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Report "Cultura"  5-11  maggio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Cultura

Spariscono le Facoltà arrivano cinque Scuole ( da "Stampa, La" del 05-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: potrà avere una consistenza da 200 e fino a 500 docenti. I Dipartimenti, a loro, volta, saranno in pratica dimezzati, passando dai 50 attuali a 22, massimo 26 e, orientativamente, avranno da 50 a 125 docenti. E' a questa struttura che faranno riferimento sia i corsi di studio che i laboratori e i centri di ricerca.

LIBRI Porta Palazzo Presentazione (ore 18) del libro Il mondo in una piazza. Diario di u... ( da "Stampa, La" del 05-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Sociologia della Comunicazione all'Università di Torino. La Torre di Abele, via Pietro Micca 22 Ricordi d'infanzia Cristina Vernizzi, in dialogo con l'autore Marcello Cossu, presenta (ore 18) il libro «L'immagine e l'immaginario. Disegni, emozioni, ricordi di un bambino di cinquant'anni fa».

Politecnico inaugura l'anno accademico ( da "Stampa, La" del 05-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: saranno presenti l'assessore regionale all'Università Andrea Bairati, il presidente della Provincia Raffaele Costa, il sindaco Stefano Viglione, Giorgetto Giugiaro, presidente di Italdesign e i docenti Rocco Curto e Donato Firrao. Saranno consegnate anche le borse di studio offerte dalle aziende monregalesi.

La Scienza in diretta Il professor Grassi al Palli di Casale Nell'aula magna del L... ( da "Stampa, La" del 05-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: venerdì 8 alle 17,30 nell'aula magna il professor Pietro Antonio Grassi, docente di Relatività e Gravitazione all'Università Avogadro e ricercatore in numerosi centri internazionali, terrà una relazione sul tema «Dall'Astronomia alla Cosmologia, come le osservazioni del cielo hanno portato alla moderna cosmologia».

voto in ateneo cinque liste 700 candidati ( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: quattro per il comitato universitario per lo sport, un numero variabile tra nove e tredici componenti per i consigli di facoltà e un numero variabile secondo il numero degli iscritti e non superiore al 25 per cento del numero dei docenti, di ruolo e non, di rappresentanti per i consigli dei corsi di studio. (o.giu.)

vecchio policlinico, ateneo in rivolta - giuseppe del bello ( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: intesa che mira a definire stabilmente il rapporto fra Regione e Università». Poi promette: «Qualsiasi ipotesi di razionalizzazione sarà frutto di un percorso condiviso con il mondo accademico». Tra le prime reazioni, quella del capogruppo Pdl Enzo Rivellini parla di «una reazione dura dei docenti che hanno fatto catenaccio.

l'eredità di garbaccio - claudio quintano ( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: e nella sua Ischia ove fu anche assessore al Turismo e docente all´alberghiero. Garbaccio fece parte di un gruppetto di dirigenti «che compresero che vi erano possibilità di sviluppo oltre il sogno della ciminiera accanto a ogni campanile, o dei faraonici petrolchimici fortemente voluto dai talebani dell´industria in ritardo di sviluppo», attivando la formazione turistica con l´

Il Sistema Sanitario in controluce. ( da "Corriere della Sera" del 05-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Docente - Facoltà di Economia, Università di Roma Tor Vergata Il sistema di offerta pubblico e privato nell'ambito dei Piani di Rientro Elio Borgonovi, Presidente - Cergas, Università Bocconi Processi decisionali e gestione dei servizi in una sanità regionalizzata Carla Collicelli, Vice Direttore Generale - Censis Ore 13.

università, la rivoluzione deferrari - michela bompani ( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Siamo sicuri che il mandato del vertice dell´Università debba essere uno solo?». Avrà sedici membri il senato accademico, dimezzato rispetto a oggi: elaborerà le strategie dell´università. Oltre al rettore, ci saranno due docenti per ogni scuola, due rappresentanti del personale tecnico amministrativo e tre-quattro studenti.

Cultura, patto Triennale-Iulm ( da "Corriere della Sera" del 05-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Ma sarà una rivoluzione anche per noi attacca Rampello perché dovremmo affrontare il compito etico di trasformarci in docenti ». Tutti coloro che lavorano alla Triennale. Dal curatore al commesso della libreria. «Perché continua Rampello la Triennale accoglierà al completo gli studenti che diventano parte dell'istituzione stessa, partecipando fattivamente alle sue attività».

Le tasse comunali? In tasca all'esattore ( da "Corriere della Sera" del 05-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: o con cui collabora in società miste pubblico-privato) i molti milioni di euro incassati da cittadini e operatori commerciali per Ici, Tarsu (rifiuti), Tosap (suolo pubblico) e affissioni pubblicitarie. Un business enorme. Tenendo presente che tra le città per cui lavora la famiglia Saggese ci sono capoluoghi come Bologna, Bari, Caserta,

- (segue dalla prima pagina) elena dusi ( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: scritto sulle colonne di Nature da un gruppo di ricercatori delle università di Houston, Stanford, Texas e Alberta: «Nonostante l´enorme valore scientifico della ricerca fatta, le nuove tecnologie hanno solo un impatto marginale per la cura delle malattie nella popolazione». Sgrana gli occhi Watson, a chi gli chiede un bilancio della scienza che è stata sua compagna per più di 60 anni:

Watson: usiamo il Dna per migliorare la specie ( da "Repubblica.it" del 05-05-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: il responso è scritto sulle colonne di Nature da un gruppo di ricercatori delle università di Houston, Stanford, Texas e Alberta: "Nonostante l'enorme valore scientifico della ricerca fatta, le nuove tecnologie hanno solo un impatto marginale per la cura delle malattie nella popolazione". OAS_RICH('Middle');

"Vogliamo studiare qui Ridateci le nostre Scuole" ( da "Stampa, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: e il professor Eugenio Torre, docente di Psichiatria: «Ero partito con quattro specializzandi, adesso ne ho due e temo che l'anno prossimo chiudano la Scuola. E' sbagliato il concetto di base: non è vero che pochi posti siano disservizio visto che non prendiamo un euro di più per questo insegnamento.

Reolon si affida a Pira per il nuovo istant book ( da "Corriere delle Alpi" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Francesco Pira, è un sociologo e giornalista, docente di comunicazione e relazioni pubbliche presso l'Università di Udine. Svolge ricerche nell'ambito della sociologia dei processi culturali e comunicativi. Francesco Pira è inoltre consigliere nazionale dell'Associazione italiana della comunicazione pubblica.

Lo strano caso del prof Caccioppoli ( da "Stampa, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: lo fotografano come docente, a Ingegneria, difficile e severo; ne ricordano l'antifascismo, che si affidava all'ironia e alla provocazione. Sono gli episodi del gallo al guinzaglio in via Caracciolo (in risposta a un regime che voleva evitare che gli uomini portassero i cani a passeggio) e della «Marsigliese» intonata in un locale pubblico.

"Dobbiamo attirare studenti dall'estero" ( da "Stampa, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Per un'università con caratteristiche importanti (Ingegneria meccanica, Elettronica, Civile per la Gestione delle Acque, Architettura, 141 docenti, 835 studenti con 137 nuove immatricolazioni) il presidente della Provincia Raffaele Costa ha definito «vitale» la collaborazione del Poli con le aziende.

Convegno della Cisl sullo stress da cattedra ( da "Stampa, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Tutti sintomi che caratterizzano i docenti che maggiormente soffrono il disagio della professione. Coordinati da Claudio Vicari, docente alla Scuola di specializzazione per insegnanti dell'università di Torino, i partecipanti lavoreranno in piccoli gruppi per capire quali proposte adottare per migliorare le condizioni di lavoro.

corsa a dodici per amministrare l'università - antonella romano ( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: che si fa interprete del malumore in crescita del personale non docente contro i sacrifici richiesti a tecnici e amministrativi. Come se non bastasse, è esplosa ieri la protesta dei docenti di tutti i dipartimenti, rimasti per quasi un giorno con i cellulari di servizio muti. Il black-out dei telefonini di ricercatori e prof è stato causato da un disguido della Wind,

master e convegno in cattolica per imparare la moda buona - luca de vito ( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Secondo Emanuela Mora, docente di Sociologia dei prodotti culturali, «il convegno sarà l´occasione per porsi un interrogativo fondamentale. La linea di sviluppo della moda europea è in direzione della sostenibilità oppure no? Dobbiamo capire se siamo pronti ad assumere l´eticità come un valore aggiunto.

IL PRIVATO UCCIDE LA POLITICA ( da "Stampa, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: e tanti giovani che correvano trafelati e proclamavano che il privato era pubblico e il pubblico privato. Berlusconi fiutò quel vento, ci costruì sopra un suo distorto immaginario televisivo, e cominciò la politica come i monarchi descritti da Goethe: mettendo in scena vistosamente la propria famiglia, il proprio giaciglio, perfino il proprio personale mausoleo.

l'alma mater sceglie il futuro in sette per la carica di magnifico - ilaria venturi ( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: oggi conta sui 200 endorsement di docenti e ricercatori. In un ambiente dove di regola non ci si espone, è un fatto. «Non ho amicizie, né esperienze politiche che mi rendono condizionabile, so parlare ai giovani», il suo punto di forza. O di debolezza in un´università dove relazioni ed esperienza contano e dove gli elettori hanno un età media tra i 55 e i 60 anni.

ateneo telematico, due prof baresi indagati - giuliano foschini ( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: università telematica di Benevento legata a doppio filo con un gruppo di docenti baresi. Non a caso sono stati coinvolti, a vario titolo, anche l´ex rettore dell´Ateneo campano, il costituzionalista Aldo Loiodice e il professore di Diritto ecclesiastico barese, Gaetano Dammacco, componente del consiglio di amministrazione dell´

un "tesoretto" off shore da 550 miliardi ma al fisco potrebbero arrivarne solo due - walter galbiati ( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: custoditi nelle sedi offshore delle banche», spiega il docente. Questa tecnica dovrebbe essere ampliata dai conti correnti alle altre categorie di reddito, come le plusvalenze su azioni e i dividendi. Le norme per combattere l´evasione del resto già ci sono e l´inasprimento delle regole non servirebbe a molto.

Al via i corsi estivi della Cattolica ( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: i partecipanti lavoreranno con Bobette Buster, tra le più note docenti di sceneggiatura e consulenti di sviluppo americane. Il corso in economia agro-alimentare "Quality differentiated markets in the food system" organizzato dalla Smea sarà invece a cura di Richard Sexton, professore dell'università di California, Davis (Usa).

In ateneo garanti indipendenti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: accesso ai ruoli docenti, che si apriranno però in base alle scelte delle singole università. Ogni ateneo avrà a disposizione due canali: la scelta dall'esterno (con concorso o per chiara fama) e la promozione degli interni, che oggi copre la grande maggioranza delle nomine e con le nuove regole non potrà superare un limite prestabilito (

Non c'è futuro senza sostenibilità ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: settore in Italia Ad e ricercatrice Catia Bastioli Laureata con lode in chimica pura all'Università di Perugia, dopo avere frequentato la Sda Bocconi, entra in Montedison nel 1984. In Novamont sin dalla nascita, è prima direttore della ricerca, poi direttore generale e ora ad. è docente all'Università del Piemonte orientale e menbro di numerosi comitati scientifici e associazioni

Bando da tre milioni per progetti nell'Ict ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Il bando è aperto alle proposte presentate da ricercatori, docenti, dipendenti diCentri di Ricerca e Università della Campania. Ma anche ad idee avanzate da "indipendenti" che abbiano un'esperienza almeno quinquennale in imprese a elevato impatto tecnologico e da aziende che vogliono scommettere sull'Ict.

Ripartire dall'innovazione ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Economia industriale presso l'Università di Parma. Questa è la sfida del futuro. Le cronache raccontano di crescenti difficoltà... I cluster della meccatronica e della meccanica avanzata, che hanno fatto dell'innovazione una leva competitiva, e dei beni di consumo finali, dove èforte la presenza di imprese che hanno investito sul marchio,

ARTICOLO2 ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: inserimento nel sistema regionale della ricerca e delle imprese. ARTICOLO3 Rete regionale della ricerca 1. La Regione favorisce la cooperazione fra i soggetti operanti in Toscana nell'ambito dell'alta formazione,della ricerca pubblica e privata, della diffusione e del trasferimento dei risultati della ricerca stessa,mediante l'istituzionedi un coordinamento denominato "

PREAMBOLO Visto ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: c) favorire lo sviluppo della ricerca privata, anche in forma consortileelasuaintegrazione con laricercapubblica; d) favorirelaqualificazioneelamolteplicitàdelleesperienze, nelrispettodeidirittideilavoratori,dellerisorseumane, qualisoggettiattividelladiffusioneedeltrasferimentodella conoscenza;

La (dis)parità del tempo libero Lui ha 83 minuti in più ( da "Corriere della Sera" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: scherza amaro Maria Cristina Bombelli, docente di Organizzazione del lavoro all'Università Bicocca di Milano e autrice del saggio Alice in business land. Diventare leader rimanendo donne. Un titolo, un problema: «L'organizzazione del lavoro in Italia sembra fatta apposta per non lasciare spazio alla famiglia ».

Rettori, parte la corsa La prima sfida è a Pavia ( da "Corriere della Sera" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di ingegneria elettronica, e Dario Velo, economista, che già quattro anni fa si era presentato ottenendo 417 voti contro i 549 del vincitore. Ma se a Pavia il nuovo corso è già iniziato, a Brescia bisognerà aspettare il 2010 per vedere (forse) il tramonto del rettorato di Augusto Preti, 67 anni,

Atenei di Francia in rivolta Studenti e prof contro Sarko ( da "Corriere della Sera" del 06-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: presidente del movimento «Salviamo la ricerca»: «La storia degli esami a rischio è un ricatto per screditare la protesta. È il ministro che deve accettare di ridiscutere una riforma che minaccia posti di lavoro, autonomia e qualità della ricerca pubblica. È tutto il mondo accademico che si sente colpito».

Perché senza l'arte non si vive ( da "Stampaweb, La" del 06-05-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: scavo nei corpi umani e artistici del passato ed esplorazione del cervello vivente si potranno arricchire fruttuosamente l'un l'altra. Chi è Cappelletto Filosofo della scienza RUOLO: E? RICERCATRICE DI ESTETICA ALL?UNIVERSITA? DIMILANO RICERCHE: TEORIA DEL?IMMAGINE E DELLA RAPPRESENTAZIONE IL LIBRO: «NEUROESTETICA» EDITORI LATERZA

In Valsessera nasce l'Università del pane ( da "Stampa, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università del pane «Con Città Studi prepareremo i docenti che andranno a insegnare in tutta Italia» MATTEO PRIA Ancora al palo il Centro previsto a Coggiola: «Le istituzioni ci dicano se sono interessate» BIELLA La federazione italiana panificatori sceglie la Valsessera come capitale del pane con una manifestazione di quattro giorni e con un progetto per realizzare la prima scuola

Centro di ricerca informatica ( da "Stampa, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Ogni due settimane per due giorni un docente del Politecnico sarà a Domodossola per stare accanto agli studenti, che saranno seguiti anche da due figure fornite dalle due aziende private. Dopo il centro sulle nanotecnologie quindi un nuovo corso improntato sulla ricerca, così come avava già anticipato nPera dopo l'ultimo consiglio direttivo di Ars.

"Insegnare oggi stanca di più e provoca stress da rigetto" ( da "Stampa, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ben sintetizzate nelle conclusioni di Claudio Vicari, docente che si occupa della formazione degli insegnanti all'Università di Torino: formare, sulla questione, sia gli insegnanti che i dirigenti scolastici; coinvolgere gli ispettori chiedendo di avere maggiore attenzione al problema; porre un limite al precariato;

Dichiarazione dei redditi Tutte le novità dell'Agenzia delle Entrate ( da "Stampa, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docenti». Relativamente alla detrazione Irpef del 19 per cento a favore dei docenti per le spese sostenute nel 2008 per l'autoaggiornamento e per la formazione (prevista dall'art. 1 co. 207 della L. 24.12.2007 n. 244) la circolare dell'Agenzia delle Entrate ha chiarito che: danno diritto alla detrazione le spese relative a beni e servizi che favoriscono lo sviluppo della professionalità

L'Università discute gli scenari dell'integrazione ( da "Stampa, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Storia delle relazioni internazionali all'Università di Torino e direttore del Centro studi sul federalismo di Moncalieri. Il seminario, aperto al pubblico, vuole essere un momento di riflessione sui problemi e le prospettive del processo di integrazione comunitaria e sulle capacità dell'Unione europea di porsi come soggetto politico sulla scena mondiale.

Il ruolo del Marchesato durante il Rinascimento ( da "Stampa, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Storia moderna all'Università di Genova e gli autori dei singoli contributi: Riccardo Musso (Soprintendenza archivistica per la Liguria), Cinzia Cremonini (Università Sacro Cuore, Milano), Mario Rizzo (Università di Pavia), Paolo Calcagno (Università di Verona), Luca Lo Basso (Università di Genova),

Imperia, al Polo universitario in scena il "Processo a Gesù" ( da "Stampa, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Accanto ai docenti è previsto l'intervento di un esperto di cinema e teatro: Diego Schiavo [FIRMA]DIEGO MARRESE IMPERIA Domani nell'Aula Magna del Polo Universitario Imperiese si svolgerà l'incontro-dibattito dal titolo «Processi in scena: il processo di Gesù» organizzato dai docenti di Istituzioni di diritto romano e Storia del diritto romano,

l'università secondo ranieri "bene lo statuto ora il politecnico" - michela bompani ( da "Repubblica, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: assemblaggio degli interessi delle categorie di docenti. Ecco perché qualcuno rema contro, ad esempio alcuni presidi. Finalmente, invece, parte a Genova l´università dell´autonomia»: Andrea Ranieri, assessore alla Cultura del Comune di Genova e membro del consiglio d´amministrazione dell´ateneo entra a piedi giunti nella riforma della "governance",

centinaia di prof senza stipendio - laura montanari ( da "Repubblica, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Firenze L´università ormai si fonda sul volontariato: duecento cattedre ad Architettura, una cinquantina a Lettere e così via Centinaia di prof senza stipendio Ateneo, sono i docenti a contratto: terranno i corsi ma non avranno un euro LAURA MONTANARI Centinaia di cattedre, e quindi di corsi, senza stipendio per i prof.

quei prof venivano pagati 3 l'ora da settembre dovranno insegnare gratis ( da "Repubblica, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Ma chi sono i docenti a contratto dell´università? Una volta erano figure professionali che andavano dall´informatico, al bibliotecario, al giornalista, allo stilista che l´università non aveva al proprio interno. Oggi una quota importante di questi corsi sono affidati a giovani (e meno giovani) precari che li accettano pur di restare all´

L'università. ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Altri quattro docenti hanno firmato un assegno per diventare proprietari di un camper.Una comunità solidale che grazie a Facebook e alla tecnologia wireless comunica costantemente sulle iniziative da intraprendere per vigilare sulla ricostruzione. Di comitati spontanei di cittadini ne nascono un paio al giorno.

Il Paese chiede tolleranza zero ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: se funzionerà la collaborazione pubblico-privato, metteremo a regime un sistema brillante e funzionante. Nessuno può dire se il trend di crescita avrà una stabilizzazione o no. Quanto alle misure alternative, la sinistra mi ha più volte proposte la depenalizzazione di una serie di reati minori e io ho detto di no, perché il bisogno di sicurezza del paese merita risposte opposte:

Pirelli Eco in Portogallo con i filtri antismog ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Si tratta di soluzioni sviluppate grazie alle sinergie tra i ricercatori di Pirelli Eco Technology e i Pirelli Labs, il centro di ricerca avanzata del gruppo. La società, inoltre, si avvale della collaborazione di enti di ricerca pubblici e privati internazionali e di alcuni tra i maggiori produttori di motori europei per la realizzazione di test sugli autoveicoli.

Ecco l'hobbit: non pigmeo, ma nuova specie umana ( da "Corriere della Sera" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: due ricerche pubblicate sulla rivista scientifica Nature hanno sostenuto la tesi per cui lo «hobbit» non sarebbe un moderno pigmeo, ma addirittura una nuova specie umana. Secondo il team che aveva ritrovato i resti nella grotta di Liang Bua, e che aveva coniato il nome di Homo floresiensis, si sarebbe trattato di una mutazione naturale (

Gelmini, investire sui giovani come fa Berlusconi ( da "Stampaweb, La" del 07-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: In particolare sulla mobilità dei docenti il ministro ha sottolineato: «Vogliamo che siano riconosciute le esperienze svolte all?estero. Spesso i professori italiani conseguono attestati importanti in università straniere ma tutto questo non è spendibile all?interno del nostro Paese.

Morgan all'Università ( da "Stampa, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Perché in entrambi i processi - spiega la docente, Valeria Minucciani - sono fondamentali movimento e interpretazione». Il corso in museologia parte infatti dalla considerazione che «parlare di architettura è sempre parlare d'altro» e ormai da alcuni anni affronta il concetto di opera d'arte attraverso un dialogo tra le diverse discipline.

Le storie della scienza incrociano i giovani ( da "Stampa, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: ma sempre a confronto con giovani ricercatori, per ricordare a tutti che in Italia la fuga dei cervelli è un problema da risolvere subito, se vogliamo uscire dalla crisi. L'Onu ha proclamato il 2009 «Anno Internazionale dell'Astronomia» per celebrare il gesto con cui 400 anni fa Galileo puntò al cielo il suo telescopio.

I primi anni di vita del bambino Incontro con Bernard Golse ( da "Stampa, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Bernard Golse è pediatra, neuropsichiatra infantile e psicanalista, responsabile del servizio di Npi dell'Ospedale Necker, Docente di psicologia dell'infanzia e dell'adolescenza presso l'università R. Descart, Paris V, autore del libro «Essere Bebé», Ed. Cortina. Info 011/741.28.40.

giurisprudenza, esami comprati - irene de arcangelis ( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente nel mercato degli esami. Ieri le sette perquisizioni hanno già dato le prime conferme. In pratica, in seguito alle denunce di alcuni studenti - e una volta chiesta e ottenuta la collaborazione dell´università all´indagine - la Digos ha studiato le camicie d´esame scoprendo che a quelle regolamentari ne veniva aggiunta una in bianco con gli esami fasulli e la firma falsificata

bioingegnere, robotico, umanista. ricordo di un grande intellettuale - enrico pedemonte ( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente affascinante, che rifiutò una cattedra al Mit per Genova ENRICO PEDEMONTE (segue dalla prima di cronaca) Molti sono convinti che se l´Iit, l´Istituto italiano della tecnologia, è nato a Genova centrando la propria strategia attorno alla robotica umanoide, lo si deve in larga misura ai semi che Tagliasco gettò nel corso della sua vita in questo settore fino a trasformarlo

edilizia, l'università ha perso decine di milioni - laura montanari ( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Basterebbe fermarsi a queste parole del professor Romano Del Nord, docente di Architettura, per otto anni prorettore all´edilizia per capire che qualcosa non ha funzionato. Cosa il prorettore lo ha scritto in un libro bianco dal titolo: «La politica edilizia dell´ateneo fiorentino. Criticità operative e risvolti sociali», Pontecorboli editore.

emiliano: "società mista per salvare il kursaal" ( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: il Comune o la fondazione Petruzzelli per evitare che il Kursaal muoia»: così il sindaco all´indomani della decisione del giudice secondo cui l´11 va demolita la scala antincendio, all´indice dopo una lite condominiale. Emiliano avverte: «Bisogna muoversi con il sostegno del ministero dei Beni culturali». L´idea? Creare una società mista pubblico-privato. LELLO PARISE A PAGINA II

il nuovo ruolo della famiglia agnelli - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: né si può contare su capitali privati freschi. Dunque, Marchionne sta facendo di necessità virtù: non si vede alternativa a questo originale modello di kombinat azionario pubblico-privato - industrial-sindacale. Il banco di prova sarà perciò la gestione di un così variopinto spettro di interessi non coincidenti.

Camici bianchi e cavalli da corsa La carriera di Arianna ( da "Corriere della Sera" del 08-05-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: cambia di Massimo Sideri Camici bianchi e cavalli da corsa La carriera di Arianna Poteva essere un caso ormai classico di fuga di cervelli. «So che all'estero avrei molte più possibilità di carriera grazie al mio lavoro sulle cellule staminali e le terapie rigenerative per i cavalli». Ma Arianna Barbara Lovati (foto), nata a Milano nel '76 e veterinaria dal 2002, ha deciso di restare.

"La volatilità dei mercati finanziari. Come prevederla e come gestirne il rischio". ( da "Corriere della Sera" del 09-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Facoltà di Economia Università di Bologna Ferruccio De Bortoli - Direttore de Il Corriere della Sera Renzo Costi - Docente di Diritto Commerciale Università di Bologna Carlo Salvatori - Amministratore Delegato Unipol Gruppo Finanziario Stefano Zamagni - Docente di Economia Politica Università di Bologna Università di Bologna - Aula Magna A Via Belmeloro, 14 14 maggio 2009 ore 17.

saraceno va in pensione: "ma riparto da berlino" - vera schiavazzi ( da "Repubblica, La" del 09-05-2009)
Argomenti: Cultura , Cervelli

Abstract: docente ordinario all´Università di Torino nel 1990). E, difatti, il suo pensionamento non coincide col ritiro a vita privata ma, al contrario, con un nuovo inizio professionale: a Berlino, dove è professore di ricerca al Wissenschaftszentrum fÜr Sozialforschung, Saraceno conduce una delle più vaste ricerche mai realizzate in Europa sui mutamenti generazionali e demografici che stanno

Università, crisi d'impresa e concordati ( da "Corriere della Sera" del 09-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Un lavoro articolato e approfondito che ha coinvolto tutte le figure professionali imperniate sul tema: la raccolta dei dati è stata coordinata da esperti magistrati e docenti di Economia aziendale. (S. D. S.) Dibattito Giuseppe Santoni, prorettore dell'università di Tor Vergata, ha partecipato al dibattito di ieri

"Non può limitarsi a invocare la pace Deluderà la gente" ( da "Stampa, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Docente di studi islamici alle università di Friburgo e Ginevra, ricercatore a Oxford, uno dei 100 maggiori intellettuali viventi secondo la rivista Time e certamente tra i più discussi, Ramadan è noto soprattutto come nipote di Hasan al-Banna, il fondatore dei Fratelli musulmani, il movimento islamico radicale egiziano.

Se parlerà solo di pace senza affrontare il nodo politico che strangola il Medio Oriente, il Pa... ( da "Stampa, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Docente di studi islamici alle università di Friburgo e Ginevra, ricercatore a Oxford, uno dei 100 maggiori intellettuali viventi secondo la rivista Time e certamente tra i più discussi, Ramadan è noto soprattutto come nipote di Hasan al-Banna, il fondatore dei Fratelli musulmani, il movimento islamico radicale egiziano.

Si rievoca la figura del filosofo Trinchero ( da "Stampa, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: stato docente ordinario alla facoltà di Lettere e, successivamente, alla facoltà di Scienze della Formazione. E' stato autore di diversi testi sui più grandi filosofi del Novecento, pubblicati da Einaudi. Tra i suoi lavori più conosciuti, la traduzione di opere di Ludwig Wittgenstein («Osservazioni sopra i fondamenti della matematica»

La corte di Elisabetta I rivive con l'Alberghiero ( da "Stampa, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Il menu, proposto dopo studi svolti durante l'anno scolastico, sarà a base di carne, verdure, salmone, pudding alla viola. Molte pietanze saranno servite con birra a cui seguiranno una serie di vini. Docenti e allievi riceveranno gli ospiti in rigorosi abiti ispirati alla corte di Elisabetta I.

conservatorio italia precari per passione - giuseppe videtti ( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: La fuga dei cervelli è mortificante. Per risolvere il problema occupazionale dobbiamo preparare artisti, ma anche manager, liutai, storici? insomma tutto ciò che serve nell´ambito musicale», dice, seduta nella stanza sontuosa ma austera e poco illuminata che le è stata assegnata.

Europee, richiamo del Colle: basta liti ( da "Corriere della Sera" del 10-05-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: festa dell'Europa» di Obama che seleziona personale via internet, della fuga dei cervelli, della meritocrazia che in «questo Paese manca». Risponde il presidente: «In Italia tutti devono essere messi alla pari e fuori dal ciclo infernale delle raccomandazioni, delle clientele, delle implorazioni, di cui ci dobbiamo liberare».

le azalee per aiutare la ricerca aprono i laboratori ai giovani - ilaria carra ( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: la fuga dei cervelli, e farli tornare qui da noi occorre garantire loro un mercato favorevole. Ogni anno facciamo un bando e assicuriamo due start up, anche grazie ai finanziamenti di Intesa San Paolo: progetti di ricerca che equivalgono anche a uno stipendio, per 5 anni, in genere come capi laboratorio».

l'elezione del rettore è un gioco corporativo - roberto d'alimonte ( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Sulla carta sono i docenti universitari (con una limitata partecipazione di personale amministrativo e di studenti) ad eleggere il rettore ma in realtà sono le facoltà a pesare veramente. Dato l´attuale modello di governo dell´università le facoltà agiscono - anzi si può dire che "devono" agire - come corporazioni.

ateneo, la logica corporativa del voto - roberto d'alimonte ( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Stando così le cose non ci si può poi meravigliare dei casi scandalosi di nepotismo ma soprattutto del fatto - ancor più scandaloso - che nessuna università italiana compaia nell´elenco delle prime 200 università del mondo. Con questa governance non si possono costruire grandi università ma solo università mediocri. L´autore è docente nella facoltà di Scienze Politiche di Firenze

docenti a contratto architettura perde 14 posti ( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ma vengono ancora retribuiti perché dispongono di finanziamenti aggiuntivi messi a disposizione dal Circondario di Empoli». Nel 2007 all´università di Firemze, a fronte di 2.271 docenti strutturati, c´erano 1.544 docenti a contratto (molti dei quali già pagati pochissimo) e 1.900 fra ricercatori e assegnisti precari.

Riscossioni facili, ecco tutti gli indagati ( da "Corriere della Sera" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: società mista pubblico-privata per la riscossione dei tributi locali) quanto dovuto a titolo di Ici. Per il versamento d'ora in poi andrà usato il conto corrente dell'amministrazione. Scandalo «riscossioni facili»: gli effetti dell'arresto del patron di Tributi Italia (società concessionaria in centinaia di comuni della penisola),

Energy drink proibiti a chi ha la pressione alta ( da "Corriere della Sera" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ricercatori dell'Henry Ford Hospital di Detroit, autori di una ricerca pubblicata sulla rivista Annals of Pharmacotherapy. «Bere due lattine di un energy drink genera un aumento dei valori pressori e un incremento della frequenza del battito cardiaco spiega James Kalus, a capo del team che ha effettuato la ricerca condizioni che non creano conseguenze rischiose in individui sani

Tre miliardi per le cittadelle ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: urbanistico prova a ripartire al traino delle tre cittadelle a finanziamento misto pubblico/privato. La prima, quella della salute, sarà presieduta da Luigi Roth, ormai in scadenza dalla Fondazione Fiera. Sarà lui a sviluppare il nuovo polo sanitario pubblico che sorgerà nell'area dell'ospedale Sacco a Bovisa e raggrupperà anche le nuove sedi dell'Istituto dei tumori e del Besta.

Il fai-da-te vola sul Web ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: gli annunci più completi guadagnano in automatico le prime posizioni e, a parità di data di pubblicazione, vengono visualizzati dagli utenti online nelle prime posizioni nell'elenco degli annunci diciascuna pagina web di ricerca. «Altri errori proprio da non fare in fatto di contenuti – aggiunge Roberto Tucci, Business development manager di Kijiji.

Eire si internazionalizza tra finanza e social housing ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: In programma costruzione di infrastrutture, collaborazioni pubblico-privato, sviluppo del territorio pubblico, miglioramento della ricettività turistica. Sviluppo delle città (con uno spazio dedicato all'Expo 2015) eco-sostenibilità e social housing sono altri fronti caldie per questo oggetto di eventi istituzionali, a partire dai convegni.

Il Tar reintegra altri tre "baroni" ( da "Stampa, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Nel giro di due mesi l'Università di Torino si è già vista costretta a reintegrare sei docenti che hanno fatto ricorso al Tar per poter rimanere in servizio. Prima Sergio Chiarloni e Marino Bin, docenti a Giurisprudenza e il sociologo Guido Sertorio, professore a Economia;

Api, boccata d'ossigeno Ora moratoria sugli insetticidi ( da "Stampa, La" del 10-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: è un progetto biennale di ricerca, Apenet nel quale il Ministero dell'Agricoltura ha investito 2,7 milioni di euro. Deve dare risultati, perché non possiamo più aspettare e la ricerca pubblica è l'unica ad avere la libertà necessaria per dire la verità. Usiamo soldi e tempo per dare risposte, coinvolgendo apicoltori, tecnici, università.

Costituzione, esperienza di libertà ( da "Corriere delle Alpi" del 11-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Docenti universitari hanno parlato di diritti e doveri nella «Carta» BELLUNO. L'Itis Segato ha ospitato una conferenza sulla costituzione e sui diritti e doveri del cittadino: Giorgio Orsoni dell'università di Venezia e Rodolfo Bettiol, ordinario a Padova, si sono rivolti alle classi quinte dell'istituto e a ragazzi provenienti da altre scuole.

Indipendenti senza abusi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Così ricostruita la figura degli amministratori indipendenti, la domanda «altrimenti che cosa ci stanno a fare?», assume una prospettiva de iure condendo, giustamente obliterata da una sentenza che doveva analizzare i fatti alla luce del diritto vigente. * Docente di Diritto penale commerciale-Università di Brescia © RIPRODUZIONE RISERVATA

GLI APPUNTAMENTI PRINCIPALI GLI EVENTI ISTITUZIONALI ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 11-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Dar voce ai cittadini: i risultati delle ricerche sull'opinione dei cittadini (15,00- 18,00). Sviluppo della qualitàe dell'efficacia del sistema formativo in ambito pubblico (15,00- 18,00). Martedì 12 maggio Giornalismo partecipativoe nuovi media: come cambia il modo di fare inchiesta (10,00- 13,00).

Fazio, viceministro del Welfare in attesa che torni il ministero ( da "Sole 24 Ore, Il (Sanità)" del 11-05-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Universitá e della Ricerca, Ministero della Salute), regionali (Lombardia) e di enti pubblici e privati in Italia (CNR, Universitá di Milano, Lega Italiana per la lotta contro i tumori, CONI, ecc.) e all'estero. Ha pubblicato oltre 365 pubblicazioni sulle principali riviste internazionali di area medico-biologica, tra cui Science,


Articoli

Spariscono le Facoltà arrivano cinque Scuole (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 05-05-2009)

Argomenti: Cultura

Il caso L'Ateneo di Genova applica subito la riforma Gelmini MIRIANA REBAUDO Spariscono le Facoltà arrivano cinque Scuole GENOVA La «rivoluzione» che si propone il rettore dell'Università di Genova Giacomo Deferrari con il suo progetto di riforma della governance andrà a toccare anche i Poli di Imperia e Savona, e non poteva essere altrimenti. «Saranno riorganizzati in modo tale da affiancare alle attività didattiche anche quelle della ricerca» ha annunciato il rettore ieri nel corso della presentazione dell'intero progetto nel corso di quelli che sono stati definiti gli Stati generali dell'Ateneo. «A questi Poli, sul fronte della gestione, sarà garantita un'adeguata autonomia operativa» ha poi aggiunto, suggerendo per loro la costituzione in Dipartimenti atipici e, novità importante, anche le sedi decentrate avranno finalmente una «voce» propria negli organi di governo dell'Università: i rappresentanti dei Poli saranno infatti membri della Consulta di Ateneo e parteciperanno, pur se senza diritto di voto, alle riunioni dei consigli delle Scuole di pertinenza. E' una riforma a tutto tondo quella che Deferrari ha illustrato ieri in un Teatro della Gioventù, a Genova, affollatissimo (in platea anche i precari e gli studenti). «Voglio un Ateneo più snello e agile, così da accelerare ogni interventi e dove didattica e ricerca siano riunite sotto un unico tetto» ha premesso il rettore. Oggi, infatti,sono divise con la didattica competenza delle facoltà e la ricerca dei Dipartimenti. In questa Università più «leggera» e «veloce» le Facoltà (undici quelle oggi presenti nell'ateneo genovese) lasceranno posto alle Scuole, cinque secondo l'ipotesi attuale: Economico-Giuridico-Politica: Medico-Farmaceutica; Scientifica; Tecnologia ed Umanistica. Loro compito sarà quello di esaminare e coordinare le linee programmatiche presentate dai Dipartimenti e sottoporle agli organi di governo. Una funzione di «cerniera» che prevede però anche rapporti tra varie Scuole. Ogni Scuola, diretta da un preside, coadiuvato da un vice e da un consiglio ristretto, potrà avere una consistenza da 200 e fino a 500 docenti. I Dipartimenti, a loro, volta, saranno in pratica dimezzati, passando dai 50 attuali a 22, massimo 26 e, orientativamente, avranno da 50 a 125 docenti. E' a questa struttura che faranno riferimento sia i corsi di studio che i laboratori e i centri di ricerca. La «road map» della riforma prevede tempi piuttosto rapidi, grazie a quello che lo stesso rettore definisce «positivo incoraggiamento» ricevuto sia all'interno del mondo accademico ligure che dal Ministero (la Gelmini presenterà domani in Consiglio dei Ministri un progetto che va proprio in questa direzione). La prossima tappa, tra giugno e luglio, prevede una presentazione ancora più dettagliata al Senato Accademico e al Consiglio di amministrazione per giungere entro fine anno alle delibere finali, da parte dell'Università e, infine, del Ministero. La nuova governance non si limiterà a questi interventi, andando ad incidere in maniera determinante sugli stessi organi di governo dell'Ateneo. Il progetto prevede, tra l'altro, che il rettore resti in carica 6 anni, non sia immediatamente rieleggibile e possa essere sfiduciato dal Senato accademico. Si opera inoltre una netta separazione dei compiti tra Senato (17 membri interni all'Ateneo, che elaborano proposte e le trasmettono al CdA) e Consiglio di Amministrazione (10-12 membri, di cui la metà esterni), che determinerà le scelte strategiche e designerà il direttore generale, «il CdA diventerà la bussola dell'Università» ha dichiarato con efficace sintesi il rettore. Due novità assolute appaiono il Consiglio degli Studenti, che potrà formulare proposte e la Consulta d'Ateneo, con funzione di raccordo con il territorio e che, assieme ai vertici delle istituzioni, vedrà anche la presenza di manager (quattro, al massimo) delle imprese che concorrano alle spese di funzionamento dell'Ateneo. Si tratta in pratica di soci sostenitori chiamati a collaborare nella gestione e del funzionamento dell'Ateneo con una precisa attenzione verso le realtà e i bisogni del territorio ligure. Infine, nasce il Nucleo di Valutazione, composto da 5-6 esperti di gestione, di cui solo uno interno. E' una novità importante con la quale i membri sono chiamati a giudicare non solo l'attività complessiva dell'Università ma anche i suoi singoli aspetti. «L'aspetto principale di questo progetto è la razionalizzazione delle risorse - ha concluso il rettore - Alleggerendo le strutture, si eviterà che siano, come oggi, compartimenti stagni».

