CENACOLO DEI COGITANTI |
JEAN-MARIE LE PEN
presidente del Front National ( da "EUROPA
ON-LINE" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di questo genere è stato già
condannato più di una volta. Agire una vita da nemico acerrimo di «traditori» e
«disertori», però, non gli è bastato: oggi che la globalizzazione è sotto
accusa, si vanta anche di essere stato colui che ha predetto la crisi finanziaria
Il ritorno di Super Soros
La crisi? Gli fa un Buffett ( da "Stampa,
La" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: «Le elezioni americane, la crisi
finanziaria e la mia teoria della riflessività che si avvera fanno essere
questo periodo davvero stimolante» dice, confessando «ottimismo perché chi
guida l'America vede le cose quasi come me». Qualcosa che lo preoccupa però, a
ben vedere c'è.
Il mattone a -20% "Ma
l'investimento migliore è la casa"
( da "Stampa, La" del
27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: «Specie se confrontato con il
crollo dei mercati finanziari - le fa eco Lucia Vigna, presidente Fiaip Torino
- arrivato, nel 2008 a Piazza Affari, fino al -48%. La rivalutazione
immobiliare, oltretutto, va attesa nel lungo periodo e già dai primi mesi del 2010
ci aspettiamo una risalita».
Rischio d'impresa ad alta
quota Per l'alpinista Simone Moro la conquista del Makalù metafora della
possibilità di battere la crisi economica
( da "Giornale di Brescia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sui temi sotto gli occhi di tutti
nell'attualità di ogni giorno: le difficoltà economiche, la crisi finanziaria,
la caduta del mercato, la necessità di reagire a una globalizzazione che pare
aver perso ogni ordine e razionalità. Scalatore d'acciaio Cosa c'entra uno
scalatore di successo con una convention sull'acciaio si sono chiesti molti?
Conti 2008 Ubi Leasing
diventa la 3a società italiana ( da "Giornale
di Brescia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi finanziaria e
l'andamento negativo del settore leasing, Ubi Leasing ha chiuso il 2008 con
dati di bilancio complessivamente molto positivi. Il risultato dell'operatività
corrente, al lordo delle imposte, è stato pari a 65,3 milioni, in netto
miglioramento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+19,
La congiuntura negativa fa
crescere le 24 banche cantonali della Svizzera
( da "Finanza e Mercati"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La congiuntura negativa fa crescere
le 24 banche cantonali della Svizzera da Finanza&Mercati del 27-03-2009 La
crisi finanziaria spinge i risparmiatori a tornare verso la sicurezza del
pubblico. Le 24 banche cantonali svizzere hanno registrato una crescita del 17%
nei depositi nel 2008 a 243,6 miliardi di franchi (160 miliardi di euro) da
208,9 miliardi del 2007.
l'effetto crisi sul
mattone compravendite in frenata - stefano parola
( da "Repubblica, La"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Segno che le famiglie sono state
spaventate dalla crisi finanziaria, ma anche che gli istituti di credito si
sono fatti più rigidi nelle erogazioni. Tanto da far intervenire la presidente
dell´Ascom Torino, Maria Luisa Coppa: «Il settore immobiliari - dice la numero
uno dell´associazione commercianti, che raccoglie anche gli intermediari -
lancia un appello alle banche,
obama fa litigare travanut
e balducci ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: riferendosi alla crisi finanziaria
mondiale, aveva citato le parole del presidente degli Stati Uniti d'America
Barack Obama, il quale, a sua volta, aveva definito un oltraggio il pagamento
dei bonus ai manager di Aig, il colosso delle assicurazioni che, ha annunciato
il pagamento di 165 milioni di dollari ai dirigenti.
la presidente nazionale
attacca le banche ( da "Tirreno,
Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dalla crisi se ne uscirà molto
male». Queste le dure parole di Federica Guidi, presidente nazionale Giovani
Imprenditori di Confindustria, nei confronti degli istituti bancari. «L'attuale
crisi finanziaria - continua Guidi - nel nostro paese è andata ad appesantire
una crisi del settore industriale che già si percepiva tra il 2007 e il 2008.
la provincia anticipa la
cig i primi assegni alla tpa ( da "Mattino
di Padova, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dice Andrea Bonato - è stata già
dichiarata fallita dal Tribunale per una pesante crisi finanziaria. Per
fortuna, nonostante la cassa integrazione straordinaria, concessa sino alla
fine dell'anno, non ha perso il mercato e le sue maestranze sono tutte qualificate.
Tant'è che ai suoi cancelli bussa già un potenziale acquirente».
francia: accordo con la
3m, liberato il direttore ( da "Mattino
di Padova, Il" del 27-03-2009) + 2 altre fonti
Argomenti:
Crisi
Abstract: caccia al manager comincia a essere
un vero a proprio fenomeno in un Europa scossa dalla crisi finanziaria. Dieci
giorni è stato rapido con modalità analoghe l'amministratore delegato della
Sony, Serge Foucher, mentre un gruppo di attivisti anti-capitalismo ha
attaccato ieri notte la casa a Edimburgo di Fred Goodwin, il banchiere che ha
messo in ginocchio la Royal Bank of Scotland.
Indagine accurata sullo
stato di salute della nostra economia
( da "Tempo, Il" del
27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: riunione verranno presentati degli
interessanti approfondimenti dedicati al credito e sull'impatto della crisi
sull'economia reale della provincia di Frosinone. Spazio ed analisi, inoltre,
saranno dedicati alla crisi finanziaria internazionale ed al conseguente
impatto sull'economia. Approfondimenti saranno nel dettaglio dedicati agli
indicatori relativi alla dinamica congiunturale.
"creeremo posti
sicuri con ambiente e energia"
( da "Repubblica, La"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Per questo stiamo cercando di
risolvere la crisi finanziaria: per restituire liquidità alle piccole e alle
grandi imprese. Ma non tutto il lavoro tornerà indietro anche per via della
competizione straniera. Perciò, quello che dobbiamo fare è creare nuova
occupazione che nessuno ci porterà via.
Jiri Paroubek: Ora svolta
antiliberista ( da "Manifesto,
Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria, che allora
aveva colpito la Repubblica ceca è stata il risultato delle politiche
economiche sbagliate dei governi di destra all'inizio degli anni '90. Noi
abbiamo quindi ripulito il sistema bancario già alla fine dello secolo scorso e
all'inizio dello secolo attuale.
