CENACOLO
DEI COGITANTI |
Crisi e cultura, allarme
Ascom "Serve una cabina di regia"
( da "Stampa, La" del
12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: pubblico-privata per decidere
insieme i progetti prioritari e come finanziarli perché non è possibile che si
impoverisca l'offerta dell'unico settore, quello turistico, che è riuscito a
reggere gli effetti della crisi». Del resto anche Alberto Alessio, presidente
della Fondazione Bricherasio, giudicando «corretto che tutti quelli che fino ad
oggi hanno sostenuto il sistema culturale
Probabilmente, siamo solo
i più onesti ( da "Trentino"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: dipendenti pubblici e privati.
Questa varietà ci permette di attutire meglio i colpi della crisi. Poi, abbiamo
una piccola pista da sci che crea qualche movimento, anche se, purtroppo, il
turismo non è certo un'attività fiorente. Un tempo avevamo tre alberghi, adesso
ce n'è uno solo che va avanti grazie allo spirito del titolare.
Edolo Una Università in
sintonia col territorio ( da "Giornale
di Brescia" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: 500 studenti e 126 docenti, numeri
imponenti che sottolineano la centralità di Edolo in Valle Camonica.
Accoglieremmo pertanto con gioia un potenziamento della sede universitaria». La
presenza del ministro Gelmini è stata anche l'occasione per inaugurare in modo
ufficiale l'inizio dell'attività di ricerca del centro «Ge.
Baristi contro i disertori
di Mosaico ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: la società pubblico-privata che
avrà il compito di valorizzare il centro storico. E' arrivata da baristi che
volevano sapere perchè tra loro che pagano e quelli che non aderiscono e non
versano quindi nulla alla fine non ci sarà alcuna differenza in occasione delle
manifestazioni organizzate da «Il Mosaico» per far arrivare gente in centro
città.
Stop agli accattoni della
casa di riposo ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: «Quest'ordinanza non è altro che
una ricerca di pubblicità da parte dell'amministrazione, che appena eletta ha
approvato l'ordinanza Bitonci e ora questa contro gli accattoni - spiega
Isidoro Pavan di «Cittadini per San Biagio» - Eppure anche l'ordinanza Bitonci,
che effetti ha portato per la nostra comunità?
Dopo i tirocini l'80%
trova lavoro ( da "Libertà"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente in Cattolica, ha proposto
due relazioni tecniche, quella di Paolo Pascucci, professore di Diritto del
Lavoro all'Università di Urbino, sulla disciplina dei tirocini, e quella di
Pier Giovanni Bresciani, insegnante alle Università di Genova, Bologna e
Trento, sui fattori di qualità nell'attuazione degli stessi.
"arresteremo chi
costruì con sabbia di mare" - meo ponte
( da "Repubblica, La"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Giovedì Rossini e il pm Fabio Picuti
hanno convocato due docenti dell´Università aquilana, entrambi esperti di
scienza delle costruzioni, e hanno affidato loro una missione difficile
riassunta nel quesito della consulenza: stabilire se la causa del crollo degli
edifici possa essere in qualche modo collegata ad eventuali violazioni della
normativa vigente e (se ciò fosse accertato)
Emergenza bambini: la
Cattolica adotta una scuola elementare
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: adotta una scuola elementare
Arriveranno anche docenti e studenti del master in psicologia per aiutare i più
piccoli dall'inviato GABRIELE MORONI MONTICCHIO (L'Aquila) L'UNIVERSITÀ
Cattolica adotterà una scuola elementare abruzzese. Invierà docenti ma anche
studenti seguendo una triangolazione che dovrebbe comprendere anche la
Protezione civile della Lombardia e il vescovado dell'
i geologi: tragedia
annunciata ( da "Centro,
Il" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ed altri istituti di ricerca
pubblici e privati», si legge nella nota, «ha consentito di rappresentare sulle
carte geologiche pubblicate (Foglio L'Aquila) ed in corso di pubblicazione
(Foglio Gran Sasso) le faglie attive della zona Aquilana, del Gran Sasso e dei
Monti della Laga, responsabili della sequenza sismica in atto,
monte agnese, i lavoratori
firmano il contratto ( da "Nuova
Sardegna, La" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: applicazione del contratto unico
pubblico-privato Federutility, quello di categoria e quindi naturalmente
applicato da Abbanoa. Chiunque si opponga strumentalmente ai programmi e agli
accordi già sottoscritti deve assumersi la responsabilità morale di aver
pregiudicato la salvaguardia dei posti di lavoro di molti sardi».
lei è assunto, anzi è
licenziato ( da "Nuova
Sardegna, La" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: dopo avere frequentato per nove
mesi un apposito corso abilitante all'Università di Cagliari. Il licenziamento
dei tre docenti è l'effetto della cancellazione dal ruolo sancita, il 31 marzo
scorso, dall'Ufficio scolastico provinciale con un decreto che prende atto
della conclusione di una intricata contesa giudiziaria.
Voto per il rettore. Serve
uno sguardo più internazionale ( da "Provincia
Pavese, La" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: il documento firmato da 31 docenti
dell'università. Un elenco di riflessioni e suggerimenti rivolti al futuro
rettore dell'ateneo, che sarà eletto il 20 maggio. Cosa suggeriscono? Uno
sguardo più internazionale, ma anche maggiore attenzione alle realtà locali. E
poi una valutazione attenta, anche con l'istituzione di una commissione che si
occupi della preselezione dei docenti.
I novantanove anni di
Gillo Dorfles ( da "Unita,
L'" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di estetica, tra i primi
studiosi di design e del gusto, critico d'arte, compie oggi 99 anni mentre esce
il suo libro «Gillo Dorfles, Arte e comunicazione» (Electa, 144 pagine, 12
euro): è la dispensa preparata per i suoi studenti di estetica all'Università
statale di Milano nell'anno 1969-1970.
Futurismo Convegno tra le
ali ( da "Provincia
Pavese, La" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: vogherese Leonardo Gallina e che
vede il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria) interverrà
Paola Pettenella, del Mart di Rovereto (il museo che ospita una imponente
collezione di capolavori del futurismo). Con lei Anna Modena, docente di
letteratura italiana all'Università di Pavia; Silvia Ferrari, sorico dell'arte
e Anna Zelaschi, docente di storia dell'arte.
fuga dei ricercatori da
ca' foscari non abbiamo risorse per trattenerli
( da "Nuova Venezia, La"
del 12-04-2009)
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Cervelli
Abstract: rettore Pierfrancesco Ghetti
preoccupato della situazione Fuga dei ricercatori da Ca' Foscari «Non abbiamo
risorse per trattenerli» E' allarme all'università per la «fuga di cervelli»
che prosegue lentamente. Dopo il caso di Stefano Ciavatta, ricercatore precario
a Scienze Ambientali a Ca' Foscari, che ha trovato un posto fisso in
Inghilterra in uno dei massimi centri di ricerca,
il grasso in eccesso causa
del tumore al seno ( da "Nuova
Sardegna, La" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: intestazione di una ricerca
pubblicata sulla "bibbia" degli studi scientifici sull'obesità, può
infatti suscitare meraviglia solo in chi non sa che, da tempo, il responsabile
del reparto al terzo piano del nosocomio sulcitano è coinvolto in lavori
d'equipe che trovano ampio spazio nelle pubblicazioni scientifiche
internazionali.
Il Pd promuove 6 corsi di
educazione civica ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: il professor Ballini economista e
docente presso l'Università di Verona, l'architetto Buzzi è un tecnico e
l'avvocato Gorlani è docente di diritto degli enti locali presso l'Università
di Brescia. E ancora Olivari, oltre ad essere sociologo, è funzionario
sindacale, Savoldi è assessore alle politiche sociali a Passirano, Squassina è
assessore all'ambiente di Cellatica e,
choc al bo, è morto il
professor terzi ( da "Mattino
di Padova, Il" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Dopo i primi incarichi a Napoli e
Pisa, al Cnr, si era trasferito a Padova insieme alla moglie, pure lei docente
universitaria. Il professore insegnava Biologia molecolare: una cattedra che
lui stesso istituì, circa quindici anni fa. Quando ancora la vita gli
sorrideva. (Enrico Ferro)
Parchi: ci sono i
soldimancano i progetti ( da "Secolo
XIX, Il" del 12-04-2009)
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Cultura
Abstract: docente di architettura del
paesaggio all'Università di Genova. «Il rischio di ripetere il flop Pallavicini
è alto». Dietro quel flop c'è l'assenza di idee. «Il disegno del restauro era
ottimo. L'esecuzione meno. Ma soprattutto - dice Antonio Marani, assessore alla
cultura del municipio di Ponente - non c'era nessuna idea sulla gestione e la
manutenzione del parco.
( da "Secolo
XIX, Il" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Docente di architettura del
paesaggio all'Università di Genova, Mazzino si sta occupando del restauro dei
parchi di Nervi. Parchi spesso presi d'ostaggio dai visitatori, che
parcheggiano auto e moto nei viali, campeggiano, abbandonano la spazzatura.
l'etiopia a ca' foscari
( da "Nuova Venezia, La"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Informazioni sul sito
www.nigrasum.org. è aperta fino al 10 maggio, orario 10-18, chiusa il martedì.
Biglietti 7 euro, 5 euro per i minori di 15 e maggiori di 60 anni; per gli
studenti, docenti e dipendenti di Ca' Foscari l'ingresso è gratuito.
Rilasciato il permesso per
la nuova palazzina ( da "Secolo
XIX, Il" del 12-04-2009)
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Cultura
Abstract: intervento rientra in quelli
previsti per il "social housing" che vedrà nascere nel savonese
decine di nuovi alloggi "sociali" in parte finanziati dalla Regione.
Questo del Campus farà aumentare di venti unità gli alloggi destinati all'ospitalità
degli studenti ma prevede anche 4 alloggi per docenti al servizio del polo
universitario di Savona. 12/04/2009
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Cultura
Abstract: docente di etica sociale alla
Pontificia Università Antonianum. Il professor Martin Carbajo Núñez è un frate
francescano spagnolo. Dopo il diploma in comunicazione sociale alla Pontificia
Università Gregoriana, ha conseguito il dottorato in teologia morale" alla
Pontificia Academia Alfonsiana (Università Lateranense).
Nella maggior parte dei
casi, nulla. Le case - come le automobili - in Italia non vengono assicurate...
( da "Stampa, La"
del 12-04-2009)
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Cultura
Abstract: quindi gli unici ad essere
risarciti saranno aziende ed enti pubblici, che si coprono espressamente per
questi eventi. L'Ania ha chiesto al governo di studiare un sistema
pubblico-privato che estenda la copertura alle famiglie su vasta scala, con lo
Stato a fare da «assicuratore ultimo» per gli eventi estremi.
grano e uova rosse la
pasqua dei pagani - antonella scandone
( da "Repubblica, La"
del 12-04-2009)
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Cultura
Abstract: Si va sempre più verso la laicizzazione
- afferma Aurelio Rigoli docente di Storia delle tradizioni popolari
all´università di Palermo - Quando una tradizione perde l´anima tutto ciò che
resta in superficie è consumistico. Siamo un popolo che rigetta le tradizioni
così come rinnega la propria storia. Basti pensare al cibo: le festività
scandivano le stagioni.
quando la raffineria si
chiamava anic ( da "Tirreno,
Il" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: pubblico-privato che vede fra i
soci l'Agip, l'Aipa (Azienda Italiana Petroli Albanesi) e la Montecatini di cui
era presidente il livornese Guido Donegani. Lo scopo è di realizzare due
stabilimenti gemelli, a Bari ed a Livorno, nella zona paludosa di Stagno, per
produrre benzina sintetica ricavandola dal carbone e dagli scisti bituminosi
albanesi adottando il processo Bergius largamente
L'AMMINISTRAZIONE comunale
e gli enti, pubblici e privati, che sostengono lo...
( da "Resto del Carlino, Il
(Imola)" del 12-04-2009)
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Cultura
Abstract:
E' autore di oltre 250
pubblicazioni ( da "Resto
del Carlino, Il (Rovigo)" del
12-04-2009)
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Cultura , Cervelli
Abstract: docente di Protesi dentaria
all'Università di Modena, uno studio dentistico a Santa Maria Maddalena, la
scorsa settimana è salito sul palcoscenico internazionale del congresso Iadr a
Miami Beach, il più importante appuntamento mondiale per il mondo
dell'odontoiatria perchè consente di mettere a confronto i risultati della
ricerca scientifica di tutte le Università del mondo.
SERGIO BORTOLINI (nella
foto) è professore associato di Malattie Odontostomatologiche e docente...
( da "Resto del Carlino, Il
(Rovigo)" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: professore associato di Malattie
Odontostomatologiche e docente... SERGIO BORTOLINI (nella foto) è professore
associato di Malattie Odontostomatologiche e docente di Protesi Dentaria
all'Università di Modena e Reggio Emilia. E' responsabile del servizio di
Protesi Dentaria e terapia dei disordini cranio mandibolari della Clinica
Odontoiatrica Universitario Ospedaliera di Modena,
Maironi da Ponte, dove la
scuola non è un'Isola ( da "Eco
di Bergamo, L'" del
12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: è stato il boom dei licei -
spiegano i docenti - ma il nostro istituto tecnico ha tenuto il passo» e così
nell'anno scolastico in corso si contano 496 iscritti all'Itc (che forma
ragionieri e periti aziendali) e 573 al liceo (tre gli indirizzi: fisica,
scienze naturali e lingua). Nel complesso gli iscritti vanno crescendo.
Argomenti:
Cultura
Abstract: sul corpo docente. I rappresentanti
degli studenti parlano di «insegnanti validi» con i quali dicono di avere
«ottimi rapporti». «La gran parte dei nostri professori favorisce il lavoro di
gruppo e la collaborazione tra noi studenti - afferma Chiara Piazzalunga,
liceale di 18 anni -, peccato che la rappresentanza studentesca sia carente,
Li Madou è un giacimento,
il passepartout che ci apre a ogni parte della Cina, la...
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 12-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Cultura
Abstract: Per il docente universitario,
attaccato nei giorni scorsi dal consigliere Federico Valori che ne aveva messo
in dubbio il profilo professionale, è l'ennesimo attestato di stima e
solidarietà (quasi tutti in privato, solo due pubblici quello del sindaco
Giorgio Meschini e di Silenzi).
L'Itis Bernocchi premiato
dall'Università di Brescia ( da "Giorno,
Il (Legnano)" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: IL DOCENTE di Disegno meccanico,
Luigi Bello, ha accompagnato alla giornata bresciana gli allievi Andrea Cerini
e Simone Giuriola, della quarta sezione meccanica: professore e studenti hanno
così ritirato l'attestato di partecipazione. I ragazzi (insieme allo studente
Dario Suigo, della classe quinta) avevano progettato una pressa.
IN UNA RICERCA pubblicata
da David R. Webb (Associate Director Center for Sports ...
( da "Resto del Carlino, Il
(Ascoli)" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: RICERCA pubblicata da David R. Webb
(Associate Director Center for Sports ... IN UNA RICERCA pubblicata da David R.
Webb (Associate Director Center for Sports Medicina, Saint Francisco Memorial
Hospital) si può leggere che i ragazzi impegnati in attività di ginnastica e di
rafforzamento fisico «sono in effetti esposti ad un certo tipo di lesioni
lombari sia secondarie a flessioni
di PAOLO BARTALINI e
ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il lampadario...
( da "Nazione, La (Siena)"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: C'è chi nel cuore della notte si è
però svegliato anche a Siena per via del sisma, città che non è ad alto rischio
sismico come affermato ieri a «Canale3» dal professor Enrico Mantovani, docente
di fisica terrestre alla nostra Università. Image: 20090412/foto/7289.jpg
di PAOLO BARTALINI e
ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il lampadario....
( da "Nazione, La (Siena)"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Istituto nazionale di Geofisica e
vulcanologia, proprio fra questo paese, Poggibonsi e Colle. C'è chi nel cuore
della notte si è però svegliato anche a Siena per via del sisma, città che non
è ad alto rischio sismico come affermato ieri a «Canale3» dal professor Enrico
Mantovani, docente di fisica terrestre alla nostra Università.
Offerte enti pubblici
Istituto casa famiglia di Cetona (rif.bando 5) ricerca n...
( da "Nazione, La (Siena)"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: 32 Offerte enti pubblici Istituto
casa famiglia di Cetona (rif.bando 5) ricerca n... Offerte enti pubblici
Istituto casa famiglia di Cetona (rif.bando 5) ricerca n° 2 operatori socio
sanitari, mansioni: assistenza diretta a persone auto e non autosufficienti an
richiede, titolo di studio: scuola media inferiore, requisiti: accesso al
pubblico impiego,
Dal disastro si esce con
l'edilizia di qualità ( da "Nuova
Ferrara, La" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: università dell'Aquila, Ferrara ha
risposto con la disponibilità di Antonio Tralli. Il docente d'ingegneria,
assieme ai dottorandi Riccardo Battaglia ed Enrico Milani, è da un paio di
giorni in Abruzzo, inserito come volontario nella struttura emiliana della
protezione civile: «Stiamo facendo dei sopralluoghi di agibilità,
Rettorato, in corsa i
Magnifici cinque ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Cagliari e Provincia Pagina 1021
Università. Le elezioni chiudono il ventennio Mistretta. Alle urne 1200
docenti, 160 studenti e 120 amministrativi Rettorato, in corsa i Magnifici
cinque Università.. Le elezioni chiudono il ventennio Mistretta. Alle urne 1200
docenti, 160 studenti e 120 amministrativi Si vota il 21 maggio e, per il
secondo turno,
Una neuroscienziata contro
4 uomini ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Nata a Cagliari 58 anni fa, è
docente di farmacologia a Medicina e direttore del Dipartimento di Neuroscienze
dal
Un distretto hi tech
contro la crisi ( da "Corriere
della Sera" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di economia all'università
dell'Insubria di Varese, che è riuscito a riunire tutti i soggetti interessati.
«Il punto di partenza racconta Onetti nasce da una semplice osservazione della
nostra realtà: in quella parte di Lombardia che possiamo identificare con
l'asse del fiume Ticino ci sono dei 'campioni isolati'
Il pensiero che cerca di
sondare la fede ( da "Giornale
di Brescia" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: pensiero che cerca di sondare la
fede BENCIVENGA Il noto docente di filosofia all'Università di California ci
parla del libro che dedica alla «dimostrazione di Dio» Raffaello, particolare
de La Disputa, 1510-1511 «Credo nell'incomprensibilità di Dio» scrisse Balzac
in una lettera a Madame Hanska, sintetizzando in poche parole la complessità di
Dio, da sempre indagata e combattuta.
Quando gli occhiali ai
bambini? ( da "Corriere
della Sera" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ipermetropie e astigmatismi non è
necessario prescrivere immediatamente gli occhiali: l'oculista deve valutare la
singola situazione. Se però il problema è importante, ci vuole subito la
correzione. Paolo Nucci, docente di oculistica, Università Statale degli Studi
di Milano, ospedale San Paolo A cura di Antonella Sparvoli
Russo:
Argomenti:
Cultura
Abstract: polemica sul cambio del nome Il
docente di Bioetica: «Sono soprattutto quelli di Medicina a ritenere di avere
più prestigioso rimanendo legati alla città partenopea» CASERTA «L'università
di Caserta e il nome negato, questa volta andiamo al muro contro muro, non sono
bastati anni di sollecitazioni, le cinquemila firme da tempo raccolte e la
prima è quella del vescovo Raffaele Nogaro,
TERREMOTO/1 La grande
dignità degli abruzzesi nCos'hai? Vedo un...
( da "Giornale di Brescia"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: avrebbe bisogno soprattutto di una
gigantesca opera pubblica-privata: la manutenzione e il recupero. Che ha
cementificato ovunque, anche dove è praticamente certo che ci saranno prima o
poi eventi calamitosi (vulcani). Oppure esondazioni. E che non solo invece da
anni ha governi che non si interessano assolutamente di bonificare queste
situazioni, ma rilanciano grandi opere inutili,
sulmona esorcizza i
geologi e la paura - roberto torti
( da "Tirreno, Il"
del 12-04-2009) + 3 altre fonti
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di Scienze Ambientali
all'Università dell'Aquila, a dare un'indicazione drammatica sul futuro di
Sulmona: «Come l'Aquila, ha un gap sismico che dura dal 1706 e ci aspettiamo
che prima o poi questo carico di energia esploda». «Solo inutili allarmismi»,
gli ha risposto Antonio Mancini, ex membro del Consiglio nazionale geologi e
tuttora collaboratore del Comune di Sulmona
docente del bo saluta la
famiglia e poi si spara ( da "Mattino
di Padova, Il" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Dopo la colazione insieme Docente
del Bo saluta la famiglia e poi si spara PADOVA. Ha fatto colazione con la
moglie e il figlio, poi ha salutato tutti e si è chiuso in bagno. Dopo qualche
istante, due colpi di pistola: uno alla mano, l'altro alla testa. Mario Terzi,
73 anni, professore universitario di Biologia molecolare all'Università di
Padova (
mappatura delle scuole
abruzzesi made in friuli ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di Tecnica delle
costruzioni in zona sismica, nel precisare che il compito dei tecnici è
alquanto delicato. «Gli ingegneri strutturisti dell'ateneo friulano assieme ai
colleghi della rete ReLuis - puntualizza il docente - effettueranno la verifica
di stabilità delle costruzioni, in particolare delle scuole,
Un'associazione fra
Università e Ordine dei medici
( da "Giornale.it, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: entusiasmo manifestato durante lo
svolgimento del corso da parte di tutti i partecipanti, docenti e discenti,
hanno spinto gli organizzatori a ripetere l'esperienza (dal 17 al 20 giugno
c.a. si svolgerà a Genova la 7° edizione ) e ad avere un ruolo più attivo nella
collaborazione con i medici italiani e con le strutture sanitarie africane.
Sulmona esorcizza i
geologi e la paura ( da "Nuova
Ferrara, La" del 12-04-2009) + 7 altre
fonti
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di Scienze Ambientali
all'Università dell'Aquila, a dare un'indicazione drammatica sul futuro di
Sulmona: «Come l'Aquila, ha un gap sismico che dura dal 1706 e ci aspettiamo
che prima o poi questo carico di energia esploda». «Solo inutili allarmismi»,
gli ha risposto Antonio Mancini, ex membro del Consiglio nazionale geologi e
tuttora collaboratore del Comune di Sulmona
Una casa a prova di scossa
( da "Stampaweb, La"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: quindi gli unici ad essere
risarciti saranno aziende ed enti pubblici, che si coprono espressamente per
questi eventi. L?Ania ha chiesto al governo di studiare un sistema
pubblico-privato che estenda la copertura alle famiglie su vasta scala, con lo
Stato a fare da «assicuratore ultimo» per gli eventi estremi.
Via Casoni invasa da
randagi e topi ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: accordo pubblico-privato per la
riconversione del complesso fatiscente. L'intervento si qualificava sia per
l'attuazione di una casa di riposo per anziani da 70 posti letto senza oreri
per il comune (un servizio che manca da sempre ai moglianesi), sia per la
disponibiità di uno spazio polifunzionale da adibire a sala convegni,
(M.A.) Il dramma di un
luminare. Uno studioso, che ai problemi della vita ha sempre trovato una
solu... ( da "Gazzettino,
Il (Padova)" del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: abitazione di via Barbarigo hanno
provato a rianimare il docente universitario per almeno venti minuti, ma alla
fine il suo corpo ha ceduto alla morte. Gli agenti, giunti anche loro nella
casa di via Barbarigo, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso
del professore per suicidio. Così se ne è andato il professore romano.
La lettera è nelle mani
del ministro dei beni culturali Sandro Bondi e in quelle di Altero Matt...