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LIBRI Porta Palazzo Presentazione (ore 18) del libro Il mondo in una piazza. Diario di u... (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 05-05-2009)

Argomenti: Cultura

LIBRI Porta Palazzo Presentazione (ore 18) del libro «Il mondo in una piazza. Diario di un anno tra 55 etnie» di Fiorenzo Oliva. Con l'autore interviene Christopher Cepernich, docente di Sociologia della Comunicazione all'Università di Torino. La Torre di Abele, via Pietro Micca 22 Ricordi d'infanzia Cristina Vernizzi, in dialogo con l'autore Marcello Cossu, presenta (ore 18) il libro «L'immagine e l'immaginario. Disegni, emozioni, ricordi di un bambino di cinquant'anni fa». Centro Pannunzio, via Maria Vittoria 35H Poesie Alle 18, presentazione de «Il Mondo che non Vedo», la più ampia raccolta mai pubblicata in Italia di poesie ortonime di Fernando Pessoa. Assieme ai curatori, Piero Ceccucci e Orietta Abbati, intervengono Fernando Martinho e Giancarlo Depretis. Biblioteca Civica Italo Calvino, Lungo Dora Agrigento 94 Giacomo Soffiantino Presentazione (ore 16) del volume «Giacomo Soffiantino, Antologia visiva» di Giovanna Barbero, e del cd «Germogli di luce» con musiche di Federico Gozzelino. Circolo dei Lettori via Bogino 9 INCONTRI I Martedì Salute Tommaso Lubrano, dirigente medico S.C. di Chirurgia Oncologica, Molinette, parla (ore 10) de «L'ernia inguinale». Unione Industriale via Fanti 17 Studiare turismo Dalle 8,30 alle 12,30 convegno «Turismo: un lavoro sicuro?» dedicato alle scuole superiori specializzate in turismo sulle nuove occasioni di impiego offerte dall'industria dei viaggi. Organizza l'Istituto Boselli. Sermig via piazza Borgo Dora 61 Lingua Madre Presentazione (ore 18) del reportage fotografico di Alberto Ceoloni «Una tragedia silenziosa: i profughi georgiani dell'Abkhazia». Dopo l'aperitivo armeno (ore 19,30), reading-concerto (ore 21) con Fakhraddin Gafarov e Karim Guarkan, testimoni della musica popolare. Collabora la Rete Italiana di Cultura Popolare. Circolo dei Lettori via Bogino 9 Istruzione artistica Alle 17, «Impara l'arte e non metterla da parte», dibattito sul futuro dell'istruzione artistica nell'era Gelmini, promosso dai licei artistici e istituti d'arte del Piemonte. Interventi di Diego Novelli, Chiara Acciarini, Gianna Pentenero, presidi, docenti, sindacalisti. Itis Avogadro corso San Maurizio 8 Genitori & figli Domenico Chiesa, insegnante del Centro Iniziativa Democratica Insegnanti (Cidi), interviene alle 21 sul tema «Costruire orizzonti di senso per diventare grandi. Le responsabilità sociali della scuola». Fabbrica delle «e», corso Trapani 91/b I martedìSera «Le tante cose possibili per migliorare l'ambiente» (ore 21,15) con Carlo Degiacomi, direttore del Museo A come Ambiente, e Luca Mercalli (Società Meteorologica Italiana). Unione Industriale via Fanti 17 Club Giallo e Nero Guglielmo Gulotta, avvocato e docente di Psicologia giuridica all'Università di Torino, spiega (ore 18) «Le trame mentali nel delitto e il loro difficile disvelamento». Fnac, via Roma 56 Anno dell'Astronomia Conferenza di Walter Ferreri «Dal telescopio di Galileo ai supertelescopi del 2050», ore 19. Parco Astronomico di Pino Torinese, via Osservatorio Pensieri in piazza Per «Pubbliche riflessioni su forme, figure e trasfigurazioni della vita in comune», alle 17 incontro con Nerio Nesi e Luciano Gallino su «A. Olivetti: una economia e una politica comunitarie». Castello di Miradolo, S. Secondo di Pinerolo CONVEGNI Berlino Domani alle 9,30 aprono i lavori del convegno «Berlino e i linguaggi della riunificazione». Circolo dei Lettori via Bogino 9 SPETTACOLI Arte Transitiva Da oggi a sabato (ore 21) vanno in scena «Atti belli. La riscoperta» della compagnia torinese Il Barrito degli Angeli e «Jumu'ha, shabbat é dominica» del gruppo francese Le pont volant - La robe à l'envers. Ingresso 7 euro, 5 ridotti. Officine Caos piazza Montale 18 MOSTRE LocalDesignShop Nel bookshop viene presentata, ore 18,30, la linea di sedute, tavole e lampade «Primitive». I pezzi unici sono esposti (e in vendita) sino al 18. Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, via Modane 16 Adriana Giorda E' aperta fino al 19 la mostra dedicata alla pittrice che, negli Anni 70, fu la prima donna ad esporre al Circolo degli Artisti e che vi tenne una seconda personale nel 2002. Orari: 16-19,30; sabato 10-12,30 - 16-19,30; domenica 10-13. Circolo degli Artisti via Bogino 9 VARIE Fiori e aromi Alle 17,30 incontro con Edoardo Santoro, curatore del giardino del Borgo Medievale, su «Iris botanici e rifiorenti», percorso lungo le aiuole alla scoperta di iris «storici» e nuove specie. Info: tel. 011/4431714. Borgo Medievale, Parco del Valentino Percorso teatrale Nuovo appuntamento con i percorsi teatrali di C.A.S.T. per celebrare la collezione di Leone Fontana donata alla Città: alle ore 17; 18,30 e alle 21. Ingresso e visita guidata costano 3 euro. Info: tel. 011/4429911 Palazzo Madama, piazza Castello A cura di Elena Del Santo giornonotte@lastampa.it

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Politecnico inaugura l'anno accademico (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 05-05-2009)

Argomenti: Cultura

MONDOVI'. STAMANE Politecnico inaugura l'anno accademico Sarà il rettore del Politecnico Francesco Profumo a presiedere stamani la cerimonia d'inaugurazione dell'Anno Accademico 2008-2009 della sede di Mondovì. Lo farà in un momento particolare per l'Università decentrata del «Poli», nata nel 1990, che attende da tempo l'avvio di un «necessario» rilancio, ma sempre confortata da numeri importanti per le Facoltà di Ingegneria e Architettura. Dopo un periodo di calo, le iscrizioni ora si sono chiuse a 835 studenti, in linea con il trend dell'ultimi biennio, sebbene quest'anno ci siano due corsi in meno rispetto al passato. Circa il 20 per cento degli studenti abita a Mondovì. Circa 40 sono ospiti dell'istituto Casati; una cinquantina i residenti negli alloggi universitari del quartiere Breo. Il sindaco Stefano Viglione sottolinea da tempo l'attenzione dell'Amministrazione comunale verso il Poli «sperando in un consolidamento vero sul territorio». «Non ci sono elementi - precisa - che facciano pensare a una volontà di disimpegno dell'Università nella sede cittadina». Il futuro, per Mondovì, dovrebbe essere rappresentanto da tempo dal settore agroalimentare, ma solo la nuova convenzione, ormai prossima, con gli enti (soprattutto Comune e Fondazione Crc) stabilirà il vero avvenire del «Poli». La cerimonia, dalle 10, si svolgerà nell'ex chiesa di Santo Stefano a Breo, in via Sant'Agostino 24. Oltre a Profumo e a Massimo Sorli, responsabile della sede monregalese, saranno presenti l'assessore regionale all'Università Andrea Bairati, il presidente della Provincia Raffaele Costa, il sindaco Stefano Viglione, Giorgetto Giugiaro, presidente di Italdesign e i docenti Rocco Curto e Donato Firrao. Saranno consegnate anche le borse di studio offerte dalle aziende monregalesi. \

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La Scienza in diretta Il professor Grassi al Palli di Casale Nell'aula magna del L... (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 05-05-2009)

Argomenti: Cultura

La Scienza in diretta Il professor Grassi al Palli di Casale Nell'aula magna del Liceo Scientifico di Casale, per il ciclo di conferenze sotto il titolo «La Scienza in Diretta al Liceo Scientifico», venerdì 8 alle 17,30 nell'aula magna il professor Pietro Antonio Grassi, docente di Relatività e Gravitazione all'Università Avogadro e ricercatore in numerosi centri internazionali, terrà una relazione sul tema «Dall'Astronomia alla Cosmologia, come le osservazioni del cielo hanno portato alla moderna cosmologia».

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voto in ateneo cinque liste 700 candidati (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina IX - Torino Le elezioni Alle urne domani e giovedì Voto in ateneo cinque liste 700 candidati Sono circa settecento le candidature presentate in vista delle elezioni dei nuovi rappresentanti degli studenti dell´Università di Torino in programma per domani e giovedì. Cinque le liste per gli organi centrali: Studenti indipendenti, Udu, Obiettivo Studenti, Fuan e Arcadia. Potranno votare tutti gli studenti iscritti all´ateneo torinese compresi nelle liste elettorali, che siano in regola con il pagamento della prima rata. I seggi allestiti nelle facoltà saranno 41. Si potrà votare dalle 8.30 alle 19 di mercoledì e dalle 8.30 alle 14 di giovedì. Saranno eletti otto rappresentanti per il senato Accademico, tre per il consiglio di amministrazione dell´Università, due per il consiglio di amministrazione dell´Ente regionale per il diritto allo studio universitario del Piemonte, quattro per il comitato universitario per lo sport, un numero variabile tra nove e tredici componenti per i consigli di facoltà e un numero variabile secondo il numero degli iscritti e non superiore al 25 per cento del numero dei docenti, di ruolo e non, di rappresentanti per i consigli dei corsi di studio. (o.giu.)

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vecchio policlinico, ateneo in rivolta - giuseppe del bello (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina III - Napoli Vecchio Policlinico, ateneo in rivolta Seduta straordinaria del consiglio di facoltà: "No alla chiusura" Vertice interlocutorio in Regione. Le decisioni rinviate ai prossimi giorni GIUSEPPE DEL BELLO L´Ateneo in rivolta costringe alla tregua armata l´assessore. Il summit di ieri a Santa Lucia tra il titolare della Sanità regionale Mario Santangelo, il preside del Vecchio Policlinico Giovanni Delrio e il rettore della Seconda università Franco Rossi, si è risolto in una fumata bianca. In un incontro interlocutorio che prelude solo a successive riunioni. Le prime già fissate per dopodomani e venerdì. Questo significa che, per ora, la delocalizzazione dei padiglioni di piazza Miraglia, è un´ipotesi in parcheggio, non ancora tramontata, ma con Santangelo costretto a prendere atto della compattezza degli universitari a cui l´idea di trasferirsi dal centro storico in tre ospedali della "Collina della sanità" (Camaldoli e Colli Aminei) non va giù. La posizione degli accademici è in un documento, scritto dopo la seduta straordinaria di facoltà indetta dallo stesso Delrio. Il lungo verbale parte dalla "preoccupazione e rammarico" per "la possibile imminente chiusura delle strutture assistenziali", puntualizza che "l´attività clinica è indispensabile alla didattica e alla ricerca dei suoi numerosi corsi di laurea", "respinge in maniera irrevocabile un´ipotesi che determinerebbe l´interruzione delle attività istituzionali" e bolla come "inaccettabile la metodologia utilizzata, che ha generato disinformazione e sconcerto tra docenti, studenti e pazienti". A questo punto il documento sciorina le cifre della facoltà, per poi approdare al "fermo invito alle autorità regionali a collaborare con l´ateneo per la soluzione del mai risolto problema del suo assetto strutturale e a garantire le risorse indispensabili per una funzionale attività assistenziale". Ma per trovare una soluzione c´è bisogno dell´accordo tra le parti, quindi, concludono i docenti, "la facoltà è disponibile a partecipare ad un concreto tavolo di confronto". L´assessore perde il primo round a favore di rettore e preside, e opta per la mediazione: «L´incontro ha rappresentato una buona partenza in vista del futuro protocollo d´intesa che mira a definire stabilmente il rapporto fra Regione e Università». Poi promette: «Qualsiasi ipotesi di razionalizzazione sarà frutto di un percorso condiviso con il mondo accademico». Tra le prime reazioni, quella del capogruppo Pdl Enzo Rivellini parla di «una reazione dura dei docenti che hanno fatto catenaccio. Questo allunga i tempi, mentre Santangelo si avvia a fare magra figura: dopo essere entrato a gamba tesa senza preventivo accordo, ieri è finito in un cul de sac, impreparato di fronte al duro documento. E, come al solito, anche questa storia finirà a tarallucci e vino». Dai sindacati, posizioni diverse. Per Franco Verde, responsabile dell´Anaao provinciale «l´affiancamento Stato-Regione sui conti della sanità impone scelte forti. Il Vecchio Policlinico è la spia di una condizione diffusa in tutto il sistema sanitario regionale. L´opzione dell´assessore di delocalizzare temporaneamente la struttura incontra resistenze che denotano come il particolare abbia il sopravvento sugli interessi generali. Ma Santangelo vada avanti con fermezza e senza mediazioni. E questo anche per liberare piazza Miraglia, consentendo, come previsto dal piano regolatore, la riqualificazione del centro storico». Giuseppe Galano, segretario dell´Aaroi (anestesisti), non ha dubbi: «Non si può perdere un patrimonio storico e un polo didattico. E comunque, va bene un´altra sede, purché sia certa».

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l'eredità di garbaccio - claudio quintano (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina VIII - Napoli L´EREDITà DI GARBACCIO CLAUDIO QUINTANO N ell´ambito delle attività svolte nell´Università Parthenope, Franco Garbaccio è andato sviluppando il concetto di "Turismo siamo tutti", un modo di ragionare sul turismo in maniera pragmatica sì, ma in un contesto di buon approccio scientifico. Egli, spentosi qualche giorno fa nella sua Ischia, ha lasciato al mondo della programmazione pubblica meridionale e all´Università un esempio e un´eredità preziosa. Ha prodotto tra l´altro opere contraddistinte da interrogativi su questioni di comune condivisione, agitando il dubbio cartesiano di cui è intrisa la scienza. Ha senso chiedersi, perciò, cosa si intende per turismo e come esso si misura. Un tema tanto ampio non può essere compresso in un settore, difficile a essere delimitato. Infatti, la sovrapposizione tra turismo e "mobilità", finisce per considerare turisti tutte le persone che si spostano. Sono stato coautore con lui di tre monografie, due di esse raccolta di scritti apparse su un quotidiano economico (Il Denaro), sperimentandone un´impostazione nuova della didattica e mi è stato di aiuto nel realizzare molti convegni nazionali e internazionali e tra questi ricordo la Settimana europea del turismo nel 1996. Piemontese di nascita, giovanissimo fu in cerca di lavoro stagionale in Svizzera ove fu anche manager alberghiero e poi in alcune catene italiane e nella sua Ischia ove fu anche assessore al Turismo e docente all´alberghiero. Garbaccio fece parte di un gruppetto di dirigenti «che compresero che vi erano possibilità di sviluppo oltre il sogno della ciminiera accanto a ogni campanile, o dei faraonici petrolchimici fortemente voluto dai talebani dell´industria in ritardo di sviluppo», attivando la formazione turistica con l´Intervento Straordinario. A questo fine Garbaccio lavorò con un pezzo della dirigenza storica del Sud: con Tagliamonte che identificò "l´ormone della crescita" del Sud nell´ingrediente "fattore umano"; con Marongiu e Zoppi, presidente e direttore del Formez che sul finire degli anni Sessanta avviarono attività di formazione per quadri dirigenti e imprenditoriali anche del turismo. Collaborò con Novacco, presidente dello Iasm, che garantì anche l´assistenza tecnica, i "servizi reali" assieme alla formazione. Quando nel 1991 l´Ateneo concepì le scuole dirette a fini speciali, Garbaccio portò avanti il progetto del turismo e intorno a lui ruotò il complesso universo del turismo con una forte interazione col territorio.

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Il Sistema Sanitario in controluce. (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 05-05-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Economia data: 05/05/2009 - pag: 33 Roma, 21 maggio 2009 - Residenza di Ripetta, Via di Ripetta 231 Il Sistema Sanitario in controluce. Rapporto 2009 Fondazione Farmafactoring presenta il Rapporto 2009 sul Sistema Sanitario in controluce, realizzato in collaborazione con Censis, Cergas-Bocconi e Cer-Nib. Programma convegno Ore 9.45 Apertura dei lavori Tavola rotonda Marco Rabuffi, Presidente - Fondazione Farmafactoring Pubblico e privato nella sanità italiana Giuseppe De Rita, Presidente - Censis Contenimento della spesa pubblica e effetti sulle famiglie Moderatore: Antonio Iantosca Direttore Generale - Fondazione Farmafactoring Massimo Russo, Assessore alla Sanità Regione Sicilia Renato Botti, Direttore Generale - Area Sanitaria, Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor Angelo Lino del Favero, Direttore Generale - ULSS 7 Veneto e Consulente del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Giovanni Monchiero, Presidente - Fiaso Vincenzo Atella, Docente - Facoltà di Economia, Università di Roma Tor Vergata Il sistema di offerta pubblico e privato nell'ambito dei Piani di Rientro Elio Borgonovi, Presidente - Cergas, Università Bocconi Processi decisionali e gestione dei servizi in una sanità regionalizzata Carla Collicelli, Vice Direttore Generale - Censis Ore 13.00 Conclusioni Fondazione Farmafactoring Via Domenichino 5 - 20149 Milano Tel. 02.49905204 Via Bertoloni, 1/E int. F - 00197 Roma Tel. 06.8091391 - fax 06.80913941 info@fondazionefarmafactoring.it Per motivi organizzativi è indispensabile comunicare la partecipazione entro il 15 maggio 2009 a Easycontact s.r.l. - Sig.ra Carla D'Agostino Tel. 02.90002642 Fax 02.90002051 contatti@eceasycontact.it CONSIGLIO D'EUROPA Via Mecenate, 91 - 20138 Milano Piccola Pubblicità Punti raccolta inserzioni SPORTELLI AGENZIE Il Consiglio d'Europa procederà alla vendita dei locali precedentemente occupati dalla FARMACOPEA (EDQM), di sua proprietà, ubicati a STRASBURGO (67100) 1 rue Schertz, con una superficie complessiva di 4.447 m 2 di fabbricato e spazio parcheggio per 114 auto. La vendita volontaria avverrà tramite asta pubblica davanti al notaio delegato Jean-Pierre KRANTZ, notaire associé de la Société Civile Professionnelle 'SCP Christian GRIENEISEN, Jean-Pierre KRANTZ, Edmond GRESSER et Stéphane GLOCK' titulaire d'un office notarial dont le siège est à 67610 LA WANTZENAU (Bas-Rhin), 9 rue de la Gare, il giorno: BARI - Via P. Villari 50 Tel. 080 5760111 - Fax 080 5760126 Dal lunedi al venerdi 9-13 / 14.30-18 BOLOGNA - Via S. Donato 85 Tel. 051 4201711 - Fax 051 4201028 Dal lunedi al venerdi 9-13 / 14-18 COMO - Piazza del Popolo 5 12 maggio 2009 alle 14.30 presso lo studio notarile posto a LA WANTZENAU, 9 rue de la Gare Tel. 031 243464 - Fax 031 303326 Dal lunedi al venerdi 8.30-12.30 / 14.30-18.30 FIRENZE - Viale Matteotti 60 Tel. 055 552341 - Fax 055 55234234 Dal lunedi al venerdi 9-13 / 14-17.30 MILANO - Via Solferino 22 Tel. 02 6282 7555 / 7422 - Fax 02 6552436 Dal lunedi al venerdi 9.15-17.45 NAPOLI - Vico San Nicola alla dogana 9 Tel. 081 4977711 - Fax 081 4977712 Dal lunedi al venerdi 9-13 / 14.45-17.30 OSIMO (AN) - Via Grandi 10 Tel. 071 7276077 - Fax 071 7276084 Dal lunedi al venerdi 9-13 / 14-18 PALERMO - Via G. Sciuti 164 Tel. 091 306756 - Fax 091 342763 Dal lunedi al venerdi 9-13,30 / 15-18 L'importo a base d'asta è stato fissato in CINQUE MILIONI NOVECENTO SETTANTA MILA EURO ( ¬ 5.970.000,00). Il pagamento dovrà essere effettuato mediante versamento in contanti di un importo pari al 20% del prezzo integrale il giorno dell'aggiudicazione e saldo del restante 80% nel termine di 60 giorni dalla data dell'aggiudicazione. Le spese supplementari saranno a carico dell'aggiudicatario e pagabili il giorno dell'aggiudicazione, come pure le imposte di registro attinenti alla stipula dell'atto di compravendita. Per partecipare all'asta, gli interessati dovranno presentare una fideiussione bancaria firmata, valida e sufficiente o versare un deposito cauzionale a garanzia dell'offerta, pari al 20% dell'importo a base d'asta, nonché provvedere al versamento di un deposito a garanzia delle spese, imposte e onorari di ¬ 500.000,00 mediante assegno bancario intestato al notaio. Le modalità di aggiudicazione sono fissate nel disciplinare d'asta redatto dal notaio Jean-Pierre KRANTZ in data del 19 marzo 2009 e sono consultabili presso lo studio notarile negli orari di apertura. Per avviso Jean-Pierre KRANTZ, notaio +33 (0)3 88 59 24 24 jeanpierre.krantz@notaires.fr PADOVA - Via Francesco Rismondo 2e int. 8 Tel. 049 6996311 - Fax 049 7811380 Dal lunedi al venerdi 9-13 / 14-18 PARMA - Strada della Repubblica 45 Tel. 0521 285102 - Fax 0521 289810 Dal lunedi al venerdi 9-13 / 14.30-18 TORINO - Corso Duca d'Aosta 1 Tel. 011 502116 - Fax 011 503609 Dal lunedi al venerdi 9-13 / 14-18 UDINE - Via G. Leopardi 25 Tel. 0432 501300 - Fax 0432 501410 Dal lunedi al venerdi 8.30-12.30 / 14.30-18.30 VERONA - Via Carlo Cattaneo, 26 Tel. 045 8011449 - Fax 045 8010375 Dal lunedi al venerdi 9-13 / 14-18

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università, la rivoluzione deferrari - michela bompani (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina II - Genova Università, la rivoluzione Deferrari In un teatro strapieno il rettore racconta la sua riforma. Nasce il "modello Genova" Un Consiglio degli studenti con 40 membri e la Consulta di ateneo per gli sponsor MICHELA BOMPANI Sarà una piramide a tre gradoni, la nuova Università di Genova. All´apice il rettore (con Senato accademico, quasi dimezzato, e Consiglio d´amministrazione completamente ridisegnato), un livello più sotto le cinque Scuole, in cui saranno raggruppate le "vecchie facoltà", ancora più giù i Dipartimenti, pure dimezzati di numero. Per la prima volta nella storia dell´ateneo genovese, ieri il rettore Giacomo Deferrari ha invitato tutti i dipendenti al teatro della Gioventù e ha presentato la sua riforma (che procederà parallelamente al disegno di legge Gelmini sull´Università, atteso per questa settimana). «è un fatto eccezionale in Italia», sancisce Enrico Decleva, presidente della Conferenza dei rettori che con il preside di Scienze politiche dell´Università di Bologna, Giliberto Capano, affianca Deferrari sul palco. Presidi, professori, ricercatori, tecnici amministrativi, studenti: hanno invaso la platea in seicento, ieri mattina, occupando tutti i posti, e poi i corridoi, le gradinate. I precari della ricerca hanno appeso, ma subito tolto, uno striscione e hanno letto le proprie rivendicazioni. Il rettore cammina per il palco, tiene il microfono, gestisce le diapositive che s´avvicendano sul megaschermo, si ferma sull´immagine di una bussola: così sarà il consiglio d´amministrazione, indicherà la rotta all´intero ateneo, determinando ogni scelta strategica. Non ci saranno gli sponsor, e neppure più i rappresentanti delle istituzioni: dentro 4-6 manager esperti in gestione, nominati dal rettore, che sarà in consiglio con due rappresentanti dei docenti, un tecnico amministrativo, due rappresentanti degli studenti. E il Cda designerà un altro grande protagonista della nuova università: il direttore generale, indicato ancora dal rettore e che, nella nuova piramide, affianca il vertice dell´ateneo. Decleva, che dice di condividere tutta l´architettura della riforma che già chiama "modello Genova", solleva alcune perplessità: «Chi decide i membri esterni del consiglio? Il rettore: ha forse troppo potere? Siamo sicuri che il mandato del vertice dell´Università debba essere uno solo?». Avrà sedici membri il senato accademico, dimezzato rispetto a oggi: elaborerà le strategie dell´università. Oltre al rettore, ci saranno due docenti per ogni scuola, due rappresentanti del personale tecnico amministrativo e tre-quattro studenti. Nasceranno poi due nuove strutture: il "consiglio degli studenti", con 40 rappresentanti, e la "consulta di ateneo", dove sederanno gli sponsor e i rappresentanti degli enti locali. I tempi della riforma? A giugno ci sarà il primo passaggio in senato e consiglio, a dicembre le delibere definitive. Il progetto è già online, sul sito dell´Università: il dibattito è aperto.

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Cultura, patto Triennale-Iulm (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 05-05-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 05/05/2009 - pag: 5 Accordo Nasce la laurea in arti, patrimoni, mercati. «Studenti parte dell'istituzione: voce alla metropoli del fare» Cultura, patto Triennale-Iulm «Il museo diventa università» Puglisi e Rampello: rivoluzione e opportunità. Bondi: da qui parte la riforma Un seminario tra gli «oggetti sonori» di Fabio Novembre. Una lectio magistralis tra i disegni di Alessandro Mendini. Un esame sotto i progetti avveniristici di Frank Gehry. La Triennale si trasforma in università. In collaborazione (anzi, in consorzio) con lo Iulm, organizzerà un nuovo corso di laurea magistrale in Arti, patrimoni e mercati. I cinquanta studenti (specializzandi) che potranno iscriversi a partire dal 2009-2010 passeranno il primo anno allo Iulm e il secondo interamente in Triennale per toccare con mano come si organizza una mostra, come si può allestire, come fare la comunicazione, come reperire i fondi necessari. Un vecchio pallino di Rampello che lo ha esplicitato chiaramente nel suo Manifesto della cultura: mettere in rappresentazione il fare. E quale migliore rappresentazione del fare è trasformare la Triennale in un «laboratorio» dove il fare si tramanda e si attualizza? «Una rivoluzione» la definiscono il presidente della Triennale e il rettore dello Iulm, Giovanni Puglisi. Che potrebbe allargarsi ad altre università e ad altre istituzioni culturali. È l'auspicio del ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, che ha «benedetto » il patto tra Iulm e Triennale. «È un'iniziativa spontanea di Iulm e Triennale. Noi seguiamo con molto interesse questo progetto e speriamo che possa essere preso a modello da altre istituzioni culturali e da altre università. Non solo a Milano, ma in tutta Italia». Gli scenari che si aprono sono suggestivi. Basta dare sfogo alla fantasia. L'Università degli Studi di Firenze e gli Uffizi. La Biennale con l'Università di Venezia. La ricchezza dei musei vaticani e le grandi università cattoliche. Bondi vede in quest'operazione anche un'opportunità per la riforma del ministero che «dovrebbe essere approvata dal Parlamento entro un mese» e che prevede la riqualificazione e la rivalutazione di tutto il sistema museale italiano. «C'è uno stretto rapporto ha detto Bondi fra la valorizzazione e la tutela dei beni culturali e artistici. Non si può fare valorizzazione senza tutela e viceversa». «E noi stiamo andando proprio in questa direzione replica Rampello creando i manager necessari a questa riqualificazione del sistema museale». «Non vogliamo formare solo delle vestali dell'arte attacca Puglisi ma un laboratorio che metta insieme arte e cultura, patrimonio e mercato, conoscenza e turismo». Insomma, una giusta via di mezzo, tra la sacralità della cultura propugnata dai puristi e la trasformazione dell'arte in solo mercato. «Ma sarà una rivoluzione anche per noi attacca Rampello perché dovremmo affrontare il compito etico di trasformarci in docenti ». Tutti coloro che lavorano alla Triennale. Dal curatore al commesso della libreria. «Perché continua Rampello la Triennale accoglierà al completo gli studenti che diventano parte dell'istituzione stessa, partecipando fattivamente alle sue attività». Vuol dire che gli specializzandi dovranno capire anche che cosa significa gestire la caffetteria di un'istituzione come la Triennale e quindi si daranno da fare dietro al bancone con caffè e aperitivi. La specializzazione è legata al corso di storia dell'arte e come sottolineato dal rettore dello Iulm riguarderà soltanto 50 studenti. «È necessaria una selezione maggiore conclude Puglisi . Ci sarà un test e il numero sarà chiuso. Ma i costi d'iscrizione resteranno gli stessi». L'intesa Davide Rampello, Sandro Bondi e Giovanni Puglisi Maurizio Giannattasio

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Le tasse comunali? In tasca all'esattore (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 05-05-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Roma data: 05/05/2009 - pag: 6 L'inchiesta Le Fiamme gialle: ammanchi per 60 milioni. Due mesi fa dichiarò: «Non siamo scappati con la cassa» Le tasse comunali? In tasca all'esattore Arrestato Giuseppe Saggese, di «Tributi Italia». Lo scandalo partito da Nettuno Uffici perquisiti Militari della Finanza sequestrano documenti In tanti - sindaci, assessori, funzionari, ma soprattutto molte migliaia di cittadini che hanno regolarmente pagato l'Ici o la Tarsu e ora temono di aver buttato i loro soldi in un pozzo senza fondo - lo vorrebbero incontrare e chiedergli spiegazioni. Ma dalla settimana scorsa, ammesso e non concesso che lui sia disponibile a un confronto pubblico, non possono: perché Giuseppe Saggese, 49 anni, il grande «gabelliere» finito nell'inchiesta sulle «riscossioni facili» della Procura di Velletri, è stato arrestato. Pesante l'accusa: associazione a delinquere finalizzata al peculato. Colossale la cifra sotto osservazione da parte delle Fiamme gialle: gli ammanchi per le casse pubbliche determinati dal mancato versamento del danaro incassato da «Tributi Italia» (beneficiaria tra l'altro di un robusto aggio del 30% sull'evasione recuperata) oscillerebbero «tra i 40 e i 60 milioni di euro». Nella lista dei comuni interessati non figura Roma, ma non mancano centri importanti: da Pomezia ad Aprilia, da Ardea a Civitavecchia, dalla Tuscia al Basso pontino, fino a Nettuno, dove l'inchiesta è partita in seguito alla denuncia presentata dal segretario comunale e dove, venerdì scorso, la giunta ha rescisso il contratto. Il giudice ha concesso a Saggese gli arresti domiciliari nella sua residenza di Rapallo (Genova) ma è un po' in tutta Italia (da Bologna alla Puglia, passando per il Lazio) che la chiacchierata attività dell'imprenditore, nato a Taranto e figlio di un magistrato, ha preso piede da più di un decennio. É una storia di «scatole cinesi» su cui si credeva che le precedenti inchieste avessero posto una pietra tombale ma che, adesso, torna prepotentemente in primo piano. Il patron di «Tributi Italia» (in passato la società si chiamava «San Giorgio» e prima ancora «Publiconsult »), che di recente ha aperto la sede legale a Roma, in via Veneto, era infatti già stato arrestato a Pomezia nel 2001. In seguito ai suoi guai giudiziari si era dimesso da ogni incarico, in attesa dei processi ancora in corso, ma in realtà secondo gli investigatori non avrebbe mai smesso di comportarsi da «dominus» della società, di cui è presidente la sorella Patrizia. L'accusa? Oggi come allora, la stessa: non aver versato ai Comuni per i quali «Tributi Italia» svolge l'attività di concessionario (o con cui collabora in società miste pubblico-privato) i molti milioni di euro incassati da cittadini e operatori commerciali per Ici, Tarsu (rifiuti), Tosap (suolo pubblico) e affissioni pubblicitarie. Un business enorme. Tenendo presente che tra le città per cui lavora la famiglia Saggese ci sono capoluoghi come Bologna, Bari, Caserta, Brindisi e Sassari, oltre alle centinaia di centri minori, la «Tributi Italia», nonostante le vicissitudini, si è confermata nei mesi scorsi come la terza agenzia di riscossione a livello nazionale. «Restituiremo tutto, non siamo scappati con la cassa: la nostra situazione patrimoniale è solida», dichiarò due mesi fa Saggese in relazione al «buco» di 3-4 milioni al Comune di Bologna. Stando agli ultimi avvenimenti, però, quelle garanzie in tempi recenti sarebbero venute meno. E oltretutto, trapela da ambienti investigativi, la parte più «sostanziosa» dell'inchiesta deve ancora venire: nel mirino starebbero per finire connivenze e complicità politiche, a vari livelli. Fabrizio Peronaci fperonaci@rcs.it

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- (segue dalla prima pagina) elena dusi (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 05-05-2009)

Argomenti: Cervelli

Pagina 36 - Cronaca A dieci anni dall´annuncio del sequenziamento del genoma umano, i supercomputer macinano dati ma la ricerca sembra fermarsi. Il Nobel James Dewey Watson, scopritore della doppia elica del Dna, però è ottimista: "Abbiamo allungato di parecchio la vita e migliorato la sua qualità. Le cure arriveranno" "Presto ognuno di noi potrà avere il profilo completo del suo genoma per mille dollari" A breve la genetica ci farà conoscere l´essenza del cancro, potremo agire con efficacia (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) ELENA DUSI Quasi dieci anni dopo, il responso è scritto sulle colonne di Nature da un gruppo di ricercatori delle università di Houston, Stanford, Texas e Alberta: «Nonostante l´enorme valore scientifico della ricerca fatta, le nuove tecnologie hanno solo un impatto marginale per la cura delle malattie nella popolazione». Sgrana gli occhi Watson, a chi gli chiede un bilancio della scienza che è stata sua compagna per più di 60 anni: «Siamo riusciti ad allungare la vita umana tanto, e a migliorarne enormemente la qualità. Come possiamo essere insoddisfatti?». Il freno all´entusiasmo, nella comunità scientifica, nasce dalla consapevolezza che la stele di Rosetta del linguaggio della vita sia più complessa del previsto. All´inondazione di dati sfornati dai computer la nostra comprensione non ha sempre saputo far argine. E la sequenza fluviale di lettere A, T, C e G che si alternano nel Dna di ciascun vivente può dare l´impressione che il libro della vita sia piuttosto un labirinto. «Siamo molto più complessi di quanto prevedessimo» ammette Watson, che è in Italia per annunciare la sua partecipazione alla quinta conferenza mondiale "Il futuro della scienza", dedicata quest´anno alla "rivoluzione del Dna". L´appuntamento con il convegno organizzato dalle fondazioni Giorgio Cini, Silvio Tronchetti Provera e Umberto Veronesi, che si occupa ogni anno di un tema scientifico che ha particolari riflessi sulla società, è fissato a Venezia tra il 20 e il 22 settembre. «L´idea che a un gene corrisponda la produzione di una singola proteina - spiega Watson - è superata. I frammenti di Dna operano in combinazione fra loro, e queste reti non sono facili da ricostruire. Ma i costi dei computer usati per il sequenziamento stanno crollando. Presto ognuno di noi potrà avere il profilo completo del genoma per mille dollari. A quel punto la scinza non sarà più avara di notizie bomba». Saranno i tumori, secondo il premio Nobel del 1962, il primo campo della medicina a beneficiare della rivoluzione tecnologica che sta abbattendo i costi della genetica. «è grazie agli studi sul Dna che già oggi conosciamo le cause del cancro a livello molecolare. Nei prossimi dieci anni le diagnosi basate sulla genetica ci faranno penetrare fino in fondo nell´essenza del cancro, dandoci terapie più efficaci. Nel nostro obiettivo ci sono cellule dalla natura così particolare come le staminali». Maria Ines Colnaghi, direttrice dell´Associazione italiana per la ricerca sul cancro che collaborerà alla conferenza di Venezia con un simposio su tumori e genetica, fa il punto sui benefici concreti della ricerca sul Dna nella cura del cancro. «Già oggi sappiamo individuare le persone con particolari geni che hanno una predisposizione alta ad ammalarsi di cancro. I tumori ereditari coprono circa il 10% del totale dei casi. Controlli costanti, prevenzione a base di farmaci e diagnosi precoce permettono di tenerli a bada. E a ogni paziente negli istituti oncologici italiani viene fornita una diagnosi molecolare per individuare la cura migliore». Nonostante i primi risultati concreti nell´affrontare i tumori, il campo dove le attese sono più grandi - quello dell´oncologia - è anche quello dove il labirinto del genoma fa girare di più la testa ai ricercatori. Non uno ma circa una decina di geni danneggiati sono alla base della malattia. E questi frammenti di Dna, smentendo gli ottimisti, si sono rivelati molto variabili tra un caso di malattia e l´altro. Invece di avere un´alterazione frequente in una decina di geni, molte forme di cancro mostrano alterazioni rare sparse in centinaia di frammenti diversi del Dna. La rete dei rimandi fra un gene e l´altro è ancora troppo complessa per essere maneggiata e sta avvolgendo le speranze di trovare nuove cure in un bozzolo da cui uscire è difficile. Per ricostruire questo puzzle con troppi pezzi, si fa ricorso oggi alla potenza delle macchine: sequenziando migliaia di cellule tumorali alla volta si spera con la forza dei numeri di trovare la chiave che accomuna le varie forme di cancro. Ma i costi sono alti, e una serie di articoli sul New England Journal of Medicine un mese fa ha accusato questo approccio di essere tutto muscoli e poco cervello. «L´informazione che se ne ricava - ha scritto il genetista della Duke University David Goldstein - è di scarsa o nulla utilità dal punto di vista clinico». Serve un colpo di reni, concorda Watson. «La scienza è perseveranza, ma ha anche bisogno di eroi. L´ultimo è stato Jonas Salk, inventore del vaccino della polio. Oggi i ricercatori sono troppo legati alle industrie farmaceutiche, ma credo lo stesso che un nuovo eroe spunterà». Troppo importanti sono i benefici che la genetica può offrire alla nostra specie. «Non dobbiamo avere paura di entrare nell´ignoto - dice uno Watson che non è nuovo alle polemiche e non ha mai fatto mistero del suo favore per l´eugenetica - e se aggiungere tre o quattro geni al Dna servirà a renderci più sani e intelligenti, dobbiamo farlo. L´ingegneria genetica migliorerà gli animali e le piante che ci nutrono. La specie umana è sopravvissuta perché si è continuamente evoluta. Dobbiamo usare gli strumenti a nostra disposizione, non fermarci qui». L´uomo che oltre 50 anni fa scrutò il codice della vita, è anche stato il primo nel 2007 a leggere il suo Dna sequenziato dalla prima all´ultima lettera. «Ora è su internet, non ho avuto paura di renderlo pubblico per il bene della conoscenza». Al suo interno ha trovato molte informazioni utili. «Il mio metabolismo alza la pressione sanguigna. Sapendolo, sto molto più attento». Ma di fronte a un dato ha preferito fermarsi. «Non voglio sapere se ho la predisposizione all´Alzheimer» dice alzando le mani. «Non serve a niente avere notizie spiacevoli, se non si può fare niente per prevenirle» ammette perfino un ottimista della scienza come lui, capace sempre di afferrare le luci e scansare le ombre.

