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Report "Cultura"   12-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Cultura

Crisi e cultura, allarme Ascom "Serve una cabina di regia" ( da "Stampa, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: pubblico-privata per decidere insieme i progetti prioritari e come finanziarli perché non è possibile che si impoverisca l'offerta dell'unico settore, quello turistico, che è riuscito a reggere gli effetti della crisi». Del resto anche Alberto Alessio, presidente della Fondazione Bricherasio, giudicando «corretto che tutti quelli che fino ad oggi hanno sostenuto il sistema culturale

Probabilmente, siamo solo i più onesti ( da "Trentino" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: dipendenti pubblici e privati. Questa varietà ci permette di attutire meglio i colpi della crisi. Poi, abbiamo una piccola pista da sci che crea qualche movimento, anche se, purtroppo, il turismo non è certo un'attività fiorente. Un tempo avevamo tre alberghi, adesso ce n'è uno solo che va avanti grazie allo spirito del titolare.

Edolo Una Università in sintonia col territorio ( da "Giornale di Brescia" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: 500 studenti e 126 docenti, numeri imponenti che sottolineano la centralità di Edolo in Valle Camonica. Accoglieremmo pertanto con gioia un potenziamento della sede universitaria». La presenza del ministro Gelmini è stata anche l'occasione per inaugurare in modo ufficiale l'inizio dell'attività di ricerca del centro «Ge.

Baristi contro i disertori di Mosaico ( da "Tribuna di Treviso, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: la società pubblico-privata che avrà il compito di valorizzare il centro storico. E' arrivata da baristi che volevano sapere perchè tra loro che pagano e quelli che non aderiscono e non versano quindi nulla alla fine non ci sarà alcuna differenza in occasione delle manifestazioni organizzate da «Il Mosaico» per far arrivare gente in centro città.

Stop agli accattoni della casa di riposo ( da "Tribuna di Treviso, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: «Quest'ordinanza non è altro che una ricerca di pubblicità da parte dell'amministrazione, che appena eletta ha approvato l'ordinanza Bitonci e ora questa contro gli accattoni - spiega Isidoro Pavan di «Cittadini per San Biagio» - Eppure anche l'ordinanza Bitonci, che effetti ha portato per la nostra comunità?

Dopo i tirocini l'80% trova lavoro ( da "Libertà" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente in Cattolica, ha proposto due relazioni tecniche, quella di Paolo Pascucci, professore di Diritto del Lavoro all'Università di Urbino, sulla disciplina dei tirocini, e quella di Pier Giovanni Bresciani, insegnante alle Università di Genova, Bologna e Trento, sui fattori di qualità nell'attuazione degli stessi.

"arresteremo chi costruì con sabbia di mare" - meo ponte ( da "Repubblica, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Giovedì Rossini e il pm Fabio Picuti hanno convocato due docenti dell´Università aquilana, entrambi esperti di scienza delle costruzioni, e hanno affidato loro una missione difficile riassunta nel quesito della consulenza: stabilire se la causa del crollo degli edifici possa essere in qualche modo collegata ad eventuali violazioni della normativa vigente e (se ciò fosse accertato)

Emergenza bambini: la Cattolica adotta una scuola elementare ( da "Giorno, Il (Milano)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: adotta una scuola elementare Arriveranno anche docenti e studenti del master in psicologia per aiutare i più piccoli dall'inviato GABRIELE MORONI MONTICCHIO (L'Aquila) L'UNIVERSITÀ Cattolica adotterà una scuola elementare abruzzese. Invierà docenti ma anche studenti seguendo una triangolazione che dovrebbe comprendere anche la Protezione civile della Lombardia e il vescovado dell'

i geologi: tragedia annunciata ( da "Centro, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ed altri istituti di ricerca pubblici e privati», si legge nella nota, «ha consentito di rappresentare sulle carte geologiche pubblicate (Foglio L'Aquila) ed in corso di pubblicazione (Foglio Gran Sasso) le faglie attive della zona Aquilana, del Gran Sasso e dei Monti della Laga, responsabili della sequenza sismica in atto,

monte agnese, i lavoratori firmano il contratto ( da "Nuova Sardegna, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: applicazione del contratto unico pubblico-privato Federutility, quello di categoria e quindi naturalmente applicato da Abbanoa. Chiunque si opponga strumentalmente ai programmi e agli accordi già sottoscritti deve assumersi la responsabilità morale di aver pregiudicato la salvaguardia dei posti di lavoro di molti sardi».

lei è assunto, anzi è licenziato ( da "Nuova Sardegna, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: dopo avere frequentato per nove mesi un apposito corso abilitante all'Università di Cagliari. Il licenziamento dei tre docenti è l'effetto della cancellazione dal ruolo sancita, il 31 marzo scorso, dall'Ufficio scolastico provinciale con un decreto che prende atto della conclusione di una intricata contesa giudiziaria.

Voto per il rettore. Serve uno sguardo più internazionale ( da "Provincia Pavese, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: il documento firmato da 31 docenti dell'università. Un elenco di riflessioni e suggerimenti rivolti al futuro rettore dell'ateneo, che sarà eletto il 20 maggio. Cosa suggeriscono? Uno sguardo più internazionale, ma anche maggiore attenzione alle realtà locali. E poi una valutazione attenta, anche con l'istituzione di una commissione che si occupi della preselezione dei docenti.

I novantanove anni di Gillo Dorfles ( da "Unita, L'" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di estetica, tra i primi studiosi di design e del gusto, critico d'arte, compie oggi 99 anni mentre esce il suo libro «Gillo Dorfles, Arte e comunicazione» (Electa, 144 pagine, 12 euro): è la dispensa preparata per i suoi studenti di estetica all'Università statale di Milano nell'anno 1969-1970.

Futurismo Convegno tra le ali ( da "Provincia Pavese, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: vogherese Leonardo Gallina e che vede il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria) interverrà Paola Pettenella, del Mart di Rovereto (il museo che ospita una imponente collezione di capolavori del futurismo). Con lei Anna Modena, docente di letteratura italiana all'Università di Pavia; Silvia Ferrari, sorico dell'arte e Anna Zelaschi, docente di storia dell'arte.

fuga dei ricercatori da ca' foscari non abbiamo risorse per trattenerli ( da "Nuova Venezia, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: rettore Pierfrancesco Ghetti preoccupato della situazione Fuga dei ricercatori da Ca' Foscari «Non abbiamo risorse per trattenerli» E' allarme all'università per la «fuga di cervelli» che prosegue lentamente. Dopo il caso di Stefano Ciavatta, ricercatore precario a Scienze Ambientali a Ca' Foscari, che ha trovato un posto fisso in Inghilterra in uno dei massimi centri di ricerca,

il grasso in eccesso causa del tumore al seno ( da "Nuova Sardegna, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: intestazione di una ricerca pubblicata sulla "bibbia" degli studi scientifici sull'obesità, può infatti suscitare meraviglia solo in chi non sa che, da tempo, il responsabile del reparto al terzo piano del nosocomio sulcitano è coinvolto in lavori d'equipe che trovano ampio spazio nelle pubblicazioni scientifiche internazionali.

Il Pd promuove 6 corsi di educazione civica ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: il professor Ballini economista e docente presso l'Università di Verona, l'architetto Buzzi è un tecnico e l'avvocato Gorlani è docente di diritto degli enti locali presso l'Università di Brescia. E ancora Olivari, oltre ad essere sociologo, è funzionario sindacale, Savoldi è assessore alle politiche sociali a Passirano, Squassina è assessore all'ambiente di Cellatica e,

choc al bo, è morto il professor terzi ( da "Mattino di Padova, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Dopo i primi incarichi a Napoli e Pisa, al Cnr, si era trasferito a Padova insieme alla moglie, pure lei docente universitaria. Il professore insegnava Biologia molecolare: una cattedra che lui stesso istituì, circa quindici anni fa. Quando ancora la vita gli sorrideva. (Enrico Ferro)

Parchi: ci sono i soldimancano i progetti ( da "Secolo XIX, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di architettura del paesaggio all'Università di Genova. «Il rischio di ripetere il flop Pallavicini è alto». Dietro quel flop c'è l'assenza di idee. «Il disegno del restauro era ottimo. L'esecuzione meno. Ma soprattutto - dice Antonio Marani, assessore alla cultura del municipio di Ponente - non c'era nessuna idea sulla gestione e la manutenzione del parco.

( da "Secolo XIX, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Docente di architettura del paesaggio all'Università di Genova, Mazzino si sta occupando del restauro dei parchi di Nervi. Parchi spesso presi d'ostaggio dai visitatori, che parcheggiano auto e moto nei viali, campeggiano, abbandonano la spazzatura.

l'etiopia a ca' foscari ( da "Nuova Venezia, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Informazioni sul sito www.nigrasum.org. è aperta fino al 10 maggio, orario 10-18, chiusa il martedì. Biglietti 7 euro, 5 euro per i minori di 15 e maggiori di 60 anni; per gli studenti, docenti e dipendenti di Ca' Foscari l'ingresso è gratuito.

Rilasciato il permesso per la nuova palazzina ( da "Secolo XIX, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: intervento rientra in quelli previsti per il "social housing" che vedrà nascere nel savonese decine di nuovi alloggi "sociali" in parte finanziati dalla Regione. Questo del Campus farà aumentare di venti unità gli alloggi destinati all'ospitalità degli studenti ma prevede anche 4 alloggi per docenti al servizio del polo universitario di Savona. 12/04/2009

( da "Adige, L'" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di etica sociale alla Pontificia Università Antonianum. Il professor Martin Carbajo Núñez è un frate francescano spagnolo. Dopo il diploma in comunicazione sociale alla Pontificia Università Gregoriana, ha conseguito il dottorato in teologia morale" alla Pontificia Academia Alfonsiana (Università Lateranense).

Nella maggior parte dei casi, nulla. Le case - come le automobili - in Italia non vengono assicurate... ( da "Stampa, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: quindi gli unici ad essere risarciti saranno aziende ed enti pubblici, che si coprono espressamente per questi eventi. L'Ania ha chiesto al governo di studiare un sistema pubblico-privato che estenda la copertura alle famiglie su vasta scala, con lo Stato a fare da «assicuratore ultimo» per gli eventi estremi.

grano e uova rosse la pasqua dei pagani - antonella scandone ( da "Repubblica, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Si va sempre più verso la laicizzazione - afferma Aurelio Rigoli docente di Storia delle tradizioni popolari all´università di Palermo - Quando una tradizione perde l´anima tutto ciò che resta in superficie è consumistico. Siamo un popolo che rigetta le tradizioni così come rinnega la propria storia. Basti pensare al cibo: le festività scandivano le stagioni.

quando la raffineria si chiamava anic ( da "Tirreno, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: pubblico-privato che vede fra i soci l'Agip, l'Aipa (Azienda Italiana Petroli Albanesi) e la Montecatini di cui era presidente il livornese Guido Donegani. Lo scopo è di realizzare due stabilimenti gemelli, a Bari ed a Livorno, nella zona paludosa di Stagno, per produrre benzina sintetica ricavandola dal carbone e dagli scisti bituminosi albanesi adottando il processo Bergius largamente

L'AMMINISTRAZIONE comunale e gli enti, pubblici e privati, che sostengono lo... ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: 9 L'AMMINISTRAZIONE comunale e gli enti, pubblici e privati, che sostengono lo... L'AMMINISTRAZIONE comunale e gli enti, pubblici e privati, che sostengono lo sbarco' a Faenza di ulteriori corsi universitari, stanno per annunciare l'effettivo avvio delle lezioni previste nel complesso edilizio degli ex Salesiani.

E' autore di oltre 250 pubblicazioni ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura , Cervelli

Abstract: docente di Protesi dentaria all'Università di Modena, uno studio dentistico a Santa Maria Maddalena, la scorsa settimana è salito sul palcoscenico internazionale del congresso Iadr a Miami Beach, il più importante appuntamento mondiale per il mondo dell'odontoiatria perchè consente di mettere a confronto i risultati della ricerca scientifica di tutte le Università del mondo.

SERGIO BORTOLINI (nella foto) è professore associato di Malattie Odontostomatologiche e docente... ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: professore associato di Malattie Odontostomatologiche e docente... SERGIO BORTOLINI (nella foto) è professore associato di Malattie Odontostomatologiche e docente di Protesi Dentaria all'Università di Modena e Reggio Emilia. E' responsabile del servizio di Protesi Dentaria e terapia dei disordini cranio mandibolari della Clinica Odontoiatrica Universitario Ospedaliera di Modena,

Maironi da Ponte, dove la scuola non è un'Isola ( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: è stato il boom dei licei - spiegano i docenti - ma il nostro istituto tecnico ha tenuto il passo» e così nell'anno scolastico in corso si contano 496 iscritti all'Itc (che forma ragionieri e periti aziendali) e 573 al liceo (tre gli indirizzi: fisica, scienze naturali e lingua). Nel complesso gli iscritti vanno crescendo.

( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: sul corpo docente. I rappresentanti degli studenti parlano di «insegnanti validi» con i quali dicono di avere «ottimi rapporti». «La gran parte dei nostri professori favorisce il lavoro di gruppo e la collaborazione tra noi studenti - afferma Chiara Piazzalunga, liceale di 18 anni -, peccato che la rappresentanza studentesca sia carente,

Li Madou è un giacimento, il passepartout che ci apre a ogni parte della Cina, la... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 12-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cultura

Abstract: Per il docente universitario, attaccato nei giorni scorsi dal consigliere Federico Valori che ne aveva messo in dubbio il profilo professionale, è l'ennesimo attestato di stima e solidarietà (quasi tutti in privato, solo due pubblici quello del sindaco Giorgio Meschini e di Silenzi).

L'Itis Bernocchi premiato dall'Università di Brescia ( da "Giorno, Il (Legnano)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: IL DOCENTE di Disegno meccanico, Luigi Bello, ha accompagnato alla giornata bresciana gli allievi Andrea Cerini e Simone Giuriola, della quarta sezione meccanica: professore e studenti hanno così ritirato l'attestato di partecipazione. I ragazzi (insieme allo studente Dario Suigo, della classe quinta) avevano progettato una pressa.

IN UNA RICERCA pubblicata da David R. Webb (Associate Director Center for Sports ... ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: RICERCA pubblicata da David R. Webb (Associate Director Center for Sports ... IN UNA RICERCA pubblicata da David R. Webb (Associate Director Center for Sports Medicina, Saint Francisco Memorial Hospital) si può leggere che i ragazzi impegnati in attività di ginnastica e di rafforzamento fisico «sono in effetti esposti ad un certo tipo di lesioni lombari sia secondarie a flessioni

di PAOLO BARTALINI e ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il lampadario... ( da "Nazione, La (Siena)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: C'è chi nel cuore della notte si è però svegliato anche a Siena per via del sisma, città che non è ad alto rischio sismico come affermato ieri a «Canale3» dal professor Enrico Mantovani, docente di fisica terrestre alla nostra Università. Image: 20090412/foto/7289.jpg

di PAOLO BARTALINI e ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il lampadario.... ( da "Nazione, La (Siena)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia, proprio fra questo paese, Poggibonsi e Colle. C'è chi nel cuore della notte si è però svegliato anche a Siena per via del sisma, città che non è ad alto rischio sismico come affermato ieri a «Canale3» dal professor Enrico Mantovani, docente di fisica terrestre alla nostra Università.

Offerte enti pubblici Istituto casa famiglia di Cetona (rif.bando 5) ricerca n... ( da "Nazione, La (Siena)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: 32 Offerte enti pubblici Istituto casa famiglia di Cetona (rif.bando 5) ricerca n... Offerte enti pubblici Istituto casa famiglia di Cetona (rif.bando 5) ricerca n° 2 operatori socio sanitari, mansioni: assistenza diretta a persone auto e non autosufficienti an richiede, titolo di studio: scuola media inferiore, requisiti: accesso al pubblico impiego,

Dal disastro si esce con l'edilizia di qualità ( da "Nuova Ferrara, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: università dell'Aquila, Ferrara ha risposto con la disponibilità di Antonio Tralli. Il docente d'ingegneria, assieme ai dottorandi Riccardo Battaglia ed Enrico Milani, è da un paio di giorni in Abruzzo, inserito come volontario nella struttura emiliana della protezione civile: «Stiamo facendo dei sopralluoghi di agibilità,

Rettorato, in corsa i Magnifici cinque ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Cagliari e Provincia Pagina 1021 Università. Le elezioni chiudono il ventennio Mistretta. Alle urne 1200 docenti, 160 studenti e 120 amministrativi Rettorato, in corsa i Magnifici cinque Università.. Le elezioni chiudono il ventennio Mistretta. Alle urne 1200 docenti, 160 studenti e 120 amministrativi Si vota il 21 maggio e, per il secondo turno,

Una neuroscienziata contro 4 uomini ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Nata a Cagliari 58 anni fa, è docente di farmacologia a Medicina e direttore del Dipartimento di Neuroscienze dal 2007. Ha organizzato, per la prima volta in Italia, il XIV World Congress on Psychiatric genetics. Quattro anni fa era stata nominata da Mistretta prorettrice: si è dimessa due anni dopo.

Un distretto hi tech contro la crisi ( da "Corriere della Sera" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di economia all'università dell'Insubria di Varese, che è riuscito a riunire tutti i soggetti interessati. «Il punto di partenza racconta Onetti nasce da una semplice osservazione della nostra realtà: in quella parte di Lombardia che possiamo identificare con l'asse del fiume Ticino ci sono dei 'campioni isolati'

Il pensiero che cerca di sondare la fede ( da "Giornale di Brescia" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: pensiero che cerca di sondare la fede BENCIVENGA Il noto docente di filosofia all'Università di California ci parla del libro che dedica alla «dimostrazione di Dio» Raffaello, particolare de La Disputa, 1510-1511 «Credo nell'incomprensibilità di Dio» scrisse Balzac in una lettera a Madame Hanska, sintetizzando in poche parole la complessità di Dio, da sempre indagata e combattuta.

Quando gli occhiali ai bambini? ( da "Corriere della Sera" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ipermetropie e astigmatismi non è necessario prescrivere immediatamente gli occhiali: l'oculista deve valutare la singola situazione. Se però il problema è importante, ci vuole subito la correzione. Paolo Nucci, docente di oculistica, Università Statale degli Studi di Milano, ospedale San Paolo A cura di Antonella Sparvoli

Russo: ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: polemica sul cambio del nome Il docente di Bioetica: «Sono soprattutto quelli di Medicina a ritenere di avere più prestigioso rimanendo legati alla città partenopea» CASERTA «L'università di Caserta e il nome negato, questa volta andiamo al muro contro muro, non sono bastati anni di sollecitazioni, le cinquemila firme da tempo raccolte e la prima è quella del vescovo Raffaele Nogaro,

TERREMOTO/1 La grande dignità degli abruzzesi nCos'hai? Vedo un... ( da "Giornale di Brescia" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: avrebbe bisogno soprattutto di una gigantesca opera pubblica-privata: la manutenzione e il recupero. Che ha cementificato ovunque, anche dove è praticamente certo che ci saranno prima o poi eventi calamitosi (vulcani). Oppure esondazioni. E che non solo invece da anni ha governi che non si interessano assolutamente di bonificare queste situazioni, ma rilanciano grandi opere inutili,

sulmona esorcizza i geologi e la paura - roberto torti ( da "Tirreno, Il" del 12-04-2009) + 3 altre fonti
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Scienze Ambientali all'Università dell'Aquila, a dare un'indicazione drammatica sul futuro di Sulmona: «Come l'Aquila, ha un gap sismico che dura dal 1706 e ci aspettiamo che prima o poi questo carico di energia esploda». «Solo inutili allarmismi», gli ha risposto Antonio Mancini, ex membro del Consiglio nazionale geologi e tuttora collaboratore del Comune di Sulmona

docente del bo saluta la famiglia e poi si spara ( da "Mattino di Padova, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Dopo la colazione insieme Docente del Bo saluta la famiglia e poi si spara PADOVA. Ha fatto colazione con la moglie e il figlio, poi ha salutato tutti e si è chiuso in bagno. Dopo qualche istante, due colpi di pistola: uno alla mano, l'altro alla testa. Mario Terzi, 73 anni, professore universitario di Biologia molecolare all'Università di Padova (

mappatura delle scuole abruzzesi made in friuli ( da "Messaggero Veneto, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Tecnica delle costruzioni in zona sismica, nel precisare che il compito dei tecnici è alquanto delicato. «Gli ingegneri strutturisti dell'ateneo friulano assieme ai colleghi della rete ReLuis - puntualizza il docente - effettueranno la verifica di stabilità delle costruzioni, in particolare delle scuole,

Un'associazione fra Università e Ordine dei medici ( da "Giornale.it, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: entusiasmo manifestato durante lo svolgimento del corso da parte di tutti i partecipanti, docenti e discenti, hanno spinto gli organizzatori a ripetere l'esperienza (dal 17 al 20 giugno c.a. si svolgerà a Genova la 7° edizione ) e ad avere un ruolo più attivo nella collaborazione con i medici italiani e con le strutture sanitarie africane.

Sulmona esorcizza i geologi e la paura ( da "Nuova Ferrara, La" del 12-04-2009) + 7 altre fonti
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Scienze Ambientali all'Università dell'Aquila, a dare un'indicazione drammatica sul futuro di Sulmona: «Come l'Aquila, ha un gap sismico che dura dal 1706 e ci aspettiamo che prima o poi questo carico di energia esploda». «Solo inutili allarmismi», gli ha risposto Antonio Mancini, ex membro del Consiglio nazionale geologi e tuttora collaboratore del Comune di Sulmona

Una casa a prova di scossa ( da "Stampaweb, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: quindi gli unici ad essere risarciti saranno aziende ed enti pubblici, che si coprono espressamente per questi eventi. L?Ania ha chiesto al governo di studiare un sistema pubblico-privato che estenda la copertura alle famiglie su vasta scala, con lo Stato a fare da «assicuratore ultimo» per gli eventi estremi.

Via Casoni invasa da randagi e topi ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: accordo pubblico-privato per la riconversione del complesso fatiscente. L'intervento si qualificava sia per l'attuazione di una casa di riposo per anziani da 70 posti letto senza oreri per il comune (un servizio che manca da sempre ai moglianesi), sia per la disponibiità di uno spazio polifunzionale da adibire a sala convegni,

(M.A.) Il dramma di un luminare. Uno studioso, che ai problemi della vita ha sempre trovato una solu... ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: abitazione di via Barbarigo hanno provato a rianimare il docente universitario per almeno venti minuti, ma alla fine il suo corpo ha ceduto alla morte. Gli agenti, giunti anche loro nella casa di via Barbarigo, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del professore per suicidio. Così se ne è andato il professore romano.

La lettera è nelle mani del ministro dei beni culturali Sandro Bondi e in quelle di Altero Matt... ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: essendo privato il committente (con il solo limite che la ditta deve essere specializzata in lavori di restauro di beni culturali). Inoltre, gli eventuali intermediari alla ricerca di sponsor hanno una sorta di monopolio, tale che l'ente pubblico viene estromesso dalla scelta dei soggetti investitori o è costretto a chiedere il "

Trappole fino a ottobre ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente universitaria e responsabile del monitoraggio affidato dal Comune al Consorzio Ferrara Ricerche, ha coordinato l'installazione delle trappole per le mosche da cui sarà possibile verificare l'eventuale presenza anomala degli insetti. Il metodo, che prevede monitoraggi periodici riferiti tempestivamente dall'università al Comune,

Mogliano L'ex Essiccatorio di via dello Scoutismo, all'angolo tra via dello Scoutismo e via Cas... ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: accordo pubblico-privato per la riconversione del complesso fatiscente. L'intervento si qualificava sia per l'attuazione di una casa di riposo per anziani da 70 posti letto senza oneri per il comune (un servizio che manca da sempre ai moglianesi), sia per la disponibiità di uno spazio polifunzionale da adibire a sala convegni,

Studenti e docenti dalla Svezia, Finlandia, Lituania e Cipro all'Università di Ferrara per il progetto Alcuin ( da "Sestopotere.com" del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Studenti e docenti dalla Svezia, Finlandia, Lituania e Cipro all?Università di Ferrara per il progetto Alcuin (12/4/2009 14:20) | (Sesto Potere) - Ferrara - 12 aprile 2009 - Delegazioni di scuole secondarie superiori composte da docenti e studenti di istituzioni scolastiche e Università dei paesi partners di Malmo (Svezia),


Articoli

Crisi e cultura, allarme Ascom "Serve una cabina di regia" (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

DOPO IL CASO BRICHERASIO PREOCCUPAZIONE PER I TAGLI Crisi e cultura, allarme Ascom "Serve una cabina di regia" [FIRMA]MAURIZIO TROPEANO L'allarme è alto ma, almeno per ora, la chiusura forzata durante l'estate della fondazione Bricherasio non dovrebbe provocare un effetto domino sul sistema culturale e turistico torinese. Certo, tra gli operatori la preoccupazione è alta per il perdurare della crisi economica e del conseguente taglio dei fondi da parte degli enti locali e delle fondazioni bancarie. C'è, è vero, una situazione d'emergenza legata alla difficoltà di reperire i fondi per la promozione delle Olimpiadi dell'Aria ma sembra un caso isolato. E proprio per evitare la moltiplicazione di effetti negativi Maria Luisa Coppa, presidente dell'Ascom, chiede con urgenza «la convocazione di una cabina di regia pubblico-privata per decidere insieme i progetti prioritari e come finanziarli perché non è possibile che si impoverisca l'offerta dell'unico settore, quello turistico, che è riuscito a reggere gli effetti della crisi». Del resto anche Alberto Alessio, presidente della Fondazione Bricherasio, giudicando «corretto che tutti quelli che fino ad oggi hanno sostenuto il sistema culturale torinese abbiano delle priorità diverse» chiede di aprire un «tavolo dove capire se si tratta di una situazione congiunturale oppure di un'inversione di rotta per il futuro». Una richiesta condivisa anche da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell'omonima fondazione. Spiega: «Anche noi subiamo gli effetti della crisi ma abbiamo deciso di andare avanti con la nostra programmazione». E aggiunge: «I fondi impegnati per la cultura non sono uno spreco ma hanno ricadute economiche sull'intero sistema territoriale e creano posti di lavoro. Ecco perché può servire un tavolo di concertazione per definire obiettivi e priorità condivise». Per l'ex assessore regionale alla Cultura, Giampiero Leo, è incredibile che «per la mancanza di piccole cifre si possano perdere così grandi opportunità. Serve uno sforzo congiunto delle Istituzioni e delle fondazioni bancarie. Presenterà un'interrogazione per sollecitare l'intervento della Regione. C'è l'impegno del vicepresidente Peveraro a trovare 2,5 milioni con l'assestamento di bilancio per far fronte a situazioni di emergenza». Qualcosa arriverà anche dal Comune come spiega l'assessore alla Cultura, Fiorenzo Alfieri: «C'è l'impegno del sindaco e dell'assessore al Bilancio anche se è evidente che l'entità dei finanziamenti non potrà raggiungere la somma del passato». Alfieri, però, si affretta a spiegare che «il Comune non ha intenzione di fare un'inversione strategica sul fronte culturale anche se è chiaro che il problema della scarsità dei fondi non può essere affrontato solo dalla cultura ma devono farsene carico tutti». Ben venga allora un tavolo comune di discussione ma è chiaro che «una delle strade da seguire sarà quella della ricerca di sponsor».