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: essendo privato il committente (con
il solo limite che la ditta deve essere specializzata in lavori di restauro di
beni culturali). Inoltre, gli eventuali intermediari alla ricerca di sponsor
hanno una sorta di monopolio, tale che l'ente pubblico viene estromesso dalla
scelta dei soggetti investitori o è costretto a chiedere il "
Trappole fino a ottobre
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente universitaria e
responsabile del monitoraggio affidato dal Comune al Consorzio Ferrara
Ricerche, ha coordinato l'installazione delle trappole per le mosche da cui
sarà possibile verificare l'eventuale presenza anomala degli insetti. Il
metodo, che prevede monitoraggi periodici riferiti tempestivamente
dall'università al Comune,
Mogliano L'ex Essiccatorio
di via dello Scoutismo, all'angolo tra via dello Scoutismo e via Cas...
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: accordo pubblico-privato per la
riconversione del complesso fatiscente. L'intervento si qualificava sia per
l'attuazione di una casa di riposo per anziani da 70 posti letto senza oneri
per il comune (un servizio che manca da sempre ai moglianesi), sia per la
disponibiità di uno spazio polifunzionale da adibire a sala convegni,
Studenti e docenti dalla
Svezia, Finlandia, Lituania e Cipro all'Università di Ferrara per il progetto
Alcuin ( da "Sestopotere.com"
del 12-04-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Studenti e docenti dalla Svezia,
Finlandia, Lituania e Cipro all?Università di Ferrara per il progetto Alcuin
(12/4/2009 14:20) | (Sesto Potere) - Ferrara - 12 aprile 2009 - Delegazioni di
scuole secondarie superiori composte da docenti e studenti di istituzioni
scolastiche e Università dei paesi partners di Malmo (Svezia),
( da "Stampa, La" del
12-04-2009)
Argomenti: Cultura
DOPO IL CASO
BRICHERASIO PREOCCUPAZIONE PER I TAGLI Crisi e cultura, allarme Ascom
"Serve una cabina di regia" [FIRMA]MAURIZIO TROPEANO L'allarme è alto
ma, almeno per ora, la chiusura forzata durante l'estate della fondazione
Bricherasio non dovrebbe provocare un effetto domino sul sistema culturale e
turistico torinese. Certo, tra gli operatori la preoccupazione è alta per il
perdurare della crisi economica e del conseguente taglio dei fondi da parte
degli enti locali e delle fondazioni bancarie. C'è, è vero, una situazione
d'emergenza legata alla difficoltà di reperire i fondi per la promozione delle
Olimpiadi dell'Aria ma sembra un caso isolato. E proprio per evitare la
moltiplicazione di effetti negativi Maria Luisa Coppa, presidente dell'Ascom,
chiede con urgenza «la convocazione di una cabina di regia pubblico-privata per decidere insieme i progetti
prioritari e come finanziarli perché non è possibile che si impoverisca
l'offerta dell'unico settore, quello turistico, che è riuscito a reggere gli
effetti della crisi». Del resto anche Alberto Alessio, presidente della
Fondazione Bricherasio, giudicando «corretto che tutti quelli che fino ad oggi
hanno sostenuto il sistema culturale torinese abbiano delle priorità
diverse» chiede di aprire un «tavolo dove capire se si tratta di una situazione
congiunturale oppure di un'inversione di rotta per il futuro». Una richiesta
condivisa anche da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell'omonima
fondazione. Spiega: «Anche noi subiamo gli effetti della crisi ma abbiamo
deciso di andare avanti con la nostra programmazione». E aggiunge: «I fondi
impegnati per la cultura non sono uno spreco ma hanno ricadute economiche
sull'intero sistema territoriale e creano posti di lavoro. Ecco perché può
servire un tavolo di concertazione per definire obiettivi e priorità
condivise». Per l'ex assessore regionale alla Cultura, Giampiero Leo, è
incredibile che «per la mancanza di piccole cifre si possano perdere così
grandi opportunità. Serve uno sforzo congiunto delle Istituzioni e delle
fondazioni bancarie. Presenterà un'interrogazione per sollecitare l'intervento
della Regione. C'è l'impegno del vicepresidente Peveraro a trovare 2,5 milioni
con l'assestamento di bilancio per far fronte a situazioni di emergenza».
Qualcosa arriverà anche dal Comune come spiega l'assessore alla Cultura,
Fiorenzo Alfieri: «C'è l'impegno del sindaco e dell'assessore al Bilancio anche
se è evidente che l'entità dei finanziamenti non potrà raggiungere la somma del
passato». Alfieri, però, si affretta a spiegare che «il Comune non ha
intenzione di fare un'inversione strategica sul fronte culturale anche se è
chiaro che il problema della scarsità dei fondi non può essere affrontato solo
dalla cultura ma devono farsene carico tutti». Ben venga allora un tavolo
comune di discussione ma è chiaro che «una delle strade da seguire sarà quella
della ricerca di sponsor».
( da "Trentino" del
12-04-2009)
Argomenti: Cultura
BOLBENO
«Probabilmente, siamo solo i più onesti» TRENTO. «Mi fa molto piacere, ma mi
pare che, più che ricchi, siamo onesti». Giorgio Marchetti è il sindaco di
Bolbeno, il paesino delle Giudicarie, che si è aggiudicato la palma del comune
trentino con gli abitanti più ricchi, in media, del Trentino. Non si fa
illusioni sul vero significato della classifica: «Non vedo un tenore di vita
esagerato. La gente, qui da noi, sta bene, ma non c'è nessuno che vive grazie
all'eredità del nonno». Marchetti spiega che, più che altro, il buon risultato
probabilmente è dovuto all'onestà dei suoi compaesani che dichiarano tutto, o
quasi: «Questo risultato mi fa piacere perché è, perlomeno, l'indice di una
correttezza fiscale e questo è bello, soprattutto di questi tempi. E' il
sintomo di un'onestà di fondo che fa onore a tutto il paese». Il sindaco
spiega, comunque, che a Bolbeno non c'è un'attività dominante che possa
giustificare una media così alta dei redditi: «Beh, possiamo dire che da noi
non c'è disoccupazione e questo aiuta molto, però, non c'è un'attività che
spicca in maniera particolare sulle altre. Si può dire che abbiamo un bel
misto. Ci sono artigiani, imprenditori, dipendenti pubblici
e privati. Questa varietà ci permette di attutire meglio i colpi della crisi.
Poi, abbiamo una piccola pista da sci che crea qualche movimento, anche se,
purtroppo, il turismo non è certo un'attività fiorente. Un tempo avevamo tre
alberghi, adesso ce n'è uno solo che va avanti grazie allo spirito del
titolare. Adesso, però, stiamo ragionando per creare un'attività di
ristorazione mista pubblico-privato, vicino alla pista. Vogliamo evitare di
diventare un dormitorio».
( da "Giornale di Brescia"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Edizione:
12/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la provincia Edolo «Una
Università in sintonia col territorio» Il ministro Gelmini promuove il corso
triennale per la montagna e la preside della facoltà di Agraria, Claudia
Sorlini" title="Il ministro Mariastella Gelmini fra l'on. Davide
Caparini e la preside della facoltà di Agraria, Claudia Sorlini"
onClick="showImage('http://www.giornaledibrescia.it/gdbonline/contenuti/20090412/foto/full_brescia_330.jpg',600,414)">
Il ministro Mariastella Gelmini fra l'on. Davide Caparini e la preside della
facoltà di Agraria, Claudia Sorlini EDOLOIl convegno «L'istruzione per il
rilancio delle aree montane», svoltosi ieri mattina, è stata l'occasione per
l'Università di Edolo di presentare il bilancio delle sue attività. Un bilancio
positivo, che strizza l'occhio ad un futuro per il quale si perseguono
obiettivi ambiziosi, che hanno ricevuto pieno sostegno e approvazione dal
ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, presente
all'incontro. «Siamo l'unico corso di laurea sulla montagna in territorio
montano che ha avuto successo in Italia» ha dichiarato con orgoglio la preside
della Facoltà di Agraria, prof.ssa Claudia Sorlini. «Guardiamo con fiducia al
futuro e lavoriamo - ha proseguito - per diventare un punto di riferimento per
tutto l'arco alpino nella speranza di attirare a Edolo anche studenti
stranieri. Puntiamo a portare in Valcamonica anche il corso di laurea
magistrale biennale, che molti dei nostri studenti vogliono frequentare al fine
di aumentare le proprie conoscenze e competenze, e di accrescere la loro
professionalità, che diventa poi un'importante risorsa per il territorio».
Insegnamento e ricerca «Il mondo dell'istruzione - ha risposto Attilio
Visconti, commissario straordinario del Comune di Edolo - riveste un ruolo
primario nella nostra cittadina, le cui scuole contano oltre 1.500 studenti e 126 docenti, numeri imponenti che sottolineano la
centralità di Edolo in Valle Camonica. Accoglieremmo pertanto con gioia un
potenziamento della sede universitaria». La presenza del ministro Gelmini è
stata anche l'occasione per inaugurare in modo ufficiale l'inizio dell'attività
di ricerca del centro «Ge.S.Di.Mont.». «Dopo oltre un decennio di
didattica svolta in modo egregio - ha spiegato il prof. Giuseppe Carlo Lozia,
che è stato per anni preside del corso edolese - la sfida del corpo docente è quella di affiancare la ricerca all'insegnamento.
È questo il tassello che manca per portare Edolo al livello dei grandi centri
urbani». Dopo l'intervento dell'on. Luigi Olivieri dell'Ente Italiano della
Montagna, il direttore dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia, Giuseppe
Colosio, ha spiegato come «la nostra provincia, grande e comprendente territori
che vanno dalle isole lacustri all'alta montagna, è da sempre attenta a
mantenere presidi scolastici nelle piccole realtà grazie all'impiego
intelligente delle risorse e a una forte collaborazione con gli enti locali».
«Il nuovo assetto federale - ha detto l'on. Davide Caparini - offre nuove
opportunità ad una realtà come Edolo. Sarà importante riuscire a quantificare
gli svantaggi competitivi delle aree montane, perché si possano pensare e
realizzare interventi che portino ad una perequazione ispirata ad un modello
che permetta di vivere e lavorare nell'ambiente montano e risponda al fenomeno
dello spopolamento». Il ministro e il territorio «Quando ho iniziato il mio
lavoro come ministro - ha invece affermato Mariastella Gelmini - ho condotto
una battaglia contro i corsi di laurea inutili. Non mi riferivo ad un programma
come quello di Edolo, che persegue il duplice obiettivo di valorizzare
l'istruzione e la formazione e di riconoscere la centralità del territorio.
Vorrei inoltre sottolineare come sarebbe importante che in Italia si desse valore
alle lauree triennali, spesso poco considerate nel mondo del lavoro, con i
nostri giovani costretti ad ottenere la laurea magistrale per trovare un
impiego». «Questo corso crea professionisti che potranno lavorare su risorse
come il turismo e il patrimonio naturale ed artistico - ha proseguito - risorse
fondamentali, soprattutto in un periodo di crisi economica. Trovo che una
delocalizzazione di un'università sulle montagne
italiane e non all'estero sia una grande risposta dell'università
italiana, che è spesso accusata di autoreferenzialità e che è stata in questo
caso capace di aprirsi al territorio, cogliendone le necessità e restituendogli
capitale umano. È importante conoscere l'Europa e il mondo, ma è fondamentale
non dimenticarsi dell'Italia e delle realtà locali che sono vicine a noi».
Infine una nota di ottimismo. «Continueremo a investire in alta formazione - ha
concluso il ministro - perché questo è lo strumento per affinare le capacità
dei nostri giovani affinché possano contribuire alla crescita del paese ed
affermare l'orgoglio di essere italiani». Paolo Testini
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Baristi contro i
disertori di Mosaico «Tengano i negozi chiusi nelle manifestazioni pagate da
noi» MONTEBELLUNA. «Perchè chi non ha aderito - e quindi non paga nulla - deve
trarre i nostri stessi vantaggi? Perchè non farli rimanere chiusi nelle serate
dei giovedì musicali?». La domanda è stata posta nel corso di uno degli
incontri preparatori della costituzione de «Il Mosaico», la
società pubblico-privata
che avrà il compito di valorizzare il centro storico. E' arrivata da baristi
che volevano sapere perchè tra loro che pagano e quelli che non aderiscono e
non versano quindi nulla alla fine non ci sarà alcuna differenza in occasione
delle manifestazioni organizzate da «Il Mosaico» per far arrivare gente in
centro città. A conti fatti risulta che tra bar, ristoranti, gelaterie,
pizzerie, solo un quarto ha aderito alla nuova associazione. «In effetti nel
corso degli incontri è stato chiesto perchè consentire anche a chi non ha
aderito di tenere aperto oltre il normale orario in occasione delle
manifestazioni organizzate da "Il Mosaico", è stato chiesto perchè
non si possono mandare i vigili urbani a farli chiudere - dice l'assessore alle
attività produttive, Tiziana Favero - Ma la risposta non poteva che essere una
sola: non si può per legge. In effetti su 43 attività di pubblico esercizio
presenti in centro urbano, solo una dozzina ha finora aderito. Ma confido che
ora le adesioni aumentino e vedrò di contattare chi non ha ritenuto di
partecipare per convincere dell'importanza dell'iniziativa». In compenso per i
non aderenti potrebbe profilarsi una pubblicità contro. «Quando è stata posta
la questione - aggiunge l'assessore alle attività produttive - è stato fatto
notare che a Modena era stato fatto un cartello con i nomi di tutti quelli che
non avevano aderito, potrebbe essere fatta una cosa del genere, ma la mia
convinzione è che nei prossimi giorni ci saranno ulteriori adesioni e
arriveremo a un centinaio di associati tra negozianti, artigiani e pubblici
esercenti». (e.f.)
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Monastier. Nel
parcheggio della clinica Giovanni XXIII stazionano decine di stranieri che
importunano i visitatori, interviene la polizia locale Stop agli accattoni
della casa di riposo Anziani minacciati per avere l'elemosina, in arrivo
sanzioni di 500 euro I questuanti rischiano di essere identificati e poi
multati Il sindaco Lo Stimolo «Non vogliamo altre aggressioni» MONASTIER. Stop
agli accattoni nel parcheggio della casa di cura Giovanni XXIII. Il sindaco
Salvatore Lo Stimolo ha firmato l'ordinanza che prevede sanzioni fino a 500
euro per i mendicanti, spesso petulanti, che bivaccano fuori dalla clinica.
Decine le segnalazioni che arrivano ai vigili da parte soprattutto di donne che
raccontano di essere state inseguite dagli accattoni che insistentemente
chiedevano qualche euro, tanto che la preoccupazione dei visitatori è alle
stelle. Sono ormai numerosissime le segnalazioni alla polizia municipale.
Un'anziana che frequenta ogni giorno la casa di cura ha denunciato anche un
episodio ai limiti dell'estorsione: un mendicante sarebbe arrivato a
minacciarla. «So qual'è la tua macchina», le avrebbe detto. La donna si è
sentita così costretta a lasciare decine di euro di obolo. Ma gli episodi di
accattonaggio petulante sono ormai all'ordine del giorno. Mentre nel parcheggio
del centro commerciale Olmi i mendicanti sono generalmente extracomunitari
africani che cercano di vendere fazzoletti e accendini o che si offrono per
riporre il carrello e tenersi la moneta, a Monastier sono solitamente rumeni.
«I vigili ricevono moltissime chiamate di persone che segnalano il
comportamento insistente, arrogante e di disturbo di alcuni accattoni -
chiarisce il sindaco Salvatore Lo Stimolo - chiedere l'elemosina non è un
reato, ma va punito chi lo fa in maniera aggressiva». I mendicanti che saranno
pizzicati dagli agenti della polizia locale di San Biagio e Monastier a
chiedere l'elemosina nel parcheggio della casa di cura potranno dunque, grazie
all'ordinanza, essere fermati, identificati e multati. Le sanzioni previste dal
documento firmato da Lo Stimolo vanno da
( da "Libertà" del
12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Dopo i tirocini
l'80% trova lavoro Ne sono stati organizzati duemila, molti in aziende di
servizi Duemila tirocini in cinque anni. Di questi, l'80 per cento si è
trasformato in un rapporto di lavoro che, per il 30 per cento dei casi, si è
tradotto in un contratto a tempo indeterminato. Sono stati presentati alcuni
dati del territorio piacentino su questo particolare strumento formativo e
d'orientamento, in un seminario sul lavoro organizzato dalla Provincia con la
collaborazione della Cattolica, proprio nella sede dell'ateneo piacentino.
L'ente provinciale, in questi anni, ha spinto molto sul tirocinio. È
un'esperienza che accresce le capacità professionali, e ha, ovviamente, sbocchi
occupazionali. I buoni risultati lo dimostrano. «Questo strumento - spiega
Pietro Natale, coordinatore dell'area servizi alle imprese, politiche del
lavoro e sistema formativo di corso Garibaldi - ha visto una serie di target
d'utenza, dai giovani neodiplomati e neolaureati agli adulti, con programmi
mirati per donne, diversamente abili e svantaggiati sociali». Per preparare il
campo sono stati stipulati diversi protocolli e accordi con le parti sociali,
in modo da garantire un'indennità ai tirocinanti con il riconoscimento delle
competenze, grazie a un certificato finale. Questo per evitare, soprattutto,
abusi da parte delle aziende. Il rischio è presto detto: le imprese ruotano
vorticosamente gli studenti negli stage, avendo sempre, in pratica, forza
lavoro gratuita. «È questo ciò su cui vigiliamo - prosegue Natale -.
Innanzitutto i tirocini non possono essere gratis, ma poi facciamo un controllo
a metà e alla fine del percorso, per vedere se, effettivamente, le ditte non si
sono discostate dai programmi iniziali con mansioni improprie». I settori che
offrono le maggiori richieste, spiega l'assessore provinciale al Lavoro
Fernando Tribi, sono «le aziende di servizi, quelle con alte specializzazioni
tecniche e gli studi professionali». L'incontro, moderato da Pier Antonio
Varesi, docente in Cattolica, ha
proposto due relazioni tecniche, quella di Paolo Pascucci, professore di
Diritto del Lavoro all'Università di Urbino, sulla disciplina dei tirocini, e
quella di Pier Giovanni Bresciani, insegnante alle Università di Genova,
Bologna e Trento, sui fattori di qualità nell'attuazione degli stessi.
Per Giacomo Lucchini, direttore del centro Tutor, poi, accanto al tirocinio,
«strumento attivo di politica del lavoro», bisogna «rafforzare gli interventi
formativi, con degli strumenti ad hoc». Al dibattito ha partecipato anche Paola
Romersi, responsabile del servizio stage del Sacro Cuore, mentre ha introdotto
i lavori Donatella Depperu, ordinario di Economia nell'ateneo piacentino.
Alessandro Rovellini 12/04/2009
( da "Repubblica, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 4 -
Interni "Arresteremo chi costruì con sabbia di mare" Il procuratore
avvia i sequestri. E la Ue invia esperti in stabilità delle costruzioni
L´inchiesta Prelevati pezzi di piloni di cemento armato. Nominati consulenti
due docenti universitari MEO PONTE DAL NOSTRO INVIATO L´AQUILA - «Non ci
saranno indagati, se fossero accertate responsabilità precise nel crollo degli
edifici. I responsabili saranno immediatamente arrestati» dice con tono duro il
procuratore dell´Aquila Alfredo Rossini, che ha aperto un fascicolo per
disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Rossini aggiunge: «Se si scoprisse
che è stata usata sabbia di mare per le costruzioni saremmo già a buon punto,
perché tutti sanno che quel tipo di sabbia è altamente corrosiva e danneggia le
armature». Non hanno più un ufficio, ma non perdono tempo i magistrati della
Procura dell´Aquila. In tenda, per strada o sfruttando l´ospitalità di edifici
«sicuri» stanno lavorando per scoprire le cause dell´improvviso crollo di
palazzi edificati (teoricamente) secondo le norme antisisma. Giovedì Rossini e il pm Fabio Picuti hanno convocato due docenti
dell´Università aquilana, entrambi esperti di scienza delle costruzioni, e
hanno affidato loro una missione difficile riassunta nel quesito della
consulenza: stabilire se la causa del crollo degli edifici possa essere in
qualche modo collegata ad eventuali violazioni della normativa vigente e (se
ciò fosse accertato) chi ha commesso tali violazioni. I due esperti non
hanno perso tempo. Ieri - accompagnati dai carabinieri e dalla polizia - hanno
effettuato sopralluoghi nella Casa dello studente (il cui crollo ha ucciso più
di venti ragazzi), nella Prefettura e nell´ospedale, inaugurato nove anni fa ed
evacuato dopo le prime scosse. E c´è già un primo atto investigativo: durante i
tre sopralluoghi sono stati sequestrati resti di piloni in cemento armato,
mattoni sbriciolati e altri materiali giudicati interessanti. E dalla Ue
inoltre sono in arrivo tecnici esperti per valutare la stabilità delle
costruzioni danneggiate. Rossini e Picuti hanno una tabella di marcia già
precisa. «La priorità assoluta è quella di accertare le cause del crollo dei
palazzi dove sono morte delle persone, successivamente quelle degli edifici
pubblici. Intendiamo però accertare le ragioni di ogni costruzione. Anche dell´ultimo
pollaio d´Abruzzo» spiegano i magistrati. L´inchiesta non è facile e non può
seguire i canoni tradizionali d´indagine. E´ impossibile pensare di mettere
sotto sequestro ruderi nei quali ancora si sta scavando alla ricerca di persone
sepolte. Al momento non esiste neanche un luogo in cui custodire i reperti
sequestrati. I consulenti dei pm però potranno giovarsi dei dati già rilevati
dalla commissione istituita dal sindaco per la valutazione dei danni. La
macchina della giustizia, nonostante la straordinaria emergenza, all´Aquila si
è rimessa in moto subito dopo il terremoto. Venerdì pomeriggio è stato
celebrato il primo processo per direttissima a quattro presunti sciacalli che
il giudice Giuseppe Romano Garganella, d´intesa con il pm Picuti, ha assolto,
dando prova di totale garantismo. E ieri il pm si è dovuto occupare
dell´arresto di una spacciatore sorpreso mentre tentava di vendere cinque
grammi di hashish nella tendopoli di Aia della Fonte, a pochi passi dal
capoluogo.
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
CRONACA MILANO
pag. 8 Emergenza bambini: la Cattolica adotta una scuola
elementare Arriveranno anche docenti e studenti del master in psicologia per
aiutare i più piccoli dall'inviato GABRIELE MORONI MONTICCHIO (L'Aquila)
L'UNIVERSITÀ Cattolica adotterà una scuola elementare abruzzese. Invierà
docenti ma anche studenti seguendo una triangolazione che dovrebbe comprendere
anche la Protezione civile della Lombardia e il vescovado dell'Aquila.
