CENACOLO
DEI COGITANTI |
la dottoressa firmava i
libri con il prof - ottavia giustetti
( da "Repubblica, La"
del 10-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: un concorso bandito a fine 2008 per
un posto da ricercatore diventa oggetto di scontro tra docenti in facoltà. I
candidati sono in tutto cinque, dell´Università di Torino, chi ha nove, chi
dieci, chi sedici pubblicazioni scientifiche sul curriculum. Tutti, tranne una,
hanno il titolo di dottore di ricerca. Ma, caso strano, è proprio quell´una
che, alla fine, si aggiudica il posto.
il rettore di salerno -
aurelio musi ( da "Repubblica,
La" del 10-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: dei ricercatori che si battono per
il riconoscimento del loro ruolo docente. Pasquino si presenta col limite
genetico del terzo mandato, ma con vantaggi incalcolabili derivanti dai
risultati ottenuti dall´ateneo salernitano durante gli otto anni dei suoi
precedenti mandati. Il limite genetico consiste nel fatto che il terzo mandato
è stato introdotto a colpi di riforma di statuto.
rettore, tra tesi e
medicina prove di abbraccio - laura montanari
( da "Repubblica, La"
del 10-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ma è vero che in diversi fra i
docenti che sono intervenuti si sono espressi a favore di Tesi». Anche un altro
dei tre candidati alla successione al rettore Marinelli, Paolo Caretti ha
scritto una missiva a Medicina. Sapremo domani il verdetto delle urne: oggi si
aprono i seggi e l´università fiorentina torna al voto con le stesse regole del
primo round:
L'atlante delle
professioni ( da "Sole
24 Ore, Il (Nord Ovest)" del
10-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: responsabile scientifica del
progetto e docente del Dipartimento di Scienze sociali dell'Università di
Torino – consente alle facoltà e ai singoli corsi di laurea di mettere in
relazione la loro offerta formativa con le prospettive occupazionali dei propri
laureati e con la domanda di competenze espressa dal mondo del lavoro».
Parma non valorizza il suo
Ateneo ( da "Sole
24 Ore, Il (Centro Nord)" del
10-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Fondazione Magnani Rocca e di
quella di Studi verdiani In cattedra L'Università di Parma ha circa 30mila
iscritti, oltre 1.100 tra docentie ricercatori, 994 unità di personale tecnicoe
amministrativo. è articolata in 12 facoltà: Agraria, Architettura, Economia,
Farmacia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere, Medicina, Veterinaria,
Psicologia, Scienze politiche e Scienze matematiche,
Serve più capitalizzazione
( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)"
del 10-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di Economia degli
intermediari finanziari all'Università di Bologna. è un buon segnale l'aumento
di sportelli bancari? La crescita delle banche locali è sicuramente un ottimo
indicatore. Con la liberalizzazione ciascun istituto di credito fa una richiesta
alla Banca d'Italia, dopo essersi fatto i conti in tasca,
Nasce il polo delle
biotecnologie ( da "Sole
24 Ore, Il (Sud)" del 10-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ricerca di base in campo
farmaceutico, creando una rete di laboratori pubblici e privati e realizzare un
sogno nel cassetto: far nascere in Campania un distretto dedicato alle
biotecnologie. è una sfida ambiziosa quella lanciata da CamBio (acronimo di
Campania Biotech), la nuova società consortile che unisce i tre centri
regionali di competenza operanti nel settore della biologia
Nella ricerca l'uscita
dalla crisi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 10-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Nel mondo delle imprese c'è molta attesa
per il Programma nazionale della ricerca 2009-2013 che il ministro
dell'Istruzione e Ricerca,Mariastella Gelmini, sta preparando. «Bisogna
lavorare a medio termine, mettere in rete le eccellenze, creare piattaforme
tecnologiche nazionali, far collaborare pubblico e privato», ha detto la
Marcegaglia.
Atenei incubatori
d'impresa ( da "Sole
24 Ore, Il" del 10-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ma soprattutto competenza dei
docenti, corsi di formazione e di marketing e una rete di possibili
finanziatori. Dal
Radicali e docenti contro
il Colonnello ( da "Stampa,
La" del 10-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: oppure acconsentire che al Senato
si ascolti un comizio di chi manda a morte i dissidenti ed è complice della
tratta di migliaia di esseri umani». Sulla stessa linea anche 200 tra docenti,
ricercatori e studenti universitari che ritengono «inopportuna la visita di
Gheddafi all'università La Sapienza di domani».
Idea per
Argomenti:
Cultura
Abstract: ex portavoce di Veltroni Andrea
Orlando: «Lei è come Nie Yuanzi, la giovane docente che attaccò un dazebao
critico verso il presidente della sua Università e che venne utilizzata ed
esaltata da Mao». L'impatto mediatico L'ipotesi-Debora, in un primo tempo
caldeggiata da Veltroni, è vista con favore dai sondaggisti Maria Teresa Meli
lagiuria
( da "Repubblica, La"
del 10-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Inran Fulvio Marzatico docente
presso la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, Università degli
Studi di Pavia Paolo Aureli Istituto Superiore di Sanità Stefano Cinotti
presidente dell´Istituto Zooprofilattico di Brescia Giulio Testolin nutrizionista
dell´Università di Milano Loris Zaghini direttore area Igiene alimenti di
origine animale dell´
Entro il 2013 L'antico
museo cambierà radicalmente volto: spazi raddoppiati, criteri espositivi al
passo con i tempi ( da "Stampa,
La" del 11-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Docente di egittologia
all'Università di Torino, Roccati ha presieduto l'altro giorno per la prima
volta il Comitato scientifico del museo, dopo essere subentrato a Edda
Bresciani. E subito ha tenuto a dare un segno di discontinuità: alle spalle del
rinnovamento, secondo lui, manca un progetto scientifico,
Lesa, la riconferma
rilancia i progetti ( da "Stampa,
La" del 11-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ship pubblico-privato, intendiamo
anche realizzare un porticciolo pubblico nel golfo sottostante il parcheggio.
Poi vogliamo riqualificare i tre edifici comunali: municipio, l'ex asilo
Genietto e le scuole di via Roma». Gianni Lucini, 55 anni, giornalista,
scrittore e autore, era a capo di una lista di centrosinistra denominata «
Emozionante, magico: i
turisti applaudono ( da "Stampa,
La" del 11-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di Fisica tecnica alla
seconda Università di Napoli, preferirebbe invece «una luce più concentrata
sugli oggetti, uniforme in tutto il museo, Statuario compreso, per avvicinare
di più i reperti al pubblico. Il senso del magico e del rituale - propone - si
potrebbe restituire con effetti sonori da calibrare con attenzione»
né utopici né apocalittici
la speranza secondo rossi ( da "Repubblica,
La" del 11-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: filosofo e storico della scienza,
oltre che accademico dei Lincei e docente all´Università di Firenze, è il solo
occhiale malinconico per guardare avanti e interrogarci senza illusioni, poiché
«la ragione è fatta per esplorare soltanto limitati pezzi di mondo e non
esistono telescopi per guardare nel futuro».
la monari: "il
giudice ha ragione ma l'alma mater ha le mani legate" - ilaria venturi
( da "Repubblica, La"
del 11-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: un alterco con una docente, sino
alla petizione degli studenti contro di lui. Episodi che avevano fatto scattare
il richiamo scritto. «Le sanzioni cui l´impiegato è stato sottoposto in passato
nulla avevano a che fare con le molestie - precisa l´Ateneo - Come vuole la
legge il procedimento disciplinare, che per reati di questo genere può
concludersi con il licenziamento,
lacuna coil, da quarto
oggiaro alla conquista dell'america - luigi bolognini
( da "Repubblica, La"
del 11-06-2009)
Argomenti:
Cervelli
Abstract: dei ricercatori che vanno a
lavorare nelle università americane o spagnole o tedesche, oppressi dalla
burocrazia, dall´assenza di fondi, alla mentalità provinciale. La famosa fuga
di cervelli, insomma, che in questo caso è fuga di ugola, di talento musicale.
Col paradossale risultato che i milanesi Lacuna Coil domenica a Rock In Idro,
faranno la loro sola data del
Agli scrutini con
l'ostacolo delle insufficienze coperte
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 11-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Una scelta dei docenti per evitare
bocciature di massa. Che quella sollevata dal "sei rosso" fosse una
polemica senza «nessun riscontro normativo» e per la quale non ci fosse motivo
di inviare una circolare - come dice Francesco Scrima, segretario generale
della Cisl scuola - lo afferma la maggior parte dei dirigenti scolastici.
L'Università globale nella
crisi. Un seminario a Roma ( da "Manifesto,
Il" del 11-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: INCONTRI «L'Università globale»
nella crisi. Un seminario a Roma «Edu-factory» è un gruppo di studenti,
ricercatori e docenti universitari con caratteristiche particolari.
Significativo, ad esempio, è il fatto che i suoi componenti vivono e lavorano
in paesi tra loro molto lontani geograficamente, dall'Europa all'Australia,
Bilancio di una riforma
ispirata a criteri punitivi ( da "Manifesto,
Il" del 11-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: La riorganizzazione dell'Università
terrà occupati i docenti per un quinquennio: tanto ci vorrà, come minimo, per
sciogliere o fondere le facoltà esistenti, rinominarle, accorpare dipartimenti
o crearne di nuovi. Il tutto senza nuove risorse, anzi in nome della
«razionalizzazione».
Le rovine DELL'UNIVERSITÀ.
( da "Manifesto, Il"
del 11-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: gruppo transnazionale di
ricercatori e docenti che ha prodotto il saggio Università globale
(manifestolibri), nel quale diversi testi sottolineano le diversità ma anche le
similitudini tra i diversi modelli di «fabbrica del sapere». Le acquisizioni
teoriche di cui dà conto, e che hanno costituito un importante spinta allo
sviluppo, ad esempio,
Occhio alle pillole e ai
beveroni per studiare meglio ( da "Stampaweb,
La" del 11-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: A mettere in guardia gli studenti e
i loro genitori è Italo Farnetani, pediatra e docente a contratto
dell?Università di Milano-Bicocca. Il pediatria si dice stupito perché oggi, a
cercare una “spinta” in farmacia, dal medico o in erboristeria non sono solo i
ragazzi alle prese con gli ultimi ripassi, ma anche i loro genitori.
Le rovine DELL'UNIVERSITÀ
( da "Manifesto, Il"
del 11-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: gruppo transnazionale di
ricercatori e docenti che ha prodotto il saggio Università globale
(manifestolibri), nel quale diversi testi sottolineano le diversità ma anche le
similitudini tra i diversi modelli di «fabbrica del sapere». Le acquisizioni
teoriche di cui dà conto, e che hanno costituito un importante spinta allo
sviluppo, ad esempio,
La rivoluzione digitale a
scuola ( da "Stampaweb,
La" del 11-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: saranno chiamati docenti senza
incarico. In questo modo si potranno risparmiare tempo e denaro per telegrammi.
Le graduatorie saranno infatti aggiornate in tempo reale. L?esperienza già in
corso in molte scuole sul dialogo online scuola-famiglia sarà estesa. I
genitori verranno informati sulle assenze dei propri figli attraverso sms,
Al casinò Arbore,
Odifreddi e l'astrofisico Hooton Taylor
( da "Stampa, La" del
12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente a Princeton e Premio Nobel
per la fisica nel 1993; il professor Gabriele Falciasecca, ingegnere, docente
all'Università di bologna e presidente della Fondazione Marconi; il matematico
Piergiorgio Odifreddi, docente alle'Università di Torino ed alla Cornell
University di New York e il popolarissimo Renzo Arbore,
Un progetto per favorire
l'occupazione femminile ( da "Stampa,
La" del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: sia studenti che docenti). Di qui
la necessità di valorizzare quello che ad oggi è un «capitale dormiente». E
questo è tanto più indispensabile davanti ad una realtà decisamente desolante,
sollevata da Valeria Maione, della Rete Pari Opportunità della Regione (e
docente all'Ateneo) che ha parlato di un livello generale,
"La scienza oscura
vincerà la crisi" ( da "Stampa,
La" del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: e il docente di Economia politica
Pietro Garibaldi. Fra loro Mario Deaglio, docente di Economia internazionale
all'Università di Torino, saggista e giornalista, tre anni direttore de Il sole
24 ore. Professore, l'economia è una scienza oscura? «Nell'Ottocento veniva
chiamata scienza triste: non c'erano buone prospettive,
scontro
santangelo-università sul trasferimento del policlinico - giuseppe del bello
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Raffaele Calabrò, docente e
senatore Pdl dà un colpo al cerchio «è comprensibile che si tenti di evitare il
commissariamento della sanità» e uno alla botte «non si può chiudere senza una
concertazione completa». Ma i camici bianchi sono in guerra anche al Nuovo
Policlinico.
basta "do ut
des", la riforma rende l'ateneo più trasparente - piero ruggeri
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ingresso di giovani docenti, non
attraverso vecchi meccanismi di cooptazione, ma responsabilizzando le Facoltà
per destinare tali risorse a settori oggettivamente carenti. Questa riforma
tenta in tutti i modi di allontanare l´Università dalle distorsioni di cui
spesso è stata accusata, rispondendo così a una domanda sempre più crescente di
trasparenza e meritocrazia,
la voglia di cambiare -
pietro jozzelli ( da "Repubblica,
La" del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: turno con una marea di voti dopo
due giorni di forte affluenza (di docenti e di tecnici) dettati da una gran
voglia di cambiare e di innovare dopo il troppo lungo rettorato di Marinelli.
Un volto nuovo, che nei tratti appena tirati ed eleganti rivela un carattere
non smanioso né esuberante ma piuttosto la consapevolezza che c´è un lavoro
sfibrante da incominciare e, se possibile,
"per un ateneo
all'avanguardia ci vogliono soldi i privati vanno coinvolti in un grande progetto"
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: L´università è cosa loro, non c´è
spazio per altri». Il rettore non dovrebbe essere un docente? «Il rettore può
essere un docente ma non deve rispondere ai docenti. E i docenti possono essere
rappresentati nel consiglio senza avere la maggioranza.
"dovrò chiedere
ancora sacrifici i tagli non saranno uguali per tutti"
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ma nello studio, coi suoi «vecchi»
maestri, Roberto Genesio (docente di Automatica), Giovanni Soda (Intelligenza
artificiale) e Pietro Zecca (Analisi). Selezionate certezze intorno. Una
lavagna piena di formule, un tavolo ordinato, mezza minerale. Prof, lo
spumante? «Nemmeno ci ho pensato». Ecco Alberto Tesi.
tesi vola con 1.187 voti è
lui il nuovo magnifico - laura montanari
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: 116 preferenze nell´urna dei docenti
e degli studenti. E´ stato anche di gran lunga il più votato dal personale
tecnico e amministrativo: sugli 891 andati alle urne, lo hanno scelto in 701.
Un successo che somiglia a un plebiscito. Una vittoria netta, difficile da
mettere in discussione.
cavazzoni: "porto
bartleby al neo rettore" - alberto sebastiani
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: il docente e scrittore Ermanno
Cavazzoni (nella foto) vorrebbe far incontrare gli occupanti e Ivano Dionigi,
neoeletto Rettore dell´Università. «è un mio desiderio», conferma Cavazzoni,
sostenitore della prima ora di Bartleby. Dove, stasera, lo scrittore modenese
Ugo Cornia legge da «Europeana» di Ourednik per il ciclo di incontri «
La sanità americana
ricomincia dal Wisconsin ( da "Sole
24 Ore, Il" del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: E ha illustrato la sua ricetta
pubblico-privato per superare la crisi: creare un Health insurance exchange, un
mercato nazionale dove sia possibile scegliere tra più piani privati ma che
contenga anche un piano pubblico. E dove chi non può pagare riceva sussidi.
Obama ha ammesso che la svolta, se generarà risparmi in futuro, richiede
investimenti iniziali,
Il barile vola a 73
dollari Più fiducia dai mercati ( da "Sole
24 Ore, Il" del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ma anche il ritorno di un pizzico
di speranza nelle previsioni dei maggiori istituti di ricerca pubblici
specializzati nel settore energetico. Dopo l'Energy information administration
statunitense, anche l'Agenzia internazionaleper l'energia per la prima volta
dallo scorso agosto ha alzato le stime sulla domanda petrolifera 2009.
Tesi succede a Marinelli
per un new deal d'ateneo ( da "Manifesto,
Il" del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docenti, personale tecnico,
ricercatori e studenti". Dal rettore uscente Augusto Marinelli i
complimenti a Tesi. E un avvertimento: "Ho fatto al nuovo rettore, insieme
alle mie congratulazioni, anche l'augurio di poter entrare rapidamente nei meccanismi
che regolano la vita dell'ateneo, per poter affrontare le inevitabili
difficoltà.
Bambini, tornate nel
lettone ( da "Stampaweb,
La" del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Il suo è un ammonimento opportuno»,
ammette Silvia Vegetti Finzi, docente di Psicologia Dinamica all?Università di
Pavia e autrice del saggio «Nuovi nonni per nuovi nipoti» (Mondadori), perché i
bambini non hanno voce, perchè certe madri affermano: «Lo mando al nido, così
socializza», senza capire che a pochi mesi non ce n?
L'Università degli 8 mila
( da "Stampaweb, La"
del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: medico bresciano, ed Enrico Dalla
Rosa, docente alla Cattolica, esperto di gestione delle risorse umane. Il
bacino di mercato è stato individuato in due filoni. Innanzi tutto il bisogno
di formazione: manager e funzionari dalla pratica dell'alpinismo possono trarre
lezioni per le sfide professionali e commerciali.
Il potere elisir di lunga
vita ( da "Stampaweb,
La" del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: mostrano una capacità di gestire lo
stress superiore alla media - riconosce Alberto Albanese, docente di
psichiatria all?università Cattolica di Milano - anche perché tengono bene a
bada il senso di colpa, non rimuginano troppo sui loro errori o su decisioni
impopolari». Dritti alla meta, dunque, anche se questa può generare malessere e
sofferenze.
Scienze umane e
musicale-coreutico: via libera ai nuovi licei della Gelmini
( da "Stampaweb, La"
del 12-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: università (con la possibilità, a
partire dal secondo biennio, di svolgere parte del percorso attraverso
l'alternanza scuola-lavoro e stage o in collegamento con il mondo dell'alta
formazione); nuove articolazioni del collegio dei docenti (costituzione in ogni
scuola di dipartimenti disciplinari che riuniscono i docenti di uno stesso
ambito disciplinare e di un "
VENERDI' 12 Teatro Regio
PIAZZA CASTELLO, ORE 15,30, TEL. 011/88.15.241; INGRESSO ...
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: "Porte aperte alla
musica", concerto dei docenti e del complesso femminile dell'Istituto
Musicale Lessona. Mazzè CHIESA PARROCCHIALE, ORE 21. "Omaggio a
Haendel", a cura Accademia Monteverdi di Caluso. Rivoli PALAZZO PIOZZO,
VIA CAPELLO 3, ORE 21, TEL. 011/650.44.22. LE SOIREES MUSICALI DELLA NUOVA
ARCA.
Il premio Lagrange a un
fisico e a un giornalista scientifico
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: In apertura, Giovanni Ferrero della
Fondazione Crt, illustrerà le motivazioni del premio; seguirà un dibattito con
i due premiati e con Maurizio Ferraris, docente di Filosofia Teoretica
all'Università di Torino. Coordina Armando Massarenti e le conclusioni sono
affidate a Mario Rasetti, della Fondazione Isi.
VENERDI' 12 Corso base Msa
CEIPIEMONTE, CORSO REGIO PARCO 27, ORE 9-13 E 14-17,15 Cors...
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ORE 17 Luigi Capogrossi Colognesi,
docente di Diritto romano presso l'Università La Sapienza di Roma, presenterà
il volume "Dalla storia di Roma alle origini della società civile",
che illustra il dibattito ottocentesco in merito alle origini della società
civile ed ai suoi sviluppi nel corso degli anni.
VENERDI' 12 Maurizio
Lucat, docente; Roberto Fausone, consigliere Fimaa; Be...
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: VENERDI' 12 Maurizio Lucat,
docente; Roberto Fausone, consigliere Fimaa; Bernardo Magrì, direttore Sitaf;
Serena Coen, dirigente Ospedale Mauriziano; Gabriele Cirilli, attore. SABATO 13
Mario Umberto Dianzani, già rettore Università; Silvia Verduzio Corcione,
dottore in Giurisprudenza;
A AGLIE' Domenica 14 dalle
11,30 giardino e parco del castello sono aperti per chi vuo...
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: dedicata alla danza classica con gli
allievi della docente Gianfranca Congiu. Domenica 14, alla stessa ora,
esibizione degli allievi della docente Daniela Bertone. Ingresso libero e
gratuito. Nei giorni festivi, dalle 14 alle 17, visite al castello e al museo
sotterraneo della tortura, al bosco parco e (le prime due domeniche di ogni
mese) al parco museo dell'avventura Military Park.
La Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell'Università degli Studi di Torino presenta una...
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: occasione offerta ai docenti e ai
ricercatori per misurarsi davvero «sul mercato» (accettando di essere esaminati
nell'interesse del cittadino e del suo bisogno di sapere prima di scegliere)
utile per la valutazione comparativa con le altre Università che il CIVR ha
fatto sulla base dei «prodotti» ricevuti (e da cui dipenderà il 25% del Fondo
di Finanziamento Ordinario dell'
La Facoltà di Medicina e
Chirurgia, oltre a gestire la didattica dei Corsi di Laurea Triennali ...
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: torinese e la rappresentanza dei
nostri docenti presso la commissione per il concorso di ammissione, per cui non
vi è alcuna reale limitazione dei posti a nostra disposizione. Allo stesso modo
8 Scuole dell'Ateneo del Piemonte Orientale sono consorziate con la nostra
Università, con le stesse modalità previste con Milano e Genova ma in questo caso
la sede istituzionale è a Torino.
Economia festeggia i nuovi
spazi ( da "Stampa,
La" del 13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: preside della facoltà di Medicina e
presidente dell'Associazione Grande Torino, Claudio Bermond, docente di storia
economica, Giorgio Pellicelli, decano della facoltà di Economia, Gianfranco
Carbonato, presidente dell'Unione industriali, Ezio Pelizzetti, rettore
dell'ateneo torinese, il sindaco Sergio Chiamparino e il cardinale Severino Poletto.
al debutto la musica e le
scienze umane latino, un exploit - salvo intravaia
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Le scuole dovranno costituire un
comitato scientifico composto da docenti interni ed esperti esterni del mondo
del lavoro, delle professioni, della ricerca scientifica e tecnologica,
dell´università. Il Comitato avrà funzioni consultive e di proposta per l´organizzazione
e l´utilizzazione degli spazi di autonomia delle scuole.
lingue, scatta il numero
chiuso il preside: "colpa del governo" - ottavia giustetti
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: E alla fine della seduta anche i
docenti hanno votato facendo inserire questa dichiarazione: «La richiesta del
numero programmato costituisce automaticamente un formale atto di denuncia
verso una politica e un governo che vedono nell´istruzione una voce di spesa e
non di investimento».
e l'orientale parla
ungherese - anna laura de rosa ( da "Repubblica,
La" del 13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: università Orientale, ieri mattina
il presidente magiaro Làszlò Sòlyom ha incontrato studenti e docenti
dell´ateneo partenopeo nella sede di Palazzo du Mesnil, in via Chiatamone.
«Sono contento di sfuggire per un po´ agli impegni istituzionali per tornare
all´università, dove mi sento a casa», ha esordito l´ex docente di Diritto,
- antonio di giacomo
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: da una parte per l´esercito dei
ventuno addetti ai lavori, fra critici militanti e docenti delle Università di
Bari e del Salento, chiamati a raccolta per offrire il loro contributo alla
ricerca e, dall´altra, per il numero dei narratori presi in considerazione,
anche nel tentativo di stringerli talora in un quadro d´insieme.
La
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente della sua stessa facoltà
come anche la moglie Luciana e il figlio Giacomo) sapesse l'arabo e chiedesse
perciò lumi al Rais sul fatto che in arabo «popolo» si dica «sha'b». Ma al di
là del dubbio che perfino sull'etimologia araba di «democrazia » l'estroso
dittatore si sia preso lo sfizio di prendere per i fondelli tutti,
Tre priorità per le
imprese di Roma ( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: con un investimento
pubblico-privato di 13,4 miliardi. Un occhio di riguardo anche al turismo, con
lo sviluppo rapido delle infrastrutture già individuate, soprattutto nel
quadrante ovest della metropoli: dal polo congressuale, al polo natatorio di
Ostia e i parchi a tema (come cinema e Roma antica).
Nuovi licei con link al
lavoro ( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: università, istituti tecnici
superiori, conservatori, accademie). Dipartimenti disciplinari riuniranno i
docenti di uno stesso ambito d'insegnamento. Gli istituti potranno anche
costituire un comitato tecnico scientifico, composto in modo paritario da
docenti ed esperti del mondo della cultura e del lavoro (come professionisti e
imprenditori)
Viale delle Palme un
parcheggio bloccato dalla burocrazia
( da "Stampa, La" del
14-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: e box privati, il secondo. La
superficie del piazzale di copertura dovrà essere impermeabilizzata e
pavimentata in sintonia con il materiale del viale adiacente. Il parcheggio
pubblico sarà equivalente, almeno, a un piano del parcheggio proposto. Intanto
però i tempi di realizzazione si sono allungati.
"mangiare bene si
può" il progetto slow food ( da "Repubblica,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: è la gestione pubblico-privato di
Amos) confermano che cambiare si può. A luglio l´assessorato e Slow food
avranno i dati di una ricerca condotta su ospedali e residenze sanitarie
italiane. Un punto di partenza per capire come si mangia nei reparti e come si
possono mettere in pratica soluzioni per migliorare il servizio.
policlinico, il pugno duro
di santangelo ( da "Repubblica,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Napoli Il titolare della sanità
regionale insiste sulla delocalizzazione: "Piano programmato insieme ai
vertici della Seconda Università" Policlinico, il pugno duro di Santangelo
Vecchio Policlinico, stretta finale. I docenti del II Ateneo contestano la
delocalizzazione programmata: «è impraticabile e non tiene in alcun conto le
esigenze della ricerca e della didattica».
capitale morale malata,
politica infetta - camilla gaiaschi
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
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Cultura
Abstract: inizio di modus operandi che vede
la concertazione pubblico-privato fallire a favore del secondo, e la città
trasformarsi in un mostro di cemento. Il «vuoto politico» di Milano, ovvero
l´incapacità dei suoi amministratori di fare sistema, è la premessa per quella
che Alfieri definisce la sua «romanizzazione», compiuta sotto la regia del
milanese Silvio Berlusconi.
"è ottimo per la
cultura musicale una tragedia per il conservatorio" - gregorio moppi
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: E come verranno reclutati i
docenti?». Quel che Biordi teme è l´attivazione di classi-fotocopia dovunque:
pianoforte, chitarra, flauto e poco altro. «E il resto degli strumenti, dove
impararli? Tanto più che, stando alla legge del ?99, l´apertura dei licei
musicali sottrarrà ai Conservatori i corsi di base per bambini.
riflettori sull'antica
puglia fra storia e archeologia ( da "Repubblica,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università di Bari un seminario di
studio con i contributi di docenti ed esperti dell´antica terra di Peucezia
"Archeologia e storia della Puglia centrale dall´età del Bronzo all´alto
Medioevo" è il titolo delle due giornate di studio in programma da domani
a Bari per iniziativa della scuola di specializzazione in Beni archeologici
dell´
Abstract: argomento è intervenuto lo psicologo Marcello Cesa- Bianchi, 83 anni, docente di Psicologia dell'invecchiamento all'università napoletana Suor Orsola Benincasa: titolo del suo ultimo libro, Vecchio sarà lei!. «Da una parte sostiene il professore c'è un numero crescente di persone che hanno passato i 60-70 e che vogliono sentirsi attivi, utili;>
Ogni ora di Tv
Argomenti:
Cultura
Abstract: Ben venga ogni ricerca che ci mette
in guardia da un uso troppo precoce o eccessivo della Tv, commenta Anna
Oliverio Ferrris, docente di psicologia dell'età evolutiva all'Università La
Sapienza di Roma ma i primi studi sul ritardo linguistico legato alla televisione
sono stati fatti 15 anni fa dall'Università di Cambridge e da allora le
ricerche si sono succedute a centinaia.
Quanto può pesare il
carattere ( da "Corriere
della Sera" del 14-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: psicoterapeuta e docente
dell'Università di Padova val forse la pena di spendere due parole per spiegare
che l'impulsivo non è semplicemente uno che si getta sul cibo senza riflettere.
Chi ha questa caratteristica, ha una generica difficoltà nel fermarsi a pensare
ai propri bisogni e a capire ciò che è veramente 'buono' per lui.
Restare fedeli è amore
vero Un patto, ma niente rinunce ( da "Corriere
della Sera" del 15-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Corriere della Sera sezione: Prima
Pagina data: 15/06/2009 - pag: 1 Pubblico&Privato di Francesco Alberoni
Restare fedeli è amore vero Un patto, ma niente rinunce L a coppia moderna è
fondata sull'innamoramento, e questo è esclusivo. La persona che ami è l'unica
al mondo che desideri e tu sei l'unico al mondo che lei desidera.
Riforma dei licei alla
prova dei programmi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 15-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: aggiornamento professionale dei docenti
alle attività integrative, dai laboratori alle biblioteche, ma senza intaccare
spazi di studio e di maturazione personale di cui gli studenti hanno bisogno di
riappropriarsi (lo stesso vale, per inciso, a livello universitario). Sono
adesso sul tavolo tre problemi delicati, primo fra tutti quello della messa in
pratica della riforma.
Via libera ai
Argomenti:
Cultura
Abstract: nascerà un comitato scientifico
composto da docenti, esperti del mondo del lavoro, delle professioni, della
ricerca scientifica e tecnologica, delle università, dei conservatori. Queste
persone (anche in questo caso non è previsto alcun onere per la finanza
pubblica) potranno dare consigli e fare proposte «per l'organizzazione e
l'utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità»
Appello per l'Università
24 Ore ( da "Sole
24 Ore, Il" del 15-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: 2009-06-14 - pag: 35 autore:
Appello per l'Università 24 Ore Un documento programmatico di 1.300 docenti di
molte università italiane ( Universitas Futura,
http://w3.disg.uniroma1.it/unira) discute le linee guida del Ddl governativo
sull'università in preparazione: 1) imperniare la struttura universitaria sui
Dipartimenti;
Iniziative di formazione
ancora molto limitate ( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
15-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: commenta Gaetano Manfredi, docente
del dipartimento di ingegneria strutturale dell'università Federico II di
Napoli – come dimostra il grande interesse per il progetto
"Concrete", molte iniziative sono state fatte negli anni scorsi
quando la normativa doveva entrare in vigore, salvo poi essere più volte
rimandata».
Lettere perde la gara
dell'affidabilità ( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
15-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: stessa università (64,1%, secondo
peggior risultato). Poco importa, in questo contesto, che i letterati siano tra
i più felici dei propri docenti: il dato non basta a invertire la tendenza
rilevata dagli altri indicatori. Importante, poi, la spaccatura quasi perfetta
che si riscontra rispetto alla percentuale di studenti che frequentano
regolarmente almeno tre lezioni su quattro.
poli, i voti si pesano e
non si contano - ottavia giustetti
( da "Repubblica, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: degli aventi diritto e mette su
livelli molto diversi docenti e personale tecnico amministrativo. Basti pensare
che il voto di un dipendente del comparto tecnico vale solamente il 7 per cento
del voto di un professore. Come i tecnici anche gli amministrativi, i
dottorandi, e una rappresentanza degli studenti devono essere circa quindici
sul piatto della loro bilancia per contrastare,
un posto comodo vicino a
casa - gabriele mazzacca ( da "Repubblica,
La" del 16-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: interattività tra i docenti delle
varie discipline cliniche e tra docenti clinici e docenti delle discipline di
base; dall´altro la interattività e la multidisciplinarietà del rapporto
didattico tra docenti e studenti. La verità è che la gran parte dei docenti
della Facoltà medica della Seconda università non accetta che il costruendo
policlinico di Caserta sia la sede della Facoltà.
su facebook c'è il
disastro del liceo ( da "Repubblica,
La" del 16-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: rendendole pubbliche, delle
condizioni di salute di una docente dell´istituto; in un ritrovo non virtuale
uno studente ha insultato pubblicamente un´altra docente con un grave handicap
fisico, e gli insulti si riferivano proprio al suo handicap; poi su Facebook,
lo scorso ottobre è comparso il gruppo "Addio Prof.
Ignorando i divieti una folla
enorme converge su piazza Asadi, a Teheran. Morte al governo dei...
( da "Unita, L'"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: DOCENTI DIMISSIONARI Quali sbocchi
avrà ora la crisi dopo i tragici avvenimenti di ieri sera è assolutamente
imprevedibile. In una situazione così tesa, il minimo incidente può avere
contraccolpi pericolosi. Gli animi sono esacerbati. Clamorosa l'iniziativa di
un centinaio di docenti universitari di Teheran,
Iran, Mousavi sfida i
divieti In piazza spari e vittime
( da "Unita, L'"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: DOCENTI DIMISSIONARI Quali sbocchi
avrà ora la crisi dopo i tragici avvenimenti di ieri sera è assolutamente
imprevedibile. In una situazione così tesa, il minimo incidente può avere
contraccolpi pericolosi. Gli animi sono esacerbati. Clamorosa l'iniziativa di
un centinaio di docenti universitari di Teheran,
Da Galileo a Calvino
Conferenza di Zaccaria ( da "Stampa,
La" del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Relatore di questo settimo
appuntamento del ciclo «Galileo, l'uomo, le stelle» sarà Giuseppe Zaccaria,
docente di Letteratura italiana all'Università Avogadro. «Fin dall'antichità -
anticipa - la Luna ha assunto significati magico-simbolici; in letteratura,
poi, è stata sempre collegata ai sentimenti e alle esperienze umane».\
poli, profumo ce la fa al
terzo round show dei precari davanti al seggio
( da "Repubblica, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Nel complesso calcolo del Poli dove
docenti e tecnici hanno peso diverso anche alle schede bianche vanno 47,66 voti
equivalenti esprimibili. A Profumo, in pratica viene dato il compito di portare
a compimento il cammino intrapreso nel 2005, come è prassi negli atenei, che
concedono quasi sempre otto anni di gestione a ogni rettore che abbia fatto un
buon lavoro.
"si impongono
sacrifici sul personale e cambieremo le regole dell'ateneo" - ottavia
giustetti ( da "Repubblica,
La" del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: «Per esempio per quel che riguarda
il personale delle università. E´ bene sapere fin da subito che sarà ridotto
nei prossimi anni, e con i docenti che abbiamo dobbiamo selezionare anche
l´offerta formativa». Intende ridurla? «Intendo evitare che sia troppo vasta.
Selezionare maggiormente e renderla più di qualità.
dal 30 giugno in edicola
c'è la grande guida 2009 - (segue dalla copertina) aurelio magista
( da "Repubblica, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: usati del ministero per definire la
qualità scontentano molti docenti. D´altra parte, nel panorama eterogeneo
dell´università italiana qualsiasi criterio è imperfetto. Interessante, su
questo, il caso di Aquis, l´Associazione per la qualità delle università
italiane statali, sorta lo scorso anno. Il loro metodo premia molto più la
qualità della ricerca che quella della didattica.
finita l'era delle lauree
facili vince l'ateneo che seleziona - (segue dalla copertina)
( da "Repubblica, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università fosse il regno del
futuro, comincia la proliferazione di nuove discipline e relativi docenti,
arriva la sensazione che tutto potesse esser facile e non selettivo, comincia
la coazione delle famiglie ad aver un figlio all´Università come segno di una
avvenuta cetomedizzazione borghese, arriva la tensione di città e provincia a
chiedere ed ottenere sedi universitarie piene
"dai tempi di galileo
a oggi qui l'eccellenza è tradizione" - padova
( da "Repubblica, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Ma Padova aveva già parecchie
eccellenze, e medicina era fra queste. Molti docenti erano celebrità». Era
dura? «Molto dura. Molto severa e molto competitiva. Ma io non la soffrivo. Ero
un secchione spaventoso, avevo un grande senso del dovere e dell´impegno».
(r.b.)
sport, serenità e internet
gratis ecco perché piccolo è bello - laura montanari siena
( da "Repubblica, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: se devo parlare con un docente lo
trovo facilmente». Il rapporto è di un prof ogni 17 allievi. Ma l´isola felice
ha contorni precisi e finisce per esempio quando lo studente, per cercare casa,
è costretto a rivolgersi al mercato degli affitti: «Poca offerta e prezzi alti,
per una stanza chiedono dai 280 ai 300 euro - spiega una ragazza di Scienze -
Un circolo ben poco
virtuoso ( da "Manifesto,
Il" del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: condivisione dei risultati da parte
delle diverse università e centri di ricerca. Questo non vuol dire che i
privati non finanzino progetti di ricerca, ma il loro apporto è sempre di gran
lunga inferiore a quello pubblico. La ricerca di base e applicata made in Usa
funziona cioè in maniera tale che vengono definiti alcuni progetti pilota da
parte da comitati misti con scienziati,
Previdenza vero banco di
prova ( da "Sole
24 Ore, Il (Sud)" del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di Diritto processuale
civile all'Università di Palermo che, «pur nutrendo un certo spirito critico
nei confronti di alcuni passaggi della riforma della giustizia lanciata dal
ministro Angelino Alfano», ammette di condividere «gran parte delle novità
introdotte in materia di magistratura onoraria».
IL GIURISTA SALVATORE
ZIINO ( da "Sole
24 Ore, Il (Sud)" del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Ma attenti a un rischio: i
magistrati onorari potrebbero trovarsi a giudicare di ambiti su cui non hanno
competenze specifiche, come in materia previdenziale». L'opinione è di
Salvatore Ziino, 39 anni, docente di Diritto processuale civile all'Università
di Palermo. Intervista u pagina
Brevetti e spin-off in
Puglia ( da "Sole
24 Ore, Il (Sud)" del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: università ne registrano solo lo
0,9%. Tuttavia, molti docentie ricercatori hanno brevettato in proprio e non
hanno cedutoi diritti di registrazione all'ateneo di appartenenza. Negli ultimi
due anni, per questo, l'assessorato regionale allo Sviluppo economico e l'Arti
hanno attuato un progetto per potenziare e mettere in rete gli uffici di
trasferimento tecnologico degli atenei della
Empowerment torna ad
aggiornare quadri e dirigenti ( da "Sole
24 Ore, Il (Sud)" del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: partenariato pubblico-privato,
federalismo fiscale, prevenzione dell'illegalità. Dirigenti e quadri delle Pa
potranno così aggiornarsi su temi di grande attualità, nel segno di una
maggiore efficienza degli enti pubblici. Empowerment 2009-2010 vuole valorizzare
il patrimonio professionale costruito attraverso l'azione degli anni
precedenti.
Biosistema sbarca a
Catania ( da "Sole
24 Ore, Il (Sud)" del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università e della Ricerca, che
coinvolge una rete di eccellenze scientifiche pubbliche e private per
incrementare la collaborazione tra pubblico e privato. Si tratta, formalmente,
di una società consortile che raccoglie 58 enti al Sud, fra i quali in Sicilia
le Università di Catania e Messina,l'Istituto ricerca medica e ambientale di
Catania (
Bologna crea innovatori
( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: tenuti da docenti con grande
esperienza d'impresa». Con il finanziamento dell'Unione europea i primi 15
laureati, freschi di diploma, partiranno a breve per fare sei mesi di ricerca
presso un ente europeo tra i più qualificati, e già partner dell'iniziativa,
come il centro universitario Cranfield (in Gran Bretagna) specializzato nell'
L'area va a rilento sulla
differenziata ( da "Sole
24 Ore, Il (Centro Nord)" del
17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: E sicuramente anche prelevare i
tanti materiali recuperabili che vanno a finire ancora nell'indifferenziata. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA POSSIBILE SOLUZIONE «Da migliorare raccolta e
trattamento della cosiddetta frazione umida» Critico. Luciano Morselli, docente
Università di Bologna
Medici assunti al Besta,
lavorano all'Humanitas ( da "Corriere
della Sera" del 17-06-2009)
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Cultura
Abstract: Formigoni: primi in Italia, nozze
pubblico-privato Medici assunti al Besta, lavorano all'Humanitas di SIMONA
RAVIZZA È un primario del Besta, ma da settembre il neuroncologo Francesco
DiMeco si trasferirà con il suo staff in pianta stabile all'Humanitas. Assunto
da una parte, insomma, lavorerà dall'altra.
Il Besta
Argomenti:
Cultura
Abstract: Questa convenzione dimostra che
istituti pubblici e privati possono lavorare insieme sul fronte
dell'innovazione clinica e della ricerca», osserva Gianfelice Rocca, presidente
di Humanitas. Il direttore generale, Patrizia Meroni, aggiunge: «Così Humanitas
rafforza il proprio impegno nell'ambito delle neuroscienze, settore cruciale e
delicato,
L'usura occulta e il
sistema finanziario ( da "Corriere
della Sera" del 17-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente dell'università Tor
Vergata. «Il dato che balza agli occhi - ha detto Gianluca Puccinelli, ad della
Res Group - è il sovraindebitamento delle famiglie (il 60% del reddito
disponibile) e delle imprese (182%). Serve un confronto aperto su regole rigide
che garantiscano trasparenza nell'accesso al credito».
Gli esperti di tutta
Italia al capezzale dei ghiacciai
( da "Stampa, La"
del 18-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente all'Università di Pisa e
geomorfologo dell'ambiente alpino. L'associazione, nata nel 1895 al castello
del Valentino di Torino, è una delle più antiche istituzioni dei paesi alpini
in questo campo e riunisce una quarantina di esperti in rappresentanza di
università, enti di ricerca e istituzioni.
"ma dopo la rivolta
il dialogo con gli usa è molto più difficile" - francesca caferri
( da "Repubblica, La"
del 18-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Juan Cole, docente di storia
mediorientale presso l´Università del Michigan e presidente del Global American
Institute, commentatore della Cnn, di Newsweek e dei principali quotidiani Usa,
è una delle voci più ascoltate fra gli esperti di politica estera americana.
"salvare la
terra" dibattito a più voci al museo di scienze - luca mercalli
( da "Repubblica, La"
del 18-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Giuseppe Grazzini, docente di
fisica sempre all´Università di Firenze, è particolarmente esperto
nell´illustrare potenzialità e limiti delle energie rinnovabili. Si parlerà del
nucleare e delle sue contraddizioni, si rifletterà sul sole italiano, così poco
sfruttato rispetto all´Austria o alla Germania.
Andare contro la marea
montante, quasi un'onda anomala, del razzismo, è faticoso. E fatica...
( da "Unita, L'"
del 18-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: come dimostra una ricerca
dell'Osservatorio di Pavia citato nell'apparato critico del libro bianco, sta
sempre più conquistando spazi di informazione sia nelle reti private che in
quelle pubbliche. In questi ultimi due anni dal 40 al 60 % di tutte le notizie
pubblicate o trasmesse in Italia sono da considerare legate alla problematica
dell'
i pirati per la tecnologia
democratica - annalisa camorani ( da "Repubblica,
La" del 18-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: università dimostra come questo
movimento sia apprezzato anche da chi è esterno al movimento. Antonio Caronia,
docente di comunicazione all´Accademia di Brera, studioso di scienze,
tecnologia, letteratura e comunicazioni, giudica il movimento «un tentativo
importante e coraggioso di limitare lo strapotere della dittatura economica e
politica di alcune multinazionali della comunicazione»
marco lodoli, scrittore e
docente di lettere in un istituto professionale di roma - (segue dalla
copertina) maria novella de luca ( da "Repubblica,
La" del 18-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente emerito di Storia della
Pedagogia all´università La Sapienza di Roma, che parla subito di «sconfitta
della scuola». «Raramente le bocciature spingono a migliorarsi, il merito va
incoraggiato, premiato, ma per chi è in difficoltà bisogna applicare come
diceva la Montessori una "educazione dilatatrice",
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente dell'area Business
Management della Tils, in attesa dell'ufficializzazione della lettera di
licenziamento, già spedita rincara: «Vanno a cercare soldi con le istituzioni
locali, utilizzando i lavoratori ». Ex Reiss Romoli, azienda Telecom
considerata ai vertici dell'eccellenza nella formazione dei manager delle
comunicazioni,
Alcol, vendita vietata ai
minori di 16 anni
Argomenti:
Cultura
Abstract: aumentare dei livelli di alcol
assunto è un dato reso noto in questi giorni da una ricerca pubblicata sul
Journal of Celebral Flow and Metabolism. Il vicesindaco Riccardo de Corato è
convinto della «positività della soluzione adottata, anche se è cosa diversa
applicare un'ordinanza a una città che ha 1,3 milioni di residenti rispetto a
Monza che ne ha 120 mila».
A casa di Testori
( da "Corriere della Sera"
del 18-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Sotto, casa Testori a Novate
Milanese (le foto sono di Duilio Piaggesi) Eredi Giuseppe e Giovanni Frangi,
artisti e nipoti di Testori Provocazioni Giovanni Agosti, docente di storia
dell'arte all'Università di Milano, si è riservato i bagni: «Occupati, tutti e
due» è il titolo del suo lavoro
conigli
( da "Corriere della Sera"
del 18-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Ve lo rivelerà Paolo Milani,
docente di Nanotecnologie martedì 23 all'Acquario civico, ore 18.30). «Io una
cosa l'ho imparata dice Corrado Sinigaglia, ordinario di Filosofia della
scienza alla Statale e curatore delle conferenze : alla fine, tutte le cose si
somigliano ».
ARRIVA LA 100 VELE 2009
( da "Corriere della Sera"
del 18-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: saranno presenti in mare o a terra
per testimoniare la loro solidarietà all'Università dell'Aquila. Particolare
attrazione sarà lo splendido due alberi, di oltre
Il real estate regge in
Italia ( da "Sole
24 Ore, Il" del 18-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: come la partnership
pubblico-privata e il project financing. Una sorta di vademecum che ha
l'obiettivo di fornire un quadro completo di statistiche e fonti in materia di
finanza immobiliare. Tra i dati citati nel rapporto emerge che nel 2008 gli
investimenti in immobili per attività economiche nel mondo sono calati del 59%,
Argomenti:
Cervelli
Abstract: università sono bravissimi ma
parliamo di un'élite che, in larga parte, sarà obbligata ad emigrare dando
ulteriore linfa alla cosiddetta fuga dei cervelli. È chiaro che l'interesse per
una materia deve essere indotto dall'insegnante. Per migliorare la qualità
dell'insegnamento è fondamentale partire dal reclutamento dei professori.
Sul dollaro il peso del
debito ( da "Sole
24 Ore, Il" del 18-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ultimo docente all'università del
Wisconsin, Madison, pensavano nel 2005 che in 15 anni l'euro avrebbe potuto
raggiungere il dollaro, come moneta di riserva. Potrebbe avvenire prima, dicono
ora. Esistono però dubbi sul fatto che una moneta espressione di un'area ricca,
ma senza un vero governo e soprattutto senza una credibile struttura militare
alle spalle,
L'Onda tedesca sfida
l'estate ( da "Manifesto,
Il" del 18-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Siccome docenti e strutture non
bastano, quasi tutte le facolta limitano le iscrizioni col numero chiuso.
Decisivo per entrare è il voto di maturità, e questa circostanza porta a
rendere ossessiva l'importanza dei voti nei ginnasi. E perfino nella scuola
elementare, perché, in mancanza di una media unificata come in Italia,
la rovina e il moderno nel
teatro garibaldi - gaetano licata
( da "Repubblica, La"
del 19-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: in cui il nuovo docente si presenta
insieme alle esperienze che porta con se dentro l´Università. Il Teatro
Garibaldi ha una storia molto comune a Palermo: un edificio storico di valore
intrecciato con la storia politica italiana (Garibaldi nel suo passaggio da
Palermo vi pronunciò la famosa frase «o Roma o morte»), l´abbandono per molti
anni,
Termini Imerese si salva
ma non produrrà più auto ( da "Sole
24 Ore, Il" del 19-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: nuovi contratti di programma che
mobiliteranno risorse pubblico-private. Il confronto tra Governo, Regioni e
parti sociali proseguirà nelle prossime settimane su tre tavoli per monitorare
l'andamento del mercato e dell'occupazione, lo sviluppo di ricerca e
innovazione, la componentistica. Positivo il giudizio dei sindacati, ad
eccezione della Fiom-Cgil che giudica «inaccettabile »
Balza a quota 4,4 miliardi
il project finance nella sanità ( da "Sole
24 Ore, Il" del 19-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Lo studio di Finlombarda sulle
partnership pubblico-privato Balza a quota 4,4 miliardi il project finance
nella sanità Virginio Di Carlo MILANO Edilizia sanitaria e project finance. Un
connubio che in Italia si conferma di successo e che pone il mercato delle
partnership pubblico-privato di casa nostra al secondo posto –
Marchionne: radici
italiane per Fiat ( da "Sole
24 Ore, Il" del 19-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: la ricerca combinata in meccanica,
elettronica e informatica. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE AREE DI MAGGIORE CRISI
Scajola ipotizza contratti di programma con risorse pubbliche-private che
possano accompagnare la riorganizzazione L'incontro. Da sinistra Gianni
Rinaldini, Guglielmo Epifani e Sergio Marchionne al tavolo che ha riaperto il
confronto tra Fiat,
Vasco Rossi e Madonna
superstar, in buona salute gli show dal vivo
( da "Manifesto, Il"
del 19-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Arena di Verona e altri enti misti
pubblico-privato, che godono di finanziamenti vari). Nell'anno passato , il
2008, sono diminuiti i concerti e gli spettatori, ma sono aumentano gli
incassi. Rispetto al 2007 la spesa al botteghino è salita del 4,13%
(164.825.000 euro), a fronte di un aumento del prezzo medio del biglietto di
quasi il 20 per cento (29,
Tante offerte formative
( da "Stampa, La"
del 20-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: suo processo di
internazionalizzazione che vede i propri studenti ed i propri docenti impegnati
non solo in scambi in Europa attraverso il programma Erasmus, ma anche in altri
Paesi, grazie a collaborazioni poste in essere direttamente dalla nostra Facoltà.
Oltre agli accordi ormai consolidati (quattro Università negli USA e una
Università in ciascuno dei seguenti Paesi: Canada,
Una grande tradizione
( da "Stampa, La"
del 20-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: che si distingue a livello
nazionale per la qualità dei docenti e ricercatori e per un'offerta formativa
attenta alle richieste del mondo del lavoro. L'offerta formativa. Per il
2009-2010 la Facoltà presenta un'ampia offerta formativa, con 7 lauree
triennali, 6 lauree magistrali, e una decina di master, tra cui «Peacekeeping
Management», «Cultural Projects for Development»,
In conformità al programma
di questo triennio di presidenza, sono stati intensificati i rapport...
( da "Stampa, La"
del 20-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università di Torino e alla nostra
Facoltà. Questo accordo dischiude la possibilità che anche nostri docenti
possano svolgere attività di insegnamento in Albania e intensifica i rapporti
già esistenti: attualmente infatti frequentano la nostra Università già circa
seicento studenti albanesi, di cui 83 nella Facoltà di Giurisprudenza
Cercheremo così di coniugare la modernità con le
Decentramento a Cuneo
( da "Stampa, La"
del 20-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: nella quale insegnano docenti della
Facoltà di Giurisprudenza torinese, è caratterizzato da una frequenza molto
alta e da una buona percentuale di iscritti che riesce a concludere rapidamente
il ciclo di studi; i laureati cuneesi ottengono poi risultati molto buoni negli
ultimi due anni del quinquennio seguiti a Torino.
Verso il futuro
( da "Stampa, La"
del 20-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Per rafforzare questo slancio, il
corpo docente è stato ulteriormente arricchito di docenti stranieri: alcuni
mantengono la loro posizione presso università europee o statunitensi, altri
svolgono interamente la loro attività presso il Collegio, da cui sono reclutati
a livello internazionale.
La didattica
( da "Stampa, La"
del 20-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: rivolto a personale docente e
amministrativo di enti pubblici e privati dell'Università; professionisti dell'area
economica e giuridica; funzionari delle istituzioni e organismi comunitari
internazionali e nazionali;Analisti di produzione cinematografica e televisiva,
nato dall'accordo SAA - DAMS - Facoltà di Scienze della Formazione,
un solo esame per
diventare studente part time - laura montanari
( da "Repubblica, La"
del 20-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Sds chiede anche degli appelli
d´esame straordinari per gli studenti part time che oggi pure esistono ma che
sono facoltativi, a discrezione del singolo docente o della facoltà. Per quando
riguarda l´obbligo di frequenza è ancora una zona grigia secondo gli studenti,
non definita dal regolamento: «Noi chiediamo l´abolizione di qualsiasi
obbligo».
dritto&rovescio il
corpo docente si rinnova: sempre di meno e con meno soldi - aurelio magistà
( da "Repubblica, La"
del 20-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Pagina 44 - Cronaca
dritto&rovescio Il corpo docente si rinnova: sempre di meno e con meno
soldi AURELIO M
il censis le regole
imperfette della valutazione - roberto ciampicacigli *
( da "Repubblica, La"
del 20-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: articolazione del corpo docente
stabilizzata secondo le classificazioni ordinari, associati e ricercatori si è
pervenuti a un modello nel quale i professori a contratto hanno finito per
assumere uno straordinario peso didattico (nel 2008 il rapporto era di 79
docenti a contratto per 100 di ruolo mentre nel '98 tale rapporto era di
Mazzetta per i corsi
fantasma in Regione Maxi-multa per l'ex assessore Bombarda
( da "Corriere della Sera"
del 20-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: attestando la presenza di allievi e
docenti che, secondo l'accusa, esistevano solo sulla carta. Cinque mesi dopo,
una seconda rata di arresti domiciliari travolse un docente a contratto
dell'Università Cattolica di Brescia, la sua segretaria e lo stesso Bombarda.
