CENACOLO DEI COGITANTI |
Beppino Englaro indagato:
iniziativa più singolare che dovuta
( da "EUROPA ON-LINE"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: con una sentenza definitiva alle
spalle, con decisioni della corte costituzionale, della corte di cassazione,
della corte di appello, con la procura della repubblica che ha seguito passo
dopo passo le ultime ore, con una pronuncia dell?ordine dei medici competente,
possa avere commesso un omicidio volontario.
Il voto elettronico non
passa ( da "Alto
Adige" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale di Karlsruhe,
che ha accolto il ricorso presentato da due cittadini contro la pratica del
voto elettronico, considerato dai supremi giudici contrario al
"Grundgesetz", la Costituzione tedesca. Nelle elezioni politiche del
2005 il voto elettronico tramite computer era stato esercitato da 2 milioni di
cittadini in 39 delle 299 circoscrizioni elettorali distribuite
porte aperte ai
pentecostali ( da "Mattino
di Padova, Il" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: «La Corte Costituzionale garantisce
tutti i culti, senza distinzioni», afferma «a Padova è presente una comunità di
cinquanta famiglie pentecostali e siccome la Chiesa evangelica di Corso Milano
è strapiena di attività, è più facile che si muova un singolo fedele rispetto
alla comunità.
Serata tributo a Luciano
Zorzella al Camploy ( da "Arena,
L'" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: », una serata organizzata dalla Doc
Servizi e dal CSM in collaborazione con l'assessorato alla cultura del Comune.
Sul palco si alterneranno le due big band di cui Zorzella fu per anni
batterista e con l'occasione verrà consegnato un premio di 1000 euro
all'altosassofonista piacentino Mattia Cigalini.
26 condannati per
smaltimenti illeciti ( da "Tempo,
Il" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: acqua il giudice ha rinviato gli
atti alla Corte Costituzionale che dovrà decidere sulla questione di
costituzionalità. I pm Gianni Tei e Giulio Monferini avevano chiesto condanne
per un totale di 180 anni sostenendo che i danni provocati dai lavori Tav si
aggirano sui 750 milioni di euro sia per lo smaltimento illecito dei rifiuti,
sia per l'impoverimento delle falde acquifere.
come far cadere
l'incompatibilità ( da "Nuova
Sardegna, La" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: O sino al 21 aprile, quando la
Corte costituzionale deciderà sulla legittimità della legge statutaria che ha
introdotto l'incompatibilità consigliere-assessore. O, se la legge dovesse
essere confermata, sino alla riforma della stessa legge statutaria da parte
della nuova assemblea regionale.
Tav in Toscana, 26
condannati ( da "Italia
Oggi" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: gli atti alla Corte Costituzionale
che dovrà decidere sulla questione di costituzionalità.«La sentenza con le
pesanti condanne penali riconosce la gravità del disastro ambientale perpetrato
ai danni del nostro territorio: speriamo che questo possa fungere da monito
anche per i futuri progetti di grandi opere che il governo vorrebbe portare
avanti senza alcuna seria valutazione d'
oggi il cda del
"tubone" deciderà sulla restituzione dei canoni non dovuti
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale, rimborsi
retroattivi di dieci anni, che coinvolgono diversi utenti allacciati
all'impianto consortile per una somma complessiva di 1,2 milioni di euro. De
Toni, ha già esaminato la legge e, riservandosi di spiegarne l'interpretazione dopo
le decisioni del Cda, afferma: «Noi affermiamo che il Tubone ha speso
arbitrariamente i soldi delle bollette e che assolutamente
festival teatro italia,
fofi se ne va - conchita sannino ( da "Repubblica,
La" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: A ottobre dell´anno scorso la corte
costituzionale stabilisce (dopo il ricorso di un utente di Gragnano) che tutti
i residenti nei territori non collegati a un depuratore non devono pagare la
tassa di depurazione e soprattutto sono tenuti ad ottenere il rimborso per il
passato.
danni in mugello, cavet
condannato per la tav - franca selvatici
( da "Repubblica, La"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: pubbliche stralciato alla Corte
Costituzionale FRANCA SELVATICI «è una sentenza che non dispiace alla difesa»,
commenta a caldo il professor Tullio Padovani che con numerosi colleghi, fra
cui gli avvocati Antonio D´Avirro, Eriberto Rosso e Anna Francini, difende i
vertici del Consorzio Cavet, per i quali i pm Tei e Monferini avevano chiesto
una condanna a dieci anni di reclusione.
"avevo dei dubbi ma
firmai l'accordo adesso lo rifarei"
( da "Repubblica, La"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale si dovrà
pronunciare sul furto d´acqua», dice. «Ma il danno ambientale c´è stato:
esistenza e consistenza sono stati riconosciuti in modo significativo». E
aggiunge: «Abbiamo in questi anni ripetutamente chiesto a Cavet e ai governi di
mettere a disposizione le risorse necessarie per il ripristino ambientale,
IL PRESIDENTE MARTINI
COMMENTA LA SENTENZA SULL'ALTA VELOCITÀ DEL TRIBUNALE DI FIRENZE <SENZA
RIPRISTINO AMBIENTALE È UN'OPERA INCOMPIUTA> RICONOSCIUTO IL DANNO.
RISARCIMENTO DI 50 ( da "marketpress.info"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale si dovrà
pronunciare sul furto d´acqua e in sede civile dovrà essere quantificato
l´entità complessiva del danno. Ma il danno ambientale c´è stato: esistenza e
consistenza sono stati riconosciute in modo significativo dal tribunale di
Firenze, il che conferma la giustezza dell´impegno che abbiamo sempre assunto
per la realizzazione delle opere necessarie al ripristino
CASTIGO ANNACQUATO
( da "Manifesto, Il"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Qui il giudice ha scelto la via
della Corte costituzionale: la legge dell'Europa, che l'Italia ha fatto propria,
dichiara con solennità che l'acqua è un bene comune; ma una leggina italiana
(152/99) permette di captarne quanta si vuole, senza troppe spiegazioni, senza
dare troppo peso alla legge Merli (34/94) apparentemente di diverso avviso.
Maxi-sentenza per la Tav
al Mugello ( da "Manifesto,
Il" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: anche se il procedimento si
presenta aperto ad ulteriori sviluppi: la corte Costituzionale si dovrà pronunciare
sul furto d'acqua e in sede civile dovrà essere quantificata l'entità
complessiva del danno. Danno ambientale che c'è stato. Ora occorrono le opere
necessarie al ripristino dell'equilibrio ambientale in Mugello.
Cittadinanza riparatoria
per i figli delle emigrate ( da "Sole
24 Ore, Il" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Legge dichiarata illegittima dalla
Corte costituzionale con due pronunce del 1975 e del 1983. I discendenti delle
donne "maritate" con stranieri, peraltro, potranno riacquistare
«automaticamente» la cittadinanza italiana. Non ci sarà bisogno della
dichiarazione "a monte" dell'interessata prevista dalla legge 151 del
1975 (articolo 219).
Il giudice scrive in
ritardo la sentenza Scarcerato il boss della 'ndrangheta
( da "Corriere della Sera"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: scattare un provvedimento
disciplinare del Csm nei confronti del giudice. Ora la nuova scarcerazione.
«Siamo pochi, lavoriamo con pochissimi strumenti, dobbiamo decidere su
centinaia di processi con decine d'imputati, ma soprattutto non siamo più nelle
condizioni di poter giudicare la mole d'inchieste che ci giungono dalla procura
distrettuale» lamenta un giudice del tribunale reggino.
Bollette dell'acqua più
leggere Si risparmiano 50 euro l'anno
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E' questo l'effetto della sentenza
della Corte Costituzionale dell'8 ottobre 2008 che ha stabilito che la quota di
tariffa riferita al servizio di depurazione non è dovuta dagli utenti nel caso
in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o
questi siano temporaneamente inattivi.
<Precari, decide il
giudice del lavoro> ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Rimane aperto lo scontro tra il
ministro Raffaele Fitto e il governatore Nichi Vendola sulla stabilizzazione
dei precari. Il ministro ha impugnato la legge regionale per l'assunzione di
oltre 4mila lavoratori. Adesso deciderà la Corte Costituzionale. Valentina
Marzo
Parole chiave per valutare
la laicità del Paese ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Italia sia una Repubblica laica,
concetto ribadito anche dalla Corte Costituzionale con la sentenza 203 del
1989, lo si comprende dalle 63 voci del Vocabolario. Emergono i grandi «no»
della chiesa cattolica (ad unioni di fatto, sessualità fuori dal matrimonio,
alla Ru486, la pillola abortiva, dice, utilizzata in Puglia ).
<La Tav ha danneggiato
l'ambiente>: ( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: è finita alla Corte Costituzionale.
Il giudice monocratico Alessandro Nencini ha infatti disposto la sospensione e
lo stralcio del procedimento legato a questo reato, inviando gli atti all'Alta
Corte. Una decisione che nasce dall'ipotesi di incostituzionalità di una norma
speciale, inserita in un decreto legislativo del 1999: essa,
"Il processo-bis
all'oligarca, test per il nuovo zar"
( da "Stampa, La" del
04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Un banco di prova per la giustizia
russa in era Medvedev. «Ma il processo è solo la punta dell'iceberg di un
apparato giudiziario, che il potere considera un proprio organo». Parole di
Sergej Pashin, 45 anni, ex giudice del Tribunale di Mosca, negli anni '90
lottava per riformare la giustizia.
