CENACOLO DEI COGITANTI |
I cattolici reclamano un
posto nei saggi ( da "Stampa,
La" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: hanno pensato al sacerdote e
docente di storia all'Università del Piemonte Orientale, per cercare di
riequilibrare la composizione di una squadra di saggi che in tanti, soprattutto
nel mondo cattolico, hanno giudicato troppo laica, se non laicista. E' stato il
segretario regionale del Pd, Gianfranco Morgando, a farsi portavoce con la
Bresso di questo disagio,
Diga Serra degli Ulivi
"a tempo di record" ( da "Stampa,
La" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: al territorio è uno sblocco
culturale che funga da esempio anche per altre realtà e che dimostri come prima
dei progetti viene il consenso della gente. Serra procede a tempi record: in
2-3 anni riempiremo il lago di Pianfei, sarei già contento di vedere le ruspe
al lavoro sul nuovo invaso per il
"Noi a Parole tra
Continenti" ( da "Stampa,
La" del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: docente di Economia politica
all'Università di Bologna. Titolo: «Una società politica sofferente del potere
economico». Si parlerà di morale sociale e morale personale con il teologo
Enrico Chiavacci, martedì, (ore 17) e, al termine, «Parole tra Continenti» si
trasferità al «Toselli» (ore 21, ingresso libero) per lo spettacolo-
Giunchiglia, incarico in
Scozia ( da "Trentino"
del 01-03-2009)
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Cultura , Cervelli
Abstract: incarico in Scozia Prestigioso
riconoscimento per il docente di informatica JACOPO TOMASI TRENTO. Un cervello
trentino definirà le strategie di sviluppo in campo informatico delle
università scozzesi, un colosso a livello europeo in questo settore. Si tratta
del professor Fausto Giunchiglia, docente di Informatica presso la facoltà di
Scienze di Trento,
La scuola va avanti con
altri filosofi ( da "Gazzetta
di Modena,La" del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: Tra loro docenti italiani e
stranieri, proprio come è stato in quest'ultimo: qualcuno sarà accademicamente
piuttosto giovane, come lo era Bodei quando entrò in carica nel 1991. Non
intendo che Bodei è divenuto l'intellettuale che è oggi grazie a noi, ma certo
28 anni fa era un'altra cosa.
Convegno su turismo ed
ecomusei ( da "Gazzetta
di Mantova, La" del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: università di via Scarsellini.
Previsti gli interventi di docenti universitari, specialisti, amministratori di
quattro regioni, responsabili di ecomusei. Il convegno è destinato in
particolare, spiega la brochure, «a chi ha un interesse diretto sulle tematiche
ecomuseali e turistiche: funzionari, operatori ecomuseali e turistici,
Saggi, i cattolici
vogliono un posto ( da "Stampa,
La" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: hanno pensato al sacerdote e
docente di storia all'Università del Piemonte Orientale, per cercare di
riequilibrare la composizione di una squadra di saggi che in tanti, soprattutto
nel mondo cattolico, hanno giudicato troppo laica, se non laicista. E' stato il
segretario regionale del Pd, Gianfranco Morgando, a farsi portavoce con la
Bresso di questo disagio,
il pdl: "a torino la
città della salute" ( da "Repubblica,
La" del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: è tutta la rete di centri di
ricerca pubblici e privati molto qualificati, centri che fanno capo alle
Organizzazioni delle Nazioni Unite, Consiglio nazionale di ricerche, Cerms,
Bioindustry Park, Hydroaid». Secondo il centrodestra è importante accelerare, considerato
anche che Milano ha vinto l´assegnazione dell´Expo con un progetto incentrato
su "cibo,
gai evita la pensione si
sfoga "che strani i bilanci dell'ateneo" - ottavia giustetti
( da "Repubblica, La"
del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: università dipenda soprattutto
dalla rottamazione dei docenti settantenni Quando spendevano milioni di euro
per costruire palazzi griffati non pensavano di trovarsi poi in crisi? OTTAVIA
GIUSTETTI (segue dalla prima di cronaca) Dopo che Repubblica ha dato la notizia
che tutti i cantieri e i progetti milionari già finanziati dall´
alghero stamane alle 10,30
nella sede sociale di via cavour 61 e bastioni marco polo 27 si terrà ...
( da "Nuova Sardegna, La"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università di Sassari, sul tema:
«Sassari e la sua struttura urbana», info: 079-980957 e 079-2826119. Liceo
Azuni Il dirigente scolastico del Liceo ginnasio Azuni invita il personale
docente e Ata, che ha prestato servizio, con contratto di supplenza breve e
saltuaria nell'anno
abruzzo, lo sviluppo
operoso felice: c'è futuro per l'industria - giuliano di tanna
( da "Centro, Il" del
01-03-2009)
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Cultura
Abstract: Docente di storia economica alla
facoltà di Scienze manageriali dell'università D'Annunzio di Pescara, Felice su
questa tesi ci ha scritto un saggio da pochi giorni in libreria: «Il
Mezzogiorno operoso. Storia dell'industria in Abruzzo», uscito per i tipi di un
editore nazionale, Donzelli (576 pagine 38 euro).
menzione speciale a
pnlegge.it ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: valorizzazione e promozione dei
beni e delle attività culturali, uno per la cooperazione pubblico-privato, e 2
per i premi Legambiente e Centro turistico studentesco e giovanile (Cts)».
Nell'ambito della categoria "Cooperazione pubblico-privato", una
menzione speciale è andata a pordenonelegge.it - ConCentro, azienda speciale
Camera di commercio Pordenone.
Uno spazio per i nomadi
( da "Provincia Pavese, La"
del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: docente del Laboratorio di sviluppo
locale partecipativo. L'anno scorso si erano occupati di sviluppo dell'alto
Oltrepo montano, quest'anno la sfida è fare uno studio con solide basi
scientifiche per capire quale sia la soluzione migliore per i sinti residenti a
Pavia, basandosi sulle loro esigenze e sulla normativa esistente.
La devianza in classe Se
ne parla giovedì ( da "Provincia
Pavese, La" del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: docenti e amministratori,
l'assessore provinciale Annita Daglia, Tommaso Vecchi del dipartimento di
Psicologia dell'università di Pavia, Enzo Spaltro, presidente del gruppo di
studio sulle dinamiche di gruppo attivo a Bologna, e responsabile scientifico della
scuola per conduttori di gruppo di Adolescere.
Una mostra in università
ricorda Solzenicyn ( da "Provincia
Pavese, La" del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: Provincia e Ufficio Scolastico
Provinciale si apre oggi in aula Forlanini (piazza Leonardo da Vinci,
università centrale). Documenti, foto, testi, testimonianze su Aleksandr
Solzenicyn saranno esposti fino al 13 marzo, e domani alle 21 ci sarà la
presentazione ufficiale in Aula Disegno con Adriano dell'Asta, docente di
lingue e letteratura russa all'università Cattolica di Milano.
"quella docente non è
assunta come ordinario" ( da "Repubblica,
La" del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: Università di Siena "Quella docente
non è assunta come ordinario" Con riferimento all´articolo dal titolo «Il
rettore sblocca concorso sotto accusa» l´amministrazione dell´Università di
Siena ritiene necessario precisare che il concorso di cui si parla è per il
reclutamento di un professore di prima fascia (settore MED-43 bandito nel 2004)
la casa il luogo più
frequente degli abusi - marco barabotti
( da "Tirreno, Il" del
01-03-2009)
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Cultura
Abstract: docente di sociologia
all'Università di Pisa e pubblicato in un volume dal titolo "Il sesso
debole. La violenza sessuale contro le donne nell'area pisana" e
pubblicato dalla Fondazione CariPisa (Pacini editore). Lo studio rimarca però
come le violenze sulle donne e sui minori siano aumentate in provincia in
maniera preoccupante.
martedì l'università
ricorda la polla - alessandro cori
( da "Repubblica, La"
del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: si era laureato all´università di
Bologna, facoltà di Lettere, nel 1969 con Carlo Izzo. Malato da tempo, ha
trascorso gli ultimi giorni di vita all´ospedale di Pavia per un doppio
trapianto. Docente di cinema americano, dal 2004 al 2007 è stato direttore del
dipartimento di musica e spettacolo (Dams) dell´Alma Mater.
"una farfalla
sull'orlo dell'abisso": racconti dell'esilio repubblicano
( da "Tirreno, Il" del
01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: A presentare il libro saranno tre
docenti universitari di vaglia: Silvia Monti, docente di letteratura spagnola
all'Università di Verona; Arrigo Stara, docente di critica letteraria e
letterature comparate all'Università di Pisa; Francesco Guazzelli, docente di
letteratura spagnola moderna e contemporanea all'Università di Pisa.
giornalista e professore
il mondo visto dal vomero - gustavo affinita
( da "Repubblica, La"
del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: «Finii piuttosto in fretta
l´università, e anche brillantemente. Quasi senza volerlo, mi ritrovai
assistente. Da lì, ebbe inizio la mia carriera di docente». Per lui, Cloto ha
lavorato il doppio. La Moira della mitologia che fila i destini di ognuno, a Ernesto
Mazzetti ha attribuito due vite.
Università, non è festa ma
protesta ( da "Secolo
XIX, Il" del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: L'Università di Genova è la più
vecchia d'Italia e nel giro di nemmeno dieci anni perderà, per sopraggiunti
limiti di età, più della metà dei suoi docenti. «Ma per i giovani l'ingresso
non sarà automatico. Io ho beneficiato di una grande infornata di docenti, una
specie di sanatoria, avvenuta nel 1982.
<uno
sportelloall'università> ( da "Secolo
XIX, Il" del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: ma anche del personale
amministrativo e soprattutto dei docenti». Un'analoga esperienza ha aperto i
battenti un paio di anni fa alla Sapienza, a Roma. La gestione è totalmente in
mano degli studenti, con l'obiettivo di svilupparne le capacità d'intervento
culturale e sociale nelle aree a loro destinate.
C'è l'Onda, polizia in
facoltà ( da "Secolo
XIX, Il" del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: docenti e rappresentanti degli
organi universitari. Fuori, il suono delle pentole percosse dagli universitari
e dei fischietti. Finché la Digos interviene per portare via a forza chi si
oppone con una resistenza passiva e non violenta. Echi lontani di cui la platea
non si accorge (se non per il calare progressivo del silenzio all'
Lions in prima linea contro
la violenza alle donne ( da "Caserta
News" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Docente emerito di filosofia morale
presso l'Università di Napoli), Donato Ceglie (s.Procuratore della Repubblica
del Tribunale di S.Maria Capua Vetere), Mario Romano (v.Presidente nazionale
della "Assostampa Forense"), Anna Baldry (Docente di Psicologia
sociale presso la II Università di Napoli), presenti "Unione Donne
Italiane"
Taccuini e appunti,
l'altra letteratura ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: Con queste parole Matilde Dillon
Wanke, docente di Letteratura all'università di Bergamo, ha spiegato
l'obiettivo del convegno «Carte private. Taccuini, carteggi e documenti
autografi tra Otto e Novecento», cominciato giovedì e concluso ieri nella sede
universitaria di Piazza Vecchia.
Ex aree industriali,
alzano la mano e chiedono la parola anche gli agenti immobiliari: con il
lavoro... ( da "Messaggero,
Il (Rieti)" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: mensa e spazi pubblici ma anche con
gli appartamenti per studenti e docenti, i campi sportivi, la palestra e tutti
i servizi di una cittadella del sapere. A Tor Vergata, 35mila studenti danno
lavoro a 3243 addetti. Qui a Rieti basterebbero 5mila persone». Di quale
università? «Un'università che voglia competere con le altre: la Bocconi?
Pubblico-privato uniti per
<fare economia> ( da "Giorno,
Il (Lodi)" del 01-03-2009)
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Cultura
Abstract: 9 Pubblico-privato uniti per «fare
economia» LA RICETTA «L'OTTICA - dice l'assessore Crotti - è quella di creare
un "prodotto turistico" unitario, capace di diventare più attrattivo
grazie anche al rapporto pubblico-privato, che si sta sempre di più
potenziando».
la biografia del vescovo
Amadei ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università Gregoriana, dove
consegue la laurea.
ROMA - I fondi Fas, quelli
per le aree sottosviluppate, non si toccano: sono destinati al Sud <e lì
devono rimanere> ( da "Adige,
L'" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cervelli
Abstract: Il riferimento è alla fuga dei
cervelli. «Il Sud ha bisogno di loro, e loro hanno bisogno di rimanere nelle
loro terre che amano». Sul ddl Calderoli spara Massimo D'Alema, che pure
rivendica a «paternita» del federalismo in Italia. «Non è la medicina che cura
tutti i mali, e se lo facciamo male potrebbe persino aggravare i mali del
Paese,
<Consulenza alle
imprese> ( da "Adige,
L'" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di finanza aziendale alla
facoltà di economia, tenta di dare una spiegazione per l'impennata del valore
degli effetti protestati (assegni e cambiali) in Trentino Alto Adige. «Poi -
aggiunge - bisogna considerare il numero delle cambiali agrarie che indicano il
livello di tensione nel mondo agrario e,
CORONA PERER I l titolo
viene dalla fine: l'incendio di Smirne
( da "Adige, L'" del
01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Ne abbiamo parlato con l'autrice
già docente di letteratura italiana contemporanea all'Università di Padova, che
ha riscoperto le proprie radici armene traducendo le opere del poeta Daniel
Varujan. P rofessoressa, dove riparte la vicenda? «Dal momento in cui Ismene e
Isacco vedono partire Shushanig e i suoi figli.
QUAL è la sua posizione
rispetto alla Variante di Castelferretti? <Immagino come sar ...
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ma cercando alternative o
collaborazioni pubblico-private, magari con un project financing». Quali
correttivi andrebbero adottati per la viabilità nei diversi quartieri? «La
notizia di questi giorni è il probabile cambio di viabilità sulle vie Rosselli
e Buozzi. L'ennesimo esempio del metodo della giunta: prima fa le scelte e poi
cerca condivisione.
A lezione dal grande Eric
Ewazen ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: alla fine della seconda giornata è previsto
che allievi e docenti dell'istituto tengano un recital dedicato al grande
musicista americano. F. Maz. Recital Alla fine della seconda giornata di
incontri, docenti e allievi del conservatorio «Duni» terranno un concerto
dedicato all'ospite Eric Ewazen è uno dei più eseguiti compositori
contemporanei
Ateneo, registro presenze
per prof ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: REDAZIONALE Università Il rettore
accelera, sarà in vigore in tutte le facoltà Ateneo, registro presenze per prof
BARI — Il registro delle presenze dei docenti sarà presto una realtà in tutte
le facoltà dell'Università di Bari. Voluto dal rettore Petrocelli e dal suo
staff, invocato dagli studenti soprattutto dopo il caso Odontoiatria,
Discriminazioni non solo
salariali ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: * Docente Scienze delle Finanze,
Università Bocconi di Milano Le carriere impossibili L'Isfol calcola che in
Italia alle donne, nel totale della popolazione lavorativa, viene inflitto un
differenziale pari al 23%. Una cifra che sale di tre punti per le laureate e di
12 per quelle con titoli post laurea.
Napoli, un'idea
multimediale ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Il docente di storia delle dottrine
politiche al Suor Orsola Benincasa ha poi proposto di valorizzare questo patrimonio
«in un archivio multimediale che conservi e salvaguardi la tradizione degli
atti performativi, delle macchine sceniche, degli artifici da palcoscenico».
PER QUALE motivo,
nonostante la previsione di spesa fosse stata messa a bilancio,...
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: PER QUALE motivo, nonostante la
previsione di spesa fosse stata messa a bilancio, non si è mai provveduto a
disporre l'erogazione di contributi pubblici ai privati per lo smaltimento
dell'amianto? Lo chiede in una interpellanza al sindaco Conti il capogruppo dei
Verdi, Davide Fabbri, a sua volta candidato sindaco.
Lotti di Casabianca
inadatti per hotel moderni ( da "Resto
del Carlino, Il (Ascoli)" del
01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: pubblico-privati ha esordito il
primo cittadino . Quello delle strutture però è un problema non da poco». La
questione, come ha detto Di Ruscio, è che i nostri hotel hanno 50 anni e non
rispondo più alle richieste dei clienti. In città c'è poi la questione dei
lotti di Casabianca: «Secondo gli operatori ha detto il Sindaco quelle
superfici non sono idonee per certi tipi di alberghi
Bioetica, nessun relatore
oltre Fisichella Domani il confronto con gli studenti
( da "Corriere del Veneto"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: uno dei tre docenti firmatari della
«lettera aperta» con cui lunedì si è aperto il caso («La proposta non è
accettabile – ha scritto il professore - , il Presidente della Pontificia
Accademia si unisca al nostro dibattito del 23 aprile »). Ma lo ha confermato
ieri anche Patrizia Burra, presidente della Fondazione «Marina Minnaja»
Doppie, accenti,
apostrofi: a Ca' Foscari uno su due non supera il test d'italiano
( da "Corriere del Veneto"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di filologia che ha seguito
le prove di cultura generale - . L'università cerca di fare la sua parte, ma il
compito di correggere queste lacune non le spetterebbe. Una solida preparazione
in lingua italiana si fa alla scuola elementare e alla scuola media, forse le
mancanze in cultura generale sono più recuperabili.
Il massacro e un processo
show Un secolo fa Carnago come Erba
( da "Corriere della Sera"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: contenuto in un ampio volume di
ricerca pubblicato da «Il Mulino » e dal titolo: «Processo penale e opinione
pubblica in Italia tra Otto e Novecento» curato da Floriana Colao, Luigi Lacchè
e Claudia Storti. Dalle cronache della storia di Carnago emerge anche un
particolare alla Bruno Vespa ex ante: la pubblicazione della cartine della casa
del delitto,
Il volto è lo specchio
dell'anima. Meno negli uomini ( da "Corriere
della Sera" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente di psicologia della
personalità all'Università La Sapienza di Roma —. Ma molti pregiudizi
influiscono sulla reale capacità di lettura del volto altrui. Uno studio
dell'americana università di Princeton ha rilevato che vengono giudicate
particolarmente affidabili e remissive le persone che si presentano con un'
Quanto sport fare? Dipende
dal Paese ( da "Corriere
della Sera" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: ammette Andrea Cavaggioni, docente
di fisiologia umana all'università di Padova —. Va detto però che alcune
differenze sono giustificate dalla diversità fra popolazioni: ciò che va bene
per un giapponese non può automaticamente essere giusto per un europeo».
Esiste, allora, un "minimo sindacale" di movimento?
Salviamo la Costituzione
( da "Nuova Ferrara, La"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Anpi a tutela dei diritti civili
Protagonisti i docenti universitari ferraresi Pugiotto e Somma Si è tornati
ieri a fare lezione in piazza, questa volta per «Salviamo la Costituzione», con
una manifestazione indetta dall'Anpi in piazza Municipale. «E' ora di
rivendicare il diritto al dissenso, ad affermare la paura per quello che sta
succedendo nel nostro paese,
bioetica, pronto il
contro-convegno ( da "Mattino
di Padova, Il" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università. Alcuni docenti si
lamentano perché l'ateneo fa in modo che a parlare di bioetica sia un'unica
voce: monsignor Fisicella, appunto. Che di rimando ha invitato proprio i
docenti che si lamentano a partecipare. «Io e i miei colleghi - dice Zatti,
giurista - stiamo ancora lavorando all'organizzazione del nostro incontro,
quanti errori, meglio
invitare veronesi o bonafede ( da "Mattino
di Padova, Il" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Franca Bimbi, docente di sociologia
al Bo, analizza le varie tappe della vicenda criticando sia le mosse dei
professori che quelle dell'ateneo. E non rinunciando ad offrire una sua
personale versione dei fatti. Secondo lei, è sbagliato a priori invitare un solo
relatore ad un convegno?
speculazione sull'ex sadam
( da "Centro, Il" del
01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente della facoltà di scienze
politiche dell'università di Teramo. «La passata amministrazione adotta il
piano di recupero ex Sadam con modalità che nulla hanno a che vedere con lo
spirito dello sviluppo sostenibile», scrive in una nota Di Marco, «ma tale
piano deriva dal Prusst 2001 il cui obiettivo fondamentale è proprio lo
sviluppo sostenibile.
rifiuti differenziati
volontari nelle case spiegano come fare
( da "Centro, Il" del
01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: la società mista pubblico-privata
che si occupa del servizio di igiene urbana. La prima fase, quella denominata
"start-up", prevede la formazione dei 23 volontari messi a
disposizione dalle associazioni cittadine che hanno fornito la loro
collaborazione. «Il progetto è stato avviato», conferma Elio Tilli, presidente
del consiglio d'amministrazione della Pulchra,
Schifani: un patto per il
Sud ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
01-03-2009)
Argomenti:
Cervelli
Abstract: E perchè il Sud è «un'opportunità
per l'intera Nazione» con le sue risorse da valorizzare, le sue «operosità ed
intelligenze». Il riferimento è alla fuga dei cervelli: «Non è più accettabile:
dobbiamo batterci - sottolinea il presidente del Senato - perchè le nostre
intelligenze arricchiscano la terra che li ha formati ed istruiti».
un progetto per rilanciare
i boschi delle cerbaie ( da "Tirreno,
Il" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Un consorzio misto pubblico-privato
per rilanciare Le Cerbaie. Perché quei 3mila cinquecento ettari di boschi, 110
dei quali nel solo comune di Fucecchio, devono tornare ad avere la stessa
importanza che avevano alcuni decenni fa. Quando, per dirla con una battuta del
presidente del Consorzio Enrico Valle, assessore all'Ambiente del comune di
Castelfranco di Sotto «
Usa; inquinanti e costose,
uno studio scientifico contro le bottiglie di plastica
( da "Cittàdellaspezia.com"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: stato una ricerca pubblicata dalla
rivista Environmental Research Letters e condotta da Peter Gleick e Heather
Cooley del Pacific Institute di Oakland, in California, Stati Uniti. I
ricercatori americani hanno calcolato il dispendio energetico totale e delle
singole fasi della catena, dalla produzione di bottiglie di plastica ai
controlli sull'
Così è nata la battaglia
cattolica sul fine vita ( da "Foglio,
Il" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Università Cattolica – che, secondo
il professor Carmelo Vigna, docente di Filosofia morale alla Ca? Foscari di
Venezia, “hanno più difficoltà a parlare liberamente”. Sempre su Europa,
Roberto Mordacci – docente di Filosofia morale all?
Le vecchie glorie del
Cambi ( da "Corriere
Adriatico" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: testimonianza molti ex allievi che
dal Cambi sono arrivati ad università e centri di ricerca prestigiosi (come il
fisico Lorenzo Bellagamba, docente dell'ateneo di Bologna con passaggi
periodici al Cern di Ginevra) o che oggi partecipano alla vita sociale e
politica del territorio. Fra questi il segretario generale Cisl Marche Stefano
Mastrovincenzo che, ai giovani studenti presenti nell'
Schifani: "Il Sud
alza la testa contro la mafia"
( da "Corriere Adriatico"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cervelli
Abstract: "non può esserci crescita
dell'Italia se verranno lasciate indietro alcune aree del Paese". E perché
il Sud è "un'opportunità per l'intera Nazione" con le sue risorse da
valorizzare, le sue "operosità ed intelligenze". Il riferimento è
alla fuga dei cervelli: "Non è più accettabile". FRANCESCO BONGARRÀ,
Università degli anziani:
è boom ( da "Gazzettino,
Il (Belluno)" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: precisa il presidente don Menia che
nel
Un percorso di studi
"particolare", ma dai risultati notevoli. Simona Rossi da Ceneselli,
si è ... ( da "Gazzettino,
Il (Rovigo)" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: Lunedì prossimo all'Università di
Ferrara andrà a conseguire il dottorato di ricerca su «Oncologia molecolare».
Ieri Simona Rossi è stata all'Itas Einaudi per raccontare il suo percorso
scolastico, a incontrare qualche «vecchio» docente e soprattutto per
confrontarsi con gli studenti delle classi terminali.
I ricercatori? Stipendi
bassi ed età elevata, ma produttivi
( da "Gazzettino, Il"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: I ricercatori? Stipendi bassi ed
età elevata, ma produttivi Domenica 1 Marzo
SCIENZA, ETICA E
RELIGIONE. LIBERTÀ CON LA CONDIZIONALE
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: docente universitario, direttore
della collana editoriale "Scienza e idee", ma soprattutto elzevirista
nelle pagine di cultura del "Corriere della Sera". Con lui, non certo
meno importante, sarà presente anche Nicola Gasbarro, docente di Storia delle
religioni e antropologia culturale all'Università di Udine.
Nelle Marche: 1 accordo
nazionale sul welfare fra Università e giunta regionale
( da "Sestopotere.com"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura , Cervelli
Abstract: Universita` Politecnica delle
Marche, Marco Pacetti, il docente Yuri Albert Kirill Kazepov in rappresentanza
del Rettore dell'Universita` di Urbino e la docente Monica Raiteri delegata dal
rettore dell'Universita` di Macerata. 'Con questa firma viene sancita la fase
finale di un complesso percorso iniziato nel gennaio 2007-
Le foto di Cutini in
Palazzina ( da "Quotidiano.it,
Il" del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: i docenti Galliano Crinella
(Università di Urbino) e Franco Rustichelli (insegnante all'Università Politecnica
delle Marche ma artista poliedrico a sua volta), il presidente del Fotocineclub
sambenedettese Marzetti. Decisiva per la formazione fotografica di Cutini gli
incontri con maestri come Ugo Mulas e Mario Giacomelli.
