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Report "crisi"  30-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: crisi

Dalla Cariplo 6,2 milioni al Mantovano ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ulteriore protrarsi della crisi finanziaria». Per l'anno in corso la Fondazione ha confermato il livello erogativo attorno ai 200 milioni di euro, con un possibile nuovo ricorso al fondo di stabilizzazione se necessario. Il patrimonio della Fondazione nel 2008 ha registrato un tasso di rendimento in calo del 20% circa, a seguito della riduzione del valore di mercato delle partecipazioni,

Casse Raiffeisen: tentativo di fusione ( da "Alto Adige" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Qualche apprensione, perdurando la crisi finanziaria internazionale, c'è per il 2009. Ha poi proceduto ad avvicendamenti nel consiglio di amministrazione (presidente resta Josef Weber, vice presidente Paolo Tezzele) e nel collegio dei sindaci. Poi la sorpresa: la nomina del nuovo direttore dell'Istituto di credito.

Pia: "Crescere fuori provincia" ( da "Stampa, La" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Nonostante la difficile situazione dei mercati finanziari internazionali, più volte ricordata dal presidente della Cassa Aldo Pia e dai rappresentanti degli azionisti (Michele Maggiora per la Fondazione e Sergio Faussone per i piccoli azionisti), la banca degli astigiani è riuscita a proseguire nella sua politica di espansione, portando a casa risultati lusinghieri:

Hedge fund, l'Europa vuole un passaporto ( da "Stampa, La" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: novità è contenuta nella proposta di direttiva presentata dal responsabile per i mercati finanziari, Charlie McCreevy. Il testo introduce una stretta vigilanza sugli strumenti di investimento alternativi che il commissario irlandese ritiene «non i diretti responsabili della crisi finanziaria, anche perchè chi ha perso era un investitore professionale che sapeva cosa stata facendo».

Por, ieri il primo  ( da "Tempo, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: di una crisi finanziaria anche locale che ha messo a dura prova le classi sociali meno abbienti. Il Fondo sociale europeo che ha una dotazione di circa cento milioni di euro ha registrato già una «rendicontazione» e quindi una spesa abbastanza oculata utilizzando un metodo che lascia ben sperare per i successivi interventi che dovranno essere impiegati nel corso dei prossimi anni.

la politica del "fondo" non basta all'economia - vincenzo provenzano ( da "Repubblica, La" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ai comuni in crisi finanziaria fino all´apertura di cantieri di lavoro e alle iniziative definite di microcredito. Ci sono poi le necessità finanziarie - eufemismo di fallimento - degli Ato rifiuti, la cessione dei crediti per le imprese, e gli aiuti al settore agricolo, forse la parte meno generica e di impatto congiunturale.

promosso il bilancio comunale ( da "Tirreno, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: contesto di crisi finanziaria come quello che stiamo vivendo, i risultati di questa certificazione, che dimostrano la solidità e la stabilità del bilancio, si pongono a tutela di tutti i cittadini di Capannori che possono contare sulla buona salute dei conti comunali, condizione necessaria e indispensabile per poter garantire l'erogazione di servizi e investimenti sul territorio.

CRISI GLOBALE, DRAGHI RILANCIA? ( da "Manifesto, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: COMMENTO CRISI GLOBALE, DRAGHI RILANCIA? Raffaele K Salinari La denuncia di Mario Draghi, responsabile del Financial Stability Forum, al Development Committee della Bm sulle conseguenze drammatiche della crisi finanziaria sui cosiddetti paesi in via di sviluppo, getta una luce ancora più sinistra sul «rinascimento» delle due istituzioni di Bretton Woods,

Sul tetto agli stipendi dei manager la Commissione impari dall'Italia ( da "Milano Finanza (MF)" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: parte di quelle cause che hanno decisamente concorso alla crisi finanziaria? Una auspicata direttiva in materia non è certo da ritenere aprioristicamente antimeritocratica. Vi sono modi corretti per conciliare merito ed equità retributiva. Soprattutto, per evitare che la struttura degli emolumenti provochi danni alla sana e prudente gestione e alla stabilità aziendale e sistemica.

Unicredit non teme il difficile 2009 ( da "Milano Finanza (MF)" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sottolineato che i risultati della banca sono stati influenzati dalla crisi finanziaria globale e che il 2008 si è chiuso in utile pur di fronte a uno scenario che ha mandato in perdita molti gruppi bancari europei e americani. Profumo, pur riconoscendo l'insoddisfazione dei soci, ha però ricordato come dalla presentazione dei conti, lo scorso 18 marzo, il titolo Unicredit è salito dell'89%

Luigi Roth sbarca in Carife ( da "Milano Finanza (MF)" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Intanto il gruppo resiste alla crisi finanziaria ma guarda con preoccupazione alla crescita delle sofferenze Dopo i molti, prestigiosi incarichi ricoperti nella sua carriera, il presidente della Fondazione Fiera Milano, Luigi Roth, si impegna nelle banche del territorio. L'assemblea della Cassa di Risparmio di Ferrara ha infatti nominato Roth in cda,

Il trimestre nerissimo degli Usa ( da "Riformista, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: il bersaglio principale su cui la crisi economica si è abbattuta. E di imprese dovrebbe parlare oggi Barack Obama in un discorso in cui affronterà anche il tema Chrysler-Fiat e General Motors. La situazione americana è molto difficile. La crisi finanziaria ha prodotto effetti impensabili solo un anno fa.

L'aumento del 5,03% della raccolta diretta, ovvero del risparmio ha premiato l'anno scorso la Carife... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: a causa della crisi finanziaria, è risultata in decremento la raccolta indiretta specie nel comparto del risparmio gestito. Ottimo il livello di patrimonializzazione complessiva che tocca il 15,70%, Il patrimonio al 31 dicembre 2008 è di 146.832.911. Questi dati pongono Carifermo Spa ai vertici per solidità e solvibilità,

Meno finanza nel futuro degli Stati Uniti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: esplodere della crisi finanziaria, il fatto che Tim e Larry avessero familiarità con questo tipo di crisi è stato un vantaggio. Onestamente l'elenco di figure cui attingere era piuttosto breve, perché l'ultimo presidente democratico, Bill Clinton, è rimasto in carica otto anni, e per gran parte del tempo Bob Rubin è stato il suo consigliere economico (

Il dogma Fed e i sei peccati capitali ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: trasformazioni dei mercati finanziari e la dedizione al liberismo economico: due gravi errori che giustificano la necessità di una revisione a 360 gradi della Fed. Il primo di questi limiti è stato il non essersi resi conto della rilevanza, ai fini della politica monetaria, dei cambiamenti strutturali dei mercati, cambiamenti che erano emersi già nella prima fase del dopoguerra.

Al comitato di stabilità i flussi di credito alle Pmi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Settembre la riunione del Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria, la task force anti-crisi della quale fanno parte di diritto, accanto al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti che la presiede, il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, il presidente della Consob, Lamberto Cardia, il presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini e il direttore generale del Tesoro,

MILANO - Le banche si riservano di dare una risposta al piano di ristrutturazione della Camfin, la f... ( da "Messaggero, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Bpm per illustrare il piano che consente alla Camfin di superare la crisi finanziaria causata dalla perdita 2008 relativa alla svalutazione della partecipazione nella Bicocca che non ha dato dividendo. Accanto alla Gpi che si accolla la quota parte dell'aumento da 70 e i warrant di quella da 30, le banche sono chiamate a costituire il consorzio di collocamento e garanzia.

La svolta è stata purtroppo decisa troppo tardi per alleviare la caduta produttiva e, a... ( da "Messaggero, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: poggiare parte del peso della ripresa sul vicino" (che si può assimilare a un "protezionismo di risulta"). Ma queste cose già si sapevano da tempo e la Bce era tenuta a saperlo. Certamente meno chiari appaiono i pericoli dell'ottimismo se ci si limita a considerare dimensione e contenuti delle politiche fiscali seguite dall'insieme dei Paesi.

Fondi pensione, +1,3% nel 2009 ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: di fronte alla recente crisi finanziaria (-6,3% nel 2008, +1,3% da inizio 2009); nè sono emersi significativi segnali di sfiducia da parte di operatori o aderenti. Che continuano a crescere, seppur di poco: 50mila nel primo trimestre dell'anno. Lungo l'elenco delle misure da prendere, indicate da Finocchiaro, alla sua prima uscita «istituzionale»

Investimenti alternativi. ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: idea di lanciare un hedge fund in piena crisi finanziaria appariva a dir poco azzardata. L'autorizzazione al fondo è poi arrivata il 7 gennaio scorso, quando ancora i riscatti dai fondi hedge non rallentavano e le incertezze sui mercati finanziari e sulla profondità e la durata della crisi rendevano impensabile la realizzazione di un progetto simile.

La Ue fissa i paletti contro gli hedge fund ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: si sono espressi a favore di sottoporre tutti gli elementi dei mercati finanziari ad appropriata regolamentazione». Lo stesso commissario ha ammesso la difficoltà di muoversi su questo terreno, visto che c'è già «chi ci dice che ci siamo spinti troppo in là e chi ritiene che non ci stiamo muovendo abbastanza».

Cdp mette gli utili a riserva Al Tesoro solo 171 milioni ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: mercati finanziari e della natura degli asset detenuti dalla Cdp, si ritiene necessario rafforzare ulteriormente i mezzi patrimoniali, portando a nuovo una quota di utile pari a 1 miliardo di euro». In conferenza stampa,l'amministratore delegato Massimo Varazzani ha spiegato che solo le oscillazioni del titolo di STMicroelectronics hanno registrato un deprezzamento tale da far scattare

Banche di credito cooperativo: "La Campionaria, i successi delle Pmi alle quali è stata data la fiducia che meritano" ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: che la crisi finanziaria che stiamo vivendo è il risultato di un grave timore diffuso, appoggiare le imprese, senza perdere di vista le realtà territoriali e le loro esigenze, è la chiave di volta per il rilancio dell'economia del nostro Paese. Con 432 Banche di credito cooperativo e Casse rurali italiane, oltre 4.

Investimenti, un anno da non perdere ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: economia e dei mercati, ora si iniziano a intravedere i primi segnali di ripresa. Il 2009 sarà con ogni probabilità ancora un anno non facile, gli effetti della crisi seguiranno l'onda lunga dei consumi e del sistema produttivo, mentre i mercati finanziari anticipano sempre l'andamento dell'economia reale, ma la svolta appare all'orizzonte,

Family Banker, professionalità vincente ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La differenza rispetto al resto dello scenario bancario e finanziario italiano. Una differenza testimoniata, e che si misura anche, dai risultati: per tutti questi ultimi 15 mesi, da gennaio 2008 a oggi, di crisi e forti difficoltà per le economie e i mercati finanziari di tutto il mondo, la raccolta finanziaria del panorama bancario italiano è stata negativa,

Più è lunga la crisi più la Borsa accelera ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: i mercati recuperano con nuovo slancio I 10 o 12 anni che abbiamo di fronte hanno tutte le carte in regola per essere un periodo di forte crescita e sviluppo per i mercati finanziari globali. Per questo il 2009 è un anno da non perdere per quanto riguarda gli investimenti, e per cogliere in tempo le occasioni che si sono create in quest'

DOPO averci assicurato nel 2007 che l'economia mondiale non correva gravi pericoli e averci... ( da "Messaggero, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: poggiare parte del peso della ripresa sul vicino" (che si può assimilare a un "protezionismo di risulta"). Ma queste cose già si sapevano da tempo e la Bce era tenuta a saperlo. Certamente meno chiari appaiono i pericoli dell'ottimismo se ci si limita a considerare dimensione e contenuti delle politiche fiscali seguite dall'insieme dei Paesi.

PARIGI - Il terzo trimestre nero dell'economia americana non ha niente di sorpre... ( da "Messaggero, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: di credito non ha ripreso a funzionare e questo nutre il circolo vizioso crisi finanziaria-crisi economica». Una luce in fondo al tunnel non si vede proprio? «Direi che alcune buone notizie ci sono. Una per tutte è che una serie di statistiche ci indicano che c'è un inizio di stabilizzazione. Diciamo che abbiamo toccato il fondo ma che ancora non possiamo dire quando ci resteremo.

ROMA Era dal 1975 che gli Stati Uniti non conoscevano tre trimestri consecutivi di crescita eco... ( da "Messaggero, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sulla base dell'esperienza accumulata nel corso di questa crisi finanziaria, e delle indicazioni emerse dalla riunione del G20 di Londra, la Commissione Ue ha adottato una direttiva che introduce un "passaporto europeo" per gli edge fund che hanno sede in paesi extra Ue e che operano nel Vecchio Continente.

Dividendo Italmobiliare ritorno atteso nel 2010 ( da "Eco di Bergamo, L'" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: diversamente dalla finanziaria dei Pesenti (dove «a fronte di un risultato d'esercizio di 111,8 milioni, il risultato attribuibile al gruppo è negativo per 106,1 milioni») - hanno licenziato un bilancio in attivo, come Intesa Sanpaolo e Cir. «La crisi finanziaria in atto - ha detto Giampiero Pesenti - è gravissima e non si intravede ancora una via d'

A rischio 1500 posti nelle aziende italiane del gruppo Gammon ( da "Giorno, Il (Milano)" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria globale rischia oggi di avere ripercussioni anche sulle strategie del gruppo. Ai primi interventi finanziari, infatti, non sono seguite azioni industriali ed emergono difficoltà che destano forti preoccupazioni per il futuro dei dipendenti».

Latte, l'incubo dei prezzi in discesa ( da "Corriere Alto Adige" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ma la domanda generale sul mercato mondiale è fortemente calata a causa della crisi finanziaria e dello scandalo della melamina in Cina. Oggi si bada più al prezzo che alla qualità. E noi produttori di montagna, che produciamo piccole quantità a prezzi elevati a causa dell'orografia del territorio, siamo fortemente penalizzati.

Buzzi-Unicem guida i rialzi ( da "Corriere della Sera" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Economia Mercati Finanziari data: 30/04/2009 - pag: 35 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari Buzzi-Unicem guida i rialzi Piazza Affari si è lasciata alle spalle le incertezze delle due precedenti sedute, terminando con l'indice S&P-Mib dei titoli principali in rialzo del 2,19% e il Mibtel cresciuto in misura quasi identica (+2,

Vertici ottimisti, Finmeccanica corre ( da "Corriere della Sera" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Economia Mercati Finanziari data: 30/04/2009 - pag: 35 Il caso a Milano Vertici ottimisti, Finmeccanica corre (g.fer.) Nel giorno dell'assemblea dei soci (che ha approvato il bilancio 2008 e la distribuzione di un dividendo, invariato, di 41 centesimi per azione) il titolo Finmeccanica è stato ieri uno dei migliori di Piazza Affari con un più 5,

Meno utili, ma Siemens vola in Borsa ( da "Corriere della Sera" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Economia Mercati Finanziari data: 30/04/2009 - pag: 35 Il caso a Francoforte Meno utili, ma Siemens vola in Borsa (g.fer.) Nel 2009 gli utili del gruppo Siemens scenderanno del 17,5% a 6,6 miliardi di euro, contro una precedente stima di 8 miliardi. Lo fa sapere la stessa società tedesca, annunciando però ottimi risultati trimestrali (

Derivati' nelle mani del giudice ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: A quell'epoca Unicredit non avrebbe fornito un sufficiente panorama sul meccanismo dell'andamento dei tassi di interesse, escludendo di fatto un loro possibile crollo e il manifestarsi della crisi finanziaria globale in corso. Secondo alcuni addetti ai lavori, però, già prevedibile.

sorpresa di maggio: autostrade più care ( da "Tirreno, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: i rincari dovevano scattare da gennaio ma il Governo aveva sospeso il tutto dal momento che si stava navigando in piena crisi finanziaria. Era stata però indicata, nel decreto milleproroghe, la durata del "congelamento" (quattro mesi da gennaio) anche se le società concessionarie - con l'avvicinarsi della data del 1º maggio - non si sentivano sicure sull'effettiva applicazione.

Mercati emergenti: opportunità e rischi Mercoledì un incontro ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La prima riflessione che introduce il tema che verrà ampiamente approfondito è la crisi finanziaria a livello mondiale, una situazione congiunturale che si riflette in modo diverso sui mercati «emergenti». Quali sono le prospettive di mercato per queste economie nell'attuale scenario internazionale? Saranno colpite da una severa recessione o riusciranno ancora a generare crescita?

Quei precari ignorati con la partita Iva ( da "Libertà" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Quei precari ignorati con la partita Iva di ALBERTO SQUERI La crisi finanziaria e gli effetti pesanti sulle imprese hanno messo in moto da parte dei governi, quello italiano compreso, tutta una serie di attenzioni e rafforzamenti delle misure di salvaguardia di quelle che giustamente vengono considerate "categorie deboli " e a maggiore rischio.

SCUOLA: CATTOLICI NORDEST, NOSTRI ISTITUTI SONO AL COLLASSO. ( da "Asca" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: in questa attuale crisi finanziaria, invece di agevolare e sostenere le istituzioni scolastiche paritarie che farebbero risparmiare denaro pubblico da impegnare in altre attivita' sociali, ne riducono gli esigui finanziamenti portando al colasso le scuole non statali - si legge in un documento di tutte le organizzazioni cattoliche della scuola,

NYSE EURONEXT/ UTILE NETTO PRIMO TRIMESTRE SCENDE DI QUASI 55% ( da "Wall Street Italia" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Utile netto più che dimezzato per il colosso borsistico transatlantico Nyse Euronext, che, penalizzato dalla crisi finanziaria, ha registrato un calo dell'utile del 55% a 104 milioni di dollari nel primo trimestre. Una nota della società di mercato sottolinea però che il risultato di 240 milioni del primo trimestre 2008 era particolarmente positivo.

RUSSIA/ RALLENTA CRESCITA DEI PRESTITI ALLE AZIENDE: DA 22% A 11% ( da "Wall Street Italia" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Per la prima volta dopo che la crisi finanziaria ha colpito il paese, le banche russe hanno cominciato a guadagnare grazie al loro "core business": le operazioni di prestito. Il reddito da tali attività per le banche russe ammonta a 35,1 miliardi di rubli nel mese di marzo (1 miliardo di dollari).

Un passaporto per gli hedge fund ( da "Miaeconomia" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: altro capro espiatorio della crisi finanziaria mondiale - una maggiore vigilanza sulle loro operazioni, che saranno anche obbligati a registrarsi in base a parametri unificati. In sintesi i gestori fondi di investimento alternativi dovranno registrarsi in via obbligatoria, comunicare con quali strumenti e su quali mercati operano,

Caan: è crisi per il centro di Volla ( da "Denaro, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: è crisi per il centro di Volla E' crisi finanziaria per il centro agroalimentare di Volla (Caan) di cui sono soci Comune, Regione, Provincia, Camera di commercio e le Pmi del settore. I commercianti consorziati nel polo commerciale alimentare ubicato alle porte di Napoli guidati dal presidente del consorzio ortofrutta Francesco Solina sono pronti ad incrociare le braccia.

L'industria farmaceutica cresce e diventa traino per uscire dalla crisi ( da "Denaro, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi Il segretario generale della Afid (Aziende Farmaceutiche Research-based), Engin Guner, afferma che l'industria farmaceutica turca ha il potenziale per sollevare la Turchia dalle difficoltà dovute alla crisi finanziaria internazionale. L'industria farmaceutica turca ha raggiunto un livello di qualità che permette le esportazioni di farmaci verso mercati con norme più severe

30/04/2009 12:47 SCOR: Il valore intrinseco di SCOR Global Life aumenta del 3,9% a 1.700 milioni di euro, solide le performance operative ( da "ITnews.it" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attività Vita di SCOR nel contesto della crisi finanziaria. I dati confermano la capacità di creazione di valore a lungo termine del quinto riassicuratore mondiale, con posizioni leader in Europa e in diversi mercati asiatici. Con una quota di mercato totale dell'8% a livello mondiale e del 14% in Europa, SCOR Global Life registra premi lordi emessi per 2.

Bankitalia: per istituti Ue problemi di autocartolarizzazione ( da "Velino.it, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: legato alla crisi finanziaria che ha colpito il sistema negli ultimi due anni, si legge nel report riservato della Banca centrale governata da Mario Draghi. Ecco uno dei nodi: “Come si evince da una preliminare indagine effettuata sull?argomento, le banche stanno attualmente segnalando almeno 28 miliardi di euro in meno di crediti in portafoglio e l?

DAVE! IL PRESIDENTE OBAMA SI È DATO MOLTO DA FARE IN QUESTI PRIMI 100 GIORNI. BUSH, INVECE, HA PASSATO I PRIMI 100 GIORNI DEL SUO PRIMO MANDATO NELLO STUDIO OVALE A CERCARE L'ANG ( da "Dagospia.com" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Barack Obama festeggia i primi 100 giorni di presidenza e ha dovuto occuparsi della crisi finanziaria. Oltre a tutto questo, Obama vive con la suocera. Il poveretto non ha mai tregua! L'Air Force One è venuto a New York per scattare alcune foto. Così l'hanno mandato qui e ha iniziato a sorvolare la città. Questa è una cosa che mi aspetterei dall'amministrazione Bush.

diciamolochiaro ha detto: Babe, come ben spiegava oggi un economista del PP (non ricordo il nome) a "Desayunos de TVE", la Germania è in recessione con numeri ben piu' alti della S ( da "KataWeb News" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,

SLOVACCHIA/ CRISI, UE APPROVA AIUTI DA 500MILA EURO PER IMPRESE ( da "Wall Street Italia" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: dalla Slovacchia per aiutare le imprese a superare la crisi. Lo riferisce un comunicato, spiegando che il provvedimento sarà disponibile fino alla fine del 2010 per le aziende che non erano in difficoltà prima del 1 luglio 2008, ovvero prima dello scoppio della crisi finanziaria ed economica. Gli aiuti verranno elargiti sotto forma di sussidi, esenzioni fiscali e sconti di sanzioni.

PIEMONTE/ TORINO, SEQUESTRATI 5,48 MILIONI IN BANCONOTE FALSE ( da "Wall Street Italia" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: 48 milioni di euro in banconote false nell'ambito di una indagine sulle truffe ai commercianti. I carabinieri della stazione Pozzo Strada hanno denunciato un professionista del raggiro che prestava denaro ai negozianti in crisi finanziaria. Si suppone che le truffe possano essere molte di più in tutta Italia.

30/04/2009 14:39 SCOR annuncia un risultato netto di 93 milioni di euro nel primo trimestre 2009, un aumento del 15% del volume e un patrimonio netto di 3.600 milioni di euro ( da "ITnews.it" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: conferma della solidità del proprio modello di business e situazione patrimoniale nonostante l'inasprirsi della crisi finanziaria e i costi elevati sostenuti nel periodo a seguito del verificarsi di catastrofi naturali. Di seguito riportiamo gli eventi principali del periodo: - Risultato netto per il trimestre a 93 milioni di euro, ROE dell'11,1% e utile per azione pari a 0,52 euro;

Crisi, Passera: Tempi ancora incerti ma noi siamo sereni ( da "Velino.it, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ECO - Crisi, Passera: Tempi ancora incerti ma noi siamo sereni Roma, 30 apr (Velino) - C?è ancora incertezza sui tempi della crisi finanziaria ed economica ma Intesa Sanpaolo “può guardare con serenità alla situazione” grazie “al lavoro fatto”

( da "Sicilia, La" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sufficiente a garantire il superamento della grave crisi finanziaria dell'ente in considerazione delle notevoli esposizioni debitorie da ripianare. Inoltre il piano di valorizzazione del patrimonio è tuttora in corso di eleborazione». va detto che prioprio le dismissioni sono state approvate dal Consiglio appena due giorni fa dopo la richiesta dell'amministrazione ad accelerare l'

diciamolochiaro ha detto: Babe, la Spagna sta abilmente complottando su due fronti: l'America latina per via della lingua comune (non con il Brasile, però) e della tradizione, E I ( da "KataWeb News" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,

Scenario finanziario ed euro dollaro pag.1 ( da "Trend-online" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Un recupero di 1,3350 entro fine settimana,al contrario,avrebbe target a 1,36 area,dove passa la trend line ribassista di medio termine. Livelli inferiori,infine, confermano il trend pro dollaro,che ha caratterizzato questa crisi finanziaria. Fabio Caldato www.forex47.it

CRISI: IFEL-ANCI, CON SBLOCCO RESIDUI PASSIVI 15MLD PER INVESTIMENTI. ( da "Asca" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: la crisi finanziaria in atto impone a tutta la Pubblica Amministrazione di porre in essere ogni azione volta a far ripartire l'economia e salvaguardare l'occupazione. I Comuni Italiani hanno piu' volte offerto il proprio contributo chiedendo lo sblocco dei residui passivi per dare esecuzione alle opere gia' cantierate: le stime Ifel indicano una potenzialita'

Stipendi record, la casta dei banchieri Usa vince ancora. ( da "Giornale.it, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: eppure su 13 domande neanche una era riferita alla crisi finanziaria, che così viene dimenticata da tutti e Wall Street può salire del 2%. Complimenti agli spin doctor di Mr. President: l'influenza suina era un'occasione strepitosa e loro non se la sono lasciata scappare. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, notizie nascoste,

COMUNICATO N.66 DEL 30 APRILE 2009 - CSSF: SISTEMA ( da "WindPress.it" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Le Autorità di vigilanza hanno riferito al Comitato in relazione all'evoluzione della crisi finanziaria e hanno confermato la sostanziale solidità del sistema finanziario italiano. Roma, 30 aprile 2009 Ore18:20 Per ulteriori informazioni - For further information: Ministero dell'Economia e delle Finanze Ufficio Stampa Press Office Tel.

CRISI: COMITATO TESORO, SISTEMA FINANZIARIO SOLIDO ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 30-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Crisi

Abstract: CRISI: COMITATO TESORO, SISTEMA FINANZIARIO SOLIDO (AGI) - Roma, 30 apr. - Il sistema finanziario e' solido ma e' comunque necessario mantenere sotto monitaggio la qualita' del credito. E' quanto emerso al termine della riunione del "Comitato per la salvaguardia della stabilita' finanziaria" convocato per esaminare gli sviluppi piu'

diciamolochiaro ha detto: Conroe, ci posso perfettamente credere. Credo capaci alcuni per i soldi di fare questo ed altro. ( da "KataWeb News" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,

INTESA SANPAOLO/ PASSERA: PIANO IMPRESA PENSO A FINE ESTATE ( da "Wall Street Italia" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: quando verosimilmente si sarà toccato il fondo della crisi, presenteremo il piano triennale". La crisi, secondo Passera, non è infatti ancora finita. "Sul fatto che la crisi finanziaria non sia ancora finita - ha detto Passera rispondendo all'interveneto di un piccolo azionista - sono assolutamente d'accordo".

CRISI:COMITATO STABILITA', SISTEMA SOLIDO MA AUMENTA RISCHIO PER CREDITO. ( da "Asca" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ha evidenziato l'esigenza di mantenere sotto attento monitoraggio la qualita' del credito, in un quadro congiunturale non favorevole. Le Autorita' di vigilanza hanno riferito al Comitato in relazione all'evoluzione della crisi finanziaria e hanno confermato la sostanziale solidita' del sistema finanziario italiano. lsa/rf/alf

SICILIA/FINANZIARIA: LOMBARDO, DA CONTENIMENTO SPESA EFFETTI POSITIVI. ( da "Asca" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: soprattutto quelli in crisi finanziaria; e' stato creato un fondo per la progettazione, abbiamo pensato a nuove norme per i centri storici e per l'edilizia abitativa; abbiamo fissato regole rigidissime per contenere e disciplinare la spesa; abbiamo deciso di aiutare le imprese agricole per a formazione delle scorte, il credito agrario di esercizio,

*Bankitalia: per istituti Ue problemi di autocartolarizzazione ( da "Velino.it, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: legato alla crisi finanziaria che ha colpito il sistema negli ultimi due anni, si legge nel report riservato della Banca centrale governata da Mario Draghi. Ecco uno dei nodi: “Come si evince da una preliminare indagine effettuata sull?argomento, le banche stanno attualmente segnalando almeno 28 miliardi di euro in meno di crediti in portafoglio e l?

babelick ha detto: la seat ormai è tedesca. ho visto il link :D ...mha a me sembrano parole d'affetto e stima più che di presa in giro. "cesar y marta-estoy de acuerdo, los italian ( da "KataWeb News" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,

Crisi: Comitato Tesoro, sistema finanziario solido ( da "KataWeb News" del 30-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Crisi: Comitato Tesoro, sistema finanziario solido 30 aprile 2009 alle 18:34 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Il sistema finanziario è solido ma è comunque necessario mantenere sotto monitaggio la qualità del credito. È quanto emerso al termine della riunione del "Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria"

Storico accordo per lo sviluppo. Istituzioni, forze economiche e sociali insieme contro la crisi ( da "Cittàdellaspezia.com" del 30-04-2009)
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Abstract: crisi finanziaria internazionale stia progressivamente erodendo i margini di crescita raggiunti dal nostro territorio in questi ultimi anni. In particolare, si registra una contrazione dei posti di lavoro, con un aumento della richiesta di cassa integrazione guadagni, e una incapacità delle imprese a investire per la mancanza di risorse dovuta a un difficile accesso al sistema del


Articoli

Dalla Cariplo 6,2 milioni al Mantovano (sezione: crisi)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

IL BILANCIO DELLA FONDAZIONE Dalla Cariplo 6,2 milioni al Mantovano Sei milioni e duecentomila euro per finanziare 37 progetti 'mantovani', di cui 28 iniziative di enti nonprofit, un intervento all'estero e otto progetti della Fondazione. Numeri che emergono dal rendiconto della Fondazione Cariplo per il 2008. La Commissione centrale di beneficenza, in cui c'è anche il mantovano Mario Anghinoni, ha destinato complessivamente 211 milioni di euro per 1260 progetti. L'avanzo di esercizio ha sfiorato quota 80 milioni. Un contributo straordinario di un milione di euro è stato deliberato mercoledì, a favore delle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto. Il presidente Giuseppe Guzzetti ha definito il 2008 come un «un anno difficile, caratterizzato dalla crisi che ha avuto un impatto anche sulla gestione del patrimonio, dal quale traiamo le risorse necessarie per l'attività istituzionale filantropica». Per mantenere il livello erogativo «elevato, coerentemente con gli impegni presi, la Fondazione ha ritenuto di utilizzare parte delle risorse accantonate negli anni precedenti nell'apposito fondo di stabilizzazione, per 113,1 milioni di euro». Dopo tale utilizzo l'ammontare residuo del fondo è pari a circa 387 milioni di euro, «ampiamente in grado di sostenere la politica erogativa della Fondazione anche in caso di un ulteriore protrarsi della crisi finanziaria». Per l'anno in corso la Fondazione ha confermato il livello erogativo attorno ai 200 milioni di euro, con un possibile nuovo ricorso al fondo di stabilizzazione se necessario. Il patrimonio della Fondazione nel 2008 ha registrato un tasso di rendimento in calo del 20% circa, a seguito della riduzione del valore di mercato delle partecipazioni, che a fine 2008 rappresentavano il 33% del patrimonio e che hanno subito una flessione del 51%, solo in parte compensata dal flusso di dividendi. La gestione bilanciata e monetaria rappresentavano a fine anno il 64% del valore di mercato del patrimonio.

