per i cittadini da parte degli attori politici". del 07-03-2009
num.
( da "Sannio Online, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Campobasso: I
Sanniti popolo di navigatori Presentato il volume di Mauriello e De Benedittis
Pubblicato il 07-03-2009 eventi d?autore: Sanniti popolo di navigatori? Così
sembrerebbe?almeno in parte. A porre la questione da una nuova ed interessante
prospettiva un libro presentato giovedì scorso presso il Palazzo del Governo
per la rassegna Eventi d?Autore. Il volume, presentato dal prof. Mauriello e
dal prof. De Benedittis, che ne ha curato l?edizione, dal titolo ?Il porto
romano sul Biferno? è il risultato di una serie di scavi compiuti a Campomarino
dai giovani allievi dell?università degli Studi del Molise. In questo senso si coglie la portata
innovativa di questo libro, frutto della collaborazione tra studenti e docenti.
Altro elemento fortemente innovativo è la contestualizzazione del problema
archeologico affrontato negli scavi. ?Il valore di questo testo- ha
sottolineato Mauriello- sta nello studio del contesto, secondo un approccio
moderno degli studi archeologici. Da questo tipo di analisi è emersa un?altra
faccia della regione, che svolgeva un ruolo fondamentale nei collegamenti con
l?altra sponda dell?Adriatico?. In realtà i risultati degli scavi illustrati
nel libro sono soltanto il preludio ad una attività di ricerca ben più
approfondita per accertare e consolidare le preziose intuizioni del prof. De
Benedittis. A questo scopo il prof. Mauriello ha chiesto al presente Assessore
alla Cultura e alla Pubblica Istruzione Sandro Arco un impegno della regione
alla creazione di un progetto condiviso che possa essere fonte di occupazione
per gli studenti della Facoltà di Archeologia e Turismo. Il prof. DE Benedittis
ha poi illustrato il significato dei ritrovamenti nel sito di Campomarino.Le
anfore rinvenute, appartenenti ad un periodo che va dal IV e il VI sec. d. C.
documentano una fase tarda della storia molisana della quale non vi erano
ancora alcuna testimonianza. Gli oggetti provengono dalla Tunisia, dalla
Tripolitania, dalla Palestina e dall?Asia Minore. Questo fa dedurre la
presenza, del tutto ignorata sino ad ora, di un insediamento bizantino sulla
costa molisana. La necropoli rinvenuta, comprendente oltre 18 tombe in uno
spazio assai limitato, fa pensare ad un insediamento ad alta densità
demografica. Ad opinione del prof. De Benedittis, le recenti scoperte di
Campomarino ribaltano le notizie delle fonti classiche che parlano della costa
adriatica come di una zona priva di porti. In effetti il popolo sannita è
sempre stato descritto come un popolo dedito alla pastorizia e povero. Gli
scavi effettuati nell?entroterra molisano hanno portato alla luce reperti di
origine greca, dobbiamo dedurre, quindi che qualcuno li abbia introdotti via
mare. In effetti, quando le fonti parlano di navi e di marinai di origine
sannita non possiamo non concludere che questo popolo avesse anche delle navi e
che queste fossero attraccate ad un porto. Questo porto, secondo gli studi del
prof. De Benedittis, è localizzabile alla foce del Biferno. Attraverso questo
porto giungevano in terra sannita le merci provenienti dalle regioni
mediterranee. Resta ora da augurarsi che l?Università trovi nelle Istituzioni
un partner valido per continuare le ricerche.
( da "Virgilio Notizie" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
(ASCA) - L'Aquila, 7
mar - ''La Regione considera questa iniziativa un piccolo, grande, gioiello. E'
l'incontro di due eccellenze: Princeton, che tutti conosciamo, ed i Laboratori
del Gran Sasso che forse, per tanto tempo, non hanno ricevuto la giusta
considerazione da parte della comunita' locale piu' che del mondo scientifico.
Noi, nei limiti delle ristrettezze di bilancio, intendiamo valorizzare al
massimo questa nostra realta', sia per l'alto spessore didattico, sia per la
forza di sensibilizzazione dei giovani verso materie scientifiche, il futuro di
tutte le societa'''. E' con questa premessa che il presidente della Regione
Abruzzo, Gianni Chiodi, ha presentato, stamane all'Aquila, la sesta edizione
della ''Scuola estiva di fisica Gran Sasso-Princeton'', progetto di alta
formazione ideato dal Laboratorio nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso e
dall'Universita' di Princeton, nel New Jersey (USA), col patrocinio della
Regione. L'iniziativa, illustrata negli aspetti tecnici dal direttore
dell'Infn, Eugenio Coccia, che tanto successo ha ricorso negli anni passati,
prevede corsi da tenersi nel prestigioso ateneo di Princeton, dal 18 luglio
all'8 agosto 2009. Qui, 20 studenti delle scuole superiori abruzzesi,
attualmente iscritti al quarto e quinto anno, e realmente interessati alle
discipline fisiche e scientifiche, avranno l'opportunita' di seguire lezioni di
fisica, astrofisica ed inglese con i migliori insegnanti del mondo. Quest'anno,
la partecipazione ai corsi e' stata allargata a 10 studenti del South Dakota,
dove si pensa di realizzare un laboratorio scientifico simile a quello del Gran
Sasso, che saranno ospiti una settimana in Abruzzo, prima di partire per
Princeton. I giovani interessati, che avranno presentato domanda, sosterranno
una prova scritta di ammissione il prossimo 6 aprile. Princeton e' una citta'
universitaria ad un'ora di treno da New York e Philadelphia. Il prestigio del campus si deve alla qualita' dei suoi docenti,
tra i quali si annoverano molti premi Nobel. Lo stesso Albert Einstein visse e
lavoro' a Princeton per ben trent'anni. Tra le attrazioni storiche di
Princeton, il campo di battaglia dove il generale Washington sconfisse gli Inglesi
durante la rivoluzione Americana. Di questa ed altre attrattive potranno
godere gli studenti italiani che avranno pomeriggi e fine settimana liberi per
recarsi in visita a Washington, New York e Philadephia. Il progetto formativo
oltre al contributo della Regione di 50 mila euro (''speriamo di poter fare di
piu' in futuro'' ha auspicato il presidente Chiodi), si avvale della
sponsorizzazione dell'Universita' dell'Aquila, della Carispaq, della Micron e
di Cetemps.
