CENACOLO
DEI COGITANTI |
L'italoamericana che ha
affondato il "Marine One"
( da "Stampa, La" del
08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: parlamentari più sensibili al protezionismo. La vittoria dei democratici in novembre le ha fatto intuire che la meta era a portata di mano: ha aggiunto la motivazione che «il contratto venne assegnato da Bush a Italia e Gran Bretagna per ripagarle delle truppe in Iraq» e quindi ha redatto la lettera a Gates nella quale denunciava l'aumento di costi lamentando la violazione della legge «
La soluzione della crisi?
Per ora è sulla carta ( da "Corriere
delle Alpi" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ma come è possibile che questa crisi sia passata dal campo finanziario a quello reale? Si è chiesto Muraro. La crisi finanziaria con il crollo delle azioni e quindi la perdita di patrimonio, ha determinato nelle famiglie una diminuzione della spesa. Calo dei consumi e stretta creditizia delle banche hanno determinato la crisi reale.
Dalla fase della
recessione alla caduta libera ( da "Gazzetta
di Reggio" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: onda lunga della crisi finanziaria è approdata anche nella nostra provincia. La conferma arriva dall'indagine congiunturale di Industriali Reggio Emilia che per il primo trimestre del 2009 rileva una marcata flessione dell'attività produttiva e commerciale. La fase recessiva, manifestatasi dall'ultimo trimestre del 2008,
I consiglieri decidono di
tagliarsi lo stipendio ( da "Trentino"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: una fotografia assai realistica della situazione: c'è una grave crisi finanziaria ed economica che sta mettendo in seria difficoltà le famiglie e le imprese nel Paese. C'è la necessità di ridurre anche i costi della politica in un momento in cui, del resto, è prevedibile la riduzione delle disponibilità finanziarie pubbliche.
Compagnia di San Paolo
investimenti in rosso ( da "Stampa,
La" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: APPROVAZIONE DEL BILANCIO Compagnia
di San Paolo investimenti in rosso TORINO La crisi finanziaria si fa sentire
nel bilancio della Compagnia di San Paolo. La fondazione torinese, principale
azionista di Intesa Sanpaolo, registrerebbe infatti forti minusvalenze
potenziali nel bilancio
di Stefano Galli La
bellezza non conosce crisi. Al Cosmoprof, ...
( da "Leggo" del
08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in un momento pesantemente condizionato dalla crisi finanziaria mondiale, i consumi interni tengono e l'export è cresciuto». Dati che fanno ben sperare per l'anno in corso: «Pensiamo che anche il 2009 continua Franchina si chiuderà con numeri positivi. Non possiamo nascondere le difficoltà legate alla contrazione dei consumi a livello internazionale.
Sarkozy primo socio di Bnp
Paribas ( da "Milano
Finanza (MF)" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: travolta dalla crisi finanziaria e salvata grazie ad aiuti e garanzie per 102 miliardi di euro. Lo strumento dell'esproprio dovrà essere applicato entro il 30 giugno e soltanto in assenza di alternative. L'esecutivo tedesco vuole così far pressione sull'investitore statunitense Jc Flowers, che detiene il 24% di Hypo Re e per ora non ha espresso la volontà di cedere la quota.
IL DIRETTORE
amministrativo dell'Università degli Studi Emilio Miccolis...
( da "Nazione, La (Siena)"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ateneo alla crisi finanziaria. HANNO FATTO PARTE della commissione tecnica di indagine, nominati attraverso lo stesso decreto rettorale di istituzione, il professor Bernardo Giorgio Mattarella, professore ordinario di diritto amministrativo presso la Scuola superiore della Pubblica amministrazione di Roma, il professor Antonio Barretta,
pasqua: pranzi e viaggi
per distrarsi i veneti spenderanno 130 milioni
( da "Mattino di Padova, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Purtroppo nessun segnale di superamento di un periodo di crisi e di stagnazione dei consumi che va ben oltre la crisi finanziaria. Gli stessi provvedimenti governativi non ci sembra stiano dando grandi frutti. A breve dovrebbero scattare gli ammortizzatori sociali per quelle famiglie in difficoltà a seguito della crisi occupazionale, ma è evidente che saranno un momentaneo palliativo»
Pasqua: pranzi e viaggi
per distrarsi I veneti spenderanno 130 milioni
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Purtroppo nessun segnale di superamento di un periodo di crisi e di stagnazione dei consumi che va ben oltre la crisi finanziaria. Gli stessi provvedimenti governativi non ci sembra stiano dando grandi frutti. A breve dovrebbero scattare gli ammortizzatori sociali per quelle famiglie in difficoltà a seguito della crisi occupazionale, ma è evidente che saranno un momentaneo palliativo»
la crisi dell'agricoltura
non tocca il consorzio ( da "Mattino
di Padova, Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Per quanto riguarda le imprese agricole la crisi finanziaria internazionale ha travolto anche il nostro comparto agricolo trascinandoci in un autentico rally dei prezzi. Lo sforzo del Consorzio è stato principalmente quello di offrire protezione contro una speculazione devastante, nel rispetto comunque delle tendenze più o meno conservative dei nostri produttori»
Pronto soccorso liquidità
alle piccole imprese ( da "Nazione,
La (Firenze)" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ««« «La nostra banca afferma Massimo Cerbai, responsabile regione Centro Sud a seguito dell'attuale crisi finanziaria, ha intensificato la collaborazione con le associazioni di categoria; proprio al fine di assicurare alle imprese associate adeguati flussi finanziari».
cenando mentre il baratro
s'avvicina - valerio petrarca ( da "Repubblica,
La" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che avrebbero portato alla bancarotta le maggiori banche del mondo e avrebbero fatto della più grande crisi finanziaria di tutti i tempi anche la più grande e catastrofica crisi sociale e politica se gli Stati non fossero intervenuti a sostegno di quelle stesse banche portate alla rovina dai propri manager. SEGUE A PAGINA VI
Patto di stabilità, i
sindaci fanno appello al prefetto
( da "Libertà" del
08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria dei comuni italiani e permettere loro di utilizzare le proprie risorse per far ripartire gli investimenti. Dal prefetto l'assicurazione di interessarsi presso il ministero delle Finanze per far presente la situazione. I sindaci gli hanno consegnato il documento messo a punto per segnalare i vincoli eccessivi che riducono le già minime possibilità di investimento
Samb, in crisi
finanziaria: ultimatum della Start per la trasferta di Sesto
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Mercoledì 08 Aprile 2009 Chiudi Samb, in crisi finanziaria: ultimatum della Start per la trasferta di Sesto Marinangeli a pag. 51
Finanziare gli interventi.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in Abruzzo significa reperire risorse finanziarie in tempi rapidi, per importi consistenti quantificabili in svariati miliardi di euro e al minor costo possibile per le casse di Stato e Regione: ma la gravità della crisi bancario-finanziaria e la fitta retedi vincoli e paletti imposti da Maastricht ed Eurostat sui conti pubblici rende difficilmente praticabile la formula del maxi-
In aumento fiducia e
popolarità ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: le polemiche sull'erogazione di denaro pubblico alle istituzioni finanziarie e i feroci attacchi del partito repubblicano. La colpa dei problemi in cui versa l'America non è sua: per gli americani i maggiori responsabili della crisi finanziaria sono George Bush (33%), le istituzioni finanziarie (21%) e il Parlamento (11%).
Equità e rigore fanno il
rilancio ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: avversione al rischio del sistema finanziario. La crisi globale ha esposto le debolezze del sistema finanziario. è probabile che, in risposta alla nuova situazione creatasi, il mercato diventi eccessivamente cauto. Un sistema finanziario più "conservatore" sarà meno propenso ad erogare credito per attività la cui redditività è particolarmente incerta,
Al più presto la Russia
nella Wto ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: un ruolo importante nello sbloccare il Doha Round e dire no al protezionismo ». Non solo: «Inserire la Russia in un contesto di regole riconosciute a livello internazionale potrà facilitare gli investimenti delle imprese italiane». Tutti temi che sono stati riaffrontati ieri pomeriggio, al Cremlino, nell'incontro tra il presidente Dmitri Medvedev e la delegazione imprenditoriale.
Restano lontani i criteri
Usa e Ue ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: disallineamenti di durata fra attivo e passivo degli intermediari finanziari) anche per limitare il rischio di liquidità delle istituzioni finanziarie. Altra questione analizzata nello studio riguarda come tener conto dei fattori di rischio sistemico, che a volte, come insegna la crisi internazionale in corso sono stati provocati anche da intermediari non bancari (Aig o General Electric,
Wall Street teme le
trimestrali ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: come barometro della crisi, sulle istituzioni finanziarie: «La chiave, per il mercato,sarà verificare i risultati delle banche – ha affermato Joe Veranth, della Dana Investment Advisors – E i commenti sul loro stato di salute». Per John Biel, di Cowen, gli investitori aspetteranno al varco i bilanci prima di decidere qualunque nuova mossa.
BULGARIA, LA CRISI
FINANZIARIA COLPISCE SOPRATTUTTO L'EDILIZIA E IL SETTORE IMMOBILIARE: GLI
INVESTIMENTI SI RIDUCONO DI DUE TERZI RISPETTO AD INIZIO 2008 (-66%) NEL SETTORE
BANCAR ( da "marketpress.info"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: LA CRISI FINANZIARIA COLPISCE SOPRATTUTTO L?EDILIZIA E IL SETTORE IMMOBILIARE: GLI INVESTIMENTI SI RIDUCONO DI DUE TERZI RISPETTO AD INIZIO 2008 (-66%) NEL SETTORE BANCARIO PERMANGONO PERÒ CONDIZIONI CREDITIZIE FAVOREVOLI ALLE BANCHE ESTERE E LE BASSE IMPOSTE DIRETTE FAVORISCONO IL BUSINESS PER LE IMPRESE STRANIERE Sofia,
A scuola di fashion
manager in accordo con la Toscana
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: anche per effetto della crisi finanziaria. Ecco perché questo corso executive è l'ennesima risposta data a un sistema imprenditoriale che non deve temere i cambiamenti». Il fahion made in Italy è fatto da oltre 58mila imprese, con un volume complessivo di esportazioni superiore ai 27 miliardi di euro l'anno.
L'ONDA LUNGA della crisi
finanziaria ... ( da "Resto
del Carlino, Il (R. Emilia)" del
08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract:
PIANO CASA
( da "marketpress.info"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la crisi finanziaria ed economica in questi mesi si è aggravata, così il presidente del Consiglio per rilanciare un settore chiave della nostra economia quale è l´edilizia e, nello stesso tempo, andare incontro alle esigenze delle famiglie italiane, ha lanciato la proposta di un Piano di interventi per l´ampliamento delle abitazioni di proprietà,
Bankitalia stringe sui
manager ( da "Corriere
della Sera" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ma intanto ieri sul fronte della crisi finanziaria, Wall Street, che ha aperto in ribasso perdendo in avvio il 2%, e le altre borse europee che hanno chiuso in calo, hanno risentito delle stime anticipate dal Fondo monetario internazionale sul valore dei titoli tossici accumulati dalle banche.
Il Brasile frena Fiat,
rimbalza Cir ( da "Corriere
della Sera" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 08/04/2009 - pag: 39 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari Il Brasile frena Fiat, rimbalza Cir Bancari giù Credito: scendono Intesa-Sanpaolo (-4,02%) e Banco Popolare (-3,52%) Alla fine l'S&P-Mib è arretrato dello 0,77% e il Mibtel dello 0,57%.
Fastweb, niente cedola.
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari data: 08/04/2009 - pag: 39 Il caso a Milano/2 Fastweb, niente cedola. «Troppi debiti» (g.fer.) «Abbiamo deciso di privilegiare la riduzione del debito piuttosto che pagare il dividendo». Così il presidente Carlsten Schloter ha spiegato agli azionisti riuniti ieri in assemblea la scelta di accantonare l'
Pirelli, un rally che dura
da sei sedute ( da "Corriere
della Sera" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 08/04/2009 - pag: 39 Il caso a Milano/1 Pirelli, un rally che dura da sei sedute (g.fer.) È da martedì 31 marzo che la quotazione di Pirelli cresce incessantemente. Con il guadagno di ieri (+3,43%, migliore performance fra i titoli dell'S&P-Mib) il progresso ha ormai superato il 27%.
pasqua: pranzi e viaggi
per distrarsi i veneti spenderanno 130 milioni
( da "Nuova Venezia, La"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Purtroppo nessun segnale di superamento di un periodo di crisi e di stagnazione dei consumi che va ben oltre la crisi finanziaria. Gli stessi provvedimenti governativi non ci sembra stiano dando grandi frutti. A breve dovrebbero scattare gli ammortizzatori sociali per quelle famiglie in difficoltà a seguito della crisi occupazionale, ma è evidente che saranno un momentaneo palliativo»
Blue Coat: il cambiamento
tecnologico come soluzione per affrontare i tagli di bilancio
( da "FullPress.it" del
08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria che esercita forti pressioni sui budget IT e la necessità delle organizzazioni di diventare ancora più efficienti. Secondo un recente sondaggio commissionato da Blue Coat, oltre la metà dei responsabili IT in Gran Bretagna è convinto che il 40%, se non di più, della larghezza di banda della rete viene utilizzato per applicazioni ricreative o non strettamente legate
Consob su dossier illeciti
Telecom "I sindaci diano più informazioni"
( da "Repubblica.it"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: mercati finanziari, per la prima volta interviene nella vicenda dei dossier illeciti di Telecom Italia. Con una lettera inviata al collegio sindacale della società la settimana scorsa il presidente Lamberto Cardia ha accolto i rilievi sollevati dai piccoli azionisti riuniti dall'Asati e ha chiesto che la relazione allegata al bilancio 2008 venga redatta in maniera più esauriente.
Multinazionali italiane
sotto i riflettori da Finmeccanica a Campari
( da "BlueTG online"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria non arresta le attività di finanza straordinaria dei gruppi italiani. Così Finimeccanica tenta di non pensare allo stop alla commessa del "Marine One" (il nuovo elicottero presidenziale Usa) e si consola con il successo raggiunto dall'emissione di un nuovo bond decennale in sterline per 400 milioni di sterline,
Liveblogging
dall'Assemblea Telecom ( da "Blog
Stefano Quintarelli" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: le TLC sono un settore che resiste meglio alla crisi; la comunicazione e' un necessita' non comprimibile; i vas potrebbero risentire. Poi racconta della crisi finanziaria. La borsa italiana in un detrminato periodo e' stata la peggiore in europa (-49%), TI -28%. Bernabe' ha fatto un lavoro estremamente brillante per ottenere l'aumento del canone di ULL.
Sta nascendo un mondo
migliore?. ( da "Giornale.it,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie responsabilità questo può essere positivo»
UN PROBLEMA DI ESTERNALITÀ
FINANZIARIA ( da "Lavoce.info"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: UN PROBLEMA DI ESTERNALITÀ FINANZIARIA di Tommaso Monacelli 08.04.2009 La crisi ci insegna non solo che un problema di esternalità finanziaria può condurre a effetti devastanti sui bilanci delle banche quando i prezzi degli asset cominciano a scendere. Ma anche che la necessità di svendere attività fortemente illiquide, può aggravare la situazione,
La crisi frena i traffici
mercantili ( da "Denaro,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Mediterraneo area med La crisi frena i traffici mercantili Il fenomeno vale per tutti gli scali marittimi: situazione critica per Genova La burrasca della crisi finanziaria mondiale agita anche le acque del Mediterraneo, con ripercussioni negative sul traffico mercantile.
La crisi finanziaria
colpisce soprattutto l'edilizia ( da "Denaro,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Mercati bulgaria La crisi
finanziaria colpisce soprattutto l'edilizia "La dinamica degli
investimenti esteri, che dalla metà del
Il nostro fatturato è in continuo
aumento E proteggiamo gli agricoltori dalla crisi
( da "Gazzettino, Il (Padova)"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria internazionale ha travolto anche il comparto agricolo trascinando in un autentico rally dei prezzi tutti gli operatori e a tutti i livelli. Lo sforzo del Consorzio è stato principalmente quello di offrire protezione contro una speculazione devastante nel rispetto comunque delle tendenze più o meno conservative dei nostri produttori»
Terremoto, l'Italia che
reagisce bene (con qualche eccezione)
( da "Giornale.it, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie responsabilità questo può essere positivo»
Dalla crisi (e dalle
tragedie) può nascere un mondo migliore?.
( da "Giornale.it, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie responsabilità questo può essere positivo»
babelick ha detto: io non
ne ho la più pallida idea di come funzionino i terremoti e gli sciami
sismici,le cose che so sono quelle basilari delle superiori.Giuliani è stato
smentit ( da "KataWeb
News" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
Russia/ Gref: crisi
sistema bancario è solo all'inizio
( da "Virgilio Notizie"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: aveva previsto una seconda ondata di problemi nel settore finanziario, pur sottolineando che non vi sarebbero grandi fallimenti di banche. La Russia è fortemente influenzata dalla crisi finanziaria mondiale. La Borsa di Mosca ha perso più di due terzi del suo valore dal picco nel mese di maggio 2008.
Telecom Italia guarda con
fiducia al futuro ( da "Trend-online"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è convinto che la società è in grado di affrontare la crisi finanziaria e guarda con fiducia al futuro grazie alla liquidità che produce e alla capacità di finanziarsi sul mercato dei capitali. Il manager ha spiegato: "abbiamo un margine di tesoreria che ci consente di far fronte ai rinmborsi dei prossimi mesi.
Uno sviluppo seriorispetta
le tradizioni ( da "Sicilia,
La" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria internazionale di questi mesi ha di fatto dimostrato il fallimento dei modelli di sviluppo e benessere occidentale. E' tempo di ridare il giusto peso alla saggezza, ai valori di questi popoli. Giuseppe Licitra (Presidente Corfilac)
Telecom Italia, cedola può
salire, crisi non preoccupa ( da "Reuters
Italia" del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: conferma gli obiettivi del piano e guarda senza preoccupazioni alla crisi finanziaria. Lo hanno detto l'AD Franco Bernabè e il presidente Gabriele Galateri di Genola durante l'assemblea degli azionisti, ribadendo l'impegno in Brasile, dove Telecom Italia controlla Tim Participacoes e Argentina, dove controlla Telecom Argentina.
Rimini: dalla Provincia un
fondo anti-recessione ( da "RomagnaOggi.it"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la crisi , in seguito alla quale è stata approntata questa azione di sostegno alle persone, è economica ma nasce da una violenta crisi finanziaria. Certamente, se ci fosse stato più spazio per le istanze e i principi della finanza etica nel mondo, non avremmo avuto tante delle derive "tossiche" della finanza che ci hanno portato a questo punto.
diciamolochiaro ha detto:
Cara Carmen, io non frivolizzo, io mi ARRABBIO COME UNA BESTIA quando vedo
scritto ne El Pais o sento in TV come la vostra che 1) gli aiuti sono arrivati
( da "KataWeb News" del
08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
La crisi penalizza Telecom
Italia nel primo trimestre ( da "Soldionline"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale situazione di crisi finanziaria e dalla necessità di procedere con la riorganizzazione di alcune attività. Tuttavia, il management non è preoccupato per questa situazione. Inoltre, i vertici di Telecom Italia hanno precisato che metteranno in atto tutte le azioni a disposizione per recuperare i bonus assegnati negli scorsi anni a fronte di risultati non corretti.
babelick ha detto: thò
riaffiorano vecchie conoscenze,quale onore...diciamolo ti assicuro che di quel
che dice la spagna non me ne importa nulla. che dire?più che del pil pro-capit
( da "KataWeb News" del
08-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
Intesa-Sanpaolo bonus, ma
ridotti per i manager ( da "Stampa,
La" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria, molto seguito dall'opinione pubblica e sono numerose le critiche all'eccessiva sperequazione che negli ultimi anni ha fatto levitare alcune retribuzioni a livelli plurimilionari. Anche il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, l'ultima volta in questi giorni, ha ribadito la necessità di dare ampia pubblicità alle politiche retributive dei gruppi bancari
diciamolochiaro ha detto:
E tu vattene AFFANCULO con la velocità del razzo
( da "KataWeb News" del
09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
Carlo Fratta Pasini a Lodi
ospite dell'associazione dei piccoli azionisti:
Abstract: ndr) ma siamo incappati come tutti nella crisi finanziaria internazionale. Nel corso del 2008 e nei primi mesi del 2009 la Bpl è comunque tornata a essere la banca di riferimento del sistema imprenditoriale locale. Nel 2008 abbiamo raccolto 14 miliardi di euro e ne abbiamo impiegati sul territorio altrettanti.
Argomenti: Crisi
Abstract: Azionisti e soci a parte, contro l'attuale crisi finanziaria Telecom Italia dice di avere le spalle coperte, almeno per ora. «Dodici miliardi di liquidità permettono a Telecom di affrontare con serenità il momento di crisi economico finanziaria globale» ha affermato l'a.d., Franco Bernabè.
Asscat convoca l'assemblea
dei soci ( da "Arena,
L'" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: professore all'Università Cattolica di Milano ed editorialista del Sole 24 Ore), che parlerà del tema «Le prospettive dell'economia dopo la crisi finanziaria - il sistema cooperativo come calmieratore degli eccessi del mercato». In questa sede saranno infine presentati ufficialmente i nuovi prodotti/condizioni dedicati ai soci.
Vecchi bonus e spioni
pesano ancora su Telecom ( da "Unita,
L'" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Vecchi bonus e spioni pesano ancora su Telecom MARCO TEDESCHI Molte parole sulla crisi finanziaria, troppi silenzi sullo scandalo intercettazioni. Sono i principali ingredienti serviti ieri all'assemblea degli azionisti di Telecom Italia, che ha approvato il bilancio 2008 e la distribuzione dei dividendi dopo otto ore di riunione nella sede di Rozzano.
Molte parole sulla crisi
finanziaria, troppi silenzi sullo scandalo intercettazioni. Sono i principa...
( da "Unita, L'" del
09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Molte parole sulla crisi finanziaria, troppi silenzi sullo scandalo intercettazioni. Sono i principali ingredienti serviti ieri all'assemblea degli azionisti di Telecom Italia, che ha approvato il bilancio 2008 e la distribuzione dei dividendi dopo otto ore di riunione nella sede di Rozzano.
la regione investe in
spettacolo tre milioni in più fino al 2011 - francesca parisini
( da "Repubblica, La"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: E´ un 'gesto politico´, di risposta alla crisi finanziaria del momento e alle conseguenze nel settore dello spettacolo dal vivo: un Fus (fondo unico per lo spettacolo) sempre più risicato, le fondazioni bancarie, salvadanaio della cultura, molto meno generose e le amministrazioni locali che arrancano coi bilanci.
la fed: nel 2010 una lenta
ripresa più disoccupati ( da "Repubblica,
La" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Una ripresa lieve che arriverà grazie «alla fine della correzione in atto sul mercato immobiliare, agli effetti del piano di stimolo fiscale e all´indebolimento delle tensioni sui mercati». La stretta al credito perdurerà ancora, come le pressioni sulle istituzioni finanziarie, mentre i consumatori americani continueranno a spendere meno.
le regole tradite con i
soldi deglialtri - luciano gallino
( da "Repubblica, La"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria esplosa tra l´estate e l´autunno 2008, con il dissesto di dozzine di istituzioni di calibro mondiale e del sistema finanziario alternativo che avevano costruito, con ricadute drammatiche su famiglie e collettività, ha mostrato a quali gravissimi pericoli la de-regolazione espone l´economia mondiale.
L'editoria MALGRADO LA
CRISI ( da "Manifesto,
Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: editoria qualcosa di simile a quel che oggi accade nel sistema immobiliare: la prima crisi libraria, a Rivoluzione appena scoppiata, coincise in fondo con una crisi finanziaria, perché la maggior parte degli affari era condotta a credito e una parte notevole delle entrate di una impresa poteva essere costituita da cambiali commerciali, effetti all'ordine e lettere di cambio.
Un altro scudo fiscale in
Italia? Purché stavolta sia rigido su tempi e sanzioni di Angelo De Mattia
( da "Milano Finanza (MF)"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sistema finanziario ombra», la formazione e l'espansione del quale sono state tra le cause della crisi finanziaria. Per spiegarsi l'ingegnoso meccanismo deliberativo del vertice di Londra non vanno trascurate le passate resistenze degli Usa a un intervento deciso per indurre i centri offshore a collaborazioni interstatuali a fini fiscali.