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Casse Raiffeisen: tentativo di fusione (sezione: crisi)

( da "Alto Adige" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Una grossa sorpresa e una prospettiva emerse dalla recente assemblea generale dell'Istituto di credito cittadino Casse Raiffeisen: tentativo di fusione Trattativa con la Rurale di Bronzolo-Ora. Fauster lascia la direzione Accettate le dimissioni del direttore. Successore designato. Soci perplessi LAIVES. Una grande sorpresa e un'interessante prospettiva sono emerse dalla recente assemblea della Cassa Raiffeisen di Laives. La sorpresa: Josef Fauster ha rassegnato le dimissioni (accolte senza troppo discutere) da direttore dell'istituto di credito. La prospettiva: si sta ragionando (con trattative che proseguono da tempo) per la fusione con la Cassa Raiffeisen di Bronzolo-Ora. L'assemblea della Cassa Raiffeisen di Laives (sede in zona industriale, quattro filiali in via Kennedy, a San Giacomo, a Pineta e a Vadena) ha preso atto di un leggero calo dell'utile di esercizio e, con soddisfazione, anche di un andamento comunque positivo nel corso del 2008. Qualche apprensione, perdurando la crisi finanziaria internazionale, c'è per il 2009. Ha poi proceduto ad avvicendamenti nel consiglio di amministrazione (presidente resta Josef Weber, vice presidente Paolo Tezzele) e nel collegio dei sindaci. Poi la sorpresa: la nomina del nuovo direttore dell'Istituto di credito. è Andreas Schrofenegger, attuale vice di Fauster. Fra numerosi soci c'è stata incredulità. Qualcuno ha parlato di un «siluramento» di Fauster per incomprensioni che si trascinavano da tempo con alcuni membri del consiglio di amministrazione. Ieri lo stesso Fauster, da noi interpellato, ha precisato «di aver presentato le dimissioni». La conferma è venuta, ieri pomeriggio, proprio da Andreas Schrofenegger. Ma restano, fra numerosi soci, perplessità per la decisione che ha riguardato appunto Fauster. Interessante, come detto, la prospettiva di una fusione fra la Cassa Raiffeisen di Laives con quella di Bronzolo-Ora i cui soci si riuniranno in assemblea proprio questa sera. Se ne parla oramai da parecchio tempo: la trattativa è in atto e dovrebbe essere in dirittura di arrivo. Un'indicazione decisiva potrebbe venire proprio dall'assemblea della Rurale di Bronzolo - Ora visto che soci e consiglio di amministrazione di quella di Laives sembrano orientati verso la fusione. Entro un paio di settimane la decisione potrebbe essere ratificata.

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Pia: "Crescere fuori provincia" (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

ASSEMBLEA DEI SOCI.APPROVATO IL BILANCIO Intervista Michele Maggiora Pia: "Crescere fuori provincia" Tra gli obbiettivi sviluppo dei nuovi prodotti assicurativi e delle carte di credito "Ora non è più una banca solo astigiana" FULVIO LAVINA ASTI [FIRMA]CLAUDIA CANEGALLO ASTI Volti distesi e segni positivi: questa l'immagine lasciata agli azionisti della Cassa di Risparmio di Asti dal Consiglio di amministrazione della banca, in occasione dell'assemblea dei soci, che si è celebrata ieri al Teatro Alfieri: approvati all'unanimità tutti i punti all'ordine del giorno e in particolare il bilancio 2008. Nonostante la difficile situazione dei mercati finanziari internazionali, più volte ricordata dal presidente della Cassa Aldo Pia e dai rappresentanti degli azionisti (Michele Maggiora per la Fondazione e Sergio Faussone per i piccoli azionisti), la banca degli astigiani è riuscita a proseguire nella sua politica di espansione, portando a casa risultati lusinghieri: è cresciuto infatti l'utile netto, che si attesta a 41,3 milioni di euro, con un aumento del 13,49% rispetto al 2007. Tale utile si rifletterà in un aumento del dividendo per gli azionisti, approvato ieri, pari a 0,49 euro per ogni azione (era 0,47 nel 2008). Le cedole saranno staccate il 4 maggio. Fra le voci positive, da rilevare anche la crescita nel numero dei clienti, che superano quota 180 mila, con un aumento di circa 8 mila unità, al quale corrisponde anche un aumento del 14,85% della raccolta diretta, attestata a 4.376 milioni di euro. A questi dati si aggiunge la costante crescita nel numero di filiali (127, con la previsione di aprirne altre 3 nelle prossime settimane) e di dipendenti (età media intorno ai 40 anni). Più volte ricordato anche l'aumento di capitale di 152 milioni di euro, portato a termine nel corso del 2008, proprio per far fronte alle esigenze di espansione strategica della banca. Nel lungo elenco di numeri contenuti nel bilancio, non può essere dimenticato anche l'aumento del credito verso la clientela, passati da 3.901 milioni di euro del 2007 a 4.420 (+13,30 per cento), segno tangibile dell'impegno della Cassa, in un momento particolarmente difficile per imprese e famiglie. Dopo aver sottolineato i risultati raggiunti dal piano industriale 2006-2008, il presidente Pia ha tracciato gli obiettivi per il 2011. «In un nuovo scenario di recessione - ha indicato Pia - non possiamo più chiederci come crescere, ma cosa siamo in grado di fare». Lo sforzo della banca si concentrerà sulle nuove filiali. «C'è un potenziale da far crescere - ha rilevato il presidente - sia in termini di personale che di risultati. Proseguirà, anche se meno pesantemente, la politica di espansione territoriale verso Cuneese, Milanese e Alessandrino, con una parallela razionalizzazione delle filiali astigiane». Importante anche lo sviluppo dei nuovi prodotti assicurativi e delle carte di credito, per il quale avrà un ruolo strategico la Banca popolare di Milano, uno dei principali azionisti della Cassa (20% della pacchetto). «Continueremo a rafforzare anche la reputazione che la Banca si è conquistata - ha concluso Pia - Una politica improntata alla correttezza e alla prudenza è elemento indispensabile per affrontare il futuro».Michele Maggiora presidente della Fondazione CrAt azionista di maggioranza, prima dell'inizio dell'assemblea sfoglia con soddisfazione il volume che in oltre 300 pagine raccoglie i dati del conto consuntivo 2008. La piccola «barca» della CrAsti ha saputo reggere meglio delle grandi corazzate finanziarie alla crisi dei mercati internazionali: il bilancio 2008 chiude con risultati positivi. «E' una banca gestita col criterio del buon senso, niente operazioni avventate, e i risultati si sono visti». Il gruppo Bipiemme di Milano, che controlla la Popolare di Legnano vostro partner, ha rinnovato i vertici: ad Alessandria c'è preoccupazione, cambia qualcosa per Asti? «Direi di no: la Fondazione è titolare del 51% e questo assicura una certa tranquillità». La Fondazione continuerà ad essere l'azionista di maggioranza della Banca? «Nella primavera scorsa abbiamo sottoscritto un aumento di capitale per 79 milioni di euro, proprio per mantenere sempre il 51% del pacchetto azionario. In questo momento non vediamo nessun motivo per cambiare questa impostazione. Anche perché è redditizia: mentre molti gruppi bancari quest'anno non hanno staccato dividendo, la CrAt non solo lo ha confermato, ma lo ha portato dai 0,47 del 2007 a 0,49 euro». Quindi prevale la scelta dell'autonomia? «Vediamo in futuro quali opportunità potrà offrire il mercato. Ovviamente ciò non esclude che la banca nella sua autonomia possa verificare occasioni per accordi commerciali». E' questa la dimensione giusta? «Con il recente aumento di capitale, deliberato al momento giusto, la Banca può continuare nel processo di sviluppo che l'ha portata a 124 filiali. Con questi numeri e la loro diffusione sul territorio anche fuori dal Piemonte, la CrAt non è più una banca solo astigiana».

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Hedge fund, l'Europa vuole un passaporto (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

LA PROPOSTA Hedge fund, l'Europa vuole un passaporto La Commissione Ue vuole un «passaporto europeo» per i fondi cosiddetti speculativi (hedge fund) basati in Paesi terzi e attivi nel Vecchio Continente. La novità è contenuta nella proposta di direttiva presentata dal responsabile per i mercati finanziari, Charlie McCreevy. Il testo introduce una stretta vigilanza sugli strumenti di investimento alternativi che il commissario irlandese ritiene «non i diretti responsabili della crisi finanziaria, anche perchè chi ha perso era un investitore professionale che sapeva cosa stata facendo». Via libera di Bruxelles anche alla raccomandazione in cui si invitano le capitali a porre paletti alla remunerazione dei manager delle società quotate, a partire da un tetto massimo per le liquidazioni e il divieto di premiare chi ha fatto bancarotta.

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Por, ieri il primo  (sezione: crisi)

( da "Tempo, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

stampa Por, ieri il primo «esame» Fondo sociale Il comitato di sorveglianza, composto da funzionari regionali, ministeriali e della Commissione europea ha valutato i progetti già presentati Aldo Ciaramella CAMPOBASSO Un esame lungo e difficile che il Molise sta affrontando, comunque, con molta attenzione tenendo bene in evidenza la propria programmazione regionale e soprattutto interfacciandosi con il partenariato. Quasi chiuso il programma operativo 2000 2007, il Por del prossimo settennio, che si chiuderà il 2013, prosegue con molta speditezza soprattutto per quella parte che è riferita al Fondo sociale europeo. Ieri mattina il Comitato di sorveglianza formato da rappresentanti della Commissione europea dai dirigenti dei Ministeri competenti e dai tecnici della Regione, hanno preso in esame i progetti già presentati che andranno a far parte dei quel nutrito pacchetto di iniziative rivolte alle comunità locali e quindi alla singola persona che vanno ad aggiungersi a quella che il governo regionale già da tempo ha messo in campo attraverso una capillare programmazione che in qualche caso ha già avuto dei validi risultati. Ovviamente un esame che l'assessorato alle politiche sociali e al lavoro ha accettato di buon grado rilevando le difficoltà che ha incontrato e che comunque ha dovuto eliminare o ammortizzare soprattutto a causa di una crisi finanziaria anche locale che ha messo a dura prova le classi sociali meno abbienti. Il Fondo sociale europeo che ha una dotazione di circa cento milioni di euro ha registrato già una «rendicontazione» e quindi una spesa abbastanza oculata utilizzando un metodo che lascia ben sperare per i successivi interventi che dovranno essere impiegati nel corso dei prossimi anni. Il Fondo secondo la pianificazione della Regione e da quanto ha rilevato l'assessore Angela Fusco Perrella punta alla formazione all'occupazione e alla crescita delle imprese tre fattori intorno ai quali la Regioine lavora considerando i suoi trend di settore e le sue criticità. Il programma operativo e quindi sociale presentato alla valutazione anche delle parti sociali e sindacali al di là dell'analisi del Comitatato di sorveglianza ha ricevuto osservazioni e suggerimenti anche dal partenariato. Quest'ultimo, infatti, ha sottolineato di essere meglio e più coinvolto nella programmazione regionale riguardante i fondi strutturali auspicando che nel futuro la spesa di oggi possa avere giuste ricadute nel tessuto sociale locale.

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la politica del "fondo" non basta all'economia - vincenzo provenzano (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina XV - Palermo LA POLITICA DEL "FONDO" NON BASTA ALL´ECONOMIA Lascia interdetti la filosofia gestionale e amministrativa di una legge finanziaria che dovrebbe essere la migliore sintesi del primo anno di potere lombardiano a Palazzo d´Orleans VINCENZO PROVENZANO è la politica del «fondo»? La risposta è data dalla quantità degli interventi di varia natura previsti nel documento. Come già riportato ampiamente su queste pagine, essi vanno dagli aiuti (ancora incerti) ai comuni in crisi finanziaria fino all´apertura di cantieri di lavoro e alle iniziative definite di microcredito. Ci sono poi le necessità finanziarie - eufemismo di fallimento - degli Ato rifiuti, la cessione dei crediti per le imprese, e gli aiuti al settore agricolo, forse la parte meno generica e di impatto congiunturale. Il corposo documento è tutta una scrittura e determinazione di «fondi» dei quali in questo momento - mancandoci le tabelle finanziarie di riferimento - è difficile valutare l´impatto economico. Ma certo lascia interdetti la filosofia gestionale e amministrativa in quello che dovrebbe essere la migliore sintesi del primo anno lombardiano al potere. Governo che sconta - ammettiamolo pure - un maggioranza rissosa e poco omogenea e l´approccio dissonante con il governo nazionale, a oggi poco orientato ad agevolare le politiche lombardiane: lo dimostra la recente polemica sul mancato arrivo dei fondi per le aree svantaggiate (Fas), circostanza che ha costretto il governo a prevedere nel bilancio l´accensione di mutui per il reperimento di risorse aggiuntive. Alla globalizzazione mondiale la Sicilia risponde con la «fondalizzazione» - scusate il termine - dell´economia regionale, che ha poco respiro per una regione economicamente asmatica e trattata con terapie che i presunti medici a stento conoscono. Ma il biennio 2009-2010, se si va a osservare il profilo delle finanze regionali, è decisivo per le sorti dell´Isola. Anche perché sono anni in cui lo stesso profilo di indebitamento e gli alti flussi finanziari previsti in uscita per operazioni effettuate nel passato, dovranno essere onorati. Ma leggiamo ancora alcuni elementi del documento. A esempio le diverse proroghe. Rinnovo dei contratti di diritto privato a tempo determinato per il personale della protezione civile. Rinnovo fino al 2011 dei contratti per gli Enti parco. Rinnovo dei contratti all´Ircac per i progetti di internazionalizzazione. Proroga per i comuni per i contratti a tempo determinato per finalità connesse alla salvaguardia delle popolazioni. E l´elenco potrebbe continuare. Sembra tutta una proroga e l´impressione complessiva è che coloro i quali decidono delle sorti dei siciliani abbiano la destrezza dei dilettanti allo sbaraglio. Un altro esempio? La rinascita del fondo pensioni per i dipendenti, per la cui valorizzazione (pari a fine anno a oltre 885 milioni di euro) dovranno accantonarsi circa 59 milioni di euro all´anno per 15 anni utilizzando anche «eventuali conferimenti di beni immobili». Se l´esperienza sulle passate valorizzazioni dei beni immobili della Regione ha insegnato qualcosa, è meglio essere cauti sulla capacità degli immobili a partecipare all´accantonamento annuale previsto. La stessa possibile attivazione di iniziative di microcredito necessita di indicazioni meno generiche. L´istituzione del Fondo Etico della Regione Siciliana (Fers) deve essere chiarito non solo in termini di soldi, ma anche perché lo strumento non si può limitare solo a una convenzione con la Conferenza episcopale siciliana (Cesi): esso dovrebbe prevedere anche diverse organizzazioni del non profit siciliano che conoscono come la Cesi le criticità presenti in Sicilia. Un conto è poi l´indicazione di possibili aiuti alle famiglie, diverso è l´approccio per le imprese dove è meglio introdurre i concetti di microfinanza. Anche i rapporti con gli enti locali devono essere meglio specificati. Su questo fronte sono previste diverse azioni. I cantieri lavoro. Una maggiore flessibilità del patto di stabilità interno, per il quale le cosiddette spese di investimento non rientrerebbero nella indicazione per il livello di indebitamento dei comuni. La cancellazione, in caso di variazioni parziali riguardanti piccole aree, delle procedure di impatto ambientale. Si è di fronte, quindi, a una maggiore partecipazione e flessibilità dei comuni dell´Isola nei rapporti con l´ente regionale, circostanza che presuppone una profonda attenzione sulle competenze e anche una sorta di impegno di responsabilità personale dei singoli amministratori. Ma anche su questo, come per altri capitoli, il documento appare incompleto. E, in definitiva, inadeguato allo scenario sempre più incerto dell´economia siciliana.

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promosso il bilancio comunale (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

CAPANNORI Promosso il bilancio comunale CAPANNORI. Prospettive positive per il bilancio del comune di Capannori. Il risultato di amministrazione varato con l'ultimo rendiconto, che registra un avanzo di amministrazione di circa un milione e mezzo di euro, consolida il giudizio dell'agenzia italiana della "Fitch Ratings", società con sede a Londra, che pone il bilancio comunale "in serie A" lasciando presagire anche possibilità di miglioramento. La classe A- che è stata attribuita all'ente è una delle più alte della scala di giudizio. Indica una qualità creditizia elevata, con un rischio di credito basso per i finanziatori e, di conseguenza, un'alta capacità di rimborsare le rate di mutui e prestiti da parte del Comune. In un contesto di crisi finanziaria come quello che stiamo vivendo, i risultati di questa certificazione, che dimostrano la solidità e la stabilità del bilancio, si pongono a tutela di tutti i cittadini di Capannori che possono contare sulla buona salute dei conti comunali, condizione necessaria e indispensabile per poter garantire l'erogazione di servizi e investimenti sul territorio. Avere la possibilità di finanziare opere e interventi può costituire, inoltre, un valido strumento per lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione. «L'ottima salute del bilancio comunale è merito di un lavoro serio e costante che ci ha permesso di ridurre gli sprechi e di aumentare l'efficienza dell'ente - commenta il sindaco Giorgio Del Ghingaro -. Il risultato è stato raggiunto anche senza aver aumentato le tasse ai cittadini». «I risultati raggiunti sono ottimi - aggiunge l'assessore alle finanze, Lara Pizza -. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione, perché la gestione di un bilancio comunale costituisce prima di tutto una responsabilità nei confronti di tutti i cittadini».

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CRISI GLOBALE, DRAGHI RILANCIA? (sezione: crisi)

( da "Manifesto, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

COMMENTO CRISI GLOBALE, DRAGHI RILANCIA? Raffaele K Salinari La denuncia di Mario Draghi, responsabile del Financial Stability Forum, al Development Committee della Bm sulle conseguenze drammatiche della crisi finanziaria sui cosiddetti paesi in via di sviluppo, getta una luce ancora più sinistra sul «rinascimento» delle due istituzioni di Bretton Woods, ma illumina anche il cambiamento epocale nei rapporti di forza tra zone del pianeta. Che la situazione dei «poveri» fosse pessima lo si sapeva gia da un pezzo, da quando, dopo l'11 settembre, il focus della nazioni ricche fu posto sulla lotta al terrorismo derubricando gli Obiettivi del Millennio e l'Onu a inutili retaggi del passato. Le cifre promesse, infatti, che dovevano arrivare allo 0,7% del Pil, si sono a mala pena attestate sulla metà, con «punte di eccellenza» negativa come l'Italia attualmente allo 0,1%. E dunque ciò che Draghi vede ora viene da molto lontano e non è solo «merito» della congiuntura dato che, ad esempio, la morte per fame di milioni di persone dovuta all'aumento dei prezzi dei cereali, nasce ben prima della crisi finanziaria e anzi, ne costituisce una componente fondante. Cosa nascondono le preoccupazioni di Draghi? La prima è il rilancio del Fmi e della Bm in chiave sviluppista; un ritorno alle origini delle due istituzione che, come braccio armato del liberismo internazionale, cercano ora una nuova legittimazione, senza peraltro essersi riformate Ci aspettiamo dunque che tornino in auge, magari con altri dispositivi, tipo il Vulnerability framework, le vecchie ricette per convincere i paesi impoveriti a spogliarsi di tutto. In sintesi la crisi finanziaria utilizzata per mantenere in subalternità i paesi poveri. In secondo luogo, in un momento di gravi turbamenti nel mondo delle imprese e di competizione tra lavoratori locali e immigrati, Draghi evidenzia il legame tra povertà e migrazioni, anche questo presentato come problema di ordine pubblico internazionale per giustificare una «nuova» cooperazione. Ma c'è un altro aspetto che invece rende la situazione diversa, e cioè la richiesta di cooperazione Sud-Sud. Il fatto che Draghi abbia introdotto tra le misure possibili anche forme di prestito da paesi come Brasile India Cina, verso i paesi impoveriti, la dice lunga sul braccio di ferro che avviene all'interno delle istituzioni finanziarie mondiali. Per il Brasile e la Cina la cooperazione con l'Africa è diventata una priorità e dunque, capiamo che Draghi cerca maldestramente di «normare» una situazione già acquisita sul terreno, rilanciando il multilateralismo di Bretton Woods nella speranza di contenere quel cambiamento degli assetti di potere che l'occidente teme sopra ogni cosa, e che intende contrastare anche a costo di «riesumare» la cooperazione allo sviluppo. * Pres. Terre des hommes international

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Sul tetto agli stipendi dei manager la Commissione impari dall'Italia (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: Commenti & Analisi data: 30/04/2009 - pag: 9 autore: di Angelo De Mattia Sul tetto agli stipendi dei manager la Commissione impari dall'Italia Partoriranno i monti, nascetur ridiculus mus, nascerà un topolino. Così può dirsi della raccomandazione della Commissione UE, varata ieri, riguardante le remunerazioni dei manager delle società quotate e del comparto finanziario, pomposamente presentata dal commissario McCreevy come la raccomandazione del no ai «premi al fallimento». Perché parlare di un risultato sostanzialmente platonico? Finora sono intervenute le decisioni su questa materia del Financial stability board che hanno fatto da battistrada, precise e vincolanti nella misura in cui possono esserlo le raccomandazioni di un organo importante, ma che non può direttamente legiferare nei sigoli Paesi, ma può, invece, dettare indirizzi per questi ultimi, che poi devono essere recepiti nell'ordinamento interno, stanti le intese internazionali raggiunte dai rispettivi governi. Sulla materia delle remunerazioni degli esponenti di vertice si sono abbondantemente pronunciati, in questi mesi, il G7, il G8, il G20 (di Londra) che hanno approvato le proposte del Financial stability board e hanno impegnato gli Stati partecipanti ad introdurle nella loro legislazione. A questo punto, ci si sarebbe attesi non certo una raccomandazione da parte della Commissione europea ma una direttiva vincolante, che avesse individuato il tetto da porre alle liquidazioni, l'esclusione dei bonus per i dirigenti che lasciano l'azienda di iniziativa o in caso di cattive performance o di fallimento della società, il collegamento delle stock option e della parte variabile degli stipendi con i risultati aziendali di lungo termine, eccetera. Materie affrontate, in larga parte, dalla raccomandazione, ma che restano appunto configurate come un mero suggerimento, come una prospettazione di un'opportuna linea di condotta. Non ne nasce, invero, alcun obbligo giuridico di recepimento in capo agli Stati membri. Si tratta di un intervento che, sostanzialmente, si muove sul piano della mera opportunità. Le «disposizioni» in questione avrebbero potuto essere meglio inquadrate e delimitate, rese più incisive, più efficaci, volte a prevenire o a rimuovere le situazioni patologiche. Ma poi si sarebbero dovuti impegnare gli Stati a recepirle con lo strumento della direttiva, che può lasciare liberi i Paesi che vi sono tenuti nella scelta dei mezzi, ma non nei risultati che sono quelli voluti dal legislatore comunitario e sono, quindi, vincolanti. Si dirà: c'è di mezzo l'autonomia negoziale delle parti; c'è il rischio di vulnerare le reciproche, libere convenienze nella definizione delle condizioni per meglio valorizzare merito e professionalità. Ma, allora, sin qui si è scherzato quando si è discusso per mesi – e si sta tuttora discutendo – sugli stipendi dei manager, sulla necessità di una revisione della loro struttura retributiva, innanzitutto per rispondere a principi di giustizia sociale e distributiva e perché le degenerazioni riscontrate in questo campo fanno parte di quelle cause che hanno decisamente concorso alla crisi finanziaria? Una auspicata direttiva in materia non è certo da ritenere aprioristicamente antimeritocratica. Vi sono modi corretti per conciliare merito ed equità retributiva. Soprattutto, per evitare che la struttura degli emolumenti provochi danni alla sana e prudente gestione e alla stabilità aziendale e sistemica.Da tempo, la Banca d'Italia ha emanato istruzioni, nel quadro della normativa sulla governance, riguardanti le remunerazioni dei manager bancari. In questi mesi sono state poi impartite, dall'Istituto, ulteriori indicazioni. Le banche sono ora tenute a uniformarsi. Le due principali, Unicredit e Intesa San Paolo, lo stanno facendo con l'adozione di specifiche previsioni in materia. Si può dire che l'Italia, in fatto di concretezza, precede di gran lunga l'Europa, la quale sembra limitarsi a salvare la propria anima con una raccomandazione. Sarebbe, allora, opportuno che sulla materia intervenissero il Consiglio e il Parlamento per rivedere quanto meno il veicolo normativo adottato. Del pari, sarebbe necessario un intervento dei suddetti organi anche per l'altra delibera che ieri la Commissione, che ha rinviato le decisioni sulla disciplina anti crack, ha adottato in materia di fondi speculativi, questa volta ricorrendo allo strumento della direttiva. È stato previsto che tali fondi dovranno registrarsi obbligatoriamente e comunicare alle autorità competenti i mercati e gli strumenti sui quali opereranno, insieme con tutta una serie di dati sulle performance, sulle concentrazioni di rischio, etc. E' stata, però, disposta una esenzione per gli hedge fund e per i private equity con portafoglio rispettivamente sotto i cento e i cinquecento milioni. Quantunque l'Europa sia la prima a muoversi, come ha sottolineato il loquace McCreeevy, si nutrono forti dubbi sul compromesso raggiunto e si teme che così si possa facilitare l'accesso dei fondi speculativi al mercato europeo. È insufficiente il mero obbligo di registrazione e di rilascio di informazioni e dati. Ben altra normativa occorrerebbe dettare. Sarebbe, comunque, singolare se un disegno di rafforzamento della disciplina in questione finisse con il tradursi in una maggiore possibilità di operatività in Europa per i fondi che svolgono attività nei centri offshore. Un vero esito paradossale anche in questo caso, in contrasto con tutto ciò che è stato stabilito nelle numerose riunioni internazionali dei diversi «G». Era prevedibile che la fase di attuazione degli indirizzi votati dai consessi globali sarebbe stata tormentata. Ma non si pensava di dovere constatare così in fretta le insorgenti difficoltà. Una lezione ulteriore, tuttavia, perché, oltre a progettare le nuove regole (alte) dell'architettura finanziaria internazionale, si pensi con concretezza alle specifiche regole dei singoli settori di operatività, così difficili da definire e da applicare, per il contrasto dei diversi interessi e delle diverse visioni. Prima di volare alto, bisogna dimostrare di sapere affrontare i problemi più immediati e di grande rilievo. In caso contrario, l'impalcatura anticrisi che si è andata faticosamente costruendo in questi mesi con i numerosi incontri internazionali rischia di cadere per i piedi di argilla degli Stati che dovrebbero dare seguito alle decisioni assunte.