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Watson: usiamo il Dna per migliorare la specie (sezione: Cultura)

( da "Repubblica.it" del 05-05-2009)

Argomenti: Cervelli

In una macchia di luci e di ombre James Watson intravide la forma del codice della vita. Era il 1953 e oggi, a 81 anni, l'uomo che scoprì la doppia elica del Dna insieme a Francis Crick continua ad aguzzare lo sguardo per leggere tra le luci e le ombre della ricerca genetica. Forse i risultati promessi tardano ad arrivare. La cura per molte malattie stenta a rendersi disponibile. Ma negli occhi azzurri limpidi e sempre un po' sgranati di Watson una convinzione resta uguale: "Scienza è sinonimo di attesa e noi non dobbiamo preoccuparci: la strada è quella giusta. Dalla genetica avremo ancora nuovi eroi e notizie bomba. La cosa più entusiasmante che oggi a un uomo sia concessa è leggere il proprio Dna. Nel codice genetico c'è l'essenza di noi esseri umani, le nostre istruzioni per l'uso. Se dovessi scegliere tra viaggiare nello spazio e conoscere il mio genoma, non esiterei un istante". A dieci anni dal primo annuncio del sequenziamento del genoma umano, immensa è la potenza di fuoco spesa nella scienza del Dna. Nonostante questo, si ha la sensazione che le promesse di nuove cure per le malattie causate da un difetto dei geni (una stima per difetto parla di 5mila, fra cui tumori, fibrosi cistica, còrea di Huntington, anemia falciforme) siano state mantenute solo a metà. Era infatti il 26 giugno 2000 quando un entusiasta Bill Clinton salutò i primi risultati del Progetto genoma umano: "Oggi festeggiamo un evento storico. La lettura del Dna apre nuove strade per prevenire, diagnosticare e curare le malattie". Quasi dieci anni dopo, il responso è scritto sulle colonne di Nature da un gruppo di ricercatori delle università di Houston, Stanford, Texas e Alberta: "Nonostante l'enorme valore scientifico della ricerca fatta, le nuove tecnologie hanno solo un impatto marginale per la cura delle malattie nella popolazione". OAS_RICH('Middle'); Sgrana gli occhi Watson, a chi gli chiede un bilancio della scienza che è stata sua compagna per più di 60 anni: "Siamo riusciti ad allungare la vita umana tanto, e a migliorarne enormemente la qualità. Come possiamo essere insoddisfatti?". Il freno all'entusiasmo, nella comunità scientifica, nasce dalla consapevolezza che la stele di Rosetta del linguaggio della vita sia più complessa del previsto. All'inondazione di dati sfornati dai computer la nostra comprensione non ha sempre saputo far argine. E la sequenza fluviale di lettere A, T, C e G che si alternano nel Dna di ciascun vivente può dare l'impressione che il libro della vita sia piuttosto un labirinto. "Siamo molto più complessi di quanto prevedessimo", ammette Watson, che è in Italia per annunciare la sua partecipazione alla quinta conferenza mondiale "Il futuro della scienza", dedicata quest'anno alla "rivoluzione del Dna". L'appuntamento con il convegno organizzato dalle fondazioni Giorgio Cini, Silvio Tronchetti Provera e Umberto Veronesi, che si occupa ogni anno di un tema scientifico che ha particolari riflessi sulla società, è fissato a Venezia tra il 20 e il 22 settembre. "L'idea che a un gene corrisponda la produzione di una singola proteina - spiega Watson - è superata. I frammenti di Dna operano in combinazione fra loro, e queste reti non sono facili da ricostruire. Ma i costi dei computer usati per il sequenziamento stanno crollando. Presto ognuno di noi potrà avere il profilo completo del genoma per mille dollari. A quel punto la scienza non sarà più avara di notizie bomba". Saranno i tumori, secondo il premio Nobel del 1962, il primo campo della medicina a beneficiare della rivoluzione tecnologica che sta abbattendo i costi della genetica. "È grazie agli studi sul Dna che già oggi conosciamo le cause del cancro a livello molecolare. Nei prossimi dieci anni le diagnosi basate sulla genetica ci faranno penetrare fino in fondo nell'essenza del cancro, dandoci terapie più efficaci. Nel nostro obiettivo ci sono cellule dalla natura così particolare come le staminali". Maria Ines Colnaghi, direttrice dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro che collaborerà alla conferenza di Venezia con un simposio su tumori e genetica, fa il punto sui benefici concreti della ricerca sul Dna nella cura del cancro. "Già oggi sappiamo individuare le persone con particolari geni che hanno una predisposizione alta ad ammalarsi di cancro. I tumori ereditari coprono circa il 10% del totale dei casi. Controlli costanti, prevenzione a base di farmaci e diagnosi precoce permettono di tenerli a bada. E a ogni paziente negli istituti oncologici italiani viene fornita una diagnosi molecolare per individuare la cura migliore". Nonostante i primi risultati concreti nell'affrontare i tumori, il campo dove le attese sono più grandi - quello dell'oncologia - è anche quello dove il labirinto del genoma fa girare di più la testa ai ricercatori. Non uno ma circa una decina di geni danneggiati sono alla base della malattia. E questi frammenti di Dna, smentendo gli ottimisti, si sono rivelati molto variabili tra un caso di malattia e l'altro. Invece di avere un'alterazione frequente in una decina di geni, molte forme di cancro mostrano alterazioni rare sparse in centinaia di frammenti diversi del Dna. La rete dei rimandi fra un gene e l'altro è ancora troppo complessa per essere maneggiata e sta avvolgendo le speranze di trovare nuove cure in un bozzolo da cui uscire è difficile. Per ricostruire questo puzzle con troppi pezzi, si fa ricorso oggi alla potenza delle macchine: sequenziando migliaia di cellule tumorali alla volta si spera con la forza dei numeri di trovare la chiave che accomuna le varie forme di cancro. Ma i costi sono alti, e una serie di articoli sul New England Journal of Medicine un mese fa ha accusato questo approccio di essere tutto muscoli e poco cervello. "L'informazione che se ne ricava - ha scritto il genetista della Duke University David Goldstein - è di scarsa o nulla utilità dal punto di vista clinico". Serve un colpo di reni, concorda Watson. "La scienza è perseveranza, ma ha anche bisogno di eroi. L'ultimo è stato Jonas Salk, inventore del vaccino della polio. Oggi i ricercatori sono troppo legati alle industrie farmaceutiche, ma credo lo stesso che un nuovo eroe spunterà". Troppo importanti sono i benefici che la genetica può offrire alla nostra specie. "Non dobbiamo avere paura di entrare nell'ignoto - dice uno Watson che non è nuovo alle polemiche e non ha mai fatto mistero del suo favore per l'eugenetica - e se aggiungere tre o quattro geni al Dna servirà a renderci più sani e intelligenti, dobbiamo farlo. L'ingegneria genetica migliorerà gli animali e le piante che ci nutrono. La specie umana è sopravvissuta perché si è continuamente evoluta. Dobbiamo usare gli strumenti a nostra disposizione, non fermarci qui". L'uomo che oltre 50 anni fa scrutò il codice della vita, è anche stato il primo nel 2007 a leggere il suo Dna sequenziato dalla prima all'ultima lettera. "Ora è su internet, non ho avuto paura di renderlo pubblico per il bene della conoscenza". Al suo interno ha trovato molte informazioni utili. "Il mio metabolismo alza la pressione sanguigna. Sapendolo, sto molto più attento". Ma di fronte a un dato ha preferito fermarsi. "Non voglio sapere se ho la predisposizione all'Alzheimer", dice alzando le mani. "Non serve a niente avere notizie spiacevoli, se non si può fare niente per prevenirle", ammette perfino un ottimista della scienza come lui, capace sempre di afferrare le luci e scansare le ombre. (5 maggio 2009

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"Vogliamo studiare qui Ridateci le nostre Scuole" (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

il caso La protesta di allievi e medici specializzandi "Vogliamo studiare qui Ridateci le nostre Scuole" BARBARA COTTAVOZ NOVARA Garbarino auscultaci», «Basta discorsi vogliamo ricorsi»: striscioni in mano e stetoscopio al collo gli studenti e gli specializzandi ieri mattina hanno manifestato nei viali dell'ospedale contro il taglio voluto dal Governo di sei Scuole di Medicina, che sono state «federate» con l'Università di Torino. Oggi alle 14 a Roma il rappresentante degli studenti, Federico Barra, e il rettore dell'«Avogadro»Paolo Garbarino, incontrano il ministro Gelmini. Domani il consiglio di facoltà deciderà sul ricorso al Tar. I ragazzi hanno realizzato un dossier che fotografa la situazione passata e presente della facoltà: «Lo consegneremo al ministro per dimostrarle che questa operazione non porta un euro di risparmio: i posti sono gli stessi anche se accorpati e i direttori delle Scuole non sono pagati in più rispetto al loro stipendio - ha sottolineato Barra -. Invece si innesca una catena di eventi negativi. La facoltà perde appeal e quindi studenti, l'ospedale ha specializzandi in meno, cioè medici al lavoro nei reparti: ben cinquanta in cinque anni. Questa politica Torino-centrica penalizza la città e il suo ospedale che è l'ottavo in Italia e il secondo in Piemonte». La facoltà di Medicina è in crescita e quest'anno attendeva lapertura di 9 Scuole di specializzazione che andavano ad aggiungersi alle 16 già esistenti. Invece tutto è cambiato: ne è stata aperta una sola e otto sono state accorpate d'imperio a Torino, sempre università capofila. Era stato stabilito un accordo tra i due atenei per cui sarebbero state mantenute le sedi formative novaresi ma Torino, all'ultimo, ha deciso diversamente. «Il rettore torinese ha detto che non era possibile inserire un vincolo del genere nel concorso ma Bari l'ha fatto» sottolinea Edoardo Stellin. «Non è stato riconosciuto nulla a Novara, si sono presi i posti e basta - commenta Erica Gaudino, studentessa del sesto anno -. Io volevo fare Chirurgia toracica ma la nuova Scuola non è stata aperta. Sono indignata: il Piemonte è penalizzato rispetto alla Lombardia, si chiudono insegnamenti validi». Fiammetta Marella è al quinto anno e anche lei puntava a una Scuola che avrebbe dovuto aprire quest'anno, Medicina legale: «Non so che cosa farò, non posso permettermi di stare tre-quattro anni in coda ad aspettare di passare il concorso chissà dove. Qui già conoscevo il reparto e so che è valido. Siamo allo sbaraglio: veniamo preparati benissimo e poi ce ne dobbiamo andare». Ieri mattina a fianco degli studenti il direttore del «Maggiore» Claudio Macchi, che ha ricevuto una delegazione esprimendo tutto il suo appoggio, e il professor Eugenio Torre, docente di Psichiatria: «Ero partito con quattro specializzandi, adesso ne ho due e temo che l'anno prossimo chiudano la Scuola. E' sbagliato il concetto di base: non è vero che pochi posti siano disservizio visto che non prendiamo un euro di più per questo insegnamento. In più si omogenizza la cultura medica annullando Scuole e ricerche». Ieri i direttori di specialità hanno incontrato Garbarino, sono stati ammessi anche studenti e specializzandi: «Il rettore - commenta Stellin - ha dichiarato di voler aspettare l'esito del confronto di domani \ con il ministro, ottenuto grazie all'onorevole Cota. Se negativo, la facoltà di Medicina disporrà di ricorrere al Tar».

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Reolon si affida a Pira per il nuovo istant book (sezione: Cultura)

( da "Corriere delle Alpi" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Un libro dedicato al candidato del centrosinistra Reolon si affida a Pira per il nuovo istant book BELLUNO. «L'autonomia per noi non è una richiesta di privilegi. é semplicemente una condizione essenziale». Sergio Reolon risponde così a una delle domande di Francesco Pira, lo studioso di comunicazione che ha realizzato un Instant Book riportando le sue conversazioni con il presidente della Provincia di Belluno. «La nostra è una Provincia complessa», prosegue Reolon, «con realtà molto diverse fra loro. La parte alta non è uguale alla Val Belluno e, per fare un altro esempio, Lamon e Sovramonte non sono uguali al resto del Feltrino. In questo contesto l'autonomia rappresenta la possibilità di esaltare le differenze. Le uniche tre realtà dell'arco alpino del versante italiano nelle quali le montagna non si spopola, anzi aumenta e i giovani non se ne vanno, sono la Valle d'Aosta, Trento e Bolzano». Il libro, lavorato a tempo di record nella prima metà di aprile, è pubblicato e pronto per la distribuzione con il titolo "Io, la politica e le mie Dolomiti". Dal testo emerge un Sergio Reolon in parte inedito. Fiero delle proprie radici bellunesi, convinto sull'autonomia per la Provincia, senza negare il suo privato. L'autore, Francesco Pira, è un sociologo e giornalista, docente di comunicazione e relazioni pubbliche presso l'Università di Udine. Svolge ricerche nell'ambito della sociologia dei processi culturali e comunicativi. Francesco Pira è inoltre consigliere nazionale dell'Associazione italiana della comunicazione pubblica. Opinionista di quotidiani e riviste, autore di una dozzina di pubblicazioni scientifiche, presenterà al prossimo salone del libro di Torino il suo ultimo lavoro "Giochi e videogiochi", scritto con il pediatra Vincenzo Marrali. «Sapevo che ci saremmo incontrati, presto o tardi», racconta Pira, «e così è stato».

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Lo strano caso del prof Caccioppoli (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

MATEMATICA Lo strano caso del prof Caccioppoli ANGELO GUERRAGGIO UNIVERSITA' DI MILANO Renato Caccioppoli moriva suicida 50 anni fa, l'8 maggio 1959, a Napoli, con una tecnica che aveva dettagliatamente messo a punto: «Bisogna prendere un calmante, così la mano non trema. Sdraiarsi e disporre un cuscino sul quale poggiare la mano in modo che la canna colpisca esattamente il centro della nuca». Era stato un matematico tra i più brillanti e creativi, che pensava «in grande». I suoi studi, iniziati con alcuni lavori sul prolungamento dell'insieme di definizione di un funzionale con una tecnica che avrebbe poi applicato alla teoria dell'integrazione, erano approdati a notevoli risultati in tema di teoria geometrica della misura, analisi funzionale, analisi complessa, equazioni differenziali. Le ragioni di una scelta così definitiva sono difficili da decifrare. Forse si suicidò perché abbandonato dalla moglie. Forse perché deluso dalla politica e dai fatti d'Ungheria. Forse, ancora, perché deluso dalla propria creatività matematica, che si era andata inaridendo. Raramente una città ha sentito tanto vicino un matematico: a Napoli, dove aveva sempre vissuto (con l'eccezione di un triennio a Padova), di Caccioppoli si continua a parlare con affetto e ammirazione. Si continua a ricordare «o'genio» e il mito del suo trench bianco, logoro, indossato con sciatteria. Gli aneddoti - tantissimi - lo fotografano come docente, a Ingegneria, difficile e severo; ne ricordano l'antifascismo, che si affidava all'ironia e alla provocazione. Sono gli episodi del gallo al guinzaglio in via Caracciolo (in risposta a un regime che voleva evitare che gli uomini portassero i cani a passeggio) e della «Marsigliese» intonata in un locale pubblico. A Bari, invitato nel dopoguerra a tenere in un teatro un discorso per i «partigiani della pace», si era messo a suonare: al posto del comizio, da pianista raffinato qual era, improvvisò un concerto. A Caccioppoli hanno dedicato un film premiato a Venezia nel '92, «Morte di un matematico napoletano» di Mario Martone, e un ruolo da protagonista in quell'affresco della Napoli del dopoguerra che è il romanzo di Ermanno Rea «Mistero napoletano». Per certi versi, Caccioppoli evoca il mito del matematico geniale, trasandato, un po' matto. C'è però anche il riconoscimento di un intellettuale che apriva le porte della «sua» cultura alle altre culture e alla società. Della sua bravura al pianoforte e dell'impegno politico abbiamo detto; d'altronde, era pur sempre il nipote di Bakunin. Amava la letteratura francese, con una predilezione per Rimbaud e Gide. Amico di Eduardo De Filippo, era tra gli organizzatori dei cineforum del Circolo del cinema. Al riconoscimento di una cultura non parcellizzata si accompagna quello per un intellettuale che non ha piegato la schiena né sotto il fascismo né durante gli Anni 50: ha preferito la denuncia, l'ironia, il distacco. Anche a costo dell'estrema solitudine di quell'8 maggio di 50 anni fa.

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"Dobbiamo attirare studenti dall'estero" (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

MONDOVI'.CERIMONIA DEL POLITECNICO Ieri il rettore ha inaugurato il nuovo anno accademico "Dobbiamo attirare studenti dall'estero" [FIRMA]GIANNI SCARPACE MONDOVI' Un «futuro sotto condizione», ma con maggiori elementi di ottimismo rispetto allo scorso anno. Secondo il rettore Francesco Profumo, che ieri ha inaugurato l'anno accademico 2008/2009, la sede decentrata del Politecnico di Mondovì ha «un'offerta formativa eccellente». Allo stesso tempo il Poli di Torino potrà mantenere il suo impegno nella sede decentrata solo se si verificheranno tre condizioni: offerta formativa sostenibile in termini di risorse finanziarie, attrazione di studenti fuori dalla Provincia e dall'estero e creazione di un polo integrato di ricerca, trasferimento tecnologico e servizi a cui partecipano tutti gli attori del sistema istituzionale ed economico. Risposta di Massimo Sorli, responsabile della sede monregalese che ha compiuto 19 anni, il quale ha parlato di un «momento di disagio superato»: «E' già stato avviato un tavolo di lavoro, sollecitato dalla Fondazione Crc, con l'obiettivo di sviluppare agroalimentare, ambiente e paesaggio, entro metà giugno tutto sarà definito meglio». Ancora Profumo: «Vuol dire che ci sono le premesse per confermare le buone capacità della sede di Mondovì, ma molto dipenderà dal lavoro che svolgeremo insieme nei prossimi mesi». Il futuro del Poli di Mondovì sta in queste affermazioni fatte ieri, nell'ex chiesa di Santo Stefano, di fronte a una platea attenta, composta anche dai 39 studenti che hanno ricevuto le borse di studio da imprese ed enti della città e del circondario. Affermazioni che hanno fatto dire al sindaco di Mondovì Stefano Viglione di nutrire un «cauto ottimismo perché una possibilità di rilancio possa diventare una cosa vera». Lo scorso anno il primo cittadino non aveva nascosto le preoccupazioni sul futuro dell'università di Mondovì, dopo aver speso 18 milioni di euro in 20 anni per il Poli. «Non posso dire - ha aggiunto - che siano sparite del tutto le ombre, ma oggi registro un'attività intensa per l'individuazione di una precisa mission che faccia fare il vero salto di qualità. Entro fine mese proporrò la Cittadella, a Piazza, come ulteriore sede per la ricerca». Per un'università con caratteristiche importanti (Ingegneria meccanica, Elettronica, Civile per la Gestione delle Acque, Architettura, 141 docenti, 835 studenti con 137 nuove immatricolazioni) il presidente della Provincia Raffaele Costa ha definito «vitale» la collaborazione del Poli con le aziende. Dopo le relazioni di Luca Bazzano, studente del Senato Accademico, e dei docenti Donato Firrao e Rocco Curto, (il designer Giorgetto Giugiaro non era presente per motivi di lavoro), l'assessore regionale Andrea Bairati ha concluso gli interventi: «I 500 milioni di euro spesi dal pubblico in Piemonte per l'università rendono circa 2 miliardi sul territorio: soldi ben gestiti. A Mondovì attendiamo il salto di qualità in cambio di imprese trovate dalla Regione pronte a collaborare». Ezio Falco, presidente Fondazione Crc: «Sono d'accordo, c'è un cauto ottimismo. Si lavora bene, abbiamo messo a disposizione il nostro Centro Studi».

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Convegno della Cisl sullo stress da cattedra (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Insegnare stanca? Convegno della Cisl sullo stress da cattedra «Insegnare stanca?» è la domanda a cui cercherà di dare risposta il seminario promosso dalla Cisl-Scuola, in programma oggi dalle 14,30 all'istituto Cobianchi di Verbania. I lavori verteranno su tre motivi di disagio relativi alla professione di docente. Innanzitutto si parlerà della condizione di precario, su cui interverrà Giuseppe Rago, docente di diritto e da 23 anni supplente annuale sempre riconfermato nell'incarico. La psicologa Grazia Ciardo farà poi una fotografia di come gli studenti vedono i propri insegnanti, presentando tre tipologie ricorrenti in cui i professori dovrebbero riconoscersi. Infine Luca Signorelli, psicologo, docente dell'istituto Cobianchi, affronterà il tema del «burn-out», ossia lo stress, l'affaticamento e la mancanza di stimoli. Tutti sintomi che caratterizzano i docenti che maggiormente soffrono il disagio della professione. Coordinati da Claudio Vicari, docente alla Scuola di specializzazione per insegnanti dell'università di Torino, i partecipanti lavoreranno in piccoli gruppi per capire quali proposte adottare per migliorare le condizioni di lavoro.

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corsa a dodici per amministrare l'università - antonella romano (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina VIII - Palermo Corsa a dodici per amministrare l´università Direttore, scaduto il termine per le domande. La scorsa volta furono quaranta Per gli studenti arriva la possibilità della domanda di laurea on line ANTONELLA ROMANO UN posto che scotta. Lo dimostra il numero di domande arrivate, circa una dozzina, contro le 41 della volta scorsa. è scaduto ieri il termine del bando per il posto di direttore amministrativo dell´ateneo di Palermo, dopo le dimissioni (il 2 aprile scorso) di Vincenzo Petrigni, rimasto in sella per appena un mese. Petrigni, nominato per risanare il "buco" di 30 milioni di euro del bilancio, da dimissionario ha accettato di proseguire nell´incarico fino alla nomina del suo successore. Ma si è scontrato sino a pochi giorni fa con il muro eretto dal personale tecnico e amministrativo, a proposito della modifica dell´erogazione dei buoni pasto, una delle misure di contenimento del "piano di rientro". Un provvedimento firmato da Petrigni il 28 aprile. «Non si capisce a che titolo, visto che si è dimesso da tempo», sostiene Franco Fantaci, della Flc-Cgil, che si fa interprete del malumore in crescita del personale non docente contro i sacrifici richiesti a tecnici e amministrativi. Come se non bastasse, è esplosa ieri la protesta dei docenti di tutti i dipartimenti, rimasti per quasi un giorno con i cellulari di servizio muti. Il black-out dei telefonini di ricercatori e prof è stato causato da un disguido della Wind, che ha disdetto per 20 ore il contratto telefonico con l´università di Palermo, lamentando un´insolvenza per una partita di fatture da 50 mila euro, inviate al Policlinico ma mai pagate. Un "giallo" poi risolto: per sbaglio le fatture di Wind erano state spedite a Ingegneria, che le ha rimandate al mittente. Una tensione dietro l´altra, mentre l´ateneo vive l´incubo dei conti che non tornano. In un clima tanto delicato, con assemblee sindacali già annunciate, a partire da oggi una commissione valuterà l´ammissibilità delle candidature da sottoporre al cda e, dopo lo screening, alla scelta finale col rettore. Questa volta è stato chiaro un punto: i candidati dovevano avere alle spalle un´esperienza di direzione amministrativa. Anche per questo in tanti hanno rinunciato. In corsa ci sarebbero così in gara alcuni direttori amministrativi di atenei italiani, qualche aspirante che riprova come Dario Allegra, presidente Amg, e tra le new entry potrebbe esserci Benedetto Mineo, già dirigente generale della Regione. «Il nuovo direttore amministrativo sarà scelto sotto il profilo della competenza - dice Lagalla - No, non c´è stato nessun errore nella scelta di Petrigni. La valutazione si è basata su un curriculum impeccabile. E questo periodo assieme ci ha consentito di avviare una analisi conoscitiva dell´ateneo e la riorganizzazione degli uffici. Mi rincresce che abbia deciso di lasciare l´incarico. Con i sindacati, sulle scelte per il personale, sarà avviata una negoziazione decentrata». Novità per gli studenti: dopo l´iscrizione e lo statino elettronico, da questa estate sarà possibile inviare on line anche la domanda di laurea.

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master e convegno in cattolica per imparare la moda buona - luca de vito (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XVI - Milano Cattolica Materiali che non inquinano, lavorazioni che non sfruttano: è Ethical Fashion Lab Master e convegno in Cattolica per imparare la moda buona "L´approccio sostenibile è anche una strategia vincente sul mercato, contro l´invasione dei prodotti low cost" LUCA DE VITO Sempre più consumatori (circa il 40 per cento degli uomini e il 50 per cento delle donne) sono attenti alle caratteristiche etiche degli abiti che indossano. Il boom dei consumi etici influenza anche la moda tanto che, giunti al momento di acquistare nuovi capi d´abbigliamento, non si richiede più soltanto eleganza e raffinatezza, ma anche rispetto dell´ambiente e dei diritti dei lavoratori che li producono. Secondo il Centro per lo studio della moda e della produzione culturale (Modacult) dell´Università Cattolica - che domani e dopodomani dedicherà una convegno internazionale al tema - quello della moda critica è un fenomeno socio-economico in forte espansione tanto da rappresentare un vero e proprio mercato e da individuare un profilo di consumatore ben definito: donne, dai 25 ai 50 anni, cittadine del nord-est, con titoli di studio elevati e redditi medio alti, insegnanti, impiegate, libere professioniste. Esigenti di conoscere le filiere, i materiali e i processi produttivi che stanno dietro alla produzione del loro guardaroba. La due giorni proposta dalla Cattolica, dal titolo "Ethical Fashion/Moda Critica" (Aula Magna, Università Cattolica, Largo Gemelli 1) affronterà il tema attraverso cinque approfondimenti specifici: la sostenibilità ambientale, la moda e la globalizzazione, il marketing dell´etica, la comunicazione della moda etica e la moda dell´usato. Secondo Emanuela Mora, docente di Sociologia dei prodotti culturali, «il convegno sarà l´occasione per porsi un interrogativo fondamentale. La linea di sviluppo della moda europea è in direzione della sostenibilità oppure no? Dobbiamo capire se siamo pronti ad assumere l´eticità come un valore aggiunto. Andare in questa direzione sarebbe importante anche per un altro motivo: sarebbe un´alternativa valida ai mercati emergenti. O noi riusciamo a far apprezzare l´etica oppure probabilmente finiremo in secondo piano sull´orizzonte globale». Su questo piano l´Italia è uno dei paesi più indietro in ambito europeo: «Il settore della moda italiana è stato uno degli ultimi del manifatturiero ad interessarsi a questi argomenti - continua la Mora - Sul consumo critico e sulla moda critica in Europa ci sono state parecchie inizative, la nostra è la prima in Italia». Nell´ambito del convegno, verrà inoltre presentanto l´Ethical Fashion CommunicationLab, un progetto di comunicazione realizzato dagli studenti del master in Comunicazione per le Industrie Culturali in collaborazione con l´associazione culturale esterni e Gentucca Bini, direttrice creativa della maison Romeo Gigli. Questo progetto, intende simulare l´organizzazione di un autentico evento di moda sostenibile studiato in tutti i suoi aspetti: quello del marketing (fund raising e rapporti con gli sponsor); quello della comunicazione (divulgazione di informazioni relative all´evento e rapporto con i media); e quello della produzione (ideazione del format dell´evento e organizzazione della parte logistica). SEGUE A PAGINA VI

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IL PRIVATO UCCIDE LA POLITICA (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Barbara Spinelli IL PRIVATO UCCIDE LA POLITICA CONTINUA A PAGINA 37Sarebbe bello poter ignorare del tutto, forti della cecità del veggente, quel che accade o che è accaduto dentro il recinto di casa Berlusconi. Si vorrebbe dal politico la fuoriuscita dall'abitazione privata, il suo spostarsi nell'agorà dove il privato non entra ma vien pudicamente lasciato in anticamera, come il cappotto che attacchi al gancio quando ti metti al lavoro e non ti occupi solo di te. Si vorrebbe non sapere quasi nulla dell'uomo politico, se non quel che riguarda il bene comune, che appartiene alla res publica: nulla delle sue notti o delle sue vacanze, delle sue barche o delle sue tribali parentele, nulla neanche del suo credere o non credere in Dio. La Cosa Pubblica sarebbe bello che fosse uno spazio molto ristretto e non straripante: un piccolo lembo di terra dove l'umanità fa politica. Si esercita nel mestiere di cittadina votando o giudicando, governando o facendosi governare. A partire dal momento in cui diciamo che il privato è politico, abbiamo ucciso la politica. L'abbiamo dilatata oltre misura, e al tempo stesso l'abbiamo resa inafferrabile, illimitata, informe. Secoli di pensiero politico e filosofico hanno cercato di delimitare l'ambito in cui l'uomo è animale politico, per salvaguardare qualche pezzetto almeno di indistruttibile intimità. La fatica non è finita. La privatizzazione della politica - e della guerra, della pace - è una nave con vele gonfiate di nuovo da forti venti. Quel che il sovrano fa nella camera da letto o nelle camere da letto è affare della nazione. Il politico che oggi si lamenta di questa degradazione farebbe bene a meditare quello che ha fatto e come l'ha fatto, perché si giungesse a tale baratro e perché le pareti della sua personale dimora smettessero di esser fatte di pietre e si trasformassero in lastre di vetro, trasparenti al mondo. Sarkozy soffrì la messa in scena del proprio divorzio da Cécilia, e s'indispettì con la stampa famelica. Aveva ragione, la stampa davvero è famelica: chiacchiere e gossip sono diventate il pane quotidiano che mastica e che fanno masticare. Ma questa fame fu lui a provocarla, facendo politica coi suoi matrimoni, le sue gite in yacht, i suoi occhiali Ray-Ban. Fu lui a orchestrare, quasi una piccante serie tv, la banalissima leggenda del suo matrimonio con Cécilia: prima idilliaco, poi infranto, poi salvato, infine spezzato. I rotocalchi che imitano l'americano People s'impossessarono del melodramma, e i giornali seri si misero al passo. I francesi, che amano i neologismi, inventarono la parola pipolisation: la politica sommersa dallo spirito people, quando non sa bene quel che deve fare e che può. L'obiettivo di Sarkozy era di affascinare la provincia più che la capitale, l'elettore assetato di storielle più che di storia. Funzionò il tempo della campagna elettorale ma poi la tanto encomiata nuova trasparenza inciampò. Con Carla Bruni la golosità di giornali e pubblico continuò, ma l'Eliseo si fece più sommesso. L'imperatore che si mette in scena nudo sarà nudo sempre e necessariamente dovrà sopportarne gli infortuni. È spogliato in partenza, prima ancora che il bambino lo scorga e dica: «È nudo». In un blog (ghostwritersondemand.splinder.com) si legge del «raro horrorshow» che da qualche giorno va in onda in Italia: «Come se il re, nudo, mostrasse di non avere un sesso (o di averne tre, tutti diversi, o di essere tutto un solo, gigantesco sesso indistinto)». Così successe anche a Clinton, quando il gorgo dell'intimità parve risucchiarlo assieme a Monica Lewinsky. Sia pure molto diversa, la pubblicità data alla conversione religiosa di Tony Blair ha le stesse caratteristiche della politica che s'affaccia incongruamente sull'intimo. Son tutte cose che non riguardano l'agorà, a meno di non sapere più in cosa precisamente consista lo spazio separato di conversazione cittadina che secondo Aristotele fonda la civiltà e che i barbari non possiedono. Clinton, Sarkozy e Berlusconi hanno coltivato invece queste cose, come le coltivavano i monarchi dell'ancien régime le cui teste erano destinate alla ghigliottina prima ancora che venissero tagliate. Goethe ebbe parole giuste, quando descrisse l'inanità di chi portava la corona senza sapere quel che portava: «Perché mai, come con una scopa, un tale re viene spazzato via? Fossero stati veri re, tutti sarebbero ancora indenni». Quel che accadeva dentro le regali mura casalinghe, nell'ancien régime, invadeva ormai ogni interstizio: i tic e i vezzi di Luigi XVI, le peripezie sentimentali di Maria Antonietta, il ridicolo villaggio che la regina fece edificare accanto a Versailles, per imitare la bucolica vita dei contadinelli e contestare i pubblici fasti della corte. Da quel villaggio finto con le sue graziose altalene si passò nel giro d'un attimo alla ghigliottina. Berlusconi è entrato in politica assumendo in pieno la fusione tra privato e pubblico: nella vita personale come in quella degli interessi aziendali. Vide che l'aria dei tempi era questa, ed era aria possente a destra e a sinistra. Aveva radici in molte culture e anche in quella degli Anni Sessanta, nel grande rimescolamento di generi e nella grande fusione tra ribellione politica e personale che animò lungamente i movimenti contestatori, le donne femministe, e tanti giovani che correvano trafelati e proclamavano che il privato era pubblico e il pubblico privato. Berlusconi fiutò quel vento, ci costruì sopra un suo distorto immaginario televisivo, e cominciò la politica come i monarchi descritti da Goethe: mettendo in scena vistosamente la propria famiglia, il proprio giaciglio, perfino il proprio personale mausoleo. Ecco la famiglia perfetta, diceva, e sulla famiglia si gettò anche ideologicamente, trasformandola in supremo valore italiano e in colonna d'un nuovo ordine morale. Non importavano le contraddizioni personali, né i valori che cozzavano contro la pratica: non contano d'altronde mai, nella volontà di potenza che si sfrena. Una volta privatizzata la politica, per forza di cose il privato diveniva kitsch: immagine politico-pubblicitaria che imbellisce la realtà, nanetto nel giardino, cupola di vetro con la neve che scende su minuscole fate. Berlusconi è il più grande privatizzatore della politica in Occidente. Altri si son ritratti inorriditi dopo aver suscitato lo spettro, come avvenne a Sarkozy e a Clinton. Lui no, il privato è come l'avesse divorato e forse addirittura non c'è mai stato posto nella sua mente per l'idea di pubblico. Non è questione solo della sua famiglia. Anche quando governa preferisce il recinto personale ai luoghi delle istituzioni: è nel recinto che riunisce ministri, convoca oppositori, nomina dirigenti Rai. Praticamente tutto si cucina a Palazzo Grazioli. È significativo che la dimora romana del Premier si sia metamorfizzata in Palazzo per eccellenza. C'è qualcosa di smodato nello spazio che occupa il divorzio dei Berlusconi: un oltrepassare i limiti che distrugge ed è autodistruzione. C'è un ribellismo ibrido, che mescola passioni anticonformiste mal vissute e un più profondo, mimetico conformismo. Da qualche giorno gli italiani son completamente stregati dalla fiction che gli si snoda davanti. Se li guardi per strada o nei caffè o nelle stazioni, vedi occhi inchiodati sulle pagine (anzi le paginate) che narrano la leggenda sui giornali. Vengono in mente i rotocalchi inventati da Edilio Rusconi subito dopo l'ultima guerra - Oggi, poi Gente - che snocciolavano le storie delle famiglie reali agli albori della Repubblica. Erano re da ghigliottina anche quelli, il minimalismo delle storie era totale, ma la gente ne era stregata. Siamo ancora lì.

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l'alma mater sceglie il futuro in sette per la carica di magnifico - ilaria venturi (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina VIII - Bologna L´Alma Mater sceglie il futuro in sette per la carica di Magnifico Martedì il primo turno. Sarà come alle primarie Cantelli e Dionigi i favoriti. Grandi e Braga puntano al podio per poi ribaltare l´esito ILARIA VENTURI SETTE giorni al voto per la successione di Calzolari in Ateneo: si apre una nuova fase, in gioco c´è il prestigio e il potere, la guida di un´istituzione con un bilancio da 800 milioni. La bacchetta di Muti saluterà Calzolari la sera prima. Martedì mattina urne aperte. Ma difficilmente uscirà il nuovo rettore dell´Alma Mater. Sono sette i pretendenti alla poltrona della più antica università. Troppi perché uno solo possa superare la soglia delle oltre mille preferenze necessarie per vincere al primo turno. Servirà, la prima chiamata al seggio per 2.857 accademici, a stabilire i rapporti di forza. L´asticella da superare è almeno a 500 voti, dicono i bookmaker. Conquistare il podio è l´obiettivo. Per correre e vincere al secondo o terzo turno. E´ il clima che si respira ora, tra indiscrezioni e dichiarazioni. Alla terza fumata nera, la partita si chiuderà al ballottaggio, ma nemmeno Calzolari nel 2000 ci arrivò. L´attuale rettore, dopo quindici anni di regno roversiano, conquistò 503 voti al primo turno, poi 639, infine, dopo un accordo con i candidati Tega, Pupillo (che diventarono prorettori) e Flamigni, la vittoria: 1.095 voti. Cantelli Forti, l´avversario, partito da 447 voti, si fermò a 724. Ci riprova il docente di Farmacologia, che al primo tentativo si dimise da assessore alla sanità di Guazzaloca per palazzo Poggi: stessa area, legata a Roversi Monaco, i voti di Cielle, si dice. Potrà contare sullo stesso numero di voti del 2000? In testa è dato Ivano Dionigi, deciso a correre da solo. «Il mio unico patto è con gli elettori, il resto è indegno dell´accademia che voglio e che amo», ribadisce quando il clima di veleni si fa più forte con l´avvicinarsi del voto. Molta esperienza negli organi accademici, autonomia e trasversalità, consigliere comunale del centro sinistra sino al 2004, Dionigi è il fondatore del Centro studi La permanenza del classico promotore del dialogo tra sapere umanistico e scientifico. Almeno al terzo posto punta Roberto Grandi, il prorettore agli esteri appoggiato da Calzolari. «Ho fatto l´assessore alla cultura (giunta Vitali), ho le competenze e l´autorevolezza per fare il rettore in autonomia», il suo biglietto da visita. Potrebbe erodere voti, se ben piazzato, a Sassatelli a Lettere e a Segrè. Il preside di Agraria proprio ieri ha dichiarato: «Credo di essere tra i primi tre, mi sento molto avanti». Nella sua corsa guarda a vista soprattutto il chimico Braga. Area Pd, sostenuto da un gruppo di professori legato ai temi delle povertà, il docente è stato definito altro «pupillo» di Calzolari. Parla il linguaggio nuovo dello sviluppo sostenibile e le tante presentazioni del Last Minute Market, il suo progetto contro lo spreco, e i passaggi in tv lo hanno reso molto visibile fuori dall´accademia. Dario Braga è altro aspirante al podio al primo turno: partito per primo, più di un anno e mezzo fa, da outsider, oggi conta sui 200 endorsement di docenti e ricercatori. In un ambiente dove di regola non ci si espone, è un fatto. «Non ho amicizie, né esperienze politiche che mi rendono condizionabile, so parlare ai giovani», il suo punto di forza. O di debolezza in un´università dove relazioni ed esperienza contano e dove gli elettori hanno un età media tra i 55 e i 60 anni. Conta di uscire bene al primo turno Giuseppe Sassatelli, il candidato più affine a Cantelli su programma e opposizione a Calzolari. Contenderà voti a Lettere e in Romagna, cercherà di sfondare nelle altre Facoltà. Per portare consensi a chi? «A me stesso, nessuna combine». Infine l´ex preside di Economia Giancarlo Barbiroli, candidato di bandiera. Convergenze sui programmi, è l´ultimo appello di Segrè, Braga e Sassatelli. Ciascuno sui propri. C´è voglia di «un rettore con un mandato forte». Si vedrà. Dietro l´angolo, l´assenteismo. E la dispersione dei voti. Il partito delle seconde scelte farà da ago della bilancia. SEGUE A PAGINA V

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ateneo telematico, due prof baresi indagati - giuliano foschini (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina V - Bari Ateneo telematico, due prof baresi indagati Truffa e falso per i corsi a Benevento: acquisiti tutti i documenti Gli accertamenti avviati con una segnalazione dell´ex deputata Alba Sasso GIULIANO FOSCHINI Associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al falso. E´ questa l´accusa che la procura di Bari muove a una decina di persone ai vertici della Giustino Fortunato, l´università telematica di Benevento legata a doppio filo con un gruppo di docenti baresi. Non a caso sono stati coinvolti, a vario titolo, anche l´ex rettore dell´Ateneo campano, il costituzionalista Aldo Loiodice e il professore di Diritto ecclesiastico barese, Gaetano Dammacco, componente del consiglio di amministrazione dell´università privata campana. Nei giorni scorsi gli uomini del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, su ordine del sostituto procuratore del tribunale di Bari, Francesca Pirrelli, sono stati negli uffici dell´Ateneo di Benevento dove hanno sequestrato carte, delibere e computer, compreso quello di Marianna Colarusso, la figlia di uno dei fondatori dell´università, anche lei indagata. L´indagine della procura di Bari è nata proprio da una vicenda che la riguardava direttamente. La Colarusso era risultata infatti vincitrice di un dottorato di ricerca con relativa borsa di studio in "Diritti umani, globalizzazione e libertà fondamentali", bandito dall´università di Bari ma finanziato dall´Ateneo telematico. La Colarusso è però una delle socie fondatrici della Efiro, la onlus che ha promosso l´università campana. E alla famiglia Colarusso fa capo anche la Eraclito srl che all´ateneo "Giustino Fortunato" fornisce le tecnologie per le lezioni a distanza. A sollevare il caso era stata con un´interrogazione parlamentare il deputato dei Ds, Alba Sasso. Ma l´allora sottosegretario Luciano Modica aveva risposto sostenendo che fosse tutto in regola. «L´assegnazione delle tre borse di studio - aveva detto - è avvenuta, come prevede la normativa vigente, in base alla graduatoria di merito dei candidati formulata dalla commissione giudicatrice, senza alcuna discrezionalità da parte delle università consorziate né tantomeno di soggetti esterni ad esse. Non è quindi possibile affermare che la dottoressa Colarusso - aveva aggiunto - ha usufruito proprio della borsa di studio messa a disposizione dall´università telematica "Giustino Fortunato"». La tesi evidentemente non ha convinto la Procura di Bari e la Guardia di Finanza che hanno continuato a indagare e ora ipotizzano qualcosa di più grosso rispetto a un semplice concorso pilotato.

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un "tesoretto" off shore da 550 miliardi ma al fisco potrebbero arrivarne solo due - walter galbiati (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 10 - Economia Dove sono i capitali italiani all´estero e come funzionerebbe l´eventuale rimpatrio se si farà un nuovo "scudo" Un "tesoretto" off shore da 550 miliardi ma al Fisco potrebbero arrivarne solo due Nel 2003 il governo riuscì a far rientrare fondi per circa 80 miliardi, ora l´obiettivo è della metà WALTER GALBIATI MILANO - Un tesoro stimato in 550 miliardi, che gli italiani hanno stipato per la maggior parte in Svizzera (circa 270 miliardi) e per il resto tra Lussemburgo, Montecarlo e qualche remoto paradiso fiscale. L´invito a farli rientrare era già arrivato nel 2003, quando l´allora ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, varò lo scudo fiscale. Tornarono all´ovile circa 80 miliardi e con una aliquota del 2,5 per cento, il Fisco recuperò più o meno due miliardi di euro. Ora l´augurio è che ne rientrino la metà, 40 miliardi, ma che l´aliquota venga raddoppiata al 5 per cento. Il risultato quindi non dovrebbe cambiare e sarebbero altri due miliardi di gettito recuperati senza grande sforzo per le casse dello Stato. L´inasprimento nei confronti dei paradisi fiscali punta a colpire chi ha deciso di nascondere le proprie ricchezze all´estero. Una lotta, che secondo il professore di diritto tributario internazionale comparato presso l´Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Guglielmo Maisto, dovrebbe essere portata avanti aprendo un tavolo di concertazione con i Paesi offshore. «Come sancito dalla direttiva sul Risparmio, o vi è uno scambio di informazione o viene applicata una ritenuta sugli interessi maturati sui depositi in conto corrente, custoditi nelle sedi offshore delle banche», spiega il docente. Questa tecnica dovrebbe essere ampliata dai conti correnti alle altre categorie di reddito, come le plusvalenze su azioni e i dividendi. Le norme per combattere l´evasione del resto già ci sono e l´inasprimento delle regole non servirebbe a molto. L´Italia ha già una sua black list e già il contribuente ha l´onere di provare che i capitali all´estero non sono frutto di evasione. Semmai, deve essere migliorata la collaborazione tra chi esporta i capitali e chi li riceve. Senza un´azione concertata, è difficile sconfiggere il fenomeno.