( da "Corriere.it" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
È
figlio di un noto docente dell'università orientale
Napoli, studente italo-etiope denuncia aggressione. «Nessuno è intervenuto»
Marco Beyenne, 22 anni, è stato aggredito e picchiato da due uomini con la
testa rasata in una piazza affollata NAPOLI - Aggressione a sfondo razzista a
Napoli. L'ha
denunciata Marco Beyenne, uno studente italo-etiope di 22 anni di Capaccio
(Salerno), iscritto alla facoltà di Scienze Politiche dell'università
Orientale di Napoli. È figlio di un noto docente
universitario in pensione, Yakob Beyenne, tuttora legato all'ateneo da un
contratto di collaborazione per la cattedra di filologia etiopica. «NESSUNO È
INTERVENUTO» - «Le ferite al volto fanno molto meno male di quelle che ho
dentro» ha detto il ragazzo, aggredito nella notte tra giovedì e venerdì nel
centro di Napoli da due giovani che, al grido di «negro di m...», lo hanno
ripetutamente colpito al volto con una cintura. L'aggressione è avvenuta
davanti a una trentina di persone che, secondo lo studente, si sono limitati ad
assistere alla scena. «Ero in compagnia di un amico, anche lui studente -
spiega Marco Bayenne -. Stavamo facendo una passeggiata in piazza del Gesù e
volevamo andare a bere qualcosa in un locale molto frequentato dagli studenti,
specie il giovedì notte. All'uscita dal locale, due persone si sono avvicinate
e mi hanno chiesto cosa volessi. Non ho avuto neppure il tempo di rispondere,
che uno dei due, con il capo rasato, ha tirato fuori una cintura e ha
cominciato a colpirmi al volto con una ferocia inaudita, mentre gridava frasi
del tipo 'negro di m...»'. Molti i giovani presenti nella piazza che hanno
assistito alla scena. «Non uno dei presenti ha alzato un dito - prosegue Marco
-. Nessuno ha avuto il coraggio di intervenire, nonostante l'aggressione sia
durata un paio di minuti. Solo il mio amico ha tentato di difendermi,
prendendosi la sua dose di calci e pugni». Alla fine Beyenne è riuscito a
divincolarsi, rifugiandosi in una rosticceria. «Sanguinavo dal viso, così il
titolare del locale mi ha dato dei fazzolettini di carta per ripulirmi». Poi
l'arrivo in ospedale, dove lo studente è stato medicato e dimesso. «Quando
siamo andati al commissariato di polizia di via San Biagio, gli agenti
stentavano a crederci - racconta la vittima -, uno di loro mi ha detto che a
Napoli non si era mai verificata un'aggressione a sfondo razziale. Erano tutti
molto dispiaciuti». «CLIMA DI INTOLLERANZA» - «Sono di nuovo a Capaccio -
aggiunge il giovane italo-etiope -, sono tornato a casa per ritrovare la
serenità smarrita. Ma da lunedì sarò ancora una volta tra i banchi dell'università, come sempre. Spero che sia il primo e l'ultimo
episodio di razzismo in una città tanto bella e tollerante come Napoli, anche
se da qualche mese respiro un'aria che non mi piace, un'aria di insofferenza
che può essere molto pericolosa». «Mio marito è in Italia dall'inizio degli
anni Sessanta - dice Paola Raeli, moglie di Yaqob Beyenne -. È un uomo stimato
e amato da tutti e in tutto questo tempo non è mai accaduto niente né a lui né
a mio figlio, ma ora ho paura. Quello che è accaduto giovedì notte è il sintomo
che qualcosa nel nostro paese sta cambiando. C'è un clima di intolleranza».
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( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Abusi sui minori, un
universo fatta da una serie di realtà diverse l'una dall'altra, tutte però
accomunate da un cupo tratto d'unione: la crudele perdita dell'infanzia.
Predatori dell'infanzia, un vulcano sommerso che ogni giorno erutta orrori e
che vede la sua punta più alta nella pedofilia. Scenario, purtroppo,
privilegiato, la famiglia. Territorio di caccia, fenomeno in continua
evoluzione, la rete: il report di Telefono Azzurro relativo agli ultimi dieci
anni di attività investigativa svolta dalla polizia postale e delle
comunicazioni traccia numeri allarmanti. Come preoccupante è l'altra faccia,
quella della pedopornografia che vede vittime destinate i bambini scomparsi,
circa mille solo quest'anno, di cui la maggior parte stranieri. Di questo e di
altro si parlerà oggi nel corso del convegno «Abusi sui minori: tutela penale e
civile. L'avvocato dei minori» (Baia hotel, dalle 9 alle 19), organizzato dalla
sezione salernitana dell'Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia,
presieduta dall'avvocatessa matrimonialista Maria Teresa de Scianni. Che pone
l'attenzione anche su un altro versante, quello delle forme di abuso subdolo
(la violenza involontaria sui comportamenti dei minori sia in famiglia che
nella scuola) che limita la crescita equilibrata del bambino. Alla giornata di
studio (al termine sarà rilasciato un attestato e sei crediti fromativi)
partecipano, oltre la di Scianni, lo psichiatra Alessandro
Melucci, la magistrata Simonetta Matone, la docente Gabriella Autorino Stanzione, il procuratore della Repubblica
Francesco Verdoliva, il presidente nazionale dell'Osservatorio sul diritto di
famiglia Gianfranco Dosi. Conclude il ministro per le Pari opportunità, nonchè
garante dell'infanzia Mara Carfagna.
