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TUTTI I DOSSIER

Report "Cultura"  1-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Cultura

I cattolici reclamano un posto nei saggi ( da "Stampa, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: hanno pensato al sacerdote e docente di storia all'Università del Piemonte Orientale, per cercare di riequilibrare la composizione di una squadra di saggi che in tanti, soprattutto nel mondo cattolico, hanno giudicato troppo laica, se non laicista. E' stato il segretario regionale del Pd, Gianfranco Morgando, a farsi portavoce con la Bresso di questo disagio,

Diga Serra degli Ulivi "a tempo di record" ( da "Stampa, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: al territorio è uno sblocco culturale che funga da esempio anche per altre realtà e che dimostri come prima dei progetti viene il consenso della gente. Serra procede a tempi record: in 2-3 anni riempiremo il lago di Pianfei, sarei già contento di vedere le ruspe al lavoro sul nuovo invaso per il 2014. A gestirlo, forse, un soggetto misto pubblico-privato, ancora da individuare».

"Noi a Parole tra Continenti" ( da "Stampa, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di Economia politica all'Università di Bologna. Titolo: «Una società politica sofferente del potere economico». Si parlerà di morale sociale e morale personale con il teologo Enrico Chiavacci, martedì, (ore 17) e, al termine, «Parole tra Continenti» si trasferità al «Toselli» (ore 21, ingresso libero) per lo spettacolo-

Giunchiglia, incarico in Scozia ( da "Trentino" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura , Cervelli

Abstract: incarico in Scozia Prestigioso riconoscimento per il docente di informatica JACOPO TOMASI TRENTO. Un cervello trentino definirà le strategie di sviluppo in campo informatico delle università scozzesi, un colosso a livello europeo in questo settore. Si tratta del professor Fausto Giunchiglia, docente di Informatica presso la facoltà di Scienze di Trento,

La scuola va avanti con altri filosofi ( da "Gazzetta di Modena,La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Tra loro docenti italiani e stranieri, proprio come è stato in quest'ultimo: qualcuno sarà accademicamente piuttosto giovane, come lo era Bodei quando entrò in carica nel 1991. Non intendo che Bodei è divenuto l'intellettuale che è oggi grazie a noi, ma certo 28 anni fa era un'altra cosa.

Convegno su turismo ed ecomusei ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: università di via Scarsellini. Previsti gli interventi di docenti universitari, specialisti, amministratori di quattro regioni, responsabili di ecomusei. Il convegno è destinato in particolare, spiega la brochure, «a chi ha un interesse diretto sulle tematiche ecomuseali e turistiche: funzionari, operatori ecomuseali e turistici,

Saggi, i cattolici vogliono un posto ( da "Stampa, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: hanno pensato al sacerdote e docente di storia all'Università del Piemonte Orientale, per cercare di riequilibrare la composizione di una squadra di saggi che in tanti, soprattutto nel mondo cattolico, hanno giudicato troppo laica, se non laicista. E' stato il segretario regionale del Pd, Gianfranco Morgando, a farsi portavoce con la Bresso di questo disagio,

il pdl: "a torino la città della salute" ( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: è tutta la rete di centri di ricerca pubblici e privati molto qualificati, centri che fanno capo alle Organizzazioni delle Nazioni Unite, Consiglio nazionale di ricerche, Cerms, Bioindustry Park, Hydroaid». Secondo il centrodestra è importante accelerare, considerato anche che Milano ha vinto l´assegnazione dell´Expo con un progetto incentrato su "cibo,

gai evita la pensione si sfoga "che strani i bilanci dell'ateneo" - ottavia giustetti ( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: università dipenda soprattutto dalla rottamazione dei docenti settantenni Quando spendevano milioni di euro per costruire palazzi griffati non pensavano di trovarsi poi in crisi? OTTAVIA GIUSTETTI (segue dalla prima di cronaca) Dopo che Repubblica ha dato la notizia che tutti i cantieri e i progetti milionari già finanziati dall´

alghero stamane alle 10,30 nella sede sociale di via cavour 61 e bastioni marco polo 27 si terrà ... ( da "Nuova Sardegna, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università di Sassari, sul tema: «Sassari e la sua struttura urbana», info: 079-980957 e 079-2826119. Liceo Azuni Il dirigente scolastico del Liceo ginnasio Azuni invita il personale docente e Ata, che ha prestato servizio, con contratto di supplenza breve e saltuaria nell'anno 2008, a ritirare nella segreteria della scuola il Mod.

abruzzo, lo sviluppo operoso felice: c'è futuro per l'industria - giuliano di tanna ( da "Centro, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Docente di storia economica alla facoltà di Scienze manageriali dell'università D'Annunzio di Pescara, Felice su questa tesi ci ha scritto un saggio da pochi giorni in libreria: «Il Mezzogiorno operoso. Storia dell'industria in Abruzzo», uscito per i tipi di un editore nazionale, Donzelli (576 pagine 38 euro).

menzione speciale a pnlegge.it ( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: valorizzazione e promozione dei beni e delle attività culturali, uno per la cooperazione pubblico-privato, e 2 per i premi Legambiente e Centro turistico studentesco e giovanile (Cts)». Nell'ambito della categoria "Cooperazione pubblico-privato", una menzione speciale è andata a pordenonelegge.it - ConCentro, azienda speciale Camera di commercio Pordenone.

Uno spazio per i nomadi ( da "Provincia Pavese, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente del Laboratorio di sviluppo locale partecipativo. L'anno scorso si erano occupati di sviluppo dell'alto Oltrepo montano, quest'anno la sfida è fare uno studio con solide basi scientifiche per capire quale sia la soluzione migliore per i sinti residenti a Pavia, basandosi sulle loro esigenze e sulla normativa esistente.

La devianza in classe Se ne parla giovedì ( da "Provincia Pavese, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docenti e amministratori, l'assessore provinciale Annita Daglia, Tommaso Vecchi del dipartimento di Psicologia dell'università di Pavia, Enzo Spaltro, presidente del gruppo di studio sulle dinamiche di gruppo attivo a Bologna, e responsabile scientifico della scuola per conduttori di gruppo di Adolescere.

Una mostra in università ricorda Solzenicyn ( da "Provincia Pavese, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Provincia e Ufficio Scolastico Provinciale si apre oggi in aula Forlanini (piazza Leonardo da Vinci, università centrale). Documenti, foto, testi, testimonianze su Aleksandr Solzenicyn saranno esposti fino al 13 marzo, e domani alle 21 ci sarà la presentazione ufficiale in Aula Disegno con Adriano dell'Asta, docente di lingue e letteratura russa all'università Cattolica di Milano.

"quella docente non è assunta come ordinario" ( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università di Siena "Quella docente non è assunta come ordinario" Con riferimento all´articolo dal titolo «Il rettore sblocca concorso sotto accusa» l´amministrazione dell´Università di Siena ritiene necessario precisare che il concorso di cui si parla è per il reclutamento di un professore di prima fascia (settore MED-43 bandito nel 2004)

la casa il luogo più frequente degli abusi - marco barabotti ( da "Tirreno, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di sociologia all'Università di Pisa e pubblicato in un volume dal titolo "Il sesso debole. La violenza sessuale contro le donne nell'area pisana" e pubblicato dalla Fondazione CariPisa (Pacini editore). Lo studio rimarca però come le violenze sulle donne e sui minori siano aumentate in provincia in maniera preoccupante.

martedì l'università ricorda la polla - alessandro cori ( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: si era laureato all´università di Bologna, facoltà di Lettere, nel 1969 con Carlo Izzo. Malato da tempo, ha trascorso gli ultimi giorni di vita all´ospedale di Pavia per un doppio trapianto. Docente di cinema americano, dal 2004 al 2007 è stato direttore del dipartimento di musica e spettacolo (Dams) dell´Alma Mater.

"una farfalla sull'orlo dell'abisso": racconti dell'esilio repubblicano ( da "Tirreno, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: A presentare il libro saranno tre docenti universitari di vaglia: Silvia Monti, docente di letteratura spagnola all'Università di Verona; Arrigo Stara, docente di critica letteraria e letterature comparate all'Università di Pisa; Francesco Guazzelli, docente di letteratura spagnola moderna e contemporanea all'Università di Pisa.

giornalista e professore il mondo visto dal vomero - gustavo affinita ( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: «Finii piuttosto in fretta l´università, e anche brillantemente. Quasi senza volerlo, mi ritrovai assistente. Da lì, ebbe inizio la mia carriera di docente». Per lui, Cloto ha lavorato il doppio. La Moira della mitologia che fila i destini di ognuno, a Ernesto Mazzetti ha attribuito due vite.

Università, non è festa ma protesta ( da "Secolo XIX, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: L'Università di Genova è la più vecchia d'Italia e nel giro di nemmeno dieci anni perderà, per sopraggiunti limiti di età, più della metà dei suoi docenti. «Ma per i giovani l'ingresso non sarà automatico. Io ho beneficiato di una grande infornata di docenti, una specie di sanatoria, avvenuta nel 1982.

<uno sportelloall'università> ( da "Secolo XIX, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ma anche del personale amministrativo e soprattutto dei docenti». Un'analoga esperienza ha aperto i battenti un paio di anni fa alla Sapienza, a Roma. La gestione è totalmente in mano degli studenti, con l'obiettivo di svilupparne le capacità d'intervento culturale e sociale nelle aree a loro destinate.

C'è l'Onda, polizia in facoltà ( da "Secolo XIX, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docenti e rappresentanti degli organi universitari. Fuori, il suono delle pentole percosse dagli universitari e dei fischietti. Finché la Digos interviene per portare via a forza chi si oppone con una resistenza passiva e non violenta. Echi lontani di cui la platea non si accorge (se non per il calare progressivo del silenzio all'

Lions in prima linea contro la violenza alle donne ( da "Caserta News" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Docente emerito di filosofia morale presso l'Università di Napoli), Donato Ceglie (s.Procuratore della Repubblica del Tribunale di S.Maria Capua Vetere), Mario Romano (v.Presidente nazionale della "Assostampa Forense"), Anna Baldry (Docente di Psicologia sociale presso la II Università di Napoli), presenti "Unione Donne Italiane"

Taccuini e appunti, l'altra letteratura ( da "Eco di Bergamo, L'" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Con queste parole Matilde Dillon Wanke, docente di Letteratura all'università di Bergamo, ha spiegato l'obiettivo del convegno «Carte private. Taccuini, carteggi e documenti autografi tra Otto e Novecento», cominciato giovedì e concluso ieri nella sede universitaria di Piazza Vecchia.

Ex aree industriali, alzano la mano e chiedono la parola anche gli agenti immobiliari: con il lavoro... ( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: mensa e spazi pubblici ma anche con gli appartamenti per studenti e docenti, i campi sportivi, la palestra e tutti i servizi di una cittadella del sapere. A Tor Vergata, 35mila studenti danno lavoro a 3243 addetti. Qui a Rieti basterebbero 5mila persone». Di quale università? «Un'università che voglia competere con le altre: la Bocconi?

Pubblico-privato uniti per <fare economia> ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: 9 Pubblico-privato uniti per «fare economia» LA RICETTA «L'OTTICA - dice l'assessore Crotti - è quella di creare un "prodotto turistico" unitario, capace di diventare più attrattivo grazie anche al rapporto pubblico-privato, che si sta sempre di più potenziando».

la biografia del vescovo Amadei ( da "Eco di Bergamo, L'" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università Gregoriana, dove consegue la laurea. 1960 A 27 anni rientra in Diocesi e diventa docente di Storia della Chiesa in Seminario. 1968-1981 Nominato preside della Scuola di Teologia. 1981-1990 Diventa rettore del Seminario. Nel frattempo svolge anche attività pastorale nei giorni festivi, a servizio della parrocchia di Santa Lucia in città e della Clinica San Francesco fino

ROMA - I fondi Fas, quelli per le aree sottosviluppate, non si toccano: sono destinati al Sud <e lì devono rimanere> ( da "Adige, L'" del 01-03-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: Il riferimento è alla fuga dei cervelli. «Il Sud ha bisogno di loro, e loro hanno bisogno di rimanere nelle loro terre che amano». Sul ddl Calderoli spara Massimo D'Alema, che pure rivendica a «paternita» del federalismo in Italia. «Non è la medicina che cura tutti i mali, e se lo facciamo male potrebbe persino aggravare i mali del Paese,

<Consulenza alle imprese> ( da "Adige, L'" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di finanza aziendale alla facoltà di economia, tenta di dare una spiegazione per l'impennata del valore degli effetti protestati (assegni e cambiali) in Trentino Alto Adige. «Poi - aggiunge - bisogna considerare il numero delle cambiali agrarie che indicano il livello di tensione nel mondo agrario e,

CORONA PERER I l titolo viene dalla fine: l'incendio di Smirne ( da "Adige, L'" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Ne abbiamo parlato con l'autrice già docente di letteratura italiana contemporanea all'Università di Padova, che ha riscoperto le proprie radici armene traducendo le opere del poeta Daniel Varujan. P rofessoressa, dove riparte la vicenda? «Dal momento in cui Ismene e Isacco vedono partire Shushanig e i suoi figli.

QUAL è la sua posizione rispetto alla Variante di Castelferretti? <Immagino come sar ... ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ma cercando alternative o collaborazioni pubblico-private, magari con un project financing». Quali correttivi andrebbero adottati per la viabilità nei diversi quartieri? «La notizia di questi giorni è il probabile cambio di viabilità sulle vie Rosselli e Buozzi. L'ennesimo esempio del metodo della giunta: prima fa le scelte e poi cerca condivisione.

A lezione dal grande Eric Ewazen ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: alla fine della seconda giornata è previsto che allievi e docenti dell'istituto tengano un recital dedicato al grande musicista americano. F. Maz. Recital Alla fine della seconda giornata di incontri, docenti e allievi del conservatorio «Duni» terranno un concerto dedicato all'ospite Eric Ewazen è uno dei più eseguiti compositori contemporanei

Ateneo, registro presenze per prof ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: REDAZIONALE Università Il rettore accelera, sarà in vigore in tutte le facoltà Ateneo, registro presenze per prof BARI — Il registro delle presenze dei docenti sarà presto una realtà in tutte le facoltà dell'Università di Bari. Voluto dal rettore Petrocelli e dal suo staff, invocato dagli studenti soprattutto dopo il caso Odontoiatria,

Discriminazioni non solo salariali ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: * Docente Scienze delle Finanze, Università Bocconi di Milano Le carriere impossibili L'Isfol calcola che in Italia alle donne, nel totale della popolazione lavorativa, viene inflitto un differenziale pari al 23%. Una cifra che sale di tre punti per le laureate e di 12 per quelle con titoli post laurea.

Napoli, un'idea multimediale ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Il docente di storia delle dottrine politiche al Suor Orsola Benincasa ha poi proposto di valorizzare questo patrimonio «in un archivio multimediale che conservi e salvaguardi la tradizione degli atti performativi, delle macchine sceniche, degli artifici da palcoscenico».

PER QUALE motivo, nonostante la previsione di spesa fosse stata messa a bilancio,... ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: PER QUALE motivo, nonostante la previsione di spesa fosse stata messa a bilancio, non si è mai provveduto a disporre l'erogazione di contributi pubblici ai privati per lo smaltimento dell'amianto? Lo chiede in una interpellanza al sindaco Conti il capogruppo dei Verdi, Davide Fabbri, a sua volta candidato sindaco.

Lotti di Casabianca inadatti per hotel moderni ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: pubblico-privati ha esordito il primo cittadino . Quello delle strutture però è un problema non da poco». La questione, come ha detto Di Ruscio, è che i nostri hotel hanno 50 anni e non rispondo più alle richieste dei clienti. In città c'è poi la questione dei lotti di Casabianca: «Secondo gli operatori ha detto il Sindaco quelle superfici non sono idonee per certi tipi di alberghi

Bioetica, nessun relatore oltre Fisichella Domani il confronto con gli studenti ( da "Corriere del Veneto" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: uno dei tre docenti firmatari della «lettera aperta» con cui lunedì si è aperto il caso («La proposta non è accettabile – ha scritto il professore - , il Presidente della Pontificia Accademia si unisca al nostro dibattito del 23 aprile »). Ma lo ha confermato ieri anche Patrizia Burra, presidente della Fondazione «Marina Minnaja»

Doppie, accenti, apostrofi: a Ca' Foscari uno su due non supera il test d'italiano ( da "Corriere del Veneto" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di filologia che ha seguito le prove di cultura generale - . L'università cerca di fare la sua parte, ma il compito di correggere queste lacune non le spetterebbe. Una solida preparazione in lingua italiana si fa alla scuola elementare e alla scuola media, forse le mancanze in cultura generale sono più recuperabili.

Il massacro e un processo show Un secolo fa Carnago come Erba ( da "Corriere della Sera" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: contenuto in un ampio volume di ricerca pubblicato da «Il Mulino » e dal titolo: «Processo penale e opinione pubblica in Italia tra Otto e Novecento» curato da Floriana Colao, Luigi Lacchè e Claudia Storti. Dalle cronache della storia di Carnago emerge anche un particolare alla Bruno Vespa ex ante: la pubblicazione della cartine della casa del delitto,

Il volto è lo specchio dell'anima. Meno negli uomini ( da "Corriere della Sera" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente di psicologia della personalità all'Università La Sapienza di Roma —. Ma molti pregiudizi influiscono sulla reale capacità di lettura del volto altrui. Uno studio dell'americana università di Princeton ha rilevato che vengono giudicate particolarmente affidabili e remissive le persone che si presentano con un'

Quanto sport fare? Dipende dal Paese ( da "Corriere della Sera" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: ammette Andrea Cavaggioni, docente di fisiologia umana all'università di Padova —. Va detto però che alcune differenze sono giustificate dalla diversità fra popolazioni: ciò che va bene per un giapponese non può automaticamente essere giusto per un europeo». Esiste, allora, un "minimo sindacale" di movimento?

Salviamo la Costituzione ( da "Nuova Ferrara, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Anpi a tutela dei diritti civili Protagonisti i docenti universitari ferraresi Pugiotto e Somma Si è tornati ieri a fare lezione in piazza, questa volta per «Salviamo la Costituzione», con una manifestazione indetta dall'Anpi in piazza Municipale. «E' ora di rivendicare il diritto al dissenso, ad affermare la paura per quello che sta succedendo nel nostro paese,

bioetica, pronto il contro-convegno ( da "Mattino di Padova, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università. Alcuni docenti si lamentano perché l'ateneo fa in modo che a parlare di bioetica sia un'unica voce: monsignor Fisicella, appunto. Che di rimando ha invitato proprio i docenti che si lamentano a partecipare. «Io e i miei colleghi - dice Zatti, giurista - stiamo ancora lavorando all'organizzazione del nostro incontro,

quanti errori, meglio invitare veronesi o bonafede ( da "Mattino di Padova, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Franca Bimbi, docente di sociologia al Bo, analizza le varie tappe della vicenda criticando sia le mosse dei professori che quelle dell'ateneo. E non rinunciando ad offrire una sua personale versione dei fatti. Secondo lei, è sbagliato a priori invitare un solo relatore ad un convegno?

speculazione sull'ex sadam ( da "Centro, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente della facoltà di scienze politiche dell'università di Teramo. «La passata amministrazione adotta il piano di recupero ex Sadam con modalità che nulla hanno a che vedere con lo spirito dello sviluppo sostenibile», scrive in una nota Di Marco, «ma tale piano deriva dal Prusst 2001 il cui obiettivo fondamentale è proprio lo sviluppo sostenibile.

rifiuti differenziati volontari nelle case spiegano come fare ( da "Centro, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: la società mista pubblico-privata che si occupa del servizio di igiene urbana. La prima fase, quella denominata "start-up", prevede la formazione dei 23 volontari messi a disposizione dalle associazioni cittadine che hanno fornito la loro collaborazione. «Il progetto è stato avviato», conferma Elio Tilli, presidente del consiglio d'amministrazione della Pulchra,

Schifani: un patto per il Sud ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: E perchè il Sud è «un'opportunità per l'intera Nazione» con le sue risorse da valorizzare, le sue «operosità ed intelligenze». Il riferimento è alla fuga dei cervelli: «Non è più accettabile: dobbiamo batterci - sottolinea il presidente del Senato - perchè le nostre intelligenze arricchiscano la terra che li ha formati ed istruiti».

un progetto per rilanciare i boschi delle cerbaie ( da "Tirreno, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Un consorzio misto pubblico-privato per rilanciare Le Cerbaie. Perché quei 3mila cinquecento ettari di boschi, 110 dei quali nel solo comune di Fucecchio, devono tornare ad avere la stessa importanza che avevano alcuni decenni fa. Quando, per dirla con una battuta del presidente del Consorzio Enrico Valle, assessore all'Ambiente del comune di Castelfranco di Sotto «

Usa; inquinanti e costose, uno studio scientifico contro le bottiglie di plastica ( da "Cittàdellaspezia.com" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: stato una ricerca pubblicata dalla rivista Environmental Research Letters e condotta da Peter Gleick e Heather Cooley del Pacific Institute di Oakland, in California, Stati Uniti. I ricercatori americani hanno calcolato il dispendio energetico totale e delle singole fasi della catena, dalla produzione di bottiglie di plastica ai controlli sull'

Così è nata la battaglia cattolica sul fine vita ( da "Foglio, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Università Cattolica – che, secondo il professor Carmelo Vigna, docente di Filosofia morale alla Ca? Foscari di Venezia, “hanno più difficoltà a parlare liberamente”. Sempre su Europa, Roberto Mordacci – docente di Filosofia morale all?

Le vecchie glorie del Cambi ( da "Corriere Adriatico" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: testimonianza molti ex allievi che dal Cambi sono arrivati ad università e centri di ricerca prestigiosi (come il fisico Lorenzo Bellagamba, docente dell'ateneo di Bologna con passaggi periodici al Cern di Ginevra) o che oggi partecipano alla vita sociale e politica del territorio. Fra questi il segretario generale Cisl Marche Stefano Mastrovincenzo che, ai giovani studenti presenti nell'

Schifani: "Il Sud alza la testa contro la mafia" ( da "Corriere Adriatico" del 01-03-2009)
Argomenti: Cervelli

Abstract: "non può esserci crescita dell'Italia se verranno lasciate indietro alcune aree del Paese". E perché il Sud è "un'opportunità per l'intera Nazione" con le sue risorse da valorizzare, le sue "operosità ed intelligenze". Il riferimento è alla fuga dei cervelli: "Non è più accettabile". FRANCESCO BONGARRÀ,

Università degli anziani: è boom ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: precisa il presidente don Menia che nel 2008 ha offerto 129 corsi e 3183 ore di lezione grazie a più di 400 docenti contattati da 130 operatori volontari. Docenti tutti disponibili - gratuitamente - a mettersi in gioco per le proprie competenze. In incontri di alto livello. Giuristi, medici, politici, economisti, storici. O neo laureati che propongono ai "nonni" le loro tesi.

Un percorso di studi "particolare", ma dai risultati notevoli. Simona Rossi da Ceneselli, si è ... ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: Lunedì prossimo all'Università di Ferrara andrà a conseguire il dottorato di ricerca su «Oncologia molecolare». Ieri Simona Rossi è stata all'Itas Einaudi per raccontare il suo percorso scolastico, a incontrare qualche «vecchio» docente e soprattutto per confrontarsi con gli studenti delle classi terminali.

I ricercatori? Stipendi bassi ed età elevata, ma produttivi ( da "Gazzettino, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: I ricercatori? Stipendi bassi ed età elevata, ma produttivi Domenica 1 Marzo 2009, L'Italia ha pochi ricercatori, con un deficit rispetto ad altri paesi che è evidente soprattutto nel settore privato. Stipendi bassi ed età elevata del personale di ricerca sono altri elementi che ci caratterizzano in negativo,

SCIENZA, ETICA E RELIGIONE. LIBERTÀ CON LA CONDIZIONALE ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: docente universitario, direttore della collana editoriale "Scienza e idee", ma soprattutto elzevirista nelle pagine di cultura del "Corriere della Sera". Con lui, non certo meno importante, sarà presente anche Nicola Gasbarro, docente di Storia delle religioni e antropologia culturale all'Università di Udine.

Nelle Marche: 1 accordo nazionale sul welfare fra Università e giunta regionale ( da "Sestopotere.com" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura , Cervelli

Abstract: Universita` Politecnica delle Marche, Marco Pacetti, il docente Yuri Albert Kirill Kazepov in rappresentanza del Rettore dell'Universita` di Urbino e la docente Monica Raiteri delegata dal rettore dell'Universita` di Macerata. 'Con questa firma viene sancita la fase finale di un complesso percorso iniziato nel gennaio 2007-

Le foto di Cutini in Palazzina ( da "Quotidiano.it, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: i docenti Galliano Crinella (Università di Urbino) e Franco Rustichelli (insegnante all'Università Politecnica delle Marche ma artista poliedrico a sua volta), il presidente del Fotocineclub sambenedettese Marzetti. Decisiva per la formazione fotografica di Cutini gli incontri con maestri come Ugo Mulas e Mario Giacomelli.