AMBROGIO PREZIOSO * NEGLI
ULTIMI MESI LA CRISI INTERNAZIONALE STA ASSESTANDO DURI COLPI ALL'...
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura
Abstract: investimento in opere pubbliche del
7,3% e il mercato privato si ridurrà del 7%. L'Ance, inoltre, sul tutto il
territorio nazionale, ha registrato un inasprimento delle difficoltà di accesso
al credito: in soli due mesi, dal settembre al novembre del 2008, la
percentuale degli imprenditori che lamenta «frutti distorti» della stretta
creditizia (
Nelle Marche: 1 accordo
nazionale "modello" sul welfare fra Università e giunta regionale
( da "Sestopotere.com"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Cultura , Cervelli
Abstract: Universita` Politecnica delle
Marche, Marco Pacetti, il docente Yuri Albert Kirill Kazepov in rappresentanza
del Rettore dell'Universita` di Urbino e la docente Monica Raiteri delegata dal
rettore dell'Universita` di Macerata. 'Con questa firma viene sancita la fase
finale di un complesso percorso iniziato nel gennaio 2007-
( da "Stampa, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
POLEMICA PER LA
COMPOSIZIONE DEL COMITATO CHE DIRIGERÀ IL PREMIO I cattolici reclamano un posto
nei saggi Ad oggi don Maurilio Guasco non ha ricevuto nessuna chiamata dalla
Regione e in ogni caso sarebbe restio ad accettare di far parte del comitato
dei garanti del Grinzane Cavour. La presidente della Regione, Mercedes Bresso,
e l'assessore Gianni Oliva, hanno pensato al sacerdote e docente di storia all'Università del
Piemonte Orientale, per cercare di riequilibrare la composizione di una squadra
di saggi che in tanti, soprattutto nel mondo cattolico, hanno giudicato troppo
laica, se non laicista. E' stato il segretario regionale del Pd, Gianfranco
Morgando, a farsi portavoce con la Bresso di questo disagio, non solo
politico ma anche quello accademico. E' successo venerdì pomeriggio al termine
del vertice di maggioranza convocato per discutere dei conti della sanità
piemontese. Morgando ha criticato con durezza le scelte fatte. Soprattutto
quella del coordinatore, Piergiorgio Odifreddi. Tocca poi al vicecapogruppo del
Pd in Consiglio regionale, Stefano Lepri dare voce a tutte quelle perplessità:
«Fra i garanti del Premio Grinzane suggeriti dalla Giunta regionale si nota la
presenza di figure più conosciute per la vena polemica o la frequentazione di
salotti televisivi che non per evidenti ed indiscussi meriti letterari». E
aggiunge: «Ma tra le buone notizie c'è l'annunciata prima edizione del Grinzane
Matematica. Ne sentivamo la mancanza». Nelle parole di Lepri si possono
cogliere tutti i malumori che ieri mattina a margine della giornata conclusiva
della settimana di politica organizzata dall'Università si potevano ascoltare
tra i vari capannelli a cui hanno partecipato lo stesso Morgando, il
consigliere regionale di Forza Italia, Giampiero Leo, il preside della facoltà
di Scienze Politiche e lo storico ed ex parlamentare del Pd, Sergio Soave. «Io
credo sia necessario un intervento per riequilibrare la composizione dei saggi
per riguardo nei confronti del mondo cattolico e anche del mondo culturale e
accademico torinese». Già le origini del Premio, o meglio della sua formula,
sono tutte cattoliche, nel cuore dei salesiani che con don Francesco Meotto e
la casa editrice Sei hanno iniziato a coinvolgere le scuole cattoliche.
Giuliano Soria era uno dei collaboratori del sacerdote scomparso prematuramente
per un grave male. La squadra di garanti è lontana anni luce da
quell'esperienza. Così come è lontana anni luce dalla mission originaria,
quella di promuovere un premio letterario. E l'indicazione di Guasco, uno storico,
non sembra poter risolvere il caso. Che il problema esista lo dimostra il fatto
che nel faccia a faccia Bresso-Morgando la presidente avrebbe spiegato che la
squadra dei garanti non è completa e che si sta cercando una sesta personalità
proprio nel mondo cattolico. Adesso, vista la riottosità di don Guasco ad
accettare una eventuale proposta, la ricerca si fa più complicata. Il mondo
accademico, anche quello cattolico, non vedrebbe male l'ingresso di personalità
come Lorenzo Mondo o Claudio Gorlier. Si vedrà. Intanto monta la polemica
politica. Enzo Ghigo, coordinatore regionale di Forza Italia-Pdl, parla di «un
comitato monopolizzato dalla sinistra: il Grinzane sembra essere diventato
l'house-organ di Mercedes Bresso e della sinistra salottier-culturale». E
aggiunge: «L'idea di un organismo di transizione per salvaguardare l'immagine e
le principali attività del Premio Grinzane è condivisibile. Nulla da dire sulla
qualità dei nomi proposti, ma certo che la sinistra non ha lasciato spazi a
esponenti che non fossero pienamente allineati». Il motivo? «Ci troviamo una
regista amica di Veltroni, un matematico ateo, e via di questo passo». E
Agostino Ghiglia (An) affonda: «La sinistra ha trasformato il Grinzane in una
cellula del vecchio Pci. Viste le finalità del Grinzane fatichiamo a capire
cosa c'entri un seppur prestigioso scrittore arabo».\
( da "Stampa, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Progetto Presentate
le tappe per la costruzione del maxi invaso Diga Serra degli Ulivi "a
tempo di record" CHIARA VIGLIETTI VILLANOVA MONDOVI' Conclusa in tempi
record la gestazione politica di «Serra degli Ulivi», per l'imponente invaso
idrico da realizzare in mezzo al nulla, tra campi e colline di Branzola,
frazione di Villanova, si entra ora nella fase più delicata: la definizione in
dettaglio sul territorio. Un passaggio dalla teoria alla pratica, dai tavoli
della Regione a quelli tecnici di progettazione, che riassume il senso della
conferenza stampa coordinata ieri mattina dall'assessore regionale
all'Agricoltura Mino Taricco nella sede del consorzio Brobbio-Pesio di Mondovì.
Una scelta non casuale, visto che spetterà proprio a questo soggetto
istituzionale, insieme al consorzio Ellero-Corsaglia-Casotto, il delicato
compito di presiedere a tutte le operazioni che da qui alla stesura del
progetto preliminare attendono l'altro pezzo di storia dell'invaso. Il primo ad
aver usufruito del neonato «Fondo regionale di rotazione», una cassa da 5
milioni di euro, creata per anticipare i soldi dello Stato sulla progettazione
delle opere da cantierare. Uno strumento in più per garantire al parco progetti
regionale di centrare gli obiettivi. Taricco: «Il punto di partenza è il
milione di euro che la Regione ha finanziato nei giorni scorsi per la
progettazione preliminare dell'opera, inserita già nel Piano irriguo nazionale
per 44 milioni». Restano ora da far quadrare interessi e incastri di un
progetto complicatissimo. A partire dai soggetti coinvolti: Regione, Provincia,
2 Comunità montane (Bisalta e Valli Monregalesi), 3 consorzi irrigui (Pesio,
Ellero, Bealerotto-Mussi). Infine i Comuni, Villanova, Pianfei, Roccaforte,
Chiusa Pesio, territori direttamente coinvolti dal progetto dell'invaso, chi
per la porzione di terreno su cui farlo nascere, chi per le condotte di
captazioni da realizzare per far convogliare l'acqua a «Serra degli Ulivi». E
se sarà il territorio di Villanova Mondovì ad ospitare i suoi 70 mila metri per
una portata d'acqua di 15 milioni di metri cubi, a Pianfei e Roccaforte
spetterà di cedere parte delle acque dei loro torrenti, rispettivamente il
Pesio e l'Ellero: il primo servirà sia il vicino lago di Pianfei sia Serra,
mentre l'Ellero, passando da Roccaforte, rifornirà l'intero bacino. In cambio
Regione e Provincia dovranno fare la loro parte: Chiusa Pesio dà ormai per
scontati i fondi per la messa in sicurezza degli argini del suo fiume, mentre
il «sì» di Roccaforte è condizionato ad un progetto rimasto sulla carta per
decenni, l'invaso del Biecai, da realizzare in testa alla val Ellero, dalle
parti del rifugio Mondovì. Ma la macchina di «Serra degli Ulivi», assicura
Taricco, ha «ingranaggi ben oleati». Oreste Bernelli del consorzio Pesio ne
chiarisce le prossime tappe: «Il primo passo sarà il rifacimento delle condotte
e la sistemazione del Pesio. Poi interverremo sul lago di Pianfei e infine su
Serra. Nel frattempo allestiremo qui, nella nostra sede, il quartiere generale
del progetto». «Spero che quest'opera e il modo in cui la stiamo portando
avanti possano essere di esempio a livello nazionale - interviene Bernardo
Bertola del consorzio Ellero-. L'invaso servirà a rifornirci di acqua per
l'agricoltura, per le secche idriche, per usi energetici e turistici». La sua
portata? Taricco non ha dubbi: «Sarebbe una svolta epocale per questa
provincia, abituata per decenni a misurarsi con migliaia di convegni
sull'idropotabile e progetti finiti nel nulla. Quello che serve al territorio è uno sblocco culturale che funga da esempio anche
per altre realtà e che dimostri come prima dei progetti viene il consenso della
gente. Serra procede a tempi record: in 2-3 anni riempiremo il lago di Pianfei,
sarei già contento di vedere le ruspe al lavoro sul nuovo invaso per il
( da "Stampa, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
"Noi a Parole
tra Continenti" [FIRMA]VANNA PESCATORI CUNEO «Il pianeta, oggi città della
gioia o città della sofferenza?» E' la prima domanda a cui cercherà di
rispondere la 9ª edizione di «Parole tra continenti», che prende il via oggi,
alle 10, nel Centro Incontri della Provincia. Dopo il saluto del vescovo
Giuseppe Cavallotto, don Aldo Benevelli «interrogherà» lo scrittore francese
Dominique Lapierre «apostolo dei sofferenti». Il percorso che Lapierre ha
compiuto nella sua vita, ne fa uno strordinario testimone del tema
dell'edizione «Il dolore e la consolazione». Dopo aver girato il mondo per
passione e per lavoro, raggiunge Calcutta e davanti ai suoi occhi si spalanca
il dramma della povertà e della lebbra che colpisce anche i bambini. Dai primi
Anni '80, Lapierre mette la sua penna al servizio di questa umanità sofferente,
collabora con Madre Teresa e fonda, con la moglie, una onlus che porta il nome
del suo libro più famoso: «La città della gioia». Attualmente si occupa dei
problemi del Sud Africa: il diritti d'autore del suo ultimo lavoro, «Un
arcobaleno nella notte», sosterranno 14 progetti di solidarietà. L'incontro,
che sarà accompagnato dalle canzoni del compositore Aleandro Baldi, vincitore
nel 1994 del Festival di Sanremo, e si concluderà con la consegna a Lapierre
del premio «Università della pace Giorgio La Pira». Sempre oggi, apre la Mostra
internazionale Nord Sud: ospita le pubblicazioni degli autori presenti, novità
editoriali che trattano dei problemi più difficili del rapporto tra paesi
ricchi e paesi in via di sviluppo, e riviste. Tutti i giorni dalle 15,30 alle
19,30, oggi e sabato 7, dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30.
Domani, la seconda conferenza sarà tenuta (ore 17) da Stefano Zamagni, docente di Economia politica
all'Università di Bologna. Titolo: «Una società politica sofferente del potere
economico». Si parlerà di morale sociale e morale personale con il teologo
Enrico Chiavacci, martedì, (ore 17) e, al termine, «Parole tra Continenti» si
trasferità al «Toselli» (ore 21, ingresso libero) per lo spettacolo-conversazione
di Erri De Luca e Gianmaria Testa «Rieccoci». Mercoledì, «Il dolore curabile»
sarà affrontato da Giustino Varrassi, ordinario di Anestesia e Rianimazione
all'Università dell'Aquila, alle 8 (per i professionisti) e alle 17, per il
pubblico. Giovedì doppio incontro (ore 9, per gli studenti, e ore 17) con lo
psicologo e psicoterapeuta Ezio Aceti. Seguirà, alle 17, una testimonianza di
Marco Sasia sui campi di Karen in Birmania. Venerdì, alle 17, la consolazione
attraverso la musica e la poesia sarà raccontata dal poeta Marco Guzzi e dai
musicisti Enrico Ruggeri e Andrea Mirò, poi in concerto al «Toselli» (ore 21,
biglietti da
( da "Trentino" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura , Cervelli
Sarà coordinatore di
un'allenza di dieci atenei: «Ma non lascerò il Trentino» Giunchiglia, incarico in Scozia Prestigioso riconoscimento per il docente di informatica JACOPO TOMASI
TRENTO. Un cervello trentino definirà le strategie di sviluppo in campo
informatico delle università scozzesi, un colosso a livello europeo in questo settore. Si
tratta del professor Fausto Giunchiglia, docente di Informatica presso la facoltà di Scienze di Trento, ex
direttore del Disi (Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione) ed
ex vice-rettore dell'ateneo. La notizia è arrivata nei giorni scorsi e
rappresenta l'ennesimo riconoscimento per uno degli scienziati più apprezzati:
nel 2005 è stato nominato presidente dell'Associazione mondiale per
l'intelligenza artificiale, nel 2008 membro del Consiglio europeo per la ricerca. Ora questo prestigioso ruolo, ma vediamo di cosa si
tratta. La Scozia, un paese con 7,5 milioni di abitanti, è un colosso in Europa
e nel mondo per quanto riguarda l'informatica. Per mantenere questa eccellenza
ha deciso di fare "sinergia territoriale", facendo collaborare in
ambito di ricerca le sue 10 università,
tra cui spicca Edimburgo, tra i cinque atenei più validi a livello mondiale. Si
tratta di un'alleanza strategica per definire le linee sulle quali operare in
futuro. Per questo è stato è stato nominato un Consiglio scientifico
internazionale ed il ruolo, davvero prestigioso, di presidente è stato affidato
appunto al docente dell'Università di Trento Fausto
Giunchiglia: «E' stata una sorpresa e mi fa molto piacere perché c'erano mille
scelte ed hanno chiamato me. Si tratta di un incarico che dà prestigio
professionale alla mia figura, ma che dimostra la qualità del Trentino in
questo settore» afferma il professore che nei prossimi mesi si recherà in
Scozia con regolarità per portare avanti questo progetto. E magari sarà anche
tentato di stabilirsi in Gran Bretagna: «Me l'hanno proposto più volte ma fino
ad ora ho sempre detto di no. In Italia spesso passa la voglia di fare ricerca, ma in Trentino la situazione è migliore. In 8 anni,
in ambito informatico, abbiamo creato una realtà di riferimento in Europa. Ora
però bisogna mantenere l'eccellenza coinvolgendo anche le aziende». E la
ricetta potrebbe essere quella scozzese, facendo sinergia tra ricercatori di università e Irst:
«Credo che una maggiore interazione sia la strada obbligata se si vuole
competere a livello europeo».
( da "Gazzetta di Modena,La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
di Stefano Luppi «La
scuola va avanti con altri filosofi» Il presidente Franchini: scelti giovani
studiosi, guardiamo al futuro «Accettiamo le dimissioni dei filosofi e stiamo
già lavorando al prossimo comitato scientifico: a breve comunicheremo i nomi di
5 delle 9 personalità accademiche che lo costituiranno. Ci saranno professori
sia italiani che stranieri, alcuni piuttosto giovani perché scommettiamo sul
futuro, come con Altini». Parole del presidente della Fondazione S.Carlo
Roberto Franchini, che - il giorno dopo l'abbandono da parte di Bodei,
Filoramo, Gregory, Jarauta, Olender, Schluchter - sembra il vincitore della
"battaglia" su Scuola alti studi e Festival. Si è
"liberato" di Michelina Borsari, con cui la differenza di vedute sul
futuro di S.Carlo e Filosofia era nota da tempo e rilancia l'istituzione. Tra
le novità, stretto rapporto con l'Università. Il prossimo impegno del cda della
S. Carlo, che si riunirà a inizio settimana, sarà la nomina di parte del nuovo
comitato scientifico che offre la propria consulenza al servizio dell'antica
istituzione modenese. Nel prossimo futuro invece i membri del consiglio -
nominati ogni 5 anni dai ministeri della Cultura e dell'istruzione, dagli enti
locali e dall'arcivescovo - decideranno sul più stretto rapporto con
l'Università. «Abbiamo il dovere di rispondere al rettore Tomasi - dice
Franchini - che ha annunciato che l'ateneo è in possesso delle professionalità
idonee». I filosofi, dopo la battaglia su Borsari e Scuola, si sono dimessi e
ora? «Lunedì prossimo discuteremo dei primi cinque membri del nuovo comitato scientifico,
è il numero minimo, poi con calma arriveremo a nove personalità. Tra loro docenti italiani e stranieri, proprio come è stato in
quest'ultimo: qualcuno sarà accademicamente piuttosto giovane, come lo era
Bodei quando entrò in carica nel 1991. Non intendo che Bodei è divenuto
l'intellettuale che è oggi grazie a noi, ma certo 28 anni fa era un'altra cosa.
Noi abbiamo deciso di scommettere sul futuro, come si è visto anche con il
nuovo direttore Altini, perché le istituzioni devono continuare la propria
storia e non dipendere dalle persone che, pur importanti, passano». Tra i nuovi
potrebbero esserci Carlin Petrini o Emanuele Severino? «Nomi non ne faccio ora,
ma escludo questi due perché Petrini di Sloow Food è una persona stimabile che
già collabora ai programmi della S. Carlo, ma il comitato è un'altra cosa.
Severino ovviamente andrebbe benissimo». Il San Carlo come esce da tutta questa
vicenda? «Beh, devo dire la verità, avremmo preferito non andare sulle prime
pagine dei giornali nazionali: ciò ha inciso sull'immagine dell'istituzione e
anche in parte sulla sostanza. Però ricominciamo un nuovo ciclo e il cda nei
prossimi tempi produrrà altre decisioni importanti per il bene
dell'istituzione. Abbiamo nuovi stimoli ed esperienze e percorriamo una nuova
strada». Si è saputo che nella riunione di giovedì i filosofi hanno chiesto
l'autonomia della scuola alti studi. «Francamente era una proposta non
ricevibile, forse si potrebbe dire neppure presentabile, come abbiamo detto
loro. Ribadisco invece che in oltre due ore non si è parlato del Festival». Non
lo organizzerete più direttamente, ma collaborerete come soci del nuovo ente?
«Certamente, con la proposta del sindaco Pighi dell'ente autonomo si prosegue
fino al 2012, data in cui si concludono i tre anni di progetto europeo della
filosofia di cui Modena è capofila di altre 7 città europee. Si tratta di
milioni di euro e, anche se non ci riguarda più direttamente perché i
finanziamenti di milioni di euro andranno al nuovo ente, siamo un po' in ansia
se non altro perché il progetto lo avevo firmato io in qualità di presidente».
Dunque collaborerete di nuovo con Bodei, Gregory e Michelina Borsari, nuova
direttrice dell'ente. «Il contratto della Borsari era un normale triennale più
biennale e lo abbiamo anche detto. Ricordo anche che la San Carlo ha 400 anni
di vita e il festival si fa da otto. E' una manifestazione importantissima, ma
noi siamo anche altro e penso che tra un anno si parlerà soprattutto della
buona ricerca scientifica che faremo. Non sarà comunque un problema lavorare
con la Borsari, Bodei e Gregory».
( da "Gazzetta di Mantova, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Convegno su turismo
ed ecomusei Ecomusei e turismo: quale sviluppo per l'area morenica mantovana. é
il tema del convegno che si svolgerà venerdì nell'aula magna dell'università di via Scarsellini. Previsti
gli interventi di docenti universitari, specialisti, amministratori di quattro
regioni, responsabili di ecomusei. Il convegno è destinato in particolare,
spiega la brochure, «a chi ha un interesse diretto sulle tematiche ecomuseali e
turistiche: funzionari, operatori ecomuseali e turistici, ricercatori e
studenti». La partecipazione è gratuita ma serve l'iscrizione.
( da "Stampa, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
POLEMICA PER LA
COMPOSIZIONE DEL COMITATO CHE DIRIGERÀ IL PREMIO Saggi, i cattolici vogliono un
posto [FIRMA]MAURIZIO TROPEANO Ad oggi don Maurilio Guasco non ha ricevuto
nessuna chiamata dalla Regione e in ogni caso sarebbe restio ad accettare di
far parte del comitato dei garanti del Grinzane Cavour. La presidente della
Regione, Mercedes Bresso, e l'assessore Gianni Oliva, hanno
pensato al sacerdote e docente di storia all'Università del Piemonte Orientale, per cercare di
riequilibrare la composizione di una squadra di saggi che in tanti, soprattutto
nel mondo cattolico, hanno giudicato troppo laica, se non laicista. E' stato il
segretario regionale del Pd, Gianfranco Morgando, a farsi portavoce con la
Bresso di questo disagio, non solo politico ma anche quello accademico.
E' successo venerdì pomeriggio al termine del vertice di maggioranza convocato
per discutere dei conti della sanità piemontese. Morgando ha criticato con
durezza le scelte fatte. Soprattutto quella del coordinatore, Piergiorgio
Odifreddi. Tocca poi al vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale, Stefano
Lepri dare voce a tutte quelle perplessità: «Fra i garanti del Premio Grinzane
suggeriti dalla Giunta regionale si nota la presenza di figure più conosciute
per la vena polemica o la frequentazione di salotti televisivi che non per
evidenti ed indiscussi meriti letterari». E aggiunge: «Ma tra le buone notizie
c'è l'annunciata prima edizione del Grinzane Matematica. Ne sentivamo la
mancanza». Nelle parole di Lepri si possono cogliere tutti i malumori che ieri
mattina a margine della giornata conclusiva della settimana di politica
organizzata dall'Università si potevano ascoltare tra i vari capannelli a cui
hanno partecipato lo stesso Morgando, il consigliere regionale di Forza Italia,
Giampiero Leo, il preside della facoltà di Scienze Politiche e lo storico ed ex
parlamentare del Pd, Sergio Soave. «Io credo sia necessario un intervento per
riequilibrare la composizione dei saggi per riguardo nei confronti del mondo
cattolico e anche del mondo culturale e accademico torinese». Già le origini
del Premio, o meglio della sua formula, sono tutte cattoliche, nel cuore dei
salesiani che con don Francesco Meotto e la casa editrice Sei hanno iniziato a
coinvolgere le scuole cattoliche. Giuliano Soria era uno dei collaboratori del
sacerdote scomparso prematuramente per un grave male. La squadra di garanti è
lontana anni luce da quell'esperienza. Così come è lontana anni luce dalla
mission originaria, quella di promuovere un premio letterario. E l'indicazione
di Guasco, uno storico, non sembra poter risolvere il caso. Che il problema
esista lo dimostra il fatto che nel faccia a faccia Bresso-Morgando la
presidente avrebbe spiegato che la squadra dei garanti non è completa e che si
sta cercando una sesta personalità proprio nel mondo cattolico. Adesso, vista
la riottosità di don Guasco ad accettare una eventuale proposta, la ricerca si
fa più complicata. Il mondo accademico, anche quello cattolico, non vedrebbe
male l'ingresso di personalità come Lorenzo Mondo o Claudio Gorlier. Si vedrà.
Intanto monta la polemica politica. Enzo Ghigo, coordinatore regionale di Forza
Italia-Pdl, parla di «un comitato monopolizzato dalla sinistra: il Grinzane
sembra essere diventato l'house-organ di Mercedes Bresso e della sinistra
salottier-culturale». E aggiunge: «L'idea di un organismo di transizione per
salvaguardare l'immagine e le principali attività del Premio Grinzane è
condivisibile. Nulla da dire sulla qualità dei nomi proposti, ma certo che la
sinistra non ha lasciato spazi a esponenti che non fossero pienamente
allineati». Il motivo? «Ci troviamo una regista amica di Veltroni, un
matematico ateo, e via di questo passo». E Agostino Ghiglia (An) affonda: «La
sinistra ha trasformato il Grinzane in una cellula del vecchio Pci. Viste le
finalità del Grinzane fatichiamo a capire cosa c'entri un seppur prestigioso
scrittore arabo».
( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XIII - Torino
Appello del centrodestra al sindaco Chiamparino: "Ripartiamo da
Molinette". E si prepara un controprogetto Il Pdl: "A Torino la Città
della salute" "Se vinciamo si cambia". La presidente: "Noi
andiamo avanti così" Nel piano la demolizione del Sant´Anna, il Cto
sarebbe struttura autonoma «Torniamo a Molinette 1, Torino non deve perdere la
Città della salute». Con un appello indirizzato al sindaco e una strizzatina
d´occhio all´Università che con il preside di medicina Giorgio Palestro da
sempre scalpita all´idea di un trasloco, il quartier generale del centrodestra,
riunito venerdì sera per un convegno dedicato al tema, dice no a Molinette 2:
«Ripartiamo da Molinette 1, che è la vera città della salute», dice la
capogruppo provinciale di FI-Pdl Caterina Ferrero. Ed Enzo Ghigo promette: «Se
sarà il centrodestra a vincere le elezioni nel 2010, il progetto di Grugliasco
tramonta e si torna lungo il Po, tanto più che so bene cosa pensa il Comune in
proposito». Mercedes Bresso liquida la proposta con poche parole: «noi andiamo
avanti secondo il nostro calendario, il centrodestra esprima pure il suo parere
in proposito. D´altronde c´è uno studio approfondito dell´Aress, il quale fa
rilevare l´assoluta inadeguatezza di insediare la Città della salute in
quell´area, non credo ci sia altro da aggiungere». In casa Pdl intanto c´è allo
studio un controprogetto, cui stanno lavorando anche alcuni tecnici milanesi,
nel quale la nuova Cittadella della salute verrebbe ridisegnata partendo dalle
torri chirurgiche, che la giunta Bresso realizzerà come prima soluzione
concreta alle carenze strutturali dell´attuale Molinette. «Non si capisce
perché la giunta Bresso intenda investire oltre 200 milioni di euro per la
torre chirurgica delle attuali Molinette, torre che per le sue caratteristiche
potrebbe essere funzionale al progetto Città della salute, per poi immaginarla
come una struttura a servizio di un ospedale zonale da 400 posti letto». Il
polo materno infantile Sant´Anna-Regina Margherita nel piano previsto del Pdl
potrebbe essere abbattuto e re-inglobato («costa meno abbattere che
ristrutturare»), mentre il Cto resterebbe struttura a sé stante. L´obiettivo è
razionalizzare tenendo anche conto delle risorse disponibili evitando di
indulgere in progetti faraonici, incalza Ferrero: «Torino ha tutte le
caratteristiche per sviluppare le migliori esperienze di distretto evoluto, qui
sono insediati tutti i centri accademici, che da anni sono a capo di progetti internazionali.
A Torino poi c´è tutta la rete di centri di ricerca
pubblici e privati molto qualificati, centri che fanno capo alle Organizzazioni
delle Nazioni Unite, Consiglio nazionale di ricerche, Cerms, Bioindustry Park,
Hydroaid». Secondo il centrodestra è importante accelerare, considerato anche
che Milano ha vinto l´assegnazione dell´Expo con un progetto incentrato su
"cibo, energia e ambiente" come componenti indissolubili della
salute planetaria. «Questo progetto abbinato alla presenza a Torino di un
distretto altamente qualificato - spiega Ferrero - sono i pre-requisiti
necessari per creare un nuovo polo di sviluppo culturale, accademico ed
economico con ottime prospettive sia per la creazione di opportunità di
business che per la creazione di posti di lavoro altamente qualificati». Al
convegno era presente anche il preside di medicina Palestro, il quale ha
ricordato di avere in più occasioni sottoposto alla Regione il progetto
dell´Università per mantenere il super polo sanitario a Torino. (s. str.)
( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XIII - Torino
Il direttore del pronto soccorso delle Molinette: progetti faraonici e poi...
Gai evita la pensione si sfoga "Che strani i bilanci dell´ateneo" Ora
invece sembra che il futuro dell´università dipenda soprattutto dalla rottamazione dei docenti settantenni
Quando spendevano milioni di euro per costruire palazzi griffati non pensavano
di trovarsi poi in crisi? OTTAVIA GIUSTETTI (segue dalla prima di cronaca) Dopo
che Repubblica ha dato la notizia che tutti i cantieri e i progetti milionari
già finanziati dall´Università sono fermi da mesi il malcontento è
cresciuto tra docenti e ricercatori. «Ci siamo chiesti in consiglio di facoltà
quale fosse la logica - dice Gai - molti sarebbero curiosi di sapere perché con
tanto denaro speso per costruire palazzi firmati da grandi architetti e nuovi
campus ci sia poi bisogno di applicare alla lettere la legge finanziaria per
risanare i conti dell´ateneo». Questo can-can a proposito della
"rottamazione" dei professori settantenni va avanti ormai da mesi e
quando sembrava ormai deciso che molti di questi sarebbero stati ammessi al
prolungamento del servizio fino a settantadue, il Senato, lunedì scorso, ha
votato, invece, per il pensionamento collettivo. Resta una possibilità solo per
coloro dei quali sia provata "l´infungibilità" (così recita la
mozione votata in Senato), cioè chi non è evidentemente sostituibile. E proprio
a questa misconosciuta definizione è rimasta appesa per giorni la speranza del
direttore del pronto soccorso delle Molinette che sapeva che qualche collega
«amico» gli stava organizzando con grande solerzia la successione. Se la
sostituzione fosse andata in porto Gai sarebbe stato fuori dall´Università. E
all´inizio della settimana, in effetti, sembrava proprio fatta: Giancarlo
Agnelli, professore ordinario presso la facoltà di medicina di Perugia, aveva
dato la sua disponibilità per un trasferimento a Torino, presso la cattedra di
Gai. Agnelli era già venuto di persona a incontrare il preside, Giorgio
Palestro, e a visitare il futuro regno della sua attività di medico e di docente. Ma qualcosa deve essere andata storta e Agnelli,
tornato a Perugia, ci ha ripensato e ha chiamato proprio Gai per confessargli
il rapido dietrofront. Tra qualche giorno seguirà la lettera formale di
rinuncia al preside. Ma intanto Gai è tornato nuovamente
"infungibile" e quindi insostituibile nel suo ruolo di professore e
direttore del pronto soccorso. Per questa ragione si avvia così al
prolungamento dei due anni che serviranno per preparargli la successione.
Quelli che non conoscono la sua storia potrebbero obiettare che è scandaloso
che facendo il docente non si sia circondato di validi
delfini in questi anni. Ma la vicenda che riguarda Gai, in realtà, fa eccezione
visto che lui, in Università ci è approdato da soli tre anni. è infatti ancora
professore straordinario, ed è quindi comprensibile che non abbia avuto il
tempo di attrezzarsi per lasciare in buone mani la specialità. Da ulteriori
indiscrezioni risulta che alla scadenza del suo mandato potrebbe approdare a
Torino un nome straniero, un americano di New York, che ha già dato il suo
assenso per ereditare la cattedra di Gai nel 2011.
( da "Nuova Sardegna, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 30 - Sassari
Alghero Stamane alle 10,30 nella sede sociale di via Cavour 61 e bastioni Marco
Polo 27 si terrà ... Alghero Stamane alle 10,30 nella sede sociale di via
Cavour 61 e bastioni Marco Polo 27 si terrà l'assemblea dei soci della Società
operaia di Mutuo Soccorso. Carnevale All'Eurobar di Bancali domenica 1 marzo
alle 15 finale del carnevale di Rio con pentolaccia e tanta musica per grandi e
bambini. Tutti in maschera. Info 079308029. Pozzomaggiore L'Istituto
comprensivo di Pozzomaggiore comunica al personale supplente temporaneo che
negli uffici della segreteria in via San Pietro possono ritirare il modello
Cud. Partito democratico Lunedì 2 marzo, alle 18,30, nei locali di via Esperson
1, assemblea del circolo PD "Partecipazione e democrazia" per
analizzare il voto delle recenti elezioni regionali, sono invitati con idee e
proposte gli iscritti, i simpatizzanti e gli elettori del Partito democratico.
Alberghiero I colloqui con le famiglie sono fissati per il 3 marzo dalle 17
alle 19 per le classi prime e seconde, il 4 marzo, stesso orario per le terze,
quarte e quinte. Pippo sub Sono aperte le prenotazioni per le prove gratuite
con le bombole, attrezzature fornite dal centro. Info viale Porto Torres 6, 328
0503308, 328 0503300, 079 2671013. Università Terza Età Martedì 3 marzo alle
ore 16,30 nell'aula magna della facoltà di Agraria, in viale Italia 39, la
prof. Ida Mura, Ordinario di Igiene nell'Istituto di Igiene e medicina
preventiva della facoltà di Medicina di Sassari, terrà una lezione dal titolo:
«La casa e i suoi pericoli». Giovedì 5 marzo alle ore 17 nella nuova sede della
Questura, in via Palatucci al Monte Rosello, il questore Cesare Palermi
presenterà Gianfranco Trudda, Studioso di problemi delle comunità marginali,
che terrà una lezione dal titolo: «Prostituzione su strada». Geografia Martedì
10 marzo alle ore 17, presso l'I.T.C. "La Marmora", conferenza del
prof. Angelo Castellaccio, Ordinario presso l'Università di
Sassari, sul tema: «Sassari e la sua struttura urbana», info: 079-980957 e
079-2826119. Liceo Azuni Il dirigente scolastico del Liceo ginnasio Azuni
invita il personale docente
e Ata, che ha prestato servizio, con contratto di supplenza breve e saltuaria
nell'anno
( da "Centro, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 33 - Cultura
e Spettacoli Abruzzo, lo sviluppo operoso Felice: c'è futuro per l'industria Un
secolo di industrializzazione nel nuovo saggio dello storico della D'Annunzio
GIULIANO DI TANNA «Non esiste solo un Abruzzo della cultura umanistica e
letteraria, quello di D'Annunzio e Silone. C'è stato e c'è anche un Abruzzo che
ha prodotto ingegneri e scenziati, secondo una linea che va dall'illuminsimo di
Delfico ai fratelli Pomilio». Secondo Costantino Felice, il modello di sviluppo
abruzzese, incentrato sui processi d'industrializzazione, presenta una tale
varietà e originalità di percorsi da imporsi come laboratorio storiografico di
livello nazionale ed europeo. Docente di storia economica
alla facoltà di Scienze manageriali dell'università D'Annunzio di Pescara, Felice su questa tesi ci ha scritto un
saggio da pochi giorni in libreria: «Il Mezzogiorno operoso. Storia
dell'industria in Abruzzo», uscito per i tipi di un editore nazionale, Donzelli
(576 pagine 38 euro). Una tesi che - dice il 64enne storico di Celenza
sul Trigno - «si pone contro tutti i luoghi comuni che da anni si scrivono e si
dicono su questo tema». Il perché lo spiega lui stesso in questa intervista al
Centro. A che punto è la storia dell'industrializzazione dell'Abruzzo? «Questa
storia è un segmento normale di quella contempranea italiana ed europea e del Mediterraneo.
Non è una storia conclusa, comunque. L'Abruzzo, oggi, sta affrontando una serie
di problemi che sono comuni a tutte le aree più avanzate del mondo». Quali per
esempio? «Prendiamo la crisi del settore legato all'automobile: è analoga a
quella di Detroit. Non c'è niente di particolare che accade in Abruzzo e che
non accada altrove». Se dovesse indicare tre snodi fondamentali dello sviluppo
industriale nella regione quali sarebbero? «Il primo punto è questo:
l'industrializzazione in Abruzzo è legata strettamente all'utilizzo delle fonti
energetiche. La prima forma di industrializzazione è legata all'uso
dell'energia elettrica nel polo elettro-chimico di Popoli e Bussi, ai primi del
Novecento, nell'era giolittiana. L'Abruzzo è stato a lungo, ed è in parte
ancora oggi, un serbatoio energetico importante di due metropoli comne Roma e
Napoli. Il polo di Bagnoli, giù dai primi del Novecento, era alimentato
dall'energia elettrica che arrivava dall'Abruzzo». Il secondo capitolo?
«Riguarda il fatto che l'industrializzazione qui è legata ai saperi di lunga
tradizione. Pensiamo all'industria della liquirizia Salia che si innesta su
tradizioni che affondano le radici nel Medioevo; oppure all'industria della
pasta con De Cecco e altri; alla sartoria con Brioni». Il terzo punto. «Un
altro punto decisivo dello sviluppo industriale è stato il forte protagonismo
di massa». In che senso? «Questo protagonismo di massa spiega perché in Abruzzo
si sia realizzato uno svilippo armonizzato con le esigenze di tutela dell'ambiente,
come dimostra la lotta, negli anni Settanta, all'insediamento in Abruzzo della
Sangro Chimica. Lì, grazie a quelle lotte, è crollato il modello di Pasquale
Saraceno, della Cassa del Mezzogiorno. L'idea delle cattedrali nel deserto è
finita lì, in Val di Sangro». Ha avuto anche dei difetti il processo di
industrializzazione della regione? «Non ne vedo di gravi. Si è trattato di un
processo virtuoso di sviluppo che ha sortito effetti positivi. L'Abruzzo è
stato un laboratorio di livello europeo. Poche altre regioni in Europa sono
riuscite a conseguire i risultati che l'Abruzzo ha realizzato proprio grazie a
quei tre fattori di cui parlavo prima». L'industrializzazione in che rapporto
si è posta con la tradizione e l'antropologia abruzzesi? «Ha cercato di
preservare i valori della tradizione a
( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 4 - Pordenone
Menzione speciale a Pnlegge.it È stata consegnata a Torino al direttore
artistico Gian Mario Villalta Nella prestigiosa cornice di Palazzo Madama, a
Torino, sono stati premiati i vincitori del "premio Cultura di
gestione", assegnato da Federculture alle migliori esperienze
nell'offerta, nella valorizzazione e nella gestione della cultura e del
territorio. La premiazione - a margine della V conferenza nazionale degli
Assessori alla cultura e al turismo - è avvenuta alla presenza dei rappresentanti
delle amministrazioni locali e delle istituzioni nazionali che hanno promosso
l'iniziativa. «Quest'anno i risultati del premio sono stati eccellenti - ha
affermato Roberto Grossi, presidente di Federculture -: oltre 120 progetti sono
stati candidati da Comuni, Province, Regioni, fondazioni, associazioni, aziende
e realtà no-profit. Tra i circa 50 progetti selezionati dalla Giuria per la
fase finale, ne sono stati premiati 6, dei quali 3 per le politiche di
gestione, valorizzazione e promozione dei beni e delle
attività culturali, uno per la cooperazione pubblico-privato, e 2 per i premi
Legambiente e Centro turistico studentesco e giovanile (Cts)». Nell'ambito
della categoria "Cooperazione pubblico-privato", una menzione
speciale è andata a pordenonelegge.it - ConCentro, azienda speciale Camera di
commercio Pordenone. Nel corso della cerimonia sono state lette le
motivazioni della menzione speciale, consegnata a Gian Mario Villalta,
direttore artistico: «La manifestazione culturale Pordenonelegge.it, oltre a
essere significativa per la promozione della lettura, esprime un particolare
elemento di innovatività nell'organismo che la promuove: la Camera di Commercio
di Pordenone. L'ente che rappresenta la rete delle imprese del territorio e che
le accompagna e sostiene nei loro progetti e nella loro evoluzione, ha saputo
dare vita a un nuovo strumento di promozione della realtà locale, legata a
un'immagine improntata alla valenza della sua economia manifatturiera. La festa
del libro - continuano le motivazioni - mantenendo l'eccellenza della propria
offerta culturale, si è affermata come un elemento di attrattività turistica
del territorio valorizzando l'immagine di Pordenone provincia letteraria».
Pordenonelegge.it è diventato infatti un marchio che garantisce un ritorno di
immagine a livello nazionale per la città di Pordenone, ed ha assunto una
valenza economica, oltre che culturale, per il territorio provinciale in cui
agisce.
( da "Provincia Pavese, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
LO STUDIO
DELL'UNIVERSITA' Uno spazio per i nomadi «Solo noi possiamo dare un'indicazione
autonoma» PAVIA. Saranno gli studenti di ingegneria a studiare soluzioni per la
questione Sinti a Pavia in un laboratorio che coinvolgerà università,
comune e le stesse comunità di piazzale Europa e via Bramante. Il progetto sarà
operativo in tre settimane sotto la supervisione di Angelo Bugatti, presidente
del corso di laurea in Ingegneria edile architettura e Andrea Membretti, docente del Laboratorio di sviluppo
locale partecipativo. L'anno scorso si erano occupati di sviluppo dell'alto
Oltrepo montano, quest'anno la sfida è fare uno studio con solide basi
scientifiche per capire quale sia la soluzione migliore per i sinti residenti a
Pavia, basandosi sulle loro esigenze e sulla normativa esistente.
Dovrebbe essere firmata nei prossimi giorni una convenzione tra settore servizi
sociali e università perchè il comune sia coinvolto
istituzionalemnte nel progetto «I Sinti abitano Pavia. Progettare insieme il
superamento urbanistico e sociale dei campi nomadi pavesi». Il punto chiave? Si
chiama nomade una popolazione che non lo loè più. «Partiremo da un'analisi
sociale e urbanistica dei campi nomadi attuali come insediamento stabile di
popolazioni zigane a Pavia che, per l'80%, non si muovono dalla città se non
per la stagione estiva» ha spiegato Andrea Membretti. Dove potrebbero abitare
questi cittadini ormai stanziali? «E' necessario superare il concetto di campo
nomadi: i campi pavesi sono sovradimensionati, l'idea di concentrare tutti gli
"zingari" presenti sul territorio in un unico insediamento non
farebbe che riproporre dinamiche già sperimentate: problemi sociali, rigetto
dei residenti, criminalità», spiega Membretti. La soluzione potrebbe andare
nella direzione prospettata dal prefetto: microaree abitative per comunità
famigliari. «Le famiglie sinte hanno tra i 25 e i 100 membri: attribuendo
un'area per famiglia è dimostrato che diminuiscono i fenomeni di degrado
sociale, i conflitti e aumenta invece la responsabilizzazione della famiglia
verso le aree private e comuni», continua. Il problema delle microaree è però
politico: bisognerebbe convincere quattro o cinque gruppi di cittadini ad
accettare i vicini di casa. Il laboratorio inizierà nella seconda metà di marzo
con cinque seminari e una lezione pubblica nel campo di piazzale Europa. Gli
studenti intervisteranno le comunità sulle esigenze abitative e procederanno a
una mappatura della situazione attuale. A luglio saranno pronte le ipotesi per
la realizzazione dei nuovi insediamenti. «Non faremo proposte sulla
localizzazione, ma sulle caratteristiche che dovrebbero avere gli insediamenti,
indicazioni che potranno essere utili ai prossimi governanti della città»,
conclude Membretti. Perché la facoltà di ingegneria ha deciso di occuparsi di
una questione tanto impopolare? Risponde il professor Angelo Bugatti: «E'
l'unico soggetto in grado di rivendicare l'autonomia per trattare questi temi.
Dobbiamo trovare nuovi modelli di gestione territoriale: sono i giovani che
riescono meglio a lavorare senza pregiudizi». (a.gh.)
( da "Provincia Pavese, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
La devianza in
classe Se ne parla giovedì VOGHERA. Come combattere bullismo e devianze? E come
prevenire il fenomeno per evitare di trovarsi a reprimerslo? Riuscendo a
passare «Dal branco al gruppo». Giovedì alla fondazione Adolescere di viale
Repubblica sarà presentato il nuovo libro di Flavio e Silvia Montanari. Al
tavolo dei relatori, a partire dalle 16 per un incontro dibattito che riunisce
esperti, docenti e amministratori, l'assessore provinciale
Annita Daglia, Tommaso Vecchi del dipartimento di Psicologia dell'università di Pavia, Enzo Spaltro,
presidente del gruppo di studio sulle dinamiche di gruppo attivo a Bologna, e
responsabile scientifico della scuola per conduttori di gruppo di Adolescere.
( da "Provincia Pavese, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Una mostra in università ricorda Solzenicyn Da domani l'Aula Forlanini
ospita documenti, foto e testi del premio Nobel PAVIA. Sosteneva che il potere
resta forte solo fino a che non toglie all'uomo tutto ciò che ha. E che quando
gli toglie tutto, allora perde ogni potere, perché l'uomo torna libero:
Aleksandr Solzenicyn, icona del novecento e del rapporto tra Oriente e
Occidente, Comunismo e Capitalismo sarà protagonista a partire da oggi di una
mostra in università. "Vivere senza
menzogna", la mostra documentaria dedicata al premio Nobel autore di
Arcipelago Gulag organizzata dall'associazione studentesca cattolica Ateneo
Studenti in collaborazione con il centro culturale Giulio Bosco e il patrocinio
di Provincia e Ufficio Scolastico Provinciale si apre oggi
in aula Forlanini (piazza Leonardo da Vinci, università centrale). Documenti, foto, testi, testimonianze su Aleksandr
Solzenicyn saranno esposti fino al 13 marzo, e domani alle 21 ci sarà la
presentazione ufficiale in Aula Disegno con Adriano dell'Asta, docente di lingue e letteratura russa
all'università Cattolica di
Milano. «Il vivere senza menzogna, che Solgenicyn aveva riscoperto per
sé nel lager e che lancia come sfida alla sua gente, non è un proclama etico ma
l'esigenza umana insopprimibile di essere sé stessi, di vivere da uomini,
"assumendo finalmente la propria posizione congenita", legata alla
dimensione e al desiderio infinito del cuore umano che si rivelano in maniera
indiscutibile là dove l'uomo subisce la suprema negazione», scrivono gli organizzatori.
A poco meno di sei mesi dalla morte anche Pavia ricorda il premio Nobel autore
di Arcipelago Gulag e Un giorno nella vita di Ivan Denisovic. Due le sezioni
della mostra: la prima ripercorre la storia personale dello scrittore e del
popolo russo, la seconda è invece incentrata sui romanzi, da Una giornata di
ivan Denisovic a La casa di Matrona, primo Cerchio e Divisione Cancro. Dal
lunedì al sabato la mostra resterà aperta dalle 8:30 alle 18:30, domenica dalle
10 alle 18. Ingresso e visite guidate gratuite telefonando al 0382 303493.
( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina IX - Firenze
La precisazione Scrive l´Università di Siena "Quella docente non è assunta come
ordinario" Con riferimento all´articolo dal titolo «Il rettore sblocca
concorso sotto accusa» l´amministrazione dell´Università di Siena ritiene
necessario precisare che il concorso di cui si parla è per il reclutamento di
un professore di prima fascia (settore MED-43 bandito nel 2004). La
Procura ha sequestrato gli atti del concorso appena espletato nell´ambito di
indagini relative ai provvedimenti emanati dalla precedente amministrazione, in
ordine alla presunta irregolarità del bando, per carenza della preventiva
delibera del Senato: prima che venisse completato l´iter di approvazione degli
atti. Nel provvedimento di dissequestro degli atti concorsuali avvenuto al
termine del 2008, il pm osservava che «la mancata restituzione degli atti
produce l´ulteriore conseguenza di impedire la definizione della procedura
concorsuale», in ciò ravvisandosi una evidente necessità di concludere il
procedimento sotto il profilo amministrativo. Di tutto ciò si è dato conto nel
decreto di approvazione degli atti concorsuali nel quale è riportata, con
chiarezza la vicenda. Nel frattempo la facoltà di Medicina ha provveduto alla
chiamata della professoressa Anna Coluccia, uno degli idonei al concorso, il
che non significa, come erroneamente riportato nell´articolo, che la stessa «è
stata assunta come ordinario». La procedura di assunzione, che non spetta alla
Facoltà, è stata subordinata dalla stessa ad alcuni requisiti previsti dalla
normativa, con l´ulteriore cautela di adottare altri e diversi provvedimenti
qualora se ne ravvisasse la necessità a seguito delle eventuali responsabilità
penali oggetto di indagine. L´Ateneo senese, nel proseguimento delle sue
attività istituzionali, sta continuando a lavorare nell´opera di risanamento
con l´adozione di atti di correttezza e trasparenza, e nel rispetto delle
normative vigenti.
( da "Tirreno, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 3 - Pisa La
casa il luogo più frequente degli abusi In forte aumento le aggressioni alle
prostitute in strada, aggravate da furti e rapine In un libro curato dal prof.
Elia una ricerca sull'area pisana MARCO BARABOTTI PISA. Anche a Pisa la
violenza sessuale è in larga misura un fenomeno invisibile, celato. La
situazione pisana non è dissimile da quella di altre parti d'Italia. è quanto
emerge da uno studio fatto da un gruppo di ricercatori pisani guidati dal prof.
Gian Franco Elia, docente di
sociologia all'Università di Pisa e pubblicato in un volume dal titolo "Il
sesso debole. La violenza sessuale contro le donne nell'area pisana" e
pubblicato dalla Fondazione CariPisa (Pacini editore). Lo studio rimarca però
come le violenze sulle donne e sui minori siano aumentate in provincia in
maniera preoccupante. Ne fa fede il fatto che dalla fine degli anni
Novanta a oggi una decina di donne, in prevalenza prostitute, sono state
uccise. Inoltre molte aggressioni sessuali, a danno di prostitute e
transessuali, sono state aggravate da furti e rapine. La zona pisana in cui più
frequentemente sono avvenuti questi episodi è quella della Costanza.