«Ci rapporteremo - dice Cristina Castelli, ordinario di Psicologia a Scienza
della formazione - con la Protezione civile e la curia. Io coordinerò gli
interventi inviando docenti e studenti del mio Master in relazione di aiuto in
contesti di vulnerabilità nazionali e internazionali. L'aiuto sarà
principalmente psico-pedagogico e andrà soprattutto ai bambini per favorirli
nelle ripresa scolastica. Abbiamo già lavorato a Ripabottoni e a Bonefro dopo
il terremoto in Molise e in Sri Lanka dopo lo tsunami. Lì il nostro intervento
è andato avanti per un anno e mezzo». Di più. Al personale dell'ateneo sarà
data la possibilità di aiutare l'intervento devolvendo ore di lavoro per
incrementare il budget. C'è molta Milano in questo Abruzzo martoriato. Ci sono
i volontari della Protezione civile coordinati da Giovanna Cesario a Rocca di
Mezzo e lì è andata anche la cucina da campo inviata dal comune di Milano. C'è
Milano nella tenda del supporto psicologico al campo di Monticchio (di cui è
responsabile Giovanni Caldiroli). Sono nove i volontari dell' associazione
«Psicologi per i popoli» che sono scesi dala metropoli. FABIO SBATTELLA,
ricercatore di psicologia alla Cattolica, è il presidente, ma la struttura è
più articolata, è quella di una federazione presente in undici regioni
italiane. «Veniamo tutti - dice Sbattella - dall'esperienza sul campo e ogni
anno ci ritroviamo a Rovereto, in una vecchia polveriera, per fare
esercitazioni. Il fatto è che certe cose non si improvvisano. Ho vissuto
l'emergenza del Molise e lì ho imparato molto. Siamo arrivati a Monticchio
nella colonna mobile e abbiamo incominciato a girare con le nostre tute e la
scritta bella grande psicologo'. Il cartello è stato subito collocato
all'inizio del campo. ABBIAMO UNA STRETTA collaborazione con i medici del 118,
ci sono 45 operatori divisi per due Asl, anche se in questi giorni sono senza
casa, senza macchina e giustamente hanno altro a cui pensare. Eravamo
all'obitorio quando c'è stato il riconoscimento delle salme. Eravamo ai
funerali. Un marito ha chiesto il nostro aiuto perché la moglie non voleva
lasciare la bara dell'unico figlio, morto a vent'anni. Si trattava non di
aiutare la signora a staccarsi dal figlio ma di aiutare il marito a
convincerla». DISEGNI DI PASQUA alle pareti della tenda. I bambini del
terremoto. Uno solo ha disegnato un'ambulanza del 118. «Il primo aspetto da
curare - dice Sbattella - è la strutturazione del tempo e dello spazio. lI
bambino deve capire quando è festa o è giorno feriale, quando è vacanza o c'è
scuola. Li aiutiamo a giocare perché molti non sono in grado di elaborare le
loro emozioni. Ci sono bambini rimasti illesi, altri rimasti sotto le macerie,
oppure che sono stati investiti dai calcinacci o dall'armadio coi libri o hanno
visto sparire il cagnolino». SI CHIAMA BTA, Basic therapeutic action. Si gioca,
ma si lavora anche sui rumori, sull'odore di zolfo che esce dalla terra quando
si spacca. «Si gioca e ci si racconta. Spazi di parola libera, narrazioni che
vengono dalla letteratura popolare, dalle tradizioni. A me piace molto la
storia senza tempo di Giovannin senza paura e della capra ferrata. Sarebbe un
errore, un grosso errore imporre ai bambini di parlare del terremoto senza che
emozioni e parole venissero raccolte da persone esperte».
( da "Centro, Il" del
12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Per i tecnici del
dipartimento di Scienze della Terra rischio previsto nelle mappe I geologi:
tragedia annunciata L'accusa di alcuni ricercatori della D'Annunzio CHIETI. «Il
terremoto in Abruzzo è una tragedia annunciata, come ci insegna la memoria
storica, avvenuto in un'area caratterizzata da faglie attive responsabili dello
sviluppo di spettacolari zone pianeggianti all'interno della dorsale
appenninica. Sono le cosiddette "Conche Intrappenniniche" (L'Aquila,
Avezzano, Campo Imperatore, Sulmona), sedi di città storiche che hanno subito i
terremoti del passato senza mai imparare a conviverci». E' quello che
sostengono, in una nota, Fernando Calamita, Alberto Pizzi e Vittorio Scisciani,
alcuni geologi del Dipartimento di Scienze della Terra dell'università
D'Annunzio. «La cartografia geologica regionale svolta in questo decennio
nell'ambito del progetto Carg in sinergia tra il Dipartimento di Scienze della
Terra, la Regione Abruzzo, l'Ispra (già servizio geologico d'Italia) ed altri istituti di ricerca pubblici e privati», si legge nella
nota, «ha consentito di rappresentare sulle carte geologiche pubblicate (Foglio L'Aquila) ed in corso
di pubblicazione (Foglio
Gran Sasso) le faglie attive della zona Aquilana, del Gran Sasso e dei Monti della
Laga, responsabili della sequenza sismica in atto, in parte già note
alla comunità scientifica poiché oggetto di studi specifici diffusi su riviste
di settore. Lo stato attuale delle conoscenze geologiche consente di
riconoscere le faglie attive e quindi capaci di generare un terremoto perchè
hanno evidenze geologiche». Secondo i geologi in questi anni non sarebbe stato
fatto nulla per informare l'opinione pubblica della
necessità di adeguare o ricostruire case vecchie secondo le normative
antisismiche. «Certamente», proseguono i tre, «la risoluzione del problema sta
in opportune e mirate scelte politiche e nel controllo delle attività
imprenditoriali allo scopo di realizzare un adeguamento antisismico delle
abitazioni e del patrimonio architettonico per evitare il crollo di edifici
strategici anche moderni in occasione di terremoti con intensità confrontabili
a quelle della sequenza sismica aquilana. Una grande responsabilità è anche di
noi geologi, che conoscevamo il problema e non siamo riusciti a farci
ascoltare». Ma i geologi lanciano anche l'allarme sul futuro molto incerto del
progetto di cartografia geologica regionale e soprattutto denunciano la
mancanza di sensibilità e di volontà da parte delle istituzione ad
intraprendere cartografie tematiche sul rischio geologico. «Nonostante queste
problematiche», conclude la nota, «il nostro gruppo di ricerca, nell'ambito del
Dipartimento di Scienze della terra dell'università, è impegnato in ricerche
finalizzate alla valutazione del rischio geologico con particolare attenzione
allo studio della geologia del terremoto aquilano». (d.p.)
( da "Nuova Sardegna, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Bliz notturno dei
vertici della società regionale, a Monteleone Roccadoria situazione critica
Monte Agnese, i lavoratori firmano il contratto Pace fatta con gli ex
dipendenti dei potabilizzatori di Alghero, Sorso e Pattada SASSARI. Mentre gli
ex lavoratori dell'impianto di potabilizzazione di Monteleone Roccadoria
continuano la loro protesta, quelli di Monte Agnese, Sorso e Pattada hanno
firmato il contratto con Abbanoa. Questi tre impianti, infatti, sono ora sotto
il diretto controllo del gestore unico. L'accordo è stato raggiunto dopo un
incontro «notturno» all'impianto di Monte Agnese, con i dirigenti regionali di
Abbanoa. Nella tarda serata di venerdì il prefetto di Sassari ha disposto lo
sgombero dell'impianto di potabilizzazione di Monte Agnese, dal quale si
alimenta tutto il comprensorio algherese, lasciando di fatto la responsabilità
della conduzione ai tecnici di Abbanoa che sono subentrati immediatamente.
L'azione del prefetto si è resa necessaria per scongiurare eventuali azioni che
avrebbero potuto mettere in discussione il corretto approvvigionamento idrico
della città che proprio in questi giorni è interessata da importanti flussi
turistici. E venerdì notte, intorno alle 23, quindici operatori di Abbanoa, accompagnati
dei dirigenti regionali e territoliali della società e dalle forze dell'ordine,
si sono presentati nell'impianto di Monte Agnese, ad Alghero, occupato dagli ex
dipendenti delle ditte d'appalto. «Nessun blitz e nessuna accesa discussione -
si legge in un comunicato stampa di Abbanoa -, ma soltanto chiarimenti tra i
vertici di Abbanoa e i lavoratori in stato di agitazione». Ieri mattina, a
mezzogiorno, i lavoratori hanno firmato il contratto attraverso un'agenzia
interinale. Si tratta, nel dettaglio, di uncontratto breve e propedeutico alla
imminente assunzione nella società Abbanoa. Identica felice conclusione si è
avuta anche con gli ex dipendenti delle ditte d'appalto che conducevano gli
impianti di Sorso e di Pattada. «Nonostante questa conclusione positiva -
continua la nota della società regionale - che conferma ancora una volta quanto
Abbanoa abbia intenzione di garantire il livello occupazionale degli ex
dipendenti delle ditte d'appalto, l'impianto di Monteleone Roccadoria continua
a essere occupato abusivamente. E spiace constatare che una ragionevole e
pacifica soluzione della vertenza sia respinta dall'atteggiamento
irresponsabile di chi si ostina a ignorare gli accordi sottoscritti il 9 luglio
del 2007 dalle organizzazioni sindacali, la Regione Sardegna e l'Autorità
d'ambito, che garantiscono espressamente la piena occupazione di tutti i
lavoratori con l'applicazione del contratto unico
pubblico-privato Federutility, quello di categoria e quindi naturalmente
applicato da Abbanoa. Chiunque si opponga strumentalmente ai programmi e agli
accordi già sottoscritti deve assumersi la responsabilità morale di aver
pregiudicato la salvaguardia dei posti di lavoro di molti sardi». I
vertici di Abbanoa, infine, ribadiscono il loro sconcerto davanti alle dichiarazioni
del segretario Cgil, che nei giorni scorsi aveva raccontato dell'assenza dei
kit essenziali al trattamento dell'acqua. «è più che ovvio, infatti - conclude
la nota di Abbanoa -, ch non abbiamo consegnato e mai consegneremo materiale di
lavoro a persone che di fatto si trovano in un impianto abusivamente».
( da "Nuova Sardegna, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
La paradossale
storia di tre professori di informatica «Lei è assunto, anzi è licenziato» Ma
gli alunni non ci stanno e scrivono: «Ridateci i docenti» Inseriti in ruolo
dopo l'abilitazione, hanno perso la guerra con il ministero SASSARI. «Lei è
assunto, forse no, anzi è licenziato». Potrebbe riassumersi così la paradossale
vicenda burocratico-giudiziaria che nei giorni scorsi ha portato tre insegnanti
sassaresi di informatica a perdere il posto di lavoro a tempo indeterminato
conquistato, il 17 luglio del 2008, dopo avere frequentato
per nove mesi un apposito corso abilitante all'Università di Cagliari. Il
licenziamento dei tre docenti è l'effetto della cancellazione dal ruolo
sancita, il 31 marzo scorso, dall'Ufficio scolastico provinciale con un decreto
che prende atto della conclusione di una intricata contesa giudiziaria.
Il licenziamento di Vincenzo Casu, Fabrizio Pipia e Francesco Viglietti ha
avuto un immediato contraccolpo nelle undici classi delle scuole superiori dove
i protagonisti insegnavano: il tecnico industriale Angioy, il Commerciale La
Marmora e l'istituto Professionale Giovanni XXII. Nei giorni scorsi numerosi
allievi, genitori e insegnanti si sono riuniti in assemblea e hanno approvato
un documento di protesta. I più preoccupati sono gli studenti di tre «quinte»,
diurne e serali, che a giugno dovranno affrontare l'esame di diploma.
L'informatica infatti è materia d'esame per il Tecnico commerciale e per le
Industriali. Dopo dieci giorni senza prof di informatica, alcuni allievi del
corso serale «Mercurio» hanno annunciato l'intenzione di tutelarsi «nelle sedi
opportune qualora non venisse nessun docente per
proseguire l'anno scolastico». La storia dei tre docenti è emblematica. Tra il
settembre 2006 e il giugno 2007 i prof hanno frequentato a Cagliari,
attraversando cinque giorni su sette la 131 dopo una mattinata di lavoro, i
corsi speciali riservati ai docenti sprovvisti dell'abilitazione
all'insegnamento. L'ateneo del capoluogo aveva previsto di concludere nel mese
di giugno 2007 le lezioni, in modo da permettere a tutti l'inserimento nelle
cosiddette «graduatorie a esaurimento» e poter partecipare alle immissioni nei
relativi ruoli di insegnamento. Questo è effettivamente accaduto nonostante,
nel dicembre del 2006, il ministero della Istruzione avesse ordinato alle
Università di fare slittare a ottobre la fine dei corsi per non pregiudicare
l'inserimento in ruolo di altri aventi diritto. è seguito un ricorso al Tar del
Lazio, che ha inizialmente sospeso l'efficacia del provvedimento ministeriale.
Poche settimane dopo, i prof hanno sostenuto l'esame finale a Cagliari. Un mese
dopo, luglio 2007, il Consiglio di Stato ha accolto l'appello del ministero
che, incassato il successo, ha sancito l'«impossibilità per i docenti di far
valere l'abilitazione nelle operazioni di assunzione da effettuarsi sulla base
delle graduatorie a esaurimento». A questo punto la battaglia giudiziaria si è
spostata a Sassari, con un ricorso al giudice del Lavoro presentato dai tre
informatici i quali si sono visti dare ragione due volte, nella primavera e
nell'estate del
( da "Provincia Pavese, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Voto per il
rettore. «Serve uno sguardo più internazionale» Un documento apre il dibattito
in vista dell'elezione fissata il 20 di maggio PAVIA. Si intitola «Strategie
per il futuro» il documento firmato da 31 docenti dell'università. Un elenco di riflessioni e
suggerimenti rivolti al futuro rettore dell'ateneo, che sarà eletto il 20
maggio. Cosa suggeriscono? Uno sguardo più internazionale, ma anche maggiore
attenzione alle realtà locali. E poi una valutazione attenta, anche con
l'istituzione di una commissione che si occupi della preselezione dei docenti.
E' il primo spunto che esce dal forum di discussione aperto dall'università proprio per dare il via a un dibattito in vista
delle candidature ufficiali. Un dibattito che parte on line. Al forum infatti
si accede tramite la sezione dedicata alle elezioni che si trova sul sito dell'università (www.unipv.it). Tutti possono leggere le
discussioni e i messagi, ma solo gli aventi diritto al voto possono scrivere.
Cosa scrivono i 31 firmatari del primo documento? Sono cinque gli argomenti:
ricerca, organizzazione, didattica, relazioni esterne e valutazione. «E'
necessario potenziare gli investimenti nei settori valutati eccellenti -
spiegano i docenti -. L'azione del Nuv (il nucleo di valutazione dell'ateneo,
ndr) in questi anni è stata meritoria, ma da essa non sono sempre discese
azioni correttive. Nell'ambito della valutazione della ricerca devono essere
adottati metodi sistematici di valutazione comparativa confrontando la
pubblicazione scientifica locale con quella nazionale nei diversi settori
scientifico disciplinari, sulla base di parametri internazionali». I 31 docenti
chiedono l'accorpamento dei dipartimenti, «in modo da ridurne il numero a meno
della metà degli attuali e farli diventare strutture organizzative primarie
periferiche, responsabili sia della ricerca che della didattica, a cui delegare
il reperimento di fondi esterni (contratti, finanziamenti per la ricerca) e a
cui assegnare le risorse umane». Chiedono anche più contatti con le istituzioni
del territorio e uno sguardo più internazionale, più corsi in inglese e corsi
di italiano per stranieri, per attirare più studenti di altri stati. E per i
dottorati viene richiesta una didattica specifica. E poi la valutazione.
Bisogna «rafforzare le sinergie fra l'attività del Nucleo di Valutazione e
quella di governo strategico, anche mediante la costituzione di appositi
comitati di raccordo», spiegano. Ma serve anche un «confronto continuo e
strutturale con la realtà esterna, destinataria delle attività didattiche e di
ricerca. E l'istituzione di una Commissione interna all'ateneo per la
pre-selezione del personale docente, che basi le
proprie decisioni sul parere di ricercatori anche stranieri. (ma.br.)
( da "Unita, L'" del
12-04-2009)
Argomenti: Cultura
I novantanove
anni di Gillo Dorfles AUGURI Gillo Dorfles, docente di estetica, tra i primi studiosi di design e del gusto, critico
d'arte, compie oggi 99 anni mentre esce il suo libro «Gillo Dorfles, Arte e
comunicazione» (Electa, 144 pagine, 12 euro): è la dispensa preparata per i
suoi studenti di estetica all'Università statale di Milano nell'anno 1969-1970.
( da "Provincia Pavese, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Futurismo
Convegno tra le ali RIVANAZZANO Arte e sogni volanti. Sin dalla sua nascita
l'aeroporto ha avuto una forte connotazione «futurista». I cancelli richiamano
figure di Depero e le vie interne hanno nomi celebri: via Balla o via Boccioni.
Non è così un caso che proprio nella sala conferenze dellaeroporto, ospiterà un
importante convegno sul futurismo pavese. Incontro legato alla mostra che si
sta tenendo in questi giorni a Voghera in sala Pagano, «L'eresia futurista, da
Voghera all'universo» (oggi aperta dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 19). Al
convegno, organizzato da Progetto Voghera (di cui è presidente il manager vogherese Leonardo Gallina e che vede il sostegno della
Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria) interverrà Paola Pettenella, del
Mart di Rovereto (il museo che ospita una imponente collezione di capolavori
del futurismo). Con lei Anna Modena, docente di letteratura italiana all'Università di Pavia; Silvia Ferrari,
sorico dell'arte e Anna Zelaschi, docente di storia dell'arte.
( da "Nuova Venezia, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cervelli
Il rettore Pierfrancesco Ghetti preoccupato della situazione Fuga
dei ricercatori da Ca'
Foscari «Non abbiamo risorse per trattenerli» E' allarme all'università per la «fuga di cervelli» che prosegue lentamente. Dopo il caso di Stefano Ciavatta, ricercatore precario a Scienze
Ambientali a Ca' Foscari, che ha trovato un posto fisso in Inghilterra in uno
dei massimi centri di ricerca, il rettore Pierfrancesco Ghetti analizza così la
situazione. «Lo Stato - spiega il rettore - non ci fornisce gli strumenti
necessari per tamponare quest'esodo, se avessimo i fondi sono sicuro che
rimarrebbero. Come possiamo limitare questa fuga
quando all'estero offrono il posto fisso mentre da noi a stento lo stato
fornisce i fondi essenziali per il solo funzionamento della struttura
universitaria? Un ricercatore come Stefano Ciavatta,
che tra l'altro è stato mio studente quando insegnavo a Scienze Ambientali,
allo Stato è costato almeno 300-400 mila euro in tutto il suo percorso
formativo. Noi spendiamo i soldi e poi regaliamo, nel vero senso del termine,
un ricercatore maturo e già formato ad un altro paese
come in questo caso l'Inghilterra». «La nostra in realtà, - prosegue il rettore
Ghetti - è una vittoria di Pirro, nel senso che se i nostri ex studenti vengono
presi in tutto il mondo, vuol dire che la didattica, anche se con mille
difficoltà, continua a dare risultati d'eccellenza. Sfortunatamente stiamo
perdendo il nostro patrimonio culturale: la lista di giorno in giorno si
allunga sempre di più e siamo preoccupati, ma è combattere una guerra ad armi
impari. Come faccio a dire a questi giovani che vogliono farsi una famiglia -
si chiede il rettore Ghetti - di restare a Ca' Foscari senza la sicurezza del
lavoro, con un guadagno precario che funziona solo se ci sono i privati che
investono nella ricerca per qualche progetto? Bisogna
rivedere tutto il sistema: all'università di qualità -
conclude il rettore Ghetti - bisogna saper fornire i mezzi per continuare ad
andare avanti, perché così non siamo competitivi». (g.co.)
( da "Nuova Sardegna, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Lo studio è stato
eseguito dall'équipe di ginecologia dell'ospedale Sirai di Carbonia «Il grasso
in eccesso causa del tumore al seno» Attività fisica e alimentazione corretta
sono strumenti utili alla prevenzione CARBONIA. "Sirai Hospital, Department
of Obstetrics and Ginecology". L' effetto-sorpresa è indubbio, ma solo per
i poco informati. Leggere il nome dell'ospedale di Carbonia, nonché di uno dei
suoi primari, Antonio Macciò, nell'intestazione di una
ricerca pubblicata sulla
"bibbia" degli studi scientifici sull'obesità, può infatti suscitare
meraviglia solo in chi non sa che, da tempo, il responsabile del reparto al
terzo piano del nosocomio sulcitano è coinvolto in lavori d'equipe che trovano
ampio spazio nelle pubblicazioni
scientifiche internazionali. Stavolta si tratta delle relazioni tra
l'adiposità e il cancro della mammella. L'intervento su "Obesity
Reviews" si segnala per l'importanza dello studio pubblicato
e dell'argomento affrontato: «Il tessuto adiposo come obiettivo nel trattamento
del tumore della mammella ormono-dipendente: nuove prospettive terapeutiche» è
il titolo della trattazione, redatta assieme a Clelia Madeddu, ricercatrice
della facoltà di Medicina dell'università di Cagliari, e a Giovanni Mantovani,
ordinario di Oncologia Medica nella medesima facoltà. "Obesity
Reviews" è il massimo punto di riferimento per gli studi connessi agli
effetti del grasso in eccesso. Il suo "impact factor", misura che
valuta l'importanza e la credibilità delle riviste, è pari a 7,821 punti: uno
dei più elevati. «Questa ricerca - si legge - rappresenta una rassegna
dell'attuale letteratura e punta ad esaminare ed esporre i meccanismi che
connettono l'adiposità e il cancro della mammella, i quali contribuiscono a
creare un ambiente ideale allo sviluppo di tale tumore. La ricerca tratta delle
più importanti scoperte che dimostrano la correlazione fra l'obesità e il
rischio di tumore della mammella e le interazioni fra gli estrogeni e le
adipochine, sostanza prodotte dagli adipociti, nella genesi del tumore della
mammelle ormone-dipendente». Il cancro del seno è oggi, nell'ambito femminile,
la neoplasia maligna con la più alta incidenza nel mondo industrializzato:
circa due casi su tre di questo carcinoma sono di origine ormonale. «Uno
specifico antagonista dell'azione degli estrogeni o la sua privazione -
scrivono Macciò, Madeddu e Mantovani - deve dunque essere considerato il più
razionale approccio per la prevenzione e il trattamento di questo tipo di
tumore». Il ruolo patogenetico del tessuto adiposo riguarda le donne in
menopausa: perchè, oltre ad altre evidenze, «una più recente ipotesi suggerisce
che gli adipociti (le cellule del tessuto adiposo, ndr) e la loro azione
simil-ormonale siano al centro dei meccanismi che portano al cancro della
mammella». Gli adipociti, in passato considerati depositi di energia, si sono
rivelati vere e proprie cellule endocrine: capaci tra l'altro di secernere
ormoni, soprattutto estrogeni. L'attività fisica e una corretta alimentazione
si rivelano quindi efficaci strumenti di prevenzione: «L'obesità è realmente
riconosciuta quale fattore di rischio per il tumore della mammella nelle donne
in menopausa e quale fattore aggravante il decorso della malattia nelle donne
in età fertile». La pubblicazione su "Obesity
Reviews" non è un caso isolato: «Questo è solo uno degli ultimi lavori -
spiega Macciò - che il gruppo della Ginecologia del Sirai ha portato avanti e
quindi pubblicato nei mesi più recenti su riviste
scientifiche internazionali. Gli argomenti trattati vanno dall'esatta
definizione del rapporto che lega l'infiammazione al danno metabolico nelle
pazienti con cancro dell' ovaio, allo studio delle azioni degli estrogeni sul
sistema immunitario, per finire con la proposta di nuove capacità terapeutiche,
in particolare di quelle antiossidanti, di un noto farmaco: la carbocisteina».