Guida in stato di
ebbrezza, tasso alcolico, controllo rapido, legittimità
( da "AltaLex" del
04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: si veda Corte Costituzionale ,
ordinanza 13.03.2008 n° 54. (3) In tema di guida in stato di ebbrezza e guida
sotto effetto di stupefacenti, si veda Sanzioni Amministrative: manuale
operativo, Adducci/Camilletti, Altalex eBook, 2008. (Fonte: Altalex Massimario
9/2009) SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV PENALE Sentenza 11 - 26 febbraio
2009,
Milleproroghe dinanzi alla
Consulta ( da "Denaro,
Il" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ordinanza della Corte
Costituzionale non puo' essere sospesa dal potere legislativo ne tanto meno una
legge sospende la validità di una legge precedente. L'ordinanza n. 377/2007
della Corte Costituzionale, non ha fatto nessuna operazione particolare ha semplicemente
richiamato i giudici al rispetto delle leggi già in vigore,
Nessuno paghi senza un
parere ( da "Denaro,
Il" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Corte Costituzionale con la
recente Ordinanza n. 252 del 4 luglio 2008 non si è pronunciata nel merito. E'
stata, infatti, dichiarata inammissibile la questione di legittimità
costituzionale in quanto, secondo la Corte, il Giudice rimettente si è
sottratto all'onere di fornire una interpretazione in senso costituzionale
della norma Visto l'
Troppo lavoro per il
giudice: boss scarcerato ( da "Avvenire"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: registrano tre assenze per
maternità e una per compiti di collaborazione con il Csm. Il caso, clamoroso ma
non raro, è esploso ieri quando è filtrata la notizia della scarcerazione di
Romanello, indicato anche come luogotenente del capobastone Giuseppe Coluccio,
di Gioiosa Jonica, lungo la costa ionica reggina, arrestato lo scorso agosto in
Canada dopo un lungo periodo di latitanza.
Società fantasma per non
pagare le tasse ( da "Sicilia,
La" del 04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 335/2008 della Corte costituzionale
che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del comma 1 dell'articolo 14
della legge 36/94 che prevede che la depurazione è dovuta dagli utenti anche
«nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti di depurazione o
questi siano inattivi».
TAV: 27 condanne e 150
milioni di multa per reati ambientali
( da "Blogosfere" del
04-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Per questo i giudici si sono
rivolti alla Corte Costituzionale. Queste condanne e queste multe sono poca
cosa per chi guadagna miliardi di € ed ha a disposizione legioni di avvocati
azzeccagarbugli (le cui parcelle sono probabilmente state già pagate in
anticipo nei costi dell'appalto.
( da "EUROPA ON-LINE" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Beppino Englaro
indagato: iniziativa più singolare che dovuta ALESSANDRO BATTISTI Beppino
Englaro sarà sottoposto all?ennesima tortura per iniziativa della procura di
Udine dopo la presentazione di numerose denunce da parte di movimenti
cattolici. Passeranno mesi, poi anni, prima di arrivare ad una inevitabile
quanto scontata archiviazione ma nel frattempo molti nuovi crociati avranno
avuto l?onore delle cronache e qualcuno di loro farà carriera. Vorrei fare tre
considerazioni: la prima giuridica, la seconda politica e la terza di buon
senso. Sul piano giudiziario la procura di Udine ha fatto sapere che si tratta
di «un atto dovuto» che fa seguito alle numerose denunce proposte. Avrei dei
dubbi che sia necessariamente così e comunque non sempre è così. Il pubblico
ministero e la polizia giudiziaria ricevono le notizie di reato, dice il nostro
codice di rito, e il pm ha l?obbligo di iscrivere immediatamente la notitia
criminis nel cosidetto registro delle notizie di reato. Si afferma però ormai
unanimamente che presupposto necessario perchè possano essere iniziate le
indagini preliminari è la natura della notitia criminis la quale, per essere
tale, deve avere ad oggetto un fatto idoneo ad integrare gli estremi di un
reato. Per farla breve una supposta notizia di reato del tutto infondata e
priva di qualsiasi logica e fondamento non è notizia di reato. Mi riesce assai
difficile pensare che il padre di Eluana in concorso con svariati sanitari e
con molteplici infermieri (17 indagati) dopo diciassette anni di iter
giudiziario, con una sentenza definitiva alle spalle, con decisioni della corte costituzionale, della corte di cassazione, della corte di
appello, con la procura della repubblica che ha seguito passo dopo passo le
ultime ore, con una pronuncia dell?ordine dei medici competente, possa avere
commesso un omicidio volontario. Piuttosto valuterei con attenzione la
credibilità delle denunce e dei denuncianti ma ovviamente non conoscendone il
contenuto mi fermo qui. Insomma questa iniziativa più che dovuta mi appare
singolare. Sul piano politico vorrei in primis soffermarmi sul fatto che solo
in Italia, che assume geograficamente lo stato del Vaticano, accade tutto ciò.
Infatti in Belgio dal 2002 esistono le leggi sui ?diritti del malato?, le
?direttive anticipate? e ?le dichiarazioni anticipate di eutanasia?; in
Danimarca ove si dispone di una legge sul testamento biologico; in Francia con
la legge ?relativa ai diritti del malato ed alla fine della vita? che ha
modificato il code de la santé publique; in Germania dove trova attuazione e
conferma nella giurisprudenza ormai da anni; in Inghilterra con il living will;
in Olanda dove dal 2001 esiste la legge ?per il controllo di interruzione della
vita su richiesta e assistenza al suicidio?; in Spagna con ?le dichiarazioni
anticipate di volontà?; in Svizzera, Svezia e Norvegia con leggi varie. Per non
parlare dell?unione europea la quale ha assunto alcune ?raccomandazioni? già
dal 1976 e la convenzione di Oviedo del 1977. Se andiamo oltre negli Usa, a
livello federale, esiste il patient self determination act cui hanno fatto
seguito numerose leggi statali; in Canada con le leggi dello stato dell?Ontario
e del Manitoba e per il resto dei suoi stati assumendo parti del living will;
in Australia dove si sta discutendo in parlamento un testo sull?eutanasia.
Insomma solo in Italia il legislatore è incapace di fare il suo mestiere, cioè
legiferare, e solo in Italia un altro stato impone così fortemente direttive
politiche, e solo in Italia si può arrivare a pensare che Beppino Englaro sia
un assassino. Nemmeno il buon senso riesce a smuovere il parlamento. È
possibile che non ci si renda conto che, comunque la si pensi, ormai è
ineludibile arrivare ad una qualche forma di regolamentazione e che lo
spettacolo che sta dando la politica segna l?ennesimo strappo tra società
civile e società politica, incapace di rappresentare la generalità dei
cittadini? Un?ultima considerazione. Stiamo dando voce al pensiero più
oscurantista che si sia conosciuto negli ultimi decenni. Giuseppe Garrone,
segretario del movimento ?Verità e Vita? ha affermato: «Beppino Englaro ha
usato sua figlia per promuovere l?eutanasia... e trae vantaggio dalla sua
morte, vende più copie del suo libro» e ancora «i magistrati non hanno
rispettato la legge». Di fronte a tesi così aberranti e incivili non ho parole
per esprimere tutto il mio sconcerto e la mia preoccupazione. Posso solo
raffreddare la mia rabbia ricordando le parole di Luigi Salvatorelli: «Noi
teniamo fede a valori eminentemente inattuali, al pensiero, alla fraternità
umana, alla coscienza individuale. Ma non avendo interessi da difendere, nè
ambizioni da soddisfare, possiamo permetterci di avere pazienza, la pazienza
della storia».
( da "Alto Adige" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il voto elettronico
non passa BERLINO. Alle prossime elezioni del 27 settembre per la Cancelleria i
tedeschi continueranno a votare con scheda cartacea e matita. Lo ha deciso il
"Bundesverfassungsgericht", la Corte
Costituzionale di Karlsruhe, che ha accolto il ricorso presentato da due
cittadini contro la pratica del voto elettronico, considerato dai supremi
giudici contrario al "Grundgesetz", la Costituzione tedesca. Nelle
elezioni politiche del 2005 il voto elettronico tramite computer era stato
esercitato da 2 milioni di cittadini in 39 delle 299 circoscrizioni elettorali
distribuite su cinque LÄnder: Assia, Brandeburgo, Nordreno-Westfalia,
Renania-Palatinato e Sassonia-Anhalt. Adesso però si torna alla vecchia maniera
e cioè a carta e matita.
( da "Mattino di Padova, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
LUCIANI «Porte
aperte ai pentecostali» GUIZZA. «La sala del quartiere di via Santa Maria
Assunta resta a disposizione dell'associazione Chiesa Unita Pentecostale». Luca
Luciani, presidente della Guizza, replica così alle critiche di Filippo
Marchiorro, capogruppo del Pdl. «La Corte Costituzionale
garantisce tutti i culti, senza distinzioni», afferma «a Padova è presente una
comunità di cinquanta famiglie pentecostali e siccome la Chiesa evangelica di
Corso Milano è strapiena di attività, è più facile che si muova un singolo
fedele rispetto alla comunità. Inoltre la residenzialità non è un
aspetto necessario, comunque chi usufruisce di questo servizio abita in città».
Di più: «L'ufficio immigrazione, che fa capo al sindaco, ci ha chiesto di
aprire alle comunità religiose minoritarie».
