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Report "crisi"   27-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: crisi

JEAN-MARIE LE PEN presidente del Front National ( da "EUROPA ON-LINE" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: di questo genere è stato già condannato più di una volta. Agire una vita da nemico acerrimo di «traditori» e «disertori», però, non gli è bastato: oggi che la globalizzazione è sotto accusa, si vanta anche di essere stato colui che ha predetto la crisi finanziaria

Il ritorno di Super Soros La crisi? Gli fa un Buffett ( da "Stampa, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: «Le elezioni americane, la crisi finanziaria e la mia teoria della riflessività che si avvera fanno essere questo periodo davvero stimolante» dice, confessando «ottimismo perché chi guida l'America vede le cose quasi come me». Qualcosa che lo preoccupa però, a ben vedere c'è.

Il mattone a -20% "Ma l'investimento migliore è la casa" ( da "Stampa, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: «Specie se confrontato con il crollo dei mercati finanziari - le fa eco Lucia Vigna, presidente Fiaip Torino - arrivato, nel 2008 a Piazza Affari, fino al -48%. La rivalutazione immobiliare, oltretutto, va attesa nel lungo periodo e già dai primi mesi del 2010 ci aspettiamo una risalita».

Rischio d'impresa ad alta quota Per l'alpinista Simone Moro la conquista del Makalù metafora della possibilità di battere la crisi economica ( da "Giornale di Brescia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sui temi sotto gli occhi di tutti nell'attualità di ogni giorno: le difficoltà economiche, la crisi finanziaria, la caduta del mercato, la necessità di reagire a una globalizzazione che pare aver perso ogni ordine e razionalità. Scalatore d'acciaio Cosa c'entra uno scalatore di successo con una convention sull'acciaio si sono chiesti molti?

Conti 2008 Ubi Leasing diventa la 3a società italiana ( da "Giornale di Brescia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attuale crisi finanziaria e l'andamento negativo del settore leasing, Ubi Leasing ha chiuso il 2008 con dati di bilancio complessivamente molto positivi. Il risultato dell'operatività corrente, al lordo delle imposte, è stato pari a 65,3 milioni, in netto miglioramento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+19,

La congiuntura negativa fa crescere le 24 banche cantonali della Svizzera ( da "Finanza e Mercati" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La congiuntura negativa fa crescere le 24 banche cantonali della Svizzera da Finanza&Mercati del 27-03-2009 La crisi finanziaria spinge i risparmiatori a tornare verso la sicurezza del pubblico. Le 24 banche cantonali svizzere hanno registrato una crescita del 17% nei depositi nel 2008 a 243,6 miliardi di franchi (160 miliardi di euro) da 208,9 miliardi del 2007.

l'effetto crisi sul mattone compravendite in frenata - stefano parola ( da "Repubblica, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Segno che le famiglie sono state spaventate dalla crisi finanziaria, ma anche che gli istituti di credito si sono fatti più rigidi nelle erogazioni. Tanto da far intervenire la presidente dell´Ascom Torino, Maria Luisa Coppa: «Il settore immobiliari - dice la numero uno dell´associazione commercianti, che raccoglie anche gli intermediari - lancia un appello alle banche,

obama fa litigare travanut e balducci ( da "Messaggero Veneto, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: riferendosi alla crisi finanziaria mondiale, aveva citato le parole del presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama, il quale, a sua volta, aveva definito un oltraggio il pagamento dei bonus ai manager di Aig, il colosso delle assicurazioni che, ha annunciato il pagamento di 165 milioni di dollari ai dirigenti.

la presidente nazionale attacca le banche ( da "Tirreno, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: dalla crisi se ne uscirà molto male». Queste le dure parole di Federica Guidi, presidente nazionale Giovani Imprenditori di Confindustria, nei confronti degli istituti bancari. «L'attuale crisi finanziaria - continua Guidi - nel nostro paese è andata ad appesantire una crisi del settore industriale che già si percepiva tra il 2007 e il 2008.

la provincia anticipa la cig i primi assegni alla tpa ( da "Mattino di Padova, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: dice Andrea Bonato - è stata già dichiarata fallita dal Tribunale per una pesante crisi finanziaria. Per fortuna, nonostante la cassa integrazione straordinaria, concessa sino alla fine dell'anno, non ha perso il mercato e le sue maestranze sono tutte qualificate. Tant'è che ai suoi cancelli bussa già un potenziale acquirente».

francia: accordo con la 3m, liberato il direttore ( da "Mattino di Padova, Il" del 27-03-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Crisi

Abstract: caccia al manager comincia a essere un vero a proprio fenomeno in un Europa scossa dalla crisi finanziaria. Dieci giorni è stato rapido con modalità analoghe l'amministratore delegato della Sony, Serge Foucher, mentre un gruppo di attivisti anti-capitalismo ha attaccato ieri notte la casa a Edimburgo di Fred Goodwin, il banchiere che ha messo in ginocchio la Royal Bank of Scotland.

Indagine accurata sullo stato di salute della nostra economia ( da "Tempo, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: riunione verranno presentati degli interessanti approfondimenti dedicati al credito e sull'impatto della crisi sull'economia reale della provincia di Frosinone. Spazio ed analisi, inoltre, saranno dedicati alla crisi finanziaria internazionale ed al conseguente impatto sull'economia. Approfondimenti saranno nel dettaglio dedicati agli indicatori relativi alla dinamica congiunturale.

"creeremo posti sicuri con ambiente e energia" ( da "Repubblica, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Per questo stiamo cercando di risolvere la crisi finanziaria: per restituire liquidità alle piccole e alle grandi imprese. Ma non tutto il lavoro tornerà indietro anche per via della competizione straniera. Perciò, quello che dobbiamo fare è creare nuova occupazione che nessuno ci porterà via.

Jiri Paroubek: Ora svolta antiliberista ( da "Manifesto, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria, che allora aveva colpito la Repubblica ceca è stata il risultato delle politiche economiche sbagliate dei governi di destra all'inizio degli anni '90. Noi abbiamo quindi ripulito il sistema bancario già alla fine dello secolo scorso e all'inizio dello secolo attuale.

Fmi più forte con la supervaluta cinese... ( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: peraltro già attaccata dalle vicende della crisi finanziaria. In effetti, la proposta cinese mira a modificare, attraverso la creazione della nuova moneta, l'impianto dei diritti speciali di prelievo istituiti e consolidati negli anni 60 presso il Fondo monetario internazionale; presuppone, dunque, una riforma del Fondo anche attraverso la revisione delle quote di partecipazione;

( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria che riduce il credito alle imprese e una paura di investire; questo comporta una flessione nella produzione. Per cui anche il manager manifesta la preoccupazione di non avere più un ruolo in prospettiva. Ma sono convinto che questo professionista possa avere una possibilità anche nell'assistere i piccoli imprenditori del settore terziario attraverso la figura del

Per Banca Network il pareggio nel 2010 ( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: un processo aggregativo che ha posto qualche problema ma che ormai si avvia a conclusione», spiega a MF-Milano Finanza l'amministratore delegato Marco Sturmann. Sul 2009 il manager è abbastanza ottimista: «La raccolta netta continua a essere positiva nonostante la crisi finanziaria in corso. La rete è vivace e le aspettative sono buone». Luca Gualtieri

Crisi finanziaria tra problemi e opportunità ( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: è necessario fondare un sistema nuovo Crisi finanziaria tra problemi e opportunità La crisi sta ormai dilagando ed è a questo punto manifesta l'impossibilità di mantenerla circoscritta al solo contesto finanziario; l'effetto domino si sta evidenziando ogni giorno in maniera più preoccupante, con l'estendersi a macchia d'olio delle aziende in crisi,

Modernizzazione bancaria, quali errori correggere ( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Il sistema bancario italiano vive oggi la crisi finanziaria mondiale. Le passate politiche di riorganizzazione, fra le quali quelle sommariamente descritte, hanno portato a recidere i legami, culturali, organizzativi e relazionali fra diverse attività legate tutte all'economia reale.

Cautela eccessiva nella manovra sul corridoio dei tassi ( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Tra agosto/settembre scoppiava la crisi finanziaria internazionale e iniziava la fase di rallentamento dell'economia mondiale e di calo del prezzo del petrolio. Dopo tre mesi, quindi a inizio ottobre 2008, la Bce invertiva così rotta tagliando dello 0,5% i tassi di politica monetaria.

Principi contabili Ias inadeguati in tempo di crisi ( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attuale crisi finanziaria e i nuovi scenari che sono venuti a delinearsi hanno dimostrato che il potere taumaturgico delle nuove regole contabili, che sostanzialmente allineavano agli standard anglosassoni la prassi europea, era solo di facciata. Come tante altre regole (tutte complicatissime) gli Ias/Ifrs hanno dimostrato la loro inadeguatezza nelle situazioni di crisi,

Crisi finanziaria e partecipazione dei piccoli azionisti ( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: 54 autore: Crisi finanziaria e partecipazione dei piccoli azionisti La volontà di garantire la presenza da parte di esponenti politici e delle istituzioni governative in un momento carico di impegni istituzionali ha comportato la necessità di rimandare il convegno «La crisi finanziaria e la partecipazione dei piccoli azionisti».

Crisi, la preoccupazione degli imprenditori varesini ( da "Giorno, Il (Varese)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: 5 Crisi, la preoccupazione degli imprenditori varesini ECONOMIA RIUNITA IERI LA GIUNTA DELL'UNIONE INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA VARESE L'INDUSTRIA VARESINA vuole restare in corsa, ma le difficoltà crescono. «Prima la crisi finanziaria internazionale che si è trasferita sull'economia reale penalizzando tutti i settori del sistema economico,

Russia, soldi ai Paesi vicini per battere l'Ue ( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Dopo alcuni mesi di quiete per la crisi finanziaria internazionale e per il cambio di presidenza alla Casa Bianca, lo scontro geostrategico tra Est e Ovest per il controllo dello spazio ex sovietico è, pertanto, ripreso, ma, ora, sotto altre forme. Sono i soldi da erogare come aiuti ai Paesi dell'area in difficoltà la chiave di volta di tutte le strategie.

di Stefano Feltri A volte i tempi della giustizia, anche quando non sono lunghi come quelli italiani, fanno arrivare le sentenze nel momento in cui il mondo in cui era iniziato il ( da "Riformista, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: travolto dalla crisi finanziaria che ha fatto rinascere il protezionismo finanziario al posto delle spinte alla privatizzazione degli anni Novanta BOCCIATURA. Nell'era del protezionismo finanziario, la Corte europea contro lo Stato italiano che si è attribuito troppa influenza sulle imprese privatizzate.

Sale al 7% la quota di mercato di Ubi Leasing ( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: mail print Nonostante la crisi finanziaria e l'andamento negativo del settore, Ubi Leasing ha chiuso il 2008 con dati di bilancio complessivamente positivi. Il risultato dell'operatività corrente, al lordo delle imposte, è cresciuto del 19,8% su base annua a 65,3 milioni di euro, essenzialmente grazie alla significativa crescita del margine d'interesse (

ANCONA - Buon anno Istao. Si inaugra questa mattina l'anno accademico dell'Istituto Adrian... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Crisi finanziaria internazionale: riflessi sull'economia reale". Un calibro da novanta come tradizione dell'Istituto. L'appuntamento è alle 11. «Sono sicuro - ha osservato il presidente Istao Adolfo Guzzini - che il prof Poli proporrà agli allievi dei corsi, agli uomini di impresa, banca e stituzioni pubbliche e private,

ANCONA - Veleni tra il consigliere regionale del Pdl Giacomo Bugaro e il governatore Spac... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Piuttosto si dia da fare per convincere il suo ministro Scajola a far partire il Fondo di garanzia nazionale». Quanto all'aeroporto - replica Spacca - «ci sono state manifestazioni d'interesse anche da Inghilterra e Austria. Se non sono andate in porto forse una ragione la si può trovare nella crisi finanziaria».

francia: accordo con la 3m, liberato il direttore ( da "Tirreno, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: al manager comincia a essere un vero a proprio fenomeno in un Europa scossa dalla crisi finanziaria. Dieci giorni fa è stato rapido con modalità analoghe l'amministratore delegato della Sony, Serge Foucher, mentre un gruppo di attivisti anti-capitalismo ha attaccato l'altra notte la casa a Edimburgo di Fred Goodwin, il banchiere che ha messo in ginocchio la Royal Bank of Scotland.

Case Rubino, un'altra sconfitta dei giudici ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: nel pieno di una pesante crisi finanziaria, qualche centinaio di milioni di euro. Né va meglio ai nostri confini, per esempio nella vicina Basilicata, laddove andrebbe raccontata la storia di un povero sventurato che ha perso due lavori consecutivi, l'uno nella realizzazione di un villaggio turistico, l'altro in quella degli impianti per il petrolio della Val d'

( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: è tutta «colpa del protezionismo con cui viene gestito il mercato aereo» A Linate entra nel vivo la guerra degli slot. Una battaglia a suon di dichiarazioni, pressioni e trattative per accaparrarsi gli spazi sull'aeroporto. Mercoledì Alitalia ha annunciato la volontà di valorizzare al massimo le sue partenze dal Forlanini.

Mulazzani ottimista ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Partendo dalla crisi finanziaria che ha colpito tutto il mondo ed anche il mercato della casa, uno dei motori principali per la costruzione del Pil, Mulazzani è ottimista perché «ora, rispetto ad alcuni anni fa, il mercato sta tornando più sano, più selettivo».

Tremonti: Usa fuori dal rischio collasso ( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: In ogni caso, guardando alla crisi mondiale «il rischio di un Armageddon finanziario, in America sembra essere in qualche modo terminato», sottolinea Tremonti, che la prossima settimana parteciperà A Londra al G20 dei capi di stato e di governo assieme al premier Silvio Berlusconi.

Il boom del protezionismo E la caduta di Lamy ( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: REDAZIONALE Il Wto Il boom del protezionismo E la caduta di Lamy MILANO — Tutta colpa di un tavolino da caffè particolarmente scivoloso. Così ieri, mentre discuteva con il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso, è finito a terra Pascal Lamy, direttore della Wto (l'Organizzazione Mondiale del Commercio).

Barclays vende i fondi, il titolo sale ( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-27 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE Il caso a Londra Barclays vende i fondi, il titolo sale (g.fer.) — Il gruppo Barclays ha messo in vendita la propria divisione di asset management (in pratica la società di gestione dei fondi).

Settimo rialzo, su anche Wall Street ( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-27 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE La Giornata in Borsa Settimo rialzo, su anche Wall Street di Giacomo Ferrari Scambi in ripresa Il controvalore degli scambi ha superato ieri quota 2,1 miliardi di euro Per la settima volta consecutiva Piazza Affari chiude in rialzo e corre più delle altre Borse (

Aedes perde ma la Borsa la premia ( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-27 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE Il caso a Milano Aedes perde ma la Borsa la premia (g.fer.) — Dopo la decisione di avviare le procedure di licenziamento per una parte dei dipendenti (che ha provocato scioperi e proteste), ieri Aedes ha presentato i conti del 2008.

G20, l'Europa non sia timida ( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ma dovrà concordare misure concrete per regolare i mercati finanziari e stimolare la ripresa economica. In realtà, gli ostacoli che si frappongono a un coordinamento a livello mondiale tra le grandi potenze e le più forti economie emergenti sono ardui, e diverse sono le politiche proposte dai governi, inclusi quelli dei Paesi culturalmente più affini come gli Stati Uniti e l'

E i no global la sede Abi ( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi. I banchieri, come dice anche Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, non sono in genere simpatici alla gente, ora più di prima. Considerati l'epicentro della crisi finanziaria scoppiata però nelle banche americane. Così circa 200, o forse meno, manifestanti che si preparano al corteo di domani contro il G8 e il G14 sul lavoro che si svolgeranno a Roma da

G-8, scudo globale per il lavoro ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: deve includere il concetto che la stabilità economico e finanziaria non può che incorporare il valore della stabilità sociale». La coesione sociale è un modo per superare la crisi finanziaria: «Faremo una proposta di metodo e di merito - ha proseguito Sacconi - proporremo un patto globale per la protezione sociale.

Barack Obama usa il web per rassicurare gli americani ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: americani assediati da una crisi molto reale e poco virtuale. M. Val. I TEMI Oltre a rispondere alle domande è stato annunciato il piano di salvataggio dell'auto e le strategie per uscire dalla crisi finanziaria Interrogato. Il presidente Usa, Barack Obama, legge una delle decine di migliaia di domande arrivate ieri via internet «Voglio aprire la Casa Bianca al popolo americano»

Continua la corsa delle Borse mondiali ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Ma forse sta proprio in questa coincidenza la chiave per capire se la crisi finanziaria abbia veramente toccato il fondo: se è vero che i dati sul Pil fotografano il passato e le Borse anticipano le attese future, la performance di Wall Street potrebbe far ben sperare. Anche perché è stata accompagnata da una giornata positiva in Europa: Londra +0,64%, Francoforte + 0,85%,

Allarme di Lamy: in aumento le restrizioni al commercio mondiale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ha aggiunto Lamy, a Bruxelles per partecipare a un business forum. Ma per il direttore generale della Wto«non ci sono rischi dell'intensificarsi del protezionismo».Quest'anno,secondo le ultime stime della Wto, il commercio mondiale si contrarrà del 9%: la maggiore flessione negli ultimi 60 anni. AFP

Brown e Lula: fondo da 100 miliardi per gli scambi globali ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: «Chiederò al vertice del G-20 la settimana prossima un finanziamento di 100 miliardi di dollari per incentivare il commercio», ha detto Brown, in visita in Brasile. Lula ha sottolineato che «è il momento della politica, non delle soluzioni finanziarie», e ha condannato il risorgere del protezionismo. REUTERS

I poteri tra governance e Stato ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Ma quali sono le priorità che occorre affrontare nel ridisegno della regolamentazione finanziaria? Ne proponiamo tre. In primo luogo, cosa si deve regolamentare? La crisi finanziaria è il frutto di una miscela esplosiva composta da: sviluppo della finanza non regolata, intrecci tra finanza e attività bancaria commerciale; bassi tassi d'interesse.

Primo, valutare la scuola ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Come ha dimostrato recentemente la crisi finanziaria, il mercato non è in grado di valutare alcuni tipi di servizio come quelli formativi. Potrei fare esempi concreti di atenei che il mercato giudica attualmente di eccellenza ma che forniscono una formazione peggiore di quella di altri meno apprezzati: lo si vede dai programmi, dalle strategie adottate,

INTERVISTA Lamberto Andreotti di Paolo Madron L' " ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: e mi preoccupano soprattutto due rischi: l'eccesso di protezionismo e di una reindustrializzazione sbagliata nei paesi occidentali. Cioè? Che per una sorta di furore iconoclasta contro la finanza dai servizi ci si ributti sul manifatturiero, focalizzandosi su produzioni su cui l'Occidente non può più essere concorrenziale, pena un bieco protezionismo.

EasyJet investe 800 milioni e punta a crescere su Linate ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: «Questo è protezionismo, non si può continuare così», ha commentato Bacchetta. Il vettore, con un tasso di riempimento degli aerei dell'85%, si schiera anche contro la proposta della Commissione europea di congelamento degli slot: «Si tratta di un aiuto di Stato mascherato», hanno detto i manager.

Il Demanio libererà i terreni ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sta subendo i colpi della crisi finanziaria mondiale. Per invertire la rotta serve un aumento della base produttiva e una liberalizzazione più graduale degli scambi commerciali di materie prime agricole, per evitare squilibri e speculazioni sul mercato mondiale, con regole comuni da studiare insieme agli altri Paesi».

I bancari in difesa del fondo esuberi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi del credito dopo i mercati finanziari potrebbe toccare il mercato del lavoro delle banche. O almeno questo è l'allarme lanciato dalla Fabi, che ieri ha aperto a Milano il suo 114ÚConsiglio Nazionale. I timori del sindacato si concentrano tutti su possibili contraccolpi a danno dei dipendenti delle banche.

Abbiamo risorse per nuovi stimoli ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La cosa più importante è che si arrivi a un accordo sulla riforma dei mercati finanziari, a un documento finale comune che serva come messaggio di fiducia a livello internazionale. Da parte sua la Spagna spiegherà come ha funzionato il suo sistema di supervisione e di accumulo di riserve anticicliche volute dalla Banca di Spagna e che sono state di grande efficacia.

Da Baselworld segnali di fiducia e ottimismo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: a causa della crisi finanziaria ed economica, ma il nostro impegno è rafforzare gli orologi Tiffany non solo su questi tre mercati, ma in tutto il mondo, diversificando maggiormente la presenza – spiega Nayla Hayek, figlia del fondatore di Swatch Nicolas Hayek, a capo dell'alleanza SwatchTiffany –

L'offensiva del sorriso non salva Barack dalle critiche globali ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: L'altra circostanza rilevante, ovviamente, è la crisi finanziaria che dall'America si è rapidamente diffusa in tutto il mondo, che fa dubitare della capacità del capitalismo statunitense di guidare ancora l'economia globale, riflettendo questo dubbio anche sul ruolo americano nell'assetto geopolitico e militare.

Eurallumina, il vertice della verità ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: È l'economia reale che tocca con mano la crisi finanziaria mondiale, ma sono soprattutto lavoratori e famiglie che fanno fatica a sopravvivere. EURALLUMINA La fabbrica di proprietà della Rusal è ferma ormai da due settimane, dal primo aprile partirà la cassa integrazione per 350 operai diretti.

Argentina, Cristina vince anche al Senato: al voto il 28 giugno ( da "Velino.it, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: scelta di anticipare il voto era stata presentata come necessaria per impedire al paese, esposto come tutti agli effetti della crisi finanziaria internazionale, di allungare i tempi della polemica politica perdendo energie nella campagna elettorale. Le opposizioni avevano contestato l'annuncio denunciando la preoccupazione del governo di arrestare una popolarità segnalata in calo.

Usa e Inghilterra, allarme debito e a Londra fallisce un'asta Bot ( da "Finanza.com" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Un tasso superiore alle attese, che fa presagire una bassa domanda per tali titoli che servono a colmare il deficit di bilancio statale. Si inizia insomma a temere che Geithner possa avere difficoltà a finanziare l'enorme mole di denaro messa in campo per fronteggiare la crisi finanziaria e la recessione. (Riproduzione riservata)

LA STRATEGIA AFGANA DI OBAMA - LA SOLITUDINE DI ZAPATERO - LE BANCHE SVIZZERE VIETANO AI TOP MANAGER DI RECARSI ALL'ESTERO (RISCHIO ARRESTO) NORDCOREA: CRESCE LA POSSIBILITÀ DI U ( da "Dagospia.com" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria è stata provocata da uomini bianchi con occhi blu": con Gordon Brown al suo fianco, il presidente brasiliano Lula da Silva punta il dito sui responsabili della crisi globale. "Le regole per la successione al trono potrebbero essere riformate": colloqui tra Buckingham Palace e Governo per dare alle discendenti donne uguali diritti e per eliminare il divieto di matrimonio

Migliaia di Nigeriani in viaggio verso l'Italia. Il finto accordo tra Berlusconi e Gheddafi e la vera guerra francese per l'uranio. La video inchiesta di Fabrizio Gatti ( da "Blogosfere" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Altrimenti rischia di pagare cara la crisi finanziaria in cui è caduta. Tutto quell'uranio, però, non è ancora arrivato in Francia. Per il momento è in Niger, vicino ad Agadez: a Imouraren, sotto la sabbia nel mega-giacimento che comincerà a produrre fra tre anni, il secondo al mondo dopo McArthur River in Canada.

CRISI/ PASSERA: POLITICI SI DIANO DA FARE, BASTANO TRE REGOLE ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Crisi/ Passera: Politici si diano da fare, bastano tre regole di Apcom Le scrivano, basta un giorno a farle -->Taormina(Messina), 27 mar. (Apcom) - "La crisi finanziaria è stata legata alla mancanza di regole nel sistema bancario". Lo ha detto Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo,

SIEMENS, OBIETTIVO UTILE 2009 ANCORA VALIDO, TITOLO SALE ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ha detto il direttore finanziario Joe Kaeser. Il prossimo mese il gruppo industriale tedesco pubblicherà i risultati del secondo trimestre da gennaio a marzo. "La crisi finanziaria ha raggiunto Siemens ma Siemens di per sé non è in crisi", ha aggiunto. Gli analisti si aspettano che il gruppo tagli le sue previsioni per l'utile operativo per tutte e tre le sue divisioni -

Una strana primavera immobiliare! pag.7 ( da "Trend-online" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: capire questa crisi finanziaria è capire il crollo dell'AIG. L'AIG rappresenta quello che accade quando dei gestori bassi e pelati, appartenenti a burocrazie finanziarie altrimenti noiose, incominciano a vedersi nello specchio come dei Brad Pitt. L'AIG è una azienda che ha costruito, lungo più di un secolo, una fortuna gigantesca scommettendo su titolari di polizze consapevoli dell'

CRISI/ ESPERTI ONU PER UN NUOVO SISTEMA MONETARIO ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: simile a diritti speciali di prelievo molto ampliati, con emissioni periodiche e regolarmente adattate perche corrispondano alla misura delle riserve accumulate, potrebbe contribuire alla stabilità generale, alla potenza economica e all'equità mondiale" suggerisce il gruppo, tra altre raccomandazioni per far fronte alla crisi finanziaria. (fonte Afp)

Jiri Paroubek: ( da "Manifesto, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria, che allora aveva colpito la Repubblica ceca è stata il risultato delle politiche economiche sbagliate dei governi di destra all'inizio degli anni '90. Noi abbiamo quindi ripulito il sistema bancario già alla fine dello secolo scorso e all'inizio dello secolo attuale.

Francia: accordo con la 3M, liberato il direttore ( da "Nuova Ferrara, La" del 27-03-2009) + 5 altre fonti
Argomenti: Crisi

Abstract: caccia al manager comincia a essere un vero a proprio fenomeno in un Europa scossa dalla crisi finanziaria. Dieci giorni è stato rapido con modalità analoghe l'amministratore delegato della Sony, Serge Foucher, mentre un gruppo di attivisti anti-capitalismo ha attaccato ieri notte la casa a Edimburgo di Fred Goodwin, il banchiere che ha messo in ginocchio la Royal Bank of Scotland.

Siemens, obiettivo utile 2009 ancora valido, titolo sale ( da "Reuters Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ha detto il direttore finanziario Joe Kaeser. Il prossimo mese il gruppo industriale tedesco pubblicherà i risultati del secondo trimestre da gennaio a marzo. "La crisi finanziaria ha raggiunto Siemens ma Siemens di per sé non è in crisi", ha aggiunto. Gli analisti si aspettano che il gruppo tagli le sue previsioni per l'utile operativo per tutte e tre le sue divisioni -

Toshiba e Sharp potrebbero lavorare insieme per energia solare ( da "Reuters Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria ha provocato il taglio di finanziamenti per i nuovi progetti a partire dallo scorso anno, ma le aziende di energia solare stanno invece ancora compiendo una corsa per aumentare la loro capacità con i governi che in tutto il mondo sostengono l'espansione dei sistemi a energia pulita per tagliare le emissioni di gas serra,

Crisi e imprese, focus ad Ariano ( da "Denaro, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Avellino dibattito Crisi e imprese, focus ad Ariano "Crisi finanziaria ed economia locale: Confidi, banche ed imprese" è il tema del confronto in programma questo pomeriggio, alle 18, presso la Sala Conferenze del Museo Civico Comunale Palazzo Forte ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino.

L'allarme dei consumatori ( da "Miaeconomia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Tra crisi finanziaria, tariffe e prezzi, hanno perso qualcosa come più di 3.400 euro annuali di potere di acquisto". ?Per cortesia ? dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, alal guida di Federconsumatori e di Adusbef ? non vogliamo più sentir parlare di risparmi per le famiglie.

Cecenia, Mosca ordina il dietrofront ( da "Avvenire" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: porta a gravi perdite finanziarie » e ciò «è abbastanza problematico nelle condizioni della crisi finanziaria mondiale ». A Mosca il professor Aleksej Malashenko, uno dei maggiori esperti russi per il Nord Caucaso, ha dato ragione a Gryzlov. «Nelle condizioni della crisi ha detto possono esservi piani per ridurre le spese di mantenimento delle strutture militari in Cecenia»

Praga, Topolanek si dimette al ( da "Avvenire" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria ed economica, Mirek Topolanek si trova ora ridotto anche sul piano europeo a un ruolo di ordinaria amministrazione in una fase che di "ordinario" non ha proprio nulla e richiederebbe mani solide al timone dell'Ue.Vaklav Klaus ha parlato della necessità di formare un nuovo governo «in tempi rapidi» ma il panorama politico ceco non autorizza grandi speranze di una

Busca: ad aprile il via alla stagione primaverile del Teatro ( da "Targatocn.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: spettacolo è fortemente penalizzato dalla crisi finanziaria e dai tagli alla spesa pubblica e, in particolare, alla cultura. A questo proposito l?associazione Marcovaldo ha presentato un nuovo progetto Interreg ? ?Confrontations Artistiques Transfrontaliéres? - che vede come capofila il Comune di Savigliano e ha come partner francese la Comunità dei Comuni della Moyenne Durance,

Cile, a Viña del Mar vertice mondiale dei leader progressisti ( da "Velino.it, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sarà focalizzato sulla crisi finanziaria internazionale. I partecipanti dovrebbero chiudere il vertice con una dichiarazione comune mirata ad affrontare l?ipotesi di una riforma degli organismi di credito internazionale che ne riveda priorità e ruolo, sostenere interventi pubblici a difesa delle fasce più deboli, suggerire politiche di sviluppo sostenibile.

Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa">La Cina preme per la 'nuova moneta' Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa ( da "Affari Italiani (Online)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incalzare della crisi finanziaria, la Cina ritiene che sia giunto il momento per riscrivere le regole della Finanza mondiale, quella che regolano i flussi di capitale ed investimenti, la base per sostenere la propria Economia reale e continuare a crescere. Non è pertanto un mistero che la Cina sia seriamente propensa a sganciare il proprio sviluppo e quello del mondo prossimo venturo,

Liguria: Costa Crociere crese del 16,6 per cento ( da "Savona news" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: inizio della crisi finanziaria ed economica. In questo contesto siamo riusciti comunque a crescere in maniera significativa, sia in termini di fatturato che di Ospiti totali, a conferma che la strategia del gruppo, che punta sullo sviluppo di mercati chiave, sulla qualità del prodotto e sulle nuove destinazioni, è stata molto apprezzata.

CRISI: BIDEN E BROWN A SANTIAGO DEL CILE PER CONFERENZA IN ( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: di affrontare le strategie comuni contro la crisi finanziaria che anticipa il G20 di Londra. Alla conferenza parteciperanno i primi ministri di Norvegia, Jens Stoltenberg, e Spagna, Jose' Luis Rodriguez Zapatero. Previsti anche i presidenti di Argentina, Cristina Fernandez Kirchner, Brasile, Inacio Luis Lula da Silva, Cile, Michelle Bachelet e Uruguay,

G20/ Sospeso professore universitario, aveva minacciato ( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Per il G20 del 2 aprile a Londra numerosi gruppi stanno organizzando proteste su diversi temi, inclusa naturalmente la crisi finanziaria. Secondo la polizia alcuni attivisti stanno pianificando "azioni senza precedenti" e stanno riemergendo gruppi attivi verso la fine degli anni Novanta.

Costa Crociere: fatturato e ospiti 2008 in decisa crescita ( da "TravelQuotidiano.com" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: inizio della crisi finanziaria ed economica. In questo contesto siamo riusciti comunque a crescere in maniera significativa, sia in termini di fatturato sia di ospiti totali, a conferma che la strategia del gruppo, che punta sullo sviluppo di mercati chiave, sulla qualità del prodotto e sulle nuove destinazioni, è stata molto apprezzata.

UCRAINA/ MANIFESTAZIONI ANTI-GOVERNO IN TUTTO IL PAESE ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: esecutivo e il presidente di non aver saputo affrontare la crisi economica e finanziaria che sta attanagliando il Paese. A Kiev in 3.000 sono scesi in piazza con le bandiere blu del Partito delle Regioni gridando slogan come "Basta alla crisi" e "Abbasso le autorità". Secondo gli organizzatori proteste simili si stanno svolgendo in altre 10 città ucraine.

G20/SOSPESO PROFESSORE UNIVERSITARIO, AVEVA MINACCIATO BANCHIERI ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Per il G20 del 2 aprile a Londra numerosi gruppi stanno organizzando proteste su diversi temi, inclusa naturalmente la crisi finanziaria. Secondo la polizia alcuni attivisti stanno pianificando "azioni senza precedenti" e stanno riemergendo gruppi attivi verso la fine degli anni Novanta.

Solidarietà dell'intera città ( da "Sicilia, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: cosca criminosa gelese in danno del massimo esponente della Banca Agricola di Ragusa, sventato grazie all'operato dei carabinieri, esprime solidarietà al dottor Giovanni Cartia ed a tutti i lavoratori della Bapr; si compiace con le Forze dell'ordine ed auspica una sempre maggiore attenzione nei confronti delle Banche fortemente esposte in questo momento di grave crisi finanziaria.

Perugia, ad aprile il Festival Internazionale del Giornalismo ( da "Reuters Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: il ruolo dei media nella crisi finanziaria internazionale, il post giornalismo e i nuovi linguaggi della comunicazione, e la libertà dei giornalisti in rapporto alla pubblicità. Saranno poi dedicati ampi spazi all'informazione in prima linea contro le mafie, ai new media e alle nuove frontiere dell'informazione, e al "giornalismo degli altri",

Costa Crociere, approvato bilancio 2008: fatturato +16,6% ( da "Velino.it, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: inizio della crisi finanziaria ed economica. In questo contesto siamo riusciti comunque a crescere in maniera significativa, sia in termini di fatturato che di ospiti totali, a conferma che la strategia del gruppo, che punta sullo sviluppo di mercati chiave, sulla qualità del prodotto e sulle nuove destinazioni, è stata molto apprezzata.

CRISI E COORDINAMENTO INTERNAZIONALE, SUMMIT TRA L ( da "WindPress.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Crisi e coordinamento internazionale, summit tra le Confindustrie del mondoMarcegaglia lancia la terza edizione del G8 Business, il 23 e 24 aprile in SardegnaRoma, 27 marzo 2009 - Crisi economica e finanziaria, libert`a di investimenti e cambiamenti climatici: saranno i principali temi che le rappresentanze industriali dei paesi del G8 affronteranno il 23 e 24 aprile prossimi a Forte

Marcegaglia lancia la terza edizione del G8 Business a fine aprile ( da "KataWebFinanza" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Marcegaglia lancia la terza edizione del G8 Business a fine aprile (Teleborsa) - Roma, 27 mar - Crisi economica e finanziaria, libert di investimenti e cambiamenti climatici saranno i principali temi che le rappresentanze industriali dei paesi del G8 affronteranno il 23 e 24 aprile prossimi a Forte Village in Sardegna (Cagliari) nella terza edizione del G8 Business imprese.

Obiettivo:sganciare il mondo dagli Usa">La Cina preme per la 'nuova moneta' Obiettivo:sganciare il mondo dagli Usa ( da "Affari Italiani (Online)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incalzare della crisi finanziaria, la Cina ritiene che sia giunto il momento per riscrivere le regole della Finanza mondiale, quella che regolano i flussi di capitale ed investimenti, la base per sostenere la propria Economia reale e continuare a crescere. Non è pertanto un mistero che la Cina sia seriamente propensa a sganciare il proprio sviluppo e quello del mondo prossimo venturo,

Fatturato a +16,6% nel bilancio 2008 di Costa Crociere (1) ( da "TTG Italia Online" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: è stato molto positivo per i 3 marchi del gruppo - ha commentato Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato del Gruppo Costa Crociere - nonostante la presenza di alcune condizioni sfavorevoli come l'aumento del prezzo del petrolio e l'inizio della crisi finanziaria ed economica. E gli obiettivi futuri sono ancora di crescita" - segue -

Fatturato Costa in crescita del 17% e gli ospiti a +19% ( da "GuidaViaggi.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Pier Luigi Foschi - è stato molto positivo per i 3 marchi del gruppo, nonostante la presenza di alcune condizioni sfavorevoli come l?aumento del prezzo del petrolio e l?inizio della crisi finanziaria ed economica?. Gli obiettivi futuri prevedono un?ulteriore crescita, anche alla luce delle 9 navi in arrivo entro il 2012.

Gli ultimi rimbalzi vogliono dire nuova fiducia? ( da "Trend-online" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Così come la crisi finanziaria mondiale ha ?galleggiato? per un anno tra una sponda e l?altra dell?Atlantico, prima di investire pesantemente l?economia reale, può anche essere possibile che il riordino che si sta tentando di fare sul sistema finanziario, possa contribuire non solo a ridare fiducia, ma a stimolare di nuovo la domanda nell?

CAMFIN/ IN 2008 PERDITA GRUPPO A 167 MLN, DEBITO SCENDE A... -2- ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: condizionato dalla crisi finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo Camfin sia per la contrazione dell'attività delle collegate derivante dal rallentamento dell'economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli"

FINCANTIERI: OK CDA A BILANCIO 2008, RICAVI +8% ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: in un contesto di mercato segnato dalla crisi finanziaria che ha bloccato i nuovi ordini a partire dal mese di settembre 2008''. Nel settore croceristico sono stati acquisiti ordini per due unita' di dimensioni medio-piccole destinate alla fascia piu' alta del mercato, mentre nel militare si registrano ordini per 4 fregate multi missione Fremm,

Camfin: il margine operativo lordo è pari a 12,9 mln ( da "Trend-online" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: condizionato dalla crisi finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo Camfin sia per la contrazione dell?attività delle collegate derivante dal rallentamento dell?economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli &

Fincantieri: ok cda a bilancio 2008, ricavi +8% ( da "Trend-online" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: in un contesto di mercato segnato dalla crisi finanziaria che ha bloccato i nuovi ordini a partire dal mese di settembre 2008''. Nel settore croceristico sono stati acquisiti ordini per due unita' di dimensioni medio-piccole destinate alla fascia piu' alta del mercato, mentre nel militare si registrano ordini per 4 fregate multi missione Fremm,

L'Europa verso un livello di disoccupazione oltre il 10% ( da "Rai News 24" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Alla fine del 2009 la disoccupazione in Europa si avvia a superare il 10% ed il rischio e' quello di arrivare a 7-8 milioni di disoccupati in piu'. Sono le allarmanti cifre dei sindacati europei che, in vista del G20 di Londra del prossimo 2 aprile, chiedono ai leader europei e mondiali un "piano straordinario" per affrontare l'impatto sociale della crisi finanziaria ed economica.

Calano profitti Fincantieri nel 2008, deliberato aumento capitale ( da "KataWebFinanza" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi economico-finanziaria e dell'incremento del costo del lavoro, l'EBITDA risulta in calo rispetto al 2007 (134 Euro/milioni contro i 194 Euro/milioni del 2007). Sotto il profilo dell'attivit commerciale, sono stati finalizzati ordini per 2,5 Euro/miliardi, (contro il valore record di 4,2 Euro/miliardi del 2007) in un contesto di mercato segnato dalla crisi finanziaria che ha

Camfin chiude conti 2008 in rosso, outlook è ottimista ( da "KataWebFinanza" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: condizionato dalla crisi finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo Camfin, sia per la contrazione dell'attivit delle collegate derivante dal rallentamento dell'economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli &

Camfin chiude conti 2008 in rosso, outlook è ottimista ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: condizionato dalla crisi finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo Camfin, sia per la contrazione dell'attività delle collegate derivante dal rallentamento dell'economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli &

BORSE GIù (MIBTEL -0.76%) "SOLE 24 ORE RADIOCOR": UN GIORNO DI SCIOPERO - Fantozzi: ALITALIA e' partita bene - MPS: MORELLI, RIMBORSEREMO TRE-BOND SENZA OPERAZIONI SU CAPITALE - ( da "Dagospia.com" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: di fronte alla drastica riduzione delle vendite per la concorrenza di Internet ed alla crisi finanziaria. "E' stata una decisione difficile da prendere, ma la situazione in cui siamo e' la piu' difficile che ci siamo trovati ad affrontare" hanno dichiarato il presidente del New York Times, Arthur Sulzeberg ed l'amministratore delegato Janet Robinson.

Spacca: "Bugaro è in frenesia da campagna elettorale" ( da "Quotidiano.it, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Falconara e che hanno deciso di non manifestare il proprio interesse all'aumento del capitale sociale, Bugaro potrà trovare una spiegazione rivolgendosi loro direttamente, ma forse una ragione può anche essere offerta dalla crisi finanziaria internazionale che in modo prioritario colpisce i business aeroportuali e induce a utilizzare le risorse nell'economia domestica". 27/03/2009

Perugia, al via Festival Internazionale del Giornalismo ( da "Reuters Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: il ruolo dei media nella crisi finanziaria internazionale, il post giornalismo e i nuovi linguaggi della comunicazione, e la libertà dei giornalisti in rapporto alla pubblicità. Saranno poi dedicati ampi spazi all'informazione in prima linea contro le mafie, ai new media e alle nuove frontiere dell'informazione, e al "giornalismo degli altri",

WALL STREET INCONTRA WASHINGTON ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: "Non usciremo da questa crisi finanziaria e non stabilizzeremo il nostro sistema finanziario senza banche in salute". L?amministrazione ha proposto anche di aumentari i controlli sul sistema finanziario, dando ai governi il potere di assumere il controllo delle grandi societa?

UNGHERIA/ AUTORITY MULTA FONDO D'INVESTIMENTO DI SOROS ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: a livello globale si sentivano i colpi del crisi finanziaria. Secondo il comunicato della Pszaf, la multa è stata comminata "per la violazione delle regole concernenti l'interdizione della manipolazione dei mercati finanziari". Il fondo Soros ha un mese per pagare. "La base della nostra inchiesta sono state le transazioni d'offerta di vendita delle azioni Otp del 9 ottobre 2008,

PDL/ BERLUSCONI: CRISI NON CI SPAVENTA, NOI UOMINI FORTI E LIBERI ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: "Sono certo - afferma il premier - che, anche e soprattutto in un momento di crisi finanziaria mondiale, sapremo realizzare il nostro progetto di una società finalmente libera dalle paure e dalle ansie che rendono fragile la crescita della vera democrazia".

Appello dell'Onu sul clima alla vigilia dell'Earth Hour ( da "Rai News 24" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ha aggiunto, "il cambiamento climatico e la crisi finanziaria richiedono un'azione coraggiosa. Adesso. La buona notizia e' che possiamo affrontare entrambe le crisi insieme". E ha continuato: "La nostra dipendenza dai combustibili fossili sta surriscaldando il pianeta: occorre passare a un'energia pulita.

Il ritorno dell'Onda ( da "AprileOnline.info" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Perchè i mercati finanziari crollano e i posti di lavoro sfumano, ma per i templi dello studio, che dovrebbero essere sacri, la situazione non è affatto diversa. Con Tremonti, Gelmini e Brunetta in gara a chi interviente più pesantemente. Gli studenti la chiamano una «catastrofe dell'università, della ricerca,

Napoli invitata a Betlemme per la visita del Papa ( da "Napoli.com" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria- ha continuato Samman- sta determinando un indebolimento dello sviluppo economico, che potrà avere come causa l?aumento del numero delle persone che vivono sotto la soglia della povertà?. Promuovere il dialogo interculturale e lo sviluppo delle realtà locali è l?

USA/CRISI: OBAMA INCONTRA I LEADER DELLE BANCHE AMERICANE ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Non usciremo da questa crisi finanziaria e non stabilizzeremo il nostro sistema finanziario senza banche in salute". L'amministrazione ha proposto anche di aumentari i controlli sul sistema finanziario, dando ai governi il potere di assumere il controllo delle grandi societa' finanziarie non bancarie, tra cui le compagnie di assicurazione,

FINCANTIERI/ IN 2008 RICAVI RECORD A 2,9 MLD, UTILE CALA... -2- ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: nonchè dei pesanti effetti negativi della crisi economico-finanziaria e dell'incremento del costo del lavoro, l'Ebitda risulta in calo rispetto al 2007", attestandosi a 134 milioni rispetto ai 194 milioni dell'anno precedente. Di conseguenza, il risultato ante imposte e il risultato netto si riducono rispettivamente a 43 milioni e 10 milioni,

Repubblica Ceca, leader opposizione chiede nuovo governo ( da "Reuters Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sugli sforzi volti ad approvare una legislazione che attenui l'impatto della crisi finanziaria globale. Paroubek ha dichiarato che il suo partito Socialdemocratico non entrerà a far parte del governo e preferirebbe che questo fosse formato da esperti. "Negozierò per un governo ceco che abbia la fiducia della camera bassa del parlamento e che porti il paese ad elezioni anticipate",

È verde la nuova Terza via ( da "EUROPA ON-LINE" del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: È verde la nuova Terza via JOHN PODESTA La crisi finanziaria paralizza le economie internazionali, e rende più difficile prendersi quotidianamente cura delle proprie famiglie. La recessione però presenta anche un?opportunità. Risolvere la crisi economica, energetica e climatica ci offre una straordinaria occasione per rinvigorire l?


Articoli

JEAN-MARIE LE PEN presidente del Front National (sezione: crisi)

( da "EUROPA ON-LINE" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

VIP JEAN-MARIE LE PEN presidente del Front National L’Europa di oggi è dittatura delle minoranze, discriminazione della maggioranza, promozione di una società dei consumi permissiva nei suoi eccessi. v.lo. Una decina di giorni fa, prima di tornare a minimizzare le camere a gas definendole di nuovo «solo un dettaglio della storia», il dissacrante leader dell’estrema destra francese Jean-Marie Le Pen si trovava ad Arras, 40mila abitanti, ad arringare i potenziali elettori del Front National alle prossime europee. Dal feudo in cui la figlia – ed erede politica – Marine cerca di mettere radici, il vecchio Le Pen, “JeanJean” per la famiglia, educato dai gesuiti, combattente al fronte di Indocina e d’Algeria, una carriera politica iniziata nel 1956, si è rimesso in cerca di adepti. Ha da poco annunciato che nel 2010 lascerà la carica di presidente e che nel 2012 non si candiderà alle presidenziali. Ma ha bisogno di voti e di militanti, oltre che di fondi per il partito da lui stesso creato nel 1972, i cui aficionados si sono dimezzati in dieci anni. Una sfida non più ardua di altre per un ex anarchico e convinto combattente, già consigliere comunale, regionale e più volte eurodeputato, oltre che cinque volte candidato all’Eliseo. Per l’ottantenne Menhir (dal bretone penn, cioè testa) è l’ennesima prova, allettante almeno quanto quella che oggi lo vede in pieno scontro con il duo Dany Cohn-Bendit- Martin Schulz. Il leader verde e l’eurosocialista vogliono impedire a colpi di regolamento al «negazionista » Le Pen di presiedere – da decano – la seduta inagurale del prossimo europarlamento. Per chi ha scalzato via dalla corsa presidenziale Lionel Jospin nel 2002 battendosi in uno storico secondo turno contro Jacques Chirac, non c’è probabilmente quasi niente di meglio che questo tipo di guerra, soprattutto considerando che per “esternazioni” di questo genere è stato già condannato più di una volta. Agire una vita da nemico acerrimo di «traditori» e «disertori», però, non gli è bastato: oggi che la globalizzazione è sotto accusa, si vanta anche di essere stato colui che ha predetto la crisi finanziaria

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Il ritorno di Super Soros La crisi? Gli fa un Buffett (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Personaggio Il raider di origine ungherese supera l'Oracolo di Omaha INVESTIRE SUI POVERI CONTROCORRENTE Cavalca il crac e guadagna 1,1 miliardi: "Il miglior momento della mia vita" Finanziere filantropo MAURIZIO MOLINARI Il ritorno di Super Soros La crisi? Gli fa un Buffett Ha scommesso sulle azioni di aziende che fabbricano beni a basso prezzo È a favore di una parziale nazionalizzazione degli istituti di credito CORRISPONDENTE DA NEW YORK Sono al culmine della mia carriera e sto vivendo una crisi davvero molto buona». Indifferente alle sofferenze di milioni di americani, ai timori di crollo che assillano i giganti bancari di Wall Street e alle nubi che si addensano sul summit del G20 a Londra, lo spericolato finanziere di origini ungheresi George Soros confessa al ««The Australian» che grazie alla peggiore crisi economica dell'ultimo secolo sta vivendo, all'età di 78, il suo momento migliore, da ogni punto di vista. Per comprendere di cosa sta parlando bisogna ricostruire quanto ha racimolato dall'agosto 2007 quando, ai primi sintomi del terremoto immobiliare in arrivo sui mercati, decise di lasciare lo status di pensionato e riassumere il controllo del fondo di investimenti «Quantum» per sfruttare il momento nero a proprio vantaggio. Nel 2007 il valore del fondo salì del 32 per cento, con profitti per 2,9 miliardi di dollari, e nel 2008 la tendenza si è consolidata - con un balzo in avanti del 9 per cento e un utile di 1,1 miliardi mentre i concorrenti crollavano - facendo arrivare la sua ricchezza personale a quota 11 miliardi di dollari. «Credo di aver fatto quel che si poteva per conservare il mio capitale» afferma ora, con voluto sarcasmo, preannunciando che lascerà le redini al suo staff finanziario perché oramai «il peggio è passato» e dunque si tratta solo di gestire evitando errori. Il finanziere americano di origini ungheresi, che nel 1992 si guadagnò la fama di killer a Wall Street speculando con successo contro la sterlina britannica, si guarda bene dal rivelare i segreti dei miliardi accumulati nel bel mezzo della crisi ma tiene a sottolineare di aver compiuto mosse assai diverse da quelle dell'acerrimo rivale Warren Buffett, detto l'Oracolo di Omaha. Se quest'ultimo infatti ha colto l'occasione delle azioni a prezzi stracciati per acquistare quote importanti di colossi come Goldman Sachs, General Electric e Tiffany - oltre a mantenere la sua posizione nella banca Wells Fargo - Soros invece ha dimostrato di non credere nelle aziende più blasonate, puntando in direzione opposta: sui consumi di chi ha pochi dollari in tasca. Dal canto suo, avrebbe devoluto metà di quanto ricevuto - giuria il suo portavoce - in beneficenza. Per questo ha acquistato 9 milioni di azioni di Best Buy - il gigante dei casalinghi a prezzi stracciati - e di Donnelley & Sons, il maggiore produttore di stampanti degli Stati Uniti. Investendo sui poveri obbligati a comprare oggetti di poco valore Soros ha fatto miliardi di dollari speculando sulle disgrazie altrui e l'essere riuscito a mettere sulla difesa Buffett gli dà una doppia soddisfazione in quanto entrambi sono in competizione anche per essere il finanziere più vicino al nuovo presidente degli Stati Uniti. Anche su questo fronte Soros si sente però imbattibile: se è vero che Buffett ha sostenuto con forza Barack Obama nell'ultima fase della campagna fu lui ad organizzare la prima raccolta fondi per nel giugno 2004 - quando Barack non era neanche senatore - due anni dopo lo spinse a candidarsi alla Casa Bianca e quando ciò avvenne riunì un gruppo di importanti finanziatori nel suo ufficio di Wall Street per sostenerlo con forza. Insomma, per Soros ora tutto sta andando nel verso giusto. «Le elezioni americane, la crisi finanziaria e la mia teoria della riflessività che si avvera fanno essere questo periodo davvero stimolante» dice, confessando «ottimismo perché chi guida l'America vede le cose quasi come me». Qualcosa che lo preoccupa però, a ben vedere c'è. Anzitutto, sul fronte delle riforme finanziarie Soros è a favore di una «parziale nazionalizzazione delle banche» che Obama al momento non vuole perseguire ed in secondo luogo è d'accordo con Pechino sull'idea di una «massiccia espansione dell'uso degli Sdr (Diritti speciali di prelievo, ndr) del Fmi» al posto del dollaro alla quale la Casa Bianca si oppone. E a conferma del fascino che subisce dalla Cina aggiunge: «Prima ci hanno imitato, ora sviluppano dei modelli che sono più avanzati dei nostri, ad esempio nell'ultimo anno hanno modificato per ben 17 volte la soglia minima di capitale obbligatoria per le loro banche, forse per noi è arrivato il momento di imparare da loro».