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Unicredit non teme il difficile 2009 (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: Mercati Globali data: 30/04/2009 - pag: 15 autore: di Andrea Di Biase Profumo incassa la riconferma dall'assemblea e rassicura sulla presenza in est europa Unicredit non teme il difficile 2009 I soci approvano a larghissima maggioranza il bilancio 2008 chiuso con un utile di 4 mld. Nel nuovo cda entra il governatore della banca centrale libica. Si negozia ancora sul Tremonti-bond Il 2009 si prospetta come un anno difficile ma Unicredit ha comunque performato bene nei primi due mesi e la presenza in centro ed est Europa, che pure ha portato problemi negli ultimi mesi a causa della crisi, presenta ora meno rischi e tornerà a essere un fattore positivo per il gruppo bancario. E' questa l'indicazione arrivata ieri dal ceo di Piazza Cordusio, Alessandro Profumo, nel corso dell'assemblea-fiume che, oltre ad approvare a larghissima maggioranza (96,6% del capitale presente) il bilancio 2008, ha provveduto a nominare il nuovo cda. Il nuovo consiglio di amministrazione resterà in carica fino all'approvazione del bilancio 2011 e include i rappresentanti delle grandi fondazioni azioniste, che si sono presentati con un'unica lista di candidati dopo le tensioni seguite alla retromarcia di Cariverona sulla sottoscrizione del prestito cashes. Nel cda di Unicredit, oltre ai pesi massimi delle grandi fondazioni (Verona, Crt e Carimonte) e ai confermati Profumo e Dieter Rampl (quest'ultimo nel ruolo di presidente), è entrato, come da copione, anche il governatore della banca centrale della Libia, Farhat Omar Bengdara, che sarà uno dei quattro vicepresidenti. Nonostante la percentuale «bulgara» con cui è stato approvato il bilancio (si sono astenuti, come da prassi, solo i rappresentanti dei fondi esteri), i piccoli azionisti non hanno risparmiato critiche al vertice della banca. Tra i rilievi sollevati, soprattutto il calo dei risultati della banca (4 miliardi di euro nel 2008), l'operazione di rafforzamento patrimoniale varata d'urgenza nell'autunno scorso e le retribuzioni dei vertici. Nelle loro repliche, sia Rampl sia Profumo hanno sottolineato che i risultati della banca sono stati influenzati dalla crisi finanziaria globale e che il 2008 si è chiuso in utile pur di fronte a uno scenario che ha mandato in perdita molti gruppi bancari europei e americani. Profumo, pur riconoscendo l'insoddisfazione dei soci, ha però ricordato come dalla presentazione dei conti, lo scorso 18 marzo, il titolo Unicredit è salito dell'89%, il doppio rispetto alla media dei titoli bancari europei, segno che il giudizio della comunità finanziaria «è stato nel complesso positivo». E proprio il rialzo del titolo ha spinto l'assemblea di Piazza Cordusio a rivedere il prezzo di emissione delle nuove azioni che saranno assegnate ai soci come dividendo. Il prezzo di emissione è infatti stato portato a 1,6 euro per azione a fronte dei precedenti 0,94 euro. Saranno dunque emessi meno titoli, pur a fronte del medesimo pay-out (3,6 miliardi di euro). Ciò comporterà una minore diluizione per i sottoscrittori del prestito cashes in occasione della conversione del bond in azioni. Ancora nessuna novità, invece, sul ricorso al sostegno pubblico. «I Tremonti-bond non sono stati ancora emessi in quanto le procedure sono in fase di negoziazione», ha detto Profumo.

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Luigi Roth sbarca in Carife (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: Mercati Globali data: 30/04/2009 - pag: 16 autore: di Luca Gualtieri Il presidente della fondazione fiera milano nominato nel cda Luigi Roth sbarca in Carife Assumerà anche la presidenza della Popolare di Roma. Intanto il gruppo resiste alla crisi finanziaria ma guarda con preoccupazione alla crescita delle sofferenze Dopo i molti, prestigiosi incarichi ricoperti nella sua carriera, il presidente della Fondazione Fiera Milano, Luigi Roth, si impegna nelle banche del territorio. L'assemblea della Cassa di Risparmio di Ferrara ha infatti nominato Roth in cda, affidandogli anche la presidenza della controllata Popolare di Roma. «Siamo onorati dalla presenza di un uomo dell'esperienza e della sensibilità di Roth», ha commentato a MF-Milano Finanza il direttore generale dell'istituto ferrarese, Gennaro Murolo.L'assemblea di ieri ha anche approvato i conti del 2008 che si è concluso con un utile netto di 23,8 milioni, dopo accantonamenti e rettifiche per circa 56,2 milioni. Il margine di interesse si è attestato a 141,3 milioni (+5,9%) mentre il margine di intermediazione ha raggiunto 195,6 milioni (+4,2%) e la raccolta diretta consolidata è stata di 6,8 miliardi. Alla luce di questi risultati è stata approvata la distribuzione di un dividendo di 0,45 euro per azione. «Il gruppo sta registrando una buona tenuta nonostante la bufera che ha travolto i mercati finanziari», spiega Murolo. Sul 2009, però, le previsioni sono molto prudenti, soprattutto alla luce della recessione che ha colpito il tessuto produttivo locale: «Sarà un anno di consolidamento dopo le recenti acquisizioni che ci hanno permesso di crescere in diverse Regioni». L'attenzione del management è concentrata soprattutto sull'andamento delle sofferenze che nei primi quattro mesi dell'anno sono cresciute del 12%. «Siamo ancora lontani dalle previsioni pessimistiche fatte a livello di sistema ma restiamo guardinghi». Il trend è legato soprattutto alle difficoltà incontrate dal mondo della piccola-media impresa che ha visto crollare la domanda e fatica a onorare i debiti contratti. A livello patrimoniale, il gruppo Carife ha una posizione piuttosto solida: «Il Tier 1 si attesta al 9,5% mentre il total capital ratio ha raggiunto il 15%: livelli di tutta sicurezza garantiti anche dall'aumento di capitale da 71 milioni chiuso a fine 2008», commenta Murolo. Un ulteriore elemento di solidità deriva dai forti accantonamenti fatti a fine 2008 per 56,2 milioni. Nonostante la disponibilità di cassa, però, il gruppo preferisce evitare acquisizioni nel corso dell'esercizio. «Abbiamo recentemente comprato per 17 milioni la Banca di Credito e Risparmio di Romagna che va ad arricchire la nostra presenza territoriale nella Regione. Preferiamo quindi dedicarci al consolidamento, salvo occasioni davvero imperdibili».

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Il trimestre nerissimo degli Usa (sezione: crisi)

( da "Riformista, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Segue dalla prima Il trimestre nerissimo degli Usa E' il terzo trimestre consecutivo di calo (non succedeva da 34 anni, in pieno shock petrolifero). Cala l'export del 30 per cento rispetto al quarto trimestre, tengono i consumi delle famiglie (+2,2 per cento), ma crollano gli investimenti delle imprese (-37,9). Per l'amministrazione americana adesso sono le imprese il problema numero uno, il bersaglio principale su cui la crisi economica si è abbattuta. E di imprese dovrebbe parlare oggi Barack Obama in un discorso in cui affronterà anche il tema Chrysler-Fiat e General Motors. La situazione americana è molto difficile. La crisi finanziaria ha prodotto effetti impensabili solo un anno fa. Lehman Brothers fallita, istituzioni finanziarie in ginocchio, il settore automobilistico in fase di drastico ridimensionamento, e soprattutto interi pezzi di pil americano nelle mani dello stato. Simbolicamente la cosa più grossa sarebbe la nazionalizzazione di General Motors, per cinquant'anni primo produttore di auto al mondo (oggi testa a testa in classifica con Toyota). Il Tesoro insieme ai sindacati potrebbe rilevarne il 90 per cento del capitale e con la garanzia della partecipazione pubblica il nuovo management si occuperebbe di razionalizzare la società. Nel complesso il programma di intervento pubblico straordinario è stato massiccio. Il governo è entrato con l'87 per cento in entrambe le società che cartolarizzavano i mutui bancari Fannie Mae e Freddie Mac, di cui garantiva già le passività. Lo stato è entrato per il 79,9 per cento nel gruppo assicurativo AIG. E' entrato nella prima banca del mondo Citigroup, le cui quotazioni erano crollate in autunno, con una quota del 36 per cento del capitale. Tutte le altre grandi istituzioni finanziarie sono state salvate con iniezioni di denaro pubblico e partecipazioni. Goldman Sachs e Morgan Stanley sono state ricapitalizzate senza scambio di azioni e ha cambiato status, è diventata una banca commerciale. Il governo è entrato con il 3,4 per cento nel capitale di Bank of America, di cui ha coperto 20 miliardi di asset tossici, e gli ha fornito il denaro per rilevare il cento per cento di Merrill Lynch - che ne è diventato il braccio finanziario - e il 69 per cento di Countrywide Financial. Infine con contributi pubblici ha consentito il salvataggio di Bear Stearns rilevata da JP Morgan, di National City Bank, e di Wachovia comprata da Wells Fargo. Che cosa ci dice questa massa di pil nazionalizzato? Una delle tesi di questi ultimi mesi è che l'interventismo americano segni una crisi irreversibile del mercato (insieme con l'altrettanto massiccio intervento pubblico inglese - attaccato l'altro giorno dall'Economist) dove lo stato ha rilevato Northern Rock, il 45 per cento di Lloyds e di Hbos, e tra il 60 e il 65 per cento di Barclays plc, Rbs e Bradford & Bingley Building Society). In realtà potrebbe essere più ragionevole vedere la cosa da un altro punto di vista. In questo momento solo gli Stati Uniti - e forse il Regno Unito - sono nelle condizioni culturali di operare nazionalizzazioni temporanee. Mentre gli interventi pubblici dell'Europa continentale riequilibrano a vantaggio dei governi la bilancia stato-mercato in una dialettica che per tutti gli anni 90 e 2000 ha oscillato tra entusiasmo mercatista e spinte protezioniste, le operazioni di salvataggio in America hanno un significato diverso. I pragmatici Stati Uniti prendono atto degli errori commessi, e anche delle occasioni perdute negli ultimi vent'anni, e procedono con l'unico strumento che hanno a disposizione per ristrutturare il sistema economico riducendo al massimo l'impatto sociale della crisi: nazionalizzazioni temporanee e ristrutturazioni. Mali estremi, estremi rimedi. Poi si tornerà al mercato. L'operazione prospettata su Gm è di questo genere: taglio della capacità produttiva in eccedenza con una riduzione del 25 per cento degli impianti, riduzione del personale, calo del 25 per cento dei costi nell'America del nord da 31 miliardi dell'anno scorso a 23 per il prossimo anno, dismissione di marchi come Pontiac, Saturn e forse Hummer, quest'ultimo con i suoi Suv emblema dell'afasia culturale dell'industria automobilistica americana negli ultimi venti anni. di Marco Ferrante 30/04/2009

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L'aumento del 5,03% della raccolta diretta, ovvero del risparmio ha premiato l'anno scorso la Carife... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Giovedì 30 Aprile 2009 Chiudi L'aumento del 5,03% della raccolta diretta, ovvero del risparmio ha premiato l'anno scorso la Carifermo. Il confortante dato è emerso nell'Assemblea degli azionisti della banca che ha esaminato il bilancio dell'esercizio 2008 della Banca approvandolo all'unanimità. «Nella situazione complessivamente negativa di un anno drammatico per la finanza internazionale - afferma il presidente della Carifermo spa, Alberto Palma - la nostra banca mantiene la sua proverbiale solidità e cresce sia per i depositi di risparmio che per i prestiti. La clientela apprezza sempre più il valore della presenza di un istituto bancario locale solido ed affidabile». L'utile netto della banca è stato di 6.569.182 in parte destinato a riserve e per il resto assegnato come dividendo nella misura di 6,40 euro per ciascuna azione. Anche nell'anno trascorso, dunque, la Carifermo si è confermata, come è stato evidenziato nell'assemblea, nel ruolo di banca locale a sostegno delle famiglie e delle imprese del territorio con una crescita dei prestiti in misura dell'8,72% ed un miglioramento ulteriore del rapporto tra le sofferenze nette e i prestiti, sceso all'1,49%. Si è evidenziata una crescita del margine d'interesse del 6,01%, mentre il risultato operativo, influenzato da rettifiche di valore delle attività finanziarie di portafoglio, si è attestato a 14.048.000. «Significativi - dicono i dirigenti della banca - i risultati della raccolta diretta, con buon gradimento incontrato delle emissioni obbligazionarie, mentre, in linea con l'intero sistema bancario, a causa della crisi finanziaria, è risultata in decremento la raccolta indiretta specie nel comparto del risparmio gestito. Ottimo il livello di patrimonializzazione complessiva che tocca il 15,70%, Il patrimonio al 31 dicembre 2008 è di 146.832.911. Questi dati pongono Carifermo Spa ai vertici per solidità e solvibilità, fattori indispensabili, insieme alla liquidità, per operare, nella sua autonomia, a sostegno di progetti di sviluppo locale e per affrontare con serenità le ulteriori sfide del mercato nel rinnovato impegno a mantenere e incrementare il suo ruolo di riferimento per l'economia del fermano». Di.Mar.

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Meno finanza nel futuro degli Stati Uniti (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-30 - pag: 10 autore: Intervista sul magazine del New York Times «Meno finanza nel futuro degli Stati Uniti» L'economia americana non sarà più fatta per metà dalla finanza perché una parte della ricchezza prodotta a Wall Street era «illusoria». Lo ha detto il presidente Barack Obama in una lunga intervista al magazine del New York Times. Il colloquio con l'editorialista del quotidiano americano David Leonhardt uscirà domenica prossima. Eccone uno stralcio. La finanza americana dovrà ridimensionarsi? Dobbiamo distinguere tra la finanza come linfa vitale della nostra economia e la finanza come industria. La prima non cambierà. Quello che invece cambierà, perché era un'aberrazione,è una realtà in cui i profitti nel settore finanziario negli ultimi dieci anni erano diventati una parte così rilevante degli utili della Corporate America. Le nuove regole freneranno il massiccio ricorso alla leva finanziaria e ai rischi. Una parte di questa ricchezza era illusoria. Dunque non ci mancherà? Ci mancherà nel senso che grazie ai bonus milionari un giovane di 25 anni era disposto a pagare 100 dollari per una cena in una steakhouse e il cameriere riceveva mance da far invidia a un professore di college. Questi effetti collaterali si faranno sentire a Manhattan. Ma quello che stava accadendo a Wall Street da 10-15 anni era insostenibile, così come era insostenibile il boom delle dot-com, dove la gente a Silicon Valley accumulava enormi guadagni anche se era chiaro che le loro attività non sarebbero mai andate in utile. La Silicon Valley resta una parte importante della nostra economia e lo stesso accadrà con Wall Street. Ma l'economia americana non sarà più fatta per metà dalla finanza. Un maggior numero di talenti lavorerà per altri settori. è una cosa positiva: non vogliamo che ogni laureato con competenze in matematica diventi un trader di derivati. Durante la campagna elettorale, ha detto che nella sua amministrazione avrebbe voluto un vivace dibattito tra un tipo alla Robert Rubin (ministro del Tesoro di Clinton, Ndr) e uno alla Robert Reich (ministro del Lavoro all'epoca, Ndr). Lei ha un'ampia scelta nella sua squadra. Ma non ho Paul Krugman e Jo-seph Stiglitz (risata) Ma è un fatto che il suo circolo più ristretto è dominato da pupilli di Rubin... Larry Summers (direttore del Consiglio economico della Casa Bianca, Ndr) e Tim Geithner (ministro del Tesoro, Ndr) in effetti lavoravano al Tesoro sotto Rubin. (...) La verità è che nella politica economica sono alla ricerca di un pragmatismo assoluto. è chiaro che con l'esplodere della crisi finanziaria, il fatto che Tim e Larry avessero familiarità con questo tipo di crisi è stato un vantaggio. Onestamente l'elenco di figure cui attingere era piuttosto breve, perché l'ultimo presidente democratico, Bill Clinton, è rimasto in carica otto anni, e per gran parte del tempo Bob Rubin è stato il suo consigliere economico (...). Si ricordi comunque che ho enormerispetto per uno come Joe Stiglitz, leggo tutti i suoi lavori. E sto pensando di coinvolgere personaggi come lui nei nostri dibattiti. Uno che ha un'enorme influenza su di me è Paul Volcker (presidente della Fed con Carter e Reagan, Ndr), che è ancora una persona molto brillante e acuta in grado di darmi molti consigli e di fare da contrappeso (...).Tra di noi c'è un accordo quasi totale sulle lezioni da trarre da questa crisi, in particolare sull'importanza delle regole nei mercati finanziari (...). E abbiamo anche un atteggiamento umile sulle conseguenze delle nostre azioni. Prendiamo Geithner, che è stato preso di mira per mesi. In realtà ha capito che se agiamo troppo bruscamente, facciamo più male che bene. SVOLTA INEVITABILE «Una parte della ricchezza di Wall Street era illusoria La nostra economia non verrà più per metà da quel mondo»

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Il dogma Fed e i sei peccati capitali (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-30 - pag: 15 autore: Il dogma Fed e i sei peccati capitali La fede nel liberismo ha impedito di cogliere i rischi d'instabilità delle istituzioni finanziarie L' azione della Federal Reserve è stata ostacolata da due limiti importanti dell'istituzione, che sono anche le cause principali dell'attuale e di molte precedenti crisi del credito. L'incapacità di rendersi conto dell'importanza delle trasformazioni dei mercati finanziari e la dedizione al liberismo economico: due gravi errori che giustificano la necessità di una revisione a 360 gradi della Fed. Il primo di questi limiti è stato il non essersi resi conto della rilevanza, ai fini della politica monetaria, dei cambiamenti strutturali dei mercati, cambiamenti che erano emersi già nella prima fase del dopoguerra. La Fed non è stata in grado di cogliere per tempo l'importanza delle innovazioni finanziarie che hanno facilitato la creazione di nuovo credito. Tra queste innovazioni, quella che forse ha avuto l'impatto più ampio è stata la cartolarizzazione di attività difficili da smerciare, che ha creato l'illusione di poter ridurre il rischio di credito se i titoli diventavano commerciabili. Inoltre, le nuove e complesse tecniche adottate nella cartolarizzazione (come le garanzie sul credito e l'assicurazione)hanno reso più nebuloso il rischio di credito e hanno sollevato (molti anni fa, a mio parere) la spinosa domanda: «Chi è il vero guardiano del credito?». Invece di affrontare questi problemi, la Fed ha sostenuto a spada tratta la cartolarizzazione. UnodeimaggioripuntidebolidellaBan-cacentraleamericanaèstatalasuaincapa-citàdiaccorgersideiproblemichepoteva-nocrearelegrandicon lomeratefinanziarie per la stabilità finanziaria, tra cui il ruolo decisivo da esse giocato nell'attuale sovraccarico di debito. La Fed ha lasciato che venisse abrogata la legge Glass-Steagall senza valutare le conseguenze negative della rimozione del divieto di mettere insieme banche d'investimenti e banche commerciali.Nel giro di una ventina d'anni, le conglomerate finanziarie sono arrivate a dominare completamente i mercati e i comportamenti nel settore della finanza. Ma i responsabili della politica monetaria non si sono resi conto che questi colossi erano permeati di conflitti d'interessi che interferivano con un'efficace allocazione del credito. La Fed non ha saputo accorgersi nemmeno del ruolo decisivo che hanno avuto le grandi conglomerate nel trasformare la percezione della liquidità da parte dell'opinione pubblica. Tradizionalmente, la liquidità era un concetto legato alle attività: ora invece è diventata un concetto legato alle passività, liquidità in pratica è diventato sinonimo di facile accesso al credito. Tutto questo non sarebbe accaduto senza gli sforzi di marketing dei grandi istituti. Il mio secondo grande motivo di preoccupazione in tema di politica monetaria è il liberismo economico predominante alla Fed. Al centro di questo dogma economico c'è la convinzione che il mercato è il giudice migliore e chi è bravo a competere avrà successo e chi non è bravo fallirà. Che effetti produce tutto questo sulle azioni e sul comportamento della Fed? Come prima cosa, spiega in larga parte perché la Fed non si sia opposta con forza alla rimozione delle restrizioni previste dalla legge Glass-Steagall. Come seconda cosa, spiega perché la Fed non si sia resa conto che con l'abbandono della Glass-Steagall sarebbe cresciuto il numero degli istituti di credito "troppo grandi per fallire". Come terza cosa, ha ridotto il ruolo di supervisione della Fed, in particolare la sua responsabilità diretta sulla regolamentazione delle holding bancarie. Certo, i compiti di supervisione della Fed non hanno mai avuto molta rilevanza nelle decisioni in materia di politica monetaria, ma lo spostamento della Fed su posizioni liberiste ha limitato la supervisione proprio in un momento in cui stava crescendo la complessità dei mercati finanziari. Come quarta cosa, con l'allentamento della supervisione è diventata sempre più accettabile la modellizzazione quantitativa del rischio. Si tratta di un approccio, in particolare la modellizzazione quantitativa tesa a valutare la sicurezza di un istituto finanziario, tutt'altro che adeguato, ma perfettamente coerente con la filosofia secondo cui il mercato è il miglior giudice. Come quinta cosa, la fede nel liberismo ha impedito alla Fed di usare la sua autorità o la sua autorevolezza per limitare gli eccessi dei mercati. è difficile credere che un ricorso alla moral suasion da parte del presidente della Fed non avrebbe prodotto risultati. Pronunciamenti pubblici del genere sugli eccessi finanziari sono difficili da ignorare e raggiungono anche l'opinione pubblica in generale, non solo gli attori del mercato. Come sesta cosa, per effetto della sua filosofia sempre più liberista la Fed era convinta di non essere in grado d'individuare una bolla creditizia ma di sapere che cosa fare una volta che la bolla scoppiava. è una filosofia che fa acqua da tutte le parti. Esistono diversi modi per individuare le bolle creditizie, ad esempio la rapida crescita del credito, rapporti prezzo/utile molto elevati e scarti di rendimento molto ridotti fra debiti di alta e di bassa qualità. Indirizzando la politica monetaria in una direzione liberista, la Fed ha giocato un ruolo centrale nella creazione di un ambiente finanziario caratterizzato da una crescita eccessiva del credito e da una ricerca sfrenata del profitto. Gli attori principali del mercato si sono ritrovati a pensare che se non avessero abbracciato il nuovo mondo di debiti cartolarizzati, titoli di credito per procura e analisi del rischio quantitativa, avrebbero con ogni probabilità perso quote di mercato, visto partire i dipendenti migliori e subìto una riduzione dei profitti. L'ironia è che il problema è stato aggravato dal fatto che il liberismo della Fed era incoerente. La Banca centrale americana è rimasta fedele al suo approccio non interventista durante l'espansione monetaria, per poi abbandonarlo quando serviva mettere un freno. E questo a sua volta ha trasmesso l'impressione di un insieme di regole del gioco imprevedibile e incoerente. Serve dunque una revisione a 360 gradi del ruolo della Fed e della supervisione dei nostri istituti finanziari. L'attuale funzionamento interno della Fed, dalla rappresentanza regionale ai compensi per il presidente e i governatori alla durata dei mandati, è adeguato? Che cosa si può fare per migliorare il processo decisionale della Fed? Se dovessimo creare ex novo una Banca centrale, che differenze avrebbe con quella attuale? Il minimo che si possa dire è che la Fed dovrebbe prestare più attenzione agli eccessi finanziari. (Traduzione di Fabio Galimberti) PROBLEMI SOTTOVALUTATI Ignorato l'impatto delle innovazioni: la cartolarizzazione spinta ha creato l'illusione di poter ridurre il rischio di credito di Henry Kaufman PRESIDENTE HENRY KAUFMAN & C. AFP In carica. Ben Bernanke, 56 anni, presidente della Fed dal febbraio 2006

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Al comitato di stabilità i flussi di credito alle Pmi (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-04-30 - pag: 17 autore: Oggi riunione per valutare il lavoro svolto dagli «osservatori» Al comitato di stabilità i flussi di credito alle Pmi Rossella Bocciarelli ROMA Si tiene quest'oggi alle 15 e 30 a Via XX Settembre la riunione del Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria, la task force anti-crisi della quale fanno parte di diritto, accanto al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti che la presiede, il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, il presidente della Consob, Lamberto Cardia, il presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini e il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli. I temi all'ordine del giorno sono due: il primo è la dinamica dell'afflusso di credito all'economia e alle piccole e medie imprese, in particolare. Si dovrebbe tenere anche una prima valutazione dell'esercizio svolto dagli Osservatori regionali sul credito, previsti dal Dl anticrisi istituiti presso le prefetture, ai quali presenziano anche gli esperti di Bankitalia. Il decreto che istituisce gli osservatori sul credito, peraltro, è lo stesso che ha stabilito la possibilità per le banche di fare ricorso ai cosiddetti Tremonti bond (il rafforzamento patrimoniale delle banche è lo strumento ritenuto essenziale, al fine di impedire il prosciugamento dell'offerta creditizia). Anche se, finora, non sono stati perfezionati i decreti ministeriali per i due gruppi bancari (Monte dei Paschi e BPM) che hanno già fatto le richieste di poter emettere questi speciali titoli ibridi; richieste per le quali sembrerebbe invece che sia stato già accordato il disco verde di fattibilità della Banca d'Italia. Dal canto suo,il mondo delle banche ammette che nell'ultimo anno si è più che dimezzata la crescita dei prestiti delle banche alle imprese, ma sostiene che questo fenomeno non è da riconnettere a una stretta dell'offerta di credito, cioè a un credit crunch vero e proprio, come ha ribadito ieri in un'audizione al Tesoro il direttore generale dell'Abi, Giuseppe Zadra. «Il tasso di crescita tendenziale dei prestiti erogati alle imprese non finanziarie - ha detto Zadra - ha mostrato un rallentamento nel corso degli ultimi 12 mesi, passando dal +13,2% registrato nel febbraio dello scorso anno al +5,1% di febbraio 2009». Ma secondo l'Abi «si può escludere al momento l'ipotesi di credit crunch per l'economia italiana». Il secondo punto all'ordine del giorno del Comitato per la stabilità, per il quale ciascuno dei responsabili delle varie authority è chiamato a riferire, riguarda l'attività di vigilanza in rapporto alla crisi finanziaria. Sia Tremonti sia Draghi ne hanno parlato a Washington in occasione del G-7 e G-20 e quanto alle banche italiane, il Governatore ha appena ricordato che Bankitalia conduce regolarmente stress test sulle aziende di credito made in Italy, dai quali non sono emersi sinora problemi particolari, perché altrimenti «l'autorità di vigilanza avrebbe reagito».

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MILANO - Le banche si riservano di dare una risposta al piano di ristrutturazione della Camfin, la f... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Giovedì 30 Aprile 2009 Chiudi MILANO - Le banche si riservano di dare una risposta al piano di ristrutturazione della Camfin, la finanziaria di Marco Tronchetti Provera che detiene il 26% della Pirelli: aumento di capitale di 100 milioni, di cui 70 subito e 30 dopo tre anni, di cui la controllante Gpi facente capo a Tronchetti e a Carlo Puri Negri si impegna adesso a garantire la sottoscrizione dei warrant della propria quota; riscadenzamento dei 440 milioni circa residui di debiti in tranche a 3-6 anni. Ieri pomeriggio, secondo quanto risulta a Il Messaggero, l'advisor Mediobanca avrebbe riunito in piazzetta Cuccia i rappresentanti di Banco Popolare, Unicredit, Mps, Bpm per illustrare il piano che consente alla Camfin di superare la crisi finanziaria causata dalla perdita 2008 relativa alla svalutazione della partecipazione nella Bicocca che non ha dato dividendo. Accanto alla Gpi che si accolla la quota parte dell'aumento da 70 e i warrant di quella da 30, le banche sono chiamate a costituire il consorzio di collocamento e garanzia. Questo consorzio dovrà avere come capofila Unicredit che, fra gli istituti sarebbe quello più rigido. Ma piazza Cordusio si sarebbe riservato di dare una risposta. Accanto all'immissione di denaro fresco per 70 milioni, Camfin dovrebbe incassare entro maggio 120 milioni dalla cessione del 40% di Energie investimenti, società del gas. In attesa di questi soldi, Banco Popolare e Bpm sono pronti a concedere nuova finanza per 20 milioni per far fronte agli oneri di gestione. I debiti residui verrebbero rifinanziati. Quanto a 430-440 milioni in due tranche: 180-190 milioni a tre anni e rimborsati con i 30 milioni della seconda rata dell'aumento e il ricavato della vendita di altri asset come le azioni Pirelli non legate al patto; 230-250 milioni restituiti a 5 e 6 anni. A garanzia dell'esecuzione del piano, gli istituti dovranno concedere uno "stand still" fino a novembre. r. dim.

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La svolta è stata purtroppo decisa troppo tardi per alleviare la caduta produttiva e, a... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Giovedì 30 Aprile 2009 Chiudi di PAOLO SAVONA La svolta è stata purtroppo decisa troppo tardi per alleviare la caduta produttiva e, anche per questo, ha richiesto un fuori misura, data l'incapacità dell'Unione europea di coordinare le decisioni fiscali nazionali per evitare di "poggiare parte del peso della ripresa sul vicino" (che si può assimilare a un "protezionismo di risulta"). Ma queste cose già si sapevano da tempo e la Bce era tenuta a saperlo. Certamente meno chiari appaiono i pericoli dell'ottimismo se ci si limita a considerare dimensione e contenuti delle politiche fiscali seguite dall'insieme dei Paesi. Ricordiamo che, nel comunicato del vertice di Londra, la somma delle spinte fiscali in deficit è stata indicata pari al 10% circa del Pil mondiale, alla quale si aggiunge la disponibilità di oltre mille mld di dollari in gran parte assegnati in gestione al Fondo monetario internazionale. È pur vero che più della metà degli stanziamenti sono destinati a tappare i buchi finanziari venutisi a creare, ma la cifra residua compensa la caduta produttiva globale, forse la eccede fino a creare sospetti di sovradimensionamento degli interventi assistenziali a favore delle imprese. Se da siffatta spinta non venisse fuori una ripresa, allora sì che dovremmo preoccuparci, perché significherebbe che le autorità non hanno compreso la crisi e, di conseguenza, i provvedimenti presi non sono adeguati. Sarebbe un vero dramma. Altro che pericoli dell'ottimismo. Il pericolo uno solo, bello e grande sarebbe se la ripresa non facesse capolino trainata dall'ottimismo, perché creerebbe una situazione economica veramente difficile da affrontare politicamente e socialmente. È questo che le autorità paventano?