( da "Arena, L'" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 04 Marzo
2009 SPETTACOLI Pagina 52 OMAGGIO. DOMANI SERA ALLE 21 Serata tributo a Luciano
Zorzella al Camploy Ritmo Sinfonica, University e altri ospiti per ricordarlo
Il 4 marzo di sessantasei anni fa nasceva Luciano Zorzella: batterista jazz,
agente, manager e organizzatore veronese che suonò tantissimo nella nostra
provincia e che legò il suo nome soprattutto alla University Big Band (di cui
divenne direttore artistico e animatore nella seconda metà degli anni '90) e
alla Big Band Ritmo Sinfonica. Per rievocarne la passione musicale e la verve,
a due anni e mezzo dalla scomparsa, domani sera al Teatro Camploy (alle 21)
torna per il secondo anno consecutivo la manifestazione «Ricordando Luciano.», una serata organizzata dalla Doc Servizi e dal CSM in collaborazione con l'assessorato alla cultura del Comune. Sul
palco si alterneranno le due big band di cui Zorzella fu per anni batterista e
con l'occasione verrà consegnato un premio di 1000 euro all'altosassofonista
piacentino Mattia Cigalini. E' lui infatti il vincitore della seconda
edizione della borsa di studio in memoria di Luciano Zorzella messa in palio
dalla Doc Servizi e attribuita da una giuria di esperti a un giovane jazzista
italiano meritevole. Cigalini, a dispetto dei suoi vent'anni, ha già
collaborato con i principali jazzisti italiani e soprattutto ha fatto incetta
di prestigiosi riconoscimenti. Dopo la consegna del premio naturalmente il
sassofonista sarà invitato a esibirsi con le orchestre sul palco. Ospiti
speciali della serata saranno, oltre al sassofonista Federico Benedetti, anche
i due figli di Luciano: il trombettista Beppe e il batterista Michele. Le due
orchestre proporranno due repertorio moderni ma ispirati a momenti differenti
della storia del jazz. La Ritmo Sinfonica suonerà composizioni di Pastorius,
Roberto Magris e Oliver Nelson, mentre la University, che per la prima volta
verrà diretta dal vivo da Rizzardo Piazzi, riproporrà pagine di classic
mainstream di Neal Hefti, Bobby Timmons e Benny Golson. Gran finale di serata con
una formidabile orchestra di più di 50 elementi che riunirà entrambe le
orchestre. LUI.SA.
( da "Tempo, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa Tav 26
condannati per smaltimenti illeciti FIRENZE Ventisei condanne da cinque anni a
tre mesi di reclusione per l'illecito smaltimento di rifiuti ma assoluzioni per
il reato di danneggiamento delle falde acquifere: si è concluso così il
processo per i lavori provocati dai lavori per l'Alta Velocità nel tratto tra
Firenze e Bologna. Condannati a cinque anni i vertici del Consorzio Cavet che
sta effettuando i lavori. Il giudice Alessandro Nencini ha riconosciuto che vi
è stato il danneggiamento dei corsi d'acqua e dei pozzi privati ma non doloso.
E siccome il danneggiamento colposo non è previsto dalle norme gli imputati
vanno assolti. Per quanto riguarda il furto d'acqua il
giudice ha rinviato gli atti alla Corte Costituzionale che dovrà decidere sulla
questione di costituzionalità. I pm Gianni Tei e Giulio Monferini avevano
chiesto condanne per un totale di 180 anni sostenendo che i danni provocati dai
lavori Tav si aggirano sui 750 milioni di euro sia per lo smaltimento illecito
dei rifiuti, sia per l'impoverimento delle falde acquifere.
( da "Nuova Sardegna, La" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Nel Pdl si spera nel
ricorso alla Consulta o in una riforma Come far cadere l'incompatibilità
CAGLIARI. Alcuni consiglieri regionali sono disposti a dimettersi per entrare
nella giunta Cappellacci, altri preferiscono non perdere il seggio faticosamente
conquistato alle elezioni. Ma non disperano di diventare assessori per
rimanendo «onorevoli». Come fare? Non resta che attendere. O
sino al 21 aprile, quando la Corte costituzionale
deciderà sulla legittimità della legge statutaria che ha introdotto
l'incompatibilità consigliere-assessore. O, se la legge dovesse essere
confermata, sino alla riforma della stessa legge statutaria da parte della
nuova assemblea regionale. Operazione, la seconda, piuttosto lunga e
complessa perché occorre una maggioranza qualificata se non si vuole incorrere
nel referendum confermativo: se venisse richieste e indetto, la riforma non
potrebbe essere promulgata senza un pronunciamento favorevole degli elettori.
( da "Italia Oggi" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Edilizia e Appalti data: 04/03/2009 - pag: 13 autore: Pagina a cura di
Simonetta Scarane Il Consorzio Cavet guidato da Impregilo riconosciuto
colpevole dal tribunale di Firenze Tav in Toscana, 26 condannati Riconosciuti i
danni ambientali: risarcimento di 150 milioni A rovinare la festa per l'avvio
dell'alta velocità ferroviaria sull'asse Milano-Bologna e l'aspettativa, per il
13 dicembre 2009 del prolungamento fino a Firenze, che così sarà raggiungibile
da Milano in un'ora e 35 minuti, si è abbattuta, pesante, la condanna dei
giudici fiorentini per i danni creati dal cantiere per la realizzazione dei
nuovi binari tra Bologna e Firenze. La condanna di primo grado è arrivata
quando l'opera è ormai conclusa e sono in corso le prove di collaudo. Ma
diventa un monito per quello che resta ancora il problema principe da
risolvere: quello dell'attraversamento del nodo di Firenze. Questione ancora
aperta, e oggetto di polemiche da parte di chi non vuole il tunnel sotterraneo
in città mentre rispunta una soluzione alternativa, giudicata positivamente dai
vertici del governo Prodi e delle ferrovie di un paio di anni fa. Dunque, la severa
condanna, in primo grado, contro la quale Impregilo, capogruppo del consorzio
Cavet (formato per il 75% da Impregilo e da C
( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 12 - Udine
Oggi il Cda del "Tubone" deciderà sulla restituzione dei canoni non
dovuti SAN GIORGIO. «Sono curioso di vedere come gli avvocati del Tubone
riusciranno a rassicurare la presidente del Consorzio di Depurazione, Luisa De
Marco, sostenendo la tesi che tutto va bene e che non devono ritornare i soldi
ai cittadini». Paolo De Toni, portavoce del comitato per i ricorsi, riprende la
"battaglia", sull'interpretazione della legge appena approvata dal
Governo nazionale sul ciclo idrico integrato, che oggi sarà uno dei punti
all'ordine del giorno del consiglio di amministrazione del Consorzio
Depurazione Laguna Spa, che esaminerà il nuovo testo di legge con i propri
legali e deciderà in merito ai rimborsi sulla tassa di depurazione, bocciata a
dicembre dalla sentenza della Corte Costituzionale,
rimborsi retroattivi di dieci anni, che coinvolgono diversi utenti allacciati
all'impianto consortile per una somma complessiva di 1,2 milioni di euro. De
Toni, ha già esaminato la legge e, riservandosi di spiegarne l'interpretazione
dopo le decisioni del Cda, afferma: «Noi affermiamo che il Tubone ha speso
arbitrariamente i soldi delle bollette e che assolutamente il nostro
caso non rientra nel comma
( da "Repubblica, La" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina IV - Napoli
Bagnoli Il contenzioso con i cittadini dell´Ato 3 per le somme non dovute per
la depurazione Festival Teatro Italia, Fofi se ne va Il Consiglio di Stato
decide sui cantieri "Evento troppo generalista, lascio". Al suo posto
un avvocato L´azienda Gori alla guerra dell´acqua una legge
"cancella" ottomila ricorsi "Nel Cda della fondazione ho visto
la volontà di metterci dentro di tutto di più" CONCHITA SANNINO (segue
dalla prima di cronaca) «Questo è uno degli aspetti più disperanti, e
criminosi, di una città che sembra irredimibile. Scendi di casa e ti imbatti in
uno che vuole parlarti male del suo vicino di banco. Avviene in politica, nella
cultura, nell´arte. No, questa litigiosità mi fa venire i brividi. Io ho visto
divergenze con quello che si andava costruendo e mi sono sentito di troppo».
Non parlategli, dunque, della violenta querelle aperta dall´assessore regionale
Velardi contro il maestro De Simone. Il suo no è meditato e privo di acredine.
Così Fofi, critico e saggista tra i più ispidi e incisivi del panorama
italiano, legato a doppio filo alla tradizione letteraria e politica di una
narrazione secca di Napoli, lascia il suo posto di membro del consiglio di
amministrazione della Fondazione Campania dei Festival, l´organismo permanente
che dovrà organizzare le edizioni del Festival Teatro Italia in programma la
prossima estate e nello stesso periodo del 2009. Le sue dimissioni sono state
incassate senza fare pubblicità. Il governatore Bassolino, con i vertici della
Fondazione Rachele Furfaro e Renato Quaglia, ha già provveduto a sostituirlo:
con un avvocato amministrativista di riconosciuto spessore professionale e
culturale, Riccardo Satta Flores. Ma finisce con l´amaro in bocca tra Fofi e le
istituzioni. Per l´ennesima volta. Fofi, perché? «Non era il posto per me. Ero
superfluo. Vedevo un festival troppo generalista - spiega - Non mi piacciono le
solite polemiche di cui sono pieni i giornali. Rivendico la mia visione: sono
uno di vocazione minoritaria. Uno, forse, troppo dentro il sociale. Mentre lì,
ho visto che c´era, legittimamente, una volontà a metterci dentro di tutto di
più. Un po´ di teatro di tradizione e un po´ di innovazione, un po´ di
centralità e un po´ di marginalità. Il fine era: accontentare tutti, che forse
è il modo che ora cerca Napoli per rimettere in moto quei meccanismi di
comunicazione che si sono inceppati. Operazione rispettabile. E penso che sia
la presidente Furfaro, che il direttore Quaglia siano mossi da ottimi intenti.
Ma non mi appartiene. Il mio sarebbe stato un Festival di morti di fame,
probabilmente; ma che magari avrebbe avuto una piccola incidenza sulla storia
del teatro, non lo so. Se non posso dare una mano, mi faccio da parte».