Sicuramente allarmante è il fatto che queste violenze sono state commesse
contro ragazze minorenni e contro disabili. Comunque a Pisa, come in Italia, la
gran parte degli episodi di violenza avviene dentro la casa, che è dunque il
palcoscenico in cui si svolgono le scene più feroci e legate a convivenze e a
matrimoni falliti o logorati, in cui si scatenano discussioni, liti, insulti,
percosse provocati da cause più diverse (gelosie, interessi economici,
comportamenti non condivisi, diversità di opinioni e così via) e in cui si
verificano anche aggressioni sessuali. «Viene allora da chiedersi - dice il
prof. Gian Franco Elia - come ciò possa continuare ad accadere in una provincia
che ha grandi tradizioni storiche e culturali, è sede di prestigiose università e di autorevoli centri di ricerca, è distinta da
soddisfacente qualità della vita, da buon livello economico e sociale. Questa
area è inoltre caratterizzata da mutamente strutturali nella sua popolazione,
che hanno modificato i tradizionali squilibri sociali ed economici tra maschi e
femmine». In effetti, negli ultimi trent'anni la popolazione femminile ha
migliorato i propri livelli di scolarizzazione e di occupazione e parte di essa
ha anche assunto posizioni di vertice nei settori della scuola, del lavoro,
della cultura, della politica e così via. Secondo i dati dei censimenti dal
1971 al 2001 la popolazione attiva femminile è passata da 35.931 unità a
64.679, il numero delle laureate è cresciuto, superando quello dei laureati, da
( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina I - Bologna I
funerali Camera ardente nella Cappella dei Bulgari all´Archiginnasio dalle
10.30 alle 14. Poi le esequie in forma laica Martedì l´università
ricorda La Polla ALESSANDRO CORI L´ultimo saluto a un grande maestro sempre
fuori dal coro, critico ma allo stesso tempo affascinato dalla cultura
americana. Si terranno dopodomani, nella Cappella dei bulgari,
all´Archiginnasio, i funerali di Franco La Polla, morto venerdì mattina all´età
di 66 anni. La camera ardente verrà allestita dalle 10.30 alle 14 e subito dopo
saranno celebrate le esequie, in forma laica. Verso le 16, infine, la salma
sarà portata al cimitero della Certosa per la sepoltura. Con La Polla scompare
uno dei principali studiosi italiani del cinema hollywoodiano. Nato a Faenza
(Ravenna) nel 1943, si era laureato all´università di Bologna, facoltà di
Lettere, nel 1969 con Carlo Izzo. Malato da tempo, ha trascorso gli ultimi
giorni di vita all´ospedale di Pavia per un doppio trapianto. Docente di cinema
americano, dal 2004 al 2007 è stato direttore del dipartimento di musica e
spettacolo (Dams) dell´Alma Mater. Specialista di fama internazionale, era
noto anche come operatore culturale e promotore di retrospettive ed eventi per
i più noti festival del cinema, da Venezia a Locarno fino a Roma. La Polla non
fu solo uno storico del cinema, ma anche critico di importanti quotidiani come
L´Unità e il Resto del Carlino e delle riviste di settore (è stato tra i
fondatori di «Cinema e Cinema»), anche straniere. Tra le sue pubblicazioni
figurano "Il nuovo cinema americano: 1967-1975" (Marsilio, 1978),
"Sogno e realtà americana nel cinema di Hollywood (Laterza, 1987) e per la
collana "Il Castoro Cinema" la biografia di Sidney Pollack (1978).
( da "Tirreno, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 7 - Pisa
"Una farfalla sull'orlo dell'abisso": racconti dell'esilio
repubblicano PISA. "Una farfalla sull'orlo dell'abisso": è il titolo
della prima antologia italiana di racconti dell'esilio repubblicano spagnolo
che, curata da Federica Cappelli, è uscita di recente per i tipi della Ets
Edizioni. E proprio la presentazione di questo libro costituisce il quarto
"Aperitivo a teatro" in programma nella Rassegna Conflitti martedì
alle 17.30 nella Chiesa di Sant'Andrea. "Una farfalla sull'orlo
dell'abisso" riunisce le tre principali voci della feconda
"letteratura invisibile" fiorita all'indomani della guerra civile
spagnola (1936-39): Max Aub, Francisco Ayala e RamÓn J. Sender. La scelta di
alcuni loro racconti, in gran parte mai tradotti prima, riflette le diverse
linee tematiche della narrativa ispanica post-bellica: dal dolore per le atroci
morti causate dal conflitto alla rabbia verso i responsabili di tanto scempio,
dalla riflessione sulla condizione umana e sul valore del singolo individuo
allo smarrimento dell'espatrio forzato, dall'ostinato e patetico attaccamento
al passato ai sensi di colpa generati dall'odio. A
presentare il libro saranno tre docenti universitari di vaglia: Silvia Monti, docente di letteratura spagnola
all'Università di Verona; Arrigo Stara, docente di critica letteraria e letterature comparate all'Università di
Pisa; Francesco Guazzelli, docente di letteratura spagnola moderna e contemporanea all'Università
di Pisa. L'attore e drammaturgo Carlos Andò e i Sacchi di Sabbia si
alterneranno nella lettura di alcuni brani dell'antologia, l'uno in lingua
spagnola, gli altri in italiano. A conclusione, aperitivo per tutti. Ingresso
gratuito. Informazioni allo 050 542364.
( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina XXI - Napoli
Giornalista e professore il mondo visto dal Vomero Giovanissimo redattore, poi
inviato di punta ma anche docente universitario e
sindacalista, ha lasciato tracce importanti in decenni di Rai Sui campetti di
calcio un ragazzino con i soldi in tasca veniva a fare il presidente, si
chiamava Ferlaino... Nel rione le ragazze avevano occhi soltanto per Luciano De
Crescenzo: aveva un vantaggio, era bellissimo GUSTAVO AFFINITA Il professore è
un giornalista. «Ho cominciato presto, ero ginnasiale e facevo il
corrispondente per un periodico milanese di motori. Naturalmente quelli della
redazione centrale m´assegnavano i pezzi al telefono, non m´avevano mai visto.
Nemmeno immaginavano quanto fossi giovane». E il giornalista è un professore. «Finii piuttosto in fretta l´università, e anche brillantemente. Quasi senza volerlo, mi ritrovai
assistente. Da lì, ebbe inizio la mia carriera di docente». Per lui, Cloto ha lavorato il doppio. La Moira della mitologia
che fila i destini di ognuno, a Ernesto Mazzetti ha attribuito due vite.
«Sì, dev´essere andata così. Ma a me è sempre parso naturale che le mie due
esistenze, le mie due carriere, si fondessero spontaneamente l´una con
l´altra». Difficile dire chi sia nato prima tra il cattedratico e il direttore.
La vocazione del cronista la trova in casa. Il padre, Mario, è un giornalista
di valore, che spende la propria firma su "Il Mattino" per
quarant´anni . «In effetti, a causa del lavoro di mio padre, fin da quando ero
un bambino sapevo cos´è un giornale, come lo si costruisce. E ovviamente
conoscevo di persona anche molti dei giornalisti più autorevoli e più in vista
dell´epoca. Di sicuro tutto questo dev´essere stato decisivo perché scegliessi
di cominciare così presto, scrivendo di motociclette. Questo avveniva quando
ero soltanto uno studente liceale e, potrei dire, senza che mio padre ne
sapesse nulla». Il suo liceo è il Sannazaro, perché Ernesto Mazzetti trascorre
la gioventù da napoletano del Vomero. «Un quartiere che sentivo come il mio
regno. La scuola, le partite di calcio per strada. Il Vomero lo frequentavo
interamente. Da piazzetta Fuga fin giù a piazza Leonardo. C´erano spazi ampi,
allora, e la possibilità di inventarsi campi di calcio un po´ dappertutto. Uno
l´avevamo proprio nella zona di piazza Leonardo. Eravamo una specie di banda
che ogni tanto doveva scontrarsi per il controllo del territorio con altre che
provenivano dalle zone un po´ più alte. Non mi va di raccontare che fossi un
calciatore con un futuro, e non dirò nemmeno che ero discreto. Diciamo che ero
dotato delle capacità minime per non essere fatto fuori. Partite tiratissime,
ovviamente, che a volte duravano fino a quando il buio ci costringeva a
smettere. C´era un giovanotto, che abitava proprio in quella piazza, aveva
qualche anno più di noi, e già molti soldi in più nelle tasche. Veniva spesso a
vederci e si divertiva a fissare dei premi per la squadra che vinceva.
Generalmente, si trattava di figurine dei calciatori, quelli precedenti ai
Panini, che invece vennero fuori solo nei primissimi anni �60. Quel
giovanotto si chiamava Corrado. L´ho incontrato poi molti anni dopo. Io
giornalista, lui potente proprietario del Napoli. In fondo è facile accorgersi
che il Ferlaino giovanissimo che avevo conosciuto, lì in piazza Leonardo, si comportava
già un po´ da presidente di calcio. A noi dava figurine, più tardi credo che a
Maradona e a tanti altri abbia dovuto dare qualcosa di più». I giorni del liceo
non si consumano solo tra libri e pallone. «Ricordo le feste, quelle
indimenticabili dei giorni dell´adolescenza. Quelle in cui vorresti avvicinare
le ragazze che ti piacciono. Bene, di quei tempi, la memoria mi restituisce
soprattutto un avversario imbattibile. Anche lui, in realtà, più grande di me.
Luciano De Crescenzo. Non era un vomerese puro, Luciano proveniva dal quartiere
Chiaia, ma aveva frequentato il Sannazaro. Poteva contare su un vantaggio
enorme, bisogna ammetterlo. Era bellissimo. Tanto da far morire d´invidia tutti
noi altri. Con le ragazze, uno così, non doveva fare nessuna fatica. Anzi,
quasi sempre sono state le donne ad inseguire lui. Nessuna meraviglia che poi
si sia fidanzato con la più bella di tutte, una ragazza incantevole che poi fu
sua moglie...». Oggi Ernesto Mazzetti ha più di cinquant´anni da giornalista.
«La parte seria della carriera comincia proprio con un invito di mio padre.
Visto che oramai scrivi, mi disse, potresti collaborare col Mattino. Non ero
ancora maggiorenne, nel giornale più prestigioso della città debuttavo
occupandomi di sport. Per la verità, sentivo che quello non era proprio il mio
ambito. Lo sport mi attraeva, ma a quei tempi, anche più che adesso, il calcio
dominava completamente le poche pagine sportive dei quotidiani politici. Io
avevo una gran passione per i motori, e per discipline che conquistavano uno
spazio limitatissimo. Era già complicato strappare il famoso trafiletto. Mi
capitò dopo un po´ l´occasione di passare al Tempo. La presi al volo, e non
immaginavo quanto fortunato potesse rivelarsi quel trasloco. Tutti e tre i
redattori più in gamba, proprio in quel periodo, accettarono altre proposte e
andarono via. La redazione napoletana andava perciò ripopolata in fretta. Mi
ritrovai assunto col ruolo di praticante appena diciottenne, e dopo meno di due
anni avevo già una tessera da professionista nella tasca. Lo ammetto, una
specie di record». Scopre il ruolo dell´inviato di punta. Disegna storie che
raccontano l´Italia e il mondo. Vive insomma da giornalista come la mitografia
professionale prevede. Scrive di casi criminosi che appassionano il paese, del
viaggio italiano di Jacqueline Kennedy, di tanto altro. Quanto basta a
convincere la direzione del Mattino che uno così va riportato a casa. «E in
effetti torno in via Chiatamone nel 1962. Stavolta con l´incarico di inviato e
di vice capocronista. Furono anni divertenti anche lì». Grazie a un ampio
servizio sulle monarchie socialdemocratiche scandinave gli viene assegnato il
Premio Saint Vincent. Ernesto Mazzetti è ufficialmente un giornalista di
vertice. Ma anche questa seconda esperienza al Mattino sta esaurendosi. «è il
1968, e mi giunge l´offerta di passare in Rai. Tra l´altro, vengo a sapere che
il mio è un posto che deve ristabilire degli equilibri. Nel gioco di
spartizione politica dei posti, era stato appena attribuito un posto a un
democristiano, dunque un uomo di area cattolica. La regola era rigorosa,
prevedeva che l´equilibrio venisse immediatamente restaurato. Io ero un laico,
e con un curriculum professionale ormai decisamente forte, perciò adattissimo a
bilanciare l´arrivo dell´uomo Dc. Fu l´inizio di un´esperienza che sarebbe
durata a lungo». Per poco meno di un decennio è caposervizio alla redazione
napoletana. è il periodo in cui è coinvolto anche in attività sindacali, fino a
rivestire la carica di segretario nazionale dell´Usigrai, l´organo di
rappresentanza dei giornalisti Rai. Sul finire degli Anni ´70, viene chiamato a
Roma. Sta nascendo la Terza Rete, e lui ne sarà vicedirettore. A quel prodigio
nascente di giornalismo televisivo completamente rinnovato, Ernesto Mazzetti dà
il suo tocco di intellettuale scanzonato. Lui resterà un uomo di studi
rigorosissimi, che però preferisce evitarsi l´aria dell´accademico. Ama
cullarsi nella sua ironia naturale, nel dirompere delle sue risate compiaciute.
Nemmeno il ricordo della Rai dei Professori dissolve il suo sorriso. «Ero
tornato a Napoli nell´87, così volle Biagio Agnes, all´epoca potentissimo
direttore generale della Rai. Mi insediai prima come responsabile dei servizi
giornalistici, due anni più tardi nel ruolo di capo della sede regionale. è una
esperienza che ricordo volentieri, ho ancora tanti vecchi colleghi di quel
periodo che incontro e che mi dicono di aver vissuto allora anni di lavoro
produttivo, ma anche di rapporti assai distesi tra compagni di lavoro. Spero
sia vero, confesso che mi gratifica sentirmelo dire. Andai via nel ´94, proprio
con quella celebre ristrutturazione Rai. Curioso, no? Io lo ero professore e
tornavo a fare il professore. E lasciavo proprio la Rai dei Professori. Così la
chiamarono». Riaffiora il docente, assopito per un po´
d´anni. La cattedra gliel´aveva tenuta in caldo una legge di qualche anno
prima. «Una norma che devo a Barbiellini Amidei. Anche lui docente
universitario. In realtà in Italia, con questa doppia veste, giornalista e
professore, eravamo quattro in tutto. I suoi buoni uffici presso il ministero,
credo fosse grande amico di un sottosegretario, servirono a insinuare proprio i
giornalisti in una legge pensata per conservare in realtà la cattedra ad altre
categorie». è così che vede la luce la gran parte delle sue numerosissime
pubblicazioni. Le più recenti sono i godibilissimi "Scenari del Sud di
ieri e di oggi" (edito da Guida) e "Metropoli, Reti,
Mediterraneo" (edito dalla Società Geografica Italiana). Libri che
talvolta emergono dalla sua naturale attitudine al racconto, altre volte da
raccolte di inchieste realizzate nel corso della carriera da inviato, altre
ancora dagli studi e dall´attività accademica, e dunque soprattutto saggi di
geografia politica ed economica, materia che Ernesto Mazzetti tuttora insegna
all´Università Federico II. Nel 1978 merita anche il Premio Napoli per le sue
pubblicazioni in ambito meridionalistico. «Oggi ho settantuno anni. E la
fortuna di possedere un cervello ancora ben funzionante. Ammetto di aver messo
da parte un bel po´ di soddisfazioni. Sia nella vita di giornalista, sia in
quella di professore. Spesso mi chiedono se mi sento più l´uno o più l´altro.
La risposta è semplice: ma chi l´ha detto che devo scegliere? Mi sono divertito
e continuo a divertirmi dietro la cattedra e anche dietro una macchina per
scrivere, o se volete un computer. Del resto, se ho vissuto entrambe, vuol dire
che ciò che m´interessava davvero è trasmettere cultura. In fondo è quel che ho
fatto. E che continuo a fare».
( da "Secolo XIX, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Università, non è
festa ma protesta inaugurazione dell'anno accademico con qualche defezione tra
i professori E ora rischiano la denuncia gli autori delle scritte sui palazzi
di via Balbi ripresi dalla Digos DOPO settimane di assenza, il futuro incerto
del mondo accademico e i tagli all'università tornano
prepotentemente alla ribalta. L'occasione è offerta dall'inaugurazione
dell'anno accademico dell'Università di Genova, andata in scena ieri, nell'aula
magna di via Balbi, attorno a mezzogiorno. Con quasi un'ora di ritardo rispetto
al previsto, a causa della protesta degli studenti che hanno occupato l'aula -
pacificamente - armati di striscioni, pentole, tamburi e con una sorta di carro
carnevalesco raffigurante un drago. Finché gli agenti della Digos, in borghese,
non li hanno costretti ad andarsene, tra i mugugni di qualche docente che ha definito «eccessivo» e «fuori luogo»
l'intervento della polizia. Intervento che, comunque, non ha visto momenti di
particolare tensione. La polizia ha accompagnato fuori un po' alla volta gli
studenti, che poi si sono intrattenuti nell'anticamera dell'aula spintonandosi
coi poliziotti e salutando l'arrivo del rettore con un boato di urla e fischi.
Mezz'ora dopo la protesta si era già spenta, anche se potrebbe avere uno
strascico tuttaltro che secondario: la Digos ha filmato alcuni giovani che
tracciavano scritte con lo spray su alcuni palazzi in via Balbi e nelle strade
limitrofe. Sono edifici "storici" vincolati, se gli imbrattatori
saranno individuati, per loro scatterà una denuncia penale. «Il dramma di
questi ragazzi è il loro futuro», dice un professore, che preferisce rimanere
anonimo e che ieri ha scelto di non partecipare alla cerimonia in pompa magna,
con tutti i colleghi togati come da tradizione. «In quarant'anni di carriera
non ho mai indossato la toga. Certe cerimonie non fanno per me. E oggi, in
particolare, credo che ci sia poco da festeggiare». Lo stesso rettore, Giacomo
Deferrari, lo aveva detto: «Non sarà una festa. In questi tempi non possiamo
permettercelo». E in effetti l'inaugurazione dell'anno accademico di ieri verrà
ricordata per l'occupazione degli studenti, per i loro slogan urlati e scritti
sui muri e sull'asfalto di fronte al portone dell'ateneo: "Fuori le mummie
dall'Università!", "No al sistema baronale italiano!". Sullo
sfondo, da un lato i pesanti tagli inflitti all'Università dalla Finanziaria
del 2009, ma anche da quelle dei governi precedenti. Dall'altro un mercato del
lavoro in crisi. «L'Università? dice l'anonimo professore - sta diventando
sempre più un parcheggio per giovani, e meno giovani, che non trovando lavoro
s'iscrivono a un dottorato, o a un master. Non per vocazione, ma per mancanza
di meglio. Io sto per andarmene in pensione, con qualche anno di anticipo. E'
una mia scelta, bisogna fare largo ai giovani. Spero almeno che serva a
qualcosa». L'Università di Genova è la più vecchia d'Italia
e nel giro di nemmeno dieci anni perderà, per sopraggiunti limiti di età, più
della metà dei suoi docenti. «Ma per i giovani l'ingresso non sarà automatico.
Io ho beneficiato di una grande infornata di docenti, una specie di sanatoria,
avvenuta nel 1982. Oggi fare carriera all'universitàè
molto più difficile». Ne sanno qualcosa i tanti ricercatori precari, assegnisti
di ricerca o co.co.co., dell'ateneo genovese che ieri però non hanno aderito
alla protesta degli studenti. Spiegando, in un comunicato, di essere «fiduciosi
di un prosieguo del dialogo con il Rettore, col quale si sta cercando di
trovare un ventaglio di soluzioni per attuare l'auspicata stabilizzazione delle
centinaia di persone che ogni giorno nel nostro Ateneo svolgono fondamentali
compiti nel campo della ricerca e della didattica». Hanno invece aderito,
siglando un'inedito "gemellaggio" tra studenti e precari, i
lavoratori dell'amministrazione, presenti alla prima fase della (pacifica)
occupazione con una rappresentanza, uno striscione e tanti volantini (nel box
qui accanto) «Il rettore - dice Francesco Bertazzo, rappresentante degli
studenti della facoltà di Lettere - si sta dimostrando molto aperto e merita la
nostra fiducia. Capisco i miei compagni che hanno protestato. Ma credo davvero
che ora sia il momento sia arrivato il momento di rimboccarci le maniche e
lavorare per costruire un ateneo migliore». Francesco Margiocco 01/03/2009
( da "Secolo XIX, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
«uno sportelloall'università» l'iniziativa LA BANCA DEL TEMPO di Genova cerca
proseliti anche tra i ventenni. «Stiamo tentando di aprire uno sportello presso
l'Università di Genova - spiega la presidente dell'associazione Giratempo -
crediamo fermamente nella possibilità di incontrare l'adesione non solo degli
studenti, ma anche del personale amministrativo e
soprattutto dei docenti». Un'analoga esperienza ha aperto i battenti un paio di
anni fa alla Sapienza, a Roma. La gestione è totalmente in mano degli studenti,
con l'obiettivo di svilupparne le capacità d'intervento culturale e sociale
nelle aree a loro destinate. Lo sportello "Time-in" si trova
presso i locali della Facoltà di Architettura di questa università
romana, e si tratta di una presenza molto interessante perché partecipata e
accolta molto bene dalla comunità dell'ateneo. Unico problema: il periodo degli
esami. In questi momenti i ragazzi spariscono, e i "debiti" di tempo
e ore contratti con lo sportello rimangono in sospeso. 01/03/2009
( da "Secolo XIX, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
C'è l'Onda, polizia
in facoltà Genova: irruzione degli studenti all'inaugurazione dell'anno
accademico, arrivano gli agenti GENOVA. Studenti e precari dell'Università,
insieme, accendono l'inaugurazione dell'anno accademico a Genova, il primo
dell'era di Giacomo Deferrari (dal novembre scorso al vertice dell'Ateneo) tra
cori da stadio e qualche momento di tensione. "Non c'è un c... da
inaugurare", gridano gli studenti, in gran parte delle facoltà di Lettere
e Filosofia, invadendo l'aula magna con pentole, mestoli e tamburi. E dovranno
intervenire gli agenti in borghese della questura per far sgombrare l'aula e
dare il via, con un'ora di ritardo, alla cerimonia. Nessun ragazzo sarà
denunciato per quello che è accaduto all'interno dell'Università, ma la Digos
sta già esaminando i filmati che ritraggono alcuni giovani che imbrattano con
vernice-spray i palazzi di via Balbi e dintorni: sono edifici tutelati e, se
verranno individuati, i responsabili rischiano una denuncia. Il rettore
sdrammatizza («erano soltanto poche decine di ragazzi che hanno stretto
un'alleanza con un gruppo ristretto di precari. gli altri quarantamila
studenti, evidentemente, hanno opinioni diverse»), e liquida la protesta come
un atto «legittimo perché siamo un'università libera.
Ma un po' sconclusionato, basato su un equivoco di fondo». L'equivoco, cioè,
della privatizzazione: «Non vogliamo affatto dare l'Ateneo ai privati, la
trasformazione dell'Università in mera fondazione non è mai stata discussa, non
è all'ordine del giorno e non ho intenzione di proporla. Siamo e restiamo
pubblici e io ho persino firmato un manifesto di una sigla sindacale contro le
fondazioni». Deferrari, che il Sessantotto lo ha fatto dalla parte dei ragazzi come
giovane studente della facoltà di medicina, oggi interpreta in maniera per
nulla ingessata il compito che gli è affidato. «Il ruolo del rettore che piace
a me è presidenziale, con ampia facoltà di decidere nel rispetto degli organi
d'istituto - dice - i quali hanno però facoltà di impeachment». Ovvero, il
potere di mettere in "stato d'accusa" il presidente-rettore che
sgarra. Però, pur trovandosi dall'altro lato della barricata, guarda con
simpatia e distanza alle proteste. «Sono una piccola parte dei nostri studenti
- ripete - ma bisogna ascoltare anche loro». E la cerimonia si svolge su due
binari paralleli, come una commedia surreale: nel salone affrescato dell'Aula
Magna siedono gli invitati, le personalità, docenti e
rappresentanti degli organi universitari. Fuori, il suono delle pentole
percosse dagli universitari e dei fischietti. Finché la Digos interviene per
portare via a forza chi si oppone con una resistenza passiva e non violenta.
Echi lontani di cui la platea non si accorge (se non per il calare progressivo
del silenzio all'esterno) mentre Deferrari sta illustrando la
"sua" Università degli anni a venire. «Le sfide 2009 dell'Università
di Genova saranno il nuovo piano edilizio per le facoltà, i lavori all'Albergo
dei Poveri, la modifica del sistema di governo dell'ateneo - dice -
l'accorpamento di poli e dipartimenti, la razionalizzazione delle spese». E se
la contestazione ha fatto ritardare di un'ora l'inizio della cerimonia
(annunciata per le undici e slittata a mezzogiorno) il rettore salta le
formalità e stringe come può i tempi. E, mettendo da parte le formule del lungo
discorso scritto, ribadisce il suo progetto di razionalizzazione che passa
anche per un taglio del personale definito "inevitabile". «Dobbiamo
evitare di superare il limite fissato dalla legge, oggi il 90% della spesa
corrente, che può essere destinato a pagare gli stipendi del personale.Perché
se "sforassimo" perderemmo i finanziamenti che ci sono necessari per
andare avanti, fare ricerca e didattica di alto livello». Da qui l'esigenza già
annunciata di tagliare il prolungamento del servizio oltre l'età della
pensione, il cosiddetto "biennio Amato". «Ma anche la volontà di
incentivare i prepensionamenti, verificare la congruità del tempo pieno che non
sempre corrisponde a reali necessità, premiare i risultati e le eccellenze.