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Probabilmente, siamo solo i più onesti (sezione: Cultura)

( da "Trentino" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

BOLBENO «Probabilmente, siamo solo i più onesti» TRENTO. «Mi fa molto piacere, ma mi pare che, più che ricchi, siamo onesti». Giorgio Marchetti è il sindaco di Bolbeno, il paesino delle Giudicarie, che si è aggiudicato la palma del comune trentino con gli abitanti più ricchi, in media, del Trentino. Non si fa illusioni sul vero significato della classifica: «Non vedo un tenore di vita esagerato. La gente, qui da noi, sta bene, ma non c'è nessuno che vive grazie all'eredità del nonno». Marchetti spiega che, più che altro, il buon risultato probabilmente è dovuto all'onestà dei suoi compaesani che dichiarano tutto, o quasi: «Questo risultato mi fa piacere perché è, perlomeno, l'indice di una correttezza fiscale e questo è bello, soprattutto di questi tempi. E' il sintomo di un'onestà di fondo che fa onore a tutto il paese». Il sindaco spiega, comunque, che a Bolbeno non c'è un'attività dominante che possa giustificare una media così alta dei redditi: «Beh, possiamo dire che da noi non c'è disoccupazione e questo aiuta molto, però, non c'è un'attività che spicca in maniera particolare sulle altre. Si può dire che abbiamo un bel misto. Ci sono artigiani, imprenditori, dipendenti pubblici e privati. Questa varietà ci permette di attutire meglio i colpi della crisi. Poi, abbiamo una piccola pista da sci che crea qualche movimento, anche se, purtroppo, il turismo non è certo un'attività fiorente. Un tempo avevamo tre alberghi, adesso ce n'è uno solo che va avanti grazie allo spirito del titolare. Adesso, però, stiamo ragionando per creare un'attività di ristorazione mista pubblico-privato, vicino alla pista. Vogliamo evitare di diventare un dormitorio».

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Edolo Una Università in sintonia col territorio (sezione: Cultura)

( da "Giornale di Brescia" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Edizione: 12/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la provincia Edolo «Una Università in sintonia col territorio» Il ministro Gelmini promuove il corso triennale per la montagna e la preside della facoltà di Agraria, Claudia Sorlini" title="Il ministro Mariastella Gelmini fra l'on. Davide Caparini e la preside della facoltà di Agraria, Claudia Sorlini" onClick="showImage('http://www.giornaledibrescia.it/gdbonline/contenuti/20090412/foto/full_brescia_330.jpg',600,414)"> Il ministro Mariastella Gelmini fra l'on. Davide Caparini e la preside della facoltà di Agraria, Claudia Sorlini EDOLOIl convegno «L'istruzione per il rilancio delle aree montane», svoltosi ieri mattina, è stata l'occasione per l'Università di Edolo di presentare il bilancio delle sue attività. Un bilancio positivo, che strizza l'occhio ad un futuro per il quale si perseguono obiettivi ambiziosi, che hanno ricevuto pieno sostegno e approvazione dal ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, presente all'incontro. «Siamo l'unico corso di laurea sulla montagna in territorio montano che ha avuto successo in Italia» ha dichiarato con orgoglio la preside della Facoltà di Agraria, prof.ssa Claudia Sorlini. «Guardiamo con fiducia al futuro e lavoriamo - ha proseguito - per diventare un punto di riferimento per tutto l'arco alpino nella speranza di attirare a Edolo anche studenti stranieri. Puntiamo a portare in Valcamonica anche il corso di laurea magistrale biennale, che molti dei nostri studenti vogliono frequentare al fine di aumentare le proprie conoscenze e competenze, e di accrescere la loro professionalità, che diventa poi un'importante risorsa per il territorio». Insegnamento e ricerca «Il mondo dell'istruzione - ha risposto Attilio Visconti, commissario straordinario del Comune di Edolo - riveste un ruolo primario nella nostra cittadina, le cui scuole contano oltre 1.500 studenti e 126 docenti, numeri imponenti che sottolineano la centralità di Edolo in Valle Camonica. Accoglieremmo pertanto con gioia un potenziamento della sede universitaria». La presenza del ministro Gelmini è stata anche l'occasione per inaugurare in modo ufficiale l'inizio dell'attività di ricerca del centro «Ge.S.Di.Mont.». «Dopo oltre un decennio di didattica svolta in modo egregio - ha spiegato il prof. Giuseppe Carlo Lozia, che è stato per anni preside del corso edolese - la sfida del corpo docente è quella di affiancare la ricerca all'insegnamento. È questo il tassello che manca per portare Edolo al livello dei grandi centri urbani». Dopo l'intervento dell'on. Luigi Olivieri dell'Ente Italiano della Montagna, il direttore dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia, Giuseppe Colosio, ha spiegato come «la nostra provincia, grande e comprendente territori che vanno dalle isole lacustri all'alta montagna, è da sempre attenta a mantenere presidi scolastici nelle piccole realtà grazie all'impiego intelligente delle risorse e a una forte collaborazione con gli enti locali». «Il nuovo assetto federale - ha detto l'on. Davide Caparini - offre nuove opportunità ad una realtà come Edolo. Sarà importante riuscire a quantificare gli svantaggi competitivi delle aree montane, perché si possano pensare e realizzare interventi che portino ad una perequazione ispirata ad un modello che permetta di vivere e lavorare nell'ambiente montano e risponda al fenomeno dello spopolamento». Il ministro e il territorio «Quando ho iniziato il mio lavoro come ministro - ha invece affermato Mariastella Gelmini - ho condotto una battaglia contro i corsi di laurea inutili. Non mi riferivo ad un programma come quello di Edolo, che persegue il duplice obiettivo di valorizzare l'istruzione e la formazione e di riconoscere la centralità del territorio. Vorrei inoltre sottolineare come sarebbe importante che in Italia si desse valore alle lauree triennali, spesso poco considerate nel mondo del lavoro, con i nostri giovani costretti ad ottenere la laurea magistrale per trovare un impiego». «Questo corso crea professionisti che potranno lavorare su risorse come il turismo e il patrimonio naturale ed artistico - ha proseguito - risorse fondamentali, soprattutto in un periodo di crisi economica. Trovo che una delocalizzazione di un'università sulle montagne italiane e non all'estero sia una grande risposta dell'università italiana, che è spesso accusata di autoreferenzialità e che è stata in questo caso capace di aprirsi al territorio, cogliendone le necessità e restituendogli capitale umano. È importante conoscere l'Europa e il mondo, ma è fondamentale non dimenticarsi dell'Italia e delle realtà locali che sono vicine a noi». Infine una nota di ottimismo. «Continueremo a investire in alta formazione - ha concluso il ministro - perché questo è lo strumento per affinare le capacità dei nostri giovani affinché possano contribuire alla crescita del paese ed affermare l'orgoglio di essere italiani». Paolo Testini

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Baristi contro i disertori di Mosaico (sezione: Cultura)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Baristi contro i disertori di Mosaico «Tengano i negozi chiusi nelle manifestazioni pagate da noi» MONTEBELLUNA. «Perchè chi non ha aderito - e quindi non paga nulla - deve trarre i nostri stessi vantaggi? Perchè non farli rimanere chiusi nelle serate dei giovedì musicali?». La domanda è stata posta nel corso di uno degli incontri preparatori della costituzione de «Il Mosaico», la società pubblico-privata che avrà il compito di valorizzare il centro storico. E' arrivata da baristi che volevano sapere perchè tra loro che pagano e quelli che non aderiscono e non versano quindi nulla alla fine non ci sarà alcuna differenza in occasione delle manifestazioni organizzate da «Il Mosaico» per far arrivare gente in centro città. A conti fatti risulta che tra bar, ristoranti, gelaterie, pizzerie, solo un quarto ha aderito alla nuova associazione. «In effetti nel corso degli incontri è stato chiesto perchè consentire anche a chi non ha aderito di tenere aperto oltre il normale orario in occasione delle manifestazioni organizzate da "Il Mosaico", è stato chiesto perchè non si possono mandare i vigili urbani a farli chiudere - dice l'assessore alle attività produttive, Tiziana Favero - Ma la risposta non poteva che essere una sola: non si può per legge. In effetti su 43 attività di pubblico esercizio presenti in centro urbano, solo una dozzina ha finora aderito. Ma confido che ora le adesioni aumentino e vedrò di contattare chi non ha ritenuto di partecipare per convincere dell'importanza dell'iniziativa». In compenso per i non aderenti potrebbe profilarsi una pubblicità contro. «Quando è stata posta la questione - aggiunge l'assessore alle attività produttive - è stato fatto notare che a Modena era stato fatto un cartello con i nomi di tutti quelli che non avevano aderito, potrebbe essere fatta una cosa del genere, ma la mia convinzione è che nei prossimi giorni ci saranno ulteriori adesioni e arriveremo a un centinaio di associati tra negozianti, artigiani e pubblici esercenti». (e.f.)

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Stop agli accattoni della casa di riposo (sezione: Cultura)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Monastier. Nel parcheggio della clinica Giovanni XXIII stazionano decine di stranieri che importunano i visitatori, interviene la polizia locale Stop agli accattoni della casa di riposo Anziani minacciati per avere l'elemosina, in arrivo sanzioni di 500 euro I questuanti rischiano di essere identificati e poi multati Il sindaco Lo Stimolo «Non vogliamo altre aggressioni» MONASTIER. Stop agli accattoni nel parcheggio della casa di cura Giovanni XXIII. Il sindaco Salvatore Lo Stimolo ha firmato l'ordinanza che prevede sanzioni fino a 500 euro per i mendicanti, spesso petulanti, che bivaccano fuori dalla clinica. Decine le segnalazioni che arrivano ai vigili da parte soprattutto di donne che raccontano di essere state inseguite dagli accattoni che insistentemente chiedevano qualche euro, tanto che la preoccupazione dei visitatori è alle stelle. Sono ormai numerosissime le segnalazioni alla polizia municipale. Un'anziana che frequenta ogni giorno la casa di cura ha denunciato anche un episodio ai limiti dell'estorsione: un mendicante sarebbe arrivato a minacciarla. «So qual'è la tua macchina», le avrebbe detto. La donna si è sentita così costretta a lasciare decine di euro di obolo. Ma gli episodi di accattonaggio petulante sono ormai all'ordine del giorno. Mentre nel parcheggio del centro commerciale Olmi i mendicanti sono generalmente extracomunitari africani che cercano di vendere fazzoletti e accendini o che si offrono per riporre il carrello e tenersi la moneta, a Monastier sono solitamente rumeni. «I vigili ricevono moltissime chiamate di persone che segnalano il comportamento insistente, arrogante e di disturbo di alcuni accattoni - chiarisce il sindaco Salvatore Lo Stimolo - chiedere l'elemosina non è un reato, ma va punito chi lo fa in maniera aggressiva». I mendicanti che saranno pizzicati dagli agenti della polizia locale di San Biagio e Monastier a chiedere l'elemosina nel parcheggio della casa di cura potranno dunque, grazie all'ordinanza, essere fermati, identificati e multati. Le sanzioni previste dal documento firmato da Lo Stimolo vanno da 50 a 500 euro. A differenza dell'ordinanza anti accattoni in vigore nel comune di Treviso, tuttavia, agli elemosinanti fermati dai vigili non sarà sequestrato il denaro raccolto fino a quel momento. La stessa ordinanza è stata approvata nei giorni scorsi anche dall'amministrazione di San Biagio. Qui il fenomeno dell'accattonaggio si concentra soprattutto nel park del Tiziano, dove è pressochè costante la presenza di extracomunitari di colore. Dopo la firma dell'ordinanza e la pubblicazione sull'albo, il provvedimento diventerà operativo a giorni. Gli uomini della polizia municipale potranno staccare multe fino a 500 euro a chi verrà fermato ad importunare i clienti del centro commerciale. La decisione del sindaco di San Biagio, Francesca Pinese, ha scatenato aspre polemiche da parte delle opposizioni: «Una trovata propagandistica tipica dei comuni amministrati dal Carroccio», dicono. «Quest'ordinanza non è altro che una ricerca di pubblicità da parte dell'amministrazione, che appena eletta ha approvato l'ordinanza Bitonci e ora questa contro gli accattoni - spiega Isidoro Pavan di «Cittadini per San Biagio» - Eppure anche l'ordinanza Bitonci, che effetti ha portato per la nostra comunità? Nessuno».

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Dopo i tirocini l'80% trova lavoro (sezione: Cultura)

( da "Libertà" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Dopo i tirocini l'80% trova lavoro Ne sono stati organizzati duemila, molti in aziende di servizi Duemila tirocini in cinque anni. Di questi, l'80 per cento si è trasformato in un rapporto di lavoro che, per il 30 per cento dei casi, si è tradotto in un contratto a tempo indeterminato. Sono stati presentati alcuni dati del territorio piacentino su questo particolare strumento formativo e d'orientamento, in un seminario sul lavoro organizzato dalla Provincia con la collaborazione della Cattolica, proprio nella sede dell'ateneo piacentino. L'ente provinciale, in questi anni, ha spinto molto sul tirocinio. È un'esperienza che accresce le capacità professionali, e ha, ovviamente, sbocchi occupazionali. I buoni risultati lo dimostrano. «Questo strumento - spiega Pietro Natale, coordinatore dell'area servizi alle imprese, politiche del lavoro e sistema formativo di corso Garibaldi - ha visto una serie di target d'utenza, dai giovani neodiplomati e neolaureati agli adulti, con programmi mirati per donne, diversamente abili e svantaggiati sociali». Per preparare il campo sono stati stipulati diversi protocolli e accordi con le parti sociali, in modo da garantire un'indennità ai tirocinanti con il riconoscimento delle competenze, grazie a un certificato finale. Questo per evitare, soprattutto, abusi da parte delle aziende. Il rischio è presto detto: le imprese ruotano vorticosamente gli studenti negli stage, avendo sempre, in pratica, forza lavoro gratuita. «È questo ciò su cui vigiliamo - prosegue Natale -. Innanzitutto i tirocini non possono essere gratis, ma poi facciamo un controllo a metà e alla fine del percorso, per vedere se, effettivamente, le ditte non si sono discostate dai programmi iniziali con mansioni improprie». I settori che offrono le maggiori richieste, spiega l'assessore provinciale al Lavoro Fernando Tribi, sono «le aziende di servizi, quelle con alte specializzazioni tecniche e gli studi professionali». L'incontro, moderato da Pier Antonio Varesi, docente in Cattolica, ha proposto due relazioni tecniche, quella di Paolo Pascucci, professore di Diritto del Lavoro all'Università di Urbino, sulla disciplina dei tirocini, e quella di Pier Giovanni Bresciani, insegnante alle Università di Genova, Bologna e Trento, sui fattori di qualità nell'attuazione degli stessi. Per Giacomo Lucchini, direttore del centro Tutor, poi, accanto al tirocinio, «strumento attivo di politica del lavoro», bisogna «rafforzare gli interventi formativi, con degli strumenti ad hoc». Al dibattito ha partecipato anche Paola Romersi, responsabile del servizio stage del Sacro Cuore, mentre ha introdotto i lavori Donatella Depperu, ordinario di Economia nell'ateneo piacentino. Alessandro Rovellini 12/04/2009

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"arresteremo chi costruì con sabbia di mare" - meo ponte (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 4 - Interni "Arresteremo chi costruì con sabbia di mare" Il procuratore avvia i sequestri. E la Ue invia esperti in stabilità delle costruzioni L´inchiesta Prelevati pezzi di piloni di cemento armato. Nominati consulenti due docenti universitari MEO PONTE DAL NOSTRO INVIATO L´AQUILA - «Non ci saranno indagati, se fossero accertate responsabilità precise nel crollo degli edifici. I responsabili saranno immediatamente arrestati» dice con tono duro il procuratore dell´Aquila Alfredo Rossini, che ha aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Rossini aggiunge: «Se si scoprisse che è stata usata sabbia di mare per le costruzioni saremmo già a buon punto, perché tutti sanno che quel tipo di sabbia è altamente corrosiva e danneggia le armature». Non hanno più un ufficio, ma non perdono tempo i magistrati della Procura dell´Aquila. In tenda, per strada o sfruttando l´ospitalità di edifici «sicuri» stanno lavorando per scoprire le cause dell´improvviso crollo di palazzi edificati (teoricamente) secondo le norme antisisma. Giovedì Rossini e il pm Fabio Picuti hanno convocato due docenti dell´Università aquilana, entrambi esperti di scienza delle costruzioni, e hanno affidato loro una missione difficile riassunta nel quesito della consulenza: stabilire se la causa del crollo degli edifici possa essere in qualche modo collegata ad eventuali violazioni della normativa vigente e (se ciò fosse accertato) chi ha commesso tali violazioni. I due esperti non hanno perso tempo. Ieri - accompagnati dai carabinieri e dalla polizia - hanno effettuato sopralluoghi nella Casa dello studente (il cui crollo ha ucciso più di venti ragazzi), nella Prefettura e nell´ospedale, inaugurato nove anni fa ed evacuato dopo le prime scosse. E c´è già un primo atto investigativo: durante i tre sopralluoghi sono stati sequestrati resti di piloni in cemento armato, mattoni sbriciolati e altri materiali giudicati interessanti. E dalla Ue inoltre sono in arrivo tecnici esperti per valutare la stabilità delle costruzioni danneggiate. Rossini e Picuti hanno una tabella di marcia già precisa. «La priorità assoluta è quella di accertare le cause del crollo dei palazzi dove sono morte delle persone, successivamente quelle degli edifici pubblici. Intendiamo però accertare le ragioni di ogni costruzione. Anche dell´ultimo pollaio d´Abruzzo» spiegano i magistrati. L´inchiesta non è facile e non può seguire i canoni tradizionali d´indagine. E´ impossibile pensare di mettere sotto sequestro ruderi nei quali ancora si sta scavando alla ricerca di persone sepolte. Al momento non esiste neanche un luogo in cui custodire i reperti sequestrati. I consulenti dei pm però potranno giovarsi dei dati già rilevati dalla commissione istituita dal sindaco per la valutazione dei danni. La macchina della giustizia, nonostante la straordinaria emergenza, all´Aquila si è rimessa in moto subito dopo il terremoto. Venerdì pomeriggio è stato celebrato il primo processo per direttissima a quattro presunti sciacalli che il giudice Giuseppe Romano Garganella, d´intesa con il pm Picuti, ha assolto, dando prova di totale garantismo. E ieri il pm si è dovuto occupare dell´arresto di una spacciatore sorpreso mentre tentava di vendere cinque grammi di hashish nella tendopoli di Aia della Fonte, a pochi passi dal capoluogo.

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Emergenza bambini: la Cattolica adotta una scuola elementare (sezione: Cultura)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

CRONACA MILANO pag. 8 Emergenza bambini: la Cattolica adotta una scuola elementare Arriveranno anche docenti e studenti del master in psicologia per aiutare i più piccoli dall'inviato GABRIELE MORONI MONTICCHIO (L'Aquila) L'UNIVERSITÀ Cattolica adotterà una scuola elementare abruzzese. Invierà docenti ma anche studenti seguendo una triangolazione che dovrebbe comprendere anche la Protezione civile della Lombardia e il vescovado dell'Aquila. «Ci rapporteremo - dice Cristina Castelli, ordinario di Psicologia a Scienza della formazione - con la Protezione civile e la curia. Io coordinerò gli interventi inviando docenti e studenti del mio Master in relazione di aiuto in contesti di vulnerabilità nazionali e internazionali. L'aiuto sarà principalmente psico-pedagogico e andrà soprattutto ai bambini per favorirli nelle ripresa scolastica. Abbiamo già lavorato a Ripabottoni e a Bonefro dopo il terremoto in Molise e in Sri Lanka dopo lo tsunami. Lì il nostro intervento è andato avanti per un anno e mezzo». Di più. Al personale dell'ateneo sarà data la possibilità di aiutare l'intervento devolvendo ore di lavoro per incrementare il budget. C'è molta Milano in questo Abruzzo martoriato. Ci sono i volontari della Protezione civile coordinati da Giovanna Cesario a Rocca di Mezzo e lì è andata anche la cucina da campo inviata dal comune di Milano. C'è Milano nella tenda del supporto psicologico al campo di Monticchio (di cui è responsabile Giovanni Caldiroli). Sono nove i volontari dell' associazione «Psicologi per i popoli» che sono scesi dala metropoli. FABIO SBATTELLA, ricercatore di psicologia alla Cattolica, è il presidente, ma la struttura è più articolata, è quella di una federazione presente in undici regioni italiane. «Veniamo tutti - dice Sbattella - dall'esperienza sul campo e ogni anno ci ritroviamo a Rovereto, in una vecchia polveriera, per fare esercitazioni. Il fatto è che certe cose non si improvvisano. Ho vissuto l'emergenza del Molise e lì ho imparato molto. Siamo arrivati a Monticchio nella colonna mobile e abbiamo incominciato a girare con le nostre tute e la scritta bella grande psicologo'. Il cartello è stato subito collocato all'inizio del campo. ABBIAMO UNA STRETTA collaborazione con i medici del 118, ci sono 45 operatori divisi per due Asl, anche se in questi giorni sono senza casa, senza macchina e giustamente hanno altro a cui pensare. Eravamo all'obitorio quando c'è stato il riconoscimento delle salme. Eravamo ai funerali. Un marito ha chiesto il nostro aiuto perché la moglie non voleva lasciare la bara dell'unico figlio, morto a vent'anni. Si trattava non di aiutare la signora a staccarsi dal figlio ma di aiutare il marito a convincerla». DISEGNI DI PASQUA alle pareti della tenda. I bambini del terremoto. Uno solo ha disegnato un'ambulanza del 118. «Il primo aspetto da curare - dice Sbattella - è la strutturazione del tempo e dello spazio. lI bambino deve capire quando è festa o è giorno feriale, quando è vacanza o c'è scuola. Li aiutiamo a giocare perché molti non sono in grado di elaborare le loro emozioni. Ci sono bambini rimasti illesi, altri rimasti sotto le macerie, oppure che sono stati investiti dai calcinacci o dall'armadio coi libri o hanno visto sparire il cagnolino». SI CHIAMA BTA, Basic therapeutic action. Si gioca, ma si lavora anche sui rumori, sull'odore di zolfo che esce dalla terra quando si spacca. «Si gioca e ci si racconta. Spazi di parola libera, narrazioni che vengono dalla letteratura popolare, dalle tradizioni. A me piace molto la storia senza tempo di Giovannin senza paura e della capra ferrata. Sarebbe un errore, un grosso errore imporre ai bambini di parlare del terremoto senza che emozioni e parole venissero raccolte da persone esperte».

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i geologi: tragedia annunciata (sezione: Cultura)

( da "Centro, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Per i tecnici del dipartimento di Scienze della Terra rischio previsto nelle mappe I geologi: tragedia annunciata L'accusa di alcuni ricercatori della D'Annunzio CHIETI. «Il terremoto in Abruzzo è una tragedia annunciata, come ci insegna la memoria storica, avvenuto in un'area caratterizzata da faglie attive responsabili dello sviluppo di spettacolari zone pianeggianti all'interno della dorsale appenninica. Sono le cosiddette "Conche Intrappenniniche" (L'Aquila, Avezzano, Campo Imperatore, Sulmona), sedi di città storiche che hanno subito i terremoti del passato senza mai imparare a conviverci». E' quello che sostengono, in una nota, Fernando Calamita, Alberto Pizzi e Vittorio Scisciani, alcuni geologi del Dipartimento di Scienze della Terra dell'università D'Annunzio. «La cartografia geologica regionale svolta in questo decennio nell'ambito del progetto Carg in sinergia tra il Dipartimento di Scienze della Terra, la Regione Abruzzo, l'Ispra (già servizio geologico d'Italia) ed altri istituti di ricerca pubblici e privati», si legge nella nota, «ha consentito di rappresentare sulle carte geologiche pubblicate (Foglio L'Aquila) ed in corso di pubblicazione (Foglio Gran Sasso) le faglie attive della zona Aquilana, del Gran Sasso e dei Monti della Laga, responsabili della sequenza sismica in atto, in parte già note alla comunità scientifica poiché oggetto di studi specifici diffusi su riviste di settore. Lo stato attuale delle conoscenze geologiche consente di riconoscere le faglie attive e quindi capaci di generare un terremoto perchè hanno evidenze geologiche». Secondo i geologi in questi anni non sarebbe stato fatto nulla per informare l'opinione pubblica della necessità di adeguare o ricostruire case vecchie secondo le normative antisismiche. «Certamente», proseguono i tre, «la risoluzione del problema sta in opportune e mirate scelte politiche e nel controllo delle attività imprenditoriali allo scopo di realizzare un adeguamento antisismico delle abitazioni e del patrimonio architettonico per evitare il crollo di edifici strategici anche moderni in occasione di terremoti con intensità confrontabili a quelle della sequenza sismica aquilana. Una grande responsabilità è anche di noi geologi, che conoscevamo il problema e non siamo riusciti a farci ascoltare». Ma i geologi lanciano anche l'allarme sul futuro molto incerto del progetto di cartografia geologica regionale e soprattutto denunciano la mancanza di sensibilità e di volontà da parte delle istituzione ad intraprendere cartografie tematiche sul rischio geologico. «Nonostante queste problematiche», conclude la nota, «il nostro gruppo di ricerca, nell'ambito del Dipartimento di Scienze della terra dell'università, è impegnato in ricerche finalizzate alla valutazione del rischio geologico con particolare attenzione allo studio della geologia del terremoto aquilano». (d.p.)