Tuttavia, non discende da quelle dimissioni la rabbia Fofi, che ha la sua
"base" napoletana da anni, ed è motore di operazioni sociali e
culturali nel cuore di Scampia, da Arrevuoto a Punta Corsara. «Faccio quello
che posso in una città che si sente e si rappresenta come impotente - sottolinea
Fofi -. Quei semi messi giù a Scampia hanno prodotto ottime radici, il problema
è che mancano le sponde. Politiche. La sinistra si è suicidata, non sappiamo
più dove trovare persone non dico con cui dialogare, ma almeno con cui
litigare». Un «pessimista attivo», si definisce. «La politica, una certa
specifica tradizione culturale di sinistra, non è servita a cambiare molto
nella testa della gente. Politici, cittadini. Questo è il fallimento. Ed è il
dato vero della disfatta veltroniana, così come di quella bassoliniana. Una
mobilitazione e una quantità di germogli che questa sinistra ha mandato in
vacca. E l´amaro è ancora più forte se a essere disillusi sono stati entusiasmi
e speranze forti, come quelle alimentate intorno al primo Bassolino. Dopo, un
vento così è difficile farlo rinascere». Nella guerra dell´acqua i cittadini
perdono una battaglia. Ottomila ricorsi. Cinquecento citazioni. Tutto inutile.
Il governo interviene in soccorso alla Gori e "cancella" con una
legge tutti i ricorsi fatti fino ad ora dai residenti nei 76 comuni nell´area
di pertinenza dell´Ato 3, parliamo di 59 della provincia di Napoli (dall´aria
nolana e vesuviana fino a Scafati e Nocera) e 17 della provincia di Salerno (da
San Giorgio a Cremano a Massa Lubrense compresa Capri. Cosa è successo? A ottobre dell´anno scorso la corte costituzionale stabilisce (dopo il ricorso di un utente di Gragnano) che tutti
i residenti nei territori non collegati a un depuratore non devono pagare la
tassa di depurazione e soprattutto sono tenuti ad ottenere il rimborso per il
passato. Fioccano i ricorsi davanti al giudice di pace, per una cifra
che si aggira intorno agli 80 milioni di euro. Scatta il braccio di ferro tra i
cittadini che pretendono i soldi pagati per un servizio che non hanno, la
società che gestisce il servizio idrico integrato dell´Ato 3 e alcune
amministrazioni, che questi soldi non li hanno, perché comunque hanno fatto una
serie di investimenti per realizzare i famosi depuratori. Ed ecco la nuova
legge, ratificata dal Quirinale sabato scorso, che sul piano formale dà ragione
ai cittadini, ma in sostanza salva la Gori. «I gestori del servizio idrico
integrato - dice la legge appena approvata - sono tenuti alla restituzione
delle tariffe, ma i rimborsi potranno avvenire solo dal primo ottobre 2009.
Sono pertanto da ritenersi "improcedibili" tutti i ricorsi e le
citazioni fino ad ora presentate». Ma non sono solo gli otto mesi di tempo a
dare ossigeno alla Gori. La legge prevede anche che: «La restituzione delle
quote non dovute dovrà, inoltre prevedere la detrazione degli oneri derivati
dalle attività di progettazione, realizzazione e completamento degli impianti
di depurazione». Cioè, dai rimborsi saranno defalcati i soldi che la Gori ha
già investito per gli impianti, anche se ancora non sono in funzione. A questo
punto il calcolo è facile, se dal credito la Gori sottrae gli investimenti, ai
cittadini arriverà un rimborso molto misero, che verrà spalmato, tra l´altro,
in cinque anni. «Abbiamo già avviato una mappatura di tutti gli utenti che
avranno diritto al rimborso. La fatturazione intanto è già sospesa e tra
l´altro noi contiamo di chiudere tutto anche prima di ottobre», commenta Mario
Sorrentino, presidente dell´Ato 3. (cri. z.) tra una settimana si decide sul
futuro dei cantieri di Bagnoli. Il Consiglio di Stato mercoledì 11 marzo
deciderà sul ricorso presentato dal Comune alla sentenza del Tar, che quattro
settimane fa, ha annullato l´intero piano attuativo, dalla costruzione del
porto canale a tutta la zona turistica. Il Consiglio di Stato deciderà se
confermare la sentenza del Tar e bloccare definitivamente i cantieri di
trasformazione urbana in corso a Bagnoli (la porta del parco e l´acquario
tematico) o annullare tutto. Il ricorso presentato da Palazzo San Giacomo al
Consiglio di Stato è curato degli avvocati Riccardo Marone e Vincenzo Cerulli
Irelli e si fonda su due punti. La presunta falsa dichiarazione di Ciro Orefice
(il cittadino che ha promosso e vinto il ricorso al Tar), che, secondo gli
avvocati del Comune, non abita all´interno della zona interessata dal piano
esecutivo. E sulla consuetudine giurisprudenziale, secondo cui, è buona norma
annullare non l´intero piano ma solo la porzione che ricade nella zona di
proprietà del ricorrente. (cri. z.)
( da "Repubblica, La" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina II - Firenze
Lo stuolo di avvocati della difesa esce abbastanza soddisfatto. Il professor
Padovani: "Una sentenza che non ci dispiace" Danni in Mugello, Cavet
condannato per la Tav Alta velocità, pene da 3 mesi a 5 anni per 27 imputati .
Maxi risarcimento da 150 milioni "Alla fine nessuna accusa resterà in
piedi" Quasi tutti i condannati sono dirigenti, ingegneri e tecnici del
Consorzio Il reato di furto aggravato di acque pubbliche
stralciato alla Corte Costituzionale FRANCA SELVATICI «è una sentenza che non
dispiace alla difesa», commenta a caldo il professor Tullio Padovani che con
numerosi colleghi, fra cui gli avvocati Antonio D´Avirro, Eriberto Rosso e Anna
Francini, difende i vertici del Consorzio Cavet, per i quali i pm Tei e
Monferini avevano chiesto una condanna a dieci anni di reclusione.
«Peggio che per il disastro del Vajont», si era infuriato il professor Padovani.
Che ora sorride: «La mia profezia è una sola: alla fine non resterà nessuna
delle accuse, come i dieci piccoli indiani di Agatha Christie. In definitiva,
le contestazioni sulle acque sono sparite dal processo penale. Per il furto si
va alla Corte Costituzionale. Sono rimaste le discariche, a mio avviso
prescritte. Resta il traffico dei rifiuti, ma penso che in appello non reggerà.
Insomma, metà del processo l´abbiamo scaricato. Il resto si vedrà. Come
premessa non è male». «In questo Paese - conclude ironicamente l´avvocato - chi
fa una grande opera deve prepararsi a un grande processo. è per questo che ne
abbiamo così poche». «Confermo stima e fiducia nei confronti
dell´amministratore delegato Alberto Rubegni e degli altri dirigenti del
Consorzio Cavet». Lo ha dichiarato Massimo Ponzellini, presidente di Impregilo,
la capofila del consorzio, costituito per il 75% appunto da Impregilo e per il
resto da C
( da "Repubblica, La" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina III - Firenze
Gli ambientalisti In aula L´ex sindaco di Firenzuola: non vedremo mai un soldo,
ci penserà l´appello a mitigare tutto "Avevo dei dubbi ma firmai l´accordo
Adesso lo rifarei" Così Legambiente denunciò il disastro "Delusi per
la sentenza, chi ripagherà i contadini?" "Non è giusto attribuire ai
tecnici responsabilità che tutti insieme ci siamo assunti" «Fui l´ultimo a
firmare l´accordo, ero pieno di dubbi. Ma oggi difendo quella scelta, l´Alta
velocità è un´opera fondamentale per l´Italia». Renzo Mascherini, ex sindaco di
Firenzuola, contesta la visione dei magistrati: «Questa sentenza non mi
convince», dice. Ventisette condanne e 150 milioni di risarcimento danni. «Non
vedremo mai un soldo, ci penserà l´appello a mitigare la sentenza. E comunque
non trovo giusto che si attribuiscano ai tecnici e ai dirigenti Cavet
responsabilità che tutti insieme, noi sindaci compresi, ci siamo assunti». Vuol
dire che anche i sindaci e gli altri amministratori sapevano che le sorgenti si
sarebbero essiccate? «Voglio dire che le decisioni venivano discusse dentro
l´Osservatorio nazionale sulla Tav presieduto dall´ingegner Trezzini del
ministero dell´Ambiente e lì dentro c´erano anche i sindaci. Fino al 2001,
quando il governo Berlusconi ci ha cacciati fuori, anche noi abbiamo avuto voce
in capitolo. Resto convinto che il danno ambientale non sia legato al modo in
cui Cavet ha realizzato i lavori ma al progetto stesso. Sapevamo che le
sorgenti sarebbero state intercettate, non ci si poteva aspettare niente di diverso,
ogni passaggio veniva concordato». Però lei stesso racconta di aver avuto
perplessità. «Il 27 luglio del ´95 sono stato l´ultimo a firmare, ricordo che
l´allora ministro Paolucci mi strinse la mano chiedendomi di tenere duro per
"salvare il Mugello", figuriamoci se potevo essere io da solo a
fermare tutto. Chiesi però che ci fossero tutte le condizioni per realizzare
opere importanti come il collegamento con la Variante di valico e l´autostrada
e gli altri servizi che hanno garantito uno sviluppo a Firenzuola. Rifirmerei
ancora». Nessun ripensamento? In Val di Susa si sono ribellati. «Il progetto
presentato era così complesso che per i nostri uffici tecnici era impossibile
dare una valutazione scientifica. I Comuni si sono fidati dello studio di impatto
ambientale del ministero e del parere di Regione e Provincia. Nel ´95 non
esisteva nessun movimento contro l´Alta velocità. L´unico rammarico che ho da
ex sindaco è che il ripristino ambientale non sia stato completato e questo