Fmi più forte con la
supervaluta cinese... ( da "Milano
Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: peraltro già attaccata dalle
vicende della crisi finanziaria. In effetti, la proposta cinese mira a
modificare, attraverso la creazione della nuova moneta, l'impianto dei diritti
speciali di prelievo istituiti e consolidati negli anni 60 presso il Fondo
monetario internazionale; presuppone, dunque, una riforma del Fondo anche attraverso
la revisione delle quote di partecipazione;
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria che riduce il
credito alle imprese e una paura di investire; questo comporta una flessione
nella produzione. Per cui anche il manager manifesta la preoccupazione di non
avere più un ruolo in prospettiva. Ma sono convinto che questo professionista
possa avere una possibilità anche nell'assistere i piccoli imprenditori del
settore terziario attraverso la figura del
Per Banca Network il
pareggio nel 2010 ( da "Milano
Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: un processo aggregativo che ha
posto qualche problema ma che ormai si avvia a conclusione», spiega a MF-Milano
Finanza l'amministratore delegato Marco Sturmann. Sul 2009 il manager è
abbastanza ottimista: «La raccolta netta continua a essere positiva nonostante
la crisi finanziaria in corso. La rete è vivace e le aspettative sono buone».
Luca Gualtieri
Crisi finanziaria tra
problemi e opportunità ( da "Milano
Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è necessario fondare un sistema
nuovo Crisi finanziaria tra problemi e opportunità La crisi sta ormai dilagando
ed è a questo punto manifesta l'impossibilità di mantenerla circoscritta al
solo contesto finanziario; l'effetto domino si sta evidenziando ogni giorno in
maniera più preoccupante, con l'estendersi a macchia d'olio delle aziende in
crisi,
Modernizzazione bancaria,
quali errori correggere ( da "Milano
Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il sistema bancario italiano vive
oggi la crisi finanziaria mondiale. Le passate politiche di riorganizzazione,
fra le quali quelle sommariamente descritte, hanno portato a recidere i legami,
culturali, organizzativi e relazionali fra diverse attività legate tutte
all'economia reale.
Cautela eccessiva nella
manovra sul corridoio dei tassi ( da "Milano
Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Tra agosto/settembre scoppiava la
crisi finanziaria internazionale e iniziava la fase di rallentamento
dell'economia mondiale e di calo del prezzo del petrolio. Dopo tre mesi, quindi
a inizio ottobre 2008, la Bce invertiva così rotta tagliando dello 0,5% i tassi
di politica monetaria.
Principi contabili Ias
inadeguati in tempo di crisi ( da "Milano
Finanza (MF)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi finanziaria e i nuovi
scenari che sono venuti a delinearsi hanno dimostrato che il potere
taumaturgico delle nuove regole contabili, che sostanzialmente allineavano agli
standard anglosassoni la prassi europea, era solo di facciata. Come tante altre
regole (tutte complicatissime) gli Ias/Ifrs hanno dimostrato la loro
inadeguatezza nelle situazioni di crisi,
Crisi finanziaria e
partecipazione dei piccoli azionisti
( da "Milano Finanza (MF)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 54 autore: Crisi finanziaria e
partecipazione dei piccoli azionisti La volontà di garantire la presenza da
parte di esponenti politici e delle istituzioni governative in un momento
carico di impegni istituzionali ha comportato la necessità di rimandare il convegno
«La crisi finanziaria e la partecipazione dei piccoli azionisti».
Crisi, la preoccupazione
degli imprenditori varesini ( da "Giorno,
Il (Varese)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 5 Crisi, la preoccupazione degli
imprenditori varesini ECONOMIA RIUNITA IERI LA GIUNTA DELL'UNIONE INDUSTRIALI
DELLA PROVINCIA VARESE L'INDUSTRIA VARESINA vuole restare in corsa, ma le
difficoltà crescono. «Prima la crisi finanziaria internazionale che si è
trasferita sull'economia reale penalizzando tutti i settori del sistema
economico,
Russia, soldi ai Paesi
vicini per battere l'Ue ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Dopo alcuni mesi di quiete per la
crisi finanziaria internazionale e per il cambio di presidenza alla Casa
Bianca, lo scontro geostrategico tra Est e Ovest per il controllo dello spazio
ex sovietico è, pertanto, ripreso, ma, ora, sotto altre forme. Sono i soldi da
erogare come aiuti ai Paesi dell'area in difficoltà la chiave di volta di tutte
le strategie.
di Stefano Feltri A volte
i tempi della giustizia, anche quando non sono lunghi come quelli italiani,
fanno arrivare le sentenze nel momento in cui il mondo in cui era iniziato il
( da "Riformista, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: travolto dalla crisi finanziaria
che ha fatto rinascere il protezionismo finanziario al posto delle spinte alla
privatizzazione degli anni Novanta BOCCIATURA. Nell'era del protezionismo
finanziario, la Corte europea contro lo Stato italiano che si è attribuito troppa
influenza sulle imprese privatizzate.
Sale al 7% la quota di
mercato di Ubi Leasing ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: mail print Nonostante la crisi
finanziaria e l'andamento negativo del settore, Ubi Leasing ha chiuso il 2008
con dati di bilancio complessivamente positivi. Il risultato dell'operatività
corrente, al lordo delle imposte, è cresciuto del 19,8% su base annua a 65,3
milioni di euro, essenzialmente grazie alla significativa crescita del margine
d'interesse (
ANCONA - Buon anno Istao.
Si inaugra questa mattina l'anno accademico dell'Istituto Adrian...
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Crisi finanziaria internazionale:
riflessi sull'economia reale". Un calibro da novanta come tradizione
dell'Istituto. L'appuntamento è alle 11. «Sono sicuro - ha osservato il
presidente Istao Adolfo Guzzini - che il prof Poli proporrà agli allievi dei
corsi, agli uomini di impresa, banca e stituzioni pubbliche e private,
ANCONA - Veleni tra il
consigliere regionale del Pdl Giacomo Bugaro e il governatore Spac...
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Piuttosto si dia da fare per
convincere il suo ministro Scajola a far partire il Fondo di garanzia
nazionale». Quanto all'aeroporto - replica Spacca - «ci sono state
manifestazioni d'interesse anche da Inghilterra e Austria. Se non sono andate
in porto forse una ragione la si può trovare nella crisi finanziaria».
francia: accordo con la
3m, liberato il direttore ( da "Tirreno,
Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: al manager comincia a essere un vero
a proprio fenomeno in un Europa scossa dalla crisi finanziaria. Dieci giorni fa
è stato rapido con modalità analoghe l'amministratore delegato della Sony,
Serge Foucher, mentre un gruppo di attivisti anti-capitalismo ha attaccato
l'altra notte la casa a Edimburgo di Fred Goodwin, il banchiere che ha messo in
ginocchio la Royal Bank of Scotland.
