CENACOLO
DEI COGITANTI |
VORREI METTERE in rilievo
due aspetti dell'attuale crisi finanziaria che ...
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi finanziaria che ...
VORREI METTERE in rilievo due aspetti dell'attuale crisi finanziaria che mi
sembrano trascurati dai commentatori dei mass media. E' un dato di fatto che la
maggior parte del potere economico e bancario mondiale sia ormai nelle mani di
Stati e persone islamiche, che sono indifferenti od ostili all'
ASSOCIAZIONI di categoria,
istituzioni e banche. Tutti devono dare il loro contri...
( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la difficoltà generata da una grave
crisi finanziaria, causata anche dagli assetti societari. Questa situazione
rischia di compromettere il futuro industriale e il mantenimento dei livelli
occupazionali». Attualmente lo stabilimento dà lavoro a 55 persone. DA INIZIO
mese è stato deciso di limitare i danni con la cassa integrazione
straordinaria.
Vorrei mettere in rilievo
due aspetti dell'attuale crisi finanziaria che mi sembrano trascurati...
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 16 Vorrei mettere in rilievo due
aspetti dell'attuale crisi finanziaria che mi sembrano trascurati... Vorrei
mettere in rilievo due aspetti dell'attuale crisi finanziaria che mi sembrano
trascurati dai commentatori dei mass media. E' un dato di fatto che la maggior
parte del potere economico e bancario mondiale sia ormai nelle mani di Stati e
persone islamiche,
- alberto d'argenio
( da "Repubblica, La"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: avrà in mano le chiavi di questa
sterminata attività legislativa che passa dai mercati finanziari alla
protezione dei consumatori, dalla tutela del lavoro alle libertà civili.
Contando sulle alleanze con i gruppi minori - a destra e sinistra - influenzerà
la politica europea spaccata tra diverse visioni del mondo e dell´Unione.
bcc cartura cambia statuto
oggi assemblea dei soci ( da "Mattino
di Padova, Il" del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Bcc Cartura cambia statuto Oggi
assemblea dei soci In questi tempi di crisi finanziaria i clienti delle banche,
sia privati che imprese, si chiedono non solo quanto al sicuro siano i propri
risparmi ma anche in che termini le banche sono in grado di versare ai clienti
le somme richieste. L'assemblea straordinaria dei soci della Bcc di Cartura di
oggi alle 10 nella sede centrale,
La genialità dei poveri
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di crisi finanziaria, di posti di
lavoro che saltano e quindi di tante famiglie che non ce la fanno ad arrivare
alla fine del mese. Le soluzioni? Ognuno promette qualcosa, mentre le speranze
affievoliscono e non è facile adattarsi ad un diverso tenore di vita che
potrebbe anche incidere sulla qualità delle relazioni all'interno delle stesse
famiglie.
La denuncia arriva ormai a
scadenze regolari: il nuovo carcere di Vazia è terminato da un anno ...
( da "Messaggero, Il (Rieti)"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: apertura è la crisi finanziaria in
cui versa il mondo della giustizia in generale e, più in particolare, quello
dell'edilizia penitenziaria dove non ci sono fondi per costruire nuovi carceri
e neppure per l'assumere agenti di custodia. «Voglio ricordare - sottolinea
Rinaldi - le dichiarazioni del garante per i detenuti del Lazio,
Siniscalco:
Argomenti:
Crisi
Abstract: ex ministro del Tesoro Domenico
Siniscalco si dichiara «meno ottimista della media» sulla fine della crisi
finanziaria. «C'è stato un passaggio del debito dai privati al pubblico per
4.000 miliardi di dollari - ha commentato alla tavola rotonda che ha concluso
l'incontro al Donizetti -. Ormai gli Stati Uniti vanno verso un debito al 100%
del Pil e il Regno Unito al 90%.
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria globale per la
quale molti posti di lavoro minacciano di essere perduti, come pure il modo in
cui saranno investiti i risparmi e le pensioni di milioni di persone». «In
questo contesto - ha spiegato van Luyin - la Chiesa auspica che il Parlamento
europeo si dimostri in grado di trovare soluzioni improntate alla giustizia
sociale e in grado di dare risposte anche
La fortuna degli
americani? Credere sempre in se stessi
( da "Giornale.it, Il"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: anno della crisi finanziaria: un
Paese che ha come antidoto alle difficoltà un incrollabile ottimismo Oggi li
chiamiamo divi, ma non è sempre stato così. Come racconta Tito Saffioti in Gli
occhi della Follia (prefazione di Cesare Segre, BookTime, pp. 215, euro 30),
«per tutto il Medioevo» l'uomo di spettacolo «ha sofferto di una clamorosa
ambiguità sociale»
Argomenti:
Crisi
Abstract: durante la crisi finanziaria. E la
Ue si è posta all'avanguardia nel mondo, nella lotta al cambiamento climatico.
Poi, sono state varate le norme sulla sicurezza dei prodotti chimici. E con la
pianificazione finanziaria consolidata dal 2007 al 2013, abbiamo garantito anche
alle generazioni più giovani l'accesso agli scambi culturali,
Uno risparmia, l'altro
dilapida Aria di crisi nella coppia Chimerica
( da "Corriere della Sera"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: eccessiva leva finanziaria adottata
dalle banche, e a un'ingegneria finanziaria scapestrata a gonfiare la bolla
immobiliare americana: quando questa è scoppiata, la crisi è stata inevitabile.
Per semplificare la storia, pensate a un matrimonio infelice in cui un partner
risparmia mentre l'altro scialacqua a più non posso (e chi non conosce almeno
una coppia di questo tipo?
Crisi e tragedie, ma solo
le veline ci hanno divisi ( da "Stampaweb,
La" del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il mondo cerca la pace in Medio
Oriente e la soluzione alla crisi finanziaria. Piange i morti dell?Airbus e
assiste alle grandi fusioni. In Italia si polemizza sulle veline, sui gusti del
premier e sul ritorno del fascismo. Questa è la cronaca di una campagna
elettorale folle, allucinata e davvero spassosa.
Cena di solidarietà
( da "Corriere delle Alpi"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi finanziaria ed
economica sta pesando in modo particolare, secondo le recenti rivelazioni
contenute nel rapporto Istat, sulla generazione che si colloca tra i 35 e i 54
anni. Dopo un iniziale momento di preghiera, seguiranno i saluti delle autorità
e la presentazione da parte della Caritas del Fondo di solidarietà,
Pannella vota in carcere
( da "Vita non profit online"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: In primo luogo, la crisi
finanziaria globale per la quale molti posti di lavoro minacciano di essere
perduti, come pure il modo in cui saranno investiti i risparmi e le pensioni di
milioni di persone''. E' questa la priorita' della politica europea e dei nuovi
eletti al prossimo Parlamento di Strasburgo per mons.
Il turismo, l'integrazione
e uno snodo decisivo ( da "Trentino"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: credo che la crisi finanziaria ed
economica dovrà imporre una riflessione anche al turismo, proprio perché è un
settore portante dell'economia trentina, gestito da protagonisti motivati. Chi
segue la rivista degli albergatori "Ospitalità Trentina " può
rendersi conto di come questo ripensamento sia già iniziato, per quanto
riguarda il territorio,
scettici e delusi
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria ci ha dimostrato,
troppi elettori sembrano pensare ad altro. Eppure solo la realizzazione di
un'Europa integrata, a dispetto della Lega e dello scetticismo, se non
dell'indifferenza che serpeggia perfino nell'opposizione, potrebbe indurre
finalmente la nostra visione politica a liberarsi dalle pulsioni provinciali
che spesso la ingabbiano in calcoli localistici,
Etf senza crisi, cresce il
valore ( da "Brescia
Oggi" del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in un anno 07/06/2009 rss e-mail
print Etf senza crisi, cresce il valore La crisi finanziaria non tocca gli Etf.
Il clima di sfiducia e l'incerto scenario economico non hanno pregiudicato le
performance degli Exchange Traded Fund (Etf), che, nel corso del 2008 e nei
primi mesi del 2009, hanno registrato una forte crescita.
Verso livelli di
astensione record in tutta Europa
( da "Sicilia, La" del
07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ue la crisi finanziaria sembra aver
distratto gli elettori Verso livelli di astensione record in tutta Europa Roma.
È un test sui governi, un vero banco di prova che collega le tematiche
nazionali a quelle sovranazionali, anche se in quasi tutti i Paesi sono stati i
temi interni e la crisi economica ad avere avuto il sopravvento.
albex74 ha detto: O forse
el pais ha fatto il suo mestiere: raccontare i fatti.
( da "KataWeb News" del
07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle
posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la
Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo»,
addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il
premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto
deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
DALL'INVIATO DONATELLA
LONGOBARDI ROMA. Sì, Sì, SARà UNA BELLA FESTA...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: anche il San Carlo sta superando
una difficile crisi finanziaria. E penso che questo sia un modo per appoggiare
e festeggiare comunque una città che nella storia della musica ha dato tanto».
Si riferisce al Settecento napoletano? «Penso a Rossini, a Donizetti, ma anche
alla canzone partenopea e alle mie radici campane.
Vertice Iata: prospettive
ancora cupe per industria aerea ( da "Reuters
Italia" del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che si è aggiunto alle
preoccupazioni per un settore industriale colpito dalla crisi finanziaria e
dalla volatilità dei prezzi del petrolio. Ma diversi dirigenti di linee aeree
difendono senza indugio l'aereo. "E' un aereo sicuro, è un buon aereo",
ha detto Chew Choon Seng, amministratore delegato di Singapore Airlines, che ha
ordinato 16 A330-200.
Focus sull'Economia
italiana ( da "Bollettino
Università & Ricerca" del
07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Giuseppe Marotta - sono i riflessi
della crisi finanziaria sui conti delle banche e come queste possano sostenere
le imprese per agevolarne le trasformazioni richieste dal mutato contesto sui
mercati in Italia e all?estero”. BUR.IT 08.06.09
VERTICE IATA: PROSPETTIVE
ANCORA CUPE PER INDUSTRIA AEREA ( da "Wall
Street Italia" del 07-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che si è aggiunto alle
preoccupazioni per un settore industriale colpito dalla crisi finanziaria e
dalla volatilità dei prezzi del petrolio. Ma diversi dirigenti di linee aeree
difendono senza indugio l'aereo. "E' un aereo sicuro, è un buon
aereo", ha detto Chew Choon Seng, amministratore delegato di Singapore
Airlines, che ha ordinato 16 A330-200.
Pacchetto anticrisi Fondi
per le bollette e sei borse lavoro
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: il pacchetto «L'obiettivo è
sostenere i nuclei familiari in questi momenti di crisi sia di lavoro che
economica - spiega il sindaco Diego Locatelli -. Negli ultimi mesi sono
arrivati in Comune alcuni casi di cittadini con problemi di indigenza derivati
dalla crisi finanziaria: senza lavoro, con affitti e bollette da pagare.
Duello all'ultimo voto
Pd-Pdl per il primato I veri vincitori Lega e Idv
( da "Corriere delle Alpi"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Scossa dalla crisi finanziaria che
ha bruciato i risparmi, senza una vera guida capace di dettare decisioni alla
Bce, l'Ue è decollata con l'euro che ha falcidiato il potere d'acquisto degli
stipendi. E 8 anni dopo, si vedono gli effetti: la «voglia» di Europa si fa
avvertire nell'ex blocco comunista mentre crolla negli Stati che hanno firmato
il Patto costituente nel 1956.
Le doti dei bravi manager
(non tutti superpagati) ( da "Corriere
della Sera" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria americana quando
si è saputo che i dirigenti delle grandi banche che hanno portato alla rovina i
loro clienti avevano stipendi da milioni di dollari e nel fallimento si erano
assegnati buonuscite incredibili. Esemplare il caso della Lehman Brothers, ma
più grave quello della Aig che aveva ricevuto finanziamenti dallo Stato che i
suoi manager hanno utilizzato per
L'agenda della nuova
Commissione: banda larga per tutti e tecnologie verdi
( da "Corriere della Sera"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Nei prossimi cinque anni dovremo
ricostruire la fiducia nei mercati finanziari e creare di nuovo milioni di
posti di lavoro che sono stati distrutti dalla recessione. Nuove opportunità
occupazionali deriveranno da un sistema economico a basso tenore di carbonio (
low carbon) e si fonderanno su un equilibrio sostenibile fra esportazioni e
spesa interna.
Il giorno più corto
d'Europa ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: In questi ambiti di intervento
politico, tanto determinanti per il consenso dei cittadini, i governi nazionali
trattengono a sé competenze predominanti con un abusivo protezionismo politico.
Continua u pagina
Mr. Grantham
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: origine della più virulenta crisi
finanziaria ed economica da 80 anni a questa parte ci sia l'ipotesi del mercato
efficiente. Vale a dire che se continuiamo ad addentrarci un po' perplessi in
quella che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti chiama la "terra
incognita" è per colpa dell'università di Chicago, dipartimento finanza.
Crisi, laboratorio Nuova
Zelanda ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: perché i mercati finanziari
reagiranno subito, e finirà la fase ascendente di quel ciclo della liquidità
che ora sta gonfiando forse anche troppo- le quotazioni. Gli effetti potrebbero
essere disordinati, e se a tutto questo dovesse aggiungersi anche
un'accelerazione dei prezzi al consumo, le scelte saranno ancora più complesse.
Bond, cinque mesi da
record ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: I boom dell'ottimismo La ripresa
dei mercati finanziari è arrivata grazie ad alcuni dati che sembrano indicare
un miglioramento economico. Gli esperti suggeriscono molta prudenza, perché
tanti indicatori congiunturali sono ancora neri. Ma gli investitori hanno
comunque iniziato a scommettere –
E l'ottimismo pesa sul
debito degli stati ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Questi sforzi servono ai Governi
per aiutare i mercati finanziari e l'economia. Ma i mercati stanno mettendo i
bastoni tra le ruote agli stessi Governi da cui hanno ricevuto aiuti. Motivo:
l'ottimismo sulla ripresa economica – sebbene sia ancora tutto da dimostrare
nei fatti –
Storni della complessità
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: mercati finanziari, la
distribuzione della ricchezza nella maggior parte delle nazioni, e i flussi
delle informazioni su internet. In sistemi così diversi,sembrano essere
all'opera processi organizzativi molto generali. Si sono fatti progressi
immensi nel descriverli e i modelli migliori sull'andamento dei terremoti
appaiono notevolmente simili ai modelli dei mercati finanziari
Ecco a voi i ritratti
della paura ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Jesus Martinez Oliva, Jesus Segura,
Ann-Sofi Sidén) che affrontano il tema della paura: paura del cambiamento,
dell'altro, della crisi finanziaria, del futuro. Paura che, da comune
sentimento legato alla sfera biologica, è diventato strumento attraverso il
quale manipolare e imbrigliare individui e popolazioni intere.
Il futuro in una palla di
vetro e numeri ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in tempi di crisi globale?
L'insegnamento che si deve forse trarre dall'esperienza recente - osserva il
vice direttore generale della Banca d'Italia, Ignazio Visco («La crisi
finanziaria e le previsioni degli economisti », Università La Sapienza di Roma,
4 marzo 2009) è che una previsione va sempre comunicata e recepita nella sua
interezza.
Io, manager prestato alla
business school ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria attuale si può
collegare anche alle carenze registrate da una parte dei top manager, a livello
di assunzione di responsabilità? Questa recessione è in effetti anche il
risultato di una carenza di leadership e di mancanza di presa di responsabilità
di una parte dei dirigenti.
Se l'obbligazionista
diventa azionista ( da "Sole
24 Ore, Il" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Gli eventi estremi che
caratterizzano i mercati finanziari – come l'insolvenza del colosso Gm – stanno
dimostrando che gli investitori devono imparare a convivere con ricorrenti
eccezioni di grande impatto, che mediamente vanno al di là delle loro
conoscenze. Quando si compra un'obbligazione societaria singola A, per esempio,
non bisogna concentrarsi sul 99,
per lo sviluppo
( da "Corriere Economia"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La recente crisi finanziaria ha
suggerito, fra l'altro, l'impostazione di una serie di iniziative che si stanno
sviluppando in collaborazione con Associazioni di categoria, Regioni e
Province. Insieme sono state definite misure a sostegno dell'economia in
generale e, più specificatamente, delle PMI.
La
Argomenti:
Crisi
Abstract: Geithner e i suoi colleghi cinesi
forse parleranno più concretamente delle misure da prendere insieme per
stabilizzare i mercati finanziari e rilanciare l'economia globale. Sperano di
avviare un nuovo circolo virtuoso di rapporti, in cui i cinesi consumino un po'
di più e gli americani risparmino un po' di più, riducendo così lo squilibrio
commerciale e finanziario fra i due Paesi.
Argomenti:
Crisi
Abstract: Originato non da un riaccendersi
della domanda ma da un'ondata speculativa simile a quella che ha portato prima
alla crisi finanziaria e poi a quella economica. Questo il senso dell'analisi
di Alberto Clô economista all'Università di Bologna, direttore della rivista
Energia ed ex ministro dell'Industria nel governo Dini in un'intervista al
Corriere Economia .
Trichet, la Merkel e
l'euroliquidità ( da "Corriere
Economia" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Unione europea i dubbi sulla
gestione della crisi finanziaria attuata dall'organismo presieduto dal francese
Jean-Claude Trichet, di cui fa parte anche l'italiano Lorenzo Bini Smaghi. Già
dal 2007 il presidente francese Nicolas Sarkozy accusò la Bce di attuare una
politica monetaria che favoriva gli speculatori e rendeva più difficile la vita
alle imprese produttive.
In Borsa hanno vinto i
piccoli passi ( da "Corriere
Economia" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dopo un rialzo dei mercati che va
dal 30% al 50% nei casi più estremi (Piazza Affari per esempio), ha senso
seguire questa strategia? I patiti del pac dicono di sì ( vedi intervista ). In
realtà, come sempre accade sui mercati finanziari non esistono garanzie di riuscita
del metodo che comunque ha, in qualunque momento storico,
Due nuove stelle per il
Dow Jones ( da "Corriere
Economia" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che seleziona i titoli non solo in
base a criteri finanziari Due nuove stelle per il Dow Jones Debuttano Cisco e
Travelers: la crisi ha mandato in pensione la fallita Gm e Citigroup R
ivoluzione a Wall Street. Da oggi l'indice di Borsa più famoso e più antico al
mondo, il Dow Jones Industrial Average (DJIA) ha un nuovo look, più
tecnologico.
Bond, la prevenzione è
variabile ( da "Corriere
Economia" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Non va dimenticato che la crisi
finanziaria, che ha colpito una parte importante del sistema bancario, ha preso
l'avvio negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Al di là delle differenti
strategie di politica monetaria, le tre banche centrali presentano in questa
fase una caratteristica comune: il livello più basso raggiunto dai loro tassi
ufficiali.
BANCHE: ABI, CRISI IMPONE
GESTIONE PRUDENTE DEL CREDITO ( da "marketpress.info"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria. Di questo,
infatti, si parlerà nel corso del convegno annuale, organizzato
dall?Associazione bancaria, dedicato a ?Basilea2 e la crisi finanziaria? in
programma oggi e domani al Palazzo dei Congressi dell?Eur a Roma. ?Se il
settore bancario italiano ha potuto assorbire meglio i colpi della crisi è
grazie alla preminente attenzione data al finanziamento delle imprese
Governance, la svolta
dell'Ocse ( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in procinto di essere aggiornati
per correggere le debolezze emerse con la crisi dei mercati. L'annuncio è
contenuto nel documento sulla "corporate governance e crisi
finanziaria" redatto da un gruppo di lavoro dell'Ocse – presieduto
dall'italiano Marcello Bianchi (Consob) – che a novembre trasformerà le sue
prime indicazioni in raccomandazioni vere e proprie.
Irlanda, governo sconfitto
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Gli elettori irlandesi sono
sembrati punire i partiti di governo per la cattiva gestione della crisi
finanziaria ed economica in Irlanda, più che per le posizioni filoeuropeiste.
Un esito comprensibile, alla luce del drammatico tracollo dell'economia,che ha
lasciato in ginocchio quella che un tempo era definita con invidia la Tigre
celtica.
Capitani d'impresa l'Ocse
vigila ( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: corporate governance ed alla crisi
finanziaria" si rimane colpiti di come, in conseguenza dello sconquasso
dei mercati, i "boss" aziendali portano con sé il sospetto
dell'azzardo morale e di comportamenti mossi solto da ambizione e interessi
personali. L'intera struttura di corporate governance disegnata nel rapporto è
volta a circoscrivere il pericolo.
Cicale e formiche, le
fiabe del Nord ( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria ha colpito le
economie di tutto il mondo con la felice eccezione della Norvegia Felix. Il
paese dei fiordi ha trovato un suo modo particolare,dal sapore colbertiano,di
affrontare la crisi: mentre gli altri paesi spendevano, lei risparmiava;
Lettera firmata Studenti a
l'Aquila Mi dispiace, ma piuttosto che darla a voi, gli ...
( da "Unita, L'" del
08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: I lavoratori non sono guerrieri e
questa eccessiva competizione dentro e fuori le aziende porta solo ad operare
male. Così i risultati, da raggiungere ad ogni costo, si ottengono con metodi
non sempre ortodossi, come evidenziato dalla crisi finanziaria e dal continuo
aumento degli incidenti sul lavoro.
Il trionfo di Cohn-Bendit
( da "Vita non profit online"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: «Anche prima della crisi
finanziaria in Europa venivano prodotte troppe automobili. La riconversione
ecologica è il solo mezzo per salvare i posti di lavoro, ma bisogna che una
parte dei lavoratori del settore sia formata per un altro mestiere, perché non
potrà rimanere nell?
Elezioni, Ue promette
leadership economica dopo voto ( da "Reuters
Italia" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Unione attraverso la crisi
economica dopo che i partiti di centrodestra hanno vinto le elezioni per
l'Europarlamento in un voto caratterizzato da un calo record dell'affluenza.
Sebbene in alcuni paesi colpiti più gravemente dalla crisi finanziaria globale
i partiti di governo siano stati sconfitti e l'affluenza al voto sia stata solo
del 43%
duello all'ultimo voto
pd-pdl per il primato i veri vincitori lega e idv - albino salmaso
( da "Mattino di Padova, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Scossa dalla crisi finanziaria che
ha bruciato i risparmi, senza una vera guida capace di dettare decisioni alla
Bce, l'Ue è decollata con l'euro che ha falcidiato il potere d'acquisto degli
stipendi. E 8 anni dopo, si vedono gli effetti: la «voglia» di Europa si fa
avvertire nell'ex blocco comunista mentre crolla negli Stati che hanno firmato
il Patto costituente nel 1956.
Aldo953 ha detto: I
comunisti spagnoli si confermano essere come tutti i comunisti: prima comunisti
e poi Spagnoli, piuttosto che Italiani o Russi o Francesi o di qualsiasi altra
n ( da "KataWeb
News" del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle
posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la
Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo»,
addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il
premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto
deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
Europee, in Germania
risultati favoriscono asse Merkel-Fdp
( da "Reuters Italia"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: i quali credono che sia spostata
troppo a sinistra per fare fronte alla crisi finanziaria. Nelle ultimissime
settimane c'è stato un importante dibattito sull'aiuto di stato alle aziende in
difficoltà, come la casa automobilistica Opel e la catena di distribuzione
Arcandor, con alcuni conservatori convinti che sul lungo periodo è meglio che
alcune società falliscano.
BORSA MILANO SOPRA MINIMI,
BENE MEDIOBANCA E TELECOM, GIÙ ENEL
( da "Wall Street Italia"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: apertura Usa dopo le vendite della
mattina ancora sui timori legati alla crisi finanziaria. Le possibili
ricapitalizzazione degli istituti di credito in Usa e l'andamento dell'economia
sono i principali elementi che danno incertezza ai mercati. I futures sulla
borsa Usa sono negativi, quelli su Dow Jones e Nasdaq perdono l'1% circa.
Cooperazione, Belloni:
attenzione su Africa e finanza innovativa
( da "Velino.it, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: impatto della crisi finanziaria sui
Paesi in via di Sviluppo (Pvs)”. Per il Dg della Cooperazione, il G20 di Londra
ha trattato il tema “con esiti insufficienti, ecco perché vogliamo far
comprendere ai partner del G8 quanto le economie dei Pvs possono influire anche
sulle nostre scelte per fronteggiare la crisi”
Argentina, Taiana riceve
segretario spagnolo per Iberoamerica
( da "Velino.it, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Tra questi la crisi finanziaria
mondiale, lo stato dei negoziati per l?accordo commerciale tra Mercosur e
Unione europea, la riforma dell?Onu, il problema dell?immigrazione e le
attività legate alla celebrazione del bicentenario per l?indipendenza. (red/mat)
8 giu 2009 12:56
Borsa Milano sopra minimi,
bene Mediobanca e Telecom, giù Enel
( da "Reuters Italia"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: apertura Usa dopo le vendite della
mattina ancora sui timori legati alla crisi finanziaria. Le possibili
ricapitalizzazione degli istituti di credito in Usa e l'andamento dell'economia
sono i principali elementi che danno incertezza ai mercati. I futures sulla
borsa Usa sono negativi, quelli su Dow Jones e Nasdaq perdono l'1% circa.
Autonoleggio, i difficili
giorni della crisi ( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del
08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi ha praticamente
paralizzato il mercato, spiega Teofilatto: «Dopo i risultati positivi del 2008
(320.000 immatricolazioni, ben il 15% del mercato), con l?espandersi degli
scenari di incertezza economica dovuta alla crisi finanziaria, le aziende
clienti del noleggio a lungo termine hanno preferito da ottobre scorso rinviare
decisioni già mature,
E per i Fondi pesa
soprattutto la scarsa liquidità ( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del
08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: I fondi immobiliari sono stati
investiti in pieno dalla crisi finanziaria e ora si trovano a fare i conti con
la presenza di scambi ridotti, «cosa che potrebbe rendere molto penalizzante la
liquidazione delle quote in determinate condizioni di mercato», come ha
sottolineato il governatore di Bankitalia Mario Draghi.
Russia/ Mosca sfida Usa
con 'lobby del grano' paesi ex Urss
( da "Virgilio Notizie"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: particolarmente importante in seno
all'attuale crisi finanziaria mondiale", ha detto. Tra i principali
obiettivi della United Grain Company, formata in Russia, vi e' anche la
riqualificazione delle infrastrutture e la costruzione di nuove capacita' di
esportazione. Da notare infine che il ministro Skrynnik e' soltanto da pochi
mesi a capo del dicastero.