La Nuova Aquila non sia
l'ennesimo spreco ( da "Milano
Finanza (MF)" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Se la crisi finanziaria impone ormai di trovare nuovi obiettivi comuni per la crescita, passando dalla ricchezza al benessere, è necessario ripensare in primo luogo alle funzioni pubbliche, dalla sanità all'istruzione, dalle infrastrutture energetiche a quelle di telecomunicazioni, a quelle basate sull'informatica,
L'Europa forte di Giulio
Tremonti è quella dei governi ( da "Riformista,
Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di un nuovo europeismo che sta nascendo nella crisi finanziaria. L'Unione europea che si sta delineando nella Grande Recessione è «più umana, più intelligente, meno dogmatica, più capace di entrare nella vita dei popoli che ne fanno parte», un'evoluzione che secondo Tremonti consentirebbe di superare la dicotomia tra euroentusiasti ed euroscettici nel nome di un nuovo pragmatismo.
I Governi devono essere
più veloci ( da "Sole
24 Ore, Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: e dobbiamo essere pronti ad affrontare eventi inattesi, una caratteristica propria di questa crisi. Insomma, dobbiamo rimanere permanentemente all'erta. L'impressione è che la crisi finanziaria si sia travasata nell'economia e che ora la stessa crisi economica possa tornare a pesare sulla finanza, attraverso l'aumento dei fallimenti societari.
Argomenti:
Crisi
Abstract: sta affrontando la crisi dei
mercati finanziari con serenità, potendo contare su oltre 12 miliardi di
liquidità». Nei primi tre mesi di quest'anno il gruppo telefonico ha
rifinanziato oltre il 60 per cento del fabbisogno finanziario in scadenza nel
Al traguardo il Dl
rilancia-consumi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incentivi" interviene anche in tema di mercati finanziari, per difendere le imprese – si legge nel testo – da «manovre speculative».Tra l'altro, sale al 5% la misura della quota di partecipazione che l'azionista di controllo può incrementare senza dover promuovere un'offerta pubblica di acquisto totalitaria;
Obama: aiuti alle
assicurazioni ( da "Sole
24 Ore, Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: tornato ad occuparsi di crisi finanziaria. Con una nuova sfida a distanza per i suoi partner del G20, soprattutto quelli europei: estenderà la missione dei fondi Tarp al ramo vita del settore assicurativo. Dopo gli aiuti alle banche e al settore auto, siamo dunque al terzo settore su cui interviene il Governo americano, questa volta con l'obiettivo di rassicurare il risparmiatore,
A Campari il bourbon di
Pernod ( da "Sole
24 Ore, Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Nel bel mezzo della più grave crisi finanziaria dal crollo di Wall Street del 1929 e di un'aspra recessione, l'azienda di alcolici della famiglia Garavoglia esce allo scoperto, in totale controtendenza, mettendo a segno la più grande acquisizione della sua storia: con una spesa di 433 milioni di euro (575 milioni di dollari) si compra il bourbon numero uno al mondo.
Berna congela i fondi per
l'Ocse ( da "Sole
24 Ore, Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che ha acquisito Banca del Gottardo, ha registrato un utile netto di 101 milioni di franchi, sifra considerta "buona"vista l'attuale crisi finanziaria. © RIPRODUZIONE RISERVATA LO SCONTRO Per Gysi (Bsi) la Svizzera ha fatto bene ad accettare le richieste in tema di segreto bancario: contestati i metodi
Cingoli sale al vertice di
Banca Esperia ( da "Sole
24 Ore, Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La sfida in Banca Esperia sarà
altrettanto stimolante: affrontare la crisi dei mercati e cercare di far
crescere le masse gestite. L'istituto in realtà ha già dimostrato di reggere
abbastanza bene alla crisi. Gli attivi sono scesi per effetto della crisi
finanziaria, passando dagli 11,9 miliardi di fine
Tutti nudi, stile Full
Monty Pubblicità choc ad Aversa ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: per affrontare la crisi finanziaria e vincere l'agguerrita concorrenza hanno deciso di farsi fotografare nudi, con il fondoschiena ben in evidenza, al fianco di Claudio Tessitore, 42 anni, di Frignano, titolare di un'agenzia di viaggi di Aversa. Per una volta niente modelle, nessun corpo statuario in mostra, neanche un ritocco al computer.
Rogo di auto, la rivolta
anti ricchi ( da "Corriere
della Sera" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: pensano che la crescita del fenomeno sia legata alla crisi finanziaria, la quale spinge alcuni gruppi di autonomi a intensificare le azioni dimostrative: una tattica a basso rischio ma efficace per spaventare borghesi e beneficiati dal capitalismo. Secondo, temono che la tendenza si diffonda anche tra la criminalità comune e tra i giovani non politicizzati,
Soci Mediobanca: trend
positivo, ma 2009 difficile ( da "Corriere
della Sera" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria ed economica: il trend è positivo ma il 2009 sarà comunque un anno difficile per tutti. Il board sui conti del trimestre è in calendario per il 12 maggio. Per il resto le riunioni del direttivo e dell'assemblea del patto presieduto da Cesare Geronzi sono state brevi (più o meno un'ora) e le cose sarebbero andate secondo il copione scritto dal testo stesso dell'
Nuovo patto tra i soci. E
Atlantia vola ( da "Corriere
della Sera" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 09/04/2009 - pag: 41 Il caso a Milano/1 Nuovo patto tra i soci. E Atlantia vola (g.fer.) Con un balzo del 7,95% ieri Atlantia, la ex Autostrade, ha realizzato la migliore performance fra i t i t o l i del-- l'S& P-Mib.
Bpm vota, quattro liste
per il board ( da "Corriere
della Sera" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari data: 09/04/2009 - pag: 41 Il caso a Milano/2 Bpm vota, quattro liste per il board (pa.pic.) Sono quattro le liste che si daranno battaglia all'assemblea della Bpm che il 25 aprile dovrà rinnovare il consiglio. Il presidente uscente, Roberto Mazzotta, si ricandida sostenuto dai soci non dipendenti,
E Reagan fondò l'impero
dei miopi ( da "Corriere
della Sera" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi del sistema finanziario americano e la rapida diffusione dei suoi effetti al mondo intero è solo uno degli argomenti, e neppure quello sul quale Tps insiste, anche se poteva facilmente sfruttare il suo vantaggio comparato di grande banchiere e studioso di finanza.
Già 127 imbarcazioni
iscritte a
Argomenti:
Crisi
Abstract: nonostante la crisi finanziaria ed economica, la vela sembra reggere bene. La manifestazione, che prenderà il via venerdì 10 si protrarrà fino a lunedì 13, è organizzata dallo Yacht Club Santo Stefano con la collaborazione del Circolo velico e canoa, della Pro Loco Monte Argentario e dall'amministrazione comunale.
Approvato il progetto
Marka Il progetto Marka Macerata Kamez ...
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sottolinea una nota «nonostante la crisi finanziaria internazionale, ha fatto registrare un sostanziale mantenimento dell'avanzo d'esercizio tale da conseguire a pieno gli obiettivi erogativi per il 2009», la nomina dei nuovi soci. Si tratta di Wolfango Alpini, Antonio Biondo Dalla Casapiccola, Guglielmo Borgiani, Nazzareno Chiaramoni,
CORINALDO APPROVATO con il
solo voto della maggioranza il bilancio d...
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: maggioranza non si è riscontrata la necessaria attenzione alla grave crisi finanziaria che si sta sviluppando e che sta già interessando diverse famiglie - dichiarano i capigruppo Giuseppe Saccinto ed Adolfo Giampaolo - . Consci di questa situazione abbiamo creduto opportuno e doveroso presentare undici emendamenti che avrebbero permesso la costituzione di un fondo straordinario di 81.
PER ECCELLENZA il termine
esterovestizione richiama l'internazionalizz...
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: pesante crisi finanziaria avrà conseguenze anche sulle attività professionali? «La crisi le ha già stravolte, non solo quelle dei professionisti finanziari, ma anche di quelli della consulenza, che dopo la crisi, sarà totalmente cambiata. Dovrà porsi definitivamente come selettiva e specialistica e in grado di affrontare la crescente complessità dei problemi e dei processi aziendali»
ALL'ISTITUTO Suore
Mantellate, una scuola sempre impegnata ad aggiornare i p...
( da "Nazione, La (Pistoia)"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi finanziaria, individuando differenze ed analogie con quella del 1929; nelle altre due il professor Giorgio Petracchi, docente di storia delle relazioni internazionali all'università di Udine, ha ben inquadrato le molteplici condizioni che portarono alla caduta del muro di Berlino esaminando le conseguenze sull'Europa e sui rapporti tra Usa e Russia.
De Rossi da Champions
Argomenti:
Crisi
Abstract: che a Genova criticò l'eccessivo protezionismo per i romani, il centrocampista ha solo parole di apprezzamento. «Se non fossi De Rossi nè Totti e il mio allenatore dicesse che non può vincere senza noi due mi innervosirei perdendo fiducia in me stesso e nel tecnico. Ci ha dimostrato stima sempre e, nonostante il carattere particolare,
Teatro, gli ex dipendenti cauti sull'accordo: Abstract: Ieri il Comune di Genova e la Regione Liguria hanno trionfalmente annunciato la via d'uscita dalla crisi finanziaria del teatro lirico genovese mettendo sul tavolo sei milioni per una transazione che dovrebbe, definitivamente, chiudere la partita del fondo pensioni. Restituendo ai pensionati del Carlo Felice una parte dei loro risparmi accantonati, in trent'anni, nel fondo.
Argomenti: Crisi
Abstract: opa è la prima tappa verso la completa nazionalizzazione dell'istituto, travolto dalla crisi finanziaria. Il prezzo pagato dallo Stato è superiore del 10% alla quotazione media del titolo Hre nei primi 15 giorni di febbraio, nel periodo di riferimento per l'opa. Il fondo federale di aiuto al settore bancario lancerà ufficialmente l'opa nei prossimi giorni.>
Il cambiamento tecnologico
è la soluzione per affrontare la crisi
( da "TopTrade"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il cambiamento tecnologico è la soluzione per affrontare la crisi Le divisioni IT possono introdurre importanti cambiamenti nei processi e nell?efficienza di un?organizzazione. E se la crisi finanziaria taglia i budget IT e le organizzazioni devono diventare ancora più efficienti, questo è il momento per muoversi in questa direzione.
Cambiamento tecnologico
per affrontare i tagli di bilancio
( da "I-dome.com"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: infrastruttura IT. E' giunto il momento di premere l?acceleratore in questa direzione con la crisi finanziaria che esercita forti pressioni sui budget IT e la necessità delle organizzazioni di diventare ancora più efficienti. by Redazione PMI-dome
Campari,'Dopo Wild Turkey,digeriamo
il tacchino' ( da "Affari
Italiani (Online)" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 20 La crisi finanziaria non arresta l'avanzata delle multinazionali italiane, che in certi casi anzi approfittano del momento per fare shopping. E' il caso di Campari, che per 575 milioni di dollari si compra dalla francese Pernod Richard la Wild Turkey, che oltre all'omonimo marchio di bourbon whiskey, la distilleria di Lawrenceburg,
Piazza Affari inizia la
giornata con il buonumore ( da "KataWebFinanza"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: conferma i target del piano e guarda con fiducia al domani senza timori per la crisi finanziaria. E' quanto hanno dichirato i vertici della compagnia durante l'assemblea, ribadendo l'impegno in Brasile e Argentina. Inizio di giornata positivo per Fastweb che saluta Peter Burmeister come nuovo direttore finanziario a partire dal 1 luglio 2009.
Piazza Affari inizia la
giornata con il buonumore ( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: conferma i target del piano e guarda con fiducia al domani senza timori per la crisi finanziaria. E' quanto hanno dichirato i vertici della compagnia durante l'assemblea, ribadendo l'impegno in Brasile e Argentina. Inizio di giornata positivo per Fastweb che saluta Peter Burmeister come nuovo direttore finanziario a partire dal 1° luglio 2009.
Ing: asset in vendita,
punta a incasso tra 6 e 8 mld euro
( da "Trend-online"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nel tempo e appena le condizioni di mercato la permetteranno'', fa sapere la Ing, e questo consentira' di liberare risorse di capitale per circa 4 miliardi. Ing, in seguito alla crisi finanziaria, ha gia' ricevuto finanziamenti dallo Stato per 10 miliardi di euro e ha eliminato oltre la meta' dei 7mila posti di lavoro annunciati.
Telecom Italia, partenza
con il segno meno (-1,7%) ( da "Soldionline"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale situazione di crisi finanziaria e dalla necessità di procedere con la riorganizzazione di alcune attività. Tuttavia, il management non è preoccupato per questa situazione. Inoltre, i vertici di Telecom Italia hanno precisato che metteranno in atto tutte le azioni a disposizione per recuperare i bonus assegnati negli scorsi anni a fronte di risultati non corretti.
Banco Popolare, si dimette
il dg Minolfi ( da "Corriere
del Veneto" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nel pieno del marasma da crisi finanziaria, aveva fatto dietrofront nello scorso autunno, provocando fortissime sbandate al titolo del Banco Popolare (che ora, come noto, ha lanciato un'Opa totalitaria sull'istituto di cui detiene il 30%). Minolfi era stato proprio colui che aveva condotto le trattative con i tedeschi.
Piazza Affari, il verde è
meno intenso a metà seduta ( da "KataWebFinanza"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: conferma i target del piano e guarda con fiducia al domani senza timori per la crisi finanziaria. E' quanto hanno dichirato i vertici della compagnia durante l'assemblea, ribadendo l'impegno in Brasile e Argentina. Positiva Fastweb che saluta Peter Burmeister come nuovo direttore finanziario a partire dal 1 luglio 2009.
Piazza Affari, il verde è
meno intenso a metà seduta ( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: conferma i target del piano e guarda con fiducia al domani senza timori per la crisi finanziaria. E' quanto hanno dichirato i vertici della compagnia durante l'assemblea, ribadendo l'impegno in Brasile e Argentina. Positiva Fastweb che saluta Peter Burmeister come nuovo direttore finanziario a partire dal 1° luglio 2009.
catalan4ever ha detto: ma
si dania, ha ragione! dopotutto ogni volta che splode una bomba del Eta;
Zapatero fa le battute per non drammatizzare la situazione.
( da "KataWeb News"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
Telecom Italia (-2,8%) la
peggiore all'S&P/Mib ( da "Soldionline"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale situazione di crisi finanziaria e dalla necessità di procedere con la riorganizzazione di alcune attività. Tuttavia, il management non è preoccupato per questa situazione. Inoltre, i vertici di Telecom Italia hanno precisato che metteranno in atto tutte le azioni a disposizione per recuperare i bonus assegnati negli scorsi anni a fronte di risultati non corretti.
Cura dimagrante per
LyondellBasell ( da "Polimerica"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il piano dovrebbe traghettare il gruppo fuori dalla crisi finanziaria, culminata con l'avvio, per le sole attività americane, delle procedure previste dalla legge fallimentare statunitense, il Chapter 11, che offre una protezione dal rischio di insolvenza per il tempo necessario alla ristrutturazione finanziaria.
Crisi, appello del sindaco
alle banche ( da "Gazzettino,
Il (Venezia)" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Annone Veneto Non sono affatto buoni i primi dati emersi dall'indagine avviata dal Comune di Annone per conoscere gli effetti della crisi finanziaria ed economica sulle imprese del territorio. I licenziamenti sicuri registrati negli ultimi sei mesi sono già 33, ovvero tutto il personale del Magazzino Conad, chiuso definitivamente avendo perso il ruolo di struttura interregionale.
GIUGLIANO. PER I BAGNANTI
SARà UN'ALTRA ESTATE SENZA SPIAGGE LIBERE E, CON LA CRISI FINANZ...
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Per i bagnanti sarà un'altra estate senza spiagge libere e, con la crisi finanziaria in corso, forse addirittura senza mare, visti i costi dei lidi del litorale di Giugliano. Nel frattempo si arroventa sempre di più la polemica sui provvedimenti - passato in Consiglio coi soli voti della maggioranza - che riguarderanno l'estate 2010.
Bollettino Bce: recessione
più profonda da anni '70, ripresa nel 2010
( da "Finanza.com"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Eurozona si è aggravata in conseguenza dell'intensificazione della crisi finanziaria superando per durata quella degli anni settanta". Il Pil dell'area è sceso dell'1,5% su base trimestrale nell'ultimo scorcio di 2008, superata soltanto dal calo registrato durante la recessione del 1974-1975, quando nel 4 trimestre 1974 il Pil era sceso dell'1,6%.
babelick ha detto:
Berlusconi è un professionista delle gaffe,ormai ci siamo abituati.ma non è che
non avesse capito la gravità della situazione,anche franceschini (che non è
fede) ( da "KataWeb
News" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
Impotenza addio
( da "Napoli.com"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: una situazione aggravatasi di recente per via della crisi finanziaria. Spesso il medicinale deve essere assunto da pensionati costretti a sopravvivere con poco più di mille euro al mese e non può essere certo una soluzione la mutabilità dei prodotti, agognata dalle case farmaceutiche, che aggraverebbe ulteriormente i disastrati bilanci della nostra sanità.
Isae: tiene la fiducia
delle imprese e delle famiglie al sud
( da "Trend-online"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il Rapporto evidenzia in questo numero: - Gli effetti recessivi della crisi finanziaria internazionale sull?economia reale non accennano ad esaurirsi, anche se in Italia qualche segnale di tenuta arriva dai dati relativi alla fiducia dei consumatori. Complessivamente, l?indicatore di Clima Economico elaborato dalla Commissione Europea e riferito all?
Mibtel +1,77%: in evidenza
bancari, Fiat e Pirelli; exploit Atlantia
( da "Sicilia, La"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: si stavano soppesando le misure che potrebbero limitare questo modo di operare sul mercato che, secondo alcuni, sta peggiorando la crisi finanziaria e spingendo al ribasso le azioni. La Sec sta dibattendo sulla eventualità di reintrodurre la regola «uptick» (eliminata nel 2007), che permette le vendite allo scoperto solo quando l'ultimo prezzo di vendita è più alto del precedente.
Egr. Presidente
Berlusconi, ( da "Affari
Italiani (Online)" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che oltretutto arriva nella peggiore crisi finanziaria di sempre e che non consente più alcun calcolo politico a chicchessia. In gioco ci sono vite umane, futuri di interi paesi e famiglie. Lasciamo quindi da parte qualunque frizione, conflitto ed interessi di parte e diamo una volta tanto, un segno unitario concreto, quale quello di usare la marea di soldi che si risparmierebbero,
Promotori, kamikaze o
imprenditori? ( da "Trend-online"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: insieme alla crisi finanziaria in atto e alla crescente sfiducia delle famiglie italiane (e non solo) nella redditività degli investimenti, ha fatto sì che la professione del promotore abbia perso fascino e attrattiva. La prospettiva di un lavoro difficile e precario nei guadagni fungono di fatto da deterrente.
Dalla Provincia di Rimini
un fondo antirecessione ( da "Sestopotere.com"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Crediamo che anche questo vada sottolineato in questa iniziativa: la crisi , in seguito alla quale è stata approntata questa azione di sostegno alle persone, è economica ma nasce da una violenta crisi finanziaria. Certamente, se ci fosse stato più spazio per le istanze e i principi della finanza etica nel mondo, non avremmo avuto tante delle derive “
Piazza Affari fa +2,5%.
Volano le banche, crolla Seat (-15%)
( da "Soldionline"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale situazione di crisi finanziaria e dalla necessità di procedere con la riorganizzazione di alcune attività. Tuttavia, il management non è preoccupato per questa situazione. Segno meno anche per Tiscali (-2,05%). FastWeb è salita dello 0,38% a 15,68 euro. La società telefonica ha annunciato la nomina del nuovo direttore finanziario.
Chiusura in rosso per
Telecom Italia (-1%) ( da "Soldionline"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: assemblea degli azionisti i vertici del colosso telefonico hanno anticipato che i risultati dei primi tre mesi del 2009 sono stati penalizzati dall?attuale situazione di crisi finanziaria e dalla necessità di procedere con la riorganizzazione di alcune attività. Tuttavia, il management non è preoccupato per questa situazione. -->
Per "Repubblica"
l'immigrazione clandestina non è un reato.
( da "Giornale.it, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie responsabilità questo può essere positivo»
diciamolochiaro ha detto:
Babe, sapevo BENISSIMO che mi avrebbero cancellato il post del vaffa ma l'ho
fatto apposta. ( da "KataWeb
News" del 09-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
( da "Stampa, La" del
08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Personaggio Rosa
DeLauro deputato del Connecticut L'italoamericana che ha affondato il
"Marine One" Lobbista per la Sikorsky MAURIZIO MOLINARI
CORRISPONDENTE DA NEW YORK La Casa Bianca conferma la rinuncia agli elicotteri
di Finmeccanica e a Capitol Hill festeggia la deputata che più si è battuta per
ottenerla: l'italoamericana Rosa DeLauro. La conferma della decisione del
Segretario alla Difesa, Robert Gates, arriva da Robert Gibbs, portavoce del
presidente, che da Istanbul spiega come «il costo del programma dell'elicottero
appariva troppo alto per il contribuente» in quanto «la spesa iniziale di circa
6 miliardi di dollari era lievitata a oltre i 13» a fronte del fatto che «si
tratta di elicotteri che non avrebbero avuto un lungo periodo di utilizzo». Le
frasi di Gibbs sono musica per le orecchie di Rosa DeLauro, 66 anni, deputata
del Connecticut e fra le più acerrime avversarie degli elicotteri di Finmeccanica
sin da quando fu assegnata la commessa dall'amministrazione Bush. DeLauro
conosce bene l'Italia: gli antenati immigrarono all'inizio del secolo in
America, a New Haven dove risiede è un nome di spicco della comunità
italoamericana e quando di recente il presidente della Camera, Nancy Pelosi, si
è recata a Roma l'ha portata con sé. Oltre ad essere un volto di spicco del
«caucus» italoamericano, che riunisce un'ottantita fra senatori e deputati,
DeLauro è un'autorevole voce liberal grazie alle battaglie per i diritti delle
donne, al seggio nella commissione «Appropriations» che gestisce l'allocazione
di ingenti fondi e anche al marito, Stan Greenberg, fra i più accreditati guru
dei sondaggi già consulente di Tony Blair e di molti leader della sinistra
europea, italiani inclusi. Se DeLauro ha guidato l'offensiva contro
l'elicottero VH 71 è perché rappresenta il terzo distretto dello Stato dove ha
sede la Sikorsky, che ha costruito gli attuali Marine One ma perse nel 2005 la
gara con il consorzio di Lockheed Martin del quale anche Finmeccanica fa parte.
Per rimettere in gioco Sikorsky, DeLauro non ha risparmiato cartucce. Fu lei,
pochi mesi dopo l'assegnazione del contratto, ad ammonire sul rischio che «il
lavoro fatto da americani verrà trasferito agli europei» con il conseguente
«trasferimento di nostra tecnologia ai cinesi», accusando Finmeccanica di «fare
pressioni sul governo italiano» per impedire l'entrata delle aziende Usa sul
mercato nazionale degli elicotteri. Negli ultimi due anni dell'amministrazione
Bush, DeLauro ha costruito la coalizione anti-VH 71, riunendo tutti gli eletti
nel Connecticut e reclutando i parlamentari più sensibili
al protezionismo. La
vittoria dei democratici in novembre le ha fatto intuire che la meta era a
portata di mano: ha aggiunto la motivazione che «il contratto venne assegnato
da Bush a Italia e Gran Bretagna per ripagarle delle truppe in Iraq» e quindi
ha redatto la lettera a Gates nella quale denunciava l'aumento di costi
lamentando la violazione della legge «Nunn-McCurdy». E' stata una mossa
che ha messo in difficoltà la Marina, che gestiva la commessa, e ha spinto
Gates a non opporsi, tanto più che DeLauro nel frattempo si imponeva a fianco
di Obama come paladina dei diritti della «famiglie lavoratrici» grazie a
iniziative su lavoro e sanità. A giocare in favore di DeLauro sono state anche
le dimissioni di Hillary Clinton dal Senato: come rappresentante di New York
l'ex First Lady si era battuta per Lockheed Martin in quanto il «Marine One»
sarebbe stato assemblato a Owego, creando 800 posti di lavoro, mentre la nuova
senatrice Kristen Gillibrand si è rivelata assai più timida. Quando il
Pentagono ha fatto marcia indietro, DeLauro ha dichiarato vittoria con un
comunicato scritto: «E' una decisione benvenuta, Lockheed non ha mai costruito
elicotteri mentre Sikorsky ha 50 anni di esperienza e rispetto dei preventivi,
continuerò a garantire la tutela dei contribuenti». Fino a quando Sikorsky
ottenerà il nuovo appalto.