Case Rubino, un'altra
sconfitta dei giudici ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nel pieno di una pesante crisi
finanziaria, qualche centinaio di milioni di euro. Né va meglio ai nostri
confini, per esempio nella vicina Basilicata, laddove andrebbe raccontata la
storia di un povero sventurato che ha perso due lavori consecutivi, l'uno nella
realizzazione di un villaggio turistico, l'altro in quella degli impianti per
il petrolio della Val d'
Argomenti:
Crisi
Abstract: è tutta «colpa del protezionismo
con cui viene gestito il mercato aereo» A Linate entra nel vivo la guerra degli
slot. Una battaglia a suon di dichiarazioni, pressioni e trattative per
accaparrarsi gli spazi sull'aeroporto. Mercoledì Alitalia ha annunciato la
volontà di valorizzare al massimo le sue partenze dal Forlanini.
Mulazzani ottimista
Argomenti:
Crisi
Abstract: Partendo dalla crisi finanziaria
che ha colpito tutto il mondo ed anche il mercato della casa, uno dei motori
principali per la costruzione del Pil, Mulazzani è ottimista perché «ora,
rispetto ad alcuni anni fa, il mercato sta tornando più sano, più selettivo».
Tremonti: Usa fuori dal
rischio collasso ( da "Corriere
della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: In ogni caso, guardando alla crisi
mondiale «il rischio di un Armageddon finanziario, in America sembra essere in
qualche modo terminato», sottolinea Tremonti, che la prossima settimana parteciperà
A Londra al G20 dei capi di stato e di governo assieme al premier Silvio
Berlusconi.
Il boom del protezionismo
E la caduta di Lamy ( da "Corriere
della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: REDAZIONALE Il Wto Il boom del
protezionismo E la caduta di Lamy MILANO — Tutta colpa di un tavolino da caffè
particolarmente scivoloso. Così ieri, mentre discuteva con il presidente della
Commissione Ue José Manuel Barroso, è finito a terra Pascal Lamy, direttore della
Wto (l'Organizzazione Mondiale del Commercio).
Barclays vende i fondi, il
titolo sale ( da "Corriere
della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-27 num: - pag: 37
categoria: REDAZIONALE Il caso a Londra Barclays vende i fondi, il titolo sale
(g.fer.) — Il gruppo Barclays ha messo in vendita la propria divisione di asset
management (in pratica la società di gestione dei fondi).
Settimo rialzo, su anche
Wall Street ( da "Corriere
della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari - data:
2009-03-27 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE La Giornata in Borsa Settimo
rialzo, su anche Wall Street di Giacomo Ferrari Scambi in ripresa Il
controvalore degli scambi ha superato ieri quota 2,1 miliardi di euro Per la
settima volta consecutiva Piazza Affari chiude in rialzo e corre più delle
altre Borse (
Aedes perde ma la Borsa la
premia ( da "Corriere
della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari - data:
2009-03-27 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE Il caso a Milano Aedes perde
ma la Borsa la premia (g.fer.) — Dopo la decisione di avviare le procedure di
licenziamento per una parte dei dipendenti (che ha provocato scioperi e
proteste), ieri Aedes ha presentato i conti del 2008.
G20, l'Europa non sia
timida ( da "Corriere
della Sera" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ma dovrà concordare misure concrete
per regolare i mercati finanziari e stimolare la ripresa economica. In realtà,
gli ostacoli che si frappongono a un coordinamento a livello mondiale tra le
grandi potenze e le più forti economie emergenti sono ardui, e diverse sono le
politiche proposte dai governi, inclusi quelli dei Paesi culturalmente più
affini come gli Stati Uniti e l'
E i no global
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi. I banchieri, come dice anche
Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, non sono in genere
simpatici alla gente, ora più di prima. Considerati l'epicentro della crisi
finanziaria scoppiata però nelle banche americane. Così circa 200, o forse
meno, manifestanti che si preparano al corteo di domani contro il G8 e il G14
sul lavoro che si svolgeranno a Roma da
G-8, scudo globale per il
lavoro ( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: deve includere il concetto che la
stabilità economico e finanziaria non può che incorporare il valore della
stabilità sociale». La coesione sociale è un modo per superare la crisi
finanziaria: «Faremo una proposta di metodo e di merito - ha proseguito Sacconi
- proporremo un patto globale per la protezione sociale.
Barack Obama usa il web
per rassicurare gli americani ( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: americani assediati da una crisi
molto reale e poco virtuale. M. Val. I TEMI Oltre a rispondere alle domande è
stato annunciato il piano di salvataggio dell'auto e le strategie per uscire
dalla crisi finanziaria Interrogato. Il presidente Usa, Barack Obama, legge una
delle decine di migliaia di domande arrivate ieri via internet «Voglio aprire
la Casa Bianca al popolo americano»
Continua la corsa delle
Borse mondiali ( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ma forse sta proprio in questa
coincidenza la chiave per capire se la crisi finanziaria abbia veramente
toccato il fondo: se è vero che i dati sul Pil fotografano il passato e le
Borse anticipano le attese future, la performance di Wall Street potrebbe far
ben sperare. Anche perché è stata accompagnata da una giornata positiva in
Europa: Londra +0,64%, Francoforte + 0,85%,
Allarme di Lamy: in
aumento le restrizioni al commercio mondiale
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ha aggiunto Lamy, a Bruxelles per
partecipare a un business forum. Ma per il direttore generale della Wto«non ci
sono rischi dell'intensificarsi del protezionismo».Quest'anno,secondo le ultime
stime della Wto, il commercio mondiale si contrarrà del 9%: la maggiore
flessione negli ultimi 60 anni. AFP
Brown e Lula: fondo da 100
miliardi per gli scambi globali ( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: «Chiederò al vertice del G-20 la
settimana prossima un finanziamento di 100 miliardi di dollari per incentivare
il commercio», ha detto Brown, in visita in Brasile. Lula ha sottolineato che
«è il momento della politica, non delle soluzioni finanziarie», e ha condannato
il risorgere del protezionismo. REUTERS
I poteri tra governance e
Stato ( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ma quali sono le priorità che
occorre affrontare nel ridisegno della regolamentazione finanziaria? Ne
proponiamo tre. In primo luogo, cosa si deve regolamentare? La crisi
finanziaria è il frutto di una miscela esplosiva composta da: sviluppo della
finanza non regolata, intrecci tra finanza e attività bancaria commerciale;
bassi tassi d'interesse.