Il
Argomenti:
Crisi
Abstract: ECONOMIA Il ruolo della banca
locale nel contesto della crisi finanziaria Domani, martedì 9 giugno alle
10.30, nell'aula magna di Palazzo delle Scienze (facoltà di Economia), si terrà
l'ultimo incontro del ciclo di seminari professionalizzanti, dal titolo
"Gli effetti della crisi finanziaria sull'intermediazione bancaria",
coordinato dal prof.
Elezioni europee ed euro
( da "Trend-online" del
08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di fatto preoccupati per la crisi
finanziaria,che ha fortemente intaccato gli equilibri sociali,vista la
crescente e generalizzata disoccupazione. Alla luce di una mattinata poco
volatile,rispetto al caos di venerdì pomeriggio e di un movimento dell?euro dollaro
molto controllato,costituito da nuovi minimi intra day e rimbalzo tecnico
successivo,
GAS: POSSIBILE NUOVA CRISI
A LUGLIO NONOSTANTE PAGAMENTO KIEV.
( da "Asca" del
08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Non abbiamo avuto altra scelta che
ordinare l'emissione di nuove risorse per effettuare i pagamenti''. Risorse che
derivano da una parte del prestito straordinario da 16,5 miliardi di dollari
erogato dal Fondo Monetario Internazionale lo scorso novembre a favore di Kiev
per far fronte alla crisi finanziaria . fgl/dnp/alf
17:21 ARMI: IL MERCATO NON
CONOSCE CRISI, +4% DI VENDITE NEL 2008
( da "Agi" del
08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Rispetto alla crisi che ha colpito
l'aviazione civile, l'industria della difesa resta solida. Eppure, nonostante
la crescita, "la crisi finanziaria mondiale ha avuto un impatto anche sui
profitti delle industrie che producono armi", ha commentato il Sipri.
EUROPEE: BONANNI, PASSARE
DAL GOSSIP A IMPEGNI SOCIALI URGENTI.
( da "Asca" del
08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria globale mettendo
in campo seri programmi di riforma economico-sociale''. Lo sottolinea in una
nota il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni. ''E' mancato quello
che la Cisl chiede da tempo e cioe' - spiega Bonanni - un chiaro confronto
programmatico tra le forze politiche sulle misure da adottare nel continente
per imprimere un serio cambiamento del modello
Europee, Bonanni (Cisl):
"E' ora di passare dal gossip agli impegni sociali più urgenti"
( da "Sestopotere.com"
del 08-06-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria globale mettendo
in campo seri programmi di riforma economico-sociale." Lo sottolinea in
una nota il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni. "E' mancata
quello che la Cisl chiede da tempo e cioè un chiaro confronto programmatico tra
le forze politiche sulle misure da adottare nel continente per imprimere un
serio cambiamento del modello di sviluppo industriale
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
LETTERE E COMMENTI
pag. 34 VORREI METTERE in rilievo due aspetti dell'attuale crisi finanziaria che ... VORREI METTERE
in rilievo due aspetti dell'attuale crisi finanziaria che mi sembrano trascurati dai commentatori dei mass media. E'
un dato di fatto che la maggior parte del potere economico e bancario mondiale
sia ormai nelle mani di Stati e persone islamiche, che sono indifferenti od
ostili all'Occidente. Si legga, ad esempio, il libro di Andrea Morigi
Multinazionali del terrore' (ed. Piemme 2004) che spiega come l'attuale
situazione economica sia dovuta molto a questo fatto ed è una conseguenza
logica. Un'altra evidenza dell'attuale crisi che
viene, a mio avviso, messa in secondo piano dagli esperti è la concorrenza
spietata e sleale operata dalla Cina e dall'India nel mercato globale. Se lo
facesse un piccolo Paese, le conseguenze sarebbero molto minori, ma se è fatta
da un sesto dell'umanità, è facile capire che i danni sono enormi per la
maggior parte delle altre Nazioni. Finché l'umanità, con i suoi organismi
internazionali, in primis l'Onu, non scioglierà questi due nodi, sarà
impossibile un miglioramento sostanziale della situazione. Giorgio S., Parma
( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
FORLI' PROVINCIA
pag. 8 ASSOCIAZIONI di categoria, istituzioni e banche. Tutti devono dare il
loro contri... ASSOCIAZIONI di categoria, istituzioni e banche. Tutti devono
dare il loro contributo per permettere al poltronificio Stella di uscire dalla
fase di crisi in cui si trova da qualche mese. È
questo l'appello lanciato in maniera unitaria da Fillea Cgil, Feneal Uil e
Filca Cisl. A rendere la vita difficile all'azienda meldolese, secondo i
sindacati, è stata «la difficoltà generata da una grave crisi finanziaria, causata anche dagli
assetti societari. Questa situazione rischia di compromettere il futuro
industriale e il mantenimento dei livelli occupazionali». Attualmente lo
stabilimento dà lavoro a 55 persone. DA INIZIO mese è stato deciso di limitare
i danni con la cassa integrazione straordinaria. La misura, prima di
entrare nella fase esecutiva, attende che l'azienda predisponga un piano di
attuazione. LA SOSTANZA è che la cassa integrazione straordinaria riguarderà il
50% dei dipendenti, seguendo il principio della rotazione (la misura, in caso
di crisi aziendale, viene corrisposta per un massimo
di dodici mesi). «Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl si legge nella nota dei
sindacati , in stretto rapporto con i dipendenti, da tempo si sono attivate nei
confronti di Comune e Provincia per costruire un percorso in grado di dare
prospettive industriali e garantire tutele per i lavoratori a partire dal
recupero delle retribuzioni arretrate e dalla definizione di ammortizzatori
sociali che consentano di attraversare la grave crisi.
Inoltre, per garantire la continuità produttiva, si sono favorite soluzioni che
consentono ai dipendenti di percepire la retribuzione relativa all'ultimo
periodo». IL POLTRONIFICIO Stella rappresenta l'ultimo esempio di azienda
italiana del settore entrata in crisi. «Occorre che la
competitività continua il documento sia giocata sulla qualità del prodotto e
sulla professionalità dei lavoratori, e non sul ricorso al massimo risparmio
creando dumping sociale (attraverso, per esempio, l'utilizzo di manodopera a
basso costo, ndr), fenomeno che il sindacato da sempre combatte e che è il
primo nemico di chi lo pratica, vale a dire le aziende stesse». A rendere
ancora più dura la sopravvivenza c'è anche la concorrenza sleale delle aziende
straniere, che spesso operano senza rispettare la normativa. «Concorrenza e
trasparenza, ci sono anche questi ostacoli da superare spiegano gli esponenti
dei sindacati . Chi lavora per conto terzi poi dovrebbe preservare la propria
professionalità». IN FUTURO potrebbe riaprisi il capitolo relativo alla
creazione di un Consorzio per effettuare acquisti comuni. Una struttura cioè
che riunisca tutti i poltronifici del territorio e che permetta loro di
acquistare, in forma associata, materie prime. «Un sistema terminano i
sindacati che permetterebbe di risparmiare e del quale però non si parla da
tempo. Bisognerà tornare a farlo».
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
LETTERE E COMMENTI
pag. 16 Vorrei mettere in rilievo due aspetti dell'attuale crisi finanziaria che mi sembrano
trascurati... Vorrei mettere in rilievo due aspetti dell'attuale crisi finanziaria che mi sembrano
trascurati dai commentatori dei mass media. E' un dato di fatto che la maggior
parte del potere economico e bancario mondiale sia ormai nelle mani di Stati e
persone islamiche, che sono indifferenti od ostili all'Occidente.
Un'altra evidenza dell'attuale crisi che viene, a mio
avviso, messa in secondo piano dagli esperti è la concorrenza spietata e sleale
operata dalla Cina e dall'India nel mercato globale. Se lo facesse un piccolo
Paese, le conseguenze sarebbero molto minori, ma se è fatta da un sesto
dell'umanità, è facile capire che i danni sono enormi per la maggior parte
delle altre Nazioni. Finché l'umanità, con i suoi organismo internazionali, in
primis l'Onu, non scioglierà questi due nodi, sarà impossibile un miglioramento
sostanziale della situazione. Giorgio S.
( da "Repubblica, La"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 27 -
Copertina ALBERTO D´ARGENIO conta e conterà sempre di più. Anche se offuscato
dalla potenza mediatica di governi e Commissione europea, l´Europarlamento
incide sul futuro dei cittadini del Vecchio continente, mezzo miliardo di
persone. è qui, tra le aule di Strasburgo e di Bruxelles - le due sedi
dell´unica assemblea multinazionale del mondo - che ogni giorno si incontrano e
scontrano partiti, lobby, interessi politici ed industriali delle diverse
nazioni. E chi prenderà più voti a livello continentale tra socialisti e
cristiano-democratici, le due principali famiglie politiche dell´Unione, avrà in mano le chiavi di questa sterminata attività legislativa
che passa dai mercati finanziari alla protezione dei consumatori, dalla tutela del lavoro alle
libertà civili. Contando sulle alleanze con i gruppi minori - a destra e
sinistra - influenzerà la politica europea spaccata tra diverse visioni del
mondo e dell´Unione. Peccato che il grande pubblico non lo sappia. Colpa
dei partiti che confinano la campagna elettorale a sfide e polemiche interne.
Il grande cruccio di chi viene eletto a Strasburgo è sempre lo stesso: la
visibilità. (segue nelle pagine successive) SEGUE A P
( da "Mattino di Padova, Il"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 23 - Cronaca Bcc Cartura cambia statuto Oggi assemblea dei soci In questi
tempi di crisi finanziaria
i clienti delle banche, sia privati che imprese, si chiedono non solo quanto al
sicuro siano i propri risparmi ma anche in che termini le banche sono in grado
di versare ai clienti le somme richieste. L'assemblea straordinaria dei soci
della Bcc di Cartura di oggi alle 10 nella sede centrale, indetta per
apportare alcune modifiche allo statuto richieste dalla Banca d'Italia, è
l'occasione per affrontare anche questo aspetto tutt'altro che secondario visto
che la Bcc fondata 50 anni fa può contare su uno degli indici di solvibilità
più alti rispetto alla media. «Dopo un utile d'esercizio di quasi 6 milioni di
euro, con un rialzo consecutivo del +8,7 % rispetto all'anno precedente -
spiega il presidente della Bcc Mario Sarti - la nostra banca migliora la
solidità patrimoniale e l'efficienza produttiva. Significativi sono gli
indicatori patrimoniali e di solvibilità, in particolare il nostro «capital
ratio» si è attestato sul 14,38%, un numero che ai profani dice poco ma che per
gli addetti ai lavori è significativo. Basti pensare che alcune grandi banche
sono ben al di sotto del 10 per cento. Anche i crediti in sofferenza sul totale
degli impieghi rimangono al di sotto della media, con un risultato dello 0,83
per cento. Il patrimonio di vigilanza, fondamentale per fronteggiare i rischi,
viene ancora più rafforzato, passando da
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
ROVIGO AGENDA pag.
17 La genialità dei poveri Lo spunto domenicale di don Licio Boldrin NEI GIORNI
caldi che hanno preceduto queste complesse consultazioni elettorali abbiamo
sentito parlare, a livelli diversi, di crisi finanziaria, di posti di lavoro
che saltano e quindi di tante famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla
fine del mese. Le soluzioni? Ognuno promette qualcosa, mentre le speranze
affievoliscono e non è facile adattarsi ad un diverso tenore di vita che
potrebbe anche incidere sulla qualità delle relazioni all'interno delle stesse
famiglie. Alla maniera di una moderna e bella parabola, si è venuti a conoscenza
di una ricerca interessante, studiata da un gruppo di economisti americani che
hanno cercato di capire come in alcune parti del mondo ci sia tanta gente che
vive sostanzialmente bene pur dovendo contare su dei redditi bassissimi (meno
di 2 dollari al giorno). Per un anno intero hanno osservato il comportamento di
250 famiglie povere di Bangladesh, Sudafrica e India, controllando come veniva
speso ogni centesimo. A sorpresa hanno scoperto che i poveri sono molto
creativi e non a dispetto della povertà, ma in virtù di questa. In certi casi
riescono perfino a risparmiare qualcosa per eventuali spese straordinarie.
Poveri che diventano geni della finanza, perché non c'è nulla di più difficile
che far quadrare i conti, affrontando anche il matrimonio di un figlio o una
malattia, con delle entrate insignificanti. Se la questione non fosse così
seria, dal momento che si tratta della sopravvivenza non di milioni ma miliardi
di persone, si potrebbe azzardare un paragone con la mancia di pochi euro
settimanali che diamo ai nostri ragazzi per le figurine, i gelati e le cariche
del cellulare. Una storia per tutte: Hamid fa il tassista con il suo risciò a
Dacca, in Bangladesh, e la moglie cuce vestiti. Vivono con il figlio in una
baraccopoli e guadagnano l'equivalente di 50 euro al mese, cioè 50 centesimi al
giorno per ognuno dei tre componenti la famiglia. Hamid e la moglie sono
analfabeti, ma in un anno sono riusciti a risparmiare 34 euro, che Khadeja (la
moglie) ha voluto investire comprando dell'oro per gli eventuali momenti
difficili. Solo che ai poveri venissero offerti degli strumenti finanziari
adatti a loro, come microcrediti, assicurazioni, incentivi al risparmio più che
al consumo, forse non sarebbero poveri per sempre. Non si poteva oggi cavalcare
un tema che turbasse il silenzio elettorale; ci restava soltanto la possibilità
di volare alto sugli scontri di lista, di partito e di ambizioni, ma senza
perdere l'occasione di guardare anche in basso verso chi sta peggio di noi e di
riflettere, nella festa della ss. Trinità, che Dio padre ama tutti i suoi
figli, che Gesù ha donato all'umanità lo Spirito che lo ha generato e che non
saranno i molti beni a renderci felici. La saggezza di tanti poveri insegna.
Licio Boldrin
( da "Messaggero, Il (Rieti)"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Domenica 07 Giugno
2009 Chiudi La denuncia arriva ormai a scadenze regolari: il nuovo carcere di
Vazia è terminato da un anno ma resta chiuso perchè il ministero non ha i soldi
per gestirlo e per assumere il personale. Un allarme che Vladimiro Rinaldi capogruppo
della lista Storace alla Regione, rilancia ancora una volta criticando gli
annunci del ministro Guardasigilli, Angelino Alfano, che vuole ridurre il
sovraffollamento della popolazione carceraria attraverso la costruzione e
l'apertura di nuovi penitenziari. Invece il tempo passa e per Vazia
l'inaugurazione si allontana. La ditta ha concluso i suoi lavori rispettando i
termini contrattuali, il ministero ha bandito l'interpello nazionale per
reclutare gli agenti di polizia penitenziaria (molti i reatini che prestano
servizio in altre città italiane, già in lista d'attesa) , ma per vedere il
nuovo carcere in funzione occorrerà attendere, con ogni probabilità, il 2009.
E' anche sfumata la possibilità di trasferire i detenuti attualmente ospiti di
Santa Scolastica nella nuova e moderna struttura di Vazia. A ritardare però l'apertura è la crisi finanziaria in cui versa il mondo della giustizia in generale e, più in
particolare, quello dell'edilizia penitenziaria dove non ci sono fondi per
costruire nuovi carceri e neppure per l'assumere agenti di custodia. «Voglio
ricordare - sottolinea Rinaldi - le dichiarazioni del garante per i detenuti
del Lazio, Angiolo Marroni, secondo il quale, per garantirne l'entrata
in funzione, occorrerebbe una dotazione di circa 300 agenti di polizia
penitenziaria oltre ad educatori e psicologi, tutte figure professionali che
attualmente non ci sono».
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Siniscalco: «Si
salveranno i territori ben gestiti» --> Domenica 07 Giugno 2009 ECONOMIA,
pagina 37 e-mail print La tavola rotonda Al centro da sinistra Bianchi,
Pandolfi e Siniscalco foto Bedolis L'ex ministro del Tesoro
Domenico Siniscalco si dichiara «meno ottimista della media» sulla fine della crisi finanziaria. «C'è stato un
passaggio del debito dai privati al pubblico per 4.000 miliardi di dollari - ha
commentato alla tavola rotonda che ha concluso l'incontro al Donizetti -. Ormai
gli Stati Uniti vanno verso un debito al 100% del Pil e il Regno Unito al 90%.
Noi siamo maestri nel vivere in questa situazione, potremmo esportare nostri
tesorieri, ma un Paese con debito al 100% può prosperare». E questo perché
quando si pagano interessi sul debito pari al 5% del Pil si ha una zavorra che
impedisce il finanziamento di politiche di sviluppo. Siniscalco fa risalire al
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
«Dai nuovi eletti
priorità alla crisi» --> Domenica 07 Giugno 2009
GENERALI, pagina 3 e-mail print Il nuovo Parlamento europeo dovrà affrontare
per prima cosa la crisi economica e le sue
conseguenze, dalla disoccupazione alla gestione dell'economia globale: lo ha
detto monsignor Adrianus van Luyin, presidente della Commissione dei vescovi
europei in un'intervista a «Radio Vaticana». «Il nuovo Parlamento europeo - ha
detto il vescovo di Rotterdam - dovrà trattare inevitabilmente una serie di
problemi gravi. In primo luogo, la crisi finanziaria globale per la quale molti posti di lavoro minacciano di essere
perduti, come pure il modo in cui saranno investiti i risparmi e le pensioni di
milioni di persone». «In questo contesto - ha spiegato van Luyin - la Chiesa
auspica che il Parlamento europeo si dimostri in grado di trovare soluzioni
improntate alla giustizia sociale e in grado di dare risposte anche a
questioni dalle quali dipende la vita delle future generazioni: ambiente,
energia, alimentazione». 07/06/2009 nascosto-->
( da "Giornale.it, Il"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
n. 137 del
2009-06-07 pagina 22 La fortuna degli americani? Credere sempre in se stessi di
Redazione Mario Calabresi racconta gli Stati Uniti nell'anno
della crisi finanziaria: un
Paese che ha come antidoto alle difficoltà un incrollabile ottimismo Oggi li
chiamiamo divi, ma non è sempre stato così. Come racconta Tito Saffioti in Gli
occhi della Follia (prefazione di Cesare Segre, BookTime, pp. 215, euro 30),
«per tutto il Medioevo» l'uomo di spettacolo «ha sofferto di una clamorosa
ambiguità sociale». Era infatti «un fattore di disordine morale perchè
non apparteneva a nessuno dei tre ordini in cui si divideva la società:
oratores, bellatores, laboratores». La situazione è destinata a mutare solo
qualche secolo più avanti, quando i buffoni iniziano ad essere considerati
quali artisti tout court. Ballano, suonano e accettano, con un certo savoir
fare, di diventare i bersagli passivi dei propri clienti. Regalando, qui e là,
gesti di eroismo fuori dal comune. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
Negri 4 - 20123 Milano
( da "Corriere della Sera"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 07/06/2009 - pag:
( da "Corriere della Sera"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Opinioni data: 07/06/2009 - pag: 10 PECHINO E WASHINGTON Uno
risparmia, l'altro dilapida Aria di crisi nella coppia
Chimerica di NIALL FERGUSON D ue anni fa l'economista Moritz Schularick ed io
abbiamo coniato la parola «Chimerica » per descrivere quella che ci appariva
come la relazione chiave nell'allora dirompente economia globale: Cina più
America. La manodopera a basso costo cinese rendeva altamente redditizie le
multinazionali americane. I consumatori americani, sempre attenti ai prezzi,
dal canto loro mantenevano in attività le aziende cinesi con gli ordinativi per
le esportazioni. E le autorità monetarie cinesi trasformavano le eccedenze
dell'esportazione in riserve in dollari, allo scopo di impedire l'apprezzamento
della loro stessa valuta. Come conseguenza involontaria, la Cina ha finito per
accumulare un credito multimiliardario nei confronti degli Stati Uniti,
finanziando il deficit americano a prezzi stracciati. Sono stati i tassi bassi
a lungo termine abbinati agli errori di politica monetaria commessi dalla Fed,
a un'eccessiva leva finanziaria adottata dalle banche, e a un'ingegneria finanziaria scapestrata a gonfiare la
bolla immobiliare americana: quando questa è scoppiata, la crisi è stata inevitabile. Per semplificare
la storia, pensate a un matrimonio infelice in cui un partner risparmia mentre
l'altro scialacqua a più non posso (e chi non conosce almeno una coppia di
questo tipo?). Ma poi il partner spendaccione esagera con le carte di
credito e allo stesso tempo il partner parsimonioso vede minacciato il suo
posto di lavoro. Una relazione fino ad allora stabile comincia a traballare. A
febbraio, il People's Daily cinese riconosceva «l'importanza e l'influenza
globale» della Chimerica, ma prevedeva l'arrivo imminente di un «periodo di
gelo». Stiamo assistendo a una svolta storica, quando l'ago della bilancia
pende decisamente da una parte e si allontana da una potenza affermata a favore
di uno sfidante emergente? Forse. Le crisi finanziarie
spesso accelerano gli spostamenti graduali della tettonica geopolitica e
svolgono, nella storia, una funzione simile ai terremoti in geologia. Difatti
fu l'inflazione a minare le fondamenta della potenza asburgica e a spianare la
strada alla repubblica olandese. Fu la disastrosa Bolla del Mississippi del
1718-
( da "Stampaweb, La"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il mondo cerca la
pace in Medio Oriente e la soluzione alla crisi finanziaria.
Piange i morti dellAirbus e assiste alle grandi fusioni. In
Italia si polemizza sulle veline, sui gusti del premier e sul ritorno del
fascismo. Questa è la cronaca di una campagna elettorale folle, allucinata e
davvero spassosa. 1 maggio Giornata tranquilla dopo le rivelazioni del 28 aprile di Veronica Lario
allAnsa: mio marito è malato, frequenta le minorenni. 2 maggio Si discute di febbre
suina. 3 maggio Veronica annuncia: divorzio. 4 maggio I soldati italiani
uccidono una bimba di 13 anni in Afghanistan. Berlusconi: con Veronica è
impossibile andare avanti. Nel Pd parla solo la Bindi: perché non ci si indigna
per il premier? 5 maggio La Fiat tratta con Opel. Un bimbo chiede alla Rice:
perché torturavate? Fini e Maroni litigano sui medici spia. DellUtri ricorda la bontà di Mussolini.
Il papà di Noemi: la mia famiglia conosce Berlusconi tramite me. 6 maggio Fini
e Maroni litigano sui presidi spia. Berlusconi a Porta a Porta: mia moglie mi
chieda scusa. Dibattito sullautenticità delle foto della festa
di Casoria. 7 maggio
La Lega chiede carrozze del metrò per soli milanesi. Franceschini teme il
ritorno delle leggi razziali. Rivelazione: Noemi ha fatto il book fotografico a
16 anni tramite DellUtri. Smentite. La Guerritore legge
Veronica in tv. 8 maggio Allarme
occupazione a Pomigliano e Termini Imerese. La cassa integrazione sale dell864%.
LOnu sui respingimenti: diritti violati. 9 maggio Fini vede il rischio
Apartheid a Milano. Il fotografo Pasquale Cerullo svela che si sapeva
dellarrivo di Berlusconi a Casoria sin dalla mattina. Il Pd si interroga: attaccare o
attendere? 10 maggio Incontro al Quirinale fra le vedove Calabresi e Pinelli.
Berlusconi: no alllItalia multietnica. Noemi al Times: papi
non è mio padre. Un ex assessore napoletano: portai il papà di Noemi da Craxi. 11 maggio
La Cei: lItalia è già multietnica. Il Papa in medioriente. Bobo Craxi: il
papà di Noemi non lo conosciamo. 12 maggio Il Papa: mai più Shoa. Il Pd pensa
al ritorno del Mattarellum. Berlusconi in discoteca a Sharm el Sheikh. 13 maggio Via libera del Senato
al nucleare. Onu: riammettete i migranti respinti. Lautore
del book di Noemi si confessa. Di Pietro: con Berlusconi a rischio la
democrazia. 14 maggio Il Papa in Palestina. Ok del Parlamento alle ronde. La
Repubblica pone le
dieci domande a Berlusconi. DAlema: il premier ha
lipertrofia dellego. Nel Pd ancora serrato il dibattito: attaccare
o attendere? 15 maggio Napolitano: cè una retorica xenofoba.
Franceschini: tornano le camicie nere. Bill Emmot sulle dieci domande: informare è la nostra missione.
Berlusconi: è una campagna di odio. DAlema: racconti
barzellette. 17 maggio Il Pil scende del 5.9%. Lite Onu-Maroni sui
respingimenti. La Russa: lOnu non conta un fico secco DAlema: in
che mani siamo. Di Pietro: propaganda da Ventennio. La mamma di Noemi al Times: Silvio
faccia per Noemi ciò che non ha fatto per me. 18 maggio Stipendi, lItalia
in Europa 23^ su 30. Bersani: si abbassino le tasse. Si scopre che il Times ha
mal tradotto: la mamma di Noemi non si rivolgeva a Silvio ma a Dio. 19 maggio Scontri allUniversità
di Torino per il G8. Il Times: il premier tratta i media come feudi.
DAlema: il premier guarda al modello coreano di democrazia. 20 maggio
Condannato Mills: fu corrotto dal premier. Dibattito nel Pd: sulla giustizia attaccare o attendere?
Di Pietro: Berlusconi fa orrore, è piduista, fascista e corruttore. 21 maggio
Polemica attorno a Berlusconi: su Mills deve riferire in aula o no? Di Pietro:
è un fascista. Si scopre che Noemi partecipò a una cena col premier e gli
imprenditori a Villa Madama. 22 maggio AllAssemblea di
Confindustria il premier attacca Parlamento (pletorico) e magistrati
(eversivi): il mio giudice è comunista. Di Pietro: Berlusconi è il doppio
Stato. Franceschini: si dimetta. 23 maggio Cassa integrazione ai livelli del 93.
Salta fuori che Noemi andò anche al Galà del Milan. Casini: Silvio, rispondi
alle dieci domande. Zanda: è una questione di Stato. Franceschini: dimettiti.