Perché ci sono facoltà che hanno più docenti di quello che richiede il carico
di lavoro e altre che ne hanno meno». La razionalizzazione di Deferrari passa
anche attraverso l'edilizia universitaria, «eliminando gli edifici che non
servono e valorizzando quelli inutilizzati». Sull'Albergo dei Poveri, edificio
enorme e con grandi potenzialità, annuncia un tavolo di confronto con l'intera
città. «Il Politecnico, su cui si discuterà lunedì, avrà senso solo se sarà un
progetto articolato, non un cambio di locazione. Altrimenti, c'è già l'Istituto
italiano delle tecnologie». Francesco Margiocco Bruno Viani
viani@ilsecoloxix.it 01/03/2009 i vandalismiLa cerimonia ritardata di un'ora.
Imbrattati con spray alcuni palazzi di via Balbi 01/03/2009 il rettore «Erano
in pochi. È legittimo protestare, ma c'è un equivoco di fondo» 01/03/2009
( da "Caserta News" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Domenica 1 Marzo
2009 Lions in prima linea contro la violenza alle donne ASSOCIAZIONI |
Marcianise Stolking, legalità, violenza contro le donne, numerose le
iniziative, atte al contrasto di atti criminosi, messe in campo dai Lions del
Distretto 108Ya, guidato dal Governatore avv. Alfonso Caterino, che comprende
Campania, Basilicata e Calabria. Tra i lions clubs promotori quello di
Marcianise presieduto dall'ing. Francesco Zinzi. Con un impegno costante, che
parte da lontano, numerosi lions si sono attivati per una campagna di
sensibilizzazione contro la violenza alle donne con incontri e dibattiti tutti
preparatori all'incontro che si è svolto a Caserta, venerdì scorso, nella Sala
Conferenze di Confindustria. Nell'incontro-dibattito si è affrontato il
delicato tema della violenza sulle donne, nell'ambito domestico e lavorativo,
affrontandone gli aspetti giuridici e psicologici legati alla sicurezza sul
territorio. Numerosi ed autorevoli gli oratori che hanno discusso sulla nuova
legge sullo "stalking", di violenza domestica: come antinomia di
emergenza sociale o piaga che permane, e degli aspetti psicologici del
"femminile della sensibilità del nostro tempo" per i lavori coordinati
dalla dott.ssa Maria Cristina Di Giacomo, delegata del governatore per le
"Pari Opportunità". "La stragrande maggioranza di casi di
violenza alle donne ? ha commentato il presidente Francesco Zinzi - avvengono
nelle mura domestiche dove spesso mariti frustrati sfogano la loro rabbia
repressa sulla compagna. E ciò avviene perché in genere sono donne che soffrono
una sudditanza dovuta ad uno stato di debolezza non solo fisica ma di
condizione economica e di posizione sociale. Noi uomini abbiamo una grande
responsabilità nel proteggerle ? continua Zinzi - e perciò dobbiamo cambiare
mentalità dando loro il giusto spazio nel modo del lavoro e nel gestione della
cosa pubblica." Tra gli oratori intervenuti al convegno il prof. Aldo
Masullo (Docente emerito di filosofia morale presso
l'Università di Napoli), Donato Ceglie (s.Procuratore della Repubblica del
Tribunale di S.Maria Capua Vetere), Mario Romano (v.Presidente nazionale della
"Assostampa Forense"), Anna Baldry (Docente di Psicologia sociale
presso la II Università di Napoli), presenti "Unione Donne Italiane"
e "Azzurro Donne".
( da "Eco di Bergamo, L'" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Taccuini e appunti,
l'altra letteratura --> L'importanza delle note private degli autori
sottolineata in ateneo Domenica 01 Marzo 2009 TERZA, pagina 29 e-mail print
Cultura non è solo letteratura. «I diari di viaggio, le lettere, i carteggi e i
taccuini realizzati dagli scrittori e dagli intellettuali italiani tra Otto e
Novecento sono dei tesori letterari che per troppo tempo sono stati considerati
dei semplici documenti da cui ricavare informazioni inerenti la vita privata
degli autori». Con queste parole Matilde Dillon Wanke, docente di Letteratura all'università di Bergamo, ha spiegato
l'obiettivo del convegno «Carte private. Taccuini, carteggi e documenti
autografi tra Otto e Novecento», cominciato giovedì e concluso ieri nella sede
universitaria di Piazza Vecchia. Matilde Dillon ha coordinato l'intero
progetto. Ha spiegato: «L'Italia deve seguire l'esempio della Francia che da
oltre quarant'anni riconosce il valore letterario oltre che storico,
antropologico e sociologico delle cosiddette "carte private" degli
scrittori. Mentre l'opera letteraria persegue degli scopi e dei modelli
precisi, i carteggi degli autori vengono scritti spontaneamente senza seguire i
rigidi canoni letterari dell'epoca e rivelano aspetti degli autori stessi ma
anche dei territori e della società in cui essi vivevano davvero sorprendenti».
Il convegno bergamasco è l'ideale prosecuzione del convegno «Le carte vive.
Epistolari e carteggi nel Settecento» che si è tenuto nella Biblioteca
Capitolare di Verona nel dicembre scorso, organizzato dall'Università degli
Studi di Verona in collaborazione con la Sezione di Italianistica
dell'Università di Bergamo. A presiedere la prima giornata del convegno è stato
il Professor Gian Paolo Marchi, dell'Università di Verona, che ha sottolineato:
«È importante l'ampliamento del campo d'interesse in ambito letterario che va a
recuperare ciò che troppo spesso è rimasto chiusi negli archivi. Cimentarsi
nella ricerca di questi giacimenti di "carte private" richiede lo
sviluppo da parte di studiosi, bibliotecari e archivisti di un particolare
metodo che preservi il più possibile i documenti e che ne permetta una precisa
datazione». Tra gli interventi quello di Novella Bellucci dell'università La Sapienza di Roma, la quale ha parlato del
rapporto epistolare tra Paolina Leopardi e Marianna e Anna Brighenti: «Le
lettere scritte da Paolina Leopardi rispecchiano il profilo di un personaggio
emblematico della condizione in cui vivevano tante donne colte dell'Ottocento:
subivano una forte limitazione della propria libertà di pensiero e di
espressione. Infatti, nonostante la produzione di lettere e diari fosse
tradizionalmente più femminile che maschile, essa raramente riusciva ad
esprimersi pubblicamente. Tutt'oggi la vasta produzione di "note di
lettura" di Paolina è conservata nella biblioteca privata del castello di
Recanati e purtroppo non è accessibile al pubblico». Interessante anche
l'intervento di Maria Giovanna Saintjust dell'Università di Cagliari che ha
parlato delle lettere di Giosue Carducci ai familiari dove, secondo la
studiosa: «Si scopre un'immagine del Carducci diversa da quella tradizionale
che lo vuole serio e incapace di commuoversi. Nell'epistolario Carducci
utilizza spesso un codice burlesco, familiare, per esempio quando descrive i
poeti italiani suoi contemporanei. Scrive appassionate lettere d'amore
all'amata Lidia mentre alla moglie chiede perdono per la sua infedeltà. In una
lettera destinata alla moglie, inoltre, dichiara: "Io odio la retorica
sentimentale. E scrivere lettere mi pesa perché non è mai sufficiente ad
esprimere davvero i sentimenti"». Giulia Gritti 01/03/2009 nascosto-->
( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Domenica 01 Marzo
2009 Chiudi Ex aree industriali, alzano la mano e chiedono la parola anche gli
agenti immobiliari: con il lavoro del gruppo di Paolo Tigli che volge al
termine, una proposta di riutilizzo di quegli spazi arriva da chi appartamenti,
case e negozi li tratta tutti i giorni, al punto di poter tradurre in cifre e
volumi quello che qualunque reatino di buon senso sa da sempre, ovvero che il
patrimonio immobiliare disponibile sopravanza di gran lunga la popolazione
residente. «Come tanti abbiamo seguito la discussione infinita sul destino
delle aree industriali, discussione che forse può imboccare una qualche pista
di concretezza grazie alla meritoria iniziativa del sindaco Emili di creare un
gruppo di lavoro ad hoc», è la premessa di Mario Felici e di Andrea Malfatti
della Fiaip, la federazione che associa le agenzie immobiliari. Punto di
partenza dell'analisi il rapporto tra popolazione e abitazioni, «popolazione
che da anni si è stabilizzata intorno a quota 47mila mentre sul fronte
immobiliare tra abitazioni edificate (25.300), potenziali (3.185) e recuperate
in centro storico (300) siamo nell'ordine delle 28.875 case sul mercato. Ora,
considerata una media standard di due persone per casa, a Rieti sarebbero
bastate 23.500 abitazioni: ne abbiamo dunque già
( da "Giorno, Il (Lodi)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
VETRINA pag. 9 Pubblico-privato uniti per «fare economia» LA RICETTA «L'OTTICA
- dice l'assessore Crotti - è quella di creare un "prodotto
turistico" unitario, capace di diventare più attrattivo grazie anche al
rapporto pubblico-privato, che si sta sempre di più potenziando».
( da "Eco di Bergamo, L'" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
la biografia del
vescovo Amadei --> Domenica 01 Marzo 2009 CRONACA, pagina 13 e-mail print 13
febbraio 1933 Roberto Amadei nasce a Verdello. 1938 La sua famiglia si
trasferisce nella vicina Pognano. 1944 Entra nel Seminario di Clusone, a 11
anni; proseguirà poi gli studi liceali nel Seminario di Bergamo e quelli
teologici a Roma come alunno del Pontificio Seminario Romano, licenziandosi in
Sacra teologia. 16 marzo 1957 Viene ordinato sacerdote. Resta a Roma per
perfezionare gli studi di Storia ecclesiastica presso la Pontificia Università Gregoriana, dove consegue la laurea.
( da "Adige, L'" del 01-03-2009)
Argomenti: Cervelli
ROMA - I fondi Fas,
quelli per le aree sottosviluppate, non si toccano: sono destinati al Sud «e lì
devono rimanere» ROMA - I fondi Fas, quelli per le aree sottosviluppate, non si
toccano: sono destinati al Sud «e lì devono rimanere». Parola del presidente
del Senato Renato Schifani, che al congresso dell'Mpa sostanzialmente sposa la
battaglia combattuta in questi mesi in Parlamento anche dalla formazione del
governatore della Sicilia Raffaele Lombardo contro l'uso di quei fondi da parte
del governo per finanziare opere in altre parti del Paese. E nella seconda
giornata delle assise dell'Mpa a farla da padrone resta il federalismo: che per
Schifani deve essere «solidale» e che, ammonisce Massimo D'Alema, se fatto male
«può essere dannoso». Fra gli applausi dei delegati, Schifani scandisce bene le
parole e sostiene che «il Sud sta tornando a farsi sentire e sta rialzando la
testa». Le fibrillazioni tra Schifani e Lombardo, che avevano messo a dura
prova la stabilità del governo regionale siciliano, sembrano acqua passata. Dal
palco il presidente del Senato riconosce la bontà delle battaglie combattute
dal governatore siciliano: da quella per il Ponte dello Stretto (i cui
cantieri, annuncia, apriranno presto), a quella per lasciare in Sicilia il
gettito delle imposte prodotte nell'Isola, fino a quella per il casinò. E,
ribadendo l'inammissibilità di un'Italia a due velocità, Schifani sottolinea
che «il federalismo fiscale dovrà offrire giuste risposte al malessere del Nord
ma non potrà trascurare le giuste aspettative del Mezzogiorno». L'appello al
Paese è a «guardare allo sviluppo del Sud con grande senso di responsabilità».
Perché, sostiene,«non può esserci crescita dell'Italia se verranno lasciate
indietro alcune aree del Paese». E perché il Sud è «un'opportunità per l'intera
Nazione» con le sue risorse da valorizzare, le sue «operosità ed intelligenze».
Il riferimento è alla fuga dei cervelli.
«Il Sud ha bisogno di loro, e loro hanno bisogno di rimanere nelle loro terre
che amano». Sul ddl Calderoli spara Massimo D'Alema, che pure rivendica a
«paternita» del federalismo in Italia. «Non è la medicina che cura tutti i
mali, e se lo facciamo male potrebbe persino aggravare i mali del Paese,
come in parte sta già avvenendo», sostiene l'ex premier. «È - dice sarcastico -
una legge bellissima: promette più soldi al nord e al sud e taglia le tasse per
tutti. Manca solo che preveda che resteremo tutti sempre giovani...», dice tra
gli applausi del congresso. 01/03/2009
( da "Adige, L'" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
l'intervista Il
prof. Erzegovesi spiega il progetto dell'ateneo «Consulenza alle imprese»
«L'ipotesi, ma non ho elementi certi per affermarlo con sicurezza, è che in una
situazione di difficoltà di pagamenti è possibile che si cerchi una forma di
tutela più forte da punto di vista legale. Quindi, non escludo che crediti che
prima erano regolati da bonifici o da ricevute bancarie, cioè con una pressione
soft sul debitore, ora vengano "cambializzati"» Così Luca Erzegovesi,
docente di finanza aziendale alla
facoltà di economia, tenta di dare una spiegazione per l'impennata del valore
degli effetti protestati (assegni e cambiali) in Trentino Alto Adige. «Poi -
aggiunge - bisogna considerare il numero delle cambiali agrarie che indicano il
livello di tensione nel mondo agrario e, in generale, capire se questo
fenomeno è spinto dalle imprese o dalle banche in presenza di elevati scoperti
di conto corrente». Insomma, non è semplice dare una spiegazione ai numeri
estrapolati dal «Registro informatico dei protesti» che vedono in provincia di
Trento l'incremento più consistente degli insoluti rispetto al resto d'Italia.
«In effetti - prosegue il professore - si tratta di cose molto nascoste alle
rilevazioni, di cui non è facile dare un'interpretazione. Sicuramente, però, a
conferma della sensazione che si sia aggravato il problema pagamenti c'è il
fatto che cresce l'importo unitario di questi titoli». Più imprese o famiglie
nell'elenco dei protestati? Trattandosi di importi discretamente consistenti
(oltre i 4 mila euro, ndr) io credo che stia crescendo la componente imprese.
Qual è il caso peggiore? Se l'aumento degli insoluti nasce a seguito di
transazioni tra imprese è forse il segnale più grave di peggioramento del
quadro economico. Significa che è in atto una restrizione del credito e bisogna
stare molto attenti, soprattutto qui da noi. Perché? In Trentino Alto Adige c'è
una tradizione piuttosto forte di scoperti di conto corrente perché, da sempre,
le Casse rurali e le Raiffeisen accordano facilmente forme di credito alle
imprese. Le nostre imprese sono a rischio? Le cose stanno cambiando, basti
pensare al piano di riassetto finanziario lanciato dalla Provincia ad ottobre.
Può essere, però, che la restrizione delle linee di credito abbia colpito i
soggetti più fragili. È una situazione allarmante? Qui da noi, per il minor
peso che ha il settore manifatturiero, direi che la situazione è ben lontana
dall'essere allarmante. C'è ancora margine per intervenire con piani di
riequilibrio e risanamento delle situazioni incagliate. Però serve un lavoro di
consulenza a tutto campo. Che significa? Bisogna andare a vedere se il business
è sano e se con il consolidamento del debito, magari con cessione di qualche
ramo d'azienda, l'impresa può continuare ad operare. Per buona parte delle
imprese regionali è possibile. Chi può intervenire? Non si tratta
necessariamente di iniettare ancora denaro pubblico. Anche l'Università può
fare la sua parte con consulenze e affiancamento all'imprea nel rapporto con
creditori e banche. A questo proposito stiamo progettando una sorta di punto
d'ascolto che vorremmo proporre alle associazioni d'impresa per aiutare i
piccoli imprenditori, che molto spesso non hanno competenze di tipo bancario e
creditizio, per rimettere ordine nella gestione aziendale. Questa può essere
una strada per orientare anche le banche e i consorzi di garanzia che possono
decidere se dare o meno un'altra chance all'impresa. D.B. 01/03/2009
( da "Adige, L'" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
CORONA PERER I l
titolo viene dalla fine: l'incendio di Smirne CORONA PERER I l titolo viene
dalla fine: l'incendio di Smirne. La cosa strana è che la sua autrice sta già
lavorando al prossimo libro, partendo proprio dalla fine. Sarà ambientata a New
York. Per Antonia Arslan la fine è una sorta di «inizio». Come quando il nonno
le raccontò le origini della famiglia. Anni dopo scrisse il best-seller «La
masseria delle allodole» (Rizzoli 2004) grande saga familiare armena: solo in
Italia 200 mila copie e incetta di premi letterari (dallo Stresa al Campiello e
al Fregene). Poi il noto film dei fratelli Taviani. È sempre la fine degli
armeni a portarla a prendere posizione sulla Turchia d'oggi e a suggerire per
l'Europa un «nuovo inizio» nei rapporti diplomatici. «La strada di Smirne»
(edizioni Rizzoli, 285 pagine, 18,50 euro) è in libreria da una settimana. Tre
bambine e un maschietto vestito da donna si imbarcano su una nave per l'Italia.
Altri orfani trovano rifugio prima ad Aleppo e poi a Smirne. Sono i
sopravvissuti al genocidio degli armeni. È questa la trama che fa da sfondo al
seguito della «Masseria», il cui merito fu di aver fatto conoscere al grande
pubblico la tragedia armena. L'orologio della storia riparte dal 25 luglio
1916. Shushanig e i quattro figli, scampati al massacro, partono verso un mondo
sconosciuto e carico di promesse: l'Italia, luogo dell'incontro con lo zio
Yerwant e l'esotica zia veneta. Ad Aleppo restano i suoi salvatori: la serva
greca Ismene, il prete Isacco e il vecchio mendicante turco Nazim che uniscono
le loro forze per farsi cura dei bambini armeni che, persa la famiglia, vagano
nelle strade della città siriana. Piccoli scheletri con occhi immensi che
frugano nella polvere dei vicoli alla ricerca di cibo. Non prosa di una grande
scrittrice, ma vita vissuta e l'occasione per guardare ai tempi attuali. Mesi
fa una petizione di 200 intellettuali, firmata da 30.000 persone, chiese alla
Turchia di compiere il grande passo: chiedere scusa agli armeni. Giornalisti e
docenti universitari domandano al governo di chiarire alla propria coscienza e
a quella nazionale ciò che fece la Turchia ad una parte del proprio popolo. A
firmare sono stati molti turchi che con fatica hanno cominciato a comprendere
la verità dei fatti del 1915. La riconciliazione fu proposta da Hrant Dink,
giornalista turco-armeno ucciso due anni fa, nel gennaio 2007. Ma di questo
siamo molto disinformati. Di Shoah pensiamo ce ne sia stata una e sono invece
almeno due: ebrei e armeni (e ad essere onesti almeno quattro, contando guerra
in Bosnia e Gulag). Ne abbiamo parlato con l'autrice già docente di letteratura italiana
contemporanea all'Università di Padova, che ha riscoperto le proprie radici
armene traducendo le opere del poeta Daniel Varujan. P rofessoressa, dove
riparte la vicenda? «Dal momento in cui Ismene e Isacco vedono partire
Shushanig e i suoi figli. In Italia li attende lo zio Yerwant che è mio
nonno, al quale ho dedicato il libro. Shushanig però morirà all'inizio del
viaggio: dopo averli messi in salvo, si lascia andare verso l'adorato sposo già
morto, Sempad. E questa non è fantasia ma la verità storica della nostra
famiglia». Da dove viene il titolo? «Dalla fine: il libro si conclude con
l'incendio di Smirne, la fine dei greci d'Anatolia. Ma la strada verso Smirne è
la via che conduce all'appuntamento fatale con il grande porto levantino e
greco e i tre personaggi che hanno salvato i bambini nel primo libro: Ismene,
Isacco e Nazim». È vero che lei ha già iniziato il terzo seguito? «La terza
parte è nella mia mente, finora ne ho scritto qualche pezzo, paradossalmente ho
scritto la fine, che si dovrebbe svolgere a New York». Come ripartirà allora,
dopo Smirne, la terza tranche e che titolo avrà? «Il titolo della terza parte
dovrebbe essere "Autunno a Tudor City". La storia racconta il
seguito, visto dalla bambina. Come scopre la vita, come scopre l'identità
nascosta della famiglia, quella armena». Questa bambina si chiama per caso?
Antonia? «Sì, da lì in poi il libro è autobiografico». La porterà per mano fino
a che età? «Questo ancora non lo so, anche perché un libro ha le sue gambe e
ogni tanto scappa di mano». Cos'è la strada di Smirne per lei? «Il vero cuore
della storia, si parla d'amore, quello tra due ragazzini superstiti delle loro
famiglie a Smirne. Hagop e Silvia si sono affezionati a Ismene e Isacco che li
fanno aiutati e a 14 anni fanno l'amore, trovando consolazione l'uno
nell'altro». I l momento più forte del libro? «Da un lato è la fine, il fuoco
di Smirne, e poi quando alcuni superstiti tentano di tornare alla fine della
guerra. Ma sono ricacciati via». «Turchia e Unione europea: come procedono,
secondo lei, le cose? «Tutti siamo col fiato sospeso per quanto riguarda la
Turchia. La petizione online del dicembre 2008 degli intellettuali firmata da
quasi 30 mila persone, tutti turchi, chiede al governo le scuse verso gli
armeni. Ancora nulla al momento». Cosa chiederebbe lei all'Europa? «In realtà
mi chiedo se l'Ue saprà mettere in campo una seria task force di diplomatici
esperti che sappiano fare il loro mestiere: trattare con una diplomazia
espertissima e astuta come quella turca. Sono mille i problemi sul tappeto con
un paese con più di 70 milioni di abitanti, perciò potenzialmente forte nei
futuri equilibri europei». Come in Turchia la memoria sta elaborando il suo
passato? «Con fatica ma procede. Il libro dell'avvocata di Istanbul Fethiye Cetin
("Heranush mia nonna", edizioni Alet, Padova, ndr), che racconta come
ha scoperto che sua nonna era una bambina armena rapita, ha portato moltissimi
turchi di ogni strato sociale a rivelare che anche la loro nonna era stata
rapita. Non se ne vergognano più». E perché avrebbero dovuto? «Perché queste
bambine erano chiamate "i resti della spada": alla fine della guerra
nel 1918, venivano sposate e inserite in famiglie turche, madri già a 12-14
anni! Come cancellare questa storia? Senza restituirle la verità non c'è futuro
per la Turchia. L'Europa questo deve chiedere». 01/03/2009
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
01-03-2009)
Argomenti: Cultura
FALCONARA pag. 9
QUAL è la sua posizione rispetto alla Variante di Castelferretti? «Immagino
come sar ... QUAL è la sua posizione rispetto alla Variante di Castelferretti?
«Immagino come sarà: centinaia di nuovi abitanti, altrettanti autoveicoli che
intasano un'area già trafficata e urbanizzata, a rischio idrogeologico,
inserita nel Pai e Aerca, già oggetto di altri grandi progetti di sviluppo». Ce
n'era bisogno? «Credo di no. Baldassarri e Brandoni si dicevano contrari, salvo
poi cambiare idea al governo. Una delle tante giravolte a cui ci hanno ormai
abituato». Quali soluzioni propone per mettere in sicurezza il territorio
rispetto al rischio di esondazione? «Credo che sia urgente convocare un
consiglio comunale sul tema, aperto a cittadini, forze sociali ed economiche e
attori istituzionali, per capire cosa serve, cosa si è fatto e cosa va ancora
fatto. Senza nascondersi solo dietro le scarse risorse, che sono un problema, ma cercando alternative o collaborazioni pubblico-private, magari
con un project financing». Quali correttivi andrebbero adottati per la
viabilità nei diversi quartieri? «La notizia di questi giorni è il probabile
cambio di viabilità sulle vie Rosselli e Buozzi. L'ennesimo esempio del metodo
della giunta: prima fa le scelte e poi cerca condivisione. Noi non ci
stiamo, perché affrontare il tema della viabilità in modo parziale e locale è
riduttivo e non porta a risultati efficaci se non trasferire il problema da una
parte all'altra. Serve un progetto complessivo, che oggi non c'è». Meglio un
centro commerciale alla Gabella o al casello Ancona Nord? «Meglio avere le idee
chiare, ovvero non è tanto il qua o là, quanto la strategia di fondo per
rilanciare territorio, economia, occupazione e attirare nuovi investimenti.
Solo definito questo quadro, si può decidere. Su questi temi l'amministrazione
non ha un progetto e continua a navigare a vista».