Primo, valutare la scuola
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Come ha dimostrato recentemente la
crisi finanziaria, il mercato non è in grado di valutare alcuni tipi di
servizio come quelli formativi. Potrei fare esempi concreti di atenei che il
mercato giudica attualmente di eccellenza ma che forniscono una formazione
peggiore di quella di altri meno apprezzati: lo si vede dai programmi, dalle
strategie adottate,
INTERVISTA Lamberto
Andreotti di Paolo Madron L' "
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: e mi preoccupano soprattutto due
rischi: l'eccesso di protezionismo e di una reindustrializzazione sbagliata nei
paesi occidentali. Cioè? Che per una sorta di furore iconoclasta contro la
finanza dai servizi ci si ributti sul manifatturiero, focalizzandosi su
produzioni su cui l'Occidente non può più essere concorrenziale, pena un bieco
protezionismo.
EasyJet investe 800
milioni e punta a crescere su Linate
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: «Questo è protezionismo, non si può
continuare così», ha commentato Bacchetta. Il vettore, con un tasso di
riempimento degli aerei dell'85%, si schiera anche contro la proposta della
Commissione europea di congelamento degli slot: «Si tratta di un aiuto di Stato
mascherato», hanno detto i manager.
Il Demanio libererà i
terreni ( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sta subendo i colpi della crisi
finanziaria mondiale. Per invertire la rotta serve un aumento della base
produttiva e una liberalizzazione più graduale degli scambi commerciali di
materie prime agricole, per evitare squilibri e speculazioni sul mercato mondiale,
con regole comuni da studiare insieme agli altri Paesi».
I bancari in difesa del
fondo esuberi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi del credito dopo i mercati
finanziari potrebbe toccare il mercato del lavoro delle banche. O almeno questo
è l'allarme lanciato dalla Fabi, che ieri ha aperto a Milano il suo
114ÚConsiglio Nazionale. I timori del sindacato si concentrano tutti su
possibili contraccolpi a danno dei dipendenti delle banche.
Abbiamo risorse per nuovi
stimoli ( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La cosa più importante è che si
arrivi a un accordo sulla riforma dei mercati finanziari, a un documento finale
comune che serva come messaggio di fiducia a livello internazionale. Da parte
sua la Spagna spiegherà come ha funzionato il suo sistema di supervisione e di
accumulo di riserve anticicliche volute dalla Banca di Spagna e che sono state
di grande efficacia.
Da Baselworld segnali di
fiducia e ottimismo ( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: a causa della crisi finanziaria ed
economica, ma il nostro impegno è rafforzare gli orologi Tiffany non solo su
questi tre mercati, ma in tutto il mondo, diversificando maggiormente la
presenza – spiega Nayla Hayek, figlia del fondatore di Swatch Nicolas Hayek, a
capo dell'alleanza SwatchTiffany –
L'offensiva del sorriso
non salva Barack dalle critiche globali
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: L'altra circostanza rilevante,
ovviamente, è la crisi finanziaria che dall'America si è rapidamente diffusa in
tutto il mondo, che fa dubitare della capacità del capitalismo statunitense di
guidare ancora l'economia globale, riflettendo questo dubbio anche sul ruolo
americano nell'assetto geopolitico e militare.
Eurallumina, il vertice
della verità ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: È l'economia reale che tocca con
mano la crisi finanziaria mondiale, ma sono soprattutto lavoratori e famiglie
che fanno fatica a sopravvivere. EURALLUMINA La fabbrica di proprietà della
Rusal è ferma ormai da due settimane, dal primo aprile partirà la cassa
integrazione per 350 operai diretti.
Argentina, Cristina vince
anche al Senato: al voto il 28 giugno
( da "Velino.it, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: scelta di anticipare il voto era
stata presentata come necessaria per impedire al paese, esposto come tutti agli
effetti della crisi finanziaria internazionale, di allungare i tempi della
polemica politica perdendo energie nella campagna elettorale. Le opposizioni
avevano contestato l'annuncio denunciando la preoccupazione del governo di
arrestare una popolarità segnalata in calo.
Usa e Inghilterra, allarme
debito e a Londra fallisce un'asta Bot
( da "Finanza.com" del
27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Un tasso superiore alle attese, che
fa presagire una bassa domanda per tali titoli che servono a colmare il deficit
di bilancio statale. Si inizia insomma a temere che Geithner possa avere
difficoltà a finanziare l'enorme mole di denaro messa in campo per fronteggiare
la crisi finanziaria e la recessione. (Riproduzione riservata)
LA STRATEGIA AFGANA DI
OBAMA - LA SOLITUDINE DI ZAPATERO - LE BANCHE SVIZZERE VIETANO AI TOP MANAGER
DI RECARSI ALL'ESTERO (RISCHIO ARRESTO) NORDCOREA: CRESCE LA POSSIBILITÀ DI U
( da "Dagospia.com" del
27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria è stata provocata
da uomini bianchi con occhi blu": con Gordon Brown al suo fianco, il
presidente brasiliano Lula da Silva punta il dito sui responsabili della crisi
globale. "Le regole per la successione al trono potrebbero essere
riformate": colloqui tra Buckingham Palace e Governo per dare alle
discendenti donne uguali diritti e per eliminare il divieto di matrimonio
Migliaia di Nigeriani in
viaggio verso l'Italia. Il finto accordo tra Berlusconi e Gheddafi e la vera
guerra francese per l'uranio. La video inchiesta di Fabrizio Gatti
( da "Blogosfere" del
27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Altrimenti rischia di pagare cara
la crisi finanziaria in cui è caduta. Tutto quell'uranio, però, non è ancora
arrivato in Francia. Per il momento è in Niger, vicino ad Agadez: a Imouraren,
sotto la sabbia nel mega-giacimento che comincerà a produrre fra tre anni, il
secondo al mondo dopo McArthur River in Canada.
CRISI/ PASSERA: POLITICI
SI DIANO DA FARE, BASTANO TRE REGOLE
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Crisi/ Passera: Politici si diano
da fare, bastano tre regole di Apcom Le scrivano, basta un giorno a farle
-->Taormina(Messina), 27 mar. (Apcom) - "La crisi finanziaria è stata
legata alla mancanza di regole nel sistema bancario". Lo ha detto Corrado
Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo,
SIEMENS, OBIETTIVO UTILE
2009 ANCORA VALIDO, TITOLO SALE ( da "Wall
Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ha detto il direttore finanziario
Joe Kaeser. Il prossimo mese il gruppo industriale tedesco pubblicherà i
risultati del secondo trimestre da gennaio a marzo. "La crisi finanziaria
ha raggiunto Siemens ma Siemens di per sé non è in crisi", ha aggiunto.
