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Report "Cultura"   22-30  giugno 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Cultura

Costi della giustizia, se ne discute col ministro Alfano ( da "Tempo, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: stampa Ai lavori prenderanno parte molti docenti e togati Costi della giustizia, se ne discute col ministro Alfano Isernia Parte domani la tre giorni dedicata alla magistratura promossa dall'Università ISERNIA La riduzione dei tempi e dei costi costituisce una priorità assoluta per una gestione efficiente della giustizia.

si apre il grande gioco per ripulire gli atenei ( da "Repubblica, La" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: reclutamento diverse da quelle generali da parte delle scuole ad ordinamento speciale e delle università libere... perché possano procedere a chiamate dirette di studiosi non necessariamente in possesso dell´abilitazione scientifica nazionale, prevedendo che i docenti così assunti possano essere inseriti nell´organico nazionale, una volta conseguita in un secondo momento l´abilitazione».

si cercano venditori, consulenti pubblicitari, modelli e modelle ( da "Tirreno, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Ricerca ricerca personale commerciale ambosessi, consulenti, capi area, per offrire il massimo della riduzione su costi energetici alle aziende e privati, su appuntamenti organizzati dall'azienda, possibilità di carriera, inviare CV. a: edison.

addio al restauratore così scompare l'arte di curare i capolavori - cinzia dal maso ( da "Repubblica, La" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Regola la struttura dei corsi, il rapporto studenti-docenti, i requisiti delle scuole. Ha avuto il via libera dal Consiglio di Stato e sta lentamente percorrendo l´iter che lo vedrà apparire prima o poi sulla Gazzetta Ufficiale. «Finché non vedo non ci credo» dicono però i restauratori in coro.

laurea in psicologia per maria anna donati ( da "Tirreno, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Pagina 5 - Pontedera Laurea in psicologia per Maria Anna Donati Maria Anna Donati di Peccioli ha conseguito la laurea specialistica in psicologia dello sviluppo e dell'intervento nella scuola all'Università di Padova con 110 e lode. Alla tesi hanno collaborato studenti e docenti delle scuole superiori di Pontedera.

STENICO ( da "Trentino" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Verranno analizzati gli attuali servizi presenti sul territorio a favore dell'anziano e della famiglia, cercando di capire le possibili soluzioni future, in un'ottica di partnership pubblico/privato sociale. Alle 11.30 presentazione del progetto da parte di Michele Tait, Consolida ed Elena Cetto, presidente cooperativa La Strada. (f.v.)

E l'Iran si fa in quattro ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Così scrive Riccardo Redaelli, docente all'Università Cattolica di Milano, nell'agile saggio L'Iran contemporaneo, un centinaio di pagine in cui ripercorre le vicende del paese dall'avvento della dinastia Pahlavi alla vittoria degli ultraradicali nel 2005. L'Iran è un mosaico di realtà diverse e, di questi tempi, contrapposte.

Italia senza veti, rivoluzione pacifica ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Per gli investimenti privati è necessaria una politica di incentivi fiscali che premino in modo efficace e focalizzato le imprese - piccole e grandi – che investono in ricerca, tecnologia e nuovi mercati, che patrimonializzano, che si consolidano con processi di acquisizione e fusione.

Accendi il laptop, siamo in concerto ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente al Centro californiano), con titoli come Canned Bit Mechanics «per tre remoti disklavier, piano e visualizzazioni in Sirikata». Una serata unica, che nasce da una precisa collaborazione fra MITO e l'Università di Stanford. Il prossimo autunno, perché non iscriversi al corso di Composizione, Codificazione ed Esecuzione con Laptop Orchestra,

Chi innova e ha successo suscita sempre feroci invidie ( da "Corriere della Sera" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Prima Pagina data: 22/06/2009 - pag: 1 Pubblico&Privato di Francesco Alberoni Chi innova e ha successo suscita sempre feroci invidie N ell'immaginario popolare nessuno è tranquillo come un califfo. Invece tutti coloro che occupano una posizione di potere vengono continuamente minacciati, attaccati e si devono difendere.

Cambia la formazione ma scuole ancora chiuse ai nuovi insegnanti ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Docenti. Reclutamento bloccato Cambia la formazione ma scuole ancora chiuse ai nuovi insegnanti è pronto il regolamento che riporta in università la formazione iniziale dei futuri insegnanti, dopo l'addio alle scuole di specializzazione. L'abilitazione per scuola dell'infanzia ed elementari si otterà con una laurea quinquennale accompagnata da un tirocinio «

Gli aspiranti professori ancora senza chance ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: A ridisegnare il modo in cui si studia da insegnanti è stata una commissione tecnica, composta da docenti universitari, incaricata dal ministero di riportare la formazione iniziale dei docenti all'internodell'università propriamente detta, dopo le accuse di "pedagogismo" e di inefficienza organizzativa che hanno portato alla tomba delle vecchie Scuole di specializzazione (Ssis).

Cresce il "bullismo digitale" uno studente su tre ne è vittima ( da "Stampaweb, La" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: I più sensibili al tema sono i docenti più giovani, che dimostrano di accorgersi più degli altri dell?esistenza del fenomeno. Ma non di rado gli insegnanti stessi sono vittime di prepotenze da parte dei ragazzi, così come le strutture scolastiche diventano teatro di atti vandalici.

Ecco come sostenere le imprese e la ricerca ( da "Sicilia, La" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Il docente catanese ha dedicato poi un approfondimento al ruolo dell'Università imprenditoriale e alle modalità di valorizzazione dei risultati dell'attività di ricerca. Il preside Buttà ha tratto le conclusioni del convegno, soffermandosi sulla «centralità dell'elemento umano nelle relazioni fra investitori finanziari ed imprese partecipate»

( da "Sicilia, La" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ingegneri organizzato in collaborazione con la facoltà di Ingegneria dell'università di Napoli. A chiudere i lavori, coordinati da Antonello De Luca, una tavola rotonda alla quale hanno preso parte Michele Maugeri, componente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, i docenti Maurizio Papia ed Edoardo Cosenza, insieme con Guido Monteforte, presidente dell'Ordine, e Gaetano Vinci,

Industria del "divertimento", a Roma da Alemanno regole più severe per i locali notturni ( da "Sestopotere.com" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: protocollo il Comune si impegna anche a promuovere forme pubbliche-private di vigilanza e a verificare la possibilità di percorsi formativi per la gestione di situazioni a rischio, rivolti ai dipendenti dei locali notturni. Il sindaco Alemanno ha dichiarato :"Vogliamo una Roma aperta 24 ore su 24 e non il coprifuoco, perché una Roma aperta contribuisce alla sicurezza della città.

Con YouTube l'immagine dell'Università Bocconi in tutto il mondo ( da "Sestopotere.com" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: , infine, è la sezione giornalistica del canale, con brevi interviste a docenti ed alla comunità Bocconi sulle proprie attività di studio e ricerca. Proprio per rispettare il respiro internazionale del progetto, tutti i contenuti sono stati editati in lingua Inglese.

Santarcangelo di Romagna, i vincitori del Premio Scenario 2009 ( da "Sestopotere.com" del 22-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: dramaturg e docente di drammaturgia) e composta da Stefano Cipiciani (direttore Fontemaggiore, presidente Associazione Scenario), Gianluigi Gherzi (regista, autore e attore), Cristina Valenti (docente Dams, Università di Bologna, direttore artistico Associazione Scenario), Cristina Ventrucci (coordinamento critico-organizzativo Santarcangelo 2009-

Ateneo, accordo con Pisa su percorsi di eccellenza ( da "Trentino" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: eccellenza e personale docente. Durante la firma, avvenuta ieri mattina in rettorato, è stato anche presentato un progetto che sta già vedendo lavorare assieme le due realtà. Si tratta di un doppio titolo Ict (laurea magistrale per Trento e Master per Pisa): un percorso di eccellenza, con docenti di fama internazionale, per studenti particolarmente meritevoli (

Il sapore del rischio e la felicità ( da "Trentino" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Economia politica dell'università di Trento e fondatore di un gruppo di ricerca attivo nello studio della «finanza comportamentale» definita anche «psicologia dell'economia». Studia le modalità di decisione e come queste possono distorcere le previsioni elaborate dagli economisti anche in ambito finanziario.

I tagli dell'università e la rivista cancellata>( da "Trentino" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: scrittore che impegna nel lavoro di redazione studenti e docenti in una proficua sinergia. E' un pro-memoria interno, una sorta di biglietto da visita da consegnare agli ospiti, una piccola bandiera di identità per far sentire a docenti e studenti che appartengono a un'istituzione unica, che non sono a Trento solo per i propri interessi personali.

Mondiale 2010 Ecclestone fa il mediatore ( da "Tempo, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: A smuovere Ecclestone potrebbe essere stata anche una ricerca pubblicata ieri dalla rivista inglese SportsPro che, in una classifica dei «brand» sportivi di maggior valore commerciale del mondo, posizionava il marchio Ferrari due posizioni avanti rispetto a quello della Formula Uno. Le parole di Ecclestone, però, non hanno smosso più di tanto le posizioni della Fota,

All'asta i primi due terreni Si punta a incassare 3 milioni ( da "Tempo, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: il Comune di Latina ha assunto la decisione formale di vendere terreni pubblici ai privati per un valore complessivo che sfiorerebbe gli 8 milioni di euro. L'indizione dei bandi di gara è il primo passaggio necessario, per poi passare alla vendita all'asta dei beni. La stima delle cessioni supera abbondantemente le previsioni fatte qualche mese fa (4-5 milioni di euro).

le finestre fotovoltaiche il progetto di tor vergata ( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università di Tor Vergata e diretto dai docenti Aldo Di Carlo e Franco Giannini. «Il Tecnopolo ? dice il presidente Brunetto Tini - sarà il primo utilizzatore di questa nuova tecnologia in modo da svolgere un ruolo di vetrina internazionale. Il nostro obiettivo è utilizzare lo stesso vetro inserito nel sistema di costruzione delle strutture per produrre energia elettrica pulita»

l'ateneo dentro al carcere: seminario sulle prospettive ( da "Tirreno, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: L'accordo ha rappresentato la formalizzazione di una serie di attività articolate in lezioni, tutoring e organizzazione di seminari: vi sono impegnati docenti, ricercatori e dottorandi a sostegno dei detenuti iscritti, quali studenti dell'Università stessa.

nasce un doppio titolo in ict: laurea magistrale e master ( da "Tirreno, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: laurea magistrale per Trento e master per Pisa) ovvero un percorso di eccellenza, con corsi tenuti da docenti di fama internazionale, per studenti che vogliano acquisire una professionalità di alto profilo nel mondo delle Ict. L'iniziativa si articola in due progetti di laurea magistrale: il primo in informatica e il secondo in ingegneria delle telecomunicazioni.

l'università-museo riscopre i gioielli dimenticati - michela bompani ( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Albergo dei Poveri - spiega Magnani - l´Università ha un patrimonio che deve valorizzare e aprire a tutti». E per la prima volta, a novembre, organizzerà un convegno con esperti internazionali e diversi docenti delle facoltà genovesi, per presentare e discutere le strategie culturali di valorizzazione del "tesoro" dell´ateneo.

basket, cosimi ci riprova ( da "Tirreno, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: una vicenda che potrebbe portarsi dietro anche sviluppi positivi per la palla a spicchi creando una sinergia pubblico-privato. Certo, i tempi sono strettissimi, servirebbe un miracolo. Ma Cosimi, spronato da tanta gente comune che dopo aver assistito al trionfo del Livorno calcio non sopporta l'idea che il basket di Legadue muoia in silenzio, ha deciso di fare un ultimo tentativo.

dalle università appello alle first lady del g8 "il premier offende le donne, non venite in italia" ( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: 4 docenti universitarie (Chiara Volpato, Angelica Mucchi Faina, Anne Maass e Marcella Ravenna), «profondamente indignate, come donne impegnate nel mondo dell´università e della cultura, per il modo in cui il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, tratta le donne sulla scena pubblica e privata».

Accordo tra Obama e case farmaceutiche per ridurre i prezzi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: emerge che il 72% degli interpellati è favorevole a un nuovo sistema sanitario misto pubblico-privato. u pagina 15 Scontro nel metro Due morti a Washington Almeno due morti e 70 feriti: è il primo bilancio di uno scontro frontale fra treni nella metropolitana di Washington, nell'ora serale di punta. Uno dei due convogli è deragliato.

Anche l'Ogm è un prodotto tipico ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: con il rischio di privare la prossima generazione di agricoltori e ricercatori dei benefici delle biotecnologie. Negli ultimi anni DuPont, attraverso la controllata Pioneer, ha investito molto in Italia, con la creazione di un nuovo centro di ricerca nel Cremonese focalizzato sullo sviluppo nuovi ibridi di mais ad alta resa.

Jack Welch scommette sull'università online ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ex top manager la neo-università ha già cominciato a contare: il rettore del Jack Welch Institute sarà Noel Tichy, docente alla University of Michigan e in passato responsabile della scuola per dirigenti della Ge a Crotonville. Welch, inoltre, al momento non vuole insegnare ma registrerà discorsi agli studenti e partecipa,

Brescia: omaggio al bicentenario dell'Indipendenza dell'America Latina dal dominio coloniale ( da "Sestopotere.com" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente Universidad Ricardo Palma e Pontificia Universidad CatÓlica del PerÚ, Carlos Wester La Torre, direttore Museo ArqueolÓgico Nacional BrÜning di Lambayeque. Il percorso espositivo, articolato in sei sezioni - La Linea del Tempo, Le Tecniche di trasformazione del metallo, La Cosmovisione, I Costumi,

Inaugurato il centro anticrimine informatico della Polizia di Stato ( da "Sestopotere.com" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: La struttura organizzativa è stata ideata per soddisfare la domanda di sicurezza interna, in collaborazione con le aziende che utilizzano infrastrutture critiche nazionali, in una sinergia pubblico-privato, e in collegamento con analoghe strutture internazionali.

Installazione e impiantiScalone è il presidente ( da "Sicilia, La" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Reduce dal successo ottenuto alla Fiera del libro di Torino, Giancarlo Poidomani, docente di Storia contemporanea al Corso di Laurea Scienze del Governo e dell'Amministrazione all'Università di Catania, presenterà l'ultimo suo lavoro "Senza la Sicilia l'Italia non è Nazione" con il sottotitolo "La destra storica e la costruzione dello Stato (1861-1876)".

Riscossione tributiper i commercialistiora basterà un click ( da "Sicilia, La" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente dell'Università La Sapienza di Roma, infatti, tra un impegno con il Cda dell'Enel e il commissariamento Alitalia, ha fatto tappa a Siracusa, ospite del consorzio universitario Archimede che, con l'Università degli Studi di Catania e l'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Siracusa ha organizzato il convegno nel quadro del master di II livello in diritto

Turismo, esperti al lavoro per un progetto integrato ( da "Sicilia, La" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: è curato dal Dipartimento Impresa Culture e Società dell'Università degli Studi di Catania (di cui è direttore la professoressa Franca Migliore) ed è affidato alla responsabilità scientifica di Rosario Faraci, docente ordinario di Economia e gestione delle imprese nell'Ateneo catanese e da alcuni anni "visiting professor" di Strategia all'University of Florida,

Chimica, un Tavolo regionale contro la crisi ( da "Sestopotere.com" del 23-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: innovazione e la ricerca, il sistema regionale sia dotato di risorse ed indirizzi tali da collegare i centri di ricerca pubblici (CNR, Università, Enti pubblici) con il sistema produttivo della regione (imprese e lavoro). Infine, organizzazioni sindacali di categoria e Regione si sono impegnati anche a lavorare per creare un coordinamento insieme alle altre Regioni con siti chimici,

L'impero degli ittiti in un pezzo d'argilla ( da "Stampa, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docenti di Archeologia e Storia dell'Arte del Vicino Oriente delle Università di Firenze e Bologna. «Lo si sospettava, ma - spiega Fabrizio Venturi, il ricercatore che si occupa dell'area in cui la tavoletta è stata trovata - è, quando il dato archeologico, si sovrappone a quello filologico che si ha la condizione perfetta per sancire il dato storico»

CARLO FERRI INSTITUT DE CIENCES DE L'ESPAI (CSIC-IEEC) - BARCELLONA Trovare ET. Il... ( da "Stampa, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: accordo e tra questi spicca Giovanna Tinetti, uno dei più famosi «cervelli in fuga» dal Bel Paese. Dopo aver ottenuto un dottorato in Fisica Teorica all'Università di Torino e aver collezionato numerosi riconoscimenti, la più brillante fisica italiana (come stabilisce un premio del 1999) è approdata allo University College di Londra.

First ladies, disertate il G8: il premier è sessista ( da "Trentino" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università di Milano-Bicocca), Angelica Mucchi Faina (Università di Perugia), Anne Maass (Università di Padova) e Marcella Ravenna (Università di Ferrara) e da altre duecento tra docenti universitarie e donne del mondo della cultura, affinchè le first ladies disertino il G8 «in segno di protesta per il modo in cui Silvio Berlusconi tratta le donne,

per rimediare al flop delle ztl il comune chiama l'università ( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: di Ingegneria dei Trasporti per il piano traffico Per rimediare al flop delle Ztl il Comune chiama l´Università La mancanza del Put aveva mandato in fumo 5,4 milioni e bloccato il contratto con Td Group Ventimila euro al docente universitario Salvatore Amoroso - «solo un rimborso spese» precisano dal Comune - per dare un´accelerazione alla redazione del Piano urbano del traffico.

col nuovo laboratorio wireless il polo compie un passo nel futuro ( da "Tirreno, Il" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Consortium Ubiquitous Technologies) hanno presentato l'iniziativa il presidente Giuliano Manara, docente di Campi elettromagnetici a Pisa, e l'amministratore Marco Magnarosa. «Obiettivo di Cubit - ha spiegato Manara - è promuovere un nuovo modello di condivisione dei saperi tra università e imprese operanti nel settore delle telecomunicazioni mobili».

università, la rivoluzione delle sedi - michela bompani ( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Dagli arredi alle apparecchiature al trasloco, l´operazione, indicano, costerà «decine di milioni di euro», non si possono prevedere i costi di funzionamento, gestione e manutenzione, né vi è alcuna garanzia sui collegamenti per portare studenti e docenti sulla collina.

dal super master alla nuova laurea - costantino malatto ( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Dal prossimo anno sarà istituita presso l´Università di Genova una laurea di secondo livello in "Robotics Engineering", questa aperta a tutti gli studenti, che affiancherà il Master europeo: avrà gli stessi docenti - italiani e stranieri - e gli stessi esami, si svolgerà in lingua inglese.

i ninja, i samurai e i gesti sacri della mano ( da "Tirreno, Il" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Docente il maestro Maurizio Colonna, esponente italiano della Jinenkan, federazione giapponese di Ninjutsu e Bujutsu. Il programma di Katana consiste nei fondamentali di Jinen Ryu, adatto a chi voglia avvicinarsi per la prima volta a questa esperienza, come a chi voglia affinare il suo stile.

first ladies, disertate il g8: il premier è sessista ( da "Tirreno, Il" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università di Milano-Bicocca), Angelica Mucchi Faina (Università di Perugia), Anne Maass (Università di Padova) e Marcella Ravenna (Università di Ferrara) e da altre duecento tra docenti universitarie e donne del mondo della cultura, affinchè le first ladies disertino il G8 «in segno di protesta per il modo in cui Silvio Berlusconi tratta le donne,

dritto&rovescio quei professori che insegnano gratis tra vanità e ricatto - aurelio magistà ( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Nelle pagine sull´università uscite sabato abbiamo parlato del problema del rinnovamento del corpo docente. Adesso la lettera di Ilaria Agostini offre lo spunto per affrontare la questione dei professori a contratto. Un altro esempio di come l´università trasforma opportunità e possibili punti di forza in soluzioni tampone e,

psicologia 1. bologna 2. milano 2 bicocca 3. padova ( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: PADOVA I docenti giovani fanno la differenza L´università di Padova e l´Alma Mater Studiorum di Bologna da anni si contendono il primato all´interno della classifica Censis relativa all´area delle scienze statistiche. Quest´anno ad avere la meglio è stata la facoltà emiliana.

Allievi in fuga, degrado e liti tra docenti Ispezione choc all'Accademia di belle arti ( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docenti Ispezione choc all'Accademia di belle arti Troppi professori (uno ogni dieci studenti) e spesso insegnano materie astruse ROMA Il grande pittore manierista Federico Zuccari, che nel 1593 fondò la prestigiosa Accademia di San Luca, antico germe della moderna Accademia di belle arti di Roma, non avrebbe mai pensato che quattro secoli più tardi si sarebbe arrivati a questo punto:

Amici, ora rifondiamo lo Strega ( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: che metteva insieme i grandi docenti dell'Università di Roma con poeti come Ungaretti e Cardarelli, che reclutava i giovani Citati e Arbasino. Allora c'era una giuria ristretta per entrare nella quale bisognava aver fatto qualcosa. Negli anni si è allargata fino ai 400 che, però, non rappresentano più la società letteraria.

( da "Tempo, Il" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: come ribadiscono anche i docenti, e aveva ancora un valore per gli studenti, quindi era sotto la giurisdizione dell'università. Ho avuto la visita dei Nas qualche giorno fa, ho dato tutti gli elementi in mio possesso. Se il problema dei feti - sottolinea Montaguti - fosse indicatore di un cattivo comportamento dell'azienda verso lo smaltimento dei rifiuti,

( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ed il modello di partenariato pubblico privato per la condivisione e l'integrazione in rete di competenze, risorse e consulenze. In questo modo la Città dei Mestieri non si sostituisce alle istituzioni nei loro ambiti di competenza, ma riduce la frammentazione, la dispersione e la sovrapposizione nell'offerta dei servizi, facendo sistema e integrandosi con essi.

Recapito posta, una ( da "Sicilia, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Malattie infettive dell'Università di Catania e presidente della Lila di Catania), Tiziana Lazzaro, il dott. Arturo Montineri, il dott. Filippo Fatuzzo (direttore dell'Unità Malattie infettive del Ferrarotto), la dott.ssa Eleonora Caltabiano, Claudio Floresta, Anna Leo, Milena Pizzo e i medici della scuola di specializzazione:

Studenti universitari in visitaVillarosa. ( da "Sicilia, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università di Catania. Una struttura realizzata dal Cutgana dell'Università di Catania nell'ambito del progetto "Archimede". Alla presenza del sindaco di Villarosa, Gabriele Zaffora, gli studenti - guidati dai docenti Concetto Amore (presidente del corso di laurea in Scienze ambientali), Angelo Messina e Elena Amore (Cutgana)

Visita al laboratorio di Villarosa e alla diga Morello ( da "Sicilia, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università di Catania. Una struttura realizzata dal Cutgana dell'Università di Catania nell'ambito del progetto «Archimede». Alla presenza del sindaco di Villarosa, Gabriele Zaffora, gli studenti - guidati dai docenti Concetto Amore (presidente del corso di laurea in Scienze ambientali), Angelo Messina e Elena Amore (Cutgana)

, un progetto internazionale sullo sviluppo dell'hi-tech a Catania ( da "Sicilia, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: una interessante tavola rotonda alla quale hanno partecipato i docenti universitari Salvatore Baglio (Università Catania) e Vincenzo Provenzano (Università Palermo) e i manager Filippo D'Arpa (Ibm Italia) e Manuela La Rosa (StM). Sono intervenuti, fra gli altri, il delegato al Liason Office dell'Università Catania prof.

Aspettando un fisco più umano Da alcuni giorni i giornali si occupano di studi di set... ( da "Stampa, La" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: DOCENTE DI CULTURA RUSSA UNIVERSITÀ STATALE DI MILANO Il degrado delle ferrovie Non so se esista un altro Paese in Europa dove i treni sono così logori, sgangherati, sporchi come da noi. Si sono spese enormi somme per l'Alta Velocità ma il sistema ferroviario «storico» è peggiorato dimostrando il suo cronico degrado.

"Telefonini muti e tante strade da risistemare" ( da "Stampa, La" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Docente universitario di geografia economica alla facoltà di Giurisprudenza di Novara e prorettore dell'università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro di Vercelli, sposato, con una figlia. Per hobby fa il vino e coltiva l'orto durante il fine settimana a Tonengo.

In Trentino sono sempre di più le famiglie povere ( da "Trentino" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Il rapporto è stato curato dalla dottoressa Giovanna Fambri e dal docente presso l'Università di Trento, Antonio Schizzerotto che fa una fotografia dei lavoratori trentini: «Il peso delle origini sociali non è così determinate in Trentino rispetto al resto d'Italia - spiega - nella nostra provincia c'è più meritocrazia».

Educare il corpo e la mente con l'aikido ( da "Trentino" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Pedagogia sperimentale nelle Università di Urbino e Bolzano, nonché responsabile del «dojo Aikido Keiko» di Bologna. «I valori educativi dell'aikido - dice Travaglino - prospettati dal suo fondatore Morihei Ueshiba, diventano per l'insegnante occidentale un ottimo strumento integrativo alle attuali pratiche didattiche,

un aperitivo al sant'anna discutendo di tiziano terzani ( da "Tirreno, Il" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ne discuteranno Rocco Altieri (docente di Teoria e prassi della nonviolenza all'Università di Pisa), Barbara Henry (docente di filosofia politica al Sant'Anna) e Massimo Toschi. L'incontro sarà coordinato da Anna Loretoni, docente di filosofia politica al Sant'Anna, nonché presidente del "comitato pari opportunità".

cori universitari insieme in concerto ( da "Tirreno, Il" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: formata da studenti e docenti per un totale di 53 elementi e diretta dal maestro Haig Utidjian, sarà ospite dell'ateneo pisano per tre giorni e, oltre alle necessarie ore di prova, potrà visitare le bellezze della città e del litorale. Il concerto, in collaborazione con la rassegna "Perle Musicali in San Francesco" e con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di San Miniato,

L'Utilizzatore Iniziale ( da "Unita, L'" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: 94 teorizzava: «Se avessimo raccontato di più la vita privata dei politici forse non saremmo arrivati a Tangentopoli, li avremmo costretti a cambiare o ad andarsene... Il politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e deve comportarsi e parlare come tale. La distinzione pubblico-privato è manichea.

Scuola Titanic in rotta verso il naufragio o il talk show ( da "Unita, L'" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Perché quello che conta in un docente, prima ancora della preparazione culturale, è «saper tenere la classe»: «e chi è entrato in aula una volta nella vita lo sa», scrive Chiara Valerio, trentenne, in Nessuna scuola mi consola (Nottetempo). È il piccolo memoriale della giovane insegnante Faggi: «Entrare in un'aula oggi è una grande doccia di umiltà del tipo non siamo niente»

Il mondo della scuola è l'unico, forse, dove è vero tutto e il contrario di tut... ( da "Unita, L'" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Perché quello che conta in un docente, prima ancora della preparazione culturale, è «saper tenere la classe»: «e chi è entrato in aula una volta nella vita lo sa», scrive Chiara Valerio, trentenne, in Nessuna scuola mi consola (Nottetempo). È il piccolo memoriale della giovane insegnante Faggi: «Entrare in un'aula oggi è una grande doccia di umiltà del tipo non siamo niente»

CARE FIRST LADY DISERTATE IL G8 DI BERLUSCONI ( da "Unita, L'" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: duecento adesioni di docenti e ricercatrici universitarie a cui si sono subito aggiunti donne e uomini esterni all'università. Altre continuano ad arrivare al sito http://www.firmiamo.it/appellofirstladies. Invitiamo chiunque condivida le nostre idee, donna o uomo che sia, a visitare il sito per leggere l'appello e per firmare.

Le risorse agli atenei seguiranno il merito ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: oltre che sul numero di docenti di ruolo in cattedra quest'anno. Il mosaico del finanziamento 2009 alle università,che già viaggia in ritardo sensibile rispetto agli anni "normali", è ancora però lontano dalla sua definizione. Per completare il quadro degli incentivi bisogna decidere la ripartizione anche dei 550 milioni resi disponibili nel 2007 dal«

"Paura e fuga da piazza Baharestan Ho visto con i miei occhi la carneficina" ( da "Repubblica.it" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Docenti e giornalisti arrestati. Secondo il sito Kalameh, 70 membri del consiglio islamico dei docenti dell'università sono stati arrestati dopo aver avuto un incontro con Mir Hossei Mousavi, non ci sono notizie del luogo dove gli hanno trasferiti.

Sotto la superficie di Encelado potrebbe esserci un oceano ( da "Stampaweb, La" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: altra ricerca pubblicata anch?essa su Nature, utilizzando il telescopio, ha cercato i sali di sodio direttamente nel materiale del pennacchio stesso ed ha scoperto che il limite massimo nel contenuto di sodio del vapore, è ben al di sotto di quello che ci si sarebbe aspettato se sotto la superficie ci fosse veramente un oceano salato.

Parola alla Corte d'assiseSentenza prevista venerdì. ( da "Sicilia, La" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Harald Bonura (avvocato, docente Sspal), Liborio Iudicello (segretario generale del Comune di Roma), Ida Nicotra (professore ordinario di diritto costituzionale all'università di Catania), Giacomo Pignataro (professore ordinario di scienza delle finanze, presidente della Scuola superiore di Catania).

La crisi dei Florio e lo splendore del LibertyL'EVENTO. ( da "Sicilia, La" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente all'Università di Palermo alla facoltà di Architettura, ha dedicato il suo intervento nel corso del convegno. In particolare la relazione del professore Sessa ha trattato il tentativo mancato, o meglio durato solo per brevissimo tempo, di Basile di costituire un movimento modernista meridionale.

Ricorso a matrimoni mistiper i permessi di soggiornoIl convegno. ( da "Sicilia, La" del 25-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di diritto ecclesiastico presso la "Kore", ha messo in evidenza come un cittadino, prima di "avventurarsi" nella moda dell'unione mista, debba preoccuparsi di conoscere le differenze realmente esistenti con la comparte. Infatti, nel caso di separazione tra una donna italiana ed un islamico, alla donna non spetta,

piano: "a genova l'università di harward" - donatella alfonso ( da "Repubblica, La" del 26-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: indicato dalla nostra università, nel melting pot di cinesi, giapponesi, sudafricani, russi, che si contendono i sei mesi di bottega a Punta Nave, quando sono ad un passo dalla laurea o subito dopo. Oltre, ovviamente, agli studenti e ai docenti di Harvard. Ma perché tanto interesse da parte della storica università del New England?

università, nel nuovo statuto no degli studenti al loro parlamentino - michela bompani ( da "Repubblica, La" del 26-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Anche se i suoi poteri effettivi non erano ancora stati definiti, era apparsa a molti (docenti, ricercatori, studenti) un´ottima opportunità per cambiare il peso e l´efficacia delle rappresentanze studentesche nel governo dell´Università. Nella riunione congiunta di senato-consiglio della scorsa settimana, però, è stato cancellato.

il vermentino dell'ingegnere poesia sulle alture di bonassola - giovanna benetti ( da "Repubblica, La" del 26-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Nascerà così un connubio pubblico-privato di cui va molto fiero. Nella sua produzione 2sono i vermentini Colline di Levanto doc: Reggimenti e Salice (le due località). Provengono da zone diverse e perciò sono completamente differenti (il secondo dal terreno sul mare è più sapido).

Profumo: le Pmi soffrono ma noi non c'entriamo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Unicredit ha siglato un accordo pubblico-privato a sostegno del commercio internazionale, creando una piattaforma di consulenza per le imprese dell'export con l'International Finance Corporation (Banca Mondiale), la tedesca Kfw-Ipex, l'agenzia canadese Northstar Trade Finance e la Nedbank del Sud Africa.

Â<È ora di dire basta: L'imbroglio deve finireÂ> ( da "Tempo, Il" del 26-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Poi ci saranno le Sot che gestiranno i servizi pubblici in forma privata. Questo è l'imbroglio, la gestione mista pubblico-privata. Investire soldi da bilancio e adeguare la pianta organica del servizio acquedotti altrimenti lavoratori e cittadini avranno servizi privatizzati, costosi e scadenti. Solo 5 anni fa il servizio acquedotti era gestito con 25 unità lavorative,>

Sabato 4 luglio si avràil cambio della guardia ( da "Sicilia, La" del 26-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docenti di poter ricoprire la carica di primari nei nosocomi iblei, senza accedervi tramite pubblico concorso. In un primo momento gli ospedalieri eravamo contrari a questa istituzione e alle conseguenti condizioni ad essa collegate, ma adesso non possiamo più mettere la testa sotto la sabbia, pensando che togliere una Facoltà universitaria sia semplicemente dare un colpo di spugna»

I settecento annidella Contea ( da "Sicilia, La" del 26-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: tutti docenti dell'Università di Catania. Il prof. Barone ha illustrato i contenuti dei due tomi che contengono gli atti, caratterizzati da venti relazioni svolte in due distinti convegni internazionali: nel marzo del 1996 "La terra e il potere: la Contea di Modica nel Medioevo" e nel dicembre del 1996 "Tra Spagna e Sicilia: la Contea in età moderna"

il sociologo alberoni ( da "Sicilia, La" del 26-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: il sociologo alberoni docente a catania. Francesco Alberoni, nato a Piacenza nel 1929, noto sociologo, docente universitario, è stato membro del consiglio d'amministrazione Rai e facente veci del Presidenti nel periodo 2002 ? 2005. Attualmente è Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia ed editorialista del Corriere della Sera.

Spariranno i passaggi a livello ( da "Sicilia, La" del 26-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: il sostegno alla ricerca industriale, attraverso progetti presentati da università, imprese ed enti di ricerca; i laboratori pubblico-privati e le reti volte a potenziare le attrezzature e la sperimentazione di iniziative di settore; il potenziamento dei distretti tecnologici esistenti (quello sulle nanotecnologie, sui trasporti e sulla pesca e l'

Università degli Studi di San Marino: di Laurea a distanza in Economia ( da "Sestopotere.com" del 26-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: in modo tale da prepararsi bene per gli esami, che si svolgono solo durante il sabato. I docenti che lavorano in questo corso appartengono alla Facoltà di Economia dell?Università di Trieste e sono a disposizione degli studenti, ai quali forniscono assistenza tramite telefono, fax e posta elettronica.

Terremoti, in Emilia-Romagna città più sicure ( da "Sestopotere.com" del 26-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Entro il 31 dicembre 2010 secondo quanto disposto dalle norme nazionali, uffici pubblici, ospedali, scuole e altre strutture, anche private, di pubblico interesse saranno verificate, attraverso una apposita relazione, che identifichi sia i livelli di sicurezza che gli eventuali interventi necessari. La legge regionale per ridurre il rischio sismico L?

Università Insubria e CdC Como: attivato S.O.S. Impresa ( da "Sestopotere.com" del 27-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Intervengono: - Giorgio Zamperetti, Docente di Diritto Commerciale presso la facoltà di Giurisprudenza dell?Università Insubria e responsabile del servizio - Mauro Frangi, Membro di Giunta camerale e Presidente della Commissione “Congiuntura economica”.

tempo e futuro della città visti da un pensatore francese - alfredo d'agnese ( da "Repubblica, La" del 27-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Le idee di Attali si confronteranno con quelle del cardinale Crescenzio Sepe, del docente di Genetica Bruno Dallapiccola, dei filosofi Aldo Masullo e Gianluca Bocchi, del docente di Neuroscienze Paolo Viviani e dello specialista in bioimmagini Marcello Cadioli. A moderare l´incontro sarà il redattore capo della Rai Massimo Milone.

specializzazione a oculistica tutti i posti ai figli dei baroni - francesca savino ( da "Repubblica, La" del 27-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Particolarmente tolleranti i docenti delle varie commissioni, ma studenti beffati dalle "bufale" di vari siti online, che giovedì avevano inserito versioni e problemi risultati poi inesistenti. "Crederci non costava niente e ci siamo voluti fidare - ammettono Fabio e Maddalena del liceo Flacco - ma la versione di Cicerone non è stata particolarmente difficile"

L'acqua DEL SUD LA SICILIA DEI PADRONI DEL COMUNE ( da "Manifesto, Il" del 27-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: abbinamento pubblico-privato: dal 46% truffaldino che tagliava fuori gli enti locali a vantaggio della Regione che così aveva in mano il business e il foraggio per la clientela, a un più abbordabile 6, fatto però salvo il controllo dei municipi. Dopo di lui Antonio Marotta ha spiegato come si struttura il sistema delle holding,

Ospedali iblei multietnici ( da "Sicilia, La" del 27-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Al teatro Garibaldi, Giancarlo Poidomani, docente di Storia contemporanea al corso di laurea Scienza del Governo e dell'Amministrazione dell'Università di Catania, ha presentato il suo ultimo lavoro "Senza la Sicilia l'Italia non è Nazione" con un richiamo a "La destra storica e la costruzione dello Stato, 1861-1876".

Una per Frate GiuseppeSortino. ( da "Sicilia, La" del 27-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: è pubblico-privata. Tra i soci pubblici, oltre ai Comuni di Melilli e Siracusa, figura l'Asi, che in base all'articolo 7 della legge finanziaria, dovrà mettere in liquidazione le società a cui partecipa. Nei giorni scorsi è pervenuta al presidente dell'Asi una lettera del funzionario regionale Nicola Vernuccio,

Dolomiti patrimonio dell'umanità ( da "Sicilia, La" del 27-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ospedalità privata rappresentato dall'Aiop che comprende 58 case di cura, ne è uscito più forte. Con la riforma sanitaria abbiamo ottenuto il riconoscimento della parità pubblico-privato che è uno stimolo a migliore le nostre prestazioni. Tutto ciò è stato possibile grazie ad una classe dirigente che ha saputo dimostrare spirito di sacrificio e grande imprenditorialità»

Sul lago d'Orta gli spirituals dell'università americana ( da "Stampa, La" del 28-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: già docente di musica e autore di numerosi e celebri canti religiosi. I due concerti, organizzati grazie all'apporto del Distretto Turistico dei Laghi, sono divisi in due parti. Nella prima il coro americano interpreterà brani dei grandi autori classici come Handel, Mouton con la solenne «Ave Maria» e poi ancora altri canti di Randall Thompson,

Insegnanti: chi viene e chi va ( da "Stampa, La" del 28-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: locali senza che questi siano bilanciati da quelli lasciati dai rarissimi docenti «in uscita». Non è un mistero che la nostra provincia, per ben noti motivi, è ambita (anche se meno rispetto al passato) da chi magari non sopporta le nebbie o i freddi del nord. Rispetto a qualche lustro fa, quando il fenomeno era molto accentuato con grande rabbia di chi attendeva il posto da tempo,

Disagio, esperti a confronto ( da "Tempo, Il" del 28-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Psicoterapeuta in Ipnositerapia e Didatta del Ciics di Torino, Docente presso l'Università Roma Tre in Medicina preventiva e Psicopatologia forense, Direttore scientifico dell'Associazione Nazionale Criminalisti Criminologi Investigatori Penali. Interverrà il Sindaco del capoluogo di regione Sen. Gino Di Bartolomeo.

grandi lavori alla chelliana e sostegno ai corsi del polo ( da "Tirreno, Il" del 28-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docenti e a tutto quello che serve per la didattica andranno invece 2 milioni e 859mila euro. Una cifra di tutto rispetto è anche quella per le spese di funzionamento, 235mila euro, con curiose differenze tra un corso di laurea e l'altro. Se, infatti, alle facoltà di economia, scienze giuridiche e conservazione e gestione dei beni archeologici si prevede di spendere in utenze 800

ponte del diavolo furto sull'auto dei turisti ( da "Tirreno, Il" del 28-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: auto dei turisti SCUOLA Trasferimenti dei docenti L'ufficio scolastico provinciale comunica che sono stati affissi all'albo gli elenchi relativi ai movimenti definitivi provinciali e interprovinciali dei docenti delle scuole secondarie statali di II grado per il 2009/2010 e che gli stessi sono reperibili nel sito http://ospitiweb.

5 uomini e 5 donne età media 40 anni ecco le "facce nuove" ( da "Repubblica, La" del 28-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: è stata docente della facoltà di disegno industriale di Firenze, era assessore alla moda in Provincia: nella nuova giunta guiderà l´assessorato ad università e ricerca. Claudio Fantoni, 41 anni, corista del Maggio Musicale Fiorentino dal 1994, è stato consigliere di quartiere per i Diesse, è considerato vicino all´ex assessore alla scuola Daniela Lastri,

servizi e diritto allo studio bari capitale degli atenei - antonio di giacomo ( da "Repubblica, La" del 28-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: il rapporto fra studenti e docenti appaia magari numericamente non eccelso. A soffermarsi, comunque, sulle schede di ciascuna facoltà ci si accorge che i singoli punteggi risultano più che significativi. Scienze della Formazione ha una media di oltre 83, sopra 74 Lingue e Scienze politiche, 80 la facoltà di Lettere e 79 quella di Giurisprudenza.

, lascia il preside di Lettere ( da "Corriere della Sera" del 28-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: di Lettere conta 12 mila iscritti e un corpo docente di 230 unità. Con una carenza di spazi, storica alla Sapienza: «Uno squilibrio insopportabile e umiliante per la nostra facoltà» aggiunge Pescosolido. E, ora, pare che i contatti tra Pescosolido (sponsor di Frati alle ultime elezioni universitarie) e il Magnifico si siano fatti radi: «Tra me e il rettore - conferma il preside -

Un tocco di piccante allevia il dolore ( da "Corriere della Sera" del 28-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Botanica farmaceutica all'Università La Sapienza di Roma. E i medicinali in commercio quattro, fra cerotti e pomate sono indicati proprio per il trattamento di dolori di questo tipo e sono usati in associazione con gli antidolorifici, per esempio nell'artrosi e nelle nevralgie posterpetiche.

Nelle strade di Baghdad ( da "Manifesto, Il" del 29-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: E poi manca l'acqua, i trasporti pubblici non esistono più, sono stati sostituiti da pullmini privati. Invece la benzina non è più un problema, anche se il prezzo è arrivato a mezzo dollaro al litro, un'esagerazione per gli iracheni, nel 2003 costava l'equivalente delle nostre vecchie venti lire.

allarme meduse anche per i pesci in acquacoltura ( da "Tirreno, Il" del 29-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Un episodio segnalato alla rete di controllo gestita dal professor Ferdinando Boero, docente di zoologia e biologia marina dell'Università del Salento, uno dei maggiori esperti del settore. Boero è appena tornato dalla Tunisia dove è intervenuto, appunto, sul luogo del primo allevamento di acquacoltura distrutto dalle meduse nel bacino del Mediterraneo.

le pagelle delle facoltà toscane lettere a siena migliore d'italia - laura montanari ( da "Repubblica, La" del 29-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ateneo senese Giurisprudenza scala otto posizioni verso la vetta Sotto esame docenti, studenti, cattedre, contatti internazionali, arrivi dall´estero LAURA MONTANARI Uno scudetto tricolore quest´anno almeno c´è. La migliore facoltà di Lettere d´Italia si trova a Siena e ad Arezzo. Quella che guadagna più posizioni rispetto a un anno fa è Giurisprudenza sempre dell´ateneo di Siena,

c'è bisogno di venditori, elettricisti e apprendisti in cucina ( da "Tirreno, Il" del 29-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Massa Cozzile società operante nel settore della pubblicità su elenchi telefonici ricerca su Montecatini Terme e Valdinievole 1 agente di vendita con esperienza. Offresi: corso di formazione; mandato di agenzia; affiancamenti sul campo; concrete possibillità di crescita e di carriera; un portafoglio articolato di prodotti editoriali e multimediali;

in pericolo gli impianti di acquacoltura ( da "Tirreno, Il" del 29-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Un episodio segnalato alla rete di controllo gestita dal professor Ferdinando Boero, docente di zoologia e biologia marina dell'Università del Salento, uno dei maggiori esperti del settore. Boero è appena tornato dalla Tunisia dove è intervenuto, appunto, sul luogo del primo allevamento di acquacoltura distrutto dalle meduse nel bacino del Mediterraneo.

( da "Corriere della Sera" del 29-06-2009)
Argomenti: Cultura , Cervelli

Abstract: perché dovrebbe adire le vie legali se docenti dichiarati colpevoli sino all'ultimo grado di giudizio per aver condotto concorsi universitari violando le norme non sono mai stati rimossi e hanno continuato a essere eletti (dai loro colleghi!) commissari in nuovi concorsi? Io, laureata nel 1990 in Medicina e Chirurgia all'Università di Pavia,

Medici all'attacco: mortalità, dati sbagliati>( da "Corriere della Sera" del 29-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: come dimostrano i risultati di ricerche pubblicate su importanti riviste scientifiche statunitenti». Il primario si riferisce a un rapporto della Regione pubblicato nei giorni scorsi dal Corriere. «Nello studio preparato dalla Asl Roma-E la mortalità per questo delicato intervento nel Sant'Andrea era del 12.

Nasce l'ingegnere per gestire l'energia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 29-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: collaborazioni di vario genere con diverse università italiane. Tuttavia, questa volta l'azienda genovese è andata sicuramente oltre. I suoi manager, infatti, affiancati dai professionisti di Espansione, assumono per la prima volta la veste di docenti in un percorso che si colloca all'ultimo anno del corso di laurea in Ingegneria gestionale magistrale presso l'Università Carlo Cattaneo -

Export, Toscana e Calabria unite per incrementare scambi con Marocco, Tunisia, Egitto e Albania ( da "Sestopotere.com" del 29-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Comunque è positivo - ha evidenziato Andrea Attanasio, docente dell?Unical - che Gioia Tauro, l?hub internazionale divenuto in poco tempo il primo attracco del Mediterraneo, abbia raggiunto l?integrazione con gli altri porti italiani e tirrenici in particolare, superando la fase competitiva dei primi anni di attività.

Imprese rosa, la risposta alla crisi CNA Impresa Donna Crescono nonostante le difficoltà ma vanno sostenute ( da "Sestopotere.com" del 29-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: il docente di sociologia dell?Università Politecnica delle Marche Ugo Ascoli, la presidente della Provincia Patrizia Casagrande, oltre alle presidenti e responsabili di Cna Impresa Donna a livello provinciale e regionale, mentre le conclusioni saranno affidate alla responsabile di Cna Impresa Donna Emilia Romagna Lalla Golfarelli.

Dibattiti e seminari ( da "Trentino" del 30-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Anna Maria Gentili è docente di Storia e Istituzioni dei Paesi afro-asiatici all'Università di Bologna; Bijan Zarmandili, iraniano, da oltre 20 anni si occupa del Medio Oriente per il gruppo Espresso-Repubblica; Dietmar Larcher è stato docente all'Università di Klagenfurt e si occupa di multiculturalismo;

Il Nobel per la Pace Shirin Ebadi in lotta per l'Iran ( da "Trentino" del 30-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: era docente di diritto commerciale. Nel 1948 la famiglia si trasferisce a Tehran. Dal 1965 studia giurisprudenza presso l'università di Tehran e subito dopo la laurea partecipa agli esami per diventare magistrato. Cominciò la sua carriera nella primavera del 1969 proseguendo nel contempo gli studi fino ad ottenere,

La chiusura di Unitn e il rapporto carta-web ( da "Trentino" del 30-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Un periodico scritto e letto (poco) solo da docenti, pieno di interviste a personalità di passaggio e rivolto ad una platea interna di personale - altro - la cui manodopera però non è solo composta da insegnanti, ma anche da operatori tecnici e amministrativi. Di loro "Unitn" non ha mai parlato, nonostante le mie insistenti e poco gradite proteste,

università promosse ma senza lode - tomaso clavarino ( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università di Padova abbia 30milioni in più di noi all´anno, 250 docenti in più, con qualche migliaio di studenti in meno». Al Politecnico la situazione non è così grigia come all´Università di Torino, ma non si ride neanche troppo. Se Ingegneria infatti guadagna tre posizioni piazzandosi quinta, Architettura scende dalla quarta alla nona posizione.

policlinico, l'ultimatum di bassolino - giuseppe del bello ( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Le Università: no, è un ricatto Un docente: "Andremo a uno scontro memorabile con la Regione" Del Genio: "Non possono trattarci così, vogliamo una collocazione degna" GIUSEPPE DEL BELLO Muro contro muro. La Regione insiste e ripropone lo stesso schema per siglare un accordo, ma il rifiuto di entrambe le Università è netto.

la hit parade delle università tutte le milanesi nella top ten - simone mosca ( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: da dove vengono e dove si sono formati la maggior parte dei nostri docenti, e con la quale questi risultati di eccellenza vanno dunque condivisi». Ma allora qual è la differenza? «Noi abbiamo poco più di dieci anni, e abbiamo agilità, siamo burocraticamente leggeri, la Statale è una struttura più grande e complessa da governare».

"aule aperte di pomeriggio così lavoreranno i prof precari" - paolo russo ( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: iniziativa oltre 500 scuole e migliaia di docenti senza cattedra. Per Lomelo è questo il modello da seguire. Nel frattempo, l´assessore al Diritto allo studio ha incassato con soddisfazione l´avanzamento degli atenei pugliesi nella classifica stilata dalla "Grande guida all´università" di Repubblica: «Un risultato che dipende dall´aumento dei servizi destinati agli studenti.

università, maglia nera alla campania - bianca de fazio ( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: università, statali e private, valutate dal Censis in base ad alcuni indicatori contro i quali rettori e docenti hanno talvolta polemizzato, ma che restano punti di riferimento validi per la loro affidabilità scientifica. Indicatori, tra gli altri, come l´apertura internazionale o il monitoraggio del job-placement o ancora il rapporto numerico tra studenti e docenti ed i servizi

Mosca sfida i supercomputer ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: ma ora la fuga di cervelli si è fermata, e Medvedev promette che una nuova generazione è in piena formazione. Ma chi ha i supercomputer in Russia? A eccezione di militari e intelligence, che non compaiono specificatamente nell'elenco Top 500, la parte del leone la fanno i computer scientifici e universitari (82% del totale).

Sicurezza e igiene degli alimenti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Alle relazioni dei docenti universitari Alberto Capatti, Enrico Prenesti e Gabriella Morini hanno fatto seguito quelle di analisti e ricercatori: significativa la partecipazione del generale Cosimo Piccinno, comandante del NAS (Nucleo Anti-Sofisticazione), sul tema della salvaguardia della salute.

Polo universitarioin via Roccaromana ( da "Sicilia, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: gli abitanti, i tecnici di Comune e Università) per presentare la prossima apertura del nuovo polo in via Roccaromana, che ospiterà quasi un migliaio di persone tra dipendenti, docenti e studenti. Uno degli argomenti più spinosi discussi nel corso della conferenza è quello che riguarda la carenza di parcheggi.

L'Università apre a SudIncontro a Roma. ( da "Sicilia, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: avere 4 docenti strutturati (ovvero di ruolo a Siracusa) per ogni anno del corso, e quindi 12 per la triennale e 8 per la specialistica); un numero minimo di studenti che varia a seconda dei corsi e per Tecnologie applicate al restauro è di un minimo di 20 e un massimo di 80 studenti, mentre per Scienze dei beni culturali è minimo 50 e massimo 150.

Pubblici esercizi ai Caltagirone. ( da "Sicilia, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: I corsisti sono stati intrattenuti da docenti esperti e qualificati, approfondendo l'attuale momento storico attraverso l'analisi di diversi temi, traendo spunto dalla testimonianza del grande pensiero sturziano e degli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa. San Michele.


Articoli

Costi della giustizia, se ne discute col ministro Alfano (sezione: Cultura)

( da "Tempo, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

stampa Ai lavori prenderanno parte molti docenti e togati Costi della giustizia, se ne discute col ministro Alfano Isernia Parte domani la tre giorni dedicata alla magistratura promossa dall'Università ISERNIA La riduzione dei tempi e dei costi costituisce una priorità assoluta per una gestione efficiente della giustizia. Un tema di grande rilievo quello che sarà affontato nel corso del convegno: «Organizzazione dell'attività ispettiva per la rilevazione dei tempi e dei costi della giustizia». L'incontro sarà ospitato ad Isernia da domani a giovedì e vedrà la partecipazione del ministro della Giustizia Angelino Alfano. Il convegno è promosso dall'Università degli Studi del Molise, dal Ministero della Giustizia e dagli Ordini forensi del distretto della Corte d'Appello del Molise. I lavori avranno inizio domani alle ore 17:30 nell'aula magna dell'Università in via Mazzini con i saluti del ministro Alfano, del rettore Giovanni Cannata, del governatore Michele Iorio, del presidente della Provincia Luigi Mazzuto e del sindaco di Isernia Gabriele Melogli. Presenti anche gli esperti Arcibaldo Miller, Carolina Fontecchia, Gianmaria Palmieri, Onorato Bucci, Alfonso Bosco e Ugo De Vivo. Il convegno riprenderà quindi la mattina seguente. Diversi i temi che verranno affrontati. Si discuterà di: «La funzione di controllo nelle pubbliche amministrazioni: dai controlli esterni e successivi ai controlli interni preventivi». Saranno inoltre analizzati gli: «Aspetti normativi e i profili organizzativi dell'attività ispettiva dell'Ispettorato generale del Ministero della Giustizia». Nel pomeriggio invece si enterà nel vivo del convegno con l'analisi di quelli che sono considerati i tempi della giustizia. Si parlerà infatti dei «Ritardi nei depositi dei provvedimenti giurisdizionali e le relative modalità di segnalazione». L'intervento successivo riguarderà invece le «Modalità di segnalazioni preliminari in materia di scarcerazioni per decorrenza dei termini di custodia cautelare e di scarcerazione disposte oltre la scadenza di custodia cautelare». Si discuterà poi dei «Principi e caratteri generali dell'applicazione delle pene detentive». L'ultimo giorno del convegno sarà invece dedicato ai costi della giustizia. A partire dalle ore 9:00 si parlerà di «Fondo unico Giustizia e depositi giudiziari» e sarà analizzato il «Testo Unico sulle spese della giustizia: gestione delle spese per i beni sequestrati in custodia, modalità di recupero delle spese processuali e delle pene pecunarie — patrocinio a spese dello Stato». Seguirà il dibattito, mentre le conclusioni saranno affidate al magistrato Arcibaldo Miller. E in relazione alla tematica del seminario è opportuno richiamare anche l'atto di indirizzo politico del Ministro della Giustizia per l'anno 2009. Tale atto, in coerenza con il programma di Governo che intende dar corso con le necessarie riforme al cambiamento del «sistema giustizia», pone tra gli obiettivi perseguibili per l'anno in corso la pianificazione e la razionalizzazione della spesa, la semplificazione delle procedure, la meritocrazia e la misurazione dei risultati e l'attuazione del sistema unico delle intercettazioni. Deb.Div.

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si apre il grande gioco per ripulire gli atenei (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 27 - Commenti Si apre il grande gioco per ripulire gli atenei Preoccupano i ripetuti rinvii del disegno di legge sull´università, da tempo annunciato da Mariastella Gelmini. Appare probabile che resistenze oblique siano all´opera per depotenziare il punto più importante: la introduzione di un concorso unico - l´abilitazione scientifica nazionale -, suddiviso per ruoli (ordinario, associato, ricercatore) per ottenere l´idoneità all´insegnamento universitario, così da disseccare alla radice la mala pianta del clientelismo locale e della parentopoli accademica. Con un primato negativo che ha visto per ognuno dei quindici maggiori atenei, la percentuale dei docenti nati nello stesso comune o nella stessa provincia dove l´istituto ha sede, raggiungere livelli strabilianti: alla Sapienza di Roma il 55,5, alla Federico II di Napoli il 66,9, a Milano il 50,9, a Bologna il 38,6, a Palermo 66,8, a Bari il 59, a Catania il 66,5, a Torino il 56, e via elencando. «è difficile evitare la conclusione che questi atenei sono principalmente dei datori di lavoro per le élite locali, più che dei luoghi dove cercare di fare la migliore ricerca possibile» (Roberto Perotti, «L´università truccata», ed. Einaudi). Il venir meno del criterio di concorrenza meritocratica ha provocato altri fenomeni degenerativi. Le statistiche evidenziano come il 22% dei professori universitari abbia più di 60 anni e come ben il 57% ne abbia più di 50. L´invecchiamento è stato prodotto dal fatto che i concorsi locali sono stati quasi esclusivamente motivati dall´esigenza di promuovere un docente interno, già individuato in partenza, per una cattedra di ordinario o associato. Si sono così chiuse le porte alle giovani generazioni di ricercatori, che rappresentano solo il 35% del personale universitario. Il disegno di legge delega fissa, dunque, un criterio selettivo per titoli affidato ad una commissione nazionale, eletta a scrutinio segreto. Un´ottima cosa ma, ciò detto, già si intravedono alcuni pertugi per assicurare qualche possibilità di clientelismo. Ad esempio, si affaccia una scappatoia pericolosissima laddove si legge: «Qualunque sia il sistema di reclutamento prescelto... appare opportuno aprire uno spazio alla sperimentazione di forme di reclutamento diverse da quelle generali da parte delle scuole ad ordinamento speciale e delle università libere... perché possano procedere a chiamate dirette di studiosi non necessariamente in possesso dell´abilitazione scientifica nazionale, prevedendo che i docenti così assunti possano essere inseriti nell´organico nazionale, una volta conseguita in un secondo momento l´abilitazione». Insomma si predisporrebbe in partenza una entrata di sicurezza per gli amici degli amici. Un´altra facilitazione potrebbe aprirsi con il mantenimento di una selezione a livello locale, sia pure di candidati che abbiano ottenuto l´abilitazione, la quale, però, non prevedendo classifiche, si presta ad interessate «interpretazioni» da parte delle lobby accademiche e politiche locali. La scommessa che approderà presto in Parlamenti è, quindi, grossa e non va abbandonata alle vecchie confraternite. PS. All´Università di Bari, di cui mi sono già occupato («Linea di confine», 1 giugno) i rappresentanti degli studenti chiedevano il blocco della possibilità dei vecchi professori di restare in servizio fino a 72 anni (e non a 70). Largo ai giovani va bene, ma... «con juicio». Come dimostra le decisione del Rettore, Corrado Petrocelli, di ammettere il prolungamento del rapporto solo per comprovate esigenze didattiche o per l´alta ed elevata produttività scientifica del richiedente. Un giusto principio selettivo. Il Rettore mi ha anche inviato una abbondante documentazione sui successi conseguiti per superare gli effetti negativi degli scandali che avevano coinvolto quel grande ateneo. Dall´avviato rientro da una situazione di deficit insostenibile, con una ripresa dell´attività di ricerca, alla assunzione di giovani studiosi che ha invertito il rapporto tra ordinari e ricercatori. Una indicazione per tutti gli atenei.