( da "Corriere delle Alpi"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
di Roberto De
Nart «La soluzione della crisi? Per ora è sulla carta»
E' ottimista l'ex rettore di Padova dopo le ultime decisioni economiche Gli
errori del passato le speculazioni e il ruolo delle banche La sala Dal Pont
Bianchi ha ospitato lunedì sera la conferenza dal titolo «La crisi
economica, le cause, i rimedi... alla ricerca delle vie d'uscita» organizzata
dall'Associazione Mazziniana d'Italia di Belluno, presieduta da Romano Cavagna,
già primario di Nefrologia al "S.Martino". Relatore il professor
Gilberto Muraro, ordinario di scienza delle Finanze, già rettore dell'Università
di Padova. Che, bloccato dal traffico, è arrivato con grande ritardo. Ma si è
ampiamente riscattato, perché nell'ora successiva è riuscito a spiegare le
cause che hanno determinato la crisi. Tre, secondo il
professore. Prima di tutto la bolla immobiliare negli Usa: dopo l'attacco alle
Torri gemelle dell'11 settembre 2001 c'è timore della recessione; il costo del
denaro si abbassa e le famiglie accedono ai mutui per la casa. La forte
richiesta spinge in alto i prezzi, finché arriviamo al collasso. In altri tempi
ci sarebbe stato il fallimento di alcune banche. Invece c'è stato il contagio.
E siamo alla seconda causa. In secondo luogo l'evoluzione delle tecniche
finanziarie: negli ultimi dieci anni i mutui immobiliari venivano mixati ad
altri titoli e venduti ad altre banche che a loro volta confezionavano altri
prodotti finanziari e li rivendevano ad altre banche ancora. Così, i titoli
"tossici" sono arrivati anche in Europa e collocati al pubblico.
Anche perché erano titoli considerati affidabili perché garantiti da mutui
immobiliari e con rendimenti superiori ai titoli di Stato. Infine la leva finanziaria: l'eccessiva espansione di questi pacchetti ha
prodotto una leva finanziaria. Partendo cioè da una
piccola base di liquidità è stato generato un forte credito. Che però è
crollato come un castello di carte, dove ad ogni piano che si saliva aumentava
il rischio e il profitto per la banca. «Da sempre, infatti, le banche cercano
di innalzare il rischio per aumentare i profitti» ha detto il professor Muraro
«mentre le autorità vigilanti cercano di limitarlo». Solo che negli Usa le
autorità centrali avevano perso il controllo affascinati dalla teoria secondo
la quale i mercati si autoregolano e dunque non bisogna intervenire. Questa
teoria ha fatto anche allentare i controlli sul piano normativo. Nel 1999
Clinton modifica una legge del 1933 e favorisce lo sviluppo delle banche
d'affari, quelle che hanno confezionato i prodotti con titoli tossici poi
passati alle banche commerciali e collocati ovunque. L'intervento degli Stati
con le iniezioni di liquidità alle banche ha impedito fortunatamente che i
risparmiatori terrorizzati andassero a prelevare i loro risparmi. Ma la
sfiducia si è propagata tra le banche. Il credito interbancario si è inceppato
fino alla situazione paradossale: le banche americane ricevono soldi dallo
Stato, che però ritornano alla banca centrale perché non si fidano più tra
banche. Per far ritornare la fiducia occorreva allora togliere di mezzo i
titoli tossici. Ma come determinare il loro prezzo? Quello nominale no, perché
il prezzo delle case è diminuito. Il valore di mercato è zero perché nessuno li
vuole. Per questa ragione il piano Bush non ha funzionato. Ora il governo Obama
chiama anche i privati, insieme allo Stato, a condividere il rischio. Così sarà
il mercato a stabilire il prezzo a seconda della domanda. Ma
come è possibile che questa crisi sia passata dal campo finanziario a quello reale? Si è chiesto
Muraro. La crisi finanziaria con il crollo delle azioni e quindi la perdita di patrimonio, ha
determinato nelle famiglie una diminuzione della spesa. Calo dei consumi e
stretta creditizia delle banche hanno determinato la crisi reale. L'industriale che vede contrarre la domanda
produce di meno e manda a casa gli operai. Negli anni '30 si pensò che la causa
della forte disoccupazione fosse il costo elevato del lavoro e quindi vennero
diminuiti i salari. Con l'effetto disastroso di aggravare la crisi
perché c'erano ancora meno soldi per acquistare i prodotti. A correggere questo
errore intervennero Roosevelt negli Usa, e anche Hitler e Mussolini che
sostennero i redditi e le grandi opere pubbliche. Oggi il problema è lo stesso
e il rimedio tende ad essere lo stesso, con la vecchia ricetta keynesiana un
po' ritoccata. Quindi protezione dei salari e grandi opere. Ma il sistema
capitalistico post keynesiano non è in grado di garantire un livello globale e
dunque va controllato dallo Stato. Che deve spingere la domanda quando il
mercato ristagna e viceversa. E se negli anni '30, quando non c'erano grossi
scambi con l'estero, poteva andar bene il protezionismo, oggi con la
globalizzazione le barriere doganali non si possono erigere o crollerebbero le
esportazioni. «Per i Paesi emergenti, fuori delle grandi valute euro-dollaro,
che rischiano il fallimento dello Stato» ha concluso il professor Muraro
«poiché una falla potrebbe determinare l'affondamento della nave, è intervenuto
il G20 con lo stanziamento di un milione di miliardi di dollari. Il mondo,
insomma, ha trovato la capacità di ragionare con lungimiranza. Sulla carta
dunque abbiamo la soluzione alla crisi e io mi sento
ottimista».
( da "Gazzetta di Reggio"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Dalla fase della
recessione alla caduta libera L'indagine congiunturale degli Industriali mette
in luce dati preoccupanti Le aspettative sul secondo trimestre sono tutte
negative REGGIO. L'onda lunga della crisi finanziaria è approdata anche
nella nostra provincia. La conferma arriva dall'indagine congiunturale di
Industriali Reggio Emilia che per il primo trimestre del 2009 rileva una
marcata flessione dell'attività produttiva e commerciale. La fase recessiva,
manifestatasi dall'ultimo trimestre del 2008, si è trasformata in una
caduta della produzione industriale nel trimestre gennaio-marzo 2009, che ha
visto i volumi calare del 37% rispetto allo stesso periodo del 2008. Il
peggioramento ha interessato tutti i settori. Se nei mesi scorsi la crisi aveva colpito soprattutto le produzioni di beni di
investimento e di consumo durevoli, ora il calo dell'occupazione e dei redditi
delle famiglie si sta ripercuotendo anche sui beni di consumo non durevoli.
Inoltre, piccole, medie e grandi imprese sono colpite con differenti sfumature
ma uguale intensità. Il calo di produzione, ordini e fatturato rispecchia un
indebolimento della domanda, interna ed estera, già in corso da diversi mesi.
Il fatturato è in territorio negativo per il quinto trimestre consecutivo sia
per la componente interna (-26,9%) che per quella estera (-31,5%). Gli
ordinativi complessivi acquisiti nel trimestre sono in flessione (-35,3%) con
un calo più accentuato (-35,5%) sui mercati esteri. A preoccupare le imprese
sono i dati relativi alla situazione finanziaria e
alla liquidità: il 58,6% delle imprese segnala ritardi negli incassi. L'effetto
della crisi si fa sentire anche sui rapporti tra
imprese e banche. Nel complesso, il peggioramento delle condizioni creditizie
riguarda in primo luogo gli spread e, dunque, un costo del denaro più elevato
(segnalato dal 59,0% delle imprese intervistate), seguito dai ritardi nella
concessione dei crediti (16,2%). Il marcato deterioramento del quadro congiunturale
si è riflesso sui livelli occupazionali. Nella media del trimestre
gennaio-marzo
( da "Trentino" del
08-04-2009)
Argomenti: Crisi
L'ufficio di
presidenza ha ora 60 giorni, non di più, per preparare una legge ad hoc I
consiglieri decidono di tagliarsi lo stipendio Passa quasi all'unanimità una
mozione per risparmiare il 20 per cento sulle spese Il primo passo sarà quello
di sganciare le indennità dagli aumenti automatici annuali su base Istat
GIANPAOLO TESSARI TRENTO. La buona volontà, per ora solo quella, c'è tutta. I
consiglieri regionali ieri hanno approvato una mozione che prevede la riduzione
del 20 per cento dei costi della politica locale. Un documento proposto dalla
maggioranza, sulla spinta di una crisi che rischia di
allontanare sempre di più la "casta" dalla gente comune: l'hanno
votata pressoché all'unanimità tutti i presenti (un astenuto ed un contrario) e
prevede che entro 60 giorni si passi dalle parole ai fatti con una legge ad
hoc. Non è difficile capire che il risparmio non sarà ottenuto solo bloccando
la rivalutazione in automatico, come avviene ora, delle indennità su base
Istat. Non sono maxi cifre, ma con l'inflazione degli ultimi periodi, circa 300
euro al colpo. No, per incidere veramente servirà un taglio di stipendi vero e
proprio, oltre al meccanismo per evitare ulteriori scatti non propriamente
opportuni con questi chiari di luna. La novità è che la crisi
ha convinto anche la Svp, in passato "tiepida" con le sollecitazioni
risparmiatrici del centrosinistra trentino, ad ascoltare i mugugni che, pure in
Alto Adige, salgono con puntualità dalla base. In calce alla mozione vi è
infatti la firma della capogruppo Rosa Thaler, subito sotto a quella del
partito proponente il Pd, rappresentato da Luca Zeni. Documento firmato anche
da Giorgio Lunelli (Upt), Mauro Ottobre (Patt) e Bruno Firmani (Idv). Sì anche
dall'opposizione, con il capogruppo del Pdl Walter Viola a sottolineare
l'opportunità di una simile decisione. La premessa del documento approvato è,
in effetti, una fotografia assai realistica della
situazione: c'è una grave crisi finanziaria ed economica che sta mettendo in seria difficoltà le famiglie e
le imprese nel Paese. C'è la necessità di ridurre anche i costi della politica
in un momento in cui, del resto, è prevedibile la riduzione delle disponibilità
finanziarie pubbliche. Attualmente è in vigore una rivalutazione
automatica annuale su base Istat delle indennità di carica e della diaria dei
consiglieri regionali: meccanismo che alimenta la distanza tra gli aumenti
previsti per i consiglieri regionali e quelli previsti per i lavoratori
dipendenti determinata sulla base dell'inflazione programmata. Questo accade
perché era stata modificata la legge regionale, nel 2004, decidendo che
l'indennità dei consiglieri regionali venisse sganciata da quella dei
parlamentari: come sorta di contrappeso era stato introdotto il vincolo agli
aumenti dell'indice Istat. Ora pure considerato eccessivo. Che cosa propone nel
dettaglio la mozione? Chiede all'ufficio di presidenza di elaborare in un tempo
ben preciso, due mesi, una modifica della legge regionale che sovraintende
all'indennità e alla previdenza dei consiglieri. In particolare si dovrà
prevedere l'interruzione degli aumenti delle indennità, della diaria e dei
vitalizi per il 2009-
( da "Stampa, La" del
08-04-2009)
Argomenti: Crisi
IN MAGGIO L'APPROVAZIONE DEL BILANCIO Compagnia di San Paolo investimenti in rosso
TORINO La crisi finanziaria
si fa sentire nel bilancio della Compagnia di San Paolo. La fondazione
torinese, principale azionista di Intesa Sanpaolo, registrerebbe infatti forti
minusvalenze potenziali nel bilancio
( da "Leggo" del
08-04-2009)
Argomenti: Crisi
di Stefano Galli
La bellezza non conosce crisi. Al Cosmoprof, il salone
della cosmetica che si è chiuso lunedì nei padiglioni della fiera, i numeri
parlano chiaro. Nel 2008 il fatturato del settore è cresciuto e il 2009
promette bene: lo scorso hanno è stato infatti archiviato con un segno positivo
(+1,2%, pari a 8,34 miliardi di euro). «È andata molto bene ha commentato Fabio
Franchina, presidente di Unipro (l'associazione dei produttori di Cosmetici) in un momento pesantemente condizionato dalla crisi finanziaria mondiale, i consumi
interni tengono e l'export è cresciuto». Dati che fanno ben sperare per l'anno
in corso: «Pensiamo che anche il 2009 continua Franchina si chiuderà con numeri
positivi. Non possiamo nascondere le difficoltà legate alla contrazione dei
consumi a livello internazionale. Siamo consapevoli della necessità di
una riflessione a livello globale, ma riteniamo che dal comparto cosmetico
italiano sia arrivato davvero un buon esempio di reazione». In tempi difficili,
quando si è obbligati a ridurre le spese per l'abbigliamento, si guarda con più
attenzione al dettaglio e agli accessori. Forse è proprio per questo che il
settore della bellezza "tiene": curando il proprio aspetto si trova
il giusto spirito per affrontare i periodi più bui.
( da "Milano Finanza (MF)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione:
Mercati Globali data: 08/04/2009 - pag: 15 autore: di Francesco Ninfole il veicolo
statale sppe sale al 17% del capitale dopo il piano di sostegno alle banche
Sarkozy primo socio di Bnp Paribas Il governo francese non avrà diritti di
voto. Il presidente tedesco firma la legge sull'esproprio degli istituti. Tagli
per Rbs Lo Stato francese è diventato il primo azionista di Bnp Paribas con una
quota del 17,03%. L'operazione si inserisce nell'ambito del piano di sostegno
alle banche varato dal presidente Nicolas Sarkozy: lo Stato non ha diritti di
voto e non intende acquisire azioni ordinarie. Il veicolo Sppe (Société de
Prise de Participation de l'Etat), controllato al 100% dal governo francese, ha
sottoscritto l'aumento di capitale della banca da 5,1 miliardi di euro (per
oltre 187 milioni di titoli preferenziali), superando come primo socio Axa, che
detiene il 4,83%. L'obiettivo del piano statale è rafforzare il patrimonio
degli istituti per sostenere il finanziamento dell'economia francese: lo stesso
principio che ha spinto il governo italiano all'introduzione dei Tremonti-bond.
La Sppe ha anticipato ieri in una lettera inviata all'Amf di non volere
acquisire azioni ordinarie né di ottenere il controllo di Bnp Paribas. Il
veicolo non richiederà neppure la nomina di uno o più rappresentanti nel
consiglio di amministrazione. Nel capitale della banca transalpina potrebbe
entrare anche lo Stato belga, nel caso arrivasse nei prossimi giorni il via
libera sull'operazione Fortis. Ieri Bnp Paribas, che ha chiuso il 2008 con 3
miliardi di utili (dai 7,8 dell'anno precedente), è scesa del 3% alla borsa di
Parigi a 33,85 euro.Lo Stato francese entrerà anche nel capitale di Société
Générale e del gruppo Banque Populaire-Caisse d'Epargne. Il Crédit Agricole non
ricorrerà ai fondi statali, mentre il Crédit Mutuel non ha ancora deciso.
Finora il governo più attivo nell'aiuto alle banche è stato quello inglese, che
ha acquisito quote di Lloyds-Hbos, Bradford & Bingley, Northern Rock e
Royal Bank of Scotland (che ieri ha annunciato possibili tagli per 9 mila posti
di lavoro in due anni e ha perso oltre il 10% sul listino londinese). Lo Stato
tedesco ha invece rilevato il 25% di Commerzbank e l'8,7% di Hypo Re. Ieri il
presidente tedesco Horst Koehler ha firmato la legge che consente l'esproprio
delle banche: si avvicina così la totale nazionalizzare di Hypo Re, travolta dalla crisi finanziaria e salvata grazie ad aiuti e garanzie per 102 miliardi di euro.
Lo strumento dell'esproprio dovrà essere applicato entro il 30 giugno e
soltanto in assenza di alternative. L'esecutivo tedesco vuole così far
pressione sull'investitore statunitense Jc Flowers, che detiene il 24% di Hypo
Re e per ora non ha espresso la volontà di cedere la quota. Nei giorni
scorsi il ministro delle Finanze, Peer Steinbrueck, ha annunciato di voler
convocare subito dopo l'entrata in vigore della legge un'assemblea generale
degli azionisti di Hypo Re, per approvare un aumento di capitale e cedere così
allo Stato il controllo della banca. Se questa opzione dovesse fallire, la
Germania opterà per l'esproprio.
( da "Nazione, La (Siena)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
CRONACA SIENA pag.
4 IL DIRETTORE amministrativo dell'Università degli Studi Emilio Miccolis... IL
DIRETTORE amministrativo dell'Università degli Studi Emilio Miccolis ha
consegnato ieri mattina al sostituto procuratore della repubblica, dottor Mario
Formisano, copia della relazione finale redatta dalla commissione tecnica di
indagine amministrativa. Il documento, portato personalmente in tribunale dallo
stesso Miccolis, era stato depositato ieri poco prima presso la direzione
amministrativa dell'Ateneo dal segretario della commissione stessa, l'avvocato
Ilaria D'Amelio. IL DIRETTORE amministrativo è arrivato al quarto piano del
palazzo di giustizia qualche minuto prima di mezzogiorno e si è intrattenuto
nell'ufficio del magistrato per quasi trenta minuti. Oltre ai documenti
depositati, non è trapelata alcuna indiscrezione sul contenuto del colloquio.
La presenza del dottor Miccolis non è comunque passata inosservata. La
commissione tecnica di indagine amministrativa è stata costituita con decreto
rettorale dello scorso 16 gennaio, su impulso del direttore amministrativo
Emilio Miccolis, nell'ambito dell'accertamento amministrativo sulle cause e le
eventuali responsabilità soggettive e oggettive che negli ultimi anni hanno
condotto l'Ateneo alla crisi
finanziaria. HANNO FATTO PARTE della commissione
tecnica di indagine, nominati attraverso lo stesso decreto rettorale di
istituzione, il professor Bernardo Giorgio Mattarella, professore ordinario di
diritto amministrativo presso la Scuola superiore della Pubblica amministrazione
di Roma, il professor Antonio Barretta, associato di Economia aziendale
presso la facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Siena, l'avvocato
Gaetano Prudente, responsabile dell'avvocatura interna dell'Università degli
Studi di Bari. Sulle questioni tecnico-contabili pare di capire che siamo alle
battute finali. Il prossimo passo potrebbe essere quello di individuare le
varie responsabilità soggettive.
( da "Mattino di Padova, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 12 -
Economia Pasqua: pranzi e viaggi per distrarsi I veneti spenderanno 130 milioni
VENEZIA. Sono 130 i milioni che saranno spesi nel Veneto per la Pasqua 2009. Di
questi, 30 milioni saranno spesi per colombe e uova pasquali; 14 milioni per il
pranzo di Pasqua a casa a con amici; 4,5 milioni per il pranzo al ristorante o
fuori casa; 2,5 milioni per la gita di Pasquetta. L'indagine svolta dalla
Confesercenti del Veneto ha fotografato la Pasqua dei veneti. «Dallo studio
emerge il profondo rispetto della tradizione - commenta Maurizio Franceschi,
segretario Confesercenti Veneto -. I veneti festeggeranno la Pasqua con parenti
e amici. La maggior parte (71%) la trascorrerà a casa; solo il 14% pranzerà in
ristorante o in agriturismo; il 6% trascorreranno le festività in qualche luogo
di villeggiatura in Italia o all'estero». Saranno quasi 300 mila i veneti in
vacanza per le prossime festività pasquali. La stragrande maggioranza sceglierà
una località turistica dell'Italia. Oltre 550mila veneti si riverseranno negli
oltre 6 mila ristoranti ed agriturismi sparsi in tutta la regione. La
stragrande maggioranza (sette su 10) se ne starà a casa a pranzare in modo
tradizionale. Per Pasquetta invece, tempo permettendo, un veneto su 5 si
riverserà nei parchi, sui colli, al lago o sulle spiagge, per una prima vera
scampagnata primaverile. Si calcola che quasi un milione si concederanno la consueta
scampagnata per Pasqua. Per quanto riguarda la spesa, non aumenterà rispetto al
2008 ma nemmeno presenterà grandi variazioni: 30 milioni se ne andranno in
colombe e uova di cioccolato con una spesa media tra i 20 ed i 25 euro per
famiglia (sostanzialmente uguale al 2008). Pur non rientrando nella ricerca
Pasquale si prevede che ci sarà un buon incremento delle vendite di
abbigliamento, che permetterà un piccolo recupero delle minori vendite di
inizio 2009. «Sono previste più consumi ed acquisti nei giorni precedenti alla
Pasqua, soprattutto nel settore abbigliamento - continua Franceschi -. Rispetto
al 2008, quest'anno si registra una Pasqua alta e di questo dovrebbero goderne
i consumi. Purtroppo nessun segnale di superamento di un
periodo di crisi e di
stagnazione dei consumi che va ben oltre la crisi
finanziaria. Gli stessi provvedimenti governativi
non ci sembra stiano dando grandi frutti. A breve dovrebbero scattare gli
ammortizzatori sociali per quelle famiglie in difficoltà a seguito della crisi occupazionale, ma è evidente che
saranno un momentaneo palliativo». Il quadro complessivo è quello di
famiglie molto insicure sul futuro, una società che di fronte alla crisi non è tranquilla per il futuro e approfitta delle
feste per dimenticare il momento delicato.
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pasqua: pranzi e viaggi
per distrarsi I veneti spenderanno 130 milioni VENEZIA. Sono 130 i milioni che
saranno spesi nel Veneto per la Pasqua 2009. Di questi, 30 milioni saranno
spesi per colombe e uova pasquali; 14 milioni per il pranzo di Pasqua a casa a
con amici; 4,5 milioni per il pranzo al ristorante o fuori casa; 2,5 milioni
per la gita di Pasquetta. L'indagine svolta dalla Confesercenti del Veneto ha
fotografato la Pasqua dei veneti. «Dallo studio emerge il profondo rispetto
della tradizione - commenta Maurizio Franceschi, segretario Confesercenti
Veneto -. I veneti festeggeranno la Pasqua con parenti e amici. La maggior
parte (71%) la trascorrerà a casa; solo il 14% pranzerà in ristorante o in
agriturismo; il 6% trascorreranno le festività in qualche luogo di villeggiatura
in Italia o all'estero». Saranno quasi 300 mila i veneti in vacanza per le
prossime festività pasquali. La stragrande maggioranza sceglierà una località
turistica dell'Italia. Oltre 550mila veneti si riverseranno negli oltre 6 mila
ristoranti ed agriturismi sparsi in tutta la regione. La stragrande maggioranza
(sette su 10) se ne starà a casa a pranzare in modo tradizionale. Per Pasquetta
invece, tempo permettendo, un veneto su 5 si riverserà nei parchi, sui colli,
al lago o sulle spiagge, per una prima vera scampagnata primaverile. Si calcola
che quasi un milione si concederanno la consueta scampagnata per Pasqua. Per
quanto riguarda la spesa, non aumenterà rispetto al 2008 ma nemmeno presenterà
grandi variazioni: 30 milioni se ne andranno in colombe e uova di cioccolato
con una spesa media tra i 20 ed i 25 euro per famiglia (sostanzialmente uguale
al 2008). Pur non rientrando nella ricerca Pasquale si prevede che ci sarà un
buon incremento delle vendite di abbigliamento, che permetterà un piccolo recupero
delle minori vendite di inizio 2009. «Sono previste più consumi ed acquisti nei
giorni precedenti alla Pasqua, soprattutto nel settore abbigliamento - continua
Franceschi -. Rispetto al 2008, quest'anno si registra una Pasqua alta e di
questo dovrebbero goderne i consumi. Purtroppo nessun
segnale di superamento di un periodo di crisi e di stagnazione dei consumi che va ben oltre la crisi finanziaria. Gli stessi
provvedimenti governativi non ci sembra stiano dando grandi frutti. A breve
dovrebbero scattare gli ammortizzatori sociali per quelle famiglie in
difficoltà a seguito della crisi occupazionale, ma è evidente che saranno un momentaneo
palliativo». Il quadro complessivo è quello di famiglie molto insicure
sul futuro, una società che di fronte alla crisi non è
tranquilla per il futuro e approfitta delle feste per dimenticare il momento
delicato.