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Domenica 12
Aprile 2009 CRONACA Pagina 16 FORMAZIONE POLITICA. Una proposta nei paesi dove
si voterà Il Pd promuove 6 corsi di educazione civica Dal 17 aprile a
Castegnato al Centro civico Le riunioni durano due ore e sono a ingresso libero
Un corso per imparare l'educazione civica e avvicinare i cittadini alla
politica: si chiama «FormAzione». E' la proposta del Partito Democratico, che,
a partire da venerdì 17, per sei incontri, si fa promotore di un percorso
formativo gratuito «per tutti coloro che sono interessati alla buona
amministrazione degli enti locali ». Secondo la curatrice dell'iniziativa,
Marianna Dossena, l'obiettivo è fornire elementi di conoscenza rispetto al
funzionamento della macchina comunale, promuovendo nel contempo un rinnovamento
della classe dirigente, attuato sulla base di competenze qualificate. «Si è
dichiarata più volte la volontà di un rinnovo, ma chi subentra deve dimostrare
preparazione e non spuntare dal nulla o da settori completamente diversi da
quello amministrativo». I CORSI si svolgeranno nei paesi in cui sono prossime
le elezioni: il 17 aprile al centro civico di Castegnato, sugli organi e le
funzioni istituzionali dell'amministrazione comunale, tenuto da Marisa
Visconti; il 24 alle scuole elementari di Berlingo, sulle funzioni
amministrative, curato da Mario Gorlani; il 30 alla Casa del popolo di Ome, sul
tema del piano regolatore e del Pgt, a cura di Silvano Buzzi. I corsi
continueranno in maggio: l'8 alla sala civica in via Risorgimento a Cellatica,
sul tema ambientale e la sua salvaguardia, curato da Francesco Avanza e
Giuseppe Squassina; il 15 alla sala comunale in via Dionigi a Rodendo Saiano,
sui servizi sociali e l'aumento del bisogno a fronte di un calo delle risorse
disponibili, tenuto da Massimo Olivari e Pierfrancesco Savoldi; infine il
( da "Mattino di Padova, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Si è sparato alla
tempia ieri mattina nel bagno della sua casa in via Barbarigo. Era in pensione
da qualche anno Choc al Bo, è morto il professor Terzi Uomo di grande cultura,
istituì il corso di laurea in Biotecnologie Si è spento davanti agli occhi dei
familiari All'origine del gesto la depressione dovuta a una grave malattia Ha
fatto colazione con la moglie e il figlio, poi ha salutato tutti e si è chiuso
in bagno. Dopo qualche istante, due colpi di pistola: uno alla mano e uno in
testa. Mario Terzi, 72 anni, professore universitario di Biologia molecolare
all'Università di Padova, residente in via Gregorio Barbarigo 70 nel cuore
della città, si è spento sotto gli occhi dei famigliari e del personale del
Suem, dopo un tentativo di rianimazione durato oltre venti minuti. E' accaduto
ieri mattina, poco prima delle 9. Colleghi, conoscenti e vicini di casa sono
sconvolti per l'incredibile epilogo della vita di quest'uomo che tanto è
riuscito a dare all'università e alla vita culturale
di Padova. All'interno dell'elegante abitazione che si trova in pieno centro
sono intervenuti i poliziotti delle volanti, a cui sono stati affidati gli
accertamenti. Secondo quanto emerso fino ad ora, sembra che Mario Terzi, in
pensione ormai da qualche anno, stesse lottando contro una grave malattia.
Negli ultimi tempi aveva manifestato qualche segno di sconforto. Ma ieri
mattina sono cadute tutte le sue difese. E dopo aver guardato per l'ultima
volta in faccia l'adorata moglie Fiorella Lo Schiavo e il figlio Alessio, dopo
aver bevuto il caffè con loro, si è chiuso in bagno. Nel giro di pochi istanti
si è udito un colpo di pistola, poi un altro. I famigliari sono riusciti ad
aprire la porta chiusa a chiave, scoprendo il loro caro in un lago di sangue.
Il settantaduenne si è sparato il primo colpo sulla mano sinistra,
probabilmente per errore. Poi però ha avuto la freddezza di riprendere in mano
l'arma e di puntarla alla tempia. Dalle indagini è risultato che la pistola era
regolarmente detenuta in casa. Mai prima d'ora né la moglie, né il figlio,
avevano sospettato che potesse essere in grado di compiere un simile gesto.
Certo, la malattia l'aveva debilitato, ma sembrava comunque aver conservato
quel suo spirito combattivo, quella sua indole determinata. Quando
nell'abitazione di via Barbarigo è arrivata l'ambulanza del Suem, l'uomo non
era ancora morto. Era steso a terra, agonizzante. Medici e infermieri hanno
tentato il tutto per tutto pur di rianimarlo, mentre i famigliari assistevano
con il cuore in gola alle delicate operazioni. Ma purtroppo dopo venti minuti
di massaggi cardiaci e defibrillatore, il suo cuore si è fermato per sempre. Il
luogo della tragedia è stato esaminato a fondo per ricostruire la scena nei
minimi dettagli, compreso il particolare del primo sparo, dell'errore che gli
aveva procurato solamente una ferita alla mano. La famiglia, sotto choc, non ha
ancora fissato il funerale, che verrà celebrato quasi sicuramente mercoledì o
giovedì prossimi. Terzi si era laureato a Roma dove aveva studiato Genetica
vegetale. Dopo i primi incarichi a Napoli e Pisa, al Cnr,
si era trasferito a Padova insieme alla moglie, pure lei docente universitaria. Il professore
insegnava Biologia molecolare: una cattedra che lui stesso istituì, circa
quindici anni fa. Quando ancora la vita gli sorrideva. (Enrico Ferro)
( da "Secolo XIX, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Parchi: ci sono i
soldimancano i progetti verde pubblico Tursi ammette: «Dobbiamo occuparcene».
Si "salva" Villa Rossi L'ERRORE da evitare è quello di villa
Pallavicini. Restaurata a fine anni Ottanta, inaugurata in pompa magna nel
cinquecentenario della scoperta dell'America e ora in stato di abbandono. La
posta in gioco è alta: per rimettere in sesto i suoi giardini storici, da
Voltri a Nervi, Genova ha ricevuto dal governo diciassette milioni e mezzo,
divisi in tre tranche di qui al 2011. Entro quella data, si presume, i lavori
dovranno essere ultimati. «Ma non ci sono le competenze necessarie», accusa
Francesca Mazzino, docente di
architettura del paesaggio all'Università di Genova. «Il rischio di ripetere il
flop Pallavicini è alto». Dietro quel flop c'è l'assenza di idee. «Il disegno
del restauro era ottimo. L'esecuzione meno. Ma soprattutto - dice Antonio
Marani, assessore alla cultura del municipio di Ponente - non c'era nessuna
idea sulla gestione e la manutenzione del parco. Il risultato si è
visto». Quel risultato rischia di ripetersi oggi, almeno a giudicare dallo
stato dell'arte. Su un totale di sei progetti soltanto uno, villa Rossi, è
stato approvato. Gli altri sono o in dirittura d'arrivo o ancora da avviare.
Sulla manutenzione e la gestione, il Comune dà l'impressione di navigare a
vista. «Non ce ne siamo ancora occupati», confessa Roberta Morgano, assessore
al verde. Di manutenzione e gestione dei giardini genovesi si occupa Aster,
l'azienda tuttofare che ripara strade e marciapiedi, pota gli alberi e falcia
le aiuole della città. «Una buona ditta ma che - ammette Roberta Morgano - non
ha personale a sufficienza. Non ci sono più i giardinieri di una volta». E si
vede. Negli oltre 510 mila metri quadrati di parchi storici che attraversano la
città, il degrado è in aumento. «Questi diciassette milioni e mezzo di
finanziamento rappresentano un'occasione unica - dice Morgano - e dobbiamo
sfruttarla al meglio, senza sprecare un centesimo». Ma gli sprechi sono in
agguato. Per il recupero di villa Rosazza, l'architetto Gabriella Innocenti,
che in passato aveva già progettato un restauro su incarico del Comune ma poi
mai realizzato, ha ora ricevuto il nuovo incarico, sempre dal Comune, di
modificare il suo precedente disegno. Modifiche per le quali palazzo Tursi
sborserà 90 mila euro. C'è poi il problema dei viali alberati, che divide gli
ambientalisti da una parte e Aster dall'altra. Per i primi, Italia Nostra in
testa, i viali dovrebbero essere in terra battuta oppure, nei tratti più
ripidi, coperti con asfalto normale. I secondi prediligono un particolare tipo
di asfalto, il cosiddetto "asfalto bianco" che, come spiega Giorgio
Costa, agronomo di Aster, «è molto più caro di quello ordinario. Ma è un
prodotto di alta qualità, che produciamo noi stessi». Per i parchi di Nervi le
spese di progettazione sono state contenute. Il piano di restauro, elaborato da
un team di architetti dell'Università di Genova, è costato al Comune 25 mila
euro. «Sulla base di quel piano - spiega Morgano - gli architetti del Comune
stanno realizzando un progetto esecutivo, a costo zero». Su quel progetto
esecutivo l'Università ha molto da ridire. «Noi avevamo previsto un
ridimensionamento del roseto di Nervi perché - spiega Mazzino - è costoso,
difficile da mantenere e richiede manodopera specializzata, che da noi manca.
Avevamo chiesto di sostituire il roseto, in parte, con altre piante. Non ci
hanno dato ascolto. Le priorità sono altre». Come sostituire le molte piante
abbattute di recente, ripristinare i servizi igienici per i frequentatori,
realizzare un campetto di pallone, regolamentare l'uso dei prati. «Il roseto
era importante - spiega Morgano - perché fa parte della nostra storia. Ma non
trascureremo le altre priorità». Francesco Margioccomargiocco@ilsecoloxix.it
[+] www.ilsecoloxix.it Commenta la notizia sul nostri sito 12/04/2009
( da "Secolo XIX, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
«i giardini
pubblici sono altra cosa» l'esperto nIL GUAIO, sostiene Francesca Mazzino, «è
che Genova fa un uso improprio dei suoi parchi storici. Li tratta come se
fossero giardini pubblici. Ma sono una cosa ben diversa». Docente
di architettura del paesaggio all'Università di Genova, Mazzino si sta
occupando del restauro dei parchi di Nervi. Parchi spesso presi d'ostaggio dai
visitatori, che parcheggiano auto e moto nei viali, campeggiano, abbandonano la
spazzatura. Oppure, semplicemente, giocano a tennis o pallone sulle
aiuole. «Questo perché - spiega Mazzino - la nostra città ha tanti parchi
storici, ma pochi giardini pubblici, che sono cosa ben diversa. Fatti, quelli
sì, per i picnic o le partite di pallone». Soprattutto, a differenza di Milano,
Torino e Venezia, Genova non ha il cosiddetto "piano del verde", cioè
il piano regolatore interamente dedicato alla gestione dei giardini pubblici
esistenti e alla realizzazione di giardini nuovi. «I giardini - spiega Mazzino
- sono ancora considerati un accessorio. Invece dovrebbero essere trattati come
un bene sempre più raro, che per questo va salvaguardato e migliorato.
Costruendo, ad esempio, nuovi giardini pubblici nelle ex aree industriali del
ponente cittadino». L'assessore comunale Roberta Morgano spiega che «il piano
del verde dovrebbe essere inserito nel prossimo piano regolatore edilizio»,
previsto per il 2010. Quanto ai parchi storici, sul loro futuro c'è qualche
incertezza. Mancano infatti (si veda l'articolo a lato) le competenze
necessarie. E mancano idee chiare sulla loro manutenzione e gestione. Secondo
l'assessore Morgano il modello da imitare è quello di villa Serra-Comago,
restaurata con successo a fine anni Ottanta-inizio Novanta. Come spiega Michele
Cassissa, presidente del consiglio d'amministrazione di villa Serra, «il nostro
modello si basa su alcuni principi fondamentali. Primo: restaurare un parco non
serve a nulla, senza un progetto per la manutenzione e la gestione sono soldi
buttati via. Secondo: il parco dev'essere costantemente seguito da un
architetto del paesaggio, che ne è il responsabile e che coordina una squadra
di botanici e agronomi. Terzo: il lavoro quotidiano. Ogni giorno, dalle otto
del mattino alle quattro del pomeriggio, tre giardinieri tengono in ordine i
nostri novanta ettari di terreno. Un impegno costante che spesso altri giardini
storici non possono o non vogliono permettersi. Quarto e ultimo: per attrarre
turisti il parco deve ingegnarsi. Noi abbiamo un ristorante, un piccolo albergo
e allestiamo continuamente mostre. Perché abbiamo gli spazi che ci permettono
di farlo. Non tutti i parchi sono altrettanto fortunati». F. Mar. 12/04/2009
( da "Nuova Venezia, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 44 -
giorno L'Etiopia a Ca' Foscari La mostra «Nigra sum sed formosa - Sacro e
bellezza dell'Etiopia cristiana», allestita nello spazio Ca' Foscari
esposizioni nella sede storica dell'Università veneziana, è aperta anche oggi e
domani. L'esposizione porta in Italia per la prima volta pitture e icone
dell'Etiopia cristiana con materiali inediti e nuove tecnologie multimediali. Informazioni sul sito www.nigrasum.org. è aperta fino al 10
maggio, orario 10-18, chiusa il martedì. Biglietti 7 euro, 5 euro per i minori
di 15 e maggiori di 60 anni; per gli studenti, docenti e dipendenti di Ca'
Foscari l'ingresso è gratuito.
( da "Secolo XIX, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Rilasciato il
permesso per la nuova palazzina campus UNA PALAZZINA di tre piani che ospiterà
nuovi alloggi per studenti ma anche aule e locali di servizio per l'università. È stata rilasciata in queste ore alla Spes la
licenza ediliiza che consentirà di abbattere un edificio dell'ex caserma
Bligny, all'interno del Campus di Legino, per far nascere al suo posto la nuova
palazzina che migliorerà notevolmente la vivibilità dell'ateneo savonese.
Sorgeranno diversi alloggi per gli studenti, nuove aule e alcuni laboratori. L'intervento rientra in quelli previsti per il "social
housing" che vedrà nascere nel savonese decine di nuovi alloggi
"sociali" in parte finanziati dalla Regione. Questo del Campus farà
aumentare di venti unità gli alloggi destinati all'ospitalità degli studenti ma
prevede anche 4 alloggi per docenti al servizio del polo universitario di
Savona. 12/04/2009
( da "Adige, L'" del
12-04-2009)
Argomenti: Cultura
«L a regola e la
vita dei frati minori e questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore
nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità
«L a regola e la vita dei frati minori e questa, cioè osservare il santo Vangelo
del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e
in castità. Frate Francesco promette obbedienza e ossequio al signor papa
Onorio e ai suoi successori canonicamente eletti e alla Chiesa romana. E gli
altri frati siano tenuti a obbedire a frate Francesco e ai suoi successori». In
questo primo capitolo è sintetizzato tutto il senso della Regola di San
Francesco. Ad Assisi, tra il 15 e il 17 di aprile si svolgerà il «Capitolo
delle stuoie» , per celebrare gli 800 anni della Regola. In realtà i dodici
brevi capitoli, sono stati approvati, in versione definitiva, nel 1223. Nel
1209 Francesco, dopo aver donato tutto ai poveri, iniziò la sua vita di povertà
e vicinanza agli ultimi. Dopo il 1215 fu «costretto» a scrivere una prima
Regola, detta «Non bollata», perché non approvata dalla Chiesa. Molto più
legata a Vangelo che al diritto canonico, questa prima stesura fu sostituita da
quella «Bollata». A Trento, in occasione dell'anniversario, martedì, alle
20.30, al Teatro dei Salesiani, si terrà l'incontro «S. Francesco e il lavoro:
quale ruolo per lo sviluppo integrale dell'uomo?», con Martin Carbajo Núñez , docente di etica sociale alla Pontificia
Università Antonianum. Il professor Martin Carbajo Núñez è un frate francescano
spagnolo. Dopo il diploma in comunicazione sociale alla Pontificia Università
Gregoriana, ha conseguito il dottorato in teologia morale" alla Pontificia
Academia Alfonsiana (Università Lateranense). Il suo indirizzo di
ricerca si esprime nell'ambito dell'etica sociale. In particolare pone in
rilievo l'attualità del carisma francescano per dare un volto umano alla
globalizzazione in atto, attraverso la giustizia e la pace. Nell'ambito della
comunicazione egli studia la relazione tra valore e salvaguardia del diritto
all'intimità della persona e il diritto all'informazione nella deontologia
giornalistica, sullo sfondo delprocesso di privatizzazione e
individualizzazione in atto nella cultura occidentale. La sua attività, oltre
che nella ricerca sui temi sociali economici e della comunicazione in ottica
francescana, si esplica nella docenza presso la Facoltà di Teologia della
Pontificia Università Antonianum, dove è vice-decano e dove svolge il corso di
"Morale fondamentale" quello di "Morale socio-politica, economica
e della comunicazione". Tiene corsi come professore invitato all'Accademia
Alfonsiana a Roma e in Università straniere come Berkeley (Usa) e Queretaro
(Messico). 12/04/2009
( da "Stampa, La" del
12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Nella maggior
parte dei casi, nulla. Le case - come le automobili - in Italia non vengono
assicurate per i terremoti. La legge esclude che il sisma sia coperto «salvo
patto contrario», quindi gli unici ad essere risarciti
saranno aziende ed enti pubblici, che si coprono espressamente per questi
eventi. L'Ania ha chiesto al governo di studiare un sistema pubblico-privato
che estenda la copertura alle famiglie su vasta scala, con lo Stato a fare da
«assicuratore ultimo» per gli eventi estremi.
( da "Repubblica, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XIX -
Palermo I riti siciliani GRANO E UOVA ROSSE LA PASQUA DEI PAGANI Morte e
resurrezione di Cristo evocano la rinascita della natura: così le cerimonie
utilizzano elementi vegetali, falò e giganti L´antropologo Aurelio Rigoli:
"Si va verso la laicizzazione, la tradizione perde l´anima" ANTONELLA
SCANDONE La circolarità del tempo, con tutta la sua portata di sacralità e
magia, il passaggio da una fase all´altra dell´anno è un elemento che emerge
prepotentemente nei riti che accompagnano la Settimana santa. Una mescolanza di
sacro e profano che si ripete negli anni e trova le sue origini in cerimoniali
precristiani. Il significato stesso del termine Pasqua, del resto, dal greco
pàscha, passaggio, deriva dalla pésah ebraica, la festa che commemora l´esodo
dall´Egitto. La data di celebrazione della Pasqua, la prima domenica dopo la
luna piena successiva all´Equinozio, ha evidenti analogie con molte
celebrazioni pagane, come ad esempio, quella mesopotamica, dove proprio quel
giorno era dedicato alle celebrazioni di Isthar, dea della fertilità e
dell´amore. «Quando il cristianesimo iniziò la propria azione espansiva,
introducendo un nuovo calendario - scrive Ignazio Buttitta nell´introduzione a
Il tempo ritrovato, libro fotografico di Fabio Sgroi - esisteva già un
articolato complesso di cerimonie e di riti diretti a garantire il regolare
svolgersi dei cicli stagionali, di assicurare la fecondità dei raccolti, a
solennizzare i passaggi da una fase all´altra dell´anno. Il mistero della morte
e resurrezione di Dio, dunque, sussume quello della morte e rinascita della natura
e della società. Ed è per questo che assunte nel loro insieme le cerimonie
pasquali contengono in sé tutti i tratti costitutivi e peculiari della
cerimonialità isolana: ostensioni di elementi vegetali, falò e fiaccolate,
maschere e giganti, canti, pratiche penitenziali, produzione e consumo
ritualizzati di dolci e di pani, offerte votive, lotte e giuochi virili, danze
e corse di simulacri, processioni di confraternite e maestranze, sacre
rappresentazioni e così via». Quello che emerge dalle numerose celebrazioni che
in ogni parte dell´Isola accompagnano la Settimana santa è come, in Sicilia, la
parte pregnante sia quella della passione e morte, più che quella della
resurrezione. Pasqua crucifixionis, dunque, più che Pasqua resurrectionis.
Momento culminante dell´intero periodo sono le processioni. Un´abitudine ormai
scomparsa era quella di far fare un tragitto diverso alla vara del Cristo
rispetto a quello del fercolo dell´Addolorata. Il loro incontro, oltre ad un
momento di grande intensità e commozione, diveniva anche un´occasione di sfogo
della rabbia dei fedeli contro i romani ed i giudei, ai quali era riservato un
lancio di uova. Processioni, dunque, come eventi di grande coinvolgimento
emotivo, che andavano al di là della mera rappresentazione scenica: come
testimonia un bando del 1610, si ordinava che «dall´ora che nostro Signore Gesù
Cristo si mettesse in terra finché li leverà non possano andar carrozze,
cavalli né seggette». Non bisognava, dunque, calpestare la terra in alcun modo,
neppure con il camminare, che doveva essere, piuttosto, uno strusciare i piedi.
Ancora oggi, a Napoli, che con la Sicilia ha condiviso, oltre che quella
spagnola, molte dominazioni, il rito del passeggio che accompagna la visita ai
Sepolcri del giovedì Santo, viene chiamato "struscio". Una tradizione
che ancora oggi sopravvive è quella che vede sfilare per le vie cittadine la
processione dei cocchieri di casata, con le stesse autentiche livree
settecentesche. «Eppure - osserva Rita Cedrini - docente
di antropologia dell´Ateneo cittadino - quest´anno non ho visto le vecchie
divise che sono sempre state un motivo di orgoglio, solo la pettorina della
confraternita. Però io trovo ancora molta vitalità, molta partecipazione nei
riti della riconciliazione, quelli che chiamiamo sepolcri. Accanto agli altari
addobbati con il grano, simbolo di vita e sopravvivenza, che trovano la loro
origine nei pagani virgulti dei giardini di Adone, ho trovato anche molto
bisogno di preghiera». Elementi laici e religiosi s´intrecciano nei riti
pasquali, come la lotta del bene contro il male, che a Prizzi vede il diabolico
male che balla e corre per le strade. A Piana degli Albanesi, ancora oggi, la
domenica di Pasqua si distribuiscono per la strada uova colorate di rosso, colore
utilizzato anche dai romani, come testimonia Plinio, per il suo potere
apotropaico di distruggere ogni influsso malefico. Ma c´è anche chi non può non
registrare come la forte componente emotiva si vada, tuttavia, perdendo negli
anni. «Si va sempre più verso la laicizzazione - afferma
Aurelio Rigoli docente di
Storia delle tradizioni popolari all´università di Palermo - Quando una tradizione perde l´anima tutto ciò che
resta in superficie è consumistico. Siamo un popolo che rigetta le tradizioni
così come rinnega la propria storia. Basti pensare al cibo: le festività
scandivano le stagioni. Alcune pietanze erano pasquali perché specifiche
di quel periodo dell´anno, oggi tutto si può trovare in qualsiasi periodo.
Altre cose non interessano più. Pensi al pane con le uova, che univa i due
alimenti simbolo per eccellenza, oggi, praticamente, non esiste quasi più. Non
ci rendiamo conto che una società è tale fino a che riconosce i propri simboli
e vi rimane fedele, noi ci stiamo avviando verso un non riconoscimento».
( da "Tirreno, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 11 -
Livorno Quando la raffineria si chiamava Anic L'ex direttore Mollo racconta la
storia dell'impianto LIVORNO. La storia dello stabilimento Anic di Stagno è
stata l'argomento di una conferenza tenuta nei giorni scorsi dall'ingegner
Gabriele Mollo in passato direttore dell'impianto, nell'ambito delle iniziative
promosse presso l'Isis "Niccolini-Palli" dall'Associazione Pro Liceo
Classico "professoressa Anna Aurili". La nascita del grande
stabilimento petrolchimico livornese si inserisce nella politica di autarchia
lanciata negli anni '30 dal regime fascista per ovviare alle sanzioni
economiche inflitte dalla Società delle Nazioni all'indomani dell'attacco
italiano all'Etiopia ed in vista di un'eventuale guerra. Nel 1936 viene così
fondata a Roma l'Anic (Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili), una
società a capitale misto pubblico-privato che vede fra i
soci l'Agip, l'Aipa (Azienda Italiana Petroli Albanesi) e la Montecatini di cui
era presidente il livornese Guido Donegani. Lo scopo è di realizzare due
stabilimenti gemelli, a Bari ed a Livorno, nella zona paludosa di Stagno, per
produrre benzina sintetica ricavandola dal carbone e dagli scisti bituminosi
albanesi adottando il processo Bergius largamente impiegato dal colosso
chimico tedesco IG-Farben che per tutta la Seconda Guerra Mondiale rifornirà di
combustibili sintetici le forze armate naziste in mancanza del petrolio
d'importazione. Della benzina sintetica alla fine però non se ne fece di nulla
e lo stabilimento Anic di Stagno, inaugurato nel 1938, verrà quindi destinato a
raffineria di petrolio proveniente prima dal Messico e quindi dall'Est europeo
ottenendo idrocarburi leggeri mediante cracking (o piroscissione). Gravemente
danneggiato dai bombardamenti americani nel 1943 e poi depredato dai tedeschi,
lo stabilimento fu ricostruito nel 1953 dopo gli accordi con la Standard Oil
(Esso e poi Exxon) dando vita alla Stanic specializzata nel trattamento del
greggio arabico per la produzione di lubrificanti. Sfiorata la liquidazione
della società per il contrasto con l'Eni di Mattei, fermo oppositore delle
cosiddette "Sette sorelle", la Stanic conobbe un forte ammodernamento
negli anni '70 (finanziato proprio dall'Eni) compresi gli impianti di
protezione ambientale. Nel 1982 la quota azionaria della Esso fu quindi
rilevata dall'Agip. Attualmente la raffineria di Stagno, una delle più
importanti in Italia ed in Europa, è la maggior produttrice di lubrificanti del
Gruppo Eni, in grado di lavorare oltre 5 milioni di tonnellate/anno di greggio
e di produrre oltre mezzo milione di tonnellate/anno di lubrificanti di alta
qualità, oltre a benzine, paraffine, gasoli, kerosene, olii combustibili e
bitumi per una forza lavoro diretta di oltre 500 addetti (sola raffineria) ed
alcune centinaia nell'indotto: un grande impianto che da qualche mese si trova
al centro di una complessa vicenda sul suo futuro produttivo ed occupazionale
che si spera possa concludersi rapidamente e in maniera positiva.