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si cercano venditori, consulenti pubblicitari, modelli e modelle (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

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addio al restauratore così scompare l'arte di curare i capolavori - cinzia dal maso (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 23 - Cronaca Addio al restauratore così scompare l´arte di curare i capolavori Scuole senza allievi: a rischio un´eccellenza italiana Dall´Istituto di Roma all´Opificio delle pietre dure di Firenze, iscrizioni bloccate da tre anni CINZIA DAL MASO ROMA - Restauratori addio. I nostri capolavori d´arte hanno sempre più bisogno di esperti bravi e capaci che li sappiano curare a dovere. Proprio come quelli preparati nelle Scuole di alta formazione del ministero dei Beni culturali: l´Istituto superiore centrale per il restauro di Roma (Iscr) e l´Opificio delle pietre dure di Firenze. Scuole gloriose e famose. A detta di tutti, le migliori al mondo. Eppure, dal 2006 queste scuole non accettano più nuovi allievi e ora stanno per diplomare gli ultimi studenti rimasti. E con le scuole vanno languendo anche gli istituti perché «l´Istituto trae vita dal rapporto con la scuola, molte ricerche si fanno proprio con gli studenti», spiega Massimo Bonelli direttore della scuola dell´Iscr. Che accusa: «All´estero siamo sulla bocca di tutti: l´Italia trascura il suo fiore all´occhiello». In realtà, un importante passo avanti è stato fatto: è pronto lo schema di regolamento del ministero che stabilisce quale sarà il nuovo percorso formativo dei restauratori. Nel 2006 infatti l´aggiornamento del Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.l. n.156) aveva stabilito all´articolo 29 che si può definire restauratore solo chi abbia terminato un corso di laurea di 5 anni o equivalente, con una prova finale avente valore di esame di Stato. Da qui il blocco delle due Scuole (ora quadriennali), nell´attesa di sapere come riorganizzarsi per rispondere ai nuovi requisiti. Regole precise e vincolanti che i restauratori vanno in realtà invocando da decenni, perché finora gli allievi delle due scuole ricevevano un titolo di studio glorioso ma non spendibile legalmente fuori dal Ministero. Un titolo che rischiava di naufragare nel mare magno delle scuole di restauro di ogni tipo, sorte come funghi nel nostro paese per rispondere alle richieste crescenti. Dal corso di pochi mesi a quello di anni. Da chi fa poco più che bricolage a chi mette mano su Tiziano o Giotto. Un gran calderone, una totale anarchia. «Una realtà di mortificazione continua – denuncia la direttrice dell´Istituto centrale di patologia del libro Armida Batori, la cui scuola è ferma addirittura dal 1987 – Esportiamo know how all´estero ma nel nostro paese ne sviliamo il valore». Il nuovo testo è frutto di un lungo ed estenuante braccio di ferro tra rappresentanti dei ministeri dei Beni culturali e dell´Istruzione, e del Consiglio universitario nazionale (Cun). Regola la struttura dei corsi, il rapporto studenti-docenti, i requisiti delle scuole. Ha avuto il via libera dal Consiglio di Stato e sta lentamente percorrendo l´iter che lo vedrà apparire prima o poi sulla Gazzetta Ufficiale. «Finché non vedo non ci credo» dicono però i restauratori in coro. «Ora ci vuole la volontà politica di fare le cose» commenta Enzo Siviero vicepresidente del Cun. Per cominciare, le Scuole di alta formazione devono attendere un ulteriore decreto attuativo del ministero. Ma soprattutto hanno bisogno di soldi. «Io appena possibile ripartirò, anche se dovrò tenere tutto assieme con lo scotch», afferma decisa la direttrice dell´Iscr Caterina Bon Valsassina. Mentre la direttrice della scuola dell´Opificio Letizia Montalbano ha qualche dubbio, anche perché molti esperti stanno andando in pensione e non vengono rimpiazzati, e dunque sarà costretta ad assoldare docenti esterni. Siamo al paradosso. Competenze tanto preziose si stanno disperdendo col rischio conseguente di scadere in qualità. Finora il danno è stato in parte arginato dal sorgere di nuove scuole che, ispirandosi al metodo di Iscr e Opificio, sono già strutturate come corsi di laurea quinquennali. è il caso della nuova Scuola di alta formazione del Ministero sorta nel 2006 al Centro di Venaria Reale a Torino (autorizzata per legge ad avviare corsi sperimentali in associazione con l´università). E prima di lei il Centro regionale del restauro del Friuli Venezia Giulia, l´Università di Urbino, l´Università di Palermo (associata al Centro per il restauro della Regione). O la scuola che l´Istituto per la patologia del libro ha avviato da quest´anno con l´Università di Tor Vergata («Non potevo più aspettare – dice Batori – vi ho destinato quasi tutto il nostro budget»). Sono in un limbo legislativo perché comunque si dovranno riadattare alla nuova classe di laurea, e il titolo di studio che ora rilasciano andrà valutato. Nel frattempo però hanno colmato un vuoto, anche se ogni giorno i centralini di Iscr e Opificio ricevono telefonate di chi spera nella loro riapertura. Ma la realtà vera del restauro in Italia, fuori dagli ambienti ovattati delle grandi scuole, è molto diversa. Gioca sull´ambiguità, in assenza di regole. Al punto che molte imprese abilitate al restauro non hanno come direttore tecnico un vero restauratore. Secondo uno studio dell´Associazione restauratori italiani (Ari) dello scorso ottobre, sono 124 su 529. Eppure lavorano. Anche all´estero, grazie alla fama guadagnata dalle alte scuole. «Oggi quella fama è un vero boomerang – dice sconsolata la presidente dell´Ari Carla Tomasi – L´eccellenza italiana oramai non esiste più».

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laurea in psicologia per maria anna donati (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 5 - Pontedera Laurea in psicologia per Maria Anna Donati Maria Anna Donati di Peccioli ha conseguito la laurea specialistica in psicologia dello sviluppo e dell'intervento nella scuola all'Università di Padova con 110 e lode. Alla tesi hanno collaborato studenti e docenti delle scuole superiori di Pontedera.

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STENICO (sezione: Cultura)

( da "Trentino" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

STENICO STENICO Visite guide nel Parco Il Parco Adamello Brenta organizza, come ogni anno, una serie di iniziative rivolte sia agli adulti sia ai più piccini. Il primo appuntamento dell'estate 2009 è fissato per domani. A Stenico, scienza e tradizione delle piante officinali: visita di mezza giornata, accompagnati dali operatori del Parco, lungo il percorso naturalistico dell'Area natura Rio Bianco di Stenico e visita alla Casa del Parco "Flora" dedicata alla scoperta degli ambienti del Parco e delle specie vegetali che li caratterizzano. Ritrovo alle 15.20 in piazza Centrale a Stenico. Quota di partecipazione: 5 euro, bambini fino ai 12 anni 2,5. Gratis con ParcoCard. Possibilità di utilizzare il bus navetta gratuito da Ponte Arche (alle 14) e San Lorenzo in Banale (alle 15). LEVICO TERME Si scalda "Lake Parade" Ritorna per la terza edizione "Lake Parade", venerdì e sabato, il festival di musica elettronica sul lago di Levico Terme realizzato per la prima volta nel 2007 da un team di ragazzi desiderosi di ridare un volto più giovane e festaiolo a Levico Terme, coadiuvati dall'associazione Mondo Giovani e con il supporto del comune e di Apt Valsugana. Visto lo straordinario successo delle passate edizioni, dove i migliori dj locali si sono esibiti facendo ballare migliaia di persone sulle rive del lago di Levico, con il 2009 arriva il salto di qualità portando il festival a due serate consecutive. Il venerdì, dalle sonorità più house e minimaliste, vedrà ospite Walter S, storico resident dj della discoteca Mazoom Le Plaisir di Desenzano nonché icona del panorama House nazionale. Il sabato invece, caratterizzato da ritmi più elettronici e aggressivi, vedrà ospite Stephan Krus, dj e produttore vicentino. PERGINE Seminario sugli anziani Il S. Spirito e la cooperativa "La Strada" organizzano domani, dalle 9 alle 13, in sala di via Pieve, un seminario di studio sul tema: «Assistenza all'anziano: soluzioni e prospettive». Verranno analizzati gli attuali servizi presenti sul territorio a favore dell'anziano e della famiglia, cercando di capire le possibili soluzioni future, in un'ottica di partnership pubblico/privato sociale. Alle 11.30 presentazione del progetto da parte di Michele Tait, Consolida ed Elena Cetto, presidente cooperativa La Strada. (f.v.)

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E l'Iran si fa in quattro (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: STORIA E STORIE data: 2009-06-21 - pag: 33 autore: Un Paese-mosaico E l'Iran si fa in quattro di Farian Sabahi L' Iran è «una realtà forgiata da millenni di storia affascinante ma difficile da comprendere: paese che è parte del Medio Oriente ma da questo differisce, islamico ma di un Islam diverso, attratto e legato alla civiltà occidentale e nello stesso tempo timoroso di esserne contaminato e trasformato ». Così scrive Riccardo Redaelli, docente all'Università Cattolica di Milano, nell'agile saggio L'Iran contemporaneo, un centinaio di pagine in cui ripercorre le vicende del paese dall'avvento della dinastia Pahlavi alla vittoria degli ultraradicali nel 2005. L'Iran è un mosaico di realtà diverse e, di questi tempi, contrapposte. Gli ultraradicali, i giovani, le minoranze e le donne rappresentano tasselli importanti. I primihanno nel presidente Ahmadinejad la loro espressione politica e nei pasdaran (Guardie rivoluzionarie) il loro braccio armato la cui base è composta dalla cosiddetta «generazione al fronte» esaminata da Renzo Guolo, docente di Sociologia dell'Islam all'Università di Torino, nel suo saggio Generazione del fronte. Si tratta, scrive Guolo, di «una generazione nata tra la metà degli anni 50 e la metà degli anni 60, che tra il 1979 e il 1989 ha vissuto esperienze significative come la rivoluzione islamica e la lunga guerra con l'Iraq, la morte dell'ayatollah Khomeini e la fine della fase rivoluzionaria». Caratterizzati da un forte impegno politico, hanno una loro concezione del mondo e negli ultimi anni sono tornati a far sentire la loro voce. Sono loro, i reduci della guerra riciclati in politica e i fedeli a oltranza alla dottrina khomeinista, a rappresentare la sfida maggiore a uno sviluppo democratico. Un altro tassello fondamentale sono i giovani che compongono il 70% della popolazione e non hanno partecipato alla rivoluzione. A loro il giornalista Antonello Sacchetti dedica I ragazzi di Teheran in cui descrive le molte contraddizioni della capitale: chador e tagli punk, feste clandestine e preghiere del venerdì, musica rock e misticismo religioso, poesia sufi e blog. Dello stesso autore si segnala il breve ed efficace saggio Misteri persiani che ha come protagonisti non solo gli sciiti ma anche zoroa-striani, cristiani, ebrei e bahai. "Last but not least", il mosaico necessita di una riflessione sulle donne: istruite, impegnate nel lavoro e nelle Ong, sono discriminate da un sistema giuridico improntato all'Islam. Alle diseguaglianze di genere gli attivisti rispondono con la campagna «Un milione di firme» per abrogare le norme che le considerano cittadine di serie B. Ma anche la scrittura rappresenta, da secoli, un modo per ribellarsi e – come Shahrazad – le iraniane sentono la necessità di raccontare ogni sera una nuova storia, spiega la studiosa di femminismo islamico Anna Vanzan, docente all'Università Statale di Milano. A questo mosaico manca ovviamente un tassello importante: il clero sciita. All'indomani dei brogli nelle elezioni presidenziali del 12 giugno e delle proteste dell'onda verde di Mousavi, è in parte ostile alla rielezione di Ahmadinejad e allo strapotere dei militari. Ma questa è un'altra storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1 Riccardo Redaelli, «L'Iran contemporaneo», Carocci, Roma, pagg. 156, Á 13,80; 1Renzo Guolo, «Generazione del fronte», Guerini e Associati, Milano, pagg. 154, Á 16,50; 1 Antonello Sacchetti, «I ragazzi di Teheran», Infinito, Roma, pagg. 94, Á 10,00; «Misteripersiani», Infinito,Roma, pagg. 112, Á 11,00; 1 Anna Vanzan, «Figlie di Shahrazad. Scrittrici iraniane dal XIX secolo a oggi», Bruno Mondadori, Milano,pagg.214, Á 18,00.

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Italia senza veti, rivoluzione pacifica (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-21 - pag: 2 autore: Italia senza veti, rivoluzione pacifica Buon senso e merito possono battere le vecchie corporazioni e garantire la comunità di Corrado Passera I n tutto il mondo la classe dirigente ha una priorità assoluta: riavviare la crescita e ricreare fiducia per uscire dalla grave recessione attuale ed evitare che diventi depressione. Ci vorranno su tanti temi risposte globali (prima di tutto i Global Legal Standard), molto impulso dovrà venire da politiche concordate a livello europeo, ma ogni paese ha sue specifiche esigenze. L'Italia ha indubbie forze da mettere in campo e ha potuto affrontare la crisi meglio di molti altri, ma ha bisogno di trovare nuove strade di crescita perché è particolarmente toccata dal calo della domanda internazionale e perché viene da un lungo periodo di sviluppo insufficiente. Se non saremo capaci di riavviare una nuova fase di crescita sostenuta e sostenibile tutto diventerà più difficile: anche le aziende - ancora moltissime- che stanno resistendo finiranno le loro riserve, la disoccupazione raggiungerà livelli intollerabili, il Sud in particolare avrà problemi di tenuta sociale, i conti pubblici scapperanno di mano. Abbiamo bisogno di creare condizioni di crescita sia nel caso la recessione mondiale continui - ed è certamente una possibilità - sia che la recessione si riduca di intensità, come qualche timido segnale sembrerebbe iniziare a indicare. In tutti i settori e in tutto il mondo la concorrenza comunque aumenterà e se non ci attrezziamo anche come sistema paese, rischiamo di approfittare meno degli altri della prossima fase positiva o di pagare più degli altri il prolungarsi di quella negativa. La mia opinione è che possiamo fare molto e velocemente per favorire una nuova fase di crescita nel nostro paese. Dobbiamo farlo con misure sia congiunturali che strutturali che tengano in debito conto i vincoli della finanza pubblica e capitalizzino su quanto è stato già avviato dal governo negli ultimi mesi. Per riattivare questa nuova fase di crescita abbiamo bisogno di due strumenti: un piano di medio periodo da realizzare con coerenza e uno shock positivo capace di modificare in tempi brevi l'andamento negativo dell'economia. La crescita sostenibile viene dalla combinazione di tanti elementi, tutti fra loro collegati e interdipendenti e da un grandioso sforzo comune. Se vogliamo essere una economia solida e una società solida bisogna lavorare contemporaneamente su tutti i principali fattori con un'ottica di medio periodo. A grandi linee i fattori determinanti sono la competitività delle imprese, la competitività del sistema paese, la coesione e il dinamismo sociale. La competitività delle imprese dipende sia dalla loro capacità di innovare e di internazionalizzarsi, sia dalla loro dimensione e forza patrimoniale e finanziaria. La competitività del sistema paese è collegata soprattutto alla qualità e quantità delle sue infrastrutture, al sistema dell'istruzione e della ricerca, all'efficacia e all'efficienza della pubblica amministrazione, alla solidità e legittimazione delle sue regole espresse in ultima istanza dal sistema giudiziario. La coesione sociale - che si sta rivelando per l'ennesima volta tanto importante quanto la competitività, in barba ai darwinisti sociali - è a sua volta fortemente determinata dal funzionamento del welfare state e in particolare da tutti quei meccanismi che tolgono "paura" al presente e al futuro: la sanità, la previdenza, gli ammortizzatori sociali, l'assistenza ai più deboli, la solidarietà volontaria. Viene poi il dinamismo, cioè la quantità di energia che la società e l'economia sanno sprigionare e con la quale sanno compensare anche altre mancanze. Questo dinamismo è il risultato di molti fattori, ma due sono fondamentali: la mobilità sociale - orizzontale e verticale - e la meritocrazia in tutte le sue forme. I quattro motori possono accelerarsi l'uno con l'altro,ma se anche uno solo è fermo, si blocca tutto, come un orologio che funziona grazie all'interdipendenza dei suoi tanti ingranaggi, che necessitano di continue manutenzioni e di quotidiane ricariche. Insieme, tra l'altro, concorrono per recuperare e accrescere la fiducia. Cosa dovremmo fare in Italia agli occhi di molti è del tutto chiaro e spesso è anche in buona parte condiviso. La nostra tragedia è che da tanti anni molte di queste cose semplicemente non le facciamo. Moltissime nostre imprese sono competitive in tanti settori. Lo dimostrano anche la tenuta delle quote dell'Italia sul commercio internazionale, persino in anni di euro forte. Ma troppo spesso tante altre aziende non hanno né le dimensioni né la forza per competere su mercati sempre più globali. Il nostro sistema paese, invece di essere trainante, è sempre più un peso e un vincolo al nostro sviluppo. In troppi settori il mercato e la concorrenza non possono dispiegare le loro energie. Stiamo accumulando ritardi intollerabili nello sviluppo di tutte le categorie di infrastrutture. Abbiamo un sistema di istruzione e formazione deludente e che, nel suo insieme, non soddisfa le esigenze del mondo del lavoro e sforna disoccupati. Abbiamo una pubblica amministrazione che- fatte salve le solite eccezioni- ha effetti paralizzanti su tutte le decisioni. La giustizia, da parte sua, non può più chiamarsi tale perché i tempi delle sue decisioni non hanno più nulla a che vedere con i tempi degli individui, delle famiglie e delle imprese. E in questo modo la nostra società perde il collante delle norme. Al contrario, a nostro favore abbiamo un livello di coesione- e quindi di resistenza alle difficoltà - più alto che in molti altri paesi. La tenuta della famiglia e delle comunità locali, oltre che un sistema di welfarecostoso e da efficientare, ma nel complesso efficace- ci stanno riparando per ora dagli effetti di un disagio sociale altrove diventato intollerabile. Un welfare che dovrà integrarsi sempre più con il Terzo settore e in particolare con le imprese sociali. Quanto a dinamismo siamo purtroppo ai minimi su scala mondiale: una società la cui mobilità è bloccata in tutte le direzioni e dove la selezione è spesso addirittura avversa al merito. Una società dove caste, corporazioni e gruppi di interesse procedono quasi solo per cooptazione. Una società dove la marginalità anacronistica di intere aree sociali - prime tra tutti le donne - contribuisce alla mediocrità generale. Ma se vogliamo essere una società aperta e libera della quale valga la pena di essere parte e se vogliamo crescere e svilupparci in maniera economicamente e socialmente sostenibile, dobbiamo lavorare in tutte e quattro le direzioni, sapendo che i risultati più profondi-sull'efficacia del nostro sistema di istruzione, ad esempio possono venire solo in decenni di sforzi coerenti. Mentre si lavora per il medio periodo, si possono però anche ottenere risultati molto significativi in tempi ragionevolmente brevi. Da dove partire allora per dare uno shock positivo e riavviare una nuova fase di crescita solida? Diamo per scontato che gli ammortizzatori sociali per affrontare la disoccupazione e il disagio sociale in aumento siano adeguati e sufficienti: se non lo fossero si dovrebbe certamente partire da qui. Al di là degli interventi pubblici- giustamente attivati per stimolare la domanda in settori specifici - per riattivare virtuosamente il ciclo economico è indispensabile innescare una grande fase di investimenti privati e pubblici che creino nuova competitività e occupazione in tempi brevi. Per gli investimenti privati è necessaria una politica di incentivi fiscali che premino in modo efficace e focalizzato le imprese - piccole e grandi – che investono in ricerca, tecnologia e nuovi mercati, che patrimonializzano, che si consolidano con processi di acquisizione e fusione. Mai come oggi infatti bisogna usare la leva fiscale per accelerare il principale motore della crescita e dell'occupazione che è la competitività delle imprese. A questo proposito fa piacere sentire parlare di Tremonti-ter. Per gli investimenti pubblici,d'altro canto, bisogna partire innanzitutto dalle infra-strutture: dalle reti di telecomunicazione (in particolare la banda larga) alle autostrade, dai porti ai centri logistici,dalle retiferroviarie regionali a quelle dell'Alta Velocità, dai termovalorizzatori ai gassificatori, dagli acquedotti alle opere di difesa del suolo. Dalle scuole, agli ospedali, alle carceri, ai musei. In molti casi si tratta di opere nuove, in molti altri di interventi manutentivi o di riqualificazione che è possibile avviare in tempi brevissimi. Alcuni di questi capitoli hanno apparentemente a che fare solo con la dignità della vita, ma sono tutti anche motori diretti o indiretti di crescita e occupazione. Mentre le spese correnti continuano ad aumentare, le spese in conto capitale dello stato si sono praticamente annichilite. La componente di spesa per investimenti in rapporto al Pil è tornata ai livelli del 1998. è su questo capitolo di spese che si costruisce il futuro del nostro paese. Bisognerebbe incrementare di almeno un 3% del Pil gli investimenti in infrastrutture per recuperare una parte del gap accumulato e per ridurre l'enorme costo del non fare.Per dare una sferzata alla nostra economia dobbiamo avere in mente un ordine di grandezza di 250 miliardi di euro in cinque anni. Sono cifre importanti, ma che non ci devono spaventare: possono essere alla nostra portata senza mettere a rischio i conti pubblici. Un gran numero di progetti si autofinanziano e possono in buona parte trovare copertura con fondi privati. Autostrade come termovalorizzatori, porti come i tanti progetti urbani che prevedono la valorizzazione di aree e immobili demaniali sono esempi di iniziative che, con le dovute procedure autorizzative opportunamente AP/LAPRESSE semplificate, non avrebbero difficoltà a trovare capitali privati. Sono molte le iniziative che attirerebbero investimenti privati: 25-35 miliardi non sembrano una cifra irraggiungibile. I fondi europei - se sapremo e vorremo utilizzarli- possono dare un contributo importante. Solo dalla Bei abbiamo a disposizione finanziamenti per 15 miliardi di euro e poi ci sono i 50 miliardi del settimo Programma quadro 2007-2013 di cui rischiamo di non ricevere in proporzione al nostro peso in Europa. Una parte dei fondi - almeno 50 miliardi - sono già nei piani finanziari pubblici (per esempio, Fs, Anas) e nei programmi anche recentemente approvati (Cipe) o possono essere auspicabilmente trovati nelle prossime Finanziarie. Altri 50 miliardi possono forse venire dalla razionalizzazione dell'attuale spesa sul territorio per opere pubbliche. Come fare per arrivare a 250 miliardi di investimenti che possono creare milioni di posti di lavoro e rafforzare il nostro paese sul piano mondiale? Non vogliamo destinare a un progetto del genere l'1% della spesa pubblica da recuperare attraverso la riduzione degli enormi sprechi ancora presenti? Così facendo si possono recuperare 40-50 miliardi di risorse nel quinquennio. Non vogliamo poi destinare lo 0,5% all'anno del patrimonio pubblico per la realizzazione di infrastrutture? Sono almeno altri 50 miliardi a disposizione. Non vogliamo destinare il 10% della vergognosa evasione fiscale che continua a resistere in tanti settori? Anche da lì forse possono giungere altri 50 miliardi. Tutti sappiamo che non è per nulla facile mobilitare somme del genere, ma se c'è una forte volontà di affrontare quest'emergenza nazionale, l'obiettivo dei 250 miliardi in cinque anni è alla nostra portata. Se vogliamo rilanciare la crescita attraverso un grande piano di rafforzamento strutturale di un sistema paese che può contare su una presenza equilibrata di industria, agricoltura, turismo e servizi, il problema più difficile da risolvere non sono però i soldi, ma il sistema decisionale, di fatto bloccato sia a livello istituzionale, sia a livello di pubblica amministrazione, sia a livello giudiziario. Anche se avessimo pronti 50 miliardi da investire ogni anno non riusciremmo a spenderli ed è questo il paradosso. Su questo punto cruciale tutti dobbiamo concentrarci e non aver più pace fino a quando non verrà migliorato e risolto. Se non correggiamo l'attuale situazione,il nostro paese muore. Cinque livelli istituzionali tutti più o meno inefficienti dal punto di vista decisionale a causa di una confusa sovrapposizione di competenze e responsabilità; una miriade di altre entità che possono dire la loro su tutto; necessità di "concerto" su ogni decisione; potere di veto per tutti; procedure lunghissime e sempre impugnabili; nessuna responsabilizzazione né sulle decisioni né sui divieti. Ogni passaggio decisionale è defatigante e lentissimo. Tutto ciò blocca l'occupazione e la crescita, impedisce i necessari recuperi di produttività, facilita la corruzione, tiene lontani gli investimenti esteri e mette inutili zavorre alla competitività delle imprese, fa perdere tempo prezioso alla vita degli individui e delle famiglie. Qui sta la riforma delle riforme: che non costa nulla, anzi che fa risparmiare e crea ricchezza e occupazione. è una riforma fatta di competenza e buon senso, che troverà gli ostacoli maggiori in coloro che confondono la democrazia con l'irresponsabilità e che vogliono mantenere il diritto di "dazio" su tutti i passaggi. è una riforma che produce il più prezioso dei capitali sociali, la fiducia. Semplificazione, certezza della norma, certezza della titolarità della decisione, accorciamento della catena decisionale, applicazione integrale del principio di responsabilità, riduzione drastica della possibilità dei veti incrociati a priori, ma rigorosa valutazione oggettiva dei risultati conseguiti, modernizzazione spinta degli strumenti di gestione e ascolto e molto altro che non peserebbe più di tanto sul bilancio dello stato e delle istituzioni, ma agirebbe da catalizzatore dinamico del sistema. Il credito:oggi il credito è l'unica variabile positiva che ancora cresce. Le banche, come tutti gli altri attori, possono e devono fare di più. Ci vuole più coraggio a fare credito oggi rispetto a due anni o anche solo un anno fa:ma dove l'imprenditore ha il coraggio di investire, anche la banca lo deve avere. Non creiamoci però aspettative ingiustificate: il credito finanzia soprattutto fatturati e investimenti, ed entrambe queste grandezze sono in forte calo: il trend del credito non è una variabile indipendente. Siamo al minimo dei tassi sugli impieghi e al minimo dei margini bancari, anche a causa del costo della raccolta bancaria a medio termine oggi ancora ai massimi. Siamo ai massimi delle perdite su crediti e siamo ai massimi dell'imposizione fiscale. è un'equazione, quella dei bilanci bancari, che dovrebbe preoccupare tutti; se le banche commerciali dovessero indebolirsi oltre un tanto, il sistema intero ne risentirebbe pesantemente. Le banche italiane sono, per opinione unanime - fuori d'Italia - quelle che hanno maggiormente evitato la finanza fine a se stessa - anche grazie a buone regole e buona supervisione - e che sono maggiormente impegnate nei finanziamenti alle imprese. Ma ripeto: anche le banche sanno di dover ulteriormente migliorare e sono pronte a svolgere una parte importante del lavoro che rilancerà il nostro paese. In sintesi, senza uno sforzo eccezionale rischiamo una recessione ancora lunga e grave o, nella migliore delle ipotesi, di perdere il prossimo treno. Il nostro paese può crescere di più, ma ha bisogno di un piano pluriennale che lo rafforzi strutturalmente e nel breve necessita di uno shock positivo che blocchi lo scivolamento. Negli ultimi mesi sono stati presi molti provvedimenti utili ad affrontare l'emergenza. Ora possiamo lavorare per costruire una nuova fase di crescita. è un compito che deve impegnare tutti: privato, pubblico, Terzo settore. Sarebbe assurdo lasciare andare il pendolo statomercato da un estremo all'altro come abbiamo consentito in passato. Una delle tante lezioni della crisi è proprio la coscienza dei danni che tutti i fondamentalismi compreso quello del mercato - possono causare. è una sfida in parte inedita che può impattare anche la qualità della nostra democrazia e che avrà bisogno di soluzioni coraggiose e condivise. L'autore è amministratore delegato di Intesa Sanpaolo © RIPRODUZIONE RISERVATA IL COSTO DEL NON FARE Necessario incrementare di almeno un 3% del Pil gli investimenti in infrastrutture per recuperare una parte del gap accumulato I FONDI NECESSARI Sono 250 i miliardi che servirebbero, in cinque anni, a ridare fiato alla nostra economia: una cifra che non mette a rischio i conti pubblici Non solo cifre. Il problema più difficile da risolvere non sono i fondi, ma i blocchi del sistema decisionale. Nella foto, tabellone di una partita di golf

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Accendi il laptop, siamo in concerto (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: QUARTINO data: 2009-06-21 - pag: 39 autore: Crossover Accendi il laptop, siamo in concerto di Angelo Curtolo N ell'aprile 2008 il telegiornale dell'americana Abc diede spazio al primo concerto per orchestra di laptop. Alla celebrata Università di Stanford, in California, Ge Wang, giovane direttore del Centro di ricerca informatica musicale, aveva fondato questo gruppo di performers, all'incrocio fra musica e informatica. Il 12 settembre al Politecnico di Milano ecco questo ensemble, assieme a strumenti tradizionali, interpretare In C, di Terry Riley, uno dei padri del minimalismo. Ma i "suonatori" non si troveranno tutti fisicamente di fronte al pubblico: saranno alcuni a Milano e altri in California, e il pubblico sarà circondato da dodici casse che diffonderanno i suoni provenienti dalle varie fonti e mixati live; mentre su tre schermi verrà creato uno spazio virtuale, dove gli avatar degli interpreti interagiranno in questo spazio musicale. Oltre a Riley, si ascolteranno lavori di J.P. Caceres e B. Hamilton (docente al Centro californiano), con titoli come Canned Bit Mechanics «per tre remoti disklavier, piano e visualizzazioni in Sirikata». Una serata unica, che nasce da una precisa collaborazione fra MITO e l'Università di Stanford. Il prossimo autunno, perché non iscriversi al corso di Composizione, Codificazione ed Esecuzione con Laptop Orchestra, tenuto da Wang e Hamilton? Il filo rosso legato al suono elettronico ci conduce il5 all'Alcatraz dove si ascolta Carl Craig, di Detroit, uno delle star della techno music. Dopo il debutto parigino alla Cité de la Musique, ecco in prima italiana Versus, dove Craig è, assieme all'Orchestra Les Siècles, gruppo di giovani strumentisti molto flessibili, che condividono la sua visione sperimentale della musica. Versus intende creare e celebrare suoni alternativi. Oltre a sei pezzi di Craig, si ascolteranno musiche di Steve Reich e di Bruno Mantovani; il primo è stato, come Riley sopra citato, uno dei fondatori del minimalismo e ha influenzato i musicisti della scena techno. Minimalismo che ha anche influenzato James Blackshaw, che apre il 22 all'Alfieri di Torino la serata intitolata Il canto del vuoto tagliente – atto primo, poi venendo raggiunto dagli altri componenti della storica band dei Current 93, nell'unica data italiana. La seconda parte è il 23, stessa sede, dove la band torinese dei Larsen, assieme all'americano Z'ev, accompagneranno le immagini di un avvincente documentario realizzato negli anni Trenta dall'istologo Giuseppe Levi (alla cui scuola si formarono Dulbecco e la Levi Montalcini), riprendendo le cellule nervose, la crescita dei neuroni, un microcosmo in continua agitazione. I pattern ripetitivi e fluttuanti dei Larsen, che sconfinano verso orizzonti di drone music, saranno in sintonia con la musica esoterica e sciamanica di Z'ev. I concerti presentati da MITO in quest'area definita nel«Programma fonicamente vostri »sono ben più numerosi. Dall'elettronica e dal minimalismo passiamo invece all'indie pop di Dean & Britta, che il 14 al Teatro Versace di Milano creeranno in prima italiana la colonna sonora per 13 degli screen tests che Andy Warhol realizzò negli anni Sessanta, quattro minuti in bianco e nero ciascuno, dove vedremo tra gli altri dei giovani Dennis Hopper e Lou Reed. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Chi innova e ha successo suscita sempre feroci invidie (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Prima Pagina data: 22/06/2009 - pag: 1 Pubblico&Privato di Francesco Alberoni Chi innova e ha successo suscita sempre feroci invidie N ell'immaginario popolare nessuno è tranquillo come un califfo. Invece tutti coloro che occupano una posizione di potere vengono continuamente minacciati, attaccati e si devono difendere. Il califfo è insidiato dai parenti, dai figli che mirano alla successione. La maggioranza degli imperatori romani sono morti assassinati. Le tragedie di Shakespeare sui re d'Inghilterra ci danno un lucido quadro della lotta spietata e sanguinosa che si svolge attorno al trono. I dittatori, pensiamo a Stalin, Hitler, hanno conservato il potere sterminando i potenziali oppositori. Ma ancora negli ultimi anni Stalin temeva di essere avvelenato dai suoi medici. La democrazia rende solo la lotta meno sanguinosa. Ma non appena uno è diventato ministro o presidente del Consiglio o ha raggiunto qualche altra carica ufficiale, incominciano gli intrighi per farlo fallire e prenderne il posto. Ogni volta che deve affrontare un problema i nemici lo attaccano e alcuni suoi collaboratori complottano nell'ipotesi che fallisca e arrivi qualcun altro. Chi si propone una grande meta sa che le vere difficoltà non sono mai oggettive, ma il prodotto di manovre che deve rintuzzare colpo su colpo, senza distrarsi un istante. Va meglio a chi non fa nulla, perché non disturba i gruppi di potere che vogliono conservare i loro privilegi. Ma chi vuol innovare, costruire, cambiare disturba sempre qualcuno e, se ha successo, suscita feroci invidie. È stato Alessandro Magno a consentire all'arte, alla filosofia, alla lingua greca di dominare il mondo antico dal Mediterraneo all'India e alla Cina. Eppure la Grecia ha festeggiato la sua morte dicendo che era finalmente morto il tiranno. Eppure non l'aveva mai visto perché era sempre rimasto a combattere lontano e l'aveva inondata di ricchezze e di gloria. Per questo molti politici, molti imprenditori, col passare degli anni, diventano cinici. Perdono quella fiducia nell'essere umano che avevano agli inizi della carriera e che li portava ad incontrare nuove persone, a cercare nuovi partner, nuovi collaboratori, ad aprirsi a nuove idee, a esplorare strade nuove, a rischiare, ad inventare. E si inaridiscono, smarriscono la loro forza creativa. Perché la creatività è spalancarsi, guardare il mondo con occhi sempre nuovi e sempre stupiti, non sospettosi. La persona creativa, lo vediamo nei grandissimi artisti, a qualunque età conserva qualcosa della ingenuità del bambino, dell'entusiasmo e dei sogni dell'adolescente. Quando la perde si spegne. www.corriere.it/alberoni \\ Sta meglio chi non fa nulla, perché così non disturba

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Cambia la formazione ma scuole ancora chiuse ai nuovi insegnanti (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: PRIMA data: 2009-06-22 - pag: 1 autore: Docenti. Reclutamento bloccato Cambia la formazione ma scuole ancora chiuse ai nuovi insegnanti è pronto il regolamento che riporta in università la formazione iniziale dei futuri insegnanti, dopo l'addio alle scuole di specializzazione. L'abilitazione per scuola dell'infanzia ed elementari si otterà con una laurea quinquennale accompagnata da un tirocinio «a intensità crescente», mentre per medie e superiori serviranno laurea magistrale e tirocinio annuale dopo il titolo. Senza la riforma del reclutamento, però, la formazione iniziale rimane una bella teoria. Ma il problema assunzioni è spinoso, anche perché deve risolvere il nodo dei circa 150mila precari ancora in attesa mentre la scuola alleggerisce gli organici. Sul tema il Governo non ha ancora presentato un progetto compiuto, e il Ddl di maggioranza è ancora in commissione. Trovati u pagina 7 l'articolo prosegue in altra pagina

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Gli aspiranti professori ancora senza chance (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-22 - pag: 7 autore: Gli aspiranti professori ancora senza chance Nuove norme sui percorsi di studio, non sull'accesso PAGINA A CURA DI Gianni Trovati Come si diventa insegnanti in Italia? La domanda, cruciale per rinnovare quella scuola italiana vecchia, aliena alla cultura del merito e scarsa nei risultati disegnata la scorsa settimana dall'Ocse, oggi non ha risposta. Dopo l'abolizione delle Scuole di specializzazione una strada per gli aspiranti alla cattedra non esiste. Per aprirla occorrono due mosse, il nuovo sistema di formazione iniziale e il nuovo meccanismo per il reclutamento di chi si è formato. Ma solo la prima sembra, finalmente, vicina al traguardo. A ridisegnare il modo in cui si studia da insegnanti è stata una commissione tecnica, composta da docenti universitari, incaricata dal ministero di riportare la formazione iniziale dei docenti all'internodell'università propriamente detta, dopo le accuse di "pedagogismo" e di inefficienza organizzativa che hanno portato alla tomba delle vecchie Scuole di specializzazione (Ssis). Il regolamento ministeriale, che accoglie il lavoro della commissione, è stato definito e in settimana dovrebbe ricevere il disco verde del Consiglio universitario nazionale ( Cun), e dopo un passaggio nelle commissioni parlamentari potrebbe essere promulgato prima della pausa estiva. La nuova formazione taglia i tempi verso l'abilitazione (5 anni per i maestri e 6 per gli insegnanti di medie e superiori, invece dei 7 imposti dalle Ssis) e punta molte delle sue carte sul tirocinio abilitante presso le scuole, che nelle ultime versioni della bozza di regolamento esce ulteriormente rafforzato. Per i futuri insegnanti della scuola dell'infanzia e della primaria il tirocinio partirà già dal secondo anno di corso della laurea magistrale in scienze della formazione, dovrà aumentare progressivamente man mano che ci si avvicina alla laurea e dovrà totalizzare 600 ore di attività, che offriranno 24 crediti formativi. Nel caso dei futuri insegnanti della secondaria (medie e superiori) i corsi ad hoc sono quelli delle lauree magistrali, che saranno attivate dalle università anche in deroga ai requisiti organizzativi e di docenza necessari per i corsi "normali". Il tirocinio, annuale, seguirà la laurea, sarà svolto a cavallo tra scuola e università e si concluderàcon un esame finale indispensabile per l'abilitazione. Il regolamento entra nel dettaglio dell'architettura del tirocinio, che impone 475 ore presso le scuole (19 crediti), una serie di insegnamenti di scienze dell'educazione e delle«didattiche disciplinari» (cioè la materia per cui ci si abilita) e «laboratori pedagogico-didattici» per ragionare sui migliori metodi di insegnamento. Tirocinio e relazione finale offriranno 40 dei 70 punti in palio nell'esame finale (gli altri 30 saranno assegnati con una prova orale), che darà l'abilitazione con un voto di almeno 50/ 70. La nuova formazione, però, rischia di rimanere una nobile teoria se non si riapre un meccanismo di reclutamento per portare in cattedra chi ha studiato da professore. E qui la partita si complica.Sin da inizio legislatura il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha esposto le sue idee in merito, che assegnano un ruolo di primo piano ai dirigenti scolastici nella scelta degli insegnanti all'interno di elenchi di abilitati. Sul terreno più propriamente normativo è sceso finora solo il Parlamento, con un Ddl depositato da Valentina Aprea (Pdl, presidente della commissione Cultura della Camera) che prevede un anno di "prova" e la distinzione dei docenti nelle tre fasce di «iniziale », «ordinario» ed «esperto». Per far partire il tutto, però, bisogna pensare anche a una soluzione percorribile per i 150mila precari che premono alle porte di una scuola che sta nel frattempo alleggerendo gli organici. Un rebus, che per ora impone di portare le proprie aspirazioni professionali lontano dalla scuola. gianni.trovati@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA IN ARRIVO Atteso in settimana il via libera del Consiglio universitario al regolamento che disciplina lauree e tirocini

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Cresce il "bullismo digitale" uno studente su tre ne è vittima (sezione: Cultura)

( da "Stampaweb, La" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

ROMA Vent’anni fa c’erano le scritte sui muri o le voci malevole sul conto della vittima di turno. Oggi i ragazzi mettono su YouTube video imbarazzanti dell’amico da ridicolizzare, bombardano i loro “bersagli” con scherzi telefonici e sms offensivi e minacciosi, intasano la posta elettronica di email di insulti. è il cyberbullismo, un fenomeno in crescita: è infatti vittima di un cyberbullo uno studente su tre, soprattutto a scuola e durante l’anno della maturità. Lo dimostra una ricerca condotta su 700 studenti delle scuole medie superiori di Chieti dalla cattedra di Psichiatria dell`Università di Chieti in collaborazione con la Cooperativa Lilium di accoglienza e recupero di minori provenienti da tutta Italia; i risultati saranno presentati in anteprima durante il Convegno Nazionale interdisciplinare “Abusi, maltrattamenti, violenze sui minori: i professionisti di interrogano”, a Pescara dal 25 al 26 giugno. E gli psichiatri avvertono: in un caso su dieci la vittima di bullismo digitale soffre di depressione, mentre i cyberbulli sono destinati a sviluppare in futuro disturbi antisociali nell’8 per cento dei casi. Secondo i dati raccolti, la metà degli episodi di cyberbullismo avviene durante l’anno dell’esame di maturità, quando si esasperano i confronti fra studenti. In 4 casi su dieci si prende di mira la vittima per il modo di vestire o un difetto fisico, in 3 su dieci per il colore della pelle o per il buon rendimento scolastico; in un caso su due gli episodi si ripetono più volte e il 70 per cento degli atti di bullismo digitale ha per teatro la classe o altri luoghi della scuola. «Durante l’esame aumentano lo stress e la paura di essere inadeguati; ciò si traduce in atteggiamenti aggressivi verso i compagni ritenuti più deboli e manipolabili perché incapaci di difendersi», osserva Massimo di Giannantonio, coordinatore della ricerca e Ordinario di Psichiatria all’Università di Chieti. I motivi che spingono i ragazzi ad assumere atteggiamenti di prepotenza «digitale» nei confronti di altri sono gli stessi del bullismo tradizionale: il tentativo di ottenere maggiore popolarità nel gruppo, la voglia di riscattarsi o vendicarsi, il semplice divertimento per passare il tempo e vincere la noia. Sono a rischio di diventare cyberbulli i ragazzi che passano molto tempo in rete, magari frequentando gruppi online dove si affrontano temi legati a comportamenti sessuali a rischio o violenti, e quelli che amano i videogiochi con contenuti inadeguati o aggressivi: questi elementi, infatti, rinforzano nei ragazzi l’idea che tutte le interazioni virtuali e la violenza online siano “solo un gioco”. Purtroppo in un caso su dieci le vittime di bullismo elettronico manifestano sintomi di depressione e il 35% di chi ha subito molestie digitali è stato poi oggetto di approcci sessuali indesiderati anche nella vita reale. L’8% dei cyberbulli è destinato a sviluppare un comportamento antisociale e problematico, fra cui vandalismo, furti, tendenza ad assumere alcolici. «I bulli esportano nella società comportamenti appresi in famiglia: se in casa non c’è interesse verso i figli né dialogo e prevalgono sopraffazione e violenza, si hanno tutte le premesse perché il figlio diventi un bullo - riprende lo psichiatra - Al contrario, se in famiglia c’è la tendenza alla menzogna e a fuggire dalle responsabilità e dai problemi, si pongono le basi perché i ragazzi siano oggetto di sopraffazioni. Il modo migliore per mettere al riparo i figli dal bullismo, o almeno far sì che poi raccontino le loro esperienze, è educarli all’indipendenza, al rispetto delle regole, alla sicurezza in se stessi». Cresce anche il bullismo tradizionale: alle superiori uno studente su due ne è vittima o spettatore. Nel 26% dei casi si manifesta con prepotenze fisiche come calci, spintoni, danni alle cose; nel 40% dei casi l’aggressione è verbale e il bullo minaccia, offende, prende in giro o racconta storie false sul conto della vittima. Purtroppo in un caso su due la vittima non ne parla con nessuno. Nemmeno con gli insegnanti, che nell’80%dei casi dichiarano di aver assistito o di sospettare fenomeni di bullismo nella loro classe. I più sensibili al tema sono i docenti più giovani, che dimostrano di accorgersi più degli altri dell’esistenza del fenomeno. Ma non di rado gli insegnanti stessi sono vittime di prepotenze da parte dei ragazzi, così come le strutture scolastiche diventano teatro di atti vandalici.

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Ecco come sostenere le imprese e la ricerca (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

a economia convegno degli «amici dell'università» «Innovazione e coraggio per vincere la crisi» Ecco come sostenere le imprese e la ricerca Come finanziare le imprese e i progetti di ricerca e sviluppo nell'attuale fase di crisi economica e finanziaria che investe il Paese e l'intera comunità mondiale? È quanto si sono chiesti alcuni studiosi di Economia nel corso di un convegno che si è tenuto sabato mattina nell'aula magna del Palazzo centrale, su iniziativa dell'associazione Amici dell'Università di Catania, aperto dal preside della facoltà di Economia, prof. Carmelo Buttà, che ha portato ai partecipanti anche il saluto del rettore Antonino Recca. «Nell'ambito dell'Ateneo catanese - ha spiegato il dott. Antonio Pogliese, presidente del sodalizio che ha da poco ripreso la sua attività - intendiamo svolgere un ruolo di raccordo con la società civile e di supporto nel ruolo di attrattore di economie, basato sulla formazione e la divulgazione delle conoscenze, in grado di favorire il recupero di legittimazione della politica». In tale attività si inquadra, dunque, questo primo incontro, ha proseguito Pogliese, dopo aver letto un messaggio augurale del dott. Alfio Cocuzza, presidente aggiunto onorario della Suprema Corte di Cassazione e della stessa Associazione, mettendo poi in evidenza gli effetti della crisi economica sulla finanza pubblica, sia per le minori entrate sia per le maggiori uscite per la misura anticrisi, con le conseguenti riduzioni delle risorse alla ricerca scientifica. «Il rimedio per il finanziamento della ricerca - ha concluso - può essere rappresentato, come avviene già da tempo, sotto forma di sperimentazione, in altre realtà accademiche, dal private equity, dalla presenza di giovani imprese ad elevato potenziale di crescita, oppure di "spin off" di grandi imprese in nuovi settori nel venture capital e di finanza evoluta». In questo settore è già ad esempio attiva lasocietà di gestione del risparmio Vertis Sgr di Napoli, il cui amministratore delegato, prof. Amedeo Giurazza, ha analizzato il punto di vista dell'investitore nel capitale di rischio delle imprese: «Anche alla luce della recente costituzione di un fondo per il Sud promosso dalla Presidenza del Consiglio, c'è spazio nel Mezzogiorno per operazioni di venture capital condotte su imprese del territorio, purché innovative ed operanti nel settori a rapida crescita». È toccato al prof. Faraci, ordinario di Economia e gestione delle imprese all'Università di Catania, analizzare il punto di vista dell'impresa finanziabile, le perplessità e i timori dei nuovi imprenditori verso tali operazioni finanziari che sono gli ostacoli principali allo sviluppo della domanda di venture capital in Italia, attualmente al di sotto del 2% nell'intero mercato per i volumi movimentati. Il docente catanese ha dedicato poi un approfondimento al ruolo dell'Università imprenditoriale e alle modalità di valorizzazione dei risultati dell'attività di ricerca. Il preside Buttà ha tratto le conclusioni del convegno, soffermandosi sulla «centralità dell'elemento umano nelle relazioni fra investitori finanziari ed imprese partecipate» e rilevando come si debba dare «priorità alla solidità di un vero progetto d'impresa prima ancora che ai profili finanziari, seppur importanti in una logica di rischio-rendimento dell'operazione». Infine, il prof. Buttà ha discusso il tema della valutazione dell'attività di ricerca universitaria, i cui risultati, soprattutto in un'ottica di sviluppo pre-competitivo, sono importanti per la crescita dell'economia e del sistema delle imprese.

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(sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

«La prevenzione l'unico rimedio per vivere sicuri in aree sismiche» Alfio Di Marco Nostro inviato Siracusa. «A uccidere non sono i terremoti, ma le case costruite male dall'uomo. Per questo in un territorio a rischio sismico bisogna edificare rispettando precisi e inderogabili canoni: l'esperienza del Giappone o di Stati come la California hanno fatto scuola. Il malcostume è quello di restare sordi agli insegnamenti. E la recente tragedia dell'Abruzzo è lì a ricordarcelo»: è chiaro il messaggio che giunge a Siracusa a conclusione del corso-convegno dell'Ordine degli >ingegneri organizzato in collaborazione con la facoltà di Ingegneria dell'università di Napoli. A chiudere i lavori, coordinati da Antonello De Luca, una tavola rotonda alla quale hanno preso parte Michele Maugeri, componente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, i docenti Maurizio Papia ed Edoardo Cosenza, insieme con Guido Monteforte, presidente dell'Ordine, e Gaetano Vinci, organizzatore del corso. E' proprio Edoardo Cosenza – preside della facoltà di Ingegneria dell'Università "Federico II" di Napoli e responsabile della task-force di esperti che affianca quella della Protezione civile nominata da Guido Bertolaso – a parlare: «La Sicilia e in particolare il versante orientale dell'Isola – spiega – sono a elevato rischio sismico. Così come altre regioni d'Italia. E' un dato di fatto, rilanciato con lucidità, senza fare allarmismi. Ormai conosciamo bene il profilo geofisico del territorio in cui viviamo. Per questa ragione ribadiamo che la prevenzione è l'unico rimedio possibile per scongiurare altre tragedie. Prevenzione vuol dire monitoraggio, costante e preciso, delle abitazioni e degli edifici pubblici oltre che dei monumenti e dei palazzi antichi. Ma anche cura nelle manutenzioni e nel potenziamento delle strutture». «Sono numerosi – continua Cosenza – gli studi che si susseguono in questa parte della Sicilia, che ha la responsabilità di tutelare anche un immenso patrimonio storico. Da qui l'appello alle amministrazioni locali affinché investano nella prevenzione sismica». Cosenza passa poi a illustrare le innovative tecniche adottate oggi in ambito edilizio, sottolineando l'importanza dell'«isolamento sismico» come mezzo fondamentale nella prevenzione. «Molti gli studi condotti al riguardo nella fascia orientale della Sicilia – riprende –, e alcuni sono ancora in corso nell'area etnea. Ma la fase di analisi dovrà essere seguita dall'applicazione delle tecniche, e dunque dagli investimenti per mettere in sicurezza tutte le zone a rischio. Sempre nel contesto di quella logica del monitoraggio che bisogna perseguire. Un discorso difficile, ma che andrebbe affrontato con estrema severità. Innanzi tutto, perché è l'unica via per preservare la vita di centinaia di migliaia di persone, e poi perché si trasformerebbe in un vero e proprio volano per il rilancio dell'economia». «In Abruzzo – conclude il prof. Cosenza – abbiamo toccato con mano le pecche di certe tecniche edilizie e le gravi colpe dei mancati controlli. Oggi, però, siamo all'attenzione del mondo per un progetto di ricostruzione che punta sui più innovativi modelli del settore, sia per quanto riguarda le costruzioni pubbliche scuole e ospedali in primo luogo – sia per quelle private». «L'auspicio – aggiunge il professor Antonio Borri, docente dell'Università di Perugia, anche lui impegnato all'Aquila nella commissione che segue la ricostruzione – è che la recente esperienza abruzzese, dopo quella di quasi dieci anni fa in Umbria, possa davvero servire a diffondere la cultura della prevenzione. Ortigia, così come tutti i centri storici della Sicilia sud-orientale, è a rischio sismico. E dunque necessita di un'attenzione particolare nella fase di prevenzione. Il che significa verifica, adeguamento e miglioramento degli edifici storici. Pubblici o privati che siano».

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Industria del "divertimento", a Roma da Alemanno regole più severe per i locali notturni (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

Industria del "divertimento", a Roma da Alemanno regole più severe per i locali notturni (22/6/2009 16:50) | (Sesto Potere) - Roma - 22 giugno 2009 - Il Comune ha firmato stamani un protocollo di intesa con Confesercenti e Confcommercio per regolamentare la vita notturna nella capitale.Tra le norme inserite nel protocollo il divieto di somministrare alcolici ai minori di 16 anni e l'impegno ad impiegare barman solo maggiorenni. Il decalogo prevede inoltre una sorta di patente a punti per le discoteche che, se rispettose delle regole concordate, potranno ottenere una proroga dell'orario d'apertura dalle 2 fino alle 5 del mattino. Gli esercenti dovranno sensibilizzare i clienti contro l'abuso di alcol; suggerire loro l'utilizzo di mezzi pubblici quando sono in uno stato non idoneo alla guida; rispettare i limiti di inquinamento acustico, per cui si prevede un monitoraggio. Il Comune rilascerà il marchio di qualità "Divertimento Sicuro", che una Commissione potrà confermare o ritirare ai locali della 'movida' romana, in base al loro comportamento più o meno virtuoso. Con il protocollo il Comune si impegna anche a promuovere forme pubbliche-private di vigilanza e a verificare la possibilità di percorsi formativi per la gestione di situazioni a rischio, rivolti ai dipendenti dei locali notturni. Il sindaco Alemanno ha dichiarato :"Vogliamo una Roma aperta 24 ore su 24 e non il coprifuoco, perché una Roma aperta contribuisce alla sicurezza della città. Ma vogliamo anche che ci siano delle regole partecipate che ci consentano di percorrere una via di mezzo tra il caos e il coprifuoco".

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Con YouTube l'immagine dell'Università Bocconi in tutto il mondo (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

Con YouTube l'immagine dell'Università Bocconi in tutto il mondo (22/6/2009 18:00) | (Sesto Potere) - Milano - 22 giugno 2009 - In continua evoluzione la partnership tra Università Bocconi e Performedia che è stata chiamata a gestire questo importante progetto su You Tube, attraverso la personalizzazione dei canali e l’organizzazione dei contenuti. Da oggi l’immagine della Bocconi viene veicolata in rete da YouTube. Quella milanese è la prima università europea ad inaugurare un proprio canale nell’education hub del maggiore sito di condivisione video del mondo. www.youtube.com/unibocconi consente di raggiungere il pubblico di tutto il pianeta con l’impatto immediato garantito da immagini, suoni e linguaggi condivisi dai giovani di ogni nazionalità. Il progetto, di ampia visibilità internazionale, è stato strutturato in 4 macro aree di interesse: • In “Courses” troviamo è un assaggio della didattica attraverso i filmati di lezioni rappresentative. • In “Events” il navigatore assisterà ex-post alla attività convegnistica organizzata dall’ateneo, che nel solo 2008 ha registrato 300 incontri, con 45.000 partecipanti. • “Campus” spiega che cos’è l’esperienza Bocconi in termini di vita universitaria e cittadina attraverso video realizzati internamente. • “Interviews”, infine, è la sezione giornalistica del canale, con brevi interviste a docenti ed alla comunità Bocconi sulle proprie attività di studio e ricerca. Proprio per rispettare il respiro internazionale del progetto, tutti i contenuti sono stati editati in lingua Inglese.

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Santarcangelo di Romagna, i vincitori del Premio Scenario 2009 (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 22-06-2009)

Argomenti: Cultura

Santarcangelo di Romagna, i vincitori del Premio Scenario 2009 (22/6/2009 18:35) | (Sesto Potere) - Santarcangelo di Romagna - 22 giugno 2009 - La finale della 12ª edizione del Premio Scenario si è svolta a Santarcangelo e a Longiano, il 19, 20, 21 giugno 2009, in collaborazione con il progetto triennale Santarcangelo 2009-2011, Teatro Petrella di Longiano, con il sostegno di ETI Ente Teatrale Italiano, il contributo di MIBAC Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il patrocinio e il contributo della Regione Emilia-Romagna. La giuria proclama progetto vincitore del Premio Scenario 2009 Pink, Me & The Roses di Codice Ivan (Bolzano) Porsi una domanda sull’arte, mentre l’arte ci interroga sulla nostra irriducibile natura. Riflettere su cos’è che non procede mentre il decadimento non si ferma mai. Guardarsi sfiorire nel luogo della bellezza. E non sapere da dove cominciare. I giovani di Codice Ivan sembrano accedere al teatro da ingressi decentrati e disorientanti che, assunti in piena consapevolezza, offrono un’angolazione speciale allo sguardo, una libertà che dischiude le valvole del processo creativo fino al suo grado di immediatezza. Così, la favola antica sull’impossibile collaborazione fra la rana e lo scorpione apre la scena alle domande sul perché tutti i nostri tentativi di dialogo sembrino destinati all’insuccesso; e sul perché sia proprio il linguaggio a segnarne il fallimento. Ma forse c’è un fattore umano che può ribaltare le prospettive più scontate e tetragone. Bisogna riportare questo fattore sulla scena, magari a partire dallo spettatore. Così il palco svuotato, anziché mostrarsi come luogo di spopolamento, può farsi luogo dell’accoglienza. Il premio in denaro è di 8.000 euro. La Giuria proclama progetto vincitore del Premio Scenario per Ustica 2009: è Bello Vivere Liberi! Ispirato alla biografia di Ondina Peteani di Marta Cuscunà (Ronchi dei Legionari - Gorizia) è bello vivere liberi restituisce il sapore di una resistenza vissuta al di fuori di ogni celebrazione o irrigidimento retorico. Resistenza personale, segnata dai tempi impetuosi di una giovinezza che è sfida, scelta e messa in gioco personale. Resistenza politica, dove la protagonista, Ondina, incontra la storia e la sua violenza. Resistenza poetica, all’orrore che avanza e annulla. Resistenza adolescente, che incontra il sangue, lo subisce, lo piange, ma continua ad affermare la necessità della felicità e dell’allegria anche nelle situazioni più estreme che Ondina vive. Ondina, di cui Marta Cuscunà ha ricercato le tracce attraverso un lavoro accurato sulle fonti storiche, dentro la memoria del proprio territorio e attraverso le parole di chi l’ha conosciuta. Spettacolo felicemente atipico, coniuga un fresco ed efficace lavoro di narrazione, attento ai piccoli gesti del quotidiano, a stupori di ragazza, con il mestiere del burattinaio, che riprende i propri personaggi, ne soffia via la polvere e li riconsegna, felicemente reinventati, a una comunicazione efficace, archetipica, popolare. In questa ricerca anche lorrore del lager può essere raccontato, senza che lo spettacolo perda lo straordinario candore e la felicità nel racconto della storia che ancora siamo. Il premio in denaro è di 5.000 euro. Le Segnalazioni Speciali del Premio Scenario 2009 vanno ai seguenti progetti: Tempesta di Anagoor (Castelfranco Veneto - Treviso); A Tua immagine di Davide Gorla, Enrico Ballardini, Giulia D’Imperio (Varedo - Milano) Entrambe ricevono un premio di 1.000 euro. Data la complessità del panorama emerso e la diversificazione delle proposte, oltre ai vincitori e alle segnalazioni speciali che andranno a formare la Generazione Scenario 2009, la Giuria ha deciso di esprimere due menzioni, riferite rispettivamente al percorso Scenario e al percorso Scenario per Ustica. Gli spettacoli che hanno ricevuto questo riconoscimento sono: Come bestie che cercano bestie della compagnia Imamama (Palermo), e Metropolis. Psicopatologie della vita quotidiana di Baloon Performing Club (Torino). I quattro progetti vincitori e segnalati andranno a costituire la Generazione Scenario 2009 e saranno ospitati nei seguenti festival: Drodesera FIES 09 (28 luglio), Volterrateatro (20/26 luglio). L’Associazione Scenario garantirà, nell’anno successivo al debutto, la circuitazione dello spettacolo vincitore del Premio Scenario in almeno 15 teatri fra quelli programmati dai soci di Scenario, e l’ospitalità degli spettacoli dell’intera Generazione Scenario 2009 in almeno 5 piazze. Il giudizio è stato espresso dalla Giuria del Premio, presieduta da Renata Molinari (dramaturg e docente di drammaturgia) e composta da Stefano Cipiciani (direttore Fontemaggiore, presidente Associazione Scenario), Gianluigi Gherzi (regista, autore e attore), Cristina Valenti (docente Dams, Università di Bologna, direttore artistico Associazione Scenario), Cristina Ventrucci (coordinamento critico-organizzativo Santarcangelo 2009-2011). Per la sezione del Premio Ustica, hanno partecipato alla fase finale a fianco della giuria Monica Donini (presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna) e Daria Bonfietti (Senatrice e presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica). L’Associazione Scenario da sempre impegnata ad ascoltare la voce delle giovani generazioni e a coglierne i nuovi linguaggi, le nuove idee, i nuovi progetti e visioni di teatro, l’associazione è diretta da Cristina Valenti (Direttore Artistico) e Stefano Cipiciani (Presidente), promuove dal 1987 l’omonimo premio biennale, che ha contribuito a far emergere artisti che sono diventati o si stanno rivelando tra i più interessanti della scena italiana contemporanea. Il Premio Scenario si rivolge a giovani sotto i 35 anni e seleziona progetti originali e inediti destinati alla scena. Le diverse fasi del premio, che si sviluppa nel corso di due anni attraverso il lavoro dei soci dell’Associazione Scenario e dei giurati esterni, si rivolgono a progetti scenici e non a lavori finiti, nell’intenzione di coglierne i possibili sviluppi e anche di scommettere sugli elementi di rischio, originalità, inventiva. Attualmente l’Associazione Scenario conta 37 strutture associate, ampiamente distribuite sul territorio nazionale e appartenenti all'ambito del teatro di innovazione (“teatro ragazzi” e “teatro di ricerca e sperimentazione”).