desta una grande preoccupazione. Le opere di restauro sono finanziate ma i
soldi non si spendono. Perché? Si devono fare i rimboschimenti, si devono
trasformare le strade di cantiere, si devono realizzare gli acquedotti. Queste
sono le cose gravi a cui provvedere». Dopo la sentenza cambierà il giudizio
sull´Alta velocità? «L´opera è sostanzialmente finita, a dicembre i treni
cominceranno a viaggiare e la distanza tra Napoli, Roma, Bologna, Firenze,
Milano e l´Europa sarà più breve. Credo che questo sia un risultato molto
importante per l´Italia. Per tutti». (s.p.) Il primo esposto sui danni prodotti
dall´Alta velocità lo presentò Pia Ballabio di Legambiente. Eppure ieri non
tirava aria di trionfo nell´associazione dopo la sentenza. «Non si dice niente
a proposito dei risarcimenti ai coltivatori», spiega Ballabio, «eppure il danno
è enorme per loro e gli effetti della devastazione continuano: ci sono
( da "marketpress.info" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 04 Marzo
2009 IL PRESIDENTE MARTINI COMMENTA LA SENTENZA SULL´ALTA VELOCITÀ DEL
TRIBUNALE DI FIRENZE «SENZA RIPRISTINO AMBIENTALE È UN´OPERA INCOMPIUTA»
RICONOSCIUTO IL DANNO. RISARCIMENTO DI 50 MILIONI ALLA REGIONE TOSCANA Firenze,
4 marzo 2009 - «E´ una sentenza severa di cui occorre prendere atto, anche se
il procedimento si presenta aperto ad ulteriori sviluppi: la Corte costituzionale si dovrà pronunciare sul furto d´acqua e in sede civile dovrà
essere quantificato l´entità complessiva del danno. Ma il danno ambientale c´è
stato: esistenza e consistenza sono stati riconosciute in modo significativo
dal tribunale di Firenze, il che conferma la giustezza dell´impegno che abbiamo
sempre assunto per la realizzazione delle opere necessarie al ripristino
dell´equilibrio ambientale in Mugello». E´ il commento del presidente della
Toscana Claudio Martini alla sentenza, resa nota ieri nel pomeriggio, con cui
si è chiuso il processo per i danni ambientali causati dai lavori per l´Alta
velocità tra Firenze e Bologna: 27 condanne da tre mesi d´arresto a 5 anni di
reclusione e un risarcimento di oltre 150 milioni di euro di cui 50 destinati
alla Regione Toscana e gli altri a Ministero dell´Ambiente, Province e comuni
interessate dai lavori. Il tracciato tosco-emiliano dell´Alta velocità è
un´opera complessa:
( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CASTIGO ANNACQUATO
Guglielmo Ragozzino È probabile che la tratta appenninica dell'alta velocità
venga inaugurata quest'anno o al massimo l'anno seguente. È tutto quasi pronto
e il percorso tra Roma e Milano - se ogni cosa correrà liscia - durerà invece di
tre ore e mezza, tre ore e un quarto. Il sollievo per i viaggiatori sarà
modesto, mentre avrà altre ragioni per imprecare il consigliere delegato di
Cai-Alitalia, che teme massimamente la concorrenza del treno tra le due
capitali. Il treno viaggerà in galleria per
( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
AMBIENTE
Maxi-sentenza per la Tav al Mugello Condannati i vertici del Consorzio Cavet,
che si era aggiudicato i lavori per il tratto appenninico. Il governatore
Martini: «La sentenza conferma il danno all'ambiente» Ventisette condanne e 150
milioni di multa per i danni ambientali provocati dai lavori della linea
Bologna-Firenze Riccardo Chiari FIRENZE FIRENZE Dopo quattro anni e mezzo
arriva a sentenza il processo di primo grado per i lavori dell'alta velocità
ferroviaria nella tratta Bologna-Firenze. Si chiude con ventisette condanne da
tre mesi a cinque anni per le le violazioni delle norme sullo smaltimento dei
rifiuti, in altre parole per la gestione dei materiali inquinati da scavo
(smarino e fanghi), nel corso degli assai tormentati lavori per la costruzione
delle lunghe gallerie ferroviarie appenniniche. Assoluzioni «perché il fatto
non costituisce reato» dall'accusa di danneggiamento, legata all'inquinamento
di 24 corsi d'acqua e il prosciugamento, essicamento o depauperamento della
portate di 17 fra fiumi, torrenti o fossi, di 51 sorgenti, 28 pozzi e due
acquedotti privati. Alla Consulta va infine la tranche accusatoria del «furto
d'acqua», e cioè dell'utilizzo industriale di quanto pioveva nelle gallerie
mugellane dell'alta velocità - centinaia di migliaia di metri cubi d'acqua -
prima del ritorno indotto negli alvei di fiumi e torrenti toscani. Un reato
ancora ipotetico, perché sul punto il giudice monocratico Alessandro Nencini ha
sollevato una eccezione di costituzionalità, che interesserà i giuristi e che
farà felici anche i sostenitori del principio dell'acqua come bene primario di
vita, pubblico e da preservare. Un principio non punito però, almeno
penalmente, dal decreto legislativo 152/99, che si limita a sanzioni
amministrative e pecuniarie per i responsabili appunto di «furto d'acqua». Un
decreto che per il giudice Nencini porta ad una disparità di trattamento fra
chi ruba l'acqua pubblica e chi ruba qualcos'altro. Ad essere condannati per
quella che è stata la prima, ormai storica tranche dell'inchiesta condotta dai
sostituti procuratori Giulio Monferini e Gianni Tei sono i vertici del
Consorzio Cavet (Impregilo al 75%, poi C
( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-03-04 - pag: 35 autore:
Cassazione. Cadono gli effetti della legge del 1912 Cittadinanza riparatoria
per i figli delle emigrate Marco Bellinazzo MILANO Accesso alla cittadinanza
più facile per i figli e i nipoti delle donne italiane che hanno perso il
proprio status sposando uno straniero per effetto di una legge
"discriminatoria" del 1912 (la n. 555). Legge
dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale con
due pronunce del 1975 e del 1983. I discendenti delle donne
"maritate" con stranieri, peraltro, potranno riacquistare
«automaticamente» la cittadinanza italiana. Non ci sarà bisogno della
dichiarazione "a monte" dell'interessata prevista dalla legge 151 del
1975 (articolo 219). Pronunciandosi per la terza volta, dopo il 1998 e
il 2004, su questa tipologia di controversie le Sezioni unite civili potrebbero
chiudere così una lunga serie di vertenze. Innovando leggermente la propria
posizione, con la sentenza n. 4466 depositata il 25 febbraio scorso, la
Cassazione, in particolare, ha precisato che «la cittadinanza italiana va
riconosciuta in sede giudiziaria, indipendentemente dalle dichiarazioni rese
dall'interessata, alla donna che l'ha perduta per essere coniugata con cittadino
straniero anteriormente al 1Úgennaio 1948». Di conseguenza, riacquista la
cittadinanza italiana «anche il figlio della donna nato prima di tale data,
determinando il rapporto di filiazione, dopo l'entrata in vigore della
Costituzione, la trasmissione a lui dello stato di cittadino, che gli sarebbe
spettato di diritto senza la legge discriminatoria; da quest'ultimo quindi lo
stato, per il rapporto di paternità, deve trasmettersi alla figlia». Nelle
motivazioni trovano spazio anche alcune considerazioni di carattere
"politico", avendo probabilmente presente i giudici delle Sezioni
unite il notevole impatto che produrrà la sentenza: «Di certo non può
costituire criterio ermeneutico in senso opposto degli effetti delle sentenze
di incostituzionalità delle leggi, la diffidenza della prassi amministrativa
verso una eccessiva espansione della retroattività, che potrebbe dar luogo ad
una moltiplicazione di richieste di cittadinanza dai discendenti dei cittadini
italiani emigrati in altri Stati». Anche perché «oggi appare palese il favore
con il quale il legislatore tende a riconoscere il diritto di voto ai figli
degli emigrati all'estero». Il caso arrivato all'esame delle Sezioni unite era
stato sollevato da una donna, Mariam E. nata al Cairo, in Egitto, nel 1962. La
signora era la nipote di Angelina C., che aveva sposato un egiziano durante il
fascismo perdendo la cittadinanza italiana a causa delle norme del 1912
dichiarate "discriminatorie" della Consulta, come detto nel 1975 e
nel
( da "Corriere della Sera" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2009-03-04 num: - pag: 19 categoria:
REDAZIONALE Reggio Calabria Romanello era stato arrestato dopo una lunga
latitanza Il giudice scrive in ritardo la sentenza Scarcerato il boss della
'ndrangheta REGGIO CALABRIA — Un altro boss della 'ndrangheta torna in libertà.
E anche questa volta per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Il gup
del tribunale di Reggio Calabria Concettina Garreffa ha atteso infatti due anni
prima di depositare la sentenza con la quale aveva condannato per associazione
mafiosa Cosimo Romanello, 48 anni, di Siderno e altri tre esponenti della cosca
Coluccio di Marina di Gioiosa Ionica, anche questi scarcerati. La condanna per
i quattro era stata emessa a novembre del 2006, ma il deposito degli atti è
avvenuto esattamente il 26 novembre del 2008. Questo ritardo ha fatto slittare
i tempi per la fissazione del processo d'appello che si sarebbe dovuto
celebrare entro il 10 febbraio scorso. La lentezza della giustizia dieci giorni
fa ha aperto le porte del carcere ai quattro 'ndranghetisti. La loro
scarcerazione è stata firmata dal gup Daniele Cappuccio perché il giudice
Concettina Garreffa è stato nel frattempo spostato in Corte d'Assise.