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monte agnese, i lavoratori firmano il contratto (sezione: Cultura)

( da "Nuova Sardegna, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Bliz notturno dei vertici della società regionale, a Monteleone Roccadoria situazione critica Monte Agnese, i lavoratori firmano il contratto Pace fatta con gli ex dipendenti dei potabilizzatori di Alghero, Sorso e Pattada SASSARI. Mentre gli ex lavoratori dell'impianto di potabilizzazione di Monteleone Roccadoria continuano la loro protesta, quelli di Monte Agnese, Sorso e Pattada hanno firmato il contratto con Abbanoa. Questi tre impianti, infatti, sono ora sotto il diretto controllo del gestore unico. L'accordo è stato raggiunto dopo un incontro «notturno» all'impianto di Monte Agnese, con i dirigenti regionali di Abbanoa. Nella tarda serata di venerdì il prefetto di Sassari ha disposto lo sgombero dell'impianto di potabilizzazione di Monte Agnese, dal quale si alimenta tutto il comprensorio algherese, lasciando di fatto la responsabilità della conduzione ai tecnici di Abbanoa che sono subentrati immediatamente. L'azione del prefetto si è resa necessaria per scongiurare eventuali azioni che avrebbero potuto mettere in discussione il corretto approvvigionamento idrico della città che proprio in questi giorni è interessata da importanti flussi turistici. E venerdì notte, intorno alle 23, quindici operatori di Abbanoa, accompagnati dei dirigenti regionali e territoliali della società e dalle forze dell'ordine, si sono presentati nell'impianto di Monte Agnese, ad Alghero, occupato dagli ex dipendenti delle ditte d'appalto. «Nessun blitz e nessuna accesa discussione - si legge in un comunicato stampa di Abbanoa -, ma soltanto chiarimenti tra i vertici di Abbanoa e i lavoratori in stato di agitazione». Ieri mattina, a mezzogiorno, i lavoratori hanno firmato il contratto attraverso un'agenzia interinale. Si tratta, nel dettaglio, di uncontratto breve e propedeutico alla imminente assunzione nella società Abbanoa. Identica felice conclusione si è avuta anche con gli ex dipendenti delle ditte d'appalto che conducevano gli impianti di Sorso e di Pattada. «Nonostante questa conclusione positiva - continua la nota della società regionale - che conferma ancora una volta quanto Abbanoa abbia intenzione di garantire il livello occupazionale degli ex dipendenti delle ditte d'appalto, l'impianto di Monteleone Roccadoria continua a essere occupato abusivamente. E spiace constatare che una ragionevole e pacifica soluzione della vertenza sia respinta dall'atteggiamento irresponsabile di chi si ostina a ignorare gli accordi sottoscritti il 9 luglio del 2007 dalle organizzazioni sindacali, la Regione Sardegna e l'Autorità d'ambito, che garantiscono espressamente la piena occupazione di tutti i lavoratori con l'applicazione del contratto unico pubblico-privato Federutility, quello di categoria e quindi naturalmente applicato da Abbanoa. Chiunque si opponga strumentalmente ai programmi e agli accordi già sottoscritti deve assumersi la responsabilità morale di aver pregiudicato la salvaguardia dei posti di lavoro di molti sardi». I vertici di Abbanoa, infine, ribadiscono il loro sconcerto davanti alle dichiarazioni del segretario Cgil, che nei giorni scorsi aveva raccontato dell'assenza dei kit essenziali al trattamento dell'acqua. «è più che ovvio, infatti - conclude la nota di Abbanoa -, ch non abbiamo consegnato e mai consegneremo materiale di lavoro a persone che di fatto si trovano in un impianto abusivamente».

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lei è assunto, anzi è licenziato (sezione: Cultura)

( da "Nuova Sardegna, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

La paradossale storia di tre professori di informatica «Lei è assunto, anzi è licenziato» Ma gli alunni non ci stanno e scrivono: «Ridateci i docenti» Inseriti in ruolo dopo l'abilitazione, hanno perso la guerra con il ministero SASSARI. «Lei è assunto, forse no, anzi è licenziato». Potrebbe riassumersi così la paradossale vicenda burocratico-giudiziaria che nei giorni scorsi ha portato tre insegnanti sassaresi di informatica a perdere il posto di lavoro a tempo indeterminato conquistato, il 17 luglio del 2008, dopo avere frequentato per nove mesi un apposito corso abilitante all'Università di Cagliari. Il licenziamento dei tre docenti è l'effetto della cancellazione dal ruolo sancita, il 31 marzo scorso, dall'Ufficio scolastico provinciale con un decreto che prende atto della conclusione di una intricata contesa giudiziaria. Il licenziamento di Vincenzo Casu, Fabrizio Pipia e Francesco Viglietti ha avuto un immediato contraccolpo nelle undici classi delle scuole superiori dove i protagonisti insegnavano: il tecnico industriale Angioy, il Commerciale La Marmora e l'istituto Professionale Giovanni XXII. Nei giorni scorsi numerosi allievi, genitori e insegnanti si sono riuniti in assemblea e hanno approvato un documento di protesta. I più preoccupati sono gli studenti di tre «quinte», diurne e serali, che a giugno dovranno affrontare l'esame di diploma. L'informatica infatti è materia d'esame per il Tecnico commerciale e per le Industriali. Dopo dieci giorni senza prof di informatica, alcuni allievi del corso serale «Mercurio» hanno annunciato l'intenzione di tutelarsi «nelle sedi opportune qualora non venisse nessun docente per proseguire l'anno scolastico». La storia dei tre docenti è emblematica. Tra il settembre 2006 e il giugno 2007 i prof hanno frequentato a Cagliari, attraversando cinque giorni su sette la 131 dopo una mattinata di lavoro, i corsi speciali riservati ai docenti sprovvisti dell'abilitazione all'insegnamento. L'ateneo del capoluogo aveva previsto di concludere nel mese di giugno 2007 le lezioni, in modo da permettere a tutti l'inserimento nelle cosiddette «graduatorie a esaurimento» e poter partecipare alle immissioni nei relativi ruoli di insegnamento. Questo è effettivamente accaduto nonostante, nel dicembre del 2006, il ministero della Istruzione avesse ordinato alle Università di fare slittare a ottobre la fine dei corsi per non pregiudicare l'inserimento in ruolo di altri aventi diritto. è seguito un ricorso al Tar del Lazio, che ha inizialmente sospeso l'efficacia del provvedimento ministeriale. Poche settimane dopo, i prof hanno sostenuto l'esame finale a Cagliari. Un mese dopo, luglio 2007, il Consiglio di Stato ha accolto l'appello del ministero che, incassato il successo, ha sancito l'«impossibilità per i docenti di far valere l'abilitazione nelle operazioni di assunzione da effettuarsi sulla base delle graduatorie a esaurimento». A questo punto la battaglia giudiziaria si è spostata a Sassari, con un ricorso al giudice del Lavoro presentato dai tre informatici i quali si sono visti dare ragione due volte, nella primavera e nell'estate del 2008. A luglio del 2008 è arrivata la sospirata immissione in ruolo con contrattto a tempo indeterminato. La guerra legale è però ricominciata a novembre del 2008, con un ricorso dell'Avvocatura dello Stato che ha sottoposto all'esame del giudice del Lavoro la sentenza 5671/08 del Consiglio di Stato che, nel merito, ha rigettato la sentenza del Tar. Quattro mesi fa il Tribunale sassarese ha accolto revocato il precedente provvedimento. La decisione del giudice del Lavoro, spiegano gli interessati, ha fatto «sfumare in un attimo tutti i sogni coltivati, con grossi sacrifici economici e fisici, per ottenere il meritato inserimento nei ruoli dell'insegnamento». Per i tre insegnanti ricomincia una vita da precario.(d.s.)

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Voto per il rettore. Serve uno sguardo più internazionale (sezione: Cultura)

( da "Provincia Pavese, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Voto per il rettore. «Serve uno sguardo più internazionale» Un documento apre il dibattito in vista dell'elezione fissata il 20 di maggio PAVIA. Si intitola «Strategie per il futuro» il documento firmato da 31 docenti dell'università. Un elenco di riflessioni e suggerimenti rivolti al futuro rettore dell'ateneo, che sarà eletto il 20 maggio. Cosa suggeriscono? Uno sguardo più internazionale, ma anche maggiore attenzione alle realtà locali. E poi una valutazione attenta, anche con l'istituzione di una commissione che si occupi della preselezione dei docenti. E' il primo spunto che esce dal forum di discussione aperto dall'università proprio per dare il via a un dibattito in vista delle candidature ufficiali. Un dibattito che parte on line. Al forum infatti si accede tramite la sezione dedicata alle elezioni che si trova sul sito dell'università (www.unipv.it). Tutti possono leggere le discussioni e i messagi, ma solo gli aventi diritto al voto possono scrivere. Cosa scrivono i 31 firmatari del primo documento? Sono cinque gli argomenti: ricerca, organizzazione, didattica, relazioni esterne e valutazione. «E' necessario potenziare gli investimenti nei settori valutati eccellenti - spiegano i docenti -. L'azione del Nuv (il nucleo di valutazione dell'ateneo, ndr) in questi anni è stata meritoria, ma da essa non sono sempre discese azioni correttive. Nell'ambito della valutazione della ricerca devono essere adottati metodi sistematici di valutazione comparativa confrontando la pubblicazione scientifica locale con quella nazionale nei diversi settori scientifico disciplinari, sulla base di parametri internazionali». I 31 docenti chiedono l'accorpamento dei dipartimenti, «in modo da ridurne il numero a meno della metà degli attuali e farli diventare strutture organizzative primarie periferiche, responsabili sia della ricerca che della didattica, a cui delegare il reperimento di fondi esterni (contratti, finanziamenti per la ricerca) e a cui assegnare le risorse umane». Chiedono anche più contatti con le istituzioni del territorio e uno sguardo più internazionale, più corsi in inglese e corsi di italiano per stranieri, per attirare più studenti di altri stati. E per i dottorati viene richiesta una didattica specifica. E poi la valutazione. Bisogna «rafforzare le sinergie fra l'attività del Nucleo di Valutazione e quella di governo strategico, anche mediante la costituzione di appositi comitati di raccordo», spiegano. Ma serve anche un «confronto continuo e strutturale con la realtà esterna, destinataria delle attività didattiche e di ricerca. E l'istituzione di una Commissione interna all'ateneo per la pre-selezione del personale docente, che basi le proprie decisioni sul parere di ricercatori anche stranieri. (ma.br.)

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I novantanove anni di Gillo Dorfles (sezione: Cultura)

( da "Unita, L'" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

I novantanove anni di Gillo Dorfles AUGURI Gillo Dorfles, docente di estetica, tra i primi studiosi di design e del gusto, critico d'arte, compie oggi 99 anni mentre esce il suo libro «Gillo Dorfles, Arte e comunicazione» (Electa, 144 pagine, 12 euro): è la dispensa preparata per i suoi studenti di estetica all'Università statale di Milano nell'anno 1969-1970.

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Futurismo Convegno tra le ali (sezione: Cultura)

( da "Provincia Pavese, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Futurismo Convegno tra le ali RIVANAZZANO Arte e sogni volanti. Sin dalla sua nascita l'aeroporto ha avuto una forte connotazione «futurista». I cancelli richiamano figure di Depero e le vie interne hanno nomi celebri: via Balla o via Boccioni. Non è così un caso che proprio nella sala conferenze dellaeroporto, ospiterà un importante convegno sul futurismo pavese. Incontro legato alla mostra che si sta tenendo in questi giorni a Voghera in sala Pagano, «L'eresia futurista, da Voghera all'universo» (oggi aperta dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 19). Al convegno, organizzato da Progetto Voghera (di cui è presidente il manager vogherese Leonardo Gallina e che vede il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria) interverrà Paola Pettenella, del Mart di Rovereto (il museo che ospita una imponente collezione di capolavori del futurismo). Con lei Anna Modena, docente di letteratura italiana all'Università di Pavia; Silvia Ferrari, sorico dell'arte e Anna Zelaschi, docente di storia dell'arte.

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fuga dei ricercatori da ca' foscari non abbiamo risorse per trattenerli (sezione: Cultura)

( da "Nuova Venezia, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cervelli

Il rettore Pierfrancesco Ghetti preoccupato della situazione Fuga dei ricercatori da Ca' Foscari «Non abbiamo risorse per trattenerli» E' allarme all'università per la «fuga di cervelli» che prosegue lentamente. Dopo il caso di Stefano Ciavatta, ricercatore precario a Scienze Ambientali a Ca' Foscari, che ha trovato un posto fisso in Inghilterra in uno dei massimi centri di ricerca, il rettore Pierfrancesco Ghetti analizza così la situazione. «Lo Stato - spiega il rettore - non ci fornisce gli strumenti necessari per tamponare quest'esodo, se avessimo i fondi sono sicuro che rimarrebbero. Come possiamo limitare questa fuga quando all'estero offrono il posto fisso mentre da noi a stento lo stato fornisce i fondi essenziali per il solo funzionamento della struttura universitaria? Un ricercatore come Stefano Ciavatta, che tra l'altro è stato mio studente quando insegnavo a Scienze Ambientali, allo Stato è costato almeno 300-400 mila euro in tutto il suo percorso formativo. Noi spendiamo i soldi e poi regaliamo, nel vero senso del termine, un ricercatore maturo e già formato ad un altro paese come in questo caso l'Inghilterra». «La nostra in realtà, - prosegue il rettore Ghetti - è una vittoria di Pirro, nel senso che se i nostri ex studenti vengono presi in tutto il mondo, vuol dire che la didattica, anche se con mille difficoltà, continua a dare risultati d'eccellenza. Sfortunatamente stiamo perdendo il nostro patrimonio culturale: la lista di giorno in giorno si allunga sempre di più e siamo preoccupati, ma è combattere una guerra ad armi impari. Come faccio a dire a questi giovani che vogliono farsi una famiglia - si chiede il rettore Ghetti - di restare a Ca' Foscari senza la sicurezza del lavoro, con un guadagno precario che funziona solo se ci sono i privati che investono nella ricerca per qualche progetto? Bisogna rivedere tutto il sistema: all'università di qualità - conclude il rettore Ghetti - bisogna saper fornire i mezzi per continuare ad andare avanti, perché così non siamo competitivi». (g.co.)

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il grasso in eccesso causa del tumore al seno (sezione: Cultura)

( da "Nuova Sardegna, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Lo studio è stato eseguito dall'équipe di ginecologia dell'ospedale Sirai di Carbonia «Il grasso in eccesso causa del tumore al seno» Attività fisica e alimentazione corretta sono strumenti utili alla prevenzione CARBONIA. "Sirai Hospital, Department of Obstetrics and Ginecology". L' effetto-sorpresa è indubbio, ma solo per i poco informati. Leggere il nome dell'ospedale di Carbonia, nonché di uno dei suoi primari, Antonio Macciò, nell'intestazione di una ricerca pubblicata sulla "bibbia" degli studi scientifici sull'obesità, può infatti suscitare meraviglia solo in chi non sa che, da tempo, il responsabile del reparto al terzo piano del nosocomio sulcitano è coinvolto in lavori d'equipe che trovano ampio spazio nelle pubblicazioni scientifiche internazionali. Stavolta si tratta delle relazioni tra l'adiposità e il cancro della mammella. L'intervento su "Obesity Reviews" si segnala per l'importanza dello studio pubblicato e dell'argomento affrontato: «Il tessuto adiposo come obiettivo nel trattamento del tumore della mammella ormono-dipendente: nuove prospettive terapeutiche» è il titolo della trattazione, redatta assieme a Clelia Madeddu, ricercatrice della facoltà di Medicina dell'università di Cagliari, e a Giovanni Mantovani, ordinario di Oncologia Medica nella medesima facoltà. "Obesity Reviews" è il massimo punto di riferimento per gli studi connessi agli effetti del grasso in eccesso. Il suo "impact factor", misura che valuta l'importanza e la credibilità delle riviste, è pari a 7,821 punti: uno dei più elevati. «Questa ricerca - si legge - rappresenta una rassegna dell'attuale letteratura e punta ad esaminare ed esporre i meccanismi che connettono l'adiposità e il cancro della mammella, i quali contribuiscono a creare un ambiente ideale allo sviluppo di tale tumore. La ricerca tratta delle più importanti scoperte che dimostrano la correlazione fra l'obesità e il rischio di tumore della mammella e le interazioni fra gli estrogeni e le adipochine, sostanza prodotte dagli adipociti, nella genesi del tumore della mammelle ormone-dipendente». Il cancro del seno è oggi, nell'ambito femminile, la neoplasia maligna con la più alta incidenza nel mondo industrializzato: circa due casi su tre di questo carcinoma sono di origine ormonale. «Uno specifico antagonista dell'azione degli estrogeni o la sua privazione - scrivono Macciò, Madeddu e Mantovani - deve dunque essere considerato il più razionale approccio per la prevenzione e il trattamento di questo tipo di tumore». Il ruolo patogenetico del tessuto adiposo riguarda le donne in menopausa: perchè, oltre ad altre evidenze, «una più recente ipotesi suggerisce che gli adipociti (le cellule del tessuto adiposo, ndr) e la loro azione simil-ormonale siano al centro dei meccanismi che portano al cancro della mammella». Gli adipociti, in passato considerati depositi di energia, si sono rivelati vere e proprie cellule endocrine: capaci tra l'altro di secernere ormoni, soprattutto estrogeni. L'attività fisica e una corretta alimentazione si rivelano quindi efficaci strumenti di prevenzione: «L'obesità è realmente riconosciuta quale fattore di rischio per il tumore della mammella nelle donne in menopausa e quale fattore aggravante il decorso della malattia nelle donne in età fertile». La pubblicazione su "Obesity Reviews" non è un caso isolato: «Questo è solo uno degli ultimi lavori - spiega Macciò - che il gruppo della Ginecologia del Sirai ha portato avanti e quindi pubblicato nei mesi più recenti su riviste scientifiche internazionali. Gli argomenti trattati vanno dall'esatta definizione del rapporto che lega l'infiammazione al danno metabolico nelle pazienti con cancro dell' ovaio, allo studio delle azioni degli estrogeni sul sistema immunitario, per finire con la proposta di nuove capacità terapeutiche, in particolare di quelle antiossidanti, di un noto farmaco: la carbocisteina».

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Il Pd promuove 6 corsi di educazione civica (sezione: Cultura)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Domenica 12 Aprile 2009 CRONACA Pagina 16 FORMAZIONE POLITICA. Una proposta nei paesi dove si voterà Il Pd promuove 6 corsi di educazione civica Dal 17 aprile a Castegnato al Centro civico Le riunioni durano due ore e sono a ingresso libero Un corso per imparare l'educazione civica e avvicinare i cittadini alla politica: si chiama «FormAzione». E' la proposta del Partito Democratico, che, a partire da venerdì 17, per sei incontri, si fa promotore di un percorso formativo gratuito «per tutti coloro che sono interessati alla buona amministrazione degli enti locali ». Secondo la curatrice dell'iniziativa, Marianna Dossena, l'obiettivo è fornire elementi di conoscenza rispetto al funzionamento della macchina comunale, promuovendo nel contempo un rinnovamento della classe dirigente, attuato sulla base di competenze qualificate. «Si è dichiarata più volte la volontà di un rinnovo, ma chi subentra deve dimostrare preparazione e non spuntare dal nulla o da settori completamente diversi da quello amministrativo». I CORSI si svolgeranno nei paesi in cui sono prossime le elezioni: il 17 aprile al centro civico di Castegnato, sugli organi e le funzioni istituzionali dell'amministrazione comunale, tenuto da Marisa Visconti; il 24 alle scuole elementari di Berlingo, sulle funzioni amministrative, curato da Mario Gorlani; il 30 alla Casa del popolo di Ome, sul tema del piano regolatore e del Pgt, a cura di Silvano Buzzi. I corsi continueranno in maggio: l'8 alla sala civica in via Risorgimento a Cellatica, sul tema ambientale e la sua salvaguardia, curato da Francesco Avanza e Giuseppe Squassina; il 15 alla sala comunale in via Dionigi a Rodendo Saiano, sui servizi sociali e l'aumento del bisogno a fronte di un calo delle risorse disponibili, tenuto da Massimo Olivari e Pierfrancesco Savoldi; infine il 22 a Palazzo Nava a Gussago, sul bilancio, curato da Vladimiro Ballini. «I relatori sono esperti nelle materie proposte - spiegano dal distretto -: l'ingegner Avanza è consulente di servizi ambientali presso Ecogestioni, il professor Ballini economista e docente presso l'Università di Verona, l'architetto Buzzi è un tecnico e l'avvocato Gorlani è docente di diritto degli enti locali presso l'Università di Brescia. E ancora Olivari, oltre ad essere sociologo, è funzionario sindacale, Savoldi è assessore alle politiche sociali a Passirano, Squassina è assessore all'ambiente di Cellatica e, infine, Marisa Visconti è economista e segretario comunale». Tutti i corsi, a ingresso libero, inizieranno alle 20,30 e dureranno un paio d'ore. «Può essere che da questa esperienza nasca un progetto più strutturato - annuncia Damiano Ceretti, coordinatore dei circoli Pd - come un progetto di formazione permanente».  