DAlema: arrogante. 24 maggio Berlusconi: la stampa è indegna, ignobile, sconcia. La Repubblica
intervista Gino Flaminio, ex fidanzato di Noemi che racconta delle telefonate
fra Berlusconi e Noemi. Il Pd vuole una riunione speciale di tutte le
opposizioni. Di Pietro dice no: serve una mozione di sfiducia. 25 maggio La Germania
si spacca sulla trattativa Opel-Fiat. DAlema su Berlusconi:
disgustoso. 26 maggio Bagnasco chiede tutele per i lavoratori. Test nucleari in
Nord Corea. Il papà di Noemi: mia figlia è illibata, conobbi Silvio nel 1990.
27 maggio Tre morti alla Saras dei Moratti. Rivelazioni: Gino Flaminio è un pregiudicato. Di
Pietro: Berlusconi come Dracula. 28 maggio - La stampa estera: Berlusconi è
sfacciato, bugiardo e impunito. Intervista alla zia di Noemi. Franceschini:
fareste educare i vostri figli da questuomo? I figli di Berlusconi
sdegnati. Di Pietro: Berlusconi come Nerone. 29 maggio - Brunetta ai
poliziotti: siete dei panzoni. 30 maggio - Draghi: servono riforme contro la crisi. Berlusconi: porterò i terremotati in crociera. Di
Pietro: fascista, razzista, eversivo, piduista. DAlema:
irresponsabile, avvelenatore. 31 maggio - Santanché: Veronica ha un amante.
Gino Flaminio scrive al Corriere: chiedo scusa a tutti. DellUtri: a Villa
Certosa, durante le feste, cè la gelateria in giardino. 1 giugno - Bondi: a Villa Cetosa ho cenato a lume
di candea con Cicchitto. Scoppia la polemica sui voli di Stato, chi cera
a bordo dellaereo diretto a villa Certosa? Apicella. 2 giugno - Cade un
Airbus: 228 morti. Berlusconi: complotto contro di me, cè anche Murdoch.
Sul volo diretto a
Villa Certosa cera pure una ballerina di flamenco. 3
giugno - Napolitano: dopo le elezioni si abbassino i toni. 4 giugno - Bin Laden
minaccia Obama. Per i voli di Stato indagato Berlusconi. la stampa straniera
insiste. Il premier: sono insufflati dai comunisti. 5 giugno - Obama allIslam:
è lora della pace. Franceschini: sui voli di Stato è la legge del
principe. Veltroni: lItalia è violenta. Il Paìs pubblica le foto segrete
di Villa Certosa, si vede Topolanek nudo. Calderoli: Noemi è brutta. 6 giugno - Si vota per le
Europee. Qui ci si è divertiti un sacco.
( da "Corriere delle Alpi"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Cena di solidarietà
Il
( da "Vita non profit online"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Pannella vota in
carcere Reading time: 3 minutes --> di Redazione - pubblicato il 07 Giugno
2009 alle 10:13 La cronaca della prima giornata di voto: Napolitano, Berlusconi
e Bossi hanno già votato. Affluenza in calo. Il leader radicale ha scelto il
seggio di Regina Coeli Circa 50 milioni di italiani alle urne per le elezioni
europee e amministrative. Cala l'affluenza. Alle 22 di ieri aveva votato il
17,8% contro il 20,5% del 2004. Più alto il dato per Provinciali (19,62%) e
Comunali (22,94%). I seggi rimarranno aperti fino alle 22. Gli elettori devono
scegliere i componenti della delegazione italiana che siederà a Strasburgo e
votare per il rinnovo di 62 Province e in 4.281 Comuni. Prima giornata ieri in
cabina elettorale anche per i big della politica che solitamente scelgono la
domenica per esprimere il proprio voto nel segreto dell'urna. Voteranno domani,
infatti, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (all'istituto
Margherita di Savoia di via Panisperna), il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi (nella scuola media Dante Alighieri di via Scrosati, a Milano) e il
leader della Lega Umberto Bossi (sempre nel capoluogo lombardo presso la scuola
elementare di via Fabriano). Ma già oggi alcuni degli esponenti di spicco della
politica nostrana si sono recati al seggio, come riporta l'agenzia di stampa
Adn Kronos: il segretario del Pd Dario Franceschini, che ha votato poco dopo le
( da "Trentino" del
07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il turismo,
l'integrazione e uno snodo decisivo Il sistema economico trentino non da ieri
basa gran parte delle proprie fortune sulle entrate provenienti dal settore
turistico. Sono a migliaia i visitatori che durante tutto l'anno giungono in
Provincia per poter prendere parte alle tante iniziative culturali o
semplicemente per contemplare le bellezze paesaggistiche che il nostro
territorio ha ad offrire. Ingenti sono quindi gli investimenti pubblici e
privati a livello di marketing, per diffondere ai potenziali visitatori
l'immagine di un Trentino verde, attento alla natura, dove l'ospite può
sentirsi come a casa. Se il turista può effettivamente sentirsi "a
casa" nella provincia trentina questo lo si deve principalmente a tutti
quei lavoratori operanti nel settore e assunti molte volte in nero, costretti
spesso ad accettare buste paga irrisorie, il mancato pagamento di straordinari
e l'impossibilità di fatto ad usufruire dei giorni di ferie e dei permessi
previsti dal contratto nazionale di riferimento. La situazione era già grave
nel 2006 quando il sindacalista Walter Largher della UIL TuCS si finse alla
ricerca di lavoro in Val di Fiemme, venendo così a conoscenza degli aspetti più
tristi e miseri di quello che dovrebbe essere il settore di punta dell'economia
trentina. A distanza di tre anni da quell'indagine è aumentata in maniera
considerevole la percentuale degli stranieri impiegati in strutture alberghiere
e della ristorazione. Le nuove norme in materia di immigrazione -che collegano
la richiesta di permesso di soggiorno al requisito obbligatorio del possesso di
un posto di lavoro- e l'introduzione recente del "reato di
clandestinità" non hanno fatto altro che esporre ancor più questa
categoria di lavoratori a ricatti e soprusi di ogni genere. il caso di un
giovane lavoratore ucraino, allontanato con la forza dal proprio posto di
lavoro in un noto ristorante del capoluogo e colpevole solamente - dopo aver
accettato un impiego pagato per metà in nero- di aver chiesto chiarimenti in
merito alla sottrazione di permessi mai usufruiti dalla busta paga operata dal
datore di lavoro, peraltro sotto la minaccia di eventuali ritorsioni
sull'ottenimento del permesso di soggiorno. il caso di un lavoratore albanese,
picchiato per futili motivi dal datore di lavoro fino a costringerlo a
ricorrere alle cure ospedaliere con la certezza che la giustizia -parole sue-
"crederà più ad un trentino che ad un albanese". La pur ottima
iniziativa di folklore rappresentata dalla "Festa dei popoli" quindi
da sola non basta a fare di Trento e della provincia un modello di convivenza;
l'integrazione reale comincia sul posto di lavoro. Nessun senso di appartenenza
comunitaria può nascere infatti tra chi vede calpestati ogni giorno i propri
diritti inviolabili di essere umano nel normale esercizio della propria
professionalità. Matteo Salvetti TRENTO Caro Salvetti, credo
che la crisi finanziaria ed
economica dovrà imporre una riflessione anche al turismo, proprio perché è un
settore portante dell'economia trentina, gestito da protagonisti motivati. Chi
segue la rivista degli albergatori "Ospitalità Trentina " può
rendersi conto di come questo ripensamento sia già iniziato, per quanto
riguarda il territorio, il suo valore, la necessità che non venga
saccheggiato. Il prossimo passo dovrà necessariamente riguardare il lavoro. Ma
rivedere i "rapporti", gli schemi, i sistemi di lavoro nel turismo
non può essere solo una questione aziendale. Deve diventare categoriale (a
livello di associazioni) e politica. Il sostegno ai buoni esempi, alle buone
pratiche, deve venire dalla politica. Credo, sotto questo aspetto, che i casi
segnalati pur riflettendo un clima generale abbastanza disinvolto nel gestire
la "manodopera" turistica, siano anche fenomeni singoli, eccessi
isolati. In molti alberghi ed esercizi i lavoratori tornano, dalle loro
residenze estere, anno dopo anno. Nelle valli turistiche l'integrazione è -
anche per la dimensione umana dei paesi - più avanzata rispetto a quella che si
riscontra nelle periferie urbane. Non bisogna dunque fare di tutte le erbe un
fascio. E però è vero, questi casi "crudeli" suonano come un
campanello d'allarme. Il turismo trentino, con una tradizione centenaria alle
spalle, settore portante dell'economia, pilastro radicato del territorio, non
può vivere - nemmeno nella sua forza lavoro - alla giornata, basandosi sul
precariato. Deve darsi un assetto. Non può accettare la disaffezione delle
seconde e terze generazioni (bisognerebbe forse chiedere a chi se ne va la
restituzione dei contributi ricevuti?) non può gestire la conduzione
alberghiera al massimo ribasso, importando solo lavoratori esterni e prodotti
non locali. In sostanza un settore portante come il turismo deve pensare a
radicare, a motivare, a far crescere i suoi collaboratori, i suoi lavoratori,
ad essere orgoglioso dei suo prodotti. Così è stato fino agli ani Ottanta,
quando le "cameriere" provenienti dai masi e dai paesi contadini,
trovavano nei servizi alberghieri non solo una fonte di redito, ma una scuola
professionale di promozione sociale. Anche per gli immigrati deve essere così.
Il lavoro nel turismo deve servire a radicarli (la natalità dei residenti è
sempre in calo) a far loro conoscere il territorio, a promuoverne la
residenzialità pacifica. Forse questa prospettiva meriterebbe un progetto specifico,
con qualche incentivo. Ma il settore turistico è troppo importante per il
Trentino perché si basi solo su un precariato avventizio, spesso sfruttato. Chi
cerca lavoro, come chi dà lavoro, merita molto di più.
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
xA CHI GIOVA
L'ASTENSIONE? SCETTICI E DELUSI di ALCIDE PAOLINI Alle elezioni europee del
( da "Brescia Oggi"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Etf senza crisi, cresce il valore FINANZA. Flessibilità e trasparenza
spingono sul mercato gli Exchange trade found attirando gli investitori in
cerca di titoli «sicuri» Ripetuta la performance registrata nel 2000: in Italia
progresso del 117% in un anno 07/06/2009 rss e-mail print
Etf senza crisi, cresce il
valore La crisi finanziaria
non tocca gli Etf. Il clima di sfiducia e l'incerto scenario economico non
hanno pregiudicato le performance degli Exchange Traded Fund (Etf), che, nel
corso del 2008 e nei primi mesi del 2009, hanno registrato una forte crescita.
CONTROTENDENZA. Che gli Etf siano stati abili nello sfruttare questo momento di
crisi non è stata una sorpresa per chi conosce questo
mercato: lo stesso copione è già andato in scena oltreoceano all'inizio del
2000 con lo scoppio della cosiddetta «bolla tecnologica». Da quel momento in
poi si è assistito negli Stati Uniti a una costante ascesa dei «replicanti». Il
mercato mondiale degli Etf è in continuo progresso. Negli Stati Uniti il boom è
avvenuto qualche anno prima rispetto all'Europa ma la crescita nel Vecchio
continente è esponenziale. In Italia la situazione è simile al resto d'Europa.
Le masse sono ancora riferibili a investitori istituzionali anche se il mass
market conosce questi strumenti e il loro utilizzo e potrebbe presto
ingolosirsi. LA SITUAZIONE. Stando all'ultimo «Monthly report» diffuso da Borsa
Italiana, anche nel mese di aprile è proseguita sui due mercati la crescita
degli scambi su Etf ed Etc, con il numero medio di contratti giornalieri che ha
riportato un progresso pari a circa il 117% rispetto allo stesso periodo
dell'anno precedente a 12.464 per un controvalore medio giornaliero in crescita
del 68% a 384,3 milioni di euro. Sull'Etf Plus, il mercato italiano degli Etf,
nel corso del mese scorso la media giornaliera di contratti è stata pari a
9.618. I MOTIVI. Ma quali fattori hanno influito? Il primo punto fondamentale è
sicuramente la flessibilità e la trasparenza. Con gli Etf è, infatti, possibile
conoscere il portafoglio in tempo reale e i costi vengono esplicitati.
Flessibilità e trasparenza, due caratteristiche che hanno attirato nell'ultimo
periodo un numero sempre crescente di investitori italiani alla ricerca di
investimenti il più possibile «sicuri». La separatezza patrimoniale è un
fattore determinante perché in caso di fallimento della società emittente il
patrimonio del fondo non viene intaccato. Una peculiarità che manca sia agli Etc
sia ai certificati. FLESSIBILITÀ. Il segreto del successo è racchiuso anche
nella possibilità di adattarsi alle esigenze dell'investitore. Gli Etf sono
titoli che vengono negoziati come fossero un'azione, e questo gli dona maggiore
flessibilità rispetto ai fondi comuni. Con gli Etf non c'è alcun vincolo
temporale, si possono aprire e chiudere posizioni in un lasso di tempo
ristretto e ciò ha spianato la strada ai monetari e agli obbligazionari,
parcheggiando liquidità e disinvestendo in fretta. Due le tipologie di
investitori: da un lato chi decide di acquistare per diversificare il
portafoglio e investire in un orizzonte temporale di medio/lungo termine. E
dall'altra chi usa gli Etf come strumenti di trading, quindi negoziati
soprattutto su base giornaliera.
( da "Sicilia, La"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
in molti paesi dell'ue la crisi finanziaria sembra aver distratto gli elettori Verso livelli di astensione
record in tutta Europa Roma. È un test sui governi, un vero banco di prova che
collega le tematiche nazionali a quelle sovranazionali, anche se in quasi tutti
i Paesi sono stati i temi interni e la crisi economica ad avere avuto il sopravvento. Per questo, il
voto alle europee è temuto molto dai leader nonostante l'affluenza al voto sia
molto più ridotta quando c'è da decidere quale colore preferire per essere
rappresentati in una Europa unita. Accertato il crollo laburista in Gran
Bretagna del premier, Gordon Brown, che dopo le amministrative rischia un altro
minimo storico alle urne europee, si attendono oggi i responsi sulla tenuta dei
cristiano-democratici del Cancelliere Merkel in Germania a tre mesi dalle
consultazioni nazionali, così come si vuole verificare la solidità socialista
di Zapatero in Spagna messa in pericolo dopo le elezioni regionali in Galizia
(perse contro il Pp) e se la dilaniata sinistra in Francia riuscirà a reggere
l'urto elettorale. Ma c'è anche da verificare se il successo della corrente
xenofoba in Olanda possa ripetersi anche in Austria dove le destre, con un peso
pari a quello del partito socialdemocratici ora al governo, sono date in forte
ascesa, e in Ungheria dove il voto potrebbe mettere la parola fine al dominio
delle formazioni politiche che hanno traghettato il Paese fuori del comunismo.
L'Europa che va alle urne per rinnovare il Parlamento (otto hanno già votato,
tra cui Irlanda, Slovacchia, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) nel dare
stasera, a partire dalle 22, i primi risultati teme di doverne comunicare uno
in particolare, quello sull'affluenza. La debole partecipazione al voto è una
costante delle europee, ma dalle prime stime l'astensione questa volta appare
ancora più accentuata: in Repubblica Ceca gli elettori non sono stati più del
30%, in Slovacchia la corsa al voto è ai minimi storici, in Francia è attesa
una «diserzione» record, con gli istituti di sondaggio che oscillano tra
previsioni del 56% e di oltre il 62% di astenuti (nel 2004 fu del 57,2%, minimo
assoluto) mentre in Germania non varcherà secondo le stime il 40% poiché -
secondo gli esperti - elettori e partiti sarebbero stati «distratti» dalla crisi. Luca Masotto
( da "KataWeb News"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
senza il mattone..
Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 —
Autore: babelick — 304 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e
sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano
El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il
governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera;
meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta,
ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così
faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello
Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve
smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà
di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia
tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun
organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo
di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici
europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo
della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi
istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia,
crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio
primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama
nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che
ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda
le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla
rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad
altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è
descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino
americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio
eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche
razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero
poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al
mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma,
Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle
posizioni comuni da adottare contro la crisi
finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure
Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese
sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a
pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo
ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare
la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito
dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff
dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5%
come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati
del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo
sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte
perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi
internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie
sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle
zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi
200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una
denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti
mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli
ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun
distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008,
su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una
disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente
politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure
restrittive: oltre all'aumento da
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
DALL'INVIATO
Donatella Longobardi Roma. «Sì, sì, sarà una bella festa». Antonio Pappano ne è
certo. Il suo concerto in piazza del Plebiscito con i cori e le orchestre
riunite di Santa Cecilia e San Carlo, il 17 luglio, si annuncia come una serata
da ricordare. E non solo perché è la sua prima volta a Napoli. «Purtroppo è una
città che conosco poco», confessa il maestro chiacchierando a bassa voce nello
studio-salotto al Parco della Musica, un divano di pelle nera, un tavolo tondo
pieno di spartiti, una parete di vetro affacciata sul verde. Cinquant'anni a
dicembre, nato in Inghilterra da una famiglia originaria di Castelfranco in
Miscano, un piccolo paese del beneventano ai confini con la provincia di
Foggia, poi trasferitosi negli Stati Uniti, il celebre direttore non si è mai
esibito in città anche se i suoi legami con la terra d'origine sono saldissimi.
Ogni estate vi torna per un concerto in ricordo del padre, Pasquale, il primo a
introdurlo alle bellezze della musica. Eppure Pappano è una superstar a Londra,
dove da vent'anni è direttore musicale del Covent Garden. In Italia ha creduto
subito in lui Bruno Cagli, presidente dell'Accademia di Santa Cecilia, che dal
2005 è riuscito ad ingaggiarlo come direttore stabile. Oggi le sue esibizioni
romane sono spesso sold out, in tanti vengono dall'estero per ascoltarlo. La
Scala lo corteggia: in novembre dirigerà la Filarmonica, nella stagione 2010-11
la «Manon Lescaut». Il suo segreto, maestro Pappano? «Forse la concentrazione.
Nella mia carriera operistica ho dedicato moltissimo tempo ai teatri in cui
sono stato direttore stabile, negli ultimi otto-dieci anni ho raramente diretto
opere fuori da Londra o Bruxelles». Per la musica sinfonica, invece, ha scelto
Santa Cecilia. «Mi prende moltissimo tempo. L'orchestra è parecchio cambiata,
quando arrivai c'erano trenta posti vacanti, oggi ci sono tanti giovani, stiamo
allargando il nostro repertorio ma senza perdere l'identità». La sua orchestra
ideale? «Penso debba avere un suono suo, abbastanza flessibile per accontentare
diversi tipi di repertorio. Il suono che serve per eseguire Respighi non è lo
stesso per Brahms, il suono di Mozart non è lo stesso per Beethoven o Debussy.
Per questo l'orchestra deve essere camaleontica, ma capace di esprimere
qualcosa di suo». Cosa chiede ai suoi musicisti? «Insisto su un suono caldo,
che canta, perché il canto arriva al pubblico direttamente, è più bello». Nel
concerto di Napoli dirigerà due orchestre e due cori. «Devo dire che questa
proposta è bella per tante ragioni. Ho saputo da Zubin Mehta che l'anno scorso
è stata una cosa esaltante e mi sono lasciato convincere». Lei non ha mai messo
insieme tanti musicisti? «Non in questi termini esattamente. Feci una cosa del
genere nell'82, non ero ancora direttore. L'anno scorso ho diretto la National
Youth Orchestra e lì c'erano dieci tromboni, sedici corni, un'orchestraccia con
un organico molto ampio, ma è fantastico il suono che si può tirare fuori, la
massa degli archi è impressionante». Per Napoli ha scelto un programma
verdiano, come mai? «L'anno scorso hanno suonato la Nona di Beethoven, non è
facile preparare un programma per un organico così ampio. Per questo ho pensato
ad un galà con arie e sinfonie di Verdi, alcune più note, altre meno. E
naturalmente c'è un brano della "Luisa Miller", unica opera scritta
per Napoli. Il finale è in sintonia: il famoso prologo dal
"Mefistofele" di Boito, scelto da Toscanini per riaprire la Scala
dopo la guerra. Sul palco dovremmo aggiungere il posto per una banda, un coro
di bambini e un solista, il basso Alexander Tsymbalyuk». Insomma, di più non si
può. «Credo che sia una musica adatta al luogo, un concerto all'aperto deve
essere una festa. E in questo programma c'è anche molto spettacolo, la banda, i
bambini, i cori... So che Napoli ha vissuto momenti complicati, anche il San Carlo sta superando una difficile crisi finanziaria. E penso che questo
sia un modo per appoggiare e festeggiare comunque una città che nella storia
della musica ha dato tanto». Si riferisce al Settecento napoletano? «Penso a
Rossini, a Donizetti, ma anche alla canzone partenopea e alle mie radici
campane. È una festa anche per me suonare a Napoli». La si potrebbe
ascoltare presto anche al San Carlo? «Non corriamo, ho programmi fittissimi per
i prossimi tre o quattro anni. Però ad agosto sarò a Castelfranco con Simone
Alaimo, faremo un bellissimo concerto che io accompagnerò con il pianoforte e
non mancheranno le canzoni napoletane. A mio padre piacevano tanto». Cosa porta
di Napoli nella sua formazione? «Posso parlare della mia esperienza in un
contesto di emigranti. A Londra lavoravamo come matti e spesso dimenticavamo
che c'è una vita, un modo per non lasciarsi sopraffare dalla nostalgia. Ma lo
spirito dell'improvvisazione, l'etica del lavoro, la gioia... Sì, in questo senso
sono un vero uomo del Sud».
( da "Reuters Italia"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
KUALA LUMPUR
(Reuters) - La domanda nel settore dei viaggi aerei potrebbe calare
ulteriormente nonostante i primi segni di una economia globale più stabile, e
le prospettive di una ripresa sembrano assottigliarsi per quest'anno. Lo hanno
riferito oggi i dirigenti del settore riuniti al vertice mondiale delle
compagnie aeree La domanda per i voli cargo potrebbe essersi stabilizzata, ma
una ripresa è improbabile a meno che non si riprenda la domanda negli Stati
Uniti, secondo quanto ha dichiarato l'amministratore delegato di Korean Air,il
maggiore vettore di aerei cargo del mondo. "Penso che abbiamo toccato il
fondo", ha detto a Reuters Cho Yang Ho. Il costruttore di aerei europeo
Airbus dice di mantenere il suo target di vendite per il 2009 di 300
ordinativi, ma sarà più difficile rispettarlo. Il vertice annuale della
International Air Transport Association (Iata) è iniziato con una nota triste,
a causa del disastro aereo della settimana scorsa, ancora non spiegato, che ha
riguardato un Airbus A330-200 dell'Air France, che si è
aggiunto alle preoccupazioni per un settore industriale colpito dalla crisi finanziaria e dalla volatilità dei
prezzi del petrolio. Ma diversi dirigenti di linee aeree difendono senza
indugio l'aereo. "E' un aereo sicuro, è un buon aereo", ha detto Chew
Choon Seng, amministratore delegato di Singapore Airlines, che ha ordinato 16 A330-200.
"Non bisogna saltare alle conclusioni". I responsabili delle
compagnie aeree vedono altre preoccupazioni all'orizzonte, dall'aumento della
disoccupazione a un surplus della portata delle flotte aeree che potrebbe
colpire la redditività. Le compagnie aeree hanno tagliato i voli e i posti di
lavoro per rispondere al calo degli utili, e alcune hanno rinviato o cancellato
gli ordini di nuovi velivoli dai costruttori Boeing e Airbus, che è una società
di EADS. Il presidente e fondatore dell'indiana Jet Airways ha detto che la sua
compagnia aerea potrebbe rinviare il suo ordine per 10 Boeing 787 Dreamliners a
causa della crisi economica.