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Il mattone a -20% "Ma l'investimento migliore è la casa" (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il mattone a -20% "Ma l'investimento migliore è la casa" Crollano le compravendite, tengono i prezzi. A Torino non si vendono più case: la nuova fotografia di una realtà più volte toccata con mano arriva da Fimaa Torino, la Federazione italiana mediatori agenti d'affari, che ieri ha pubblicato la decima edizione del suo listino prezzi sul Piemonte e la Valle d'Aosta. Se nel primo semestre del 2008 in città il calo delle transazioni residenziali era stato del 23,1% rispetto allo stesso periodo del 2007 (6.670 contro 8.675, dati Agenzia del Territorio), considerando anche la seconda parte dell'anno la situazione è solo leggermente migliorata: -19,5%. Il resto della provincia si attesta al -13,5%, mentre diventa un abisso la voragine dei negozi (-91,2% su base semestrale, da 612 scambi a 50). Dati più o meno coincidenti con quelli forniti un mese fa da Fiaip (Federazione Italiana agenti immobiliari professionali), l'altra associazione di categoria, che il 27 febbraio presentò il suo Osservatorio degli immobili di Torino e provincia parlando di «una flessione del 15% delle compravendite e dall'1% all'8% dei prezzi». Un disastro, almeno a prima vista. «Si sentono gli effetti della crisi globale», spiega Sergio Garlando, presidente Fimaa Piemonte. «Il mercato è più riflessivo - aggiunge Renato Vinelli, vicepresidente Fimaa Torino - però chi riesce a vendere può ancora realizzare quotazioni doppie rispetto a quelle di dieci anni fa. Anche se oggi per concludere le trattative ci vuole molto di più». Il tempo medio è passato dai 5 mesi del '99 ai 7-8 attuali. Eppure non tutto è da buttare, né mancano i segnali di speranza. «Un italiano su cinque è già proprietario di una casa - sostiene Maria Grazia Savant Ros, presidente Fimaa Torino - un dato non riscontrabile in nessuna altra parte del mondo. Il mattone resta l'investimento migliore per tutelare i risparmi». «Specie se confrontato con il crollo dei mercati finanziari - le fa eco Lucia Vigna, presidente Fiaip Torino - arrivato, nel 2008 a Piazza Affari, fino al -48%. La rivalutazione immobiliare, oltretutto, va attesa nel lungo periodo e già dai primi mesi del 2010 ci aspettiamo una risalita». In effetti, se le vendite sono in picchiata, non altrettanto si può dire dei prezzi. «I valori tengono rispetto al 2007 - racconta il professor Stefano Stanzani, responsabile scientifico del centro studi Fimaa - e addirittura aumentano per quanto riguarda gli immobili e le zone di pregio, a fronte di un calo importante degli scambi. Potrebbe essere il momento giusto per comprare, visto che l'offerta attuale in termini di quantità e qualità è senza precedenti. Molti acquirenti sono allarmati dalla situazione economica, ma i prezzi non sono destinati a subire un tracollo». Il motivo è presto spiegato: «Intanto perché negli ultimi anni sono saliti meno che, ad esempio, negli Usa o in Spagna. E poi perché il sistema bancario nazionale sembra meno "intossicato" di altri. Se la gente non compra è anche a causa della stretta creditizia: nel 2008 sono calati del 25-27% i mutui concessi a Torino per l'acquisto della casa, ma il monte erogato è sceso solo del 5%, segno che tante famiglie non riuscivano più ad andare avanti e hanno dovuto rifinanziare il loro acquisto». «Anche per questo - chiude Maria Luisa Coppa, presidente Ascom - lanciamo un appello alle banche affinché facciano la loro parte».

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Rischio d'impresa ad alta quota Per l'alpinista Simone Moro la conquista del Makalù metafora della possibilità di battere la crisi economica (sezione: crisi)

( da "Giornale di Brescia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Edizione: 27/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la città Rischio d'impresa ad alta quota Per l'alpinista Simone Moro la conquista del Makalù metafora della possibilità di battere la crisi economica L'alpinista bergamasco Simone Moro ha conquistato il Makalù, quinta montagna più alta al mondo La crisi si combatte con i sogni, la determinazione e il metodo. Così Simone Moro, alpinista d'alta quota, qualche giorno fa in città. Moro, recente vincitore del Makalù (9 febbraio), primo uomo al mondo a raggiungere la vetta «in invernale», è stato invitato a «Made in steel», tradizionale appuntamento fieristico della siderurgia, per sentire un «diverso punto di vista» sui temi sotto gli occhi di tutti nell'attualità di ogni giorno: le difficoltà economiche, la crisi finanziaria, la caduta del mercato, la necessità di reagire a una globalizzazione che pare aver perso ogni ordine e razionalità. Scalatore d'acciaio Cosa c'entra uno scalatore di successo con una convention sull'acciaio si sono chiesti molti? Al pubblico sono bastate poche parole dell'ospite bergamasco per capire che quel ragazzo dall'aspetto normale sarebbe stato più che «contagioso», non solo sui temi dell'alpinismo e dell'avventura, ma anche e soprattutto in funzione della capacità di trasformare la montagna in una metafora della vita di tutti i giorni. Simone Moro, 41 anni, ha lanciato dall'inizio un segnale forte agli imprenditori venuti ad ascoltarlo: bisogna sognare e farlo in grande. Ma perché i sogni non rimangano tali, bisogna anche attrezzarsi e lavorare con metodo per cogliere qualsiasi opportunità si presenti. E se una cosa pare non completamente impossibile, ma solo «quasi», bisogna sfruttare tutta la propria fantasia e il proprio intuito («naso» lo ha chiamato Moro) per capire dove si può trasformare un momento di difficoltà in opportunità, un insuccesso in uno stimolo per arrivare al traguardo. Per fare tutto questo, ha spiegato, servono preparazione e strumenti tecnici adatti («la mia cassetta degli attrezzi» l'ha definita). Un bagaglio costruito nel tempo, acquisito con metodo e lavoro duro, ma che permette di approfittare delle situazioni offerte dall'imponderabile, dal caso, dalla fortuna. «Mai nessuno era riuscito a salire sul Makalù in inverno (8463 metri, la quinta montagna più alta della terra) - ha raccontato -. Soprattutto per le condizioni del tempo e l'ostilità del vento e della temperatura. Non c'era riuscito Reinhold Messner, il Pelè degli alpinisti, perché avrei dovuto riuscirci io, bergamasco e per di più "cittadino"? Intanto ho pensato che quando si affronta un'avventura simile bisogna pensare in grande, non accontentarsi dell'ordinario». Questione di velocità Poi Moro si è chiesto come riuscire dove gli altri avevano fallito e perché nessuno, prima di allora era stato capace di portare a termine quell'impresa giudicata tanto difficile e ardita. «Ho studiato le spedizioni precedenti, ho valutato i loro punti di forza e di debolezza - ha spiegato -. E ho capito che anche nell'inverno himalayano capitano due giorni di bel tempo, o tre. Non c'è bufera per quattro mesi ininterrotti. E allora, arrivare in cima è questione di velocità: bisogna sapere approfittare di quelle rare finestre di condizioni atmosferiche favorevoli (si fa per dire: vento a 100 chilometri all'ora, temperature a -38°...) e andare e tornare dalla cima nel margine di tempo che gli altri alpinisti sprecano per allestire i campi base e prepararsi per l'ultimo balzo. Che così non arriva mai. Per farlo ho dovuto cambiare approccio e metodo di preparazione. Ho dovuto acclimatarmi altrove e affrontare la montagna in "stile alpino", cioè con attrezzatura più leggera e flessibile. In questo modo ce l'abbiamo fatta (con lui c'era anche il kazako Denis Urubko)». Un diverso punto di vista Ecco l'uso di un diverso punto di vista, per risolvere un problema antico. A proposito, Moro arrampica quasi sempre con compagni dell'Est, scalatori dell'ex Unione Sovietica. «Non si lamentano mai - dice -, non hanno mai freddo, fame, sonno o voglia di tornare indietro. Se c'è una mela, dicono "meno male che ne abbiamo una", se non c'è si arrangiano con quello che passa il convento». Aiutati che Dio t'aiuta. Adesso Moro è pronto per una nuova sfida: organizzare in Nepal una compagnia di soccorso, con elicotteri d'alta quota. Una sfida imprenditoriale «che va affrontata adesso, anche in un momento di crisi, perché è adesso che ci sono le opportunità». Contagioso, fatalista, avvincente, non ha tralasciato di parlare della compagna invisibile di tutti gli alpinisti: la morte. Sul tema, Moro, che ha visto alcuni amici sparire tra le montagne o travolti dalle valanghe, ha ricordato, citando il suo libro «Cometa sull'Annapurna» (Corbaccio) che «anche se ci nascondiamo in casa, se stiamo alla finestra, possono sorprenderci la malattia o la sventura, che senza bussare entrano e ci assalgono, sfidando la nostra resistenza. Magari mi sarei trovato a lottare incolonnato nell'auto, o schiacciato dalle spallate di carriere altrui, oppure a causa di un amore non corrisposto o di un errore irreparabile». Giusto, meglio puntare in alto. Sopra gli ottomila. In montagna, come nella vita di tutti i giorni. Gianluca Barca

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Conti 2008 Ubi Leasing diventa la 3a società italiana (sezione: crisi)

( da "Giornale di Brescia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Edizione: 27/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:economia Conti 2008 Ubi Leasing diventa la 3ª società italiana BRESCIANonostante l'attuale crisi finanziaria e l'andamento negativo del settore leasing, Ubi Leasing ha chiuso il 2008 con dati di bilancio complessivamente molto positivi. Il risultato dell'operatività corrente, al lordo delle imposte, è stato pari a 65,3 milioni, in netto miglioramento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+19,8%), essenzialmente grazie alla significativa crescita del margine d'interesse a 121,3 milioni, +14,3% rispetto ai 106,2 registrati nel 2007. La situazione al 31 dicembre 2008 ha inoltre registrato costi di struttura pari a 46,2 milioni circa, totalmente in linea rispetto all'esercizio precedente (cost/income del 32,3%) e un costo del rischio di credito pari a 30,8 milioni di euro (0,4% del totale impieghi) in crescita dell'11,8% rispetto al 2007. L'utile netto, attestatosi a 43,8 milioni di Euro (+34,9% rispetto al 2007) consente al Cda di proporre all'Assemblea la distribuzione di un monte dividendi di circa 40 milioni di euro, pari a un dividendo unitario di 1,22 euro per azione. Dal lato patrimoniale, gli impieghi medi a reddito al 31 dicembre 2008 hanno superato gli 8.337 milioni di euro, in crescita di circa il 12,4% rispetto al 31 dicembre 2007. Ubi Leasing ha chiuso l'esercizio con uno stipulato complessivo pari a un importo di 2.772 milioni euro, generato attraverso 15.844 contratti del valore medio di 174.938 euro, conseguendo una flessione del 16,8% rispetto al 2007, ma registrando un andamento migliorativo rispetto allo stipulato annuale di settore (in flessione del 20,8%, in base ai dati Assilea). La società sale infatti per la prima volta al terzo posto nel ranking di settore per valore di contratti, con una quota di mercato pari al 7,1%, a fronte del 6,8% dell'anno precedente. Nel dettaglio, il comparto immobiliare ha registrato un decremento del 17,40%, con uno stipulato di poco superiore ai 1.560 milioni di euro e 1.150 contratti. Segue lo stesso trend lo strumentale (in flessione del 17%) con 743 milioni di euro e 6.793 contratti.

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La congiuntura negativa fa crescere le 24 banche cantonali della Svizzera (sezione: crisi)

( da "Finanza e Mercati" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

La congiuntura negativa fa crescere le 24 banche cantonali della Svizzera da Finanza&Mercati del 27-03-2009 La crisi finanziaria spinge i risparmiatori a tornare verso la sicurezza del pubblico. Le 24 banche cantonali svizzere hanno registrato una crescita del 17% nei depositi nel 2008 a 243,6 miliardi di franchi (160 miliardi di euro) da 208,9 miliardi del 2007. Anche qui, comunque la crisi si è fatta sentire, visto che il crollo dei mercati azionari ha fatto calare del 4,8% a 507,3 miliardi di franchi (330 miliardi di euro) il valore degli asset in gestione.

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l'effetto crisi sul mattone compravendite in frenata - stefano parola (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina IV - Torino L´effetto crisi sul mattone Compravendite in frenata In città calo del 19,5%, più ridotto in provincia STEFANO PAROLA Il mercato immobiliare torinese è in netta frenata. Nel 2008 le compravendite nel capoluogo hanno subìto un calo del 19,5 per cento rispetto all´anno precedente. Meno peggio è andata nel resto della provincia, dove è stato venduto il 13,5 per cento di immobili in meno. Una contrazione marcata, che però non ha influito troppo negativamente sui prezzi delle case. Secondo i dati presentati da Fimaa Piemonte, la federazione che raccoglie gli agenti immobiliari della regione, a Torino le quotazioni degli appartamenti usati di tipo signorile sono anzi in leggero aumento: più 1,2 per cento. Sono più stabili i prezzi degli alloggi di tipologia media, scesi appena dello 0,2 per cento. Il valore delle abitazioni è invece diminuito nel resto della provincia: quelle di pregio costano mediamente l´1,3 per cento in meno del 2007, quelle normali sono invece scese del 2 per cento. Altro effetto riscontrato dai protagonisti del settore è il rallentamento della contrattazione: «Fino a un anno e mezzo fa - dice Alessandro Berlicioni, coordinatore listino prezzi della Fimaa - le transizioni si aprivano e si chiudevano nel giro di 3-4 mesi, sei al massimo. Ora si sorpassano gli otto mesi, in alcuni casi si sfiora l´anno». Insomma, il mercato è paludato, anche perché, spiegano alla Fimaa, «i risparmiatori o stanno scappando oppure preferiscono attendere, allarmati dalla situazione economica». Del resto, l´associazione degli agenti di vendita prevede che «i prezzi si potranno assestare verso il basso», ma che sarà soltanto «un lieve calo». Dunque, c´è una certa sicurezza sul fatto che la bolla immobiliare non scoppierà, come è successo in altri Paesi come la Spagna o gli Stati Uniti. Perché l´Italia è diversa: negli scorsi anni i prezzi sono saliti di meno, in generale c´è una maggiore tendenza al risparmio, nel sistema bancario nazionale sembrano circolare meno titoli tossici e, soprattutto, i tassi di interesse (Euribor in testa) sono ai minimi storici. Gli agenti immobiliari si aspettano una reazione dal mercato dei mutui, che lo scorso anno è andato in calando. Dallo studio della federazione emerge come al 30 settembre 2008 il monte dei finanziamenti erogati oltre il breve termine sia sceso del 15,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente. Niente in confronto al consistente calo dei nuovi mutui erogati: meno 27 per cento. Segno che le famiglie sono state spaventate dalla crisi finanziaria, ma anche che gli istituti di credito si sono fatti più rigidi nelle erogazioni. Tanto da far intervenire la presidente dell´Ascom Torino, Maria Luisa Coppa: «Il settore immobiliari - dice la numero uno dell´associazione commercianti, che raccoglie anche gli intermediari - lancia un appello alle banche, che credo non stiano facendo la loro parte. è evidente che esiste un problema che si abbatte soprattutto sul ceto medio, nonostante i nostri istituti di credito sostengano il contrario». Perché, come fanno notare i vertici della Fimaa, i dati sui prezzi dicono proprio questo: la domanda per le case di fascia più elevata, destinate alle famiglie con redditi più alti, rimane alta, mentre tutte le altre tipologie soffrono.

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obama fa litigare travanut e balducci (sezione: crisi)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Cervignano. Botta e risposta tra maggioranza e opposizione sull'intervento legato alla crisi Obama fa litigare Travanut e Balducci CERVIGNANO. Botta e risposta tra maggioranza e opposizione in consiglio comunale dopo le recenti dichiarazioni del consigliere Andrea Balducci, intervenuto, nei giorni scorsi, per replicare alle dichiarazioni del consigliere regionale e comunale Mauro Travanut, il quale, riferendosi alla crisi finanziaria mondiale, aveva citato le parole del presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama, il quale, a sua volta, aveva definito un oltraggio il pagamento dei bonus ai manager di Aig, il colosso delle assicurazioni che, ha annunciato il pagamento di 165 milioni di dollari ai dirigenti. Travanut aveva definito un oltraggio, al pari, la decisione presa dal consiglio di amministrazione della Fiat, che intende destinare circa 8 milioni di euro ai propri dirigenti. «Il mio intervento - spiega Travanut - aveva un taglio regionale, che il consigliere Balducci non ha colto. Nei casi da me citati, sono previste liquidazioni da capogiro, che vengono indirizzate a persone, le quali non hanno raggiunto gli obiettivi previsti». Secondo Travanut, Balducci sbaglia in quanto «coniuga due aspetti tra loro inconciliabili, in più non ricorda che il segretario Franceschini ha proposto di tassare dal 43 al 46% tutti i redditi oltre i 120 mila euro lordi all'anno e la proposta è stata bocciata dal presidente Berlusconi. A questo punto Balducci dovrebbe rivolge le proprie rimostranze allo schieramento di cui fa parte». (e.m.)

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la presidente nazionale attacca le banche (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 8 - Montecatini La presidente nazionale attacca le banche «Pronti a investire, ma il credito ci deve sostenere» PISTOIA. «L'economia ha due gambe: l'impresa e le banche. Se si bloccano i piani di investimento per le aziende, dalla crisi se ne uscirà molto male». Queste le dure parole di Federica Guidi, presidente nazionale Giovani Imprenditori di Confindustria, nei confronti degli istituti bancari. «L'attuale crisi finanziaria - continua Guidi - nel nostro paese è andata ad appesantire una crisi del settore industriale che già si percepiva tra il 2007 e il 2008. Per uscire da questa situazione le aziende devono ricominciare a investire, innovare, rischiare, ma le banche devono sostenerle». Un periodo difficile, ma da affrontare con fiducia nei confronti del sistema industriale e bancario «che - continua la Guidi - hanno gli anticorpi per resistere alla crisi». E aggiunge: «è necessario però anche un cambiamento culturale: negli ultimi anni si era persa la consapevolezza di dover fare sacrifici per andare avanti. è venuto il momento di riappropriarci di questa idea e iniziare a parlare un po' più di doveri e un po' meno di diritti». mq

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la provincia anticipa la cig i primi assegni alla tpa (sezione: crisi)

( da "Mattino di Padova, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

SARà GARANTITO IL SALARIO A 66 LAVORATORI La Provincia anticipa la Cig I primi assegni alla Tpa Il progetto della Provincia di anticipare i soldi mensili della cassa integrazione ai lavoratori delle aziende in crisi da ieri è diventato realtà. La prima azienda a cui andranno i pagamenti emessi dall'Amministrazione provinciale, in attesa di quelli definitivi che arriveranno dall'Inps, è la Tpa di Santa Giustina in Colle, il paese dove abita anche VIttorio Casarin, presidente della Provincia. L'accordo è stato firmato ieri, a palazzo Santo Stefano, sia dall'assessore al Lavoro, Roberto Tosetto, che dai sindacalisti che seguono la vertenza, Dante Loi, della Fiom-Cgil ed Andrea Bonato, della Fim-Cisl. I dipendenti della Tpa, in tutto 66, dovranno riunirsi una volta sola, nei prossimi giorni, nella sala del municipio di Santa Giustina in Colle, dovranno compilare e firmare un apposito modulo e, successivamente, riceveranno a casa, ogni mese, i soldi anticipati dalla Provincia che rappresentano l'80 per cento circa, della busta paga precedente. «La Tpa è un'azienda che produce impianti per il riciclaggio dei rifiuti - dice Andrea Bonato - è stata già dichiarata fallita dal Tribunale per una pesante crisi finanziaria. Per fortuna, nonostante la cassa integrazione straordinaria, concessa sino alla fine dell'anno, non ha perso il mercato e le sue maestranze sono tutte qualificate. Tant'è che ai suoi cancelli bussa già un potenziale acquirente». Pare si tratti di un imprenditore italiano. Il sindacato confederale, intanto, si è dichiarato pienamente soddisfatto della scelta portata avanti dalla Provincia. «Visto che l'Inps continua ad erogare i soldi della Cigo e della Cigs con pesanti ritardi, la Provincia non ha fatto bene, ma benissimo, a venire incontro ai bisogni di 66 lavoratori che, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno altre entrate in famiglia oltre questa della cassa» dice Maurizio Geron, segretario provinciale della Fim. (f.pad.)

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francia: accordo con la 3m, liberato il direttore (sezione: crisi)

( da "Mattino di Padova, Il" del 27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Centro, Il) (Nuova Sardegna, La)

Argomenti: Crisi

L'uomo era in ostaggio da martedì pomeriggio. Ma la caccia al manager continua e si estende a tutta l'Europa Francia: accordo con la 3M, liberato il direttore PARIGI. Il direttore del gruppo 3M, Luc Rousselet, tenuto in ostaggio nel suo ufficio da martedì pomeriggio a Santè di Pithiviers (Loiret) è stato liberato ieri notte dagli scioperanti dopo circa 30 ore di sequestro passati chiuso tra quattro mura. Il rilascio è avvenuto dopo la firma di «un protocollo d'accordo preliminare in base al quale la direzione della 3M si impegna ad accollarsi tutte le conseguenze sociali del progetto di ristrutturazione al fine di garantire ai dipendenti colpiti di reinserirsi» nel mondo del lavoro, si legge in un comunicato sindacale. All'origine della protesta la soppressione di 110 posti di lavoro su 235 a partire da settembre. «Sono molto contento per i dipendenti di Pithiviers so che per loro il piano di licenziamenti è qualcosa di molto difficile» ha detto Rousselet appena liberato tra le urla degli operati che gridavano «mascalzone!». Tra le rivendicazioni dei salariati della 3M quella di un bonus di 5000 euro per i dipendenti trasferiti a un altro impianto e tre anni di salario per quelli licenziati. La caccia al manager comincia a essere un vero a proprio fenomeno in un Europa scossa dalla crisi finanziaria. Dieci giorni è stato rapido con modalità analoghe l'amministratore delegato della Sony, Serge Foucher, mentre un gruppo di attivisti anti-capitalismo ha attaccato ieri notte la casa a Edimburgo di Fred Goodwin, il banchiere che ha messo in ginocchio la Royal Bank of Scotland. Azioni che riecheggiano anche nell'ultimo film di Benoit Delepine «Louise-Michel» in cui delle operaie che rischiano di essere licenziate ingaggiano un killer per far fuori il'boss'. «Penso che non siano queste delle soluzioni» ha commentato il ministro della Famiglia francese.

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Indagine accurata sullo stato di salute della nostra economia (sezione: crisi)

( da "Tempo, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

stampa Camera di commercio Indagine accurata sullo stato di salute della nostra economia Torna l'osservatorio economico della provincia di Frosinone voluto dalla Camera di Commercio. Infatti domani alle ore 11.00, presso la sede di viale Roma verranno presentati i dati relativi al secondo semestre del 2008 e le previsioni del primo semestre di quest'anno. Esaminare in un momento come questo i dati relativi alla indagine congiunturale della provincia di Frosinone risulta indubbiamente importante e significativo anche se, ovviamente, particolarmente complesso, anche in virtù dei periodi di crisi che si sono registrati e che sono ancora presenti e percepibili. La provincia di Frosinone, per il modello di sviluppo perseguito, come si pone di fronte alla crisi e i vari settori produttivi? In che modo le imprese percepiscono il periodo di stallo che si registra nel Paese? A questi e ad altri interrogativi cercheranno di dare risposte gli esperti dell'istituto Tagliacarne che saranno presenti con i vertici della Camera di Commercio di Frosinone nella sala convegni dell'Ente Camerale. Sempre durante la riunione verranno presentati degli interessanti approfondimenti dedicati al credito e sull'impatto della crisi sull'economia reale della provincia di Frosinone. Spazio ed analisi, inoltre, saranno dedicati alla crisi finanziaria internazionale ed al conseguente impatto sull'economia. Approfondimenti saranno nel dettaglio dedicati agli indicatori relativi alla dinamica congiunturale. Proprio questo lavoro permetterà di sottolineare alcuni aspetti emersi nel corso dell'indagine condotta dagli esperti del Tagliacarne. Sarà oltre modo interessante verificare come l'economia provinciale si mostri sensibile o meno agli shock esogeni, il livello di finanziarizzazione del territorio, e il modello di spesa delle famiglie che anche in Ciociaria sembra sia ancora legato ai consumi indifferibili. Il parere degli stessi imprenditori della provincia attraverso le varie valutazioni sull'impatto della crisi, permetteranno di evidenziare le conseguenze sulla propria impresa. B.S.

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"creeremo posti sicuri con ambiente e energia" (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 14 - Economia Occupazione "Creeremo posti sicuri con ambiente e energia" Molte società Usa creano lavoro all´estero anziché negli Usa: cosa farà per far tornare questi posti indietro? «Abbiamo perso molto lavoro negli ultimi mesi e molto velocemente. Per questo stiamo cercando di risolvere la crisi finanziaria: per restituire liquidità alle piccole e alle grandi imprese. Ma non tutto il lavoro tornerà indietro anche per via della competizione straniera. Perciò, quello che dobbiamo fare è creare nuova occupazione che nessuno ci porterà via. Ed è per questo che il comparto energetico è così promettente. Stiamo ancora usando una rete che risale a 150 anni fa; bisogna costruirne una nuova. Ma è una impresa immensa che coinvolge tutti e 50 gli Stati. Il futuro è nei pannelli solari, nei biocarburanti e nelle auto-ibride»

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Jiri Paroubek: Ora svolta antiliberista (sezione: crisi)

( da "Manifesto, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

CONFLITTI D'EUROPA Jiri Paroubek: «Ora svolta antiliberista» Intervista al leader socialdemocratico che ha provocato a Praga la caduta del governo di destra: «In autunno voto anticipato. Adesso un esecutivo tecnico per difendere gli strati popolari colpiti dalla crisi. La destra ha solo favorito imprese e banche. Basta essere appendici della politica estera di Bush: no allo scudo. Ma Barack Obama il 5 aprile è il benvenuto» Parla il leader dell'opposizione ceca che ha sfiduciato Topolanek: «Subito un governo tecnico per la crisi» Jakub Hornacek Claudio Buttazzo PRAGA Brancola nel buio la politica praghese dopo le dimissioni di Mirek Topolanek e del suo governo di centrodestra consegnate ieri nelle mani del presidente Vaclav Klaus. A complicare la vicenda e le prospettive di una positiva e rapida conclusione, sono soprattutto i contrasti esplosi tra i due maggiori esponenti del principale partito della destra al governo (l'Ods), e cioè tra il premier dimissionario Topolanek e proprio il presidente della repubblica Vaclav Klaus. Topolanek ha espressamente dichiarato che il vero artefice della sfiducia è stato Klaus, d'intesa col capo del partito socialdemocratico (Cssd), il principale partito d'opposizione, Jiri Paroubek. Socialdemocratici e comunisti, che insieme dispongono in Parlamento di 98 deputati su 200, non ce l'avrebbero fatta da soli ad approvare la sfiducia. Ce l'hanno fatta grazie ai quattro voti di deputati della maggioranza (due dell'Ods e due dei Verdi) aggiuntisi all'opposizione. Il sospetto di Topolanek è che i due deputati Ods abbiano risposto ad un input del presidente della repubblica, al fine di favorire la formazione di un nuovo governo Ods, guidato da un altro premier e che possa contare sull'appoggio esterno dei socialdemocratici. Jiri Paroubek, leader indiscusso della Cssd, è stato premier nel precedente governo a guida socialdemocratica e oggi torna ad essere il personaggio centrale della politica ceca, anche perché i sondaggi danno il suo partito saldamente in testa alle preferenze degli elettori. Ne giorni scorsi il congresso della Cssd lo ha confermato quasi all'unanimità presidente del partito. Lo abbiamo incontrato nella sede del Parlamento. Quali scenari si aprono con la caduta del governo di Mirek Topolanek? Lo scenario principale è quello delle elezioni anticipate. Anche se, per ragioni di opportunità, ritengo che esse si debbano tenere in autunno, in modo da consentire al nostro paese di reggere la presidenza di turno dell'Unione europea sino al termine naturale di fine giugno. Pertanto noi proponiamo che il governo Topolanek, seppur dimissionario, resti in carica fino al mese di giugno. Dopodiché, si potrebbe dar vita ad un governo transitorio composto da tecnici, che guiderebbe il paese fino alle elezioni anticipate da tenere in autunno. Il governo tecnico dovrebbe preparare un piano per affrontare la crisi, un piano accettabile per qualsiasi governo che si costituirà dopo le elezioni anticipate d'autunno. Cosa pensa della proposta del Partito comunista (Kscm) di un governo di unità nazionale? Credo che in questa fase non ci sia il clima giusto per un tale tipo di governo, anche perché la maggioranza dei partiti non è disponibile ad una collaborazione con i comunisti. Per questo sosteniamo un governo di tecnici senza partito, con un programma che possa avere il sostegno di tutti i partiti politici. Cioè un programma di lotta alla crisi, e dovrebbe essere accettato anche dal Partito comunista. Il governo Topolanek può quindi contare sul vostro appoggio fino la fine della presidenza di turno della Ue? Penso di sì. Siamo disposti tollerare il governo Topolanek fino la fine della presidenza di turno, ma vogliamo che il governo non porti avanti le sue riforme nel campo della sanità, dell' istruzione e del sistema pensionistico, ovvero deve smettere di fare passi che danneggiano larghi strati della società ceca. Resta di questo parere anche dopo le dichiarazioni di ieri di Topolanek, che hanno suscitato perplessità e anche proteste in tutto il mondo, sulla politica economica di Obama alla vigilia di un appuntamento chiave, come quello del G-20 di Londra, e della visita dello stesso presidente Usa a Praga nei prossimi giorni? Sono dichiarazioni scandalose e stupide. Mostrano in piena luce l'incompetenza del premier nel campo economico. Gli Stati Uniti sono l'economia più importante del mondo, e perciò abbiamo tutti l'interesse che quella economia riparta. Le dichiarazioni del premier sono il frutto di una certa mentalità neoliberista, che è dominante nel governo di Mirek Topolanek. Se qualcuno dubitasse dell'opportunità di esprimere sfiducia al governo, dopo tali dichiarazioni dovrebbe esserne convinto. Quali provvedimenti contro la crisi, a suo parere, doveva prendere il governo ceco? Come socialdemocratici cechi abbiamo proposto, già nei mesi scorsi, 60 provvedimenti contro la crisi; ma il governo ne ha approvati soltanto una piccola parte. Alcuni suoi provvedimenti sono molto contraddittori e orientati soltanto all'aiuto economico alle grandi imprese e alle banche. Noi pensiamo, al contrario, che bisogna anche stimolare la domanda e i consumi della popolazione e proteggerla dagli effetti sociali della crisi. Il governo era in minoranza parlamentare da molti mesi, ma ha continuato testardamente ad approvare provvedimenti dannosi per l'economia ceca. L'attuale crisi non mette anche in discussione il modello economico e di sviluppo degli ultimi 20 anni, basato su privatizzazioni e bassi salari, e portato avanti in Europa e nel mondo sia da governi di centro-destra che di centro-sinistra per far fronte alla concorrenza globale? Non sta nell'assunzione acritica di questo modello il senso della crisi, in particolare nei paesi dell'Est? Per quanto riguarda l'economia ceca, non c'è stata una stagnazione dei salari. Durante gli otto anni dei governi di centrosinistra, il salario medio è cresciuto del 43% e le pensioni sono cresciute del 22% (manca, però, il confronto con l' inflazione e l'indice di produttività, ndr). Il potere d'acquisto della popolazione ceca ha quindi avuto una rapida crescita. Per quanto riguarda le privatizzazione, pensiamo che vadano bloccate quelle future di alcune imprese e settori rimasti nelle mani dello Stato: l'aeroporto di Praga, il grande birrificio Budvar, che diffonde il buon nome della birra ceca nel mondo, ecc. Credo, che il punto centrale siano i meccanismi di controllo e di regolazioni da parte dello Stato nel settore finanziario. La Repubblica ceca lo ha già fatto dieci anni fa, durante i governi del centro-sinistra, e anche grazie a questo nelle banche ceche ci sono pochissimi asset tossici e crediti cattivi, circa il 3%. Certo, in passato, la ripulitura del sistema bancario da asset tossici e cattivi crediti è costata circa 20 miliardi di dollari. La crisi finanziaria, che allora aveva colpito la Repubblica ceca è stata il risultato delle politiche economiche sbagliate dei governi di destra all'inizio degli anni '90. Noi abbiamo quindi ripulito il sistema bancario già alla fine dello secolo scorso e all'inizio dello secolo attuale. Passiamo alla politica estera. Con la caduta del governo Topolanek cade anche la concezione della politica estera ceca degli ultimi anni, che era allineata a quella di George W. Bush, con l' appoggio incondizionato al progetto dello Scudo stellare, alle guerre in Iraq e Afghanistan, al sostegno diretto a Georgia e Israele? E quale sarà adesso il futuro della base radar, che gli Usa vorrebbero costruire nella Repubblica ceca? Considero la politica estera del governo Topolanek un anacronismo vivente, soprattutto dopo la fine dell'Amministrazione Bush. Noi non l'abbiamo mai condivisa (la Repubblica ceca ha mandato i propri soldati sia in Iraq che in Afghanistan durante i governi di centro-sinistra, ndr). Per quanto riguarda il radar, noi siamo chiaramente contro e siamo riusciti a bloccare la discussione alla Camera su questo, mostrando che il governo non ha i voti necessari alla Camera per ratificare gli accordi sul radar. Inoltre abbiamo avviato un dialogo con organizzazioni come la Nezakladnam che si batte contro il radar. Vogliamo essere amici degli Stati Uniti, ma non vogliamo essere l'appendice politica della passata Amministrazione Bush, come ha fatto il governo di Topolanek. Abbiamo un'opinione positiva su molti punti nuovi della politica del presidente Obama, ne ho parlato anche al congresso della Cssd. Sulla scena politica ceca non c'è un partito che sia più vicino ai Democratici americani del Partito socialdemocratico ceco. Il nostro paese, con la fine dell'attuale governo, cambierà sicuramente la sua politica estera. Foto: IL PREMIER CECO TOPOLANEK RASSEGNA LE DIMISSIONI /AP SOPRA: IL LEADER SOCIALDEMOCRATICO PAROUBEK /REUTER

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Fmi più forte con la supervaluta cinese... (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: Commenti & Analisi data: 27/03/2009 - pag: 9 autore: di Angelo De Mattia Fmi più forte con la supervaluta cinese... Sulla proposta-shock del governatore della Banca centrale cinese di dare vita a una moneta-paniere, per ora in Europa e in Italia non si registrano interventi di politici o di esperti, tranne qualche eccezione. Eppure il nostro Paese, in particolare, avrebbe i titoli e l'interesse per partecipare a una tale, sia pure, iniziale discussione. È stata, infatti, italiana la più antica idea di fondare (nel 500) una moneta universale, l'Alitinonfo (dal greco, «la vera luce») di Gasparo Scaruffi, un progetto lodato poi da Von Hayek, ben prima del keynesiano Bancor, proposto e non accolto nel quadro delle discussioni di Bretton Woods. Naturalmente, se dovesse accadere come nel caso del segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, che nell'arco di poche ore è passato dall'apertura all'idea cinese a una sostanziale chiusura con la sottolineatura della forza del dollaro, allora è preferibile rimanere estranei a questa riflessione (che però potrebbe approdare pure al prossimo G20), anche perché una posizione dell'Italia sul tema, considerata la partecipazione alla moneta unica, appare meglio rappresentabile in sede europea. In ogni caso sarebbe bene che l'Unione si formasse una precisa idea al riguardo. Intanto non sfugge che il solo aderire a una riflessione del genere può apparire alle autorità americane come cedere al rischio di scalfire la funzione di signoraggio globale del dollaro, peraltro già attaccata dalle vicende della crisi finanziaria. In effetti, la proposta cinese mira a modificare, attraverso la creazione della nuova moneta, l'impianto dei diritti speciali di prelievo istituiti e consolidati negli anni 60 presso il Fondo monetario internazionale; presuppone, dunque, una riforma del Fondo anche attraverso la revisione delle quote di partecipazione; tende, in sostanza, alla progressiva adozione di una moneta di riferimento e, forse, alla trasformazione dell'Fmi in una banca centrale globale in nuce. Operazione necessaria, forse, essendo venuta meno l'áncora del sistema monetario internazionale, con la cessazione, nel 1971, della convertibilità del dollaro nel metallo prezioso, ma con un solo, immenso problema: la moneta è espressione, in questo caso, della leadership mondiale. Soltanto un nuovo equilibrio nei rapporti di potere a livello internazionale potrebbe condurre a una scelta come quella auspicata dalla Cina. Essa non è paragonabile alla costituzione dell'euro. E, tuttavia, non è pensabile che si ripetano, sia pure in diversa scala, gli errori compiuti in occasione del passaggio alla moneta unica europea, dando per scontati i rapporti politici ed economici alla base della costruzione del Sistema europeo di banche centrali. Insomma, un Fmi-Banca centrale mondiale in nuce presuppone una Onu diversa e nuovi rapporti degli Usa nel versante transatlantico e dei Paesi emergenti, ora che sembra finito l'unilateralismo americano. Un'operazione gigantesca. Partendo dalla proposta cinese, qualche esperto ha immaginato delle varianti, come quella di considerare la moneta-paniere la contropartita di depositi che le banche centrali europea, americana e cinese costituirebbero presso l'Fmi, riducendo così i rischi di cambio tra le principali aree monetarie. Il Fondo diventerebbe organo di sorveglianza multilaterale dei rapporti di debito e di credito tra le stesse banche centrali. Il progetto potrebbe poi progressivamente estendersi ad altre banche della specie. Si tratta di un'idea molto più affinata di quella generica lanciata dai cinesi, ma anch'essa non fa i conti con i necessari presupposti politici di una scelta del genere. Non è, insomma, un'opzione meramente tecnica. I suoi effetti non possono essere valutati solo perché si traducono in una migliore regolazione della liquidità e in una attenuazione del rischio di cambio. Né è facilmente ipotizzabile che le banche centrali diverse da quelle partecipanti alla ipotizzata moneta-paniere (dunque i rispettivi Stati) accettino l'egemonia di queste ultime, perché di ciò si tratterebbe. Mentre comunque si approfondiscono, doverosamente, i temi del progetto cinese, molto meglio sarebbe dare priorità alla riforma del Fondo a prescindere dall'istituzione (avveniristica) della nuova moneta. L'Fmi dovrebbe diventare l'organo globale di monitoraggio della liquidità internazionale, nonché della prevenzione delle crisi e della vigilanza finanziaria internazionale. Gli esperti nominati dal Duca d'Este per valutare il progetto di moneta universale di Gasparo Scaruffi facevano presente, già allora, che un'unione monetaria si può attuare solo se ciascuno Stato partecipante adotta le nuove regole ed è capace di promuoverne l'applicazione «ma non già far prima degli altri regole che son per apportar gravi danni nel commercio con le altre città maggiori e di maggior dominio che non hanno o non vogliono accettare questo insegnamento...». Tuttavia, la carica utopica della proposta cinese non appare negativa. Dovrebbe, indirettamente, sospingere a far sì che il prossimo G20 produca risultati concreti almeno sul piano delle nuove regole e della governance della globalizzazione.