Gli analisti si aspettano che il gruppo tagli le sue previsioni per l'utile
operativo per tutte e tre le sue divisioni -
Una strana primavera
immobiliare! pag.7 ( da "Trend-online"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: capire questa crisi finanziaria è
capire il crollo dell'AIG. L'AIG rappresenta quello che accade quando dei
gestori bassi e pelati, appartenenti a burocrazie finanziarie altrimenti
noiose, incominciano a vedersi nello specchio come dei Brad Pitt. L'AIG è una
azienda che ha costruito, lungo più di un secolo, una fortuna gigantesca
scommettendo su titolari di polizze consapevoli dell'
CRISI/ ESPERTI ONU PER UN
NUOVO SISTEMA MONETARIO ( da "Wall
Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: simile a diritti speciali di
prelievo molto ampliati, con emissioni periodiche e regolarmente adattate
perche corrispondano alla misura delle riserve accumulate, potrebbe contribuire
alla stabilità generale, alla potenza economica e all'equità mondiale"
suggerisce il gruppo, tra altre raccomandazioni per far fronte alla crisi
finanziaria. (fonte Afp)
Jiri Paroubek:
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria, che allora
aveva colpito la Repubblica ceca è stata il risultato delle politiche
economiche sbagliate dei governi di destra all'inizio degli anni '90. Noi
abbiamo quindi ripulito il sistema bancario già alla fine dello secolo scorso e
all'inizio dello secolo attuale.
Francia: accordo con la
3M, liberato il direttore ( da "Nuova
Ferrara, La" del 27-03-2009) + 5 altre fonti
Argomenti:
Crisi
Abstract: caccia al manager comincia a essere
un vero a proprio fenomeno in un Europa scossa dalla crisi finanziaria. Dieci
giorni è stato rapido con modalità analoghe l'amministratore delegato della
Sony, Serge Foucher, mentre un gruppo di attivisti anti-capitalismo ha
attaccato ieri notte la casa a Edimburgo di Fred Goodwin, il banchiere che ha
messo in ginocchio la Royal Bank of Scotland.
Siemens, obiettivo utile
2009 ancora valido, titolo sale ( da "Reuters
Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ha detto il direttore finanziario
Joe Kaeser. Il prossimo mese il gruppo industriale tedesco pubblicherà i
risultati del secondo trimestre da gennaio a marzo. "La crisi finanziaria
ha raggiunto Siemens ma Siemens di per sé non è in crisi", ha aggiunto.
Gli analisti si aspettano che il gruppo tagli le sue previsioni per l'utile
operativo per tutte e tre le sue divisioni -
Toshiba e Sharp potrebbero
lavorare insieme per energia solare
( da "Reuters Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria ha provocato
il taglio di finanziamenti per i nuovi progetti a partire dallo scorso anno, ma
le aziende di energia solare stanno invece ancora compiendo una corsa per
aumentare la loro capacità con i governi che in tutto il mondo sostengono
l'espansione dei sistemi a energia pulita per tagliare le emissioni di gas
serra,
Crisi e imprese, focus ad
Ariano ( da "Denaro,
Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Avellino dibattito Crisi e imprese,
focus ad Ariano "Crisi finanziaria ed economia locale: Confidi, banche ed
imprese" è il tema del confronto in programma questo pomeriggio, alle 18,
presso la Sala Conferenze del Museo Civico Comunale Palazzo Forte ad Ariano
Irpino, in provincia di Avellino.
L'allarme dei consumatori
( da "Miaeconomia" del
27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Tra crisi finanziaria, tariffe e
prezzi, hanno perso qualcosa come più di 3.400 euro annuali di potere di
acquisto". ?Per cortesia ? dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti,
alal guida di Federconsumatori e di Adusbef ? non vogliamo più sentir parlare
di risparmi per le famiglie.
Cecenia, Mosca ordina il
dietrofront ( da "Avvenire"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: porta a gravi perdite finanziarie »
e ciò «è abbastanza problematico nelle condizioni della crisi finanziaria
mondiale ». A Mosca il professor Aleksej Malashenko, uno dei maggiori esperti
russi per il Nord Caucaso, ha dato ragione a Gryzlov. «Nelle condizioni della
crisi ha detto possono esservi piani per ridurre le spese di mantenimento delle
strutture militari in Cecenia»
Praga, Topolanek si
dimette al
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria ed economica,
Mirek Topolanek si trova ora ridotto anche sul piano europeo a un ruolo di
ordinaria amministrazione in una fase che di "ordinario" non ha
proprio nulla e richiederebbe mani solide al timone dell'Ue.Vaklav Klaus ha
parlato della necessità di formare un nuovo governo «in tempi rapidi» ma il
panorama politico ceco non autorizza grandi speranze di una
Busca: ad aprile il via
alla stagione primaverile del Teatro
( da "Targatocn.it" del
27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: spettacolo è fortemente penalizzato
dalla crisi finanziaria e dai tagli alla spesa pubblica e, in particolare, alla
cultura. A questo proposito l?associazione Marcovaldo ha presentato un nuovo
progetto Interreg ? ?Confrontations Artistiques Transfrontaliéres? - che vede
come capofila il Comune di Savigliano e ha come partner francese la Comunità
dei Comuni della Moyenne Durance,
Cile, a Viña del Mar
vertice mondiale dei leader progressisti
( da "Velino.it, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sarà focalizzato sulla crisi
finanziaria internazionale. I partecipanti dovrebbero chiudere il vertice con
una dichiarazione comune mirata ad affrontare l?ipotesi di una riforma degli
organismi di credito internazionale che ne riveda priorità e ruolo, sostenere
interventi pubblici a difesa delle fasce più deboli, suggerire politiche di
sviluppo sostenibile.