( da "Salerno notizie" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Razzismo: studente
Italo - Etiope di Capaccio aggredito a Napoli Sei un ?negro di m?? e poi calci
e pugni. E? accaduto la scorsa notte a Napoli. Vittima uno studente 22enne
italo-etiope di Capaccio, Marco Beyenne, iscritto alla facoltà di Scienze
Politiche dell?Università ?L?Orientale? a Napoli. Il giovane, il cui papà è un
noto docente universitario in pensione ma legato
ancora all'Università partenopea, ha riferito di essere stato aggredito da due
persone a colpi di cintura intorno alle due di notte all'uscita da un locale
per universitari. Colpito ripetutamente al volto, anche con una cintura è
riuscito a mettersi in salvo rifugiandosi all'interno di una rosticceria. Dopo
essere stato medicato all'ospedale Ascalesi, il giovane si è recato al
commissariato di polizia per denunciare questa aggressione a sfondo razzista.
07/03/2009
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Si chiama FOXP3 ed è
una molecola la cui presenza nelle cellule del tumore al seno è correlata allo
sviluppo di metastasi. È stata scoperta da un gruppo di ricercatori italiani
grazie alla collaborazione tra l'Unità operativa bersagli molecolari
dell'Istituto tumori di Milano (Int), diretta da Elda Tagliabue e il gruppo che
fa capo ad Andrea Balsari, docente
di Immunologia all'Università statale. Lo studio è stato finanziato dall'Airc e
sarà utile per personalizzare sempre più le terapie. L'analisi del tessuto
neoplastico ottenuto da più di 300 pazienti ha evidenziato come la presenza di
FOXP3 nelle cellule tumorali mammarie si associ significativamente col rischio
di sviluppare metastasi, quindi con una condizione di maggiore
aggressività della malattia.
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
«Non ho tempo per
l'impegno politico, quindi è mia ferma intenzione di non candidarmi nè alla
Provincia nè alle Europee». Pasquale Stanzione, docente universitario, chiarisce che non intende partecipare alla corsa
di primavera. «Sono in ottimi rapporti con Ciriaco De Mita, ne ammiro la lucida
capacità di riflessione, ma se me lo chiedesse non mi candiderei. Lui ha fatto
delle scelte determinate anche da quanto gli è accaduto personalmente, rimane
intatta la freschezza del suo pensiero». Stanzione mantiene tra l'altro
l'incarico di presidente del garanti regionali del partito democratico. «La mia
formazione politica le mie radici cattoliche mi impediscono una diversa
collocazione politica». Prende tempo rispetto invece alla corsa alla poltrona
di rettore dell'Ateneo salernitano: «Il rettore Pasquino è in carica fino al 31
ottobre 2009, quindi è prematuro dirlo». Ha ancora impegni nel consiglio di
presidenza del consiglio superiore della magistratura, è presidente dei
giuristi cattolici e ha molto lavoro da docente. «Ma
sono tuttavia, con il clima generale che c'è, in un certo senso preoccupato.
Come cittadino credo che a Salerno e provincia abbiamo bisogno che la
competizione avvenga tra uomini di altro profilo. In un momento di crisi, con
un Meridione già vessato, bisogna avere una una linea coerente di pensiero
sullo sviluppo». Per Stanzione «si esce dalla crisi facendo al meglio il
proprio lavoro: gli intellettuali e gli studenti, gli operai e gli uomini delle
istituzioni. Per questo è necessario avere una classe politica di livello. Mi
aspetterei meno risse e più sacrificio». E il cattolico Stanzione, i liberi e
forti che invocava Sturzo, li vede? «Io per la verità non vedo la necessità di
un partito confessionale. Dopo Ruini la Chiesa ha capito che non c'era più un
vincolo di appartenenza per la militanza dei cattolici, che sono ormai
dappertutto. Probabilmente nessuno se ne accaparrerà il monopolio». Ma intanto
il Pd logora i suoi di uomini, come dice Franceschini... «È una crisi:
altrimenti non cambiava il segretario.È una crisi altrimenti si riusciva a
mettere insieme le due anime, quella socialista riformista e quella cattolica
popolare; un compito che auguro a Franceschini di riuscire a portare a termine.
Ma la crisi del Pd è un prezzo che paga anche il Pdl: così non ha
un'opposizione credibile». Da cattolico impegnato Stanzione lavora ad un
convegno sui temi della bioetica, dal 13 all'università
e poi alla Camera di commercio di Salerno: «Lascerei le questioni della
bioetica alla sfera personale di ognuno, difficile normare un campo come
questo». Intanto domani arriva a Salerno Ciriaco De Mita, in mattinata nella
sede di via Volpe; il leader del partito in Campania dovrebbe indicare
probabilmente il nome del candidato Udc alla Provincia. g.c.
( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
«La nostra protesta
sarà lunedì al Bo» Dopo un'assemblea al Liviano, il Collettivo rinvia la
contestazione all'apertura dell'anno accademico Sabato 7 Marzo 2009,
"Venerdì 6 marzo Padova non vivrà una giornata normale". Lo avevano
detto e ripetuto più volte gli studenti universitari dell'"Onda",
quelli dei Collettivi e più oltranzisti, annunciando nei giorni scorsi la
contestazione a monsignor Rino Fisichella relatore unico al convegno su
"Etica nella medicina dei trapianti e delle cellule staminali" che si
sarebbe dovuto svolgere in Sala dei Giganti e che poi è invece stato dirottato
per motivi di sicurezza in aula Nievo al Bo. E gli studenti avevano ragione.
Perché ieri Padova non ha vissuto una giornata normale, ma un pomeriggio
straordinariamente anomalo. Con il listòn, e le piazze blindate, e palazzo del
Bo chiuso quasi come fosse un fortino del west in attesa dell'attacco indiano.
Che invece questa volta non si è materializzato. Ed è questa forse la notizia.