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(sezione: crisi)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

«Riscoprire il manager temporaneo per il terziario» --> Venerdì 27 Marzo 2009 ECONOMIA, pagina 39 e-mail print Giuseppe Triglia con Giuliano Capetti foto Bedolis Il vento della crisi non risparmia neppure i manager. Problemi e opportunità che riguardano la categoria sono stati discussi ieri pomeriggio all'Una Hotel, nel corso di un convegno organizzato da Manageritalia Milano. Che questa figura stia cominciando a scricchiolare, emerge chiaramente da un sondaggio effettuato a fine febbraio da Astra Ricerche per conto di Manageritalia Milano, ovvero l'Associazione lombarda dirigenti, quadri e professionale del terziario, su un campione di oltre 1.073 manager. Il settore accusa quindi delle difficoltà, nonostante l'organizzazione abbia fatto registrare, di recente, un incremento degli iscritti. «Rispetto all'anno scorso - ha detto Giuseppe Truglia, presidente di Manageritalia - abbiamo avuto in Bergamasca un incremento del 2,5% e nell'ultimo quinquiennio la crescita si è attestata sul 20%, passando dai 500 manager che avevamo associati nel 2003 ai 611 del 2008. In tutta la Lombardia, invece, gli aderenti a Manageritalia sono 19 mila e nella sola Milano oltre 14 mila. Quindi non c'è un piangersi addosso ma una volontà di reagire e dare una risposta attraverso innovazione, riorganizzazioni e investimenti nell'area commerciale. Naturalmente vorremmo aver vicini gli imprenditori e le istituzioni per poter spingere in questa direzione. Ma prima di tutto ritengo ci sia il problema del credito. Siamo però fiduciosi che si possano trovare delle risposte, soprattutto in un territorio come la Bergamasca che di opportunità ne offre». Sul fronte delle strade percorribili, una in particolare è stata evidenziata dall'assessore provinciale al Lavoro, Giuliano Capetti, che ha riscosso un certo consenso. «La premessa da mettere in evidenza - ha sottolineato - è che l'economia a livello mondiale, e quindi anche in ambito nazionale e lombardo, è in grave difficoltà. C'è una contrazione dei consumi, una crisi finanziaria che riduce il credito alle imprese e una paura di investire; questo comporta una flessione nella produzione. Per cui anche il manager manifesta la preoccupazione di non avere più un ruolo in prospettiva. Ma sono convinto che questo professionista possa avere una possibilità anche nell'assistere i piccoli imprenditori del settore terziario attraverso la figura del manager temporaneo, utilissimo soprattutto sul fronte gestionale. Figura che tra l'altro ha già riscosso un certo successo nel settore industriale. Una flessibilità che tornerebbe utile soprattutto a chi ha perso il posto di lavoro, ha più di cinquant'anni ed ha un bagaglio di esperienze alle spalle». Tornando all'indagine effettuata da Astra Ricerche, nell'ultimo anno il 59% dei manager intervistati ha diminuito i consumi e soprattutto sono tantissimi (il 58%) quelli che cercano sconti e offerte speciali. Tra i consumi tagliati prevalgono abbigliamento e calzature (52%), pasti fuori casa (48%, 51% in Lombardia), tempo libero (47%), vacanze brevi e weekend (47%). Le preoccupazioni maggiori dovute alla crisi riguardano l'impatto sull'economia reale, il futuro dei figli e la perdita del posto di lavoro. Francesco Lamberini 27/03/2009 nascosto-->

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Per Banca Network il pareggio nel 2010 (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: Mercati Globali data: 27/03/2009 - pag: 17 autore: Per Banca Network il pareggio nel 2010 Si avvia al traguardo il processo di ristrutturazione di Banca Network, la società di risparmio gestito partecipata da Aviva, Banco Popolare, De Agostini e Sopaf. Il gruppo ha appena varato un aumento di capitale di 35 milioni, di cui 15 già versati, per potenziare le attività previste dal nuovo piano industriale. Il pareggio è previsto per il 2010, quando verrà definitivamente raggiunta la stabilità economica e terminerà il lungo periodo di perdite. «Banca Network nasce da acquisizioni e scissioni di rami d'azienda, un processo aggregativo che ha posto qualche problema ma che ormai si avvia a conclusione», spiega a MF-Milano Finanza l'amministratore delegato Marco Sturmann. Sul 2009 il manager è abbastanza ottimista: «La raccolta netta continua a essere positiva nonostante la crisi finanziaria in corso. La rete è vivace e le aspettative sono buone». Luca Gualtieri

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Crisi finanziaria tra problemi e opportunità (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: Dircredito - FD data: 27/03/2009 - pag: 51 autore: di Cesare Veneziani* Ora che i molti hanno pagato per le speculazioni dei pochi, è necessario fondare un sistema nuovo Crisi finanziaria tra problemi e opportunità La crisi sta ormai dilagando ed è a questo punto manifesta l'impossibilità di mantenerla circoscritta al solo contesto finanziario; l'effetto domino si sta evidenziando ogni giorno in maniera più preoccupante, con l'estendersi a macchia d'olio delle aziende in crisi, la flessione della produzione industriale e della domanda, l'aumento della cassa integrazione e della disoccupazione.La società del facile consumo, stimolata dal ricorso a “comode rate” e dalla filosofia del “godi oggi e (forse) paga domani” sembra ormai giunta al suo capolinea schiacciata dal peso delle sue innumerevoli contraddizioni. Pensare di poter aumentare i consumi all'infinito, incentivando la filosofia dell'usa e getta senza preoccupazione alcuna per il dilapidarsi delle risorse disponibili; pensare di poter proseguire in una politica di sempre più accentuata concentrazione della ricchezza prodotta a favore del profitto e della speculazione, invitando nel contempo i lavoratori e i risparmiatori a continuare a far baldoria e ad avere fiducia nelle splendide sorti, e progressive, di un sistema spacciato come potenzialmente autorigenerante è stato bello, per qualcuno, finché è durato; si è trattato di una sorta di gigantesca catena di Sant'Antonio destinata inevitabilmente a crollare al raggiungimento dei suoi fisiologici limiti di espansione. Sintomatiche al riguardo le analogie con la crisi del 1929 e con altre che nel passato si sono manifestate ogni qualvolta è stata diffusa nelle masse l'illusione che la ricchezza potesse astrarre dall'impegno nel produrla. Come afferma un famoso aforisma: “l'unico posto dove successo viene prima di sudore è il dizionario”.Come una fiammata improvvisa che preannuncia lo spegnersi del focolare va forse considerata l'impennata dei prezzi delle materie prime, in primis del petrolio, manifestatasi lo scorso anno e rapidamente rientrata in poche settimane con il rapido crollo dei corsi.Non a caso la scintilla che ha scatenato l'incendio è scaturita nel mondo della finanza che più di altri ha goduto negli ultimi venti anni dei frutti di un liberismo sfrenato; un mondo dove, nella distrazione, se non complicità, dei politici le regole, pur date, sono state bellamente aggirate con la creazione di sofisticati strumenti finanziari atti a moltiplicare gli utili di bilancio, evitando sconvenienti accantonamenti sui rischi opportunamente camuffati e trasferiti sulle spalle di ignari risparmiatori.L'assurdo in questa situazione è che i primi e più consistenti aiuti disposti dai governi sono andati, forzatamente, proprio ai primi responsabili della crisi, cioè agli istituti finanziari la cui sopravvivenza e il cui buon funzionamento restano comunque alla base del sistema economico ed il cui collasso avrebbe gli effetti devastanti di una reazione nucleare a catena.L'assurdo è che, salvo casi limitati, tutti all'estero, i Signori del Credito che hanno prodotto la crisi restano tutti ai loro posti, i responsabili delle aziende che hanno lucrato utili, anche comprimendo al massimo i livelli retributivi, si permettono di rivolgere appelli di aiuto mentre minacciano e attuano massicce smobilitazioni di lavoratori. Invocano l'estensione dei termini di pensionamento e nello stesso tempo, coerentemente, si liberano dei cinquantenni.L'assurdo è che gli imprenditori, molti dei quali, potendo, si guardano bene dall'investire mezzi propri, sollecitano il Governo ad obbligare (sic) le banche a non restringere i cordoni della borsa, come se i banchieri, sempre gli stessi, possano da un giorno all'altro modificare le proprie politiche gestionali, avendo ormai distrutto la preesistente professionalità diffusa a favore di impersonali meccanismi informatici di massa assolutamente non in grado di valutazioni selettive. Le banche, come recentemente osservato anche da Tito Boeri, “abbondano di sportellisti ma mancano di personale in grado di leggere un business plan e di selezionare tra tante piccole imprese quelle che sono meritorie di credito”.Di magra consolazione, almeno nell'immediato, è la considerazione per cui ogni situazione che comporta problemi e obbliga ad un cambiamento porta insite in se opportunità di miglioramento.Oggi dobbiamo registrare che all'arricchimento di pochi fa riscontro, come in passato, il sacrificio di molti e che purtroppo, salvo casi eccezionali, questi molti non sono stati finora in grado di esprimere politicamente il loro dissenso. Se domani la Politica recupererà il suo ruolo istituzionale di controllo rispetto al Capitale, se domani si sosterrà il diffondersi di un diverso modello di consumo responsabile, rispettoso dell'ambiente ed accessibile a sempre più ampie quote di popolazione, se domani la produzione si orienterà verso beni durevoli a larga diffusione, limitando, se non evitando, la creazione di falsi bisogni indotti, allora, domani, potremo forse considerare diversamente la crisi che ci attanaglia.Francamente, ad oggi, non mi faccio molte illusioni, la mia impressione è che, come al solito, paghino il conto gli ultimi della fila e che molti lupi si siano già travestiti da agnelli, lamentandosi della mala sorte e cercando di individuare il modo migliore per sfruttare la situazione a proprio esclusivo beneficio, magari premendo ancora, con cinismo e opportunismo, proprio su coloro che già stanno pagando il conto.Va però considerato che, fortunatamente, spesso gli eventi assumono una piega non prevedibile con la semplice esperienza e che non sempre è possibile cambiare la forma lasciando intatta la sostanza.Comunque, chi vivrà vedrà!*Presidente Federdirigenti

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Modernizzazione bancaria, quali errori correggere (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: DirCredito - FD data: 27/03/2009 - pag: 52 autore: di Guido Antolini* Le riorganizzazioni hanno portato a recidere legami culturali, organizzativi e relazionali Modernizzazione bancaria, quali errori correggere È sempre difficile affrontare i grandi problemi gestionali e finanziari per chi vede il mondo del lavoro al centro delle proprie valutazioni. I fiumi di inchiostro versati dai grandi cervelli organizzativi (non chiedetemi i nomi, non li so, come probabilmente li ignora la maggior parte di coloro che prendono le decisioni a livello politico ed amministrativo) hanno tentato di convincere il mondo che il sistema bancario italiano doveva fare più finanza e meno banca. L'attività di gestione denaro, in effetti, non poteva più garantire i guadagni automatici degli anni di inflazione a due cifre, quando i tassi, anch'essi a due cifre, consentivano al Sistema di lucrare una forbice (arrivata in varie occasioni alle due cifre) non sostenibile in ambito Euro. I dipendenti hanno fatto responsabilmente la propria parte, riconducendo fra l'altro nel 1999 il «ricco contratto dei ricchi funzionari» a parametri largamente contenuti, per consentire al Sistema italiano di affrontare il mercato comunitario in condizioni paragonabili a quelle delle banche estere. Ottenuta questa precondizione, forse ineluttabile, si è scatenata la bagarre organizzativa sulla modernizzazione del sistema. Forse è opportuno rivedere alcuni aspetti:1) Servizi di sportello al pubblico: la tendenza è stata quella di potenziare l'attività di self service. Oggi la maggior parte della clientela in possesso di alfabetizzazione informatica di base è diventata il «bancario di se stesso».2) Servizi di investimento: in Borsa, in Borsa! Ma non formando il personale per metterlo all'altezza dei vecchi operatori di Borsa. Molto più semplicemente creando una schiera di venditori di prodotti standardizzati, dai rendimenti valutabili nel medio periodo, con commissioni palesi e occulte in grado di produrre utili senza intervento consulenziale durante il periodo dell'investimento. Sappiamo come è andata a finire: prima la ricerca dei benchmarks, per poter giustificare rendimenti non adeguati, poi le polizze unit e index linked, poi… il materasso.3) Il credito alle imprese: si faceva credito solo agli ottantenni accompagnati dai genitori, a chi forniva garanzie triple o quadruple, si spulciavano bilanci e relazioni, si sospettava di ogni assegno non pagato a prima presentazione… Era francamente troppo! Da qui siamo passati al dio rating, che, invece di essere correttamente utilizzato per la valutazione della probabilità di insolvenza degli attivi bancari, è diventato il modo per spiegare all'esterrefatto cliente il motivo per cui non gli veniva fatto credito: «Il rating non è adeguato». Il rischio di credito è passato da un processo virtuoso di accompagnamento controllato delle attività aziendali alla verifica periodica dei rating, interni o esterni. La conoscenza del cliente, le visite periodiche, le verifiche degli intrecci cliente/fornitore, le valutazioni etiche che portavano a diffidare di imprenditori troppo spregiudicati o con un passato «avventuroso»… questo è rimasto solo a quelli che avevano vissuto il periodo precedente, e che, per coscienza professionale, hanno continuato, non richiesti, a tutelare il patrimonio delle banche4) Il credito alle famiglie: qui il rating l'ha fatta veramente da padrone. Anche perché, nella gara a chi vendeva di più, si è scoperto che più mutui si facevano e meglio si era considerati. Finisce il patrimonio? Una rapida cartolarizzazione e via di nuovo, alla conquista di nuovi clienti, spesso accompagnati e caldeggiati da intermediari che, senza mai rispondere della qualità della clientela presentata, hanno comunque incassato le loro commissioni.5) Il recupero crediti: avere un debito in contenzioso nella seconda metà del secolo scorso significava affrontare percorsi giudiziari interminabili, anche solo per pochi spiccioli. Era, per le banche, una questione di principio. Basilea 2 ha mostrato la strada: le sofferenze vanno prima accantonate, poi cedute con cartolarizzazioni o altre strade analoghe. Alle banche non interessa più sapere che fine fa la pratica. Anzi, non posso escludere che lo stesso debitore si possa essere presentato per farsi finanziare la definizione di una transazione con il cessionario del credito. Ma con ciò, comunque, si è ridisegnata un'organizzazione del lavoro: gli organici degli Uffici Contenzioso sono stati ovunque compressi all'inverosimile, quasi scomparendo dalla periferia e privilegiando, al centro, uffici amministrativi di smistamento. Il dubbio che sorge è sempre lo stesso: come mai tutto lo svuotamento degli attivi in contenzioso delle banche ha trovato compratori solleciti? E come intendono attrezzarsi oggi le banche per gestire il contenzioso, ahimé in aumento? Il sistema bancario italiano vive oggi la crisi finanziaria mondiale. Le passate politiche di riorganizzazione, fra le quali quelle sommariamente descritte, hanno portato a recidere i legami, culturali, organizzativi e relazionali fra diverse attività legate tutte all'economia reale. Recidere i legami vuol dire anche isolare le persone in ambiti professionali monotematici, imporre o tollerare paraocchi e impedire l'arricchimento professionale che inevitabilmente conduce le persone a far tesoro delle esperienze, vissute insieme con senso di responsabilità. Forse a questo dovrebbero far caso i banchieri che dovranno gestire la crisi e il dopo crisi: ricreare collaborazione fra le persone, utilizzando le professionalità e la loro memoria storica per l'interscambio delle esperienze e delle capacità propositive, per evitare di ripetere errori e uscire dalla crisi, tutti, a testa alta.* Segretario NazionaleCoord. Comunicazione e stampa

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Cautela eccessiva nella manovra sul corridoio dei tassi (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: DirCredito - FD data: 27/03/2009 - pag: 53 autore: di Luca Battaglini Il comportamento della Banca centrale europea dà adito a qualche interrogativo Cautela eccessiva nella manovra sul corridoio dei tassi È utile fare un po' di cronistoria sulle decisioni della Bce degli ultimi mesi, partendo dal luglio 2008, quando la Bce aumentava i tassi dello 0,25% (portando al 4,25% il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale). Tra agosto/settembre scoppiava la crisi finanziaria internazionale e iniziava la fase di rallentamento dell'economia mondiale e di calo del prezzo del petrolio. Dopo tre mesi, quindi a inizio ottobre 2008, la Bce invertiva così rotta tagliando dello 0,5% i tassi di politica monetaria. Viene da chiedersi: perché la Bce ha alzato i tassi a luglio?Il 9 ottobre, quindi, la Bce apportava ulteriori modifiche a due dei tre tassi «guida» di politica monetaria, restringendo il cosiddetto corridoio dei tassi (si veda il grafico). In una fase di pressione al rialzo sui tassi di mercato (dovuta alla crisi di fiducia tra banche) era sensato restringere la parte alta del corridoio; non occorreva però restringere anche la parte bassa. In effetti, quando le pressioni sui tassi si sono progressivamente trasformate al ribasso, la Bce ha finito per dover allargare di nuovo il corridoio, nel gennaio di quest'anno. Ciò ha permesso al tasso «overnight» (al quale le banche si scambiano fondi per 24 ore, un importante riferimento del mercato monetario) di scendere dal 2,15% all'1,5% in un solo giorno, in corrispondenza del passaggio al nuovo periodo di riserva bancaria. Su queste basi sarebbe allora stato preferibile, sin dall'ottobre 2008, intervenire in modo «asimmetrico» sul corridoio dei tassi, restringendone la sola parte alta e lasciando più ampi margini al ribasso (in termini visivi, nelle barre del grafico ciò si sarebbe tradotto in un'area scura superiore più stretta rispetto a quella chiara sottostante).La Bce ha sempre detto poi di non programmare nessuna decisione, ovvero di non volersi vincolare a future mosse sui tassi. Di fatto, però, a gennaio 2009 essa dichiarava che non sarebbe intervenuta di nuovo sui tassi a febbraio (legandosi in qualche modo le mani). In effetti, a inizio febbraio la Bce lasciava i tassi invariati, ma allo stesso tempo annunciava di fatto che i tassi sarebbero stati modificati a marzo. Vi è stata così una duplice contraddizione nel comportamento della banca centrale, rispetto alla sua filosofia di non pre-determinare le decisioni future. Più in generale, in una fase di crisi economica acuta ci si chiede quale sia stata la logica di attendere il mese di marzo per tagliare ancora i tassi, anziché agire a febbraio, come hanno fatto la Banca d'Inghilterra e di Svezia. È inutile ricordare l'importanza del tempismo in materia di politica monetaria, considerato i ritardi con cui l'economia reale risponde alle nuove condizioni sui tassi.In conclusione, l'impressione è che la Bce abbia in parte rallentato la discesa dei tassi rispetto a quanto fatto da altre banche centrali, che hanno portato rapidamente i rendimenti vicino a zero. Si potrebbe controbattere che, per queste ultime istituzioni, la politica monetaria risulti adesso spuntata, avendo esaurito le «munizioni», cioè la riserva di apportare ulteriori tagli ai tassi. D'altro canto, si può ribattere a questa tesi dicendo che, in situazioni difficili come quella attuale, anche la cautela può non essere priva di conseguenze, potendo ritardare quegli aggiustamenti che invece sarebbero necessari quanto prima. Sebbene, per quanto detto in precedenza, il comportamento della Bce non convinca sino in fondo, restano comunque i vantaggi derivanti dai tagli dei tassi già realizzati. Si tratta di minori spese in interessi per consumatori, imprese, Stato, insieme a maggiori incentivi per i consumi e gli investimenti, elementi che, nel loro complesso, possono senz'altro attenuare, anche se non risolvere, questa fase di paralisi economico-finanziaria, dovuta a problemi di natura globale.

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Principi contabili Ias inadeguati in tempo di crisi (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: DirCredito - FD data: 27/03/2009 - pag: 54 autore: Ufficio Studi Conapa Soddisfazione per i puristi della partita doppia. Le voci contabili astruse vanno dettagliate Principi contabili Ias inadeguati in tempo di crisi La crisi borsistica di inizio secolo (ricordiamo i casi Enron, Worldcom ecc.) evidenziò per la prima volta le incongruenze del liberismo senza regole, inducendo l'introduzione di regolamentazioni più stringenti volte a rappresentare correttamente le realtà contabili aziendali. Al termine di questo percorso, che ha coinvolto autorità di controllo e politiche di tutto il mondo industrializzato, sono state introdotte nuove norme al fine di favorire la comparabilità dei bilanci. I principi contabili «International financial reporting standard» elaborati dall'International accounting standard board (Ias/Ifrs) sono stati introdotti anche in Italia con il decreto legislativo n. 38 del 28febbraio 2005, recependo il regolamento europeo n. 1606/2002, obbligandone l'utilizzo per i bilanci consolidati e per i bilanci d'esercizio delle imprese con titoli quotati, delle banche, delle assicurazioni e degli intermediari finanziari. Inoltre, la direttiva n. 2001/65/Ce (cosiddetta «Direttiva fair value») in materia di regole di valutazione per i bilanci di alcuni tipi di società, nonché di banche e di altre istituzioni finanziarie, ha previsto la valutazione al «fair value» (ovvero al valore di mercato stimabile) di alcuni strumenti finanziari. D'altro canto, la direttiva n. 2003/51/Ce (cosiddetta «Direttiva modernizzazione») ha enunciato numerose disposizioni volte ad armonizzare la normativa contabile europea ai principi contabili internazionali, assicurando condizioni di parità competitiva.L'attuale crisi finanziaria e i nuovi scenari che sono venuti a delinearsi hanno dimostrato che il potere taumaturgico delle nuove regole contabili, che sostanzialmente allineavano agli standard anglosassoni la prassi europea, era solo di facciata. Come tante altre regole (tutte complicatissime) gli Ias/Ifrs hanno dimostrato la loro inadeguatezza nelle situazioni di crisi, inducendo le autorità a intervenire derogando alcune delle regole contabili descritte in precedenza. In particolare, la contabilizzazione del valore dei titoli finanziari in portafoglio, nell'attivo di stato patrimoniale, con il metodo del «fair value»: allo stato attuale, può essere impossibile fare una stima del valore di alcuni titoli, fra cui molti derivati, che oggi nessuno è più disposto a «prezzare» o che potrebbero non avere più un mercato (si veda al riguardo il provvedimento Ce n. 14/2008). Per questo motivo, il 13 ottobre 2008 il comitato Iasb (che emana le direttive di applicazione in Europa dei sistemi contabili internazionali Ias) ha introdotto deroghe permanenti all'applicazione del «fair value». Il provvedimento consente di riclassificare le attività finanziarie detenute in portafoglio (con la sola esclusione dei derivati) prevedendone la contabilizzazione al costo storico o al costo ammortizzato. La deroga, inserita nello Ias 39, retroattiva al 1° luglio 2008 e approvata dalla Commissione europea, consente sia di «fermare» al 1° luglio la valutazione degli asset (indipendentemente dal prezzo attuale) sia di valorizzarli a un valore inferiore rispetto a quello di acquisto, ma scelto dalla società. Essa rappresenta comunque una facoltà lasciata alle imprese e l'eventuale riclassificazione dovrà essere inserita nella nota integrativa di bilancio.È la rivincita dei ragionieri: dopo tante sofisticazioni, si è scoperto che non esiste la «magica» valutazione del mercato. Chi redige il bilancio, e chi lo firma, deve assumersi la responsabilità dei valori caricati, e spiegarlo agli azionisti, grandi e piccoli, nella nota integrativa.È dalla lettura di quest'ultima che, finalmente, si potrà entrare nel merito non solo dei criteri di valutazione, ma anche degli specifici asset coinvolti: Abs, Cds, titoli tossici ecc. Perché, se è vero che i piccoli azionisti vogliono vederci chiaro, è anche vero che chi ha responsabilità di governo delle imprese non deve più potersi nascondere dietro i facili alibi dell'osservanza delle norme contabili per giustificare attività gestionali astruse e improponibili.

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Crisi finanziaria e partecipazione dei piccoli azionisti (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: DirCredito - FD data: 27/03/2009 - pag: 54 autore: Crisi finanziaria e partecipazione dei piccoli azionisti La volontà di garantire la presenza da parte di esponenti politici e delle istituzioni governative in un momento carico di impegni istituzionali ha comportato la necessità di rimandare il convegno «La crisi finanziaria e la partecipazione dei piccoli azionisti». La disponibilità della Fondazione e della Cassa di Risparmio di Cento ha consentito di confermare anche l'ospitalità per l'assemblea delle associazioni di piccoli azionisti aderenti al Conapa, in piena stagione della raccolta delle deleghe assembleari per le assemblee di bilancio.L'appuntamento è al 24 aprile alle 16,30 presso il Salone di rappresentanza di Palazzo Rusconi in corso Guercino a Cento. La partecipazione è aperta a tutti.

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Crisi, la preoccupazione degli imprenditori varesini (sezione: crisi)

( da "Giorno, Il (Varese)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

VARESE pag. 5 Crisi, la preoccupazione degli imprenditori varesini ECONOMIA RIUNITA IERI LA GIUNTA DELL'UNIONE INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA VARESE L'INDUSTRIA VARESINA vuole restare in corsa, ma le difficoltà crescono. «Prima la crisi finanziaria internazionale che si è trasferita sull'economia reale penalizzando tutti i settori del sistema economico, come in particolare il manifatturiero, poi la difficoltà nell'accesso al credito, ora anche quella nel dare più adeguata copertura assicurativa ai crediti all'esportazione». Impegno e preoccupazione tra gli imprenditori che fanno parte della Giunta dell'Unione degli Industriali varesina, presieduta da Michele Graglia (nella foto), che si è riunita per fare ancora una volta il punto della situazione produttiva e occupazionale. «Positiva, anche se con alcune riserve», la valutazione dei provvedimenti che il Governo ha varato e si accinge a varare per fronteggiare la crisi. Bene, in particolare, l'estensione a oltre un miliardo e mezzo del Fondo di garanzia sui crediti concessi alle piccole e medie imprese, «a condizione però che esso sia spendibile interamente nel 2009 e non venga spalmato su più esercizi». Bene anche l'innalzamento della soglia da 516 mila a un milione di euro per la compensazione tra crediti e debiti delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Bene l'impegno a sbloccare i pagamenti di quest'ultima per le forniture delle imprese: una cifra complessiva, oggi «congelata», che si aggira tra 40 e 60 milioni, secondo le diverse stime, che se immessa nel circuito dell'economia potrebbe imprimere una spinta forte al sistema. Riserve su altri punti, come l'introduzione dell'Iva per cassa «in quanto limitata alle attività con fatturato solo fino a 200 mila euro», soglia giudicata «troppo bassa per poter interessare il settore manifatturiero». SARANNO SUFFICIENTI questi rimedi ad assicurare la tenuta del sistema produttivo da qui al 2010, quando è attesa l'inversione del ciclo? L'opinione della Giunta dell'Unione Industriali è che serva anche un'azione da parte dei Governi dei più importanti Paesi, i quali devono trovare rimedi condivisi e politiche di accompagnamento concordate. La crisi globale impone rimedi da trovarsi e da attuarsi a livello altrettanto globale. Per questo motivo, forte è l'attesa sull'esito del prossimo G20 previsto per il prossimo 2 aprile a Londra. Restano tuttavia in questo momento sullo sfondo, per quanto riguarda il nostro Paese, due questioni particolarmente critiche. La prima è quella dell'accesso al credito, sempre più difficoltoso e costoso. L'Univa sta conducendo una seconda indagine tra le imprese associate per acquisire informazioni aggiornate sullo stato dell'arte in vista di una nuova tornata di incontri con le banche presenti sul territorio, alle quali rappresentare i termini della situazione. La richiesta, che si prospetta, «è quella di non limitarsi alla fredda applicazione dei rating previsti da Basilea 2, ma di saper valutare le imprese per la loro storia e per i loro progetti e di garantire oggi il credito anche per l'ordinaria gestione». R.V.

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Russia, soldi ai Paesi vicini per battere l'Ue (sezione: crisi)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Russia, soldi ai Paesi vicini per battere l'Ue --> Venerdì 27 Marzo 2009 GENERALI, pagina 9 e-mail print nostro servizio Giuseppe D'Amato MoscaÈ ricominciata la battaglia d'Ucraina. L'Unione europea ha deciso di finanziare direttamente l'ammodernamento dei gasdotti di Kiev. La Russia è irritata: alcuni importanti incontri sono stati cancellati da Mosca. Il premier Vladimir Putin ha lasciato comprendere che i rapporti con Bruxelles potrebbero essere rivisti. In gennaio la Gazprom aveva proposto l'acquisto delle pipeline. Dopo alcuni mesi di quiete per la crisi finanziaria internazionale e per il cambio di presidenza alla Casa Bianca, lo scontro geostrategico tra Est e Ovest per il controllo dello spazio ex sovietico è, pertanto, ripreso, ma, ora, sotto altre forme. Sono i soldi da erogare come aiuti ai Paesi dell'area in difficoltà la chiave di volta di tutte le strategie. La Russia non se la passa bene: il suo Pil ha subìto un pesante arretramento, ma è poca cosa rispetto a quello delle altre Repubbliche ex sovietiche. Il Cremlino dispone ancora di ampie riserve valutarie e del Fondo di stabilizzazione. Ecco così che Mosca ha iniziato a offrire i propri «petro-rubli» per tornare a contare nel suo «cortile di casa». Il mese scorso il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha firmato un accordo concedendo ai russi di dislocare siti per la propria difesa antimissilistica dopo aver ottenuto un prestito di due miliardi di dollari. Più o meno stesso discorso in Kirghisia. Il Parlamento di Bishkek ha deciso all'improvviso di chiudere la base aerea della Nato a Manas, strategica per la logistica in Afghanistan. Il presidente Kurmanbek Bakiev era riuscito a strappare a Mosca due miliardi di dollari in aiuti, negati in precedenza da Washington. La novità dell'ultimo periodo è che l'Unione europea sta lentamente colmando il vuoto momentaneo lasciato dagli Stati Uniti. Su suggerimento dei Paesi della «nuova Europa», Bruxelles ha organizzato un programma, la «Partnership orientale», destinato a contenere la Russia in alcune Repubbliche ex sovietiche. Armenia, Azerbaigian, Georgia, Moldova, Ucraina e Bielorussia sono gli obiettivi potenziali Ue. Ufficialmente lo scopo è di semplificare il commercio e superare la barriera burocratica dei visti. L'Unione europea non chiede a questi Paesi di fare una scelta tra lei e la Russia, che non riesce ad accettare la nuova situazione post sovietica di concorrenza. Bruxelles non ne ha bisogno. Mosca è lo stesso contrariata per l'ennesima infiltrazione occidentale e sta muovendosi dietro alle quinte. Ha rilanciato, però contemporaneamente, un'intensa azione diplomatica per risolvere la questione della regione separatista della Transnistria. Ecco perché il presidente moldavo Vladimir Voronin ha, ad esempio, rifiutato di aderire al programma europeo e lo ha definito «una congiura per circondare la Russia». Adesso Bruxelles ha investito 2,5 miliardi di euro per il gas di Kiev, non aprendo, tuttavia, la strada per il prestito di altri cinque miliardi necessari per salvare la Repubblica ex sovietica dalla bancarotta. L'Ucraina della premier Yulia Tymoshenko rappresenta il Paese centrale di tutte le strategie, il principale campo di battaglia, dove si deciderà l'esito finale di questo scontro Est-Ovest. La Russia sta investendo non pochi capitali per salvare la propria sfera di influenza. Addirittura aveva offerto in autunno alcuni miliardi all'Islanda, probabilmente sperando di avere vantaggi nella prossima corsa al controllo dell'Artico. Oggi il grande interrogativo per gli osservatori è se i mezzi finanziari a disposizione di Mosca saranno sufficienti per tali obiettivi. 27/03/2009 nascosto-->

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di Stefano Feltri A volte i tempi della giustizia, anche quando non sono lunghi come quelli italiani, fanno arrivare le sentenze nel momento in cui il mondo in cui era iniziato il (sezione: crisi)

( da "Riformista, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

di Stefano Feltri A volte i tempi della giustizia, anche quando non sono lunghi come quelli italiani, fanno arrivare le sentenze nel momento in cui il mondo in cui era iniziato il giudizio non esiste più, travolto dalla crisi finanziaria che ha fatto rinascere il protezionismo finanziario al posto delle spinte alla privatizzazione degli anni Novanta BOCCIATURA. Nell'era del protezionismo finanziario, la Corte europea contro lo Stato italiano che si è attribuito troppa influenza sulle imprese privatizzate. di Stefano Feltri A volte i tempi della giustizia, anche quando non sono lunghi come quelli italiani, fanno arrivare le sentenze nel momento in cui il mondo in cui era iniziato il giudizio non esiste più, travolto dalla crisi finanziaria che ha fatto rinascere il protezionismo finanziario al posto delle spinte alla privatizzazione degli anni Novanta. Ieri la Corte di giustizia europea ha bocciato la legge italiana del 2004 sulla golden share, «la Repubblica italiana è condannata a pagare le spese»: sono stati giudicati troppo arbitrari i poteri che il Governo si è attribuito per influenzare le società ex-pubbliche di cui è azionista, Telecom, Eni, Enel e Finmeccanica, così arbitrari che metterebbero a rischio il mercato unico e scoraggerebbero gli investitori. «Ogni forma di protezione governativa è un impedimento al movimento dei capitali, come dice la Corte, ma questa sentenza arriva in un momento in cui le barriere vengono invocate da tutti come reazione alla crisi», spiega l'economista Alessandro Penati. Quello che la la Corte ha bocciato è soprattutto la discrezionalità con cui il Governo può invocare i suoi poteri speciali che includono la facoltà di bloccare l'acquisizione di partecipazioni rilevanti, superiori al 5 per cento, porre il veto sulle delibere di scioglimento delle società, impedire accordi tra azionisti forti, che abbiano cioè almeno il 5 per cento del capitale. I punti contestati sono due: la scelta arbitraria delle percentuali e la vaghezza dei «rilevanti e imprescindibili di interesse generale, in particolare con riferimento all'ordine pubblico, alla sicurezza pubblica, alla sanità pubblica e alla difesa». L'introduzione della golden share risale al 1994, alla stagione delle grandi privatizzazioni, quando lo Stato usciva gradualmente da imprese considerate strategiche che venivano trasferite ai privati ma sulle quali si voleva mantenere un'influenza. La vaghezza dei criteri con cui la golden share viene utilizzata e le basse percentuali (che non consentono il controllo) di partecipazioni che fanno scattare il campanello d'allarme ha finora permesso al Governo di avere a disposizione un'arma che, anche quando non usata davvero, si è rivelata un deterrente per scoraggiare investitori non graditi, basti pensare al miliardario messicano Carlos Slim che nel 2007 aveva manifestato un interesse alla Telecom ed è stato scoraggiato proprio con la moral suasion, facendogli capire che il Governo era pronto a usare la golden share nel caso avesse cercato di comprare quote rilevanti. E adesso, dopo la sentenza, cosa cambia? «Anche se è un segnale importante da parte della Corte, non ci sarà praticamente alcuna conseguenza», risponde Carlo Scarpa, professore di Economia politica a Brescia: il Governo ha dimostrato che esistono altri modi per blindare l'italianità di imprese come Telecom, che ora è controllata dalla società cuscinetto Telco in cui convivono banche italiane e la compagnia spagnola Telefonica, dell'Enel lo Stato è azionista di maggioranza (con il 60 per cento), quindi non ha bisogno della golden share, Eni e Finmeccanica hanno un rapporto così stretto con il settore pubblico, per energia e forniture militari, che nessuno sul mercato può pensare di sfidarlo, neppure ora che i bassissimi prezzi di Borsa potrebbero incoraggiare una nuova stagione di scalate e acquisizioni. «La vera differenza è che adesso la politica non potrà più agitare la minaccia di ricorrere alla golden share come era libera di fare finora, questa sentenza ribadisce che l'arbitrio dello Stato nell'economia non è ammesso», dice Scarpa. La sentenza della Corte «ribadisce un bellissimo principio, quello della libera circolazione dei capitali, a cui in questo momento sembra non credere più nessuno», sostiene Penati: la bocciatura dei poteri speciali del Governo in economia arriva dopo quelle analoghe che avevano colpito Gran Bretagna, Francia, Germania e Portogallo, anche se in una fase storica diversa, in cui si continuavano a perseguire le privatizzazioni e il tabù del protezionismo finanziario non era ancora stato infranto dalla crisi. 27/03/2009

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Sale al 7% la quota di mercato di Ubi Leasing (sezione: crisi)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Sale al 7% la quota di mercato di Ubi Leasing --> Venerdì 27 Marzo 2009 ECONOMIA, pagina 41 e-mail print Nonostante la crisi finanziaria e l'andamento negativo del settore, Ubi Leasing ha chiuso il 2008 con dati di bilancio complessivamente positivi. Il risultato dell'operatività corrente, al lordo delle imposte, è cresciuto del 19,8% su base annua a 65,3 milioni di euro, essenzialmente grazie alla significativa crescita del margine d'interesse (più 14,3% a 121,3 milioni). La situazione al 31 dicembre 2008 ha inoltre registrato costi di struttura pari a 46,2 milioni di euro circa, totalmente in linea rispetto all'esercizio precedente (cost/income del 32,3%) e un costo del rischio di credito pari a 30,8 milioni di euro (0,4% del totale impieghi) in crescita dell'11,8% rispetto al 2007. L'utile netto, attestatosi a 43,8 milioni di euro (+34,9% rispetto al 2007) consente al Cda di proporre all'assemblea la distribuzione di un monte dividendi di circa 40 milioni di euro. Dal lato patrimoniale, gli impieghi medi a reddito a fine anno sono saliti del 12,4% a 8.337 milioni di euro. Ubi Leasing ha chiuso l'esercizio con uno stipulato complessivo pari a un importo di 2.772 milioni di euro, generato attraverso 15.844 contratti del valore medio di 174.938 euro. La flessione (meno 16,8%) è inferiore alla media di settore (meno 16,8%) e Ubi leasing ha così scalato quote di mercato, passando dal 6,8% al 7,1%, arrivando al terzo posto nella classifica di settore per contratti. Nel dettaglio, il comparto immobiliare ha registrato un calo del 17,4%, con uno stipulato di poco superiore ai 1.560 milioni di euro e 1.150 contratti. Segue lo stesso trend lo strumentale (in flessione del 17%) con 743 milioni di euro e 6.793 contratti. Il comparto auto, con uno stipulato di poco superiore ai 314 milioni di euro e 7.581 contratti, registra, in linea con la crisi generale del settore automobilistico, una flessione del 19%. Più positivo, invece, l'andamento del comparto aeronavale e ferroviario: a fronte di 320 contratti, lo stipulato vede infatti una performance solo in lieve flessione (4,4% circa, per un valore di circa 154 milioni di euro). Nel quarto trimestre del 2008 Ubi Leasing ha perfezionato, infine, un'operazione di cartolarizzazione di crediti derivanti da contratti di leasing per il valore di oltre 4 miliardi di euro, denominata Ubi Lease Finance 5. Tale strumento presenta il vantaggio di rendere disponibili per operazioni di rifinanziamento con la Banca Centrale Europea crediti derivanti da contratti di leasing. 27/03/2009 nascosto-->

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ANCONA - Buon anno Istao. Si inaugra questa mattina l'anno accademico dell'Istituto Adrian... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Venerdì 27 Marzo 2009 Chiudi ANCONA - Buon anno Istao. Si inaugra questa mattina l'anno accademico dell'Istituto Adriano Olivetti per la formazione dei manager. Ospite d'onore Roberto Poli, presidente dell'Eni che terrà la prolusione sul tema "Crisi finanziaria internazionale: riflessi sull'economia reale". Un calibro da novanta come tradizione dell'Istituto. L'appuntamento è alle 11. «Sono sicuro - ha osservato il presidente Istao Adolfo Guzzini - che il prof Poli proporrà agli allievi dei corsi, agli uomini di impresa, banca e stituzioni pubbliche e private, una testimonianza di alto spessore».

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ANCONA - Veleni tra il consigliere regionale del Pdl Giacomo Bugaro e il governatore Spac... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Venerdì 27 Marzo 2009 Chiudi ANCONA - Veleni tra il consigliere regionale del Pdl Giacomo Bugaro e il governatore Spacca sul Fondo di Garanzia alle imprese della Regione. Attacca Bugaro, sull'onda della fresca candidatura a sindaco di Ancona: «Si tratta di un fantafondo. A distanza di 6 mesi non è ancora nella disponibilità della Confidi. E intanto le aziende falliscono». Altra critica sull'aeroporto: «Manifestazioni di interesse sì, ma solo da parte di fantomatiche società cinesi». Segni di difficoltà, per Bugaro, da parte di un giunta più volte "rimpastata". Piccato Spacca. «Bugaro è disattento. Nelle Marche sono state istruite e caricate ben 309 operazioni con finanziamenti a favore delle piccole imprese. Piuttosto si dia da fare per convincere il suo ministro Scajola a far partire il Fondo di garanzia nazionale». Quanto all'aeroporto - replica Spacca - «ci sono state manifestazioni d'interesse anche da Inghilterra e Austria. Se non sono andate in porto forse una ragione la si può trovare nella crisi finanziaria».

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francia: accordo con la 3m, liberato il direttore (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 2 - Attualità Francia: accordo con la 3M, liberato il direttore E intanto Sarkozy blocca i bonus ai manager delle imprese aiutate dallo Stato PARIGI. Il direttore del gruppo 3M, Luc Rousselet, tenuto in ostaggio nel suo ufficio da martedì pomeriggio a Santè di Pithiviers (Loiret) è stato liberato l'altra notte dagli scioperanti dopo circa 30 ore di sequestro passati chiuso tra quattro mura. Il rilascio è avvenuto dopo la firma di «un protocollo d'accordo preliminare in base al quale la direzione della 3M si impegna ad accollarsi tutte le conseguenze sociali del progetto di ristrutturazione al fine di garantire ai dipendenti colpiti di reinserirsi» nel mondo del lavoro, si legge in un comunicato sindacale. All'origine della protesta la soppressione di 110 posti di lavoro su 235 a partire da settembre. La caccia al manager comincia a essere un vero a proprio fenomeno in un Europa scossa dalla crisi finanziaria. Dieci giorni fa è stato rapido con modalità analoghe l'amministratore delegato della Sony, Serge Foucher, mentre un gruppo di attivisti anti-capitalismo ha attaccato l'altra notte la casa a Edimburgo di Fred Goodwin, il banchiere che ha messo in ginocchio la Royal Bank of Scotland. Intanto però il presidente francese Nicolas Sarkozy ha deciso di passare dai generici appelli degli ultimi giorni alla «responsabilità e onestà dei manager» a un decreto legge per vietare l'attribuzione di stock options e paracadute dorati ai dirigenti delle imprese che hanno ricevuto aiuti dallo Stato. La situazione attuale - ha detto il segretario generale dell' Eliseo, Claude Gueant - «esige rigore, rispetto e considerazione per i salariati». Il decreto - preferito a un disegno di legge - sarà pubblicato la prossima settimana: il governo ora vuol accelerare i tempi. Il provvedimento ha il via libera della presidente del Medef, la Confindustria d'oltralpe, Laurence Parisot: è «comprensibile» che un'impresa che riceve aiuti dallo Stato abbia degli «obblighi» sulle remunerazioni dei dirigenti.

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Case Rubino, un'altra sconfitta dei giudici (sezione: crisi)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: OPINIONI - data: 2009-03-27 num: - pag: 17 categoria: REDAZIONALE L'INTERVENTO Case Rubino, un'altra sconfitta dei giudici di TOMMASO FRANCAVILLA D opo quattordici anni anche Franco De Lucia, ultimo tra i tanti imputati della cosiddetta "Operazione Speranza" che mise fuori gioco a ridosso delle elezioni regionali ed amministrative del 1995 un'intera classe politica non comunista, è stato completamente assolto da imputazioni per le quali aveva amaramente chiuso con 50 giorni di galera un lungo, dignitoso servizio ai Baresi ed ai Pugliesi tutti. Qualche settimana prima era toccato a Nino Marmo, che aveva all'uopo anche rifiutato di avvalersi di una prescrizione già maturata, conseguire lo stesso sacrosanto premio alle sue ingiuste sofferenze. Prima di lui anche altri tre autorevoli esponenti regionali del Centro- destra come Enrico Santaniello, Pietro Franzoso e Lucio Tarquinio avevano felicemente chiuso le loro peripezie giudiziarie, dopo aver saggiato l'umiliazione della gogna ed anche della privazione della libertà. Dopo cinque anni sono stati dissequestrati, nella più totale smentita di un fragilissimo impianto accusatorio, gli stabili-Rubino a Poggiofranco, rendendo finalmente giustizia, oltre che alle imprese, anche a 100 famiglie ignare che si erano viste sequestrare insieme ad essi il frutto dei loro sacrifici ed i loro progetti di vita. E si potrebbe continuare all'infinito nell'elencare atti giudiziari che stanno smentendo uno dopo l'altro tutti i teoremi inanellati dalle nostre Procure, a partire da quella di Bari, massimamente illustratasi nella vicenda di Punta Perotti, nella quale la brillante opera dei nostri Magistrati costerà agli Italiani, nel pieno di una pesante crisi finanziaria, qualche centinaio di milioni di euro. Né va meglio ai nostri confini, per esempio nella vicina Basilicata, laddove andrebbe raccontata la storia di un povero sventurato che ha perso due lavori consecutivi, l'uno nella realizzazione di un villaggio turistico, l'altro in quella degli impianti per il petrolio della Val d'Agri, a seguito di due provvedimenti giudiziari varati, dal caldo dei mega-stipendi dei nostri Magistrati cui non a caso s'agganciano quelli dei parlamentari, senza alcun riguardo per quanti da quei cantieri traevano il pane per le loro famiglie. Quanto poi queste vessazioni siano anche giuridicamente discutibili lo dimostrano le guerre in corso tra Tribunali e Procure, mentre finalmente si sta ponendo un argine al costosissimi malcostume delle intercettazioni a strascico ed a diffusione a mezzo- stampa, recuperando finalmente gli stessi elementi fondanti di uno Stato di diritto e di una democrazia liberale. Ebbene, se in tutto questo si può anche esaltare il bicchiere mezzo pieno di una Giustizia che si sa emendare rimediando ai suoi strafalcioni, non si può anche non constatare che c'è nel potere giudiziario, anche di casa nostra, una sorta di cancrena da estirpare chirurgicamente, perché esso possa tornare a svolgere la sua sacra funzione di attuazione rigorosa ed imparziale della legge, senza più inquietanti quanto strampalate incursioni.

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(sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-03-27 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Polemica «Stop al monopolio». La compagnia inglese chiede di poter aumentare i voli dalla Lombardia «Alitalia lasci liberi gli slot a Linate Pronti ad assumere 750 persone» Proposta di Easyjet. Formigoni: il piano Cai? Penalizza Malpensa Per Andy Harrison, ad della società, è tutta «colpa del protezionismo con cui viene gestito il mercato aereo» A Linate entra nel vivo la guerra degli slot. Una battaglia a suon di dichiarazioni, pressioni e trattative per accaparrarsi gli spazi sull'aeroporto. Mercoledì Alitalia ha annunciato la volontà di valorizzare al massimo le sue partenze dal Forlanini. Ieri ha risposto Easyjet. Rinnovando una vecchia protesta: «Vogliamo investire a Milano e in Italia, siamo pronti ad assumere 750 persone, ma non possiamo. Colpa del protezionismo con cui il vostro Paese gestisce il mercato aereo», contestano in sostanza l'amminis tratore delegato e il responsabile regionale per il Sud Europa di Easyjet, rispettivamente Andy Harrison e FranÇois Bacchetta. Riempire gli aerei che partono da Linate non è un problema nemmeno in tempi di crisi. E così le compagnie si contendono l'aeroporto. Al Forlanini, però, la situazione è congelata a favore di Alitalia. A partire dal Milano-Roma. Per di più il decreto Bersani impone un massimo di 18 movimenti per ora. E così non solo gli slot sullo scalo non ci sono, ma chi li ha se li tiene ben stretti. Mentre Easyjet (e Lufthansa) continuano a fare anticamera insieme con un lungo elenco di altre compagnie. Easyjet attacca Alitalia. «La Magliana ha slot che non esercita. In base alla regola dell' 80-20 a quest'ora le bande orarie non utilizzate dovrebbero essere redistribuite», contesta FranÇois Bacchetta. La regola dell'80-20 impone alle compagnie la restituzione degli slot che, a fine stagione, sono stati usati meno di otto volte su dieci. Poi Assoclearance provvederà alla loro redistribuzione. «Da parte nostra inviamo un rapporto periodico ad Assoclearance ed Enac riguardo all'utilizzo degli slot. In effetti in alcuni periodi i salti delle bande orarie sono stati più frequenti. Toccherà ad Assoclearance fare il bilancio della stagione», dicono in Sea. Dal canto suo Assoclearance ha già un quadro piuttosto chiaro della situazione: «A noi non risulta che a Linate ci siano slot utilizzati al di sotto dalla soglia minima», fa il punto il presidente dell'associazione, Carlo Griselli. Di polemica in polemica, la regione ufficializza la sua insoddisfazione per la pace firmata mercoledì dal Comune con Alitalia. La Magliana non rivendica più il ridimensionamento di Linate al Milano-Roma. Ma al Pirellone non basta: «Nei piani della compagnia tricolore non vedo nuovi voli per Malpensa — constata il presidente della regione, Roberto Formigoni —. Non è così che si serve l'interesse della Lombardia». L'intesa con Alitalia è contestata anche da molti dentro alla Lega. «Ha ragione Formigoni: Alitalia a Malpensa continua a essere latitante», concorda Marco Reguzzoni, vicepresidente dei deputati della Lega Nord. «Dalla compagnia di bandiera arriva un pannicello caldo — conclude Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio in Comune —. Ma Malpensa ha la febbre alta e solo la liberalizzazione delle rotte può curare questa malattia ». L'aeroporto Alitalia ha annunciato nuovi voli da Linate Rita Querzé

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Mulazzani ottimista (sezione: crisi)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

PESARO PRIMO PIANO pag. 2 Mulazzani ottimista «Il mercato è sano» IL COSTRUTTORE FABIO Mulazzani (foto), amministratore delegato dell'omonima impresa edile fa il punto sull'andamento del mercato immobiliare che sta attraversando un momento non felice. Partendo dalla crisi finanziaria che ha colpito tutto il mondo ed anche il mercato della casa, uno dei motori principali per la costruzione del Pil, Mulazzani è ottimista perché «ora, rispetto ad alcuni anni fa, il mercato sta tornando più sano, più selettivo». A livello locale com'è la situazione? «La risposta è semplice e precisa: a Pesaro le case si sono sempre vendute e si continueranno a vendere. Il mercato qui è fondamentalmente sano, vi è ricerca di prodotti di qualità al giusto prezzo e la domanda e l'offerta si incontrano nelle diverse fasce senza difficoltà. In linea generale c'è stata sempre la ricerca di costruire qualcosa di appetibile, di vendibile. Aspettative di prezzi in discesa non saranno soddisfatte e rimarranno deluse. Anzi la politica attendista non ripagherà. I motivi alla base di tutto ciò sono diversi: primo tra tutti il fatto che a Pesaro le politiche urbanistiche non hanno permesso di immettere sul mercato una quantità di alloggi oltre le reali necessità, come invece avvenuto altrove. Non dimentichiamoci che al di là di studi, tendenze, o complicati calcoli, alla fine il prezzo è sempre dato dall'incontro tra la domanda e l'offerta». Ma si continuano a comprare case? «Certamente sì. Anche se il cliente è diventato molto più attento. Rispetto al passato vuole entrare nel merito dell'acquisto, del capitolato, delle garanzie. Forse rispetto al passato interessa più l'aspetto concreto e funzionale di ciò che si compera, non più nell'ottica di una speculazione molto spesso a breve termine ma di un reale investimento. La casa, e in generale il mattone, non dimentichiamolo, nel corso della storia hanno avuto pochi reali concorrenti: anche oggi chi vuole investire non ha poi così tante alternative sicure. Certamente non si può mettere la testa sotto la sabbia: segnali di minori transazioni o minore vivacità del mercato, seppur con i distinguo a livello locale, ve ne sono, così come in ogni altro settore. Ma un conto è segnalare variazioni negative di qualche punto percentuale, un conto è fare del catastrofismo spicciolo, ingiustificato e per certi versi ridicolo. Casomai un discorso particolare ed importante andrebbe aperto sul credito: in Italia le banche si sono comportate, in linea generale, meglio rispetto ad altri Paesi; il "mondo" del subprime lo abbiamo vissuto solo di riflesso e la concessione dei mutui è sempre avvenuta con una certa accortezza. Ecco, questo non deve mancare in futuro. Fare mancare lo strumento essenziale del finanziamento sarebbe un grave errore. La finanza, quella sana e di supporto, è un elemento imprescindibile per una crescita economica equilibrata e possibilmente duratura. La politica sulle opere pubbliche e sulla casa necessariamente devono considerare sia il peso sia la leva economica del settore delle costruzioni. Poi parliamoci chiaro: le fasce purtroppo meno abbienti non potranno mai acquistare casa né a 3.000 euro al metro né a 2.000 e spesso nemmeno a 1.000 euro. Ecco che qui occorre una politica seria e forte di social housing, che permetta di concedere abitazioni a costo simbolico. Non parlo di rispolverare vecchie forme come gli Iacp (le case popolari) che hanno fatto il loro corso, ma usare nuove metodologie legate ai nostri tempi. Mi spiego con un semplice esempio: se un privato volesse costruire un edificio importante si potrebbe dare la possibilità di aumenti volumetrici interessanti, fermo restando la qualità del prodotto finale, in cambio di costruzioni nuove e popolari magari su terreni dell'Amministrazione, ovvero tradotto in altri termini il tutto a costo zero. D'altronde se si sono messe in atto politiche di Project financing per cimiteri e ponti, a maggior ragione si possono mettere in atto per case a favore di chi fatica a pagare un minimo affitto».

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Tremonti: Usa fuori dal rischio collasso (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-27 num: - pag: 30 categoria: REDAZIONALE Fiducia Il ministro: una situazione migliore di quella di gennaio. Le previsioni? Non è il momento di farle Tremonti: Usa fuori dal rischio collasso «Il pericolo di un Armageddon finanziario sembra evitato» «Il traffico postale, quello sulle autostrade e l'export dai porti italiani, indicano la fine della caduta» ROMA — In Italia «alcuni piccoli, marginali segnali mensili non sono più negativi ». A dirlo è il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel suo intervento al Forum di Confagricoltura a Taormina. «E una situazione migliore di quella di gennaio», anche se, aggiunge non è ancora il caso di parlare di ottimismo o di fare «valutazioni di scenario». E' solo «realismo» dice. «Il traffico postale, quello sulle autostrade e l'export che si muove dai porti italiani, indicano la fine della caduta », spiega quindi Tremonti che insiste sull'esigenza di concentrare l'attenzione sull'andamento delle esportazioni che sono crollate nei mesi scorsi ma che sono un terreno in cui l'Italia si sta «difendendo meglio» degli altri paesi europei. In ogni caso, guardando alla crisi mondiale «il rischio di un Armageddon finanziario, in America sembra essere in qualche modo terminato», sottolinea Tremonti, che la prossima settimana parteciperà A Londra al G20 dei capi di stato e di governo assieme al premier Silvio Berlusconi. Secondo il ministro anche «il rischio di crisi finanziaria in Europa, non nel suo cuore ma a Est, è in un qualche modo gestito, gestibile». Passando alla politica interna Tremonti osserva quindi che comunque la priorità è mettere i soldi «nel luogo giusto » cioè «nelle tasche dei cittadini ». Per questo, spiega, il governo sta cercando di «avere il massimo grado possibile di coesione sociale e ha aumentato i fondi per gli ammortizzatori sociali». Se però ci sarà bisogno «troveremo e metteremo altri soldi, ma non prima che ce ne sia bisogno, perché il luogo giusto per i soldi è nelle tasche dei cittadini». Il ministro infine, coglie l'occasione per rilancia la sua proposta sulla Detax, un prelievo sull'Iva che utilizzando le organizzazioni no profit aiuti i Paesi in difficoltà come quelli africani, che potrebbe essere presentata al prossimo G8 in Sardegna. «L'impressione è che in sede internazionale questa idea si stia facendo strada». Il ministro Giulio Tremonti Stefania Tamburello

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Il boom del protezionismo E la caduta di Lamy (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-27 num: - pag: 30 categoria: REDAZIONALE Il Wto Il boom del protezionismo E la caduta di Lamy MILANO — Tutta colpa di un tavolino da caffè particolarmente scivoloso. Così ieri, mentre discuteva con il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso, è finito a terra Pascal Lamy, direttore della Wto (l'Organizzazione Mondiale del Commercio). Lamy si è subito rialzato, ma il suo tonfo sembra quasi un simbolo del pessimo stati dei commerci mondiali, che quest'anno sono stimati in contrazione del 9% per effetto della crisi e del crescente protezionismo.