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choc al bo, è morto il professor terzi (sezione: Cultura)

( da "Mattino di Padova, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Si è sparato alla tempia ieri mattina nel bagno della sua casa in via Barbarigo. Era in pensione da qualche anno Choc al Bo, è morto il professor Terzi Uomo di grande cultura, istituì il corso di laurea in Biotecnologie Si è spento davanti agli occhi dei familiari All'origine del gesto la depressione dovuta a una grave malattia Ha fatto colazione con la moglie e il figlio, poi ha salutato tutti e si è chiuso in bagno. Dopo qualche istante, due colpi di pistola: uno alla mano e uno in testa. Mario Terzi, 72 anni, professore universitario di Biologia molecolare all'Università di Padova, residente in via Gregorio Barbarigo 70 nel cuore della città, si è spento sotto gli occhi dei famigliari e del personale del Suem, dopo un tentativo di rianimazione durato oltre venti minuti. E' accaduto ieri mattina, poco prima delle 9. Colleghi, conoscenti e vicini di casa sono sconvolti per l'incredibile epilogo della vita di quest'uomo che tanto è riuscito a dare all'università e alla vita culturale di Padova. All'interno dell'elegante abitazione che si trova in pieno centro sono intervenuti i poliziotti delle volanti, a cui sono stati affidati gli accertamenti. Secondo quanto emerso fino ad ora, sembra che Mario Terzi, in pensione ormai da qualche anno, stesse lottando contro una grave malattia. Negli ultimi tempi aveva manifestato qualche segno di sconforto. Ma ieri mattina sono cadute tutte le sue difese. E dopo aver guardato per l'ultima volta in faccia l'adorata moglie Fiorella Lo Schiavo e il figlio Alessio, dopo aver bevuto il caffè con loro, si è chiuso in bagno. Nel giro di pochi istanti si è udito un colpo di pistola, poi un altro. I famigliari sono riusciti ad aprire la porta chiusa a chiave, scoprendo il loro caro in un lago di sangue. Il settantaduenne si è sparato il primo colpo sulla mano sinistra, probabilmente per errore. Poi però ha avuto la freddezza di riprendere in mano l'arma e di puntarla alla tempia. Dalle indagini è risultato che la pistola era regolarmente detenuta in casa. Mai prima d'ora né la moglie, né il figlio, avevano sospettato che potesse essere in grado di compiere un simile gesto. Certo, la malattia l'aveva debilitato, ma sembrava comunque aver conservato quel suo spirito combattivo, quella sua indole determinata. Quando nell'abitazione di via Barbarigo è arrivata l'ambulanza del Suem, l'uomo non era ancora morto. Era steso a terra, agonizzante. Medici e infermieri hanno tentato il tutto per tutto pur di rianimarlo, mentre i famigliari assistevano con il cuore in gola alle delicate operazioni. Ma purtroppo dopo venti minuti di massaggi cardiaci e defibrillatore, il suo cuore si è fermato per sempre. Il luogo della tragedia è stato esaminato a fondo per ricostruire la scena nei minimi dettagli, compreso il particolare del primo sparo, dell'errore che gli aveva procurato solamente una ferita alla mano. La famiglia, sotto choc, non ha ancora fissato il funerale, che verrà celebrato quasi sicuramente mercoledì o giovedì prossimi. Terzi si era laureato a Roma dove aveva studiato Genetica vegetale. Dopo i primi incarichi a Napoli e Pisa, al Cnr, si era trasferito a Padova insieme alla moglie, pure lei docente universitaria. Il professore insegnava Biologia molecolare: una cattedra che lui stesso istituì, circa quindici anni fa. Quando ancora la vita gli sorrideva. (Enrico Ferro)

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Parchi: ci sono i soldimancano i progetti (sezione: Cultura)

( da "Secolo XIX, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Parchi: ci sono i soldimancano i progetti verde pubblico Tursi ammette: «Dobbiamo occuparcene». Si "salva" Villa Rossi L'ERRORE da evitare è quello di villa Pallavicini. Restaurata a fine anni Ottanta, inaugurata in pompa magna nel cinquecentenario della scoperta dell'America e ora in stato di abbandono. La posta in gioco è alta: per rimettere in sesto i suoi giardini storici, da Voltri a Nervi, Genova ha ricevuto dal governo diciassette milioni e mezzo, divisi in tre tranche di qui al 2011. Entro quella data, si presume, i lavori dovranno essere ultimati. «Ma non ci sono le competenze necessarie», accusa Francesca Mazzino, docente di architettura del paesaggio all'Università di Genova. «Il rischio di ripetere il flop Pallavicini è alto». Dietro quel flop c'è l'assenza di idee. «Il disegno del restauro era ottimo. L'esecuzione meno. Ma soprattutto - dice Antonio Marani, assessore alla cultura del municipio di Ponente - non c'era nessuna idea sulla gestione e la manutenzione del parco. Il risultato si è visto». Quel risultato rischia di ripetersi oggi, almeno a giudicare dallo stato dell'arte. Su un totale di sei progetti soltanto uno, villa Rossi, è stato approvato. Gli altri sono o in dirittura d'arrivo o ancora da avviare. Sulla manutenzione e la gestione, il Comune dà l'impressione di navigare a vista. «Non ce ne siamo ancora occupati», confessa Roberta Morgano, assessore al verde. Di manutenzione e gestione dei giardini genovesi si occupa Aster, l'azienda tuttofare che ripara strade e marciapiedi, pota gli alberi e falcia le aiuole della città. «Una buona ditta ma che - ammette Roberta Morgano - non ha personale a sufficienza. Non ci sono più i giardinieri di una volta». E si vede. Negli oltre 510 mila metri quadrati di parchi storici che attraversano la città, il degrado è in aumento. «Questi diciassette milioni e mezzo di finanziamento rappresentano un'occasione unica - dice Morgano - e dobbiamo sfruttarla al meglio, senza sprecare un centesimo». Ma gli sprechi sono in agguato. Per il recupero di villa Rosazza, l'architetto Gabriella Innocenti, che in passato aveva già progettato un restauro su incarico del Comune ma poi mai realizzato, ha ora ricevuto il nuovo incarico, sempre dal Comune, di modificare il suo precedente disegno. Modifiche per le quali palazzo Tursi sborserà 90 mila euro. C'è poi il problema dei viali alberati, che divide gli ambientalisti da una parte e Aster dall'altra. Per i primi, Italia Nostra in testa, i viali dovrebbero essere in terra battuta oppure, nei tratti più ripidi, coperti con asfalto normale. I secondi prediligono un particolare tipo di asfalto, il cosiddetto "asfalto bianco" che, come spiega Giorgio Costa, agronomo di Aster, «è molto più caro di quello ordinario. Ma è un prodotto di alta qualità, che produciamo noi stessi». Per i parchi di Nervi le spese di progettazione sono state contenute. Il piano di restauro, elaborato da un team di architetti dell'Università di Genova, è costato al Comune 25 mila euro. «Sulla base di quel piano - spiega Morgano - gli architetti del Comune stanno realizzando un progetto esecutivo, a costo zero». Su quel progetto esecutivo l'Università ha molto da ridire. «Noi avevamo previsto un ridimensionamento del roseto di Nervi perché - spiega Mazzino - è costoso, difficile da mantenere e richiede manodopera specializzata, che da noi manca. Avevamo chiesto di sostituire il roseto, in parte, con altre piante. Non ci hanno dato ascolto. Le priorità sono altre». Come sostituire le molte piante abbattute di recente, ripristinare i servizi igienici per i frequentatori, realizzare un campetto di pallone, regolamentare l'uso dei prati. «Il roseto era importante - spiega Morgano - perché fa parte della nostra storia. Ma non trascureremo le altre priorità». Francesco Margioccomargiocco@ilsecoloxix.it [+] www.ilsecoloxix.it Commenta la notizia sul nostri sito 12/04/2009

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(sezione: Cultura)

( da "Secolo XIX, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

«i giardini pubblici sono altra cosa» l'esperto nIL GUAIO, sostiene Francesca Mazzino, «è che Genova fa un uso improprio dei suoi parchi storici. Li tratta come se fossero giardini pubblici. Ma sono una cosa ben diversa». Docente di architettura del paesaggio all'Università di Genova, Mazzino si sta occupando del restauro dei parchi di Nervi. Parchi spesso presi d'ostaggio dai visitatori, che parcheggiano auto e moto nei viali, campeggiano, abbandonano la spazzatura. Oppure, semplicemente, giocano a tennis o pallone sulle aiuole. «Questo perché - spiega Mazzino - la nostra città ha tanti parchi storici, ma pochi giardini pubblici, che sono cosa ben diversa. Fatti, quelli sì, per i picnic o le partite di pallone». Soprattutto, a differenza di Milano, Torino e Venezia, Genova non ha il cosiddetto "piano del verde", cioè il piano regolatore interamente dedicato alla gestione dei giardini pubblici esistenti e alla realizzazione di giardini nuovi. «I giardini - spiega Mazzino - sono ancora considerati un accessorio. Invece dovrebbero essere trattati come un bene sempre più raro, che per questo va salvaguardato e migliorato. Costruendo, ad esempio, nuovi giardini pubblici nelle ex aree industriali del ponente cittadino». L'assessore comunale Roberta Morgano spiega che «il piano del verde dovrebbe essere inserito nel prossimo piano regolatore edilizio», previsto per il 2010. Quanto ai parchi storici, sul loro futuro c'è qualche incertezza. Mancano infatti (si veda l'articolo a lato) le competenze necessarie. E mancano idee chiare sulla loro manutenzione e gestione. Secondo l'assessore Morgano il modello da imitare è quello di villa Serra-Comago, restaurata con successo a fine anni Ottanta-inizio Novanta. Come spiega Michele Cassissa, presidente del consiglio d'amministrazione di villa Serra, «il nostro modello si basa su alcuni principi fondamentali. Primo: restaurare un parco non serve a nulla, senza un progetto per la manutenzione e la gestione sono soldi buttati via. Secondo: il parco dev'essere costantemente seguito da un architetto del paesaggio, che ne è il responsabile e che coordina una squadra di botanici e agronomi. Terzo: il lavoro quotidiano. Ogni giorno, dalle otto del mattino alle quattro del pomeriggio, tre giardinieri tengono in ordine i nostri novanta ettari di terreno. Un impegno costante che spesso altri giardini storici non possono o non vogliono permettersi. Quarto e ultimo: per attrarre turisti il parco deve ingegnarsi. Noi abbiamo un ristorante, un piccolo albergo e allestiamo continuamente mostre. Perché abbiamo gli spazi che ci permettono di farlo. Non tutti i parchi sono altrettanto fortunati». F. Mar. 12/04/2009

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l'etiopia a ca' foscari (sezione: Cultura)

( da "Nuova Venezia, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 44 - giorno L'Etiopia a Ca' Foscari La mostra «Nigra sum sed formosa - Sacro e bellezza dell'Etiopia cristiana», allestita nello spazio Ca' Foscari esposizioni nella sede storica dell'Università veneziana, è aperta anche oggi e domani. L'esposizione porta in Italia per la prima volta pitture e icone dell'Etiopia cristiana con materiali inediti e nuove tecnologie multimediali. Informazioni sul sito www.nigrasum.org. è aperta fino al 10 maggio, orario 10-18, chiusa il martedì. Biglietti 7 euro, 5 euro per i minori di 15 e maggiori di 60 anni; per gli studenti, docenti e dipendenti di Ca' Foscari l'ingresso è gratuito.

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Rilasciato il permesso per la nuova palazzina (sezione: Cultura)

( da "Secolo XIX, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Rilasciato il permesso per la nuova palazzina campus UNA PALAZZINA di tre piani che ospiterà nuovi alloggi per studenti ma anche aule e locali di servizio per l'università. È stata rilasciata in queste ore alla Spes la licenza ediliiza che consentirà di abbattere un edificio dell'ex caserma Bligny, all'interno del Campus di Legino, per far nascere al suo posto la nuova palazzina che migliorerà notevolmente la vivibilità dell'ateneo savonese. Sorgeranno diversi alloggi per gli studenti, nuove aule e alcuni laboratori. L'intervento rientra in quelli previsti per il "social housing" che vedrà nascere nel savonese decine di nuovi alloggi "sociali" in parte finanziati dalla Regione. Questo del Campus farà aumentare di venti unità gli alloggi destinati all'ospitalità degli studenti ma prevede anche 4 alloggi per docenti al servizio del polo universitario di Savona. 12/04/2009

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(sezione: Cultura)

( da "Adige, L'" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

«L a regola e la vita dei frati minori e questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità «L a regola e la vita dei frati minori e questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità. Frate Francesco promette obbedienza e ossequio al signor papa Onorio e ai suoi successori canonicamente eletti e alla Chiesa romana. E gli altri frati siano tenuti a obbedire a frate Francesco e ai suoi successori». In questo primo capitolo è sintetizzato tutto il senso della Regola di San Francesco. Ad Assisi, tra il 15 e il 17 di aprile si svolgerà il «Capitolo delle stuoie» , per celebrare gli 800 anni della Regola. In realtà i dodici brevi capitoli, sono stati approvati, in versione definitiva, nel 1223. Nel 1209 Francesco, dopo aver donato tutto ai poveri, iniziò la sua vita di povertà e vicinanza agli ultimi. Dopo il 1215 fu «costretto» a scrivere una prima Regola, detta «Non bollata», perché non approvata dalla Chiesa. Molto più legata a Vangelo che al diritto canonico, questa prima stesura fu sostituita da quella «Bollata». A Trento, in occasione dell'anniversario, martedì, alle 20.30, al Teatro dei Salesiani, si terrà l'incontro «S. Francesco e il lavoro: quale ruolo per lo sviluppo integrale dell'uomo?», con Martin Carbajo Núñez , docente di etica sociale alla Pontificia Università Antonianum. Il professor Martin Carbajo Núñez è un frate francescano spagnolo. Dopo il diploma in comunicazione sociale alla Pontificia Università Gregoriana, ha conseguito il dottorato in teologia morale" alla Pontificia Academia Alfonsiana (Università Lateranense). Il suo indirizzo di ricerca si esprime nell'ambito dell'etica sociale. In particolare pone in rilievo l'attualità del carisma francescano per dare un volto umano alla globalizzazione in atto, attraverso la giustizia e la pace. Nell'ambito della comunicazione egli studia la relazione tra valore e salvaguardia del diritto all'intimità della persona e il diritto all'informazione nella deontologia giornalistica, sullo sfondo delprocesso di privatizzazione e individualizzazione in atto nella cultura occidentale. La sua attività, oltre che nella ricerca sui temi sociali economici e della comunicazione in ottica francescana, si esplica nella docenza presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum, dove è vice-decano e dove svolge il corso di "Morale fondamentale" quello di "Morale socio-politica, economica e della comunicazione". Tiene corsi come professore invitato all'Accademia Alfonsiana a Roma e in Università straniere come Berkeley (Usa) e Queretaro (Messico). 12/04/2009

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Nella maggior parte dei casi, nulla. Le case - come le automobili - in Italia non vengono assicurate... (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Nella maggior parte dei casi, nulla. Le case - come le automobili - in Italia non vengono assicurate per i terremoti. La legge esclude che il sisma sia coperto «salvo patto contrario», quindi gli unici ad essere risarciti saranno aziende ed enti pubblici, che si coprono espressamente per questi eventi. L'Ania ha chiesto al governo di studiare un sistema pubblico-privato che estenda la copertura alle famiglie su vasta scala, con lo Stato a fare da «assicuratore ultimo» per gli eventi estremi.

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grano e uova rosse la pasqua dei pagani - antonella scandone (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XIX - Palermo I riti siciliani GRANO E UOVA ROSSE LA PASQUA DEI PAGANI Morte e resurrezione di Cristo evocano la rinascita della natura: così le cerimonie utilizzano elementi vegetali, falò e giganti L´antropologo Aurelio Rigoli: "Si va verso la laicizzazione, la tradizione perde l´anima" ANTONELLA SCANDONE La circolarità del tempo, con tutta la sua portata di sacralità e magia, il passaggio da una fase all´altra dell´anno è un elemento che emerge prepotentemente nei riti che accompagnano la Settimana santa. Una mescolanza di sacro e profano che si ripete negli anni e trova le sue origini in cerimoniali precristiani. Il significato stesso del termine Pasqua, del resto, dal greco pàscha, passaggio, deriva dalla pésah ebraica, la festa che commemora l´esodo dall´Egitto. La data di celebrazione della Pasqua, la prima domenica dopo la luna piena successiva all´Equinozio, ha evidenti analogie con molte celebrazioni pagane, come ad esempio, quella mesopotamica, dove proprio quel giorno era dedicato alle celebrazioni di Isthar, dea della fertilità e dell´amore. «Quando il cristianesimo iniziò la propria azione espansiva, introducendo un nuovo calendario - scrive Ignazio Buttitta nell´introduzione a Il tempo ritrovato, libro fotografico di Fabio Sgroi - esisteva già un articolato complesso di cerimonie e di riti diretti a garantire il regolare svolgersi dei cicli stagionali, di assicurare la fecondità dei raccolti, a solennizzare i passaggi da una fase all´altra dell´anno. Il mistero della morte e resurrezione di Dio, dunque, sussume quello della morte e rinascita della natura e della società. Ed è per questo che assunte nel loro insieme le cerimonie pasquali contengono in sé tutti i tratti costitutivi e peculiari della cerimonialità isolana: ostensioni di elementi vegetali, falò e fiaccolate, maschere e giganti, canti, pratiche penitenziali, produzione e consumo ritualizzati di dolci e di pani, offerte votive, lotte e giuochi virili, danze e corse di simulacri, processioni di confraternite e maestranze, sacre rappresentazioni e così via». Quello che emerge dalle numerose celebrazioni che in ogni parte dell´Isola accompagnano la Settimana santa è come, in Sicilia, la parte pregnante sia quella della passione e morte, più che quella della resurrezione. Pasqua crucifixionis, dunque, più che Pasqua resurrectionis. Momento culminante dell´intero periodo sono le processioni. Un´abitudine ormai scomparsa era quella di far fare un tragitto diverso alla vara del Cristo rispetto a quello del fercolo dell´Addolorata. Il loro incontro, oltre ad un momento di grande intensità e commozione, diveniva anche un´occasione di sfogo della rabbia dei fedeli contro i romani ed i giudei, ai quali era riservato un lancio di uova. Processioni, dunque, come eventi di grande coinvolgimento emotivo, che andavano al di là della mera rappresentazione scenica: come testimonia un bando del 1610, si ordinava che «dall´ora che nostro Signore Gesù Cristo si mettesse in terra finché li leverà non possano andar carrozze, cavalli né seggette». Non bisognava, dunque, calpestare la terra in alcun modo, neppure con il camminare, che doveva essere, piuttosto, uno strusciare i piedi. Ancora oggi, a Napoli, che con la Sicilia ha condiviso, oltre che quella spagnola, molte dominazioni, il rito del passeggio che accompagna la visita ai Sepolcri del giovedì Santo, viene chiamato "struscio". Una tradizione che ancora oggi sopravvive è quella che vede sfilare per le vie cittadine la processione dei cocchieri di casata, con le stesse autentiche livree settecentesche. «Eppure - osserva Rita Cedrini - docente di antropologia dell´Ateneo cittadino - quest´anno non ho visto le vecchie divise che sono sempre state un motivo di orgoglio, solo la pettorina della confraternita. Però io trovo ancora molta vitalità, molta partecipazione nei riti della riconciliazione, quelli che chiamiamo sepolcri. Accanto agli altari addobbati con il grano, simbolo di vita e sopravvivenza, che trovano la loro origine nei pagani virgulti dei giardini di Adone, ho trovato anche molto bisogno di preghiera». Elementi laici e religiosi s´intrecciano nei riti pasquali, come la lotta del bene contro il male, che a Prizzi vede il diabolico male che balla e corre per le strade. A Piana degli Albanesi, ancora oggi, la domenica di Pasqua si distribuiscono per la strada uova colorate di rosso, colore utilizzato anche dai romani, come testimonia Plinio, per il suo potere apotropaico di distruggere ogni influsso malefico. Ma c´è anche chi non può non registrare come la forte componente emotiva si vada, tuttavia, perdendo negli anni. «Si va sempre più verso la laicizzazione - afferma Aurelio Rigoli docente di Storia delle tradizioni popolari all´università di Palermo - Quando una tradizione perde l´anima tutto ciò che resta in superficie è consumistico. Siamo un popolo che rigetta le tradizioni così come rinnega la propria storia. Basti pensare al cibo: le festività scandivano le stagioni. Alcune pietanze erano pasquali perché specifiche di quel periodo dell´anno, oggi tutto si può trovare in qualsiasi periodo. Altre cose non interessano più. Pensi al pane con le uova, che univa i due alimenti simbolo per eccellenza, oggi, praticamente, non esiste quasi più. Non ci rendiamo conto che una società è tale fino a che riconosce i propri simboli e vi rimane fedele, noi ci stiamo avviando verso un non riconoscimento».

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quando la raffineria si chiamava anic (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 11 - Livorno Quando la raffineria si chiamava Anic L'ex direttore Mollo racconta la storia dell'impianto LIVORNO. La storia dello stabilimento Anic di Stagno è stata l'argomento di una conferenza tenuta nei giorni scorsi dall'ingegner Gabriele Mollo in passato direttore dell'impianto, nell'ambito delle iniziative promosse presso l'Isis "Niccolini-Palli" dall'Associazione Pro Liceo Classico "professoressa Anna Aurili". La nascita del grande stabilimento petrolchimico livornese si inserisce nella politica di autarchia lanciata negli anni '30 dal regime fascista per ovviare alle sanzioni economiche inflitte dalla Società delle Nazioni all'indomani dell'attacco italiano all'Etiopia ed in vista di un'eventuale guerra. Nel 1936 viene così fondata a Roma l'Anic (Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili), una società a capitale misto pubblico-privato che vede fra i soci l'Agip, l'Aipa (Azienda Italiana Petroli Albanesi) e la Montecatini di cui era presidente il livornese Guido Donegani. Lo scopo è di realizzare due stabilimenti gemelli, a Bari ed a Livorno, nella zona paludosa di Stagno, per produrre benzina sintetica ricavandola dal carbone e dagli scisti bituminosi albanesi adottando il processo Bergius largamente impiegato dal colosso chimico tedesco IG-Farben che per tutta la Seconda Guerra Mondiale rifornirà di combustibili sintetici le forze armate naziste in mancanza del petrolio d'importazione. Della benzina sintetica alla fine però non se ne fece di nulla e lo stabilimento Anic di Stagno, inaugurato nel 1938, verrà quindi destinato a raffineria di petrolio proveniente prima dal Messico e quindi dall'Est europeo ottenendo idrocarburi leggeri mediante cracking (o piroscissione). Gravemente danneggiato dai bombardamenti americani nel 1943 e poi depredato dai tedeschi, lo stabilimento fu ricostruito nel 1953 dopo gli accordi con la Standard Oil (Esso e poi Exxon) dando vita alla Stanic specializzata nel trattamento del greggio arabico per la produzione di lubrificanti. Sfiorata la liquidazione della società per il contrasto con l'Eni di Mattei, fermo oppositore delle cosiddette "Sette sorelle", la Stanic conobbe un forte ammodernamento negli anni '70 (finanziato proprio dall'Eni) compresi gli impianti di protezione ambientale. Nel 1982 la quota azionaria della Esso fu quindi rilevata dall'Agip. Attualmente la raffineria di Stagno, una delle più importanti in Italia ed in Europa, è la maggior produttrice di lubrificanti del Gruppo Eni, in grado di lavorare oltre 5 milioni di tonnellate/anno di greggio e di produrre oltre mezzo milione di tonnellate/anno di lubrificanti di alta qualità, oltre a benzine, paraffine, gasoli, kerosene, olii combustibili e bitumi per una forza lavoro diretta di oltre 500 addetti (sola raffineria) ed alcune centinaia nell'indotto: un grande impianto che da qualche mese si trova al centro di una complessa vicenda sul suo futuro produttivo ed occupazionale che si spera possa concludersi rapidamente e in maniera positiva.

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L'AMMINISTRAZIONE comunale e gli enti, pubblici e privati, che sostengono lo... (sezione: Cultura)

( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

FAENZA pag. 9 L'AMMINISTRAZIONE comunale e gli enti, pubblici e privati, che sostengono lo... L'AMMINISTRAZIONE comunale e gli enti, pubblici e privati, che sostengono lo sbarco' a Faenza di ulteriori corsi universitari, stanno per annunciare l'effettivo avvio delle lezioni previste nel complesso edilizio degli ex Salesiani. Nelle ultime settimane ci sono stati passaggi di carattere burocratico-amministrativo di non velocissima soluzione, tanto che erano state annunciate due conferenze per presentare l'accordo e il concreto avvio dei corsi. Ma ora, in effetti, il Senato accademico dell'Alma Mater si è riunito ed ha dato il proprio via libera ai corsi, di cui ormai a Faenza si parla da anni, cioè da quando è stata creata una società mista pubblico-privata, Faventia Sales', che gestirà la complessa materia universitaria in centro storico. La riunione del Senato accademico risale al 7 aprile, ed ora l'amministrazione è in attesa del formale via libera. Intanto, si stanno per affidare gli interventi edilizi per adeguare i locali. E così, dopo Chimica dei materiali e tecnologie ceramiche in via Granarolo e Vitivinicoltura a Tebano, Faenza potrà ospitare corsi a carattere sanitario e corsi di alta formazione nel settore delle Scienze politiche. Nel dettaglio, gli ex Salesiani accoglieranno i corsi formativi dell'ateneo di Bologna-polo di Ravenna per scienze infermieristiche, logopedia e fisioterapia. Per quanto riguarda i corsi per infermieri, da segnalare una curiosità': Faenza li ospitava già anni orsono nel complesso del seminario in viale Stradone. Erano legati all'università di Ferrara, poi si esaurirono, ma ora tornano, collegati al polo bolognese-ravennate. Sarà l'Ausl ravennate a fornire gli spazi necessari allo svolgimento delle lezioni sanitarie ai Salesiani. «A ottobre questi corsi iniziano», conferma il vicesindaco Elio Ferri. Poi, più avanti nel tempo, i Salesiani ospiteranno i dottorati di ricerca: il Centro studi universitari sui Balcani di Forlì allestirà qui un corso di Diversity management', ossia governo delle differenze; farà parte del corso di studi del professor Stefano Bianchini di Forlì e formerà figure professionali in grado di gestire un territorio caratterizzato appunto da differenze etniche, sociali ecc.. Arriverà anche un dottorato sullo Sviluppo agricolo ecocompatibile', del professor Andrea Segrè, preside di Agraria a Bologna. E ancora, Nanotecnologie e materiali ceramici'. Ma quanti studenti potrebbero essere attirati dai corsi per infermieri, logopedisti e fisioterapisti? Una prima stima parla di 400-500 unità, alle quali vanno aggiunti quanti frequenteranno i dottorati di ricerca, forse un centinaio di persone. Per parecchi di questi, magari provenienti da fuori provincia, si presenterà il rebus di un eventuale alloggio da reperire in affitto in città o poco fuori. Pare infatti che gli ex Salesiani non dovrebbero ospitare gli studenti dei corsi sanitari, ma quelli legati al Centro studi dell'Europa balcanica. Come valvola di sfogo, pur se non di grandi dimensioni, potrebbe essere utilizzato anche lo studentato ricavato a Palazzo Borghesi, in via Tonducci, dal Comune. E' pronto ed è vuoto. m.m.