AMBROGIO PREZIOSO * NEGLI ULTIMI MESI LA CRISI INTERNAZIONALE STA ASSESTANDO DURI COLPI ALL'... ( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura

Abstract: investimento in opere pubbliche del 7,3% e il mercato privato si ridurrà del 7%. L'Ance, inoltre, sul tutto il territorio nazionale, ha registrato un inasprimento delle difficoltà di accesso al credito: in soli due mesi, dal settembre al novembre del 2008, la percentuale degli imprenditori che lamenta «frutti distorti» della stretta creditizia (

Nelle Marche: 1 accordo nazionale "modello" sul welfare fra Università e giunta regionale ( da "Sestopotere.com" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura , Cervelli

Abstract: Universita` Politecnica delle Marche, Marco Pacetti, il docente Yuri Albert Kirill Kazepov in rappresentanza del Rettore dell'Universita` di Urbino e la docente Monica Raiteri delegata dal rettore dell'Universita` di Macerata. 'Con questa firma viene sancita la fase finale di un complesso percorso iniziato nel gennaio 2007-


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I cattolici reclamano un posto nei saggi (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

POLEMICA PER LA COMPOSIZIONE DEL COMITATO CHE DIRIGERÀ IL PREMIO I cattolici reclamano un posto nei saggi Ad oggi don Maurilio Guasco non ha ricevuto nessuna chiamata dalla Regione e in ogni caso sarebbe restio ad accettare di far parte del comitato dei garanti del Grinzane Cavour. La presidente della Regione, Mercedes Bresso, e l'assessore Gianni Oliva, hanno pensato al sacerdote e docente di storia all'Università del Piemonte Orientale, per cercare di riequilibrare la composizione di una squadra di saggi che in tanti, soprattutto nel mondo cattolico, hanno giudicato troppo laica, se non laicista. E' stato il segretario regionale del Pd, Gianfranco Morgando, a farsi portavoce con la Bresso di questo disagio, non solo politico ma anche quello accademico. E' successo venerdì pomeriggio al termine del vertice di maggioranza convocato per discutere dei conti della sanità piemontese. Morgando ha criticato con durezza le scelte fatte. Soprattutto quella del coordinatore, Piergiorgio Odifreddi. Tocca poi al vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale, Stefano Lepri dare voce a tutte quelle perplessità: «Fra i garanti del Premio Grinzane suggeriti dalla Giunta regionale si nota la presenza di figure più conosciute per la vena polemica o la frequentazione di salotti televisivi che non per evidenti ed indiscussi meriti letterari». E aggiunge: «Ma tra le buone notizie c'è l'annunciata prima edizione del Grinzane Matematica. Ne sentivamo la mancanza». Nelle parole di Lepri si possono cogliere tutti i malumori che ieri mattina a margine della giornata conclusiva della settimana di politica organizzata dall'Università si potevano ascoltare tra i vari capannelli a cui hanno partecipato lo stesso Morgando, il consigliere regionale di Forza Italia, Giampiero Leo, il preside della facoltà di Scienze Politiche e lo storico ed ex parlamentare del Pd, Sergio Soave. «Io credo sia necessario un intervento per riequilibrare la composizione dei saggi per riguardo nei confronti del mondo cattolico e anche del mondo culturale e accademico torinese». Già le origini del Premio, o meglio della sua formula, sono tutte cattoliche, nel cuore dei salesiani che con don Francesco Meotto e la casa editrice Sei hanno iniziato a coinvolgere le scuole cattoliche. Giuliano Soria era uno dei collaboratori del sacerdote scomparso prematuramente per un grave male. La squadra di garanti è lontana anni luce da quell'esperienza. Così come è lontana anni luce dalla mission originaria, quella di promuovere un premio letterario. E l'indicazione di Guasco, uno storico, non sembra poter risolvere il caso. Che il problema esista lo dimostra il fatto che nel faccia a faccia Bresso-Morgando la presidente avrebbe spiegato che la squadra dei garanti non è completa e che si sta cercando una sesta personalità proprio nel mondo cattolico. Adesso, vista la riottosità di don Guasco ad accettare una eventuale proposta, la ricerca si fa più complicata. Il mondo accademico, anche quello cattolico, non vedrebbe male l'ingresso di personalità come Lorenzo Mondo o Claudio Gorlier. Si vedrà. Intanto monta la polemica politica. Enzo Ghigo, coordinatore regionale di Forza Italia-Pdl, parla di «un comitato monopolizzato dalla sinistra: il Grinzane sembra essere diventato l'house-organ di Mercedes Bresso e della sinistra salottier-culturale». E aggiunge: «L'idea di un organismo di transizione per salvaguardare l'immagine e le principali attività del Premio Grinzane è condivisibile. Nulla da dire sulla qualità dei nomi proposti, ma certo che la sinistra non ha lasciato spazi a esponenti che non fossero pienamente allineati». Il motivo? «Ci troviamo una regista amica di Veltroni, un matematico ateo, e via di questo passo». E Agostino Ghiglia (An) affonda: «La sinistra ha trasformato il Grinzane in una cellula del vecchio Pci. Viste le finalità del Grinzane fatichiamo a capire cosa c'entri un seppur prestigioso scrittore arabo».\

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Diga Serra degli Ulivi "a tempo di record" (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Progetto Presentate le tappe per la costruzione del maxi invaso Diga Serra degli Ulivi "a tempo di record" CHIARA VIGLIETTI VILLANOVA MONDOVI' Conclusa in tempi record la gestazione politica di «Serra degli Ulivi», per l'imponente invaso idrico da realizzare in mezzo al nulla, tra campi e colline di Branzola, frazione di Villanova, si entra ora nella fase più delicata: la definizione in dettaglio sul territorio. Un passaggio dalla teoria alla pratica, dai tavoli della Regione a quelli tecnici di progettazione, che riassume il senso della conferenza stampa coordinata ieri mattina dall'assessore regionale all'Agricoltura Mino Taricco nella sede del consorzio Brobbio-Pesio di Mondovì. Una scelta non casuale, visto che spetterà proprio a questo soggetto istituzionale, insieme al consorzio Ellero-Corsaglia-Casotto, il delicato compito di presiedere a tutte le operazioni che da qui alla stesura del progetto preliminare attendono l'altro pezzo di storia dell'invaso. Il primo ad aver usufruito del neonato «Fondo regionale di rotazione», una cassa da 5 milioni di euro, creata per anticipare i soldi dello Stato sulla progettazione delle opere da cantierare. Uno strumento in più per garantire al parco progetti regionale di centrare gli obiettivi. Taricco: «Il punto di partenza è il milione di euro che la Regione ha finanziato nei giorni scorsi per la progettazione preliminare dell'opera, inserita già nel Piano irriguo nazionale per 44 milioni». Restano ora da far quadrare interessi e incastri di un progetto complicatissimo. A partire dai soggetti coinvolti: Regione, Provincia, 2 Comunità montane (Bisalta e Valli Monregalesi), 3 consorzi irrigui (Pesio, Ellero, Bealerotto-Mussi). Infine i Comuni, Villanova, Pianfei, Roccaforte, Chiusa Pesio, territori direttamente coinvolti dal progetto dell'invaso, chi per la porzione di terreno su cui farlo nascere, chi per le condotte di captazioni da realizzare per far convogliare l'acqua a «Serra degli Ulivi». E se sarà il territorio di Villanova Mondovì ad ospitare i suoi 70 mila metri per una portata d'acqua di 15 milioni di metri cubi, a Pianfei e Roccaforte spetterà di cedere parte delle acque dei loro torrenti, rispettivamente il Pesio e l'Ellero: il primo servirà sia il vicino lago di Pianfei sia Serra, mentre l'Ellero, passando da Roccaforte, rifornirà l'intero bacino. In cambio Regione e Provincia dovranno fare la loro parte: Chiusa Pesio dà ormai per scontati i fondi per la messa in sicurezza degli argini del suo fiume, mentre il «sì» di Roccaforte è condizionato ad un progetto rimasto sulla carta per decenni, l'invaso del Biecai, da realizzare in testa alla val Ellero, dalle parti del rifugio Mondovì. Ma la macchina di «Serra degli Ulivi», assicura Taricco, ha «ingranaggi ben oleati». Oreste Bernelli del consorzio Pesio ne chiarisce le prossime tappe: «Il primo passo sarà il rifacimento delle condotte e la sistemazione del Pesio. Poi interverremo sul lago di Pianfei e infine su Serra. Nel frattempo allestiremo qui, nella nostra sede, il quartiere generale del progetto». «Spero che quest'opera e il modo in cui la stiamo portando avanti possano essere di esempio a livello nazionale - interviene Bernardo Bertola del consorzio Ellero-. L'invaso servirà a rifornirci di acqua per l'agricoltura, per le secche idriche, per usi energetici e turistici». La sua portata? Taricco non ha dubbi: «Sarebbe una svolta epocale per questa provincia, abituata per decenni a misurarsi con migliaia di convegni sull'idropotabile e progetti finiti nel nulla. Quello che serve al territorio è uno sblocco culturale che funga da esempio anche per altre realtà e che dimostri come prima dei progetti viene il consenso della gente. Serra procede a tempi record: in 2-3 anni riempiremo il lago di Pianfei, sarei già contento di vedere le ruspe al lavoro sul nuovo invaso per il 2014. A gestirlo, forse, un soggetto misto pubblico-privato, ancora da individuare».

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"Noi a Parole tra Continenti" (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

"Noi a Parole tra Continenti" [FIRMA]VANNA PESCATORI CUNEO «Il pianeta, oggi città della gioia o città della sofferenza?» E' la prima domanda a cui cercherà di rispondere la 9ª edizione di «Parole tra continenti», che prende il via oggi, alle 10, nel Centro Incontri della Provincia. Dopo il saluto del vescovo Giuseppe Cavallotto, don Aldo Benevelli «interrogherà» lo scrittore francese Dominique Lapierre «apostolo dei sofferenti». Il percorso che Lapierre ha compiuto nella sua vita, ne fa uno strordinario testimone del tema dell'edizione «Il dolore e la consolazione». Dopo aver girato il mondo per passione e per lavoro, raggiunge Calcutta e davanti ai suoi occhi si spalanca il dramma della povertà e della lebbra che colpisce anche i bambini. Dai primi Anni '80, Lapierre mette la sua penna al servizio di questa umanità sofferente, collabora con Madre Teresa e fonda, con la moglie, una onlus che porta il nome del suo libro più famoso: «La città della gioia». Attualmente si occupa dei problemi del Sud Africa: il diritti d'autore del suo ultimo lavoro, «Un arcobaleno nella notte», sosterranno 14 progetti di solidarietà. L'incontro, che sarà accompagnato dalle canzoni del compositore Aleandro Baldi, vincitore nel 1994 del Festival di Sanremo, e si concluderà con la consegna a Lapierre del premio «Università della pace Giorgio La Pira». Sempre oggi, apre la Mostra internazionale Nord Sud: ospita le pubblicazioni degli autori presenti, novità editoriali che trattano dei problemi più difficili del rapporto tra paesi ricchi e paesi in via di sviluppo, e riviste. Tutti i giorni dalle 15,30 alle 19,30, oggi e sabato 7, dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30. Domani, la seconda conferenza sarà tenuta (ore 17) da Stefano Zamagni, docente di Economia politica all'Università di Bologna. Titolo: «Una società politica sofferente del potere economico». Si parlerà di morale sociale e morale personale con il teologo Enrico Chiavacci, martedì, (ore 17) e, al termine, «Parole tra Continenti» si trasferità al «Toselli» (ore 21, ingresso libero) per lo spettacolo-conversazione di Erri De Luca e Gianmaria Testa «Rieccoci». Mercoledì, «Il dolore curabile» sarà affrontato da Giustino Varrassi, ordinario di Anestesia e Rianimazione all'Università dell'Aquila, alle 8 (per i professionisti) e alle 17, per il pubblico. Giovedì doppio incontro (ore 9, per gli studenti, e ore 17) con lo psicologo e psicoterapeuta Ezio Aceti. Seguirà, alle 17, una testimonianza di Marco Sasia sui campi di Karen in Birmania. Venerdì, alle 17, la consolazione attraverso la musica e la poesia sarà raccontata dal poeta Marco Guzzi e dai musicisti Enrico Ruggeri e Andrea Mirò, poi in concerto al «Toselli» (ore 21, biglietti da 26 a 10 euro, interi, da 23 a 7, ridotti). Sabato, Carla Rostagno, sorella di Mauro, ucciso dalla mafia, dialogherà alle 9 con gli studenti prima della premiazione del concorso letterario. Le ultime conversazioni si terranno dalle 15 e alle 17, rispettivamente con lo psicologo Giuseppe Dell'Acqua, e con il reporter di guerra de «La Stampa», Mimmo Candito, in dialogo con l'economista e filosofo Serge Latouche. Tutti gli incontri sono gratuiti.

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Giunchiglia, incarico in Scozia (sezione: Cultura)

( da "Trentino" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura , Cervelli

Sarà coordinatore di un'allenza di dieci atenei: «Ma non lascerò il Trentino» Giunchiglia, incarico in Scozia Prestigioso riconoscimento per il docente di informatica JACOPO TOMASI TRENTO. Un cervello trentino definirà le strategie di sviluppo in campo informatico delle università scozzesi, un colosso a livello europeo in questo settore. Si tratta del professor Fausto Giunchiglia, docente di Informatica presso la facoltà di Scienze di Trento, ex direttore del Disi (Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione) ed ex vice-rettore dell'ateneo. La notizia è arrivata nei giorni scorsi e rappresenta l'ennesimo riconoscimento per uno degli scienziati più apprezzati: nel 2005 è stato nominato presidente dell'Associazione mondiale per l'intelligenza artificiale, nel 2008 membro del Consiglio europeo per la ricerca. Ora questo prestigioso ruolo, ma vediamo di cosa si tratta. La Scozia, un paese con 7,5 milioni di abitanti, è un colosso in Europa e nel mondo per quanto riguarda l'informatica. Per mantenere questa eccellenza ha deciso di fare "sinergia territoriale", facendo collaborare in ambito di ricerca le sue 10 università, tra cui spicca Edimburgo, tra i cinque atenei più validi a livello mondiale. Si tratta di un'alleanza strategica per definire le linee sulle quali operare in futuro. Per questo è stato è stato nominato un Consiglio scientifico internazionale ed il ruolo, davvero prestigioso, di presidente è stato affidato appunto al docente dell'Università di Trento Fausto Giunchiglia: «E' stata una sorpresa e mi fa molto piacere perché c'erano mille scelte ed hanno chiamato me. Si tratta di un incarico che dà prestigio professionale alla mia figura, ma che dimostra la qualità del Trentino in questo settore» afferma il professore che nei prossimi mesi si recherà in Scozia con regolarità per portare avanti questo progetto. E magari sarà anche tentato di stabilirsi in Gran Bretagna: «Me l'hanno proposto più volte ma fino ad ora ho sempre detto di no. In Italia spesso passa la voglia di fare ricerca, ma in Trentino la situazione è migliore. In 8 anni, in ambito informatico, abbiamo creato una realtà di riferimento in Europa. Ora però bisogna mantenere l'eccellenza coinvolgendo anche le aziende». E la ricetta potrebbe essere quella scozzese, facendo sinergia tra ricercatori di università e Irst: «Credo che una maggiore interazione sia la strada obbligata se si vuole competere a livello europeo».

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La scuola va avanti con altri filosofi (sezione: Cultura)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

di Stefano Luppi «La scuola va avanti con altri filosofi» Il presidente Franchini: scelti giovani studiosi, guardiamo al futuro «Accettiamo le dimissioni dei filosofi e stiamo già lavorando al prossimo comitato scientifico: a breve comunicheremo i nomi di 5 delle 9 personalità accademiche che lo costituiranno. Ci saranno professori sia italiani che stranieri, alcuni piuttosto giovani perché scommettiamo sul futuro, come con Altini». Parole del presidente della Fondazione S.Carlo Roberto Franchini, che - il giorno dopo l'abbandono da parte di Bodei, Filoramo, Gregory, Jarauta, Olender, Schluchter - sembra il vincitore della "battaglia" su Scuola alti studi e Festival. Si è "liberato" di Michelina Borsari, con cui la differenza di vedute sul futuro di S.Carlo e Filosofia era nota da tempo e rilancia l'istituzione. Tra le novità, stretto rapporto con l'Università. Il prossimo impegno del cda della S. Carlo, che si riunirà a inizio settimana, sarà la nomina di parte del nuovo comitato scientifico che offre la propria consulenza al servizio dell'antica istituzione modenese. Nel prossimo futuro invece i membri del consiglio - nominati ogni 5 anni dai ministeri della Cultura e dell'istruzione, dagli enti locali e dall'arcivescovo - decideranno sul più stretto rapporto con l'Università. «Abbiamo il dovere di rispondere al rettore Tomasi - dice Franchini - che ha annunciato che l'ateneo è in possesso delle professionalità idonee». I filosofi, dopo la battaglia su Borsari e Scuola, si sono dimessi e ora? «Lunedì prossimo discuteremo dei primi cinque membri del nuovo comitato scientifico, è il numero minimo, poi con calma arriveremo a nove personalità. Tra loro docenti italiani e stranieri, proprio come è stato in quest'ultimo: qualcuno sarà accademicamente piuttosto giovane, come lo era Bodei quando entrò in carica nel 1991. Non intendo che Bodei è divenuto l'intellettuale che è oggi grazie a noi, ma certo 28 anni fa era un'altra cosa. Noi abbiamo deciso di scommettere sul futuro, come si è visto anche con il nuovo direttore Altini, perché le istituzioni devono continuare la propria storia e non dipendere dalle persone che, pur importanti, passano». Tra i nuovi potrebbero esserci Carlin Petrini o Emanuele Severino? «Nomi non ne faccio ora, ma escludo questi due perché Petrini di Sloow Food è una persona stimabile che già collabora ai programmi della S. Carlo, ma il comitato è un'altra cosa. Severino ovviamente andrebbe benissimo». Il San Carlo come esce da tutta questa vicenda? «Beh, devo dire la verità, avremmo preferito non andare sulle prime pagine dei giornali nazionali: ciò ha inciso sull'immagine dell'istituzione e anche in parte sulla sostanza. Però ricominciamo un nuovo ciclo e il cda nei prossimi tempi produrrà altre decisioni importanti per il bene dell'istituzione. Abbiamo nuovi stimoli ed esperienze e percorriamo una nuova strada». Si è saputo che nella riunione di giovedì i filosofi hanno chiesto l'autonomia della scuola alti studi. «Francamente era una proposta non ricevibile, forse si potrebbe dire neppure presentabile, come abbiamo detto loro. Ribadisco invece che in oltre due ore non si è parlato del Festival». Non lo organizzerete più direttamente, ma collaborerete come soci del nuovo ente? «Certamente, con la proposta del sindaco Pighi dell'ente autonomo si prosegue fino al 2012, data in cui si concludono i tre anni di progetto europeo della filosofia di cui Modena è capofila di altre 7 città europee. Si tratta di milioni di euro e, anche se non ci riguarda più direttamente perché i finanziamenti di milioni di euro andranno al nuovo ente, siamo un po' in ansia se non altro perché il progetto lo avevo firmato io in qualità di presidente». Dunque collaborerete di nuovo con Bodei, Gregory e Michelina Borsari, nuova direttrice dell'ente. «Il contratto della Borsari era un normale triennale più biennale e lo abbiamo anche detto. Ricordo anche che la San Carlo ha 400 anni di vita e il festival si fa da otto. E' una manifestazione importantissima, ma noi siamo anche altro e penso che tra un anno si parlerà soprattutto della buona ricerca scientifica che faremo. Non sarà comunque un problema lavorare con la Borsari, Bodei e Gregory».

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Convegno su turismo ed ecomusei (sezione: Cultura)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Convegno su turismo ed ecomusei Ecomusei e turismo: quale sviluppo per l'area morenica mantovana. é il tema del convegno che si svolgerà venerdì nell'aula magna dell'università di via Scarsellini. Previsti gli interventi di docenti universitari, specialisti, amministratori di quattro regioni, responsabili di ecomusei. Il convegno è destinato in particolare, spiega la brochure, «a chi ha un interesse diretto sulle tematiche ecomuseali e turistiche: funzionari, operatori ecomuseali e turistici, ricercatori e studenti». La partecipazione è gratuita ma serve l'iscrizione.

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Saggi, i cattolici vogliono un posto (sezione: Cultura)

( da "Stampa, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

POLEMICA PER LA COMPOSIZIONE DEL COMITATO CHE DIRIGERÀ IL PREMIO Saggi, i cattolici vogliono un posto [FIRMA]MAURIZIO TROPEANO Ad oggi don Maurilio Guasco non ha ricevuto nessuna chiamata dalla Regione e in ogni caso sarebbe restio ad accettare di far parte del comitato dei garanti del Grinzane Cavour. La presidente della Regione, Mercedes Bresso, e l'assessore Gianni Oliva, hanno pensato al sacerdote e docente di storia all'Università del Piemonte Orientale, per cercare di riequilibrare la composizione di una squadra di saggi che in tanti, soprattutto nel mondo cattolico, hanno giudicato troppo laica, se non laicista. E' stato il segretario regionale del Pd, Gianfranco Morgando, a farsi portavoce con la Bresso di questo disagio, non solo politico ma anche quello accademico. E' successo venerdì pomeriggio al termine del vertice di maggioranza convocato per discutere dei conti della sanità piemontese. Morgando ha criticato con durezza le scelte fatte. Soprattutto quella del coordinatore, Piergiorgio Odifreddi. Tocca poi al vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale, Stefano Lepri dare voce a tutte quelle perplessità: «Fra i garanti del Premio Grinzane suggeriti dalla Giunta regionale si nota la presenza di figure più conosciute per la vena polemica o la frequentazione di salotti televisivi che non per evidenti ed indiscussi meriti letterari». E aggiunge: «Ma tra le buone notizie c'è l'annunciata prima edizione del Grinzane Matematica. Ne sentivamo la mancanza». Nelle parole di Lepri si possono cogliere tutti i malumori che ieri mattina a margine della giornata conclusiva della settimana di politica organizzata dall'Università si potevano ascoltare tra i vari capannelli a cui hanno partecipato lo stesso Morgando, il consigliere regionale di Forza Italia, Giampiero Leo, il preside della facoltà di Scienze Politiche e lo storico ed ex parlamentare del Pd, Sergio Soave. «Io credo sia necessario un intervento per riequilibrare la composizione dei saggi per riguardo nei confronti del mondo cattolico e anche del mondo culturale e accademico torinese». Già le origini del Premio, o meglio della sua formula, sono tutte cattoliche, nel cuore dei salesiani che con don Francesco Meotto e la casa editrice Sei hanno iniziato a coinvolgere le scuole cattoliche. Giuliano Soria era uno dei collaboratori del sacerdote scomparso prematuramente per un grave male. La squadra di garanti è lontana anni luce da quell'esperienza. Così come è lontana anni luce dalla mission originaria, quella di promuovere un premio letterario. E l'indicazione di Guasco, uno storico, non sembra poter risolvere il caso. Che il problema esista lo dimostra il fatto che nel faccia a faccia Bresso-Morgando la presidente avrebbe spiegato che la squadra dei garanti non è completa e che si sta cercando una sesta personalità proprio nel mondo cattolico. Adesso, vista la riottosità di don Guasco ad accettare una eventuale proposta, la ricerca si fa più complicata. Il mondo accademico, anche quello cattolico, non vedrebbe male l'ingresso di personalità come Lorenzo Mondo o Claudio Gorlier. Si vedrà. Intanto monta la polemica politica. Enzo Ghigo, coordinatore regionale di Forza Italia-Pdl, parla di «un comitato monopolizzato dalla sinistra: il Grinzane sembra essere diventato l'house-organ di Mercedes Bresso e della sinistra salottier-culturale». E aggiunge: «L'idea di un organismo di transizione per salvaguardare l'immagine e le principali attività del Premio Grinzane è condivisibile. Nulla da dire sulla qualità dei nomi proposti, ma certo che la sinistra non ha lasciato spazi a esponenti che non fossero pienamente allineati». Il motivo? «Ci troviamo una regista amica di Veltroni, un matematico ateo, e via di questo passo». E Agostino Ghiglia (An) affonda: «La sinistra ha trasformato il Grinzane in una cellula del vecchio Pci. Viste le finalità del Grinzane fatichiamo a capire cosa c'entri un seppur prestigioso scrittore arabo».

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il pdl: "a torino la città della salute" (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XIII - Torino Appello del centrodestra al sindaco Chiamparino: "Ripartiamo da Molinette". E si prepara un controprogetto Il Pdl: "A Torino la Città della salute" "Se vinciamo si cambia". La presidente: "Noi andiamo avanti così" Nel piano la demolizione del Sant´Anna, il Cto sarebbe struttura autonoma «Torniamo a Molinette 1, Torino non deve perdere la Città della salute». Con un appello indirizzato al sindaco e una strizzatina d´occhio all´Università che con il preside di medicina Giorgio Palestro da sempre scalpita all´idea di un trasloco, il quartier generale del centrodestra, riunito venerdì sera per un convegno dedicato al tema, dice no a Molinette 2: «Ripartiamo da Molinette 1, che è la vera città della salute», dice la capogruppo provinciale di FI-Pdl Caterina Ferrero. Ed Enzo Ghigo promette: «Se sarà il centrodestra a vincere le elezioni nel 2010, il progetto di Grugliasco tramonta e si torna lungo il Po, tanto più che so bene cosa pensa il Comune in proposito». Mercedes Bresso liquida la proposta con poche parole: «noi andiamo avanti secondo il nostro calendario, il centrodestra esprima pure il suo parere in proposito. D´altronde c´è uno studio approfondito dell´Aress, il quale fa rilevare l´assoluta inadeguatezza di insediare la Città della salute in quell´area, non credo ci sia altro da aggiungere». In casa Pdl intanto c´è allo studio un controprogetto, cui stanno lavorando anche alcuni tecnici milanesi, nel quale la nuova Cittadella della salute verrebbe ridisegnata partendo dalle torri chirurgiche, che la giunta Bresso realizzerà come prima soluzione concreta alle carenze strutturali dell´attuale Molinette. «Non si capisce perché la giunta Bresso intenda investire oltre 200 milioni di euro per la torre chirurgica delle attuali Molinette, torre che per le sue caratteristiche potrebbe essere funzionale al progetto Città della salute, per poi immaginarla come una struttura a servizio di un ospedale zonale da 400 posti letto». Il polo materno infantile Sant´Anna-Regina Margherita nel piano previsto del Pdl potrebbe essere abbattuto e re-inglobato («costa meno abbattere che ristrutturare»), mentre il Cto resterebbe struttura a sé stante. L´obiettivo è razionalizzare tenendo anche conto delle risorse disponibili evitando di indulgere in progetti faraonici, incalza Ferrero: «Torino ha tutte le caratteristiche per sviluppare le migliori esperienze di distretto evoluto, qui sono insediati tutti i centri accademici, che da anni sono a capo di progetti internazionali. A Torino poi c´è tutta la rete di centri di ricerca pubblici e privati molto qualificati, centri che fanno capo alle Organizzazioni delle Nazioni Unite, Consiglio nazionale di ricerche, Cerms, Bioindustry Park, Hydroaid». Secondo il centrodestra è importante accelerare, considerato anche che Milano ha vinto l´assegnazione dell´Expo con un progetto incentrato su "cibo, energia e ambiente" come componenti indissolubili della salute planetaria. «Questo progetto abbinato alla presenza a Torino di un distretto altamente qualificato - spiega Ferrero - sono i pre-requisiti necessari per creare un nuovo polo di sviluppo culturale, accademico ed economico con ottime prospettive sia per la creazione di opportunità di business che per la creazione di posti di lavoro altamente qualificati». Al convegno era presente anche il preside di medicina Palestro, il quale ha ricordato di avere in più occasioni sottoposto alla Regione il progetto dell´Università per mantenere il super polo sanitario a Torino. (s. str.)

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gai evita la pensione si sfoga "che strani i bilanci dell'ateneo" - ottavia giustetti (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XIII - Torino Il direttore del pronto soccorso delle Molinette: progetti faraonici e poi... Gai evita la pensione si sfoga "Che strani i bilanci dell´ateneo" Ora invece sembra che il futuro dell´università dipenda soprattutto dalla rottamazione dei docenti settantenni Quando spendevano milioni di euro per costruire palazzi griffati non pensavano di trovarsi poi in crisi? OTTAVIA GIUSTETTI (segue dalla prima di cronaca) Dopo che Repubblica ha dato la notizia che tutti i cantieri e i progetti milionari già finanziati dall´Università sono fermi da mesi il malcontento è cresciuto tra docenti e ricercatori. «Ci siamo chiesti in consiglio di facoltà quale fosse la logica - dice Gai - molti sarebbero curiosi di sapere perché con tanto denaro speso per costruire palazzi firmati da grandi architetti e nuovi campus ci sia poi bisogno di applicare alla lettere la legge finanziaria per risanare i conti dell´ateneo». Questo can-can a proposito della "rottamazione" dei professori settantenni va avanti ormai da mesi e quando sembrava ormai deciso che molti di questi sarebbero stati ammessi al prolungamento del servizio fino a settantadue, il Senato, lunedì scorso, ha votato, invece, per il pensionamento collettivo. Resta una possibilità solo per coloro dei quali sia provata "l´infungibilità" (così recita la mozione votata in Senato), cioè chi non è evidentemente sostituibile. E proprio a questa misconosciuta definizione è rimasta appesa per giorni la speranza del direttore del pronto soccorso delle Molinette che sapeva che qualche collega «amico» gli stava organizzando con grande solerzia la successione. Se la sostituzione fosse andata in porto Gai sarebbe stato fuori dall´Università. E all´inizio della settimana, in effetti, sembrava proprio fatta: Giancarlo Agnelli, professore ordinario presso la facoltà di medicina di Perugia, aveva dato la sua disponibilità per un trasferimento a Torino, presso la cattedra di Gai. Agnelli era già venuto di persona a incontrare il preside, Giorgio Palestro, e a visitare il futuro regno della sua attività di medico e di docente. Ma qualcosa deve essere andata storta e Agnelli, tornato a Perugia, ci ha ripensato e ha chiamato proprio Gai per confessargli il rapido dietrofront. Tra qualche giorno seguirà la lettera formale di rinuncia al preside. Ma intanto Gai è tornato nuovamente "infungibile" e quindi insostituibile nel suo ruolo di professore e direttore del pronto soccorso. Per questa ragione si avvia così al prolungamento dei due anni che serviranno per preparargli la successione. Quelli che non conoscono la sua storia potrebbero obiettare che è scandaloso che facendo il docente non si sia circondato di validi delfini in questi anni. Ma la vicenda che riguarda Gai, in realtà, fa eccezione visto che lui, in Università ci è approdato da soli tre anni. è infatti ancora professore straordinario, ed è quindi comprensibile che non abbia avuto il tempo di attrezzarsi per lasciare in buone mani la specialità. Da ulteriori indiscrezioni risulta che alla scadenza del suo mandato potrebbe approdare a Torino un nome straniero, un americano di New York, che ha già dato il suo assenso per ereditare la cattedra di Gai nel 2011.