La contestazione dell'"Onda" a monsignor Fisichella ha fatto arrivare
solo i riflussi lontani di una bassa marea arginata comunque da caschi, scudi e
blindati di quasi cento tra carabinieri e celerini in tenuta anti-sommossa. Gli
universitari, una cinquantina circa, si sono ritrovati in piazza dei Signori
poco dopo le 16. Hanno appeso uno striscione sulla cancellata della Gran
Guardia. "Laicità Libertà Autodeterminazione". Tre parole per
motivare la protesta ad un convegno per loro illegittimo. Poi si sono allungati
quasi a tentare un incontro ravvicinato con le forze dell'ordine, ma è stata
solo una finta, perché sono immediatamente tornati sui loro passi. «Noi abbiamo
liberato il Liviano - ha scandito con il megafono in mano Sebastian Kohlscheen,
studente di Scienze politiche - loro invece hanno occupato il Bo». Alle 16.15
sulla piazza compaiono anche Stefano Allievi, Umberto Curi
e Paolo Zatti, i tre docenti universitari che in una lettera aperta avevano
criticato l'opportunità, il metodo e la posizione dell'ateneo
nell'organizzazione del convegno. «Sono allibito per quanto sta accadendo oggi
- ha esordito Umberto Curi - C'è una militarizzazione assurda e completamente
sproporzionata. E comunque quello che si sta tenendo al Bo non è un
incontro scientifico, ma un appuntamento politico». Ancora più duro il commento
del professor Allievi: «Una cosa incredibile. È una blindatura della città a
senso unico. Non mi aspettavo una risposta del genere nei confronti di una
presa di posizione civile». Alle
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Conservatorio aperto
al mondo con le lauree di Maria e Lee Sabato 7 Marzo 2009, Il conservatorio
«Francesco Venezze» di Rovigo ha conosciuto ieri mattina una delle pagine più
significative della sua storia. Per la prima volta la celebre istituzione
musicale ha celebrato la laurea di due ragazze provenienti da stati
extracomunutari. Per la precisione da Messico e Corea del Sud, Paesi così
diversi e così lontani ma che alla fine si sono uniti sotto un'unica grande
bandiera, quella della musica e dell'amicizia nata proprio qui in Polesine, tra
Maria De Lourdes Carrillo e Lee Sun Hee. «Siamo tra i primi conservatori in
Italia per numero di progetti in atto con le università
stranieri - ha affermato con viva soddisfazione il presidente Ilario Bellinazzi
- Abbiamo in essere delle squisite collaborazioni, specie con l'Accademia dei
Concordi». Il direttore Luca Paccagnella ha ricordato come
il futuro di questa importante università della musica sia solo nei giovani e ha sottolineato come il
fatto di averne da ogni parte del mondo sia un grande riconoscimento di stima
per il Venezze. «Dal mio arrivo, datato 2004, ad oggi assieme al gruppo di
docenti abbiamo portato avanti un processo di internazionalizzazione della
struttura. Al momento sono in corso ben 17 progetti Erasmus con le più
importanti università europee. Questo significa che la
nostra scuola è stimata e conosciuta a livello continentale». In totale il
conservatorio rodigino conta ben ottocento studenti, che se sommati ai seicento
studenti del conservatorio di Adria, fanno sì che in Polesine vi siano qualcosa
come 1.400 giovani impegnati nella conoscenza profonda della musica. Un vero
record per il nostro territorio, paragonabile solo a realtà ben più grosse come
quelle di Milano e Roma. «Di fatto Rovigo e Adria si pongono al terzo posto in
ambito italiano - prosegue Paccagnella - In Veneto vi sono sette conservatori e
di questi due sono nella nostra provincia. Grazie al Consorzio dei
Conservatori, quello rodigino e quello adriese possono contare su numeri
davvero importanti». Per l'anno accademico 2008-2009 sono presenti studenti
provenienti da Albania, Argentina, Cina, Colombia, Corea del Sud, Francia,
Giappone, Italia, Lettonia, Messico, Nuova Zelanda, Polonia, Taiwan. Il Venezze
si caratterizza anche per gli scambi culturali e in quattro anni si sono avuti
65 laureati. Il sindaco Fausto Merchiori ha evidenziato come la città debba
essere grata al Venezze per essere una realtà di alto livello qualitativo, in
grado di far apprezzare il nostro territorio e la nostra comunità. «In questo
conservatorio si fa cultura in maniera moderna. Ricordo che presto verrà
inaugurato il nuovo auditorium». Infine spazio alle festeggiate: la messicana
Carrillo classe 1977, di Città del Messico, laureatasi con
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Versi pronti ad
aggredire il futuro Sabato 7 Marzo 2009, "I versi di Dante Alighieri sono
armati per aggredire il futuro". Questa la citazione emblematica con cui
Carmela Palumbo, direttore generale dell'Usr del Veneto, ha salutato con
orgoglio il convegno di studi intitolato "Leggere e insegnare Dante della
scuola del Duemila: Dante poeta europeo". L'evento, che si è tenuto nel
Teatro Sociale, è stato organizzato per onorare anche a Rovigo la memoria di un
autore che è contemporaneamente la base e la cima della nostra cultura. La
manifestazione, che si è svolta dinanzi a un attento pubblico di studenti
polesani delle scuole superiori, è stata aperta da Dario Giovanni Quaglio,
dirigente del Liceo Celio, e dal primo cittadino Fausto Merchiori. Hanno
sostenuto la necessità di rivitalizzare gli studi scolastici danteschi, come
aveva auspicato l'ex ministro dell'istruzione Fioroni. Sante
Bortolami, docente
dell'Università di Padova, ha chiarito il rapporto tra Dante e la Marca, cioè
con l'entroterra veneto, attraverso una carrellata dei luoghi e delle gestioni
politiche medioevali, sottolineando il particolare legame con Verona e con la