Giuseppe Guastella gguastella@corriere.
DOMANI NEL MARE DI ROMA IL
GRANDE SPETTACOLO DELLA 100 VELE ( da "Corriere
della Sera" del 20-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docenti e studenti dell'Università
dell'Aquila. Giulia Michelini, giovane e affermata attrice, che ha debuttato
nella terza serie della fiction "Distretto di Polizia"dove è Sabrina
Corsi, una partecipazione che le ha permesso di aggiudicarsi una parte nel film
di Muccino " Ricordati di me", una splendida interpretazione nel film
Borsellino per seguire poi con la sua presenza in RIS
Gaza, due anni di
isolamento E Hamas è più forte ( da "Unita,
L'" del 21-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: risponde Talal Oukal, docente
all'università al-Zahar di Gaza; ma poi aggiunge che la spaccatura tra Hamas e
Fatah - con Gaza nelle mani di Hamas e la Cisgiordania, col placet di Israele,
sotto il relativo controllo dell'Autorità palestinese e del Fatah, «è stata
pagata a caro prezzo dai palestinesi».
Hamas e Gaza. Due anni
dopo la presa del potere. Radiografia di un consenso che non è venuto me...
( da "Unita, L'"
del 21-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: risponde Talal Oukal, docente
all'università al-Zahar di Gaza; ma poi aggiunge che la spaccatura tra Hamas e
Fatah - con Gaza nelle mani di Hamas e la Cisgiordania, col placet di Israele,
sotto il relativo controllo dell'Autorità palestinese e del Fatah, «è stata pagata
a caro prezzo dai palestinesi».
farmacia degli incurabili
- guido donatone ( da "Repubblica,
La" del 21-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università contro la
delocalizzazione a Caserta delle strutture del Vecchio Policlinico. E sono
sorprendenti le concitate proteste dei docenti di Medicina, che vantano i
meriti delle rispettive cattedre universitarie opponendosi al trasferimento
previsto dal piano regolatore e imposto dalla evidente esigenza di aree
adeguate alla realizzazione di moderne e attrezzate strutture ospedaliere.
da siena in europa erasmus
per 350 ( da "Repubblica,
La" del 21-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ha spiegato il professor Furio
Pacini, delegato del rettore alle relazioni internazionali ? e porta con sé
tanti benefici, dalla conoscenza delle lingue, oggi indispensabile in qualsiasi
settore lavorativo, alla nascita di nuovi contatti e relazioni con studenti e
docenti di altre università».
1x64 testo per misurare lo
spazi - laura montanari ( da "Repubblica,
La" del 21-06-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: in due anni perderemo il 15% dei
docenti, ci sono settori che già oggi - Pediatria e Odontoiatria - sono in
sofferenza. Dovremo studiare dei reclutamenti per non avere contraccolpi anche
sui percorsi assistenziali». Tra i temporaneamente sospesi c´è Sergio
Romagnani, il più celebre immunologo italiano.
( da "Repubblica, La"
del 10-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XII -
Torino A vincere era stata una candidata senza la specializzazione. Scontro tra
docenti ed esposti al rettore La dottoressa firmava i libri con il prof Bufera
a Matematica: il Tar annulla il concorso da ricercatore Appena è esplosa la
polemica, la giovane laureata ha rinunciato all´incarico OTTAVIA GIUSTETTI
Scatena un moto di polemiche l´ennesimo concorso universitario annullato dal
Tar per "irregolarità nell´operato della commissione". E la candidata
"dribbla" lo scandalo rinunciando all´ultimo momento al posto da
ricercatore per il quale era stata decretata vincitrice. Ma i colleghi esclusi
non si accontentano e chiedono che si pronunci comunque il tribunale:
«Nonostante la rinuncia della vincitrice - dice il Tar - sussiste un
pregiudizio grave e irreparabile, che potrà essere evitato attraverso la
riedizione della procedura in questione». Succede a Scienze, nel dipartimento
di Matematica. Quando un concorso bandito a fine 2008 per
un posto da ricercatore diventa oggetto di scontro tra docenti in facoltà. I
candidati sono in tutto cinque, dell´Università di Torino, chi ha nove, chi
dieci, chi sedici pubblicazioni scientifiche sul curriculum. Tutti, tranne una,
hanno il titolo di dottore di ricerca. Ma, caso strano, è proprio quell´una
che, alla fine, si aggiudica il posto. La candidata non è forte sui
titoli ma svolge bene il compito e, in effetti, tutte o quasi le sue
pubblicazioni sono firmate assieme al docente che
presiede la commissione del concorso. A questo punto si scatenano le proteste,
con un moto di moralizzazione generale sul tema della trasparenza dei concorsi
universitari, all´ufficio di Ezio Pelizzetti, il rettore, arriva persino un
esposto. Qualcuno insinua che tra candidata e professore ci sia un rapporto
troppo privilegiato per cui non è corretto che sia proprio lui a valutare la
sua prova. E a decretarne il successo. Professore, aspirante ricercatrice e
vertici di ateneo corrono ai ripari e lei, la vincitrice rinuncia
improvvisamente al posto. Una rinuncia strana di questi tempi (i prossimi
concorsi saranno chissà quando con il blocco del turnover) che agli occhi di
molti suona come un´ammissione di colpevolezza. Tanto che i candidati esclusi
non si accontentano e decidono di proseguire sulla strada del ricorso. I legali
si concentrano sul titolo di dottore di ricerca che quattro candidati vantano e
che la vincitrice invece non ha. E sulla norma recente che stabilisce proprio
che il dottorato è titolo preferenziale per il concorso da ricercatore.
«Considerato che tale giudizio si impone - motiva il tribunale amministrativo -
con riguardo particolare alle censure riferite alla valutazione del dottorato
di ricerca e delle pubblicazioni dei candidati .... il Tribunale accoglie
l´istanza». Il concorso, a questo punto, è sospeso e l´Università dovrà
decidere se riconvocare la stessa commissione o bandire un nuovo posto.
( da "Repubblica, La"
del 10-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XII -
Napoli IL RETTORE DI SALERNO AURELIO MUSI D ocenti, rappresentanti degli
studenti e personale tecnico-amministrativo dell´università
di Salerno votano oggi e domani per eleggere il loro rettore. I candidati sono
tre: il rettore uscente, l´ingegnere Raimondo Pasquino, l´economista Pasquale
Persico, il filologo Federico Sanguineti. Le differenze fra i tre concorrenti
non sono tanto di ordine politico, come potrebbe indurre a credere una lettura
superficiale della contesa: anche se sono evidenti le distanze fra il centrista
e politicamente navigato Pasquino, il moderato di sinistra Persico, non certo
digiuno di esperienze amministrative, il più sofisticato figlio d´arte
Sanguineti, più spostato verso la sinistra radicale. Le differenze, che sicuramente
peseranno sul voto, riguardano piuttosto il modo di intendere l´esercizio della
carica. Persico, come risulta dal suo programma, interpreta il ruolo del
rettore oltre il suo profilo burocratico, capace di garantire la sintesi tra
ricerca e didattica, di fare dell´università «un luogo
proteso con furore verso conoscenza e apprendimento», una «nuova casa di
Pitagora», di ridisegnare l´attuale organizzazione per facoltà e dipartimenti
in quattro o cinque aree di nuova aggregazione. Il programma di Persico è
suggestivo e non privo di numerosi spunti di originalità. Ha il difetto di aver
raccolto tardi consensi e convergenze e di non aver mobilitato per tempo le
diverse componenti dell´ateneo. Ancora più tardi arriva l´altro concorrente.
Sanguineti si è candidato all´ultima ora e ha presentato un´interpretazione
della carica in chiave prevalentemente rappresentativa soprattutto degli
interessi, peraltro sacrosanti, dei ricercatori che si
battono per il riconoscimento del loro ruolo docente. Pasquino si presenta col limite genetico del terzo mandato, ma
con vantaggi incalcolabili derivanti dai risultati ottenuti dall´ateneo
salernitano durante gli otto anni dei suoi precedenti mandati. Il limite
genetico consiste nel fatto che il terzo mandato è stato introdotto a colpi di
riforma di statuto. Già espressi su questo giornale tutte le perplessità
sia per il percorso adottato sia per le conseguenze che determina qualsiasi
prolungamento di mandato oltre il limite fisiologico, soprattutto per il
rallentamento del ricambio della classe dirigente. Ma il limite genetico è
stato accettato all´unanimità dal senato accademico. Quindi la regola della
democrazia ha prevalso. E ha prevalso anche, probabilmente, il riconoscimento
della meritoria azione compiuta dal rettore uscente nella gestione dell´ateneo.
L´Università di Salerno, col suo campus invidiato dai colleghi professori
italiani e stranieri, con la sua dotazione infrastrutturale, con i trasporti in
crescita quantitativa e qualitativa, con l´attivazione di nuove realtà come la
Facoltà di medicina e la scuola di giornalismo, con risorse per la ricerca
tutto sommato abbastanza adeguate rispetto alla miseria degli altri atenei,
presenta oggi un saldo assai positivo rispetto a dieci anni fa. Il merito è
dell´intera comunità che opera nell´ateneo salernitano, ma anche di un rettore
che, grazie alla sua capacità politica di mediazione, amministrativa,
gestionale, è riuscito in questi anni a costruire e rappresentare una realtà
universitaria di alto profilo. Dunque va tutto bene? Sicuramente no. E sarebbe
utile suggerire un promemoria per il futuro rettore. Al primo posto il
miglioramento dell´offerta formativa, soprattutto per quanto riguarda le lauree
magistrali, oggi scarsamente competitive rispetto a quelle di altri atenei. è
urgente, poi, approvare un codice deontologico per evitare parentopoli,
familismo amorale e conflitti di interesse nella composizione del personale docente e tecnico-amministrativo. Ancora: non tutto è chiaro
nella distribuzione delle risorse alla neonata Facoltà di medicina e gli
squilibri che può determinare nel rapporto con le altre Facoltà. E infine, ma
solo per brevità: il rettore di Salerno nella Crui dovrebbe battersi perché
questo organismo torni a essere l´interlocutore privilegiato del governo in
materia universitaria e non una cenerentola snobbata dal ministro. L´ateneo di
Salerno è il terzo per numero di studenti e per importanza nel Mezzogiorno
continentale. è necessario che conservi e rilanci un ruolo di primo piano nel
panorama degli atenei italiani sia per quanto riguarda la ricerca sia per la
didattica.
( da "Repubblica, La"
del 10-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina VI -
Firenze Rettore, tra Tesi e Medicina prove di abbraccio Oggi e domani l´ateneo
torna al voto, sono rimasti tre candidati: vince chi ottiene la maggioranza
assoluta dei voti Il preside di Ingegneria ha incassato l´appoggio dei due che
si sono ritirati, Del Bimbo e Chelazzi Al consiglio di facoltà sei interventi
su dieci sono stati a sostegno di quello che appare il favorito LAURA MONTANARI
Ufficialmente non si schiera. Ma Medicina va letta e interpretata e ieri nel
consiglio di facoltà convocato da Gianfranco Gensini, su una decina di
interventi, sei erano a favore del candidato rettore Alberto Tesi. Un segnale
importante. Dopo il gelo iniziale, i «dottori» di Careggi e il preside di
Ingegneria provano un (quasi) abbraccio facilitato da una lettera che lo stesso
Tesi ha inviato alla facoltà per sottolineare l´importanza del polo medico e la
sua stima. «Non c´è una unanimità su un candidato - dice il preside Gensini - ma è vero che in diversi fra i docenti che sono intervenuti si
sono espressi a favore di Tesi». Anche un altro dei tre candidati alla
successione al rettore Marinelli, Paolo Caretti ha scritto una missiva a
Medicina. Sapremo domani il verdetto delle urne: oggi si aprono i seggi e l´università fiorentina torna al voto con
le stesse regole del primo round: passa chi fra Paolo Caretti, Sandro
Rogari, Alberto Tesi, ottiene la maggioranza assoluta. Restano in corsa un
candidato proveniente da Giurisprudenza, uno da Scienze politiche, uno da
Ingegneria. Se nessuno otterrà il quorum si andrà al ballottaggio. I seggi sono
quattro: rettorato, viale Morgagni, Novoli, polo di Sesto. Le urne restano
aperte oggi dalle 7,30 alle 19,30, domani fino alle 14,30. Né Rogari né Caretti
hanno gradito l´appoggio che i due candidati che si sono ritirati, Alberto Del
Bimbo (Ingegneria) e Guido Chelazzi (Scienze) hanno offerto a Tesi
interpretando il bisogno di cambiamento espresso dalle urne. «Non mi sembrano
programmi compatibili» ha spiegato il costituzionalista che ha portato avanti
una campagna elettorale in cui ha sottolineato la discontinuità tra il suo
programma e l´attuale gestione dell´ateneo. Nel segno della continuità invece
Sandro Rogari che è stato il prorettore alla didattica con Marinelli e che ha
seguito la complessa riduzione dei corsi di laurea (-30%). «L´innovazione io
l´ho fatta in concreto - spiega - riformando i percorsi didattici. Non credo
che i giochi siano già fatti, nella prima tornata elettorale non sono andati a
votare circa 500 docenti». Numeri in grado di poter imprimere anche una svolta
imprevista alla corsa a tre, anche all´ultimo minuto.
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)"
del 10-06-2009)
Argomenti: Cultura
Nord-Ovest
sezione: ISTITUZIONI data: 2009-06-10 - pag: 24 autore: Atenei. Iniziativa
dell'Università di Torino L'atlante delle professioni TORINO Fabrizio Pasquino
è nato l'Atlante delle professioni, un nuovo strumento a disposizione dei
giovani, delle imprese e dei professionisti con l'obiettivo di creare un
dialogo tra università, aziende e ordini e collegi
professionali. Un osservatorio delle professioni in uscita dai percorsi
universitari che l'ateneo torinese ha presentato e iniziato a sperimentare,
proprio in questi giorni, nell'ambito del programma " Formazione e
innovazione per l'occupazione" ( FiXO), in collaborazione con il Corep, il
ministero del Lavoro e con Italia Lavoro. «Il nuovo strumento – ha spiegato Adriana
Luciano, responsabile scientifica del progetto e docente
del Dipartimento di Scienze sociali dell'Università di Torino – consente alle
facoltà e ai singoli corsi di laurea di mettere in relazione la loro offerta
formativa con le prospettive occupazionali dei propri laureati e con la domanda
di competenze espressa dal mondo del lavoro». L'osservatorio, per il quale sono
stati investiti 300mila euro, prende la forma di Atlante consultabile sul web e
contiene schede di descrizione delle figure professionali, delle attività
svolte, delle competenze richieste, della loro presenza nel mercato del lavoro,
degli ambiti di lavoro entro cui operano. In alcuni casi a corredo delle schede
ci sono anche dei video descrittivi. «è uno strumento – afferma Massimo Richeri,
responsabile dell'area sindacale dell'Unione industriale di Torino – che noi
sosteniamo, visto che contribuisce a mettere in rete le imprese con
l'Università. Sempre di più gli studenti devono saper scegliere e conoscere per
tempo le aree professionali che offrono più sbocchi lavorativi. Questo Atlante,
se costantemente aggiornato avrà questo importante ruolo e sarà utile agli
studenti e alle aziende». L'iniziativa non è però solo destinata alle aziende.
Proprio in fase di presentazione è stato deciso di ampliare i contatti con gli
ordini e i collegi professionali e, in particolare, con la Consultadelle
professioni della provincia di Torino. «La nostra Consulta – dice Amos
Giardino, presidente del Cup torinese – è a disposizione fin da subito a collaborare
con l'Università sui questo nuovo progetto, segnalando agli studenti quali
professioni sono più sature e quali quelle che "tirano" di più» ©
RIPRODUZIONE RISERVATA www.atlantedelleprofessioni.it 300mila à L'investimento.
Il costo per la realizzazione dell'Osservatorio già disponibile sul Web
( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)"
del 10-06-2009)
Argomenti: Cultura
Centro-Nord sezione:
CENTRO NORD data: 2009-06-10 - pag: 5 autore: Gino Ferretti. Il rettore
dell'Università racconta i progressi nella ricerca e le difficoltà a operare
tra indifferenza delle istituzioni e tagli del Ministero «Parma non valorizza
il suo Ateneo» di Andrea Violi R afforzare la competitività dell'Università di
Parma nei finanziamenti per la ricerca e nell'attrattività di studenti,grazie
ai rapporti con l'Europae le imprese e a progetti in campo tecnologico e
didattico. è questo il primo obiettivo del rettore di Parma Gino Ferretti per i
prossimi due anni di mandato. Ferretti, classe 1948, eletto per la prima volta
nel maggio 2000 e confermato fino al 2011, è soddisfatto dei risultati ottenuti
ma lamenta un contesto difficile. Sul territorio, secondo il rettore solo le
imprese sono attente all'Università, che negli anni ha subìto anche forti tagli
delle risorse statali. «Ho la sensazione di aver vissuto in una costante di
emergenza e incertezza sul futuro – ammette –.Abbiamo avuto due riforme della
didattica sconvolgenti. Il settore ha vissuto con scarsa capacità di
programmazione nel lungo termine. è stata una trincea». Quali sono i prossimi
obiettivi? Il primo traguardo è quello di riuscire a pagare lo stipendio al
personale. Sembra una battuta ma la preoccupazione di tutti gli atenei, per il
2010 e 2011, è di tipo finanziario. Dobbiamo inoltre applicare la riforma della
didattica. Il mio obiettivo principale resta quello di sviluppare ulteriormente
gli strumenti connessi alla ricerca scientifica. Se lo misuriamo in termini di
finanziamenti, stiamo conseguendo questo obiettivo. Come vanno i finanziamenti?
Abbiamo incrementato in modo rilevante le risorse dal nostro Ministero,
passando da una quota nazionale di 1,5% al 2,19 per cento. è un cofinanziamento
di un milione di euro ed è importante come parametro. Abbiamo incrementato
anche i fondi acquisiti da Ue e da aziende. Da progetti del VII Programma
quadro e bandi simili siamo passati da 1,1 milioni a 6,5 milioni di euro nel
2008. Dalle imprese, con i "contratti per conto terzi", nei quali è
l'interesse aziendale che prevale, abbiamo avuto 5 milioni contro i 3,5
precedenti. Altri contratti e convenzioni di interesse comune con le imprese
passano da
( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)"
del 10-06-2009)
Argomenti: Cultura
Centro-Nord
sezione: CENTRO NORD data: 2009-06-10 - pag: 3 autore: INTERVISTA Rocco
Corigliano «Serve più capitalizzazione» «Nel contesto di un mercato che non è
ancora saturo le prospettive di crescita maggiore le hanno le banche piccole e
locali. A patto però che siano dotate dei capitali necessari». A parlare è
Rocco Corigliano, 58 anni, docente
di Economia degli intermediari finanziari all'Università di Bologna. è un buon
segnale l'aumento di sportelli bancari? La crescita delle banche locali è
sicuramente un ottimo indicatore. Con la liberalizzazione ciascun istituto di
credito fa una richiesta alla Banca d'Italia, dopo essersi fatto i conti in
tasca, cioè dopo aver valutato i tempi di recupero dei costi fissi con
la previsione dell'aumento degli impieghi e della raccolta del risparmio. Con
gli strumenti telematici oggi a disposizione sembra quasi assurdo che si
debbano aprire nuovi sportelli ma il rapporto di prossimità ha ancora un grande
rilievo. Le piccole banche conoscono bene il territorio, conoscono il cliente e
la sua capacità di fare impresa. Ma hanno un limite. Quale? Le banche di
piccole dimensioni non possono offrire tutta la gamma di servizi assicurata dai
grandi gruppi bancari. Anche se per molte imprese sono comunque sufficienti. Ci
sono ancora spazi di crescita? Credo che il miglior giudice sia il mercato ma
il fatto di lasciare libera scelta agli istituti di credito di decidere la
propria articolazione territoriale è senza dubbio positivo. Non credo però che
questi spazi saranno occupati dai grandi gruppi bancari: per loro si pone
semmai il problema di estendersi all'estero. Le prospettive di sviluppo
maggiori le hanno le banche piccole e locali, sempre che abbiano le condizioni
di capitale per farlo. Devono fare un piano di recupero in tempi certi: il
raggiungimento del break even in due anni è un termine ragionevole. Non si può
però giudicare la bontà di un sistema bancario solo dal numero degli sportelli.
Che cosa entra in gioco? Bisogna assicurare la concorrenza, che stimola le
banche a migliorare i propri servizi e a renderli più trasparenti e meno
costosi. Negli ultimi tempi c'è stata una concentrazione del sistema bancario,
con la costituzione di gruppi che hanno configurato condizioni di monopolio. è
già successo e l'intervento dell'Antitrust ha imposto la vendita di sportelli.
Un altro fatto positivo. Cresce anche l'uso delle tecnologie informatiche e
anche questo è un buon indicatore perché consente di ridurre i costi. è una
fase critica questa per le banche? C'è una contrazione della redditività frutto
della crisi finanziaria globale, molte banche registrano aumenti delle
sofferenze: è ancora lontana la fine del ciclo negativo. Le banche devono
essere forti, con una dotazione di capitale proprio elevata. Anche per accompagnare
le imprese verso la ripresa. © RIPRODUZIONE RISERVATA SOLIDITà E VIRTUALE
«Positiva la crescita della rete fisica se abbinata a quella di capitali e
Internet» L'esperto. Rocco Corigliano docente all'Alma
Mater
( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)"
del 10-06-2009)
Argomenti: Cultura
Sud sezione:
ECONOMIA E IMPRESE CAMPANIA data: 2009-06-10 - pag: 9 autore: Ricerca. La fusione di tre centri di competenza dà vita a
CamBio: domani la presentazione a Milano Nasce il polo delle biotecnologie La
società controllata da Sun e Federico II ha ricevuto fondi Ue per 50 milioni
NAPOLI Marco Molino Trasferire al sistema produttivo regionale i risultati
della ricerca di base in campo farmaceutico, creando una
rete di laboratori pubblici e privati e realizzare un sogno nel cassetto: far
nascere in Campania un distretto dedicato alle biotecnologie. è una sfida
ambiziosa quella lanciata da CamBio (acronimo di Campania Biotech), la nuova
società consortile che unisce i tre centri regionali di competenza operanti nel
settore della biologia avanzatae industriale, che sarà presentata domani
a Milano nella sede di Assobiotec. Per sviluppare i progetti della costituenda
società, controllata dai due principali atenei campani ( Federico II e Seconda
Università di Napoli), sono stati stanziati circa 50 milioni nell'ambito del
Por Campania 2007-2013. Risorse che andranno a finanziare, a fondo perduto, fino
all'80% del costo delle iniziative di ricerca industriale promosse dalle
imprese biotech e farmaceutiche che aderiranno a CamBio.Nella prima fase, è
prevista la realizzazione di un Campus che consenta di concentrare iniziative
diverse nell'ambito della ricerca biomedica, che su scala regionale può contare
su un di un network di oltre mille operatori. La sede dovrebbe essere
localizzata presso il polo Cnr di Napoli. Ma l'obiettivo principale è il
rafforzamento di una rete di laboratori pubblici e privati, presenti sul
territorio campano, che dovranno essere coordinati fino alla costituzione di un
distretto scientifico nel campo delle biotecnologie per la salute dell'uomo e
per la qualità della vita. Per CamBio, il modello di riferimento è fornito
dalle più avanzate esperienze in campo internazionale e nazionale, come la
giapponese Knowledge cluster initiative, la Cbm cluster in biomedicina
molecolare del Friuli Venezia Giulia e il "distretto" milanese del
farmaco. Attraverso questa iniziativa, il consorzio intende favorire un
rapporto più stretto tra i centri di ricerca e le imprese per sviluppare idee
di immediata ricaduta industriale. «Con questo progetto – spiega Franco Rossi,
rettore della Seconda Università di Napoli (Sun) – vogliamo creare la filiera del
farmaco in Campania. I ricercatori delle nostre università e dei centri di
eccellenza fanno un lavoro di qualità, ma vanno potenziati gli strumenti a loro
disposizione. Siamo a Milano per trovare partner industriali in grado di
promuovere insieme a noi l'apertura di laboratori altamente specializzati per
lo studio e lo sviluppo di nuovi farmaci». I tre centri di competenza regionali
(Bioteknet, che si occupa di biotecnologie e ha come capofila la Sun; Gear,
specializzata nella ricerca farmaceutiche e guidata dalla Federico II; e Dfn,
capitanata dal Cnr per la ricerca genetica) hanno realizzato, insieme,
un'analisi dei bisogni di innovazione del mondo produttivo e di "
scouting" di progetti industriali, coinvolgendo sia Pmi locali sia grandi
imprese (settori farmaceutica, cosmeutica e diagnosticobiomedicale) e piccole
imprese biotecnologiche a livello nazionale ed europeo. I risultati dello
studio evidenziano la presenza di un "terreno fertile" per il sistema
biomedico regionale, che, se coordinato, potrebbe essere in grado di attrarre
investimenti industriali in settori high- tech, di creare nuova
imprenditorialità (spin-off di ricerca) e di formare professionalità in grado
di sostenere il trasferimento di know-how all'industria. «Solo lavorando in
sinergia oggi è possibile costruire un grande soggetto capace di attirare
finanziamenti anche dall'estero – dice Guido Trombetti, rettore della
Università federico II – I nostri ricercatori devono mettere a frutto, in
un'ottica di sistema, i rapporti internazionali che hanno sviluppato negli anni
». La maggior parte dei ricercatori campani che CamBio intende mettere in rete
è distribuita in quattro Università ( Federico II, Sun, Università di Salerno e
del Sannio), cinque istituti di ricerca del Cnr, Stazione Zoologica Anton
Dohrn, due strutture ospedaliere (Istituto Pascale e Cardarelli), consorzi
Ceinge e Biogem e la Fondazione BioforMe. L'assessore regionale alla ricerca
scientifica, Nicola Mazzocca, è convinto che l'iniziativa avrà successo «se si
riuscirà ad aggregare enti e progetti attraverso criteri di sostenibilità e di
competenza ». © RIPRODUZIONE RISERVATA In laboratorio. In Campania una rete di
centri di ricerca (nella foto) CONTRASTO
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 10-06-2009)
Argomenti: Cultura
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-06-10 - pag: 21 autore: Innovazione. Il
ministro della Funzione pubblica: agganceremo la
ripresa prima degli altri paesi Nella ricerca l'uscita dalla crisi Marcegaglia:
investire molto e in modo serio per una crescita duratura Nicoletta Picchio
ROMA Al primo posto c'è Israele, con una spesa in percentuale del Pil del 4,7
per cento. Seguito da Svezia, Finlandia, Giappone. Al settimo posto, gli Stati
Uniti, al nono l'Austria e all'undicesimo la Germania: la spesa di questi Paesi
in ricerca e sviluppo oscilla dal 3,63 della Svezia al 2,53 della Germania,
secondo i dati più aggiornati dell'Ocse (risalgono al 2007, ma sostanzialmente
non sono cambiati). Più della media complessiva, 2,26, e certamente più
dell'Italia, che è al 28Ú posto, con una spesa all'1,14 del Pil. Sono le
classifiche a dimostrare che l'innovazione e la ricerca sono fondamentali
fattori di competitività. E lo ha ripetuto ieri la presidente di Confindustria,
Emma Marcegaglia: per uscire dalla crisi ed avere una crescita lunga e duratura
bisogna investire in innovazione, puntare sulla ricerca. Un impegno, ha sottolineato
la Marcegaglia, che non deve essere trascurato in questa fase di congiuntura
difficile, anzi. L'Italia ci sta provando.Almeno questo è emerso nella Giornata
dell'Innovazione, che si è tenuta ieri a Roma, nell'Auditorium di
Confindustria. Lunedì, al Quirinale, il presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, ha consegnato 26 premi ad imprese, grandi e piccole, ed ad
enti pubblici eccellenti. Ieri, nel convegno e nelle sessioni di lavoro, sono
stati affrontati i temi della governance, dei tempi troppo lunghi per
l'approvazione dei progetti, delle risorse disperse tra varie amministrazioni
che andrebbero aumentate e in ogni caso razionalizzate. La Giornata
dell'innovazione è nata nel 2008, voluta del Governo, organizzata dalla
Funzione pubblica. Il ministro, Renato Brunetta, ne ha
fatto una bandiera: è grazie all'innovazione organizzativa, e quasi a costo
zero, che vuol raggiungere l'obiettivo di aumentare la produttività negli
uffici pubblici del 50 per cento. Un esempio: oggi, ha annunciato il ministro,
presenterà un progetto per smaltire il pregresso del Tribunale di Roma, con un
costo tra i 100 e 150mila euro. Nella sanità, con un aumento di produttività
del 15-20%, si potrebbero risparmiare 25 miliardi di euro. «Digitalizzazione
della Pa, liberalizzazioni, pagamenti della Pa ai creditori: se in 100 giorni
faremo le riforme, agganceremo la ripresa prima degli altri», ha detto il
ministro Brunetta. Quelle riforme su cui insiste Confindustria per modernizzare
il Paese. L'innovazione è un ingrediente fondamentale e proprio nell'ultimo
direttivo, ha detto la presidente, è stato appovato un libro bianco per
diffondere l'innovazione digitale e l'uso della banda larga. La situazione in
Italia sta cambiando. Lo dimostrano i numeri dei brevetti: secondo dati Unioncamere,
quelli italiani erano nel 1999 solo 2.809, nel 2007 sono diventati 4.284. Nel mondo delle imprese c'è molta attesa per il Programma
nazionale della ricerca 2009-2013 che il ministro dell'Istruzione e Ricerca,Mariastella Gelmini, sta
preparando. «Bisogna lavorare a medio termine, mettere in rete le eccellenze,
creare piattaforme tecnologiche nazionali, far collaborare pubblico e privato»,
ha detto la Marcegaglia. E rivedere la governance, perchè «il tempo è
una variabile fondamentale». Troppa frammentazione di competenza: un problema
su cui ha insistito la presidente del Progetto speciale Ricerca
e innovazione di Confindustria e di Expo 2015, Diana Bracco. Svincolando
risorse esistenti e non usate, che rischiamo di perdere, attivando i soldi
della Cassa depositi e prestiti, garantendo risorse agli strumenti automatici
come il credito di imposta, si potrebbero avere, ha detto la Bracco, 10
miliardi di euro disponibili. Per il credito di impo-sta, mancano all'appello
700 milioni di euro all'anno, per gli anni 2007- 2008-2009, che farebbero da
leva per 7 miliardi di investimenti. «Il 90% dell'attività di ricerca e
sviluppo delle imprese è autofinanziata», ha detto la Bracco. E non è vero, ha
aggiunto, che le aziende non fanno ricerca: nelle prime 24 ore, sono state più
di 40mila le aziende che hanno richiesto il credito di imposta. Ieri la
politica, dal presidente della Commissione Industria del Senato, Cesare Cursi,
al vice presidente della Commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola,
hanno condiviso il problema della governance per l'innovazione. Ora si
aspettano le decisioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA CAMBIARE IN 100 GIORNI
Nell'agenda del governo la digitalizzazione della Pubblica amministrazione, le
liberalizzazioni e il pagamento dei creditori IL MINISTRO GELMINI «Lavorare a
medio termine per mettere in rete le eccellenze e creare nuove piattaforme
tecnologiche nazionali»
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 10-06-2009)
Argomenti: Cultura
Il Sole-24 Ore
sezione: JOB 24 data: 2009-06-10 - pag: 30 autore: Atenei incubatori d'impresa
Negli ultimi due anni sono state oltre 300 le start up nate dall'università P
( da "Stampa, La" del
10-06-2009)
Argomenti: Cultura
«No alla visita
al Senato e alla Sapienza» Radicali e docenti contro il Colonnello I senatori
radicali nel gruppo del Pd, Donatella Poretti e Marco Perduca, hanno ribadito
la loro contrarietà alla presenza del colonnello libico Muammar Gheddafi
nell'Aula del Senato. «Abbiamo chiesto assieme a molti colleghi e al senatore
Divina della Lega Nord che se ne discuta in aula e si voti se sospendere i
lavori per far parlare un dittatore, seppur presidente di turno dell'Unione
africana, oppure acconsentire che al Senato si ascolti un
comizio di chi manda a morte i dissidenti ed è complice della tratta di
migliaia di esseri umani». Sulla stessa linea anche 200 tra docenti, ricercatori
e studenti universitari che ritengono «inopportuna la visita di Gheddafi all'università La Sapienza di domani».
( da "Corriere della Sera"
del 10-06-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere della
Sera sezione: Primo Piano data: 10/06/2009 - pag: 9 Dietro le quinte Gelo di
Fioroni sulla neo-eurodeputata. E Bersani: io vado fino in fondo Idea per
«svecchiare»: Serracchiani vice di Franceschini Nel «ticket» a tre D'Alema alla
presidenza ROMA L'ipotesi è suggestiva soprattutto dal punto di vista mediatico
come spesso lo sono le idee di Walter Veltroni: affiancare a Dario
Franceschini, nel ruolo di sua vice, la neo-europarlamentare friulana Debora
Serracchiani. L'ex leader del Pd aveva immaginato questo ticket per impedire il
rischio dell' 'inciucio' con Massimo D'Alema e consentire all'attuale
segretario di andare allo scontro congressuale con un vantaggio in più. Ora,
però, del tandem Franceschini- Serracchiani si parla in tutt'altro contesto.
Anzi, per essere più esatti, se ne è parlato proprio ieri, in una riunione
riservata. L'europarlamentare di fresca elezione potrebbe fare la vice del
segretario in caso di un compromesso largo tra i maggiorenti del partito: la
sua presenza servirebbe a evitare che l'accordo tra i big del Pd appaia come un
classico 'inciucio'. In un quadro di questo tipo un ex Ds potrebbe andare alla
presidenza del partito, lasciata vacante a suo tempo da Prodi. Massimo D'Alema,
come preferirebbe Franco Marini che vuole coinvolgere in questa operazione
l'esponente più autorevole di quell'area. O Piero Fassino, come preferirebbe
Veltroni. E proprio di questi problemi Marini ha parlato ieri con D'Alema. Nel pomeriggio
l'ex presidente del Senato ha varcato il portone di piazza Farnese, nel palazzo
dove ha sede la Fondazione Italianieuropei, e ha parlato a lungo con D'Alema
nel tentativo di risolvere la certamente non rosea situazione in cui versa il
partito. Così Marini. Ma Veltroni vuole Fassino alla presidenza. Potrebbe mai
accettare D'Alema senza profferire verbo? C'è chi dice di sì, chi sostiene che
l'ipotesi della Serracchiani vice (ipotesi che, peraltro, viene vista con
favore dai sondaggisti) alla fine potrebbe convincere l'ex segretario. Quanto a
Fassino medesimo, in bilico tra conquistare la presidenza del Pd o perderla a
favore dell'ex ministro degli Esteri, lui stesso dice di «lavorare all'intesa
con D'Alema» e aggiunge: «Non ho mai avuto intenzione di fare polemiche e non
ho intenzione di farne nemmeno dopo con chicchessia». E' ovvio che è ancora
troppo presto per dire se l'operazione andrà in porto, se veramente alla fine
le caselle ai vertici del partito saranno occupate in quel modo, ma la voglia d'intesa
per evitare che il Pd scoppi è sempre più forte. Certamente non sarà d'accordo
Pierluigi Bersani, che ancora ieri ripeteva ai compagni di partito: «Io andrò
fino in fondo e presenterò la mia candidatura al congresso». L'ex ministro del
governo dell'Ulivo non vuole e non può più tirarsi indietro. E in questi ultimi
giorni faceva affidamento anche sull'appoggio di Prodi, con il quale domani
terrà una manifestazione in piazza, a Bologna, per ricordare l'anniversario
della morte di Enrico Berlinguer. Del resto, a chi gli chiedeva se fosse
veramente il caso di pensare a una segreteria- Bersani, Prodi, una settimana
fa, aveva replicato con queste parole: «C'è un'alternativa? ». Ora però
l'alternativa ci sarebbe, o, meglio, potrebbe esserci. E a nessuno è sfuggito
il fatto che l'ex presidente del Consiglio tra domenica e lunedì ha cominciato
a tessere le lodi di Serracchiani. Parole lusinghiere, quelle di Prodi. Non
altrettanto si può dire delle affermazioni di altri esponenti del Pd che non
vedono nell'eurodeputata un astro nascente della politica. «La Serracchiani
vice di Franceschini? Mi pare un'ipotesi inesistente», glissa Beppe Fioroni.
Mentre Gianni Vernetti osserva maliziosamente: «Volto nuovo lei? Di che? E' una
figicciotta... una giovane comunista, insomma». Ma a chiarire con un esempio
illuminante la logica che c'è dietro l'operazione Serracchiani è l'ex portavoce di Veltroni Andrea Orlando: «Lei è come Nie Yuanzi,
la giovane docente che
attaccò un dazebao critico verso il presidente della sua Università e che venne
utilizzata ed esaltata da Mao». L'impatto mediatico L'ipotesi-Debora, in un
primo tempo caldeggiata da Veltroni, è vista con favore dai sondaggisti Maria
Teresa Meli
( da "Repubblica, La"
del 10-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 28 -
Cronaca L
( da "Stampa, La" del
11-06-2009)
Argomenti: Cultura
Entro il
( da "Stampa, La" del
11-06-2009)
Argomenti: Cultura
Lesa, la
riconferma rilancia i progetti Roberto Grignoli è stato rieletto con largo
consenso sindaco con la sua «Lista civica per Lesa» di centrodestra, composta
oltre che dal pdl anche dalla Lega Nord. «Il risultato è andato bel oltre le
nostre aspettative» commenta il neo primo cittadino. Il programma proseguirà
secondo quanto preannunciato in campagna elettorale. «Intendiamo completare il
lungolago verso Belgirate, così da collegare i due paesi e ultimare quel
progetto a cui abbiamo dato corso nel primo mandato. Poi presteremo molta
attenzioni alle frazioni di Calogna e Comnago, ma in particolare a quella di
Solcio, dove sono in fase di ultimazione le opere di ristrutturazione delle ex
scuole elementari e la sistemazione dello spazio antistante il cimitero. Grazie
ad una partner-ship pubblico-privato, intendiamo anche
realizzare un porticciolo pubblico nel golfo sottostante il parcheggio. Poi
vogliamo riqualificare i tre edifici comunali: municipio, l'ex asilo Genietto e
le scuole di via Roma». Gianni Lucini, 55 anni, giornalista, scrittore e
autore, era a capo di una lista di centrosinistra denominata «Lesa nel
cuore» che ha ottenuto 578 voti pari al 38,69 %. «Il risultato non ci soddisfa
ma va accettato per quello che è. Fare opposizione non mi spaventa. Ci
prepareremo per le future Amministrative: la strada è lunga e polverosa, ma la
suola dei nostri sandali è resistente».
( da "Stampa, La" del
11-06-2009)
Argomenti: Cultura
il dibattito Una
giornata tra le mummie A FAVORE E NO Emozionante, magico: i turisti applaudono
Nella folla poche le voci contrarie MAURIZIO LUPO «Scene mozzafiato, rievocano
la solennità dei templi». «Ma così le statue non ci parlano più» TORINO Il grande
pubblico in visita al Museo Egizio di Torino lo vuole per lo più come il suo
«magico statuario», realizzato da Dante Ferretti. Da quando è stato inaugurato
ha richiamato oltre un milione e 600 mila visitatori entusiasti. Le penombre
che evocano l'intimità sacrale, i fasci di luce che trasfigurano le statue in
icone divine, gli specchi scuri che ne moltiplicano le prospettive fino a
mutarle in spazi metafisici, suscitano emozioni al primo impatto. È un «arcano
stupefacente» che tacita con «attonito stupore» anche le più rumorose
scolaresche. Solo chi in un museo cerca soprattutto la sua identità di dotta
teca prende le distanze. Alle emozioni dell'arte scenica continua a preferire
la luce netta e schietta, che mette in diretto contatto la mente con i reperti,
senza troppe mediazioni emotive. Basta un giro di visita, in una qualsiasi
giornata, per imbattersi nei fautori delle due tendenze, con qualche proposta
per conciliarle. «Ferretti è magico, come lo statuario che ha creato. Non va
cambiato e il museo ne deve tenere conto» dice Warrik Allison, australiano.
«Gli specchi che moltiplicano la scena sono mozzafiato». Gli studenti Martina
Bragliato e Paolo Damiano da Racconigi ricordano ancora come era lo Statuario
prima di Ferretti: «Non c'è paragone che tenga - dicono -, ora è degno della
magia che il popolo egizio evoca. Luci e ombre ripropongono l'idea della
sacralità dei suoi templi». Invece Sergio e Immaculada Larrauri, archeologi
spagnoli, non nascondono la loro perplessità: «È un allestimento che non consente
alle statue di parlarci della vita e dell'idea della morte che permeavano la
società egizia. Queste penombre ci mettono in soggezione. Gli specchi la
aumentano. È vero, creano emozione, ma non è una sensazione piacevole. No, ci
vorrebbe più luce, puntata per esaltare particolari che dovrebbero essere
spiegati meglio». «Il passaggio dalle sale luminose allo Statuario crea un
impatto forte, di grande emozione» dice Artiom Aleinikov, studente bielorusso
di Minsk. «Preferisco il linguaggio di Ferretti, perché la luce rende meno
suggestivo l'incontro con quanto evoca la civiltà dei faraoni». È concorde Sara
Nguyen, svizzera: «Ferretti ha creato un ambiente che unisce maestosità con
un'intimità emotiva piacevole. È una sensazione stupenda». Il professor Gino Iannace,
docente di Fisica tecnica alla
seconda Università di Napoli, preferirebbe invece «una luce più concentrata
sugli oggetti, uniforme in tutto il museo, Statuario compreso, per avvicinare
di più i reperti al pubblico. Il senso del magico e del rituale - propone - si
potrebbe restituire con effetti sonori da calibrare con attenzione». «Lo
statuario di Ferretti - interviene Steffi Meyer Hilberg, casalinga di Ulm in
Germania - mi ha emozionato più delle altre sale. Mi ricorda la solennità dei
templi. Alcuni particolari delle statue vengono esaltati proprio dalla luce
artificiale. Quella naturale li uniformerebbe. Mentre la luce solare la
riterrei più indicata nei settori del museo che raccontano la vita degli
egizi». «Sì, penombre per la sacralità e luce naturale per le storie del
quotidiano» concordano Chiara Petraniello e Giancarlo Russo, studenti di
Torino. «Lo Statuario va bene com'è, ma appena più luminoso» sottolinea
Graziella Bossi, pensionata di Ivrea. «Le ragioni degli studiosi vanno
rispettate» raccomanda Mario Allevi, docente di Storia
a Padova. «La statuaria dei faraoni era per lo più esposta al sole. È una
verità filologica che non va confusa. Ma chiunque insegni sa che la capacità di
coinvolgere le emozioni suscita un interesse ben maggiore di un severo
trattato, per quanto scientificamente ineccepibile».
( da "Repubblica, La"
del 11-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XIII -
Firenze Palazzo Strozzi Né utopici né apocalittici la speranza secondo Rossi Il
filosofo della scienza oggi al Caffè Galileo per parlare del suo nuovo saggio.
Fra misurato ottimismo e limiti della ragione Né apocalittici né succubi della
fascinazione dell´utopia. Semplicemente ancorati ad una «ragionevole speranza»
per capire dove andiamo. Questo per Paolo Rossi, filosofo e
storico della scienza, oltre che accademico dei Lincei e docente all´Università di Firenze, è il
solo occhiale malinconico per guardare avanti e interrogarci senza illusioni,
poiché «la ragione è fatta per esplorare soltanto limitati pezzi di mondo e non
esistono telescopi per guardare nel futuro». Scritto in modo chiaro,
quindi rivolto a tutti e non solo agli ai lavori, Speranze (Il Mulino, 9 euro),
ultimo libro di Rossi sarà oggi (ore 21) al centro dell´incontro al Caffè
Galileo di Palazzo Strozzi, per il ciclo di appuntamenti sul tema «Scienza e
società» organizzati da Rinascimento digitale-Ente Cassa di Risparmio. Nel
segno di un misurato ottimismo, lontano da visioni manichee di catastrofi
imminenti o paradisi annunciati in un altrove irraggiungibile, l´autore guiderà
il pubblico nell´analisi di visioni e «storie senza destino» come recita il
sottotitolo del suo libro, mentre due attori - Chiara Valentini e Nicola
Fornaciari - ne leggeranno alcuni brani significativi. Un´occasione per
apprezzare le acute riflessioni del filosofo e per resettare il nostro modo di
vedere e pensare il mondo. Inoltre sarà possibile visitare la mostra in corso a
Palazzo Strozzi su Galileo-Immagini dell´universo dall´antichità al telescopio
con il ticket di ingresso a soli 4 euro. (m. a.)
( da "Repubblica, La"
del 11-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina VII -
Bologna Il prorettore : "Per licenziare un dipendente ci vogliono condanne
esecutive superiori ai cinque anni" La Monari: "Il giudice ha ragione
ma l´Alma Mater ha le mani legate" ILARIA VENTURI SOSPESO dal servizio. Il
provvedimento è stato annunciato ieri dai vertici dell´Ateneo che così hanno
replicato alle bacchettate dei magistrati di aver agito troppo blandamente,
cioè solo con un trasferimento del dipendente universitario ora arrestato per
molestie sessuali: «Abbiamo agito subito e senza compromettere le indagini». La
linea difensiva non mette al riparo l´Ateneo dalla polemica. Il caso fa discutere
in università. «Il giudice ha ragione», ammette il
prorettore Paola Monari. «Ma noi abbiamo le mani legate, dobbiamo procedere con
provvedimenti graduali, non ci è consentito fare altro o di più, le nostre
possibilità formali di intervento sono vincolate. Per licenziare ci vogliono
condanne esecutive superiori a cinque anni. Un altro giudice, se lo avessimo
licenziato, lo avrebbe reintegrato sul posto di lavoro. Il fatto è comunque
grave ed è chiaro che sono indignata. Le donne molestate l´hanno subito
segnalato e sono stati presi provvedimenti». Il dipendente lavorava a Scienze
Motorie come responsabile della biblioteca. «Appena ho ricevuto la segnalazione
ho avvertito l´amministrazione centrale, spetta a loro intervenire», si tira
fuori il preside Carlo Bottari. Il dipendente è stato trasferito, con il ruolo
di responsabile tecnico, alla biblioteca di Matematica per le scienze
economiche e sociali, un piccolo dipartimento nato nel 2000. Un luogo con
scarso afflusso di studenti e con il minor numero di dipendenti donne, spiega
l´Ateneo. Per limitare i danni. Il trasferimento è stato deciso, spiega
l´Ateneo, «sulla base di ragioni organizzative», visto che le indagini
giudiziarie bloccano l´avvio di provvedimenti disciplinari. In una nota i
vertici dell´Ateneo ripercorrono la vicenda, a partire dalla denuncia trasmessa
in Procura dal rettore quando è arrivato il caso sul suo tavolo. «L´Alma Mater
si è mossa tempestivamente informando subito le autorità competenti, rimanendo
in continuo contatto con gli investigatori, e adottando misure volte ad
interrompere le riferite molestie, compatibili con le indagini in corso e tali
da non pregiudicarle». In passato il dipendente aveva creato altri problemi: un
diverbio con una dirigente, un alterco con una docente, sino alla petizione degli
studenti contro di lui. Episodi che avevano fatto scattare il richiamo scritto.
«Le sanzioni cui l´impiegato è stato sottoposto in passato nulla avevano a che
fare con le molestie - precisa l´Ateneo - Come vuole la legge il procedimento
disciplinare, che per reati di questo genere può concludersi con il
licenziamento, attende ora l´esito dell´iter giudiziario». In Ateneo
molti docenti non commentano, «non conosciamo il caso». Sandra Tugnoli,
presidente dell´Associazione donne universitarie, però non ha dubbi: «Per un
fatto così grave la sanzione è lieve, un mero trasferimento non è adeguato. Ma
mi chiedo anche che strumenti hanno le pubbliche amministrazioni per sanzionare
una cosa del genere. Temo molto pochi». SEGUE A P
( da "Repubblica, La"
del 11-06-2009)
Argomenti: Cervelli
Pagina XVIII -
Milano Il successo La fuga Lacuna Coil, da Quarto
Oggiaro alla conquista dell´America La band guidata da Cristina Scabbia tiene
domenica al Palasharp per "Rock in Idro" l´unico show italiano del
2009 Negli Stati Uniti il pubblico giudica bravura e impegno, tutta la buona
musica è trasmessa in radio. E a sentirci vengono anche famiglie con bambini
Come i ricercatori molti sono costretti ad andarsene:
da noi, per paura o per pigrizia, non si investe sui giovani talenti, bisogna
cavarsela senza aiuto LUIGI BOLOGNINI fatti tutti i distinguo, il principio è
lo stesso dei ricercatori che vanno a lavorare nelle università americane o spagnole o tedesche, oppressi dalla burocrazia,
dall´assenza di fondi, alla mentalità provinciale. La famosa fuga di cervelli, insomma, che in questo caso è fuga di ugola, di talento musicale. Col paradossale risultato che i
milanesi Lacuna Coil domenica a Rock In Idro, faranno la loro sola data del
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 11-06-2009)
Argomenti: Cultura
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-11 - pag: 37 autore: Scuola. Dopo
l'intervento del ministero sul 6 rosso Agli scrutini con l'ostacolo delle
insufficienze «coperte» Francesco Padulano Andrea Tempestini MILANO I presidi
delle scuole medie della zona 8 di Milano hanno cercato di fare chiarezza e
stabilire una linea comune per orientarsi fra i dubbi lasciati dalla legge 169/
2008 («Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università»).
Lo hanno fatto per conto loro e prima di ricevere l'ultima nota del ministero
dell'Istruzione,la 6051 del 9 giugno: quella che chiarisce che il "sei
rosso" non esiste. Mario Uboldi, preside della statale Eugenio Colorni di
Milano, è fra quelli della zona 8 che, accanto ai sei "politici" (con
un cinque in pagella, da quest'anno, alle medie si viene bocciati), hanno
deciso di scrivere «per voto del Consiglio di classe ». Una
scelta dei docenti per evitare bocciature di massa. Che quella sollevata dal
"sei rosso" fosse una polemica senza «nessun riscontro normativo» e
per la quale non ci fosse motivo di inviare una circolare - come dice Francesco
Scrima, segretario generale della Cisl scuola - lo afferma la maggior parte dei
dirigenti scolastici. Il punto è fare chiarezza su come segnalare le
insufficienze (mascherate) ai genitori dei ragazzi. Le soluzioni Alla scuola
media Bellini di Novara hanno optato per un asterisco a fianco del sei che
rimanda alla dicitura «obiettivi parzialmente raggiunti». Ma gli scrutini erano
iniziati prima dell'ultima circolare, e se il sei scritto in rosso non è
contemplato, si interrogano i docenti, forse non lo è nemmeno l'asterisco.
Nelle pagelle di un istituto ligure, che chiede di rimanere anonimo, una scheda
aggiuntiva segnala le «difficoltà» (pari a un quattro) o le «incertezze »
(cinque) dei ragazzi. Per Valentina Carozzo, che insegna scienze, le nuove
regole per la promozione «creano un problema di comunicazione con le famiglie,
con cui si è costretti a essere meno chiari ». Vittorio Antonio Ambrosio,
professore della scuola media «Don Gino Ceschelli» di San Giuseppe Vesuviano,
invece, sposta l'attenzione su altri aspetti della 169, legge mal concepita,
poichè tenta di rendere più selettive le scuole superiori di primo grado: «Mi
sembra che si voglia anticipare quel processo di divisione in "buoni e
cattivi", che spetta alla scuola superiore di secondo grado». La
formazione E, forse, i problemi della nostra istruzione sono altri rispetto ai
"sei rossi". I numeri, infatti, parlano chiaro: anche se solo lo 0,1%
degli studenti abbandona le scuole medie, una volta superata l'età dell'obbligo
scolastico, in Italia il 16% dei ragazzi fra i quindici e i diciotto anni -
rileva l'Istituto statistico del ministero dell'Istruzione - non è impegnato in
alcun percorso formativo. Non solo: il 19,2% ha solo la licenza media (dato
relativo al 2007). Il quadro, già di per sé preoccupante, è delineato anche
dalle indagini Pisa ( Programme for International Student Assessment) sulla
qualità nella formazione degli studenti italiani. Lo studio sulle competenze
scientifiche che, va ricordato, è aggiornato al 2006, relega l'Italia al
36Úposto sui 57 Paesi campione, addirittura nove posizioni più in basso
rispetto alle rilevazioni del 2003. «Con la 169 - conclude Ambrosio - sembra
che si voglia compiere il tentativo di equiparare la scuola media ai licei. Un
tentativo che vorrebbe far perdere alla scuola dell'obbligo il suo ruolo
principale, che è quello di formare gli studenti». E magari spingerli a
continuare gli studi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Manifesto, Il"
del 11-06-2009)
Argomenti: Cultura
INCONTRI
«L'Università globale» nella crisi. Un seminario a Roma «Edu-factory» è un
gruppo di studenti, ricercatori e docenti universitari con caratteristiche
particolari. Significativo, ad esempio, è il fatto che i suoi componenti vivono
e lavorano in paesi tra loro molto lontani geograficamente, dall'Europa all'Australia, dall'India agli Stati Uniti,
dall'America Latina alla Cina. Accomunati, tuttavia, dal vivere una condizione,
quella universitaria, che si alimenta di ripetizioni e differenze. La
ripetizione è data dal fatto che sempre più gli atenei vengono organizzati come
imprese. Le differenze risiedono invece in «specificità» locali fortemente
segnate dai conflitti che hanno avviato quanto «Edu-factory» ha chiamato
«crescita dell'università globale». Il gruppo si è
formato alcuni anni fa, attraverso la condivisione di esperienze e riflessioni
attraverso la rete. La discussione on-line è durata un anno per essere poi
raccolta nel volume Università globale (manifestolibri). Nel frattempo, però,
alcuni componenti hanno partecipato all'Onda anomala o ai conflitti nelle università statunitensi (se ne è parlato poco sui mass media
mainstream e in rete, ma ci sono stati) o in quelle francesi. Ora, però, è
tempo di riprendere il filo del discorso, perché i temi affrontati vanno meglio
precisati, approfonditi, aggiungendone altri, come quello centrale su come
stiano cambiando le università in questa crisi
globale. In altri termini, l'università può essere
equiparata a una fabbrica, ma il nodo da sciogliere è come rimane una realtà
produttiva di fronte alla crisi: quindi come cambiano i rapporti di lavoro, le
gerarchie e il legame con la finanza. Il medium è sempre la rete, ma anche con
incontri vis-à-vis, come quello previsto per oggi a Roma. A partire dalle 14,
nell'aula 2 della facoltà di Lettere alla Sapienza è infatti previsto il
seminario che conta sulla partecipazione di Andrew Ross (New York University),
Stefano Harney (Queen Mary University di Londra) Morgan Adamson (University of
Minnesota), Dilip Kumar Dash (University of Hyderbrad), Pedro Medes Barbosa
(Uninomade Brazil) e Christopher Newfield (University of California).