( da "Mattino di Padova, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
BOOM DI VENDITE
NEL 2008: 166 MILIONI (+19%) La crisi dell'agricoltura
non tocca il Consorzio L'aumento dei costi dei mezzi tecnici, dei carburanti, dei
concimi e dei prodotti per l'agricoltura fa volare il fatturato del Consorzio
agrario di Padova e Venezia (nella foto) che, per il 2008, si attesta oltre i
166 milioni di euro, il 19% in più rispetto al 2007. Anche in tempi di crisi gli affari vanno bene per la cooperativa con 42 punti
vendita e 183 dipendenti sparsi nelle sue province e ben radicata sul
territorio. Ad aumentare le opportunità di business non è solamente l'impennata
dei costi delle materie prime ma anche il deciso sviluppo di settori di vendita
come il giardinaggio, l'orticoltura, l'hobbystica, i prodotti del territorio,
le energie alternative. «Oltre che essere un punto di riferimento per le nostre
imprese agricole - spiega Federico Dianin, presidente del Consorzio - i nostri
punti vendita sono sempre più frequentati dai privati che coltivano un orto, si
prendono cura del giardino o di qualche animale domestico. E' un mercato che
sta crescendo, in particolare nelle zone maggiormente urbanizzate, dove siamo
una presenza storica. Per quanto riguarda le imprese
agricole la crisi finanziaria internazionale ha travolto anche il nostro comparto agricolo
trascinandoci in un autentico rally dei prezzi. Lo sforzo del Consorzio è stato
principalmente quello di offrire protezione contro una speculazione devastante,
nel rispetto comunque delle tendenze più o meno conservative dei nostri
produttori». Se l'aumento del fatturato è dovuto principalmente
all'impennata dei prezzi di produzione, aggiunge il direttore Paolo Martin, il
Consorzio ha applicato a favore delle imprese alcune opportunità contrattuali
che hanno permesso di commercializzare i prodotti raccolti nel momento di
mercato più favorevole. «Non a caso gli agricoltori ci hanno premiato - spiega
Martin - affidandoci un volume record di cereali da essiccare, stoccare e
commercializzare, ben 2,2 milioni di quintali di mais, grano e soia. Per far
fronte alla crisi dobbiamo razionalizzare il sistema
produttivo e commerciale, in una logica di filiera capace di creare sinergie
tenendo conto di un mercato sempre più selettivo».
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
CRONACHE pag. 24 Pronto
soccorso liquidità alle piccole imprese Credito agevolato da Cariparma e
Confictour di NICOLA DI RENZONE FIRENZE QUINDICI milioni di euro a disposizione
delle piccole e medie imprese toscane. A tanto ammonta la cifra messa a
disposizione in Toscana da Confictour (Consorzio finanziaria
commercio e turismo) e Cariparma. Un'iniziativa che promette di favorire
l'accesso al credito per quelle imprese che hanno bisogno di liquidità di breve
periodo; e che è stata presentata ieri a Firenze. Si tratterà, in sostanza, di
prestiti a condizioni molto vantaggiose per gli associati del consorzio e che,
proprio grazie alla mediazione Confictour, saranno concessi anche a quelle
imprese che altrimenti avrebbero difficoltà ad ottenere liquidità dalle banche.
«Nella regione spiega Paolo Galardi, presidente di Confictour esistono già
opportunità per chi vuole fare ricerca o investimenti. Noi invece vogliamo o
occuparci delle necessità immediate degli artigiani, dei commercianti o delle
piccole imprese; che hanno bisogno di liquidità o di contanti per attraversare
questo periodo di crisi». CREDITO che sarà rivolto a
360 gradi alle attività economiche della regione: dal commercio
all'artigianato, dall'agricoltura al turismo, dall'industria ai servizi.
Confictour, consorzio fidi nato nel 1976 ed attivo a livello nazionale, ha
visto transitare negli anni tra i suoi soci oltre 6mila imprese ed oggi è
collocato ai primi posti, per valore patrimoniale, tra i consorzi iscritti alla
Federascomfidi. «In un momento come quello attuale spiega Paolo Galardi,
pensiamo sia necessario non lasciare in balia della crisi
economica mondiale i tanti piccoli imprenditori che rischiano di non farcela.
Per questo la cifra a nostra disposizione è rivolta specificamente a sostenere
la gestione del circolante delle imprese, ed è utilizzabile per la copertura
delle esigenze di liquidità dell'attività ordinaria». Le imprese toscane
interessate ad ottenere un aiuto, spiegano da Confictour, possono presentare la
propria situazione presso la sede di Firenze del consorzio, in Piazzale
Donatello 3. Si tratterebbe, insomma, di una boccata di ossigeno per l'economia
toscana; nata dall'intesa con Cariparma. Banca che avrebbe intuito la necessità
del momento per la maggior parte delle piccole e medie imprese; e cioè
resistere davanti agli effetti della crisi. Cariparma,
da parte sua, sta rafforzando la sua presenza in un mercato strategico come
quello toscano e oggi, dopo il consolidamento nella provincia di Pisa, è
presente praticamente su tutto il territorio. ««« «La
nostra banca afferma Massimo Cerbai, responsabile regione Centro Sud a seguito
dell'attuale crisi finanziaria, ha intensificato la collaborazione con le associazioni di
categoria; proprio al fine di assicurare alle imprese associate adeguati flussi
finanziari».
( da "Repubblica, La"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina I - Napoli
Le idee Cenando mentre il baratro s´avvicina VALERIO PETRARCA Lunedì scorso, a
Villa San Luigi, Marco Vitale e Dario Righetti hanno spiegato con chiarezza che
cos´è una crisi economica e quale tipo di crisi oggi viviamo. L´incontro si è svolto per iniziativa
dell´associazione Laici e Gesuiti per Napoli ed è stato introdotto dal teologo
Andrea Vicini e dal manager di impresa Francesco Bevilacqua. Vitale pensa che
cominciamo finalmente a confrontarci con la realtà della crisi.
Lo avverte anche dalle domande che di solito gli vengono poste: non gli si
chiede più quando usciremo dalla crisi e gli si
domanda come possiamo uscirne. Alla prima domanda infatti egli non sa
rispondere, perché non è un indovino, ma alla seconda sì. Usciremo dalla crisi se si smetterà di dire le bugie che l´hanno
determinata e di negare o di trascurare le realtà che esistono anche se non ci
vanno a genio. Si tratta, per esempio, di conoscere con esattezza l´ammontare
dei cosiddetti "titoli tossici", che avrebbero
portato alla bancarotta le maggiori banche del mondo e avrebbero fatto della
più grande crisi finanziaria di tutti i tempi anche la più grande e catastrofica crisi sociale e politica se gli Stati
non fossero intervenuti a sostegno di quelle stesse banche portate alla rovina
dai propri manager. SEGUE A PAGINA VI
( da "Libertà" del
08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Patto di stabilità,
i sindaci fanno appello al prefetto «Siamo gli enti più vicini alla gente. Con
gli investimenti possiamo incidere per fronteggiare la crisi»
piacenza - Borgonovo, Cadeo, Carpaneto, Castelsangiovanni, Castelvetro,
Fiorenzuola, Monticelli, Piacenza, Podenzano, Pontenure, Rivergaro, Rottofreno,
San Giorgio, i sindaci di questi comuni sono stati ricevuti dal prefetto Luigi
Viana al quale hanno consegnato il documento in cui chiedono la revisione dei
contenuti della finanziaria riguardo al patto di stabilità
che, sostengono i sindaci, impedisce la spesa di finanziamenti a disposizione.
Chiedono l'intervento del prefetto affinché estenda questo appello agli organi
istituzionali ed al governo per attuare la mozione sottoscritta da tutte le
parti politiche in Parlamento in data 17 marzo 2009 che impegna il governo ad
intervenire per risolvere positivamente la crisi finanziaria dei comuni italiani e permettere loro di utilizzare le proprie
risorse per far ripartire gli investimenti. Dal prefetto l'assicurazione di
interessarsi presso il ministero delle Finanze per far presente la situazione.
I sindaci gli hanno consegnato il documento messo a punto per segnalare i
vincoli eccessivi che riducono le già minime possibilità di investimento
per gli enti locali. L'iniziativa si sviluppa su tutto il territorio nazionale
e prende avvio dall'Anci. Per la provincia di Piacenza il Comune capofila della
protesta dei sindaci che mette insieme amministrazioni di diverso colore, è
Carpaneto. «I Comuni sono l'istituzione più vicina ai cittadini che può
fronteggiare in modo efficace la crisi economica con
investimenti che siano un volano per l'economia - si dice nel documento - e con
politiche sociali che sostengano famiglie e persone in difficoltà garantendo
una comunità coesa e solidale». Dai documenti redatti dall'Anci, è evidente,
segnalano che gli investimenti hanno subìto un ridimensionamento a causa del
patto di stabilità. Consideriamo poi che i Comuni rappresentano il 60 per cento
della spesa per investimenti del paese e che, all'interno della Pubblica
amministrazione, sono l'unico comparto che presenta un avanzo, ma che
partecipa, nel 2009, al risanamento dei conti pubblici per un importo pari ad 1
miliardo e 340 milioni di euro. E in questo quadro risulta che i Comuni della
Provincia di Piacenza sono virtuosi in rapporto a capacità di investimenti,
costi generali e del personale, costi della politica. Lamentano poi «una forte
riduzione dei fondi destinati ai Comuni come quello riguardante le politiche
giovanili pari a 55 milioni; edilizia scolastica pari a 23 milioni; trasporto
pubblico pari a 37 milioni; fondo per le politiche sociali pari a 275 milioni;
fondo per l'inclusione sociale pari a 100 milioni; fondo unico per lo
spettacolo di circa 100 milioni di euro». Forte contrarietà - si segnala nel
documento consegnato al prefetto - per le decisioni assunte «che hanno
ripianato gestioni deficitarie e di dissesto finanziario o hanno escluso dal
rispetto delle regole del patto di stabilità alcuni Comuni senza modificare le
regole per tutti lasciando così spazio a gravi fenomeni di irresponsabilità
amministrativa che hanno contribuito ad indebolire in larghi strati
dell'opinione pubblica il senso e il valore della solidarietà tra diverse aree
del Paese». Reputano importante «la definizione del federalismo fiscale come
strumento per modernizzare il sistema Paese, il superamento della spesa storica
e la individuazione di costi standard sulla base delle migliori efficienze. Al
governo viene poi chiesto di avviare una fase di assistenza tecnica
straordinaria nei confronti dei Comuni per sostenerli nella individuazione di
meccanismi contabili ed amministrativi che consentano di trovare soluzioni
efficaci e di avviare da subito il confronto con il Governo ed il Parlamento
per definire il primo decreto delegato attuativo della legge di delega sul
federalismo fiscale per attribuire maggiore autonomia ai Comuni e riformare
profondamente il sistema della finanza locale». L'appello consegnato al
prefetto viene esteso anche ai parlamentari piacentini «affinché assumano
iniziative politiche e si rendano partecipi alle modifiche delle regole del
patto di stabilità permettendo ai Comuni di effettuare investimenti ed
accelerare i pagamenti delle opere e dei servizi in corso e si dia risposta positiva
alle richieste». 08/04/2009
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì
08 Aprile 2009 Chiudi Samb, in crisi finanziaria: ultimatum
della Start per la trasferta di Sesto Marinangeli a pag. 51
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-08 - pag: 2 autore: Finanziare gli
interventi. Le condizioni di mercato ostacolano le emissioni sul modello Umbria,
Marche e Molise Più difficile ora il canale dei bond regionali Isabella
Bufacchi ROMA Accelerare la ricostruzione delle aree terremotate in Abruzzo significa reperire risorse finanziarie in tempi
rapidi, per importi consistenti quantificabili in svariati miliardi di euro e
al minor costo possibile per le casse di Stato e Regione: ma la gravità della crisi bancario-finanziaria e la fitta retedi vincoli e paletti imposti da Maastricht ed
Eurostat sui conti pubblici rende difficilmente praticabile la formula del
maxi-prestito obbligazionario collocato sui mercati internazionali, uno
strumento che in passato ha velocizzato gli interventi post-sisma in Umbria,
Marche e, anche se in misura minore, Molise. Nell'arco di un solo decennio, dal
1999 al 2009, lo scenario dei bond destinati alla raccolta di fondi per la
ricostruzione postterremoto è cambiato al punto da rendere questa operazione
indigesta per la contabilità pubblica e molto costosa, se non addirittura
antieconomica. Dieci anni fa, proprio nell'anno di ingresso dell'Italia
nell'Unione monetaria europea, l'Umbria firmava a Londra un "debt issuance
program" da 2,6 miliardi di euro: questo prospetto-quadro consentiva alla
Regione, devastata dal terremoto del '97, di emettere speciali obbligazioni il
cui pagamento di cedole e rimborso del capitale era a carico dello Stato perché
veniva effettuato attingendo direttamente agli stanziamenti annuali previsti in
Finanziaria per la ricostruzione delle aree terremotate del '97. Tra il 1999 e
il
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore sezione:
MONDO data: 2009-04-08 - pag: 12 autore: Sondaggi. Secondo New York Times/CBS
«si sta andando nella direzione giusta» In aumento fiducia e popolarità Daniela
Roveda NEW YORK Gli americani sono soddisfatti del loro nuovo presidente e sono
convinti che la nazione sia incamminata nella giusta direzione. Nonostante
l'inasprirsi della recessione e l'impennata della disoccupazione ai livelli più
alti degli ultimi 25 anni, l'ottimismo in America è in aumento da quando Barack
Obama si è insediato alla Casa Bianca. Irisultati dell'ultimo sondaggio New
York Times/Cbs News sono ancor più sorprendenti se messi a confronto con la
rilevazione sulla fiducia degli amministratori delegati delle maggiori società
americane nel futuro dell'economia: l'indice del Business Roundtable è sceso
nel primo trimestre dell'anno addirittura sotto zero, a -5, il livello più
basso dal 2002. Nel "popolo" americano, invece, l'iniziodell'era
Obama segna un punto di svolta visibile persino a occhio nudo. Il grafico che
mostra la percentuale di cittadini convinti che "le cose vadano nella
giusta direzione" indica un calo dal febbraio
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-08 - pag: 16 autore: LE RIFORME
DIFFICILI POLITICHE DI BILANCIO Sembra paradossale ma la recessione può
diventare un'occasione: si deve migliorare la qualità della spesa pubblica per
rafforzare la competitività Equità e rigore fanno il rilancio di Marco Buti* u
Continua da pagina 1 O ccorre chiedersi quale sarà la capacità del Paese di
cogliere rapidamente i segnali di ripresa dell'economia mondiale, quando questi
finalmente verranno. A fronte di alcune ben note debolezze, l'economia italiana
presenta punti di forza che potrebbero aiutarla ad uscire dalla crisi più rapidamente di altri Paesi. In particolare, vi
sono tre importanti elementi di debolezza cui fanno riscontro altrettanti punti
di forza. e Indebitamento pubblico-indebitamento privato. L'esposizione delle
diverse economie ai rischi della crisi finanziaria dipende,
in larga misura, dal loro indebitamento complessivo. A questo riguardo, a
fronte di un settore pubblico altamente indebitato, l'Italia può vantare una
posizione finanziaria del settore privato, e
soprattutto delle famiglie, migliore della media delle economie
industrializzate. Grazie anche a bilanci bancari meno gravati da titoli tossici
e all'assenza di una bolla immobiliare da cui rientrare, l'Italia sembra essere
meno esposta di altri paesi agli elementi che hanno originato la crisi. r Bassa crescita della produttività-ristrutturazione
del settore manifatturiero. In risposta al rallentamento prolungato della
produttività dell'economia italiana nell'ultimo decennio ed alla conseguente
perdita di competitività, abbiamo assistito ad un intenso processo di
ristrutturazione nel settore manifatturiero. Attraverso un significativo
miglioramento qualitativo dei prodotti, questo processo ha permesso un recupero
di quote di mercato nel periodo 2006-2007. Ciò potrebbeaiutare il Paese ad
agganciarsi più velocemente alla ripresa, che presumibilmente prenderà avvio
proprio nell'industria con la ripresa del commercio mondiale. Ma questa ripresa
sarà effimera se non si agisce sugli elementi strutturali alla base della bassa
produttività. t Sistema di protezione sociale squilibrato- creazione di posti
di lavoro. A fronte della debole crescita del Pil, nell'ultimo decennio la
creazione di posti di lavoro è stata stupefacente, grazie tra l'altro alle
riforme intraprese a partire dai primi anni 90. Questo fa ben sperare per la
capacità di creazione di occupazione del sistema Italia quando la ripresa si
manifesterà. Tuttavia, nel mercato del lavoro permangono fonti di rigidità,
nonché iniquità, che si traducono in un'inefficiente allocazione delle risorse.
In particolare, il sistema vigente di tutela dell'occupazione e di
ammortizzatori sociali rimane altamente frammentato, si presta a notevole
discrezionalità ed appare scollegato da azioni incentivanti la ricerca di lavoro.
Nel contesto attuale, oltre a prendere in conto queste forze e debolezze, il
decisore, nel formulare le risposte di politica economica, deve necessariamente
tenere conto dei risvolti della crisi. Tre di questi
sono particolarmente rilevanti per l'Italia: a) Si abbassa la crescita
potenziale. Dato il carattere persistente dello shock, la crisi
globale ha effetti negativi non solo sulla congiuntura ma anche sulla crescita
potenziale. b) Si accresce l'avversione al rischio del
sistema finanziario. La crisi globale ha esposto le debolezze
del sistema finanziario. è
probabile che, in risposta alla nuova situazione creatasi, il mercato diventi
eccessivamente cauto. Un sistema finanziario più "conservatore" sarà meno propenso ad erogare
credito per attività la cui redditività è particolarmente incerta, quali
l'innovazione e la ricerca. c) La domanda di equità diventa ineludibile. La crisi dà luogo ad una domanda di maggiore equità che
l'azione di politica economica deve soddisfare. Ma questa ricerca di equità deve
coniugarsi ad una maggiore efficienza nell'allocazione delle risorse. Quali
linee guida possiamo trarre per la politica economica in Italia alla luce di
queste considerazioni? Al di là della necessità immediata di ristabilire la
fiducia nei mercati finanziari attraverso interventi
mirati ed una migliore regolamentazione e sorveglianza, la ricetta per l'Italia
non cambia in tempi di crisi: riforme strutturali e
disciplina di bilancio appaiono quanto mai necessarie. Esse devono essere
tuttavia perseguite sotto il vincolo dell'equità. La crisi
attuale richiede una risposta che va ben al di là dello stimolo fiscale, per il
quale peraltro lo spazio in Italia è molto limitato. In particolare, bisogna
dare la priorità a riforme indirizzate ad introdurre maggiore concorrenza nei mercati dei servizi. Questo per almeno due motivi:
l'evidenza empirica mostra che, da una parte, esse possono produrre risultati
più velocemente; dall'altra, possono creare condizioni favorevoli per riforme
tese ad incidere sulle restanti rigidità del mercato del lavoro, evitando che
queste ultime siano penalizzanti per i salari. Dal lato finanziario,
bisognerà assicurare che la crisi si traduca il meno
possibile in una riduzione dell'accesso al credito da parte delle imprese e in
una contrazione del capitale di rischio, già penalizzato nel caso italiano da
un sistema finanziario tradizionalmente refrattario a
finanziare l'innovazione. Per quanto riguarda la politica di bilancio, per
contrastare gli effetti fortemente penalizzanti della crisi
sulla dinamica del debito pubblico bisogna continuare a perseguire una forte
disciplina fiscale che nel medio periodo riporti i disavanzi di bilancio entro
i parametri stabiliti nel Patto di Stabilità e Crescita. In questo contesto,
diventa cruciale migliorare la qualità della finanza pubblica, con particolare
attenzione all'efficienza e composizione della spesa pubblica. Questo è più che
mai necessario per cogliere il duplice obiettivo di rilanciare la produttività
e la competitività e tenere sotto controllo i conti pubblici. Inoltre, una
riallocazione della spesa sociale appare essenziale alla luce delle
inefficienze ed iniquità derivanti da un sistema di protezione sociale
squilibrato verso la spesa pensionistica. Questo insieme coerente di riforme contribuirebbe
a soddisfare contemporaneamente un'accresciuta domanda di equità e la richiesta
generalizzata di stabilizzazione del ciclo, consentendo così di allargare la
base del consenso per le riforme strutturali. Per quanto paradossale possa
sembrare, la crisi può rappresentare un'opportunità
per l'Italia per recuperare il terreno perduto. A questo riguardo, le riforme
strutturali rimangono la chiave di volta per migliorare il potenziale di
crescita dell'economia, ma nel caso italiano più che altrove esse devono essere
pensate e realizzate in un'ottica di equità e coesione sociale. * Direttore
generale per gli Affari economici e finanziari della
Commissione europea © RIPRODUZIONE RISERVATA DISEGNO DI DOMENICO ROSA
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-04-08 - pag: 19 autore: Competitività. La
presidente Marcegaglia sostiene l'ingresso della Federazione
nell'organizzazione mondiale del commercio «Al più presto la Russia nella Wto»
Pieno successo a Mosca della missione economica di Confindustria-Ice-Abi
Nicoletta Picchio MOSCA. Dal nostro inviato La Russia chiama, sollecitando
maggiori investimenti italiani, e Confindustria risponde: non solo con gli
accordi appena firmati e con gli oltre mille imprenditori presenti in questi
giorni nella missione italiana nella Federazione russa, ma anche con l'appoggio
politico nelle partite che il Cremlino ha a in gioco a livello internazionale.
Prima tra tutte l'adesione al Wto: la presidente Emma Marcegaglia è stata
esplicita: «Siamo e saremo al vostro fianco in tutte le sedi internazionali nel
percorso di adesione all'Organizzazione mondiale del commercio ». Ma anche nel
rendere la Russia membro effettivo dell'Ocse e realizzare rapporti più stretti
con la Ue. L'adesione alla Unione europea «in questa fase è prematura », ma i
rapporti bilaterali devono essere più stretti: «L'Italia può essere la voce che
porta la Ue a stringere rapporti più forti con la Russia», ha detto la
Marcegaglia al Forum istituzionale di ieri, a Mosca, presenti i ministri russi
delle Finanze, Aleksey Kudrin e dell'Industria Viktor Khristenko, e
nell'inconto al Cremlino, ieri pomeriggio, con il presidente Dmitri Medvedev.
Ed ha indicato una prima occasione: il G8 delle imprese che si terrà a fine
aprile in Sardegna. è un riconoscimento dell'importanza della Russia come
protagonista dell'economia mondiale e come «partner strategico». Un passaggio
fondamentale «per aumentare gli investimenti reciproci» e far diventare
l'Italia primo Paese fornitore della Federazione russa, come ha detto anche il
ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola. L'interesse imprenditoriale c'è: la
missione in Russia di Governo, Confindustria, Abi ed Ice, è la più grande mai
realizzata, a riprova della volontà delle imprese di reagire alla crisi. Sono
6.500 gli incontri faccia a faccia tra imprese tra la tappa di Mosca e le
successive quattro (Ekaterinburg, San Pietroburgo, Novosibirsk, Krasnodar) di
oggi. Ed è costata al sistema italiano, ha detto Scajola, 2 milioni e mezzo di
euro. Tutto il calendario è stato confermato, nonostante l'assenza di Silvio
Berlusconi, rimasto a Roma per il dramma del terremoto. Se gli scambi
commerciali sono saliti dal 2007 al 2008 dell'11%, ha detto la Marcegaglia, per
quello che riguarda gli investimenti direttiin Russia c'è ancora molto da fare.
Anche a causa delle barriere al mercato che ancora esistono e alla burocrazia.
Sia il primo ministro Vladimir Putin, che ha concluso il Forum, sia i ministri
russi hanno tracciato un piano di riforme fiscali e nuove misure per attratte
investimenti, come le zone speciali (vedi articolo in pagina). Ma per la
Marcegaglia va fatto un ulteriore passo avanti: «L'adesione della Russia al Wto
potrebbe giocare un ruolo importante nello sbloccare il
Doha Round e dire no al protezionismo ». Non solo: «Inserire la Russia in un contesto di regole
riconosciute a livello internazionale potrà facilitare gli investimenti delle
imprese italiane». Tutti temi che sono stati riaffrontati ieri pomeriggio, al
Cremlino, nell'incontro tra il presidente Dmitri Medvedev e la delegazione
imprenditoriale. Quasi due ore di colloquio, con una parentesi a tu per
tu tra Medvedev e Marcegaglia. La presidente ha ipotizzato con Medvedev una
partnership per aumentare gli investimenti russi in Italia, di dare un seguito
settoriale alla missione e lo ha informato di aver invitato a Roma
l'associazione degli imprenditori russi. Forse, ha detto il presidente
Alexander Shokhin, verranno il prossimo anno: da subito ci sarà comunque un
desk in Confindustria e uno a Mosca per il follow up della missione. Se il
Governo russo vuole fare crescere un tessuto di piccole e medie imprese,
mutuando da noi il sistema dei distretti, secondo la Marcegaglia «L'Italia può
essere un benchmark importante ».Tra i settori in potenziale crescita c'è il
turismo: si potrebbe salire, stima Daniel Winteler, presidente di Federturismo
e numero uno di Alpitour Group, ad un milione di arrivi al giorno rispetto ai
400mila di oggi. Ma bisogna liberalizzare le rotte aeree, aprendo ai charter e
superando l'accordo Alitalia- Aeroflot degli '60. Vanno resi più facili i visti,
che ancora hanno bisogno di due-tre settimane, andando avanti nel processo di
modrenizzazione del Paese, che è la condizione essenziale per la crescita
economica. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA MISSIONE Nella fotografia a fianco il
presidente russo, Dimitrij Medvedev (a destra) con il presidente della Piccola
Industria di Confindustria, Giuseppe Morandini e il presidente dell'Abi,
Corrado Faissola. Nell'immagine in alto, il presidente di Confindustria, Emma
Marcegaglia, che ha guidato la missione economica, e al suo fianco il ministro
delle Sviluppo economico Claudio Scajola PRIMO BILANCIO Sono stati oltre 6.500
gli incontri bilaterali delle imprese italiane per intese industriali e
commerciali
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-08 - pag: 37 autore: Contabilità. Londra
risponde al Fasb Restano lontani i criteri Usa e Ue Rossella Bocciarelli Mauro
Meazza ROMA Prima risposta ufficiale della contabilità europea al cambio di
rotta annunciato dagli Stati Uniti: lo Iasb, il board di Londra che elabora i
principi adottati dalla Ue, ha diffuso ieri un comunicato in cui prende atto
delle modifiche annunciate dal Fasb (l'omologo statunitense) per fair value e
valutazione di perdite su titoli di debito. Non senza una sfumatura polemica,
gli esperti londinesi segnalano che, quando potranno prendere visione del
documento americano ( sul sito Fasb, ancora ieri, compariva solo un lungo
comunicato riassuntivo), avvieranno una consultazione sull'utilizzo del mark to
market, da concludere entro il 20 aprile. Che è poi la data già fissata per la
riunione del gruppo anti-crisi congiunto tra i due
organismi (il Fcag, Financial Crisis Advisory Group). Se sul fair value il
giudizio viene quindi rinviato, sul trattamento delle perdite diverse da quelle
temporanee ( other than temporary), lo Iasb rammenta che la classificazione
delle perdite continua a essere differente tra il sistema Ias e il sistema Fas.