corte degli Scaligeri. Aldo Maria Costantini, dell'Università di
Venezia, ha spiegato come Dante abbia conquistato la leadership nella poesia
moderna già dagli anni '30 del 1300 attraverso la totale innovazione della vita
culturale fiorentina e con il supporto di amici quali Guido Cavalcanti, Lapo
Gianni e Cino da Pistoia. Giuliano Pisani, docente del
liceo classico Tito Livio di Padova, ha poi fornito un'acuta interpretazione di
immagini e simboli presenti nella Cappella degli Scrovegni a Padova, smentendo
la collaborazione tra i due artisti ipotizzata da molti e raffigurata nel 1865
dal pittore Leopoldo Toniolo. Gli interventi, alternati a letture realizzate da
studenti del Celio e sezioni musicali curate da Andrea Guerra, sono stati
coordinati da Natalia Periotto. In chiusura Gianna Miola ha sottolineato
l'attualità di Dante, il cui operato è sempre stato improntato a onestà, amore
per cultura, liberalità e giustizia. «È fondamentale - ha aggiunto -
valorizzare attraverso lo studio di Dante i giovani animati dal desiderio di
conoscere il passato per interpretare il presente, dalla volontà di formarsi un
personale senso critico, di scoprire i perché della ragione e i perché della
fede. Solo da questa fonte si potranno trarre i più alti esempi di come dare
risposte, come meravigliarsi e come costruire un pensiero ricco in modo
essenziale» Sofia Teresa Bisi
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Sabato 7 Marzo 2009,
Trieste Di sicuro non è successo spesso - anzi è forse la prima volta - che un
pianoforte e un sassofono mettano piede nell'Aula Magna dell'Università di
Trieste. Ma quella di mercoledì scorso era una giornata speciale. Dopo una
mattinata dedicata al conferimento della laurea Honoris Causa in Scienze
politiche e internazionali a Otto Pfersmann, insigne giurista austriaco, la
Facoltà di Scienze Politiche ha voluto celebrare i settant'anni di fondazione
nell'Ateneo giuliano di un corso di studi dedicato appunto alle scienze
politiche. Si trattava anche di dare avvio all'accordo di collaborazione di
recente siglato tra Università e Conservatorio "Tartini". Ecco, così,
spiegata la presenza dei due strumenti, ma soprattutto di chi li suonava. La
scelta è caduta su un binomio da anni sulla breccia della scena jazzistica e
attualmente impegnato sul versante didattico al "Tartini": il
pianista friulano Glauco Venier e il sassofonista e clarinettista austriaco
Klaus Gesing. Entrambi vantano un curriculum denso di affermazioni e
collaborazioni prestigiose, da Enrico Rava a Kenny Wheeler, da Lee Konitz a
Norma Winstone. Proprio con quest'ultima Venier e Gesing hanno di recente
siglato l'album "Distances", tra le nomination ai Grammy Award 2009. Di fronte a un pubblico nutrito e caloroso di docenti, studenti e
appassionati Venier e Gesing hanno dato vita a una lezione-concerto informale e
coinvolgente, in cui hanno proposto brani di autori come Wheeler e Coltrane,
improvvisazioni e composizioni proprie, due delle quali su temi popolari
gradesi e resiani: piccoli, grandi gioielli fatti di intesa, sapienza
tecnica, inventiva, cura e ricerca sonora. Tanti applausi e un bis dedicato a
un Peter Gabriel d'annata. Luigi Pellizzoni
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Sabato 7 Marzo 2009,
Conto alla rovescia per l'edizione 2009 del FilmForum, quest'anno in cartellone
a Udine, Gorizia e Gradisca d'Isonzo dal 24 marzo al 2 aprile, come sempre promosso dall'Università degli Studi di Udine per la
direzione artistica del docente e studioso Leonardo Quaresima. A scandire la manifestazione
saranno dieci giorni densi di proiezioni, incontri, workshop, nuove
pubblicazioni, studi e premi di scrittura sul cinema e sulla sua evoluzione,
dalle origini ai nuovi media, dai Fratelli Lumière a Internet, al cinema
per telefono cellulare. E naturalmente ogni sera si rinnoverà l'appuntamento
con le proiezioni del FilmForum, che al pubblico offrirà due cicli di
pellicole-evento e performance legate al rapporto fra cinema e nuovi media, fra
cinema e arti visive contemporanee. Fra i protagonisti eccellenti del FilmForum
spicca certamente il grande cineasta tedesco Edgar Reitz, che nella serata di
mercoledì 25 marzo sarà a Udine, ospite del Cinema Visionario, per illustrare e
raccontare al pubblico due opere esemplari degli esordi, "Yucatan" e
"Geschwindigkeit Kino Eins". Classe 1932, celebre per l'acclamata
serie di Heimat e autorevole protagonista del "nuovo cinema tedesco",
Edgar Reitz ha stretto una preziosa collaborazione con il Laboratorio di restauro
cinematografico "La camera ottica" del Dams di Gorizia
dell'Università di Udine, incaricato di restaurare una sua storica e
importantissima installazione di expaded cinema del 1965,
"Variavision." Invitato in regione dall'Associazione Amidei per attribuirgli
il Premio all'Opera d'Autore durante il Premio Amidei
( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Sabato 7 Marzo
( da "Gazzettino, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Il centro di Padova
militarizzato per la lezione del monsignore Imponente servizio di sicurezza per
l'intervento di Fisichella all'università Sabato 7
Marzo 2009, Segue dalla prima pagina Il prete in questione è rettore di un'università, ma è evidentemente un particolare secondario per
gli universitari del Collettivo di Scienze politiche e per quelli
dell'"Onda anomala" i quali avevano preannunciato fieri propositi:
«Non sarà una giornata normale». Invece, complici il loro ridotto numero e uno
spiegamento di polizia e carabinieri degno di un assedio, è stata normalissima.