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Fondi pensione, +1,3% nel 2009 (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-04-30 - pag: 34 autore: Il presidente della Covip in Senato Fondi pensione, +1,3% nel 2009 Marco lo Conte Per Antonio Finocchiaro c'è molto da fare per rilanciare la previdenza complementare. Il presidente di Covip (commissione di vigilanza sui fondi pensione), ne ha parlato alla Commissione Lavoro permanente del Senato,nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla disciplina delle forme pensionistiche complementari. Se i risultati finora conseguiti nell'estensione della previdenza complementare sono, secondo Finocchiaro, ancora insufficienti, è anche vero che il settore presenta anche elementi positivi. Confrontati coni risultati dei fondi pensione di altri paesi, quelli italiani – sottolinea Finocchiaro – hanno mostrato «un'apprezzabile solidità» di fronte alla recente crisi finanziaria (-6,3% nel 2008, +1,3% da inizio 2009); nè sono emersi significativi segnali di sfiducia da parte di operatori o aderenti. Che continuano a crescere, seppur di poco: 50mila nel primo trimestre dell'anno. Lungo l'elenco delle misure da prendere, indicate da Finocchiaro, alla sua prima uscita «istituzionale» da presidente di Covip: dall'aggregazione tra fondi, quantomeno per la gestione amministrativa, all'ammodernamento della disciplina degli investimenti, ferma al 1996. Finocchiaro auspica l'introduzione di sistemi di garanzia degli aderenti: introducendo meccanismi di lifecycle, che adeguano la composizione degli investimenti in base all'evoluzione anagrafica dell'aderente o creando meccanismi di solidarietà tra fondi. Tra le priorità una campagna di diffusione della cultura previdenziale e un'informazione dettagliata sulla posizione previdenziale dell'individuo, la famosa «busta arancione » in arrivo l'anno prossimo. «Un'ipotesi da considerare – ha aggiunto Finocchiaro – potrebbe essere quella di una reversibilità limitata ai flussi futuri del Tfr e opportunamente regolamentata ». Il presidente Covip lascia all'accordo tra le parti la portabilità alle forme individuali del contributo datoriale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Investimenti alternativi. (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-30 - pag: 37 autore: Investimenti alternativi. Comunicata a Bankitalia la rinuncia all'autorizzazione:l'hedge fund cancellato dall'albo Generali, stop al piano-Mangart: il fondo speculativo non decolla Monica D'Ascenzo MILANO E sattamente un anno fa, nell'aprile del 2008, Giovanni Perissinotto, amministratore delegatodi Assicurazioni Generali, annunciava una nuova strategia nel settore vita: 8 miliardi di investimenti in hedge fund e private equity. Un settore, quello degli investimenti alternativi, che evidentemente stimolava l'interesse del gruppo triestino. Tanto da studiare un progetto ambizioso dedicato all'Italia: un fondo hedge puro di diritto italiano. La tempistica non ha però favorito l'impresa, che è arrivata al capolinea prima ancora di cominciare. Di martedì scorso la comunicazione di Banca d'Italia, di cui Il Sole 24 Ore è venuto in possesso, che recita: «Con lettera del 25 febbraio 2009 la Mangart Capital Partners Sgr - autorizzata alla prestazione del servizio di gestione collettiva del risparmio - ha avanzato istanza di rinuncia all'autorizzazione e conseguente cancellazione dall'Albo delle Sgr». La Mangart Capital Partners era la joint venture paritetica creata all'uopo dal Leone di Trieste con Mangart, società di gestione fondata da Claudio Zampa con base a Lugano. Sulla carta sembrava funzionare tutto: un partner con dieci anni di esperienza nel settore, Mangart appunto; un impegno significativo da parte di Generali, 400 milioni di euro; un obiettivo di raccolta record per il mercato italiano, 1,6 miliardi di euro. A inizio 2008 poteva ancora sembrare un'occasione di sviluppo in un mercato con performance attraenti, ma a ottobre – quando è arrivata l'autorizzazione alla Sgr da parte di Banca d'Italia –, l'idea di lanciare un hedge fund in piena crisi finanziaria appariva a dir poco azzardata. L'autorizzazione al fondo è poi arrivata il 7 gennaio scorso, quando ancora i riscatti dai fondi hedge non rallentavano e le incertezze sui mercati finanziari e sulla profondità e la durata della crisi rendevano impensabile la realizzazione di un progetto simile. A febbraio, quindi, le parti di comune accordo, secondo fonti vicine alla vicenda, hanno deciso di accantonare la partnership. La ragione è spiegata nella lettera di Banca d'Italia: «Tale richiesta deriva dalla scelta degli azionisti della Sgr di abbandonare il progetto aziendale presentato in sede autorizzativa, consistente nell'istituzione e gestione di fondi comuni di investimento mobiliari speculativi ». Per ora, quindi, Mangart continuerà la propria strada di fondo hedge a strategia macro e Generali dovrà rinunciare alla possibilità di battezzare il più grande hedge fund single manager italiano. Il mercato domestico, infatti, offre un panorama dell'industria ancora ridotto: 19 fondi single manager (contro i 23 di fine 2008) per un patrimonio gestito medio di 53,8 milioni, secondo i dati elaborati da Mondo Hedge. Il miliardo e 600 milioni, obiettivo di raccolta di Mangart Capital Partners, era quindi di gran lunga superiore anche al maggior fondo italiano, che conta masse gestite per 324,1 milioni. L'intesa Generali-Mangart era quindi particolarmente apprezzata a livello istituzionale perchè avrebbe dato un impulso importante allo sviluppo dell'industria e lo avrebbe fatto con una partnership fra un investitore istituzionale e un operatore del settore. L'occasione per ora è archiviata, ma non è detto che torni all'ordine del giorno nel prossimo futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Ue fissa i paletti contro gli hedge fund (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-30 - pag: 37 autore: Regole. Vigilanza sui gestori con asset oltre i 100 milioni La Ue fissa i paletti contro gli hedge fund Enrico Brivio BRUXELLES. Dal nostro inviato «è il primo tentativo al mondo di creare una cornice giuridica complessiva per la regolamentazione diretta e la supervisione del settore dei fondi alternativi». Così, con una punta di enfasi, il commissario Ue al Mercato interno, Charlie Mc Creevy, ha presentato ieri la proposta di direttiva per vigilare in Europa sulla gestione degli hedge fund con oltre 100 milioni di portafoglio, presentata assieme a una raccomandazione per limitare bonus eccessivi e paracadute dorati ai manager. E così proprio McCreevy, che in passato si era espresso contro la regolamentazione degli hedge fund, considerandoli non all'origine dell'attuale crisi, si è trovato a fare da battistrada sulle piste indicate dal G-20 per aumentare la vigilanza sulla gestione dei fondi speculativi. «Tutti i membri del G-20 –ha riconosciuto McCreevy – si sono espressi a favore di sottoporre tutti gli elementi dei mercati finanziari ad appropriata regolamentazione». Lo stesso commissario ha ammesso la difficoltà di muoversi su questo terreno, visto che c'è già «chi ci dice che ci siamo spinti troppo in là e chi ritiene che non ci stiamo muovendo abbastanza». In ogni caso spetterà a Consiglio Ue ed Europarlamento trovare un punto d'equilibrio nei prossimi mesi. Dopo un acceso dibattito, prolungatosi per ore tra i capi di gabinetto della Commissione europea, nella proposta finale è stata abbassata la soglia per l'obbligo di vigilanza sui gestori di hedge funds, facendola scattare sui fondi con 100 milioni di por-tafoglio, rispetto ai 250 milioni della bozza iniziale (vedi Il Sole 24 Ore di martedì 28 aprile), e includendo tutti i fondi che facciano uso di leverage. In base alle stime di Bruxelles, rientrano nel raggio d'azione della direttiva circa il 30% dei manager di hedge fund, che gestiscono circa il 90% delle attività di fondi domiciliati in Europa. Una soglia più elevata, di 500 milioni, sarà applicata ai fondi di private equity che vincolano gli investitori per cinque anni. Al di sotto delle soglie, Mc Creevy ha spiegato che le regole imporranno che «tutti i gestori, così come i fondi da loro gestiti, vengano notificati alle autorità », che «controlli stretti vengano attuati sui depositari di asset e sugli agenti che fanno valutazioni ». Inoltre ai gestori verrà chiesto di dare regolarmente informazioni complete ai supervisori. Al bastone verrà accompagnata la " carota" di un passaporto europeo che permetterà agli hedge fund domiciliati in Paesi terzi anche off shore che si registrano e si adeguano agli standard europei di operare in tutto il Vecchio Continente. Le regole sui fondi extra-Ue scatteranno però tre anni dopo l'entrata in vigore del resto della direttiva (prevista nel 2011), perciò verosimilmente nel 2014. Diverse le prime valutazioni dei maggiori gruppi all'Eruoparlamento: la proposta sugli hedge fund «va nella giusta direzione» secondo il popolare francese Jean Paul Gauzés,mentre«manca d'ambizione » per il tedesco Martin Schulz, capogruppo dei socialisti. «Preoccupazione» è stata espressa anche dall'Aifi, associazione italiana del private equity, per una normativa che «potrebbe danneggiare gravemente lo sviluppo competitivo di lungo termine del settore». La Commissione Ue ha dato anche il via libera alla raccomandazione che invita gli Stati europei a dare l'atteso giro di vite sui cosiddetti " paracadute dorati" dei manager delle società quotate. Il testo varato da Bruxelles prevede di fissare un tetto alle liquidazioni dei manager (massimo di due anni della parte fissa della retribuzione), negando il diritto alla buonuscita in caso di fallimento della società. Nella raccomandazione si suggerisce anche di legare la parte variabile della retribuzione ai risultati effettivamente conseguiti. «La remunerazione dei manager deve essere necessariamente legata ai risultati conseguiti, e non un premio al fallimento» ha osservato McCreevy, per il quale nel campo delle politiche retributive è più che mai necessario «promuovere una sana gestione del rischio ». Evitando quei tipi di retribuzione che incentivano strategie miopi da parte dei manager orientate sul breve periodo, a scapito delle prospettive di lunga durata delle aziende. © RIPRODUZIONE RISERVATA SVOLTA ATTESA Dopo una lunga maratona negoziale, Bruxelles ha trovato l'intesa anche sulla regolamentazione dei bonus e dei «paracadute»

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Cdp mette gli utili a riserva Al Tesoro solo 171 milioni (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-30 - pag: 39 autore: Holding. Alle fondazioni andrà una cedola di 73,5 milioni - Approvato il bilancio Cdp mette gli utili a riserva Al Tesoro solo 171 milioni I profitti netti salgono dell'1,2% a 1,38 miliardi ROMA Niente stacco di maxi-dividendo per gli azionisti della Cassa depositi e prestiti per l'esercizio 2008. Il Cda della Cassa ha approvato ieri il bilancio con utile netto pari a 1,389 miliardi (+1,2% rispetto all'anno precedente), scontando una rettifica di valore di 502 milioni per la partecipazione in STMicroelectronics e destinando a riserva 1,075 miliardi su 1,32 distribuibili: agli azionisti ordinari –il Tesoro con quota del 70% del capitale – è stato dunque assegnato un dividendo di 171,5 milioni mentre alle azioni privilegiate possedute da una sessantina di Fondazioni vanno 73,5 milioni. Nel bilancio 2008, a descrizione del progetto di destinazione degli utili, è stato spiegato che «in considerazione delle particolari condizioni dei mercati finanziari e della natura degli asset detenuti dalla Cdp, si ritiene necessario rafforzare ulteriormente i mezzi patrimoniali, portando a nuovo una quota di utile pari a 1 miliardo di euro». In conferenza stampa,l'amministratore delegato Massimo Varazzani ha spiegato che solo le oscillazioni del titolo di STMicroelectronics hanno registrato un deprezzamento tale da far scattare la svalutazione della partecipazione. Nelle prospettive per l'anno in corso, tuttavia, nel bilancio si legge che «il principale rischio per il 2009 è costituito dal persistente andamento negativo dei mercati azionari: qualora tale andamento dovesse confermarsi anche per l'anno in corso, in presenza di ulteriori correzioni dei prezzi di mercato rispetto ai valori di iscrizione in bilancio delle partecipazioni detenute potrebbero rendersi necessarie ulteriori rettifiche di valore, anche di importo rilevante». Il bilancio separato della Cassa, dunque Terna esclusa, è stato votato dal Cda con un margine d'interesse di 2,36 miliardi, in crescita del 7% circa rispetto al 2007 in virtù dell'incremento delle masse intermediate. Il margine d'intermediazione,pari a 2,5 miliardi (+4,5%) è risultato inprogresso anche per i maggiori ricavi da dividendi. Il risultato di gestione, pari a 2,44 miliardi, è stato superiore rispetto al 2007 per le politiche di contenimento dei conti. Il totale dell'attivo patrimoniale della Cdp nel 2008 ha sfondato la soglia dei 200 miliardi, raggiungendo quota 209,789, in aumento del 7% rispetto ai 196 miliardi del 2007.In termini assoluti,l'aumento dell'attività è da attribuirsi «principalmente all'incremento delle disponibilità liquide, a fronte del significativo ammontare di raccolta netta registrato dal risparmio postale e non completamente utilizzato per finanziamenti alla clientela». Nel dettaglio, le disponibilità liquide e i depositi interbancari al 31 dicembre 2008 erano pari a 106,8 miliardi (contro i 92,8 del 2007). I crediti verso la clientela e le banche sono passati da 78,6 a 82,2 miliardi. All'interno di questo aggregato, i nuovi crediti concessi in gestione separata (mutui alla pubblica amministrazione utilizzando il risparmio postale) sono stati paria 8,179 miliardi con una crescita del 3% sull'anno precedente. Sono saliti invece per oltre il 70% i crediti assegnati nella gestione ordinaria (lo stock dei prestiti concessi a condizioni di mercato a controparti private con raccolta presso banche e mercato dei capitali è pari a 3,6 miliardi). Nell'ambito delle passività di bilancio, la raccolta tramite risparmio postale della Cassa ha raggiunto l'ammontare di 175,116 miliardi (+11,4): netta la raccolta per libretti di risparmio e buoni fruttiferi. La Cassa ha cooptato nel consiglio di amministrazione, su designazione del Tesoro, Ettore Gotti Tedeschi al posto di Gianfranco Imperatori. I. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Banche di credito cooperativo: "La Campionaria, i successi delle Pmi alle quali è stata data la fiducia che meritano" (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM ( SYMBOLA ) data: 2009-04-30 - pag: 24 autore: Banche di credito cooperativo: “La Campionaria, i successi delle Pmi alle quali è stata data la fiducia che meritano” Legame profondo con il territorio e sensibilità verso i progetti legati all'ambiente I l tessuto imprenditoriale italiano e lo sviluppo di un made in Italy di qualità hanno bisogno di un sostegno convinto. Di credito e di fiducia. Ecco perchè alla prossima edizione della “Campionaria delle qualità italiane” sarà presente anche Bcc, Credito Cooperativo, a dimostrazione del rapporto simbiotico e virtuoso che l'Istituto ha saputo creare con la rete dei propri clienti. Se è vero, infatti, che la crisi finanziaria che stiamo vivendo è il risultato di un grave timore diffuso, appoggiare le imprese, senza perdere di vista le realtà territoriali e le loro esigenze, è la chiave di volta per il rilancio dell'economia del nostro Paese. Con 432 Banche di credito cooperativo e Casse rurali italiane, oltre 4.100 sportelli in 2.600 comuni e 98 province e una vocazione spiccata alla tutela del micro-sistema produttivo nostrano, Bcc ha svolto un'importante azione creditizia nei confronti delle Pmi, che ha permesso a molte realtà locali di riscattare un modello imprenditoriale forte e coeso, sviluppatosi nel tempo. Di fronte alle difficoltà di questi ultimi mesi, le Bcc hanno attivato misure di supporto all'economia, erogando, da sole, il 22% del totale dei crediti alle imprese artigiane e il 16% alle altre imprese minori hanno introdotto ulteriori elementi di flessibilità nel rapporto banca-impresa e hanno stretto accordi territoriali per l'anticipazione della Cassa integrazione guadagni. Inoltre, dal 2006, le Bcc finanziano a tassi agevolati i progetti sull'energia rinnovabile: sono già 947 gli impianti installati sul territorio, grazie al credito e alla fiducia delle Bcc.

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Investimenti, un anno da non perdere (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM ( BANCA MEDIOLANUM ) data: 2009-04-30 - pag: 40 autore: Davanti a noi dodici mesi cruciali per trasformare le difficoltà della crisi in opportunità da cogliere in tempo Investimenti, un anno da non perdere Come orientarsi nelle scelte? In base ai propri obiettivi, e sempre con l'assistenza di un Family Banker U n anno di svolta, un anno da non perdere. Dopo che il sistema economico internazionale ha iniziato a generare i propri anticorpi per guarire dalla crisi, come il calo del costo delle materie prime, del petrolio e dei tassi d'interesse, e dopo i massicci interventi di Stati, governi e Banche centrali a sostegno dell'economia e dei mercati, ora si iniziano a intravedere i primi segnali di ripresa. Il 2009 sarà con ogni probabilità ancora un anno non facile, gli effetti della crisi seguiranno l'onda lunga dei consumi e del sistema produttivo, mentre i mercati finanziari anticipano sempre l'andamento dell'economia reale, ma la svolta appare all'orizzonte, e proprio per questo, in tema di investimenti e scelte finanziarie, è un anno da non perdere. è un anno adatto per cogliere le tante opportunità che questa crisi ha generato. La Banca Mondiale e la Banca Centrale Europea hanno previsto una sostanziosa inversione di tendenza a partire dal 2010, il Fondo Monetario Internazionale prevede la ripresa a partire dalla metà del prossimo anno, la Federal Reserve americana ha annunciato che la ripresa dovrebbe già avvenire per la fine di quest'anno o al massimo nei primissimi mesi del prossimo. Tutte analisi e indicazioni che, da qui ai prossimi 12 mesi, fanno partire la nuova fase di rilancio e di crescita. E proprio per questo, le scelte finanziarie che verranno prese da qui al prossimo anno appaiono al tempo stesso importanti e dalle potenzialità vantaggiose. In base a queste previsioni e a questi scenari, un risparmiatore come dovrebbe muoversi? Che cosa dovrebbe fare? Innanzitutto analizzare le proprie necessità future per stabilire la giusta ‘Time Allocation' per i propri investimenti. Per chi ritiene di dover puntare su soluzioni a rendimento fisso, bisogna considerare che un nuovo slancio dell'economia e dei consumi porterà con sé una ripresa dell'inflazione e dei tassi d'interesse, oggi ai minimi storici, per cui in questo caso è importante favorire strumenti a tasso variabile, che ottengano l'incremento dell'interesse a mano a mano che questo varierà sui mercati, anche se ciò non avverrà subito entro l'estate ma con ogni probabilità nel corso dell'autunno o l'anno prossimo. Alcune previsioni indicano già, ad esempio, che l'Euribor trimestrale, il tasso che è alla base degli indici di riferimento della Banca Centrale Europea, dovrebbe salire dall'1,40 circa, di questo periodo, al 2,10 nei prossimi 12 mesi, per un incremento che potrebbe anche proseguire. E questa tendenza al rialzo riguarderebbe non solo l'Euribor trimestrale, che è un tasso a breve, ma anche i tassi a medio e lungo termine. Per questo, un risparmiatore che punta a un rendimento fisso, nel breve e medio periodo, può destinare le proprie risorse finanziarie o in un conto corrente che sia il più remunerato possibile, oppure in Pronti contro termine, fondi monetari, o anche in titoli obbligazionari ma che siano indicizzati, seguendo l'andamento dei tassi d'interesse, e meglio ancora se l'indicizzazione anziché annuale è semestrale o trimestrale, perché si adegua più rapidamente alla variazione dei tassi. E se invece guardiamo al mercato azionario? Va sempre tenuto presente che l'investimento azionario, perché sia ottimizzato e al riparo dalle fasi congiunturali, va considerato come un investimento di lungo termine, esattamente come l'investimento immobiliare. Nei prossimi 10 anni, come prevedono la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, la Federal Reserve americana, la Banca d'Italia, insieme ai principali istituti di ricerca economica, si assisterà a un notevole sviluppo tecnologico e dell'economia, anche per effetto della crescita e dell'espansione di Paesi come Brasile, Russia, India, Cina (BRIC) che insieme contano miliardi di cittadini e consumatori. Dopo questi ultimi anni in cui i mercati finanziari hanno dato soprattutto dispiaceri, le prospettive sono quindi quelle di una nuova fase di rilancio per il prossimo futuro. Per chi ha l'opportunità di investire nel lungo termine, per soddisfare bisogni e obiettivi nel lungo periodo, per creare un capitale, per farsi una pensione, quello che ci attende nei prossimi anni ha tutte le carte in regola per essere un periodo favorevole. Naturalmente i mercati continueranno ad essere ‘volatili', difficile dire se i minimi dello scorso marzo, dai quali i mercati hanno già fatto registrare un rialzo del 30%, sono minimi che non verranno più raggiunti, perché non si esce dalla crisi con un colpo di bacchetta magica. Ci saranno altre notizie negative, ci sarà volatilità, ci sarà qualche delusione, ma la tendenza di fondo è di una progressiva svolta verso un rilancio. Il modo più adeguato per approfittare della situazione è quindi: 1) diversificare i propri investimenti azionari un po' in tutto il mondo e in tutte le economie; non solo l'Italia, non solo l'Europa, non solo l'America, ma anche la Cina, l'India, in modo da diversificare nell'economia mondiale. E, altrettanto importante, il punto 2) entrare in questi mercati gradualmente, in modo da approfittare di questa volatilità per ottenere nel tempo una media vantaggiosa dei prezzi azionari di acquisto, e quindi avere un valore medio che sia vicino ai punti più bassi, come avviene quando si investe sui mercati sistematicamente. Ma soprattutto, e in ogni caso, non fare da sé, ma fare scelte, calcoli e analisi, prospettive, con l'assistenza di un Family Banker Mediolanum, un professionista specializzato in soluzioni di risparmio e investimenti, in base al proprio profilo di investitore e ai propri obiettivi. I mercati finanziari anticipano sempre l'andamento dell'economia reale Le decisioni su risparmi e investimenti che verranno prese da qui al prossimo anno appaiono al tempo stesso importanti e dalle potenzialità vantaggiose

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Family Banker, professionalità vincente (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM ( BANCA MEDIOLANUM ) data: 2009-04-30 - pag: 40 autore: Una figura unica nel panorama bancario italiano, in grado di raggiungere risultati straordinari Family Banker, professionalità vincente Q uella del Family Banker è una professione unica nel panorama bancario italiano. Il modello e l'organizzazione di Banca Mediolanum consentono a chi ha le caratteristiche ottime soddisfazioni economiche e di carriera, e i risultati finanziari ottenuti, anche in un periodo non facile come quello che stiamo attraversando rappresentano la migliore ‘cartina di tornasole', la migliore prova finale del funzionamento e dell'efficienza di un modello bancario e di un'attività professionale. Mentre tutte le altre banche hanno filiali e sportelli tradizionali, dove l'assistenza e la consulenza personale al cliente sono ancora standardizzate e superficiali, oppure il servizio viene fornito attraverso piattaforme online, dove il contatto diretto è del tutto inesistente, il Family Banker rappresenta il fulcro e l'anello di congiunzione tra Banca Mediolanum e tutti i suoi clienti in ogni parte d'Italia, dalle grandi città ai piccoli centri di provincia. In questo modo ogni cliente può contattare il Banking center o utilizzare telefono, Internet e Tv digitale per svolgere le operazioni bancarie più comuni, e si rivolge direttamente al proprio Family Banker di fiducia per assistenza e consulenza personalizzata per quanto riguarda risparmio, investimenti, previdenza e coperture assicurative. In sostanza, una Banca «costruita attorno» al cliente, come dice anche lo slogan di comunicazione. Il Family Banker opera all'interno di un sistema meritocratico, reale, stabilito sul campo e ha la possibilità di far crescere la propria clientela di riferimento, e di fare una carriera che si sviluppa in tappe, livelli e percorsi diversi, a seconda delle singole propensioni e degli obiettivi personali. Proprio perché quella del Family Banker è una figura centrale e strategica nel modello di funzionamento e nell'attività di Mediolanum, tutte le scelte, iniziative e azioni della Banca vengono intraprese in modo che il cliente sia sempre al centro del servizio, e il Family Banker possa lavorare al meglio nel suo fondamentale rapporto con il cliente. «Tutta l'azienda, tutta la macchina operativa della Banca, è al servizio del Family Banker e della sua attività rivolta al cliente» osserva Guido Lasciarrea, che ha iniziato la propria carriera professionale proprio come Family Banker e oggi è Italian Network Manager di Banca Mediolanum, «non a caso teniamo sempre a riferimento la cosiddetta ‘regola dei tre sì': ogni decisione, ogni scelta, ogni soluzione viene presa solo se corrisponde all'interesse del cliente, dell'azienda e del Family Banker, deve soddisfare una tripla risposta affermativa». Tutto questo, sottolinea Lasciarrea, «fa la differenza ». La differenza rispetto al resto dello scenario bancario e finanziario italiano. Una differenza testimoniata, e che si misura anche, dai risultati: per tutti questi ultimi 15 mesi, da gennaio 2008 a oggi, di crisi e forti difficoltà per le economie e i mercati finanziari di tutto il mondo, la raccolta finanziaria del panorama bancario italiano è stata negativa, mentre Banca Mediolanum ha sempre fatto registrare un andamento in netta controtendenza, e ha sempre raggiunto, mese dopo mese, una raccolta finanziaria positiva. Un risultato straordinario reso possibile dalla bravura degli uomini, con i Family Banker in prima fila, e dalla capacità di Mediolanum di selezionarli, formarli e farli crescere al meglio. Per tutti questi motivi, per la grande capacità di acquisire nuovi clienti, l'attività di reclutamento da parte di Mediolanum non si ferma mai e le porte sono sempre aperte a chi è in grado di portare il proprio valido contributo. Family Banker Mediolanum, consulenza a ogni cliente

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Più è lunga la crisi più la Borsa accelera (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM ( BANCA MEDIOLANUM ) data: 2009-04-30 - pag: 40 autore: Guardando al passato e all'andamento storico dell'economia e delle quotazioni Più è lunga la crisi più la Borsa accelera Superata la fase più critica, i mercati recuperano con nuovo slancio I 10 o 12 anni che abbiamo di fronte hanno tutte le carte in regola per essere un periodo di forte crescita e sviluppo per i mercati finanziari globali. Per questo il 2009 è un anno da non perdere per quanto riguarda gli investimenti, e per cogliere in tempo le occasioni che si sono create in quest'ultimo periodo. Ma perché il prossimo decennio dovrebbe essere così favorevole? La risposta la otteniamo guardando al passato e all'esperienza che deriva osservando l'andamento storico delle Borse e dell'economia. Nello scorso marzo i valori dei mercati, per esempio della Borsa statunitense secondo l'indice Standard & Poor's 500, sono scesi agli stessi livelli di circa 12 anni fa. In sostanza, e in media, i valori delle società quotate a marzo 2009 corrispondevano all'incirca a quelli del 1997: l'effetto e il risultato più evidente della pesante crisi di questi ultimi anni. E in passato, quando ci sono state altre gravi e lunghe crisi dei mercati, poi cosa si è verificato e come sono andate le cose nei periodi successivi, una volta superata la fase più difficile? è possibile fare riferimento, ad esempio, a due crisi molto forti e prolungate, come quella che coincise con la Seconda Guerra Mondiale, fino alla ripresa e al boom degli Anni ‘50, e alla crisi petrolifera del 1974. Anche quelle furono due crisi in cui, a un certo punto, i valori dei mercati erano tornati a essere quelli di 12 anni prima o anche più. Ma nel frattempo il mondo cambia, l'economia reale, la produzione industriale, l'innovazione, avevano continuato a svilupparsi, anche se per le Borse erano tempi funesti. Nel giugno del 1949 la Borsa americana era tornata ai livelli del 1937, ai livelli di 12 anni prima, ma poi, una volta superata la crisi, nei 12 anni successivi è salita del 307%. Nel dicembre del 1974, con il prezzo del petrolio alle stelle, i valori erano tornati ad essere quelli del giugno 1962, anche qui quelli di 12 anni prima. Ma mentre la Borsa segnava pesanti segni negativi, l'economia continuava a crescere, tanto che il P.i.l. statunitense dal 1962 al 1974 è salito del 56% in termini reali, e del 161% in termini nominali, senza considerare l'inflazione. Ciò cosa significa? Analizzando dati e valori, si rileva che mentre l'economia e il Prodotto interno lordo dei Paesi tendono comunque a crescere progressivamente negli anni, secondo un percorso di sviluppo abbastanza costante e in genere senza grossi scossoni o sbalzi eccessivi, i mercati finanziari hanno un andamento molto più nervoso e in altalena. Ma alla fine di una grave crisi, quando fanno registrare un'inversione di tendenza, accelerano e recuperano ‘il terreno perduto' e i valori in gioco molto più in fretta. E spesso con periodi di forti incrementi e rialzi epocali. E guardando alle gravi crisi del passato, la situazione che stiamo attraversando oggi risulta molto simile, come un effetto che si ripete, e con ogni probabilità simili saranno anche gli sviluppi. Wall Street, sede della Borsa di New York, rappresenta il cuore dei mercati finanziari internazionali