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alghero stamane alle 10,30 nella sede sociale di via cavour 61 e bastioni marco polo 27 si terrà ... (sezione: Cultura)

( da "Nuova Sardegna, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 30 - Sassari Alghero Stamane alle 10,30 nella sede sociale di via Cavour 61 e bastioni Marco Polo 27 si terrà ... Alghero Stamane alle 10,30 nella sede sociale di via Cavour 61 e bastioni Marco Polo 27 si terrà l'assemblea dei soci della Società operaia di Mutuo Soccorso. Carnevale All'Eurobar di Bancali domenica 1 marzo alle 15 finale del carnevale di Rio con pentolaccia e tanta musica per grandi e bambini. Tutti in maschera. Info 079308029. Pozzomaggiore L'Istituto comprensivo di Pozzomaggiore comunica al personale supplente temporaneo che negli uffici della segreteria in via San Pietro possono ritirare il modello Cud. Partito democratico Lunedì 2 marzo, alle 18,30, nei locali di via Esperson 1, assemblea del circolo PD "Partecipazione e democrazia" per analizzare il voto delle recenti elezioni regionali, sono invitati con idee e proposte gli iscritti, i simpatizzanti e gli elettori del Partito democratico. Alberghiero I colloqui con le famiglie sono fissati per il 3 marzo dalle 17 alle 19 per le classi prime e seconde, il 4 marzo, stesso orario per le terze, quarte e quinte. Pippo sub Sono aperte le prenotazioni per le prove gratuite con le bombole, attrezzature fornite dal centro. Info viale Porto Torres 6, 328 0503308, 328 0503300, 079 2671013. Università Terza Età Martedì 3 marzo alle ore 16,30 nell'aula magna della facoltà di Agraria, in viale Italia 39, la prof. Ida Mura, Ordinario di Igiene nell'Istituto di Igiene e medicina preventiva della facoltà di Medicina di Sassari, terrà una lezione dal titolo: «La casa e i suoi pericoli». Giovedì 5 marzo alle ore 17 nella nuova sede della Questura, in via Palatucci al Monte Rosello, il questore Cesare Palermi presenterà Gianfranco Trudda, Studioso di problemi delle comunità marginali, che terrà una lezione dal titolo: «Prostituzione su strada». Geografia Martedì 10 marzo alle ore 17, presso l'I.T.C. "La Marmora", conferenza del prof. Angelo Castellaccio, Ordinario presso l'Università di Sassari, sul tema: «Sassari e la sua struttura urbana», info: 079-980957 e 079-2826119. Liceo Azuni Il dirigente scolastico del Liceo ginnasio Azuni invita il personale docente e Ata, che ha prestato servizio, con contratto di supplenza breve e saltuaria nell'anno 2008, a ritirare nella segreteria della scuola il Mod. Cud 2008. Teatro sassarese La compagnia teatrale La Frumentaria ritorna a divertire gli appassionati della commedia in vernacolo. Al teatro Smeraldo sabato 7 marzo alle 21, va in scena "La cussenzia di Odorico" due atti di Giovanni Enna, info: tel. 079280031/ 079280058. Wilier è in fase di allestimento il Torneo di Primavera Wilier riservato alla categoria esordienti anno 1996/1997. Tutti gli incontri verranno disputati il mercoledì nei campi dalla società a Li Punti. La manifestazione prenderà il via il 18 marzo e si concluderà il 20 maggio. Per info 079 270546 (ore ufficio), le iscrizioni scadono il 2 marzo. Torneo ping pong Sono aperte le iscrizioni al 3º torneo amatoriale di ping pong "Costia Russo" che si svolgerà dal 12 al 15 marzo nei locali dell'oratorio di Santa Maria Bambina. Per info 079 246983, 339 4059446, 338 2697753, oppure dal lunedì al venerdì in oratorio dalle 17 alle 19,30. Forza Dinamo Per la trasferta della Dinamo basket a Casale Monferrato del 22 marzo, il gruppo «La cultura è sport» organizza una trasferta con i tifosi, oltre alla partita sono previste visita a Torino, Venaria reale, Museo egizio, Palazzo madama, e alla Sinagoga di Casale Monferrato, partenza il 21 marzo rientro il 23 con volo da Alghero, info: 347-8821811. Istituto Magistrale Il dirigente scolastico comunica che è affisso all'albo dell'Istituto Magistrale in via Manno il bando di selezione per il reclutamento di esperti esterni per l'attuazione del progetto «Sardegna speaks english» corsi gratuiti di inglese. Istituto alberghiero Calendario colloqui con i genitori e consegne schede relative alle lacune del I quadrimestre: classi prime e seconde, martedì 3 marzo dalle 17 alle 19. Classi dalla terza alla quinta mercoledì 4 dalle 17 alle 19. Rosilde Bertolotti La Fidapa ha bandito il concorso di poesia e prosa in sassarese «Rosilde Bertolotti», con le varianti di Porto Torres, Sorso e Sintino ed esteso alla parlata di Castelsardo e Sedini, articolato in tre sezioni: poesia, prosa e giovani, tema libero. Info: Fidapa via Muroni 44 presso Museo Bande lunedì e martedì dalle 17 alle 20 e telefonare (dalle 9 alle 10) a: 079-298114, 079-298785 e 079-294054. Commissari di polizia Nella Gazzetta ufficiale - 4^ serie speciale "Concorsi ed Esami" - è stato pubblicato il bando di concorso, per esami, per il conferimento di 80 posti di commissario nella polizia di Stato. Le domande devono essere redatte esclusivamente su un modulo che sarà possibile ritirare nell'ufficio corsi e concorsi della Questura dalle ore 9 alle 12, dal lunedì al venerdì e dalle ore 15 alle ore 18 di lunedì e martedì. Dovranno essere presentate alla Questura della provincia di residenza entro il 30 marzo. Lavoro Il Centro servizi per il lavoro di Sassari Eures comunica che sono in pubblicazione le seguenti offerte di lavoro: 4 video games testers (Francoforte-Germania); vari animatori specializzati e polivalenti (tutto il mondo); 100 collaboratori (accompagnatori per gruppi di studenti in vacanze studio) Italia - Estero 100 accompagnatori per gruppi di studenti in soggiorno studio (estero); 300 animatori turistici (Italia); 1 manager di vendita (Porto Ercole-Grosseto) 1 cameriere di sala e 1 generico di cucina (Alessandria); avvisi integrali su www.silsardegna.it e tel. 079-2599616 e 079-2593105 Pellegrinaggio Sono aperte le iscrizioni al pellegrinaggio a Medjugorie dal 22 al 26 giugno con partenza da Sassari, il pellegrinaggio sarà accompagnato da una guida spirituale e una guida laica che coordineranno il gruppo nell'itinerario di preghiera, info: 347-9737741 e 079-2006070. Move in art La collettiva Arte Giovani nel Giardino degli Aranci in via Coppino 2 è visitabile sino al 11 marzo. La personale di pittura di Marco Lay nella «Caffè e teeria Mannoni» in via Asproni è visitabile sino al 4 marzo. La personale di pittura di Cristian Leoni nel negozio "Proposte d'interni" in via Roma 52 è visitabile sino al 3 marzo. Concorsi all'università Verrà assunto un ricercatore con contratto a tempo determinato di 3 anni, al dipartimento di Ingegneria del territorio, facoltà di Agraria. I termini per la presentazione delle domande scadono l'11 marzo. Info: ufficio concorsi via Macao 32, www.uniss.it/ammin/concorsi Lavoro Il Comune di Florinas ha richiesto l'avviamento a selezione a tempo determinato per 6 mesi, 25 ore settimanali: 2 operai comuni e 2 muratori qualificati, riservato prioritariamente ai residenti a Florinas, iscritti nel Centro servizi lavoro di Sassari, giorno chiamata: 6 marzo, avviso integrale su www.silsardegna.it e info: 079-2599600. A Sassari il comune seleziona 3 commessi di ufficio per 4 mesi e 30 ore settimanali. Presentarsi in via Bottego il 3 e 4 marzo. Gita sociale La sezione di Sassari "Italia Nostra" organizza per domenica 8 marzo un'escursione culturale/gastronomica in autobus (itinerario naturalistico) nell'area protetta della penisola del Sinis, accompagnati da un esperto ambientale che illustrerà la storia,la vita e l'ecosistema degli stagni di Cabras, Mistras e peschiera Pontis, info: 079-231782 e 079-234742 Gita culturale Il circolo centro storico di Largo Pazzola con il patrocinio della Circoscrizione 1 organizza per il 13 aprile un'escursione culturale a Sanluri con visita guidata al castello medievale. Info: 3454522635 e 3473372296. Corsi di inglese per adulti Progetto Sardinia Speaks English linea di intervento 3, corsi per adulti dai 18 ai 65 anni al 1º circolo San Donato, Per le domande rivolgersi al plesso di Santa Maria, in via Dei Gremi, oppure collegarsi al sito www.primosassari.it. Info: 079 232516. Istituto Industriale, per informazioni e iscrizioni rivolgersi alla segreteria, in via Deledda 128. Il modulo è scaricabile dal sito www.ipiass.it. Corsi anche all'Istituto Europa, per info 079 2825126. Scuola media 4/6 Costa-Deledda, corso per adulti, età 18-65 anni. Domande entro il 10 marzo. Moduli disponibili presso la segreteria in via Pavese 3. Info:079 241666. All'Istituto magistrale domande entro il 5 marzo, moduli in segreteria o sul sito www.mcastelvi.ss.it. Unitalsi Sono in corso le iscrizioni al pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, Cascia, Assisi che si svolgerà in nave-pullman dal 31 marzo al 5 aprile. Info: 079 291032. Bonus Enel Presso il Caf Acli di via Roma 130 e nella sede di Li Punti, in via Era 58, è possibile compilare le domande per il bonus energia e la dichiarazione Isee da allegare alla richiesta. Info: 0792829212. Brigata Sassari L'associazione nazionale Brigata Sassari comunica ai propri iscritti che il 21 marzo alle 10 nel Poligono di Tiro di via Pirandello si terrà l'assemblea ordinaria e straordinaria dei soci e che è in corso il tesseramento 2009.. Info: 347 7728377. Visite alla Nuova Proseguono le visite delle scolaresche alla redazione della Nuova Sardegna, a Predda Niedda. Per gli appuntamenti telefonare tutti i mercoledì dalle 9,30 alle 12 allo 079 222403 o 222400 e chiedere di Bruno Lubino. Chi trova Una ragazza tedesca ha smarrito portafoglio nero con documenti e denaro il 24 o 25 febbraio, telefonare 348 5762746. Smarrita memoria Usb 8 gb colore grigio tra Predda Niedda str. 32 e via F.lli Azeni Sant'Orsola, contenente documenti ufficio. Chi l'avesse trovata può contattare il 348 5324251. Smarrita catenina d'oro con croce e fede. Grande significato affettivo. Chi l'avesse trovata può chiamare al 347-5285284 Testimoni Il proprietario della Fiat Punto rossa (di cui si conosce la targa) che il 25 febbraio alle ore 16,15 parcheggiando in via Prunizzedda davanti alla pizzeria ha danneggiato il paraurti posteriore di una Ford Ka è pregato di contattare il 335-6526956. Animali Barboncino nero con collare trovato sulla strada Tempio-Sassari, telefonare 349 6084383. E' stato ritrovato lunedì 23 febbraio nella zona di Monte Bianchinu, in condizioni davvero pietose, un cane maschio di razza Pointer bianco e marrone, presumibilmente anziano, abbandonato o smarritosi, info: 347-1842801 Smarrito in zona Lu Traineddu un cane pincher maschio, vecchio, marroncino, con sciarpetta rossa al collo, tel. 079-217531. Smarrito pastore tedesco maschio con collare in pelle, medaglietta, microchip, zona Eba Giara-Filigheddu, chiamare 340 8466420.

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abruzzo, lo sviluppo operoso felice: c'è futuro per l'industria - giuliano di tanna (sezione: Cultura)

( da "Centro, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 33 - Cultura e Spettacoli Abruzzo, lo sviluppo operoso Felice: c'è futuro per l'industria Un secolo di industrializzazione nel nuovo saggio dello storico della D'Annunzio GIULIANO DI TANNA «Non esiste solo un Abruzzo della cultura umanistica e letteraria, quello di D'Annunzio e Silone. C'è stato e c'è anche un Abruzzo che ha prodotto ingegneri e scenziati, secondo una linea che va dall'illuminsimo di Delfico ai fratelli Pomilio». Secondo Costantino Felice, il modello di sviluppo abruzzese, incentrato sui processi d'industrializzazione, presenta una tale varietà e originalità di percorsi da imporsi come laboratorio storiografico di livello nazionale ed europeo. Docente di storia economica alla facoltà di Scienze manageriali dell'università D'Annunzio di Pescara, Felice su questa tesi ci ha scritto un saggio da pochi giorni in libreria: «Il Mezzogiorno operoso. Storia dell'industria in Abruzzo», uscito per i tipi di un editore nazionale, Donzelli (576 pagine 38 euro). Una tesi che - dice il 64enne storico di Celenza sul Trigno - «si pone contro tutti i luoghi comuni che da anni si scrivono e si dicono su questo tema». Il perché lo spiega lui stesso in questa intervista al Centro. A che punto è la storia dell'industrializzazione dell'Abruzzo? «Questa storia è un segmento normale di quella contempranea italiana ed europea e del Mediterraneo. Non è una storia conclusa, comunque. L'Abruzzo, oggi, sta affrontando una serie di problemi che sono comuni a tutte le aree più avanzate del mondo». Quali per esempio? «Prendiamo la crisi del settore legato all'automobile: è analoga a quella di Detroit. Non c'è niente di particolare che accade in Abruzzo e che non accada altrove». Se dovesse indicare tre snodi fondamentali dello sviluppo industriale nella regione quali sarebbero? «Il primo punto è questo: l'industrializzazione in Abruzzo è legata strettamente all'utilizzo delle fonti energetiche. La prima forma di industrializzazione è legata all'uso dell'energia elettrica nel polo elettro-chimico di Popoli e Bussi, ai primi del Novecento, nell'era giolittiana. L'Abruzzo è stato a lungo, ed è in parte ancora oggi, un serbatoio energetico importante di due metropoli comne Roma e Napoli. Il polo di Bagnoli, giù dai primi del Novecento, era alimentato dall'energia elettrica che arrivava dall'Abruzzo». Il secondo capitolo? «Riguarda il fatto che l'industrializzazione qui è legata ai saperi di lunga tradizione. Pensiamo all'industria della liquirizia Salia che si innesta su tradizioni che affondano le radici nel Medioevo; oppure all'industria della pasta con De Cecco e altri; alla sartoria con Brioni». Il terzo punto. «Un altro punto decisivo dello sviluppo industriale è stato il forte protagonismo di massa». In che senso? «Questo protagonismo di massa spiega perché in Abruzzo si sia realizzato uno svilippo armonizzato con le esigenze di tutela dell'ambiente, come dimostra la lotta, negli anni Settanta, all'insediamento in Abruzzo della Sangro Chimica. Lì, grazie a quelle lotte, è crollato il modello di Pasquale Saraceno, della Cassa del Mezzogiorno. L'idea delle cattedrali nel deserto è finita lì, in Val di Sangro». Ha avuto anche dei difetti il processo di industrializzazione della regione? «Non ne vedo di gravi. Si è trattato di un processo virtuoso di sviluppo che ha sortito effetti positivi. L'Abruzzo è stato un laboratorio di livello europeo. Poche altre regioni in Europa sono riuscite a conseguire i risultati che l'Abruzzo ha realizzato proprio grazie a quei tre fattori di cui parlavo prima». L'industrializzazione in che rapporto si è posta con la tradizione e l'antropologia abruzzesi? «Ha cercato di preservare i valori della tradizione amche se l'antropologia - che ha come oggetto la civiltà contadina - ci presenta un mondo arcaico e immobile: l'universo dei pastori di D'Annunzio e dei cafoni di Silone. Questo Abruzzo - che è l'Abruzzo agro-pastorale dell'antropologia e della letteratura -, nei suoi aspetti positivi, si è conservato, in buona parte, perché, contemporaneamente all'industrializzazione, l'Abruzzo ha posto come linea strategica del suo sviluppo anche la tutela dell'ambiente. Pensiamo, per esempio, all'Abruzzo-Regione verde d'Europa. Quindi, normalmente non è stato un rapporto di tipo conflittuale con la tradizione. In Abruzzo c'è stata un'armonizzazione fra elementi di continuità storica e momenti, invece, di rottura introdotti nel tessuto sociale e culturale dall'industrializzazione, dalle fabbriche». La classe politica locale ha più guidato o più subìto il processo di industrializzazione? «Secondo me, lo ha più subìto perché i veri soggetti del processo di sviluppo sono stati i fermenti sociali che si sono sprigionati dalla comunità abruzzese. Alcune scelte fondamentali, infatti, sono state compiute in un rapporto di frizione con la classe politica. Se fosse stato per Gaspari, per esempio, la Sangro Chimica si sarebbe realizzata e si sarebbero avute altre cattedrali nel deserto come quelle industrie di base di tipo petrolchimico che hanno segnato il fallimento dello sviluppo nel Mezzogiorno. La mia tesi è che l'Abruzzo è un paradigma, riuscito, di sviluppo di livello europeo. E' stata la prima regione europea a uscire dall'Obiettivo 1. E il merito di tutto questo non è tanto della classe politica ma di quel protagonismo di massa che è sempre emerso in tutte le grandi svolte dello sviluppo abruzzese». Gaspari sostiene che il bilancio economico degli ultimi 17 anni, da Tangentopoli in poi, è nettamente deficitario: secondo lei? «Secondo me, non è assolutamente così. L'Abruzzo ha continuato a seguire dinamiche di crescita anche se con ritmi più lenti rispetto a quelli degli anni Settanta e Ottanta. Ritmi, comunque, analoghi a quelli delle aree più avazate d'Europa. C'è stato un dinamismo espresso dalla società civile e anche dall'imprenditoria regionale, nonostante tutti i limiti del ceto politico abruzzese». Per lei c'è un futuro possibile dell'industria in Abruzzo? «Credo che ci sia un futuro positivo di ripresa e di rilancio dell'Abruzzo. Se si continua su questa linea virtuosa di armonizzazione del sistema industriale con le esigenze di tutela ambientale e dei valori della tradizione, un futuro c'è, perché l'Abruzzo ha tante caratteristiche positive». Quali? «Per esempio la sua collocazione gegografica. L'Abruzzo ha risorse ambientali che nessuna altra regione della penisola ha. C'è un settore agro-alimentare che si lega alla tradizione e, per questo, ha sicuramente un futuro. Lo stesso si può dire del turismo e dell'industria alberghiera. Ma l'Abruzzo ha dimostrato di saper essere all'avanguardia anche nell'industria metalmeccanica ed elettronica che rientra nei disegni delle grandi multinazionali».

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menzione speciale a pnlegge.it (sezione: Cultura)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 4 - Pordenone Menzione speciale a Pnlegge.it È stata consegnata a Torino al direttore artistico Gian Mario Villalta Nella prestigiosa cornice di Palazzo Madama, a Torino, sono stati premiati i vincitori del "premio Cultura di gestione", assegnato da Federculture alle migliori esperienze nell'offerta, nella valorizzazione e nella gestione della cultura e del territorio. La premiazione - a margine della V conferenza nazionale degli Assessori alla cultura e al turismo - è avvenuta alla presenza dei rappresentanti delle amministrazioni locali e delle istituzioni nazionali che hanno promosso l'iniziativa. «Quest'anno i risultati del premio sono stati eccellenti - ha affermato Roberto Grossi, presidente di Federculture -: oltre 120 progetti sono stati candidati da Comuni, Province, Regioni, fondazioni, associazioni, aziende e realtà no-profit. Tra i circa 50 progetti selezionati dalla Giuria per la fase finale, ne sono stati premiati 6, dei quali 3 per le politiche di gestione, valorizzazione e promozione dei beni e delle attività culturali, uno per la cooperazione pubblico-privato, e 2 per i premi Legambiente e Centro turistico studentesco e giovanile (Cts)». Nell'ambito della categoria "Cooperazione pubblico-privato", una menzione speciale è andata a pordenonelegge.it - ConCentro, azienda speciale Camera di commercio Pordenone. Nel corso della cerimonia sono state lette le motivazioni della menzione speciale, consegnata a Gian Mario Villalta, direttore artistico: «La manifestazione culturale Pordenonelegge.it, oltre a essere significativa per la promozione della lettura, esprime un particolare elemento di innovatività nell'organismo che la promuove: la Camera di Commercio di Pordenone. L'ente che rappresenta la rete delle imprese del territorio e che le accompagna e sostiene nei loro progetti e nella loro evoluzione, ha saputo dare vita a un nuovo strumento di promozione della realtà locale, legata a un'immagine improntata alla valenza della sua economia manifatturiera. La festa del libro - continuano le motivazioni - mantenendo l'eccellenza della propria offerta culturale, si è affermata come un elemento di attrattività turistica del territorio valorizzando l'immagine di Pordenone provincia letteraria». Pordenonelegge.it è diventato infatti un marchio che garantisce un ritorno di immagine a livello nazionale per la città di Pordenone, ed ha assunto una valenza economica, oltre che culturale, per il territorio provinciale in cui agisce.

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Uno spazio per i nomadi (sezione: Cultura)

( da "Provincia Pavese, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

LO STUDIO DELL'UNIVERSITA' Uno spazio per i nomadi «Solo noi possiamo dare un'indicazione autonoma» PAVIA. Saranno gli studenti di ingegneria a studiare soluzioni per la questione Sinti a Pavia in un laboratorio che coinvolgerà università, comune e le stesse comunità di piazzale Europa e via Bramante. Il progetto sarà operativo in tre settimane sotto la supervisione di Angelo Bugatti, presidente del corso di laurea in Ingegneria edile architettura e Andrea Membretti, docente del Laboratorio di sviluppo locale partecipativo. L'anno scorso si erano occupati di sviluppo dell'alto Oltrepo montano, quest'anno la sfida è fare uno studio con solide basi scientifiche per capire quale sia la soluzione migliore per i sinti residenti a Pavia, basandosi sulle loro esigenze e sulla normativa esistente. Dovrebbe essere firmata nei prossimi giorni una convenzione tra settore servizi sociali e università perchè il comune sia coinvolto istituzionalemnte nel progetto «I Sinti abitano Pavia. Progettare insieme il superamento urbanistico e sociale dei campi nomadi pavesi». Il punto chiave? Si chiama nomade una popolazione che non lo loè più. «Partiremo da un'analisi sociale e urbanistica dei campi nomadi attuali come insediamento stabile di popolazioni zigane a Pavia che, per l'80%, non si muovono dalla città se non per la stagione estiva» ha spiegato Andrea Membretti. Dove potrebbero abitare questi cittadini ormai stanziali? «E' necessario superare il concetto di campo nomadi: i campi pavesi sono sovradimensionati, l'idea di concentrare tutti gli "zingari" presenti sul territorio in un unico insediamento non farebbe che riproporre dinamiche già sperimentate: problemi sociali, rigetto dei residenti, criminalità», spiega Membretti. La soluzione potrebbe andare nella direzione prospettata dal prefetto: microaree abitative per comunità famigliari. «Le famiglie sinte hanno tra i 25 e i 100 membri: attribuendo un'area per famiglia è dimostrato che diminuiscono i fenomeni di degrado sociale, i conflitti e aumenta invece la responsabilizzazione della famiglia verso le aree private e comuni», continua. Il problema delle microaree è però politico: bisognerebbe convincere quattro o cinque gruppi di cittadini ad accettare i vicini di casa. Il laboratorio inizierà nella seconda metà di marzo con cinque seminari e una lezione pubblica nel campo di piazzale Europa. Gli studenti intervisteranno le comunità sulle esigenze abitative e procederanno a una mappatura della situazione attuale. A luglio saranno pronte le ipotesi per la realizzazione dei nuovi insediamenti. «Non faremo proposte sulla localizzazione, ma sulle caratteristiche che dovrebbero avere gli insediamenti, indicazioni che potranno essere utili ai prossimi governanti della città», conclude Membretti. Perché la facoltà di ingegneria ha deciso di occuparsi di una questione tanto impopolare? Risponde il professor Angelo Bugatti: «E' l'unico soggetto in grado di rivendicare l'autonomia per trattare questi temi. Dobbiamo trovare nuovi modelli di gestione territoriale: sono i giovani che riescono meglio a lavorare senza pregiudizi». (a.gh.)

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La devianza in classe Se ne parla giovedì (sezione: Cultura)

( da "Provincia Pavese, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

La devianza in classe Se ne parla giovedì VOGHERA. Come combattere bullismo e devianze? E come prevenire il fenomeno per evitare di trovarsi a reprimerslo? Riuscendo a passare «Dal branco al gruppo». Giovedì alla fondazione Adolescere di viale Repubblica sarà presentato il nuovo libro di Flavio e Silvia Montanari. Al tavolo dei relatori, a partire dalle 16 per un incontro dibattito che riunisce esperti, docenti e amministratori, l'assessore provinciale Annita Daglia, Tommaso Vecchi del dipartimento di Psicologia dell'università di Pavia, Enzo Spaltro, presidente del gruppo di studio sulle dinamiche di gruppo attivo a Bologna, e responsabile scientifico della scuola per conduttori di gruppo di Adolescere.

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Una mostra in università ricorda Solzenicyn (sezione: Cultura)

( da "Provincia Pavese, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Una mostra in università ricorda Solzenicyn Da domani l'Aula Forlanini ospita documenti, foto e testi del premio Nobel PAVIA. Sosteneva che il potere resta forte solo fino a che non toglie all'uomo tutto ciò che ha. E che quando gli toglie tutto, allora perde ogni potere, perché l'uomo torna libero: Aleksandr Solzenicyn, icona del novecento e del rapporto tra Oriente e Occidente, Comunismo e Capitalismo sarà protagonista a partire da oggi di una mostra in università. "Vivere senza menzogna", la mostra documentaria dedicata al premio Nobel autore di Arcipelago Gulag organizzata dall'associazione studentesca cattolica Ateneo Studenti in collaborazione con il centro culturale Giulio Bosco e il patrocinio di Provincia e Ufficio Scolastico Provinciale si apre oggi in aula Forlanini (piazza Leonardo da Vinci, università centrale). Documenti, foto, testi, testimonianze su Aleksandr Solzenicyn saranno esposti fino al 13 marzo, e domani alle 21 ci sarà la presentazione ufficiale in Aula Disegno con Adriano dell'Asta, docente di lingue e letteratura russa all'università Cattolica di Milano. «Il vivere senza menzogna, che Solgenicyn aveva riscoperto per sé nel lager e che lancia come sfida alla sua gente, non è un proclama etico ma l'esigenza umana insopprimibile di essere sé stessi, di vivere da uomini, "assumendo finalmente la propria posizione congenita", legata alla dimensione e al desiderio infinito del cuore umano che si rivelano in maniera indiscutibile là dove l'uomo subisce la suprema negazione», scrivono gli organizzatori. A poco meno di sei mesi dalla morte anche Pavia ricorda il premio Nobel autore di Arcipelago Gulag e Un giorno nella vita di Ivan Denisovic. Due le sezioni della mostra: la prima ripercorre la storia personale dello scrittore e del popolo russo, la seconda è invece incentrata sui romanzi, da Una giornata di ivan Denisovic a La casa di Matrona, primo Cerchio e Divisione Cancro. Dal lunedì al sabato la mostra resterà aperta dalle 8:30 alle 18:30, domenica dalle 10 alle 18. Ingresso e visite guidate gratuite telefonando al 0382 303493.

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"quella docente non è assunta come ordinario" (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina IX - Firenze La precisazione Scrive l´Università di Siena "Quella docente non è assunta come ordinario" Con riferimento all´articolo dal titolo «Il rettore sblocca concorso sotto accusa» l´amministrazione dell´Università di Siena ritiene necessario precisare che il concorso di cui si parla è per il reclutamento di un professore di prima fascia (settore MED-43 bandito nel 2004). La Procura ha sequestrato gli atti del concorso appena espletato nell´ambito di indagini relative ai provvedimenti emanati dalla precedente amministrazione, in ordine alla presunta irregolarità del bando, per carenza della preventiva delibera del Senato: prima che venisse completato l´iter di approvazione degli atti. Nel provvedimento di dissequestro degli atti concorsuali avvenuto al termine del 2008, il pm osservava che «la mancata restituzione degli atti produce l´ulteriore conseguenza di impedire la definizione della procedura concorsuale», in ciò ravvisandosi una evidente necessità di concludere il procedimento sotto il profilo amministrativo. Di tutto ciò si è dato conto nel decreto di approvazione degli atti concorsuali nel quale è riportata, con chiarezza la vicenda. Nel frattempo la facoltà di Medicina ha provveduto alla chiamata della professoressa Anna Coluccia, uno degli idonei al concorso, il che non significa, come erroneamente riportato nell´articolo, che la stessa «è stata assunta come ordinario». La procedura di assunzione, che non spetta alla Facoltà, è stata subordinata dalla stessa ad alcuni requisiti previsti dalla normativa, con l´ulteriore cautela di adottare altri e diversi provvedimenti qualora se ne ravvisasse la necessità a seguito delle eventuali responsabilità penali oggetto di indagine. L´Ateneo senese, nel proseguimento delle sue attività istituzionali, sta continuando a lavorare nell´opera di risanamento con l´adozione di atti di correttezza e trasparenza, e nel rispetto delle normative vigenti.