( da "Manifesto, Il"
del 11-06-2009)
Argomenti: Cultura
IN CALENDARIO
Bilancio di una riforma ispirata a criteri punitivi Stefano Catucci Calato il
sipario sulle elezioni europee si riapre quello sulla riforma universitaria. Il
testo verrà presentato al Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni, ma le
linee del provvedimento sono note. Poiché in parte ricalcano un progetto
rimasto nei cassetti di Fabio Mussi, ma evidentemente non finito nelle scatole
del suo trasloco dal Ministero, il disegno di legge chiama in causa le
responsabilità del governo precedente e renderà problematica ogni strategia
d'opposizione in Parlamento, rivelando la natura bipartisan del progressivo
svuotamento di funzioni dell'istruzione pubblica in Italia. L'accelerazione
impressa a questo processo dal governo in carica è comunque evidente: riducendo
drasticamente nei prossimi anni il corpo docente, a
essere ridimensionata sarà la possibilità di accogliere gli studenti nei corsi
di laurea. Molti, specie nelle facoltà tecniche e scientifiche, resteranno
fuori, non potendo essere rispettata la prevista proporzione studenti-docenti.
Lo scadimento dell'offerta pubblica farà allora da volano alla crescita
dell'Università privata, ammesso che qualcuno voglia investire in un settore
socialmente in via di dismissione. D'altra parte la composizione dei nuovi
Consigli d'Amministrazione, nei quali sette componenti su nove proverranno dal
mondo delle imprese e del management, corrisponde al disegno di delegare al
privato anche la gestione dell'Università pubblica. L'autogoverno da cancellare
Il provvedimento firmato Gelmini interviene sulla riorganizzazione delle
strutture universitarie, sulla disciplina dei concorsi e delle assunzioni,
sulle «progressioni di carriera» di chi è già interno, sulla ridefinizione dei
contratti di lavoro. Di fatto, a caratterizzarne l'impianto è un atteggiamento
punitivo nei confronti dell'Università pubblica. Non proverranno da ruoli
universitari né la nuova figura del Direttore Generale né il collegio dei
Revisori dei Conti, nominato dai Ministeri dell'Istruzione e dell'Economia con
buona pace dell'autonomia universitaria. Nei «Nuclei di Valutazione» dovrà
figurare una maggioranza di componenti non universitari, ma se è universitario
il presidente tutti gli altri non dovranno esserlo. Nella Consulta di Ateneo,
organo designato a compiti generali di «iniziativa e verifica», dovranno
comparire solo rappresentanti del «mondo culturale e imprenditoriale» esterno
all'università. Non si tratta perciò, come annunciato,
di rafforzare l'Agenzia Nazionale di Valutazione (Anvur), ma di esautorare il
principio dell'autogoverno degli atenei in base alla convinzione che
l'Università sia strutturalmente incapace di esercitarlo. Certo nessuno
potrebbe difendere il funzionamento attuale delle Università, ma anni di
campagne mediatiche spesso promosse anche da una stampa ostile al governo («La
Repubblica» in prima fila) ne hanno fatto percepire solo il marcio, preparando
a qualsiasi ritorsione tramite una squalificazione martellante. Ipocrita
dissimulazione I riflessi di questa campagna compaiono fin dalle prime righe
del provvedimento, dove si prevede che le università
adottino un «codice etico» per evitare «casi di incompatibilità e conflitti di
interesse»: esigenza indiscutibile e tuttavia quasi comica, se si pensa al
pulpito da cui proviene. Ma punitivo, più in generale, è il complesso dei
meccanismi con i quali l'Università viene separata da se stessa, ridotta a terminale
di un controllo basato esclusivamente su misure di bilancio, incitata ad
assumere criteri di produttività messi in relazione con un mondo del lavoro
virtuale, esistente nei piani del Ministero ma non nei dati dell'Istat. Il
sistema dei concorsi parte dall'adozione di commissioni uniche nazionali per un
giudizio di idoneità, ma poi precipita in ulteriori concorsi locali per
l'assegnazione effettiva dei posti: un percorso a ostacoli che allunga i tempi
e non offre garanzie se non di facciata. I vincoli di bilancio sono così
angusti che per diversi anni sarà quasi impossibile avere nuovi ricercatori e
docenti, fatto salvo il ricorso a un sistema di deroghe e di clientele su cui,
al solito, ogni ateneo farà assegnamento in base alla propria forza per evadere
le restrizioni. Per un'intera generazione di studiosi ci sono ostacoli
praticamente insormontabili: se davvero non potrà partecipare a un concorso per
ricercatore chi abbia ottenuto il titolo di dottore di ricerca più di cinque
anni prima, intorno ai trentacinque anni converrà inventarsi un altro mestiere.
La riorganizzazione dell'Università terrà occupati i
docenti per un quinquennio: tanto ci vorrà, come minimo, per sciogliere o
fondere le facoltà esistenti, rinominarle, accorpare dipartimenti o crearne di
nuovi. Il tutto senza nuove risorse, anzi in nome della «razionalizzazione».
Ai virtuosismi comunicativi del governo siamo abituati, basti pensare che
l'impossibilità di mantenere il tempo pieno nelle scuole è stata presentata
come un «aumento della possibilità di scelta per le famiglie», le quali in
effetti potranno «scegliere» di arrangiarsi senza scuola. Per l'Università, la
riorganizzazione sarà uno specchietto per le allodole, giacché spingerà i
docenti a contendersi metro per metro le strutture e li distrarrà, così, da ciò
che conta: lo svilimento del loro ruolo e l'esautoramento sostanziale dell'università pubblica. Su questo occorre concentrarsi, invece,
se l'università vuole far sentire la sua voce.
( da "Manifesto, Il"
del 11-06-2009)
Argomenti: Cultura
Le rovine
DELL'UNIVERSITÀ Precarietà dilagante e assenza di fondi. Tendenza che accomuna
l'Italia all'Europa e agli Stati Uniti, mettendo a verifica le analisi
sedimentate sulla fabbrica del sapere. E nei prossimi giorni, Mariastella
Gelmini presenterà un provvedimento al consiglio dei ministri che sancirà il
definitivo scadimento dell'offerta pubblica a tutto vantaggio della crescita
dell'Università privata GLI ATENEI DENTRO IL CICLONE DELLA CRISI Benedetto
Vecchi Le conseguenze della crisi economica sulla industria culturale sono
difficili da quantificare. Da una parte le statistiche descrivono una contrazione
della produzione e dei consumi culturali. I cahiers de doléances delle case
editrici potrebbero ad esempio riempire un'enciclopedia. Ma quegli stessi dati
segnalano che di fronte all'alternativa tra un prodotto culturale e uno no, la
scelta va al libro, almeno tra chi entra in libreria. Più semplice, invece, è
addentrarci nel funzionamento in quella particolare «fabbrica del sapere» che è
l'università. Qui i dati sono più semplici da
decifrare e attestano che la crisi economica ha accentuato l'erosione dei fondi
nazionali e statali destinati alla formazione. Così in Europa, la percentuale
del prodotto interno lordo, fatte poche eccezioni, è di gran lunga inferiore a
quanto stabilito nel «processo di Bologna», quando i paesi dell'Unione europea
hanno deciso che il tre per cento dei bilanci statali fossero destinati all'università, mentre alla ricerca la percentuale non dovesse
mai andare al di sotto del due per cento. Al di là dell'Atlantico la tendenza
al disinvestimento non è stata diversa, anche se gli Stati Uniti sono stati
sempre molto prodighi nel finanziare università e
progetti di ricerca, seppur con modalità alquanto diverse da quanto avviene in
Europa. Durante «l'era neoliberista», il fiume di dollari verso la formazione
ha infatti subito un rallentamento, seppur in misura minore rispetto a quanto
accadeva in Europa. Questo non ha però impedito a Barack Obama di affermare con
nettezza che la green economy da lui prospettata per uscire dalla crisi sarà
sicuramente basata su un rinnovato impegno federale nel finanziare la ricerca
scientifica di base e le università, sia pubbliche che
private. Quello che però le statistiche e i dati non chiariscono è come sia
cambiata la produzione di sapere e di conoscenza, così centrali nel capitalismo
contemporaneo. Un lavoro di inchiesta da mettere al più presto in cantiere,
senza disperdere quell'accumulo di pensiero critico che negli ultimi anni ha
visto nell'università una «fabbrica del sapere» dove
la precarietà e la sua gestione come impresa era fattori paradigmatici dello
sviluppo capitalistico. Tra vassalli e royalties Di questo accumulo di pensiero
critico fa sicuramente parte La produzione del sapere vivo di Gigi Roggero
(Ombre corte, pp. 152, euro 14), saggio che ha il pregio di affrontare proprio
la trasformazione dell'università in «fabbrica del
sapere» e, allo stesso tempo, di proporre elementi per andare «oltre» questa
acquisizione teorica da parte dei movimenti che, dagli Stati Uniti alla Francia
all'Italia, hanno contestato la trasformazione del sapere in merce. In questo
invito ad andare «oltre», l'autore dà il meglio di sé nel primo capitolo,
laddove ricostruisce l'analisi del capitalismo cognitivo a partire da un uso
«creativo» dei postcolonial studies quando mettono a tema la critica la
concezione storicista dello sviluppo economico e la centralità degli scritti di
Karl Marx sull'accumulazione originaria per cogliere alcune caratteristiche del
capitalismo contemporaneo. È noto il rinnovato interesse per quelle pagine
marxiane da parte non dei teorici postcoloniali. L'autore sostiene che nel
capitalismo l'accumulazione originaria c'è ogni qual volta la produzione di
merci coinvolge ambiti della vita associata fino ad allora considerati «non
capitalistici». Dall'altra, è questo l'aspetto più interessante di questo
libro, è che il capitalismo contemporaneo usa tutte le forme di lavoro finora
sedimentate, da quello servile a quello «dipendente» a quello «indipendente»,
senza assegnare centralità a nessuna di esse. Per quanto riguarda l'università e, va aggiunto, la produzione culturale, questo
significa che la «fabbrica del sapere» è una fabbrica, ma che funziona
diversamente dalla fabbrica di spilli di Adam Smith o la Ford modellata
dall'organizzazione scientifica del lavoro di Frederick Taylor. La precarietà,
la gestione «feudale», la spinta all'innovazione e alla creatività sono quindi
aspetti rilevanti nella «fabbrica del sapere». Da qui la necessità appunto di
andare «oltre» la retoriche dominante di pensare alla figura dello studente
come a una condizione esistenziale transitoria. Ciò che è rilevante nella
«fabbrica del sapere» è infatti far diventare produttiva una forma di vita.
Così le università producono profitti - possono
infatti brevettare i risultati delle ricerche scientifiche, facendosi così pagare
le royalties o trasformare le università in società di
consulenza delle imprese - ma la trasformazione più rilevante è semmai la
gestione delle «fabbriche del sapere» come imprese. Inclusi e precari Le università svolgono infatti un doppio ruolo. Sono
organizzazioni produttive, mettendo al lavoro anche gli studenti, ma anche
dispositivi di controllo sociale. Da qui le condivisibili annotazioni
dell'autore sui meccanismi di «inclusione differenziale» nell'università o la sua altrettanto sottoscrivibile critica alle
teorie sulla «classe creativa» di Richard Florida che tanto successo hanno nei
campus statunitensi. Il volume non fornisce tuttavia soluzioni. Preferisce un
altro metodo, quello della condivisione della propria riflessione. È cioè
aperto a definire collettivamente il percorso da intraprendere. L'autore ha
inoltre partecipato all'esperienza di Edu-factory, gruppo
transnazionale di ricercatori e docenti che ha prodotto il saggio Università
globale (manifestolibri), nel quale diversi testi sottolineano le diversità ma
anche le similitudini tra i diversi modelli di «fabbrica del sapere». Le
acquisizioni teoriche di cui dà conto, e che hanno costituito un importante
spinta allo sviluppo, ad esempio, dell'«Onda anomala» in Italia, vanno
messe a verifica dopo la crisi economica. Una crisi che non è certo finita con
le misure dei diversi governi per fronteggiare gli scossoni tellurici della
finanza, ma che sta già adesso terremotando la produzione del sapere. Ne sta cioè
cambiando la geografia, come mostra la maggiore rilevanza di paesi come India,
Brasile e Cina nella formazione di forza-lavoro qualificata; ne modifica quindi
la divisione internazionale del lavoro, accentua la circolazione dei cervelli,
accelera le enclosures della conoscenza attraverso le leggi nazionali e le
norme sovranazionali sul copyright e i brevetti. Tutti fattori che hanno la
precarietà del rapporto di lavoro elevato a sistema. Da qui la pregnanza
politica del tema delle «alleanze». CONTINUA|P
( da "Stampaweb, La"
del 11-06-2009)
Argomenti: Cultura
ROMA Occhio a
pillole, energy drink, beveroni, integratori e altri aiuti chimici o “naturali”
per studiare meglio o più a lungo in vista della maturità. «Questi prodotti o
non fanno niente, o peggio fanno male: in molti casi la loro efficacia non è
dimostrata, in altri invece si tratta di veri e propri medicinali che
interferiscono con il sistema nervoso centrale. Oltretutto abituano il ragazzo
allidea di unaiutò artificiale per risolvere i problemi». A
mettere in guardia gli studenti e i loro genitori è Italo Farnetani, pediatra e docente a contratto dellUniversità
di Milano-Bicocca. Il pediatria si dice stupito perché oggi, a cercare una
“spinta” in farmacia, dal medico o in erboristeria non sono solo i ragazzi alle
prese con gli ultimi ripassi, ma anche i loro genitori. «In parte sottovalutano il potenziale
pericolo di queste sostanze, in parte sono spinti dalle eccessive aspettative
nei confronti della performance scolastica dei figli», dice Farnetani allAdnkronos.
«Si tratta comunque di un fenomeno reale e preoccupante, che oltretutto ha una valenza
negativa dal punto di vista psicologico: il ragazzo - spiega lesperto
- si abitua a modificare la propria prestazione con sostanze esterne». «Certo,
nel caso della maturità il fine è nobile - ammette il pediatra - ma lesperienza
di oggi aprirà la strada allidea di poter ricorrere a sostanze chimiche
per superare altri problemi, o per primeggiare nello sport». Anche chi abusa di
energy drink per tirare fino a tardi sui libri corre qualche rischio. «I ragazzi non ne hanno bisogno, troppa
caffeina può alterare il ritmo sonno-veglia», con il risultato di ritrovarsi
stanchi e assonnati al mattino. E di rendere meno del solito. Non solo. «Oggi
ragazzi e genitori - prosegue Farnetani - chiedono prodotti per studiare meglio
e rendere di più anche in erboristeria. Ma attenzione: in questo caso, anche se
si tratta di sostanze di origine naturale, non bisogna dimenticare che sono
comunque medicinali, non caramelle». Dunque, quando si decide di acquistare un
prodotto di questo tipo, la raccomandazione del pediatra è quella di parlarne
sempre con il medico. Per evitare brutte sorprese. «In realtà un adolescente
sano non ha bisogno di farmaci, integratori o prodotti “naturali” per studiare
meglio. I genitori - raccomanda Farnetani - farebbero bene piuttosto a
garantire al ragazzo un ambiente tranquillo, portando in tavola in questi
giorni i suoi piatti preferiti. E soprattutto allentando la tensione in vista
delle prove».
( da "Manifesto, Il"
del 11-06-2009)
Argomenti: Cultura
Le rovine
DELL'UNIVERSITÀ Precarietà dilagante e assenza di fondi. Tendenza che accomuna
l'Italia all'Europa e agli Stati Uniti, mettendo a verifica le analisi
sedimentate sulla fabbrica del sapere. E nei prossimi giorni, Mariastella
Gelmini presenterà un provvedimento al consiglio dei ministri che sancirà il
definitivo scadimento dell'offerta pubblica a tutto vantaggio della crescita
dell'Università privata GLI ATENEI DENTRO IL CICLONE DELLA CRISI Benedetto
Vecchi Le conseguenze della crisi economica sulla industria culturale sono
difficili da quantificare. Da una parte le statistiche descrivono una
contrazione della produzione e dei consumi culturali. I cahiers de doléances
delle case editrici potrebbero ad esempio riempire un'enciclopedia. Ma quegli
stessi dati segnalano che di fronte all'alternativa tra un prodotto culturale e
uno no, la scelta va al libro, almeno tra chi entra in libreria. Più semplice,
invece, è addentrarci nel funzionamento in quella particolare «fabbrica del
sapere» che è l'università. Qui i dati sono più
semplici da decifrare e attestano che la crisi economica ha accentuato
l'erosione dei fondi nazionali e statali destinati alla formazione. Così in
Europa, la percentuale del prodotto interno lordo, fatte poche eccezioni, è di
gran lunga inferiore a quanto stabilito nel «processo di Bologna», quando i
paesi dell'Unione europea hanno deciso che il tre per cento dei bilanci statali
fossero destinati all'università, mentre alla ricerca
la percentuale non dovesse mai andare al di sotto del due per cento. Al di là
dell'Atlantico la tendenza al disinvestimento non è stata diversa, anche se gli
Stati Uniti sono stati sempre molto prodighi nel finanziare università
e progetti di ricerca, seppur con modalità alquanto diverse da quanto avviene
in Europa. Durante «l'era neoliberista», il fiume di dollari verso la
formazione ha infatti subito un rallentamento, seppur in misura minore rispetto
a quanto accadeva in Europa. Questo non ha però impedito a Barack Obama di
affermare con nettezza che la green economy da lui prospettata per uscire dalla
crisi sarà sicuramente basata su un rinnovato impegno federale nel finanziare la
ricerca scientifica di base e le università, sia
pubbliche che private. Quello che però le statistiche e i dati non chiariscono
è come sia cambiata la produzione di sapere e di conoscenza, così centrali nel
capitalismo contemporaneo. Un lavoro di inchiesta da mettere al più presto in
cantiere, senza disperdere quell'accumulo di pensiero critico che negli ultimi
anni ha visto nell'università una «fabbrica del
sapere» dove la precarietà e la sua gestione come impresa era fattori
paradigmatici dello sviluppo capitalistico. Tra vassalli e royalties Di questo
accumulo di pensiero critico fa sicuramente parte La produzione del sapere vivo
di Gigi Roggero (Ombre corte, pp. 152, euro 14), saggio che ha il pregio di
affrontare proprio la trasformazione dell'università
in «fabbrica del sapere» e, allo stesso tempo, di proporre elementi per andare
«oltre» questa acquisizione teorica da parte dei movimenti che, dagli Stati
Uniti alla Francia all'Italia, hanno contestato la trasformazione del sapere in
merce. In questo invito ad andare «oltre», l'autore dà il meglio di sé nel
primo capitolo, laddove ricostruisce l'analisi del capitalismo cognitivo a
partire da un uso «creativo» dei postcolonial studies quando mettono a tema la
critica la concezione storicista dello sviluppo economico e la centralità degli
scritti di Karl Marx sull'accumulazione originaria per cogliere alcune
caratteristiche del capitalismo contemporaneo. È noto il rinnovato interesse
per quelle pagine marxiane da parte non dei teorici postcoloniali. L'autore
sostiene che nel capitalismo l'accumulazione originaria c'è ogni qual volta la
produzione di merci coinvolge ambiti della vita associata fino ad allora
considerati «non capitalistici». Dall'altra, è questo l'aspetto più
interessante di questo libro, è che il capitalismo contemporaneo usa tutte le
forme di lavoro finora sedimentate, da quello servile a quello «dipendente» a
quello «indipendente», senza assegnare centralità a nessuna di esse. Per quanto
riguarda l'università e, va aggiunto, la produzione culturale,
questo significa che la «fabbrica del sapere» è una fabbrica, ma che funziona
diversamente dalla fabbrica di spilli di Adam Smith o la Ford modellata
dall'organizzazione scientifica del lavoro di Frederick Taylor. La precarietà,
la gestione «feudale», la spinta all'innovazione e alla creatività sono quindi
aspetti rilevanti nella «fabbrica del sapere». Da qui la necessità appunto di
andare «oltre» la retoriche dominante di pensare alla figura dello studente
come a una condizione esistenziale transitoria. Ciò che è rilevante nella
«fabbrica del sapere» è infatti far diventare produttiva una forma di vita.
Così le università producono profitti - possono
infatti brevettare i risultati delle ricerche scientifiche, facendosi così
pagare le royalties o trasformare le università in
società di consulenza delle imprese - ma la trasformazione più rilevante è
semmai la gestione delle «fabbriche del sapere» come imprese. Inclusi e precari
Le università svolgono infatti un doppio ruolo. Sono
organizzazioni produttive, mettendo al lavoro anche gli studenti, ma anche
dispositivi di controllo sociale. Da qui le condivisibili annotazioni
dell'autore sui meccanismi di «inclusione differenziale» nell'università o la sua altrettanto sottoscrivibile critica alle
teorie sulla «classe creativa» di Richard Florida che tanto successo hanno nei
campus statunitensi. Il volume non fornisce tuttavia soluzioni. Preferisce un
altro metodo, quello della condivisione della propria riflessione. È cioè
aperto a definire collettivamente il percorso da intraprendere. L'autore ha
inoltre partecipato all'esperienza di Edu-factory, gruppo
transnazionale di ricercatori e docenti che ha prodotto il saggio Università
globale (manifestolibri), nel quale diversi testi sottolineano le diversità ma
anche le similitudini tra i diversi modelli di «fabbrica del sapere». Le
acquisizioni teoriche di cui dà conto, e che hanno costituito un importante
spinta allo sviluppo, ad esempio, dell'«Onda anomala» in Italia, vanno
messe a verifica dopo la crisi economica. Una crisi che non è certo finita con
le misure dei diversi governi per fronteggiare gli scossoni tellurici della
finanza, ma che sta già adesso terremotando la produzione del sapere. Ne sta
cioè cambiando la geografia, come mostra la maggiore rilevanza di paesi come
India, Brasile e Cina nella formazione di forza-lavoro qualificata; ne modifica
quindi la divisione internazionale del lavoro, accentua la circolazione dei
cervelli, accelera le enclosures della conoscenza attraverso le leggi nazionali
e le norme sovranazionali sul copyright e i brevetti. Tutti fattori che hanno
la precarietà del rapporto di lavoro elevato a sistema. Da qui la pregnanza
politica del tema delle «alleanze». Tutto ciò non significa alleanze tra forze
organizzate, bensì il tentativo di aggredire la frammentazione della
forza-lavoro senza attendere una teleologica ricomposizione della «classe».
Questo significa riconoscere che l'università, la
formazione e l'industria culturale sono nodi di una rete produttiva dove la
ricomposizione è resa impossibile proprio dalla dimensione reticolare
dell'organizzazione produttiva stessa. Il tema delle alleanze serve allora a
misurare l'agire politico dentro la «fabbrica del sapere» con le differenze
all'interno della forza-lavoro. In una situazione di crisi economica, alleanza
vuol dire quindi attivare relazioni con figure lavorative che ancora credono
nell'aura dell'intellettuale che illumina la caverna, ma anche con chi nella
«fabbrica del sapere» non lavora e ancora crede nella preminenza politica del
lavoro manuale e chiude gli occhi su tutto il resto.
( da "Stampaweb, La"
del 11-06-2009)
Argomenti: Cultura
La scuola
italiana si trasforma e diventa "digitale". Il ministro dellIstruzione,
dellUniversità e della Ricerca Mariastella Gelmini, intervenuta oggi al
Symposium Internazionale “Global ICT in Education Networks”, ha presentato il
Piano dintervento “La scuola digitale” per la diffusione dellinnovazione
nella scuola. Il progetto, coordinato dal Miur e dallAgenzia per lo
Sviluppo dellAutonomia Scolastica (ex Indire), è lultimo di una
serie di importanti provvedimenti messi in campo dal Ministero per diffondere le tecnologie digitali in
classe. Lobiettivo da raggiungere è innovare la
scuola dallinterno attraverso metodi e strumenti didattici che rispondano
alle nuove esigenze degli studenti e alle sfide della società del futuro. Il
Piano dintervento si articola in due fasi. La prima, proposta a gennaio 2009 e già
operativa, prevede lintroduzione delle “Lavagne
interattive multimediali (LIM)”, la seconda denominata cl@ssi
( da "Stampa, La" del
12-06-2009)
Argomenti: Cultura
Tavola rotonda
venerdì Al casinò Arbore, Odifreddi e l'astrofisico Hooton Taylor La tavola
rotonda di venerdì, in programma al teatro del casinò municipale, avrà come
protagonisti il professor Joseph Hooton Taylor jr, astrofisico stayunitense, docente a Princeton e Premio Nobel per
la fisica nel 1993; il professor Gabriele Falciasecca, ingegnere, docente all'Università di bologna e
presidente della Fondazione Marconi; il matematico Piergiorgio Odifreddi, docente alle'Università di Torino ed
alla Cornell University di New York e il popolarissimo Renzo Arbore, uno
dei personaggi del mondo dello spettacolo più strettamente legati al mondo
della radio. Farà da moderatore Roberto Giacobbo, giornalista e scrittore e conduttore
della trasmissione televisiva «Voyager». Ospite d'onore sarà Elettra Marconi,
figlia di Guglielmo Marconi.\
( da "Stampa, La" del
12-06-2009)
Argomenti: Cultura
REGIONE E
UNIVERSITA' INSIEME PER INVERTIRE UNA TENDENZA Un progetto per favorire
l'occupazione femminile Nelle Facoltà le ragazze hanno un rendimento migliore
[FIRMA]MIRIANA REBAUDO GENOVA Le femmine, a fronte di un migliore successo
scolastico rispetto ai colleghi maschi, una volta di fronte al mondo del lavoro
restano al palo. Non è una novità, ma una consolidata «tradizione». Università
di Genova e Regione, attraverso la Rete Pari Opportunità, hanno così deciso di
dare vita ad un modello integrato per favorire ed incrementare l'occupazione
femminile, assicurando loro un'uguale retribuzione e possibilità di carriera.
E' nato così un accordo, siglato ieri ai piani nobili del palazzo dell'Ateneo
di via Balbi 5, che ha individuato come strumento elettivo il progetto IRIS,
che significa «Indicatore di rendimento interfacoltà studenti». Già attivo su
alcuni fronti, come quello che evidenzia il comportamento delle matricole a
seconda dell'istituto superiore di provenienza, viene per la prima volta
sviluppato su una prospettiva di genere. «IRIS così strutturato servirà come
orientamento anche perché ancora oggi la maggioranza delle ragazze si iscrive a
facoltà con minori sbocchi professionali, come quelle umanistiche», ha spiegato
il Rettore Giacomo Deferrari, evidenziando quello che è solo apparentemente un
paradosso: le ragazze hanno un rendimento migliore nelle Facoltà dove il loro
numero è inferiore. Una situazione che si ripete pari pari per i maschi,
«frutto evidentemente del fatto che in questi casi c'è maggiore motivazione»,
ha rilevato il presidente della Regione Claudio Burlando evidenziando anche che
su undici Facoltà «non ce n'è una dove il rendimento dei maschi prevale su
quello delle femmine». E così se, smentendo tutti i luoghi comuni, l'IRIS col
punteggio maschile più alto si ha a Lettere, mentre i migliori in assoluti a
Ingegneria sono le ragazze (e la cosa, ha raccontato la preside della Facoltà
Paola Girdinio comincia a provocare disappunto in più di un esponente del sesso
forte, sia studenti che docenti). Di qui la necessità di
valorizzare quello che ad oggi è un «capitale dormiente». E questo è tanto più
indispensabile davanti ad una realtà decisamente desolante, sollevata da
Valeria Maione, della Rete Pari Opportunità della Regione (e docente all'Ateneo) che ha parlato di un
livello generale, maschile e femminile, insoddisfacente. Senza tanti
giri di parole, la professoressa Maione ha sottolineato infatti come in questi
anni dagli istituti superiori «non sia arrivata gran qualità», e questa tesi è
stata confermata dalla professoressa Marilena Carnasciali, autrice con Giuseppe
Lo Nostro, del Progetto Iris sulla valutazione delle matricole secondo
l'istituto d'origine, che ha parlato di «valore assoluto basso». Circostanza,
questa, che ha dato l'occasione a tutti di ribadire che certe scelte impostate
sulle tradizioni familiari (figli liceali nei licei frequentati dai padri) sono
non solo sbagliate, ma vanno anche a discapito di tutti. Mentre ottimi istituti
tecnici vengono disertati. Così come spesso licei e istituti della provincia
sono qualitativamente migliori rispetto ai grandi istituti genovesi (dal Grassi
di Savona e l'Issel di Finale provengono ottimi futuri ingegneri). E rimanendo
nel segmento tecnico-scientifico, serve incrementare del 15% le laureate del
settore perché la parità professionale è tra i primi obiettivi economici
dell'Europa, a fronte anche della sfida demografica.
( da "Stampa, La" del
12-06-2009)
Argomenti: Cultura
"La scienza
oscura vincerà la crisi" Tre professori per raccontare l'economia in un
festival letterario che del
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina II -
Napoli Scontro Santangelo-Università sul trasferimento del Policlinico I
vertici accademici disertano la convocazione Si sparge la voce di una promessa
strappata al ministro Gelmini per ritardare ogni decisione GIUSEPPE DEL BELLO
Furibondi, ma ostentano disinteresse, i vertici accademici che ieri hanno
disertato la convocazione dell´assessore alla Sanità. A Mario Santangelo
avrebbero dovuto dare una risposta sul trasferimento del Vecchio Policlinico e
del Gesù e Maria al Cotugno, al Monaldi e al Cto, in attesa del completamento
del policlinico di Caserta. E, forti di un impegno del rettore (ieri a Milano),
solo alle quattro del pomeriggio, hanno comunicato la loro indisponibilità al
confronto. Il secondo round si chiude con un apparente nulla di fatto.
Apparente, perché in realtà gli universitari si starebbero organizzando. La
voce più diffusa racconta di promesse ottenute a Roma, dopo un abboccamento col
ministro dell´Università Maria Stella Gelmini. Con l´obbiettivo di ritardare
ogni decisione nella speranza di un commissariamento che metta fuori gioco la
delocalizzazione. Ad horas i professori hanno convocato un Consiglio di facoltà
che si terrà alle 16 di oggi. «Mi incontrerò con i colleghi e subito dopo
diremo la nostra», fa sapere il rettore Franco Rossi, che a Santangelo ha
replicato (per ora in privato) per rifiutare la proposta e ribadire «è
unilaterale». Assente all´appuntamento il preside Giovanni Delrio, mentre
l´unico rappresentante dell´ateneo in assessorato è stato il manager Luigi
Muto: «Devo sapere su quali fondi posso contare dal primo luglio». Il
protocollo d´intesa scade infatti il 30 giugno. «Se la soluzione arriva
l´ultimo giorno, non sarò in grado di provvedere in una notte alle esigenze». E
l´assessore? La presa di posizione non lo turba, ma fa capire che non mollerà.
«Necessità ineludibile», dice riferendosi al Piano di rientro tra Regione e
governo, «quindi, se ci sarà un rifiuto, ci atterremo ai tagli già decisi». Il
messaggio è chiaro: se non accettate il trasferimento, il budget potrebbe
essere ulteriormente decurtato in base alle prestazioni fornite. Che ammontano
a 68 milioni di euro. Significa un finanziamento regionale ridotto di 32
milioni. In questo caso, la stessa sopravvivenza della parte assistenziale
sarebbe in bilico. Intanto, Enzo Rivellini, neodeputato europeo del Pdl,
traccia lo scenario futuro: «Santangelo andrà avanti col programma, ma temo ci
sia stata una mediazione secondo la quale a piazza Miraglia resterebbero due
palazzine, da ristrutturare e da destinare ai potenti professori, solo di due
discipline: Medicina e di Chirurgia. E invece ritengo essenziale avere risposte
sul destino di Caserta». Raffaele Calabrò, docente e senatore Pdl dà un colpo al
cerchio «è comprensibile che si tenti di evitare il commissariamento della
sanità» e uno alla botte «non si può chiudere senza una concertazione
completa». Ma i camici bianchi sono in guerra anche al Nuovo Policlinico.
Oggi, anche lì un Consiglio di Facoltà presieduto dal preside Giovanni Persico
per contestare il ridimensionamento targato Santangelo.
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina VI -
Genova Il dibattito sull´università Basta "do ut
des", la riforma rende l´ateneo più trasparente PIERO RUGGERI (segue dalla
prima di cronaca) Ciò dimostra che i problemi dell´Ateneo genovese sono comuni
all´intera realtà universitaria nazionale e che le soluzioni prospettate a suo
tempo da Genova mettono d´accordo maggioranza e opposizione. Si tratta di un
percorso partecipato, di cui non deve sentirsi protagonista solo il mondo
accademico, ma anche le istituzioni dell´intera regione. Su una riforma così
innovativa e di forte impatto su tutti i soggetti interessati al buon
funzionamento dell´Ateneo, in primo luogo studenti, famiglie, mondo economico e
produttivo, è legittimo avanzare critiche, ma è difficile condividere
affermazioni che esprimano perplessità sul valore democratico dell´iter intrapreso.
La stessa attivazione di un forum di discussione online, per recepire pareri e
suggerimenti da parte di docenti, tecnici amministrativi e studenti,
costituisce uno strumento di democrazia partecipata non consueto per il mondo
accademico. Parlando di freddi bilanci, in questi primi mesi siamo anche
intervenuti per correggere alcuni fattori che avrebbero creato gravi
preoccupazioni per l´entità dell´eventuale disavanzo nel 2009. Inoltre, in
mancanza di tagli, anche dolorosi, alle spese fisse dell´Ateneo, non avremmo
avuto i requisiti per ottenere quelle risorse ministeriali finalizzate
all´assunzione di nuovi ricercatori. Ciò ha consentito l´ingresso
di giovani docenti, non attraverso vecchi meccanismi di cooptazione, ma
responsabilizzando le Facoltà per destinare tali risorse a settori
oggettivamente carenti. Questa riforma tenta in tutti i modi di allontanare
l´Università dalle distorsioni di cui spesso è stata accusata, rispondendo così
a una domanda sempre più crescente di trasparenza e meritocrazia,
cancellando definitivamente la regola del "do ut des", forse con il
rimpianto di chi, in passato, può averne tratto benefici.
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina I -
Firenze LA VOGLIA DI CAMBIARE PIETRO JOZZELLI La grande sorpresa dell´università di Firenze è un prof di cinquant´anni che pochi
conoscono perché non ama vippeggiare e che ha qualche idea non banale sulle
criticità gravosissime dell´ateneo e sul modo di ricominciare a mettere a posto
le cose. Alberto Tesi, preside di ingegneria, è stato eletto rettore al secondo
turno con una marea di voti dopo due giorni di forte
affluenza (di docenti e di tecnici) dettati da una gran voglia di cambiare e di
innovare dopo il troppo lungo rettorato di Marinelli. Un volto nuovo, che nei
tratti appena tirati ed eleganti rivela un carattere non smanioso né esuberante
ma piuttosto la consapevolezza che c´è un lavoro sfibrante da incominciare e,
se possibile, da portare a termine. Non è un uomo dell´aristocrazia
universitaria, piuttosto un lavoratore che sa prendere molto sul serio la
complessità della sfida a cui è chiamato e che è consapevole dell´attesa che
accompagna la sua elezione e del labirinto di problemi irrisolti, scelte
sbagliate, scarsità di finanziamenti che hanno condotto l´università
fiorentina sull´orlo del fallimento. La sua elezione è stata favorita dal
blocco elettorale di tre facoltà, ingegneria, scienze e medicina. Nel passaggio
dal primo al secondo turno, è stato decisivo l´annuncio di Chelazzi e Del Bimbo
di ritirarsi dalla gara invitando i loro elettori a convergere sul suo nome.
SEGUE A P
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina II -
Firenze La strategia Gli obiettivi D´Alimonte: la Regione non sa che pesci
pigliare, finirà per mettere dei finanziamenti avendo in cambio delle briciole
"Per un ateneo all´avanguardia ci vogliono soldi i privati vanno coinvolti
in un grande progetto" Le scelte importanti devono essere gestite da un
organo non elettivo che abbia una visione d´insieme di lungo periodo e non
risponda a interessi particolari di facoltà o di gruppi Il neo-eletto dovrà
correggere gli squilibri corporativi che si sono creati nel tempo nella
distribuzione delle risorse. Va semplificata l´offerta didattica e premiata la
buona ricerca (segue dalla prima di cronaca) «Tesi è giovane e non ha avuto
responsabilità rilevanti a livello di ateneo. Una faccia nuova a San Marco dopo
20 anni...». Coglie qualche elemento di novità nella sua elezione? «Qualcosa di
nuovo, forse, nel modo in cui è stato scelto, ma c´è anche tanto di vecchio».
Cioè della logica corporativa? «La sua elezione è stata abilmente pilotata, ma
ha anche suscitato consensi non corporativi. Basta vedere ciò che è successo
dopo il primo turno per capire come la logica corporativa sia sempre presente:
la lettera di Chelazzi e del Bimbo, la reazione piccata di Rogari che denuncia
il tradimento di accordi già presi, l´insistente corteggiamento di Medicina da
parte di Tesi». Significa che, secondo lei, nella sostanza non cambierà nulla?
«Tesi porterà facce nuove e uno stile nuovo. E questo è un bene. Ma non basta.
Serve un progetto per fare di Firenze una grande Università europea, grande non
per dimensione ma per prestigio. E questo non c´è. Firenze oggi è un ateneo
mediocre con qualche punta di eccellenza». Di cosa c´è bisogno per fare una
grande università? «Servono soldi, tanti, docenti
bravi e studenti bravi. Noi abbiamo pochissimi soldi, selezioniamo male i
docenti e non selezioniamo affatto gli studenti». Cosa può fare Tesi ? «Il suo
obiettivo prioritario dovrebbe essere trovare soldi per la ricerca e per il bilancio
ordinario. Ma con questo modello di governo è impossibile perché il
tradizionale canale di finanziamento, lo Stato, si è esaurito e dagli studenti
non si possono pretendere più soldi. Si chiederanno alla Regione come è già
stato fatto e la Regione qualcosa darà ma non tanto per fare di Firenze una
grande università europea». E allora come si fa?
«Bisogna ricorrere ai privati. Non solo come donatori ma coinvolgendoli in un
ampio progetto e per farlo occorre cambiare il modello di governo. Oggi tutto
viene deciso dai docenti che eleggono rettore, senato e consiglio di
amministrazione. L´università è cosa loro, non c´è spazio per altri». Il rettore non dovrebbe
essere un docente? «Il
rettore può essere un docente ma non deve rispondere ai docenti. E i docenti possono essere
rappresentati nel consiglio senza avere la maggioranza. Le grandi scelte
devono essere gestite da un organo non elettivo che abbia una visione d´insieme
di lungo periodo e che non debba rispondere a interessi particolari di facoltà
o gruppi». C´è troppa democrazia all´università ? «Sì.
L´università non appartiene ai docenti, al personale
tecnico-amministrativo, agli studenti. Non può essere governata con una logica
democratica che porta a situazioni ridicole per cui per i docenti vale la
regola 1 testa 1 voto, per il personale tecnico amministrativo 10 teste 1 voto
e per gli studenti 100 teste 1 voto, come ora. Siamo al voto per stati´
come nell´ancien regime». Lei vuole la privatizzazione dell´università. «No. Vorrei un´università
"modello Berkeley": pubblica, ma con i
privati che all´interno hanno un ruolo importante come finanziatori e come
decisori». E´ favorevole all´idea della fondazione? «Non so se la fondazione
sia lo strumento giuridico adatto, ma in quella direzione che si deve andare».
A Firenze ci sono le condizioni per lanciare il progetto per una grande università? «Firenze per tante ragioni sarebbe il posto
ideale per creare una grande università che attiri
finanziamenti e cervelli da tutto il mondo. L´ateneo potrebbe essere il vero
motore dello sviluppo di questa città. Ma io non vedo né dentro la mia università, né nel mondo della cultura e tanto meno a
livello politico e imprenditoriale una classe dirigente capace di attuare un
progetto del genere. Interessa di più un nuovo stadio di calcio che una grande università. Dove sono i Della Valle, i Benetton, i Fratini,
gli Antinori?». Torniamo a Tesi: come può realizzare i cambiamenti? «Trovare i
soldi, attuare il rapporto UniversitàRegione e correggere gli squilibri
corporativi nella distribuzione delle risorse. Ci sono troppo pochi
ricercatori. Occorre riequilibrare la distribuzione del personale docente tra le facoltà. Premiare la buona ricerca.
Internazionalizzarsi. Se Tesi si circonderà degli uomini giusti, può fare
molto. Se si farà condizionare da chi lo ha eletto, allora i cambiamenti
saranno solo cosmetici». Rapporto Università-Regione, secondo lei la Regione è
preparata a questo? «No, la Regione non sa che pesci pigliare. Finirà per
mettere dei soldi dentro l´università avendo in cambio
delle briciole. Appena si sono manifestate delle proteste sull´idea della
fondazione ha fatto marcia indietro. D´altra parte mi rendo conto che ci sono
fortissime resistenze corporative e ideologiche all´idea che Regione e privati
possano partecipare al governo dell´ateneo. E in questo i docenti che non
vogliono rinunciare al monopolio del potere, in nome di una autonomia di cui
hanno fatto finora un pessimo uso, troveranno in una parte degli studenti un
validissimo appoggio perché nulla veramente cambi». (l.m)
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina III -
Firenze Al preside di Ingegneria la notizia dell´elezione a rettore arriva
nello studio di Santa Marta, tra formule e colleghi "Dovrò chiedere ancora
sacrifici i tagli non saranno uguali per tutti" "Non credo alle
imprese dentro le facoltà, sui prorettori per ora nessun nome" «Alberto,
ce l´hai fatta». Il messaggio gli arriva sul cellulare alle 15,15. Poi lo
chiamano dal seggio del rettorato: «Hai superato il quorum, ti stanno
applaudendo». Silenzio a Santa Marta. Lui è qui, zitto, nel suo buen retiro
della facoltà di Ingegneria. Nemmeno in presidenza, ma
nello studio, coi suoi «vecchi» maestri, Roberto Genesio (docente di Automatica), Giovanni Soda
(Intelligenza artificiale) e Pietro Zecca (Analisi). Selezionate certezze
intorno. Una lavagna piena di formule, un tavolo ordinato, mezza minerale.
Prof, lo spumante? «Nemmeno ci ho pensato». Ecco Alberto Tesi. Il nuovo
rettore dell´università si racconta dai dettagli, la
camicia bianca sopra la T-shirt e la scelta di stare chiuso in un guscio
minimalista a Santa Marta, senza che nessuno sventoli baci e abbracci
all´annuncio. Come fosse un giorno normale questo che eleva per la prima volta
al rango di rettore un ingegnere. 52 anni, sposato, due figli di 23 (una studia
Medicina, uno Fisica), ex calciatore delle giovanili della Fiorentina
(attaccante), laurea da 110 e lode, lavora un po´ per Società Autostrade,
diventa ricercatore nel
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina II -
Firenze Tesi vola con 1.187 voti è lui il nuovo Magnifico Rogari secondo a
quota 302, Caretti a 266 LAURA MONTANARI E´ una volata solitaria. Alberto Tesi
sbaraglia la concorrenza, diventa rettore dell´università
di Firenze con quasi il quadruplo dei voti sul secondo classificato, il
prorettore alla didattica Sandro Rogari. Un successo ampio che esprime con
chiarezza il desiderio di rinnovamento che arriva da cattedre, scrivanie e dai
banchi dell´ateneo. La hit finale delle elezioni 2009 che si chiudono senza
bisogno del ballottaggio, è la seguente: Tesi 1187 voti, Rogari 302, Paolo
Caretti 266, Guido Chelazzi 12, Alberto Del Bimbo 6, schede bianche 43,5.
L´affluenza è stata del 72%, appena sotto la precedente che aveva toccato quota
72,89. Il quorum per la fumata bianca era a 909 voti. Chelazzi e Del Bimbo si
erano ritirati alla vigilia appoggiando la candidatura del preside di
Ingegneria che dal 1° novembre, con nomina del ministro Gelmini, diventerà il
successore di Augusto Marinelli. Il consenso a Tesi è stato corale, ha ottenuto
1.116 preferenze nell´urna dei docenti e degli studenti. E´
stato anche di gran lunga il più votato dal personale tecnico e amministrativo:
sugli 891 andati alle urne, lo hanno scelto in 701. Un successo che somiglia a un
plebiscito. Una vittoria netta, difficile da mettere in discussione.
«Sono contento che sia finita al secondo turno - dice con una voce squillante
Sandro Rogari (Scienze politiche) - ho brindato subito con Alberto Tesi in
rettorato, sono sicuro che saprà fare bene». Complimenti anche da Paolo Caretti
in viaggio per un convegno a Venezia: «Era il candidato che aveva il programma
più simile al mio, quindi sono molto soddisfatto dell´esito di queste
elezioni». Il rettore uscente Marinelli è stato fra i primi a chiamare Tesi:
«Ha vinto con merito, non è stato un voto contro di me, ma un voto per
rinnovare il governo dell´università dopo nove anni.
Chi invece ha fatto la campagna contro di me - dice Marinelli riferendosi a
Caretti, ma senza mai citarlo - è stato penalizzato».
( da "Repubblica, La"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XIX -
Bologna La biblioteca "costruita dal basso" Cavazzoni: "Porto
Bartleby al neo rettore" Lo scrittore vuole sottoporre a Dionigi il caso
dello spazio occupato in via Capo di Lucca ALBERTO SEBASTIANI Bartleby, lo
spazio occupato di via Capo di Lucca, con i murales di Ericailcane e Dem sulla
facciata, continua a fare cultura a Bologna. è frequentato, e non solo da
studenti. Poche sere fa, ad esempio, Benedetto Vecchi ha presentato «La
produzione del sapere vivo» di Gigi Roggero di fronte a una platea numerosa e
mista. è però uno spazio occupato. Per cercare una soluzione, il docente e
scrittore Ermanno Cavazzoni (nella foto) vorrebbe far incontrare gli occupanti
e Ivano Dionigi, neoeletto Rettore dell´Università. «è un mio desiderio»,
conferma Cavazzoni, sostenitore della prima ora di Bartleby. Dove, stasera, lo
scrittore modenese Ugo Cornia legge da «Europeana» di Ourednik per il ciclo di
incontri «Lettori delle pianure», iniziati con Gianni Celati e Jean
Talon il 5 giugno. Una data da ricordare anche per la nascita della «Bartleby
Common Library», la biblioteca costruita dal basso, che raccoglie le donazioni
dei cittadini. «Siamo a circa 100 volumi - dice Michele Barbolini di Bartleby -
Celati ci ha portato `Autore ignoto presenta´ di Delfini; Cavazzoni i libri
della collana Compagnia Extra: Puskin, Nori, Kafka, Fellini, Albani, Basara.
Talon ci ha dato `Viaggio in Gran Bretagna´ di Michaux, la biografia di Fellini
di Kezich, `L´aperto. L´uomo e l´animale´ di Agamben, e `Compromesso´ di
Dovlatov. Vecchi ha portato `Sorella, mio unico amore´ di Joyce Carol Oates,
fresco di stampa. Cornia stasera ci porta il suo `Sulle tristezze e i
ragionamenti´ e `Lenz´ di BÜchner». Presto Celati donerà parte della sua
biblioteca. Nel frattempo cittadini e studenti portano libri, da «Lo straniero»
di Camus a «Altri libertini» di Tondelli, riviste culturali come «Il primo
amore» e fumetti. «In molti, amici, frequentatori, vicini di casa, ci hanno
promesso volumi e videocassette, qualcuno addirittura parla di scatoloni interi.
Non appena il sito di Bartleby sarà on line, ospiterà un catalogo in continuo
aggiornamento», conclude Barbolini, felice anche delle parole di Cavazzoni:
«sarebbe ottimo aprire un dialogo civile e produttivo con chi da quest´autunno
governerà l´Università».
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-06-12 - pag: 13 autore: Stati Uniti. Al via il
viaggio coast to coast di Obama per promuovere la riforma La sanità americana
ricomincia dal Wisconsin Green Bay, città modello del rapporto qualità-prezzo
Marco Valsania GREEN BAY (WISCONSIN). Dal nostro inviato La riforma sanitaria
di Barack Obama, per avere successo, dovrà convincere Barbara Derfus. Nata e
cresciuta in questa città industriale, a stragrande maggioranza bianca, culla
dei ceti medi nel cuore d'America, Derfus, 74 anni, tre figli e nove nipoti, sa
che il presidente è popolare «anche a Green Bay». Ma non nasconde d'aver paura
di una delle svolte davvero storiche promesse dalla sua amministrazione, una
sanità che dovrebbe rendere l'economia più competitiva,scongiurare tracolli del
budget federale e coprire tutti gli americani, compresi i 50 milioni senza
assicurazione medica. «Non mi piacciono le burocrazie - dice Barbara - né le
troppe spese o il troppo intervento dello stato». Obama ha scelto di rispondere
di persona alle paure dove mettono radici: tra i centomila residenti di Green
Bay afflitti dalla crisi (la disoccupazione sopra il 12% contro il 9,4%
nazionale) ma scettici sul ruolo del governo. E, allo stesso tempo, ha voluto
rendere omaggio a una città che già si batte, lontano dai riflettori, per uno
dei migliori rapporti qualità-prezzo nella sanità. Ieri è volato qui per una
"town hall meeting", un'assemblea al liceo Southwest High School. Non
un evento qualunque: il primo appuntamento della sua crociata, da una costa
all'altra, per promuovere una riforma che sta prendendo forma a fatica in
negoziati con il Congresso. «Ogni giorno sempre più americani devono
preoccuparsi di come pagare per curarsi, con premi assicurativi raddoppiati in
nove anni - ha denunciato il presidente introdotto sul podio da Laura Klitzka,
mamma 35enne malata di tumore e travolta dalle spese mediche- e le aziende non
stanno meglio, i costi sanitari hanno danneggiato gruppi come General Motors e
Chrysler. Per il governo i programmi Medicare per gli anziani e Medicaid per i
poveri sono la principale minaccia di deficit». Ancora: «Abbiamo il sistema più
caro al mondo, spendiamo il 50% in più per persona del secondo paese, senza
godere di miglior salute. In dieci anni spenderemo un dollaro su cinque in
assistenza». Una riforma subito, ha ammonito, è «essenziale all'economia e alla
prosperità». E ha illustrato la sua ricetta
pubblico-privato per superare la crisi: creare un Health insurance exchange, un
mercato nazionale dove sia possibile scegliere tra più piani privati ma che
contenga anche un piano pubblico. E dove chi non può pagare riceva sussidi.