Obiettivo: sganciare il
mondo dagli Usa">La Cina preme per la 'nuova moneta' Obiettivo:
sganciare il mondo dagli Usa ( da "Affari
Italiani (Online)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incalzare della crisi finanziaria,
la Cina ritiene che sia giunto il momento per riscrivere le regole della
Finanza mondiale, quella che regolano i flussi di capitale ed investimenti, la
base per sostenere la propria Economia reale e continuare a crescere. Non è
pertanto un mistero che la Cina sia seriamente propensa a sganciare il proprio
sviluppo e quello del mondo prossimo venturo,
Liguria: Costa Crociere
crese del 16,6 per cento ( da "Savona
news" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: inizio della crisi finanziaria ed
economica. In questo contesto siamo riusciti comunque a crescere in maniera
significativa, sia in termini di fatturato che di Ospiti totali, a conferma che
la strategia del gruppo, che punta sullo sviluppo di mercati chiave, sulla
qualità del prodotto e sulle nuove destinazioni, è stata molto apprezzata.
CRISI: BIDEN E BROWN A
SANTIAGO DEL CILE PER CONFERENZA IN
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di affrontare le strategie comuni
contro la crisi finanziaria che anticipa il G20 di Londra. Alla conferenza
parteciperanno i primi ministri di Norvegia, Jens Stoltenberg, e Spagna, Jose'
Luis Rodriguez Zapatero. Previsti anche i presidenti di Argentina, Cristina
Fernandez Kirchner, Brasile, Inacio Luis Lula da Silva, Cile, Michelle Bachelet
e Uruguay,
G20/ Sospeso professore
universitario, aveva minacciato ( da "Virgilio
Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Per il G20 del 2 aprile a Londra
numerosi gruppi stanno organizzando proteste su diversi temi, inclusa
naturalmente la crisi finanziaria. Secondo la polizia alcuni attivisti stanno
pianificando "azioni senza precedenti" e stanno riemergendo gruppi
attivi verso la fine degli anni Novanta.
Costa Crociere: fatturato
e ospiti 2008 in decisa crescita ( da "TravelQuotidiano.com"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: inizio della crisi finanziaria ed
economica. In questo contesto siamo riusciti comunque a crescere in maniera
significativa, sia in termini di fatturato sia di ospiti totali, a conferma che
la strategia del gruppo, che punta sullo sviluppo di mercati chiave, sulla
qualità del prodotto e sulle nuove destinazioni, è stata molto apprezzata.
UCRAINA/ MANIFESTAZIONI
ANTI-GOVERNO IN TUTTO IL PAESE ( da "Wall
Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: esecutivo e il presidente di non
aver saputo affrontare la crisi economica e finanziaria che sta attanagliando
il Paese. A Kiev in 3.000 sono scesi in piazza con le bandiere blu del Partito
delle Regioni gridando slogan come "Basta alla crisi" e "Abbasso
le autorità". Secondo gli organizzatori proteste simili si stanno
svolgendo in altre 10 città ucraine.
G20/SOSPESO PROFESSORE
UNIVERSITARIO, AVEVA MINACCIATO BANCHIERI
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Per il G20 del 2 aprile a Londra
numerosi gruppi stanno organizzando proteste su diversi temi, inclusa
naturalmente la crisi finanziaria. Secondo la polizia alcuni attivisti stanno
pianificando "azioni senza precedenti" e stanno riemergendo gruppi
attivi verso la fine degli anni Novanta.
Solidarietà dell'intera
città ( da "Sicilia,
La" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: cosca criminosa gelese in danno del
massimo esponente della Banca Agricola di Ragusa, sventato grazie all'operato
dei carabinieri, esprime solidarietà al dottor Giovanni Cartia ed a tutti i
lavoratori della Bapr; si compiace con le Forze dell'ordine ed auspica una
sempre maggiore attenzione nei confronti delle Banche fortemente esposte in
questo momento di grave crisi finanziaria.
Perugia, ad aprile il
Festival Internazionale del Giornalismo
( da "Reuters Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: il ruolo dei media nella crisi
finanziaria internazionale, il post giornalismo e i nuovi linguaggi della
comunicazione, e la libertà dei giornalisti in rapporto alla pubblicità.
Saranno poi dedicati ampi spazi all'informazione in prima linea contro le
mafie, ai new media e alle nuove frontiere dell'informazione, e al
"giornalismo degli altri",
Costa Crociere, approvato
bilancio 2008: fatturato +16,6% ( da "Velino.it,
Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: inizio della crisi finanziaria ed
economica. In questo contesto siamo riusciti comunque a crescere in maniera
significativa, sia in termini di fatturato che di ospiti totali, a conferma che
la strategia del gruppo, che punta sullo sviluppo di mercati chiave, sulla
qualità del prodotto e sulle nuove destinazioni, è stata molto apprezzata.
CRISI E COORDINAMENTO
INTERNAZIONALE, SUMMIT TRA L ( da "WindPress.it"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Crisi e coordinamento
internazionale, summit tra le Confindustrie del mondoMarcegaglia lancia la
terza edizione del G8 Business, il 23 e 24 aprile in SardegnaRoma, 27 marzo
2009 - Crisi economica e finanziaria, libert`a di investimenti e cambiamenti
climatici: saranno i principali temi che le rappresentanze industriali dei
paesi del G8 affronteranno il 23 e 24 aprile prossimi a Forte
Marcegaglia lancia la
terza edizione del G8 Business a fine aprile
( da "KataWebFinanza"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Marcegaglia lancia la terza
edizione del G8 Business a fine aprile (Teleborsa) - Roma, 27 mar - Crisi
economica e finanziaria, libert di investimenti e cambiamenti climatici saranno
i principali temi che le rappresentanze industriali dei paesi del G8
affronteranno il 23 e 24 aprile prossimi a Forte Village in Sardegna (Cagliari)
nella terza edizione del G8 Business imprese.
Obiettivo:sganciare il
mondo dagli Usa">La Cina preme per la 'nuova moneta'
Obiettivo:sganciare il mondo dagli Usa
( da "Affari Italiani (Online)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incalzare della crisi finanziaria,
la Cina ritiene che sia giunto il momento per riscrivere le regole della
Finanza mondiale, quella che regolano i flussi di capitale ed investimenti, la
base per sostenere la propria Economia reale e continuare a crescere. Non è
pertanto un mistero che la Cina sia seriamente propensa a sganciare il proprio
sviluppo e quello del mondo prossimo venturo,
Fatturato a +16,6% nel
bilancio 2008 di Costa Crociere (1)
( da "TTG Italia Online"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è stato molto positivo per i 3
marchi del gruppo - ha commentato Pier Luigi Foschi, presidente e
amministratore delegato del Gruppo Costa Crociere - nonostante la presenza di
alcune condizioni sfavorevoli come l'aumento del prezzo del petrolio e l'inizio
della crisi finanziaria ed economica. E gli obiettivi futuri sono ancora di
crescita" - segue -
Fatturato Costa in
crescita del 17% e gli ospiti a +19%
( da "GuidaViaggi.it"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Pier Luigi Foschi - è stato molto
positivo per i 3 marchi del gruppo, nonostante la presenza di alcune condizioni
sfavorevoli come l?aumento del prezzo del petrolio e l?inizio della crisi
finanziaria ed economica?. Gli obiettivi futuri prevedono un?ulteriore
crescita, anche alla luce delle 9 navi in arrivo entro il 2012.