Un paio di slogan, e poi ritirata verso le aule della facoltà di Lettere e
(soprattutto) verso i bar degli spritz. Sul campo sono rimasti i generali, i
docenti che hanno innescato la polemica come Umberto Curi, Stefano Allievi e
Paolo Zatti. Allibito il primo: «C'è una militarizzazione assurda e
sproporzionata». Incredulo il secondo: «È una blindatura della città a senso
unico, non mi aspettavo una risposta del genere nei confronti di una presa di
posizione civile». La presa di posizione civile consisteva in una lettera
aperta con la quale i docenti contestavano il diritto di monsignor Fisichella a
parlare in una sede universitaria «senza contraddittorio». C'è stato, ad onor
del vero, chi ha ipotizzato che i docenti in questione durante i loro studi
siano stati assenti alle lezioni nelle quali veniva insegnato Voltaire («Farò
di tutto perchè chi non la pensa come me possa sempre esprimere la sua opinione»);
ma una volta escluso che si tratti di oppositori dell'Illuminismo, resta il
dubbio che non si siano resi conto di ciò che andavano sostenendo. Idee più
chiare le aveva un giovane studente che con altri dibatteva fuori dal caffè
Pedrocchi in una specie di Hyde park corner alla padovana: «Ma quando mai una
lezione universitaria, di qualunque professore, termina con un
contraddittorio?». Restano perciò gli effetti dell'improvvida
sortita dei docenti. La città blindata (inutilmente), la figura peregrina di
un'università che ha
rischiato di copiare la Sapienza e quel famoso rifiuto di far parlare il Papa,
una pubblicità al convegno che nessuna operazione di marketing sarebbe stata in
grado di regalare, e la rabbia palese del sindaco Flavio Zanonato che a pochi
mesi dalle elezioni si trova per l'ennesima volta a dover prendere le
distanze da centri sociali e dintorni che pure hanno rappresentanza in qualche
assessore della sua giunta. «Abbiamo tra i piedi alcuni personaggi che pensano
di imporre la loro volontà - sbuffa il sindaco - ma in questa città tutti
possono parlare e a maggior ragione un rettore. C'è stata solo una sceneggiata,
le persone che volevano impedirgli di parlare sono poche e isolate, non
rappresentano la città: è un evento mediatico costruito da atteggiamenti
violenti». Ma al presidente della Regione Giancarlo Galan non pare vero di
tuffarsi in campagna elettorale, e affonda la lama: «Ci siamo abituati a
considerare normale che Padova sia blindata, è diventata una città invivibile.
Sta andando male, ma non dobbiamo farci l'abitudine». In realtà un ruolo nella
vicenda l'ha giocato anche un'altra elezione, quella del prossimo rettore per
la quale è in corsa il preside di Medicina Giorgio Palù che è stato tra i
protagonisti dell'evento: nelle intenzioni l'ostracismo alla lectio magistralis
di Fisichella doveva anche essere un siluro alla sua candidatura e un siluro
anche all'attuale rettore Vincenzo Milanesi (il quale peraltro ieri ha
preferito essere «trattenuto da altri impegni istituzionali»). Peccato che il
conto l'abbiano pagato i padovani. La lectio di Fisichella non è stata però
vana, soprattutto per ciò che il presidente della Pontificia accademia pro vita
ha detto prima di iniziare: una lezione di laicità. «Sono dispiaciuto se la mia
venuta qui ha creato disagio alla città, e mi sono anche chiesto se fosse
giusto creare una situazione di conflitto peraltro da me non voluta. Ma non
essere presente sarebbe stato peggio. Perché c'è un interrogativo che ci si
deve porre: come si fa a giudicare il contenuto di un intervento senza che
questo venga fatto? Le critiche possono venire, ma dopo. E soprattutto, non è
detto che un sacerdote non possa pensare laicamente; la laicità è un modo di
pensare. Io sono uno studioso, nell'università ci
abito. Ho tenuto per vent'anni la cattedra che fu del cardinale Bellarmino
(teologo sostenitore di Galileo Galilei, ndr), e lo spirito di dialogo e
amicizia con la scienza l'ho acquisito dalla mia famiglia prima ancora che
nelle aule accademiche. E ne vado fiero. Da me ci sarà sempre una parola a
favore della scienza, quando è tale: io non sono un corpo estraneo all'università. Il fatto che porto un colletto bianco non
significa che non possa ragionare laicamente: si può mettere da parte la fede e
cercare con la ragione. Noi teologi lo facciamo perfino quando esaminiamo i
Vangeli, perché mettiamo la fede tra parentesi». Fine della lezione. Ma quanti
l'avranno capita? Ario Gervasutti
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Barzellette e
ironia: l'Università "raddoppia" Sabato 7 Marzo 2009, SUSEGANA -
Indovinelli e barzellette: formula vincente all'Università di Susegana. Hanno
trascorso un piacevole pomeriggio gli iscritti all'Università che hanno
festeggiato in modo insolito il periodo carnevalesco. Poichè il calendario
delle attività prevede un tempo dedicato alla comicità, a conclusione di una lezione
sulla salute, alcuni dei presenti si sono proposti come maestri di indovinelli
e barzellette creando un clima di allegria che ben si è intonato con una gara
di degustazione di frittelle e galani. È questa la indovinata formula del
comitato promotore delle attività che si ispira al principio del benessere e
della socialità contando sulla collaborazione degli iscritti e sulla
valorizzazione delle risorse locali nella ricerca dei
docenti che presentano gli argomenti delle lezioni; ciascuna delle quali prevede
un tempo di circa due ore e dar modo ai presenti, più che raddoppiati in due
anni, di partecipare adeguatamente. L'Università di Susegana vuole conformarsi
al significato originario della parola scuola per affermare il valore della
scuola come luogo ove non vengono solo impartite nozioni, ma come
ambiente di interazione culturale. Quindi le lezioni previste per questo
semestre, riguardano argomenti a carattere giuridico, storico, sanitario,
sociale, etico, economico, naturalistico. Una formula che sta ottenendo il
successo anche delle attività di laboratorio che contano la costante presenza
di numerose iscritte, le quali trascorrono il lunedì pomeriggio creando
sofisticati prodotti con filo e lana. Il venerdì pomeriggio invece viene
dedicato al disegno e alla pittura.