Obama ha ammesso che la svolta, se generarà risparmi in futuro, richiede
investimenti iniziali, da recuperare tagliando sprechi (300 miliardi già
identificati, altri 300 da annunciare) e con aumenti delle tasse sui redditi
più elevati. Southwest High School lo ha accolto con un bagno di folla da
campagna elettorale. è, peraltro, all'ombra di Lambeau Field, che dà alla città
un posto d'onore nella cultura popolare dell'intero paese: lo stadio del
football americano dove gioca la squadra dei Green Bay Packers. Ai Packers,
Green Bay deve il suo soprannome: Titletown, città dei campionati. Ne hanno
vinti dodici, più di qualunque rivale, da quando sono stati fondati, nel 1919,
da Earl "Curly" Lambeau. E la storia della squadra è
indissolubilmente intrecciata all'emergere dei ceti medi: fu l'industria della
carne in scatola, la Indian Packing Company per cui Lambeau lavorava, che un
secolo fa regalò le magliette ai giocatori in cambio del nome. La Indian è
ormai svanita ma altri impianti alimentari rimangono. Ma altre ragioni, accanto
alla mobilitazione dell'America profonda, hanno portato Obama a Green Bay. La
città, agli occhi dell'amministrazione, è l'esempio della sanità che può
cambiare. Ha crescente coscienza dell'emergenza,tra i cittadini come i
politici: «Servono piani pubblici che tolgano potere alle assicurazioni
private», dice Dale Williams, operaio di fonderia. «Troppa gente non ha assistenza
», continua Miariam Malone, impiegata universitaria. «Non credo che il governo
debba gestiregli ospadali ma deve offrire accesso alle cure e regolamentare il
settore», si inserisce Kevin Steiner. Il senatore statale Jon Erpenbach, a sua
volta al rally, è certo che gli americani siano pronti per «un sistema che
copra tutti senza eliminare la scelta tra diverse opzioni». E Steve Kagen,
deputato a Washington, ha fatto della riforma il pilastro della sua piattaforma
politica. Green Bay vanta una delle più soprendenti performance nazionali
quando si tratta di efficienza del sistema sanitario. «Qui ricevete
un'assistenza migliore e meno cara di molte altre comunità ha dichiarato Obama
- reali risparmi possono arrivare cambiando gli incentivi di un sistema che
assimila le cure più costose a quelle migliori». L'ente federale Healthcare
research and quality dà al Wisconsin pieni voti in cento misurazioni di qualità
dell'assistenza. E un rapporto del Dartmouth institute for health policy and
clinical practice, che analizza Medicare, è stato letto con cura dal direttore
dell'ufficio di Bilancio della Casa Bianca Peter Orszag: negli ultimi due anni
di vita di un paziente la spesa media nazionale è di 46.412 dollari. A Los
Angeles sale a 71mila dollari. A Green Bay Medicare spende con buoni esiti
33.334 dollari. Per i suoi fautori è il risultato di una miscela di tecnologia,
con cartelle mediche digitali, coordinamento tra medici e cliniche e
trasparenza nelle cure. Il locale Bellin health care system ha fatto leva su investimenti
in medicina preventiva che riducono successive spese e limitano i premi
assicurativi a aumenti del 3% l'anno. Nella vicina La Crosse il Gundersen
lutheran system da tempo incoraggia i pazienti a firmare le loro ultime volontà
mediche per minimizzare interventi inutili. Ma nello stesso Wisconsin i costi
variano, con Milwaukee che spende in Medicare in media il 23% in più di La
Crosse o Green Bay. Lo stato offre a Obama anche una sobria lezione sugli
ostacoli ai disegni più ambiziosi: nel 2007 il progetto Healthy Wisconsin, che
prevedeva imposte per 15 miliardi su dipendenti e datori di lavoro per
finanziare l'assistenza universale, si arenò. Piegandosi alle perplessità di
Barbara Derfus. © RIPRODUZIONE RISERVATA COME CAMBIARE Ricetta pubblico-privato
per uscire dalla crisi, ma nel ceto medio Usa cresce la perplessità per
l'intervento governativo Giustificazione. «Scusate l'assenza di Kennedy. Oggi
era con me»: Obama ha giustificato con un biglietto scritto da lui l'assenza da
scuola di una ragazzina intervenuta all'incontro di Green Bay, il primo di una
lunga serie voluta dal presidente per spiegare la riforma sanitaria AFP
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-12 - pag: 3 autore: Stime Aie migliori Il
barile vola a 73 dollari Più fiducia dai mercati Sissi Bellomo Per niente
turbati dall'incertezza sui tempi della ripresa, che si riflette nelle
previsioni in parte contrastanti di Banca mondiale e Fondo monetario
internazionale, i mercati petroliferi si schierano con decisione dalla parte
degli ottimisti: il greggio Wti è volato ieri oltre 73 dollari al barile, per
poi chiudere a quota 72,68 (+1,9%), il massimo da ottobre. A incoraggiare gli
acquisti, nuovi segnali positivi comparsi sulla scena economica globale –dalla
ripresa dei consumi al dettaglio negli Usa a maggio, alle forti importazioni
cinesi di greggio e altre materie prime nello stesso mese –ma
anche il ritorno di un pizzico di speranza nelle previsioni dei maggiori
istituti di ricerca pubblici specializzati nel settore energetico. Dopo
l'Energy information administration statunitense, anche l'Agenzia
internazionaleper l'energia per la prima volta dallo scorso agosto ha alzato le
stime sulla domanda petrolifera 2009. La contrazione prevista resta
tuttora ampia (quasi il 3%), ma è stata ridotta da
( da "Manifesto, Il"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
FIRENZE · Il
preside di Ingegneria eletto evitando il ballottaggio Tesi succede a Marinelli
per un new deal d'ateneo Riccardo Chiari La sorpresa è che nelle corsa al
Rettorato vince il terzo incomodo. Quello più giovane con i suoi 52 anni.
Quello che sulla carta - e sul suo programma elettorale - assicura una
discontinuità nella gestione dell'Università di Firenze. Ancora maggiore
sorpresa il fatto che Alberto Tesi passa con la maggioranza assoluta, alla
seconda votazione, evitando così il ballottaggio. Al nuovo rettore riesce
quello che non è riuscito, in ambito politico amministrativo, al candidato di
Pd e alleati Matteo Renzi. All'apostolo di una molto presunta discontinuità con
l'amministrazione Domenici, titolare della lista personale "Facce nuove a
Palazzo Vecchio". Ora i numeri delle elezioni d'ateneo. I votanti sono
stati il 72 % degli aventi diritto, e Tesi ha tagliato il traguardo con 1187
preferenze, molte più delle 909 necessarie per evitare il ballottaggio. A
grande distanza i due competitor sopravvissuti alla prima tornata elettorale,
che già aveva segnato un convincente seppur parziale successo del preside di
Ingegneria, e che aveva portato al ritiro dalla competizione sia di Alberto Del
Bimbo che del ben più accreditato Guido Chelazzi. Entrambi peraltro, con una
dichiarazione pubblica congiunta, avevano assicurato il loro sostegno al nuovo
rettore. Di qui il distacco di Sandro Rogari che ha ottenuto 302 preferenze, e
di Paolo Caretti che ne ha avute 266. Da ricordare infine che l'elettorato
attivo era composto dai professori di ruolo e fuori ruolo, dai ricercatori di
ruolo e dai rappresentanti degli studenti nel Consiglio di amministrazione, nel
Senato accademico e nei Consigli di facoltà. Ammessi alle urne anche personale
tecnico-amministrativo, esperti linguistici e dirigenti dell'ateneo, i cui voti
peraltro contano tradizionalmente solo un decimo di quello di prof e
ricercatori. Ecco il primo commento del vincitore: "Mi impegnerò al
massimo per rispondere alle aspettative dei tantissimi che mi hanno votato. La
mia candidatura ha conquistato una fiducia trasversale, e sono anche
soddisfatto dei voti del personale tecnico e amministrativo. Fra i miei primi
impegni - sottolinea poi Tesi - c'è il miglioramento della qualità della
ricerca e della didattica, che sono un passo fondamentale per attirare nuovi e
maggiori finanziamenti, e lo snellimento delle procedere per attingere ai fondi
europei". Infine un richiamo alla coesione: "Occorre rilanciare
l'ateneo, e questo si potrà fare solo tutti insieme: docenti,
personale tecnico, ricercatori e studenti". Dal rettore uscente Augusto
Marinelli i complimenti a Tesi. E un avvertimento: "Ho fatto al nuovo
rettore, insieme alle mie congratulazioni, anche l'augurio di poter entrare
rapidamente nei meccanismi che regolano la vita dell'ateneo, per poter
affrontare le inevitabili difficoltà. In particolare quelle che sta
incontrando tutto il sistema universitario, a causa delle prospettive
finanziarie e del progressivo disimpegno del governo". Quanto alle prime,
sono ancora valide le parole fatte da Sandro Rogari durante il recente
Consiglio comunale straordinario sull'università:
"Fino al 2010 il bilancio sarà in equilibrio. Dopo potrebbero esserci
problemi". Sul fronte del disimpegno del governo invece, concausa delle
ben note difficoltà dell'Università di Firenze, non ci sarà molto da aspettare
per capire: "La riforma dell'università è pronta.
Ne stiamo ragionando in maggioranza e penso che al più presto verrà portata in
consiglio dei ministri". Parola del ministro Mariastella Gelmini.
( da "Stampaweb, La"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
MILANO Mamma mia!
(e non è il musical). Ci voleva un ginecologo inglese, il famoso Yehudi Gordon,
del St. John & St. Elizabeth Hospital di North London, pioniere del parto
in acqua in Gran Bretagna, per consacrare la rivalutazione della maternità,
finora più teorica che pratica, perché rappresentata soltanto da schiere di
star, fotografate con un bimbo in braccio. Gordon, che ha fatto nascere i figli
di Cate Blanchett, Jerry Hall, Elle MacPherson sostiene che le brave madri non
tornano subito al lavoro, ma restano accanto ai loro piccoli per 24 mesi.
Accanto significa proprio «accanto»: il bambino non deve essere esiliato in unaltra
camera. Guai, poi, a rifiutargli il lettone (cosa vietatissima, secondo alcune
mode pedagogiche, tramontate). Quando andrà a dormire per conto suo, deve
essere preparato con dolcezza. «Stress, ansia, attacchi di panico e insonnia sono
dovuti in larga parte alle insicurezze che ci segnano da bambini, quando siamo
separati troppo presto dai genitori», ha spiegato Gordon sul «Daily Mail»,
suscitando uninfinità di reazioni - qualcuna indignata - delle femministe.
Insomma, le donne delegano troppo presto. Al nido. Alla babysitter. Ce nè
abbastanza per celebrare un festival del senso di colpa femminile. Le «mamme
acrobate» (così le ha definite da Elena Rosci, psicoterapeuta) giocano a superwoman, ma il filo sottile sul
quale camminano forse sta per spezzarsi. Yehudi Gordon è massimalista, però non
ha tutti i torti. «Il suo è un ammonimento opportuno», ammette Silvia Vegetti
Finzi, docente di Psicologia Dinamica allUniversità
di Pavia e autrice
del saggio «Nuovi nonni per nuovi nipoti» (Mondadori), perché i bambini non
hanno voce, perchè certe madri affermano: «Lo mando al nido, così socializza»,
senza capire che a pochi mesi non ce nè bisogno.
Oppure: «Sta tanto bene con la babysitter!», che magari non sa litaliano.
Li vedi, questi bambini con gli occhi sgranati, la bocca aperta, la faccia
umida, un po intontita. E il segno di un cattivo adattamento, anche
se al nido non piangono. Ecco spiegata una generazione di figli ansiosi,
insicuri. Poi
ci sono le mamme «liberate», in cerca di una terza via. Chiedono consiglio a
Verena Schmid, fondatrice della Scuola Elementare di Arte Ostetrica di Firenze,
e sono daccordo con lei su una cosa: il nostro modo
di vivere è nemico della relazione mamma-bambino. Perciò provano portarsi dietro il figlio
(Giovanna Melandri: nel 98, da neoministro, allattava in
ufficio la piccola Maddalena), o recuperano durante la notte si chiama
co-sleeping: contatto corporeo, intimità. Dormire insieme, come suggerisce Gordon. In contrasto, il modello
privilegiato della star donna-e-mamma: Gwyneth Paltrow, che non si stacca dalla
sua Apple, Angelina Jolie, che viaggia portandosi dietro tutti. Ma le attrici
sono leccezione, perciò inutile colpevolizzarsi,
riflette Silvia Vegetti
Finzi: «A Gordon vorrei rispondere con le parole di Donald Winnicott. Il
bambino non esiste: esiste la relazione. Se la madre è angosciata perché non ha
potuto riprendere il lavoro, vedrà il figlio come un problema. Quanto al
lettone: cè un compagno che non può essere estromesso.
Le donne hanno il difficile compito di trovare una mediazione. A ognuna tocca
scalare il suo Everest personale». Mamma mia!
( da "Stampaweb, La"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
ALAGNA I vecchi
alpinisti degli Anni 50 ti legavano una corda al torace e alla vita con il nodo
delle guide e dovevi arrangiarti a salire fra spuntoni o pestare neve. Ma
allora l'alpinismo era soprattutto tradizione e avventura, mentre oggi è
principalmente uno sport: ci sono non solo scuole di roccia, corsi su ghiaccio,
discese nei torrenti, palestre artificiali, gare di arrampicata, ma nasce
anche, prima al mondo, la «High Mountain University» per imparare le scalate
himalayane. Nasce sul Monte Rosa, per iniziativa di Silvio Mondinelli, detto
Gnaro, cioè bambino nel dialetto della bresciana Val Trompia dove è nato 50
anni fa. E' uno dei tre italiani che hanno salito tutti i 14 Ottomila della
Terra, la sfida inventata, e realizzata per primo, da Reinhold Messner e
superata anche da Sergio Martini (ci sarebbe un quarto pretendente non
riconosciuto). Messner e Mondinelli ce l'hanno fatta senza ossigeno, come solo
altri cinque scalatori. L'università dell'alpinismo ha
sede a Alagna ai piedi del Rosa, dove il finanziere Mondinelli, che in gioventù
correva gli 800, si è trasferito a 20 anni e ha scoperto la montagna e le
scalate. I corsi cominceranno a luglio per concludersi a settembre. Chi li
seguirà dovrà sborsare un po' più di mille euro. Per le prove pratiche c'è lo
splendido anfiteatro del Monte Rosa, con il ghiacciaio del Lys, i due Lyskamm,
la punta Dufour e la Capanna Margherita, a
( da "Stampaweb, La"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
ROMA Quando non è
la Storia a decidere la loro sorte, tra attentati, suicidi e agguati, i leader
autoritari sembrano avere la “pelle dura”, tanto da campare più in là negli
anni, spesso prossimi a sfiorare il secolo di vita. Più longevi, in altre
parole, grazie a un cervello che resiste meglio al trascorrere delle stagioni,
merito - a detta di neurologi e psichiatri - di unattività
cerebrale vivida che sembrerebbe rendere il loro sistema immunitario più
battagliero. La storia, del resto, pullula di esempi: solo da qualche mese,
alla veneranda età di 84 anni, si è spento lex presidente indonesiano Suharto, un leader
ricordato come un uomo di ferro; il tiranno zimbabwese Robert Gabriel Mugabe,
solito ripetere il motto “solo Dio può destituirmi”, è nato nel 24
e ancor oggi gode di ottima salute; Mao Tse-Tung si spense a 86 anni; il Generalìsimo Francisco Franco,
ricordato anche come il Caudillo, contò 83 candeline; Augusto Pinochet morì a
91 anni; Fidel Castro, oggi 83enne, ha passato la mano al fratello Raul per
problemi di salute, ma pare che le sue condizioni siano migliorate notevolmente,
almeno a detta del ministro degli Esteri cubano, Felipe Pèrez Roque. Loro e
tanti altri ancora, come se il potere fosse un vero e proprio elisir di lunga
vita. «In qualche modo sembra esserlo - conferma il neuropsichiatra Stefano
Pallanti, delluniversità degli studi di Firenze - Pare,
infatti, che la cattiveria metta a riparo da molte malattie. Soprattutto in
personalità, come quelle dei tiranni o più in generale dei leader autoritari,
che sfiorano o tendono alla paranoia, intesa come percezione di grandiosità e
senso di persecuzione: la necessità di guardarsi sempre alle spalle rende più
attivo il cervello, con ripercussioni positive sul sistema immunitario». Esser
guardinghi, poiché consapevoli dei rischi altissimi per la propria pelle,
«rende il cervello ipervigile - conferma Pallanti - rendendo il sistema
immunitario più battagliero e pronto a difendersi da invasori dannosi per la
propria salute». Per questo, dittatori e tiranni sembrerebbero «meno inclini ad
ammalarsi di cancro - fa notare il neuropsichiatra - e, più in generale,
maggiormente a riparo da malattie che colpiscono le difese dellorganismo».
Ma cè anche il rovescio della medaglia per chi si avvale di metodi
autoritari. «La forte motivazione, la determinazione eccessiva e focalizzata su obiettivi univoci - precisa
Pallanti - accende il sistema dopaminergico con qualche rischio in più sul
fronte dei disturbi neuropsichiatrici. è noto, ad esempio, che Hitler soffrisse
del morbo di Parkinson». Sistema immunitario più forte e vigoroso, dunque, ma
qualche rischio in più sul fronte neurodegenerativo. «Ma senzaltro
- fa notare Antonio Lo Iacono, presidente della Società italiana di psicologia
(Sips) - la follia o la perfidia sembrano rappresentare delle ottime corazze
per il nostro sistema immunitario. Non è un caso - aggiunge - che spesso le persone con un
carattere psicopatico, dunque manipolatrici, prepotenti, tendenti a sedurre ma
in modo subdolo, tendono ad ammalarsi proprio quando riusciamo a guarirle e
finalmente cambiarle. è come se le loro difese ne risentissero, rendendole più
fragili fisicamente». Quando invece padroneggiano il potere, «mostrano una
capacità di gestire lo stress superiore alla media - riconosce Alberto
Albanese, docente di psichiatria alluniversità Cattolica di Milano - anche perché
tengono bene a bada il senso di colpa, non rimuginano troppo sui loro errori o
su decisioni impopolari». Dritti alla meta, dunque, anche se questa può
generare malessere e sofferenze. «Mentre personalità ossessive, ovvero persone
che tornano continuamente sui propri passi - spiega - tendono ad ammalarsi di
più, mostrandosi maggiormente cagionevoli». «Il cervello di tiranni, invece,
sembrerebbe gestire il carico di stress, altissimo nel loro caso, molto meglio.
E liperattività cerebrale che contraddistingue le loro menti - conclude -
parrebbe trasformarsi in un toccasana per la salute». «Di tiranni vissuti a
lungo ne è piena la Storia - fa notare ancora Lo Iacono - è ciò nonostante
molti abbiano visto le loro vite stroncate da morti violente. Saddam Hussein,
ad esempio, è morto a 69 anni, ma godeva di ottima salute, mostrava molti anni
in meno e se non fosse stato giustiziato probabilmente sarebbe vissuto a
lungo». Autoritarismo e tirannia, dunque, sembrerebbero legati a doppio nodo
con la longevità, a conferma dellantico adagio
“lerba cattiva non muore mai”.
( da "Stampaweb, La"
del 12-06-2009)
Argomenti: Cultura
ROMA Sei licei al
posto di 396 indirizzi sperimentali, 51 progetti assistiti dal Miur e
sperimentazioni; nascono il liceo musicale e coreutico e quello delle scienze
umane; più ore di materie scientifiche e di lingue; la possibilità, a partire
dal secondo biennio, di svolgere l'alternanza scuola-lavoro con stage o
collegamenti con il mondo dell'alta formazione (università,
istituti tecnici superiori, conservatori, accademie); più flessibilità per gli
istituti. Sono queste le principali novità contenute nella riforma dei licei
approvata in prima lettura oggi dal Consiglio dei Ministri e definita «epocale»
dal ministro dellIstruzione Mariastella Gelmini. Il nuovo
modello partirà gradualmente, coinvolgendo a partire dall'anno scolastico
2010-2011 le prime e le seconde, per entrare a regime nel 2013. Per il Ministero la riforma
servirà a fornire maggiore sistematicità e rigore e coniugare tradizione e
innovazione; razionalizzare i piani di studio, privilegiando la qualità e
l'approfondimento delle materie di studio; caratterizzare accuratamente ciascun
percorso liceale; riconoscere ampio spazio all`autonomia delle istituzioni
scolastiche; consentire una più ampia personalizzazione, grazie a quadri orari
ridotti che danno allo studente la possibilità di approfondire e recuperare le
mancanze. Rispetto al vecchio impianto che prevedeva solo il liceo classico, il
liceo artistico e lo scientifico, oltre all'istituto magistrale quadriennale e
a percorsi sperimentali linguistici, con la riforma avremo il Liceo artistico articolato
in tre indirizzi (arti figurative; architettura, design, ambiente; audiovisivo,
multimedia, scenografia), il Liceo classico (con lintroduzione
dell'insegnamento di una lingua straniera per l'intero quinquennio), il Liceo
scientifico (con lopzione "scientifico-tecnologico" che consentirà
l'approfondimento della conoscenza di concetti, principi e teorie scientifiche
e di processi tecnologici, anche attraverso esemplificazioni operative), il
Liceo linguistico (con l`insegnamento di 3 lingue straniere: dalla terza liceo
un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla
quarta liceo un secondo insegnamento sarà impartito in lingua straniera). Le
new entry Gli altri due licei sono una novità: si tratta del Liceo musicale e coreutico
e del Liceo delle scienze umane. Il primo sarà articolato nelle due sezioni
musicale e coreutica: inizialmente saranno istituite 40 sezioni musicali e 10
coreutiche e potranno essere attivati in collaborazione con i conservatori e le
accademie di danza per le materie di loro competenza; laltro
sostituisce il liceo sociopsicopedagogico portando a regime le sperimentazioni
avviate negli anni scorsi: il piano di studi di questo indirizzo si basa
sull`approfondimento dei principali campi di indagine delle scienze umane, della ricerca
pedagogica, psicologica e socio-antropologico-storica. In questo caso le scuole
potranno attivare l'opzione sezione economico-sociale in cui saranno
approfonditi i nessi e le interazioni fra le scienze giuridiche, economiche,
sociali e storiche. Il nodo del latino Tra laltro
la riforma prevede la valorizzazione della lingua latina (presente come
insegnamento obbligatorio nel liceo classico, scientifico, linguistico e delle
scienze umane e come opzione negli altri licei); lincremento orario della matematica,
della fisica e delle scienze (fisica e scienze potranno essere attivati dalle
istituzioni scolastiche anche nel biennio del liceo classico); il potenziamento
delle lingue straniere (presenza obbligatoria dell`insegnamento di una lingua
straniera nei cinque anni ed eventualmente di una seconda lingua straniera
usando la quota di autonomia); la possibilità di introdurre discipline
giuridiche ed economiche nel liceo scientifico (opzione tecnologica), nel liceo
delle scienze sociali (opzione economico-sociale), sia negli altri licei
attraverso la quota di autonomia; linsegnamento, nel
quinto anno, di una disciplina non linguistica in lingua straniera. Diminuisce
l'orario Previsti inoltre quadri orari annuali più adeguati a quelli dei Paesi che hanno raggiunto i
migliori risultati nelle classifiche Ocse Pisa (tutti i licei prevederanno 27
ore settimanali nel primo biennio e 30 nel secondo biennio e nel quinto anno,
ad eccezione del classico - 31 ore negli ultimi tre anni - dell'artistico -
massimo 35 - del musicale e coreutico - massimo 32 ore). Per quando riguarda le
novità per gli istituti la nuova organizzazione dei licei prevede una maggiore
autonomia scolastica (possibilità di usufruire di una quota di flessibilità
degli orari del 20% nel primo biennio e nell'ultimo anno e del 30% nel secondo
biennio per diversificare le proprie sezioni, ridurre o aumentare gli orari
delle discipline); la possibilità di attivare ulteriori insegnamenti opzionali
anche assumendo esperti qualificati attraverso il proprio bilancio; un rapporto
più forte scuola-mondo del lavoro-università (con la possibilità, a partire dal secondo biennio, di svolgere
parte del percorso attraverso l'alternanza scuola-lavoro e stage o in
collegamento con il mondo dell'alta formazione); nuove articolazioni del
collegio dei docenti (costituzione in ogni scuola di dipartimenti disciplinari
che riuniscono i docenti di uno stesso ambito disciplinare e di un "comitato
scientifico" composto paritariamente da docenti ed esperti del mondo della
cultura e del lavoro).
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti: Cultura
VENERDI' 12
Teatro Regio PIAZZA CASTELLO, ORE 15,30, TEL. 011/88.15.241; INGRESSO 5 EURO.
IL REGIO DIETRO LE QUINTE. Itinerari segreti di un grande teatro d'opera,
visita guidata. Teatro Carignano PIAZZA CARIGNANO, ORE 20, TEL. 011/88.15.241;
BIGLIETTI DA
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti: Cultura
IL 12 GIUGNO AL
TEATRO GOBETTI Il premio Lagrange a un fisico e a un giornalista scientifico
Venerdì 12 giugno, al Teatro Gobetti di via Rossini 12, ore 18, si svolge la
cerimonia di conferimento del Premio Lagrange 2009 da parte della Fondazione
Crt a Giorgio Parisi, dell'Università La Sapienza di Roma, e a Mark Buchanan,
giornalista scientifico. Parisi ha svolto ricerca in numerosi ambiti della
fisica e in particolare per quanto riguarda le particelle elementari, la fisica
dei sistemi disordinati e della meccanica statistica. Buchanan invece è un
fisico americano, che vive e lavora in Europa e si è dedicato alla divulgazione
scientifica, in particolare all'applicazione delle teorie della complessità
all'organizzazione sociale. In apertura, Giovanni Ferrero
della Fondazione Crt, illustrerà le motivazioni del premio; seguirà un
dibattito con i due premiati e con Maurizio Ferraris, docente di Filosofia Teoretica all'Università di Torino. Coordina
Armando Massarenti e le conclusioni sono affidate a Mario Rasetti, della
Fondazione Isi.
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti: Cultura
VENERDI' 12 Corso
base Msa CEIPIEMONTE, CORSO REGIO PARCO 27, ORE 9-13 E 14-17,15 Corso base Msa
(Measurement Systema Analysis), per determinare l'attendibilità dei risultati
di prove e collaudi e per valutare conformità e capacità di produzione. A
pagamento, previa iscrizione. Info 011/6700669. Premio Lagrange SALA CONSIGLIO
FONDAZIONE CRT, VIA XX SETTEMBRE 31, ORE 12 Incontro dei vincitori della
seconda edizione del Premio Lagrange-Fondazione CRT: Giorgio Parisi e Mark
Buchanan. Intervengono Giovanni Ferrero, Fondazione CRT e Mario Rasetti,
Fondazione ISI. Info 011/5695614. Stress e creatività HOTEL LANCASTER, CORSO
TURATI 8, ORE 15,30-18,30 Seminario "Gravi stress e perdite producono
anche creatività. Riflessioni su Caravaggio e Rembrandt", intervengono la
dott.ssa M. Sgarro, il Prof. L. Pinkus e il Dott. A. Filiberti. Ingresso
libero. Info 011/3853656. Regio dietro le quinte TEATRO REGIO, PIAZZA CASTELLO
215, ORE 15,30 "Il Regio dietro le quinte - itinerari segreti di un grande
teatro d'Opera", visita guidata al teatro. Ingresso 5 euro. Info 011/
8815557. Divina Commedia PUNTO PRESTITO GABRIELE D'ANNUNZIO, VIA SACCARELLI 18,
ORE 16 Leggere la Divina Commedia, prosegue la lettura integrale commentata del
capolavoro dantesco, a cura di Michele D'Amico: Purgatorio, canti XXVI e XXVII.
Info 011/4439350. Il geometra BIBLIOTECA CIVICA PRIMO LEVI, VIA LEONCAVALLO 17,
ORE 16,45-19,45 "Il geometra risponde" servizio di consulenza
gratuita al cittadino. Info e prenotazione www.torinofacile.it/servizi o 011/4431262.
Il geometra BIBLIOTECA CIVICA VILLA AMORETTI, CORSO ORBASSANO 200, ORE
16,45-19,45 "Il geometra risponde" servizio di consulenza gratuita al
cittadino. Info e prenotazione www.torinofacile.it/servizi o 011/4438604.
Invito in giardino PALAZZO SORMANI, PIAZZA SOLFERINO 22, ORE 17,30-19
Conferenza "Dal Pirchiriano all'Europa. La Sacra di San Michele della
Chiusa nel Medioevo", interviene Giampietro Casiraghi, professore
dell'Università del Piemonte orientale. Ingresso libero, fino a esaurimento
posti. Info e prenotazioni 011/5757371. Saggezza CIRCOLO DEI LETTORI, VIA
BOGINO 9, ORE 17,30 "L'arte della saggezza nella battaglia della
vita", dall'India interviene Jaya Row, Maestra di Vita. Città pubblica
CASCINA ROCCAFRANCA, VIA RUBINO 45, ORE 18 Urban Center Metropolitano e
Fondazione Ordine Architetti Ppc della provincia di Torino presentano il
dibattito "La città pubblica, l'edilizia sociale e la rigenerazione".
Il dibattito intende ragionare intorno al tema dell'abitare sociale e dello
spazio pubblico delle periferie, a partire dagli interventi di edilizia
pubblica realizzati a Torino nel corso del Novecento, sino alla più recente
stagione di riqualificazione delle periferie e di rigenerazione urbana. Domande
della follia SPAZZI, VIA VIRLE 21, ORE 18 Il ciclo di incontri "Se ti
manca un venerdì - Le Domande della Follia" è organizzato
dall'Associazione Arcobaleno onlus e rappresenta un'occasione di confronto, una
serie di incontri in cui la follia pone domande libere a diversi importanti
protagonisti della vita nazionale. Oggi interviene Mercedes Bresso. Info e
prenotazioni 011/3199790 o 011/4470154. Prog 40 FNAC, VIA ROMA 56, ORE 18
Claudio Aloi, Giuseppe Di Spirito, Roberto Vanali, Franco Vassia e Donato Zoppo
presentano il volume "Prog 40. Quarant'anni di Progressive Rock nel
Mondo". Insieme agli autori, saranno presenti Pino Sinnone, batterista dei
The Trip, e Aldo Tagliapietra de Le Orme. Ingresso libero. Info 011/5516711.
Apericena con il gastroenterologo OSPEDALE MAURIZIANO, CORSO TURATI 62, ORE 18
Incontro per una chiacchierata tra medici, pazienti e familiari. Info
011/5681446. Fantasmi a Torino PALAZZO BAROLO, VIA DELLE ORFANE 7, ORE 19,50 Un
itinerario alla scoperta di noti fantasmi. Costo 10 euro. Info e prenotazioni
011/853670 o www.barburin.com. Caccia al Teshorus MUSEO DELLE ANTICHITA'
EGIZIE, VIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE 6, ORE
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti: Cultura
VENERDI'
12 Maurizio Lucat, docente; Roberto Fausone, consigliere
Fimaa; Bernardo Magrì, direttore Sitaf; Serena Coen, dirigente Ospedale
Mauriziano; Gabriele Cirilli, attore. SABATO 13 Mario Umberto Dianzani, già
rettore Università; Silvia Verduzio Corcione, dottore in Giurisprudenza; Luca Antonetto, avvocato; Andrea
Vasapolli, commercialista; Roberto Caramiello, commercialista; Luigi
Pinchiaroglio, consigliere Ordine Ingegneri; Piero Traversa, insegnante.
DOMENICA 14 Maria Luce Boetti, studentessa; Anita Teich Alasia, pittrice di
porcellane; Carlomaria Fronticelli Baldelli, medico chirurgo; Lionello Jona
Celesia, già docente; Massimiliano Parisi, avvocato;
Enrico Palazzi, amministratore d'azienda. LUNEDI' 15 Giovanni Lageard,
avvocato; Alberto Revelli, medico ginecologo; Gavino Olmeo, consigliere
comunale; Giulio Merlino, dirigente d'azienda. MARTEDI' 16 Paolo Melano, organizzatore
teatrale; Laura Merlo, impiegata; Aldo Bonafè, consigliere a Collegno; Domenico
Parlato, commercialista. MERCOLEDI' 17 Chiara Robetti, architetto; Vittorio G.
Cardinali, presidente associazione Immagine per Torino e giornalista; Enrico
Giordani, ingegnere; Oscar Caddia, architetto; Paolo Fragapane, primario
ospedale Mauriziano; Giuliana Manica, assessore regionale. GIOVEDI' 18 Toni
Mazzara, attore; Nicola Salerno, consigliere Fimaa; Giampiero Mazzarella; docente di educazione fisica; Alessandro Fasano, medico
dentista; Tullia Todros, titolare cattedra Unità Materno-Fetale e docente di Ostetricia e Ginecologia; Giulio Bragardo,
consigliere a Trofarello; Greta Elena Bisaccia Carrara, ballerina jazz e
studentessa.
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti: Cultura
A AGLIE' Domenica
14 dalle 11,30 giardino e parco del castello sono aperti per chi vuole fare il
picnic. Troverete banchetti di prodotti tipici e accompagnamento musicale per
voce e chitarra. Nel centro storico stand di diversi espositori. Info
www.ilcastellodiaglie.it. ALPIGNANO Ultimi posti disponibili al centro estivo
di Cascina Govean, parco Bellagarda (Età: 3-13 anni). Prevede sport, attività
nella natura, inglese. Moduli settimanali lunedì-venerdì 8-17,30. Info:
011/9787392. AVIGLIANA Da venerdì
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti: Cultura
La Facoltà di
Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Torino presenta una
disponibilità didattica per i Corsi di Laurea Magistrale in M/C con accesso a
301 studenti/anno e Odontoiatria (40 accessi/anno); per il corso di laurea
triennale e specialistica in Biotecnologie e per le 18 lauree sia Triennali che
Specialistiche delle Professioni Sanitarie. La Facoltà, coadiuvata anche dalle
risorse ospedaliere, sostiene inoltre il peso della formazione di 46 Scuole di
Specializzazione post laurea recentemente attivate secondo il nuovo assetto
stabilito da decreto ministeriale. Nella gestione di una Facoltà grande e
complessa come quella di M/C è assolutamente essenziale un progetto costante e
anche innovativo di pianificazione del proprio sviluppo per quanto concerne sia
le linee della ricerca scientifica, sia l'aggiornamento della didattica e, per
i docenti che svolgono attività ospedaliera, le modalità tecniche e
organizzative dell'assistenza. Modalità che sono definite in accordo anche con
i processi stabiliti dalle Direzioni Generali delle Aziende
ospedaliere-universitarie integrate quali il San Giovanni Battista di Torino e
il San Luigi Gonzaga di Orbassano. Uno dei passaggi fondamentali per il
raggiungimento dei suddetti obiettivi consiste nell'assegnazione delle risorse:
fondi per la ricerca, ruoli di personale docente e
ricercatore, dottorati di ricerca etc. Da ormai quindici anni, tale
assegnazione è regolata da una serie di criteri che la Facoltà si è data sulla
base della valutazione della rilevanza, qualità e competenza scientifica dei 50
settori scientifico-disciplinari suddivisi in 13 Dipartimenti, cui si aggiunge
la valutazione della qualità e quantità della didattica dei singoli ricercatori
e, per coloro che svolgono assistenza, anche dell'impegno assistenziale. Per la
valutazione della qualità scientifica vengono utilizzati i criteri
internazionali: a) la produttività scientifica (numero di pubblicazioni/numero
di ricercatori); b) l'impatto scientifico della pubblicazione (numero di
citazioni/numero di pubblicazioni) e delle riviste («impact factor» - IF - che misura
la frequenza con cui l'articolo medio di un giornale è stato citato in un certo
periodo di tempo) cui, di recente, sono stati aggiunti ulteriori indicatori
quali la % di successi dei progetti del settore di particolare interesse
nazionale (PRIN), dei progetti di ricerca di base (FIRB) e dei progetti
internazionali (UE) e la % di pubblicazioni «eccellenti» inviate come
«prodotti» al Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca del MUR
(CIVR). Nel triennio 2004-2006 le pubblicazioni dotate di IF prese in
considerazione sono state 3.500. Come è noto, dall'anno accademico 2000-2001 è
iniziata la compilazione del «Rapporto sullo stato dell'Università», attraverso
il quale il CENSIS ed un giornale di grande tiratura nazionale hanno monitorato
con parametri oggettivi l'intero mondo dell'Università italiana, mettendo sotto
scrutinio tutti gli Atenei pubblici del paese per fare un esame approfondito a
più di 450 Facoltà. Il servizio è offerto agli studenti e alle loro famiglie
per orientarsi nel mondo universitario fuori dalle mitologie e dai pregiudizi.
E' inoltre un'occasione offerta ai docenti e ai ricercatori
per misurarsi davvero «sul mercato» (accettando di essere esaminati
nell'interesse del cittadino e del suo bisogno di sapere prima di scegliere)
utile per la valutazione comparativa con le altre Università che il CIVR ha
fatto sulla base dei «prodotti» ricevuti (e da cui dipenderà il 25% del Fondo
di Finanziamento Ordinario dell'Università di Torino). I rapporti CENSIS
degli anni precedenti hanno messo in evidenza che il livello qualitativo della
ricerca scientifica colloca la nostra Facoltà costantemente ai primissimi posti
della graduatoria, quindi fra le Facoltà più apprezzate nel panorama nazionale.
La Conferenza dei Presidi, come ogni anno, ha sollecitato la preparazione di un
estratto delle pubblicazioni più significative ordinate per valore decrescente
di IF da inviare al CENSIS. Sulla base del numero di docenti, il CENSIS ha
richiesto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Torino
l'invio di 150 pubblicazioni con relativo IF. La selezione delle pubblicazioni
è stata per la prima volta sottoposta a restrizioni (numero massimo di
pubblicazioni/autore e posizione dell'autore nell'elenco di tutti gli autori)
per il triennio 2004-2006. Il valore medio di IF delle 150 pubblicazioni
inviate (periodo 2004-2006) (range 44.02-7.5) è di 11,5. Delle 150
pubblicazioni «eccellenti» del periodo 2004-2006, 51 (il 34 %) sono fornite dai
10 settori delle discipline di base (BIO) e 99 (il 66 %) dai 40 settori delle
discipline pre-cliniche e cliniche (MED). Nell'aprile 2008 la Conferenza dei
Presidi ha rilevato i dati aggiuntivi dell'anno 2007: la selezione è stata
sottoposta alle stesse restrizioni di numero e di posizione dell'autore, e in
più limitata ai soli «full papers» con indice di impatto riportato (IF) da
PUBMED. Il valore medio di IF delle 50 migliori pubblicazioni del 2007 (range
51.29 - 6.29) è di 12.00. Delle 50 pubblicazioni «eccellenti» del 2007, 20 (il
40 %) sono fornite dai 10 settori delle discipline di base (BIO) e 30 (il 60 %)
dai 40 settori delle discipline pre-cliniche e cliniche (MED). Nell'aprile 2009
sono stati rilevati i dati del triennio 2006-2008: la selezione è stata
sottoposta alle stesse restrizioni di numero e di posizione dell'autore,
limitata ai soli «full papers» con indice di impatto riportato (IF) da PUBMED.
Per quanto riguarda la Facoltà di Medicina e Chirurgia, sede di Torino, il
valore medio di IF delle 132 migliori pubblicazioni del periodo 2006-2008
(range 52.589 - 7.531) è di 13.78.I principali temi di ricerca d'avanguardia
sono sviluppati nei laboratori dei 13 Dipartimenti della Facoltà, nei due
«Centri Oncologici di Eccellenza» di Candiolo e delle Molinette e nelle
Biotecnologie, e sono indirizzati in particolare ai settori oncologico e
onco-ematologico, cardiovascolare, endocrinologico-metabolico,
neurobiologico-clinico, della medicina rigenerativa mediante l'utilizzo di
cellule staminali e con il supporto dei reparti clinici che forniscono il
materiale biologico che viene raccolto in «banche» di cellule e tessuti per gli
studi successivi. Va ricordato che l'Ospedale Molinette, in cui risiede il
percorso formativo principale della Facoltà di M/C, figura anche quest'anno al
primo posto in Italia per quanto concerne il grado di complessità delle
patologie trattate. Fra le aree specialistiche che contribuiscono al
mantenimento di tale livello sono presenti l'Anestesiologia e Rianimazione, la
Radioterapia, la Neurochirurgia, la Cardiochirurgia, l'Otorinolaringologia, il
Centro Trapianti e le Chirurgie Generali con un parametro complessivo che
supera quello medio nazionale di circa il 30%. Giorgio Palestro Preside della
Facoltà di Medicina e Chirurgia
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti: Cultura
La Facoltà di
Medicina e Chirurgia, oltre a gestire la didattica dei Corsi di Laurea
Triennali e Specialistici, si occupa anche della gestione delle Scuole di
Specializzazione. La Facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino offre ai medici
neolaureati una scelta di 46 Scuole di Specializzazione con 227 posti per anno.
Da quest'anno alcune Scuole, (Allergologia e Immunologia Clinica, Audiologia e
Foniatria, Genetica Medica, Biochimica Clinica e Chirurgia Pediatrica), hanno
sede in altri Atenei (Milano e Genova) e Torino è Ateneo consorziato con
diritto ad avere un medico in formazione specialistica che frequenterà la sede torinese e la rappresentanza dei nostri docenti presso la
commissione per il concorso di ammissione, per cui non vi è alcuna reale
limitazione dei posti a nostra disposizione. Allo stesso modo 8 Scuole
dell'Ateneo del Piemonte Orientale sono consorziate con la nostra Università,
con le stesse modalità previste con Milano e Genova ma in questo caso la sede
istituzionale è a Torino. E' stato altresì stipulato un accordo con la
Facoltà di Medicina del San Luigi di Orbassano, che al momento dispone di due
Scuole di Specializzazione (Chirurgia Toracica e Malattie dell'Apparato
Respiratorio) affinchè i docenti del San Luigi possano entrare a far parte del
corpo dei docenti delle Scuole torinesi ed i Medici in formazione specialistica
possano frequentare anche la sede del San Luigi. Accanto ai posti delle Scuole
di Specializzazione vi sono quelli a disposizione per il corso biennale per
l'iscrizione alle graduatorie per i Medici di Medicina Generale (un numero
variabile intorno ai 20 per anno). Ne consegue che quasi tutti i laureati
presso la nostra Facoltà hanno la concreta opportunità di poter completare i
propri studi con una specializzazione. Le specializzazioni sono suddivise in 3
aree, medica, chirurgica e dei servizi e le tipologie di specialità a
disposizione coprono tutte le principali branche della professione medica,
offrendo ai laureati la possibilità di acquisire la specializzazione in una
disciplina che si adatti ai propri interessi e propensioni. Le Scuole di Specializzazione
sono delle vere e proprie unità autonome gestite da un Consiglio, costituito da
tutti i docenti della Scuola, che elegge il Direttore, il quale mantiene la
carica per 3 anni, rinnovabili per un solo ulteriore mandato. Il Consiglio
definisce le modalità didattiche con le quali svolgere il percorso formativo.
Fanno parte del corpo docente professori universitari
(almeno il 70% del corpo docente) e medici ospedalieri
(per non oltre il 30%) e professionisti a contratto (per non oltre il 10%) che,
per le loro capacità professionali e didattiche e per la loro esperienza,
vengano ritenuti idonei all'insegnamento. La frequenza dei Medici in formazione
viene svolta presso strutture Universitarie ed Ospedaliere convenzionate
garantendo la possibilità di praticare tutti i vari risvolti della disciplina
in cui ci si specializza. Le Scuole della nostra Facoltà hanno sede
prevalentemente presso le Molinette), il Regina Margherita, il S. Anna, il CTO,
il Mauriziano, l'Oftalmico, l'Amedeo di Savoia ed il San Luigi. Recentemente
l'osservatorio del Ministero dell'Università ha decretato che tutte le Scuole
di Specializzazione dell'Ateneo torinese posseggono standard e requisiti tali
da renderle adeguate ad essere sede di una Scuola di specializzazione di
livello europeo. Ogni Scuola ha un numero limitato di posti, stabilito a
livello ministeriale, ed il concorso viene svolto una volta all'anno. Una volta
ammesso alla Scuola il Medico in formazione riceve uno stipendio (contratto di
formazione) che è pari, così come l'orario di servizio, a quello percepito da
un Medico strutturato a tempo indeterminato alla prima assunzione. La
specializzazione è valida in tutta la Comunità Europea. Roberto Albera
Coordinatore dei Direttori delle Scuole di Specializzazione dell'Università di
Torino
( da "Stampa, La" del
13-06-2009)
Argomenti: Cultura
CONVEGNO
MERCOLEDI'
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 10 -
Cronaca Al debutto la musica e le scienze umane latino, un exploit Ecco tutte
le novità dell´ultima riforma SALVO INTRAVAIA Ecco i licei del futuro. La
riforma varata questa mattina dal governo riduce gli indirizzi ma anche le ore
di lezione per tutte le sperimentazioni, che costituiscono oggi le opzioni più
gettonate. Avvio della riforma. I nuovi licei partiranno dal 2010/2011 ma dalla
prima e seconda classe. Per i 500 mila ragazzini che supereranno fra qualche
settimana gli esami di terza media si prospetta un periodo complicato: un anno
di liceo vecchio modello e quattro anni di nuovi licei. La riforma coinvolgerà
a regime (2012/2013) quasi un milione e 200 mila studenti. I nuovi indirizzi.
Saranno in tutto sei: classico, scientifico (con opzione
Scientifico-tecnologico), artistico (articolato in tre indirizzi: Arti
figurative; Architettura, design, ambiente; audiovisivo, multimedia,
scenografia), musicale e coreutico, delle scienze umane (con opzione
Economico-sociale), linguistico. Gli ultimi tre sono new-entry. Gli orari. Al
biennio, tranne che al liceo artistico e al musicale, gli studenti dei licei
studieranno 27 ore a settimana: meno che in terza media. Al triennio si starà
in classe di più: dalle 30 ore dello scientifico alle 35 dell´artistico.
Latino. Quattro licei su 6 avranno il Latino come materia obbligatoria. Ma allo
scientifico se ne studierà di meno a vantaggio di Matematica e altre materie.
Al liceo linguistico occorrerà studiarlo solo per i primi due anni. Niente
Latino al liceo artistico e al liceo musicale e coreutico. Lingua straniera.
Lingua straniera obbligatoria per tutti e cinque gli anni. Nel liceo delle
scienze umane se ne studieranno due e al linguistico tre. Al quinto anno, una
materia non linguistica verrà insegnata in lingua straniera. Flessibilità degli
orari. Le scuole, in autonomia, potranno ritagliare dal 20 (nel primo biennio e
all´ultimo anno) al 30 per cento (nel secondo biennio) del monte ore annuo per
inserire nuovi insegnamenti. Nessuna disciplina, comunque, potrà subire una
decurtazione superiore ad un terzo per l´intero quinquennio e nessuna materia
potrà essere abolita dal piano di studi del quinto anno. Discipline opzionali.
Le scuole potranno inserire nei loro piani di studio uno o più discipline
opzionali, in aggiunta a quelle previste dal piano orario base, contenute in un
apposito elenco predisposto dal ministero. Organi di governo della scuola. Il
collegio dei docenti potrà essere articolato in Dipartimenti disciplinari, con
funzioni di sostegno alla didattica, alla ricerca, alla progettazione dei
percorsi formativi. Comitato scientifico. Le scuole
dovranno costituire un comitato scientifico composto da docenti interni ed
esperti esterni del mondo del lavoro, delle professioni, della ricerca
scientifica e tecnologica, dell´università. Il Comitato avrà funzioni consultive e di proposta per
l´organizzazione e l´utilizzazione degli spazi di autonomia delle scuole.
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XIII -
Torino Lingue, scatta il numero chiuso Il preside: "Colpa del
governo" A disposizione 800 posti,
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina V - Napoli
Gli studenti incontrano il presidente Sòlyom E l´Orientale parla ungherese ANNA
LAURA DE ROSA A settanta anni dall´istituzione della prima cattedra napoletana
di lingua e cultura ungherese presso l´università Orientale, ieri mattina il presidente magiaro Làszlò Sòlyom ha
incontrato studenti e docenti dell´ateneo partenopeo nella sede di Palazzo du
Mesnil, in via Chiatamone. «Sono contento di sfuggire per un po´ agli impegni
istituzionali per tornare all´università, dove mi sento a casa», ha esordito l´ex docente di Diritto, giunto in
città per partecipare al vertice informale multilaterale "Uniti per
l´Europa", che si conclude oggi a Palazzo Reale. «Sarei curioso di sapere
come salta in mente ai napoletani di studiare l´ungherese - ha detto sorridendo
il Capo di Stato ai ragazzi in sala - e di conoscere le differenze da voi
riscontrate nella nostra cultura. Nel Trecento abbiamo condiviso un re angioino
- ha ricordato subito dopo - la storia ci ha resi sia alleati che nemici, e
SÁndor MÁrai, uno dei nostri maggiori scrittori, ha vissuto a lungo a
Posillipo. Ritengo spetti a voi la parola sull´odierna interazione tra le due
culture». Cinque gli studenti napoletani che, rassicurati da Sòlyom sul fatto
che non ci sarebbe stato voto sul libretto, hanno timidamente spiegato in
ungherese il fascino su di loro esercitato dall´Europa orientale durante i
soggiorni studio all´estero. A moderare gli interventi è stato Amedeo Di
Francesco, il professore titolare della cattedra, che ha sottolineato la
somiglianza tra fonetica napoletana e ungherese, e ha ribadito l´importanza
degli scambi culturali universitari: «Il progetto "Erasmus" e le
borse di studio ministeriali - ha spiegato Di Francesco - consentono agli allievi
di arricchire e completare la formazione ricevuta in Italia. è necessario che i
giovani conoscano l´altra faccia dell´Europa, e la verità storica su questa
nazione». Lo scambio di battute si è concluso con la consegna dei regali: testi
in lingua e medaglie raffiguranti la rivoluzione ungherese del 1956
rispettivamente per studenti e docenti; una cravatta, il testo sulla storia
dell´Ateneo e l´effigie di Matteo Ripa - fondatore del primo nucleo
dell´Orientale - per il presidente ungherese.
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XV - Bari
Esce per Progedit un saggio curato da Catalano sulla letteratura dagli Anni ´70
ad oggi La tesi: "Attraverso i romanzi di questi autori l´immagine di un
Mezzogiorno diverso e creativo" ANTONIO DI GIACOMO Oltre cinquecento
pagine per mettere a fuoco gli ultimi quarant´anni della Puglia che scrive. Col
risultato che «nel fascino della creatività letteraria» a venire a galla
rivendica l´italianista Ettore Catalano, «è la cifra simbolica dell´immaginario
letterario della Puglia di oggi, al di là degli stereotipi turistici, ormai
insopportabili, e del ricorso strumentale ad antropologismi e sociologismi di
maniera». Quarant´anni di scrittura analizzati e descritti nel volume
Letteratura del Novecento in Puglia. 1970-2008 (pp. 552, 40 euro) che, in
libreria per i tipi della Progedit, è curato da Catalano, italianista
dell´Ateneo barese. Un saggio che si risolve in un inedito racconto corale, da una parte per l´esercito dei ventuno addetti ai lavori, fra
critici militanti e docenti delle Università di Bari e del Salento, chiamati a
raccolta per offrire il loro contributo alla ricerca e, dall´altra, per il numero
dei narratori presi in considerazione, anche nel tentativo di stringerli talora
in un quadro d´insieme. «Non mi pare che si possa definire con un solo
aggettivo - premette il curatore Catalano - la letteratura che oggi si fa in
Puglia. Nigro, Carofiglio, De Cataldo, Desiati, Argentina, Piva, Nubile,
Lagioia, Capraro, Caiulo propongono tematiche e scritture assai diverse tra
loro, ma concorrono a centrare un obiettivo ormai ben visibile: la Puglia non è
più la regione "contadina" dei silenzi e dei cafoni all´inferno, non
è nemmeno il Far West di cui scrivono alcuni giornalisti, ma è un´opzione
virtuale nella quale un orizzonte mediterraneo convoglia tensioni in cui
modernità e arretratezza danno vita a composti di micidiale forza inventiva e
sociale». Accanto così al carattere di "atlante" critico dei poeti e
scrittori pugliesi, nella pluralità degli interventi la ricerca coordinata da
Catalano si evidenzia soprattutto per lo sforzo tangibile di leggere la
scrittura made in Puglia in uno scenario allargato. Non casuali, allora, il
focus sulla diffusione della cultura a Bari, fra il premio letterario e
l´esperienza dei Presìdi del libro, o, ancora, l´appendice all´editoria
libraria nella regione. Non mancano, tuttavia, gli approfondimenti sulla poesia
e la narrativa attraverso un´analisi che procede su una base di natura
territoriale, dalla Capitanata di Giuseppe Cassieri e Mariateresa Di Lascia e
il Salento di Livio Romano ed Elisabetta Liguori, al Tarantino di autori come
Giancarlo De Cataldo, Mario Desiati e Cosimo Argentina. Dunque Bari, città
prima al centro della produzione di un narratore metropolitano per definizione
come Giorgio Saponaro e quindi terra d´adozione per uno scrittore di lungo
corso, il lucano Raffaele Nigro, per decenni paradossalmente l´autore pugliese
più noto e premiato in Italia e in Europa. Fino ad approdare alla rivelazione
della penna togata di Gianrico Carofiglio, maestro del legal thriller
all´italiana e fra le star dell´Italia da leggere di oggi. Una stagione quella
più recente che - insieme con l´affermazione di giovani scrittori di razza
quali hanno dimostrato di essere Nicola Lagioia a Bari e Desiati a Martina
Franca, ora entrambi emigrati a Roma - ha registrato anche lo sdoganamento
letterario dell´idioma barese, ad opera del giornalista Beppe Lopez, artefice
dell´impresa nel 2000 con Capatosta, il suo romanzo d´esordio forte di un
pastiche linguistico fra italiano e dialetto. Per fare ritorno, infine, alle
figure di Nigro e Carofiglio, sulle quali Catalano sofferma maggiormente la sua
analisi, giungendo ad affermare che «per sentieri differenti ma alla fine
convergenti, i personaggi letterari di Nigro e di Carofiglio, siano essi
l´Eustachio di Malvarosa o il fascinoso avvocato Guerrieri, escono dalle
tematiche di una meridionalità di maniera e affrontano i rischi della maturità
e della contemporaneità, della precarietà e della illusorietà, delle scelte
"facili" dell´illegalità e si collocano, problematicamente, dentro
una disposizione a cogliere quell´intenso "odore della luna" (Nigro),
magari di quelle "notti baresi" (Carofiglio), in cui davvero può
succedere di tutto, anche di scoprire la bellezza e l´ardua difficoltà del
vivere». Insomma, i narratori più rappresentativi, secondo la tesi di Catalano,
di una Puglia che cambia e, dalla letteratura al cinema, fa risuonare la sua
voce altrove.
( da "Corriere della Sera"
del 13-06-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere della
Sera sezione: Primo Piano data: 13/06/2009 - pag: 8 Alla Sapienza La
trascrizione stenografica: «Tutti sono politici, anche quelli che non sono mai
stati votati» La «lectio» antielezioni del Colonnello Ecco il testo integrale
dell'intervento: «Democrazia è sedersi sulle sedie» Vogliamo rileggerla parola
per parola, la «lezione» di democrazia data all'università
di Roma da Muammar Gheddafi, al potere solitario da 40 anni esatti senza la
scomodità delle elezioni? Trascrizione testuale stenografica: «La definizione
di democrazia. Prima di tutto la democrazia è una parola araba che è stata
letta in latino. Democrazia: demos vuol dire popolo. Crazi in arabo vuol dire
sedia. Cioè il popolo si vuole sedere sulle sedie. Questa è l'origine
etimologica della parola». «Se noi ci troviamo in questa sala siamo il popolo,
seduti su delle sedie, questa andrebbe chiamata democrazia, cioè il popolo si
siede su delle sedie. Invece se noi prendessimo questo popolo e lo facessimo
uscire fuori, se avessimo invece preso dieci persone e le avessimo fatte sedere
qua, scelte dalla gente che stava fuori, e loro invece sono seduti qua, quei
dieci, questa non sarebbe da chiamarsi democrazia. Questa si chiamerebbe
diecicrazia. Cioè dieci su delle sedie. Non è il popolo a sedersi sulle sedie,
questa è la democrazia. Finché tutto il popolo non avrà la possibilità di
sedersi tutto quanto sulle sedie, non ci sarà ancora democrazia». «Se noi
diciamo che il popolo italiano conta 50 milioni, togliendo i bambini e gli
anziani ne rimarrebbero diciamo 30 milioni. Li suddividiamo in mille congressi.