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E' autore di oltre 250 pubblicazioni (sezione: Cultura)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura , Cervelli

ROVIGO pag. 6 E' autore di oltre 250 pubblicazioni IL CURRICULUM di MARISTELLA CARBONIN IL MONDO della ricerca, in Italia, fa binomio troppo spesso con quel fenomeno che è riassunto nell'espressione, quasi tragicomica, fuga di cervelli'. Ma il mondo della ricerca, per fortuna, non è solo questo. Ci sono molte eccellenze, nel nostro Paese, che hanno la fortuna di poter portare avanti il loro lavoro e di riuscire affermarsi anche oltre oceano. SERGIO Bortolini, 41 anni, di Badia Polesine, docente di Protesi dentaria all'Università di Modena, uno studio dentistico a Santa Maria Maddalena, la scorsa settimana è salito sul palcoscenico internazionale del congresso Iadr a Miami Beach, il più importante appuntamento mondiale per il mondo dell'odontoiatria perchè consente di mettere a confronto i risultati della ricerca scientifica di tutte le Università del mondo. I numeri danno l'idea dello spessore dell'evento: settemila iscritti, 500 presentazioni orali, 1.600 poster con i risultati delle ricerche cliniche applicate provenienti da tutti i continenti del globo. Bortolini faceva parte di una delegazione interamente composta da odontoiatri della Clinica Odontoiatrica dell'Università di Modena, diretta dal professor Ugo Consolo, ed è volato oltreoceano insieme al dottor Alfredo Natali, docente a contratto di Materiali dentali dello stesso ateneo, e al dottor Andrea Berzaghi, assegnista di ricerca. «IL NOSTRO contributo scientifico al congresso spiega Bortolini si è concretizzato in due progetti di ricerca preclinica di base, entrambi autofinanziati con fondi privati ottenuti da aziende del settore dentale che hanno creduto nel programma multidisciplinare di innovazione tecnologica messo a punto assieme al Dimec, il dipartimento di ingegneria meccanica e civile dell'Università di Modena». Il gruppo di ricerca coordinato da Bortolini ha presentato al congresso di Miami un progetto che individua «nel complesso mondo dei materiali dentali ad elevata biocompatibilità due linee di ricerca originali e inedite». E che hanno riscosso molto interesse in molti gruppi di ricerca statunitensi per l'originalità e la concretezza del progetto. «SI TRATTA di una ricerca di base preclinica cui è seguita una fase preliminare di sperimentazione clinica sull'uomo che ha evidenziato notevoli evoluzioni rispetto ai materiali tradizionali spiega il professor Bortolini : la tecnologia realizzativa dei campioni testati è stata condotta con tecnologie innovative di elevatissimo contenuto tecnologico». Pochissimi gruppi di ricerca si sono concentrati su questi progetti, nel panorama internazionale: a Miami, ad esempio, soltanto una delegazione turca aveva presentato una ricerca sullo stesso tema, ma senza arrivare alla sperimentazione clinica sull'uomo. ANCHE per questo il lavoro della delegazione polesana-modenese' si è distinto ed il progetto ha portato a casa notevoli apprezzamenti a livello scientifico. «Il confronto competitivo con le titolate università estere ha commentato il professor Bortolini (accompagnato a Miami anche dai fratelli Franco e Carlo, che lavorano nello studio dentistico di Santa Maria Maddalena) non è un compito facile per un gruppo giovane come il nostro in un momento così difficile per l'università italiana, in crisi di risorse ma non di idee nè di talenti». «ORA aggiunge il professor Bortolini si tratta di cercare gli spazi per l'applicazione clinica sull'uomo che sembra promettere cambiamenti impensabili fino a pochi anni fa con una contemporanea significativa contrazione dei costi di produzione. L'obiettivo di migliorare l'offerta odontoiatrica sociale, rivolta alle fasce economicamente deboli della popolazione, potrebbe essere arrivata a una svolta epocale».

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SERGIO BORTOLINI (nella foto) è professore associato di Malattie Odontostomatologiche e docente... (sezione: Cultura)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

ROVIGO pag. 6 SERGIO BORTOLINI (nella foto) è professore associato di Malattie Odontostomatologiche e docente... SERGIO BORTOLINI (nella foto) è professore associato di Malattie Odontostomatologiche e docente di Protesi Dentaria all'Università di Modena e Reggio Emilia. E' responsabile del servizio di Protesi Dentaria e terapia dei disordini cranio mandibolari della Clinica Odontoiatrica Universitario Ospedaliera di Modena, diretta dal professor Ugo Consolo. Divide la sua attività tra l'insegnamento, l'attività assistenziale e la ricerca clinica applicata. Ha svolto attività di ricerca presso l'Università di Verona, Ferrara, Bologna e Modena-Reggio Emilia. Esercita la libera professione a Santa Maria Maddalena, con particolare riferimento alla terapia degli edentulismi parziali e totali mediante ricostruzioni protesiche convenzionali e implantologiche realizzate con materiali estetici ad elevata biocompatibilità. Sergio Bortolini è autore di circa 250 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali e di quattro libri di testo di cui uno tradotto in quattro lingue.

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Maironi da Ponte, dove la scuola non è un'Isola (sezione: Cultura)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Maironi da Ponte, dove la scuola non è un'Isola --> Allievi in crescita all'Istituto di Presezzo: oltre 1.000 gli iscritti. Nuovi indirizzi per far fronte alle esigenze del territorio In rete con istituzioni e imprese per una formazione mirata. Studenti monitorati per ridurre l'insuccesso scolastico Domenica 12 Aprile 2009 PROVINCIA, pagina 24 e-mail print Presezzo L'identikit dell'Istituto superiore Maironi da Ponte è condensato in cento pagine di bilancio sociale, dal quale risulta subito evidente l'impegno della scuola sul fronte dell'orientamento. Oggi l'istituto conta 1.069 studenti, equamente divisi tra liceo scientifico e Itc. «Tre anni fa c'è stato il boom dei licei - spiegano i docenti - ma il nostro istituto tecnico ha tenuto il passo» e così nell'anno scolastico in corso si contano 496 iscritti all'Itc (che forma ragionieri e periti aziendali) e 573 al liceo (tre gli indirizzi: fisica, scienze naturali e lingua). Nel complesso gli iscritti vanno crescendo. Negli ultimi sette anni sono aumentati di quasi il 34%; arrivano da tutta l'Isola e dalla Bassa Val San Martino, ma anche dai due Almenno, Palazzago, Strozza e Barzana. Nuovi indirizzi in vista Gli spazi (cronico problema in due istituti superiori su tre) allo stato attuale sono sufficienti, anche se la crescita dell'istituto ha richiesto qualche sacrificio (i docenti hanno rinunciato alla sala professori per un'aula in più) e alcuni interventi di razionalizzazione; ma rispetto ad altre scuole della Bergamasca qui la situazione è rosea. Aule e laboratori non mancano, le attrezzature nemmeno e ci sono persino due palestre e un'area fitness (a differenza del vicino Istituto Ambiveri costretto a mandare i ragazzi fuori sede per l'ora di educazione fisica). In attesa che la riforma delle superiori prenda corpo, si pensa ad accrescere l'offerta formativa con l'aggiunta di un Istituto tecnico turistico e di un liceo classico. «Per quest'ultimo la sperimentazione era già stata avviata - spiegano i docenti - poi è stata fermata dal ministero in vista della riforma». Insieme all'Ambiveri il Maironi da Ponte è punto di riferimento per i giovani in età scolare di tutta l'Isola e questo fa sì che «sia tale la richiesta di formazione che qualunque nuovo indirizzo avrebbe un numero sufficiente di studenti per essere attivato» spiega Damiano Previtali, preside dell'istituto sino a quando, in virtù di un recente incarico al ministero dell'Istruzione, è stato sostituito dal reggente, Aldo Consoli. orientamento e formazione Uno dei punti di forza del Maironi da Ponte - si diceva - è l'orientamento. Tre gli ambiti di azione: si lavora sui ragazzi di terza media attraverso interventi nelle scuole e open day, sugli studenti di quarta e quinta superiore alle prese con la scelta tra università e lavoro, e sul riorientamento di quanti, nel corso del biennio, decidano di cambiare indirizzo. Il progetto Lires (Lettura integrata risultati ed esiti scolastici) punta a cambiare volto all'orientamento, trasformandolo da meramente informativo a formativo. «Insieme agli insegnanti orientatori delle medie - spiegano i professori - costruiamo le prove d'ingresso evidenziando in questo modo quali sono le materie che i ragazzi devono conoscere meglio». Il Maironi da Ponte è stato tra i primi istituti superiori della Bergamasca ad avviare questo progetto, «nell'ottica di un lavoro di rete focalizzato sulla metodologia della valutazione e sulla qualità dell'apprendimento, con il duplice obiettivo di informare l'utenza e ridurre l'insuccesso scolastico». Lires prevede il monitoraggio degli studenti, man mano che procedono negli studi, e un dialogo costante con le scuole del territorio, come si legge nel bilancio sociale, strumento annuale di «rendicontazione sociale dell'istituto» che negli anni scorsi si è guadagnato il plauso del ministero per la Pubblica amministrazione e il premio nazionale «Sodalitas social award». In rete con istituzioni e imprese «Siamo convinti che la scuola - nota il vicepreside Danilo Brembilla - debba far parte di una rete organica con le istituzioni e le forze del territorio. Per quel che ci riguarda i rapporti sono già buoni, ma puntiamo a rafforzare la collaborazione». Un rapporto di cooperazione che si basa su un dato acquisito: «L'Isola ha un assoluto bisogno di tecnici e di personale qualificato». I diplomati all'Itc trovano lavoro, le imprese del territorio sono ancora in grado di dar loro un'occupazione, mentre i liceali vanno quasi tutti all'università, prediligendo le facoltà scientifiche come Ingegneria e Medicina. Promoisola e Confindustria - spiega la direzione scolastica - hanno espresso la volontà di costruire un'antenna del lavoro, un centro in grado di monitorare le scuole dell'Isola e recepire le esigenze lavorative del territorio che ancora chiede, nonostante la crisi, ingegneri meccanici, periti aziendali e tecnici. Camilla Bianchi 12/04/2009 nascosto-->

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(sezione: Cultura)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

«Il futuro si chiama università» --> Domenica 12 Aprile 2009 PROVINCIA, pagina 24 e-mail print Presezzo «Ci preoccupa la situazione della presidenza» confessano i rappresentanti dell'Associazione genitori del Maironi da Ponte, al secondo anno di reggenza dopo il distacco del dirigente scolastico Damiano Previtali, nominato responsabile dell'Area valutazione del personale scolastico-Invalsi. «Ci vorrebbe un preside a tempo pieno, il reggente Aldo Consoli si deve occupare anche di un altro istituto e i due vicepresidi (Danilo Brembilla e Gianmario Colombo ndr) fanno quello che possono, ma non basta, l'istituto è grande e c'è molto da fare». I genitori dichiarano che alcune iniziative avviate gli anni scorsi sono già state tagliate e temono che la situazione vada peggiorando. Anche i ragazzi vorrebbero un preside a tempo pieno e pur riconoscendo la bontà dell'operato di quanti reggono oggi le sorti della loro scuola, reclamano una presenza fissa in presidenza. Giudizio più che lusinghiero, da parte degli allievi, sul corpo docente. I rappresentanti degli studenti parlano di «insegnanti validi» con i quali dicono di avere «ottimi rapporti». «La gran parte dei nostri professori favorisce il lavoro di gruppo e la collaborazione tra noi studenti - afferma Chiara Piazzalunga, liceale di 18 anni -, peccato che la rappresentanza studentesca sia carente, pochi di noi si danno da fare e si interessano alla vita della scuola; ben vengano, a questo proposito, i corsi di formazione per i rappresentanti di classe». Promosso a pieni voti anche lo strumento del bilancio sociale. Silvia Pasulo, 17 anni, allieva del liceo a indirizzo naturalistico, tiene a sottolineare «l'utilità di questo strumento non solo per le famiglie ma anche per noi studenti e per chi frequenterà questa scuola dopo di noi». A proposito di futuro, la gran parte dei liceali del Maironi sembra decisa a proseguire gli studi, ma per molti la scelta della facoltà è rimandata a dopo la maturità. Chiara Cimini, 18 anni, indirizzo linguistico, studia francese e inglese e per quest'ultimo ha già ottenuto la Certificazione delle competenze linguistiche (opportunità che l'istituto fornisce a tutti i suoi allievi ormai da qualche anno). «Cosa farò da grande? L'ingegnere, oppure mi dedicherò alla ricerca scientifica», spiega Chiara. Sempre più spesso scelgono di proseguire gli studi anche gli studenti di Ragioneria, nemmeno loro pressati dall'esigenza di trovarsi un'occupazione a breve. Silvia Rigamonti, 18 anni, racconta che non si accontenterà del diploma di corrispondente in lingue estere, «ho voglia di studiare - dice - e non sono ancora pronta per il mondo del lavoro». Daniele Carminati, 18 anni, anche lui aspirante ragioniere, si iscriverà ad Economia e Commercio, «ma non a Bergamo, ho voglia di cambiare ambiente, credo proprio che andrò alla Bocconi, a Milano». Stessa scelta («Economia e commercio») per il 17enne romeno Mircea Simionica, che, fra tutti, sembra essere quello con le idee più chiare: una volta finito il corso di Ragioneria si iscriverà all'Università di Bergamo, con l'obiettivo, una volta laureato, di «trovare un impiego in banca». C. B. 12/04/2009 nascosto-->

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Li Madou è un giacimento, il passepartout che ci apre a ogni parte della Cina, la... (sezione: Cultura)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 12-04-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Pesaro))

Argomenti: Cultura

Domenica 12 Aprile 2009 Chiudi di ROSALBA EMILIOZZI «Li Madou è un giacimento, il passepartout che ci apre a ogni parte della Cina, la carta decisiva per l'economia. E il professor Filippo Mignini è uno studioso di spessore del padre gesuita, il suo contributo è utile, il suo pensiero di storico aiuta il confronto, la ricerca e la valorizzazione». Queste le parole del presidente Giulio Silenzi, a capo della Provincia di Macerata, ente che fa parte del Comitato promotore delle celebrazione per il quarto centenario della morte di padre Matteo Ricci. Ribadita l'importanza "mediatica" del maceratese più famoso in Cina, Silenzi ha parole di stima per il professor Mignini, direttore dell'Istituto Ricci e curatore delle opere del religioso-scienziato. Per il docente universitario, attaccato nei giorni scorsi dal consigliere Federico Valori che ne aveva messo in dubbio il profilo professionale, è l'ennesimo attestato di stima e solidarietà (quasi tutti in privato, solo due pubblici quello del sindaco Giorgio Meschini e di Silenzi). Interpellato in merito Adriano Ciaffi, presidente del Comitato, non ha voluto rilasciare dichiarazioni preferendo rinviare tutto «a dopo Pasqua», dice. Eppure Matteo Ricci ha bisogno di azione. Il Comitato fa fatica a programmare il calendario di avvenimenti e la realizzazione di progetti come il museo permanente. Il motivo? Soprattutto la carenza e poca certezza dei fondi per le celebrazioni ricciane. «I nostri soldi sono certi afferma Silenzi (l'ente Provincia ha stanziato 150 mila euro, come il Comune di Macerata, ndr) ma non sappiamo quanto sarà il finanziamento nazionale, mentre il programma è ambizioso». Sponsor privati non ce ne sono e intanto il tempo scorre, il 2010 si avvicina e Macerata rischia di arrivare in ritardo a quello che sarà un evento di portata mondiale e che dovrà in qualche modo caratterizzare la città. «Un museo su padre Matteo Ricci serve per il turismo e dobbiamo realizzarlo dice ancora Silenzi ai cinesi in visita, che saranno nei prossimi cinque anni i turisti in esplosione, assieme a Venezia e Firenze, potremmo proporre Macerata patria di Lu Madou, con un museo interattivo ben fatto. Poi possiamo offrire anche la lirica, la buona cucina e la Pinacoteca». Ma senza il Ricci Memorial come chiama Mignini l'esposizione permanente sulla figura del padre gesuita (dovrebbe sorgere nei locali dell'ex museo della carrozza o a palazzo Trevi Senigallia in via Santa Maria della Porta, oggi in restauro) la città non avrebbe appeal per il popolo cinese. C'è poi l'aspetto coesione da non sottovalutare nel cammino dell'organizzazione delle celebrazioni. A porre l'accento su una maggiore unitarietà è Gianfranco Borgani, consigliere dell'Istituto Matteo Ricci per le relazioni con l'Oriente. «Credo che dovremmo recuperare un senso ricciano dice Borgani trovare le ragioni comuni di questa terra. Facciamo tutti un passo indietro e facciamo fare un passo avanti alle istituzioni in modo che venga valorizzato il giacimento umano e culturale di questo grande uomo. Non ha senso che l'Università vada in Cina a fare un convegno solo con la Curia. E' vero che lo hanno fatto con risorse proprie, ma dovremmo ricercare il gioco di squadra, recuperare il buonsenso, metterci insieme per una regia comune». «Ci stiamo giocando le ultime possibilità e il Governo è il grande assente. Dov'è il suo stanziamento?» domanda infine Borgani.

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L'Itis Bernocchi premiato dall'Università di Brescia (sezione: Cultura)

( da "Giorno, Il (Legnano)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

LEGNANESE pag. 6 L'Itis Bernocchi premiato dall'Università di Brescia LEGNANO SI CONSOLIDA il prestigio dell'Itis Bernocchi. Qualche giorno fa, alla Facoltà di Ingegneria meccanica dell'Università di Brescia, si è svolta la cerimonia di premiazione degli istituti scolastici italiani vincitori del concorso "Premio Adm scuole 2008", bandito dall'Associazione nazionale disegno di macchine. dell'anno 2008. Il professore Stefano Tornincasa del Politecnico di Torino ha ringraziato le scuole partecipanti al concorso, tra le quali anche l'istituto tecnico legnanese. L'Itis Bernocchi, come si ricorderà, ha ottenuto il secondo posto nella provincia di Milano e l'ottavo posto nella classifica nazionale (ex aequo con l'istituto superiore "Bucci" di Faenza, che ha realizzato una punzonatrice). IL DOCENTE di Disegno meccanico, Luigi Bello, ha accompagnato alla giornata bresciana gli allievi Andrea Cerini e Simone Giuriola, della quarta sezione meccanica: professore e studenti hanno così ritirato l'attestato di partecipazione. I ragazzi (insieme allo studente Dario Suigo, della classe quinta) avevano progettato una pressa. La realizzazione aveva fatto seguito alla partecipazione al "Solid Technology" di Cinisello Balsamo: un seminario tra gli studenti e i responsabili dell'azienda, i quali avevano illustrato il software di progettazione 3D Solidworks. L'iniziativa era finalizzata alla conoscenza e allo sviluppo della progettazione del disegno meccanico 3D, sulla quale l'Adm aveva bandito il premio. S. V.

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IN UNA RICERCA pubblicata da David R. Webb (Associate Director Center for Sports ... (sezione: Cultura)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

AGENDA E LETTERE pag. 8 IN UNA RICERCA pubblicata da David R. Webb (Associate Director Center for Sports ... IN UNA RICERCA pubblicata da David R. Webb (Associate Director Center for Sports Medicina, Saint Francisco Memorial Hospital) si può leggere che i ragazzi impegnati in attività di ginnastica e di rafforzamento fisico «sono in effetti esposti ad un certo tipo di lesioni lombari sia secondarie a flessioni o a torsione (ad esempio ernie dei dischi, stiramenti dei muscoli paraspinali), che secondarie ad estensioni (sindrome delle faccette articolari)» e che «i giovani che non hanno raggiunto ancora la maturità scheletrica possono andare facilmente incontro a fratture articolari da sforzo». Nello stesso studio l'autore evidenzia che negli adolescenti, che si trovano al 1° o 2° stadio dello sviluppo, la ginnastica di rinforzo non sarebbe in grado di aumentare, in maniera significativa, la forza muscolare. Questa breve sintesi ci porta a riflettere sulla ginnastica di rinforzo e a considerare se essa in alcune sue forme possa nuocere al ragazzo. Le esercitazioni troppo spesso includono slanci delle braccia con estensioni del corpo, flessioni del busto avanti, flesso-rotazioni che, in un adolescente in fase di crescita e di maturazione scheletrica, potrebbero provocare traumi. Le considerazioni per evitare traumi durante la ginnastica sono almeno tre. A livello primario è bene ricordare che ogni esercizio è sempre in rapporto a forze interne e forze esterne e cioè in rapporto alle capacità fisica del ragazzo e allo sforzo che produce il tipo di esercitazioni. A livello secondario, flessioni e torsioni, oltre a provocare alterazioni dei processi nutritizi, provocano anche alterazione del metabolismo cellulare. E' bene quindi limitarle. A livello terziario alcuni processi riflessi agiscono sull'irrorazione dei tessuti e possono provocare fenomeni dolorosi sulle strutture di sostegno. Pertanto, prima di avviare un adolescente a qualsiasi attività sportiva occorre sempre ascoltare il parere del medico sportivo. Paolo Raimondi

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di PAOLO BARTALINI e ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il lampadario... (sezione: Cultura)

( da "Nazione, La (Siena)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

PRIMO PIANO pag. 2 di PAOLO BARTALINI e ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il lampadario... di PAOLO BARTALINI e ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il lampadario che ballano' per alcuni interminabili secondi. E qualcuno, per la paura, scende in strada. E' accaduto ad alcuni residenti in frazioni e località di Castellina in Chianti (Salivolpe, Croce Fiorentina, Fonterutoli, Cavallari) e di Poggibonsi (La Strolla), svegliati dalla scossa dell'altra notte. «Il pensiero, inutile negarlo, è corso immediatamente all'Abruzzo confessano alcuni anche se, a ripensarci adesso, non possiamo certo paragonare la magnitudo 2.3 dell'altra notte qui in Valdelsa e nel Chianti con l'intensità del 6 aprile in provincia dell'Aquila». ALLA STROLLA gli abitanti hanno lasciato temporanamente le loro case subito dopo le 4,28, ora dell'evento sismico. A malapena sono riusciti a indossare i pantaloni o un maglione. Poi nessun altro segnale di pericolo. «Ma io non sono ancora tornata a dormire», ha rivelato ieri pomeriggio al telefono una signora. Nel centro di Poggibonsi, B.E. ha notato delle piccole lesioni interne nel suo appartamento in zona Vallone. «Ho avvertito i vigili del fuoco racconta che hanno scattato fotografie ed effettuato tutti i necessari controlli alle strutture, escludendo qualsiasi complicazione in merito alla sicurezza e all'agibilità dell'edificio. Meglio così. Provvederò in seguito all'imbiancatura e agli opportuni lavori». A Bellavista il cane Rex, abbaiando forte intorno alle 4,28, avrebbe in qualche modo avvertito in anticipo il movimento. «La reazione del nostro cane lupo spiega Alessandro potrebbe essere anche da collegare al terremoto». A Colle il signor Aldo ha udito nel sonno il botto e ha immaginato la caduta di qualche oggetto. «Poi mi sono accorto che tutto era in ordine. Solo in un secondo istante ho pensato al terremoto». In alcuni casi, è stato il sonno ad allontanare ogni timore. «Ho sentito in effetti qualcosa di anomalo durante la nottata spiega il poggibonsese B.P. però mi sono riaddormentato in fretta. Al mattino neanche ricordavo dell'accaduto. Fuori, però, la gente parlava del terremoto e allora ho messo in relazione i due episodi». LA SCOSSA DI TERREMOTO è stata lieve ma l'hanno avvertita distintamente anche sotto le torri. Intorno alle 4,28 di ieri alcuni cittadini che abitano a sud del centro storico, nel quartiere di porta San Giovanni fino a lambire piazza della Cisterna, si sono accorti del sisma perché ancora svegli o nel dormiveglia. Il terremoto è stato avvertito nell'area vicino a Piandornella e in Bonda, dove in tempi passati è stata consolidata la zona con "iniezioni" di cemento armato per il pericolo di smottamento di tutto il quartiere nella vallata di "Ragnaia". Dagli alberghi del centro pieni di turisti però nessun allarme. Qualcuno l'ha scambiata per una forte ventata di alberi dal rumore delle foglie che ha smosso la casa. Dall'altra parte del paese, a nord di porta San Matteo e periferia, non si è mosso foglia. Il sonno è stato tranquillo. Nessun danno e niente «repliche» in una città che dall'altra sera registra il tutto esaurito. Invasa dal turismo di Pasqua come ai bei tempi, soprattutto italiani ma anche spagnoli. Quanto al Chianti, il terremoto è stato avvertito distintamente a Castellina: l'epicentro è stato infatti, secondo l'Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia, proprio fra questo paese, Poggibonsi e Colle. C'è chi nel cuore della notte si è però svegliato anche a Siena per via del sisma, città che non è ad alto rischio sismico come affermato ieri a «Canale3» dal professor Enrico Mantovani, docente di fisica terrestre alla nostra Università. Image: 20090412/foto/7289.jpg

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di PAOLO BARTALINI e ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il lampadario.... (sezione: Cultura)

( da "Nazione, La (Siena)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

PRIMO PIANO pag. 3 di PAOLO BARTALINI e ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il lampadario... di PAOLO BARTALINI e ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il lampadario che ballano' per alcuni interminabili secondi. E qualcuno, per la paura, scende in strada. E' accaduto ad alcuni residenti in frazioni e località di Castellina in Chianti (Salivolpe, Croce Fiorentina, Fonterutoli, Cavallari) e di Poggibonsi (La Strolla), svegliati dalla scossa dell'altra notte. «Il pensiero, inutile negarlo, è corso immediatamente all'Abruzzo confessano alcuni anche se, a ripensarci adesso, non possiamo certo paragonare la magnitudo 2.3 dell'altra notte qui in Valdelsa e nel Chianti con l'intensità del 6 aprile in provincia dell'Aquila». ALLA STROLLA gli abitanti hanno lasciato temporanamente le loro case subito dopo le 4,28, ora dell'evento sismico. A malapena sono riusciti a indossare i pantaloni o un maglione. Poi nessun altro segnale di pericolo. «Ma io non sono ancora tornata a dormire», ha rivelato ieri pomeriggio al telefono una signora. Nel centro di Poggibonsi, B.E. ha notato delle piccole lesioni interne nel suo appartamento in zona Vallone. «Ho avvertito i vigili del fuoco racconta che hanno scattato fotografie ed effettuato tutti i necessari controlli alle strutture, escludendo qualsiasi complicazione in merito alla sicurezza e all'agibilità dell'edificio. Meglio così. Provvederò in seguito all'imbiancatura e agli opportuni lavori». A Bellavista il cane Rex, abbaiando forte intorno alle 4,28, avrebbe in qualche modo avvertito in anticipo il movimento. «La reazione del nostro cane lupo spiega Alessandro potrebbe essere anche da collegare al terremoto». A Colle il signor Aldo ha udito nel sonno il botto e ha immaginato la caduta di qualche oggetto. «Poi mi sono accorto che tutto era in ordine. Solo in un secondo istante ho pensato al terremoto». In alcuni casi, è stato il sonno ad allontanare ogni timore. «Ho sentito in effetti qualcosa di anomalo durante la nottata spiega il poggibonsese B.P. però mi sono riaddormentato in fretta. Al mattino neanche ricordavo dell'accaduto. Fuori, però, la gente parlava del terremoto e allora ho messo in relazione i due episodi». LA SCOSSA DI TERREMOTO è stata lieve ma l'hanno avvertita distintamente anche sotto le torri. Intorno alle 4,28 di ieri alcuni cittadini che abitano a sud del centro storico, nel quartiere di porta San Giovanni fino a lambire piazza della Cisterna, si sono accorti del sisma perché ancora svegli o nel dormiveglia. Il terremoto è stato avvertito nell'area vicino a Piandornella e in Bonda, dove in tempi passati è stata consolidata la zona con "iniezioni" di cemento armato per il pericolo di smottamento di tutto il quartiere nella vallata di "Ragnaia". Dagli alberghi del centro pieni di turisti però nessun allarme. Qualcuno l'ha scambiata per una forte ventata di alberi dal rumore delle foglie che ha smosso la casa. Dall'altra parte del paese, a nord di porta San Matteo e periferia, non si è mosso foglia. Il sonno è stato tranquillo. Nessun danno e niente «repliche» in una città che dall'altra sera registra il tutto esaurito. Invasa dal turismo di Pasqua come ai bei tempi, soprattutto italiani ma anche spagnoli. Quanto al Chianti, il terremoto è stato avvertito distintamente a Castellina: l'epicentro è stato infatti, secondo l'Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia, proprio fra questo paese, Poggibonsi e Colle. C'è chi nel cuore della notte si è però svegliato anche a Siena per via del sisma, città che non è ad alto rischio sismico come affermato ieri a «Canale3» dal professor Enrico Mantovani, docente di fisica terrestre alla nostra Università.