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DOPO averci assicurato nel 2007 che l'economia mondiale non correva gravi pericoli e averci... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Giovedì 30 Aprile 2009 Chiudi di PAOLO SAVONA DOPO averci assicurato nel 2007 che l'economia mondiale non correva gravi pericoli e averci spaventato nel 2008 affermando che la crisi era epocale e dovevamo preparaci al peggio, ora le autorità ci avvertono dei pericoli dell'ottimismo, senza spiegarci esattamente quali essi siano. Siffatto comportamento si può spiegare in due modi, che possono operare in modo distinto o anche congiuntamente: quello di mantenere viva una tensione morale che impegni i cittadini a resistere alla crisi accettandone i sacrifici e quello derivante dalla coscienza d'avere attivato una tale mole di moneta e di spesa pubblica in deficit dalla quale non sanno come uscirne se dovessero esplodere gli effetti. Sull'eccesso di creazione monetaria a bassissimi tassi dell'interesse decisa per riavviare il meccanismo del credito che si era inceppato, le dichiarazioni delle autorità monetarie sono esplicite e le hanno fatte confluire nel comunicato finale del vertice del G20 di Londra. Esse temono che ai primi sintomi di ripresa vi sia una corsa ad accumulare scorte che, in una situazione di imprese che operano a bassi ritmi produttivi e di liquidità che abbonda, potrebbero riversarsi in subitanei aumenti dei prezzi. La ripresa delle scorte e dei consumi non è certamente un pericolo, ma l'obiettivo della politica economica tenacemente perseguito da tutti gli Stati del Pianeta. Il pericolo è che ciò avvenga disordinatamente e che le autorità non siano in condizioni di governare il processo, come sarebbe loro dovere; per non correrlo avrebbero dovuto ricorrere a politiche severe, ma queste avrebbero trascinato una crisi ancora più grave. Quest'ultima è la scelta fatta dalla Banca centrale europea fin dalla sua nascita, mantenuta finché non ha temuto che la crisi economica si tramutasse in insolvenze creditizie del settore reale che si sarebbero sovrapposte alle insolvenze del settore finanziario, creando seri problemi di stabilità sistemica e disordini sociali. Per questa svolta, che il presidente Trichet ha illustrato pochi giorni orsono a New York durante un Forum di Chatham House, è stato coniato il termine di "misure non convenzionali", cioè eccezionali e da riassorbire quanto prima. Essa consiste nel servire direttamente tutta la domanda di base monetaria dei privati, non badando alla natura pubblica o privata dei titoli a garanzia, a tassi dell'interesse e scadenze comparativamente più elevati di quelli praticati dalle principali altre banche centrali. La svolta è stata purtroppo decisa troppo tardi per alleviare la caduta produttiva e, anche per questo, ha richiesto un fuori misura, data l'incapacità dell'Unione europea di coordinare le decisioni fiscali nazionali per evitare di "poggiare parte del peso della ripresa sul vicino" (che si può assimilare a un "protezionismo di risulta"). Ma queste cose già si sapevano da tempo e la Bce era tenuta a saperlo. Certamente meno chiari appaiono i pericoli dell'ottimismo se ci si limita a considerare dimensione e contenuti delle politiche fiscali seguite dall'insieme dei Paesi. Ricordiamo che, nel comunicato del vertice di Londra, la somma delle spinte fiscali in deficit è stata indicata pari al 10% circa del Pil mondiale, alla quale si aggiunge la disponibilità di oltre mille mld di dollari in gran parte assegnati in gestione al Fondo monetario internazionale. È pur vero che più della metà degli stanziamenti sono destinati a tappare i buchi finanziari venutisi a creare, ma la cifra residua compensa la caduta produttiva globale, forse la eccede fino a creare sospetti di sovradimensionamento degli interventi assistenziali a favore delle imprese. Se da siffatta spinta non venisse fuori una ripresa, allora sì che dovremmo preoccuparci, perché significherebbe che le autorità non hanno compreso la crisi e, di conseguenza, i provvedimenti presi non sono adeguati. Sarebbe un vero dramma. Altro che pericoli dell'ottimismo. Il pericolo uno solo, bello e grande sarebbe se la ripresa non facesse capolino trainata dall'ottimismo, perché creerebbe una situazione economica veramente difficile da affrontare politicamente e socialmente. È questo che le autorità paventano?

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PARIGI - Il terzo trimestre nero dell'economia americana non ha niente di sorpre... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Giovedì 30 Aprile 2009 Chiudi di FRANCESCA PIERANTOZZI PARIGI - Il terzo trimestre «nero» dell'economia americana non ha niente di sorprendente: «è soltanto la conferma di una decrescita violenta che continua ma non si aggrava. La vera resa dei conti ci sarà alla fine del 2009». Non è catastrofista, anche se non si lascia andare a facili ottimismi l'economista francese Elie Cohen, grande esperto di politiche pubbliche e da sempre sostenitore di un'economia regolata. Un Pil americano che si contrae di oltre il 6 per cento per due trimestri consecutivi contro la maggior parte delle previsioni che puntavano su una ripresa non è dunque una notizia così cattiva? «Non lo è nel senso che conferma una tendenza brutale, senza aggravarla. La gamma delle previsioni è troppo vasta per essere presa in considerazione. Più di queste cifre, preoccupa che il sistema finanziario americano continua ad essere inceppato, nonostante qualche timido segnale di ripresa del credito». Gli effetti del piano di rilancio di Obama non dovrebbero farsi sentire presto e aumentare questi segnali positivi? «Sicuramente le misure saranno applicate in tempi brevissimi, e la situazione dovrebbe meccanicamente migliorare. Resta da vedere cosa succederà quando finiranno gli effetti del rilancio. Il motore saprà andare avanti da solo, l'economia privata saprà dare il cambio agli incentivi pubblici e rimettersi in moto autonomamente? Oppure ci sarà una ricaduta? E' questo il nocciolo della questione. Per saperlo, dobbiamo aspettare la fine di quest'anno». Questo per quanto riguarda gli Stati Uniti. E l'Europa? «Stando alle cifre fornite dal Fondo Monetario Internazionale, la crisi della finanza in Europa è più severa di quella negli Stati Uniti, a fronte di sforzi di rilancio inferiori. Queste cifre sono contestate da vari governi. Di sicuro il sistema bancario e di credito non ha ripreso a funzionare e questo nutre il circolo vizioso crisi finanziaria-crisi economica». Una luce in fondo al tunnel non si vede proprio? «Direi che alcune buone notizie ci sono. Una per tutte è che una serie di statistiche ci indicano che c'è un inizio di stabilizzazione. Diciamo che abbiamo toccato il fondo ma che ancora non possiamo dire quando ci resteremo. Esiste il rischio concreto di ricadute? Sarà scongiurato quando vedremo che il sistema si è riparato e che non funziona soltanto grazie ai piani di rilancio».

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ROMA Era dal 1975 che gli Stati Uniti non conoscevano tre trimestri consecutivi di crescita eco... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Giovedì 30 Aprile 2009 Chiudi di ROSSELLA LAMA ROMA Era dal 1975 che gli Stati Uniti non conoscevano tre trimestri consecutivi di crescita economica negativa. Tra gennaio e marzo il prodotto interno americano si è ridotto del 6,1%, dopo il meno 6,3% del quarto trimestre del 2008. La flessione prevista non superava il 4,7%. Il rallentamento dell'economia mondiale ha fatto crollare l'export del 30%, le imprese hanno tagliato le scorte come mai dal 1947, il mercato immobiliare resta in calo. E l'import è andato giù del 34%. A pesare è stato anche il ridimensionamento delle spese del governo dell'amministrazione Obama, soprattutto nel settore della difesa. Rispetto al primo trimestre del 2008 quello di quest'anno ha segnato una contrazione del Pil del 2,6%. Nonostante questo pessimo dato, le Borse sono andate bene. Tutte. L'attenzione dei mercati si è infatti concentrata sul fatto che nel primo trimestre le famiglie americane hanno speso il 2,2% in più, dopo due trimestri con il segno meno. E' un segnale importante, perchè i consumi rappresentano i due terzi dell'economia Usa. Anche secondo la Federal Reserve le prospettive economiche «sono modestamente migliorate» a partire da marzo, anche se l'attività di manterrà debole per un po' di tempo. Intanto il Senato ha approvato il piano di bilancio di 3.400 miliardi presentato dall'amministrazione Obama. Sempre negli Usa il presidente della Bank of America, Ken Lewis, ha perduto la carica al termine di una riunione in Nord Carolina dove gli azionisti hanno espresso rabbia per la decisione di acquisire la Merril Lynch. Timidi segni di fiducia cominciano a vedersi, e anche dall'Europa arrivano indicazioni di un «quadro in miglioramento». Alcuni indicatori della Commissione Ue riferiti ad aprile dicono che la fiducia delle imprese e dei consumatori, per la prima volta da maggio 2008, è in risalita. Sembra si stia diffondendo la sensazione che il peggio è stato toccato. Gli Stati europei in cui questo sentimento è più visibile, rileva la Ue, sono Italia, Gran Bretagna, Olanda e Spagna. Mentre un aumento molto più moderato della fiducia si registra in Francia, e soprattutto in Germania. Proprio ieri il governo tedesco ha previsto per quest'anno una contrazione del Pil del 6%, in nettissimo peggioramento rispetto alle precedenti stime ufficiali che avevano messo in conto un calo del 2,25%. Intanto, sulla base dell'esperienza accumulata nel corso di questa crisi finanziaria, e delle indicazioni emerse dalla riunione del G20 di Londra, la Commissione Ue ha adottato una direttiva che introduce un "passaporto europeo" per gli edge fund che hanno sede in paesi extra Ue e che operano nel Vecchio Continente. In base a questa direttiva, che dovrà passare al vaglio del Consiglio e del Parlamento europeo, i gestori di questi fondi altamente speculativi dovranno registrarsi e comunicare alle autorità competenti i mercati e gli strumenti principali sui quali operano, le loro esposizioni, i risultati degli investimenti effettuati, e quelli sulla concentrazione del rischio. Oltre a questa operazione trasparenza sugli hedge fund, la Commissione ha raccomandato ai paesi europei di mettere un tetto alle liquidazioni d'oro dei manager delle società quotate e a quelli del settore finanziario. Le liquidazioni non dovranno superare i due anni di remunerazione, e niente bonus per i dirigenti che lasciano l'azienda di propria iniziativa, o in caso di cattivi risultati o di fallimento della società. A fine giornata la Borsa di Milano ha guadagnato il 2,2%, Londra il 2,27%, Parigi il 2,16 e Francoforte il 2,11%. In forte progresso anche Wall Street, con il Dow Jones a +2,11% e il Nasdaq a +2,28%.

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Dividendo Italmobiliare ritorno atteso nel 2010 (sezione: crisi)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Dividendo Italmobiliare ritorno atteso nel 2010 --> Giampiero Pesenti: «Temo un periodo lungo di crisi» Il gruppo punta al rafforzamento patrimoniale e finanziario Giovedì 30 Aprile 2009 ECONOMIA, pagina 44 e-mail print Da sinistra Giampiero e Carlo Pesenti foto Imagoeconomica dall'inviato Pierluigi Saurgnani MILANO Più pessimista, sulla crisi, il padre Giampiero Pesenti, meno il figlio Carlo, almeno per quanto riguarda il settore delle costruzioni (cioè il "core business"), in recupero forse già alla fine di quest'anno. Il primo non vede ancora all'orizzonte l'uscita dal tunnel della crisi, quella crisi che ha costretto quest'anno - per la prima volta dopo tanti anni - l'Italmobiliare a non distribuire un dividendo agli azionisti, suscitando, ieri mattina in assemblea a Milano, i rilievi di qualche socio. Ma il presidente di Italmobiliare ha difeso la decisione, peraltro analoga a quella assunta da altre holding e società, che pure - diversamente dalla finanziaria dei Pesenti (dove «a fronte di un risultato d'esercizio di 111,8 milioni, il risultato attribuibile al gruppo è negativo per 106,1 milioni») - hanno licenziato un bilancio in attivo, come Intesa Sanpaolo e Cir. «La crisi finanziaria in atto - ha detto Giampiero Pesenti - è gravissima e non si intravede ancora una via d'uscita. Temo un periodo lungo di crisi. E mentre adesso c'è un rischio di deflazione, le forti iniezioni di liquidità fatte porteranno a un pericolo di inflazione. Occorrerà che le banche centrali operino in maniera molto saggia e attenta». Da qui la decisione di non distribuire ai soci alcun dividendo (anche perché si è deciso di puntare soprattutto sul rafforzamento patrimoniale e finanziario della società), anche se - ha detto il presidente di Italmobiliare, rispondendo in assemblea a un socio - «speriamo l'anno prossimo di non deluderla come quest'anno, speriamo di tornare nel 2010 al dividendo», per la gioia degli azionisti, tra l'altro penalizzati in questi mesi dal crollo della quotazione del titolo che da un massimo di 106 euro toccato nel maggio 2007 è precipitato ad un minimo di 19 il mese scorso (ora, però, è risalito a 28,3 euro e proprio ieri ha registrato un balzo di quasi il 10%). Ma non tutti gli azionisti si sono lamentati: uno di loro particolarmente lungimirante ieri in assemblea gongolava: «Ho venduto quando il titolo era a 100 euro e ho ricomprato quando è sceso», ha detto beato. Giampiero Pesenti si è complimentato con il socio per l'azzeccata operazione di Borsa, dando poi una sua personale indicazione ai potenziali acquirenti: «Se dovessi oggi comprare qualcosa in Borsa - ha detto - la mia scelta cadrebbe sull'Italcementi, oggi sottoquotato» (e, in effetti, ieri il titolo ha messo a segno un guadagno del 6% a 9,4 euro). E - sollecitato da un altro socio - il presidente di Italmobiliare, a proposito dell'andamento spesso schizofrenico dei mercati borsistici, ha fatto queste considerazioni: «I valori di Borsa oggi sono soggetti a variazioni anche di un 10 per cento al giorno senza che nelle società avvenga nulla. Da una parte influiscono i fondi di investimento che sono obbligati a fare certe operazioni per soddisfare le richieste di mercato e dall'altra le speculazioni, che, del resto, ci sono sempre state. Il risultato è una forte variabilità delle Borse, dalle quali si attende ora un andamento più regolare». Nel corso dell'assemblea, Pesenti ha ammesso che «non tutte le partecipazioni finanziarie di Italmobiliare sono soddisfacenti». Tuttavia, per cederle, «bisogna trovare il momento propizio, evitando di svenderle e bisogna anche trovare gli acquirenti». Pesenti ha poi rimarcato la volontà di «diminuire l'indebitamento di Italmobiliare» e di «modificare il portafoglio obbligazionario». Pace fatta, anche, tra il management di Italmobiliare e il fondo Hermes che, nell'assemblea dello scorso anno, aveva avanzato forti critiche alla gestione. Il rappresentante di Hermes, intervenuto ieri in assemblea, ha rilevato con soddisfazione che Italmobiliare ha adottato misure concrete per migliorare l'efficienza e la gestione della società, come, ad esempio, la fusione Italcementi-Ciments Français e la razionalizzazione delle attività in Italia. Ed entrambe le parti hanno auspicato che il dialogo prosegua. 30/04/2009 nascosto-->

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A rischio 1500 posti nelle aziende italiane del gruppo Gammon (sezione: crisi)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

ECONOMIA & FINANZA pag. 25 A rischio 1500 posti nelle aziende italiane del gruppo Gammon LEGNANO (Milano) SONO OLTRE 1.500 i posti di lavoro a rischio a causa della crisi nelle aziende italiane del gruppo indiano Gammon: Franco Tosi di Legnano, Sadelmi di Sesto San Giovanni, Sofinter di Gallarate e Fagnano Olona, Sae di Milano e Benelli di Ravenna. È l'allarme lanciato dal sindacato metalmeccanici della Cisl lombarda ieri mattina. «Il gruppo indiano Gammon ha acquisito l'anno scorso aziende italiane del settore elettromeccanico spiega Luigi Dedei, segretario regionale Fim Cisl Lombardia . La crisi finanziaria globale rischia oggi di avere ripercussioni anche sulle strategie del gruppo. Ai primi interventi finanziari, infatti, non sono seguite azioni industriali ed emergono difficoltà che destano forti preoccupazioni per il futuro dei dipendenti». Il sindacato sollecita quindi un incontro urgente con la proprietà, per chiarire se intende ancora investire nelle aziende italiane e quali prospettive si aprono. «I segnali sono preoccupanti aggiunge Dedei . Ai 150 in cassa integrazione alla Franco Tosi da due settimane si è aggiunto nei giorni scorsi il fatto che la Sadelmi, al 50% proprietà del gruppo, ha chiesto il concordato preventivo e affitterà le attività ad altre società. Gammon in questo modo esce di scena e non vorremmo che fosse solo l'inizio di una fase di disimpegno». Gammon India Limited è una società con sede in India con attività nelle infrastrutture: immobili, ponti, aeroporti, sistemi di trasporto rapido di massa, centrali elettriche, linee di trasmissione di potenza. Fornisce sistemi di progettazione e costruzione di ingegneria sia in India sia all'estero. PER QUANTO RIGUARDA la Franco Tosi di Legnano, le rappresentanze sindacali sono preoccupate per il mantenimento degli impegni da parte di Gammon di sviluppare l'azienda, in quanto a oggi gli interventi sono stati di tipo finanziario-conservativo e solo in misura molto limitata si stanno realizzando sinergie commerciali. Il timore, inoltre, è che la tecnologia Tosi possa essere trasferita all'estero. Allo stato attuale, il portafoglio ordinativi della Tosi si presenta consistente, anche se per il rallentamento di una commessa l'azienda ha 150 lavoratori in cassa integrazione guadagni (cig).

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Latte, l'incubo dei prezzi in discesa (sezione: crisi)

( da "Corriere Alto Adige" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere dell'Alto Adige sezione: ECONOMIA data: 30/04/2009 - pag: 11 Assemblea La Federazione: i consumatori ora badano più ai costi che alla qualità, siamo penalizzati Latte, l'incubo dei prezzi in discesa Reinalter: perdiamo produttori e ricavi, sinergie locali da migliorare BOLZANO IL 2009 delle latterie sociali altoatesine va in archivio con un prezzo record pagato ai contadini: 49 cent al litro, contro i 41 cent di Trento e i 28 di Innsbruck. Ma le prospettive per quest'anno sono tutte al ribasso. L'analisi è stata fatta ieri durante l'annuale assemblea della federazione delle Latterie. «Tutto il mondo è in crisi economica, in Germania come in Austria i prezzi del latte sono precipitati ha spiegato il presidente Joachim Reinalter, che guida la latteria Senni di Brunico . L'aumento dei prezzi ha fatto la sua parte, i consumatori finali sono un po' titubanti nell'acquisto dei latticini. Non solo hanno acquistato meno, ma la domanda generale sul mercato mondiale è fortemente calata a causa della crisi finanziaria e dello scandalo della melamina in Cina. Oggi si bada più al prezzo che alla qualità. E noi produttori di montagna, che produciamo piccole quantità a prezzi elevati a causa dell'orografia del territorio, siamo fortemente penalizzati. Il mercato altoatesino nel 2008 è riuscito a difendersi. La qualità nella produzione garantita dall'assenza di Ogm e dall'indiscutibile freschezza ha retto. Ma nel 2009 prevedo forti ribassi». La qualità deve riflettersi in qualche modo nel prezzo del latte. «Per questo chiediamo una certa corresponsabilità da parte del rivenditore. Non può più sfruttare i prodotti ritenuti ormai indispensabili per la vita quotidiana come fossero offerte allettanti ha aggiunto Annemarie Kaser, direttrice della Federazione . Una corsa al prezzo con offerte dumping fanno gravare sulle spalle del produttore vantaggi di breve periodo per i consumatori». La reazione è affidata al marketing: «Offrire prodotti locali, spiegarne l'effettivo valore, motivare la conformità dei cicli produttivi locali. E con il turismo come partner. La base per qualsiasi buon turismo è l'agricoltura». Reinalter auspica anche maggiori sinergie locali:« Dobbiamo scambiarci il latte sfuso per trasformarlo in yogurt, formaggi o altri latticini. Venderlo a basso prezzo fuori provincia è un errore. Fusione tra le latterie locali? Non siamo favorevoli, crediamo che la concorrenza stimoli la vitalità e le idee». Per quasi 361 milioni di kg di latte fornito lo scorso anno dai 5.600 allevatori sono stati versati 174 milioni di euro. Inoltre aumenta la produzione di latte di capra, attualmente pari a quasi 500.000 kg. L'Alto Adige è il più grande produttore di yogurt in Italia con una produzione annuale di quasi 100 milioni di kg. Il trend positivo dei formaggi freschi, in particolare mascarpone, continua ad aumentare. Con oltre 800 dipendenti le centrali del latte altoatesine hanno fatturato quasi 373 milioni di euro (+6%). Markus Pfeifhofer del maso Reiden di Sesto è stato premiato come migliore fornitore di latte dell'Alto Adige. Diminuiscono i produttori di latte. Reinalter allarga le braccia: «Il passaggio generazionale cancella diversi masi, i giovani lasciano questo lavoro faticoso e poco redditizio. Non abbiamo soluzioni, dobbiamo far guadagnare di più i contadini». Felice Espro Puro Il latte altoatesino: noto in Italia per l'alta qualità e la produzione senza Ogm

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Buzzi-Unicem guida i rialzi (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 30/04/2009 - pag: 35 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari Buzzi-Unicem guida i rialzi Piazza Affari si è lasciata alle spalle le incertezze delle due precedenti sedute, terminando con l'indice S&P-Mib dei titoli principali in rialzo del 2,19% e il Mibtel cresciuto in misura quasi identica (+2,20%). In leggero calo il controvalore degli scambi, scesi a circa 2,7 miliardi di euro. Sostenuti da alcuni giudizi positivi di analisti, i due titoli del cemento presenti nel paniere dell'S&P-Mib hanno preso il volo, mettendo a segno le performance migliori della giornata. Il balzo più consistente lo ha fatto Buzzi-Unicem, il cui prezzo di riferimento ha segnato addirittura un incremento a due cifre (+12,58%), ma anche Italcementi ha messo a segno un robusto progresso (+6,56%). Prysmian e Finmeccanica hanno archiviato la seduta con altrettanti rimbalzi particolarmente sostenuti: il 5,92% e il 5,7% rispettivamente. Positivi, inoltre, tutti i bancari, guidati da Mediolanum (+5,55%) e Ubi Banca (+5%), mentre altri tre titoli dell'S&P-Mib hanno superato i quattro punti di incremento. Si tratta nell'ordine di Atlantia (+4,43%), Autogrill (+4,21%) e Cir (+4,2%). Soltanto due, sempre fra i 40 titoli più capitalizzati del listino, i segni meno. Uno in particolare, quello di Snam Rete Gas (la società ha comunicato ieri i risultati trimestrali), è significativo: -1,42%. Fra i titoli minori, infine, bene Management & Capitali (+17,54%) dopo il «divorzio » tra due soci importanti come Carlo De Benedetti e Gianni Tamburi, mentre Astaldi è cresciuta del 5,19% grazie al contratto da 750 milioni di euro che la società si è aggiudicata per la realizzazione della nuova metropolitana di Varsavia. Snam Rete Gas In controtendenza Snam Rete Gas, che ha ceduto l'1,42% dopo i dati trimestrali

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Vertici ottimisti, Finmeccanica corre (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 30/04/2009 - pag: 35 Il caso a Milano Vertici ottimisti, Finmeccanica corre (g.fer.) Nel giorno dell'assemblea dei soci (che ha approvato il bilancio 2008 e la distribuzione di un dividendo, invariato, di 41 centesimi per azione) il titolo Finmeccanica è stato ieri uno dei migliori di Piazza Affari con un più 5,7%. Ottimisti i vertici della società che ritengono che il valore delle azioni sia sottostimato del 25-30%. L'utile netto è salito a 108 milioni (+34% i ricavi). E probabilmente avrà anche aiutato un articolo del New York Times di ieri nel quale si sosteneva che il contratto per il Marine One, l'elicottero della Casa Bianca firmato da Finmeccanica, potesse non essere rescisso a causa delle alte penali. P.Francesco Guarguaglini presidente Finmeccanica

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Meno utili, ma Siemens vola in Borsa (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 30/04/2009 - pag: 35 Il caso a Francoforte Meno utili, ma Siemens vola in Borsa (g.fer.) Nel 2009 gli utili del gruppo Siemens scenderanno del 17,5% a 6,6 miliardi di euro, contro una precedente stima di 8 miliardi. Lo fa sapere la stessa società tedesca, annunciando però ottimi risultati trimestrali (+43% il risultato operativo a fine marzo, addirittura +146% i profitti netti), solo in parte mitigati da un calo dell'11% degli ordini. I dati, all'apparenza contrastanti, sono stati però accolti con favore alla Borsa di Francoforte, dove il titolo è quotato. In chiusura le azioni della società tedesca hanno registrato infatti un balzo dell'8,16%, a quota 51,32 euro. Peter Löscher presidente Siemens

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Derivati' nelle mani del giudice (sezione: crisi)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

VETRINA CASTEL SAN PIETRO pag. 24 Derivati' nelle mani del giudice Il Comune farà causa a Unicredit per recuperare il buco di CRISTINA DEGLIESPOSTI BUCO da 200mila euro per i derivati' sottoscritti dal Comune che non ci sta e decide di trascinare Unicredit in tribunale. Poco più di una settimana fa, la giunta Zacchiroli ha incaricato uno studio legale bolognese per procedere in sede civile contro il gruppo bancario Unicredit. Una decisione, questa, che è andata maturando negli ultimi mesi. Quando cioè la partita swap (o prodotti finanziari derivati) sembrava essersi chiusa. Ma facciamo un passo indietro. Anzi, anche qualcuno in più, perché i due swap sottoscritti dal Comune risalgono al 2001 e sono un lascito del mandato Prantoni. Quando all'epoca l'amministrazione si convinse a sottoscrivere i prodotti finanziari targati Unicredit, furono ricontrattati con gli swap due tipi di mutuo (uno a tasso fisso e uno variabile) accesi in precedenza per finanziare alcuni investimenti in opere sul territorio. Il primo ammontava a un milione e 900mila euro con scadenza nel 2011. Il secondo, invece, riguardava la ricontrattazione dei termini di un mutuo da due milioni e 500mila euro circa con scadenza nel 2006. Il risultato? Il secondo si è chiuso nei tempi previsti con una perdita a danno del Comune di 200mila euro, mentre il primo estinto in anticipo nel 2008 dall'amministrazione Zacchiroli con un guadagno di poche migliaia di euro. «Abbiamo deciso di avviare la procedura per una causa civile spiega il sindaco Vincenzo Zacchiroli , nonostante si siano conclusi entrambi gli swap, per recuperare quello che abbiamo perso sottoscrivendo questi prodotti. Non abbiamo intenzione di lasciare correre, perché in questi mesi abbiamo chiesto un'indagine legale approfondita sulla natura dei contratti a suo tempo firmati. E ci sono gli estremi per dichiararli nulli». GLI APPIGLI per contestare la condotta di Unicredit nei confronti di un ente pubblico, secondo il Comune starebbero nella non trasparente informazione del contraente al momento della sottoscrizione. A quell'epoca Unicredit non avrebbe fornito un sufficiente panorama sul meccanismo dell'andamento dei tassi di interesse, escludendo di fatto un loro possibile crollo e il manifestarsi della crisi finanziaria globale in corso. Secondo alcuni addetti ai lavori, però, già prevedibile.