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Ateneo, accordo con Pisa su percorsi di eccellenza (sezione: Cultura)

( da "Trentino" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Informatica e management dell'innovazione Ateneo, accordo con Pisa su percorsi di eccellenza TRENTO. Come anticipato dal Trentino a fine novembre 2008, e dopo l'approvazione del Senato Accademico e del cda dell'ateneo trentino, è stata sottoscritta ieri una convenzione quadro per sviluppare nuove iniziative didattiche e dar vita progetti congiunti tra l'Università di Trento e la prestigiosa Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Un accordo che intende offrire opportunità uniche agli studenti trentini più meritevoli che potranno così accedere a corsi e stage di assoluta valenza a livello nazionale ed internazionale. I primi settori ad essere interessati saranno quelli dell'informatica (attraverso la facoltà di Scienze), dell'ingegneria delle telecomunicazioni (attraverso Ingegneria) e del management dell'innovazione (attraverso Economia). L'accordo ha una durata di cinque anni e prevede attività didattiche integrate, l'istituzione di nuovi percorsi formativi, progetti di ricerca e sperimentazione realizzati congiuntamente dai due partner, oltre a scambi tra studenti d'eccellenza e personale docente. Durante la firma, avvenuta ieri mattina in rettorato, è stato anche presentato un progetto che sta già vedendo lavorare assieme le due realtà. Si tratta di un doppio titolo Ict (laurea magistrale per Trento e Master per Pisa): un percorso di eccellenza, con docenti di fama internazionale, per studenti particolarmente meritevoli (selezioni e media del 27), che si articola in due progetti di laurea magistrale, uno in Informatica, l'altro in Ingegneria delle telecomunicazioni, che prevede un anno a Trento e uno a Pisa. Un'altra novità resa possibile dall'accordo riguarda l'istituzione di una laurea magistrale congiunta sui temi del management dell'innovazione, prima in Italia, con corsi in inglese e con stage in grandi aziende come Vodafone, Ibm, Banca Intesa e Fiat. Gli studenti selezionati che potranno frequentare il corso saranno i nuovi manager dell'innovazione del futuro. (j.t.)

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Il sapore del rischio e la felicità (sezione: Cultura)

( da "Trentino" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il sapore del rischio e la felicità Economia e psicologia in un seminario TRENTO. La percezione del rischio, il concetto di felicità, la motivazione, l'interazione sociale, il concetto di giustizia e i meccanismi decisionali sono gli argomenti che già da ieri sono al centro di «Economia psicologica e psicologia economica», un appuntamento proposto dal Ceel (il Laboratorio di Economia sperimentale) dell'università di Trento in programma fino al 2 luglio. La domanda guida è «Meglio un uovo oggi o una gallina domani?» Al vecchio detto, attualizzandolo un po', potrebbe corrispondere oggi una scelta fra 10 euro guadagnati subito o 12 incassati domani, tra un anno e un giorno. Secondo uno studio condotto da alcuni economisti americani di Harvard, la maggioranza degli intervistati, di fronte alla scelta se avere 10 euro subito piuttosto che 12 euro domani, preferisce il guadagno immediato e sceglie di non aspettare per ottenere di più. Ma perché la gente preferisce andare contro i principi di logica e razionalità? Cosa succede se si propongono invece 12 euro fra un anno e un giorno? La maggioranza deciderà di aspettare per intascare la cifra più consistente? A spiegare logiche e comportamenti è Luigi Mittone, docente di Economia politica dell'università di Trento e fondatore di un gruppo di ricerca attivo nello studio della «finanza comportamentale» definita anche «psicologia dell'economia». Studia le modalità di decisione e come queste possono distorcere le previsioni elaborate dagli economisti anche in ambito finanziario. Dagli studi effettuati, pare che la gente, in campo economico e finanziario, tenda a farsi condizionare dalla visione del futuro più che dalla razionalità. Così, l'orizzonte temporale si dilata e viene meno negli intervistati l'impazienza, fattore psicologico-emotivo che farebbe invece propendere per un vantaggio immediato.

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I tagli dell'università e la rivista cancellata (sezione: Cultura)

( da "Trentino" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

I tagli dell'università e la rivista cancellata Ho letto sul "Trentino" l'interessante intervista a Goffredo Zampedri, per 34 anni autista dell'"auto blu" (anche se la prima è stata un'Alfetta di seconda mano) dei Rettori dell'Università. Apprendo che il rettore Davide Bassi, per risparmiare sul bilancio dell'ateneo, ha deciso dia fare a meno del servizio e di questo non c'è che da congratularsi con lui. Diverso mi pare invece il caso di un'altra notizie che avrebbe richiesto maggior attenzione, quella che è apparsa sul periodico di informazione "Unitn" di maggio, la rivista dell'Università di Trento, a firma del suo responsabile Enzo Rutigliano. Nel messaggio ai lettori si annuncia infatti come, per ragione di costi, la pubblicazione di "Unitn" verrà sospesa e le notizie confluiranno su uno dei tanti indirizzi internet dell'Università. Ebbene, questo a me sembra un madornale errore, per un'Università che ambisce ad essere internazionale, che continua a figurare nei primi posti fra gli atenei italiani, che si vanta di ospitare professore dall'estero, che ha necessità - soprattutto - di radicarsi ancora di più in una comunità come quella trentina. Abolire - in questa cornice - una rivista ben fatta, di documentazione e riflessione, è gettar via il bambino con l'acqua sporca, è rinunciare ad una vetrina positiva ed a informazioni, interviste, ritratti di personaggi che "visti da vicino" su un foglio di giornale colpiscono, comunicano, trasmettono un messaggio, ma che ben pochi vanno a cercare cliccando su un http://periodicounitn.unitn.it. "Unitn" poi, è una "rivista scuola", diretta da un professore-sociologo-scrittore che impegna nel lavoro di redazione studenti e docenti in una proficua sinergia. E' un pro-memoria interno, una sorta di biglietto da visita da consegnare agli ospiti, una piccola bandiera di identità per far sentire a docenti e studenti che appartengono a un'istituzione unica, che non sono a Trento solo per i propri interessi personali. Dispiace questa scelta, certo non oculata. L'augurio è che l'estate porti a un ripensamento. Giuseppe Colpi TRENTO Se abolire l'auto blu può andare bene (e forse sarà l'occasione perché il Rettore Bassi faccia presente al suo Presidente il modo umiliante con cui vengono gestiti i treni sull'asse internazionale Bologna-Monaco) la chiusura della rivista preoccupa perché tutti avvertono che non è un'ostentazione da "auto blu" e che la "questione costi" puzza da pretesto. Un paio d'estati fa s'era preso a spunto una piccola intemperanza studentesca per decretare la morte di "Studiare a Trento" che rifletteva anche gli umori dei giovani, e che rendeva partecipi del vivere in una città universitaria. Il depliant che l'ha sostituito è altra cosa. Ora tocca a "Unitn". Foglio curioso, fatto molto bene, non certo "sovversivo". E' vero che giornali prestigiosi (come il "Christian Science Monitor" americano) sono passati al web come eutanasia, per rendere meno traumatica la loro soluzione finale, ma è anche vero che fra le riviste e il web esiste una differenza incolmabile. Le riviste creano senso di appartenenza, fanno scrivere e leggere insieme. Il web disperde invece le notizie, le isola, spinge ognuno a cercarsi quella che gli interessa e a non leggere le altre. Il web è un narcisismo, non una comunicazione. Passa e va, non lascia nulla. Esistono interessanti riviste telematiche (quella dell'Istituto Affari Internazionali, o Discovery Alps, ad esempio) ma forniscono una serie di articoli specialistici, non fanno da cornice a un'istituzione come quella universitaria. Ci auguriamo di essere smentiti, ma non saranno molti i lettori di "Unitn" che si prenderanno la briga di ciccarlo sul computer. Quanti non sono, già oggi, i messaggi di posta elettronica che vengono cancellati senza neppure essere aperti? La rivista, si è letto, costa 30 mila euro: se ne spenderanno moltissimi di più solo per la progettazione del nuovo ventilato "college" d'eccellenza. I denari non mancano, risparmi, abbonamenti, pubblicità potevano essere messi in cantiere. Perché questa scelta di scollamento? Davvero è auspicabile che l'estate porti consiglio.

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Mondiale 2010 Ecclestone fa il mediatore (sezione: Cultura)

( da "Tempo, Il" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

stampa Formula Uno Mondiale 2010 Ecclestone fa il mediatore «Non permetterò che la Formula Uno venga distrutta per motivi futili. Tra tutte le cause di questo scontro non ce n'è nessuna che non possa essere risolta facilmente». Bernie Ecclestone, titolare dei diritti commerciali del Circus, torna a parlare della scissione dalla Formula Uno minacciata dai top team, e cerca di ritagliarsi il ruolo del mediatore rispetto al «rude» Mosley, presidente Fia. A smuovere Ecclestone potrebbe essere stata anche una ricerca pubblicata ieri dalla rivista inglese SportsPro che, in una classifica dei «brand» sportivi di maggior valore commerciale del mondo, posizionava il marchio Ferrari due posizioni avanti rispetto a quello della Formula Uno. Le parole di Ecclestone, però, non hanno smosso più di tanto le posizioni della Fota, con il presidente Montezemolo che sottolinea come i team stiano continuando a lavorare al Mondiale alternativo. «Dove - ha spiegato il patron Ferrari - con regole chiare e durature le Rosse torneranno a vincere». Car. Sol.

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All'asta i primi due terreni Si punta a incassare 3 milioni (sezione: Cultura)

( da "Tempo, Il" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

stampa ComuneVendita beni pubblici: si parte con il bando All'asta i primi due terreni Si punta a incassare 3 milioni Marco Battistini Si parte con la vendita all'asta dei primi terreni appartenenti al Comune. Ancora pochi giorni e già forse entro la fine del mese, verranno presentati i bandi per l'aggiudicazione di alcuni importanti appezzamenti. Le aree interessate sarebbero quelle nei pressi della Cittadella giudiziaria e nella zona limitrofa all'Hotel Garden. L'amministrazione punta ad incassare dalla cessione di questi terreni, non meno di 2-3 milioni di euro. Con una delibera di giunta del 5 maggio scorso, il Comune di Latina ha assunto la decisione formale di vendere terreni pubblici ai privati per un valore complessivo che sfiorerebbe gli 8 milioni di euro. L'indizione dei bandi di gara è il primo passaggio necessario, per poi passare alla vendita all'asta dei beni. La stima delle cessioni supera abbondantemente le previsioni fatte qualche mese fa (4-5 milioni di euro). L'assessore Marco Gatto è stato tra i promotori del progetto di privatizzazione di diverse aree. Nei primi giorni di maggio era stato definito anche il piano di alienazione dei terreni. Grande soddisfazione venne espressa da Michele Nasso, l'uomo che più di ogni altro aveva insistito per la vendita dei beni ai privati. «Non c'è tempo da perdere. Presto verranno indetti i bandi pubblici -aveva affermato Michele Nasso verso la fine di Ottobre- ed i terreni più redditizi verranno ceduti ai migliori offerenti. Seguiremo quelle che sono le regole del mercato». Ed in effetti ci sono pochi dubbi sul fatto che il Comune voglia cercare di incassare il massimo ricavato possibile, mantenendo però fede alle regole della buona amministrazione e della trasparenza. Non deve comunque sorprendere l'imporvvisa accelerazione dell'iter. Le esigenze di cassa hanno la priorità su tutto. E passare dalle parole ai fatti non è mai un elemento negativo.

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le finestre fotovoltaiche il progetto di tor vergata (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XV - Roma Creata nei laboratori dell´università la tecnologia sperimentale Le finestre fotovoltaiche il progetto di Tor Vergata Il brevetto, che permette di fare a meno del silicio, è il frutto di un consorzio fra l´ateneo e una serie di imprese private Produrre energia dalle finestre dei palazzi: arriva la terza generazione del fotovoltaico che, senza più bisogno di pannelli solari, permetterebbe di ricavare corrente direttamente dalle vetrate di un grattacielo o dalle pareti di un semplice edificio. Una rivoluzione. Ci vorrà del tempo, avvertono subito gli stessi inventori, per vedere la tecnologia sul mercato (la commercializzazione è prevista non prima del 2012), ma i materiali sono stati già sperimentati in laboratorio. Si tratta di vetri strutturali, come quelli presenti in ogni casa, integrati però con elementi fotovoltaici organici (ottenuti con materiali naturali e non con il silicio) in grado di convertire l´energia solare che arriva sul cristallo in energia elettrica. Il progetto è frutto di una partnership pubblico/privato nata nel cuore tecnologico della Capitale: il Tecnopolo Tiburtino. Al consorzio hanno aderito Ergrenew (società specializzata nelle energie rinnovabili della Erg), l´italiana Permasteelisa (leader mondiale nei pannelli di rivestimento dei palazzi), l´australiana Dyesol e il Polo Solare Organico del Lazio, con sede nell´Università di Tor Vergata e diretto dai docenti Aldo Di Carlo e Franco Giannini. «Il Tecnopolo – dice il presidente Brunetto Tini - sarà il primo utilizzatore di questa nuova tecnologia in modo da svolgere un ruolo di vetrina internazionale. Il nostro obiettivo è utilizzare lo stesso vetro inserito nel sistema di costruzione delle strutture per produrre energia elettrica pulita». Alla portata innovativa del ricorso al cristallo che sostituisce il pannello solare, si aggiunge la tecnologia del fotovoltaico organico che utilizza estratti naturali provenienti da mirtilli o bucce d´arancia. «Abbiamo lavorato – spiega Di Carlo – in modo da integrare il fotovoltaico organico all´interno dei vetri strutturati utilizzati per la costruzione di palazzi e grattacieli». La terza generazione dei pannelli solari potrebbe cominciare ad "illuminare" le facciate degli edifici già dal 2012. i costi, assicurano a Tor Vergata, saranno più bassi fino al 70% rispetto a quelli dei classici pannelli al silicio. I vetri potranno arrivare a costare circa 100 euro al metro quadro anche se, secondo i ricercatori, per essere competitivi e penetrare capillarmente nel mercato il loro prezzo non dovrebbe superare di troppo i 60 euro. (d.aut.)

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l'ateneo dentro al carcere: seminario sulle prospettive (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Domani nell'aula magna della facoltà di scienze politiche L'ateneo dentro al carcere: seminario sulle prospettive PISA. Domani, dalle 9 nell'aula magna della facoltà di scienze politiche, si svolgerà un seminario sulle attività del Polo universitario penitenziario "Renzo Corticelli" di Pisa, dal titolo "L'Università nel 'Don Bosco': prospettive sul polo penitenziario, oggi". Il seminario, organizzato dal dipartimento di scienze politiche e sociali e dal dottorato in storia e sociologia della modernità, vedrà la partecipazione di autorità accademiche, rappresentanti delle istituzioni, operatori del settore, delegati per il Polo delle varie facoltà e studenti del Polo. Sulla base delle esperienze accumulate in questi anni e delle problematiche emerse, i soggetti coinvolti saranno chiamati a tracciare un primo bilancio e indicare le prospettive. Dal 2003, a seguito della stipula di un protocollo d'intesa con il provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e la Regione Toscana, l'ateneo pisano ha fatto il suo ingresso all'interno del "Don Bosco". L'accordo ha rappresentato la formalizzazione di una serie di attività articolate in lezioni, tutoring e organizzazione di seminari: vi sono impegnati docenti, ricercatori e dottorandi a sostegno dei detenuti iscritti, quali studenti dell'Università stessa.

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nasce un doppio titolo in ict: laurea magistrale e master (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Accordo tra Scuola Sant'Anna e Università di Trento Nasce un doppio titolo in Ict: laurea magistrale e master PISA. Unisce Pisa e Trento il nuovo asse per l'alta formazione e la ricerca. I due atenei hanno firmato una convenzione per sviluppare iniziative didattiche e progetti congiunti. La convenzione è stata firmata dal direttore della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, Maria Chiara Carrozza, e dal rettore dell'Università di Trento, Davide Bassi. Nell'occasione è stato presentato il progetto cui l'Università di Trento e la Scuola Sant'Anna stanno già lavorando insieme: un doppio titolo in information and communication technology (laurea magistrale per Trento e master per Pisa) ovvero un percorso di eccellenza, con corsi tenuti da docenti di fama internazionale, per studenti che vogliano acquisire una professionalità di alto profilo nel mondo delle Ict. L'iniziativa si articola in due progetti di laurea magistrale: il primo in informatica e il secondo in ingegneria delle telecomunicazioni. Altra novità è la prossima istituzione di una laurea magistrale congiunta sui temi del management dell'innovazione.

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l'università-museo riscopre i gioielli dimenticati - michela bompani (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XV - Genova L´Università-museo riscopre i gioielli dimenticati La ricollocazione dell´originale quadreria nell´aula magna di palazzo Balbi Cattaneo primo passo del rilancio del grande patrimonio dell´ateneo. Con l´ex Albergo dei Poveri sede più prestigiosa A luglio inizieranno le visite guidate alle opere di Balbi 2 Seguirà un convegno a livello internazionale MICHELA BOMPANI «A luglio si riunirà per la prima volta il "tavolo della città" per affrontare il nodo dell´Albergo dei Poveri, che sarà un campus universitario ma anche un prestigioso museo con le favolose opere d´arte che custodisce, oggi un po´ ammucchiate e dimenticate», il rettore Giacomo Deferrari annuncia la prima tappa di una nuova sfida, già disegnata durante la campagna elettorale dello scorso anno. Tra un mese Regione, Provincia, Comune, Camera di Commercio e ovviamente Università si riuniranno per affrontare «un tema che è della città, non solo dell´Università», spiega Deferrari. Lo ha annunciato ieri, mentre inaugurava un altro tassello di quello che il prorettore alla Valorizzazione del patrimonio dell´Università, Lauro Magnani, chiama «un diffuso museo di opere d´arte». Da ieri, nell´aula magna di palazzo Balbi Cattaneo, che ospita parte dalla facoltà di Lettere, sono stati ricollocati sei dipinti, ricostituendo la quadreria originaria, settecentesca, della sala. «L´Università è una parte della città e noi ci apriamo con questo patrimonio a Genova», ha detto il rettore Deferrari. Da luglio, infatti, cominceranno visite guidate gratuite per illustrare la teoria di opere tornate in via Balbi 2. Una storia avventurosa, quella dei dipinti ricollocati, tra cui spiccano due ritratti dell´ottimo pittore secentesco Gio. Enrico Vaymer, il doge "Giovanni Battista Cattaneo" e la sua famiglia "Dama Cattaneo con la figlia" e una "Scena biblica" di Gio. Andrea De Ferrari, uno dei pennelli più formidabili del barocco genovese. Quando il palazzo non era ancora di proprietà universitaria, furono trafugati insieme ad altre due opere incastonate nelle cornici a stucco sulle pareti. Era il 3 marzo 1997. Un anno e mezzo dopo, la Guardia di Finanza recuperò parte del bottino: erano le sei tele che da ieri sono tornate "a casa". E le consegnò all´Università, che nel frattempo aveva acquisito l´edificio. Un periodo di deposito presso i musei civici, i delicatissimi restauri compiuti su alcune tele, le "apparizioni" in importanti mostre come "El siglo de los Genoveses" nel 1999 a Palazzo Ducale: il viaggio delle opere è durato fino a ieri quando la quadreria che Giovanni Battista Cattaneo pensò per la sua dimora, dal 1776, è in parte ricostituita. Con la collaborazione delle soprintendenze per i Beni artistici e per i Beni architettonici, il settore Cultura del Comune di Genova diretto da Teresa Sardanelli, l´Università mette il primo tassello di un mosaico che Lauro Magnani, che insegna Storia dell´arte moderna nell´ateneo genovese, sta sistematicamente ricomponendo. «Abbiamo cominciato con le visite guidate al palazzo di via Balbi 4, nel 2007, poi la collocazione di un affresco strappato di Luca Cambiaso a villa Giustiniani Cambiaso, ora stiamo pensando all´Albergo dei Poveri - spiega Magnani - l´Università ha un patrimonio che deve valorizzare e aprire a tutti». E per la prima volta, a novembre, organizzerà un convegno con esperti internazionali e diversi docenti delle facoltà genovesi, per presentare e discutere le strategie culturali di valorizzazione del "tesoro" dell´ateneo. «Qui ci sono opere che vivono soltanto se il pubblico può goderne e sono stati nascosti per troppo tempo», aggiunge. Magnani, che da anni collabora con la facoltà di Ingengeria per un progetto pioniere di informatica applicata alle indagini di storia dell´arte, annuncia: «Realizzeremo una guida in 3D del palazzo Balbi Cattaneo».

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basket, cosimi ci riprova (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Ma l'iscrizione alla Legadue scade il 30 giugno: il tempo è pochissimo Basket, Cosimi ci riprova Il sindaco tenta di giocare l'ultimissima chance Potrebbe essere una trattativa più ampia legata alla gestione dell'impianto di Porta a Terra LIVORNO. Morire nell'indifferenza? Si può, anche se non siamo in India. è la fine che sta per succedere a Basket Livorno, ormai a pochi giorni dalla cremazione. 30 giugno ore 18 la "deadline" ufficiale, termine ultimo per completare i documenti richiesti per l'iscrizione e irrobustirli con fidejussione, pagamento degli stipendi, versamento dei contributi, Iva eccetera. Mancano sette giorni, il panorama è cupo come un quadro fiammingo, la sentenza di morte già pronunciata ufficialmente. Ma il sindaco Alessandro Cosimi non vuole lasciare niente di intentato e potrebbe tentare un colpo di coda. L'ipotesi di salvataggio in extremis - remota ma ancora praticabile - sarebbe legata al cambio di gestore del PalaLivorno, una vicenda che potrebbe portarsi dietro anche sviluppi positivi per la palla a spicchi creando una sinergia pubblico-privato. Certo, i tempi sono strettissimi, servirebbe un miracolo. Ma Cosimi, spronato da tanta gente comune che dopo aver assistito al trionfo del Livorno calcio non sopporta l'idea che il basket di Legadue muoia in silenzio, ha deciso di fare un ultimo tentativo. Quello che stride, in tutta questa vicenda, è l'indifferenza del mondo imprenditoriale cittadino. Possibile che non possano esserci quattro-cinque soggetti disposti ad alzare la mano e a dire «se avete bisogno io ci sono» in un'operazione dove il sindaco potrebbe fungere da regista e da calamita anche per reclutare altre risorse economiche?. Il tempo è quasi scaduto, l'ossigeno sta finendo, ogni ora per evitare la morte di uno sport che a Livorno è storia e tradizione diventa preziosa. Aspettando Castelli. Da qualche giorno Fabio Del Nista sta cercando di mettersi in contatto con l'ex presidente e azionista di maggioranza Valterio Castelli, ma il rendez vous non è ancora avvenuto. Il signor TDshop sarà chiamato a fare la sua parte relativa alla stagione 2008-'09 in ogni caso: sia che Basket Livorno vada avanti, sia che l'assemblea straordinaria dei soci convocata per il 10 luglio decida per la messa in liquidazione. Gli stipendi. Charlie Foiera nei giorni scorsi ha parlato col sindaco, il quale l'ha di nuovo rassicurato sul fatto che giocatori e staff verranno pagati fino all'ultimo centesimo. «I soldi li troveremo, mi impegno io», ha detto Cosimi al capitano. Ma Dario Santrolli, che per conto dell'agente americano John Greg rappresenta Boyette, Kemp e Ostler, oltre a Sandro Dell'Agnello, ha dato incarico all'avv. Caretti di Firenze per un'azione legale mirata al recupero dei crediti vantati (circa 200mila euro) verso Basket Livorno. «Giocatori, agenti e allenatore - dice Santrolli - ormai sono stanchi delle tante promesse ricevute. Lo stato di insolvenza esiste ed è grave: andremo avanti in tutte le sedi competenti, senza guardare in faccia a nessuno. Chi ha fatto del basket la sua professione e deve mantenere la famiglia è giusto che sia pagato». Affitti. Tra i creditori ci sono anche i proprietari degli appartamenti occupati dai giocatori. Roberto Cervino, uno di loro, ha scritto una mail definendosi deluso e amareggiato perché Basket Livorno è indietro di tre-quattro mesi nei pagamenti di affitto e utenze. Come dargli torto? (re.mar.)

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dalle università appello alle first lady del g8 "il premier offende le donne, non venite in italia" (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 11 - Interni Su "Micromega" Dalle università appello alle first lady del G8 "Il premier offende le donne, non venite in Italia" ROMA - Un appello alle first ladies dei Paesi coinvolti nel G8 perché «disertino l´appuntamento italiano» per protesta contro un premier che offende le donne. A lanciarlo, sul sito della rivista Micromega, 4 docenti universitarie (Chiara Volpato, Angelica Mucchi Faina, Anne Maass e Marcella Ravenna), «profondamente indignate, come donne impegnate nel mondo dell´università e della cultura, per il modo in cui il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, tratta le donne sulla scena pubblica e privata».

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Accordo tra Obama e case farmaceutiche per ridurre i prezzi (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-06-23 - pag: 1 autore: PANORAMA Accordo tra Obama e case farmaceutiche per ridurre i prezzi Un «passo significativo» verso la riforma sanitaria: così Barack Obama ha definito l'accordo raggiunto con l'industria farmaceutica americana. L'intesa impegna le società a far risparmiare 80 miliardi di dollari, nei prossimi dieci anni, nella spesa per le medicine degli anziani. Da un sondaggio, intanto, emerge che il 72% degli interpellati è favorevole a un nuovo sistema sanitario misto pubblico-privato. u pagina 15 Scontro nel metro Due morti a Washington Almeno due morti e 70 feriti: è il primo bilancio di uno scontro frontale fra treni nella metropolitana di Washington, nell'ora serale di punta. Uno dei due convogli è deragliato. Arriva il piano del governo per l'impresa in un giorno Il Governo accelera sul piano per l'impresa in un giorno. Oggi il preconsiglio esaminerà le norme per il riordino dello sportello unico e il rilascio dei permessi necessari all'avvio di nuove aziende. u pagina 35 Bond Eni, la domanda supera i quattro miliardi Eni ha annunciato la chiusura anticipata della sottoscrizione di obbligazioni, con una richiesta ben oltre le attese e sopra i 4 miliardi. Scorporate in tre newco le concessioni minerarie italiane. u pagina 40 AngloAmerican respinge la fusione con Xstrata Parte in salita l'ipotesi di aggregazione tra i colossi minerari Xstrata e AngloAmerican. Il board di quest'ultima ha respinto la proposta per una «fusione tra eguali». u pagina 40 Kodak manda in pensione la pellicola Kodachrome Dopo 74 anni Kodak ha deciso di sospendere la produzione dei rullini Kodachrome. Si chiude un'era della fotografia su pellicola, che ormai rappresenta solo l'1% dei ricavi dell'azienda. u pagina 33

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Anche l'Ogm è un prodotto tipico (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE MERCATI IT data: 2009-06-23 - pag: 25 autore: INTERVISTA William S. Niebur Vicepresidente ricerca sviluppo DuPont e Pioneer Hi-Bred Anche l'Ogm è un prodotto tipico Il manager della multinazionale: produrre più cibo per salvare i territori Alessio Romeo CREMONA «Nel mondo c'è spazio per tutti i tipi di agricoltura. Per rispondere a una domanda di cibo e di bioenergie in continuo aumento lo sviluppo delle biotecnologie è importante quanto quello dell'agricoltura tradizionale. I due modelli non sono in contrasto tra loro, non servono guerre di religione ma un approccio globale nei confronti del problema della sicurezza alimentare». Chi parla è William S. Niebur, 52 anni, vicepresidente ricerca e sviluppo di DuPont e Pioneer Hi-Bred, la multinazionale chimica presente in oltre 70 Paesi che ha nello sviluppo di prodotti per l'agricoltura la voce più importante di un fatturato complessivo che supera i 30 miliardi di dollari. Con una presenza importante in Italia dove lo scorso anno ha inaugurato, nel Cremonese, un centro di ricerca all'avanguardia. Secondo l'ultimo allarme lanciato dalla Fao, bisognerebbe raddoppiare la produzione mondiale per garantire un adeguato accesso al cibo al miliardo di persone che attualmente soffrono la fame. Pensa che sia un obiettivo realistico? Vincere questa sfida è possibile, a patto di sfruttare tutte le risorse umane e gli strumenti disponibili. L'unica via per soddisfare il crescente fabbisogno mondiale di materie prime agricole è aumentare la produttività in modo sostenibile. Bisogna produrre di più con meno. Pubblico e privato devono collaborare utilizzando le scoperte scientifiche per incrementare la produttività dell'agricoltura in tutto il mondo. Per farlo, servono regole e politiche trasparenti su scala mondiale basate sulla scienza. Ma sul tema chiave delle biotecnologie il mondo è diviso. L'Europa, in particolare, sta assumendo una posizione sempre meno favorevole agli Ogm. Gli Ogm sono solo una parte del problema. Non è detto che tutti debbano farli. La produttività può crescere sia con gli Ogm che senza di essi. La cosa più importante è avere nei confronti di un problema così complesso come la sicurezza alimentare un approccio più globale possibile. Le scelte politiche devono essere fatte su una base scientifica il più possibile concordata a livello internazionale. La ricerca e l'innovazione devono servire proprio a sviluppare le migliori soluzioni a livello locale, in modo che tutti possano crescere. Nel caso europeo gli Ogm sono una questione politica. è leggittimo scegliere di non farli, a patto di chiarire bene i costi. In che senso? Come ho detto, per risolvere problemi complessi servono necessariamente dei compromessi: in questo caso il compromesso potrebbe essere sviluppare la produttività senza gli Ogm. Ma questo ha dei costi, nel senso che servono più acqua e fertilizzanti. Se noi individuiamo un gene per rendere il mais resistente alla siccità, bisogna sapere che non utilizzarlo ha un costo. Poi, quell'innovazione potrebbe benissimo essere più adatta in un altro contesto. In ogni caso, se si chiude la porta agli Ogm, si riducono le proprie possibilità, con il rischio di privare la prossima generazione di agricoltori e ricercatori dei benefici delle biotecnologie. Negli ultimi anni DuPont, attraverso la controllata Pioneer, ha investito molto in Italia, con la creazione di un nuovo centro di ricerca nel Cremonese focalizzato sullo sviluppo nuovi ibridi di mais ad alta resa. Proprio in questi giorni, dopo il calo delle semine, gli agricoltori lombardi stanno facendo i conti con la comparsa di malattie e già si parla di emergenza sui raccolti. Anche l'Italia deve trovare il modo di conciliare la sua vocazione di grande produttore di prodotti tipici con la tutela delle commodity, come il mais, che in buona parte alimentano questa produzione.L'agricolturadev'essere sempre più professionalizzata, salvaguardando però l'approccio tradizionale basato sul legame con i territori. I due modelli devono coesistere, e possono farlo perchè non sono in contrasto tra loro. Anzi, sono complementari. La crisi alimentare ha rilanciato la polemica cibo contro energia. è ancora sostenibile il business dei biocarburanti? Assolutamente sì, soprattutto in un'ottica di salvaguardia ambientale: l'agricoltura può dare un grande contributo alla riduzione dei gas serra. Le competenze scientifiche ci dicono che il settore agricolo è in grado di soddisfare tutte le domande: quella per l'alimentazione umana, animale, le bioenergie e la nuova frontiera dei biomateriali, che è ancora poco conosciuta ma avrà un grande sviluppo. Anche nel caso dei biocarburanti la scienza deve contribuire a individuare la strada più sostenibile caso per caso: bioetanolo da mais negli Stati Uniti, canna da zucchero in Brasile e biodiesel in Europa. La sfida dei biocarburanti è solo all'inizio, e si gioca sulla sostenibilità ambientale delle coltivazioni ma anche sulla complementarietà con gli utilizzi alimentari: tra le due destinazioni non dev'esserci concorrenza. Già con le tecnologie di “seconda generazione” su cui stanno puntando gli Usa è possibile produrre energia da materie prime non alimentari. Il crollo dei prezzi seguito all'euforia speculativa dello scorso anno rischia di indebolire ulteriormente l'agricoltura italiana. Cosa potrebbe spingere oggi un giovane di talento a scegliere l'impresa agricola? Penso che l'agricoltura non sia mai stata attrattiva come oggi, non solo per la produzione di cibo ma perchè offre la possibilità di misurarsi in vari settori, come le bioenergie e i biomateriali, con un contributo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici. Resterà sempre un settore competitivo, a patto che si continui a investire in ricerca e a sviluppare nuove tecnologie. Il nostro network di ricercatori lavora per raggiungere un obiettivo comune: il vantaggio è che c'è sempre qualcuno in qualche parte del mondo che sta pensando e lavorando a come aumentare la produttività in agricoltura. Siamo sulla buona strada per incrementare le rese di mais e soia del 40% entro il 2018. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA DOMANDA Vincere questa sfida è possibile: l'unica via per soddisfare il fabbisogno mondiale è sviluppare un'agricoltura sostenibile LA STRADA Pubblico e privato devono collaborare utilizzando le scoperte scientifiche per aumentare il benessere alimentare Manager. William S. Niebur vicepresidente DuPont e Pioneer Hi-Bred

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Jack Welch scommette sull'università online (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-06-23 - pag: 45 autore: Strategie. L'ex Ceo di Ge versa due milioni $ per il 12% di Chancellor University System Jack Welch scommette sull'università online Negli Stati Uniti il business degli atenei web è in espansione Marco Valsania NEW YORK Il grande manager torna a scuola. Ma per scommettere sul business dell'istruzione del futuro, quella online. Jack Welch, uno dei più celebrati e controversi chief executive della storia americana, ha investito nell'università via Internet: l'ex chief executive di General Electric ha versato due milioni di dollari in cambio di una quota del 12% nel Chancellor University System, che offrirà classi virtuali per un Master of Business Administration al quale presterà anche il suo nome, il Jack Welch Institute. Chancellor University, ha rivelato il Wall Street Journal, è l'ultima creazione dell'imprenditore Michael Clifford: l'anno scorso aveva comprato per 5,25 milioni la Myers University di Cleveland, piccola università dalle finanze dissestate ma dal lungo pedigree, fu fondata nel 1848 e tra gli studenti contò John D. Rockefeller. L'obiettivo: trasformarla in una istituzione online. Clifford, a 55 anni, è un veterano dei media, con un passato di consulente di popolari leader evangelici. E all'attivo ha già altre iniziative simili: ha tenuto a battesimo due società di istruzione virtuale, quotandole in Borsa con successo. La Grand Canyon Education offre corsi sotto il marchio Grand Canyon University, e Bridgepoint Education controlla Ashford University e University of the Rockies. La "cattura" di Jack Welch, che vanta un patrimonio personale di 720 milioni, potrebbe però rappresentare il vero colpo grosso, garantendo credibilità oltre che fondi alla nuova frontiera dell'istruzione. Le istituzioni online, di sicuro, stanno conoscendo un'espansione: la University of Phoenix, controllata dal gigante del private equity Apollo Group, ha quasi 400.000 iscritti. Il settore ha ormai un giro d'affari da 11,5 miliardi di dollari l'anno.E circa l'11%degli studenti dei college, in tutto 12,5 milioni, oggi frequenta la maggior parte delle classi online, un aumento esponenziale rispetto all'1% di dieci anni or sono. I costi contenuti, inoltre, promettono di continuare a giocare a favore delle nuove università in tempi di crisi economica: nel caso di Chancellor il programma Mba, mirato a professionisti a metà carriera, richiederà 21.600 dollari e un corso di laurea circa 40.000 dollari (meno del prezzo d'un anno di studi in alcune grandi università tradizionali). Nel nuovo universo Internet, però, aumentano contemporaneamente le polemiche: in discussione è la qualità dell'istruzione offerta e la selezione degli studenti. Chancellor intende superare questi ostacoli grazie alla reputazione di Welch: alla Ge adottò innovative teorie di management e leadership e sotto la sua direzione la capitalizzazione di mercato dell'azienda si moltiplicò da 14 a 410 miliardi. Anche se non mancarono i critici: fu soprannominato Nutron Jack per la facilità ai licenziamenti, accusato di spingere i dipendenti a scegliere scorciatoie pur di garantire le performance finanziarie e attaccato per la sua difesa delle super-paghe degli executive. Sull'esperienza e i contatti dell'ex top manager la neo-università ha già cominciato a contare: il rettore del Jack Welch Institute sarà Noel Tichy, docente alla University of Michigan e in passato responsabile della scuola per dirigenti della Ge a Crotonville. Welch, inoltre, al momento non vuole insegnare ma registrerà discorsi agli studenti e partecipa, con la moglie Suzie, al reclutamento dei docenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Brescia: omaggio al bicentenario dell'Indipendenza dell'America Latina dal dominio coloniale (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Brescia: omaggio al bicentenario dell’Indipendenza dell’America Latina dal dominio coloniale (23/6/2009 10:26) | (Sesto Potere) - Brescia - 23 giugno 2009 - 2010: bicentenario dell’Indipendenza dell’America Latina dal dominio coloniale. Brescia omaggia questa ricorrenza con una doppia iniziativa espositiva nel nome dell’archeologia, dell’arte e della cultura. Dal 4 dicembre 2009 al 27 giugno 2010, al Museo di Santa Giulia, sono infatti in programma le due mostre Inca. Origine e misteri delle Civiltà dell’Oro e Plus Ultra. Oltre il Barocco. Segni d’identità nell’arte latinoamericana. Inca. Origine e misteri delle Civiltà dell’Oro, promossa dal Comune di Brescia, da Artematica, dalla Regione Lombardia, dalla Fondazione Brescia Musei, col patrocinio della Presidenza della Repubblica, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica, dell’Ambasciata del PerÚ, della Fondazione Civiltà Bresciana, della Fondazione Cab, presenterà 200 opere, tutte provenienti dai maggiori musei peruviani, quali il Museo Oro del PerÚ, il Museo Nacional SicÁn, il Museo Nacional de ArqueologÍa, AntropologÍa e Historia del PerÚ, e altri ancora in grado di ripercorrere l’intera storia delle Civiltà dell’Oro. L’iniziativa è organizzata in stretta collaborazione col governo peruviano, che ha concesso, per questo appuntamento, tesori finora mai esposti al di fuori dei confini nazionali, e gode del sostegno delle istituzioni politiche peruviane sul territorio italiano. Il progetto è curato da Paloma Carcedo Muro de Mufarech, studiosa esperta d’arte precolombiana della Pontificia Universidad CatÓlica del PerÚ di Lima, coadiuvata da un comitato scientifico composto da Walter Alva Alva, direttore del Museo Tumbas Reales de SipÁn di Lambayeque, Antonio Aimi, professore di Letterature Ispanoamericane all’Università degli Studi di Milano, Andrés Alvarez CalderÓn Larco, direttore del Museo Larco di Lima, Carmen Arellano Hoffmann, direttore del Museo Nacional de ArqueologÍa, AntropologÍa e Historia del Perù, Claudio Cavatrunci, archeologo e Responsabile sezione “America”, Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico “L. Pigorini” di Roma, Carlos G. Elera Arévalo, direttore del Museo Nacional SicÁn di Lambayeque, Heidi King, ricercatrice al Metropolitan Museum of Art di New York, Francesca Morandini, conservatrice e archeologa dei Civici Musei di Arte e Storia di Brescia, Victoria Mujica Diez-canseco, direttrice del Museo Oro del PerÚ di Lima, Giuseppe Orefici, direttore Centro Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane di Brescia, Fernando Rosas Moscoso, docente Universidad Ricardo Palma e Pontificia Universidad CatÓlica del PerÚ, Carlos Wester La Torre, direttore Museo ArqueolÓgico Nacional BrÜning di Lambayeque. Il percorso espositivo, articolato in sei sezioni - La Linea del Tempo, Le Tecniche di trasformazione del metallo, La Cosmovisione, I Costumi, I Rituali, Il Mondo Ultraterreno -, si articola lungo l’intera storia delle Civiltà dell’Oro, attraverso lo studio delle culture precolombiane meno note, sviluppatesi nel Perù dell’entroterra e costiero, a partire dall’Viii secolo a. C. Un viaggio attraverso gli aspetti inconsueti e meno conosciuti di questi popoli, con la ricostruzione dell’ambiente e del contesto socio-culturale originario. In mostra s’incontreranno le sagome dei sacerdoti con le vesti tipiche e verranno ricostruiti i rituali religiosi con le maschere funebri e una mummia, concessa in prestito in via del tutto eccezionale. Grazie alla maestosità e alla qualità tecnica dell’antica oreficeria precolombiana delle Ande centrali, il pubblico avrà un’occasione unica per scoprire come la spiritualità di un popolo, le sue credenze e i suoi riti, le tradizioni della vita terrena e ultraterrena, il suo modo di rappresentare il potere politico e religioso e soprattutto la sua unione con gli spiriti dell’aldilà dopo la morte, si siano forgiate attraverso il metallo. Plus Ultra. Oltre il Barocco. Segni d’identità nell’arte latinoamericana. , promossa dal Comune di Brescia, da Artematica, dalla Regione Lombardia, dalla Fondazione Brescia Musei, col patrocinio della Presidenza della Repubblica, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica, dell’Ambasciata del Perù, della Fondazione Civiltà Bresciana, della Fondazione Cab, si prefigge di riportare l’attenzione sull’America Latina e sulla sanguinosa lotta decennale (1810-1822) da essa sostenuta per l’affermazione della propria identità politica ed etnica. L’esposizione presenterà 150 capolavori del Barocco coloniale latino-americano, il movimento che conserva ancora chiaramente gli influssi dei modelli artistici europei. Le opere esposte provengono dai maggiori musei del Centro e Sud America - la Casa Museo Quinta de BolÍvar e il Museo de Arte Colonial di Bogotà, Colombia, il Museu de Arte Sacra di Salvador BahÍa, Brasile, il Museo Soumaya e il Museo de la BasÍlica de Guadalupe, Messico - e d’Europa - la Galleria Borghese di Roma, la Galleria degli Uffizi e il Museo degli Argenti di Firenze, il Museo de América di Madrid, il Museo delle Belle Arti di Budapest. Curata da Giorgio Antei, coadiuvato da un comitato scientifico composto da Alfonso de Maria y Campos, direttore generale dell’Instituto Nacional de AntropologÍa e Historia del Messico, Silvia Athayde, direttrice del Museo de Arte da Bahia, LÁszlÓ BaÁn, direttore generale del Museo delle Belle Arti di Budapest, Cecilia Genel, direttrice del Museo Nacional del Virreinato di Città del Messico, Fidel GonzÁlez FernÁndez, professore presso la Pontificia Università Urbaniana, Brenda Porra, coordinatrice nazionale musei, Città del Guatemala, Martha Reta, direttrice del Museo della Basilica di Guadalupe di Città del Messico, Rodrigo Rivero Lake, antiquario di Città del Messico, Constanza Toquica, direttrice del Museo de Arte Colonial e del Museo de Santa Clara di BogotÁ, Plus Ultra ripercorrerà i passi che, nell’ambito dell’arte e della creatività, hanno portato all’attuale fisionomia culturale dei paesi che si estendono a sud del Rio Grande. Nel corso di quattro secoli l´influsso dei modelli europei sull´arte latino-americana si è andato attenuando. Tuttavia esso è ancora ben visibile nel barocco coloniale, il fenomeno artistico e spirituale più rappresentativo del non facile rapporto fra Nuovo e Vecchio Mondo. Infatti, in seno al barocco americano, accanto a inconfondibili impulsi espressivi indigeni e creoli, è chiaramente riconoscibile l´impronta spagnola. La mostra dedica ampio spazio all´arte intesa come “fabbrica d´identità”, in quanto proprio questa funzione “formativa” rappresenta la cifra più caratteristica dell´arte latino-americana. Il percorso espositivo è articolato in quattro sezioni - L’invenzione dell’America. Percorsi allegorici fra il Vecchio e il Nuovo Mondo; Le vergini contese. L’arte barocca come espressione di spiritualità e progetti nazionali; Rinascita indigena. L´eredità precolombiana, gli indios e la realtà creola; Immagini in corso. Visioni contemporanee.

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Inaugurato il centro anticrimine informatico della Polizia di Stato (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Inaugurato il centro anticrimine informatico della Polizia di Stato (23/6/2009 14:42) | (Sesto Potere) - Roma - 23 giugno 2009 - Per difendere gli impianti informatici nazionali da eventuali minacce criminali o terroristiche, che passano attraverso la rete Internet, è stato inaugurato questa mattina il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipic), una struttura operativa della Polizia postale e delle comunicazioni. Alla cerimonia, che si è svolta alle 12 presso il Polo Tuscolano del dipartimento della Pubblica Sicurezza, in via Tuscolana 1548 a Roma, hanno partecipato il ministro dell’Interno Roberto Maroni, il ministro di Giustizia Angelino Alfano, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e il capo della Polizia Antonio Manganelli. Presenti anche i vertici delle principali società ed enti che gestiscono ed erogano, attraverso sistemi informatici, i servizi di energia, comunicazioni, trasporti, finanza. Il nuovo centro, ha osservato il ministro Maroni, «è un altro segnale di efficienza e di modernità delle nostre forze di polizia». «I reati informatici - ha aggiunto - sono una minaccia grave per la sicurezza nazionale, la proprietà intellettuale e la privacy. L'istituzione del Cnaipic rappresenta quindi uno strumento fondamentale per la sicurezza del Paese». Il C.N.A.I.P.I.C. Assolve a compiti prettamente di polizia ed è attivo tutta la settimana 24 ore su 24. Si occupa di proteggere sistemi e servizi informatici la cui interruzione, anche se parziale o momentanea, potrebbe mettere a rischio l'efficienza, il funzionamento e la sicurezza dell'intero Paese. Si tratta dei sistemi di erogazione di acqua, gas, energia elettrica, servizi di trasporto e telecomunicazioni, sanità, sicurezza, istituzioni e enti che gestiscono le attività nevralgiche di uno Stato. Istituito con decreto del capo della Polizia il 7 agosto 2008, si compone di due settori principali, quello operativo e quello tecnico, e può contare su risorse di elevato livello tecnologico e di investigatori specializzati. La struttura organizzativa è stata ideata per soddisfare la domanda di sicurezza interna, in collaborazione con le aziende che utilizzano infrastrutture critiche nazionali, in una sinergia pubblico-privato, e in collegamento con analoghe strutture internazionali.

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Installazione e impiantiScalone è il presidente (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

attività cna Installazione e impianti Scalone è il presidente Modica. Riaperto Santuario Madonna delle Grazie gi.bu.) Santuario della Madonna delle Grazie di via Mercè riaperto. Ciò è stato reso possibile, come da programma, dopo la consegna provvisoria dell'opera da parte della ditta appaltatrice dei lavori, in attesa del collaudo definitivo. Il tempio è comunque regolarmente fruibile mentre la cerimonia ufficiale si terrà a settembre. In un primo tempo s'era fissata la data dell'8 settembre, ma poi s'è optato per domenica 13 settembre, perché è una data a cavallo della festività della Madonna e di un altro importante evento: il terzo centenario dalla scomparsa della temibile peste a Modica, quel fatidico 15 settembre del 1709. Un importante evento testimoniato dalla lapide che campeggia sul lato destro della facciata del Santuario, restaurata e riportata allo stato originario. Si narra che mentre la peste mieteva centinaia di vittime si decise di portare in processione il simulacro della Madonna delle Grazie. Si gridò al miracolo, perché la peste finì e non si registrarono più decessi dovuti a questa patologia. Come detto c'è stata ora la riapertura del Santuario e vie è stato celebrato il primo matrimonio, iniziando la nuova serie con la coppia formata da Grazia Belluardo e Carmelo Ruta. "La comunità ecclesiale è in festa per la restituzione del tempio al culto - ha detto il parroco don Umberto Bonincontro - e non c'era miglior modo per inaugurare il nuovo corso del Santuario se non celebrando un matrimonio davanti alla Madonna". Ragusa. Laboratorio di drammatizzazione dei sogni Una conferenza stampa si terrà mercoledì 24 giugno 2009, alle ore 10,30, presso il Centro Ludens, sito in C.da Petrulli (vicino campo atletica leggera), sul seguente tema: Il teatro dei sogni (laboratorio di drammatizzazione dei sogni). «Nel nostro laboratorio – dice Caludia Gafà – stiamo sperimentando e perfezionando un metodo nuovo, e assolutamente originale, fruibile contemporaneamente da diverse fasce di età che ci consenta di riunificare la molteplicità delle componenti umane: la psiche con il corpo, l'individuo con il gruppo. L'immaginario onirico veicolato e messo in scena attraverso il corpo. Il Centro Ludens, ancora una volta, si fa promotore di attività culturale, con l'obiettivo di interagire con il territorio, contribuendo così a migliorare il benessere esistenziale dell'individuo. Gli eventi organizzati spazziano dal tema sulla salute (Del Toma), alla novità posturale del Pilates, allo spettacolo di Teatro Danza "I Fuoriscena", alla presentazione del libro di poesie di Federico Guastella (relatori Giorgio Flaccavento e Totò Stella). Modica. Evento culturale al teatro «Garibaldi» gi.ca.). Evento culturale di grande rilievo nel tardo pomeriggio di oggi al teatro Garibaldi di Modica. Reduce dal successo ottenuto alla Fiera del libro di Torino, Giancarlo Poidomani, docente di Storia contemporanea al Corso di Laurea Scienze del Governo e dell'Amministrazione all'Università di Catania, presenterà l'ultimo suo lavoro "Senza la Sicilia l'Italia non è Nazione" con il sottotitolo "La destra storica e la costruzione dello Stato (1861-1876)". Alla presentazione dell'opera del docente e ricercatore modicano interverranno il prof. Rosario Mangiameli presidente dell'Istituto Siciliano per la Storia dell'Italia Contemporanea (Issico) ed il prof. Giuseppe Barone -fresco di nomina a preside della stessa facoltà dell'autore- che discuteranno con il prof. Poidomani i punti salienti delle ricerche effettuate (quattro anni di appunti, presa visione ed approfondimenti storiografici) ed il contesto storico dell'Italia post unitaria nel quale l'opera si va a collocare. Moderatore sarà Antonio Sichera, mentre è sicura la presenza del sindaco di Modica, Antonello Buscema, ed altre personalità del mondo della cultura.

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Riscossione tributiper i commercialistiora basterà un click (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

accordo serit-ordine Riscossione tributi per i commercialisti ora basterà un click p.a.) «Le nuove forme di accertamento con adesione – Profili sostanziali, procedimentali e processuali» è stato il titolo di un incontro di studi che si è tenuto sabato a Palazzo Impellizzeri e al quale ha partecipato anche Augusto Fantozzi (nella foto). Il docente dell'Università La Sapienza di Roma, infatti, tra un impegno con il Cda dell'Enel e il commissariamento Alitalia, ha fatto tappa a Siracusa, ospite del consorzio universitario Archimede che, con l'Università degli Studi di Catania e l'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Siracusa ha organizzato il convegno nel quadro del master di II livello in diritto tributario. Durante l'incontro, nel quale sono intervenuti numerosi, qualificati relatori, si è dato spazio a quello che in gergo tecnico si chiama «accertamento con adesione» o concordato.

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Turismo, esperti al lavoro per un progetto integrato (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

camera di commercio Turismo, esperti al lavoro per un progetto integrato Il progetto per rilanciare il turismo e le potenzialità di Catania e provincia sarà pronto a breve, e a caricarsene gli oneri sarà la camera di Commercio di Catania. L'obiettivo è valorizzare al massimo le risorse locali seguendo un percorso predefinito e condiviso da istituzioni e privati, in maniera tale da «evitare le idee dell'ultimo minuto, le approssimazioni e soprattutto le azioni mal coordinate tra di loro e con le reali esigenze – spiega il presidente della Camera di Commercio Pietro Agen-. A progetto ultimato, grazie all'impegno dell'Università e di un team di ricercatori, avremo in mano una mappa delle offerte in termini di commercio, industria, artigianato, agricoltura e turismo. La presenteremo ai comuni ed alla Provincia. A quel punto strumenti importanti come ad esempio il Por, non potranno servire a finanziare piccole e isolate iniziative, ma per attuare un vero e proprio piano veramente funzionale al rilancio». Il progetto di ricerca dal titolo “Progettazione e sviluppo di un sistema di offerta integrata (Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura, Turismo) del territorio della provincia di Catania è curato dal Dipartimento Impresa Culture e Società dell'Università degli Studi di Catania (di cui è direttore la professoressa Franca Migliore) ed è affidato alla responsabilità scientifica di Rosario Faraci, docente ordinario di Economia e gestione delle imprese nell'Ateneo catanese e da alcuni anni "visiting professor" di Strategia all'University of Florida, negli Stati Uniti. L'obiettivo del progetto è appunto la proposta di un sistema di offerta integrata che riesca a mettere in rete i settori portanti dell'economia catanese, partendo da un attento studio delle vocazioni e dei profili di competitività del territorio. All'analisi del grado di competitività della provincia di Catania, il docente Faraci e il gruppo di ricercatori e docenti del Dipartimento dedica costante attenzione da tempo, anche con una collaborazione scientifica e supervisione del report presentato ogni anno in occasione della Giornata dell'Economia, a cura della Camera di Commercio. «Spesso i servizi presenti nel nostro territorio sono comunicati e commercializzati singolarmente e in modo slegato dal sistema a cui appartengono -conclude Agen -. Se si lavora guardando all'integrazione si rafforzeranno le imprese esistenti, si favorirà la nascita di nuove imprese, se ne attrarranno di nuove. Iniziamo con una collaborazione con il mondo accademico e si proseguirà con le altre istituzioni per arrivare a risultati concreti. E di questo che Catania e la sua provincia hanno bisogno».

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Chimica, un Tavolo regionale contro la crisi (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 23-06-2009)

Argomenti: Cultura

Chimica, un Tavolo regionale contro la crisi (23/6/2009 17:36) | (Sesto Potere) - Bologna - 23 giugno 2009 - Un tavolo regionale per la chimica, sostegno agli accordi di programma, investimenti in ricerca e innovazione. E’ l’impegno assunto dalla Regione per fronteggiare la crisi del settore chimico, un pezzo importante del sistema produttivo emiliano-romagnolo che ha i suoi punti di forza nei petrolchimici di Ferrara e di Ravenna (20.000 i lavoratori occupati) e importanti ricadute nelle imprese utilizzatrici, dal tessile all’auto, dal biomedicale alle costruzioni. In vista dello sciopero nazionale proclamato per domani (con presìdi alla Presidenza del Consiglio e nelle sedi dei grandi gruppi), i sindacati di categoria (Filcem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem-Uil) hanno incontrato in Regione il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Bertelli e l’assessore alle Attività produttive Duccio Campagnoli. Lo sciopero nazionale – hanno detto - è l’occasione per rimettere al centro della politica nazionale il confronto sulle politiche industriali e, da parte della Regione, è stata confermata l’attenzione a un settore strategico per il Paese e, soprattutto, per un’area industriale ampia come quella padana. I rappresentati della Regione, nel condividere le proposte e le finalità al centro dell’iniziativa dei tre sindacati e nel sostenerne con convinzione le sollecitazioni verso il Governo, hanno condiviso tre iniziative. La prima è la costituzione del Tavolo regionale per la chimica; la seconda è il rilancio degli Accordi di Programma già sottoscritti (da Governo, Regione, Enti locali, imprese e sindacati) in particolare sugli elementi di supporto allo sviluppo: bonifiche, controllo emissioni dalle aree industriali, riconversione dei cicli compatibili con ambiente e territori, fornitura e costi energetici; la terza è l’impegno a lavorare affinché, nell’ambito dei piani per l’innovazione e la ricerca, il sistema regionale sia dotato di risorse ed indirizzi tali da collegare i centri di ricerca pubblici (CNR, Università, Enti pubblici) con il sistema produttivo della regione (imprese e lavoro). Infine, organizzazioni sindacali di categoria e Regione si sono impegnati anche a lavorare per creare un coordinamento insieme alle altre Regioni con siti chimici, a partire da Veneto e Lombardia.

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L'impero degli ittiti in un pezzo d'argilla (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

ARCHEOLOGIA L'impero degli ittiti in un pezzo d'argilla MASSIMO CORSINI Un pezzo di argilla di 15 centimetri per 7, su cui il tempo non ha cancellato i caratteri cuneiformi in una lingua di cui pochi conoscono i segreti: l'ittita. Finalmente la terra ha ceduto agli archeologi la prova che rivela l'estensione del regno degli ittiti nel XIII secolo a.C. Il sito di Tell Afis ha dato alla luce una tavoletta che conferma l'ipotesi che il controllo diretto della corona arrivasse fino in Siria, sulla collina di Afis, a 50 km da Aleppo, dove lavora la missione di Stefania Mazzoni e Serena Maria Cecchini, docenti di Archeologia e Storia dell'Arte del Vicino Oriente delle Università di Firenze e Bologna. «Lo si sospettava, ma - spiega Fabrizio Venturi, il ricercatore che si occupa dell'area in cui la tavoletta è stata trovata - è, quando il dato archeologico, si sovrappone a quello filologico che si ha la condizione perfetta per sancire il dato storico». I re ittiti di cui si parla nella tavoletta sono i protagonisti di una delle battaglie più celebri, quella di Kadesh, tra Hattusili III e Ramses II. Lo scontro, che non ebbe vincitori né vinti, portò tuttavia nel 1259 il faraone egiziano e Hattusili III, nel frattempo divenuto re, a stipulare un trattato che sancì la convivenza tra le due potenze. Anche se il verso è andato perduto, la parte conservata del documento contiene due messaggi. Il primo: «La regina si è ammalata, ed ella sta qui presso di me: per questo io ho indugiato. Ma in tre giorni, dal momento da cui ti ho inviato questa lettera, dormirò nella città di Izziya». Spiega Alfonso Archi, il filologo già noto per la traduzione degli archivi di Ebla: «Il nome di questa città, da situarsi in Cilicia, si trova menzionato in un altro documento nel quale una regina, trovandosi a Izziya, fa un voto al mare. Questa regina non poteva essere che Puduhepa, la moglie di Hattusili III, l'unica consorte di un re ittita ad aver avuto un importante ruolo politico e a godere di una tale autonomia». Il secondo messaggio, invece, inviato da un certo Tipu a Piriyada, informa che «qui, presso il governatore della provincia di frontiera, tutto va bene». «I governatori - sottolinea il traduttore - dovevano presidiare i confini dello Stato ittita». E conclude: «Questa corrispondenza è preziosa, perché ci informa sull'ampiezza del dominio ittita in Siria durante il XIII secolo a. C. che, ora sappiamo, si doveva estendere fino almeno alla regione di Tell Afis». Solo più a Sud e a Ovest si trovavano gli Stati legati alla corona da un rapporto di vassallaggio. E' un'analisi condivisa da Venturi: «Erano già venuti alla luce manufatti di origine ittita, come un'ascia cerimoniale, ma la tavoletta conferma la relazione con l'impero anatolico. Finora i rapporti politici tra i re ittiti e le province siriane erano conosciuti solo grazie alla documentazione da Ugarit, sulla costa, e da Emar sull'Eufrate».