( da "Resto del Carlino, Il (Imola)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
FAENZA pag.
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura , Cervelli
ROVIGO pag. 6 E'
autore di oltre 250 pubblicazioni IL CURRICULUM di MARISTELLA CARBONIN IL MONDO
della ricerca, in Italia, fa binomio troppo spesso con
quel fenomeno che è riassunto nell'espressione, quasi tragicomica, fuga di cervelli'. Ma il mondo
della ricerca, per fortuna, non è solo questo. Ci sono
molte eccellenze, nel nostro Paese, che hanno la fortuna di poter portare
avanti il loro lavoro e di riuscire affermarsi anche oltre oceano. SERGIO
Bortolini, 41 anni, di Badia Polesine, docente di Protesi dentaria all'Università di Modena, uno studio
dentistico a Santa Maria Maddalena, la scorsa settimana è salito sul
palcoscenico internazionale del congresso Iadr a Miami Beach, il più importante
appuntamento mondiale per il mondo dell'odontoiatria perchè consente di mettere
a confronto i risultati della ricerca scientifica di tutte le Università del mondo. I numeri
danno l'idea dello spessore dell'evento: settemila iscritti, 500 presentazioni
orali, 1.600 poster con i risultati delle ricerche cliniche applicate
provenienti da tutti i continenti del globo. Bortolini faceva parte di una
delegazione interamente composta da odontoiatri della Clinica Odontoiatrica
dell'Università di Modena, diretta dal professor Ugo Consolo, ed è volato
oltreoceano insieme al dottor Alfredo Natali, docente
a contratto di Materiali dentali dello stesso ateneo, e al dottor Andrea
Berzaghi, assegnista di ricerca. «IL NOSTRO contributo
scientifico al congresso spiega Bortolini si è concretizzato in due progetti di
ricerca preclinica di base, entrambi autofinanziati
con fondi privati ottenuti da aziende del settore dentale che hanno creduto nel
programma multidisciplinare di innovazione tecnologica messo a punto assieme al
Dimec, il dipartimento di ingegneria meccanica e civile dell'Università di
Modena». Il gruppo di ricerca coordinato da Bortolini
ha presentato al congresso di Miami un progetto che individua «nel complesso
mondo dei materiali dentali ad elevata biocompatibilità due linee di ricerca originali e inedite». E che hanno riscosso molto
interesse in molti gruppi di ricerca statunitensi per
l'originalità e la concretezza del progetto. «SI TRATTA di una ricerca di base preclinica cui è seguita una fase
preliminare di sperimentazione clinica sull'uomo che ha evidenziato notevoli
evoluzioni rispetto ai materiali tradizionali spiega il professor Bortolini :
la tecnologia realizzativa dei campioni testati è stata condotta con tecnologie
innovative di elevatissimo contenuto tecnologico». Pochissimi gruppi di ricerca si sono concentrati su questi progetti, nel panorama
internazionale: a Miami, ad esempio, soltanto una delegazione turca aveva
presentato una ricerca sullo stesso tema, ma senza
arrivare alla sperimentazione clinica sull'uomo. ANCHE per questo il lavoro
della delegazione polesana-modenese' si è distinto ed il progetto ha portato a
casa notevoli apprezzamenti a livello scientifico. «Il confronto competitivo
con le titolate università estere ha commentato il
professor Bortolini (accompagnato a Miami anche dai fratelli Franco e Carlo,
che lavorano nello studio dentistico di Santa Maria Maddalena) non è un compito
facile per un gruppo giovane come il nostro in un momento così difficile per l'università italiana, in crisi di risorse ma non di idee nè
di talenti». «ORA aggiunge il professor Bortolini si tratta di cercare gli
spazi per l'applicazione clinica sull'uomo che sembra promettere cambiamenti
impensabili fino a pochi anni fa con una contemporanea significativa
contrazione dei costi di produzione. L'obiettivo di migliorare l'offerta
odontoiatrica sociale, rivolta alle fasce economicamente deboli della
popolazione, potrebbe essere arrivata a una svolta epocale».
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
ROVIGO pag. 6
SERGIO BORTOLINI (nella foto) è professore associato di
Malattie Odontostomatologiche e docente... SERGIO BORTOLINI (nella foto) è professore associato di
Malattie Odontostomatologiche e docente di Protesi Dentaria all'Università di Modena e Reggio Emilia. E'
responsabile del servizio di Protesi Dentaria e terapia dei disordini cranio
mandibolari della Clinica Odontoiatrica Universitario Ospedaliera di Modena,
diretta dal professor Ugo Consolo. Divide la sua attività tra l'insegnamento,
l'attività assistenziale e la ricerca clinica applicata. Ha svolto attività di
ricerca presso l'Università di Verona, Ferrara, Bologna e Modena-Reggio Emilia.
Esercita la libera professione a Santa Maria Maddalena, con particolare
riferimento alla terapia degli edentulismi parziali e totali mediante ricostruzioni
protesiche convenzionali e implantologiche realizzate con materiali estetici ad
elevata biocompatibilità. Sergio Bortolini è autore di circa 250 pubblicazioni
su riviste nazionali e internazionali e di quattro libri di testo di cui uno
tradotto in quattro lingue.
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Maironi da Ponte,
dove la scuola non è un'Isola --> Allievi in crescita all'Istituto di
Presezzo: oltre 1.000 gli iscritti. Nuovi indirizzi per far fronte alle
esigenze del territorio In rete con istituzioni e imprese per una formazione
mirata. Studenti monitorati per ridurre l'insuccesso scolastico Domenica 12
Aprile 2009 PROVINCIA, pagina 24 e-mail print Presezzo L'identikit
dell'Istituto superiore Maironi da Ponte è condensato in cento pagine di
bilancio sociale, dal quale risulta subito evidente l'impegno della scuola sul
fronte dell'orientamento. Oggi l'istituto conta 1.069 studenti, equamente
divisi tra liceo scientifico e Itc. «Tre anni fa c'è stato
il boom dei licei - spiegano i docenti - ma il nostro istituto tecnico ha
tenuto il passo» e così nell'anno scolastico in corso si contano 496 iscritti
all'Itc (che forma ragionieri e periti aziendali) e 573 al liceo (tre gli
indirizzi: fisica, scienze naturali e lingua). Nel complesso gli iscritti vanno
crescendo. Negli ultimi sette anni sono aumentati di quasi il 34%;
arrivano da tutta l'Isola e dalla Bassa Val San Martino, ma anche dai due
Almenno, Palazzago, Strozza e Barzana. Nuovi indirizzi in vista Gli spazi
(cronico problema in due istituti superiori su tre) allo stato attuale sono
sufficienti, anche se la crescita dell'istituto ha richiesto qualche sacrificio
(i docenti hanno rinunciato alla sala professori per un'aula in più) e alcuni
interventi di razionalizzazione; ma rispetto ad altre scuole della Bergamasca
qui la situazione è rosea. Aule e laboratori non mancano, le attrezzature
nemmeno e ci sono persino due palestre e un'area fitness (a differenza del
vicino Istituto Ambiveri costretto a mandare i ragazzi fuori sede per l'ora di
educazione fisica). In attesa che la riforma delle superiori prenda corpo, si
pensa ad accrescere l'offerta formativa con l'aggiunta di un Istituto tecnico
turistico e di un liceo classico. «Per quest'ultimo la sperimentazione era già
stata avviata - spiegano i docenti - poi è stata fermata dal ministero in vista
della riforma». Insieme all'Ambiveri il Maironi da Ponte è punto di riferimento
per i giovani in età scolare di tutta l'Isola e questo fa sì che «sia tale la
richiesta di formazione che qualunque nuovo indirizzo avrebbe un numero
sufficiente di studenti per essere attivato» spiega Damiano Previtali, preside
dell'istituto sino a quando, in virtù di un recente incarico al ministero
dell'Istruzione, è stato sostituito dal reggente, Aldo Consoli. orientamento e
formazione Uno dei punti di forza del Maironi da Ponte - si diceva - è
l'orientamento. Tre gli ambiti di azione: si lavora sui ragazzi di terza media
attraverso interventi nelle scuole e open day, sugli studenti di quarta e
quinta superiore alle prese con la scelta tra università
e lavoro, e sul riorientamento di quanti, nel corso del biennio, decidano di
cambiare indirizzo. Il progetto Lires (Lettura integrata risultati ed esiti
scolastici) punta a cambiare volto all'orientamento, trasformandolo da
meramente informativo a formativo. «Insieme agli insegnanti orientatori delle
medie - spiegano i professori - costruiamo le prove d'ingresso evidenziando in
questo modo quali sono le materie che i ragazzi devono conoscere meglio». Il
Maironi da Ponte è stato tra i primi istituti superiori della Bergamasca ad
avviare questo progetto, «nell'ottica di un lavoro di rete focalizzato sulla
metodologia della valutazione e sulla qualità dell'apprendimento, con il
duplice obiettivo di informare l'utenza e ridurre l'insuccesso scolastico».
Lires prevede il monitoraggio degli studenti, man mano che procedono negli
studi, e un dialogo costante con le scuole del territorio, come si legge nel
bilancio sociale, strumento annuale di «rendicontazione sociale dell'istituto»
che negli anni scorsi si è guadagnato il plauso del ministero per la Pubblica
amministrazione e il premio nazionale «Sodalitas social award». In rete con
istituzioni e imprese «Siamo convinti che la scuola - nota il vicepreside
Danilo Brembilla - debba far parte di una rete organica con le istituzioni e le
forze del territorio. Per quel che ci riguarda i rapporti sono già buoni, ma
puntiamo a rafforzare la collaborazione». Un rapporto di cooperazione che si
basa su un dato acquisito: «L'Isola ha un assoluto bisogno di tecnici e di
personale qualificato». I diplomati all'Itc trovano lavoro, le imprese del
territorio sono ancora in grado di dar loro un'occupazione, mentre i liceali
vanno quasi tutti all'università, prediligendo le
facoltà scientifiche come Ingegneria e Medicina. Promoisola e Confindustria -
spiega la direzione scolastica - hanno espresso la volontà di costruire
un'antenna del lavoro, un centro in grado di monitorare le scuole dell'Isola e
recepire le esigenze lavorative del territorio che ancora chiede, nonostante la
crisi, ingegneri meccanici, periti aziendali e tecnici. Camilla Bianchi
12/04/2009 nascosto-->
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
«Il futuro si
chiama università» --> Domenica 12 Aprile 2009
PROVINCIA, pagina 24 e-mail print Presezzo «Ci preoccupa la situazione della
presidenza» confessano i rappresentanti dell'Associazione genitori del Maironi
da Ponte, al secondo anno di reggenza dopo il distacco del dirigente scolastico
Damiano Previtali, nominato responsabile dell'Area valutazione del personale
scolastico-Invalsi. «Ci vorrebbe un preside a tempo pieno, il reggente Aldo
Consoli si deve occupare anche di un altro istituto e i due vicepresidi (Danilo
Brembilla e Gianmario Colombo ndr) fanno quello che possono, ma non basta,
l'istituto è grande e c'è molto da fare». I genitori dichiarano che alcune
iniziative avviate gli anni scorsi sono già state tagliate e temono che la
situazione vada peggiorando. Anche i ragazzi vorrebbero un preside a tempo
pieno e pur riconoscendo la bontà dell'operato di quanti reggono oggi le sorti
della loro scuola, reclamano una presenza fissa in presidenza. Giudizio più che
lusinghiero, da parte degli allievi, sul corpo docente. I rappresentanti degli studenti
parlano di «insegnanti validi» con i quali dicono di avere «ottimi rapporti».
«La gran parte dei nostri professori favorisce il lavoro di gruppo e la
collaborazione tra noi studenti - afferma Chiara Piazzalunga, liceale di 18
anni -, peccato che la rappresentanza studentesca sia carente, pochi di
noi si danno da fare e si interessano alla vita della scuola; ben vengano, a
questo proposito, i corsi di formazione per i rappresentanti di classe».
Promosso a pieni voti anche lo strumento del bilancio sociale. Silvia Pasulo,
17 anni, allieva del liceo a indirizzo naturalistico, tiene a sottolineare
«l'utilità di questo strumento non solo per le famiglie ma anche per noi
studenti e per chi frequenterà questa scuola dopo di noi». A proposito di futuro,
la gran parte dei liceali del Maironi sembra decisa a proseguire gli studi, ma
per molti la scelta della facoltà è rimandata a dopo la maturità. Chiara
Cimini, 18 anni, indirizzo linguistico, studia francese e inglese e per
quest'ultimo ha già ottenuto la Certificazione delle competenze linguistiche
(opportunità che l'istituto fornisce a tutti i suoi allievi ormai da qualche
anno). «Cosa farò da grande? L'ingegnere, oppure mi dedicherò alla ricerca
scientifica», spiega Chiara. Sempre più spesso scelgono di proseguire gli studi
anche gli studenti di Ragioneria, nemmeno loro pressati dall'esigenza di
trovarsi un'occupazione a breve. Silvia Rigamonti, 18 anni, racconta che non si
accontenterà del diploma di corrispondente in lingue estere, «ho voglia di studiare
- dice - e non sono ancora pronta per il mondo del lavoro». Daniele Carminati,
18 anni, anche lui aspirante ragioniere, si iscriverà ad Economia e Commercio,
«ma non a Bergamo, ho voglia di cambiare ambiente, credo proprio che andrò alla
Bocconi, a Milano». Stessa scelta («Economia e commercio») per il 17enne romeno
Mircea Simionica, che, fra tutti, sembra essere quello con le idee più chiare:
una volta finito il corso di Ragioneria si iscriverà all'Università di Bergamo,
con l'obiettivo, una volta laureato, di «trovare un impiego in banca». C. B.
12/04/2009 nascosto-->
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 12-04-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero,
Il (Pesaro))
Argomenti: Cultura
Domenica 12
Aprile 2009 Chiudi di ROSALBA EMILIOZZI «Li Madou è un giacimento, il
passepartout che ci apre a ogni parte della Cina, la carta decisiva per
l'economia. E il professor Filippo Mignini è uno studioso di spessore del padre
gesuita, il suo contributo è utile, il suo pensiero di storico aiuta il
confronto, la ricerca e la valorizzazione». Queste le parole del presidente
Giulio Silenzi, a capo della Provincia di Macerata, ente che fa parte del
Comitato promotore delle celebrazione per il quarto centenario della morte di
padre Matteo Ricci. Ribadita l'importanza "mediatica" del maceratese
più famoso in Cina, Silenzi ha parole di stima per il professor Mignini,
direttore dell'Istituto Ricci e curatore delle opere del religioso-scienziato. Per il docente universitario, attaccato nei giorni scorsi dal consigliere
Federico Valori che ne aveva messo in dubbio il profilo professionale, è
l'ennesimo attestato di stima e solidarietà (quasi tutti in privato, solo due
pubblici quello del sindaco Giorgio Meschini e di Silenzi). Interpellato
in merito Adriano Ciaffi, presidente del Comitato, non ha voluto rilasciare
dichiarazioni preferendo rinviare tutto «a dopo Pasqua», dice. Eppure Matteo
Ricci ha bisogno di azione. Il Comitato fa fatica a programmare il calendario
di avvenimenti e la realizzazione di progetti come il museo permanente. Il
motivo? Soprattutto la carenza e poca certezza dei fondi per le celebrazioni
ricciane. «I nostri soldi sono certi afferma Silenzi (l'ente Provincia ha
stanziato 150 mila euro, come il Comune di Macerata, ndr) ma non sappiamo
quanto sarà il finanziamento nazionale, mentre il programma è ambizioso».
Sponsor privati non ce ne sono e intanto il tempo scorre, il 2010 si avvicina e
Macerata rischia di arrivare in ritardo a quello che sarà un evento di portata
mondiale e che dovrà in qualche modo caratterizzare la città. «Un museo su
padre Matteo Ricci serve per il turismo e dobbiamo realizzarlo dice ancora
Silenzi ai cinesi in visita, che saranno nei prossimi cinque anni i turisti in
esplosione, assieme a Venezia e Firenze, potremmo proporre Macerata patria di
Lu Madou, con un museo interattivo ben fatto. Poi possiamo offrire anche la
lirica, la buona cucina e la Pinacoteca». Ma senza il Ricci Memorial come
chiama Mignini l'esposizione permanente sulla figura del padre gesuita
(dovrebbe sorgere nei locali dell'ex museo della carrozza o a palazzo Trevi
Senigallia in via Santa Maria della Porta, oggi in restauro) la città non
avrebbe appeal per il popolo cinese. C'è poi l'aspetto coesione da non
sottovalutare nel cammino dell'organizzazione delle celebrazioni. A porre
l'accento su una maggiore unitarietà è Gianfranco Borgani, consigliere
dell'Istituto Matteo Ricci per le relazioni con l'Oriente. «Credo che dovremmo
recuperare un senso ricciano dice Borgani trovare le ragioni comuni di questa
terra. Facciamo tutti un passo indietro e facciamo fare un passo avanti alle
istituzioni in modo che venga valorizzato il giacimento umano e culturale di
questo grande uomo. Non ha senso che l'Università vada in Cina a fare un
convegno solo con la Curia. E' vero che lo hanno fatto con risorse proprie, ma
dovremmo ricercare il gioco di squadra, recuperare il buonsenso, metterci
insieme per una regia comune». «Ci stiamo giocando le ultime possibilità e il
Governo è il grande assente. Dov'è il suo stanziamento?» domanda infine
Borgani.
( da "Giorno, Il (Legnano)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
LEGNANESE pag.
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
AGENDA E LETTERE
pag.
( da "Nazione, La (Siena)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
PRIMO PIANO pag.
2 di PAOLO BARTALINI e ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il
lampadario... di PAOLO BARTALINI e ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il
lampadario che ballano' per alcuni interminabili secondi. E qualcuno, per la
paura, scende in strada. E' accaduto ad alcuni residenti in frazioni e località
di Castellina in Chianti (Salivolpe, Croce Fiorentina, Fonterutoli, Cavallari)
e di Poggibonsi (La Strolla), svegliati dalla scossa dell'altra notte. «Il
pensiero, inutile negarlo, è corso immediatamente all'Abruzzo confessano alcuni
anche se, a ripensarci adesso, non possiamo certo paragonare la magnitudo 2.3
dell'altra notte qui in Valdelsa e nel Chianti con l'intensità del 6 aprile in
provincia dell'Aquila». ALLA STROLLA gli abitanti hanno lasciato temporanamente
le loro case subito dopo le 4,28, ora dell'evento sismico. A malapena sono
riusciti a indossare i pantaloni o un maglione. Poi nessun altro segnale di
pericolo. «Ma io non sono ancora tornata a dormire», ha rivelato ieri
pomeriggio al telefono una signora. Nel centro di Poggibonsi, B.E. ha notato
delle piccole lesioni interne nel suo appartamento in zona Vallone. «Ho
avvertito i vigili del fuoco racconta che hanno scattato fotografie ed
effettuato tutti i necessari controlli alle strutture, escludendo qualsiasi
complicazione in merito alla sicurezza e all'agibilità dell'edificio. Meglio
così. Provvederò in seguito all'imbiancatura e agli opportuni lavori». A
Bellavista il cane Rex, abbaiando forte intorno alle 4,28, avrebbe in qualche modo
avvertito in anticipo il movimento. «La reazione del nostro cane lupo spiega
Alessandro potrebbe essere anche da collegare al terremoto». A Colle il signor
Aldo ha udito nel sonno il botto e ha immaginato la caduta di qualche oggetto.
«Poi mi sono accorto che tutto era in ordine. Solo in un secondo istante ho
pensato al terremoto». In alcuni casi, è stato il sonno ad allontanare ogni
timore. «Ho sentito in effetti qualcosa di anomalo durante la nottata spiega il
poggibonsese B.P. però mi sono riaddormentato in fretta. Al mattino neanche
ricordavo dell'accaduto. Fuori, però, la gente parlava del terremoto e allora
ho messo in relazione i due episodi». LA SCOSSA DI TERREMOTO è stata lieve ma
l'hanno avvertita distintamente anche sotto le torri. Intorno alle 4,28 di ieri
alcuni cittadini che abitano a sud del centro storico, nel quartiere di porta
San Giovanni fino a lambire piazza della Cisterna, si sono accorti del sisma
perché ancora svegli o nel dormiveglia. Il terremoto è stato avvertito
nell'area vicino a Piandornella e in Bonda, dove in tempi passati è stata
consolidata la zona con "iniezioni" di cemento armato per il pericolo
di smottamento di tutto il quartiere nella vallata di "Ragnaia".
Dagli alberghi del centro pieni di turisti però nessun allarme. Qualcuno l'ha
scambiata per una forte ventata di alberi dal rumore delle foglie che ha smosso
la casa. Dall'altra parte del paese, a nord di porta San Matteo e periferia,
non si è mosso foglia. Il sonno è stato tranquillo. Nessun danno e niente
«repliche» in una città che dall'altra sera registra il tutto esaurito. Invasa
dal turismo di Pasqua come ai bei tempi, soprattutto italiani ma anche
spagnoli. Quanto al Chianti, il terremoto è stato avvertito distintamente a
Castellina: l'epicentro è stato infatti, secondo l'Istituto nazionale di
Geofisica e vulcanologia, proprio fra questo paese, Poggibonsi e Colle. C'è chi nel cuore della notte si è però svegliato anche a Siena
per via del sisma, città che non è ad alto rischio sismico come affermato ieri
a «Canale3» dal professor Enrico Mantovani, docente di fisica terrestre alla nostra Università. Image:
20090412/foto/7289.jpg
( da "Nazione, La (Siena)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
PRIMO PIANO pag.
3 di PAOLO BARTALINI e ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il
lampadario... di PAOLO BARTALINI e ROMANO FRANCARDELLI UN BOATO, il letto e il
lampadario che ballano' per alcuni interminabili secondi. E qualcuno, per la
paura, scende in strada. E' accaduto ad alcuni residenti in frazioni e località
di Castellina in Chianti (Salivolpe, Croce Fiorentina, Fonterutoli, Cavallari)
e di Poggibonsi (La Strolla), svegliati dalla scossa dell'altra notte. «Il
pensiero, inutile negarlo, è corso immediatamente all'Abruzzo confessano alcuni
anche se, a ripensarci adesso, non possiamo certo paragonare la magnitudo 2.3
dell'altra notte qui in Valdelsa e nel Chianti con l'intensità del 6 aprile in
provincia dell'Aquila». ALLA STROLLA gli abitanti hanno lasciato temporanamente
le loro case subito dopo le 4,28, ora dell'evento sismico. A malapena sono
riusciti a indossare i pantaloni o un maglione. Poi nessun altro segnale di
pericolo. «Ma io non sono ancora tornata a dormire», ha rivelato ieri
pomeriggio al telefono una signora. Nel centro di Poggibonsi, B.E. ha notato
delle piccole lesioni interne nel suo appartamento in zona Vallone. «Ho
avvertito i vigili del fuoco racconta che hanno scattato fotografie ed
effettuato tutti i necessari controlli alle strutture, escludendo qualsiasi
complicazione in merito alla sicurezza e all'agibilità dell'edificio. Meglio
così. Provvederò in seguito all'imbiancatura e agli opportuni lavori». A
Bellavista il cane Rex, abbaiando forte intorno alle 4,28, avrebbe in qualche modo
avvertito in anticipo il movimento. «La reazione del nostro cane lupo spiega
Alessandro potrebbe essere anche da collegare al terremoto». A Colle il signor
Aldo ha udito nel sonno il botto e ha immaginato la caduta di qualche oggetto.