Ogni congresso sarà composto di 10 uomini, oppure li suddividiamo in 2.000
congressi così ogni congresso viene a trovarsi composto da 5.000 persone. Come
questa sala ce ne saranno altrettante 2.000 sale in Italia. In ogni sala ci
saranno 5.000 persone. Quando moltiplichiamo i 5.000 per 2.000, il numero delle
sale, troveremo che tutto il popolo italiano avrà potuto sedersi su delle sedie
del potere. Si devono fare 2.000 sale uguali a questa, in tutte le città
italiane, in tutti i villaggi italiani. Se gli abitanti di ogni zona si
siederanno, uomini e donne nella loro sala, e proponessero qualsiasi legge.
«Supponiamo che facciano una legge sul trattamento da riservare agli immigrati:
tutto il popolo italiano studierà la legge seduto su delle sedie. Questi sono i
congressi del popolo. E ogni congresso esprimerà la propria opinione sulla
legge che sta esaminando. Poi tutti i delegati di questi congressi giungeranno
a Roma, ci saranno 2.000 persone e ognuno porterà l'opinione del suo congresso
espressa durante la discussione. Poi vengono formulate queste opinioni insieme
per farne uscire un' unica legge dove vengono osservate e tenute in
considerazione le opinioni di tutto il popolo. Viene emanata questa legge e
questa rappresenterà la volontà del popolo italiano». «Se per caso si intende
mandare un esercito per combattere in Afghanistan, presentiamo questa proposta
ai 2.000 congressi italiani dove si trova tutto il popolo italiano. E ogni
congresso esprimerà la sua opinione circa l'invio di forze in Afghanistan e i
delegati porteranno l'opinione dei loro congressi. E viene formulata una legge
fatta secondo le decisioni del popolo italiano. Verrà emanata questa legge e
tutti dovranno comportarsi secondo i dettati di questa legge. Quindi, queste
sono delle leggi emanate dal popolo. Questa è una politica designata dal
popolo. Questa è la democrazia». «Ora in Libia, abbiamo 30 mila congressi,
comunità. Ogni comune è composto da un centinaio di persone, così fanno 3
milioni. Questo è il numero dei cittadini libici che possono praticare il
potere, gli altri sono minorenni, bambini, hanno meno di 18 anni o sono malati
o sono assenti. Questi che praticano, esercitano il potere in Libia nessuno li
ha eletti, eppure il popolo è lì. Tutti sono politici. Il popolo non accetta di
eleggere una persona che lo comanda. Che lo governa». «L'alternanza del potere
vuol dire che c'è della gente che si prende e si trasmette il potere tra di
loro. Se ci fosse democrazia non ci sarebbe un' alternanza di potere. La
democrazia significa il popolo che detiene il potere. Come fa a consegnarlo a
uno? Il popolo reale ha il potere. E' per la democrazia popolare diretta. Come
potrebbe eleggere delle persone perché lo governassero? Qualsiasi popolo che
sia giunto al potere come lo è il popolo libico non lo cederà assolutamente. Il
popolo libico è ormai arrivato alla fine del cammino, ossia l'esercizio della
democrazia popolare diretta. Auguriamo che la raggiungano anche il popolo
italiano e gli altri popoli del mondo. Finché ci sono le elezioni c'è la
'rappresentanza' del popolo». Ora: in nome del bene comune o almeno del danno
minore ogni uomo di governo ha il dovere (non il diritto: il dovere) di cercare
accordi, se possibile e senza vendere l'anima, con tutti. Tutti. Nei rapporti
internazionali è così: non sempre puoi sceglierti il vicino. E neanche
l'interlocutore. Né si poteva pretendere che Luigi Frati, il ruspante rettore
della Sapienza celebre per aver allestito nell'aula magna di medicina la festa
di nozze della figlia Paola (docente della sua stessa facoltà come anche la moglie Luciana e il
figlio Giacomo) sapesse l'arabo e chiedesse perciò lumi al Rais sul fatto che
in arabo «popolo» si dica «sha'b». Ma al di là del dubbio che perfino
sull'etimologia araba di «democrazia » l'estroso dittatore si sia preso lo
sfizio di prendere per i fondelli tutti, che senso c'è a offrire una
tale passarella accademica nella più grossa università
italiana, con inchini e salamalecchi e perfino uno stupefacente applauso dopo
la sparata contro le elezioni, per una «lectio magistralis» di questo genere?
Gian Antonio Stella L'augurio «Auguriamo al popolo italiano di raggiungere la
democrazia popolare diretta, come ha fatto il popolo libico»
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-06-2009)
Argomenti: Cultura
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-06-13 - pag: 19 autore: Territorio.
Intesa tra Unione industriali, Confindustria Lazio e sindacati Tre priorità per
le imprese di Roma Andrea Marini ROMA Salvare l'Istituto di ricerca
biomolecolare di Pomezia, realizzare in tempi brevi la nuova Stazione Tiburtina
e potenziare il porto di Civitavecchia e lo scalo di Fiumicino. Sono solo
alcune delle priorità (in parte già in corso di realizzazione) individuate dal
protocollo firmato giovedì sera (e annunciato ieri) dall'Unione industriali di
Roma, Confindustria Lazio e Cgil, Cisl e Uil della capitale e della regione.
L'intesa, che è stata allargata anche all'Ugl,vuole favorire il rilancio di
produzione e occupazione, sollecitando la Regione e le altre istituzioni locali
(il sindaco della capitale Gianni Alemanno e il governatore del Lazio Piero
Marrazzo hanno già giudicato positivamente il patto). Per Aurelio Regina,
presidente Uir, «fino a qualche mese fa nelle relazioni industriali un accordo
del genere sarebbe sembrato fantascienza ». Importante soprattutto il
coinvolgimento della Cgil, che a livello nazionale non aveva firmato la riforma
della contrattazione. «è il primo protocollo del genere in Italia – ha detto
Claudio Di Berardino, segretario Cgil Roma e Lazio – auspico che si apra una
riflessione anche a livello nazionale, ma c'è bisogno che il governo avvii un
tavolo sulla crisi». L'accordo prevede anche un tavolo permanente di confronto
( da aggiornare ogni sei mesi), per mettere in comune informazioni sulla
congiuntura economica, e l'istituzione di un Osservatorio per la sicurezza sul
lavoro, aperto anche alle altre istituzioni. «Dobbiamo trovare una chiave di
sviluppo – ha detto Regina –.Nei settori maturi ci sarà un calo
dell'occupazione e degli investimenti, e non ci saranno neanche risorse
pubbliche sufficienti. Dobbiamo fare delle scelte». Tra le altre priorità,
quindi, lo sviluppo della piattaforma digitale a Roma: un investimento, per le
sole infrastrutture di rete, di oltre 600 milioni con l'impiego di mille
addetti in 5 anni. Senza tralasciare il piano energetico provinciale
(efficienza energetica, trasporti, biomasse, solare, gestione dei rifiuti), che
potrebbe generare nell'area romana, dal 2009 al 2020, circa 315mila posti di
lavoro, con un investimento pubblico-privato di 13,4
miliardi. Un occhio di riguardo anche al turismo, con lo sviluppo rapido delle
infrastrutture già individuate, soprattutto nel quadrante ovest della
metropoli: dal polo congressuale, al polo natatorio di Ostia e i parchi a tema
(come cinema e Roma antica). «Vorremmo –ha sottolineato Maurizio Stirpe,
numero uno di Confindustria Lazio –che questo accordo fosse seguito da intese
analoghe anche nelle altre province della regione». La crisi attuale sta
colpendo pesantemente il territorio soprattutto sul fronte dell'occupazione: Di
Berardino ha sottolineato che la disoccupazione del Lazio viaggia verso l'8,5%,
mentre Dario Roncon (segretario regionale Cisl) ha parlato di una cassa
integrazione quadruplicata a Roma. Per Luigi Scardaone (segretario Uil Roma e
Lazio), l'accordo «dà speranza ai precari». © RIPRODUZIONE RISERVATA GLI
OBIETTIVI Salvare l'Istituto di ricerca biomolecolare di Pomezia, realizzare la
nuova stazione Tiburtina e potenziare il porto di Civitavecchia
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-06-2009)
Argomenti: Cultura
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-13 - pag: 25 autore: Scuola. Primo via
libera del Consiglio dei ministri alla riforma che prevede sei macro-indirizzi
e debutto dal 2010 Nuovi licei con link al lavoro Stage nel secondo biennio -
Comitati scientifici con professionisti e imprenditori Luigi Illiano ROMA Sei
nuovi percorsi liceali dal 2010-
( da "Stampa, La" del
14-06-2009)
Argomenti: Cultura
ARMA DI TAGGIA
Viale delle Palme un parcheggio bloccato dalla burocrazia Tutto da rifare per
il parcheggio interrato nel Viale delle Palme nell'area del mercato
ortofrutticolo in parte già utilizzata a parcheggio pubblico. Tutta colpa di
una piccolo (ma determinante) intoppo burocratico. Senza ricostruire tutta la
vicenda, ricordiamo che l'opera si sarebbe dovuta realizzare (e comunque si
realizzerà) attraverso project financing, intervento misto pubblico-privato.
Una sola ditta si era fatta avanti, l'Ati Cotim Principe srl. Il 3 marzo di
quest'anno è stata aperta la busta con la documentazione tecnico-economica.
L'unica impresa partecipante aveva omesso di presentare «l'asseverazione del
piano economico e finanziario» come previsto dalla legge. Così la proposta non
è stata dichiarata ammissibile. Il 23 aprile la ditta è stata informata. Ora si
è reso necessario ripubblicare nuovamente l'avviso.
Non solo: sono state apportate alcune modifiche al «project» visto che nel
frattempo la normativa che lo istituisce è cambiata. Nel progetto è comunque
prevista la realizzazione di un'autorimessa articolata su due livelli interrati
destinati a posti auto, il primo, e box privati, il
secondo. La superficie del piazzale di copertura dovrà essere impermeabilizzata
e pavimentata in sintonia con il materiale del viale adiacente. Il parcheggio
pubblico sarà equivalente, almeno, a un piano del parcheggio proposto. Intanto
però i tempi di realizzazione si sono allungati. \
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XI -
Torino Positivi gli esperimenti pilota a Asti e Cuneo "Mangiare bene si
può" Il progetto Slow food Solo cibo locale limitare sprechi e rifiuti Un
buon capitolato dovrebbe mettere attorno ad un tavolo l´economo, il direttore
sanitario, dietisti e dietologi dell´ospedale. Altro punto importante è
attribuire il giusto peso alla qualità limitando sprechi e rifiuti. Un terzo
aspetto è la scelta della filiera corta che limita i passaggi dal produttore
alla mensa, evita inutili packaging e può anche rivelarsi strumento per
contenere i costi. Lo ricordano gli esperti Valeria Cometti e Andrea Pezzana,
la prima responsabile educativa di Slow Food e il secondo membro del direttivo
nazionale dell´associazione e responsabile della dietologia del San Giovanni
Bosco. Nel 2003 una risoluzione del Consiglio d´Europa ha chiesto attenzione
sull´alimentazione di chi rimane a lungo ricoverato e sottolineato che la
malnutrizione ha effetti non solo sulla cura, ma anche sul decorso della
malattia. In Piemonte, dicono Cometti e Pezzana, il livello di innovazione è
buono. L´assessorato alla sanità si è impegnato a diffondere la nuova cultura
del buon cibo in ospedale e le due esperienze dell´ospedale di Asti (dove la
cucina è interna e gestita da dipendenti dell´azienda) e di Cuneo (dove c´è la gestione pubblico-privato di Amos) confermano che cambiare
si può. A luglio l´assessorato e Slow food avranno i dati di una ricerca
condotta su ospedali e residenze sanitarie italiane. Un punto di partenza per
capire come si mangia nei reparti e come si possono mettere in pratica
soluzioni per migliorare il servizio. (s.str.)
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina I - Napoli Il titolare della sanità regionale insiste sulla
delocalizzazione: "Piano programmato insieme ai vertici della Seconda
Università" Policlinico, il pugno duro di Santangelo Vecchio Policlinico,
stretta finale. I docenti del II Ateneo contestano la delocalizzazione
programmata: «è impraticabile e non tiene in alcun conto le esigenze della
ricerca e della didattica». Qualche docente si
spinge a chiedere la testa dell´assessore Mario Santangelo, ma il titolare
della Sanità regionale replica: «Il piano è stato studiato e in parte
concordato con rettore e preside». Intanto l´ispezione regionale conferma il
provvedimento di chiusura del Gesù e Maria adottato dal manager della Sun dieci
giorni fa. GIUSEPPE DEL BELLO A P
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XIII -
Milano Dalle speculazioni urbanistiche al flop di Malpensa, al razzismo: il
declino di Milano indagato da Marco Alfieri Capitale morale malata, politica
infetta CAMILLA GAIASCHI Sparare sul declino di Milano non è difficile né
originale. Capirne le cause, spesso nascoste tra le pieghe dell´attualità, è un
processo che richiede invece più attenzione. Nel suo brillante saggio La peste
di Milano, Marco Alfieri intende dare una chiave di lettura, ritracciando gli
eventi che hanno portato la città ad essere esempio di mal governo, alla faccia
dell´efficientismo "lumbard". A Milano, sostiene l´autore, la
politica non sa, o meglio non vuole, governare sugli affari. La sviluppo
immobiliare è un esempio. Ripercorrendo i passaggi legislativi che hanno messo
fine al vincolismo urbanistico, Alfieri individua nel progetto Bicocca
nato non per esigenze di programmazione cittadina ma per salvare «un grande
gruppo industriale caduto in disgrazia» l´inizio di
modus operandi che vede la concertazione pubblico-privato fallire a favore del
secondo, e la città trasformarsi in un mostro di cemento. Il «vuoto politico»
di Milano, ovvero l´incapacità dei suoi amministratori di fare sistema, è la
premessa per quella che Alfieri definisce la sua «romanizzazione», compiuta
sotto la regia del milanese Silvio Berlusconi. "Romana" è l´Expo 2015,
ormai commissariata dal governo, mentre il flop di Malpensa, abbandonata dalla
nuova Alitalia (la stessa che voleva scongiurare il progetto
"romano-centrico" di Air France) è stato singolarmente orchestrato al
Nord. Alfieri si sofferma inoltre sulla recente politicizzazione degli istituti
bancari, da Mediobanca (con l´arrivo di Cesare Geronzi e dei Berlusconi) a
Intesa Sanpaolo (con la vittoria di Corrado Passera su Pietro Modiano). E poi
l´infiltrazione della ´ndrangheta, la guerra per il controllo della Sanità,
l´ascesa del razzismo. Nostalgia? «Sì, del miglior riformismo milanese». Il
libro sarà presentato giovedì 18 giugno alle 18.30 presso la Feltrinelli di
Piazza Piemonte.
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina V -
Firenze Il direttore del Cherubini sulle novità del ministero. E Lucchesini,
della Scuola di Fiesole: "Non basta" "è ottimo per la cultura
musicale una tragedia per il conservatorio" "In base alla legge del
1999 verranno spostati i corsi di base per bambini, che sono tanti"
GREGORIO MOPPI «I nuovi licei musicali annunciati dal ministro Gelmini per il
2010? In Toscana esistono già da tempo, come indirizzi sperimentali, ad Arezzo
e Lucca. E comunque l´idea di istituire scuole superiori dedicate alla musica
era già contenuta nella legge di riforma dei Conservatori, anno 1999». Evento
atteso da tempo, dunque. Come spiega Paolo Biordi, direttore del Conservatorio
"Cherubini", che di questi licei dà un giudizio articolato. «Si
presentano allo stesso tempo come un bene e una tragedia. Da un lato, difatti,
non si può che salutare con favore una maggior apertura della scuola alla
pratica strumentale. Tuttavia prevedere soltanto 40 licei musicali in tutta
Italia (due per regione, a occhio e croce) è insufficiente. Quanti ragazzi potranno
frequentarli? Quali strumenti saranno insegnati? E come verranno reclutati i
docenti?». Quel che Biordi teme è l´attivazione di classi-fotocopia dovunque:
pianoforte, chitarra, flauto e poco altro. «E il resto degli strumenti, dove
impararli? Tanto più che, stando alla legge del 99,
l´apertura dei licei musicali sottrarrà ai Conservatori i corsi di base per
bambini. Ciò che, peraltro, in pochi anni condurrà al tracollo dei
Conservatori, privati del loro vivaio di talenti e senza che un adeguato numero di allievi provenienti dai nuovi
licei riesca a rimpiazzarli. Basti dire che quest´anno, da Arezzo, sono
pervenute soltanto tre domande di iscrizione al "Cherubini"». Eppure
il Conservatorio è ormai equiparato all´università,
che senso avrebbe continuare a accettarvi bimbi e adolescenti? «Anche diversi
miei colleghi la pensano così. Non si rendono conto che, senza la formazione di
base, le loro aule presto si svuoteranno. I numeri parlano chiaro: qui a
Firenze 550 allievi su 795 frequentano i corsi di base. Ma c´è una soluzione. E
a costo zero per le casse dello stato. Basterebbe che - almeno per qualche
anno, giusto il tempo di valutare pregi e difetti dei nuovi indirizzi di studio
- i licei musicali utilizzassero docenti, spazi e strumenti dei Conservatori
per l´insegnamento delle discipline musicali. Del resto, chi fornirebbe a un
liceo i fondi per comprare e mantenere in buono stato, per esempio, un
pianoforte?». Tutto questo, ovviamente, a patto che i licei musicali si
trovassero nelle vicinanze di un Conservatorio, perché altrimenti gli alunni
sarebbero costretti a spostarsi addirittura tra due città. E se in Toscana
fossero proprio Arezzo e Lucca a richiedere al ministero di rendere stabili i
propri indirizzi musicali, il "Cherubini" non ne trarrebbe alcun
giovamento: infatti agli studenti non si potrebbe chiedere di sdoppiarsi ogni
giorno tra Firenze e Arezzo; e Lucca, poi, ha già un suo Conservatorio, il
«Boccherini». Del tutto positivo, invece, il parere del direttore della Scuola
di Fiesole, Andrea Lucchesini, sui nuovi licei. «Ben vengano. Aumenteranno così
per i ragazzi le opportunità di studiare uno strumento. Però non basta ancora.
Il mio sogno è che la musica diventi parte del curriculum scolastico fin dalle
materne. Se temo che ciò possa portare a un calo di iscritti per Fiesole? No.
Quel che offriamo noi, in termini di musica d´insieme e di formazione
orchestrale, un liceo non potrebbe mai garantirlo».
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XIII -
Bari Il convegno Riflettori sull´antica Puglia fra storia e archeologia Domani
e martedì all´Università di Bari un seminario di studio con
i contributi di docenti ed esperti dell´antica terra di Peucezia
"Archeologia e storia della Puglia centrale dall´età del Bronzo all´alto
Medioevo" è il titolo delle due giornate di studio in programma da domani
a Bari per iniziativa della scuola di specializzazione in Beni archeologici
dell´Università. Il convegno si terrà nel Salone degli Affreschi
dell´Ateneo e sarà articolato in quattro sessioni - dalle 10 di domani alle 18
di martedì - che saranno coordinate dai docenti Raffaella Cassano, Ettore De
Juliis, Francesco Grelle e Marina Silvestrini. Conclusioni affidate al
direttore della scuola di specializzazione, Luigi Todisco. In apertura dei
lavori interverranno il rettore dell´Università di Bari, Corrado Petrocelli, la
preside della facolta di Lettere, Grazia Distaso, il soprintendente per i Beni
archeologici della Puglia, Giuseppe Andreassi. Previste relazioni - con
contributi di numerosi studiosi e ricercatori - su temi come "Paesaggio e
antropizzazione della Puglia centrale" (Custode Fioriello), "Il
quadro antropologico della Puglia centrale" (Vito Scattarella),
"Archeologia della Puglia centrale nell´Età del Bronzo" (Francesca
Radina) e "Storia ed epigrafia della Puglia centrale" (Francesco Grelle).
Ed ancora: "Organizzazione del territorio e modelli insediativi della
Peucezia" (Ettore De Juliis), "Società, culti e rituale funerario in
Peucezia" (Angela Ciancio), "Produzioni e scambi in Peucezia"
(Luigi Todisco), "Archeologia della Puglia centrale in Età romana"
(Raffaella Cassano) e "Archeologia della Puglia centrale tra Tardoantico e
alto Medioevo" (Antonio Felle). (p. v.)
(
da "Corriere della Sera"
del 14-06-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere della Sera sezione: Cronache data: 14/06/2009 - pag: 21 Il dibattito Dopo la storia del settantenne a cui negano l'impegno nelle ambulanze «Anziani e voglia di fare Non c'è solo il volontariato» Gillo Dorfles: il nostro tempo non dovrebbe mai essere libero «Volevo lavorare sulle ambulanze: troppo anziano... ». Venerdì, sul Corriere della Sera, la storia di Eugenio Francesco Borghetti, ingegnere in pensione della provincia di Monza, settantenne rifiutato come volontario per «sopraggiunti limiti d'età»: «Ho parecchio tempo libero raccontava lui che vorrei utilizzare per rendermi utile». Ieri, sull'argomento è intervenuto lo psicologo Marcello Cesa- Bianchi, 83 anni, docente di Psicologia dell'invecchiamento all'università napoletana Suor Orsola Benincasa: titolo del suo ultimo libro, Vecchio sarà lei!. «Da una parte sostiene il professore c'è un numero crescente di persone che hanno passato i 60-70 e che vogliono sentirsi attivi, utili;>dall'altra la
propensione a pensare che non siano in grado di farlo. Non è vero. La vecchiaia
non è un destino predefinito, è un'avventura esistenziale da inventare. Si può
essere creativi fino all'ultimo istante di vita». di GILLO DORFLES Spesso,
vedendo bighellonare nei bar e nei caffè dei gruppetti di pensionati, mi sono
posto la questione: ma davvero saranno così contenti di passare il loro tempo
senza far niente? E non mi era mai passato per la mente che potesse essere
stata respinta una loro «voglia di lavorare» un loro volontariato come è
accaduto all'ottimo ingegner Borghetti che ha fatto di tutto per rendersi utile
e che è stato rifiutato per ragioni di età (come abbiamo letto sulle colonne
del Corriere). Credo, effettivamente che si possano distinguere nettamente due
categorie: coloro che non vedono l'ora di smettere di lavorare; e coloro che,
pur di lavorare, lo farebbero a qualsiasi costo. Ricordo un mio allievo dei
primi corsi dell'università, che un giorno mi chiese:
«Crede che a quarant'anni potrò finalmente andare in pensione e disporre del
mio tempo libero?»; Il «tempo libero» il loisir dei francesi mi è sempre
sembrato una delle condizioni più illusorie per qualsiasi «uomo di buona
volontà». Non perché un tempo libero non debba contrapporsi a un tempo
lavorativo; è più che giusto che questo avvenga; ma perché il nostro tempo non
dovrebbe mai essere libero, ma sempre occupato. Se non dal lavoro, da tante
altre attività di prim'ordine: letture, viaggi, sport, e perché no: nuovi
idiomi, nuove conoscenze tecniche e artistiche. Basta la buona volontà per
inventarne degli altri. Evidentemente molte persone hanno la colpa o la
sfortuna di non avere interessi; ed è per questo che si lamentano di una
mancanza di lavoro (a prescindere da ogni questione economica!). Ma, purtroppo
chi manca di interessi non può che piangere su se stesso, o su quel «destino»
che lo ha privato di quello che mi sembra davvero il modo migliore per
«rendersi utili» o per lo meno per non piatire per la mancanza di una attività
o il rifiuto dei propri gratuiti lavori volontari. Imparate, dunque, a interessarvi
di quanto ci circonda anche senza voler offrire a tutti i costi il vostro
sangue che probabilmente non è idoneo; e cercate invece di guardarvi attorno
con un interesse per il prossimo che può esplicarsi in mille maniere; anche
senza che sia necessaria una «assunzione» ufficiale per un volontariato (spesso
«peloso») e non sempre efficace. In attività Da sinistra in alto, in senso
orario: il regista Mario Monicelli, 94 anni, l'attore Giorgio Albertazzi, 85
anni, il produttore Ettore Bernabei, 88 anni, e lo stilista Ottavio Missoni, 88
anni Pittore e critico Gillo Dorfles, 99 anni (
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del 21-06-2009) Argomenti: Cultura (
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Ogni ora di Tv
Corriere
della Sera sezione: Salute data: 14/06/2009 - pag: 55 Apprendimento Ogni ora di
Tv «ruba» 700 parole dei genitori Che guardare la Tv non giovi alla
conversazione è abbastanza intuitivo, che rallenti lo sviluppo del linguaggio
nei bambini forse meno, ma ora una nuova ricerca ci dice, con precisione,
quanto la tv nuoccia alla comunicazione di grandi e piccini e, soprattutto, tra
grandi e piccini. Un'ora di 'esposizione' ai programmi equivale, per un
genitore, a circa 700 parole in meno rivolte al figlio, mentre per il bambino
ogni ora di Tv corrisponde a un calo di circa un quarto sia del numero sia
della durata dei vocalizzi o delle parole. E chi si illude che guardare insieme
ai bambini un programma o un film adatto allo loro età incoraggi lo scambio di
parole, deve ricredersi. Qualsiasi spettacolo i bambini guardino, con gli
adulti o da soli, l'effetto è lo stesso: «più Tv, meno sviluppo del
linguaggio», come sintetizza Dimitri Christakis, autore dello studio,
pubblicato su Archives of Pediatrics & Adolescenti Medicine di giugno.
Christakis, direttore del Centro per la salute, il comportamento e lo sviluppo
infantile, dell'Università di Washington, a Seattle, è d'altronde uno dei
grandi critici della Tv, in un suo libro l'ha definita 'L'elefante in salotto'.
Per quest'ultima ricerca (condotta su 329 bambini dai 2 ai 48 mesi e i relativi
genitori, seguiti in media per 6 mesi, in giorni assegnati ai genitori secondo
criteri casuali) si è servito di un registratore messo nella tasca dei vestiti
dei piccoli con un software in grado di analizzare e distinguere le
vocalizzazioni (o le parole) emesse dai piccoli, le voci degli adulti e i suoni
provenienti dalla Tv. E l'originalità dello studio sta anche in questo
dispositivo che ha permesso valutazioni molto più accurate rispetto a quelle
contenute in precedenti ricerche basate su testimonianze e trascrizioni. «Ben venga ogni ricerca che ci mette in guardia da un uso troppo
precoce o eccessivo della Tv, commenta Anna Oliverio Ferrris, docente di psicologia dell'età evolutiva
all'Università La Sapienza di Roma ma i primi studi sul ritardo linguistico
legato alla televisione sono stati fatti 15 anni fa dall'Università di
Cambridge e da allora le ricerche si sono succedute a centinaia. Ma
mentre noi continuiamo a discutere, vengano messi in vendita video per bambini
di soli 6-9 mesi e si pretende che ci siano programmi, o video, che dovrebbero
addirittura incoraggiare lo sviluppo intellettivo dei bambini, fino a farne dei
geni». Ma la Tv è proprio così dannosa per il linguaggio? Non si sostiene che
abbiamo imparato l'italiano proprio dallo schermo? «Può essere vero per gli
adulti, ma per i bambini non funziona. I piccoli hanno bisogno di un
apprendimento attivo: debbono poter interagire con chi parla con loro. Con la
Tv non si dialoga, ci si limita ad ascoltare. Vogliamo ricordarci della
Montessori che ci ha spiegato come i bambini imparino facendo? I piccoli
debbono vivere nella realtà reale, quella virtuale può venire solo dopo». Dopo
quando? «Non prima dei 4 anni conclude Anna Oliverio Ferraris se non vogliamo
danneggiare, insieme alle capacità linguistiche, quelle intellettive e la
creatività. E, anche a 4 anni, Tv con moderazione: una ventina di minuti al
giorno e solo programmi adatti all'età. Non mi si venga poi a dire che già da
piccolissimi i bambini sono interessati allo schermo: sono semplicemente
ipnotizzati». Daniela Natali Televisione come baby sitter
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Quanto può pesare il carattere (sezione: Cultura)
Corriere
della Sera sezione: Salute data: 14/06/2009 - pag: 55 Alimentazione Due nuovi
studi mettono in relazione la personalità con le abitudini a tavola Quanto può
pesare il carattere Conoscersi bene aiuta a scegliere la strategia per
dimagrire dello studio, un ricercatore italiano che da dieci anni lavora negli
Stati Uniti gli studi che correlano la personalità al peso possono essere molto
utili per capire meglio i comportamenti, ma anche gli aspetti cognitivi e
emotivi associati con problemi di peso. Inoltre, possono dare suggerimenti sul
tipo di intervento. Per esempio, chi è poco ordinato e organizzato va prima di
tutto aiutato a sviluppare risorse che facilitino una maggiore regolarità dei
pasti e la pianificazione del menu. Gli estroversi possono invece trovare più
facile partecipare a programmi per il controllo del peso rivolti a gruppi di
persone. E' interessante anche notare che il profilo di personalità delle
persone obese è simile a quello dei fumatori. Forse, come è avvenuto per le
tasse sulle sigarette che hanno ridotto il numero dei fumatori, una tassazione
di prodotti come le bevande zuccherate potrebbe rivelarsi utile ad affrontare
quel problema che è ormai diventata l'obesità». «Al di là dei 'rimedi'
possibili, visto che la ricerca mette l'accento soprattutto sull'impulsività,
aggiunge Alessandra Mauri, psicoterapeuta e docente dell'Università di Padova val
forse la pena di spendere due parole per spiegare che l'impulsivo non è
semplicemente uno che si getta sul cibo senza riflettere. Chi ha questa
caratteristica, ha una generica difficoltà nel fermarsi a pensare ai propri
bisogni e a capire ciò che è veramente 'buono' per lui. L'impulsività
porta a spegnere i bisogni o i disagi in fretta, e il cibo aiuta». Anche un
altro studio condotto dai ricercatori dell'Università di Washington (pubblicato
dall'International Journal of Obesity) ha confermato la relazione fra tratti
della personalità e peso. In questa ricerca, che ha coinvolto più di 500
individui, si sono confrontati tre gruppi di persone: obese, magre ed obese
arruolate in un programma di gruppo per il controllo del peso. Utilizzando il
test 'Temperament and Character Inventory', che misura sette dimensioni della
personalità - comprese la ricerca di novità, la dipendenza dalla ricompensa, il
senso di cooperazione - , si sono rilevate varie differenze significative. Gli
obesi sono risultati molto più desiderosi di novità dei magri. Non solo, la
ricerca di novità sembra anche essere una caratteristica che rende più
difficile riuscire a dimagrire. «In effetti commenta Alessandra Mauri i
soggetti obesi hanno una forte spinta alla ricerca di stimoli nuovi e 'gustosi'
e il cibo può rispondere a questo bisogno di novità». Un'altra differenza
riscontrata nello studio riguarda gli obesi che si sono resi disponibili
all'arruolamento nel programma dimagrante. Diversamente dagli altri obesi, sono
risultati assai cooperativi, ma anche più dipendenti dalla ricompensa. D'altra
parte, le persone con queste caratteristiche tendono ad essere emotivamente 'calorose'
e bisognose di approvazione sociale e perciò non stupisce che rispondano
positivamente a programmi di riduzione del peso che prevedono incontri
collettivi. «Proprio perché i tratti della personalità giocano un ruolo
significativo conclude Mauri nel progetto terapeutico di cambiamento non vanno
assolutamente dimenticati. Questo significa, per esempio, che per i soggetti
più depressi è importante andare alle radici della depressione prima di
iniziare qualsiasi percorso per il controllo del peso». Carla Favaro,
nutrizionista
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Restare fedeli è amore vero Un patto, ma niente
rinunce (sezione: Cultura)
Corriere della Sera sezione: Prima Pagina data: 15/06/2009 -
pag: 1 Pubblico&Privato di Francesco Alberoni Restare fedeli è amore vero
Un patto, ma niente rinunce L a coppia moderna è fondata sull'innamoramento, e
questo è esclusivo. La persona che ami è l'unica al mondo che desideri e tu sei
l'unico al mondo che lei desidera. Gli innamorati sono perciò
spontaneamente fedeli. Ma, per durare, l'amore richiede anche l'intervento
della volontà. Gli sposi e gli amanti stringono fra di loro un patto di fedeltà
che li vincola a tempo indeterminato. La fedeltà ha perciò due volti: uno
spontaneo fondato sul desiderio, l'altro fondato sul patto, sull'istituzione.
Tutte le religioni costituite, il cristianesimo, l'ebraismo, l'islam danno un
peso preponderante al patto, all'istituzione. La fedeltà è un dovere che si
deve praticare come qualsiasi imperativo morale. Anche numerosi filosofi, come
Rousseau, De Rougemont e Fromm diffidano dell'amore e sostengono che il
rapporto di coppia debba essere fondato più sulla volontà che sul sentimento. Tesi
autorevole che, però, se viene portata alle estreme conseguenze, esclude
l'amore e concepisce la fedeltà come puro obbligo. Hai preso l'impegno di
essere fedele e devi rispettarlo sempre e comunque. Eviterai le persone che
possono influenzarti negativamente. Non frequenterai ambienti promiscui. Non ti
fermerai con uomini o donne che ti piacciono e che potresti desiderare.
Soffocherai sul nascere i tuoi impulsi erotici fino a diventare indifferente
agli stimoli, fino al punto che gli altri, incontrandoti, ti sentiranno freddo
e inavvicinabile. Sono meno numerosi coloro che hanno dato importanza alla
fedeltà spontanea che nasce da un amore appassionato. Eppure esiste. Ascoltiamo
questa donna: «Da quando ti amo sono felice, il mio corpo è rinato, sperimento
emozioni nuove, piaceri che non avevo nemmeno immaginato. E perciò non voglio
sciupare, inquinare le stupende sensazioni che provo con te. Basterebbe il
contatto con un altro uomo per intossicare, per avvelenare irreparabilmente la
loro purezza, la loro perfezione. Come una goccia di veleno avvelena una
ampolla di acqua purissima, come mangiare la mela dell'albero maledetto nel
paradiso terreste». In realtà in ogni donna ed in ogni uomo c'è la capacità di
sperimentare una intimità amorosa che dà un immenso piacere e che ha bisogno
della fedeltà. Una fedeltà desiderata, cercata, che rende felici e che diventa
abitudine quotidiana senza bisogno di sforzo e di rinuncia. Difficile da
raggiungere, certo, ma più adatta al nostro tempo di quella concepita come puro
obbligo e costrizione. www.corriere.it/alberoni \\ Per durare a lungo
l'emozione richiede anche volontà
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Riforma dei licei alla prova dei programmi (sezione: Cultura)
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-14 - pag: 19 autore: ANALISI
Riforma dei licei alla prova dei programmi di Alessandro Schiesaro D i fronte
alla complessità, esilarante o sconvolgente a seconda dei punti di vista, che
caratterizza la dimensione moderna e postmoderna, i sistemi educativi non meno
che gli individui possono reagire in due modi: cercando affannosamente di
inseguire traiettorie culturali polimorfiche e numerosissime, oppure
concentrandosi su saperi fondamentali. Ha scelto con decisione questa seconda
alternativa la riforma dei licei, appena varata dopo un lungo e difficile
percorso che ha avuto se non altro il pregio di far emergere un buon grado di
condivisione sulle direttrici principali al di là degli schieramenti politici.
La situazione era ormai irrimediabilmente confusa. Sul saldo ma rigido impianto
gentiliano datato 1923 si erano innestati soprattutto in anni recenti centinaia
di modifiche, sperimentazioni e percorsi, cosicché il sistema aveva perso sia
la chiarezza del progetto originale, sia lo spazio per un netto cambio di
rotta. Oggi si prevedono invece solo sei licei e sette indirizzi, riconoscendo
dignità piena ad alcune delle innovazioni sviluppate nel tempo e insieme
preservando, all'interno di un'architettura leggibile, specifici margini di
autonomia delle singole sedi. Proprio grazie alle esperienze maturate sul campo
sembra essersi trovata una soluzione ragionevole per quanto riguarda
l'insegnamento del latino,troppo spesso totem ideologico o scontato bersaglio
polemico. Centrale al Classico e adeguatamente rappresentato, ma non in tutti
gli indirizzi, nei licei scientifico, linguistico e delle scienze umane, il
latino, ormai sempre più un'importante "eccezione culturale" del
nostro sistema in ambito europeo, continuerà a proporre una visione storica di
lungo periodo. è un peccato che la riforma giunga in un momento di difficoltà
finanziarie e in un contesto di risorse ridotte, perché si rischia di compromettere
la valutazione serena di uno dei suoi aspetti qualificanti, la riduzione del
numero di ore d'aula, ormai vicine a sfiorare in alcuni casi quota quaranta.
Ulteriori risorse dovrebbero quindi essere investite su altri capitoli, dall'aggiornamento professionale dei docenti alle attività
integrative, dai laboratori alle biblioteche, ma senza intaccare spazi di
studio e di maturazione personale di cui gli studenti hanno bisogno di
riappropriarsi (lo stesso vale, per inciso, a livello universitario). Sono adesso
sul tavolo tre problemi delicati, primo fra tutti quello della messa in pratica
della riforma. Le riforme sono utili o dannose assai più per come
vengono calate nella realtà che per i principi cui si ispirano. Serve quindi
anche per i licei la "delivery unit" concepita per gli istituti
tecnici, vista anche l'oggettiva difficoltà di far partire il nuovo sistema
contemporaneamente nelle prime e nelle seconde classi. Dovrà poi essere
riaperto il tavolo sui programmi di studio, che, fermi da tempo, rischiano
altrimenti di risultare ancora più distanti dal nuovo impianto generale degli
studi secondari. è giunto infine il momento di impostare un dibattito serio e,
si spera, non ideologico, sulle filiere di accesso tra scuole superiori e università. L'abolizione, simbolicamente significativa, del
nome "ginnasio", memoria di un vecchio sistema in cui si operava alle
soglie della media inferiore una dicotomia insuperabile tra quanti potevano
accedere all'università e coloro che venivano
"avviati" al lavoro, potrebbe offrire lo spunto per impostare su basi
nuove il problema. Oggi non si tratta certo di erigere altri steccati, ma di
indicare con onestà intellettuale quali sbocchi universitari sono coerenti con
gli studi intrapresi e quali necessitano invece di un'integrazione non
eludibile di competenze. La semplificazione degli indirizzi e l'individuazione
di un numero sensato di materie facilita senza dubbio il compito. La
complessità, infatti, richiede saperi di base solidi e approfonditi, non certo
l'affastellamento di specialismi inevitabilmente prematuri o velleitari. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA LA PARTICOLARITà Il latino rimane un'importante
eccezione culturale tutta italiana in ambito europeo LA SVOLTA Dalla
parcellizzazione dei saperi si passa al rafforzamento dei fondamenti
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Via libera ai
Corriere
della Sera sezione: Cronache data: 15/06/2009 - pag: 25 La riforma Cambia la
«governance» della scuola. Un organismo nazionale vigilerà sui programmi Via
libera ai «comitati di liceo» Professionisti e aziende sceglieranno le materie
facoltative ROMA Comincia a cambiare la «governance» della scuola. Un po' alla
volta, con piccoli aggiustamenti. Ed un obiettivo: fare entrare nel sistema la
cultura della valutazione. Un primo passo è stato appena fatto. Un comitato
nazionale controllerà e aggiornerà i piani di studio dei licei e degli istituti
tecnici e professionali. È una novità importante che ci avvicina all'Europa
dove il compito di valutare e migliorare l'offerta formativa, in soldoni i
programmi, è affidata ad apposite agenzie. L'idea è quella di poter contare su
un organismo in grado di elaborare delle proposte di cambiamento dei piani di
studio in modo autonomo, avvalendosi dell'assistenza tecnica dell'Istituto
nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione
(Invalsi) e dell'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica
(Ansas). Il comitato è previsto sia dal regolamento dei tecnici,
definitivamente approvato, che dal regolamento dei licei, approvato in prima
lettura dal Consiglio dei ministri. A tenere sotto controllo «il profilo
educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione del secondo
ciclo» sarà un ristretto gruppo di volontari (non ci sarà nessun onere per la
finanza pubblica) composto, per quanto riguarda i licei, da «un rappresentante
scelto dal ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione,
rappresentanti delle scuole, delle università ed
esponenti del mondo della cultura, dell'arte e della ricerca ». La materia
modifiche curriculari, programmi è anche una delle competenze del Consiglio
nazionale della pubblica istruzione (Cnpi), un organismo espressione del mondo
sindacale dei professori. D'ora in avanti se ne occuperà un Comitato formato da
esperti. Se ci spostiamo nei singoli istituti scopriamo un'altra novità. In
ogni scuola, liceo o istituto tecnico, nascerà un comitato
scientifico composto da docenti, esperti del mondo del lavoro, delle
professioni, della ricerca scientifica e tecnologica, delle università, dei conservatori. Queste
persone (anche in questo caso non è previsto alcun onere per la finanza
pubblica) potranno dare consigli e fare proposte «per l'organizzazione e
l'utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità», ossia fino al
venti per cento del monte ore annuale nei primi due anni e nel quinto anno e
fino al trenta per cento nel secondo biennio. Il «comitatino» non si occuperà
di programmi, ma potrà dire la sua sull'organizzazione di nuovi corsi. Cosa non
di poco conto soprattutto negli istituti tecnici che per garantire la
spendibilità del diploma devono tenere costantemente sotto controllo
l'evoluzione del mercato del lavoro locale. Anche in questo caso, come per il
Comitato nazionale, si potrebbe aprire un piccolo conflitto. Il collegio dei
docenti da sempre esercita le sue competenze in materia di didattica,
valutazione e orari. Il suo ruolo, d'ora in avanti, potrebbe essere in qualche
modo ridimensionato. I regolamenti della Gelmini puntano a modificare gli
equilibri di potere all'interno delle scuole spostando attribuzioni e
competenze su nuovi organi. Il Comitato nazionale e i comitati scientifici
d'istituto, sono chiamati, anche in modo indiretto, a monitorare l'efficacia
dell'offerta formativa su scala nazionale e locale. Il ministro sta gettando le
basi di un vero e proprio sistema di valutazione. Giulio Benedetti Sui banchi
All'ultimo anno di superiori (Newpress) IL COMMENTO di Maurizio Ferrera a
pagina 12 Equilibri Ecco come i regolamenti della Gelmini cambiano gli
equilibri di potere all'interno delle scuole 20 Per cento Il comitato
scientifico di ogni scuola farà proposte per un totale del 20% del monte ore
nel biennio e nell'ultimo anno, per il 30% al terzo e quarto
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Appello per l'Università 24 Ore (sezione: Cultura)
Il
Sole-24 Ore sezione: SCIENZA E FILOSOFIA data: 2009-06-14 -
pag: 35 autore: Appello per l'Università 24 Ore Un documento programmatico di
1.300 docenti di molte università italiane ( Universitas Futura, http://w3.disg.uniroma1.it/unira)
discute le linee guida del Ddl governativo sull'università in preparazione: 1) imperniare la struttura universitaria sui
Dipartimenti; 2) istituire un'agenzia di valutazione nazionale dell'università e ricerca (Anvur); 3) riformare i meccanismi di
governo dell'università. Il punto 1) comporta la piena
responsabilizzazione dei Dipartimenti, è quindi importante che la produttività
scientifica di ciascun Dipartimento sia sottoposta al vaglio di un'autorevole
agenzia di valutazione, fondata sul concetto di peer review. Nel Ddl
sull'istituzione dell'Agenzia Anvur, sembra scomparso proprio tale concetto,
che dovrebbe costituire la base per la distribuzione di una quota consistente
delle risorse finanziarie destinate alle università.
Altri materiali sulla peer review nelle esperienze dei diversi paesi nel sito:
www.ilsole24ore.com
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Iniziative di formazione ancora molto limitate (sezione: Cultura)
Il
Sole-24 Ore del lunedì sezione: EDILIZIA, AMBIENTE E SICUREZZA data: 2009-06-15
- pag: 42 autore: Professionisti Iniziative di formazione ancora molto limitate
Deborah Appolloni Poche le iniziative per la formazione di progettisti e
professionisti dell'edilizia in vista dell'entrata in vigore il prossimo
1Úluglio delle nuo-venormetecnichedicostru-zione, anticipate di un anno dal
decreto per il terremoto in Abruzzo. A dominare il panorama rimane il progetto
«Concrete», il programma gratuito di formazione rivolto a progettisti, università, pubbliche amministrazioni, grandi committenti e
imprese edili, ideato da Atecap (associazione tecnico economica del
calcestruzzo preconfezionato) e in campo già dal 2006. Per il resto, ci sono
alcune iniziative sorte in seno alle università, come
quella del ReLuis, la rete dei laboratori universitari di ingegneria sismica,
che ha programmato una giornata di studio presso la Federico II di Napoli per
il 19 giugno e diversi seminari per l'autunno. Al di fuori di queste attività,
però, la scelta deve limitarsi a pochissime altre iniziative: quattro giornate
di formazione organizzate a Milano fino al 23 giugno da Area72 («Progettare
edifici di calcestruzzo in zona sismica con il metodo degli stati limite »,
costo 576 euro) e il vasto programma offerto dall'EuCentre di Pavia.
«Nonostante ci sia ancora grande richiesta di formazione professionale su
questi temi – commenta Gaetano Manfredi, docente del
dipartimento di ingegneria strutturale dell'università
Federico II di Napoli – come dimostra il grande interesse per il progetto
"Concrete", molte iniziative sono state fatte negli anni scorsi
quando la normativa doveva entrare in vigore, salvo poi essere più volte
rimandata». Dal 2006 «Concrete» ha all'attivo più di 6mila visite e 14mila
contatti. Il progetto, che ha anche ricevuto il patrocinio del Consiglio
superiore dei lavori pubblici, si basa su consulenze gratuite one-to-one
affidate a una rete di dieci ingegneri operanti su tutto il territorio
nazionale. A supporto di questa formazione, sono state pubblicate le «Linee
guida per la prescrizione delle opere in cemento armato» e un vademecum. Valida
alternativa sono i quatto seminari programmati da giugno a settembre (400 euro
+ Iva ciascuno) dall'EuCentre di Pavia, fondato dal Dipartimento della
Protezione civile, l'Istituto di geofisica e vulcanologia e l'Università degli
studi di Pavia, il cui presidente, Gian Michele Calvi sta partecipando
attivamente nei progetti di ricostruzione del post-terremoto in Abruzzo. Tra
questi, da segnalare un corso programmato il 26 e 27 giugno sulla valutazione
degli edifici esistenti in muratura che si propone di fornire strumenti
necessari per la valutazione della capacità sismica di strutture in muratura e
della progettazione degli interventi di consolidamento. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN COLLABORAZIONE CON IL SETTIMANALE Edilizia e Territorio
www.ediliziaterritorio.ilsole24ore.com Sul prossimo numero di Edilizia e
Territorio: Ricostruzione in Abruzzo, c'è spazio per gli specialisti del legno
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Lettere perde la gara dell'affidabilità (sezione: Cultura)
Il
Sole-24 Ore del lunedì sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-15 - pag: 7 autore:
Lettere perde la gara dell'affidabilità Pochi stage, poche borse di studio e
molti laureati in ritardo - I risultati migliori a chimica e farmacia P
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poli, i voti si pesano e non si contano - ottavia
giustetti (sezione: Cultura)
Pagina
IX - Torino Prosegue la raccolta di adesioni per non far chiudere alla fine
dell´anno l´istituzione culturale francese Poli, i voti si pesano e non si
contano Elezione del rettore: dottorandi e tecnici declassati rispetto ai prof
Tremila firme per salvare il Centre In lacrime i bimbi della Tommaseo Nel terzo
turno tra Profumo e Firrao scende al 30 per cento la soglia per essere eletti
OTTAVIA GIUSTETTI Terzo turno di votazioni: il Politecnico attende per oggi la
nomina definitiva del rettore Francesco Profumo. Dopo che i primi due turni
sono andati falliti. Ma questa volta cambiano le regole per l´elezione: scende
cioè dal 50 al 30 per cento, dei voti equivalenti esprimibili più un voto, la
soglia necessaria per aggiudicarsi la vittoria. Lo sfidante è sempre Donato
Firrao, preside della prima facoltà di Ingegneria, su cui pochissimi avrebbero
scommesso ma che, alla fine, ha portato comunque il favorito a scontrarsi fino
a una terza sessione di votazioni. Complice anche un sistema elettorale
piuttosto contorto che "pesa" i voti degli aventi
diritto e mette su livelli molto diversi docenti e personale tecnico
amministrativo. Basti pensare che il voto di un dipendente del comparto tecnico
vale solamente il 7 per cento del voto di un professore. Come i tecnici anche
gli amministrativi, i dottorandi, e una rappresentanza degli studenti devono
essere circa quindici sul piatto della loro bilancia per contrastare,
sull´altro, il peso di un solo docente ordinario o
associato o ricercatore confermato. E non si tratta di regolamento che risale
agli anni della fondazione, bensì al 2001 quando lo statuto d´ateneo venne
modificato e riformulato il regolamento per l´elezione del rettore. Così in
un´istituzione, come è quella del Politecnico, che si ispira ai più saldi
principi della modernità e del progresso, vigono invece regole più vicine alla
tradizione. Dipendenti con ruoli diversi hanno anche peso diverso, quando si
tratta di esprimere una preferenza per la scelta del proprio capo. Perché, a differenza
di quanto molti credono, il rettore dell´ateneo sovrintende a ogni attività,
quella didattica, quella di ricerca e anche quella amministrativa. «Il rettore
rappresenta il Politecnico ad ogni effetto di legge - è scritto nello statuto -
ed è garante della libertà di ricerca e di insegnamento, della libertà di
studio e dei diritti di tutti i dipendenti e studenti del Politecnico di
Torino». Molte battaglie hanno condotto i sindacati che rappresentano la fetta
di lavoratori meno "efficace" sul voto, ma scarsi sono stati i
risultati nel passato. Qualche anno fa, per esempio, l´Università di via Po,
che non ha voti "pesati" ma adotta l´escamotage di far esprimere solo
pochi rappresentanti della categoria meno influente, fece salire da
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un posto comodo vicino a casa - gabriele mazzacca (sezione: Cultura)
Pagina I
- Napoli L´intervento Un posto comodo vicino a casa GABRIELE MAZZACCA La
vicenda del Vecchio Policlinico illustra esemplarmente quanto profondo sia il
malessere socio-culturale di Napoli. Mario Santangelo ha assunto la sola
decisione possibile: lo smantellamento di quello che da decenni è il simulacro
di un ospedale, e che addirittura si pretende sia una "scuola di
medicina". La reazione della facoltà medica è stata furibonda. Santangelo
non deve chinare il capo. Non c´è nulla che legittimi la presa di posizione
della facoltà medica della Seconda università. Sfido
chiunque a sostenere che l´attuale assetto strutturale e funzionale di quella
Facoltà sia compatibile con una offerta formativa appena soddisfacente. Sfido
chiunque a negare che questo assetto sia profondamente incoerente con i
principi fondamentali dell´insegnamento in un corso di laurea in Medicina e
chirurgia: da un lato la interattività tra i docenti delle
varie discipline cliniche e tra docenti clinici e docenti delle discipline di
base; dall´altro la interattività e la multidisciplinarietà del rapporto
didattico tra docenti e studenti. La verità è che la gran parte dei docenti
della Facoltà medica della Seconda università non accetta che il costruendo policlinico di Caserta sia la sede
della Facoltà. Perché? Semplicemente perché, risiedendo essi a Napoli,
ciò non torna loro comodo. SEGUE A P
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su facebook c'è il disastro del liceo (sezione: Cultura)
Pagina
XIV - Milano Su Facebook c´è il disastro del liceo " Insulti e minacce a
compagni e professori: come possiamo noi genitori aiutare la scuola a educare
al rispetto?" Nostro figlio frequenta un noto liceo scientifico statale
del centro di Milano. Accade questo: negli ultimi mesi alcuni studenti hanno
aperto su Facebook il gruppo «Chi vuole spaccarela testa a... « rivolto a un
altro studente; sempre online una studentessa ha discusso, rendendole
pubbliche, delle condizioni di salute di una docente dell´istituto; in un ritrovo non virtuale uno studente ha
insultato pubblicamente un´altra docente con un grave handicap fisico, e gli insulti si riferivano
proprio al suo handicap; poi su Facebook, lo scorso ottobre è comparso il
gruppo "Addio Prof. X", contenente un coacervo di insulti
rivolti al docente a opera di uno studente
successivamente premiato con un bell´otto in condotta agli scrutini del primo
quadrimestre. Nel Pof, il Piano dell´Offerta Formativa del liceo, c´è scritta
la parola «rispetto». Sui giornali leggiamo della stretta gelminiana sulla
condotta. Perché, allora, non vengono presi provvedimenti disciplinari
adeguati? Come possiamo aiutare la scuola a educare al rispetto e a essere
rispettata? Lettera firmata La maldicenza c´è sempre stata, su Facebook non è
più un venticello che poi sparisce: viene affissa sul muro elettronico.