( da "Gazzettino, Il" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Venezia, nell'isola
spuntano i resti di una "donna vampiro" Al Lazzaretto Nuovo scoperto
uno scheletro con un mattone tra i denti Sabato 7 Marzo 2009, (Segue dalla
prima pagina) È stato ritrovato con un mattone in bocca come fosse stata
"impalata" (il termine si usa anche in questo caso) per impedire ogni
movimento alle mandibole. Il corpo ritrovato ha permesso così agli studiosi di
ipotizzare che, stante le usanze indotte dalla superstizione medioevale (il
periodo dovrebbe essere compreso fra '400 e '500), potesse trattarsi di una cosiddetta
"donna vampiro". A fare la scoperta Matteo Borrini, docente del dipartimento di Scienze
antiche dell'Università di Firenze, esperto di archeologia forense e
antropologia fisica, che dalla fine dal
( da "Blogosfere" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Mar 09 7 Daymix:
news, blog, video e immagini con una sola ricerca
Pubblicato da Alessio Pellegrini alle 13:29 in Tool, web 2.0 Daymix , una delle
ultime soluzioni proposte per la ricerca nel web. Se l'obiettivo di molte di
queste soluzioni (come AllMyFaves o Joongel ), è di assicurare all'utente
risultati di ricerca veramente significativi, Daymix prova a farlo in maniera
originale. Daymix aggrega diversi servizi, tra cui un motore di ricerca
, piuttosto interessante. La pagina che mostra i risultati di ricerca è infatti
ben strutturata, con risultati provenienti da diverse fonti: blog, news,
Google, Wikipedia, Flickr, Youtube, Delicious e... Twitter! Tutto in una sola
pagina, che mantiene comunque un aspetto ordinato! Ebbene, forse è proprio
questo il valore aggiunto di Daymix: in una sola pagina abbiamo una chiara
visione d'insieme della parola ricercata e grazie a servizi come Twitter
abbiamo anche il "polso" della situazione. E poi, se vogliamo,
possiamo visualizzare più risultati di un solo servizio (nella stessa pagina)
oppure vedere solo quei risultati (saremo quindi indirizzati, ad esempio, nelle
pagine di Twitter. Non male davvero Daymix!
( da "Sabina Oggi Online" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Scritto da redazione
sabato 07 marzo 2009 Una delegazione italiana in Albania ricambia la visita
dello scorso anno All?insegna dei rapporti di amicizia e collaborazione che
legano Antrodoco e la Provincia di Rieti all?Albania, dal 20 al 25 febbraio
scorso, una delegazione italiana è stata invitata in Albania dalla Presidenza
della Repubblica. Antrodoco ha avuto il privilegio di ospitare, per trent?anni,
il maestro albanese Lin Delija, artista cui è stato intitolato il Museo della
Città nato nel 2002. Ma Antrodoco ha accolto anche altri insigni protagonisti
della cultura albanese come il basso lirico Luke KaÇaj e Padre Zeff Pllumi. Il
18 ottobre dello scorso anno è stata promossa la manifestazione “Antrodoco,
Terra d?Amicizia tra l?Italia e Albania:Lin Delija, Luke KaÇaj, Zeff Pllumi”,
ed è stata ricevuta una delegazione composta dal Capo Commissione Politiche
Estere del Parlamento Albanese e Deputato di Lexhe On. PreÇ Zogaj, dal
Parlamentare Spartak Ngjela, dal Presidente del Comitato Olimpico Albanese Salvador
KaÇaj, dal Sindaco del Comune di Kolsh Lexhe Andi Marku. Lo scorso febbraio,
Fabio Melilli, Presidente della Provincia di Rieti, Maurizio Faina, Sindaco del
Comune di Antrodoco, Armando Nicoletti, Assessore alla Cultura del Comune di
Antrodoco, Antonelli Muzi, Direttore del Museo della Città “Lin Delija”, Paolo
Anthony Fleming, Consigliere Comunale del Comunale di Antrodoco, Pasquale
Chiuppi, fotografo del Comune di Antrodoco e Ardian Ndreca, docente
di filosofia alla Pontificia Università Urbaniana di Roma, sono stati accolti
dal Presidente della Repubblica Albanese, Bamir Topi. In quella occasione è
stato donato alla Presidenza della Repubblica un dipinto di Lin Delija dalla
collezione personale di Armando Nicoletti a testimonianza della reciproca amicizia
che lega l?Italia con l?Albania nel segno della cultura e dell?arte. Numerosi
gli incontri politici e culturali che sono avvenuti nel corso della visita in
Albania. Importanti i progetti di collaborazione tra i nostri due Paesi, per i
quali stiamo già lavorando congiuntamente, sin da ora. Per dare conto
dell?esperienza vissuta e dei progetti futuri è stata convocata per venerdì 13
marzo, alle ore 10.30, presso la sede della Presidenza della Provincia di
Rieti, una conferenza stampa.
( da "Varesenews" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Varese - Il senatore
Rusconi, capogruppo del PD in commissione scuola, ha
incontrato genitori, docenti e studenti di Varese per un confronto sul futuro
dell'istruzione Dal PD la sfida alla Gelimini perchè mantenga gli impegni Erano
tanti, circa centinaio, seduti in una sala del Collegio De Filippi ad ascoltare
il senatore del PD Antonio Rusconi che parlava del futuro della scuola.
Dalle 15 fino alle 19 per tentare di capire cosa sarà della Riforma Gelmini,
delle trenta ore nelle primarie, dell'abolizione delle compresenze, del modello
futuro di scuola in un periodo di vacche magre. A testimoniare i problemi di
oggi e le difficoltà di domani c'erano il direttore della paritaria Manfredini
Giulio Cova, quello dell'istituto di Malnate, nonchè presidente
dell'associazione ASVA Lucio Valli, e la vicepreside del liceo linguistico
Manzoni Luisa Oprandi. Lo scenario che ne è emerso non è confortante: la crisi
economica e la politica dei tagli colpisce tutto il settore dell'istruzione,
pubblico e privato, riducendo gli strumenti per realizzare un'istruzione di
qualità che non lasci indietro nessuno. Il Senatore, pur ammettendo la scarsa
attenzione del PD sul problema scuola nell'ultima campagna elettorale, ha
spiegato le difficoltà nel fare opposizione in un processo di riforma che è
avvenuto con decreti legge, che hanno saltato, quindi, ogni forma di confronto
e di dialogo democratico. Dalle denunce si è passati alla fase propositiva. La
volontà è quella del coinvolgimento consapevole di genitori, studenti, docenti,
per raccogliere firme che richiamino il Ministro Gelmini al rispetto degli
impegni presi con le famiglie ( il modulo delle trenta ore settimanali delle
primarie sembra a rischio pur avendo ottenuto la maggio parte delle preferenze
). La volontà è quella di un riscatto che sia innanzitutto politico, che vada a
salvaguardare ciò che si può ancora recuperare ma che, soprattutto, non perda
di vista i due obiettivi futuri, quello delle superiori e dell'università, su cui il confronto è ancora aperto. Sabato 7
Marzo
( da "Sestopotere.com" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Inaugurato
l'833esimo Anno Accademico dell'Università di Modena e Reggio , intervento
Rettore Aldo Tomasi (7/3/2009 19:06) | (Sesto Potere) - Modena - 7 marzo 2009
-Cerimonia di inagurazione per l'Ateneo di Modena e Reggio che alla Fondazione
Marco Biagi ha celebrato l'apertura delle attività didattiche per l'Anno
Accademico 2008/2009, l'833esimo della sua plurisecolare storia, con un
impegnato intervento del Rettore prof. Aldo Tomasi, del Pro Rettore prof.