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Barclays vende i fondi, il titolo sale (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-27 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE Il caso a Londra Barclays vende i fondi, il titolo sale (g.fer.) — Il gruppo Barclays ha messo in vendita la propria divisione di asset management (in pratica la società di gestione dei fondi). Oggi scade il termine posto dalla banca britannica per presentare le offerte e l'avvicinarsi di una svolta nella vicenda ha riportato l'interesse del mercato sul titolo della capogruppo. Al termine della seduta di ieri (che ha visto il comparto bancario brillare in tutta Europa) l'azione Barclays ha guadagnato l'11,02%, chiudendo a quota 137 pence con 133,3 milioni di pezzi scambiati. Nel corso della giornata il prezzo aveva toccato un massimo di 150,10 pence.

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Settimo rialzo, su anche Wall Street (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-27 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE La Giornata in Borsa Settimo rialzo, su anche Wall Street di Giacomo Ferrari Scambi in ripresa Il controvalore degli scambi ha superato ieri quota 2,1 miliardi di euro Per la settima volta consecutiva Piazza Affari chiude in rialzo e corre più delle altre Borse (ad eccezione di Wall Street, dove il Dow Jones è salito del 2,25% e il Nasdaq del 3,8%). In un panorama europeo sostanzialmente stabile, l'S&P-Mib cresce infatti dell'1,35% e il Mibtel dell'1,14%, con scambi per un controvalore di 2,1 miliardi di euro. Fra i valori principali, ancora una volta Banco Popolare si pone alla testa della classifica dei rialzi: dopo il 9,73% della vigilia, ieri il titolo ha guadagnato un ulteriore 8,4%. Il mercato continua ad apprezzare la decisione degli amministratori di fare pulizia sul bilancio 2008, attraverso svalutazioni e accantonamenti. Meno evidenti i rialzi degli altri valori bancari: Intesa-Sanpaolo +5,77%, Popolare Milano +3,73% e Ubi Banca +3,09%. Notevole il balzo di Fiat che alla vigilia dell'assemblea degli azionisti ha guadagnato il 6,25% riportandosi oltre quota 5 euro. Rialzi di oltre sei punti percentuali, inoltre, per StMicroelectronics (+6,17%) e Saipem (+6,03%), mentre ha proseguito la corsa Buzzi-Unicem (+5,6%) sulle prospettive di una ripresa dell'industria edilizia. Nel segmento Star bene Mondo Tv (+10,63% dopo il balzo della vigilia), che ha ridotto la quota nella sua controllata Mondo Home Entertainment a favore dell'amministratore delegato di quest'ultima società. Pochi, infine, i segni negativi. La maglia nera tocca a Mondadori (-4,82%), seguita da A2A (-3,69%), peggior titolo all'interno di un comparto energetico particolarmente debole.

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Aedes perde ma la Borsa la premia (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-27 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE Il caso a Milano Aedes perde ma la Borsa la premia (g.fer.) — Dopo la decisione di avviare le procedure di licenziamento per una parte dei dipendenti (che ha provocato scioperi e proteste), ieri Aedes ha presentato i conti del 2008. La società, segnata dalla crisi del mercato immobiliare, ha registrato una perdita di 310,7 milioni di euro. In calo anche i ricavi, scesi a 49,3 milioni di euro dai 99,3 milioni di un anno fa, mentre l'indebitamento finanziario netto è salito a 810,4 milioni. Nonostante questi risultati, ieri il titolo ha proseguito il recupero, chiudendo a 0,55 euro, con un guadagno del 7,84% dopo il +21,43% della vigilia.

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G20, l'Europa non sia timida (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-27 num: - pag: 42 autore: di ALBERTO MARTINELLI categoria: REDAZIONALE WELFARE E RIFORME G20, l'Europa non sia timida I l prossimo G20 di Londra non potrà limitarsi all'impegno generico a conservare l'economia aperta del precedente vertice di Washington del novembre scorso, ma dovrà concordare misure concrete per regolare i mercati finanziari e stimolare la ripresa economica. In realtà, gli ostacoli che si frappongono a un coordinamento a livello mondiale tra le grandi potenze e le più forti economie emergenti sono ardui, e diverse sono le politiche proposte dai governi, inclusi quelli dei Paesi culturalmente più affini come gli Stati Uniti e l'Unione Europea. E' quindi necessario almeno i Paesi membri della Ue esprimano una posizione comune, formulando proposte condivise che, se attuate con esito favorevole, possano successivamente estendersi a livello globale. Dall'Unione Europea dovrebbero venire proposte fondamentali, sia di metodo che merito. La prima proposta, di metodo, è la valorizzazione del modello di governance poliarchica, che si basa sulla esperienza di public rule making fatta dai Paesi membri, a partire dalla approvazione dell'Atto Unico europeo del 1987. Secondo questo modello, le istituzioni dell'Unione e i governi dei Paesi membri concordano gli obiettivi fondamentali (come ad esempio il '20/20/20 entro il 2020' per la politica dell' ambiente e dell'energia) e allo stesso tempo decidono insieme le procedure e gli indicatori per la valutazione empirica del grado di conseguimento degli obiettivi. Molti attori pubblici e privati possono contribuire a realizzare le finalità concordate (ministeri dei governi nazionali, autorità indipendenti e agenzie di regolazione, governi regionali e locali, imprese, associazioni di rappresentanza di interessi, movimenti collettivi, network di varia natura). Ognuno di questi attori gode di una ampia autonomia nella scelta delle strategie e degli strumenti da adottare, ma ha l'obbligo di render conto del suo operato periodicamente e sistematicamente in base alle procedure e agli indicatori concordati e partecipando a processi di peer review che devono indurre anche a modificare strategie e mezzi prescelti. Anche gli obiettivi, le procedure e i criteri di valutazione concordati sono periodicamente sottoposti a revisione, a seguito del mutare della situazione e del possibile ingresso di nuovi attori. La legittimazione democratica, «poliarchica», di tale metodo non si ha nel classico senso del render conto da parte dei decisori a coloro da cui hanno ricevuto il mandato, ma nel senso di riferire e giustificare periodicamente le proprie scelte autonome di fronte ai propri pari in termini di efficienza, efficacia e equità. Circa le proposte di merito, esse dovrebbero riguardare sia la regolamentazione efficace dei mercati finanziari e della finanza globale (che è già oggi ben presente nell'agenda politica della Unione Europea), sia l'attuazione di un'efficace politica sociale da affiancare agli interventi di stimolo della ripresa economica e il coordinamento delle politiche fiscali (che non sono invece ancora presenti). La risposta dei Paesi dell'Unione si differenzia già oggi da quella degli altri principali Paesi per la maggiore incidenza delle politiche di welfare (dai sussidi alla disoccupazione al ricorso alla cassa integrazione, dalla riqualificazione professionale agli interventi per contrastare l'esclusione sociale). Ma il welfare europeo va riqualificato alla luce della crisi, anche agendo sulla leva fiscale, con programmi ambiziosi all'altezza della sfida, come la riforma della formazione professionale e i programmi di flex-security per il mercato del lavoro, per sostenere il reddito dei ceti medio-bassi (e quindi la domanda di beni e servizi) e per non esasperare la conflittualità sociale. Altrettanto necessario è il coordinamento delle politiche fiscali al fine di contrastare le diseguaglianze tra i Paesi e all'interno di essi. Tale coordinamento dovrebbe mirare a correggere la tendenza dell'economia globale a concentrare la tassazione sui redditi da lavoro rispetto a quelli da capitale (che sono per loro natura assai più mobili e difficili da controllare) e a evitare che i governi dei diversi stati competano tra di loro con le rispettive politiche fiscali per attrarre investimenti esteri. Se l'Unione Europea sarà capace di risposte coraggiose, la grave crisi potrebbe rivelarsi un'opportunità concreta di riformare l'attuale modello di sviluppo nella direzione sia del contenimento delle diseguaglianze di reddito e di ricchezza tra Paesi e gruppi sociali, sia della ricerca delle compatibilità tra crescita economica e tutela dell'ambiente (sviluppo sostenibile).

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E i no global la sede Abi (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-27 num: - pag: 31 categoria: REDAZIONALE La protesta E i no global «circondano» la sede Abi ROMA — Forse tirare in ballo il caso di Sir Fred Goodwin, l'ex direttore superpensionato d'oro della Royal Bank of Scotland, è troppo. Ma certo la manifestazione di un gruppo di attivisti della «Rete contro il G8» davanti a Palazzo Altieri, la sede romana dell'Abi, può in qualche modo richiamare l'assedio, con tanto di danni, alla villa di Edimburgo del manager britannico. Non certo per i modi, pacifici nel primo caso e violenti nel secondo, né per il bersaglio, un'associazione a Roma e un dirigente che incasserà una pensione da 16,9 milioni di sterline ad Edimburgo. Ma per lo spirito anti-banche che emerge in questo periodo di crisi. I banchieri, come dice anche Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, non sono in genere simpatici alla gente, ora più di prima. Considerati l'epicentro della crisi finanziaria scoppiata però nelle banche americane. Così circa 200, o forse meno, manifestanti che si preparano al corteo di domani contro il G8 e il G14 sul lavoro che si svolgeranno a Roma da domenica a martedì prossimi, si sono presentati per una prima protesta davanti alla sede dell'Abi, a Piazza del Gesù, in pieno centro cittadino, a pochi passi da Palazzo Grazioli, la sede privata del premier Silvio Berlusconi. «Chiediamo alle banche una moratoria generalizzata di 2 anni per tutti i mutui casa» ha spiegato un'attivista mentre il traffico, particolarmente intenso in quella zona, andava in tilt e la polizia si schierava in assetto antisommossa. «Diciamo ancora una volta che noi la crisi non la paghiamo», ha aggiunto qualcun altro, chiedendo conto dell'uso dei cosiddetti conti dormienti senza sapere che ormai sono finiti nella disponibilità del governo. E' toccato a due direttori centrali dell'Associazione, scesi nel cortile per incontrare una delegazione di manifestanti spiegare che l'Abi non può intervenire sulle singole banche e che in ogni caso è stata appena raggiunta l'intesa col Tesoro per impegnare gli istituti di credito che utilizzeranno i Tremonti- bond, e quindi i maggiori gruppi, a congelare le rate dei mutui di chi perde il lavoro, ad anticipare la cassa integrazione e a finanziare il fondo per le micro-imprese in difficoltà. A segnare la fine della manifestazione è stato l'appuntamento per un nuovo incontro lunedì pomeriggio. S.Ta.

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G-8, scudo globale per il lavoro (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-27 - pag: 3 autore: G-8, scudo globale per il lavoro La proposta Sacconi per il vertice: puntare su coesione e capitale umano Giorgio Pogliotti ROMA Un patto globale per la protezione sociale che punti sulla coesione e sul capitale umano: è la proposta che il ministro Maurizio Sacconi, farà alla riunione dei ministri del Lavoro del G-8 –allargata alle principali economie emergenti – che si svolgerà alla Farnesina dal 29 al 31 marzo. Illustrando alla stampa estera il programma del vertice organizzato dalla presidenza italiana del G- 8, che cade nel mezzo della crisi mondiale, Sacconi ha spiegato che nel "social summit" si discuterà dei possibili interventi dei singoli Stati e di quelli che potrebbero essere coordinati a livello internazionale per assicurare la coesione sociale. No al protezionismo, quindi, che «è un grande nemico dei popoli, peggiorerebbe la condizione sociale di tutti». Tuttavia, specie in tempi di crisi, per Sacconi «è giusto che ogni Paese discuta con le proprie imprese, soprattutto se queste chiedono aiuti,se l'alternativa alla produzione fuori dai confini nazionali è il nulla», perché «ci sono casi in cui o si delocalizza o si chiude, ma anche casi in cui si possono alimentare gli impianti nel proprio Paese». In tempi difficili come quelli attuali, in sostanza, possono emergere contraddizioni, ma Sacconi ha citato Mao Zedong ricordando che, «si può procedere a zig zag se la prospettiva è luminosa». Ed ha escluso un intervento sulle pensioni, anche se solo nell'immediato: «In una fase di recessione sono contrario ad aumentare l'età pensionabile – ha continuato Sacconi – ma non è detto che in un altro momento, quando il mondo avrà ritrovato stabilità, si affronti il tema». Nel precedente vertice di Roma di metà febbraio è stata avanzata una proposta di «legal standard» dal ministro dell'Economia,Giulio Tremonti – poi recepita nel documento conclusivo come ricerca di un «global standard» – per cercare regole condivise superando «l'asimmetria esistente tra mercati globali e giurisdizioni che restano locali e perdono progressivamente uniformità». In maniera complementare al "legal standard", dal summit di Roma arriverà l'indicazione che la stabilità economica va collegata a quella sociale. C'è chi si attende risposte concrete in grado di arginare l'ondata di proteste contro i licenziamenti e l'iniquità dei bonus concessi ai manager che sta dilagando in tutta Europa, che in molti casi sono degenerate in atti di violenza. L'obiettivo è quello di indicare una direzione di marcia al prossimo G-20 di Londra: «Anche la riforma della governance del Fondo monetario – ha continuato Sacconi –deve includere il concetto che la stabilità economico e finanziaria non può che incorporare il valore della stabilità sociale». La coesione sociale è un modo per superare la crisi finanziaria: «Faremo una proposta di metodo e di merito - ha proseguito Sacconi - proporremo un patto globale per la protezione sociale. Una società dove esplodono tensioni sociali può aumentare l'instabilità economica. Pertanto superare la crisi significa garantire e dare fiducia alla nostra società. Significa considerare prioritaria la spesa per le persone perché il contenuto primario del welfare è il capitale umano, che va protetto mantenendo le persone legate alla produzione». Quanto al programma, domenica si svolgerà una conferenza stampa del ministro Sacconi con le parti sociali, prima delle consultazioni con i ministri del G-8. Lunedì il G-8 Lavoro si allargherà fino a diventare G-14 con gli interventi dei ministri del Lavoro delle economie emergenti ( Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa ed Egitto), oltre alle organizzazioni internazionali (Ilo, Ocse e Fmi). Nella stessa giornata interverranno anche i ministri Frattini e Tremonti, mentre martedì, nella giornata conclusiva, interverrà il premier Berlusconi. «L'obiettivo che ci propone la presidenza italiana del G-8 –ha concluso Sacconi – è di lanciare questo messaggio, possibilmente condiviso: bisogna sostenere e investire nelle persone perché, e questa è una certezza, dopo la crisi conterà il capitale umano ». ETà PENSIONABILE Per il ministro un intervento in un periodo di crisi non è pensabile ma una volta ritrovata la stabilità il tema verrà affrontato

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Barack Obama usa il web per rassicurare gli americani (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-27 - pag: 5 autore: Conferenza stampa online – In 100mila si sono collegati al sito Barack Obama usa il web per rassicurare gli americani NEW YORK Internet invade la Casa Bianca: Barack Obama è diventato ieri il primo presidente americano a organizzare una vera e propria conferenza stampa online, in diretta e collegamento video. Obama ha risposto per un'ora a domande sulla crisi formulate dagli elettori, da infermieri a insegnanti e piccoli imprenditori. E per farlo ha aperto, sia fisicamente che virtualmente, i cancelli di Pennsylvania Avenue: il pubblico era sia presente in sala, nella East Room, che a migliaia di chilometri di distanza. L'evento ha generato una mobilitazione senza precedenti: in 100mila si sono collegati al sito della Casa Bianca per seguire Obama dal vivo. Mentre prima ancora erano arrivate oltre centomila domande online, con i vincitori selezionati da un voto elettronico che ha attirato 3,6 milioni di persone. Il presidente ha avuto tempo per rispondere a sette delle domande via Web. Obama non ha mancato di fare notizia con ciò che ha detto: ha promesso un nuovo piano di salvataggio dell'auto nei prossimi giorni, quando cioè la speciale task force presidenziale su Detroit si sarà formalmente espressa. Soprattutto, però, ha cercato di mobilitare in modo inedito il paese a fianco delle sue ambiziose strategie di ripresa dalla crisi, finanziaria ed economica. E dei suoi ancora più ambiziosi progetti di riforma di lungo periodo, dall'assistenza sanitaria all'istruzione, che minacciano di gonfiare il deficit. Questo compito l'ha affrontato, dopo la formale conferenza stampa in prima serata davanti alla nazione di martedì, con toni spesso personali, a volte leggeri. Nel parlare dell'importanza di una riforma della sanità che ampli la copertura per gli americani ha rivelato che sua figlia Sasha, quando aveva tre mesi, fu colpita da meningite. Quando ha risposto a una delle domande più votate e provocatorie - se legalizzare la marijuana potrebbe generare posti di lavoro consentendo di tassarla e regolamentarla non si è fatto cogliere di sorpresa: ha detto di non sapere «che cosa questa domanda riveli sulla audience online». Aggiungendo però subito che la sua risposta è «no, non credo sia una buona strategia». Le domande dal pubblico presente e quelle arrivate via Internet, alcune su video, altre lette dall'economista Jared Bernstein, consigliere del vicepresidente Joe Biden, si sono susseguite a tambur battente. Quelle online sono giunte da indirizzi quali «La mamma di Sunnyvale », preoccupata dai tagli nelle scuole. O da Green Machine, quella sulla marijuana. Oppure da Cobber99, che non ha debiti ed è irritato dagli aiuti pubblici concessi ai vicini di casa, i quali si sono invece indebitati troppo con il mutuo. Alla fine, agli occhi della Casa Bianca, la conferenza stampa "interattiva" è stato un successo. Una dimostrazione di trasparenza, di un ricorso ai nuovi media già sperimentato da Obama durante la campagna elettorale e rivelatosi essenzuiale alla sua vittoria alle urne. Questo successo, però, oggi potrebbe non bastare: per l'amministrazione la partita cruciale, di cui anche l'evento di ieri è una pedina, è quella che adesso si gioca sui piani di risanamento dell'economia. Sulla loro capacità di cominciare dav-vero a far sentire, come promesso, il loro effetto tra americani assediati da una crisi molto reale e poco virtuale. M. Val. I TEMI Oltre a rispondere alle domande è stato annunciato il piano di salvataggio dell'auto e le strategie per uscire dalla crisi finanziaria Interrogato. Il presidente Usa, Barack Obama, legge una delle decine di migliaia di domande arrivate ieri via internet «Voglio aprire la Casa Bianca al popolo americano» ha detto Obama REUTERS

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Continua la corsa delle Borse mondiali (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-27 - pag: 5 autore: Continua la corsa delle Borse mondiali Morya Longo La curiosa coincidenza è che il giorno in cui gli Stati Uniti confermano la più marcata contrazione del Pil dal 1982, Wall Street svetta del 2,33% e segna il più forte rialzo mensile dal 1987. Il Nasdaq è salito del 3,8% spinto dai semiconduttori. Ma forse sta proprio in questa coincidenza la chiave per capire se la crisi finanziaria abbia veramente toccato il fondo: se è vero che i dati sul Pil fotografano il passato e le Borse anticipano le attese future, la performance di Wall Street potrebbe far ben sperare. Anche perché è stata accompagnata da una giornata positiva in Europa: Londra +0,64%, Francoforte + 0,85%, Milano +1,35. Solo la Borsa di Parigi ha chiuso piatta (-0,05%). E non deve trarre in inganno il fatto che proprio ieri un flusso fortissimo di acquisti abbia portato in negativo (-0,0152%) per la prima volta da dicembre il rendimento dei T-Bill americani, cioè i titoli di Stato con durata di un solo mese: questa volta (a differenza dello scorso dicembre) non si tratta infatti di acquisti "rifugio" di investitori in preda al panico, ma semplicemente di acquisti "prudenti" delle banche Usa in vista della chiusura dei bilanci trimestrali. In effetti gli elementi su cui sperare iniziano ad esserci. Innanzitutto molti big del credito ( da Citigroup a Bank of America) hanno lasciato intendere che chiuderanno il primo trimestre del 2009 in utile. In un certo senso gli iper-acquisti di T-Bill Usa da parte delle bancheconfermano che queste ultime vogliono abbellire al massimo i conti trimestrali. Anche sul fronte industriale arriva qualche segnale di speranza.Ieri Best-Buy, la maggiore catena di negozi di elettronica negli Usa, ha annunciato per il quarto trimestre 2008 utili in minore calo rispetto alle attese: è così decollata del 12,58%. Anche General Motors ha guadagnato il 14,05% (portando al 128% il rialzo dai minimi di inizio marzo), dopo avere annunciato l'accordo con i sindacati per l'uscita di 7.500 lavoratori più pagati. Insomma: qualcosa sembra migliorare anche in un settore, quello automobilistico, che fino a poche settimane fa sembrava destinato a colossali fallimenti. In America stanno anche arrivando i primi timidi indicatori economici positivi. E anche sul mercato delle materie si vede un po' meno nero. Il fatto che il piombo e il rame abbiano guadagnato rispettivamente il 30% dai minimi di febbraio e il 40,5% da inizio anno, secondo gli analisti lascia ben sperare per la ripresa economica: dato che il piombo viene usato per costruire le batterie delle auto e il rame viene impiegato nell'edilizia e nell'elettronica, il loro rialzo potrebbe anticipare una ripresa di quei settori industriali. Ma il mercato sta soprattutto dimostrando fiducia sui piani di salvataggio annunciati dall'amministrazione Obama negli Stati Uniti. Proprio mercoledì è partito il piano Talf: il programma con cui la Federal Reserve finanzia gli investitori per acquistare titoli che hanno come sottostante crediti al consumo e vari prestiti. E a maggio partirà il piano per liberare le banche dai titoli tossici. Tutto questo sta galvanizzando i listini. Ma è una vera inversione di tendenza? Difficile a dirsi. L'economista Nouriel Roubini è convinto di no, e mette in guardia gli investitori. Altri economisti sono decisamente più ottimisti. Una cosa è certa: per parlare di una vera inversione di tendenza bisogna attendere i prossimi dati economici. E anche un'altra cosa è certa: tuttora, in America, il debito totale privato ammonta a 50mila miliardi di dollari, il 350% del Pil. Siamo sicuri che, con una montagna di debito così, un'economia trainata dai consumi possa veramente ripartire?

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Allarme di Lamy: in aumento le restrizioni al commercio mondiale (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-03-27 - pag: 8 autore: Allarme di Lamy: in aumento le restrizioni al commercio mondiale Secondo il direttore generale della Wto, Pascal Lamy ( nella foto), il commercio mondiale rischia di essere bloccato dalla graduale crescita di restrizioni che potrebbero colpire alla basei tentativi di rilanciare l'economia globale.Ma per Lamy, non si vedono segni di un imminente intensificarsi di politiche protezionistiche. «Il pericolo oggi- ha detto ieri Lamy- è la crescita di misure restrittive che possono alla lunga strangolare gli scambi internazionali e togliere efficacia alle politiche per rilanciare la domanda aggregata e ridare all'economia globale una crescita duratura». «Ci sono alcuni sviluppi nelle politiche commerciali che vanno nella direzione sbagliata», ha aggiunto Lamy, a Bruxelles per partecipare a un business forum. Ma per il direttore generale della Wto«non ci sono rischi dell'intensificarsi del protezionismo».Quest'anno,secondo le ultime stime della Wto, il commercio mondiale si contrarrà del 9%: la maggiore flessione negli ultimi 60 anni. AFP

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Brown e Lula: fondo da 100 miliardi per gli scambi globali (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-03-27 - pag: 10 autore: Brown e Lula: fondo da 100 miliardi per gli scambi globali Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ( a destra nella foto) e il premier britannico Gordon Brown ( a sinistra) hanno proposto la creazione di un fondo internazionale da 100 miliardi di dollari per stimolare il commercio mondiale,un'idea appoggiata anche dagli Stati Uniti. «Chiederò al vertice del G-20 la settimana prossima un finanziamento di 100 miliardi di dollari per incentivare il commercio», ha detto Brown, in visita in Brasile. Lula ha sottolineato che «è il momento della politica, non delle soluzioni finanziarie», e ha condannato il risorgere del protezionismo. REUTERS

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I poteri tra governance e Stato (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-27 - pag: 14 autore: I poteri tra governance e Stato di Bernardo Bortolotti e Donato Masciandaro L a crisi sta imponendo ai politici di tutti i Paesi di affrontare un tema per loro nuovo e difficile: il disegno delle regole nel settore bancario e finanziario. I cittadini si aspettano delle risposte, e la natura tecnica e complessa delle questioni in gioco consente al politico gradi di libertà impensabili su altri argomenti. Ma quali sono le priorità che occorre affrontare nel ridisegno della regolamentazione finanziaria? Ne proponiamo tre. In primo luogo, cosa si deve regolamentare? La crisi finanziaria è il frutto di una miscela esplosiva composta da: sviluppo della finanza non regolata, intrecci tra finanza e attività bancaria commerciale; bassi tassi d'interesse. Se l'ultimo ingrediente è squisitamente macroeconomico, gli altri due toccano il cuore del problema: come regolamentare i diversi segmenti del settore finanziario (incluso il cosiddetto settore ombra degli hedge e dei derivati) e nel contempo come disciplinare il settore bancario. Finora queste domande non hanno trovato risposta, e gli Stati – Usa in testa - si sono limitati a gestire l'emergenza, ampliando l'ombrello protettivo governativo su banche e altre istituzioni finanziarie, riaprendo la strada al fenomeno di nazionalizzazione, più o meno esplicita, del settore bancario e finanziario. Queste scelte sollevano la nostra seconda questione: chi si deve regolamentare? Ovvero: come si disciplina il settore che alloca il risparmio privato, quando lo Stato assume un ruolo crescente? Il susseguirsi degli eventi, degli annunci e degli interventi non deve far perdere di vista un cambiamento epocale che appare contraddistinguere la realtà odierna: il ruolo dello Stato, e quindi della politica, in banca sta crescendo dappertutto, ancorché in modo ineguale. La crescita del ruolo dello Stato nell'intermediazione bancaria è stata insieme ingente, repentina e inattesa. Ricordiamo solo un dato: il controvalore delle nazionalizzazioni bancarie è circa 1.500 miliardi di dollari, pari al totale degli introiti da privatizzazioni globali degli ultimi trent'anni. L'analisi ha già messo in luce i rischiderivanti dall'aumento dell'influenza della politica sulle scelte di allocazione del risparmio privato. Sappiamo che le scelte dei politici in carica sono condizionate da due legittimi ma pericolosi fattori: le scadenze elettorali e la creazione del consenso. Per cui, occorre definire muraglie cinesi che isolino la gestione delle risorse private che dovrebbero affluire dalle famiglie alle imprese - da logiche non economiche. E qui emerge il terzo cruciale interrogativo: come sarà la governance della regolamentazione? Ovvero: chi controlla un sistema finanziario in cui diverrà rilevante il ruolo dello Stato, quindi il rischio dell'influenza politica? Già oggi possiamo individuare il perimetro in cui sfide e incognite mostreranno tutta la loro forza: il ruolo e i poteri delle Authority, con particolare attenzione alle Banche centrali. L'architettura istituzionale dovrà assicurare che l'azione delle Authority sia sottratta agli arbitrii del ciclo elettorale e delle ideologie di consenso. Le espressioni d'indipendenza e accountability sono ormai entrate nel lessico comune, ma è evidente che andranno presto riempite di nuovi significati. Come garantire la corretta "distanza di braccio" – nell'interesse dei cittadini – tra Authority, banche e sistema politico, quando i due vertici di tale triangolo si avvicinano così tanto? GLI EQUILIBRI L'architettura istituzionale dovrà assicurare che le Authority siano sottratte ai condizionamenti elettorali e alle pressioni del consenso

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Primo, valutare la scuola (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-27 - pag: 14 autore: Primo, valutare la scuola Ho letto con interesse la lettera del professor Pallotti («La laurea e il suo valore legale», sul Sole 24 Ore del 20 marzo) e, condividendola punto per punto, sono portato sempre di più alla convinzione che è preferibile l'abolizione del valore legale del titolo di studio. La mia esperienza di docente e di preside mi ha consentito di partecipare a esami di maturità in parecchie Regioni. è doveroso riconoscere che il titolo di studio siè dequalificato. Purtroppo oggi le famiglie non scelgono la scuola per la qualità dell'insegnamento che offre,ma solo quella in cui possono ottenere voti alti. Giuseppe Moncada email Mi permetto di manifestare i miei dubbi sull'abolizione del valore legale del titolo di studio. Come ha dimostrato recentemente la crisi finanziaria, il mercato non è in grado di valutare alcuni tipi di servizio come quelli formativi. Potrei fare esempi concreti di atenei che il mercato giudica attualmente di eccellenza ma che forniscono una formazione peggiore di quella di altri meno apprezzati: lo si vede dai programmi, dalle strategie adottate,dall'atteggiamentoe dalla qualità dei docenti. Il mercato se ne accorgerà tra dieci anni, ma il danno sarà già fatto. Certamente, valore legale non significa che tutte le scuole e le università devono essere considerate sullo stesso piano. La strada è quella intrapresa: la valutazione da parte di un'authority che giudichi sulla base di criteri seri, definiti con congruo anticipo e funzionali agli obiettivi che si vogliono raggiungere. Luciano Munari email D ue esperti e protagonisti del mondo scolastico e accademico animano civilmente un dibattito importante. Ho poco da aggiungere, se non un'osservazione al professor Munari:valutare è un'ottima idea, ma finora si è rivelata di difficile attuazione. Anche perché ha senso se, una volta valutato, si seleziona, si premia e si castiga: un atteggiamento non diffusissimo nel nostro sistema. E poi, comunque, perché il mercato che funziona efficacemente nel sistema universitario statunitense dovrebbe fallire solo in Italia? • Affitti dei negozi Si legge di proteste di negozianti per gli aumenti dei canoni d'affitto dei locali che essi usano per la loro attività. Sarebbe bene ricordare che questi canoni aumentano una volta ogni 12 anni, mentre i prezzi dei beni messi in vendita dai negozianti che si lamentano possono crescere anche ogni giorno. Come sempre, la libertà economica la si rivendica per sé, ma non va bene se quando la esercitano altri. Vilfredo Milanesi Roma Urbani e Follini L'onorevole Urbani ricostruisce con limpidezza sul Sole 24 Ore di ieri le ragioni che nel 2005 lo spinseroa non rientrare nel Governo («Berlusconi si fece imporre la crisi da Marco Follini. Io gli dissi che non avremmo dovuto subire ricatti»). L'unica obiezione è sulla parola "ricatti". In quel passaggio spesi quel poco d'influenza che avevo con due obiettivi. Evitare di ridurrea due le aliquote fiscali colpendo al cuore il valore della progressività delle imposte. Ed evitarea Berlusconi e a me stesso il disagio della mia vicepresidenza. In genere chi "ricatta" cerca altro. Marco Follini Bernabè e Tim Brasil Leggo sul Sole 24 Ore di ieri l'articolo«Bernabè ispeziona il luogo dell'Opa»,dove si lega l'ipotesi che Telco debba lanciare un'offerta pubblica sulle minorities di Tim Brasil, alla fine di un procedimento in corso presso l'organismo di controllo della Borsa brasiliana (Commissao de Valores Mobiliaros), ad una repentina decisione di Franco Bernabè di volare in Brasile per "fare squadra". Desidero precisare che l'amministratore delegato del Gruppo Telecom Italia è, anche oggi, nel suo ufficio e non ha in agenda a breve viaggi in Brasile. Qualora decidesse di farlo, così come già accaduto più volte, vista l'importanza della nostra controllata Tim Brasil, non sarebbe certo collegabile, come non loè stato in passato, a vicende che riguardano gli Azionisti di Telecom Italia, ma unicamente a tematiche che attengono al suo mandato operativo. Carlo Fornaro Relazioni esterne Telecom PattiChiari Nell'articolo su PattiChiari (sul Sole 24 Ore di ieri) ho scritto che 14 associazioni dei consumatori hanno aderito al consorzio e due no. Una è l'Adusbef,l'altra è la Federconsumatori, non l'Adiconsum come erroneamente indicato. Chiedo scusa ai lettorie agli interessati. (o.c.)

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INTERVISTA Lamberto Andreotti di Paolo Madron L' " (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-27 - pag: 16 autore: INTERVISTA Lamberto Andreotti di Paolo Madron L' " altro" Andreotti riporta al padre Giulio per la somiglianza del volto, la battuta pronta e i lampi di ironia che spesso gli incendiano gli occhi. L'"altro" Andreotti, Lamberto, vive da tempoa New York ed è un big dell'industria farmaceutica che ha passato buona parte dei suoi 58 anni all'estero. è stato in Recordati, Farmitalia-Carlo Erba, Pharmacia & UpJohn, e infine Bristol-Myers Squibb, colosso americano del settore da oltre 20 miliardi di dollari di cui, da qualche settimana, è diventato il capo operativo. L'"altro" Andreotti, forse perché si dice abbondantemente liberato dal peso del nome che porta, tranquillamente accetta di farsi intervistare su tutto. Compresi quei temi, dal testamento biologico ai profilattici agli africani, che in un paese cattolico dividono allo spasimo e possono suscitare – e qui bene o male conta il nome che si porta – una comprensibile ritrosia. La vita è davvero imprevedibile: uno studia da ingegnere civile per poi ritrovarsi a capo di un colosso della farmaceutica. Com'è successo? Mentre facevo l'università a Roma avevo già capito che i cantieri e le costruzioni non avrebbero fatto per me. Ma ligio al dovere mi sono laureato per poi andare in America a fare un master che mi ha convertito al management. Una conversione che apre a qualsiasi tipo di attività Infatti molto dipende dagli incontri che uno fa. Il mio mi cambiò la vita. Mentre ero in Finmeccanica a New York mi chiamò Arrigo Recordati offrendomi di occuparmi di prodotti e sviluppo della sua azienda. E adesso lei sa tutto di bugiardini, molecole, effetti collaterali. In quegli anni mi leggevo i manuali di farmacologia per infermieri perché quelli per i medici erano troppo difficili. Ma in seguito sono sempre stato a contatto con gente che si occupa di ricerca avanzata. Quindi ha visto cose che noi quando andiamo in farmacia neanche immaginiamo& Vedo e seguo la genesi dei nuovi farmaci, ovvero ciò che un medico e i suoi pazienti vedranno tra cinque, sei anni. Andarsene dall'Italia, lei figlio di un padre molto italiano, fu una scelta? No, tant'è che la Recordati era italiana, così come la Farmitalia-Carlo Erba di cui sono stato amministratore delegato fino a quando non mi hanno venduto. Anzi, svenduto. Svenduto? Vedo un'ombra nel suo volto Quando nel '92 Farmitalia-Carlo Erba fu comprata dagli svedesi di Pharmacia, Montedison aveva un disperato bisogno di fare cassa. Di recente Fulvio Conti, che all'epoca era il suo direttore finanziario, mi ha detto che non devo usare il termine svenduto. Invece ci svendettero. Fu allora che, deluso, decisi di diventare un manager internazionale. Chi scala a debito lascia debito, una legge che non ha colpito solo Montedison. Sì,ma in quel momento mi sarei aspettato una più energica difesa dell'azienda che era un fiore all'occhiello della ricerca italiana. Guardi come si sono mossi qualche anno fa i francesi quando, con Aventis sotto scalata da parte degli svizzeri, la fusero con Sanofi. Per la verità mi pare che nell'occasione nemmeno i privati sudarono per tentare di salvare l'italianità della Carlo Erba. E ne fui deluso. Mi sarebbe piaciuto che gli imprenditori si fossero consorziati tra di loro per rilevare l'azienda. Il vostro più di altri è un settore di grandi fermenti, fusioni, acquisizioni. è un settore molto frazionato e complesso, dove la ricerca e sviluppo è cara. Per un nuovo farmaco non si spende meno di un miliardo di dollari. Quindi è naturale che si uniscano le forze. Pensi che a me Bristol-Myers Squibb fa venire ancora in mente il dentifricio. A molti della sua generazione, ma da tempo siamo diventati un'altra cosa. L'ultima metamorfosi risale a tre anni fa: abbiamo unito un pezzo di farmaceutica al meglio del biotech per creare un colosso del bio-farm. Guardando all'ultimo bilancio sembra che crisi e recessione vi facciano un baffo Non ci occupiamo di beni di consumo ma di salute, un settore che per forza di cose è meno ciclico di altri. Non si risparmia sulle cure. Siamo nell'oncologia, nell'Aids, nel cardiovascolare... Quando si azzecca il farmaco è come per l'auto azzeccare il modello di successo. Fortuna o capacità? Tutte e due. Ma si deve sapere che le cose non arrivano mai per caso. Dietro al successo di un farmaco c'è moltissima ricerca. Anche dietro al Viagra, la big star di questi anni? Certo, anche se il Viagra ha goduto di un effetto mediatico planetario e forse spropositato. Ma prendiamo i farmaci per curare l'Aids: agli inizi degli anni 80 un malato moriva nell'arco di qualche mese, oggi i farmaci gli hanno allungato moltissimo la vita. Pensiamo ai trattamenti per il post infarto e l'ictus, ai progressi nell'oncologia. A proposito.Perché l'oncologia in Italia è oggetto di tanta enfasi mediatica? Questo spesso trasforma gli oncologi in dei divi che passano molto del loro tempo in televisione o a farsi intervistare suo giornali. Posso solo dire che una fase dell'oncologia mondiale ha avuto per protagonisti gli italiani, specie nel periodo delle antracicline, farmaci che nacquero in Farmitalia. Con medici di assoluta eccellenza come Gianni Bonadonna o Umberto Veronesi, che ha fatto grandi cose nella chirurgia dei tumori. Nell'ultima campagna presidenziale avete finanziato Obama o McCain? Un'azienda non può finanziare nessuno, lo possono fare i singoli o gruppi che raccolgono soldi separatamente. Glielo chiedo perché il vostro slogan, "Together we can prevail" (insieme possiamo prevalere, ndr), riecheggia assonanze obamiane& Se mai il contrario, visto che lo slogan esiste da prima di Obama. Dovrebbe essere lui a pagarci i diritti. Ma le dirò di più. Nella pubblicità di Orencia, il nostro farmaco per l'artrite reumatoide,da due anni lo slogan è "Yes, I can". Lo abbiamo pubblicizzato durante il Super Bowl e il New York Times ha scritto che l'abbiamo fatto per strizzare d'occhio a Obama. Spendete sempre moltissimo in lobbing? Molto meno che in passato, ma sempre svariati milioni di dollari. Ovviamente tutti dichiarati. è chiaro che nel gestire prodotti per la salute ci confrontiamo con le istituzioni e con le autority regolatorie. Lo stato si dissangua per salvare AIG, e questa, in tutta risposta, paga bonus milionari. Anche in America qualcuno dorme. C'è qualcosa che non funziona, che dev'essere modificato. I bonus devono rispondere all'aumento di valore per l'azionista. Bristol-Myers Squibb è una public company, che per me resta la miglior forma di assetto azionario per gestire lo sviluppo. Nonché i soldi che ci affidal'azionista, cui noi abbiamo il dovere di assicurare un ritorno. Invece le vostre stock option sono tranquille? Tranquillissime. Del resto BristolMyers Squibb non è stata salvata né ha ricevuto un dollaro di soldi pubblici. Non se la sta passando bene l'America. No, e mi preoccupano soprattutto due rischi: l'eccesso di protezionismo e di una reindustrializzazione sbagliata nei paesi occidentali. Cioè? Che per una sorta di furore iconoclasta contro la finanza dai servizi ci si ributti sul manifatturiero, focalizzandosi su produzioni su cui l'Occidente non può più essere concorrenziale, pena un bieco protezionismo. Lei è ricco? Non sono ricco. Sono pagato adeguatamente, quanto merita uno che quotidianamente mette a rischio la propria carriera. Suo padre dice che lei è il parente più ricco della famiglia. Credo che mio padre abbia una minima idea se io guadagno, mille, un milione o dieci milioni di dollari. Dicendo così lo sottovaluta. No, penso di conoscerlo bene. è un uomo talmente avulso dal denaro che credo non abbia alcuna idea al riguardo. Obama ha aperto sulle staminali. Per voi è importante, anche se la polemica impazza è un settore che conosco poco essendo una tipologia di ricerca precedente a quella che gestisco io. Il grosso punto d'attrito non è sulla necessità o meno della ricerca, ma sull'origine delle staminali, chi la vuole embrionale chi di altra natura. Bush era ferocemente anti abortista, al contrario di Obama. Infatti i loro mondi di riferimento sono completamente diversi. Mi pare che l'America abbia scelto il secondo. L'ha mai sfiorata l'idea che la presenza del Vaticano nella vita pubblica italiana possa essere d'ostacolo alla ricerca scientifica? Magari. Mi piacerebbe che la ricerca in Italia fosse bloccata solo dall'ingerenza della Chiesa, perché tutti se ne fregherebbero e andrebbero avanti. Più del Vaticano mi fa paura la burocrazia Lei è cattolico? Sì E quando il Papa va in Africa e parla contro l'uso del preservativo come la mette? Quello che può aver detto il Papa sull'uso dei profilatticisi presta a interpretazioni teologiche e sociali. Nel mio lavoro è più importante continuare a fare ricerca sull'Aids per ottenere farmaci che allungano la vita dei malati. E poi continuare le attività che abbiamo in Africa a sostegno dei malati di Aids attraverso la Fondazione BMS, o non imponendo in quei paesi restrizioni legate ai brevetti di alcuni nostri farmaci. Detto questo lei non ha niente contro la distribuzione di profilattici in Africa. Assolutamente no, anche se sono temi che diventano cibo per l'insaziabile fame mediatica dei nostri tempi. Una fame sproporzionata? Sui giornali dei giorni scorsi hanno tenuto banco due temi: il discorso del Papa sui profilattici e i bonus di Aig. Non ci ho dedicato più di un minuto d'attenzione. Un po' snob? No, credo veramente che dobbiamo occuparci di cose più concrete. In Italia ha tenuto banco il caso di Eluana, un po' come fu in America con Terry Schiavo. Lei è per staccare o meno la spina? Come residente americano ho redatto da tempo il mio testamento biologico. Contiene le mie volontà e chi deve eseguirle nel caso non possa decidere da solo. Ma ha dato mandato di staccare o no? Non le dico cosa c'èscritto.Però la scorsa settimana è morto un mio amico americano che negli ultimi mesi è stato molto malato. Sono andato a fargli visita varie volte e mi sono resoconto che lui non aveva la minima idea che ero lì. Eppure ho percepito degli sprazzi, quasi un sorriso che gli illuminava il volto. Ma pensando a me non avrei voluto essere lì su quel letto con un pannolone, anche se nelle mani di infermieri molto bravi. Testamento biologico vuol dire comunque dare alla persona la possibilità di scegliere, mentre per i cattolici è Dio che sceglie. Che sia la persona a scegliere è giusto. Infatti dovrò stare attento a non morire in Italia perché il mio testamento biologico credo non valga. Ma il tema da voi è molto ideologizzato, come tutto del resto. Dall'estero è più facile criticare Vivere all'estero, e non da poveri emigranti, consente di apprezzare le cose belle del tuo paese d'origine e al tempo stesso di criticarne le negative. Che cosa in particolare? Mi fa molto ridere che sui vostri telegiornali su ogni questione ci siano dieci dichiarazioni dei rappresentanti di dieci diversi partiti. Colpo di stato in Bangladesh, crisi delle materie prime, crisi della pastorizia, tutti intervistati a dire la loro Un modo un po' democristiano di procedere... ma forse pensando al suo cognome ho sbagliato metafora. Più che democristiano direi tipicamente italiano. Per un gruppo farmaceutico come il suo la quasi immortalità di Berlusconi dev'essere un tema intrigante... Oddio, non so di che farmaci faccia uso il premier, spero anche di qualcuno che produce Bristol Mayer-Squibb. Quanto anni dice che vivrà Berlusconi? Se non ha cambiato idea di recente mi pare fino a 120. Mi sembrano un po' tanti, anche se l'età media è di molto aumentata stimolando la ricerca a fare continue progressi. Perché mentre la mortalità in alcune tipologie di tumori è diminuita, ci sono molti più pazienti a rischio di cancro. L'altra sfida è l'alzheimer, dove si stanno concentrando i nostri sforzi. Non è che ha lavorato molto fuori Italia per sfuggire al peso di un cognome importante? Ho 58 anni, e mi sembrano abbastanza per aver razionalizzato il problema. Sa che per Freud non si razionalizza mai fino in fondo In famiglia non abbiamo mai dato peso al fatto che mio padre fosse una figura pubblica. Ciò è servito anche negli anni delle avversità, quando sono successe quelle che io ho definito mascalzonate politico-giudiziarie che hanno colpito mio padre. E come non ci avevano fatto effetto le sviolinate di prima, altrettanto è successo quando gli sviolinatori sono scomparsi. Opportunismo italiano? No, è una legge universale del comportamento umano. Quando sente parlare di andreottismo pensa a quella sottile arte del potere... So che dall'esterno sembra impossibile, ma alla parola Andreotti e suoi derivati penso solo a mio padre. Ciò non toglie che suo padre sia un uomo di potere. Immagino che anche lei lo sia. Lo sono, ma in modo diverso perché il mondo dell'industria non è paragonabile a quello della politica. Se dovesse trovare uno slogan farmaceutico equiparabile al citatissimo "il potere logora chi non ce l'ha" di cui suo padre ha il copyright? L'innovazione logora chi non ce l'ha. Ma anche il nostro "Togheter we can prevail" non mi sembra così male. Ha visto il Divo? No, e non andrò nemmeno a vederlo. Non ho la magnanimità di comportamento che hanno altri. E se suo padre le chiedesse di vederlo? L'ha già visto lui, basta e avanza. IL VATICANO E LA RICERCA «Mi piacerebbe che l'attività scientifica fosse bloccata solo dall'ingerenza della Chiesa, purtroppo fa paura la burocrazia» LO SLOGAN «L'innovazione logora chi non ce l'ha. Ma è importante anche il nostro motto: together we can prevail» I BONUS AIG «C'è qualcosa che non funziona e che va modificato. I premi devono rispondere all'aumento di valore per l'azionista» Bristol-Myers Squibb DISEGNO DI DOMENICO ROSA «Così ho fatto negli Usa il mio bio-testamento» «C'è troppa ideologia: è giusto che scelga la persona Temo che in Italia quel documento non avrebbe valore» Lamberto Andreotti. Capo azienda di Bristol-Myers Squibb

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EasyJet investe 800 milioni e punta a crescere su Linate (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-03-27 - pag: 22 autore: Trasporti. La compagnia è pronta a offrire voli verso Roma EasyJet investe 800 milioni e punta a crescere su Linate Mara Monti MILANO Dopo la Frecciarossa delle Fs e la Freccia Verde di Alitalia, si fa strada anche la Freccia Arancio di easyJet, la compagnia inglese low cost che dallo scorso anno ha lanciato la navetta Milano Malpensa-Fiumicino, con quattro frequenze giornaliere. Il vettore che in dieci anni ha incrementato i passeggeri con una media del 40% l'anno portandoli agli attuali 7 milioni, è pronta a investire sul mercato italiano 800 milioni di euro in vi-sta dell'Expo 2015, ma c'è un ostacolo. Gli obiettivi di crescita di quella che è ormai diventata la terza compagnia aerea in Italia, con una quota di mercato dell'8%, e la prima su Malpensa, sono limitati – lamenta il vertice della compagnia – dalla scarsità degli slot disponibili su Linate e Fiumicino, le rotte più redditizie del Paese, e dall'atteggiamento ostruzionistico di Alitalia: «L'ostacolo alla crescita per noi non sono i soldi - ha detto l'a.d. Andy Harrison nel corso della conferenza stampa- , abbiamo liquidità per 1,5 miliardi di euro. Il problema sono gli slot,ne abbiamo bisogno come l'ossigeno ». A easyJet, precisa FranÇois Bacchetta, responsabile Sud Europa, «non sono stati assegnati slot a Linate, da dove abbiamo solo due voli, nonostante siano disponibili. L'Alitalia non li usa, ma non li vuole cedere». Il manager ha aggiunto che la compagnia voleva inaugurare un servizio veloce "Freccia Arancio" tra Malpensa e Fiumicino, «ma non possiamo perché sullo scalo romano non è garantita una buona qualità oraria degli slot». Per questo motivo, lamentano, easyJet potrebbe non essere in grado di mantenere l'attuale operatività durante l'estate 2009. «Questo è protezionismo, non si può continuare così», ha commentato Bacchetta. Il vettore, con un tasso di riempimento degli aerei dell'85%, si schiera anche contro la proposta della Commissione europea di congelamento degli slot: «Si tratta di un aiuto di Stato mascherato», hanno detto i manager. Nessun problema di slot invece su Malpensa, dove la quota di mercato di easyJet è salita in un anno dal 14% al 28%, portandola al primo posto, mentre Alitalia è scesa dal 44% al 6% (11% con Air One) e Lufthansa dal 5% al 9%. Proprio su Malpensa, ieri il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha espresso preoccupazioni all'indomani della presentazione del piano Alitalia perché non si vedono «nuovi voli su Malpensa», ha detto in una nota. Nel frattempo, la Sea ha fatto sapere che sull'aeroporto milanese sono in arrivo nuovi vettori per coprire le rotte internazionali, Air Algerie, Moldova Air, OpenSky controllata di British Airways, l'italiana Flyonair. Mentre per il Terminal 2, dedicato alle compagnie low cost, si sta ultimando il re-styling dell'intera area commerciale con un investimento di 6 milioni di euro.