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CARLO FERRI INSTITUT DE CIENCES DE L'ESPAI (CSIC-IEEC) - BARCELLONA Trovare ET. Il... (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cervelli

CARLO FERRI INSTITUT DE CIENCES DE L'ESPAI (CSIC-IEEC) - BARCELLONA Trovare ET. Il momento si avvicina. Ci pensano gli astrobiologi, gli studiosi della disciplina che, secondo la definizione elaborata dalla Nasa, è «dèdita allo studio dell'origine, dell'evoluzione, della distribuzione e del futuro della vita nell'Universo. L'appuntamento è per il prossimo settembre a Barcellona. Qui è in programma un meeting di «cervelloni», intitolato «Pathways towards habitable planets» (strade verso pianeti abitabili), il cui obiettivo - spiega Ignasi Ribas del Csic (l'equivalente del Cnr in Italia) - «è quello di riunire le sinergie di una comunità sempre più in espansione per definire una serie di nuove missioni spaziali, che siano dedicate allo studio delle atmosfere dei pianeti extrasolari di tipo terrestre e, quindi, in grado di albergare la vita. Una condizione essenziale - aggiunge - è che abbiano acqua liquida sulla superficie». In effetti, dopo averne scoperti più di 350 dal '95 a oggi, l'attenzione si sta spostando dalla rilevazione di nuovi esopianeti alla descrizione degli habitat, un compito che i telescopi spaziali in orbita - «Corot» e «Kepler» - non sono in grado di assolvere. Le strategie devono perciò essere riviste: è il punto su cui gli esperti sono d'accordo e tra questi spicca Giovanna Tinetti, uno dei più famosi «cervelli in fuga» dal Bel Paese. Dopo aver ottenuto un dottorato in Fisica Teorica all'Università di Torino e aver collezionato numerosi riconoscimenti, la più brillante fisica italiana (come stabilisce un premio del 1999) è approdata allo University College di Londra. Giovanna Tinetti, come si osserva un esopianeta? Alzando un cannocchiale al cielo come fece Galileo 4 secoli fa oppure stando davanti a un computer? «Dipende da che cosa si vuole studiare. Un telescopio di 25-30 cm può essere sufficiente per rilevare il transito di un esopianeta che eclissa temporaneamente la luce della stella madre. Ma se si vuole studiare l'atmosfera del pianeta e capirne la composizione, è obbligatorio utilizzare telescopi più grandi o compiere le osservazioni dallo spazio. In quest'ultimo caso, senza muoversi dal proprio studio, si aspettano i dati sul computer. Per i grandi osservatori terrestri, invece, è necessario raggiungere l'installazione e fare le osservazioni necessarie, anche se oggi gli strumenti vengono sempre più automatizzati». L'anno scorso lei ha pubblicato sulla rivista «Nature» un lavoro che ha fatto scalpore: la scoperta del primo esopianeta con presenza di vapore acqueo nell'atmosfera. Che cosa ha significato questo studio? «Trovare una molecola mai rilevata prima su un esopianeta ha rappresentato un passo importante per la scienza. Inoltre, sebbene le condizioni estreme siano lontane dal poter ospitare esseri viventi sulla sua superficie, la presenza di vapore acqueo è quanto di più vicino alla vita terrestre sia stato mai trovato finora. Infine, il metodo utilizzato per la rilevazione ha riscosso grande successo nella comunità internazionale, aprendo una nuova strada per la ricerca di altri esopianeti». Il «gemello» della Terra, comunque, non è ancora stato individuato. La sua esistenza implicherebbe necessariamente la presenza di acqua liquida? Insomma, quanto è unico il pianeta Terra? «Non condivido l'equazione secondo cui trovare una Terra gemella è uguale a trovare il Sacro Graal né tanto meno che questo voglia dire assicurarsi il Nobel. Credo che non sia tanto importante sapere se siamo unici quanto capire se il Sistema Solare è unico: significa capire la statistica dei sistemi planetari simili al nostro nell'intera Via Lattea con l'obiettivo di vedere in prospettiva la nostra situazione rispetto agli altri». E' in grado di pronosticare la scoperta di acqua liquida al di là della Terra? Crede che verrà scoperta prima nel Sistema Solare o su un pianeta extrasolare? «Difficile dirlo: la prova certa del ritrovamento su un esopianeta potrebbe venire solo dalla riflessione della radiazione ottica su una superficie acquosa estesa, per esempio un oceano. Tuttavia la tecnologia non ci permette di essere così precisi e non ci riusciremo prima del 2020-2030. Credo, quindi, che le sonde che esplorano pianeti e lune del Sistema Solare saranno le prime a toccare "con mano" l'acqua liquida, sempre supponendo che questa sia presente nel nostro sistema». E poi che cosa succederà? «Sarà un dato molto interessante, ma non sarà certo l'ultimo passo. Di recente, grazie allo studio delle atmosfere planetarie, è stata scoperta una quantità esorbitante di nuovi oggetti stellari, inimmaginabili prima d'ora. L'acqua liquida, quindi, più che un punto di arrivo sarebbe un nuovo inizio per cercare nuovi mondi e altre meraviglie del cosmo».

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First ladies, disertate il G8: il premier è sessista (sezione: Cultura)

( da "Trentino" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

L'APPELLO First ladies, disertate il G8: il premier è sessista ROMA. Le parlamentari del Pd Rita Ghedini, Albertina Soliani, Sandra Zampa e Donata Lenzi hanno reso noto la loro adesione all'appello lanciato da Chiara Volpato (Università di Milano-Bicocca), Angelica Mucchi Faina (Università di Perugia), Anne Maass (Università di Padova) e Marcella Ravenna (Università di Ferrara) e da altre duecento tra docenti universitarie e donne del mondo della cultura, affinchè le first ladies disertino il G8 «in segno di protesta per il modo in cui Silvio Berlusconi tratta le donne, sulla scena pubblica come su quella privata». L'appello, al quale aveva già aderito la senatrice Vittoria Franco, responsabile pari opportunità del Pd, è stato ripreso da numerosi giornali stranieri, da El Mundo al Telegraph. «L'indignazione di queste docenti universitarie per i comportamenti e i toni del presidente del Consiglio nei confronti delle donne è anche la nostra. A parte le vicende personali, che comunque ormai hanno assunto il profilo di questioni di etica pubblica, ciò che si contesta al premier - sottolineano le parlamentari del Pd - sono le sue pratiche di selezione e reclutamento del personale politico, che offendono profondamente la dignità delle donne». «La diserzione da parte delle first ladies del G8 che si svolgerà in Italia - concludono le parlamentari - sarebbe un segnale importante di solidarietà nei confronti delle donne del nostro Paese».

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per rimediare al flop delle ztl il comune chiama l'università (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina V - Palermo Incarico al direttore del Dipartimento di Ingegneria dei Trasporti per il piano traffico Per rimediare al flop delle Ztl il Comune chiama l´Università La mancanza del Put aveva mandato in fumo 5,4 milioni e bloccato il contratto con Td Group Ventimila euro al docente universitario Salvatore Amoroso - «solo un rimborso spese» precisano dal Comune - per dare un´accelerazione alla redazione del Piano urbano del traffico. La cui assenza, esattamente un anno fa, ha convito i giudici del Tar a cancellare le Ztl a pagamento, in vigore da appena due settimane. Un flop, che oltre a far perdere la poltrona all´allora assessore al Traffico Lorenzo Ceraulo, ai cittadini è costato 5,4 milioni di euro se si sommano le spese per i rimborsi, 4 milioni 894 mila euro, e tutti i soldi sborsati per avviare il piano traffico poi annullato, dai 19.500 euro pagati a Td Group per la campagna pubblicitaria a 50 mila euro per l´acquisto dei tagliandi da 100 euro per ciascuno dei 500 bus Amat. Ieri mattina il sindaco Diego Cammarata e il rettore Roberto Lagalla hanno illustrato la convenzione tra amministrazione e Università per arrivare in tempi brevi alla definizione del Put. Salvatore Amoroso, ordinario di Teoria e tecnica della circolazione alla facoltà di Ingegneria e direttore del Dipartimento di Ingegneria dei trasporti dell´Ateneo aiuterà i tecnici comunali a mettere insieme in un piano integrato, dal controllo della rete semaforica alla sosta, i dati già raccolti: dai rilievi di flussi di traffico effettuati attraverso le telecamere all´analisi del parco veicolare circolante. «L´obiettivo è di portare il Put in Consiglio comunale per il voto entro dicembre», dice l´assessore all´Ambiente Nico Ferrante che ieri era presente a Villa Niscemi insieme con il collega al Traffico Mario Tinervia e il vice sindaco Mario Milone. Ma per Amoroso il lavoro da fare è ancora lungo: «Per la fine dell´anno potremo aver concluso uno stralcio del piano, quello che più interessa l´amministrazione e che riguarda le Ztl». Sulla testa del Comune pende infatti il contratto da 16 milioni di euro in cinque anni firmato dall´amministrazione con la Td Group. «Il mio obiettivo - ha detto Cammarata - è quello di ripartire con le Zone a traffico limitato. I rapporti con la società di Pisa li curano l´ufficio legale e la direzione generale». Un Put, a dire il vero, era già stato adottato dalla giunta. Era il 1997, sindaco era allora Leoluca Orlando, assessore all´Ambiente Alberto Mangano. Ma è rimasto a giacere all´ordine del giorno in Consiglio comunale senza mai essere approvato. Cammarata ha illustrato anche la convenzione fra Comune ed Arpa per il passaggio delle nove centraline di rilevamento dell´inquinamento atmosferico dall´Amia all´Agenzia per l´ambiente. I costi, per il Comune, rimarranno gli stessi: circa 170 mila euro all´anno per la manutenzione ordinaria e altre spese fisse. Più quello del personale che verrà semplicemente distaccato. «La novità però - precisa Ferrante - è che sarà un ente terzo a valutare i dati sullo smog e non una società comunale». Il direttore di Arpa, Sergio Marino, annuncia che in futuro le centraline saranno diminuite: «Nove sono troppe e vorremmo portarle a quattro - dice - d´ora in poi collaboreremo con il Comune anche mettendo a disposizione per i rilevamenti le nostre centraline mobili». sa.s.

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col nuovo laboratorio wireless il polo compie un passo nel futuro (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

Inaugurato alla presenza di rappresentanti degli enti locali e dell'Università Col nuovo laboratorio Wireless il Polo compie un passo nel futuro NAVACCHIO. Con l'inaugurazione del Wireless Innovation Lab il Polo Tecnologico compie un passo nel futuro. In questo laboratorio, gestito dal consorzio Cubit cui partecipano anche l'università di Pisa e aziende del territorio, saranno sperimentati dispositivi e infrastrutture per le reti di comunicazione mobile senza fili di nuova generazione. Anche per questo, l'intera area del Polo è stata dotata di una rete Wimax end-to-end picocellulare, che permetterà alle aziende interessate e a agli studenti di testare nuovi prodotti in uno scenario tecnologico di quarta generazione perfettamente operativo. Questo tipo di rete, denominata Mobile Wimax Campus, è tra le prime in Europa ad essere stata realizzata. A sottolineare l'importanza del traguardo raggiunto, al taglio del nastro di ieri mattina hanno partecipato l'assessore regionale alle attività produttive Ambrogio Brenna, il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, il sindaco di Cascina Moreno Franceschini, e il preside della facoltà di ingegneria di Pisa Pierangelo Terreni. Enti che hanno sostenuto il progetto, in modo particolare la Regione lo ha finanziato per un milione e mezzo. Per il consorzio Cubit (Consortium Ubiquitous Technologies) hanno presentato l'iniziativa il presidente Giuliano Manara, docente di Campi elettromagnetici a Pisa, e l'amministratore Marco Magnarosa. «Obiettivo di Cubit - ha spiegato Manara - è promuovere un nuovo modello di condivisione dei saperi tra università e imprese operanti nel settore delle telecomunicazioni mobili». «Cubit - ha così argomentato il presidente - vuol far incontrare la domanda di innovazione e le tempistiche richieste dal mercato, con la volontà universitaria di trasferire le proprie competenze scientifiche, contribuendo in questo modo allo sviluppo innovativo delle imprese attraverso un network integrato all'interno del Polo di Navacchio». Il presidente della struttura di Navacchio, Alessandro Giari, ha quindi ricordato come l'esperienza di Cubit sia da esempio, quale concreto incontro tra università e aziende, finalizzato da un lato alla formazione e dall'altro allo sviluppo di nuovi prodotti. «In questo caso il Polo ha fatto da collante - ha detto Giari - e il fatto che nel consorzio siano coinvolte anche aziende esterne al Polo dimostra che la via intrapresa è quella giusta. Oggi si è capito che per fare innovazione bisogna creare un sistema sinergico tra amministrazioni pubbliche, università e aziende, e il consorzio Cubit rappresenta la migliore risposta a questa esigenza». «Il dato più rilevante - ha così concluso il professor Manara - è che in Cubit si sperimentano non servizi ma prodotti nuovi, in un laboratorio dove ai giovani vengono messi a disposizione gli strumenti più innovativi per dare sfogo alla loro creatività». Guido Bini

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università, la rivoluzione delle sedi - michela bompani (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina VIII - Genova Università, la rivoluzione delle sedi Tutto il piano di Deferrari: addio a Balbi 6, trasloco all´ex Saiwa e all´Albergo dei poveri Il progetto edilizio solleva dubbi sugli Erzelli: notizie incerte, costi imprevedibili MICHELA BOMPANI Le segreterie degli studenti dal 2012 apriranno nel grandioso palazzo Belimbau, affacciato su piazza dell´Annunziata, con un risparmio per l´Università di 400.000 euro annui d´affitto per l´attuale sede in via Bensa. Una delle storiche sedi di Lettere, Balbi 6, verrà dismessa: dipartimenti e aule si trasferiranno nel complesso oggi occupato da Lingue, tra piazza Santa Sabina e il polo didattico di via delle Fontane. Accadrà nel 2015, quando la facoltà di Lingue traslocherà all´Albergo dei Poveri, ultima ad entrare dopo Scienze Politiche (2012) e Giurisprudenza (2015). E all´Albergo dei Poveri nascerà, proprio dopo il 2015, il nuovo Centro linguistico d´Ateneo, dove, da tutte le facoltà, gli studenti potranno accedere a corsi ed esami in lingua. La sede di Ingegneria alla Fiera del Mare (dopo quarant´anni) verrà dismessa, risparmiando 400.000 euro all´anno d´affitto, e il biennio si trasferirà dal 2011 nel quartier generale centrale di valletta Puggia, per cui è previsto un importante intervento edilizio per 700.000 euro. In attesa, dopo il 2015, della partenza per gli Erzelli, che però comincia a suscitare ufficialmente diverse perplessità. Così almeno si legge nel complessivo e onnicomprensivo piano edilizio dell´ateneo genovese. La commissione edilizia dell´Università, presieduta da Francesco Tomasinelli, ha lavorato otto mesi per redigere un piano dettagliato dello stato esistente e delle strategie future di gestione del patrimonio immobiliare dell´ateneo. Il rettore Giacomo Deferrari lo ha presentato al senato accademico e al consiglio d´amministrazione nella seduta congiunta del 15-16 giugno: senatori e consiglieri lo stanno studiando, lo voteranno nella prossima seduta congiunta, il 13 e 14 luglio. Repubblica ne anticipa il contenuto. Si tratta di precise indicazioni che ridisegnano il profilo della presenza dell´Università in città, razionalizzando i molti spazi inutilizzati o congestionati, suggerendo trasferimenti, dismissioni, investimenti. Per completare il recupero dell´Albergo dei Poveri, la commissione ha calcolato che l´Università dovrà trovare 100 milioni di euro nei prossimi dieci anni, anche se Deferrari ha già convocato tutte le istituzioni (Comune, Provincia, Regione) a luglio per affrontare insieme l´impresa. La situazione economica dell´Ateneo circa il patrimonio va risolta con urgenza, indicano i commissari: ogni anno l´Università sborsa due milioni e settecentomila euro in affitti, contro l´incasso di "soli" 210.000 euro dalle locazioni attive. Il piano edilizio è prima di tutto operativo: organizza dal 2009 al 2012 un risparmio annuo di quasi due milioni di euro, per la gestione degli immobili, anche se elenca una lunga serie di interventi (anche adeguamenti antincendio e per la sicurezza trascurati da tempo) per 33 milioni di euro. Nascerà un nuovo polo didattico nel 2012 nell´ex edificio Saiwa di corso Gastaldi: con Medicina, Farmacia e Scienze. Lavori per tre anni, costo dell´operazione circa 15 milioni di euro. Nella sede dell´ex Magistero, in corso Montegrappa, nel 2012 si trasferiranno Csita (il cuore informatico e telematico dell´Università) e l´ufficio tecnico, che libererà altri locali in affitto: si risparmieranno 175.000 euro all´anno d´affitto e l´operazione costerà 5 milioni di euro. Una parte di Lingue entrerà nel 2010 ai Magazzini dell´Abbondanza, in via del Molo, finora inutilizzati: in attesa del trasferimento all´Albergo dei Poveri, e per risparmiare l´affitto di spazi al convitto Colombo, si trasferiranno aule della facoltà (costo dell´operazione 80.000 euro, risparmio 70.000 euro annui d´affitto). Non nascondono perplessità sull´operazione Erzelli, i membri della commissione edilizia e spiegano che gli elementi per prevedere l´esito dell´operazione scarseggiano. E quelli che ci sono non segnano sereno. Dagli arredi alle apparecchiature al trasloco, l´operazione, indicano, costerà «decine di milioni di euro», non si possono prevedere i costi di funzionamento, gestione e manutenzione, né vi è alcuna garanzia sui collegamenti per portare studenti e docenti sulla collina.

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dal super master alla nuova laurea - costantino malatto (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XIII - Genova Dal super Master alla nuova laurea Nella nostra facoltà di Ingegneria nasce un corso di prestigio con i finanziamenti dell´Unione europea COSTANTINO MALATTO VENGONO DA TUTTO IL MONDO - i primi arrivano da Usa, Indonesia, Libano, India, Croazia, Cina - a Genova per studiare i robot. Si chiude venerdì a Villa Cambiaso di Albaro, prestigiosa sede della facoltà di Ingegneria, il primo anno del "Master europeo in robotica avanzata" (Emaro), unica laurea in Robotica supportata dall´Unione europea. Un successo tanto grande che dal prossimo anno il Master sarà aperto anche agli studenti europei (italiani compresi), mentre l´anno inaugurale era stato riservato agli extra europei. Ma c´è di più. Dal prossimo anno sarà istituita presso l´Università di Genova una laurea di secondo livello in "Robotics Engineering", questa aperta a tutti gli studenti, che affiancherà il Master europeo: avrà gli stessi docenti - italiani e stranieri - e gli stessi esami, si svolgerà in lingua inglese. «Quella del Master europeo - commenta Renato Zaccaria, coordinatore genovese dell´iniziativa - è la classica ciliegina sulla torta per un settore, la robotica appunto, nella quale Genova ha già una situazione di assoluta eccellenza non solo in Italia, ma a livello europeo». Una eccellenza testimoniata anche dalla partecipazione a questo Master, arrivata grazie a una gara europea che la facoltà di Ingegneria ha vinto insieme all´école Centrale de Nantes (Wisama Khalil ha in coordinamento centrale del Master) e alla Warsaw University of Technology (coordinatrice Teresa Zielinska). La laurea di secondo livello in Robotica Avanzata è sostenuta da un programma di finanziamenti europei, chiamato "Erasmus Mundus" che supporta con cospicue borse di studio - per il primo anno l´importo era di 21.000 euro all´anno - la mobilità verso l´Europa di studenti eccellenti da tutto il mondo. E visti i criteri duri di selezione - si calcola che solo il 10% migliore degli studenti aventi diritto possa accedere al Master - la frequenza della laurea biennale è da considerare un obiettivo di assoluto prestigio e interesse nel mondo scientifico. Tanto che con il Master collaborano tre partner asiatici - Keio University (Giappone), Shanghai Jiao Tong University (Cina) e Asian Institute of Technology (Thailandia) - , con l´intervento di propri docenti in trasferta in Europa e con l´offerta agli studenti del Master di tesi e stage nelle loro sedi. «Per la nostra facoltà - spiega la preside di Ingegneria, Paola Girdinio - si tratta di un fatto di grande prestigio, che testimonia la nostra posizione ai vertici nel mondo universitario italiano ed europeo». Gli studenti, come detto, superano una severa selezione - quest´anno sulla base di circa 400 candidature è stata ammessa una trentina di studenti. Gli ammessi seguono il primo anno in una delle tre sedi europee e il secondo in un´altra a loro scelta. Conclusi i due anni gli studenti che terminano con successo il percorso ricevono una doppia laurea di secondo livello, una per ognuno dei due paesi nei quali hanno frequentato il Master.

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i ninja, i samurai e i gesti sacri della mano (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

DUE GIORNI DI SEMINARIO I ninja, i samurai e i gesti sacri della mano CAPEZZANO. Sabato e domenica il Tengu Dojo di Viareggio, organizza un seminario di Katana e Kuji Inn, i Mudra Buddisti (gesti sacri della mano). Docente il maestro Maurizio Colonna, esponente italiano della Jinenkan, federazione giapponese di Ninjutsu e Bujutsu. Il programma di Katana consiste nei fondamentali di Jinen Ryu, adatto a chi voglia avvicinarsi per la prima volta a questa esperienza, come a chi voglia affinare il suo stile. Il Kuji Inn, (Nove Sigilli), è un insieme di posizioni delle dita della mano capaci di creare concentrazione, forza interiore e armonia con l'universo. Sviluppa sensitività e aumenta le percezioni sottili. Entrambe le discipline furono usate da Samurai e Ninja, istruiti dagli Yamabushi, Monaci delle montagne. Il seminario si svolgerà alla Nuova Selvaiana, via Dietromonte, Capezzano Pianore. E' utile un vestiario comodo, meglio se un kimono da arti marziali e uno shinai (spada da Kendo) o un bokken (katana di legno da addestramento); se non si possiedono avvisare un giorno prima. Orari. Sabato 10,30-12,30 e 14,30-18,30. Domenica 9,30-12,30 e 14,30-18,30. Info: ninpotengudojo@gmail.com, Maurizio 340 2486922.

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first ladies, disertate il g8: il premier è sessista (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

L'APPELLO First ladies, disertate il G8: il premier è sessista ROMA. Le parlamentari del Pd Rita Ghedini, Albertina Soliani, Sandra Zampa e Donata Lenzi hanno reso noto la loro adesione all'appello lanciato da Chiara Volpato (Università di Milano-Bicocca), Angelica Mucchi Faina (Università di Perugia), Anne Maass (Università di Padova) e Marcella Ravenna (Università di Ferrara) e da altre duecento tra docenti universitarie e donne del mondo della cultura, affinchè le first ladies disertino il G8 «in segno di protesta per il modo in cui Silvio Berlusconi tratta le donne, sulla scena pubblica come su quella privata». L'appello, al quale aveva già aderito la senatrice Vittoria Franco, responsabile pari opportunità del Pd, è stato ripreso da numerosi giornali stranieri, da El Mundo al Telegraph. «L'indignazione di queste docenti universitarie per i comportamenti e i toni del presidente del Consiglio nei confronti delle donne è anche la nostra. A parte le vicende personali, che comunque ormai hanno assunto il profilo di questioni di etica pubblica, ciò che si contesta al premier - sottolineano le parlamentari del Pd - sono le sue pratiche di selezione e reclutamento del personale politico, che offendono profondamente la dignità delle donne». «La diserzione da parte delle first ladies del G8 che si svolgerà in Italia - concludono le parlamentari - sarebbe un segnale importante di solidarietà nei confronti delle donne del nostro Paese».

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dritto&rovescio quei professori che insegnano gratis tra vanità e ricatto - aurelio magistà (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 40 - Cronaca dritto&rovescio Quei professori che insegnano gratis tra vanità e ricatto AURELIO MAGISTà Ci scrive Ilaria Agostini da Firenze: «sono docente a contratto da anni, ricercatrice precaria, dal 30 giugno sarò "licenziata" come molte altre migliaia di assegnisti di ricerca in Italia e, dal prossimo anno accademico, poiché la facoltà propone solo contratti a docenza a titolo gratuito (!), sono licenziata doppiamente». Nelle pagine sull´università uscite sabato abbiamo parlato del problema del rinnovamento del corpo docente. Adesso la lettera di Ilaria Agostini offre lo spunto per affrontare la questione dei professori a contratto. Un altro esempio di come l´università trasforma opportunità e possibili punti di forza in soluzioni tampone e, di fatto, storture. è stato il ministro Berlinguer a istituire i professori a contratto. Perchè? Lo spiega l´articolo 1 del decreto n. 242 del 21 maggio 1998: «Per sopperire a particolari e motivate esigenze didattiche, le università e gli istituti di istruzione universitaria statali, secondo le norme dei rispettivi ordinamenti e nei limiti degli appositi stanziamenti di bilancio, possono stipulare con studiosi od esperti di comprovata qualificazione professionale e scientifica, non dipendenti di università e anche di cittadinanza straniera, contratti di diritto privato per l´insegnamento nei corsi di diploma universitario, di laurea e di specializzazione ovvero per lo svolgimento di attività didattiche integrative». I professori a contratto avrebbero dovuto essere essenzialmente professionisti ed esperti che portavano una speciale esperienza e competenza nell´università, magari rafforzando il debole ponte che il mondo accademico ha con il mondo del lavoro. Com´è noto, la docenza a contratto si è trasformata in un espediente per garantire insegnanti a basso costo, un contentino per tenere buoni giovani ricercatori e assegnisti e sfruttarli al massimo. Intanto, dicono i dati, i professori a contratto sono aumentati anno dopo anno e attualmente sono oltre 53mila, circa il 47 per cento di tutto il corpo docente. Perfidia finale: il giro di vite a fondi e finanziamenti ha indotto - costretto? - molti presidi a proporre la docenza gratuita. Il professionista affermato potrebbe accettarla per vanità. Il precario rischia di accettarla per ricatto: non può permettersi di girare le spalle alla sua facoltà e così perdere tutti gli anni investiti aspettando che il precariato diventasse un lavoro. Resta una considerazione: se tu non sei disposto a riconoscere un valore a una cosa, vuol dire che per te quella cosa non vale nulla. Paradossalmente, per l´università italiana l´insegnamento vale zero?

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psicologia 1. bologna 2. milano 2 bicocca 3. padova (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 40 - Cronaca PSICOLOGIA 1. BOLOGNA 2. MILANO 2 BICOCCA 3. PADOVA I docenti giovani fanno la differenza L´università di Padova e l´Alma Mater Studiorum di Bologna da anni si contendono il primato all´interno della classifica Censis relativa all´area delle scienze statistiche. Quest´anno ad avere la meglio è stata la facoltà emiliana. «I motivi sono diversi: un corpo docente giovane, la campagna di diffusione della conoscenza statistica, l´internazionalizzazione e la possibilità di essere seguiti lungo tutto l´iter di studi». Così la preside della facoltà di Scienze statistiche di Bologna, Angela Montanari, spiega le ragioni dell´eccellenza raggiunta e della costanza con cui la facoltà si attesta da anni ai vertici della classifica. (maria elisabetta filod´oro)

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Allievi in fuga, degrado e liti tra docenti Ispezione choc all'Accademia di belle arti (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 24/06/2009 - pag: 31 Il caso Il rapporto bloccato al ministero conferma la linea del presidente Romiti: riscrivere le regole della governance Allievi in fuga, degrado e liti tra docenti Ispezione choc all'Accademia di belle arti Troppi professori (uno ogni dieci studenti) e spesso insegnano materie astruse ROMA Il grande pittore manierista Federico Zuccari, che nel 1593 fondò la prestigiosa Accademia di San Luca, antico germe della moderna Accademia di belle arti di Roma, non avrebbe mai pensato che quattro secoli più tardi si sarebbe arrivati a questo punto: professori che litigano, iscritti che diminuiscono a vista d'occhio, attività didattica nel marasma. E neppure avrebbe potuto immaginare in quale modo incredibile la sua eredità, un tempo fiore all'occhiello dell'istruzione artistica italiana, sarebbe precipitata in un caos tale da rendere ormai inevitabile la resa dei conti. Nonostante le scontate resistenze burocratiche. Due anni fa (ministro dell'Università era Fabio Mussi) viene nominato alla presidenza dell'Accademia di belle arti di Roma Cesare Romiti. Ma appena entra nello stabile ottocentesco del Ferro di cavallo a via di Ripetta, dove ha sede l'Accademia, l'ex amministratore delegato della Fiat (oggi presidente d'onore di Rcs Mediagroup) si mette le mani nei capelli. L'edificio è malandato. Gli impianti sono in uno stato pietoso. I problemi, tuttavia, non riguardano soltanto le strutture fisiche. Gli studenti, infatti, continuano a diminuire, a dispetto di un numero di professori non irrilevante. Dieci anni fa gli iscritti erano oltre 1.700: oggi sono 500 di meno. Il calo sfiora il 30%. In compenso, i docenti sono 117. Ovvero, uno ogni dieci studenti. L'elenco degli insegnamenti colpisce per la stravaganza di alcuni titoli. Come «Teoria della percezione e psicologia della forma». Oppure «Elementi di morfologia e dinamica della forma». O ancora «Fondamenti di informatica delle arti visive e plastiche ». Per non parlare dei contrasti, incessanti, fra i professori. Ce ne sarebbe abbastanza per rivoltare l'Accademia come un calzino. E magari affrontare una volta per tutte, con una riforma decente, il problema che è alla base di situazioni simili. Perché da dieci anni gli enti (un'ottantina) come le accademie e i conservatori musicali fanno capo a un settore del ministero dell'Istruzione che si chiama Alta formazione artistica e musicale, in gergo Afam, e sono sottoposti a un meccanismo gestionale insensato. Sono cioè in mano a due strutture parallele e di fatto totalmente indipendenti l'una dall'altra. C'è un consiglio di amministrazione, con relativo presidente. C'è poi un direttore didattico, eletto dai docenti con il consiglio accademico, che ha in mano la macchina dell'insegnamento e sul quale il consiglio di amministrazione non ha alcun potere. Uno strabismo folle, conseguenza di una legge approvata durante gli ultimi mesi del governo di Massimo D'Alema, alla fine del 1999: la quale, per giunta non è mai stata regolamentata fino in fondo con ripercussioni assurde non soltanto sulla gestione pratica degli enti. Quella legge, per esempio, ha equiparato le accademie e i conservatori alle università, ma siccome non ci sono i regolamenti sulle corrispondenze dei titoli accademici, chi esce da quegli istituti non può fare concorsi pubblici. A marzo di quest'anno Gaia Benzi, una studentessa romana, ha consegnato questa amara diagnosi alla rivista Micromega: «È così che, da ormai dieci anni, le Accademie riformate sopravvivono immerse in un desolante deserto normativo, vittime e a volte complici della più totale anarchia legislativa. Leggi inesistenti, fondi miseri, ambiguità nella gestione. Cos'altro manca? L'arte è inutile, inefficiente, qualche volta pericolosa: meglio abolirla». Ma i tempi di reazione del ministero presidiato da oltre un anno da Mariastella Gelmini alle sollecitazioni che arrivano dai vertici dell'Accademia non sono fulminei, e i mesi passano inutilmente. La proposta, avanzata da Romiti, di mettere la faccenda nelle mani di una commissione di esperti per riscrivere le regole della governance, finisce su un binario morto. E identico esito ha l'idea del commissariamento. Nel frattempo la situazione si fa sempre più complicata, come dimostra la circostanza che l'ultimo anno accademico sia iniziato di fatto addirittura nello scorso mese di marzo, con un ritardo senza precedenti. Finché qualche mese fa si presenta a piazza del Ferro di cavallo un ispettore del ministero che si mette a spulciare tutte le carte dell'Accademia. Le sue conclusioni sarebbero le stesse alle quali era arrivato il presidente: la governance dell'istituto non può funzionare e va radicalmente modificata. Nel rapporto, tuttora top secret, non si risparmierebbero poi le critiche alla direzione didattica. Ragion per cui l'ispettore avrebbe richiesto il commissariamento immediato della stessa direzione, ora affidata a Gerardo Lo Russo, e del consiglio accademico. Sottolineando l'esistenza di inefficienze e profondi contrasti nel corpo docente in un momento particolarmente delicato, proprio quando le strutture della scuola dovrebbero essere tutte coralmente impegnate nella preparazione di una Mostra storica dell'attività degli ultimi cinquant'anni, a cui viene attribuita una certa importanza. Non mancherebbe neppure qualche riferimento indiretto a episodi che avrebbero contribuito ad accentuare quei contrasti. Come la tormentata vicenda della nomina, poi della sostituzione, e quindi della successiva rinomina, della vice direttrice che affianca Lo Russo: Claudia Alliata di Villafranca, docente della stessa Accademia e incidentalmente consorte del magistrato del Tar Carlo Modica de Mohac, capo di gabinetto del ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla. Ma neanche il risultato di questa indagine pare aver smosso finora le acque stagnanti del ministero dell'Istruzione. Il rapporto del-- l'ispettore giace da due mesi sulla scrivania del direttore dell'Afam, Giorgio Bruno Civiello, oltre che su quelle del potente capo del dipartimento del dicastero, Antonello Masia, e del ministro Gelmini. In attesa chissà di quali altri sviluppi. Forse un miracolo. \\ La studentessa Le Accademie riformate sopravvivono immerse in un desolante deserto normativo: leggi inesistenti e fondi miseri Sergio Rizzo

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Amici, ora rifondiamo lo Strega (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Terza Pagina data: 24/06/2009 - pag: 45 Il caso La proposta di alcuni giurati alla vigilia della finale. Davico Bonino: fuori i funzionari editoriali Amici, ora rifondiamo lo Strega La Capria: tornare alle origini. Debenedetti: tutto da rifare di CRISTINA TAGLIETTI «I l premio Strega? Può essere che quest'anno ci si dimentichi di assegnarlo». Ironizza Raffaele La Capria, vincitore del prestigioso riconoscimento nel 1961 con Ferito a morte e membro della giuria da decenni. Un'ironia che echeggia quello che Antonio Debenedetti, anch'egli tra i membri di più lunga data degli Amici della domenica, da mesi auspicava con assoluta serietà: «Meglio saltare un turno. Meglio sospenderlo per un anno e riorganizzarlo completamente. Tutto per il bene del premio stesso». Sì, perché la finale che vede in lizza Scarpa, Lugli, Vighy, Scurati e Vitali, potrà anche registrare qualche (piccola) sorpresa, ma la marcia di avvicinamento, pur tra ritiri, autocandidature, polemiche e proteste, è andata secondo il solito copione. E al Ninfeo di Villa Giulia, giovedì 2 luglio, si arriverà come al solito dopo aver tessuto una fitta rete di telefonate, pressioni, richieste di voto, conti della serva. Così Mario Fortunato, che per primo sul suo blog aveva dato fuoco alle polveri sperando in una palingenesi, ora, nella stessa sede, preso atto di aver perso la piccola battaglia, annuncia l'astensione dal voto pur ritenendo interessanti almeno due dei libri in gara. E Gaetano Cappelli sul blog di Satisfiction pubblica un articolo (ripreso ieri dal «Riformista») in cui paragona la sua partecipazione di 15 anni fa a quella di quest'anno: allora era uscito da casa Bellonci, dove si vota la cinquina, con i 9 «voti sicuri» con cui era entrato, due settimane fa gli è toccata la stessa sorte con la differenza che i «voti sicuri» erano 15. Né allora né oggi il pacchetto di preferenze è servito per accedere alle fasi finali. I cambiamenti introdotti dal presidente Tullio De Mauro, insigne linguista che raccoglie l'indiscussa stima di tutti, non sono bastati a dissipare il malcontento e la richiesta di riforme radicali arriva proprio dalla vecchia guardia. Come Antonio Debenedetti, appunto, figlio di due soci fondatori del premio, cooptato giovanissimo tra gli Amici della domenica dalla stessa Maria Bellonci, che ricorda lo spirito «laico e coraggioso degli esordi. Uno Strega che premiava Moravia nell'anno in cui veniva messo all'indice, che metteva insieme i grandi docenti dell'Università di Roma con poeti come Ungaretti e Cardarelli, che reclutava i giovani Citati e Arbasino. Allora c'era una giuria ristretta per entrare nella quale bisognava aver fatto qualcosa. Negli anni si è allargata fino ai 400 che, però, non rappresentano più la società letteraria. Per questo io dicevo: fermiamolo un anno e rimettiamo le cose in ordine. È un patrimonio di Roma e della cultura italiana, che va salvato, ma per non distruggerlo bisogna rifondarlo». Sulla possibilità di cambiare realmente l'andazzo delle cose è più scettico Raffaele La Capria che il premio l'ha vinto nel '61, con Ferito a morte, un romanzo che ruppe con i canoni letterari allora in voga: «Su di me lo Strega ebbe l'effetto opposto a quello che ha avuto per molti altri. Per vent'anni non scrissi più una riga. Avevo dimostrato troppo piacere di vincerlo con soltanto un voto di differenza. Dovevo vincerlo con il capo coperto di cenere». La Capria si abbandona a un certo fatalismo: «Non c'è più la società letteraria di un tempo, quella di oggi è molto meno coesa, ha minore dedizione e minore passione. Il mercato e la classifica si sono sostituiti ai valori letterari. Lo Strega riesce a far vendere: per questo raccoglie gli appetiti degli editori. Si potrebbero fare molte cose per cambiarlo, ma quando mai si è riusciti a cambiare l'andazzo di una società, lo spirito dei tempi? Si vivacchia, quello solo si può fare, anche se i libri in gara quest'anno non sono di cattiva qualità. Possono essere ancora considerati letteratura». Il problema, sostiene Giovanni Russo, memoria storica del riconoscimento, è che «ormai l'industria editoriale ha prevalso su quello che era un tempo: un gruppo di amici che si incontravano in casa Bellonci, ma anche nei caffè, nelle redazioni dei giornali, per discutere di libri. Da quei confronti usciva il vincitore. Adesso è tutto cambiato, anche se quest'anno sembra si siano un po' incrinate le cordate editoriali. Non credo però che la sospensione possa fare bene a un premio che vive di continuità. Non so esattamente come si potrebbe rinnovarlo, forse aumentando i voti collettivi, coinvolgendo di più gli studenti delle scuole e delle università, ma certo da una consultazione con i vecchi soci potrebbero uscire idee utili per rimodernare la giuria». Per Guido Davico Bonino, tra gli Amici della domenica da questi trent'anni, la prima operazione che andrebbe fatta è «l'eliminazione di tutte quelle persone che hanno un'attinenza pratica con le case editrici e cioè redattori, editor, direttori editoriali, presidenti, ammini-- stratori delegati. Poi bisognerebbe togliere qualche pia signora che non ha nulla a che fare con la letteratura, qualche regista e qualche stilista. E rinforzare la componente dei critici letterari, dei docenti universitari di italianistica, insomma di coloro che hanno gli strumenti per giudicare i libri, che sappiano fare un confronto tra i romanzi. Non credo che per fare questo sia necessario sospendere il premio per un anno. È una cosa che De Mauro potrebbe fare in un weekend».

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(sezione: Cultura)

( da "Tempo, Il" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

stampa «Umberto I ostaggio della massoneria» SenatoMontaguti: «Vanno cacciati 300 medici La stanza degli orrori? Chiedete all'Università» Ubaldo Montaguti non ci sta e passa al contrattacco, tirando in ballo la massoneria e attribuendo pesanti responsabilità all'Università e al suo rettore Luigi Frati. Incalzato in commissione d'indagine sul Servizio sanitario nazionale a Palazzo Madama, il dg dell'Umberto I ribatte alle domande del presidente Ignazio Marino e degli altri senatori. E a margine dell'audizione si sfoga. «Stanno indagando su di me da quando sono arrivato. La cosa non mi scandalizza, vedremo di cosa si tratta. All'interno del Policlinico la massoneria è presente ed è forte. Tra i mille medici dell'ospedale ce ne sono trecento che dal mio punto di vista non dovrebbero stare neppure al nosocomio di Rocca Priora, perché non fanno ricerca, didattica e assistenza», accusa il dg. Un'audizione a tutto tondo nel corso della quale Montaguti viene chiamato a chiarire i lati oscuri del più grande nosocomio d'Europa, dal problema sicurezza al caso dei feti ritrovati nei sotterranei dell'ospedale. «C'è l'intenzione evidente di risolvere i problemi a prescindere dalla questione dei feti che avrà un suo corso, perché qualcuno sta indagando, ma il caso dimostra che non c'è stata nessuna trascuratezza verso il problema - assicura il dg - Sulla questione della stanza dei feti non ci sono sviluppi, ho mandato una memoria precisa: quelli non erano rifiuti, non c'era obbligo di smaltimento. Era materiale didattico, dal mio punto di vista, come ribadiscono anche i docenti, e aveva ancora un valore per gli studenti, quindi era sotto la giurisdizione dell'università. Ho avuto la visita dei Nas qualche giorno fa, ho dato tutti gli elementi in mio possesso. Se il problema dei feti - sottolinea Montaguti - fosse indicatore di un cattivo comportamento dell'azienda verso lo smaltimento dei rifiuti, allora avremmo problemi anche da altre parti. Sono assolutamente tranquillo, la magistratura farà il suo corso». Poi Montaguti torna sull'ipotesi-commissariamento: «Per me non è questione di lana caprina, ho da sempre una lettera di dimissioni pronta, se Frati vuole me ne vado. Bisogna decidere se il Policlinico deve cambiare oppure no. Abbiamo lavorato bene per questo mi secco quando i miei collaboratori vengono attaccati dalla magistratura». Gli atti dell'audizione di Montaguti sono stati secretati, come richiesto in apertura dai senatori Domenico Gramazio e Laura Bianconi affinché quanto reso dal dg non sia da intralcio all'attività della magistratura. Al dg è stato chiesto di chiarire il ruolo della dottoressa Celin e di Maurizio Pucci - attuale responsabile della Protezione Civile del Lazio e incaricato dalla Regione di seguire le opere della prima fase - nella commissione aggiudicatrice dell'appalto per i lavori nei tunnel. I senatori Gramazio (Pdl) e Cosentino (Pd) intendono istituire un tavolo per decidere il futuro dell'Umberto I, coinvolgendo i parlamentari di Roma e del Lazio, il sindaco Alemanno e il governatore Marrazzo. «Come Pdl - aggiunge Gramazio - chiederemo il commissariamento del Policlinico Umberto I. In audizione abbiamo posto il quesito sulla stanza degli orrori. Abbiamo parlato della sicurezza dei tunnel, dei lavori, della possibilità o meno che la magistratura abbia inviato delle comunicazioni nei riguardi di alcuni, tenteremo di capire chi sono le persone interessate, probabilmente anche lui, e vorrei anche sapere se c'è la dottoressa Celine che è la moglie non separata e che ha fatto parte della commissione aggiudicatrice della gara d'appalto». «È chiaro che la questione verrà gestita nell'ambito del clima di collaborazione che c'è tra governo e commissario alla sanità della Regione Lazio. Il fatto che abbiamo chiesto delle informazioni è un atto dovuto dato che il Lazio è una regione commissariata», chiosa il viceministro della Sanità Ferruccio Fazio. Stamattina alle 8.30 a Palazzo Madama verrà ascoltato Luigi Frati, attuale rettore dell'università La Sapienza e già preside della Facolta di Medicina I.

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(sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Lettere data: 24/06/2009 - pag: 9 L'intervento «La Città dei mestieri è nata per orientare chi cerca lavoro» Nel ringraziarVi per l'attenzione prestata alla nascita della Città dei Mestieri e delle Professioni di Roma Tuscolana, presentata con un articolo a firma Lilli Garrone nelle pagine della cronaca di Roma del 3 giugno, mi corre, tuttavia, l'obbligo di effettuare qualche piccola precisazione. Lo spazio in questione è aperto a tutte e tutti e si colloca all'interno del progetto internazionale 'Cités des Métiers' che non prevede alcuna scuola, tantomeno indirizzata ai manager over 50 che hanno perso l'impiego. La struttura è, invece, un centro di eccellenza che offre servizi gratuiti a chiunque ne abbia bisogno per l'orientamento professionale e formativo e l'accompagnamento alla ricerca del lavoro, alla costruzione di percorsi formativi e alla creazione di un'impresa. I suoi punti di forza sono costituiti dal network telematico Reseau Cités del Métiers, che collega le venti Città dei Mestieri esistenti nel mondo condividendone le esperienze, i metodi e le opportunità, ed il modello di partenariato pubblico privato per la condivisione e l'integrazione in rete di competenze, risorse e consulenze. In questo modo la Città dei Mestieri non si sostituisce alle istituzioni nei loro ambiti di competenza, ma riduce la frammentazione, la dispersione e la sovrapposizione nell'offerta dei servizi, facendo sistema e integrandosi con essi. All'interno della struttura è possibile accedere sia al servizio dell'autoconsultazione di materiali cartacei e multimediali sia a quello del 'consiglio', che consiste in un colloquio condotto con dei 'consiglieri', ossia del personale esperto proveniente dai diversi partners. Inoltre la Città dei Mestieri è uno spazio multipubblico, cioè aperto a tutti, qualsiasi sia l'età, lo status, l'appartenenza socio-professionale o l'origine geografica. Siamo in presenza, quindi, di un centro di servizi decisamente innovativo in ambito regionale e coerente con l'impostazione da sempre perseguita dall'assessorato regionale al Lavoro, e condivisa con gli altri partners istituzionali del progetto, di un governo pubblico del mercato del lavoro, che passa anche attraverso un piano di rinnovamento e riorganizzazione dei servizi di orientamento ed inserimento lavorativo dei Centri per l'Impiego e dei Centri di Orientamento al Lavoro (COL). Per finire questa best practice si coniuga, come è stato correttamente evidenziato nell'articolo, con iniziative di antimafia sociale, in quanto la struttura è stata realizzata su un bene confiscato alla Banda della Magliana e restituito ai cittadini ed alla vita culturale e attiva della Capitale. Un altro valido motivo per accogliere con favore la nascita della Città dei Mestieri. Alessandra Tibaldi assessore al Lavoro, Pari opportunità e Politiche giovanili della Regione Lazio Pagina a cura di Ester Palma

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Recapito posta, una (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

Dossier sul precariato. Presentata l'indagine curata dalla Cgil e dal Nidil Recapito posta, una «filiera in nero» Graziella Pulvirenti L'Africa può riservare molte sorprese se è vista con gli occhi di chi ha scelto di viverla e conoscerla per promuovere e difendere il diritto alla salute. L'Africa diventa, allora, una rassegna di volti conosciuti, di persone a cui si è dato qualcosa di importante per la loro vita e dalle quali si è ricevuta riconoscenza, una sequenza di azioni che sono servite a migliorare le condizioni di bambini appena nati e delle mamme affette dal virus dell'Aids. Tutto questo si può trovare in «Immagini da un progetto in Zimbabwe», la mostra fotografica che verrà inaugurata oggi alle 17.30 nel Cortile Platamone, iniziativa promossa dalla Lila (Lega italiana per la lotta contro l'Aids) e dal Rotaract di Catania. Nell'esposizione saranno proposte oltre quaranta foto scattate a Mutoko, in Zimbabwe, nell'ospedale "Luisa Guidotti" (medico ucciso durante la rivoluzione del 1982), di cui è direttore sanitario la dott.ssa Maria Elena Pesaresi. Le foto, di cui sono autori medici e volontari della Lila, ritraggono persone e momenti di vita africana, e si possono acquistare con un'offerta libera che sarà destinata a realizzare i progetti dell'associazione. Questi gli autori degli scatti: il prof. Luciano Nigro (docente di Malattie infettive dell'Università di Catania e presidente della Lila di Catania), Tiziana Lazzaro, il dott. Arturo Montineri, il dott. Filippo Fatuzzo (direttore dell'Unità Malattie infettive del Ferrarotto), la dott.ssa Eleonora Caltabiano, Claudio Floresta, Anna Leo, Milena Pizzo e i medici della scuola di specializzazione: Emiliana Sanfilippo, Valentina Brisolese e Gemma Fuduli. Le fotografie, esposte al cortile Platamone da oggi a venerdì 26 (visite dalle 17 alle 20), sono la testimonianza della riuscita di un progetto che la Lila sta portando avanti in Zimbabwe da cinque anni, il "Progetto Susy Costanzo – Adotta la terapia di una donna africana" (in ricordo dell'attrice e regista prematuramente scomparsa alcuni anni fa), un programma per la terapia antiretrovirale per le donne africane in gravidanza, affinché la malattia dell'Aids non venga trasmessa al bambino nel momento del parto. «In quattro anni abbiamo sottoposto a trattamento - spiega il prof. Nigro - circa 20 donne al mese, riducendo drasticamente il rischio di contagio al nascituro (dal 40 al 5 per cento) e abbiamo dato la possibilità alle mamme di avere accesso, dopo il parto, al programma di prevenzione e cura dell'Aids. Finora i risultati sono stati molto soddisfacenti, negli ultimi due anni la copertura delle donne partorienti è stata del cento per cento. Alcuni giorni prima del parto si trasferiscono in un alloggio, nei pressi dell'ospedale, per sottoporsi al trattamento. È un programma molto impegnativo a cui contribuisce anche l'associazione onlus "Roberto Bazzoni” di Milano». La scuola di specializzazione dell'Università di Catania (diretta dal prof. Bruno Cacopardo) ha attivato, inoltre, una convenzione con l'ospedale gestito dai missionari in Zimbabwe, e lì si sono recati per qualche periodo anche alcuni medici della scuola di specializzazione in malattie infettive. «Questo progetto - aggiunge il prof. Nigro - e la convenzione con l'Università provano che è quanto mai importante aiutare gli extracomunitari nei loro paesi di origine, ma non sempre questo è possibile, malattie, guerre, dittature rendono questi paesi africani molto instabili. Il rischio di perdere tutto quello che finora si è costruito è molto concreto».

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Studenti universitari in visitaVillarosa. (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

Studenti universitari in visitaVillarosa. Il «tour» ha riguardato il Centro polifunzionale e la diga Ferrara Villarosa. Un laboratorio ambientale attrezzato per analisi di routine nel campo della ricerca e monitoraggio ambientale, pianificazione e gestione del territorio, dell'inquinamento atmosferico e ambientale, conservazione della natura e del Clearing-House Mechanism. E' il Centro polifunzionale per lo sviluppo sostenibile di Villarosa, comune dell'Ennese, oggetto dell'attività formativa degli studenti di Scienze ambientali della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell'Università di Catania. Una struttura realizzata dal Cutgana dell'Università di Catania nell'ambito del progetto "Archimede". Alla presenza del sindaco di Villarosa, Gabriele Zaffora, gli studenti - guidati dai docenti Concetto Amore (presidente del corso di laurea in Scienze ambientali), Angelo Messina e Elena Amore (Cutgana) - hanno visitato la struttura che permette di realizzare analisi di carattere chimico, fisico, geologico e biologico, di promuovere e realizzare iniziative di recupero, valorizzazione, gestione e crescita sostenibile del territorio della provincia di Enna, integrandone gli aspetti ambientali, naturalistici, economici e sociali tramite raccolta dati riguardanti i parametri territoriali, naturalistici e socio-economici della realtà provinciale. Gli studenti hanno poi visitato la diga Ferrara sul fiume Morello, realizzata tra il 1969 e il 1973 e gestita dal Consorzio di bonifica 6 di Enna, diretto da Antonio Risita (presenti anche gli ingegneri Vruna e Callerame). La diga, che presenta un bacino idrografico sotteso di 102 chilometri quadrati e le cui acque sono utilizzate per l'irrigazione, è entrata in funzione nel gennaio del 1980 e presenta uno sbarramento realizzato in materiali sciolti con struttura di tenuta ad andamento planimetrico rettilineo. Il nucleo centrale della diga è costituito da materiale limoso-sabbioso, il rinfianco di monte da materiale ghiaioso-sabbioso di origine alluvionale e proveniente dall'alveo del Torrente Morello. Il filtro nucleo-valle è stato realizzato in due strati di 80 centimetri, di cui il primo con sabbia vagliata, il secondo con ghiaia vagliata.

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Visita al laboratorio di Villarosa e alla diga Morello (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

Scienze ambientali Visita al laboratorio di Villarosa e alla diga Morello Un laboratorio ambientale attrezzato per analisi di routine nel campo della ricerca e monitoraggio ambientale, pianificazione e gestione del territorio, dell'inquinamento atmosferico e ambientale, conservazione della natura e del Clearing-House Mechanism. E' il Centro Polifunzionale per lo sviluppo sostenibile di Villarosa, comune dell'Ennese, oggetto dell'attività formativa degli studenti di Scienze ambientali della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell'Università di Catania. Una struttura realizzata dal Cutgana dell'Università di Catania nell'ambito del progetto «Archimede». Alla presenza del sindaco di Villarosa, Gabriele Zaffora, gli studenti - guidati dai docenti Concetto Amore (presidente del corso di laurea in Scienze ambientali), Angelo Messina e Elena Amore (Cutgana) - hanno visitato la struttura che permette di realizzare analisi di carattere chimico, fisico, geologico e biologico, di promuovere e realizzare iniziative di recupero, valorizzazione, gestione e crescita sostenibile del territorio della provincia di Enna, integrandone gli aspetti ambientali, naturalistici, economici e sociali tramite raccolta dati riguardanti i parametri territoriali, naturalistici e socio-economici della realtà provinciale. Gli studenti hanno poi visitato la diga Ferrara sul fiume Morello realizzata tra il 1969 e il 1973 e gestita dal Consorzio di bonifica 6 di Enna diretto da Antonio Risita (presenti anche gli ingegneri Vruna e Callerame). La diga, che presenta un bacino idrografico sotteso di 102 chilometri quadrati e le cui acque sono utilizzate per l'irrigazione, è entrata in funzione nel gennaio del 1980 e presenta uno sbarramento realizzato in materiali sciolti con struttura di tenuta ad andamento planimetrico rettilineo.

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, un progetto internazionale sullo sviluppo dell'hi-tech a Catania (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cultura

ECONOMIA «Frida», un progetto internazionale sullo sviluppo dell'hi-tech a Catania Avviare un confronto proficuo e stabile tra mondo dell'Università, della ricerca applicata ed imprese sui temi più delicati dello sviluppo dell'hi-tech nell'area catanese. E' stato questo uno degli obiettivi dell'«One-day Inaugural Dissemination Workshop» del progetto internazionale «Frida», tenutosi nell'aula magna della facoltà di Economia. Nel corso dell'incontro, aperto dall'intervento del preside Carmelo Buttà, sono stati presentati i primi risultati di un corposo lavoro di ricerca che, per il gruppo dei ricercatori catanesi, le cui analisi sono dedicate al ruolo guida delle cosiddette «organizzazioni-àncora» nello sviluppo di un network e di un territorio, è coordinato dal prof. Giambattista Dagnino. Nella seconda parte del workshop si è svolta, inoltre, una interessante tavola rotonda alla quale hanno partecipato i docenti universitari Salvatore Baglio (Università Catania) e Vincenzo Provenzano (Università Palermo) e i manager Filippo D'Arpa (Ibm Italia) e Manuela La Rosa (StM). Sono intervenuti, fra gli altri, il delegato al Liason Office dell'Università Catania prof.ssa Margherita Poselli, il segretario generale della Camera di Commercio di Catania dott. Alfio Pagliaro, il presidente dell'Ordine dei commercialisti dott. Salvatore Garozzo.

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Aspettando un fisco più umano Da alcuni giorni i giornali si occupano di studi di set... (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

Aspettando un fisco più umano Da alcuni giorni i giornali si occupano di studi di settore riguardanti i lavoratori autonomi. Ho letto un'espressione assai romantica: fisco più umano! Come appartenente alla categoria dei pensionati che le tasse le hanno sempre pagate, ho sorriso amaro. Con noi il fisco è stato sempre inflessibile! Inoltre ho sempre considerato gli studi di settore inutili e controproducenti. Nati per fare pagare un po' di tasse anche agli autonomi (categorie nelle quali si registra un alto tasso di evasione), nei fatti sono diventati un aiuto ad evaderle. Basta infatti non scendere sotto le tabelle elaborate da questi studi, per avere la quasi certezza di non subire controlli fiscali. Il contribuente onesto non dovrebbe temere i controlli fiscali neppure in momenti di crisi come questo. Sarebbe più corretto abolire simili studi e semplificare la legislazione sulla attuale tenuta dei conti in modo di renderli più facili e dare la possibilità di controlli fiscali più sicuri e più frequenti. LUIGI NALE, MODENA Famiglia Cristiana al soldo del Pd Che Famiglia Cristiana rappresenti da anni «l'armata culturale» del progressismo cattolico italiano era risaputo, ma che con la direzione di Sciortino si sia trasformata in milizia politica al soldo del Pd, va al di là di ogni immaginazione. Il direttore del settimanale ha asserito che «il limite della decenza è stato superato dal comportamento indifendibile di Berlusconi e che "qualcuno" dovrebbe trarne le debite conclusioni». Il portavoce delle truppe cattoprogressiste ha ammonito che «chi esercita il potere anche con un ampio consenso, non può pensare di barattare la morale con promesse di legge favorevoli alla Chiesa». Don Sciortino non solo nega la legittimità del voto di milioni di italiani che hanno scelto Berlusconi per guidare l'Italia, ma fomenta l'attacco politico antigovernativo prima che i fatti siano accertati. Contrariamente ai dettami della Chiesa, ha condannato il peccatore ed ha salvato il peccato. GIANNI TOFFALI, VERONA Come Jack Lemmon nessuno è perfetto Chi non ricorda la scena finale del film A qualcuno piace caldo in cui Jack Lemmon travestito da donna è incalzato dall'ignaro miliardario follemente innamorato di lei (lui) e determinato a sposarla? Alla fine, Lemmon se ne esce con la famosa frase: «Osgood! Sono un uomo!» e lui, senza battere ciglio, sentenzia: «Beh, nessuno è perfetto». Trovo in questo spiazzante finale, capolavoro di genialità cinematografica, sorprendenti analogie con recenti vicende di cronaca coinvolgenti il Premier e i suoi stoici difensori, spesso personaggi miracolati da un berlusconismo che sanno irripetibile. GIORGIO GAI Quanti dubbi sul libro di Lilin Seguo da alcuni mesi il dibattito relativo al volume di Nicolai Lilin, Educazione siberiana. Come moltissimi altri lettori sono rimasto positivamente impressionato dalle prime pagine della storia e coinvolto dall'andamento della narrazione e dall'originalità del soggetto. Mi occupo di letteratura e cultura russa e sovietica da alcuni decenni. Già ipotizzavo un inserimento dell'opera in un programma di studio o in un corso per studenti. Procedendo con la lettura il mio atteggiamento ha però subito diverse mutazioni: da una stupita curiosità rispetto a realtà della cultura del paese a me totalmente sconosciute (il culto della madonna siberiana, i rapporti rituali con le armi) sono passato a una progressiva diffidenza nei confronti di dati storici, etnografici, antropologici citati dall'autore. In successivi scambi di idee con amici e colleghi russisti ho verificato che non ero il solo a nutrire dubbi sulla verosimiglianza dei fatti narrati da Lilin, a dispetto del generale entusiasmo che cresceva intorno al suo lavoro. E' per questo che ho apprezzato la dimensione critica, la documentazione scientifica e, soprattutto, la sobrietà dell'approccio nell'articolo di Anna Zafesova pubblicato martedì. Qualità rare e quanto mai preziose, in particolare vista la delicatezza dei temi trattati (mafia, delinquenza, violenza, etica) e il troppo facile fervore da cui le posizioni di Lilin inducono a farsi trasportare. GIAN PIERO PIRETTO, DOCENTE DI CULTURA RUSSA UNIVERSITÀ STATALE DI MILANO Il degrado delle ferrovie Non so se esista un altro Paese in Europa dove i treni sono così logori, sgangherati, sporchi come da noi. Si sono spese enormi somme per l'Alta Velocità ma il sistema ferroviario «storico» è peggiorato dimostrando il suo cronico degrado. Come si può chiamare tutto questo? Sfascio oppure disastro del trasporto su rotaia. E nessuno si preoccupa. MARINO BERTOLINO

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"Telefonini muti e tante strade da risistemare" (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

"Telefonini muti e tante strade da risistemare" [FIRMA]MARINA RISSONE TONENGO Cesare Emanuel, 57 anni, laureato in architettura con un curriculum di tutto rispetto alla sua prima esperienza politica come amministratore locale. Docente universitario di geografia economica alla facoltà di Giurisprudenza di Novara e prorettore dell'università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro di Vercelli, sposato, con una figlia. Per hobby fa il vino e coltiva l'orto durante il fine settimana a Tonengo. Quali saranno le prime cose che pensa di portare a termine? «Il paese è completamente dissestato dalle frane dello scorso inverno. Una situazione che comporta notevoli disagi quotidiani agli abitanti, senza dimenticare gli automobilisti di passaggio che hanno problemi ad attraversare il concentrico e a raggiungere le frazioni». Tonengo è un paese dai capelli bianchi... «I tre quarti degli abitanti hanno oltre 70 anni. Il paese ha 204 residenti d'inverno, nel fine settimana e nel periodo estivo sono circa 300 le persone che risiedono. Quello dello spopolamento è forse il problema prioritario. Servono risorse, ma nonostante una buona amministrazione precedente, le casse comunali non dispongono di molti fondi. Ma qualcosa possiamo cercare di fare». Ad esempio? «Tonengo si trova in una posizione piuttosto isolata rispetto a Torino e ad Asti. Importante sarà quindi sollecitare il potenziamento dei mezzi pubblici di trasporto e la linea ferroviaria Chivasso-Asti, vista la nostra vicinanza con la stazione di Lauriano». Altri problemi? «Sempre legato alle comunicazioni, c'è la scarsa copertura della telefonia mobile. Arrivando a Tonengo nessun operatore telefonico è in grado di garantire le chiamate. Anche il collegamento a internet è pressochè inesistente. Mi sto già attivando: ho interpellato le autorità locali e la Regione». Come vede Tonengo fra 5 anni? «Con un incremento della popolazione, più attività economiche e con una maggiore collaborazione e dialogo fra i paesi limitrofi».