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la casa il luogo più frequente degli abusi - marco barabotti (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 3 - Pisa La casa il luogo più frequente degli abusi In forte aumento le aggressioni alle prostitute in strada, aggravate da furti e rapine In un libro curato dal prof. Elia una ricerca sull'area pisana MARCO BARABOTTI PISA. Anche a Pisa la violenza sessuale è in larga misura un fenomeno invisibile, celato. La situazione pisana non è dissimile da quella di altre parti d'Italia. è quanto emerge da uno studio fatto da un gruppo di ricercatori pisani guidati dal prof. Gian Franco Elia, docente di sociologia all'Università di Pisa e pubblicato in un volume dal titolo "Il sesso debole. La violenza sessuale contro le donne nell'area pisana" e pubblicato dalla Fondazione CariPisa (Pacini editore). Lo studio rimarca però come le violenze sulle donne e sui minori siano aumentate in provincia in maniera preoccupante. Ne fa fede il fatto che dalla fine degli anni Novanta a oggi una decina di donne, in prevalenza prostitute, sono state uccise. Inoltre molte aggressioni sessuali, a danno di prostitute e transessuali, sono state aggravate da furti e rapine. La zona pisana in cui più frequentemente sono avvenuti questi episodi è quella della Costanza. Sicuramente allarmante è il fatto che queste violenze sono state commesse contro ragazze minorenni e contro disabili. Comunque a Pisa, come in Italia, la gran parte degli episodi di violenza avviene dentro la casa, che è dunque il palcoscenico in cui si svolgono le scene più feroci e legate a convivenze e a matrimoni falliti o logorati, in cui si scatenano discussioni, liti, insulti, percosse provocati da cause più diverse (gelosie, interessi economici, comportamenti non condivisi, diversità di opinioni e così via) e in cui si verificano anche aggressioni sessuali. «Viene allora da chiedersi - dice il prof. Gian Franco Elia - come ciò possa continuare ad accadere in una provincia che ha grandi tradizioni storiche e culturali, è sede di prestigiose università e di autorevoli centri di ricerca, è distinta da soddisfacente qualità della vita, da buon livello economico e sociale. Questa area è inoltre caratterizzata da mutamente strutturali nella sua popolazione, che hanno modificato i tradizionali squilibri sociali ed economici tra maschi e femmine». In effetti, negli ultimi trent'anni la popolazione femminile ha migliorato i propri livelli di scolarizzazione e di occupazione e parte di essa ha anche assunto posizioni di vertice nei settori della scuola, del lavoro, della cultura, della politica e così via. Secondo i dati dei censimenti dal 1971 al 2001 la popolazione attiva femminile è passata da 35.931 unità a 64.679, il numero delle laureate è cresciuto, superando quello dei laureati, da 2.187 a 16.204, ed è aumentato ugualmente (sopravanzando ancora il numero dei diplomati) quello delle diplomate: da 9.790 a 47.596. «A Pisa - dice Erika Elia, una delle ricercatrici che ha partecipato allo studio - abbiamo incontrato forti resistenze ad avvicinare, direttamente o indirettamente, vittime di violenze sessuali. I nostri tentativi, diretti a vincere la diffidenza delle donne per convincerle a parlare, spiegando loro le finalità del nostro lavoro, sono risultati spesso vani. Soltanto in un certo numero di casi siamo riusciti a sollevare la pesante cortina di silenzio che nasconde quasi sempre i reati sessuali. In questi casi è stata confermata la stretta connessione esistente tra violenza fisica e violenza psicologica, nonché l'incidenza di un'altra forma di violenza: quella economica. Le testimonianze che ci sono state rese hanno sempre fatto riferimento a sofferenze materiali e morali: a malattie, lesioni, infezioni conseguenti a rapporto violento, a disturbi nervosi e del comportamento, al persistere di sentimenti di insicurezza e persino di colpevolezza (per inopinate accuse alle vittime di essere state comunque consenzienti)». Cosa bisogna fare per cercare di attenuare il fenomeno? Il prof. Elia, nelle sue conclusioni, invita a una campagna di educazione indirizzata con programmi, linguaggi ed immagini adeguati, alle famiglie, alle strutture scolastiche di vario livello, ai responsabili dei luoghi di lavoro, per consolidare il modello culturale della parità tra i sessi. Questo potrebbe forse essere di supporto alla strategia di convincere le vittime a non lasciarsi travolgere dall'esperienza vissuta, a trovare la forza per ribellarsi, per organizzarsi e per diventare esse stesse protagoniste delle lotte antiviolenza.

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martedì l'università ricorda la polla - alessandro cori (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina I - Bologna I funerali Camera ardente nella Cappella dei Bulgari all´Archiginnasio dalle 10.30 alle 14. Poi le esequie in forma laica Martedì l´università ricorda La Polla ALESSANDRO CORI L´ultimo saluto a un grande maestro sempre fuori dal coro, critico ma allo stesso tempo affascinato dalla cultura americana. Si terranno dopodomani, nella Cappella dei bulgari, all´Archiginnasio, i funerali di Franco La Polla, morto venerdì mattina all´età di 66 anni. La camera ardente verrà allestita dalle 10.30 alle 14 e subito dopo saranno celebrate le esequie, in forma laica. Verso le 16, infine, la salma sarà portata al cimitero della Certosa per la sepoltura. Con La Polla scompare uno dei principali studiosi italiani del cinema hollywoodiano. Nato a Faenza (Ravenna) nel 1943, si era laureato all´università di Bologna, facoltà di Lettere, nel 1969 con Carlo Izzo. Malato da tempo, ha trascorso gli ultimi giorni di vita all´ospedale di Pavia per un doppio trapianto. Docente di cinema americano, dal 2004 al 2007 è stato direttore del dipartimento di musica e spettacolo (Dams) dell´Alma Mater. Specialista di fama internazionale, era noto anche come operatore culturale e promotore di retrospettive ed eventi per i più noti festival del cinema, da Venezia a Locarno fino a Roma. La Polla non fu solo uno storico del cinema, ma anche critico di importanti quotidiani come L´Unità e il Resto del Carlino e delle riviste di settore (è stato tra i fondatori di «Cinema e Cinema»), anche straniere. Tra le sue pubblicazioni figurano "Il nuovo cinema americano: 1967-1975" (Marsilio, 1978), "Sogno e realtà americana nel cinema di Hollywood (Laterza, 1987) e per la collana "Il Castoro Cinema" la biografia di Sidney Pollack (1978).

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"una farfalla sull'orlo dell'abisso": racconti dell'esilio repubblicano (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 7 - Pisa "Una farfalla sull'orlo dell'abisso": racconti dell'esilio repubblicano PISA. "Una farfalla sull'orlo dell'abisso": è il titolo della prima antologia italiana di racconti dell'esilio repubblicano spagnolo che, curata da Federica Cappelli, è uscita di recente per i tipi della Ets Edizioni. E proprio la presentazione di questo libro costituisce il quarto "Aperitivo a teatro" in programma nella Rassegna Conflitti martedì alle 17.30 nella Chiesa di Sant'Andrea. "Una farfalla sull'orlo dell'abisso" riunisce le tre principali voci della feconda "letteratura invisibile" fiorita all'indomani della guerra civile spagnola (1936-39): Max Aub, Francisco Ayala e RamÓn J. Sender. La scelta di alcuni loro racconti, in gran parte mai tradotti prima, riflette le diverse linee tematiche della narrativa ispanica post-bellica: dal dolore per le atroci morti causate dal conflitto alla rabbia verso i responsabili di tanto scempio, dalla riflessione sulla condizione umana e sul valore del singolo individuo allo smarrimento dell'espatrio forzato, dall'ostinato e patetico attaccamento al passato ai sensi di colpa generati dall'odio. A presentare il libro saranno tre docenti universitari di vaglia: Silvia Monti, docente di letteratura spagnola all'Università di Verona; Arrigo Stara, docente di critica letteraria e letterature comparate all'Università di Pisa; Francesco Guazzelli, docente di letteratura spagnola moderna e contemporanea all'Università di Pisa. L'attore e drammaturgo Carlos Andò e i Sacchi di Sabbia si alterneranno nella lettura di alcuni brani dell'antologia, l'uno in lingua spagnola, gli altri in italiano. A conclusione, aperitivo per tutti. Ingresso gratuito. Informazioni allo 050 542364.

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giornalista e professore il mondo visto dal vomero - gustavo affinita (sezione: Cultura)

( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina XXI - Napoli Giornalista e professore il mondo visto dal Vomero Giovanissimo redattore, poi inviato di punta ma anche docente universitario e sindacalista, ha lasciato tracce importanti in decenni di Rai Sui campetti di calcio un ragazzino con i soldi in tasca veniva a fare il presidente, si chiamava Ferlaino... Nel rione le ragazze avevano occhi soltanto per Luciano De Crescenzo: aveva un vantaggio, era bellissimo GUSTAVO AFFINITA Il professore è un giornalista. «Ho cominciato presto, ero ginnasiale e facevo il corrispondente per un periodico milanese di motori. Naturalmente quelli della redazione centrale m´assegnavano i pezzi al telefono, non m´avevano mai visto. Nemmeno immaginavano quanto fossi giovane». E il giornalista è un professore. «Finii piuttosto in fretta l´università, e anche brillantemente. Quasi senza volerlo, mi ritrovai assistente. Da lì, ebbe inizio la mia carriera di docente». Per lui, Cloto ha lavorato il doppio. La Moira della mitologia che fila i destini di ognuno, a Ernesto Mazzetti ha attribuito due vite. «Sì, dev´essere andata così. Ma a me è sempre parso naturale che le mie due esistenze, le mie due carriere, si fondessero spontaneamente l´una con l´altra». Difficile dire chi sia nato prima tra il cattedratico e il direttore. La vocazione del cronista la trova in casa. Il padre, Mario, è un giornalista di valore, che spende la propria firma su "Il Mattino" per quarant´anni . «In effetti, a causa del lavoro di mio padre, fin da quando ero un bambino sapevo cos´è un giornale, come lo si costruisce. E ovviamente conoscevo di persona anche molti dei giornalisti più autorevoli e più in vista dell´epoca. Di sicuro tutto questo dev´essere stato decisivo perché scegliessi di cominciare così presto, scrivendo di motociclette. Questo avveniva quando ero soltanto uno studente liceale e, potrei dire, senza che mio padre ne sapesse nulla». Il suo liceo è il Sannazaro, perché Ernesto Mazzetti trascorre la gioventù da napoletano del Vomero. «Un quartiere che sentivo come il mio regno. La scuola, le partite di calcio per strada. Il Vomero lo frequentavo interamente. Da piazzetta Fuga fin giù a piazza Leonardo. C´erano spazi ampi, allora, e la possibilità di inventarsi campi di calcio un po´ dappertutto. Uno l´avevamo proprio nella zona di piazza Leonardo. Eravamo una specie di banda che ogni tanto doveva scontrarsi per il controllo del territorio con altre che provenivano dalle zone un po´ più alte. Non mi va di raccontare che fossi un calciatore con un futuro, e non dirò nemmeno che ero discreto. Diciamo che ero dotato delle capacità minime per non essere fatto fuori. Partite tiratissime, ovviamente, che a volte duravano fino a quando il buio ci costringeva a smettere. C´era un giovanotto, che abitava proprio in quella piazza, aveva qualche anno più di noi, e già molti soldi in più nelle tasche. Veniva spesso a vederci e si divertiva a fissare dei premi per la squadra che vinceva. Generalmente, si trattava di figurine dei calciatori, quelli precedenti ai Panini, che invece vennero fuori solo nei primissimi anni �60. Quel giovanotto si chiamava Corrado. L´ho incontrato poi molti anni dopo. Io giornalista, lui potente proprietario del Napoli. In fondo è facile accorgersi che il Ferlaino giovanissimo che avevo conosciuto, lì in piazza Leonardo, si comportava già un po´ da presidente di calcio. A noi dava figurine, più tardi credo che a Maradona e a tanti altri abbia dovuto dare qualcosa di più». I giorni del liceo non si consumano solo tra libri e pallone. «Ricordo le feste, quelle indimenticabili dei giorni dell´adolescenza. Quelle in cui vorresti avvicinare le ragazze che ti piacciono. Bene, di quei tempi, la memoria mi restituisce soprattutto un avversario imbattibile. Anche lui, in realtà, più grande di me. Luciano De Crescenzo. Non era un vomerese puro, Luciano proveniva dal quartiere Chiaia, ma aveva frequentato il Sannazaro. Poteva contare su un vantaggio enorme, bisogna ammetterlo. Era bellissimo. Tanto da far morire d´invidia tutti noi altri. Con le ragazze, uno così, non doveva fare nessuna fatica. Anzi, quasi sempre sono state le donne ad inseguire lui. Nessuna meraviglia che poi si sia fidanzato con la più bella di tutte, una ragazza incantevole che poi fu sua moglie...». Oggi Ernesto Mazzetti ha più di cinquant´anni da giornalista. «La parte seria della carriera comincia proprio con un invito di mio padre. Visto che oramai scrivi, mi disse, potresti collaborare col Mattino. Non ero ancora maggiorenne, nel giornale più prestigioso della città debuttavo occupandomi di sport. Per la verità, sentivo che quello non era proprio il mio ambito. Lo sport mi attraeva, ma a quei tempi, anche più che adesso, il calcio dominava completamente le poche pagine sportive dei quotidiani politici. Io avevo una gran passione per i motori, e per discipline che conquistavano uno spazio limitatissimo. Era già complicato strappare il famoso trafiletto. Mi capitò dopo un po´ l´occasione di passare al Tempo. La presi al volo, e non immaginavo quanto fortunato potesse rivelarsi quel trasloco. Tutti e tre i redattori più in gamba, proprio in quel periodo, accettarono altre proposte e andarono via. La redazione napoletana andava perciò ripopolata in fretta. Mi ritrovai assunto col ruolo di praticante appena diciottenne, e dopo meno di due anni avevo già una tessera da professionista nella tasca. Lo ammetto, una specie di record». Scopre il ruolo dell´inviato di punta. Disegna storie che raccontano l´Italia e il mondo. Vive insomma da giornalista come la mitografia professionale prevede. Scrive di casi criminosi che appassionano il paese, del viaggio italiano di Jacqueline Kennedy, di tanto altro. Quanto basta a convincere la direzione del Mattino che uno così va riportato a casa. «E in effetti torno in via Chiatamone nel 1962. Stavolta con l´incarico di inviato e di vice capocronista. Furono anni divertenti anche lì». Grazie a un ampio servizio sulle monarchie socialdemocratiche scandinave gli viene assegnato il Premio Saint Vincent. Ernesto Mazzetti è ufficialmente un giornalista di vertice. Ma anche questa seconda esperienza al Mattino sta esaurendosi. «è il 1968, e mi giunge l´offerta di passare in Rai. Tra l´altro, vengo a sapere che il mio è un posto che deve ristabilire degli equilibri. Nel gioco di spartizione politica dei posti, era stato appena attribuito un posto a un democristiano, dunque un uomo di area cattolica. La regola era rigorosa, prevedeva che l´equilibrio venisse immediatamente restaurato. Io ero un laico, e con un curriculum professionale ormai decisamente forte, perciò adattissimo a bilanciare l´arrivo dell´uomo Dc. Fu l´inizio di un´esperienza che sarebbe durata a lungo». Per poco meno di un decennio è caposervizio alla redazione napoletana. è il periodo in cui è coinvolto anche in attività sindacali, fino a rivestire la carica di segretario nazionale dell´Usigrai, l´organo di rappresentanza dei giornalisti Rai. Sul finire degli Anni ´70, viene chiamato a Roma. Sta nascendo la Terza Rete, e lui ne sarà vicedirettore. A quel prodigio nascente di giornalismo televisivo completamente rinnovato, Ernesto Mazzetti dà il suo tocco di intellettuale scanzonato. Lui resterà un uomo di studi rigorosissimi, che però preferisce evitarsi l´aria dell´accademico. Ama cullarsi nella sua ironia naturale, nel dirompere delle sue risate compiaciute. Nemmeno il ricordo della Rai dei Professori dissolve il suo sorriso. «Ero tornato a Napoli nell´87, così volle Biagio Agnes, all´epoca potentissimo direttore generale della Rai. Mi insediai prima come responsabile dei servizi giornalistici, due anni più tardi nel ruolo di capo della sede regionale. è una esperienza che ricordo volentieri, ho ancora tanti vecchi colleghi di quel periodo che incontro e che mi dicono di aver vissuto allora anni di lavoro produttivo, ma anche di rapporti assai distesi tra compagni di lavoro. Spero sia vero, confesso che mi gratifica sentirmelo dire. Andai via nel ´94, proprio con quella celebre ristrutturazione Rai. Curioso, no? Io lo ero professore e tornavo a fare il professore. E lasciavo proprio la Rai dei Professori. Così la chiamarono». Riaffiora il docente, assopito per un po´ d´anni. La cattedra gliel´aveva tenuta in caldo una legge di qualche anno prima. «Una norma che devo a Barbiellini Amidei. Anche lui docente universitario. In realtà in Italia, con questa doppia veste, giornalista e professore, eravamo quattro in tutto. I suoi buoni uffici presso il ministero, credo fosse grande amico di un sottosegretario, servirono a insinuare proprio i giornalisti in una legge pensata per conservare in realtà la cattedra ad altre categorie». è così che vede la luce la gran parte delle sue numerosissime pubblicazioni. Le più recenti sono i godibilissimi "Scenari del Sud di ieri e di oggi" (edito da Guida) e "Metropoli, Reti, Mediterraneo" (edito dalla Società Geografica Italiana). Libri che talvolta emergono dalla sua naturale attitudine al racconto, altre volte da raccolte di inchieste realizzate nel corso della carriera da inviato, altre ancora dagli studi e dall´attività accademica, e dunque soprattutto saggi di geografia politica ed economica, materia che Ernesto Mazzetti tuttora insegna all´Università Federico II. Nel 1978 merita anche il Premio Napoli per le sue pubblicazioni in ambito meridionalistico. «Oggi ho settantuno anni. E la fortuna di possedere un cervello ancora ben funzionante. Ammetto di aver messo da parte un bel po´ di soddisfazioni. Sia nella vita di giornalista, sia in quella di professore. Spesso mi chiedono se mi sento più l´uno o più l´altro. La risposta è semplice: ma chi l´ha detto che devo scegliere? Mi sono divertito e continuo a divertirmi dietro la cattedra e anche dietro una macchina per scrivere, o se volete un computer. Del resto, se ho vissuto entrambe, vuol dire che ciò che m´interessava davvero è trasmettere cultura. In fondo è quel che ho fatto. E che continuo a fare».

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Università, non è festa ma protesta (sezione: Cultura)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Università, non è festa ma protesta inaugurazione dell'anno accademico con qualche defezione tra i professori E ora rischiano la denuncia gli autori delle scritte sui palazzi di via Balbi ripresi dalla Digos DOPO settimane di assenza, il futuro incerto del mondo accademico e i tagli all'università tornano prepotentemente alla ribalta. L'occasione è offerta dall'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Genova, andata in scena ieri, nell'aula magna di via Balbi, attorno a mezzogiorno. Con quasi un'ora di ritardo rispetto al previsto, a causa della protesta degli studenti che hanno occupato l'aula - pacificamente - armati di striscioni, pentole, tamburi e con una sorta di carro carnevalesco raffigurante un drago. Finché gli agenti della Digos, in borghese, non li hanno costretti ad andarsene, tra i mugugni di qualche docente che ha definito «eccessivo» e «fuori luogo» l'intervento della polizia. Intervento che, comunque, non ha visto momenti di particolare tensione. La polizia ha accompagnato fuori un po' alla volta gli studenti, che poi si sono intrattenuti nell'anticamera dell'aula spintonandosi coi poliziotti e salutando l'arrivo del rettore con un boato di urla e fischi. Mezz'ora dopo la protesta si era già spenta, anche se potrebbe avere uno strascico tuttaltro che secondario: la Digos ha filmato alcuni giovani che tracciavano scritte con lo spray su alcuni palazzi in via Balbi e nelle strade limitrofe. Sono edifici "storici" vincolati, se gli imbrattatori saranno individuati, per loro scatterà una denuncia penale. «Il dramma di questi ragazzi è il loro futuro», dice un professore, che preferisce rimanere anonimo e che ieri ha scelto di non partecipare alla cerimonia in pompa magna, con tutti i colleghi togati come da tradizione. «In quarant'anni di carriera non ho mai indossato la toga. Certe cerimonie non fanno per me. E oggi, in particolare, credo che ci sia poco da festeggiare». Lo stesso rettore, Giacomo Deferrari, lo aveva detto: «Non sarà una festa. In questi tempi non possiamo permettercelo». E in effetti l'inaugurazione dell'anno accademico di ieri verrà ricordata per l'occupazione degli studenti, per i loro slogan urlati e scritti sui muri e sull'asfalto di fronte al portone dell'ateneo: "Fuori le mummie dall'Università!", "No al sistema baronale italiano!". Sullo sfondo, da un lato i pesanti tagli inflitti all'Università dalla Finanziaria del 2009, ma anche da quelle dei governi precedenti. Dall'altro un mercato del lavoro in crisi. «L'Università? dice l'anonimo professore - sta diventando sempre più un parcheggio per giovani, e meno giovani, che non trovando lavoro s'iscrivono a un dottorato, o a un master. Non per vocazione, ma per mancanza di meglio. Io sto per andarmene in pensione, con qualche anno di anticipo. E' una mia scelta, bisogna fare largo ai giovani. Spero almeno che serva a qualcosa». L'Università di Genova è la più vecchia d'Italia e nel giro di nemmeno dieci anni perderà, per sopraggiunti limiti di età, più della metà dei suoi docenti. «Ma per i giovani l'ingresso non sarà automatico. Io ho beneficiato di una grande infornata di docenti, una specie di sanatoria, avvenuta nel 1982. Oggi fare carriera all'universitàè molto più difficile». Ne sanno qualcosa i tanti ricercatori precari, assegnisti di ricerca o co.co.co., dell'ateneo genovese che ieri però non hanno aderito alla protesta degli studenti. Spiegando, in un comunicato, di essere «fiduciosi di un prosieguo del dialogo con il Rettore, col quale si sta cercando di trovare un ventaglio di soluzioni per attuare l'auspicata stabilizzazione delle centinaia di persone che ogni giorno nel nostro Ateneo svolgono fondamentali compiti nel campo della ricerca e della didattica». Hanno invece aderito, siglando un'inedito "gemellaggio" tra studenti e precari, i lavoratori dell'amministrazione, presenti alla prima fase della (pacifica) occupazione con una rappresentanza, uno striscione e tanti volantini (nel box qui accanto) «Il rettore - dice Francesco Bertazzo, rappresentante degli studenti della facoltà di Lettere - si sta dimostrando molto aperto e merita la nostra fiducia. Capisco i miei compagni che hanno protestato. Ma credo davvero che ora sia il momento sia arrivato il momento di rimboccarci le maniche e lavorare per costruire un ateneo migliore». Francesco Margiocco 01/03/2009

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<uno sportelloall'università> (sezione: Cultura)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

«uno sportelloall'università» l'iniziativa LA BANCA DEL TEMPO di Genova cerca proseliti anche tra i ventenni. «Stiamo tentando di aprire uno sportello presso l'Università di Genova - spiega la presidente dell'associazione Giratempo - crediamo fermamente nella possibilità di incontrare l'adesione non solo degli studenti, ma anche del personale amministrativo e soprattutto dei docenti». Un'analoga esperienza ha aperto i battenti un paio di anni fa alla Sapienza, a Roma. La gestione è totalmente in mano degli studenti, con l'obiettivo di svilupparne le capacità d'intervento culturale e sociale nelle aree a loro destinate. Lo sportello "Time-in" si trova presso i locali della Facoltà di Architettura di questa università romana, e si tratta di una presenza molto interessante perché partecipata e accolta molto bene dalla comunità dell'ateneo. Unico problema: il periodo degli esami. In questi momenti i ragazzi spariscono, e i "debiti" di tempo e ore contratti con lo sportello rimangono in sospeso. 01/03/2009

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C'è l'Onda, polizia in facoltà (sezione: Cultura)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

C'è l'Onda, polizia in facoltà Genova: irruzione degli studenti all'inaugurazione dell'anno accademico, arrivano gli agenti GENOVA. Studenti e precari dell'Università, insieme, accendono l'inaugurazione dell'anno accademico a Genova, il primo dell'era di Giacomo Deferrari (dal novembre scorso al vertice dell'Ateneo) tra cori da stadio e qualche momento di tensione. "Non c'è un c... da inaugurare", gridano gli studenti, in gran parte delle facoltà di Lettere e Filosofia, invadendo l'aula magna con pentole, mestoli e tamburi. E dovranno intervenire gli agenti in borghese della questura per far sgombrare l'aula e dare il via, con un'ora di ritardo, alla cerimonia. Nessun ragazzo sarà denunciato per quello che è accaduto all'interno dell'Università, ma la Digos sta già esaminando i filmati che ritraggono alcuni giovani che imbrattano con vernice-spray i palazzi di via Balbi e dintorni: sono edifici tutelati e, se verranno individuati, i responsabili rischiano una denuncia. Il rettore sdrammatizza («erano soltanto poche decine di ragazzi che hanno stretto un'alleanza con un gruppo ristretto di precari. gli altri quarantamila studenti, evidentemente, hanno opinioni diverse»), e liquida la protesta come un atto «legittimo perché siamo un'università libera. Ma un po' sconclusionato, basato su un equivoco di fondo». L'equivoco, cioè, della privatizzazione: «Non vogliamo affatto dare l'Ateneo ai privati, la trasformazione dell'Università in mera fondazione non è mai stata discussa, non è all'ordine del giorno e non ho intenzione di proporla. Siamo e restiamo pubblici e io ho persino firmato un manifesto di una sigla sindacale contro le fondazioni». Deferrari, che il Sessantotto lo ha fatto dalla parte dei ragazzi come giovane studente della facoltà di medicina, oggi interpreta in maniera per nulla ingessata il compito che gli è affidato. «Il ruolo del rettore che piace a me è presidenziale, con ampia facoltà di decidere nel rispetto degli organi d'istituto - dice - i quali hanno però facoltà di impeachment». Ovvero, il potere di mettere in "stato d'accusa" il presidente-rettore che sgarra. Però, pur trovandosi dall'altro lato della barricata, guarda con simpatia e distanza alle proteste. «Sono una piccola parte dei nostri studenti - ripete - ma bisogna ascoltare anche loro». E la cerimonia si svolge su due binari paralleli, come una commedia surreale: nel salone affrescato dell'Aula Magna siedono gli invitati, le personalità, docenti e rappresentanti degli organi universitari. Fuori, il suono delle pentole percosse dagli universitari e dei fischietti. Finché la Digos interviene per portare via a forza chi si oppone con una resistenza passiva e non violenta. Echi lontani di cui la platea non si accorge (se non per il calare progressivo del silenzio all'esterno) mentre Deferrari sta illustrando la "sua" Università degli anni a venire. «Le sfide 2009 dell'Università di Genova saranno il nuovo piano edilizio per le facoltà, i lavori all'Albergo dei Poveri, la modifica del sistema di governo dell'ateneo - dice - l'accorpamento di poli e dipartimenti, la razionalizzazione delle spese». E se la contestazione ha fatto ritardare di un'ora l'inizio della cerimonia (annunciata per le undici e slittata a mezzogiorno) il rettore salta le formalità e stringe come può i tempi. E, mettendo da parte le formule del lungo discorso scritto, ribadisce il suo progetto di razionalizzazione che passa anche per un taglio del personale definito "inevitabile". «Dobbiamo evitare di superare il limite fissato dalla legge, oggi il 90% della spesa corrente, che può essere destinato a pagare gli stipendi del personale.Perché se "sforassimo" perderemmo i finanziamenti che ci sono necessari per andare avanti, fare ricerca e didattica di alto livello». Da qui l'esigenza già annunciata di tagliare il prolungamento del servizio oltre l'età della pensione, il cosiddetto "biennio Amato". «Ma anche la volontà di incentivare i prepensionamenti, verificare la congruità del tempo pieno che non sempre corrisponde a reali necessità, premiare i risultati e le eccellenze. Perché ci sono facoltà che hanno più docenti di quello che richiede il carico di lavoro e altre che ne hanno meno». La razionalizzazione di Deferrari passa anche attraverso l'edilizia universitaria, «eliminando gli edifici che non servono e valorizzando quelli inutilizzati». Sull'Albergo dei Poveri, edificio enorme e con grandi potenzialità, annuncia un tavolo di confronto con l'intera città. «Il Politecnico, su cui si discuterà lunedì, avrà senso solo se sarà un progetto articolato, non un cambio di locazione. Altrimenti, c'è già l'Istituto italiano delle tecnologie». Francesco Margiocco Bruno Viani viani@ilsecoloxix.it 01/03/2009 i vandalismiLa cerimonia ritardata di un'ora. Imbrattati con spray alcuni palazzi di via Balbi 01/03/2009 il rettore «Erano in pochi. È legittimo protestare, ma c'è un equivoco di fondo» 01/03/2009

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Lions in prima linea contro la violenza alle donne (sezione: Cultura)

( da "Caserta News" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Domenica 1 Marzo 2009 Lions in prima linea contro la violenza alle donne ASSOCIAZIONI | Marcianise Stolking, legalità, violenza contro le donne, numerose le iniziative, atte al contrasto di atti criminosi, messe in campo dai Lions del Distretto 108Ya, guidato dal Governatore avv. Alfonso Caterino, che comprende Campania, Basilicata e Calabria. Tra i lions clubs promotori quello di Marcianise presieduto dall'ing. Francesco Zinzi. Con un impegno costante, che parte da lontano, numerosi lions si sono attivati per una campagna di sensibilizzazione contro la violenza alle donne con incontri e dibattiti tutti preparatori all'incontro che si è svolto a Caserta, venerdì scorso, nella Sala Conferenze di Confindustria. Nell'incontro-dibattito si è affrontato il delicato tema della violenza sulle donne, nell'ambito domestico e lavorativo, affrontandone gli aspetti giuridici e psicologici legati alla sicurezza sul territorio. Numerosi ed autorevoli gli oratori che hanno discusso sulla nuova legge sullo "stalking", di violenza domestica: come antinomia di emergenza sociale o piaga che permane, e degli aspetti psicologici del "femminile della sensibilità del nostro tempo" per i lavori coordinati dalla dott.ssa Maria Cristina Di Giacomo, delegata del governatore per le "Pari Opportunità". "La stragrande maggioranza di casi di violenza alle donne ? ha commentato il presidente Francesco Zinzi - avvengono nelle mura domestiche dove spesso mariti frustrati sfogano la loro rabbia repressa sulla compagna. E ciò avviene perché in genere sono donne che soffrono una sudditanza dovuta ad uno stato di debolezza non solo fisica ma di condizione economica e di posizione sociale. Noi uomini abbiamo una grande responsabilità nel proteggerle ? continua Zinzi - e perciò dobbiamo cambiare mentalità dando loro il giusto spazio nel modo del lavoro e nel gestione della cosa pubblica." Tra gli oratori intervenuti al convegno il prof. Aldo Masullo (Docente emerito di filosofia morale presso l'Università di Napoli), Donato Ceglie (s.Procuratore della Repubblica del Tribunale di S.Maria Capua Vetere), Mario Romano (v.Presidente nazionale della "Assostampa Forense"), Anna Baldry (Docente di Psicologia sociale presso la II Università di Napoli), presenti "Unione Donne Italiane" e "Azzurro Donne".