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sorpresa di maggio: autostrade più care (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

di Elisabetta Arrighi Sorpresa di maggio: autostrade più care Gli aumenti dalle 24 di stasera, ritocchi fino al 4,6 per cento Genova-Livorno ormai a peso d'oro: l'incremento sarà il doppio della media nazionale FIRENZE. I rintocchi della mezzanotte annunceranno fra poche ore l'arrivo di maggio e gli aumenti dei pedaggi autostradali, compresi quelli delle tratte toscane di Autostrade per l'Italia e Salt. Per quanto riguarda quest'ultima società, concessionaria della Genova-Livorno, gli incrementi sono stati annunciati prima di Pasqua: la media sarà del 4,62% più l' 1% di sovrapprezzo Anas. Dal quartier generale di Roma di Autostrade per l'Italia, invece, non trapelano notizie: solo nel pomeriggio saranno rese note le decisioni. Non è stato neppure chiarito se ci saranno o meno tratte esenti dall'incremento. Dagli uffici direzionali del 4º tronco, dove si intersecano Autosole e Firenze-Mare, è stato comunque confermato che i pedaggi aumenteranno. A livello nazionale, l'adeguamento dovrebbe assestarsi mediamente sul +2,4%: almeno questa è la percentuale indicata da Autostrade per l'Italia a margine dell'assemblea dell'Aiscat, l'associazione di categoria delle concessionarie, che si è svolta il 21 aprile. Nel dettaglio, fra un tracciato e l'altro, ci saranno comunque differenze sulla percentuale. Secondo indiscrezioni, causa la tragedia del terremoto, non ci saranno rincari per la Strada dei Parchi, ovvero le autostrade Roma-L'Aquila-Teramo e Torano-Pescara. Di adeguamenti non parlano assolutamente negli uffici della Sat, competente per il tratto autostradale fra Livorno e Rosignano, dove non hanno fornito indicazioni e neppure conferme riguardo agli incrementi, rimandando per notizie al centralino romano di Autostrade per l'Italia. L'annuncio del ministro. Ma il segreto è veramente quello di Pulcinella dal momento che gli adeguamenti sono stati annunciati il 21 aprile direttamente dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli presente proprio all'assemblea annuale di Aiscat che in quell'occasione ha riconfermato Fabrizio Palenzona alla carica di presidente per il triennio 2009-2011. E Palenzona ha annunciato che il settore autostrade sarà in grado entro la fine dell'anno in corso di attivare investimenti pari ad almeno 3 miliardi più un altro miliardo di anticipi sulle previsioni per il 2010. Decisione vecchia di mesi. Gli aumenti, comunque, non sono una decisione degli ultimi giorni. Risalgono, infatti, all'autunno scorso: i rincari dovevano scattare da gennaio ma il Governo aveva sospeso il tutto dal momento che si stava navigando in piena crisi finanziaria. Era stata però indicata, nel decreto milleproroghe, la durata del "congelamento" (quattro mesi da gennaio) anche se le società concessionarie - con l'avvicinarsi della data del 1º maggio - non si sentivano sicure sull'effettiva applicazione. Poi il ministro Matteoli ha spazzato i timori annunciando il via libera per le concessionarie in regola con i requisiti. Richieste bocciate. Negli ultimi due anni le concessionarie avevano a più riprese chiesto incrementi delle tariffe dei pedaggi, ricevendo sempre risposte negative. E alcuni tecnici del settore fanno notare che «da stanotte scatteranno nel concreto tre aumenti, quelli che partono dagli anni 2006-2007». Il mistero delle cifre. Ma perchè, pur sollecitati in nome della trasparenza sbandierata a livello di tariffe e servizi, negli ultimi giorni non c'è stata da parte dei concessionari una adeguata pubblicità riguardo alle nuove tariffe? All'ufficio stampa di Roma di Autostrade per l'Italia, che gestisce la maggior parte delle tratte autostradali, ieri hanno risposto che erano in corso i conteggi, per cui non potevano essere fornite indicazioni sulle nuove tariffe. Neppure sul loro sito Internet, almeno fino a ieri sera, abbiamo trovato tracce degli aumenti. Gli automobilisti che domani, festa del 1º maggio, usciranno di casa di buon mattino per la gita fuori porta saranno così costretti a scoprire sul momento, dal display del casello, a quanto ammonta il nuovo pedaggio. I conti della Salt. Solo dalla Salt sono arrivate nelle scorse settimane alcune sommarie indicazioni. Un esempio: il pedaggio della bretella fra Lucca e Viareggio dovrebbe passare dagli attuali 2,50 euro a 2,60, con un aumento di 10 centesimi. Secondo i bilanci Salt la percentuale di adeguamento per l'anno in corso risulta di poco superiore all'1%.

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Mercati emergenti: opportunità e rischi Mercoledì un incontro (sezione: crisi)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

ECONOMIA 30-04-2009 UPI PROSPETTIVE ALLA LUCE DELLA CRISI Mercati emergenti: opportunità e rischi Mercoledì un incontro II I mercati «emergenti»: prospettive, opportunità e rischi. E' questo l'argomento dell'incontro in programma mercoledì prossimo a Palazzo Soragna, alle 17, organizzato dall'Unione Parmense degli Industriali. Il tema è interessante, soprattutto in un contesto come quello della provincia di Parma, ad alto tasso di export. La prima riflessione che introduce il tema che verrà ampiamente approfondito è la crisi finanziaria a livello mondiale, una situazione congiunturale che si riflette in modo diverso sui mercati «emergenti». Quali sono le prospettive di mercato per queste economie nell'attuale scenario internazionale? Saranno colpite da una severa recessione o riusciranno ancora a generare crescita? Alcuni Paesi e Regioni, in particolare l'Asia, sembrano più forti di altri (ad esempio Europa Centrale e del-l- 'Est) nell'affrontare le difficoltà. Nel corso dell'incontro verranno esaminate alcune di queste differenze e analizzate le opportunità offerte dai mercati «emergenti» per le principali classi di investimento, comprese valute, bond e azioni. I lavori verranno aperti con il saluto del presidente dell'Unione parmense degli industriali Daniele Pezzoni. Ad entrare nel vivo sarà Constantin Costa Vayenas, responsabile Ricerca mercati emergenti di UBS Wealth Management Research, con la sua la relazione dedicata all'argomento scelto dall'Unione parmense degli industriali, di sicuro interesse per le imprese del territorio. Al termine dell'intervento dell'esperto ci sarà ampio spazio per il dibattito e le domande dei partecipanti. Palazzo Soragna Incontro il 6.

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Quei precari ignorati con la partita Iva (sezione: crisi)

( da "Libertà" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Quei precari ignorati con la partita Iva di ALBERTO SQUERI La crisi finanziaria e gli effetti pesanti sulle imprese hanno messo in moto da parte dei governi, quello italiano compreso, tutta una serie di attenzioni e rafforzamenti delle misure di salvaguardia di quelle che giustamente vengono considerate "categorie deboli " e a maggiore rischio. Quindi dopo il salvataggio delle banche e delle grandi imprese con misure a carico del debito pubblico il dibattito politico si è concentrato nel richiedere l'estensione dei meccanismi chiamati "ammortizzatori sociali", primo fra tutti la cassa integrazione, poi sussidi di disoccupazione e altro; tutti strumenti destinati comunque a tutelare il lavoro dipendente o assimilato. Questo è assolutamente condivisibile, ma dalla discussione e dai provvedimenti relativi sono rimasti totalmente esclusi una serie di soggetti, che pur non catalogabili tra i lavoratori dipendenti, stanno soffrendo altrettanto duramente gli effetti pesanti della crisi. Mi riferisco a quella massa di piccoli imprenditori individuali, microimprese familiari, lavoratori autonomi , piccoli commercianti; quel vastissimo mondo che in Italia viene identificato come "popolo delle partite IVA ", privo di qualsiasi forma pubblica di protezione sociale e di fatto assolutamente dimenticato. Questi soggetti che hanno la "sfortuna" di non essere catalogabili né tra il mondo del lavoro dipendente né tra le grandi imprese, la cui crisi coinvolgerebbe a cascata interessi forti, si sentono e si trovano abbandonati a loro stessi. Tra questi anche tutti quei giovani che negli ultimi anni, sull'onda della economia globalizzata, abbiamo convinto a dimenticarsi del posto fisso per spingerli ad iniziare una attività imprenditoriale autonoma. Sotto la spinta della nuova parola d'ordine "ciascuno sia imprenditore di se stesso" quante misure legislative negli anni passati sono state introdotte per incentivare la creazione di nuove piccole imprese. Ricordo gli interventi per l'imprenditoria giovanile, per l'imprenditoria rosa, gli "incubatori di impresa " e via dicendo. Ora tutti questi "piccoli imprenditori di se stessi", spinti dallo stesso stato a mettersi in gioco a loro rischio, vengono paradossalmente oggi ignorati in primo luogo proprio da quei politici, economisti, commentatori vari, che fanno a gara nel proporre misure a tutela delle parti più deboli del paese! Ora un negozio costretto a chiudere, un lavoratore autonomo che non ce la fa più, un piccolo imprenditore stroncato oltre che dalla crisi generale anche dal credito bancario che si è chiuso da un giorno all'altro senza motivo, non sono anch'esse situazioni drammatiche o comunque altrettanto degne di essere tutelate? Durante il 2008 (dati ufficiali) in Italia hanno chiuso oltre 40.000 esercizi commerciali e nel 2009 sarà ancora peggio! Secondo un recente qualificato studio di una società americana che ha analizzato le imprese italiane con un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro rischiano concretamente di chiudere o fallire oltre il 6% dei negozi, il 7% delle industrie, il 9% delle imprese di trasporto e oltre il 12% delle imprese edili. Sono dati questi che dovrebbero far rabbrividire; invece quando una microimpresa, un artigiano, un piccolo commerciante chiudono, sembra non fare alcuna notizia. Forse ci manca la percezione reale del dramma e degli effetti devastanti di tutto questo. Basti pensare che con la chiusura continua e inesorabile dei piccoli negozi le nostre città in poco tempo cambieranno volto rischiando la desertificazione, come le tristissime "banlieu " francesi. Ad oggi le misure concrete hanno riguardato il salvataggio delle banche (quelle stesse che fin a poco tempo fa prestavano denaro a tutti per qualsiasi cosa. anche per finanziare le vacanze alle Maldive!), o delle grandi imprese (FIAT, ALITALIA) e il raddoppio delle risorse per finanziare gli ammortizzatori sociali per il lavoro dipendente. Una vera politica, invece di misure per questo variegato e straordinario mondo di microimprese, non si è ancora vista. Credo che tutto questo sia profondamente iniquo e irragionevole. Non si tratta di stanziare altri sussidi pubblici; per cominciare basterebbe riconoscere a tutti questi "precari dimenticati " e lasciati a se stessi e ai loro problemi un diritto pieno di solidarietà. E da questo riconoscimento pubblico dar corso all'immediata approvazione di misure di sostegno per questi soggetti; ad esempio sospendere o abolire quello strumento spesso diabolico degli "studi di settore", accelerare i rimborsi IVA, alzare la soglia di compensabilità tra crediti e debiti che questi contribuenti hanno verso il fisco, rendere deducibili gli interessi passivi pagati per finanziare gli investimenti, introdurre sgravi fiscali per chi reinveste l'utile nell'impresa, alzare le quote di ammortamento per favorire gli investimenti. Mancando questi interventi spesso promessi e mai attuati si confermerà in queste categorie, il fondato sospetto che alla fine saranno proprio loro i "piccoli", gli artigiani, i commercianti, le microimprese a pagare il prezzo più alto della crisi. Qualche giorno fa sulle pagine del "Corriere della Sera " una interessantissima inchiesta sulla situazione delle piccole imprese e più in generale del piccolo ceto medio, confermando le condizioni di forte disagio e sfiducia in cui si trova questa classe sociale dimenticata, concludeva prevedendone il progressivo e definitivo allontanamento dai meccanismi normali di rappresentanza politica, sino a rischiare un vera e propria "secessione sociale" . Se le forze politiche, le forze culturali, i mezzi di comunicazione continueranno ad ignorare questo mondo o peggio snobbarlo, il piccolo ceto medio, fatto di tante piccole imprese, troverà diverse e più incisive forme di rappresentanza che faranno saltare quel patto di convivenza civile che ha permesso al nostro paese di svilupparsi e crescere; non credo questa sia una prospettiva che possiamo permetterci, se vogliamo uscire da una situazione gravissima che richiede una coesione sociale tanto forte da non dimenticare nessuno, nemmeno il fruttivendolo sotto casa. 30/04/2009

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SCUOLA: CATTOLICI NORDEST, NOSTRI ISTITUTI SONO AL COLLASSO. (sezione: crisi)

( da "Asca" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

SCUOLA: CATTOLICI NORDEST, NOSTRI ISTITUTI SONO AL COLLASSO (ASCA) - Padova, 30 apr - Il mondo della scuola cattolica del Nordest contro il Parlamento e il Governo, ma anche le Regioni, le province e i Comuni. ''Il Parlamento e il Governo italiani, in questa attuale crisi finanziaria, invece di agevolare e sostenere le istituzioni scolastiche paritarie che farebbero risparmiare denaro pubblico da impegnare in altre attivita' sociali, ne riducono gli esigui finanziamenti portando al colasso le scuole non statali - si legge in un documento di tutte le organizzazioni cattoliche della scuola, approvato dai mille partecipanti al convegno triveneto di questa mattina a Padova -.Vi sono, inoltre, responsabilita' specifiche e concrete delle Regioni, Province e dei Comuni, che domandano di essere eseguite. Si pensi alle risorse finanziarie che i Comuni, le Province e lo Stato dovrebbero reperire per costruire o affittare gli immobili e provvedere alla loro gestione, pagare stipendi ed altro nel caso in cui le scuole paritarie dovessero chiudere (in Veneto le scuole Fism coprono l'84% xi tutto il fabbisogno)''. Il documento sottolinea ancora che ''il pubblico finanziamento alle scuole paritarie, in quanto scuole pienamente pubbliche, come esplicitamente riconosciuto dalla legge della parita' scolsastica anche se non statali, e' un diritto costituzionale, di cui e' stato sempre sollecitato il riconoscimento''. fdm/cam/bra (Asca)

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NYSE EURONEXT/ UTILE NETTO PRIMO TRIMESTRE SCENDE DI QUASI 55% (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Nyse Euronext/ Utile netto primo trimestre scende di quasi 55% di Apcom Ricavi in lieve calo a 1,142 miliardi di dollari -->Parigi, 30 apr. (Apcom) - Utile netto più che dimezzato per il colosso borsistico transatlantico Nyse Euronext, che, penalizzato dalla crisi finanziaria, ha registrato un calo dell'utile del 55% a 104 milioni di dollari nel primo trimestre. Una nota della società di mercato sottolinea però che il risultato di 240 milioni del primo trimestre 2008 era particolarmente positivo. Nyse Euronext pubblica i risultati in base ai principi contabili Usa Gaap, che mostrano un prodotto totale, equivalente ai ricavi, di 1,142 miliardi di dollari contro 1,212 miliardi di un anno prima. I risultati sono stata influenzati anche da "livelli di attività inferiori sui mercati a contanti e dei derivati". La crisi ha già spinto in rosso i risultato 2008 di Nyse Euronext. Nel trimestre l'utile operativo è sceso del 53% a 159 milioni di di euro, con un impatto negativo dei 29 milioni dai cambi.

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RUSSIA/ RALLENTA CRESCITA DEI PRESTITI ALLE AZIENDE: DA 22% A 11% (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Russia/ Rallenta crescita dei prestiti alle aziende: da 22% a 11% di Apcom Le banche sono più disposte a ristrutturare i prestiti -->Mosca, 30 apr. (Apcom-Nuova Europa) - La crescita dei prestiti alle aziende in Russia è rallentata notevolmente nel mese di marzo a 11% dal 22% di febbraio. Secondo Trust Bank, le banche sono più disposte a ristrutturare i prestiti, al fine di migliorare i bilanci, e per questo si è registrata la flessione. Intanto l'intero settore in Russia vive una piccola rivoluzione. Per la prima volta dopo che la crisi finanziaria ha colpito il paese, le banche russe hanno cominciato a guadagnare grazie al loro "core business": le operazioni di prestito. Il reddito da tali attività per le banche russe ammonta a 35,1 miliardi di rubli nel mese di marzo (1 miliardo di dollari). I dati sono stati pubblicati dalla Banca centrale. Tuttavia, il sistema bancario ha dimostrato ancora una perdita di 9,9 miliardi di rubli per il mese a causa di perdite nei cambi di valuta.

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Un passaporto per gli hedge fund (sezione: crisi)

( da "Miaeconomia" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Gli ultimi articoli da: Esperto conti correnti C/c de cuiusC/c a protestatoDurata iscrizione CaiCancellazione CaiRiscossione assegno per fallitoAssegno fuori termini dal protestoSmarrimento assegno postaleC/c cointestatoRichiesta c/c per protestatoApertura c/c per cattivo pagatore Gli ultimi articoli da: Esperto mutui casa Concessione mutuoPagamento Iva in comunione beniMutuo e coniuge a caricoDetrazione mutuo per usufruttoCosti donazioneDetrazione mutuo per casa affittataIntestare immobile alla moglieAcquisto casa al figlioUsufrutto e pignoramentoPrima casa e cambio residenza FONDI E RISPARMIO » News Un passaporto per gli hedge fund (30/04/2009) Non solo le agenzie di rating ma anche gli hedge fund dovranno sottostare a maggiori vincoli se vogliono operare sul territorio europeo. E' il succo di una proposta di direttiva della Commissione europea adottata ieri dopo - anche in questo caso - non poche mediazioni. Le nuore regole impongono ai cosiddetti fondi speculativi - altro capro espiatorio della crisi finanziaria mondiale - una maggiore vigilanza sulle loro operazioni, che saranno anche obbligati a registrarsi in base a parametri unificati. In sintesi i gestori fondi di investimento alternativi dovranno registrarsi in via obbligatoria, comunicare con quali strumenti e su quali mercati operano, quali siano le loro esposizioni e fornire regolarmente i dati sulle loro performance e sui livelli di rischio. Va detto che sono esentati da queste regole gli hedge fund che contino su un portafogli ancorato sotto i 100 milioni di euro. Le norme riguardano anche il cosiddetto "private equity", in questo caso il limite sotto cui le regole non si applicano è pari a 500 milioni di euro. Si tratta di uno dei compromessi raggiunti per sbloccare le norme che rischiavano di non vedere l'approvazione, come ammette lo stesso commissario al mercato interno europeo, McCreevy, "che comunque permette di fare rientrare sotto le nuove regole il 30% dei gestori che da soli hanno in mano il 90% degli hedge fund in Europa". Lo stesso McCreevy ha commentato la proposta spiegando che si tratta del primo tentativo al mondo di creare una struttura normativa per i fondi alternativi di investimento, “un mercato da 2mila miliardi di euro, con un ruolo importante in Europa, perché sono una alternativa alle banche per le società europee”. Inoltre – spiega il commissario – la Commissione ha recepito “alla lettera” quanto uscito dal recente G20 di Londra sulla crisi finanziaria globale, sottolineando che oltre ai doveri con le nuove norme i gestori degli hedge fund potranno muoversi in tutta Europa. Ora la partita si gioca nel Parlamento europeo e nel Consiglio, dove chissà non vengano fuori altri compromessi, ci sono paesi che si metteranno di traverso perché direttamente interessati. Primo tra tutti il Lussemburgo, ma una certa cautela a mettere regole si e’ vista dalla Francia, dalla Gran Bretagna e anche dall’Italia. 6 voti - » Vota questa notizia »

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Caan: è crisi per il centro di Volla (sezione: crisi)

( da "Denaro, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Campania lavoro Caan: è crisi per il centro di Volla E' crisi finanziaria per il centro agroalimentare di Volla (Caan) di cui sono soci Comune, Regione, Provincia, Camera di commercio e le Pmi del settore. I commercianti consorziati nel polo commerciale alimentare ubicato alle porte di Napoli guidati dal presidente del consorzio ortofrutta Francesco Solina sono pronti ad incrociare le braccia. Una riduzione del canone di locazione degli spazi vendita del 40 per cento, da applicarsi retroattivamente la richiesta ai soci di parte pubblica. Tra le rivendicazioni anche il completamento dei lavori edilizi per la sistemazione delle vie di accesso al mercato e delle strutture e l'allestimento di servizi integrati. La perdita media mensile è di circa 140 mila euro, ossia la differenza tra il fatturato (circa 61 mila euro) e i costi di gestione (204 mila euro). I commercianti chiedono anche l'apertura immediata di un tavolo di concertazione con Comune, Regione e Provincia. del 30-04-2009 num.

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L'industria farmaceutica cresce e diventa traino per uscire dalla crisi (sezione: crisi)

( da "Denaro, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Mediterraneo turchia L'industria farmaceutica cresce e diventa traino per uscire dalla crisi Il segretario generale della Afid (Aziende Farmaceutiche Research-based), Engin Guner, afferma che l'industria farmaceutica turca ha il potenziale per sollevare la Turchia dalle difficoltà dovute alla crisi finanziaria internazionale. L'industria farmaceutica turca ha raggiunto un livello di qualità che permette le esportazioni di farmaci verso mercati con norme più severe di quelle turche, come quello degli Usa e della Germania. L'industria del settore ha sviluppato una sostanziale capacità con una forte infrastruttura e risorse umane di talento e, secondo Guner, si trova attualmente ad un bivio. Ad ogni modo, vi sono ancora difficoltà nell'affrontare problemi che Guner definice cronici, nel corso di un'intervista presso la Anatolia News Agency. A causa delle attuali difficoltà di investimento, il settore non ha potuto raggiungere un livello soddisfacente di progresso, secondo Guner. Le importazioni di alta tecnologia sono aumentate, come quelle delle materie prime, ma la Turchia spende ancora 10 dollari in medicine importate dall'estero, per ogni dollaro che ricava dalle esportazioni. Nonostante questo, il settore farmaceutico in Turchia sta per diventare un importante player nel mercato farmaceutico internazionale. Il prossimo passo sarà quello di investire di più nella ricerca e nello sviluppo con tecnologie avanzate e sviluppare le esportazioni. La strada per ottenere questi obiettivi passa attraverso l'aumento delle capacità innovative e il miglioramento dell'ambiente per gli investimenti, nonché l'attrazione di lavoro di ricerca e sviluppo dall'estero in Turchia. del 30-04-2009 num.

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30/04/2009 12:47 SCOR: Il valore intrinseco di SCOR Global Life aumenta del 3,9% a 1.700 milioni di euro, solide le performance operative (sezione: crisi)

( da "ITnews.it" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Press Release 30 April 2009 For further information, please contact: Beat Werder +33 (0)1 46 98 71 39 Chief Communications Officer Marco Circelli +44 (0) 207 553 8106 Head Investor Relations SCOR Global Life presenta dati relativi al valore intrinseco (European Embedded Value o "EEV") che dimostrano la solidità dell'attività Vita di SCOR nel contesto della crisi finanziaria. I dati confermano la capacità di creazione di valore a lungo termine del quinto riassicuratore mondiale, con posizioni leader in Europa e in diversi mercati asiatici. Con una quota di mercato totale dell'8% a livello mondiale e del 14% in Europa, SCOR Global Life registra premi lordi emessi per 2.700 milioni di euro nel 2008. Oltre il 70% del portafoglio è costituito delle attività tradizionali di rischio mortalità e a operazioni di finanziamento sulle quali l'impatto dei rischi economici è modesto. - SCOR's 2008 Life EEV performs positively growing to EUR 1.7 billion with a strong EEV operating profit of EUR 182 million. - Increase in EEV of 3.9% demonstrates the resilience of SCOR Global Life's business model in the financial crisis. - Solid value of new business of EUR 48 million, with a new business margin of 3.4%, testifying to the strength of the franchise. - Strong Life operating performance partially impacted by financial market turmoil resulting in EEV earnings of EUR 63 million. - SCOR continues to strictly apply market-consistent valuation of EEV, using unadjusted risk-free rates and year-end implied volatilities. - The value not recognised under IFRS of EUR 255 million despite financial market impact. - SCOR Global Life sees numerous business opportunities in the current financial crisis that have led to an increased demand for reinsurance capital and have contributed to a healthy stream of business. Gilles Meyer, Chief Executive Officer of SCOR Global Life, comments: "The strong European Embedded Value results by SCOR Global Life prove the healthy business fundamentals of the Life portfolio and especially its resilience to economic shocks. The strong EEV results underpin the fact that SCOR Global Life has a very strong franchise and operates a business model perfectly suited to the specific nature of the Life reinsurance market, allowing us to be optimistic for the future, confirm our strategic ambitions and to deliver strong future value to the Group by reaching the expected operating margin of 6.0%." Strong underlying performance of the Life business SCOR Global Life's total EEV increased by EUR 17 million to EUR 1.655 billion excluding capital movements and acquisitions. Including capital movements and acquisitions the EEV reached EUR 1.702 billion in 2008 against EUR 1.638 billion the previous year, an increase of 3.9%. The return on EEV (calculated as EEV earnings divided by the opening EEV) reached 3.8% against 13.4% previously. The EEV per share stands at EUR 9.5. The 2008 EEV operating profit has reached a strong EUR 182.3 million, only slightly down compared to the 2007 profit of EUR 188.3 million. The value added by new business is EUR 47.9 million versus EUR 59.7 million in the previous period, a decrease of 20% that is due to more selective underwriting in the US. The new business margin is 3.4% (after tax, expenses and cost of capital). Positive experience variances on business in force include the differences between actual experience and projected results for mortality, morbidity, lapses and acquisition costs. These amount to approximately EUR 25 million, underlining the prudent assumptions and favourable experiences in the portfolio recorded during the year 2008. Total EEV earnings, taking into account economic variances such as economic assumption changes and investment variances, decrease by 69% in 2008 from EUR 203 million to EUR 63 million. The EEV not recognised in IFRS equity is EUR 255 million and is thus stable compared to 2007 (EUR 264 million). * * * Details of the European Embedded Value approach used by SCOR Global Life, including analysis of Embedded Value from 2007 to 2008, as well as details of the methodology used, analysis of sensitivities to certain key parameters and reconciliation of the Embedded Value to the IFRS equity of SCOR, can be found in the document entitled "SCOR Global Life European Embedded Value 2008 - Supplementary Information" and the "SCOR Global Life" slide show presentation, both of which are available at www.scor.com. The Embedded Value has been calculated in accordance with the European Embedded Value Principles published in May 2004 and October 2005 by the CFO Forum. Tillinghast, the insurance consulting business of Towers Perrin, have been engaged to review the methodology and assumptions used and the calculations made by SCOR to determine the European Embedded Values. The scope of their review and opinion is presented in "2008 European Embedded Value - Supplementary Information". This EEV disclosure should not be viewed as a substitute for SCOR's primary financial statements. Forward-looking statements SCOR does not communicate "profit forecasts" in the sense of Article 2 of (EC) Regulation n 809/2004 of the European Commission. Thus, any forward-.looking statements contained in this communication should not be held as corresponding to such profit forecasts. Information in this communication may include "forward-looking statements", including but not limited to statements that are predictions of or indicate future events, trends, plans or objectives, based on certain assumptions and include any statement which does not directly relate to a historical fact or current fact. Forward-looking statements are typically identified by words or phrases such as, without limitation, "anticipate", "assume", "believe", "continue", "estimate", "expect", "foresee", "intend", "may increase" and "may fluctuate" and similar expressions or by future or conditional verbs such as, without limitations, "will", "should", "would" and "could." Undue reliance should not be placed on such statements, because, by their nature, they are subject to known and unknown risks, uncertainties and other factors, which may cause actual results, on the one hand, to differ from any results expressed or implied by the present communication, on the other hand. Please refer to SCOR's document de référence filed with the AMF on 5 March 2009 under number D.09-0099 (the "Document de Référence"), for a description of certain important factors, risks and uncertainties that may affect the business of the SCOR Group. As a result of the extreme and unprecedented volatility and disruption of the current global financial crisis, SCOR is exposed to significant financial, capital market and other risks, including movements in interest rates, credit spreads, equity prices, and currency movements, changes in rating agency policies or practices, and the lowering or loss of financial strength or other ratings. Copyright Hugin Questo comunicato é distribuito da Hugin. L'emittente è l'unico responsabile per il contenuto del comunicato. [CN#152677]

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Bankitalia: per istituti Ue problemi di autocartolarizzazione (sezione: crisi)

( da "Velino.it, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO - Bankitalia: per istituti Ue problemi di autocartolarizzazione Roma, 30 apr (Velino) - Le banche europee, non soltanto italiane, hanno un problema chiamato autocartolarizzazione. è quanto emerge da un documento tecnico della Banca d’Italia che ha per oggetto “Problematiche segnaletiche relative alle operazioni di autocartolarizzazione effettuate dalle banche”. Le operazioni di autocartolarizzazione - cioè operazioni di cartolarizzazione in cui la banca originator riacquista la totalità dei crediti emessi dal veicolo – sono un fenomeno abbastanza recente, legato alla crisi finanziaria che ha colpito il sistema negli ultimi due anni, si legge nel report riservato della Banca centrale governata da Mario Draghi. Ecco uno dei nodi: “Come si evince da una preliminare indagine effettuata sull’argomento, le banche stanno attualmente segnalando almeno 28 miliardi di euro in meno di crediti in portafoglio e l’equivalente in più di titoli. Questo accade non solo per le statistiche mensili di bilancio ma anche per le segnalazioni decadali che, come noto, sono utilizzate attualmente anche dalla Vigilanza per monitorare l’andamento dei prestiti”. (spr) 30 apr 2009 13:19

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DAVE! IL PRESIDENTE OBAMA SI È DATO MOLTO DA FARE IN QUESTI PRIMI 100 GIORNI. BUSH, INVECE, HA PASSATO I PRIMI 100 GIORNI DEL SUO PRIMO MANDATO NELLO STUDIO OVALE A CERCARE L'ANG (sezione: crisi)

( da "Dagospia.com" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

HomePage | Segnala articolo --> DAVE! – IL PRESIDENTE OBAMA SI è DATO MOLTO DA FARE IN QUESTI PRIMI 100 GIORNI. BUSH, INVECE, HA PASSATO I PRIMI 100 GIORNI DEL SUO PRIMO MANDATO NELLO STUDIO OVALE A CERCARE L'ANGOLO… Dal canale satellitare Raisat Extra Oggi c'erano 30° e il clima era soffocante... come Barbara Walters. E' una mia impressione o sembra che sia agosto? La gente va al mare, gli Yankees sono stati eliminati ai play off... Barbara Walters Il sole era così forte, che mi è rimasto il segno della mascherina contro l'influenza suina. Oggi faceva così caldo che il pirata somalo ha preso in ostaggio Ben & Jerry (Nota marca di gelati, ndr). Potete incontrare il pirata un po' ovunque a New York. Nel weekend è andato al matrimonio di Spencer e Heidi, stasera è stato l'ospite d'onore a un barbecue di Comedy Central. Il mese prossimo farà la prolusione alle lauree della Columbia University. Barack Obama festeggia i primi 100 giorni di presidenza e ha dovuto occuparsi della crisi finanziaria. Oltre a tutto questo, Obama vive con la suocera. Il poveretto non ha mai tregua! L'Air Force One è venuto a New York per scattare alcune foto. Così l'hanno mandato qui e ha iniziato a sorvolare la città. Questa è una cosa che mi aspetterei dall'amministrazione Bush. mel gibson Il presidente Obama ha ammesso di aver commesso un errore. Non so se state tenendo il conto, ma Bush mantiene un distacco di 10.000 errori rispetto a Obama. Quindi non c'è da preoccuparsi, possiamo stare tranquilli. Ma ci pensate ? Santo cielo ! Un 747 che sorvola New York. Stavo pensando una cosa... Non vedevamo un presidente imbarazzato per una fusoliera larga da quando... Domani terminano i primi 100 giorni della presidenza di Obama. Tanto per darvi un'idea di cos'altro accade nel Paese, oggi John McCain ha lucidato la sua Pontiac. Il presidente Obama si è dato molto da fare in questi primi 100 giorni. Bush, invece, ha passato i primi 100 giorni del suo primo mandato nello Studio Ovale a cercare l'angolo. La moglie di Mel Gibson ha chiesto il divorzio. Divorzia da Mel perché la sua amante è rimasta incinta. Mel è infuriato e sta ancora cercando il modo di dare la colpa agli ebrei. [30-04-2009] barack obama

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diciamolochiaro ha detto: Babe, come ben spiegava oggi un economista del PP (non ricordo il nome) a "Desayunos de TVE", la Germania è in recessione con numeri ben piu' alti della S (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

senza il mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 — Autore: babelick — 168 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da 40 a 60 giorni del termine massimo per detenere migranti nei Centri di permanenza temporanea, per facilitare identificazioni e rimpatri coatti, il progetto prevede di interrompere i ricongiungimenti familiari. Prevede anche sanzioni fino a 10.000 euro per chi «promuove la permanenza irregolare in Spagna di uno straniero», un'«infrazione grave» perché «lo straniero dipende economicamente da chi compie l'infrazione e questa ne prolunga il soggiorno autorizzato al di là del periodo legalmente previsto». La Comision Espanola de Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato perché così facendo il governo «cerca di farsi complici le persone che alloggiano» gli immigrati, e si appresta a «convertire i cittadini in poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo inquietante di un giudice star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di Pietro dei tempi che furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di altri ministri socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli ultimi anni ha incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli statisti europei, fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti defunti. Colleziona una gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia contro la Chiesa cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la pratica opposta a quella che si converrebbe a un premier laico che governa un Paese dove ci sono cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi elettori. La gaffe del ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della Difesa, Carmen Chacon, contro il parere e all'insaputa del collega degli Esteri, Moratinos, e di tutti i governi dell'Unione europea e della Nato, è la chicca di qualche giorno fa. Il presunto amico, il presidente Obama, è infuriato e non ha accettato i goffi tentativi di Madrid di rimediare. Peggio di così!