«Poi mi sono accorto che tutto era in ordine. Solo in un secondo istante ho
pensato al terremoto». In alcuni casi, è stato il sonno ad allontanare ogni
timore. «Ho sentito in effetti qualcosa di anomalo durante la nottata spiega il
poggibonsese B.P. però mi sono riaddormentato in fretta. Al mattino neanche
ricordavo dell'accaduto. Fuori, però, la gente parlava del terremoto e allora
ho messo in relazione i due episodi». LA SCOSSA DI TERREMOTO è stata lieve ma
l'hanno avvertita distintamente anche sotto le torri. Intorno alle 4,28 di ieri
alcuni cittadini che abitano a sud del centro storico, nel quartiere di porta
San Giovanni fino a lambire piazza della Cisterna, si sono accorti del sisma
perché ancora svegli o nel dormiveglia. Il terremoto è stato avvertito
nell'area vicino a Piandornella e in Bonda, dove in tempi passati è stata
consolidata la zona con "iniezioni" di cemento armato per il pericolo
di smottamento di tutto il quartiere nella vallata di "Ragnaia".
Dagli alberghi del centro pieni di turisti però nessun allarme. Qualcuno l'ha
scambiata per una forte ventata di alberi dal rumore delle foglie che ha smosso
la casa. Dall'altra parte del paese, a nord di porta San Matteo e periferia,
non si è mosso foglia. Il sonno è stato tranquillo. Nessun danno e niente
«repliche» in una città che dall'altra sera registra il tutto esaurito. Invasa
dal turismo di Pasqua come ai bei tempi, soprattutto italiani ma anche
spagnoli. Quanto al Chianti, il terremoto è stato avvertito distintamente a
Castellina: l'epicentro è stato infatti, secondo l'Istituto
nazionale di Geofisica e vulcanologia, proprio fra questo paese, Poggibonsi e
Colle. C'è chi nel cuore della notte si è però svegliato anche a Siena per via
del sisma, città che non è ad alto rischio sismico come affermato ieri a «Canale3»
dal professor Enrico Mantovani, docente di fisica terrestre alla nostra Università.
( da "Nazione, La (Siena)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
TROVALAVORO SIENA
pag. 32 Offerte enti pubblici Istituto casa famiglia di
Cetona (rif.bando 5) ricerca n... Offerte enti pubblici Istituto casa famiglia
di Cetona (rif.bando 5) ricerca n° 2 operatori socio sanitari, mansioni:
assistenza diretta a persone auto e non autosufficienti an richiede, titolo di
studio: scuola media inferiore, requisiti: accesso al pubblico impiego,
cittadinanza italiana o comunitaria,patente B, corso di oss e 6 mesi di
esperienza di lavoro oppure osa o adb e esperienza minima 18 mesi in rsa o
strutture pubbliche o private, attestato haccp. Azienda di servizi di
Montepulciano cerca 1 estetista richiede titolo di studio: corso attinente alla
qualifica offre sede di lavoro: Montepulciano, contratto: tempo determinato,
contratto stagionale, orario di lavoro: da concordare rif. mp2124. Pizzeria di
Montepulciano cerca 1 pizzaiolo richiede età minima 23 anni, patente b
autopropria offre sede di lavoro: Montepulciano, contratto: tempo determinato,
contratto iniziale x 3 mesi con possibilita' di trasformazione a tempo
indeterminato orario serale dalle
( da "Nuova Ferrara, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
«Dal disastro si
esce con l'edilizia di qualità» Il rettore Bianchi: laboratorio per case
ecologiche e resistenti. La Cina ci guarda Il professor Tralli e due dottorandi
passeranno le feste come volontari a controllare la statica degli edifici
lesionati STEFANO CIERVO Come si ricostruisce un'economia atterrata dal
terremoto? «Sfruttando anzitutto la leva dell'edilizia per sviluppare tecniche
di ricostruzione antisismiche e a basso consumo su larga scala. L'Abruzzo può
essere il laboratorio d'Italia e l'università di
Ferrara è pronta a fare la propria parte». Il rettore Patrizio Bianchi veste
due giacche quando parla della ricostruzione delle terre devastate dal sisma.
Lo studioso d'economia mette subito in parallelo la situazione abruzzese con
quella di molte parti della penisola, «l'apparato produttivo di quelle zone era
già da ricostruire per essere stato impoverito, all'inizio del decennio, dagli
abbandoni delle grandi multinazionali che l'avevano fatto uscire dalle zone a
Obiettivo 1. Il terremoto darà a quest'opera di rigenerazione da un punto di
riferimento ben preciso». Il rettore, poi, sa indicare gli strumenti adatti:
nella prima settimana di maggio sarà in Cina dove sono «molto interessati agli
strumenti di analisi e operatività antisismica su larga scala». E qui può
entrare in gioco anche la nostra università, dove si è
sviluppato il Centro regionale per l'edilizia e i restauri per studiare, tra
l'altro, come «incorporare più tcnologia e conoscenza nelle costruzioni: è
esattamente quanto serve ora in Abruzzo» fa presente Bianchi. Per il momento
alle richieste di avere sul campo ingegneri ed esperti strutturalisti, avanzata
alla Conferenza dei rettori dall'università dell'Aquila, Ferrara ha risposto con la disponibilità di Antonio
Tralli. Il docente
d'ingegneria, assieme ai dottorandi Riccardo Battaglia ed Enrico Milani, è da
un paio di giorni in Abruzzo, inserito come volontario nella struttura emiliana
della protezione civile: «Stiamo facendo dei sopralluoghi di agibilità,
è questa la cosa più importante visto che tra poco si cominceranno le
demolizioni - ha risposto ieri mattina - Ora siamo a Poggio di Roio,
l'epicentro del sisma, a Villa Sant'Angelo abbiamo già dato un'occhiata». I
ferraresi passeranno tutte le feste in Abruzzo, torneranno a metà della prossima
settimana perchè giovedì ricominciano le lezioni. «Siamo a disposizione per
aiutare l'università dell'Aquila» conclude Bianchi.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Cagliari
e Provincia Pagina 1021 Università. Le elezioni chiudono il ventennio
Mistretta. Alle urne 1200 docenti, 160 studenti e 120 amministrativi Rettorato,
in corsa i Magnifici cinque Università.. Le elezioni chiudono il ventennio
Mistretta. Alle urne 1200 docenti, 160 studenti e 120 amministrativi Si vota il
21 maggio e, per il secondo turno, il 4 giugno --> Si vota il 21 maggio e, per il
secondo turno, il 4 giugno In piena campagna elettorale per il Rettorato,
cinque candidati si contendono la poltrona all'Università di Cagliari occupata
per diciotto anni da Pasquale Mistretta. Il 21 maggio si chiude un'era. Manca
più di un mese ma dentro l'ateneo cagliaritano è già partito il conto alla
rovescia: tra i banchi dei 36 mila studenti e le cattedre dei 1200 docenti si
respira solo aria di elezioni. Gli universitari di Castello sono in
fibrillazione da tempo: dopo diciotto anni l'era Mistretta sta per chiudersi e
un nuovo rettore occuperà la poltrona del Magnifico. L'appuntamento con le urne
è per il 21 maggio e il 4 giugno (è scontato il secondo turno), con eventuale
ballottaggio l'11 giugno. Sarà comunque un giovedì a segnare la svolta nell'università di Cagliari e a portare fortuna a uno dei cinque
candidati in corsa per la carica di rettore nei prossimi quattro anni
(2009-2013). I circa 1500 elettori dovranno scegliere tra due esponenti della
facoltà di Medicina (l'ex preside Gavino Faa e la farmacologa Maria Del Zompo)
e tre del polo economico-giuridico (manca solo Giurisprudenza): l'ex preside di
Economia Giovanni Melis, Raffaele Paci e Antonio Sassu, entrambi docenti a
Scienze politiche rispettivamente di Economia applicata e di Politica
economica. LA SFIDA Come in politica, anche a palazzo Belgrano la sfida si
giocherà fino all'ultimo voto. Il calibro dei pretendenti in campo è tale da
vanificare qualsiasi pronostico della vigilia e, a ragione, nessuno osa
azzardare verdetti. Tuttavia qualche mormorio circola e, visto che la
competizione è molto seguita anche dalla politica, qualcosa si dice, almeno su qualcuno.
Per esempio che Faa non dispiacerebbe al governo di centrodestra e soprattutto
all'assessore della Sanità di An, Antonello Liori, che non ne fa certo mistero
(anche perché Faa ha scritto il protocollo per le aziende miste
ospedaliero-universitarie). Sull'altra sponda si troverebbero altri avversari
di peso, come l'ex presidente del Banco di Sardegna Sassu (già assessore ex Pds
nella giunta Palomba), Paci (vicino all'ex assessore alla Programmazione della
giunta Soru, Francesco Pigliaru) e Melis (ex presidente Cis, da sempre vicino
ai socialisti di Antonello Cabras). La portata dello scontro è data dal peso
dei due colossi in campo, Medicina e polo economico-giuridico, dal loro peso
politico e capacità di interagire con chi governa la Regione. L'ago della
bilancia potrebbe essere Ingegneria, e non solo perché è tra le più grandi università e sforna ingegneri che lavorano in tutto il mondo
ad appena sei mesi dalla laurea. È anche la facoltà del rettore uscente ed è
quella che, fra incarichi e consulenze esterne a comuni ed imprese, riesce a
drenare più soldi delle altre. Dietro il voto, insomma, c'è un sistema di
equilibri politici e di relazioni istituzionali attorno a cui si costruirà il
consenso degli elettori. E forse qualcosa farà anche il vincolo di parentela
tra l'attuale rettore e il cognato-preside di Economia Aldo Pavan. IL VOTO Urne
aperte dalle 8 alle 19. Rettore si diventa con la maggioranza assoluta dei
voti, il cinquanta per cento più uno (circa 757 preferenze) ma se si andrà al
ballottaggio per vincere basterà solo un voto in più. Votano tutti i
professori, i ricercatori e assistenti, il personale tecnico-amministrativo, i
componenti del Consiglio degli studenti e i rappresentanti degli studenti nei
Consigli di facoltà. Tra i 1500 elettori è la categoria dei ricercatori e
assistenti (507 più 18) a pesare di più, col 34% dei voti. Seguono i professori
associati (il 24%, circa 362) e gli ordinari (22%, 331), gli studenti (12% con
circa 180 rappresentanti appena eletti) e il personale Ata (8%, 120 da eleggere
il 23 aprile). Si vota nei seggi di Ingegneria, Scienze botaniche, Lingue e
Cittadella di Monserrato. CAMPAGNA ELETTORALE Guardando il calendario, meno 39
giorni, la campagna elettorale dei Magnifici 5 entra
ora nel vivo anche se idee e progetti degli aspiranti rettori hanno già fatto il giro
dell'ateneo, sui blog e sul bimestrale Unica news
già in possesso degli studenti. Proprio su Internet compaiono i primi commenti,
con preferenze motivate per questo o quel candidato. Dopo Pasqua il calendario è fitto di appuntamenti:
si ricomincia il 16 con un incontro fra i cinque a Sa Duchessa. Temi da
discutere ce ne sono, eccome: la governance dell'Università, il taglio dei
fondi, il futuro dei ricercatori, i corsi, i 12mila fuori corso, le tasse (tra
le più basse d'Italia), le borse di studio, il campus. La posta in gioco è
alta: sulla poltrona di Magnifico Rettore si siederà chi avrà in mano la
ricetta più convincente per rilanciare l'Università che, con le sue tremila
buste-paga, è l'istituzione più importante dopo mamma
Regione. CARLA RAGGIO
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Cagliari e
Provincia Pagina 1021 I candidati. Maria Del Zompo, Gavino Faa, Giovanni Melis,
Raffaele Paci e Antonio Sassu Una neuroscienziata contro 4 uomini I candidati..
Maria Del Zompo, Gavino Faa, Giovanni Melis, Raffaele Paci e Antonio Sassu
--> Quattro uomini contro una donna. La neuroscienziata di fama
internazionale Maria Del Zompo , è l'unico candidato in gonnella: potrebbe
passare alla storia come la prima donna-rettore in Sardegna. Nata a Cagliari 58 anni fa, è docente di farmacologia a Medicina e direttore del Dipartimento di
Neuroscienze dal
( da "Corriere della Sera"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere della
Sera sezione: Lombardia data: 12/04/2009 - pag: 13 Università dell'Insubria,
Fondazione San Matteo e 26 aziende unite per dar vita a una «piattaforma
tecnologica» Un distretto hi tech contro la crisi Sfida sull'asse del Ticino.
«Per uscire dal tunnel meglio l'innovazione che l'edilizia» La «cordata»
servirà a unire le forze per avviare nuova ricerca, esplorare i mercati,
ottenere finanziamenti DAL NOSTRO INVIATO VARESE Scommettere sul mattone per
rilanciare l'economia? Roba vecchia, meglio puntare tutto sui settori del
futuro. Il progetto che sta per decollare tra le province di Varese, Milano e
Pavia (battezzato Distretto delle nuove tecnologie e delle scienze per la vita)
ribalta di 180 gradi il piano casa ipotizzato dal governo per svincolarsi dalla
crisi: un'università, un istituto di ricerca di
livello europeo, 26 aziende e altri partners istituzionali hanno deciso di
creare una cordata che metta assieme tutte le eccellenze piccole ma numerose
sparse sul territorio in fatto di biotech, farmaceutica, ricerca
medicosanitaria e tecnologie del domani. Il progetto è già entrato nel vivo:
l'unione di tutte queste realtà consentirà a breve di sommare le forze per
avviare programmi di ricerca, esplorare nuovi mercati, mettere a punto
prodotti, ottenere finanziamenti. L'idea di creare il distretto «high tech» è
partita da Alberto Onetti, docente
di economia all'università
dell'Insubria di Varese, che è riuscito a riunire tutti i soggetti interessati.
«Il punto di partenza racconta Onetti nasce da una semplice osservazione della
nostra realtà: in quella parte di Lombardia che possiamo identificare con
l'asse del fiume Ticino ci sono dei 'campioni isolati', ossia aziende
che nel loro particolare settore sono leader a livello internazionale ma poco
radicate sul territorio. Occorre dunque potenziare questi legami, farle
attecchire e metterle in rete tra loro». Se l'Italia uscirà dalla crisi in atto
con i connotati economici cambiati, dunque, meglio giocare d'anticipo e
scommettere su settori che garantiscono margini di sviluppo ed effetti a
cascata maggiori. In contraddizione con l'assunto più volte affermato nelle
ultime settimane in base al quale «se il mattone vola, l'economia vola». «A
nostro giudizio prosegue Onetti meglio puntare su settori che crescono e che
generano valore invece che continuare a cercare di tenere in vita settori
maturi. A questo proposito, volendo riassumere il concetto con degli slogan, il
piano casa appare come un'azione tampone di breve periodo, mentre il progetto
dell'asse del Ticino è una strategia anticrisi sostenibile nel tempo ». L'humus
che si è andato formando in questi anni nel territorio interessato al progetto
nasce dall'evoluzione di aziende tradizionali (nel settore chimico e meccanico
in primis) ma che adesso possono trasformarsi in vere e proprie piattaforme
tecnologiche, in grado di generare ricadute su molti altri settori. Peccato
però che questi soggetti abbiano mantenuto fino a oggi dimensioni spesso
«lillipuziane», peccato che il vicino sia stato visto talvolta come concorrente
e non come alleato. Mandando in soffitta il motto «piccolo è bello» che ha
sempre tenuto a galla l'economia lombarda e non solo in tutti questi anni.
Oltre all'università dell'Insubria un'altra eccellenza
che ha detto sì al progetto è la Fondazione San Matteo di Pavia. «Di questo
progetto spiega Paolo Lago, ingegnere clinico e interlocutore per conto del
prestigioso istituto di ricerca ci è piaciuto innanzitutto l'aspetto
multidisciplinare, la possibilità che più soggetti interessati alle tematiche
legate alla vita si trovino a collaborare: chi fa ricerca sui farmaci, chi
sulle apparecchiature mediche, chi sulle biotecnologie a così via. A questo
punto ci aspettiamo dall'iniziativa il cosiddetto vantaggio 'di rete',
sviluppando linee di ricerca comuni». Economia Tecnologia e ricerca, una
formula per invertire la rotta Claudio Del Frate
( da "Giornale di Brescia"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Edizione:
12/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:cultura Il pensiero
che cerca di sondare la fede BENCIVENGA Il noto docente di filosofia all'Università di California ci parla del libro che
dedica alla «dimostrazione di Dio» Raffaello, particolare de La Disputa,
1510-1511 «Credo nell'incomprensibilità di Dio» scrisse Balzac in una lettera a
Madame Hanska, sintetizzando in poche parole la complessità di Dio, da sempre
indagata e combattuta. «La logica aristotelico-tomistica trova una
mirabile rappresentazione nella Commedia dantesca - scrive Ermanno Bencivenga docente di filosofia all'Università della California, in
"La dimostrazione di Dio: come la filosofia ha cercato di capire la
fede" (Mondadori ) -: Dio è "l'amor che move il sole e l'altre
stelle". L'amore di Dio è fondato sulla conoscenza che se ne ha, ed è
tanto più vigoroso quanto più completa è tale conoscenza, quanto più le anime
angeliche sono al cospetto di Dio». Da Aristotele a San Tommaso, da Leibniz a
Godel passando per Pascal, Hume e Kant, Bencivenga ripercorre criticamente lo
sforzo che i filosofi in ogni tempo hanno compiuto per dimostrare l'esistenza
di Dio. Professore, è giusto considerare il suo libro come un meteorite che
viene a cadere dentro la maretta di tanta polemica laicista degli ultimi tempi?
Se per meteorite s'intende un oggetto duro che cade dall'alto, allora la
metafora può essere appropriata. Il mio libro dà un resoconto della più elevata
riflessione condotta su questi temi nella civiltà occidentale; e lo fa
articolando con rigore argomentazioni e critiche. Tutto il contrario insomma
delle chiacchiere soft cui siamo da tempo abituati. Sono sufficienti quattro
prove per dimostrare l'esistenza di Dio così come hanno cercato di fare i filosofi?
È difficile pensare a modi diversi da questi quattro per dimostrare qualcosa di
così ambizioso. Si può partire dal pensiero stesso, cercando di dedurne
direttamente l'essere; oppure si può partire da qualcosa che già esiste; oppure
si può partire da tutto quel che esiste (il cosmo); oppure si può partire dalla
legge morale che sentiamo dentro di noi. Io non credo che nessuna di queste
prove funzioni, ma sono ammirato dalla loro complessità e ingegnosità. E
comunque parlarne è un modo suggestivo per attraversare insieme i temi
fondamentali della filosofia. Lei scrive: «Non esiste una tavola dove trovare
Dio. Dio è un essere trascendente, la cui natura è per noi incomprensibile e
ineffabile». E allora? Come spiego nel libro, gli esseri umani sono animali
razionali, inevitabilmente portati a farsi una ragione di ciò che credono.
Quell'oggetto inconcepibile che è Dio non potrà dunque non chiamare a raccolta
tutte le loro risorse intellettuali, nel tentativo di capirlo. Un tentativo
assurdo quanto per loro necessario. E, nel cercare così di capire
l'incomprensibile, capiranno tante altre cose, allargheranno a dismisura i
confini del loro intelletto. La situazione religiosa che viviamo e quella che
si profila all'orizzonte è una crisi prolungata o l'avamposto di nuove
possibilità civili e cristiane? Non ho sfere di cristallo per prevedere il
futuro. Posso dire che vedo un irrigidirsi delle credenze, da ogni parte, e uno
scadimento nello sforzo di razionalità di cui parlavo prima. E in questo
irrigidirsi vedo una perdita di umanità. C'è un modo di confrontarsi
positivamente con questa situazione, che incalza al di fuori di quanto si possa
normalmente prevedere rispetto al tradizionale salto di generazione? L'unico
modo giusto, degno della nostra vocazione di esseri razionali, è la riapertura
costante della riflessione e del dialogo. Non c'è nulla d'interessante in uno
slogan, e nulla di valido in slogan contrapposti. Quel che è interessante, e
aggiunge valore alla nostra vita, è il tessuto narrativo e argomentativo con
cui cerchiamo di attribuire senso a quel che facciamo; e, quando siamo
coinvolti insieme in questa ricerca, per quanto diversi possano essere i nostri
esiti, sarà naturale provare rispetto per chi cerca come noi, con noi. Esigenza
del sacro come lezione proposta e attentamente ascoltata oppure, come nella
tradizione, illuminazione che da personale diventa universale? Il sacro non può
essere indotto in noi da un maestro esterno ma solo dalla nostra esperienza
interiore, che ciascuno di noi esplorerà ed elaborerà nei suoi termini. E ci
sarà chi, come me, troverà il sacro nell'umanità stessa: nella nobiltà della
sua saggezza e dei suoi valori. Cartesio dopo un elenco di dieci definizioni,
sette postulati e dieci assiomi, stabilisce «L'esistenza di Dio può essere
conosciuta mediante una semplice considerazione della sua natura». E la
dimostrazione di questa tesi consiste in pochi e semplici passi. Ma il decimo
assioma sancisce che un'esistenza necessaria e perfetta è contenuta nel
concetto di quell'essere perfettissimo che è Dio. Quindi di Dio si può
affermare con verità e necessità l'esistenza, ovvero, Dio esiste, e per lo
stesso motivo ha ogni altra perfezione. È lecito individuare almeno una punta
di bassa polemica in tanto riferirsi di oggi a una lezione scientifica nel
migliore dei casi male strumentata? È opportuno distinguere fra la scienza, che
è creativa e talvolta rivoluzionaria proprio perché è umile, consapevole dei
suoi limiti e tesa a superarli, e lo scientismo, la compiaciuta arroganza di chi
di solito la scienza la conosce solo dal di fuori ma la usa a scopo ideologico.
Nel mondo dei credenti, quali dubbi, incredulità, sgomente considerazioni
alterano al momento la tessitura cattolica del nostro tempo, sempre più
precario sotto molti punti di vista? Ricordiamo che «cattolico» vuol dire
universale, e il credente deve scontrarsi con il fatto che un'autorità
ecclesiale, per quanto promulghi la sua infallibilità, non basta a chiudere il
discorso della differenza, della critica. Anche il credente dunque dovrebbe
aprirsi a una fede più dialogica, più tesa a cercare punti di contatto e di
accordo. Francesco Mannoni
( da "Corriere della Sera"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere della
Sera sezione: Salute data: 12/04/2009 - pag:
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere del
Mezzogiorno sezione: CASERTA data: 12/04/2009 - pag: 9 Il caso Proposta
un'altra intitolazione: Carlo di Borbone Russo: «Il Senato accademico non vuole
affrancarsi da Napoli» Sun, polemica sul cambio del nome Il
docente di Bioetica: «Sono
soprattutto quelli di Medicina a ritenere di avere più prestigioso rimanendo
legati alla città partenopea» CASERTA «L'università di Caserta e il nome negato, questa volta andiamo al muro contro
muro, non sono bastati anni di sollecitazioni, le cinquemila firme da tempo
raccolte e la prima è quella del vescovo Raffaele Nogaro, non sono
bastati gli epistolari fra il nostro comitato e tutti i rettori dal
( da "Giornale di Brescia"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Edizione:
12/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:LETTERE TERREMOTO/1 La grande
dignità degli abruzzesi nCos'hai? Vedo una lacrimuccia! Solo una? Sono due,
tre... ed aumentano man mano che faccio zapping tra i vari telegiornali
guardando i servizi sul terremoto in Abruzzo. Molte le cause che le generano:
gli scomparsi, le rovine ma sopratutto la Dignità delle persone intervistate.