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Al via i corsi estivi della Cattolica (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: JOB 24 data: 2009-05-06 - pag: 31 autore: Formazione. Tutte le lezioni da maggio a settembre Al via i corsi estivi della Cattolica Competenze e mobilità. Sono queste le parole chiave che l'università Cattolica del Sacro Cuore mette a disposizione di studenti universitari, neolaureati e giovani professionisti italiani e non, attraverso l'offerta formativa delle summer school. Che da maggio a settembre propongono quindici corsi, di cui cinque in lingua inglese, perlopiù promossi dalle sei Alte Scuole dell'Ateneo. Si va dal programma di studi su Dante Alighieri, organizzato a Ravenna dalla facoltà di Lettere e filosofia, ai corsi di lingua e cultura italiana per stranieri a Orvieto della facoltà di Scienze linguistiche e del Selda, dall'analisi delle relazioni internazionali ai diritti umani dell'Aseri, dai nuovi format per la broadband tv dell'Almed al marketing del no-profit dell'Altis e alla pedagogia dell'ambiente dell'Asa. Per tutta l'estate, nelle rispettive sedi, da Milano a Ravenna, da Cremona a Venezia, passando per Fiuggi, Orvieto, Valpagherae Valgrisenche, sarà possibile seguire workshop e seminari su temi e discipline spesso trascurati nel corso dell'anno,per un aggiornamento professionale e culturale, che dia anche la possibilità di confrontarsi con esperti di fama internazionale. Le summer school,infatti,durano una o due settimane e coinvolgono docenti sia della Cattolica sia provenienti da altri Paesi. Come nel caso della scuola estiva "Decision Processes", organizzata dall'Asag dal 30 giugno al 3 luglio, che ospita alcuni tra i massimi studiosi dei processi decisionali. Tra questi Keith Markman del Dipartimento di psicologia dell'università dell'Ohio, MatthiasSutter del Dipartimento di finanza pubblica dell'ateneo di Innsbruck e Drazen Prelec dello Sloan School- Massachusetts Institute of Technology. E ancora, nel corso "Sviluppo progetti per il cinema internazionale", promosso dall'Almed a Fiuggi dal 12 al 18 luglio, i partecipanti lavoreranno con Bobette Buster, tra le più note docenti di sceneggiatura e consulenti di sviluppo americane. Il corso in economia agro-alimentare "Quality differentiated markets in the food system" organizzato dalla Smea sarà invece a cura di Richard Sexton, professore dell'università di California, Davis (Usa). Una finestra aperta sul mondo, quindi, che le summer school offrono ogni anno per un costo che va da un minimo di 160 a un massimo di 750 euro, a eccezione del corso Globaldiv sulla biodiversità animale, che sarà finanziato dall'Unione europea. www.unicatt.it/summerschool © RIPRODUZIONE RISERVATA

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In ateneo garanti indipendenti (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-06 - pag: 33 autore: Università. Il Ddl di riforma andrà al Consiglio dei ministri la prossima settimana In ateneo «garanti» indipendenti Gianni Trovati ROMA Prima arriverà il nuovo sistema di governo, pensato per alleggerire le strutture e definire meglio i compiti di rettori e cda, e poi si affaccerà la riforma del reclutamento dei professori e dei ricercatori. Il calendario della riforma universitaria messo a punto dal ministero dopo l'antipasto sui concorsi e tetti di spesa varato con il decreto di novembre sta assumendo una forma definitiva. Un testo del Ddl è stato diramato l'altroieri da Palazzo Chigi ai ministeri in vista dell'approdo in consiglio dei ministri, che dovrebbe avvenire la prossima settimana per avere il tempo di definire al meglio tutti gli aspetti della proposta. Il disegno complessivo, però, sembra delineato, e affida a una legge ordinaria la riforma della governance e a una delega il riordino delle procedure per portare in cattedra i ricercatori e i professori di domani. L'attuazione del primo capitolo passa dalla revisione degli statuti, che andrà completata entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge e dovrà puntare dritta alla semplificazione delle strutture e al rafforzamento nei controlli indipendenti. Il Ddl non si limita a fissare i principi, ma indica nel dettaglio gli elementi del restyling a cui sottoporre gli statuti. La durata in carica dei rettori non potrà superare i due mandati quadriennali ( o un mandato unico da sette anni), e un forte alleggerimento investirà i senati accademici e soprattutto i consigli di amministrazione: negli atenei più grandi, i primi non potranno superare i 35 membri mentre il tetto per i cda andrà fissato a 11 membri. Numeri proporzionalmente più bassi si incontreranno nelle università medie e piccole. Una volta pubblicati i nuovi sta-tuti in Gazzetta, gli atenei avranno 30 giorni di tempo per avviare il rinnovo dei vertici. Per garantire indipendenza di scelte al consiglio di amministrazione, che sarà chiamato a dirigere la programmazione strategica, finanziaria e contabile degli atenei, è previsto un mandato quadriennale non rinnovabile e una rigida griglia di regole per la composizione: il 40% dei consiglieri dovrà avere il patentino da «esterno», che si ottiene se nei tre anni precedenti alla designazione non si è stati nei ruoli dell'università, che restano preclusi all'«esterno» anche nel triennio successivo alla fine del mandato. Anche i consiglieri interni, con l'eccezione del rettore e del senato accademico, non potranno ricoprire cariche accademiche, e nemmeno avere incarichi politici o amministrativi in altre istituzioni. Nel nome dell'efficienza, i nuovi statuti dovrebbero poi porre un freno deciso alla moltiplicazione dei dipartimenti, che non potranno esistere se conteranno meno di 30 tra professori e ricercatori (40 nelle università più grandi). Drastici accorpamenti in vista anche per i 350 settori disciplinari, che entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge dovranno "ospitare" almeno 50 professori ordinari o straordinari. Sul versante del reclutamento, i tempi sono più lunghi (la delega avrà una durata annuale) ma l'impianto è quello previsto nelle anticipazioni delle scorse settimane (si veda da ultimo Il Sole 24 Ore del 27 aprile). Un'abilitazione nazionale, da rinnovare ogni quattro anni, permetterà l'accesso ai ruoli docenti, che si apriranno però in base alle scelte delle singole università. Ogni ateneo avrà a disposizione due canali: la scelta dall'esterno (con concorso o per chiara fama) e la promozione degli interni, che oggi copre la grande maggioranza delle nomine e con le nuove regole non potrà superare un limite prestabilito ( si pensa al 50%). Per combattere la progressiva marginalizzazione dei ricercatori, poi, si prevede un'intensificazione dei concorsi nazionali, che per il primo gradino dei ruoli docenti dovrebbero scattare tre volte l'anno (per associati e ordinari saranno invece annuali). Un'ultima novità importante riguarda l'impegno chiesto ai professori: per meritare il «trattamento economico» i docenti dovranno documentare un impegno di almeno 1.512 ore all'anno, di cui fanno parte le 350 ore di didattica già fissate dalle norme attuali. gianni.trovati@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA RISCRITTA LA GOVERNANCE Per i rettori il limite di due mandati quadriennali, si sfoltiscono senati e cda e si fissa in 1.512 ore annuali l'impegno dei docenti

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Non c'è futuro senza sostenibilità (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Nord-Ovest sezione: LINTERVISTA data: 2009-05-06 - pag: 7 autore: Catia Bastioli. L'ad di Novamont spiega come la crisi possa essere un'occasione di cambiamento per la chimica nazionale e di sviluppo delle sinergie sul territorio «Non c'è futuro senza sostenibilità» di Emiliano Sgambato E cosostenibilità, ricerca, economia di sistema e forte legame con il territorio. Secondo Catia Bastioli, 52 anni, ad di Novamont, gli elementi che hanno portato al successo l'azienda novarese leader nella biochimica sono gli stessi che potrebbero costituire una nuova strada per uscire con successo dalla crisi. C'è il rischio che la congiuntura negativa allontani i consumatori e gli ammini-stratori, attenti solo a spendere meno, da atteggiamenti compatibili con lo sviluppo sostenibile? La possibilità c'è,ma per far capire che si tratta di un atteggiamento sbagliato occorre un imponente sforzo di informazione per favorire un cambiamento culturale, che comunque è già in atto tra cittadini, decisori pubblici, imprenditori. Il cittadino pensa di risparmiare comprando qualcosa che costa meno, in realtà compromette il suo futuro:anche l'acquisto di prodotti ecologicamente impattanti che distruggono l'ambiente in un altro angolo del mondo,alla fine comporta la perdita di posti di lavoro sul proprio territorio. Per spiegarlo non bastano semplici slogan, tuttavia bisogna smetterla di pensare che la "signora Maria" non possa capire, vediamo nell'esperienza di tutti i giorni che la gente crede ad esempio con forza nella raccolta differenziata. Quali effetti sta avendo la crisi sul vostro business? Nel 2008 abbiamo fatto segnare una crescita significativa: il fatturato è aumentato del 24% a 62 milioni, e abbiamo assunto 25 nuovi dipendenti.Dall'inizio del 2009 in effetti registriamo un po' di sofferenza, ma non vediamo una vera e propria fase di stanca del progetto che stiamo portando avanti; la difficoltà sta piuttosto nella scarsa liquidità delle imprese acquirenti. Quali sono i punti di forza del modello di sviluppo di Novamont? Le basi stanno nell'iniziativa di Montedison, alla fine degli Anni '80, di creare un centro strategico che avesse la capacità di capire dove fosse indirizzato il business del futuro per poi fare ricerca in quella direzione. L'obiettivo era andare oltre la produzione di prodotti biodegradabili. Volevamo prefigurare lo scenario macroeconomico e ambientale e affrontare i grandi temi che potessero essere i catalizzatori di un cambiamento culturale. Fu così che incominciammo a pensare in termini di economia di sistema. Iniziammo a cercare soluzioni che avessero un impatto maggiore di quello che poteva essere il singolo prodotto e quindi creare delle filiere, a monte e a valle dei nostri prodotti. Stiamo proseguendo su questa strada. Il successo del vostro prodotto di punta, il Mater-Bi, nasce nel campo della raccolta differenziata. Ci siamo resi conto che il rifiuto organico e lo scarto erboso rappresentavano un terzo del materiale che andava in discarica, con effetti disastrosi per l'ambiente. Se tolto dalla discarica poteva invece diventare humus di qualità. In tutto questo si inserisce il Mater-Bi (ottenuto dall'amido di mais, ndr) con cui è realizzato il sacchetto per la raccolta differenziata, che poi abbiamo specializzato nel tempo. Le maggiori difficoltà che avete incontrato? Novamont è cresciuta e si sviluppata sui mercati internazionali (oggi l'export vale il 70% del fatturato), prima la Germania e poi la Norvegia, più sensibili ai temi dello sviluppo sostenibile, poi alcuni Comuni della Lombardia. Abbiamo però dovuto superare forti resistenze. Agli inizi ci ridevano tutti in faccia, ora la raccolta differenziata è una realtà. è un esempio del salto culturale e dell'economia di sistema a cui accennavo. Abbiamo lavorato assieme a molti altri partner: con chi fa gli impianti di compostaggio, con le piccole municipalizzate (nelle grandi c'era e c'è una certa resistenza al cambiamento). Abbiamo creato il primo consorzio compostatori e un marchio: oggi ci sono 3 milioni di tonnellate di compost di altissima qualità, e gli agricoltori ne chiedono sempre di più perché ne vedonoi benefici. Abbiamo passato i week-end nelle piazze dei piccoli comuni a spiegare i vantaggi della raccolta differenziata e gli effetti virtuosi dei comportamenti responsabili, abbiamo organizzato dimostrazioni nelle scuole e molto altro. Si è creata così una catena del valore, che permette la nascita sul territorio di un sistema di iniziative industriali delle Pmi intorno a una logica di sostenibilità. Quali gli altri campi su cui puntate? Abbiamo lavorato molto con l'agricoltura. Le caratteristiche dei nostri prodotti sono ormai entrate in molti disciplinari regionali ed europei. Ma abbiamo dovuto lavorare con centri sperimentali, con centri di ricerca, con consorzi agrari, con gli agricoltori. Gli shopper per la spesa sono poi molto importanti. Ultimo in ordine di tempo un accordo siglato due mesi fa con la Provincia di Milano per la distribuzione di due milioni e mezzo di sacchetti in Mater- Bi nel 50% dei punti vendita della Gdo. Un forte sviluppo potrebbe poi arrivare dal catering, dalle pellicole per le carte alimentari e dagli pneumatici. In quest'ultimo campo, grazie alla collaborazione con Goodyear, siamo in grado di produrre una gomma che riduce il consumo di carburante del 5 per cento. Quali sono i principali obiettivi per il futuro? Stiamo investendo in nuovi impianti che ci permetteranno di entrare in settori importanti come i detergenti, i cosmetici e i lubrificanti. Il nostro più grande obiettivo è però il salto dimensionale, fare da trainoa un nuova chimica nazionale. Abbiamo già le tecnologie e gli impianti necessari. Crediamo di avere grandi possibilità di rilancio nel Paese, stiamo lavorando con altre società chimiche italiane (di cui non è ancora possibile svelare i nomi, ndr) per cercare di agire in ottica di sistema, di filiera nazionale. Le multinazionali si sono spartite ciò che restava di Montedison, ma non hanno investito e ora gli impianti sono obsoleti. C'è la possibilità di convertirli a fonti rinnovabili con la logica del basso impatto, ripartendo dalla ricerca. Le imprese piemontesi rispondono positivamente a questa logica? Agire in sintonia con le aziende e associazioni di imprese del territorio è fondamentale in un'ottica di economia di sistema. Collaboriamo ad esempio con Fiat, Mossi&Ghisolfi, Entsorga, Ferrero, Tecnogranda, Environment park, Coldiretti. Anche con le Università il rapporto è ottimo. Qual è il ruolo delle istituzioni? è fondamentale, occorre lavorare insieme. Tuttavia noi viviamo perché i processi che stimoliamo sono economicamente efficienti, e non grazie alle leggi. emiliano.sgambato@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA Novamont L'azienda di Novara leader nel settore della biochimica nel 2008 ha fatturato 62 milioni, controi 50 del 2007 e i 41 del 2006. Il Mol 2008 è stato paria 5,9 milioni. Per Novamont lavorano 160 dipendenti, erano 120 nel 2006. Il prodotto di maggior successoè il Mater-Bi, plastica biodegradabile prodotta a partire dall'amido di mais L'obiettivo Stiamo stringendo accordi di filiera con altre aziende per il rilancio del settore in Italia Ad e ricercatrice Catia Bastioli Laureata con lode in chimica pura all'Università di Perugia, dopo avere frequentato la Sda Bocconi, entra in Montedison nel 1984. In Novamont sin dalla nascita, è prima direttore della ricerca, poi direttore generale e ora ad. è docente all'Università del Piemonte orientale e menbro di numerosi comitati scientifici e associazioni

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Bando da tre milioni per progetti nell'Ict (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Sud sezione: CAMPANIA data: 2009-05-06 - pag: 8 autore: Innovazione. Domande entro il 15 giugno Bando da tre milioni per progetti nell'Ict SALERNO Tre milioni per favorire la nascita di imprese innovative che operino nel comparto dell'Information communication technology (Ict). è la dotazione finanziaria su cui può contare il bando pubblico proposto nell'ambito del progetto Techframe allo scopo di selezionare, in Campania, le più interessanti idee imprenditoriali orientate a sfruttare le tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni per la produzione di beni e servizi a elevato contenuto conoscitivo. Le domande di ammissione al bando potranno essere presentate fino al 15 giugno. Techframe è un progetto promosso e sviluppato dal Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e delle Aree Interne della Campania e dal Centro Regionale dell'Ict, in collaborazione con le Università di Salerno e del Sannio. Gli aspiranti imprenditori che avranno formulato le più valide proposte di business, selezionati tra gli aderenti al bando, saranno invitati a partecipare a una prima fase di attività, di un anno, che prevede interventi di assistenza alla redazione degli studi di fattibilità tecnica, economica e finanziaria delle idee di impresa. Successivamente sarà emanato un nuovo bando, riservato a piccole imprese costituite da meno di tre anni, che potranno beneficiare sia di un sostegno finanziario, sia dell'accompagnamento per l'organizzazione e l'avvio di nuovi business. Il bando è aperto alle proposte presentate da ricercatori, docenti, dipendenti diCentri di Ricerca e Università della Campania. Ma anche ad idee avanzate da "indipendenti" che abbiano un'esperienza almeno quinquennale in imprese a elevato impatto tecnologico e da aziende che vogliono scommettere sull'Ict. «Con questa iniziativa – afferma Remo Russo, amministratore delegato del parco tecnologico di Salerno l'innovazione tecnologica d'eccellenza può diventare una preziosa occasione per uscire dalla crisi, rendere più competitive le imprese locali e creare occupazione di qualità». Mar. Mo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ripartire dall'innovazione (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Centro-Nord sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-05-06 - pag: 5 autore: INTERVISTA Franco Mosconi Università di Parma «Ripartire dall'innovazione» «In tempi di incertezza occorre ripartire dai fondamentali sviluppando ciò che ha portato alla nascita e al successo dei distretti industriali: la presenza di manodopera qualificata, di imprese specializzate che provvedono alla fornitura di beni intermedi e di un flusso di conoscenze diffuse e condivise». Guarda con un certo ottimismo al futuro Franco Mosconi, 47 anni, docente di Economia industriale presso l'Università di Parma. Questa è la sfida del futuro. Le cronache raccontano di crescenti difficoltà... I cluster della meccatronica e della meccanica avanzata, che hanno fatto dell'innovazione una leva competitiva, e dei beni di consumo finali, dove èforte la presenza di imprese che hanno investito sul marchio, stanno tenendo e potrebbero continuare a farlo, pur in questo 2009 di crisi. Proprio perché si sono attrezzati, investendo sulle reti distributive e in R&S. Che fine farà la subfornitura? Stando alle ultime previsioni Fmi, nel 2009 il Pil mondiale calerà dell' 1,3% e il commercio mondiale dell'11 per cento. Ecco perché questa crisi va dritto al cuore del nostro sistema produttivo: le regioni del Centro-Nord "valgono" un quarto dell'export italiano. In questo contesto, una certa selezione è da mettere in conto. E quali politiche industriali serviranno? Innanzitutto, è positivo che si sia riscoperto lo strumento dei Confidi: in questi mesi, Regioni, Cdc ed enti locali hanno dato loro nuove dotazioni. Ma occorre anche uno sforzo comune di pubblico e privato negli investimenti su ricerca, tecnologia e capitale umano. In che maniera dovrebbe svilupparsi questa partnership? è dalle nostre Università che possiamo cominciare a dare il buon esempio, mutuando dall'Ue il principio delle "cooperazioni rafforzate": master, scuole di dottorato e incubatori di nuove imprese sono cose insieme da sviluppare su base regionale. Ma occorre agire: è possibile che, secondo l'ultima indagine Censis, le regioni dell'area primeggino nelle graduatorie dei territori produttivi e dell'accoglienza, ma nella classifica dei 25 luoghi dell'eccellenza nell'innovazione piazzino un solo luogo della conoscenza, la Scuola Normale di Pisa? © RIPRODUZIONE RISERVATA LA CHIAVE «Importante insistere nell'investire su capitale umano e tecnologia» Propositivo. Franco Mosconi, economista all'Ateneo di Parma CONTRASTO

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ARTICOLO2 (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Centro-Nord sezione: COCCOBILL data: 2009-05-06 - pag: 23 autore: ARTICOLO2 Oggetto 1. La presente legge: a) definisce gli strumenti di programmazione e coordinamento degli interventi regionali per lo sviluppo in Toscana dell'attività dell'alta formazione e di ricerca in ambito scientifico, tecnologico, umanistico, economico e giuridico in armonia con gli indirizzi della programmazione regionale, nazionaleed europea coerentemente con accordi ed iniziative a carattere interregionale, favorendo l'interazione fra i diversi ambiti disciplinari del sapere e della conoscenza; b) individua le forme di interazione tra i soggetti che operano nell'ambito della ricerca e dell'innovazione di cui all'articolo 3, gli enti locali, le imprese pubbliche e private, favorendo la convergenza delle azioni e degli investimenti pubblici e privati; c) definisce le azioni per la diffusione e trasferimento di competenze scientifiche e tecnologiche dal sistema della ricerca a quello dei soggetti di cui all'articolo 3, per la loro valorizzazione edapplicazione per l'innovazionedei processi organizzativi, di produzione, di distribuzione e dei servizi nonché per la valorizzazione delle risorse umane, promuovendone e sostenendone la qualificazione e l'inserimento nel sistema regionale della ricerca e delle imprese. ARTICOLO3 Rete regionale della ricerca 1. La Regione favorisce la cooperazione fra i soggetti operanti in Toscana nell'ambito dell'alta formazione,della ricerca pubblica e privata, della diffusione e del trasferimento dei risultati della ricerca stessa,mediante l'istituzionedi un coordinamento denominato "rete regionale della ricerca"; la rete opera nel rispetto delle specifiche autonomie dei soggetti ad essa aderenti e della loro cooperazione con la comunità scientifica internazionale, con particolare riferimento allo spazio europeo della ricercadi cuialla comunicazione della Commissioneeuropea COM ( 2000) 6, del 18 gennaio 2000. Le attività relative al coordinamento sono svolte dalla struttura della Giunta regionale competente per materia. 2. Oltre alla Regione, possono aderire alla rete regionale della ricerca: a) gli enti locali; b) le università e le scuole superiori di alta formazione; c) gli enti di ricerca ed i soggetti pubblici e privati che svolgo-no attività di ricerca; d) i parchi scientifici e tecnologici e gli altri soggetti che operano nel campo della diffusione e del trasferimento della conoscenza e dei risultati della ricerca; e) le imprese pubbliche e privateche svolgono osono destinatarie di attività di ricerca. 3. La Regione, in coerenza con gli orientamenti dell'Unione europea in materia di ricerca, e gli indirizzi del pianonazionale della ricerca, favorisce la partecipazione dei soggetti di cui al comma 2 alla programmazione regionale. ARTICOLO4 Conferenza regionale per la ricerca e l'innovazione 1. è istituita la Conferenza regionale per la ricerca e l'innovazione di seguito denominata "Conferenza" quale organismo di consultazione della Giunta regionale. 2. Alla Conferenza compete: a) formulare proposte e osservazioni per la elaborazione degli strumenti di programmazione di cui agli articoli 6 e 7; b) collaborare per le attività di ricerca svolte dall'Osservatorio regionale della ricerca e dell'innovazione, di cui all'articolo 9. 3. La Conferenza è composta da: a) il presidente della Giunta regionale, o l'assessore delegato; b) il presidente del Consiglio delle autonomie locali; c) il presidente di Unioncamere Toscana o un suo delegato; d) i rettori delle università della Toscana ed i direttori delle scuole superiori di alta formazione; e) i presidenti delle aree di ricerca toscane del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr); f) cinque rappresentanti dei soggetti di cui all'articolo 3, comma 2, lettere c) e d), individuati con provvedimento della Giunta regionale; g) il direttore generale competente in materia di politiche per la ricerca; h) cinque rappresentanti delle associazioni datoriali e dei lavoratori delle imprese di cui all'articolo 3, comma 2, lettera e), individuati dalla Giunta regionale, con proprio provvedimento, fra le organizzazioni più rappresentative a livello regionale. 4. Alla Conferenza partecipano gli assessori regionali ed i direttori generali competenti per materia, in relazione agli affari trattati. 5. La Conferenza è nominata con le procedure di cui alla legge regionale 8 febbraio 2008, n. 5 (Norme in materia di nomine e designazioni edi rinnovo degli organi amministrativi di competenzadella Regione), ed opera con lemodalità previstenel regolamento interno di funzionamento, approvato dalla stessa. 6. La Conferenzarimane in carica per la durata dellalegislatura. 7. Ai componenti della Conferenza non viene corrisposta alcuna indennità di presenza o di carica. ARTICOLO5 Comitato esecutivo 1. Organo esecutivo della Conferenza di cui all'articolo 4, è il Comitato esecutivo. 2. Il Comitato esecutivo è composto da sette membri, di cui uno in rappresentanza di ciascuno dei soggetti indicati nell'articolo 4, comma 3, lettere a), d), e), f), g), un rappresentante delle associazioni dei lavoratori più rappresentative e due rappresentanti delle associazioni datoriali, rappresentative di diversi settori produttivi; il Comitato esecutivo è costituito ed opera con le procedure e con le modalità previste nel regolamento di funzionamento di cui all'articolo 4, comma 5. 3. Il Comitato esecutivo formulale proposte per le determinazioni di competenza della Conferenza regionale per la ricerca e l'innovazione, che le sottopone alla Giunta regionale. 4. Ai componenti del Comitato esecutivo non vienecorrisposta alcuna indennità di presenza o di carica. ARTICOLO6 Indirizzi per la programmazione e il coordinamento in materia di ricerca e innovazione 1. Il programma regionale di sviluppo (Prs), coerentemente agli orientamenti comunitari in materia di ricerca e agli indi SVILUPPO

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PREAMBOLO Visto (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Centro-Nord sezione: COCCOBILL data: 2009-05-06 - pag: 24 autore: PREAMBOLO Visto l'articolo 117, terzo comma, della Costituzione della Re-pubblica italiana; Visto l'articolo 4, comma 1,lettera n),dello Statuto della Regione Toscana; Considerato quanto segue: 1. LaRegioneToscanahacompetenzalegislativaconcorrente in materia di ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settoriproduttivi, che esercita nel rispetto della legislazione statale e dell'autonomia universitaria e delleistituzionidialtacultura; 2. La Regione per favorirela capacitàattrattivadellestrutture didattiche e di ricerca all'interno dello spazio europeo della ricerca di cuialla comunicazione della Commissione europea COM(2000)6,del18 gennaio2000,sipropone di promuovere la qualificazione del sistema universitario e dell'alta formazione, la valorizzazione delle risorse umane e l'attivazione di rapporti con le istituzioni universitarie con la partecipazione delle autonomie locali; 3. Al fine di rafforzare l'integrazione dei soggetti operanti in Toscana nell'ambito dell'alta formazione,della ricerca pubblica eprivata,delladiffusioneedeltrasferimentodeirisultati dellaricerca,nelrispettodellespecificheautonomie,sirende necessaria l'istituzionedi un coordinamento denominato "rete regionaledellaricerca"; 4. Al tempo stessosiritienedi rendere stabilela reteregionale della ricerca e di consentire la partecipazione dei suoi membri alleproceduredella programmazione regionalemediante l'istituzione di un organismo di consultazione della GiuntaregionalequalelaConferenzaregionaleperlaricerca e l'innovazione; 5. Al fine di poter disporre di unabasedi conoscenza qualificata in materia di ricerca ed innovazione, la Regione affida all'Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana (Irpet)il compito dieffettuarestudi ed analisiin materia, tramiteunastrutturaorganizzativadenominataOsservatorio regionale della ricerca e dell'innovazione; 6. Per rafforzare la coerenza e l'integrazione delle politiche regionaliin materiadiricerca ed innovazione,che attualmente sisviluppano in un contestocaratterizzatodallapluralitàdi pianieprogrammisettoriali,siritieneopportunounattodi indirizzo delConsiglio regionale,su proposta dellaGiunta regionale, che definiscail complesso degli obiettivistrategici da perseguire e le linee di intervento prioritarie, con l'indicazione del relativo quadro finanziario; 7. Poiché l'adozione dell'atto di indirizzo in materia di ricerca ed innovazione è contestuale all'approvazione del programma regionaledisviluppo(Prs),sirendenecessariodifferire alla IX legislatura regionale l'efficacia delle disposizioni della leggerelativeataleattodiindirizzo; Siapprova lapresentelegge. ARTICOLO1 Finalità 1. La Regione Toscana,nell'esercizio della proprie funzioni in materia di ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione di cui all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni di alta formazione edi ricercaoperantisulsuoterritorio,intende,conla presentelegge: a) favorire la diffusione e il progresso della conoscenza e della ricerca fondamentale con riferimentoagli ambiti diparticolare eccellenza e specificità strettamente connessi con programmi fondamentali perlosvilupporegionale; b) promuovere la ricerca industriale e losviluppo sperimentale ediltrasferimentodeirisultatidellaricercaperlosviluppo sostenibileelacompetitivitàdelsistemaproduttivoregionale, per la qualificazione e valorizzazione delle competenze umane e l'incremento dell'occupazione, per il contenimento e la qualificazione dei consumi energetici e delle risorse naturali, per ilmiglioramento dellostatodisalutedeicittadini,per la salvaguardia dell'ambiente e la valorizzazione dei beni cul-turali, per l'efficienza dei sistemi della mobilità e del trasporto multimodale ed il migliore utilizzo delleinfrastrutture,garan-tendo pari opportunitàdigenere; c) favorire lo sviluppo della ricerca privata, anche in forma consortileelasuaintegrazione con laricercapubblica; d) favorirelaqualificazioneelamolteplicitàdelleesperienze, nelrispettodeidirittideilavoratori,dellerisorseumane, qualisoggettiattividelladiffusioneedeltrasferimentodella conoscenza; e) integrare le politiche in materia diricerca,innovazione,trasferimento tecnologico e alta formazione, in sinergia con isoggetti pubblicieprivatioperantinelterritorioregionale; f) promuovere e sostenere l'interazione, la cooperazione e i processidi aggregazione tra i soggettioperanti in Toscana nella ricerca,nella diffusione e neltrasferimentodella conoscenza edeirisultatidellaricerca; g) diffonderelaconoscenzadellaricercaneiconfrontidella collettivitàancheattraversoappositeazionidicomunicazione istituzionale. Pubblichiamo la legge regionale n. 20/2009 recante "Disposizioni in materia di ricerca e innovazione". Il testo normativo è stato approvato dal Consiglio regionale della Toscana nella seduta consiliare del 21 aprile 2009. La legge, che è composta da 14 articoli, viene pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana in uscita oggi Dalla Conferenza regionale pareri sulle politiche per l'innovazione

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La (dis)parità del tempo libero Lui ha 83 minuti in più (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 06/05/2009 - pag: 25 Coppie Le donne troppo impegnate nei lavori di casa. «Ma i giovani stanno cambiando» La (dis)parità del tempo libero Lui ha 83 minuti in più Rapporto Ocse: l'Italia è il Paese dove il divario è maggiore MILANO Lui legge il giornale, lei intanto prepara la cena. Dopo l'ufficio lui beve una birra con gli amici, lei affretta il passo perché la lavanderia chiude alle sette e mezza. La domenica c'è la partita in tv, e meno male che i bimbi sono al parco con la mamma. Scene di vita quotidiana e di iniqua distribuzione di un bene preziosissimo: il tempo libero. In Italia più iniqua che mai, visto che gli uomini ne hanno 83 minuti in più al giorno rispetto alle donne. Più dei maschi messicani (80 minu-- ti), dei polacchi (62) o degli spagnoli (33). Più di tutti i loro colleghi dei 19 Paesi passati sotto la lente d'ingrandimento dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Le donne sorridono solo in Nuova Zelanda (dove sono in vantaggio di 2 minuti), in Svezia (+6) e in Norvegia (+16). Lo studio dell'Ocse dice anche che noi italiani non siamo dormiglioni e passiamo tanto tempo a tavola riuscendo a non ingrassare troppo. Magra consolazione per chi poi deve rifare i letti e sparecchiare mentre la sua dolce metà si dedica tranquillamente agli affari suoi. Il tempo libero come luogo privilegiato per osservare una società e la disparità tra i sessi. Lo sa benissimo Domenico De Masi, docente di Sociologia del Lavoro alla Sapienza di Roma che al tema ha dedicato un saggio, Ozio creativo: «Quell'ora e venti che solo noi uomini possiamo goderci è qualcosa di cui vergognarsi. Questo gap ha ragioni culturali: il maschio latino soffre la famiglia e odia la casa, le considera secondarie e accessorie, solo il lavoro è vissuto come l'ambito dell'espressione e della realizzazione di se stessi ». E non è un caso che l'Italia si sia conquistata una simile maglia nera: «Siamo usciti tardi dalla ruralità rispetto ad altri Paesi e la visione cattolica ha perpetrato l'immagine della donna come regina del focolare. Sono certo che nella Germania calvinista le cose vadano assai diversamente ». L'Ocse conferma: tra i tedeschi la clessidra del tempo libero segna soltanto cinque minuti di privilegio in più per gli uomini. «Siamo nella stessa situazione degli anni Cinquanta, solo che allora le donne lavoravano esclusivamente in casa», commenta Lidia Ravera. Altro che tempo per svagarsi, afferma la scrittrice, oggi ogni lavoratrice deve farsi in tre: «Solo gli uomini possono permettersi il lusso di essere monomaniacali dedicandosi alla carriera. Le donne lavorano prima per uno stipendio, poi per la famiglia e, alla fine, i minuti e le energie che restano li devono spendere per mantenersi belle. Un impegno imprescindibile: essere carine è un obbligo sociale. E se a 19 anni si fa piuttosto in fretta, dopo la trentina i tempi cominciano ad allungarsi...». Ma la coppia che lavora non dovrebbe fondarsi sul mutuo soccorso? «Gli uomini, al massimo, portano fuori il pattume», scherza amaro Maria Cristina Bombelli, docente di Organizzazione del lavoro all'Università Bicocca di Milano e autrice del saggio Alice in business land. Diventare leader rimanendo donne. Un titolo, un problema: «L'organizzazione del lavoro in Italia sembra fatta apposta per non lasciare spazio alla famiglia ». E visto che la famiglia pesa quasi tutta sulle spalle delle donne, il risultato è che, quando non sono addirittura costrette a lasciare il lavoro, il tempo libero resta un miraggio. E quelle che riescono a ritagliarsene un po', lo usano in modo diverso dai loro colleghi? «Assolutamente sì dice Bombelli . I maschi preferiscono stare con gli amici, il calcio, la palestra. Le donne, e le statistiche lo confermano, hanno un approccio più colto: leggono, vanno al cinema, frequentano il teatro». Ultimo tentativo di difesa: ma non sarà che gli uomini hanno più bisogno di evasione? «Macché, questa è solo una bugia di comodo che ci raccontiamo, guarda un po', proprio noi uomini», dice lo psichiatra Giacomo Dacquino, autore del saggio Sesso soldi e sentimenti. No, la natura non c'entra: la colpa è delle «madri latine» che «trattano i figli maschi come dei sultani: loro poi, una volta sposati, finiscono con il considerare le mogli completamente al loro servizio». Non tutto è perduto, però: «Secondo la mia esperienza di terapeuta di coppia questo maschilismo è imperante nelle coppie dai 35 anni in su, mentre i più giovani dimostrano di avere un atteggiamento diverso: il primo che arriva a casa mette su la pasta, svuota la lavatrice, va a prendere il bimbo dalla nonna». Le nuove generazioni sembrano insomma averlo capito: dividersi stress, oneri e tempo libero possibilmente in parti uguali è il miglior modo di amarsi per davvero. Tempo Una fetta in più Illustrazione di Alberto Ruggieri (Corbis) Fabio Cutri

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Rettori, parte la corsa La prima sfida è a Pavia (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Lombardia data: 06/05/2009 - pag: 10 Università Con il cambio degli statuti, entro il 2012 dovrebbero variare i vertici degli atenei Rettori, parte la corsa La prima sfida è a Pavia Maloberti e Velo contro Stella. Preti in carica a Brescia da 26 anni DAL NOSTRO INVIATO PAVIA Parte dal Ticino la corsa che, entro tre anni, dovrebbe portare a rinnovare i vertici delle università lombarde spazzando ciò che rimane di rettorati immutati da decenni. In realtà qui, dove nel 2005 il professor Roberto Schmid aveva raggiunto il record di 17 anni ininterrotti alla guida di uno dei più prestigiosi e antichi atenei d'Europa (9 facoltà, 103 corsi di laurea, 24 mila iscritti, 16 collegi universitari), il rinnovamento è già iniziato quattro anni fa con l'insediamento del fisico Angiolino Stella che, puntando sulla ricerca come motore di sviluppo, ha fatto salire l'Alma Ticinensis Universitas ai primi posti delle classifiche italiane. Lo statuto negli anni scorsi è cambiato e ora il rettore «può essere rieletto consecutivamente solo una volta». Ieri alle 14, scaduto il termine per presentare le candidature, oltre a Stella hanno deciso di correre Franco Maloberti, docente di ingegneria elettronica, e Dario Velo, economista, che già quattro anni fa si era presentato ottenendo 417 voti contro i 549 del vincitore. Ma se a Pavia il nuovo corso è già iniziato, a Brescia bisognerà aspettare il 2010 per vedere (forse) il tramonto del rettorato di Augusto Preti, 67 anni, professore di biochimica in carica dal 1983, quando in Italia governava ancora Amintore Fanfani. I limiti al mandato sono infatti fissati dagli statuti che ogni ateneo adotta liberamente e che negli ultimi anni sono stati spesso cambiati per garantire il necessario ricambio. Ma a Brescia è rimasta immutata la regola secondo la quale «il rettore in carica che ha già svolto due mandati consecutivi può essere rieletto solo con maggioranza assoluta per il terzo mandato e con la maggioranza di due terzi per i mandati successivi ». L'ultima volta, nel 2006, Preti è stato rieletto con 306 voti su 392. Di sicuro si avvia al termine il 31 ottobre 2012 l'incarico di Renzo Dionigi, magnifico rettore dall'anno di fondazione (1998) dell'Università dell'Insubria (sedi a Varese e Como). Qui lo statuto dice infatti che «il rettore dura in carica quattro anni accademici e può essere rieletto consecutivamente solo due volte». Lo scorso anno è stato riconfermato con 277 voti su 339. C'è, infine, il caso di Bergamo, dove si voterà in settembre, anche se il mandato di Alberto Castoldi, già preside della facoltà di Lingue e letterature straniere, scade il mese prossimo. E' stato eletto nel 1999 e, secondo lo statuto in vigore allora, avrebbe potuto restare in carica per due mandati di tre anni ciascuno. Ma, a fine 2004, è iniziata la modifica delle norme che ha riportato a zero i conteggi stabilendo che il rettore «dura in carica quattro anni ed è immediatamente rieleggibile». Con questa regola ha quindi compiuto l'ultimo mandato. Tornando a Pavia (dove si vota il 20), il rettore uscente viene dato per favorito. Dice Stella: «Attraversiamo uno dei momenti più difficili, ma io sono certo che riusciremo a proseguire seguendo le linee strategiche che ci siamo dati: un'università pluridisciplinare con vocazione interdisciplinare, il modello campus con i 16 collegi esistenti, e lo sviluppo della ricerca». Sull'importanza della ricerca (ma anche della valorizzazione del merito) punta anche il programma di Franco Maloberti che vede nei canali europei e nelle donazioni di industrie e privati nuove possibilità di finanziamento dei progetti. Dario Velo invece si propone di «riportare trasparenza e partecipazione » sulle scelte fondamentali per costruire un programma pluriennale in cui rientri anche un progetto capace di sostenere ogni eccellenza. Bis Angiolino Stella, da 4 anni alla guida dell'ateneo di Pavia Luigi Corvi

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Atenei di Francia in rivolta Studenti e prof contro Sarko (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 06-05-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 06/05/2009 - pag: 15 Il nuovo '68 Nel mirino la riforma del sistema educativo voluta dall'Eliseo Atenei di Francia in rivolta Studenti e prof contro Sarko Bloccate 51 università. Lezioni nei bar e all'aperto DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI Una volta era un mito. Della cultura e della rivoluzione studentesca, continuamente rievocato all'indomani di ogni nuova scintilla. Oggi è soprattutto un simbolo: della decadenza in cui stanno precipitando molte università del Paese e di una rivoluzione conservatrice che dagli atenei agli ospedali, dalla burocrazia alle fabbriche sta mettendo i bastoni fra le ruote ai propositi riformatori di Sarkozy. Parliamo della Sorbona, dove le domande d'iscrizione sono cadute del 25% rispetto all'anno scorso. Ma potremmo parlare di Tolone, paralizzata e al centro di una poco edificante inchiesta per traffico di diplomi a vantaggio di laureandi cinesi. O di molte altre università, da Tolosa a Nancy, da Bordeaux a Lille: occupate o paralizzate da settimane, costrette a rinviare le sessioni d'esame e, in alcuni casi, a mettere in discussione la validità dell'anno accademico. Secondo il coordinamento nazionale degli studenti, 51 atenei sono parzialmente o totalmente bloccati da scioperi del personale o assemblee permanenti. La contestazione assume di volta in volta forme pittoresche o dure. La «ronda» di notte, davanti al municipio di Parigi, ha passato il traguardo delle mille ore e la sera del primo maggio si è spinta a una breve irruzione nell'edificio. Davanti al ministero dell'Educazione superiore c'è stato un lancio di scarpe, una riproposizione del famoso gesto di un giornalista iracheno contro Bush. Si tengono lezioni all'aperto, sui marciapiedi, in bar, stazioni e treni, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla giustezza della lotta. Membri del governo e illustri accademici hanno lanciato l'allarme sul rischio del semestre bianco. Hélene Carrère d'Encausse, segretario dell'Acadèmie française, parla di «disastro per la reputazione dell'università francese all'estero. Molti studenti stranieri non vorranno iscriversi alle nostre università». Il segretario generale dell'Eliseo, Claude Gueant, denuncia l'azione di minoranze radicali e il fatto che la maggioranza degli studenti sia tenuta in ostaggio. In effetti, genitori e studenti cominciano a preoccuparsi per l'eventuale perdita dell'anno. Ma, al di là dell'effettivo consenso, la protesta conferma un malessere profondo, al punto che per la prima volta si trovano dalla stessa parte della barricata studenti, ricercatori e professori e sul banco dell'accusa il progetto riformatore di tutto il sistema educativo lanciato dal presidente Sarkozy subito dopo la sua elezione, nell'estate del 2007. In sintesi, un progetto articolato su tre livelli: autonomia delle università, con un investimento di cinque miliardi di euro e la creazione di dieci poli d'eccellenza per competere con le università anglosassoni; riforma dello statuto dei concorsi degli insegnanti- ricercatori e revisione dei criteri di formazione degli insegnanti anche nella scuola secondaria. L'obbiettivo era il rilancio di un sistema che, nonostante premi Nobel e atenei d'eccellenza, ha perso molti punti nelle classifiche mondiali (il primo ateneo si piazza al quarantaduesimo posto), subisce un'importante emorragia di iscritti e rischia di trasformarsi in una fabbrica di disoccupati. Nonostante il più importante investimento finanziario degli ultimi decenni, il progetto di Sarkozy è stato respinto per i suoi contenuti efficientistici e «puramente economici » che hanno innescato la protesta del mondo accademico. Come in molti altri ambiti, il governo ha fatto concessioni, ma non al punto di fare marcia indietro. «La riforma sostiene Valerie Pecresse, la giovane ministra dell'insegnamento superiore e della ricerca punta alla competitività internazionale degli atenei francesi e a garantire un futuro professionale agli studenti. Purtroppo anni di passività hanno minato la fiducia fra mondo universitario e potere politico». Dice Isabelle This Saint Janne, presidente del movimento «Salviamo la ricerca»: «La storia degli esami a rischio è un ricatto per screditare la protesta. È il ministro che deve accettare di ridiscutere una riforma che minaccia posti di lavoro, autonomia e qualità della ricerca pubblica. È tutto il mondo accademico che si sente colpito». Massimo Nava mnava@corriere.it

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Perché senza l'arte non si vive (sezione: Cultura)

( da "Stampaweb, La" del 06-05-2009)