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SLOVACCHIA/ CRISI, UE APPROVA AIUTI DA 500MILA EURO PER IMPRESE (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Slovacchia/ Crisi, Ue approva aiuti da 500mila euro per imprese di Apcom Disponibili fino alla fine del 2010 -->Bruxelles, 30 apr. (Apcom-Nuova Europa) - La Commissione europea ha approvato un pacchetto di aiuti fino a 500mila euro elaborato dalla Slovacchia per aiutare le imprese a superare la crisi. Lo riferisce un comunicato, spiegando che il provvedimento sarà disponibile fino alla fine del 2010 per le aziende che non erano in difficoltà prima del 1 luglio 2008, ovvero prima dello scoppio della crisi finanziaria ed economica. Gli aiuti verranno elargiti sotto forma di sussidi, esenzioni fiscali e sconti di sanzioni. "Il programma aiuterà ad alleviare le difficoltà delle aziende slovacche colpite dall'attuale crisi finanziaria senza provocare distorsioni indebite della concorrenza", osserva il commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes.

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PIEMONTE/ TORINO, SEQUESTRATI 5,48 MILIONI IN BANCONOTE FALSE (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Piemonte/ Torino, sequestrati 5,48 milioni in banconote false di Apcom Carabinieri smascherano professionista del raggiro -->Roma, 30 apr. (Apcom) - Sequestrati a Torino 5,48 milioni di euro in banconote false nell'ambito di una indagine sulle truffe ai commercianti. I carabinieri della stazione Pozzo Strada hanno denunciato un professionista del raggiro che prestava denaro ai negozianti in crisi finanziaria. Si suppone che le truffe possano essere molte di più in tutta Italia.

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30/04/2009 14:39 SCOR annuncia un risultato netto di 93 milioni di euro nel primo trimestre 2009, un aumento del 15% del volume e un patrimonio netto di 3.600 milioni di euro (sezione: crisi)

( da "ITnews.it" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Press Release 30 April 2009 For further information, please contact: Beat Werder +33 (0)1 46 98 71 39 Chief Communications Officer Marco Circelli +44 (0) 207 553 8106 Head of Investor Relations SCOR annuncia dei risultati solidi per i primi tre mesi del 2009, a conferma della solidità del proprio modello di business e situazione patrimoniale nonostante l'inasprirsi della crisi finanziaria e i costi elevati sostenuti nel periodo a seguito del verificarsi di catastrofi naturali. Di seguito riportiamo gli eventi principali del periodo: - Risultato netto per il trimestre a 93 milioni di euro, ROE dell'11,1% e utile per azione pari a 0,52 euro; - Premi lordi emessi a 1.561 milioni di euro, pari a un aumento significativo del 15,4% rispetto allo stesso periodo nel 2008; - SCOR Global P&C reports a combined ratio of 99.4%, with natural catastrophe claims accounting for 9.2 percentage points, mainly relating to storm Klaus. Strong April renewals with prices up 4.1% (vs. 3.3% at 1 January) demonstrate SCOR's capacity to benefit from improving reinsurance market conditions; - SCOR Global Life delivers an operating margin of 4.5% (or 6.4% excluding net investment losses), demonstrating the resilience of the Life reinsurance business in the current economic environment. The 2008 European Embedded Value of EUR 1.7 billion is 4% higher than in 2007, demonstrating long-term value creation capacity; - SCOR Global Investments continues to apply a very prudent asset management strategy, with liquidity reaching EUR 4.6 billion, representing 24% of the total investment portfolio; - Shareholders' equity increases by EUR 185 million to EUR 3,601 million; book value per share stands at EUR 20.07, up by 5.6%; - The application of unchanged accounting rules leads to the recognition in the P&L of EUR 156 million in asset impairments and write-downs, with a limited impact on book value; - The successful turnaround of SCOR Global P&C's US operations leads to the reactivation of EUR 100 million in deferred tax assets; - The Group provided liquidity to its hybrid issue (TSSDI EUR 350 million), resulting in the acquisition of own debt of EUR 70 million at an average price of 40.5%. Denis Kessler, Chairman and Chief Executive Officer of SCOR, comments: "The first quarter 2009 demonstrates SCOR's very solid and proven strategy, as the Group has been able to consistently create shareholder value during the financial market crisis. In a deteriorating economic and financial environment we will keep SCOR in a state of 'full alert', encompassing conservative asset management along with a strong focus on cash management and especially on traditional, well diversified reinsurance underwriting. The successful April renewals demonstrate that SCOR's fully mobilized underwriting teams are capable of seizing attractive business opportunities in an upward trending reinsurance industry." The Group records solid net result of EUR 93 million with book value per share of EUR 20.07 SCOR records a net income of EUR 93 million in the first quarter 2009, down 30.3% from EUR 133 million compared to last year's figures for the same period. The earnings per share (EPS) stand at EUR 0.52 for the quarter. Return on equity (ROE) stands at 11.1% in the first quarter, against the 15.7% recorded for 2008. The strength of the franchise is further confirmed by the strong growth in gross written premiums reaching EUR 1,561 million, up 15.4% from EUR 1,353 million for the same period in 2008. SCOR shareholders' equity increases from EUR 3,416 million at the end of 2008 to EUR 3,601 million at 31 March 2009, representing an increase of 5.4%. Book value per share stands at EUR 20.07, up 5.6% from EUR 19.01 at the end of 2008. Shareholders' equity has remained extremely resilient throughout the crisis, and has been largely restored to pre-crisis level when it was at EUR 3,646 million at the end of September 2007. During the quarter the Group has continued to reduce its debt ratio and currently has a leverage position of 16.7%. SCOR has no refinancing needs at present. SCOR Global P&C records a combined ratio of less than 100% despite high natural catastrophe losses; April renewals confirm positive pricing trend SCOR Global P&C gross written premiums increase from EUR 736 million in 2008 to EUR 868 million in the first quarter 2009, representing an increase of 18.0%. At constant exchange rates, the volume increases by 17.0%. The premium increase is positively impacted by volume growth in the 2008 April and July renewals. The net combined ratio stands at 99.4% despite a quarter with a very high level of natural catastrophes, notably the pre-tax net loss of EUR 55 million on storm Klaus. The high catastrophe losses make up 9.2 points of the combined ratio against 6.8 points in the same quarter last year. In the first quarter 2009 the Non-Life division achieves its "Dynamic Lift V2" pricing underwriting ratios one year ahead of plan, leveraging on the counter-cyclical nature of the reinsurance industry. The quarter is marked by the accomplished turnaround of SCOR Global P&C's US operations. The entity successfully demonstrates the expansion of its ongoing profitable business, focusing on small and medium-sized insurance companies. At the same time, SCOR Global P&C is systematically reducing its run-off technical reserves in the US, through the commutation of its most volatile portfolios. Since 2004 the run-off technical reserves have been reduced from USD 1,731 million to USD 490 million. This complete overhaul of the business situation has enabled SCOR to reactivate deferred tax assets of EUR 100 million. SCOR Global P&C registered successful April renewals with prices generally up by 4.1%, a slight improvement on the January renewals where a general price increase of 3.1% was achieved. The Non-Life business engine continued its selective and disciplined underwriting with the April renewals in the Asia-Pacific markets, notably in South Korea and Japan. 12% of all Treaty business was subject to renewal. In a generally hardening market, the Company wrote and bound Non-Life contracts of EUR 236 million, an increase of 7% compared to 2008. New business amounts to EUR 58 million. EUR 46 million of business was not renewed, as it did not meet internal profitability targets. The Group benefited from the recent upgrade by Standard & Poor's to "A" and in particular saw further new opportunities in Speciality Lines. Growth in India was significant, with written premiums up by 53% from EUR 11 to 17 million. SCOR Global Life shows strong growth; 2008 EEV at EUR 1.7 billion confirms the strength and resilience of the franchise SCOR Global Life gross written premiums for the quarter increase by 12.2% to EUR 693 million, compared to EUR 617 million for 2008. This increase is due to new business in Asia, France (Prévoyance Ré), the US and the Middle East. At constant exchange rates, the volume rises by 8.0%. SCOR Global Life delivers a solid quarterly operating margin of 4.5% (excluding net investment losses, the Life operating margin is 6.4%). The resilience of SCOR Global Life's business model in the current financial market environment is further demonstrated by the 4% growth of 2008 European Embedded Value (EEV) to EUR 1.7 billion.[1] SCOR Global Investments (SGI) continues to pursue a prudent asset management strategy; liquidity increases to EUR 4.6 billion In a financial market environment that remained extremely challenging during the first quarter 2009, SCOR continues its prudent asset management strategy by further increasing its level of liquidity, cash and short-term investments, and by actively reducing its exposure to volatile assets. At the end of the first quarter the Group's liquidity position stands at EUR 4,559 million, up from EUR 3,711 million on 1 January 2009, representing an increase of 23%. Due to the prudence of its asset management policy, SCOR records a lower recurring yield of 2.7% (excluding funds withheld by cedants, capital gains/losses and FVI net of write-downs) compared to the 3.6% recorded in the first quarter 2008. On the back of its active investment portfolio management, SCOR realized gains in the amount of EUR 65 million (with EUR 43 million in fixed income and EUR 19 million in equity), which were negatively impacted by EUR 38 million due to the voluntary de-risking of the portfolio in terms of equities and alternative investments. The application of unchanged accounting rules, on the other hand, has resulted in the recognition in the P&L of EUR 156 million in asset impairments and write-downs, mainly in equities (EUR 136 million), which has led to a negative quarterly investment yield of -0.3% on average assets. This accounting effect has a very limited impact on book value. Net invested assets, including cash, stand at EUR 19.1 billion at 31 March 2009, compared to EUR 18.8 billion at 31 December 2008. At 31 March 2009, investments consist of bonds (29%, of which 63% in AAA securities), cash and short-term investments (24%), funds withheld by cedants (41%), equities (3%), hedge funds and other alternative investments (1%) and real estate (2%). During the quarter the Group provided liquidity to its hybrid debt issue (6.154% EUR 350 million super-subordinated debt), resulting in the acquisition of its own debt of EUR 70 million at an average price of 40.5%. * * * Key Figures (in EUR millions) +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ | | Q1 2009 | Q1 2008 |Percentage change| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ | |(unaudited)|(unaudited)| | +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Gross written premiums | 1,561| 1,353| 15.4%| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Non-Life gross written premiums | 868| 736| 18.0%| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Life gross written premiums | 693| 617| 12.2%| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Operating income | -3| 126| -102.2%| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Net income | 93| 133| -30.3%| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Investment income | -4| 161| -102.6%| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Investment yield | -0.3%| 3.0%| | +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Non-Life combined ratio | 99.4%| 98.4%| | +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Non-Life technical ratio | 92.8%| 92.1%| | +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Non-Life expense ratio | 6.7%| 6.3%| | +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Life operating margin | 4.5%| 7.7%| | +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Return on Equity (ROE) | 11.1%| 15.7%| | +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Basic EPS (EUR) | 0.52| 0.74| -30.2%| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Book value per share (EUR) | 20.07| 20.01| 0.3%| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ | | | | | +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ | | Q1 2009| Q4 2008|Percentage change| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Investments (excl. participations)| 19,051| 18,765| 1.5%| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Reserves (contract liabilities) | 20,627| 20,24| 1.9%| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ |Shareholders' equity | 3,601| 3,416| 5.4%| +----------------------------------+-----------+-----------+-----------------+ [1] See separate press release for details on SCOR Global Life EEV results Note to editors: - Sums and variations (percentage changes) contained in this press release are calculated on complete figures (including decimals); therefore the press release might contain immaterial incongruences due to rounding. - The Group's financial information is prepared on the basis of IFRS and interpretations issued and approved by the European Union, as set out in the 2008 Document de Référence. Forward-looking statements SCOR does not communicate "profit forecasts" in the sense of Article 2 of (EC) Regulation n 809/2004 of the European Commission. Thus, any forward-.looking statements contained in this communication should not be held as corresponding to such profit forecasts. Information in this communication may include "forward-looking statements", including but not limited to statements that are predictions of or indicate future events, trends, plans or objectives, based on certain assumptions and include any statement which does not directly relate to a historical fact or current fact. Forward-looking statements are typically identified by words or phrases such as, without limitation, "anticipate", "assume", "believe", "continue", "estimate", "expect", "foresee", "intend", "may increase" and "may fluctuate" and similar expressions or by future or conditional verbs such as, without limitations, "will", "should", "would" and "could." Undue reliance should not be placed on such statements, because, by their nature, they are subject to known and unknown risks, uncertainties and other factors, which may cause actual results, on the one hand, to differ from any results expressed or implied by the present communication, on the other hand. Please refer to SCOR's document de référence filed with the AMF on 5 March 2009 under number D.09-0099 (the "Document de Référence"), for a description of certain important factors, risks and uncertainties that may affect the business of the SCOR Group. As a result of the extreme and unprecedented volatility and disruption of the current global financial crisis, SCOR is exposed to significant financial, capital market and other risks, including movements in interest rates, credit spreads, equity prices, and currency movements, changes in rating agency policies or practices, and the lowering or loss of financial strength or other ratings. Copyright Hugin Questo comunicato é distribuito da Hugin. L'emittente è l'unico responsabile per il contenuto del comunicato. [CN#152682]

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Crisi, Passera: Tempi ancora incerti ma noi siamo sereni (sezione: crisi)

( da "Velino.it, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO - Crisi, Passera: Tempi ancora incerti ma noi siamo sereni Roma, 30 apr (Velino) - C’è ancora incertezza sui tempi della crisi finanziaria ed economica ma Intesa Sanpaolo “può guardare con serenità alla situazione” grazie “al lavoro fatto” e, anzi, dalla recessione “può uscire ulteriormente rafforzata”. Ne è convinto l’amministratore delegato del gruppo bancario Corrado Passera che, nella sua relazione sul bilancio 2008 che l’assemblea dei soci oggi deve approvare, ha sottolineato più volte “la determinazione della banca ad affrontare la crisi” senza farsi travolgere. Certo “non sapendo quanto grave potrà essere ancora la crisi e quanto durerà – ha aggiunto Passera – abbiamo deciso di mettere un po’ più di fieno in cascina perché non sappiamo quanto l’inverno sarà lungo”. L’assemblea infatti deve dare l’ok non solo al bilancio 2008, con un utile consolidato di oltre 2,5 miliardi, ma alla decisione di non distribuire dividendo alle azioni ordinarie ma solo 0,026 euro per ogni azione di risparmio, proprio “con l'obiettivo di rafforzare il patrimonio per affrontare la crisi finanziaria in corso”. “La banca – ha proseguito l’ad di Intesa Sanpaolo nella sua relazione – ha affrontato con rapidità la crisi, in particolare quella di liquidità, predisponendo riserve nonché risorse per essere indipendente dall’andamento del mercato e poter rispettare gli impegni rimanendo vicini all’economia italiana e degli altri paesi in cui operiamo”. Anche “la redditività si mantiene solida – ha sottolineato ancora Passera – e abbiamo evitato il pericolo di eccessivo indebitamento in cui sono caduti altri istituti. Il rapporto tra patrimonio tangibile e attivi ci pone come la prima banca italiana ed europea”. L’amministratore delegato del gruppo ha quindi ringraziato tutti i dipendenti di Intesa Sanpaolo, osservando come “è grazie al lavoro fatto in tutti questi anni dalle 100 mila persone che lavorano per noi” che si può “guardare più serenamente alla situazione” attuale. Nel 2008 le perdite sui crediti hanno raggiunto “cifre importanti”, ha poi ammesso Passera, aggiungendo che “sicuramente saliranno” visto che già “nei primi due mesi dell’anno nuovo c’è stato un peggioramento della qualità del credito rispetto ai periodi corrispondenti” e dunque è probabile che nel 2009 “avremo il picco della quantità di perdite su crediti”. Ma la banca ha comunque “voglia di stare vicina all’economia italiana”, ha assicurato l’ad di Intesa Sanpaolo, e lo potrà fare proprio grazie alla forte posizione di liquidità del gruppo che è “tra le migliori a livello mondiale”. In un momento “in cui è necessario assicurare all’economia non il maggiore, ma il migliore supporto, la nostra posizione – ha affermato – è di grandissima responsabilità”. Quanto alle previsioni sui risultati del 2009, “ci aspettiamo un utile netto robusto e la possibilità di tornare a distribuire il dividendo – ha chiosato Passera – anche se è troppo presto per prendere impegni di dimensione e quantità”. (sis) 30 apr 2009 15:47

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(sezione: crisi)

( da "Sicilia, La" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

L'Amt di nuovo in difficoltà «Oggi polizze pagate navighiamo a vista» Giuseppe Bonaccorsi La notizia è stata ufficializzata dal consigliere del Pd Saro D'Agata durante dell'ultimo Consiglio comunale chiamato a votare le dismissioni. Ed è stata al centro di un «vivace» scambio di opinioni tra il rappresentante dell'opposizione e il Ragioniere generale. Questa mattina i funzionari della Ragioneria e dell'assessorato comunale al Bilancio erano stati convocati a Palermo dalla sezione di controllo della Corte dei conti per fornire i documenti sulle misure correttive richieste dai magistrati con la deliberazione n. 100 dell'ottobre 2008. Ma l'amministrazione avrebbe chiesto un rinvio alla Corte che è stato accolto. L'audizione è stata quindi riconvocata martedì prossimo, 5 maggio e a quel punto l'amministrazione dovrà dare conto alle richieste dei giudici contabili che in caso contrario potrebbero trasmettere il fascicolo alla Procura. Questa la sintesi della notizia che è stata divulgata in aula da D'Agata e che potrebbe essere al centro delle pressanti richieste dell'amministrazione al Consiglio per accelerare l'iter delle ultime delibere propedeutiche al Bilancio. La Corte aveva convocato il Comune a Palermo con lettera recapitata in Comune il 22 aprile. E in allegato aveva inviato in Comune anche un documento di due pagine in cui sono elencate le osservazioni sulle quali martedì dovranno rispondere i funzionari dell'ente. Nel dettaglio del documento i magistrati tornano a ribadire le loro forti perplessità su alcuni punti e anche sulle modalità di spesa dei 140 milioni. E scrivono: «Preso atto della impossibilità di procedere all'alienazione degli immobili alla società Sviluppo e patrimonio, con determina dirigenziale del 30 dicembre 2008 sono stati cancellati i residui attivi connessi alla citata operazione per 133mln467mila350 euro ed è stata contestualmente accertata l'entrata di 140 milioni a ripianamento dei disavanzi dell'Ente. Tali operazioni - spiega la Corte - non sono conformi all'orientamento espresso da questa sezione con la deliberazione n.100/2008». Nella delibera citata la Corte riferendosi al finanziamento Cipe, concesso per ripianare disavanzi anche si spesa corrente, riconosce il carattere di «norma eccezionale» attribuitogli, ma puntualizza: «Ad avviso di questa Corte la portata eccezionale della norma in esame si circoscrive in questo ristretto ambito e non può essere estesa nel senso di consentire una deroga anche alle prescrizioni che stabiliscono un termine massimo per il ripiano dei disavanzi di amministrazione e dei debiti di cui all'art. 194 del Tuel». E riferendosi subito dopo alla delibera di equilibrio di Bilancio di previsione 2008, in merito alla presa d'atto dell'amministrazione della mancata entrata dei 40 mln dal condono edilizio e le nuove maggiori uscite determinate «prevalentemente dal costo dell'Amt» aggiunge: «Pertanto pur tenuto conto di talune economie di spesa realizzatesi, il riequilibrio di Bilancio è stato conseguito grazie all'utilizzo di parte delle risorse del finanziamento Cipe». La Corte inoltre chiederà lunedì al Comune di chiarire a che punto è: «l'attività di ricognizione di eventuali debiti fuori bilancio non ancora conclusa» e «la rinegoziazione dei Mutui con la cassa depositi». E continua: «Non sono state ancora adottate dall'Ente misure efficaci a fronte delle notevoli perdite derivanti dalla gestione delle società Partecipate» Un capitolo è riservato alle recenti deliberazioni comunali sulla spesa del personale e la Corte ricorda le delibere sulla Pianta organica e la macrostruttura. E scrive: «Attraverso tali atti l'ente ritiene di poter conseguire una riduzione della spesa complessiva annua di 17 mln...Tuttavia dall'istruttoria compiuta è emerso che l'effettivo contenimento della spesa sarebbe di gran lunga minore...». Infine la nota del magistrato istruttore si conclude con una considerazione negativa sullo stato delle casse: «Il finanziamento Cipe - si legge - non è sufficiente a garantire il superamento della grave crisi finanziaria dell'ente in considerazione delle notevoli esposizioni debitorie da ripianare. Inoltre il piano di valorizzazione del patrimonio è tuttora in corso di eleborazione». va detto che prioprio le dismissioni sono state approvate dal Consiglio appena due giorni fa dopo la richiesta dell'amministrazione ad accelerare l'iter e saranno, per ovvie considerazioni, tra i documenti che saranno portati a Palermo per l'esame dei giudici contabili.

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diciamolochiaro ha detto: Babe, la Spagna sta abilmente complottando su due fronti: l'America latina per via della lingua comune (non con il Brasile, però) e della tradizione, E I (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

senza il mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 — Autore: babelick — 174 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da 40 a 60 giorni del termine massimo per detenere migranti nei Centri di permanenza temporanea, per facilitare identificazioni e rimpatri coatti, il progetto prevede di interrompere i ricongiungimenti familiari. Prevede anche sanzioni fino a 10.000 euro per chi «promuove la permanenza irregolare in Spagna di uno straniero», un'«infrazione grave» perché «lo straniero dipende economicamente da chi compie l'infrazione e questa ne prolunga il soggiorno autorizzato al di là del periodo legalmente previsto». La Comision Espanola de Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato perché così facendo il governo «cerca di farsi complici le persone che alloggiano» gli immigrati, e si appresta a «convertire i cittadini in poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo inquietante di un giudice star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di Pietro dei tempi che furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di altri ministri socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli ultimi anni ha incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli statisti europei, fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti defunti. Colleziona una gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia contro la Chiesa cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la pratica opposta a quella che si converrebbe a un premier laico che governa un Paese dove ci sono cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi elettori. La gaffe del ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della Difesa, Carmen Chacon, contro il parere e all'insaputa del collega degli Esteri, Moratinos, e di tutti i governi dell'Unione europea e della Nato, è la chicca di qualche giorno fa. Il presunto amico, il presidente Obama, è infuriato e non ha accettato i goffi tentativi di Madrid di rimediare. Peggio di così!