Una compostezza esemplare, un'accettazione ed un'analisi non fatalistica della
tragica situazione, ma molto reale e legata ad un evento prevedibile ma non
programmabile, con richieste civili per l'assistenza presente e futura.
Pochissime le lamentele per l'intervento dei soccorritori, veri angeli che
sommano capacità tecniche ad umane al di sopra di ogni critica, che sicuramente
comunque verranno analizzate chirurgicamente dai pontificatori, i saccenti
della scienza del poi. Ho lacrimato nel vedere persone, ancora scioccate
dall'evento, assalite da cronisti in cerca del dolore e del colore per i loro
servizi, salvo poi vederli sbiancare e balbettare quando sono stati sorpresi da
una scossa durante il collegamento in diretta. Il plauso verso le cariche
istituzionali, finalmente consce di non fare passerella (reazione del capo
dello Stato docet) ma di lavorare assieme per soluzioni in tempi più stretti
possibili, ovviamente privilegiando le persone. La città ed i paesi?
Sicuramente il «com'era, dov'era» ed il «border town» saranno fonte di prese di
posizione politiche, paesaggistiche e di quant'altro (vuoi mettere il panorama
tra un paesino arroccato sul cucuzzolo del monte ed una sfilata di ville a
schiera anonime, anche se antisismiche?). Speriamo che il fortissimo senso di
appartenenza ai valori del territorio che hanno gli aquilani venga rispettato,
consentendo che la sicurezza sia coniugata alla tradizione per quanto
possibile. Lacrimo ancora? No, mi sembra di no; come mai? È iniziata una
trasmissione con i pontificatori e mi cascano le... braccia! Luigi Bonato
Brescia TERREMOTO/2 Impariamo da questo grande dolore nQuanto dolore in queste
ultime tragiche ore! Le notizie del terremoto martellano la nostra mente con
immagini di devastazione e di morte. Ci pervengono numeri e dietro ad essi,
storie finite, lacrime cocenti e tanta, tanta sofferenza. E quanti sono i
feriti, i mutilati, i superstiti privati delle loro case, del loro rifugio? 150
morti! 150 vite troncate, storie finite, sgomento e dolore di chi rimane. E il
numero è destinato a salire e i disagi saranno durevoli, dolorosi. Chi sa se
riterremo finalmente indispensabile costruire e ricostruire con criteri
veramente antisismici su questa nostra terra martoriata? Alcuni edifici
costruiti forse con intenti speculativi, sono crollati con una facilità
impressionante. Impareremo qualcosa da tutto questo dolore? Resterà almeno la
consapevolezza della nostra fragilità del nostro essere esposti ad eventi
improvvisamente distruttivi? La solidarietà di questo nostro popolo generoso e
provato ci renderà migliori? Possiamo sperare almeno in questo? Sì. Almeno
questo e la ricostruzione lo dimostrerà adottando tutti i mezzi e le cognizioni
necessarie. Vogliamo e dobbiamo crederlo. Renata Mucci Brescia TERREMOTO/3 Un
progetto di restyling per l'Italia nIl terremoto dell'Aquila ha messo in
drammatica evidenza quello che è il vero problema di questo Paese. Non la
carenza di case e non la scarsa disponibilità di volumi abitativi, bensì
l'inadeguatezza generale del patrimonio abitativo, costruito in buona parte
senza usare criteri antisismici, in un territorio che ha invece caratteristiche
sismiche per la sua gran parte. Se a questo aggiungiamo che a ogni
precipitazione abbondante si susseguono frane, lesioni di edifici, inondazioni,
strade interrotte e altri consimili fenomeni, ci rendiamo conto che questo non
è un Paese da edificare, ma è semplicemente un Paese per il quale bisogna fare
una grande manutenzione. Questa manutenzione, che deve consistere
nell'adeguamento degli edifici ai criteri antisismici, nella sistemazione di
grandi aree ormai dismesse e inutilizzate, nel consolidamento di opere
pubbliche del più svariato tipo, ma anche in tutte le opere di protezione
idraulica e liberazione degli alvei dei fiumi dai frequentissimi abusivismi,
può già di per sé costituire un formidabile volano all'economia del Paese, in
quanto può attivare risorse, attività d'impresa, capacità di progettazione,
impieghi di tecnologie e tutto ciò che serve per una forte ripresa economica.
Allora, a questo punto, il Governo, anziché immaginarsi fantasmagorici piani
casa, che poi vanno a coincidere con la desolante realtà della diffusissima
speculazione e dell'abusivismo edilizio nel nostro Paese, metta in piedi
veramente un enorme piano di restyling dell'Italia, sia dal punto di vista
abitativo che da quello idrogeologico. Eviteremmo catastrofi, perdite di vite
umane, spese ingentissime per il futuro e forse avremmo un Paese un pochino più
rispettoso di quello che è il nostro valore ambientale maggiore, e cioè quello
paesaggistico, storico e artistico. Non è una idea nuova ma si spera che oggi,
alla luce di quel che è successo in Abruzzo, penetri nelle orecchie sorde di
amministratori e governanti da troppo tempo insensibili a queste tematiche.
Pietro Garbarino Brescia TERREMOTO/4 Triste gara di sciacallaggio mediatico
nNelle serate successive all'emergenza terremoto in Abruzzo, non avendo più
immagini da mostrare in diretta Tv, si è scatenata una gara di sciacallaggio
mediatico vedi le varie trasmissioni «Ballarò», «Annozero» ecc... dove si
vedono i vari conduttori accanirsi mostrando immagini che sinceramente fanno
venire il voltastomaco. Politici che si lanciano accuse sulle responsabilità,
uno più bravo dell'altro, seduti comodamente su poltrone che tentano di farsi
pubblicità in vista delle prossime elezioni. Abbiamo visto immagini di chi ha
chiamato «Angeli» coloro che li hanno estratti dalle macerie, gente che si
lamentava per la lentezza dei soccorsi, tutto questo si può anche comprendere,
la rabbia certe volte fa dire cose impensabili: ma quello che sinceramente
trovo disgustoso da parte dei conduttori televisivi e dei numerosi ospiti è il
volersi accanire sulla Protezione civile mostrando quel signore che in un
momento sicuramente di rabbia per aver perso tutto dice che la Protezione
civile non ha fatto un accidenti.... Questi signori Santoro ecc... potevano
risparmiarcelo, i loro litigi li facciano a porte chiuse ed abbiano un po' più
di rispetto per tutti quei volontari che stanno rinunciando alla Pasqua in
famiglia per aiutare tutta quella povera gente: ma si sa pur di fare notizia e
farsi vedere in Tv sono disposti a questo ed altro e scommetto che come si
spengono le telecamere escono a cena insieme. Se ci saranno delle
responsabilità è giusto che le Forze dell'ordine trovino i colpevoli e vengano
condannati, intanto però lascino lavorare con tranquillità tutti i volontari, i
Vigili del fuoco, l'esercito e le Forze dell'ordine, senza fare dello sciacallaggio
mediatico come stanno facendo, sì perché i veri sciacalli sono loro. Luciano
Menassi Lograto TERREMOTO/5 Protezione civile: veri angeli custodi nQuesta mia
riflessione è stata fatta soprattutto per dire un grazie agli uomini e alle
donne della Protezione civile, nostri angeli custodi. Oggi è il giorno del
dolore. Dei silenzi, dei pianti. Dello scavare, dello sperare, del disperare.
Della tragica conta dei morti. Delle domande e delle introvabili risposte. Il
terremoto de l'Aquila ha squarciato l'Italia. E al dolore di oggi seguirà
quello dei prossimi giorni. Poi si penserà alla ricostruzione, come sempre si
cercherà di andare avanti, chi può e come può. Dopo essersela presa con tutti,
ognuno farà i conti anche con sé stesso. E noi oggi non vogliamo aggiungere
sofferenza a sofferenza, ma dobbiamo avere anche il coraggio di capire se
qualcosa, anche di fronte ad un tragico e imprevedibile evento come lo è un
sisma di queste dimensioni, si potesse fare. E cosa si dovrà fare perché queste
tragedie non abbiano una tale portata di morte e distruzione. Qualcuno dovrà
dire se tutto quello che si poteva fare lo si è fatto. E non è solo un problema
di coscienze pulite. Questo Paese, l'Italia, è un Paese fragile. Lo sappiamo
bene sia perché è notorio quale siano le zone sismiche e quanto siano estese;
sia perché è altrettanto conosciuto il dissesto idrogeologico di questa nazione
che farà pure parte del G8, ma non sa assolutamente mantenere il suo ambiente.
Non vogliamo sparare nel mucchio o dire che a l'Aquila si potevano salvare
delle vite se si fosse fatto questa cosa o quell'altra, vogliamo solo dire che
questa è l'Italia. Una nazione che avrebbe bisogno
soprattutto di una gigantesca opera pubblica-privata: la
manutenzione e il recupero. Che ha cementificato ovunque, anche dove è
praticamente certo che ci saranno prima o poi eventi calamitosi (vulcani).
Oppure esondazioni. E che non solo invece da anni ha governi che non si
interessano assolutamente di bonificare queste situazioni, ma rilanciano grandi
opere inutili, costose e pure a rischio (basti pensare a cosa vuol dire
avere una centrale nucleare in un Paese come il nostro o fare un ponte su uno
Stretto come quello di Messina, nell'area a più alto rischio di terremoto e
tsunami di Italia e Mediterraneo). Qualcuno osserverà con argomenti che in
Giappone, dove le scosse di terremoto ci sono giornalmente, non si è rinunciato
all'atomo e neppure a costruire, ma infatti non sono mancati incidenti e almeno
si investe tantissimo in ricerca specialmente nell'edilizia in grado di
sostenere terremoti anche di forte entità. Da noi sappiamo bene che ancora non
è stata data una casa agli sfollati di terremoti di anni fa ed è bene quindi
fare i conti con la realtà, piuttosto che volare di fantasia. Il ministro
dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha detto che «la gravità dell'evento
richiede il massimo impegno, oltre che per i soccorsi alle popolazioni, che in
questo momento rappresentano l'emergenza primaria, anche per la verifica degli
eventuali danni ambientali che il sisma può avere provocato o indotto.
L'impegno del Ministero è massimo per assicurare interventi tempestivi e una
quanto più completa e rapida consapevolezza delle condizioni del territorio».
Ci sarà poi da garantire una rapida ed efficace azione di ricostruzione. Ma
occorre pensare, al tempo stesso, alla messa in sicurezza del patrimonio
edilizio su tutto il territorio nazionale. È una priorità non più rinviabile.
L'Italia è un Paese ad alto rischio sismico e gran parte degli edifici non ha i
requisiti necessari di sicurezza: non possiamo ricordarcene solo all'indomani
di ogni tragedia. E se un vero, applicabile e sostenibile piano casa (e delle
infrastrutture) iniziasse proprio da questo dolore nazionale che ci invita alla
consapevolezza ed alla solidarietà? Il terremoto del Friuli e di Salò! Infiniti
grazie, grazie alla Macchina amministrativa provinciale e regionale e a quelle
donne e uomini della Protezione civile «angeli custodi». Grazie. Attenzione: nel
costo della mia casa di S. Polino, sono stato obbligato a pagare il 28% in più
per gli adeguamenti anti-sismici. Ampliare il volume delle case di Brescia e
provincia o ristrutturarle per renderle sicure? Non sappiamo se il Governo, si
sia posto questo problema quando ha pensato all'ampliamento delle volumetrie
esistenti delle abitazioni per rilanciare l'economia. Eppure il prof. Enzo
Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in
un'intervista alla Stampa del 21 dicembre scorso, a proposito della sicurezza
sismica diceva: «...non sono i terremoti a essere pericolosi, è la qualità
delle costruzioni che è pessima». Il nostro Paese si è dotato di una legge in
proposito solo nel 1974 (Legge 2 febbraio 1974, n. 643, Provvedimenti per le
costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche; D.P.R. 6 giugno
2001 n. 380), la mappa delle zone sismiche è nota e individua proprio nella
dorsale appenninica, che va dall'Umbria fino alla Calabria e alla Sicilia,
passando, appunto, per l'Abruzzo, le zone di maggiore criticità. Le costruzioni
ante '74 sono prive dei criteri di antisismicità e, come testimonia la tragedia
odierna in Abruzzo, sono pericolose per la vita e l'incolumità dei cittadini.
Puntare su interventi edilizi, anche premiali, di sicurezza, funzionalità ed
estetica avrebbe, ed ha, lo stesso impatto economico dei soli aumenti
volumetrici. Occorrono tragedie per ricordare che esiste il buon senso? Celso
Vassalini Brescia POLIZIA URBANA «Critiche astiose» al regolamento nDa alcune
settimane leggo sui quotidiani cittadini critiche astiose nei confronti delle
proposte di modifica del regolamento di polizia urbana della città di Brescia
in discussione nella commissione sicurezza. Critiche fatte in particolare da
alcuni esponenti del centrosinistra che, a mio avviso, poco considerati dai
nostri concittadini per ciò che hanno saputo fare in passato, cercano
visibilità per i loro partiti in un momento pre-elettorale. Penso che anche i
bambini riescano a capire che le «proposte di modifica di un regolamento»,
stiano ad indicare la chiara volontà di chi le propone di accettare la
collaborazione di tutti coloro che vogliono intelligentemente cooperare, come
stanno facendo i due consiglieri comunali del Pd insieme a quelli di maggioranza,
per trovare una soluzione ai molti problemi, da anni incancreniti, della nostra
città. Invece questo a qualcuno non basta, ma anzi serve per alimentare le
solite stantie, noiose e sterili polemiche, utilizzate solo per criticarti se
accetti proposte e per criticarti comunque se le proposte le rifiuti. Quello
che però nessuno di questi signori dice è che, se siamo in queste disgraziate
condizioni, lo dobbiamo solo grazie a qualcuno che non ha nulla a che vedere
con questa Amministrazione cittadina. In commissione, più volte ho detto che si
sarebbero potute scrivere solo due parole: «buonsenso» ed «educazione» ma,
purtroppo, sono due parole ormai cancellate dal vocabolario di moltissime
persone e conseguentemente, siamo costretti a specificare, tra mille difficoltà,
cose che solo alcuni anni fa nessuno avrebbe mai scritto. Il troppo
permissivismo, ha convinto molti di essere liberi di fare ciò che vogliono in
spregio alle più elementari regole d'igiene e di convivenza civile eppure,
nonostante ciò, leggo penose dichiarazioni che tendono a ridicolizzare certe
proposte di modifica facendo assurdi esempi di divieti come quello del bambino
che gioca con la palla. Nessuno punirà un bimbo che al parco gioca con la mamma
gettandole la palla. Ben altra cosa è il consentire a dei ragazzi di fare
partite di calcio, oppure partite di cricket colpendo con delle mazze delle
palle, in mezzo ad un parco pieno di gente, mettendo in pericolo l'altrui
incolumità, così come nessuno punirà chi mangia un panino od un gelato, ma si
punirà chi lorda un prato con cartacce, bottiglie e resti vari come da tempo
siamo abituati a vedere ed a subire. Troppa gente si è dimenticata o peggio non
ha mai capito, che la propria libertà termina dove inizia quella degli altri e
purtroppo, temo, pochi altri pensano di sfruttare queste cose per fare politica
di bassissimo livello Concludo, dando appuntamento a quei (ormai pochi)
signori, che esternano convinzioni fantasiose, supponenti ed offensive, alle
prossime elezioni amministrative, dove il popolo sovrano saprà dire con il
proprio voto, chi è nel giusto e chi no, con la tenue speranza che in caso di
sconfitta, non trovino il modo di dire anche al popolo che non capisce nulla.
Pier Raul Francesconi Consigliere comunale Lega Nord Brescia
( da "Tirreno, Il"
del 12-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova
Venezia, La) (Mattino di Padova, Il) (Nuova Sardegna, La)
Argomenti: Cultura
«Inutili
allarmismi», è la replica del Comune agli studiosi. Ma la città è nel panico
Sulmona esorcizza i geologi e la paura ROBERTO TORTI SULMONA. «La Madonna che
scappa» è da cinque secoli l'appuntamento della Pasqua a Sulmona. Una
manifestazione che richiama sempre diverse migliaia di persone: in quel velo
nero che la Madonna perde durante la corsa della quadriglia, da secoli i
sulmonesi traggono buoni auspici. E di buoni auspici, in questi giorni, c'è una
regione intera che ha bisogno. Forse anche per questo la Confraternita Santa
Maria di Loreto ha insistito per confermare la manifestazione anche se con
qualche accorgimento, spiegano, «per tutelare la salute e l'incolumità delle
ventimila persone che raggiungeranno Sulmona». Un velo nero che Sulmona vuol
far cadere anche sul destino che qualcuno le preconizza. E cioè che un
possibile forte terremoto possa colpirla con la stessa violenza con cui ha
distrutto L'Aquila. «Profezie» che stanno sconvolgendo la vita della città:
nonostante i danni del sisma siano stati molto limitati, centinaia di persone
sono in preda a un panico collettivo che le induce a trascorrere la notte in
macchina, tanto da costringere il Comune a tenere aperta l'area del campo
sportivo come maxi-parcheggio. Era stato Antonio Moretti, geologo e docente di Scienze Ambientali
all'Università dell'Aquila, a dare un'indicazione drammatica sul futuro di
Sulmona: «Come l'Aquila, ha un gap sismico che dura dal 1706 e ci aspettiamo
che prima o poi questo carico di energia esploda». «Solo inutili allarmismi»,
gli ha risposto Antonio Mancini, ex membro del Consiglio nazionale geologi e
tuttora collaboratore del Comune di Sulmona e della Protezione Civile:
«E' vero che Sulmona ha un rischio sismico maggiore rispetto a quello
dell'Aquila. Ma un terremoto potrebbe verificarsi tra un secondo o tra mille
anni, è impossibile essere così determinati». Ma Enrico Miccadei, geologo del
Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università D'Annunzio Chieti-Pescara,
ritiene altamente fondata l'ipotesi di un sisma che possa colpire Sulmona
«perché è costruita su un lago del Pleistocene, con sedimenti e depositi che
amplificano le onde d'urto. Sulmona è come Onna». Paragone inquietante.
Miccadei non si tira indietro: «I geologi andrebbero ascoltati di più. Tutti si
sono stupiti che Onna sia distrutta e che Monticchio, a un chilometro in linea
d'aria, sia intatta: il motivo è che Onna è su depositi fluviali e l'onda
d'urto è stata amplificata anche dieci volte».
( da "Mattino di Padova, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Dopo
la colazione insieme Docente del Bo saluta la famiglia e poi si spara PADOVA.
Ha fatto colazione con la moglie e il figlio, poi ha salutato tutti e si è
chiuso in bagno. Dopo qualche istante, due colpi di pistola: uno alla mano,
l'altro alla testa. Mario Terzi, 73 anni, professore universitario di Biologia
molecolare all'Università di Padova (nella foto), si è spento sotto gli
occhi dei famigliari e del personale del Suem, dopo un tentativo di venti
minuti per provare a rianimarlo. A PAGINA 17
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 4 - Udine
Mappatura delle scuole abruzzesi made in Friuli Gli ingegneri dell'università di Udine verificheranno la stabilità degli
edifici scolastici L'agibilità delle scuole abruzzesi lesionate dal sisma sarà
certificata dagli ingegneri dell'università di Udine.
Martedì dal polo scientifico dei Rizzi partirà il primo gruppo di strutturisti,
coordinati dal professor Gaetano Russo, che entro il 20 aprile, come richiesto
dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi, verificherà la stabilità degli
edifici scolastici. «Siamo stati allertati dal Consorzio interuniversitario
ReLuis (Rete di laboratori universitari in ingegneria sismica) che fa capo alla
Protezione civile nazionale» spiega Russo, docente di Tecnica delle costruzioni in zona sismica, nel precisare che
il compito dei tecnici è alquanto delicato. «Gli ingegneri strutturisti
dell'ateneo friulano assieme ai colleghi della rete ReLuis - puntualizza il docente - effettueranno la verifica di
stabilità delle costruzioni, in particolare delle scuole, assumendosi in
proprio la responsabilità di dichiarare agibile o meno l'edificio ispezionato».
Il consorzio interuniversitario ReLuis collabora a livello nazionale con circa
300 tra ricercatori e professori di tecnica delle costruzioni. Persone che sono
state allertate per riuscire, come ha chiesto il presidente Berlusconi, a
completare la mappatura delle scuole agibili a l'Aquila e dintorni. Inutile
dire che la mappatura delle scuole è urgente perché la riapertura degli edifici
rappresenterà un passo importante verso il ritorno alla normalità. «L'ateneo
friulano - aggiunge Russo - è stato coinvolto perché dal 2005 al 2008 il mio
gruppo è stato responsabile di un'unità di ricerca sulla valutazione della sicurezza
degli edifici esistenti». Due i gruppi coinvolti nella missione. Il primo,
quello che partirà martedì, è composto da Stefano Sorace, Elena Frattolin,
Andrea Cortesia, Denis Mitri e Raffaella Venir. Qualche giorno più tardi sarà
sostituito da altri docenti, dottorandi e collaboratori di ricerca del
dipartimento di Ingegneria civile e architettura, fra i quali lo stesso Russo,
Alessandra Gubana, Paolo Angeli e Fabio Fadi. Oltre al consorzio ReLuis anche
l'Ordine degli ingegneri di Udine ha chiesto la disponibilità di ingegneri
esperti strutturisti disponibili ad operare come volontari nelle zone colpite
dal sisma in Abruzzo. L'ha fatto su sollecitazione della Protezione civile che,
anche in questo caso, necessità della competenza degli ingegneri strutturisti.
(g.p.)
( da "Giornale.it, Il"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
n. 88 del
2009-04-12 pagina 5 Un'associazione fra Università e Ordine dei medici di
Redazione Medici in Africa onlus è nata ufficialmente nel Maggio 2007 dalla
collaborazione tra l'Università e l'Ordine dei medici di Genova. È stata
fondata da un gruppo di medici che, sia come volontari che come cooperanti del
Ministero degli Esteri hanno maturato numerose esperienze sanitarie in diversi
Paesi dell'Africa. Le basi per creare l'Associazione risalgono al 2001 quando
venne organizzato, per lo sforzo congiunto tra il Dipartimento di Chirurgia
dell'Università e l'Ordine dei medici, il primo corso di formazione ed
aggiornamento, con l'obiettivo di fornire una preparazione di base a coloro che
intendono effettuare una esperienza di lavoro solidaristico in Africa. La vasta
partecipazione e l'entusiasmo manifestato durante lo
svolgimento del corso da parte di tutti i partecipanti, docenti e discenti,
hanno spinto gli organizzatori a ripetere l'esperienza (dal 17 al 20 giugno
c.a. si svolgerà a Genova la 7° edizione ) e ad avere un ruolo più attivo nella
collaborazione con i medici italiani e con le strutture sanitarie africane.
Lo svolgimento dei corsi ha infatti consentito di entrare in contatto con un
cospicuo numero di medici e di evidenziare alcune carenze di tipo informativo,
logistico, e di coordinamento che limitano in maniera significativa la
potenzialità di una così vasta e difforme offerta. Il personale sanitario
interessato a offrire la propria opera nei paesi poveri è in continua crescita.