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In Trentino sono sempre di più le famiglie povere (sezione: Cultura)

( da "Trentino" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

di Marzia Bortolameotti In Trentino sono sempre di più le famiglie povere Uno studio rivela un aumento nel 2008 pari allo 0,2 per cento TRENTO. Crescono, seppur di poco, in Trentino le famiglie che sono sotto la soglia di povertà: circa tredicimila. Secondo i dati del 2008 la percentuale era del 7,7% del totale, in aumento dello 0,2% rispetto all'anno precedente. Un dato ampiamente inferiore rispetto alla media nazionale (11,3%) ma ben più alto della media delle regioni del Nord (5,2%). Ma gli esperti tranquillizzano: «In realtà la situazione trentina è addirittura meglio dei paesi scandinavi». è quanto emerge dalla seconda indagine sulle condizioni di vita delle famiglie trentine effettuata dall'Osservatorio permanente per l'Economia, il lavoro e la valutazione della domanda sociale (Opes) in collaborazione con il servizio Statistica della Provincia. Il rapporto è stato curato dalla dottoressa Giovanna Fambri e dal docente presso l'Università di Trento, Antonio Schizzerotto che fa una fotografia dei lavoratori trentini: «Il peso delle origini sociali non è così determinate in Trentino rispetto al resto d'Italia - spiega - nella nostra provincia c'è più meritocrazia». In Trentino sembra invece soffrire l'occupazione femminile. Gli uomini in attività sono il 77,6% contro il 59,3% delle donne che hanno trovato lavoro. Dati più bassi rispetto al Nord-Est, dove il 61% delle donne è in attività e di gran lunga più bassi rispetto agli altri paesi dell'Unione Europea (65,7%). Il rapporto mette anche in evidenza come sia scarsa la produttività media del lavoro in Trentino e come sia ancora troppo contenuta la remunerazione del lavoro giovanile. «La bassa produttività è dovuta alla smisurata presenza di micro imprese sul territorio, dove ci sono meno tecnologie avanzate» commenta Schizzerotto. Venendo all'analisi delle famiglie e ai consumi si può notare che la spesa media mensile è in continua caduta. In media nel 2007 era di 2.573 euro al mese, un valore inferiore a quello di 24 anni fa. Le famiglie trentine hanno tagliato soprattutto sulla cultura, anche se è aumentato il reddito pro capite.

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Educare il corpo e la mente con l'aikido (sezione: Cultura)

( da "Trentino" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

Educare il corpo e la mente con l'aikido Il libro di Travaglino, docente di Pedagogia, edito dalla Erickson di Anna Maria Eccli E' libreria «Educare con l'aikido. Una disciplina per sviluppare l'intelligenza corporea»», testo particolarissimo, teso a stabilire un possibile nesso tra l'attualità pedagogica e i contenuti teorici dell'aikido, disciplina che già di per sé si connota come "riuscita modernizzazione" delle antiche arti marziali giapponesi. Edito da Erickson, casa editrice che ancora una volta si segnala per l'originalità degli approcci a campi d'indagine nuovi, porta una firma di sicuro rigore, quella di Roberto Travaglino, docente di Pedagogia sperimentale nelle Università di Urbino e Bolzano, nonché responsabile del «dojo Aikido Keiko» di Bologna. «I valori educativi dell'aikido - dice Travaglino - prospettati dal suo fondatore Morihei Ueshiba, diventano per l'insegnante occidentale un ottimo strumento integrativo alle attuali pratiche didattiche, dalle notevoli risorse pedagogiche». A fronte delle numerose pubblicazioni presenti sul mercato, dedicate alla storia e alla tecnica di questa disciplina, il libro di Travaglino si connota così come inedito contributo per inquadrare la pratica dell'aikido nell'ottica universale della formazione delle nuove generazioni. Un lavoro che, non a caso, parte da una considerazione dello stesso Ueshiba: «Lo scopo dell'educazione è di aprire il vostro spirito. L'educazione moderna ha dimenticato questo obiettivo». Travaglino, conscio con Piaget che «più lo scolaro è giovane e più l'insegnamento è difficile e denso di conseguenze per l'avvenire» avverte che un'adeguata formazione pedagogica nel maestro di aikido è d'obbligo. Cosa realmente intenda, poi, per "intelligenza corporea" lo dice chiaramente, schierandosi di fatto contro le alienazioni dell'attualità: «L'uomo moderno - scrive - benché reso "potente" dalle nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche ed esaltato da esagitazioni mitizzanti della tecnica, appare di fatto sempre più fragile, solo e spaventato dinanzi all'inarrestabile processo di globalizzazione dell'informazione, che deborda dai suoi naturali canali comunicativi per invadere ogni spazio pubblico e privato e rendere il cittadino globale vittima del suo stesso potere. Immerso in un cyberspazio in espansione, il navigatore solitario diviene l'inerme spettatore di un irrefrenabile processo di virtualizzazione, di cui molti ricercatori preoccupati denunciano le possibili conseguenze patogene con facili ripercussioni sull'intera società e sul futuro stesso del pianeta. Questo processo autodistruttivo è spesso inteso come la naturale evoluzione di una secolare spinta idealistica del pensiero occidentale, secondo cui anima e corpo, spirito e materia sono realtà non integrabili perché incompatibili e antitetiche». Rivendicando diritti alle «ragioni del corpo», Travaglino getta così un solido ponte tra pratiche orientali e pedagogie occidentali. E aprire le menti rendendo duttili i corpi diventa la suprema resistenza al disagio sociale allargato di oggi. Nelle tesi di Travaglino, tese a cogliere il sottile lavorìo sotteso alla formazione della coscienza dell'io, riecheggiano così gli antichi principi del budo praticato dai samurai accanto alle illuminanti intuizioni di uomini fondamentali per il pensiero occidentale (da Morin a Gardner, Rogers, Vygotskij, Bruner, Visalberghi...) e agli studi più recenti nel campo delle scienze neurologiche e della psicologia.

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un aperitivo al sant'anna discutendo di tiziano terzani (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 6 - Pisa Un aperitivo al Sant'Anna discutendo di Tiziano Terzani Un aperitivo nella biblioteca della Scuola Sant'Anna, discutendo della figura e dell'opera di un ex allievo illustre, Tiziano Terzani, insieme a un ricco parterre di relatori, tra cui l'assessore regionale toscano alla cooperazione, Massimo Toschi, è questa la nuova proposta del "comitato pari opportunità" della Scuola Sant'Anna per oggi a partire dalle 17 presso una location d'eccezione, com'è appunto la biblioteca del Sant'Anna. In questo secondo incontro degli "Aperitivi in biblioteca", il pretesto per parlare ancora della figura, sempre attuale, di Tiziano Terzani arriverà dal volume di Gloria Germani intitolato "Tiziano Terzani: la rivoluzione dentro di noi". Insieme all'autrice, ne discuteranno Rocco Altieri (docente di Teoria e prassi della nonviolenza all'Università di Pisa), Barbara Henry (docente di filosofia politica al Sant'Anna) e Massimo Toschi. L'incontro sarà coordinato da Anna Loretoni, docente di filosofia politica al Sant'Anna, nonché presidente del "comitato pari opportunità". Per l'interesse che richiama la figura di Tiziano Terzani, l'incontro è aperto a tutti, come tutti gli altri inseriti nel ciclo di "Aperitivi in Biblioteca".

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cori universitari insieme in concerto (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 7 - Pisa Cori universitari insieme in concerto Quello di Pisa ospita quello di Praga a San Francesco PISA. Per la decima edizione del concerto annuale del coro dell'Università di Pisa (nella foto), in occasione del Giugno pisano, è stata invitata la prestigiosa Orchestra dell'Università Karlova di Praga, che eseguirà con il Coro la Sinfonia n. 9 op. 125 di Ludwig van Beethoven. L'orchestra, formata da studenti e docenti per un totale di 53 elementi e diretta dal maestro Haig Utidjian, sarà ospite dell'ateneo pisano per tre giorni e, oltre alle necessarie ore di prova, potrà visitare le bellezze della città e del litorale. Il concerto, in collaborazione con la rassegna "Perle Musicali in San Francesco" e con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di San Miniato, si terrà il 29 alle 21,15 nella chiesa di San Francesco con ingresso libero. Insieme al Coro dell'Università che, preparato dal maestro Stefano Barandoni, si presenterà nella sua formazione completa di 100 coristi, canteranno i solisti Paola Cigna (soprano), Sara Bacchelli (mezzosoprano), Giorgio Berrugi (tenore) e Alessandro Luongo (baritono).

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L'Utilizzatore Iniziale (sezione: Cultura)

( da "Unita, L'" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

L'Utilizzatore Iniziale Suggestiva la scena di un presidente del Consiglio, uno a caso, che, tra un vertice con Netanyahu e uno con Bill Gates, dialoga a distanza sulle colonne di «Chi» con una squillo, che lo mette a posto con un fermo comunicato («Se ha le prove che sono una teste prezzolata, le porti al giudice»). Intanto, dopo la «escort», l'«imprenditore» (cioè il pappone), la ragazza-immagine, la meteorina, la billionairina, l'Utilizzatore Finale e lo Scodinzolini, s'affaccia una nuova figura professionale: l'inviato sordomuto. Si chiama Pino S., lavora al Tg1 da una vita, era anche bravo a portar notizie, poi il nuovo direttore gli fece un discorsetto: «Chi porta notizie non fa carriera, e viceversa: guarda me». Ora Pino sta a Bari e passa le sue giornate a scansare le notizie. Non dorme mai, perché si sa come sono le notizie: ti cascano in testa quando meno te l'aspetti, a tradimento. Indennità-rischio, come in guerra: l'inviato sordomuto è mestiere usurante. Come lo Scodinzolini, che già dà segni di cedimento. Aveva giurato di non fiatare su Puttanopoli e ora ne parla solo perché ne parla il capo. Non vorremmo fosse influenzato da quel suo omonimo, Augusto Minzolini, che il 29.10.94 teorizzava: «Se avessimo raccontato di più la vita privata dei politici forse non saremmo arrivati a Tangentopoli, li avremmo costretti a cambiare o ad andarsene... Il politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e deve comportarsi e parlare come tale. La distinzione pubblico-privato è manichea. Se uno non accetta questa regola, rinunci a fare il politico». Discorsi da Utilizzatore Iniziale.

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Scuola Titanic in rotta verso il naufragio o il talk show (sezione: Cultura)

( da "Unita, L'" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

Scuola Titanic in rotta verso il naufragio o il talk show PAOLO DI PAOLO «Il mondo della scuola è l'unico, forse, dove è vero tutto e il contrario di tutto», scrive Giulia Alberico nelle storie raccolte in Cuanta pasión! (Mondadori). Proprio mentre iniziano gli esami, si chiude una stagione editoriale incredibilmente ricca di racconti e testimonianze dalle aule italiane. Testi e autori diversi hanno affrontato, nel corso di questi mesi, l'universo-scuola con lo spirito di chi si affaccia da «un piccolo osservatorio sul mondo, sulla infinita varietà di ciò che è la vita». Si tratta, di solito, di insegnanti-scrittori; ne abbiamo in Italia una fitta e nota schiera, che comprende Starnone e Affinati, Lodoli e Mastrocola. Tra questi, c'è anche Giulia Alberico, che in Cuanta pasión! propone piccole ed enormi vicende di vita tra i banchi, mescolando l'ironia alla tenerezza, la severità alla comprensione. La scrittrice riesce come pochi a restituirci la verità complessa dello stare dietro la cattedra: lo sforzo di comprendere, interpretare, sedurre, guidare quella piccola folla di adolescenti detta «la classe». «Il messaggio - scrive rivolta a un ipotetico alunno difficile - è, deve essere: io non mi stancherò mai di dialogare con la parte bella che tu possiedi, nonostante gli sforzi tremendi che fai per ostacolarmi, deridermi, fiaccarmi. Io reggerò, sappilo. Perché sono più cocciuta e testarda di te». Alberico non blandisce i lettori; la sua scrittura diretta, vivace, senza orpelli, arriva al cuore delle cose: a volte con crudezza, e sempre con un tale carico di autenticità da commuovere. Come quando racconta l'ostinato sforzo di insegnare letteratura, sfidando il disinteresse generale, e intanto strappando «Urbani alla depilazione delle sopracciglia, Lucrezia al pusher, Sara alla sua follia». Perché quello che conta in un docente, prima ancora della preparazione culturale, è «saper tenere la classe»: «e chi è entrato in aula una volta nella vita lo sa», scrive Chiara Valerio, trentenne, in Nessuna scuola mi consola (Nottetempo). È il piccolo memoriale della giovane insegnante Faggi: «Entrare in un'aula oggi è una grande doccia di umiltà del tipo non siamo niente». Il talento di Valerio, che rende le pagine mosse, vibrate, quasi elettriche, si sofferma su spazi interstiziali, istanti, scadenze della vita scolastica. Consigli di classe, scrutini. Piccoli dialoghi riprodotti con straordinaria abilità e perciò capaci di riassumere questioni gigantesche. «Sai che in IV G ci sono solo maschi?, entro e, mentre faccio l'appello, mi dicono Prof lei è la nostra tronista, e ridono»; ecco, allora, la televisione e la scuola, o la televisione quando mette in scena la scuola, «un grande fratello didattico» in cui l'allievo finisce per discutere con il docente di turno, per zittirlo: «Rispetto la sua opinione ma io penso di averlo fatto bene e poi è una sua opinione». Conclude la prof. Faggi: «Il messaggio è Insegnare non serve a niente». Eppure anche se per molti fare il professore è una fatica inutile e malpagata, «io mi diverto, mi sento utile. Io sono contenta di stare qui dove sto, anche se non è il paradiso, anche se la burocrazia è alle stelle». LA TRONISTA L'emozione che, oltre al sorriso, suscitano queste testimonianze in forma di racconto, risulta soprattutto dal contatto con ciò che tv e giornali tendono a ignorare: la quantità e la qualità della passione degli insegnanti. Nonostante gli stipendi non esaltanti e i pregiudizi diffusi: «Molti mi dicono che gli insegnanti non fanno un bel nulla e che quello che prendono è fin troppo», scrive Cosimo Argentina, scrittore e professore anche lui, in Beata ignoranza (Fandango). «Nella scala sociale siamo scesi agli ultimi posti. Mi hanno chiesto dei ragazzi: perché non ha fatto l'avvocato? faceva più soldi». La «scuola che resiste nell'era Gelmini» - come la definisce Argentina nel sottotitolo del suo libro - si muove a fatica tra problemi vecchi e nuovi. Professori precari alle prese, per esempio, con alunni pachistani o cinesi. «Mohamed. hai capito l'astrattezza della norma giuridica? - Eh? - L'astrattezza. - Prof. no capire! - Cosa? - Eh? - Cos'è che non hai capito, Mohamed? - Prof. sì, bene!». La scuola come il Titanic, dice Argentina: cambiano i ministri e la situazione peggiora. Ma guai a parlare dei problemi dell'istruzione pubblica in astratto. Il punto di vista dev'essere interno. Fosse pure quello, risentito, di Valerio, lo studente protagonista dell'aspro romanzo di Simone Consorti In fuga dalla scuola e verso il mondo (Hacca). L'autore, che insegna a Pomezia, dà voce alla rabbia giovane, a un amore insofferente, di un ragazzo di periferia. Dice: i professori non si fanno capire e nemmeno tra loro si capiscono, «da loro non c'è molto da imparare»; insegue l'idea di una bomba che riduca «la scuola a brandelli» e si prepara alla fuga. Alla voce brusca di Valerio un buon controcanto potrebbe essere quello dell'immaginario prof. Libero Occhipinti, nel bel libro di racconti Ultimo banco (Edilet) di Federica Bellinati e Palmira De Angelis, docenti in un liceo romano. Occhipinti riassume in un lungo verbale le disavventure di una gita a Mirabilandia. L'effetto che produce la lingua solenne del professore a contatto con i guai della gita è esilarante: al momento dell'appello sul pullman c'è uno studente in più, «ma li abbiamo ricontati toccando le teste - non dando scappellotti, come qualche studente bugiardo ha raccontato ai genitori, né dicendo cose come "fatela finita se è uno scherzo non fa ridere guardate mi sto incazzando come una bestia e ve la faccio pagare vi butto giù dalla ruota di Mirabilandia" - insisto a dire, et iuro per omnes deos et caput meum, che né io né la collega ci siamo mai sognati di usare tali indecorose espressioni». La punizione finale sull'alunno in più, Carosi Mirko del IV B, «un coattone strafottente», non sarà però la sospensione, spiega Occhipinti: «nella certezza che venire a scuola gli è più sgradito dell'esserne fuori». Mentre cominciano gli esami, si chiude una stagione editoriale incredibilmente ricca di racconti e testimonianze dalle aule scolastiche: scrittori - insegnanti che raccontano la vita e le relazioni dentro la scuola.

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Il mondo della scuola è l'unico, forse, dove è vero tutto e il contrario di tut... (sezione: Cultura)

( da "Unita, L'" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

«Il mondo della scuola è l'unico, forse, dove è vero tutto e il contrario di tutto», scrive Giulia Alberico nelle storie raccolte in Cuanta pasión! (Mondadori). Proprio mentre iniziano gli esami, si chiude una stagione editoriale incredibilmente ricca di racconti e testimonianze dalle aule italiane. Testi e autori diversi hanno affrontato, nel corso di questi mesi, l'universo-scuola con lo spirito di chi si affaccia da «un piccolo osservatorio sul mondo, sulla infinita varietà di ciò che è la vita». Si tratta, di solito, di insegnanti-scrittori; ne abbiamo in Italia una fitta e nota schiera, che comprende Starnone e Affinati, Lodoli e Mastrocola. Tra questi, c'è anche Giulia Alberico, che in Cuanta pasión! propone piccole ed enormi vicende di vita tra i banchi, mescolando l'ironia alla tenerezza, la severità alla comprensione. La scrittrice riesce come pochi a restituirci la verità complessa dello stare dietro la cattedra: lo sforzo di comprendere, interpretare, sedurre, guidare quella piccola folla di adolescenti detta «la classe». «Il messaggio - scrive rivolta a un ipotetico alunno difficile - è, deve essere: io non mi stancherò mai di dialogare con la parte bella che tu possiedi, nonostante gli sforzi tremendi che fai per ostacolarmi, deridermi, fiaccarmi. Io reggerò, sappilo. Perché sono più cocciuta e testarda di te». Alberico non blandisce i lettori; la sua scrittura diretta, vivace, senza orpelli, arriva al cuore delle cose: a volte con crudezza, e sempre con un tale carico di autenticità da commuovere. Come quando racconta l'ostinato sforzo di insegnare letteratura, sfidando il disinteresse generale, e intanto strappando «Urbani alla depilazione delle sopracciglia, Lucrezia al pusher, Sara alla sua follia». Perché quello che conta in un docente, prima ancora della preparazione culturale, è «saper tenere la classe»: «e chi è entrato in aula una volta nella vita lo sa», scrive Chiara Valerio, trentenne, in Nessuna scuola mi consola (Nottetempo). È il piccolo memoriale della giovane insegnante Faggi: «Entrare in un'aula oggi è una grande doccia di umiltà del tipo non siamo niente». Il talento di Valerio, che rende le pagine mosse, vibrate, quasi elettriche, si sofferma su spazi interstiziali, istanti, scadenze della vita scolastica. Consigli di classe, scrutini. Piccoli dialoghi riprodotti con straordinaria abilità e perciò capaci di riassumere questioni gigantesche. «Sai che in IV G ci sono solo maschi?, entro e, mentre faccio l'appello, mi dicono Prof lei è la nostra tronista, e ridono»; ecco, allora, la televisione e la scuola, o la televisione quando mette in scena la scuola, «un grande fratello didattico» in cui l'allievo finisce per discutere con il docente di turno, per zittirlo: «Rispetto la sua opinione ma io penso di averlo fatto bene e poi è una sua opinione». Conclude la prof. Faggi: «Il messaggio è Insegnare non serve a niente». Eppure anche se per molti fare il professore è una fatica inutile e malpagata, «io mi diverto, mi sento utile. Io sono contenta di stare qui dove sto, anche se non è il paradiso, anche se la burocrazia è alle stelle». LA TRONISTA L'emozione che, oltre al sorriso, suscitano queste testimonianze in forma di racconto, risulta soprattutto dal contatto con ciò che tv e giornali tendono a ignorare: la quantità e la qualità della passione degli insegnanti. Nonostante gli stipendi non esaltanti e i pregiudizi diffusi: «Molti mi dicono che gli insegnanti non fanno un bel nulla e che quello che prendono è fin troppo», scrive Cosimo Argentina, scrittore e professore anche lui, in Beata ignoranza (Fandango). «Nella scala sociale siamo scesi agli ultimi posti. Mi hanno chiesto dei ragazzi: perché non ha fatto l'avvocato? faceva più soldi». La «scuola che resiste nell'era Gelmini» - come la definisce Argentina nel sottotitolo del suo libro - si muove a fatica tra problemi vecchi e nuovi. Professori precari alle prese, per esempio, con alunni pachistani o cinesi. «Mohamed. hai capito l'astrattezza della norma giuridica? - Eh? - L'astrattezza. - Prof. no capire! - Cosa? - Eh? - Cos'è che non hai capito, Mohamed? - Prof. sì, bene!». La scuola come il Titanic, dice Argentina: cambiano i ministri e la situazione peggiora. Ma guai a parlare dei problemi dell'istruzione pubblica in astratto. Il punto di vista dev'essere interno. Fosse pure quello, risentito, di Valerio, lo studente protagonista dell'aspro romanzo di Simone Consorti In fuga dalla scuola e verso il mondo (Hacca). L'autore, che insegna a Pomezia, dà voce alla rabbia giovane, a un amore insofferente, di un ragazzo di periferia. Dice: i professori non si fanno capire e nemmeno tra loro si capiscono, «da loro non c'è molto da imparare»; insegue l'idea di una bomba che riduca «la scuola a brandelli» e si prepara alla fuga. Alla voce brusca di Valerio un buon controcanto potrebbe essere quello dell'immaginario prof. Libero Occhipinti, nel bel libro di racconti Ultimo banco (Edilet) di Federica Bellinati e Palmira De Angelis, docenti in un liceo romano. Occhipinti riassume in un lungo verbale le disavventure di una gita a Mirabilandia. L'effetto che produce la lingua solenne del professore a contatto con i guai della gita è esilarante: al momento dell'appello sul pullman c'è uno studente in più, «ma li abbiamo ricontati toccando le teste - non dando scappellotti, come qualche studente bugiardo ha raccontato ai genitori, né dicendo cose come "fatela finita se è uno scherzo non fa ridere guardate mi sto incazzando come una bestia e ve la faccio pagare vi butto giù dalla ruota di Mirabilandia" - insisto a dire, et iuro per omnes deos et caput meum, che né io né la collega ci siamo mai sognati di usare tali indecorose espressioni». La punizione finale sull'alunno in più, Carosi Mirko del IV B, «un coattone strafottente», non sarà però la sospensione, spiega Occhipinti: «nella certezza che venire a scuola gli è più sgradito dell'esserne fuori».

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CARE FIRST LADY DISERTATE IL G8 DI BERLUSCONI (sezione: Cultura)

( da "Unita, L'" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

CARE FIRST LADY DISERTATE IL G8 DI BERLUSCONI IL MASCHILISMO DEL PREMIER In un articolo che scrissi per l'Unità nel 2004 mi lamentavo per l'uso di uno sgangherato linguaggio sessista da parte dell'allora presidente del Consiglio Berlusconi e dei suoi "uomini" (la presenza di donne, ora come allora, era considerata irrilevante). Forse ricorderete le battutacce sul Primo Ministro finlandese, una donna, che Berlusconi disse di voler benevolmente corteggiare allo scopo di trarne vantaggi economici per il nostro Paese. Non immaginavo, allora, che cinque anni dopo mi sarei trovata a promuovere, insieme ad altre due psicologhe sociali che insegnano all'università, un appello alle First Lady dei Paesi del G8 perché disertino l'appuntamento italiano. Quest'atto vuole essere una provocazione e dimostrare con forza che noi donne italiane siamo state molto (forse troppo) pazienti e fino ad oggi abbastanza (forse troppo) silenziose, ma che adesso non ne possiamo davvero più. Ora si tratta di fatti, non più solo di parole, e veramente i comportamenti che Berlusconi e la sua degna compagine ci indignano profondamente come donne, come docenti, come italiane. Si è passato ogni limite, la situazione è scaduta sempre più e con effetti devastanti. E non mi riferisco solo all'immagine dell'Italia che questa delegittimazione costante e sistematica delle donne trasmette all'estero (basta un'occhiata ai più importanti quotidiani europei per rendersene conto), né solo ai criteri da Tv show con i quali sono state selezionate le candidate alle scorse elezioni. Mi riferisco alle ricadute che questi comportamenti possono produrre sulle nuove generazioni, le quali crescono assistendo ad un simile spettacolo di arroganza del potere e di sopraffazione maschile. Ecco i modelli che sono proposti ai giovani dell'era Berlusconi: prepotenza e maschilismo ai ragazzi, disponibilità, ammiccamenti e intrighi alle ragazze. E noi psicologhe sappiamo bene quale deleterio impatto possano avere gli esempi negativi, soprattutto se circondati da un'aura di celebrità. Abbiamo così raccolto, in maniera del tutto informale e in pochissimi giorni, più di cinquecento firme, duecento adesioni di docenti e ricercatrici universitarie a cui si sono subito aggiunti donne e uomini esterni all'università. Altre continuano ad arrivare al sito http://www.firmiamo.it/appellofirstladies. Invitiamo chiunque condivida le nostre idee, donna o uomo che sia, a visitare il sito per leggere l'appello e per firmare. Infine, come reagiranno le First Lady? Siamo abbastanza sicure che in cuor loro appoggeranno la nostra protesta, ma sappiamo anche che protocolli e ufficialità renderanno problematico per loro prendere una posizione drastica come quella che chiediamo. Ma chissà mai che qualche parola di appoggio e solidarietà, anche velata, compaia in qualche intervista o discorso ufficiale.

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Le risorse agli atenei seguiranno il merito (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-25 - pag: 29 autore: Istruzione. I criteri per il riparto Le risorse agli atenei seguiranno il merito Gianni Trovati MILANO Il finanziamento «incentivante » introdotto dal decreto Gelmini di novembre per premiare gli atenei migliori muove i primi passi. Il ministero dell'Università ha preparato la bozza di decreto per la divisione fra gli atenei del Fondo di finanziamento ordinario, fissando gli indicatori che guideranno la ripartizione degli incentivi. Il peso preponderante andrà alla qualità della ricerca, che guiderà la sorte di 345 dei 525 milioni: gli atenei gareggeranno fra loro soprattutto in base ai risultati ottenuti nel programma di valutazione della ricerca 2001/2003, che peseranno per il 50% sul giudizio finale, mentre l'altra metà dei punti sarà assegnata in base al successo ottenuto con i progetti presentati in Europa nell'ambito del sesto programma quadro (35%) e ai giudizi ottenuti dai docenti nel 2005/2007 all'interno dei progetti di ricerca «di interesse nazionale» (15%). Più contenute (178 milioni) le risorse indirizzate dalla didattica. In questo campo il dato più significativo sarà rappresentato dal successo occupazionale dei laureati, misurati in base agli indicatori Istat sul destino degli ex studenti a tre anni dal titolo. Per non penalizzare le università del Mezzogiorno, deboli nel rapporto con un mercato territoriale del lavoro più difficile, la qualità degli atenei sarà misurata sulla capacità di offrire più chance rispetto ai concorrenti dello stesso territorio. Gli altri indicatori relativi alla didattica punteranno invece l'attenzione sulla dispersione accademica e sul numero di crediti acquisiti dagli studenti nel 2007/2008, oltre che sul numero di docenti di ruolo in cattedra quest'anno. Il mosaico del finanziamento 2009 alle università,che già viaggia in ritardo sensibile rispetto agli anni "normali", è ancora però lontano dalla sua definizione. Per completare il quadro degli incentivi bisogna decidere la ripartizione anche dei 550 milioni resi disponibili nel 2007 dal«Patto per l'università»: i criteri, in questo caso, devono ancora essere stabiliti con l'aiuto del ministero dell'Economia. Nel «milleproroghe» di metà anno, invece, trova spazio il prolungamento di un anno della vita del comitato nazionale di valutazione del sistema universitario, in attesa che prenda davvero il volo l'agenzia nazionale di valutazione chiamata a sostituirlo. gianni.trovati@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA www.ilsole24ore.com/norme I criteri per i «premi» agli atenei

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"Paura e fuga da piazza Baharestan Ho visto con i miei occhi la carneficina" (sezione: Cultura)

( da "Repubblica.it" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

Con questo articolo, Fatemeh Karimi comincia il suo racconto da Teheran per Repubblica.it. Fatemeh è una studentessa iraniana che, come tanti altri, sta vivendo questi giorni di paura, rabbia ed emozioni. Da oggi, giorno per giorno, riferirà sul nostro sito quello che vede e sente, quello che vedono e sentono i suoi amici. Fatemeh aveva cominciato il suo racconto sul sito "AgendaComunicazione.it" un sito che da tempo si occupa di comunicazione. I colleghi di "AgendaComunicazione" ci hanno chiesto di accogliere la sua voce su Repubblica.it per ampliarne la portata. TEHERAN (notte tra mercoledì e giovedì) - Ieri alle 16 c'è stata una nuova manifestazione davanti al parlamento nella piazza Baharestan nel cuore della città. Sono fiduciosa e calma sento degli amici al telefono per organizzarmi e andare in gruppo. Da sola non avrei il coraggio. Ci diamo appuntamento a metà strada e ci dirigiamo con altra gente a piedi verso il Parlamento. C'è una calma surreale come prima di una tragedia, mi tremano le mani e sento il mio respiro che si fa sempre più affannoso. Ormai ci sono, devo andare c'è qualcosa che mi spinge alla manifestazione. Giriamo l'angolo e vediamo subito una grande mobilitazione. Molti ci hanno preceduti. Questa volta la polizia si è organizzata e iniziano a disperderci anche se siamo in piccoli gruppi. Hanno in mano manganelli sono in moto, hanno il sangue negli occhi. Iniziamo a scappare... Non so come succeda... Solo, un amico inizia a gridare: ''corri Fatemeh scappa''. Io non esito, eseguo l'ordine, corro, mi cade il velo sono impacciata. Poi rallentiamo e posso guardarmi indietro: è una carneficina. Manganellate fortissime persone uomini e donne a terra che si proteggono il volto con entrambe le mani. Questa volta è diverso non hanno avuto nessuna pietà. OAS_RICH('Middle'); Mi nascondo dietro una macchina parcheggiata, i ragazzi però non mollano lanciano sassi, ma è una battaglia impari loro sparano e feriscono con i coltelli. Sento i colpi, scappo, ho troppa paura e torno a casa. Non ho idea di quanti eravamo non so spiegare quanti erano loro, non riesco a ragionare, ho ancora l'adrenalina che mi scorre nel sangue. Mi connetto al mio computer per avere qualche notizia. Sono riuscita ad installare un software che aggira i filtri. Vado sul sito della Bbc Persian, ma non ci sono ancora notizie. Cerco di chiamare al telefono i miei amici, non rispondono. Sono stranamente sollevata non voglio sapere cosa è successo. Poi mi chiameranno loro: stanno tutti bene per questa volta. Subito ci mettiamo d'accordo per domani. Nessuno sa ancora quando e dove ci saranno le manifestazioni. Ci penserò domani adesso ho un desiderio irrefrenabile di andare su internet. Sui siti ufficiali non c'è alcuna notizia, ma su Facebook sono stati linkati articoli che parlano della carneficina a Baharestan. Mi rendo conto della gravita e riesco a ragionare. Non ci sono stime dei morti feriti o degli arrestati. Non ci posso pensare devo cercare di scoprire dove ci sarà la prossima manifestazione e soprattutto se Mousavi o Karroubi ci saranno. Il ''quarto candidato'' Mohsen Rezaie oggi ha ritirato le sue accuse di brogli dal Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione spiegando che la stabilità del regime nel suo insieme è più importante dei presunti brogli. Anche lui si è aggiunto ai vigliacchi che non hanno il coraggio di vedere la verità, quella che noi gridiamo tutti i giorni per le strade lasciando i nostri fratelli (17 confermati) morti sull'asfalto. Il leader supremo Ali Khamenei ha concesso una proroga prima di convalidare le elezioni di 5 giorni per far vagliare tutte le denunce di brogli pervenute al Consiglio dei Guardiani. Verso le 22 iniziano ad arrivarmi mail sul da farsi; venerdi coloriamo il cielo di verde con palloncini gonfiati con idrogeno e fumo a Teheran. Oggi si torna in piazza. Invece su alcuni blog leggo che giovedi (oggi) la manifestazione è prevista alle 16.30 da piazza Enqelab a Valiasr strada principale di Teheran che collega il nord al sud. Speriamo di essere in tanti e che i nostri leader ci diano segnali di appoggio. Il sindaco. Il sindaco di Teheran Mohammad Baqer Qalibaf ha chiesto alle autorità di concedere l'autorizzazione per le manifestazioni spiegando che questo è l'unico modo per evitare le violenze e le perdite umane. Inoltre si è appellato agli organi legislativi e esecutivi per chiarire la situazione e cercare la pacificazione sociale. Mousavi e la Tv. Inoltre Mousavi ha dichiarato che andrebbe a rispondere alle domande e chiarire le sue richieste e ragioni alla televisione di Stato solo a patto che la trasmissione venga messa in onda in diretta per scongiurare censure. In risposta i responsabili della tv di Stato hanno detto di essere pronti ad un dialogo televisivo. Conservatori divisi. Segnali di spaccature arrivano anche dal gruppo parlamentare dei conservatori che hanno dichiarato che il loro sostegno ad Ahmadinejad non è assoluto. Durante la cerimonia di congratulazioni si sono presentati 200 parlamentari 10 in meno dell'altra volta. Mancavano: Ali Larijani presidente del parlamento, Mohammad Reza Bahonar, Gholam Ali Hadad Adel ( ex presidente del parlamento) e Ahmad Tavakoli, tutti conservatori e veterani politici. Dov'è sepolta Neda? Mentre continua il braccio di ferro tra i politici del regime, la famiglia di Neda Agha Soltani è stata costretta ad andare via dalla propria abitazione ad est di Teheran. La ''leonessa della libertà'' è stata uccisa da un cecchino Basiji mentre stava manifestando insieme a tante altre ragazze, la sua salma non è stata consegnata alla famiglia ed è stata sepolta senza che i gnitori ne fossero al corrente. Le moschee di Teheran non erano autorizzate ad celebrarle un degno funerale. Docenti e giornalisti arrestati. Secondo il sito Kalameh, 70 membri del consiglio islamico dei docenti dell'università sono stati arrestati dopo aver avuto un incontro con Mir Hossei Mousavi, non ci sono notizie del luogo dove gli hanno trasferiti. Secondo altre fonti, dall'inizio delle manifestazioni i giornalisti e i blogger arrestati sono 20. Ma non si hanno notizie di altri giornalisti che potrebbero essere in carcere, oppure sono nascosti per sfuggire agli arresti. Karoubi. Mehdi Karoubi ha rilasciato un intervista al proprio giornale Etemad Melli dichiarando che il governo scaturito dalle elezioni del 12 giugno è fuorilegge e che non riconoscerà Ahmadinejad come presidente. Spiegando inoltre che gli iraniani per scongiurare brogli hanno partecipato in massa alla "elezioni con una affluenza record del 85% , ma il destino del voto era già scritto". Respinge le accuse secondo quali i manifestanti sarebbero manovrati da forze straniere e si dice disposto ad una ''gara ''di manifestazioni delle due schiere per far vedere che i sostenitori di Ahmadinejad sono la minoranza che vuole prevaricare su una maggioranza evidente. Calcio. La FIFA ha chiesto spiegazioni alla federazione calcio iraniana sulla punizione inflitta ai sei giocatori dopo la partita con la Corea del Sud quando alcuni giocatori hanno indossato bracciali verdi in segno di solidarietà ai manifestanti. Saranno esclusi dalla nazionali iraniana Javad Nekonam, Ali Karimi, Hossein Ka'abi, Massod Shojai, Mohammad Nosrati e Mehdi Mahdavi Kia. Tutti giocatori professionisti e amati dalla gente. Domani inizia di nuovo la battaglia: quella delle bugie della radio televisione contro twitter, face book e blog, quella degli slogan e dei fiori portati alla manifestazione contro la violenza e i manganelli. (25 giugno 2009

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Sotto la superficie di Encelado potrebbe esserci un oceano (sezione: Cultura)

( da "Stampaweb, La" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

ROMA Sotto la superficie di Encelado, una delle lune di Saturno, potrebbe esserci un oceano di acqua liquida. Lo afferma un gruppo di scienziati tedeschi del Max-Planck Institute for Nuclear Physics , Heidelberg, Germania, che ha scoperto sali di sodio espulsi da pennacchi vulcanici. Encelado è, infatti, uno dei tre corpi, che si trovano nella parte esterna del Sistema Solare, dove sono state osservate eruzioni vulcaniche. Il ritrovamento di queste particelle, riferiscono oggi su Nature Frank Postberg e colleghi, sono la prova che questi pennacchi sono alimentati dall’ acqua, che potrebbe essere, addirittura, quella di un oceano che si trova sotto la superficie del piccolo pianeta. Recenti immagini inviate dalla sonda Cassini hanno svelato che al polo sud di Encelado ci sono geyser simili a quelli del parco di Yellowstone con getti di vapore acqueo e particelle di ghiaccio che ora si pensa siano la principale fonte dell’anello E, il più esterno del sistema degli anelli di Saturno . I getti, dicono i ricercatori, indicano che sotto la superficie ci potrebbe essere una riserva di acqua, ma non è chiaro se l’oceano liquido esiste ancora oggi o se si è congelato. Postberg e colleghi hanno analizzato la composizione chimica delle particelle di ghiaccio nell’anello E ed hanno trovato tracce di sodio, un elemento che è considerato un indicatore cruciale della presenza di acqua e forse un oceano. Secondo gli autori i minerali salini sarebbero stati estratti dalle rocce sul fondo del mare con un processo simile a quello che avviene sulla Terra. Nicholas Schneider, un altro astronomo, in un’altra ricerca pubblicata anch’essa su Nature, utilizzando il telescopio, ha cercato i sali di sodio direttamente nel materiale del pennacchio stesso ed ha scoperto che il limite massimo nel contenuto di sodio del vapore, è ben al di sotto di quello che ci si sarebbe aspettato se sotto la superficie ci fosse veramente un oceano salato. Questo fa pensare, suggerisce Schneider, che la fonte del pennacchio potrebbe essere diversa: un oceano profondo, una riserva di acqua dolce oppure del ghiaccio.

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Parola alla Corte d'assiseSentenza prevista venerdì. (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

Parola alla Corte d'assiseSentenza prevista venerdì. Salvatore Cappello imputato da mandante pubblica istruzione Le borse di studio in pagamento La Direzione Pubblica istruzione del Comune rende noto che presso tutti gli sportelli del Banco di Sicilia di Catania sono in pagamento i mandati delle borse di studio secondo le modalità sottolencate inerenti la graduatoria per l'anno scolastico 2004/2005 e relativi agli utenti che non hanno ancora percepito le somme spettanti: mandato di pagamento n. 2917/09 per gli alunni delle scuole primarie, dalla lettera “A” alla lettera “L”; mandato di pagamento n. 2916/09 per gli alunni delle scuole primarie, dalla lettera “M” alla lettera “Z”; mandato di pagamento n. 2918/09 per gli alunni delle scuole secondarie di primo grado, dalla lettera “A” alla lettera “L”; mandato di pagamento n. 2919/09 per gli alunni delle scuole secondarie di primo grado, dalla lettera “M” alla lettera “Z”. sspal Domani convegno sul federalismo Domani, venerdì, dalle 9,30, alle Ciminiere, per iniziativa della struttura territoriale Sicilia della Scuola superiore pubblica amministrazione locale (Sspal), si svolgerà un seminario di studi sul tema «Formare per riformare: federalismo e creazione di una nuova classe dirigente locale»; interverranno Walter Anello (responsabile del Dipartimento ricerca della Sspal), Harald Bonura (avvocato, docente Sspal), Liborio Iudicello (segretario generale del Comune di Roma), Ida Nicotra (professore ordinario di diritto costituzionale all'università di Catania), Giacomo Pignataro (professore ordinario di scienza delle finanze, presidente della Scuola superiore di Catania). Modererà Graziella Priulla, professore ordinario di sociologia nell'università di Catania; introdurranno il presidente della Provincia Giuseppe Castiglione, il rettore dell'università Antonino Recca, il responsabile della struttura Sicilia della Sspal, Antonino Callari. facoltà di scienze Lunedì ballottaggio per il preside Anche il terzo turno per l'elezione del nuovo preside della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali per il quadriennio 2009-10/2012-13 è andato a vuoto. Nessuno dei due candidati in lizza - il prof. Guido Li Volsi, docente di Fisiologia cellulare, e il prof. Domenico Sciotto, docente di Chimica organica - ha infatti raggiunto il quorum di 164 preferenze, necessario per essere eletto. Dopo lo scrutinio che si è tenuto ieri nell'aula magna del Dipartimento di Fisica e astronomia, al termine delle votazioni il prof. Sciotto ha conseguito 139 preferenze, 126 sono andate al prof. Li Volsi, 2 sono state le schede bianche e 2 le nulle. Hanno votato 269 elettori su 327 aventi diritto, suddivisi tra docenti (315), personale tecnico-amministrativo (3) e rappresentanti degli studenti (9). L'appuntamento è rimandato a lunedì 29, col primo turno di ballottaggio, per il quale è richiesta la maggioranza assoluta dei votanti (e non più degli aventi diritto). In caso di ulteriore 'fumata nera', è previsto un ultimo turno di ballottaggio 'secco', l'indomani, martedì 30 giugno.

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La crisi dei Florio e lo splendore del LibertyL'EVENTO. (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

La crisi dei Florio e lo splendore del LibertyL'EVENTO. Nonostante le difficoltà economiche, la famiglia degli imprenditori non rinunciò all'art noveau «È difficile, se non impossibile che un mito possa morire, eppure ci sono circostanze in cui questo accade ed è un bene che se ne abbia coscienza». Un giudizio secco e lapidario che non lascia spazio a equivoci quello che ha dato Rosario Lentini, storico dell'economia siciliana, nella seconda giornata del convegno dal titolo «Il Liberty a Palermo e le esperienze nazionali e internazionali. Un confronto sugli studi, le ricerche e la tutela» che si è svolto ieri mattina nella sala conferenze del museo di Arte moderna di via Sant'Anna. Al centro degli interventi dei relatori, docenti ed esperti dell'Art nouveau, italiani e stranieri, c'è stata soprattutto la nostra città, le sue condizioni politiche, economiche e sociali a cavallo di due secoli: l'Ottocento e il Novecento. E il giudizio dato dal professore Lentini fa riferimento proprio alla condizione economica di una delle famiglie storiche più note e importanti della città: i Florio che proprio nel periodo di affermazione ed espansione del nuovo stile si trovava in una fase di decadenza. «Contrariamente a quanto avveniva nel resto del Paese e soprattutto all'estero, nel periodo in cui il Liberty si afferma in Sicilia – spiega Rosario Lentini – l'economia inizia a conoscere una fase di recessione: ed è soprattutto l'industria il settore che più di tutti risente di questo fenomeno, proprio quel settore che altrove era la forza trainante del Liberty». In una fase, i committenti erano pressocché assenti, in Sicilia il Liberty dirotta la propria attenzione verso l'artigianato. «Anche i Florio subiscono la crisi, ma riescono lo stesso a commissionare e acquistare opere di importanti artisti». Altro protagonista del Liberty siciliano fu certamente l'architetto Ernesto Basile, a cui Ettore Sessa, docente all'Università di Palermo alla facoltà di Architettura, ha dedicato il suo intervento nel corso del convegno. In particolare la relazione del professore Sessa ha trattato il tentativo mancato, o meglio durato solo per brevissimo tempo, di Basile di costituire un movimento modernista meridionale. «Quello di Basile era un progetto, un'idea di mettere assieme e far collaborare diversi artisti modernisti dell'area meridionale. Ma si trattò di una realtà che ebbe breve durata, dapprima con quella dell'area meridionale, successivamente con l'esperienza siciliana. Quest'ultima si sviluppò tra il 1897 e il 1910, subentrando a quella precedente meridionale che va invece dal 1899 al 1905» spiega il professore Sessa. Due furono le cause che non fecero realizzare il progetto di Basile: da una parte l'eccessiva rapidità di cambiamenti stilistici che caratterizzavano il Liberty, e dall'altra il fatto che diversi artisti si adeguavano soltanto a quella che giudicavano una nuova moda, dovendo peraltro assecondare il gusto dei committenti che richiedevano le loro opere. E. C.

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Ricorso a matrimoni mistiper i permessi di soggiornoIl convegno. (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 25-06-2009)

Argomenti: Cultura

Ricorso a matrimoni misti per i permessi di soggiornoIl convegno. Conflitti in famiglia e la necessità di tutelare i minori Enna. Si è tenuto un convegno presso l'Auditorium della "Kore", organizzato dalla Cattedra di diritto ecclesiastico della stessa Università e dall'Associazione Matrimonialisti Italiani, un importante convegno in tema di "matrimoni misti e sottrazione internazionale di minore". Durante l'incontro di studi, coordinato dal presidente distrettuale dell'AMI di Caltanissetta, avv. Miriam Fanella, sono stati affrontati diversi profili della materia. Dopo la lectio tenuta dal prof. Romolo Rossi dell'Università di Genova sulla rappresentazione della tragedia delle donne coinvolte nei matrimoni misti nell'antica Grecia: quest'ultime considerate concubine e i figli illegittimi. Tragedia ben rappresentata nella "Medea" di Euripide. Di seguito, il prof. avv. Luca Pedullà, docente di diritto ecclesiastico presso la "Kore", ha messo in evidenza come un cittadino, prima di "avventurarsi" nella moda dell'unione mista, debba preoccuparsi di conoscere le differenze realmente esistenti con la comparte. Infatti, nel caso di separazione tra una donna italiana ed un islamico, alla donna non spetta, di norma, l'affidamento dei figli, in quanto il sistema parentale islamico è tutto incentrato sulla figura del padre, ritenuta l'unica capaci di trasmettere i valori della famiglia al figlio. O, ancora, si è analizzata la "moda" dei matrimoni misti celebrati col solo fine di far ottenere ad una delle parti la cittadinanza italiana, con la riduzione del vincolo nuziale a strumento che nulla ha a che vedere col matrimonio stesso. Il prof. Bargiacchi, docente di diritto internazionale ha affrontato la spinosa questione della sottrazione dei minori nel diritto internazionale, così come la dott.ssa Gabriella Tomai, giudice del tribunale dei minori di Caltanissetta, ha riferito sui seri conflitti familiari che si vengono a creare all'interno dei matrimoni misti, chiarendo che l'unico interesse da tutelare da parte del giudice non deve essere quello di uno dei coniugi, bensì quello del minore. Il Presidente nazionale dell'Ami, avv. Gian Ettore Gassani, ha accompagnato la signora Marinella Colombo, che ha dato testimonianza del fatto che si è vista portare via i figli mentre erano a scuola, sulla base di una richiesta del marito, dal quale è separata e che si era rivolto al tribunale tedesco. E' stata l'occasione per affrontare la spinosissima questione dello "Jugendamt", l'istituzione tedesca accusata da più parti di essere "parziale" e di salvaguardare solo gli interessi non dei minori bensì dei coniugi tedeschi.

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piano: "a genova l'università di harward" - donatella alfonso (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 26-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina IV - Genova Piano: "A Genova l´università di Harward" L´architetto: questa non è una città morente, può essere una culla di cervelli DONATELLA ALFONSO GENOVA "bottega" degli architetti, luogo dove si insegna - e si impara - a costruire non solo pezzi di città, costruzioni isolate, ma l´arte del progettare luoghi dove si vive, unendo l´estetica alla storia, e anche all´etica. L´ambizione non è da poco, ma la realizzazione è già sperimentata, in questo angolo a picco sul mare che è Punta Nave, dove "l´Ufficio", come lo chiama Renzo Piano, dovrebbe diventare anche una nuova sede italiana - dopo quella di Firenze, legata però a temi umanistici - dell´università di Harvard: tutta incentrata su quella che Piano definisce sorridendo «la poetica del costruire». Con il più antico ateneo statunitense la Fondazione Renzo Piano collabora dal 2001, ma a fine anno, spiega l´architetto ai consiglieri della commissione urbanistica, in "gita" a Vesima insieme al sindaco Marta Vincenzi, al suo vice Paolo Pissarello e all´assessore alla Cultura Andrea Ranieri, «ci sarà un´accelerazione del programma di collaborazione che ci lega ad Harvard, così come ad altre 12 università del mondo e nella seconda fase del programma si prospetta questa possibilità del diventare sede italiana dell´ateneo, la seconda dopo la villa "I Tatti" che Bernard Berenson regalò all´università americana». Harvard a Vesima, insomma (per la precisione con la Graduate School of Design), ma non solo: la collaborazione della Fondazione Piano si stringe di più con il Comune, con la richiesta che sia Palazzo Tursi a indicare un suo rappresentante nel comitato scientifico della Fondazione stessa. E la possibilità che le scuole elementari cittadine vengano in visita in questa sorta di parco giochi della fantasia concretizzata. Perchè questo serva «ad inseminare in città la voglia di architettura», aumentando nei prossimi decenni il numero di giovani architetti con occhi più attenti nel guardare il mondo che costruiscono: in particolare tenendo conto dei temi dell´energia e della salvaguardia ambientale, insiste Piano, perché è da questi che si parte. Sulle pareti della classroom, l´aula di studio, e nella sala che funge da archivio, modellini e maquettes di palazzi e realizzazioni urbanistiche; ma anche gli studi, i disegni con i quali un tapiro diventa un padiglione espositivo e una libellula, con il battere delle doppie ali, può dare l´impronta ad una pala eolica. «Ma non sono quelle per la Diga Foranea, o meglio, non sono per un luogo soltanto - spiega Piano - Ci dobbiamo confrontare con la natura per arrivare a soluzioni che tengono conto di tutte le esigenze ambientali. Come i tetti verdi della nuova California Academy of Sciences, unico o raro edificio negli Usa senza aria condizionata, con il microclima creato da un milione e mezzo di piante coltivate sul tetto e la luce garantita dall´oscillazione delle strutture, perché sia sempre radente, mai diretta. In sei mesi San Francisco ha avuto un milione e 600 mila visitatori, qualcosa vorrà dire». Lo ascoltano, i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione abituati a schermaglie più usuali in Sala Rossa. Tutti ringraziano dell´invito a Punta Nave, chiedono chiarimenti sulla Fondazione e sul ruolo del Comune, ma anche si spendono nel chiedere come si possa spingere l´occupazione per i giovani genovesi; quasi sorpresi che ci sia un solo studente "locale", indicato dalla nostra università, nel melting pot di cinesi, giapponesi, sudafricani, russi, che si contendono i sei mesi di bottega a Punta Nave, quando sono ad un passo dalla laurea o subito dopo. Oltre, ovviamente, agli studenti e ai docenti di Harvard. Ma perché tanto interesse da parte della storica università del New England? Non c´è da meravigliarsi, ironizza Piano. «Innanzitutto perché ci sono io», ma anche perché «Genova ha una dimensione riflessiva», una qualità che corrisponde «ai tempi lunghi dell´arte del fare», elemento fondamentale dell´architettura. E Genova, secondo l´architetto che risponde ad alcune critiche, in primo luogo di Alberto Gagliardi (Pdl) «non è una città morente come pensano alcuni. Magari è silenziosa, restia, introversa, ma non è morente. E´ una città straordinaria che va vista da dentro, una città per estimatori. Qualcuno addirittura dice che è la più bella del mondo». Genova poi è nel Mediterraneo, che Piano definisce «una zuppa, un consommé di culture, sorgente inesauribile di ispirazione come lo ha dimostrato anche Fabrizio De Andrè». E proprio la valorizzazione del Mediterraneo, spiega riprendendo l´obiezione avanzata da Bruno Delpino (Sinistra), va inserita tra gli elementi da approfondire nel sostegno della città ala Fondazione e alle altre iniziative di carattere internazionale. Tocca a Marta Vincenzi sottolineare che l´anno prossimo, con l´avvio a Genova della Biennale del Mediterraneo, il Festival della Scienza sarà allargato ai paesi che si affacciano sul Mare Nostrum e non si esclude, come auspicato dallo stesso sindaco, che in futuro la biennale possa essere legata ai temi dell´architettura e della sostenibilità ambientale, proprio il tema caro a Renzo Piano. «Certo - ha affermato Vincenzi - la presenza di Renzo Piano e della sua Fondazione potrebbe fornire l´occasione per far sapere che Genova è un luogo dove si elabora e si guarda al futuro».

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università, nel nuovo statuto no degli studenti al loro parlamentino - michela bompani (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 26-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XVII - Genova Università, nel nuovo statuto no degli studenti al loro parlamentino L´organo bocciato all´unanimità. Ma c´è chi dice: è un autogol Doveva essere composto da 40 persone. Scende anche la presenza nel Senato MICHELA BOMPANI Via il "parlamentino" degli studenti dal nuovo Statuto dell´Università. Bocciato dagli stessi rappresentanti degli allievi. Si chiamava "Consiglio degli studenti", era una delle novità dello statuto presentato dal rettore Giacomo Deferrari, doveva essere composto da 40 ragazzi eletti da tutti gli alunni dell´ateneo. Anche se i suoi poteri effettivi non erano ancora stati definiti, era apparsa a molti (docenti, ricercatori, studenti) un´ottima opportunità per cambiare il peso e l´efficacia delle rappresentanze studentesche nel governo dell´Università. Nella riunione congiunta di senato-consiglio della scorsa settimana, però, è stato cancellato. Con il voto compatto (un astenuto) di senatori e consiglieri e degli stessi rappresentanti dei ragazzi. «Abbiamo detto no al "consiglio degli studenti" - spiega Marco Barresi, rappresentante in senato accademico della lista "Obiettivo studenti" - perché rischiavamo di guadagnare un parlamentino, con mero potere consultivo, perdendo ciò che abbiamo oggi, ovvero una commissione paritetica di ateneo, dove siedono un docente e uno studente per facoltà, che ha lavorato bene e verrebbe cancellata. Diciamo no al "consiglio studentesco", che aveva il solo potere di formulare una relazione una volta all´anno e chiediamo un potenziamento della commissione paritetica, con cui possiamo incidere davvero sulle decisioni di ateneo». Ma non tutti, in verità, sembrano d´accordo: perché rinunciare a un organo indipendente, soltanto composto da studenti, in cambio di un altro "misto" studenti-docenti? «Non mi capacito di questa scelta suicida - sbotta Antonietta Scuderi, rappresentante degli studenti in senato per la lista "Punto a sinistra" che però, alla seduta della scorsa settimana, e dunque alla votazione, non ha partecipato - il consiglio degli studenti è presente in moltissimi atenei, eravamo uno degli ultimi ad esserne sprovvisti. Certo c´erano perplessità tra di noi sul reale potere che avrebbe avuto questo nuovo organo, intanto però dovevamo aggiudicarcelo, poi avremmo discusso sulle sue potenzialità». Nel nuovo statuto, intanto, gli studenti vedono ridotti i propri rappresentanti da cinque a tre, in senato e da tre a due, in consiglio d´amministrazione. Di fatto c´è che sul forum on line in cui professori, ricercatori, tecnici e studenti discutono il nuovo statuto, il testo pubblicato, dopo l´assemblea congiunta della scorsa settimana, non riporta da nessuna parte la voce "consiglio degli studenti".

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il vermentino dell'ingegnere poesia sulle alture di bonassola - giovanna benetti (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 26-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XXII - Genova I signori del vino Il Vermentino dell´ingegnere poesia sulle alture di Bonassola GIOVANNA BENETTI Gianni Cogo: brillante ingegnere convertito alla poesia del vino. Dirige l´azienda agricola Valdiscalve sulle alture di Bonassola e sprizza efficienza da tutti i pori. è il terzo anno che lui e la moglie Maria (nella foto) fanno il vino (lei lavorando direttamente in vigna) dapprima per hobby, ora imprenditorialmente. Lui, comunque, continua a fare l´ingegnere part time a Milano. Il suo vermentino, infatti, si chiama: verment ing di Bonassola. è partito da un fazzoletto di terra con rustico. Ora ha 4 ettari sui 300-380 metri di altitudine. Ha reimpiantato tutte le viti e rifatto i muretti a secco (pannelli di substrato fertile rivestito in fibra di cocco, ingegneria naturalistica). Gli manca la cantina che lui stesso costruirà secondo la bioarchitettura, in un terreno datogli dal Comune e che metterà a disposizione di altri vigneron. Nascerà così un connubio pubblico-privato di cui va molto fiero. Nella sua produzione 2sono i vermentini Colline di Levanto doc: Reggimenti e Salice (le due località). Provengono da zone diverse e perciò sono completamente differenti (il secondo dal terreno sul mare è più sapido).