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Taccuini e appunti, l'altra letteratura (sezione: Cultura)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Taccuini e appunti, l'altra letteratura --> L'importanza delle note private degli autori sottolineata in ateneo Domenica 01 Marzo 2009 TERZA, pagina 29 e-mail print Cultura non è solo letteratura. «I diari di viaggio, le lettere, i carteggi e i taccuini realizzati dagli scrittori e dagli intellettuali italiani tra Otto e Novecento sono dei tesori letterari che per troppo tempo sono stati considerati dei semplici documenti da cui ricavare informazioni inerenti la vita privata degli autori». Con queste parole Matilde Dillon Wanke, docente di Letteratura all'università di Bergamo, ha spiegato l'obiettivo del convegno «Carte private. Taccuini, carteggi e documenti autografi tra Otto e Novecento», cominciato giovedì e concluso ieri nella sede universitaria di Piazza Vecchia. Matilde Dillon ha coordinato l'intero progetto. Ha spiegato: «L'Italia deve seguire l'esempio della Francia che da oltre quarant'anni riconosce il valore letterario oltre che storico, antropologico e sociologico delle cosiddette "carte private" degli scrittori. Mentre l'opera letteraria persegue degli scopi e dei modelli precisi, i carteggi degli autori vengono scritti spontaneamente senza seguire i rigidi canoni letterari dell'epoca e rivelano aspetti degli autori stessi ma anche dei territori e della società in cui essi vivevano davvero sorprendenti». Il convegno bergamasco è l'ideale prosecuzione del convegno «Le carte vive. Epistolari e carteggi nel Settecento» che si è tenuto nella Biblioteca Capitolare di Verona nel dicembre scorso, organizzato dall'Università degli Studi di Verona in collaborazione con la Sezione di Italianistica dell'Università di Bergamo. A presiedere la prima giornata del convegno è stato il Professor Gian Paolo Marchi, dell'Università di Verona, che ha sottolineato: «È importante l'ampliamento del campo d'interesse in ambito letterario che va a recuperare ciò che troppo spesso è rimasto chiusi negli archivi. Cimentarsi nella ricerca di questi giacimenti di "carte private" richiede lo sviluppo da parte di studiosi, bibliotecari e archivisti di un particolare metodo che preservi il più possibile i documenti e che ne permetta una precisa datazione». Tra gli interventi quello di Novella Bellucci dell'università La Sapienza di Roma, la quale ha parlato del rapporto epistolare tra Paolina Leopardi e Marianna e Anna Brighenti: «Le lettere scritte da Paolina Leopardi rispecchiano il profilo di un personaggio emblematico della condizione in cui vivevano tante donne colte dell'Ottocento: subivano una forte limitazione della propria libertà di pensiero e di espressione. Infatti, nonostante la produzione di lettere e diari fosse tradizionalmente più femminile che maschile, essa raramente riusciva ad esprimersi pubblicamente. Tutt'oggi la vasta produzione di "note di lettura" di Paolina è conservata nella biblioteca privata del castello di Recanati e purtroppo non è accessibile al pubblico». Interessante anche l'intervento di Maria Giovanna Saintjust dell'Università di Cagliari che ha parlato delle lettere di Giosue Carducci ai familiari dove, secondo la studiosa: «Si scopre un'immagine del Carducci diversa da quella tradizionale che lo vuole serio e incapace di commuoversi. Nell'epistolario Carducci utilizza spesso un codice burlesco, familiare, per esempio quando descrive i poeti italiani suoi contemporanei. Scrive appassionate lettere d'amore all'amata Lidia mentre alla moglie chiede perdono per la sua infedeltà. In una lettera destinata alla moglie, inoltre, dichiara: "Io odio la retorica sentimentale. E scrivere lettere mi pesa perché non è mai sufficiente ad esprimere davvero i sentimenti"». Giulia Gritti 01/03/2009 nascosto-->

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Ex aree industriali, alzano la mano e chiedono la parola anche gli agenti immobiliari: con il lavoro... (sezione: Cultura)

( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Domenica 01 Marzo 2009 Chiudi Ex aree industriali, alzano la mano e chiedono la parola anche gli agenti immobiliari: con il lavoro del gruppo di Paolo Tigli che volge al termine, una proposta di riutilizzo di quegli spazi arriva da chi appartamenti, case e negozi li tratta tutti i giorni, al punto di poter tradurre in cifre e volumi quello che qualunque reatino di buon senso sa da sempre, ovvero che il patrimonio immobiliare disponibile sopravanza di gran lunga la popolazione residente. «Come tanti abbiamo seguito la discussione infinita sul destino delle aree industriali, discussione che forse può imboccare una qualche pista di concretezza grazie alla meritoria iniziativa del sindaco Emili di creare un gruppo di lavoro ad hoc», è la premessa di Mario Felici e di Andrea Malfatti della Fiaip, la federazione che associa le agenzie immobiliari. Punto di partenza dell'analisi il rapporto tra popolazione e abitazioni, «popolazione che da anni si è stabilizzata intorno a quota 47mila mentre sul fronte immobiliare tra abitazioni edificate (25.300), potenziali (3.185) e recuperate in centro storico (300) siamo nell'ordine delle 28.875 case sul mercato. Ora, considerata una media standard di due persone per casa, a Rieti sarebbero bastate 23.500 abitazioni: ne abbiamo dunque già 5.285 in avanzo. A chi pensiamo di darle?». Questo è il quadro in cui si inserisce il recupero delle ex aree industriali: «Tra Zuccherificio, Montecatini e Viscosa fanno circa 8 ettari per il cui utilizzo abbiamo sentito parlare di auditorium, centro fieristico, nuovo centro commerciale. Sommessamente, ricordiamo che Roma per avere il suo auditorium ha impiegato più di 100 anni ed era Roma. Un centro fieristico si regge se ci sono attività e prodotti da mettere in mostra e Rieti ne é priva. Quanto ai centri commerciali crediamo che anche lì valga il principio del troppo pieno, vale a dire che se ne apre uno nuovo ne chiuderà un altro già esistente». E siamo alla proposta: «Un campus universitario, secondo i canoni della tradizione anglosassone: con aule, laboratori, mensa e spazi pubblici ma anche con gli appartamenti per studenti e docenti, i campi sportivi, la palestra e tutti i servizi di una cittadella del sapere. A Tor Vergata, 35mila studenti danno lavoro a 3243 addetti. Qui a Rieti basterebbero 5mila persone». Di quale università? «Un'università che voglia competere con le altre: la Bocconi? La Luiss? Toccherà alla classe dirigente di questa città cercare interlocutori . E' chiaro che qui si parla di investimenti di privati, ma allora bisogna aprire la strada a un investimento in grado di generare a sua volta ricchezza. Guai a ripetere gli errori fatti col mattatoio o col campo d'altura: si prendono soldi pubblici per fare opere che poi diventano un peso per la città». A.L.

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Pubblico-privato uniti per <fare economia> (sezione: Cultura)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

VETRINA pag. 9 Pubblico-privato uniti per «fare economia» LA RICETTA «L'OTTICA - dice l'assessore Crotti - è quella di creare un "prodotto turistico" unitario, capace di diventare più attrattivo grazie anche al rapporto pubblico-privato, che si sta sempre di più potenziando».

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la biografia del vescovo Amadei (sezione: Cultura)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

la biografia del vescovo Amadei --> Domenica 01 Marzo 2009 CRONACA, pagina 13 e-mail print 13 febbraio 1933 Roberto Amadei nasce a Verdello. 1938 La sua famiglia si trasferisce nella vicina Pognano. 1944 Entra nel Seminario di Clusone, a 11 anni; proseguirà poi gli studi liceali nel Seminario di Bergamo e quelli teologici a Roma come alunno del Pontificio Seminario Romano, licenziandosi in Sacra teologia. 16 marzo 1957 Viene ordinato sacerdote. Resta a Roma per perfezionare gli studi di Storia ecclesiastica presso la Pontificia Università Gregoriana, dove consegue la laurea. 1960 A 27 anni rientra in Diocesi e diventa docente di Storia della Chiesa in Seminario. 1968-1981 Nominato preside della Scuola di Teologia. 1981-1990 Diventa rettore del Seminario. Nel frattempo svolge anche attività pastorale nei giorni festivi, a servizio della parrocchia di Santa Lucia in città e della Clinica San Francesco fino al 1978, poi della parrocchia di Longuelo. 21 aprile 1990 Nominato vescovo per la diocesi di Savona-Noli. 2 giugno 1990 Consacrato vescovo da monsignor Giulio Oggioni. 21 novembre 1991 Nominato vescovo di Bergamo. 26 gennaio 1992 Trasferito nella diocesi di Bergamo. 1996-2005 Visita pastorale di tutte le 390 parrocchie della diocesi. 28 novembre 2004 Inizia il cammino del XXXVII Sinodo Diocesano. 16 settembre 2006 Apertura solenne del XXXVII Sinodo della Chiesa di Bergamo. 30 settembre 2007 Conclusione e promulgazione delle Costituzioni sinodali. 22 gennaio 2009 Il Papa accoglie la sua rinuncia al governo pastorale della diocesi, nominandolo nel contempo, fino all'ingresso del nuovo vescovo (15 marzo 2009) amministratore apostolico. 01/03/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE

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ROMA - I fondi Fas, quelli per le aree sottosviluppate, non si toccano: sono destinati al Sud <e lì devono rimanere> (sezione: Cultura)

( da "Adige, L'" del 01-03-2009)

Argomenti: Cervelli

ROMA - I fondi Fas, quelli per le aree sottosviluppate, non si toccano: sono destinati al Sud «e lì devono rimanere» ROMA - I fondi Fas, quelli per le aree sottosviluppate, non si toccano: sono destinati al Sud «e lì devono rimanere». Parola del presidente del Senato Renato Schifani, che al congresso dell'Mpa sostanzialmente sposa la battaglia combattuta in questi mesi in Parlamento anche dalla formazione del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo contro l'uso di quei fondi da parte del governo per finanziare opere in altre parti del Paese. E nella seconda giornata delle assise dell'Mpa a farla da padrone resta il federalismo: che per Schifani deve essere «solidale» e che, ammonisce Massimo D'Alema, se fatto male «può essere dannoso». Fra gli applausi dei delegati, Schifani scandisce bene le parole e sostiene che «il Sud sta tornando a farsi sentire e sta rialzando la testa». Le fibrillazioni tra Schifani e Lombardo, che avevano messo a dura prova la stabilità del governo regionale siciliano, sembrano acqua passata. Dal palco il presidente del Senato riconosce la bontà delle battaglie combattute dal governatore siciliano: da quella per il Ponte dello Stretto (i cui cantieri, annuncia, apriranno presto), a quella per lasciare in Sicilia il gettito delle imposte prodotte nell'Isola, fino a quella per il casinò. E, ribadendo l'inammissibilità di un'Italia a due velocità, Schifani sottolinea che «il federalismo fiscale dovrà offrire giuste risposte al malessere del Nord ma non potrà trascurare le giuste aspettative del Mezzogiorno». L'appello al Paese è a «guardare allo sviluppo del Sud con grande senso di responsabilità». Perché, sostiene,«non può esserci crescita dell'Italia se verranno lasciate indietro alcune aree del Paese». E perché il Sud è «un'opportunità per l'intera Nazione» con le sue risorse da valorizzare, le sue «operosità ed intelligenze». Il riferimento è alla fuga dei cervelli. «Il Sud ha bisogno di loro, e loro hanno bisogno di rimanere nelle loro terre che amano». Sul ddl Calderoli spara Massimo D'Alema, che pure rivendica a «paternita» del federalismo in Italia. «Non è la medicina che cura tutti i mali, e se lo facciamo male potrebbe persino aggravare i mali del Paese, come in parte sta già avvenendo», sostiene l'ex premier. «È - dice sarcastico - una legge bellissima: promette più soldi al nord e al sud e taglia le tasse per tutti. Manca solo che preveda che resteremo tutti sempre giovani...», dice tra gli applausi del congresso. 01/03/2009

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<Consulenza alle imprese> (sezione: Cultura)

( da "Adige, L'" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

l'intervista Il prof. Erzegovesi spiega il progetto dell'ateneo «Consulenza alle imprese» «L'ipotesi, ma non ho elementi certi per affermarlo con sicurezza, è che in una situazione di difficoltà di pagamenti è possibile che si cerchi una forma di tutela più forte da punto di vista legale. Quindi, non escludo che crediti che prima erano regolati da bonifici o da ricevute bancarie, cioè con una pressione soft sul debitore, ora vengano "cambializzati"» Così Luca Erzegovesi, docente di finanza aziendale alla facoltà di economia, tenta di dare una spiegazione per l'impennata del valore degli effetti protestati (assegni e cambiali) in Trentino Alto Adige. «Poi - aggiunge - bisogna considerare il numero delle cambiali agrarie che indicano il livello di tensione nel mondo agrario e, in generale, capire se questo fenomeno è spinto dalle imprese o dalle banche in presenza di elevati scoperti di conto corrente». Insomma, non è semplice dare una spiegazione ai numeri estrapolati dal «Registro informatico dei protesti» che vedono in provincia di Trento l'incremento più consistente degli insoluti rispetto al resto d'Italia. «In effetti - prosegue il professore - si tratta di cose molto nascoste alle rilevazioni, di cui non è facile dare un'interpretazione. Sicuramente, però, a conferma della sensazione che si sia aggravato il problema pagamenti c'è il fatto che cresce l'importo unitario di questi titoli». Più imprese o famiglie nell'elenco dei protestati? Trattandosi di importi discretamente consistenti (oltre i 4 mila euro, ndr) io credo che stia crescendo la componente imprese. Qual è il caso peggiore? Se l'aumento degli insoluti nasce a seguito di transazioni tra imprese è forse il segnale più grave di peggioramento del quadro economico. Significa che è in atto una restrizione del credito e bisogna stare molto attenti, soprattutto qui da noi. Perché? In Trentino Alto Adige c'è una tradizione piuttosto forte di scoperti di conto corrente perché, da sempre, le Casse rurali e le Raiffeisen accordano facilmente forme di credito alle imprese. Le nostre imprese sono a rischio? Le cose stanno cambiando, basti pensare al piano di riassetto finanziario lanciato dalla Provincia ad ottobre. Può essere, però, che la restrizione delle linee di credito abbia colpito i soggetti più fragili. È una situazione allarmante? Qui da noi, per il minor peso che ha il settore manifatturiero, direi che la situazione è ben lontana dall'essere allarmante. C'è ancora margine per intervenire con piani di riequilibrio e risanamento delle situazioni incagliate. Però serve un lavoro di consulenza a tutto campo. Che significa? Bisogna andare a vedere se il business è sano e se con il consolidamento del debito, magari con cessione di qualche ramo d'azienda, l'impresa può continuare ad operare. Per buona parte delle imprese regionali è possibile. Chi può intervenire? Non si tratta necessariamente di iniettare ancora denaro pubblico. Anche l'Università può fare la sua parte con consulenze e affiancamento all'imprea nel rapporto con creditori e banche. A questo proposito stiamo progettando una sorta di punto d'ascolto che vorremmo proporre alle associazioni d'impresa per aiutare i piccoli imprenditori, che molto spesso non hanno competenze di tipo bancario e creditizio, per rimettere ordine nella gestione aziendale. Questa può essere una strada per orientare anche le banche e i consorzi di garanzia che possono decidere se dare o meno un'altra chance all'impresa. D.B. 01/03/2009

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CORONA PERER I l titolo viene dalla fine: l'incendio di Smirne (sezione: Cultura)

( da "Adige, L'" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

CORONA PERER I l titolo viene dalla fine: l'incendio di Smirne CORONA PERER I l titolo viene dalla fine: l'incendio di Smirne. La cosa strana è che la sua autrice sta già lavorando al prossimo libro, partendo proprio dalla fine. Sarà ambientata a New York. Per Antonia Arslan la fine è una sorta di «inizio». Come quando il nonno le raccontò le origini della famiglia. Anni dopo scrisse il best-seller «La masseria delle allodole» (Rizzoli 2004) grande saga familiare armena: solo in Italia 200 mila copie e incetta di premi letterari (dallo Stresa al Campiello e al Fregene). Poi il noto film dei fratelli Taviani. È sempre la fine degli armeni a portarla a prendere posizione sulla Turchia d'oggi e a suggerire per l'Europa un «nuovo inizio» nei rapporti diplomatici. «La strada di Smirne» (edizioni Rizzoli, 285 pagine, 18,50 euro) è in libreria da una settimana. Tre bambine e un maschietto vestito da donna si imbarcano su una nave per l'Italia. Altri orfani trovano rifugio prima ad Aleppo e poi a Smirne. Sono i sopravvissuti al genocidio degli armeni. È questa la trama che fa da sfondo al seguito della «Masseria», il cui merito fu di aver fatto conoscere al grande pubblico la tragedia armena. L'orologio della storia riparte dal 25 luglio 1916. Shushanig e i quattro figli, scampati al massacro, partono verso un mondo sconosciuto e carico di promesse: l'Italia, luogo dell'incontro con lo zio Yerwant e l'esotica zia veneta. Ad Aleppo restano i suoi salvatori: la serva greca Ismene, il prete Isacco e il vecchio mendicante turco Nazim che uniscono le loro forze per farsi cura dei bambini armeni che, persa la famiglia, vagano nelle strade della città siriana. Piccoli scheletri con occhi immensi che frugano nella polvere dei vicoli alla ricerca di cibo. Non prosa di una grande scrittrice, ma vita vissuta e l'occasione per guardare ai tempi attuali. Mesi fa una petizione di 200 intellettuali, firmata da 30.000 persone, chiese alla Turchia di compiere il grande passo: chiedere scusa agli armeni. Giornalisti e docenti universitari domandano al governo di chiarire alla propria coscienza e a quella nazionale ciò che fece la Turchia ad una parte del proprio popolo. A firmare sono stati molti turchi che con fatica hanno cominciato a comprendere la verità dei fatti del 1915. La riconciliazione fu proposta da Hrant Dink, giornalista turco-armeno ucciso due anni fa, nel gennaio 2007. Ma di questo siamo molto disinformati. Di Shoah pensiamo ce ne sia stata una e sono invece almeno due: ebrei e armeni (e ad essere onesti almeno quattro, contando guerra in Bosnia e Gulag). Ne abbiamo parlato con l'autrice già docente di letteratura italiana contemporanea all'Università di Padova, che ha riscoperto le proprie radici armene traducendo le opere del poeta Daniel Varujan. P rofessoressa, dove riparte la vicenda? «Dal momento in cui Ismene e Isacco vedono partire Shushanig e i suoi figli. In Italia li attende lo zio Yerwant che è mio nonno, al quale ho dedicato il libro. Shushanig però morirà all'inizio del viaggio: dopo averli messi in salvo, si lascia andare verso l'adorato sposo già morto, Sempad. E questa non è fantasia ma la verità storica della nostra famiglia». Da dove viene il titolo? «Dalla fine: il libro si conclude con l'incendio di Smirne, la fine dei greci d'Anatolia. Ma la strada verso Smirne è la via che conduce all'appuntamento fatale con il grande porto levantino e greco e i tre personaggi che hanno salvato i bambini nel primo libro: Ismene, Isacco e Nazim». È vero che lei ha già iniziato il terzo seguito? «La terza parte è nella mia mente, finora ne ho scritto qualche pezzo, paradossalmente ho scritto la fine, che si dovrebbe svolgere a New York». Come ripartirà allora, dopo Smirne, la terza tranche e che titolo avrà? «Il titolo della terza parte dovrebbe essere "Autunno a Tudor City". La storia racconta il seguito, visto dalla bambina. Come scopre la vita, come scopre l'identità nascosta della famiglia, quella armena». Questa bambina si chiama per caso? Antonia? «Sì, da lì in poi il libro è autobiografico». La porterà per mano fino a che età? «Questo ancora non lo so, anche perché un libro ha le sue gambe e ogni tanto scappa di mano». Cos'è la strada di Smirne per lei? «Il vero cuore della storia, si parla d'amore, quello tra due ragazzini superstiti delle loro famiglie a Smirne. Hagop e Silvia si sono affezionati a Ismene e Isacco che li fanno aiutati e a 14 anni fanno l'amore, trovando consolazione l'uno nell'altro». I l momento più forte del libro? «Da un lato è la fine, il fuoco di Smirne, e poi quando alcuni superstiti tentano di tornare alla fine della guerra. Ma sono ricacciati via». «Turchia e Unione europea: come procedono, secondo lei, le cose? «Tutti siamo col fiato sospeso per quanto riguarda la Turchia. La petizione online del dicembre 2008 degli intellettuali firmata da quasi 30 mila persone, tutti turchi, chiede al governo le scuse verso gli armeni. Ancora nulla al momento». Cosa chiederebbe lei all'Europa? «In realtà mi chiedo se l'Ue saprà mettere in campo una seria task force di diplomatici esperti che sappiano fare il loro mestiere: trattare con una diplomazia espertissima e astuta come quella turca. Sono mille i problemi sul tappeto con un paese con più di 70 milioni di abitanti, perciò potenzialmente forte nei futuri equilibri europei». Come in Turchia la memoria sta elaborando il suo passato? «Con fatica ma procede. Il libro dell'avvocata di Istanbul Fethiye Cetin ("Heranush mia nonna", edizioni Alet, Padova, ndr), che racconta come ha scoperto che sua nonna era una bambina armena rapita, ha portato moltissimi turchi di ogni strato sociale a rivelare che anche la loro nonna era stata rapita. Non se ne vergognano più». E perché avrebbero dovuto? «Perché queste bambine erano chiamate "i resti della spada": alla fine della guerra nel 1918, venivano sposate e inserite in famiglie turche, madri già a 12-14 anni! Come cancellare questa storia? Senza restituirle la verità non c'è futuro per la Turchia. L'Europa questo deve chiedere». 01/03/2009

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QUAL è la sua posizione rispetto alla Variante di Castelferretti? <Immagino come sar ... (sezione: Cultura)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

FALCONARA pag. 9 QUAL è la sua posizione rispetto alla Variante di Castelferretti? «Immagino come sar ... QUAL è la sua posizione rispetto alla Variante di Castelferretti? «Immagino come sarà: centinaia di nuovi abitanti, altrettanti autoveicoli che intasano un'area già trafficata e urbanizzata, a rischio idrogeologico, inserita nel Pai e Aerca, già oggetto di altri grandi progetti di sviluppo». Ce n'era bisogno? «Credo di no. Baldassarri e Brandoni si dicevano contrari, salvo poi cambiare idea al governo. Una delle tante giravolte a cui ci hanno ormai abituato». Quali soluzioni propone per mettere in sicurezza il territorio rispetto al rischio di esondazione? «Credo che sia urgente convocare un consiglio comunale sul tema, aperto a cittadini, forze sociali ed economiche e attori istituzionali, per capire cosa serve, cosa si è fatto e cosa va ancora fatto. Senza nascondersi solo dietro le scarse risorse, che sono un problema, ma cercando alternative o collaborazioni pubblico-private, magari con un project financing». Quali correttivi andrebbero adottati per la viabilità nei diversi quartieri? «La notizia di questi giorni è il probabile cambio di viabilità sulle vie Rosselli e Buozzi. L'ennesimo esempio del metodo della giunta: prima fa le scelte e poi cerca condivisione. Noi non ci stiamo, perché affrontare il tema della viabilità in modo parziale e locale è riduttivo e non porta a risultati efficaci se non trasferire il problema da una parte all'altra. Serve un progetto complessivo, che oggi non c'è». Meglio un centro commerciale alla Gabella o al casello Ancona Nord? «Meglio avere le idee chiare, ovvero non è tanto il qua o là, quanto la strategia di fondo per rilanciare territorio, economia, occupazione e attirare nuovi investimenti. Solo definito questo quadro, si può decidere. Su questi temi l'amministrazione non ha un progetto e continua a navigare a vista».