Concettina Garreffa è il gup che qualche anno fa ha fatto uscire dal carcere
tre killer che avevano tentato di uccidere l'ispettore di polizia Massimo
Trimboli, che assieme ad altri colleghi, durante un controllo, li aveva
sorpresi in auto ad un semaforo. Anche in quel caso dopo averli giudicati e
condannati con il rito abbreviato, il giudice Garreffa aveva depositato in
ritardo i motivi della sentenza. Qualche giorno fa la Corte d'Appello di Reggio
Calabria ha confermato comunque le condanne di primo grado per i tre. Quella
vicenda ha fatto scattare un provvedimento disciplinare del
Csm nei confronti del giudice. Ora la nuova scarcerazione. «Siamo pochi,
lavoriamo con pochissimi strumenti, dobbiamo decidere su centinaia di processi
con decine d'imputati, ma soprattutto non siamo più nelle condizioni di poter
giudicare la mole d'inchieste che ci giungono dalla procura distrettuale»
lamenta un giudice del tribunale reggino. L'avvocato Leone Fonte,
difensore di Romanello e del boss Giuseppe Coluccio, arrestato in Canada nei
mesi scorsi, sostiene che la scarcerazione del suo assistito «non rende affatto
giustizia. Avremmo voluto l'appello proprio per provare l'insussistenza delle
prove contro Romanello — dice —. Più volte ho chiesto al gup Garreffa di
affrettare i tempi del deposito della sentenza proprio per dimostrare in
appello l'innocenza del mio assistito ». I magistrati della Dda di Reggio
Calabria hanno sostenuto che la cosca Coluccio aveva monopolizzato anche il
mercato della pesca, imponendo il «pizzo» ai pescatori, costringendo anche la
marineria siciliana a fare affari con loro. Il gup Il gup, Concettina Garreffa,
anni fa fece uscire tre killer che avevano tentato di uccidere un ispettore
L'arresto Il boss della 'ndrangheta Cosimo Romanello il giorno in cui fu
arrestato Carlo Macrì
( da "Giorno, Il (Milano)" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
RHO BOLLATE pag. 20
Bollette dell'acqua più leggere Si risparmiano 50 euro l'anno Lo ha stabilito
una sentenza nel caso di fognature senza depuratori di ROBERTA RAMPINI RHO
BOLLETTE dell'acqua più leggere per migliaia di famiglie di Rho e Lainate. E' questo l'effetto della sentenza della Corte Costituzionale
dell'8 ottobre 2008 che ha stabilito che la quota di tariffa riferita al
servizio di depurazione non è dovuta dagli utenti nel caso in cui la fognatura
sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano
temporaneamente inattivi. In altre parole, Amiacque Srl, società
pubblica che gestisce il servizio idrico nella Provincia di Milano, non
applicherà più il costo della depurazione se la rete fognaria non è collegata
agli impianti di depurazione: questo significa un risparmio annuo medio di
almeno 50-60 euro. Gli utenti di Rho e Lainate che potranno beneficiare di
questa sentenza riceveranno con la prossima bolletta una comunicazione in
merito. «SONO soddisfatto che Amiacque, si sia tempestivamente adeguata alla
sentenza della Corte Costituzionale, non richiedendo più alle utenze non
collegate con il depuratore il relativo canone - spiega il sindaco di Rho,
Roberto Zucchetti - mi sono informato se vi è un diritto di recupero delle
somme pagate in passato: la risposta è positiva, anche se dovranno essere gli
interessati a promuovere la richiesta. Questa eventualità, che riguarda tutta
Italia, sembra che possa mettere in gravi difficoltà le società che gestiscono
questo servizio, per cui non si esclude che venga approvata una sorta di sanatoria
per il passato. Sul sito del Comune pubblicheremo l'elenco delle vie servite
dal depuratore e quelle non servite. Questo argomento mi consente di informare
che il Comune ha commissionato uno studio idraulico per superare i problemi
tecnici e normativi che ancora impediscono l'allacciamento della zona ovest
della città con il collettore fognario di Via Tevere». MENTRE rispetto alle
richieste di rimborso delle quote non dovute negli anni scorsi, Amiacque fa
sapere di essere in attesa, «poiché sono in corso una serie di approfondimenti
interpretativi su ulteriori aspetti applicativi della decisione assunta dalla
Corte Costituzionale», a Lainate molti cittadini hanno già compilato i moduli
per il rimborso caldeggiati dalla Lega Nord. «Poiché il consumo di acqua
potabile nel 2007 è stato stimato in 3.500.000 di metri cubi, ne deriva che la
somma indebitamente sottratta dalle tasche dei lainatesi ammonti a circa
1.000.000 di euro l'anno vale a dire, se si tiene conto del maggior consumo
operato da parte delle aziende locali, oltre 50 euro a famiglia all'anno.
Abbiamo verificato che ciò si protrae da almeno cinque anni - spiega la sezione
cittadina - quindi è giusto che il Consorzio restituisca i soldi».
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-03-04 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE La decisione del Tar «Precari, decide il giudice del
lavoro» BARI — Sulla stabilizzazione dei precari della sanità il Tar Puglia
passa la parola al giudice del lavoro. Il collegio della terza sezione del
tribunale amministrativo ha dichiarato il difetto di giurisdizione, rimandando
la decisione sui primi ricorsi alla magistratura ordinaria. Come si legge nelle
sentenze emesse ieri, non è competenza del Tar esprimersi sulla stabilizzazione
dei lavoratori a tempo determinato della pubblica amministrazione, e in
particolare, del settore dell'impiego contrattualizzato. Il compito spetta,
invece, al giudice del lavoro, a cui già centinaia di ex dipendenti della
sanità si sono rivolti. «Il procedimento di formazione delle graduatorie -
spiegano i giudici del Tar - non costituisce una procedura concorsuale in senso
stretto, mancando rispetto agli aspiranti non solo qualsiasi giudizio
comparativo, ma anche discrezionalità nella valutazione dei titoli di
ammissione». Il collegio ha esaminato tre ricorsi di dipendenti di Asl e
Policlinico che non sono rientrati nelle graduatorie degli assunti a tempo
indeterminato. I ricorrenti hanno impugnato le delibere di Asl e Policlinico
relative alla legge regionale del
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: 1CULTURA - data: 2009-03-04 num: - pag: 12
categoria: REDAZIONALE «Da Aborto a Zapatero», un vocabolario arguto e pungente
scritto dal giornalista Vladimiro Polchi Parole chiave per valutare la laicità
del Paese « Si el laboratorio no tiene oratorio, se convierte en crematorio »,
parola del presidente del pontificio consiglio per la pastorale della salute Javier
Barragan all'indomani della notizia dell'estraibilità di cellule staminali dal
liquido amniotico, l'8 gennaio del 2007. E'questa una delle tante citazioni che
insieme a riferimenti legislativi, excursa storici e politici, fatti di scienza
e cronaca, resoconti di delitti eccellenti e statistiche che riguardano il
Vaticano fanno del volume Da Aborto a Zapatero. Un vocabolario laico del
giornalista Vladimiro Polchi un vademecum irrinunciabile in tempi di laicità
tanto messa in discussione (Editori Laterza, Roma-Bari 2009, pp. 193, euro 15).
In questi giorni in libreria, il volume di Polchi che scrive di politica e
cronaca su la Repubblica, è autore per Rai Tre e coautore per il teatro con
Corrado Augias, alla voce «Libri proibiti» cita il cinquecentesco Index
librorum prohibitorum creato dal Sant'Uffizio, che sino all'ultima edizione del
1966 come nelle nuove vesti dell'Opus Dei mette all'indice il Croce caro alla
casa editrice, oltre a Fallaci, Eco, Roth, Camilleri, Sartre, Voltaire. Il
glossario di Polchi grida in ogni sua voce il rispetto delle ragioni di laicità
di uno Stato, tanto da non dedicargliene una; ci sono a proposito i riferimenti
costituzionali tracciati da Miriam Mafai in prefazione, mentre non capiamo
perché sia assente, per esempio, la voce «Ior» che significa Banca vaticana,
con un patrimonio stimato nel
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
PRIMO PIANO pag. 4 «La
Tav ha danneggiato l'ambiente»: Processo per i lavori sull'Appennino. Pene da
tre mesi a cinque anni. di GIGI PAOLI FIRENZE «CHI FA una grande opera nel
nostro Paese deve poi passare da un grande processo. È il motivo per cui, alla
fine, se ne fanno così poche. Ma questa storia finirà come i dieci piccoli
indiani di Agatha Christie: alla fine non rimarrà nulla». Nell'aula bunker
l'avvocato Tullio Padovani non sembra affatto un difensore che ha appena
ascoltato una sentenza con 27 condanne da tre mesi d'arresto a 5 anni di
reclusione e con un risarcimento danni di oltre 150 milioni di euro. Così
infatti, dopo quattro anni e mezzo, è finito il processo per i danni ambientali
causati dai cantieri dell'Alta velocità tra Firenze e Bologna. Finito, però, si
fa per dire. Perché l'imputazione più pesante contestata dai pubblici ministeri
Giulio Monferini e Gianni Tei ai vertici del Cavet (il consorzio di imprese che
ha avuto in subappalto dal general contractor Fiat i lavori dell'Alta
velocità), e cioè il furto d'acqua, è finita alla Corte
Costituzionale. Il giudice monocratico Alessandro Nencini ha infatti disposto
la sospensione e lo stralcio del procedimento legato a questo reato, inviando
gli atti all'Alta Corte. Una decisione che nasce dall'ipotesi di incostituzionalità
di una norma speciale, inserita in un decreto legislativo del 1999: essa,
di fatto, depenalizza l'illecito impossessamento di acque pubbliche per fini di
profitto. Oggi, in base a quella norma, la legge prevede soltanto una sanzione
amministrativa quando invece, secondo il giudice e la giurisprudenza, l'acqua è
un bene primario da salvaguardare. Dunque, scrive Nencini nella sua ordinanza,
tale norma appare «manifestamente priva di razionalità» con «aperta violazione
del principio di ragionevolezza». MA SE il furto d'acqua resta un capitolo
aperto, il tribunale di Firenze ha condannato 27 dei 64 imputati solo per
l'illecito smaltimento dei rifiuti, assolvendo invece dalle imputazioni di
danneggiamento dei corsi d'acqua e dei pozzi. L'ipotesi di truffa è stata
dichiarata prescritta per «colpa» di un processo durato quattro anni e mezzo e,
soprattutto, di una legge che fa proseguire i termini della prescrizione anche
dopo l'inizio del processo. Tuttavia, l'assoluzione sul danneggiamento è
puramente una questione giuridica: la procura, infatti, contestava il dolo
(cioè la volontà di fare il danno) e non il danneggiamento colposo, quello
presumibilmente avvenuto, perché nel codice non esiste. Danno, però, ci sarebbe
stato e questo aprirà un altro fronte giudiziario in sede civile. ALLA FINE,
pur pesanti, le condanne sono state più miti delle richieste dei pm Monferini e
Tei. Duramente colpiti tutti i vertici del consorzio Cavet: la pena più alta,
cinque anni, è stata inflitta ad Alberto Rubegni, Carlo Silva, Giovanni
Guagnozzi (già presidente, consigliere delegato e direttore generale) e ai
direttori di tronco Franco Zambon e Franco Castellani; 4 anni e 8 mesi al
direttore generale Pietro Paolo Marcheselli, 4 anni e 4 mesi all'allora
responsabile dell'ufficio logistica ambiente Valerio Piscitelli; 4 anni all'ex
presidente Giuseppe Gatto e ai direttori dei cantieri Giulio Frulloni e Roberto
Miccoli. Ad altri dirigenti di Cavet oltre che per gestori di cave e di
discariche e intermediari per i rifiuti sono state inflitte pene variabili dai
tre anni e mezzo ai 3 mesi. Cavet è stata anche condannata a risarcire i danni
già accertati e patiti dalle parti civili costituite. I comitati dei cittadini
del Mugello, invece, dovranno proseguire la loro battaglia per un risarcimento
in sede civile. Quattro anni e mezzo di processo non sono bastati: il Mugello
ferito dall'Alta velocità aspetta ancora giustizia.