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Profumo: le Pmi soffrono ma noi non c'entriamo (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-26 - pag: 5 autore: Profumo: le Pmi soffrono ma noi non c'entriamo ROMA «Dire che tutti i problemi nascono dalle banche è strutturalmente sbagliato»: l'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo ha difeso ieri il sistema bancario affermando che con un'economia reale chiaramente in crisi «le banche stanno sostenendo le imprese, soprattutto quelle più piccole, in difficoltà per l'allungamento dei tempi di pagamento da parte dei clienti». Clienti che, senza entrare in diretta polemica con il Governo, sono notoriamente di natura pubblica. Profumo è tornato sul tema banca-impresa interpellato a margine di un convegno che si è tenuto ieri a Roma su «nuova governance mondiale per una crescita sostenibile», organizzato da Unicredit e East Forum: gli autorevoli esperti di economia e finanza, che hanno sviscerato il mondo pre-crisi e post-crisi, in effetti non se la sono presa con le banche, preferendo come bersaglio la politica monetaria di Alan Greenspan, il regime del cambio in Cina, le smanie di protezionismo, la pericolosità dell'ottica di breve periodo,l'arma spuntata del Fondo monetario nei confronti delle superpotenze, le cattive regole o la mancanza di regole o la scarsa applicazione delle stesse. Lorenzo Bini Smaghi, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, ha riaffermato l'importanza di soluzioni e obiettivi di medio-lungo periodo – come la stabilità dei prezzi perseguita dalla Bce– e ha messo in guardia contro gli interessi politici di breve periodo, come quelli che negli Usa hanno favorito in nome della crescita la diffusione di strumenti finanziari divenuti poi tossici. Per Bini Smaghi uscire da questa crisi richiederà l'impegno di tutti, e la ripresa dovrà essere sostenuta dai finanziamenti delle banche (adeguatamente capitalizzate) alle imprese. I governi dovranno fare la loro parte con riforme strutturali: in Italia si ripropone il problema della riforma del sistema pensionistico e della tassazione, per via dell'elevata pressione fiscale. Il punto di vista delle banche centrali è emerso con vigore nell'intervento di Hans Tietmeyer, ex presidente della Bundesbank, secondo il quale la bolla della liquidità e la conseguente crescita artificiale sono state alimentate tanto dalla politica monetaria espansiva di Greenspan quanto dal cambio «di fatto fisso» della moneta in Cina e nell'area del Pacifico. Per Giovanni Majoni, direttore esecutivo della Banca mondiale, saranno necessarie forme di concertazione su scala mondiale per imporre regole alle superpotenze. Nell'analizzare l'impatto della crisi, il direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli ha detto che la crisi in Italia è arrivata dall'ottobre 2008 con il crollo del commercio mondiale che ha colpito imprese esportatrici grandi, medie e piccole nei settori dell'industria manifatturiera, soprattutto beni durevoli, tessile, auto. Arrigo Sadun, direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale per l'Italia, per illustrare l'uscita dalla crisi ha usato la colorita immagine della "tinozza vittoriana" con altezza asimmetrica delle due sponde, in luogo delle solite "U", "V" ed "L", per dire che «abbiamo perso un pezzo dell'economia, una certa percentuale diPil che prima c'era non ci sarà più». In occasione del convegno, Unicredit ha siglato un accordo pubblico-privato a sostegno del commercio internazionale, creando una piattaforma di consulenza per le imprese dell'export con l'International Finance Corporation (Banca Mondiale), la tedesca Kfw-Ipex, l'agenzia canadese Northstar Trade Finance e la Nedbank del Sud Africa. I. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL MESSAGGIO AL GOVERNO «Il problema sono i crediti con i clienti che non pagano». Bini Smaghi: in Italia subito riforma delle pensioni e della tassazione UniCredit. Alessandro Profumo INFOPHOTO

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Â<È ora di dire basta: L'imbroglio deve finireÂ> (sezione: Cultura)

( da "Tempo, Il" del 26-06-2009)

Argomenti: Cultura

stampa La Rdb Cub «È ora di dire basta: L'imbroglio deve finire» La Rdb interviene in merito alla crisi idrica che sta attanagliando Pantano e S. Agostino. «L'imbroglio deve finire – afferma la sigla sindacale - da anni, infatti, si sente parlare del gravoso problema idrico della città e noi come sindacato vogliamo evidenziare le annose colpe delle amministrazioni comunali succedutesi nel tempo. Come in tutti i servizi pubblici da esternalizzare la prima cosa da fare è: mandare in malora il servizio con il mancato investimento finanziario in bilancio e far mancare personale sia tecnico che amministrativo. Poi ci saranno le Sot che gestiranno i servizi pubblici in forma privata. Questo è l'imbroglio, la gestione mista pubblico->privata. Investire soldi da bilancio e adeguare la pianta organica del servizio acquedotti altrimenti lavoratori e cittadini avranno servizi privatizzati, costosi e scadenti. Solo 5 anni fa il servizio acquedotti era gestito con 25 unità lavorative, oggi ne sono rimaste soltanto 12 tra funzionari, tecnici, operai, amministrativi. Cosa devono fare i 12 dipendenti? - si domanda l'Rdb - Controllare, manovrare, riparare, fare sopralluoghi, e gestire tutte le utenze (circa 20.000) per un totale di 320 km di rete e acquedotti portanti. Siamo un sindacato anche dei cittadini - conclude - completamente dalla loro parte e solidarizziamo con loro, siamo per l'acqua pubblica e da anni ci battiamo affinché i Servizi Pubblici vengano gestiti degnamente senza inganni».

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Sabato 4 luglio si avràil cambio della guardia (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 26-06-2009)

Argomenti: Cultura

rotary club Sabato 4 luglio si avrà il cambio della guardia Qualcuno non ci credeva, altri non la volevano. Quando c'era se ne sottovalutano i vantaggi al punto da prendere sottogamba persino la gestione del Consorzio universitario ibleo. Adesso, come spesso accade per le cose che si rischia di perdere, dell'Università iblea e dell'importanza della sua presenza sul territorio sembrano essersene accorti tutti. E così anche l'Ordine dei medici, chirurghi e degli odontoiatri di Ragusa si pronuncia con una nota a firma del presidente Salvatore Criscione. «Ci rendiamo conto - si legge nel comunicato - che le questioni finanziarie sono alla base di scelte, da noi non condivise, e giudicate lesive per il territorio ibleo, ma l'Università ha un suo perché ed ogni Facoltà si è radicata sul territorio per scelte ben precise assunte e impegni presi. L'Ordine dei meidic, facendo un discorso generale, si sente comunque in obbligo a riflettere più specificatamente sulla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Si ha quasi l'impressione, seguendo con apprensione quanto si sta consumando in questi giorni tra Ragusa e Catania, che alla fine non ci sarà un azzeramento totale ma forse parziale. Se così dovesse essere, non ci riterremmo soddisfatti, ma almeno non del tutto defraudati. Però, crediamo che a dover pagare il conto sia anche la Facoltà di Medicina, istituita a suo tempo anche per garantire, da convenzione, ad alcuni docenti di poter ricoprire la carica di primari nei nosocomi iblei, senza accedervi tramite pubblico concorso. In un primo momento gli ospedalieri eravamo contrari a questa istituzione e alle conseguenti condizioni ad essa collegate, ma adesso non possiamo più mettere la testa sotto la sabbia, pensando che togliere una Facoltà universitaria sia semplicemente dare un colpo di spugna». Schierandosi al fianco degli studenti e delle istituzioni che ad oggi hanno lottato per far sì che l'Università iblea non venga cancellata, l'Ordine dei medici chiede che al Consorzio universitario ibleo «venga dato un anno di tempo, nel corso del quale reperire ulteriori forme di finanziamento. Cosa che può concretizzarsi alla luce del nuovo statuto da votare su proposta del Consiglio di amministrazione dai Consigli comunali e provinciale per reperire nuovi soci e dunque allargare la base societaria e finanziaria, chiedendo un considerevole intervento alla Regione siciliana, in termini proprio economici. L'azzeramento immediato è impensabile ed avere un anno a disposizione potrebbe dare una boccata di ossigeno ad una nuova gestione, quella del Cda appunto, che può impegnarsi in tal senso».

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I settecento annidella Contea (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 26-06-2009)

Argomenti: Cultura

il convegno I settecento anni della Contea gi.bu.) Pubblicati gli atti dei convegni internazionali sul 7° centenario della Contea. Si tratta di due volumi dal titolo "La Contea di Modica dal XIV al XVII secolo". In tale contesto è stato presentato a palazzo San Domenico, in conferenza stampa, il seminario di studi che si terrà oggi alle ore 18 con la partecipazione degli storici Giuseppe Barone, Domenico Ligresti e Paolo Militello, tutti docenti dell'Università di Catania. Il prof. Barone ha illustrato i contenuti dei due tomi che contengono gli atti, caratterizzati da venti relazioni svolte in due distinti convegni internazionali: nel marzo del 1996 "La terra e il potere: la Contea di Modica nel Medioevo" e nel dicembre del 1996 "Tra Spagna e Sicilia: la Contea in età moderna". Sono relazioni assai importanti in quanto già da allora emersero nuovi ed interessanti aspetti sulle vicende politiche, economiche e sociali dell'area sud-orientale della Sicilia. Ma la novità è arrivata dal sindaco, Antonello Buscema che ha parlato del progetto che prevede la redazione di una "Storia della Città di Modica dal post terremoto ad oggi", che si avvarrà dell'opera del prof. Giuseppe Barone, storico, del prof. Paolo Nifosì storico dell'arte e del prof. Antonio Sichera, docente universitario.

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il sociologo alberoni (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 26-06-2009)

Argomenti: Cultura

il sociologo alberoni docente a catania. Francesco Alberoni, nato a Piacenza nel 1929, noto sociologo, docente universitario, è stato membro del consiglio d'amministrazione Rai e facente veci del Presidenti nel periodo 2002 – 2005. Attualmente è Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia ed editorialista del Corriere della Sera. Nella sua lunga carriera accademica ha insegnato anche all'Università di Catania, dal 1972 al 1977, anni che - come lui stesso ha raccontato - stimolarono la sua produzione letteraria.

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Spariranno i passaggi a livello (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 26-06-2009)

Argomenti: Cultura

Programma Fs in Sicilia Spariranno i passaggi a livello Roma. È stato firmato ieri al ministero dell'Istruzione, alla presenza del ministro Mariastella Gelmini, un accordo per destinare fondi alla ricerca per complessivi 1,6 miliardi alla Campania, alla Calabria, alla Sicilia e alla Puglia. L'intesa servirà a investimenti in ricerca legati all'industria. Nel dettaglio saranno destinati 325 milioni alla Calabria, 445 alla Campania, 405 alla Puglia e 425 alla Sicilia. Alla firma dell'accordo erano presenti i governatori della Sicilia, Raffaele Lombardo, della Campania, Antonio Bassolino e della Calabria, Agazio Loiero. «Abbiamo conseguito un importante risultato - ha dichiarato il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo - che ci consentirà di movimentare, in un settore così strategico per la nostra regione, una significativa disponibilità di risorse, cui si aggiungeranno anche quelle previste dai finanziamenti comunitari del Por Sicilia 2007-2013 pari a circa 200 milioni di euro». Si prevede che l'attuazione del programma possa avvenire entro qualche mese attraverso la stipula di appositi Apq (accordi di programma quadro), riguardanti quattro settori specifici: il sostegno alla ricerca industriale, attraverso progetti presentati da università, imprese ed enti di ricerca; i laboratori pubblico-privati e le reti volte a potenziare le attrezzature e la sperimentazione di iniziative di settore; il potenziamento dei distretti tecnologici esistenti (quello sulle nanotecnologie, sui trasporti e sulla pesca e l'agro alimentare); la dotazione e il rafforzamento delle strutture in dotazione alle università del Mezzogiorno. «Questo accordo - ha concluso Lombardo - guarda soprattutto ai nostri giovani. L'obiettivo è fornire loro una possibilità per rimanere in Sicilia, dove mettere a frutto capacità e competenze, favorendo lo sviluppo della regione». Il Protocollo «avvia il più grande investimento a sostegno della ricerca che sia stato attuato per il sud», ha commentato il ministro Gelmini. Per il primo triennio - informa una nota ministeriale - sono state stanziate risorse comunitarie e nazionali per 1.600 milioni di euro, a fronte di una disponibilità complessiva di 3.232 milioni di euro, per il sostegno alla ricerca industriale, il potenziamento dei centri di ricerca ed altri interventi a sostegno dello scambio di conoscenze scientifiche e tecnologiche tra Sud e Centro-Nord del Paese. R. R.

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Università degli Studi di San Marino: di Laurea a distanza in Economia (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 26-06-2009)

Argomenti: Cultura

Università degli Studi di San Marino: di Laurea a distanza in Economia (26/6/2009 17:05) | (Sesto Potere) - San Marino - 26 giugno 2009 - Nel prossimo mese di Luglio si apriranno le iscrizioni per i corsi di Laurea a distanza in Economia organizzati dall' Università degli Studi della Repubblica di San Marino, in collaborazione con l'Università degli Studi di Trieste e nell'ambito del Consorzio Nettuno. Essi si suddividono in tre generi differenti: Economia e Gestione Aziendale, Economia e Amministrazione delle Imprese ed Economia e Gestione dei Servizi Turistici Teledidattico. Il primo ha lo scopo di fare comprendere agli studenti il fenomeno produttivo e le organizzazioni che lo sviluppano, in un’ottica sia interna che internazionale. Il secondo consiste nell’inserimento nel mondo del lavoro nel settore dell’economia. Infine il Corso di Laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici si propone di formare professionalità capaci di progettare iniziative nell’ambito turistico. I Corsi di Laurea hanno durata triennale e si rivolgono particolarmente a studenti lavoratori e a studenti residenti lontano dalle sedi universitarie. Infatti è possibile seguire le lezioni tramite televisione sui canali satellitari Rainettuno SAT1 e Rainettuno SAT2, oppure via internet sul sito www.consorzionettuno.it, trasmesse 24 ore al giorno. Per ogni anno è necessario ottenere 60 crediti formativi e per conseguire la Laurea alla fine dei tre anni occorre raggiungere un totale di 180. La specificità di queste lezioni a distanza permette agli studenti di programmare i loro studi in modo autonomo durante la settimana, in modo tale da prepararsi bene per gli esami, che si svolgono solo durante il sabato. I docenti che lavorano in questo corso appartengono alla Facoltà di Economia dell’Università di Trieste e sono a disposizione degli studenti, ai quali forniscono assistenza tramite telefono, fax e posta elettronica.

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Terremoti, in Emilia-Romagna città più sicure (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 26-06-2009)

Argomenti: Cultura

Terremoti, in Emilia-Romagna città più sicure (26/6/2009 18:07) | (Sesto Potere) - Bologna - 26 giugno 2009 -Ben 675 edifici pubblici, di 216 Comuni emiliano romagnoli sotto esame per verificarne i livelli di sicurezza sismica. Un crescente livello di collaborazioni tra Regione e Comuni per l’applicazione delle norme di prevenzione ma soprattutto città più sicure in cui le nuove costruzioni e le riqualificazioni dell’esistente rispondano in primo luogo a criteri antisismici. è questo quanto emerso dalla Conferenza regionale su “La prevenzione sismica in Emilia-Romagna” che si è svolta a Bologna. L’obiettivo dell’incontro realizzare il quadro sulla attività di prevenzione sismica nel territorio emiliano romagnolo, sull’applicazione della normativa regionale antisismica e su come questa deve essere declinata nel concreto negli interventi edilizi di costruzione e riqualificazione. In base alla classificazione del luglio 2003, in Emilia-Romagna sono considerati a media sismicità 105 Comuni, mentre sono 236 quelli a bassa sismicità. Nessun Comune emiliano romagnolo è classificato ad alta sismicità. La classificazione delle zone sismiche fornisce una rappresentazione coerente della situazione di pericolosità reale del territorio e costituisce la base su cui stabilire scelte e indirizzi. Tra l’altro risulta che nell’ultimo millennio in Emilia-Romagna sono stati registrati 382 eventi sismici (al di sopra della soglia del danno come scossa principale) su un totale di circa 2500 catalogati in Italia. Entro il 31 dicembre 2010 secondo quanto disposto dalle norme nazionali, uffici pubblici, ospedali, scuole e altre strutture, anche private, di pubblico interesse saranno verificate, attraverso una apposita relazione, che identifichi sia i livelli di sicurezza che gli eventuali interventi necessari. La legge regionale per ridurre il rischio sismico L’Emilia-Romagna dall’ottobre 2008 si è dotata della legge “Norme per la riduzione del rischio sismico”(n. 19/2008). La legge, recependo anche quanto previsto da una sentenza della Corte costituzionale, stabilisce che i Comuni debbano fornire un’autorizzazione preventiva sui requisiti antisismici di tutti gli interventi edilizi nelle zone classificate a media sismicità. In quelle a bassa sismicità è sufficiente il deposito del progetto strutturale presso i competenti uffici comunali, con controlli a campione. I Comuni, in forma singola, nel caso dei più grandi, o associata, dovranno dotarsi di una struttura tecnica adeguata con personale specializzato e opportunamente formato. In alternativa si dovranno avvalere delle competenze dei Servizi tecnici di Bacino della Regione per i quali è in previsione, attraverso nuove assunzioni, un potenziamento del personale tecnico a disposizione per i controlli sul territorio. Inoltre per quanto riguarda la formazione e l’informazione la legge ha istituito un Comitato scientifico accademico e un Comitato consultivo misto pubblico-privato, che hanno il compito di definire criteri e indirizzi ed impostare, promuovere e divulgare le analisi e i programmi di prevenzione sismica.

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Università Insubria e CdC Como: attivato S.O.S. Impresa (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 27-06-2009)

Argomenti: Cultura

Università Insubria e CdC Como: attivato S.O.S. Impresa (26/6/2009 20:36) | (Sesto Potere) - Como - 26 giugno 2009 - Molti imprenditori, a seguito della crisi generalizzata che si è diffusa a livello mondiale, non riescono ad avere una visione globale dei complessi aspetti giuridici che devono affrontare al di là delle difficoltà di ordine economico o di accesso al credito. Per ridurre questo gap informativo l’Università Insubria – Facoltà di Giurisprudenza e la Camera di Commercio di Como hanno creato uno sportello di ascolto e prima informativa per imprese del territorio sugli aspetti giuridici della crisi e del risanamento, denominato S.O.S. Impresa. Tale servizio – realizzato grazie alla collaborazione tra Camera di Commercio, Università dell’Insubria e Associazioni imprenditoriali comasche - cercherà di illustrare agli imprenditori interessati alcuni possibili approcci alla crisi e gli strumenti giuridici per affrontarla nel modo migliore. Il progetto verrà presentato durante la conferenza stampa del 30 giugno 2009, alle ore 16.30 presso Palazzo Natta, in Via Natta 12, Como. Intervengono: - Giorgio Zamperetti, Docente di Diritto Commerciale presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Insubria e responsabile del servizio - Mauro Frangi, Membro di Giunta camerale e Presidente della Commissione “Congiuntura economica”.

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tempo e futuro della città visti da un pensatore francese - alfredo d'agnese (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 27-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XII - Napoli Tempo e futuro della città visti da un pensatore francese Il Sabato delle Idee ospita l´economista consigliere di Mitterrand e Sarkozy Con lui il vescovo, filosofi e scienziati ALFREDO D´AGNESE Il concetto di tempo e il futuro di Napoli: non poteva essere scelto un tema più attuale per concludere la prima edizione de "Il Sabato delle Idee". L´appuntamento finale della rassegna si terrà alle 10,30 presso la Fondazione Sdn in via Gianturco 113. Ospite dell´incontro "Lo spazio del tempo" sarà l´economista e pensatore francese Jacques Attali. Definito da Paris Match come "un moderno Pico della Mirandola che non scappa di fronte a nessuna sfida", Attali è stato consigliere di Mitterrand e primo presidente della Banca Europea per lo Sviluppo. Il presidente Sarkozy lo ha voluto a capo della Commissione per la liberazione della crescita francese che ha realizzato il rapporto "300 decisioni per cambiare la Francia". Le idee di Attali si confronteranno con quelle del cardinale Crescenzio Sepe, del docente di Genetica Bruno Dallapiccola, dei filosofi Aldo Masullo e Gianluca Bocchi, del docente di Neuroscienze Paolo Viviani e dello specialista in bioimmagini Marcello Cadioli. A moderare l´incontro sarà il redattore capo della Rai Massimo Milone. I protagonisti dell´ultimo Sabato delle idee saranno chiamati a delineare i futuri scenari di scienza e tecnologia, di comunicazione e filosofia, di genetica, spazio e tempo. Argomenti suggestivi e complessi che sembrano quasi una risposta alla sfida lanciata dalla crisi dei nostri giorni, Ci si attende molto dalle parole di Attali, autore di saggi importanti come "Rumore" e il recente "Breve storia del futuro". "Lancerà certamente qualche proposta provocatoria per la città", dicono gli organizzatori. Forse chiederà anche per Napoli una commissione per realizzare cambiamenti e per pensare a un nuovo sviluppo. Secondo Attali l´Italia non è più riuscita «negli ultimi secoli a formare, a suscitare, né ad accogliere una ‘classe creativa´: non ha più formato abbastanza marinai, ingegneri, ricercatori, imprenditori, commercianti, industriali. Non ha più attratto a sé abbastanza scienziati, finanziatori, creatori di impresa: soltanto teologi, militari, signori feudali, artisti al soldo del potere e amministratori incaricati soprattutto di non assumersi dei rischi». Nato dalla sinergia tra Università Suor Orsola Benincasa e Fondazione Sdn, il Sabato delle Idee ha fuso in questi mesi scienza, arte e filosofia, ospitando di volta in volta mostre artistiche. Oggi sarà inaugurata la personale di sei opere in plexiglas realizzate dal writer Iabo che segue, tra gli altri, quelle di Melita Rotondo, di Francesco Scognamiglio e di Accelerazione Video.

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specializzazione a oculistica tutti i posti ai figli dei baroni - francesca savino (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 27-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina VI - Bari L´esame Specializzazione a Oculistica tutti i posti ai figli dei baroni Maturità, per la seconda prova aiuti da Internet FRANCESCA SAVINO Sono state le più brave. Lo testimonia la graduatoria di merito per la scuola di specializzazione in Oftalmologia dell´Università degli Studi di Bari in cui hanno sfiorato il massimo, con valutazioni finali che hanno superato i 90 punti su 100. Sulle loro carte di identità, invece, ci sono gli stessi nomi di alcuni dei professori che adesso incontreranno fra aule e corridoi del reparto: le quattro candidate vincitrici sono tutte figlie di medici oculisti. Il padre di una delle dottoresse è il direttore di Oftalmologia I, un altro è il coordinatore dell´unità operativa, un altro ancora lavora al primo piano nella divisione dedicata al glaucoma, mentre l´ultimo dopo aver lavorato al Policlinico adesso si divide fra uno studio specialistico e la clinica Madonnina. All´esame per la scuola di specializzazione nelle scorse settimane si erano presentati sette candidati, sette giovani dottori freschi di promozione all´esame di Stato da medico chirurgo. La commissione mista fra Bari e Foggia ha valutato le loro prove e ha poi approvato la graduatoria di merito pubblicata sul sito dell´Università. I quattro posti ministeriali con contratto di formazione specialistica sono stati affidati in ordine di merito ad Alessandra Sborgia, Luisa Micelli Ferrari, Enrica Ruggeri e Lorenza Ciracì. Sono state tutte bravissime. Le prime due, con 94,5 punti su 100 hanno raggiunto uno dei risultati migliori fra le quarantacinque aree di scuole di specializzazione, portano lo stesso cognome rispettivamente del professor Carlo Sborgia, dirigente medico responsabile dell´unità operativa e di Tommaso Micelli Ferrari, coordinatore dell´attività medica e chirurgica e di tutto il personale medico, paramedico e amministrativo delle diverse sezioni. La terza, vincitrice del posto con 93,5 punti, è figlia del professor Giuseppe Ruggeri, aggregato alla facoltà di Medicina e nello staff glaucoma del reparto di Oftalmologia I, mentre Lorenza Ciracì è figlia di Giuseppe, medico oculista che ha frequentato per alcuni anni la clinica oculistica con i professori Cardia e Sborgia per poi passare alla clinica Madonnina al fianco degli stessi, nonché titolare da vent´anni di uno studio oculistico accreditato. «Il valore e i voti valgono più dei nomi», commenta il preside della facoltà di Medicina Antonio Quaranta. Dal vertice della facoltà, Quaranta rifiuta qualunque collegamento fra le parentele delle dottoresse e i loro brillanti risultati. «Per quanto mi riguarda ha vinto chi lo ha meritato. Voglio e devo credere che chi ha valutato i candidati, una commissione mista fra Bari e Foggia, abbia giudicato in base ai meriti e a nient´altro» prosegue il preside: «Per quanto mi riguarda, hanno vinto i migliori. Almeno fino a prova contraria, e dubito fortemente che ci possa mai essere prova contraria». è stata una seconda prova agrodolce per gli studenti baresi impegnati negli esami di maturità. Particolarmente tolleranti i docenti delle varie commissioni, ma studenti beffati dalle "bufale" di vari siti online, che giovedì avevano inserito versioni e problemi risultati poi inesistenti. "Crederci non costava niente e ci siamo voluti fidare - ammettono Fabio e Maddalena del liceo Flacco - ma la versione di Cicerone non è stata particolarmente difficile". Internet ha giovato invece ad alcuni studenti dei licei scientifici, che hanno ammesso di aver ricevuto le soluzioni dei quesiti attraverso la rete. "Di cellulari ne tolgono uno solo - spiega uno studente - ma i commissari non ti perquisiscono e sono tranquilli".

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L'acqua DEL SUD LA SICILIA DEI PADRONI DEL COMUNE (sezione: Cultura)

( da "Manifesto, Il" del 27-06-2009)

Argomenti: Cultura

TERRITORI altra italia L'acqua DEL SUD LA SICILIA DEI PADRONI DEL COMUNE Nonostante le sue 47 dighe, l'acqua nell'isola costa sempre più cara. A Palermo giornata di studi contro la privatizzazione dell'acquedotto pubblico regionale. Mentre il mare del Belpaese è mangiato dagli abusi e dal cemento Vito Bianco PALERMO PALERMO Dare l'acqua agli assetati. Avrebbe potuto essere questo il titolo della giornata di studio e confronto che si è svolta giovedì nella Sala delle Lapidi del Comune, voluta e organizzata dal Cepes, il Centro studi di politica economica diretto dall'instancabile novantenne Nicola Cipolla, figura storica della sinistra palermitana. Il titolo era invece No alla privatizzazione dell'acqua bene comune, e si proponeva di fare il punto della situazione a poco più di un mese dall'Assemblea nazionale che si è svolta all'Ars il 14 maggio (erano presenti i rappresentanti 65 comuni siciliani, i sindacati, molte associazioni culturali e i comitati per l'acqua), nel corso della quale è stato presentato lo schema di un progetto di legge di iniziativa popolare, sostenuto dal Movimento dei sindaci, che si propone di ripubblicizzare la gestione del servizio idrico in Sicilia. I caposaldi della proposta sono: la soppressione degli Ato, gli organismi che per conto di Siciliacque (posseduta dalla francese Veolia, attiva anche nello smaltimento dei rifiuti) si occupa dell'approvvigionamento idrico facendone notevolmente aumentare il prezzo, l'istituzione di un organismo centrale che si assuma il compito della supervisione, e l'affidamento alla responsabilità dei municipi - attraverso la creazione di Consorzi ad hoc - della gestione dell'acqua nei suoi due principali usi, l'irriguo e il domestico. L'assunto che muove l'azione di quello che nel frattempo è diventato il Coordinamento nazionale dei comuni è semplice ma inattuato: l'acqua è un bene primario che non può essere degradato a merce. Dovrebbe essere ovvio, ma nella regione del governatore "commissario straordinario per l'emergenza idrica" non lo è; qui al contrario la normalità è la speculazione e la penuria, nonostante che nell'isola, con le sue 47 dighe, l'acqua ci sia sempre stata; però costa cara, viene sprecata e si inseguono soluzioni mirabolanti per demagogia e per alimentare un rivolo inarrestabile di clientelismo. Molti gli interventi, di sindaci, sindacalisti e tecnici che da anni studiano la questione idrica qui da noi e nel resto d'Europa; dai quali è forse possibile estrarre un comune denominatore, riassumibile nella argomentata presa d'atto del fallimento della privatizzazione e del suo mito, che ha fatto breccia anche a sinistra (lo ha ricordato Salvatore Bonadonna), a lungo opzione obbligata nel segno di una malintesa modernizzazione. «Qualcuno ha pensato che il mercato si autoregolasse, che ne derivassero benefici per il consumatore, e invece ha fatto cartello» ha detto Antonella Leto, che coordina il Gruppo enti locali. Prima di lei Nicola Cipolla aveva svolto una rapida cronistoria del disastro, raccontando con dovizia di particolari l'assurdo destino di una terra che sembra condannata a patire la sete e a riempire di cisterne i tetti dei condomini (era una delle ultime immagini di Sete d'acqua in Sicilia, il bel documentario di Ottavio Terranova che ha aperto i lavori). Sul fronte dei sindaci erano molto attesi gli interventi di Rosario Gallo, primo cittadino a Palma di Montechiaro, di Giovanni Panepinto che guida il comune di Bivona, e di Domenico Giannopolo, che la stessa responsabilità a Caltavuturo. Gallo è il portavoce dei sindaci dell'agrigentino («rappresento la Sicilia più assetata e la più carente di acqua potabile»); nella sua provincia la rete idrica disperde il 70% dell'acqua, e ha il prezzo più alto. Per lui, «la questione fondamentale è avere la possibilità del governo del territorio, perché il privato aumenta i costi e abbassa la qualità del servizio. E tutto questo avviene a causa della totale assenza della politica. Sono convinto», ha aggiunto, che «acqua, energia e rifiuti costituiscano un unico fronte di lotta». Sui tempi di rifinitura e di presentazione nell'aula della proposta è netto: entro settembre. Per il versante del problema che tocca la sussistenza e lo sviluppo dell'agricoltura sono intervenuti Maurizio Lunetta e Pippo Di Falco, sindacalisti della Cia. Entrambi hanno descritto gli scompensi e l'inefficienza degli 11 Consorzi che attualmente gestiscono l'acqua per l'irrigazione e lo stato di crisi acuta in cui si trova l'agricoltura siciliana, che vede una progressiva perdita degli addetti in fuga verso migliori condizioni di lavoro. «Ci vogliono 120 litri d'acqua per fare un bicchiere di vino» ha detto Lunetta, a sottolineare la preziosità del vino e l'apporto imprescindibile dell'acqua, e la conseguente necessità di rendere più razionale e mirata l'erogazione. Mentre Di Falco, in coda al suo intervento ha fatto aleggiare l'immagine della diga Gibesi, nei pressi di Ravanusa (Ag), costruita dall'Ente minerario cinquant'anni fa e mai messa in funzione: un simbolo inquietante di una politica sciagurata, ma anche uno stimolo a far presto e bene perché si muore (diceva Danilo Dolci) e perché non è scritto da nessuna parte che non si possa cambiare. Anche per Giannopolo l'autonomia decisionale degli amministratori locali è la chiave di volta per la soluzione del problema, magari dando ai comuni la possibilità di partecipare ai cofinanziamenti nell'abbinamento pubblico-privato: dal 46% truffaldino che tagliava fuori gli enti locali a vantaggio della Regione che così aveva in mano il business e il foraggio per la clientela, a un più abbordabile 6, fatto però salvo il controllo dei municipi. Dopo di lui Antonio Marotta ha spiegato come si struttura il sistema delle holding, la complessa filiazione di scatole cinesi che garantiscono grandi affari quasi mai puliti a spese della comunità. Istruttivo e scoraggiante. Il sindaco Panepinto è misurato ma non nasconde l'insofferenza per uno stato di cose che sfida la logica e il buon senso, ma nello stesso tempo fa una saggia professione di realismo: «La gente deciderà di stare con noi non sulla forza del principio dell'acqua bene comune e inalienabile, ma perché l'acqua è cara. È facendo perno sulla prospettiva dell'abbattimento dei costi che la spingiamo alla mobilitazione». E aggiunge: «Questa non è una guerra di posizione, che si combatte stando in trincea. La battaglia si vince o si perde da qui a novembre». Ma prima di quella data ci sarà tempo per altri confronti, per arricchire un progetto che ha un obiettivo ambizioso ma realistico: restituire ai cittadini siciliani un diritto fondamentale, il diritto all'acqua.

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Ospedali iblei multietnici (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 27-06-2009)

Argomenti: Cultura

Ospedali iblei multietnici «I malati non hanno colore» Modica. Al teatro Garibaldi, Giancarlo Poidomani, docente di Storia contemporanea al corso di laurea Scienza del Governo e dell'Amministrazione dell'Università di Catania, ha presentato il suo ultimo lavoro "Senza la Sicilia l'Italia non è Nazione" con un richiamo a "La destra storica e la costruzione dello Stato, 1861-1876". Al cospetto di una platea e con i palchi del teatro insolitamente pieni, dopo il saluto del sindaco Antonello Buscema, il moderatore prof. Antonio Sichera ha introdotto all'analisi del libro il prof. Rosario Mangiameli, presidente dell'Istituto Siciliano per la Storia dell'Italia Contemporanea. Questi, nel suo prolungato intervento di apertura, ha sottolineato "la raffinatezza con la quale l'autore del libro si è districato tra aspetti politici, storici e sociali del periodo preso in esame ed in particolar modo per quanto riguarda la rivolta contadina di Bronte e l'intervento di Bixio". Un apprezzamento è stato fatto per come è stata analizzata la questione demaniale dell'Italia post-unitaria, che risulta centrale e centrata per come analizzata e non è mancato il richiamo al quadro liberale-risorgimentale verso il quale la Sicilia e l'Italia si stavano avviando. Il professore Mangiameli ha apprezzato nel lavoro storiografico di Giancarlo Poidomani oltre ai richiami al Gattopardo, al Verga ed ai Vicerè di De Roberto, anche le sottili enunciazioni che evidenziano "la confusione politica nel quindicennio post-unitario con le tante illegittimità perpetrate dai funzionari piemontesi". Ma la massima attenzione dei presenti si è avuta dal momento in cui ha preso la parola il prof. Giuseppe Barone, preside eletto della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Catania. Con la sua ben nota proprietà dialettica, il prof. Barone, ha elogiato il lavoro svolto dal giovane professore Poidomani che attraverso approfondite ricerche presso l'Archivio Centrale dello Stato a Roma e gli archivi siciliani ha estrapolato una documentazione meritevole della massima attenzione. Oltre ad analizzare il testo, che si compone di quasi 500 pagine, il prof. Barone ha tratto lo spunto per parlare del processo di "State building" nell'Italia risorgimentale. In tale processo la priorità era la costruzione delle infrastrutture necessarie al nuovo Stato. Il professore Barone ha, inoltre, approfondito il ruolo avuto dalla provincia di Ragusa e dalla città di Modica nel panorama dell'Unità d'Italia. In conclusione Giancarlo Poidomani, l'autore del complesso lavoro, ha sintetizzato i motivi che lo hanno spinto a sottoporsi ad una fatica indescrivibile pur di lasciare una traccia, fra le tante, dei molti fatti accaduti in un periodo poco conosciuto della storia politica italiana, che faticosamente cercava una propria collocazione internazionale. Giovanni Calabrese

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Una per Frate GiuseppeSortino. (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 27-06-2009)

Argomenti: Cultura

Una «colletta» per Frate GiuseppeSortino. I Cappuccini lanciano una campagna per accelerare, attraverso il postulatore, la causa di beatificazione Priolo . Con una nota a firma del segretario provinciale della Uilcem Emanuele Sorrentino e del segretario di comparto Salvatore Lorefice, è stato richiesto al presidente dell'Ias, Salvatore Raiti, un incontro alla presenza del presidente del consorzio Asi, Giuseppe Assenza, per chiarire la vicenda che dovrebbe portare alla liquidazione della società Ias. Questa società, che gestisce l'impianto biologico di Priolo, infatti, è pubblico-privata. Tra i soci pubblici, oltre ai Comuni di Melilli e Siracusa, figura l'Asi, che in base all'articolo 7 della legge finanziaria, dovrà mettere in liquidazione le società a cui partecipa. Nei giorni scorsi è pervenuta al presidente dell'Asi una lettera del funzionario regionale Nicola Vernuccio, con la quale viene invitato ad avviare tutte le procedure per il disimpegno dell'Asi dalle società di cui è socio. Soltanto che l'articolo 7 della legge finanziaria, come fa rilevare il presidente Assenza, invece, chiede che sia l'Asi ad assorbire il resto della società «liquidando» gli altri soci. «Forti preoccupazioni fra i lavoratori – si legge nella nota della Uilcem – ha generato la vicenda della presunta privatizzazione o cessione a privati delle quote detenute dell'Ias. Con tante cose che non funzionano, si cerca di mettere mano a una delle poche che funzionano in Sicilia. Il sindacato non permetterà che simili scempiaggini accadano. L'incontro che è stato chiesto al presidente dell'Ias dovrà servire a chiarire la vicenda e trovare una soluzione che dia tranquillità ai lavoratori e che consolidi l'unico impianto biologico consortile che garantisce la depurazione dei reflui delle industrie del petrolchimico e dei Comuni di Priolo e Melilli». Su questa vicenda si attende la risposta da parte dell'assessore regionale all'Industria Marco Venturi. A chiedere delucidazioni è stato il deputato regionale del Pd Bruno Marziano. Inoltre, è già pronto un emendamento a firma dei deputati regionali Gianni, De Benedictis e dello stesso Marziano. P.M.

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Dolomiti patrimonio dell'umanità (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 27-06-2009)

Argomenti: Cultura

Proclamate dall'Unesco Dolomiti patrimonio dell'umanità Lillo Miceli Palermo. Barbara Cittadini è stata riconfermata, all'unanimità, presidente dell'Aiop-Sicilia. Un'elezione che arriva a pochi giorni dalla sua nomina nel comitato esecutivo nazionale dell'Aiop e dopo un anno piuttosto travagliato anche per l'ospedalità privata che ha dovuto fare i con il Piano di rientro dal deficit sanitario imposto dal governo nazionale alla Regione. Alla vicepresidenza è stato confermato Luigi Nesi che con la Cittadini e Vito Sabbino rappresentano Aiop- Sicilia nel consiglio nazionale dell'associazione. «E' stata una bella traversata nel deserto», ha detto Barbara Cittadini ricostruendo le tappe del suo ultimo anno di presidenza: «Un anno complicato - ha aggiunto - che ci ha visto in prima linea per gli accreditamenti e, poi, nella battaglia per rimodulare ben 500 posti letto che invece avrebbero voluto tagliare. E' stato faticoso, ma il sistema dell'ospedalità privata rappresentato dall'Aiop che comprende 58 case di cura, ne è uscito più forte. Con la riforma sanitaria abbiamo ottenuto il riconoscimento della parità pubblico-privato che è uno stimolo a migliore le nostre prestazioni. Tutto ciò è stato possibile grazie ad una classe dirigente che ha saputo dimostrare spirito di sacrificio e grande imprenditorialità». Per Barbara Cittadini, che ha dedicato la giornata a Lorenzo Pandolfo, giovane amico di famiglia morto in un incidente stradale, «l'Aiop ha tutta la solidità per sostenere davanti a chiunque e a tutti i livelli che non potrà esserci alcuna scelta sulla sanità che non la veda protagonista. Perché nell'anno che doveva segnare la demolizione dell'ospedalità privata, noi dell'Aiop abbiamo saputo accreditarci come l'asse portante di una nuova sanità: quella che sa ascoltare la voce della sofferenza, che sa mantenere ancora il culto della vita umana, che sa guardare oltre il proprio orto. Ora che, anche in virtù dei nostri sacrifici, i conti della Regione sono finalmente in ordine; ora che una legge importante ha riconosciuto il ruolo essenziale e irrinunciabile delle cliniche private, rivendichiamo atti concreti e comportamenti conseguenti. Li rivendichiamo e li pretendiamo». Per la battagliera presidente dell'Aiop, «ora occorre una vera rivoluzione culturale, che in parte c'è già stata, per migliorare gli standard già alti di assistenza, perseguendo una specializzazione sempre più marcata che consenta di liberarsi di sovrapposizioni inutili e improduttive».

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Sul lago d'Orta gli spirituals dell'università americana (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 28-06-2009)

Argomenti: Cultura

Sul lago d'Orta gli spirituals dell'università americana Dal Wisconsin, la regione dei Grandi Laghi, al piccolo Cusio. Nel segno della musica spirituals il coro «Alumni Group», dell'Università americana del Wisconsin, terrà due concerti sul lago d'Orta. Il primo è stasera a Pella alle 21 sul lungolago ed il secondo domani alle 18 nella chiesa parrocchiale di Pogno. L'ingresso ai due concerti è gratuito ed eventuali offerti saranno destinate alla ristrutturazione dell'Oratorio di Pogno. Sulla sponda occidentale del lago cusiano per due giorni risuoneranno dunque le note e le voci del celebre coro americano. Famoso negli Stati Uniti l'Alumni Group è una formazione di trentasette elementi diretta dal maestro Elliot R. Wold, già docente di musica e autore di numerosi e celebri canti religiosi. I due concerti, organizzati grazie all'apporto del Distretto Turistico dei Laghi, sono divisi in due parti. Nella prima il coro americano interpreterà brani dei grandi autori classici come Handel, Mouton con la solenne «Ave Maria» e poi ancora altri canti di Randall Thompson, John Leavitt per concludere con il bellissimo «All creatures of our God and King» nell'arrangiamento di Mark Hayes. La seconda parte del concerto spettacolo è invece interamente dedicata alla musica popolare religiosa americana, folk, gospel e spirituals. Tra i canti più noti «In this very room» di Ron e Carol Harris, «Two Negro Spirituals» e «O happy Souls», brani tradizionali arrangiati da Alice Parker. E poi «Amazing Grace», «Elijah Rock», «River in Judea» e «Let Us break bread together», un classico della musica religiosa.

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Insegnanti: chi viene e chi va (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 28-06-2009)

Argomenti: Cultura

Insegnanti: chi viene e chi va [FIRMA]MARCO CORRADI Qualcuno lo attendeva da anni, altri hanno provato ed è andata «bene», molti, invece, dovranno rassegnarsi a restare ancora un ulteriore (sperano) anno nella scuola di destinazione attuale. Niente, comunque, rispetto a chi è stato trasferito d'ufficio o, peggio, ha perso la cattedra. Ad esempio non esistono più quelle di spagnolo. Ma c'è pure chi la cattedra l'ha ritrovata mentre alcuni, immessi in ruolo l'anno scorso, dopo l'anno di prova hanno avuto la sede definitiva. Sono gli insegnanti delle scuole superiori per i quali, nelle ultime ore, il Ministero dell'istruzione ha pubblicato i trasferimenti e le scuole di assegnazione. A decidere, ma attenendosi rigorosamente a punteggi maturati quasi esclusivamente con l'anzianità di servizio, oltre ai titoli culturali, e le esigenze di famiglia, il cervellone elettronico i cui dati sono ora trasmessi dal «Sistema informativo Ministero della pubblica istruzione». C'è ancora scritto «pubblica» anche se in realtà il Ministero è «dell'istruzione, Università e ricerca» visto che si occupa anche delle scuole private. Da registrare un fenomeno che non farà piacere ai giovani rivieraschi che attendono di entrare in ruolo: gli insegnanti che arrivano da altre province e regioni italiane. E che, in qualche modo, portano via posti ai locali senza che questi siano bilanciati da quelli lasciati dai rarissimi docenti «in uscita». Non è un mistero che la nostra provincia, per ben noti motivi, è ambita (anche se meno rispetto al passato) da chi magari non sopporta le nebbie o i freddi del nord. Rispetto a qualche lustro fa, quando il fenomeno era molto accentuato con grande rabbia di chi attendeva il posto da tempo, ora ci sono limitazioni.

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Disagio, esperti a confronto (sezione: Cultura)

( da "Tempo, Il" del 28-06-2009)

Argomenti: Cultura

stampa Disagio, esperti a confronto Tutore dei minori Prosegue il convegno organizzato dall'ufficio I professionisti del Molise rispondono numerosi all'invito del tutore dei minori. Dall'Ufficio un primo bilancio. L'iniziativa avviata lo scorso venerdì dal Tutore Pubblico dei Minori della regione Molise può vantare già un notevole successo. All'apertura dei lavori sono intervenuti il Consigliere regionale Riccardo Tamburro, il Direttore Generale dell'Ufficio scolastico del Molise, la Presidente regionale dell'Aid, la Responsabile regionale dell'Ansi e la Presidente regionale della Fiped ed oltre 100 preofessionisti del settore. Il Seminario di alta formazione sul tema dei disturbi dell'apprendimento, che si sta tenendo in Campobasso presso il Convento dei Frati Minori di San Giovanni Battista ai Gelsi, coordinato dal Prof. Piero Crispiani proseguirà oggi, dalle ore 9, con la partecipazione del Prof. Dott. Matteo Villanova Neuropsichiatra, Sessuologo clinico e forense, Criminologo, Psicoterapeuta in Ipnositerapia e Didatta del Ciics di Torino, Docente presso l'Università Roma Tre in Medicina preventiva e Psicopatologia forense, Direttore scientifico dell'Associazione Nazionale Criminalisti Criminologi Investigatori Penali. Interverrà il Sindaco del capoluogo di regione Sen. Gino Di Bartolomeo. Insomma un incontro full immersion per discutere dei problemi che riguardano i minori e l'adolescenza, i rischi esistenti per loro, i comportamenti che più facilmente si possono riscontrare nelle diverse età. Senza, naturalmente, tralasciare i problemi derivanti dal cosiddetto disagio giovanile, o quelli vissuti all'interno della mura domestiche, legati a particolari situazioni familiari.

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grandi lavori alla chelliana e sostegno ai corsi del polo (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 28-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 7 - Grosseto Grandi lavori alla Chelliana e sostegno ai corsi del Polo GROSSETO. Quasi otto milioni di euro per lo studio a Grosseto. Le buone notizie arrivano dai progetti che il Comune ha presentato alla Fondazione Mps per richiedere un contributo da aggiungere all'investimento dell'amministrazione comunale e riguardano la biblioteca Chelliana e l'università cittadina. Se a Siena approveranno questo progetto, potrebbero arrivare quattro milioni di euro per consolidare e mettere in sicurezza a prova di terremoto l'edificio che ospitava il patrimonio librario cittadino e che in futuro sarà invece la nuova sede dell'università. Dalle erogazioni della Fondazione Mps ci si aspetta anche nuova linfa per i corsi dell'ateneo. L'istituto senese, infatti, insieme ai Comuni di Grosseto e Follonica, alla Provincia di Grosseto, alla Camera di commercio e all'Università di Siena, è chiamato a investire 3 milioni e 891mila euro che serviranno a potenziare i corsi, a fare dell'università un punto di riferimento di eccellenza per la ricerca collegata ai temi dello sviluppo locale e ad attrarre sul territorio specialisti e ricercatori. Per il solo personale tecnico amministrativo si pensa di spendere una cifra che sfiora gli 800mila euro; ai docenti e a tutto quello che serve per la didattica andranno invece 2 milioni e 859mila euro. Una cifra di tutto rispetto è anche quella per le spese di funzionamento, 235mila euro, con curiose differenze tra un corso di laurea e l'altro. Se, infatti, alle facoltà di economia, scienze giuridiche e conservazione e gestione dei beni archeologici si prevede di spendere in utenze 800 euro per ciascun corso, a scienze ambientali telefono e luce schizzano a 21mila euro; 10 mila e 12mila rispettivamente, invece, per i laboratori di ecologia lagunare e terrestre. F.F.

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ponte del diavolo furto sull'auto dei turisti (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 28-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 4 - Lucca Ponte del Diavolo Furto sull'auto dei turisti SCUOLA Trasferimenti dei docenti L'ufficio scolastico provinciale comunica che sono stati affissi all'albo gli elenchi relativi ai movimenti definitivi provinciali e interprovinciali dei docenti delle scuole secondarie statali di II grado per il 2009/2010 e che gli stessi sono reperibili nel sito http://ospitiweb.indire.it/csalucca oppure nel sito www.istruzione.it. UNIVERSITà Laurea in scienze politiche Congratulazioni a Elisa Macciò, neodottoressa in Scienze politiche. Elisa si è laureata all'università di Pisa con il professore Fedele Ruggeri. La sua tesi affrontava l'argomento: "Mobbing: per un'analisi sociologica". MONTE SAN QUIRICO Senso unico in via delle Querce Il Comune con decorrenza 30 giugno fino all'8 luglio, ordina l'istituzione del senso unico alternato di circolazione regolamentato mediante segnaletica stradale ed in caso di intenso traffico da movieri in via delle Querce località Monte S. Quirico, nel tratto compreso tra i civici 162, 222, 356. LUCCA. Ennesimo furto al Ponte del Diavolo. Ignoti hanno infranto i vetri di un'automobile, appartenente a turisti danesi, parcheggiata nell'area di sosta vicino allo storico ponte ed hanno fatto razzia di quanto si trovava all'interno. Agli sfortunati turisti, constatata con sgomento la sparizione di documenti, soldi ed altri oggetti non è rimasto che presentare denuncia ai carabinieri. «Non è la prima volta che avvengono fatti del genere - dicono alcuni abitanti -. Da tempo le auto dei turisti che si fermano per ammirare il ponte vengono saccheggiate, ora servono più controlli». M.M.

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5 uomini e 5 donne età media 40 anni ecco le "facce nuove" (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 28-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina III - Firenze 5 UOMINI E 5 DONNE ETà MEDIA 40 ANNI ECCO LE "FACCE NUOVE" Mattei, vicino a Cioni, dovrà gestire il traffico. Fantoni, sostenitore della Lastri alle primarie, sarà il titolare della casa Cinque donne e cinque uomini. Età media poco sopra i 41 anni, nessun ex assessore comunale, un mix di volti noti della politica fiorentina o dell´amministrazione provinciale uscente e di facce nuove. Ecco la nuova giunta comunale di Matteo Renzi. Dario Nardella, 33 anni, ex Diesse, violinista e docente a contratto, dopo aver studiato per oltre un anno da assessore alla cultura (è stato presidente della commissione sport e cultura nella giunta Domenici) diventa a sorpresa vicesindaco prendendo però tutt´altra delega, quella allo sviluppo economico. Giuliano Da Empoli, 36 anni, sociologo, nato a Parigi e laureato in giurisprudenza a Roma, è il nuovo assessore alla cultura di Palazzo Vecchio. Di area Pd, è stato per due anni consulente del Ministro dei beni culturali Francesco Rutelli (tra il 1996 e il 1998) e poi direttore dell´Archivio della Biennale di Venezia. Massimo Mattei, 38 anni, presidente di una cooperativa di servizi, una lunga militanza nei Diesse, presidente uscente del consiglio provinciale, diventa assessore con deleghe alla mobilità, alle infrastrutture, al decoro urbano e alle opere pubbliche. Da sempre vicino all´ex assessore sceriffo Graziano Cioni, tanto da guadagnarsi l´etichetta di "cioniano", all´inizio della campagna delle primarie decise di sostenere Renzi. Stefania Saccardi, avvocato, 49 anni, ex assessore all´urbanistica del Comune di Campi Bisenzio e assessore provinciale uscente al lavoro, nella giunta Renzi assume la titolarità delle politiche sociali. Viene dalla Margherita, è stata fra le sostenitrici della prima ora del neosindaco fin dalle primarie. Cristina Scaletti, 41 anni, è fiorentina doc ma vive a Vaglia, è medico immunologo, ricercatrice e medico ospedaliero a Careggi. Viene dall´Italia dei Valori, è stata indicata per la giunta dalla segreteria regionale dei dipietristi. Prende le deleghe all´ambiente. Fino all´ultimo a bussare alle porte di Renzi era stato invece il segretario comunale dell´Idv Sabatino Clementini, che solo due giorni fa si è tirato indietro. Barbara Cavandoli, 41 anni, responsabile dei servizi sociali del Comune di Fiesole, allenatrice di pallavolo, ex dirigente provinciale dell´Uisp, succede Giani alla guida dell´assessorato allo sport. Durante la campagna delle primarie ha sostenuto il principale sfidante di Renzi, Lapo Pistelli. Elisabetta Cianfanelli, 45 anni, viene dall´area socialista, è stata docente della facoltà di disegno industriale di Firenze, era assessore alla moda in Provincia: nella nuova giunta guiderà l´assessorato ad università e ricerca. Claudio Fantoni, 41 anni, corista del Maggio Musicale Fiorentino dal 1994, è stato consigliere di quartiere per i Diesse, è considerato vicino all´ex assessore alla scuola Daniela Lastri, di cui è stato sostenitore alle primarie. Renzi gli ha affidato l´assessorato alla casa. Rosa Maria Di Giorgi, 53 anni, ricercatrice del Cnr, docente universitaria e presidente dell´Orchestra della Toscana, viene dalla Margherita, è la capogruppo comunale uscente del Pd. Diventa assessore all´istruzione. Angelo Falchetti, 42 anni, imprenditore, ex amministratore delegato di Dada, è il nuovo assessore a bilancio, partecipate e innovazione tecnologica.

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servizi e diritto allo studio bari capitale degli atenei - antonio di giacomo (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 28-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XIII - Bari Servizi e diritto allo studio Bari capitale degli atenei Petrocelli: "Grazie al web e ora puntiamo sulle residenze" Nella classifica sono inserite le undici mega università italiane, cioè quelle che superano i 40mila iscritti Il Politecnico è ultimo perché paga il ritardo delle prestazioni erogate via Internet. Bene Foggia, indietro il Salento ANTONIO DI GIACOMO Primo nel Mezzogiorno per il diritto allo studio. è l´Ateneo barese, passato ai raggi X nella Grande guida Università 2009-2010 realizzata da Repubblica in collaborazione con il Censis. E balza subito all´occhio, nella classifica degli undici mega atenei italiani, quelli cioè con un numero superiore ai 40mila iscritti, la settima posizione dell´Università di Bari che - dopo Torino, Bologna, Padova, Pisa, Milano e Palermo - nel rivelarsi il primo Ateneo del Mezzogiorno in tema di servizi e strutture offerte dalle università e dagli enti per il diritto allo studio. Dietro Bari che conquista una media di punteggio dell´82,5 per cento (Torino che domina la classifica ha l´88,5) si ritrovano così, nell´ordine, gli atenei di Firenze, Napoli, Catania e la Sapienza di Roma. Quattro, poi, i parametri presi in esame: servizi, borse di studio, strutture (alloggi compresi) e strumenti a disposizione sul Web. E gongola, nell´apprendere del risultato del "suo" Ateneo, il rettore Corrado Petrocelli. «è senz´altro una bella soddisfazione - commenta - ritrovarsi primi nel Sud e, tutto sommato, insieme con gli altri a pochi passi dalla vetta. Credo sia un grande risultato, raggiunto per di più in due anni e mezzo di lavoro, ma credo che le prospettive siano quelle di un netto miglioramento rispetto ai servizi per il diritto allo studio. Ci siamo riusciti dedicando risorse agli studenti diversamente abili, come rafforzando le funzionalità online a disposizione sul nostro portale internet dove, già da un anno a questa parte, si può effettuare anche l´iscrizione e presto sarà abilitata la funzione per la registrazione degli esami». Non solo il web, tuttavia, fra i progetti per il diritto allo studio di Petrocelli, ora al suo secondo mandato da rettore. «Nell´ex palazzo delle poste, in piazza Cesare Battisti, nel 2010 nascerà un centro multimediale per gli studenti: il cantiere aprirà proprio in questi giorni. Così come, in prospettiva, ci aspettiamo un miglioramento dell´offerta dei servizi grazie al fatto che, da quest´anno, l´Ateneo barese ha acquisito lo status di centro accreditato per il servizio civile. Non solo. Stiamo puntando a migliorare la residenzialità: abbiamo ottenuto un finanziamento per il recupero della casa dello studente di largo Fraccacreta che, una volta riaperta, offrirà circa 250 posti a disposizione dei fuorisede». Quanto al Politecnico di Bari, invece, nella stessa classifica sul diritto allo studio si ritrova in quarta ed ultima posizione con una media dell´80 per cento (determinata, a ben vedere, soprattutto dallo scarso punteggio assegnato ai servizi erogati attraverso il portale web). Un buon risultato consegue, più a Sud, l´Università del Salento, settima nella classifica dei quindici grandi atenei italiani (quelli cioè da 20mila a 40mila iscritti). E va peggio a Foggia, quindicesima fra le venti università di medie dimensioni (da 10mila a 20mila studenti) e comunque, al pari del capoluogo di regione, prima nella classifica almeno nel Mezzogiorno. Fin qui il capitolo diritto allo studio. Tutt´altro discorso e altri numeri, invece, almeno rispetto alle posizioni nella classifica generale italiana, emergono, a sfogliare le pagine della Grande guida Università di Repubblica, osservando le rilevazioni realizzate dal Censis. Pur raggiungendo, infatti, in generale buone medie percentuali è nelle classifiche generaliste che, tranne poche eccezioni, le facoltà pugliesi finiscono con l´arretrare di posizioni. Quattro le categorie prese in esame, all´interno delle quali poi confluiscono numerosi indicatori: produttività, didattica, ricerca e rapporti esteri. è tredicesima così la facoltà di Agraria di Bari, mentre se la cava meglio Architettura che, prima nel Mezzogiorno, è all´ottava posizione su ventuno facoltà in Italia. Ancora guardando a Bari, fra le altre, Economia è 44esima, Giurisprudenza 36esima, Lettere e filosofia 32esima, Lingue 17esima, Medicina 31esima, Scienze della Formazione 15esima, Scienze 28esima e Scienze politiche 26esima. Fatto salvo che, s´intende, si parla di posizioni su scala nazionale dove le variazioni fra un posto e l´altro della classifica sono anche dello 0,1 per cento. Ma tant´è. La gerarchia dei numeri è così e, avverte il rettore Petrocelli, è facile che in generale, in un grande ateneo, il rapporto fra studenti e docenti appaia magari numericamente non eccelso. A soffermarsi, comunque, sulle schede di ciascuna facoltà ci si accorge che i singoli punteggi risultano più che significativi. Scienze della Formazione ha una media di oltre 83, sopra 74 Lingue e Scienze politiche, 80 la facoltà di Lettere e 79 quella di Giurisprudenza. Facoltà, come gli stessi atenei, che proprio attraverso la Grande guida di Repubblica apriranno "virtualmente" già le loro porte. Il volume è costruito infatti non solo attraverso analisi e comparazioni che interesseranno magari in prima battuta soprattutto docenti e decisori della comunità accademica, ma anche come un pratico vademecum con le prime preziose istruzioni per l´uso rivolte alle matricole che verranno. Ovvero a quei ragazzi che, scrollatasi di dosso la spada di Damocle della maturità, fra poche settimane avranno bisogno di una serie di informazioni di servizio per varcare le soglie del pianeta università.