Quindi, argomentano i tecnici londinesi, è più che mai necessario procedere
sulla convergenza, che sarà portata all'esame del meeting previsto tra il 20 e
il 24 aprile.Nessun colpo d'acceleratore, perciò, come invece hanno chiesto i
ministri economici Ue. Dei quali lo Iasb spiega di comprendere le
preoccupazioni, senza però mutare l'agenda. Contro la «prociclicità» Anche se i
comunicati ufficiali sembrano orientati a mantenere la linea attuale, si
continua però a discutere sui possibili interventi per contenere al massimo
quei comportamenti del settore finanziario che accentuano gli effetti della
congiuntura economica. Non a caso, l'indicazione di mitigare la
"prociclicità" campeggia nell'agenda del Financial stability board,
l'organismo internazionale diretto dal Governatore Mario Draghi. E in un
quaderno delle Questioni di economia e finanza realizzato in Banca d'Italia da
Fabio Panetta a Paolo Angelini, con il contributo di una "squadra
mista" di esperti dell'ufficio studi e della Vigilanza di via Nazionale si
esaminano tutte le varie issues discusse in campo internazionale e si avanzano
anche alcune proposte operative originali. Ad esempio, è noto che con le regole
contabili internazionali attuali (Ias) per le banche è complicato fare
accantonamenti a fronte di crediti concessi quando non sono emerse perdite vere
e proprie. Una soluzione per attenuare la prociclicità di queste regole contabili
è stata individuata dagli spagnoli, che hanno chiesto alle loro aziende di
credito di fare accantonamenti prudenziali quando erogano crediti in funzione
di una misura del rischio definita direttamente dalla Banca centrale spagnola.
Ma questa decisione non è stata esente da critiche: alcuni hanno affermato che
potrebbe penalizzare quelle banche che vantano una elevata crescita dei
prestiti e che potrebbero essere le più efficienti; un'altra obiezione è che
questa strategia interferisce con il Conto profitti e perdite delle aziende di
credito e condiziona quindi la politica degli utili. La proposta avanzata dagli
economisti di via Nazionale prevede un approccio leggermente differente: si
chiederebbe alle banche di realizzare degli aggiustamenti di valore per i
crediti durante i periodi economici favorevoli allo scopo di fare
accantonamenti utili per le probabili perdite che arriveranno nell'epoca delle
vacche magre. Ma queste rettifiche di valore dovrebbero essere valide soltanto
ai fini del patrimonio di vigilanza, evitando quindi l'impatto sul conto
economico e sui profitti. Un'altra questione esaminata nel paper Bankitalia
riguarda l'opportunità di porre un freno ex ante all'espansione incontrollata
del leverage, che viene comunemente ritenuta una delle cause della crisi finanziaria in corso. è opportuno mettere un tetto
quantitativo al rapporto di leverage? A nostro parere – rispondono gli
economisti di Bankitalia – regole semplici di questo tipo possono essere utili,
soprattutto se integrate con altri strumenti di vigilanza. E spezzano una
lancia a favore dell'utilità di introdurre vincoli quantitivi ( ad esempio
delle limitazioni sui disallineamenti di durata fra attivo
e passivo degli intermediari finanziari) anche per limitare il rischio di
liquidità delle istituzioni finanziarie. Altra questione analizzata nello
studio riguarda come tener conto dei fattori di rischio sistemico, che a volte,
come insegna la crisi
internazionale in corso sono stati provocati anche da intermediari non bancari
(Aig o General Electric, solo per fare degli esempi). Infine, lo studio
Bankitalia riprende un tema che è in cima all'agenda del FSB ma anche in quella
di via Nazionale, che non a caso ha formulato da tempo una direttiva al
riguardo: come riformulare gli schemi di compenso dei manager, in modo da
evitare che si trasformino in incentivi ad assumere troppi rischi. Il rapporto
lascia intendere che l'autoregolamentazione delle istituzioni finanziarie può
certamente fare moltissimo, ma che in questo campo, soprattutto quando si
tratta di banche, resta opportuno anche un vaglio attento delle autorità di
vigilanza. © RIPRODUZIONE RISERVATA EFFETTI DA CONTENERE Dalla Banca d'Italia
proposte contro la «prociclicità» dei princìpi nella collana «Questioni di
economia e finanza»
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore sezione:
FINANZA E MERCATI data: 2009-04-08 - pag: 36 autore: Borse. Gli analisti si
aspettano una flessione degli utili dell'S&P500 del 36-37%: i settori più
colpiti banche, auto, materie prime Wall Street teme le trimestrali Alcoa
annuncia perdite per 497 milioni di dollari e vendite in calo del 36% Marco
Valsania NEW YORK Wall Street ha paura dei bilanci aziendali. All'avvio della
nuova stagione dei risultati della Corporate America, gli indici di Borsa hanno
battuto in ritirata, anticipando un primo trimestre all'insegna di perdite o
bruschi declini degli utili. Il Dow Jones ha ceduto il 2,34%, il Nasdaq il
2,8%e lo Standard and Poor's il 2,4%, con flessioni dalle banche all'auto,
dall'energia fino al colosso dell'alluminio Alcoa che come di consueto ha inaugurato
la stagione delle trimestrali annunciando perdite per 497 milioni di dollari,
oltre le stime degli analisti. Le vendite sono scese dai 5,7 miliardi di
dollari del quarto trimestre
( da "marketpress.info"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 08
Aprile 2009 BULGARIA, LA CRISI FINANZIARIA COLPISCE SOPRATTUTTO L’EDILIZIA
E IL SETTORE IMMOBILIARE: GLI INVESTIMENTI SI RIDUCONO DI DUE TERZI RISPETTO AD
INIZIO 2008 (-66%) NEL SETTORE BANCARIO PERMANGONO PERÒ CONDIZIONI CREDITIZIE
FAVOREVOLI ALLE
BANCHE ESTERE E LE BASSE IMPOSTE DIRETTE FAVORISCONO IL BUSINESS PER LE IMPRESE
STRANIERE Sofia, 8 aprile 2009 - “La dinamica degli
investimenti esteri, che dalla metà del
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Nord-Est sezione:
EST data: 2009-04-08 - pag: 9 autore: In programma al Cuoa di Altavilla
Vicentina da ottobre A scuola di fashion manager in accordo con la Toscana VICENZA
Aziende venete e toscane si stringono la mano per superare la crisi e creare progetti di formazione comune. Con la
partnership tra la business school del Nord-Est Cuoa e Polimoda, centro di alta
formazione per il settore moda toscano, con il patrocinio del Sistema Moda
Italia, nasce il corso di Fashion Management, per creare i nuovi manager. «Con
questa iniziativa abbiamo voluto unire le capacità di due importanti realtà nel
campo dell'alta formazione per dare vita a un'offerta che in questo delicato
momento congiunturale può dare molto – commenta Ferruccio Ferragamo, firma
della moda e presidente di Polimoda – Abbiamo infatti la capacità di offrire
figure professionali in linea con ciò che è la effettiva richiesta». Per la
moda italiana non è un periodo facile, e non è più possibile improvvisarsi
professionisti: servono profili precisi e specializzati con un'adeguata
formazione. «Inoltre, questa collaborazione rispecchia la volontà di Polimoda
di essere presenti in distretti per noi strategici, quale è il Nord-Est
italiano», conclude Ferragamo. Dello stesso avviso Vittorio Mincato, presidente
del Cuoa, la fucina dei manager del NordEst: «Stiamo vivendo in una fase di
trasformazioni cruciali per il nostro sistema imprenditoriale e per la nostra
economia – afferma – Lo scenario è drasticamente cambiato e il nostro sistema
manifatturiero, in particolare per quanto riguarda il comparto moda, oggi si
trova a dover fronteggiare mercati internazionali severamente mutati, anche per effetto della crisi finanziaria. Ecco perché questo corso executive è l'ennesima risposta data a
un sistema imprenditoriale che non deve temere i cambiamenti». Il fahion made
in Italy è fatto da oltre 58mila imprese, con un volume complessivo di
esportazioni superiore ai 27 miliardi di euro l'anno. L'11% di queste
aziende parla veneto, per un'export pari al 17% del totale italiano. Per la
quasi totalità si tratta di medio-piccole imprese. Ed è pensato proprio a loro
il corso, il cui inizio è stato posticipato a ottobre 2009. Durante le lezioni
tenute da esperti del settore verranno approfondite strategie e tecniche
relative alla gestione di aziende del sistema moda (abbigliamento, calzature,
accessori), con particolare attenzione ai modelli di sviluppo di imprese medio-
piccole nella nuova dimensione globale. Il corso si svolgerà a Villa Valmarana
Morosini di Altavilla Vicentina ( Vicenza), sede della Fondazione Cuoa, con uno
study tour a Firenze, visite aziendali e lezioni didattiche presso Villa
Strozzi a Firenze, sede di Polimoda. www.cuoa.it
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
REGGIO pag.
( da "marketpress.info"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 08 Aprile
2009 PIANO CASA Roma, 8 aprile 2009 - "Sono soddisfatto per l´accordo
raggiunto, un´altra intesa importante dopo quella sugli ammortizzatori sociali.
Ringrazio le Regioni per la collaborazione istituzionale” così
il presidente
del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa al termine
del Consiglio dei ministri dell’ 1 aprile. Oggetto
dell’accordo, il Piano casa del governo che si arricchisce di due nuove
iniziative: le misure per l´ampliamento delle abitazioni e il progetto di costruire
nuovi insediamenti urbani per chi la casa ha difficoltà ad affittarla o ad
acquistarla. Se solo il 10% degli italiani, ha spiegato il premier, decidessero
di mettere mano alle loro abitazioni, gli investimenti sarebbero dell’ordine
di 60/70 miliardi, circa quattro punti di Pil. Per quanto riguarda le risorse
necessarie per realizzare nuove abitazioni, destinate a chi casa ancora non ce
l’ha, Berlusconi ha affermato che “sono già allo studio alcune soluzioni, a
partire dalla
vendita degli immobili pubblici. Obiettivo è di mettere a punto strumenti
finanziari flessibili che possano consentire ai futuri proprietari di pagare
mutui con rate più basse degli affitti che chiede il mercato. Il progetto di
nuovi insediamenti urbanistici a misura d’uomo si aggiunge al
piano per l´edilizia popolare e al piano per l´edilizia privata: tre interventi
che servono da stimolo per il settore delle costruzioni, centrale secondo il
premier per la ripresa economica. Il Piano casa del Governo, dunque, si fa in tre. Dapprima
il Piano straordinario per l´edilizia residenziale pubblica, previsto
originariamente nella manovra finanziaria d´estate e
pensato per riammodernare il patrimonio immobiliare pubblico finalizzato a dare
un alloggio sociale alle famiglie disagiate, agli anziani, alle giovani coppie.
Questo Piano ha avuto una battuta di arresto per la mancata intesa con le
regioni, di fatto sbloccata con l´accordo del 5 marzo 2009, ratificato nella
riunione della conferenza del 12 marzo e che per essere completato è ora in attesa
di un Dpcm. Lo stanziamento del Governo per attuare il piano di edilizia
residenziale pubblica ammonta complessivamente a 550 milioni di euro. Nel
frattempo, la crisi finanziaria ed economica in questi mesi si è aggravata, così il presidente
del Consiglio per rilanciare un settore chiave della nostra economia quale è
l´edilizia e, nello stesso tempo, andare incontro alle esigenze delle famiglie
italiane, ha lanciato la proposta di un Piano di interventi per l´ampliamento
delle abitazioni di proprietà, tenuto conto che l´85% delle famiglie
italiane vive in case di proprietà. La proposta - dopo l´esame nel Consiglio
dei ministri del 13 marzo 2009 - è stata oggetto di un tavolo tecnico congiunto
Governo Regioni ed ha portato all´Intesa firmata il 31 marzo scorso. Intesa
recepita dalla Conferenza Stato/regioni del primo aprile e di nuovo sottoposta
al varo del Consiglio dei ministri riunitosi subito dopo la conferenza lo
stesso primo aprile. Cosa prevede l´intesa: 1. Per gli edifici residenziali
uni-bifamiliari o comunque di cubatura non superiore a
( da "Corriere della Sera"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 08/04/2009 - pag: 36 Banche e conti Allarme del Fmi:
titoli tossici a quota 4 mila miliardi di dollari Bankitalia stringe sui
manager I paletti per le assemblee. Unicredit: bonus legati ai risultati
pluriennali Nuove istruzioni di Via Nazionale. Panetta: emolumenti agganciati
al rischio e a performance di lungo periodo ROMA La Banca d'Italia insiste: da
via Nazionale è partita una nuova sollecitazione alle banche in vista delle
assemblee di bilancio perché adottino le nuove regole sugli stipendi dei
manager. Le istruzioni della Vigilanza sono dettagliate, chiedono in primo
luogo la completa informativa all'assemblea delle politiche retributive e
ribadiscono la necessità di ancorare i compensi ai rendimenti di lungo periodo.
Del resto Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia ha solo qualche giorno
fa, nella sua veste di presidente del Financial stability board, ha chiesto
alle autorità dei paesi del G20 di intervenire per contenere gli stipendi dei
manager. E ieri Fabio Panetta, capo del servizio studi di congiuntura e
politica monetaria di via Nazionale, ha ricordato in un occasional paper che
occorre graduare i compensi al rischio corso (meno rischi più compensi) e
comunque erogarli durante un periodo più lungo. Su questo terreno Unicredit ha
bruciato tutti sul tempo: in vista dell'assemblea del 27 aprile ha annunciato
il taglio ai mega bonus, o superliquidazioni per i manager che lasciano
l'azienda. E ha indicato un sistema di incentivi spalmati nel tempo sulla base
del raggiungimento degli obiettivi. In pratica una parte, circa la metà, della
retribuzione - per esempio dell'amministratore delegato di Unicredit,
Alessandro Profumo - sarà fissa ed il resto distribuita negli anni in base alla
performance del gruppo. Ma intanto ieri sul fronte della crisi finanziaria, Wall Street, che ha
aperto in ribasso perdendo in avvio il 2%, e le altre borse europee che hanno
chiuso in calo, hanno risentito delle stime anticipate dal Fondo monetario
internazionale sul valore dei titoli tossici accumulati dalle banche.
Potrebbero superare 4 mila miliardi di dollari, quasi il doppio di quanto
ipotizzato sempre dagli stessi economisti dell'organismo di Washington nel
gennaio scorso. Si tratta di un'anticipazione del rapporto che verrà presentato
nella capitale degli Usa il 21 aprile, alla vigilia degli incontri primaverili
del Fmi, diffusa dal sito del quotidiano Times. In particolare la gran parte
delle attività cattive o tossiche, pari a 3.100 miliardi di dollari, sono
originate negli Stati Uniti mentre 900 miliardi vengono dall'Europa e
dall'Asia. Per cercare di alleggerire il fardello dei titoli tossici,
riavviando per quel che possibile i meccanismi di scambio, gli Usa col suo
comitato Fasb (Financial accounting standards board) hanno annunciato
un'attenuazione dei principi contabili legati al fair value (valore equo), cioè
ai valori di mercato dei titoli che in questo momento sono azzerati. E
l'Europa, anche dietro la spinta dell'Ecofin, sta meditando di fare
altrettanto: lo Iasb (Internationale accounting standards board), il comitato
autonomo europeo che definisce i principi contabili, ha avviato una
consultazione sui punti della proposta americana e presenterà le sue
conclusioni dopo il 20 aprile. Stefania Tamburello
( da "Corriere della Sera"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere
della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 08/04/2009 - pag: 39 La Giornata
in Borsa di Giacomo Ferrari Il Brasile frena Fiat, rimbalza Cir Bancari giù
Credito: scendono Intesa-Sanpaolo (-4,02%) e Banco Popolare (-3,52%) Alla fine
l'S&P-Mib è arretrato dello 0,77% e il Mibtel dello 0,57%. Ma nel corso della seduta la discesa
degli indici aveva superato i due punti percentuali. A Piazza Affari, insomma,
c'è ancora molta incertezza dopo l'intonazione positiva della passata
settimana. Un sentimento che d'altra parte coinvolge anche le altre Borse,
soprattutto dopo le nuove stime sugli asset tossici delle banche e la conferma
del calo del Pil in Europa. Anche a livello di singoli titoli quella di ieri è
stata una giornata contrastata. A calare di più è stata Fiat (-4,81%), che
oltre alle vendite di beneficio ha subìto l'impatto di alcune cattive notizie,
come la nuova cassa integrazione per gli impiegati e la perdita della
leadership (a favore di Volkswagen) sul mercato automobilistico brasiliano.
Superiore ai quattro punti percentuali anche la perdita di Intesa-Sanpaolo
(-4,02%) che, insieme con il Banco Popolare (-3,52%), si colloca tra i peggiori
titoli del comparto creditizio. Brusca frenata, inoltre, per Saipem (-3,18%) e,
soprattutto, per Ansaldo Sts (-3,86%), scesa per il secondo giorno consecutivo
fermandosi comunque sopra la soglia psicologica di quota 10 euro. Per quanto
riguarda, invece, i titoli in progresso, il balzo più consistente
dell'S&P-Mib lo ha fatto Cir (+3,79%), seguito a ruota da Pirelli (+3,43%)
che continua il recupero in atto ormai da sei sedute. In recupero di oltre due
punti percentuali un piccolo drappello di titoli: nell'ordine Autogrill
(+2,82%), Buzzi- Unicem (+2,38%), Terna (+2,21%) e Unipol (+2,07%). Di circa
2,3 miliardi di euro, infine, il controvalore degli scambi.
( da "Corriere della Sera"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della
Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 08/04/2009 -
pag: 39 Il caso a Milano/2 Fastweb, niente cedola. «Troppi debiti» (g.fer.)
«Abbiamo deciso di privilegiare la riduzione del debito piuttosto che pagare il
dividendo». Così il presidente Carlsten Schloter ha spiegato agli azionisti
riuniti ieri in assemblea la scelta di accantonare l'utile realizzato da
Fastweb nel 2008. Schloter, che è anche amministratore delegato di Swisscom,
socio di riferimento di Fastweb, ha infatti osservato che il debito della
controllata è pari «a 2,6 volte il margine operativo lordo». La decisione
(insieme con il giudizio buy di Banca Leonardo) è stata apprezzata dal mercato:
ieri Fastweb ha guadagnato l'1,25%, chiudendo a quota 15,42 euro. Stefano
Parisi ad di Fastweb
( da "Corriere della Sera"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere
della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 08/04/2009 - pag: 39 Il caso
a Milano/1 Pirelli, un rally che dura da sei sedute (g.fer.) È da martedì 31
marzo che la quotazione di Pirelli cresce incessantemente. Con il guadagno di
ieri (+3,43%, migliore performance fra i titoli dell'S&P-Mib) il progresso
ha ormai superato il 27%. Anche se rispetto all'inizio dell'anno il bilancio è
ancora negativo, un rimbalzo che dura da sei sedute è comunque un fatto da
rilevare. Sono almeno un paio le ragioni che giustificano la riscoperta della
società milanese. In primo luogo il «riposizionamento» del titolo sulla scia
del recupero del comparto automobilistico. E poi il calo del prezzo del
caucciù, la materia prima necessaria per la produzione della gomma. M.
Tronchetti Provera presidente Pirelli
( da "Nuova Venezia, La"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 13 -
Economia Pasqua: pranzi e viaggi per distrarsi I veneti spenderanno 130 milioni
VENEZIA. Sono 130 i milioni che saranno spesi nel Veneto per la Pasqua 2009. Di
questi, 30 milioni saranno spesi per colombe e uova pasquali; 14 milioni per il
pranzo di Pasqua a casa a con amici; 4,5 milioni per il pranzo al ristorante o
fuori casa; 2,5 milioni per la gita di Pasquetta. L'indagine svolta dalla
Confesercenti del Veneto ha fotografato la Pasqua dei veneti. «Dallo studio
emerge il profondo rispetto della tradizione - commenta Maurizio Franceschi,
segretario Confesercenti Veneto -. I veneti festeggeranno la Pasqua con parenti
e amici. La maggior parte (71%) la trascorrerà a casa; solo il 14% pranzerà in
ristorante o in agriturismo; il 6% trascorreranno le festività in qualche luogo
di villeggiatura in Italia o all'estero». Saranno quasi 300 mila i veneti in
vacanza per le prossime festività pasquali. La stragrande maggioranza sceglierà
una località turistica dell'Italia. Oltre 550mila veneti si riverseranno negli
oltre 6 mila ristoranti ed agriturismi sparsi in tutta la regione. La stragrande
maggioranza (sette su 10) se ne starà a casa a pranzare in modo tradizionale.
Per Pasquetta invece, tempo permettendo, un veneto su 5 si riverserà nei
parchi, sui colli, al lago o sulle spiagge, per una prima vera scampagnata
primaverile. Si calcola che quasi un milione si concederanno la consueta
scampagnata per Pasqua. Per quanto riguarda la spesa, non aumenterà rispetto al
2008 ma nemmeno presenterà grandi variazioni: 30 milioni se ne andranno in
colombe e uova di cioccolato con una spesa media tra i 20 ed i 25 euro per
famiglia (sostanzialmente uguale al 2008). Pur non rientrando nella ricerca
Pasquale si prevede che ci sarà un buon incremento delle vendite di
abbigliamento, che permetterà un piccolo recupero delle minori vendite di
inizio 2009. «Sono previste più consumi ed acquisti nei giorni precedenti alla
Pasqua, soprattutto nel settore abbigliamento - continua Franceschi -. Rispetto
al 2008, quest'anno si registra una Pasqua alta e di questo dovrebbero goderne
i consumi. Purtroppo nessun segnale di superamento di un
periodo di crisi e di
stagnazione dei consumi che va ben oltre la crisi
finanziaria. Gli stessi provvedimenti governativi
non ci sembra stiano dando grandi frutti. A breve dovrebbero scattare gli
ammortizzatori sociali per quelle famiglie in difficoltà a seguito della crisi occupazionale, ma è evidente che
saranno un momentaneo palliativo». Il quadro complessivo è quello di
famiglie molto insicure sul futuro, una società che di fronte alla crisi non è tranquilla per il futuro e approfitta delle
feste per dimenticare il momento delicato.
( da "FullPress.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
In questa
situazione di confusione e complessità, qual è l’approccio
che un responsabile IT deve adottare nel 2009 per offrire valore e affrontare i
tagli di bilancio? Pubblicato il: 08/04/2009 --> Per affrontare il 2009 basta
sfruttare il valore dell’infrastruttura IT. Le divisioni IT sono
in grado di introdurre importanti cambiamenti nei processi e nell’efficienza
di un’organizzazione. Adesso è giunto il momento di premere l’acceleratore in
questa direzione con la crisi finanziaria che
esercita forti pressioni sui budget IT e la necessità delle organizzazioni di
diventare ancora più efficienti. Secondo un recente sondaggio commissionato da
Blue Coat, oltre la metà dei responsabili IT in Gran Bretagna è convinto che il
40%, se non di più, della larghezza di banda della rete viene utilizzato per
applicazioni ricreative o non strettamente legate all’attività
aziendale, ma confessano di non avere visibilità sulle applicazioni in
esecuzione all’interno delle reti aziendali. La maggior parte di essi sostiene
inoltre che il
numero di applicazioni utilizzate nella rete aziendale è cresciuto del 200%, o
persino di più, nel corso degli ultimi due anni. In questa situazione di
confusione e complessità, qual è l’approccio che un
responsabile IT deve adottare nel 2009 per offrire valore e affrontare i tagli di bilancio?