( da "Bollettino Università &
Ricerca" del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Università di Modena
Focus sullEconomia italiana Economia e Finanza nella relazione della Banca
dItalia al centro di un approfondimento promosso dal CEFIN - Centro Studi
Banca e Finanza dellUniversità degli studi di Modena e Reggio Emilia e dalla Banca Popolare
dellEmilia Romagna. Liniziativa, che si terrà oggi, avrà come
relatore principale il dott. Fabio Panetta, Capo del Servizio Studi di
Congiuntura e Politica Monetaria della Banca dItalia. Lesame
dello stato delleconomia italiana, come traspare dalle considerazioni
esposte recentemente dal Governatore della Banca dItalia Mario Draghi,
avrà un appendice modenese. Per iniziativa del CEFIN – Centro Studi Banca e
Finanza della facoltà di
Economia “Marco Biagi” dellAteneo e della Banca Popolare
dellEmilia Romagna sul tema “Economia e Finanza nella relazione della
Banca dItalia” ci sarà un dibattito lunedì 8 giugno 2009 alle ore 17. 30
presso la Sala Bassoli del Forum “Guido Monzani” (via Aristotele 33) a Modena. Lincontro,
introdotto dal dott. Pierpio Cerfogli della Banca Popolare dellEmilia
Romagna, ruoterà attorno allintervento del dott. Fabio Panetta, Capo del
Servizio Studi di Congiuntura e Politica Monetaria della Banca dItalia. Suoi interlocutori saranno due
membri del CEFIN, i proff. Andrea Landi del Dipartimento di Economia Aziendale
e Giuseppe Marotta del Dipartimento di Economia Politica dellUniversità
degli studi di Modena
e Reggio Emilia. >> Lappuntamento, ad ingresso libero e aperto alla partecipazione
degli operatori economici e della cittadinanza, contribuirà a far comprendere
meglio le prospettive delleconomia italiana, come tratteggiate nella
relazione del Governatore, ma anche a stimolare la riflessione su alcuni aspetti in essa contenuti. “Due tra
questi, - anticipa il prof. Giuseppe Marotta - sono i riflessi della crisi finanziaria sui conti delle banche e come queste
possano sostenere le imprese per agevolarne le trasformazioni richieste dal
mutato contesto sui mercati in Italia e allestero”. BUR.IT 08.06.09
( da "Wall Street Italia"
del 07-06-2009)
Argomenti: Crisi
Vertice Iata:
prospettive ancora cupe per industria aerea -->KUALA LUMPUR (Reuters) - La
domanda nel settore dei viaggi aerei potrebbe calare ulteriormente nonostante i
primi segni di una economia globale più stabile, e le prospettive di una
ripresa sembrano assottigliarsi per quest'anno. Lo hanno riferito oggi i
dirigenti del settore riuniti al vertice mondiale delle compagnie aeree La
domanda per i voli cargo potrebbe essersi stabilizzata, ma una ripresa è
improbabile a meno che non si riprenda la domanda negli Stati Uniti, secondo
quanto ha dichiarato l'amministratore delegato di Korean Air,il maggiore
vettore di aerei cargo del mondo. "Penso che abbiamo toccato il
fondo", ha detto a Reuters Cho Yang Ho. Il costruttore di aerei europeo
Airbus dice di mantenere il suo target di vendite per il 2009 di 300
ordinativi, ma sarà più difficile rispettarlo. Il vertice annuale della
International Air Transport Association (Iata) è iniziato con una nota triste,
a causa del disastro aereo della settimana scorsa, ancora non spiegato, che ha
riguardato un Airbus A330-200 dell'Air France, che si è
aggiunto alle preoccupazioni per un settore industriale colpito dalla crisi finanziaria e dalla volatilità dei
prezzi del petrolio. Ma diversi dirigenti di linee aeree difendono senza
indugio l'aereo. "E' un aereo sicuro, è un buon aereo", ha detto Chew
Choon Seng, amministratore delegato di Singapore Airlines, che ha ordinato 16
A330-200. "Non bisogna saltare alle conclusioni". I
responsabili delle compagnie aeree vedono altre preoccupazioni all'orizzonte,
dall'aumento della disoccupazione a un surplus della portata delle flotte aeree
che potrebbe colpire la redditività. Le compagnie aeree hanno tagliato i voli e
i posti di lavoro per rispondere al calo degli utili, e alcune hanno rinviato o
cancellato gli ordini di nuovi velivoli dai costruttori Boeing e Airbus, che è
una società di EADS. Il presidente e fondatore dell'indiana Jet Airways ha
detto che la sua compagnia aerea potrebbe rinviare il suo ordine per 10 Boeing
787 Dreamliners a causa della crisi economica.
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Pacchetto anticrisi Fondi per le bollette e sei borse lavoro -->
Brembate Sopra, contratti da 500 euro al mese per i disoccupati Nel bilancio
130 mila euro a favore delle famiglie in difficoltà Lunedì 08 Giugno 2009
PROVINCIA, pagina 21 e-mail print Brembate SopraIl Comune di Brembate Sopra
dichiara guerra alla crisi, sostenendo le famiglie in
difficoltà. Sei borse lavoro della durata di otto mesi, con un compenso di 500
euro mensili per persone senza lavoro e senza più ammortizzatori sociali e
situazione familiare difficile, è quanto l'Amministrazione comunale di Brembate
Sopra ha deliberato come sostegno economico contro la crisi
finanziaria che sta mettendo alle strette molte famiglie. Questo aiuto,
però, non è il solo. Ci sono anche sostegni economici per far fronte agli
affitti, mutui in scadenza, acquisto generi alimentari, pagamento di bollette e
rette varie. La somma messa a disposizione per contributi assistenziali a
famiglie bisognose è di 130.000 euro, ma se sarà il caso si potrà anche
aumentarla. il pacchetto «L'obiettivo è sostenere i nuclei
familiari in questi momenti di crisi sia di lavoro che economica - spiega il sindaco Diego Locatelli
-. Negli ultimi mesi sono arrivati in Comune alcuni casi di cittadini con
problemi di indigenza derivati dalla crisi finanziaria: senza lavoro, con affitti e bollette da pagare. Quindi,
dopo un riscontro e un'analisi, si è deciso di intervenire con dei contributi
per i casi particolari. Abbiamo deciso di stanziare la somma di 130.000 euro
per l'assistenza economica e sociale, con l'istituzione di sei borse lavoro in
accordo con una cooperativa». «Le persone senza lavoro - continua - dovranno
mettersi a disposizione della cooperativa per effettuare lavori sul territorio
comunale e in compenso riceveranno 500 euro al mese, da maggio a dicembre.
Inoltre, daremo sostentamenti economici, dai tre ai nove mesi e da 150 fino a
350 euro, per far fronte agli affitti, mutui in scadenza, acquisto generi
alimentari, mentre per il pagamento delle bollette e rette varie ci sarà un
contributo una tantum. Sarà l'assistente sociale che verificherà i casi, uno
per uno». il bilancio A illustrare le variazioni al bilancio è stato
l'assessore competente Giacomo Rota, che ha spiegato come la somma venga
finanziata con l'avanzo del consuntivo 2008. «L'avanzo di amministrazione 2008
è stato di due milioni e 268 mila euro, di cui un milione e 270 mila euro per
oneri di urbanizzazione non verrà riscosso ma lasciato all'impresa che
realizzerà per il Comune opere per un valore di circa un milione e 800 mila
euro - precisa i dati Giacomo Rota -. L'operatore privato realizzerà il rialzo
delle scuole medie, un nuovo parcheggio per i mezzi pesanti in via Marconi e la
pista di atletica coperta di
( da "Corriere delle Alpi"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Duello all'ultimo
voto Pd-Pdl per il primato I veri vincitori Lega e Idv In città sostanziale
equilibrio tra le due coalizioni, i radicali viaggiano oltre il 5 per cento
ALBINO SALMASO PADOVA. Sorridono solo Bossi e Di Pietro, gli altri leader
masticano amaro. Il Pdl in leggera flessione e quindi lontanissimo dal
traguardo del 40-45% tanto sbandierato in tv dal premier, mentre il Pd
precipita al 26,5%: quei 6 punti in meno rispetto al 2008 sono stati distribuiti
all'Italia dei Valori che balza dal 4,2 al 8% e ai radicali che incassano il
2,6% mentre alle politiche erano candidati nelle liste dei democratici. La
Caporetto del Pd non c'è stata, anche se il divario col Pdl sale a 10 punti
contro i 4 di un anno fa. Insomma, Franceschini dovrà scalare una montagna se
vorrà raggiungere Berlusconi. Balza in avanti la Lega di Bossi che si attesta
al 9,5-10%: il centrodestra, quindi, non è maggioranza assoluta. E a Padova? I
primi dati ufficiali delle sezioni scrutinate in città danno il Pdl al 30 e la
Lega al 15%. Sul fronte opposto il Pd è al 28-29%% e l'Italia dei Valori
all'8,1%. Poi le liste minori. I radicali raccolgono il 4,5%, il PdCI e
Rifondazione il 3% e Sinistra e libertà il 2,5%. Bassa l'Udc, che si ferma al
5,7%. Proiettati in chiave amministrativa, i primi risultati delle europee
vedono la coalizione di centrodestra al 44% e quindi in vantaggio sul
centrosinistra che si ferma al 42%. Si tratta ora di capire quale sarà
l'effetto Zanonato; riuscirà a trascinare le sue 8 liste alla vittoria al primo
turno oppure no? Ragionamento analogo per Marin, che parte da un voto altissimo
di coalizione. In un'Europa che ha perso il suo appeal, l'Italia vanta il
record della partecipazione con oltre il 60% contro il 22 della Germania e
Padova si conferma tra le città leader in Italia con quasi il 75%, grazie
all'abbinamento con le amministrative. Scossa dalla crisi finanziaria che ha bruciato i
risparmi, senza una vera guida capace di dettare decisioni alla Bce, l'Ue è
decollata con l'euro che ha falcidiato il potere d'acquisto degli stipendi. E 8
anni dopo, si vedono gli effetti: la «voglia» di Europa si fa avvertire nell'ex
blocco comunista mentre crolla negli Stati che hanno firmato il Patto
costituente nel 1956. Cinquant'anni dopo c'è un ritorno al nazionalismo,
con le ondate xenofobe e di estrema destra che divampano un po' ovunque, a
partire dall'Olanda e dall'Ungheria. E' il trionfo del localismo, la crisi di rigetto alla globalizzazione che spinge gli
elettori a chiedere protezione, ad alzare barriere e muri invece di abbatterli.
E' un voto che punisce i governi della Ue: spazzato via per lo scandalo dei
rimborsi spesa a luci rosse, il premier inglese Gordon Brown si appresta a
lasciare Downing Street dopo 17 anni di governo dei laburisti, mentre in
Francia il premier Sarkozy festeggia il buon successo elettorale. E i
socialisti crollano a vantaggio degli ecologisti di Daniel Cohn Bendit che
balzano al 15%; fenomeno analogo in Germania con la sconfitta della Grande
Coalizione e i Verdi oltre il 12%. Mastica amaro invece lo spagnolo Zapatero
perché il popolare Aznar lo ha superato. E Silvio Berlusconi? Se i primi dati
verranno confermati, il Pdl subisce una battuta d'arresto: sommerso dalle
critiche del Noemigate, messo sott'inchiesta dai giudici per l'uso allegro
degli aerei di Stato, il premier aveva scommesso di portare il Pdl al 45% e non
ce l'ha fatta. Il modello populista del Cavaliere viene incrinato: ciò dimostra
che gli italiani sorridono ma non gradiscono il «cucù» alla Merkel e il
ricevimento nel parco di villa Certosa col leader ceco e presidente di turno
dell'Ue Mirek Topolanek ha lasciato il segno: meno voti al premier. Chi brinda
è Umberto Bossi, che ha lanciato l'ultima sfida con il «no» all'ingresso della
Turchia in Europa: la Lega sale al 10%. Infine, il boom dei radicali, che
superano il 5%: a Padova potrebbero fare la differenza e decidere gli equilibri
delle amministrative. Oggi i verdetti veri della Provincia e del Comune di
Padova.
( da "Corriere della Sera"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Prima Pagina data: 08/06/2009 - pag: 1 Pubblico&Privato di
Francesco Alberoni Le doti dei bravi manager (non tutti superpagati) N egli
ultimi tempi l'immagine del manager è peggiorata. Tutto è cominciato con la crisi finanziaria americana quando si è
saputo che i dirigenti delle grandi banche che hanno portato alla rovina i loro
clienti avevano stipendi da milioni di dollari e nel fallimento si erano
assegnati buonuscite incredibili. Esemplare il caso della Lehman Brothers, ma
più grave quello della Aig che aveva ricevuto finanziamenti dallo Stato che i
suoi manager hanno utilizzato per concedersi premi favolosi. Ma anche in
Europa e in Italia si è visto che, durante la crisi,
di solito le retribuzioni e i premi dei top manager delle grandi imprese non
sono stati toccati mentre gli altri lavoratori, insegnanti, impiegati, operai,
artigiani, precari che già guadagnavano poco, si sono impoveriti o hanno perso
il lavoro. Di qui una impressione di ingiustizia: i grandi manager sono
sopravvalutati e non pagano per gli errori che hanno fatto. A poco a poco, la
stampa e le chiacchiere hanno esteso questa immagine di profittatori strapagati
a tutti i manager, anche a quelli che non operano nella finanza, che guadagnano
poco e che hanno sempre agito bene. Mi sembra giusto ricordare al pubblico che
bisogna distinguere fra la minoranza di top manager che guadagnano milioni di
euro all'anno e la stragrande maggioranza dei manager che invece hanno
retribuzioni modeste. Lo stipendio lordo medio dei dirigenti italiani si aggira
sui 120.000 euro all'anno che, tolte le tasse, significa la metà. Inoltre essi
sono stati falcidiati, più di altre categorie, dalla disoccupazione. Ho
lavorato con moltissimi dirigenti di imprese pubbliche e private in tutti i
settori e mi sono reso conto che il loro mestiere è veramente difficile e
impegnativo. Ti occupa la mente tutto il tempo, anche quando torni a casa la
sera. Sei responsabile giorno per giorno del successo o dell'insuccesso del tuo
settore o del tuo prodotto. Devi identificare e risolvere tutti i problemi:
dalla ricerca, alla produzione, alla distribuzione, al profitto. Devi cercare
di prevedere e fronteggiare le mosse della concorrenza, le variazioni del
mercato e perfino evenienze fortuite come una nevicata. E devi essere un
leader, saper motivare i tuoi dipendenti, convincerli, guidarli, formarli. Sono
qualità che richiedono intelligenza, sensibilità, obiettività, rigore. Trovare
un bravo manager è perciò forse la cosa più difficile e importante per il
successo di una impresa. www.corriere.it/alberoni \\ Fanno un lavoro difficile
che decide il successo di un'azienda
( da "Corriere della Sera"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Opinioni data: 08/06/2009 - pag: 32 GLI IMPEGNI PER I PROSSIMI CINQUE
ANNI EUROPEI L'agenda della nuova Commissione: banda larga per tutti e
tecnologie verdi di PETER MANDELSON I l popolo dell'Europa ha appena eletto un
nuovo Parlamento europeo. Nelle settimane che ci attendono, i vari governi
nomineranno il nuovo presidente della Commissione europea. Nella nuova
legislatura, il Parlamento e la Commissione caratterizzeranno cinque anni
d'importanza fondamentale nella storia economica europea. Avranno il compito
ingrato, ma necessario, di farci pensare da europei, anche in tempi di crisi
economiche nazionali. Nei prossimi cinque anni dovremo
ricostruire la fiducia nei mercati finanziari e creare di nuovo milioni di posti di lavoro che sono stati
distrutti dalla recessione. Nuove opportunità occupazionali deriveranno da un
sistema economico a basso tenore di carbonio ( low carbon) e si fonderanno su
un equilibrio sostenibile fra esportazioni e spesa interna. Il pagamento
di somme elevate di debito pubblico e privato certo non renderà tutto ciò più
facile. È vitale riuscire a percepire questo come un problema europeo oltre che
nazionale. Non è necessariamente una questione di solidarietà, bensì di
concretezza. L'Europa è un mercato unico. Tutti noi dipendiamo dalla grandezza
e dalla forza di questo mercato unico. Se i governi europei dovessero adottare
misure anticrisi che andranno a smantellare questo mercato proteggendo o
sovvenzionando le industrie o l'occupazione locali, si distruggerebbe il motore
stesso che guida il ritorno dell'Europa verso la crescita. Naturalmente, con
una recessione destinata ad affrontare una profonda ristrutturazione aziendale
o industriale, i risultati economici possono sembrare un gioco nazionale a
somma zero. Ma quando parliamo di come viene gestito e regolamentato il mercato
unico, dell'apertura al mondo dell'economia europea e del ruolo dei governi
nell'economia, dobbiamo pensare nel lungo periodo e pensare europeo. A questo
riguardo, la prossima Commissione dovrà in particolare fungere da nostra
coscienza economica europea e prefissarsi due importanti compiti per il suo
mandato quinquennale. Il primo consiste nell'essere la Commissione che ha
sostenuto il mercato unico. L'attuale Commissione ha giustamente allentato le
regole sugli aiuti di Stato per permettere interventi straordinari da parte dei
governi a salvaguardia del sistema bancario e per evitare il fallimento di
società solvibili, dato che la stretta creditizia non era attribuibile alla
loro diretta responsabilità. Ma la prossima Commissione non dovrà avere
scrupoli nel mettere fine a questo privilegio nel 2010. Invece di fissare il
solito obiettivo vago del «completamento del mercato unico», la nuova
Commissione dovrebbe proporre un'agenda mirata di liberalizzazione del mercato
unico di beni e servizi, che sia la chiave per i vantaggi competitivi
dell'Europa negli anni a venire: beni e servizi low carbon, servizi di rete
come la banda larga e le comunicazioni digitali. La Commissione dovrebbe inoltre
adottare una linea più rigida con gli Stati europei affinché queste leggi
vengano rispettate. Ciò non riscuoterà sempre il consenso immediato dei
governi, ma pazienza. I governi che polemizzano con la Commissione perché
questa difende gli interessi economici di lungo periodo dell'Europa stanno
facendo un gioco pericoloso. Il secondo compito di questa Commissione dovrebbe
consistere nel condurre un dibattito europeo su come ricreare la forza
economica dell'Europa in maniera sostenibile: una politica industriale del XXI
secolo. È nella natura dei governi volere agire e, di fronte a economie in
crisi, tale istinto spesso può generare interventismo e dirigismo. Dobbiamo
incanalare questo attivismo in politiche che investono sulle persone e non su
lavori specifici e su capacità più che in singole aziende. Questo ruolo
attivista del governo in un'economia globalizzata è necessario e giusto. Le
basi della competitività europea non sono cose che i mercati
forniranno direttamente. Esse comprendono educazione, formazione, ricerca e
sviluppo, infrastrutture, persino sistemi di previdenza sociale che permettono
ai lavoratori una facile mobilità lavorativa e l'adattamento a rapidi
cambiamenti economici. Nell'Europa dell'ultimo decennio, il presupposto di base
è stato la liberazione dell'economia come sfida centrale. Ciò rimane vero ma,
in un'economia globale, dobbiamo investire anche nelle nostre capacità
fondamentali. La politica industriale non può consistere nella consegna di un
assegno al cancello della fabbrica. Riguarda ad esempio specializzazioni,
apprendistati, politiche di ricerca e sviluppo, efficaci mercati
di capitale di rischio, infrastrutture digitali e un sistema di proprietà
intellettuale che faciliti la commercializzazione delle nuove tecnologie. La
nuova Commissione dovrebbe non soltanto incoraggiare il dibattito su come fare
al meglio tutto questo a livello nazionale nella Ue, ma proporre nuovi modi per
un consolidamento a livello europeo. Ecco qualche idea: fissare un nuovo
obiettivo europeo per gli apprendistati; imperniare di nuovo il bilancio
europeo sugli investimenti nella ricerca sull'innovazione in senso
ambientalista; incentrare la spesa del Fondo sociale europeo sulla formazione
delle persone per dotarle delle specializzazioni del futuro; creare un sistema
europeo fast track per i brevetti per tecnologie verdi; redigere un piano
d'azione europeo per garantire che ogni abitazione ed azienda nella Ue abbia
accesso alla banda larga nel giro di qualche anno. Il vero rischio politico in
Europa nei prossimi cinque anni è il fatto che la stretta creditizia e la
recessione limitino le vedute dei governi rendendoli miopi. Il futuro economico
dell'Europa si fonda su un mercato unico che sia aperto, ed aperto al mondo. La
Commissione guidata da José Manuel Barroso ha positivamente promosso questo
concetto negli ultimi cinque anni. La nuova Commissione dovrà fare altrettanto.
Che si riformino le regole finanziarie e bancarie, si
pianifichi un futuro low carbon o si pongano le fondamenta della futura forza
economica europea, occorrerà pensare europeo. La nuova Commissione e il nuovo
Parlamento dovranno fare in modo che ciò succeda. ministro britannico delle
Attività produttive già commissario europeo per il Commercio BEPPE GIACOBBE
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMA data: 2009-06-07 - pag: 1 autore: Il giorno più corto d'Europa
di Carlo Bastasin L a scelta politica è, in ogni circostanza, il frutto di una
visione del rapporto tra sé e gli altri. E non c'è ambito, più della politica
europea, in cui il tema dell'alterità, tra popoli e paesi, sia vivo. Perché
allora, perfino a urne aperte, la politica europea ci pare un deserto di
passioni, privo di orizzonte? Allontanatesi le guerre mondiali, il mito
fondativo dell'Unione, l'Europa, ancora priva di una Costituzione, offre ciò
che le resta: una cornice di razionalità all'incontro tra popoli. Ma in
politica la razionalità è solo un linguaggio, che nel migliore dei casi
permette agli individui di comunicare tra loro e di misurare interessi
confliggenti. Non assorbe le diverse visioni di ciò che ognuno di noi ritiene
giusto o desiderabile. La componente conflittuale tra concezioni diverse di ciò
che è bene, richiede infatti la continua e partecipata esplorazione delle
differenze. E i cittadini non riconoscono al Parlamento europeo, con i suoi 170
partiti politici spesso male rappresentati, questo ruolo. Perché è tanto
difficile staccare i cittadini dalla dimensione nazionale della politica? Si
dice che gli Stati siano la sede di un confronto politico verbale, svuotato
perché non coincide con la capacità fattuale di realizzazione delle politiche,
e che il contrario valga per l'Unione europea, con danni per la legittimità di
entrambi. Ma in realtà l'Unione non ha virtualmente alcuna competenza sui temi
che scandiscono l'esperienza sociale dell'individuo: la sicurezza sociale, i
sistemi sanitari, le politiche del lavoro, le tasse o la scuola. Su tutti
questi temi esistono a Bruxelles sedi di confronto, scambi di esperienze e
anche ampi indirizzi normativi, ma nessun vero potere europeo. In questi ambiti di intervento politico, tanto determinanti per
il consenso dei cittadini, i governi nazionali trattengono a sé competenze
predominanti con un abusivo protezionismo politico. Continua u pagina
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-06-07 - pag: 4 autore: Mr. Grantham In
paradossale sintonia con quell'affermazione di John Maynard Keynes secondo la
quale le idee degli economisti, tanto quelle giuste quanto quante sbagliate,
sono molto più importanti di quanto comunemente si creda, Grantham sembra
essersi convinto che all'origine della più virulenta crisi finanziaria ed economica da 80
anni a questa parte ci sia l'ipotesi del mercato efficiente. Vale a dire che se
continuiamo ad addentrarci un po' perplessi in quella che il ministro
dell'Economia Giulio Tremonti chiama la "terra incognita" è per colpa
dell'università di Chicago, dipartimento finanza. è laggiù che negli
anni 60-70 nacque la teoriasecondo la quale i mercati
finanziari sono sempre efficienti sotto il profilo informativo perché i
prezzi degli asset scambiati ( azioni, obbligazioni etc.) già incorporano tutte
le informazioni già note e variano, adeguandosi rapidamente in relazione alle
informazioni nuove. Un modo per dire che il mercato è razionale. Negli ultimi
dieci anni questa teoria ha subito i suoi bravi rovesci: non solo perché alcuni
economisti hanno dimostrato sul piano teorico che la psicologia di massa e i
comportamenti gregari hanno un enorme effetto sulla dinamica dei prezzi delle
azioni; ma anche per via di dimostrazioni tangibili della sua inefficacia:
prima c'è la stata la bolla speculativa legata alla new economy, poi la bolla
del mercato immobiliare. Graham, essendo uomo dei mer-cati, alla teoria del
mercato razionale non aveva mai creduto. Però, e qui sta la sua seconda
conversione, proprio ora che ai mercati razionali non
crede più nessuno, lui ha paradossalmente rivalutato la teoria, addebitandole
in toto la responsabilità della crisi finanziaria.
«Nel loro desiderio di ordine matematico e di eleganti modelli econometrici –
ha scritto nella sua lettera trimestrale ai clienti – l'estabilishment
economico ha giocato la parte di chi sbaglia comportamento ». In altri termini,
la maggior parte dei leader del mondo finanziario è
stata sedotta e si è fidata ciecamente di questa mitizzata razionalità del
mercato; se ne sono rimasti tutti tranquilli anche mentre una pericolosa
combinazione di bolle speculative, controlli regolamentari laschi, incentivi
perversi e strumenti finanziari tremendamente
complicati stava portando i mercati e le istituzioni finanziarie al collasso. «Nessuna di queste cose potrebbe
accadere in un mondo razionale ed efficiente, sembrano essersi detti uomini di
finanza e policy maker » scrive Grantham e in questo modo, secondo lui, si è
creata una cronica sottovalutazione del rischio. Ma c'è anche chi, molto più
semplicemente, consiglia di non sparare sul pianista accanendosi contro le
teorie, fosse anche quella oramai démodé, del mercato razionale. Se
un'istituzione finanziaria ha una leva di uno a 33 e
se si prestano i soldi a lungo termine mentre si raccoglie a brevissimo termine
è normale che le cose, prima o poi, si traducano in un collasso finanziario. Anche senza scomodare gli economisti della scuola
di Chicago. Rossella Bocciarelli © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-06-07 - pag: 8 autore: LENTE D'INGRANDIMENTO Gli
scenari per l'uscita Crisi, laboratorio Nuova Zelanda di Riccardo Sorrentino C
ome se ne uscirà? Se la crisi sta facendo perdere il sonno a molte persone
anche l'uscita dalla crisi, secondo alcuni economisti, potrà essere un brutto
momento, soprattutto per i banchieri centrali. Decidere quando cominciare a
drenare la liquidità, quando alzare i tassi e con quale ritmo sarà sicuramente
un compito difficile, perché i mercati
finanziari reagiranno subito, e finirà la fase
ascendente di quel ciclo della liquidità che ora sta gonfiando forse anche
troppo- le quotazioni. Gli effetti potrebbero essere disordinati, e se a tutto
questo dovesse aggiungersi anche un'accelerazione dei prezzi al consumo, le
scelte saranno ancora più complesse. La Federal Reserve ha però scelto
un banco di prova: la Nuova Zelanda. è all'esperienza del lontano paese
oceanico che la Banca centrale di Washington sta guardando per capire cosa
accade quando si aumenta rapidamente la liquidità in circolazione o, anche, per
avere qualche rassicurazione sul futuro. La New Zealand Reserve Bank (Nzrb) ha
fatto rapidamente crescere il suo bilancio fin dal 2006: la base monetaria
(banconote più riserve delle banche) è rapidamente quadruplicata da
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-06-07 - pag: 7 autore: Bond, cinque mesi da
record Già battuto il primato annuale di emissioni del 2001 ma si teme
l'effetto boomerang Morya Longo Chiamatelo ottimismo. Definitela voglia di
guardare avanti. Oppure eccesso di buonumore. Sta di fatto che sul mercato
obbligazionario sta accadendo qualcosa di incredibile: nei soli primi cinque
mesi del 2009, da gennaio a fine maggio, le aziende hanno emesso in Europa più
obbligazioni che in qualunque intero anno del passato. Secondo le statistiche
di Dealogic, le emissioni obbligazionarie di società con rating elevati nel
2009 hanno infatti raggiunto i 172,63 miliardi di euro (168,6 secondo Société
Générale): più che l'intero 2008, più che l'intero 2007. Cinque soli mesi hanno
bruciato anche il record annuale del 2001. Le imprese cercano soldi, per
superare le reticenze delle banche. E gli investitori sono ben lieti di
darglieli. Eppure questo boom sta iniziando a impensierire alcuni addetti ai
lavori. Innanzitutto perché il buonumore non è ancora giustificato da un reale
miglioramento congiunturale. Inoltre perché è in parte causato da un eccesso
innaturale di liquidità, scaraventata sul sistema finanziario
dalle banche centrali e dagli Stati. Infine perché sta creando alcuni effetti
perversi, che rischiano di diventare controproducenti per la ripresa stessa.