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A lezione dal grande Eric Ewazen (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: SPETTACOLI - data: 2009-03-01 num: - pag: 19 categoria: REDAZIONALE Matera Una masterclass di due giorni con il compositore statunitense A lezione dal grande Eric Ewazen MATERA — La stima e la credibilità di un brano musicale spesso dipendono dall'autorevolezza dall'interprete. E se vengono abitualmente commissionate dalla New York Philharmonic e dalla Chicago Symphony Orchestra, le partiture di Eric Ewazen, autore eseguito in tutto il mondo, devono avere sicuramente un valore considerevole. Dunque, non è affatto pletorico dire che si tratta di composizioni con un peso equivalente a quello di un macigno. Ed è facile immaginare il valore che può avere per la Città dei Sassi ospitare il prolifico compositore americano per una masterclass di due giorni, in programma domani e martedì nell'auditorium del Conservatorio «Duni» nell'ambito del dipartimento «Nuovi linguaggi e nuove tecnologie» avviato da Giovanni Tamborrino, l'innovativo performer e compositore delle «opere senza canto» che anche nel suo ruolo di didatta non rinuncia alla sperimentazione e al confronto con gli autori della scena contemporanea e i linguaggi dell'oggi. Didatta lo è anche Ewazen, che insegna composizione alla celebre Julliard School di New York, dove continua a portare la propria esperienza e a spiegare le più recenti tecniche compositive. Esattamente quello che farà in esclusiva italiana al conservatorio di Matera, che ha recentemente espresso un nuovo direttore, Saverio Vizziello, con il quale l'istituto sembra aver già avviato un nuovo corso. Tra i maggior talenti in circolazione - infatti è molto rispettato dai colleghi e, più in generale, dell'establishment musicale - Ewazen ha accettato ben volentieri di inserire Matera nel tour didattico che sta tenendo in questi giorni in alcune città europee. Al conservatorio Duni incentrerà la masterclass sulla composizione nella musica contemporanea americana. Un universo che il cinquantacinquenne compositore di Cleveland conosce molto bene. Perché pur essendo d'impronta tonale, la sua musica mantiene sempre una profonda consapevolezza rispetto agli altri stili e, dunque, per questo risulta particolarmente originale e seducente. Ma non ci si limiterà soltanto alle lezioni. Perché oltre ai laboratori in cui Ewazen lavorerà con diverse formazioni da camera composte dagli allievi del Conservatorio (il musicista americano ha scritto partiture per organici di ogni tipo), alla fine della seconda giornata è previsto che allievi e docenti dell'istituto tengano un recital dedicato al grande musicista americano. F. Maz. Recital Alla fine della seconda giornata di incontri, docenti e allievi del conservatorio «Duni» terranno un concerto dedicato all'ospite Eric Ewazen è uno dei più eseguiti compositori contemporanei

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Ateneo, registro presenze per prof (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: BARI - data: 2009-03-01 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Università Il rettore accelera, sarà in vigore in tutte le facoltà Ateneo, registro presenze per prof BARI — Il registro delle presenze dei docenti sarà presto una realtà in tutte le facoltà dell'Università di Bari. Voluto dal rettore Petrocelli e dal suo staff, invocato dagli studenti soprattutto dopo il caso Odontoiatria, il registro costituirà il diario obbligatorio di tutte le attività didattiche di professori e ricercatori, che dovranno annotarvi le ore di lezione, di tutorato e di ricevimento degli studenti. «Stiamo accelerando i tempi e credo che tra un mese o due tutte le facoltà si doteranno di questo strumento di trasparenza e verifica », spiega Giancarlo Tanucci, delegato dal rettore alla didattica. Nuove regole nel lavoro dei docenti, dunque, che l'Università aveva già messo nero su bianco con il nuovo regolamento di Ateneo, emanato la scorsa estate con un decreto del rettore, Corrado Petrocelli e valido per questo anno accademico. L'articolo 19 del documento prevede che «ciascun docente provvede alla compilazione del registro delle attività didattiche annotandovi tutte le attività svolte di docenza, tutorato e quant'altro di pertinenza dell'attività didattica, come previsto dai regolamenti di facoltà». E' quest'ultimo passaggio, sostanzialmente, che non ha ancora consentito alla disposizione di diventare operativa. «Esistono tre livelli diregolamenti didattici - spiega Tanucci - ; da quello di ateneo alle facoltà, fino ai singoli corsi di laurea. I regolamenti delle facoltà devono ancora essere emanati, a quel punto partiranno i registri, che saranno controfirmati dai tutor dei corsi di studio e consegnati al termine di ogni anno accademico ». Attualmente, si sono dotate di un regolamento le facoltà di Medicina e di Farmacia. Luca Barile Corrado Petrocelli

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Discriminazioni non solo salariali (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: DOSSIER - data: 2009-03-01 num: - pag: 12 categoria: REDAZIONALE Storie Rilanciare l'economia per affrontare il problema del lavoro in tutti i suoi aspetti Discriminazioni non solo salariali di PAOLA PROFETA * La prima legge varata dal nuovo presidente degli Stati Uniti tende a rimuovere l'odiosa discriminazione salariale che colpisce il lavoro delle donne. Delle tante promesse fatte nella sua campagna elettorale, Obama ha cominciato da quella che gli sembrava la più importante. Quell'odiosa discriminazione, infatti, colpisce, in maniera differente, tutti i paesi. L'Isfol calcola che in Italia alle donne, nel totale della popolazione lavorativa, viene inflitto un differenziale pari al 23%. Una cifra che sale di tre punti per le laureate e di 12 (arrivando così al 35%) per quelle con titoli post laurea. Niente giustifica questa disparità così come niente dà ragione dello sbarramento delle carriere femminili (solo il 3,6% delle donne occupate sono dirigenti a fronte dell' 11% degli uomini). Eppure, per qualità, il segmento femminile del mercato del lavoro appare migliore di quello maschile: le laureate superano di quasi due punti in percentuale i laureati. Non meno sconfortanti sono le cifre sul precariato e quelle sull'occupazione: le donne punite da un lavoro insicuro sono il 14,7% e gli uomini il 10,5% mentre le occupate sono il 46% e gli uomini il 70,7%. Eppure a Lisbona i paesi della Comunità europea si erano accordati sull'obiettivo dell'impiego del 60% di donne! Tutte le cifre che radiografano la discriminazione nelle sue differenti facce, peggiorano al Sud per le note ragioni provocate dalla fragilità del contesto. Le donne e i giovani (abbinamento necessario che dà il senso dello spreco di risorse preziose per la qualità dello sviluppo e per la solidità delle prospettive) sono marginalizzati o scarsamente utilizzati ed è facile prevedere chi sarà colpito con più forza dalla crisi. Se non si corre ai ripari, adottando da un lato misure di sostegno immediato e dall'altro di potenziamento strategico delle qualità, questo svantaggio si ripercuoterà sull'insieme del sistema economico e produttivo. Rilanciare l'economia non può non significare affrontare il problema del lavoro delle donne in tutti i suoi aspetti per trasformarlo in un elemento virtuoso, stimolatore di sviluppo. Altrettanto importante mi sembra la creazione e, laddove c'è, il rafforzamento di una élite femminile alla guida delle imprese che può simbolicamente costituire un fecondo esempio da seguire. Un recente appello (che chiede di inserire nel codice di autodisciplina delle società quotate in borsa nei Cda almeno due donne) riferisce che «in Italia solo il 3% dei consiglieri di amministrazione delle imprese quotate in borsa sono donne contro il 13% della media europea che in Norvegia arriva al 33 — E aggiunge che — di quel 3% una consistente quota è composta da figlie, sorelle, mogli dei titolari delle aziende ». L'appello dichiaratamente non è solo un'azione positiva tesa a realizzare una maggiore equità. è anche (e soprattutto) la presa d'atto di un fenomeno ampiamente dimo-strato: il lavoro delle donne migliora i risultati aziendali perché le caratteristiche di questa sezione preziosa dell'impresa evidenziano sensibilità e predisposizione alle relazioni umane, grande capacità di essere flessibili e di muoversi contemporaneamente su più registri, quello emozionale e quello razionale. * Docente Scienze delle Finanze, Università Bocconi di Milano Le carriere impossibili L'Isfol calcola che in Italia alle donne, nel totale della popolazione lavorativa, viene inflitto un differenziale pari al 23%. Una cifra che sale di tre punti per le laureate e di 12 per quelle con titoli post laurea. Niente giustifica questa disparità così come niente dà ragione dello sbarramento delle carriere femminili

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Napoli, un'idea multimediale (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1CULTURA - data: 2009-03-01 num: - pag: 19 categoria: REDAZIONALE Al Pan Il secondo «sabato» della Fondazione Sdn Napoli, un'idea multimediale Proposto un archivio «scenico» della città Albertazzi: «Sogno il festival dei dialetti» di FUANI MARINO N apoli, da sempre teatrante e teatrale, analizzata come metafora della rappresentazione. «Il sabato delle idee», iniziativa ideata congiuntamente dalla Fondazione Sdn, dall'Università Suor Orsola e dal Pan, ha visto quest'ultimo come cornice del secondo incontro, moderato dal direttore del Corriere del Mezzogiorno Marco Demarco, e incentrato sul tema «Lo spazio scenico. La città del possibile tra immaginario e realtà». Dopo un breve saluto introduttivo da parte del presidente della Fondazione Sdn Marco Salvatore, del rettore Francesco De Sanctis e della direttrice del Centro di documentazione del Pan Marina Vergiani, il regista Francesco Saponaro ha espresso l'auspicio di restituire il Teatro San Ferdinando alla città, scongiurando la diaspora di artisti e attori nostrani. Sulla grandezza di due protagonisti della scena partenopea come Annibale Ruccello ed Enzo Moscato si è invece soffermato Gennaro Carillo. Il docente di storia delle dottrine politiche al Suor Orsola Benincasa ha poi proposto di valorizzare questo patrimonio «in un archivio multimediale che conservi e salvaguardi la tradizione degli atti performativi, delle macchine sceniche, degli artifici da palcoscenico». Anche Augusto Sainati, docente nello stesso ateneo di Storia, teoria e analisi del film, si è appellato alla costituzione di luogo di incontro, oltre che di recupero dei materiali scenici, «in cui non si racchiudano solo cimeli ma si punti a un rilancio della differenza». E ancora, fra le idee di ieri, quella del grande Giorgio Albertazzi: «Che Napoli diventi scena di un Festival europeo dedicato al teatro dei dialetti e delle lingue ». Ma il tema dell'incompiuto e dell'inconcluso, messo in mostra dal collettivo artistico Alterazioni Video nelle sale del terzo piano, ben si sposa, purtroppo, con la città, definita «shakespeariana» dallo stesso Albertazzi «per la sua capacità di malinconia e umorismo insieme ». Con l'occhio interrogativo e attento dello «straniero», Maurizio Ferraris ha presentato un discorso filosofico sullo spazio e le sue rappresentazioni, riservando a Napoli anche parole di rimprovero. «A questa città servono regole, non solo cultura », ha dichiarato il docente torinese. A proposito di outsider, l'attrice Vanda Monaco ha ribadito l'importanza di laboratori formativi in cui i «vecchi attori » facciano scuola ai più giovani. A conclusione della giornata è poi intervenuto Domenico De Masi, nel duplice ruolo di docente di sociologia del lavoro e presidente del Ravello Festival. «Basta con i musei: ce ne sono tantissimi e tutti vuoti», ha detto. «Piuttosto, per mettersi in gioco come spazio scenico, Napoli ha bisogno di attori e spettatori, nonché di una regia adeguata », riferendendosi con quest'ultima all'amministrazione locale. Se ancora una volta si è messa in luce l'incapacità della città di tradurre in realtà i progetti immaginati, balzava agli occhi, in effetti, l'assenza di Guido Tangucci e Andrea De Rosa, rispettivamente direttori di due istituzioni chiave come il San Carlo e il Mercadante, ed entrambi invitati ad intervenire. Come pure di un responsabile del Teatro Festival Italia, che rappresenta una grande occasione, più reale che immaginata, per Napoli e per il suo teatro. Incompiuto A destra, una foto firmata da Alterazioni Video in mostra al Pan. In basso, Ponte San Giacomo visto dal collettivo

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PER QUALE motivo, nonostante la previsione di spesa fosse stata messa a bilancio,... (sezione: Cultura)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

CESENA pag. 5 PER QUALE motivo, nonostante la previsione di spesa fosse stata messa a bilancio,... PER QUALE motivo, nonostante la previsione di spesa fosse stata messa a bilancio, non si è mai provveduto a disporre l'erogazione di contributi pubblici ai privati per lo smaltimento dell'amianto? Lo chiede in una interpellanza al sindaco Conti il capogruppo dei Verdi, Davide Fabbri, a sua volta candidato sindaco.

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Lotti di Casabianca inadatti per hotel moderni (sezione: Cultura)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

FERMO PRIMO PIANO pag. 15 Lotti di Casabianca inadatti per hotel moderni NUOVE STRUTTURE QUELLO delle strutture ricettive non è un problema piccolo, ne è consapevole anche il sindaco Di Ruscio che, ieri mattina, al convegno degli albergatori ha parlato del grande investimento che si sta facendo per il turismo, ma anche dei limiti di cui soffre la zona: «Per la promozione stiamo lavorando bene con il sistema Marca Fermana, buon punto di partenza per la collaborazione pubblico-privati ha esordito il primo cittadino . Quello delle strutture però è un problema non da poco». La questione, come ha detto Di Ruscio, è che i nostri hotel hanno 50 anni e non rispondo più alle richieste dei clienti. In città c'è poi la questione dei lotti di Casabianca: «Secondo gli operatori ha detto il Sindaco quelle superfici non sono idonee per certi tipi di alberghi con piscine e impianti sportivi». Al tempo stesso però c'è chi vorrebbe costruire un hotel vicino al casello autostradale di P.S.Giorgio, segno che è lì che si può investire.

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Bioetica, nessun relatore oltre Fisichella Domani il confronto con gli studenti (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Veneto" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PADOVA - data: 2009-03-01 num: - pag: 6 categoria: BREVI Bioetica, nessun relatore oltre Fisichella Domani il confronto con gli studenti PADOVA – Il convegno sull'etica nella medicina dei trapianti, previsto venerdì prossimo al Liviano, alla fine verrà condotto secondo le modalità previste in origine. Non ci sarà dunque, nonostante l'apertura degli organizzatori, l'intervento di uno dei professori critici a fare da contraltare alla relazione di Monisignor Rino Fisichella e alla prolusione dell'onorevole Maurizio Lupi. Lo ha fatto sapere venerdì con una lettera al Corriere del Veneto Umberto Curi, uno dei tre docenti firmatari della «lettera aperta» con cui lunedì si è aperto il caso («La proposta non è accettabile – ha scritto il professore - , il Presidente della Pontificia Accademia si unisca al nostro dibattito del 23 aprile »). Ma lo ha confermato ieri anche Patrizia Burra, presidente della Fondazione «Marina Minnaja». «Preso atto del rifiuto dei docenti di approfittare dello spazio generosamente concesso da Fisichella a questo punto tutto tornerà come prima », ha spiegato la dottoressa. E per quanto riguarda gli studenti? «Aspetto di sapere le loro proposte – ha chiuso la Burra - , lunedì si riuniscono in assemblea, dopodiché valuterò». Come andrà a finire? Chissà. Al momento l'unica certezza è che il Rettore della Pontificia Università Lateranense non ha voluto rispondere all'invito del professor Curi; e l'impressione è che Fisichella aspetti venerdì, quando finalmente prenderà la parola davanti alla platea della Sala dei Giganti. Chi non mancherà di presenziare all'intervento dell'alto prelato, invece, sarà Giorgio Palù, preside di Medicina. «Ci mancherebbe che non andassi — ha fatto sapere ieri —: mi hanno invitato e io farò il mio saluto. D'altronde la Bioetica è una materia di insegnamento della mia Facoltà e per me, dunque, è un dovere». Ma cosa dirà Palù nel consesso sul'etica nei trapianti in cui parlerà Monsignor Fisichella? «Dirò che cos'è la bioetica e qual è l'importanza di questa scienza nell'educazione del medico». Ci sono infine alcune autorità che, pur invitate, non potranno partecipare all'incontro per motivi del tutto indipendenti dalla propria volontà: il rettore Vincenzo Milanesi, a Roma per un impegno istituzionale, verrà sostituito da un alto esponente del rettorato e molto probabilmente sarà assente anche Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, alle prese con i postumi di una frattura al femore. Giovanni Viafora Monsignor Rino Fisichella

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Doppie, accenti, apostrofi: a Ca' Foscari uno su due non supera il test d'italiano (sezione: Cultura)

( da "Corriere del Veneto" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: REGIONE - data: 2009-03-01 num: - pag: 4 categoria: REDAZIONALE L'ammissione all'Università Basi carenti, aumenta il numero degli studenti costretti a corsi di recupero. «Ma l'alfabetizzazione non spetta all'ateneo» Doppie, accenti, apostrofi: a Ca' Foscari uno su due non supera il test d'italiano Il preside Carinci: «Le scuole superiori ci aiutino» VENEZIA – Ortografia, questa sconosciuta. Accenti, doppie, scempi, apostrofi, e tutte le prime fondamentali regole della grammatica italiana sembrano essere niente più che un optional per la maggior parte dei ragazzi alle prese col primo anno di università. Freschi di maturità, alle spalle scuole elementari, medie e superiori, confondono da con dà, scivolano sul plurale, sbagliano l'uso dei gruppi consonantici. Non proprio un bel biglietto da visita per i futuri «dottori». Morale della favola, cresce anno dopo anno la percentuale di bocciati ai test d'accesso di Italiano scritto fra gli immatricolati al primo anno di università e aumentano i banchi ai successivi corsi di recupero. La legge li chiama Ofa (Obblighi formativi aggiuntivi), «ripetizioni » per capirci. Un compito che gli atenei sono tenuti ad assolvere, organizzando apposite lezioni alle quali dovrà seguire una nuova (si spera risolutiva) verifica. Dati alla mano, il livello di preparazione nella lingua madre si abbassa sempre di più: quest'anno alla Facoltà di Lettere dell'Università Ca' Foscari di Venezia, dove lo scorso 30 gennaio si è svolto il test per gli iscritti al primo anno dei corsi di laurea in Lettere, Filosofia, Storia, Tars, Beni culturali e Servizio sociale, il 40 per cento e oltre dei partecipanti non è risultato idoneo. Percentuale in aumento rispetto al 2008, quando i respinti erano il 30 per cento. Alla prova del nove, si sono presentati quest'anno 830 studenti (46 gli assenti) dei quali 366 non hanno superato il test. Non bastasse la scarsa assimilazione delle regole ortografiche, male sono andati anche gli esercizi di comprensione del testo nei quali bisognava rispondere ad alcune domande sul contenuto informativo di un certo brano. E non è tutto. A partire da quest'anno è stata introdotta una seconda prova in cultura generale a fianco di quella in italiano scritto, con domande di letteratura, geografia, storia, educazione civica. Qui le bocciature sono state il 30 per cento del totale dei partecipanti, con performance particolarmente scadenti soprattutto in storia. Eppure, sostengono i docenti che hanno coordinato la prova e corretto i compiti, i quesiti avevano un livello di difficoltà medio. Le ragioni delle lacune sarebbero pertanto da cercare altrove: «Credo che un ruolo importante lo ricopra la scuola media superiore che va sensibilizzata di più, è lì che si fa il gioco – spiega Aldo Maria Costantini, docente di filologia che ha seguito le prove di cultura generale - . L'università cerca di fare la sua parte, ma il compito di correggere queste lacune non le spetterebbe. Una solida preparazione in lingua italiana si fa alla scuola elementare e alla scuola media, forse le mancanze in cultura generale sono più recuperabili. Quel che è preoccupante, però, è che i ragazzi non si rendono affatto conto della gravità della cosa, ne prendono atto ma allargano le braccia. E un docente, oggi, nel momento in cui prepara un corso non può non tenere conto di quale sia il livello di preparazione dei ragazzi, ma deve chiederselo continuamente quando fa lezione». L'università dunque chiama in causa la scuola, ma fra le chiavi di lettura compare anche l'uso sempre più diffuso del Pc che correggendo in automatico gli errori grammaticali non costringe chi scrive a chiedersi se la parola è scritta correttamente. I corsi di recupero, intanto, sono pronti a partire con un numero sempre maggiore di iscritti e con pochi professori: «Dobbiamo trovare una formula per far fare questi test al penultimo anno delle scuole superiori in modo che i ragazzi si esercitino per lavorare sulle lacune emerse – spiega il preside della Facoltà di Lettere di Ca' Foscari Filippo Maria Carinci - . L'università non può accollarsi un lavoro di alfabetizzazione, mi sembra chiaro. Mi sono infatti preso l'incarico di contattare l'Ufficio Scolastico Regionale per proporre una collaborazione in tal senso con l'ateneo ». Paola Vescovi Ortografia sconosciuta Molti gli svarioni ortografici in cui incappano gli studenti freschi dell'esame di maturità

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Il massacro e un processo show Un secolo fa Carnago come Erba (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Lombardia - data: 2009-03-01 num: - pag: 12 categoria: REDAZIONALE Ottobre 1888: una perpetua e la nipote sgozzate dai parenti del parroco. Movente: l'eredità Il massacro e un processo show Un secolo fa Carnago come Erba L'Università Popolare rilegge le sentenze che hanno fatto storia Già a fine Ottocento i giornali pubblicavano le piantine della casa del delitto con le posizioni dei cadaveri VARESE — La strage di Erba, delitto terribile. A tratti trasformato in una fiction. è cronaca di oggi. Ma c'è un caso analogo del 1888. Con tutti gli ingredienti del giallo: una coppia omicida, l'odio di paese, le lunghe code per assistere al processo, e decine di inviati all'assalto della Corte d'assise di Como. Il delitto avvenne nella provincia comasca. A Carnago, per la precisione, un paese oggi in provincia di Varese e famoso, soprattutto, perché in mezzo ai suoi boschi sorge il centro sportivo di Milanello. Il 28 ottobre 1888, furono assassinate Luigia Luraghi, 56 anni, perpetua del defunto parroco del paese, e la nipote di 13 anni, Elisabetta Luraghi. Furono trovate sgozzate, con la testa quasi staccata dal busto, colpite con bastoni e con le molle per il fuoco. La casa fu messa a soqquadro: una strage in piena regola. Le indagini incolparono il fratello del defunto parroco, Luigi Camuzzi, e la moglie, Carolina Marzorati, considerata «la mente del delitto». La tragedia fu registrata in prima pagina su tutti i giornali. Il movente: l'odio. E i soldi. Perché il defunto parroco lasciò parte dell'eredità alla perpetua e non al fratello. Questa chicca, riemersa dal passato, è in realtà la prima tappa di un viaggio che Università Popolare di Como propone tra alcune sentenze famose, in bilico tra cronaca e storia: la strage di Erba e il suo antefatto dell'Ottocento a Carnago, l'omicidio Bellentani avvenuto a Cernobbio nel 1948, la sentenza Englaro. L'idea è di Giuseppe Battarino, giudice delle indagini preliminari al tribunale di Varese e della ricercatrice Alessandra Fusco dell'Università dell'Insubria. Primo appuntamento: il 5 maggio, nel centro diurno comunale di via Volta 83 a Como. «é un ciclo di conferenze per spiegare ai cittadini — sottolinea il magistrato — che il cuore di una sentenza sono le motivazioni, in cui razionalmente si spiega che cosa è successo davvero, al di là dell'impatto mediatico di una vicenda». L'incursione nella storia di Carnago si deve al lavoro di Alessandra Fusco, che di quella vicenda ha studiato gli atti. «Il paragone con Erba regge più che altro per il clamore mediatico— dice il giudice Battarino — non ci aspettavamo di trovare nella provincia lombarda dell'Ottocento un processo show». Il fascicolo del processo di Carnago è ancora negli archivi di stato di Varese e Roma. La Fusco ne ha ricavato un saggio, contenuto in un ampio volume di ricerca pubblicato da «Il Mulino » e dal titolo: «Processo penale e opinione pubblica in Italia tra Otto e Novecento» curato da Floriana Colao, Luigi Lacchè e Claudia Storti. Dalle cronache della storia di Carnago emerge anche un particolare alla Bruno Vespa ex ante: la pubblicazione della cartine della casa del delitto, con la posizione dei corpi degli ammazzati: «Fu un vero processo mediatico e attirò gli inviati di diverse testate nazionali — spiega la ricercatrice — furono ascoltati 97 testimoni e il Corriere della sera mandò il suo inviato per un mese. Non solo: l'Araldo di Como — continua — realizzò diversi numeri speciali, con la piantina della casa del delitto. Una analogia con il presente, davvero sorprendente ». La cronaca dell'inviato del Corriere aveva questo incipit: «L'aula delle Assise di Como ha una conformazione affatto speciale. Più larga che lunga, ha per sfondo un gran paravento a fiorami azzurri che le dà l'aspetto d'una sala da ballo...» Il dibattimento fu scoppiettante. Per far testimoniare due anziane sorelle, vicine di casa delle vittime, la corte di assise si trasferì nella scuola di Carnago, con i giornalisti al seguito, decisi a raccontare le reazioni dei giurati anche al capezzale dei testimoni infermi. Luigi Camuzzi e Carolina Marzorati furono riconosciuti colpevoli, ma senza prove: «Il processo fu indiziario — racconta la Fusco vennero condannati ai lavori forzati a vita, ma solo sulla base della pubblica voce». Un finale tutto diverso dai processi di oggi che, nonostante polemiche e strumentalizzazioni, si basano solo su prove e fatti. Roberto Rotondo

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Il volto è lo specchio dell'anima. Meno negli uomini (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Salute - data: 2009-03-01 num: - pag: 55 categoria: REDAZIONALE Psicologia Un giornale scientifico ha coinvolto i lettori per verificare la fondatezza delle teorie che vorrebbero legare aspetto e personalità Il volto è lo specchio dell'anima. Meno negli uomini Se Barack Obama non avesse la faccia che ha, sarebbe ugualmente diventato presidente? E, dubbio a seguire: è davvero possibile capire dal viso il carattere di una persona? Gli antichi greci ne erano convinti. Ma quando, nei secoli scorsi gli studiosi hanno pensato di poter fare della fisiognomica una scienza, le prove non hanno retto. Ora, dopo un secolo di abbandono, gli psicologi stanno riprendendo a studiare questa che era ormai definita una pseudoscienza, confortati da alcune significative osservazioni statistiche. Per esempio, si è visto che se un politico ha un'aria competente negli incontri televisivi, ha molte più probabilità di venire eletto. Ancora: le persone col volto dai lineamenti dolci, un po' infantili spesso entrano nelle professioni legate alla cura degli altri, medici, paramedici. Ricercatori dell'università dell'Ontario, in Canada, hanno notato che gli sportivi con un viso caratterizzato da zigomi distanti, tendono a essere più aggressivi e dominanti. Per verificare se è vero che i volti possono essere letti in modo oggettivo, la rivista New Scientist ha collaborato ad un esperimento di psicologi delle università inglesi di Glasgow e dell'Hertfordshire, che ha coinvolto quasi 8.000 lettori. Questi sono stati chiamati a indovinare, fra volti maschili e femminili presentati on-line, (ottenuti mixando foto di un migliaio di persone che hanno fornito anche un proprio profilo psicologico) quali corrispondessero alle persone che si erano dichiarate spiritose, o religiose, o affidabili, o felici. Risultato: ben 73 osservatori su 100 hanno effettivamente individuato il modello femminile corrispondente alle donne dichiaratesi religiose; il 70 % ha riconosciuto il modello di donna contenta e il 54 % quello di donna affidabile. Meno identificabili, le donne spiritose. Molto più problematico l'abbinamento tra facce maschili e caratteri, il più difficile da identificare: l'uomo contento. Solo un 22% di successo. Come si spiega? «La donna non è più espressiva dell'uomo, piuttosto è più facile "interpretare" un volto femminile, grazie all'esperienza maturata fin da neonati nei confronti della mamma — commenta Giovanni Pietro Lombardo, docente di psicologia della personalità all'Università La Sapienza di Roma —. Ma molti pregiudizi influiscono sulla reale capacità di lettura del volto altrui. Uno studio dell'americana università di Princeton ha rilevato che vengono giudicate particolarmente affidabili e remissive le persone che si presentano con un'espressione sorpresa e bocca sorridente, anche se magari sono vipere. Inaffidabili, quelle con bocca all'in giù e sopracciglia inarcate, considerate dominanti, anche se mansuete. Anche l'aspetto estetico può traviare. Per esempio, un volto "brutto" può essere considerato, a torto, minaccioso. Però è vero che la faccia può preannunciare un destino. Colpa (o merito) delle aspettative altrui. Un bambino con tratti precocemente maschili verrà probabilmente trattato da amici e parenti come un maschio dominante e probabilmente lo diventerà davvero. Mentre bimbi e adulti con facce infantili possono stimolare negli altri, l'attività di un preciso centro emotivo del cervello, l'amigdala, che induce alla protezione. E le espressioni, dominanti o remissive, acquisite da giovani tendono a perpetuarsi da adulti perché favoriscono lo sviluppo di certi muscoli facciali a sfavore di altri». I tratti più evidenti Secondo la ricerca inglese il tratto di personalità più facile da decifrare è la religiosità. Ma soltanto nelle donne «Maschere» Dallo studio inglese è risultato che abbinare in modo veritiero facce maschili e caratteri risulta più difficile Roberta Salvadori

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Quanto sport fare? Dipende dal Paese (sezione: Cultura)