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, lascia il preside di Lettere (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 28-06-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Roma data: 28/06/2009 - pag: 2 La Sapienza Polemica sugli spazi per la facoltà. Per la successione le ipotesi di Piperno e Lettieri «Discriminati», lascia il preside di Lettere Pescosolido consegna le dimissioni e il Rettore Frati le accetta Dopo otto anni, Guido Pescosolido lascia la carica di preside della facoltà di Lettere della Sapienza Università di Roma. Dimissioni consegnate nelle mani del rettore Luigi Frati agli inizi di maggio. E accettate dal Magnifico il 10 giugno scorso. Una «rottura» con strascico polemico: «Ho fatto questa scelta - spiega Guido Pescosolido - perché la facoltà di Lettere è stata discriminata sul piano dell'attribuzione degli spazi: da anni chiediamo invano una nuova sede. E mentre Scienze Umanistiche - continua Pescosolido - ha ricevuto 6 mila metri di uffici e aule nell'edificio dell'ex vetreria Sciarra, Lettere aspetta l'assegnazione, non si sa quando, di 5 mila metri quadri (che poi in realtà sono 2 mila), nell'edificio delle Poste di San Lorenzo ». Un «gesto di protesta», dice Pescosolido, messo in campo dopo aver «espletato tutte le vie istituzionali ». La facoltà di Lettere conta 12 mila iscritti e un corpo docente di 230 unità. Con una carenza di spazi, storica alla Sapienza: «Uno squilibrio insopportabile e umiliante per la nostra facoltà» aggiunge Pescosolido. E, ora, pare che i contatti tra Pescosolido (sponsor di Frati alle ultime elezioni universitarie) e il Magnifico si siano fatti radi: «Tra me e il rettore - conferma il preside - c'è stata una divergenza politica profonda di valutazione della situazione della facoltà». Nei corridoi di Lettere, si vocifera che il rapporto tra il preside e il rettore abbia cominciato a scricchiolare nel maggio 2008, quando scoppiò il caso del convegno sulle Foibe, organizzato da Forza Nuova, inizialmente approvato dal preside di Lettere e poi bloccato (Pescosolido fu «sequestrato» nella sua stanza dai Collettivi decisi a bloccare l'intervento di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova). Frati, allora pro-rettore, non gradì: «Il tutto si era risolto - ribatte Pescosolido - qui non si tratta di divergenze politiche, ma di politica accademica e utilizzazione delle risorse». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato «il rifiuto - conclude Pescosolido - a valutare la condivisione provvisoria degli spazi di Scienze Umanistiche, in attesa del nuovo edificio. In campagna elettorale, Frati aveva promesso alla facoltà una accelerazione e invece non è accaduto nulla». Da parte sua, il rettore Luigi Frati difende le decisioni prese: «Le dimissioni del preside non sono contro Frati - sottolinea il rettore - da tempo Pescosolido, al terzo mandato, aveva manifestato stanchezza. La suddivisione di Lettere in quattro nuove facoltà ha creato non pochi problemi di conflittualità tra i dipartimenti, dinamiche interne su cui non interferisco». Il Magnifico conferma il nodo della mancata assegnazione: «Per questo bisogna rivolgersi a chi c'era prima di me - aggiunge Frati - io ho lavorato con grande trasparenza e c'è già una assegnazione di 2 mila metri quadri per Lettere. Sono un pragmatico, ma non ho la bacchetta magica». Sulla possibile suddivisione temporanea degli spazi tra Lettere e Scienze Umanistiche, Frati spiega: «Sarebbe stato possibile solo in caso di un ritardo infinito, sine die, ma non è così». Il rettore legge così le dimissioni di Pescosolido: «Non vedo problemi particolari. Il preside ha dimostrato un non attaccamento alla poltrona e la volontà di sollecitare la linea politica intrapresa e di questo lo ringrazio ». Sulle malelingue Frati glissa: «Che si parli di Foibe o altro devono comunque intervenire personaggi competenti. Sotto il mio rettorato non c'è né inquisizione né censura». Intanto per la carica di preside a Lettere, si fanno i primi nomi: Franco Piperno, ordinario di Musicologia, e Gaetano Lettieri, docente di Scienze storico- religiose. Simona De Santis

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Un tocco di piccante allevia il dolore (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 28-06-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Salute data: 28/06/2009 - pag: 50 Terapie L'Agenzia del farmaco valuta il peperoncino Un tocco di piccante allevia il dolore Le proprietà certe e quelle da indagare Accende il desiderio, fa bene al cuore, protegge lo stomaco. Sono alcuni dei benefici che la cultura popolare attribuisce al peperoncino. Ma quanto c'è di vero? Visto che in commercio sono già disponibili cerotti e pomate a base di peperoncino, del problema si è occupata l'Agenzia italiana del farmaco, prendendo in esame (in un articolo pubblicato sul Bollettino d'informazione sui farmaci) la letteratura medica sul re delle spezie, protagonista ormai di oltre 9.000 studi scientifici. Al centro delle ricerche, la capsaicina, la molecola che, legandosi a una particolare classe di recettori, chiamati Trp1, fa avvertire il caratteristico bruciore su lingua e palato quando si assaggia del peperoncino. Poiché questi recettori sono associati anche ad alcune forme di dolore neuropatico (quello dovuto a lesioni dei nervi periferici) e considerato che la loro attività diminuisce in seguito a esposizioni ripetute alla capsaicina, alcune case farmaceutiche hanno pensato di usare questa sostanza come analgesico. Di fatto, «la riduzione del dolore neuropatico è l'effetto maggiormente dimostrato dagli studi su questa molecola» spiega Mauro Serafini, docente di Botanica farmaceutica all'Università La Sapienza di Roma. E i medicinali in commercio quattro, fra cerotti e pomate sono indicati proprio per il trattamento di dolori di questo tipo e sono usati in associazione con gli antidolorifici, per esempio nell'artrosi e nelle nevralgie posterpetiche. Stando agli studi pubblicati, questi prodotti fanno diminuire in media di due punti l'intensità del dolore percepito, su una scala in cui 10 rappresenta il dolore più intenso e lo zero l'assenza di dolore. Un miglioramento modesto, che diventa però importante se si considera che «il dolore neuropatico è spesso molto difficile da controllare» come precisa Serafini. A questi prodotti già in commercio, si sta per aggiungere un nuovo cerotto che contiene percentuali superiori di principio attivo rispetto a quelle dei farmaci già in uso (l'8% contro un massimo del 3%). Approvato a maggio dall'Agenzia europea del farmaco, il cerotto dovrà essere applicato da personale medico che sappia anche individuare tempestivamente gli effetti collaterali allergie e infiammazioni che in virtù della maggiore concentrazione del principio attivo potrebbero essere più seri. Sebbene non esistano altre indicazioni per l'impiego di capsaicina, «ci sono prove di una certa consistenza che questa sostanza possa essere utile anche per le forme di incontinenza legata ad anomalie o a lesioni nervose» continua l'esperto. La questione tuttavia deve essere studiata più a fondo, dato che il beneficio sembra di breve durata, come dimostra uno studio dell'Università di Bordeaux (Francia) condotto su una trentina di pazienti. La situazione di chi aveva ricevuto un' iniezione di capsaicina migliorava nettamente nei primi 30 giorni, ma dopo tre mesi tornava identica a quella del gruppo che non aveva ricevuto il trattamento. Un'eventuale terapia potrebbe basarsi su somministrazioni periodiche ma, scrivono i francesi: «Benché la tollerabilità di una singola iniezione sia soddisfacente, quella di trattamenti ripetuti andrebbe valutata con attenzione». Su un punto ricerca e leggende sembrano d'accordo: il ruolo benefico del peperoncino contro il mal di stomaco. Uno studio dell'Università di Bologna ha mostrato che due grammi e mezzo al giorno di polvere di peperoncino rosso diminuiscono del 60% dolore, gonfiore e nausea (rispetto a una riduzione del 30% osservata nel gruppo che non aveva ricevuto il trattamento). E altri ricercatori hanno rilevato l'utilità della capsaicina anche per il colon irritabile. «Si tratta di dati ancora tutti da confermare» commenta Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano, che si mostra scettico anche sugli altri impieghi della molecola. E certamente da confermare sono i risultati ottenuti all'Ospedale San Donato di Arezzo, secondo cui uno spray nasale a base di capsaicina, somministrato tre volte al giorno, è utile per i raffreddori cronici. Capsaicina Al centro di ben 9 mila studi c'è la capsaicina, la sostanza che causa il tipico bruciore su lingua e palato quando si mangia peperoncino Margherita Fronte

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Nelle strade di Baghdad (sezione: Cultura)

( da "Manifesto, Il" del 29-06-2009)

Argomenti: Cultura

Nelle strade di Baghdad La città è viva, la gente affolla le vie, fa picnic sulle rive del Tigri, cerca libri, nonostante i feroci attentati degli ultimi giorni in vista del ritiro del 30 giugno delle truppe Usa dalle città Giuliana Sgrena BAGHDAD BAGHDAD L'aereo non si avvita più su se stesso per atterrare a Baghdad. Non ci sono più gli annunci di scuse per il disagio nella discesa e nemmeno istruzioni particolari per chi siede vicino alle uscite di emergenza. Anche l'aereo non è più quello anonimo tutto bianco e senza scritte con un equipaggio sudafricano, ora il volo della Royal Jordan airlines è uno dei tanti che ormai atterranno a Baghdad. Mi guardo intorno, sono cambiati anche i passeggeri non sono più solo contractor, giornalisti e strani personaggi stranieri, ci sono anche iracheni che rientrano da Amman dove sono stati per cure e affari. Nonostante la «normalizzazione», tra i passeggeri c'è sempre un gruppo di muscolosi supertatuati il cui mestiere è facilmente intuibile. Le agenzie di sicurezza continuano a reclutare contractor per l'Iraq, sono loro che affiancano le forze di sicurezza irachene al posto degli americani. Il controllo dell'aeroporto è affidato alla Sabre international security, che costringe i passeggeri a lunghe code per i ripetuti e minuziosi controlli dei bagagli e le perquisizioni personali. L'aeroporto di Baghdad, che ora ha ripreso in pieno le sue funzioni, è una struttura moderna fatta costruire alla fine dagli anni ottanta da Saddam. I primi ad accoglierci sono dei medici in camice bianco e mascherina che con un misuratore di temperatura controllano se i passeggeri sono affetti da febbre suina. L'ossessione della febbre «messicana», proprio nei giorni scorsi, ha indotto alcune organizzazioni islamiche a chiedere la chiusura di tutti gli allevamenti di suini. Tanta accuratezza sui controlli sanitari è solo il primo paradosso che scopro in Iraq nella prima visita dopo il 2005. Nel paese non esiste più un sistema sanitario e le medicine che vengono scaricate sull'Iraq sono spesso quelle invendibili altrove perché scadute. Un business realizzato evidentemente con la complicità di funzionari iracheni, ma questo è solo uno dei capitoli della corruzione dilagante. Nei giorni scorsi un incendio ha distrutto il sesto piano del ministero della sanità, quello dove erano archiviati tutti i contratti per le forniture di medicinali e attrezzature. Una misura preventiva in vista della lotta alla corruzione? Un autista mi aspetta all'uscita, dove possono entrare solo le persone autorizzate (le security invece arrivano fin sotto la scaletta dell'aereo), per portarmi al check point dove mi aspettano alcuni giornalisti iracheni che mi accompagneranno durante tutta la mia permanenza. I miei timori per il ritorno in Iraq vengono subito fugati dalla calorosa accoglienza dei miei nuovi amici. Quella sera del 4 marzo 2005 Per tutto il tragitto verso il centro della città resto incollata al finestrino, scruto attentamente l'autostrada anche se so bene che non è quella la strada che avevamo percorso quella sera del 4 marzo del 2005 in fuga da Baghdad e che non troverò il luogo dove è stato ucciso Nicola Calipari. Luogo che comunque non riuscirò a vedere nonostante tutti i tentativi perché mi scontrerò con mille ostacoli, mi dovrò limitare a raccogliermi davanti alla targa che lo ricorda incastonata nella parete dell'ambasciata. Una sede provvisoria per i nostri diplomatici che poi si trasferiranno in una nuova costruzione sulla strada per l'aeroporto. È comunque l'ossessionante ricordo di quella notte che mi ha riportato a Baghdad e che mi accompagnerà per tutta la mia visita, come ogni giorno della mia vita. Quattro anni fa vedendo le cupole e i minareti delle moschee che si allontanavano ero contenta di andarmene e non avrei mai immaginato questo mio bisogno di tornare. Una parte di me era rimasta qui. Ora sono qui, stordita, emozionata, convinta. Mi ritrovo all'hotel Mansour, il mio primo hotel in Iraq, ma dell'albergo di lusso del 1990 è rimasto ben poco e non solo a causa della bomba che ha devastato l'entrata nel marzo del 2007, prima ha dovuto affrontare due guerre e anni di embargo. Dei tre ascensori ne funziona solo uno e le lunghe attese inducono a salire a piedi. Sebbene le cinque stelle siano andate perdute, come osserva tristemente un inserviente, è l'albergo che ora accoglie gran parte degli stranieri di passaggio nella capitale irachena, compresi alcuni giornalisti (ma si contano sulle dita di una mano), che non si isolano nella zona verde, dove è rinchiuso l'hotel Rasheed. La zona verde non è lontana, ma questa è zona rossa. Del resto di verde nella green zone sventrata è rimasto ben poco a parte il nome, i vari palazzi dei tempi di Saddam sono isolati tra di loro da alte muraglie, che costituiscono lunghi e labirintici corridoi controllati da militari iracheni e dalle agenzie di sicurezza private. Per entrare occorre superare numerosi controlli, spegnere i cellulari, depositare i documenti, essere perquisiti numerose volte, passare attraverso uno scanner, che tuttavia non nota le mie schegge metalliche forse perché «amiche», fare un percorso in una sorta di gabbia in rete metallica che mi ricorda la strada che devono percorrere i palestinesi al varco di Erez, quando è aperto. Una conferma, se fosse necessario, che per vedere Baghdad occorre stare nella zona rossa. La città non è molto diversa da quella sfigurata che ho lasciato nel 2004: gli edifici distrutti sono rimasti un cumulo di macerie dove vengono ammucchiate le immondizie, altri sono rimasti in piedi ma portano il segno delle bombe che li hanno svuotati. La ricostruzione resta un miraggio, continua a mancare l'elettricità diverse ore al giorno, ma ora gli abitanti si sono organizzati con generatori collettivi, che comunque non reggono i condizionatori d'aria necessari per sopportare la calura, la temperatura non scende mai sotto i 40 gradi. E poi manca l'acqua, i trasporti pubblici non esistono più, sono stati sostituiti da pullmini privati. Invece la benzina non è più un problema, anche se il prezzo è arrivato a mezzo dollaro al litro, un'esagerazione per gli iracheni, nel 2003 costava l'equivalente delle nostre vecchie venti lire. Sarà la disponibilità di benzina, la voglia degli iracheni di uscire ma a Baghdad capita di rimanere bloccati in un ingorgo anche alle undici di sera. Di giorno a bloccare il traffico contribuiscono le chiusure improvvise delle strade per lavori oppure per i controlli della polizia irachena. I poliziotti sono numerosi e non sempre riescono a dare l'impressione di efficienza, costretti a ripararsi dal sole cocente sotto ombrelloni pubblicitari. Sono comunque molto meno aggressivi del passato e spesso più che altro scambiano battute con i passanti, a meno che la macchina sia particolarmente degradata e allora riscoprono la loro arroganza. Di soldati americani non se ne vedono più per le strade di Baghdad e se non fosse per gli elicotteri che sorvolano la città di tanto in tanto ci si potrebbe illudere del loro ritiro. Arrostiscono anche il masguf Comunque, nonostante i continui e feroci attentati degli ultimi giorni (oltre 200 vittime, tutti iracheni, in gran parte sciiti) sembrerebbero dimostrare il contrario, il problema della sicurezza per gli iracheni non è più l'emergenza. Sacche di terrorismo esistono ancora nonostante l'azione decisiva dei gruppi sunniti del «Risveglio» e, come purtroppo previsto, si stanno scatenando in vista del ritiro delle truppe americane dalle città fissato per il 30 giugno, ma la popolazione si sta riprendendo la vita. Prima ancora che reale la sconfitta del terrorismo è psicologica: non riesce più a paralizzare la popolazione con la paura. Questa è la grande differenza rispetto al 2005: Baghdad è viva, la gente è nelle strade, fa i picnic sulle rive del Tigri, i piccoli ristoranti che fanno arrostire il masguf (il pesce di fiume) intorno a enormi bracieri scavati nel terreno, sono affollati di famiglie, donne sole, uomini, fino ad ora tarda. La strada che costeggia il fiume sulla riva opposta alla green zone è diventata la passeggiata serale di molti iracheni dopo le giornate torride. Mentre gli investimenti pubblici latitano ferve l'iniziativa privata: ristoranti, pizzerie, gelaterie stanno sorgendo ovunque e sono sempre affollati. E poi i bar dove fanno succhi freschi di ogni tipi di frutta, la mia passione è quello di melograno. Sono riapparsi anche i negozi di alcolici. Dopo la caduta di Saddam questi negozi erano scomparsi perché minacciati dalle milizie islamiche appoggiate dai partiti religiosi al potere. Molti di questi negozi, soprattutto nel sud, erano stati bruciati, a volte con i proprietari dentro. Ora sono aperti e fino a tardi la sera, almeno a Baghdad. E non sono più gestiti solo da cristiani. Le donne non sono più rinchiuse in casa, molte di loro non portano più il velo e anche se lo portano sempre più spesso è di colori sgargianti e accoppiato con abiti che non si addicono alla tenuta islamica, hanno ripreso a guidare la macchina, cosa che era stato loro impedito dalle minacce islamiste, molte giovani portano jeans attillati. Non vi è più una segregazione sessuale, nei ristoranti non ci sono le classiche zone separate per le famiglie da una parte e i maschi dall'altra. Persino la prostituzione non è più nascosta come una volta. La via Arasat, nota per i negozi e i ristoranti alla moda, ora si è riempita di night club. Per strada incontriamo anche una suora che gira tranquillamente da sola. Tornano spirito laico e cultura Sono tutti segnali che sta riemergendo lo spirito laico degli iracheni, persino i partiti religiosi si rendono conto che la popolazione non è disposta a farsi soggiogare in nome della religione e si mostrano più laici di quanto lo siano nella realtà. Anche nelle università le organizzazioni islamiste non riescono più a dettare legge come prima (soprattutto nei confronti delle studentesse), anche se la loro influenza riesce ancora a mobilitare. La rimessa in discussione di alcuni programmi universitari da parte degli islamisti è contrastata dal ministro dell'educazione superiore e della ricerca Abid Thyab al Ajeeli, sunnita, laureato in ingegneria elettronica a Keele in Gran bretagna, con 20 anni di docenza in Qatar e Giordania. «Non sono i religiosi che devono governare l'Iraq» sostiene convinto e prevede un cambiamento del panorama politico dalle prossime elezioni. La ripresa dell'iniziativa culturale è forse l'aspetto più sorprendente di Baghdad, riaperti teatri e anche cinema, anche se in buona parte sono a luci rosse. La Mutanabi street, dove si andava ogni venerdì per comprare libri vecchi e nuovi, era stata devastata da una bomba che aveva distrutto anche il vecchio e caratteristico bar dell'angolo dove si beve il famoso te fatto con i limoncini secchi di Bassora. La via è stata completamente ricostruita, lastricata con uno splendida pietra marmorea, dove i libri non vengono più coperti dalla polvere. Anche i libri sono cambiati seguendo l'evoluzione del paese: prima erano libri antichi, poi si trovavano quelli trafugati dal museo, seguiti da una invasione di libri religiosi, ora invece ci sono testi che riguardano l'analisi sul regime di Saddam, ma soprattutto gli iracheni sono interessati alle nuove professioni, comprano grammatiche e vocabolari di inglese e libri di informatica. Anche il bar dell'angolo è rimesso a nuovo ma ha mantenuto il vecchio stile con tutte le foto alle pareti. Gli avventori sono in gran parte intellettuali, soprattutto il venerdì quando nella sala che si trova sopra il bar si svolgono iniziative culturali. Qui ha sede la fondazione al Mahda, una holding che pubblica il quotidiano indipendente che porta lo stesso nome e che vanta la storia più lunga tra i giornali iracheni, dispone anche di una casa editrice, una delle maggiori del mondo arabo, con sedi anche a Damasco e Beirut e che oltre a libri produce anche documentari, organizza festival culturali in tutto i paesi arabi. Questo venerdì il dibattito è dedicato alla storia del giornalismo, troviamo molti «colleghi» iracheni, alcuni disoccupati, altri sono rientrati da poco dall'esilio in occidente. Incontriamo anche il presidente della Commissione cultura del parlamento, una vecchia conoscenza, Mufid al Jazairi, già ministro della cultura, comunista, una persona molto affabile e apprezzata dagli intellettuali iracheni. Altri dibattiti si svolgono su un barcone attraccato sul Tigri protetto dalla statua di Mutanabi (che si riteneva un profeta) che svetta dall'alto. Sotto la statua invece si ripropone musica tradizionale. Le carceri restano piene In una piazza centrale sono invece accampati sotto una tenda un gruppo di studenti che protesta e chiede la liberazione dei prigionieri, l'abolizione della tortura, praticata non solo dagli americani ma anche dagli iracheni, e un migliore trattamento dei detenuti nelle carceri. Un gruppo di detenuti del movimento di Muqtada ha iniziato uno sciopero della fame nella prigione di Rusafa a Baghdad. Ma la loro voce ha difficoltà a farse sentire dopo che il loro leader, da tempo ormai, vive a Qom, in Iran. La violazione dei diritti umani nelle carceri ha già fatto cadere alcune decine di teste dopo che il ministro degli interni Jawad al Bolani ha aperto una inchiesta. Ma è solo l'inizio e poi le carceri americane sono ancora affollatissime di migliaia di prigionieri spesso senza nessuna accusa concreta a carico. Diverse organizzazioni per i diritti umani denunciano la situazione, ma non è facile, e temono ritorsioni. Il leader del Blocco islamico sunnita in parlamento, Harith al Obeidi, che denunciava la violazione dei diritti umani anche durante i suoi sermoni alla moschea, è stato assassinato il 12 giugno scorso, proprio dopo la preghiera. Infine, l'Iran, vicino e lontano nello stesso tempo. Gli iracheni seguono attentamente quello che succede in Iran ma con molto distacco, l'influenza oppressiva degli iraniani nell'Iraq del dopo Saddam non fa fare molta distinzione tra Ahmadinejad e Mousavi. La diffidenza è il sentimento prevalente che ritiene pericoloso sia il regime dei mullah che un ritorno di nazionalismo laico, alcuni addirittura prefigurano un'alleanza improbabile tra un Iran riformato e gli Stati uniti contro l'Iraq. Gli iracheni sono ancora traumatizzati dalla loro storia drammatica fatta di guerre e di embargo, che però non ha scalfito il loro orgoglio alimentato anche dal nazionalismo. Che sopravvive nonostante il loro paese stia rischiando lo sgretolamento. Anche se l'evoluzione recente sembra andare contro una divisione, che sembrava ormai inevitabile, eccezion fatta per il Kurdistan che è già di fatto uno stato nello stato. BAGHDAD L'aereo non si avvita più su se stesso per atterrare a Baghdad. Non ci sono più gli annunci di scuse per il disagio nella discesa e nemmeno istruzioni particolari per chi siede vicino alle uscite di emergenza. Anche l'aereo non è più quello anonimo tutto bianco e senza scritte con un equipaggio sudafricano, ora il volo della Royal Jordan airlines è uno dei tanti che ormai atterranno a Baghdad. Mi guardo intorno, sono cambiati anche i passeggeri non sono più solo contractor, giornalisti e strani personaggi stranieri, ci sono anche iracheni che rientrano da Amman dove sono stati per cure e affari. Nonostante la «normalizzazione», tra i passeggeri c'è sempre un gruppo di muscolosi supertatuati il cui mestiere è facilmente intuibile. Le agenzie di sicurezza continuano a reclutare contractor per l'Iraq, sono loro che affiancano le forze di sicurezza irachene al posto degli americani. Il controllo dell'aeroporto è affidato alla Sabre international security, che costringe i passeggeri a lunghe code per i ripetuti e minuziosi controlli dei bagagli e le perquisizioni personali. L'aeroporto di Baghdad, che ora ha ripreso in pieno le sue funzioni, è una struttura moderna fatta costruire alla fine dagli anni ottanta da Saddam. I primi ad accoglierci sono dei medici in camice bianco e mascherina che con un misuratore di temperatura controllano se i passeggeri sono affetti da febbre suina. L'ossessione della febbre «messicana», proprio nei giorni scorsi, ha indotto alcune organizzazioni islamiche a chiedere la chiusura di tutti gli allevamenti di suini. Tanta accuratezza sui controlli sanitari è solo il primo paradosso che scopro in Iraq nella prima visita dopo il 2005. Nel paese non esiste più un sistema sanitario e le medicine che vengono scaricate sull'Iraq sono spesso quelle invendibili altrove perché scadute. Un business realizzato evidentemente con la complicità di funzionari iracheni, ma questo è solo uno dei capitoli della corruzione dilagante. Nei giorni scorsi un incendio ha distrutto il sesto piano del ministero della sanità, quello dove erano archiviati tutti i contratti per le forniture di medicinali e attrezzature. Una misura preventiva in vista della lotta alla corruzione? Un autista mi aspetta all'uscita, dove possono entrare solo le persone autorizzate (le security invece arrivano fin sotto la scaletta dell'aereo), per portarmi al check point dove mi aspettano alcuni giornalisti iracheni che mi accompagneranno durante tutta la mia permanenza. I miei timori per il ritorno in Iraq vengono subito fugati dalla calorosa accoglienza dei miei nuovi amici. Quella sera del 4 marzo 2005 Per tutto il tragitto verso il centro della città resto incollata al finestrino, scruto attentamente l'autostrada anche se so bene che non è quella la strada che avevamo percorso quella sera del 4 marzo del 2005 in fuga da Baghdad e che non troverò il luogo dove è stato ucciso Nicola Calipari. Luogo che comunque non riuscirò a vedere nonostante tutti i tentativi perché mi scontrerò con mille ostacoli, mi dovrò limitare a raccogliermi davanti alla targa che lo ricorda incastonata nella parete dell'ambasciata. Una sede provvisoria per i nostri diplomatici che poi si trasferiranno in una nuova costruzione sulla strada per l'aeroporto. È comunque l'ossessionante ricordo di quella notte che mi ha riportato a Baghdad e che mi accompagnerà per tutta la mia visita, come ogni giorno della mia vita. Quattro anni fa vedendo le cupole e i minareti delle moschee che si allontanavano ero contenta di andarmene e non avrei mai immaginato questo mio bisogno di tornare. Una parte di me era rimasta qui. Ora sono qui, stordita, emozionata, convinta. Mi ritrovo all'hotel Mansour, il mio primo hotel in Iraq, ma dell'albergo di lusso del 1990 è rimasto ben poco e non solo a causa della bomba che ha devastato l'entrata nel marzo del 2007, prima ha dovuto affrontare due guerre e anni di embargo. Dei tre ascensori ne funziona solo uno e le lunghe attese inducono a salire a piedi. Sebbene le cinque stelle siano andate perdute, come osserva tristemente un inserviente, è l'albergo che ora accoglie gran parte degli stranieri di passaggio nella capitale irachena, compresi alcuni giornalisti (ma si contano sulle dita di una mano), che non si isolano nella zona verde, dove è rinchiuso l'hotel Rasheed. La zona verde non è lontana, ma questa è zona rossa. Del resto di verde nella green zone sventrata è rimasto ben poco a parte il nome, i vari palazzi dei tempi di Saddam sono isolati tra di loro da alte muraglie, che costituiscono lunghi e labirintici corridoi controllati da militari iracheni e dalle agenzie di sicurezza private. Per entrare occorre superare numerosi controlli, spegnere i cellulari, depositare i documenti, essere perquisiti numerose volte, passare attraverso uno scanner, che tuttavia non nota le mie schegge metalliche forse perché «amiche», fare un percorso in una sorta di gabbia in rete metallica che mi ricorda la strada che devono percorrere i palestinesi al varco di Erez, quando è aperto. Una conferma, se fosse necessario, che per vedere Baghdad occorre stare nella zona rossa. La città non è molto diversa da quella sfigurata che ho lasciato nel 2004: gli edifici distrutti sono rimasti un cumulo di macerie dove vengono ammucchiate le immondizie, altri sono rimasti in piedi ma portano il segno delle bombe che li hanno svuotati. La ricostruzione resta un miraggio, continua a mancare l'elettricità diverse ore al giorno, ma ora gli abitanti si sono organizzati con generatori collettivi, che comunque non reggono i condizionatori d'aria necessari per sopportare la calura, la temperatura non scende mai sotto i 40 gradi. E poi manca l'acqua, i trasporti pubblici non esistono più, sono stati sostituiti da pullmini privati. Invece la benzina non è più un problema, anche se il prezzo è arrivato a mezzo dollaro al litro, un'esagerazione per gli iracheni, nel 2003 costava l'equivalente delle nostre vecchie venti lire. Sarà la disponibilità di benzina, la voglia degli iracheni di uscire ma a Baghdad capita di rimanere bloccati in un ingorgo anche alle undici di sera. Di giorno a bloccare il traffico contribuiscono le chiusure improvvise delle strade per lavori oppure per i controlli della polizia irachena. I poliziotti sono numerosi e non sempre riescono a dare l'impressione di efficienza, costretti a ripararsi dal sole cocente sotto ombrelloni pubblicitari. Sono comunque molto meno aggressivi del passato e spesso più che altro scambiano battute con i passanti, a meno che la macchina sia particolarmente degradata e allora riscoprono la loro arroganza. Di soldati americani non se ne vedono più per le strade di Baghdad e se non fosse per gli elicotteri che sorvolano la città di tanto in tanto ci si potrebbe illudere del loro ritiro. Arrostiscono anche il masguf Comunque, nonostante i continui e feroci attentati degli ultimi giorni (oltre 200 vittime, tutti iracheni, in gran parte sciiti) sembrerebbero dimostrare il contrario, il problema della sicurezza per gli iracheni non è più l'emergenza. Sacche di terrorismo esistono ancora nonostante l'azione decisiva dei gruppi sunniti del «Risveglio» e, come purtroppo previsto, si stanno scatenando in vista del ritiro delle truppe americane dalle città fissato per il 30 giugno, ma la popolazione si sta riprendendo la vita. Prima ancora che reale la sconfitta del terrorismo è psicologica: non riesce più a paralizzare la popolazione con la paura. Questa è la grande differenza rispetto al 2005: Baghdad è viva, la gente è nelle strade, fa i picnic sulle rive del Tigri, i piccoli ristoranti che fanno arrostire il masguf (il pesce di fiume) intorno a enormi bracieri scavati nel terreno, sono affollati di famiglie, donne sole, uomini, fino ad ora tarda. La strada che costeggia il fiume sulla riva opposta alla green zone è diventata la passeggiata serale di molti iracheni dopo le giornate torride. Mentre gli investimenti pubblici latitano ferve l'iniziativa privata: ristoranti, pizzerie, gelaterie stanno sorgendo ovunque e sono sempre affollati. E poi i bar dove fanno succhi freschi di ogni tipi di frutta, la mia passione è quello di melograno. Sono riapparsi anche i negozi di alcolici. Dopo la caduta di Saddam questi negozi erano scomparsi perché minacciati dalle milizie islamiche appoggiate dai partiti religiosi al potere. Molti di questi negozi, soprattutto nel sud, erano stati bruciati, a volte con i proprietari dentro. Ora sono aperti e fino a tardi la sera, almeno a Baghdad. E non sono più gestiti solo da cristiani. Le donne non sono più rinchiuse in casa, molte di loro non portano più il velo e anche se lo portano sempre più spesso è di colori sgargianti e accoppiato con abiti che non si addicono alla tenuta islamica, hanno ripreso a guidare la macchina, cosa che era stato loro impedito dalle minacce islamiste, molte giovani portano jeans attillati. Non vi è più una segregazione sessuale, nei ristoranti non ci sono le classiche zone separate per le famiglie da una parte e i maschi dall'altra. Persino la prostituzione non è più nascosta come una volta. La via Arasat, nota per i negozi e i ristoranti alla moda, ora si è riempita di night club. Per strada incontriamo anche una suora che gira tranquillamente da sola. Tornano spirito laico e cultura Sono tutti segnali che sta riemergendo lo spirito laico degli iracheni, persino i partiti religiosi si rendono conto che la popolazione non è disposta a farsi soggiogare in nome della religione e si mostrano più laici di quanto lo siano nella realtà. Anche nelle università le organizzazioni islamiste non riescono più a dettare legge come prima (soprattutto nei confronti delle studentesse), anche se la loro influenza riesce ancora a mobilitare. La rimessa in discussione di alcuni programmi universitari da parte degli islamisti è contrastata dal ministro dell'educazione superiore e della ricerca Abid Thyab al Ajeeli, sunnita, laureato in ingegneria elettronica a Keele in Gran bretagna, con 20 anni di docenza in Qatar e Giordania. «Non sono i religiosi che devono governare l'Iraq» sostiene convinto e prevede un cambiamento del panorama politico dalle prossime elezioni. La ripresa dell'iniziativa culturale è forse l'aspetto più sorprendente di Baghdad, riaperti teatri e anche cinema, anche se in buona parte sono a luci rosse. La Mutanabi street, dove si andava ogni venerdì per comprare libri vecchi e nuovi, era stata devastata da una bomba che aveva distrutto anche il vecchio e caratteristico bar dell'angolo dove si beve il famoso te fatto con i limoncini secchi di Bassora. La via è stata completamente ricostruita, lastricata con uno splendida pietra marmorea, dove i libri non vengono più coperti dalla polvere. Anche i libri sono cambiati seguendo l'evoluzione del paese: prima erano libri antichi, poi si trovavano quelli trafugati dal museo, seguiti da una invasione di libri religiosi, ora invece ci sono testi che riguardano l'analisi sul regime di Saddam, ma soprattutto gli iracheni sono interessati alle nuove professioni, comprano grammatiche e vocabolari di inglese e libri di informatica. Anche il bar dell'angolo è rimesso a nuovo ma ha mantenuto il vecchio stile con tutte le foto alle pareti. Gli avventori sono in gran parte intellettuali, soprattutto il venerdì quando nella sala che si trova sopra il bar si svolgono iniziative culturali. Qui ha sede la fondazione al Mahda, una holding che pubblica il quotidiano indipendente che porta lo stesso nome e che vanta la storia più lunga tra i giornali iracheni, dispone anche di una casa editrice, una delle maggiori del mondo arabo, con sedi anche a Damasco e Beirut e che oltre a libri produce anche documentari, organizza festival culturali in tutto i paesi arabi. Questo venerdì il dibattito è dedicato alla storia del giornalismo, troviamo molti «colleghi» iracheni, alcuni disoccupati, altri sono rientrati da poco dall'esilio in occidente. Incontriamo anche il presidente della Commissione cultura del parlamento, una vecchia conoscenza, Mufid al Jazairi, già ministro della cultura, comunista, una persona molto affabile e apprezzata dagli intellettuali iracheni. Altri dibattiti si svolgono su un barcone attraccato sul Tigri protetto dalla statua di Mutanabi (che si riteneva un profeta) che svetta dall'alto. Sotto la statua invece si ripropone musica tradizionale. Le carceri restano piene In una piazza centrale sono invece accampati sotto una tenda un gruppo di studenti che protesta e chiede la liberazione dei prigionieri, l'abolizione della tortura, praticata non solo dagli americani ma anche dagli iracheni, e un migliore trattamento dei detenuti nelle carceri. Un gruppo di detenuti del movimento di Muqtada ha iniziato uno sciopero della fame nella prigione di Rusafa a Baghdad. Ma la loro voce ha difficoltà a farse sentire dopo che il loro leader, da tempo ormai, vive a Qom, in Iran. La violazione dei diritti umani nelle carceri ha già fatto cadere alcune decine di teste dopo che il ministro degli interni Jawad al Bolani ha aperto una inchiesta. Ma è solo l'inizio e poi le carceri americane sono ancora affollatissime di migliaia di prigionieri spesso senza nessuna accusa concreta a carico. Diverse organizzazioni per i diritti umani denunciano la situazione, ma non è facile, e temono ritorsioni. Il leader del Blocco islamico sunnita in parlamento, Harith al Obeidi, che denunciava la violazione dei diritti umani anche durante i suoi sermoni alla moschea, è stato assassinato il 12 giugno scorso, proprio dopo la preghiera. Infine, l'Iran, vicino e lontano nello stesso tempo. Gli iracheni seguono attentamente quello che succede in Iran ma con molto distacco, l'influenza oppressiva degli iraniani nell'Iraq del dopo Saddam non fa fare molta distinzione tra Ahmadinejad e Mousavi. La diffidenza è il sentimento prevalente che ritiene pericoloso sia il regime dei mullah che un ritorno di nazionalismo laico, alcuni addirittura prefigurano un'alleanza improbabile tra un Iran riformato e gli Stati uniti contro l'Iraq. Gli iracheni sono ancora traumatizzati dalla loro storia drammatica fatta di guerre e di embargo, che però non ha scalfito il loro orgoglio alimentato anche dal nazionalismo. Che sopravvive nonostante il loro paese stia rischiando lo sgretolamento. Anche se l'evoluzione recente sembra andare contro una divisione, che sembrava ormai inevitabile, eccezion fatta per il Kurdistan che è già di fatto uno stato nello stato.

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allarme meduse anche per i pesci in acquacoltura (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 29-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 6 - Empoli Allarme meduse anche per i pesci in acquacoltura di Stefano Bartoli Adesso la paura per il proliferare delle meduse si sposta sugli impianti dedicati all'acquacoltura, ovviamente quelli costruiti direttamente sotto la superficie marina e che prevedono di tenere i pesci in apposite gabbie. Sì, perché in questo caso i danni possono essere davvero notevoli con tutta una serie di curiosi risvolti anche assicurativi di cui parleremo più avanti. Tornando invece alla notizia del giorno, cioè all'arrivo nelle acque del Mediterraneo della "caravella portoghese", cioè la Physalia physalis, da tutti chiamata "medusa" anche se in realtà si tratta di una colonia di quattro tipi diversi di polipi, per adesso le vittime, nella nostra zona, sono soltanto due: la signora livornese colpita facendo il bagno in Corsica e un nuotatore di La Spezia, Massimo Ciardi, che è rimasto ustionato durante una gara di fondo che si è svolta lo scorso 20 giugno ad Antignano (Livorno) e che ha visto la partecipazione di un centinaio di concorrenti: soltanto lui è incappato nei temibili tentacoli di questo essere vivente (trenta metri di lunghezza, oltre dieci tipi di veleni diversi). Un episodio segnalato alla rete di controllo gestita dal professor Ferdinando Boero, docente di zoologia e biologia marina dell'Università del Salento, uno dei maggiori esperti del settore. Boero è appena tornato dalla Tunisia dove è intervenuto, appunto, sul luogo del primo allevamento di acquacoltura distrutto dalle meduse nel bacino del Mediterraneo. «E' un avvenimento inedito per le nostre acque - spiega - con un branco di esemplari di Pelagia trasportato dalle correnti proprio dove i pesci vengono allevati. E' stato un disastro, che poteva essere evitato soltanto aprendo le gabbie: ma in questo caso le assicurazioni non risarciscono il danno perché si deve effettivamente verificare una morìa». Boero cita altri espisodi di questa preoccupante invasione «determinata da interventi umani come la sovrappesca, oltre che da eventi naturali per contrastare i quali si può fare davvero ben poco». «Gli impianti per l'acquacoltura rischiano comunque parecchio (in Toscana ce ne sono 35, di cui quattro dedicati alla maricoltura, ndr) - conclude il docente -, ma non dobbiamo dimenticare ad esempio situazioni come quella determinata da un fronte lungo 12 chilometri di "velelle" che dalla Corsica è arrivato a coprire tutta la costa ligure, da La Spezia fino ad Antibes, in Francia».

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le pagelle delle facoltà toscane lettere a siena migliore d'italia - laura montanari (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 29-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina III - Firenze A Pisa peggiorano quasi tutti gli indici. L´hit parade in base ai risultati degli ultimi sei anni Le pagelle delle Facoltà toscane Lettere a Siena migliore d´Italia Censis-Repubblica: a Firenze balzo in avanti di Medicina Sempre nell´ateneo senese Giurisprudenza scala otto posizioni verso la vetta Sotto esame docenti, studenti, cattedre, contatti internazionali, arrivi dall´estero LAURA MONTANARI Uno scudetto tricolore quest´anno almeno c´è. La migliore facoltà di Lettere d´Italia si trova a Siena e ad Arezzo. Quella che guadagna più posizioni rispetto a un anno fa è Giurisprudenza sempre dell´ateneo di Siena, che scala ben otto posizioni verso la vetta. In rapida ascesa, anche Medicina e Chirurgia a Firenze che dal nono tocca il quarto posto sfiorando il podio. Benino Farmacia (due posizioni riconquistate), Lettere (tre) e Scienze della Formazione che sale all´ottavo posto. A Pisa invece peggiorano quasi tutti gli indici delle facoltà ad eccezione di Scienze (Matematiche, Fisiche e Naturali), ma ci sono diverse attenuanti: Pisa ha in casa due eccellenze con cui collabora, Sant´Anna e Normale e il consorzio internazionale Pisa Ricerche a cui lavora l´università, non rientra nei parametri esaminati dal Censis. Questo per dire che Pisa ha del risorse che un po´ sfuggono a questo genere di indagine. Tornano le pagelle per gli atenei con la decima edizione delle Grande Guida all´università del Censis-Repubblica. Sotto la lente dell´esame passano docenti e studenti, quanti vanno all´estero, quanti dall´estero vengono nelle facoltà, la didattica in transito dalle aule, esamina le cattedre per età e per numero di contatti internazionali, giudica le facoltà sulla produttività, sul numero degli allievi che si laureano nei tempi previsti senza finire fuori corso. Quest´anno poi la nuova guida Censis-Repubblica, in edicola nei prossimi aggiunge una speciale hit parade, quella delle facoltà in base ai risultati degli ultimi sei anni. E lì si vede qualche bel piazzamento da parte delle università toscane che invece negli ultimi tempi sono slittate in classifica verso il basso. Sul podio 2004/09 si trova, oltre a Lettere di Siena/Arezzo, Medicina di Firenze al terzo posto assoluto, Scienze della formazione di Firenze al terzo posto, Scienze politiche al secondo (mentre ora la facoltà è al nono posto). Non è facile accettare un voto, soprattutto non è mai stato facile far accettare all´università una valutazione. Il direttore generale del Censis servizi, Roberto Ciampicacigli, ricorda come all´uscita della prima e della seconda edizione del volume, dieci anni fa, ci furono proteste, ordini del giorno fortemente critici, pagine di quotidiani acquistate per criticare il processo più che il prodotto...«Eppure lentamente lo studio del Censis, le sue classifiche sono attese dal mondo universitario forse più che dai potenziali destinatari (famiglie e studenti)». Si potrà discutere su questo o quel parametro, ma si dovrà complessivamente tenere conto dell´andamento delle facoltà nel corso degli anni e capire perché ci sono discipline in Toscana che si allontanano dall´eccellenza e altre invece che sono in ascesa. «La facoltà di Lettere di Siena - spiega il preside Roberto Venuti - ha puntato molto sui rapporti con le università europee e americane, abbiamo scambi per esempio con il Texas e con la California». Buone strutture, come il San Niccolò, ristrutturato di recente, buona organizzazione dei servizi (biblioteca e laboratori. E lo stesso discorso che si replica per la sede di Arezzo dove il preside Camillo Brezzi spiega che il «campus Pionta è ideale per studiare». Naturalmente conta anche il rapporto docenti/studenti 1 a 21. Se si guardano le classifiche e si fa una media tra le posizioni occupate quest´anno dalle facoltà e quelle dell´anno passato (il confronto è fra il 2007 e il 2008) si troverà qualche spunto interessante. Per esempio si vedrà che il miglior «gioco di squadra» lo realizza l´università di Firenze che ha un saldo positivo di due punti, segno che complessivamente sta risalendo la graduatoria, mentre Siena lo peggiora di tre e Pisa addirittura di 23. Tra gli elementi che gli studenti tengono sempre in considerazione, c´è facoltà per facoltà il rapporto docenti/studenti dove si vede che ad Agraria di Firenze è di 1 a 10, ad Architettura e ad Economia 1 a 38, a Farmacia 1 a 17, a Giurisprudenza 1 a 47, a Ingegneria 1 a 25, a Medicina 1 a 11 e che il «record» lo detiene sempre Psicologia con un rapporto 1 a 95 seguita da Scienze della formazione 1 a 71.

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c'è bisogno di venditori, elettricisti e apprendisti in cucina (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 29-06-2009)

Argomenti: Cultura

AZIENDE PRIVATE C'è bisogno di venditori, elettricisti e apprendisti in cucina Modelli. I negozi Dei & Il Cavallo cercano ragazzi e ragazze per servizio fotografico collezioni autunno inverno 2009-2010. Viene richiesto: ragazzi di bella presenza, taglia 46/48, altezza non inferiore cm. 180, età compresa 20-30 anni. Ragazze bella presenza, taglia 40/42, altezza non inferiore a 175, età compresa 20-25 anni. Il casting verrà effettuato con i fotografi dello studio Olivia Photo Factory Milano-Pisa. Per informazioni presentarsi dal lunedì al sabato nei negozi Dei Borgo Stretto 50/56, Pisa, dalle 17 alle 20 con 2 foto (un primo piano e una figura intera). Stagista. Kalù Kafè di Katiuscia e Alessio, via Berlinguer 221, Larciano, ricerca urgentemente una stagista per i mesi estivi. Presentarsi al bar, aperto tutti i giorni escluso la domenica. Promoter commerciali. Metropolice Security Agency nell'ottica del potenziamento del proprio team inserisce tre promoter commerciali da incaricare alla vendita dei servizi di vigilanza. Si richiede massima serietà, predisposizione alle pubbliche relazioni, capacità autogestionale, buona presenza, diploma e patente auto. Si offrono reali opportunità di crescita professionale, gestione autonoma del tempo, possibilità di auto aziendale, provvigioni in grado di soddisfare anche le candidature più qualificate. Zona di lavoro Pistoia e Firenze. Inviare curriculum vitae a selezione@metropolice.it. Personale per cantiere stradale. Edilfiorente, impresa stradale e condotte, ricerca autisti con patente "C" e "E"; escavatoristi, operatori macchine, manovali specializzati con precedenti esperienze. Tel. al 0573 34810 o 25649 o inviare curriculum al fax 0573 365876. Agenti. La ditta Sauro Bigagli srl, azienda leader nelle forniture per alberghi, ristoranti e industrie cerca agenti per formare rete capillare di vendita. Alte provvigioni. Vasta gamma di articoli. Telefonare per colloquio al numero 0574 817682. Ricerca personale. Entra nel team di Ina Assitalia Assicurazioni. L'Agenzia generale di Montecatini Terme, seleziona 2 persone, di età compresa tra i 25 e 30 anni, da inserire nel proprio organico con possibilità di carriera. Per appuntamento inviare Cv al fax 0572 773324. Neolaureati o diplomati. Zurich Insurance Company seleziona neo laureati e diplomati residenti nella provincia di Pisa per un percorso formativo/lavorativo che li vedrà inseriti nella agenzia generale di zona. Il percorso di carriera è orientato alla crescita e allo sviluppo professionale in ambito commerciale all'interno di un contesto dinamico che dà spazio alle ambizioni e premia i risultati e la qualità del lavoro. Inviare cv a maria.cristina.passananateò.it.zurich.com o via fax al 06 4403000. Venditori. La Chimica snc, azienda produttrice di prodotti per la detergenza per ristoranti, bar, comunità, cerca venditori anche alla prima esperienza. Offresi alte provvigioni fino al 40%. Info al 0574 592520. Collaboratori. Global Sec, Cascina, Pisa, azienda attiva da anni nel settore dell'offerte di servizi alle imprese, ricerca ambosessi anche alla prima esperienza pruché dinamici e con spiccate doti relazionali da inserire nella propria rete di vendita. Le persone si occuperanno della promozione e della vendita di prodotti e servizi legati al settore dell'energia e del gas, rivolgendosi in particolar modo a una clientela business. Offresi fisso mensile, bonus e incentivi legati agli obiettivi raggiunti; provvigioni ad alti livelli di mercato; formazione e affiancamento continui. Inviare il proprio cv a cv@globalsec.it o tel. a 0574 400195. Animatori. La Puzzle animazione di Lucca ricerca ragazzi e ragazze allegri, dinamici e seri, anche prima esperienza, da inserire in staff di animazione per la stagione estiva 2009 sulle coste della Toscana. Invaire curriculum con foto a info@puzzleanimazione.it e visitare il sito www.puzzleanimazione.it. Venditori. Guida Shopping seleziona venditori anche alla prima esperienza. Offriamo rimborso spese mensili per 500 euro per i primi due mesi; anticipi provvigionali mensili, training di formazione iniziale, concrete possibilità di carriera. Inviare curriculum al numero 0573 532187 o via mail a selezioni@guidashopping.it. Agente di vendita. Pagine Sì Spa, via del Calderaio, Massa Cozzile società operante nel settore della pubblicità su elenchi telefonici ricerca su Montecatini Terme e Valdinievole 1 agente di vendita con esperienza. Offresi: corso di formazione; mandato di agenzia; affiancamenti sul campo; concrete possibillità di crescita e di carriera; un portafoglio articolato di prodotti editoriali e multimediali; provvigioni ai più alti livelli di mercato; eventuale assegnazione di portafoglio clienti; anticipi mensili e premi al raggiungimento di obiettivi. Info e appuntamenti al 0572 901037. Elettricista e manutentore. Egb di Giacomo Bonciolini ricerca un operaio elettricista e manutentore da inserire nel proprio organico. Ottimo trattamento, incentivi in base alle capacità. Preferiti periti industriali. Richiesta esperienza cablaggio quadri elettrici e impianti bordo macchina. Tel. 0572 951938. Apprendista cucina. Prestigioso ristorante con sede a Fucecchio, loc. Vedute, ricerca apprendista cucina con esperienza nel settore, gradita anche se in ambito internazionale. Si prega di inviare curriculum a manager@hotelvedute.com o via fax allo 0571 287414.

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in pericolo gli impianti di acquacoltura (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 29-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 12 - Livorno In pericolo gli impianti di acquacoltura Si rischiano morie di pesci, e le assicurazioni non sempre pagano di Stefano Bartoli Adesso la paura per il proliferare delle meduse si sposta sugli impianti dedicati all'acquacoltura, ovviamente quelli costruiti direttamente sotto la superficie marina e che prevedono di tenere i pesci in apposite gabbie. Sì, perché in questo caso i danni possono essere davvero notevoli con tutta una serie di curiosi risvolti anche assicurativi di cui parleremo più avanti. Tornando invece alla notizia del giorno, cioè all'arrivo nelle acque del Mediterraneo della "caravella portoghese", cioè la Physalia physalis, da tutti chiamata "medusa" anche se in realtà si tratta di una colonia di quattro tipi diversi di polipi, per adesso le vittime, nella nostra zona, sono soltanto due: la signora livornese colpita mentre stava facendo il bagno in Corsica e un nuotatore di La Spezia, Massimo Ciardi, che è rimasto ustionato durante una gara di fondo che si è svolta lo scorso 20 giugno ad Antignano e che ha visto la partecipazione di un centinaio di concorrenti: soltanto lui è incappato nei temibili tentacoli di questo essere vivente (trenta metri di lunghezza, oltre dieci tipi di veleni diversi). Un episodio segnalato alla rete di controllo gestita dal professor Ferdinando Boero, docente di zoologia e biologia marina dell'Università del Salento, uno dei maggiori esperti del settore. Boero è appena tornato dalla Tunisia dove è intervenuto, appunto, sul luogo del primo allevamento di acquacoltura distrutto dalle meduse nel bacino del Mediterraneo. «E' un avvenimento inedito per le nostre acque - spiega - con un branco di esemplari di Pelagia trasportato dalle correnti proprio dove i pesci vengono allevati. E' stato un disastro, che poteva essere evitato soltanto aprendo le gabbie: ma in questo caso le assicurazioni non risarciscono il danno perché si deve effettivamente verificare una morìa». Boero cita altri espisodi di questa preoccupante invasione «determinata da interventi umani come la sovrappesca, oltre che da eventi naturali per contrastare i quali si può fare davvero ben poco». «Gli impianti per l'acquacoltura rischiano comunque parecchio (in Toscana ce ne sono 35, di cui quattro dedicati alla maricoltura, ndr) - conclude il docente -, ma non dobbiamo dimenticare ad esempio situazioni come quella determinata da un fronte lungo 12 chilometri di "velelle" che dalla Corsica è arrivato a coprire tutta la costa ligure, da La Spezia fino ad Antibes, in Francia».

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(sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 29-06-2009)

Argomenti: Cultura , Cervelli

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 29/06/2009 - pag: 24 Cervelli in fuga Rita Clementi, 47 anni, 3 figli: sistema antimeritocratico «Scappo dall'Italia Qui la >ricerca è malata» Lettera della precaria che scoprì i geni del linfoma Una laurea in Medicina, due specializzazioni, anni di contratti a termine: borse di studio, co.co.co, consulenze, contratti a progetto, l'ultimo presso l'Istituto di genetica dell'Università di Pavia. Rita Clementi ( foto a sinistra), 47 anni, la ricercatrice che ha scoperto l'origine genetica di alcune forme di linfoma maligno, in questa lettera indirizzata al presidente della Repubblica Napolitano racconta la sofferta decisione di lasciare l'Italia. Damercoledì 1Úluglio lavorerà come ricercatrice in un importante centro medico di Boston. Caro presidente Napolitano, chi le scrive è una non più giovane ricercatrice precaria che ha deciso di andarsene dal suo Paese portando con sé tre figli nella speranza che un'altra nazione possa garantire loro una vita migliore di quanto lo Stato italiano abbia garantito alla loro madre. Vado via con rabbia, con la sensazione che la mia abnegazione e la mia dedizione non siano servite a nulla. Vado via con l'intento di chiedere la cittadinanza dello Stato che vorrà ospitarmi, rinunciando ad essere italiana. Signor presidente, la ricerca in questo Paese è ammalata. La cronaca parla chiaro, ma oltre alla cronaca ci sono tantissime realtà che non vengono denunciate per paura di ritorsione perché, spesso, chi fa ricerca da precario, se denuncia è automaticamente espulso dal «sistema » indipendentemente dai risultati ottenuti. Chi fa ricerca da precario non può «solo» contare sui risultati che ottiene, poiché in Italia la benevolenza dei propri referenti è una variabile indipendente dalla qualità del lavoro. Chi fa ricerca da precario deve fare i conti con il rinnovo della borsa o del contratto che gli consentirà di mantenersi senza pesare sulla propria famiglia. Non può permettersi ricorsi costosi e che molto spesso finiscono nel nulla. E poi, perché dovrebbe adire le vie legali se docenti dichiarati colpevoli sino all'ultimo grado di giudizio per aver condotto concorsi universitari violando le norme non sono mai stati rimossi e hanno continuato a essere eletti (dai loro colleghi!) commissari in nuovi concorsi? Io, laureata nel 1990 in Medicina e Chirurgia all'Università di Pavia, con due specialità, in Pediatria e in Genetica medica, conseguite nella medesima Università, nel 2004 ho avuto l'onore di pubblicare con primo nome un articolo sul New England Journal of Medicine i risultati della mia scoperta e cioè che alcune forme di linfoma maligno possono avere un'origine genetica e che è dunque possibile ereditare dai genitori la predisposizione a sviluppare questa forma tumorale. Tale scoperta è stata fatta oggetto di brevetto poi lasciato decadere non essendo stato ritenuto abbastanza interessante dalle istituzioni presso cui lavoravo. Di contro, illustri gruppi di ricerca stranieri hanno confermato la mia tesi che è diventata ora parte integrante dei loro progetti: ma, si sa, nemo profeta in Patria. Ottenere questi risultati mi è costato impegno e sacrifici: mettevo i bambini a dormire e di notte tornavo in laboratorio, non c'erano sabati o domeniche... Lavoravo, come tutti i precari, senza versamenti pensionistici, ferie, malattia. Ho avuto contratti di tutti i tipi: borse di studio, co-co-co, contratti di consulenza... Come ultimo un contratto a progetto presso l'Istituto di Genetica medica dell'Università di Pavia, finanziato dal Policlinico San Matteo di Pavia. Sia chiaro: nessuno mi imponeva questi orari. Ero spinta dal mio senso del dovere e dalla forte motivazione di aiutare chi era ammalato. Nel febbraio 2005 mi sono vista costretta a interrompere la ricerca: mi era stato detto che non avrei avuto un futuro. Ho interrotto una ricerca che molti hanno giudicato promettente, e che avrebbe potuto aggiungere una tessera al puzzle che in tutto il mondo si sta cercando di completare e che potrebbe aiutarci a sconfiggere il cancro. Desidero evidenziare proprio questo: il sistema antimeritocratico danneggia non solo il singolo ricercatore precario, ma soprattutto le persone che vivono in questa Nazione. Una «buona ricerca» può solo aiutare a crescere; per questo motivo numerosi Stati europei ed extraeuropei, pur in periodo di profonda crisi economica, hanno ritenuto di aumentare i finanziamenti per la ricerca. È sufficiente, anche in Italia, incrementare gli stanziamenti? Purtroppo no. Se il malcostume non verrà interrotto, se chi è colpevole non sarà rimosso, se non si faranno emergere i migliori, gli onesti, dare più soldi avrebbe come unica conseguenza quella di potenziare le lobby che usano le Università e gli enti di ricerca come feudo privato e che così facendo distruggono la ricerca. Con molta amarezza, signor presidente, la saluto. Rita Clementi Protesta Novembre 2008, in piazza contro i tagli \\ 547 mila i «cervelli» che scappano all'estero a 5 anni dalla laurea. Lo stipendio medio di un ricercatore è di 1.200 euro al mese Mettevo i bambini a dormire e di notte tornavo in laboratorio. Vado via con rabbia, con la sensazione che la mia abnegazione e la mia dedizione non siano servite a nulla

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Medici all'attacco: mortalità, dati sbagliati (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 29-06-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Roma data: 29/06/2009 - pag: 3 Polemica La replica di Perucci, autore della ricerca: «Nessun errore, l'analisi è valida» Medici all'attacco: mortalità, dati sbagliati «È giusto valutare l'esito dell'assistenza ai ma-- lati, ma nel mio reparto la mortalità per le operazioni di bypass aortocoronarico tra il 2006 e il 2007 è stata del 3.6%, dato 'grezzo' assolutamente normale, per niente preoccupante e giudicato in modo positivo secondo gli standard internazionali ». Dice di non voler fare «alcuna polemica », ma Riccardo Sinatra, primario di cardiochirurgia del Sant'Andrea e docente della Sapienza, sottolinea che «certe valutazioni dovrebbero essere fatte con grande cautela, come dimostrano i risultati di ricerche pubblicate su importanti riviste scientifiche statunitenti». Il primario si riferisce a un rapporto della Regione pubblicato nei giorni scorsi dal Corriere. «Nello studio preparato dalla Asl Roma-E la mortalità per questo delicato intervento nel Sant'Andrea era del 12.1% - precisa Sinatra - che era un dato 'aggiustato', non oggettivo». In altre parole si sarebbe voluto misurare l'esito delle operazioni «utilizzando parametri amministrativi, per quantificare i rimborsi che deve erogare la Regione, e non parametri clinici - aggiunge Sinatra - . E secondo i dati del 2008 e dei primi tre mesi del 2009 il mio reparto avrebbe risultati migliori rispetto al precedente biennio». Replica Carlo Perucci, direttore del dipartimento di epidemiologia della Asl Roma-E, che ha elaborato lo studio sulle valutazioni degli ospedali: «Se i dati positivi saranno confermati, questo dimostra che il Sant'Andrea è migliorato ». E comunque «la nostra analisi è valida e aggiustare i dati sulla mortalità non vuole dire che le cifre siano state manipolate - spiega l'esperto - ma solo che abbiamo paragonato casi di gravità diversa rendendoli simili, ad esempio attribuendo un coefficiente a seconda dell'età della persona sottoposta a bypass: se si opera un giovane è più facile che la mortalità sia bassa, mentre se si opera un anziano è più facile che sia alta». In pratica «i casi operati al Sant'Andrea avevano una minore gravità rispetto a quelli operati in altri ospedali - fa notare Perrucci - Questo è l'unico modo per riuscire a paragonare gli esiti di una terapia tra ospedali». F. D. F. Riccardo Sinatra (Sant'Andrea) «Certe valutazioni dovrebbero essere fatte con grande cautela, come dimostrano ricerche pubblicate su autorevoli riviste statunitensi»