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Scenario finanziario ed euro dollaro pag.1 (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Scenario finanziario ed euro dollaro FOREX, clicca qui per leggere la rassegna di Fabio Caldato , 30.04.2009 16:52 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! il break up della trend line ribassista,avvenuto nel dopo FED. L’area 1,3380 ha fatto da ostacolo al trend pro euro ed il cross ha invertito bruscamente. Una falsa rottura sarebbe segnale ribassista importante,ma solo conferme grafiche possono aiutare nell’operatività. Un recupero di 1,3350 entro fine settimana,al contrario,avrebbe target a 1,36 area,dove passa la trend line ribassista di medio termine. Livelli inferiori,infine, confermano il trend pro dollaro,che ha caratterizzato questa crisi finanziaria. Fabio Caldato www.forex47.it

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CRISI: IFEL-ANCI, CON SBLOCCO RESIDUI PASSIVI 15MLD PER INVESTIMENTI. (sezione: crisi)

( da "Asca" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

CRISI: IFEL-ANCI, CON SBLOCCO RESIDUI PASSIVI 15MLD PER INVESTIMENTI (ASCA) - Roma, 30 apr - L'Anci pone da tempo il problema della contrazione della spesa per investimenti dovuta ai limiti posti dal patto di stabilita' interno. Inoltre, la crisi finanziaria in atto impone a tutta la Pubblica Amministrazione di porre in essere ogni azione volta a far ripartire l'economia e salvaguardare l'occupazione. I Comuni Italiani hanno piu' volte offerto il proprio contributo chiedendo lo sblocco dei residui passivi per dare esecuzione alle opere gia' cantierate: le stime Ifel indicano una potenzialita' di spesa pari ad almeno 15 miliardi di euro immediatamente spendibili. Anci ed Ifel stanno conducendo un'indagine al fine di avere un quadro complessivo del fenomeno, sia in termini qualitativi che quantitativi. Da quanto emerso fin'ora vengono confermate le prime stime, dato che le risposte pervenute da un terzo (33%) dei Comuni soggetti al Patto di Stabilita' interno indicano come risorse spendibili 4 miliardi e 560 milioni. Dal punto di vista della tipologia, le opere che possono immediatamente vedere una importante accelerazione sono quelle riferibili alla viabilita' ed invece quelle che potrebbero essere avviate in tempi rapidi quelle relative all'edilizia scolastica, in particolare nei comuni di minore dimensione demografica. Dopo un lungo confronto in merito al ruolo dei Comuni e' stato approvato il decreto legge 5, a sostegno della crisi economica, che introduce la possibilita' di ampliare la spesa per investimenti in accordo con le regioni utilizzando i residui. L'indagine svolta indica pero' che i requisiti introdotti per l'accesso al potenziale beneficio risultano essere particolarmente stringenti. Estrapolando i dati ottenuti con l'indagine campionaria, risulterebbe che solo 180 comuni, rispetto agli oltre 2000 soggetti al Patto, si troverebbero nelle condizioni di poter sbloccare i propri residui in accordo con la regione di appartenenza. Di conseguenza, i residui passivi effettivamente impiegabili sarebbero pari a circa 740 milioni, contro i 15 miliardi di Euro attualmente presenti nelle casse comunali e immediatamente spendibili. A limitare ulteriormente la portata dell'intervento legislativo, tuttavia, concorre anche la procedura che prevede un accordo con le Regioni, che di fatto sono il soggetto cui e' demandato il coordinamento e la raccolta delle richieste dei Comuni. In effetti, ad oggi, giorno dalla scadenza fissata dalla legge, nessuna Regione ha predisposto un prospetto o un'informativa che guidasse l'azione dei Comuni. La procedura prevista per far partire tali agevolazioni e' stata quindi espletata dall'ANCI, che ha provveduto ad inviare le richieste dei comuni alle regioni, che non avevano individuato alcuna misura per attivare il processo. Al momento, sono circa 110 i Comuni, quasi interamente concentrati in Lombardia, Piemonte e Veneto, che hanno inoltrato richiesta all'Associazione e che possiedono i requisiti previsti dalla legge per ottenere l'allentamento del Patto di Stabilita' da parte della propria Regione, per un valore totale di investimenti pari a 430 milioni di euro, che comunque costituisce solo il 9% di tutte le richieste pervenute all'Anci. res-dnp/sam/lv (Asca)

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Stipendi record, la casta dei banchieri Usa vince ancora. (sezione: crisi)

( da "Giornale.it, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il mondo continua a lottare contro la recessione, il Pil americano sprofonda a -6%, ma c'è qualcuno che ha già vinto. I soliti noti, sì, proprio loro, la casta dei banchieri Usa che, come spiego in questo articolo nel 2009 si appresta ad incassare stipendi e bonus strepitosi, quasi allo stesso livello del fantastico (per loro) 2007: nei primi tre mesi dell'anno le sei principali banche americane hanno accantonato la bellezza di 36 miliardi di dollari per il prorio management. Chi lavora nel dipartimento trading e investimenti bancari di JPMorgan Chase, ad esempio, assapora già, per l'anno in corso, un reddito medio pro capite di 509mila dollari, mentre nell'ultima annata senza eccessi, il 2006, era stato di 345mila dollari. Intanto, però, le banche continuano a licenziare e a delocalizzare gli impieghi più modesti in India e nelle Filippine. E' il loro modo di ringraziare il contribuente americano. Intanto, grazie al New York Times, sappiamo con certezza che l'uomo scelto da Obama per risanare l'economia statunitense, il ministro del Tesoro Timothy Geithner quando era alla guida della Federal Reserve aveva rapporti scandalosamente stretti con i banchieri (per i dettagli leggere qui). Insomma, era e resta il loro uomo. Intanto i banchieri festeggiano anche in Gran Bretagna (bonus per 7 miliardi) , mentre il numero uno di Societé Générale Daniel Bouton dopo aver fatto disastri se ne va con una pensione da 730 mila euro. E tutto torna come prima: la casta dei banchieri continua a comandare. Scritto in giustizia, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, notizie nascoste, globalizzazione, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 8 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Apr 09 Influenza suina. Panico nel mondo per 7 morti Non mi piace scrivere più post sullo stesso argomento a distanza di poche ore. Ma non posso esimermi dal farlo. L'Oms ha dichiarato oggi che i morti provocati dall'influenza suina sono sette. Tutti gli altri sono solo sospetti. Ciò nonostante la California proclama lo stato d'emergenza, Obama chiede fondi straordinari per 1,5 miliardi di dollari e, come previsto, spuntano casi inquietanti in tutta Europa. Un panico mondiale per 7 morti, mentre la Novartis ci fa sapere che entro due mesi sarà pronto il vaccino e gli infettologi raccomandano "farmaci specifici per il trattamento-prevenzione dell'influenza umana da virus suino come l'Oseltamivir (ovvero l'immancabile Tamiflu della Roche, già prescritto contro l'aviaria) e lo Zanimivir" (fonte: dieci domane e risposte pubblicate oggi dal Giornale a firma di Manila Alfano e Matthias Pfaender). Se non è spin questo. AGGIORNAMENTO: In questo articolo spiego come si costruisce ad arte il panico globale e paragono l'aviaria alla suina. Inoltre: la conferenza stampa di ieri di Obama rafforza i miei sospetti. Barack l'ha aperta parlando dell'influenza suina e la prima domanda è stata su questo tema. Ieri è stato annunciato il crollo del 6% del Pil americano e tra 4 giorni verranno resi noti i risultati dello stress-test sulle banche, eppure su 13 domande neanche una era riferita alla crisi finanziaria, che così viene dimenticata da tutti e Wall Street può salire del 2%. Complimenti agli spin doctor di Mr. President: l'influenza suina era un'occasione strepitosa e loro non se la sono lasciata scappare. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, notizie nascoste, globalizzazione, società, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 59 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 27Apr 09 E la Cina diventa sempre più influente nel mondo Il mondo è angosciato dalla crisi economica, ma c'è chi approfitta di questa situazione - e del declino degli Stati Uniti - per ampliare le propria influenza nel mondo. Chi? La Cina, ovviamente, che stringe accordi commerciali e finanziari in Asia, in Africa e persino nell'America Latina. Concede prestiti non più solo in dollari, ma anche in yuan e propone un modello di sviluppo alternativo a quello anglosassone, come spiego in questo articolo . Il tutto con discrezione ed efficacia, mentre l'America si dimostra incapace di reagire. Pechino potrebbe diventare una superpotenza molto prima del previsto, secondo l'economista Nouriel Roubini addirittura entro dieci anni. Scritto in capitalismo, crisi, era obama, globalizzazione, cina, notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 55 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza suina, una psicosi molto sospetta. Nelle ultime 24 ore è scattato l'allarme in Messico per l'influenza suina e i media di tutto il mondo hanno ripreso la notizia con toni drammatici evocando il rischio di un contagio planetario. Sarà, ma gli studi sullo spin mi hanno insegnato a diffidare degli allarmi su improvvise epidemie provocate da malattie misteriose. Ricordate la Mucca pazza? E quelle immagini angoscianti dei bovini tremanti? All'epoca ci dissero che l'encefalopatia spongiforme bovina, variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob, avrebbe provocato la morte di migliaia di persone, nonostante l'abbattimento di decine di migliaia di capi. Ma a oggi sono stati registrati 183 casi in tutto il mondo. Le autorità fecero bene a mettere al bando le farine di origine animale, che costringevano degli erbivori a trasformarsi in carnivori; ma l'allarme fu eccessivo. E la Sars? Vi ricordate le immagini dei condimini sigillati, con i medici che vi entravano indossando degli scafandri simili a quelli degli astronauti? Furono pochissime le vittime, ma ci fu panico in tutto il mondo. Oggi il virus pare sia scomparso. Ancora: l'influenza aviaria, Esiste dal 1878 e i casi di trasmissione all'uomo sono rarissimi. Eppure il mondo nel 2005 non parlava d'altro; i governi decisero di rendere obbligatorie stock di riserva del Tamiflu, un farmaco in realtà poco efficiente contro la malattia; per la gioia della Roche ( su quella vicenda segnalo la splendida inchiesta di Sabrina Giannini, trasmessa nel 2006 da report) Ora improvvisamente tutto il mondo parla dell'influenza suina e da Città del Messico arrivano, come da copione, notizie molto allarmanti. Gli Usa sostengono che sia troppo tardi per arignare il virus, l'Europa è in allarme. Si stanno creando tutte le premesse per diffondere una piscosi mondiale. Sarà ingiustificata come le altre? Io dico di sì, con una conseguenza facilmente prevedibile: per un po' ci si scorderà della crisi economica. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia, società, notizie nascoste Commenti ( 97 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Apr 09 La Casa Bianca e la Fed truccano i conti? Navigando su Internet ho trovato alcune notizie assai interessanti. Il suicidio del top manager Kellermann ha fatto emergere un retroscena sconcertante sul modo in cui l'Amministrazione Obama gestisce gli interventi di risanamento. Il mese scorso ha tentato ripetutamente (ed energicamente) di convincere il management di Freddie Mac di nascondere il costo reale del programma varato per arginare la confisca degli immobili dei mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di dollari a carico della società. Il management (Kellermann incluso) si è opposto strenuamente e i rappresentanti del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine la cifra è uscita, ma è stata subito relativizzata dalle rassicurazioni del presidente Barack Obama e del ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera il numero uno di Bank of America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso settembre il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora ministro del Tesoro Paulson fecero forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non rivelasse le gravi difficoltà finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito delle trattative per la fusione tra i due istituti. E se si considera che il governo ha autorizzato le banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad annacquare le perdite sui debiti tossici - il quadro non è affatto rassicurante. Nessuno parla più del debito complessivo americano (pari al 35o% del Pil); pochi rilevano che la Cina da tre mesi sta riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro americani o che il gettito fiscale sarà inferiore alle attese con inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico. L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica a ignorarli. Ma basta truccare le carte per spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di no: l'ipnosi aiuta ma non risolve. AGGIORNAMENTO: Una società di consulenza privata, la PNC Financial Services Group Inc, ha pubblicato ieri le stime sui debiti tossici delle banche americane. I risultati sono disastrosi: gli asset che non danno interessi sono aumentati del 169% nel primo trimestre 2009 in tredici dei più grandi istituti. Ma le Borse continuano a salire; già, il peggio è proprio passato. Scritto in banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, cina, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 66 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Apr 09 E' nel blog il futuro del giornalismo? Premessa: fino a metà del 2008 questo blog era una piacevole e utilissima integrazione al mio ruolo di inviato del Giornale. Negli ultimi mesi la situazione è cambiata: continuo ad essere un inviato del Giornale, ma il blog diventa sempre più qualificante per il mio profilo professionale e non solo perché è sempre più letto, con un media di commenti molto alta (e di questo vi sono molto grato). Mi capita sempre più spesso di essere invitato a partecipare a trasmissioni radiofoniche o televisive da colleghi che hanno letto commenti interessanti su "il cuore del mondo", mentre prima accadeva solo per gli articoli sull'edizione cartacea. L'altro giorno un brillante collega della Televisione della Svizzera italiana, Michele Fazioli, mi ha intervistato sul futuro del giornalismo e sulle insidie della comunicazione, con molte domande ispirate proprio dal blog (chi volesse seguirla può scaricare qui la trasmissione Controluce). E stamane un amico e valente blogger, Wolly, mi ha segnalato un interessante articolo di Alberto Flores d'Arcais, da cui risulta che tra gli oltre 20 milioni di blogger presi in esame in America (tutti quelli che lo fanno per passione, per informare, per gioco o per qualsiasi altro motivo) ce ne sono 1,7 milioni che ci guadagnano sopra. E per 452mila di costoro quei soldi sono la prima fonte di stipendio. E con 100mila visitatori unici si riesce a guadagnare 75mila dollari all'anno. Mica pochi. Con qualche ombra, però. Diversi blogger vengono pagati per "bloggare" un prodotto, spesso senza dichiarare il committente e questo è preoccupante perchè in questo modo si accentua il fenomeno della pubblicità parassitaria o camuffata, che già tormenta i media tradizionali. Ma secondo il Wall Street Journal è sempre più consistente il numero dei reporter che fanno buon giornalismo sul blog anzichè sui media tradizionali, come peraltro emerso recentemente a Perugia durante il riuscitissimo Festival internazionale di giornalismo. E in Gran Bretagna il Guardian inizia a guadagnare bene grazie alla pubblicità mirata raccolta attraverso i blog. Da qui la domanda: il futuro del giornalismo è nel blog? Vedo un mondo in cui ci saranno alcuni siti generalisti e tanti piccoli blog specializzati ad altro valore aggiunto, alcuni dei quali diventeranno vere e proprie testate giornalistiche (negli Usa è già successo con Huffington Post). Sbaglio? Inoltre mi chiedo: in una professione che sta cambiando rapidamente cromosomi, fino a quando i giornalisti italiani potranno pretendere di mantenere in vita un Ordine professionale? Scritto in crisi, blog, comunicazione, società, notizie nascoste, gli usa e il mondo, Italia, giornalismo Commenti ( 42 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Apr 09 La casta dei top manager continua a imperare (anche in Italia) Il mio amico e collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai presente e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a dare con la giusta evidenza una notizia che ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di questo: Tronchetti Provera ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri Negri, il numero uno di Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro: "Il titolo piazzato in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7", e fino a pochi giorni fa era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso quasi 200 milioni ed è stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400 milioni. Se Pirelli Re non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di Pirelli, sarebbe come le tante società immobiliari che stanno saltando come pop corn". Puri Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato ad andarsene. Il capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da 14 milioni di euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige l'assunzione di responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei supermanager non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità, arroganza, disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i danni maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è inutile parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno queste logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene, ma che punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso, ormai irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge. Scritto in banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie nascoste, democrazia, giornalismo Commenti ( 53 ) » (13 voti, il voto medio è: 4.92 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega ha fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna dire ero) favorevole all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee, non fosse che per una questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal terremoto e in piena crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione. Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole l'accorpamento? Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà perchè teme che il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto propongono di: 1) abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste alla Camera. Il premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione vincente, ma alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio di maggioranza anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato. 3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato di correre in più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum. Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la base del partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica, lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 44 ) » (12 voti, il voto medio è: 3.25 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero, ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti, come sempre. Il G 20 ha proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia, di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà, ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (9 voti, il voto medio è: 4.67 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così: "Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli extracomunitari privi di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro, disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive: " L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri di smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria, stabilità da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un illecito amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma, evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi, comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia, immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 95 ) » (8 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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COMUNICATO N.66 DEL 30 APRILE 2009 - CSSF: SISTEMA (sezione: crisi)

( da "WindPress.it" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

30-04-2009 Comunicato n. 66 COMUNICATO STAMPA CSSF: sistema finanziario italiano solido rischio di credito in aumento Si è riunito oggi il "Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria" per esaminare gli sviluppi più recenti delle tensioni sui mercati finanziari internazionali e nazionali. Alla riunione, presieduta dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, hanno partecipato il Direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, il Direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, il Presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini, il Presidente della Consob Lamberto Cardìa. La Banca d'Italia ha evidenziato l'esigenza di mantenere sotto attento monitoraggio la qualità del credito, in un quadro congiunturale non favorevole. Le Autorità di vigilanza hanno riferito al Comitato in relazione all'evoluzione della crisi finanziaria e hanno confermato la sostanziale solidità del sistema finanziario italiano. Roma, 30 aprile 2009 Ore18:20 Per ulteriori informazioni - For further information: Ministero dell'Economia e delle Finanze Ufficio Stampa Press Office Tel. 06/4761.4605 4625 4606 Fax: 06/4814095Email: ufficio.stampa@tesoro.it

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CRISI: COMITATO TESORO, SISTEMA FINANZIARIO SOLIDO (sezione: crisi)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 30-04-2009)
Pubblicato anche in: (KataWebFinanza)

Argomenti: Crisi

CRISI: COMITATO TESORO, SISTEMA FINANZIARIO SOLIDO (AGI) - Roma, 30 apr. - Il sistema finanziario e' solido ma e' comunque necessario mantenere sotto monitaggio la qualita' del credito. E' quanto emerso al termine della riunione del "Comitato per la salvaguardia della stabilita' finanziaria" convocato per esaminare gli sviluppi piu' recenti delle tensioni sui mercati finanziari internazionali e nazionali. Alla riunione, presieduta dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, hanno partecipato il Direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, il Direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, il Presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini, il Presidente della Consob Lamberto Cardia. In una nota del Tesoro, si legge che "la Banca d'Italia ha evidenziato l'esigenza di mantenere sotto attento monitoraggio la qualita' del credito, in un quadro congiunturale non favorevole. Le Autorita' di vigilanza hanno riferito al Comitato in relazione all'evoluzione della crisi finanziaria e hanno confermato la sostanziale solidita' del sistema finanziario italiano". 30/04/2009 - 18:33

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diciamolochiaro ha detto: Conroe, ci posso perfettamente credere. Credo capaci alcuni per i soldi di fare questo ed altro. (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

senza il mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 — Autore: babelick — 177 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da 40 a 60 giorni del termine massimo per detenere migranti nei Centri di permanenza temporanea, per facilitare identificazioni e rimpatri coatti, il progetto prevede di interrompere i ricongiungimenti familiari. Prevede anche sanzioni fino a 10.000 euro per chi «promuove la permanenza irregolare in Spagna di uno straniero», un'«infrazione grave» perché «lo straniero dipende economicamente da chi compie l'infrazione e questa ne prolunga il soggiorno autorizzato al di là del periodo legalmente previsto». La Comision Espanola de Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato perché così facendo il governo «cerca di farsi complici le persone che alloggiano» gli immigrati, e si appresta a «convertire i cittadini in poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo inquietante di un giudice star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di Pietro dei tempi che furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di altri ministri socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli ultimi anni ha incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli statisti europei, fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti defunti. Colleziona una gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia contro la Chiesa cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la pratica opposta a quella che si converrebbe a un premier laico che governa un Paese dove ci sono cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi elettori. La gaffe del ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della Difesa, Carmen Chacon, contro il parere e all'insaputa del collega degli Esteri, Moratinos, e di tutti i governi dell'Unione europea e della Nato, è la chicca di qualche giorno fa. Il presunto amico, il presidente Obama, è infuriato e non ha accettato i goffi tentativi di Madrid di rimediare. Peggio di così!

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INTESA SANPAOLO/ PASSERA: PIANO IMPRESA PENSO A FINE ESTATE (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Intesa Sanpaolo/ Passera: Piano impresa penso a fine estate di Apcom Quando si sarà toccato il fondo della crisi -->Torino, 30 apr. (Apcom) - Intesa Sanpaolo presenterà il nuovo piano d'impresa triennale probabilmente dopo l'estate, quando le condizioni e le previsioni macroeconomiche si saranno prevedibilmente assestate. Lo ha detto oggi l'amministratore delegato Corrado Passera all'assemblea dei soci della banca a Torino. "Penso a fine estate, quando verosimilmente si sarà toccato il fondo della crisi, presenteremo il piano triennale". La crisi, secondo Passera, non è infatti ancora finita. "Sul fatto che la crisi finanziaria non sia ancora finita - ha detto Passera rispondendo all'interveneto di un piccolo azionista - sono assolutamente d'accordo".

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CRISI:COMITATO STABILITA', SISTEMA SOLIDO MA AUMENTA RISCHIO PER CREDITO. (sezione: crisi)

( da "Asca" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

CRISI:COMITATO STABILITA', SISTEMA SOLIDO MA AUMENTA RISCHIO PER CREDITO (ASCA) - Roma, 30 apr - Il sistema finanziario italiano si conferma ''solido'' ma aumenta il rischio a cui e' esposto il credito. E' quanto e' emerso nella riunione del 'Comitato per la salvaguardia della stabilita' finanziaria' che ha esaminato gli sviluppi piu' recenti delle tensioni sui mercati finanziari internazionali e nazionali. Alla riunione, presieduta dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, hanno partecipato il Direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, il Direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, il Presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini, il Presidente della Consob Lamberto Cardi'a. La Banca d'Italia - si legge nel comunicato emesso al termine della riunione - ha evidenziato l'esigenza di mantenere sotto attento monitoraggio la qualita' del credito, in un quadro congiunturale non favorevole. Le Autorita' di vigilanza hanno riferito al Comitato in relazione all'evoluzione della crisi finanziaria e hanno confermato la sostanziale solidita' del sistema finanziario italiano. lsa/rf/alf

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SICILIA/FINANZIARIA: LOMBARDO, DA CONTENIMENTO SPESA EFFETTI POSITIVI. (sezione: crisi)

( da "Asca" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

SICILIA/FINANZIARIA: LOMBARDO, DA CONTENIMENTO SPESA EFFETTI POSITIVI (ASCA) - Palermo, 30 apr - ''Se Gian Antonio Stella, uno dei piu' acuti e puntuali critici della politica degli sprechi e degli sperperi italiani, sul Corriere della Sera di oggi parla di 'svolta' commentando il nostro impegno per il contenimento della spesa, sono certo che anche in Sicilia parecchi apprezzeranno l'impegno del governo, che ha portato a buon fine una buona legge finanziaria''. Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, commenta cosi', a freddo, il grande sforzo che ha permesso questa mattina, all'Assemblea regionale, dopo una vera e propria maratona di lavori d'aula, di approvare il bilancio e la legge finanziaria per il 2009. ''Intanto - precisa Lombardo - questa volta il concetto di 'contenimento della spesa' non e' stato un slogan, ma una linea politica seguita senza esitazioni, a costo di attirare sul governo inimicizie e antipatie. Basti pensare all'infornata di cinquecento dirigenti, che non aveva alcun senso e a cui abbiamo detto un semplice no''. Il presidente della Regione Siciliana, quindi, fa notare che ''se ci sono stati errori e se qualcuno ha sbagliato, per una volta non saranno i cittadini a pagare il conto. Un dato e' certo: nell'attuale situazione il bilancio della Regione non puo' essere destinato a 'sanatorie' di questo genere. Le pochissime risorse disponibili possono essere destinate solo al sostegno e alla crescita del nostro sistema economico e produttivo. Per questo motivo abbiamo puntato a sostenere gli enti locali, soprattutto quelli in crisi finanziaria; e' stato creato un fondo per la progettazione, abbiamo pensato a nuove norme per i centri storici e per l'edilizia abitativa; abbiamo fissato regole rigidissime per contenere e disciplinare la spesa; abbiamo deciso di aiutare le imprese agricole per a formazione delle scorte, il credito agrario di esercizio, il consolidamento delle passivita', la proroga delle cambiali agrarie''. ''Le aziende - prosegue il presidente della Regione - potranno attivare con maggiore facilita' il credito d'esercizio anche attraverso il potenziamento dei consorzi fidi e sara' facilitata la cessione dei crediti vantati da enti pubblici; le famiglie in difficolta' avranno la possibilita' di avvalersi di nuove iniziative di microcredito; e' stata votata la proroga per i precari e saranno messe in sicurezza le scuole pubbliche; ci saranno delle borse per le scuole di specializzazione di medicina; sara' possibile chiudere la gestione degli Ato rifiuti e avremo nuove e piu' razionali norme per regolare l'impatto ambientale delle grandi opere; parte il parco dei Monti Sicani''. ''Siamo al cospetto di una finanziaria - conclude Lombardo - che utilizza risorse limitate, ma da cui ci attendiamo effetti positivi sul tessuto sociale e produttivo. A beneficio della comunita' e di intere categorie imprenditoriali. Per questo motivo il dibattito e' stato necessariamente lungo e a volte travagliato. Accade cosi' ogni volta che si debbono prendere decisioni difficili. Ma alla fine cio' che conta e' il risultato. Che e' stato raggiunto collegialmente dal governo e da tutte le forze politiche che lo compongono''. dod/rg/alf (Asca)

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*Bankitalia: per istituti Ue problemi di autocartolarizzazione (sezione: crisi)

( da "Velino.it, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO - *Bankitalia: per istituti Ue problemi di autocartolarizzazione --IL VELINO AZIENDE-- Roma, 30 apr (Velino) - Le banche europee, non soltanto italiane, hanno un problema chiamato autocartolarizzazione. è quanto emerge da un documento tecnico della Banca d’Italia che ha per oggetto “Problematiche segnaletiche relative alle operazioni di autocartolarizzazione effettuate dalle banche”. Le operazioni di autocartolarizzazione - cioè operazioni di cartolarizzazione in cui la banca originator riacquista la totalità dei crediti emessi dal veicolo – sono un fenomeno abbastanza recente, legato alla crisi finanziaria che ha colpito il sistema negli ultimi due anni, si legge nel report riservato della Banca centrale governata da Mario Draghi. Ecco uno dei nodi: “Come si evince da una preliminare indagine effettuata sull’argomento, le banche stanno attualmente segnalando almeno 28 miliardi di euro in meno di crediti in portafoglio e l’equivalente in più di titoli. Questo accade non solo per le statistiche mensili di bilancio ma anche per le segnalazioni decadali che, come noto, sono utilizzate attualmente anche dalla Vigilanza per monitorare l’andamento dei prestiti”. (spr) 30 apr 2009 13:19

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babelick ha detto: la seat ormai è tedesca. ho visto il link :D ...mha a me sembrano parole d'affetto e stima più che di presa in giro. "cesar y marta-estoy de acuerdo, los italian (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

senza il mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 — Autore: babelick — 181 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da 40 a 60 giorni del termine massimo per detenere migranti nei Centri di permanenza temporanea, per facilitare identificazioni e rimpatri coatti, il progetto prevede di interrompere i ricongiungimenti familiari. Prevede anche sanzioni fino a 10.000 euro per chi «promuove la permanenza irregolare in Spagna di uno straniero», un'«infrazione grave» perché «lo straniero dipende economicamente da chi compie l'infrazione e questa ne prolunga il soggiorno autorizzato al di là del periodo legalmente previsto». La Comision Espanola de Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato perché così facendo il governo «cerca di farsi complici le persone che alloggiano» gli immigrati, e si appresta a «convertire i cittadini in poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo inquietante di un giudice star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di Pietro dei tempi che furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di altri ministri socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli ultimi anni ha incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli statisti europei, fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti defunti. Colleziona una gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia contro la Chiesa cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la pratica opposta a quella che si converrebbe a un premier laico che governa un Paese dove ci sono cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi elettori. La gaffe del ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della Difesa, Carmen Chacon, contro il parere e all'insaputa del collega degli Esteri, Moratinos, e di tutti i governi dell'Unione europea e della Nato, è la chicca di qualche giorno fa. Il presunto amico, il presidente Obama, è infuriato e non ha accettato i goffi tentativi di Madrid di rimediare. Peggio di così!

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Crisi: Comitato Tesoro, sistema finanziario solido (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Crisi: Comitato Tesoro, sistema finanziario solido 30 aprile 2009 alle 18:34 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Il sistema finanziario è solido ma è comunque necessario mantenere sotto monitaggio la qualità del credito. È quanto emerso al termine della riunione del "Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria" convocato per esaminare gli sviluppi più recenti delle tensioni sui mercati finanziari internazionali e nazionali. Alla riunione, presieduta dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, hanno partecipato il Direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, il Direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, il Presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini, il Presidente della Consob Lamberto Cardia. In una nota del Tesoro, si legge che "la Banca d'Italia ha evidenziato l'esigenza di mantenere sotto attento monitoraggio la qualità del credito, in un quadro congiunturale non favorevole. Le Autorità di vigilanza hanno riferito al Comitato in relazione all'evoluzione della crisi finanziaria e hanno confermato la sostanziale solidità del sistema finanziario italiano". AGI

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Storico accordo per lo sviluppo. Istituzioni, forze economiche e sociali insieme contro la crisi (sezione: crisi)

( da "Cittàdellaspezia.com" del 30-04-2009)

Argomenti: Crisi

Storico accordo per lo sviluppo. Istituzioni, forze economiche e sociali insieme contro la crisi Agenda operativa per lo sviluppo del territorio spezzino. Firmato a Palazzo Civico l'accordo tra istituzioni, enti, forze economiche e sociali Spezia si unisce per affrontare la crisi economica. Questo pomeriggio a Palazzo Civico i vertici di Regione Liguria, Provincia della Spezia, Comune della Spezia, Camera di Commercio della Spezia, Autorità Portuale, Confindustria La Spezia, Confcommercio, Confesercenti, CNA, Confartigianato, Lega Coop, Confcooperative, CGIL, CISL, UIL, III Settore, Fondazione Carispe hanno firmato l'accordo per una agenda operativa finalizzata allo sviluppo del territorio spezzino. Hanno firmato l'accordo Massimo Federici sindaco della Spezia; Marino Fiasella presidente della Provincia della Spezia; Renzo Guccinelli assessore al commercio della Regione Liguria; Aldo Sammartano presidente della CCIAA; Gianfranco Bianchi presidente confcommercio; Franco Pomo per l'Autorità Portuale; Enso Papi presidente confindustria, Walter Andreetti per la Uil, Lorenzo Cimino per la CGIL, Luigi Peracchini per la Cisl; Omero Belloni per confcooperative, Enrico Casarino per la lega coop, Evardo Lorenzini per CNA, Gianni Mondini Auser. L'esigenza di individuare un programma di lavoro condiviso da tutte le istituzioni, gli enti, le forze economiche e sociali della città nasce da una disamina di come la situazione internazionale stia incidendo sui processi di sviluppo locali. I dati relativi al quadro economico e congiunturale locale mostrano, infatti, come la crisi finanziaria internazionale stia progressivamente erodendo i margini di crescita raggiunti dal nostro territorio in questi ultimi anni. In particolare, si registra una contrazione dei posti di lavoro, con un aumento della richiesta di cassa integrazione guadagni, e una incapacità delle imprese a investire per la mancanza di risorse dovuta a un difficile accesso al sistema del credito e all'aumento dei livelli di indebitamento da attribuirsi al calo dei consumi e ai ritardi dei pagamenti. Sulla base di un ampio processo di ascolto e condivisione tra le forze economiche e sociali della città su cui concentrare, nei prossimi mesi, le energie e l'impegno di tutta la classe dirigente cittadina. L'obiettivo: far ripartire il processo di sviluppo della città mettendo a sistema le grandi opportunità di crescita presenti nel territorio. I firmatari dell'accordo hanno individuato quattro tematiche prioritarie su cui le parti si impegnano a costruire l'agenda operativa dei prossimi mesi: i grandi progetti infrastrutturali e di trasformazione urbana. le politiche sociali e il lavoro. gli investimenti pubblici per migliorare l'immagine e la cura dei centri urbani. la competitività, l'innovazione e lo sviluppo sostenibile. L'obiettivo è dunque concentrare interventi e risorse sui principali progetti di sviluppo, gestiti attraverso una forte connessione e con il potenziamento delle forme di partenariato pubblico e privato. A questo scopo sarà costituito un tavolo di lavoro operativo comune tra i firmatari. Compito di questa struttura accompagnare e monitorare l'attuazione dell'agenda operativa.

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