Insomma: va bene l'ottimismo, che è il sale della ripresa. Ma vanno meno bene
gli eccessi: il rischio, ora, è che il «boom» diventi un «boomerang». I boom dell'ottimismo
La ripresa dei mercati finanziari è arrivata grazie ad
alcuni dati che sembrano indicare un miglioramento economico. Gli esperti
suggeriscono molta prudenza, perché tanti indicatori congiunturali sono ancora
neri. Ma gli investitori hanno comunque iniziato a scommettere – a torto o
ragione – che la crisi stia per finire. Così sui mercati
finanziari sono iniziati i comportamenti tipici delle fasi di crescita.
Innanzitutto sono tornati gli acquisti in Borsa, tanto che dai minimi toccati a
marzo Wall Street e i listini europei hanno recuperato il 38-39%. Poi sono
scattate le vendite sui titoli di Stato,che – per la loro caratteristica di
bene rifugio – vengono tradizionalmente acquistati durante le tempeste e poi
venduti quando il cielo si fa sereno. Questo ha causato un brusco crollo dei
prezzi e un repentino rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato stessi: i
T-Bond americani decennali hanno registrato un balzo dei tassi d'interesse dal
2,22% di inizio anno al 3,83%, mentre i Bund tedeschi sono lievitati dal 2,94%
al 3,72%. Il fenomeno più impressionante si vede però sulle obbligazioni
aziendali. Grazie alla domanda molto forte, i prezzi dei bond sono volati verso
l'alto: l'indice iBoxx (che misura l'andamento delle obbligazioni aziendali
europee con rating solido) ha raggiunto un livello che non si vedeva da prima
del crack di Lehman Brothers. I bond ad alto rischio di default, con rating
sotto la "CCC", hanno addirittura registrato un rialzo dei prezzi del
64% in pochi mesi. Segno che gli investitori li vogliono, anche se sono ad
altissimo rischio di crack. E le imprese cosa fanno? Ovvio: ne approfittano.
Per far fronte a un calo dei finanziamenti bancari, e soprattutto per mettere
fieno in cascina, tante aziende hanno iniziato a indebitarsi sul mercato
attraverso le emissioni obbligazionarie. è per questo che in soli cinque mesi
l'Europa ha battuto tutti i record del passato. Ed è per questo che, a livello
globale, sono stati emessi bond per 525,76 miliardi di dollari: più del doppio
di quanto non sia mai stato fatto nei primi cinque mesi degli anni passati. Il
«boomerang» sui bond Tutto questo ha certamente tanti aspetti positivi. Uno su
tutti: le imprese internazionali riescono ora a raccogliere finanziamenti, cosa
che fino a pochi mesi fa non era affatto scontata. E riescono a farlo a tassi
d'interesse più bassi, perché il rally dei prezzi ha ridotto i rendimenti.
Eppure ci sono anche tanti aspetti negativi. Per esempio sta rendendo ancora
più difficile la sopravvivenza delle imprese con bassissimi rating, quelle che
lottano affannosamente tra la vita e il fallimento. Nei mesi scorsi queste
aziende – soprattutto in America – avevano un'unica possibilità per tirare a
campare: riacquistare (o ristrutturare) a prezzi stracciati le loro
obbligazioni, in modo da ridurre con pochi spiccioli l'indebitamento. Dato che
i bond «spazzatura» quotavano intorno al 32% del valore nominale, le imprese in
affanno potevano riacquistarli: con 32 dollari, insomma, eliminavano 100
dollari di debiti. Questa strada l'hanno seguita in tanti: negli Usa – secondo
i dati del professor Edward Altman – i buy-back nei primi mesi dell'anno
avevano raggiunto il record di 14 miliardi di dollari. Ma ora, nell'era
dell'ottimismo, questa strada non è più percorribile. I bond «junk» – secondo i
dati di Merrill Lynch – dopo il rally quotano infatti al 60% del valore
nominale: per eliminare 100 dollari di debiti con un buy back, quindi, oggi ne
servono 60 e non più 32. Il costo è quindi diventato proibitivo per aziende in
affanno. Morale: secondo un recente studio di Morgan Stanley, i casi di default
potrebbero aumentare più del previsto. Questo è il primo paradosso
dell'ottimismo. Il paradosso dei mutui Un altro effetto «boomerang» sta nei
mutui. L'ottimismo, come detto, ha scatenato forti vendite sui titoli di Stato.
Questo ha alzato i loro rendimenti e, di conseguenza, ha trascinato verso
l'alto anche i tassi d'interesse dei mutui. In America – calcola Fannie Mae – i
mutui trentennali hanno aumentato gli interessi in circa un mese dal 4,4% al
5,167%. E questo è un problema serio. Secondo i dati della Federal Reserve Usa,
le famiglie americane hanno infatti ancora tanti debiti: il loro fardello
ammontava a 13.800 miliardi di dollari a fine 2008, contro i 13.700 miliardi di
fine 2007. Morale: l'ottimismo degli investitori rischia ora di strozzare le
famiglie che hanno un mutuo. E il boomerang potrebbe ritorcersi contro la
stessa ripresa economica. m.longo@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA I
JUNK Il ritorno degli investitori ha alzato i prezzi del 64% rendendo
proibitivi i costi dei buy back obbligazionari per le aziende in crisi I MUTUI
PIù CARI Negli Stati Uniti i finanziamenti per la casa sono cresciuti in un
mese dal 4,4% al 5,167%: famiglie in affanno
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-06-07 - pag: 7 autore: E l'ottimismo pesa sul
debito degli stati Hanno tagliato i tassi ufficiali ai minimi storici. Hanno
iniziato a comprare titoli di Stato o altre obbligazioni sul mercato per tenere
bassi anche i rendimenti a lunga scadenza. Eppure le banche centrali non
riescono a vincere la sfida contro l'ottimismo del mercato: i tassi d'interesse
dei titoli di Stato stanno salendo come palloni aerostatici pieni di gas. In
America i rendimenti dei T-Bond decennali sono lievitati, da inizio anno, dal
2,22% al 3,83%. In Germania i Bund decennali sono saliti dal 2,94% al 3,72%. E
in Italia i BTp hanno registrato un aumento dei tassi dal 4,38% al 4,71%. Il
mercato sta vincendo il braccio di ferro con le banche centrali. Creando,
indirettamente, un problema per gli Stati: il costo del loro debito aumenta
proprio nell'anno in cui i Governi devono indebitarsi come non avevano mai
fatto prima. Anche questo è un effetto paradossale della (auspicata) ripresa
economica: il fardello degli Stati diventa più pesante solo perché gli
investitori sono convinti che i loro sforzi avranno successo. Andiamo con
ordine. Quest'anno per far fronte alla crisi economica i Governi di tutto il
mondo hanno messo in campo un ammontare enorme di risorse. Per finanziare
questi interventi (salvataggi di banche, aiuti all'economia e così via) gli
Stati dovranno necessariamente aumentare le emissioni di titoli di Stato.
Tradotto in parole povere: dovranno aumentare i debiti per tirare fuori dalla
padella un sistema finanziario che fino a pochi mesi
fa sembrava collassare. Quanti titoli di Stato dovranno " produrre"?
Sul mercato girano varie stime. Il Fondo monetario calcola che solo Stati
Uniti, Gran Bretagna, Germania e Giappone dovranno emettere bond per 4mila
miliardi solo nel 2009. Bank of America nei mesi scorsi calcolava che solo gli
Stati Uniti quest'anno avranno necessità finanziarie
per 2.140 miliardi di dollari. Gli economisti di Royal Bank of Scotland,
invece, calcolano che nell'intera area dell'euro le emissioni di titoli di
Stato saliranno dai 573 miliardi di euro del 2007 e dai 665 miliardi del 2008,
agli 838 miliardi del 2009 e ai 996 miliardi del 2010. Di fatto, insomma,
raddoppieranno. Questi sforzi servono ai Governi per aiutare i mercati finanziari e l'economia. Ma i mercati
stanno mettendo i bastoni tra le ruote agli stessi Governi da cui hanno
ricevuto aiuti. Motivo: l'ottimismo sulla ripresa economica – sebbene sia
ancora tutto da dimostrare nei fatti – sta spingendo gli investitori a vendere
titoli di Stato e questo sta facendo crollare i prezzi e volare i rendimenti.
Morale: gli Stati si trovano ad emettere quella valanga di titoli di Stato a
tassi d'interesse sempre più elevati. Il loro aggravio è facile da calcolare.
Prendiamo gli Stati Uniti ei loro 2.140 miliardi di titoli da lanciare:
rispetto ai tassi di gennaio, oggi queste emissioni costano – a spanne – una
trentina di miliardi di dollari in più solo per effetto dell'aumento dei
rendimenti. Per capirci: se gli investitori non avessero venduto i T-Bond, gli
Stati Uniti avrebbero risparmiato risorse pari a quelle usate un anno fa per il
salvataggio di Bear Stearns. My.L. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PARADOSSO Le
aspettative di ripresa aumentano i rendimenti dei titoli pubblici e quindi il
costo del finanziamento per i governi
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: SCIENZA E FILOSOFIA data: 2009-06-07 - pag: 34 autore: Ordine
spontaneo Storni della complessità Le interazioni tra atomi o molecole, tra
formiche o esseri umani, obbediscono a leggi studiate da un nuovo ambito
disciplinare. Tra i protagonisti il fisico Giorgio Parisi, che ora ha vinto il
premio Lagrange Il fisico italiano Giorgio Parisi,dell'Università La Sapienza
di Roma, è il vincitore della seconda edizione del Premio Lagrange- Fondazione
Crt, assegnato ogni anno per un ammontare di 100mila euro a uno scienziato che
si sia distinto nell'ambito dello studio dei Sistemi Complessi. Allo scrittoree
giornalista americano Mark Buchanan, cui abbiamo chiesto l'articolo che qui
pubblichiamo,va invece il premio speciale per la divulgazione scientifica. La
cerimonia di premiazione si svolgerà venerdì 12 giugno alle
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: ARTE data: 2009-06-07 - pag: 44 autore: ArsenaleNovissimo Ecco a voi i
ritratti della paura «The Fear Society». «La Società della Paura. Padiglione
dell'Urgenzaȏ un evento collaterale organizzato dalla Regione di Murcia presso
l'Arsenale Novissimo. Raccoglie opere d'arte di dodici artisti (Jota Castro,
Tania Bruguera, Fernando Bryce, Martin Dammann, Regina José Galindo, Rainer
Ganahl, Goldiechiari, Hans Haacke, Alfredo Jaar, Jesus
Martinez Oliva, Jesus Segura, Ann-Sofi Sidén) che affrontano il tema della
paura: paura del cambiamento, dell'altro, della crisi
finanziaria, del futuro. Paura che, da comune
sentimento legato alla sfera biologica, è diventato strumento attraverso il
quale manipolare e imbrigliare individui e popolazioni intere.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI data: 2009-06-07 - pag: 11 autore: Il futuro in una palla di
vetro e numeri Istituti di ricerca e governi forniscono stime diverse: chi ha
ragione? Qual è il valore reale? di Dino Pesole P il italiano in caduta del 4,3%
nell'anno in corso, sentenzia l'Ocse,che due mesi dopo si corregge: sarà del
5,9 per cento. La flessione sarà del 4,4%, avvertono l'Fmi e la Commissione
europea, con il deficit tra il 4,5 e il 4,8 per cento. E giù un diluvio di
cifre: Banca d'Italia, con un inquietante -5%, Bce, Confindustria, Isae, e lo
stesso Governo, che con l'ultima «Relazione unificata» prevede che la
contrazione del nostro prodotto interno lordo si attesti al 4,2%, 2,2 punti in
più rispetto all'aggiornamento del Programma di stabilità dello scorso
febbraio, con il deficit a quota 4,6 per cento. La responsabilità è da
attribuire per intero alla «persistente debolezza della congiuntura
internazionale e del trascinamento negativo ereditato dall'anno precedente».
Stime che, in tempi di recessione globale, hanno il respiro corto, anzi
cortissimo, come abbiamo visto. Basta citare il flop delle previsioni sul Pil
americano. Ne fa cenno Roberto Petrini nel suo ultimo libro Processo agli
economisti: dalla primavera- estate 2008 al gennaio 2009 la differenza
(ovviamente in peggio) delle stime è stata del 2% per l'Ocse, del 4,1% per la
Fed, del 2,3% per la Commissione europea, del 2,2% per l'Fmi. Su un Pil di
oltre 13mila miliardi di dollari, si tratta di una cifra che supera i 300
miliardi di dollari, circa 1.000 dollari per ogni cittadino americano. Come si
vede, l'errore è tutt'altro che neutrale per ognuno di noi. La domanda allora
appare obbligata: le stime hanno ancora un qualche valore e una qualche
attendibilità? Ha un senso riferirsi a stime redatte in forma di
"consenso", e dunque pienamente in linea con gli indicatori più
accreditati soprattutto a livello internazionale, quando sono proprio questia
evidenziare lacune e imprecisioni? Non sarà il caso di rivedere metodologie basate
unicamente su complessi calcoli e modelli matematici ed econometrici?
L'argomento - è evidente - trascende le dispute tra addetti ai lavori, poiché
com'è noto in economia le aspettative hanno un qualche rilievo. Orientano,
modificano, modellano le intenzioni di spesa dei consumatori e delle imprese.
In poche parole hanno a che fare con quella magica parolina, la fiducia, che in
tempi di crisi appare come la prima indispensabile
precondizione per cominciare a intravvedere la fine del tunnel. Ma qui non si
tratta di fare il processo agli economisti o ai "previsori", ma di
capire se e come questa gran mole di dati, cifre, scenari macroeconomici e
ipotesi per l'immediato futuro possano recuperare credibilità. Il ministro
dell'Economia, Giulio Tremonti, sull'argomento non sembra nutrire molti dubbi:
le stime macroeconomiche, in questa fase, non hanno senso. E ancora meno
valgono le previsioni degli economisti. Parafrasando Carl Schmitt, e il suo
celebre « silete iureconsulti », ha invitato gli economisti a tacere: «Non avete
previsto la crisi globale, le sue dimensioni, la sua
profondità!». Quanto alle stime sia interne che internazionali sull'andamento
del Pil, non si tratta altro che di «esercizi congetturali ». Niente altro che
"congetture", ha ripetuto intervenendo lo scorso 21 maggio al
congresso della Cisl. «I criteri contabili in uso sono quanto meno discutibili.
Per questo è difficile fare previsioni». Gli unici dati che contano sono quelli
statistici, che vengono formulati ex post. Se è così, la crisi
rischia di travolgere da noi anche uno degli ultimi "sopravvissuti"
delle manovre economiche vecchio stile. Stiamo parlando del
"tendenziale", quel magico numeretto che la Ragioneria consegna al
ministro dell'Economia, in cui viene fissato il livello del deficit presunto «a
legislazione vigente», vale a dire il passivo nei conti pubblici annuali che si
raggiungerebbe a bocce ferme, in base allo scenario prospettato dal bilancio.
Su quel numerino, strettamente connesso con l'andamento del Pil, il Governo
costruirà già con il prossimo Dpef il quadro macroeconomico di riferimento per
la manovra del 2010 e per il trennio 2010-2012. Ora - viene da chiedersi - se
le stime hanno così scarso valore, che peso dare al nuovo
"tendenziale"? Ora lo scenario è decisamente più cupo rispetto al
quadro di riferimento che ispirò la manovra triennale anticipata dell'estate
2008, peraltro superato in brevissimo tempo dall'aggravarsi della crisi internazionale. L'ultimo interrogativo è tutt'altro
che irrilevante: in che modo il nuovo quadro previsionale e programmatico che
il Governo proporrà tra breve con il Dpef andrà adattato ai tempi e ai modi di
applicazione del federalismo fiscale? Vito Tanzi, ex direttore del Dipartimento
di Finanza Pubblica dell'Fmi ed ex sottosegretario al Tesoro, è stato anche
consulente della Banca mondiale, delle Nazioni Unite, dello Stanford Research
Institute. «Nelle stime sull'andamento delle economie in tempo di crisi la possibilità d'incorrere in errori è alquanto
elevata – ammette –. Le previsioni sono sempre corrette quando la situazione è
stabile. Se si è in presenza di forti oscillazioni, la questione si complica.
Mi chiedo effettivamente se sia il caso di spendere dei soldi per delle
proiezioni che in due-tre mesi cambiano in modo così rilevante». In più vi è
una variabile da non sottovalutare, quella politica. «Può essere considerato
politicamente non opportuno pubblicare stime che registrano, faccio un esempio,
una caduta mondiale del Pil del 10 per cento! Può prevalere in questo caso la
preoccupazione di non alimentare un pericoloso sentimento di sfiducia». Marco
Buti, direttore generale per gli Affari economici e finanziari della
Commissione europea, invita a distinguere gli errori connessi alla qualità
della procedura di stima da quelli legati alle variabili esterne. Tra questi
ultimi, le revisioni dei dati, le ipotesi esterne, i cambiamenti di politica
economica, gli shock non-anticipati. Le revisioni di dati preliminari sono
inevitabili e devono essere prese in considerazione quando si valuta l'affidabilità
delle previsioni. Il realismo delle ipotesi esterne sulle quali sono basate le
stime (tassi d'interesse e di cambio, prezzi del petrolio, crescita e commercio
globali) ha un ruolo importante nella qualità complessiva delle previsioni.
Sono cruciali anche le ipotesi sulle politiche di bilancio, che comunque non
incorporano mai variazioni radicali dovute ad esempio a un cambio del governo
in carica. Per questo, le previsioni della Commissione sono basate sulla
cosiddetta ipotesi d'invarianza della politica economica. Le misure annunciate
dal governo ma non ancora approvate non sono comprese dunque nella formulazione
delle previsioni. Può anche verificarsi il caso che la previsione induca una
risposta di politica economica. Il che può rendere la previsione stessa
obsoleta. Quanto agli shock non-anticipati,l'esempio più eclatante è il recente
peggioramento della crisi finanziaria internazionale.
La Commissione - sottolinea Buti - aveva lanciato a più riprese segnali
d'avvertimento della crisi, invocando la necessità di
correggere gli squilibri settoriali in alcune economie dell'Unione Europea.
Tuttavia, la dimensione e l'eccezionalità della crisi
che stiamo sperimentando ha posto nuove sfide costringendola, come tutti i
principali istituti di previsione, a rivisitare i propri strumenti di
previsione per cogliere meglio la natura e i meccanismi di trasmissione degli
shock. Anche la classica assunzione che nel medio periodo gli squilibri
accumulati da un'economia possano essere riassorbiti e sia possibile un ritorno
all'equilibrio (crescita potenziale) deve essere messa in discussione, tanto
più che diventa complicato stimare il potenziale di crescita. è difficile
trovare evidenza empirica che un particolare istituto di previsione faccia
costantemente meglio di altri, osserva Buti. In effetti, una previsione
centrata in un anno particolare non esclude un pessimo risultato nell'esercizio
successivo. In ogni caso, l'elevato grado di correlazione fra le previsioni
economiche delle principali organizzazioni internazionali suggerisce che queste
dispongono di «insiemi informativi » simili circa lo stato dell'economia. Un
certo numero di studi mostra che le previsioni costruite come media di
previsioni individuali (come Consensus) generalmente evidenziano una performance
migliore della previsione individuale originaria. «Da questo punto di vista, le
previsioni della Commissione mostrano una buona performance rispetto a
Consensus, soprattutto per effetto del forte grado di coerenza che viene
assicurato fra le previsioni degli stati membri dell'Unione Europea».Si tratta
di un insieme comune d'ipotesi circa le variabili esterne e di una calibratura
delle variabili relative alla domanda estera (le esportazioni di un paese
devono corrispondere alla somma delle importazioni dei paesi partner
commerciali). Le precisazioni appaiono utili e opportune. Resta l'interrogativo
di partenza: come far fronte all'estrema volatilità delle stime, in tempi di crisi globale? L'insegnamento che si deve forse trarre dall'esperienza
recente - osserva il vice direttore generale della Banca d'Italia, Ignazio
Visco («La crisi finanziaria e le previsioni degli economisti », Università La Sapienza di
Roma, 4 marzo 2009) è che una previsione va sempre comunicata e recepita nella
sua interezza. Non solo quindi il suo valore numerico cen-trale, «ma
anche le valutazioni sui rischi prevalenti, sulla loro dimensione e possibilità
di realizzarsi». Non vi è dubbio che le previsioni «hanno tardato a riflettere
le conseguenze della crisi finanziaria per lo sviluppo
dell'attività economica».I«fruitori delle previsioni» dovrebbero prestare
maggiore attenzione all'analisi dei rischi, ma anche i previsori dovrebbero
«trasmettere con più forza e determinazione il proprio messaggio, modulando
adeguatamente i propri segnali di allarme». © RIPRODUZIONE RISERVATA
ATTENDIBILITà I modelli matematici finora utilizzati messi in discussione dalla
tempesta finanziaria Tremonti: «In questa fase
circolano esercizi congetturali» ALTA VARIABILITà Vito Tanzi, ex dirigente Fmi:
«Mi chiedo se sia il caso di spendere soldi per proiezioni che cambiamo in
maniera rilevante in due-tre mesi» ILLUSTRAZIONE DI DARIUSH RAPDOUR
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: MANAGER data: 2009-06-07 - pag: 16 autore: INTERVISTA John Wells
Presidente Imd «Io, manager prestato alla business school» di Lino Terlizzi «I
nostri concorrenti diretti? Direi Harvard, Insead, London business school».
Punta in alto John Wells, presidente dell'Imd di Losanna. E non lo nasconde.
Nelle aule dell'International institute for management development, il nome per
esteso dell'istituto elvetico, si cerca di insegnare l'eccellenza a manager
provenienti da tutto il mondo e non vi è quindi motivo, dal punto di vista di
chi ne tiene il timone, di non puntare all'eccellenza anche in proprio.
L'indicazione dei nomi dei maggiori competitor, tutti e tre noti e celebrati,
non è casuale, ma meditata. Si tratta di istituti con cui l'Imd è già abituata
a competere, ogni anno, anche nelle classifiche delle business school
internazionali, compilate dai giornali economici anglosassoni. L'Imd è nato nel
1990, attraverso la fusione di due istituti: Imi, creato nel 1946 dal gruppo
canadese dell'alluminio Alcan; Imede, fondato dal gigante svizzero
dell'alimentare Nestlé,nel 1957.è una fondazione no profit indipendente, che
nel
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: RISPARMIO E FAMIGLIE data: 2009-06-07 - pag: 23 autore: I CONTI IN
TASCA Se l'obbligazionista diventa azionista ... di Marco Liera L a bancarotta
General Motors è l'ennesima conferma della necessità in capo ai portatori di
obbligazioni societarie di contemplare nella gamma di eventi che li attendono
anche l'indesiderata modifica del loro status, da creditori ad azionisti. Gli
obbligazionisti di Gm riceveranno infatti il 10% delle azioni della nuova
società post-insolvenza, più warrant che permetteranno loro di acquistarne un
altro 15%. Non è noto se e in quanto tempo questo scambio li compenserà della
perdita subita. Quel che è certo è che nel loro portafoglio una parte
dell'asset class a capitale garantito diventa capitale di rischio. Gli eventi
estremi che caratterizzano i mercati finanziari – come
l'insolvenza del colosso Gm – stanno dimostrando che gli investitori devono
imparare a convivere con ricorrenti eccezioni di grande impatto, che mediamente
vanno al di là delle loro conoscenze. Quando si compra un'obbligazione
societaria singola A, per esempio, non bisogna concentrarsi sul 99,5%di probabilità
che l'emittente paghi tutte le cedole e rimborsi regolarmente a scadenza il
titolo, ma sul restante 0,5% di probabilità che entro cinque anni vada in
default. Qualche astuto investitore pensa di cavarsela vendendo il titolo della
società in difficoltà prima che la situazione diventi compromessa. Applicare
una strategia stop-loss automatica sui bond societari (per esempio liquidare la
posizione quando il titolo scende sotto quota 90) è più che legittimo, ma
occorrerebbe verificare la redditività e la realizzabilità di questa
metodologia su un campione sufficientemente ampio di bond e su un orizzonte
temporale di qualche decennio. La storia è ricca di casi in cui le obbligazioni
hanno accusato svalutazioni molto gravi solamente per la dinamica attesa dei
tassi, e non per il deterioramento del merito di credito. E ci sono stati
numerosi episodi in cui il peggioramento del merito di credito stimato dal
mercato è stato temporaneo (si pensi al crollo dei bond delle banche a ottobre
2008, un fenomeno che in seguito è almeno in parte rientrato). Più solida (e,
di fatto, una strada obbligata) è la strategia della diversificazione tra più
titoli obbligazionari, tramite una gamma di emissioni in portafoglio
sufficientemente ampia e/o tramite Etf specializzati. La prima è una soluzione
adatta solo a chi è preparato ed è in grado di sostenere alti costi informativi
(tempo da dedicare ogni settimana al controllo dell'andamento degli emittenti),
analoghi a quelli tipici dei detentori di azioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Corriere Economia"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere Economia
sezione: Pubblicita' data: 08/06/2009 - pag: 12 Soluzioni mirate per lo
sviluppo Prodotti innovativi studiati per il sistema delle Pmi L a difficile
situazione economica globale sta avendo ripercussioni anche sul sistema
produttivo interno. Il settore delle Pmi, in particolare, fiore all'occhiello
del modello di sviluppo italiano, sta forse pagando il prezzo più salato della
congiuntura in atto. Il Gruppo Montepaschi è da tempo schierato in prima linea
a sostegno delle piccole e medie imprese. Quali le soluzioni? Risponde Luigi De
Stefano Responsabile Mercato Pmi Banca Monte Paschi. Quali sono le
caratteristiche delle Pmi alle quali vi rivolgete? Di norma sono aziende con un
fatturato superiore ai due milioni e mezzo di euro. Il nostro intervento è
indirizzato verso l'economia reale, in particolare il settore manufatturiero. Sono
realtà sane, concentrate sulla produzione di beni tangibili, capaci di
competere globalmente grazie all'eccellenza dei prodotti e ad un' efficiente
organizzazione produttiva. In quali aree territoriali siete presenti e con
quali obiettivi? Attualmente operiamo su tutto il territorio nazionale
attraverso la Rete dei centri PMI di BMps, Banca Antonveneta e BIVER- BANCA. La recente crisi finanziaria ha suggerito, fra l'altro, l'impostazione di una serie di
iniziative che si stanno sviluppando in collaborazione con Associazioni di
categoria, Regioni e Province. Insieme sono state definite misure a sostegno
dell'economia in generale e, più specificatamente, delle PMI.