( da "Stampa, La" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Colloquio Sergej
Pashin il giudice silurato dal Cremlino "Il processo-bis all'oligarca,
test per il nuovo zar" LUCIA SGUEGLIA MOSCA Cento giornalisti e tv, 300
poliziotti, 14 volumi e 3500 pagine di atti d'accusa. Si è aperto ieri a Mosca,
dopo il trasferimento dalla prigione siberiana di Chita, il «processo
spettacolo» a Mikhail Khodorkovsky e al suo socio Lebedev. Il secondo per l'ex
boss della Yukos «nemico» di Putin, che già sconta 8 anni per frode,
appropriazione indebita ed evasione fiscale. Con lo Yukos-bis ne rischia altri
22: appropriazione indebita (per più di 20 miliardi di dollari) e riciclaggio. Un banco di prova per la giustizia russa in
era Medvedev. «Ma il processo è solo la punta dell'iceberg di un apparato giudiziario, che il potere considera un proprio organo». Parole di Sergej Pashin, 45 anni,
ex giudice del Tribunale di Mosca, negli anni '90 lottava per riformare la giustizia. «Silurato» in era Putin, oggi insegna al Moscow
Institute of Economics, Politics and Law. Per lui parlare di «processo
politico» è fuorviante: «Il problema non sta nelle accuse mosse al magnate,
fondate, ma nel fatto che si è operata una scelta: perché lui, tra i tanti
oligarchi arricchitisi in modo poco trasparente, mai toccati?». Dopo il
verdetto Politkovskaja Poco fa, l'indignazione per il verdetto Politkovskaja:
nell'occhio del ciclone ora è la giuria popolare, che ha assolto tutti gli
imputati. Ma Pashin la difende: «Le giurie sono l'ultimo granello di
indipendenza nel sistema giuridico russo, esprimono la società civile. I
sovietici le abolirono, son tornate nel 1993. Chi le contesta crede che i
tribunali servano solo a facilitare il lavoro di pm, polizia e Fsb (i servizi segreti
russi), e non a verificarlo». La sentenza, dice, ha dimostrato che per i
giurati l'opinione dei media non conta: l'accusa non ha presentato prove
convincenti, alla sbarra non c'erano mandante né killer, il tribunale s'è
screditato con lo scandalo delle «porte aperte», smascherato proprio dai
giurati. E l'assoluzione è servita a far riaprire le indagini. Una riforma
contro le giurie A dicembre, insieme a intellettuali e difensori dei diritti
umani Pashin ha inviato una lettera a Dmitry Medvedev, per bloccare una legge
che esclude le giurie dai processi per terrorismo,
spionaggio, minacce alla sicurezza nazionale, e i tentativi di estendere ad
libitum il concetto di «tradimento». Ma il presidente l'ha firmata: «Lo aveva
promesso all'Fsb e agli Interni. Che puntano al controllo sul potere giudiziario e ora, con la crisi economica, temono
disordini di massa». Nei tribunali russi, ogni imputato è «colpevole fino a
prova contraria». Meno del 2% viene assolto. La percentuale sale al 15-20% in
presenza di giurati: «Sanno bene che molte prove e confessioni sono fabbricate
o estorte con violenza, perfino tortura - nota Pashin. - Dietro i processi c'è una lunga serie di carenze: nelle indagini la
polizia lavora poco, poi nel trasmetterne i risultati c'è chi decide di
"omettere" qualcosa». I processi con giurie
sono
( da "AltaLex" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Guida in stato di
ebbrezza, tasso alcolico, controllo rapido, legittimità Cassazione penale ,
sez. IV, sentenza 26.02.2009 n° 8805 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi
Guida in stato di ebbrezza ? tasso alcolico ? controllo rapido ? legittimità È
consentito effettuare test comportamentali o di utilizzare apparecchi portatili
in grado di rilevare la presenza di alcool senza che ciò si accompagni alla
quantificazione del valore. Occorre precisare che per tali strumenti,
diversamente dagli etilometri, non è richiesta omologazione secondo. L'esito
positivo degli accertamenti con apparecchi portatili non costituisce fonte di
prova per l'accertamento del reato in stato di ebbrezza alcolica, ma rende solo
legittimo il successivo accertamento tecnico mediante etilometro
(strumentazione omologata), in grado di certificare, a fini legali, il valore
del tasso alcolemico nel sangue. (1-3) (1) In materia di guida in stato di
ebbrezza e rifiuto di sottoporsi all?alcool test, si veda Cassazione penale ,
sez. IV, sentenza 15.05.2008 n° 19486 . (2) In tema di guida in stato di
ebbrezza e competenza del Giudice di Pace, si veda Corte
Costituzionale , ordinanza 13.03.2008 n° 54. (3) In tema di guida in stato di ebbrezza
e guida sotto effetto di stupefacenti, si veda Sanzioni Amministrative: manuale
operativo, Adducci/Camilletti, Altalex eBook, 2008. (Fonte: Altalex Massimario
9/2009) SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV PENALE Sentenza 11 - 26 febbraio
2009, n. 8805 (Presidente Campanato - Relatore Marzano) Svolgimento del
procedimento 1. Il 29 maggio 2008 il G.I.P. del Tribunale di Firenze - cui gli
atti erano stati rimessi a seguito di richiesta, alla quale il P.M. aveva
espresso parere favorevole, da parte dell'indagata di definizione del
procedimento ex art. 162 cod. pen. - assolveva M. J. L. da imputazione di cui
all'art.