Attualmente viene stimato in circa 3.000 il numero degli operatori sanitari
strutturati all'interno di Ong, di istituzioni religiose o anche autonomi. Si
possono così riassumere gli obbiettivi della Associazione: a) favorire il
volontariato di medici e personale sanitario italiano, indirizzandoli nelle
strutture sanitarie direttamente in contatto con l'associazione; b) coordinare
l'attività in base alle specifiche competenze. A tale scopo è stato realizzato
in collaborazione con Csita (Centro servizi informatici e telematici
dell'Università di Genova) un Registro Nazionale Informatizzato che prevede
l'accesso di tutti i medici italiani disponibili ad operare, considerando le
competenze specialistiche di ognuno, per poter utilizzare appropriatamente le
diverse professionalità; c) realizzare corsi di formazione rivolti ai volontari
anche sul posto per il personale locale al fine di metterlo in condizione di
autonomia operativa; d) garantire trasparenza assoluta nel corretto utilizzo
degli aiuti; e) informare la cittadinanza, attraverso frequenti reportage
giornalistici e trasmissioni televisive, sulle attività dell'Associazione nei
Paesi in cui opera. Le principali aree di intervento fino ad ora sono state:
Angola, Burkina Faso, Burundi, Cameroun, Ciad, Isole di Capo Verde, Repubblica
Democratica del Congo, Kenya, Eritrea, Gabon, Ghana, Madagascar, Somalia, Togo.
© SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Nuova Ferrara, La"
del 12-04-2009)
Pubblicato anche in: (Tribuna
di Treviso, La) (Gazzetta di Modena,La) (Gazzetta di Reggio) (Trentino)
(Corriere delle Alpi) (Alto Adige) (Gazzetta di Mantova, La)
Argomenti: Cultura
«Inutili
allarmismi», è la replica del Comune agli studiosi. Ma la città è nel panico
Sulmona esorcizza i geologi e la paura ROBERTO TORTI SULMONA. «La Madonna che
scappa» è da cinque secoli l'appuntamento della Pasqua a Sulmona. Una
manifestazione che richiama sempre diverse migliaia di persone: in quel velo
nero che la Madonna perde durante la corsa della quadriglia, da secoli i
sulmonesi traggono buoni auspici. E di buoni auspici, in questi giorni, c'è una
regione intera che ha bisogno. Forse anche per questo la Confraternita Santa
Maria di Loreto ha insistito per confermare la manifestazione anche se con
qualche accorgimento, spiegano, «per tutelare la salute e l'incolumità delle
ventimila persone che raggiungeranno Sulmona». Un velo nero che Sulmona vuol far
cadere anche sul destino che qualcuno le preconizza. E cioè che un possibile
forte terremoto possa colpirla con la stessa violenza con cui ha distrutto
L'Aquila. «Profezie» che stanno sconvolgendo la vita della città: nonostante i
danni del sisma siano stati molto limitati, centinaia di persone sono in preda
a un panico collettivo che le induce a trascorrere la notte in macchina, tanto
da costringere il Comune a tenere aperta l'area del campo sportivo come
maxi-parcheggio. Era stato Antonio Moretti, geologo e docente di Scienze Ambientali all'Università dell'Aquila, a dare
un'indicazione drammatica sul futuro di Sulmona: «Come l'Aquila, ha un gap
sismico che dura dal 1706 e ci aspettiamo che prima o poi questo carico di
energia esploda». «Solo inutili allarmismi», gli ha risposto Antonio Mancini,
ex membro del Consiglio nazionale geologi e tuttora collaboratore del Comune di
Sulmona e della Protezione Civile: «E' vero che Sulmona ha un rischio
sismico maggiore rispetto a quello dell'Aquila. Ma un terremoto potrebbe verificarsi
tra un secondo o tra mille anni, è impossibile essere così determinati». Ma
Enrico Miccadei, geologo del Dipartimento di Scienze della Terra
dell'Università D'Annunzio Chieti-Pescara, ritiene altamente fondata l'ipotesi
di un sisma che possa colpire Sulmona «perché è costruita su un lago del
Pleistocene, con sedimenti e depositi che amplificano le onde d'urto. Sulmona è
come Onna». Paragone inquietante. Miccadei non si tira indietro: «I geologi
andrebbero ascoltati di più. Tutti si sono stupiti che Onna sia distrutta e che
Monticchio, a un chilometro in linea d'aria, sia intatta: il motivo è che Onna
è su depositi fluviali e l'onda d'urto è stata amplificata anche dieci volte».
( da "Stampaweb, La"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Di fronte al
terremoto sono molti oggi a chiedersi se la propria casa sia a prova di sisma
oppure sia una possibile fonte di pericolo. Con laiuto
di esperti - il professor Gian Michele Calvi, presidente della Fondazione
Eucentre di Pavia e componente della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione
dei grandi rischi, e il professor Vincenzo Petrini, docente di scienza delle
costruzioni al Politecnico di Milano - vediamo quali sono gli elementi da
considerare e le possibili soluzioni. 1)Come è fatta una casa resistente al
terremoto? Con fonti bancarie e assicurative, invece, affrontiamo il tema dei
danni e dei mutui. Le accortezze nascono già durante la progettazione: una casa
a pianta quadrata sarà meno a rischio di una a forma di serpente. Più una
struttura è rigida (come in muratura portante) più sarà importante collegare
bene tra di loro gli elementi come fossero parti di una scatola cosicché, in
caso di sisma, tutto si muova allunisono. Più le
strutture sono flessibili (come con lacciaio) più bisogna prestare attenzione
agli elementi non portanti, affinché assorbano in armonia le sollecitazioni.
2)Quali materiali devono essere preferiti? Non esiste il materiale ideale,
esistono qualità e corretto utilizzo. Se le barre dacciaio
sono controllate
in officina, lamalgama del calcestruzzo può essere
modificata in cantiere, con il rischio che il prodotto finito non sia ottimo.
Al di là delle situazioni fraudolente (la sabbia di mare, che altera la chimica
del calcestruzzo) anche il ritardo di una betoniera bloccata dal traffico può portare gli
operai del cantiere ad allungarla, pericolosamente, con lacqua.
3)Perchè cadono edifici fatti di cemento armato? Perché troppo spesso le norme
vengono rispettate solo sulla carta per avere un appiglio sicuro di fronte a eventuali indagini
della magistratura. Ma succede che, dietro a palazzi crollati, ci siano parti
in cemento armato montate al contrario rispetto ai disegni di progetto o barre
dacciaio inserite in modo non conforme, quindi inutile. Ma anche allAquila
le strutture moderne (come la Casa dello Studente) crollate sono state
relativamente poche rispetto a quelle danneggiate ma ancora in piedi. 4)Come si
può capire se la casa resisterà? Conviene verificare se la propria zona sia
considerata ad alto
rischio sismico. In tal caso, se lanno di costruzione è
precedente alle prime norme di edilizia sismica introdotte in Italia (nel
74 a seguito del terremoto in Friuli e nei primi Anni 80, dopo i fatti
dellIrpinia) conviene comunque procedere a dei controlli. Tra le costruzioni più
recenti, possono essere più deboli quelle in cui il piano terra non cè,
sostituito da pilastri che, da soli, potrebbero reggere di meno gli scossoni di
un terremoto. 5)Qual è il costo aggiuntivo per la sicurezza? Piuttosto basso. Per le abitazioni comuni è
sufficiente il rispetto di norme anti-sismiche che comportino lincolumità
degli abitanti anche in presenza di scosse importanti. In questo caso si
stimano maggiori costi tra il 4 e il 10%. Unabitazione costa,
allorigine,
tra i 1.100 e i 1.200 euro al metro quadrato, occorrono dunque tra i 44 e i 120
euro al metro per stare più tranquilli. Costi maggiori ci sono per edifici
pubblici che devono non solo restare in piedi ma mantenere lagibilità.
6)Come si interviene su case vecchie o a rischio? Si valuta caso per caso, in seguito
ai controlli. E bene fare intervenire ingegneri che
conoscano le più recenti pratiche antisismiche. Sconsigliati, invece,
professionisti con scarsa esperienza o geometri. Una volta verificata lesigenza di possibili migliorie, sono
molteplici gli interventi possibili. Anche nelle case già costruite si possono
aggiungere i più moderni cuscinetti che permettono di isolare la casa dal
terreno in modo da attutire gli effetti di una scossa. 7)Quali sono i Paesi con
le migliori tecnologie? Sono essenzialmente tre: la Nuova Zelanda, il Giappone
e gli Stati Uniti, in particolare la California. La prima è quella dove si nota
un costante miglioramento sia normativo che delle tecniche, con lapplicazione
sempre più
raffinata dei cuscinetti isolanti in acciaio, gomme speciali, neoprene armato.
In Giappone e California le maggiori preoccupazioni riguardano le
infrastrutture, che hanno subito i danni maggiori negli ultimi terremoti. 8)Il
legno può essere una buona alternativa? Certo, non per nulla nel 2006 una casa
di 3 piani messa a punto in Trentino da Ivalsa e Cnr ha superato in Giappone un
test sismico di magnitudo 7,2 della scala Richter. Ma il legno, che ha un
montaggio molto rapido e ottima capacità di assorbire gli choc, in Italia è una
materia prima piuttosto scarsa e non permetterebbe di garantire costruzioni su
vasta scala, come invece ancora avviene negli Stati Uniti per villette a uno o
due piani. 9)Cosa fanno le compagnie in caso di danni? Nella maggior parte dei
casi, nulla. Le case - come le automobili - in Italia non vengono assicurate
per i terremoti. La legge esclude che il sisma sia coperto «salvo patto
contrario», quindi gli unici ad essere risarciti saranno aziende ed enti
pubblici, che si coprono espressamente per questi eventi. LAnia
ha chiesto al governo di studiare un sistema pubblico-privato che estenda la
copertura alle famiglie su vasta scala, con lo Stato a fare da «assicuratore
ultimo» per gli eventi estremi. 10)Che fine fa il mutuo su una casa crollata? Dovrà, come
sempre succede in questi casi, intervenire lo Stato. Lipoteca
su un bene immobile distrutto si sposta sul terreno edificabile rimasto e il
mutuatario, di fatto, resta obbligato a ripagare il debito contratto con la
banca. A salvare
una situazione sarà lo Stato che con un sistema di fondi pubblici permetterà la
ricostruzione e il pagamento dei danni. Diverse banche, dopo il suggerimento
dellAbi, hanno già deciso di sospendere il pagamento delle rate per
12 mesi.
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Via Casoni invasa
da randagi e topi Domenica 12 Aprile 2009, Mogliano L'ex Essiccatorio di via
dello Scautismo, all'angolo tra via dello Scoutismo e via Casoni nel quartiere
Est di Mogliano, lasciato al più completo degrado dove a farla da padroni sono
colonie di topi e animali randagi. «Per motivi igienico sanitari non portiamo
più i nostri bambini a giocare nell'area verde che confina con il complesso
abbandonato», dicono le mamme che rediedono nei mega palazzoni dell'Ater di via
dello Scoutismo. A poche decine di metri c'è anche la scuola elementare «Anna
Frank». L'ex Essiccatorio era assurto agli onori della cronaca dopo l'accordo pubblico-privato per la riconversione del complesso
fatiscente. L'intervento si qualificava sia per l'attuazione di una casa di
riposo per anziani da 70 posti letto senza oreri per il comune (un servizio che
manca da sempre ai moglianesi), sia per la disponibiità di uno spazio
polifunzionale da adibire a sala convegni, biblioteca e punto di
incontro per i 7 mila abitanti del quartiere Est. Fino ad un anno fa sembrava
che tutti gli ostacoli fossero stati superati. Ma a bloccare l'intervento è
stata la crisi politica del comune di Mogliano (31 marzo 2008) che ha portato
al commissariamento dell'ente. Un brutto colpo per il presidente del quartiere
Est, Giorgio Liana, che ha chiamato in causa la responsabilità del sindaco
uscente Giovanni Azzolini per non aver concluso l'accorso con il privato. Liana
era tornato alla carica nel novembre scorso ricordando che la proprietà
dell'immobile aveva riconfermato la disponibilità ad attuare il Piruea («spero
che il commissario si faccia carico del problema»). Ma l'ex sindaco Azzolini ha
rigettato le accuse del presidente del quartiere Est ricordando «che il
progetto della casa di riposo nell'ex Essiccatorio era stato bocciato dall'Usl
( da "Gazzettino, Il (Padova)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Domenica 12
Aprile 2009, (M.A.) Il dramma di un luminare. Uno studioso, che ai problemi
della vita ha sempre trovato una soluzione scientifica. Una filosofia che ha
applicato anche ieri mattina, quando ha deciso di farla finita. Non aveva più
la forza di affrontare una malattia che lo stava consumando. Pare che da alcune
settimane avesse accennato ai familiari il suo intento suicida. Mario Terzi, 73
anni, residente in via Barbarigo 70 e professore universitario in pensione di
Biologia molecolare, ieri dopo essersi svegliato ha consumato la colazione
insieme alla famiglia. Terminata, come se nulla lo turbasse, ha preso la sua
pistola regolarmente denunciata e si è chiuso nel bagno. Ha tolto la sicura e
ha inserito il colpo in canna. Forse la tensione del momento o forse un errore
per la poca dimestichezza con le armi, lo hanno tradito. La pistola ha fatto
fuoco e il professore Terzi si è ferito a una mano. Il dolore però non lo ha
riportato alla realtà. La sua tragedia è continuata e l'idea del suicidio non lo
ha abbandonato. Il luminare, senza paura, ha impugnato nuovamente l'arma e l'ha
puntata alla tempia. Questa volta la mira era corretta e la pallottola gli ha
squarciato la testa. Dal primo al secondo colpo sono passati pochi istanti. I
due spari sono stati subito uditi dai familiari, che si sono precipitati nel
bagno. Hanno forzato la porta e sono entrati. Il professore era a terra in una
pozza di sangue, ma non era ancora morto. Ancora sofferenza per il professore
Terzi, la stessa da cui voleva fuggire con il suicidio. Allora i parenti hanno
prima chiamato i soccorsi del Suem 118 e poi la polizia. I medici arrivati
nell'abitazione di via Barbarigo hanno provato a rianimare
il docente universitario
per almeno venti minuti, ma alla fine il suo corpo ha ceduto alla morte. Gli
agenti, giunti anche loro nella casa di via Barbarigo, non hanno potuto fare
altro che constatare il decesso del professore per suicidio. Così se ne è
andato il professore romano. Non ha lasciato biglietti perchè il suo
intento di farla finita era noto ai familiari da tempo. Nei prossimi giorni la
famiglia divulgherà il giorno del funerale e l'Università lo saluterà per
l'ultima volta con la consueta cerimonia dell'alza bara, dedicata a tutti i
cattedratici, nel cortile antico del palazzo del Bo.
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Domenica 12
Aprile 2009, La lettera è nelle mani del ministro dei beni culturali Sandro
Bondi e in quelle di Altero Matteoli (infrastrutture). Michele Zuin, ex
parlamentare e consigliere comunale del Pdl, vuole andare fino in fondo. Non è
una crociata contro la soprintendente Renata Codello (anche se la sua nomina
dipende del ministero dei beni culturali), ma un tentativo per fare chiarezza
sul rapporto tra pubblico e privato nella gestione degli spazi pubblicitari per
i restauri nell'area marciana. Zuin parla di «rischio di monopolio», di
necessità di trasparenza nei vari passaggi di committenze tra soprintendenza e
società che raccoglie gli sponsor e tra quest'ultima e imprese che svolgono i
restauri, di valutazioni non oggettive per quanto riguarda l'impatto dei maxi
cartelloni pubblicitari sui monumenti stessi, spesso privati alla vista per
lungo tempo. «Sugli interventi nell'area Marciana - scrive Zuin ai ministri -
pur essendoci il controllo della soprintendenza sui lavori da eseguire sul bene
(in quanto la stessa approva in pratica il progetto esecutivo dei lavori, come
pure ne verifica costantemente l'esecuzione), il privato (sponsor) o
intermediario (per la ricerca di sponsor) viene scelto con affidamento diretto,
senza alcuna gara, e lo stesso assume direttamente l'onere dei lavori compresa
la scelta della ditta esecutrice (anche qui senza alcuna gara), essendo privato il committente (con il solo limite che la ditta
deve essere specializzata in lavori di restauro di beni culturali). Inoltre,
gli eventuali intermediari alla ricerca di sponsor hanno una sorta di
monopolio, tale che l'ente pubblico viene estromesso dalla scelta dei soggetti
investitori o è costretto a chiedere il "placet", a questi
soggetti incaricati della gestione, per eventuali iniziative dell'ente stesso».
«Questo modo di agire - prosegue Zuin - sta creando più di qualche malumore, e
non solo di parte politica, per la mancanza di trasparenza e controllo di ciò
che accade, ma soprattutto della preoccupazione di ciò che potrebbe accadere in
caso di contestazioni, ritardi o aumento dei costi, dato che i lavori sono in
mano a dei privati sia dalla parte committente, sia dalla parte esecutrice. La
soprintendente afferma anche di conoscere preventivamente tempi e costi dei lavori
e che, in corso d'opera, i suoi uffici verificano la congruità dei tempi e dei
costi. Mi sono chiesto però come può intervenire la soprintendenza quando
qualcosa non va nei "tempi" e nei "costi" dato che si
evince che esiste un rapporto privato tra lo sponsor e la ditta esecutrice,
seppur convenzionato con la Soprintendenza?» La lettera sollecita un intervento
di carattere legislativo sulla questione, ma anche si chiede quale sia
l'atteggiamento che soprintendenze e Comune dovrebbero tenere. Il Comune, in
modo particolare, finora è stato fuori da questo tema, accontentandosi di veder
raccogliere fondi per i restauri, senza preoccuparsi di come questo avviene. E
secondo Zuin l'ente pubblico deve mantenere un ruolo centrale per garantire
controllo e trasparenza. Un'ultima notazione il consigliere del Pdl la riserva
riguardo la necessità di non esagerare con la dimensione delle pubblicità.
«Purtroppo siamo passati - osserva - da coperture delle impalcature che
riproponevano in modo fedele la facciata o i fregi nascosti e dove in qualche
angolo, ben visibile, si riportava il marchio dello sponsor dei lavori, a
facciate ricoperte interamente da teloni pubblicitari, ove è sparita
completamente la possibilità di riproporre, anche se artificiosamente il monumento,
e che creano grosse critiche da parte dei cittadini, dei turisti e di chi
vorrebbe semplicemente un po' più di sobrietà. La sensazione, mi sento di dire
di molti se non di tutti, è che siamo un po' vittime di questo sistema
"pubblicitario". Ricordo che il Codice dei beni culturali ha una
precisa funzione nel valutare, appunto, la compatibilità della pubblicità con
il carattere artistico o storico degli immobili e dei monumenti e che,
soprattutto non deve danneggiare l'aspetto, il decoro e la pubblica
fruizione».
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Trappole fino a
ottobre Domenica 12 Aprile 2009, Le trappole 'attrattive' per le mosche sono
state collocate in diversi punti del territorio, specialmente nella zona
commerciale e nel quartiere Santa Maria Nord. Marilena Leis, docente universitaria e responsabile del monitoraggio affidato dal
Comune al Consorzio Ferrara Ricerche, ha coordinato l'installazione delle
trappole per le mosche da cui sarà possibile verificare l'eventuale presenza
anomala degli insetti. Il metodo, che prevede monitoraggi periodici riferiti
tempestivamente dall'università al Comune, serve a controllare l'attuazione e l'efficacia
dell'attività di demuscazione dell'Azienda Agricola Occhiobello (allevamenti
gruppo Eurovo). Oltre alle trappole attrattive, verranno posizionate prossimamente,
sempre a cura dell'università di Ferrara, trappole
cromotropiche, cioè pannelli di
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Domenica 12
Aprile 2009, Mogliano L'ex Essiccatorio di via dello Scoutismo, all'angolo tra
via dello Scoutismo e via Casoni nel quartiere Est di Mogliano, lasciato al più
completo degrado dove a farla da padroni sono colonie di topi e animali
randagi. «Per motivi igienico sanitari non portiamo più i nostri bambini a
giocare nell'area verde che confina con il complesso abbandonato», dicono le
mamme che risiedono nei mega palazzoni dell'Ater di via dello Scoutismo. A poche
decine di metri c'è anche la scuola elementare «Anna Frank». L'ex Essiccatorio
era assurto agli onori della cronaca dopo l'accordo
pubblico-privato per la riconversione del complesso fatiscente. L'intervento si
qualificava sia per l'attuazione di una casa di riposo per anziani da 70 posti
letto senza oneri per il comune (un servizio che manca da sempre ai
moglianesi), sia per la disponibiità di uno spazio polifunzionale da adibire a
sala convegni, biblioteca e punto di incontro per i 7 mila abitanti del
quartiere Est. Fino ad un anno fa sembrava che tutti gli ostacoli fossero stati
superati. Ma a bloccare l'intervento è stata la crisi politica del comune di
Mogliano (31 marzo 2008) che ha portato al commissariamento dell'ente. Un
brutto colpo per il presidente del quartiere Est, Giorgio Liana. E mentre
infuriano le polemiche sulle responsabilità che hanno portato al fallimento del
progetto di recupero dell'ex Essiccatorio, si annuncia l'avvio di una nuova
raccolta firme per l'attivazione in città di una casa di riposo. Le numerose di
famiglie che resiedono nei pressi dell'ex Essiccatorio insistono perchè
l'amministrazione e le autorità sanitarie provvedano al più presto alla
derattizzazione e alla bonifica dell'area circostante lo stabile abbandonato.
Nello Duprè
( da "Sestopotere.com"
del 12-04-2009)
Argomenti: Cultura
Studenti e
docenti dalla Svezia, Finlandia, Lituania e Cipro allUniversità
di Ferrara per il progetto Alcuin (12/4/2009 14:20) | (Sesto Potere) - Ferrara
- 12 aprile 2009 - Delegazioni di scuole secondarie superiori composte da
docenti e studenti
di istituzioni scolastiche e Università dei paesi partners di Malmo (Svezia),
Helsinki (Finlandia), Marijampole (Lituania) e Nicosia (Cipro) sono arrivate
allUniversità di Ferrara per partecipare al progetto biennale
Alcuin, “Alfabetismo attivo: Competenza e Comprensione, naturalizzate interiormente – dalla
decodifica alla comprensione”, compreso nellambito
dei progetti Comenius finanziati dall Unione Europea, a cui partecipano
il Centro Linguistico di Ateneo dellUniversità di Ferrara, diretto dal
Professore
Associato in Letteratura anglo-americana Prof.ssa Maria Giulia Fabi, e il Liceo
Classico Ariosto di Ferrara. Venerdì nella Sala Consiliare del Rettorato (Via
Savonarola, 9), presieduto dalla Prof.ssa Maria Giulia Fabi, si è tenuto un
incontro in cui si è discusso delle linee guida per una buona metodologia dellanalisi
dei testi letterari e per la pubblicazione di un volume promosso
dallUnione Europea che presenterà il risultato della ricerca. La
delegazione universitaria ferrarese era composta dalla direttrice del C.L.A., Prof.ssa
Maria Giulia Fabi, dalla docente di lingua inglese
Dottoressa Cinzia Occari, dalla manager didattica Dottoressa Paola Rizzati e
dal Tutor del corso di laurea a distanza dellOperatore
del Turismo Culturale e laurea specialistica in Progettazione e Gestione degli
Eventi e dei Percorsi Culturali, Dott. Andrea Vicentini. Gli studenti che
collaborano a tale progetto sono stati appositamente selezionati in base alle
competenze tecniche e linguistiche. Per il Corso di laurea Operatore del
Turismo Culturale Malbora Berisha, Francesca Bianchi e Cristina Cellini; per il
corso di laurea a distanza Tecnologo della Comunicazione audiovisiva e
multimediale Andrea Bottoni e Flavio Gandini e per la laurea specialistica in
Progettazione e Gestione degli Eventi e dei Percorsi Culturali Stefano
Guglielmi. Per il Liceo Ariosto hanno partecipato i docenti referenti, Maria
calabrese, Margherita Merola e Roberta Barbieri e gli studenti Giacomo
Battaglia e Lorenzo Benci.