Prendersela con i più deboli fa parte della natura di alcuni esseri umani e
quasi tutti crescendo cambiano: ma un conto è avere qualche ricordo delle
proprie cattiverie nel bagaglio, un conto è deridere l´immagine perdente della
«vittima» e farla circolare. Una scuola che oggi voglia valutare la condotta
degli allievi sarebbe obbligata, secondo me, a tener conto del mondo virtuale,
non solo della vita di classe. Minacciare i compagni non esiste solo
nell´universo della rete, ma - questa lettera ne è la dimostrazione - scende
«per li rami» sino a entrare nei nostri tinelli: sino coinvolgerci più di
quanto immaginiamo. Facebook è potente. Anche la tv del pomeriggio, che
diffonde l´immagine di ragazze-mignotte (lo pensiamo: e diciamolo
) o propone il litigio come forma di comportamento, fa
più proseliti del parroco. L´educazione impartita dai genitori, invece, è
sempre più impalpabile: gli diamo inglese, tennis, nuoto e soldi, ma molti
papà e mamme sono diventati afasici. Allevano piccoli estranei. A quanti di noi
genitori, che arranchiamo tra scatti di nervi e preoccupazioni, andrebbe dato
un
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Ignorando i divieti una folla enorme converge su
piazza Asadi, a Teheran. Morte al governo dei... (sezione: Cultura)
Ignorando
i divieti una folla enorme converge su piazza Asadi, a Teheran. «Morte al
governo dei bugiardi», gridano accusando di «golpe» il presidente Ahmadinejad.
Per loro la sua rielezione venerdì è una farsa, frutto di giganteschi brogli.
«Dove sono finiti i nostri voti», urlano con rabbia. I voti per Mir Hossein
Mousavi, che è lì in piazza assieme a loro e con un megafono in mano si rivolge
ai sostenitori: «Siamo pronti a partecipare a una nuova elezione presidenziale.
Il voto del popolo è più importante della mia persona o di chiunque altro».
Quanti sono? Centinaia di migliaia, un milione secondo alcuni. Certamente
molti, molti di più rispetto a domenica ed a sabato, quando le manifestazioni
nascevano spontaneamente ora qua or là, senza mai raggiungere dimensioni
considerevoli, anche perché l'intervento degli agenti anti-sommossa era
immediato e violento. TESTIMONE OCULARE Ma ecco, è ormai notte, accade
l'irreparabile. Parte dei dimostranti se ne è andata. Altri sono ancora lì.
D'improvviso si sentono degli spari. La confusione è totale. Si parla di un
morto, forse di più. Un fotografo iraniano, testimone oculare, afferma che ad
aprire il fuoco sono stati membri della milizia integralista Basiji, dopo che
la loro sede era stata attaccata da un gruppo di dimostranti. Impossibile
sapere se gli aggressori fossero manifestanti esagitati o provocatori
infiltrati fra di loro. Qualche ora più tardi, ancora colpi di arma da fuoco,
in tre diversi quartieri, nella parte nord della città. Non si sa se ci siano
vittime né come si siano svolti i fatti. Gli eventi sono precipitati verso il
tragico epilogo serale, dopo che per buona parte della giornata si era pensato
che il conflitto politico innescato dalla disputa sulla validità del voto
avesse trovato una ricomposizione pacifica. Un colloquio tra Mousavi e la Guida
suprema Khamenei sembrava avere spianato la via verso una soluzione concordata,
che prevedeva il diritto dell'opposizione ad esprimere liberamente la propria
protesta senza essere impedita da arresti e aggressioni poliziesche. Benché il
corteo in centro rimanese ufficialmente proibito, Khamenei ricevendo Mousavi,
lanciava un segnale piuttosto chiaro ad Ahmadinejad: niente aggressioni, niente
provocazioni poliziesche. Quanto al ricorso contro il verdetto delle urne che
secondo Mousavi sarebbe viziato dai brogli, Khamenei assicurava che l'organismo
competente, il Consiglio dei Guardiani della rivoluzione, l'avrebbe esaminato
pronunciandosi nel giro di dieci giorni. Il risultato più importante per
Mousavi era il riconoscimento implicito del diritto ad esprimere in piazza il
dissenso e a mostrare la forza del movimento antigovernativo. Mentre è
difficile credere che si facesse illusioni sul giudizio del Consiglio dei
guardiani della rivoluzione circa la validità del voto: la rielezione di
Ahmadinejad sarebbe stata definitivamente sancita. DOCENTI
DIMISSIONARI Quali sbocchi avrà ora la crisi dopo i tragici avvenimenti di ieri
sera è assolutamente imprevedibile. In una situazione così tesa, il minimo
incidente può avere contraccolpi pericolosi. Gli animi sono esacerbati. Clamorosa
l'iniziativa di un centinaio di docenti universitari di Teheran, che si
sono dimessi per protestare contro un attacco ai dormitori dell'ateneo la
scorsa notte. Fra i dimissionari sarebbe Jabbedar-Maralani, considerato il
padre dell'ingegneria elettronica in Iran. I professori hanno chiesto che
rinunci all'incarico il rettore Farhad Rahbari, che non è stato capace di
difendere la dignità dell'università e l'incolumità
degli studenti. A elezioni ormai concluse, un istituto di indagini demoscopiche
americane rivela di avere previsto la vittoria di Ahmadinejad. Il sondaggio,
effettuato in maggio, aveva dato Ahmadinead nettamente primo. Le intenzioni di
voto in suo favore erano addirittura doppie rispetto a quelle per Mousavi, un
margine cioè persino superiore a quello poi concretizzatosi nelle urne secondo
i risultati ufficiali. «Mentre i media occidentali da Teheran, nei giorni
precedenti lo scrutinio, parlavano di folle iraniane entusiaste per il
principale avversario di Ahmadinejad -scrivono gli autori della ricerca
finanziata dal Rockefeller Brothers fund- la nostra campionatura scientifica
nelle 30 province del paese dava Ahmadinejad in ampio vantaggio».
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Iran, Mousavi sfida i divieti In piazza spari e
vittime (sezione: Cultura)
Iran,
Mousavi sfida i divieti In piazza spari e vittime GABRIEL BERTINETTO Ignorando
i divieti una folla enorme converge su piazza Asadi, a Teheran. «Morte al
governo dei bugiardi», gridano accusando di «golpe» il presidente Ahmadinejad.
Per loro la sua rielezione venerdì è una farsa, frutto di giganteschi brogli.
«Dove sono finiti i nostri voti», urlano con rabbia. I voti per Mir Hossein
Mousavi, che è lì in piazza assieme a loro e con un megafono in mano si rivolge
ai sostenitori: «Siamo pronti a partecipare a una nuova elezione presidenziale.
Il voto del popolo è più importante della mia persona o di chiunque altro».
Quanti sono? Centinaia di migliaia, un milione secondo alcuni. Certamente
molti, molti di più rispetto a domenica ed a sabato, quando le manifestazioni
nascevano spontaneamente ora qua or là, senza mai raggiungere dimensioni
considerevoli, anche perché l'intervento degli agenti anti-sommossa era
immediato e violento. TESTIMONE OCULARE Ma ecco, è ormai notte, accade
l'irreparabile. Parte dei dimostranti se ne è andata. Altri sono ancora lì.
D'improvviso si sentono degli spari. La confusione è totale. Si parla di un
morto, forse di più. Un fotografo iraniano, testimone oculare, afferma che ad
aprire il fuoco sono stati membri della milizia integralista Basiji, dopo che
la loro sede era stata attaccata da un gruppo di dimostranti. Impossibile
sapere se gli aggressori fossero manifestanti esagitati o provocatori
infiltrati fra di loro. Qualche ora più tardi, ancora colpi di arma da fuoco,
in tre diversi quartieri, nella parte nord della città. Non si sa se ci siano
vittime né come si siano svolti i fatti. Gli eventi sono precipitati verso il
tragico epilogo serale, dopo che per buona parte della giornata si era pensato
che il conflitto politico innescato dalla disputa sulla validità del voto
avesse trovato una ricomposizione pacifica. Un colloquio tra Mousavi e la Guida
suprema Khamenei sembrava avere spianato la via verso una soluzione concordata,
che prevedeva il diritto dell'opposizione ad esprimere liberamente la propria
protesta senza essere impedita da arresti e aggressioni poliziesche. Benché il
corteo in centro rimanese ufficialmente proibito, Khamenei ricevendo Mousavi,
lanciava un segnale piuttosto chiaro ad Ahmadinejad: niente aggressioni, niente
provocazioni poliziesche. Quanto al ricorso contro il verdetto delle urne che
secondo Mousavi sarebbe viziato dai brogli, Khamenei assicurava che l'organismo
competente, il Consiglio dei Guardiani della rivoluzione, l'avrebbe esaminato
pronunciandosi nel giro di dieci giorni. Il risultato più importante per
Mousavi era il riconoscimento implicito del diritto ad esprimere in piazza il
dissenso e a mostrare la forza del movimento antigovernativo. Mentre è
difficile credere che si facesse illusioni sul giudizio del Consiglio dei
guardiani della rivoluzione circa la validità del voto: la rielezione di
Ahmadinejad sarebbe stata definitivamente sancita. DOCENTI
DIMISSIONARI Quali sbocchi avrà ora la crisi dopo i tragici avvenimenti di ieri
sera è assolutamente imprevedibile. In una situazione così tesa, il minimo
incidente può avere contraccolpi pericolosi. Gli animi sono esacerbati.
Clamorosa l'iniziativa di un centinaio di docenti universitari di Teheran,
che si sono dimessi per protestare contro un attacco ai dormitori dell'ateneo
la scorsa notte. Fra i dimissionari sarebbe Jabbedar-Maralani, considerato il
padre dell'ingegneria elettronica in Iran. I professori hanno chiesto che
rinunci all'incarico il rettore Farhad Rahbari, che non è stato capace di difendere
la dignità dell'università e l'incolumità degli
studenti. A elezioni ormai concluse, un istituto di indagini demoscopiche
americane rivela di avere previsto la vittoria di Ahmadinejad. Il sondaggio,
effettuato in maggio, aveva dato Ahmadinead nettamente primo. Le intenzioni di
voto in suo favore erano addirittura doppie rispetto a quelle per Mousavi, un
margine cioè persino superiore a quello poi concretizzatosi nelle urne secondo
i risultati ufficiali. «Mentre i media occidentali da Teheran, nei giorni
precedenti lo scrutinio, parlavano di folle iraniane entusiaste per il
principale avversario di Ahmadinejad -scrivono gli autori della ricerca
finanziata dal Rockefeller Brothers fund- la nostra campionatura scientifica
nelle 30 province del paese dava Ahmadinejad in ampio vantaggio». A Teheran una
folla oceanica manifesta con il leader dell'opposizione Mousavi e contesta la
vittoria elettorale di Ahmadinejad. Spari sui dimostranti. Almeno un morto.
Ahmadinejad rinvia la visita in Russia.
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Da Galileo a Calvino Conferenza di Zaccaria (sezione: Cultura)
CON
L'UNIVERSITA' Da Galileo a Calvino Conferenza di Zaccaria Da Galileo a Manzoni
e Calvino. Venerdì, alle 17, la II Facoltà di Ingegneria di Vercelli ospita la
conferenza «La letteratura delle sfere celesti e del paesaggio lunare». Relatore di questo settimo appuntamento del ciclo «Galileo,
l'uomo, le stelle» sarà Giuseppe Zaccaria, docente di Letteratura italiana all'Università Avogadro. «Fin
dall'antichità - anticipa - la Luna ha assunto significati magico-simbolici; in
letteratura, poi, è stata sempre collegata ai sentimenti e alle esperienze
umane».\
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poli, profumo ce la fa al terzo round show dei
precari davanti al seggio (sezione: Cultura)
Pagina
II - Torino Poli, Profumo ce la fa al terzo round Show dei precari davanti al
seggio Su un tappeto di carta i nomi di 714 lavoratori non garantiti Il
candidato uscente si impone con 397,19 voti equivalenti Tensione con la Digos
all´apertura dell´urna Elezione con protesta alla fine per Francesco Profumo
che si aggiudica, solo al terzo turno, il suo secondo mandato alla guida del
Politecnico. Il rettore uscente si impone con 397,19 voti equivalenti
esprimibili mentre allo sfidante Donato Firrao vanno 165,97 voti. Nel complesso calcolo del Poli dove docenti e tecnici hanno peso
diverso anche alle schede bianche vanno 47,66 voti equivalenti esprimibili. A
Profumo, in pratica viene dato il compito di portare a compimento il cammino
intrapreso nel 2005, come è prassi negli atenei, che concedono quasi sempre
otto anni di gestione a ogni rettore che abbia fatto un buon lavoro. E
saranno più difficili i prossimi quattro anni rispetto a quelli passati, ora
che la linea politica del governo è di tagliare sempre di più sulla spesa per
le università italiane e che si fa sempre più urgente
la soluzione del problema dei precari della ricerca che hanno raggiunto numeri
sproporzionati al Politecnico. Proprio una rappresentanza di questi ieri ha
organizzato una manifestazione al seggio per interrompere simbolicamente
l´attività di voto. Un lungo tappeto di carta con stampati 714 nomi dei precari
che lavorano nell´ateneo e una catena che chiuda simbolicamente il seggio
elettorale hanno accolto ieri mattina i primi professori che si recavano a
votare. Chi tra le 9 e le 10 e
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"si impongono sacrifici sul personale e
cambieremo le regole dell'ateneo" - ottavia giustetti (sezione: Cultura)
Pagina
II - Torino Il senato La didattica Il rettore delinea il programma del prossimo
mandato: con il taglio dei contributi ci aspettano anni difficili "Si
impongono sacrifici sul personale e cambieremo le regole dell´Ateneo" Il 3
luglio ci aspetta una sfida importante: eleggere un organismo che come emerso
nel dibattito elettorale decida in tempi rapidi e con efficacia Sarà
inevitabile modificare l´offerta formativa Ci vorrà anche più chiarezza con i
ragazzi: i dottori di ricerca devono trovare un posto anche in altri enti
esterni al nostro OTTAVIA GIUSTETTI Non un plebiscito come forse si sarebbe
aspettato ma di certo un buon risultato di preferenza Francesco Profumo non
nasconde una certa emozione alla notizia che è stato eletto. Quando il decano,
in videoconferenza, lo proclama rettore per il prossimi quattro anni tutti i
docenti presenti si affrettano a congratularsi. Poi Profumo parla rapidamente
dal palco e raggiunge due dei suoi tre figli che hanno voluto essere presenti
alla chiusura dello spoglio. Professore, si aspettava un risultato migliore?
«In realtà sapevo che vincere subito sarebbe stato difficile, non perché
temessi di non farcela ma perché il nostro sistema elettorale è piuttosto
complesso e non è semplice ottenere nei primi due turni la maggioranza
sufficiente ad aggiudicarsi la vittoria». Parliamo del futuro. Non saranno anni
facili i prossimi quattro con i tagli dei finanziamenti. Come intende
affrontarli? «Saranno gli anni delle scelte. Non sarà più possibile programmare
e realizzare tutto ciò che desideriamo. Dovremo sacrificare certamente qualche
cosa. Dovremo essere più selettivi». In quali campi per esempio? «Per esempio per quel che riguarda il personale delle università. E´ bene sapere fin da subito
che sarà ridotto nei prossimi anni, e con i docenti che abbiamo dobbiamo
selezionare anche l´offerta formativa». Intende ridurla? «Intendo evitare che
sia troppo vasta. Selezionare maggiormente e renderla più di qualità. E´
inevitabile». A questo proposito oggi manifestavano i precari della ricerca che
vedono allontanarsi sempre di più la prospettiva di una stabilizzazione. Lei
come pensa di risolvere questo problema? «Non è un problema del Politecnico, né
di Torino, ma è un problema del Paese e come tale deve essere affrontato e
risolto a livello nazionale». I rettori però sono gli unici a poter fare
pressioni sul governo perché si trovi una strada per tutte queste persone che
da anni lavorano nelle università. E per il futuro,
quale linea adotterà il Politecnico per evitare che il numero dei precari
cresca ancora? «Le pressioni ci sono e ci saranno anche da parte del
Politecnico di Torino. E da oggi in poi bisogna essere molto chiari con questi
ragazzi. L´università non può assorbire tutti i
dottori di ricerca che crea e allo stesso tempo sarebbe sbagliato ridurre il
numero di dottori di ricerca. Bisogna far sì che trovino posto in altri enti
che non siano gli atenei come accade in molti altri paesi». Quali gli altri
progetti per l´università e la città? «La mia prima
preoccupazione sarà far crescere l´investimento nella ricerca. Poi intendo
cambiare lo statuto». Perché? «Perché si adeguava a una normativa degli anni
Ottanta. Siamo in un altro millennio e il contorno è cambiato radicalmente, è
necessario cambiare il sistema di governo dell´ateneo». A questo proposito il 3
di luglio ci saranno le votazioni per il senato accademico che avrà un ruolo
fondamentale in questo cambiamento. Quali indicazioni darà a proposito?
«Dobbiamo eleggere un senato che sia capace di fornire prima di tutto proposte
coerenti con quelle che sono emerse durante il dibattito elettorale. Ma
soprattutto dovrà essere un senato in grado di decidere in tempi rapidi con
efficacia come ci impongono le nuove regole universitarie».
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dal 30 giugno in edicola c'è la grande guida 2009 -
(segue dalla copertina) aurelio magista (sezione: Cultura)
Pagina
36 - Cronaca Dal 30 giugno in edicola c´è la Grande Guida 2009 L´aristocrazia
accademica è al Nord. La miglior facoltà è Economia a Padova. Lo dice il
Censis, nella superclassifica degli anni post-riforma L´eccellenza sta nei
piccoli centri. E tra le università Siena è "the
best" Ormai anche il modello applicato dal ministero introduce la cultura
della valutazione (SEGUE DALLA COPERTINA) AURELIO M
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finita l'era delle lauree facili vince l'ateneo che
seleziona - (segue dalla copertina) (sezione: Cultura)
Pagina
37 - Cronaca Il commento Dopo il proliferare di corsi e sedi ora si punta a
studi più solidi e meno dispersivi Finita l´era delle lauree facili vince
l´ateneo che seleziona (SEGUE DALLA COPERTINA) Si sente spesso parlare di una università che era nata come università
di élite e che non ha saputo trasformarsi in una università
di massa: fino agli anni 50 arrivava allo studio
universitario solo una minima parte dei giovani in età scolastica. Ci arrivava
una fascia di giovani duramente selezionata sia da studi secondari abbastanza
severi sia dal peso della agiatezza della propria famiglia; questi pochi si
trovavano di fronte a programmi e sfide di studio di grande compattezza (pochi
corsi di laurea e tutti rigidamente configurati) con docenti intimamente
incardinati sulle materie insegnate e quindi particolarmente esigenti. Piccoli
numeri e qualità complessiva medio-alta. Dagli anni 60 comincia la tracimazione, la crescita della quantità
non sempre invero accompagnata da proporzionale qualità. Arriva la liberalizzazione
degli accessi, arriva con il 68 l´idea che l´Università
fosse il regno del futuro, comincia la proliferazione di nuove discipline e
relativi docenti, arriva la sensazione che tutto potesse esser facile e non
selettivo, comincia la coazione delle famiglie ad aver un figlio all´Università
come segno di una avvenuta cetomedizzazione borghese, arriva la tensione di
città e provincia a chiedere ed ottenere sedi universitarie piene o distaccate,
comincia ad esplodere il numero degli iscritti (e dei fuoricorso e dei
drop-out), arriva la propensione ad "inventarsi" nuovi corsi di
laurea preventivamente legati a temi di impatto "modernista",
comincia una lunga marcia che porterà ai quasi 5.000 corsi di laurea (triennali
e "magistrali") istituiti dopo la riforma Berlinguer-Moratti. Non si
può dire che dall´accavallarsi di questi processi sia nata una università di massa: certo l´università
di élite non esiste più, ne rimangono vestigie in qualche nicchia del grande
corpaccione; certo i numeri (delle sedi, degli iscritti, dei corsi) sono tanto
alti da poter richiamare con facilità il termine "massa"; certo
milioni di famiglie di italiani sono tutte contente di avere un figlio con
laurea, magari triennale; certo la codificazione di nuove materie ha occupato
spazi impensabili fino a qualche tempo fa; ma altrettanto è certo che abbiamo
una università proliferante ma senza un disegno, una
logica, una ipotesi di politica formativa; abbiamo un insieme indistinto e
scontornato, naturalmente difficile da governare se non "correndo
dietro" a eventi ed interessi fra i più disparati. Ma quando una mano è
troppo protesa verso spazi nuovi, ad un certo punto subentra il bisogno più o
meno conscio di cominciare a ri-concentrare il sistema, a chiudere il pugno.
Non c´è stata in merito nessuna mossa e neppure nessuna strategia politica, c´è
stata una spontanea reazione del sistema, con processi che andranno seguiti con
particolare attenzione: non c´è dubbio infatti che sta cominciando una chiara e
spesso consistente riduzione del numero dei corsi di laurea; sta delineandosi
una notevole stanchezza nella allegra invenzione di corsi di laurea con
fantasioso contenuto ed improbabile sbocco lavorativo; che comincia ad
arretrarsi la tumultuosa crescita di sedi universitarie a livelli sub-regionale
e spesso subprovinciali; che tende a decrescere (finirà fra 3-4 anni) la
coazione delle famiglie ad avere comunque un figlio laureato e la speranza
delle stesse che una laurea apra comunque spazi più larghi di lavoro e di
guadagno (con un conseguente prevedibile calo della propensione a affollare
scuole e università ed anche master e seminari di
varia natura); che si va delineando, dopo il trionfo generalista degli ultimi
decenni, un ritorno alla specificità culturale e professionale, al primato
della singola materia spietatamente approfondita. Sono, come si può capire, dei
sintomi più che dei fenomeni di superamento della mano aperta e di ritorno alla
concentrazione del pugno. Ma si tratta comunque di germi di una più espansa
trasformazione degli studi universitari: ci vorrà tempo perché si affermino e
possano produrre effetto, ma conforta il pensiero che comunque il movimento di
concentrazione è arrivato, ed anche se prenderà tempo è un processo
irreversibile. Seguirlo, per capirlo e controllarlo, è lavoro che ci impegna
tutti, al di là delle troppe parole senza numeri che hanno accompagnato,
all´interno ed all´esterno, il faticoso andare dell´università
in questi ultimi anni.
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"dai tempi di galileo a oggi qui l'eccellenza è
tradizione" - padova (sezione: Cultura)
Pagina
38 - Cronaca L´intervista Vittorino Andreoli, laureato a Padova: "Ero un
secchione spaventoso" "Dai tempi di Galileo a oggi qui l´eccellenza è
tradizione" PADOVA Lo psichiatra Vittorino Andreoli, veronese, è tra i
molti illustri laureati all´ateneo patavino. Correva l´anno 1965 quando diventò
dottore in medicina e chirurgia. Professore, oltre all´innovazione, conta anche
la tradizione? «Indubbiamente. La tradizione di una università
conta molto. Padova è ancora l´ateneo dove ha insegnato Galileo Galilei. Io
ricordo che quando andai a lavorare negli Usa, il nome di Padova era conosciuto
e stimato. Era considerata la prima università
italiana». E oggi? «Oggi la moltiplicazione degli atenei che non hanno una
tradizione confonde un po´ il quadro. Ma alla fine i valori veri vengono a
galla». Era così anche ai suoi tempi? «Erano tempi diversi. Ma Padova aveva già parecchie eccellenze, e medicina era fra
queste. Molti docenti erano celebrità». Era dura? «Molto dura. Molto severa e
molto competitiva. Ma io non la soffrivo. Ero un secchione spaventoso, avevo un
grande senso del dovere e dell´impegno». (r.b.)
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sport, serenità e internet gratis ecco perché piccolo
è bello - laura montanari siena (sezione: Cultura)
Pagina
39 - Cronaca L´ateneo toscano primo nella classifica
"Repubblica-Censis": eccellenti i benefit offerti Gli iscritti:
"Dalle aule alle mense, qui c´è tutto quello che serve per studiare
bene" Sport, serenità e Internet gratis ecco perché piccolo è bello Tra i
servizi più graditi dagli studenti le biblioteche aperte fino a tarda sera
LAURA MONTANARI SIENA dal nostro inviato «O la detesti perché la trovi
soffocante come la provincia o la ami perché apprezzi il suo guscio. Non ci
sono vie di mezzo per questa città». Antonio, viene da un paesino della
Calabria, è iscritto a Giurisprudenza e ha scelto Siena «perché è piccola ma ti
dà tutto quel che serve per studiare». Il contorno è importante se la didattica
e la ricerca sono già di livello, se l´offerta è su nove facoltà. A quel punto
anche i «benefit» contano. Non sono un accessorio le biblioteche con l´orario
allungato verso la sera, le mense dell´azienda per il diritto allo studio dove
mangi con 2,60 euro (che dal 1 settembre diventeranno 2,50), il wi-fi gratuito
in tutte le sedi dell´università, le aule di lezione
dove trovi un posto a sedere senza sgomitare, senza accomodarti nella platea di
un cinema in affitto e senza bisogno del navigatore satellitare per orientarsi
o del binocolo per vedere il professore in cattedra. Siena ha 52mila residenti
secondo l´ultimo censimento e una popolazione di 17.200 studenti che
ringiovaniscono la sua età media e diventano 22mila se si includono gli
iscritti ai master, ai dottorati, alle scuole di specializzazione e ad altri
percorsi post laurea. Sfogliando le statistiche del Censis la città del Palio
con le sue contrade è il posto migliore per studiare, prima nella classifica
dei «servizi agli studenti» e della vivibilità per chi insegue una laurea. Lo
«scudetto» esce dalla media degli ultimi sei anni e si ottiene da indicatori
che vanno, fra gli altri, dagli 830mila pasti annui erogati dalle mense e dai
1.200 alloggi delle residenze del diritto allo studio, alle 2.800 borse di
studio, ai duemila allievi che fanno attività sportive da un menù di 21
discipline (atletica, scherma, tennis, nuoto...), a un organizzato centro
linguistico. «Gli accessi alla rete sono importanti ed è facile iscriversi
online a molti esami» racconta una studentessa di Ingegneria. Negli alloggi
dell´Azienda regionale al diritto allo studio abitano diversi studenti
stranieri dei 700 iscritti: «Vengo da Valona, Firenze mi sembrava una città
troppo grande e affollata, ho scelto Siena - spiega Arlinda, 21 anni, Scienze
politiche - qui mi muovo a piedi le aule sono tutte vicino, ho una borsa di
studio e divido la stanza con una ragazza di Grosseto. A studiare vado in
biblioteca, sia quelle universitarie, sia quella comunale che è ben fornita.
Non mi sento un numero, se devo parlare con un docente lo trovo facilmente». Il
rapporto è di un prof ogni 17 allievi. Ma l´isola felice ha contorni precisi e
finisce per esempio quando lo studente, per cercare casa, è costretto a
rivolgersi al mercato degli affitti: «Poca offerta e prezzi alti, per una stanza
chiedono dai 280 ai 300 euro - spiega una ragazza di Scienze - spesso il
contratto prevede una aggiunta in nero». Un´abitudine senza frontiere di
provincia o regione che si replica in molte realtà universitarie. Tutte le
medaglie hanno un lato B, quello di Siena è il profondo rosso dei conti. Il
rettore Silvano Focardi si è ritrovato con un deficit che è una montagna di 230
milioni di euro, tra debito strutturale e altre voci di allarme ereditate come
per esempio l´evasione dei contributi Inpdap. Per rattoppare quest´ultima
situazione, l´università ha ceduto, con diritto di
riscatto, uno dei suoi gioielli, la proprietà dell´ex manicomio San Niccolò (74
milioni di euro): ora pagherà un affitto per occuparlo. Ha chiamato un nuovo
direttore amministrativo, Emilio Miccolis e varato un piano di risanamento in 4
anni che prevede l´alienazione di alcuni immobili (va detto che l´università ne ha per un valore complessivo di un miliardo e
300 milioni), l´apertura di una grossa linea di finanziamento (forse col Monte dei
Paschi) e un lista di riorganizzazioni e snellimenti: meno corsi di laurea,
dipartimenti, affitti, prof a contratto, appalti, risparmi su bollette del
telefono, dotazioni e «una clima nuovo per eliminare gli sprechi e rilanciare
l´ateneo dei numeri» spiega Miccolis. L´ateneo dei servizi invece, a giudicare
dalla hit del Censis, è sufficiente mantenerlo com´è. Ci riuscirà?
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Un circolo ben poco virtuoso (sezione: Cultura)
IL
MERCATO DELLA RICERCA Un circolo ben poco virtuoso BenOld Gli Stati Uniti sono
spesso dipinti come l'esempio più riusciuto di come la ricerca scientifica di
base e applicata non abbia bisogno dello stato per produrre buoni risultati e
ottimi centri d'eccellenza. Un affresco che raffigura un mondo che
semplicemente non esiste. Le istituzioni federali statunitensi hanno sempre
finanziato i centri di ricerca, sia pubblici che privati. Anzi, dalla fine
dell'Ottocento alla presidenza di George W. Bush, una serie di leggi volute dai
ministeri del commercio, dell'industria e della difesa hanno definiti sia il
ruolo degli organismi di controllo che le modalità per la condivisione
dei risultati da parte delle diverse università e centri di ricerca. Questo non
vuol dire che i privati non finanzino progetti di ricerca, ma il loro apporto è
sempre di gran lunga inferiore a quello pubblico. La ricerca di base e
applicata made in Usa funziona cioè in maniera tale che vengono definiti alcuni
progetti pilota da parte da comitati misti con scienziati, politici e
imprenditori. Poi sono definiti i tempi di verifica delle ricerche. Quando poi
«arrivano» i risultati, la comunità scientifica ne attesta la qualità. È questo
il dispositivo che regola tanto l'autonomia dei ricercatori che l'impossibile
neutralità del lavoro scientifico. Dispositivo entrato in crisi negli anni
Ottanta e che ha portato a una diretta dipendenza di molti ambiti di ricerca
dalle imprese. La ricerca scientifica è divenuta cioè anche un nodo
direttamente produttivo e quindi di costruzione anche del consenso. Barack
Obama vuol solo aggiustare sottrarre la ricerca scientifica dal nodo scorsoio
rappresentato dalla corsa alla brevettabilità e stabilire il contesto dove la
socializzazione dei risultati sia propedeutica al rilancio del circolo virtuoso
tra ricerca di base e imprese, assumendo però il fatto che la scienza è
diventata a tutti gli effetti attività produttiva. Compito dei ricercatori è
semmai quello di rompere il meccanismo di questa «sussunzione», sfuggendo alla
nostalgia dello scienziato separato e alieno a quanto accade nella realtà
sociale. L'open content e la critica alla proprietà intellettuale che tanto
successo hanno negli Usa rappresentano proprio èrimo passo per rompere tanto la
sussunzione formale che quella reale alla produzione di merci.
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Previdenza vero banco di prova (sezione: Cultura)
Sud
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-06-17 - pag: 2 autore: INTERVISTA Salvatore
Ziino Università di Palermo «Previdenza vero banco di prova» «Ben vengano le
nuove competenze affidate ai giudici di pace se servono ad alleggerire il
carico di pratiche che ingolfa i tribunali. Attenti a un rischio, però: i
magistrati onorari potrebbero trovarsi a giudicare di ambiti sui quali non
hanno competenze specifiche». L'opinione è di Salvatore Ziino, 39 anni, docente di Diritto processuale civile
all'Università di Palermo che, «pur nutrendo un certo spirito critico nei
confronti di alcuni passaggi della riforma della giustizia lanciata dal
ministro Angelino Alfano», ammette di condividere «gran parte delle novità
introdotte in materia di magistratura onoraria». Professor Ziino, il
pacchetto Alfano dà più potere ai giudici di pace. Un'opportunità o un problema
per gli uffici del Mezzogiorno già oberati da tante procedure pendenti? Se gli
uffici del giudice di pace sono "ingolfati" e la giustizia vi si
amministra con lentezza, ancora di più questi stessi problemi li si riscontra
nei tribunali. Aumentare le competenze dei giudici di pace può rivelarsi
insomma una valida strada da battere per provare a velocizzare la giustizia
ordinaria. Un tentativo assolutamente apprezzabile, per quanto sia necessario
fare alcuni importanti distinguo. Quali? Innanzitutto, è condivisibile
l'estensione a 5mila euro della competenza per le controversie sui beni mobili.
Il vecchio limite a 2.500 euro era un retaggio dei tempi della lira. Un
adeguamento ai tempi dell'euro appare ragionevole. Aumentare a 20mila euro la
competenza per i procedimenti di risarcimento danni da circolazione potrebbe
significare poi togliere un bel po' di beghe ai tribunali. Nutro, invece, più
di qualche perplessità a proposito della competenza esclusiva sulle liti
riguardanti interessi o accessori da ritardati pagamenti di prestazioni
previdenziali. Per quale motivo? La materia previdenziale è complessa e
insidiosa. Determinate questioni riguardano il rito processuale del lavoro e,
in quanto tali, dovrebbero essere maneggiate solo dagli specialisti. Un
magistrato onorario, che non padroneggia certo i tecnicismi di settore, di
fronte a un contenzioso tra l'Inps e un privato cittadino potrebbe, per
esempio, finire col peccare di "buonismo" ed emettere così giudizio
favorevole al secondo. Un rischio concreto, forse sottovalutato fino a questo
momento. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL RISCHIO «Sarà molto difficile emettere
sentenze in cause riguardanti i disservizi dell'Inps» Il giurista. Salvatore
Ziino insegna diritto processuale civile
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IL GIURISTA SALVATORE ZIINO (sezione: Cultura)
Sud
sezione: SUD data: 2009-06-17 - pag: 1 autore: IL GIURISTA SALVATORE ZIINO
«Troppi i settori in cui viene trasferita la competenza» di Francesco Prisco
«Ben vengano le nuove competenze ai giudici di pace. Ma
attenti a un rischio: i magistrati onorari potrebbero trovarsi a giudicare di
ambiti su cui non hanno competenze specifiche, come in materia previdenziale».
L'opinione è di Salvatore Ziino, 39 anni, docente di Diritto processuale civile all'Università di Palermo.
Intervista u pagina
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Brevetti e spin-off in Puglia (sezione: Cultura)
Sud
sezione: PROFESSIONI data: 2009-06-17 - pag: 20 autore: LETTERA Brevetti e
spin-off in Puglia Nell'articolo apparso sul numero del 3 giugno del Sole 24
Ore Sud dal titolo "Le invenzioni si fermano" si riporta un commento
piuttosto aspro sulla situazione di crisi che caratterizzerebbe la Puglia in
materia di registrazione di brevetti e creazione di spin off. Questa Agenzia è
direttamente impegnata nel potenziamento del trasferimento tecnologico in
Puglia e la sua esperienza descrive un contesto regionale ben più dinamico ed
in evoluzione. è nota la specializzazione produttiva della Puglia nel comparto
della meccatronica: proprio in questo ambito rientra il 20% dei brevetti
pugliesi depositati presso l'Ufficio Europeo Brevetti, tra il 1978 e il 2004;
le imprese pugliesi sono titolari di 108 brevetti (il 14% di quelli italiani
del settore) nella classe tecnologica delle macchine. è pur vero che in Puglia
la stragrande maggioranza dei brevetti è di proprietà delle imprese e che le università ne registrano solo lo 0,9%.
Tuttavia, molti docentie ricercatori hanno brevettato in proprio e non hanno
cedutoi diritti di registrazione all'ateneo di appartenenza. Negli ultimi due
anni, per questo, l'assessorato regionale allo Sviluppo economico e l'Arti
hanno attuato un progetto per potenziare e mettere in rete gli uffici di
trasferimento tecnologico degli atenei della regione, promuovere
l'estensione internazionale dei brevetti delle università,
sostenere la nascita di spin off accademiche. prof. Gianfranco Viesti
Presidente Arti Prendiamo atto delle considerazioni del professore. I dati
utilizzati comunque sono quelli ufficiali dell'Ufficio italiano brevetti.
(f.b.)
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Empowerment torna ad aggiornare quadri e dirigenti (sezione: Cultura)
Sud
sezione: PROFESSIONI data: 2009-06-17 - pag: 20 autore: Si rinnova il ciclo di
lezioni biennale Empowerment torna ad aggiornare quadri e dirigenti NAPOLI
Claudia Ceci La formazione negli enti pubblici fa il bis. Dopo una prima fase
di didattica nel 2006-2008, la Scuola superiore della pubblica
amministrazione ha presentato a Napoli Empowerment, un programma formativo
gratuito per il biennio 2009-2010 che punta a un'ulteriore modernizzazione
delle amministrazioni pubbliche nel Mezzogiorno: dalle Regioni alle Università.
Il progetto coinvolge tutto il Sud e punta ad approfondire i temi chiave per lo
sviluppo socio economico: fondi strutturali, organizzazione, risorse umane,
comunicazione, gestione finanziaria, archiviazione digitale, turismo e tutela
del patrimonio culturale, partenariato pubblico-privato,
federalismo fiscale, prevenzione dell'illegalità. Dirigenti e quadri delle Pa
potranno così aggiornarsi su temi di grande attualità, nel segno di una
maggiore efficienza degli enti pubblici. Empowerment 2009-2010 vuole
valorizzare il patrimonio professionale costruito attraverso l'azione degli
anni precedenti. Gli organizzatori puntano a favorire i programmi di
sviluppo, migliorare la qualità dei servizi e degli investimenti
infrastrutturali, sostenere i processi di integrazione e partenariato nelle
politiche territoriali locali. Da giugno
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Biosistema sbarca a Catania (sezione: Cultura)
Sud
sezione: ECONOMIA E IMPRESE SICILIA data: 2009-06-17 - pag: 13 autore:
Innovazione. Nella città etnea la sede del consorzio nato per sostenere le
aziende Biosistema sbarca a Catania Soggetti pubblici e privati nel progetto
finanziato dal Miur CATANIA Orazio Vecchio Un consorzio e un progetto per
rafforzare in Sicilia l'innovazione delle imprese e le applicazioni industriali
nel campo delle biotecnologie, creando una rete condivisa di servizi. è questo
l'obiettivo di Biosistema, centro di competenza tecnologica per le
biotecnologie avanzate, nato per iniziativa e con il sostegno del Ministero
dell'Università e della Ricerca, che coinvolge una rete di eccellenze scientifiche pubbliche e
private per incrementare la collaborazione tra pubblico e privato. Si tratta,
formalmente, di una società consortile che raccoglie 58 enti al Sud, fra i
quali in Sicilia le Università di Catania e Messina,l'Istituto ricerca medica e
ambientale di Catania ( Irma) e l'Istituto oncologico del Mediterraneo
di Catania (Iom), l'impresa Proteogen di Avola, l'Istituto zooprofilattico di
Palermo. Sei soggetti che costituiscono il nodo siciliano del network, con sede
a Catania, specializzato nella red biotecnhology, cioè nelle biotecnologie per
la cura e la salute dell'uomo (come farmaceutica, sviluppo di diagnostici e
terapeutici, banche di cellule e tessuti). Nell'ambito di Biosistema, la
Sicilia è coinvolta nel progetto Bionetwork, teso a realizzare una piattaforma
dedicata alle biotecnologie avanzate per offrire servizi ad alto valore
aggiunto alle piccolee medie imprese, ai centri di ricerca, alle università;
realizzati investimenti per quasi 900mila euro, cui si aggiunge un altro mezzo
milione tra formazione e collaborazioni. In sostanza, ognuno dei soggetti ha acquisito
e mette a disposizione della rete specifici servizi o competenze che si
integrano reciprocamente. «Il network – spiega l'imprenditore Ettore Denti,
consigliere del nodo Sicilia – nasce dall'esigenza di portare le aziende a
dotarsi di quelle tecnologie necessarie ad operare, che però ciascuna
singolarmente non può acquisire, e di portare le strutture pubbliche come
quelle universitarie a collaborare più intensamente con il privato. Grazie a
questo progetto, quindi, potremo rendere disponibili alle imprese nuovi servizi
e tecnologie, garantiti dal concorso dei soggetti che ne fanno parte ». Così,
per citare alcuni casi, Iom ricerca, azienda spin-off dell'Istituto che opera
nel campo dell'oncologia, potrà provvedere alla preparazione e microdissezione di
campioni biologicio alla caratterizzazione di biomarcatori; Proteogen, impresa
che offre soluzioni per lo studio delle proteine e del genoma umane, realizzare
l'estrazione di Dna e Rna; l'Izs, ente pubblico che si occupa di sanità
animale, condurre indagini microbiologiche o alimentari; Irma, istituto di
medicina di laboratorio e di base, potrà fare esami allergologici. Fra quelli
ora possibili in Sicilia, all'Irma, mentre prima si doveva eseguire nel Stati
Uniti, c'è l'analisi multiminerale sul capello in spettrometria di massa, che
permette di valutare intossicazioni da metalli pesanti. Il progetto Bionetwork
e il consorzio Biosistema saranno presentati a Catania sabato prossimo, 20
giugno, a partire dalle 10, nell'aula magna del Monastero dei Benedettini
dell'Università di Catania. © RIPRODUZIONE RISERVATA Innovazione. A Catania un
centro al servizio delle aziende AGF
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Bologna crea innovatori (sezione: Cultura)
Centro-Nord
sezione: ECO-IMP Emilia-R. Storia dimp data: 2009-06-17 - pag: 10 autore:
Formazione. Sì dell'Unione europea al progetto Quadrifoglio Bologna crea
innovatori BOLOGNA Barbara Bertuzzi è arrivato anche l'ambito imprimatur
europeo per l'iter formativo triennale teso a creare una nuova figura
professionale, il tecnologo dell'innovazione, istituito nel 2006 alla facoltà
di Scienze dell'Università di Ferrara e fortemente voluto da un pool di 80
aziende bolognesi che fanno capo all'associazione Amici del Museo del
patrimonio industriale (tra cui Datalogic, Ducati, GD, Ima, Lamborghini,
Marchesini Group, Marposs). «Per la prima volta in Emilia-Romagna il
"Programma Leonardo - Azione Mobilità" finanzia direttamente la
partnership tra imprese e università, al fine di
sostenere giovani laureati con borse di lavoro per stage di ricerca
all'estero», commenta Riccardo Barile, esperto in programmi di formazione
europei. E aggiunge: «Il progetto Quadrifoglio risponde appieno alle attuali
richieste di Bruxelles nell'ambito della formazione: creare sinergie sempre più
strette tra mondo accademico e del lavoro. Gli iscritti in Tecnologie fisiche
innovative hanno l'opportunità, senza precedenti nell'ambito universitario
italiano, di frequentare sei corsi in azienda, tenuti da
docenti con grande esperienza d'impresa». Con il finanziamento dell'Unione
europea i primi 15 laureati, freschi di diploma, partiranno a breve per fare
sei mesi di ricerca presso un ente europeo tra i più qualificati, e già partner
dell'iniziativa, come il centro universitario Cranfield (in Gran Bretagna)
specializzato nell'ingegneria meccanicadi precisione e nelle
nanotecnologie; il Biotray, una struttura francese che lavora sullo sviluppo
delle microtecnologie; il Fraunhofer Institute di Dresda, all'avanguardia sulle
applicazioni laser e la prestigiosa Fondazione Steinbeis di Stoccarda, leader
mondiale nel campo del trasferimento di knowhow e tecnologie. Daniele Vacchi,
responsabile del progetto Quadrifoglio ( che muove ogni anno risorse pari a 300mila
euro, oltre ai 120mila euro erogati nel 2009 dal Leonardo) sottolinea
l'eccezionalità del percorso: «è l'unico modo per formare un innovatore
industriale. Dopo aver sostenuto sei esami curricolari in azienda basati sulla
conoscenza dell'impresa (nei settori servizi, produzione, progettazione, nuovi
materiali) il giovanissimo laureato potrà così apprendere le nuove tecnologie
che si sviluppano solo nei centri di ricerca esteri, caratterizzati da sempre
per la salda connessione con il tessuto industriale. Questo corso di laurea,
che offre fra l'altro uno sbocco occupazionale sicuro all'interno delle aziende
affiliate, prevede un investimento importante e mirato su ogni allievo reso
possibile grazie al sostegno della Fondazione della Cassa di risparmio di
Bologna, sponsor dello start-up, di Unindustria e del Comune di Bologna».
Obiettivo del team bolognese: fare sistema nella formazione e nella ricerca per
affermarsi, domani, in Europa come piattaforma territoriale del comparto
meccanico. «Perché – conclude Vacchi – il nostro cluster è il più importante
aggregato industriale al mondo di meccanica d'automazione, senza dimenticare
l'automotive e la meccanotronica. E Bruxelles vuole relazionarsi con queste
piattaforme territoriali». © RIPRODUZIONE RISERVATA 300mila à Le risorse
annuali. L'iniziativa ha ottenuto ora 120mila euro dal programma Leonardo
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L'area va a rilento sulla differenziata (sezione: Cultura)
Centro-Nord
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-06-17 - pag: 4 autore: INTERVISTA Luciano
Morselli «L'area va a rilento sulla differenziata» Promosse, ma con riserva. La
raccolta differenziata non riesce a decollare nelle regioni del Centro- Nord,
anche se molto è stato fatto negli ultimi anni. «Emilia-Romagna, Toscana,
Marche e Umbria sono realtà abbastanza arretrate, ma va considerato che si sono
poste obiettivi molto ambiziosi per il futuro». A dirlo è Luciano Morselli, 65
anni, presidente del corso di laurea in Tecnologie chimiche per l'ambiente e
per la gestione dei rifiuti del polo riminese dell'Università di Bologna. Nel
Centro-Nord è raggiungibile l'obiettivo del 65% di raccolta differenziata entro
il 2012? Alcune province sono giàa buon punto, altre hanno ancora delle lacune.
Per esempio quelle marchigiane sono a un livello ancora molto basso, pur avendo
dei target ambiziosi. Il rapporto nazionale sulla gestione dei rifiuti del
ministero dell'Ambiente e dell'Ispra dà l'Emilia-Romagna al 38% di
differenziata sul totale dei rifiuti prodotti, la Toscana al 30%, l'Umbria al
25% e le Marche al 20. Quali sono le caratteristiche della gestione dei rifiuti
in queste regioni? Fra il 2003 e il
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Medici assunti al Besta, lavorano all'Humanitas (sezione: Cultura)
Corriere
della Sera sezione: PRIMA P
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Il Besta
Corriere
della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 17/06/2009 - pag: 5 Storia / 2 La
convenzione prevede che l'istituto neurologico incassi 50 mila euro per il
trasferimento di conoscenze e la supervisione Il Besta «presta» i suoi medici
all'Humanitas Formigoni difende la scelta: cure più efficienti Da settembre
un'équipe di chirurghi distaccata dall'ospedale pubblico al privato È un
primario dell'istituto neurologico Besta, ma da settembre il neuroncologo
Francesco DiMeco si trasferirà con il suo staff in pianta stabile
all'Humanitas. Assunto da una parte, insomma, lavorerà dall'altra. È la nuova
formula di collaborazione tra ospedali pubblici e istituti privati voluta dalla
Regione Lombardia. Lo stesso Pirellone, che dieci anni aveva messo sullo stesso
piano con la legge 31 le strutture sanitarie pubbliche e quelle private
accreditate, oggi incoraggia il distacco di medici dalle prime alle seconde.
L'iniziativa, definita la scorsa settimana con la firma di una convenzione
triennale tra Besta e Humanitas, rappresenta un percorso pilota per l'Italia. È
la prima volta, infatti, che l'esperienza e il personale di grandi ospedali
pubblici vengono usati per rafforzare le strutture private. Il governatore
Roberto Formigoni si dimostra entusiasta: «È un'altra gemma della legge 31. Il
nuovo modello ha l'obiettivo di migliorare sempre più le cure dei pazienti
senza aumentare i costi per il servizio sanitario. Non solo: le liste d'attesa
si accorceranno». Anche Francesco Moneta, presidente del Besta (223 posti letto
per 12 mila ricoveri l'anno), sembra totalmente ottimista sulla strada
intrapresa: «Dalla concorrenza adesso si passa all'alleanza tra pubblico e
privato. Il tutto senza che il Besta spenda un euro. Anzi: l'istituto
neurologico riceverà 50 mila euro per il trasferimento di know how e per
l'attività di supervisione». Dall'autunno, dunque, sarà attivata una nuova
unità operativa di Neurochirurgia oncologica al secondo piano della Torre del
Pronto soccorso all'Humanitas, 693 posti letto per 42 mila ricoveri l'anno.
Sarà un reparto inter-aziendale diretto dal neuroncologo DiMeco, che continuerà
comunque a dipendere dal primario del Besta, Carlo Solero (retribuito, di volta
in volta, con un accordo tra Besta e Humanitas). «Questa
convenzione dimostra che istituti pubblici e privati possono lavorare insieme
sul fronte dell'innovazione clinica e della ricerca», osserva Gianfelice Rocca,
presidente di Humanitas. Il direttore generale, Patrizia Meroni, aggiunge:
«Così Humanitas rafforza il proprio impegno nell'ambito delle neuroscienze,
settore cruciale e delicato, caratterizzato da una continua evoluzione
scientifica e tecnologica». Francesco DiMeco sarà pagato dall'Humanitas, anche
se resterà dipendente dal Besta. È un medico di fama internazionale: dal '97 il
neurochirurgo, infatti, è assistant professor all'Università Johns Hopkins di
Baltimore, Usa. «Con me verranno dice un neurologo e un neuroncologo ».
Pubblico L'ospedale neurologico Besta di Milano Privato L'Istituto clinico
Humanitas di Rozzano Simona Ravizza sravizza@corriere.it
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L'usura occulta e il sistema finanziario (sezione: Cultura)
Corriere
della Sera sezione: Tempo Libero data: 17/06/2009 - pag: 9 Il convegno L'usura
occulta e il sistema finanziario Esperti a confronto alla Libera Università San
Pio V. Tema della giornata di studi, organizzata da Res Consulting Group,
l'«anatocismo (capitalizzazione degli interessi scaduti e non corrisposti) e la
commissione di massimo scoperto (il corrispettivo chiesto dalle banche ai
correntisti oltre all'interesse)». Al centro del dibattito, l'usura occulta
praticata dal sistema finanziario, causa del sovraindebitamento delle famiglie.
Una materia che è oggetto delle nuove istruzioni della Banca d'Italia, come
spiegato da Paolo Tartaglia, docente dell'università Tor Vergata. «Il dato che balza agli occhi - ha detto Gianluca
Puccinelli, ad della Res Group - è il sovraindebitamento delle famiglie (il 60%
del reddito disponibile) e delle imprese (182%). Serve un confronto aperto su
regole rigide che garantiscano trasparenza nell'accesso al credito».
All'incontro sono intervenuti l'avvocato Pietro Morrone, Cristiano Iurilli, docente San Pio V, il direttore generale Bcc Lazio Umbria e
Sardegna, Paolo Grignaschi, Francesca Romana Ferri. (S. D. S.) Combattere il
sovraindebitamento delle famiglie (il 60% del reddito disponibile) e delle
imprese (182%)
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Gli esperti di tutta Italia al capezzale dei
ghiacciai (sezione: Cultura)
MACUGNAGA.
IL CONGRESSO DEI GLACIOLOGI A CHIUSA PESIO Gli esperti di tutta Italia al
capezzale dei ghiacciai I campioni dell'arrampicata si sfidano al Climbing
Festival Domani la serata dedicata al lago Effimero sul Rosa [FIRMA]TERESIO
VALSESIA MACUGNAGA Glaciologi italiani a congresso a Macugnaga. La scelta della
località per l'annuale appuntamento scientifico non è stata casuale poiché il
ghiacciaio del Belvedere è diventato un sito geologico e morfologico di valenza
internazionale, che da fonte di rischio può diventare un'occasione di turismo.
Questa la proposta avanzata da Gianni Mortara del Cnr, uno dei dirigenti del
Comitato glaciologico italiano, che è presieduto dal prof. Carlo Baroni, docente all'Università di Pisa e
geomorfologo dell'ambiente alpino. L'associazione, nata nel 1895 al castello
del Valentino di Torino, è una delle più antiche istituzioni dei paesi alpini
in questo campo e riunisce una quarantina di esperti in rappresentanza di università, enti di ricerca e
istituzioni. Tra le sue competenze c'è sempre stata la sistematica
misurazione dell'intero reticolo delle superfici ghiacciate italiane. Nel
frattempo alcune si sono completamente squagliate. Il congresso sarà
l'occasione per fare il punto sullo stato di salute dei ghiacciai dopo le abbondanti
precipitazioni dello scorso inverno, che ne hanno rimpolpato lo spessore. Una
stagione meteo provvidenziale che ha quantomeno interrotto l'ablazione ormai
cronica. Ma una rondine non fa primavera e «per attivare una concreta
inversione di tendenza le nevicate dovrebbero riproporsi per decenni ed essere
seguite da estati non troppo calde» dicono gli esperti. Anche nelle scorse
settimane, parallelamente alle nutrite piogge cadute in pianura, sopra quota
3.500 si sono registrate delle discrete nevicate. Ma in questi giorni lo zero
termico è ritornato a salire fino quasi a
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"ma dopo la rivolta il dialogo con gli usa è
molto più difficile" - francesca caferri (sezione: Cultura)
Pagina
10 - Esteri Juan Cole, docente di storia mediorientale
nel Michigan "Ma dopo la rivolta il dialogo con gli Usa è molto più
difficile" "Anche se avesse vinto Moussavi sarebbe stato arduo
trattare. Lì comanda sempre Khamenei" FRANCESCA CAFERRI IL suo ultimo
libro, "Engaging the muslim world" è uno dei grandi successi letti e
citati dai membri dell´amministrazione Obama. Juan Cole, docente di storia mediorientale presso
l´Università del Michigan e presidente del Global American Institute,
commentatore della Cnn, di Newsweek e dei principali quotidiani Usa, è una
delle voci più ascoltate fra gli esperti di politica estera americana.