Favorire il lavoro in remoto Il lavoro in remoto può costituire una fonte di
risparmio per l’azienda e rendere gli utenti più efficienti.
Etichette: blue coat Segnala questa notizia: STAMPA
( da "Repubblica.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
MILANO - La
Consob, l'authority di vigilanza sui mercati finanziari, per la prima volta interviene nella vicenda dei dossier
illeciti di Telecom Italia. Con una lettera inviata al collegio sindacale della
società la settimana scorsa il presidente Lamberto Cardia ha accolto i rilievi
sollevati dai piccoli azionisti riuniti dall'Asati e ha chiesto che la
relazione allegata al bilancio 2008 venga redatta in maniera più esauriente.
Dunque già all'assemblea di oggi, che inizierà alle 11 presso la sede Telecom di
Rozzano, i sindaci uscenti dovranno spiegare in maniera più chiara e più
trasparente ciò che è successo in Telecom dal 2001 al 2007. Finora il collegio
sindacale presieduto da Paolo Golia aveva omesso completamente, nella sua
relazione, ciò che è accaduto dal 2001 al 2003, anche perché non era ancora
entrata pienamente in vigore la legge 231 sulla responsabilità amministrativa
delle società. Quello è però un periodo chiave, secondo Franco Lombardi,
presidente di Asati, per capire effettivamente da dove arrivavano le richieste
di spionaggio poi realizzate dalla security interna anche in collaborazione con
agenzie investigative esterne alla società. Lo stesso tema è stato sollevato
ieri da due esponenti del Pd, Marco Filippi e Silvio Sircana, quest'ultimo ex
portavoce di Romano Prodi dal 2006 al 2008, proprio in una lettera indirizzata
alla Consob e che riprendeva i temi sollevati dall'Asati. "Chiediamo che
la Consob, a garanzia e a tutela degli azionisti di Telecom italia e
nell'esercizio dei poteri conferitigli dalla legge, inviti il collegio
sindacale, in occasione dell'assemblea dell'8 aprile, a integrare la relazione
sul bilancio 2008, esponendo le proprie considerazioni sul periodo 2001-2007
nel quale, come è noto, si è verificato lo scandalo del dossieraggio". I
due parlamentari forse non sapevano che in effetti Cardia si era già mosso in
seguito alla richiesta di Asati e comunque oggi i sindaci saranno chiamati a
uno sforzo supplementare. Quanto sarà ampio questo sforzo lo si vedrà anche
misurandolo con le ulteriori richieste che sono arrivate da piccoli azionisti e
parlamentari. "Chiediamo inoltre - prosegue la lettera di Filippi e
Sircana - che lo stesso collegio sindacale predisponga una delibera che prenda
in esame l'opportunità di sporgere azione di responsabilità non solo nei
confronti della dirigenza Telecom dell'epoca ma anche nei confronti di quanti
dal 2001 al 2003 resero possibile che fosse il capo della security di Pirelli
ad indirizzare, anche operativamente, l'attività della security di Telecom".
OAS_RICH('Middle'); In pratica, dalle carte processuali ormai tutte pubbliche,
risulta evidente che fin dall'estate 2001, periodo nel quale Pirelli acquisisce
il controllo di Telecom, Giuliano Tavaroli, allora responsabile della secutiry
della società milanese, aveva fin da subito cominciato a lavorare per
estromettere i responsabili della sicurezza della società telefonica con il
fine evidente di prendere il loro posto. Fatto che poi avvenne puntualmente nel
2003. Da qui nasce la richiesta ai sindaci della società di far piena luce su
quel periodo poiché solo in tal modo si può stabilire a chi effettivamente
rendeva conto Tavaroli. Tutto ciò assume anche un significato particolarein
vista dell'apertura dell'udienza preliminare del processo a Milano il prossimo
23 aprile, processo che potrebbe avere vita breve dal momento che molti degli
imputati hanno hanno intenzione di chiedere il patteggiamento della pena. Ma i
giudici dovranno in qualche modo tener conto delle 4 mila persone che
rappresentano le parti offese di questo procedimento, tra cui anche personaggi
noti dello sport e dello spettacolo, molte delle quali determinate a chiedere
ingenti risarcimenti in sede civile. (8 aprile 2009
( da "BlueTG online"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Multinazionali
italiane sotto i riflettori da Finmeccanica a Campari 08-04-2009 10:38 - La crisi finanziaria non arresta le attività di finanza straordinaria dei gruppi
italiani. Così Finimeccanica tenta di non pensare allo stop alla commessa del
"Marine One" (il nuovo elicottero presidenziale Usa) e si consola con
il successo raggiunto dall'emissione di un nuovo bond decennale in sterline per
400 milioni di sterline, cedola 8%, prezzo di riofferta pari a 99,022,
completamente collocato presso investitori istituzionali. Campari fa anche
meglio, portando a termine l'acquisizione di Wild Turkey (che oltre all'omonimo
marchio di bourbon whiskey, una distilleria in Kentuky e le scorte di prodotto
invecchiato controlla il brand Amerian Honey), la maggiore mai realizzata nella
storia della multinazionale italiana, acquisita per 575 milioni di dollari
dalla francese Pernod Richard. (l.s.)
( da "Blog Stefano Quintarelli"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
08 aprile 2009
Liveblogging dall'Assemblea Telecom 11.40 Galateri: con Telefonica competiamo
vigorosamente dove siamo entrambi presenti e collaboriamo altrove. La qualita'
delle relazioni con l'autorita' e' molto migliorata. Open access e' una cosa
che va bene a tutti; assoluta parita' di trattamento interno/esterno, con buona
parte degli impegni in vigore da 1 aprile. Vogliamo essere attori del processo
di modernizzazione del paese. Il bilancio di sostenibilita' e' stato
distribuito con una chiavetta USB (facce a punto di domanda, ndr). Migliora
l'efficienza energetica.le TLC sono un settore che resiste
meglio alla crisi; la
comunicazione e' un necessita' non comprimibile; i vas potrebbero risentire.
Poi racconta della crisi finanziaria. La borsa italiana in un detrminato periodo e' stata la peggiore
in europa (-49%), TI -28%. Bernabe' ha fatto un lavoro estremamente brillante
per ottenere l'aumento del canone di ULL. Fiducia nel piano industriale
e determinazione per gli obiettivi. 11.22 Paolo Golia: Golia legge un
comunicato della Consob relativo alla vicenda Security Consob invita il
collegio sindacale a integrare le proprie comunicazioni in assemblea riportando
gli esiti della procedura che il collegio sindacale aveva messo in atto.
(monitoraggio del processo giudiziario, compliance rispetto a obblighi in
materia dati personali e di traffico). Revisione in corso di aspetti
organizzativi e tecnologici per la compliance. Riferisce avviso conclusione
indagini preliminari tavaroli, e iscrizione societa' in registro indagati per
corruzione; incarico a consulenti legali di esame documentazione (160 faldoni).
Per integrazione richiesta consob: fino a 2007, rimanda alla documentazione
gia' fornita agli azionisti; per il
( da "Giornale.it, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Sul Giornale di
oggi intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto
in Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande
successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più
influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un
mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva
degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare
ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi
le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la
coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano
conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti
come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano:
cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava
davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei
problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione».
Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema
così non poteva funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a
credito, tutto esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla
campagne. Il governo americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi
piccoli: non potete proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione
finiva nelle mani dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che
cosa fanno? Vanno nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso
questo? Ora c'è la possibilità di creare sistema più equilibrato. Era
un'economia guidata dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali
e il rispetto della natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più
saggio, basato sui valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo
ogni grande tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici
settembre i newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li
interpeta come segnali di una trasformazione della coscienza e della
sensibilità collettive. E se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo
l'intuizione di Thurman trova conferme. Il mio collega Cristiano Gatti,
racconta la straordinaria dignità degli abitanti delle zone colpite. Scrive in
un bellissimo articolo: "Di sventure e di dolore, di lutto e di rabbia,
insomma di creature afflitte e dolenti ormai ne abbiamo viste tante, passando
da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo dico da semplice testimone neutrale, ho
ammirato un simile affresco di spontanea compostezza, di sano orgoglio, di
rigoroso rispetto. L'Aquila e dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non
abbia un buon motivo per piangere, ma da questo girone infernale si alza solo
silenzio, decoro, contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto
e mi chiedo: dalla crisi economica, dalle tragedie,
sta nascendo davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo
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RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Apr 09
Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione) Per una volta
l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè
dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati
rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti
finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in
Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a
Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche
ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada,
scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche
e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non
arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia
conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro
Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma
e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche
edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto
dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il popolo
di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e considera
Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso da
difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il
sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero
prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il
31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero
stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il
comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in
Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun
legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i terremoti.
La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo
parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa aria.. sì,
diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia confusamente
arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader
del mondo hanno espresso all'Italia solidarietà e cordoglio, anche il
presidente Obama, con toni partecipi e una lunga telefonata a Berlusconi. Lo
ringraziamo, ma poi l'ambasciata americana ha deciso lo stanziamento di 50 mila
dollari per l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila dollari. Un pensierino ino
ino ino, peraltro non richiesto dall'Italia. Il governo americano poteva
proprio rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito
democratico, spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 45 )
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Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in
Europa e Turchia sancisce un grande successo di immagine per Obama. La stampa
lo ha esaltato e non capita mai che un presidente, all'estero, venga accolto da
folle in delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika.
Obama in Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi
rivelano che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine settembre,
batterebbe agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal
carattere forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante
popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti, possono essere
ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era viscerale, né
irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di
strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia
di essere anche politica, sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale.
L'esperienza del profeta della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss,
quella del primo presidente afroamericano difficilmente terminerà con
l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio ha svelato al
mondo un'altra America, meno sicura di sé, improvvisamente umile, a tratti
quasi implorante. Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi,
quella di oggi dà l'impressione di subirli. Il G20 è stato salutato come un
grande successo, ma Washington non ha ottenuto l'impegno di tutti i Paesi a
varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della Nato si aspettava un
impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per l'invio duraturo di nuove
truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di 5mila uomini limitato alle
elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse settimane aveva esercitato
pressioni fortissime per piegare le resistenze degli europei. Inutilmente: per
la prima volta il Vecchio Continente può dire no, senza temere lacerazionie
tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata improvvisamente forte? No, è quella di
sempre caotica, litigiosa, multicefala. Semmai è l'America a essere divenuta
debole. Obama ha avuto l'onestà intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a
provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli
Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben
sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un
capo della Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader
che parla poco e ascolta molto. Nei due vertici - G20 e Nato - ha dovuto
ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore. La sua è un'America che
tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio: Obama sta gestendo un
periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere il ruolo di
superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di un grande
Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama, crisi, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo,
germania, francia Commenti ( 39 ) » (7 voti, il voto medio è: 2.86 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti,
molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso storico, Obama
ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i risultati del
G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e speranza, nel
tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le Borse hanno risposto. Tuttavia
analizzando i contenuti ci si accorge che, come previsto, il G20 ha portato
poche novità. L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del Fmi: erano
previsti 500 miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato che
intendono regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le
norme devono essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. -
secondo Brown "non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire
le società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè
ogni Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno
dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle
banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione
d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un
codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti (
vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno
a far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la crescita non potrà
più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino
globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre
più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile
che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.
Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da
1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia mondiale - il problema più
urgente, quello di una riforma strutturale del sistema finanziario mondiale è
irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il
mark-to-market ovvero la norma che obbligava le banche a valutare ogni giorno
il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e siccome molti di questi non
hanno acquirenti le banche erano costrette a iscrivere a bilancio perdite
colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro
i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè
affrontare le cause del male. L'impressione è che il G20 si servito soprattutto
a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel
tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo
ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il
tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale?
Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi,
società, economia, gli usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa,
francia Commenti ( 44 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo
giornalismo). Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso
d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca
d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi
sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la
più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta
esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo
chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea
le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao.
E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un
fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore
giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra.
Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è
esplosa la protesta contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario
e politico teme che le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il
messaggio che gli spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non
infiammare gli animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una
tv di regime. Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene
molti governi siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi:
tutti i mezzi d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle
proteste, giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la
Cnn e, purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa
americana che negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in
Irak, ha censurato inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e
per oltre un decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture
della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi,
era diventata il megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa
europea (e quella italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato
quella americana come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è
verso il basso e non è una buona notizia per il giornalismo occidentale.
Scritto in manipolazione, era obama, spin, crisi,
comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste,
democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (2 voti, il voto
medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed
RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20,
tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama
arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi
industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si
concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è
difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli
hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme
strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia
reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc.
Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa.
Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non
seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità
statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i
salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno
l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E
per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della
stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma
la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha
vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama
non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla
necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza
della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio
generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa
ritiene più importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare
i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al
75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio
confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su
altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa
Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines,
ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a
respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al
vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto
traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di
essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più
lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta
un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il
mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi.
Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi,
economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione,
francia Commenti ( 53 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.8 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi
un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente,
perchè Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla
maggioranza degli italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in
Italia, ma non solo, affrontano la crisi meglio di una
sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista (ricordate il
libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un centrodestra,
dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo stapotere della
finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti, Bossi, certi
esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd, che è fallito
perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha saputo creare
una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post comunisti. Al Pd, come
già osservato su questo blog, manca il senso di appartenenza. La domanda che mi
pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia e, soprattutto, il popolo di An,
che è più piccolo ma più coeso, saprà riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo
partito sarà sentito come proprio dai militanti? Avrà una coerenza ideologica,
programmatica, sociale? Se la risposta sarà negativa, non è difficile prevedere
un aumento dei consensi a Lega e Udc, che hanno già un profilo consolidato e
sono facilmente riconoscibili dagli elettori. Il successo del nuovo partito nel
medio e lungo periodo si gioca sull'identità. Che dovrà essere forte,
autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto in politica, pdl, partito democratico,
democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Mar 09 Ma il mercato distorce
la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi abbiamo parlato molto di economia
e mi spiace dover restare in tema, ma sono rimasto colpito da questa
affermazione di George Soros, l'ex speculatore che affossò la lira e la
sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru
economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i
fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri
durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato
questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati
(finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I
mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono
sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa
queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci bene,
forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e penso
che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del benessere
intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i mercati
finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda e
offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi
strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli
industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni,
sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite
inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior
valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non
servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso
da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al
rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il
petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da
( da "Lavoce.info"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
>UN PROBLEMA DI ESTERNALITÀ FINANZIARIA di Tommaso Monacelli
08.04.2009 La crisi ci
insegna non solo che un problema di esternalità finanziaria può condurre a effetti devastanti sui bilanci delle banche
quando i prezzi degli asset cominciano a scendere. Ma anche che la necessità di
svendere attività fortemente illiquide, può aggravare la situazione,
esacerbando i problemi di liquidità. Ma come prevenire gli eccessi di
espansione della leva e del credito? Ricordando che dove c'è un'esternalità,
c'è una imperfezione del mercato. Che richiede una regolamentazione. E le nuove
regole non possono prescindere dal concetto di rischio aggregato. Un concetto
base che si insegna agli studenti del primo anno di economia è quello di
esternalità. Facciamo un esempio. Allo stadio posso essere tentato di alzarmi
in piedi per seguire meglio una fase della partita in cui è impegnato il mio
calciatore preferito. Questo gesto è chiaramente ottimale dal punto di vista
del mio benessere individuale (sarò io a vedere meglio degli altri). Nello
scattare in piedi seguendo il mio istinto individuale, però, di fatto non tengo
conto delle conseguenze “esterne” della mia azione: se ogni spettatore
agisse in questo modo, con lo scopo di massimizzare il proprio benessere, tutti
finirebbero per vedere limitata la propria visuale della partita. Risultato:
tutti finirebbero per stare peggio. Abbiamo quindi un’esternalità
quando un
individuo prende una decisione che sembra ottimale dal punto di vista della
propria utilità o profitto individuale, ma che risulta invece negativa dal
punto di vista del benessere collettivo (se tante di queste decisioni
individuali sono aggregate simultaneamente). La ragione di fondo è che ogni
individuo, nel prendere le proprie decisioni, agisce come se tale decisione
fosse adottata in completo isolamento. ESTERNALITÀ IN BANCA Un problema di
esternalità è probabilmente alla base del boom del credito prodromo della crisi finanziaria recente. Molto spesso si sente dire che la
crisi deriva da un “eccesso
di credito facile”. Quello che non è chiaro, però, è “eccesso” rispetto a quale
valore fondamentale? C’è un senso in cui possiamo interpretare le ricorrenti fasi di boom del credito a
cui abbiamo assistito in diverse economie del mondo sviluppato (e non) negli
ultimi trent’anni, e che poi spesso sono sfociate in crisi
finanziarie acute, come inefficientidal punto di vista del benessere sociale?
Sostituite il nostro individuo “monade” da stadio con una
banca. Intorno costruite la scenografia dello squilibrio finanziario globale:
dai primi anni Novanta da una parte del mondo, i paesi asiatici e produttori di
petrolio, proviene un eccesso di offerta di risparmio alla ricerca di elevata
remunerazione. In estrema sintesi, lo sviluppo della finanza strutturata è
stata una risposta ottimale del sistema bancario anglo-americano a un eccesso
di offerta di risparmio che non trovava a casa propria, in Asia, un impiego
adeguato sotto forma di investimenti, e questo dovuto alle inefficienze del
sistema finanziario dei paesi asiatici, essenzialmente la Cina. Ogni banca
giocava il gioco della finanza strutturata agendo in maniera potente sulla leva
finanziaria, cioè indebitandosi sempre di più quando
le cose andavano bene per poter a propria volta prestare di più. Nel fare ciò,
però, ogni banca agiva come se i prezzi dei titoli che venivano scambiati
fossero indipendenti dalle loro azioni. Tecnicamente, ogni banca prendeva
decisioni sulla propria leva finanziaria assumendo i
prezzi di queste stesse attività come dati, in particolare titoli del tipo
mortgage-backed securities (Mbs) che andavano accumulandosi nei loro bilanci.
Ma ovviamente più ogni banca tendeva a comportarsi così individualmente, più i
prezzi degli asset stessi salivano. Perciò le banche non internalizzavano
adeguatamente il fatto che in uno stato del mondo avverso avrebbero dovuto fare
una svendita forzosa (fire-sale) dei loro asset. La svendita avrebbe innescato
un processo vizioso di auto-rafforzamento: prezzi degli asset che scendono,
banche che cercano di vendere i titoli in bilancio per tamponare le perdite,
ulteriore effetto depressivo sui prezzi, e così via in un circolo vizioso di
liquidità che si prosciuga. Rispetto a quello che sarebbe socialmente ottimo,
le banche attribuiscono quindi alla liquidità un valore eccessivamente alto
durante le fasi di boom, ma eccessivamente basso durante quelle di contrazione.
La conclusione: troppo indebitamento e troppo rischio per tutti. Esattamente
come allo stadio: tutti in piedi e tutti scontenti. In generale, possiamo
pensare a questa “esternalità finanziaria” come
a un elemento strutturale dei nostri sistemi economici avanzati. In tale
contesto, le banche non internalizzano gli effetti macroeconomici (di “equilibrio
generale”) sui prezzi degli asset delle loro decisioni finanziarie individuali.
È esattamente in questo senso che è rigoroso definire il famoso boom del
credito facile degli ultimi quindici anni come socialmente inefficiente. (1) E
quindi argomentare in maniera fondata che le banche stavano accumulando un
livello di rischio eccessivo dal punto di vista del benessere collettivo. Si
dirà: come è possibile che la politica di leva finanziaria
(più debito in tempi grassi) fosse ottimale dal punto di vista di ciascun
operatore finanziario? Che cosa c’entra l’esternalità? Queste
banche erano semplicemente scriteriate, adottavano politiche insostenibili dal
punto di vista della loro capacità di ripagare il debito. (2) In realtà anche una
teoria basata sull’esternalità finanziaria spiega questo
presunto dilemma. Pensiamo allo stadio: è proprio quando tutti si alzano in
piedi (che è poi l’equilibrio risultante del sistema) che risulta
per me individualmente ottimo alzarmi (e rimanere) in piedi (altrimenti come faccio a vedere?).
(3) Allo stesso modo: è proprio quando i prezzi degli asset sono “eccessivamente”
elevati (e abbiamo chiarito in che senso), e c’è il mercato in ascesa, che può
sembrare ottimo agire ulteriormente sulla leva finanziaria (perché
offro come garanzia asset che crescono di valore). Ne segue una ulteriore
possibile implicazione. Il boom del credito non avrebbe niente a che fare con
problemi di moral hazard. Cioè con l’aspettativa da parte delle banche che se anche avessero
fatto crescere la loro leva finanziaria a dismisura,
lo Stato sarebbe poi in qualche modo intervenuto per salvarle, è la tesi del “too
big to fail”. Per coloro che credono alla tesi del moral hazard, la causa
principale delle
crisi finanziarie risiede in un “eccesso
di assicurazione”, proprio quella derivante dallo Stato come prestatore di
ultima istanza. Secondo l’interpretazione dell’esternalità finanziaria,
invece, il fatto che le banche prevedano in anticipo che in caso di fallimento
lo Stato le salverà è del tutto irrilevante. Un elemento chiave della recente crisi è che l’esternalità finanziaria
ha soprattutto coinvolto le famose banche di investimento. Queste banche
avevano una particolare conformazione dei bilanci: detenevano asset a lungo
termine, i famigerati Mbs, finanziati con debito a breve termine, di solito
titoli commercial paper. Si noti la differenza con l’attività
delle banche tradizionali, che generalmente detengono attività a lungo termine
(prestiti alle imprese)
finanziate con passività a vista (i depositi delle famiglie). In presenza di
shock negativi, queste banche cercano di svendere asset fortemente illiquidi, e
quindi quasi per definizione si trovano di fronte a un problema di liquidità
(la cosiddetta liquidità di mercato). Perciò, la crisi
ci insegna non solo che un problema di esternalità finanziaria
può condurre a effetti devastanti sui bilanci delle banche quando i prezzi
degli asset cominciano a scendere; ma anche che la necessità di svendere
attività fortemente illiquide frutto della securitization, può aggravare la crisi stessa, esacerbando a sua volta i problemi di
liquidità. RISCHI E ASSICURAZIONI Quali implicazioni ne derivano per la
politica economica? Distinguiamo tra situazione ex-post ed ex-ante crisi. Durante la crisi, è chiaro
che sia necessario intervenire per frenare la svendita degli asset, sia
attraverso una ricapitalizzazione delle banche o una stabilizzazione dei prezzi
dei titoli. Ma questo ovviamente non risolve il problema di base: prevenire gli
eccessi di espansione della leva e del credito ex-ante. Per farlo, è necessario
tenere a mente il problema dell’esternalità finanziaria.
Dove c’è un’esternalità, c’è una imperfezione del
mercato, e questo richiede una regolamentazione. Molti si chiedono tuttora se requisiti
di capitale adeguati per le banche potrebbero prevenire il ricorrente problema
dell’eccesso di leva finanziaria. La risposta è che possono farlo
solo se tali requisiti, a differenza di quanto stabilito sotto Basilea II,
tengono ben presente il concetto di rischio aggregato (o di sistema). C’è
quindi una ragione di efficienza economica per sostenere che nuove forme di
regolamentazione debbano obbligare le banche ad adottare sistemi di valutazione
del rischio “tarati” per il rischio macroeconomico. Proprio come per tutti noi è
obbligatorio fare l’assicurazione sulla macchina: ma in questo caso,
per le banche, un tipo molto particolare e innovativo di assicurazione. (1) Per ulteriori approfondimenti si veda G.
Lorenzoni, “Inefficient Credit Booms”, Review of Economic Studies 75 (3), 809-833;
A. Korinek, “Systemic Risk-Taking: Amplification Effects, Externalities, and
Regulatory Responses”, September 2008, Mimeo, University of Maryland. (2)
Nota a latere: sarebbe una teoria questa? (3) Tecnicamente: se quando tutti si alzano in piedi
è individualmente ottimo stare in piedi (e viceversa), allora “tutti
in piedi” è un equilibrio. Ovviamente un altro equilibrio sarebbe: tutti
seduti. Ma questo richiede coordinamento, indotto o da regole (gli steward allo stadio) o
da “norme sociali”.