( da "Denaro, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Professioni
commissione tributaria di frosinone Milleproroghe dinanzi alla Consulta Sotto
la lente il decreto che salvò le cartelle nulle senza nome del funzionario
responsabile Giuseppe Marino* La Commissione Tributaria Provinciale di
Frosinone Sezione 1 presieduta dal Dott. Sabatini con Ordinanza collegiale
interlocutoria n.24/01/2009 Depositata il 11/02/2009 ha portato innanzi alla
Corte Costituzionale la illegittimità del decreto "mille proroghe",
che salvo' le cartelle dichiarate nulle perche' prive dell'indicazione del nome
del funzionario responsabile. L'incostituzionalità scaturisce da un semplice
assunto, se e' vero che l'art. 111 della costituzione sancisce la parità di
trattamento tra fisco e contribuente, non e' costituzionale
un provvedimento legislativo, che nel processo e' unilaterale che salva la
parte processuale che in questo modo si rivela la piu' forte. Bisogna sperare
solo che la Corte Costituzionale faccia il suo lavoro e non venga influenzata
politicamente dalle solite ragioni di Cassa. Leggendo l'art. 36 comma 4 ter del
decreto-legge 31 dicembre 2007 (convertito in legge il 27/02/2008) che salva
con un colpo di spugna le cartelle esattoriali prive dell'indicazione del nome
del funzionario responsabile, si legge testualmente :La cartella di pagamento
di cui all'articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre
1973, n. 602, e successive modificazioni, contiene, altresì, a pena di nullità,
l'indicazione del responsabile del procedimento di iscrizione a ruolo e di
quello di emissione e di notificazione della stessa cartella. Le disposizioni
di cui al periodo precedente si applicano ai ruoli consegnati agli agenti della
riscossione a decorrere dal 1 giugno 2008; la mancata indicazione dei
responsabili dei procedimenti nelle cartelle di pagamento relative a ruoli
consegnati prima di tale data non è causa di nullità delle stesse. 1. Le norme
Tributarie non possono essere retroattive, di conseguenza ammesso e non
concesso che tale norma abbia una minima validità si applicherebbe dalle
cartelle notificate dall'entrata in vigore del decreto legge 31/12/2007
convertito in legge infatti l'art. 3 della legge 212/2000 stabilisce In ogni
caso, le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei
contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno
dalla data della loro entrata in vigore o dell'adozione dei provvedimenti di
attuazione in esse espressamente previsti. 2. Un'ordinanza
della Corte Costituzionale non puo' essere sospesa dal potere legislativo ne
tanto meno una legge sospende la validità di una legge precedente. L'ordinanza
n. 377/2007 della Corte Costituzionale, non ha fatto nessuna operazione
particolare ha semplicemente richiamato i giudici al rispetto delle leggi già
in vigore, tant'e' vero, che sia l'art. 5 e 6, lett. e) della legge
241/1990 sia dall'art. 7 della Legge 212/2000 prevedevano l'obbligo di
indicazione del nome del funzionario responsabile, quindi dov'e' la novità? In
primo luogo la violazione del principio costituzionale
della separazione dei poteri dello stato, invade la sfera delle competenze
della magistratura sospendendo l'efficacia di un ordinanza della Corte costituzionale? ma non c'e' conflitto tra i poteri dello
Stato? 3. Parità di trattamento tra Fisco e contribuenti per un giusto
processo. E' assolutamente doveroso, per una corretta analisi della
fattispecie, ricordare che, in linea generale, per effetto della nuova
concezione dell'attività della Pubblica amministrazione, lo Stato non
amministra più per atti d'imperio, ma per consenso. Per cui e' chiaro, che il
principio della parità di trattamento tra Fisco e contribuente per il giusto
processo e' violato. Detta concezione trova applicazione, nell'ambito
tributario, nella corrispondenza di un necessario confronto con il
contribuente. Per la stessa suddetta finalità si ricordano, altresì, le
seguenti norme: - art. 97 Cost.: principio della imparzialità oggettiva, in
base al quale il modus operandi della Pubblica amministrazione deve essere
veicolato verso il reale interesse dell'Erario, che non è costituito dalla
massimizzazione del proprio profitto in termini di maggior imposta accertata,
ma deve essere coniugato con i principi di una giusta ed equa tassazione, nel
pieno rispetto dei diritti del contribuente nell'ambito di un rapporto
improntato a correttezza, collaborazione, trasparenza e buona fede; - art. 6 c.
( da "Denaro, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Campania Intervento
Nessuno paghi senza un parere Ciro Oliviero* Il contributo Enpam del 2 per
cento è stato istituito con la Legge n. 243 del 2004, articolo 1 comma
( da "Avvenire" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA 04-03-2009
TRIBUNALI IN TILT Accolta la richiesta del difensore, che aveva messo in
risalto la decorrenza dei termini di custodia cautelare Nel mirino gli
organici: scoperti tre posti su sei di presidenti di sezione Troppo lavoro per
il giudice: boss scarcerato Il gup non deposita la sentenza Un capocosca torna
a piede libero DA REGGIO CALABRIA DOMENICO MARINO B oss scarcerato. Il giudice
per l'udienza preliminare, oberato di lavoro, non ha trovato il tempo di
depositare la sentenza con cui l'aveva condannato in primo grado con rito
abbreviato, e quindi Cosimo Romanello, 48 anni, considerato dagli inquirenti
elemento di spicco delle cosche della Locride, è tornato a piede libero. Il
Tribunale di Reggio Calabria non ha potuto che accogliere l'istanza del suo
avvocato difensore, Leone Fonte, il quale ha messo in risalto la decorrenza dei
termini della custodia cautelare. Solo dopo il giudizio della Cassazione e
quindi con la condanna passata in giudicato, infatti, si finisce dentro per
scontare l'eventuale pena. Prima è solo custodia cautelare. A Romanello sono
state applicate misure cautelari minori: obbligo di presentazione alla polizia
giudiziaria e obbligo di dimora nel comune di residenza, cioè Siderno. La
vicenda ha acceso i riflettori sugli organici attualmente in forza al Tribunale
di Reggio Calabria: 48 sono i posti di magistrato previsti, 3 i posti scoperti
di presidente di sezione sui 6 previsti ( occorreranno 7 mesi per riavere
l'organico completo) mentre tra i giudici si registrano tre
assenze per maternità e una per compiti di collaborazione con il Csm. Il caso,
clamoroso ma non raro, è esploso ieri quando è filtrata la notizia della
scarcerazione di Romanello, indicato anche come luogotenente del capobastone
Giuseppe Coluccio, di Gioiosa Jonica, lungo la costa ionica reggina, arrestato
lo scorso agosto in Canada dopo un lungo periodo di latitanza. I
carabinieri del Ros e la polizia canadese lo hanno scovato in un grattacielo
sul lago Ontario, a Toronto. Da lì continuava a muovere i fili del traffico
internazionale degli stupefacenti. Cosimo Romanello, ufficialmente un
pescatore, era finito in manette appena lo scorso 11 dicembre, giorno di San
Martino, quando l'aria di festa lo riportò a casa per sorseggiare un bicchiere
di vino novello accompagnato, nel rispetto dell'antica tradizione reggina e
calabrese, dalle gustose zeppole calde: pasta di farina e patate ripiena di
filetti di acciughe salate. Un peccato di gola costato caro al boss latitante.
I carabinieri di Locri e Siderno e i militari dello speciale squadrone 'Cacciatori',
al culmine d'un lungo lavoro di monitoraggio degli spostamenti del latitante e
dei suoi familiari, lo hanno braccato avanti all'ingresso della sua abitazione
sidernese. A parere degli inquirenti il sodalizio criminale del quale avrebbe
fatto parte Cosimo Romanello, era riuscito a suddividere le zone marine di
pesca imponendo ai pescatori il pagamento del pizzo, anche sotto forma di
cessione forzata di parte del pescato. Romanello non è il primo coinvolto
nell'operazione 'Nostromo' a tornare in libertà. Ieri il suo legale ha
dichiarato che «quanto è accaduto non rende affatto giustizia» a Romanello. «La
sentenza di condanna ha aggiunto l'avvocato Fonte è ingiusta». Il caso è
accaduto a Reggio Calabria e a beneficiarne è stato Cosimo Romanello, uno tra i
più temuti esponenti dei clan
( da "Sicilia, La" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
imprese catanesi
coinvolte in inchiesta a patti Società fantasma per non pagare le tasse
Giuseppe Bonaccorsi Prima sentenza favorevole del giudice di pace che ha
accolto un ricorso presentato dall'avv. Lina Arena e ha ingiunto alla Sidra di
pagare entro quaranta giorni i canoni di depurazione, per un ammontare di
245,06 euro, incassati per un appartamento non allacciato alla rete fognaria.
L'avvocato, in rappresentanza dei legittimi proprietari dell'immobile ha
chiesto al giudice il risarcimento secondo quanto previsto dalla sentenza n.335/2008 della Corte costituzionale che
ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del comma 1
dell'articolo 14 della legge 36/94 che prevede che la depurazione è dovuta
dagli utenti anche «nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti di
depurazione o questi siano inattivi». La Consulta era intervenuta
sull'argomento su richiesta di un utente napoletano che non voleva pagare il
canone visto che non era allacciato al depuratore. Poco tempo dopo la sentenza
gli utenti non allacciati di tutta Italia hanno cominciato a chiedere alle
aziende di fornitura d'acqua il rimborso delle somme non dovute. Tra l'altro,
secondo la sentenza della Corte costituzionale, come
rilevato nel ricorso dall'avvocato Arena, la norma che disciplina la richiesta
di pagamento del canone crea una disparità di trattamento fra utenti che godono
del servizio di depurazione e gli altri che pur pagando la quota di tariffa non
ne usufruiscono perché non serviti dalla rete fognaria. Il giudice di pace, nel
dispositivo della sentenza, avverte il debitore (la Sidra) che ha diritto a
fare opposizione con atto di citazione davanti al giudice di pace entro i
termini fissati (i 40 giorni) pena l'immediata esecutività del decreto. In
previsione di una valanga di decreti ingiuntivi, tra l'altro preannunciati
anche dal Codacons, abbiamo «girato» la domanda alla Sidra per sapere come
l'azienda si prepara ad affrontare i ricorsi e soprattutto per capire se
l'orientamento è quello di pagare, visto che fino adesso non lo ha fatto.
L'azienda ha risposto che «farà opposizione» secondo l'orientamento nazionale
della «FederUtility» (la Federazione italiana delle imprese energetiche ed
idriche) che ha chiesto al governo un provvedimento legislativo che disciplini
la materia. Quindi in previsione di un atto che possa riconsiderare il canone
sotto altra «tipologia» favorevole impugnerà tutti gli atti. Se dovesse essere
costretta a rimborsare tutti gli utenti non allacciati la Sidrà dovrà tirare
fuori 14 milioni.
( da "Blogosfere" del 04-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Mar 09 4 TAV: 27
condanne e 150 milioni di multa per reati ambientali Pubblicato da Marco Pagani
alle 13:28 in Buone notizie dal mondo, Impatto ambientale, grandi progetti
Questa buona notizia dovrebbe stare su tutte le prime pagine e nei titoli di
apertura. Finalmente qualcuno viene condannato per reati ambientali in Italia!
I dirigenti della Cavet, consorzio per l'alta velocità Milano - Napoli (parte
del gruppo Impregilo) hanno ricevuto 27condanne e 150 milioni di multa. I capi
di accusa sono discariche abusive di materiali di scavo e fanghi
contaminatitraffico illecito di rifiutispostamento delle acque di falda (si
sono prosciugati