Argomenti: Cervelli

UNIVERSITA’ DI MILANO Che cosa succede quando guardiamo la Gioconda, il Cavaliere azzurro, un «mobile» rosso? Come è possibile che Leonardo, Kandinsky, Calder abbiano immaginato queste opere, le abbiano dipinte e create per noi? Molte sono le risposte che scienziati e filosofi hanno dato nei secoli a queste domande, avanzando ipotesi divergenti, convinti come erano che la libertà dell'immaginazione e la materialità organica dell'occhio fossero antitetiche l'una all'altra. Oggi qualcosa sta cambiando grazie alla collaborazione di filosofia e neuroscienze. Il prefisso «neuro» scandisce molto del sapere contemporaneo e, se si deve riscontrare una «tendenza neuro» fatta anche di ingenuità interpretative, di pigrizia critica, perfino di un certo magismo scientista, va detto però che questa offre la possibilità di ricomporre la frattura tra scienze della natura e dello spirito con soluzioni proficue per la conoscenza. Alcune sono proposte dalla neuroestetica, un recente ambito di studi per indagare i correlati neurofisiologici di chi «produce» e «fruisce» un'opera d'arte, in particolare visiva. Due sono le linee-guida principali della neuroestetica. La prima indaga le preferenze percettive che ordinano il mondo visivo, assunto come un fenomeno autosufficiente, per il quale un quadro e un panorama sono meri fatti ottici, cose da vedere tra loro equivalenti. La seconda si rivolge invece allo scambio tra chi osserva e il mondo osservato. E’ uno scambio rispetto al quale l'arte detiene una posizione privilegiata: ci fa vedere di più e, vedendo di più, vediamo cose nuove. La visione, qui, è creativa, unisce suoni a colori, figure a parole, mostra la metaforicità del reale e la capacità che il corpo sensibile ha di plasmare il mondo. Colore e movimento La prima linea è inaugurata nel 1994 dal neuroscienziato inglese Semir Zeki, che scrive con l'artista visivo Mathew Lamb l'articolo «The neurology of kinetic art». Vi delinea un «manifesto dei fatti fisiologici» e spiega l'organizzazione modulare del cervello visivo, per la quale colore, forma, movimento, direzione e, forse, profondità dei corpi sono processati distintamente e in sequenza da diverse aree cerebrali. In particolare, l'area V5 del cervello visivo processa il movimento: Calder avrebbe creato i suoi «mobiles» per la nostra V5!? Gli artisti figurativi sarebbero infatti neurologi inconsapevoli, che stimolano il nostro cervello visivo con le loro opere. Zeki svilupperà tale posizione in «La visione dall'interno», aprendo a una specializzazione della neuroestetica che chiamerei neurocritica d'arte, condotta esclusivamente da neurologi che considerano maldestramente l'opera alla stregua di un sintomo organico. La neuroestetica inaugurata da Zeki propone dunque un progetto teorico a base neurobiologica, il cui medium è l'arte e prelude così a una concezione iperestesiologica dell'arte stessa: arte=estetica. L'«estetico» diventa un attributo cerebrale. Molti sono però gli studiosi che prestano la dovuta attenzione allo statuto artistico del prodotto figurativo, tanto che la stessa storia dell'arte si vale delle scoperte neuroscientifiche per indagare, ad esempio, le risposte emotive all'immagine, in una prospettiva di ricerca ormai ventennale inaugurata negli Usa da David Freedberg. La seconda linea di sviluppo della neuroestetica è portata avanti dal neuroscienziato indiano Vilayanur S. Ramachandran. Assume l'arte come un enigma da risolvere e rinviene 10 «leggi dell'esperienza artistica», tra cui l'iperbole e la metafora, che possiamo leggere come un avanzamento delle leggi percettive della teoria della Gestalt, da interpretare però in senso evolutivo: l'arte allena alla vita, aiutando a generare simulazioni interne e immagini mentali, come se ci si esercitasse nella parte che stiamo osservando sulla tela, stupendoci con figure inconsuete che ci soddisfano più di quanto non faccia la realtà. Potremmo intendere l'approccio di Ramachandran come una teoria estetica della reazione fruitiva. Lo stato delle emozioni Certo, se la neuroestetica volesse «spiegare» che cosa è l'esperienza estetica, l'impresa sarebbe meramente riduzionistica e mancherebbe l'obiettivo. Tuttavia, l'indagine dei correlati neurofisiologici delle emozioni e degli stati cerebrali che accompagnano la creazione e la fruizione di un'opera può aiutare a considerare l'identità dell'uomo come plastica e metaforica, facendo comprendere che immaginiamo con il corpo e che le opere sono espressione di pensieri incorporati. A questo proposito si può, forse, prevedere che da simili studi guadagneranno di importanza l'antropologia filosofica e l'archeologia: scavo nei corpi umani e artistici del passato ed esplorazione del cervello vivente si potranno arricchire fruttuosamente l'un l'altra. Chi è Cappelletto Filosofo della scienza RUOLO: E’ RICERCATRICE DI ESTETICA ALL’UNIVERSITA’ DIMILANO RICERCHE: TEORIA DEL’IMMAGINE E DELLA RAPPRESENTAZIONE IL LIBRO: «NEUROESTETICA» EDITORI LATERZA

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In Valsessera nasce l'Università del pane (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

LA FEDERAZIONE il caso La nuova sfida della scuola per formatori ARTE BIANCA In Valsessera nasce l'Università del pane «Con Città Studi prepareremo i docenti che andranno a insegnare in tutta Italia» MATTEO PRIA Ancora al palo il Centro previsto a Coggiola: «Le istituzioni ci dicano se sono interessate» BIELLA La federazione italiana panificatori sceglie la Valsessera come capitale del pane con una manifestazione di quattro giorni e con un progetto per realizzare la prima scuola di formatori per panificatori sul territorio italiano. Già pronto il programma della manifestazione le «Cinque stagioni del pane», che si terrà nella struttura costruita dalla Comunità Montana Valsessera per ospitare il futuro centro di Arte Bianca. «Non si tratterà però di un'inaugurazione del centro - sottolinea Luca Piantanida, presidente dell'Arte Bianca -, semplicemente abbiamo chiesto ospitalità». Si parte sabato 30 maggio e si andrà avanti fino al 2 giugno con un convegno nazionale dal titolo «Quale futuro per la panificazione italiana, prospettive e programmi», a cura del gruppo nazionale Giovani panificatori che conta circa 900 iscritti. Panificatori, pizzaioli, gelatai, pasticceri arriveranno da tutta Italia per svelare il segreto dell'arte bianca. L'altra grande novità è la realizzazione di una scuola per formatori sull'arte bianca. «Abbiamo concordato con Città Studi una nuova sinergia che ci permette di portare a termine l'obiettivo di creare la scuola di formatori - ha spiegato durante la conferenza Luca Piantanida -. A questo punto abbiamo tutte le carte in regola per proporre il nostro progetto unico nel suo genere in Italia». Il prossimo passo sarà capire come intendono muoversi le amministrazioni pubbliche: per il momento tutto è in sospeso dato che sul comodato gratuito concesso dall'ente montano è stato presentato un ricorso al presidente della Repubblica. «Mettiamo a disposizione un progetto serio per il Biellese, le istituzioni ci dicano se sono interessate o meno - ha sottolineato il presidente della federazione panificatori Luca Vecchiato -. Da una prima stima abbiamo già 85 pre-iscrizioni per questa scuola e questo vuole dire lavoro per tutti». Il presidente poi illustra il disegno della federazione: «Il progetto nazionale prevede la presenza di dieci punti di formazione in tutta Italia e nelle nostre intenzioni nel Biellese dovrebbe sorgere il centro formativo di chi andrà a operare negli altri centri formativi che si apriranno in tutta la Penisola. La sinergia con Città Studi ci permetterà in tempi brevi di iniziare a lavorare e ottenere risultati». Ma perchè è stata scelta proprio la Valsessera come capitale dell'arte bianca? «Perchè è presente un'associazione che lavora in modo serio e che ha ottenuto riconoscimenti in tutta Italia - risponde il presidente della federazione panificatori Luca Vecchiato -. E' un obiettivo che ci siamo prefissi il 28 gennaio del 2000, con una lettera inviata alle amministrazioni del territorio. Adesso ci sono tutti i presupposti per partire».

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Centro di ricerca informatica (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

DOMODOSSOLA. NASCE IL «CRID» «Ars.Uni.Vco» avvia un nuovo corso per formare figure di alta professionalità Centro di ricerca informatica [FIRMA]ALESSANDRO COBIANCHI DOMODOSSOLA Formare delle figure professionali qualificate che possano lavorare sul territorio. Questo lo scopo del «Crid», il centro di ricerca informatica che sarà attivato a Domodossola nelle aule di Ars.Uni.Vco del Collegio Rosmini. Una scelta che va nella direzione futura di Ars.Uni, quella di aprire corsi o master di alta qualità in Provincia. «Puntare sull'eccellenza è la scelta verso la quale siamo orientati - ha spiegato il presidente di Ars.Uni.Vco- Tiziano Pera - i 10 studenti laureandi nel corso di ingegneria informatica ed elettronica potranno così seguire un tirocinio affiancati da persone qualificate». Politecnico di Torino, Camera di Commercio, ma anche due importanti realtà imprenditoriali locali come Altea ed Emisfera, hanno firmato con l'ente di gestione presieduto da Pera un protocollo d'intesa che porterà avanti il «Crid» nei prossimi due anni. Ogni due settimane per due giorni un docente del Politecnico sarà a Domodossola per stare accanto agli studenti, che saranno seguiti anche da due figure fornite dalle due aziende private. Dopo il centro sulle nanotecnologie quindi un nuovo corso improntato sulla ricerca, così come avava già anticipato nPera dopo l'ultimo consiglio direttivo di Ars.Uni. Il futuro è stato quindi scelto, si andrà in questa direzione per il sviluppare eccellenza locale: «Stiamo lavorando anche per far partire a Stresa un centro di ricerca sul turismo, oltre all'Ecm, che si occuperà della ricerca in campo medico» ha sottolineato Tiziano Pera. Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Provincia Paolo Ravaioli e dall'assessore domese alla Cultura Luca Albini. «Ricerca ed innovazione sono il futuro del nostro territorio - ha commentato Ravaioli, rcordnado come l'università fosse partita come sperimentazione con dei fondi olimpici di Torino 2006 - ma oggi possiamo dire che sono stati raggiunti importanti risultati». Di opportunità per le aziende del territorio di trovare nel Vco persone preparate e qualificate, e della possibilità che grazie al nuovo centro di ricerca possano nascere nuove forme imprenditoriali, ha invece parlato Maurizio Morisio, responsabile della ricerca per il Politecnico di Torino. «Abbiamo aderito con entusiasmo - ha sottolineato il docente - crediamo che questo centro di ricerca potrà anche far avvicinare più studenti alla facoltà in futuro». Per Maurizio Colombo, direttore della Camera di Commercio: «Le aziende locali, che hanno bisogno di rinnovarsi, potranno trovare l'input giusto in questi studenti».

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"Insegnare oggi stanca di più e provoca stress da rigetto" (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

ANALISI E TESTIMONIANZE il caso Il disagio arriva anche sulla cattedra "Insegnare oggi stanca di più e provoca stress da rigetto" «Non mi lamento della paga ma vorrei che la collettività riconoscesse il nostro lavoro» FILIPPO RUBERTA' VERBANIA Insegnare stanca?». La risposta è «sì» e, non c'è dubbio, i professori lo sapevano già. Ma il convegno che si è tenuto ieri all'Iti Cobianchi di Verbania, promosso dalla Cisl-Scuola, su «Il disagio degli insegnanti», voleva andare oltre la denuncia delle sofferenze e fare delle proposte di lavoro per migliorare questa condizione. Il confronto ha portato ad un elenco di cose che si possono fare subito, ben sintetizzate nelle conclusioni di Claudio Vicari, docente che si occupa della formazione degli insegnanti all'Università di Torino: formare, sulla questione, sia gli insegnanti che i dirigenti scolastici; coinvolgere gli ispettori chiedendo di avere maggiore attenzione al problema; porre un limite al precariato; aprire sportelli d'ascolto; istituire periodi di distacco dall'insegnamento. Ma quali sono i mali che più affliggono gli insegnanti oggi? Orietta Montrezza segretaria provinciale della Cisl-Scuola ha definito il docente un «allacciatore di fili spezzati»: «Perchè - ha spiegato - cambia alunni, classi e spesso scuole, e così ogni anno deve ricominciare. Deve confrontarsi con i cambiamenti rapidi dei giovani, dei loro genitori, ma anche delle tecnologie e del quadro normativo. E' sempre chiamato in causa e poi ha l'impressione di non fare abbastanza». La psicologa Grazia Ciardo ha sottolineato che le famiglie «hanno tolto qualcosa al ruolo perché i genitori sono diventati gli avvocati dei figli». E così dire «suo figlio è un incapace» scatena il pregiudizio: «Ma cosa vuole quello che non fa mai niente e ha tre mesi di vacanza all'anno?». Tutto ciò in una situazione in cui gli studenti, secondo una ricerca condotta al Cobianchi nel 2006, mettono al primo posto, tra i loro modelli, le star di spettacolo e sport e all'ultimo i professori. Una considerazione quasi uguale a zero che porta Maria Grazia Piasentin insegnante di lingue a dire: «Lo stress maggiore è la scarsa considerazione sociale. Io non mi lamento dello stipendio anche se è poco, ma vorrei che la gente riconoscesse il nostro lavoro che è faticoso, difficile». Così la collega Benedetta De Vito, che trova però qualche motivo consolatorio:«Mi sono accorta che seminiamo anche quando non ce ne rendiamo conto. Ho visto che gli studenti, anche quelli difficili, ci rivalutano col tempo». Affaticamento fisco ed emotivo, atteggiamento distaccato e apatico, frustrazione e perdita di controllo dei propri impulsi: sono questi i sintomi che caratterizzano il «burnout», sindrome che vede gli insegnanti tra i più colpiti insieme ai medici, di cui ha parlato lo psicologo Luca Signorelli. Ma peggio sta chi nella scuola è precario da anni. Come Giuseppe Rago, docente di Diritto al Cobianchi, che ha al suo attivo ben 23 anni e ogni anno ricomincia con 220 studenti e borse di compiti da correggere. Dice Gino Carissimi che insegna Filosofia al Liceo Cavalieri: «Ci chiedono di fare di tutto, storia educazione stradale, educazione sessuale, educazione civica e così c'è molta approssimazione». Chiara Caretti, docente di Diritto al Cobianchi, è disabile e si muove in carrozzina, è 15 anni che gira per la Provincia: «Ogni anno ad agosto mi viene la 'morte nel cuore' perchè ho sempre paura di finire lontana da casa e per me è una sofferenza non indifferente».

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Dichiarazione dei redditi Tutte le novità dell'Agenzia delle Entrate (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

NORME E TRIBUTI Dichiarazione dei redditi Tutte le novità dell'Agenzia delle Entrate Giorni da dichiarazione dei redditi. Anche quest'anno ci sono novità interessanti. Vediamo come e secondo quali normative. Con la circolare dell'Agenzia delle Entrate del 21 aprile scorso n.18, sono stati forniti chiarimenti in merito alla corretta compilazione del modello 730/2009 e, conseguentemente, del modello unico 2009. Il tema in esame sono le «Spese per l'autoaggiornamento e la formazione sostenute dai docenti». Relativamente alla detrazione Irpef del 19 per cento a favore dei docenti per le spese sostenute nel 2008 per l'autoaggiornamento e per la formazione (prevista dall'art. 1 co. 207 della L. 24.12.2007 n. 244) la circolare dell'Agenzia delle Entrate ha chiarito che: danno diritto alla detrazione le spese relative a beni e servizi che favoriscono lo sviluppo della professionalità del docente, quali libri, riviste, software didattici, corsi di aggiornamento e seminari; le spese sostenute devono essere documentate con fattura o ricevuta fiscale dalle quali risulti la tipologia del servizio o del bene acquistato; la riferibilità alla professione svolta degli stessi beni e servizi, nonché la qualità di docente di ruolo o di docente con incarico annuale, devono essere oggetto di dichiarazione da parte del contribuente. Spese per canoni di locazione sostenute da studenti universitari "fuori sede". La circolare ha anche chiarito che la detrazione Irpef del 19 per cento delle spese per canoni di locazione sostenute da studenti universitari fuori sede non può essere estesa ai contratti di locazione di unità immobiliari situate all'estero. La norma, infatti, facendo riferimento ai contratti di locazione stipulati ai sensi della L. 431/98 e ad altri contratti abitativi stipulati con soggetti individuati dall'ordinamento nazionale, esclude dall'agevolazione i contratti stipulati in base a normative proprie di altri ordinamenti. La stessa circolare conferma che (ai fini della deduzione e della detrazione delle spese sanitarie relative all'acquisto di medicinali) effettuate a decorrere dall'1.1.2008 è necessario che le stesse siano certificate da fattura o scontrino fiscale contenente: la specificazione della natura, qualità e quantità dei beni; l'indicazione del codice fiscale del destinatario. I documenti privi di tali caratteristiche non saranno considerati validi. L'articolo 15 (co. 1 lett. e) del Tuir disciplina la detrazione Irpef del 19 per cento in relazione alle spese per la frequenza di corsi di istruzione secondaria e universitaria. Per gli istituti o università privati e stranieri, la detrazione spetta in misura non superiore a quella stabilita in relazione alle tasse e ai contributi degli istituti statali italiani. La circolare dell'Agenzia delle Entrate (21.4.2009 n. 18) ha confermato che la misura massima delle tasse stabilita dall'università pubblica di riferimento, in relazione al corso frequentato dallo studente, costituisce il limite entro il quale è possibile calcolare la detrazione. Nei casi infine in cui il contribuente, in sede di dichiarazione dei redditi, intenda dedurre i contributi e i premi (diversi dal tfr) versati dal medesimo e dal datore di lavoro alle forme pensionistiche complementari, lo stesso contribuente deve annotare sul documento di spesa che la stessa non è già stata dedotta dal reddito di lavoro dipendente, ad opera del datore di lavoro sostituto d'imposta. L'annotazione deve essere sottoscritta dal contribuente.

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L'Università discute gli scenari dell'integrazione (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

Il seminario L'Università discute gli scenari dell'integrazione In occasione delle celebrazioni per la Festa dell'Europa, sabato alle 10,50 nella sede di Strada Cappuccini ad Aosta, la facoltà di Scienze politiche e delle Relazioni internazionali dell'Università della Valle d'Aosta organizza il seminario «Besoin d'Europe? Gli scenari dell'integrazione europea nel nuovo millennio». Interverrà Umberto Morelli, docente di Storia delle relazioni internazionali all'Università di Torino e direttore del Centro studi sul federalismo di Moncalieri. Il seminario, aperto al pubblico, vuole essere un momento di riflessione sui problemi e le prospettive del processo di integrazione comunitaria e sulle capacità dell'Unione europea di porsi come soggetto politico sulla scena mondiale.\

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Il ruolo del Marchesato durante il Rinascimento (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

FINALE LIGURE PUBBLICATI GLI ATTI DEL CONVEGNO In Sala Gallesio Il ruolo del Marchesato durante il Rinascimento Domani alle 17,30 la presentazione a pubblico e studiosi FINALE LIGURE Saranno presentati domani in Sala Gallesio (ore 17,30) gli atti del convegno «Finale fra le potenze di antico regime. Il ruolo del Marchesato sulla scena internazionale (secoli XVI-XVIII)», che si è tenuto lo scorso ottobre nel Complesso monumentale di Santa Caterina in Finalborgo. Dal convegno, organizzato con il patrocinio del Comune e del Dipartimento di storia moderna e contemporanea dell'Università di Genova, è scaturito un volume, curato da Paolo Calcagno, che è stato pubblicato dalla Società savonese di storia patria con il contributo della fondazione De Mari. «A poco più di sei mesi dal convegno, grazie all'impegno degli autori e a quello degli amici della Società di storia patria, è già pronto il volume degli atti. - dice Paolo Calcagno - Si tratta di contributi originali, basati su approfondite ricerche d'archivio. Con questa iniziativa abbiamo voluto dare uno spazio adeguato a un piccolo Stato che mantenne la sua indipendenza per tutto il corso del Medioevo, e che in seguito ricoprì un ruolo molto importante all'interno del sistema imperiale spagnolo, diventando oggetto di contesa tra le potenze di antico regime». Prosegue: «Proprio per questo abbiamo promosso studi che collocassero la vicenda storica del Marchesato nel suo giusto contesto internazionale, e che affrontassero l'argomento locale per sviluppare riflessioni di carattere più generale. Il libro svaria fra Cinquecento e Settecento, e tocca temi di indubbia centralità della storia finalese: la figura di Alfonso II Del Carretto, la questione degli alloggiamenti militari, il progetto spagnolo per la costruzione del porto, le vicende dei corsari del Finale, l'evoluzione del notabilato locale». Saranno presenti Giovanni Assereto, docente di Storia moderna all'Università di Genova e gli autori dei singoli contributi: Riccardo Musso (Soprintendenza archivistica per la Liguria), Cinzia Cremonini (Università Sacro Cuore, Milano), Mario Rizzo (Università di Pavia), Paolo Calcagno (Università di Verona), Luca Lo Basso (Università di Genova), Andrea Lercari (Istituto internazionale di studi liguri) e Marco Leale (Società savonese di storia patria).\

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Imperia, al Polo universitario in scena il "Processo a Gesù" (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

CULTURA L'INCONTRO-DIBATTITO DOMANI ALLE 11 NELL'AULA MAGNA Imperia, al Polo universitario in scena il "Processo a Gesù" Accanto ai docenti è previsto l'intervento di un esperto di cinema e teatro: Diego Schiavo [FIRMA]DIEGO MARRESE IMPERIA Domani nell'Aula Magna del Polo Universitario Imperiese si svolgerà l'incontro-dibattito dal titolo «Processi in scena: il processo di Gesù» organizzato dai docenti di Istituzioni di diritto romano e Storia del diritto romano, Gloria Viarengo e Marco Melluso. L'obiettivo è capire dal punto di vista della giurisprudenza e non solo lo svolgimento delle procedure processuali di allora, con raffronti con quelle attuali. L'appuntamento è alle 11: la mattinata sarà caratterizzata dalle relazioni di alcuni tra i massimi esperti di processo penale romano e del processo di Gesù. Ad aprire l'incontro sarà Bernardo Santalucia dell'Università di Firenze. Parlerà del processo penale in provincia all'inizio del I secolo d.C. per introdurre dal punto di vista della giurisprudenza questo importante fatto a cavallo tra storia e religione A seguire è previsto l'intervento di James Caimi dell'università di Genova. Si focalizzerà su Gesù davanti al Sinedrio. A lui spetterà il compito di introdurre il problema delle fonti attraverso le quali conosciamo le vicende processuali che hanno coinvolto Gesù. A chiudere gli interventi della mattinata Massimo Miglietta dell'università di Trento che si occuperà dell'accertamento svolto dal funzionario romano (il prefetto di Giudea) durante la fase processuale. Nel pomeriggio (ore 14,30) è previsto l'intervento di un esperto di cinema e teatro, Diego Schiavo, regista e sound designer. Illustrerà con alcuni esempi scenici e cinematografici il tema «Il processo a Gesù nel teatro e nel cinema». A concludere l'appuntamento di oggi, incontro di storia, giurisprudenza e religione, sarà la proiezione del film tv «Processo a Gesù», diretto da Gianfranco Bettetini e realizzato nel 1968. La pellicola è tratta dall'opera omonima di Diego Fabbri.

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l'università secondo ranieri "bene lo statuto ora il politecnico" - michela bompani (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina III - Genova L´intervista L´Università secondo Ranieri "Bene lo Statuto ora il Politecnico" MICHELA BOMPANI «Non si può pensare che i tacchini siano felici di partecipare al pranzo di Natale: il nuovo statuto dell´ateneo di Genova segna la fine dei corsi di laurea, assemblaggio degli interessi delle categorie di docenti. Ecco perché qualcuno rema contro, ad esempio alcuni presidi. Finalmente, invece, parte a Genova l´università dell´autonomia»: Andrea Ranieri, assessore alla Cultura del Comune di Genova e membro del consiglio d´amministrazione dell´ateneo entra a piedi giunti nella riforma della "governance", firmata dal rettore Giacomo Deferrari. Rilancia con forza il progetto del Politecnico del mare, mette in discussione le sedi decentrate dell´università, invoca un legame stretto con il territorio e mette in guardia su un punto, ancora da chiarire, della riforma: «Le "scuole", in cui confluiranno le facoltà, saranno dei blocchi rigidi, oppure, come spero, diventeranno i luoghi in cui esercitare e "spingere" l´autonomia?». Una bozza di statuto è stata presentata a tutto il mondo accademico, lunedì scorso, dal rettore Deferrari: si tratta di "un´opera aperta", cui professori, ricercatori, tecnici, studenti sono stati invitati a dare un contributo (il testo è sul sito dell´Università: www.unige.it). SEGUE A PAGINA XIII

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centinaia di prof senza stipendio - laura montanari (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina I - Firenze L´università ormai si fonda sul volontariato: duecento cattedre ad Architettura, una cinquantina a Lettere e così via Centinaia di prof senza stipendio Ateneo, sono i docenti a contratto: terranno i corsi ma non avranno un euro LAURA MONTANARI Centinaia di cattedre, e quindi di corsi, senza stipendio per i prof. Da autunno nessun docente a contratto sarà pagato dall´università di Firenze: ad Architettura saranno oltre 200 i «volontari» della didattica, una cinquantina a Lettere, 45 a Scienze della Formazione. Sparsi se ne troveranno anche in altre facoltà. Restano tanti anche se vanno a diminuire per il taglio dei corsi di laurea. La novità è che da settembre questi insegnamenti esterni e laboratori dovranno essere gratuiti perché, per questioni di bilancio, il consiglio di amministrazione ha azzerato la voce docenza a contratto. Già in passato venivano pagati poco, da 30 euro ai tre euro l´ora. Qualche docente aveva già cominciato quest´anno a far lezione senza ricevere un euro. SEGUE A PAGINA II

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quei prof venivano pagati 3 l'ora da settembre dovranno insegnare gratis (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina II - Firenze Quei prof venivano pagati 3 l´ora da settembre dovranno insegnare gratis I docenti a contratto senza stipendio: faranno centinaia di corsi (segue dalla prima di cronaca) Gli studenti li chiamano «professori» e a vederli in aula o a fare gli esami, in effetti non si capisce la differenza fra un docente a contratto e un ordinario, associato o ricercatore. Bisogna guardare i compensi per accorgersene, i primi di solito vengono pagati poco, dall´autunno niente. Sono i «volontari» della didattica, militanti di un esercito della salvezza per l´ateneo a corto di risorse. «Questo è un problema che è in fase di risoluzione - spiega il preside di Architettura Raimondo Innocenti - quando la riforma 270 sarà a regime diminuiranno drasticamente. Già oggi nella nostra facoltà non ci sono insegnamenti fondamentali assegnati agli esterni quanto piuttosto laboratori o corsi di pochi crediti didattici». Non è dello stesso parere Ilaria Agostini, da diversi anni docente a contratto proprio di Architettura: «Dalla presidenza della facoltà ci sono arrivati i bandi per gli insegnamenti da affidare agli esterni e sono ben 230. Il problema - prosegue - è che siamo davanti a centinaia di corsi universitari affidati a prof non strutturati dell´ateneo e privi dei diritti fondamentali dei lavoratori tra i quali, non ultima, la retribuzione in relazione al lavoro svolto (non è peregrino ricordare l´articolo 36 della Costituzione) e senza poi contare le ferie non retribuite, la previdenza, la maternità...». Ma chi sono i docenti a contratto dell´università? Una volta erano figure professionali che andavano dall´informatico, al bibliotecario, al giornalista, allo stilista che l´università non aveva al proprio interno. Oggi una quota importante di questi corsi sono affidati a giovani (e meno giovani) precari che li accettano pur di restare all´interno dell´università nella speranza si riaprano i bandi per il reclutamento delle cattedre. Intanto lo scontento e la protesta di questi precari cresce: «Noi del Collettivo Dica 133 - spiega Lorenzo De Sio - invitiamo a rifiutare di fare lezioni senza essere pagati. I dati del ministero del 2007 dicevano che a Firenze a fronte di 2.271 docenti strutturati c´erano 1.544 docenti a contratto e 1900 fra ricercatori, assegnisti di ricerca e altre forme di precariato. Sono dati che devono far riflettere su come viene mandata avanti l´università». Che il precariato accademico sia un problema sentito dentro l´accademia è innegabile, non a caso figura fra i temi discussi negli incontri della campagna elettorale per il nuovo rettore. «Reclutare docenti dall´esterno senza poter loro dare un euro è difficile - ammette la preside di Scienze della Formazione, facoltà che attiverà 30 insegnamenti e 15 laboratori a costo zero - per esempio prima si offrivano docenti esterni da varie parti della Toscana o dall´Italia, oggi si offrono persone che sono residenti in città e questo ci preoccupa per la qualità della docenza». Franca Pecchioli, preside di Lettere spiega comunque che le lezioni affidate agli esterni sono in netta diminuzione grazie alla riduzione dei corsi di laurea. (l.m.)

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L'università. (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-05-07 - pag: 15 autore: L'università. Giusi Pitari, da responsabile dell'orientamento ha convinto molti ragazzi a studiare in città «Io, prorettore in camper» Mariano Maugeri G iusi Pitari, prorettore dell'università dell'Aquila, nelle tendopoli proprio non ci voleva andare. Dopo una fuga a Roma durata una settimana, lei e il figlio Riccardo,21 anni, hanno deciso di rientrare all'Aquila in camper. Sedicimila euro in contanti e con Riccardo alla guida si sono inerpicati su per i tornanti che da Popoli conducono al capoluogo abruzzese. «Un'esperienza quasi più drammatica del terremoto »,scherza il prorettore,ordinario di Chimica biologica al corso di laurea in Biotecnologia. I campi dove si sono raccolti i camper, le tendopoli su quattro ruote, erano già tutti occupati. Giusi e Riccardo, insieme a quattro camperisti amici, si sono piazzati sul ciglio della strada antistante la casa del fratello di Giusi, riparato sulla costa abruzzese. Una prolunga per l'energia elettrica e docce gelate all'alba perché molte case ritenute agibili non dispongono ancora del gas. I quattrocamperisti e i loro familiari sono diventati una comunità: sotto due gazebo le cucine elettriche, due tavoli e un paio di panche per ricominciare a vivere. Racconta il prorettore: «Il problema è la notte, nel camper si gela. L'Aquila è una città freddissima, ma teniamo duro in attesa del primo tepore primaverile ». Ogni mattina Giusi si presenta nella sede provvisoria dell'ateneo a Coppito come se abitasse ancora nell'appartamento nel cuore della città. Tra i suoi studenti a Biotecnologie c'era Nicola Bianchi,«un ragazzo un po' timido, educatissimo, con un sorriso indimenticabile ».Al primo anno c'erano 400 iscritti, ma Nicola se lo ricordano tutti. Il padre ha chiesto alla professoressa i compiti dello scritto di chimica sostenuto da figlio. Una grafia minuta e rigorosa, una sfilza di lettere e diconcetti di una prova d'esame sono le uniche tracce dell'esistenza di questo ragazzo. La Pitari ha la delega per l'orientamento e nei suoi giri nelle scuole superiori del Lazio, del Molise e della Puglia ha convinto decine di giovani a scegliere l'ateneo abruzzese. Ventisettemila studenti, di cui la metà fuorisede «trattati come invasori », dice la prof. Gli abitanti dell'Aquila hanno firmato esposti su esposti contro la movida del giovedì sera, la serata degli universitari, un'interminabile spola tra un pub e l'altro, l'unico passatempo concesso ai giovani. Inesistenti le iniziative pensate per intrattenere i ragazzi dell'università, la prima fonte di reddito degli aquilani. Riccardo, il figlio di Giusi, studia nella sua nuova casa mobile. è iscritto al secondo anno di ingegneria. Il silenzio è uno dei pochi vantaggi di chi ha scelto di non sostare nei campi. Altri quattro docenti hanno firmato un assegno per diventare proprietari di un camper.Una comunità solidale che grazie a Facebook e alla tecnologia wireless comunica costantemente sulle iniziative da intraprendere per vigilare sulla ricostruzione. Di comitati spontanei di cittadini ne nascono un paio al giorno. La rete facilita i contatti, le riflessioni, il passaggio di notizie. In questi giorni si sta costituendo un comitato dei comitati che faccia la sintesi di tutte le proposte. Il tema dominate è quello dei risarcimenti: «Se gli umbri hanno avuto il 100% dei rimborsi per le case danneggiate, perché per gli abruzzesi si è scelta una strada diversa?».E poi la questione delle questioni, sulla quale il prorettore non ha dubbi: «Io a casa mia, malgrado sia stata dichiarata agibile, non ci torno. Se è vero che l'Aquila è una zona in cui possono verificarsi eventi sismici fino al settimo grado della scala Richter, qualcuno deve assumersi la responsabilità di dirmi che il mio appartamento al 5 piano può sopportare una scossa della stessa intensità ». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Paese chiede tolleranza zero (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-05-07 - pag: 16 autore: INTERVISTA Angelino Alfano Ministro della Giustizia «Il Paese chiede tolleranza zero» Fiducia su sicurezza e intercettazioni per rispettare gli impegni con gli elettori Donatella Stasio ROMA La doppia fiducia su sicurezza e intercettazioni? «Nessuna forzatura, nessun malumore nel-la maggioranza, solo l'esigenza di approvare prima della tornata elettorale i due provvedimenti e dimostrare che il Governo ha rispettato gli impegni ».Dario Franceschini parla di ritorno alle leggi razziali? «La risposta l'hanno già data i cittadini alle elezioni, ma se al Pd va bene continuare a perde-re consensi sulla sicurezza, sostenendo che noi cavalchiamo questo tema, contenti loro, contenti noi...». Gli Stati Uniti di Obama abbandonano la politica della tol-leranza zero, costruiscono meno carceri e puntano sulle misure alternative? «Noi interpretiamo il nostro tempo nel nostro Paese, e i segni dei tempi ci chiedono una politica della sicurezza di straordinaria durezza, come per la mafia, che non può trovare un argine nella mancanza di posti letto nelle carceri». Angelino Alfano, 38 anni, è appena rientrato al ministero della Giustizia dopo l'ultimo vertice di maggioranza sulla sicurezza. Ad aspettarlo ci sono alcuni imprenditori siciliani, tra cui Ivan Lo Bello e Antonello Montante ( rispettivamente presidente e responsabile sicurezza di Confindustria Sicilia)con cui "festeggia"l'epilogo sulla norma antiracket, e poi il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, felice che il Governo gli abbia restituito i poteri che la versione originaria del Ddl gli aveva sottratto. Due delle poche norme non contestate del contestatissimo provvedimento su cui il Governo, ieri mattina, ha deciso di porre la fiducia. Signor ministro, l'opposizione considera la fiducia un colpo di mano per superare divisioni e malumori interni alla maggioranza, una forzatura istituzionale. Nessuna forzatura. I Ddl sicurezza e intercettazioni vanno approvati rapidamente, prima della pausa elettorale, visto che hanno avuto un lungo e approfondito iter parlamentare. E poi, con la fiducia il Governo mette in gioco se stesso. Il nostro è un richiamo a scelte che risalgono all'inizio della legislatura per dimostrare di aver onorato gli impegni con gli elettori sul fronte della sicurezza, del contrasto alla mafia e ai clandestini. La sinistra non ha fondate ragioni per recriminare. Il ministro Maroni non ha fatto che ripetere che la fiducia doveva essere la garanzia contro "mal di pancia" e "imboscate" della maggioranza. Insomma, lo dice lui che non c'è compattezza. Ribadisco che la scelta della fiducia, in tutti e due i casi, nasce solo dall'esigenza di chiudere rapidamente. Sulla sicurezza, la maggioranza è compatta. Che su singoli aspetti ci sia stato qualche distinguo è fisiologico. La fiducia deliberata fin d'ora sulle intercettazioni sa di contropartita alla Lega per la fiducia sulla sicurezza. Nessuna contropartita. Il testo sulle intercettazioni nasce da un accordo definito mesi fa, su cui c'è stato un lavoro lungo e approfondito. Su quel Ddl, però, vi sono piovute addosso critiche da ogni parte: costituzionalisti, Csm, Anm. Nato per tutelare la privacy di terzi estranei alle indagini, è diventato una mannaia sulle indagini e sul diritto di cronaca. Tant'è che An e Lega in più di un'occasione hanno storto il naso. Ci sono stati fior di costituzionalisti epronunciamenti dell'Authority della privacy che testimoniano quanto sia stata invasa la privacy e quanto sia indispensabile chiarire che le intercettazioni devono essere "assolutamente indispensabili", come recita il nostro traditissimo Codice. Chi critica il Ddl non dice che è scandaloso che le intercettazioni costino meno di 4 euro in una Procura e il quintuplo inun'altra e che nessuno è mai stato condannato per una fuga di notizie. La verità è che la legge è sistematicamente violata e soloil Parlamento può dire come va applicata, senza più alibi. Per farlo, è necessario dare una spallata a due pilastri della democrazia, come il controllo della magistratura e quello dell'informazione? Abbiamo trovato un punto di equilibrio assolutamente accettabile sia sulle intercettazioni (che scatteranno in presenza di "evidenti" e non di "gravi" indizi di colpevolezza) sia sulla libertà di cronaca (non più oscurata fino alla fine delle indagini). Ovviamente, non contempliamo la libertà di pubblicare atti irrilevanti e di dileggiare terzi del tutto estranei alle indagini. Torniamo al Ddl sicurezza. è nato di 20 articoli ed ora ne conta 66, molti dei quali, secondo l'opposizione, sono incostituzionali. Anche Fini vi ha dovuto richiamare al rispetto della Costituzione sui presidi-spie. Infatti siamo prontamente intervenuti con un emendamento, perché abbiamo riconosciuto, Maroni per primo,che le osservazioni del presidente della Camera erano pertinenti. Sì, ma nel complesso, la parte sui clandestini è di una durezza che fa impallidire la Bossi-Fini. Gli immigrati sono trattati alla stregua di criminali, di non-persone. L'Italia è uno Stato sovrano e appartiene a una libera Europa che ha regole precise per l'accesso nel territorio dei paesi membri. Chi viola queste regole come si chiama? Clandestino... Chiamiamolo come si vuole, ma arrivare violando le regole è una prima offesa al paese in cui si entra. Le ricadute del reato di clandestinità sulla salute, la famiglia, la casa, l'istruzione fanno dire a Franceschini che c'è un ritorno alle leggi razziali. La migliore risposta l'hanno data gli italiani alle elezioni e poi i romani quando hanno bocciato la politica della sinistra proprio sulla sicurezza. Se al Pd va bene perdere su questo tema continuando a dire che noi lo cavalchiamo, contenti loro, contenti noi... Il Pdl è un partito garantista,ma ha messo in testa il tema della sicurezza, declinandolo come contrasto sia ai clandestini che alla mafia. La norma antiracket, l'inasprimento del 41 bis e delle misure patrimoniali di prevenzione contro i mafiosi non sono garantiste, ma il frutto di una scelta precisa: sulla sicurezza abbiamo deciso di imboccare una via di straordinaria durezza. Lo stesso con gli immigrati: pretendiamo il rispetto, da parte di tutti,delle leggi sull'ingresso nel nostro paese e possiamo accogliere chi viene da paesi extracomunitari se vuole lavorare ed è fornito di permesso. La tolleranza zero porta al cronico sovraffollamento delle nostre prigioni. Il piano carceri prevede, al costo di 1,5 miliardi di euro, che di qui a qualche anno ci saranno 17.129 posti in più, tanti quanti sono, già oggi, i detenuti in esubero rispetto ai posti regolamentari. Meglio nuove carceri o una nuova legislazione penale, più aperta a misure alternative? Non è la nostra linea. Siamo contrari a indulti e amnistie e le nostre politiche su sicurezza e criminalità non possono trovare un argine nella carenza di posti nelle carceri. Perciò costruiremo nuove strutture. Puntiamo a creare dei circuiti differenziati, in base alla pericolosità dei detenuti, per farli vivere in condizioni migliori. E se funzionerà la collaborazione pubblico-privato, metteremo a regime un sistema brillante e funzionante. Nessuno può dire se il trend di crescita avrà una stabilizzazione o no. Quanto alle misure alternative, la sinistra mi ha più volte proposte la depenalizzazione di una serie di reati minori e io ho detto di no, perché il bisogno di sicurezza del paese merita risposte opposte: una politica criminale severa e rigida, che tuteli le vittime e che infligga una pena ai colpevoli mettendoli in condizione di lavorare per rifarsi una vita onesta dopo il carcere. Le statistiche, però, dicono che il carcere produce una recidiva del 70%: il triplo di quella registrata tra chi sconta la pena in misura alternativa. Le statistiche dicono anche che la recidiva è più alta tra chi non svolge attività rieducativa in carcere e più bassa per chi si costruisce un'altra vita, lavorando in carcere. Persino negli Usa stanno abbandonando la politica della tolleranza zero e della costruzione di nuove carceri: le misure alternative costano meno e producono più sicurezza. Oggi gli Usa non sono più il nostro modello? Noi interpretiamo il nostro tempo nel nostro paese e i segnali che abbiamo ci impongono una determinata politica. Perchè il Governo non prevede un impegno finanziario altrettanto straordinario per l'efficienza della giustizia? Sulle carceri contiamo molto sull'intervento dei privati.Quanto alla giustizia, dopo questo primo anno di riforme legislative, ci sarà un forte impegno sull'organizzazione e sull'efficienza. Martedì, a Roma, si è svolta la Giornata nazionale della giustizia.Anm, Cgil, Confindustria, avvocati hanno denunciato la grave crisi di funzionalità della giustizia e propongono un confronto con il Governo. Accetterà? Sì, ma se il confronto avrà ad oggetto: "dateci più soldi", ci facciano sapere prima dove li prendiamo; e se avrà ad oggetto i presunti tagli, ci raccontino le magnifiche sorti della giustizia italiana prima dei tagli. Spero in proposte più originali. Giorni fa, a chi gli chiedeva di che cosa avesse assolutamente bisogno, il Procuratore Grasso ha risposto: della benzina per le auto dell'ufficio. Lo rassicuro. Le auto non resteranno ferme. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Crepe nella maggioranza sul rispetto dei diritti? No, stiamo attuando scelte decise a inizio legislatura» «Niente amnistie, puntiamo a costruire nuove carceri. Se ai Democratici va bene perdere ancora consensi...» «Nessuna forzatura». Il ministro Angelino Alfano difende la linea dura sulla giustizia CONTRASTO

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Pirelli Eco in Portogallo con i filtri antismog (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-05-07 - pag: 24 autore: Ambiente. Accordo per la sperimentazione sui mezzi dei servizi pubblici Pirelli Eco in Portogallo con i filtri antismog L'azienda punta ad ottenere l'omologazione anche dalla Cina MILANO Filtri antismog Pirelli per il Portogallo. è stato firmato ieri a Lisbona un accordo tra l'amministratore delegato di Pirelli Eco Technology, Bruno Tronchetti Provera, e il ministero dell'Ambiente e dei Trasporti portoghesi per la sperimentazione dei "retrofit", gli speciali filtri per gli automezzi diesel che abbattono le polveri sottili: «Si tratta del primo passo –spiega Tronchetti Provera – con l'obiettivo di arrivare nel giro di alcuni mesi all'omologazione del sistema in modo da poterlo poi commercializzare». Dopo essere sbarcato in vari Paesi Ue, il gruppo Pirelli scende quindi in campo anche per com-battere l'inquinamento a Lisbona e Oporto, forte di due brevetti. I filtri sviluppati da Pirelli Eco Technology sono in grado di abbattere il 90% delle emissioni di particolato e di oltre il 95% delle emissioni delle micropolveri dei motori diesel. L'accordo siglato ieri prevede l'installazione di sistemi filtranti Pirelli sui mezzi pesanti (autobus e camion)in dotazione all'azienda di trasporto pubblico locale. In effetti il tema della «qualità dell'aria – osserva l'amministratore delegato di Pirelli Eco Technology – riguarda ormai tutte le principali città del mondo, caratterizzate da un notevole traffico. Stiamo riscontrando, in Italia così come in Europa e in altri Paesi del mondo, una crescente attenzione da parte delle amministrazioni pubbliche verso provvedimenti e tecnologie in grado di ridurre le emissioni nocive. Siamo contenti che anche il Portogallo abbia deciso di sperimentare la nostra soluzione ». In tutto il mondo si segue la medesima strategia: il presidente americano Barack Obama ha stanziato 300 milioni di dollari per stimolare l'utilizzo dei retrofit. E anche la Regione Lombardia ha già deliberato dieci milioni di euro destinati a coprire il 50% della spesa per installare i nuovi sistemi sui camion. Nel frattempo uno schema analogo sta andando in porto in Cina. Nel senso che l'azienda italiana aveva già offerto la sperimentazione dei filtri antiparticolato durante le Olimpiadi e adesso è in dirittura d'arrivo l'omologazione: per finalizzare la pratica mancano solo alcuni timbri e bolli. Un passaggio che aprirà a Pirelli un mercato potenziale di 145mila pezzi nella sola Pechino. «Siamo già presenti in Cina –spiega Tronchetti Provera – con un ufficio di rappresentanza e un rivenditore. Adesso stiamo pensando a potenziarci con nuovi investimenti. I filtri base, prodotti in Romania, verranno assemblati con la marmitta e il sistema digitale di controllo del retrofit in Cina che diventerà la nostra base per l'intero Far-East». Nel 2001 Pirelli Eco Technology prevede ricavi per oltre 200 milioni di euro, con un ebit superiore al 20 per cento. In tre anni il fatturato da attività ecologiche dovrebbe salire dall'attuale 20 al 40%, grazie anche al contributo degli pneumatici. L'azienda è la società del gruppo milanese attiva nel settore delle tecnologie per il controllo delle emissioni inquinanti. Pirelli Eco Technology opera sui mercati europei attraverso due principali prodotti per la riduzione delle emissioni dei veicoli diesel: un combustibile a basso impatto ambientale (Gecamtm, il Gasolio Biancotm) e i sistemi filtranti antiparticolato (Feelpuretm). Si tratta di soluzioni sviluppate grazie alle sinergie tra i ricercatori di Pirelli Eco Technology e i Pirelli Labs, il centro di ricerca avanzata del gruppo. La società, inoltre, si avvale della collaborazione di enti di ricerca pubblici e privati internazionali e di alcuni tra i maggiori produttori di motori europei per la realizzazione di test sugli autoveicoli. F. V. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ecco l'hobbit: non pigmeo, ma nuova specie umana (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 07/05/2009 - pag: 31 Su «Nature» Ecco l'hobbit: non pigmeo, ma nuova specie umana MILANO Non poteva correre, ma era in grado di camminare eretto. Non una scimmia, quindi, ma un ominide. Che si è evoluto, però, «prima che la selezione per la corsa di resistenza entrasse in gioco nell'evoluzione della razza umana». Il mistero dello «hobbit indonesiano» potrebbe essere vicino alla sua soluzione: a 5 anni dal rinvenimento degli scheletri sull'isola di Flores (sotto, uno dei teschi), due ricerche pubblicate sulla rivista scientifica Nature hanno sostenuto la tesi per cui lo «hobbit» non sarebbe un moderno pigmeo, ma addirittura una nuova specie umana. Secondo il team che aveva ritrovato i resti nella grotta di Liang Bua, e che aveva coniato il nome di Homo floresiensis, si sarebbe trattato di una mutazione naturale («nanismo insulare») avvenuta su un gruppo di Homo erectus. Le nuove ricerche, invece, hanno analizzato il piede dello «hobbit», riscontrandovi al tempo stesso caratteristiche umane (pollice allineato con le altre dita, giunture capaci di «allungarsi» per sostenere tutto il peso del corpo) ed estremamente primitive (il piede è molto più lungo, in proporzione, del suo equivalente umano, ed è piatto, come nelle grandi scimmie, rendendo impossibile la corsa). Da qui l'ipotesi che l'Homo floresiensis non sia il prodotto di un'involuzione dell'Homo erectus, bensì un tipo di ominide dotato di cervello inusualmente piccolo, la cui linea evolutiva si sarebbe staccata in un momento precedente da quella che poi avrebbe originato l'Erectus e il Sapiens.