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Il Demanio libererà i terreni (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-03-27 - pag: 25 autore: Tremonti: agricoltura valore strategico Il Demanio libererà i terreni Ernesto Diffidenti TAORMINA «Uno dei primi decreti sul federalismo avrà un riferimento esplicito alle proprietà demaniali». Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a Taormina,nell'ambito del terzo forum di Confagricoltura, ha accolto la richiesta del presidente Federico Vecchioni (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) di mettere a disposizione delle imprese agricole i terreni dello Stato. «è stato assurdo – ha detto Tremonti – centralizzare il patrimonio pubblico, ora bisognerà restituire alle amministrazioni locali i territori per destinarli all'economia. Non ha senso che il demanio sia gestito da Roma». La disponibilità di nuovi terreni è un tema centrale per gli agricoltori per frenare l'erosione della superficie agricola che dagli anni Ottanta ha perso oltre 3 milioni di ettari ma anche e per rilanciare la produzione e garantire l'approvvigionamento alimentare. Ci sono 2,6 milioni di ettari inutilizzati (di cui 1,6 milioni di boschi) per un valore di 10 miliardi di euro. Terreni, 300mila ettari recuperabili subito per una coltivazione estensiva , che le aziende potrebbero sfruttare per aumentare la dimensione aziendale e, dunque, la competitività con riflessi positivi sull'occupazione. «è giusto che lo Stato tenga i beni simbolici e strumentali – ha aggiunto Tremonti – ma non è giusto tenere quelli di cui non si ha una precisa cognizione». Anche questa può essere una ricetta per combattere la recessione. «L'agricoltura – ha spiegato il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni – sta subendo i colpi della crisi finanziaria mondiale. Per invertire la rotta serve un aumento della base produttiva e una liberalizzazione più graduale degli scambi commerciali di materie prime agricole, per evitare squilibri e speculazioni sul mercato mondiale, con regole comuni da studiare insieme agli altri Paesi». La prossima riunione del G-8 presieduta dall'Italia può essere l'occasione per realizzare una nuova partnership mondiale. Anche su questo tema non è mancato il consenso del ministro dell'Economia. «Le fiammate speculative - ha detto Tremonti - si frenano con politiche innovative anche sul cibo e l'acqua. Il cibo non è una commodity come le altre da trattare in una semplice ottica di concorrenza». E ha aggiunto: «Da quando c'è la crisi leggo la Bibbia e nella Genesi si parla della terra nella creazione, questo per dire il valore strategico dell'agricoltura ». Il ministro ha quindi gettato uno sguardo sulla situazione finanziaria degli Usa, commentando: «Negli Stati Uniti il rischio Armageddon per la finanza sembra sia escluso. L'impressione è che il rischio di una caduta di sistema della finanza Usa sia in qualche modo escluso ». In questo scenario, secondo Confagricoltura, resta centrale nell'Europa il ruolo della Politica agricola comune. «Se l'agricoltura è strategica – ha detto Vecchioni – allora la Pac va mantenuta e non deve essere intesa come assistenzialismo ma come una politica economica». LA PRESA DI POSIZIONE Il ministro: «Stato mantenga i beni strumentali, non altri di cui non ha cognizione Assurdo centralizzare il patrimonio pubblico»

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I bancari in difesa del fondo esuberi (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-03-27 - pag: 26 autore: Lavoro. Al Consiglio nazionale Fabi i timori sulla rimodulazione dello strumento I bancari in difesa del fondo esuberi MILANO Dai risparmiatori ai lavoratori. La crisi del credito dopo i mercati finanziari potrebbe toccare il mercato del lavoro delle banche. O almeno questo è l'allarme lanciato dalla Fabi, che ieri ha aperto a Milano il suo 114ÚConsiglio Nazionale. I timori del sindacato si concentrano tutti su possibili contraccolpi a danno dei dipendenti delle banche. «Se in questi anni – spiega Lando Sileoni, segretario nazionale aggiunto – per le nostre banche il rapporto tra costo del lavoro e fatturato è stato in linea con quello degli istituti degli altri paesi è grazie alla politica sindacale che abbiamo saputo impostare». Come dire che sul fronte del contenimento dei costi il sindacato ha già dato. Il vertice della Fabi, che raggruppa 100mila dei 320mila bancari italiani, arriva in un momento di confronto con l'Abi. Al centro l'applicazione del protocollosulla riforma del modello contrattuale. Ma non solo, si discuterà anche dell'assetto attuale del sistema e di un percorso per affrontare gli effetti della crisi. Per quanto si tratta di contenuti non ancora formalizzati, la Fabi teme che dietro ci sia l'intenzione di mettere mano al Fondo esuberi, un fondo cioè interamente finanziato dalle banche che in questi anni è servito per sostenere l'occupazione. Dal 2001 al 2008 grazie a questo strumento il settore ha gestito senza particolare tensioni la fuoriscita di circa 24mila persone, 19mila delle quali concentrate dal 2006 ad oggi. Secondo le regole attuali infatti i dipendenti con 54 anni di età e 30 di contributi potevano accedere al fondo: uscire dal mercato del lavoro preservando il 60% dell'ultima retribuzione. Un meccanismo che, ora, potrebbe essere messo in discussione, paventa il sindacato che si prepara a intervenire su un'ipotesi di allungamento dei tempi di esigibilità e soprattutto sul punto che più starebbe a cuore alle banche. Finora il costo, per ogni dipendente che accede al fondo, a carico delle banche è di circa 200mila euro per tutti i cinque anni. Un costo però che viene assorbito tutto sui bilanci di un anno, il primo. La novità potrebbe riguardare appunto la sua ripartizione su un periodo più lungo. La preoccupazione maggiore è che così facendo il fondo non possa più essere quell'elemento di garanzia dell'occupazione come è stato finora. «Anche perché - dice Sileoni – così abbiamo mantenuto il ricambio generazionale». Ma questo non è l'unico intervento su cui la Fabi ha concentrato l'attenzione. «Abbiamo intenzione di difendere a denti stretti - spiega - i contratti a termine, di apprendistato, gli interinali ». Un chiarimento che arriva dopo che diversi gruppi hanno annunciato l'intenzione di intervenire già sui piani indu-striali, previsti in scadenza per il 2010. Non solo occupazione. Dopo il lancio dei Tremonti bond, il sindacato chiede un'azione sulle buste paga dei manager. «Non ci riferiamo – spiega Sileoni - solo ai bonus ma anche agli stipendi». Secondo il sindacato non basta dotarsi di un codice etico sull'argomento, ma bisogna mettere le cifre nero su bianco. E se anche tutto non fosse sufficiente si potrebbe chiedere una legge dello Stato, sulla scia di quanto fatto negli Stati Uniti. Ed infine: chi usufruirà dei Tremonti bond «che però non esternalizzi poi i servizi fuori dall'Italia».

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Abbiamo risorse per nuovi stimoli (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-27 - pag: 7 autore: «Abbiamo risorse per nuovi stimoli» Zapatero: il basso indebitamento ci consente altri piani, ma decideremo solo dopo l'estate Michele Calcaterra MADRID. Dal nostro corrispondente Sul Palazzo della Moncloa, negli ultimi mesi, si sono addensati grossi nuvoloni neri. La Spagna è campionessa europea di disoccupazione e l'economia è in recessione. Una situazione, quella attuale, diametralmente opposta a quella idilliaca del 2004 quando José Luis Zapatero vinse le elezioni, ma anche rispetto a un anno fa quando il capo del Governo iniziò il suo secondo mandato. Ciononostante Zapatero ostenta fiducia nel futuro e intravvede qualche segnale di timida ripresa. L'idea del premier è comunque quella di sfruttare questa crisi per dare impulso a una modernizzazione del Paese, in modo da passare dalle fabbriche "labour intensive" all'energia rinnovabile, alle biotecnologie. Dice questo nel corso di un incontro con un selezionato numero di giornalisti, sicuro del fatto che la Spagna abbia i mezzi e le risorse per superare l'attuale empasse e per essere nuovamente protagonista. Pensa che saranno necessari altri piani di stimolo, dopo gli aiuti varati nei mesi scorsi? Per avere un quadro preciso della situazione è necessario valutare la situazione in prospettiva. E per capirlo, bisogna aspettare l'estate. I piani approvati a dicembre, solo ora stanno dimostrando la loro efficacia. Aspettiamo dunque quattro mesi per vedere se ci sono i segnali di ripresa dell'economia ( fossero anche per l'ultimo trimestre dell'anno o per il primo del 2010), perché se così fosse non sarebbe necessario alcuno nuovo stimolo di carattere fiscale. Altrimenti? Se così non fosse, allora bisognerebbe fare uno sforzo, ma uno sforzo differente, concertato e selettivo. Non più cioè il varo di misure di spesa generalizzate come fatto finora, ma interventi focalizzati in due grandi settori che, secondo me, saranno i fattori di crescita che caratterizzeranno la nuova tappa economica mondiale così come gli Anni 90 sono stati segnati dall'economia dell'informazione. Mi riferisco in primo luogo all'economia verde o sostenibile, al risparmio energetico, alle rinnovabili, al riutilizzo dell'acqua e dei residui. E in secondo luogo a tutto ciò che è relazionato con l'innovazione nelle imprese, la biotecnologia, le scienze della salute e della vita. Un'azione che sarebbe utile concertare con gli altri partner europei e che considero strutturale. La prima grande riforma di cui abbiamo bisogno per limitare la dipendenza dall'esterno. Il problema è però come finanziare questi investimenti di stimolo all'economia, dato che non sembra che la Spagna abbia margini di manovra sufficienti. La Spagna ha le capacità per sostenere questi programmi. Veniamo da un importante surplus di bilancio e andiamo verso un disavanzo elevato che supererà il 3% del Pil. Però l'indebitamento, nonostante l'importante emissione di debito di quest'anno, passerà dal 35% al 38-39%, un 25% inferiore alla media europea. Abbiamo dunque un ampio margine di indebitamento e questo, spesso, la gente lo dimentica. Possiamo dunque contare su uno zoccolo importante,il basso indebitamento, così come abbiamo un obbligo: il controllo del deficit. Nel frattempo il tasso di disoccupazione aumenta. A che punto è la riforma del mercato del lavoro? Il problema della Spagna è l'elevato tasso di precarietà che era del 33% e siamo riusciti a far scendere al 27. Inoltre, da noi il lavoro part-time è al 10%mentre in Europa è del 20. Un differenziale quasi strutturale che stiamo tentando di ridurre estendendo la contrattazione a tempo parziale ma con garanzie di stabilità. Veniamo al settore bancario. è vero che il Governo sta lavorando a un piano di intervento? Il nostro modello ha funzionato bene grazie al lavoro svolto negli anni passati dal supervisore, la Banca di Spagna. In questa logica, se la Banca centrale dovesse ritenere che c'è bisogno di qualche misura aggiuntiva rispetto a quelle già adottate, allora ascolteremo i suoi suggerimenti. è chiaro che il Governo darà attuazione alle indicazioni della Banca di Spagna che ha un'enorme credibilità.In generale il settore bancario-finanziario gode comunque di buona salute. In questo momento è in atto un processo di fusione di due piccole casse di risparmio e se in futuro ci sarà la necessità di fare ristrutturazioni e fusioni, seguiremo quello che dice l'istituto centrale. La mia analisi è che non ci saranno grandi problemi e che saranno assorbibili, anche se è normale pensare auna certa ristrutturazione del sistema che riguarderà essenzialmente le piccole entità. Problemi di carattere finanziario che saranno comunque affrontati alla riunione del G-20 della prossima settimana nel corso del summit che si terrà a Londra. Qual è la sua sensazione? Ci sono segnali favorevoli. La cosa più importante è che si arrivi a un accordo sulla riforma dei mercati finanziari, a un documento finale comune che serva come messaggio di fiducia a livello internazionale. Da parte sua la Spagna spiegherà come ha funzionato il suo sistema di supervisione e di accumulo di riserve anticicliche volute dalla Banca di Spagna e che sono state di grande efficacia. Non si è trattato di interventismo ma di misure a garanzia dell'affidabilità del sistema. E se il vertice dovesse fallire? Siamo sempre preoccupati che le cose vadano male. Invece, dopo la riunione dell'ottobre scorso, il sistema sostenuto dalla concertazione dei Governi ha recuperato e ora si intravvede un orizzonte di normalità. Tuttavia, per una regolamentazione efficace è necessario che non ci siano territori e prodotti off-limit e che le autorità di controllo abbiano a disposizione i mezzi necessari per esercitare una sufficiente azione di ispezione. Restiamo in Europa.Il prossimo gennaio la Spagna assumerà la presidenta della Ue. Quali gli obiettivi che si prefigge? Mettere in marcia il Trattato di Lisbona, sempre che gli irlandesi tornino a credere nell'Europa. Dal punto di vista dei contenuti, la proiezione dell'Europa all'internazionale è un tema molto importante. Ho intenzione di concludere accordi di carattere economici con i Paesi latinoamericani, di rinegoziare l'agenda Transatlantica, di far avanzare l'Unione mediterranea e di rilanciare il sostengo ai Paesi più poveri. Con l'impegno della Spagna di arrivare nel 2012 a investire lo 0,7% del Pil. Nel frattempo, però, la vostra decisione di ritirare i militari dal Kosovo ha lasciato perplessa la comunità internazionale e in particolare i partner euriopei e statunitensi.. La Spagna non ha mai riconosciuto il Kosovo ed è da un anno che stiamo pensando al ritiro. Molte volte la coerenza e le posizioni di principio non piacciono ai tuoi alleati. Ma la nostra è stata una decisione logica e coerente e per questo affidabile. Da parte nostra non ci sono posizioni tattiche di compromesso, ma, al contrario, posizioni frutto di convinzioni. Sul fronte della politica interna si parla di un cambio del ministro dell'Economia, Pedro Solbes. è vero? Non è nei miei programmi alcun cambio di Governo. IL G-20 DI LONDRA «è necessario arrivare all'intesa sulla riforma dei mercati per dare un'iniezione di fiducia» José Luis Zapatero DISEGNO DI DARIUSH RADPOUR

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Da Baselworld segnali di fiducia e ottimismo (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: STILE E TENDENZE data: 2009-03-27 - pag: 30 autore: Orologeria Da Baselworld segnali di fiducia e ottimismo Lino Terlizzi BASILEA Da una parte i dati di gennaio e febbraio che mostrano una contrazione per il settore, dall'altra l'esordio abbastanza robusto di Baselworld, il Salone mondiale di orologi e gioielli che si è aperto ieri a Basilea e che da sempre è un termometro importante. Dal ministro elvetico degli Interni, Pascal Couchepin ,che ha inaugurato il Salone, sino all'ultimo dei visitatori (che hanno uguagliato quelli dell'edizione 2008), passando per i produttori, tutti si chiedevano quale immagine avrebbe dato Baselworld. «Se il buon giorno si vede dal mattino, le prospettive restano tutto sommato abbastanza buone», dicono alcuni manager nel padiglione Rolex, gruppo leader nei segmenti della gamma alta, alludendo alla forte presenza di distributori ed operatori del settore. Bisognerà poi vedere, come sempre, se questa presenza si tradurrà in ordini, ma il timore di molti espositori quest'anno era che anche le presenze a Basilea risentissero pesantemente del quadro mondiale di crisi economica. «Quando siamo arrivati qui, per controllare l'organizzazione degli stand – dice Paolo Marai, presidente della Vertime, attiva nel settore con il marchio Versace –abbiamo visto meno gente al lavoro, rispetto agli anni scorsi. Ma il fatto di inviare meno personale è stata una scelta degli espositori, per ridurre i costi. Quando si sono aperti i battenti abbiamo subito visto che i visitatori invece c'erano ed erano davvero molti». Gli espositori a Baselworld – che durerà fino al 2 aprile – quest'anno sono 1.952, contro i 2.087 dell'anno scorso e trai visitatori c'è qualche cambiamento. «Per ora sembra – prosegue Marai – che vi sia una minore presenza dell'Asia, forse pesa il costo dei viaggi. C'è già, invece, una forte presenza dell'Europa e del Medio Oriente. Quanto agli Stati Uniti, non sono mai stati molto presenti qui ed è normale che anche quest'anno sia così». Un buon punto di osservazione sugli Stati Uniti è il padiglione di Tiffany, che nel settore degli orologi ha stretto un'alleanza con il Gruppo Swatch, presente a Basilea con i suoi marchi sia nella gamma mediobassa, sia nella gamma alta. «Certo, Usa, Giappone e Gran Bretagna sono tra i mercati che oggi accusano le maggiori difficoltà, a causa della crisi finanziaria ed economica, ma il nostro impegno è rafforzare gli orologi Tiffany non solo su questi tre mercati, ma in tutto il mondo, diversificando maggiormente la presenza – spiega Nayla Hayek, figlia del fondatore di Swatch Nicolas Hayek, a capo dell'alleanza SwatchTiffany –. La prima impressione qui a Basilea è che gli operatori siano molto presenti e molto interessati, che la crisi internazionale non stia fermando il settore. Ancora una volta, mi sembra che la gamma alta sia quella che regga meglio». I dati di fine febbraio sull'export svizzero di orologi mostrano in effetti che la flessione complessiva rispetto a dodici mesi prima, pari al 22%, è causata soprattutto dalla fascia media di prezzo. Le segnalazioni che si raccolgonotra gli stand sono di un miglioramento dell'export e delle vendite in questo mese di marzo. Naturalmente, siamo lontani dai record del 2008, anno apice di un'espansione durata per ben quattro- cinque anni. Ma se a fine 2009 la flessione generale del settore fosse contenuta, grazie ad una ripresa nella seconda metà, allora gli ottimisti contro corrente di Basilea potrebbero dire di aver avuto ragione. La verifica nei prossimi mesi. NUOVE ALLEANZE Tiffany e il gruppo Swatch sono l'inedita coppia della fiera che si è aperta ieri a Basilea CRISIS TOURBILLON L'orologio creato dal marchio Romain Jerome "in onore" delle vittime delle bufere valutarie (yen, euro, sterlina e dollaro) REUTERS

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L'offensiva del sorriso non salva Barack dalle critiche globali (sezione: crisi)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Commenti Pagina 344 L'offensiva del sorriso non salva Barack dalle critiche globali --> Quando si verifica un cambiamento al vertice dell'amministrazione americana, il sistema geopolitico ne risente e i vari soggetti cercano di guadagnare qualche posizione nel riassetto atteso. È capitato così con il passaggio dalla seconda amministrazione di George W. Bush a quella di Barack Obama, anche per effetto di una campagna elettorale che proclamava una netta discontinuità in politica estera, il che per gli Usa è abbastanza insolito. L'altra circostanza rilevante, ovviamente, è la crisi finanziaria che dall'America si è rapidamente diffusa in tutto il mondo, che fa dubitare della capacità del capitalismo statunitense di guidare ancora l'economia globale, riflettendo questo dubbio anche sul ruolo americano nell'assetto geopolitico e militare. La speranza di Obama che gli interlocutori, soprattutto quelli che si erano mostrati più avversi alla politica del suo predecessore, gli avrebbero dato il tempo e lo spazio per impostare un nuovo sistema di relazioni, si è dimostrata per molti aspetti fallace o almeno eccessivamente ottimistica. Tra gli alleati della Nato, mentre la Francia di Nicolas Sarkozy rientra nel dispositivo militare dell'alleanza, ma spiega questa scelta con la possibilità oggi esistente di dare all'alleanza una configurazione meno dipendente da Washington, la Spagna esce unilateralmente dalla missione in Kosovo, senza neppure scomodarsi a informare gli alleati sul campo. In estremo Oriente si riapre la tensione, che sembrava risolta, con la Corea del Nord, che lancia un satellite che ha tutte le caratteristiche di un missile a lunga gittata, mentre la Cina rinforza in modo esponenziale il bilancio militare, e replica alle critiche americane accusando la nuova amministrazione di preconcetta ostilità da guerra fredda, come peraltro aveva replicato sul piano economico alle accuse di manovrare il cambio con la richiesta di abbandonare il dollaro come unica divisa di riferimento negli scambi internazionali. Nella grande fascia di instabilità che va dall'Afghanistan al Sudan, abbracciando la maggior parte dei Paesi islamici, si accrescono i protagonismi di medie potenze che puntano ad assumere un ruolo regionale, a cominciare dalla teocrazia iraniana che ha risposto sostanzialmente picche alla profferta di Obama di ricominciare da capo nella tessitura dei rapporti tra i due Paesi. Le aperture dell'America al regime di Teheran, seppure puramente verbali, hanno creato comprensibile preoccupazione in Israele, con l'effetto inatteso dell'adesione del partito laburista israeliano, tradizionalmente quello più strettamente legato a quello democratico americano, alla coalizione guidata dal leader del Likud, allo scopo di mostrare all'America uno Stato ebraico unito nella ricerca di garanzia di sicurezza e nella richiesta di azioni tempestive che impediscano al nemico iraniano di dotarsi dell'armamento atomico. Neppure nel "cortile di casa", l'America latina, il nuovo presidente è stato accolto troppo bene, come dimostra l'epiteto di "povero ignorante" che gli ha lanciato il caudillo venezuelano Hugo Chávez. Tutto ciò non significa che la strategia del multilateralismo enunciata dalla Casa Bianca sia destinata a fallire inevitabilmente. Il fatto che in una situazione di incertezza tutti cerchino di far valere la propria autonomia, anche a rischio di nuove ostilità, è abbastanza comprensibile. Quel che però è ormai certo è che l'offensiva del sorriso, che ha affascinato la maggioranza degli americani, non basta per creare condizioni più favorevoli di dialogo sullo scacchiere internazionale. In particolare, i regimi dittatoriali o autoritari considerano la popolarità personale del presidente americano, che è assai estesa anche in Paesi come l'Iran o la Cina, come un pericolo e hanno l'esigenza di mobilitare lo spirito nazionalistico per contrastare questa influenza sull'opinione pubblica interna, che minerebbe l'autorità delle oligarchie al potere. È diversa la situazione nelle democrazie, come dimostra per esempio la critica rivolta nel Parlamento di Madrid da tutti i gruppi, escluso naturalmente quello socialista, alla goffaggine del governo nella sua mossa unilaterale di uscita dal Kosovo. Ma l'unità delle democrazie come nucleo centrale di un nuovo assetto del potere mondiale somiglia, paradossalmente, più alle strategie neoconservatrici di Bush che alla nuova era di multilateralismo promessa da Obama. SERGIO SOAVE

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Eurallumina, il vertice della verità (sezione: crisi)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Prov Sulcis Pagina 2021 Ieri diretta in televisione su Raidue con le telecamere di “Anno Zero”, tensione tra i lavoratori delle imprese d'appalto Eurallumina, il vertice della verità Ieri diretta in televisione su Raidue con le telecamere di “Anno Zero”, tensione tra i lavoratori delle imprese d'appalto Oggi incontro a Roma, la società russa scoprirà le carte --> Oggi incontro a Roma, la società russa scoprirà le carte Fabbriche che chiudono, lavoratori delle piccole imprese senza la certezza di un assegno minimo di cassa integrazione, stabilimenti che fermano linee produttive in attesa di tempi migliori, altri sull'orlo della catastrofe per la vertenza irrisolta dei costi energetici: è da mesi che la questione Sulcis è diventata emergenza, ma le soluzioni non arrivano e il territorio assomiglia sempre di più a una bomba di disperazione pronta ad esplodere. Per molte persone infatti al dramma di essere rimasti senza lavoro non è ancora corrisposto il riconoscimento della cassa integrazione: le bollette si accumulano, mandare a scuola i figli è quasi un lusso, fare la spesa giorno per giorno diventa un problema. È l'economia reale che tocca con mano la crisi finanziaria mondiale, ma sono soprattutto lavoratori e famiglie che fanno fatica a sopravvivere. EURALLUMINA La fabbrica di proprietà della Rusal è ferma ormai da due settimane, dal primo aprile partirà la cassa integrazione per 350 operai diretti. E qui si fermano le certezze: non si sa se e quando la fabbrica sarà riavviata. Oggi a Roma, al Ministero dello Sviluppo Economico, si terrà un incontro tra rappresentanti di diversi ministeri, Regione, sindacati, Rusal ed Eurallumina per parlare del protocollo d'intesa, finalmente in modo ufficiale. Il Governo presenterà le sue proposte per provare a trattenere la Rusal, i russi dovranno scoprire le carte e dire cosa intendono fare della raffineria di allumina di Portovesme, acquistata nel 2007. Ieri il caso-Eurallumina è stato trattato dalla trasmissione di Rai Due Anno Zero , un modo per conquistare la ribalta nazionale e far conoscere la storia della fabbrica, che fino a qualche anno fa produceva un milione di tonnellate di allumina mentre oggi è ferma, chiusa dopo più di trent'anni di onorata attività. Tra i lavoratori la tensione è tanta, ma è ancora più problematica la situazione dei 200 lavoratori degli appalti che non sanno ancora se e quando riceveranno la cassa integrazione. OTEFAL Situazione analoga alla Otefal Sail, dove i lavoratori sono senza un soldo da dicembre. « Noi non percepiamo nulla - dice Remo Fantin, un dipendente - ma intanto le bollette continuano ad arrivare e le spese non mancano. Ormai per tutti è una situazione insostenibile, e purtroppo ancora non abbiamo nessuna notizia sulla cassa integrazione, così come sulle prospettive dello stabilimento». Ieri si sarebbe dovuto svolgere un vertice alla Regione tra organizzazioni sindacali e assessorato al Lavoro proprio per discutere di ammortizzatori sociali, ma l'incontro è stato rinviato. ALCOA E PORTOVESME SRL Anche le altre due grosse aziende di Portovesme, Alcoa e Portovesme srl, sono in grande sofferenza. La fabbrica di piombo e zinco di proprietà della Glencore ha già fermato l'impianto Waelz a metà febbraio, mentre a maggio fermerà la linea di produzione del piombo: i cassintegrati complessivi tra lavoratori diretti e degli appalti, coinvolti nelle due fermate, saranno circa 500. Qualche giorno fa la Provincia ha dato il via libera all'Autorizzazione Integrata Ambientale per stoccare fino a 150 mila tonnellate di fumi di acciaieria; l'autorizzazione per lo stoccaggio dei fumi era uno dei quattro punti indispensabili indicati dalla Glencore. Decisione fortemente contestata da Angelo Cremone, consigliere di minoranza a Portoscuso, che oggi presenterà un esposto contro la concessione dell'Aia data dalla Provincia. Aperture sul fronte eolico: il sindaco di Gonnesa Pietro Cocco ha scritto una lettera in cui si ribadisce che il Comune di Gonnesa è disponibile ad analizzare il progetto perché sensibile alle tematiche del lavoro e favorevole alle energie rinnovabili e all'utilizzo delle fonti rinnovabili per l'autoproduzione, come nel caso del progetto della Portovesme srl. Anche all'Alcoa l'aria è abbastanza pesante: nei giorni scorsi il numero uno europeo di Alcoa Europa per l'alluminio primario ha ribadito a Portovesme la necessità di contenere ulteriormente i costi, mentre in un incontro con la Rsu il responsabile di Alcoa Italia ha sottolineato quanto sia urgente l'approvazione del Virtual Power Plant che darebbe il via libera alle tariffe speciali per l'energia elettrica. Le emergenze sono tante, i lavoratori coinvolti nella crisi sono tantissimi e mai come adesso il polo metallurgico di Portovesme è stato in pericolo, messo fuori gioco dal crac dei metalli e dalle carenze infrastrutturali croniche, mai risolte. ANTONELLA PANI

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Argentina, Cristina vince anche al Senato: al voto il 28 giugno (sezione: crisi)

( da "Velino.it, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Argentina, Cristina vince anche al Senato: al voto il 28 giugno Roma, 27 mar (Velino/Velino Latam) - Con una maggioranza più ampia del previsto, 42 voti contro 26, il Senato argentino ha dato il via libera alle elezioni anticipate. La proposta, presentata dal capo di Stato Cristina Fernandez Kirchner, porterà il paese alle urne il prossimo 28 giugno invece che nella quarta domenica di ottobre, come previsto inizialmente. Un successo della “presidenta” che in meno di due settimane, da quando ha lanciato la proposta, è riuscita non solo a ottenere il via libera da entrambe le Camere, ma anche di dimostrare che la maggioranza che la sostiene rimane solida: la legge è passata infatti con il voto di tre senatori in più rispetto ai 39 di cui si compone la coalizione che appoggia il governo. La scelta di anticipare il voto era stata presentata come necessaria per impedire al paese, esposto come tutti agli effetti della crisi finanziaria internazionale, di allungare i tempi della polemica politica perdendo energie nella campagna elettorale. Le opposizioni avevano contestato l'annuncio denunciando la preoccupazione del governo di arrestare una popolarità segnalata in calo. La decisione presa dal Senato apre ora, all’interno di maggioranza e opposizione, una fase di confronto dai tempi serrati, dato che avranno a disposizione poco più di un mese per raggiungere intese elettorali efficaci e presentare le proprie liste. Una mossa rischiosa, quella della Kirchner, che trasforma il voto in una sorta di plebiscito sulla sua azione politica e su quella del suo governo, ma che le consente di accorciare i tempi riducendo l’effetto elettorale della crisi finanziaria mondiale. L’attenzione del mondo politico si concentra ora sull’area chiave per il successo nel voto di giugno: Buenos Aires. L’area urbana della capitale raccoglie un larga fetta dell’elettorato di tutto il Paese e sarà quindi l’epicentro dello scontro. Qui la coalizione che sostiene il capo di Stato dovrebbe mettere in gioco l’ex presidente, oggi leader del partito giustizialista, Nestor Kirchner, mentre tra le fila dell’opposizione continuano le trattative tra i radicali dell’Ucr, la Coalicion Civica di Elisa CarriÓ e il Pro del sindaco di Buenos Aires Mauricio Macri. I cittadini argentini avranno la possibilità di rinnovare una parte delle Camere eleggendo 127 deputati e 24 senatori. (Matteo Tagliapietra) 27 mar 2009 09:12

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Usa e Inghilterra, allarme debito e a Londra fallisce un'asta Bot (sezione: crisi)

( da "Finanza.com" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Usa e Inghilterra, allarme debito e a Londra fallisce un'asta Bot (26 Marzo 2009 - 08:03) MILANO (Finanza.com) - Da La Repubblica: Nella City e a Wall Street suonano i campanelli d'allarme. A Londra, per la prima volta da anni, un'asta di titoli di Stato si è chiusa senza che ci fossero abbastanza acquirenti per coprire tutta l'offerta. Il ministero del Tesoro britannico aveva messo in vendita dei "gilt" quarantennali per un valore totale di un miliardo e 750 milioni di sterline, ma le richieste si sono fermate al 93%, pari a un miliardo e 620 milioni di sterline. A Wall Street il corso delle quotazioni è stato invece influenzato pesantemente dai timori per il debito pubblico Usa: il Tesoro ha emesso obbligazioni a cinque anni al tasso d'interesse dell'1,849%. Un tasso superiore alle attese, che fa presagire una bassa domanda per tali titoli che servono a colmare il deficit di bilancio statale. Si inizia insomma a temere che Geithner possa avere difficoltà a finanziare l'enorme mole di denaro messa in campo per fronteggiare la crisi finanziaria e la recessione. (Riproduzione riservata)

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LA STRATEGIA AFGANA DI OBAMA - LA SOLITUDINE DI ZAPATERO - LE BANCHE SVIZZERE VIETANO AI TOP MANAGER DI RECARSI ALL'ESTERO (RISCHIO ARRESTO) NORDCOREA: CRESCE LA POSSIBILITÀ DI U (sezione: crisi)

( da "Dagospia.com" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

HomePage | Segnala articolo --> LA STRATEGIA AFGANA DI OBAMA - LA SOLITUDINE DI ZAPATERO - LE BANCHE SVIZZERE VIETANO AI TOP MANAGER DI RECARSI ALL’ESTERO (RISCHIO ARRESTO) – NORDCOREA: CRESCE LA POSSIBILITà DI UN TEST NUCLEARE - L’INCORONAZIONE DI RE SILVIO… Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom 1 - SPAGNA EL PAIS - "Pse e Pp siglano un patto per un 'lehendakari' non nazionalista": in apertura El Pais riferisce che socialisti e popolari hanno raggiunto ieri un accordo storico in Spagna, che spiana la via alla nomina del primo 'lehendakari' (il presidente regionale dei Paesi Baschi ndr) non nazionalista, che governerà Euskadi (La regione autonoma basca). I socialisti hanno anche garantito che appoggeranno la candidatura di un parlamentare popolare alla presidenza della Camera basca. Barack Obama "Chacon si spiega con Bruxelles": il ministro della Difesa spagnolo Carme Chacon ha definito "cordiali" i colloqui di ieri a Bruxelles con Jaap de Hoop Schefer, il segretario generale della Nato, che aveva criticato il ritiro delle truppe spagnole dal Kosovo deciso dal governo Zapatero. Infine El Pais si occupa anche della fusione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale, e della nascita questo fine settimana del Popolo della Libertà. "Berlusconi accaparra nelle sue mani il potere nella destra italiana", titola il quotidiano spagnolo. "Tutto è pronto per l'incoronazione di Silvio Berlusconi come imperatore della destra italiana", scrive El Pais, che intervista anche il governatore della Lombardia Roberto Formigoni che assicura che "non ci sono frizioni tra Berlusconi e Fini". In un editoriale, intitolato "Il post-Berlusconi", El Pais sostiene poi che con la sua conversione al liberalismo, "l'ex leader fascista" Gianfranco Fini si prepara a succedere al Cavaliere. EL MUNDO - "La solitudine di Zapatero rompe nel Congresso la sua politica sociale": El Mundo riferisce che la "solitudine e la precarietà" del Partito socialista spagnolo (Psoe) in Parlamento ha costretto la formazione del premier Zapatero, "abbandonato dai suoi alleati", a tramutare in progetto di legge il decreto legge con le misure per arginare la disoccupazione e creare posti di lavoro. "Un deputato popolare sarà presidente del Parlamento dei Paesi Baschi": anche El Mundo dà risalto all'accordo raggiunto tra i socialisti e i popolari per nominare presidente della regione autonoma il socialista Patxi Lopez. Il Parlamento basco, per la prima volta nella sua storia, avrà invece un presidente del Pp. Zapatero 2 - FRANCIA LE FIGARO - "Barack Obama pronto a riformare il sistema finanziario": Washington ha svelato le linee maestre per regolamentare la finanza americana; un'iniziativa ben vista dagli europei prima del G20. "Accademia francese: eletto a sorpresa Francois Weyergans": candidato dell'ultim'ora, lo scrittore franco-belga ha superato rivali seri, come Didier Van Cauwelaert e Francois Taillandier. "Il riarmo cinese inquieta gli Stati Uniti": reazione violenta di Pechino al rapporto pubblicato dal Pentagono sulla potenza militare cinese. LIBERATION - "Il decreto bidone", titola Liberation a proposito del decreto annunciato da Nicolas Sarkozy sul divieto di bonus ai manager di aziende aiutate dallo stato. Un provvedimento che riguarda pochissime persone e che cerca solo l'effetto annuncio. "Obama live sulla rete": il presidente americano ha risposto ieri sul sito della Casa Bianca a domande sulla situazione economica. Viaggio in Africa del presidente francese: "A Kinshasa, Sarkozy adula a tutto campo" e pronuncia un discorso molto prudente. 3 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - "Trattative in corso per la liberazione degli ostaggi britannici in Iraq": si tratterebbe di uno scambio tra ostaggi e militanti in carcere; la liberazione potrebbe essere imminente. "Sono più pallido di Barack Obama": non soddisfatto di aver definito "abbronzato" il presidente Usa, il premier "gaffe-happy" Berlusconi ieri è tornato sull'argomento. Le torture all'ex detenuto di Guantanamo: "Non fate dell'MI5 il capro espiatorio", la responsabilità va anche ad esponenti del governo. SILVIO BERLUSCONI - Copyright Pizzi THE INDEPENDENT - "La exit-strategy di Obama in Afghanistan": il presidente americano pensa a una "surge civile" oltre che all'invio di nuove truppe. "La crisi finanziaria è stata provocata da uomini bianchi con occhi blu": con Gordon Brown al suo fianco, il presidente brasiliano Lula da Silva punta il dito sui responsabili della crisi globale. "Le regole per la successione al trono potrebbero essere riformate": colloqui tra Buckingham Palace e Governo per dare alle discendenti donne uguali diritti e per eliminare il divieto di matrimonio con cattolici. THE TIMES - "L'esercito britannico pronto a partecipare al surge afgano": il generale Dannatt conferma al Times l'invio di altri 2.000 soldati. "La polizia si scusa per lo stupratore rimasto libero quattro anni": il livello di incompetenza dimostrato dalla polizia nel caso di Kirk Reid ha scioccato gli inquirenti. "Bevande troppo calde aumentano il rischio di cancro all'esofago": una ricerca condotta sulle abitudini alimentari di un gruppo di 300 persone affette dal tumore. THE FINANCIAL TIMES - "Zapatero favorevole a uno stimolo 'verde'": intervistato dal Ft, il premier socialista spagnolo annuncia che il governo è pronto a lanciare un nuovo piano per far fronte alla recessione. "Centinaia di banche russe 'scompariranno'" sull'onda della crisi finanziaria globale, secondo Pyotr Aven, presidente della Alfa Bank. "Le banche svizzere vietano ai propri top manager di recarsi all'estero" per timore che vengano arrestati in un clima sempre più teso sul segreto bancario. Nella pagina dei commenti Alan Greenspan spiega "cosa è andato storto". Intervista al presidente messicano Felipe Calderon sulla collaborazione con Obama nella lotta al narcotraffico. Nicolas Sarkozy 4 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES - Il mullah Omar, il leader dei talebani in Afghanistan, ha convinto i talebani del Pakistan a concentrare i loro sforzi nella battaglia in Afghanistan contro le truppe americane. "Obama fissa dei calendari nella lotta contro i miliziani", il presidente americano programma di rafforzare la presenza militare Usa in Afghanistan e fisserà delle scadenze per i progressi nella lotta contro Al Qaida e i talebani in Afghanistan e Pakistan. Obama fa storia nei video in internet: più di 64mila persone lo hanno guardato ieri rispondere alle domande online nel suo primo video internet in veste di presidente americano. THE WASHINGTON POST - "Obama prevede più fondi per la guerra in Afghanistan": la nuova strategia su Afghanistan-Pakistan del presidente americano richiederà uno stanziamento più significativo di fondi per entrambi i paesi, con solo le spese dell'esercito americano nel paese di Hamid Karzai che ammontano a 2 miliardi di dollari al mese. "Si riaccende il dibattito sulle medicine per la sindrome da deficit di attenzione (Adhd, Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder)", nuovi dati provenienti da uno ampio studio federale reinfiammano il dibattito sull'efficacia dei trattamenti con farmaci dei bambini affetti da Adhd. Nordcorea: cresce la possibilità di un test nucleare. 5 - STAMPA ARABA AL QUDS AL ARABI - giornale palestinese edito a Londra, "Israele fa intendere di avere compiuto il raid contro un convoglio nel deserto in Sudan e minaccia altri simili in qualunque parte" del mondo. Il giornale si interroga: "E' stato il primo frutto dell'accordo di sicurezza tra Livni e Rice per impedire il contrabbando di armi a Hamas?". Gaza, "Hamas ha arrestato un miliziiano della Jihad idslamica dopo scontri tra le Brigate al Aqsa e soldati israeliani avvenuti a Khan Yunis". "L'Unione Mondiale dei giornalisti chiede a Hamas di facilitare la partenza in Egitto di un grippo di giornalisti palestinesi per partecipare ad un corso". Darfur, "l'aereo di al Bashir, anzichè in Etiopia come era stato annunciato atterra in Libia". Giordania, per combattare le violenze negli stadi "vietati i cori sugli spalti e la polizia istituisce un reparto speciale per controllare i tifosi". "Dopo avere rotto i rapporti con il governo il Consiglio islamico in Gran Bretagna accusa LOndra di interferenze". AL HAYAT - foglio panarabo edito a Londra, "l'Emiro saudita di al Qaida nella zona di confine tra la Siria e l'Iraq si consegna alle autorità" del suo Paese. Libano, "In un messaggio intimadatorio al Tribunale intrenazionale di Hariri, spari contro le auto di due giudici libanesi", e il premier Fuad Siniora definisce l'incidente, "un attentato all'autorità dello stato e delle sue istituzioni". Arabia saudita, "per la prima volta nella storia del Regno, celebrazione ufficiale della giornata internazionale del teatro". "Voci di finanziamenti dai paesi del Golfo ai talebani". Iraq, fonti tribali svelano che la ripresa degli attentati nel paese, sono dovuti al fatto che "al Qaida è riuscita a infiltrarsi nella rete di informatori creata dalle forze Usa per proteggere i consigli di Risveglio" le milizie tribali che combattono l'organizzazione terroristica. AL AHARAM - quotidiano semi-ufficiale dell'Egitto, "Mubarak ribadisce la necessità di porre fine alla sofferenza dei palestinesi e l'Egitto mette in guardia il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite contro l'ebraizzazione di Gerusalemme e la provocazione dei musulmani e chiede a Israele un immediata e permanente apertura dei valichi di Gaza", intanto, Human Rights accusa: "Tel Aviv ha commesso crimini di guerra contro i civili a Gaza". "Il Pentagono conferma il raid aereo israeliano contro il Sudan" e il premier Olmert: "non esiste posto nel mondo che non possiamo raggiungere e colpiremo ovunque". [27-03-2009]

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Migliaia di Nigeriani in viaggio verso l'Italia. Il finto accordo tra Berlusconi e Gheddafi e la vera guerra francese per l'uranio. La video inchiesta di Fabrizio Gatti (sezione: crisi)

( da "Blogosfere" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Mar 0927 Migliaia di Nigeriani in viaggio verso l'Italia. Il finto accordo tra Berlusconi e Gheddafi e la vera guerra francese per l'uranio. La video inchiesta di Fabrizio Gatti Pubblicato da Tiziano Scolari alle 09:30 in Diritti violati Clicca qui per vedere il video. Cosa centrano gli immigrati che sbarcano sempre più numerosi a Lampedusa, il Niger e l'uranio francese? No, non è la classica barzelletta con un italiano, un francese e un libico, ma la nuova inchiesta (anche in forma video) di Fabrizio Gatti, uscita oggi su L'Espresso. Il giornalista ripercorre il viaggio che gli immigrati fanno dal Niger per raggiungere l'Europa e in primis l'Italia, scoprendo che il loro percorso è tutt'altro che ostacolato dal colonnello Gheddafi, preoccupato più di aiutare il presidente francese Sarkozy a procurarsi l'uranio che di rispettare l'accordo con Berlusconi siglato il 2 Marzo (qui per vedere la mappa interattiva del viaggio di immigrati e uranio). Dal 2008 almeno 10 mila persone al mese attraversano il deserto del Sahara per cercare di raggiungere Agadez, racconta Gatti, porta del deserto. E per poi raggiungere Italia e Europa. Visto da Agadez, l'ultimo abbraccio tra il premier Silvio Berlusconi e il colonnello Muhammar Gheddafi è una beffa. In questa splendida città di fango rosso in mezzo al Sahara in Niger, l'accordo sull'immigrazione ratificato a Tripoli il 2 marzo scorso è già carta straccia. Da Agadez i camion e i fuoristrada stracarichi di emigranti africani che sperano di arrivare a Lampedusa, in Italia o in Europa hanno ripreso i loro viaggi verso la Libia. Il traffico è ripartito come ai tempi d'oro. Sotto lo sguardo indifferente e spesso interessato dell'esercito libico che controlla la pista di rocce e sabbia alla frontiera di Tumu, nel silenzio del deserto. Gheddafi, a sud del Sahara, oggi è soltanto un esecutore di decisioni prese a Parigi. Per fermare o rallentare la marcia dei clandestini verso il loro futuro, Berlusconi dovrebbe piuttosto chiedere l'intervento del presidente francese Nikolas Sarkozy: perché la via ai trafficanti di uomini è stata riaperta proprio grazie alla guerra dei tuareg. Una guerra per l'uranio sostenuta dalla Francia nella regione di Agadez. Il 24 febbraio Berlusconi ha incontrato Sarkozy. Ma non gli ha parlato di immigrazione. I due hanno discusso di ritorno all'energia nucleare in Italia. E di contratti per miliardi di euro da oggi al 2030 a vantaggio di Parigi. Areva, il colosso statale del nucleare francese, ha bisogno di nuovi clienti. Perché dal 2012 la società avrà così tanto uranio a disposizione che, per ammortizzare un investimento iniziale di 1,2 miliardi di euro, deve trovare subito qualcuno disposto a comprarlo. Altrimenti rischia di pagare cara la crisi finanziaria in cui è caduta. Tutto quell'uranio, però, non è ancora arrivato in Francia. Per il momento è in Niger, vicino ad Agadez: a Imouraren, sotto la sabbia nel mega-giacimento che comincerà a produrre fra tre anni, il secondo al mondo dopo McArthur River in Canada. Quello che nella sua visita a Roma il 24 febbraio Sarkozy non ha detto a Berlusconi è che la Francia in Niger ha giocato una partita sporca. Come era abituata a fare in Africa ai tempi del generale Charles de Gaulle. E solo alla fine Areva è riuscita a strappare al Canada e alla Cina la concessione per il mega-giacimento di Imouraren. Ma Sarkozy nemmeno ha raccontato a Berlusconi che i tuareg, sostenuti dagli 007 francesi nei giochi di guerra, si sono rimessi a trafficare con gli emigranti che vogliono approdare in Italia. In fondo, si tratta sempre di energia e forza lavoro destinate ad alimentare l'economia europea.

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CRISI/ PASSERA: POLITICI SI DIANO DA FARE, BASTANO TRE REGOLE (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Crisi/ Passera: Politici si diano da fare, bastano tre regole di Apcom Le scrivano, basta un giorno a farle -->Taormina(Messina), 27 mar. (Apcom) - "La crisi finanziaria è stata legata alla mancanza di regole nel sistema bancario". Lo ha detto Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, intervenendo alla seconda giornata dei lavori del Forum di Confagricoltura a Taormina. Passera ha invitato "i politici a darsi da fare. Cominciamo a dire ai signori politici che fanno loro le regole, che le facessero, maledizione, queste regole oltre ad occuparsi di tante altre cose. Perché - ha continuato - le regole le devono fare loro e servirebbero a evitare macro drammi come quelli che stiamo vivendo". Per Passera è necessario "inserire tre semplici regole, perché non abbiamo bisogno di inondazioni di norme". Secondo Passera servivano norme che evitassero "l'eccesso di indebitamento, l'eccesso di speculazione sulle durate e le passività fuori bilancio. Sono delle banalità - ha rilevato - cose che, se uno vuole, scrive in un giorno". Il rispetto di queste tre regole "sarebbe stato sufficiente a evitare il disastro. Su questi tre punti, sono assolutamente mancate le regole".

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SIEMENS, OBIETTIVO UTILE 2009 ANCORA VALIDO, TITOLO SALE (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Siemens, obiettivo utile 2009 ancora valido, titolo sale -->MILANO (Reuters) - Siemens mantiene il target di utile per l'esercizio fiscale 2009 nonostante una flessione degli ordini a partire da gennaio. Il titolo in borsa reagisce positivamente e nelle prime battute avanza del 3,7% a 46,04 euro. "Finché non ci sono nuove cifre, le vecchie sono valide", ha detto il direttore finanziario Joe Kaeser. Il prossimo mese il gruppo industriale tedesco pubblicherà i risultati del secondo trimestre da gennaio a marzo. "La crisi finanziaria ha raggiunto Siemens ma Siemens di per sé non è in crisi", ha aggiunto. Gli analisti si aspettano che il gruppo tagli le sue previsioni per l'utile operativo per tutte e tre le sue divisioni - energia, industria e healthcare. Siemens ha preannunciato che l'utile totale delle tre divisioni, il cosiddetto utile "total sectors", sarà tra 8 e 8,5 miliardi di euro per l'esercizio a settembre 2009. Kaeser ha detto che i nuovi ordini nel secondo trimestre dovrebbero essere significativamente più bassi rispetto allo stesso periodo dell'anno prima. Tuttavia, ha aggiunto, l'utile operativo dovrebbe migliorare nel periodo grazie alla forte domanda della divisione energia.