( da "Corriere della Sera" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Salute - data: 2009-03-01 num: - pag: 58 categoria: REDAZIONALE Attività fisica Una revisione delle Linee guida di diverse nazioni svela regole molto differenti Quanto sport fare? Dipende dal Paese Possibile essere sedentari e "sportivi" allo stesso tempo? Certo che sì: di fatto succede alla maggioranza di noi. Lo afferma convinto Dylan Thompson, un ricercatore dell'Università di Bath, in Inghilterra, che si è preso la briga di andare a vedere come diverse Linee guida sulla quantità di attività fisica raccomandata classificherebbero un gruppo di uomini fra 45 e 64 anni: pelandroni o dinamici? Il risultato è abbastanza sconcertante. Dei 90 signori esaminati, uno risultava restio a qualsiasi forma di esercizio e poteva quindi essere definito "sedentario" secondo tutte le Linee guida considerate. Appena l'8% si muoveva tanto da adempiere a ogni "comandamento" delle varie Linee guida e poteva perciò essere ritenuto "attivo" all'unanimità. Negli altri casi, difficile prendere posizione: ad esempio, se si cammina per un paio d'ore nel weekend facendo poco altro durante il resto della settimana, si è attivi a sufficienza secondo l'American College of Sports Medicine (che fissa una quantità minima complessiva settimanale di moto), ma si dovrebbe fare di più secondo le Linee guida ufficiali inglesi, che invitano a muoversi almeno 30 minuti al giorno non meno di 5 volte a settimana. Insomma, un discreto caos, come spiega Thompson: «Se misuri la pressione ti aspetti che il risultato sia considerato allo stesso modo sempre e comunque. Lo stesso dovrebbe accadere con l'esercizio fisico, fondamentale per mantenersi in salute tanto quanto la pressione ». «In effetti, non esiste un accordo generale fra le molte Linee guida esistenti — ammette Andrea Cavaggioni, docente di fisiologia umana all'università di Padova —. Va detto però che alcune differenze sono giustificate dalla diversità fra popolazioni: ciò che va bene per un giapponese non può automaticamente essere giusto per un europeo». Esiste, allora, un "minimo sindacale" di movimento? «Sì, una trentina di minuti di attività leggera ogni giorno, come camminare o salire le scale — risponde Cavaggioni —. Occorre però precisare sempre il dispendio energetico, più ancora dei minuti di moto: camminare a passo sostenuto o pian piano è ben diverso. Le Linee guida vanno prese con le pinze: le raccomandazioni devono essere tagliate su misura. Il medico di base, o meglio ancora un medico dello sport, dovrebbe dare indicazioni precise su quale tipo di esercizio praticare, quanto e come» dice Cavaggioni. «E ancor più dell'attività fisica "organizzata", conta il dispendio energetico involontario, che deriva da come viviamo la nostra giornata» interviene Giovannangelo Oriani, presidente della Società italiana di nutrizione umana. «Come andiamo al lavoro, che tipo di impiego svolgiamo, che cosa facciamo a casa: molte ricerche hanno dimostrato che non mettere su chili di troppo e mantenersi in salute dipende soprattutto dalle calorie consumate senza accorgercene ». A prescindere dalle Linee guida più disparate, quindi, occorrerebbe tener bene a mente ciò che ormai dovrebbero sapere pure i sassi: muoversi fa bene e più lo facciamo, ogni volta che è possibile, meglio è. Confronti Due ore di cammino nel weekend bastano per gli americani; gli inglesi consigliano mezz'ora 5 volte a settimana Elena Meli

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Salviamo la Costituzione (sezione: Cultura)

( da "Nuova Ferrara, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

«Salviamo la Costituzione» Mobilitazione dell'Anpi a tutela dei diritti civili Protagonisti i docenti universitari ferraresi Pugiotto e Somma Si è tornati ieri a fare lezione in piazza, questa volta per «Salviamo la Costituzione», con una manifestazione indetta dall'Anpi in piazza Municipale. «E' ora di rivendicare il diritto al dissenso, ad affermare la paura per quello che sta succedendo nel nostro paese, per i pezzi di Costituzione che ci stanno portando via, additando la Carta Costituzionale come qualcosa che zavorra la crescita sociale». Così si è espresso Daniele Civolani, presidente dell'Anpi provinciale, nell'introdurre alle circa 200 persone intervenute all'incontro le due lezioni di diritto costituzionale tenute dai professori dell'Università di Ferrara Andrea Pugiotto e Alessandro Somma. E' stata una bella iniziativa popolare di impegno civile e partedcipazione. «Il testamento di fine vita, l'istituzione delle ronde cittadine, il ritorno al nucleare, del diritto allo sciopero, il diritto allo studio, sono questioni che ci devono interessare come cittadini, la deriva verso l'autoritarismo alla quale stiamo assistendo è frutto della nostra disattenzione. Ciascuno di noi difenda un pezzo di Costituzione e la libertà, cominciando dalla libertà dell'altro che ha accanto a sè». «Dal corpo del malato al cuore della Costituzione» è stato il titolo della lezione del professor Pugiotto. «Partendo dalla spiacevole vicenda di Eluana Englaro si può risalire verso la profonda ignoranza in materia costituzionale dei nostri governanti - ha spiegato il professore - si è detto ripetutamente che in materia di testamento biologico c'è un vuoto normativo, e si è pensato di cambiare la dicitura da "Testamento di fine vita" a "Disciplina delle direttive pretermine" perché si rendesse bene l'idea che la vita è un bene reso indisponibile, come accade negli stati etici e totalitari. Invece la Costituzione è piena di riferimenti a questioni di fine vita e tutti si richiamano all'inviolabilità della dignità dell'individuo e alla libertà di autodeterminazione. I nostri governanti non sanno che esiste uno stretto legame fra la Costituzione dei Diritti, che è la prima metà del testo costituzionale e la seconda metà, quella dei Poteri, credono di poter mutare la seconda a loro favore con l'uso indiscriminato dei decreti legge, la delegittimazione degli organi di controllo, con la continua delegittimazione del lavoro della Magistratura». Dello stesso tono la lezione del professor Somma dal titolo «Carta Canta». «La sovversione dell'ordine costituzionale - ha spiegato il docente - passa attraverso al sovversione dell'ordine del mercato. Mentre prima la distribuzione della ricchezza avveniva per mano del libero mercato e dello stato sociale, che tendeva a creare solidarietà fra i più deboli ed il resto del paese, tutto questo ora cade: la privatizzazione di ampi settori dello stato sociale, penso alla Sanità e all'Università, per esempio, allontanano l'idea di solidarietà, creando un movimento di tipo corporativo che assicura al mercato il suo stesso funzionamento. Durante il periodo fascista cadevano le libertà personali, ma il mercato restava attivo, si rinvigoriva in nuovi modelli, un po' come sta accadendo oggi. E noi dobbiamo tirare le somme e ricordare di come non vogliamo più essere». Ingrid Veneroso

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bioetica, pronto il contro-convegno (sezione: Cultura)

( da "Mattino di Padova, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Botta e risposta dei professori Stefano Allievi, Umberto Curi, Corrado Viafora e Paolo Zatti dopo la lettera al Mattino Bioetica, pronto il contro-convegno I docenti: «Inviteremo monsignor Fisichella per avere voci differenti» Monsignor Rino Fisichella li ha invitati come suoi contro relatori ma loro, al convegno di venerdì prossimo sulla bioetica, lo staranno solo ad ascoltare. Eppure, i docenti Stefano Allievi, Umberto Curi, Corrado Viafora a Paolo Zatti lo vorrebbero come ospite al convegno bis che stanno organizzando per il 23 aprile. La vicenda che sta scuotendo l'ateneo da giorni, con ripercussioni che da scientifico culturali sono diventate politico sociali, riserva ulteriori sviluppi. E relativi colpi di scena. Il 6 marzo, dalle 17 alle 19, la Sala dei Giganti del Liviano ospiterà un incontro pubblico su «Etica nella medicina dei trapianti e delle cellule staminali»: un evento organizzato dalla fondazione onlus Marina Minnaja e patrocinato dall'Università. Alcuni docenti si lamentano perché l'ateneo fa in modo che a parlare di bioetica sia un'unica voce: monsignor Fisicella, appunto. Che di rimando ha invitato proprio i docenti che si lamentano a partecipare. «Io e i miei colleghi - dice Zatti, giurista - stiamo ancora lavorando all'organizzazione del nostro incontro, previsto per fine aprile. La nostra intenzione è di fare in modo che il dibattito sia il più eterogeneo possibile. Perciò, invitiamo anche il monsignore». Fisichella potrebbe dunque ritornare a Padova una seconda volta, a distanza di qualche settimana dalla prima visita. Ammesso che accetti questo secondo invito. L'ospite finora certo sarà Carlo Alberto Defanti, il bioeticista noto ai giornali come «il neurologo di Eluana Englaro». «Oltre a lui, ci saranno molti altri», afferma Zatti. Che aggiunge: «Con la lettera aperta che io, Allievi e Curi inviammo al mattino criticando l'impossibilità al confronto del prossimo convegno, non avevamo alcuna intenzione a bloccare l'iniziativa della fondazione, che giudico, peraltro, del tutto legittima». Solo che secondo noi il vero tema caldo non sono i trapianti e le staminali, bensì la questione del fine vita, del testamento biologico, delle conseguenze del caso Englaro. Ho ricevuto la telefonata di monsignor Fisichella, è stato uno scambio di battute chiarificatore e cordiale. Tuttavia, da parte sua non ho ricevuto un esplicito invito a presenziare», afferma Allievi. «Ad ogni modo - sottolinea il sociologo - né io né i miei colleghi abbiamo sottoscritto quel famoso corsivo con la subdola speranza che ci invitasse apposta perché amareggiati. Lo ringraziamo per l'apertura e la disponibilità dimostrateci ma per quanto mi riguarda io me ne starò in mezzo al pubblico, a sentire, e non interverrò». (Morena Trolese)

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quanti errori, meglio invitare veronesi o bonafede (sezione: Cultura)

( da "Mattino di Padova, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 18 - Cronaca «Quanti errori, meglio invitare Veronesi o Bonafede» La sociologia Franca Bimbi: la Chiesa cattolica non ha nulla a che fare con la scienza «Non capisco perché monsignor Fisichella dovrebbe avere due volte il diritto di parola, esprimendosi nuovamente a proposito dello stesso tema. Per il convegno-bis, suggerisco ai miei colleghi di invitare piuttosto degli scienziati di fama, come Umberto Veronesi e Ignazio Marino, oppure una voce alternativa a quella della Chiesa, come potrebbe essere quella di Maria Bonafede, moderatrice della Tavola Valdese». Franca Bimbi, docente di sociologia al Bo, analizza le varie tappe della vicenda criticando sia le mosse dei professori che quelle dell'ateneo. E non rinunciando ad offrire una sua personale versione dei fatti. Secondo lei, è sbagliato a priori invitare un solo relatore ad un convegno? «No. Gli organizzatori dell'incontro di venerdì prossimo al Liviano, la fondazione onlus Marina Minnaja, ha avuto tutto il diritto di invitare chi desiderasse. Fosse anche una sola persona, com'è stato. Il punto è un altro». E quale sarebbe? «Io guardo agli sponsor dell'evento in questione, che sono molteplici. Dall'ateneo, all'Azienda Ospedaliera, fino all'Ordine dei medici. Ebbene, mi aspetto e mi auguro che l'università, l'ospedale e l'ordine diano il loro sostegno anche ad altri, a molti altri. E in tante altre occasioni. Avere un relatore unico, di per sé, non è uno scandalo. Uno scandalo, semmai, è avere solo quell'occasione in cui quello stesso tema possa essere affrontato». Che pensa della scelta di monsignor Rino Fisichella? «Sbagliata. Perché lui rappresenta la Chiesa che non ha nulla a che fare con la scienza». E perché l'avrebbero invitato, allora? «Non lo capisco, il motivo. La posizione della Chiesa Cattolica è nota: è nemica su questi temi di libertà e responsabilità individuale». Allievi, Curi, Viafora e Zatti vorrebbero il monsignore anche al loro convegno-bis. «Non concordo con questa decisione. Potrebbe intervenire a un dibattito plurale in veste di rettore uscente, quale è, della Pontificia Università Lateranense, ma non certo da presidente della Accademia Pro Vita». Chi altri proporrebbe? «Scienziati come Umberto Veronesi, che dà il nome alla fondazione per il progresso delle scienze, o Ignazio Marino, chirurgo e senatore, che si è espresso da poco a proposito del testamento biologico». Altri nomi? «Penso a Maria Bonafede, moderatrice della Tavola Valdese, che ha parlato del caso di Eluana. La sua voce potrebbe fare da contraltare a quella di Fisichella. Infine, chiedo che l'ateneo possa trovare spazio anche per le posizioni degli atei». (m.tro.)

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speculazione sull'ex sadam (sezione: Cultura)

( da "Centro, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Lettera di un docente universitario «Speculazione sull'ex Sadam» GIULIANOVA. «Il recupero dell'area ex Sadam a Giulianova è un altro terreno di prova per la credibilità della classe politica giuliese». Nel dibattito sulla riqualificazione dell'area giuliese interviene Carlo Di Marco, docente della facoltà di scienze politiche dell'università di Teramo. «La passata amministrazione adotta il piano di recupero ex Sadam con modalità che nulla hanno a che vedere con lo spirito dello sviluppo sostenibile», scrive in una nota Di Marco, «ma tale piano deriva dal Prusst 2001 il cui obiettivo fondamentale è proprio lo sviluppo sostenibile. Alcuni dirigenti comunali che hanno seguito nostri master universitari su tale strumento di democrazia, con esso hanno sufficiente dimestichezza, ma i politici sanno cosa sia lo sviluppo sostenibile? Ho qualche dubbio! Anche perché un hotel di 50 metri di altezza (18 piani), tre edifici di circa 30 metri (11 piani) e qualche palazzone tra i 23 e i 28 metri di altezza per oltre 200 nuovi appartamenti non certo di case popolari seguono logiche diametralmente opposte allo sviluppo sostenibile! Siamo, invece, in piena logica dell'utilizzo selvaggio delle risorse con fini di lucro, massimo profitto e speculazioni private». Secondo Di Marco «quell'area deve riqualificarsi per il proprio bagaglio culturale e storico, non per esigenze speculative: si faccia un'edilizia operaia e popolare; un'urbanistica che metta al centro le popolazioni meno abbienti».

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rifiuti differenziati volontari nelle case spiegano come fare (sezione: Cultura)

( da "Centro, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Al via la raccolta col porta-a-porta Rifiuti differenziati Volontari nelle case spiegano come fare VASTO. La formazione degli addetti, la campagna di sensibilizzazione ambientale e il ritiro a domicilio dei rifiuti urbani. Sono le tappe del progetto per la raccolta differenziata dei rifiuti per la cui realizzazione l'amministrazione comunale ha incaricato la Pulchra, la società mista pubblico-privata che si occupa del servizio di igiene urbana. La prima fase, quella denominata "start-up", prevede la formazione dei 23 volontari messi a disposizione dalle associazioni cittadine che hanno fornito la loro collaborazione. «Il progetto è stato avviato», conferma Elio Tilli, presidente del consiglio d'amministrazione della Pulchra, «i volontari stanno partecipando a un corso di formazione e di addestramento alla fine del quale saranno preparati per fare educazione ambientale alle famiglie». L'iniziativa è rivolta agli 8mila residenti del centro storico e delle zone urbane vicine: un campione rappresentativo della popolazione che, per la prima volta, separerà in casa i rifiuti che si possono riciclare e che verranno ritirati a domicilio dai volontari. E' il cosiddetto porta-a-porta già sperimentato con successo in altri comuni del comprensorio che con questo sistema sono riusciti a raggiungere percentuali di tutto rispetto. «L'obiettivo è arrivare al 35 per cento di raccolta differenziata», aggiunge Tilli, convinto che i cittadini, se ben informati, daranno il loro determinante contributo. Oltre ad apportare benefici all'ambiente, la separazione dei rifiuti ed il loro riciclaggio comportano anche vantaggi economici per le famiglie per quanto riguarda la Tarsu (tassa sui rifiuti urbani). (a.b.)

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Schifani: un patto per il Sud (sezione: Cultura)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 01-03-2009)

Argomenti: Cervelli

Primo Piano Pagina 102 Il presidente del Senato al congresso dell'Mpa di Lombardo Schifani: un patto per il Sud Il presidente del Senato al congresso dell'Mpa di Lombardo --> ROMA I fondi Fas, quelli per le aree sottosviluppate, non si toccano: sono destinati al Sud «e lì devono rimanere». Parola del presidente del Senato Renato Schifani, che al congresso dell'Mpa sostanzialmente sposa la battaglia combattuta in questi mesi in Parlamento anche dalla formazione di Raffaele Lombardo contro l'uso di quei fondi da parte del governo per finanziare opere in altre parti del Paese. E nella seconda giornata delle assise dell'Mpa a farla da padrone resta il federalismo: che per Schifani deve essere «solidale» e che, ammonisce Massimo D'Alema, se fatto male «può essere dannoso». Fra gli applausi dei delegati, Schifani sostiene che il «Sud si è ribellato alla mafia» e scandisce bene le parole sostenendo che i fondi Fas «non devono essere spostati su altre aree più forti del Paese con la motivazione del loro mancato tempestivo utilizzo. Quei fondi sono destinati al Mezzogiorno e lì devono rimanere; utilizzati e spesi per sviluppo, infrastrutture e crescita». Diversamente, «la voce del presidente del Senato si farà sentire perchè quelle risorse non vadano altrove». Le fibrillazioni tra Schifani e Lombardo, che avevano messo a dura prova la stabilità del governo regionale siciliano, sembrano acqua passata. Dal palco il presidente del Senato riconosce la bontà delle battaglie combattute dal governatore siciliano: da quella per il Ponte dello Stretto (i cui cantieri, annuncia, apriranno presto), a quella per lasciare in Sicilia il gettito delle imposte prodotte nell'Isola, fino a quella per il casinò. E, ribadendo l'inammissibilità di un'Italia a due velocità, Schifani sottolinea che «il federalismo fiscale dovrà offrire giuste risposte al malessere del Nord ma non potrà trascurare le giuste aspettative del Mezzogiorno». L'appello al Paese è a «guardare allo sviluppo del Sud con grande senso di responsabilità». Perchè, sostiene,«non può esserci crescita dell'Italia se verranno lasciate indietro alcune aree del Paese». E perchè il Sud è «un'opportunità per l'intera Nazione» con le sue risorse da valorizzare, le sue «operosità ed intelligenze». Il riferimento è alla fuga dei cervelli: «Non è più accettabile: dobbiamo batterci - sottolinea il presidente del Senato - perchè le nostre intelligenze arricchiscano la terra che li ha formati ed istruiti».

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un progetto per rilanciare i boschi delle cerbaie (sezione: Cultura)

( da "Tirreno, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Pagina 5 - Empoli Un progetto per rilanciare i boschi delle Cerbaie Costituito il Consorzio. Riccardo Cardellicchio è vicepresidente FUCECCHIO. Un consorzio misto pubblico-privato per rilanciare Le Cerbaie. Perché quei 3mila cinquecento ettari di boschi, 110 dei quali nel solo comune di Fucecchio, devono tornare ad avere la stessa importanza che avevano alcuni decenni fa. Quando, per dirla con una battuta del presidente del Consorzio Enrico Valle, assessore all'Ambiente del comune di Castelfranco di Sotto «Con trenta pini delle Cerbaie, ci si pagava il matrimonio di una figliola». Perché Le Cerbaie, con i suoi 3500 ettari di boschi e natura, non è soltanto un importantantissimo patrimonio ambientale. E' anche una bella risorsa economica. E l'idea del consorzio quindi, è proprio quello di tornare ad investire su quel vasto territorio martoriato dalla cocciniglia, il Matsucoccus feytaudi, che ha attaccato i pini marittimi che crescevano nella zona. Mettendo in crisi non soltanto chi alle Cerbaie cercava un po' di verde e un po' di aria buona. Ma anche chi, con quei pini, ci faceva buoni affari, vendendo la legna ai cantieri navali toscani. Presidente del consorzio, del quale fanno parte i comuni di Castelfranco, Calcinaia, Fucecchio, Santa Maria a Monte e che presto accoglierà anche quello di Bientina e la Provincia di Pisa è l'assessore all'Ambiennte del comune di Castelfranco Enrico Valle. Vicepresidente il suo omologo del comune di Fucecchio Riccardo Cardellicchio. «L'idea del consorzio - spiega il vicepresidente Cardellicchio - è nata un anno fa e finalmente ieri mattina si è concretizzata. E' un consorzio misto pubblico-privato, che potrà attrarre finanziamenti per la valorizzazione delle Cerbaie sia da un punto di vista della tutela ambientale che del suo rilancio economico». Del consorzio infatti potranno entrare a far parte anche i proprietari degli appezzamenti di terreno e dei boschi che si trovano alle Cerbaie. E i fondi che verranno recepiti per la valorizzazione del sito serviranno anche per creare tutta una serie di nuove strutture per rilanciare il turismo ambientale. «La nostra idea è quella di creare infrastrutture capaci di rilanciare anche il turismo ambientale in questa zona - aggiunge il presidente del consorzio Enrico Valle - realizzando ippovie, piste ciclabili e percorsi naturalistici per chi vuole fare vacanze diverse immersi nella natura». Un'idea che al comune di Fucecchio gira da tanto tempo. Soprattutto da quando l'amministrazione ha ereditato il complesso dell'Opera Pia, quelle undici case coloniche e la villa principale che aspetta ancora un privato che voglia investire e trasformare quel patrimonio in una struttura turistica dedicata a chi vorrà trascorrere delle vacanze a contatto con la natura. «C'è bisogno di creare sentieri naturalistici - dice Valle - ma c'è anche bisogno di rimboschire quell'area lasciata spoglia dalla cocciniglia e dagli interventi di taglio fito-sanitario, piantumare nuovi pini marittimi attraverso un'azione mirata che non garantisca soltanto una qualità della vita migliore per la salubrità dell'aria e per la bellezza del paesaggio, ma anche per dare nuovi stimoli ad un'economia che ha sempre prodotto ricchezza nella nostra zona». Fra.Go.

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Usa; inquinanti e costose, uno studio scientifico contro le bottiglie di plastica (sezione: Cultura)

( da "Cittàdellaspezia.com" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Usa; inquinanti e costose, uno studio scientifico contro le bottiglie di plastica Produrre acqua in bottiglia ha un costo fino a 2.000 volte maggiore rispetto alla produzione di acqua del rubinetto. In America, si stima che fino a 54 milioni di barili di petrolio siano stati consumati nel 2007 per produrre i 33 miliardi di litri che gli americani hanno bevuto. A denunciarlo e' stato una ricerca pubblicata dalla rivista Environmental Research Letters e condotta da Peter Gleick e Heather Cooley del Pacific Institute di Oakland, in California, Stati Uniti. I ricercatori americani hanno calcolato il dispendio energetico totale e delle singole fasi della catena, dalla produzione di bottiglie di plastica ai controlli sull'acqua, dalla etichettatura e riempimento delle bottiglie fino al trasporto e alla vendita. Dai risultati e' emerso che le due fasi del processo che costano di piu' a livello energetico sono la produzione delle bottiglie di plastica e il trasporto. Solo per la produzione delle bottiglie di acqua e' stato stimato un consumo di 50 milioni di barili di petrolio l'anno.

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Così è nata la battaglia cattolica sul fine vita (sezione: Cultura)

( da "Foglio, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

1 marzo 2009 Così è nata la battaglia cattolica sul fine vita Nel giorno in cui la macchina della politica si incarta sulla stesura e l?approvazione della legge di fine vita – rinviando a data da destinarsi l?esame conclusivo sul disegno di legge Calabrò – i filosofi cattolici iniziano a dividersi e a dare battaglia su quale posizione prendere sull?argomento. A fare da spartiacque fra i vari posizionamenti è il parere espresso sulla questione dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che si è detto a favore di una legge che intervenga sulla materia dopo il caso di Eluana Englaro, per evitare che Udine spalanchi la porta all?eutanasia in Italia. Ieri il quotidiano Europa presentava gli eserciti di una battaglia intestina, schierati su fronti opposti e ben definiti: da un lato il fronte legato al San Raffaele di don Verzé, che dissente con le posizioni della Cei, e dall?altra quello capitanato da Cl, schierata con Bagnasco, e dai professori dell?Università Cattolica – che, secondo il professor Carmelo Vigna, docente di Filosofia morale alla Ca? Foscari di Venezia, “hanno più difficoltà a parlare liberamente”. Sempre su Europa, Roberto Mordacci – docente di Filosofia morale all?Università romana di Tor Vergata – aggiunge che “i cattolici allineati preferiscono non esporsi, non per banali ragioni di carriera accademica, ma perché rischia di essere messa in dubbio la loro appartenenza alla famiglia cattolica”. In realtà la guerra all?interno dell?universo intellettuale cattolico ha una dinamica ben più complessa, e gli eserciti, poi, sono almeno tre. Da un lato c?è il gruppo cui appartengono Carmelo Vigna, Roberto Mordacci, Stefano Semplici: questo battaglione del “nuovo personalismo neoliberale” – come si sono definiti gli stessi docenti ieri su Europa – ritiene necessaria una legge sul fine vita ma non ci pensa proprio ad accettare la proposta avanzata dal Pdl: perché, sostengono, è colpa proprio di quella legge se il mondo cattolico si sta spaccando. I docenti, dunque, chiedono al cardinal Bagnasco di astenersi dal prendere una posizione. La loro è l?area filosofica di riferimento dei cattolici del Pd – dei cosiddetti “cattolici adulti”. Per mettere le cose in chiaro, Vigna e Semplici hanno deciso di scrivere un appello a Bagnasco, indirizzato a tutti i professori di Filosofia morale d?Italia, la cui bozza è stata pubblicata due giorni fa sul Foglio. Nella lettera i professori confidano che “la chiesa possa esprimere una capacità di inclusione più ampia anche per allargare gli spazi del servizio di verità e di carità” che ancora interpreta “l?anima italiana”. A sostegno pieno delle posizioni del presidente della Cei si sono schierati invece Comunione e liberazione e molti professori di Filosofia dell?Università Cattolica, tanti dei quali sino a oggi avevano evitato di pronunciarsi in materia di bioetica. E? l?area di pensiero di docenti come Paola Ricci Sindoni, Francesco D?Agostino, Francesco Botturi. I professori pro Bagnasco ritengono assolutamente legittimo l?intervento del presidente della Cei nel dibattito che riguarda la vita e la morte. Secondo quest?area, dopo quanto avvenuto a Eluana Englaro è urgente un intervento legislativo che impedisca una deriva eutanasica. La posizione delle truppe “indipendenti” è ancora diversa. Sono i filosofi che sostengono il diritto a parlare della chiesa ma che scelgono di esprimersi in piena autonomia laica. Per loro il compito degli intellettuali è quello di dibattere sulle questioni pre-politiche, senza delegarlo né all?autorità politica né a quella religiosa. Questo è il pensiero degli intellettuali che si schierano contro una legge che regolamenti il fine vita, la cui utilità, sostengono, è tutta da dimostrare. L?unica legge necessaria, piuttosto, è quella contro l?eutanasia e l?accanimento terapeutico. La legge in discussione, poi, è partita dal caso di una persona che non si trovava in una condizione di fine vita. Con gli altri si dialoga sì, ma senza cercare il compromesso a tutti i costi. Basare una legge sulla dichiarazione di una volontà chiara e precisa, sostengono, è un errore. Se diventa una sorta di prolungamento del consenso informato, significa non potervi porre limiti, e obbligare il medico a seguire le indicazioni del paziente. Questi filosofi ribadiscono la libertà di scegliere i trattamenti, ma una legge non potrebbe mai definirli in ogni dettaglio. di Valentina Fizzotti

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Le vecchie glorie del Cambi (sezione: Cultura)

( da "Corriere Adriatico" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Le vecchie glorie del Cambi Maxi rimpatriata per i 30 anni della sede, tra ricordi e riflessioni Dopo 30 anni anche i brutti voti, le interrogazioni a sorpresa, i compiti in classe clamorosamente insufficienti e le prof un tantino troppo severe, assumono contorni sfumati. Tutto diventa di colore quasi rosa perché patinato dalla nebbia del tempo e perché, in fondo, allora, nel 1979 l'età media era diciotto anni e i sogni ancora intatti. Il pomeriggio amarcord organizzato ieri al liceo Cambi per i 30 anni dell'edificio di via Santorre di Santarosa ha avuto forti accenti di nostalgia fra vecchie foto proiettate sullo schermo gigante e ricordi rinfrescati in diretta, ma non sono mancati i momenti di riflessione. Spazio anche all'ilarità con la rievocazione degli immancabili scherzi goliardici i cui autori hanno finalmente confessato, contando sulla "prescrizione" del reato. Il preside Renzo Franciolini e la vice Mariella Vignini hanno chiamato a portare la loro testimonianza molti ex allievi che dal Cambi sono arrivati ad università e centri di ricerca prestigiosi (come il fisico Lorenzo Bellagamba, docente dell'ateneo di Bologna con passaggi periodici al Cern di Ginevra) o che oggi partecipano alla vita sociale e politica del territorio. Fra questi il segretario generale Cisl Marche Stefano Mastrovincenzo che, ai giovani studenti presenti nell'aula magna, ha parlato delle difficoltà del mondo del lavoro incoraggiandoli però nella scelta di una strada, di una carriera, che sia prima di tutto entusiasmante per loro stessi. Sulla stessa lunghezza d'onda Francesca Rossi, docente di informatica a Padova, il veterinario Roberto Giordani, direttore sanitario del servizio all'Asur, l'avvocato Corrado Serrani, il vicesindaco Gilberto Baldassarri e l'attrice e doppiatrice Anghela Alò che ha ricordato i suoi esordi teatrali nell'occasione della messa in scena al Cambi del Pigmalione di George Bernard Shaw. Tra i molti ex studenti cui don Fausto Focosi, l'assessore alla cultura di Montemarciano Fabiola Caprari, l'assessore al bilancio di Falconara Marina Mancini. MARINA MINELLI,