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Gelmini, investire sui giovani come fa Berlusconi (sezione: Cultura)

( da "Stampaweb, La" del 07-05-2009)

Argomenti: Cultura

ROMA «Serve un investimento vero nei giovani». Così il ministro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini, a margine di una tavola rotonda sulluniversità e la ricerca all’accademia nazionale dei lincei a Roma. Per il ministro non c’è una politica della ricerca e occorre «dare spazio ai molti talenti. Il presidente Berlusconi - ha sottolineato - ha voluto investire per esempio nella politica giovani sconosciuti come la sottoscritta. Mi piacerebbe, quindi, che anche all’interno del mondo della ricerca e dell’università ci fosse un vero ricambio generazionale. Abbiamo professori che vanno in pensione molto tardi e tantissimi ragazzi che non riescono a entrare nelle università. Quello che Berlusconi ha fatto in politica facciamolo nella università e nella ricerca». In particolare sulla mobilità dei docenti il ministro ha sottolineato: «Vogliamo che siano riconosciute le esperienze svolte all’estero. Spesso i professori italiani conseguono attestati importanti in università straniere ma tutto questo non è spendibile all’interno del nostro Paese. Ci vuole mobilità all’interno ma anche a livello internazionale». Nel Ddl vi è anche un punto che riguarda il ruolo dei rettori e il ministro Gelmini ha voluto ringraziare il presidente della Conferenza dei rettori che «si sta dimostrando veramente riformista e sta agevolando un confronto non facile con il mondo delluniversità». Secondo il ministro «ripensare alla governance delluniversità significa ripensare il ruolo del rettore. Penso si debba andare fino in fondo sull’autonomia. Oggi - ha continuato - si parla molto di autonomia all’interno dell’università ma l’autonomia è sganciata dalla responsabilità e dalla assunzione di scelte precise. Noi abbiamo invece bisogno di rettori che abbiano pieni poteri e che siano valutati in base ai risultati raggiunti». Il ministro ha poi concluso ribadendo la volontà del Governo di coinvolgere nello studio del Ddl tutti gli attori delluniversità, soprattutto gli studenti, perchè «da questa riforma deve emergere che luniversità serve soprattutto a loro».

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Morgan all'Università (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Cultura

IL CANTANTE SPIEGA LE ANALOGIE TRA IL COMPORRE E L'ARREDARE Morgan all'Università MARCO BOBBIO Dall'accademia di X-Factor al Politecnico di Torino. Marco Castoldi, in arte Morgan, dopo aver concluso la sua esperienza come insegnante di cantanti in erba nel reality show di Rai2 si cimenta in una lezione agli studenti del corso di «Museologia e allestimento» della facoltà di Architettura. L'appuntamento, realizzato assieme all'associazione culturale «Convergenze creative», è per venerdì 8 maggio, alle 12, nell'aula R3 di via Boggio 59. Morgan tiene un intervento dal titolo «Da Bach a Munari, citazione (ec)citazione» tratteggiando un percorso che va dal celebre compositore tedesco per arrivare a uno dei più importanti designer italiani del Novecento. L'idea è di mettere in parallelo e far emergere le analogie tra la composizione in note e i modi di allestire un ambiente: «Perché in entrambi i processi - spiega la docente, Valeria Minucciani - sono fondamentali movimento e interpretazione». Il corso in museologia parte infatti dalla considerazione che «parlare di architettura è sempre parlare d'altro» e ormai da alcuni anni affronta il concetto di opera d'arte attraverso un dialogo tra le diverse discipline. Così, negli scorsi anni, sono stati invitati a tenere lezioni Ezio Bosso, compositore contemporaneo e autore di colonne sonore, Igor Piovano e Kathryn Bradney, direttori della compagnia Bejart ballet di Losanna, e il cantautore Cristiano Godano, dei Marlene Kuntz. Morgan, 37 anni, oltre a essere uno dei più importanti cantautori italiani contemporanei prima con il gruppo «Bluevertigo» e poi come solista, rappresenta l'immagine dell'artista versatile e fuori dagli schemi: pronto a partecipare a programmi televisivi di grande successo, ma anche produttore discografico e autore di libri di poesie.

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Le storie della scienza incrociano i giovani (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Cervelli

CINQUE INCONTRI CON PROTAGONISTI AFFERMATI E RICERCATORI Le storie della scienza incrociano i giovani PIERO BIANUCCI Alla Fiera del Libro 2009 le strade della scienza s'incrociano nella piazza del Bookstock Village. Sul palco, a dialogare con migliaia di ragazzi, si alterneranno astronomi che scrutano i confini dell'universo, fisici che indagano l'infinitamente piccolo, astronauti impegnati nello sviluppo di aerei avveniristici, biologi che con le cellule staminali costruiscono organi di ricambio, scienziati e filosofi attratti dal fascino della creatività: cinque incontri che avranno come protagonisti scienziati affermati, ma sempre a confronto con giovani ricercatori, per ricordare a tutti che in Italia la fuga dei cervelli è un problema da risolvere subito, se vogliamo uscire dalla crisi. L'Onu ha proclamato il 2009 «Anno Internazionale dell'Astronomia» per celebrare il gesto con cui 400 anni fa Galileo puntò al cielo il suo telescopio. Il primo appuntamento, - «L'Io davanti allo spettacolo dell'Universo», 14 maggio - sarà con il presidente dell'Istituto nazionale di astrofisica Tommaso Maccacaro e con l'astronauta Umberto Guidoni. Primo europeo ospite della Space Station, Guidoni ha appena pubblicato da Laterza «Dallo Sputnik allo Shuttle». Dall'immenso all'ultramicroscopico il 15 maggio con «Il grande gioco della fisica tra particella di Dio e fine del mondo». I fisici Angelo Maggiora (Infn), Mauro Anselmino (Università di Torino) e Pietro Fré (addetto scientifico dell'Italia in Russia) porteranno le ultime notizie sulla ricerca nel mondo sub-nucleare e racconteranno l'avventura del nuovo gigantesco acceleratore di particelle LHC al Cern di Ginevra. A poche settimane dalle Olimpiadi dell'Aria ospitate a Torino, nell'incontro «L'Io mette le ali» del 16 maggio l'astronauta Maurizio Cheli presenterà il suo prototipo di aereo all'idrogeno e gli aerei senza pilota in via di sviluppo per usi civili, affiancato da Marco Galloni, direttore dell'Archivio scientifico dell'Università di Torino. «Biologia di domani: l'Io nel Dna» vedrà il 17 maggio un confronto sulla genomica e sulle cellule staminali con Aldo Fasolo (Università di Torino) e Laura Calzà (Università di Bologna). L'ultimo appuntamento, «Cose mai viste in arte, scienza e tecnologia», il 18 maggio indagherà su un tema trasversale: la creatività. Sarà un dialogo tra il filosofo Maurizio Ferraris, il Rettore dell'Università di Torino Ezio Pelizzetti e Vittorio Marchis, direttore del Museo Archivio del Politecnico. Nell'insieme, quasi un anticipo di Esof 2010, l'Euro Science Open Forum che Torino ospiterà a luglio del prossimo anno.

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I primi anni di vita del bambino Incontro con Bernard Golse (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Cultura

SABATO 9 MAGGIO I primi anni di vita del bambino Incontro con Bernard Golse Il noto pediatra e neuropsichiatra infantile Bernard Golse presenterà le sue ultime riflessioni nell'incontro dal titolo «Dal corpo al pensiero: i primi anni di vita» che si svolgerà sabato 9 maggio, presso l'Auditorium dell'Educatorio della Provvidenza, via Govone 16 a, dalle 9,30 alle 17,30. Tra gli argomenti trattati nel corso della giornata, le competenze del bambino alla nascita, la genesi del pensiero e dell'intersoggettività, il ruolo del corpo e del movimento nello sviluppo psichico. Bernard Golse è pediatra, neuropsichiatra infantile e psicanalista, responsabile del servizio di Npi dell'Ospedale Necker, Docente di psicologia dell'infanzia e dell'adolescenza presso l'università R. Descart, Paris V, autore del libro «Essere Bebé», Ed. Cortina. Info 011/741.28.40.

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giurisprudenza, esami comprati - irene de arcangelis (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina V - Napoli Giurisprudenza, esami comprati Sette perquisizioni, 40 studenti e tre impiegati indagati Controlli della Digos alla Federico II, trovate camicie con prove e firme falsificate IRENE DE ARCANGELIS IL RECORD a una giovane di trent´anni. Aspirante avvocato ma con numerosi anni di fuori corso alle spalle. E undici esami tutti falsi. Mai sostenuti. Comprati grazie a uscieri compiacenti in servizio alla facoltà di Giurisprudenza della Federico II. Un esame di Diritto commerciale: prezzo tra i duemila e i tremila euro ma con voto medio basso. Il trenta faceva lievitare la cifra. Così per Diritto civile e Procedura civile, Diritto penale ed Economia politica. Avvocati del futuro con i codici intonsi. Finché parte l´indagine, perché qualche studente secchione scopre l´inganno e denuncia tutto. La Digos del vice questore Antonio Sbordone si mette al lavoro nell´inchiesta seguita dal pm Giancarlo Novelli e ieri arriva il primo - e solo il primo - giro di boa. La polizia piomba in casa di sette persone: quattro studenti e tre impiegati della Federico II. Tutti indagati per corruzione e falso. Si tratta delle posizioni più pesanti, ma in realtà sotto inchiesta per ora sono almeno quaranta studenti ed alcuni laureati. Che rischiano la revoca del diploma così come gli studenti ancora iscritti avranno la revoca dei falsi esami sostenuti. è solo l´inizio. Si lavorerà su altri esami, si cercherà un eventuale coinvolgimento del corpo docente nel mercato degli esami. Ieri le sette perquisizioni hanno già dato le prime conferme. In pratica, in seguito alle denunce di alcuni studenti - e una volta chiesta e ottenuta la collaborazione dell´università all´indagine - la Digos ha studiato le camicie d´esame scoprendo che a quelle regolamentari ne veniva aggiunta una in bianco con gli esami fasulli e la firma falsificata del docente. In quattro casi i titolari di cattedra hanno disconosciuto quelle firme, in due casi i professori avevano a disposizione nell´agenda personale una sorta di archivio sugli studenti che avevano effettivamente sostenuto il loro esame. Da quegli elenchi mancano proprio gli indagati. E quegli studenti avevano tutti denunciato lo smarrimento del libretto. Così la perquisizione aveva per cominciare lo scopo di rintracciare i libretti smarriti (che però non sono stati trovati) ma anche tracce informatiche e telefoniche dei contatti tra gli impiegati amministrativi dell´università e gli studenti. Elementi che sono stati effettivamente trovati. Fino ad ora si parla di indagati per la falsificazione avvenuta tra il 2007 e il 2008. Ma l´indagine sta andando a ritroso e ora si lavora al 2006, mentre la polizia è certa che ci sia stato più di un falsificatore di firme all´interno della facoltà. Ma non è tutto. Se fino a questo momento i riscontri incrociati hanno puntato i fari dell´indagine su quattro materie d´esame, il caso della trentenne con undici esami fasulli conduce a un evitabile ampliamento dell´indagine. Mentre non è stato possibile ricostruire un esatto tariffario dell´esame comprato.

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bioingegnere, robotico, umanista. ricordo di un grande intellettuale - enrico pedemonte (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XV - Genova Bioingegnere, robotico, umanista. Ricordo di un grande intellettuale Ultima scommessa scientifica: la coscienza artificiale. Sulle prime la comunità scientifica lo snobbò. Ma oggi... Un anno fa la scomparsa dello scienziato, studioso appassionato e docente affascinante, che rifiutò una cattedra al Mit per Genova ENRICO PEDEMONTE (segue dalla prima di cronaca) Molti sono convinti che se l´Iit, l´Istituto italiano della tecnologia, è nato a Genova centrando la propria strategia attorno alla robotica umanoide, lo si deve in larga misura ai semi che Tagliasco gettò nel corso della sua vita in questo settore fino a trasformarlo in un punto di eccellenza internazionale. Tagliasco aveva una concezione nobile dell´università, che viveva come un luogo di libertà intellettuale e di servizio per la collettività. Aveva studiato al Mit di Boston alla fine degli anni Sessanta ma quando gli fu offerto un posto da professore rifiutò e scelse di tornare. Scherzando, era solito dire che aveva preferito l´accademia italiana perché qui non avrebbe rischiato di finire crudelmente la carriera in un´università di periferia, come talvolta accade negli Stati Uniti ai professori anziani non più al culmine della produttività scientifica. Era un gioco. Scelse Genova perché aveva una visione umanistica della cultura e pensava al suo ruolo di accademico in senso globale. Aveva un amore quasi religioso per la tecnologia, ma la viveva sempre nella sua dimensione di cambiamento della società e si sarebbe forse sentito oppresso nelle gabbie dorate delle università americane, eccellenti nel loro superspecialismo ma separate dal territorio. Al contrario, Vincenzo coltivava il suo rapporto con la realtà locale come fosse la sua famiglia. Era orgoglioso di essere nel consiglio di amministrazione dell´Istituto Chiossone, a cui forniva la sua consulenza nella visione artificiale per sviluppare la ricerca a favore dei non vedenti. Era uno studioso profondo della società ligure e negli anni Ottanta si mise a studiare demografia per capire le ragioni del calo delle nascite che nella regione raggiungeva livelli record. Quando fu nominato, su indicazione del sindaco Beppe Pericu, nel consiglio di indirizzo della Fondazione Carige, si presentò indossando una vecchia camicia trasandata, con il collo visibilmente consunto, quasi a voler esibire le proprie origini umili per rimarcare che, in quella sede frequentata dai bei nomi della città, lui era comunque il rappresentante dei più deboli. Quando scrisse il suo "Dizionario degli esseri umani fantastici e artificiali" (che divenne un successo degli Oscar Mondadori) propose una geniale catalogazione che collegava le marionette del Settecento ai computer biologici del futuro (passando per i bambini nati da fecondazione artificiale). E in quell´occasione creò un ponte tra la tecnologia di cui era esperto, la fantascienza di cui era appassionato e la creazione di un´umanità che lentamente si robotizza senza saperlo. Negli ultimi anni aveva deciso di aprire un altro fronte, quello della coscienza artificiale, elaborando una teoria innovativa sulla mente e sul cervello. All´inizio fu snobbato dalla comunità scientifica, attaccato dai filosofi, isolato dai bioingegneri. Adesso le riviste del settore parlano delle sue ipotesi e la rivista Sistemi Intelligenti ha pubblicato un numero monografico su questo tema con due suoi interventi. Non si può non ricordare che Tagliasco era soprattutto un educatore che in aula polarizzava l´attenzione degli studenti e considerava la trasmissione del sapere come il punto più alto della sua missione. E siccome era un istrione in grado di avvincere qualunque platea, la facoltà gli chiedeva, ogni anno, di andare in giro per i licei a convincere i giovani a iscriversi a Ingegneria, quasi a voler colorare la professione dell´ingegnere, spesso considerata grigia e pedante, dei mille colori della personalità del professor Tagliasco. Il suo ufficio sembrava la stanza dell´inventore, un gran bazar di manufatti di ogni tipo. Accanto a migliaia di libri e pile di documenti spuntavano computer di tutte le generazioni, vecchie valvole, pompe di bicicletta, rotoli di nastro adesivo. Il suo tavolo era ingombro di mille strumenti per riparare qualunque cosa, dalla sua vespa a un paio di scarpe rotte. C´erano vecchie colle, martelli, cacciaviti, nastri adesivi, fili elettrici che convivevano in un´allegra confusione con brogliacci di appunti presi con la sua calligrafia precisa e vecchi ritagli di giornale. Le sue mani, in grado di produrre saggi raffinati, articoli di ricerca e poesie, erano callose e ricordavano il vecchio atleta di lotta greco romana che era stato da giovane. Per chi lo conosceva, la sua intelligenza era come una droga di cui era difficile fare a meno. Poi, un anno fa, ha deciso di andarsene, nonostante la stima e l´amore da cui era circondato. Nonostante la sua famiglia meravigliosa. Con una scelta incomprensibile e misteriosa. Ma come diceva Ludwig Wittgenstein, "di ciò di cui non si può parlare, è meglio tacere".

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edilizia, l'università ha perso decine di milioni - laura montanari (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina IX - Firenze Edilizia, l´università ha perso decine di milioni Il prorettore: "Il programma è stato realizzato solo al 50 per cento" Le occasioni sfumate vanno dalla caserma Vannini alla biblioteca umanistica di piazza Brunelleschi LAURA MONTANARI La lentezza costa, e costa cara alle casse dell´università. «Il programma edilizio dell´ateneo che doveva concludersi nel 2010 è stato realizzato soltanto al 50 per cento. Era un investimento da 400 miliardi di vecchie lire, oggi circa 200 milioni di euro». Invece è dimezzato. Basterebbe fermarsi a queste parole del professor Romano Del Nord, docente di Architettura, per otto anni prorettore all´edilizia per capire che qualcosa non ha funzionato. Cosa il prorettore lo ha scritto in un libro bianco dal titolo: «La politica edilizia dell´ateneo fiorentino. Criticità operative e risvolti sociali», Pontecorboli editore. «Non voglio puntare l´indice contro nessuno, ma l´università ha perso qualche decina di milioni di euro e si è anche vista bloccare mutui». E questo è accaduto perché, spiega il prorettore, nel realizzare i vari progetti con l´amministrazione di turno (Comune, Provincia, Regione, demanio etc...) ci sono state lungaggini, ripensamenti, pratiche che galleggiavano da un ufficio all´altro anche se avevano avuto l´approvazione politica o che venivano seppellite per mesi e riemergevano magari nei momenti sbagliati quando l´ateneo già non poteva più spendere come prima per questioni di bilancio. La galleria delle occasioni perdute è lunga: che ne è della caserma Vannini che doveva diventare il luogo di ritrovo per 35 università americane e centri di eccellenza presenti in città a cominciare dal Sum? «Il demanio ha sospeso tutto per la questione dell´inchiesta di Castello» dice Del Nord. E della biblioteca umanistica di Brunelleschi primo passo nel ridisegnare la piazza con un parcheggio sotterraneo che poteva servire al teatro della Pergola e anche a Santa Maria Nuova? «Era un´operazione da 50 milioni di euro, è diventata un sogno interrotto perché tutto si è arenato nella non decisione sul parcheggio sotterraneo». Le procedure lumaca hanno arenato il trasferimento di Ingegneria da Santa Marta (non è cambiata la destinazione d´uso dell´edificio da vendere) al polo di Sesto, le incertezze delle amministrazioni sui valori degli immobili il trasferimento di Agraria dalle Cascine a Sesto. Su Sesto poi va detto che se verrà privilegiata la pista dell´aeroporto parallela all´autostrada l´ateneo non potrà costruire le «vasche di laminazione» indispensabili per pensare nel polo l´insediamento di altre facoltà. «Anche via Laura è un´occasione perduta per ridisegnare unitariamente un pezzo di centro storico mentre i musei scientifici che potevano andare in una caserma di Costa San Giorgio - prosegue il prorettore - si trovano ancora dispersi nella città e dal demanio non ci è mai arrivato un sì». Malgrado gli ostacoli diversi progetti sono in porto come il polo di via Laura che entrerà in funzione a settembre. Prof, l´università che responsabilità si prende? «Solo di aver messo troppo poco personale per portare a termine un piano edilizio davvero importante».

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emiliano: "società mista per salvare il kursaal" (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina III - Bari La proposta Il sindaco pensa a un intervento del Comune o della Fondazione Emiliano: "Società mista per salvare il Kursaal" «Potrebbe intervenire il Comune o la fondazione Petruzzelli per evitare che il Kursaal muoia»: così il sindaco all´indomani della decisione del giudice secondo cui l´11 va demolita la scala antincendio, all´indice dopo una lite condominiale. Emiliano avverte: «Bisogna muoversi con il sostegno del ministero dei Beni culturali». L´idea? Creare una società mista pubblico-privato. LELLO PARISE A PAGINA II

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il nuovo ruolo della famiglia agnelli - (segue dalla prima pagina) (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 08-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 9 - Economia IL NUOVO RUOLO DELLA FAMIGLIA AGNELLI (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) è il riflesso in economia della vecchia legge di Darwin: non sopravvive chi magari appare il più forte, ma colui che sa meglio adeguarsi ai mutamenti dell´ambiente. Che il «pullover-man», come lo chiamano gli americani, sia stato il più pronto nella reazione alla crisi è un fatto. L´iniziativa su Chrysler ha colto di sorpresa il mercato e ha sparigliato il gioco nel risiko mondiale dell´auto. Finora la Fiat ci aveva abituato a una metabolizzazione lenta delle crisi, sovente affidata solo a diretti o indiretti aiuti di Stato. Non così stavolta, con Marchionne. Pronto è stato pure lo scatto degli eredi Agnelli, che hanno dato al loro manager pieno appoggio. Un sostegno che - se l´operazione avrà successo - comporterà un prezzo non trascurabile. Nel gigante da sei milioni di auto all´anno cui punta Marchionne, quel 30% con cui la famiglia torinese è abituata a fare il bello e il cattivo tempo in Fiat subirà una diluizione molto forte. Dal ruolo di «padroni» si dovrà passare a quello di comprimari, forse neppure di rango maggiore. I passi per raggiungere l´obiettivo sono però ancora tanti. Il capitolo Gm risulta quanto mai aperto per le forti resistenze tedesche sul destino degli stabilimenti Opel. I terreni della sfida sono molti. Il principale riguarda la struttura azionaria. Il capitale della nuova società dovrebbe essere ripartito fra azionisti pubblici (i governi), banche creditrici, lavoratori e azionisti privati quali Fiat e Gm. Negli Usa analogo modello, applicato al caso Chrysler, è già motivo di scandalo. Parte della business community si è scagliata contro il sostegno di Obama a una soluzione considerata addirittura in odore di socialismo. In realtà, si sa che le scelte di Marchionne e l´appoggio della Casa Bianca sono il frutto di un approccio pragmatico ai guai che si sono accumulati su Detroit. Gli operai di Chrysler diventano comproprietari non per conversione al socialismo, ma perché soltanto la trasformazione in azioni dei loro crediti verso l´azienda rende oggi possibile un futuro per la medesima. Oggi negli Usa la novità ha ricevuto un´approvazione a larghissima maggioranza dai lavoratori di Chrysler. Viceversa, proprio in Germania - dove il regime di «mitbestimmung» è storia consolidata del modello renano - i poteri offerti dalla cogestione possono essere declinati, come nel caso Opel, in una logica di pura difesa dell´esistente contro ogni novità. Ciò che negli Usa ha aiutato la soluzione, in Germania si sta rivelando il problema. Resta che le aziende coinvolte agonizzano, né si può contare su capitali privati freschi. Dunque, Marchionne sta facendo di necessità virtù: non si vede alternativa a questo originale modello di kombinat azionario pubblico-privato - industrial-sindacale. Il banco di prova sarà perciò la gestione di un così variopinto spettro di interessi non coincidenti. Che fare, per esempio, della miriade di stabilimenti distribuiti in paesi con regole salariali e normative tanto diverse? Sindacati tedeschi e italiani sono già sul piede di guerra: gli uni contro gli altri. In forme nuove potrebbero così riapparire vecchi problemi. Un buon piano aziendale potrà evitare la cannibalizzazione fra modelli Fiat e Opel, ma la competizione potrebbe riesplodere sulla scelta della fabbrica cui affidare la specifica produzione. Il capitalismo classico, cacciato dalla porta in nome della cogestione, potrebbe prendersi la sua vendetta mettendo i sindacati in competizione fra loro su chi offrirà di lavorare a minor costo. La storia dei conflitti fra capitale e lavoro conosce armistizi, non paci durature.

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Camici bianchi e cavalli da corsa La carriera di Arianna (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 08-05-2009)

Argomenti: Cervelli

Corriere della Sera sezione: Lavoro data: 08/05/2009 - pag: 43 Il lavoro che cambia di Massimo Sideri Camici bianchi e cavalli da corsa La carriera di Arianna Poteva essere un caso ormai classico di fuga di cervelli. «So che all'estero avrei molte più possibilità di carriera grazie al mio lavoro sulle cellule staminali e le terapie rigenerative per i cavalli». Ma Arianna Barbara Lovati (foto), nata a Milano nel '76 e veterinaria dal 2002, ha deciso di restare. Nonostante tutto. «Ho sempre voluto fare il veterinario per i cavalli sportivi, fin da quando avevo pochi anni», racconta. Cavalli da corsa, per la precisione. Una passione come sanno proprietari che spendono cifre folli rovinandosi e appassionati che sperano nel tris vincente. Ma questo non è un vecchio film come 'Febbre da cavalli'. «Appena mi sono laureata ho iniziato a seguire dei colleghi già affermati». Passaggio necessario. «In questa disciplina si esce dall'università tremando all'idea di dover fare la prima endovenosa. L'abilità la conquisti sul campo e le spese sono a carico di chi deve fare esperienza», continua. Senza contare il maschilismo di questo mondo particolare. «Ero neolaureata, italiana e donna: un disastro. Già nell'ambiente veterinario c'è un maschilismo molto violento. Nei cavalli da corsa è ancora peggio, non sei dottoressa ma la signorina». È così che Arianna ha deciso di seguire più strade insieme. «Con una borsa di studio della Fondazione Banca del Monte di Lombardia sono stata per alcuni mesi in una clinica privata in Germania e a Cambridge». Esperienza unica. Dopo una settimana, racconta, le hanno permesso di operare con il bisturi. «In Italia sarebbe impossibile: devi lottare per ogni incisione». Resistenze di un mondo chiuso che chiuso vuole rimanere. Così Arianna si concentra sempre di più su percorsi innovativi. «Alla fine del 2004 avevo già iniziato nuovi studi sull'utilizzo di cellule staminali per la rigenerazione». Lascia la libera professione e si butta nella ricerca. Arrivano altri assegni. Prima a Genova, poi a Napoli presso il Cnr. Fino all'esperienza alla Cornell University negli Usa. Ora ha un dottorato di ricerca all'università di Milano. E i suoi sogni? «La libera professione non ti permette di vivere: anche perché sotto il cappello delle terapie staminali alcuni colleghi mettono di tutto e i proprietari, chiaramente, non sono in grado di capire le differenze qualitative». E così è «pronta a vivere una nuova sfida». Arianna adesso sta considerando la strada della ricerca pre-clinica in campo umano. Racconta la tua storia a illavorochecambia@corriere.it

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"La volatilità dei mercati finanziari. Come prevederla e come gestirne il rischio". (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 09-05-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Economia data: 09/05/2009 - pag: 31 "La volatilità dei mercati finanziari. Come prevederla e come gestirne il rischio". Convegno organizzato da Unipol Gruppo Finanziario e Alma Mater Studiorum - Università di Bologna con la partecipazione di: ROBERT ENGLE Premio Nobel per l'Economia 2003. Intervengono: Pierluigi Stefanini - Presidente Unipol Gruppo Finanziario Gianluca Fiorentini - Preside della Facoltà di Economia Università di Bologna Ferruccio De Bortoli - Direttore de Il Corriere della Sera Renzo Costi - Docente di Diritto Commerciale Università di Bologna Carlo Salvatori - Amministratore Delegato Unipol Gruppo Finanziario Stefano Zamagni - Docente di Economia Politica Università di Bologna Università di Bologna - Aula Magna A Via Belmeloro, 14 14 maggio 2009 ore 17.30 Per confermare la partecipazione è necessario telefonare al numero 02/25514550 o inviare mail a segreteria@mover.it

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saraceno va in pensione: "ma riparto da berlino" - vera schiavazzi (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 09-05-2009)

Argomenti: Cultura , Cervelli

Pagina XVII - Torino Saraceno va in pensione: "Ma riparto da Berlino" Sono stata consulente del ministro Turco, però oggi mi sento lontana dalla politica Mi piace la cucina, so persino fare il pane. E per mio nipote sono "la nonna con la cartella" Il 26 maggio la docente "specialista" di temi femminili terrà l´ultima lezione prima della sua più grande ricerca VERA SCHIAVAZZI Il titolo della sua lezione d´addio racconta benissimo chi è, di che cosa si occupa e come la pensa Chiara Saraceno: "Bisogni e responsabilità di cura. Non solo una questione di genere". Perché Saraceno, che il prossimo 26 maggio (alle 17 nell´aula magna del Rettorato) verrà ringraziata e salutata dal Rettore Ezio Pelizzetti, è stata tra i primi, forse la prima studiosa italiana, a raccontarci come e perché cambiare pannolini, fare la spesa, attaccare la lavatrice o accudire un malato non siano semplicemente una questione di gentilezza o di fairplay familiare, ma la questione che ancora limita l´ingresso delle donne nel lavoro e le loro carriere e che impedisce alla società italiana di crescere in modo più efficiente e più giusto. Non ci sono solo storie di pentole e ferri da stiro, naturalmente e per importanti che essi siano, negli studi della sociologa, milanese d´origine e torinese di adozione (è entrata come docente ordinario all´Università di Torino nel 1990). E, difatti, il suo pensionamento non coincide col ritiro a vita privata ma, al contrario, con un nuovo inizio professionale: a Berlino, dove è professore di ricerca al Wissenschaftszentrum fÜr Sozialforschung, Saraceno conduce una delle più vaste ricerche mai realizzate in Europa sui mutamenti generazionali e demografici che stanno cambiando, e spesso mettendo in crisi, i vecchi sistemi di welfare, le strutture sociali e familiari. A 66 anni, magra, occhialuta e poco incline alla mondanità, la sociologa più famosa d´Italia ha consolidato una fama di antipatica di successo. Lei ammette: «Probabilmente non sono una persona facile, non lo sono stata né come madre né come moglie, e neppure come docente. Ma poiché non sono i maestri a scegliersi gli allievi, ma il contrario, mi ha commosso moltissimo, lo scorso Natale, la decisione di un gruppo di persone di età diverse che si sono autodefinite mie "allieve" di organizzare per me una festa al ristorante con tanto di libro dei ricordi zeppo di foto e parole celebri…». Per il suo per ora unico nipotino di cinque anni, figlio di una delle due gemelle avute col marito, il politologo Gian Enrico Rusconi, lei è «la nonna con la cartella», allusione alla borsa stracolma di carte con la quale si è sempre presentata a prenderlo all´asilo. Prima però, e accanto a una carriera accademica che l´ha portata tra l´altro a dirigere il Cirsde (il centro interdisciplinare che si occupa di studi e ricerche sulle donne) e a produrre decine di libri, è stata presidente della commissione di indagine voluta dall´allora ministro Livia Turco sull´esclusione sociale. «Avevo già fatto parte di una prima commissione sulla povertà voluta dal governo Craxi, e all´improvviso mi ero accorta che in quella sede, dove tutti avevano partiti e protettori, io ero stata chiamata a rappresentare il femminismo - racconta - Così, ho cominciato a studiare quei temi quasi per caso, diventandone un´esperta: è stato sempre in questo modo, del resto, che nella mia vita sono iniziate le cose più importanti, dall´incontro con mio marito nei primi movimenti studenteschi alla chiamata a Trento di Francesco Alberoni fino a quella come consulente del ministero di Livia Turco. Né l´uno né l´altra erano miei amici in senso stretto». Vicina alla sinistra e un tempo all´ex Pci, Saraceno non ha mai avuto tessere di partito e, dopo la stagione torinese che portò Valentino Castellani sulla poltrona di sindaco grazie anche all´impegno della "società civile", si sente piuttosto lontana dalla politica di oggi. «Il mio trasferimento a Berlino - scherza - è la fuga di un cervello alquanto maturo… Sono felice di questo incarico perché mi ha consentito un distacco netto, se fossi rimasta a Torino mi sarei sentita una pensionata "interiore" anche continuando a lavorare. All´Università ho cercato di dare tutto ciò che potevo, ma a un certo punto è giusto lasciare andare le cose per consentire così che altri crescano e dicano la loro». Giura, nonostante la magrezza, di amare il cibo e la buona cucina: «So fare perfino il pane. Ma la mia prima ribellione femminista è stata rifiutarmi di imparare a cucire, e ora un po´ mi dispiace. Eravamo sei fratelli, figli di un dirigente d´industria che si era fatto da sé, mentre mia madre, pur molto colta, non aveva potuto laurearsi. Erano conservatori, ma non ci fu mai dubbio che tutti avremmo studiato, perché era la cosa più bella che una persona potesse fare. Di questo conservo un´enorme gratitudine. E spero, in altro modo, di aver trasmesso alle mie figlie la stessa, inesauribile curiosità».