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Una strana primavera immobiliare! pag.7 (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Una strana primavera immobiliare! BLOG, clicca qui per leggere la rassegna di Andrea Mazzalai , 27.03.2009 08:48 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! questa religione! E mai possibile che in una banca centrale non vi siano alcune responsabilità, è mai possibile che sia sempre e solo un problema di mancanza di strumenti per nascondere l'ideologia di uomini che seguono il loro credo spesso senza ammettere alternative? Interessante a questo proposito una traduzione di Massimo Frulla apparsa su Effedieffe di una parte dell'articolo The big Takeover, a sua volta apparso sul sito ROLLINGSTONE. L'errore che la maggior parte della gente commette nel guardare alla crisi economica, è quello di considerarla in termini di denaro, un'impostazione che potrebbe portarvi a guardare al casino che abbiamo davanti come ad un potente tranquillante per l'euforica casta di Wall Street. Ma se guardate alla cosa in una pura ottica Macchiavellica, quello che vedrete sarà una colossale presa di potere che minaccia di trasformare il governo federale in una sorta di gigantesca Enron : una colossale ed impenetrabile scatola nera piena di trafficanti che agiscono per il proprio tornaconto ed i cui piani consistono nel garantirsi i profitti individuali alle spese di un oceano di inconsapevoli ed involontari azionisti, una volta noti come 'contribuenti' Il Paziente Zero Il modo migliore per capire questa crisi finanziaria è capire il crollo dell'AIG. L'AIG rappresenta quello che accade quando dei gestori bassi e pelati, appartenenti a burocrazie finanziarie altrimenti noiose, incominciano a vedersi nello specchio come dei Brad Pitt. L'AIG è una azienda che ha costruito, lungo più di un secolo, una fortuna gigantesca scommettendo su titolari di polizze consapevoli dell'importanza della sicurezza, persone che mettevano le cinture di sicurezza e costruivano le proprie case su terreni solidi, azienda che si è giocata tutto in un paio di anni dando in mano il suo segue pagina >>

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CRISI/ ESPERTI ONU PER UN NUOVO SISTEMA MONETARIO (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Crisi/ Esperti Onu per un nuovo sistema monetario di Apcom Al posto del dollaro particolari diritti speciali di prelievo -->New York, 27 mar. (Apcom) - Un gruppo di esperti dell'Onu diretti dall'economista statunitense Joseph Stiglitz ha proposto ieri un nuovo sistema monetario internazionale per sostituire quello attuale basato sul dollaro. "Un nuovo sistema monetario internazionale, simile a diritti speciali di prelievo molto ampliati, con emissioni periodiche e regolarmente adattate perche corrispondano alla misura delle riserve accumulate, potrebbe contribuire alla stabilità generale, alla potenza economica e all'equità mondiale" suggerisce il gruppo, tra altre raccomandazioni per far fronte alla crisi finanziaria. (fonte Afp)

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Jiri Paroubek: (sezione: crisi)

( da "Manifesto, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

CONFLITTI D'EUROPA Jiri Paroubek: «Ora svolta antiliberista» Intervista al leader socialdemocratico che ha provocato a Praga la caduta del governo di destra: «In autunno voto anticipato. Adesso un esecutivo tecnico per difendere gli strati popolari colpiti dalla crisi. La destra ha solo favorito imprese e banche. Basta essere appendici della politica estera di Bush: no allo scudo. Ma Barack Obama il 5 aprile è il benvenuto» Parla il leader dell'opposizione ceca che ha sfiduciato Topolanek: «Subito un governo tecnico per la crisi» Jakub Hornacek Claudio Buttazzo PRAGA Brancola nel buio la politica praghese dopo le dimissioni di Mirek Topolanek e del suo governo di centrodestra consegnate ieri nelle mani del presidente Vaclav Klaus. A complicare la vicenda e le prospettive di una positiva e rapida conclusione, sono soprattutto i contrasti esplosi tra i due maggiori esponenti del principale partito della destra al governo (l'Ods), e cioè tra il premier dimissionario Topolanek e proprio il presidente della repubblica Vaclav Klaus. Topolanek ha espressamente dichiarato che il vero artefice della sfiducia è stato Klaus, d'intesa col capo del partito socialdemocratico (Cssd), il principale partito d'opposizione, Jiri Paroubek. Socialdemocratici e comunisti, che insieme dispongono in Parlamento di 98 deputati su 200, non ce l'avrebbero fatta da soli ad approvare la sfiducia. Ce l'hanno fatta grazie ai quattro voti di deputati della maggioranza (due dell'Ods e due dei Verdi) aggiuntisi all'opposizione. Il sospetto di Topolanek è che i due deputati Ods abbiano risposto ad un input del presidente della repubblica, al fine di favorire la formazione di un nuovo governo Ods, guidato da un altro premier e che possa contare sull'appoggio esterno dei socialdemocratici. Jiri Paroubek, leader indiscusso della Cssd, è stato premier nel precedente governo a guida socialdemocratica e oggi torna ad essere il personaggio centrale della politica ceca, anche perché i sondaggi danno il suo partito saldamente in testa alle preferenze degli elettori. Ne giorni scorsi il congresso della Cssd lo ha confermato quasi all'unanimità presidente del partito. Lo abbiamo incontrato nella sede del Parlamento. Quali scenari si aprono con la caduta del governo di Mirek Topolanek? Lo scenario principale è quello delle elezioni anticipate. Anche se, per ragioni di opportunità, ritengo che esse si debbano tenere in autunno, in modo da consentire al nostro paese di reggere la presidenza di turno dell'Unione europea sino al termine naturale di fine giugno. Pertanto noi proponiamo che il governo Topolanek, seppur dimissionario, resti in carica fino al mese di giugno. Dopodiché, si potrebbe dar vita ad un governo transitorio composto da tecnici, che guiderebbe il paese fino alle elezioni anticipate da tenere in autunno. Il governo tecnico dovrebbe preparare un piano per affrontare la crisi, un piano accettabile per qualsiasi governo che si costituirà dopo le elezioni anticipate d'autunno. Cosa pensa della proposta del Partito comunista (Kscm) di un governo di unità nazionale? Credo che in questa fase non ci sia il clima giusto per un tale tipo di governo, anche perché la maggioranza dei partiti non è disponibile ad una collaborazione con i comunisti. Per questo sosteniamo un governo di tecnici senza partito, con un programma che possa avere il sostegno di tutti i partiti politici. Cioè un programma di lotta alla crisi, e dovrebbe essere accettato anche dal Partito comunista. Il governo Topolanek può quindi contare sul vostro appoggio fino la fine della presidenza di turno della Ue? Penso di sì. Siamo disposti tollerare il governo Topolanek fino la fine della presidenza di turno, ma vogliamo che il governo non porti avanti le sue riforme nel campo della sanità, dell' istruzione e del sistema pensionistico, ovvero deve smettere di fare passi che danneggiano larghi strati della società ceca. Resta di questo parere anche dopo le dichiarazioni di ieri di Topolanek, che hanno suscitato perplessità e anche proteste in tutto il mondo, sulla politica economica di Obama alla vigilia di un appuntamento chiave, come quello del G-20 di Londra, e della visita dello stesso presidente Usa a Praga nei prossimi giorni? Sono dichiarazioni scandalose e stupide. Mostrano in piena luce l'incompetenza del premier nel campo economico. Gli Stati Uniti sono l'economia più importante del mondo, e perciò abbiamo tutti l'interesse che quella economia riparta. Le dichiarazioni del premier sono il frutto di una certa mentalità neoliberista, che è dominante nel governo di Mirek Topolanek. Se qualcuno dubitasse dell'opportunità di esprimere sfiducia al governo, dopo tali dichiarazioni dovrebbe esserne convinto. Quali provvedimenti contro la crisi, a suo parere, doveva prendere il governo ceco? Come socialdemocratici cechi abbiamo proposto, già nei mesi scorsi, 60 provvedimenti contro la crisi; ma il governo ne ha approvati soltanto una piccola parte. Alcuni suoi provvedimenti sono molto contraddittori e orientati soltanto all'aiuto economico alle grandi imprese e alle banche. Noi pensiamo, al contrario, che bisogna anche stimolare la domanda e i consumi della popolazione e proteggerla dagli effetti sociali della crisi. Il governo era in minoranza parlamentare da molti mesi, ma ha continuato testardamente ad approvare provvedimenti dannosi per l'economia ceca. L'attuale crisi non mette anche in discussione il modello economico e di sviluppo degli ultimi 20 anni, basato su privatizzazioni e bassi salari, e portato avanti in Europa e nel mondo sia da governi di centro-destra che di centro-sinistra per far fronte alla concorrenza globale? Non sta nell'assunzione acritica di questo modello il senso della crisi, in particolare nei paesi dell'Est? Per quanto riguarda l'economia ceca, non c'è stata una stagnazione dei salari. Durante gli otto anni dei governi di centrosinistra, il salario medio è cresciuto del 43% e le pensioni sono cresciute del 22% (manca, però, il confronto con l' inflazione e l'indice di produttività, ndr). Il potere d'acquisto della popolazione ceca ha quindi avuto una rapida crescita. Per quanto riguarda le privatizzazione, pensiamo che vadano bloccate quelle future di alcune imprese e settori rimasti nelle mani dello Stato: l'aeroporto di Praga, il grande birrificio Budvar, che diffonde il buon nome della birra ceca nel mondo, ecc. Credo, che il punto centrale siano i meccanismi di controllo e di regolazioni da parte dello Stato nel settore finanziario. La Repubblica ceca lo ha già fatto dieci anni fa, durante i governi del centro-sinistra, e anche grazie a questo nelle banche ceche ci sono pochissimi asset tossici e crediti cattivi, circa il 3%. Certo, in passato, la ripulitura del sistema bancario da asset tossici e cattivi crediti è costata circa 20 miliardi di dollari. La crisi finanziaria, che allora aveva colpito la Repubblica ceca è stata il risultato delle politiche economiche sbagliate dei governi di destra all'inizio degli anni '90. Noi abbiamo quindi ripulito il sistema bancario già alla fine dello secolo scorso e all'inizio dello secolo attuale. Passiamo alla politica estera. Con la caduta del governo Topolanek cade anche la concezione della politica estera ceca degli ultimi anni, che era allineata a quella di George W. Bush, con l' appoggio incondizionato al progetto dello Scudo stellare, alle guerre in Iraq e Afghanistan, al sostegno diretto a Georgia e Israele? E quale sarà adesso il futuro della base radar, che gli Usa vorrebbero costruire nella Repubblica ceca? Considero la politica estera del governo Topolanek un anacronismo vivente, soprattutto dopo la fine dell'Amministrazione Bush. Noi non l'abbiamo mai condivisa (la Repubblica ceca ha mandato i propri soldati sia in Iraq che in Afghanistan durante i governi di centro-sinistra, ndr). Per quanto riguarda il radar, noi siamo chiaramente contro e siamo riusciti a bloccare la discussione alla Camera su questo, mostrando che il governo non ha i voti necessari alla Camera per ratificare gli accordi sul radar. Inoltre abbiamo avviato un dialogo con organizzazioni come la Nezakladnam che si batte contro il radar. Vogliamo essere amici degli Stati Uniti, ma non vogliamo essere l'appendice politica della passata Amministrazione Bush, come ha fatto il governo di Topolanek. Abbiamo un'opinione positiva su molti punti nuovi della politica del presidente Obama, ne ho parlato anche al congresso della Cssd. Sulla scena politica ceca non c'è un partito che sia più vicino ai Democratici americani del Partito socialdemocratico ceco. Il nostro paese, con la fine dell'attuale governo, cambierà sicuramente la sua politica estera.

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Francia: accordo con la 3M, liberato il direttore (sezione: crisi)

( da "Nuova Ferrara, La" del 27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Provincia Pavese, La) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi) (Gazzetta di Mantova, La)

Argomenti: Crisi

L'uomo era in ostaggio da martedì pomeriggio. Ma la caccia al manager continua e si estende a tutta l'Europa Francia: accordo con la 3M, liberato il direttore PARIGI. Il direttore del gruppo 3M, Luc Rousselet, tenuto in ostaggio nel suo ufficio da martedì pomeriggio a Santè di Pithiviers (Loiret) è stato liberato ieri notte dagli scioperanti dopo circa 30 ore di sequestro passati chiuso tra quattro mura. Il rilascio è avvenuto dopo la firma di «un protocollo d'accordo preliminare in base al quale la direzione della 3M si impegna ad accollarsi tutte le conseguenze sociali del progetto di ristrutturazione al fine di garantire ai dipendenti colpiti di reinserirsi» nel mondo del lavoro, si legge in un comunicato sindacale. All'origine della protesta la soppressione di 110 posti di lavoro su 235 a partire da settembre. «Sono molto contento per i dipendenti di Pithiviers so che per loro il piano di licenziamenti è qualcosa di molto difficile» ha detto Rousselet appena liberato tra le urla degli operati che gridavano «mascalzone!». Tra le rivendicazioni dei salariati della 3M quella di un bonus di 5000 euro per i dipendenti trasferiti a un altro impianto e tre anni di salario per quelli licenziati. La caccia al manager comincia a essere un vero a proprio fenomeno in un Europa scossa dalla crisi finanziaria. Dieci giorni è stato rapido con modalità analoghe l'amministratore delegato della Sony, Serge Foucher, mentre un gruppo di attivisti anti-capitalismo ha attaccato ieri notte la casa a Edimburgo di Fred Goodwin, il banchiere che ha messo in ginocchio la Royal Bank of Scotland. Azioni che riecheggiano anche nell'ultimo film di Benoit Delepine «Louise-Michel» in cui delle operaie che rischiano di essere licenziate ingaggiano un killer per far fuori il'boss'. «Penso che non siano queste delle soluzioni» ha commentato il ministro della Famiglia francese.

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Siemens, obiettivo utile 2009 ancora valido, titolo sale (sezione: crisi)

( da "Reuters Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

MILANO (Reuters) - Siemens mantiene il target di utile per l'esercizio fiscale 2009 nonostante una flessione degli ordini a partire da gennaio. Il titolo in borsa reagisce positivamente e nelle prime battute avanza del 3,7% a 46,04 euro. "Finché non ci sono nuove cifre, le vecchie sono valide", ha detto il direttore finanziario Joe Kaeser. Il prossimo mese il gruppo industriale tedesco pubblicherà i risultati del secondo trimestre da gennaio a marzo. "La crisi finanziaria ha raggiunto Siemens ma Siemens di per sé non è in crisi", ha aggiunto. Gli analisti si aspettano che il gruppo tagli le sue previsioni per l'utile operativo per tutte e tre le sue divisioni - energia, industria e healthcare. Siemens ha preannunciato che l'utile totale delle tre divisioni, il cosiddetto utile "total sectors", sarà tra 8 e 8,5 miliardi di euro per l'esercizio a settembre 2009. Kaeser ha detto che i nuovi ordini nel secondo trimestre dovrebbero essere significativamente più bassi rispetto allo stesso periodo dell'anno prima. Tuttavia, ha aggiunto, l'utile operativo dovrebbe migliorare nel periodo grazie alla forte domanda della divisione energia.

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Toshiba e Sharp potrebbero lavorare insieme per energia solare (sezione: crisi)

( da "Reuters Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

TOKYO (Reuters) - Le giapponesi Toshiba e Sharp hanno dichiarato oggi che stanno valutando di lavorare insieme nel settore dell'energia solare vista la domanda crescente di energia pulita. Annunci che ha spinto al rialzo le loro azioni. La crisi finanziaria ha provocato il taglio di finanziamenti per i nuovi progetti a partire dallo scorso anno, ma le aziende di energia solare stanno invece ancora compiendo una corsa per aumentare la loro capacità con i governi che in tutto il mondo sostengono l'espansione dei sistemi a energia pulita per tagliare le emissioni di gas serra,. Le azioni di Sharp hanno chiuso in rialzo del 4,7% e quelle di Toshiba del 2,5%, superando i livelli del mercato a Tokyo.

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Crisi e imprese, focus ad Ariano (sezione: crisi)

( da "Denaro, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Avellino dibattito Crisi e imprese, focus ad Ariano "Crisi finanziaria ed economia locale: Confidi, banche ed imprese" è il tema del confronto in programma questo pomeriggio, alle 18, presso la Sala Conferenze del Museo Civico Comunale Palazzo Forte ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino. Ad introdurre il confronto, moderato da Enzo Agliardi, caporedattore del Denaro, sarà Angelo Morella, portavoce dell'Associazione Città e Territorio. Sono previsti gli interventi del presidente della Camera di commercio di Avellino, Costantino Capone, di Silvio Sarno, presidente dell'Unione degli Industriali di Avellino, Lucio Donadio, direttore regionale Confidi Pmi Campania, Giuseppe Verde, direttore del Centro Imprese Avellino Unicredit Banca di Roma, Michele Di Cristo della direzione Banco di Napoli divisione imprese, e Antonio Petito, presidente della Banca di Credito Cooperativo Irpinia. "La crisi finanziaria", sottolineano gli organizzatori del confronto, "investe con la sua azione anche il tessuto locale irpino, mettendo in seria difficoltà gli operatori economici che quotidianamente devono affrontare le insidie di un mercato oramai globalizzato. Il restringimento delle linee di credito, le maggiori garanzie richieste, le poche risorse disponibili, aggravano ulteriormente la situazione senza peraltro consentire una ripresa degli investimenti necessaria per ripartire innovando". Il confronto di oggi si inserisce quale punto di partenza, in un momento estremamente difficile per l'economia, per le imprese del territorio chiamate a puntare sulla qualità, a cercare l'innovazione e a rischiare, con la consapevolezza che a tempi difficili seguono ripresa e benessere. Nel corso del convegno verranno analizzate anche le possibilità offerte da strumenti finanziari atti a reinserire sul mercato nuovi capitali per dare slancio all'economia sofferente, che le istituzioni centrali e locali, il sistema bancario ed il sistema impresa insieme possono affrontare.?Un mix vincente per il rilancio delle attività economiche, del lavoro e della spesa per trovare, spiegano gli organizzatori, "le forze per ripartire, perché questo è il modo per affrontare la crisi". A conclusione del convegno di questo pomeriggio è previsto un dibattito con gli operatori economici locali attraverso interventi programmati. del 27-03-2009 num.

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L'allarme dei consumatori (sezione: crisi)

( da "Miaeconomia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

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Cecenia, Mosca ordina il dietrofront (sezione: crisi)

( da "Avvenire" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

MONDO 27-03-2009 il disimpegno Il presidente ceceno Kadyrov ha annunciato che a fine mese verrà deciso lo stop alle operazioni avviate nel 1994. Secondo le autorità locali «restano ormai attivi solo settanta miliziani, che verranno annientati». Già da anni nella regione si registrano solo scontri sporadici Il Cremlino ha già stanziato 200 milioni di euro per la ricostruzione di Grozny LA GUERRA PIÙ LUNGA Cecenia, Mosca ordina il dietrofront «Finita l'emergenza terrorismo». Tornano a casa 20mila soldati russi DI GIOVANNI BENSI M ercoledì il presidente ceceno Ramzan Kadyrov ha annunciato che il 30 o il 31 marzo verrà ufficialmente decisa la fine dell'«operazione antiterroristica» in Cecenia, cioè della guerra contro la Russia che insanguina la repubblica nord-caucasica dal 1994. In pratica dovrebbero essere 20mila i soldati russi che torneranno a casa. L'occasione di questo annuncio è stata la visita a Grozny di una delegazione della commissione sicurezza della Duma di Mosca. «In Cecenia ha detto Kadyrov ormai da tempo è stata conclusa la lotta contro i terroristi». Quindi egli ha affermato che «secondo i dati dei servizi speciali, sulle montagne della Cecenia si trovano ancora 480 guerriglieri, ma secondo le mie informazioni non ve ne sono più di 70 e li annienteremo entro il mese prossimo ». Kadyrov ha sostenuto che «la nostra repubblica è una delle regioni più tranquille della Russia. La questione invece più importante per la Cecenia ha aggiunto è quella economica». Effettivamente gli scontri in Cecenia ormai da alcuni anni sono divenuti sporadici. Grozny è stata ricostruita e il Cremlino ha stanziato quasi nove miliardi di rubli (circa 200 milioni di euro) per riparare in danni. In Cecenia rimangono ancora 70mila militari russi, 50mila dei quali fanno parte delle truppe normalmente di stanza nella Repubblica, mentre alla lotta con i guerriglieri sono destinati i restanti 20mila, appartenenti alle «truppe interne» dell'Mvd, una sorta di polizia militare. Ora questi ultimi potrebbero essere ritirati. A Mosca il viceministro dell'Interno Arkadij Edelev inizialmente ha detto, imbarazzato, di «sentire per la prima volta una simile notizia». Ma poi una fonte del suo stesso ministero ha confermato che il 31 marzo il «Comitato nazionale antiterrorismo » (Nak) si riunirà in «seduta ordinaria», sull'agenda della quale «forse vi sarà anche la conclusione ufficiale dell'operazione antiterroristica nella Repubblica Cecena ». Una conferma è venuta anche dal presidente della Duma Boris Gryzlov: «So ha detto che il governo ceceno ha sollevato la questione di cessare l'operazione antiterroristica nella repubblica. So anche ha aggiunto che questa proposta è arrivata al Nak e verrà da esso presa in considerazione». Gryzlov ha inoltre osservato che la massiccia presenza delle truppe federali in Cecenia «porta a gravi perdite finanziarie » e ciò «è abbastanza problematico nelle condizioni della crisi finanziaria mondiale ». A Mosca il professor Aleksej Malashenko, uno dei maggiori esperti russi per il Nord Caucaso, ha dato ragione a Gryzlov. «Nelle condizioni della crisi ha detto possono esservi piani per ridurre le spese di mantenimento delle strutture militari in Cecenia» Parte di questi fondi potrebbero andare alla ricostruzione del Paese. Alcuni attivisti dei diritti civili ritengono che l'operazione militare in Cecenia può essere interrotta non tanto perché la guerriglia è stata sconfitta, ma perché essa si sta estendendo ad altre repubbliche del Nord Caucaso, come il Daghestan e l'Inguscezia. Oleg Orlov, capo del centro «Memorial » per la difesa dei diritti umani, fa presente che in queste due repubbliche attualmente «vengono uccisi o feriti più militari russi che in Cecenia». Tra le ragioni del progressivo ritiro dalla regione del Caucaso anche gli ingenti costi sostenuti per lo schieramento delle truppe Militari russi a Grozny, in Cecenia: sono oltre 100mila le vittime registrate nei due conflitti che hanno sconvolto il Caucaso (Reuters)

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Praga, Topolanek si dimette al (sezione: crisi)

( da "Avvenire" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

MONDO 27-03-2009 Praga, Topolanek si dimette al «buio» PRAGA. Il primo ministro ceco Mirek Topolanek, battuto in Parlamento martedí, si è dimesso ieri: rimane in carica per l'ordinaria amministrazione mentre il capo dello Stato,Vaclav Klaus, consulta i partiti. Topolanek sembra escludere possibilità di reincarico, già parla di elezioni anticipate e rimane per ora in carica anche come presidente di turno dell'Ue, in una posizione la cui debolezza preoccupa un po' tutti nell'Unione europea. Da mesi accusato dai partner di mancanza di dinamismo e di proposte di fronte alla crisi finanziaria ed economica, Mirek Topolanek si trova ora ridotto anche sul piano europeo a un ruolo di ordinaria amministrazione in una fase che di "ordinario" non ha proprio nulla e richiederebbe mani solide al timone dell'Ue.Vaklav Klaus ha parlato della necessità di formare un nuovo governo «in tempi rapidi» ma il panorama politico ceco non autorizza grandi speranze di una fulminea soluzione della crisi. Martedí la coalizione moderata al potere è stata sfiduciata con scarso margine dai 101 voti dall'opposizione guidata da socialdemocratici, con qualche defezione dalla maggioranza. La crisi di governo precedente è durata dal giugno 2006 al gennaio 2007. Anche se la crisi attuale fosse molto piú breve Topolanek pare condannato a presentarsi come leader dimezzato a tre importanti vertici: del G20 il 2 aprile a Londra, della Nato il 3 e 4 fra Strasburgo e Baden-Baden, e della partnership Ue-Stati Uniti il 4 e 5 a Praga. ( F.Ser.) Mirek Topolanek (Reuters)

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Busca: ad aprile il via alla stagione primaverile del Teatro (sezione: crisi)

( da "Targatocn.it" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Busca: ad aprile il via alla stagione primaverile del Teatro Prenderà il via nel primo week end di aprile (venerdì 3 e sabato 4) il programma primaverile di spettacoli del Teatro Civico di Busca, il cui restauro - realizzato grazie ai contributi dell’Unione europea e del Comune di Busca nell’ambito del progetto Interreg 'Montagne in scena' e coordinato dall’associazione Marcovaldo - è stato presentato al pubblico il 20 dicembre scorso. Venerdì 3 aprile alle 21, andrà in scena 'Ricordando Ernesto Francotto', letture a cura di Omar Ramero e Giangi Giordano. Sabato 4, sempre alle 21, il 'Quartetto d’archi del Teatro Regio di Torino' presenterà musiche di Mozart, Dvorak, Part, Piazzolla e Gershwin, concerto organizzato dall’istituto musicale Vivaldi e inserito nella rassegna internazionale di giovani concertisti 'Invito alla musica' stagione 2008/2009. Il cartellone è stato allestito dall’associazione culturale Marcovaldo e dal Comune di Busca, in collaborazione con alcune associazioni culturali buschesi (Istituto Musicale Vivaldi, Amici della musica, Le cercle rouge ed il Festival delle Colline Saluzzesi 2009). Per informazioni rivolgersi al numero verde 800329329. “Come annunciato in occasione dell’inaugurazione - spiega Fabrizio Pellegrino, presidente del Marcovaldo - la nostra associazione ed il Comune di Busca hanno cominciato a lavorare per gestire insieme il Teatro Civico. Il programma primaverile di spettacoli che prende il via ad aprile è il primo passo di questa collaborazione con il Comune: verranno coinvolte le associazioni culturali buschesi che si occupano di musica e spettacolo, per dare loro la possibilità di utilizzare il teatro, nell’ambito di una programmazione concertata”. I dieci eventi in programma dal 3 aprile al 13 giugno alternano momenti musicali (dalla classica all’opera e alla musica d’autore) a iniziative teatrali (letture e spettacoli), di cui due inserite nell’edizione 2009 del Roccolo della Poesia: i 'Racconti in musica' con Gipo Farassino (venerdì 1° maggio) e 'Il mattino di zucchero' con Roberto Piumini e Roberto Caviezel (sabato 9 maggio). “La programmazione futura – continua Pellegrino – dipenderà, tuttavia, in buona parte dalla concreta possibilità di riuscire ad usufruire di contributi pubblici, soprattutto in un periodo, come questo, in cui lo spettacolo è fortemente penalizzato dalla crisi finanziaria e dai tagli alla spesa pubblica e, in particolare, alla cultura. A questo proposito l’associazione Marcovaldo ha presentato un nuovo progetto Interreg – ‘Confrontations Artistiques Transfrontaliéres’ - che vede come capofila il Comune di Savigliano e ha come partner francese la Comunità dei Comuni della Moyenne Durance, per completare le dotazioni tecniche del teatro e per programmare due anni di attività. Nel caso il progetto venisse approvato, nel giugno prossimo, il Teatro Civico potrebbe contare su un avvio di stagione autunnale importante. Inoltre, sono in corso contatti con la Regione Piemonte per individuare ambiti progettuali nei quali sia possibile trovare risorse specifiche. TEATRO CIVICO DI BUSCA – PROGRAMMA PRIMAVERA 2009 VENERDÌ 3 APRILE - ORE 21 RICORDANDO ERNESTO FRANCOTTO Letture a cura di Omar Ramero e Giangi Giordano Ingresso 3 euro Ernesto Francotto è 'il poeta' di Busca: forse ancora oggi, ma sicuramente fino a qualche anno fa, i bambini delle elementari studiavano la sua poesia 'El nost Cioché' come rappresentativa di quello che era (ed è) ricordato con orgoglio come un grande uomo, ottimo medico e bravo poeta. La serata che viene proposta è un omaggio a Francotto, ricordato attraverso le sue poesie in italiano e in piemontese e attraverso le testimonianze commosse, curiose e spesso divertenti di chi l’ha conosciuto. Tra questi, un altro buschese immortale nel ricordo di tutti: il vicario Don Francesco Fino. Le letture sono tratte dal libro 'Ernesto Francotto: l’uomo e il poeta' edito dal Comune di Busca nel 1985. Sul palco si incontreranno due generazioni di attori buschesi: Omar Ramero, visto di recente nella fiction Rai 'Il bene e il male', leggerà stralci di racconti sulla vita di Francotto e alcune sue poesie; ospite della serata sarà Giangi Giordano, storico protagonista delle commedie dialettali portate in scena dalla Filodrammatica Buschese 'El cioché', che reciterà alcune poesie in piemontese scritte dal medico poeta. SABATO 4 APRILE ORE 21 QUARTETTO D’ARCHI DEL TEATRO REGIO DI TORINO Musiche di Mozart, Dvorak, Part, Piazzolla, Gershwin Organizzazione a cura dell’Istituto Musicale “Vivaldi” VI concerto della XXVIII rassegna internazionale di giovani concertisti 'Invito alla Musica' Stagione 08/09 Ingresso libero Il Quartetto d’archi del Teatro Regio di Torino (Stefano Vagnarelli, violino; Marco Polidori, violino; Krystyna Porebska, viola; Relja Lukic, violoncello) propone: 'Adagio e Fuga K. 546' di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791); 'Quartetto in fa maggiore op. 96 Americano' di Antonín Dvorák (1841-1904); 'Fratres' di Arvo Pärt (1935); 'Tango Ballet' di Astor Piazzolla (1921-1992); 'Selezione da Porgy and Bess' di George Gershwin (1898-1937). Il quartetto nasce dalla volontà delle quattro prime parti, che dopo numerosi anni di comune attività in seno all'orchestra del Teatro Regio di Torino, e della Filarmonica ‘900 del Teatro Regio di Torino, decidono di continuare ed approfondire il legame musicale, con attività cameristica. Il quartetto d'archi è dunque la scelta naturale, avallata anche dalla Direzione del Teatro stesso, che in più di 250 anni di attività, concede per la prima volta il nome del Teatro Regio ad un quartetto di suoi musicisti. I quattro strumentisti provengono da scuole e culture differenti, elemento questo che accresce l'apporto del singolo nello sviluppo delle proposte musicali del gruppo. Il repertorio spazia infatti in un arco temporale di ampio respiro, si va dunque dal settecento mozartiano, ai contemporanei come Part, toccando generi come il musical ed altri. Il Teatro Regio ha già messo a disposizione della nuova formazione, diverse date di concerti, non ultima l'inaugurazione della stagione di concerti cameristici del Teatro Regio. La formazione quartettistica è la base anche per gruppi più numerosi, come gli impegni con il M° Antonio Ballista, per programmi dedicati al quintetto con pianoforte. GLI ALTRI SPETTACOLI SABATO 18 APRILE - ORE 21 INVITO ALL’OPERA Con Bruno Gambarotta, Giuseppe Nova, Rino Vernizzi, Giorgio Costa Organizzazione a cura dell’Associazione Culturale “Amici della Musica” di Busca Rassegna di concerti “Musicaè” – V Stagione Artistica 2009 Ingresso libero VENERDÌ 1° MAGGIO - ORE 21 RACCONTI IN MUSICA Di e con Gipo Farassino Inaugurazione della III edizione de “Il Roccolo della Poesia” Ingresso 20 euro (ridotto 18 euro) SABATO 9 MAGGIO - ORE 10 e 11.30 IL MATTINO DI ZUCCHERO Spettacolo di Roberto Piumini e Roberto Caviezel Riservato ai ragazzi delle scuole materne ed elementari SABATO 9 MAGGIO - ORE 21 L'ESPLORATORE E I SUOI CANNIBALI Dodici poeti per dodici video-poesie Organizzazione a cura dell’Associazione Culturale 'Le cercle rouge' –Busca Ingresso libero VENERDÌ 22 MAGGIO - ORE 21 CHIEDI ALLA POLVERE Di John Fante con letture a cura di Omar Ramero e Giulia Brenna Ingresso 3 euro SABATO 23 MAGGIO – ORE 21 I VIRTUOSI DI PRAGA Orchestra da camera Organizzazione a cura dell’Associazione Culturale 'Amici della Musica' di Busca Rassegna di concerti 'Musicaè' – V Stagione Artistica 2009 Ingresso libero DOMENICA 31 MAGGIO - ORE 21 RECITAL PIANISTICO Brian Ganz al pianoforte Organizzazione a cura dell’Associazione Culturale 'Amici della Musica' di Busca Rassegna di concerti 'Musicaè' – V Stagione Artistica 2009 Ingresso libero DOMENICA 13 GIUGNO 2008 - ORE 21 GLI ARCHITANGHI Quintetto d’archi, voce e percussioni Musiche di E. Delfino, E.M. Arancini, E.A. Napolitano, A. Piazzolla, M. Theodoraki, M. Cappello, C. Gardel, Klezmer, E. A. Mario Organizzazione a cura del 'Festival delle Colline Saluzzesi 2009' Ingresso libero .

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Cile, a Viña del Mar vertice mondiale dei leader progressisti (sezione: crisi)

( da "Velino.it, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Cile, a ViÑa del Mar vertice mondiale dei leader progressisti Roma, 27 mar (Velino/Velino Latam) - Si aprirà oggi a ViÑa del Mar, località cilena circa cento chilometri a ovest di Santiago, il vertice dei leader progressisti che vedrà la presenza di uomini politici provenienti da America Latina, Europa e Stati Uniti. Tra i presenti i capi di Stato di Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, Argentina, Cristina Fernandez Kirchner, Uruguay, Tabaré Vazquez, e Cile, Michelle Bachelet, il vice presidente americano Joe Biden, i leader di governo José Luis Rodriguez Zapatero (Spagna) e Gordon Brown (Gran Bretagna) e una delegazione italiana composta dal segretario del Pd Dario Francescini, Francesco Rutelli, Rutelli, Franco Danieli, Gianni Vernetti e Lapo Pistelli. Il dibattito, a meno di una settimana dal summit del G20 di Londra, sarà focalizzato sulla crisi finanziaria internazionale. I partecipanti dovrebbero chiudere il vertice con una dichiarazione comune mirata ad affrontare l’ipotesi di una riforma degli organismi di credito internazionale che ne riveda priorità e ruolo, sostenere interventi pubblici a difesa delle fasce più deboli, suggerire politiche di sviluppo sostenibile. L’obiettivo è quello di costruire una posizione il più possibile condivisa da tutto il fronte progressista in merito alle politiche di breve, medio e lungo periodo che consentano all’economia mondiale di uscire rapidamente dalla crisi finanziaria che l’ha travolta, senza sacrificare le fasce sociali più in difficoltà. Non mancheranno, a margine della riunione, una serie di incontri bilaterali e tra i leader più attivi ci sarà il capo di Stato argentino Cristina Fernandez Kirchner, che dovrebbe incontrarsi con il vicepresidente americano Biden e con il primo ministro inglese Brown. Con il primo la “presidenta” spera di trovare un’intesa sulla proposta argentina di intervenire in maniera forte sul sistema del credito internazionale. è questo un tema molto sentito da Buenos Aires che vive un rapporto non facile con alcuni organismi finanziari transnazionali dopo il crack del 2001. Anche per questo il governo argentino chiede a Washington di guardare con maggiore attenzione alla regione latinoamericana, soprattutto dal punto di vista finanziario. La Kirchner dovrebbe riunirsi anche il presidente del governo spagnolo Zapatero e con il primo ministro inglese Gordon Brown, per cercare di aprire un dialogo sull’annosa questione delle isole Falkland-Malvinas. Buenos Aires aveva minacciato di denunciare di Londra a qualsiasi confronto sul tema, nientemeno che al cospetto della riunione del G20. (mat) 27 mar 2009 09:50

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Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa">La Cina preme per la 'nuova moneta' Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa (sezione: crisi)

( da "Affari Italiani (Online)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Crisi/ La Cina preme per la 'nuova moneta'. Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa Venerdí 27.03.2009 11:00 Di Alberto Fattori - da Shanghai La Cina sta assumendo, giorno dopo giorno, un sempre crescente ruolo nella riscrittura delle regole cardine del futuro del mondo moderno. Fino ad ora, con la forza delle proprie esportazioni, si era imposta solo come la "fabbrica del mondo", contribuendo non poco alla crescita economica degli ultimi decenni di molti paesi occidentali, Stati Uniti in testa. Ora però, sotto l'incalzare della crisi finanziaria, la Cina ritiene che sia giunto il momento per riscrivere le regole della Finanza mondiale, quella che regolano i flussi di capitale ed investimenti, la base per sostenere la propria Economia reale e continuare a crescere. Non è pertanto un mistero che la Cina sia seriamente propensa a sganciare il proprio sviluppo e quello del mondo prossimo venturo, dall'influenza del dollaro, proprio per evitare che i destini del mondo continuino ad essere legati, in maniera indissolubile, ai destini di una sola nazione. Da qui la proposta cinese: creare una "nuova moneta" chiamata "di riserva". Ma questa proposta cinese, non vuole essere il preludio per l'ingresso dello stesso Yuan in detto paniere o la sostituzione del dollaro con altra valuta, ma la creazione di una NUOVA MONETA, non coniata da alcun singolo paese e patrimonio dalla Comunità Internazionale tutta, quale bene comune in grado di fornire stabilità agli scambi tra le nazioni. Un'idea utopica? Tutt'altro. Dall'idea alla pratica, i dirigenti della Banca Centrale Cinese hanno pertanto proposto che questa "nuova moneta" sia gestita dal Fondo Monetario Internazionale, sfruttando i già esistenti "diritti speciali di prelievo" della Fmi che basati su un paniere allargato di Dollaro, Euro, Yen Giapponese e Sterlina Inglese, permettono già ora, di essere usati come unità di conto dal Fmi e da alcune organizzazioni multilaterali. pagina successiva >>

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Liguria: Costa Crociere crese del 16,6 per cento (sezione: crisi)

( da "Savona news" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Liguria: Costa Crociere crese del 16,6 per cento L’Assemblea degli Azionisti della società italiana Costa Crociere S.p.A., di cui fanno parte i marchi Costa Crociere, AIDA Cruises e Iberocruceros, riunitasi oggi in sessione ordinaria, ha approvato il bilancio consolidato relativo all’esercizio 2008 (dal 1 dicembre 2007 al 30 novembre 2008), che ha confermato risultati positivi e un ulteriore rafforzamento della crescita del gruppo n.1 in Europa e società di turismo n.1 in Italia. Il fatturato consolidato è salito a 2.358,1 milioni di euro (+16,6%), mentre gli Ospiti totali sono stati 1.634.582 (+19,3%). Sono cresciuti anche gli Ospiti/giorno, arrivati a quota 12.671.382 (+19%). Il tasso di occupazione si è mantenuto al 107%. “Il 2008, l’anno del 60esimo compleanno di Costa Crociere, è stato un anno molto positivo per i 3 marchi del gruppo,” ha commentato Pier Luigi Foschi, Presidente e Amministratore Delegato del gruppo Costa Crociere S.p.A. “nonostante la presenza di alcune condizioni sfavorevoli come l’aumento del prezzo del petrolio e l’inizio della crisi finanziaria ed economica. In questo contesto siamo riusciti comunque a crescere in maniera significativa, sia in termini di fatturato che di Ospiti totali, a conferma che la strategia del gruppo, che punta sullo sviluppo di mercati chiave, sulla qualità del prodotto e sulle nuove destinazioni, è stata molto apprezzata. Gli obiettivi futuri sono ancora di crescita, come dimostra il piano di espansione della flotta del Gruppo, che in questo momento è il più consistente del mondo: ben 9 nuove navi in arrivo entro il 2012”. Attualmente il Gruppo Costa Crociere S.p.A. può contare su un totale di 21 navi in servizio (12 di Costa Crociere, 6 di AIDACruises e 3 di Iberocruceros) e altre 9 in arrivo entro il 2012 (5 di Costa Crociere, 3 di AIDACruises e 1 di Iberocruceros), tutte battenti o che batteranno bandiera italiana. I risultati del bilancio 2008 confermano il consolidamento della posizione di numero 1 del gruppo Costa Crociere S.p.A. in Europa, il mercato crocieristico attualmente più dinamico. Secondo i recenti dati diffusi dall’European Cruise Council, l’associazione delle principali compagnie europee, nel 2008 sono stati 4,4 milioni gli europei ad andare in crociera, con un aumento del 10% circa rispetto all’anno precedente. Di questi 4,4 milioni circa il 30% ha scelto una delle navi dei 3 marchi del gruppo Costa. Il Paese in Europa dove le crociere sono più apprezzate rimane anche nel 2008 la Gran Bretagna, con 1,47 milioni di crocieristi (+10% rispetto al 2007); segue la Germania con 907.000 crocieristi (+19%), mentre l’Italia è al terzo posto con 682.000 crocieristi (+6%). La crescita del gruppo nel 2008 è stata trainata dal marchio Costa Crociere, che ha chiuso l’anno con circa 1,2 milioni di Ospiti totali, confermandosi prima compagnia crocieristica in Europa e prima società turistica italiana. Secondo i primi risultati emersi da uno studio in corso con il MIP, School of Management del Politecnico di Milano, nel 2008 si stima che Costa Crociere generi in Italia un impatto economico pari ad almeno 1,1 miliardi di euro, derivante dall’indotto creato dalla presenza delle sue navi nei porti, dall’indotto generato sugli aeroporti dagli spostamenti degli Ospiti delle sue navi, dalle spese generali, dai trasporti, da tasse e imposte e dagli investimenti in nuove navi. Le regioni che da una prima analisi hanno beneficiato maggiormente di questo valore sono Liguria, Lombardia, Lazio, Sicilia. Hanno contribuito all’incremento di passeggeri ospitati sulla flotta Costa le nuove destinazioni che la compagnia italiana ha lanciato per prima al mondo: Dubai, Estremo Oriente e Cina, Oceano Indiano. In quest’ultima destinazione Costa Crociere ha fatto il suo debutto proprio nel corso dell’esercizio 2008. Particolarmente apprezzati anche i nuovi servizi offerti dalle 2 ammiraglie Costa Serena e Costa Concordia, a cominciare dalla Samsara spa, tra le più grandi aree benessere mai costruite su una nave da crociera (oltre 6.000 m²), che comprende area benessere, cabine con accesso diretto all’area e ristorante dedicato. Il ruolo di numero 1 di Costa Crociere in Italia e in Europa si rafforzerà nei prossimi anni grazie all’ingresso nella flotta delle nuove navi. Infatti la compagnia italiana può contare sul piano di espansione della flotta più grande al mondo, con 5 nuove navi in arrivo entro il 2012, tutte costruite da Fincantieri in Italia per un investimento di 2,4 miliardi di euro. In particolare, 3 navi saranno consegnate in meno di 1 anno. La prima ad arrivare sarà Costa Luminosa (92.600 tonnellate e 2.826 Ospiti totali) a fine aprile 2009, seguita da Costa Pacifica (114.500 tonnellate e 3.780 Ospiti totali), a fine maggio 2009. Le due navi saranno battezzate insieme il 5 giugno a Genova in uno straordinario evento da record. A fine gennaio 2010 arriverà invece Costa Deliziosa, gemella di Costa Luminosa, mentre nella primavera 2011 e 2012 saranno pronte altre 2 gemelle di Costa Pacifica. Nel 2012 la flotta Costa Crociere sarà così composta da 17 navi e avrà la possibilità di accogliere 46.400 Ospiti totali, con un incremento del 50% rispetto ad oggi. Nel 2008 il marchio Aida Cruises, leader nel mercato tedesco, ha fatto registrare un importante incremento dell’offerta con l’entrata in servizio, ad aprile, della nuova ammiraglia AIDAbella (68.500 tonnellate di stazza e 2.500 Ospiti totali), costruita nei cantieri tedeschi di Meyer Werft. Come per la flotta Costa, anche il piano di espansione della flotta AIDA non si è fermato al 2008. Nel marzo 2009 è entrata in servizio AIDAluna, gemella di AIDAbella. Altre 3 navi, da 2.500 Ospiti totali l’una, sono in ordine presso i cantieri Meyer Werft in Germania, ed entreranno in servizio nella primavera del 2010, 2011 e 2012, per un investimento complessivo di oltre 1 miliardo di euro. Da segnalare per l’esercizio 2008 la piena operatività del marchio Iberocruceros, acquisito nel settembre 2007, operante nel mercato spagnolo. Anche Iberocruceros ha potuto contare su un incremento dell’offerta con l’arrivo di una terza nave, la Grand Celebration, inserita nella flotta a giugno 2008 dopo importanti lavori di rinnovamento effettuati a Genova per un investimento complessivo di 45 milioni di euro. Nel 2008 la crescita economica è andata di pari passo con l’impegno sociale e ambientale, in particolare per il marchio Costa Crociere. La compagnia italiana ha ottenuto dal RINA (Registro Navale Italiano) il mantenimento della certificazione BEST4, che Costa Crociere aveva conseguito per prima al mondo nel 2004, per tutte le navi della flotta e per gli uffici italiani, incluso il Palacrociere di Savona. Il BEST4 è un sistema articolato di certificazioni in materia di responsabilità sociale (SA 8000, del 2001), ambiente (UNI EN ISO 14001, del 2004), sicurezza (OHSAS 18001, del 2007) e qualità (UNI EN ISO 9001, del 2008). Costa Crociere e AIDA Cruises sono state inoltre le uniche compagnie di crociere al mondo a redigere e pubblicare il Bilancio Socio - Ambientale, una documentazione volontaria che ha come obiettivo di comunicare con trasparenza i principali risultati conseguiti in materia ambientale. Nel 2008 Costa Crociere ha pubblicato la terza edizione del Bilancio Socio - Ambientale (relativa all’anno fiscale 2007), redatta per la prima volta secondo le linee guida del GRI e certificato dal RINA, che ha evidenziato, sia negli uffici italiani che a bordo delle navi, risultati che vanno oltre il rispetto delle severe normative vigenti in materia. Costa Crociere è il più grande gruppo turistico italiano e la compagnia di crociere n.1 in Europa. Vanta oltre 60 anni di storia. Nel 2008 Costa Crociere ha accolto sulle proprie navi da crociera un totale di circa 1.200.000 Ospiti, un record storico in Europa. La sua flotta, la più grande d’Europa, comprende un totale di 12 navi in servizio, ognuna con caratteristiche distintive e uno stile inconfondibile. Altre 2 nuove navi - Costa Luminosa e Costa Pacifica - sono in consegna a fine aprile e fine maggio 2009 e saranno battezzate a Genova il 5 giugno 2009, e ulteriori 3 nuove unità sono in ordine. Nel 2012 la flotta Costa sarà composta da 17 navi con una capacità totale di circa 46.400 ospiti. Tutte le navi battono bandiera italiana, ed offrono ogni anno 250 destinazioni nel Mediterraneo, Nord Europa, Mar Baltico, Caraibi, Sud America, Emirati Arabi, Lontano Oriente, Oceano Indiano. Al gruppo Costa Crociere S.p.A. appartengono anche il marchio AIDA Cruises, numero uno delle crociere in Germania con 6 navi in servizio e 3 in ordine, ed il marchio Iberocruceros, operante in Spagna, con 3 navi in servizio ed 1 in ordine. Tutte le navi del gruppo Costa Crociere S.p.A. attualmente in servizio battono bandiera italiana. Costa Crociere S.p.A. risulta inoltre al 72° posto per fatturato e al 12° posto per redditività nella classifica di Mediobanca, che prende in considerazione oltre 3.700 società italiane con almeno 50 milioni di euro di fatturato. Costa Crociere S.p.A. fa parte del gruppo Carnival Corporation & plc (NYSE/LSE: CCL; NYSE: CUK), leader mondiale delle crociere.

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CRISI: BIDEN E BROWN A SANTIAGO DEL CILE PER CONFERENZA IN (sezione: crisi)

( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

(ASCA-AFP) - Santiago del Cile, 27 mar - Il vice presidente Usa Joe Biden e il Premier britannico Gordon Brown apriranno oggi nella capitale cilena la ''Progressive Governance 2009'', conferenza di due giorni che tentera' di affrontare le strategie comuni contro la crisi finanziaria che anticipa il G20 di Londra. Alla conferenza parteciperanno i primi ministri di Norvegia, Jens Stoltenberg, e Spagna, Jose' Luis Rodriguez Zapatero. Previsti anche i presidenti di Argentina, Cristina Fernandez Kirchner, Brasile, Inacio Luis Lula da Silva, Cile, Michelle Bachelet e Uruguay, Tabare' Vazquez. Il tema della due giorni, che terminera' con una conferenza stampa sabato, sara' incentrato sulla ''globalizzazione inclusiva''. A margine del summit Brown e Biden prenderanno parte ad una visita ufficiale del Paese cileno. Biden, che si rechera' successivamente in Costa Rica, cerchera' di carpire le preoccupazioni e le aspirazioni dei leader locali in vista del prossimo 'Summit of the Americas', che avra' luogo a meta' aprile a Trinidad e Tobago, e che rappresentera' per il presidente Barack Obama il primo grande vertice regionale per la nuova amministrazione statunitense.