( da "Denaro, Il" del
08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mediterraneo
area med La crisi frena i traffici mercantili Il
fenomeno vale per tutti gli scali marittimi: situazione critica per Genova La
burrasca della crisi finanziaria mondiale agita anche le acque del
Mediterraneo, con ripercussioni negative sul traffico mercantile. Che, dal mese di gennaio, ha fatto
registrare un calo del 20 per cento per cento. Contraccolpo della minore
produttività (quando non della chiusura) di molte imprese esportatrici, che si
ripercuote sui volumi dei traffici portuali in generale. Un fenomeno che vale
per tutti gli scali marittimi e, in particolare, per quello italiano di Genova
(uno dei porti principali negli scambi con la Tunisia), per quelli spagnoli e
per quello francese di Marsiglia dove, tra l'altro, il cantiere di riparazioni
Union Naval Marseille è stato dichiarato fallito. Lo stato di crisi viene evidenziato anche dal forte calo registrato lo
scorso febbraio dal traffico nel Canale di Suez: - 24,2 per cento rispetto allo
stesso periodo del 2008, con 1.272 navi contro 1.676. Di particolare rilievo la
contrazione del traffico delle navi rinfusiere (-44 per cento), delle car
carrier (-43,4) e delle portacontainer (-32 per cento). Nel primo bimestre
dell'anno nel canale sono transitate 2.585 navi, con una diminuzione del 23,2
per cento rispetto al primo bimestre dello scorso anno. Di tutto ciò si è
discusso a Tunisi esperti di vari Paesi, nell'ambito del convegno "Il
trasporto marittimo, trait d'union per il Mediterraneo", organizzato in
occasione del cinquantenario della Compagnie de Navigation Tunisienne (Ctn). Il
francese Paul Tourret, direttore dell' Istituto Superiore di Economia Marittima
(Isemar), non usa mezzi termini affermando che i porti del Mediterraneo sono
duramente colpiti dalla crisi. Concetti ribaditi da
John Vershelden, direttore di Apm Terminals, uno dei maggiori nel suo settore a
livello mondiale, che ha parlato di una realtà molto inquietante. E ciò
nonostante una riduzione dei prezzi praticati per il trasporto. Per quanto
riguarda i porti tunisini, i risultati dell'andamento del primo trimestre
dell'anno non sono ancora stati resi noti, ma gli specialisti si sono
dimostrati pessimisti, in quanto la loro attività di esportazione si basa in
gran parte su settori più toccati dalla crisi quali il
tessile-abbigliamento, l'agroalimentare e l'industria meccanica. Mare meno
agitato per il segretario di stato tunisino al Commercio estero, Chokri
Mamoghli che, parlando dei progetti per le infrastrutture portuali (Enfidha in
particolare), si è detto fiducioso in quanto risolveranno i problemi. Più
realista il ministro dei Trasporti, Abderrahim Zouari, secondo il quale la crisi farà segnare alla Tunisia "un ribasso dal 10 al
15 per cento nei trasporti delle merci nel primo semestre dell'anno".
Quando si placherà la burrasca? Secondo i pareri più concordi, nel 2010. Nel
frattempo (e in previsione della realizzazione del porto in acque profonde di
Enfidha, nel centro della Tunisia) ci si deve impegnare nello sviluppo del progetto
delle autostrade del mare sulle rotte Tunisi-Genova e Tunisi-Marsiglia. Al
riguardo la Ctn è stata incaricata dalla Commissione Europea, che le fornirà
adeguata assistenza tecnica, di redigere un apposito studio. del 08-04-2009
num.
( da "Denaro, Il" del
08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Borsa & Mercati bulgaria La crisi finanziaria colpisce soprattutto l'edilizia "La dinamica degli
investimenti esteri, che dalla metà del
( da "Gazzettino, Il (Padova)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
«Il nostro fatturato
è in continuo aumento E proteggiamo gli agricoltori dalla crisi»
Mercoledì 8 Aprile 2009, Balzo in avanti di oltre il 19 per cento rispetto
all'anno precedente per il fatturato del Consorzio Agrario di Padova e Venezia,
che nel 2008 si è assestato sui 166 milioni 424 mila euro. Un risultato che
porta il consorzio tra le prime posizioni a livello nazionale e ne fa una delle
maggiori aziende della provincia, con 183 dipendenti, 30 tra agenti e tecnici,
42 punti vendita e 2,2 milioni di quintali di cereali stoccati. Numeri ancora
più significativi in questo periodo di difficoltà economica, nel quale però il
sistema agricolo può giocare un ruolo di spicco per favorire la ripresa.
Inoltre il Consorzio Agrario allarga le proprie opportunità di business a
settore come il giardinaggio, l'orticoltura, l'hobbistica, la promozione dei
prodotti del territorio, le energie alternative. «La scorsa annata è stata
veramente molto difficile - afferma Federico Dianin, presidente del Consorzio
Agrario di Padova e Venezia - e nel volgere di pochi mesi si è passati da
quotazioni record a valori di minimo storico. La crisi finanziaria internazionale ha
travolto anche il comparto agricolo trascinando in un autentico rally dei
prezzi tutti gli operatori e a tutti i livelli. Lo sforzo del Consorzio è stato
principalmente quello di offrire protezione contro una speculazione devastante
nel rispetto comunque delle tendenze più o meno conservative dei nostri
produttori».
( da "Giornale.it, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Sul Giornale di
oggi intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in
Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande
successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più
influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un
mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva
degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare
ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi
le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la
coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano
conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti
come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano:
cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava
davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei
problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche
l'informazione». Questa crisi è un'opportunità
"perché il sistema così non poteva funzionare: stavamo correndo verso il
disastro. Tutto a credito, tutto esasperato, centinaia di milioni di persone
strappate alla campagne. Il governo americano e le grandi istituzioni dicevano
ai Paesi piccoli: non potete proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la
produzione finiva nelle mani dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più
lavoro che cosa fanno? Vanno nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È
progresso questo? Ora c'è la possibilità di creare sistema più equilibrato. Era
un'economia guidata dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali
e il rispetto della natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio,
basato sui valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni
grande tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici
settembre i newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li
interpeta come segnali di una trasformazione della coscienza e della
sensibilità collettive. E se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo
l'intuizione di Thurman trova conferme. Il mio collega Cristiano Gatti,
racconta la straordinaria dignità degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un
bellissimo articolo: "Di sventure e di dolore, di lutto e di rabbia,
insomma di creature afflitte e dolenti ormai ne abbiamo viste tante, passando
da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo dico da semplice testimone neutrale, ho
ammirato un simile affresco di spontanea compostezza, di sano orgoglio, di
rigoroso rispetto. L'Aquila e dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non
abbia un buon motivo per piangere, ma da questo girone infernale si alza solo
silenzio, decoro, contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto
e mi chiedo: dalla crisi economica, dalle tragedie,
sta nascendo davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo
1 Commento » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS
Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Apr 09 Terremoto,
l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione) Per una volta l'Italia ha
stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche
sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà
della gente comune commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile.
Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e
senza ma, ha offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma,
l'ha accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di
continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata
l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati
per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero
bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura
della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici
non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state
solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio,
qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo
mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il
terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di
averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione
fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo
che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero
state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i
paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito
il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una
trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi
francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato
che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno
iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo
è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato,
un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente
manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader del mondo hanno espresso
all'Italia solidarietà e cordoglio, anche il presidente Obama, con toni
partecipi e una lunga telefonata a Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi
l'ambasciata americana ha deciso lo stanziamento di 50 mila dollari per
l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila dollari. Un pensierino ino ino ino,
peraltro non richiesto dall'Italia. Il governo americano poteva proprio
rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico,
spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 46 ) » (3 voti, il
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 09
Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia
sancisce un grande successo di immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e
non capita mai che un presidente, all'estero, venga accolto da folle in delirio.
O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in Germania
ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano che, se
si candidasse alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe agevolmente
Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere forte,
carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante popolarità
dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti, possono essere ancora amati
nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era viscerale, né irreversibile,
ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di strada non erano
rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia di essere anche
politica, sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale. L'esperienza
del profeta della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss, quella del
primo presidente afroamericano difficilmente terminerà con l'implosione degli
Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio ha svelato al mondo un'altra
America, meno sicura di sé, improvvisamente umile, a tratti quasi implorante.
Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà
l'impressione di subirli. Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma
Washington non ha ottenuto l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra
di stimolo. Dal vertice della Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato
da parte degli alleati per l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha
ottenuto lo spiegamento di 5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali.
Eppure nelle scorse settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare
le resistenze degli europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio
Continente può dire no, senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue
è diventata improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa,
multicefala. Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto
l'onestà intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non
possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora
Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa
Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e
ascolta molto. Nei due vertici - G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di
negoziatore, di pacificatore. La sua è un'America che tende la mano e riscopre
il consenso. Con un dubbio: Obama sta gestendo un periodo di difficoltà
transitoria in attesa di riprendere il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov,
verrà ricordato come il gestore di un grande Paese che declina tra gli applausi
del mondo? Scritto in era obama, crisi, europa,
globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti ( 39 ) » (7
voti, il voto medio è: 2.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico
03Apr 09 Dal G20 pochi fatti, molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di
un compromesso storico, Obama ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato
con enfasi i risultati del G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere
fiducia e speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le
Borse hanno risposto. Tuttavia analizzando i contenuti ci si accorge che, come
previsto, il G20 ha portato poche novità. L'unica è l'aumento dei fondi a
disposizione del Fmi: erano previsti 500 miliardi, saranno 750. per il resto: -
hanno annunciato che intendono regolamentare gli hedge funds e le agenzie di
rating. Bene, ma le norme devono essere ancora stabilite e il dibattito rischia
di essere lungo. - secondo Brown "non ci saranno più i bonus per i manager
che fanno fallire le società". Era ora, ma più che altro è un auspicio
condiviso, perchè ogni Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come
realizzarlo. - hanno dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire
i bilanci delle banche dagli asset tossici", ma anche questa è una
dichiarazione d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine
sparso e un codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba
Navaretti ( vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti
innovativi: l'impegno a far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che
la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce
"un traino globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno
un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a
breve è improbabile che queste economia possano generare una domanda interna
molto forte. Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente su due punti: - il
pacchetto da 1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia mondiale - il
problema più urgente, quello di una riforma strutturale del sistema finanziario
mondiale è irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il
mark-to-market ovvero la norma che obbligava le banche a valutare ogni giorno
il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e siccome molti di questi non
hanno acquirenti le banche erano costrette a iscrivere a bilancio perdite
colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro
i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè
affrontare le cause del male. L'impressione è che il G20 si servito soprattutto
a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel
tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo
ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il
tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale?
Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi,
società, economia, gli usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa,
francia Commenti ( 44 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo
giornalismo). Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso
d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca
d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi
sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la
più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta
esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo
chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea
le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao.
E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un
fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore
giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo
per la seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la
protesta contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico
teme che le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio
che gli spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare
gli animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di
regime. Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti
governi siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i
mezzi d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste,
giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e,
purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che
negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato
inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un
decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il
megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella
italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana
come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e
non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in
manipolazione, era obama, spin, crisi, comunicazione,
società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste, democrazia,
globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore
per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a
Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma
questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni
probabilità con pochi risultati concreti, che non è difficile prevedere: un
impegno generico a una nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro
i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel
cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in
discussione: questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più
importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un
pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via
del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama,
in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche
e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500
miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane
l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato
di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera
tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I
consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama non insisterà
con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di
varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della
risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico,
senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa ritiene più
importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare i rischi di
un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al 75% sui
consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio confermerà la
straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su altri
dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa Washington
pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines, ma
nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a
respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al
vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto
traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di
essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più
lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta
un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il
mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi.
Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi,
economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione,
francia Commenti ( 53 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.8 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi
un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente,
perchè Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla
maggioranza degli italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in
Italia, ma non solo, affrontano la crisi meglio di una
sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista (ricordate il
libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un centrodestra,
dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo stapotere della
finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti, Bossi, certi esponenti
di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd, che è fallito perchè
non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha saputo creare una
sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post comunisti. Al Pd, come già
osservato su questo blog, manca il senso di appartenenza. La domanda che mi
pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia e, soprattutto, il popolo di An,
che è più piccolo ma più coeso, saprà riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo
partito sarà sentito come proprio dai militanti? Avrà una coerenza ideologica,
programmatica, sociale? Se la risposta sarà negativa, non è difficile prevedere
un aumento dei consensi a Lega e Udc, che hanno già un profilo consolidato e
sono facilmente riconoscibili dagli elettori. Il successo del nuovo partito nel
medio e lungo periodo si gioca sull'identità. Che dovrà essere forte,
autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto in politica, pdl, partito democratico,
democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Mar 09 Ma il mercato distorce
la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi abbiamo parlato molto di economia
e mi spiace dover restare in tema, ma sono rimasto colpito da questa
affermazione di George Soros, l'ex speculatore che affossò la lira e la
sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru
economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i
fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri
durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato
questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati
(finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I
mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono
sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa
queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci
bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e
penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del
benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i
mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda
e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi
strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli
industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni,
sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite
inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior
valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non
servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso
da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al
rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il
petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da
( da "Giornale.it, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Sul Giornale di oggi
intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in
Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande
successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più
influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un
mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva
degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare
ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi
le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la
coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano
conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti
come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano:
cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava
davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei
problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche
l'informazione». Questa crisi è un'opportunità
"perché il sistema così non poteva funzionare: stavamo correndo verso il
disastro. Tutto a credito, tutto esasperato, centinaia di milioni di persone
strappate alla campagne. Il governo americano e le grandi istituzioni dicevano
ai Paesi piccoli: non potete proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la
produzione finiva nelle mani dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più
lavoro che cosa fanno? Vanno nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È
progresso questo? Ora c'è la possibilità di creare sistema più equilibrato. Era
un'economia guidata dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali
e il rispetto della natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più
saggio, basato sui valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo
ogni grande tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici
settembre i newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li
interpeta come segnali di una trasformazione della coscienza e della
sensibilità collettive. E se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo
l'intuizione di Thurman trova conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta
la straordinaria dignità degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un
bellissimo articolo: "Di sventure e di dolore, di lutto e di rabbia,
insomma di creature afflitte e dolenti ormai ne abbiamo viste tante, passando
da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo dico da semplice testimone neutrale, ho
ammirato un simile affresco di spontanea compostezza, di sano orgoglio, di
rigoroso rispetto. L'Aquila e dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non
abbia un buon motivo per piangere, ma da questo girone infernale si alza solo
silenzio, decoro, contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto
e mi chiedo: dalla crisi economica, dalle tragedie,
sta nascendo davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Apr 09 Terremoto,
l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione) Per una volta l'Italia ha
stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in
polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati rapidi, la
solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti finalmente
responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in Parlamento
che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a Berlusconi che,
senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione:
1) Ora si tratta di continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto
alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che
i fondi stanziati per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi
ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di
una cultura della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico
troppi edifici non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare
non sono state solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il
cordoglio, qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un
certo mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il
terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di
averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione
fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo
che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero
state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i
paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito
il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una
trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi
- dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato che è
impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare,
ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di
Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un
nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O
sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader del mondo hanno espresso all'Italia
solidarietà e cordoglio, anche il presidente Obama, con toni partecipi e una
lunga telefonata a Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi l'ambasciata americana ha
deciso lo stanziamento di 50 mila dollari per l'assistenza umanitaria. Dico:
50mila dollari. Un pensierino ino ino ino, peraltro non richiesto dall'Italia.
Il governo americano poteva proprio rispiarmarselo. Scritto in comunicazione,
pdl, politica, partito democratico, spin, Italia, società, manipolazione,
giornalismo Commenti ( 46 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov?
Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande successo di
immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e non capita mai che un
presidente, all'estero, venga accolto da folle in delirio. O meglio: succedeva
a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in Germania ha parlato a
un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano che, se si candidasse
alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe agevolmente Angela
Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere forte, carismatico e
capace di rompere gli schemi. La sua straripante popolarità dimostra che gli
Usa, quando usano i toni giusti, possono essere ancora amati nel mondo e dunque
che l'antiamericanismo non era viscerale, né irreversibile, ma limitato agli
eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di strada non erano rivolte contro
di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia di essere anche politica,
sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale. L'esperienza del profeta
della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss, quella del primo presidente
afroamericano difficilmente terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma
proprio questo primo viaggio ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura
di sé, improvvisamente umile, a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era
abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà l'impressione di subirli.
Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto
l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice
della Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati
per l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento
di 5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse
settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli
europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no,
senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata
improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala.
Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà
intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi
finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli.
Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad
assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del
mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei
due vertici - G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di
pacificatore. La sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con
un dubbio: Obama sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di
riprendere il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il
gestore di un grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in
era obama, crisi, europa, globalizzazione, gli usa e
il mondo, germania, francia Commenti ( 39 ) » (7 voti, il voto medio è: 2.86 su
un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli
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fatti, molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso
storico, Obama ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i
risultati del G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e
speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le Borse hanno
risposto. Tuttavia analizzando i contenuti ci si accorge che, come previsto, il
G20 ha portato poche novità. L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del
Fmi: erano previsti 500 miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato
che intendono regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le
norme devono essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. -
secondo Brown "non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire
le società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè
ogni Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno
dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle
banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione
d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un
codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti (
vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno a
far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la crescita non potrà
più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino
globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre
più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile
che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.
Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da
1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia mondiale - il problema più
urgente, quello di una riforma strutturale del sistema finanziario mondiale è
irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il
mark-to-market ovvero la norma che obbligava le banche a valutare ogni giorno
il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e siccome molti di questi non
hanno acquirenti le banche erano costrette a iscrivere a bilancio perdite
colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro
i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè
affrontare le cause del male. L'impressione è che il G20 si servito soprattutto
a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel
tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo
ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il
tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale?
Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi,
società, economia, gli usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa,
francia Commenti ( 44 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo
giornalismo). Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso
d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca
d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi
sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la
più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta
esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo
chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea
le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao.
E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un
fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico
oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la
seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta
contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che
le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli
spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli
animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime.
Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi
siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi
d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste,
giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e,
purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che
negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato
inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un
decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il
megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella
italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana
come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e
non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in
manipolazione, era obama, spin, crisi, comunicazione,
società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste, democrazia,
globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore
per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a
Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma
questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni
probabilità con pochi risultati concreti, che non è difficile prevedere: un
impegno generico a una nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro
i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel
cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in
discussione: questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più
importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un
pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via
del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama,
in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche
e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500
miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane
l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato
di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera
tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I
consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama non insisterà
con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di
varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della
risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico,
senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa ritiene più
importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare i rischi di
un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al 75% sui
consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio confermerà la
straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su altri
dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa Washington
pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines, ma
nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a
respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al
vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto
traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di
essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più
lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta
un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il
mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi.
Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi,
economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione,
francia Commenti ( 53 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.8 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità?
Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente, perchè
Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza degli
italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma non
solo, affrontano la crisi meglio di una sinistra
moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista (ricordate il libro di
Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un centrodestra, dove nel
corso degli anni non sono mancate le critiche allo stapotere della finanza e
alla deriva morale della società ( vedi Tremonti, Bossi, certi esponenti di
An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd, che è fallito perchè non è
riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha saputo creare una sintesi
innovativa tra i cattolici sociali e i post comunisti. Al Pd, come già
osservato su questo blog, manca il senso di appartenenza. La domanda che mi
pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia e, soprattutto, il popolo di An,
che è più piccolo ma più coeso, saprà riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo
partito sarà sentito come proprio dai militanti? Avrà una coerenza ideologica,
programmatica, sociale? Se la risposta sarà negativa, non è difficile prevedere
un aumento dei consensi a Lega e Udc, che hanno già un profilo consolidato e
sono facilmente riconoscibili dagli elettori. Il successo del nuovo partito nel
medio e lungo periodo si gioca sull'identità. Che dovrà essere forte,
autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto in politica, pdl, partito democratico,
democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Mar 09 Ma il mercato distorce
la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi abbiamo parlato molto di economia
e mi spiace dover restare in tema, ma sono rimasto colpito da questa
affermazione di George Soros, l'ex speculatore che affossò la lira e la
sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru economico-filosofico-filantropico.
Con i mercati ha guadagnato miliardi e i fondi Hedge da lui creati continuano a
guadagnarne molti (pare). Eppure ieri durante un incontro con il minostro del
Tesoro Usa Geithner ha pronunciato questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea
che i mercati (finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è
dimostrata falsa. I mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la
distorgono sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come,
proprio lui fa queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma,
pensandoci bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un
liberale e penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla
via del benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che
i mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra
domanda e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi strumenti?
Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli industriali di
cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni, sono diventati
dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite inimmaginabili.
Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior valutazione delle società
quotate? La risposta a queste domande è no: non servono a nulla se non a una
certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso da distorgere molte
valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al rialzo o al ribasso di
borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il petrolio? Su su fino a
150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da
( da "KataWeb News"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il
mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009
alle 14:15 — Autore: babelick — 83 commenti Gentile ambasciatore Terracciano,
complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha
inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza
italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico
di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara,
asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel
giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito,
anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare
soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra
niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire
l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù
politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare,
piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede
che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi
minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei
super incarichi istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene
per l'economia, crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante
rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia un disastro, e il
presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro Bin Laden non si
sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato;
che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del
partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la
butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve,
anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un tiranno nello stile
delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il
presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano
tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche
perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in
casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di
Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per
decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi
finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure
Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese
sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a
pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo
ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare
la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito
dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff
dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5%
come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati
del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo
sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte
perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi
internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie
sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle
zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi
200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una
denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti
mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli
ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun
distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008,
su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una
disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente
politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure
restrittive: oltre all'aumento da
( da "Virgilio Notizie"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mosca, 8 apr.
(Apcom-Nuova Europa) - La crisi del sistema bancario
in Russia è solo all'inizio: lo sostiene il presidente della prima banca russa,
Sberbank, German Gref. "E' ancora alla sua infanzia e proviene
dall'economia reale", ha dichiarato l'ex Ministro dello sviluppo
economico, secondo l'agenzia russa Ria Novosti. Per il capo di Sberbank, non vi
era alcuna crisi bancaria in autunno nel paese, poiché
i risparmi non sono stati esposti a prodotti finanziari complessi. Ma ora
bisogna che le autorità russe risolvano rapidamente la questione del rimborso
dei crediti: la crescita economica dipende da esso. "La lentezza nel
processo decisionale e l'indebolimento dei requisiti di regolamentazione porta
all'accumulo di crediti inesigibili", ha aggiunto Gref, rilevando che la
percentuale di difetti nei pagamenti raggiunge il 20% del portafoglio prestiti
delle banche. "La crescita del paese non può continuare senza una pulizia
di bilancio del settore bancario", ha poi notato. Il premier russo
Vladimir Putin ha detto lunedì scorso che il rischio di collasso del sistema
bancario russo era ormai "ridotto". Pochi giorni prima, il ministro
delle Finanze russo Aleksei Kudrin, aveva previsto una
seconda ondata di problemi nel settore finanziario, pur sottolineando che non
vi sarebbero grandi fallimenti di banche. La Russia è fortemente influenzata
dalla crisi finanziaria
mondiale. La Borsa di Mosca ha perso più di due terzi del suo valore dal picco
nel mese di maggio 2008. La crisi minaccia
anche la crescita del paese, in particolare a causa del crollo del prezzo del
petrolio, la principale fonte di esportazioni verso la Russia.
( da "Trend-online"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Telecom Italia
guarda con fiducia al futuro NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di
Pierpaolo Molinengo , 08.04.2009 15:10 Scopri le migliori azioni per fare
trading questa settimana!! L'amministratore delegato di Telecom Italia, Franco
Bernabè, è convinto che la società è in grado di affrontare
la crisi finanziaria e
guarda con fiducia al futuro grazie alla liquidità che produce e alla capacità
di finanziarsi sul mercato dei capitali. Il manager ha spiegato: "abbiamo
un margine di tesoreria che ci consente di far fronte ai rinmborsi dei prossimi
mesi.Nei primi mesi dell'anno abbiamo rifinanziato una quota
significativa del debito in scadenza nell'anno". Telecom Italia nel primo
trimestre ha rifinanziato oltre il 60% del fabbisogno in scadenza nel 2009 e ha
liquidità sufficiente a far fronte alle scadenze di rimborso del debito dei
prossimi 18-24 mesi. Bernabè ha spiegato che il gruppo "sta affrontando la
crisi dei mercati finanziari con serenità, potendo
contare su oltre 12 miliardi di liquidità, composti da 5,1 miliardi di cassa o
titoli equivalenti e da 6,5 miliardi di linee di credito a lungo termine
(scadenza 2014), non revocabili e prontamente disponibili".