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Università, crisi d'impresa e concordati (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 09-05-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Tempo Libero data: 09/05/2009 - pag: 15 Dibattito e libro Università, crisi d'impresa e concordati È stato presentato ieri nella Sala Vivaldi dell'Aldrovandi Palace il volume «Concordato Preventivo, Concordato Fallimentare e Accordi di Ristrutturazione dei Debiti», curato da Massimo Ferro, Aldo Ruggiero e Alfonso Di Carlo (Giappichelli Editore). Sul tavolo dei relatori: Luigi Mandolesi, vice presidente dell'Ordine dei Commercialisti di Roma, Vincenzo Proto, presidente della I Sezione civile della Corte di Cassazione, Giuseppe Santoni, Prorettore dell'università di Tor Vergata e Giovanni Lo Cascio, procuratore generale onorario della Cassazione. Il volume costituisce una tappa del progetto di ricerca e studio avviato da Tor Vergata, Consorzio Uniprof e Osservatorio sulle crisi di impresa: si tratta della prima ricerca statistico-giudiziaria sulle procedure concorsuali, riformate tra 2005 e 2008. Un lavoro articolato e approfondito che ha coinvolto tutte le figure professionali imperniate sul tema: la raccolta dei dati è stata coordinata da esperti magistrati e docenti di Economia aziendale. (S. D. S.) Dibattito Giuseppe Santoni, prorettore dell'università di Tor Vergata, ha partecipato al dibattito di ieri

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"Non può limitarsi a invocare la pace Deluderà la gente" (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

"Non può limitarsi a invocare la pace Deluderà la gente" Se parlerà solo di pace senza affrontare il nodo politico che strangola il Medio Oriente, il Papa avrà perso una grande occasione». Tariq Ramadan schizza da un areoporto all'altro, Londra, Lisbona, Parigi. Il 16 maggio sarà al Salone del Libro di Torino per presentare il suo ultimo saggio, La riforma radicale (Rizzoli). Attraverso il Blackberry ha seguito le parole di riconciliazione pronunciate da Benedetto XVI nella moschea di Amman: ora comincia la parte più difficile del viaggio pontificio. «La gente aspetta di sentire qualcosa di politico sul conflitto israelo-palestinese» osserva il filosofo. Docente di studi islamici alle università di Friburgo e Ginevra, ricercatore a Oxford, uno dei 100 maggiori intellettuali viventi secondo la rivista Time e certamente tra i più discussi, Ramadan è noto soprattutto come nipote di Hasan al-Banna, il fondatore dei Fratelli musulmani, il movimento islamico radicale egiziano. Il Pontefice si è presentato in Medio Oriente come «pellegrino di pace». Perché crede che non sia sufficiente? «Accetto il messaggio di riconciliazione, quello che sostiene ufficialmente il viaggio. Il Papa deve spiegare agli ebrei che non c'è antisemitismo nel mondo cristiano e ai musulmani si è già rivolto con profondo rispetto. Ma non può trattarsi solo di questo. Dopo l'offensiva israeliana a Gaza, l'affermazione elettorale della destra di Netanyahu e Liberman, il blocco sistematico delle città palestinesi, tutti si aspettano che dica qualcosa in più, un discorso politico. Auspicare la pace non basta. Ormai il conflitto israelo-palestinese appare qual è, una guerra politica e non religiosa. Dal capo della Chiesa cattolica mi aspetto un richiamo alla morale, all'etica, alla responsabilità dei leader israeliani e al rispetto dei palestinesi. Non so se lo farà. Ma se tacesse sarebbe molto grave perché il suo silenzio verrebbe interpretato come un appoggio alla politica israeliana». Nonostante i primi passi di Papa Ratzinger in Giordania appaiano una riparazione rispetto al famoso discorso di Ratisbona, quello che infiammò la piazza musulmana, diversi gruppi radicali islamici non sono ancora soddisfatti. Cos'altro dovrebbe fare? «Negare l'evidenza è sciocco e infantile. Il Papa ha fatto retromarcia dal discorso di Ratisbona immediatamente dopo averlo pronunciato. E negli ultimi tre anni l'ha ripetuto continuamente, è andato in Turchia, ha ospitato giornate di dialogo interreligioso a Roma a cui anche io ho partecipato, l'ho sentito ribadire mille volte l'apertura verso le altre fedi in generale e l'Islam in particolare». Eppure il Medio Oriente sembra rimpiangere il suo predecessore. «Giovanni Paolo II aveva un approccio e un impegno diverso. Prendete le parole di Benedetto XVI in Giordania: dialogo, reciprocità, diritti delle minoranze, eguaglianza. Il nuovo Papa non si muove esattamente sulla traccia del predecessore che parlava invece di etica, compassione, valori comuni. Ratzinger è un teologo saldo sulle sue posizioni, si preoccupa del futuro del cattolicesimo in Europa minacciato dal laicismo e dalla crescita dell'Islam. Difende i valori cristiani tornando ai fondamentali e insiste sulla reciprocità non sul fare le cose insieme». La situazione dei cristiani nei Paesi musulmani non è esattamente invidiabile: a Betlemme, dove all'inizio del 900 erano la quasi totalità della popolazione sono ridotti al 12%. Non crede che il Vaticano abbia qualche motivo di preoccupazione? «Non dobbiamo demonizzare né ideologizzare. Nessuno nega la discriminazione dei cristiani in alcuni Paesi islamici, ma in altri, specialmente nel nord Africa, la situazione è migliorata negli ultimi tempi. Ne scrivo da anni. Ma come musulmano occidentale ho una posizione critica e costruttiva: la difficoltà delle minoranze in alcune regioni non può diventare la scusa per prendersela con noi, minoranza in Europa. Quasi che per compensare i guai delle chiese in Arabia Saudita si debbano chiudere le moschee a Roma. Per quanto riguarda i cristiani palestinesi poi, hanno moltissimi problemi anche con lo Stato ebraico, dove la discriminazione delle altre fedi è la regola». Vede un ruolo per il Papa nel processo di pace israelo-palestinese? «Si. Ma, a causa delle polemiche sulla sua gioventù sotto la Germania nazista, deve prima chiarire la posizione della Chiesa verso gli ebrei. Non si tratta solo di scusarsi ma di concedere un'apertura. Questo gli permetterà di assumere il ruolo politico per chiedere a Israele responsabilità morale e ai leader mondiali l'impegno per la realizzazione di due Stati. Il viaggio di questi giorni può andare nella giusta direzione ma anche in quella opposta. Se Benedetto XVI parlarà solo di pace la gente resterà delusa: deve assolutamente dire qualcosa sulla situazione politica». www.lastampa.it/paci

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Se parlerà solo di pace senza affrontare il nodo politico che strangola il Medio Oriente, il Pa... (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

Se parlerà solo di pace senza affrontare il nodo politico che strangola il Medio Oriente, il Papa avrà perso una grande occasione». Tariq Ramadan schizza da un areoporto all'altro, Londra, Lisbona, Parigi. Il 16 maggio sarà al Salone del Libro di Torino per presentare il suo ultimo saggio, La riforma radicale (Rizzoli). Attraverso il Blackberry ha seguito le parole di riconciliazione pronunciate da Benedetto XVI nella moschea di Amman: ora comincia la parte più difficile del viaggio pontificio. «La gente aspetta di sentire qualcosa di politico sul conflitto israelo-palestinese» osserva il filosofo. Docente di studi islamici alle università di Friburgo e Ginevra, ricercatore a Oxford, uno dei 100 maggiori intellettuali viventi secondo la rivista Time e certamente tra i più discussi, Ramadan è noto soprattutto come nipote di Hasan al-Banna, il fondatore dei Fratelli musulmani, il movimento islamico radicale egiziano. Il Pontefice si è presentato in Medio Oriente come «pellegrino di pace». Perché crede che non sia sufficiente? «Accetto il messaggio di riconciliazione, quello che sostiene ufficialmente il viaggio. Il Papa deve spiegare agli ebrei che non c'è antisemitismo nel mondo cristiano e ai musulmani si è già rivolto con profondo rispetto. Ma non può trattarsi solo di questo. Dopo l'offensiva israeliana a Gaza, l'affermazione elettorale della destra di Netanyahu e Liberman, il blocco sistematico delle città palestinesi, tutti si aspettano che dica qualcosa in più, un discorso politico. Auspicare la pace non basta. Ormai il conflitto israelo-palestinese appare qual è, una guerra politica e non religiosa. Dal capo della Chiesa cattolica mi aspetto un richiamo alla morale, all'etica, alla responsabilità dei leader israeliani e al rispetto dei palestinesi. Non so se lo farà. Ma se tacesse sarebbe molto grave perché il suo silenzio verrebbe interpretato come un appoggio alla politica israeliana». Nonostante i primi passi di Papa Ratzinger in Giordania appaiano una riparazione rispetto al famoso discorso di Ratisbona, quello che infiammò la piazza musulmana, diversi gruppi radicali islamici non sono ancora soddisfatti. Cos'altro dovrebbe fare? «Negare l'evidenza è sciocco e infantile. Il Papa ha fatto retromarcia dal discorso di Ratisbona immediatamente dopo averlo pronunciato. E negli ultimi tre anni l'ha ripetuto continuamente, è andato in Turchia, ha ospitato giornate di dialogo interreligioso a Roma a cui anche io ho partecipato, l'ho sentito ribadire mille volte l'apertura verso le altre fedi in generale e l'Islam in particolare». Eppure il Medio Oriente sembra rimpiangere il suo predecessore. «Giovanni Paolo II aveva un approccio e un impegno diverso. Prendete le parole di Benedetto XVI in Giordania: dialogo, reciprocità, diritti delle minoranze, eguaglianza. Il nuovo Papa non si muove esattamente sulla traccia del predecessore che parlava invece di etica, compassione, valori comuni. Ratzinger è un teologo saldo sulle sue posizioni, si preoccupa del futuro del cattolicesimo in Europa minacciato dal laicismo e dalla crescita dell'Islam. Difende i valori cristiani tornando ai fondamentali e insiste sulla reciprocità non sul fare le cose insieme». La situazione dei cristiani nei Paesi musulmani non è esattamente invidiabile: a Betlemme, dove all'inizio del 900 erano la quasi totalità della popolazione sono ridotti al 12%. Non crede che il Vaticano abbia qualche motivo di preoccupazione? «Non dobbiamo demonizzare né ideologizzare. Nessuno nega la discriminazione dei cristiani in alcuni Paesi islamici, ma in altri, specialmente nel nord Africa, la situazione è migliorata negli ultimi tempi. Ne scrivo da anni. Ma come musulmano occidentale ho una posizione critica e costruttiva: la difficoltà delle minoranze in alcune regioni non può diventare la scusa per prendersela con noi, minoranza in Europa. Quasi che per compensare i guai delle chiese in Arabia Saudita si debbano chiudere le moschee a Roma. Per quanto riguarda i cristiani palestinesi poi, hanno moltissimi problemi anche con lo Stato ebraico, dove la discriminazione delle altre fedi è la regola». Vede un ruolo per il Papa nel processo di pace israelo-palestinese? «Si. Ma, a causa delle polemiche sulla sua gioventù sotto la Germania nazista, deve prima chiarire la posizione della Chiesa verso gli ebrei. Non si tratta solo di scusarsi ma di concedere un'apertura. Questo gli permetterà di assumere il ruolo politico per chiedere a Israele responsabilità morale e ai leader mondiali l'impegno per la realizzazione di due Stati. Il viaggio di questi giorni può andare nella giusta direzione ma anche in quella opposta. Se Benedetto XVI parlarà solo di pace la gente resterà delusa: deve assolutamente dire qualcosa sulla situazione politica». www.lastampa.it/paci

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Si rievoca la figura del filosofo Trinchero (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

Conferenza. Si rievoca la figura del filosofo Trinchero Domani alle 18 in Biblioteca Astense con colleghi e amici In ricordo di Mario Trinchero. Domani alle 18, alla biblioteca Astense, il filosofo astigiano scomparso lo scorso novembre sarà ricordato dai colleghi: la professoressa Silvana Borutti dell'Università di Pavia e il professor Marconi dell'università di Torino. Nato ad Asti il 3 febbraio del 1934, Trinchero si era diplomato al liceo classico «Vittorio Alfieri». Si iscrisse poi all'Università di Torino diventando un allievo di Nicola Abbagnano. Laureatosi a pieni voti e con lode, insegnò sino al 1961 al liceo classico prima di intraprendere la carriera universitaria. E' stato docente ordinario alla facoltà di Lettere e, successivamente, alla facoltà di Scienze della Formazione. E' stato autore di diversi testi sui più grandi filosofi del Novecento, pubblicati da Einaudi. Tra i suoi lavori più conosciuti, la traduzione di opere di Ludwig Wittgenstein («Osservazioni sopra i fondamenti della matematica»; «Grammatica Filosofica» e «Della certezza») e di Karl R. Popper («Logica della scoperta»). Ha curato anche alcune voci del dizionario enciclopedico della Utet. Negli ultimi anni ha vissuto Torino. «Era un uomo molto cordiale. Conosceva tante cose - racconta l'avvocato Francesco Benzi, amico d'infanzia di Trinchero - Era un vero erudito e un amante della sua città. Non mancava mai di chiederne notizie: definiva Asti la più bella città del mondo».

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La corte di Elisabetta I rivive con l'Alberghiero (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

VARALLO. BANCHETTO STORICO La corte di Elisabetta I rivive con l'Alberghiero Giovedì e venerdì Varallo si proietterà alla corte di Elisabetta I di Inghilterra. Per due serate l'istituto alberghiero «Pastore» proporrà per circa 200 persone (le prenotazioni si sono esaurite nell'arco di pochissimi giorni) un banchetto storico che ogni anno cambia ambientazione. E quest'anno i locali della scuola varallese si trasformeranno per riportare i presenti nell'epoca elisabettiana. Nulla sarà lasciato al caso. Sia giovedì sia venerdì il programma sarà lo stesso. In entrambi i casi alle 18,30 si potrà assistere (e in questo caso le porte si apriranno a tutti gli interessati, anche chi non si è prenotato alla cena) a una relazione e a un dibattito, nella sala conferenze dell'istituto, proprio sul tema della corte di Elisabetta I d'Inghilterra. A illustrare l'argomento sarà Mariangela Mosca, prof. associato di letteratura inglese nella facoltà di Lingue e letterature straniere dell'Università di Torino. Alle 19,30, nel salone d'onore, ci sarà un'esposizione storica con musica inglese del Cinquecento. Alle 20 nel «salone elisabettiano» (allestito con tavoli rettangolari come si usava a quei tempi in cui i tavoli rotondi erano considerati troppo democratici) si svolgerà il banchetto storico. Il menu, proposto dopo studi svolti durante l'anno scolastico, sarà a base di carne, verdure, salmone, pudding alla viola. Molte pietanze saranno servite con birra a cui seguiranno una serie di vini. Docenti e allievi riceveranno gli ospiti in rigorosi abiti ispirati alla corte di Elisabetta I.

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conservatorio italia precari per passione - giuseppe videtti (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Cervelli

Pagina 36 - Spettacoli Conservatorio Italia precari per passione Nati per accogliere orfani e trovatelli, divenuti fucine di talenti e simbolo dell´eccellenza del nostro Paese, le scuole dove si insegna l´arte più difficile sono in crisi. Tagli in Finanziaria e mancanza di investimenti rischiano di disperdere un patrimonio unico. Viaggio tra i ragazzi che sognano di vivere del loro studio senza essere costretti a emigrare I panini più richiesti in caffetteria: il Mozart con cotoletta, il Wagner con wÜrstel e crauti, il Beethoven con salmone GIUSEPPE VIDETTI milano, napoli, ROMA l a ragazza con l´arpa ondeggia, i capelli sciolti sulle spalle, un abitino di seta nero che le scivola sul corpo magro. Nel salone dell´hotel, fra marmi e tappeti, composizioni floreali e lampadari di cristallo, i clienti brindano, amoreggiano, parlano d´affari, divorano pasticcini col tè delle cinque. Lei dice: «Non scriva il mio nome, sono studentessa al conservatorio, lo faccio per sbarcare il lunario, prima o poi avrò un posto in orchestra». Poi entra nei bagni della hall per riapparire irriconoscibile in jeans, giubbotto e basco, pronta per la lezione serale. Uno dei 38.591 iscritti (1.309 sono stranieri) nei conservatori. In Italia ce ne sono cinquantaquattro più venti istituti musicali, con 7.357 insegnanti e circa 4.500 diplomati all´anno. Ora, con la Finanziaria che prevede tagli delle risorse fino al quaranta per cento, le prestigiose scuole di musica devono affrontare sacrifici e, inevitabilmente, ritoccare le quote d´iscrizione. Il Conservatorio Verdi di Milano, fresco dei festeggiamenti per il bicentenario (millecinquecento iscritti, il venti per cento stranieri, duecentocinquanta insegnanti), ha solo sei impiegati e un numero insufficiente di bidelli. «è il personale previsto dalla legge del 1930, quando gli allievi erano duecento e i maestri trentacinque», protesta Bruno Zanolini, mezzo secolo trascorso tra queste mura, prima allievo, poi docente, infine direttore. «Si fa un gran parlare dell´arte, ma di fatto i primi tagli colpiscono sempre noi», aggiunge. «Quando arrivai io - ero bambino - eravamo in pochi. Oggi abbiamo ventiquattro classi di pianoforte e uno stuolo di studenti meno motivati, frenati dalla mancanza di opportunità. Non c´è il sacro fuoco di una volta, eppure chi s´iscrive non demorde. Si dice che il conservatorio sia una fabbrica di disoccupati. La verità è che il mondo del lavoro assorbe meno professionalità, ma non siamo allo sbando. Nulla è mai facile quando si ha a che fare col talento, la fortuna e una sfrenata competitività». Francesco Saverio Borrelli, ex magistrato, è stato nominato nel marzo 2007 presidente del Verdi di Milano su proposta del Consiglio accademico. Nella bacheca fuori dal suo ufficio, un ritaglio di giornale strilla: «Busserò di porta in porta per raccogliere fondi». «Ho una grande passione per la musica, ma di gestione non so nulla», ammette Borrelli, diploma in pianoforte nel 1952 al Cherubini di Firenze, stesso anno della laurea in giurisprudenza. «Io sono qui affinché il prestigio del Verdi rimanga alto», aggiunge. «Quando sono arrivato ho subito precisato che non sono un finanziere e non ho agganci politici, ma mi hanno voluto lo stesso. Ed eccomi qua a fare i conti con i tagli e le magre risorse. Per natura non sono pessimista, ma bisognerebbe intervenire drasticamente. La riforma del 1999 ha lasciato insolute molte questioni. Non è stato chiarito, ad esempio, il valore dei titoli acquisiti nel sistema del tre più due (equiparato al corso di laurea più specializzazione). è impensabile che in Italia esistano settantaquattro istituti musicali che rilasciano titoli universitari». Tra gli allievi l´idea della raccolta porta a porta ha fomentato incertezza. «La frase di Borrelli ci ha spaventati e la prospettiva che la tassa d´iscrizione di mille euro possa raddoppiare non ci fa certo piacere», dice uno studente di violino fuori sede. «Il mondo della musica non dà garanzie. Sarò fortunato se trovo un posto come insegnante o in orchestra. E perché no? Un impiego in musicoterapia. Musica leggera? Sì, ma a malincuore». Olivier Brunel, vent´anni, di Montpellier, è al Verdi per un Erasmus. Studia da baritono. Dice: «Preferisco il sistema italiano a quello francese. Qui il diploma ha più valore. Occupazione? Con la passione si riesce». Il Conservatorio Verdi, istituito con Regio decreto napoleonico nel 1807 fra le mura di una chiesa barocca, conserva intatto il suo fascino. Nel chiostro di Santa Maria della Passione risuonano le musiche degli allievi impegnati nei vari corsi. Musiche di Bach, Monteverdi, Haydn. Come ai tempi di Catalani, Ponchielli e Puccini, allievi eccellenti. Prima delle lezioni del mattino, i ragazzi s´incontrano alla caffetteria. I sandwich più richiesti: il Mozart con la cotoletta, il Wagner con wÜrstel e crauti, il Beethoven col salmone. C´è qualcuno che, in tempi difficili come questi, avanza polemicamente l´idea che i conservatori dovrebbero recuperare l´antica missione, quella per cui erano nati nel Quattordicesimo secolo: educare a un mestiere - non solo quello della musica - orfani e trovatelli che venivano «conservati» presso ospizi di pubblica pietà. A Napoli, fino alla fine del Settecento, ce n´erano quattro (più quello femminile dell´Annunziata), ricordati in una lapide all´ingresso del Conservatorio di San Pietro a Majella (novecento iscritti): «Già convento dei padri Celestini anno 1826, per volontà di Francesco I re delle Due Sicilie fu destinato ad accogliere la gloriosa scuola napoletana e a custodire le preziose testimonianze degli antichi e rinomati conservatori Poveri di Gesù Cristo, Santa Maria di Loreto, Sant´Onofrio a Capuana, Pietà dei Turchini». «Settantaquattro conservatori in Italia non sono troppi», dice il neodirettore Patrizio Marrone, «poiché a loro è affidata anche la formazione di base, in assenza di licei musicali e soprattutto di corsi di musica nella scuola dell´obbligo. A Parigi ce ne sono diciotto di quartiere contro i centosei di tutta la Francia, che conta anche su quattro accademie». Situato nel cuore della città vecchia, il San Pietro a Majella, che ha festeggiato il bicentenario nel 2007, è scuola e museo. «Qui ha insegnato composizione Donizetti», racconta Tiziana Grande, la bibliotecaria che ha in cura quattrocentomila preziosissimi volumi che provengono dalle donazioni delle case reali borbonica e napoleonica, di privati ed editori e del Teatro San Carlo. «Il ministero ci tratta come se fossimo la biblioteca di un comune di mille anime», protesta, mentre subissata da richieste di consultazione da ogni parte del mondo si muove freneticamente tra i magnifici saloni della pinacoteca e il museo, che tra i preziosi strumenti d´epoca conserva anche una rarissima arpetta di Stradivari. «I conservatori hanno attraversato la storia», dice Marrone, indicando la scrivania preziosa e le antiche scansie che ancora adornano la direzione. «Sono anni di cambiamento: abbiamo due classi di jazz - ma se avessimo risorse potremmo farne tre - ci stiamo aprendo alla musica elettronica, che ha parecchi iscritti, e i corsi tradizionali godono di ottima salute». Chiara Mallozzi, vent´anni, di Napoli, diplomata allo scientifico, studia musica elettronica e composizione con il vecchio ordinamento (cinque anni con la possibilità di frequentare un altro corso universitario). «E privatamente prendo lezioni di violoncello», aggiunge. «Ho fatto corsi in Germania, Austria, paesi dove il musicista è rispettato come un medico o uno scienziato. Da noi questa professione è vista come un handicap. La società non capisce bene chi siamo e cosa facciamo. Quando dico che studio musica, mi rispondono: sì, ma all´università che fai?». Bernardo Maria Sannino, ventiquattro anni, di San Sebastiano al Vesuvio, studiava fagotto già da liceale. Ora prende lezioni di piano privatamente e frequenta il primo livello di composizione. «Vorrei poter vivere di ciò che studio», esordisce. «Quello della disoccupazione è un problema sociale che investe i musicisti come gli ingeneri. Senza presunzione: io e i miei amici ci sentiamo culturalmente vivi. Ci vediamo la sera e suoniamo, invece di andare in discoteca o guardare Il grande fratello». Il direttore conferma: «Anche i bambini: vanno a scuola, poi vengono qua. Consideri che non c´è strumento che richieda meno di due-tre ore al giorno, e la sera a casa a fare i compiti. Il conservatorio tiene occupati. Qui dentro c´è una percentuale zero di uso di droghe». Un allievo azzarda: «Magari diventerò il nuovo Giovanni Allevi». «Ogni generazione ha il Mozart che si merita», ammonisce Marrone. «Vediamo tra duecento anni se qualcuno si ricorderà di questo signore. Qui studiamo classici e contemporanei. Allevi, non ancora». «La musica leggera è l´espressione dei nostri tempi. Stimo Allevi. Mi sembra orribile, invece, che l´Italia, il paese dove sono nati i conservatori, non riconosca socialmente la figura del musicista», dice Sergio Zanforlin, ventisei anni, di Palermo, impegnato nel biennio di violino al Conservatorio di musica Santa Cecilia di Roma (1.500 iscritti, 164 docenti), un´istituzione che risale al 1875 e ha diplomato Maderna, Giulini e Morricone. «Qui con una laurea in violino rischiamo di finire a fare i giullari», dice. «Uno investe in anni di studio, fa inenarrabili sacrifici economici e non torna niente. Non ci resta che espatriare». Ma Edda Silvestri, insegnante di flauto traverso e da due anni direttrice del Santa Cecilia, è una lady di ferro, tutt´altro che disposta ad arrendersi ai tagli. «La situazione va affrontata politicamente, il nostro lavoro è quello di sensibilizzare i politici sull´importanza della cultura. Un popolo colto è comunque un popolo migliore. La fuga dei cervelli è mortificante. Per risolvere il problema occupazionale dobbiamo preparare artisti, ma anche manager, liutai, storici… insomma tutto ciò che serve nell´ambito musicale», dice, seduta nella stanza sontuosa ma austera e poco illuminata che le è stata assegnata. Claudia Dominici, ventotto anni, di Roma, diplomata in arpa col vecchio ordinamento, è votata alla musica. Se le chiedono di suonare in un albergo, accetta volentieri. «Il lavoro c´è, le arpiste sono poche. Tra matrimoni, ricevimenti, sostituzioni e lezioni private riesco a pagare l´affitto e a vivere. Ma lo so già, finirò all´estero, a fare la professionista in orchestra. In Italia il nostro lavoro viene preso come un hobby». «Sono ragazzi speciali», conclude la Silvestri, «perché fanno il doppio degli altri. Quel che per molti è sacrificio, per loro è gioia. Il mondo di domani non può farne a meno». «La passione compensa tutti i sacrifici», esclama Claudia avviandosi verso l´uscita. Su via dei Greci si ferma a parlare con i compagni di corso. Esaminano uno spartito, si arrovellano su una nota. Nessuno indossa capi firmati, nessuno ha in mano un cellulare, nessuno ha nient´altro da ostentare se non passione e talento. I bidelli incominciano a chiudere i cancelli. Da un´aula lontana arriva il suono di un pianoforte. Lassù qualcuno fa ancora a pugni con Chopin.

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Europee, richiamo del Colle: basta liti (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 10-05-2009)

Argomenti: Cervelli

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 10/05/2009 - pag: 2 La campagna Europee, richiamo del Colle: basta liti ROMA «I giovani non solo devono andare a votare, ma devono dire a tutti di farlo, e chiedere ai politici di dire chiaramente cos'hanno in mente per l'Europa e per l'Italia in Europa. Il mio augurio è che non sia una campagna elettorale immiserita dalle polemiche interne». Piazza del Campidoglio, tardo pomeriggio: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risponde così alle domande di quattro ragazzi. Laura, Francesco, Marcella e Sara gli chiedono di fronte a una piazza gremita di persone per la «festa dell'Europa» di Obama che seleziona personale via internet, della fuga dei cervelli, della meritocrazia che in «questo Paese manca». Risponde il presidente: «In Italia tutti devono essere messi alla pari e fuori dal ciclo infernale delle raccomandazioni, delle clientele, delle implorazioni, di cui ci dobbiamo liberare». Sulla fuga dei cervelli: «L'Europa è anche un'opportunità per formarsi, pensate all'Erasmus. Il tema della formazione è fondamentale: non si arrivi alla conclusione che studiare non serve a niente». Tra gli altri, dal palco, interviene anche il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi ( foto): «Fa tristezza vedere spesso gli europei essere chiamati a votare e non andare alle urne per l'Europa: perché l'Europa non si è fatta capire e non è stata vicina, anche con le sue classi politiche, ai cittadini. Io stesso non ho risparmiato critiche a questa Europa, perché certe volte non mi piace». Alessandro Capponi

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le azalee per aiutare la ricerca aprono i laboratori ai giovani - ilaria carra (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Cervelli

Pagina XIII - Milano I risultati I progetti Le azalee per aiutare la ricerca aprono i laboratori ai giovani Siamo sulla strada giusta nella lotta ai tumori femminili e ai mielomi multipli finora senza cura "Oltre il 20 % cento delle donazioni va a programmi destinati alle nuove leve di scienziati" ILARIA CARRA «La creatività dei giovani nel campo della ricerca non manca. è un continuo affacciarsi di nuovi saperi: ma per nutrire questi cervelli serve impegno civile per garantire la continuità dei finanziamenti». Nella giornata dell´Azalea della ricerca, in occasione della Festa della mamma, a sottolineare il ruolo chiave delle nuove generazioni nella lotta contro i tumori scende in campo Maria Ines Colnaghi, per 35 anni biologa al dipartimento di ricerca dell´Istituto dei tumori di via Venezian e oggi direttore scientifico dell´Airc, l´associazione italiana impegnata nella ricerca sul cancro. Giovani e futuro della ricerca. Qual è lo stato dell´arte? «è fondamentale un innesto ciclico di nuove leve, preparate e creative. Sappiamo come sia difficile assicurare il turn over in questo campo, ma nella ricerca i nuovi cervelli sono una boccata d´ossigeno irrinunciabile. Per questo serve impegno civile: è straordinario come i cittadini possano far crescere la scienza». Qual è il vostro impegno per i giovani? «Oltre il 20 per cento dei finanziamenti dei cittadini da sette anni li impieghiamo in programmi speciali per aiutarli. Un brain gain, cioè l´attrazione di talenti intellettuali, con borse di studio per formare oncologi in Italia e all´estero. Ma per invertire il brain drain, la fuga dei cervelli, e farli tornare qui da noi occorre garantire loro un mercato favorevole. Ogni anno facciamo un bando e assicuriamo due start up, anche grazie ai finanziamenti di Intesa San Paolo: progetti di ricerca che equivalgono anche a uno stipendio, per 5 anni, in genere come capi laboratorio». Quali sono i progetti in corso? «Uno allo Ieo di Veronesi, vinto da Francesca Ciccarelli, sulla genomica evolutiva del cancro. L´altro al Gaslini di Genova, portato avanti da Irma Airoldi, sulla scoperta di nuovi legami tra tumori e linfociti B». Qual è il valore aggiunto dei giovani? «Oltre a un forte spirito, hanno la tecnologia già nel loro dna, un vantaggio non da poco: oggi è tutto informatizzato e le apparecchiature sono molto complesse. Come un tempo con il microscopio si faceva tutto, oggi le nuove leve hanno la stessa dimestichezza con l´informatica». Com´è cambiata la ricerca negli anni? «Le tecnologie hanno creato i mezzi per una diagnosi precoce e hanno cambiato il concetto di cura dei tumori. Prima si puntava ad aggredire il cancro, un po´ per disperazione perché se ne sapeva pochissimo. Ma il paziente ne usciva stressato. Poi s´è cominciato a intervenire in modo mirato, il minimo indispensabile e con il farmaco corretto. Più che dirsi guariti, è indispensabile trovare la cura giusta per vivere bene». Oggi a che punto siamo? «I passi in avanti sono notevoli. Prendiamo il mieloma multiplo: cinque anni fa non dava scampo, oggi si cura. Ma dobbiamo andare avanti. Capisco che oggi la crisi faccia paura, e ci siano delle urgenze. Ma sulla salute non si può tagliare: è un bene che interessa e tocca tutti quanti da vicino». E acquistando un´azalea, oggi si dà il proprio contributo. «Da 25 anni l´Azalea della ricerca ci permette di fare progressi nella lotta contro i tumori femminili: 3mila piazze, 20mila volontari e 700mila piantine, con l´obiettivo di raccogliere nove milioni da destinare a progetti. A Milano in qualsiasi quartiere c´è un banchetto. I milanesi non si sono mai tirati indietro, anche oggi sono certa non saranno da meno».

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l'elezione del rettore è un gioco corporativo - roberto d'alimonte (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina I - Firenze Le idee L´elezione del rettore è un gioco corporativo ROBERTO D´ALIMONTE A giugno si voterà per la scelta dei leader delle due istituzioni pubbliche più importanti della città: il comune e l´università. Per l´elezione del sindaco sono previsti due turni, per l´elezione del rettore ne sono previsti tre. A parte questa differenza il meccanismo è molto simile: al primo turno per il sindaco e ai primi due turni per il rettore occorre la maggioranza assoluta per essere eletti, al secondo turno per il sindaco e al terzo per il rettore scatta il ballottaggio tra i due candidati più votati. Perché la differenza tra due e tre turni? E´ presto detto: l´elezione del sindaco è una elezione di tipo democratico, quella del rettore è di tipo corporativo. Sulla carta sono i docenti universitari (con una limitata partecipazione di personale amministrativo e di studenti) ad eleggere il rettore ma in realtà sono le facoltà a pesare veramente. Dato l´attuale modello di governo dell´università le facoltà agiscono - anzi si può dire che "devono" agire - come corporazioni. I calcoli sull´esito del voto si fanno sulle facoltà come se fossero queste a votare e non i singoli docenti. Le facoltà agiscono come corporazioni perché devono difendere i loro interessi. Quindi l´elezione del rettore è un gioco (in senso tecnico e non ludico) in cui quello che conta per ciascuna facoltà è entrare nella coalizione vincente. SEGUE A PAGINA IX

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ateneo, la logica corporativa del voto - roberto d'alimonte (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina IX - Firenze Ateneo, la logica corporativa del voto Se non si cambiano regole e meccanismi di selezione, poca differenza tra un rettore e l´altro La facoltà di Agraria è quella, con Medicina, che ha giocato "meglio" negli anni ROBERTO D´ALIMONTE (segue dalla prima di cronaca) Solo in questo modo si è certi di poter contare sul mantenimento dello status quo che favorisce certe facoltà rispetto ad altre o su una favorevole distribuzione delle risorse, soprattutto posti di docente e di ricercatore. Le 12 facoltà della università di Firenze non sono tutte uguali. Alcune sono più "uguali" di altre. Il punto si può cogliere in diversi modi. Intanto guardando al numero dei docenti di ciascuna facoltà sul totale dei docenti. Ma un dato più interessante è il rapporto tra numero di studenti iscritti e numero di docenti. E´ questo dato che abbiamo utilizzato per dividere le facoltà in tre categorie, serie A, B e C. Le prime sono quelle con un valore dell´indice intorno a 10 studenti per docente. Le seconde sono quelle in cui l´indice sta tra 21 e 34, le terze - le più svantaggiate - sono quelle in cui il numero di studenti per docente va dagli 80 di Scienze della formazione ai 40 di Economia. Questi due dati - numero dei docenti per facoltà e rapporto tra studenti iscritti e docenti - sono sufficienti a spiegare perché l´elezione del rettore è un gioco corporativo. Le facoltà che hanno di più vogliono tenersi il di più, quelle che hanno di meno vogliono entrare in una coalizione vincente che le consenta di ottenere di più. In questo "gioco" non c´è spazio per i singoli docenti. Anzi, il singolo docente che volesse fare di testa sua votando per il candidato che ritiene migliore, danneggerebbe la sua facoltà. In tutto ciò i presidi - quelli "bravi" - svolgono una funzione cruciale: devono tenere unita la facoltà in modo che voti come un blocco e devono cercare di negoziare accordi utili per entrare nella coalizione vincente. Tra tutte le facoltà Agraria è quella che - come si vede dai dati - nel corso degli anni ha giocato le sue carte nel modo più efficace. Negli ultimi 30 anni l´università di Firenze ha avuto tre rettori. Due sono ex-presidi di Agraria e hanno retto l´università per 21 anni! Il terzo veniva da Scienze (altra facoltà di seria A). Agraria, grazie alla abilità dei suoi presidi, è sempre riuscita a entrare nella coalizione vincente, anzi è riuscita ad essere il perno di ogni coalizione vincente, alleandosi stabilmente con Medicina (altra facoltà privilegiata) che con il suo peso (450 docenti, il 20 % del totale) ha sempre condizionato e continuerà a condizionare l´elezione di qualunque rettore puntando al mantenimento della sua quota privilegiata di risorse. Il sistema elettorale a tre turni è un elemento essenziale di questo meccanismo perché è perfettamente funzionale alla logica che lo sottende. Il primo turno è una sorta di primaria che serve a verificare il peso di ciascun candidato (a giugno saranno cinque). Dopo il primo turno si faranno gli accordi decisivi. E´ in questa fase che si perfeziona la costruzione della coalizione vincente. Il secondo turno serve a verificare la tenuta degli accordi, cioè il rispetto dei patti. Se "il gioco" è stato ben condotto, il terzo turno diventa una formalità. Questo è quanto avviene in situazioni di conflitto, come l´attuale, dovuto alla crisi dell´università e alla scarsità delle risorse. In situazioni "normali" invece, l´apoteosi del sistema è la formazione di una grande coalizione o meglio di nessuna coalizione. La logica corporativa soffre la competizione e preferisce di gran lunga la collusione in cui tutti gli interessi siano rappresentati proporzionalmente e consensualmente al peso che hanno. Con queste regole le cose all´università di Firenze - ma lo stesso vale per tutte le università italiane - non cambieranno mai. Le risorse continueranno ad essere gestite non in chiave di interesse generale ma secondo una logica puramente corporativa. Non si può progettare un futuro diverso con queste regole per il semplice motivo che non possono emergere all´interno di questo sistema candidati-rettore veramente innovatori. E se anche emergessero non potrebbero venire eletti. E così sarà anche il prossimo giugno. Per spezzare questa logica non basta cambiare il sistema di voto con cui si sceglie il rettore. Occorre invece intaccare il principio per cui il rettore e il consiglio di amministrazione che è l´organo principale di gestione dell´università vengono eletti dai docenti. L´università non "appartiene" ai docenti che ne fanno parte e non deve essere governata esclusivamente da loro. L´Università appartiene al Paese e poi alla città e alla regione in cui opera. Fino a quando non verranno modificate la composizione e il meccanismo di selezione degli organi di governo - cioè la governance - l´università rimarrà prigioniera di quella logica corporativa che è l´antitesi della logica del merito e dell´innovazione cui l´università prima e più di qualunque altra istituzione dovrebbe ispirarsi. Stando così le cose non ci si può poi meravigliare dei casi scandalosi di nepotismo ma soprattutto del fatto - ancor più scandaloso - che nessuna università italiana compaia nell´elenco delle prime 200 università del mondo. Con questa governance non si possono costruire grandi università ma solo università mediocri. L´autore è docente nella facoltà di Scienze Politiche di Firenze

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docenti a contratto architettura perde 14 posti (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina IX - Firenze Il preside: molti professori hanno già la cattedra in altre facoltà Docenti a contratto Architettura perde 14 posti I posti di insegnamento a contratto stanno diminuendo e parte di essi, comunque, continuano a essere retribuiti. Dopo la denuncia di «Repubblica», che ha ricordato come il consiglio di amministrazione dell´Ateneo fiorentino abbia azzerato, per ragioni di bilancio, la voce «Docenza a contratto», e come centinaia di insegnanti siano stati trasformati dall´autunno scorso in «volontari della didattica» non retribuiti, il preside di Architettura Raimondo Innocenti precisa che, per effetto della riduzione dei corsi di studio, nella sua facoltà il numero dei corsi affidati per contratto diminuisce dai 238 dell´anno accademico attuale ai 224 previsti per il prossimo, ed è destinato a ridursi ancora nell´anno accademico 2010-2011. «Occorre inoltre tener conto - prosegue il preside di Architettura - che un numero rilevante dei "posti a contratto" viene affidato a professori di altre facoltà dell´Università di Firenze... Questi professori percepiscono uno stipendio e i corsi che tengono alla facoltà di Architettura fanno parte dei loro obblighi istituzionali». «Infine - precisa il professor Innocenti - in alcuni casi, per esempio nei due corsi di studio che si svolgono a Empoli (Pianificazione della città, del territorio e del paesaggio e Pianificazione e progettazione della città e del territorio), i corsi a contratto non sono gratis, ma vengono ancora retribuiti perché dispongono di finanziamenti aggiuntivi messi a disposizione dal Circondario di Empoli». Nel 2007 all´università di Firemze, a fronte di 2.271 docenti strutturati, c´erano 1.544 docenti a contratto (molti dei quali già pagati pochissimo) e 1.900 fra ricercatori e assegnisti precari.

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Riscossioni facili, ecco tutti gli indagati (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Roma data: 10/05/2009 - pag: 2 Imposte locali Dopo l'arresto del patron di «Tributi Italia», anche Pomezia rescinde il contratto Riscossioni facili, ecco tutti gli indagati Sotto inchiesta per associazione a delinquere l'a.d. della «Nettuno Servizi» I manifesti stampati e diffusi a Pomezia usano un termine perentorio: i cittadini sono «diffidati» dal pagare all'A. Ser (società mista pubblico-privata per la riscossione dei tributi locali) quanto dovuto a titolo di Ici. Per il versamento d'ora in poi andrà usato il conto corrente dell'amministrazione. Scandalo «riscossioni facili»: gli effetti dell'arresto del patron di Tributi Italia (società concessionaria in centinaia di comuni della penisola), Giuseppe Saggese, in relazione al «buco» di 4 milioni di euro nella gestione delle imposte a Nettuno, non si fermano. Dopo gli avvisi di garanzia a 16 ex consiglieri comunali di Aprilia (sotto inchiesta per il rinnovo della convenzione con la stessa A.Ser, il cui socio privato era anche qui Tributi Italia), nei giorni scorsi la bufera si è spostata a Pomezia: il Comune ha infatti deciso la rescissione unilaterale del contratto con l'A.Ser e ora sta riorganizzando i propri uffici per tornare alla gestione diretta di Ici e Tarsu (rifiuti urbani). Semplice problema burocratico? Macché. La vicenda partita da Nettuno, denunciata con vigore fin dal suo insediamento dal sindaco Alessio Chiavetta («è uno scandalo di proporzioni enormi»), e sui cui ha indagato per mesi la Procura di Velletri, ha implicazioni concrete per i moltissimi cittadini che negli anni scorsi si sono visti recapitare cartelle «pazze» di pagamento. «Io nel 1999 per il mio appartamento versavo una tassa sui rifiuti di 70 mila lire l'anno, mentre negli ultimi tempi sono arrivato a pagare 280 euro. Aumenti di 9, 10 volte tanto: uno schifo. Conosco gente invitata a saldare imposte per periodi precedenti, non dovute, che quasi veniva alle mani con gli impiegati. É stata scoperchiata una pentola nauseabonda: dove sono finiti tutti questi soldi?», sbotta un professionista residente a Nettuno da 40 anni, che chiede di mantenere l'anonimato. E proprio da Nettuno, ieri, è arrivata un'altra notizia: oltre al patron della Tributi Italia Saggese (che dal 30 aprile è agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Rapallo), la Procura ha infatti messo sotto inchiesta vecchi e nuovi amministratori della Nettuno Servizi, la società mista in cui è entrata Tributi Italia, i cui conti correnti (una decina) sono stati tutti sequestrati. Gli indagati per associazione a delinquere finalizzata al peculato per ora sono 5 e il nome più in vista è quello di Gianfranco Froio (50 anni, nato a Tortoreto, provincia di Teramo), a.d. di Nettuno Servizi dal 10 luglio 2008, che all'indomani dell'arresto di Saggese aveva contestato la delibera con cui il Comune ha rescisso la convenzione, ipotizzando anche il ricorso a «rimedi giudiziali». Sono indagati per lo stesso reato pure i precedenti amministratori (Vito Paolo Marti, 60 anni, Luca Petrucci, di 37, e Paolo Monaco Minniti, di 37) e un quinto manager di Massa, il settantaquattrenne Mario Ortori. Inchiesta a un punto cruciale, dunque. Si preannuncia una durissima battaglia legale. E nelle prossime ore, entro martedì, il gip di Velletri si pronuncerà sulla richiesta di revoca degli arresti domiciliari al presunto «dominus» dello scandalo. Fabrizio Peronaci

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Energy drink proibiti a chi ha la pressione alta (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Salute data: 10/05/2009 - pag: 59 Bevande Energy drink proibiti a chi ha la pressione alta Gli individui affetti da ipertensione o da altri disturbi cardiaci dovrebbero tenersi alla larga dagli 'energy drink' spesso amati anche dagli sportivi. Il monito arriva dai ricercatori dell'Henry Ford Hospital di Detroit, autori di una ricerca pubblicata sulla rivista Annals of Pharmacotherapy. «Bere due lattine di un energy drink genera un aumento dei valori pressori e un incremento della frequenza del battito cardiaco spiega James Kalus, a capo del team che ha effettuato la ricerca condizioni che non creano conseguenze rischiose in individui sani ma che possono, invece, essere pericolose per chi ha qualche problema cardiocircolatorio o soffre di pressione alta». Gli autori hanno preso in esame un gruppo di soggetti sani, tra i 20 e i 39 anni, che non aveva consumato altre bevande a base di caffeina nei due giorni precedenti la rilevazione. I risultati evidenziavano, già al primo giorno di assunzione, un aumento della frequenza cardiaca del 7,8%, aumento che arrivava all'11% dopo sette giorni di regolare consumo. Anche la pressione arteriosa subiva un'impennata, innalzandosi del 7%. Le cause? «Queste bibite contengono caffeina, taurina, zuccheri, vitamine e altri integratori nutrizionali - dicono gli esperti sostanze con effetti tonici e stimolanti che possono sovraeccitare un cuore non in perfetta forma e interferire con eventuali terapie in atto». M.B.