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: SPETTACOLI - data: 2009-03-01 num: - pag: 19
categoria: REDAZIONALE Matera Una masterclass di due giorni con il compositore
statunitense A lezione dal grande Eric Ewazen MATERA — La stima e la
credibilità di un brano musicale spesso dipendono dall'autorevolezza
dall'interprete. E se vengono abitualmente commissionate dalla New York
Philharmonic e dalla Chicago Symphony Orchestra, le partiture di Eric Ewazen,
autore eseguito in tutto il mondo, devono avere sicuramente un valore
considerevole. Dunque, non è affatto pletorico dire che si tratta di
composizioni con un peso equivalente a quello di un macigno. Ed è facile
immaginare il valore che può avere per la Città dei Sassi ospitare il prolifico
compositore americano per una masterclass di due giorni, in programma domani e
martedì nell'auditorium del Conservatorio «Duni» nell'ambito del dipartimento
«Nuovi linguaggi e nuove tecnologie» avviato da Giovanni Tamborrino,
l'innovativo performer e compositore delle «opere senza canto» che anche nel
suo ruolo di didatta non rinuncia alla sperimentazione e al confronto con gli
autori della scena contemporanea e i linguaggi dell'oggi. Didatta lo è anche
Ewazen, che insegna composizione alla celebre Julliard School di New York, dove
continua a portare la propria esperienza e a spiegare le più recenti tecniche
compositive. Esattamente quello che farà in esclusiva italiana al conservatorio
di Matera, che ha recentemente espresso un nuovo direttore, Saverio Vizziello,
con il quale l'istituto sembra aver già avviato un nuovo corso. Tra i maggior
talenti in circolazione - infatti è molto rispettato dai colleghi e, più in
generale, dell'establishment musicale - Ewazen ha accettato ben volentieri di
inserire Matera nel tour didattico che sta tenendo in questi giorni in alcune
città europee. Al conservatorio Duni incentrerà la masterclass sulla
composizione nella musica contemporanea americana. Un universo che il
cinquantacinquenne compositore di Cleveland conosce molto bene. Perché pur
essendo d'impronta tonale, la sua musica mantiene sempre una profonda
consapevolezza rispetto agli altri stili e, dunque, per questo risulta
particolarmente originale e seducente. Ma non ci si limiterà soltanto alle
lezioni. Perché oltre ai laboratori in cui Ewazen lavorerà con diverse
formazioni da camera composte dagli allievi del Conservatorio (il musicista
americano ha scritto partiture per organici di ogni tipo), alla
fine della seconda giornata è previsto che allievi e docenti dell'istituto
tengano un recital dedicato al grande musicista americano. F. Maz. Recital Alla
fine della seconda giornata di incontri, docenti e allievi del conservatorio
«Duni» terranno un concerto dedicato all'ospite Eric Ewazen è uno dei più
eseguiti compositori contemporanei
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: BARI - data: 2009-03-01 num: - pag: 9 categoria:
REDAZIONALE Università Il rettore accelera, sarà in vigore in tutte le facoltà
Ateneo, registro presenze per prof BARI — Il registro delle presenze dei
docenti sarà presto una realtà in tutte le facoltà dell'Università di Bari.
Voluto dal rettore Petrocelli e dal suo staff, invocato dagli studenti
soprattutto dopo il caso Odontoiatria, il registro costituirà il diario
obbligatorio di tutte le attività didattiche di professori e ricercatori, che
dovranno annotarvi le ore di lezione, di tutorato e di ricevimento degli
studenti. «Stiamo accelerando i tempi e credo che tra un mese o due tutte le
facoltà si doteranno di questo strumento di trasparenza e verifica », spiega
Giancarlo Tanucci, delegato dal rettore alla didattica. Nuove regole nel lavoro
dei docenti, dunque, che l'Università aveva già messo nero su bianco con il
nuovo regolamento di Ateneo, emanato la scorsa estate con un decreto del
rettore, Corrado Petrocelli e valido per questo anno accademico. L'articolo 19
del documento prevede che «ciascun docente provvede
alla compilazione del registro delle attività didattiche annotandovi tutte le
attività svolte di docenza, tutorato e quant'altro di pertinenza dell'attività
didattica, come previsto dai regolamenti di facoltà». E' quest'ultimo
passaggio, sostanzialmente, che non ha ancora consentito alla disposizione di
diventare operativa. «Esistono tre livelli diregolamenti didattici - spiega
Tanucci - ; da quello di ateneo alle facoltà, fino ai singoli corsi di laurea.
I regolamenti delle facoltà devono ancora essere emanati, a quel punto
partiranno i registri, che saranno controfirmati dai tutor dei corsi di studio
e consegnati al termine di ogni anno accademico ». Attualmente, si sono dotate
di un regolamento le facoltà di Medicina e di Farmacia. Luca Barile Corrado
Petrocelli
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere del
Mezzogiorno - CASERTA - sezione: DOSSIER - data: 2009-03-01 num: - pag: 12
categoria: REDAZIONALE Storie Rilanciare l'economia per affrontare il problema
del lavoro in tutti i suoi aspetti Discriminazioni non solo salariali di PAOLA
PROFETA * La prima legge varata dal nuovo presidente degli Stati Uniti tende a
rimuovere l'odiosa discriminazione salariale che colpisce il lavoro delle
donne. Delle tante promesse fatte nella sua campagna elettorale, Obama ha
cominciato da quella che gli sembrava la più importante. Quell'odiosa
discriminazione, infatti, colpisce, in maniera differente, tutti i paesi.
L'Isfol calcola che in Italia alle donne, nel totale della popolazione
lavorativa, viene inflitto un differenziale pari al 23%. Una cifra che sale di
tre punti per le laureate e di 12 (arrivando così al 35%) per quelle con titoli
post laurea. Niente giustifica questa disparità così come niente dà ragione
dello sbarramento delle carriere femminili (solo il 3,6% delle donne occupate
sono dirigenti a fronte dell' 11% degli uomini). Eppure, per qualità, il
segmento femminile del mercato del lavoro appare migliore di quello maschile:
le laureate superano di quasi due punti in percentuale i laureati. Non meno
sconfortanti sono le cifre sul precariato e quelle sull'occupazione: le donne
punite da un lavoro insicuro sono il 14,7% e gli uomini il 10,5% mentre le
occupate sono il 46% e gli uomini il 70,7%. Eppure a Lisbona i paesi della
Comunità europea si erano accordati sull'obiettivo dell'impiego del 60% di
donne! Tutte le cifre che radiografano la discriminazione nelle sue differenti
facce, peggiorano al Sud per le note ragioni provocate dalla fragilità del
contesto. Le donne e i giovani (abbinamento necessario che dà il senso dello
spreco di risorse preziose per la qualità dello sviluppo e per la solidità
delle prospettive) sono marginalizzati o scarsamente utilizzati ed è facile
prevedere chi sarà colpito con più forza dalla crisi. Se non si corre ai
ripari, adottando da un lato misure di sostegno immediato e dall'altro di
potenziamento strategico delle qualità, questo svantaggio si ripercuoterà
sull'insieme del sistema economico e produttivo. Rilanciare l'economia non può
non significare affrontare il problema del lavoro delle donne in tutti i suoi
aspetti per trasformarlo in un elemento virtuoso, stimolatore di sviluppo.
Altrettanto importante mi sembra la creazione e, laddove c'è, il rafforzamento
di una élite femminile alla guida delle imprese che può simbolicamente
costituire un fecondo esempio da seguire. Un recente appello (che chiede di
inserire nel codice di autodisciplina delle società quotate in borsa nei Cda
almeno due donne) riferisce che «in Italia solo il 3% dei consiglieri di
amministrazione delle imprese quotate in borsa sono donne contro il 13% della
media europea che in Norvegia arriva al 33 — E aggiunge che — di quel 3% una
consistente quota è composta da figlie, sorelle, mogli dei titolari delle
aziende ». L'appello dichiaratamente non è solo un'azione positiva tesa a
realizzare una maggiore equità. è anche (e soprattutto) la presa d'atto di un
fenomeno ampiamente dimo-strato: il lavoro delle donne migliora i risultati
aziendali perché le caratteristiche di questa sezione preziosa dell'impresa
evidenziano sensibilità e predisposizione alle relazioni umane, grande capacità
di essere flessibili e di muoversi contemporaneamente su più registri, quello
emozionale e quello razionale. * Docente Scienze delle
Finanze, Università Bocconi di Milano Le carriere impossibili L'Isfol calcola
che in Italia alle donne, nel totale della popolazione lavorativa, viene
inflitto un differenziale pari al 23%. Una cifra che sale di tre punti per le
laureate e di 12 per quelle con titoli post laurea. Niente giustifica
questa disparità così come niente dà ragione dello sbarramento delle carriere
femminili
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere del
Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1CULTURA - data: 2009-03-01 num: - pag: 19
categoria: REDAZIONALE Al Pan Il secondo «sabato» della Fondazione Sdn Napoli,
un'idea multimediale Proposto un archivio «scenico» della città Albertazzi:
«Sogno il festival dei dialetti» di FUANI MARINO N apoli, da sempre teatrante e
teatrale, analizzata come metafora della rappresentazione. «Il sabato delle
idee», iniziativa ideata congiuntamente dalla Fondazione Sdn, dall'Università
Suor Orsola e dal Pan, ha visto quest'ultimo come cornice del secondo incontro,
moderato dal direttore del Corriere del Mezzogiorno Marco Demarco, e incentrato
sul tema «Lo spazio scenico. La città del possibile tra immaginario e realtà».
Dopo un breve saluto introduttivo da parte del presidente della Fondazione Sdn
Marco Salvatore, del rettore Francesco De Sanctis e della direttrice del Centro
di documentazione del Pan Marina Vergiani, il regista Francesco Saponaro ha
espresso l'auspicio di restituire il Teatro San Ferdinando alla città,
scongiurando la diaspora di artisti e attori nostrani. Sulla grandezza di due
protagonisti della scena partenopea come Annibale Ruccello ed Enzo Moscato si è
invece soffermato Gennaro Carillo. Il docente di storia delle dottrine
politiche al Suor Orsola Benincasa ha poi proposto di valorizzare questo
patrimonio «in un archivio multimediale che conservi e salvaguardi la
tradizione degli atti performativi, delle macchine sceniche, degli artifici da
palcoscenico». Anche Augusto Sainati, docente
nello stesso ateneo di Storia, teoria e analisi del film, si è appellato alla
costituzione di luogo di incontro, oltre che di recupero dei materiali scenici,
«in cui non si racchiudano solo cimeli ma si punti a un rilancio della
differenza». E ancora, fra le idee di ieri, quella del grande Giorgio
Albertazzi: «Che Napoli diventi scena di un Festival europeo dedicato al teatro
dei dialetti e delle lingue ». Ma il tema dell'incompiuto e dell'inconcluso,
messo in mostra dal collettivo artistico Alterazioni Video nelle sale del terzo
piano, ben si sposa, purtroppo, con la città, definita «shakespeariana» dallo
stesso Albertazzi «per la sua capacità di malinconia e umorismo insieme ». Con
l'occhio interrogativo e attento dello «straniero», Maurizio Ferraris ha
presentato un discorso filosofico sullo spazio e le sue rappresentazioni,
riservando a Napoli anche parole di rimprovero. «A questa città servono regole,
non solo cultura », ha dichiarato il docente torinese.
A proposito di outsider, l'attrice Vanda Monaco ha ribadito l'importanza di
laboratori formativi in cui i «vecchi attori » facciano scuola ai più giovani.
A conclusione della giornata è poi intervenuto Domenico De Masi, nel duplice
ruolo di docente di sociologia del lavoro e presidente
del Ravello Festival. «Basta con i musei: ce ne sono tantissimi e tutti vuoti»,
ha detto. «Piuttosto, per mettersi in gioco come spazio scenico, Napoli ha
bisogno di attori e spettatori, nonché di una regia adeguata », riferendendosi
con quest'ultima all'amministrazione locale. Se ancora una volta si è messa in
luce l'incapacità della città di tradurre in realtà i progetti immaginati,
balzava agli occhi, in effetti, l'assenza di Guido Tangucci e Andrea De Rosa,
rispettivamente direttori di due istituzioni chiave come il San Carlo e il
Mercadante, ed entrambi invitati ad intervenire. Come pure di un responsabile
del Teatro Festival Italia, che rappresenta una grande occasione, più reale che
immaginata, per Napoli e per il suo teatro. Incompiuto A destra, una foto
firmata da Alterazioni Video in mostra al Pan. In basso, Ponte San Giacomo
visto dal collettivo
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del
01-03-2009)
Argomenti: Cultura
CESENA pag. 5 PER
QUALE motivo, nonostante la previsione di spesa fosse stata messa a
bilancio,... PER QUALE motivo, nonostante la previsione di
spesa fosse stata messa a bilancio, non si è mai provveduto a disporre
l'erogazione di contributi pubblici ai privati per lo smaltimento dell'amianto?
Lo chiede in una interpellanza al sindaco Conti il capogruppo dei Verdi, Davide
Fabbri, a sua volta candidato sindaco.
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del
01-03-2009)
Argomenti: Cultura
FERMO PRIMO PIANO
pag. 15 Lotti di Casabianca inadatti per hotel moderni NUOVE STRUTTURE QUELLO
delle strutture ricettive non è un problema piccolo, ne è consapevole anche il
sindaco Di Ruscio che, ieri mattina, al convegno degli albergatori ha parlato
del grande investimento che si sta facendo per il turismo, ma anche dei limiti
di cui soffre la zona: «Per la promozione stiamo lavorando bene con il sistema
Marca Fermana, buon punto di partenza per la collaborazione pubblico-privati ha esordito il primo cittadino . Quello delle
strutture però è un problema non da poco». La questione, come ha detto Di
Ruscio, è che i nostri hotel hanno 50 anni e non rispondo più alle richieste
dei clienti. In città c'è poi la questione dei lotti di Casabianca: «Secondo
gli operatori ha detto il Sindaco quelle superfici non sono idonee per certi
tipi di alberghi con piscine e impianti sportivi». Al tempo stesso però
c'è chi vorrebbe costruire un hotel vicino al casello autostradale di P.S.Giorgio,
segno che è lì che si può investire.
( da "Corriere del Veneto" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere del Veneto
- PADOVA - sezione: PADOVA - data: 2009-03-01 num: - pag: 6 categoria: BREVI
Bioetica, nessun relatore oltre Fisichella Domani il confronto con gli studenti
PADOVA – Il convegno sull'etica nella medicina dei trapianti, previsto venerdì
prossimo al Liviano, alla fine verrà condotto secondo le modalità previste in
origine. Non ci sarà dunque, nonostante l'apertura degli organizzatori,
l'intervento di uno dei professori critici a fare da contraltare alla relazione
di Monisignor Rino Fisichella e alla prolusione dell'onorevole Maurizio Lupi.
Lo ha fatto sapere venerdì con una lettera al Corriere del Veneto Umberto Curi,
uno dei tre docenti firmatari della «lettera aperta» con cui lunedì si è aperto
il caso («La proposta non è accettabile – ha scritto il professore - , il
Presidente della Pontificia Accademia si unisca al nostro dibattito del 23
aprile »). Ma lo ha confermato ieri anche Patrizia Burra, presidente della
Fondazione «Marina Minnaja». «Preso atto del rifiuto dei docenti di
approfittare dello spazio generosamente concesso da Fisichella a questo punto
tutto tornerà come prima », ha spiegato la dottoressa. E per quanto riguarda
gli studenti? «Aspetto di sapere le loro proposte – ha chiuso la Burra - ,
lunedì si riuniscono in assemblea, dopodiché valuterò». Come andrà a finire?
Chissà. Al momento l'unica certezza è che il Rettore della Pontificia
Università Lateranense non ha voluto rispondere all'invito del professor Curi;
e l'impressione è che Fisichella aspetti venerdì, quando finalmente prenderà la
parola davanti alla platea della Sala dei Giganti. Chi non mancherà di
presenziare all'intervento dell'alto prelato, invece, sarà Giorgio Palù,
preside di Medicina. «Ci mancherebbe che non andassi — ha fatto sapere ieri —:
mi hanno invitato e io farò il mio saluto. D'altronde la Bioetica è una materia
di insegnamento della mia Facoltà e per me, dunque, è un dovere». Ma cosa dirà
Palù nel consesso sul'etica nei trapianti in cui parlerà Monsignor Fisichella?
«Dirò che cos'è la bioetica e qual è l'importanza di questa scienza
nell'educazione del medico». Ci sono infine alcune autorità che, pur invitate,
non potranno partecipare all'incontro per motivi del tutto indipendenti dalla
propria volontà: il rettore Vincenzo Milanesi, a Roma per un impegno
istituzionale, verrà sostituito da un alto esponente del rettorato e molto
probabilmente sarà assente anche Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro
Nazionale Trapianti, alle prese con i postumi di una frattura al femore. Giovanni
Viafora Monsignor Rino Fisichella
( da "Corriere del Veneto" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere del Veneto
- PADOVA - sezione: REGIONE - data: 2009-03-01 num: - pag: 4 categoria:
REDAZIONALE L'ammissione all'Università Basi carenti, aumenta il numero degli
studenti costretti a corsi di recupero. «Ma l'alfabetizzazione non spetta
all'ateneo» Doppie, accenti, apostrofi: a Ca' Foscari uno su due non supera il
test d'italiano Il preside Carinci: «Le scuole superiori ci aiutino» VENEZIA –
Ortografia, questa sconosciuta. Accenti, doppie, scempi, apostrofi, e tutte le
prime fondamentali regole della grammatica italiana sembrano essere niente più
che un optional per la maggior parte dei ragazzi alle prese col primo anno di università. Freschi di maturità, alle spalle scuole
elementari, medie e superiori, confondono da con dà, scivolano sul plurale,
sbagliano l'uso dei gruppi consonantici. Non proprio un bel biglietto da visita
per i futuri «dottori». Morale della favola, cresce anno dopo anno la
percentuale di bocciati ai test d'accesso di Italiano scritto fra gli immatricolati
al primo anno di università e aumentano i banchi ai
successivi corsi di recupero. La legge li chiama Ofa (Obblighi formativi
aggiuntivi), «ripetizioni » per capirci. Un compito che gli atenei sono tenuti
ad assolvere, organizzando apposite lezioni alle quali dovrà seguire una nuova
(si spera risolutiva) verifica. Dati alla mano, il livello di preparazione
nella lingua madre si abbassa sempre di più: quest'anno alla Facoltà di Lettere
dell'Università Ca' Foscari di Venezia, dove lo scorso 30 gennaio si è svolto
il test per gli iscritti al primo anno dei corsi di laurea in Lettere,
Filosofia, Storia, Tars, Beni culturali e Servizio sociale, il 40 per cento e
oltre dei partecipanti non è risultato idoneo. Percentuale in aumento rispetto
al 2008, quando i respinti erano il 30 per cento. Alla prova del nove, si sono
presentati quest'anno 830 studenti (46 gli assenti) dei quali 366 non hanno
superato il test. Non bastasse la scarsa assimilazione delle regole
ortografiche, male sono andati anche gli esercizi di comprensione del testo nei
quali bisognava rispondere ad alcune domande sul contenuto informativo di un
certo brano. E non è tutto. A partire da quest'anno è stata introdotta una
seconda prova in cultura generale a fianco di quella in italiano scritto, con
domande di letteratura, geografia, storia, educazione civica. Qui le bocciature
sono state il 30 per cento del totale dei partecipanti, con performance
particolarmente scadenti soprattutto in storia. Eppure, sostengono i docenti
che hanno coordinato la prova e corretto i compiti, i quesiti avevano un
livello di difficoltà medio. Le ragioni delle lacune sarebbero pertanto da
cercare altrove: «Credo che un ruolo importante lo ricopra la scuola media
superiore che va sensibilizzata di più, è lì che si fa il gioco – spiega Aldo
Maria Costantini, docente di
filologia che ha seguito le prove di cultura generale - . L'università cerca di fare la sua parte,
ma il compito di correggere queste lacune non le spetterebbe. Una solida
preparazione in lingua italiana si fa alla scuola elementare e alla scuola
media, forse le mancanze in cultura generale sono più recuperabili. Quel
che è preoccupante, però, è che i ragazzi non si rendono affatto conto della
gravità della cosa, ne prendono atto ma allargano le braccia. E un docente, oggi, nel momento in cui prepara un corso non può
non tenere conto di quale sia il livello di preparazione dei ragazzi, ma deve
chiederselo continuamente quando fa lezione». L'università
dunque chiama in causa la scuola, ma fra le chiavi di lettura compare anche
l'uso sempre più diffuso del Pc che correggendo in automatico gli errori
grammaticali non costringe chi scrive a chiedersi se la parola è scritta
correttamente. I corsi di recupero, intanto, sono pronti a partire con un
numero sempre maggiore di iscritti e con pochi professori: «Dobbiamo trovare
una formula per far fare questi test al penultimo anno delle scuole superiori
in modo che i ragazzi si esercitino per lavorare sulle lacune emerse – spiega
il preside della Facoltà di Lettere di Ca' Foscari Filippo Maria Carinci - . L'università non può accollarsi un lavoro di alfabetizzazione,
mi sembra chiaro. Mi sono infatti preso l'incarico di contattare l'Ufficio
Scolastico Regionale per proporre una collaborazione in tal senso con l'ateneo
». Paola Vescovi Ortografia sconosciuta Molti gli svarioni ortografici in cui
incappano gli studenti freschi dell'esame di maturità
( da "Corriere della Sera" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Lombardia - data: 2009-03-01 num: - pag: 12 categoria:
REDAZIONALE Ottobre 1888: una perpetua e la nipote sgozzate dai parenti del
parroco. Movente: l'eredità Il massacro e un processo show Un secolo fa Carnago
come Erba L'Università Popolare rilegge le sentenze che hanno fatto storia Già
a fine Ottocento i giornali pubblicavano le piantine
della casa del delitto con le posizioni dei cadaveri VARESE — La strage di
Erba, delitto terribile. A tratti trasformato in una fiction. è cronaca di
oggi. Ma c'è un caso analogo del 1888. Con tutti gli ingredienti del giallo:
una coppia omicida, l'odio di paese, le lunghe code per assistere al processo,
e decine di inviati all'assalto della Corte d'assise di Como. Il delitto
avvenne nella provincia comasca. A Carnago, per la precisione, un paese oggi in
provincia di Varese e famoso, soprattutto, perché in mezzo ai suoi boschi sorge
il centro sportivo di Milanello. Il 28 ottobre 1888, furono assassinate Luigia
Luraghi, 56 anni, perpetua del defunto parroco del paese, e la nipote di 13
anni, Elisabetta Luraghi. Furono trovate sgozzate, con la testa quasi staccata
dal busto, colpite con bastoni e con le molle per il fuoco. La casa fu messa a
soqquadro: una strage in piena regola. Le indagini incolparono il fratello del
defunto parroco, Luigi Camuzzi, e la moglie, Carolina Marzorati, considerata
«la mente del delitto». La tragedia fu registrata in prima pagina su tutti i
giornali. Il movente: l'odio. E i soldi. Perché il defunto parroco lasciò parte
dell'eredità alla perpetua e non al fratello. Questa chicca, riemersa dal
passato, è in realtà la prima tappa di un viaggio che Università Popolare di
Como propone tra alcune sentenze famose, in bilico tra cronaca e storia: la
strage di Erba e il suo antefatto dell'Ottocento a Carnago, l'omicidio
Bellentani avvenuto a Cernobbio nel 1948, la sentenza Englaro. L'idea è di
Giuseppe Battarino, giudice delle indagini preliminari al tribunale di Varese e
della ricercatrice Alessandra Fusco dell'Università dell'Insubria. Primo
appuntamento: il 5 maggio, nel centro diurno comunale di via Volta
( da "Corriere della Sera" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Salute - data: 2009-03-01 num: - pag: 55 categoria:
REDAZIONALE Psicologia Un giornale scientifico ha coinvolto i lettori per
verificare la fondatezza delle teorie che vorrebbero legare aspetto e
personalità Il volto è lo specchio dell'anima. Meno negli uomini Se Barack
Obama non avesse la faccia che ha, sarebbe ugualmente diventato presidente? E,
dubbio a seguire: è davvero possibile capire dal viso il carattere di una
persona? Gli antichi greci ne erano convinti. Ma quando, nei secoli scorsi gli
studiosi hanno pensato di poter fare della fisiognomica una scienza, le prove
non hanno retto. Ora, dopo un secolo di abbandono, gli psicologi stanno
riprendendo a studiare questa che era ormai definita una pseudoscienza,
confortati da alcune significative osservazioni statistiche. Per esempio, si è
visto che se un politico ha un'aria competente negli incontri televisivi, ha
molte più probabilità di venire eletto. Ancora: le persone col volto dai
lineamenti dolci, un po' infantili spesso entrano nelle professioni legate alla
cura degli altri, medici, paramedici. Ricercatori dell'università
dell'Ontario, in Canada, hanno notato che gli sportivi con un viso
caratterizzato da zigomi distanti, tendono a essere più aggressivi e dominanti.