Gli ultimi rimbalzi
vogliono dire nuova fiducia? ( da "Trend-online"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Così come la crisi finanziaria
mondiale ha ?galleggiato? per un anno tra una sponda e l?altra dell?Atlantico,
prima di investire pesantemente l?economia reale, può anche essere possibile
che il riordino che si sta tentando di fare sul sistema finanziario, possa
contribuire non solo a ridare fiducia, ma a stimolare di nuovo la domanda nell?
CAMFIN/ IN 2008 PERDITA
GRUPPO A 167 MLN, DEBITO SCENDE A... -2-
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: condizionato dalla crisi
finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo
Camfin sia per la contrazione dell'attività delle collegate derivante dal
rallentamento dell'economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei
mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati
detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli"
FINCANTIERI: OK CDA A
BILANCIO 2008, RICAVI +8% ( da "Wall
Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in un contesto di mercato segnato
dalla crisi finanziaria che ha bloccato i nuovi ordini a partire dal mese di
settembre 2008''. Nel settore croceristico sono stati acquisiti ordini per due
unita' di dimensioni medio-piccole destinate alla fascia piu' alta del mercato,
mentre nel militare si registrano ordini per 4 fregate multi missione Fremm,
Camfin: il margine
operativo lordo è pari a 12,9 mln
( da "Trend-online" del
27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: condizionato dalla crisi
finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo
Camfin sia per la contrazione dell?attività delle collegate derivante dal
rallentamento dell?economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei
mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati
detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli &
Fincantieri: ok cda a
bilancio 2008, ricavi +8% ( da "Trend-online"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in un contesto di mercato segnato
dalla crisi finanziaria che ha bloccato i nuovi ordini a partire dal mese di
settembre 2008''. Nel settore croceristico sono stati acquisiti ordini per due
unita' di dimensioni medio-piccole destinate alla fascia piu' alta del mercato,
mentre nel militare si registrano ordini per 4 fregate multi missione Fremm,
L'Europa verso un livello
di disoccupazione oltre il 10% ( da "Rai
News 24" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Alla fine del 2009 la
disoccupazione in Europa si avvia a superare il 10% ed il rischio e' quello di
arrivare a 7-8 milioni di disoccupati in piu'. Sono le allarmanti cifre dei
sindacati europei che, in vista del G20 di Londra del prossimo 2 aprile, chiedono
ai leader europei e mondiali un "piano straordinario" per affrontare
l'impatto sociale della crisi finanziaria ed economica.
Calano profitti
Fincantieri nel 2008, deliberato aumento capitale
( da "KataWebFinanza"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi economico-finanziaria e
dell'incremento del costo del lavoro, l'EBITDA risulta in calo rispetto al 2007
(134 Euro/milioni contro i 194 Euro/milioni del 2007). Sotto il profilo
dell'attivit commerciale, sono stati finalizzati ordini per 2,5 Euro/miliardi,
(contro il valore record di 4,2 Euro/miliardi del 2007) in un contesto di
mercato segnato dalla crisi finanziaria che ha
Camfin chiude conti 2008
in rosso, outlook è ottimista ( da "KataWebFinanza"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: condizionato dalla crisi
finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo
Camfin, sia per la contrazione dell'attivit delle collegate derivante dal
rallentamento dell'economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei
mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati
detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli &
Camfin chiude conti 2008
in rosso, outlook è ottimista ( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: condizionato dalla crisi
finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo
Camfin, sia per la contrazione dell'attività delle collegate derivante dal
rallentamento dell'economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei
mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati
detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli &
BORSE GIù (MIBTEL -0.76%)
"SOLE 24 ORE RADIOCOR": UN GIORNO DI SCIOPERO - Fantozzi: ALITALIA e'
partita bene - MPS: MORELLI, RIMBORSEREMO TRE-BOND SENZA OPERAZIONI SU CAPITALE
- ( da "Dagospia.com"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di fronte alla drastica riduzione
delle vendite per la concorrenza di Internet ed alla crisi finanziaria.
"E' stata una decisione difficile da prendere, ma la situazione in cui
siamo e' la piu' difficile che ci siamo trovati ad affrontare" hanno
dichiarato il presidente del New York Times, Arthur Sulzeberg ed
l'amministratore delegato Janet Robinson.
Spacca: "Bugaro è in
frenesia da campagna elettorale"
( da "Quotidiano.it, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Falconara e che hanno deciso di non
manifestare il proprio interesse all'aumento del capitale sociale, Bugaro potrà
trovare una spiegazione rivolgendosi loro direttamente, ma forse una ragione
può anche essere offerta dalla crisi finanziaria internazionale che in modo
prioritario colpisce i business aeroportuali e induce a utilizzare le risorse
nell'economia domestica". 27/03/2009
Perugia, al via Festival
Internazionale del Giornalismo ( da "Reuters
Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: il ruolo dei media nella crisi
finanziaria internazionale, il post giornalismo e i nuovi linguaggi della
comunicazione, e la libertà dei giornalisti in rapporto alla pubblicità.
Saranno poi dedicati ampi spazi all'informazione in prima linea contro le mafie,
ai new media e alle nuove frontiere dell'informazione, e al "giornalismo
degli altri",
WALL STREET INCONTRA
WASHINGTON ( da "Wall
Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: "Non usciremo da questa crisi
finanziaria e non stabilizzeremo il nostro sistema finanziario senza banche in
salute". L?amministrazione ha proposto anche di aumentari i controlli sul
sistema finanziario, dando ai governi il potere di assumere il controllo delle
grandi societa?