Professor Cole, il risultato delle elezioni iraniane è stato molto deludente
per chi sperava in un´apertura nel paese. Le manifestazioni e i morti degli
ultimi giorni non lasciano sperare in nulla di buono per i prossimi mesi: crede
che questo porterà il presidente Obama a un passo indietro nell´offerta di
dialogo con Teheran? «No, non lo penso. Ovviamente sarà molto più difficile
discutere con Ahmadinejad di quanto non lo sarebbe stato con Moussavi. Ma
dobbiamo ricordare che il potere vero in Iran è nelle mani del leader supremo e
che questo non è cambiato: prima e dopo le elezioni. Non ci sarà un approccio
muscolare a queste questioni: Obama ha capito di non poter imporre la
democrazia nel mondo arabo-musulmano con la forza. Sa che, come diceva
Kissinger, la diplomazia si fa con i pezzi che sono sulla scacchiera:
Ahmadinejad è uno di questi pezzi e difficilmente questo potrà cambiare». Che
speranze ha un dialogo impostato su queste basi? «Non molte suppongo. Ma almeno
non assisteremo a un tentativo di imposizione delle posizioni americane con la
forza. Ci saranno forse incontri fra ufficiali americani e iraniani, ma non
vedo un possibile cambio rapido all´orizzonte». è per lasciare aperto uno
spiraglio che l´amministrazione Obama non ha condannato in modo duro quello che
sta accadendo a Teheran? «Dobbiamo ricordare che gli Stati Uniti hanno una
storia, quando si parla di Iran. Una storia lunga e sanguinosa, con la loro
difesa del regime dello Scià. Il rischio in questo momento è che i conservatori
iraniani dipingano il movimento riformista come un prodotto dei servizi segreti
americani. Questo indebolirebbe i riformisti stessi. Credo che una presa di
posizione forte da parte degli Stati Uniti ora potrebbe solo avere conseguenze
negative e favorire Ahmadinejad". Se Ahmadinejad uscirà vincitore da
questo braccio di ferro con la piazza e con i riformisti, come pare, crede che
potrebbe ammorbidirsi? «No, non credo che Ahmadinejad cambierà. In nessun modo.
Ci sono due questioni fondamentali sul tavolo, fra lui e gli americani.
L´arricchimento di uranio per il programma nucleare e il sostegno di Teheran a
Hezbollah e Hamas. Per Ahmadinejad sono due punti non negoziabili. E devo dire
che anche Moussavi avrebbe avuto difficoltà a cambiare rapidamente prospettiva
su questi due temi».
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"salvare la terra" dibattito a più voci al
museo di scienze - luca mercalli (sezione: Cultura)
Pagina
XV - Torino L´incontro "Salvare la Terra" dibattito a più voci al
museo di Scienze LUCA MERCALLI "Energia per l´astronave Terra" è il
titolo della conferenza che oggi alle 17 vedrà riuniti al Museo regionale di
scienze naturali di via Giolitti, alcuni dei più autorevoli nomi della ricerca
e della divulgazione sulle nuove tecnologie energetiche. E´ anche il titolo del
recente libro, insignito del premio Galileo, che Nicola Armaroli, presente
all´incontro, ha pubblicato per Zanichelli insieme a Vincenzo Balzani, per
spiegarci come il futuro dell´umanità e del nostro benessere dipenda dalla
sempre maggior diffusione delle energie rinnovabili, soprattutto quella solare.
Armaroli, che lavora al Cnr di Bologna, sarà affiancato da Ugo Bardi, chimico
all´Università di Firenze, noto per essere il presidente della sezione italiana
di Aspo, l´associazione per lo studio del picco del petrolio, un think-tank
molto attivo nel proporre un nuovo paradigma tecnologico e sociale improntato
all´efficienza nell´uso dell´energia e alla preparazione di un mondo che dovrà
convivere con la scarsità di energia e materie prime. Il terzo oratore, Giuseppe Grazzini, docente di fisica sempre all´Università di Firenze, è particolarmente
esperto nell´illustrare potenzialità e limiti delle energie rinnovabili. Si
parlerà del nucleare e delle sue contraddizioni, si rifletterà sul sole
italiano, così poco sfruttato rispetto all´Austria o alla Germania. Si
collegheranno gli scenari energetici con quelli dei cambiamenti climatici, in
un contesto che vede sempre più i cittadini protagonisti del futuro ambientale
ed economico che vorranno: oggi con qualche metro quadrato di pannelli solari
sul tetto di casa si può già scegliere di essere meno schiavi della bolletta e
meno complici delle emissioni di gas serra.
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Andare contro la marea montante, quasi un'onda
anomala, del razzismo, è faticoso. E fatica... (sezione: Cultura)
RACHELE
GONNELLI Andare contro la marea montante, quasi un'onda anomala, del razzismo,
è faticoso. E fatica, mesi di lavoro, ci sono voluti per produrre il primo
libro bianco sul razzismo in Italia. Un'opera collettiva a cui hanno
partecipato professori universitari, magistrati, esperti di legislazione
europea, messi insieme dalla ong Lunaria. «Siamo partiti dai fatti», ha
spiegato la vicepresidente Grazia Naletto, presentando il volume, disponibile
online sul sito dell'associazione (www.lunaria.org). E i fatti sono stati presi
dalla stampa. Si tratta perciò di un poderoso lavoro di analisi critica di
tutti i media, dalla tv ai quotidiani locali, dai siti alle agenzie di stampa.
Alla ricerca dei meccanismi con cui si crea e si amplifica il razzismo fino a
farlo diventare pervasivo nell'intera società. Meccanismi che agiscono spesso
con l'inconsapevolezza o semi consapevolezza degli attori, in questo caso i
giornalisti. «Non abbiamo alcun intento di criminalizzare i mezzi
d'informazione», chiarisce Naletto. Casomai, spiega, stimolare una maggiore
consapevolezza da parte degli operatori dell'informazione dei danni che la
cattiva narrazione può produrre alimentando allarmi inesistenti e pregiudizi
privi di fondamento. Miti negativi che spesso la politica invece di
contrastare, utilizza per darsi visibilità e rafforzarsi. Con il risultato di
ingigantire il rischio di una deriva anche legislativa. Per scardinare questo
circolo vizioso che si autoalimenta, sono stati perciò passati in rassegna i
fatti e la loro rappresentazione nell'opinione pubblica
in un lasso di tempo compreso tra il 1° gennaio 2007 e il 15 aprile 2009. Sono
stati presi in esame 319 casi di «ordinario razzismo», smontati e ricostruiti
nella verità dei fatti, ripuliti dell'apparato retorico e ricondotti su un
piano di realtà. In più è stato fatto un lavoro più intenso e concentrato su
otto principali casi di cronoca che hanno impegnato le prime pagine e le notizie
di testa dei tg per mesi: la strage di Erba, l'uccisione nella metro di Roma di
Vanessa Russo, l'omicidio di Giovanna Reggiani, il pogrom di rom a Ponticelli,
l'uccisione a Milano di Abdul Guibre, la violenza subita a Parma da Emmanuel
Bonsu, l'aggressione di Navtej Singh su una panchina in una stazione
ferroviaria a Nettuno, lo stupro nel parco della Caffarella. Non si tratta in
effetti di una ricerca fatta di numeri e statistiche. Ma di una analisi
qualitativa di un fenomeno - il razzismo - e delle sue declinazioni. L'indagine
è quindi di linguaggio, sociologica, oltre che giuridica e etnologica. Si vuole
dare un contributo alla decostruzione di un apparato simbolico che concepisce
l'immigrazione solo come problema e problema non più sociale ma criminale. Nel
tentativo di scardinare la legittimazione popolare di quella che si sta
sedimentando come una legislazione speciale riservata ai migranti, che siano
dotati o sprovvisti di documenti che attestino il loro arrivo in Italia tramite
canali ufficiali o più facilmente il loro percorso di regolarizzazione e
inserimento lavorativo. Come può essere ultizzato il Libro bianco sul razzismo
in Italia? Sicuramente anche nellle intenzioni degli autori potrebbe essere
utilizzato nelle scuole, come testo base per un lavoro che deve essere comunque
aggiornato e continuato. Perchè insegna appunto a leggere i contenuti dei
giornali e dei telegiornali, notizie ma anche editoriali, sondaggi e interviste
con l'esperto di turno, senza «bersi» ogni approccio in modo acritico. Un modo
meno pubblicitario e più serio di far entrare la carta stampata in classe. E
poi potrebbe essere utilizzato da traccia per le scuole e i corsi universitari
di giornalismo. Per creare nelle nuove leve di cronisti di nera una
consapevolezza deontologica rispetta al tema dell'immigrazione. Tra l'altro la
cronaca nera nella televisioni, come dimostra una ricerca
dell'Osservatorio di Pavia citato nell'apparato critico del libro bianco, sta
sempre più conquistando spazi di informazione sia nelle reti private che in
quelle pubbliche. In questi ultimi due anni dal 40 al 60 % di tutte le notizie pubblicate o trasmesse in Italia sono da
considerare legate alla problematica dell'immigrazione e dell'emergenza
sicuritaria, hanno calcolato gli autori. Mentre tra i protagonisti delle storie
di razzismo quotidiano, sia nel ruolo di attori che in quelle di vittime, ci
sono essenzialmente i giovani. Il futuro. E per usare una citazione del libro:
«Non bisogna dare per scontato che i discorsi siano privi di conseguenze».
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i pirati per la tecnologia democratica - annalisa
camorani (sezione: Cultura)
Pagina
XVII - Milano I pirati per la tecnologia democratica Incontri, seminari,
dimostrazioni pratiche, corsi di Linux e lezioni di tecnologia per ragazzi: per
tre giorni a Rho la filosofia del web come comunità senza divieti ANNALISA
CAMORANI Non paragonateli a Lisbeth Salander. Gli hacker, quelli veri, se la
prenderebbero. Tra loro e la protagonista della trilogia "Millenium"
di Stieg Larsson ci sono dei punti di contatto (in primo luogo le straordinarie
competenze informatiche), ma anche una differenza sostanziale che rende il
confronto non appropriato: Lisbeth è una cracker. Da Wikipedia: «Un hacker è
una persona che si impegna nell´affrontare sfide intellettuali per superare
creativamente le limitazioni che gli vengono imposte. Esiste un luogo comune per
cui questo termine viene associato ai criminali informatici (la cui definizione
corretta è, però, "cracker")». Loro, gli hacker, si vedono così:
«Siamo un gruppo eterogeneo - spiega Putro, 38 anni, professione chimico - di
avvocati, biologi, elettricisti, informatici e ingegneri. Interpretiamo la
tecnologia come uno strumento che dovrebbe essere svincolato da logiche
economiche. Esercitiamo e invitiamo a esercitare l´uso consapevole e critico
della rete». Per vederli all´opera e per farsi un´idea degli infiniti utilizzi
della rete, di cosa intendano per «sapere condiviso» e per «software libero»,
basta andarli a vedere all´opera a Rho, all´ex Fornace. Dopo un tour di dieci
giorni nelle università in cui si sono confrontati con
studenti e professori, da domani a domenica gli "smanettoni", i cyber
activist, i net artist d´Italia si ritrovano all´Hackmeeting, dodicesima
edizione di un incontro che ogni anno, a partire dal 98, cambia città. L´esperienza nelle università dimostra come questo
movimento sia apprezzato anche da chi è esterno al movimento. Antonio Caronia, docente di comunicazione all´Accademia
di Brera, studioso di scienze, tecnologia, letteratura e comunicazioni, giudica
il movimento «un tentativo importante e coraggioso di limitare lo strapotere della
dittatura economica e politica di alcune multinazionali della comunicazione».
L´etica hacker si basa sul fatto che l´informazione deve circolare senza filtri
né barriere. E che il potere sta nella conoscenza. «La rete - spiega Putro - è
sempre meno libera. Più passa il tempo e più aumentano gli strumenti di
controllo, come dimostrano alcuni punti del ddl sulla sicurezza. Quando sei in
rete sei tracciato, i provider sono tenuti a decifrarti, sanno quante mail
mandi e a chi le mandi. Non credo che l´interesse sia quello di arginare il
terrorismo o la pedofilia online. Il sospetto è che tutti questi filtri
tocchino solo l´utente medio che viene "profilato" per scopi
commerciali». Ecco allora che la mentalità hacker aggira l´ostacolo. «Per garantirsi
il più completo anonimato - spiega Bomboclat, 36 anni, amministratore di
sistema in un´azienda informatica - si può utilizzare Tor (torproject. org),
serve per difendersi dall´analisi del traffico». Il sistema operativo
prediletto dagli hacker, invece, è Linux che più che un software è la bandiera
del movimento. «è libero e gratuito e non è soggetto agli attacchi dei virus»
spiega ancora Bomboclat. E soprattutto è un software "open source",
una scatola aperta e trasparente «che a differenza di Windows si può modificare
a seconda delle esigenze». Studiare, migliorare e scambiare. Liberamente.
Wikipedia docet.
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marco lodoli, scrittore e docente di lettere in un
istituto professionale di roma - (segue dalla copertina) maria novella de luca (sezione: Cultura)
Pagina
40 - Cronaca Marco Lodoli, scrittore e docente di
Lettere in un istituto professionale di Roma Mezzo milione di studenti italiani
saranno respinti o non ammessi agli esami. Per il ministro Gelmini questa è
"l´istruzione del merito". Per anni gli insegnanti hanno evitato le
stroncature perché ritenute controproducenti. Adesso però è suonata la
campanella del rigore "Ma non bisogna spingere fuori chi è in difficoltà
Va applicato un altro sistema" Le mancate promozioni sono spesso dovute
all´insufficienza in condotta "La bocciatura è una sconfitta che di solito
mette fine a un percorso già a ostacoli" (SEGUE DALLA COPERTINA) MARIA
NOVELLA DE LUCA «Qui i ragazzi distruggono le aule e ci minacciano - racconta
Marina Caputo, docente di un istituto professionale di
Nola - e chi vuole studiare è penalizzato dalla violenza di pochi. A lungo
abbiamo evitato le bocciature, pensando che fossero controproducenti. Da due
anni a questa parte invece, grazie a un nuovo dirigente scolastico, la linea è
cambiata. Abbiamo iniziato a respingere: i ragazzi sono cambiati. Alcuni hanno
abbandonato, è vero, ma chi è rimasto oggi studia con profitto». La scuola si
divide, si interroga. Ma il risultato sono valanghe di ripetenti, per troppe
assenze, per una cattiva condotta, e soltanto in parte, ammettono i dirigenti
scolastici, per profitto insufficiente. Il comportamento dunque sullo stesso
piano del sapere. Scuote la testa ricordando Maria Montessori il professor
Giacomo Cives, docente emerito di
Storia della Pedagogia all´università La Sapienza di Roma, che parla subito di «sconfitta della
scuola». «Raramente le bocciature spingono a migliorarsi, il merito va
incoraggiato, premiato, ma per chi è in difficoltà bisogna applicare come
diceva la Montessori una "educazione dilatatrice", dare di
più, portare dentro, non spingere fuori, con il rischio che gli espulsi
abbandonino per sempre il percorso scolastico». La verità, dice Cives, è che
dietro tutto questo c´è l´intento di «smantellare la scuola pubblica, che è in
crisi, è vero, così come è vero che i professori hanno perso passione e senza
passione è difficile "contagiare" i ragazzi con l´amore per il
sapere, ma le minacce non hanno mai fatto progredire nessuno». E da studioso
Cives cita un altro studioso, Giuseppe Lombardo Radice, filosofo e pedagogista,
e la sua teoria appunto del "contagio positivo" tra chi insegna e chi
apprende. «Avete notato che quando un docente è
appassionato della sua materia gli studenti affermano di voler diventare fisici
se insegna Fisica, storici se insegna Storia? Questo vuol dire che bisogna
investire sui docenti, non tagliare le ore e i fondi. Con che coraggio si
smantella la scuola e poi si respingono i ragazzi?». Ma che cosa vuol dire
essere bocciati a 12, 14, 16 anni, dover ripetere una classe, ritrovarsi tra i
più piccoli? Qual è l´impatto di un
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Corriere
della Sera sezione: Cronache data: 18/06/2009 - pag: 20 Il lavoro Dalla Coop al
call center Trascom «Non arrivano gli aiuti» Mille verso il licenziamento DAL
NOSTRO INVIATO L'AQUILA Prima la scossa, la casa in macerie, poi il
licenziamento. La gara di solidarietà per i terremotati si è fermata sulla
porta dell'ufficio. E per gli aquilani in questi giorni inizia un nuovo incubo:
la perdita del posto di lavoro. Ingegneri superspecializzati, operatori di call
center, cassiere, tutti uguali e nei guai, come la notte del terremoto. Per
Alberto Pizzi, 48 anni e due bimbi di 3 e 5 anni, e per sua moglie Paola
l'incubo è iniziato l'8 giugno: all'indomani delle elezioni. «La Trascom,
multinazionale che gestisce call center, ci ha convocato per annunciarci il
licenziamento ». Coordinatore di un gruppo di lavoro a 1300 euro al mese,
Alberto aveva conosciuto Paola, operatrice del call center a 460 euro al mese
in azienda e vivevano a Pettino quartiere costruito, a insaputa degli abitanti,
sulla faglia. «Alla scossa siamo scappati scalzi per le scale con i bambini in
braccio mentre scoppiavano i vetri e venivano giù i muri. Ma questa
"botta" è stata peggiore. Il terremoto comincia adesso ». La
pensavano tutti così ieri i colleghi di Alberto che attendevano l'esito della
mediazione del prefetto con la Trascom. C'era Alessia, 31 anni, un bimbo di 3 anni
e uno appena perso per lo stress del terremoto, anche lei sposata con un
collega in licenziamento. C'era Laura al settimo mese di gravidanza. E tanti,
tanti trentenni. La mediazione si è chiusa male. Nessun ritiro dei
licenziamenti, solo la richiesta ai dipendenti di ridursi del 20-40% lo
stipendio, altrimenti, ha spiegato l'ad Boggio, la Trascom che ha subito anche
danni del terremoto, non potrà competere con le altre aziende e la riduzione di
347 dipendenti non potrà essere evitata. Ma la rabbia monta assieme al sospetto
che alcune aziende stiano usando l'alibi del terremoto per risolvere problemi
di mala gestione o addirittura come ricatto per ottenere sostegni. «Ci usano
come scudi umani» dice chiaro Piero Francazio della Uil-com. E riferisce quello
che molti lavoratori non hanno il coraggio di riferire. «I posti di lavoro in
bilico in questi giorni sono più di mille. 90 dipendenti della Coop hanno
ricevuto la lettera di licenziamento perché due supermercati sono stati
danneggiati dal terremoto e l'area individuata per la ricostruzione sembra che
non possa essere utilizzata er problemi burocratici. Tra loro ci sono due
impiegati che la notte del terremoto hanno salvato la figlia mentre la casa
crollava e poi si sono calati con un lenzuolo dalla finestra. C'è chi ha perso
tutto anche l'auto finita sotto la casa crollata». Il caso più assurdo è quello
dei dipendenti di Abruzzo Enjeneering una società partecipata al 60% dalla
Regione e al 10% dalla provincia che, con lungimiranza, aveva formato i
dipendenti per poter intervenire in caso di terremoto. Tecnici in grado di fare
perizie di agibilità mai preziosi come ora, ma ai quali l'azienda sta spiegando
che per loro non c'è lavoro. Luciana Del Beato, 40 anni, docente dell'area Business Management della Tils, in attesa dell'ufficializzazione
della lettera di licenziamento, già spedita rincara: «Vanno a cercare soldi con
le istituzioni locali, utilizzando i lavoratori ». Ex Reiss Romoli, azienda
Telecom considerata ai vertici dell'eccellenza nella formazione dei manager delle
comunicazioni, con una forte relazione con i centri di ricerca e le università di Bologna e dell'Aquila, Politecnico Milano,
Torino, la Tils negli ultimi tre anni ha subito un destino inaspettato: «ceduta
per un euro da Tronchetti Provera e diventata al 70% della multinazionale
francese Cegos e al 30% della Camporlecchio educational, dopo soli tre mesi
l'azionariato si è capovolto e i vertici aziendali hanno cominciato a parlare
di chiusura e a giocare al rialzo». «Il terremoto gli ha dato l'occasione. Ma
noi siamo esperti di gestione aziendale e sappiamo che serve solo a coprire
l'intenzione di disfarsi dell'Aquila». L'amarezza si unisce alla
preoccupazione: «La casa è venuta giù, mio marito grazie ai tagli della Gelmini
è finito nella categoria "perdenti posto", e ho due ragazzi di 13 e
15 anni che vorrei iscrivere all'Università all'Aquila. Non vorrei andare via
come stanno facendo in tanti. È così che pensano di far volare le aquile:
tagliandogli le ali?». Virginia Piccolillo Protesta Un gruppo di aquilani
protesta nella giornata della visita del premier Berlusconi, in vista del
decreto sugli aiuti alle popolazioni terremotate dell'Abruzzo. Il nuovo incubo,
dopo il sisma e i morti, sono i licenziamenti. Oltre mille persone stanno per
perdere il posto di lavoro Le storie Alberto Pizzi, della Trascom: siamo
scappati mentre crollava tutto, ma il vero terremoto è la disoccupazione
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Alcol, vendita vietata ai minori di 16 anni
Corriere
della Sera sezione: Grande Milano data: 18/06/2009 - pag:
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A casa di Testori (sezione: Cultura)
Corriere
della Sera sezione: Tempo Libero data: 18/06/2009 - pag: 13 Sorprese d'arte
Poetica e imprevedibile la mostra «Giorni felici» accoglie opere di Basilico,
Chiara Dynys, Studio Azzurro e molti giovani A casa di Testori 22 stanze, 22
opere Colori e animali: una fiaba nella villa di Novate A Novate Milanese, la
grande casa di famiglia dove Giovanni Testori abitò per tutta la vita facendo
il pendolare con lo studio di Milano, diventa per dieci giorni teatro di una
mostra che ha il sapore di una fiaba: ogni porta, infatti, comprese quelle
della cucina e del bagno, dischiude uno scenario diverso. Ventidue stanze e
ventidue artisti hanno trasformato la casa, che si sviluppa su due piani senza
più arredi, in uno spazio imprevedibile e magico, pieno di animali: uccelli del
paradiso, pappagalli, anatre, farfalle, lumache e persino scarafaggi. Un puro
caso, questo «effetto Eden», non programmato, probabilmente ispirato agli
artisti dal giardino su cui affaccia la palazzina. «Abbiamo voluto aprirci a
scelte diverse da quelle della pittura figurativa sostenuta da Testori
chiamando per esempio Chiara Dynys, con un video, o Massimo Kaufmann, che ebbe
a discutere con lui perché è un artista concettuale », spiega Giuseppe Frangi,
nipote di Testori. Il solo artista «testoriano» è l'altro nipote, Giovanni
Frangi, il quale ha riempito una stanza con trenta incisioni stampate su grandi
fogli che, tutte insieme, fanno l'effetto di una fascinosa tappezzeria
astratta. Fra gli autori già affermati ci sono anche Gabriele Basilico (la sua
stanza è composta da cinque immagini di una Milano notturna) e lo Studio
Azzurro che, in una camera color oro, proietta il video di uno spettacolo di
Testori. Le religioni in cucina Gli altri sono più giovani, alcuni giovanissimi
come Riccardo Gavazzi, 27 anni, che sui muri di una delle due ex cucine al
piano terra ha creato un coloratissimo fregio di farfalle e al centro, proprio
davanti alla finestra, ha issato su un piedistallo una grande farfalla di filo
di ferro fosforescente. Fulvia Mendini, classe 1966, è andata oltre collocando
al centro della sua stanza una gabbia con un pappagallo vero circondato da
fiori esotici, insetti e meravigliosi uccelli del paradiso ricamati su grandi
tele. L'altra cucina, invece, è diventata una «Stanza delle armi»: così è stata
ribattezzata dallo scultore Matteo Negri, che l'ha arredata con bombe di
ceramica colorata. E sui temi della guerra, in particolare quella scatenata
dalle religioni, riflette anche Pietro Ruffo, classe 1978, che ha costruito un
carrarmato con fogli di testi in arabo e in inglese. I lavori più sorprendenti
sono quelli costruiti dentro le stanze stesse come l'arabesco/collage di Andrea
Bianconi, classe 1974, avvocato di Arzignano che ha mollato tutto per fare
l'artista a New York: direttamente sulle pareti della veranda ha incollato un
turbinio, simile a una folata di vento, di pezzettini di carte colorate,
disegni, timbri, ciuffi d'erba strappata dal giardino antistante. L'effetto non
è per nulla naïf, ma estremamente controllato, come le tracce lasciate
nell'aria dai gesti di un abile giocoliere. Dal buco della serratura Al piano
superiore, invece, Tamara Ferioli, classe
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conigli (sezione: Cultura)
Corriere
della Sera sezione: Tempo Libero data: 18/06/2009 - pag: 19 Stringhe punti e
conigli Da Fibonacci al genoma: la scienza fa passi avanti anche con «quiz»
inaspettati Q uanti conigli nascono in un anno? Era questo l'interrogativo sul
quale si arrovellava Leonardo Fibonacci, nel Medioevo. Stava studiando un
antico testo arabo? Ma no: fu risolvendo un quiz che oggi troveremmo sulla
Settimana Enigmistica che il matematico pisano scoprì la sequenza numerica più
famosa del mondo (0, 1, 1, 2, 3...). Fu osservando la capacità riproduttiva dei
conigli che inventò un universo. Perché le cose non hanno mai un solo senso:
ecco il messaggio di «Milano Scienza Milano Mondo», la rassegna promossa dal
Comune che, come faceva Fibonacci, non guarda solo al cosmo. Ma anche ai conigli.
In programma, per tutto il mese, passeggiate sotto le stelle (incontri al
Castello sotto il segno di Galileo) e tra le stelle (come le «puntatine» su
altri pianeti all'Osservatorio Astronomico di Brera). Un caffè con gli
orangutan (nelle conferenze sugli animali) e un viaggio dentro un computer
(volete sapere com'è fatto? Ve lo rivelerà Paolo Milani, docente di Nanotecnologie martedì 23
all'Acquario civico, ore 18.30). «Io una cosa l'ho imparata dice Corrado
Sinigaglia, ordinario di Filosofia della scienza alla Statale e curatore delle
conferenze : alla fine, tutte le cose si somigliano ». Guardate (si fa
per dire) l'atomo: assomiglia al sistema planetario. E la sezione aurea?
Innerva il grande e il piccolo. Non tutti sanno che l'universo si regge su una
corda. Sì, perché se raffiguriamo una «stringa », potrebbe avere questa forma.
Ma che cos'è una stringa? «Ha presente una sinfonia di Mozart?» chiede Claudio
Bartocci, ordinario di Matematica all' università di
Genova. «Ebbene, secondo le ultime teorie, a tenerci in piedi non sarebbero
'oggetti', bensì movimenti». Vibrazioni, per usare la metafora di Brian Greene,
nel libro «L'universo elegante», gioiello letterario che appunto spiega la
cosiddetta teoria delle stringhe. Bartocci terrà una lezione dedicata a
stringhe e punti (domani all'Acquario Civico, alle 18.30). Attenzione: mai
sottovalutare il punto. «È un elemento molto complesso spiega perché privo di
estensione, ma ha massa». «Cervello di gallina!» esclama Sinigaglia, ma non è
un insulto a chi scrive. È, anzi, un invito: a imparare come le galline e i
colombi hanno una marcia in più rispetto a noi. Ce lo spiegherà Giorgio
Vallortigara, nell'incontro sulle menti animali (domenica 21 alle 16 al Museo
di Storia Naturale). «Alcuni volatili dice Sinigaglia hanno una straordinaria
capacità di localizzazione, molto meglio dei nostri navigatori satellitari».
Non solo. Animali come il macaco usano raffinate tecniche di gossip. Per non
parlare dell'abilità dissimulatrice del piviere: finge di avere un'ala spezzata
per commuovere gli inseguitori. Della favola di Darwin e dell'avventura del
genoma parlerà Edoardo Boncinelli alla Rotonda di via Besana, il 25 giugno alle
18.30. «Perché la scienza dice l'assessore alla cultura Massimiliano Finazzer
Flory è un'avventura della ricerca che dal Rinascimento caratterizza la nostra
Milano, la nostra Europa». E che, nei secoli, si è fusa con l'arte.
Nell'invenzione della prospettiva, nei surreali disegni di Escher, nelle recenti
tecniche video. Per «Milano Scienza Milano Mondo» ci sarà anche questo, insieme
a visite guidate e proiezioni. Perché le stringhe, le cellule, le donne di
Leonardo, i conigli e i numeri primi, in fondo, vogliono suggerirci una cosa:
non esiste un'unica verità. Esistono soltanto formule che funzionano. Roberta
Scorranese Leonardo Fibonacci (1170-1250). Sotto, Zebra, '73, di Mario Merz
ispirata alla celebre sequenza del matematico «Corteccia » Un disegno del '55
del geniale Escher. A sinistra, l'assessore Finazzer Flory
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ARRIVA LA 100 VELE 2009 (sezione: Cultura)
Corriere
della Sera sezione: Cronaca di Roma data: 18/06/2009 - pag: 2 XIV Edizione 20 -
21 giugno 2009 Manifestazione Velica Nazionale Lido di Roma ARRIVA LA 100 VELE
2009 EDIZIONE SPECIALE PER L'UNIVERSITA' DELL'AQUILA Incredibile entusiasmo,
tra velisti e appassionati, sta destando la XIV edizione della 100 VELE, che si
svolgerà domenica 21 giugno nelle acque antistanti il Lido di Roma. In
tantissimi stanno aderendo con le loro iscrizioni a questa splendida
manifestazione che l'Achab Yacht Club, da quest'anno in collaborazione con la
Lega Navale Italiana di Ostia, organizza da 14 anni con sempre maggior
successo, grazie soprattutto all'impegno del suo Presidente sig.ra Rossella
Dorelli. Dalla prima edizione del 1995 la 100 VELE ha visto aumentare negli
anni il numero delle imbarcazioni presenti in mare ed il numero degli
appassionati e degli spettatori che dalle spiagge e dal litorale seguono la
regata. Questa manifestazione non è solo una competizione sportiva, ma una
grande festa della vela e della solidarietà, infatti gli organizzatori sin
dalla prima edizione hanno devoluto in beneficenza, ad Associazioni impegnate
nel sociale che operano sul territorio, i proventi derivati dalle iscrizioni,
dai contributi volontari e dalla vendita della T-Shirt 100 Vele. Per questa
edizione la 100 Vele, navigherà fino all'Università dell'Aquila, nel
Dipartimento di Fisica della Facoltà di Scienze, donando tutto il ricavato
delle iscrizioni e dei contributi volontari, per istituire borse di studio
destinate agli studenti iscritti alla suddetta facoltà. Il terremoto del 6
aprile, infatti, mette in dubbio la possibilità di mantenere presso
l'Università dell'Aquila quella funzione che da oltre 40 anni ha permesso la
valida formazione dei fisici aquilani. Coniato per l'occasione lo slogan:
" La 100 VELE fa bene al fisico... aquilano". Grande sostegno l'hanno
dato gli sponsor che in questi anni hanno appoggiato la manifestazione
contribuendo con prodotti e servizi, ciò ha permesso agli organizzatori di non
dover utilizzare quanto incassato dalle iscrizioni e dalle donazioni,
consentendo così di devolvere l'intero ricavato all'Università dell'Aquila.
Attese sulla linea di partenza, situata all'altezza del pontile di Ostia,
palcoscenico naturale per chi volesse seguire da terra la manifestazione,
centinaia di imbarcazioni a vela, dal Maxi Yacht al piccolo Optimist, tutti
uniti in una grande gara di solidarietà. Nomi famosi della vela romana
parteciperanno a questo evento, come negli scorsi anni: YES , l'X 46 di
Santolini Roberto, KAMOMILLA BLU, di Giulio Scarselli, ARG ESTE di Matteo
Miceli, Sergio Papagni, Pino Stillitano, Gino Anastasia; Carlo Fogliazza e
Daniele Gabbrielli, campioni del mondo 2008 della classe 12m S.I. Campioni del
calibro di Adriano Panatta, già vincitore della scorsa edizione e grande amico
della 100 Vele, di Bruno Conti, di Yuri Chechi, ma anche il giornalista Rai
Giulio Guazzini con il suo RONIN, Cino Ricci, il grande "Vecchio"
della vela italiana, saranno presenti in mare o a terra per
testimoniare la loro solidarietà all'Università dell'Aquila. Particolare
attrazione sarà lo splendido due alberi, di oltre
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Il real estate regge in Italia (sezione: Cultura)
Il
Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-06-18 - pag: 43 autore:
Mercati. Il rapporto di Nomisma Il real estate regge in Italia Gianfranco
Ursino ROMA Finanza e immobili, un connubio che negli ultimi anni ha riservato
un altalenante andirivieni di gioie e dolori non solo agli immobiliaristi, ma
anche ai nuclei familiari. Due termini che sinoa prima dell'attuale crisi
finanziaria venivano letti in simbiosi, ma che oggi vengono visti sempre più in
antitesi per l'eccesso di finanziarizzazione che ha travolto l'intera industria
immobi-liare: un comparto che, al di là degli eccessi, comunque necessita, per
sua natura e in misura più rilevante di altri, di un propulsore che consuma un
ingente quantità di carburante finanziario. Sarà questo il punto di partenza da
cui gli operatori del settore si confronteranno oggi a Roma, presso la sede
dell'Abi, in occasione della presentazione dell'annuale "Rapporto sulla
finanza immobiliare" di Nomisma. Una ricerca che analizza le tendenze dei
vari strumenti a disposizione degli operatori: dai mutui al leasing, dalle
cartolarizzazioni alle società e fondi immobiliari, con un approfondimento
delle tematiche relative alla finanza per il territorio, come
la partnership pubblico-privata e il project financing. Una sorta di vademecum che ha
l'obiettivo di fornire un quadro completo di statistiche e fonti in materia di
finanza immobiliare. Tra i dati citati nel rapporto emerge che nel 2008 gli
investimenti in immobili per attività economiche nel mondo sono calati del 59%,
scendendo a 335 miliardi di dollari, con un inasprimento della discesa che nel
primo trimestre del 2009 avrebbe addirittura raggiunto il 74%. E secondo il
parere degli operatori, il mercato continuerà a scendere sino a fine anno. In
Italia sembrerebbe essere accaduto qualcosa di simile, ma limitatamente al solo
segmento su cui operano investitori istituzionali, come i fondi immobiliari.
Sul fronte delle transazioni di singole abitazioni, lo scorso anno i prezzi
delle case in Usa, Regno Unito e Spagna hanno registrato crolli anche
nell'ordine del 20-30% rispetto ai massimi storici toccati negli anni
precedenti. Per contro, in Italia, rispetto all'anno precedente il mercato
della casa ha archiviato il 2008 con un calo contenuto di circa il 15% dei
volumi di compravendite ( sono state concluse complessivamente 700mila), con un
allungamento dei tempi di chiusura dei contratti, ma con prezzi medi che sono
stati ritoccati solo leggermente al ribasso. Nel capitolo dedicato all'indagine
condotta da Nomisma lo scorso mese di maggio su un campione di 2000 famiglie
rappresentativo della popolazione nazionale, emerge che 3,5 milioni di famiglie
stanno prendendo in seria considerazione l'idea di comprare un'abitazione nei
prossimi due anni. Una quota di interessati all'acquisto di una casa che
raddoppia a 7 milioni se si considera anche la percentuale di famiglie che si
mostrano poco interessate all'abitazione, ma che comunque non escludono del
tutto l'acquisto. Tra questi, l'82%si dichiara pronto a stipulare un contratto di
mutuo. Allargando l'analisi a tutti coloro che dichiarano di avere un mutuo in
essere (quasi 4,8 milioni di famiglie), il 15,1% asserisce di avere incontrato
difficoltà nel suo ottenimento, in particolare per quanto attiene la richiesta
di garanzie aggiuntive avanzate dalla banca e alla lunghezza dei tempi
necessari per l'erogazione. Percentuale che sale al 31,7% per i mutui attivati
solo nel 2008. Dimostrazione che dopo l'eccessiva e acritica apertura di
credito degli anni scorsi, che hanno fatto perdere di vista il tema della
sostenibilità del debito, le banche negli ultimi mesi hanno infittito le maglie
dell'istruttoria,rendendo più difficoltoso l'accesso al credito dei clienti. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA LA FOTOGRAFIA Secondo la società di studi economici il
mercato delle singole abitazioni è caduto del 15% per volumi Leggera limatura
dei prezzi
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Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 18/06/2009 - pag: 11 Il fisico Nicola
Cabibbo: ho studiato al classico e i miei erano bravi, ma erano altri tempi
«Scegliamo gli insegnanti come i calciatori» di NICOLA CABIBBO I dati del
rapporto Ocse sulla scuola italiana colpiscono negativamente ma non sorprendono
del tutto. Il rapporto dice che, nelle materie scientifiche, i nostri studenti
di 15 anni sono indietro di due terzi di anno rispetto alla media europea.
Ricordo che al liceo classico «Tasso» di Roma, la mia scuola, c'erano delle
straordinarie professoresse di fisica e matematica che mi hanno insegnato ad
amare queste materie. Ma erano altri tempi. La carriera scolastica era stimata
e attirava persone di qualità. Oggi non è più così. Non si fanno concorsi per
selezionare gli insegnanti più preparati e le assunzioni seguono la regola di
sistemare persone che si trovano in ruoli precari. All'estero, in particolare
nei Paesi asiatici, si sta investendo molto sulla formazione scientifica degli
studenti. In Italia non avviene. Ma, senza questo tipo di conoscenza, data
dalle materie scientifiche, non si può pensare al progresso del nostro Paese.
Se non si crede nell'importanza delle scienze, se l'insegnamento e il successo
non sono ritenuti fondamentali, è inutile parlare di prospettive future. I dati
Ocse fanno riferimento alla media degli studenti. I ragazzi che studiano con me
all'università sono bravissimi ma
parliamo di un'élite che, in larga parte, sarà obbligata ad emigrare dando
ulteriore linfa alla cosiddetta fuga dei cervelli.
È chiaro che l'interesse per una materia deve essere indotto dall'insegnante.
Per migliorare la qualità dell'insegnamento è fondamentale partire dal
reclutamento dei professori. Oggi, chi intraprende questa carriera ha
davanti a sé magre prospettive: stipendi bassi, inferiori anche a quelli della
Spagna, e un percorso pieno di intoppi burocratici. Per una vera riforma della
scuola si deve partire da qui, dagli stipendi, dal restituire alla professione
un prestigio sociale, dal rispetto verso i giovani insegnanti. Solo così la
scuola potrà attrarre i migliori. Pensiamo alla cura con cui sono selezionati i
giocatori di calcio. Lo stesso dovrebbe avvenire con gli insegnanti. Infine,
l'età dei professori. In Italia è alta. Molti di questi insegnanti andranno in
pensione nel giro di pochi anni. Un'occasione da non perdere a patto che sia
gestita bene: sostituirli con giovani selezionati e di qualità. \\ L'età
elevata dei docenti può anche essere un'occasione da non perdere: bisogna sostituirli
con giovani selezionati e di qualità
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Sul dollaro il peso del debito (sezione: Cultura)
Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-18 - pag: 4 autore: Sul dollaro
il peso del debito è il boom della spesa Usa la vera minaccia allo status di
moneta rifugio Mario Margiocco Il dollaro è attaccato e attaccabile da 40 anni,
a fasi alterne. è stato protagonista dal 1968 di grandi exploit e poco
onorevoli ri-tirate, una ogni decennio in genere, ma non ha perso lo scettro di
moneta di riferimento sancito nel '
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L'Onda tedesca sfida l'estate (sezione: Cultura)
GERMANIA
Mobilitazioni e scioperi. «No al turboginnasio e all'eccellenza universitaria»
L'Onda tedesca sfida l'estate Manifestazioni oceaniche per dire contro il
«processo di Bologna» Guido Ambrosino BERLINO BERLINO Più di 200mila studenti
universitari e medi in piazza in 70 città tedesche. I cortei di ieri sono stati
il momento più visibile di una settimana di mobilitazione, cominciata lunedì
con assemblee nelle facoltà universitarie, e che si chiuderà venerdì con
diverse "azioni" locali. Da settimane si andava preparando questo
Bildungstreik 2009, uno sciopero di tutta l'istruzione pubblica. Questo settore
in Germania è di competenza dei Länder, ogni regione ha i suoi problemi
particolari, e la prima sfida era mettere in piedi un coordinamento federale.
Ci si è riusciti, con una piattaforma condivisa da centinaia di "comitati
d'azione" locali, gruppi e gruppuscoli della sinistra, le organizzazioni
studentesche e giovanili dei socialisti e dei verdi, perfino qualche gruppo
locale di giovani socialdemocratici, i globalcritici di attac. E col sostegno
del sindacato della scuola Gew. Non si tratta solo di chiedere più
finanziamenti per la pubblica istruzione. Oggetto di critica sono le strutture
dell'apprendimento, come si sono andate trasformando negli ultimi anni. Gli
universitari non ne vogliono più sapere del "processo di Bologna",
con la diffusione generalizzata di corsi triennali che dovrebbero preparare
direttamente alle professioni con un titolo di bachelor. «Con questi corsi - ci
diceva ieri ai margini del corteo berlinese Kevin, uno studente di sociologia -
l'università diventa un prolungamento del liceo, con
obbligo di frequenza e moduli curricolari predeterminati. Non c'è più tempo per
guardarsi intorno, di capire il perché e il per come, di approfondire».
«Studiamo come polli in batteria, capita di avere lezioni con 400 studenti,
l'anonimità è garantita, ci chiedono solo di funzionare», gli fa eco Markus.
«Bachelor? Tenete chiuso il becco e disinserite il cervello», recitava uno
striscione sulla stessa lunghezza d'onda di Kevin e Markus. Gli studenti medi
sono invece esasperati per il G8, sigla che non sta per il gruppo degli stati
più ricchi, ma per «ginnasio in otto anni». Tradizionalmente in Germania la
scuola durava 13 anni dalla prima elementare alla maturità, come in Italia
anche se con una scansione diversa: quattro anni di elementari e nove di ginnasio.
Negli anni scorsi, un po' alla volta e con cadenze diverse regione per regione,
si è deciso di taglia via un anno di ginnasio. Quel che prima si imparava in
nove anni lo si deve ora apprendere in otto, con orari settimanali più lunghi,
meno insegnanti, classi fino a 32 allievi (a Berlino). Stress e frustrazione
sono garantiti. Recentemente il governo ha stanziato dei fondi aggiuntivi per
l'edilizia scolastica, tra i programmi di investimento "anticiclici"
a sostegno della congiuntura, ma per assumere nuovi insegnanti soldi non ci
sono. Quanto alle università, i Länder democristiani
hanno introdotto tasse di frequenza salate, in genere di 500 euro a semestre. I
fondi federali sono destinati soprattutto allo sviluppo di centri universitari
d'eccellenza, mentre all'università di massa
"bachelorizzata" vanno solo briciole. Siccome
docenti e strutture non bastano, quasi tutte le facolta limitano le iscrizioni
col numero chiuso. Decisivo per entrare è il voto di maturità, e questa
circostanza porta a rendere ossessiva l'importanza dei voti nei ginnasi. E
perfino nella scuola elementare, perché, in mancanza di una media unificata
come in Italia, già a 10 anni i ragazzi vengono divisi tra quanti
andranno alle professionali, alle scuole tecniche o ai ginnasi. I motivi per
protestare contro questo sistema classista e iperburocratico davvero non
mancano. All'appuntamento ieri mattina davanti al municipio di Berlino c'erano
forse 40mila studenti. Molti i ragazzi venuti dai ginnasi, anche se spesso i
presidi li avevano minacciati di non giustificare le assenze. «Siamo qui e
strilliamo forte, perché ci rubano la cultura», lo slogan più gridato. Oppure,
in riferimento alle tasse: «Cultura per tutti, e gratis». In alternativa, visto
che tutto il sistema favorisce i rampolli della borghesia, «genitori ricchi per
tutti». Forte l'avversione per il coccolamento delle elites: «Siamo tutti
studenti d'eccellenza». E una gran voglia di contare di più: «Come vivere e
studiare, lo decidiamo noi».
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la rovina e il moderno nel teatro garibaldi - gaetano
licata (sezione: Cultura)
Pagina
XIX - Palermo Un intervento sul progetto di restauro dell´antico edificio LA
ROVINA E IL MODERNO NEL TEATRO GARIBALDI Una storia molto comune a Palermo: uno
spazio storico di valore, il lungo abbandono la riscoperta, l´utilizzo e
finalmente la ristrutturazione GAETANO LICATA M olte città europee di medie e
grandi dimensioni sono dotate di Urban Center, luoghi facilmente accessibili al
pubblico ove attraverso modelli tridimensionali, disegni e previsioni si
registra la continua trasformazione della città costruita, una sorta di
macchina del tempo ove l´esistente (passato e presente) accoglie tutte le
proiezioni di progetti futuri o in corso. Ciò oltre a garantire una
informazione in tempo reale, contribuisce alla formazione di una opinione
pubblica, e non per ultimo diventa strumento di lavoro per tutti gli attori
della progettazione della città alle diverse scale. In alcuni casi questi
Urban-Center sono affiancati o integrati da veri e propri Musei
dell´architettura, ove viene curata la cultura architettonica di una città
attraverso l´esposizione delle architetture di maggiore qualità e importanza,
ma anche ove si intrecciano tutte le esperienze urbane di altre realtà
geografiche e culturali. La facoltà di Architettura ha ospitato una mostra che
assolve in modo frammentario ai compiti di cui prima. Più precisamente è stato
messo in mostra il processo del progetto di ristrutturazione del teatro
Garibaldi alla Kalsa di Palermo, che in verità è un processo di rifondazione di
senso di un teatro storico in un teatro del nostro tempo. L´occasione è data
dalla chiamata nel corpo docente strutturato della
facoltà di Architettura di Palermo dell´architetto Giuseppe Marsala, che
insieme a Pietro Faraone è l´autore del progetto di ristrutturazione. La mostra
è stata preceduta da una lezione inaugurale, anche questa consuetudine diffusa
in Europa, in cui il nuovo docente si presenta insieme alle esperienze che porta con se dentro
l´Università. Il Teatro Garibaldi ha una storia molto comune a Palermo: un
edificio storico di valore intrecciato con la storia politica italiana
(Garibaldi nel suo passaggio da Palermo vi pronunciò la famosa frase «o Roma o
morte»), l´abbandono per molti anni, la riscoperta quasi archeologica
durante l´amministrazione Orlando, la messa in sicurezza per l´utilizzo sotto
forma di rovina e finalmente la ristrutturazione, attualmente nella fase
conclusiva della sua realizzazione. Il tutto dilatato in un tempo di circa
tredici anni. Il progetto è basato sul riconoscimento del teatro come una istituzione
della nostra cultura in continuo cambiamento, che si manifesta in una parte
fissa, l´edificio teatro, e una parte continuamente attuale, le
rappresentazioni teatrali stesse. Proprio in questo spazio tra cose fisse e
cose variabili si articola il progetto di Marsala, che pur riconoscendo il
valore storico del manufatto non ne rimane ingabbiato, anzi, fa diventare ciò
che trova e rimane generatore di utilizzi nuovi e inaspettati. Tutto ciò non
ideologicamente a priori, ma sulla base di una sperimentazione avvenuta durante
il periodo in cui il teatro è stato attivato nel suo stato di rovina messa in
sicurezza, grazie a registi e attori della più avanzata avanguardia teatrale
odierna (Cecchi, Latella, Brook, Scaldati). Sperimentazione che ha prodotto dei
materiali, ben visibili e documentati nella mostra, che proprio adesso vengono
tirati fuori in forma originale, a dimostrare che sono stati utilizzati come
dati importantissimi per la elaborazione del progetto di ristrutturazione.
Bisogna ancora ricordare il respiro europeo di questo teatro in questi anni: il
Garibaldi fa parte della "Unione Teatri d´Europa", dalla quale ha già
ricevuto nel 2003 un importante riconoscimento come operazione culturale
complessiva, comprendente il progetto di architettura. In concreto il progetto,
oltre alla modernizzazione dei servizi e all´adeguamento agli standard di
comfort e impianti odierni, si basa su tutta una serie di trasformazioni
possibili dello spazio scenico e del rapporto tra scena e pubblico che può
essere continuamente rimesso in gioco e variare in una gamma molto ampia: scena
mobile, tribune retrattili, luce modulabile naturale e artificiale, fino ad
arrivare alla totale dissoluzione dei confini tra scena e pubblico. Questo
atteggiamento disincantato verso una preesistenza di valore storico, quale il
Garibaldi sicuramente è, sta nella tradizione recente di alcune opere di un
gruppo di architetti che negli ultimi anni ha operato in Sicilia, superando la
condizione locale ed occupando un preciso spazio nella storia dell´architettura
contemporanea italiana e riconosciuta anche all´estero. Penso ad opere quali la
ricostruzione della Chiesa Madre di Salemi realizzata su progetto di Roberto
Collovà e Alvaro Siza in cui la chiesa distrutta dal terremoto del 1968 non è stata
ricostruita ma risignificata come spazio urbano all´aperto nel centro della
città, o alle Case Di Stefano (progetto di Roberto Collovà, Teresa La Rocca e
Marcella Aprile) ove le trasformazioni tipologiche di un baglio tradizionale
hanno fatto da base per un Centro di arte con la raccolta più importante di
arte contemporanea in Sicilia. In questo senso il Garibaldi offre una
alternativa ormai quasi concreta, alle tanto diffuse ricostruzioni acritiche o
in stile tanto diffuse e normate a Palermo, che al massimo aspirano ad una
sorta di mummificazione pittoresca della città. Si spera che alla fine del
cantiere molto di quello che si può vedere nella mostra e dello spirito che lo
sostiene, possa trovare luce nel risultato eseguito, e principalmente che non si
debba rimpiangere la naturale decisione di far partire questa ristrutturazione
"conclusiva" del Garibaldi, a discapito della rovina messa in
sicurezza, che di certo ha garantito negli anni sperimentazione e innovazione
teatrale, forse proprio perché godeva di uno status provvisorio, di fertile
disinteresse e tolleranza verso il nuovo.
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Termini Imerese si salva ma non produrrà più auto (sezione: Cultura)
Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-06-19 - pag: 1 autore: Marchionne: la
Fiat manterrà sempre le radici in Italia Termini Imerese si salva ma non
produrrà più auto Fiat «manterrà le radici in Italia». Ma per affrontare la
crisi l'ad, Sergio Marchionne, ha illustrato nel vertice di ieri a palazzo
Chigi un piano di razionalizzazione, confermando gli attuali assetti
produttivi, con due novità. Fiat resterà a Termini Imerese anche se dopo il
2011 non si produrranno più auto, mentre a Pomigliano dopo il 2010 è prevista
una nuova piattaforma per uno o più modelli. La riorganizzazione di questi due
stabilimenti, secondo quanto ha annunciato il ministro Claudio Scajola
(Sviluppo economico), sarà affidata a nuovi contratti di
programma che mobiliteranno risorse pubblico-private. Il confronto tra Governo,
Regioni e parti sociali proseguirà nelle prossime settimane su tre tavoli per
monitorare l'andamento del mercato e dell'occupazione, lo sviluppo di ricerca e
innovazione, la componentistica. Positivo il giudizio dei sindacati, ad
eccezione della Fiom-Cgil che giudica «inaccettabile » il piano. Servizi
u pagina
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Balza a quota 4,4 miliardi il project finance nella
sanità (sezione: Cultura)
Il
Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-06-19 - pag: 25 autore: Lo
studio di Finlombarda sulle partnership pubblico-privato Balza a quota 4,4
miliardi il project finance nella sanità Virginio Di Carlo MILANO Edilizia
sanitaria e project finance. Un connubio che in Italia si conferma di successo
e che pone il mercato delle partnership pubblico-privato di casa nostra al
secondo posto – dietro solo al Regno Unito –per i finanziamenti destinati al
business della salute. A dare prova di un quadro sostanzialmente positivo del
contesto italiano arrivano i dati elaborati per il 2009 da Finlombarda,
all'interno dell'ottavo Osservatorio sul project finance in sanità. Uno studio,
quello di Finlombarda, sul quale s'incentrerà il dibattito di oggi al convegno
annuale Finanza & Sanità organizzato presso la Sala Collina de Il Sole 24
Ore. Rispetto a un leggero decremento nel numero totale dei progetti - che
passa dai 72 del 2008 ai 71 di quest'anno - cresce il valore complessivo degli
investimenti, che toccherà nel 2009 i 4,4 miliardi di euro (+ 3%). Ad oggi, si
contano infatti 47 progetti già aggiudicati, per un valore di oltre 3 miliardi
di euro. Una cifra che rappresenta il 69% dell'ammontare complessivo degli
investimenti nazionali e che evidenzia una crescita del 13% rispetto al valore
delle aggiudicazioni 2007/2008. «Nonostante un rallentamento nel tasso di
incremento degli investimenti, il finanziamento di strutture sanitarie
attraverso project finance continua ad essere un fenomeno in assoluta crescita
per l'Italia», commenta Marco Nicolai, direttore generale di Finlombarda. «Il
vero nodo della discussione, oggi, riguarda però due aspetti essenziali e tra
loro connessi, ovvero - continua Nicolai - il bassissimo livello, nel nostro
paese, di competizione delle aziende nell'assegnazione dei finanziamenti e
l'assenza di un quadro normativo nazionale che metta a disposizione reali
strumenti di pre-valutazione e di controllo dei progetti da finanziare ».