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G20/ Sospeso professore universitario, aveva minacciato (sezione: crisi)

( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Roma, 27 mar. (Apcom) - Un professore universitario britannico è stato sospeso dall'incarico dopo aver pronunciato frasi minacciose nei confronti dei banchieri. Chris Knight, dell'Università di East London, aveva dichiarato alla Bbc Radio 4 che i banchieri "avrebbero potuto essere impiccati ai pali della luce" durante le prossime manifestazioni previste in Inghilterra in occasione del G20 e che le "cose potrebbe diventare pericolose" dopo l'attacco vandalico contro l'abitazione di Edimburgo di Sir Fred Goodwin, ex amministratore delegato della Royal Bank of Scotland. L'università ha confermato con un comunicato che il professore di antropologia è stato sospeso ieri dalle sue funzioni, "in attesa dei risultati di un'indagine" nei suoi confronti. Intervistato dalla Bbc all'indomani dell'attacco contro l'abitazione di Godwin, il professor Knight, uno degli organizzatori delle proteste anti-G20, ha dichiarato: "Impiccheremo ai lampioni diverse altre persone come Fred the Shred (Fred Goodwin) nel giorno del Pesce d'Aprile e posso solo augurarmi che si tratterà solo di fantocci". "I banchieri devono capire quanto grande è l'odio e la rabbia nei loro confronti, e devono sbrigarsi, perché se non lo fanno, l'humour può trasformarsi in ira". Per il G20 del 2 aprile a Londra numerosi gruppi stanno organizzando proteste su diversi temi, inclusa naturalmente la crisi finanziaria. Secondo la polizia alcuni attivisti stanno pianificando "azioni senza precedenti" e stanno riemergendo gruppi attivi verso la fine degli anni Novanta.

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Costa Crociere: fatturato e ospiti 2008 in decisa crescita (sezione: crisi)

( da "TravelQuotidiano.com" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Costa Crociere: fatturato e ospiti 2008 in decisa crescita Venerdì, 27 Marzo 2009 di Isabella Cattoni - Venerdì, 27 Marzo 2009 --> L'assemblea degli azionisti di Costa Crociere ha approvato il bilancio consolidato relativo all'esercizio 2008. Il fatturato consolidato è salito a 2 miliardi 358 milioni 163 mila euro (+16,6%), mentre gli ospiti totali sono stati un milione 634 mila 582 (+19,3%). Sono cresciuti anche gli ospiti/giorno, arrivati a quota 12 milioni 671 mila 382 (+19%). Il tasso di occupazione si è mantenuto al 107%. «Il 2008, l'anno del 60 compleanno di Costa Crociere, è stato un anno molto positivo per i tre marchi del gruppo - ha commentato Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato del gruppo Costa Crociere -, nonostante la presenza di alcune condizioni sfavorevoli come l'aumento del prezzo del petrolio e l'inizio della crisi finanziaria ed economica. In questo contesto siamo riusciti comunque a crescere in maniera significativa, sia in termini di fatturato sia di ospiti totali, a conferma che la strategia del gruppo, che punta sullo sviluppo di mercati chiave, sulla qualità del prodotto e sulle nuove destinazioni, è stata molto apprezzata. Gli obiettivi futuri sono ancora di crescita, come dimostra il piano di espansione della flotta del gruppo, che in questo momento è il più consistente del mondo: ben nove nuove navi in arrivo entro il 2012».

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UCRAINA/ MANIFESTAZIONI ANTI-GOVERNO IN TUTTO IL PAESE (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Ucraina/ Manifestazioni anti-governo in tutto il Paese di Apcom In 3.000 a Kiev chiedono dimissioni Tymoshenko e Yushchenko -->Kiev, 27 mar. (Ap-Nuova Europa) - Gli attivisti dell'opposizione ucraina stanno organizzando proteste anti-governative in tutto il Paese chiedendo le dimissioni del primo ministro Yulia Tymoshenko e del presidente Viktor Yushchenko. Le manifestazioni organizzate dal Partito delle Regioni di Viktor Yanukovich accusano l'esecutivo e il presidente di non aver saputo affrontare la crisi economica e finanziaria che sta attanagliando il Paese. A Kiev in 3.000 sono scesi in piazza con le bandiere blu del Partito delle Regioni gridando slogan come "Basta alla crisi" e "Abbasso le autorità". Secondo gli organizzatori proteste simili si stanno svolgendo in altre 10 città ucraine. Le manifestazioni dimostrano il malcontento crescente della popolazione nei confronti della crisi finanziaria devastante che si è abbattuta sul Paese. Secondo gli analisti le proteste isolate potrebbero trasformarsi in manifestazioni di massa e in agitazione civile.

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G20/SOSPESO PROFESSORE UNIVERSITARIO, AVEVA MINACCIATO BANCHIERI (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

G20/Sospeso professore universitario, aveva minacciato banchieri di Apcom I banchieri "potrebbero essere appesi ai lampioni" -->Roma, 27 mar. (Apcom) - Un professore universitario britannico è stato sospeso dall'incarico dopo aver pronunciato frasi minacciose nei confronti dei banchieri. Chris Knight, dell'Università di East London, aveva dichiarato alla Bbc Radio 4 che i banchieri "avrebbero potuto essere impiccati ai pali della luce" durante le prossime manifestazioni previste in Inghilterra in occasione del G20 e che le "cose potrebbe diventare pericolose" dopo l'attacco vandalico contro l'abitazione di Edimburgo di Sir Fred Goodwin, ex amministratore delegato della Royal Bank of Scotland. L'università ha confermato con un comunicato che il professore di antropologia è stato sospeso ieri dalle sue funzioni, "in attesa dei risultati di un'indagine" nei suoi confronti. Intervistato dalla Bbc all'indomani dell'attacco contro l'abitazione di Godwin, il professor Knight, uno degli organizzatori delle proteste anti-G20, ha dichiarato: "Impiccheremo ai lampioni diverse altre persone come Fred the Shred (Fred Goodwin) nel giorno del Pesce d'Aprile e posso solo augurarmi che si tratterà solo di fantocci". "I banchieri devono capire quanto grande è l'odio e la rabbia nei loro confronti, e devono sbrigarsi, perché se non lo fanno, l'humour può trasformarsi in ira". Per il G20 del 2 aprile a Londra numerosi gruppi stanno organizzando proteste su diversi temi, inclusa naturalmente la crisi finanziaria. Secondo la polizia alcuni attivisti stanno pianificando "azioni senza precedenti" e stanno riemergendo gruppi attivi verso la fine degli anni Novanta.

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Solidarietà dell'intera città (sezione: crisi)

( da "Sicilia, La" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Solidarietà dell'intera città Istituzioni, enti e associazioni vicini al presidente della Banca agricola popolare Testimonianze di solidarietà per il dottor Giovanni Cartia sono venute anche dal mondo bancario. Il dottor Gregorio Squadrito, direttore commerciale «Sicilia Sud» del Banco di Sicilia (UniCredit Group), ha detto: «Credo che per prima cosa vadano espressi i più calorosi complimenti alle forze dell'ordine e alla magistratura per una operazione che deve considerarsi di assoluto valore, in termini di indagini, intelligence, tempestività, e risultati. Un'operazione, tra l'altro, che ci ha svelato una realtà veramente inquietante. Sentire oggi parlare nel nostro territorio di sventato sequestro di persona e di comuni interessi fra ex terroristi e componenti della criminalità organizzata deve farci riflettere tutti. In questo contesto esprimo la massima solidarietà e vicinanza ad una persona che stimo molto sia sotto il profilo umano che professionale. Giovanni Cartia appartiene infatti ad una generazione di banchieri che nella nostra provincia è stata sempre molto apprezzata. Spero al più presto di incontrarlo per confermargli personalmente la mia solidarietà». Giovanni Di Gennaro e Carmelo Allibrio, della segreteria provinciale Fabi (la Federazione autonoma bancari italiani), in una loro nota, dicono che «la Fabi di Ragusa, avendo appreso del tentativo di sequestro da parte di una cosca criminosa gelese in danno del massimo esponente della Banca Agricola di Ragusa, sventato grazie all'operato dei carabinieri, esprime solidarietà al dottor Giovanni Cartia ed a tutti i lavoratori della Bapr; si compiace con le Forze dell'ordine ed auspica una sempre maggiore attenzione nei confronti delle Banche fortemente esposte in questo momento di grave crisi finanziaria.

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Perugia, ad aprile il Festival Internazionale del Giornalismo (sezione: crisi)

( da "Reuters Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

MILANO (Reuters) - Oltre 200 giornalisti ed esperti di tutto il mondo si riuniranno a Perugia dall'1 al 5 aprile per la terza edizione del Festival Internazionale del Giornalismo, con 100 eventi tra seminari, lectio, dibattiti, interviste, mostre e serate teatrali dedicati al mondo dell'informazione. Lo riporta in un comunicato l'associazione culturale "Il Filo d'Arianna", che organizza l'evento con il sostegno di Regione Umbria, Commissione europea e Ordine dei Giornalisti. Seymour Hersh, noto giornalista investigativo che scrive per il settimanale americano The New Yorker, e Sergio Romano, editorialista del Corriere della Sera e firma autorevole del giornalismo italiano, sono solo un esempio dei partecipanti ai numerosi appuntamenti, che si terranno nei teatri e nei palazzi storici del centro medievale di Perugia. All'edizione del 2009 parteciperà inoltre per la prima volta una 'community' nata attraverso i social network come Twitter e Facebook, che conta circa 200 studenti e appassionati di giornalismo tra i 15 e i 26 anni provenienti da tutto il mondo. Alcuni dei temi trattati dagli oltre 40 incontri-dibattiti in programma, saranno il problematico rapporto tra verità e realtà nell'informazione, il ruolo dei media nella crisi finanziaria internazionale, il post giornalismo e i nuovi linguaggi della comunicazione, e la libertà dei giornalisti in rapporto alla pubblicità. Saranno poi dedicati ampi spazi all'informazione in prima linea contro le mafie, ai new media e alle nuove frontiere dell'informazione, e al "giornalismo degli altri", su diritti umani e libertà di stampa. Il festival, che prevede anche altre iniziative, tra cui una reading musicale dedicata ad Oriana Fallaci, ha registrato 30.000 presenze all'edizione dell'anno scorso.

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Costa Crociere, approvato bilancio 2008: fatturato +16,6% (sezione: crisi)

( da "Velino.it, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO - Costa Crociere, approvato bilancio 2008: fatturato +16,6% Roma, 27 mar (Velino) - L’assemblea degli azionisti della società italiana Costa Crociere S.p.A., di cui fanno parte i marchi Costa Crociere, Aida Cruises e Iberocruceros, riunitasi oggi in sessione ordinaria, ha approvato il bilancio consolidato relativo all’esercizio 2008 (dal primo dicembre 2007 al 30 novembre 2008), che ha confermato risultati positivi e un ulteriore rafforzamento della crescita del gruppo numero uno in Europa e società di turismo numero uno in Italia. Il fatturato consolidato è salito a 2.358,1 milioni di euro (+16,6 per cento), mentre gli ospiti totali sono stati 1.634.582 (+19,3 per cento). Sono cresciuti anche gli ospiti/giorno, arrivati a quota 12.671.382 (+19 per cento). Il tasso di occupazione si è mantenuto al 107 per cento. “Il 2008, l’anno del 60esimo compleanno di Costa Crociere, è stato un anno molto positivo per i tre marchi del gruppo - ha commentato Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato del gruppo Costa Crociere S.p.A -. Nonostante la presenza di alcune condizioni sfavorevoli come l’aumento del prezzo del petrolio e l’inizio della crisi finanziaria ed economica. In questo contesto siamo riusciti comunque a crescere in maniera significativa, sia in termini di fatturato che di ospiti totali, a conferma che la strategia del gruppo, che punta sullo sviluppo di mercati chiave, sulla qualità del prodotto e sulle nuove destinazioni, è stata molto apprezzata. Gli obiettivi futuri sono ancora di crescita, come dimostra il piano di espansione della flotta del Gruppo, che in questo momento è il più consistente del mondo: ben nove nuove navi in arrivo entro il 2012”. Attualmente il Gruppo Costa Crociere S.p.A. può contare su un totale di 21 navi in servizio (dodici di Costa Crociere, sei di AidaCruises e tre di Iberocruceros) e altre nove in arrivo entro il 2012 (cinque di Costa Crociere, tre di AidaCruises e una di Iberocruceros), tutte battenti o che batteranno bandiera italiana. I risultati del bilancio 2008 confermano il consolidamento della posizione di numero uno del gruppo Costa Crociere S.p.A. in Europa, il mercato crocieristico attualmente più dinamico. Secondo i recenti dati diffusi dall’European cruise council, l’associazione delle principali compagnie europee, nel 2008 sono stati 4,4 milioni gli europei ad andare in crociera, con un aumento del 10 per cento circa rispetto all’anno precedente. Di questi 4,4 milioni circa il 30 per cento ha scelto una delle navi dei tre marchi del gruppo Costa. Il paese in Europa dove le crociere sono più apprezzate rimane anche nel 2008 la Gran Bretagna, con 1,47 milioni di crocieristi (+10 per cento rispetto al 2007); segue la Germania con 907mila crocieristi (+19 per cento), mentre l’Italia è al terzo posto con 682 mila crocieristi (+6 per cento). La crescita del gruppo nel 2008 è stata trainata dal marchio Costa Crociere, che ha chiuso l’anno con circa 1,2 milioni di ospiti totali, confermandosi prima compagnia crocieristica in Europa e prima società turistica italiana. Secondo i primi risultati emersi da uno studio in corso con il Mip, School of management del Politecnico di Milano, nel 2008 si stima che Costa Crociere generi in Italia un impatto economico pari ad almeno 1,1 miliardi di euro, derivante dall’indotto creato dalla presenza delle sue navi nei porti, dall’indotto generato sugli aeroporti dagli spostamenti degli ospiti delle sue navi, dalle spese generali, dai trasporti, da tasse e imposte e dagli investimenti in nuove navi. Le regioni che da una prima analisi hanno beneficiato maggiormente di questo valore sono Liguria, Lombardia, Lazio, Sicilia. Hanno contribuito all’incremento di passeggeri ospitati sulla flotta Costa le nuove destinazioni che la compagnia italiana ha lanciato per prima al mondo: Dubai, Estremo Oriente e Cina, Oceano Indiano. In quest’ultima destinazione Costa Crociere ha fatto il suo debutto proprio nel corso dell’esercizio 2008. Particolarmente apprezzati anche i nuovi servizi offerti dalle due ammiraglie Costa Serena e Costa Concordia, a cominciare dalla Samsara spa, tra le più grandi aree benessere mai costruite su una nave da crociera (oltre seimila metri quadri), che comprende area benessere, cabine con accesso diretto all’area e ristorante dedicato. Il ruolo di numero uno di Costa Crociere in Italia e in Europa si rafforzerà nei prossimi anni grazie all’ingresso nella flotta delle nuove navi. Infatti, la compagnia italiana può contare sul piano di espansione della flotta più grande al mondo, con cinque nuove navi in arrivo entro il 2012, tutte costruite da Fincantieri in Italia per un investimento di 2,4 miliardi di euro. In particolare, tre navi saranno consegnate in meno di un anno. La prima ad arrivare sarà Costa Luminosa (92.600 tonnellate e 2.826 ospiti totali) a fine aprile 2009, seguita da Costa Pacifica (114.500 tonnellate e 3.780 ospiti totali), a fine maggio 2009. Le due navi saranno battezzate insieme il 5 giugno a Genova in uno straordinario evento da record. A fine gennaio 2010 arriverà invece Costa Deliziosa, gemella di Costa Luminosa, mentre nella primavera 2011 e 2012 saranno pronte altre due gemelle di Costa Pacifica. Nel 2012 la flotta Costa Crociere sarà così composta da 17 navi e avrà la possibilità di accogliere 46.400 ospiti totali, con un incremento del 50 per cento rispetto a oggi. Nel 2008 il marchio Aida Cruises, leader nel mercato tedesco, ha fatto registrare un importante incremento dell’offerta con l’entrata in servizio, ad aprile, della nuova ammiraglia AIDAbella (68.500 tonnellate di stazza e 2.500 ospiti totali), costruita nei cantieri tedeschi di Meyer Werft. Come per la flotta Costa, anche il piano di espansione della flotta Aida non si è fermato al 2008. Nel marzo 2009 è entrata in servizio AIDAluna, gemella di AIDAbella. Altre tre navi, da 2.500 ospiti totali l’una, sono in ordine nei cantieri Meyer Werft in Germania, ed entreranno in servizio nella primavera del 2010, 2011 e 2012, per un investimento complessivo di oltre un miliardo di euro. Da segnalare per l’esercizio 2008 la piena operatività del marchio Iberocruceros, acquisito nel settembre 2007, operante nel mercato spagnolo. Anche Iberocruceros ha potuto contare su un incremento dell’offerta con l’arrivo di una terza nave, la Grand Celebration, inserita nella flotta a giugno 2008 dopo importanti lavori di rinnovamento effettuati a Genova per un investimento complessivo di 45 milioni di euro. Nel 2008 la crescita economica è andata di pari passo con l’impegno sociale e ambientale, in particolare per il marchio Costa Crociere. La compagnia italiana ha ottenuto dal Rina (Registro navale italiano) il mantenimento della certificazione Best4, che Costa Crociere aveva conseguito per prima al mondo nel 2004, per tutte le navi della flotta e per gli uffici italiani, incluso il Palacrociere di Savona. Il Best4 è un sistema articolato di certificazioni in materia di responsabilità sociale (SA 8000, del 2001), ambiente (UNI EN ISO 14001, del 2004), sicurezza (OHSAS 18001, del 2007) e qualità (UNI EN ISO 9001, del 2008). Costa Crociere e Aida Cruises sono state inoltre le uniche compagnie di crociere al mondo a redigere e pubblicare il Bilancio socio - ambientale, una documentazione volontaria che ha come obiettivo di comunicare con trasparenza i principali risultati conseguiti in materia ambientale. Nel 2008 Costa Crociere ha pubblicato la terza edizione del Bilancio socio - ambientale (relativa all’anno fiscale 2007), redatta per la prima volta secondo le linee guida del Gri e certificato dal Rina, che ha evidenziato, sia negli uffici italiani che a bordo delle navi, risultati che vanno oltre il rispetto delle severe normative vigenti in materia. (red/sch) 27 mar 2009 13:10

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CRISI E COORDINAMENTO INTERNAZIONALE, SUMMIT TRA L (sezione: crisi)

( da "WindPress.it" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

27-03-2009 Crisi e coordinamento internazionale, summit tra le Confindustrie del mondoMarcegaglia lancia la terza edizione del G8 Business, il 23 e 24 aprile in SardegnaRoma, 27 marzo 2009 - Crisi economica e finanziaria, libert`a di investimenti e cambiamenti climatici: saranno i principali temi che le rappresentanze industriali dei paesi del G8 affronteranno il 23 e 24 aprile prossimi a Forte Village in Sardegna (Cagliari) nella terza edizione del G8 Business imprese. Con la presidenza di turno affidata all'Italia, il summit sar`a occasione per una riflessione sull'agenda economica internazionale e per trovare nuove proposte che permettano di superare la difficile congiuntura globale. A conclusione dei lavori sar`a firmata una dichiarazione congiunta da sottoporre ai Capi di Stato e di Governo, affinchtengano conto nel vertice politico che si svolger`a a luglio a La Maddalena. L'iniziativa segue gli incontri organizzati da Confindustria tedesca (BDI) a Berlino nel 2007, da Confindustria giapponese (Nippon Keidanren) a Tokio nel 2008 e da quella francese (Medef) a Parigi lo scorso dicembre, in un'edizione straordinaria interamente dedicata alle tematiche della crisi finanziaria.I lavori della due giorni, cui parteciperanno i Presidenti delle Confindustrie di Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Canada e Russia, rappresentanti del Governo italiano ed economisti internazionali, saranno coordinati dalla Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.

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Marcegaglia lancia la terza edizione del G8 Business a fine aprile (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Marcegaglia lancia la terza edizione del G8 Business a fine aprile (Teleborsa) - Roma, 27 mar - Crisi economica e finanziaria, libert di investimenti e cambiamenti climatici saranno i principali temi che le rappresentanze industriali dei paesi del G8 affronteranno il 23 e 24 aprile prossimi a Forte Village in Sardegna (Cagliari) nella terza edizione del G8 Business imprese. Con la presidenza di turno affidata all'Italia, il summit sar occasione per una riflessione sull'agenda economica internazionale e per trovare nuove proposte che permettano di superare la difficile congiuntura globale. A conclusione dei lavori sar firmata una dichiarazione congiunta da sottoporre ai Capi di Stato e di Governo, affinch ne tengano conto nel vertice politico che si svolger a luglio a La Maddalena. L'iniziativa segue gli incontri organizzati da Confindustria tedesca (BDI) a Berlino nel 2007, da Confindustria giapponese (Nippon Keidanren) a Tokio nel 2008 e da quella francese (Medef) a Parigi lo scorso dicembre, in un'edizione straordinaria interamente dedicata alle tematiche della crisi finanziaria. I lavori della due giorni, cui parteciperanno i Presidenti delle Confindustrie di Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Canada e Russia, rappresentanti del Governo italiano ed economisti internazionali, saranno coordinati dalla Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. 27/03/2009 - 14:52

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Obiettivo:sganciare il mondo dagli Usa">La Cina preme per la 'nuova moneta' Obiettivo:sganciare il mondo dagli Usa (sezione: crisi)

( da "Affari Italiani (Online)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Crisi/ La Cina preme per la 'nuova moneta'. Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa Venerdí 27.03.2009 14:00 Di Alberto Fattori - da Shanghai La Cina sta assumendo, giorno dopo giorno, un sempre crescente ruolo nella riscrittura delle regole cardine del futuro del mondo moderno. Fino ad ora, con la forza delle proprie esportazioni, si era imposta solo come la "fabbrica del mondo", contribuendo non poco alla crescita economica degli ultimi decenni di molti paesi occidentali, Stati Uniti in testa. Ora però, sotto l'incalzare della crisi finanziaria, la Cina ritiene che sia giunto il momento per riscrivere le regole della Finanza mondiale, quella che regolano i flussi di capitale ed investimenti, la base per sostenere la propria Economia reale e continuare a crescere. Non è pertanto un mistero che la Cina sia seriamente propensa a sganciare il proprio sviluppo e quello del mondo prossimo venturo, dall'influenza del dollaro, proprio per evitare che i destini del mondo continuino ad essere legati, in maniera indissolubile, ai destini di una sola nazione. Da qui la proposta cinese: creare una "nuova moneta" chiamata "di riserva". Ma questa proposta cinese, non vuole essere il preludio per l'ingresso dello stesso Yuan in detto paniere o la sostituzione del dollaro con altra valuta, ma la creazione di una NUOVA MONETA, non coniata da alcun singolo paese e patrimonio dalla Comunità Internazionale tutta, quale bene comune in grado di fornire stabilità agli scambi tra le nazioni. Un'idea utopica? Tutt'altro. Dall'idea alla pratica, i dirigenti della Banca Centrale Cinese hanno pertanto proposto che questa "nuova moneta" sia gestita dal Fondo Monetario Internazionale, sfruttando i già esistenti "diritti speciali di prelievo" della Fmi che basati su un paniere allargato di Dollaro, Euro, Yen Giapponese e Sterlina Inglese, permettono già ora, di essere usati come unità di conto dal Fmi e da alcune organizzazioni multilaterali. pagina successiva >>

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Fatturato a +16,6% nel bilancio 2008 di Costa Crociere (1) (sezione: crisi)

( da "TTG Italia Online" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

27/03/2009 15.00 Fatturato a +16,6% nel bilancio 2008 di Costa Crociere (1) L'assemblea degli azionisti di Costa Crociere ha approvato il bilancio consolidato 2008, che evidenzia una crescita del 16,6% del fatturato consolidato, pari a 2,35 miliardi, del 19,3% degli ospiti totali, pari a un milione 634.582 e del 19% di ospiti/giorno, pari a 12 milioni 671.382. Il tasso di occupazione navi si è mantenuto al 107%. "Il 2008, 60esimo anno di attività dell'operatore, è stato molto positivo per i 3 marchi del gruppo - ha commentato Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato del Gruppo Costa Crociere - nonostante la presenza di alcune condizioni sfavorevoli come l'aumento del prezzo del petrolio e l'inizio della crisi finanziaria ed economica. E gli obiettivi futuri sono ancora di crescita" - segue -

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Fatturato Costa in crescita del 17% e gli ospiti a +19% (sezione: crisi)

( da "GuidaViaggi.it" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il bilancio consolidato di Costa Crociere Spa si è chiuso il 30 novembre scorso con un fatturato consolidato salito a 2.358,1 milioni di euro (+16,6%), mentre gli ospiti totali sono stati 1.634.582 (+19,3%). Sono cresciuti anche gli ospiti/giorno, arrivati a quota 12.671.382 (+19%). Il tasso di occupazione si è mantenuto al 107%. “Il 2008, l’anno del 60esimo compleanno di Costa Crociere – ha commentato il presidente e a.d. Pier Luigi Foschi - è stato molto positivo per i 3 marchi del gruppo, nonostante la presenza di alcune condizioni sfavorevoli come l’aumento del prezzo del petrolio e l’inizio della crisi finanziaria ed economica”. Gli obiettivi futuri prevedono un’ulteriore crescita, anche alla luce delle 9 navi in arrivo entro il 2012.

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Gli ultimi rimbalzi vogliono dire nuova fiducia? (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Gli ultimi rimbalzi vogliono dire nuova fiducia? PRIMO PIANO, clicca qui per leggere la rassegna di ilsussidiario.net , 27.03.2009 15:12 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! La Borsa di Milano sta recuperando in questi giorni quello che aveva lasciato sul terreno dall’inizio dell’anno. Il trend di piazza Affari è migliore, in questo “rimbalzo” prolungato che dura da dopo l’11 marzo, di quello di tutti gli altri mercati del continente. Ma comunque, da uno sguardo generale, si capisce che è ritornata un poco di fiducia e che si sta ripetendo un vecchio detto, quello che si dice da anni: “La Borsa crolla ma non muore mai”. Il problema che si pone oggi però, di fronte a questa ripresa dei mercati, è se si intraveda finalmente e realmente “la luce in fondo al tunnel”, se si stia assistendo all’inizio dell’inversione di un ciclo negativo. Si dice, in genere, che proprio le Borse, i mercati, anticipino, nel bene e nel male, gli stessi cicli economici. Così come la crisi finanziaria mondiale ha “galleggiato” per un anno tra una sponda e l’altra dell’Atlantico, prima di investire pesantemente l’economia reale, può anche essere possibile che il riordino che si sta tentando di fare sul sistema finanziario, possa contribuire non solo a ridare fiducia, ma a stimolare di nuovo la domanda nell’economia reale. Al solito, c’è un grande dibattito in corso tra gli analisti e gli accademici Mentre Ben Bernanke e Timothy Geithner preparano piani di “gigantesca” iniezione di liquidità per muovere il mercato del credito, inserendo anche nuovi controlli nelle attività finanziarie, ci sono due terribili “cassandre” che quasi picchiano i pugni nel loro pessimismo e nella critica alla scelte dell’amministrazione americana di Barack Obama. Il premio Nobel per l’economia, Paul Krugman, insiste sul suo sito, e nella interviste che rilascia, a suggerire la nazionalizzazione delle banche americane. L’altro personaggio è Nouriel Roubini, che previde con largo anticipo la crisi mondiale e che ora ritiene inutili e dannosi segue pagina >>

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CAMFIN/ IN 2008 PERDITA GRUPPO A 167 MLN, DEBITO SCENDE A... -2- (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Camfin/ In 2008 perdita gruppo a 167 mln, debito scende a... -2- di Apcom Proventi netti da partecipazioni sono negativi per 131,8 milioni -->Milano, 27 mar. (Apcom) - L'esercizio 2008, spiega la società, "è stato fortemente condizionato dalla crisi finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo Camfin sia per la contrazione dell'attività delle collegate derivante dal rallentamento dell'economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli". I proventi netti da partecipazioni al 31 dicembre 2008 sono negativi per 131,8 milioni, rispetto a un dato positivo per 38,7 milioni nel 2007. Nel 2008 il risultato della collegata Pirelli è stato negativo per 412,5 milioni. Al 31 dicembre 2008, la partecipazione detenuta dal gruppo Camfin in Pirelli risultava pari a 1.370.721.796 azioni, circa il 26,19% del capitale ordinario. A questa si aggiunge una struttura di opzioni 'Put&Call', scaduta nel mese di dicembre e rinnovata fino al mese di marzo, tale da consentire al gruppo l'acquisto di un'ulteriore quota di capitale ordinario di Pirelli pari all'1,46%. Successivamente la struttura è stata rinnovata fino a giugno.

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FINCANTIERI: OK CDA A BILANCIO 2008, RICAVI +8% (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Fincantieri: ok cda a bilancio 2008, ricavi +8% di ANSA Proposto aumento capitale per 300 milioni di euro -->(ANSA) - TRIESTE, 27 MAR -Fincantieri nel 2008 ha conseguito ricavi pari a 2,9 miliardi di euro (+8% sul 2007), ma gli utili in calo rispetto all'anno precedente. La flessione del risultato prima delle imposte e di quello netto - rispettivamente a 43 e 10 mln - e' dovuto alla ''congiuntura internazionale sfavorevole''. Il Bilancio 2008 e' stato approvato dal Cda che ha proposto all'assemblea degli azionisti,per poter realizzare il Piano industriale 2007-2011, un aumento di capitale fino a 300 milioni. Nel 2008 Fincantieri ha registrato anche un calo dell'Ebitda rispetto al 2007 (134 mln contro i 194 dell'anno prima) mentre sotto il profilo dell'attivita' commerciale, sono stati finalizzati ordini per 2,5 mld (contro il valore record di 4,2 mld del 2007) ''in un contesto di mercato segnato dalla crisi finanziaria che ha bloccato i nuovi ordini a partire dal mese di settembre 2008''. Nel settore croceristico sono stati acquisiti ordini per due unita' di dimensioni medio-piccole destinate alla fascia piu' alta del mercato, mentre nel militare si registrano ordini per 4 fregate multi missione Fremm, 2 sommergibili classe U212, una nave rifornitrice per la Marina Militare Indiana ed il refitting di 2 unita' veloci lanciamissili da parte della Marina del Kenya. Buono anche il portafoglio ordini per le navi speciali e per i sistemi e componenti meccanici.(ANSA).

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Camfin: il margine operativo lordo è pari a 12,9 mln (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Camfin: il margine operativo lordo è pari a 12,9 mln NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 27.03.2009 16:04 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Il Consiglio di Amministrazione di Camfin, riunitosi oggi, ha esaminato e approvato il progetto di bilancio consolidato e della capogruppo per l’esercizio 2008. L'esercizio 2008 è stato fortemente condizionato dalla crisi finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo Camfin sia per la contrazione dell’attività delle collegate derivante dal rallentamento dell’economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli & C. I proventi netti da partecipazioni al 31 dicembre 2008 sono negativi per 131,8 milioni di euro, rispetto a un dato positivo per 38,7 milioni di euro nell’esercizio 2007. Il dato del 2008 è influenzato in modo significativo dal risultato della collegata Pirelli & C., negativo per 412,5 milioni di euro, per effetto di oneri di ristrutturazione per 144,2 milioni di euro, della svalutazione di asset immobiliari per 136 milioni di euro e della svalutazione di attività finanziarie per 263 milioni di euro. Energie Investimenti, holding della joint venture con GDF Suez nel settore del gas naturale di cui Camfin detiene il 40% del capitale, ha registrato un sensibile miglioramento del margine operativo lordo (EBITDA), positivo a fine 2008 per 12,9 milioni di euro rispetto a un dato negativo di 3,3 milioni di euro nel 2007. Il progresso risulta meno marcato con riferimento al risultato netto che, condizionato da poste straordinarie, passa da una perdita di 17,4 milioni di euro dell’esercizio scorso ad una perdita di 15,4 milioni di euro. Al netto di oneri finanziari, sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente a 33,4 milioni di euro, il risultato netto consolidato è negativo per 167,1 milioni di euro rispetto al dato positivo di 1,7 milioni segue pagina >>

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Fincantieri: ok cda a bilancio 2008, ricavi +8% (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Fincantieri: ok cda a bilancio 2008, ricavi +8% ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa , 27.03.2009 15:11 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! (ANSA) - TRIESTE, 27 MAR -Fincantieri nel 2008 ha conseguito ricavi pari a 2,9 miliardi di euro (+8% sul 2007), ma gli utili in calo rispetto all'anno precedente. La flessione del risultato prima delle imposte e di quello netto - rispettivamente a 43 e 10 mln - e' dovuto alla ''congiuntura internazionale sfavorevole''. Il Bilancio 2008 e' stato approvato dal Cda che ha proposto all'assemblea degli azionisti,per poter realizzare il Piano industriale 2007-2011, un aumento di capitale fino a 300 milioni. Nel 2008 Fincantieri ha registrato anche un calo dell'Ebitda rispetto al 2007 (134 mln contro i 194 dell'anno prima) mentre sotto il profilo dell'attivita' commerciale, sono stati finalizzati ordini per 2,5 mld (contro il valore record di 4,2 mld del 2007) ''in un contesto di mercato segnato dalla crisi finanziaria che ha bloccato i nuovi ordini a partire dal mese di settembre 2008''. Nel settore croceristico sono stati acquisiti ordini per due unita' di dimensioni medio-piccole destinate alla fascia piu' alta del mercato, mentre nel militare si registrano ordini per 4 fregate multi missione Fremm, 2 sommergibili classe U212, una nave rifornitrice per la Marina Militare Indiana ed il refitting di 2 unita' veloci lanciamissili da parte della Marina del Kenya. Buono anche il portafoglio ordini per le navi speciali e per i sistemi e componenti meccanici.(ANSA).

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L'Europa verso un livello di disoccupazione oltre il 10% (sezione: crisi)

( da "Rai News 24" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Bruxelles | 27 marzo 2009 L'Europa verso un livello di disoccupazione oltre il 10% In cantiere Alla fine del 2009 la disoccupazione in Europa si avvia a superare il 10% ed il rischio e' quello di arrivare a 7-8 milioni di disoccupati in piu'. Sono le allarmanti cifre dei sindacati europei che, in vista del G20 di Londra del prossimo 2 aprile, chiedono ai leader europei e mondiali un "piano straordinario" per affrontare l'impatto sociale della crisi finanziaria ed economica.

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Calano profitti Fincantieri nel 2008, deliberato aumento capitale (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Calano profitti Fincantieri nel 2008, deliberato aumento capitale (Teleborsa) - Roma, 27 mar - Il Consiglio di Amministrazione di Fincantieri, riunitosi oggi, ha esaminato e approvato il progetto di bilancio consolidato e il bilancio di esercizio relativi all'anno 2008. Il Gruppo a partecipazione pubblica, nonostante l'insorgere della crisi e l'aumentata pressione competitiva, ha conseguito nel 2008 risultati che, se pur ridotti rispetto agli anni precedenti, rimangono positivi. Il Risultato Ante Imposte e il Risultato Netto si riducono rispettivamente a 43 Euro/milioni e 10 Euro/milioni contro 87 Euro/milioni e 36 Euro/milioni registrati nel 2007. I Ricavi di Gruppo pari a 2.932 Euro/milioni, in incremento del 8% rispetto al 2007, raggiungono il nuovo record aziendale per effetto del considerevole portafoglio ordini acquisito negli anni precedenti. A causa delle forti tensioni sul mercato delle materie prime, registrate nei primi nove mesi dell'anno e solo parzialmente attenuate nell'ultimo trimestre, nonch dei pesanti effetti negativi della crisi economico-finanziaria e dell'incremento del costo del lavoro, l'EBITDA risulta in calo rispetto al 2007 (134 Euro/milioni contro i 194 Euro/milioni del 2007). Sotto il profilo dell'attivit commerciale, sono stati finalizzati ordini per 2,5 Euro/miliardi, (contro il valore record di 4,2 Euro/miliardi del 2007) in un contesto di mercato segnato dalla crisi finanziaria che ha bloccato i nuovi ordini a partire da Settembre 2008. Gli Investimenti pari a 111 Euro/milioni, in leggera diminuzione rispetto ai 116 Euro/milioni del 2007, rappresentano la continuazione dei progetti avviati negli esercizi precedenti, finalizzati all'ottenimento di efficientamenti produttivi e migliorie logistiche degli stabilimenti del Gruppo. La realizzazione del Piano Industriale 2007-2011 prevedeva i maggiori investimenti e la crescita dell'attivit legata al maggior volume di ordini acquisiti negli esercizi precedenti consolidando la posizione di mercato. Tale crescita ha determinato il conseguente aumento di fabbisogno di circolante, che unitamente ai maggiori investimenti effettuati, dopo anni di posizione finanziaria positiva, ha determinato nel 2008 un saldo negativo della stessa per 64 Euro/milioni. Il Piano prevedeva inoltre un congruo aumento di capitale nel 2007 per fronteggiare la situazione che si poi verificata. Tale aumento, come noto, non stato possibile realizzarlo. Alla luce di quanto sopra, il Consiglio di Amministrazione ha pertanto deliberato di proporre all'Assemblea di attribuire al CdA stesso la facolt di aumentare a pagamento ed in via scindibile il capitale sociale per un importo massimo di 300 Euro/milioni, da offrire in opzione agli azionisti. Infine, per il quinto anno consecutivo il CdA ha deliberato di proporre all'Assemblea la distribuzione di un dividendo di 10,1 Euro/milioni, pari ad una remunerazione annua del 3% del Capitale sociale. 27/03/2009 - 17:17

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Camfin chiude conti 2008 in rosso, outlook è ottimista (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Camfin chiude conti 2008 in rosso, outlook ottimista (Teleborsa) - Roma, 27 mar - L'esercizio 2008 stato fortemente condizionato dalla crisi finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo Camfin, sia per la contrazione dell'attivit delle collegate derivante dal rallentamento dell'economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli & C. L'anno chiude con un risultato netto consolidato negativo per 167,1 milioni di euro, rispetto al dato positivo di 1,7 milioni di euro nel 2007. A livello patrimoniale, al 31 dicembre 2008 le immobilizzazioni finanziarie sono pari a 760,1 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 1.183,4 milioni di euro al 31 dicembre 2007. In particolare, il valore di bilancio della partecipazione in Pirelli & C. si riduce da 1.089,7 milioni di euro a 670,6 milioni di euro per effetto della distribuzione straordinaria di riserve avvenuta nell'aprile 2008 e per le variazioni di patrimonio netto negative dell'esercizio. Il patrimonio netto di pertinenza del Gruppo ammonta a 201,1 milioni di euro rispetto ai 515,9 milioni di euro a fine 2007, con un decremento sostanzialmente riconducibile agli effetti della valutazione della partecipazione della collegata Pirelli & C., al risultato della capogruppo e alla distribuzione delle riserve. La posizione finanziaria netta a fine 2008 passiva per 559,3 milioni di euro rispetto alla posizione passiva per 690,6 milioni a fine 2007: il miglioramento rispetto al dato dello scorso dicembre legato all'incasso del "dividendo straordinario" della collegata Pirelli & C., pari a 211,1 milioni di euro per la quota di pertinenza del Gruppo Camfin. Nell'esercizio in corso il gruppo Camfin, che non ricever dividendi da parte di Pirelli & C., dovrebbe beneficiare delle misure comunicate da quest'ultima in occasione del piano triennale 2009-2011 presentato lo scorso febbraio. A ci si aggiungono gli effetti positivi derivanti dalla prevista cessione della quota in Energie Investimenti. 27/03/2009 - 16:08

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Camfin chiude conti 2008 in rosso, outlook è ottimista (sezione: crisi)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Camfin chiude conti 2008 in rosso, outlook è ottimista (Teleborsa) - Roma, 27 mar - L'esercizio 2008 è stato fortemente condizionato dalla crisi finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo Camfin, sia per la contrazione dell'attività delle collegate derivante dal rallentamento dell'economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli & C. L'anno chiude con un risultato netto consolidato è negativo per 167,1 milioni di euro, rispetto al dato positivo di 1,7 milioni di euro nel 2007. A livello patrimoniale, al 31 dicembre 2008 le immobilizzazioni finanziarie sono pari a 760,1 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 1.183,4 milioni di euro al 31 dicembre 2007. In particolare, il valore di bilancio della partecipazione in Pirelli & C. si riduce da 1.089,7 milioni di euro a 670,6 milioni di euro per effetto della distribuzione straordinaria di riserve avvenuta nell'aprile 2008 e per le variazioni di patrimonio netto negative dell'esercizio. Il patrimonio netto di pertinenza del Gruppo ammonta a 201,1 milioni di euro rispetto ai 515,9 milioni di euro a fine 2007, con un decremento sostanzialmente riconducibile agli effetti della valutazione della partecipazione della collegata Pirelli & C., al risultato della capogruppo e alla distribuzione delle riserve. La posizione finanziaria netta a fine 2008 è passiva per 559,3 milioni di euro rispetto alla posizione passiva per 690,6 milioni a fine 2007: il miglioramento rispetto al dato dello scorso dicembre è legato all'incasso del "dividendo straordinario" della collegata Pirelli & C., pari a 211,1 milioni di euro per la quota di pertinenza del Gruppo Camfin. Nell'esercizio in corso il gruppo Camfin, che non riceverà dividendi da parte di Pirelli & C., dovrebbe beneficiare delle misure comunicate da quest'ultima in occasione del piano triennale 2009-2011 presentato lo scorso febbraio. A ciò si aggiungono gli effetti positivi derivanti dalla prevista cessione della quota in Energie Investimenti. 27/03/2009 - 16:08

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BORSE GIù (MIBTEL -0.76%) "SOLE 24 ORE RADIOCOR": UN GIORNO DI SCIOPERO - Fantozzi: ALITALIA e' partita bene - MPS: MORELLI, RIMBORSEREMO TRE-BOND SENZA OPERAZIONI SU CAPITALE - (sezione: crisi)