( da "Sicilia, La"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
Uno sviluppo
serio rispetta le tradizioni Aver conosciuto direttamente alcune realtà
africane, in Niger ed in Benin, e molte altre grazie anche ad incontri con rappresentanti
di comunità africane e mediorientali - Egitto, Tunisia, Marocco, Siria, Libano,
Kenia, Uganda, Burkina Faso, Mali, India - lascia un senso di impotenza
insopportabile. Molti sono i progetti inascoltati, ignorati ma che
risolverebbero problemi veri a tante comunità di questi Paesi. Purtroppo i
buoni propositi rappresentati da tante piccole gocce d'acqua non bastano a
risolvere il mare di problemi che persistono in questi Paesi e che aspirano ad
uno sviluppo che garantisca una decorosa qualità della vita. La soluzione,
certamente complessa e non univoca, è in mano ai potenti del mondo. Molti gli
sprechi, pochi i risultati concreti, ma la diagnosi non è semplice. Forse
bisogna decentralizzare le decisioni e le scelte dei progetti finanziabili. Forse
è il tempo di rivoluzionare i criteri di valutazione: non più business, ma
sviluppo sociale e culturale, nel rispetto delle identità locali e delle
risorse naturali ed ambientali, ed anche economico e non viceversa. L'impatto
con le comunità rurali di etnia Peuhl lascia esterrefatti: vivono con niente o
con pochissimo. Nei villaggi vivono famiglie in comunità da generazioni dove
esiste una precisa gerarchia con il fondamentale ruolo degli anziani. Ogni
fascia di età ha il suo ruolo sociale, con una netta distinzione tra i sessi.
Le donne risultano, comunque, assolutamente fondamentali per la vita della
comunità stessa. Sono responsabili di tutte le necessità della famiglia, dalla
preparazione del cibo all'accudire i figli, e sono anche, condizione fondamentale
per la missione del CoRFiLaC, le uniche responsabili per la trasformazione del
latte in un formaggio simbolo dell'etnia stessa quale è il "Gasiidje in
lingua fulfuldè o Wagashii". In realtà, sono l'essenza economica della
comunità, in quanto qualsiasi guadagno viene reinvestito nella comunità stessa.
Gli uomini ed i giovani si occupano dell'allevamento e gli utili sono spesso
gestiti a livello personale. Il latte viene, comunque, quotidianamente
consegnato alle donne per gli usi alimentari della comunità e l'eccedenza per
la trasformazione casearia. E' un'economia di sostentamento più che di mercato,
vivono con meno di un dollaro al giorno, ma nei villaggi che abbiamo visitato
non esiste malnutrizione diffusa o bambini denutriti. Troppi errori sono stati
fatti nei rapporti tra l'Occidente e queste realtà. Vanno sviluppati progetti
che rispondono alle loro esigenze quotidiane e soprattutto coinvolgerli nello
sviluppo progettuale perché devono essere loro i veri padroni del loro destino.
C'è poco tempo, perché la globalizzazione fallita in Occidente, investirà
sempre più in questi Paesi, in nome dello sradicamento della povertà, ma in
realtà per consolidarsi in nuovi mercati. La nostra non è un'idea di chiusura o
di rigetto verso lo sviluppo, assolutamente no, ed i nuovi mezzi di
comunicazione e di trasporto internazionale sono una grande opportunità che va
colta in pieno, ma il tutto deve essere finalizzato ad uno sviluppo reale
endogeno integrato e non sottoposto al mondo più avanzato. Proprio la globalizzazione
ha reso chiaro a tutti che non esistono più stati, nazioni, interessi per pochi
a discapito di altri. Esiste un pianeta (Morin 1994) dove il vero benessere
dovrà arrivare da un benessere condiviso e equo. Il divario sempre più largo
tra ricchi e poveri porta a conflitti, terrorismo, azioni, ovviamente mai
giustificabili, ma che difendono la sopravvivenza materiale di ogni essere
umano e della sua collettività. E' necessario uno sviluppo sostenibile, dove la
diffusione della conoscenza, in tutti i campi, è l'elemento essenziale per
poter continuare a sperare in un mondo migliore. Guardando gli occhi di donne e
bambini si sente un bisogno assoluto di voler vivere, di avere delle
opportunità, di poter volare, di poter sognare. Si può e si deve fare molto, ma
è necessario decodificare i reali bisogni di questi esseri umani. Quali sono i
modelli di progresso conciliabili con la loro cultura, la loro storia, le loro
religioni, le loro tradizioni? Sviluppo non deve significare azzerare il
passato per un futuro che non gli appartiene. Il mondo evoluto sta rivalutando
le proprie radici, sarebbe insensato per questi Paesi perderle, visto che le
hanno ancora molto forti, per rimpiangerle e magari tentare di recuperarle. E'
innegabile che queste comunità hanno bisogno di strutture, infrastrutture,
mezzi tecnici, ma il tutto deve essere finalizzato ai loro progetti di
sviluppo, alle loro necessità. Sviluppo non deve significare,
occidentalizzarsi. Il pianeta ha uno straordinario bisogno della multietnicità,
della biodiversità culturale e materiale che oggi l'Africa, ma anche l'India,
la Cina, il sud-America rappresentano. La crisi finanziaria internazionale di
questi mesi ha di fatto dimostrato il fallimento dei modelli di sviluppo e
benessere occidentale. E' tempo di ridare il giusto peso alla saggezza, ai
valori di questi popoli. Giuseppe Licitra (Presidente Corfilac)
( da "Reuters Italia"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
MILANO (Reuters)
- Telecom Italia apre alla possibilità di un aumento della cedola nei prossimi
esercizi, conferma gli obiettivi del piano e guarda senza
preoccupazioni alla crisi finanziaria. Lo hanno detto l'AD Franco Bernabè e il presidente Gabriele
Galateri di Genola durante l'assemblea degli azionisti, ribadendo l'impegno in
Brasile, dove Telecom Italia controlla Tim Participacoes e Argentina, dove
controlla Telecom Argentina. La cedola sui conti 2008, 5 centesimi per
le ord e 6,1 per le risparmio, è da considerare un punto di minimo rispetto a
quanto sarà distribuito negli anni successivi. "Il dividendo 2008 ci
consente di conciliare l'esigenza di riduzione del debito e una remunerazione
ragionevole per gli azionisti, in linea con le attese medie del mercato",
ha detto Bernabè. "Dobbiamo considerare che tale livello è un 'floor' su
cui costruire la crescita negli anni a venire". Galateri ha garantito sui
target del piano industraile presentato a dicembre 2008. "Abbiamo fiducia
nel piano e siamo determinati a raggiungere gli obiettivi", ha detto. E si
è detto convinto che gli effetti positivi ci saranno anche in termini di apprezzamento
del titolo in borsa. "Restaurando il clima di fiducia sarà possibile far
apprezzare il miglioramento dei fondamentali del gruppo", ha detto.
Galateri ha parlato in generale della necessità di restituire fiducia ai
mercati e, per Telecom, della politica del gruppo di migliorare i rapporti
"con tutti gli stakeholders", comprese le autorità, e con gli
operatori concorrenti. CRISI NON PREOCCUPA, RIFINANZIATE 60% SCADENZE 2009
Telecom Italia, nel primo trimestre, ha rifinanziato oltre il 60% del fabbisogno
in scadenza nel 2009 e ha liquidità sufficiente a far fronte alle scadenze di
rimborso del debito dei prossimi 18-24 mesi. Continua...
( da "RomagnaOggi.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
8 aprile 2009 -
16.09 (Ultima Modifica: 08 aprile 2009) RIMINI - Stamane il presidente della
Provincia di Rimini, Ferdinando Fabbri e il presidente di Eticredito, Maurizio
Focchi, hanno presentato il bando per l'accesso al prestito per il Fondo anti
recessione provinciale a favore di lavoratori e famiglie in difficoltà. Il
presidente Fabbri, aprendo l'incontro, ha ricordato che il Fondo anti
recessione è stato il frutto di un lungo lavoro fatto di concerto con i Comuni,
i sindacati e le categorie economiche del territorio. "E' un tentativo di
contrastare i morsi della crisi" ha detto il
presidente della Provincia e ha spiegato che i destinatari sono tutti coloro
che hanno perduto il lavoro. "Un credito, un prestito d'onore - ha detto
il presidente Fabbri - per le famiglie in difficoltà, per bisogni imprevisti,
per momenti di difficoltà immediate". Massimo 5000 euro, 24 mesi per la
restituzione, tasso zero. Le domande vanno inoltrate entro il 30 aprile. Il
presidente di Eticredito, Maurizio Focchi, ha voluto, in premessa, ricordare le
finalità principali della banca etica e rimarcare la collaborazione con la
Provincia di Rimini, per altro socio della banca. ""Il credito è un
diritto umano" questo recita il manifesto della finanza etica e questo è
scritto nello statuto di Eticredito perché la banca nasce anche con questo
obiettivo" , ha detto Focchi. Che ha poi proseguito: "Essere una
banca etica significa non perseguire la massimizzazione del profitto (quello lo
fanno gli speculatori!) ma promuovere azioni che possano concretamente
migliorare la qualità della vita sociale e ambientale del territorio dove si
svolge la propria azione. Ecco perché questa azione in collaborazione con la
Provincia: noi ci siamo e ci saremo sempre in ogni attività che promuove la
persona e la sua dignità. Noi ci siamo nel microcredito a favore delle famiglie
e non solo. Ci siamo negli accordi per offrire prestiti ai dipendenti di
aziende a condizione eque e con forme di sostegno mutualistico reciproco.è uno
degli scopi di Eticredito; che devono essere raggiunti con un'azione efficiente
e economicamente sostenibile". Il presidente Focchi ha poi concluso:
"Mi pare importante ringraziare l'amministrazione provinciale per aver
deciso di affidare a noi la gestione del fondo antirecessione Provinciale.
Soprattutto per il messaggio che lancia a favore della finanza eticamente
orientata. Crediamo che anche questo vada sottolineato in questa iniziativa: la crisi , in
seguito alla quale è stata approntata questa azione di sostegno alle persone, è
economica ma nasce da una violenta crisi finanziaria. Certamente, se ci fosse stato più spazio per le istanze e i
principi della finanza etica nel mondo, non avremmo avuto tante delle derive
"tossiche" della finanza che ci hanno portato a questo punto.
Uscire dalla crisi in modo da sviluppare dinamiche ed
elementi che abbiano in sé gli anticorpi in grado di prevenire il riproporsi di
questi pericoli deve essere un obiettivo di tutti noi. Promuovere una banca che
si preoccupa delle conseguenze "non economiche" delle proprie azioni
economiche significa ricollocare nel giusto contesto la finanza che non è fine
a se stessa ma funzionale allo sviluppo sostenibile dell'economia reale e,
conseguentemente della dimensione sociale e ambientale di un territorio.
Eticredito nasce per questo".
( da "KataWeb News"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il
mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009
alle 14:15 — Autore: babelick — 86 commenti Gentile ambasciatore Terracciano,
complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha
inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza
italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un
diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto
è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata.
Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di
partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e
regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non
c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di
demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno
di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di
progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi
Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse
Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose,
troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le
cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom
edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia
un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro
Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa
aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto
l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il
governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica
fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un
tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente,
non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra,
qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a
dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di
cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i
capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati
per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la
Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo»,
addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il
premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto
deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio
obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole
neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi
internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha
gettato anche la Spagna in una crisi profonda:
crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un
dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era
stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi
esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi
dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e
immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini
l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno
presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero
dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli
d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una
«quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono
saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per
la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%,
il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata
a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da
( da "Soldionline"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
La crisi penalizza Telecom Italia nel primo trimestre Le tags:
telecom italia Quotazioni: TELECOM ITALIA Commenta l'articolo Edoardo Fagnani
mercoledì, 8 aprile 2009 - 18:47 Nel corso dell’assemblea
degli azionisti di Telecom Italia i vertici del colosso telefonico hanno anticipato che i risultati
dei primi tre mesi del 2009 sono stati penalizzati dall’attuale
situazione di crisi finanziaria e dalla necessità di procedere con
la riorganizzazione di alcune attività. Tuttavia, il management non è
preoccupato per questa situazione. Inoltre, i vertici di Telecom Italia hanno
precisato che metteranno in atto tutte le azioni a disposizione per recuperare
i bonus assegnati negli scorsi anni a fronte di risultati non corretti. -->
( da "KataWeb News"
del 08-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il
mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009
alle 14:15 — Autore: babelick — 88 commenti Gentile ambasciatore Terracciano,
complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha
inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza
italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un
diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto
è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata.
Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito,
anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare
soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra
niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire
l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù
politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare,
piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede
che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse
Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose,
troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le
cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom
edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia
un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro
Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa
aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto
l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il
governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica
fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un
tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente,
non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello
psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene,
ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango
delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4
ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro
la crisi finanziaria,
lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più
solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro
capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia
ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il
mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non
vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi
internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha
gettato anche la Spagna in una crisi profonda:
crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un
dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era
stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi
esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi
dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e
immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini
l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno
presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero
dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli
d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una
«quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono
saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per
la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%,
il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria»
presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da
( da "Stampa, La" del
09-04-2009)
Argomenti: Crisi
RETRIBUZIONI il caso
Banche e stipendi Intesa-Sanpaolo bonus, ma ridotti per i manager Oggi la
decisione del consiglio di sorveglianza F. MANACORDA E F. MONGA MILANO Ci sarà,
anche se in misura ridotta, il bonus relativo all'esercizio 2008 per il top
management di Intesa-Sanpaolo - in prima fila il consigliere delegato Corrado
Passera e il direttore generale Francesco Micheli - e nel complesso per tutti i
dipendenti. Il comitato remunerazioni della banca si prepara infatti a
presentare oggi al consiglio di sorveglianza, che si riunisce per deliberare
anche sulla questione del premio annuale, una proposta che, proprio per quel
che riguarda la prima linea del gruppo, dovrebbe situarsi in una fascia
intermedia tra l'attribuzione dell'intero bonus e la sua semplice eliminazione.
Per Passera, che nell'esercizio
( da "KataWeb News"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il
mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009
alle 14:15 — Autore: babelick — 90 commenti Gentile ambasciatore Terracciano,
complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha
inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza
italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un
diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto
è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata.
Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di
partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e
regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non
c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di
demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno
di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di
progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi
Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse
Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose,
troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le
cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom
edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia
un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro
Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa
aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto
l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il
governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica
fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un
tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente,
non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello
psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene,
ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango
delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4
ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro
la crisi finanziaria,
lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più
solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro
capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia
ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il
mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non
vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi
internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha
gettato anche la Spagna in una crisi profonda:
crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un
dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era
stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi esclusivamente
nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè
prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e
immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini l'ordine
è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno
presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero
dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli
d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una
«quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono
saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per
la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%,
il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria»
presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da
(
da "Cittadino, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
«Taglieremo gli stipendi dei consiglieri» Il presidente del Banco annuncia la riduzione del 25 per cento n Nel 2009 gli stipendi degli amministratori del Banco Popolare saranno tagliati del 25 per cento. Lo ha annunciato il presidente dell'istituto di credito che controlla la Bpl, Carlo Fratta Pasini, martedì sera a Lodi all'assemblea organizzata dall'associazione degli azionisti del Banco guidata da Tino Modesto Volpe. Un'assemblea partecipata, con moltissimi dipendenti della Banca Popolare di Lodi, manager e amministratori. Accanto all'avvocato Fratta Pasini c'era il presidente della Bpl, Enrico Perotti. Fari puntati, ovviamente, sull'andamento del Banco Popolare, sul calo di valore del titolo (da circa 21 a 4 euro) e sui maxi stipendi che il mondo bancario garantisce, anche in tempo di >crisi,
ad amministratori e manager. «Siamo molti nella struttura amministrativa del Banco
- ha riconosciuto Fratta Pasini -, la nostra è una struttura complessa
(consiglio di sorveglianza, consiglio di gestione e consigli di amministrazione
delle banche controllate, ndr) e sulla quale occorrerà una riflessione. Il
futuro non assomiglierà più al passato prossimo: pensiamo di andare a incidere
sui nostri compensi e l'obiettivo è una riduzione del 25 per cento degli
emolumenti per il 2009. Lo proporremo all'assemblea dei soci». Discorso diverso
invece per i manager, ai quali Volpe ha fatto esplicito riferimento. «I top
manager del Banco hanno stipendi indicati dal mercato - ha detto Fratta Pasini
-: in questa situazione certamente i premi non scatteranno, ma non ci sarà una
riduzione dello stipendio fisso. So però che le banche in futuro guadagneranno
meno e logica vorrebbe che anche chi lavora in banca guadagni un po' meno,
certo non potremo infierire sulle persone che stanno allo sportello.
L'attenzione sarà comunque tesa a non perdere gli uomini migliori». Uomini
migliori che serviranno per permettere al Banco di recuperare il terreno perso
in Borsa negli ultimi mesi di burrasca, prima e dopo l'addio di Fabio
Innocenzi. «Non nascondiamo di essere andati peggio del mercato - ha confessato
Fratta Pasini - abbiamo pagato la scelta di aggregazione con la ex Banca
Popolare Italiana, ma credo che questa aggregazione nel medio-lungo periodo
abbia grandi potenzialità. Italease ci costerà molto - ha aggiunto Fratta
Pasini - il Banco assume in pieno questa responsabilità, speriamo che alla fine
l'esperienza di Saviotti e il mercato ci permettano di digerire questa
operazione in maniera meno pesante di quanto previsto. Il Banco ha presentato
un bilancio 2008 molto rigoroso (perdita di 333 milioni di euro, ndr) che
rappresenta la base per la strategia di rilancio». Proprio guardando al futuro,
nel quale grandi gruppi come Intesa-San Paolo e Unicredit cercheranno di
radicarsi in provincia, il presidente del Banco ha spiegato che «la concorrenza
sui nostri territori non è una novità, ma le nostre banche popolari hanno
creduto nell'idea di mettersi insieme e dunque coglieremo i vantaggi
dell'aggregazione pur mantenendo banche locali che si relazioneranno con il
cliente, il quale potrà diventare socio e partecipare alla vita del Banco».
Fratta Pasini, in merito alla competizione con le altre banche, ha parlato di
«una sfida difficile in anni di vacche magre come questi: dovremo avere costi
più bassi ed essere più operativi sul territorio; abbiamo tante filiali, anche
piccole - ha aggiunto - e dunque sul territorio stiamo meglio di altre banche
che hanno poche grandi filiali». Il presidente della Banca Popolare di Lodi,
Perotti, ha confermato che «il Lodigiano ha la sua banca». «All'interno del
Banco la Bpl aveva un percorso di recupero da fare - ha ammesso - finora questo
percorso è stato virtuoso. Potevamo avere dati di bilancio migliori (la Bpl ha
chiuso il 2008 perdendo 55 milioni di euro, ndr) ma siamo
incappati come tutti nella crisi finanziaria internazionale. Nel corso del 2008 e nei primi mesi del 2009 la
Bpl è comunque tornata a essere la banca di riferimento del sistema
imprenditoriale locale. Nel 2008 abbiamo raccolto 14 miliardi di euro e ne
abbiamo impiegati sul territorio altrettanti. Impieghi che sono
aumentati del 21 per cento». Lorenzo Rinaldi
(
da "Giornale di Brescia"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Arena, L'"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Unita, L'"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Unita, L'"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Repubblica, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Repubblica, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Repubblica, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Manifesto, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Milano Finanza (MF)"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Milano Finanza (MF)"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Riformista, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Riformista, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Corriere del
Mezzogiorno" del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Corriere della Sera"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Corriere della Sera"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Corriere della Sera"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Corriere della Sera"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Corriere della Sera"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Nazione, La
(Grosseto)" del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Messaggero, Il
(Marche)" del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Resto del Carlino,
Il (Ancona)" del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Resto del Carlino,
Il (Ancona)" del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Nazione, La
(Pistoia)" del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Corriere della Sera"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Secolo XIX, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
Teatro, gli ex dipendenti cauti sull'accordo: «Vediamo l'offerta» il caso del carlo felice I vincitori della vertenza sul fondo pensioni aspettano i dettagli della proposta. Il commissario liquidatore: «Difficile rifiutare» 09/04/2009 Genova. «Le notizie le abbiamo lette sui giornali. Aspettiamo di ricevere una proposta ufficiale. Poi decideremo». Raniero Raggi, l'avvocato che difende una settantina di ex dipendenti in pensione del Carlo Felice, è cauto. >Ieri
il Comune di Genova e la Regione Liguria hanno trionfalmente annunciato la via
d'uscita dalla crisi finanziaria del teatro lirico genovese mettendo sul tavolo sei milioni per
una transazione che dovrebbe, definitivamente, chiudere la partita del fondo
pensioni. Restituendo ai pensionati del Carlo Felice una parte dei loro
risparmi accantonati, in trent'anni, nel fondo. «Non vedo l'ora che mi
presentino l'offerta - dice Raggi - ma per ora non mi ha contattato nessuno».
Nato a inizio anni Settanta per integrare le pensioni dei dipendenti del
teatro, che vi versavano ogni mese il 2 per cento dello stipendio, il fondo del
Carlo Felice è fallito nel 2004. Al momento del fallimento, aveva cinque
milioni di liquidità. Quattro sono stati restituiti ai pensionati, uno è
rimasto nelle casse del fondo. Il debito complessivo del fondo nei confronti
dei suoi ex iscritti è di undici milioni. Ora il teatro ne offre sette: i sei
di Comune e Regione più il milione rimasto in cassa. I lavoratori accetteranno
l'offerta? Raniero Raggi, per ora, non aggiunge altro: i suoi settanta assistiti
hanno vinto una causa, proprio sul fondo pensioni, contro il Carlo Felice, che
è stato condannato a restituire il 100 per cento dei debiti più la
rivalutazione monetaria e gli interessi. Chi parla è invece il commissario
liquidatore del fondo, Ermanno Martinetto. «Mi pare una proposta interessante,
difficile da rifiutare. Considerando poi che i creditori sono in gran parte
persone anziane, alcuni addirittura sono morti, credo sia opportuno accettare».
Ai sei milioni degli enti locali si aggiungono altri due milioni circa di
"una tantum", garantiti dal ministero dei Beni culturali per
consentire al teatro di chiudere la stagione 2009. «Altrimenti non ce l'avremmo
fatta», ammette Giuseppe Ferrazza, commissario straordinario del Carlo Felice.
La programmazione per il 2009, approvata l'anno scorso dal consiglio
d'amministrazione del teatro, «ci è costata - dice Ferrazza - sei milioni.
Decisamente troppi per le nostre possibilità». Nei prossimi giorni il teatro
dovrà approvare la produzione artistica del 2010. «Sarà una produzione diversa
- annuncia il commissario straordinario - senza nomi altisonanti, che non
potremmo permetterci, ma con molti, validissimi, artisti giovani». «Sentita e
profonda gratitudine» per i milioni di euro promessi dagli enti locali e dal
ministero arriva dai sindacati del teatro, che in un comunicato esprimono
soddisfazione per il risultato, augurando lunga vita a «quel patrimonio di arte
e cultura che è il teatro Carlo Felice».Francesco
Margioccomargiocco@ilsecoloxix.it 09/04/2009
(
da "Rai News 24"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "TopTrade"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "I-dome.com"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Affari Italiani
(Online)" del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "KataWebFinanza"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Trend-online"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Soldionline"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Corriere del Veneto"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "KataWebFinanza"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "KataWeb News"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Soldionline"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Polimerica"
del 09-04-2009)
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(
da "Gazzettino, Il
(Venezia)" del 09-04-2009)
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(
da "Mattino, Il
(Circondario Nord)" del 09-04-2009)
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(
da "Finanza.com"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "KataWeb News"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Napoli.com"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Trend-online"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Sicilia, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Affari Italiani
(Online)" del 09-04-2009)
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(
da "Trend-online"
del 09-04-2009)
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(
da "Sestopotere.com"
del 09-04-2009)
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(
da "Soldionline"
del 09-04-2009)
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(
da "Soldionline"
del 09-04-2009)
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(
da "Giornale.it, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "KataWeb News"
del 09-04-2009)
Argomenti: Crisi