Per verificare se è vero che i volti possono essere letti in modo oggettivo, la
rivista New Scientist ha collaborato ad un esperimento di psicologi delle università inglesi di Glasgow e dell'Hertfordshire, che ha
coinvolto quasi 8.000 lettori. Questi sono stati chiamati a indovinare, fra
volti maschili e femminili presentati on-line, (ottenuti mixando foto di un
migliaio di persone che hanno fornito anche un proprio profilo psicologico)
quali corrispondessero alle persone che si erano dichiarate spiritose, o
religiose, o affidabili, o felici. Risultato: ben 73 osservatori su 100 hanno effettivamente
individuato il modello femminile corrispondente alle donne dichiaratesi
religiose; il 70 % ha riconosciuto il modello di donna contenta e il 54 %
quello di donna affidabile. Meno identificabili, le donne spiritose. Molto più
problematico l'abbinamento tra facce maschili e caratteri, il più difficile da
identificare: l'uomo contento. Solo un 22% di successo. Come si spiega? «La
donna non è più espressiva dell'uomo, piuttosto è più facile
"interpretare" un volto femminile, grazie all'esperienza maturata fin
da neonati nei confronti della mamma — commenta Giovanni Pietro Lombardo, docente di psicologia della personalità all'Università La
Sapienza di Roma —. Ma molti pregiudizi influiscono sulla reale capacità di
lettura del volto altrui. Uno studio dell'americana università
di Princeton ha rilevato che vengono giudicate particolarmente affidabili e
remissive le persone che si presentano con un'espressione sorpresa e bocca
sorridente, anche se magari sono vipere. Inaffidabili, quelle con bocca all'in
giù e sopracciglia inarcate, considerate dominanti, anche se mansuete. Anche
l'aspetto estetico può traviare. Per esempio, un volto "brutto" può
essere considerato, a torto, minaccioso. Però è vero che la faccia può
preannunciare un destino. Colpa (o merito) delle aspettative altrui. Un bambino
con tratti precocemente maschili verrà probabilmente trattato da amici e
parenti come un maschio dominante e probabilmente lo diventerà davvero. Mentre
bimbi e adulti con facce infantili possono stimolare negli altri, l'attività di
un preciso centro emotivo del cervello, l'amigdala, che induce alla protezione.
E le espressioni, dominanti o remissive, acquisite da giovani tendono a
perpetuarsi da adulti perché favoriscono lo sviluppo di certi muscoli facciali
a sfavore di altri». I tratti più evidenti Secondo la ricerca inglese il tratto
di personalità più facile da decifrare è la religiosità. Ma soltanto nelle
donne «Maschere» Dallo studio inglese è risultato che abbinare in modo
veritiero facce maschili e caratteri risulta più difficile Roberta Salvadori
( da "Corriere della Sera" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Salute - data: 2009-03-01 num: - pag: 58 categoria:
REDAZIONALE Attività fisica Una revisione delle Linee guida di diverse nazioni
svela regole molto differenti Quanto sport fare? Dipende dal Paese Possibile
essere sedentari e "sportivi" allo stesso tempo? Certo che sì: di
fatto succede alla maggioranza di noi. Lo afferma convinto Dylan Thompson, un
ricercatore dell'Università di Bath, in Inghilterra, che si è preso la briga di
andare a vedere come diverse Linee guida sulla quantità di attività fisica
raccomandata classificherebbero un gruppo di uomini fra 45 e 64 anni:
pelandroni o dinamici? Il risultato è abbastanza sconcertante. Dei 90 signori
esaminati, uno risultava restio a qualsiasi forma di esercizio e poteva quindi
essere definito "sedentario" secondo tutte le Linee guida
considerate. Appena l'8% si muoveva tanto da adempiere a ogni
"comandamento" delle varie Linee guida e poteva perciò essere
ritenuto "attivo" all'unanimità. Negli altri casi, difficile prendere
posizione: ad esempio, se si cammina per un paio d'ore nel weekend facendo poco
altro durante il resto della settimana, si è attivi a sufficienza secondo
l'American College of Sports Medicine (che fissa una quantità minima
complessiva settimanale di moto), ma si dovrebbe fare di più secondo le Linee
guida ufficiali inglesi, che invitano a muoversi almeno 30 minuti al giorno non
meno di 5 volte a settimana. Insomma, un discreto caos, come spiega Thompson:
«Se misuri la pressione ti aspetti che il risultato sia considerato allo stesso
modo sempre e comunque. Lo stesso dovrebbe accadere con l'esercizio fisico,
fondamentale per mantenersi in salute tanto quanto la pressione ». «In effetti,
non esiste un accordo generale fra le molte Linee guida esistenti — ammette
Andrea Cavaggioni, docente di fisiologia umana all'università di Padova —. Va detto però che alcune differenze
sono giustificate dalla diversità fra popolazioni: ciò che va bene per un
giapponese non può automaticamente essere giusto per un europeo». Esiste,
allora, un "minimo sindacale" di movimento? «Sì, una trentina di
minuti di attività leggera ogni giorno, come camminare o salire le scale —
risponde Cavaggioni —. Occorre però precisare sempre il dispendio energetico,
più ancora dei minuti di moto: camminare a passo sostenuto o pian piano è ben
diverso. Le Linee guida vanno prese con le pinze: le raccomandazioni devono
essere tagliate su misura. Il medico di base, o meglio ancora un medico dello
sport, dovrebbe dare indicazioni precise su quale tipo di esercizio praticare,
quanto e come» dice Cavaggioni. «E ancor più dell'attività fisica
"organizzata", conta il dispendio energetico involontario, che deriva
da come viviamo la nostra giornata» interviene Giovannangelo Oriani, presidente
della Società italiana di nutrizione umana. «Come andiamo al lavoro, che tipo
di impiego svolgiamo, che cosa facciamo a casa: molte ricerche hanno dimostrato
che non mettere su chili di troppo e mantenersi in salute dipende soprattutto
dalle calorie consumate senza accorgercene ». A prescindere dalle Linee guida
più disparate, quindi, occorrerebbe tener bene a mente ciò che ormai dovrebbero
sapere pure i sassi: muoversi fa bene e più lo facciamo, ogni volta che è
possibile, meglio è. Confronti Due ore di cammino nel weekend bastano per gli americani;
gli inglesi consigliano mezz'ora 5 volte a settimana Elena Meli
( da "Nuova Ferrara, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
«Salviamo la
Costituzione» Mobilitazione dell'Anpi a tutela dei diritti
civili Protagonisti i docenti universitari ferraresi Pugiotto e Somma Si è
tornati ieri a fare lezione in piazza, questa volta per «Salviamo la
Costituzione», con una manifestazione indetta dall'Anpi in piazza Municipale.
«E' ora di rivendicare il diritto al dissenso, ad affermare la paura per quello
che sta succedendo nel nostro paese, per i pezzi di Costituzione che ci
stanno portando via, additando la Carta Costituzionale come qualcosa che
zavorra la crescita sociale». Così si è espresso Daniele Civolani, presidente
dell'Anpi provinciale, nell'introdurre alle circa 200 persone intervenute
all'incontro le due lezioni di diritto costituzionale tenute dai professori
dell'Università di Ferrara Andrea Pugiotto e Alessandro Somma. E' stata una
bella iniziativa popolare di impegno civile e partedcipazione. «Il testamento
di fine vita, l'istituzione delle ronde cittadine, il ritorno al nucleare, del
diritto allo sciopero, il diritto allo studio, sono questioni che ci devono
interessare come cittadini, la deriva verso l'autoritarismo alla quale stiamo
assistendo è frutto della nostra disattenzione. Ciascuno di noi difenda un
pezzo di Costituzione e la libertà, cominciando dalla libertà dell'altro che ha
accanto a sè». «Dal corpo del malato al cuore della Costituzione» è stato il
titolo della lezione del professor Pugiotto. «Partendo dalla spiacevole vicenda
di Eluana Englaro si può risalire verso la profonda ignoranza in materia
costituzionale dei nostri governanti - ha spiegato il professore - si è detto
ripetutamente che in materia di testamento biologico c'è un vuoto normativo, e
si è pensato di cambiare la dicitura da "Testamento di fine vita" a
"Disciplina delle direttive pretermine" perché si rendesse bene
l'idea che la vita è un bene reso indisponibile, come accade negli stati etici
e totalitari. Invece la Costituzione è piena di riferimenti a questioni di fine
vita e tutti si richiamano all'inviolabilità della dignità dell'individuo e
alla libertà di autodeterminazione. I nostri governanti non sanno che esiste
uno stretto legame fra la Costituzione dei Diritti, che è la prima metà del
testo costituzionale e la seconda metà, quella dei Poteri, credono di poter
mutare la seconda a loro favore con l'uso indiscriminato dei decreti legge, la
delegittimazione degli organi di controllo, con la continua delegittimazione
del lavoro della Magistratura». Dello stesso tono la lezione del professor
Somma dal titolo «Carta Canta». «La sovversione dell'ordine costituzionale - ha
spiegato il docente - passa attraverso al sovversione
dell'ordine del mercato. Mentre prima la distribuzione della ricchezza avveniva
per mano del libero mercato e dello stato sociale, che tendeva a creare
solidarietà fra i più deboli ed il resto del paese, tutto questo ora cade: la
privatizzazione di ampi settori dello stato sociale, penso alla Sanità e
all'Università, per esempio, allontanano l'idea di solidarietà, creando un
movimento di tipo corporativo che assicura al mercato il suo stesso
funzionamento. Durante il periodo fascista cadevano le libertà personali, ma il
mercato restava attivo, si rinvigoriva in nuovi modelli, un po' come sta
accadendo oggi. E noi dobbiamo tirare le somme e ricordare di come non vogliamo
più essere». Ingrid Veneroso
( da "Mattino di Padova, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Botta e risposta dei
professori Stefano Allievi, Umberto Curi, Corrado Viafora e Paolo Zatti dopo la
lettera al Mattino Bioetica, pronto il contro-convegno I docenti: «Inviteremo
monsignor Fisichella per avere voci differenti» Monsignor Rino Fisichella li ha
invitati come suoi contro relatori ma loro, al convegno di venerdì prossimo
sulla bioetica, lo staranno solo ad ascoltare. Eppure, i docenti Stefano
Allievi, Umberto Curi, Corrado Viafora a Paolo Zatti lo vorrebbero come ospite
al convegno bis che stanno organizzando per il 23 aprile. La vicenda che sta
scuotendo l'ateneo da giorni, con ripercussioni che da scientifico culturali
sono diventate politico sociali, riserva ulteriori sviluppi. E relativi colpi
di scena. Il 6 marzo, dalle 17 alle 19, la Sala dei Giganti del Liviano
ospiterà un incontro pubblico su «Etica nella medicina dei trapianti e delle
cellule staminali»: un evento organizzato dalla fondazione onlus Marina Minnaja
e patrocinato dall'Università. Alcuni docenti si lamentano
perché l'ateneo fa in modo che a parlare di bioetica sia un'unica voce:
monsignor Fisicella, appunto. Che di rimando ha invitato proprio i docenti che
si lamentano a partecipare. «Io e i miei colleghi - dice Zatti, giurista -
stiamo ancora lavorando all'organizzazione del nostro incontro, previsto
per fine aprile. La nostra intenzione è di fare in modo che il dibattito sia il
più eterogeneo possibile. Perciò, invitiamo anche il monsignore». Fisichella
potrebbe dunque ritornare a Padova una seconda volta, a distanza di qualche
settimana dalla prima visita. Ammesso che accetti questo secondo invito.
L'ospite finora certo sarà Carlo Alberto Defanti, il bioeticista noto ai
giornali come «il neurologo di Eluana Englaro». «Oltre a lui, ci saranno molti
altri», afferma Zatti. Che aggiunge: «Con la lettera aperta che io, Allievi e
Curi inviammo al mattino criticando l'impossibilità al confronto del prossimo
convegno, non avevamo alcuna intenzione a bloccare l'iniziativa della
fondazione, che giudico, peraltro, del tutto legittima». Solo che secondo noi
il vero tema caldo non sono i trapianti e le staminali, bensì la questione del
fine vita, del testamento biologico, delle conseguenze del caso Englaro. Ho
ricevuto la telefonata di monsignor Fisichella, è stato uno scambio di battute chiarificatore
e cordiale. Tuttavia, da parte sua non ho ricevuto un esplicito invito a
presenziare», afferma Allievi. «Ad ogni modo - sottolinea il sociologo - né io
né i miei colleghi abbiamo sottoscritto quel famoso corsivo con la subdola
speranza che ci invitasse apposta perché amareggiati. Lo ringraziamo per
l'apertura e la disponibilità dimostrateci ma per quanto mi riguarda io me ne
starò in mezzo al pubblico, a sentire, e non interverrò». (Morena Trolese)
( da "Mattino di Padova, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 18 - Cronaca
«Quanti errori, meglio invitare Veronesi o Bonafede» La sociologia Franca Bimbi:
la Chiesa cattolica non ha nulla a che fare con la scienza «Non capisco perché
monsignor Fisichella dovrebbe avere due volte il diritto di parola,
esprimendosi nuovamente a proposito dello stesso tema. Per il convegno-bis,
suggerisco ai miei colleghi di invitare piuttosto degli scienziati di fama,
come Umberto Veronesi e Ignazio Marino, oppure una voce alternativa a quella
della Chiesa, come potrebbe essere quella di Maria Bonafede, moderatrice della
Tavola Valdese». Franca Bimbi, docente di sociologia al Bo, analizza le varie tappe della vicenda
criticando sia le mosse dei professori che quelle dell'ateneo. E non
rinunciando ad offrire una sua personale versione dei fatti. Secondo lei, è
sbagliato a priori invitare un solo relatore ad un convegno? «No. Gli
organizzatori dell'incontro di venerdì prossimo al Liviano, la fondazione onlus
Marina Minnaja, ha avuto tutto il diritto di invitare chi desiderasse. Fosse
anche una sola persona, com'è stato. Il punto è un altro». E quale sarebbe? «Io
guardo agli sponsor dell'evento in questione, che sono molteplici. Dall'ateneo,
all'Azienda Ospedaliera, fino all'Ordine dei medici. Ebbene, mi aspetto e mi
auguro che l'università, l'ospedale e l'ordine diano
il loro sostegno anche ad altri, a molti altri. E in tante altre occasioni.
Avere un relatore unico, di per sé, non è uno scandalo. Uno scandalo, semmai, è
avere solo quell'occasione in cui quello stesso tema possa essere affrontato».
Che pensa della scelta di monsignor Rino Fisichella? «Sbagliata. Perché lui rappresenta
la Chiesa che non ha nulla a che fare con la scienza». E perché l'avrebbero
invitato, allora? «Non lo capisco, il motivo. La posizione della Chiesa
Cattolica è nota: è nemica su questi temi di libertà e responsabilità
individuale». Allievi, Curi, Viafora e Zatti vorrebbero il monsignore anche al
loro convegno-bis. «Non concordo con questa decisione. Potrebbe intervenire a
un dibattito plurale in veste di rettore uscente, quale è, della Pontificia
Università Lateranense, ma non certo da presidente della Accademia Pro Vita».
Chi altri proporrebbe? «Scienziati come Umberto Veronesi, che dà il nome alla
fondazione per il progresso delle scienze, o Ignazio Marino, chirurgo e
senatore, che si è espresso da poco a proposito del testamento biologico». Altri
nomi? «Penso a Maria Bonafede, moderatrice della Tavola Valdese, che ha parlato
del caso di Eluana. La sua voce potrebbe fare da contraltare a quella di
Fisichella. Infine, chiedo che l'ateneo possa trovare spazio anche per le
posizioni degli atei». (m.tro.)
( da "Centro, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Lettera di un docente universitario «Speculazione sull'ex Sadam»
GIULIANOVA. «Il recupero dell'area ex Sadam a Giulianova è un altro terreno di
prova per la credibilità della classe politica giuliese». Nel dibattito sulla
riqualificazione dell'area giuliese interviene Carlo Di Marco, docente della facoltà di scienze
politiche dell'università
di Teramo. «La passata amministrazione adotta il piano di recupero ex Sadam con
modalità che nulla hanno a che vedere con lo spirito dello sviluppo
sostenibile», scrive in una nota Di Marco, «ma tale piano deriva dal Prusst
2001 il cui obiettivo fondamentale è proprio lo sviluppo sostenibile.
Alcuni dirigenti comunali che hanno seguito nostri master universitari su tale
strumento di democrazia, con esso hanno sufficiente dimestichezza, ma i
politici sanno cosa sia lo sviluppo sostenibile? Ho qualche dubbio! Anche
perché un hotel di
( da "Centro, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Al via la raccolta
col porta-a-porta Rifiuti differenziati Volontari nelle case spiegano come fare
VASTO. La formazione degli addetti, la campagna di sensibilizzazione ambientale
e il ritiro a domicilio dei rifiuti urbani. Sono le tappe del progetto per la
raccolta differenziata dei rifiuti per la cui realizzazione l'amministrazione
comunale ha incaricato la Pulchra, la società mista
pubblico-privata che si
occupa del servizio di igiene urbana. La prima fase, quella denominata
"start-up", prevede la formazione dei 23 volontari messi a
disposizione dalle associazioni cittadine che hanno fornito la loro
collaborazione. «Il progetto è stato avviato», conferma Elio Tilli, presidente
del consiglio d'amministrazione della Pulchra, «i volontari stanno
partecipando a un corso di formazione e di addestramento alla fine del quale
saranno preparati per fare educazione ambientale alle famiglie». L'iniziativa è
rivolta agli 8mila residenti del centro storico e delle zone urbane vicine: un
campione rappresentativo della popolazione che, per la prima volta, separerà in
casa i rifiuti che si possono riciclare e che verranno ritirati a domicilio dai
volontari. E' il cosiddetto porta-a-porta già sperimentato con successo in
altri comuni del comprensorio che con questo sistema sono riusciti a
raggiungere percentuali di tutto rispetto. «L'obiettivo è arrivare al 35 per
cento di raccolta differenziata», aggiunge Tilli, convinto che i cittadini, se
ben informati, daranno il loro determinante contributo. Oltre ad apportare
benefici all'ambiente, la separazione dei rifiuti ed il loro riciclaggio
comportano anche vantaggi economici per le famiglie per quanto riguarda la
Tarsu (tassa sui rifiuti urbani). (a.b.)
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
01-03-2009)
Argomenti: Cervelli
Primo Piano Pagina
102 Il presidente del Senato al congresso dell'Mpa di Lombardo Schifani: un
patto per il Sud Il presidente del Senato al congresso dell'Mpa di Lombardo
--> ROMA I fondi Fas, quelli per le aree sottosviluppate, non si toccano:
sono destinati al Sud «e lì devono rimanere». Parola del presidente del Senato
Renato Schifani, che al congresso dell'Mpa sostanzialmente sposa la battaglia
combattuta in questi mesi in Parlamento anche dalla formazione di Raffaele
Lombardo contro l'uso di quei fondi da parte del governo per finanziare opere
in altre parti del Paese. E nella seconda giornata delle assise dell'Mpa a
farla da padrone resta il federalismo: che per Schifani deve essere «solidale»
e che, ammonisce Massimo D'Alema, se fatto male «può essere dannoso». Fra gli
applausi dei delegati, Schifani sostiene che il «Sud si è ribellato alla mafia»
e scandisce bene le parole sostenendo che i fondi Fas «non devono essere
spostati su altre aree più forti del Paese con la motivazione del loro mancato
tempestivo utilizzo. Quei fondi sono destinati al Mezzogiorno e lì devono
rimanere; utilizzati e spesi per sviluppo, infrastrutture e crescita».
Diversamente, «la voce del presidente del Senato si farà sentire perchè quelle
risorse non vadano altrove». Le fibrillazioni tra Schifani e Lombardo, che
avevano messo a dura prova la stabilità del governo regionale siciliano,
sembrano acqua passata. Dal palco il presidente del Senato riconosce la bontà
delle battaglie combattute dal governatore siciliano: da quella per il Ponte
dello Stretto (i cui cantieri, annuncia, apriranno presto), a quella per
lasciare in Sicilia il gettito delle imposte prodotte nell'Isola, fino a quella
per il casinò. E, ribadendo l'inammissibilità di un'Italia a due velocità,
Schifani sottolinea che «il federalismo fiscale dovrà offrire giuste risposte
al malessere del Nord ma non potrà trascurare le giuste aspettative del
Mezzogiorno». L'appello al Paese è a «guardare allo sviluppo del Sud con grande
senso di responsabilità». Perchè, sostiene,«non può esserci crescita
dell'Italia se verranno lasciate indietro alcune aree del Paese». E perchè il Sud è «un'opportunità per l'intera Nazione» con le
sue risorse da valorizzare, le sue «operosità ed intelligenze». Il riferimento
è alla fuga dei cervelli: «Non è più accettabile:
dobbiamo batterci - sottolinea il presidente del Senato - perchè le nostre
intelligenze arricchiscano la terra che li ha formati ed istruiti».
( da "Tirreno, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Pagina 5 - Empoli Un
progetto per rilanciare i boschi delle Cerbaie Costituito il Consorzio.
Riccardo Cardellicchio è vicepresidente FUCECCHIO. Un
consorzio misto pubblico-privato per rilanciare Le Cerbaie. Perché quei 3mila
cinquecento ettari di boschi, 110 dei quali nel solo comune di Fucecchio,
devono tornare ad avere la stessa importanza che avevano alcuni decenni fa.
Quando, per dirla con una battuta del presidente del Consorzio Enrico Valle,
assessore all'Ambiente del comune di Castelfranco di Sotto «Con trenta
pini delle Cerbaie, ci si pagava il matrimonio di una figliola». Perché Le
Cerbaie, con i suoi
( da "Cittàdellaspezia.com" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Usa; inquinanti e
costose, uno studio scientifico contro le bottiglie di plastica Produrre acqua
in bottiglia ha un costo fino a 2.000 volte maggiore rispetto alla produzione
di acqua del rubinetto. In America, si stima che fino a 54 milioni di barili di
petrolio siano stati consumati nel 2007 per produrre i 33 miliardi di litri che
gli americani hanno bevuto. A denunciarlo e' stato una
ricerca pubblicata dalla
rivista Environmental Research Letters e condotta da Peter Gleick e Heather
Cooley del Pacific Institute di Oakland, in California, Stati Uniti. I
ricercatori americani hanno calcolato il dispendio energetico totale e delle
singole fasi della catena, dalla produzione di bottiglie di plastica ai
controlli sull'acqua, dalla etichettatura e riempimento delle bottiglie
fino al trasporto e alla vendita. Dai risultati e' emerso che le due fasi del
processo che costano di piu' a livello energetico sono la produzione delle
bottiglie di plastica e il trasporto. Solo per la produzione delle bottiglie di
acqua e' stato stimato un consumo di 50 milioni di barili di petrolio l'anno.
( da "Foglio, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
1 marzo 2009 Così è
nata la battaglia cattolica sul fine vita Nel giorno in cui la macchina della
politica si incarta sulla stesura e l?approvazione della legge di fine vita –
rinviando a data da destinarsi l?esame conclusivo sul disegno di legge Calabrò
– i filosofi cattolici iniziano a dividersi e a dare battaglia su quale
posizione prendere sull?argomento. A fare da spartiacque fra i vari posizionamenti
è il parere espresso sulla questione dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente
della Cei, che si è detto a favore di una legge che intervenga sulla materia
dopo il caso di Eluana Englaro, per evitare che Udine spalanchi la porta
all?eutanasia in Italia. Ieri il quotidiano Europa presentava gli eserciti di
una battaglia intestina, schierati su fronti opposti e ben definiti: da un lato
il fronte legato al San Raffaele di don Verzé, che dissente con le posizioni
della Cei, e dall?altra quello capitanato da Cl, schierata con Bagnasco, e dai
professori dell?Università Cattolica – che, secondo il professor Carmelo Vigna,
docente di Filosofia morale alla Ca? Foscari di
Venezia, “hanno più difficoltà a parlare liberamente”. Sempre su Europa,
Roberto Mordacci – docente di Filosofia morale
all?Università romana di Tor Vergata – aggiunge che “i cattolici allineati
preferiscono non esporsi, non per banali ragioni di carriera accademica, ma
perché rischia di essere messa in dubbio la loro appartenenza alla famiglia
cattolica”. In realtà la guerra all?interno dell?universo intellettuale
cattolico ha una dinamica ben più complessa, e gli eserciti, poi, sono almeno
tre. Da un lato c?è il gruppo cui appartengono Carmelo Vigna, Roberto Mordacci,
Stefano Semplici: questo battaglione del “nuovo personalismo neoliberale” –
come si sono definiti gli stessi docenti ieri su Europa – ritiene necessaria
una legge sul fine vita ma non ci pensa proprio ad accettare la proposta
avanzata dal Pdl: perché, sostengono, è colpa proprio di quella legge se il
mondo cattolico si sta spaccando. I docenti, dunque, chiedono al cardinal
Bagnasco di astenersi dal prendere una posizione. La loro è l?area filosofica
di riferimento dei cattolici del Pd – dei cosiddetti “cattolici adulti”. Per mettere
le cose in chiaro, Vigna e Semplici hanno deciso di scrivere un appello a
Bagnasco, indirizzato a tutti i professori di Filosofia morale d?Italia, la cui
bozza è stata pubblicata due giorni fa sul Foglio. Nella lettera i professori
confidano che “la chiesa possa esprimere una capacità di inclusione più ampia
anche per allargare gli spazi del servizio di verità e di carità” che ancora
interpreta “l?anima italiana”. A sostegno pieno delle posizioni del presidente
della Cei si sono schierati invece Comunione e liberazione e molti professori
di Filosofia dell?Università Cattolica, tanti dei quali sino a oggi avevano
evitato di pronunciarsi in materia di bioetica. E? l?area di pensiero di
docenti come Paola Ricci Sindoni, Francesco D?Agostino, Francesco Botturi. I
professori pro Bagnasco ritengono assolutamente legittimo l?intervento del
presidente della Cei nel dibattito che riguarda la vita e la morte. Secondo
quest?area, dopo quanto avvenuto a Eluana Englaro è urgente un intervento
legislativo che impedisca una deriva eutanasica. La posizione delle truppe
“indipendenti” è ancora diversa. Sono i filosofi che sostengono il diritto a
parlare della chiesa ma che scelgono di esprimersi in piena autonomia laica.