( da "Dagospia.com" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

HomePage | Segnala articolo --> BORSE GIù (MIBTEL -0.76%) – “SOLE 24 ORE RADIOCOR”: UN GIORNO DI SCIOPERO - Fantozzi: ALITALIA e’ partita bene - MPS: MORELLI, RIMBORSEREMO TRE-BOND SENZA OPERAZIONI SU CAPITALE - NYT E WP SI TAGLIA - Air FrancE in rosso – “TERZA VIA” PER TELECOM… Mario Draghi 1 - Milano chiude in calo, realizzi dopo 7 sedute di rialzi... (Apcom) - Piazza Affari chiude in territorio negativo, su prese di beneficio dopo aver inanellato sette sedute consecutive in rialzo, miglior listino della settimana in Europa. Il Mibtel ha ceduto lo 0,76%, l'S&P/Mib lo 0,85%. In rosso anche Wall Street su realizzi dopo che l'indice S&P 500 si avvia ad archiviare il maggior rialzo mensile da circa 30 anni. Negativi i dati macro provenienti oggi da Oltreoceano, con i redditi personali che a febbraio hanno mostrato un calo dello 0,2%, dovuto ai continui e massicci licenziamenti nel Paese. Tra le blue chip, vendite sui titoli petroliferi con il greggio sceso a New York di oltre 2 dollari al barile: Saipem maglia nera con un ribasso del 4,1%, Eni ha perso l'1,7%. Giù anche Unicredit (-2,8%) e Mondadori (-2,3%), penalizzata sempre dai conti 2008 e dalla decisione di non distribuire dividendi. In spolvero invece Altantia (+4%) e Fiat (+3,3%), nel giorno dell'assemblea degli azionisti che ha approvato il bilancio 2008. Forti i volumi, con il 5,2% del capitale scambiato. L'ad del gruppo, Sergio Marchionne, ha confermato che il Lingotto prevede di chiudere il 2009 con un risultato della gestione ordinaria oltre un miliardo di euro. L'intero settore auto europeo beneficia oggi in Borsa del via libera di Washington a nuovi aiuti per GM e Chrysler. Corrado Passera Mps chiude in leggero rialzo (+0,3%) dopo la presentazione dei conti 2008 e l'avvio della procedura per l'accesso a 1,9 miliardi di Tremonti-bond. Sul listino completo, denaro su Iride (+4,3%) e Enia (+6,6%) dopo il via libera alla fusione. In luce Camfin (+6,5%), premiata per l'annuncio dell'avvio di iniziative volte a rafforzare la struttura patrimoniale e finanziaria e i contatti con le principali banche finanziatrici per il riscadenziamento del debito. 2 - Europa chiude in rosso. Parigi -1,78%, Londra -0,67%... (Apcom) - Le Borse europee chiudono in rosso l'ultima seduta della settimana in scia all'andamento negativo di Wall Street. A Parigi il Cac40 ha perso l'1,78%, a Francoforte il Dax l'1,31%, a Londra il Ftse100 lo 0,67%, a Milano il Mibtel lo 0,76%, a Madrid l'Ibex35 l'1,84%, ad Amsterdam l'Aex l'1,37%, a Zurigo lo Smi l'1,9%. 3 - Draghi, coordinare supervisione... (ANSA) - Draghi chiede maggior coordinamento nella gestione delle informazioni tra le banche centrali e le autorita' nazionali di supervisione. Il governatore di Bankitalia sostiene che ''e' cruciale che coordiniamo meglio l'analisi e la valutazione delle banche centrali e delle autorita' di supervisione nelle diverse economie''. A parere di Draghi, inoltre, e' necessario evidenziare meglio i rischi prima che questi diventino una minaccia per la stabilita' finanziaria. 4 - BANCHE: PASSERA, NON CI SARA' NUOVO FALLIMENTO COME LEHMAN... (Adnkronos) - Non ci sara' un nuovo fallimento delle proporzioni di quello della banca americana Lehman Brothers. E' la convinzione dell'amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera. "C'e' consenso sul fatto che far fallire Lehman Brothers e' stato un grande errore. Dubito che lo rifaranno", risponde, a margine della presentazione del progetto cinematografico 'Per fiducia' con i registi Olmi, Sorrentino e Salvatores, a chi chiede un commento alle parole del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che ieri ha escluso che ci possa essere un nuovo clamoroso default. Marchionne 5 - ECONOMICA: PASSERA, E' PIU' LUNGA DI ALTRE... (Adnkronos) - 'Questa crisi ha una durata piu' lunga delle altre, e dobbiamo sentirci tutti piu' responsabili nell'affrontarla nel renderla piu' breve possibile". Lo ha affermato Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa San Paolo, aggiungendo che 'certamente i dati di oggi non sono buoni pero' erano largamente attesi'. Passera, ha quindi precisato che l'appello rivolto ai politici della necessita' di nuove regole era rivolto al sistema mondiale e non specificatamente all'Italia. Passera inoltre ha spiegato che 'l'Italia e' uno dei pochi paesi al mondo dove il pubblico non e' dovuto intervenire per vie di emergenza e questo e' una fonte di soddisfazione" 6 - MPS: MORELLI, SOGLIA MASSIMA TEORICA PER TREMONTI-BOND 2,6 MLD... (Adnkronos) - Il Monte dei Paschi di Siena avrebbe potuto fare richiesta di emissione di Tremonti-bond fino a "2,6 miliardi di euro". Lo ha precisato, durante la presentazione dei conti 2008 a Milano, il direttore finanziario Marco Morelli. La Commissione europea ha stabilito soglie massime per l'emissione di questo tipo di strumenti, destinati ad essere sottoscritti dalle autorita' pubbliche. 7 - MPS: MORELLI, RIMBORSEREMO TREMONTI BOND SENZA OPERAZIONI SU CAPITALE... (Adnkronos) - Il Monte dei Paschi di Siena emettera' Tremonti bond 'con un'ottica di rimborso entro la data di scadenza, quindi prevediamo di rimborsarli senza ricorrere ad alcuna operazione sul capitale'. A dirlo, presentando a Milano i risultati 2008 e' il direttore finanziario del gruppo senese Marco Morelli. 8 - MPS: NEL 2011 PERSONALE IN CALO DI 2MILA UNITA', 800 IN PIU' DI PIANO... (Adnkronos) - Il gruppo Mps, "in funzione delle dinamiche dei flussi programmate per il 2009, prevede, al 2011, una diminuzione del personale, prima della cessione di attivita', di circa 2.000 unita' (ben superiore all'obiettivo di piano di 1.200) con ulteriori economie strutturali rispetto alle previsioni di piano al 2011". Lo comunica il gruppo Mps. FRANCESCO MERLONI 9 - AUTO: MARCHIONNE, NECESSARIA SERIA RISTRUTTURAZIONE SE INDUSTRIA VUOLE RESTARE REDDITIVI... (Adnkronos) - L'industria dell'auto mondiale "necessita di una seria di una seria ristrutturazione se vogliamo portarla ad un livello di sostenibilita' economica". Lo ha detto l'ad della Fiat, Sergio Marchionne, nella sua relazione all'assemblea dei soci in corso al Lingotto. "La crisi -ha detto- ha forzato le criticita', spingendo il limite oltre la soglia del gestibile", tanto che "in alcuni casi sono state prese decisioni drastiche, solo in Usa e Canada negli ultimi dodici mesi sono state chiuse 24 fabbriche mentre in altri, la gravita' della situazione ha chiamato a raccolta tutti gli stackeholder, aziende, banche, governo, sindacati e stiamo vedendo interventi strutturali in Francia come negli Stati Uniti mirati a ricreare una base sana su cui ricostruire il settore dell'auto nazionale". 10 - Fiat: azionisti approvano bilancio... (ANSA) - Gli azionisti della Fiat hanno approvato il bilancio 2008, chiuso con una gestione ordinaria di 3,4 mld di euro (+4% rispetto al 2007). E' il migliore risultato di sempre, che si accompagna pero' ad un significativo calo dell'utile netto, che si e' fermato a 1,7 mld (-16,2%). I ricavi hanno raggiunto i 59,4 mld (+1,5%) grazie ai primi nove mesi (+8,4%) che hanno compensato il calo registrato nel quarto trimestre (-17,2%). Confermato per i prossimi tre anni il Cda. 11 - FIAT: MARCHIONNE, NEL 2009 RISULTATO GESTIONE ORDINARIA OLTRE 1 MLD... (Adnkronos) - Fiat conferma per il 2009 un risultato della gestione ordinaria di oltre 1 miliardo. Lo ha detto l'ad del Lingotto Sergio Marchionne nella relazione agli azionisti. Claudio Scajola 12 - FIAT: MARCHIONNE, ENTRO FINE ANNO AVREMO FONTI DI FINANZIAMENTO ADEGUATE... (Adnkronos) - 'Considerato che abbiamo aperto una linea di credito da un miliardo e che c'e' da parte della Bei l'assistenza ai finanziamenti, le fonti di finanziamento di questo gruppo si stanno allineando nella maniera giusta. Spero che entro l'anno avremo stabilito fonti di finanziamento che ci permettano di andare avanti nei prossimi anni senza difficolta'. Lo ha detto l'ad della Fiat, Sergio Marchionne, rispondendo alla domanda di un azionista nel corso dell'assemblea in corso al Lingotto. Marchionne ha quindi ribadito che non ci sara' un aumento di capitale. 13 - FIAT: MARCHIONNE, PER ORA ASSETTO PRODUTTIVO SITI NON E' IN DISCUSSIONE... (Adnkronos) - 'Fiat si e' impegnata a difendere tutti gli stabilimenti e le produzioni e malgrado la crisi, per ora non abbiamo messo in discusione l'assetto produttivo delle fabbriche'. Lo ha detto l'ad della Fiat, Sergio Marchionne, rispondendo ad un azionista nel corso dell'assemblea. 'Continuiamo a lavorare - ha aggiunto - per rivedere tutta la griglia dei prodotti che Fiat prevede di produrre nei prossimi anni dato che le esigenze di mercato stanno cambiando'. 14 - RCS: FRANCESCO MERLONI ARROTONDA AL 2% QUOTA PATTO RCS... (Adnkronos) - La Merloni Invest di Francesco Merloni ha arrotondato la propria partecipazione apportata al patto di sindacato della Rcs Mediagroup al 2%, dal precedente 1,9%. Lo riporta un avviso a pagamento pubblicato oggi sui quotidiani. Lunedi' prossimo e' in agenda la riunione del patto che dovrebbe decidere la lista dei consiglieri da sottoporre all'assemblea di fine aprile, oltre alla direzione del Corriere della sera. Paolo Romani 15 - ENEL: BEI, 1 MLD A CDP PER GLI INVESTIMENTI 2009-11 NELLA RETE... (Adnkronos) - Bei mette a disposizione di Cdp 1 mld per il finanziamento degli investimenti 2009-2011 di Enel distribuzione. La Banca europea per gli investimenti e la Cassa Depositi e Prestiti hanno firmato oggi a Roma un contratto per il finanziamento del piano triennale di sviluppo della rete di distribuzione di Enel. Il finanziamento, che avra' una durata di 20 anni, e' in linea con le priorita' della Bei nel settore energetico per tre diversi aspetti: gli investimenti del piano puntano a migliorare il grado di efficienza complessivo della rete; includono connessioni con siti di energia di fonti rinnovabili, specialmente con impianti eolici di nuovi operatori del mercato; per un terzo le risorse saranno destinate a sviluppare la rete nelle regioni del Sud Italia, aree che appartengono al cosiddetto "Obiettivo convergenza" in ambito comunitario. 16 - Alitalia: Fantozzi, e' partita bene... (ANSA) - La nuova Alitalia ''e' partita bene, sta lavorando bene e lo dimostrano i fatti, come l'occupazione degli aerei'', dice Fantozzi. Il commissario straordinario dell'ex Alitalia sottolinea che l'operazione sulla compagnia di bandiera e' stata ''importante per il Paese'' e ha centrato l'obiettivo della legge: ''non interrompere il servizio pubblico, non lasciare gli aerei a terra''. Ha poi chiesto delle ''soluzioni di interesse sociale'' per Ams spa di Roma e Atitech spa di Napoli. 17 - ALITALIA: PUBBLICATO BANDO PER VENDITA AMS... (Adnkronos)- Al via la vendita di Alitalia Maintenance Systems. E' stato pubblicato oggi, su un quotidiano italiano e un quotidiano internazionale, il bando per la procedura di cessione della partecipazione azionaria del 60% detenuta da Alitalia Servizi in amministrazione straordinaria. A renderlo noto e' il commissario straordinario Augusto Fantozzi. Le manifestazioni di interesse all'acquisto della partecipazione azionaria dovranno pervenire entro le ore 12.00 del 30 aprile prossimo. 18 - USA: NYTIMES E W.POST ANNUNCIANO TAGLI PERSONALE... (Adnkronos/Dpa) - Ancora nuovi segnali allarmanti della crisi dell'editoria americana: i due principali e piu' prestigiosi quotidiani, il New York Times ed il Washington Post, hanno annunciato tagli del personale. Il quotidiano newyorkese, che per fronteggiare le difficolta' ha gia' messo in vendita parte del grattacielo di Renzo Piano, nuova sede dello storico giornale, ha deciso 100 licenziamenti e la riduzione del 5 per cento dei dipendenti non tutelati dal contratto sindacale per tutto l'anno, di fronte alla drastica riduzione delle vendite per la concorrenza di Internet ed alla crisi finanziaria. "E' stata una decisione difficile da prendere, ma la situazione in cui siamo e' la piu' difficile che ci siamo trovati ad affrontare" hanno dichiarato il presidente del New York Times, Arthur Sulzeberg ed l'amministratore delegato Janet Robinson. I tagli del personale interessano il settore amministrativo, ma gli editori hanno avvisato che saranno costretti a dei tagli anche tra i giornalisti se il loro sindacato non accettera' delle riduzioni del salario simili a quelle gia' varate. Il Washington Post non ha specificato il numero di posti di lavoro che intende tagliare, ma ha annunciato che offrira' degli "scivoli" per i dipendenti che hanno superato i 50 anni ed i cinque anni di anzianita' nel giornale. I tagli interesseranno la redazione, i dipartimenti di produzione e distrubuzione ed un piccolo numero di posti anche nelle sezioni pubblicitari e tecnologiche. E' la quarta volta dal 2003 che il quotidiano della capitale offre una buona uscita a gruppi di dipendenti piu' anziani. 19 - LA REDAZIONEDE "IL SOLE 24 ORE RADIOCOR" PROCLAMA UN GIORNO DI SCIOPERO... La redazione "Il Sole 24 Ore Radiocor" è stata informata dall'azienda solo nella giornata di ieri della decisione di chiudere da mercoledì 1° aprile la testata free press 24minuti, prodotta dalla redazione Radiocor. La decisione del gruppo non è stata motivata in modo esaustivo, né è stata preceduta da un confronto con il comitato di redazione. Pur apprezzando le garanzie fornite dall'azienda circa la salvaguardia dei posti di lavoro legati alla testata, la redazione stigmatizza la decisione dei vertici,anche alla luce della recente decisione del consiglio d'amministrazione del Sole 24 Ore di proporre all'assemblea la distribuzione di un dividendo di 10,13 milioni su un utile netto di 16,1, pur prevedendo un piano di contenimento dei costi. L'assemblea ha quindi deliberato di restare riunita fino alla chiusura del servizio di agenzia e ha proclamato un giorno di sciopero per la giornata di venerdì 27 marzo. Il Comitato di redazione del Sole 24 Ore Radiocor 20 - Air France-Klm finisce in rosso per la prima volta... Giampiero Martinotti per "la Repubblica" - Air France-Klm sarà in rosso per la prima volta dalla sua creazione, sei anni fa. La compagnia franco-olandese subisce in pieno la crisi del trasporto aereo e non approfitta del ribasso del greggio, essendosi «coperta» in passato a prezzi più alti degli attuali. Secondo il suo amministratore delegato, Pierre-Henri Gourgeon, l´esercizio 2008-2009, che si chiude martedì, registrerà un risultato operativo negativo per 200 milioni di euro. L´utile netto, positivo o negativo, dipenderà dalle decisioni in materia di copertura sui mercati dei cambi e su quelli del petrolio. Il futuro si annuncia difficile: «L´esercizio 2009-10 si apre in un contesto di crisi senza precedenti con un assenza di visibilità sull´evoluzione della congiuntura economica». Il fatturato potrebbe diminuire del 6%, ma la discesa del greggio e la riduzione dei costi dovrebbero consentire di assorbire, in parte, questo ribasso. 21 - la germania e il debito... Andrea Tarquini per "la Repubblica" - La crisi economica, l´aumento della disoccupazione e quindi delle spese del welfare, e infine ma non ultimo i pacchetti d´aiuto pubblici varati dal governo contribuiscono in una sinergia maligna a peggiorare lo stato dei conti pubblici tedeschi. Cattive notizie insomma anche per il Patto di stabilità. Quest´anno lo Stato federale avrà bisogno di prestiti e di emissioni per oltre 346 miliardi. La cifra è persino superiore, per l´esattezza di 23 miliardi, rispetto alle prognosi pessimiste annunciate di recente dal ministro delle Finanze, Peer Steinbrueck, Spd. L´indebitamento oltre la cifra prevista sarà contratto dai pubblici poteri a partire dal terzo trimestre dell´anno in corso, cioè subito dopo le elezioni politiche federali previste per il 27 settembre. 22 - RETE TELECOM, SCAJOLA E ROMANI IN CERCA DI UNA "TERZA VIA"... Da "Il Messaggero" - Sono passate due settimane e il piano Caio sulla banda superlarga è ancora avvolto nel mistero. Si sa, per ora, che il consulente nominato dal governo ha proposto tre soluzioni diverse, ognuna per raggiungere un diverso obiettivo. Il più ambizioso è quello di dotare l'Italia di una rete in fibra con una copertura del 50% delle case in 100 città. Per fare questo Caio ha suggerito lo strumento di una società della rete: e siccome non avrebbe alcun senso lasciare fuori da questa la vecchia infrastruttura in rame, va da sé che anche questa dovrebbe essere conferita. Sul modello Terna, per intendersi. Si sa, perché lo ha detto con molta chiarezza l'amministratore delegato Franco Bernabè, che Telecom non accetterebbe alcuna imposizione sulla rete che considera, più che legittimamente, un asset fondamentale di sua proprietà. E men che mai l'ipotesi di uno scorporo. Le altre due ipotesi suggerite da Caio, ridimensionano la copertura al 25% oppure indicano società locali. Di tutto questo hanno parlato ieri il ministro Scajola, il sottosegretario Romani e lo stesso Caio. «Nell'incontro - ha fatto sapere successivamente il ministero - sono state esaminate sia le proposte per portare la banda larga ai 7,5 milioni di italiani che ne sono ancora privi utilizzando fondi statali, regionali e privati, sia le ipotesi strategiche per il potenziamento della rete nazionale attraverso lo sviluppo della fibra ottica». E si è cercato, sostiene qualcuno, di trovare qualche aggiustamento al Piano Caio che risulti meno indigesto a Telecom. Ma il lavoro non è finito e c'è chi dice serviranno ancora una o due settimane. (B.C.) [27-03-2009]

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Spacca: "Bugaro è in frenesia da campagna elettorale" (sezione: crisi)

( da "Quotidiano.it, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Spacca: "Bugaro è in frenesia da campagna elettorale" Ancona | Il Presidente della Regione Gian Mario Spacca risponde alle critiche di Bugaro in merito alle politiche regionali messe in campo e dichiara: "stiamo mantenendo tutti gli impegni assunti con gli elettori" Gian Mario Spacca Si pubbliga integralmente l'intervento del Presidente Spacca rivolto al consigliere Bugaro: ""Bugaro è in frenesia da campagna elettorale e non ha più il tempo di leggere i "report" della Regione. Il Governo regionale mantiene tutti gli impegni dichiarati ed i fatti stanno li a dimostrarlo. Mentre il Fondo di garanzia nazionale annunciato dal Ministro Scajola non è ancora partito, nonostante il parere favorevole della Conferenza delle Regioni di due mesi fa, il nostro Fondo di garanzia è già operativo: in tutte le Marche sono state istruite e caricate ben 309 operazioni con finanziamenti a favore delle piccole imprese assistiti dalla garanzia di secondo grado di 13,4 milioni di euro. Il moltiplicatore degli investimenti del Fondo regionale è nel rapporto previsto di 1 a 20, con la conferma della potenzialità dei 200 milioni di nuovi finanziamenti attivabili. Bugaro, che è anche consigliere del Ministro Scajola tanto da apparire alle sue spalle a Porta a Porta, invece di raccontare cose non vere, dovrebbe utilizzare il suo tempo per aiutare a chiudere l'accordo di programma per il distretto della meccanica richiesto dalle Regioni Marche ed Umbria e che da 4 mesi è sul tavolo del Ministro allo Sviluppo economico. E se poi ha davvero a cuore le imprese della nostra regione prema sul suo Ministro per rendere operativo il Fondo di garanzia nazionale dato che il Fondo regionale ha previsto la possibilità di integrarsi con esso per moltiplicare gli effetti a vantaggio delle aziende. Quanto alle diverse delegazioni provenienti da vari Paesi (Inghilterra, Austria e Cina) che sono salite a Palazzo Raffaello per acquisire informazioni sull'Aeroporto di Falconara e che hanno deciso di non manifestare il proprio interesse all'aumento del capitale sociale, Bugaro potrà trovare una spiegazione rivolgendosi loro direttamente, ma forse una ragione può anche essere offerta dalla crisi finanziaria internazionale che in modo prioritario colpisce i business aeroportuali e induce a utilizzare le risorse nell'economia domestica". 27/03/2009

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Perugia, al via Festival Internazionale del Giornalismo (sezione: crisi)

( da "Reuters Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

MILANO (Reuters) - Oltre 200 giornalisti ed esperti di tutto il mondo si riuniranno a Perugia dall'1 al 5 aprile per la terza edizione del Festival Internazionale del Giornalismo, con 100 eventi tra seminari, lectio, dibattiti, interviste, mostre e serate teatrali dedicati al mondo dell'informazione. Lo riporta in un comunicato l'agenzia di comunicazione "Il Filo d'Arianna", che organizza l'evento con il sostegno di Regione Umbria, Commissione europea e Ordine dei Giornalisti. Seymour Hersh, noto giornalista investigativo che scrive per il settimanale americano The New Yorker, e Sergio Romano, editorialista del Corriere della Sera, sono solo un esempio dei partecipanti ai numerosi appuntamenti, che si terranno nei teatri e nei palazzi storici del centro medievale di Perugia. All'edizione del 2009 parteciperà inoltre per la prima volta una 'community' nata attraverso i social network come Twitter e Facebook, che conta circa 200 studenti e appassionati di giornalismo tra i 15 e i 26 anni provenienti da tutto il mondo. Alcuni dei temi trattati dagli oltre 40 incontri-dibattiti in programma, saranno il problematico rapporto tra verità e realtà nell'informazione, il ruolo dei media nella crisi finanziaria internazionale, il post giornalismo e i nuovi linguaggi della comunicazione, e la libertà dei giornalisti in rapporto alla pubblicità. Saranno poi dedicati ampi spazi all'informazione in prima linea contro le mafie, ai new media e alle nuove frontiere dell'informazione, e al "giornalismo degli altri", su diritti umani e libertà di stampa. Nell'ambito del festival è prevista anche una open session di una delle più importanti scuole di giornalismo europee, spiega il comunicato, e quest'anno sarà la volta della City University di Londra, che presenterà il suo del Master in Giornalismo Internazionale, frequentato ogni anno da circa 70 studenti provenienti da tutto il mondo. Il festival, che prevede anche altre iniziative, tra cui una reading musicale dedicata ad Oriana Fallaci e alcune mostre fotografiche , ha registrato 30.000 presenze all'edizione dell'anno scorso.

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WALL STREET INCONTRA WASHINGTON (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

WALL STREET INCONTRA WASHINGTON di WSI Il presidente Obama a colloquio con i top manager dell'industria finanziaria statunitense. Tra i presenti, Dimon (JPM), Pandit (C) e Lewis (BAC). "Il nostro futuro e’ legato a quello delle banche e il loro futuro a quello della salute del Paese". -->Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto un incontro a Washington con i leader delle principali banche del Paese per discutere con questi sugli ultimi sviluppi economici e sullo stato del sistema finanziario. Stando a quanto diffuso dalla Casa Bianca, a partecipare al meeting sono 15 amministratori delegati di altrettanti istituti finanziari, tra cui Jamie Dimon di JPMorgan Chase & Co., Vikram Pandit di Citigroup Inc., Ken Lewis di Bank of America Corp., John Stumpf di Wells Fargo & Co., John Koskinen (Freddie Mac) e Kenneth Chenault (American Express). Presente anche il Segretario al Tesoro Timothy Geithner. L’incontro segue un periodo contraddistinto da accuse e rabbia del popolo americano nei confronti di Wall Street, sulla scia dei bonus pagati dal colosso assicurativo American International Group ai propri manager dopo aver ricevuto $170 miliardi attraverso quattro distinti interventi del governo nei mesi scorsi per evitare la bancarotta. In settimana l’amministrazione Usa ha svelato un nuovo programma in supporto degli istituti bancari che prevede lo snellimento dei relativi bilanci dai cosidetti "asset tossici", quei titoli, alla base della crisi scoppiata lo scorso anno, che stanno impedendo alle stesse banche di concedere prestiti. L’amministrazione ha anche proposto di imporre nuove regolamentazioni sull’intero comparto finanziario, piu’ severe rispetto a quelle attuali, mirate a contenere i rischi nell’eventualita’ di un futuro crollo dell’industria, come avvenuto di recente contribuendo ad un’intensificazione della recessione. I funzionari della Casa Bianca hanno fatto sapere che l’intenzione di Obama e’ quella di consultare direttamente coloro i quai saranno influenzati dalle sue decisioni. "Il nostro futuro e’ legato in maniera inscindibile a quello degli istituti finanziari e i loro futuro a quello della salute dell’economia del Paese", ha detto Valerie Jarrett, consulente di Obama. Il capo ufficio stampa Robert Gibbs ha detto che Obama spera di ricevere dai numeri uno delle banche aggiornamenti sull’andamento delle attivita’ immobiliari e sui prestiti commerciali. Probabilmente, al centro delle discussioni, anche "quanto venuto alla luce nelle notizie" delle ultime settimane, tra cui i compensi ai manager, i bonus e "la nozione secondo la quale sara’ necessario la cultura di Wall Street", ha aggiunto Gibbs. "Non usciremo da questa crisi finanziaria e non stabilizzeremo il nostro sistema finanziario senza banche in salute". L’amministrazione ha proposto anche di aumentari i controlli sul sistema finanziario, dando ai governi il potere di assumere il controllo delle grandi societa’ finanziarie non bancarie, tra cui le compagnie di assicurazione, come AIG, e i fondi hedge funds a rischio bancarotta.

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UNGHERIA/ AUTORITY MULTA FONDO D'INVESTIMENTO DI SOROS (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Ungheria/ Autority multa fondo d'investimento di Soros di Apcom Il finanziere: Desolato, ma non lo gestisco più io -->Budapest, 27 mar. (Apcom-Nuova Europa) - Un fondo d'investimento che fa riferimento al finanziare d'origine ungherese George Soros è stato oggetto d'un provvedimento dell'Autorità di regolazione dei mercati finanziari magiari Pszaf per 1,6 milioni di euro. Pszaf ha deciso di multare la Soros Fund Management a causa delle transazioni effettuate il 9 ottobre sulla principale banca ungherese, Otp, che ha subito una "perdita significativa di valore" dei titoli, che scesero da 4mila e 2.500 fiorini per azione nel giro di pochi giorni. L'operazione speculativa ha avuto un impatto sull'istituto di credito, come anche su altre banche magiare, mentre a livello globale si sentivano i colpi del crisi finanziaria. Secondo il comunicato della Pszaf, la multa è stata comminata "per la violazione delle regole concernenti l'interdizione della manipolazione dei mercati finanziari". Il fondo Soros ha un mese per pagare. "La base della nostra inchiesta sono state le transazioni d'offerta di vendita delle azioni Otp del 9 ottobre 2008, ore 16.27 (tre minuti prima della chiusura della Borsa di Budapest). La tempistica, la quantità e gli effetti delle transazioni sul mercato mostrano senza alcun dubbio una manipolazione vietata del mercato", ha spiegato la Pszaf. Soros, dal canto suo, ha garantito all'agenzia di stampa Mti che il suo fondo "coopera con le autorità ungherese e nello stesso tempo ha iniziato un'inchiesta interna". Il miliardario ha inoltre sottolineato di non controllare più le operazioni del fondo. "Mi sono ritirato dall'anno scorso e non dirigo più le transazioni, se non quelle del mio conto personale", ha affermato. Il finanziere, che da tempo s'è anche ritagliato un ruolo da mecenate, ha comunque chiarito di "considerare importantissima la necessità di aumentare la protezione dei sistemi bancari nei mercati emergenti". Personalmnete, ha detto ancora, non ha mai condotto transazioni a svantaggio delle azioni Otp e che è "sinceramento desolato che il Soros Fund Management abbia fatto una transazione di quel tipo" (Fonte Afp)

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PDL/ BERLUSCONI: CRISI NON CI SPAVENTA, NOI UOMINI FORTI E LIBERI (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pdl/ Berlusconi: Crisi non ci spaventa, noi uomini forti e liberi di Apcom Realizzeremo il nostro progetto di una società libera da ansie -->Roma, 27 mar. (Apcom) - "La crisi non ci spaventa. Come ci insegna la storia, è proprio nei momenti più difficili che i 'forti e i liberi' affermano i propri valori e quindi le proprie ragioni". Lo scrive il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un intervento pubblicato sul libretto 'In cammino verso il popolo della libertà' distribuito alla Fiera di Roma. "Sono certo - afferma il premier - che, anche e soprattutto in un momento di crisi finanziaria mondiale, sapremo realizzare il nostro progetto di una società finalmente libera dalle paure e dalle ansie che rendono fragile la crescita della vera democrazia".

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Appello dell'Onu sul clima alla vigilia dell'Earth Hour (sezione: crisi)

( da "Rai News 24" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

New York | 27 marzo 2009 Appello dell'Onu sul clima alla vigilia dell'Earth Hour Ban Ki Moon Un milione di cittadini al buio per un'ora per sensibilizzare i Grandi del mondo sulle drammatiche conseguenze del surriscaldamento del pianeta. Alla vigilia della 'Earth Hour', il segretario generale Onu, Ban Ki-Moon, ha diffuso un messaggio per l'"importante" occasione. "E' un modo che i cittadini del mondo hanno di inviare un messaggio chiaro", ha osservato, "vogliono che si intervenga sul cambiamento climatico. Sara' la piu' grande dimostrazione pubblica mai tentata prima sul cambiamento climatico. Le persone chiederanno ai loro rappresentanti di stipulare un patto a Copenhagen. Un patto che proteggera' persone e Stati dal cambiamento climatico". E ancora: "C'e' bisogno di un accordo ambizioso, giusto ed effettivo. Un accordo basato su solide fondamenta scientifiche". E ha ammonito: "Ci siamo avviati lungo una china pericolosa. Il nostro pianeta e' surriscaldato. Vanno cambiate le abitudini. Abbiamo bisogno di una crescita ecologica da cui tutta la comunita' tragga beneficio. Ci occorre energia sostenibile per rispettare maggiormente il clima: questa e' la strada del futuro e dobbiamo percorrerla insieme". In tutto il mondo saranno oscurati numerosi luoghi simbolici. A New York spegneremo le luci del quartiere generale delle Nazioni Unite e molte agenzie Onu parteciperanno all'iniziativa. "Chiedo a tutti voi di fare lo stesso", ha insistito il segretario generale, "vi prego di mandare un messaggio forte: insieme possiamo trovare una soluzione al problema piu' serio tra i cambiamenti globali". Perche', ha aggiunto, "il cambiamento climatico e la crisi finanziaria richiedono un'azione coraggiosa. Adesso. La buona notizia e' che possiamo affrontare entrambe le crisi insieme". E ha continuato: "La nostra dipendenza dai combustibili fossili sta surriscaldando il pianeta: occorre passare a un'energia pulita. Queste azioni possono anche dare un impulso alla ripresa economica: possono concorrere alla creazione di posti di lavoro e rappresentare un trampolino di lancio per un'economia ecologicamente sostenibile. Si tratta di grandi sfide. Ma grandi sono anche le opportunita'. L'occasione e' unica: possiamo proteggere il nostro pianeta e aiutare a invertire la tendenza di recessione economica". A dicembre i governi s'incontreranno a Copenhagen per negoziare un nuovo accordo sul clima. "Abbiamo bisogno che sia sigillato un patto che porti il mondo verso una diversa direzione", ha concluso Ban, "i Paesi industrializzati devono impegnarsi a ridurre drasticamente le emissioni di carbonio. Anche quelli in via di sviluppo devono dare il loro contributo. Dobbiamo decidere di condividere tecnologie volte alla promozione di un'energia sicura e pulita. E occorre aiutare gli indigenti e i bisognosi ad adattarsi ai cambiamenti climatici".

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Il ritorno dell'Onda (sezione: crisi)

( da "AprileOnline.info" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il ritorno dell'Onda Matilde Giovenale, 27 marzo 2009, 20:42 Iniziative Domani, in occasione dello sciopero dei sindacati di base, torna in piazza il movimento degli studenti. E lo fa a Roma, la stessa città dove il 18 marzo il dissenso degli universitari de La Sapienza è stato soffocato con la repressione Il ritorno dell'onda. La marea studentesca d'autunno, come fiume carsico, risale a galla nell'iniziale primavera. Non è in verità mai morta, continuando ad organizzarsi in questi mesi in vista della risalita in superficie. Domani sarà a Roma, in contemporanea con lo sciopero del sindacalismo di base e per spiegare le sue intenzioni ha preso carta e penna, scrivendo «alla città di Roma, ai suoi cittadini e alle sue istituzioni, ai movimenti sociali, ai sindacati, alle forze politiche». Vuole informarli di cosa intende fare: «Sabato 28 marzo - scrivono - le studentesse e gli studenti, le precarie e i precari dell'Onda si incontreranno in piazzale Aldo Moro, si uniranno ai collettivi degli studenti medi e da lì si sposteranno in corteo e raggiungeranno il concentramento di piazza Esedra per partecipare alla manifestazione contro il G14 sugli ammortizzatori sociali, il welfare e il lavoro che si svolgerà, dal 29 al 31 di marzo, presso la Farnesina». Una manifestazione come le altre. No, forse diversa. Soprattutto a causa di quanto accaduto lo scorso 18 marzo, quando gli universitari de La sapienza hanno provato a raggiungere in corteo la manifestazione della Cgil a piazza Santi Apostoli e sono stati caricati, costretti a restare rinchiusi nella cittadella-fortezza universitaria. A Roma, infatti, è in vigore un nuovo protocollo sulle iniziative cittadine, che regola rigidamente i percorsi che si possono fare, previa autorizzazione, e quelli che sono vietati, sempre. Per questo gli studenti avvisano la città e chiedono solidarietà. Soprattutto dopo le parole del ministro della P.a. Brunetta che li ha definiti guerriglieri e che meritano di esser trattati come tali. Ci si riprova. Si riparte da piazzale Aldo Moro, «in primo luogo per ribadire un diritto fondamentale: il diritto al dissenso» e in secondo luogo per rivendicare «quel diritto, ormai quasi "consuetudinario", di poterlo fare a partire dalla città universitaria». «Con l'Onda di ottobre e di novembre - spiegano gli studenti - questa consuetudine si è enormemente estesa, per numero e qualità. Corteo locale o nazionale per le studentesse e gli studenti dell'Onda significava e significa partire da piazzale Aldo Moro, percorrere la città, bloccare il traffico e far sentire la propria voce, dopo averla usata con passione e con coraggio nelle facoltà, nei corridoi, nelle classi universitarie. Normale - aggiungono - per chi vive le proprie giornate nell'università vederla e viverla come il luogo proprio della protesta, dell'impegno critico, della passione politica. Sono decenni che l'università è punto di partenza delle manifestazioni studentesche sulla formazione, sui nuovi diritti, contro la guerra e contro il razzismo, non saranno di certo le manganellate della scorsa settimana, né tanto meno il protocollo a cancellare questa abitudine virtuosa». E proprio riguardo al protocollo, gli studenti ci tengono ad aggiungere qualcosa. «Come in molti hanno ripetuto in questi giorni (Cgil compresa) - spiegano - il protocollo non ha valore normativo e universale, vincola i firmatari e non chi il protocollo non l'ha firmato. Le regole, quando valgono per tutti, debbono essere decise da tutti e questo non è certo il caso del protocollo. Inutile segnalare - aggiungono - che non siamo tenuti a rispettare una cosa che non ci riguarda, né tanto meno ad abbassare la testa nei confronti di chi del protocollo intende fare un uso muscolare e liberticida». A scendere in piazza, dunque, sono coloro che hanno dato corpo allo slogan del "Noi la crisi non la paghiamo", tanto che domani il corteo ha al centro della protesta proprio i temi economico-sociali. Perchè i mercati finanziari crollano e i posti di lavoro sfumano, ma per i templi dello studio, che dovrebbero essere sacri, la situazione non è affatto diversa. Con Tremonti, Gelmini e Brunetta in gara a chi interviente più pesantemente. Gli studenti la chiamano una «catastrofe dell'università, della ricerca, della formazione, del mondo del lavoro e delle garanzie sociali in genere». Noi, dicono i giovani universitari «non abbiamo intenzione di perdere e di tornare a casa, nella nostra solitudine. Noi saremo ancora tanti e a fianco a noi ci saranno anche precari, lavoratori, migranti, senza casa, tutti coloro che non hanno prodotto la crisi e non intendono pagarla. Per questo ultimo motivo, oltre che per i precedenti - concludono - la scelta di piazzale Aldo Moro ci sembra la migliore».

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Napoli invitata a Betlemme per la visita del Papa (sezione: crisi)

( da "Napoli.com" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

27/3/2009 Napoli invitata a Betlemme per la visita del Papa Amman si candida per il Forum del 2016 È iniziata a Città della Scienza la due giorni dedicata al workshop “La Città inclusiva”, primo incontro tra Sindaci di tutto il mondo e tappa di avvicinamento al Forum Universale delle Culture di Napoli 2013. Due le notizie più significative emerse dall’incontro di oggi. La capitale giordana, Amman, ha chiesto l’appoggio della città di Napoli per la candidatura dell’edizione del Forum Universale delle Culture 2016: lo ha reso noto il Presidente della Consulta del Forum di Napoli, Nicola Oddati, che ha assicurato al Sindaco di Amman, Omar Maani, che inoltrerà alla Fondazione di Barcellona la richiesta avanzata stamani. Il Sindaco di Betlemme, Victor Batarseh, in un incontro con il Sindaco di Napoli, Rosa Iervolino Russo, e con Nicola Oddati, ha ufficializzato l’invito alla città di Napoli ad essere presente alla visita pastorale di Benedetto XVI in programma il prossimo maggio. Il workshop iniziato stamani “è solo il primo Forum dei rappresentanti degli enti locali – ha sottolineato Nicola Oddati -. Il percorso del Forum 2013 prevede incontri annuali con rappresentati degli enti locali dedicati ai temi delle aree urbane”. Oddati ha rimarcato la similitudine tra le problematiche esistenti nelle diverse città e le differenze delle criticità che vivono gli Stati centrali. Quindi, l’importanza del confronto tra realtà urbane per trarne esperienze e giungere a soluzioni efficaci. Il Forum, infatti, offre un’occasione importante, prima mancante, per il dialogo. “Ogni amministrazione ha il compito di affrontare piani di sostenibilità sociale – ha dichiarato Alfonsina De Felice, Assessore per le Politiche sociali della Regione Campania – per permettere ai cittadini di conciliare i tempi di lavoro con quelli di formazione, di vita sociale e familiare”. Nel suo intervento, il Presidente del Consiglio comunale di Napoli, Leonardo Impegno, ha ricordato che “la città è il luogo dove si manifesta maggiormente l’esclusione sociale, ma è anche il luogo dove si è riusciti a dare risposte decisive su varie problematiche negli ultimi anni. La sfida delle grandi metropoli deve essere quella di passare da assistenza sociale a costruzione di opportunità: unico modo per creare la vera inclusione”. Il Sindaco, Rosa Iervolino Russo, ha ricordato che il Forum Universale delle Culture non è solo un evento legato al 2013, ma un “percorso” collettivo, che porterà la città di Napoli a crescere insieme ad altre realtà urbane. “La città inclusiva – ha commentato il Sindaco - è il luogo per eccellenza dove garantire la parità sostanziale e concreta dei diritti, superando una concezione di identità nazionale e cittadina chiusa e andando sempre più verso un modello di identità aperta”. Il cambiamento deve partire dai giovani: significativo che il primo grande appuntamento del Forum sia stato l’Accampamento della Pace. Il Sindaco ha poi ricevuto alcuni doni da parte del Sindaco di Betlemme, con il quale si è intrattenuto in un cordiale colloquio a margine dei lavori. La prima giornata dedicata al Forum dei Sindaci è proseguita con la prima delle tre sessioni che costituiscono il workshop incentrata sul tema “Città, nuove e vecchie povertà”. La prima considerazione sul concetto di povertà è quella del Rettore dell’Università “L’Orientale” di Napoli, Lida Viganoni, che ha sottolineato come “il concetto si riferisca non solo ed esclusivamente a condizioni di ritardo economico e di sottosviluppo, ma è sempre più un concetto che si lega per molti aspetti alla modernizzazione ed alla globalizzazione”. A sottolineare gli effetti del mutamento della città industriale, è stato anche l’Ordinario di Geografia urbana e organizzazione territoriale dell’Università Federico II, il Prof. Italo Talia, che si è soffermato sul “formarsi di una città duale in cui i ceti medi e la popolazione occupata in modo stabile, tendono ad uscire dalle aree centrali che vengono interessate da forme di modernizzazione, che attirano, invece, i nuovi immigrati”.   Il dibattito ha poi dato spazio all’intervento del Coordinatore delle relazioni internazionali dell’Associazione delle Municipalità Turche, Muzaffer Baca, che ha posto in evidenza come “il problema dell’esclusione sociale che interessa i grandi Comuni non può essere risolto soltanto col supporto delle risorse municipali, ma anche con un efficace coordinamento con le autorità statali”. “Le città- ha dichiarato in un suo intervento il Responsabile Ufficio Internazionale Organizzazione Città Arabe, Ghassan Samman - rappresentano un motore fondamentale per lo sviluppo”, un obiettivo che può essere raggiunto solo attuando partenariati, accordi, protocolli di cooperazione con associazioni, organizzazioni, Enti Regionali e internazionali.  “La crisi finanziaria- ha continuato Samman- sta determinando un indebolimento dello sviluppo economico, che potrà avere come causa l’aumento del numero delle persone che vivono sotto la soglia della povertà”. Promuovere il dialogo interculturale e lo sviluppo delle realtà locali è l’obiettivo del COPPEM, composto da rappresentanti di città, di regioni, di province del Mediterraneo. La Responsabile Relazioni Esterne del COPPEM, Alessandra Prudente, ha ricordato come “il diritto alla residenza, alla fruizione di spazi pubblici, alla partecipazione e alla istruzione e alla formazione sono i principi generali da applicare a tutte le città”. A illustrare i progetti per uno sviluppo sostenibile delle realtà urbane, è stato il Referente della IV Commissione del COPPEM, Natale Giordano, secondo cui “i flussi migratori contribuiscono a modificare gli aspetti culturali di una città attraverso un principio di integrazione e di dialogo”. In chiusura della prima sessione, l’Assessore Nicola Oddati ha dichiarato che “il tema della povertà si incrocia con altri aspetti fondamentali”. Riconoscimento dei diritti fondamentali, della libertà fondamentale, la possibilità di vivere i propri spazi, le attività commerciali, culturali, religiose liberamente, senza steccati e senza muri, sono considerati dall’Assessore Nicola Oddati i presupposti fondamentali per il costituirsi di città più inclusive. Al centro della seconda sessione del workshop “La Città inclusiva”, le strategie perseguite dalle diverse realtà per garantire le pratiche di inclusione sociale. “La società globalizzata e l’indebolimento della sovranità nazionale – ha spiegato il rettore dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Francesco De Sanctis - sta determinando una crescente centralità delle realtà locali, che hanno una carica critica nei confronti delle norme omologanti della società globalizzata. In quest’ottica, il Forum si pone come un’occasione di dialogo per risolvere problemi comuni quali la povertà ed emarginazione”. Le scelte di fondo perseguite dalla città di Napoli negli ultimi anni sono state illustrate dall’Assessore Nicola Oddati. “Napoli – ha commentato Oddati - è una città all’avanguardia in diversi settori, quali cultura e formazione, ricerca medica e aerospaziale, artigianato di qualità. A queste eccellenze si contrappongono alcune criticità, a cominciare dal livello di disoccupazione, non in linea con lo standard europeo. La costruzione di condizioni di sviluppo legate a processi di inclusione, la centralità della cultura come fattore identitario e volano di crescita economica, il sostegno attivo alle fasce più deboli della popolazione e la cooperazione con il terzo settore hanno caratterizzato l’azione amministrativa di questi ultimi anni”. Loreto Del Cimmuto, Direttore Generale della Lega delle Autonomie, ha sottolineato che il tramonto del tradizionale modello di Welfare impone una maggiore centralità delle realtà locali nelle politiche di inclusione. Diverse testimonianze sono state presentate in sala. Tra queste, quella dell’egiziano Mohammed Ibrahim El Fayoumi, Presidente del Consiglio Popolare Locale di Qalyubiya, che ha illustrato le strategie governative di inclusione tese a rallentare il declino dei quartieri più poveri. E quella dell’olandese Ian Mans, Presidente della Sezione Olandese del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (CCRE), che ha sottolineato l’importanza del contrasto al digital divide. La sessione è terminata con gli interventi di Mouloud Med-Meziani, Segretario Generale del Forum Algerino per la Cittadinanza e la Modernità, Victor Batarseh, Sindaco di Betlemme e James Michael Rotundo, Sindaco di Pallsades Park, New Jersey.

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USA/CRISI: OBAMA INCONTRA I LEADER DELLE BANCHE AMERICANE (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Usa/Crisi: Obama incontra i leader delle banche americane di Apcom Alla Casa Bianca i manager dei piu' importanti istituti. -->New York, 27 mar. (Apcom) - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto un incontro a Washington con i leader delle principali banche del Paese per discutere con questi sugli ultimi sviluppi economici e sullo stato del sistema finanziario. La Casa Bianca ha comunicato che a partecipare al meeting sono 15 amministratori delegati di altrettanti istituti finanziari, tra cui Jamie Dimon di JPMorgan Chase & Co., Vikram Pandit di Citigroup Inc., Ken Lewis di Bank of America Corp., John Stumpf di Wells Fargo & Co., John Koskinen (Freddie Mac) e Kenneth Chenault (American Express). Presente anche il segretario al Tesoro Timothy Geithner. L'incontro segue un periodo contraddistinto da accuse e rabbia degli americani nei confronti dell'establishment di Wall Street, sull'onda della notizia dei bonus pagati dal colosso assicurativo American International Group ai propri manager dopo aver ricevuto 170 miliardi di dollari dal governo in quattro occasioni nei mesi scorsi per evitare il fallimento. In settimana l'amministrazione Usa ha svelato un nuovo programma di sostegno alle banche che prevede la ripulitura dei bilanci dai cosiddetti "asset tossici" in modo da consentire agli istituti di tornare a concedere prestiti alle aziende. L'amministrazione ha anche proposto di imporre nuove regole sull'intero comparto finanziario, piu' severe rispetto a quelle attuali, mirate a contenere i rischi nell'eventualita' di un futuro crollo del settore. I funzionari della Casa Bianca hanno fatto sapere che l'intenzione di Obama è quella di consultare direttamente coloro i quai saranno influenzati dalle sue decisioni. "Il nostro futuro è legato in maniera inscindibile a quello degli istituti finanziari e i loro futuro a quello della salute dell'economia del Paese", ha detto Valerie Jarrett, consulente di Obama. Il capo ufficio stampa Robert Gibbs ha detto che Obama spera di ricevere dai numeri uno delle banche aggiornamenti sull'andamento delle attività immobiliari e sui prestiti commerciali. Probabilmente, al centro delle discussioni, anche "quanto venuto alla luce nelle notizie" delle ultime settimane, tra cui i compensi ai manager, i bonus e "la nozione secondo la quale sara' necessario fare per la cultura di Wall Street", ha aggiunto Gibbs. "Non usciremo da questa crisi finanziaria e non stabilizzeremo il nostro sistema finanziario senza banche in salute". L'amministrazione ha proposto anche di aumentari i controlli sul sistema finanziario, dando ai governi il potere di assumere il controllo delle grandi societa' finanziarie non bancarie, tra cui le compagnie di assicurazione, come AIG, e i fondi hedge funds a rischio bancarotta.

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FINCANTIERI/ IN 2008 RICAVI RECORD A 2,9 MLD, UTILE CALA... -2- (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

Fincantieri/ In 2008 ricavi record a 2,9 mld, utile cala... -2- di Apcom Portafoglio ordini totale in calo a 10,8 miliardi -->Roma, 27 mar. (Apcom) - "A causa delle forti tensioni sul mercato delle materie prime - spiega Fincantieri - registrate nei primi nove mesi dell'anno e solo parzialmente attenuate nell'ultimo trimestre, nonchè dei pesanti effetti negativi della crisi economico-finanziaria e dell'incremento del costo del lavoro, l'Ebitda risulta in calo rispetto al 2007", attestandosi a 134 milioni rispetto ai 194 milioni dell'anno precedente. Di conseguenza, il risultato ante imposte e il risultato netto si riducono rispettivamente a 43 milioni e 10 milioni, contro gli 87 milioni e i 36 milioni segnati l'anno prima. Sotto il profilo dell'attività commerciale sono stati finalizzati ordini per 2,5 miliardi (contro il valore record di 4,2 miliardi del 2007), "in un contesto di mercato segnato dalla crisi finanziaria che ha bloccato i nuovi ordini a partire da settembre 2008". In particolare, nel settore crocieristico sono stati acquisiti ordini per due unità di dimensioni medio-piccole destinate alla fascia più alta del mercato; nel militare si registrano ordini per 4 fregate multi-missione Fremm, due sommergibili classe U212, una nave rifornitrice per la Marina militare indiana e il refitting di 2 unità veloci lanciamissili da parte della Marina del Kenya; nelle navi speciali è stato siglato un ordine per una nave porta scorie destinata al mercato russo; nei sistemi e componenti meccanici, sono stati registrati ordini per complessivi 141 milioni. A causa della riduzione degli ordini, aggiunge la società, il portafoglio totale si è attestato a 10,8 miliardi (in calo rispetto al valore record di 12 miliardi del 2007). Il carico di lavoro medio che ne deriva (7,9 miliardi), "pur rimanendo estremamente significativo, non è attualmente in grado di saturare la capacità produttiva di tutti gli stabilimenti". Gli investimenti - infine - pari a 111 milioni, in leggera diminuzione rispetto ai 116 milioni del 2007, "rappresentano la continuazione dei progetti avviati negli esercizi precedenti, finalizzati all'ottenimento di efficientamenti produttivi e migliorie logistiche degli stabilimenti del gruppo".

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Repubblica Ceca, leader opposizione chiede nuovo governo (sezione: crisi)

( da "Reuters Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

di Jan Korselt PRAGA (Reuters) - Il leader dell'opposizione Jiri Paroubek ha detto oggi che aprirà le trattative per formare un nuovo governo che porti la Repubblica Ceca ad elezioni anticipate a seguito della caduta del governo di centro-destra. Paroubek ha detto che tratterà con tutte le parti, ma non ha specificato chi vorrebbe alla guida del governo. Il presidente Vaclav Klaus ha detto che è necessario formare in fretta un nuovo governo dopo che il primo ministro Mirek Topolanek non ha ottenuto il voto di fiducia in parlamento martedì. Ma non sarà semplice trovare un accordo, e secondo alcuni esperti ci sarà probabilmente un lungo periodo di stallo. Il vecchio governo resterà in carica fino a quando ne sarà formato uno nuovo, e alcuni politici sostengono che rimarrà fino alla fine del mandato della Repubblica Ceca come presidente di turno dell'Ue. Il voto ha messo a repentaglio la presidenza Ue e ha gettato un'ombra sugli sforzi volti ad approvare una legislazione che attenui l'impatto della crisi finanziaria globale. Paroubek ha dichiarato che il suo partito Socialdemocratico non entrerà a far parte del governo e preferirebbe che questo fosse formato da esperti. "Negozierò per un governo ceco che abbia la fiducia della camera bassa del parlamento e che porti il paese ad elezioni anticipate", ha detto Paroubek ai giornalisti dopo aver incontrato Klaus. "Nella migliore delle ipotesi (le elezioni) si terranno a ottobre", ha aggiunto. Continua...

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È verde la nuova Terza via (sezione: crisi)

( da "EUROPA ON-LINE" del 27-03-2009)

Argomenti: Crisi

È verde la nuova Terza via JOHN PODESTA La crisi finanziaria paralizza le economie internazionali, e rende più difficile prendersi quotidianamente cura delle proprie famiglie. La recessione però presenta anche un’opportunità. Risolvere la crisi economica, energetica e climatica ci offre una straordinaria occasione per rinvigorire l’economia attraverso investimenti nelle fonti energetiche pulite, sostenibili e a basse emissioni. Per affrontare queste sfide gli elementi fondamentali sono due. Negli Stati Uniti e nelle altre economie avanzate la trasformazione delle infrastrutture energetiche può rappresentare il motore per l’innovazione, la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro nei decenni a venire. La trasformazione potrà essere strutturata per garantire che la crescita di un’economia verde rappresenti un’onda in grado di portare con sé tutte le barche, a livello sia interno sia internazionale – specialmente nelle zone povere e nelle comunità più emarginate – e che riesca a reinvestire nei tessuti urbani e rurali. Investimenti di questa portata possono offrire percorsi verso la middle class, formazione, nonché un aiuto a ricostruire carriere professionali attraverso posti di lavoro con stipendi in grado di mantenere una famiglia, nel ramo dell’edilizia e della manifattura all’interno dell’industria del futuro. Investire nell’energia rinnovabile e nell’efficienza energetica crea in media quattro volte i posti di lavoro perdollaro- investito rispetto alle tradizionali tecnologie basate sui combustibili fossili. Il passaggio delle economie più avanzate a una produzione a basse emissione è necessario per affrontare la sfida del clima che cambia, ma da solo non basta. In ultima analisi, serve una strategia per ridurre le emissioni di gas serra, e per rendere velocemente più verdi le economie dei paesi rapidamente in via di sviluppo. Il G20 può e dovrà farne una priorità. I paesi di tutto il mondo stanno producendo nuovi investimenti per oltre 2 trilioni di dollari per tentare di riprendersi dalla recessione, ma è fondamentale che questa spesa spinga l’intera comunità internazionale verso un futuro di basse emissioni. Nel momento in cui si ridurranno le emissioni – ed è questa la seconda dimensione della sfida – dovremo anche assicurarci di trovare una soluzione ai bisogni energetici dei paesi più poveri. Più di due miliardi di persone non hanno regolare accesso ai moderni servizi energetici, e un miliardo e sei di costoro non hanno la corrente elettrica in casa. Questa estrema “povertà energetica” minaccia i loro bisogni primari, andando a pesare sulle famiglie, soprattutto dove donne e bambine devono faticare per compensarla, ad esempio camminando per ore per trasportare l’acqua e andare a raccogliere legna. In mancanza di un accesso a forniture energetiche affidabili, inoltre, i rischi per la salute e il tasso di mortalità aumentano, perché alla gente non resta che affidarsi a combustibili “sporchi” per cucinare e riscaldare la casa. Allo stesso tempo la povertà energetica impedisce uno sviluppo economico, limitando la produzione, il commercio e la crescita di mercati locali. Ecco perché orientarsi verso le fonti rinnovabili a livello globale, e sviluppare nuove tecnologie a basse emissioni, sono strade che offrono la promessa di un nuovo futuro energetico per il mondo in via di sviluppo. Sviluppare strategie basate su energie rinnovabili per risolvere bisogni energetici, e ridurre le emissioni, rappresentano dunque una potenzialità concreta, attraverso la quale gli antichi bisogni energetici delle comunità e dei paesi più poveri potrebbero essere soddisfatti in modo da incoraggiare lo sviluppo, pur contribuendo contemporaneamente a ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici. I paesi più poveri hanno diritto allo sviluppo in un mondo soffocato dalla morsa dell’anidride carbonica, e i paesi più ricchi – essendo i primi ad aver contribuito all’inquinamento che surriscalda il pianeta – hanno la responsabilità morale di assisterli in questo processo. Senza una spesa significativa e stabile e senza meccanismi internazionali che diano priorità a chi ne ha più bisogno, il progresso del mondo sviluppato potrebbe lasciarsi alle spalle i paesi in via di sviluppo, ripercorrendo strade storicamente già battute. Tali conseguenze non porterebbero soltanto a maggiori livelli di povertà, ma finirebbero per accentuare il divario già pericoloso fra chi ha e chi non ha nel mondo. *dai materiali preparatori della conferenza annuale di Policy Network (trad. di stefano pitrelli)

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