Realizziamo interventi utilizzando fondi di garanzia regionali integrati
dall'operativita' dei Confidi che mettono al servizio delle Banche il loro
apparato di garanzie. Obiettivo: assicurare il giusto flusso finanziario alle
aziende, utilizzando possibilmente prodotti che garantiscono nel tempo un
aumento della patrimonializzazione. Il Prestito Partecipativo , per esempio, si
sta dimostrando in tale contesto una risposta ef- ficace per finanziare
investimenti nel medio e lungo periodo e migliorare al tempo stesso la
struttura patrimoniale delle Aziende. Oggi da parte delle aziende c'è molta
attenzione alle tempistiche. Applichiamo un severo monitoraggio sui tempi. Un
sistema interno ci consente di tenere sotto controllo tutto l'iter della pratica.
Uno dei vostri punti di forza è l'innovativo sistema di autodiagnostica. Sì, ci
consente di individuare i punti di forza dell'impresa e di predisporre un
intervento di medio periodo. Il tutto con la finalità di migliorare il rating.
Arriviamo così alla definizione di piccoli piani industriali che trovano in
"Patto" lo strumento ideale per fornire una concreta soluzione contro
la crisi. Con "Patto" avviamo un percorso
condiviso fra imprenditore e banca: il primo si impegna a rispettare un piano
d'impresa a cinque anni, la seconda si impegna ad erogare il finanziamento
necessario per lo stesso periodo. Come incentivate l'azienda? La diagnosi
iniziale è a costo zero, una volta realizzata questa sorta di fotografia
dettagliata dell'attività, l'imprenditore è libero di avviare o meno la
collaborazione con la banca. Ulteriore vantaggio, con "Patto"
mettiamo a disposizione un nucleo di specialisti pronti a collaborare con
l'imprenditore anche sotto il profilo industriale.
( da "Corriere Economia"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere Economia
sezione: PRIMOPIANO data: 08/06/2009 - pag: 2 Crisi e mercati/2
Il nodo del cambio dollaro-yuan crea tensioni sulle transazioni finanziarie. Crescono le riserve in oro La «fame» cinese ora
è un rischio Pechino fa il pieno di greggio, ma anche di olio di palma.
Squilibrando i prezzi I l ministro del Tesoro americano Timothy Geithner è
tornato a Washington dal suo viaggio a Pechino la settimana scorsa con parole
di conforto per il suo capo Barack Obama: i cinesi capiscono la nostra politica
economica, gli ha detto, si fidano della nostra responsabilità nel gestire il
bilancio, continueranno quindi a usare il dollaro come moneta per gli scambi
internazionali e a comprare titoli di Stato Usa. I dirigenti del regime
comunista da parte loro hanno promesso di andare a Washington in luglio per il
primo incontro del nuovo «Dialogo Strategico ed Economico Usa-Cina », un G2
destinato ad eclissare gli altri vertici fra superpotenze, ristretti (G7 e G8)
o allargati che siano (G20). Fra due mesi Geithner e i suoi
colleghi cinesi forse parleranno più concretamente delle misure da prendere
insieme per stabilizzare i mercati finanziari e rilanciare l'economia globale. Sperano di avviare un nuovo
circolo virtuoso di rapporti, in cui i cinesi consumino un po' di più e gli
americani risparmino un po' di più, riducendo così lo squilibrio commerciale e finanziario fra i due Paesi. Ma
intanto Pechino non sta con le mani in mano: continua ad accumulare materie
prime e a discutere con i partner commerciali non americani se usare la propria
moneta, lo yuan, per le transazioni. Al centro delle preoccupazioni dei cinesi
c'è il futuro della valuta Usa, come ha detto chiaramente il loro premier Wen
Jiabao: se continua a svalutarsi, deprime il valore dei 767,9 miliardi di
dollari che hanno investito in Treasury bond e, parallelamente, spinge all'insù
le quotazioni delle materie prime, di cui l'economia cinese è affamata. Due
buoni motivi per lanciarsi in un'ondata di acquisti di commodities, da
accumulare come riserve per un uso futuro e per diversificare la gestione della
ricchezza nazionale. Così le importazioni cinesi di rame sono aumentate a quasi
400 mila tonnellate in aprile e quelle di ferro a 57 tonnellate, un record
mensile; mentre le riserve della banca centrale cinese in oro sono raddoppiate
da meno di 500 tonnellate nel
( da "Corriere Economia"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere Economia
sezione: PRIMOPIANO data: 08/06/2009 - pag:
( da "Corriere Economia"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere Economia
sezione: Nazionale data: 08/06/2009 - pag: 14 Offshore a cura di Ivo Caizzi
icaizzi@corriere.it Trichet, la Merkel e l'euroliquidità Nell'Ue aumentano i
dubbi sulla Bce L e prime dure critiche mai espresse da un governo tedesco alla
Banca centrale europea di Francoforte (Bce) pur poi attenuate con un
diplomatico riconoscimento telefonico della cancelliera Angela Merkel
all'indipendenza dell'istituzione hanno rilanciato nell'Unione
europea i dubbi sulla gestione della crisi finanziaria attuata dall'organismo presieduto dal francese Jean-Claude
Trichet, di cui fa parte anche l'italiano Lorenzo Bini Smaghi. Già dal 2007 il
presidente francese Nicolas Sarkozy accusò la Bce di attuare una politica
monetaria che favoriva gli speculatori e rendeva più difficile la vita alle
imprese produttive. Ma a Francoforte avevano continuato a sottovalutare
la speculazione finanziaria, che devastava il sistema
bancario e l'economia mondiale. Trichet preferiva ammonire principalmente a
tenere bassi i salari e a contenere la spesa pubblica. Adesso l'enorme
liquidità elargita a bassissimo costo dalla Bce, come sostegno anti-crisi per ripristinare il credito alle imprese, potrebbe
alimentare proprio le correnti speculative che hanno ritirato su i valori delle
Borse e perfino il prezzo del petrolio. Molti operatori starebbero usando il
denaro di Francoforte, direttamente o tramite i soliti «veicoli» occultati dietro
il segreto dei paradisi fiscali, per cercare di coprire con rapide plusvalenze
speculative le perdite accumulate con la crisi. Anche
nella Borsa italiana spiccano tanti titoli schizzati all'insù di colpo in
coincidenza con la liquidità immessa nel sistema bancario dalla Bce. Trichet
deve ora confrontarsi non solo con le critiche della Merkel, ma anche con il
rischio di contribuire a generare nuove bolle speculative e alti pericoli
inflazionistici. In più il governatore di Bankitalia Mario Draghi segnala la
scarsità di credito per le piccole e medie imprese. Nell'Ue è così riemerso il
dubbio se la Bce debba continuare a essere guidata da esponenti spesso
culturalmente vicini alle esigenze del settore bancariofinanziario. Anche
perché l'istituzione di Francoforte, ora che nemmeno la Germania la difende più
a oltranza, viene sempre più messa in discussione a livello politico. Inoltre
le previsioni che non si sono realizzate, rivelandosi quindi sbagliate, non
aiutano. Trichet nel 2007 respingeva sdegnato le accuse di Sarkozy rassicurando
nonostante la tempesta finanziaria in arrivo. E ancora
nel 2008 scivolava pesantemente azzardando il 2009 come anno della ripresa
economica. Presidente Alla Bce, Jean Claude Trichet Eyedea/Contrasto
( da "Corriere Economia"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere Economia
sezione: Nazionale data: 08/06/2009 - pag: 20 Strategie Dopo il super-rialzo si
moltiplicano gli inviti alla cautela: ecco come costruirsi un «piano» di
battaglia tra liquidità e un po' di rischio calcolato In Borsa hanno vinto i
piccoli passi Dall'agosto 2008 investire a rate ha reso fino all'8%, chi ha
comprato in una sola volta perde il 17%. E ora... DI GIUDITTA MARVELLI U n buon
parcheggio in liquidità, strappando i rendimenti più lontani dallo zero che si
possono trovare. E poi tanti piccoli passi in Borsa, rinunciando alla fretta e
al rialzo spettacolare. Questa strategia, conti alla mano, ha reso negli ultimi
nove mesi anche l'8%. Troppo poco? Forse no, soprattutto se la pietra di
paragone è un investimento azionario tutto in una volta, che nello stesso
periodo, è andato in rosso del 17%. Prudenza Nel momento in cui da tutte le
parti arrivano inviti alla prudenza, perché mancano ragioni forti per
giustificare ulteriori crescite importanti dei listini azionari assediati dalla
recessione, ecco un'idea (un po' vecchia e un po' nuova) per gli investitori
tranquilli. I conti in tasca a diversi piani di accumulo azionari avviati alla
fine di agosto 2008, un attimo prima del fallimento di Lehman Brothers,
rivelano che l'investimento «sbriciolato» (un tot al mese, mentre il patrimonio
destinato pian piano a finire in Borsa resta parcheggiato in liquidità) non è
crollato con i listini e ha consentito di guadagnare a seconda dei mercati prescelti e dei rischi che si volevano correre da un
minimo dell'1% a un massimo dell'8%. Un investimento «secco» in Borsa fatto lo
stesso 31 agosto avrebbe portato in dote, nonostante il grandioso recupero del
30% realizzato dai mercati mondiali, una perdita a due
cifre. I numeri, riassunti nella tabellina in alto a destra e nei grafici a
centro pagina, sono interessanti. Si parte con un capitale di 100 mila euro che
viene «dislocato» in azioni con la formula «tutto subito» nel primo caso,
mentre nel secondo il gruzzolo viene messo in un Etf di liquidità da cui
vengono prelevati 2.000 euro al mese che vanno ad alimentare un piano di
accumulo azionario mirato su un'area geografica. Dopo nove mesi (la simulazione
parte il 31 agosto 2008 e arriva fino al maggio 2009) l'esposizione in azioni
di chi ha scelto la politica dei piccoli passi è del 20% circa, con un guadagno
medio del 4,7%. Chi ha seguito la strada del piano rateale in alcuni momenti ha
perso (ma non più dell'1%), mentre chi ha investito tutto in azioni oggi è
comunque in rosso. Più o meno profondo (vedi box a pagina 21). Anatomia Fin qui
i conti con il senno di poi. Ma ora, dopo un rialzo dei mercati che va dal 30% al 50% nei casi
più estremi (Piazza Affari per esempio), ha senso seguire questa strategia? I
patiti del pac dicono di sì ( vedi intervista ). In realtà, come sempre accade
sui mercati finanziari non
esistono garanzie di riuscita del metodo che comunque ha, in qualunque momento
storico, il pregio di abbassare i rischi perché consente di mediare i
prezzi a cui si acquistano le azioni. A sostegno dell'idea (opinabile come
tutte) si può dire che il rialzo visto finora ancorché di dimensioni notevoli è
stato un rimbalzo tecnico e un obbligato ritorno di flussi verso le azioni, in
un mondo che gira ormai a tasso zero. Non a caso nelle ultime due settimane,
anche se il ciclo positivo dei listini non si è interrotto drasticamente
(qualche ribasso, ma nessun crollo) sono maturati diversi dubbi sulla
sostenibilità del rialzo. «Noi crediamo che a questo punto i rischi di
ulteriori salite o di nuove discese siano simmetrici scrivono gli analisti di
Credit Suisse in un recentissimo report . Probabilmente andiamo incontro a una
situazione di marcia senza direzione, come accadde negli anni Settanta ». Il
teorema della prudenza è semplice: è vero che i mercati
azionari anticipano di un
( da "Corriere Economia"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere Economia
sezione: Nazionale data: 08/06/2009 - pag: 21 Indici Come cambia il paniere
storico nato nel 1896, che seleziona i titoli non solo in
base a criteri finanziari Due nuove stelle per il Dow Jones Debuttano Cisco e
Travelers: la crisi ha
mandato in pensione la fallita Gm e Citigroup R ivoluzione a Wall Street. Da
oggi l'indice di Borsa più famoso e più antico al mondo, il Dow Jones
Industrial Average (DJIA) ha un nuovo look, più tecnologico. E perde due
marchi storici. Sono usciti dal paniere il produttore di automobili General
Motors e il gruppo bancario Citigroup, sostituiti da Cisco, gigante delle
infrastrutture per telecom e Internet, e dalla compagnia assicurativa
Travelers. A far scattare per GM la bocciatura è stato il suo ingresso in
bancarotta lunedì scorso; mentre per Citigroup è stata la conversione delle
azioni privilegiate in ordinarie, che porterà il governo americano a
controllare il 24% del suo capitale, in cambio dei miliardi di dollari prestati
alla banca dalle casse pubbliche per superare la crisi
finanziaria. Come le automobili all'inizio del 20Ú secolo erano il
simbolo della modernità e della nuova economia di allora, così oggi le
autostrade di Internet, costruite da Cisco, rappresentano bene l'America del
21Ú secolo, ha spiegato Robert Thomson, il direttore responsabile del Wall
Street Journal e del comitato ristretto del gruppo editoriale Dow Jones che
decide la composizione del DJIA. Molti operatori si aspettavano che, invece di
Cisco, nell'indice entrasse Google, regina del web. Ma la scelta delle 30 blue
chip (azioni più importanti) del Dow Jones non dipende da formule matematiche o
dal peso sul mercato: oggi come nel 1896 quando l'indice fu creato da Charles
Henry Dow e Edward Davis Jones è frutto di un mix di scienza e arte, dove conta
molto Ap la sensibilità dei giornalisti coinvolti. «Il DJIA vuole riflettere il
panorama delle aziende quotate americane e catturare la performance della Borsa
Usa nel lungo periodo», spiega John Prestbo, editor ed executive director di
Dow Jones Indexes. Per questo negli ultimi mesi GM e Citigroup sono rimaste
nell'indice nonostante le loro precarie condizioni finanziarie. Cisco è il
terzo titolo tecnologico quotato al Nasdaq a entrare nel Dow Jones, dopo Intel
(semiconduttori) e Microsoft (software), presenti dal 1999; le altre due azioni
high-tech sono Hewlett- Packard (computer, dal 1997) e Ibm (dal 1979).
L'ingresso nell'indice di Travelers, compagnia specializzata in polizze danni,
compensa l'uscita nell'autunno scorso del gruppo assicurativo AIG,
nazionalizzato dal governo Usa per evitarne il collasso. «Avevamo sostituito
AIG con l'azienda alimentare Kraft Foods invece che con un'altra società finanziaria, perché il settore in quei giorni era nella
tempesta ha spiegato Thomson . Ma così il comparto finanziario era diventato
sottorappresentato, una carenza ora corretta con Travelers». Thomson ha precisato
che in futuro, finita la ristrutturazione ed uscito il governo dal capitale,
Citigroup potrebbe tornare nel Dow Jones, dove l'unico gruppo bancario rimasto
è J.P.Morgan Chase. Delle aziende che facevano parte dell'indice nel 1896 solo
General Electric è rimasta. Le due debuttanti hanno già riscosso il premio
della novità, perché tutti i fondi comuni che seguono l'indice hanno dovuto
adeguare i loro portafogli alla sua nuova composizione, comprando più azioni
Cisco e Travelers. M. T.C. Leader John Chambers, alla guida di Cisco, una delle
new entry nel Dow Jones
( da "Corriere Economia"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere Economia
sezione: Nazionale data: 08/06/2009 - pag: 24 Obbligazioni I banchieri europei
fermi all'1%. Ecco perché, anche se il caro-vita dorme, è bene vaccinare i
portafogli Bond, la prevenzione è variabile Fiducia al fisso breve. Indicizzati
poco affascinanti, ma si può cominciare a tenerli d'occhio DI DAVIDE ANGELINI B
anchieri d'Europa fermi in rada. Ma non è una sorpresa. Giovedì 4 giugno, né la
Banca d'Inghilterra, né la Banca centrale europea hanno deciso di ridurre
ancora i tassi di riferimento. Il livello raggiunto da Londra è assai poco
comprimibile (0,50%), mentre qualche modesto spazio resta a Francoforte, il cui
tasso di rifinanziamento è fermo all'1%, da poco meno di un mese. Due stili La
lettura delle strategie attuate dalle maggiori banche centrali dell'occidente,
vedi grafico, evidenzia due diversi stili: i paesi anglosassoni, Usa e Regno
Unito, mantengono mediamente tassi superiori a quelli del Vecchio Continente,
ma tendono ad abbassarli molto più rapidamente quando le cose vanno male.
L'atteggiamento delle banche anglosassoni riflette lo stile di vita dei due
paesi, più propensi all'assunzione di rischio di quanto lo siano Germania o
Italia, Francia o Austria. Non va dimenticato che la crisi finanziaria, che ha colpito una
parte importante del sistema bancario, ha preso l'avvio negli Stati Uniti e nel
Regno Unito. Al di là delle differenti strategie di politica monetaria, le tre
banche centrali presentano in questa fase una caratteristica comune: il livello
più basso raggiunto dai loro tassi ufficiali. Ma allora si aprono
spiragli di segno contrario? Forse sì, per due motivi. Da un lato non è
pensabile si possa riprodurre in occidente quanto accadde in Giappone.
Dall'altro perché la svalutazione del dollaro potrebbe riportare la quotazione
del petrolio verso valori sensibilmente superiori a quelli odierni. Se prevarrà
quest'ultimo aspetto, il rischio inflazione, sempre in agguato, potrebbe
tornare a preoccupare le autorità monetarie. Ed è ben noto che in questi casi
nessuno ci pensa due volte a rialzare i tassi. Non è un pericolo per
l'immediato, ma potrebbe diventarlo nella parte centrale del prossimo anno, se
troverà conferma il rilancio delle economie mondiali. Per l'investitore,
dunque, da subito si presenta il dilemma: ancora e solo titoli a cedola fissa o
graduale immissione di tasso variabile? Il dilemma Se si osservano i
rendimenti, vince ancora il tasso fisso. I parametri di riferimento dei
prestiti a cedola indicizzata esprimono valori ancora in calo e, probabilmente,
manterranno questa caratteristica ancora per qualche mese. Situazione non
dissimile si prospetta per i titoli di Stato con interessi e capitale
indicizzati all'inflazione d'area euro. Il coefficiente d'indicizzazione, che
determina il valore delle cedole semestrali per i titoli italiani, o annuali,
per quelli degli altri emittenti governativi, sta scendendo a rimorchio di un
costo della vita calante. Non opera più con l'efficacia dei mesi scorsi e la
rivalutazione apportata è sempre meno interessante. Per ambedue le tipologie di
strumenti, la tempistica migliore si presenterà fra qualche mese, ma potrebbe
essere opportuno comprare fin d'ora, con molta gradualità, una quota non
rilevante di titoli di Stato collegati al rendimento dei Bot semestrali o di
obbligazioni societarie indicizzate all'Euribor, il tasso applicato tra le
banche d'area euro. La ricetta Attualmente, i prezzi di mercato di questa
tipologia di emissioni sono bassi e potrebbero risalire nei prossimi mesi se i
timori per un inflazione in rialzo saranno confermati. In un portafoglio a
rischiosità media la quota di titoli a tasso variabile potrebbe arrivare al 15%
del patrimonio complessivo, a fronte di una percentuale analoga di titoli a
cedola fissa con durata medio lunga, da
( da "marketpress.info"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Lunedì 08 Giugno
2009 BANCHE: ABI, CRISI IMPONE GESTIONE PRUDENTE DEL CREDITO Roma, 8 giugno
2009 - Zadra: La crisi ci ha insegnato che è
necessaria unattenta valutazione del rischio di mercato.
Banche italiane robuste, nonostante la crisi, continuano a finanziare
le imprese. Per Basilea2 ampi margini di miglioramento, ma attualmente nessun
altro sistema permette di misurare e gestire i rischi. E
fondamentale in un mercato sempre più integrato e senza frontiere. Il
principio di sana e prudente gestione è più che mai attuale alla
luce dellodierna congiuntura economica. Le banche italiane si piazzano
meglio delle cugine
europee nellutilizzo della raccolta con il 63% dellattività (nel
2008) rappresentato dagli impieghi ai clienti (di cui il 40% alle imprese) e
con solo il 18% di attività finanziarie contro una media del 47% dellarea
euro. La crisi economico-finanziaria impone
una riflessione sui principi di Basilea2, la normativa europea sulladeguatezza
patrimoniale delle banche, entrata pienamente in vigore dal 1° gennaio 2008.
Labi mette in cantiere due giorni di dibattito e confronto con le
autorità di vigilanza
italiane ed europee e gli esperti del settore sui temi della gestione del
rischio di mercato e del rischio di credito, degli effetti prociclici della
normativa, della riforma delle agenzie di rating e dellimpatto
di Basilea2 sul rapporto banca-impresa anche alla luce della crisi finanziaria.
Di questo, infatti, si parlerà nel corso del convegno annuale, organizzato dallAssociazione
bancaria, dedicato a Basilea2 e la crisi finanziaria
in programma oggi e domani al Palazzo dei Congressi dellEur a Roma. Se il settore
bancario italiano ha potuto assorbire meglio i colpi della crisi è
grazie alla preminente attenzione data al finanziamento delle imprese rispetto
a quella adottata nel resto del mondo, ha così commentato
oggi il Direttore generale dellAbi, Giuseppe Zadra, aprendo i lavori del convegno. E
un errore annoverare Basilea2 tra le cause delle difficoltà
economico-finanziarie che stiamo attraversando ha concluso Zadra - la crisi impone
prudenza e attenzione alla qualità del credito e Basilea2 ha contribuito a
mantenere le nostre banche lontane dal credito facile che
ha, invece, provocato il fallimento di decine di istituti negli Stati Uniti e
in Europa. Nel corso del convegno non sono state trascurate questioni
ancora aperte relative agli accordi di Basilea2, con particolare riferimento al calcolo dei
requisiti minimi patrimoniali imposti dai regulators per il rischio di credito
e il rischio operativo. Sono stati, inoltre, esaminati gli impatti di Basilea2
sul rapporto bancaimpresa ed è stata annunciata la diffusione, a breve, di una Guida
sul Rating messa a punto dallAbi in collaborazione con le
associazioni di categoria delle imprese riunite nellOsservatorio
permanente sui rapporti banche-imprese. Liniziativa Guida sul
Rating è finalizzata
a far capire e conoscere meglio, soprattutto agli imprenditori, questo
importante strumento di valutazione del rischio creditizio. Il completamento di
Basilea2, sia per le banche che per le imprese, rappresenta unopportunità
in quanto permetterà di
coniugare la necessità preservare la stabilità del sistema bancario con lesigenza
di incentivare una più attenta gestione degli aspetti finanziari delle attività
delle imprese. Inoltre, faciliterà lo sviluppo di una cultura della
disclosure che consentirà alle imprese di fornire alle banche informazioni
trasparenti sulla propria situazione finanziaria e
ottenere una valutazione quanto più possibile oggettiva e puntuale. .
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( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: FINANZA data: 2009-06-08 - pag: 31 autore: Regole. Pronto il
documento di consultazione predisposto in vista del G-8 dell'Aquila: 4 i punti
di rilievo Governance, la svolta dell'Ocse Sarà avviato un monitoraggio globale
dei sistemi di governo societario Riccardo Sabbatini La corporate governance
diventa globale. A partire dal prossimo anno l'Ocse avvierà una verifica
annuale su come i 30 paesi aderenti all'associazione rispettano i suoi principi
di buon governo societario, in procinto di essere aggiornati per correggere le
debolezze emerse con la crisi dei mercati. L'annuncio
è contenuto nel documento sulla "corporate governance e crisi
finanziaria" redatto da un gruppo di lavoro dell'Ocse – presieduto
dall'italiano Marcello Bianchi (Consob) – che a novembre trasformerà le sue
prime indicazioni in raccomandazioni vere e proprie. Ma già nelle prossime
settimane potrebbero divenire operative visto che fanno parte dei materiali che
l'Ocse si è impegnata a produrre in preparazione del prossimo vertice del G8
all'Aquila e della definizione di legal standard internazionali,
particolarmente caldeggiata dalla presidenza italiana del gruppo. Al di là
delle singole proposte la principale novità in arrivo è appunto rappresentata
dal monitoraggio che l'Ocse si propone di compiere in una materia, quella della
corporate governance, che fino a pochi anni fa veniva considerata una questione
locale su cui pesavano tradizioni e caratteristiche di ciascun paese. Ma la
globalizzazione dei mercati e, da ultimo, la crisi
finanziaria hanno modificato questo assunto suggerendo problematiche
comuni e l'esigenza, pertanto, anche di un approccio e di principi il più
possibile armonizzati. La crisi dei mercati - è il
punto di partenza del rapporto – ha fatto emergere una debolezza nei sistemi di
controllo aziendali (soprattutto dei grandi intermediari bancari) incapaci di
tenere sotto controllo "l'appetito al rischio" - ed anche alle
retribuzioni – dei manager. Una debolezza che accomuna, con responsabilità
simili, i board e gli azionisti. I suggerimenti dell'Ocse riguardano quattro
aree specifiche della corporate governance aziendale: politiche di
remunerazione del management, organizzazione dei controlli aziendali,
funzionamento dei consigli di amministrazione, esercizio dei diritti degli
azionisti. Se è necessario stringere i bulloni della governance aziendaleil
rapporto dell'Ocse si preoccupa di suggerire soluzioni di mercato e di evitare
un ritorno al passato, contrastando soprattutto quelle spinte che la crisi finanziaria ha fatto emergere verso un ruolo dirigista
della politica e degli stati. Ad esempio, sui piani di remunerazione dei manager,
la necessaria trasparenza e controlli sugli incentivi ai boss aziendali non
dovrebbero «indurre a spostarsi verso eccessive componenti di retribuzione
fissa». Allo stesso modo limiti legali agli stipendi – sono stati introdotti,
ad esempio, negli Usa – dovrebbero, per l'Ocse – «essere limitati a specifiche
e temporanee circostanze». Nel ruolo di vigilanza sulle scelte di manager e Cda
gli azionisti, anche gli investitori istituzionali, hanno spesso svolto un
«ruolo reattivo piuttosto che proattivo». Ma la crisi ha
mostrato anche esempi in cui il protagonismo degli azionisti è stato
volontariamente attenuato. Ad esempio diverse banche in difficoltà sono state
ricapitalizzate da fondi sovrani con l'accordo che quest'ultimi non avrebbero
interferito nei loro affari. Ma queste azioni – segnala l'Ocse –hanno «ridotto
la responsabilità di board e management». Allo stesso modo viene considerata
«controversa» la pratica (introdotta, ad esempio, in Germania e Francia) di
negare i diritti di voto quando non può essere identificato il beneficiario.