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Nasce l'ingegnere per gestire l'energia (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 29-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: MANAGER data: 2009-06-28 - pag: 17 autore: INTERVENTO Nasce l'ingegnere per gestire l'energia di Valentina Lazzarotti e Emanuele Pizzurno A pparsa per la prima volta nella Legge 308/82 con la denominazione di Funzionario responsabile per la Conservazione dell'energia e dopo aver trovato una più completa definizione nella legge 10/91, la figura dell'Energy manager ha tutt'oggi ampi potenziali di sviluppo e formazione professionale. In questo momento di crisi economica mondiale, le imprese sono infatti alla ricerca di una maggiore competitività attraverso un recupero di efficienza energetica sia dei processi produttivi che degli edifici, in equilibrio tra fonti tradizionali e rinnovabili. Tale contesto rende prioritaria la disponibilità di competenze adeguate volte a consentire l'adozionedi opportune politiche energetiche aziendali. Non per niente, il più recente Decreto legislativo in materia ( 115/98) arriva a definire per le aziende un Sistema di gestione dell'energia, affidando al "gestore dell'energia" un ruolo sicuramente più ampio, che per le imprese, e non solo quelle grandi, viene ad assumere importanza strategica. Il primo interrogativo che sorge è allora relativo a quali sono le competenze che l'Energy manager debba possedere: sicuramente competenze tecniche, ma dato l'ampio contesto in cui si trova ad operare, non solo. Anzi, è fondamentale che la figura sia dotata di conoscenze multidisciplinari, con capacità economico-gestionali, normative e di comunicazione. Va da sé che il secondo quesito fondamentale sia relativo a dove formare simili talenti. Anche in relazione a tale domanda non è così immediato fornire una risposta: certamente una formazione universitaria è necessaria, ma ancora una volta non solo. L'esperienza acquisita "sul campo", magari anche in qualità di consulenti professionisti, appare di importanza fondamentale. L'Università Carlo Cattaneo -LIUC compare fra i pochissimi atenei italiani che hanno progettato una soluzione formativa atta a coniugare entrambi gli aspetti, teorico - didattici e più prettamente professionali - aziendali. I primi aspetti trovano fondamento nel corso di laurea in Ingegneria gestionale, che forma ingegneri proprio caratterizzati da quell'approccio multidisciplinare sopra richiamato, che racchiude cioè competenze tecniche ed economico-gestionali. I secondi, ovvero gli aspetti squisitamente aziendali, possono invece essere inseriti nella suddetta offerta formativa grazie all'apporto da parte del gruppo Erg e di Espansione-Soluzioni per l'energia, società grossista di energia elettrica costituita dalle Unioni Industriali di Varese, Como, Lecco, Legnano e partecipata da Erg Power & Gas. Erg ed Espansione hanno cioè creduto nella valenza strategica dell'Energy manager e hanno accettato la sfida di contribuire a formare una simile figura. Erg, in particolare, ha già in atto rapporti e collaborazioni di vario genere con diverse università italiane. Tuttavia, questa volta l'azienda genovese è andata sicuramente oltre. I suoi manager, infatti, affiancati dai professionisti di Espansione, assumono per la prima volta la veste di docenti in un percorso che si colloca all'ultimo anno del corso di laurea in Ingegneria gestionale magistrale presso l'Università Carlo Cattaneo - LIUC di Castellanza. Il percorso di eccellenza in Energy management ha dunque l'obiettivo di fornire all'ingegnere gestionale competenze più specifiche che lo mettano in grado di gestire in modo integrato e ottimale il fattore energia, all'interno dei processi produttivi aziendali. A livello di impresa, l'Energy manager si occupa di analizzare i fabbisogni energetici aziendali, massimizzare l'efficienza energetica complessiva dell'impresa, valutare le diverse possibili fonti energetiche, sia tradizionali che alternative nonché l'economicità delle diverse alternative d'acquisto e di autoproduzione. A livello di distretto, meta-distretto e gruppi di imprese, il soggetto in questione si preoccupa di identificare i fabbisogni energetici di un gruppo di imprese territorialmente e settorialmente ben identificato, valuta le diverse possibili alternative di approvvigionamento energetico, organizza e gestisce i gruppi di acquisto di energia al fine di ottimizzare sia gli aspetti economici che quelli di efficienza energetica. Più in dettaglio, le competenze-obiettivo per i partecipanti al percorso in Energy management riguardano: gli elementi tecnici distintivi delle diverse possibili fonti energetiche, tradizionali e alternative, in termini di generazione, utilizzo e rendimento; gli strumenti utilizzati per la pianificazione e la gestione delle scelte energetiche in impresa (audit e bilancio energetico); gli aspetti normativi in tema di incentivi, fiscalità e autorizzazioni; le modalità di funzionamento del mercato dell'energia (nazionale e a livello locale); gli assetti nelle filiere del settore energia, dai produttori di tecnologie abilitanti, alle imprese energetiche vere e proprie, agli utilizzatori, al sistema di finanziatori, alle imprese di servizio (Energy Service Company- ESCO); le tecniche di valutazione e gestione di progetti di miglioramento dell'efficienza energetica; le diverse opzioni in tema di finanziamenti dei progetti energetici. Altra considerevole novità che caratterizza il percorso è che, accanto alle modalità didattiche tradizionali, sono previstie, in numero consistente, visite ad impianti aziendali, analisi e studio di casi reali e un project work finale (ovvero un progetto "energetico" svolto in autonomia da gruppi di lavoro formati dai partecipanti) come strumento di valutazione del percorso affrontato. Nell'organizzazione di tali aspetti, particolarmente concreti, fondamentali sono stati la capacità ricettiva delle istituzioni del territorio e le relazioni che l'Università Carlo Cattaneo-LIUC intrattiene con esse da diverso tempo. La disponibilità a collaborare da parte, ad esempio, delle municipalizzate locali (quali Accam di Busto Arsizio. e Amga di Legnano) è stata infatti davvero notevole, confermando l'attenzione e le aspettative verso la tematica in oggetto. Anche se ora tutte le attese sono rivolte al primo anno di erogazione del percorso (settembre-dicembre 2009), il futuro sicuramente non si fermerà qui. In poche parole: non solo studenti saranno "formati" sul tema energia. Per il medio-lungo periodo, l'intezione è ancora più sfidante e finalizzato a creare una Energy Management School (EMS) per concepire, organizzare, sviluppare e promuovere azioni di ricerca e di formazione sul tema dell'energia e dello sviluppo sostenibile. L'idea è quella di creare un centro di competenze che sia in grado con continuità di promuovere percorsi formativi sempre aggiornati, coerentemente con la rapida evoluzione non solo della normativa in tema di ambiente ed energia, ma anche del comportamento e delle scelte strategiche delle imprese, che sempre più attribuiscono rilevanza al tema dell'energia e della sostenibilità. Tali percorsi formativi intendono essere diretti a diverse tipologie di soggetti: diplomati, laureati, studenti universitari, ma anche uomini di impresa e pubbliche amministrazioni. Come in tutti i buoni progetti, però, procediamo per gradi,l'impegno a breve che attende i soggetti coinvolti è davvero grande. Valentina Lazzarotti e Emanuele Pizzurno sono docenti all'Università Carlo Cattaneo - LIUC © RIPRODUZIONE RISERVATA STRATEGIA ANTIRECESSIONE In questo momento di crisi economica, le imprese sono alla ricerca di una maggiore competitività attraverso un recupero di efficienza

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Export, Toscana e Calabria unite per incrementare scambi con Marocco, Tunisia, Egitto e Albania (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 29-06-2009)

Argomenti: Cultura

Export, Toscana e Calabria unite per incrementare scambi con Marocco, Tunisia, Egitto e Albania (29/6/2009 09:17) | (Sesto Potere) - Firenze - 29 giugno 2009 - La sponda Sud del Mediterraneo, nonostante la crisi economica internazionale, presenta tassi di crescita del 5% l’anno. Un’opportunità che le Regioni Calabria e Toscana vogliono cogliere. Per questo i due assessori alle Attività Produttive e allo Sviluppo Economico, Francesco Sulla e Ambrogio Brenna, hanno stretto un accordo per incrementare gli scambi con Marocco, Tunisia, Egitto ed Albania, a partire dalla modernizzazione ed integrazione delle attività portuali (Gioia Tauro e Livorno in primis). Il progetto di collaborazione si chiama “Inpromed” (International project of mediterranean area) e punta a creare una rete permanente di relazioni economiche tra i sei soggetti (le due regioni italiane ed i quattro paesi mediterranei) a favore delle imprese che operano nei seguenti comparti: logistica, agroindustria, artigianato di qualità, meccanica e costruzioni. Il primo confronto operativo è avvenuto a Villa San Giovanni (Rc) con l’organizzazione del workshop “Logistica portuale e area di libero scambio mediterranea nel 2010”. All’incontro, finalizzato all’individuazione delle linee-guida di attività per i prossimi 18 mesi di lavoro, hanno partecipato i rappresentanti del Dipartimento delle attività produttive delle due Regioni e quelli toscani e calabresi di Unioncamere, dei Consorzi artigiani, delle Università oltre all’Autorità portuale di Gioia Tauro, ai dirigenti di Sace e Simest e alle delegazioni diplomatiche ed economiche di Albania e Marocco. Il punto di forza di “Inpromed” è lo sviluppo di una piattaforma logistica comune tra i sei soggetti mediterranei, grazie all’hub portuale di Gioia Tauro che permette l’integrazione con gli altri scali interessati. L’obiettivo è quello di facilitare la realizzazione di filiere produttive e commerciali per l’import-export tra le aziende dei settori ritenuti di maggiore interesse per tutti i partner. “La Calabria - ha detto Antonio Martina, dirigente generale di dipartimento Attività Produttive della Regione Calabria - è il ponte naturale per facilitare nel 2010 l’avvio dell’area di libero scambio nel Mediterraneo e questo nostro progetto è ‘work in progress’, aperto alla proposte di categorie e mondo della ricerca”. “Oggi avviamo un percorso di avvicinamento ai quattro paesi mediterranei - ha affermato Simone Sorbi, responsabile del settore innovazione e ricerca del dipartimento dello Sviluppo Economico della Regione Toscana - puntando alla crescita degli scambi attraverso il miglioramento della logistica, ma avendo sempre attenzione alla sostenibilità ambientale”. Per l’agroalimentare Maria Teresa Russo dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria ha sottolineato che la carta vincente del progetto “Inpromed” sarà l’attivazione delle procedure di controllo e sicurezza alimentare delle merci movimentate. La riduzione dei costi della logistica per le aziende, sia per i prodotti freschi che conservati, dovrà essere uno degli obiettivi da raggiungere secondo Franco Cervelin, presidente della sezione agroalimentare di Confindustria Toscana. Stefano Zirilli, per l’artigianato di qualità, ha ricordato che il Consorzio calabrese ‘Coser’ ha in corso un progetto di cooperazione con il Marocco per la costruzione di un “Archivio del sapere tessile” e che dalla nuova collaborazione potrebbe scaturire l’applicazione di queste conoscenze per la creazione di nuovi prodotti. Sara Leoni, del Consorzio nazionale artigiano ‘Centopercento italiano’ di Scandicci, ha illustrato le opportunità offerte da una promozione comune e dalle economie di scala, invitando le imprese calabresi ad aderire con un gruppo omogeneo per sviluppare assieme un’azione di penetrazione nei quattro paesi mediterranei. Per l’Autorità del Porto di Gioia Tauro è intervenuto il direttore Marco Merante, il quale ha illustrato le strategie e gli investimenti nel medio e lungo periodo, per la diversificazione nell’offerta dei servizi (crescita del cosiddetto ‘Ro-Ro’), per l’intermodalità e per l’allestimento di nuovi spazi. “Comunque è positivo - ha evidenziato Andrea Attanasio, docente dell’Unical - che Gioia Tauro, l’hub internazionale divenuto in poco tempo il primo attracco del Mediterraneo, abbia raggiunto l’integrazione con gli altri porti italiani e tirrenici in particolare, superando la fase competitiva dei primi anni di attività. è il segno che gli altri ne riconoscono l’importante funzione e la posizione geografica strategica per i commerci marittimi”. Intanto, l’Unioncamenre Toscana ha realizzato il primo ‘Osservatorio’ delle aziende impegnate nel comparto della logistica, come ha illustrato Andrea Cardosi, rilevando la ristrutturazione in corso, con la dimunizione di quelle individuali e l’incremento di quelle di capitale. L’Unioncamere Calabria - ha evidenziato il direttore Maurizio Ferrara – metterà invece a disposizione del progetto “Inpromed” le relazioni già avviate con le Camere di Commercio dei quattro paesi mediterranei”. Dorian Merini, del ministero dei Trasporti dell’Albania, ha sottolineato che il suo paese è aperto alla gestione portuale dei privati, per garantire gli standard internazionali di sicurezza e qualità del servizio, per attrarre gli scambi dell’Europa dell’Est verso l’Italia ed il resto del Mediterraneo. Sia Paolo Di Marco (rappresentante Simest) che Domenico Coletta (rappresentante Sace) hanno garantito l’apporto dei rispettivi istituti pubblici al progetto “Inpromed” per ciò che attiene gli strumenti di garanzia del credito alle imprese. Nel prossimo mese di luglio il progetto “Inpromed”, nella logica di farlo crescere dal basso, vedrà un confronto pubblico in Calabria con la partecipazione anche dell’assessore allo sviluppo economico della Toscana Ambrogio Brenna e delle rappresentanze di Marocco, Tunisia, Egitto ed Albania.

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Imprese rosa, la risposta alla crisi CNA Impresa Donna Crescono nonostante le difficoltà ma vanno sostenute (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 29-06-2009)

Argomenti: Cultura

Imprese rosa, la risposta alla crisi CNA Impresa Donna Crescono nonostante le difficoltà ma vanno sostenute (29/6/2009 17:29) | (Sesto Potere) - Ancona - 29 giugno 2009 - “Welfare: quali interventi per promuovere e migliorare le politiche sociali”. Di questo si discuterà oggi alle 17.30 presso la Country House L’Arca di Noè di Senigallia, in occasione dell’Assemblea elettiva di Cna Impresa Donna della provincia di Ancona.Chiamati ad intervenire, l’assessore ai servizi alla persona del Comune di Senigallia Fabrizio Volpini, il docente di sociologia dell’Università Politecnica delle Marche Ugo Ascoli, la presidente della Provincia Patrizia Casagrande, oltre alle presidenti e responsabili di Cna Impresa Donna a livello provinciale e regionale, mentre le conclusioni saranno affidate alla responsabile di Cna Impresa Donna Emilia Romagna Lalla Golfarelli.Il welfare è un tema di estrema importanza per le imprenditrici, è un supporto fondamentale per le donne che lavorano.Uno Stato sociale che funzioni, inteso come sistema di protezione, garanzie e diritti giudicati essenziali, è infatti secondo Cna ancor più necessario per le donne, spesso elemento più debole e meno tutelato, soprattutto per quelle che lavorano, perché rivestono più ruoli contemporaneamente: il lavoro di cura svolto nell’ambito delle relazioni familiari viene dato quasi sempre per scontato ma mai adeguatamente riconosciuto e valorizzato. Tantomeno ne viene riconosciuta la funzione sociale.“Ci rendiamo conto – anticipa Rosella Alessandroni, responsabile provinciale Cna Impresa Donna – che la differenza di genere non è ancora compresa, né viene percepita come un’occasione di arricchimento culturale. In questi anni il Comitato Impresa Donna Cna, che rappresenta l’universo femminile impegnato nel lavoro autonomo e nella piccola impresa, ha svolto un’importante attività nei confronti delle imprese e verso le istituzioni ai diversi livelli. Siamo ben consci del ruolo che l’impresa femminile ha ormai assunto nell’economia. Le imprese al femminile, infatti, non solo sono aumentate numericamente, ma si sono strutturate, avviando in molti casi processi e percorsi innovativi”. La nostra regione è caratterizzata dalla presenza diffusa della piccola e media impresa, infatti si contano 178.550 imprese di cui 42.500 ad esclusiva conduzione femminile (circa il 24%), mentre nella Provincia di Ancona le imprese femminili sono 11.542 su un totale di 46.726 (quasi il 25%) e raddoppiano, se consideriamo anche le socie, le collaboratrici, le amministratrici.Nelle Marche Ancona è la Provincia con la più alta presenza di imprese femminili. E l’imprenditoria femminile cresce il doppio dell’imprenditoria in genere: nel 2008 il tasso di crescita è stato dello 0,6% contro lo 0,3% generale. I dati in possesso della Camera di Commercio di Ancona dimostrano che l’imprenditoria femminile continua a crescere nonostante la crisi.“La questione femminile – prosegue Rosella Alessandroni - è il terreno su cui si giocano le opportunità di sviluppo e di modernizzazione del nostro Paese. Gli stessi economisti sostengono che solo attraverso l’impegno lavorativo delle donne, con la loro capacità di inventiva e di praticità, l’economia del nostro Paese e di tutta l’Europa potrà riprendere a svilupparsi, cosa che tutti auspichiamo”.Il trattato di Lisbona impegna le nazioni aderenti a far sì che entro il 2010 l’occupazione femminile raggiunga il 60%. La stessa Comunità Europea vede nell’incentivazione della piccola e media impresa femminile e giovanile la risposta concreta per la realizzazione di una società più avanzata dal punto sociale, economico e culturale. La Cna della Provincia di Ancona, che ha circa 1.200 imprenditrici iscritte, ritiene che la differenza di genere è un valore che va esaltato e considerato nell’elaborazione delle politiche e nelle iniziative sindacali che dovranno essere messe in atto.Per questo, il primo dicembre 2008 è stato aperto lo Sportello Impresa Donna “SPIDO”: per affiancare le donne che vogliono avviare un’impresa e le imprenditrici che vogliono far crescere e sviluppare la propria attività.

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Dibattiti e seminari (sezione: Cultura)

( da "Trentino" del 30-06-2009)

Argomenti: Cultura

Dibattiti e seminari Bolzano, all'Eurac i maggiori studiosi italiani di Iran Euromediterranea, dal titolo «Equal Rights Iran», non vedrà solo il 2 luglio la presenza del Premio Nobel per la Pace, Shirin Ebadi. La manifestazione durerà dal 2 al 5 luglio, ma la giornata clou - dal punto di vista del dibattito sarà quella del 3 luglio. All'Eurac sono in programma infatti due appuntamenti che vedranno impegnati tra i maggiori studiosi di Iran in Italia. Alle 9.45 avrà luogo il dibattito sul tema «Diritti velati, diritti violati» con la giornalista Giuliana Sgrena. Alle 17.30 invece, all'ex-Museion il dibattito «Un altro Iran», con Anna Maria Gentili, Taghi Rahmani, Bijan Zaramndili, Dietmar Larcher e Gianroberto Scarcia. Anna Maria Gentili è docente di Storia e Istituzioni dei Paesi afro-asiatici all'Università di Bologna; Bijan Zarmandili, iraniano, da oltre 20 anni si occupa del Medio Oriente per il gruppo Espresso-Repubblica; Dietmar Larcher è stato docente all'Università di Klagenfurt e si occupa di multiculturalismo; Gianroberto Scarcia, è ordinario di Storia della civiltà arabo-islamica a Venezia; Giuliana Sgrena scrive per il quotidiano «Il Manifesto». Sul rapporto tra donne e Islam ha curato numerose inchieste.

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Il Nobel per la Pace Shirin Ebadi in lotta per l'Iran (sezione: Cultura)

( da "Trentino" del 30-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Nobel per la Pace Shirin Ebadi in lotta per l'Iran Con grande preoccupazione la comunità internazionale sta seguendo le notizie che ogni giorno arrivano dall'Iran. In molte città del Paese è infatti in corso da settimane una violenta repressione contro manifestazioni di donne, giovani, giornalisti, intellettuali, artisti, semplici cittadini, che denunciano non chiarite manipolazioni e brogli nelle ultime elezioni presidenziali. Bolzano è particolarmente toccata da questi avvenimenti perché l'edizione di Euromediterranea 2009 - che avrà luogo dal 2 al 5 luglio nel capoluogo - sarà proprio dedicata ai diritti umani in Iran. Di più: si attendeva l'arrivo sia del premio Alexander Langer 2009 Narges Mohammadi, alla quale è stato però ritirato il passaporto, che del marito Taghi Rahmani, arrestato il giorno successivo alle elezioni e rilasciato solo dopo 15 giorni di detenzione. A rappresentare Narges Mohammadi, e a raccontare del suo impegno che le vede unite nel Comitato dei Difensori dei diritti umani, ha deciso di essere presente a Bolzano, la premio Nobel per la Pace 2003, Shirin Ebadi, che il 2 luglio sarà al Centro Pastorale di Piazza Duomo alle 17.30, mentre il 3 luglio parteciperà ad un seminario alle 9.45 all'Eurac (il programma nel dettaglio, nell'articolo qui a destra). La Ebadi è stata la prima iraniana e la prima donna musulmana a ottenere il prestigioso riconoscimento del Nobel. è nata ad Hamadan nella parte nord-occidentale del paese. Il padre, Mohammad Ali Ebadi, era docente di diritto commerciale. Nel 1948 la famiglia si trasferisce a Tehran. Dal 1965 studia giurisprudenza presso l'università di Tehran e subito dopo la laurea partecipa agli esami per diventare magistrato. Cominciò la sua carriera nella primavera del 1969 proseguendo nel contempo gli studi fino ad ottenere, nel 1971, un dottorato in diritto privato. Dal 1975 al 1979 ricopre la carica di presidente di una sezione del tribunale di Tehran. Dopo la Rivoluzione Islamica del 1979 fu costretta, come tutte le donne giudice, ad abbandonare la magistratura e solo dopo ampie proteste, le viene riconosciuta la possibilità di collaborazione al tribunale con il ruolo di «esperta di legge». Shirin Ebadi considerò la retrocessione intollerabile e per alcuni anni la sua attività viene limitata alla pubblicazione di numerosi libri e articoli. Solo nel 1992 ottiene l'autorizzazione a operare come avvocato e aprì uno studio proprio. Nel 1994 fu una dei fondatori della «Society for Protecting the Child's Rights» un'associazione non-governativa della quale è tuttora dirigente. Nel 1997 ebbe un ruolo di rilievo nella campagna di sostegno del riformista Khatami. Come avvocato è solita occuparsi di casi di liberali e dissidenti entrati in conflitto con il sistema giudiziario iraniano che resta uno dei bastioni dell'ala di governo più conservatrice. Spesso è parte civile in processi contro membri dei servizi segreti iraniani. Nel 2000 viene accusata di disturbo alla quiete pubblica perché diffonde un video contenente la confessione di un militante di un gruppo di fondamentalisti islamici risultato segretamente ingaggiato dall'ala conservatrice del governo per spaventare i riformisti con delle spedizioni violente e intimidatorie e incursioni nelle assemblee e manifestazioni. Il processo si conclude con una condanna all'interdizione e la sospensione dall'attività di avvocato per cinque anni, condanna in seguito ridotta. Il 10 ottobre 2003 il comitato per il premio Nobel annuncia la decisione di conferirle il Premio Nobel per la pace. Attualmente Shirin Ebadi è docente presso l'Università di Tehran e attivista dei movimenti per i diritti femminili e dei bambini. Vive a Tehran con il marito e le due figlie.

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La chiusura di Unitn e il rapporto carta-web (sezione: Cultura)

( da "Trentino" del 30-06-2009)

Argomenti: Cultura

La chiusura di «Unitn» e il rapporto carta-web Caro Franco de Battaglia, mi dispiace non essere d'accordo neppure con Giuseppe Colpi che si congratula con il Rettore perché fa a meno dell'auto blu (ricordo che il prof. Zuelli - rettore - andava quasi sempre in bicicletta e l'auto la lasciava in parcheggio). E' stata solo un'occasione che non si poteva che prendere al volo, data ormai la sorpassata età dell'amico "Gofri"- autista (così lo chiamava il buon Fabio Ferrari). Un'occasione per farsi pubblicità, che non costa molta fatica, ma neanche risparmia chissà cosa. Quanto alla rivista "Unitn" ho più volte espresso la mia opinione per la sua poca utilità. Un periodico scritto e letto (poco) solo da docenti, pieno di interviste a personalità di passaggio e rivolto ad una platea interna di personale - altro - la cui manodopera però non è solo composta da insegnanti, ma anche da operatori tecnici e amministrativi. Di loro "Unitn" non ha mai parlato, nonostante le mie insistenti e poco gradite proteste, sia come sindacalista che come amministratore. "Unitn" era sì dappertutto, in ogni luogo e in ogni mano, ma il suo destino era già segnato: non negli scaffali della biblioteca, ma nel più vicino cestino. D'altronde chi poteva leggerlo se si rivolgeva e veniva scritto da un'elite di persone? Ho più volte verificato (dato che l'ho distribuito per anni) che chi lo riceveva subito dopo lo aveva già cestinato e devo dire che non era una bella visione. L' ho poche volte apprezzato e ho conservato solo il numero sulla figura di Fabio Ferrari. Chiuderlo non è stata che l'inevitabile conseguenza del suo insuccesso. Diverso il caso di "Studiare a Trento" che oltre ad essere più permeabile al confronto era diretto da giovani studenti che ogni tanto davano fastidio al gruppo di potere che controlla l'Università, ma ci voleva una scusa buona per chiuderlo. Bastava aspettarla ed è venuta. Antonio Marchi TRENTO Caro Marchi, tu suggerisci di non spargere lacrime per la chiusura di "Unitn", ma a mia volta non mi trovo d'accordo: quando muore un giornale la sua perdita è un impoverimento per tutti. E' vero che "Unitn" era un organo di comunicazione ufficiale, controllatissimo, ma è anche vero che gli "house organ" sono necessari alle istituzioni. Una rivista "vetrina", biglietto da visita di informazione e riflessione interna, la hanno gli Industriali, i Commercianti, la Provincia, i Comuni, la Cooperazione, gli Artigiani. e la ragione c'è. Serve a documentare ciò che è stato fatto, a riassumere informazioni specialistiche utili, a tracciare una linea, a creare un'appartenenza. Quando viene un "visiting professor" e gli si spedisce poi il giornale con la sua intervista ci si conquista un amico. Dirgli"clicca in internet" è invece come prenderlo in giro. Peraltro il caso di "Unitn" dovrebbe ammonire anche molte altre riviste"ufficiali" che certe lobby interne vorrebbero troppo strettamente controllate. Hanno paura di ogni dissenso anche propositivo, e così fanno perdere interesse alla loro rivista. Visto che la rivista interessa poco si chiude, ma chiudendola viene a mancare uno strumento comunicativo essenziale. Che morale trarre? L''Università ha perso una grande occasione. Ci fosse stato il professor Porro forse proprio Sociologia avrebbe avviato quella sperimentazione che tutti gli editori del mondo rincorrono: un giornale cartaceo più asciutto, non del tutto gratuito (si getta sempre nel cestino ciò che è gratis) che serva da spina dorsale ad una più ampia comunicazione web. E' la sfida del futuro, ma un "supporto cartaceo" di qualità resta essenziale. L'altra morale è che gli studenti dell'ateneo potrebbero cogliere questa occasione per uscire dalla dispersione in cui si trovano (per cui davvero l'unico momento di "togetherness", rischia di essere l'"happy hour" al Fiorentina) e avviare una loro informazione. Ogni università anglosassone delle dimensioni di Trento ha un suo giornale compilato dagli studenti dei corsi di sociologia, scienza delle comunicazioni, economia, legge ecc. Non il giornalino studentesco degli sberleffi e delle barzellette, ma un piccolo giornale vero. Uno "stage", un tirocinio professionale, aperto alla collaborazione di docenti, di giornalisti. Il "vuoto" aperto dalla chiusura di "Unitn" può quindi essere colmato. Forse dall'Opera, che è riuscita ad inserirsi così bene nella città? Da Sociologia, tornata nella sua sede storica, con un ruolo di raccordo fra i vari pensieri da rivendicare? I sostegni non mancheranno.

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università promosse ma senza lode - tomaso clavarino (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina VII - Torino Università promosse ma senza lode Dal Censis ottimi voti per gli atenei e il Politecnico, arretra la didattica Confermata la qualità di servizi e strutture. I tre rettori: "I tagli ci penalizzano" TOMASO CLAVARINO Un´ottima pagella per le università piemontesi con qualche pecca per la didattica. La ricerca 2009 sulla qualità delle università italiane, condotta da "Repubblica" e Censis, premia ancora una volta gli atenei piemontesi. Guardando la media dei sei anni post-riforma, l´Università di Torino e quella del Piemonte Orientale si classificano entrambe al terzo posto tra i mega atenei e tra i piccoli. Ancora meglio, in questa classifica, fa il Politecnico che si piazza al primo posto confermandosi ai vertici in Italia. Buoni risultati che vengono confermati da quelli raggiunti dai tre atenei nella classifica riguardante i servizi e le strutture universitarie per l´anno accademico 2009/2010. In questa graduatoria sia l´Università di Torino sia il Politecnico ottengono la prima piazza mentre tra i piccoli atenei si conferma al terzo posto l´Università del Piemonte Orientale. Un ottimo servizio di orientamento, un buon servizio bibliotecario e molte aule informatiche garantiscono a questo giovane ateneo un buon piazzamento. «In dieci anni di vita – afferma il rettore dell´Università del Piemonte Orientale, Paolo Garbarino – abbiamo raggiunto risultati forse inaspettati. Abbiamo 360 docenti per poco meno di 10mila studenti, cosa che ci permette di conoscere personalmente ogni singolo studente e di accompagnarlo passo per passo fino alla laurea. In più, il 90% dei nostri laureati risulta essere il primo componente della famiglia a possedere una laurea, cosa che rafforza il nostro ruolo sociale sul territorio». Lauree bi-nazionali, progetti di ricerca con partner stranieri, un apprezzato servizio di job placement, e più di 8300 borse di studio erogate, aiutano invece l´ateneo torinese a primeggiare in questa classifica dedicata ai sevizi ed alle strutture. «Questo piazzamento sta a significare che, pur essendo una delle università più sottofinanziate, riusciamo a spendere bene i nostri soldi – dice il rettore Ezio Pellizzetti – Abbiamo inoltre a disposizione degli studenti quasi 1300 alloggi». La nuova cittadella politecnica e l´informatizzazione di tutti i servizi dedicati confermano il Politecnico ai vertici in Italia per qualità e quantità dei servizi. «Dal giorno dell´immatricolazione alla laurea i nostri studenti non vedono una sola volta i nostri uffici, fanno tutto via internet, abbiamo ridotto drasticamente l´uso della carta – spiega il rettore Francesco Profumo – tutto questo nell´ottica di venire incontro agli studenti investendo nelle nuove tecnologie». Ma, guardando più attentamente queste classifiche, si nota come almeno per la didattica ci siano dei problemi. Dal 2008 al 2009, infatti, gran parte delle facoltà piemontesi sono retrocesse in classifica. Nelle classifiche per facoltà rimane sul podio solamente Veterinaria di Torino che però scende dal primo posto del 2008 al terzo del 2009. A Torino un vero crollo si può registrare a Giurisprudenza, che passa dal 15esimo al 20entesimo posto, mentre a parte Farmacia, Economia e Lingue, le uniche a salire seppur di poco, quasi tutte le altre facoltà registrano delle flessioni, con Psicologia che perde il podio, Scienze Politiche che scende in 21 esima posizione e Medicina e Chirurgia che passa dalla quarta all´ottava posizione. «Sono risultati dovuti soprattutto ai sottofinanziamenti – spiega Pellizzetti – che fan si che l´Università di Padova abbia 30milioni in più di noi all´anno, 250 docenti in più, con qualche migliaio di studenti in meno». Al Politecnico la situazione non è così grigia come all´Università di Torino, ma non si ride neanche troppo. Se Ingegneria infatti guadagna tre posizioni piazzandosi quinta, Architettura scende dalla quarta alla nona posizione. Una débacle che il rettore Profumo giustifica così: «è un risultato dovuto sicuramente al fatto che noi abbiamo deciso di non modificare ancora i percorsi formativi. Preferiamo aspettare il 2010/2011, quando sarà in vigore, e non anticipare come hanno fatto altri». Situazione analoga alla prime due anche all´Università del Piemonte Orientale che vede scendere, seppur di poco, tutte le facoltà tranne Scienze che sale in ottava posizione.

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policlinico, l'ultimatum di bassolino - giuseppe del bello (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina V - Napoli Policlinico, l´ultimatum di Bassolino Delocalizzazione o taglio dei finanziamenti. Le Università: no, è un ricatto Un docente: "Andremo a uno scontro memorabile con la Regione" Del Genio: "Non possono trattarci così, vogliamo una collocazione degna" GIUSEPPE DEL BELLO Muro contro muro. La Regione insiste e ripropone lo stesso schema per siglare un accordo, ma il rifiuto di entrambe le Università è netto. Gli incontri (singoli) dei due rettori, Rossi e Trombetti, con il presidente Bassolino e l´assessore Santangelo sono sfociati in un nulla di fatto. Il primo summit del pomeriggio era il più atteso dai docenti di piazza Miraglia in allarme per un protocollo che non poneva alternative: o la delocalizzazione secondo il piano dell´assessore o un finanziamento pesantemente decurtato. In particolare, l´Ente di Santa Lucia propone 65 milioni di euro in caso di risposta negativa al trasferimento e circa 105 milioni se, al contrario, i professori avessero acconsentito ad essere ospitati al Cotugno e al Monaldi. «è un ricatto mostruoso», dice uno dei docenti, «impossibile da prendere in considerazione. Al Monaldi ci avrebbero assegnati 200 letti: dove sono? E, sempre lì, ci volevano piazzare in un´ala abbandonata che non si sa quando sarà ristrutturata, con finestre senza infissi diventate nidi di piccioni. Andremo allo scontro: vogliono fregarci perché siamo i più deboli». Per Alberto Del Genio, decano dei chirurghi della facoltà, la maggioranza dei professori «chiede un polo unico di 290 posti letto, anche all´Ospedale del Mare o al Nuovo Policlinico dove la disponibilità c´è». E aggiunge: «Non possono trattarci in questo modo: abbiamo diritto a una collocazione degna di una facoltà professionalizzata. Nessun ricatto, non si distruggono 800 anni di storia». Luigi Santini, anche lui ordinario di Chirurgia, ribadisce l´unica alternativa: «Si passi pure a Cappella Cangiani che ha occupato tutti gli spazi pur di non ospitarci. Assurdo il piano di Santangelo: abbiamo 52 scuole e 6000 studenti». Dal successivo Consiglio di Facoltà, presieduto dal rettore Franco Rossi, è emersa la decisione di rigettare la prima proposta di 65 milioni e di scindere la seconda, accettando tout court i 110 milioni, ma istituendo un tavolo paritetico per trovare una delocalizzazione della facoltà in «una sede unitaria». D´altronde, è ovvio che 65 milioni non consentirebbero la sopravvivenza dell´azienda: l´intera somma è già destinata all´acquisto di beni sanitari (farmaci, presìdi e strumenti diagnostici), servizi (appalti di pulizia, pasti, manutenzione e utenze) e al pagamento degli stipendi. Fumata nera anche alla Federico II che ha rifiutato di sottoscrivere un protocollo d´intesa che mette a disposizione 180 milioni invece dei 155 avuti l´anno scorso. Già, perché qualche mese fa, dicono i docenti, «avevamo ottenuto un incremento che faceva lievitare la cifra a 209 milioni. Adesso ci vogliono tagliare i fondi del 50 per cento in cambio di una riorganizzazione sulla base del patto di rientro con una riduzione anche del personale». Dall´assessore Santangelo nessun commento, mentre già oggi dovrebbe esser stilata la delibera, senza che il protocollo d´intesa sia stato firmato dalle due facoltà. Intanto il consigliere comunale Franco Verde (Pd) polemizza con Cappella Cangiani: «Il Nuovo Policlinico ha due edifici: non accettano i soldi e non vogliono mettere a disposizione i due edifici liberi che hanno. Intervenga il ministro Gelmini, altro che innovazione».

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la hit parade delle università tutte le milanesi nella top ten - simone mosca (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina IX - Milano La hit parade delle università tutte le milanesi nella top ten Bene ingegneria al Poli, medicina in Statale, sociologia a Bicocca Rilevato anche il "paniere" dei costi per la vita da studente in città: ben 800 euro al mese in media per l´alloggio SIMONE MOSCA Anche Milano va sotto la lente del microscopio, costruito con la collaborazione del Censis, della Grande Guida che per il decimo anno Repubblica dedica alle Università italiane. Sul "vetrino" i tre atenei pubblici, Statale, Bicocca e Politecnico, svelati in dettaglio, misurati e collocati in classifiche nazionali a vedersela con le altre 55 università pubbliche italiane (alla graduatorie non partecipano infatti le private, cui la guida dedica schede di valutazione individuali, peraltro lusinghiere per Bocconi e Cattolica). Nel complesso, milanesi promosse e quadro in positiva evoluzione, nonostante i tagli minacciati e le strette già in corso. Pescando dalla classifica generale, per esempio, fa bene tra i mega atenei (oltre 40mila iscritti) la Statale, che si piazza al quinto posto, staccando la Sapienza di Roma, all´undicesima posizione. Tra le facoltà della Statale, poi, gran performance di Medicina, che passa dal settimo posto nella classifica dello scorso anno al terzo. Quattro sono i fattori che nell´analisi del Censis dicono quanto vale nel complesso un´università: la qualità dei servizi, il numero e la consistenza delle borse di studio erogate, l´offerta delle strutture e la bontà dei sistemi web. Fattori che in sostanza raccontano agli studenti la vivibilità di un ateneo, non soltanto il valore didattico. E ai quali, nell´ottica della qualità della vita, si possono sommare anche i costi delle città. Così, dalla scheda che descrive i prezzi di Milano salta fuori il consueto e gravoso problema dell´affitto. Una media di 800 euro al mese che diventano "soltanto" 435 a Bergamo, 495 a Brescia e 335 nell´economica Pavia, anche se qui birra e pizza costano 10 euro e 76 contro i 9e 89 di Milano. Giulio Ballio, Rettore del Politecnico, sa quanto possono pesare sulle classifiche «i difetti del territorio, che purtroppo sfuggono al controllo diretto degli atenei». Ma è contento di sapere che la facoltà di ingegneria fa un salto in avanti rispetto allo scorso anno. Dal quarto posto passa al podio, classificandosi terza a pari merito con la facoltà del Politecnico di Genova. Produttività, didattica, ricerca e rapporti esteri sono i termini del confronto tra facoltà. Le cifre di Ingegneria dicono che il successo è arrivato grazie ricerca e produttività. «Confermo, è vero» sorride Ballio «ma aggiungo che l´altra grande forza del Politecnico è la vocazione internazionale della ricerca». Purtroppo investire risorse fuori dall´Italia ha un costo notevole in cervelli «perché i ricercatori, una volta incoraggiati all´avventura straniera, si accorgono di quanto economicamente vantaggioso e gratificante sia restare là». Al Politecnico cede qualche posizione in classifica Architettura, che scende dal quarto al sesto posto, ma ha un ottima performance nella classifica alla distanza, stilata sulla base dei risultati ottenuti consecutivamente dal 2004 al 2009. Qui è seconda alle spalle di Ancona. Notevoli sono i numeri della Bicocca, che cala un poker: le sue facoltà di Sociologia, Psicologia, Matematica e fisica, Statistica sono prima, seconda, terza e quarta nelle rispettive graduatorie. E lo sono da due anni di fila. Marcello Fontanesi, rettore dal ´99 e fino al 2012, spiega che il successo è nella tradizione milanese: «è impossibile dividere la Bicocca dalla Statale, da dove vengono e dove si sono formati la maggior parte dei nostri docenti, e con la quale questi risultati di eccellenza vanno dunque condivisi». Ma allora qual è la differenza? «Noi abbiamo poco più di dieci anni, e abbiamo agilità, siamo burocraticamente leggeri, la Statale è una struttura più grande e complessa da governare».

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"aule aperte di pomeriggio così lavoreranno i prof precari" - paolo russo (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XIII - Bari La proposta dell´assessore regionale alla Pubblica istruzione "Aule aperte di pomeriggio così lavoreranno i prof precari" Il piano al via da settembre. Lomelo incontra il titolare della formazione professionale PAOLO RUSSO Classi aperte anche nel pomeriggio per far lavorare gran parte dei professori "tagliati" dal ministro Gelmini. E´ questo uno dei progetti ai quali sta lavorando l´assessore regionale al Diritto allo studio per salvare centinaia di precari della scuola. Ieri Mimmo Lomelo ha incontrato alcuni rappresentanti della giunta campana dove un simile programma è attivo, con successo, da tre anni. E oggi il suo progetto sarà discusso con l´assessore alla Formazione Marco Barbieri. «L´ipotesi alla quale stiamo lavorando - ha anticipato ieri Lomelo - è quella di finanziare attraverso i fondi comunitari le scuole che intendono organizzare dei corsi pomeridiani destinati agli studenti». Il vincolo al quel dovranno attenersi gli istituti scolastici è legato ai docenti: a tenere i corsi di sostegno e le attività integrative dovranno essere i precari della scuola che, a causa dei tagli decisi dal governo Berlusconi, sono rimasti senza lavoro. «Questo progetto - ha spiegato l´assessore al Diritto allo studio - si pone una duplice finalità: da un lato continua la nostra attenzione al rafforzamento dei servizi e della qualità dell´istruzione destinati agli studenti pugliesi. Dall´altro, però, questo intervento ci può consentire di salvare dalla disoccupazione molti precari della scuola che stanno per essere messi in mezzo ad una strada senza neanche poter contare su alcuna forma di ammortizzatore sociale». La Campania, lo scorso anno è riuscita a coinvolgere nell´iniziativa oltre 500 scuole e migliaia di docenti senza cattedra. Per Lomelo è questo il modello da seguire. Nel frattempo, l´assessore al Diritto allo studio ha incassato con soddisfazione l´avanzamento degli atenei pugliesi nella classifica stilata dalla "Grande guida all´università" di Repubblica: «Un risultato che dipende dall´aumento dei servizi destinati agli studenti. Una priorità per la nostra giunta».

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università, maglia nera alla campania - bianca de fazio (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XVIII - Napoli Università, maglia nera alla Campania Oggi in edicola la Grande Guida di "Repubblica" elaborata dal Censis La Federico II penultima tra i "mega" atenei L´Orientale a metà classifica BIANCA DE FAZIO La Grande Guida di "Repubblica" alle università italiane compie 10 anni. Ed arriva oggi in edicola. Seicento pagine (al costo di 9 euro e 90 centesimi) che tracciano la mappa completa e lo stato di salute dell´istruzione accademica italiana. Una galassia che in Campania conta ben 7 università ma non riesce, quasi per nessuna delle facoltà locali, a guadagnare i piani alti delle classifiche stilate dal Censis per "Repubblica". La nuova edizione della Grande Guida fotografa il mondo dell´accademia anche alla luce delle novità e dei tagli imposti dal ministro Mariastella Gelmini, offrendo un vademecum aggiornato di tutte le università, statali e private, valutate dal Censis in base ad alcuni indicatori contro i quali rettori e docenti hanno talvolta polemizzato, ma che restano punti di riferimento validi per la loro affidabilità scientifica. Indicatori, tra gli altri, come l´apertura internazionale o il monitoraggio del job-placement o ancora il rapporto numerico tra studenti e docenti ed i servizi offerti dalle università ai loro iscritti. Proprio a partire dai servizi e dalle strutture offerte non solo dagli atenei ma anche dagli enti per il diritto allo studio, ecco la Federico II finire al nono posto tra le 11 università che il Censis definisce "mega", ovvero quelle con oltre 40 mila iscritti. Ecco l´università di Salerno e il Secondo ateneo di Napoli finire rispettivamente undicesima e ultimo nella graduatoria delle 15 università che contano tra i 20 ed i 40 mila iscritti. Ultima anche la Parthenope nella classifica degli atenei "medi" (iscritti tra i 10 ed i 20 mila). Non vanno oltre la metà della pur breve classifica dei "piccoli" atenei (meno di 10 mila iscritti), infine, l´Orientale e l´Università del Sannio. Un panorama assai poco lusinghiero, per l´università di casa nostra. Il cui basso profilo è definito, nella classifica Censis, guardando ai servizi, alle borse di studio, alle strutture e al web. Diverso il criterio di valutazione adottato per le singole facoltà, dove non ai servizi si è guardato, ma alla produttività, alla didattica, alla ricerca ed ai rapporti internazionali. E mai la valutazione del Censis è stata lusinghiera verso le strutture campane: nessuna delle facoltà della Federico II, ad esempio, riesce a piazzarsi non solo ai vertici, ma neppure a metà delle classifiche delle facoltà analoghe (fatta eccezione per Medicina, che guadagna un buon sesto posto). Agraria è dodicesima su 22, Architettura quindicesima su 21, Economia quarantaduesima su 50, Farmacia venticinquesima su 30, Ingegneria trentesima su 40, Giurisprudenza trentaduesima su 45, tanto per fare qualche esempio. Nessun ateneo campano e nessuna delle nostre facoltà riesce a salire sul podio, e, come da dieci anni in qua, la cosa procurerà più di un mal di pancia. «Non ha sorpreso che l´università, quintessenza di alcuni mali storici italiani (il nepotismo, per esempio, non è forse un caso particolare di sistema mafioso?) abbia mal digerito di vedersi giudicata, soprattutto all´inizio - afferma Ezio Mauro direttore di "Repubblica" nella presentazione alla Guida - Diversi di quei professori per cui è abituale assegnare voti e giudizi agli studenti si ribellavano ai voti e ai giudizi che un attore al di sopra di ogni sospetto come il Censis elaborava con criteri scientifici come a un delitto di lesa maestà».

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Mosca sfida i supercomputer (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)

Argomenti: Cervelli

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-06-30 - pag: 28 autore: Mosca sfida i supercomputer La Russia vuole entrare in un settore dove gli Usa sono leader Sergio A. Rossi MOSCA La Russia di Medvedev punta al settore dei supercomputer, il cui mercato interno dovrebbe quadruplicare dagli 80 milioni di dollari del 2008 a 320 milioni entro il 2012. è una delle direttrici prioritarie per riprendersi il ruolo di locomotiva economica mondiale. Lo ha sottolineato lo stesso presidente russo, inaugurando la nuova Commissione per l'ammodernamento e lo sviluppo tecnologico dell'economia. Oggi il mercato delle tecnologie informatiche in Russia, stimato sui 24 miliardi di dollari, occupa ancora una fetta modesta, l'1,7% del mercato mondiale. Lo stesso avviene per i supercomputer: tra i primi 500 di maggior potenza installati nel mondo, a giugno 2009 gli Usa ne avevano 291, il Regno Unito 44, la Germania 29, la Francia 23, la Cina 21, il Giappone 15, l'Italia e l'India 6, mentre la Russia, insieme alla Spagna, soltanto 5. Ironia della sorte, Mosca ha deciso di scommettere sui supercomputer proprio nel momento in cui i giapponesi, potenza mondiale nel settore, hanno deciso di fare un passo indietro. Nei giorni scorsi, infatti, Nec e Hitachi si sono ritirate dal progetto del grande supercomputer del Centro di ricerca Riken, vicinoa Kobe, previsto per il 2011, perché il ritorno finanziario sarebbe troppo a lungo termine. Sui 10 supercomputer più potenti installati, tutti americani, 8 sono negli Usa e 2 in Germania. Al 15mo posto, con oltre 200 Teraflop teraflop (mille miliardi di flop, cioè calcoli in virgola mobi-le, al secondo) viene il Dawning 5000 dell'Istituto di tecnologia di calcolo di Shanghai, del costo di 30 milioni di dollari. I russi non compaiono così in alto nella classifica: in compenso, stanno crescendo del 25% annuo nel campo dei supercomputer, contro una crescita media mondiale del 7-8 per cento. Oltre a comprare i supercomputer Usa di IBM e Hewlett Packard, stanno sviluppando una nuova generazione propria attraverso la società T-Platformy. Sui primi 50 supercomputer operativi nell'area Csi, il 90%, cioè 40, sono in Russia, di cui quasi 25 nella Regione di Mosca, 3 a San Pietroburgo e 6 in Siberia. Il problema principale qui non sono i soldi, quanto i veri specialisti di settore, ma ora la fuga di cervelli si è fermata, e Medvedev promette che una nuova generazione è in piena formazione. Ma chi ha i supercomputer in Russia? A eccezione di militari e intelligence, che non compaiono specificatamente nell'elenco Top 500, la parte del leone la fanno i computer scientifici e universitari (82% del totale). Tra questi, i primi tre sono l'MVS-100K di HewlettPackard da 71 Teraflop (71mila miliardi di operazioni al secondo) del Centro interministeriale di calcolo dell'Accademia delle scienze; lo SKIF 6000 "Chebyshev" russo della T-Platform presso l'Università Statale di Mosca, da 47 Teraflop; un altro HP da 25 Teraflop presso il celebre Istituto Kurchatov, un tempo Istituto per la ricerca atomica, che dipende direttamente dal governo. Altri due Ibm, di cui un "Blue Gene" da 23 Teraflop, sono alla facoltà di Matematica e cibernetica dell'Universitàdi Mosca e all'Università di Ufa, in Bashkortostan, negli Urali. Due supercomputer da 13 e 10 Teraflop, infine, sono nelle mani di Rosgidromet, il Servizio metereologico. Sono ancora pochissimi invece quelli impiegati dall'industria petrolifera ed estrattiva, o dall'industria in genere. Troviamo supercomputer alla Saturn, produttrice di turbine a gas per motori avio civili e militari, alla Kinostroj industria cinematografica per gli effetti speciali, alla Sberbank, la Cassa di risparmio, all'Autovaz, l'industria dell'auto.Ma questa è la differenza fondamentale con il mercato mondiale, che usa solo il 5% dei supercomputer per i progetti strategici-militari, il 37% per ricerca scientifica, il 20% per il settore statale, il 18% per il petrolio e gas, e il restante 20% nell'industria. E qui i russi hanno ancora molta strada da fare. © RIPRODUZIONE RISERVATA DESTINAZIONE D'USO L'80% delle macchine è in dotazione agli atenei e agli istituti di ricerca, ma sono in aumento le applicazioni industriali Cervelloni per la ricerca. Il supercomputer Skif Cyberia, in dotazione all'Università Tomsk, tra i più potenti in funzione in Russia AFP

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Sicurezza e igiene degli alimenti (sezione: Cultura)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)

Argomenti: Cultura

Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM ( AZ. PIEMONTE ) data: 2009-06-30 - pag: 36 autore: CONVEGNO Sicurezza e igiene degli alimenti G li ingredienti del cibo, le sostanze inquinanti per gli alimenti e per l'ambiente, la tutela della salute: ecco i temi del convegno “La chimica nel piatto”, svoltosi a Pollenzo (Cuneo) nell'Aula Magna dell'Università di Scienze Gastronomiche. Nei vari interventi della giornata, introdotti da Giuseppe Geda, presidente dell'Ordine dei Chimici del Piemonte e della Val d'Aosta, sono stati trattati alcuni tra i più importanti problemi collegati all'igiene alimentare e a un corretto rapporto con il cibo. Alle relazioni dei docenti universitari Alberto Capatti, Enrico Prenesti e Gabriella Morini hanno fatto seguito quelle di analisti e ricercatori: significativa la partecipazione del generale Cosimo Piccinno, comandante del NAS (Nucleo Anti-Sofisticazione), sul tema della salvaguardia della salute. Piccinno ha illustrato struttura e metodi operativi del NAS, organo che esegue circa 70mila controlli l'anno. Molto apprezzato anche l'intervento del professor Luigi Campanella, direttore del Centro Ricerca dell'Università La Sapienza di Roma, sulla protezione dell'ambiente. Il convegno - organizzato dall'Ordine dei Chimici di Piemonte e Valle d'Aosta in collaborazione con l'UNISG e l'Università degli Studi di Torino - ha proposto anche il punto di vista dell'esperto assaggiatore di formaggi, Armando Gambera dell'ONAF. La conclusione con una tavola rotonda sul tema “Biologico sì, biologico no”, dedicata al settore dell'ortofrutta e ai vini.

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Polo universitarioin via Roccaromana (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 30-06-2009)

Argomenti: Cultura

parcheggi in centro Polo universitario in via Roccaromana «Rischio intasamento» Si è tenuto ieri, nella sede della circoscrizione di via Zurria, un incontro tra (presenti i rappresentanti della municipalità, gli abitanti, i tecnici di Comune e Università) per presentare la prossima apertura del nuovo polo in via Roccaromana, che ospiterà quasi un migliaio di persone tra dipendenti, docenti e studenti. Uno degli argomenti più spinosi discussi nel corso della conferenza è quello che riguarda la carenza di parcheggi. Allo stato attuale sono previsti solo un numero limitato di stalli per i motoveicoli, mentre le aree di risulta saranno recuperate per creare spazi verdi. «L'obiettivo di quest'incontro - sottolinea il presidente circoscrizionale Carmelo Coppolino - è trovare una posizione comune con i residenti, che devono farsi sostenitori di un progetto che rivaluterà un'area periferica del nostro quartiere». Tante le proposte presentate dai vari consiglieri municipali per individuare i siti da trasformare in parcheggi. Via Fiorentina, una parte della vecchia rimessa di via Roccaromana e lo stesso parcheggio dell'ospedale Garibaldi: queste sono le ipotesi più accreditate. Opzioni comunque che devono essere sottoposte al giudizio di fattibilità dell'ufficio urbanistica del comune di Catania a cui spetta l'ultima parola. «Sarà un progetto importante - afferma l'ingegnere Mario Cullurà, capo ufficio tecnico dell'università di Catania - che permetterà all'ateneo di rivalutare territorio. I lavori sono stati appaltati nel rispetto di tutte le normative». La struttura, realizzata con i fondi dell'amministrazione dell'Università di Catania, sorgerà all'interno dell'ex deposito dell'Amt, su un'area di 4.000 metri quadrati, e servirà a sanare le richieste ataviche della Facoltà di Giurisprudenza di Catania. Tante le infrastrutture a disposizione del nuovo polo: sei aule per 900 posti complessivi, un laboratorio, una biblioteca, una sala lettura ed uno studio docenti. «I lavori si concluderanno nei primi mesi del 2011 - prosegue Cullurà - e il polo permetterà alla vecchia facoltà di poter "respirare", evitando agli studenti dei primi anni di girovagare per i cinema per poter assistere alle lezioni». Damiano Scala

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L'Università apre a SudIncontro a Roma. (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 30-06-2009)

Argomenti: Cultura

L'Università apre a SudIncontro a Roma. Corso di laurea in Beni culturali in inglese e studenti mediterranei Un solo corso di laurea in Beni culturali e studenti provenienti da vari Paesi del Mediterraneo. L'Università a Siracusa guarda lontano e il suo futuro passa dalla riunione odierna, a Roma. Sindaco e presidente della Provincia, insieme ai vertici del consorzio Archimede incontreranno oggi nella sede ministeriale di Trastevere, i delegati del ministro alla Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, alla presenza del rettore di Catania Antonino Recca, per decidere le sorti della realtà decentrata. Ciò dopo il secondo diniego da parte dell'Università etnea ad attivare il primo anno dei due corsi in Beni culturali a causa di problemi per il pagamento dei 13 milioni di euro che la Provincia deve stanziare per il mantenimento dei corsi accademici. Decisione che ha scatenato ancora polemiche tra Siracusa e Catania, sospese tra la volontà di salvare il salvabile e la necessità di preservare la qualità dei corsi guardando al futuro. Questo il vero punto nevralgico della questione Università: rivedere l'offerta formativa dei corsi di laurea in Beni culturali per assicurare loro la concreta sopravvivenza. E dunque l'iscrizione degli studenti. Così come sono articolati, difatti, entrambi i corsi non potranno sopravvivere ai dettami del «pacchetto serietà» varato dal Governo, che prende le mosse dal decreto 270 a firma dell'allora ministro Moratti, poi rivisto e corretto da Mussi prima e Gelmini dopo. Quattro le linee guida: qualità, trasparenza, docenza e numerosità. E se (come si prevede) la riunione romana darà esito positivo e si firmerà l'accorso tra le parti chiamate in causa, al benestare per la riattivazione dei corsi dovrà seguire la loro rimodulazione, come conferma il presidente del consorzio Archimede, Salvo Baio. L'accordo, infatti, prevede poi l'istituzione di un tavolo tecnico per la rimodulazione dei due corsi che dovranno dimostrare di rispondere qi requisiti sopraccitati: avere 4 docenti strutturati (ovvero di ruolo a Siracusa) per ogni anno del corso, e quindi 12 per la triennale e 8 per la specialistica); un numero minimo di studenti che varia a seconda dei corsi e per Tecnologie applicate al restauro è di un minimo di 20 e un massimo di 80 studenti, mentre per Scienze dei beni culturali è minimo 50 e massimo 150. Poi, ancora, il requisito della «trasparenza» e ciò significa che ogni iscritto deve sapere tutto compresi i concreti sbocchi post-lauream per fare una scelta consapevole; e ancora la qualità intesa come aule, laboratori e servizi adeguati. «L'accordo che sarà firmato oggi – afferma Baio – potrà avviare il nuovo ciclo 2009-10, ma dopo questo primo obiettivo occorre lavorare alla rimodulazione del menu formativo. L'idea che abbiamo presentato al rettore Recca è di rivedere i due corsi, che dipendono da due diverse facoltà, per salvarne gli indirizzi all'interno di un unico corso intefacoltà». Cioè: unire i due corsi di laurea di Lettere e Scienze matematiche, per dar vita a un corso solo, ma che sia completo di biennale e specialistica. E poi, ancora, guardare al futuro aprendo i confini dell'Università. «Questo insediamento – afferma Baio – è certo giustificato a Siracusa per la presenza dell'immenso patrimonio culturale, ma questo lembo dell'Isola è anche il punto d'incontro del Mediterraneo, dunque bisogna guardare al Sud: alla Libia alla Tunisia, al Marocco, all'Egitto. Terre che hanno un patrimonio culturale straordinario, ma non le figure specialistiche in grado di gestirlo. Dunque, credo che occorra puntare a questo: corsi in lingua inglese e master di specializzazione dedicati a studenti di ogni parte del Mediterraneo». Isabella di bartolo

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Pubblici esercizi ai Caltagirone. (sezione: Cultura)

( da "Sicilia, La" del 30-06-2009)

Argomenti: Cultura

Pubblici esercizi ai «raggi X»Caltagirone. Vendita di alcolici: controlli di polizia e vigili urbani Militello. Un tirocinio per universitari e neolaureati Un tirocinio formativo per studenti universitari e neolaureati dell'Ateneo catanese: l'iniziativa è prevista da un protocollo d'intesa, tra l'Università e il Comune di Militello, che hanno sottoscritto - con le relative rappresentanze legali - l'accordo formale (nella foto). Opportunità saranno concesse agli studenti che frequentano corsi di laurea di primo e secondo livello, corsi di perfezionamento, scuole di specializzazione e dottorati di ricerca. Adesioni saranno ammesse entro i 18 mesi successivi alla conclusione degli studi. La fase formativa avrà il supporto di un tutor aziendale e di un tutor didattico: un attestato sulle competenze acquisite, al termine del periodo di stage, che si svolgerà in locali dell'Ente municipale, sarà rilasciato dalle due parti istituzionali. Sull'atto d'intesa sono state apposte le firme del rettore Antonino Recca, del sindaco Antonio Lo Presti, dell'assessore Giuseppe Cusumano e del presidente del Centro per l'orientamento e la formazione dell'Ateneo, Vincenzo Perciavalle. Sarà l'amministrazione comunale a comunicare, con cadenza periodica, le effettive disponibilità di tirocinio. L'accordo dovrebbe favorire l'avvio di contatti tra gli ambienti della formazione e del lavoro, sostenendo la cultura d'impresa e l'orientamento tra i giovani, che potranno alternare, in appositi processi pre e post laurea, le prime attività occupazionali e gli studi accademici. Lucio Gambera CALTAGIRONE. Riuscito corso di formazione socio-politica Ha fatto registrare una presenza media di 30 persone per lezione (su una quarantina di iscritti) e un vasto interesse il primo corso di formazione socio-politica, organizzato dal libero istituto d'informazione e di documentazione europea «Pegaso» (presieduto da Franco D'Urbino), con il patrocinio del Comune, della Provincia regionale di Catania e del Consorzio universitario del Calatino. I corsisti sono stati intrattenuti da docenti esperti e qualificati, approfondendo l'attuale momento storico attraverso l'analisi di diversi temi, traendo spunto dalla testimonianza del grande pensiero sturziano e degli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa. San Michele. Delegazione dell'Ufficio tecnico in Abruzzo m.g.) Anche il Comune solidarizza con la popolazione terremotata abruzzese. Dopo che il Consiglio comunale ha devoluto, nelle settimane scorse, l'intero ammontare dei gettoni di presenza di alcune sedute consiliari, oggi alle 20 una rappresentanza dell'Ufficio tecnico comunale si aggregherà alla colonna mobile, organizzata dal Dipartimento di Protezione civile, che domattina raggiungerà il paese di Tornimparte, dove la Regione siciliana ha allestito una tendopoli d'accoglienza per gli sfollati. La delegazione sammichelese è composta da Gianpaolo Sottile, capo Utc, dall'ing. Salvo Naso, responsabile settore Urbanistica, dal geom. Patrizia Masuzzo, delegata comunale Protezione civile, e da Salvatore Di Gregorio, autista. Il gruppo - che dovrebbe restare in terra abruzzese fino al 9 luglio - sarà impegnato in attività da campo, ma non si esclude l'ipotesi che possa compiere monitoraggi di abitazioni danneggiate dal sisma. CALTAGIRONE. Gita in barca per 4 diversamente abili m.m.) Tanto divertimento e la possibilità concreta, grazie all'abbattimento delle barriere architettoniche, di muoversi senza dover fare i conti - almeno una volta - con gli ostacoli e i problemi con cui, ogni giorno, deve invece rapportarsi chi si muove in carrozzina. Questi gli ingredienti della giornata vissuta da quattro diversamente abili di Caltagirone - Angelo, Morena, Salvatore e Martina - che, nel porto di Augusta, accompagnati dai volontari del soccorso e della sezione femminile della Croce rossa calatina, guidati dal delegato regionale alle attività sociali, il cav. Michele Trupia - sono saliti sul catamarano «Lo spirito di Stella» e sono usciti in mare, trascorrendo alcune ore al largo della costa siracusana. Pranzo a bordo, offerto dall'associazione «Lo spirito di Stella». Una bella e nuova esperienza, per i quattro diversabili di Caltagirone, che ne parlano in termini entusiastici.

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