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Tre miliardi per le cittadelle (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-05-09 - pag: 18 autore: INCHIESTA Le sfide di Milano I cantieri riaprono con i grandi progetti urbanistici per la giustizia e la salute Tre miliardi per le «cittadelle» Tribunale e carcere sono destinati a Rogoredo ma spunta l'ipotesi San Siro Marco Alfieri Tre miliardi di investimenti per nuove funzioni di servizio pubblico nella Milano dell'Expo, e un possibile trasferimento in zona San Siro per il futuro polo della Giustizia. Incartati, causa sboom del mattone, gli sviluppi immobiliari delle zuniniane Santa Giulia e Sesto San Giovanni (ex aree Falck), il business urbanistico prova a ripartire al traino delle tre cittadelle a finanziamento misto pubblico/privato. La prima, quella della salute, sarà presieduta da Luigi Roth, ormai in scadenza dalla Fondazione Fiera. Sarà lui a sviluppare il nuovo polo sanitario pubblico che sorgerà nell'area dell'ospedale Sacco a Bovisa e raggrupperà anche le nuove sedi dell'Istituto dei tumori e del Besta. I tre ospedali, insieme alla Regione, costituiranno un consorzio per realizzare l'opera entro il 2015 con un investimento di 520 milioni. Il Pirellone agirà anche da stazione appaltante impegnandosi a finanziare l'opera con 228,7 milioni, mentre 40 sono a carico dello Stato, e i rimanenti del concessionario o provenienti da fondazioni. Persa un po' di presa sulla Fiera, dove Formigoni ha dovuto condividere nomine e potere con il berlusconismo egemone e le mire del Carroccio, il Pirellone si rifà rilanciando la propria vocazione sanitaria. Poi c'è il Cerba di Umberto Veronesi, il centro europeo di ricerca biomedica avanzata (oncologia, cardiologia, neurologia e radioterapia) che sorgerà in fondo a viale Ripamonti sui terreni di Salvatore Ligresti, vicino all'Istituto europeo di oncologia (Ieo). L'accordo di programma prevede un investimento di quasi 1,3 milioni (pronto in due step nel 2013 e nel 2018) finanziato con i capitali privati di un pool di banche e dei soci Cerba, una specie di Mediobanca sanitaria che spazia da Rcs a Pirelli, da Unicredit a Fondiaria Sai, da Telecom a Generali passando per Intesa San Paolo. La terza cittadella è invece quella della giustizia, con il nuovo tribunale e il nuovo carcere di Milano (i lavori termineranno nel 2015), che porterà alla chiusura del vecchio carcere di San Vittore e del glorioso tribunale, ormai fatiscente, di corso di Porta Vittoria, e dovrebbe sorgere in periferia sud est del capoluogo lombardo, nell'area RogoredoPorto di mare, vicino a Santa Giulia. Costo stimato dell'opera: 1,2 miliardi «da sostenersi finanziandosi con la valorizzazione delle vecchie strutture», come ha spiegato il ministro Angelino Alfano. Dovrebbe, però. Perché la firma dell'accordo di programma, previsto per giugno 2009, resta in alto mare. Nei giorni scorsi, nona caso, alcune indiscrezioni hanno accreditato l'idea che la cittadella potesse spostarsi, nel 2015, sulle aree Expo. Più concreto, invece, sembra il progetto di cittadella della giustizia, firmato da Giovanna Fossa del Politecnico di Milano, sulle aree San Siro. Il quartiere ippico vicino allo stadio (il galoppatoio, lo stadio del trotto, le due piste di allenamento Maura e Trenno e le scuderie), infatti, dopo la conquista dell'Expo è al centro di numerosi appetiti immobiliari. Si tratta di uno spazio verde di oltre un milione di mq che da piazzale Lotto si salda con il parco di Trenno, in asse con le aree dove sorgerà il sito espositivo (sui terreni dei Cabassi e di Fondazione fiera), il nuovo ospedale Sacco, Bovisa, Cascina Merlata e Farini. L'idea del Comune è di rivitalizzare l'intera zona, facendo dello stadio un punto di aggregazione non solo la domenica: zona verde con negozi, servizi, alberghi, uffici e appartamenti, trasferendo fuori città il quartiere ippico. A San Siro resterebbe solo il galoppo, considerato strategico da Snai, proprietaria delle aree, comprate nel '95 da Montedison insieme all'ippodromo di San Siro per 160 miliardi di lire. D'altronde il mondo dell'ippica non sta più in piedi sulle scommesse, ormai orientate ad altri settori. Così nel maggio 2008 la società Varo di Roberto Losito ( ex presidente di Euromilano), riceve da Snai il mandato di advisor nella promozione e trasformazione delle aree e un'opzione a comprare i terreni (scadenza 2013) e a lavorare su un masterplan di riqualificazione del quartiere ippico, che il developer farà attraverso la nascita di San Siro holding, un veicolo che ha appena deliberato un aumento di capitale di 50 milioni (25 già versati). Il punto però è che trasformare un'area del genere risulta difficile in una congiuntura così recessiva. In più la soluzione è boicottata da pezzi di Pdl e Lega. Mentre il candidato alla Provincia di Milano, Guido Podestà, ha chiesto che qualsiasi scelta venga rinviata a dopo il voto. Di qui l'idea di Losito/ Fossa di un mix funzionale che mescoli residenziale e commerciale e Cittadella della giustizia. Trasferire il polo giudiziario sull'area Maura avrebbe alcuni indubbi vantaggi: una localizzazione vicina al centro in asse con il quadrante nord ovest su cui si addensano le principali funzioni strategiche cittadine. Inoltre l'area della pista Maura offre la stessa superficie per carcere e tribunale di Porto di mare ma in un contesto con molto più verde. Vicino a Rogoredo, invece, c'èil depuratore di Nosedo con terreni irrigui, odori, zanzare e nebbia. Il nuovo progetto è già stato presentato agli avvocati, non troppo entusiasti di lasciare il centro per la periferia. A confermarlo è il presidente dell'ordine di Milano, Paolo Giuggioli. «Come bellezza del luogo - ammette - San Siro è meglio di Porto di mare, anche se la scelta non dipende da noi». Nel frattempo gli avvocati lo hanno notificato alla Commissione di manutenzione che sovraintende alla gestione del tribunale e ha l'ultima parola sul trasferimento. E il Comune? L'assessore all'Urbanistica Carlo Masseroli non chiude. «La Commissione spiega - ha individuato l'area di Rogoredo. Se poi qualcuno cambiasse idea dimostrando un mag-gior interesse pubblico, siamo disponibili ad ascoltarlo. Ma, ripeto, per ora la collocazione non cambia». Una collocazione sponsorizzata da Intesa San Paolo, esposta per 600 milioni con la Risanamento di Luigi Zunino, dunque interessata a valorizzare le aree vicine a San Giulia. Mentre per San Siro spinge il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia: solo se Snai fa cassa, riuscirà a rilanciare un settore ippico in panne. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PIANO EMERGENTE Il quartiere ippico (vicino allo stadio) è al centro di una grande partita immobiliare Snai e il Comune puntano a rivitalizzare la zona

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Il fai-da-te vola sul Web (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: CASA E CASE data: 2009-05-09 - pag: 49 autore: Il mercato immobiliare. Boom dei siti con inserzioni private gratuite Il fai-da-te vola sul Web Proprietari e acquirenti saltano gli intermediari PAGINA A CURA DI Cristina Giua La Rete sta diventando sempre di più il trampolino di lancio ideale per promuovere gli annunci di vendita e di affitto. Un canale, quello dei portali di inserzioni immobiliari online, che in un momento di mercato fiacco come questo – soprattutto sul fronte delle vendite, un po' meno per quanto riguarda gli affitti – sta crescendo in maniera esponenziale, dimostrandosi una vetrina molto efficace. A dirlo è la crescita in termini di audience registrata proprio dai siti per la ricerca di immobili che sono stati visitati – secondo le rilevazioni fatte da Nielsen online nel mese di marzo –da 2,4 milioni di persone, con un 31% in più rispetto allo scorso dicembre, invariata rispetto a febbraio. Non solo: secondo Google Italia, nell'arco dell'ultimo anno le ricerche su internet effettuate attraverso le parole chiave "casa" o "cerco casa" sono più che raddoppiate (+ 65%). Questi i numeri che spiegano l'escalation del web ma –mettendosi nei panni di chi vuole vendere casa – quali sono le spese a cui si va incontro usando internet e quali sono le strategie per avere più successo? Anzitutto, bisogna sottolineare che in genere le inserzioni che fanno capo a privati sono a pagamento ( con tariffe dai 35-40 euro ad annuncio, per tre mesi di validità, dopo di che si può scegliere di rinnovare l'avviso o toglierlo dal sito), ma esistono siti dove la pubblicazione è gratuita. Ad esempio, idealista. it, kijiji.it, secondamano.it, oppure portali appena nati, come clickcase. it o bakeca.it, destinati esclusivamente ad annunci da privati, senza quindi passare da intermediari e agenzie, con la spesa in più in termini di provvigione che questo comporta. Sempre a pagamento, invece, le inserzioni richieste dalle agenzie immobiliari: qui, tuttavia, i portali di inserzioni offrono proprio a questo tipo di utenza professionale, dotata di ampi portafogli di abitazioni da promuovere, abbonamenti forfettari con pacchetti di servizi ad hoc. Basta poi aggiungere qualche euro in più –da un minimo di1,50-2 euro fino a un massimo di 50 per le opzioni più costose – alla spesa base dell'annuncio, per aumentarne la visibilità all'interno del sito, garantendosi per un lasso di tempo stabilito (ad esempio per una settimana) uno spazio sulla home page o nelle apposite vetrine, oppure valorizzando il proprio testo evidenziandolo con colori vivaci, inserendovi parole in grassetto, scegliendo il tipo di layout, il colore dello sfondo, la disposizione delle foto a corredo del testo (si veda la tabella). Passando al contenuto degli annunci,da un'indagine condotta da Ipsos-eBayCase a fine 2008 è emerso che le informazioni più importanti per chi cercacasa su internet sono il prezzo (l'88% delle segnalazioni da parte dei navigatori intervistati), la zona (53%) e la metratura (49%), più che la sicurezza (segnalato solo dal 7%), il verde (10%), la comodità di una zona servita dai mezzi (13%), la vicinanza al luogo di lavoro ( 13%). Così come l'indicazione chiara del prezzo e la presenza di immagini di qualità (fotografie e piantine dell'immobile) sono risultati i criteri principali della ricerca online, segnalati rispettivamente dal 64%, 51% e 39% del campione. «La semplice descrizione della casa in vendita non basta – spiega Alessandro Bernardini, direttore amministrazione e finanza di Casa.it –: sempre meglio aggiungere foto degli ambienti, la planimetria, la metratura e la localizzazione sulle mappe geografiche della zona in cui si trova l'abitazione». Bastano fotografie o video realizzati da sé con una fotocamera a sufficiente definizione di un cellulare ( da segnalare lo stop al debutto previsto in queste settimane sul sito attico.it di un software da scaricare gratis per disegnare da soli anche la planimetria del proprio immobile). Ma accanto a questo materiale fai-da-te stanno prendendo più piede i virtual tour –serie di foto –o i video realizzati professionalmente con tanto di voce narrante fuori campo, utili soprattutto se la dimora e la location sono di pregio. Vale quindi la pena valorizzarle anche dal punto di vista della comunicazione visiva. Maggiori elementi contiene, dunque, tanto più un annuncio è in grado di attirare l'attenzione di potenziali acquirenti. In molti siti leader del settore (vedi casa.it, secondamano.it, idealista.it) gli annunci più completi guadagnano in automatico le prime posizioni e, a parità di data di pubblicazione, vengono visualizzati dagli utenti online nelle prime posizioni nell'elenco degli annunci diciascuna pagina web di ricerca. «Altri errori proprio da non fare in fatto di contenuti – aggiunge Roberto Tucci, Business development manager di Kijiji.it – sono annunci troppo generici o troppo sparati, del genere splendida opportunità offresi». Quello di omettere l'indirizzo della casa in vendita, ad esempio, è una dimenticanza di solito da addebitare alle agenzie che non hanno un mandato in esclusiva di vendita sull'immobile pubblicizzato e temono quindi di vederselo soffiare. Per i proprietari, che si muovono senza intermediari, è fondamentale essere molto dettagliati nelle informazioni date, così come mettere il prezzo senza rimandare "a trattative riservate", è una mossa vincente, perché chi cerca casa si orienta immediatamente su proposte più complete e trasparenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA IN RETE Con poche decine di euro si possono inserire foto o video, evidenziare parti del testo o chiedere di apparire nell'home page del portale

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Eire si internazionalizza tra finanza e social housing (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO IMMOBILIARE data: 2009-05-09 - pag: 48 autore: Appuntamenti. A Rho Fiera Milano dal 9 al 12 giugno Eire si internazionalizza tra finanza e social housing Madela Canepa Riaccendere il motore in panne. E ripartire con nuova benzina: logiche e regole diverse, trasparenza e responsabilità. Questa è l'immagine alla quale si sono ispirati gli organizzatori della quinta edizione di Eire (Expo Italia Real Estate), la manifestazione che si terrà a Fieramilano, dal 9 al 12 giugno. Cercando di aiutare i convenuti a " guardare oltre",l'appuntamento proporrà momenti di riflessione critica, come il convegno inaugurale «Real finance e real estate ». Ma anche operazioni di valorizzazione come quella progettata per il fronte retail, di cui sono previsti consistenti sviluppi nelle prossime edizioni. «La crisi non è passeggera ed è necessario prenderne atto – commenta Antonio Intiglietta, presidente di Ge.fi., la società che organizza la manifestazione e che conta di consolidare i risultati 2008: 394 espositori, 20mila visitatori –. Ma è altrettanto fondamentale cogliere l'opportunità che offre: introdurre nuovi criteri sui quali basare la ripresa del settore e lo sviluppo del futuro ». Una chiamata alle armi, insomma, che vuole coinvolgere tutta la comunità di riferimento: «Sviluppando il territorio – continua Intiglietta – e stimolando un indotto vastissimo, il real estate è in grado di muovere l'economia. Questa consapevolezza deve essere la nostra forza». Importanti assist di questa partita, continua il presidente di Ge.fi, saranno forniti dai Paesi che, a dispetto dei tempi, registrano un Pil in crescita. Come la Turchia, che in fiera presenterà progetti di qualità per lo sviluppo di città turche, di luoghi turistici, di shopping mall e social housing. E il Brasile che esporrà le moltissime iniziative residenziali, civili e commerciali, programmate in vista dei Mondiali del 2004 e dell'Expo 2020: «è la definitiva occasione per sprovincializzarci – dice –, non solo attraendo investimenti, ma anche esportando i nostri modelli di sviluppo». Presenze importanti anche da Russia (escludendo Mosca dove la bolla speculativa ha lasciato vere e proprie macerie sul campo), Slovenia, Albania, Ungheria, Grecia, Montenegro, Nepal, Capo Verde e Panama. La Grecia, in particolare, porterà a Eire i dettagli del massiccio piano di rilancio del real estate. In programma costruzione di infrastrutture, collaborazioni pubblico-privato, sviluppo del territorio pubblico, miglioramento della ricettività turistica. Sviluppo delle città (con uno spazio dedicato all'Expo 2015) eco-sostenibilità e social housing sono altri fronti caldie per questo oggetto di eventi istituzionali, a partire dai convegni. è il caso di «Rottamare le città per costruire il bello», durante il quale si discuterà di patrimonio territoriale e immobiliare come strumento di riqualificazione. Tra gli altri, il ministro della Difesa Ignazio La Russa parlerà delle opportunità offerte dal Demanio militare con l'alienazione di alcune caserme, mentre il caso San Pietroburgo sarà oggetto dell'intervento di Yulia Kiseleva, presidente del Comitato per la pianificazione e l'architettura urbana della città russa. Eire affronta poi il lato sociale del tema immobiliare con il convegno «Social Housing: dalle parole ai fatti. Esperienze italiane ed europee a confronto per evidenziare i modelli più interessanti, capaci di rispondere al problema della casa». © RIPRODUZIONE RISERVATA CONSOLIDAMENTO La crisi non è passata ma la manifestazione riesce anche quest'anno a confermare i risultati ottenuti l'anno scorso Guardare oltre la crisi. L'obiettivo della manifestazione che l'anno scorso ( nella foto) ha ospitato 20mila visitatori IMAGOECONOMICA

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Il Tar reintegra altri tre "baroni" (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

il caso La controversia sui docenti fuori ruolo LA MOTIVAZIONE Il Tar reintegra altri tre "baroni" Avrebbero lasciato l'Università a novembre ANDREA ROSSI I professori avevano ottenuto il bonus di 3 anni prima della nuova legge Il problema è che adesso la situazione rischia di farsi seria. Altro che esodo dei baroni; lo spettro è quello di un ritorno in grande stile di tutti i professori collocati fuori ruolo e che avrebbero dovuto essere mandati a casa all'inizio del prossimo anno accademico. Nel giro di due mesi l'Università di Torino si è già vista costretta a reintegrare sei docenti che hanno fatto ricorso al Tar per poter rimanere in servizio. Prima Sergio Chiarloni e Marino Bin, docenti a Giurisprudenza e il sociologo Guido Sertorio, professore a Economia; l'altro ieri la prima sezione del Tar (presidente Franco Bianchi, primo referendario Ivo Correale, referendario Alfonso Graziano) ha dato ragione ad altri tre docenti: Giorgio Cerruti di Castiglione e Valeria Ramacciotti, entrambi professori di Letteratura francese a Lingue, e Giorgio Pellicelli, ordinario Economia e gestione delle imprese a Economia. Motivo del ricorso dei tre, tutti assistiti dall'avvocato Carlo Emanuele Gallo, è il contestatissimo istituto del «fuori ruolo». L'Università di Torino ha deciso di congedare dal primo novembre di quest'anno tutti i docenti che avevano ottenuto i tre anni di proroga nel 2008, con due anni d'anticipo rispetto ai termini di legge. E molti hanno fatto ricorso, chiedendo l'annullamento del provvedimento e sollevando una questione generale di legittimità costituzionale. Il Tar ha dato loro ragione su entrambi i fronti. «L'Università ha applicato la disciplina vigente a decorrere dal 1 gennaio 2009, senza tener conto del fatto che il provvedimento di collocamento fuori ruolo è stato assunto prima di tale data», scrivono i giudici. L'ateneo di via Po non potrà quindi «disfarsi» di quei docenti. La legge, secondo la sentenza, potrebbe anche presentare profili di illegittimità costituzionale; la questione è stata sollevata di fronte alla Consulta. Un bel problema per l'Università. Non solo: anche al Politecnico il professor Roberto Pomè, mesi fa, ha fatto ricorso e l'ha vinto. «La tendenza a ridurre l'età pensionabile dei docenti non è sbagliata - spiega il vicerettore dell'Università Salvatore Coluccia - Quel che non è condivisibile è l'abitudine che si va affermando da parte del legislatore di cambiare le regole in corso d'opera. Gli atenei non fanno che applicare le leggi». Piuttosto, dice Coluccia, il problema andrebbe risolto in altro modo: «Incentivare i docenti alla pensione ma permettere loro di continuare a lavorare. Puntare su una figura, quella del professore emerito, che oggi è puramente simbolica, e invece dovrebbe essere resa operativa».

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Api, boccata d'ossigeno Ora moratoria sugli insetticidi (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 10-05-2009)

Argomenti: Cultura

Sostiene Slow Food Api, boccata d'ossigeno Ora moratoria sugli insetticidi CINZIA SCAFFIDI Immaginate un malato grave: fermo, debolissimo. Non si trova cura, le diagnosi si sovrappongono, pare spacciato. Poi si dà ascolto a uno dei pareri, gli si mette una flebo con una medicina, e finalmente lui apre per un attimo gli occhi, sorride. Tutto lì. Ma già vi si allarga il cuore. Cosa fareste a quel punto? Stacchereste la flebo e lo dichiarereste guarito? Succede con le api. Morivano, e muoiono, a ritmi spaventosi. Nel 2008, dopo due anni di disastro, il Ministero della Salute ha vietato per un anno l'uso di neonicotinoidi, sostanze insetticide, nella concia delle sementi. C'è stato un flebile segnale positivo. Gli alveari continuano ad essere vulnerabili, molto più che in passato, alle malattie, ma nelle zone del mais non c'è stata la devastante moria degli scorsi anni. Muoiono, certo, ad ogni trattamento chimico dei campi, e queste prime giornate di sole ci hanno fatto assistere a momenti tragici: gli apicoltori aprono gli alveari, si rallegrano di avere famiglie di api più in salute dell'anno scorso; gli agricoltori partono con i trattamenti perché sole significa possibilità che i trattamenti non vengano dilavati dalle precipitazioni. Le api escono, tornano a casa la sera e l'indomani gli apicoltori le trovano morte negli alveari. Se succedesse con le vacche al pascolo capiremmo subito, ma sono le api le sentinelle del nostro ecosistema e le sentinelle, in guerra, sono le prime vittime. Ma anche quelle che salvano la pelle agli altri. Grazie al decreto del 2008 non muoiono in corrispondenza delle semine del mais, ma la situazione è ancora gravissima, e il continuo calo di produzione del miele lo testimonia. Il malato ha solo sorriso, esausto. C'è un progetto biennale di ricerca, Apenet nel quale il Ministero dell'Agricoltura ha investito 2,7 milioni di euro. Deve dare risultati, perché non possiamo più aspettare e la ricerca pubblica è l'unica ad avere la libertà necessaria per dire la verità. Usiamo soldi e tempo per dare risposte, coinvolgendo apicoltori, tecnici, università. Ma intanto, a settembre, il Ministero della Salute rinnovi il decreto, perché l'unico cenno di miglioramento c'è stato dopo quel provvedimento. Mentre i ricercatori cercano risposte, nessuno può essere autorizzato a ricominciare ad avvelenare il malato.

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Costituzione, esperienza di libertà (sezione: Cultura)

( da "Corriere delle Alpi" del 11-05-2009)

Argomenti: Cultura

Costituzione, esperienza di libertà All'Iti Segato la conferenza organizzata dal Rotary Club «I giovani devono partecipare alle funzioni pubbliche» Docenti universitari hanno parlato di diritti e doveri nella «Carta» BELLUNO. L'Itis Segato ha ospitato una conferenza sulla costituzione e sui diritti e doveri del cittadino: Giorgio Orsoni dell'università di Venezia e Rodolfo Bettiol, ordinario a Padova, si sono rivolti alle classi quinte dell'istituto e a ragazzi provenienti da altre scuole. Soddisfatto il preside Gerardo Cavaliero, che ha organizzato l'incontro promosso dal Rotary Club: «E' molto importante - ha precisato - parlare di un testo che ha oltre 50 anni, ma che è ancora attuale». L'avvocato Orsoni si è detto «felice di parlare ad una platea di giovani per trasmettere loro gli ideali della nostra vita sociale. L'esperienza della libertà - ha sottolineato - è al fondo del nostro colloquio. Bisogna sapere cosa significa costituzione: non è solo un pezzo di carta, ma un insieme di principi che regolano la vita della comunità. Non sono solo norme: c'è anche una costituzione materiale, accresciuta dal sentire di tutti noi che concorriamo alla vita della comunità». I relatori hanno ripercorso nell'incontro la storia della nascita della costituzione, «che - ha spiegato Orsoni - è entrata in vigore nel 1948. Prima c'era lo statuto albertino, che era stato dato dal sovrano ai sudditi, che non erano ancora dei cittadini. La costituzione repubblicana è invece voluta dalla comunità, da dei cittadini titolari di una libertà che non è solo passiva. La libertà dei cittadini permette la partecipazione al potere e il cittadino è protagonista della vita dello stato, diventa l'attore». è seguita una rassegna delle caratteristiche sostanziali della costituzione e un esame dei caratteri della carta stessa: «La nostra costituzione - ha continuato Orsoni - si fonda sul principio dell'autonomia e del decentramento. Nel '48 uscivamo da un momento di autoritarismo, in quanto il regime fascista aveva una struttura accentrata. L'articolo 2 dice che il cittadino è visto non solo come atomo, ma anche come membro delle formazioni sociali a cui dà vita. Il pluralismo e l'autonomia sono dunque due caratteristiche fondamentali». La seconda parte della conferenza ha affrontato in particolare il rapporto fra diritti e doveri: «Le costituzioni dell'Ottocento - ha spiegato l'avvocato Bettiol - erano sostanzialmente delle carte dei diritti. Il riconoscimento di diritti comporta anche il riconoscimento di doveri e il rapporto tra diritti e doveri è conflittuale e difficile». L'incontro si è concluso con l'invito di Giorgio Orsoni a «non sentirsi estranei all'esercizio delle funzioni pubbliche in quanto la cultura della libertà deve essere alimentata giorno per giorno in un rapporto critico nei confronti del potere, con una partecipazione anche diretta. Questo è il grande insegnamento della nostra costituzione». Valentina Pachner

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Indipendenti senza abusi (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-05-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-10 - pag: 23 autore: Ammessa l'assenza di una specifica posizione di garanzia «Indipendenti» senza abusi Giacomo Lunghini La sentenza ha assolto, perché il fatto non costituisce reato, tre consiglieri non esecutivi di Parmalat finanziaria, il collegio ha quindi ritenuto insussistente il dolo. Quanto all'elemento oggettivo del reato, nessuna difesa ha contestato le «manipolazioni che Tanzi & company hanno costantemente messo in atto». La sentenza assolutoria è interessante per due profili: la motivazione sul punto del (mancato) accertamento del dolo e, sul piano strettamente normativo, in relazione alla figura degli " amministratori indipendenti". Sul dolo, il Tribunale contesta in modo deciso la rilevanza degli elementi «poco più che suggestivi», qualificati come «segnali d'allarme»dalla Procura e utilizzati in chiave accusatoria. Secondo i Pm la situazione di decozione di Parmalat, e le falsificazioni funzionali ad impedire l'emersione di questa, era di un'evidenza così palmare da manifestarsi attraverso gli atti sottoposti agli amministratori deleganti: l'appiattimento di questi sulle posizioni degli esecutivi implicava una cieca adesione al-le malefatte in fieri. Il merito della sentenza è aver rinunciato a scorciatorie probatorie che portano a oggettivare quello che è un dato psicologco effettivo: il dolo. Il fatto che gli amministratori non esecutivi sono «regolarmente delle "comparse" nei consigli di amministrazione di grandi gruppi», non deve portare a ritenere che tale loro atteggiamento comporti necessariamente l'accettazione acritica del peggio come del meglio, e quindi il dolo eventuale sostenuto dall'accusa. Il Tribunale non si è accontantato di affermare che «non potevano non sapere»: ha guardato ai fatti, alle posizioni dei singoli e ha ritenuto insussistente unaconcreta rappresentazione e volizione. Sul piano del quadro complessivo la sentenza utilizza come prova a discarico il fatto che né Consob - la quale pur con poteri ispettivi e una struttura ben più potenti non ha mai obiettato nulla in relazione ai fatti oggetto di imputazione né Bondi- il quale ha provveduto ha pagare un bond il 12 dicembre 2003- si erano accorti di nul-la, ritenere che invece tali imputati lo sapessero diventa un'illazione discutibile. Il secondo punto respinge la tesi in forza della quale, anche concedendo una certa equivocità dei segnali di allarme, la responsabilità dei tre amministratori discenderebbe da una volontaria omissione del proprio obbligo di agire informati. Obbligo di agire informati che ad avviso MARTEDìSULSOLE24ORE La rubrica Fisco e Costituzione dell'accusa si riempirebbe di particolari contenuti in capo agli amministratori indipendenti, e cioè proprio di uno specifico obbligo di vigilanza sulla tempestività e correttezza della comunicazione price sensitive. Sul punto il tribunale, oltre a respingere l'accusa che i tre in concreto non fossero realmente indipendenti alla luce della normativa vigente (e quindi il sol fatto di avere accettato di ricoprire tale ruolo segnalasse l'abdicazione ai compiti sopra descritti), contesta che tale tipologia di amministratori abbia una posizione di garanzia (cioé un particolare obbligo di impedire eventi pregiudizievoli, obbligo dal quale può quindi dipendere un'autonoma responsabilità per omesso impedimento dell'evento) diversa da quella degli altri amministratori. La motivazione afferma che la posizione di garanzia «è costituita dal combinato disposto di cui agli artt. 2381 e 2392 del codice civile e fa riferimento unicamente agli amministratori deleganti, senza alcuna distinzione tra indipendenti e non ». L'indipendenza vale quindi so-lo ai fini dell'eleggibilità, non della definizione dei doveri e dei poteri, e ciò vale sia oggi (nonostante le modifiche legislative) che al momento dei fatti del processo. Così ricostruita la figura degli amministratori indipendenti, la domanda «altrimenti che cosa ci stanno a fare?», assume una prospettiva de iure condendo, giustamente obliterata da una sentenza che doveva analizzare i fatti alla luce del diritto vigente. * Docente di Diritto penale commerciale-Università di Brescia © RIPRODUZIONE RISERVATA

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GLI APPUNTAMENTI PRINCIPALI GLI EVENTI ISTITUZIONALI (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 11-05-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: SYSTEM data: 2009-05-11 - pag: 13 autore: GLI APPUNTAMENTI PRINCIPALI GLI EVENTI ISTITUZIONALI Convegno inaugurale. «Pa un anno dopo: facciamo il punto» (11/5/2009 ore 11,30- 13,00) Il ministro Renato Brunetta dà conto ai cittadini e ai lavoratori pubblici di un anno di lavoro. Convegno conclusivo di Forum Pa 2009 «Entriamo nel merito» La Pa riparte dalla valutazione(14/5/2009 ore 15,00- 18,30) Interviene, tra gli altri, il ministro Mara Carfagna. Il futuro dell'Europa e le elezioni europee (in collaborazione con il Dipartimento politiche comunitarie)(12/5/2009 ore 10,00- 13,00) Interviene il ministro Andrea Ronchi LE AZIONI DI RIFORMA DELLA PA Lunedì 11 maggio Costruire la nuova dirigenza pubblica per l'innovazione negli Enti Locali: il progetto di accreditamento dei Direttori generali- (in collaborazione con Andigel)- (10,00- 13,00) Pa e customer focus. Convention delle amministrazioni pubbliche impegnate a migliorare la qualità dei servizi(14,30- 18,00). Apre Renato Brunetta, ministro per la Pa e l'innovazione Pubblico e privato insieme per uscire dalla crisi con l'innovazione (ore 15,00- 18,00). Con Renato Brunetta, ministro per la Pa e l'innovazione Pubblica amministrazione aperta? Diritto di accessoe trasparenza dal 1990 ad oggi (in collaborazione con SSPA)(15,00- 18,00). Dar voce ai cittadini: i risultati delle ricerche sull'opinione dei cittadini (15,00- 18,00). Sviluppo della qualitàe dell'efficacia del sistema formativo in ambito pubblico (15,00- 18,00). Martedì 12 maggio Giornalismo partecipativoe nuovi media: come cambia il modo di fare inchiesta (10,00- 13,00). Conversando di ... corruzione. (15,00- 18,00). Misura Pa primi risultati dei "cento indicatori" ( 15,00- 18,00). Mercoledì 13 maggio Una nuova politica per le pari opportunità nel pubblico impiego (in collaborazione con futuro@alfemminile) ( 10,00- 13,00). I contesti di applicazione ei prevedibili effetti del decreto delegato sul pubblico impiego (10,00- 13,00). Class action nella Pa (10,00- 13,00). Semplificazione amministrativa, riduzione degli oneri e dei tempi: risultati e prospettive di un anno di lavoro (15,00- 18,00). L'etica del lavoro pubblico e il riconoscimento del merito(in collaborazione con Italiaetica) (15,00- 18,00). La riforma della dirigenza nella legge delega e nei decreti delegati: un momento di confronto aperto (15,00- 18,00). Rapporto annuale sulla formazione nella pubblica amministrazione 2008- SSPA (15,00- 18,00). Giovedì 14 maggio* Il nuovo modello contrattuale del pubblico impiego (in memoria di Ubaldo Poti)(10,00- 13,00). Linea amica: come cambia il frontoffice della Pa (10,00- 13,00) Con Renato Brunetta, ministro per la Pa e l'innovazione Consultazione onlinee partecipazione ai processi decisionali (10,00- 13,00). La formazione per lo sviluppo locale. Il programma Empowerment (in collaborazione con SSPa)(15,00- 18,00). La progettazione dei siti internet degli enti pubblici. Case history: il sito del ministero dell'Interno (a cura de Il Sole 24 Ore) (15,00- 18,00). Pa DIGITALE Lunedì 11 maggio Mai più carta per una Pa efficiente e trasparente (15,00- 18,00). Martedì 12 maggio L'innovazione tecnologica cambia la scuola (10,00- 13,00) è stato invitato il ministro Mariastella Gelmini. e-gov 2012: il piano "impresa in un giorno" e il portale imprese (10,00- 13,00). e-gov 2012: la condivisione della conoscenza per la trasformazione del territorio- (in collaborazione con CNIPa e Regione Puglia) (10,00- 13,00). Il futuro della rete: larga bandae accesso alla rete come diritto universale (10,00- 13,00). Amministrare 2.0: una Pa che ascolta i cittadini(in collaborazione con Artea) (15,00- 18,00). Attuazione e sviluppo del SPC: profili normativi e amministrativi del rapporto pubblico-privato (15,00- 18,00). Mercoledì 13 maggio Barcamp Innovatori Pa (10,00- 18,00). e-gov 2012:l'innovazione tecnologica per Beni culturali (10,00- 13,00). è stato invitato il ministro Sandro Bondi Verso un "cruscotto del cittadino": dalla circolarità anagrafica al fascicolo del cittadino (10,00- 13,00). Strategie e azioni per l'e-gov nazionale delle Regioni (15,00- 18,00). Le azioni degli Enti locali contro il digital divide per l'accesso alla rete (15,00- 18,00). Giovedì 14 maggio Le strategie per la diffusione di soluzioni open source nella Pa (10,00- 13,00). e-gov 2012: gestione documentale, dematerializzazione e posta elettronica certificata (10,00- 13,00). e-gov 2012: il piano per la giustizia digitale (10,00- 13,00). è stato invitato il ministro Angelino Alfano Il piano per l'editoria digitale (10,00- 11,30). Il progetto ICT4university (11,30- 13,00). CITTà E TERRITORIO Martedì 12 maggio Federalismo fiscalee federalismo istituzionale: quale impatto sulle amministrazioni pubbliche? (10,00- 13,00) Intervengono il sottosegretario Aldo Brancher e il ministro Raffaele Fitto Adriatico e Mar Nero: due euroregioni protagoniste in Europa (10,00- 13,00) Interviene il ministro Raffaele Fitto Riprendiamoci le nostre risorseLe Pa del Mezzogiorno e le associazioni di volontariato per il riuso sociale dei beni sequestrati alla criminalità organizzata (10,00- 13,00). Il sostegno alle imprese nella gestione della crisi (in collaborazione con il Dip. impresa e internazionalizzazione del MISE)(15,00- 18,00). La mediazione comunitaria. Come funziona il lobbying istituzionale dell'Italia sull'Europa (15,30- 18,00). Il governo del territorio e della fiscalità legata ai beni immobiliari: azioni di sistema ed esperienze in atto (15,00- 18,00). Le attività di monitoraggio degli investimenti pubblici. Regionia confronto (15,00- 18,00). Mercoledì 13 maggio Il governo del territorio fra legge di principi e politiche pubbliche (in collaborazione con INU)(10,00- 13,00). RIN.GIOVANI.MENTI- Per una nuova Pa nel Mezzogiorno (15,00- 18,00). Migliorare le politiche di Ricerca e Innovazione per le RegioniContenuti e processi di policy (in collaborazione con il Dip. per lo sviluppo e la coesione del MISE)(15,00- 18,00). Giovedì 14 maggio Terzo forum nazionale sui patrimoni immobiliari urbani territoriali pubblici (9,30- 17,30). LAVORO E WELFARE Lunedì 11 maggio Programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati (10,00- 12,00). Martedì 12 maggio L'impegno della Pa per l'inclusione delle categorie deboli attraverso tecnologie innovative (in collaborazione con ASPHI) - (15,00- 18,00). Mercoledì 13 maggio Uniamo le forze: le risposte degli Enti locali alle famiglie e alle imprese colpite dalla crisi (15,00- 18,00). Giovedì 14 maggio I servizi per il lavoro nella gestione della crisi (10,00- 13,00). SANITà Lunedì 11 maggio e-healt and web 2.0 applications (15,00- 18,00). Martedì 12 maggio Guadagnare Salute: Premio alle migliori pratiche di prevenzione (15,00- 18,00). Mercoledì 13 maggio Il piano di e-gov in sanità (10,00- 13,00). Un confronto tra esperienze innovative nell'ambito dei sistemi regionali di formazione in sanità (in collaborazione con FORMAS)(10,00- 13,00). La governance del sistema del welfare (15,00- 18,00). Interviene il ministro per il Lavoro, la salute e le politiche sociali Maurizio Sacconi Giovedì 14 maggio Linee di Indirizzo per l'Assistenza Psicologica. (in collaborazione con Sipsote FederSanità ANCI Piemonte) (10,00- 13,00). SICUREZZA Martedì 12 maggio La sicurezza urbanae territoriale: un obiettivo di sistema(in partnership con Techfor) (10,00- 13,00). Interviene il ministro dell'Interno Roberto Maroni Incontro con i comuni del Lazio: progetti per la sicurezza integrata 2009 (in collaborazione con la regione Lazio, Assesorato alla sicurezza) (10,00- 14,00). Mercoledì 13 maggio L'Ambiente è COSA NOSTRATavola Rotonda su reati ambientali e abusivismo nel Lazio (10,00- 13,00). Giovedì 14 maggio Tecnologia Industriale per l'HOMELAND SECURITY (in collaborazione con TECHFOR)(10,00- 13,00). ENERGIA E AMBIENTE Lunedì 11 maggio Il G8 Ambiente di Siracusa: risultati e prospettive in un nuovo quadro delle regole(segue Premio SFIDE sui temi delle azioni per lo sviluppo centrate sulle politiche energetiche) (14,30- 19,00). Interviene il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo Martedì 12 maggio Politiche energetichee ambientali come motore di sviluppo: istruzioni per l'uso ( 15,00- 18,00). Mercoledì 13 maggio Quale politica dell'energia per uscire dalla crisi? (10,00- 13,00). Interviene il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola Mobilità automobilisticae qualità dell'aria (15,30- 18,00). ECONOMIA Lunedì 11 maggio Finanza e investimenti degli Enti locali tra manovre anticrisi e patto di stabilità (15,00- 18,00). Il codice degli appalti a regime: il nuovo ruolo dei tecnici nell'iter realizzativo delle opere pubbliche (a cura de Il Sole 24 Ore)(15,00- 18,00). Giovedì 14 maggio Banche e Pa: una partnership che cresce (in collaborazione con ABI)(10,00- 13,00). Le interviste di Stefano Rolando (in collaborazione con Almaviva) Martedì 12 maggio Profondo nord, profondo sud. Le città italiane al centro della dinamica pubblica. Genovae Palermo- Intervista a Marta Vincenzi e a Diego Cammarata(12,00- 13,30). Mercoledì 13 maggio " Libertà e privacy, in Italia oggia Franco Pizzetti (12,00- 13,30). Marco Pannella"- Intervistaa Marco Pannella (15,00- 17,00). Giovedì 14 maggio L'Europa e Barack ObamaIntervista a Gianni De Michelis (12,00- 13,00). Politica e funzionari.L'etica della responsabilità Intervista a Linda Lanzillotta(10,00- 11,30) Le novità a confronto alla Fiera di Roma

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Fazio, viceministro del Welfare in attesa che torni il ministero (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sanità)" del 11-05-2009)

Argomenti: Cultura

Indietro 8 maggio 2009 Fazio, viceministro del Welfare in attesa che torni il ministero Ferruccio Fazio è stato nominato dal Consiglio dei ministri di oggi viceministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali. E dal Cdm è stato approvato anche un disegno di legge che istituisce di nuovo il ministero della Salute con due sottosegretari. Il provvedimento seguirà una corsia prefetrenziale in Parlamento. Nato a Garessio (CN) il 7 agosto 1944, Fazio è sposato con Margherita Colnaghi, e ha due figli, Alessandro 20 anni e Arianna 18 anni. Laureato in Medicina e chirurgia nell'universitá di Pisa nel 1968, due anni più tardi si è specializzato in Medicina nucleare e nel 1975 in malattie dell'apparato respiratorio. È stato fra i primi in Italia a utilizzare la Tomografia ad emissione di positroni (Pet). È professore ordinario di Diagnostica per Immagini e Radioterapia, Facoltá di Medicina e Chirurgia, Universitá di Milano-Bicocca. Direttore dei Servizi di Medicina Nucleare e di Radioterapia, Istituto Scientifico H S. Raffaele, Milano, nonchè dell'Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Cnr di Milano. Direttore della Scuola di Specializzazione in Radiodiagnostica, Universitá di Milano-Bicocca e del Centro di Eccellenza «Laboratorio di Neuroimmagini Cliniche e Cognitive», Universitá di Milano-Bicocca, nonchè pesidente del Centro di Bioimmagini Molecolari, Universitá di Milano-Bicocca. Presidente del Consiglio di Amministrazione della Societá consortile «Laboratorio di Tecnologie Oncologiche HSR-Giglio» di Cefalù. È stato inoltre componente in numerose commissioni ed esperto scientifico a livello ministeriale (Ministero dell'Universitá e della Ricerca, Ministero della Salute), regionali (Lombardia) e di enti pubblici e privati in Italia (CNR, Universitá di Milano, Lega Italiana per la lotta contro i tumori, CONI, ecc.) e all'estero. È stato componente in numerose commissioni ed esperto scientifico a livello ministeriale (Ministero dell'Universitá e della Ricerca, Ministero della Salute), regionali (Lombardia) e di enti pubblici e privati in Italia (CNR, Universitá di Milano, Lega Italiana per la lotta contro i tumori, CONI, ecc.) e all'estero. Ha pubblicato oltre 365 pubblicazioni sulle principali riviste internazionali di area medico-biologica, tra cui Science, Nature, Nature-Neuroscience, Lancet, British Medical Journal, Chest, Journal of Applied Physiology, American Review of Respiratory Disease, American Journal of Roentgenology, Brain, Cancer Research, NeuroImage, Neurology, American Journal of Medicine, American Journal of Cardiology, Journal of Medicinal Chemistry. Indietro

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