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Schifani: "Il Sud alza la testa contro la mafia" (sezione: Cultura)

( da "Corriere Adriatico" del 01-03-2009)

Argomenti: Cervelli

"I fondi Fas non devono essere spostati su altre aree con la motivazione del mancato utilizzo" Il presidente al congresso Mpa Schifani: "Il Sud alza la testa contro la mafia" I fondi Fas, quelli per le aree sottosviluppate, non si toccano: sono destinati al Sud "e lì devono rimanere". Parola del presidente del Senato Renato Schifani, che al congresso dell'Mpa sostanzialmente sposa la battaglia combattuta in questi mesi in Parlamento anche dalla formazione di Raffaele Lombardo contro l'uso di quei fondi da parte del g Governo per finanziare opere in altre parti del Paese. E nella seconda giornata delle assise dell'Mpa a farla da padrone resta il federalismo: che per Schifani deve essere "solidale" e che, ammonisce Massimo D'Alema, se fatto male "può essere dannoso". Fra gli applausi dei delegati, Schifani scandisce bene le parole sostenendo che i fondi Fas "non devono essere spostati su altre aree più forti del Paese con la motivazione del loro mancato tempestivo utilizzo. Quei fondi sono destinati al Mezzogiorno e lì devono rimanere; utilizzati e spesi per sviluppo, infrastrutture e crescita". Diversamente, "la voce del presidente del Senato si farà sentire perché quelle risorse non vadano altrove". Le fibrillazioni tra Schifani e Lombardo, che avevano messo a dura prova la stabilità del governo regionale siciliano, sembrano acqua passata. Dal palco il presidente del Senato riconosce la bontà delle battaglie combattute dal governatore siciliano: da quella per il Ponte dello Stretto (i cui cantieri, annuncia, apriranno presto), a quella per lasciare in Sicilia il gettito delle imposte prodotte nell'Isola, fino a quella per il casinò. E, ribadendo l'inammissibilità di un'Italia a due velocità, Schifani sottolinea che "il federalismo fiscale dovrà offrire giuste risposte al malessere del Nord ma non potrà trascurare le giuste aspettative del Mezzogiorno". L'appello al Paese è a "guardare allo sviluppo del Sud con grande senso di responsabilità". Perché, sostiene, "non può esserci crescita dell'Italia se verranno lasciate indietro alcune aree del Paese". E perché il Sud è "un'opportunità per l'intera Nazione" con le sue risorse da valorizzare, le sue "operosità ed intelligenze". Il riferimento è alla fuga dei cervelli: "Non è più accettabile". FRANCESCO BONGARRÀ,

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Università degli anziani: è boom (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Università degli anziani: è boom Oggi sono 1300 gli studenti. L'iniziativa festeggia le nozze d'argento Domenica 1 Marzo 2009, Partiti a quota novanta oggi gli allievi sono 1300. Nei primi mesi del 2009 ancora in crescita, per numero e interesse. E' un boom di iscrizioni quello all'Università degli adulti anziani di Belluno - una delle primissime in Italia dopo Torino e Vicenza - che festeggia le nozze d'argento. Era il maggio 1984 quando don Attilio Menia pose la prima pietra di una struttura che oggi conta 11 sezioni diffuse sul territorio provinciale: Belluno, Cadore, Feltre, Agordo, Zumellese, Comelico-Sappada, Ampezzo-Oltrechiusa, Destra Piave, Cismon bellunese, Val di Zoldo, Alto Cordevole. "E a breve si aggiungerà la sezione Longaronese", precisa il presidente don Menia che nel 2008 ha offerto 129 corsi e 3183 ore di lezione grazie a più di 400 docenti contattati da 130 operatori volontari. Docenti tutti disponibili - gratuitamente - a mettersi in gioco per le proprie competenze. In incontri di alto livello. Giuristi, medici, politici, economisti, storici. O neo laureati che propongono ai "nonni" le loro tesi. "Non facciamo conferenze - tiene a precisare don Attilio - il piano di studi è di quattro anni e organizziamo corsi che per ogni tema occupano almeno otto ore. E poi ci sono le attività con il coro o con la filodrammatica e le lezioni di latino, spagnolo, inglese e francese". Chi è tenace alla fine del quadriennio riceve, con ideale alloro in testa, un diploma al merito. L'Università, che ha orizzonte provinciale, è struttura elettiva iscritta al Registro regionale delle attività culturali. Ed è proprio la cultura l'elemento terapico fondante individuato per un invecchiamento vivo e vitale. Per dare anni alla vita. Al di là del club dove si gioca a carte, al bocciodromo o al bar dove si va per il caffè e due chiacchiere. "Invecchiamento non è affaticamento fisico o muscolare o scarsa nutrizione, ma è decadimento cerebrale, perdita di duttilità del cervello per mancanza di esercizio", spiega il presidente che nel 1982 cominiciò a cercare una risposta da dare a chi andava in pensione o a chi - più che quarantacinquenne - voleva mantenere un intelletto creativo. Don Attilo decise di copiare da chi stava sperimentando qualcosa di simile a ciò che aveva in mente, ovvero educare all'invecchiamento di successo. In Italia non c'era nulla e fu necessario guardare di là dalle Alpi, all'Università statale di Tolosa che aveva affrontato il problema di anziani che aumentavano nemericamente e che avevano una prospettiva di vita di altri vent'anni introducendo specifici corsi pomeridiani. "Occorreva andare oltre l'approccio gerontologico visto che il bisogno di assistenza in realtà coinvolge solo il 15% dei pensionati. L'altro 85% ha voglia di cultura, una medicina con cui si vive meglio". Daniela De Donà

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Un percorso di studi "particolare", ma dai risultati notevoli. Simona Rossi da Ceneselli, si è ... (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Domenica 1 Marzo 2009, Un percorso di studi "particolare", ma dai risultati notevoli. Simona Rossi da Ceneselli, si è diplomata all'Itas Einaudi di Badia Polesine una decina di anni fa «Ragioniere programmatore» (Progetto Mercurio), poi si è iscritta all'Università di Ferrara dove si è laureata in ingegneria Elettronica; conclusi gli studi è rimasta nell'ateneo estense come ricercatrice nel laboratorio di Stefano Volinia, un anno fa ha preso il volo ed è andata a lavorare nel più importante centro di ricerca e cura del cancro Usa, a Hosuton nel Texax. Lunedì prossimo all'Università di Ferrara andrà a conseguire il dottorato di ricerca su «Oncologia molecolare». Ieri Simona Rossi è stata all'Itas Einaudi per raccontare il suo percorso scolastico, a incontrare qualche «vecchio» docente e soprattutto per confrontarsi con gli studenti delle classi terminali. È partita da «quanto è stato importante l'Itas per me» e ha indicato tre punti: «La matematica e l'informatica imparate nell'istituto sono state fondamentali nel mio percorso universitario; l'indirizzo Programmatori mi ha dato una forma mentis davvero importante; gli elementi di economia che ho studiato mi sono stati utilissimi come fonte di organizzazione del mio lavoro». Ha poi aggiunto: «Come me hanno fatto strada due compagni dell'Itas: Nicola Marchetti, che ora è ricercatore in Danimarca, e Mirko Pinotti ricercatore all'Università di Ferrara». Simona Rossi ha sviluppato i suoi studi nel campo della Bioinformatica per condurre analisi statistiche in grado di evidenziare quei geni che hanno livelli elevati in chi si è ammalato di cancro: si tratta della tecnologia dei Microarrays. Quindi informatica e genetica. «Via Internet - ha spiegato la ricercatrice - ho iniziato a collaborare con un docente del centro di ricerca oncologica texano e nel 2008 sono andata negli Usa dove sto conducendo una bella esperienza: si lavora molto, c'è tanta gratificazione, si opera in piena autonomia, la responsabilità personale è elevata ed è per questo che sto vivendo una grane parentisi formativa. Lavoriamo per un obiettivo preciso: mettere a punto cure mirate per ogni individuo che si ammala di cancro». Prima di lasciare spazio alle domande, Simona Rossi ha espresso altri concetti: «Ho scelto ingegneria per curiosità e poi mi sono avvicinata alla mia attuale professione quando ho sviluppato studi sull'intelligenza artificiale. A voi ragazzi raccomando di scegliere il percorso universitario a cuor sereno pensando soprattutto a quello che vi piace fare. La scuola dovrebbe dare anche spunti morali prima di scegliere l'Università e questo non succede. I miei punti di riferimento sono Steve Jobs il creatore di Apple e Tiziano Terzani con il suo motto: cercate una vita che vi assomigli». L'incontro si è chiuso sulla domanda di una studentessa: com'è lo stato della ricerca in Italia? «Se non fossi partita per il Texas - ha risposto Simona Rossi - avrei dovuto cercarmi un altro lavoro: della decina di laureati che lavoravano con me a Ferrara, per mancanza di fondi, ne è rimasto uno solo. Mi sembra che operare in questo contesto sia molto demotivante». Paolo Aguzzoni

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I ricercatori? Stipendi bassi ed età elevata, ma produttivi (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

I ricercatori? Stipendi bassi ed età elevata, ma produttivi Domenica 1 Marzo 2009, L'Italia ha pochi ricercatori, con un deficit rispetto ad altri paesi che è evidente soprattutto nel settore privato. Stipendi bassi ed età elevata del personale di ricerca sono altri elementi che ci caratterizzano in negativo, mentre resta buona la produttività, soprattutto in alcune discipline. Ampie anche le differenze regionali, sia nelle competenze degli studenti sia nella stessa distribuzione dei ricercatori. Sono alcuni degli spunti che emergono dall'Annuario Scienza e Società 2009, quinta edizione del volume realizzato da "Observa - Science in Society", (agenzia che ha sede a Vicenza, presieduta da Federico Neresini) con il sostegno della Compagnia di San Paolo e pubblicato da "Il Mulino". L'Italia resta piuttosto debole in termini di numero di ricercatori: poco più di tre ogni mille occupati, quasi la metà della media europea (UE27). Tralasciando i vertici della graduatoria (la Finlandia che ne ha quasi 17 e la Svezia (13), fanno meglio di noi anche Grecia e Spagna. Questo divario è particolarmente profondo nel settore privato. Nel mondo dell'impresa lavorano in Italia circa tre scienziati su dieci; in Svezia e Giappone i ricercatori del settore privato sono quasi il 70%, e poco meno anche nella più vicina Austria. Nel complesso l'Italia è uno dei paesi europei dove i ricercatori guadagnano meno: chi fa ricerca nel nostro Paese percepisce il 15% in meno della media europea e oltre un terzo in meno di inglesi, tedeschi, olandesi, austriaci. I ricercatori italiani sono anche tra i meno giovani d'Europa. In Irlanda il 70% ha meno di 44 anni, contro il 57% da noi. Un quarto dei docenti universitari ha già compiuto 60 anni, contro il 10% di Francia, Spagna e Regno Unito). Un dato positivo riguarda la produttività: l'Italia, infatti, figura tra i primi otto paesi Ocse per articoli scientifici pubblicati negli ultimi 10 anni - pur rimanendo dietro a Germania, Regno Unito e Francia - e il tasso di crescita nella produzione scientifica è superiore alla media europea (UE15). Secondo i due curatori del volume, Massimiano Bucchi e Valeria Arzenton «un altro tema critico è quello delle differenze regionali. In matematica e scienze abbiamo studenti con competenze vicine alla crema dell'Europa e dell'OCSE (come Friuli, Trentino-Alto Adige, Veneto) e purtroppo studenti con competenze tra le più basse del mondo (come in Puglia, Campania e Sicilia). Un divario visibile anche ad altri livelli: circa la metà del personale impiegato in ricerca e sviluppo in Italia è concentrato in tre regioni (Lombardia, Lazio e Piemonte)».

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SCIENZA, ETICA E RELIGIONE. LIBERTÀ CON LA CONDIZIONALE (sezione: Cultura)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

SCIENZA, ETICA E RELIGIONE. LIBERTÀ CON LA CONDIZIONALE Domenica 1 Marzo 2009, Concludendo gli incontri organizzati per quest'anno, "Adotta uno spettacolo" - il progetto dell'Associazione culturale Thesis che ha come obiettivo l'accostamento al teatro degli studenti delle scuole superiori di Pordenone e in che in dieci anni ha coinvolto oltre diecimila ragazzi - avrà un ospite prestigioso, domani, alle 17.30, nel Ridotto del Teatro Verdi. Con un tema importante qual è "Scienza/etica/libertà di pensiero", riferito agli spettacoli teatrali "Copenaghen", "Le fiamme e la ragione" e "La notte delle lucciole", arriverà infatti Giulio Giorello, docente universitario, direttore della collana editoriale "Scienza e idee", ma soprattutto elzevirista nelle pagine di cultura del "Corriere della Sera". Con lui, non certo meno importante, sarà presente anche Nicola Gasbarro, docente di Storia delle religioni e antropologia culturale all'Università di Udine. Al centro del loro confronto i rapporti tra etica e scienza, le responsabilità morali di chi si occupa di ricerca scientifica, la libertà di pensiero, appunto temi nodali negli spettacoli citati, in programmazione in questa stagione teatrale. Saranno presenti all'incontro, che rientra nel percorso "Il teatro delle idee", gli studenti dei Licei "Leopardi-Majorana" e "Grigoletti", degli istituti tecnici "Flora" e "Mattiussi", del Liceo "Pujati" di Sacile e del Liceo "Le Filandiere" di San Vito al Tagliamento. Prima di Giorello, nell'ottica di un progetto rinnovato che, allargando lo sguardo al mondo della cultura, quest'anno ha coinvolto figure appartenenti ad ambiti diversi, sono stati ospiti di "Adotta uno spettacolo" Toni Servillo e Gianfranco Capitta, Saverio Marconi e Maurizio Porro e lo scrittore Vincenzo Latronico. Allievo di Ludovico Geymonat, come lui laureato in filosofia e matematica, Giorello ha insegnato dapprima Meccanica razionale all'Università di Pavia, per poi ricoprire, alla Statale di Milano, la cattedra di Filosofia della scienza, che fu del suo maestro. Si è affermato come studioso di storia della scienza - in particolare le dispute novecentesche sul "metodo" - e di storia delle matematiche ("Lo spettro e il libertino", 1985). Nel 1981 ha curato, con Marco Mondadori, l'edizione italiana di "Sulla libertà" di John Stuart Mill, avviando una rivalutazione teorico-politica degli studi sul pensatore inglese. Dirige, presso l'editore Raffaello Cortina di Milano, la collana "Scienza e idee". Collabora, come elzevirista, alle pagine culturali del quotidiano milanese Corriere della Sera. A una studentessa che gli chiedeva se la fede condiziona, se pone dei limiti alla ricerca scientifica ed eventualmente in che modo, Giorello ha risposto, nel corso di un'intervista televisiva: «Io non lo so se la fede porti limiti alla ricerca scientifica. La fede è un dono che l'individuo riceve. Ci sono scienziati credenti, ci sono scienziati non credenti, ci sono atei, ci sono agnostici, ci sono cristiani, musulmani, eccetera. E' vera una cosa, che, quando l'istituzione ecclesiastica è diventata un potere, in alcuni contesti questo potere ha di fatto ostacolato la crescita della scoperta scientifica. E questo soprattutto nella nostra storia. Noi conosciamo il grande scontro, per esempio, sulle ipotesi che stanno alla base del nostro universo, sui meccanismi del nostro universo, e sappiamo benissimo che Galileo Galilei fu condannato, nel 1633. Galileo era uomo di fede, però fu condannato lo stesso».

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Nelle Marche: 1 accordo nazionale sul welfare fra Università e giunta regionale (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura , Cervelli

Nelle Marche: 1° accordo nazionale sul welfare fra Università e giunta regionale (1/3/2009 10:09) | (Sesto Potere) - Ancona - 1 marzo 2009 - Il primo accordo di programma a livello nazionale tra tre Atenei e una Regione sul welfare e` stato firmato venerdì a Palazzo Raffaello dall'assessore regionale alle Politiche Sociali delle Marche, Marco Amagliani, il rettore dell'Universita` Politecnica delle Marche, Marco Pacetti, il docente Yuri Albert Kirill Kazepov in rappresentanza del Rettore dell'Universita` di Urbino e la docente Monica Raiteri delegata dal rettore dell'Universita` di Macerata. 'Con questa firma viene sancita la fase finale di un complesso percorso iniziato nel gennaio 2007- ha ricordato Marco Amagliani 'quando la Conferenza Regionale dei Rettori istitui` un coordinamento fra gli Atenei marchigiani per promuovere una programmazione piu` attenta a soddisfare i bisogni formativi dei relativi corsi di laurea, attraverso il confronto con la Regione Marche e tenendo conto dell'evoluzione delle politiche sociali regionali. Abbiamo accettato questa sfida- ha proseguito l'assessore- che oggi apre la strada ad una nuova prospettiva di lavoro: fare scelte politiche sul welfare con la collaborazione e la sinergia del mondo accademico marchigiano. Cosi` come e` accaduto con il Piano Sociale regionale 2008-2010, che ha visto l'utilissimo contributo degli Atenei e della societa` civile. Non era facile mettere insieme tanti soggetti con un obiettivo comune, ma ci siamo riusciti e questo e` motivo di grande orgoglio, non solo per i risultati gia` raggiunti sintetizzati anche nella pubblicazione ' Il welfare nelle Marche', ma perche` con tale accordo si creano anche i presupposti per quello che considero ormai un'esigenza: l'unificazione in capo ad un solo coordinamento amministrativo di Welfare e Sanita` per una reale programmazione integrata socio-sanitaria.' L'accordo di programma individua le finalita` nei campi di intervento della programmazione sociale regionale,formazione, ricerca e istituisce il tavolo tecnico congiunto Regione/Conferenza degli Atenei Marchigiani. L'intesa e` il frutto di incontri tra l'assessore alle politiche sociali, la dirigenza regionale, docenti e ricercatori delle universita` coinvolte, per definire un percorso concreto di collaborazione che fosse utile ad entrambe le istituzioni. Marco Pacetti ha parlato di 'unicum nel panorama italiano a livello di accordi bilaterali tra Universita` e Regioni, che cambia il modo di rapportarsi con l'ente decisore delle scelte politiche. E' una vera novita` anche in seno al mondo accademico, la collaborazione tra tre Universita` che solitamente competono nello stesso territorio. Non solo quindi un ringraziamento alla Regione e all'assessorato alle politiche sociali per averci permesso di lavorare attorno ad un quadro ben delineato, ma anche per la possibilita` di costruire un modello di metodologia e di ricerca che produrra` benefici per tutti.' 'I numerosi incontri propedeutici, infatti, hanno portato a costituire un vero e proprio laboratorio permanente di ricerca ' ha commentato Kazapov dell'Ateneo urbinate - molto utile per il confronto, che favorisce la convergenza di obiettivi e di finalita` sulle attivita` di comune interesse nell'ambito delle politiche sociali regionali. Un modo di evidenziare le best policy e di calibrarle sulle reali esigenze della popolazione' Le tematiche individuate anche per l' attivazione di iniziative concrete riguardavano, tra l'altro, l'avvio di un supporto scientifico sui contenuti del nuovo Piano Sociale Regionale e sulle norme di attuazione, comparando il modello di welfare marchigiano con le altre regioni e con i principali Paesi europei. Inoltre, progettare nuovi percorsi formativi o modificare gli attuali per rispondere ai bisogni del territorio; scambio di dati e accesso alle informazioni in materia di politiche sociali per armonizzare i contenuti delle analisi e arrivare alla stesura congiunta di un modello marchigiano di welfare. Su quest'ultimo punto, in particolare, si e` soffermata Monica Raiteri sottolineando l'utilita` dello scambio dei flussi informativi ai fini di una valida metodologia di ricerca. Il tavolo tecnico istituito ha svolto anche un intenso calendario di seminari congiunti che prosegue nei territori: il 4 marzo, infatti, Regione e Universita` di Urbino hanno organizzato, in collaborazione con Il Ministero della Salute e delle Politiche sociali e il CNR, il seminario 'Il lavoro nel sociale' che si terra` a Fano - Palazzo San Michele.

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Le foto di Cutini in Palazzina (sezione: Cultura)

( da "Quotidiano.it, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Le foto di Cutini in Palazzina San Benedetto del Tronto | E' stata inaugurata ieri, la mostra fotografica di Giorgio Cutini alla Palazzina Azzurra dal titolo ?La poetica della durata?. Giorgio Cutini Movimento e stasi, mare e terra, luci e ombre: "La poetica della durata", mostra fotografica di Giorgio Cutini inaugurata ieri, sabato 28 febbraio, alla Palazzina Azzurra di San Benedetto, ha suscitato emozioni e suggestioni nel nutrito pubblico intervenuto all'ideale "taglio del nastro". Circa sessanta fotografie in bianco e nero, dedicate al mare alcune di quelle nelle stanze al pian terreno, alla terra quelle al primo piano, ma con "visioni" anche da città e dalla natura. Dopo il saluto dell'assessore alla Cultura Margherita Sorge, hanno preso la parola i critici d'arte Armando Ginesi (curatore anche del catalogo) ed Enzo Carli, oltre che lo stesso Giorgio Cutini, chirurgo e fotografo reputato. Tra gli ospiti dell'inaugurazione il poeta Eugenio De Signoribus, l'industriale Adolfo Guzzini, artisti come Bruno Mangiaterra e vari altri, i docenti Galliano Crinella (Università di Urbino) e Franco Rustichelli (insegnante all'Università Politecnica delle Marche ma artista poliedrico a sua volta), il presidente del Fotocineclub sambenedettese Marzetti. Decisiva per la formazione fotografica di Cutini gli incontri con maestri come Ugo Mulas e Mario Giacomelli. Cutini si è anche dedicato alla fotografia scientifica nell'ambito della sua attività chirurgica. Numerosi articoli sono stati dedicati al suo lavoro, su riviste nazionali specializzate, anche a firma di figure come Umberto Piersanti e Francesco Scarabicchi. La mostra di Cutini, organizzata dall'assessorato alla Cultura, in collaborazione con Armando Ginesi, resterà aperta fino a mercoledì 18 marzo, sempre con ingresso gratuito, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Lunedì chiuso. 01/03/2009

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AMBROGIO PREZIOSO * NEGLI ULTIMI MESI LA CRISI INTERNAZIONALE STA ASSESTANDO DURI COLPI ALL'... (sezione: Cultura)

( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura

Ambrogio Prezioso * Negli ultimi mesi la crisi internazionale sta assestando duri colpi all'economia, con contraccolpi a livello locale e nazionale. Nel settore delle costruzioni, in particolare, il 2009 si annuncia molto duro: sono a rischio 250.000 lavoratori e, rispetto al 2008, il volume della produzione calerà del 6,8%, la nuova edilizia abitativa del 9,2%, l'investimento in opere pubbliche del 7,3% e il mercato privato si ridurrà del 7%. L'Ance, inoltre, sul tutto il territorio nazionale, ha registrato un inasprimento delle difficoltà di accesso al credito: in soli due mesi, dal settembre al novembre del 2008, la percentuale degli imprenditori che lamenta «frutti distorti» della stretta creditizia (dall'aumento dello spread alla richiesta di maggiori garanzie) si impenna, passando dal 33% al 54%. L'ha subita un imprenditore su due, in altri termini. Quanto al quadro locale, l'occupazione edile in Campania ha registrato nel 2008 (secondo elaborazioni di dati Istat) un calo superiore al 9% e delle circa 250mila imprese iscritte alla Camera di Commercio di Napoli, come denuncia il presidente Cola, più del 30% rischia il tracollo. E pensare che 36 Piani urbanistici attuativi, tra quelli adottati, approvati e all'esame degli uffici comunali interessano 500 ettari di città da riqualificare, a cui vanno aggiunti 130 ettari per interventi in partenariato pubblico privato. SEGUE A PAGINA 46

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Nelle Marche: 1 accordo nazionale "modello" sul welfare fra Università e giunta regionale (sezione: Cultura)

( da "Sestopotere.com" del 01-03-2009)

Argomenti: Cultura , Cervelli

Nelle Marche: 1° accordo nazionale "modello" sul welfare fra Università e giunta regionale (1/3/2009 10:09) | (Sesto Potere) - Ancona - 1 marzo 2009 - Il primo accordo di programma a livello nazionale tra tre Atenei e una Regione sul welfare e` stato firmato venerdì a Palazzo Raffaello dall'assessore regionale alle Politiche Sociali delle Marche, Marco Amagliani, il rettore dell'Universita` Politecnica delle Marche, Marco Pacetti, il docente Yuri Albert Kirill Kazepov in rappresentanza del Rettore dell'Universita` di Urbino e la docente Monica Raiteri delegata dal rettore dell'Universita` di Macerata. 'Con questa firma viene sancita la fase finale di un complesso percorso iniziato nel gennaio 2007- ha ricordato Marco Amagliani 'quando la Conferenza Regionale dei Rettori istitui` un coordinamento fra gli Atenei marchigiani per promuovere una programmazione piu` attenta a soddisfare i bisogni formativi dei relativi corsi di laurea, attraverso il confronto con la Regione Marche e tenendo conto dell'evoluzione delle politiche sociali regionali. Abbiamo accettato questa sfida- ha proseguito l'assessore- che oggi apre la strada ad una nuova prospettiva di lavoro: fare scelte politiche sul welfare con la collaborazione e la sinergia del mondo accademico marchigiano. Cosi` come e` accaduto con il Piano Sociale regionale 2008-2010, che ha visto l'utilissimo contributo degli Atenei e della societa` civile. Non era facile mettere insieme tanti soggetti con un obiettivo comune, ma ci siamo riusciti e questo e` motivo di grande orgoglio, non solo per i risultati gia` raggiunti sintetizzati anche nella pubblicazione ' Il welfare nelle Marche', ma perche` con tale accordo si creano anche i presupposti per quello che considero ormai un'esigenza: l'unificazione in capo ad un solo coordinamento amministrativo di Welfare e Sanita` per una reale programmazione integrata socio-sanitaria.' L'accordo di programma individua le finalita` nei campi di intervento della programmazione sociale regionale,formazione, ricerca e istituisce il tavolo tecnico congiunto Regione/Conferenza degli Atenei Marchigiani. L'intesa e` il frutto di incontri tra l'assessore alle politiche sociali, la dirigenza regionale, docenti e ricercatori delle universita` coinvolte, per definire un percorso concreto di collaborazione che fosse utile ad entrambe le istituzioni. Marco Pacetti ha parlato di 'unicum nel panorama italiano a livello di accordi bilaterali tra Universita` e Regioni, che cambia il modo di rapportarsi con l'ente decisore delle scelte politiche. E' una vera novita` anche in seno al mondo accademico, la collaborazione tra tre Universita` che solitamente competono nello stesso territorio. Non solo quindi un ringraziamento alla Regione e all'assessorato alle politiche sociali per averci permesso di lavorare attorno ad un quadro ben delineato, ma anche per la possibilita` di costruire un modello di metodologia e di ricerca che produrra` benefici per tutti.' 'I numerosi incontri propedeutici, infatti, hanno portato a costituire un vero e proprio laboratorio permanente di ricerca ' ha commentato Kazapov dell'Ateneo urbinate - molto utile per il confronto, che favorisce la convergenza di obiettivi e di finalita` sulle attivita` di comune interesse nell'ambito delle politiche sociali regionali. Un modo di evidenziare le best policy e di calibrarle sulle reali esigenze della popolazione' Le tematiche individuate anche per l' attivazione di iniziative concrete riguardavano, tra l'altro, l'avvio di un supporto scientifico sui contenuti del nuovo Piano Sociale Regionale e sulle norme di attuazione, comparando il modello di welfare marchigiano con le altre regioni e con i principali Paesi europei. Inoltre, progettare nuovi percorsi formativi o modificare gli attuali per rispondere ai bisogni del territorio; scambio di dati e accesso alle informazioni in materia di politiche sociali per armonizzare i contenuti delle analisi e arrivare alla stesura congiunta di un modello marchigiano di welfare. Su quest'ultimo punto, in particolare, si e` soffermata Monica Raiteri sottolineando l'utilita` dello scambio dei flussi informativi ai fini di una valida metodologia di ricerca. Il tavolo tecnico istituito ha svolto anche un intenso calendario di seminari congiunti che prosegue nei territori: il 4 marzo, infatti, Regione e Universita` di Urbino hanno organizzato, in collaborazione con Il Ministero della Salute e delle Politiche sociali e il CNR, il seminario 'Il lavoro nel sociale' che si terra` a Fano - Palazzo San Michele.

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