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Offerte enti pubblici Istituto casa famiglia di Cetona (rif.bando 5) ricerca n... (sezione: Cultura)

( da "Nazione, La (Siena)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

TROVALAVORO SIENA pag. 32 Offerte enti pubblici Istituto casa famiglia di Cetona (rif.bando 5) ricerca n... Offerte enti pubblici Istituto casa famiglia di Cetona (rif.bando 5) ricerca n° 2 operatori socio sanitari, mansioni: assistenza diretta a persone auto e non autosufficienti an richiede, titolo di studio: scuola media inferiore, requisiti: accesso al pubblico impiego, cittadinanza italiana o comunitaria,patente B, corso di oss e 6 mesi di esperienza di lavoro oppure osa o adb e esperienza minima 18 mesi in rsa o strutture pubbliche o private, attestato haccp. Azienda di servizi di Montepulciano cerca 1 estetista richiede titolo di studio: corso attinente alla qualifica offre sede di lavoro: Montepulciano, contratto: tempo determinato, contratto stagionale, orario di lavoro: da concordare rif. mp2124. Pizzeria di Montepulciano cerca 1 pizzaiolo richiede età minima 23 anni, patente b autopropria offre sede di lavoro: Montepulciano, contratto: tempo determinato, contratto iniziale x 3 mesi con possibilita' di trasformazione a tempo indeterminato orario serale dalle 18 in poi, orario di lavoro: serale. Ristorante enoteca di Montepulciano cerca 1 cameriere sala richiede età compresa tra i 20 e i 30 anni, titolo di studio: scuola superiore, esperienza nel settore buona conoscenza della lingua inglese patente b autopropria offre sede di lavoro: montepulciano, contratto: tempo determinato, assunzione urgente da subito con contratto stagionale, orario di lavoro: giornaliero Privato di Montepulciano cerca 1 baby sitter con mansioni accudire bimba di 7 mesi richiede titolo di studio: attinente all'educazione dell'infanzia, esperienza nel settore offre sede di lavoro: Montepulciano, contratto: tempo determinato, orario 20 ore settimanali distribuite nei giorni lunedi-mercoledi-giovedi-venerdi, orario di lavoro: giornaliero

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Dal disastro si esce con l'edilizia di qualità (sezione: Cultura)

( da "Nuova Ferrara, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

«Dal disastro si esce con l'edilizia di qualità» Il rettore Bianchi: laboratorio per case ecologiche e resistenti. La Cina ci guarda Il professor Tralli e due dottorandi passeranno le feste come volontari a controllare la statica degli edifici lesionati STEFANO CIERVO Come si ricostruisce un'economia atterrata dal terremoto? «Sfruttando anzitutto la leva dell'edilizia per sviluppare tecniche di ricostruzione antisismiche e a basso consumo su larga scala. L'Abruzzo può essere il laboratorio d'Italia e l'università di Ferrara è pronta a fare la propria parte». Il rettore Patrizio Bianchi veste due giacche quando parla della ricostruzione delle terre devastate dal sisma. Lo studioso d'economia mette subito in parallelo la situazione abruzzese con quella di molte parti della penisola, «l'apparato produttivo di quelle zone era già da ricostruire per essere stato impoverito, all'inizio del decennio, dagli abbandoni delle grandi multinazionali che l'avevano fatto uscire dalle zone a Obiettivo 1. Il terremoto darà a quest'opera di rigenerazione da un punto di riferimento ben preciso». Il rettore, poi, sa indicare gli strumenti adatti: nella prima settimana di maggio sarà in Cina dove sono «molto interessati agli strumenti di analisi e operatività antisismica su larga scala». E qui può entrare in gioco anche la nostra università, dove si è sviluppato il Centro regionale per l'edilizia e i restauri per studiare, tra l'altro, come «incorporare più tcnologia e conoscenza nelle costruzioni: è esattamente quanto serve ora in Abruzzo» fa presente Bianchi. Per il momento alle richieste di avere sul campo ingegneri ed esperti strutturalisti, avanzata alla Conferenza dei rettori dall'università dell'Aquila, Ferrara ha risposto con la disponibilità di Antonio Tralli. Il docente d'ingegneria, assieme ai dottorandi Riccardo Battaglia ed Enrico Milani, è da un paio di giorni in Abruzzo, inserito come volontario nella struttura emiliana della protezione civile: «Stiamo facendo dei sopralluoghi di agibilità, è questa la cosa più importante visto che tra poco si cominceranno le demolizioni - ha risposto ieri mattina - Ora siamo a Poggio di Roio, l'epicentro del sisma, a Villa Sant'Angelo abbiamo già dato un'occhiata». I ferraresi passeranno tutte le feste in Abruzzo, torneranno a metà della prossima settimana perchè giovedì ricominciano le lezioni. «Siamo a disposizione per aiutare l'università dell'Aquila» conclude Bianchi.

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Rettorato, in corsa i Magnifici cinque (sezione: Cultura)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Cagliari e Provincia Pagina 1021 Università. Le elezioni chiudono il ventennio Mistretta. Alle urne 1200 docenti, 160 studenti e 120 amministrativi Rettorato, in corsa i Magnifici cinque Università.. Le elezioni chiudono il ventennio Mistretta. Alle urne 1200 docenti, 160 studenti e 120 amministrativi Si vota il 21 maggio e, per il secondo turno, il 4 giugno --> Si vota il 21 maggio e, per il secondo turno, il 4 giugno In piena campagna elettorale per il Rettorato, cinque candidati si contendono la poltrona all'Università di Cagliari occupata per diciotto anni da Pasquale Mistretta. Il 21 maggio si chiude un'era. Manca più di un mese ma dentro l'ateneo cagliaritano è già partito il conto alla rovescia: tra i banchi dei 36 mila studenti e le cattedre dei 1200 docenti si respira solo aria di elezioni. Gli universitari di Castello sono in fibrillazione da tempo: dopo diciotto anni l'era Mistretta sta per chiudersi e un nuovo rettore occuperà la poltrona del Magnifico. L'appuntamento con le urne è per il 21 maggio e il 4 giugno (è scontato il secondo turno), con eventuale ballottaggio l'11 giugno. Sarà comunque un giovedì a segnare la svolta nell'università di Cagliari e a portare fortuna a uno dei cinque candidati in corsa per la carica di rettore nei prossimi quattro anni (2009-2013). I circa 1500 elettori dovranno scegliere tra due esponenti della facoltà di Medicina (l'ex preside Gavino Faa e la farmacologa Maria Del Zompo) e tre del polo economico-giuridico (manca solo Giurisprudenza): l'ex preside di Economia Giovanni Melis, Raffaele Paci e Antonio Sassu, entrambi docenti a Scienze politiche rispettivamente di Economia applicata e di Politica economica. LA SFIDA Come in politica, anche a palazzo Belgrano la sfida si giocherà fino all'ultimo voto. Il calibro dei pretendenti in campo è tale da vanificare qualsiasi pronostico della vigilia e, a ragione, nessuno osa azzardare verdetti. Tuttavia qualche mormorio circola e, visto che la competizione è molto seguita anche dalla politica, qualcosa si dice, almeno su qualcuno. Per esempio che Faa non dispiacerebbe al governo di centrodestra e soprattutto all'assessore della Sanità di An, Antonello Liori, che non ne fa certo mistero (anche perché Faa ha scritto il protocollo per le aziende miste ospedaliero-universitarie). Sull'altra sponda si troverebbero altri avversari di peso, come l'ex presidente del Banco di Sardegna Sassu (già assessore ex Pds nella giunta Palomba), Paci (vicino all'ex assessore alla Programmazione della giunta Soru, Francesco Pigliaru) e Melis (ex presidente Cis, da sempre vicino ai socialisti di Antonello Cabras). La portata dello scontro è data dal peso dei due colossi in campo, Medicina e polo economico-giuridico, dal loro peso politico e capacità di interagire con chi governa la Regione. L'ago della bilancia potrebbe essere Ingegneria, e non solo perché è tra le più grandi università e sforna ingegneri che lavorano in tutto il mondo ad appena sei mesi dalla laurea. È anche la facoltà del rettore uscente ed è quella che, fra incarichi e consulenze esterne a comuni ed imprese, riesce a drenare più soldi delle altre. Dietro il voto, insomma, c'è un sistema di equilibri politici e di relazioni istituzionali attorno a cui si costruirà il consenso degli elettori. E forse qualcosa farà anche il vincolo di parentela tra l'attuale rettore e il cognato-preside di Economia Aldo Pavan. IL VOTO Urne aperte dalle 8 alle 19. Rettore si diventa con la maggioranza assoluta dei voti, il cinquanta per cento più uno (circa 757 preferenze) ma se si andrà al ballottaggio per vincere basterà solo un voto in più. Votano tutti i professori, i ricercatori e assistenti, il personale tecnico-amministrativo, i componenti del Consiglio degli studenti e i rappresentanti degli studenti nei Consigli di facoltà. Tra i 1500 elettori è la categoria dei ricercatori e assistenti (507 più 18) a pesare di più, col 34% dei voti. Seguono i professori associati (il 24%, circa 362) e gli ordinari (22%, 331), gli studenti (12% con circa 180 rappresentanti appena eletti) e il personale Ata (8%, 120 da eleggere il 23 aprile). Si vota nei seggi di Ingegneria, Scienze botaniche, Lingue e Cittadella di Monserrato. CAMPAGNA ELETTORALE Guardando il calendario, meno 39 giorni, la campagna elettorale dei “Magnifici 5” entra ora nel vivo anche se idee e progetti degli aspiranti rettori hanno già fatto il giro dell'ateneo, sui blog e sul bimestrale “Unica news” già in possesso degli studenti. Proprio su Internet compaiono i primi commenti, con preferenze motivate per questo o quel candidato. Dopo Pasqua il calendario è fitto di appuntamenti: si ricomincia il 16 con un incontro fra i cinque a Sa Duchessa. Temi da discutere ce ne sono, eccome: la governance dell'Università, il taglio dei fondi, il futuro dei ricercatori, i corsi, i 12mila fuori corso, le tasse (tra le più basse d'Italia), le borse di studio, il campus. La posta in gioco è alta: sulla poltrona di Magnifico Rettore si siederà chi avrà in mano la ricetta più convincente per rilanciare l'Università che, con le sue tremila buste-paga, è l'istituzione più importante dopo “mamma” Regione. CARLA RAGGIO

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Una neuroscienziata contro 4 uomini (sezione: Cultura)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Cagliari e Provincia Pagina 1021 I candidati. Maria Del Zompo, Gavino Faa, Giovanni Melis, Raffaele Paci e Antonio Sassu Una neuroscienziata contro 4 uomini I candidati.. Maria Del Zompo, Gavino Faa, Giovanni Melis, Raffaele Paci e Antonio Sassu --> Quattro uomini contro una donna. La neuroscienziata di fama internazionale Maria Del Zompo , è l'unico candidato in gonnella: potrebbe passare alla storia come la prima donna-rettore in Sardegna. Nata a Cagliari 58 anni fa, è docente di farmacologia a Medicina e direttore del Dipartimento di Neuroscienze dal 2007. Ha organizzato, per la prima volta in Italia, il XIV World Congress on Psychiatric genetics. Quattro anni fa era stata nominata da Mistretta prorettrice: si è dimessa due anni dopo. Da Medicina arriva pure l'ex preside (dal 2002 al 2008) Gavino Faa , anatomo patologo di Masullas, quasi 57enne. Professore ordinario di Anatomia patologica, di cui ha diretto per sei anni la scuola di specializzazione, dirige la divisione di Anatomia e Istologia del San Giovanni di Dio, all'interno dell'Azienda mista. Faa è tra gli estensori del protocollo d'intesa tra Università e Regione per la creazione delle aziende miste della Sardegna. Raffaele Paci , sassarese, 53 anni, è il più giovane candidato. Ex preside di Scienze politiche (anche lui per sei anni), è professore di Economia applicata, direttore del Crenos (centro di ricerche economiche interuniversitario) e nel curriculum una lista di conferenze in giro per il mondo. L'ex preside della facoltà di Economia e commercio, Giovanni Melis , 63 anni di Cagliari, è professore di Economia aziendale e coordinatore di diversi progetti di ricerca. È stato presidente del Credito industriale sardo. È un economista anche Antonio Sassu , 68 anni, ordinario di Politica economica a Scienze politiche, ex presidente del Banco di Sardegna ed ex assessore nella giunta Palomba. Da più di 25 anni si occupa di cambiamento tecnologico e della diffusione delle innovazioni. Ha creato una banca dati dei brevetti italiani. Cinque aspiranti al trono di rettore, per ora: tra una votazione e l'altra, però, si potrebbe fare avanti anche un nuovo candidato (entro 5 giorni dal primo voto), come prevede il regolamento. (c.ra.)

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Un distretto hi tech contro la crisi (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Lombardia data: 12/04/2009 - pag: 13 Università dell'Insubria, Fondazione San Matteo e 26 aziende unite per dar vita a una «piattaforma tecnologica» Un distretto hi tech contro la crisi Sfida sull'asse del Ticino. «Per uscire dal tunnel meglio l'innovazione che l'edilizia» La «cordata» servirà a unire le forze per avviare nuova ricerca, esplorare i mercati, ottenere finanziamenti DAL NOSTRO INVIATO VARESE Scommettere sul mattone per rilanciare l'economia? Roba vecchia, meglio puntare tutto sui settori del futuro. Il progetto che sta per decollare tra le province di Varese, Milano e Pavia (battezzato Distretto delle nuove tecnologie e delle scienze per la vita) ribalta di 180 gradi il piano casa ipotizzato dal governo per svincolarsi dalla crisi: un'università, un istituto di ricerca di livello europeo, 26 aziende e altri partners istituzionali hanno deciso di creare una cordata che metta assieme tutte le eccellenze piccole ma numerose sparse sul territorio in fatto di biotech, farmaceutica, ricerca medicosanitaria e tecnologie del domani. Il progetto è già entrato nel vivo: l'unione di tutte queste realtà consentirà a breve di sommare le forze per avviare programmi di ricerca, esplorare nuovi mercati, mettere a punto prodotti, ottenere finanziamenti. L'idea di creare il distretto «high tech» è partita da Alberto Onetti, docente di economia all'università dell'Insubria di Varese, che è riuscito a riunire tutti i soggetti interessati. «Il punto di partenza racconta Onetti nasce da una semplice osservazione della nostra realtà: in quella parte di Lombardia che possiamo identificare con l'asse del fiume Ticino ci sono dei 'campioni isolati', ossia aziende che nel loro particolare settore sono leader a livello internazionale ma poco radicate sul territorio. Occorre dunque potenziare questi legami, farle attecchire e metterle in rete tra loro». Se l'Italia uscirà dalla crisi in atto con i connotati economici cambiati, dunque, meglio giocare d'anticipo e scommettere su settori che garantiscono margini di sviluppo ed effetti a cascata maggiori. In contraddizione con l'assunto più volte affermato nelle ultime settimane in base al quale «se il mattone vola, l'economia vola». «A nostro giudizio prosegue Onetti meglio puntare su settori che crescono e che generano valore invece che continuare a cercare di tenere in vita settori maturi. A questo proposito, volendo riassumere il concetto con degli slogan, il piano casa appare come un'azione tampone di breve periodo, mentre il progetto dell'asse del Ticino è una strategia anticrisi sostenibile nel tempo ». L'humus che si è andato formando in questi anni nel territorio interessato al progetto nasce dall'evoluzione di aziende tradizionali (nel settore chimico e meccanico in primis) ma che adesso possono trasformarsi in vere e proprie piattaforme tecnologiche, in grado di generare ricadute su molti altri settori. Peccato però che questi soggetti abbiano mantenuto fino a oggi dimensioni spesso «lillipuziane», peccato che il vicino sia stato visto talvolta come concorrente e non come alleato. Mandando in soffitta il motto «piccolo è bello» che ha sempre tenuto a galla l'economia lombarda e non solo in tutti questi anni. Oltre all'università dell'Insubria un'altra eccellenza che ha detto sì al progetto è la Fondazione San Matteo di Pavia. «Di questo progetto spiega Paolo Lago, ingegnere clinico e interlocutore per conto del prestigioso istituto di ricerca ci è piaciuto innanzitutto l'aspetto multidisciplinare, la possibilità che più soggetti interessati alle tematiche legate alla vita si trovino a collaborare: chi fa ricerca sui farmaci, chi sulle apparecchiature mediche, chi sulle biotecnologie a così via. A questo punto ci aspettiamo dall'iniziativa il cosiddetto vantaggio 'di rete', sviluppando linee di ricerca comuni». Economia Tecnologia e ricerca, una formula per invertire la rotta Claudio Del Frate

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Il pensiero che cerca di sondare la fede (sezione: Cultura)

( da "Giornale di Brescia" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Edizione: 12/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:cultura Il pensiero che cerca di sondare la fede BENCIVENGA Il noto docente di filosofia all'Università di California ci parla del libro che dedica alla «dimostrazione di Dio» Raffaello, particolare de La Disputa, 1510-1511 «Credo nell'incomprensibilità di Dio» scrisse Balzac in una lettera a Madame Hanska, sintetizzando in poche parole la complessità di Dio, da sempre indagata e combattuta. «La logica aristotelico-tomistica trova una mirabile rappresentazione nella Commedia dantesca - scrive Ermanno Bencivenga docente di filosofia all'Università della California, in "La dimostrazione di Dio: come la filosofia ha cercato di capire la fede" (Mondadori ) -: Dio è "l'amor che move il sole e l'altre stelle". L'amore di Dio è fondato sulla conoscenza che se ne ha, ed è tanto più vigoroso quanto più completa è tale conoscenza, quanto più le anime angeliche sono al cospetto di Dio». Da Aristotele a San Tommaso, da Leibniz a Godel passando per Pascal, Hume e Kant, Bencivenga ripercorre criticamente lo sforzo che i filosofi in ogni tempo hanno compiuto per dimostrare l'esistenza di Dio. Professore, è giusto considerare il suo libro come un meteorite che viene a cadere dentro la maretta di tanta polemica laicista degli ultimi tempi? Se per meteorite s'intende un oggetto duro che cade dall'alto, allora la metafora può essere appropriata. Il mio libro dà un resoconto della più elevata riflessione condotta su questi temi nella civiltà occidentale; e lo fa articolando con rigore argomentazioni e critiche. Tutto il contrario insomma delle chiacchiere soft cui siamo da tempo abituati. Sono sufficienti quattro prove per dimostrare l'esistenza di Dio così come hanno cercato di fare i filosofi? È difficile pensare a modi diversi da questi quattro per dimostrare qualcosa di così ambizioso. Si può partire dal pensiero stesso, cercando di dedurne direttamente l'essere; oppure si può partire da qualcosa che già esiste; oppure si può partire da tutto quel che esiste (il cosmo); oppure si può partire dalla legge morale che sentiamo dentro di noi. Io non credo che nessuna di queste prove funzioni, ma sono ammirato dalla loro complessità e ingegnosità. E comunque parlarne è un modo suggestivo per attraversare insieme i temi fondamentali della filosofia. Lei scrive: «Non esiste una tavola dove trovare Dio. Dio è un essere trascendente, la cui natura è per noi incomprensibile e ineffabile». E allora? Come spiego nel libro, gli esseri umani sono animali razionali, inevitabilmente portati a farsi una ragione di ciò che credono. Quell'oggetto inconcepibile che è Dio non potrà dunque non chiamare a raccolta tutte le loro risorse intellettuali, nel tentativo di capirlo. Un tentativo assurdo quanto per loro necessario. E, nel cercare così di capire l'incomprensibile, capiranno tante altre cose, allargheranno a dismisura i confini del loro intelletto. La situazione religiosa che viviamo e quella che si profila all'orizzonte è una crisi prolungata o l'avamposto di nuove possibilità civili e cristiane? Non ho sfere di cristallo per prevedere il futuro. Posso dire che vedo un irrigidirsi delle credenze, da ogni parte, e uno scadimento nello sforzo di razionalità di cui parlavo prima. E in questo irrigidirsi vedo una perdita di umanità. C'è un modo di confrontarsi positivamente con questa situazione, che incalza al di fuori di quanto si possa normalmente prevedere rispetto al tradizionale salto di generazione? L'unico modo giusto, degno della nostra vocazione di esseri razionali, è la riapertura costante della riflessione e del dialogo. Non c'è nulla d'interessante in uno slogan, e nulla di valido in slogan contrapposti. Quel che è interessante, e aggiunge valore alla nostra vita, è il tessuto narrativo e argomentativo con cui cerchiamo di attribuire senso a quel che facciamo; e, quando siamo coinvolti insieme in questa ricerca, per quanto diversi possano essere i nostri esiti, sarà naturale provare rispetto per chi cerca come noi, con noi. Esigenza del sacro come lezione proposta e attentamente ascoltata oppure, come nella tradizione, illuminazione che da personale diventa universale? Il sacro non può essere indotto in noi da un maestro esterno ma solo dalla nostra esperienza interiore, che ciascuno di noi esplorerà ed elaborerà nei suoi termini. E ci sarà chi, come me, troverà il sacro nell'umanità stessa: nella nobiltà della sua saggezza e dei suoi valori. Cartesio dopo un elenco di dieci definizioni, sette postulati e dieci assiomi, stabilisce «L'esistenza di Dio può essere conosciuta mediante una semplice considerazione della sua natura». E la dimostrazione di questa tesi consiste in pochi e semplici passi. Ma il decimo assioma sancisce che un'esistenza necessaria e perfetta è contenuta nel concetto di quell'essere perfettissimo che è Dio. Quindi di Dio si può affermare con verità e necessità l'esistenza, ovvero, Dio esiste, e per lo stesso motivo ha ogni altra perfezione. È lecito individuare almeno una punta di bassa polemica in tanto riferirsi di oggi a una lezione scientifica nel migliore dei casi male strumentata? È opportuno distinguere fra la scienza, che è creativa e talvolta rivoluzionaria proprio perché è umile, consapevole dei suoi limiti e tesa a superarli, e lo scientismo, la compiaciuta arroganza di chi di solito la scienza la conosce solo dal di fuori ma la usa a scopo ideologico. Nel mondo dei credenti, quali dubbi, incredulità, sgomente considerazioni alterano al momento la tessitura cattolica del nostro tempo, sempre più precario sotto molti punti di vista? Ricordiamo che «cattolico» vuol dire universale, e il credente deve scontrarsi con il fatto che un'autorità ecclesiale, per quanto promulghi la sua infallibilità, non basta a chiudere il discorso della differenza, della critica. Anche il credente dunque dovrebbe aprirsi a una fede più dialogica, più tesa a cercare punti di contatto e di accordo. Francesco Mannoni

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Quando gli occhiali ai bambini? (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera sezione: Salute data: 12/04/2009 - pag: 49 Mi Spieghi Dottore Quando gli occhiali ai bambini? Uno studio americano pubblicato sulla rivista Ophthalmology segnala che negli Stati Uniti capita spesso che ai bambini in età prescolare non vengano diagnosticati problemi di refrazione (miopia, astigmatismo, ipermetropia) correggibili con l'uso degli occhiali. Dalla ricerca è però anche emerso che in diversi casi vengono prescritti occhiali senza una reale necessità. Quando controllare la vista? Premesso che sarebbe auspicabile un controllo oculistico subito dopo la nascita, è buona regola fare la prima visita sui 3 anni. Se però nella famiglia ci sono patologie oculari specifiche, come cataratta e glaucoma congeniti e retinoblastoma, è bene che il piccolo venga tenuto sotto osservazione sin da neonato. Che cosa succede se sfugge un problema di refrazione? I casi più problematici sono quelli asimmetrici, quando cioè c'è grande disparità tra un occhio e l'altro. In questi casi una diagnosi non tempestiva può favorire l'occhio pigro (ambliopia). Questo problema può comunque essere curato con successo anche più avanti, non più tardi però dei 7-8 anni. In qualche caso l'ipermetropia non corretta può favorire lo strabismo: affinché non diventi stabile occorrono gli occhiali. Quando ci vogliono gli occhiali? Per lievi miopie, ipermetropie e astigmatismi non è necessario prescrivere immediatamente gli occhiali: l'oculista deve valutare la singola situazione. Se però il problema è importante, ci vuole subito la correzione. Paolo Nucci, docente di oculistica, Università Statale degli Studi di Milano, ospedale San Paolo A cura di Antonella Sparvoli