Viene giustificata dalla necessità che le imprese conoscano i propri azionisti
ma può «essere usata in un modo più difensivo per scoraggiare quegli
investitori che per una legittima ragione intendono rimanere anonimi». E che
dire del ruolo degli investitori alternativi (fondi di private equity e hedge
fund "attivisti")? Il loro ruolo di «investitori attivi non dovrebbe
essere ostacolato da riforme regolamentari che si propongono di risolvere
specifiche questioni che hanno creato problemi». Tra le proposte di più
rilevante impatto pratico avanzate nel rapporto per rafforzare il sistema dei
controlli societari c'è quella di far sì che il responsabile dei rischi ( chief
risk officer) riporti direttamente al consiglio di amministrazione e non
all'amministratore esecutivo. © RIPRODUZIONE RISERVATA APPROCCIO SENZA CONFINI
La crisi finanziaria ha fatto emergere tutti i limiti
delle normative locali: adesso si punta sull'armonizzazione dei principi e
delle regole
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-06-08 - pag: 8 autore: Dublino. Problemi
per la maggioranza Irlanda, governo sconfitto BRUXELLES. Dal nostro inviato Per
la coalizione di governo di centrosinistra guidata da Brian Cowen si è
materializzata una cocente sconfitta in Irlanda, dove si è votato anche alle
amministrative. Al punto da gettare la lunga ombra di una crisi
politica nel paese, che potrebbe complicare il cammino del secondo referendum
sul Trattato di Lisbona, proprio mentre i sondaggi indicano che gli irlandesi
sono in maggioranza pronti a votare "sì". Dalle urne dell'isola
nordica è uscito un complesso verdetto, anti-governativo ma non marcatamente
euroscettico, anche se il Fianna Fail di Cowen perde un seggio, da
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-06-08 - pag: 14 autore: ...
CORPORATE GOVERNANCE Capitani d'impresa l'Ocse vigila D a icone del
capitalismo, massima espressione di quell'energia che trasforma il mondo e le
sue regole, i manager esecutivi delle società sono divenuti soggetti a rischio,
da sottoporre a vigilanza speciale. A leggere le 45 pagine del rapporto che
l'Ocse ha dedicato alla "corporate governance ed alla crisi finanziaria" si rimane
colpiti di come, in conseguenza dello sconquasso dei mercati, i
"boss" aziendali portano con sé il sospetto dell'azzardo morale e di
comportamenti mossi solto da ambizione e interessi personali. L'intera
struttura di corporate governance disegnata nel rapporto è volta a circoscrivere
il pericolo. I cda devono essere più indipendenti dai Ceo per prevenire
i danni rappresentati dal loro eccessivo "appetito per il rischio" e
il breve periodo del loro orizzonte operativo. Quanto alla struttura degli
azionisti deve scrutinare con attenzione i comportamenti dei board, proprio per
evitare che non siano troppo acquiescenti nei confronti di chi manda avanti
un'azienda. Il tempo dei "grandi capitani d'impresa" forse è al
tramonto.
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-06-08 - pag: 15 autore: Cicale
e formiche, le fiabe del Nord L'Islanda sull'orlo della bancarotta, la Norvegia
continua a crescere e rafforza il welfare di Vittorio Da Rold I slanda o Norvegia?
Cicale o formiche? La crisi economica ha messo a nudo
due modi di essere, due fiabe nordiche dal finale opposto, che si sono rivelati
agli antipodi negli ultimi decenni della politica economica e che ora vede la
rivincita dei tradizionalisti risparmiatori cultori del severo drammaturgo
norvegese Henrik Ibsen contro chi ha trasformato il paese in una sorta di hedge
fund collettivo seguaci di Alan Greenpsan, della deregulation e della liquidità
a basso costo. Chi, come la Norvegia, negli anni passati ha pensato al futuro
ora legge della crisi globale sui giornali mentre va
sereno in vacanza nella seconda casa tra i boschi o veleggia tranquillo in
barca tra i fiordi.Chi come l'Islanda,invece, ha seguito l'onda lunga
dell'«irrazionale esuberanza dei mercati », speculato sui subprime e derivati,
ridotto i controlli pubblici sulle banche, trasformando un piccolo paese di
pescatori in un abnorme centro finanziario, oggi vede la sua vita peggiorare, i
risparmi bruciati, la banche sul lastrico e chiede di entrare con urgenza nella
Ue per agganciarsi alla ciambella di salvataggio dell'euro. Due storie
emblematiche di come si è progettato il futuro negli ultimi venti anni da parte
di due paesi nordici, simili culturalmente, ma profondamente divisi nella
percezione del mercato e delle sue regole. Anche se i paesi-cicala sono molto
di più: basti pensare alla crisi che morde i Baltici
con le aste deserte dei bond, al recente salvataggio dell'Ungheria sommersa dai
mutui in franchi svizzeri, ai moti di piazza della Grecia, anello debole di
Eurolandia, ai sussulti dell'Ucraina e della Russia, ai timori di tenuta della
Turchia. L'arco della crisi delle partite correnti in
rosso, come la definisce Nouriel Roubini,parte dal Baltico,attraversa l'Europa
centro-orientale e finisce sul Bosforo. La lezione islandese Secondo il capo
missione dell'Fmi, Poul Thomsen,«dopo la privatizzazione delle banche
completata nel 2003, le banche islandesi aumentarono i loro attivi dal 100% del
pil al 1.000% del Prodotto interno pregiudicando la capacità di controllo delle
autorità centrali di operare come prestatore di ultima istanza». Il sistema
bancario era troppo grande rispetto all'economia reale basata su pesca e
alluminio. Dopo la crisi l'Islanda ha scelto di
cambiare l'esecutivo respingendo al mittente quella politica fallimentare da
apprendista stregone che ha generato magicamente ricchezza dalla carta ma ha
altresì provocato il disastro. Gli elettori, ex pescatori di merluzzi diventati
banchieri, hanno bocciato a marzo David Oddsson, l'ex premier liberista e
demagogo che negli ultimi anni ha guidato la Banca centrale, eliminando i più
basilari controlli sul credito, totalmente fiducioso della "mano
invisibile" del mercato. L'eredità di questa politica ultraliberista in
salsa islandese è pesante: il Pil si ridurrà nel 2009 del 10%, il deficit
salirà al 13,5%, la disoccupazione è al top (8,9%). Senza contare che la crisi ha falciato risparmi di una vita e fondi pensione
mentre il crollo della moneta ha fatto schizzare i prezzi. Il nuovo premier
socialdemocratico Sigurdardottir, ha azzerato i vertici dell'istituto centrale
e ha rispolverato i libri di Keynes lanciando un piano di investimenti. Ora
Reykjavik dovrà prendere la medicina amara anche su pressione dell'Fmi che ha
concesso uno standby da 2,1 miliardi di dollari. Come? Cercando di stabilizzare
la corona dalla svalutazione vista la montagna di debiti in va-luta, aumentando
la pressione fiscale e riducendo le uscite. Il generoso welfare sarà solo un
lontano ricordo. L'esperienza norvegese Tutta un'altra storia la vicenda
norvegese. Quando il capitalismo sembrava sull'orlo del collasso lo scorso
autunno, Kristin Halvorsen, il socialista ministro delle Finanze norvegese da
sempre scettico sulle teorie del laissez- faire, fece una mossa controcorrente.
Mentre gli investitori di tutto il mondo erano presi dal panico lei autorizzò
il Fondo pensioni del Governo norvegese ad acquistare azioni per 60 miliardi di
dollari - il 23% del pil del Paese, come rivelò al Forum di Davos. Mossa
azzeccata. Il momento era quello giusto - ha detto Halvorsen, ripensando con
soddisfazione al rialzo globale che iniziò a marzo.La crisi finanziaria ha colpito le economie
di tutto il mondo con la felice eccezione della Norvegia Felix. Il paese dei
fiordi ha trovato un suo modo particolare,dal sapore colbertiano,di affrontare
la crisi: mentre gli altri
paesi spendevano, lei risparmiava; mentre gli altri riducevano i
controlli del governo la Norvegia rafforzava il ruolo del welfare pubblico.
Olso preferiva che la mano pubblica aiutasse la "mano invisibile". La
Norvegia è un piccolo paese omogeneo di 4,6 milioni di abitanti che beneficia
della manna petrolifera pari a 68 miliardi di dollari nel 2008 quando i prezzi
schizzarono ai massimi. Ma quando i prezzi sono scesi Olso non si è
preoccupata. Questo perché la Norvegia non è caduta nella trappola che ha
colpito molti paesi esportatori di petrolio. Invece di sperperare, il paeseha
indirizzato i profitti della vendita del petrolio in un fondo sovrano, oggi tra
i più ricchi al mondo. Così mentre altri paesi soffrono la Norvegia se la ride
delle cicale che vedono avvicinarsi l'inverno economico in piena estate. Non
solo. Nonostante la peggior recessione dai tempi della Grande depressione la
sua economia è cresciuta appena sotto il 3 per cento. Il Governo ha un surplus
di bilancio dell'11 per cento. Gli anglosassoni Anche gli Stati Uniti
quest'anno si aspettano che il deficit salirà al 12% del Pil e il debito
toccherà gli 11 mila miliardi, il 65% della prodotto interno mentre i T-bond
decennali sono saliti venerdì al 3,82 per cento. La parsimonia norvegese
contrasta anche con la Gran Bretagna che ha sperperato molte delle sue entrate
petrolifere del Mare del Nord negli anni del boom. Le spese pubbliche sono
salite dal 42% del pil nel 2003 al 47 attuali. Nello stesso periodo in Norvegia
le spese pubbliche sono scese dal 48% del Pil al 40 per cento: statalisti sì,
ma con jucio. Come è potuto accadere tutto ciò? «Islanda, Baltici, Usa e Regno
Unito non hanno più il senso di colpa-dice Anders Aslund,esperto di Scandinavia
al Peterson Institute of International Economics a Washington - . La Norvegia
ha mantenuto un senso dei valori di un tempo ».Olso avrebbe ancora l'etica
calvinista del dovere di fronte al denaro guadagnato. Anche il panorama
cittadino a Olso parla del modo con cui si è progettato il futuro.A differenza
di Reykjavik, Dublino, Dubai e Ryad dove i grattacieli a metà e le gru immobili
punteggiano il panorama, Oslo oggi trasforma il suo ambiente urbano con
l'inaugurazione di un nuovo teatro dell'Opera costato la bellezza di 800
milioni di dollari.«Nessun dorma»,cantano a Oslo in queste sera di primavera,
ma il richiamo è per le cicale nel mondo. L'ORO NERO NEL MARE DEL NORD Dal 2003
al 2008 la Gran Bretagna ha aumentato la spesa pubblica dal 42 al 47% del Pil,
mentre nello stesso periodo Oslo l'ha ridotta dal 48 al 40%
( da "Unita, L'" del
08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Lettera firmata
Studenti a l'Aquila «Mi dispiace, ma piuttosto che darla a voi, gli abitanti di
Avezzano preferiscono non affittarla proprio...». Mi congeda così l'operatore
dell'agenzia immobiliare dopo che la mia facoltà (Psicologia) da l'Aquila è
finita ad Avezzano. Come me, migliaia di studenti fuori sede stanno cercando un
posto dove stare in questi due mesi di esami: io sono toscano, impiego quattro
ore di treno per raggiungere Roma, dove poi devo prendere l'autobus per
Avezzano. Più fortunati gli iscritti alle facoltà rimaste in città, per cui la
Protezione Civile ha messo a disposizione un foresteria di tende da dieci posti
dove poter dormire tra un esame e l'altro: quelli che loro e noi facciamo
nell'immenso piazzale di Coppito in tenda, facendo la fila sotto il sole. Ed io
penso che noi fuori prima del terremoto, avevamo già la sensazione di essere
percepiti con un certo fastidio, come intrusi. Quando una nuova matricola
veniva ad abitare nell'appartamento-tugurio in cui vivevi in affitto, una delle
prime cose che gli si diceva era «gli aquilani sono un po' freddi e chiusi, ma
tra studenti ci si diverte». Poi il terremoto ha cambiato le cose: l'Italia ha
pianto con noi, la Casa dello Studente è diventato un simbolo, l'Università si
è auto-proclamata risorsa principale della città. Lo studente fuori sede è
diventato improvvisamente il martire rimasto vittima della stessa città che lui
aveva tenuto in vita con i soldi dell'affitto, con la birra bevuta il giovedì
sera, iscrivendosi alle palestre, comprando i libri, con la spesa fatta alla
Standa per mangiare tutte le settimane e così via. Ma, al di là del pietismo
mediatico, le cose sono veramente cambiate? No. Lo studente fuori sede è tornato
ad essere un fastidio. Giuseppe Manuli I rifiuti di Palermo Anche la vicenda
dei rifiuti di Palermo dà l'idea del grado d'inaffidabilità del nostro premier.
Come si fa ad attribuire alla sinistra responsabilità politiche e gestionali
che sono sotto gli occhi di tutti. Quella sinistra che,molto più seria e
onesta, ha riconosciuto le sue responsabilità per l'emergenza di Napoli che
pure aveva avuto una storia più complessa e con responsabilità più diffuse.
Bertolaso, Esercito, televisioni e mass-media compiacenti a certificare di
nuovo strade pulite e linde delle zone più importanti della città servono a
Berlusconi per trasformare la vergogna di Palermo nell'ennesimo presunto
successo di questo governo. Fino alla prossima emergenza. Gustavo Gesualdo
Depistaggi I servizi segreti americani alle dipendenze dell'"amico"
Bush si lasciarono sfuggire la famosa velina su Berlusconi che indicava come in
Italia regnassero «Corruzione governativa e vizio». Il Financial Times afferma
ora che Berlusconi è «Un pericolo per l'Italia» e che l'opposizione politica è
«sterile». L'informazione italiana ignora tutto e punta sulle risposte del capo
al gossip di una storiella con diciottenne. Ecco i formidabili depistaggi di
una informazione definita come «subalterna», sempre dal Financial Times, che,
per Berlusconi ed i suoi, altro non è che una piccola testata di provincia,
senza competenza ed autorevolezza, da sempre dedita ad infangare il buon nome
di persone rispettabili e per bene. Il Comitato Pendolari Roma-Velletri I pendolari,
i macchinisti e la sicurezza dei treni Siamo un gruppo di pendolari della linea
ferroviaria Roma-Velletri, la stessa che per tanti anni ha utilizzato e
utilizza Dante De Angelis, macchinista licenziato dalle Ferrovie il 15 agosto,
che è sempre stato al nostro fianco, da pendolare e da lavoratore. Un
lavoratore particolare, che prendeva il treno per andare a guidarne un altro,
sempre pronto a darci una spiegazione in più quando, infuriati per l'ennesimo
ritardo, volevamo "assalire" il malcapitato capotreno. Con Dante ci
siamo battuti perché la nostra linea fosse più sicura anche dopo il grave
incidente del 27 gennaio 1991, uno scontro tra due treni che causò la morte di
6 persone (tre ferrovieri e tre passeggeri) ed è per questo che riteniamo il
licenziamento di Dante De Angelis un'ingiustizia che ci coinvolge direttamente.
Dante è stato licenziato proprio perché ha parlato, in qualità di
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, dello stato della sicurezza sui
treni. Ha fatto il suo dovere, difendendo anche la sicurezza di chi, come noi,
ogni giorno ci viaggia. Per questo vogliamo dire alle Ferrovie dello Stato che
il suo licenziamento non ci fa sentire più sicuri: torneremo a viaggiare sicuri
solo quando Dante sarà di nuovo al suo posto di lavoro e quando saremo convinti
che ogni ferroviere potrà, senza paure e condizionamenti, pensare prima di
tutto al bene di quei viaggiatori che trasporta nelle carrozze, senza chiudere
gli occhi e la bocca davanti a quello che non va. Questa è per noi la "fedeltà"
che si mostra al proprio lavoro e all'azienda. Mauro Ottonello L'Italia e
l'Inghilterra Forse è troppo pretendere che un ministro dell'Interno si dimetta
perché il suo poco furbo marito ha gonfiato la nota spese includendovi pure il
noleggio di un film porno. Non so. Di fatto in Inghilterra, per via dei
rimborsi fasulli, si stanno dimettendo a catena ma io provo infinita
ammirazione per una società in cui l'opinione pubblica si indigna quando è il
caso, c'è un sacro rispetto delle istituzioni, senso di responsabilità, c'è
capacità di ammettere le proprie colpe e di farsi da parte se beccati con le
mani nel sacco. Quello che accade da noi è che i politici beccati a commettere
reati molto più gravi, protestano, piagnucolano, blaterano di complotti
internazionali e di giustizia a orologeria, si auto-assolvono citando il
consenso ottenuto dalle urne, vivono la politica non come un servizio ma come
un privilegio intoccabile. Alessandro Vitale Competitività pericolose
Permettete che manifesti tutto il mio disappunto in merito all'esasperazione
dei concetti di "competitività" e "risultato" echeggianti
nelle aziende di oggi. Vincere, obiettivo, budget, non mollare, guerrieri,
lottatori, gladiatori, mission... Tutti termini per spronare a una sempre
maggiore "cattiveria" sul posto di lavoro. I lavoratori sono
costretti ad essere attori di questa lotta fratricida che porta fieno nelle
cascine dei padroni e dei top manager ma peggiora il "clima" sul
posto di lavoro. I lavoratori non sono guerrieri e questa
eccessiva competizione dentro e fuori le aziende porta solo ad operare male.
Così i risultati, da raggiungere ad ogni costo, si ottengono con metodi non
sempre ortodossi, come evidenziato dalla crisi
finanziaria e dal continuo aumento degli incidenti
sul lavoro.
( da "Vita non profit online"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il trionfo di
Cohn-Bendit Reading time: 3 minutes --> di Redazione - pubblicato il 08
Giugno 2009 alle 08:17 Il leader ecologista francese è la vera sorpresa delle
europee. Ecco i contenuti della sua campgna La vera sorpresa di queste elezioni
europee è lui, Daniel Cohn-Bendit: quarant' anni dopo aver guidato il '68 degli
studenti e delle barricate a Parigi, Dany il rosso ha trascinato la lista verde
Europe Ecologie a un risultato storico per i Verdi francesi ed europei: un 16%
che pone gli 'ecolos' francesi in un serrato testa a testa con il partito socialista,
in netta difficoltà, per il ruolo di secondo partito in Francia, dopo l' Ump di
Nicolas Sarkozy, nettamente in testa con il 28%. Come spiega Ermete Realacci,
il successo di Cohn-Bendit si spiega in due modi: la forza dei temi portati e
il suo schieramento moderato a destra del Ps francese. «Il leader ecolo ha
condotto una campagna tutta in positivo, senza polemizzare con Sarkozy. Questo
lo ha premiato». «Preferisco essere un “vecchio adolescente” che un “vecchio
sorpassato”», aveva detto di sé Daniel Cohn-Bendit davatnti ai militanti
ecologisti di tutto il continente arrivati per assistere al congresso di
Bruxelles lo scorso marzo. «I beg you pardon», si scusa questo tedesco che
parla saltando da una lingua allaltra, «ma purtroppo non potrò
viaggiare in tutti i
paesi per fare campagna elettorale». I rimproveri gli arrivano solo dal partito
francese, dove è la testa di una delle due liste dei Verdi dellIle-de-France,
la regione parigina, perché dovrà lasciare la Francia e visitare almeno una
dozzina di paesi
europei per sostenere i suoi compagni. «Il programma dei Verdi è fondato su due
pilastri, rivendica Cohn-Bendit: limmediato, ad esempio
il sostegno alla formazione di chi ha perso il lavoro in modo che possa
intraprendere un altro mestiere, ed il lungo termine, per unindustria
ecosostenibile. Non cè solo il settore dellauto, tutto
“lambiente europeo” deve essere trasformato in modo da consumare meno
energia. Infine bisogna investire nellagricoltura ecosostenibile:
trasformando lagricoltura si crea anche del lavoro». Come può avvenire questa
riconversione dellindustria dellauto senza mandare
troppa gente in disoccupazione? «Anche prima della crisi
finanziaria in Europa venivano prodotte troppe automobili. La
riconversione ecologica è il solo mezzo per salvare i posti di lavoro, ma
bisogna che una parte dei lavoratori del settore sia formata per un altro
mestiere, perché non potrà rimanere nellauto. Chi dice il
contrario mente alla gente». Vede nel piano di Obama un modello positivo per
lUe? «Soprattutto
per quanto riguarda la subordinazione degli aiuti alle industrie allaumento
delle riforme». «Per quanto riguarda lEuropa occorre saper dire che serve
un progetto europeo sociale ed ecologico per uscire dalla crisi.
Deve essere il direttore dei lavori, deve opporsi ai governanti, al Consiglio,
e cercare lalleanza con la maggioranza del Parlamento in questa
trasformazione sociale ed ecologica».
( da "Reuters Italia"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
di Timothy Heritage
BRUXELLES (Reuters) - I leader europei si sono impegnati a guidare l'Unione attraverso la crisi economica dopo che i partiti di centrodestra hanno vinto le
elezioni per l'Europarlamento in un voto caratterizzato da un calo record
dell'affluenza. Sebbene in alcuni paesi colpiti più gravemente dalla crisi finanziaria globale i partiti di
governo siano stati sconfitti e l'affluenza al voto sia stata solo del 43%,
i partiti di centrodestra al governo sono andati bene nella maggior parte dei
grandi paesi europei. I risultati parziali indicano che il Partito Popolare
Europeo ha ottenuto la maggioranza e i verdi hanno guadagnato terreno, mentre i
grandi sconfitti sono stati i socialisti. L'estrema destra ha guadagnato
qualche seggio in alcuni paesi, Gran Bretagna compresa, ma nel complesso, come
altri partiti marginali sono andati meno bene di quanto prevedevano i
sondaggisti. Il passaggio delle direttive attraverso l'assemblea, cui spetta il
voto su gran parte della legislazione della Ue, ora sarà probabilmente liscio,
ivi comprese le riforme del sistema regolativo finanziario teso a prevenire
un'altra crisi globale. "Complessivamente, i
risultati sono una vittoria innegabile di quei partiti e candidati che
sostengono il progetto europeo e vogliono vedere l'Unione europea produrre
risposte politiche alle loro preoccupazioni quotidiane", ha detto stanotte
il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso commentando il
voto. "Da oggi in poi l'Europa ha il debito verso gli elettori di mostrare
ancora una volta che può farlo. Deve continuare a fare strada attraverso la crisi economica e finanziaria. Deve
fare tutto quello che può per sostenere coloro che nella società sono più
vulnerabili, soprattutto quelli che rischiano la disoccupazione". Barroso
si è impegnato a combattere in modo decisivo il cambiamento climatico dopo il
successo dei partiti verdi in vari paesi tra cui la Francia, dove una
coalizione ecologista guidata dall'ex leader del '68 Daniel Cohn-Bendit ha
guadagnato circa il 16% dei voti. Continua...
( da "Mattino di Padova, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 7 - Primo
Piano Duello all'ultimo voto Pd-Pdl per il primato I veri vincitori Lega e Idv
In città sostanziale equilibrio tra le due coalizioni, i radicali viaggiano
oltre il 5 per cento ALBINO SALMASO PADOVA. Sorridono solo Bossi e Di Pietro,
gli altri leader masticano amaro. Il Pdl in leggera flessione e quindi
lontanissimo dal traguardo del 40-45% tanto sbandierato in tv dal premier,
mentre il Pd precipita al 26,5%: quei 6 punti in meno rispetto al 2008 sono
stati distribuiti all'Italia dei Valori che balza dal 4,2 al 8% e ai radicali
che incassano il 2,6% mentre alle politiche erano candidati nelle liste dei
democratici. La Caporetto del Pd non c'è stata, anche se il divario col Pdl
sale a 10 punti contro i 4 di un anno fa. Insomma, Franceschini dovrà scalare
una montagna se vorrà raggiungere Berlusconi. Balza in avanti la Lega di Bossi
che si attesta al 9,5-10%: il centrodestra, quindi, non è maggioranza assoluta.
E a Padova? I primi dati ufficiali delle sezioni scrutinate in città danno il
Pdl al 30 e la Lega al 15%. Sul fronte opposto il Pd è al 28-29%% e l'Italia
dei Valori all'8,1%. Poi le liste minori. I radicali raccolgono il 4,5%, il
PdCI e Rifondazione il 3% e Sinistra e libertà il 2,5%. Bassa l'Udc, che si
ferma al 5,7%. Proiettati in chiave amministrativa, i primi risultati delle
europee vedono la coalizione di centrodestra al 44% e quindi in vantaggio sul
centrosinistra che si ferma al 42%. Si tratta ora di capire quale sarà
l'effetto Zanonato; riuscirà a trascinare le sue 8 liste alla vittoria al primo
turno oppure no? Ragionamento analogo per Marin, che parte da un voto altissimo
di coalizione. In un'Europa che ha perso il suo appeal, l'Italia vanta il
record della partecipazione con oltre il 60% contro il 22 della Germania e
Padova si conferma tra le città leader in Italia con quasi il 75%, grazie
all'abbinamento con le amministrative. Scossa dalla crisi finanziaria che ha bruciato i
risparmi, senza una vera guida capace di dettare decisioni alla Bce, l'Ue è
decollata con l'euro che ha falcidiato il potere d'acquisto degli stipendi. E 8
anni dopo, si vedono gli effetti: la «voglia» di Europa si fa avvertire nell'ex
blocco comunista mentre crolla negli Stati che hanno firmato il Patto
costituente nel 1956. Cinquant'anni dopo c'è un ritorno al nazionalismo,
con le ondate xenofobe e di estrema destra che divampano un po' ovunque, a
partire dall'Olanda e dall'Ungheria. E' il trionfo del localismo, la crisi di rigetto alla globalizzazione che spinge gli
elettori a chiedere protezione, ad alzare barriere e muri invece di abbatterli.