Nicolai cita poi gli esempi forniti da Germania e Francia. Paesi nei quali il
project finance registra tassi di crescita inferiori rispetto all'Italia, ma
che hanno anche avuto un approccio «più pragmatico», riducendo il numero dei
progetti abbandonati. Numero che rimane, invece, elevato in Italia (21
nell'ultimo anno, per 509 milioni di euro). Anche quest'anno è la Lombardia ad
avere il primato dei progetti, potendo vantare 17 iniziative nell'edilizia
sanitaria - per un valore complessivo di 1 miliardo e 228 milioni di euro- e
rappresentando da sola il 23% del mercato italiano. «Rimane il dato di un paese
a due velocità », sottolinea Nicolai. «Se regioni come il Veneto o l'Emilia
Romagna hanno avuto una grande crescita, anche dal punto di vista del controllo
sulla fattibilità dei progetti- dice ancora Nicolai - gli investimenti nelle
regioni del Sud rimangono ancora troppo condizionati da bilanci della Sanità
spesso in rosso». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Marchionne: radici italiane per Fiat (sezione: Cultura)
Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-19 - pag: 5 autore: Marchionne:
radici italiane per Fiat Termini «salva» non produrrà più auto - A Pomigliano
nuova piattaforma dopo il 2010 Giorgio Pogliotti ROMA Annuncia un piano di
razionalizzazione degli stabilimenti confermando che «non si può immaginare una
Fiat senza forti radici in Italia». Invita Governo e parti sociali ad unire gli
sforzi con l'azienda, perché «mantenere gli equilibri occupazionali di fronte
all'emergenza che stiamo vivendo non è un compito facile». Al tavolo di Palazzo
Chigi sulla Fiat – con ministri, vertici di Regioni e parti sociali – Sergio
Marchionne incassa i complimenti del premier: «Ne ho parlato con Obama –
sottolinea Silvio Berlusconi – ed ha espresso grande apprezzamento per la Fiat e
per le sue auto ecologiche a basso inquinamento. Saremo vicini a tutte le
persone in difficoltà, non lasceremo nessuno da solo in questa crisi». Più nel
dettaglio il piano presentato dall'amministratore delegato della Fiat, accanto
alla sostanziale conferma degli assetti produttivi per gli stabilimenti
italiani, contiene due novità che riguardano Termini Imerese ( dopo il 2011 si
prevedono produzioni diverse da quella automobilistica) e di Pomigliano (dopo
il 2010 è prevista l'assegnazione di una nuova piattaforma per uno o più
modelli). La soluzione proposta dal ministro Claudio Scajola (Sviluppo
economico), è quella di ricorrere a «contratti di programma con risorse
pubblico-private», che «aiuteranno i processi di riorganizzazione » dei due
stabilimenti meridionali. Tornando al piano, le difficoltà maggiori riguardano
i comparti della produzione di macchine da costruzione («va definito un piano
per la gestione dei lavoratori in esubero») e delle macchine per l'agricoltura
(«la caduta del mercato avrà effetti pesanti nel secondo semestre»). Nonostante
«la crisi dei mercati abbia aggravato ancora di più la sovraccapacità
produttiva », l'ad della Fiat rivendica il merito di aver gestito «una
situazione drammatica in modo assolutamente responsabile» e lancia l'allarme al
Governo: «Stiamo usando tutti gli ammortizzatori sociali possibili, ma siamo
vicini al limite delle 52 settimane di Cassa integrazione nell'ultimo
quadrimestre 2009 per almeno 10 stabilimenti ». Con un monito al sindacato: le
«azioni di conflitto immotivate portano solo danni », perché «regalano
occasioni d'oro alla concorrenza». Il confronto proseguirà nelle prossime
settimane su tre tavoli, ha spiegato il ministro Scajola. Il primo«seguirà
l'andamento del mercato, dell'occupazione e gli investimenti insieme a Regioni
e sindacati». Il secondo tavolo si occuperà di sostegno a ricerca e
innovazione, il terzo di componentistica e accesso al credito delle piccole
imprese. Scajola ha sottolineato che «alcuni punti fermi» sono emersi già dal
primo incontro di ieri: gli «eco-incentivi hanno funzionato» come «emerge dal
dato sulla quota di mercato in Europa salita dell'1% al 9,3%», l'azienda «ha
confermato l'impegno a non chiudere nessuno stabilimento italiano e a mantenere
la continuità della produzione industriale», mentre l'eccedenza della
produzione «imporrà di gestire un profonda ristrutturazione del settore che
deve essere fatta a livello europeo. Scajola non ha nascosto «qualche
perplessità sul caso Opel», annunciando l'impegno del Governo a fare pressing
affinché «l'Europa assicuri il libero mercato, vigilando sugli aiuti di Stato
che alcuni Paesi hanno dato e si accingono a dare, al di fuori delle regole
sulla concorrenza ». Positivo il giudizio del ministro Maurizio Sacconi
(Lavoro) che considera «credibile » il piano Marchionne, sottolineando la
«forte volontà di crescita del gruppo». Quanto alle Regioni, i dieci
Governatori che ospitano gli stabilimenti Fiat hanno illustrato un piano da
circa 900 milioni di investimento – distribuiti tra livello centrale, regionale
e aziendale –per il rilancio del settore automotive. Tra le priorità lo
sviluppo di veicoli ecologici a basso impatto ambientale, la sicurezza, i
servizi di informazione per gli automobilisti, i veicoli commerciali leggeri, la ricerca combinata in meccanica, elettronica e informatica. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA LE AREE DI MAGGIORE CRISI Scajola ipotizza contratti di
programma con risorse pubbliche-private che possano accompagnare la
riorganizzazione L'incontro. Da sinistra Gianni Rinaldini, Guglielmo Epifani e
Sergio Marchionne al tavolo che ha riaperto il confronto tra Fiat,
governo e sindacati INFOPHOTO
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Vasco Rossi e Madonna superstar, in buona salute gli
show dal vivo (sezione: Cultura)
ASSOMUSICA
Pubblicata «L'Italia dei concerti», i dati degli eventi live del
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Tante offerte formative (sezione: Cultura)
Tante
offerte formative che guardano alle esigenze di oggi Il prossimo anno
accademico sarà un anno di importanti novità per la Facoltà di Economia che,
con 10.126 iscritti complessivi (di cui 2.055 matricole), è la Facoltà
dell'Università di Torino con il più elevato numero di studenti. In
particolare, le principali novità sono le seguenti: nuovo polo didattico; nuova
offerta formativa; modifiche al test di ingresso; internazionalizzazione e
corsi di studio impartiti in inglese. Nuovo polo didattico. Per la prima volta
da molti decenni la Facoltà è riunita in un'unica struttura, dopo aver lasciato
definitivamente Piazza Arbarello e Palazzo del Lavoro, le matricole dell'a.a.
2009/2010 frequenteranno le lezioni presso il Nuovo Polo Didattico della
Facoltà di Economia, in Corso Unione Sovietica 220, situato nel cortile del
«Poveri Vecchi». La struttura, inaugurata ufficialmente mercoledì 17 giugno,
ospita 4 grandi aule da oltre 400 posti l'una e diverse altre aule più piccole,
tutte dotate delle più moderne ed efficienti attrezzature audio-video. Nuova
offerta formativa. Visto il successo ottenuto dai corsi di studio proposti
negli anni passati, la maggior parte dei corsi di laurea e di laurea magistrale
è stata mantenuta, anche se il panorama delle lauree magistrali si è arricchito
di alcuni nuovi corsi di studio. La Facoltà ha sfruttato l'occasione della
riforma per razionalizzare e per migliorare la propria offerta formativa,
tenendo conto delle esigenze manifestate dal mondo del lavoro e dagli studenti.
Le lauree triennali attivate nell'a.a. 2009/2010 sono le seguenti: laurea in
Banca, Borsa, Assicurazione; laurea in Commercio Internazionale; laurea in
Economia Aziendale, articolata in nove percorsi: Economia e direzione imprese,
Marketing, Amministrazione, finanza e controllo, Professioni contabili,
E-business, Business & Management, Diritto e cultura d'impresa, Gestione
d'impresa presso la sede di Biella e Direzione d'impresa presso la sede di
Cuneo; laurea in Economia e Commercio, articolata in quattro percorsi:
Economia, Economia e Diritto, Economia e management, Economia del territorio e
dell'ambiente. Lauree magistrali: Business Administration; Economia e Direzione
delle imprese; Economia e Diritto; Economia e Management
internazionale;Economia, gestione e valorizzazione del Turismo; Economia,
Istituzioni e Territorio; Economics; Finance and Insurance; Finanza aziendale e
mercati finanziari; Management pubblico; Professioni contabili. Il dettaglio
degli insegnamenti impartiti nelle diverse lauree e lauree magistrali è
reperibile sul sito della Facoltà (www.econ.unito.it). Test di ingresso. Anche
per l'a.a. 2009/2010 la Facoltà di Economia conferma, per le aspiranti
matricole, il test di ingresso obbligatorio, non selettivo, bensì orientativo,
che si terrà il giorno7 settembre 2009, con inizio alle ore 15. Come per gli
anni passati, è necessario pre-iscriversi al test on line (www.unito.it) e
confermare l'iscrizione presso il Centro immatricolazioni secondo le scadenze
previste dall'Ateneo. Le innovazioni apportate al test sono però numerose.
Innanzitutto, la sede. Il test avrà luogo nelle strutture della Facoltà di
Economia, in Corso Unione Sovietica 218-bis e 220, Torino, grazie alla
disponibilità delle aule del Nuovo Polo Didattico. Inoltre, gli studenti che
manifesteranno, all'atto della pre-iscrizione online, l'intenzione di seguire i
corsi nelle sedi di Biella e di Cuneo sosterranno il test presso le aule delle
sedi decentrate. Un'altra importante novità riguarda le conseguenze del test.
Il test che verrà affrontato dalle matricole il 7 settembre 2009 prevede, per
la prima volta, meccanismi di incentivo/disincentivo legati ai punteggi
ottenuti nel test. Infatti, gli studenti che otterranno un punteggio inferiore
a 18 dovranno sostenere e superare prioritariamente gli esami di Matematica
Generale e di Economia Aziendale, entrambi impartiti nel I semestre. Per fare
in modo che questi studenti possano affrontare al meglio questo obbligo, verrà
loro assicurato, durante il I semestre, un supporto aggiuntivo specifico (es.:
esercitazioni, corsi integrativi) con cadenza settimanale ed a frequenza
obbligatoria. Le matricole che otterranno al test un punteggio inferiore a 18
non potranno sostenere gli esami degli altri insegnamenti del I anno (e degli
anni successivi) fino al conseguimento di una votazione positiva negli
insegnamenti di Matematica Generale e di Economia Aziendale, dimostrando così
di aver acquisito una solida preparazione di base in due materie fondamentali.
Ma non sono stati previsti solo disincentivi: agli studenti immatricolati
presso la Facoltà di Economia con i migliori 50 (cinquanta) punteggi conseguiti
al test verrà consegnato, come premio, un notebook con il logo della facoltà!
Internazionalizzazione e corsi di studio impartiti in inglese. La Facoltà di
Economia continua il suo processo di internazionalizzazione
che vede i propri studenti ed i propri docenti impegnati non solo in scambi in
Europa attraverso il programma Erasmus, ma anche in altri Paesi, grazie a
collaborazioni poste in essere direttamente dalla nostra Facoltà. Oltre agli
accordi ormai consolidati (quattro Università negli USA e una Università in
ciascuno dei seguenti Paesi: Canada, Corea, India, Australia), nel corso
del 2009 si sono aggiunte nuove collaborazioni con altri atenei negli USA, a
Taiwan, in Cina. Per favorire l'afflusso degli studenti stranieri a Torino e
per consentire agli studenti italiani di prepararsi adeguatamente alle
permanenze all'estero, anche per l'a.a. 2009/2010 la Facoltà di Economia
conferma l'erogazione totalmente in inglese di un intero percorso (Business
Management) della laurea triennale in Economia Aziendale. Inoltre, a partire
dal prossimo anno accademico, l'offerta formativa vedrà anche l'erogazione in
inglese di due lauree magistrali: la laurea magistrale di Economics e la laurea
magistrale di Finance and Insurance. Tutti questi importanti cambiamenti sono
il frutto del lavoro di tutto il corpo docente e dello
staff didattico-tecnico-amministrativo della Facoltà guidata dal Preside, prof.
Sergio Bortolani che, anche per il triennio 2008-2010, è coadiuvato nella sua
attività da cinque Vice-Preside che presidiano altrettante aree strategiche: la
prof.ssa Gabriella Racca, Vice-Preside Vicaria; il prof. Pietro Paolo Biancone,
Vice-Preside per i Rapporti con le aziende; la prof.ssa Donatella Busso,
Vice-Preside per la Didattica; il prof. Paolo Ghirardato, Vice-Preside per la
Ricerca; la prof.ssa Stefania Ninatti, Vice-Preside per le Relazioni
Internazionali. Sergio Bortolani Preside Facoltà di Economia
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Una grande tradizione (sezione: Cultura)
Una
grande tradizione aperta alle professioni del futuro Una grande tradizione. Una
Facoltà fondata nel 1969 da personalità illustri, tra cui Norberto Bobbio e
Luigi Firpo, che si è sviluppata e rinnovata nel tempo e che oggi svolge un
ruolo di primo piano nelle dinamiche pubbliche e nella formazione della cultura
sociale e politica. Si presenta così la Facoltà torinese di Scienze Politiche,
una delle più frequentate dell'Ateneo con i suoi 6.500 iscritti; che si distingue a livello nazionale per la qualità dei docenti e
ricercatori e per un'offerta formativa attenta alle richieste del mondo del
lavoro. L'offerta formativa. Per il 2009-2010 la Facoltà presenta un'ampia
offerta formativa, con 7 lauree triennali, 6 lauree magistrali, e una decina di
master, tra cui «Peacekeeping Management», «Cultural Projects for Development»,
«Analisi delle politiche pubbliche», «World Heritage at Work», «I
Professionisti del patrimonio culturale», «Organizzazione e sviluppo delle
risorse umane». Alcune lauree favoriscono una formazione culturale di fondo nel
campo delle scienze politiche e sociali, mentre altre sono più orientate alla
professione o offrono competenze particolari. Competenza e leadership: due
sfide decisive. Il progetto formativo di Scienze Politiche a Torino è
multidisciplinare e risponde al criterio dell'«unità nella varietà».
L'obiettivo è offrire ai giovani una «cassetta di attrezzi» che permetta di
inserirsi negli ambienti di lavoro con più strumenti di conoscenza e con
maggiori competenze. Oltre a ciò cerchiamo di creare delle professionalità
aperte e flessibili, una specie di «forma mentis» che renda le persone capaci
di orientarsi nei diversi ambienti e di trovare di volta in volta le soluzioni
più adeguate. Gli studenti di Scienze Politiche. Chi si iscrive a Scienze
Politiche è un giovane che ha a cuore i temi dello sviluppo economico,
dell'ambiente, dei rapporti internazionali, del governo della società, del
rinnovamento degli enti pubblici e dei servizi sociali, di come rendere più
efficienti e umane le istituzioni, l'impresa e la comunicazione pubblica.
Scienze Politiche come «la Facoltà di capire il mondo» è lo slogan che
sintetizza il nostro impegno formativo. Capire non soltanto in chiave
personale, ma anche e soprattutto per agire, per dare il proprio contributo
professionale a migliorare i diversi ambienti di vita. Sbocchi professionali. A
seconda dei corsi di laurea, si aprono ai giovani opportunità lavorative in
campi diversi: dal terziario privato al sistema creditizio; dalla Pubblica
Amministrazione a vari settori dell'industria privata; dalle funzioni
internazionali alla carriera diplomatica; dalle professioni nei servizi sociali
a quelle nei settori della comunicazione, del marketing, ecc. Trovare oggi
un'occupazione stabile non è facile. Tuttavia, da studi fatti, emerge che l'80%
dei nostri laureati trova un'occupazione entro il primo anno dalla laurea, per
poi migliorare nel tempo la sua posizione. E' importante però il curriculum di
studio: chi ha alle spalle un percorso formativo di rilievo ha più possibilità
di successo e di scelta. Di grande aiuto nell'nserimento nel mondo del lavoro
sono gli stages presso aziende, enti, imprese, che la Facoltà organizza per i
propri studenti. Risorse formative. L'offerta formativa è uno dei punti di forza
della Facoltà, che conta 170 tra docenti e ricercatori e oltre 300 insegnamenti
attivati nelle discipline economiche, giuridiche, politologiche, sociologiche,
storiche, linguistiche, informatiche, statistiche. Tra le risorse per la
didattica, vi sono i servizi di quattro grandi biblioteche (di economia,
scienze politiche e sociali, storia, diritto), due aule multimediali con
adeguate postazioni informatiche, forme di insegnamento a distanza on line e
con strumentazioni sempre più raffinate. Rientra in questo quadro il corso di
laurea triennale in Scienze dell'amministrazione interamente on line. Vi è poi
il Centro Linguistico che fornisce servizi per l'apprendimento delle lingue
straniere ai nostri studenti. Negli ultimi anni ci siamo impegnati nel migliorare
i servizi per gli studenti, potenziando l'ufficio di job placement che
favorisce l'inserimento lavorativo dei giovani in strutture italiane ed estere,
attivando un servizio di tutorato che collabora con gli studenti prima e dopo
l'immatricolazione. Il tutto è coordinato dall'Ufficio Orientamento di Facoltà,
che opera per far conoscere le opportunità formative dei corsi di Scienze
Politiche e per aiutare gli studenti a scegliere la propria formazione
universitaria e professionale. Rapporti internazionali. Sono poi molti i
contatti della Facoltà con università straniere, per
favorire i progetti Erasmus-Socrates e per accogliere gli studenti stranieri
che scelgono Torino come luogo formativo. Di particolare rilievo sono gli
accordi per una laurea binazionale con l'Institut d'Etudes Politiques di
Bordeaux, con la Faculté des Sciences économiques et de gestion di Lione, con
la Cardiff University, per percorsi formativi che rilasciano un doppio diploma.
Oltre a ciò, vi sono accordi di scambio con importanti Università cinesi e con
varie Università dell'America Latina, mentre sono allo studio rapporti con sedi
universitarie africane e del Medio Oriente. Sempre per i rapporti
internazionali, è alla terza edizione la «Summer School To-China» che si terrà
in luglio, con la partecipazione di autorevoli studiosi del settore su temi di
geopolitica e di economia della Cina contemporanea. La Facoltà in Piemonte. La
Facoltà non opera soltanto a Torino, ma è radicata anche a Cuneo e Biella. Si
risponde così a una domanda locale, capace di valorizzare sia le risorse
culturali dei diversi territori, sia di diffondere nei diversi ambienti la
cultura sociale e politica di cui la Facoltà è espressione. Franco Garelli
Preside di Scienze Politiche
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In conformità al programma di questo triennio di
presidenza, sono stati intensificati i rapport... (sezione: Cultura)
In
conformità al programma di questo triennio di presidenza, sono stati
intensificati i rapporti con Facoltà giuridiche estere. Alla doppia laurea
valevole in Italia ed in Francia già in atto in virtù di convenzione
internazionale con le Università di Nizza Sophia Antipolis e di Parigi V
(Descartes), al programma di scambio con la McGill University di Montreal ed
alla partecipazione alle summer school delle Università di San Diego (U.S.A.) e
di Haifa (Israele) si sono aggiunti il programma di scambio con l'Università di
San Gallo (Svizzera), la partecipazione alla summer school del Georgetown Law
Centre di Washington (U.S.A.) ed al Centre for Transnational Legal Studies
(Londra). Sono a buon punto le trattative per attivare una collaborazione
didattica che rilascia un titolo a doppia validità con l'Università di Münster
(Germania). Un'altra tappa importante di questo processo di collaborazioni con
l'estero è stata segnata dall'accordo di collaborazione con l'Università di
Tirana, stipulato in occasione della visita che il Presidente della Repubblica
di Albania, Bamir Topi, ha reso all'Università di Torino e
alla nostra Facoltà. Questo accordo dischiude la possibilità che anche nostri
docenti possano svolgere attività di insegnamento in Albania e intensifica i rapporti
già esistenti: attualmente infatti frequentano la nostra Università già circa
seicento studenti albanesi, di cui 83 nella Facoltà di Giurisprudenza
Cercheremo così di coniugare la modernità con le tradizioni scientifiche
e didattiche della nostra Facoltà.
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Decentramento a Cuneo (sezione: Cultura)
Decentramento
a Cuneo Un successo di iscritti e risultati Già all'inizio degli anni '90 la
Facoltà di Giurisprudenza di Torino decentrò a Cuneo il primo anno del vecchio
corso di studi quadriennale. La successiva riforma universitaria del 3 + 2
offrì la possibilità di istituire in Cuneo, dal 2000, un Corso di Laurea
triennale in Scienze Giuridiche, il quale, oltre a fornire un titolo di studio
avente valore legale, poteva essere completato con la laurea magistrale in
Giurisprudenza (indispensabile per avviarsi all'avvocatura, alla magistratura e
al notariato), da seguirsi nel capoluogo regionale. Tale corso triennale, dal
prossimo anno accademico, si trasformerà in Scienze del Diritto Italiano ed
Europeo e prenderà quindi il posto, con le stesse caratteristiche, del
precedente «Scienze Giuridiche», che continuerà peraltro a valere per gli
attuali iscritti. Una recente riforma nazionale ha previsto, per la laurea in
Giurisprudenza, un percorso unitario di cinque anni (laurea magistrale in
Giurisprudenza, cosiddetto 1 + 4). La Facoltà torinese considera equipollente
ai primi tre anni di tale percorso quello da tempo operante a Cuneo. Chi quindi
si iscriverà, per il prossimo anno accademico, a «Scienze del Diritto Italiano
ed Europeo» a Cuneo, alla fine del triennio qui frequentato, potrà transitare,
con integrale riconoscimento dei crediti formativi, sul quarto anno dell' 1 + 4
di Torino, potendo scegliere se conseguire o meno la laurea triennale (non più
obbligatoria, come avveniva invece in passato). La presenza della Facoltà di
Giurisprudenza nella città di Cuneo ha dato ottimi risultati: a fronte di un
significativo numero di studenti (a tutt'oggi intorno ai 300 sui tre anni),
dall'estate 2003 (cioè dal compimento del primo triennio) si sono avuti circa
294 laureati. Il Corso di Laurea di Cuneo, nella quale
insegnano docenti della Facoltà di Giurisprudenza torinese, è caratterizzato da
una frequenza molto alta e da una buona percentuale di iscritti che riesce a
concludere rapidamente il ciclo di studi; i laureati cuneesi ottengono poi
risultati molto buoni negli ultimi due anni del quinquennio seguiti a Torino.
Già dal passato anno accademico i corsi di laurea attivati a Cuneo dalle
Facoltà di Giurisprudenza, Scienze Politiche ed Economia, sono stati
definitivamente collocati nel ristrutturato edificio Mater Amabilis (via
Ferraris di Celle 2). Qui è stata anche trasferita ed aperta agli studenti la
biblioteca universitaria decentrata. Tutto ciò è avvenuto contestualmente alla
stipula di un'importantissima convenzione decennale per il polo di Cuneo,
relativa al finanziamento e sviluppo delle varie attività universitarie, che
coinvolge l'Università di Torino, l'Associazione per gli Insediamenti
Universitari in Provincia di Cuneo e gli enti locali sedi di presenza
universitaria, la Regione Piemonte e la Fondazione della Cassa di Risparmio di Cuneo.
Queste ultime due inoltre apportano ulteriori rilevantissimi contributi per la
promozione della ricerca e per il finanziamento di posti di ruolo con sede
nella provincia di Cuneo. Proprio all'attività di ricerca si intende dare un
significativo impulso anche nel quadro dei rapporti con l'estero, in
particolare, ma non solo, con la Francia. Per quanto riguarda la Facoltà di
Giurisprudenza da tempo sono attivati costruttivi rapporti con atenei francesi:
il Corso di Scienze Giuridiche di Cuneo è inserito nell'accordo di doppia
laurea in Giurisprudenza italo-francese (Torino-Cuneo/Nice-Sophia Antipolis;
Torino-Cuneo/Paris-René Decartes) e professori nizzardi vengono ogni anno a
tenere moduli didattici in Cuneo, nel quadro dell'insegnamento, ivi attivato, di
«Diritto dei Paesi di Lingua Francese». Da quest'anno per un biennio, la
Fondazione CRC ha finanziato, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze
Giuridiche, una ricerca, in corso presso la sede di Cuneo, cui partecipano
docenti italiani e francesi, sul tema «Le autonomie funzionali e territoriali
nella provincia di Cuneo in prospettiva transfrontaliera (e alla luce del
principio di sussidiarietà)». Stefano Sicardi Presidente del Corso di Laurea in
Scienze Giuridiche di Cuneo
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Verso il futuro (sezione: Cultura)
Verso il
futuro sicuri e ben preparati I Master e il Programma Allievi del Collegio
Carlo Alberto sono tre programmi innovativi, destinati a studenti di talento e
desiderosi di confrontarsi con un ambiente stimolante e competitivo. Il
Programma Allievi, destinato a studenti particolarmente meritevoli iscritti ad
una laurea triennale o magistrale dell'Università di Torino in scienze
economiche (e affini), prevede che essi arricchiscano il loro curriculum
frequentando corsi e seminari presso il Collegio. Obiettivo del Programma,
interamente svolto in inglese, è quello di maturare negli studenti motivazioni,
capacità di problem solving e reporting che permettano loro sia di accedere a
carriere operative di prestigio sia di continuare la formazione ai più alti livelli.
I due Master in Economics e in Finance continuano la tradizione dei Master del
Coripe Piemonte, istituiti negli anni 80. Svolti in lingua inglese, hanno
acquisito una notevole tradizione sia di formazione sia di placement. Il Master
in «Economics», in particolare, ha formato generazioni di giovani studiosi, che
hanno poi proseguito la loro formazione all'estero o in centri di ricerca e
istituzioni nazionali. Il Master in Finance, che è anche un Master di secondo
livello dell'Università di Torino, ha istituito solidi legami di placement con
la comunità finanziaria, sia nel settore pubblico (Banche centrali) sia nel
privato, sia esso bancario o assicurativo. Gli ex alunni del Master ormai
formano una comunità attiva ed apprezzata sia sulle piazze italiane sia su
Londra e Parigi. A partire da quest'anno i Master entrano a far parte
dell'offerta formativa del Collegio Carlo Alberto, istituito nel 2004 dalla
Compagnia di San Paolo e dall'Università di Torino. La ricerca dell'eccellenza
nella didattica, che è sempre stata un loro obiettivo, si gioverà dei valori e
delle best practice di ricerca che il Collegio condivide con la comunità
accademica internazionale. In un mercato del lavoro in cui la mobilità e la
competizione saranno sempre più vivaci, abituarsi sin «dai banchi di scuola» a
ritmi di lavoro e standard elevati è un asset preziosissimo. Per rafforzare questo slancio, il corpo docente è stato ulteriormente arricchito di docenti stranieri: alcuni
mantengono la loro posizione presso università europee o statunitensi, altri svolgono interamente la loro
attività presso il Collegio, da cui sono reclutati a livello internazionale.
Ciò che rende unica l'esperienza degli studenti che partecipano ai tre
Programmi è proprio la quotidianità: ogni giorno, essi vivono a contatto con un
gruppo di circa 200 studiosi, tra fellow, senior fellow, assistant professor,
visiting scholar, con i quali possono confrontarsi e consigliarsi. Ci sono
seminari in Economia e Finanza con cadenza settimanale e relatori internazionali,
conferenze aperte alla Città, nonché eventi di grande prestigio quali le Pareto
Lectures, la Castellino Lecture e la Carlo Alberto Lecture. Ma c'è anche un
impegno solido, quotidiano, nell'austerità delle stanze di quest'antica scuola,
in cui i nostri studenti possono trovare la motivazione, l'esempio, la
disponibilità, il supporto convinto e costante per costruire il loro domani.
Domani in cui tutti noi crediamo. Elisa Luciano (Direttore Master in Finance)
Massimo Marinacci (Direttore Programma Allievi e Master in Economics)
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La didattica (sezione: Cultura)
MASTER
DIVISION SAA L'eccellenza La didattica della specializzazione per la classe
dirigente Per rispondere ad una esigenza molto sentita dalle imprese e da altre
organizzazioni, la Facoltà ha costituito la Masters Division nel 2000 con lo
scopo di sviluppare prodotti di formazione di eccellenza. La Masters Division
ha il proprio fulcro in due tipi di attività: Master in Business Administration
e Master in Marketing e Comunicazione aperti ai laureati di qualsiasi Facoltà e
Politecnico (che superano la prova di ammissione); e Master in Marketing
Management e Master in Corporate Finance Masters svolti all'interno di imprese,
principalmente in collaborazione con il Gruppo Fiat. La Masters Division adotta
i tre metodi classici di formazione delle Business School: 1) il metodo dei
casi; 2) le lezioni (sia di docenti universitari, sia di dirigenti di impresa,
sia di consulenti); 3) le testimonianze e gli interventi esterni. Master in
Business Administration. I forti cambiamenti nell'economia, nella società e
nella tecnologia hanno creato un ambiente competitivo nel quale occorre una
visione integrata che soltanto managers preparati su un ampio spettro possono
dare. Rivolto a chi ha già esperienza aziendale questo programma consente di
seguire un corso intensivo riducendo al minimo il tempo sottratto all'attività
lavorativa (lezioni in orario serale). Dalla gestione strategica alla finanza,
dal marketing alla gestione delle risorse umane, i partecipanti completano le
proprie competenze professionali con una visione integrata tra le varie
discipline. La prossima edizione del Master in Business Administration avrà
inizio il 20 ottobre 2009. Per accedere ai corsi, sono previste prove di
selezione ogni mese (da luglio ad ottobre). Master in Marketing e
Comunicazione. Per superare i rivali in mercati fortemente competitivi,
occorrono solide conoscenze di marketing, capacità di analisi ed efficacia
nelle decisioni. Occorre capire come la struttura dei settori e dei mercati
possa limitare le scelte delle imprese e quanto importanti siano le attese dei
potenziali compratori. Questo programma ha per obiettivo la formazione di
specialisti nel marketing e nella comunicazione. E' progettato per chi abbia
già conseguito una laurea, voglia specializzarsi nel marketing e sia pronto ad impegnarsi
in un programma di formazione rigoroso. Il Master dedica sei mesi allo studio
del marketing e della comunicazione nelle loro varie ramificazioni e quattro
mesi allo sviluppo di un progetto in un'impresa. I partecipanti alle precedenti
edizioni del Master che si sono collocati in modo soddisfacente sul mercato del
lavoro sono ormai numerosi e confermano il successo dell'iniziativa. Il periodo
di quattro mesi dedicato alla preparazione di un progetto in impresa è il modo
migliore per completare la preparazione. Il corso inizierà il 26 gennaio 2010
(prove di selezione ogni mese da luglio
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un solo esame per diventare studente part time -
laura montanari (sezione: Cultura)
Pagina I
- Firenze L´università Un solo esame per diventare
studente part time LAURA MONTANARI Basterà sostenere un solo esame all´anno
all´università per poter iscriversi come studente part
time e «marciare» a passo più lento verso la tesi senza finire fuoricorso. E´
una delle novità annunciate ieri dagli Studenti di sinistra, al termine di una
riunione della Commissione didattica. Il massimo degli esami che può sostenere
l´allievo part time - che paga il 50 per cento delle tasse - è di 30 crediti
all´anno o di
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dritto&rovescio il corpo docente si rinnova:
sempre di meno e con meno soldi - aurelio magistà (sezione: Cultura)
Pagina 44 - Cronaca dritto&rovescio Il corpo docente
si rinnova: sempre di meno e con meno soldi AURELIO M
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il censis le regole imperfette della valutazione -
roberto ciampicacigli * (sezione: Cultura)
Pagina
45 - Cronaca il Censis Le regole imperfette della valutazione ROBERTO
CIAMPICACIGLI * Ogni modello di valutazione è imperfetto, ogni modello di
valutazione è criticabile, ma questo non significa che sia sbagliato impegnare
risorse per offrire ai diversi destinatari uno strumento di orientamento per
comprendere l´evoluzione dei fenomeni e scegliere. Questa consapevolezza non è
mai venuta meno in questi dieci anni di lavoro. Ci siamo dati poche essenziali
regole: essere terzi rispetto al sistema; essere trasparenti nelle procedure
quando esponiamo in forma analitica la costruzione degli indicatori, le fonti,
i modelli di calcolo; essere sempre disponibili al confronto e al miglioramento
dello strumento e questo è dimostrato dalle collaborazioni avviate da anni con
alcune conferenze dei presidi. Infine, essere flessibili nell´architettura del
modello di valutazione: flessibilità necessaria per "tener dietro" a
tutte le innovazioni alle quali il sistema universitario è andato incontro e
che forse meritano di essere riassunte. Da un ordinamento strutturato in corsi
di laurea "a ciclo unico" di 4 o 5 anni si è passati a corsi di
laurea organizzati nel 3+2, con una strutturazione per crediti molto più
articolata e densa di prove (in alcune facoltà si devono superare oltre 40
esami). Da un´articolazione del corpo docente
stabilizzata secondo le classificazioni ordinari, associati e ricercatori si è
pervenuti a un modello nel quale i professori a contratto hanno finito per
assumere uno straordinario peso didattico (nel 2008 il rapporto era di 79
docenti a contratto per 100 di ruolo mentre nel ´98 tale rapporto era di
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Mazzetta per i corsi fantasma in Regione Maxi-multa
per l'ex assessore Bombarda (sezione: Cultura)
Corriere
della Sera sezione: Grande Milano data: 20/06/2009 - pag: 10 Il processo La
decisione della Corte dei Conti della Lombardia. «Delineato il meccanismo
fraudolento» Mazzetta per i corsi fantasma in Regione Maxi-multa per l'ex
assessore Bombarda Dopo la condanna penale, ora dovrà anche pagare 1,2 milioni
all'Erario Maxi condanna contabile per l'ex assessore regionale alla formazione
professionale Guido Bombarda (An) che in solido con altre due persone, al
termine di un processo che ha inflitto condanne complessive per quasi due
milioni di euro, dovrà pagare pro quota all'erario oltre 1,2 milioni per tre
corsi professionali fantasma. Lo ha stabilito la Corte dei conti della
Lombardia dopo che la Procura regionale aveva sequestrato alle persone coinvolte
beni per un totale di 2,3 milioni, di cui 1,4 (poi ridotti a 900mila) al solo
Bombarda il quale proviene da una facoltosa famiglia di costruttori. L'indagine
contabile segue quella penale. Nel 2005 Bombarda e i responsabili dell'Ente
addestramento professionale (Eapa) Manuela Chiossi e Francesco Guerrini, chiusa
un'indagine della Guardia di Finanza, patteggiarono in sede penale con la
Procura della Repubblica, rispettivamente, 18, 19 e 24 mesi di carcere per tre
corsi mai tenuti o realizzati in modo irregolare sul turismo religioso.
Bombarda per una tangente da 110 mila euro, gli altri due per truffa ai danni
dello Stato. Chiuso l'aspetto penale, si è aperto il versante contabile.
Secondo i giudici della Corte dei conti, si legge nelle motivazioni della sentenza,
è stato «sufficientemente delineato il meccanismo fraudolento che ha portato
all'erogazione da parte della Regione Lombardia di cospicue risorse,
cofinanziate dallo Stato e dall'Unione Europea, in favore di soggetti privati»
che ha portato a un «danno diretto pari a 1.972.481,37 euro» di cui i
«convenuti» devono rispondere per quote diverse. Inoltre, «lo svolgimento della
vicenda criminosa induce a ritenere, con ragionevole grado di probabilità »,
che l'ex assessore «fosse partecipe dell'accordo truffaldino e, in tale veste,
corresponsabile dell'indebita percezione delle risorse pubbliche ». Bombarda è
stato anche ritenuto responsabile di aver causato un grave danno all'immagine
della Regione, quantificato nell'importo della tangente risarcito patteggiando.
Lo scandalo scoppiò nel 2003 quando finirono ai domiciliari la direttrice
dell'Eapa in relazione a finanziamenti pubblici milionari incassati dall'ente
per corsi mai effettuati, attestando la presenza di allievi
e docenti che, secondo l'accusa, esistevano solo sulla carta. Cinque mesi dopo,
una seconda rata di arresti domiciliari travolse un docente a contratto dell'Università Cattolica di Brescia, la sua
segretaria e lo stesso Bombarda. Giuseppe Guastella gguastella@corriere.it
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DOMANI NEL MARE DI ROMA IL GRANDE SPETTACOLO DELLA
100 VELE (sezione: Cultura)
Corriere
della Sera sezione: Pubblicita' data: 20/06/2009 - pag: 10 XIV Edizione 20 - 21
giugno 2009 Manifestazione Velica Nazionale Lido di Roma Lega Navale Italiana
di Ostia, dove verrà dato il benvenuto agli equipaggi con la musica di tre fra
i più noti gruppi della capitale: Kantina Turner proporranno le più note
"cover" della famosa cantante americana Tina Turner; Mississipi Mood,
il vero ed unico blues di Roma; El Mejunje: chiudete gli occhi.. sembreranno i
veri Santana. Forse qualche altra sorpresa. Il Maxiyacht New Zealand Endeavour,
ketch oceanico di oltre
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Gaza, due anni di isolamento E Hamas è più forte (sezione: Cultura)
Gaza,
due anni di isolamento E Hamas è più forte Nella Striscia c'è più sicurezza. Ma
la situazione è drammatica. E i palestinesi pagano con povertà e disoccupazione
la rottura con Fatah e Anp UMBERTO DE GIOVANNANGELI Hamas e Gaza. Due anni dopo
la presa del potere. Radiografia di un consenso che non è venuto meno.
Nonostante il blocco imposto da Israele. Nonostante una guerra che ha provocato
morte e distruzione. Osservatori ed esponenti politici palestinesi su una cosa
convengono: Hamas ha posto fine al caos e all'anarchia nella Striscia e ha
assicurato alla popolazione, anche se a caro prezzo, un minimo di stabilità.
Prima che Hamas prendesse il potere c'erano, in lotta tra loro, 12 servizi di
sicurezza «il cui solo scopo era di causare anarchia» dice Ihab al-Ghussein,
portavoce del ministero per la sicurezza nel governo di fatto di Hamas, non
riconosciuto dalla comunità internazionale. «Una forza di 14 mila persone,
circa un quarto delle truppe al comando del Fatah - prosegue al-Ghussein - è
riuscita a ridare sicurezza alla popolazione». È vero, risponde
Talal Oukal, docente all'università al-Zahar di Gaza; ma poi
aggiunge che la spaccatura tra Hamas e Fatah - con Gaza nelle mani di Hamas e
la Cisgiordania, col placet di Israele, sotto il relativo controllo
dell'Autorità palestinese e del Fatah, «è stata pagata a caro prezzo dai
palestinesi». Consenso e repressione Per Oukal le due linee di azione
nei confronti di Israele - la lotta armata propugnata da Hamas e il dialogo
sostenuto dal Fatah - «sono egualmente fallite». Inoltre il rigido blocco della
Striscia imposto da Israele dopo la presa del potere di Hamas, afferma, hanno
aggravato le difficoltà di vita a Gaza, dove la disoccupazione e la povertà hanno
raggiunto livelli da record mondiale. Il blocco israeliano, denuncia Marwan
Khalil, un ristoratore di 35 anni, ha fatto salire vertiginosamente i prezzi e
causato la chiusura di negozi. «Sembra di vivere in prigione, abbiamo paura di
ammalarci perché non è possibile partire da Gaza per ricevere adeguate cure
mediche». Anche Khalil Abu Shamal, attivista sei diritti umani, accusa Israele
e la comunità internazionale, e non direttamente Hamas, della drammatica
situazione socio-economica nella Striscia. A dispetto delle difficoltà
economiche, del blocco, dei danni causati dall'offensiva militare israeliana lo
scorso gennaio, è un fatto non contestato che il movimento islamico in due anni
è riuscito a consolidarsi al potere a Gaza. È la convinzione dell'esponente di
Hamas Ismail Radwan condivisa anche dal docente di
scienze politiche Mukhaimar Abu Sàada. «A quanto pare - dice - l'assedio non ha
dato i frutti che Israele sperava. Semmai ha rafforzato il potere di Hamas e
anzi ne ha aumentato i consensi». Fehmi al-Zàarie, un portavoce del Fatah,
accusa Hamas «di repressione delle libertà personali e collettive e dei diritti
politici delle forze avversarie». È d'accordo anche Abu Shamala per il quale
«la situazione di diritti umani, culturali, economici e sociali è peggiorata».
Ma di ciò incolpa la rottura tra Hamas e Fatah. La sfida qaedista A sfidare
l'ordine garantito da Hamas nella Striscia sono i gruppi più estremi
dell'arcipelago jihadista. Tra questi «Jaljalat», ossia «Tuono dirompente»,
nato due anni fa mentre Hamas conquistava il potere con la forza espellendo da
Gaza gli uomini di Abu Mazen. Raccoglie fuoriusciti di Hamas ed ex militanti di
un altro gruppo filo Al Qaeda, l'Esercito dell'Islam. In mesi recenti a Gaza
sono venute alla ribalta altre sigle che si ispirano alla Jihad mondiale: fra
questi «Jund Ansar-Allah» (I Soldati del Dio vincente), che hanno nelle loro
file anche mujiaheddin stranieri, «Jaish al-Umma» (l'Esercito della Nazione), e
l'Esercito dei credenti. Sono alcune centinaia di miliziani, oggi la spina nel
fianco di Hamas. (ha collaborato Osama Hamdan) L'analisi
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Hamas e Gaza. Due anni dopo la presa del potere.
Radiografia di un consenso che non è venuto me... (sezione: Cultura)
Hamas e
Gaza. Due anni dopo la presa del potere. Radiografia di un consenso che non è
venuto meno. Nonostante il blocco imposto da Israele. Nonostante una guerra che
ha provocato morte e distruzione. Osservatori ed esponenti politici palestinesi
su una cosa convengono: Hamas ha posto fine al caos e all'anarchia nella
Striscia e ha assicurato alla popolazione, anche se a caro prezzo, un minimo di
stabilità. Prima che Hamas prendesse il potere c'erano, in lotta tra loro, 12
servizi di sicurezza «il cui solo scopo era di causare anarchia» dice Ihab
al-Ghussein, portavoce del ministero per la sicurezza nel governo di fatto di
Hamas, non riconosciuto dalla comunità internazionale. «Una forza di 14 mila
persone, circa un quarto delle truppe al comando del Fatah - prosegue
al-Ghussein - è riuscita a ridare sicurezza alla popolazione». È vero, risponde Talal Oukal, docente all'università al-Zahar di Gaza; ma poi aggiunge che la spaccatura tra Hamas e
Fatah - con Gaza nelle mani di Hamas e la Cisgiordania, col placet di Israele,
sotto il relativo controllo dell'Autorità palestinese e del Fatah, «è stata
pagata a caro prezzo dai palestinesi». Consenso e repressione Per Oukal
le due linee di azione nei confronti di Israele - la lotta armata propugnata da
Hamas e il dialogo sostenuto dal Fatah - «sono egualmente fallite». Inoltre il
rigido blocco della Striscia imposto da Israele dopo la presa del potere di
Hamas, afferma, hanno aggravato le difficoltà di vita a Gaza, dove la
disoccupazione e la povertà hanno raggiunto livelli da record mondiale. Il
blocco israeliano, denuncia Marwan Khalil, un ristoratore di 35 anni, ha fatto
salire vertiginosamente i prezzi e causato la chiusura di negozi. «Sembra di
vivere in prigione, abbiamo paura di ammalarci perché non è possibile partire
da Gaza per ricevere adeguate cure mediche». Anche Khalil Abu Shamal, attivista
sei diritti umani, accusa Israele e la comunità internazionale, e non
direttamente Hamas, della drammatica situazione socio-economica nella Striscia.
A dispetto delle difficoltà economiche, del blocco, dei danni causati
dall'offensiva militare israeliana lo scorso gennaio, è un fatto non contestato
che il movimento islamico in due anni è riuscito a consolidarsi al potere a
Gaza. È la convinzione dell'esponente di Hamas Ismail Radwan condivisa anche
dal docente di scienze politiche Mukhaimar Abu Sàada.
«A quanto pare - dice - l'assedio non ha dato i frutti che Israele sperava.
Semmai ha rafforzato il potere di Hamas e anzi ne ha aumentato i consensi».
Fehmi al-Zàarie, un portavoce del Fatah, accusa Hamas «di repressione delle
libertà personali e collettive e dei diritti politici delle forze avversarie».
È d'accordo anche Abu Shamala per il quale «la situazione di diritti umani,
culturali, economici e sociali è peggiorata». Ma di ciò incolpa la rottura tra
Hamas e Fatah. La sfida qaedista A sfidare l'ordine garantito da Hamas nella
Striscia sono i gruppi più estremi dell'arcipelago jihadista. Tra questi
«Jaljalat», ossia «Tuono dirompente», nato due anni fa mentre Hamas conquistava
il potere con la forza espellendo da Gaza gli uomini di Abu Mazen. Raccoglie
fuoriusciti di Hamas ed ex militanti di un altro gruppo filo Al Qaeda,
l'Esercito dell'Islam. In mesi recenti a Gaza sono venute alla ribalta altre
sigle che si ispirano alla Jihad mondiale: fra questi «Jund Ansar-Allah» (I
Soldati del Dio vincente), che hanno nelle loro file anche mujiaheddin
stranieri, «Jaish al-Umma» (l'Esercito della Nazione), e l'Esercito dei
credenti. Sono alcune centinaia di miliziani, oggi la spina nel fianco di
Hamas. (ha collaborato Osama Hamdan)
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farmacia degli incurabili - guido donatone (sezione: Cultura)
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- Napoli FARMACIA DEGLI INCURABILI GUIDO DONATONE A TAL PROPOSITO è DOVEROSO
RICORDARE - non è stato fatto nella presentazione di martedì - che se ancora
oggi esiste il centro storico ciò si deve all´azione solitaria e disperata del
compianto Antonio Iannello. Egli nel 1970 riuscì a far modificare a Roma, dalla
direzione del ministero dei Lavori pubblici, il piano regolatore varato da
Servidio. Piano che, strumentalizzando la distinzione filologica tra centro
antico e centro storico, prevedeva una parziale tutela per l´area di Neapolis
abbandonando alla speculazione edilizia il tessuto storico della Napoli
cinquecentesca e barocca. Interi quartieri (Stella, Vergini, Sanità, Miracoli,
Montesanto, Quartieri spagnoli, Monte di Dio) sarebbero stati sventrati e oggi
si presenterebbero come l´allucinante via Kagoshima al Vomero, realizzata dal
famulo di Achille Lauro, Ottieri. Grazie a Iannello il piano tornò a Napoli con
una provvidenziale e rigorosa normativa di restauro conservativo del centro
storico, che è valsa a scongiurare anche la deportazione dei ceti popolari,
come avvenne nell´infausta operazione ottocentesca del cosiddetto Risanamento
(88 mila componenti di famiglie povere furono gettati sul lastrico), e
successivamente con la micidiale speculazione edilizia che ha investito i rioni
Carità e Guantai. La predetta normativa è stata recepita dalla prima giunta
Bassolino e definitivamente sancita nel piano approvato nel 2004 dall´attuale
amministrazione comunale. Un merito che viene disconosciuto alla Iervolino, ma
senza la garanzia della tutela il centro storico di Napoli non avrebbe potuto
entrare nella lista del Patrimonio mondiale dell´umanità. Oggi tutti si
ammantano di tale riconoscimento Unesco, ma è ancora una volta opportuno
ricordare che la relativa richiesta venne avanzata dal ministero dei Beni
culturali attraverso le pagine di "Repubblica" nel 1994 da Italia
Nostra. Possiamo quindi dormire sonni tranquilli circa la salvaguardia del centro
storico? Direi il contrario. Se per altri aspetti il centrosinistra ha deluso,
il candidato designato dal presidente del Consiglio alla Regione o al Comune,
l´industriale Lettieri, fa temere il peggio. Egli ha infatti da tempo
dichiarato che nel suo programma sarà prioritaria la riproposta dei progetti
del Regno del Possibile (1986) che prevedevano estese demolizioni nel centro
storico per realizzare nuovi fabbricati: il sogno di molti napoletani di
provenienza poppeta (post oppidum) è di innalzare nuovi grattacieli per tenere
compagnia all´alienante falansterio di via Medina. Non possiamo inoltre non
rilevare gli ostacoli che vengono frapposti alla stessa attuazione del piano
regolatore. Esempio eclatante l´attuale opposizione corporativa della Facoltà di
medicina della II Università contro la delocalizzazione a
Caserta delle strutture del Vecchio Policlinico. E sono sorprendenti le
concitate proteste dei docenti di Medicina, che vantano i meriti delle
rispettive cattedre universitarie opponendosi al trasferimento previsto dal
piano regolatore e imposto dalla evidente esigenza di aree adeguate alla
realizzazione di moderne e attrezzate strutture ospedaliere. è possibile
che questi qualificati professionisti non si rendano conto che le vecchie e
inadeguate strutture occupano l´area dell´acropoli greca? Infatti il piano
regolatore prevede al posto del Vecchio Policlinico la nascita di un parco
archeologico dopo che gli scavi avranno dato conto delle superstiti
testimonianze d´età grecoromana. Italia Nostra ribadisce quindi l´esigenza
dell´attuazione del piano vigente: è anche l´ultima occasione per dotare di
verde l´area di Neapolis che ne è priva. Potranno restare in tale area
ambulatori di pronto soccorso e attività di day hospital compatibili. A
proposito dell´acropoli rileviamo che il citato "Grande Programma",
prende in considerazione il complesso ospedaliero degli Incurabili, ma sembra
non includere il restauro della Farmacia degli Incurabili: esempio unico del
decorativismo settecentesco napoletano, di cui da tempo l´opinione pubblica
italiana e straniera auspica la riapertura. Nell´area dell´acropoli, come si
può constatare, esistono anche splendidi monumenti barocchi, per cui andava
evitata nel "Documento di orientamento strategico", che supporta il
"Programma", pubblicato dal Comune, l´ambigua denominazione di
"centro antico" per l´area di Neapolis, per non rinfocolare la
pericolosa tendenza, ormai anche politicamente ridestata, che continua a
perseguire il disegno di anacronistici sventramenti del centro storico di
Napoli. L´autore è presidente di Italia Nostra sezione di Napoli
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da siena in europa erasmus per 350 (sezione: Cultura)
Pagina V
- Firenze L´ateneo Da Siena in Europa Erasmus per 350 Sono circa 350 gli
studenti dell´Università di Siena che nell´anno accademico 2009/2010 partiranno
per un esperienza di studio in una università europea
con il programma Erasmus. «L´Erasmus è un´opportunità importante ha spiegato il professor Furio Pacini, delegato del
rettore alle relazioni internazionali e porta con sé tanti benefici,
dalla conoscenza delle lingue, oggi indispensabile in qualsiasi settore
lavorativo, alla nascita di nuovi contatti e relazioni con studenti e docenti di altre università».
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1x64 testo per misurare lo spazi - laura montanari (sezione: Cultura)
Pagina V
- Firenze 1x64 Testo per misurare lo spazi 1x34 Testo per misurare lo spazio
equivalente di 001 righe Gensini, niente pressing su Tesi "Nessuna fretta
di incontrarsi" Il preside di Medicina e il rettore non si sono ancora
visti. Il problema pensionamenti LAURA MONTANARI Qualcuno dice che il preside
di Medicina, Gianfranco Gensini in una riunione in Mugello dell´azienda
ospedaliera di Careggi si sia lasciato sfuggire una confessione del tipo: «Eh
sì forse sono stato troppo indeciso sull´elezione del rettore...». Naturalmente
lui dice che è falso: «Mai detta una cosa del genere: ho spiegato che nella
facoltà c´erano orientamenti diversi e non me la sono sentita di schierarla da
una parte o dell´altra anche se nell´ultimo consiglio molti si sono espressi
per Alberto Tesi». Bisognerà ripartire con Tesi rettore. L´ha già incontrato?
«Non voglio essere frettoloso. Io e Tesi abbiamo lavorato insieme, discuteremo
più avanti di cose che hanno una loro complessità». Siena chiama la Regione per
vendere gli immobili delle Scotte, Firenze ha fatto lo stesso per vendere le
Montalve e ricorre ora all´accordo per un altro salvataggio... Non state
esagerando? «La parola salvataggio non mi piace per niente.
"Salvataggio" è una cosa occasionale e qui invece c´è un programma
antecedente. La Regione avvia un percorso con le università
per lo sviluppo di brevetti in campo biomedico e poi con aperture ad altri
settori disciplinari». La Regione chiederà in cambio rappresentanza in ateneo.
«Che male c´è? Nel consiglio di amministrazione c´erano già in passato
rappresentanti della Regione e del Comune e non per questo la nostra autonomia
era in pericolo. L´accordo con la Toscana è un punto fondamentale nel rigoroso
rispetto dei ruoli». Se lei fosse in Tesi cosa metterebbe come prioritario
nell´agenda dei prossimi mesi? «Non cado nella trappola di rispondere. Non
voglio dare consigli che potrebbero essere letti come un´ingerenza». Quali sono
i problemi che Medicina dovrà affrontare in autunno? «Intanto diciamo una cosa
che mi fa molto piacere e cioè che nella classifica del Censis-Repubblica la
facoltà di Firenze ha guadagnato posizioni ed è la terza in Italia. Sui
problemi: uno complesso a livello nazionale è la riduzione dei settori
disciplinari che da 300 dovranno scendere di un terzo e fra quelli che
rischiano di scomparire c´è l´infermieristica: io non sono d´accordo». Medicina
come altre facoltà dovrà affrontare i pensionamenti delle cattedre. «Sono
preoccupato, in due anni perderemo il 15% dei docenti, ci sono
settori che già oggi - Pediatria e Odontoiatria - sono in sofferenza. Dovremo
studiare dei reclutamenti per non avere contraccolpi anche sui percorsi
assistenziali». Tra i temporaneamente sospesi c´è Sergio Romagnani, il più
celebre immunologo italiano. «Sarebbe una perdita non rimpiazzabile per
l´università e per la ricerca. Io sono per tenerlo».
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