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Russo: (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Mezzogiorno sezione: CASERTA data: 12/04/2009 - pag: 9 Il caso Proposta un'altra intitolazione: Carlo di Borbone Russo: «Il Senato accademico non vuole affrancarsi da Napoli» Sun, polemica sul cambio del nome Il docente di Bioetica: «Sono soprattutto quelli di Medicina a ritenere di avere più prestigioso rimanendo legati alla città partenopea» CASERTA «L'università di Caserta e il nome negato, questa volta andiamo al muro contro muro, non sono bastati anni di sollecitazioni, le cinquemila firme da tempo raccolte e la prima è quella del vescovo Raffaele Nogaro, non sono bastati gli epistolari fra il nostro comitato e tutti i rettori dal 1992 a oggi. E, allora, la riunione-dibattito del 21 aprile prossimo servirà a fare l'appello tra chi è favorevole e chi contrario e chi indifferente a che l'università che ospitiamo da circa vent'anni non si chiami ancora di Caserta». Pasquale Sarnelli è il portavoce del Comitato pro università, è pronto a riaprire la lista dei firmatari e a puntare l'indice contro chi non ci sarà. Il convegno avrà per relatori Oscar Bobbio, presidente del Movimento ecclesiale di impegno culturale, Enzo Rauchi del Comitato pro università, Adamo Riccio, rappresentante studenti nel Senato Accademico, Adolfo Russo, presidente della Civitas Casertana. Adolfo Russo, casertano, già Difensore Civico, è professore di Bioetica alla Federico II di Napoli, insegna 'fuori casa' ma è tra i più accaniti sostenitori della cancellazione del logo 'Seconda Università di Napoli' attaccato alla Università di Caserta. «E' da anni chiaro che il senato accademico non vuole affrancarsi da Napoli dice sono soprattutto gli accademici di Medicina a ritenersi più prestigiosi se ancorati al capoluogo metropolitano. Questa la verità, le giustificazioni di non ritenere prioritaria la denominazione è pretestuosa; a Caserta soltanto il Policlinico è ancora in costruzione, è vero, ma per il resto l'ateneo è più che consolidato. Noi casertani, fin quando non daremo nome all'ateneo, non rappresenteremo mai niente, saremo i soli in provincia a non avere radici. Un nome per l'ateneo? A Napoli si chiama Federico II, a Caserta ci sta bene Carlo di Borbone ». Nel Senato accademico della Sun il solo casertano è Nicola Melone, preside della facoltà di Scienze Matematiche, voce troppo isolata. Sull'argomento ha già avuto modo di dichiarare: «Sto in una casa dove costante è l'attenzione al nome. Ma il problema è complesso». Sarà, ma soltanto per l'ostilità dei suoi colleghi al logo casertano. «Per il quale ribadisce Sarnelli non ci vuole alcun provvedimento legislativo perché la materia è delegificata per non congestionare ulteriormente la macchina parlamentare. L'unico soggetto abilitato al cambio di intitolazione dell'università è il Senato Accademico. Insistano i rappresentati politici, amministrativi pubblici e privati di Caserta. Dobbiamo tutti uscire dal gregge». L'appuntamento è, adesso, per il convegno. Poi ripartirà subito la raccolta di firme per la petizione popolare. F. T. La caserma L'ex sede della Intendenza di Finanza di Caserta, al Corso Trieste, che potrebbe ospitare il nuovo Rettorato della Sun

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TERREMOTO/1 La grande dignità degli abruzzesi nCos'hai? Vedo un... (sezione: Cultura)

( da "Giornale di Brescia" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Edizione: 12/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:LETTERE TERREMOTO/1 La grande dignità degli abruzzesi nCos'hai? Vedo una lacrimuccia! Solo una? Sono due, tre... ed aumentano man mano che faccio zapping tra i vari telegiornali guardando i servizi sul terremoto in Abruzzo. Molte le cause che le generano: gli scomparsi, le rovine ma sopratutto la Dignità delle persone intervistate. Una compostezza esemplare, un'accettazione ed un'analisi non fatalistica della tragica situazione, ma molto reale e legata ad un evento prevedibile ma non programmabile, con richieste civili per l'assistenza presente e futura. Pochissime le lamentele per l'intervento dei soccorritori, veri angeli che sommano capacità tecniche ad umane al di sopra di ogni critica, che sicuramente comunque verranno analizzate chirurgicamente dai pontificatori, i saccenti della scienza del poi. Ho lacrimato nel vedere persone, ancora scioccate dall'evento, assalite da cronisti in cerca del dolore e del colore per i loro servizi, salvo poi vederli sbiancare e balbettare quando sono stati sorpresi da una scossa durante il collegamento in diretta. Il plauso verso le cariche istituzionali, finalmente consce di non fare passerella (reazione del capo dello Stato docet) ma di lavorare assieme per soluzioni in tempi più stretti possibili, ovviamente privilegiando le persone. La città ed i paesi? Sicuramente il «com'era, dov'era» ed il «border town» saranno fonte di prese di posizione politiche, paesaggistiche e di quant'altro (vuoi mettere il panorama tra un paesino arroccato sul cucuzzolo del monte ed una sfilata di ville a schiera anonime, anche se antisismiche?). Speriamo che il fortissimo senso di appartenenza ai valori del territorio che hanno gli aquilani venga rispettato, consentendo che la sicurezza sia coniugata alla tradizione per quanto possibile. Lacrimo ancora? No, mi sembra di no; come mai? È iniziata una trasmissione con i pontificatori e mi cascano le... braccia! Luigi Bonato Brescia TERREMOTO/2 Impariamo da questo grande dolore nQuanto dolore in queste ultime tragiche ore! Le notizie del terremoto martellano la nostra mente con immagini di devastazione e di morte. Ci pervengono numeri e dietro ad essi, storie finite, lacrime cocenti e tanta, tanta sofferenza. E quanti sono i feriti, i mutilati, i superstiti privati delle loro case, del loro rifugio? 150 morti! 150 vite troncate, storie finite, sgomento e dolore di chi rimane. E il numero è destinato a salire e i disagi saranno durevoli, dolorosi. Chi sa se riterremo finalmente indispensabile costruire e ricostruire con criteri veramente antisismici su questa nostra terra martoriata? Alcuni edifici costruiti forse con intenti speculativi, sono crollati con una facilità impressionante. Impareremo qualcosa da tutto questo dolore? Resterà almeno la consapevolezza della nostra fragilità del nostro essere esposti ad eventi improvvisamente distruttivi? La solidarietà di questo nostro popolo generoso e provato ci renderà migliori? Possiamo sperare almeno in questo? Sì. Almeno questo e la ricostruzione lo dimostrerà adottando tutti i mezzi e le cognizioni necessarie. Vogliamo e dobbiamo crederlo. Renata Mucci Brescia TERREMOTO/3 Un progetto di restyling per l'Italia nIl terremoto dell'Aquila ha messo in drammatica evidenza quello che è il vero problema di questo Paese. Non la carenza di case e non la scarsa disponibilità di volumi abitativi, bensì l'inadeguatezza generale del patrimonio abitativo, costruito in buona parte senza usare criteri antisismici, in un territorio che ha invece caratteristiche sismiche per la sua gran parte. Se a questo aggiungiamo che a ogni precipitazione abbondante si susseguono frane, lesioni di edifici, inondazioni, strade interrotte e altri consimili fenomeni, ci rendiamo conto che questo non è un Paese da edificare, ma è semplicemente un Paese per il quale bisogna fare una grande manutenzione. Questa manutenzione, che deve consistere nell'adeguamento degli edifici ai criteri antisismici, nella sistemazione di grandi aree ormai dismesse e inutilizzate, nel consolidamento di opere pubbliche del più svariato tipo, ma anche in tutte le opere di protezione idraulica e liberazione degli alvei dei fiumi dai frequentissimi abusivismi, può già di per sé costituire un formidabile volano all'economia del Paese, in quanto può attivare risorse, attività d'impresa, capacità di progettazione, impieghi di tecnologie e tutto ciò che serve per una forte ripresa economica. Allora, a questo punto, il Governo, anziché immaginarsi fantasmagorici piani casa, che poi vanno a coincidere con la desolante realtà della diffusissima speculazione e dell'abusivismo edilizio nel nostro Paese, metta in piedi veramente un enorme piano di restyling dell'Italia, sia dal punto di vista abitativo che da quello idrogeologico. Eviteremmo catastrofi, perdite di vite umane, spese ingentissime per il futuro e forse avremmo un Paese un pochino più rispettoso di quello che è il nostro valore ambientale maggiore, e cioè quello paesaggistico, storico e artistico. Non è una idea nuova ma si spera che oggi, alla luce di quel che è successo in Abruzzo, penetri nelle orecchie sorde di amministratori e governanti da troppo tempo insensibili a queste tematiche. Pietro Garbarino Brescia TERREMOTO/4 Triste gara di sciacallaggio mediatico nNelle serate successive all'emergenza terremoto in Abruzzo, non avendo più immagini da mostrare in diretta Tv, si è scatenata una gara di sciacallaggio mediatico vedi le varie trasmissioni «Ballarò», «Annozero» ecc... dove si vedono i vari conduttori accanirsi mostrando immagini che sinceramente fanno venire il voltastomaco. Politici che si lanciano accuse sulle responsabilità, uno più bravo dell'altro, seduti comodamente su poltrone che tentano di farsi pubblicità in vista delle prossime elezioni. Abbiamo visto immagini di chi ha chiamato «Angeli» coloro che li hanno estratti dalle macerie, gente che si lamentava per la lentezza dei soccorsi, tutto questo si può anche comprendere, la rabbia certe volte fa dire cose impensabili: ma quello che sinceramente trovo disgustoso da parte dei conduttori televisivi e dei numerosi ospiti è il volersi accanire sulla Protezione civile mostrando quel signore che in un momento sicuramente di rabbia per aver perso tutto dice che la Protezione civile non ha fatto un accidenti.... Questi signori Santoro ecc... potevano risparmiarcelo, i loro litigi li facciano a porte chiuse ed abbiano un po' più di rispetto per tutti quei volontari che stanno rinunciando alla Pasqua in famiglia per aiutare tutta quella povera gente: ma si sa pur di fare notizia e farsi vedere in Tv sono disposti a questo ed altro e scommetto che come si spengono le telecamere escono a cena insieme. Se ci saranno delle responsabilità è giusto che le Forze dell'ordine trovino i colpevoli e vengano condannati, intanto però lascino lavorare con tranquillità tutti i volontari, i Vigili del fuoco, l'esercito e le Forze dell'ordine, senza fare dello sciacallaggio mediatico come stanno facendo, sì perché i veri sciacalli sono loro. Luciano Menassi Lograto TERREMOTO/5 Protezione civile: veri angeli custodi nQuesta mia riflessione è stata fatta soprattutto per dire un grazie agli uomini e alle donne della Protezione civile, nostri angeli custodi. Oggi è il giorno del dolore. Dei silenzi, dei pianti. Dello scavare, dello sperare, del disperare. Della tragica conta dei morti. Delle domande e delle introvabili risposte. Il terremoto de l'Aquila ha squarciato l'Italia. E al dolore di oggi seguirà quello dei prossimi giorni. Poi si penserà alla ricostruzione, come sempre si cercherà di andare avanti, chi può e come può. Dopo essersela presa con tutti, ognuno farà i conti anche con sé stesso. E noi oggi non vogliamo aggiungere sofferenza a sofferenza, ma dobbiamo avere anche il coraggio di capire se qualcosa, anche di fronte ad un tragico e imprevedibile evento come lo è un sisma di queste dimensioni, si potesse fare. E cosa si dovrà fare perché queste tragedie non abbiano una tale portata di morte e distruzione. Qualcuno dovrà dire se tutto quello che si poteva fare lo si è fatto. E non è solo un problema di coscienze pulite. Questo Paese, l'Italia, è un Paese fragile. Lo sappiamo bene sia perché è notorio quale siano le zone sismiche e quanto siano estese; sia perché è altrettanto conosciuto il dissesto idrogeologico di questa nazione che farà pure parte del G8, ma non sa assolutamente mantenere il suo ambiente. Non vogliamo sparare nel mucchio o dire che a l'Aquila si potevano salvare delle vite se si fosse fatto questa cosa o quell'altra, vogliamo solo dire che questa è l'Italia. Una nazione che avrebbe bisogno soprattutto di una gigantesca opera pubblica-privata: la manutenzione e il recupero. Che ha cementificato ovunque, anche dove è praticamente certo che ci saranno prima o poi eventi calamitosi (vulcani). Oppure esondazioni. E che non solo invece da anni ha governi che non si interessano assolutamente di bonificare queste situazioni, ma rilanciano grandi opere inutili, costose e pure a rischio (basti pensare a cosa vuol dire avere una centrale nucleare in un Paese come il nostro o fare un ponte su uno Stretto come quello di Messina, nell'area a più alto rischio di terremoto e tsunami di Italia e Mediterraneo). Qualcuno osserverà con argomenti che in Giappone, dove le scosse di terremoto ci sono giornalmente, non si è rinunciato all'atomo e neppure a costruire, ma infatti non sono mancati incidenti e almeno si investe tantissimo in ricerca specialmente nell'edilizia in grado di sostenere terremoti anche di forte entità. Da noi sappiamo bene che ancora non è stata data una casa agli sfollati di terremoti di anni fa ed è bene quindi fare i conti con la realtà, piuttosto che volare di fantasia. Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha detto che «la gravità dell'evento richiede il massimo impegno, oltre che per i soccorsi alle popolazioni, che in questo momento rappresentano l'emergenza primaria, anche per la verifica degli eventuali danni ambientali che il sisma può avere provocato o indotto. L'impegno del Ministero è massimo per assicurare interventi tempestivi e una quanto più completa e rapida consapevolezza delle condizioni del territorio». Ci sarà poi da garantire una rapida ed efficace azione di ricostruzione. Ma occorre pensare, al tempo stesso, alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio su tutto il territorio nazionale. È una priorità non più rinviabile. L'Italia è un Paese ad alto rischio sismico e gran parte degli edifici non ha i requisiti necessari di sicurezza: non possiamo ricordarcene solo all'indomani di ogni tragedia. E se un vero, applicabile e sostenibile piano casa (e delle infrastrutture) iniziasse proprio da questo dolore nazionale che ci invita alla consapevolezza ed alla solidarietà? Il terremoto del Friuli e di Salò! Infiniti grazie, grazie alla Macchina amministrativa provinciale e regionale e a quelle donne e uomini della Protezione civile «angeli custodi». Grazie. Attenzione: nel costo della mia casa di S. Polino, sono stato obbligato a pagare il 28% in più per gli adeguamenti anti-sismici. Ampliare il volume delle case di Brescia e provincia o ristrutturarle per renderle sicure? Non sappiamo se il Governo, si sia posto questo problema quando ha pensato all'ampliamento delle volumetrie esistenti delle abitazioni per rilanciare l'economia. Eppure il prof. Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in un'intervista alla Stampa del 21 dicembre scorso, a proposito della sicurezza sismica diceva: «...non sono i terremoti a essere pericolosi, è la qualità delle costruzioni che è pessima». Il nostro Paese si è dotato di una legge in proposito solo nel 1974 (Legge 2 febbraio 1974, n. 643, Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche; D.P.R. 6 giugno 2001 n. 380), la mappa delle zone sismiche è nota e individua proprio nella dorsale appenninica, che va dall'Umbria fino alla Calabria e alla Sicilia, passando, appunto, per l'Abruzzo, le zone di maggiore criticità. Le costruzioni ante '74 sono prive dei criteri di antisismicità e, come testimonia la tragedia odierna in Abruzzo, sono pericolose per la vita e l'incolumità dei cittadini. Puntare su interventi edilizi, anche premiali, di sicurezza, funzionalità ed estetica avrebbe, ed ha, lo stesso impatto economico dei soli aumenti volumetrici. Occorrono tragedie per ricordare che esiste il buon senso? Celso Vassalini Brescia POLIZIA URBANA «Critiche astiose» al regolamento nDa alcune settimane leggo sui quotidiani cittadini critiche astiose nei confronti delle proposte di modifica del regolamento di polizia urbana della città di Brescia in discussione nella commissione sicurezza. Critiche fatte in particolare da alcuni esponenti del centrosinistra che, a mio avviso, poco considerati dai nostri concittadini per ciò che hanno saputo fare in passato, cercano visibilità per i loro partiti in un momento pre-elettorale. Penso che anche i bambini riescano a capire che le «proposte di modifica di un regolamento», stiano ad indicare la chiara volontà di chi le propone di accettare la collaborazione di tutti coloro che vogliono intelligentemente cooperare, come stanno facendo i due consiglieri comunali del Pd insieme a quelli di maggioranza, per trovare una soluzione ai molti problemi, da anni incancreniti, della nostra città. Invece questo a qualcuno non basta, ma anzi serve per alimentare le solite stantie, noiose e sterili polemiche, utilizzate solo per criticarti se accetti proposte e per criticarti comunque se le proposte le rifiuti. Quello che però nessuno di questi signori dice è che, se siamo in queste disgraziate condizioni, lo dobbiamo solo grazie a qualcuno che non ha nulla a che vedere con questa Amministrazione cittadina. In commissione, più volte ho detto che si sarebbero potute scrivere solo due parole: «buonsenso» ed «educazione» ma, purtroppo, sono due parole ormai cancellate dal vocabolario di moltissime persone e conseguentemente, siamo costretti a specificare, tra mille difficoltà, cose che solo alcuni anni fa nessuno avrebbe mai scritto. Il troppo permissivismo, ha convinto molti di essere liberi di fare ciò che vogliono in spregio alle più elementari regole d'igiene e di convivenza civile eppure, nonostante ciò, leggo penose dichiarazioni che tendono a ridicolizzare certe proposte di modifica facendo assurdi esempi di divieti come quello del bambino che gioca con la palla. Nessuno punirà un bimbo che al parco gioca con la mamma gettandole la palla. Ben altra cosa è il consentire a dei ragazzi di fare partite di calcio, oppure partite di cricket colpendo con delle mazze delle palle, in mezzo ad un parco pieno di gente, mettendo in pericolo l'altrui incolumità, così come nessuno punirà chi mangia un panino od un gelato, ma si punirà chi lorda un prato con cartacce, bottiglie e resti vari come da tempo siamo abituati a vedere ed a subire. Troppa gente si è dimenticata o peggio non ha mai capito, che la propria libertà termina dove inizia quella degli altri e purtroppo, temo, pochi altri pensano di sfruttare queste cose per fare politica di bassissimo livello Concludo, dando appuntamento a quei (ormai pochi) signori, che esternano convinzioni fantasiose, supponenti ed offensive, alle prossime elezioni amministrative, dove il popolo sovrano saprà dire con il proprio voto, chi è nel giusto e chi no, con la tenue speranza che in caso di sconfitta, non trovino il modo di dire anche al popolo che non capisce nulla. Pier Raul Francesconi Consigliere comunale Lega Nord Brescia

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sulmona esorcizza i geologi e la paura - roberto torti (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 12-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La) (Mattino di Padova, Il) (Nuova Sardegna, La)

Argomenti: Cultura

«Inutili allarmismi», è la replica del Comune agli studiosi. Ma la città è nel panico Sulmona esorcizza i geologi e la paura ROBERTO TORTI SULMONA. «La Madonna che scappa» è da cinque secoli l'appuntamento della Pasqua a Sulmona. Una manifestazione che richiama sempre diverse migliaia di persone: in quel velo nero che la Madonna perde durante la corsa della quadriglia, da secoli i sulmonesi traggono buoni auspici. E di buoni auspici, in questi giorni, c'è una regione intera che ha bisogno. Forse anche per questo la Confraternita Santa Maria di Loreto ha insistito per confermare la manifestazione anche se con qualche accorgimento, spiegano, «per tutelare la salute e l'incolumità delle ventimila persone che raggiungeranno Sulmona». Un velo nero che Sulmona vuol far cadere anche sul destino che qualcuno le preconizza. E cioè che un possibile forte terremoto possa colpirla con la stessa violenza con cui ha distrutto L'Aquila. «Profezie» che stanno sconvolgendo la vita della città: nonostante i danni del sisma siano stati molto limitati, centinaia di persone sono in preda a un panico collettivo che le induce a trascorrere la notte in macchina, tanto da costringere il Comune a tenere aperta l'area del campo sportivo come maxi-parcheggio. Era stato Antonio Moretti, geologo e docente di Scienze Ambientali all'Università dell'Aquila, a dare un'indicazione drammatica sul futuro di Sulmona: «Come l'Aquila, ha un gap sismico che dura dal 1706 e ci aspettiamo che prima o poi questo carico di energia esploda». «Solo inutili allarmismi», gli ha risposto Antonio Mancini, ex membro del Consiglio nazionale geologi e tuttora collaboratore del Comune di Sulmona e della Protezione Civile: «E' vero che Sulmona ha un rischio sismico maggiore rispetto a quello dell'Aquila. Ma un terremoto potrebbe verificarsi tra un secondo o tra mille anni, è impossibile essere così determinati». Ma Enrico Miccadei, geologo del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università D'Annunzio Chieti-Pescara, ritiene altamente fondata l'ipotesi di un sisma che possa colpire Sulmona «perché è costruita su un lago del Pleistocene, con sedimenti e depositi che amplificano le onde d'urto. Sulmona è come Onna». Paragone inquietante. Miccadei non si tira indietro: «I geologi andrebbero ascoltati di più. Tutti si sono stupiti che Onna sia distrutta e che Monticchio, a un chilometro in linea d'aria, sia intatta: il motivo è che Onna è su depositi fluviali e l'onda d'urto è stata amplificata anche dieci volte».

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docente del bo saluta la famiglia e poi si spara (sezione: Cultura)

( da "Mattino di Padova, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Dopo la colazione insieme Docente del Bo saluta la famiglia e poi si spara PADOVA. Ha fatto colazione con la moglie e il figlio, poi ha salutato tutti e si è chiuso in bagno. Dopo qualche istante, due colpi di pistola: uno alla mano, l'altro alla testa. Mario Terzi, 73 anni, professore universitario di Biologia molecolare all'Università di Padova (nella foto), si è spento sotto gli occhi dei famigliari e del personale del Suem, dopo un tentativo di venti minuti per provare a rianimarlo. A PAGINA 17

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mappatura delle scuole abruzzesi made in friuli (sezione: Cultura)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 4 - Udine Mappatura delle scuole abruzzesi made in Friuli Gli ingegneri dell'università di Udine verificheranno la stabilità degli edifici scolastici L'agibilità delle scuole abruzzesi lesionate dal sisma sarà certificata dagli ingegneri dell'università di Udine. Martedì dal polo scientifico dei Rizzi partirà il primo gruppo di strutturisti, coordinati dal professor Gaetano Russo, che entro il 20 aprile, come richiesto dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi, verificherà la stabilità degli edifici scolastici. «Siamo stati allertati dal Consorzio interuniversitario ReLuis (Rete di laboratori universitari in ingegneria sismica) che fa capo alla Protezione civile nazionale» spiega Russo, docente di Tecnica delle costruzioni in zona sismica, nel precisare che il compito dei tecnici è alquanto delicato. «Gli ingegneri strutturisti dell'ateneo friulano assieme ai colleghi della rete ReLuis - puntualizza il docente - effettueranno la verifica di stabilità delle costruzioni, in particolare delle scuole, assumendosi in proprio la responsabilità di dichiarare agibile o meno l'edificio ispezionato». Il consorzio interuniversitario ReLuis collabora a livello nazionale con circa 300 tra ricercatori e professori di tecnica delle costruzioni. Persone che sono state allertate per riuscire, come ha chiesto il presidente Berlusconi, a completare la mappatura delle scuole agibili a l'Aquila e dintorni. Inutile dire che la mappatura delle scuole è urgente perché la riapertura degli edifici rappresenterà un passo importante verso il ritorno alla normalità. «L'ateneo friulano - aggiunge Russo - è stato coinvolto perché dal 2005 al 2008 il mio gruppo è stato responsabile di un'unità di ricerca sulla valutazione della sicurezza degli edifici esistenti». Due i gruppi coinvolti nella missione. Il primo, quello che partirà martedì, è composto da Stefano Sorace, Elena Frattolin, Andrea Cortesia, Denis Mitri e Raffaella Venir. Qualche giorno più tardi sarà sostituito da altri docenti, dottorandi e collaboratori di ricerca del dipartimento di Ingegneria civile e architettura, fra i quali lo stesso Russo, Alessandra Gubana, Paolo Angeli e Fabio Fadi. Oltre al consorzio ReLuis anche l'Ordine degli ingegneri di Udine ha chiesto la disponibilità di ingegneri esperti strutturisti disponibili ad operare come volontari nelle zone colpite dal sisma in Abruzzo. L'ha fatto su sollecitazione della Protezione civile che, anche in questo caso, necessità della competenza degli ingegneri strutturisti. (g.p.)