Per loro il compito degli intellettuali è quello di dibattere sulle questioni
pre-politiche, senza delegarlo né all?autorità politica né a quella religiosa.
Questo è il pensiero degli intellettuali che si schierano contro una legge che
regolamenti il fine vita, la cui utilità, sostengono, è tutta da dimostrare.
L?unica legge necessaria, piuttosto, è quella contro l?eutanasia e
l?accanimento terapeutico. La legge in discussione, poi, è partita dal caso di
una persona che non si trovava in una condizione di fine vita. Con gli altri si
dialoga sì, ma senza cercare il compromesso a tutti i costi. Basare una legge
sulla dichiarazione di una volontà chiara e precisa, sostengono, è un errore.
Se diventa una sorta di prolungamento del consenso informato, significa non
potervi porre limiti, e obbligare il medico a seguire le indicazioni del
paziente. Questi filosofi ribadiscono la libertà di scegliere i trattamenti, ma
una legge non potrebbe mai definirli in ogni dettaglio. di Valentina Fizzotti
( da "Corriere Adriatico" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Le vecchie glorie
del Cambi Maxi rimpatriata per i 30 anni della sede, tra ricordi e riflessioni
Dopo 30 anni anche i brutti voti, le interrogazioni a sorpresa, i compiti in
classe clamorosamente insufficienti e le prof un tantino troppo severe,
assumono contorni sfumati. Tutto diventa di colore quasi rosa perché patinato
dalla nebbia del tempo e perché, in fondo, allora, nel
( da "Corriere Adriatico" del 01-03-2009)
Argomenti: Cervelli
"I fondi Fas
non devono essere spostati su altre aree con la motivazione del mancato
utilizzo" Il presidente al congresso Mpa Schifani: "Il Sud alza la
testa contro la mafia" I fondi Fas, quelli per le aree sottosviluppate,
non si toccano: sono destinati al Sud "e lì devono rimanere". Parola
del presidente del Senato Renato Schifani, che al congresso dell'Mpa
sostanzialmente sposa la battaglia combattuta in questi mesi in Parlamento
anche dalla formazione di Raffaele Lombardo contro l'uso di quei fondi da parte
del g Governo per finanziare opere in altre parti del Paese. E nella seconda
giornata delle assise dell'Mpa a farla da padrone resta il federalismo: che per
Schifani deve essere "solidale" e che, ammonisce Massimo D'Alema, se
fatto male "può essere dannoso". Fra gli applausi dei delegati,
Schifani scandisce bene le parole sostenendo che i fondi Fas "non devono
essere spostati su altre aree più forti del Paese con la motivazione del loro
mancato tempestivo utilizzo. Quei fondi sono destinati al Mezzogiorno e lì
devono rimanere; utilizzati e spesi per sviluppo, infrastrutture e
crescita". Diversamente, "la voce del presidente del Senato si farà
sentire perché quelle risorse non vadano altrove". Le fibrillazioni tra
Schifani e Lombardo, che avevano messo a dura prova la stabilità del governo
regionale siciliano, sembrano acqua passata. Dal palco il presidente del Senato
riconosce la bontà delle battaglie combattute dal governatore siciliano: da
quella per il Ponte dello Stretto (i cui cantieri, annuncia, apriranno presto),
a quella per lasciare in Sicilia il gettito delle imposte prodotte nell'Isola,
fino a quella per il casinò. E, ribadendo l'inammissibilità di un'Italia a due
velocità, Schifani sottolinea che "il federalismo fiscale dovrà offrire giuste
risposte al malessere del Nord ma non potrà trascurare le giuste aspettative
del Mezzogiorno". L'appello al Paese è a "guardare allo sviluppo del
Sud con grande senso di responsabilità". Perché, sostiene, "non può esserci crescita dell'Italia se verranno lasciate
indietro alcune aree del Paese". E perché il Sud è "un'opportunità
per l'intera Nazione" con le sue risorse da valorizzare, le sue
"operosità ed intelligenze". Il riferimento è alla fuga dei cervelli: "Non è più accettabile". FRANCESCO BONGARRÀ,
( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Università degli
anziani: è boom Oggi sono 1300 gli studenti. L'iniziativa festeggia le nozze
d'argento Domenica 1 Marzo 2009, Partiti a quota novanta oggi gli allievi sono
1300. Nei primi mesi del 2009 ancora in crescita, per numero e interesse. E' un
boom di iscrizioni quello all'Università degli adulti anziani di Belluno - una
delle primissime in Italia dopo Torino e Vicenza - che festeggia le nozze
d'argento. Era il maggio 1984 quando don Attilio Menia pose la prima pietra di
una struttura che oggi conta 11 sezioni diffuse sul territorio provinciale:
Belluno, Cadore, Feltre, Agordo, Zumellese, Comelico-Sappada,
Ampezzo-Oltrechiusa, Destra Piave, Cismon bellunese, Val di Zoldo, Alto
Cordevole. "E a breve si aggiungerà la sezione Longaronese", precisa il presidente don Menia che nel
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Domenica 1 Marzo
2009, Un percorso di studi "particolare", ma dai risultati notevoli.
Simona Rossi da Ceneselli, si è diplomata all'Itas Einaudi di Badia Polesine
una decina di anni fa «Ragioniere programmatore» (Progetto Mercurio), poi si è
iscritta all'Università di Ferrara dove si è laureata in ingegneria
Elettronica; conclusi gli studi è rimasta nell'ateneo estense come ricercatrice
nel laboratorio di Stefano Volinia, un anno fa ha preso il volo ed è andata a
lavorare nel più importante centro di ricerca e cura del cancro Usa, a Hosuton
nel Texax. Lunedì prossimo all'Università di Ferrara andrà
a conseguire il dottorato di ricerca su «Oncologia molecolare». Ieri Simona
Rossi è stata all'Itas Einaudi per raccontare il suo percorso scolastico, a
incontrare qualche «vecchio» docente e soprattutto per confrontarsi con gli studenti delle classi
terminali. È partita da «quanto è stato importante l'Itas per me» e ha
indicato tre punti: «La matematica e l'informatica imparate nell'istituto sono
state fondamentali nel mio percorso universitario; l'indirizzo Programmatori mi
ha dato una forma mentis davvero importante; gli elementi di economia che ho
studiato mi sono stati utilissimi come fonte di organizzazione del mio lavoro».
Ha poi aggiunto: «Come me hanno fatto strada due compagni dell'Itas: Nicola
Marchetti, che ora è ricercatore in Danimarca, e Mirko Pinotti ricercatore
all'Università di Ferrara». Simona Rossi ha sviluppato i suoi studi nel campo
della Bioinformatica per condurre analisi statistiche in grado di evidenziare
quei geni che hanno livelli elevati in chi si è ammalato di cancro: si tratta
della tecnologia dei Microarrays. Quindi informatica e genetica. «Via Internet
- ha spiegato la ricercatrice - ho iniziato a collaborare con un docente del centro di ricerca oncologica texano e nel 2008
sono andata negli Usa dove sto conducendo una bella esperienza: si lavora
molto, c'è tanta gratificazione, si opera in piena autonomia, la responsabilità
personale è elevata ed è per questo che sto vivendo una grane parentisi
formativa. Lavoriamo per un obiettivo preciso: mettere a punto cure mirate per
ogni individuo che si ammala di cancro». Prima di lasciare spazio alle domande,
Simona Rossi ha espresso altri concetti: «Ho scelto ingegneria per curiosità e
poi mi sono avvicinata alla mia attuale professione quando ho sviluppato studi
sull'intelligenza artificiale. A voi ragazzi raccomando di scegliere il
percorso universitario a cuor sereno pensando soprattutto a quello che vi piace
fare. La scuola dovrebbe dare anche spunti morali prima di scegliere
l'Università e questo non succede. I miei punti di riferimento sono Steve Jobs
il creatore di Apple e Tiziano Terzani con il suo motto: cercate una vita che
vi assomigli». L'incontro si è chiuso sulla domanda di una studentessa: com'è
lo stato della ricerca in Italia? «Se non fossi partita per il Texas - ha
risposto Simona Rossi - avrei dovuto cercarmi un altro lavoro: della decina di
laureati che lavoravano con me a Ferrara, per mancanza di fondi, ne è rimasto
uno solo. Mi sembra che operare in questo contesto sia molto demotivante».
Paolo Aguzzoni
( da "Gazzettino, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
I
ricercatori? Stipendi bassi ed età elevata, ma produttivi Domenica 1 Marzo
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
01-03-2009)
Argomenti: Cultura
SCIENZA, ETICA E
RELIGIONE. LIBERTÀ CON LA CONDIZIONALE Domenica 1 Marzo 2009, Concludendo gli
incontri organizzati per quest'anno, "Adotta uno spettacolo" - il
progetto dell'Associazione culturale Thesis che ha come obiettivo
l'accostamento al teatro degli studenti delle scuole superiori di Pordenone e
in che in dieci anni ha coinvolto oltre diecimila ragazzi - avrà un ospite
prestigioso, domani, alle 17.30, nel Ridotto del Teatro Verdi. Con un tema importante
qual è "Scienza/etica/libertà di pensiero", riferito agli spettacoli
teatrali "Copenaghen", "Le fiamme e la ragione" e "La
notte delle lucciole", arriverà infatti Giulio Giorello, docente universitario, direttore della
collana editoriale "Scienza e idee", ma soprattutto elzevirista nelle
pagine di cultura del "Corriere della Sera". Con lui, non certo meno
importante, sarà presente anche Nicola Gasbarro, docente di Storia delle religioni e antropologia culturale
all'Università di Udine. Al centro del loro confronto i rapporti tra
etica e scienza, le responsabilità morali di chi si occupa di ricerca
scientifica, la libertà di pensiero, appunto temi nodali negli spettacoli
citati, in programmazione in questa stagione teatrale. Saranno presenti
all'incontro, che rientra nel percorso "Il teatro delle idee", gli
studenti dei Licei "Leopardi-Majorana" e "Grigoletti",
degli istituti tecnici "Flora" e "Mattiussi", del Liceo
"Pujati" di Sacile e del Liceo "Le Filandiere" di San Vito
al Tagliamento. Prima di Giorello, nell'ottica di un progetto rinnovato che,
allargando lo sguardo al mondo della cultura, quest'anno ha coinvolto figure
appartenenti ad ambiti diversi, sono stati ospiti di "Adotta uno spettacolo"
Toni Servillo e Gianfranco Capitta, Saverio Marconi e Maurizio Porro e lo
scrittore Vincenzo Latronico. Allievo di Ludovico Geymonat, come lui laureato
in filosofia e matematica, Giorello ha insegnato dapprima Meccanica razionale
all'Università di Pavia, per poi ricoprire, alla Statale di Milano, la cattedra
di Filosofia della scienza, che fu del suo maestro. Si è affermato come
studioso di storia della scienza - in particolare le dispute novecentesche sul
"metodo" - e di storia delle matematiche ("Lo spettro e il
libertino", 1985). Nel
( da "Sestopotere.com" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura , Cervelli
Nelle Marche: 1°
accordo nazionale sul welfare fra Università e giunta regionale (1/3/2009
10:09) | (Sesto Potere) - Ancona - 1 marzo 2009 - Il primo accordo di programma
a livello nazionale tra tre Atenei e una Regione sul welfare e` stato firmato
venerdì a Palazzo Raffaello dall'assessore regionale alle Politiche Sociali
delle Marche, Marco Amagliani, il rettore dell'Universita`
Politecnica delle Marche, Marco Pacetti, il docente Yuri Albert Kirill Kazepov in rappresentanza del Rettore dell'Universita`
di Urbino e la docente
Monica Raiteri delegata dal rettore dell'Universita` di Macerata. 'Con questa
firma viene sancita la fase finale di un complesso percorso iniziato nel
gennaio 2007- ha ricordato Marco Amagliani 'quando la Conferenza Regionale
dei Rettori istitui` un coordinamento fra gli Atenei marchigiani per promuovere
una programmazione piu` attenta a soddisfare i bisogni formativi dei relativi
corsi di laurea, attraverso il confronto con la Regione Marche e tenendo conto
dell'evoluzione delle politiche sociali regionali. Abbiamo accettato questa
sfida- ha proseguito l'assessore- che oggi apre la strada ad una nuova
prospettiva di lavoro: fare scelte politiche sul welfare con la collaborazione
e la sinergia del mondo accademico marchigiano. Cosi` come e` accaduto con il
Piano Sociale regionale 2008-2010, che ha visto l'utilissimo contributo degli
Atenei e della societa` civile. Non era facile mettere insieme tanti soggetti
con un obiettivo comune, ma ci siamo riusciti e questo e` motivo di grande
orgoglio, non solo per i risultati gia` raggiunti sintetizzati anche nella
pubblicazione ' Il welfare nelle Marche', ma perche` con tale accordo si creano
anche i presupposti per quello che considero ormai un'esigenza: l'unificazione
in capo ad un solo coordinamento amministrativo di Welfare e Sanita` per una
reale programmazione integrata socio-sanitaria.' L'accordo di programma
individua le finalita` nei campi di intervento della programmazione sociale
regionale,formazione, ricerca e istituisce il tavolo
tecnico congiunto Regione/Conferenza degli Atenei Marchigiani. L'intesa e` il
frutto di incontri tra l'assessore alle politiche sociali, la dirigenza
regionale, docenti e ricercatori delle universita`
coinvolte, per definire un percorso concreto di collaborazione che fosse utile
ad entrambe le istituzioni. Marco Pacetti ha parlato di 'unicum nel panorama
italiano a livello di accordi bilaterali tra Universita` e Regioni, che cambia
il modo di rapportarsi con l'ente decisore delle scelte politiche. E' una vera
novita` anche in seno al mondo accademico, la collaborazione tra tre
Universita` che solitamente competono nello stesso territorio. Non solo quindi
un ringraziamento alla Regione e all'assessorato alle politiche sociali per
averci permesso di lavorare attorno ad un quadro ben delineato, ma anche per la
possibilita` di costruire un modello di metodologia e di ricerca
che produrra` benefici per tutti.' 'I numerosi incontri propedeutici, infatti,
hanno portato a costituire un vero e proprio laboratorio permanente di ricerca ' ha commentato Kazapov dell'Ateneo urbinate - molto
utile per il confronto, che favorisce la convergenza di obiettivi e di
finalita` sulle attivita` di comune interesse nell'ambito delle politiche
sociali regionali. Un modo di evidenziare le best policy e di calibrarle sulle
reali esigenze della popolazione' Le tematiche individuate anche per l'
attivazione di iniziative concrete riguardavano, tra l'altro, l'avvio di un
supporto scientifico sui contenuti del nuovo Piano Sociale Regionale e sulle
norme di attuazione, comparando il modello di welfare marchigiano con le altre
regioni e con i principali Paesi europei. Inoltre, progettare nuovi percorsi
formativi o modificare gli attuali per rispondere ai bisogni del territorio;
scambio di dati e accesso alle informazioni in materia di politiche sociali per
armonizzare i contenuti delle analisi e arrivare alla stesura congiunta di un
modello marchigiano di welfare. Su quest'ultimo punto, in particolare, si e`
soffermata Monica Raiteri sottolineando l'utilita` dello scambio dei flussi
informativi ai fini di una valida metodologia di ricerca.
Il tavolo tecnico istituito ha svolto anche un intenso calendario di seminari
congiunti che prosegue nei territori: il 4 marzo, infatti, Regione e
Universita` di Urbino hanno organizzato, in collaborazione con Il Ministero
della Salute e delle Politiche sociali e il CNR, il seminario 'Il lavoro nel
sociale' che si terra` a Fano - Palazzo San Michele.
( da "Quotidiano.it, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Le foto di Cutini in
Palazzina San Benedetto del Tronto | E' stata inaugurata ieri, la mostra
fotografica di Giorgio Cutini alla Palazzina Azzurra dal titolo ?La poetica
della durata?. Giorgio Cutini Movimento e stasi, mare e terra, luci e ombre:
"La poetica della durata", mostra fotografica di Giorgio Cutini inaugurata
ieri, sabato 28 febbraio, alla Palazzina Azzurra di San Benedetto, ha suscitato
emozioni e suggestioni nel nutrito pubblico intervenuto all'ideale "taglio
del nastro". Circa sessanta fotografie in bianco e nero, dedicate al mare
alcune di quelle nelle stanze al pian terreno, alla terra quelle al primo
piano, ma con "visioni" anche da città e dalla natura. Dopo il saluto
dell'assessore alla Cultura Margherita Sorge, hanno preso la parola i critici
d'arte Armando Ginesi (curatore anche del catalogo) ed Enzo Carli, oltre che lo
stesso Giorgio Cutini, chirurgo e fotografo reputato. Tra gli ospiti
dell'inaugurazione il poeta Eugenio De Signoribus, l'industriale Adolfo
Guzzini, artisti come Bruno Mangiaterra e vari altri, i
docenti Galliano Crinella (Università di Urbino) e Franco Rustichelli
(insegnante all'Università Politecnica delle Marche ma artista poliedrico a sua
volta), il presidente del Fotocineclub sambenedettese Marzetti. Decisiva per la
formazione fotografica di Cutini gli incontri con maestri come Ugo Mulas e
Mario Giacomelli. Cutini si è anche dedicato alla fotografia scientifica
nell'ambito della sua attività chirurgica. Numerosi articoli sono stati
dedicati al suo lavoro, su riviste nazionali specializzate, anche a firma di
figure come Umberto Piersanti e Francesco Scarabicchi. La mostra di Cutini,
organizzata dall'assessorato alla Cultura, in collaborazione con Armando
Ginesi, resterà aperta fino a mercoledì 18 marzo, sempre con ingresso gratuito,
dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Lunedì chiuso.
01/03/2009
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del
01-03-2009)
Argomenti: Cultura
Ambrogio Prezioso *
Negli ultimi mesi la crisi internazionale sta assestando duri colpi
all'economia, con contraccolpi a livello locale e nazionale. Nel settore delle
costruzioni, in particolare, il 2009 si annuncia molto duro: sono a rischio
250.000 lavoratori e, rispetto al 2008, il volume della produzione calerà del
6,8%, la nuova edilizia abitativa del 9,2%, l'investimento
in opere pubbliche del 7,3% e il mercato privato si ridurrà del 7%. L'Ance,
inoltre, sul tutto il territorio nazionale, ha registrato un inasprimento delle
difficoltà di accesso al credito: in soli due mesi, dal settembre al novembre
del 2008, la percentuale degli imprenditori che lamenta «frutti distorti» della
stretta creditizia (dall'aumento dello spread alla richiesta di maggiori
garanzie) si impenna, passando dal 33% al 54%. L'ha subita un imprenditore su
due, in altri termini. Quanto al quadro locale, l'occupazione edile in Campania
ha registrato nel 2008 (secondo elaborazioni di dati Istat) un calo superiore
al 9% e delle circa 250mila imprese iscritte alla Camera di Commercio di
Napoli, come denuncia il presidente Cola, più del 30% rischia il tracollo. E
pensare che 36 Piani urbanistici attuativi, tra quelli adottati, approvati e
all'esame degli uffici comunali interessano
( da "Sestopotere.com" del 01-03-2009)
Argomenti: Cultura , Cervelli
Nelle Marche: 1°
accordo nazionale "modello" sul welfare fra Università e giunta
regionale (1/3/2009 10:09) | (Sesto Potere) - Ancona - 1 marzo 2009 - Il primo
accordo di programma a livello nazionale tra tre Atenei e una Regione sul
welfare e` stato firmato venerdì a Palazzo Raffaello dall'assessore regionale
alle Politiche Sociali delle Marche, Marco Amagliani, il rettore dell'Universita` Politecnica delle Marche, Marco Pacetti, il docente Yuri Albert Kirill Kazepov in
rappresentanza del Rettore dell'Universita` di Urbino e la docente Monica Raiteri delegata dal
rettore dell'Universita` di Macerata. 'Con questa firma viene sancita la fase
finale di un complesso percorso iniziato nel gennaio 2007- ha ricordato
Marco Amagliani 'quando la Conferenza Regionale dei Rettori istitui` un
coordinamento fra gli Atenei marchigiani per promuovere una programmazione piu`
attenta a soddisfare i bisogni formativi dei relativi corsi di laurea,
attraverso il confronto con la Regione Marche e tenendo conto dell'evoluzione
delle politiche sociali regionali. Abbiamo accettato questa sfida- ha
proseguito l'assessore- che oggi apre la strada ad una nuova prospettiva di
lavoro: fare scelte politiche sul welfare con la collaborazione e la sinergia
del mondo accademico marchigiano. Cosi` come e` accaduto con il Piano Sociale
regionale 2008-2010, che ha visto l'utilissimo contributo degli Atenei e della
societa` civile. Non era facile mettere insieme tanti soggetti con un obiettivo
comune, ma ci siamo riusciti e questo e` motivo di grande orgoglio, non solo
per i risultati gia` raggiunti sintetizzati anche nella pubblicazione ' Il
welfare nelle Marche', ma perche` con tale accordo si creano anche i
presupposti per quello che considero ormai un'esigenza: l'unificazione in capo
ad un solo coordinamento amministrativo di Welfare e Sanita` per una reale
programmazione integrata socio-sanitaria.' L'accordo di programma individua le
finalita` nei campi di intervento della programmazione sociale
regionale,formazione, ricerca e istituisce il tavolo
tecnico congiunto Regione/Conferenza degli Atenei Marchigiani. L'intesa e` il
frutto di incontri tra l'assessore alle politiche sociali, la dirigenza
regionale, docenti e ricercatori delle universita`
coinvolte, per definire un percorso concreto di collaborazione che fosse utile
ad entrambe le istituzioni. Marco Pacetti ha parlato di 'unicum nel panorama
italiano a livello di accordi bilaterali tra Universita` e Regioni, che cambia
il modo di rapportarsi con l'ente decisore delle scelte politiche. E' una vera
novita` anche in seno al mondo accademico, la collaborazione tra tre
Universita` che solitamente competono nello stesso territorio. Non solo quindi
un ringraziamento alla Regione e all'assessorato alle politiche sociali per
averci permesso di lavorare attorno ad un quadro ben delineato, ma anche per la
possibilita` di costruire un modello di metodologia e di ricerca
che produrra` benefici per tutti.' 'I numerosi incontri propedeutici, infatti,
hanno portato a costituire un vero e proprio laboratorio permanente di ricerca ' ha commentato Kazapov dell'Ateneo urbinate - molto
utile per il confronto, che favorisce la convergenza di obiettivi e di
finalita` sulle attivita` di comune interesse nell'ambito delle politiche
sociali regionali. Un modo di evidenziare le best policy e di calibrarle sulle
reali esigenze della popolazione' Le tematiche individuate anche per l'
attivazione di iniziative concrete riguardavano, tra l'altro, l'avvio di un
supporto scientifico sui contenuti del nuovo Piano Sociale Regionale e sulle
norme di attuazione, comparando il modello di welfare marchigiano con le altre
regioni e con i principali Paesi europei. Inoltre, progettare nuovi percorsi
formativi o modificare gli attuali per rispondere ai bisogni del territorio;
scambio di dati e accesso alle informazioni in materia di politiche sociali per
armonizzare i contenuti delle analisi e arrivare alla stesura congiunta di un
modello marchigiano di welfare. Su quest'ultimo punto, in particolare, si e`
soffermata Monica Raiteri sottolineando l'utilita` dello scambio dei flussi
informativi ai fini di una valida metodologia di ricerca.
Il tavolo tecnico istituito ha svolto anche un intenso calendario di seminari
congiunti che prosegue nei territori: il 4 marzo, infatti, Regione e
Universita` di Urbino hanno organizzato, in collaborazione con Il Ministero
della Salute e delle Politiche sociali e il CNR, il seminario 'Il lavoro nel
sociale' che si terra` a Fano - Palazzo San Michele.