E' un voto che punisce i governi della Ue: spazzato via per lo scandalo dei
rimborsi spesa a luci rosse, il premier inglese Gordon Brown si appresta a
lasciare Downing Street dopo 17 anni di governo dei laburisti, mentre in
Francia il premier Sarkozy festeggia il buon successo elettorale. E i
socialisti crollano a vantaggio degli ecologisti di Daniel Cohn Bendit che
balzano al 15%; fenomeno analogo in Germania con la sconfitta della Grande
Coalizione e i Verdi oltre il 12%. Mastica amaro invece lo spagnolo Zapatero
perché il popolare Aznar lo ha superato. E Silvio Berlusconi? Se i primi dati
verranno confermati, il Pdl subisce una battuta d'arresto: sommerso dalle
critiche del Noemigate, messo sott'inchiesta dai giudici per l'uso allegro
degli aerei di Stato, il premier aveva scommesso di portare il Pdl al 45% e non
ce l'ha fatta. Il modello populista del Cavaliere viene incrinato: ciò dimostra
che gli italiani sorridono ma non gradiscono il «cucù» alla Merkel e il
ricevimento nel parco di villa Certosa col leader ceco e presidente di turno
dell'Ue Mirek Topolanek ha lasciato il segno: meno voti al premier. Chi brinda
è Umberto Bossi, che ha lanciato l'ultima sfida con il «no» all'ingresso della
Turchia in Europa: la Lega sale al 10%. Infine, il boom dei radicali, che
superano il 5%: a Padova potrebbero fare la differenza e decidere gli equilibri
delle amministrative. Oggi i verdetti veri della Provincia e del Comune di
Padova.
( da "KataWeb News"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
senza il mattone..
Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 —
Autore: babelick — 305 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e
sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al
quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana
presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di
carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara,
asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel
giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito,
anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare
soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra
niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire
l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù
politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare,
piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede
che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse
Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose,
troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le
cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom
edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia
un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro
Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa
aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto
l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il
governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica
fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un
tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente,
non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello
psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene,
ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango
delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4
ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro
la crisi finanziaria,
lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più
solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro
capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia
ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il
mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non
vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi
internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha
gettato anche la Spagna in una crisi profonda:
crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un
dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era
stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi
esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi
dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e
immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini
l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno
presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero
dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli
d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una
«quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono
saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per
la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%,
il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria»
presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da
( da "Reuters Italia"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
di Madeline Chambers
BERLINO (Reuters) - I conservatori della cancelliera Angela Merkel restano il
primo partito tedesco nonostante il calo registrato ieri alle elezioni europee,
e il risultato aumenta la sua determinazione a restare al potere alle elezioni
federali di settembre. Il partner di coalizione favorito da Merkel, il partito
Liberaldemocratico (Fdp) è stato il principale vincitore del voto in Germania,
e il risultato indica una possibile alleanza tra i partiti di centrodestra dopo
le elezioni. "Se questi risultati si ripetessero a settembre, Merkel
potrebbe solo formare una coalizione con l'Fdp", dice Dietmar Herz,
professore di Scienze Politiche all'Università di Erfurt. Il consenso per i
socialdemocratici della Spd, che dal 2005 governano in coalizione con i
conservatori di Merkel, ha avuto un calo da record, dando così un colpo alle
speranza del ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier di diventare
cancelliere. Merkel non è riuscita a mobilitare alcuni sostenitori
tradizionali, i quali credono che sia spostata troppo a
sinistra per fare fronte alla crisi finanziaria. Nelle ultimissime settimane c'è stato un importante dibattito
sull'aiuto di stato alle aziende in difficoltà, come la casa automobilistica
Opel e la catena di distribuzione Arcandor, con alcuni conservatori convinti
che sul lungo periodo è meglio che alcune società falliscano. Il
risultato migliore del previsto ottenuto dalla Csu (l'Unione Socialcristiana),
consorella bavarese della Cdu di Merkel, ha rafforzato il ministro
dell'Economia Karl-Theodor zu Guttenberg, oppositore dei salvataggi di stato
per le aziende in difficoltà. "L'approccio cauto di Guttenberg rispetto
allo spendere i soldi dei contribuenti a favore delle aziende ha pagato",
dice Rainald Becker, commentatore politico per la tv SWR. Continua...
( da "Wall Street Italia"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Borsa Milano sopra
minimi, bene Mediobanca e Telecom, giù Enel -->MILANO (Reuters) - A fine
mattino la borsa di Milano è in ribasso sopra i minimi, in attesa dell'apertura Usa dopo le vendite della mattina ancora sui timori
legati alla crisi finanziaria. Le possibili ricapitalizzazione degli istituti di credito in
Usa e l'andamento dell'economia sono i principali elementi che danno incertezza
ai mercati. I futures sulla borsa Usa sono negativi, quelli su Dow Jones e
Nasdaq perdono l'1% circa. Alle
( da "Velino.it, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Velino presenta,
in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. POL -
Cooperazione, Belloni: attenzione su Africa e finanza innovativa Roma, 5 giu
(Velino) - “Occorre fare il punto sulla Cooperazione allo Sviluppo in un
periodo in cui lintero settore attraversa difficoltà
finanziare e di cultura”. Così il direttore generale per la
Cooperazione della Farnesina, il ministro Elisabetta Belloni, ha illustrato nel corso del
consueto briefing con la stampa del portavoce del ministero Maurizio Massari,
gli obiettivi della riunione dei ministri dello Sviluppo del G8 in programma a
Roma l11 e 12 giugno prossimi. Per Belloni è necessario “che lItalia riprenda il proprio ruolo di
punta in questo settore delicato partendo dal tema che il ministro degli Esteri
Franco Frattini ha scelto per inaugurare la riunione: limpatto
della crisi finanziaria sui Paesi in via di Sviluppo (Pvs)”. Per
il Dg della Cooperazione, il G20 di Londra ha trattato il tema “con esiti
insufficienti, ecco perché vogliamo far comprendere ai partner del G8 quanto le
economie dei Pvs possono influire anche sulle nostre scelte per fronteggiare la
crisi”. La proposta del ministro, ha proseguito
Belloni, “è stata accolta con interesse dai partner e dai Paesi africani, che
saranno coinvolti nella riunione in un ulteriore esercizio di outreach” della
presidenza italiana. Già dal pomeriggio dell11, ha spiegato, le
porte si apriranno per
i Paesi del G5 (India, Cina, Messico, Brasile, Sudafrica) e allEgitto,
allUnione africana e al Nepad, “assieme alla partecipazione qualificata
di organizzazioni internazionali che si occupano di sviluppo”. La scelta “è
stata difficile ma comprende lOcse, lUndesa e la Banca mondiale”.
“Nellesaminare le conseguenze della crisi sui Pvs – ha proseguito
Belloni – sarà necessario prendere atto che i donatori dovranno concentrare gli
sforzi su alcuni settori prioritari di investimento: salute e sicurezza
alimentari”. Da cui il coinvolgimento anche del “polo alimentare romano” con Ifad,
Fao, Pam e Bioversity. “Per i problema del finanziamento si deve avere il
coraggio di pensare a nuovi strumenti – ha ripreso Belloni - senza negare che
il denaro pubblico non è più sufficiente. Ecco perché poniamo laccento
sul concetto dei finanziamenti innovativi”, dei quali parlerà
tra gli altri “anche lex ministro francese Philippe Douste-Blazy, in un
dibattito che vogliamo sia aperto”. Si mantiene quindi, da un lato,
lenfasi sul finanziamento pubblico “facendo però sistema con le
organizzazioni internazionali,
i privati e la cooperazione decentrata delle Regioni”. Una politica che spiega
anche lincontro del 10 giugno alle 15 - il giorno prima della
ministeriale -, tra il ministro Frattini e i rappresentanti delle Regioni, “per
mettere a punto - ha
aggiunto Massari - lintesa del 2008 tra il governo e le Regioni
in materia di coordinamento delle attività internazionali, rafforzando la
coerenza in materia di internazionalizzazione”. (dam) 5 giu 2009 18:42
( da "Velino.it, Il"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il Velino presenta,
in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST -
Argentina, Taiana riceve segretario spagnolo per Iberoamerica Roma, 8 giu
(Velino/Velino Latam) - Il ministro degli Esteri argentino Jorge Taiana
incontrerà oggi il nuovo segretario di Stato spagnolo per lIberoamerica
Juan Pablo de Laiglesia, arrivato questa mattina nella capitale argentina. Nel corso della riunione,
che si terrà nella sede del ministero a palazzo San Martin, Taiana e de
Laiglesia affornteranno una serie di tematiche relative al rapporto bilaterale
ma discuteranno anche delle principali problematiche internazionali. Tra questi
la crisi finanziaria mondiale, lo stato dei negoziati
per laccordo commerciale tra Mercosur e Unione europea, la riforma
dellOnu, il problema dellimmigrazione e le attività legate alla
celebrazione del bicentenario
per lindipendenza. (red/mat) 8 giu 2009 12:56
( da "Reuters Italia"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
MILANO (Reuters) - A
fine mattino la borsa di Milano è in ribasso sopra i minimi, in attesa dell'apertura Usa dopo le vendite della mattina ancora sui timori
legati alla crisi finanziaria. Le possibili ricapitalizzazione degli istituti di credito in
Usa e l'andamento dell'economia sono i principali elementi che danno incertezza
ai mercati. I futures sulla borsa Usa sono negativi, quelli su Dow Jones e
Nasdaq perdono l'1% circa. Alle
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Autonoleggio, i
difficili giorni della crisi Bastano i dati negativi
delle immatricolazioni e della presenza sul mercato per dare unidea
dello situazione attuale del comparto. E per capire che, comunque,
questanno si chiuderà in rosso. La ripresa arriverà solo quando il
sistema economico tornerà a crescere ROSARIA AMATO La crisi si
è abbattuta anche sullautonoleggio. Nel primo quadrimestre del
2009 si è registrato un calo complessivo delle auto immatricolate per il
noleggio del 27,95% (91.936 rispetto alle 127.595 del 2008) ed una riduzione
della presenza sul mercato dal 17,55% all11,39. E quindi evidente
che il comparto non sfuggirà almeno questanno ai numeri negativi: solo
grazie alleccezionale exploit del primo semestre è riuscito a chiudere il
2008 con una sostanziosa crescita del 5% sia per il fatturato che per la
flotta, ma negli
ultimi mesi il segno era cambiato, e landamento negativo non
accenna a diminuire, nonostante da più parti si parli di primi segnali di
uscita dalla crisi. Ma non nellautonoleggio, afferma
il presidente dellAniasa (lassociazione che fa capo a Confindustria e che raggruppa le
società di autonoleggio) Roberto Lucchini: «Noi ancora non vediamo segnali di
ripresa, perché essendo il nostro un comparto che segue a ruota altri settori,
li vedremo dopo degli altri. Per cui adesso è impossibile fare previsioni:
qualsiasi numero si dà è ancora uno sparo nel buio. Se facessi in questo
momento il giro dei miei colleghi, chiedendo a tutti di fare una previsione sul
fatturato
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
E per i Fondi pesa
soprattutto la scarsa liquidità la situazione Più che la caduta delle
quotazioni, preoccupa la scarsa liquidità. I fondi
immobiliari sono stati investiti in pieno dalla crisi
finanziaria e ora si trovano a fare i conti con la
presenza di scambi ridotti, «cosa che potrebbe rendere molto penalizzante la
liquidazione delle quote in determinate condizioni di mercato», come ha
sottolineato il governatore di Bankitalia Mario Draghi. Difficoltà
evidenti in questi ultimi mesi. Quanto ai valori, nelle ultime settimane cè
stato un recupero generalizzato, anche se le quotazioni continuano a essere di
quasi il 40% inferiori rispetto al Nav (net asset value), indicatore calcolato
da periti indipendenti che esprime il valore di mercato degli immobili detenuti in portafoglio. Scarto che
tende ad aumentare nelle fasi negative delle borse, al ridursi degli scambi e
al crescere dellindebitamento. Su questultimo fronte,
comunque, i fondi immobiliari quotati a Piazza Affari non corrono particolari
pericoli, beneficiando
di una politica storicamente conservativa sul fronte debito. In ogni caso, la
situazione resta molto penalizzante per i risparmiatori entrati nella fase di
collocamento: qualora volessero uscire dallinvestimento,
dovrebbero infatti accollarsi sia il pesante differenziale sul Nav, sia il presumibile ampio
spread tra denaro e lettera. Resta il fatto, comunque, che i fondi immobiliari
sono un tipico investimento da valutare nel lungo termine e per esprimere un
giudizio compiuto sulla loro convenienza occorre portarli a scadenza. Intanto,
ad aprile lindice di settore Bnp Paribas Reim ha messo a segno un rialzo
del 7,26% raggiungendo i 138,71 punti, quota che non vedeva dallo scorso
agosto. Anche se ancora molto distante dai 183,50 punti dellestate 2007. Sul tema dei fondi
immobiliari è intervenuta nei giorni scorsi Assomobiliare chiedendo che la Pa
riduca sensibilmente i tempi di pagamento. Attualmente i canoni di locazione
vengono pagati dal settore pubblico con un ritardo medio di dodici mesi, provocando
conseguenze negative sulla liquidità dei portafogli immobiliari. (l.d.o.)
Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold condividi
( da "Virgilio Notizie"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Una lobby del grano
tra ex repubbliche sovietiche per sfidare gli Usa: questa l'idea sbocciata al
Forum economico di San Pietroburgo, concluso lo scorso fine settimana e portata
avanti dai ministri dell'agricoltura di Russia, Ucraina e Kazakistan. "Non
c'ètempo da perdere" ha detto Elena Skrynnik, capo del dicastero russo.
"La posizione di mercato dei nostri paesi, conquistata negli ultimi anni,
deve essere sostenuta da seri investimenti in infrastrutture, in modo da creare
solide basi per rendere la regione del Mar Nero competitiva a lungo
termine". Il presidente Dmitri Medvedev ha sottolineato, nei giorni
scorsi, la volontà di dinamizzare il settore, anche con l'obiettivo di fare
della Russia un 'garante' internazionale della sicurezza alimentare in un
momento in cui la crisi ha messo in evidenza gli
squilibri nell'accesso e nella distribuzione delle risorse di base. Come il
grano, appunto. Attualmente Mosca sta cercando di rilanciare il settore
agricolo, nonostante serie difficoltà di base. Il sostegno alla produzione
alimentare era già uno dei temi chiave della campagna elettorale dello scorso
anno, per l'attuale leader del Cremlino Dmitri Medvedev. Di fatto negli ultimi
anni, il Kazakistan, la Russia e l'Ucraina in materia di politiche commerciali
sono diventati più aggressivi, portando la quota di mercato degli altri Paesi a
ridursi. Gli Stati Uniti sono scesi nei contratti per le forniture di grano dal
28% nel 2008 al 20% nel 2009, il Canada dal 17% al 14% e l'Australia dal 16% al
13%, secondo Skrynnik. Per contro, la quota di Russia, Ucraina e Kazakistan è
cresciuta dal 6% al 24% dal 2000. La Russia ha dimostrato la più grande
crescita: da un misero 1% al 14%. L'Ucraina ha visto la propria quota aumentata
dall' 1% al 5% e il Kazakistan, dal 4% al 5%. La creazione di una lobby di
Paesi esportatori di grano nella regione del Mar Nero contribuirà a evitare la
volatilità dei prezzi sul mercato mondiale di grano e la dipendenza di fattori
speculativi sui prezzi. Oltre a creare secondo il ministro, un meccanismo
comune di gestione internazionale delle risorse cerealicole. "Questo
precedente potrebbe segnare il primo passo per costituire un fondo globale di
grano e creare un prototipo di un sistema gestionale per le riserve
alimentari", ha detto. Mosca punta quindi a ottimizzare gli investimenti
in infrastrutture. "Questo e' particolarmente
importante in seno all'attuale crisi finanziaria mondiale", ha detto. Tra i principali obiettivi della
United Grain Company, formata in Russia, vi e' anche la riqualificazione delle
infrastrutture e la costruzione di nuove capacita' di esportazione. Da notare
infine che il ministro Skrynnik e' soltanto da pochi mesi a capo del dicastero.
La Russia ha infatti una donna in cima al Ministero dell'Agricoltura, solo da
tre mesi. Skrynnik in precedenza guidava la compagnia RosAgroLeasing e ha
sostituito Aleksei Gordeev - oggi governatore della regione di Voronezh - un
compito non semplice vista la condizione non agevole del settore agricolo
russo. La nomina della Skrynnik a Ministro e' stata vista come un 'favore' di
Medvedev ai comunisti, rappresentati alla Duma. Durante una seduta al
Parlamento - dove il partito di Vladimir Putin ha la maggioranza - il deputato
del Partito comunista russo, Konstantin Shirshov, aveva infatti proposto
proprio quel nome, accolto poi dal Leader del Cremlino pochi giorni dopo l'8
marzo.
( da "Sicilia, La"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Il «souk» della
ricerca asse con la Slovenia LINGUE Presentazione del volume sulla Tunisia,
curato dal preside Famoso Domani, martedì 9 giugno alle 17, nell'aula A1 del
Monastero dei Benedettini, si terrà la presentazione del volume "Tunisia.
Ambiente, economia, società", curato dal preside della facoltà di Lingue e
letterature straniere dell'Università di Catania, Nunzio Famoso (nella foto a
fianco). Nel corso dell'incontro è previsto un dibattito al quale interverranno
i docenti Grazia Arena (Università di Catania), Santo Burgio (Università di
Catania), Girolamo Cusimano (Università di Palermo) e Rosario Lanzafame
(Università di Catania). L'evento è promosso dalla facoltà di Lingue e
letterature straniere, nell'ambito delle attività per il decennale della facoltà,
e dal dipartimento di Scienze della cultura, dell'uomo e del territorio, in
collaborazione con la Provincia regionale di Catania, la Fondazione Monte dei
Paschi di Siena, il Consolato tunisino di Palermo, l'Osservatorio Mediterraneo
e la Cuecm editrice. ECONOMIA Il ruolo della banca locale
nel contesto della crisi finanziaria Domani, martedì 9 giugno alle 10.30, nell'aula magna di Palazzo
delle Scienze (facoltà di Economia), si terrà l'ultimo incontro del ciclo di
seminari professionalizzanti, dal titolo "Gli effetti della crisi finanziaria sull'intermediazione
bancaria", coordinato dal prof. Sebastiano Mazzù e rivolto agli
studenti dei corsi di laurea di primo livello in Economia aziendale ed Economia
e amministrazione e controllo. Relatore dell'incontro conclusivo sarà il dott.
Salvatore Inghilterra, direttore generale della Banca Agricola popolare di
Ragusa, che discuterà su "Il ruolo della banca locale nel contesto della crisi finanziaria per lo sviluppo del territorio".
Siracusa Mercoledì si presenta «In Ombra» la rivista degli studenti della
facoltà di Architettura Mercoledì 10 giugno, alle 18,30, nella sede di Palazzo
Impellizzeri a Siracusa, si terrà un incontro per la presentazione della nuova
rivista "In ombra", curata dagli studenti della facoltà di
Architettura. All'incontro, promosso dagli studenti Carlo Paternò, Marco Di
Perna, Stefano Latina, Stefano Romano e Alfio Vassallo, interverranno - oltre
ai rappresentanti degli studenti di Architettura - il preside della facoltà
Giuseppe Dato, il presidente del Consorzio universitario "Archimede"
Salvo Baio, il direttore dell'Ersu di Catania Nunzio Rapisarda e i presidenti
dei corsi di laurea della facoltà. Alle 19,30 sarà inaugurata la mostra
fotografica "Luoghi in ombra".
( da "Trend-online"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Elezioni europee ed
euro FOREX, clicca qui per leggere la rassegna di Fabio Caldato , 08.06.2009
15:14 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Ci hanno
chiesto a più riprese quale possa esser leffetto voto sui prezzi
della moneta unica e
la risposta, diplomatica, era che al di là di vere sorprese,esso sarebbe stato
pressoché nullo. I big delle nazioni più importanti,come il nostrano
Berlusconi,insieme alla Merkel e Sarkozy,non hanno subito i malumori dei
votanti,di fatto preoccupati per la crisi finanziaria,che
ha fortemente intaccato gli equilibri sociali,vista la crescente e
generalizzata disoccupazione. Alla luce di una mattinata poco volatile,rispetto
al caos di venerdì pomeriggio e di un movimento delleuro
dollaro molto controllato,costituito
da nuovi minimi intra day e rimbalzo tecnico successivo,possiamo affermare di
aver previsto in modo opportuno lapertura di settimana.
In sostanza, i risultati delle elezioni non hanno portato novità eclatanti e il
focus degli analisti forex è ancora concentrato sullevidente inversione di
trend di breve termine avvenuta la scorsa seduta. Si tratta, infatti, di capire
quanto profonda sarà la correzione in essere e se già il supporto poco sotto a
1,38 potrà fermare il recupero del biglietto verde. Fare previsioni è arduo,ma il movimento va
gestito operativamente e val la pena di incrementare le posizioni, in caso di
ritracciamento. Il livello 1,41 è da ritenersi come stop assoluto per ogni
posizione short multi day. Sotto 1,41 figura,area 1,4030 è rilevante ai fini
dellanalisi grafica e va monitorata in caso di rivisitazione. Al
ribasso,oltre al già citato 1,38,si evince dal grafico che la fascia
1,3675-1,3740 può esser target di questo calo del cambio. Fabio Caldato
www.forex47.it
( da "Asca" del
08-06-2009)
Argomenti: Crisi
GAS: POSSIBILE NUOVA
CRISI A LUGLIO NONOSTANTE PAGAMENTO KIEV (ASCA-AFP) - Mosca, 8 giu - Con il
pagamento a Mosca del debito per le forniture di gas del mese scorso l'Ucraina
potrebbe aver ottenuto solo un breve periodo di tranquillita'. Dopo aver minacciato
di chiudere i rubinetti verso l'Ucraina, e quindi anche verso l'Europa, Gazprom
ha confermato oggi di aver ricevuto il pagamento di maggio ma l'ennesimo picco
della crisi del gas potrebbe tornare a ripetersi
all'inizio del prossimo mese, quando scadra' per Kiev il pagamento delle
forniture di giugno. ''Non si tratta nel modo piu' assoluto della fine del
problema'' ha spiegato all'AFP un portavoce della Commissione europea mentre da
Gazprom si sottolinea che e' ''improbabile'' che l'Ucraina possa pagare la
prossima bolletta. Diversi analisti sottolineano come l'atteggiamento
dell'Unione Europea sia poco comprensibile anche se qualche segnale di
preoccupazione emerge dalla decisione di Bruxelles di inviare domani una
delegazione a Mosca e poi a Kiev. La Russia ha gia' proposto all'UE di mettere
a punto un sistema di finanziamento congiunto per garantire i pagamenti
dell'Ucraina. Il presidente Viktor Yushchenko venerdi' scorso ha ammesso che la
compagnia di stato Naftogaz non aveva le risorse per pagare il conto da 464
milioni di euro. ''La situazione e' critica - ha detto - saro' franco. E non e'
mai stata cosi' prima. Non abbiamo avuto altra scelta che
ordinare l'emissione di nuove risorse per effettuare i pagamenti''. Risorse che
derivano da una parte del prestito straordinario da 16,5 miliardi di dollari
erogato dal Fondo Monetario Internazionale lo scorso novembre a favore di Kiev
per far fronte alla crisi finanziaria . fgl/dnp/alf
( da "Agi" del
08-06-2009)
Argomenti: Crisi
ARMI: IL MERCATO NON
CONOSCE CRISI, +4% DI VENDITE NEL 2008 Stampa Invia questo articolo (
( da "Asca" del
08-06-2009)
Argomenti: Crisi
EUROPEE: BONANNI,
PASSARE DAL GOSSIP A IMPEGNI SOCIALI URGENTI (ASCA) - Roma, 8 giu - ''Il
vistoso calo della partecipazione al voto in questa consultazione europea non
e' fisiologico ma e' la spia di un comprensibile malessere degli italiani
rispetto ad una campagna elettorale chiassosa e confusionaria che ha
privilegiato il pettegolezzo su ogni altro argomento a partire dal ruolo che
deve assumere l'Europa in questa grave crisi finanziaria globale mettendo in campo seri programmi di riforma
economico-sociale''. Lo sottolinea in una nota il Segretario Generale della
Cisl, Raffaele Bonanni. ''E' mancato quello che la Cisl chiede da tempo e cioe'
- spiega Bonanni - un chiaro confronto programmatico tra le forze politiche
sulle misure da adottare nel continente per imprimere un serio cambiamento del
modello di sviluppo industriale all'insegna della democrazia economica e
della partecipazione dei lavoratori. Occorre una svolta. E' ora di passare in
Italia dal gossip ai fatti e cioe' agli impegni sociali piu' urgenti, alle
scelte di governo sui grandi temi economici che interessano i lavoratori ed il
paese. Rinnoviamo a tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione
l'appello ad una coerente assunzione di responsabilita', per aprire una
stagione di concertazione tra governo e parti sociali che non dia spazio alla
protesta sterile e alle sparate ideologiche. Serve la collaborazione di tutti.
Bisogna dare risposte concrete ai problemi sociali piu' urgenti, a partire da
quelli dei pensionati che proprio per questo manifesteranno giovedi' prossimo a
Roma''. com-mar/mar/lv
( da "Sestopotere.com"
del 08-06-2009)
Argomenti: Crisi
Europee, Bonanni
(Cisl): "E ora di passare dal gossip agli impegni
sociali più urgenti" (8/6/2009 18:15) | (Sesto Potere) - Roma - 8 giugno
2009 -"Il vistoso calo della partecipazione al voto in questa consultazione europea non è fisiologico ma è
la spia di un comprensibile malessere degli italiani rispetto ad una campagna
elettorale chiassosa e confusionaria che ha privilegiato il pettegolezzo su
ogni altro argomento a partire dal ruolo che deve assumere l'Europa in questa
grave crisi finanziaria globale
mettendo in campo seri programmi di riforma economico-sociale." Lo
sottolinea in una nota il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni.
"E' mancata quello che la Cisl chiede da tempo e cioè un chiaro confronto
programmatico tra le forze politiche sulle misure da adottare nel continente
per imprimere un serio cambiamento del modello di sviluppo industriale
all'insegna della democrazia economica e della partecipazione dei lavoratori.
Occorre una svolta. E' ora di passare in Italia dal gossip ai fatti e cioè agli
impegni sociali più urgenti, alle scelte di governo sui grandi temi economici
che interessano i lavoratori ed il paese. Rinnoviamo a tutte le forze politiche
di maggioranza ed opposizione l'appello ad una coerente assunzione di
responsabilità, per aprire una stagione di concertazione tra governo e parti
sociali che non dia spazio alla protesta sterile e alle sparate ideologiche.
Serve la collaborazione di tutti. Bisogna dare risposte concrete ai problemi
sociali più urgenti, a partire da quelli dei pensionati che proprio per questo
manifesteranno giovedì prossimo a Roma."