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Un'associazione fra Università e Ordine dei medici (sezione: Cultura)

( da "Giornale.it, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

n. 88 del 2009-04-12 pagina 5 Un'associazione fra Università e Ordine dei medici di Redazione Medici in Africa onlus è nata ufficialmente nel Maggio 2007 dalla collaborazione tra l'Università e l'Ordine dei medici di Genova. È stata fondata da un gruppo di medici che, sia come volontari che come cooperanti del Ministero degli Esteri hanno maturato numerose esperienze sanitarie in diversi Paesi dell'Africa. Le basi per creare l'Associazione risalgono al 2001 quando venne organizzato, per lo sforzo congiunto tra il Dipartimento di Chirurgia dell'Università e l'Ordine dei medici, il primo corso di formazione ed aggiornamento, con l'obiettivo di fornire una preparazione di base a coloro che intendono effettuare una esperienza di lavoro solidaristico in Africa. La vasta partecipazione e l'entusiasmo manifestato durante lo svolgimento del corso da parte di tutti i partecipanti, docenti e discenti, hanno spinto gli organizzatori a ripetere l'esperienza (dal 17 al 20 giugno c.a. si svolgerà a Genova la 7° edizione ) e ad avere un ruolo più attivo nella collaborazione con i medici italiani e con le strutture sanitarie africane. Lo svolgimento dei corsi ha infatti consentito di entrare in contatto con un cospicuo numero di medici e di evidenziare alcune carenze di tipo informativo, logistico, e di coordinamento che limitano in maniera significativa la potenzialità di una così vasta e difforme offerta. Il personale sanitario interessato a offrire la propria opera nei paesi poveri è in continua crescita. Attualmente viene stimato in circa 3.000 il numero degli operatori sanitari strutturati all'interno di Ong, di istituzioni religiose o anche autonomi. Si possono così riassumere gli obbiettivi della Associazione: a) favorire il volontariato di medici e personale sanitario italiano, indirizzandoli nelle strutture sanitarie direttamente in contatto con l'associazione; b) coordinare l'attività in base alle specifiche competenze. A tale scopo è stato realizzato in collaborazione con Csita (Centro servizi informatici e telematici dell'Università di Genova) un Registro Nazionale Informatizzato che prevede l'accesso di tutti i medici italiani disponibili ad operare, considerando le competenze specialistiche di ognuno, per poter utilizzare appropriatamente le diverse professionalità; c) realizzare corsi di formazione rivolti ai volontari anche sul posto per il personale locale al fine di metterlo in condizione di autonomia operativa; d) garantire trasparenza assoluta nel corretto utilizzo degli aiuti; e) informare la cittadinanza, attraverso frequenti reportage giornalistici e trasmissioni televisive, sulle attività dell'Associazione nei Paesi in cui opera. Le principali aree di intervento fino ad ora sono state: Angola, Burkina Faso, Burundi, Cameroun, Ciad, Isole di Capo Verde, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Eritrea, Gabon, Ghana, Madagascar, Somalia, Togo. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Sulmona esorcizza i geologi e la paura (sezione: Cultura)

( da "Nuova Ferrara, La" del 12-04-2009)
Pubblicato anche in: (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Modena,La) (Gazzetta di Reggio) (Trentino) (Corriere delle Alpi) (Alto Adige) (Gazzetta di Mantova, La)

Argomenti: Cultura

«Inutili allarmismi», è la replica del Comune agli studiosi. Ma la città è nel panico Sulmona esorcizza i geologi e la paura ROBERTO TORTI SULMONA. «La Madonna che scappa» è da cinque secoli l'appuntamento della Pasqua a Sulmona. Una manifestazione che richiama sempre diverse migliaia di persone: in quel velo nero che la Madonna perde durante la corsa della quadriglia, da secoli i sulmonesi traggono buoni auspici. E di buoni auspici, in questi giorni, c'è una regione intera che ha bisogno. Forse anche per questo la Confraternita Santa Maria di Loreto ha insistito per confermare la manifestazione anche se con qualche accorgimento, spiegano, «per tutelare la salute e l'incolumità delle ventimila persone che raggiungeranno Sulmona». Un velo nero che Sulmona vuol far cadere anche sul destino che qualcuno le preconizza. E cioè che un possibile forte terremoto possa colpirla con la stessa violenza con cui ha distrutto L'Aquila. «Profezie» che stanno sconvolgendo la vita della città: nonostante i danni del sisma siano stati molto limitati, centinaia di persone sono in preda a un panico collettivo che le induce a trascorrere la notte in macchina, tanto da costringere il Comune a tenere aperta l'area del campo sportivo come maxi-parcheggio. Era stato Antonio Moretti, geologo e docente di Scienze Ambientali all'Università dell'Aquila, a dare un'indicazione drammatica sul futuro di Sulmona: «Come l'Aquila, ha un gap sismico che dura dal 1706 e ci aspettiamo che prima o poi questo carico di energia esploda». «Solo inutili allarmismi», gli ha risposto Antonio Mancini, ex membro del Consiglio nazionale geologi e tuttora collaboratore del Comune di Sulmona e della Protezione Civile: «E' vero che Sulmona ha un rischio sismico maggiore rispetto a quello dell'Aquila. Ma un terremoto potrebbe verificarsi tra un secondo o tra mille anni, è impossibile essere così determinati». Ma Enrico Miccadei, geologo del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università D'Annunzio Chieti-Pescara, ritiene altamente fondata l'ipotesi di un sisma che possa colpire Sulmona «perché è costruita su un lago del Pleistocene, con sedimenti e depositi che amplificano le onde d'urto. Sulmona è come Onna». Paragone inquietante. Miccadei non si tira indietro: «I geologi andrebbero ascoltati di più. Tutti si sono stupiti che Onna sia distrutta e che Monticchio, a un chilometro in linea d'aria, sia intatta: il motivo è che Onna è su depositi fluviali e l'onda d'urto è stata amplificata anche dieci volte».

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Una casa a prova di scossa (sezione: Cultura)

( da "Stampaweb, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Di fronte al terremoto sono molti oggi a chiedersi se la propria casa sia a prova di sisma oppure sia una possibile fonte di pericolo. Con l’aiuto di esperti - il professor Gian Michele Calvi, presidente della Fondazione Eucentre di Pavia e componente della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi, e il professor Vincenzo Petrini, docente di scienza delle costruzioni al Politecnico di Milano - vediamo quali sono gli elementi da considerare e le possibili soluzioni. 1)Come è fatta una casa resistente al terremoto? Con fonti bancarie e assicurative, invece, affrontiamo il tema dei danni e dei mutui. Le accortezze nascono già durante la progettazione: una casa a pianta quadrata sarà meno a rischio di una a forma di serpente. Più una struttura è rigida (come in muratura portante) più sarà importante collegare bene tra di loro gli elementi come fossero parti di una scatola cosicché, in caso di sisma, tutto si muova all’unisono. Più le strutture sono flessibili (come con l’acciaio) più bisogna prestare attenzione agli elementi non portanti, affinché assorbano in armonia le sollecitazioni. 2)Quali materiali devono essere preferiti? Non esiste il materiale ideale, esistono qualità e corretto utilizzo. Se le barre d’acciaio sono controllate in officina, l’amalgama del calcestruzzo può essere modificata in cantiere, con il rischio che il prodotto finito non sia ottimo. Al di là delle situazioni fraudolente (la sabbia di mare, che altera la chimica del calcestruzzo) anche il ritardo di una betoniera bloccata dal traffico può portare gli operai del cantiere ad allungarla, pericolosamente, con l’acqua. 3)Perchè cadono edifici fatti di cemento armato? Perché troppo spesso le norme vengono rispettate solo sulla carta per avere un appiglio sicuro di fronte a eventuali indagini della magistratura. Ma succede che, dietro a palazzi crollati, ci siano parti in cemento armato montate al contrario rispetto ai disegni di progetto o barre d’acciaio inserite in modo non conforme, quindi inutile. Ma anche all’Aquila le strutture moderne (come la Casa dello Studente) crollate sono state relativamente poche rispetto a quelle danneggiate ma ancora in piedi. 4)Come si può capire se la casa resisterà? Conviene verificare se la propria zona sia considerata ad alto rischio sismico. In tal caso, se l’anno di costruzione è precedente alle prime norme di edilizia sismica introdotte in Italia (nel ‘74 a seguito del terremoto in Friuli e nei primi Anni 80, dopo i fatti dell’Irpinia) conviene comunque procedere a dei controlli. Tra le costruzioni più recenti, possono essere più deboli quelle in cui il piano terra non c’è, sostituito da pilastri che, da soli, potrebbero reggere di meno gli scossoni di un terremoto. 5)Qual è il costo aggiuntivo per la sicurezza? Piuttosto basso. Per le abitazioni comuni è sufficiente il rispetto di norme anti-sismiche che comportino l’incolumità degli abitanti anche in presenza di scosse importanti. In questo caso si stimano maggiori costi tra il 4 e il 10%. Un’abitazione costa, all’origine, tra i 1.100 e i 1.200 euro al metro quadrato, occorrono dunque tra i 44 e i 120 euro al metro per stare più tranquilli. Costi maggiori ci sono per edifici pubblici che devono non solo restare in piedi ma mantenere l’agibilità. 6)Come si interviene su case vecchie o a rischio? Si valuta caso per caso, in seguito ai controlli. E’ bene fare intervenire ingegneri che conoscano le più recenti pratiche antisismiche. Sconsigliati, invece, professionisti con scarsa esperienza o geometri. Una volta verificata l’esigenza di possibili migliorie, sono molteplici gli interventi possibili. Anche nelle case già costruite si possono aggiungere i più moderni cuscinetti che permettono di isolare la casa dal terreno in modo da attutire gli effetti di una scossa. 7)Quali sono i Paesi con le migliori tecnologie? Sono essenzialmente tre: la Nuova Zelanda, il Giappone e gli Stati Uniti, in particolare la California. La prima è quella dove si nota un costante miglioramento sia normativo che delle tecniche, con l’applicazione sempre più raffinata dei cuscinetti isolanti in acciaio, gomme speciali, neoprene armato. In Giappone e California le maggiori preoccupazioni riguardano le infrastrutture, che hanno subito i danni maggiori negli ultimi terremoti. 8)Il legno può essere una buona alternativa? Certo, non per nulla nel 2006 una casa di 3 piani messa a punto in Trentino da Ivalsa e Cnr ha superato in Giappone un test sismico di magnitudo 7,2 della scala Richter. Ma il legno, che ha un montaggio molto rapido e ottima capacità di assorbire gli choc, in Italia è una materia prima piuttosto scarsa e non permetterebbe di garantire costruzioni su vasta scala, come invece ancora avviene negli Stati Uniti per villette a uno o due piani. 9)Cosa fanno le compagnie in caso di danni? Nella maggior parte dei casi, nulla. Le case - come le automobili - in Italia non vengono assicurate per i terremoti. La legge esclude che il sisma sia coperto «salvo patto contrario», quindi gli unici ad essere risarciti saranno aziende ed enti pubblici, che si coprono espressamente per questi eventi. L’Ania ha chiesto al governo di studiare un sistema pubblico-privato che estenda la copertura alle famiglie su vasta scala, con lo Stato a fare da «assicuratore ultimo» per gli eventi estremi. 10)Che fine fa il mutuo su una casa crollata? Dovrà, come sempre succede in questi casi, intervenire lo Stato. L’ipoteca su un bene immobile distrutto si sposta sul terreno edificabile rimasto e il mutuatario, di fatto, resta obbligato a ripagare il debito contratto con la banca. A salvare una situazione sarà lo Stato che con un sistema di fondi pubblici permetterà la ricostruzione e il pagamento dei danni. Diverse banche, dopo il suggerimento dell’Abi, hanno già deciso di sospendere il pagamento delle rate per 12 mesi.

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Via Casoni invasa da randagi e topi (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Via Casoni invasa da randagi e topi Domenica 12 Aprile 2009, Mogliano L'ex Essiccatorio di via dello Scautismo, all'angolo tra via dello Scoutismo e via Casoni nel quartiere Est di Mogliano, lasciato al più completo degrado dove a farla da padroni sono colonie di topi e animali randagi. «Per motivi igienico sanitari non portiamo più i nostri bambini a giocare nell'area verde che confina con il complesso abbandonato», dicono le mamme che rediedono nei mega palazzoni dell'Ater di via dello Scoutismo. A poche decine di metri c'è anche la scuola elementare «Anna Frank». L'ex Essiccatorio era assurto agli onori della cronaca dopo l'accordo pubblico-privato per la riconversione del complesso fatiscente. L'intervento si qualificava sia per l'attuazione di una casa di riposo per anziani da 70 posti letto senza oreri per il comune (un servizio che manca da sempre ai moglianesi), sia per la disponibiità di uno spazio polifunzionale da adibire a sala convegni, biblioteca e punto di incontro per i 7 mila abitanti del quartiere Est. Fino ad un anno fa sembrava che tutti gli ostacoli fossero stati superati. Ma a bloccare l'intervento è stata la crisi politica del comune di Mogliano (31 marzo 2008) che ha portato al commissariamento dell'ente. Un brutto colpo per il presidente del quartiere Est, Giorgio Liana, che ha chiamato in causa la responsabilità del sindaco uscente Giovanni Azzolini per non aver concluso l'accorso con il privato. Liana era tornato alla carica nel novembre scorso ricordando che la proprietà dell'immobile aveva riconfermato la disponibilità ad attuare il Piruea («spero che il commissario si faccia carico del problema»). Ma l'ex sindaco Azzolini ha rigettato le accuse del presidente del quartiere Est ricordando «che il progetto della casa di riposo nell'ex Essiccatorio era stato bocciato dall'Usl 9. L'idea della casa di riposo era di Liana e di qualche cooperativa di servizi vicina al mio predecessore ex sindaco Fabio Milani. L'Usl 9 ha invece promosso la mia proposta di realizzare la casa di riposo e distretto socio-sanitario al Gris. Progetto che nel primo anno del mio governo cittadino ha portato all'apertura all'Istituto Gris di 35 posti letto per anziani non autosufficienti». E mentre infuriano le polemiche sulle responsabilità che hanno portato al fallimento del progetto di recupero dell'ex Essiccatorio, si annuncia l'avvio di una nuova raccolta firme per l'attivazione in città di una casa di riposo. Le numerose di famiglie che resiedono nei pressi dell'ex Essiccatorio insistono perchè l'amministrazione e le autorità sanitarie provvedano al più presto alla derattizzazione e alla bonifica dell'area circostante lo stabile abbandonato. Nello Duprè

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(M.A.) Il dramma di un luminare. Uno studioso, che ai problemi della vita ha sempre trovato una solu... (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Domenica 12 Aprile 2009, (M.A.) Il dramma di un luminare. Uno studioso, che ai problemi della vita ha sempre trovato una soluzione scientifica. Una filosofia che ha applicato anche ieri mattina, quando ha deciso di farla finita. Non aveva più la forza di affrontare una malattia che lo stava consumando. Pare che da alcune settimane avesse accennato ai familiari il suo intento suicida. Mario Terzi, 73 anni, residente in via Barbarigo 70 e professore universitario in pensione di Biologia molecolare, ieri dopo essersi svegliato ha consumato la colazione insieme alla famiglia. Terminata, come se nulla lo turbasse, ha preso la sua pistola regolarmente denunciata e si è chiuso nel bagno. Ha tolto la sicura e ha inserito il colpo in canna. Forse la tensione del momento o forse un errore per la poca dimestichezza con le armi, lo hanno tradito. La pistola ha fatto fuoco e il professore Terzi si è ferito a una mano. Il dolore però non lo ha riportato alla realtà. La sua tragedia è continuata e l'idea del suicidio non lo ha abbandonato. Il luminare, senza paura, ha impugnato nuovamente l'arma e l'ha puntata alla tempia. Questa volta la mira era corretta e la pallottola gli ha squarciato la testa. Dal primo al secondo colpo sono passati pochi istanti. I due spari sono stati subito uditi dai familiari, che si sono precipitati nel bagno. Hanno forzato la porta e sono entrati. Il professore era a terra in una pozza di sangue, ma non era ancora morto. Ancora sofferenza per il professore Terzi, la stessa da cui voleva fuggire con il suicidio. Allora i parenti hanno prima chiamato i soccorsi del Suem 118 e poi la polizia. I medici arrivati nell'abitazione di via Barbarigo hanno provato a rianimare il docente universitario per almeno venti minuti, ma alla fine il suo corpo ha ceduto alla morte. Gli agenti, giunti anche loro nella casa di via Barbarigo, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del professore per suicidio. Così se ne è andato il professore romano. Non ha lasciato biglietti perchè il suo intento di farla finita era noto ai familiari da tempo. Nei prossimi giorni la famiglia divulgherà il giorno del funerale e l'Università lo saluterà per l'ultima volta con la consueta cerimonia dell'alza bara, dedicata a tutti i cattedratici, nel cortile antico del palazzo del Bo.

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La lettera è nelle mani del ministro dei beni culturali Sandro Bondi e in quelle di Altero Matt... (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Domenica 12 Aprile 2009, La lettera è nelle mani del ministro dei beni culturali Sandro Bondi e in quelle di Altero Matteoli (infrastrutture). Michele Zuin, ex parlamentare e consigliere comunale del Pdl, vuole andare fino in fondo. Non è una crociata contro la soprintendente Renata Codello (anche se la sua nomina dipende del ministero dei beni culturali), ma un tentativo per fare chiarezza sul rapporto tra pubblico e privato nella gestione degli spazi pubblicitari per i restauri nell'area marciana. Zuin parla di «rischio di monopolio», di necessità di trasparenza nei vari passaggi di committenze tra soprintendenza e società che raccoglie gli sponsor e tra quest'ultima e imprese che svolgono i restauri, di valutazioni non oggettive per quanto riguarda l'impatto dei maxi cartelloni pubblicitari sui monumenti stessi, spesso privati alla vista per lungo tempo. «Sugli interventi nell'area Marciana - scrive Zuin ai ministri - pur essendoci il controllo della soprintendenza sui lavori da eseguire sul bene (in quanto la stessa approva in pratica il progetto esecutivo dei lavori, come pure ne verifica costantemente l'esecuzione), il privato (sponsor) o intermediario (per la ricerca di sponsor) viene scelto con affidamento diretto, senza alcuna gara, e lo stesso assume direttamente l'onere dei lavori compresa la scelta della ditta esecutrice (anche qui senza alcuna gara), essendo privato il committente (con il solo limite che la ditta deve essere specializzata in lavori di restauro di beni culturali). Inoltre, gli eventuali intermediari alla ricerca di sponsor hanno una sorta di monopolio, tale che l'ente pubblico viene estromesso dalla scelta dei soggetti investitori o è costretto a chiedere il "placet", a questi soggetti incaricati della gestione, per eventuali iniziative dell'ente stesso». «Questo modo di agire - prosegue Zuin - sta creando più di qualche malumore, e non solo di parte politica, per la mancanza di trasparenza e controllo di ciò che accade, ma soprattutto della preoccupazione di ciò che potrebbe accadere in caso di contestazioni, ritardi o aumento dei costi, dato che i lavori sono in mano a dei privati sia dalla parte committente, sia dalla parte esecutrice. La soprintendente afferma anche di conoscere preventivamente tempi e costi dei lavori e che, in corso d'opera, i suoi uffici verificano la congruità dei tempi e dei costi. Mi sono chiesto però come può intervenire la soprintendenza quando qualcosa non va nei "tempi" e nei "costi" dato che si evince che esiste un rapporto privato tra lo sponsor e la ditta esecutrice, seppur convenzionato con la Soprintendenza?» La lettera sollecita un intervento di carattere legislativo sulla questione, ma anche si chiede quale sia l'atteggiamento che soprintendenze e Comune dovrebbero tenere. Il Comune, in modo particolare, finora è stato fuori da questo tema, accontentandosi di veder raccogliere fondi per i restauri, senza preoccuparsi di come questo avviene. E secondo Zuin l'ente pubblico deve mantenere un ruolo centrale per garantire controllo e trasparenza. Un'ultima notazione il consigliere del Pdl la riserva riguardo la necessità di non esagerare con la dimensione delle pubblicità. «Purtroppo siamo passati - osserva - da coperture delle impalcature che riproponevano in modo fedele la facciata o i fregi nascosti e dove in qualche angolo, ben visibile, si riportava il marchio dello sponsor dei lavori, a facciate ricoperte interamente da teloni pubblicitari, ove è sparita completamente la possibilità di riproporre, anche se artificiosamente il monumento, e che creano grosse critiche da parte dei cittadini, dei turisti e di chi vorrebbe semplicemente un po' più di sobrietà. La sensazione, mi sento di dire di molti se non di tutti, è che siamo un po' vittime di questo sistema "pubblicitario". Ricordo che il Codice dei beni culturali ha una precisa funzione nel valutare, appunto, la compatibilità della pubblicità con il carattere artistico o storico degli immobili e dei monumenti e che, soprattutto non deve danneggiare l'aspetto, il decoro e la pubblica fruizione».

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Trappole fino a ottobre (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Trappole fino a ottobre Domenica 12 Aprile 2009, Le trappole 'attrattive' per le mosche sono state collocate in diversi punti del territorio, specialmente nella zona commerciale e nel quartiere Santa Maria Nord. Marilena Leis, docente universitaria e responsabile del monitoraggio affidato dal Comune al Consorzio Ferrara Ricerche, ha coordinato l'installazione delle trappole per le mosche da cui sarà possibile verificare l'eventuale presenza anomala degli insetti. Il metodo, che prevede monitoraggi periodici riferiti tempestivamente dall'università al Comune, serve a controllare l'attuazione e l'efficacia dell'attività di demuscazione dell'Azienda Agricola Occhiobello (allevamenti gruppo Eurovo). Oltre alle trappole attrattive, verranno posizionate prossimamente, sempre a cura dell'università di Ferrara, trappole cromotropiche, cioè pannelli di 30 centimetri per 20 che attirano le mosche in base al colore. Il monitoraggio sul territorio e all'interno dell'azienda per verificare il rispetto del piano di demuscazione, proseguirà fino a ottobre.

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Mogliano L'ex Essiccatorio di via dello Scoutismo, all'angolo tra via dello Scoutismo e via Cas... (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Domenica 12 Aprile 2009, Mogliano L'ex Essiccatorio di via dello Scoutismo, all'angolo tra via dello Scoutismo e via Casoni nel quartiere Est di Mogliano, lasciato al più completo degrado dove a farla da padroni sono colonie di topi e animali randagi. «Per motivi igienico sanitari non portiamo più i nostri bambini a giocare nell'area verde che confina con il complesso abbandonato», dicono le mamme che risiedono nei mega palazzoni dell'Ater di via dello Scoutismo. A poche decine di metri c'è anche la scuola elementare «Anna Frank». L'ex Essiccatorio era assurto agli onori della cronaca dopo l'accordo pubblico-privato per la riconversione del complesso fatiscente. L'intervento si qualificava sia per l'attuazione di una casa di riposo per anziani da 70 posti letto senza oneri per il comune (un servizio che manca da sempre ai moglianesi), sia per la disponibiità di uno spazio polifunzionale da adibire a sala convegni, biblioteca e punto di incontro per i 7 mila abitanti del quartiere Est. Fino ad un anno fa sembrava che tutti gli ostacoli fossero stati superati. Ma a bloccare l'intervento è stata la crisi politica del comune di Mogliano (31 marzo 2008) che ha portato al commissariamento dell'ente. Un brutto colpo per il presidente del quartiere Est, Giorgio Liana. E mentre infuriano le polemiche sulle responsabilità che hanno portato al fallimento del progetto di recupero dell'ex Essiccatorio, si annuncia l'avvio di una nuova raccolta firme per l'attivazione in città di una casa di riposo. Le numerose di famiglie che resiedono nei pressi dell'ex Essiccatorio insistono perchè l'amministrazione e le autorità sanitarie provvedano al più presto alla derattizzazione e alla bonifica dell'area circostante lo stabile abbandonato. Nello Duprè

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Studenti e docenti dalla Svezia, Finlandia, Lituania e Cipro all'Università di Ferrara per il progetto Alcuin (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 12-04-2009)

Argomenti: Cultura

Studenti e docenti dalla Svezia, Finlandia, Lituania e Cipro all’Università di Ferrara per il progetto Alcuin (12/4/2009 14:20) | (Sesto Potere) - Ferrara - 12 aprile 2009 - Delegazioni di scuole secondarie superiori composte da docenti e studenti di istituzioni scolastiche e Università dei paesi partners di Malmo (Svezia), Helsinki (Finlandia), Marijampole (Lituania) e Nicosia (Cipro) sono arrivate all’Università di Ferrara per partecipare al progetto biennale Alcuin, “Alfabetismo attivo: Competenza e Comprensione, naturalizzate interiormente – dalla decodifica alla comprensione”, compreso nell’ambito dei progetti Comenius finanziati dall’ Unione Europea, a cui partecipano il Centro Linguistico di Ateneo dell’Università di Ferrara, diretto dal Professore Associato in Letteratura anglo-americana Prof.ssa Maria Giulia Fabi, e il Liceo Classico Ariosto di Ferrara. Venerdì nella Sala Consiliare del Rettorato (Via Savonarola, 9), presieduto dalla Prof.ssa Maria Giulia Fabi, si è tenuto un incontro in cui si è discusso delle linee guida per una buona metodologia dell’analisi dei testi letterari e per la pubblicazione di un volume promosso dall’Unione Europea che presenterà il risultato della ricerca. La delegazione universitaria ferrarese era composta dalla direttrice del C.L.A., Prof.ssa Maria Giulia Fabi, dalla docente di lingua inglese Dottoressa Cinzia Occari, dalla manager didattica Dottoressa Paola Rizzati e dal Tutor del corso di laurea a distanza dell’Operatore del Turismo Culturale e laurea specialistica in Progettazione e Gestione degli Eventi e dei Percorsi Culturali, Dott. Andrea Vicentini. Gli studenti che collaborano a tale progetto sono stati appositamente selezionati in base alle competenze tecniche e linguistiche. Per il Corso di laurea Operatore del Turismo Culturale Malbora Berisha, Francesca Bianchi e Cristina Cellini; per il corso di laurea a distanza Tecnologo della Comunicazione audiovisiva e multimediale Andrea Bottoni e Flavio Gandini e per la laurea specialistica in Progettazione e Gestione degli Eventi e dei Percorsi Culturali Stefano Guglielmi. Per il Liceo Ariosto hanno partecipato i docenti referenti, Maria calabrese, Margherita Merola e Roberta Barbieri e gli studenti Giacomo Battaglia e Lorenzo Benci.

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