Sergio Paba sulla internazionalizzazione e del prof. Giuseppe Torelli, che ha
tenuto la lctio magistralis. Per il Rettore prof. Aldo Tomasi la drammaticità
della situazione finanziaria deve stimolare la ricerca del merito e della
qualità ed ha aggiunto: "La qualità dei nostri laureati è bassa? Piuttosto
che tagliare la sussistenza, il Governo, così come le Amministrazioni locali e
le Università stesse, mettano a punto sistemi di valutazione oggettiva che
premino le Università virtuose e puniscano quelle peggiori. Il Ministro Gelmini
ha dichiarato: “finanziamenti a fronte di riforme”. L?Università di Modena e
Reggio Emilia è pronta a scoprire le carte sul piano della riforma, ma vuole
anche vedere le carte del Governo sui finanziamenti. In un momento di
recessione acuta come questo, occorre scommettere sul proprio futuro, investendo
bene. Il sistema Universitario italiano è governato da centinaia (migliaia) di
leggi che ne determinano e segnano tutti i singoli atti, ma pochi sono i
Decreti che vanno a valutare efficacia ed efficienza. Spesso, i nostri
legislatori si preoccupano di tutto quanto concerne la “procedura” e la
correttezza della stessa, quasi mai dei risultati. Su questo punto mi sento di
chiedere fortemente a chi ha la responsabilità di governo del Paese, di
togliere lacci formali semplicemente abolendo regolamenti, leggi e leggine,
istituendo nel contempo una seria ed oggettiva valutazione. Introducendo un
sistema premiale e incentivante. Non si tratta di premiare reali o presunte
“eccellenze” (parola assai abusata), ma di far crescere il livello medio della
qualità. La cultura della valutazione e della valorizzazione dovrà diventare
uno degli elementi caratterizzanti della vita universitaria, secondo criteri
condivisi. Ricordo comunque che la meritocrazia è possibile solo se sono
garantite a tutti la stesse opportunità, prescindendo dal genere, dalle scelte
politico-culturali, dai legami familiari e dall?appartenenza a gruppi
accademici. Una politica nazionale per l?Università è necessaria. Solo in
questo modo sarà possibile affrontare i tagli già decisi. Faccio un esempio: si
può dire chiaramente che 60.000 docenti a tempo indeterminato sono troppi per
il sistema Universitario italiano, purché questo venga accompagnato dalla
possibilità di “investire” in docenti, anche a tempo determinato, con contratti
“ad hoc”, con stipendi adeguati e competitivi. Anche il vituperato sistema
concorsuale italiano può trovare soluzione nell?affermarsi di un sana politica
Nazionale, caratterizzata da premi, incentivi, non solo, ma anche da punizioni.
Non ho mai udito di docenti non confermati alla fine del triennio di
straordinariato. A parole, la nostra legislazione sembrerebbe sfidare antichi
tabù sindacali, quali quello di potere licenziare un docente
(che ha vinto un concorso) se alla fine del triennio non risulta confermato da
una commissione nazionale; nei fatti un giudizio negativo non si è (quasi) mai
visto. Solo affermando la meritocrazia e la trasparenza l?Università italiana
potrà salvarsi".
( da "Merateonline.it" del 07-03-2009)
Argomenti: Cultura
Cronaca >>
Cronaca dal territorio 7 / 3 / 2009 Montevecchia: serata per parlare delle
donne Lo scorso 5 marzo presso il ristorante CarlambrÖeus di Montevecchia si è
svolta una serata conviviale con la grafologa Evi Crotti. Ad organizzarla il
Soroptimist e l`Inner wheel club Merate-Vimercate Brianza. Un momento molto
appagante sia dal punto di vista culturale che dell`aggregazione che ha
permesso di approfondire il tema delle donne che hanno segnato la storia. Evi
Crotti è scrittrice, giornalista, psicopedagogista, analista e terapeuta
dell`età evolutiva e fondatrice e tuttora direttrice della prima Scuola
morettiana di Grafologia a Milano. Consulente per la formazione
del personale docente,
dalla scuola dell`infanzia alle superiori, si occupa di orientamento e della
valutazione dei disagi della crescita attraverso i test del disegno e della
scrittura. Docente di seminari formativi su "Comunicazione
Istituzionale" presso la scuola superiore del Ministero degli interni,
segue anche la formazione degli studenti della Scuola per Dirigenti d`azienda
(SdA) presso l`Università Bocconi di Milano. Collabora come consulente tecnico
con giudici e avvocati per la compilazione di perizie grafotecniche, e con la
Guardia di Finanza per la formazione dei selettori. Tiene lezioni sulla materia
grafologica presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica --
facoltà di Medicina dell`Università statale di Milano. è autrice di numerosi
saggi inerenti lo studio psicologico dell`età evolutiva. INTERNATIONAL INNER
WHEEL CLUB MERATE -- VIMERCATE BRIANZA PHF L`International Inner Wheel è nato
ufficialmente nel