UNGHERIA/ AUTORITY MULTA
FONDO D'INVESTIMENTO DI SOROS ( da "Wall
Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: a livello globale si sentivano i
colpi del crisi finanziaria. Secondo il comunicato della Pszaf, la multa è
stata comminata "per la violazione delle regole concernenti l'interdizione
della manipolazione dei mercati finanziari". Il fondo Soros ha un mese per
pagare. "La base della nostra inchiesta sono state le transazioni
d'offerta di vendita delle azioni Otp del 9 ottobre 2008,
PDL/ BERLUSCONI: CRISI NON
CI SPAVENTA, NOI UOMINI FORTI E LIBERI
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: "Sono certo - afferma il
premier - che, anche e soprattutto in un momento di crisi finanziaria mondiale,
sapremo realizzare il nostro progetto di una società finalmente libera dalle
paure e dalle ansie che rendono fragile la crescita della vera
democrazia".
Appello dell'Onu sul clima
alla vigilia dell'Earth Hour ( da "Rai
News 24" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ha aggiunto, "il cambiamento
climatico e la crisi finanziaria richiedono un'azione coraggiosa. Adesso. La
buona notizia e' che possiamo affrontare entrambe le crisi insieme". E ha
continuato: "La nostra dipendenza dai combustibili fossili sta
surriscaldando il pianeta: occorre passare a un'energia pulita.
Il ritorno dell'Onda
( da "AprileOnline.info"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Perchè i mercati finanziari
crollano e i posti di lavoro sfumano, ma per i templi dello studio, che
dovrebbero essere sacri, la situazione non è affatto diversa. Con Tremonti,
Gelmini e Brunetta in gara a chi interviente più pesantemente. Gli studenti la
chiamano una «catastrofe dell'università, della ricerca,
Napoli invitata a Betlemme
per la visita del Papa ( da "Napoli.com"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria- ha continuato
Samman- sta determinando un indebolimento dello sviluppo economico, che potrà
avere come causa l?aumento del numero delle persone che vivono sotto la soglia
della povertà?. Promuovere il dialogo interculturale e lo sviluppo delle realtà
locali è l?
USA/CRISI: OBAMA INCONTRA
I LEADER DELLE BANCHE AMERICANE ( da "Wall
Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Non usciremo da questa crisi
finanziaria e non stabilizzeremo il nostro sistema finanziario senza banche in
salute". L'amministrazione ha proposto anche di aumentari i controlli sul
sistema finanziario, dando ai governi il potere di assumere il controllo delle
grandi societa' finanziarie non bancarie, tra cui le compagnie di
assicurazione,
FINCANTIERI/ IN 2008
RICAVI RECORD A 2,9 MLD, UTILE CALA... -2-
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nonchè dei pesanti effetti negativi
della crisi economico-finanziaria e dell'incremento del costo del lavoro,
l'Ebitda risulta in calo rispetto al 2007", attestandosi a 134 milioni
rispetto ai 194 milioni dell'anno precedente. Di conseguenza, il risultato ante
imposte e il risultato netto si riducono rispettivamente a 43 milioni e 10
milioni,
Repubblica Ceca, leader
opposizione chiede nuovo governo ( da "Reuters
Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sugli sforzi volti ad approvare una
legislazione che attenui l'impatto della crisi finanziaria globale. Paroubek ha
dichiarato che il suo partito Socialdemocratico non entrerà a far parte del
governo e preferirebbe che questo fosse formato da esperti. "Negozierò per
un governo ceco che abbia la fiducia della camera bassa del parlamento e che
porti il paese ad elezioni anticipate",
È verde la nuova Terza via
( da "EUROPA ON-LINE"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: È verde la nuova Terza via JOHN
PODESTA La crisi finanziaria paralizza le economie internazionali, e rende più
difficile prendersi quotidianamente cura delle proprie famiglie. La recessione
però presenta anche un?opportunità. Risolvere la crisi economica, energetica e
climatica ci offre una straordinaria occasione per rinvigorire l?
( da "EUROPA ON-LINE"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
VIP JEAN-MARIE LE
PEN presidente del Front National LEuropa di oggi è
dittatura delle minoranze, discriminazione della maggioranza, promozione di una
società dei consumi permissiva nei suoi eccessi. v.lo. Una decina di giorni fa,
prima di tornare a minimizzare
le camere a gas definendole di nuovo «solo un dettaglio della storia», il
dissacrante leader dellestrema destra francese Jean-Marie Le Pen
si trovava ad Arras, 40mila abitanti, ad arringare i potenziali elettori del
Front National alle prossime europee. Dal feudo in cui la figlia
ed erede politica Marine cerca di mettere radici, il vecchio Le Pen,
JeanJean per la famiglia, educato dai gesuiti, combattente al
fronte di Indocina e dAlgeria, una carriera politica iniziata nel 1956,
si è rimesso in cerca
di adepti. Ha da poco annunciato che nel 2010 lascerà la carica di presidente e
che nel 2012 non si candiderà alle presidenziali. Ma ha bisogno di voti e di
militanti, oltre che di fondi per il partito da lui stesso creato nel 1972, i
cui aficionados si sono dimezzati in dieci anni. Una sfida non più ardua di
altre per un ex anarchico e convinto combattente, già consigliere comunale,
regionale e più volte eurodeputato, oltre che cinque volte candidato allEliseo.
Per lottantenne Menhir (dal bretone penn, cioè testa) è lennesima prova,
allettante almeno quanto quella che oggi lo vede in pieno scontro con il duo
Dany Cohn-Bendit- Martin Schulz. Il leader verde e leurosocialista
vogliono impedire a colpi di regolamento al «negazionista » Le Pen di presiedere
da decano la seduta inagurale del prossimo europarlamento. Per chi ha
scalzato via dalla corsa presidenziale Lionel Jospin nel 2002 battendosi in uno
storico secondo turno contro Jacques Chirac, non cè probabilmente quasi
niente di meglio che
questo tipo di guerra, soprattutto considerando che per esternazioni di questo
genere è stato già condannato più di una volta. Agire una vita da nemico
acerrimo di «traditori» e «disertori», però, non gli è bastato: oggi che la
globalizzazione è sotto accusa, si vanta anche di essere stato colui che ha
predetto la crisi finanziaria
( da "Stampa, La" del
27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Personaggio Il
raider di origine ungherese supera l'Oracolo di Omaha INVESTIRE SUI POVERI
CONTROCORRENTE Cavalca il crac e guadagna 1,1 miliardi: "Il miglior
momento della mia vita" Finanziere filantropo MAURIZIO MOLINARI Il ritorno
di Super Soros La crisi? Gli fa un Buffett Ha
scommesso sulle azioni di aziende che fabbricano beni a basso prezzo È a favore
di una parziale nazionalizzazione degli istituti di credito CORRISPONDENTE DA
NEW YORK Sono al culmine della mia carriera e sto vivendo una crisi davvero molto buona». Indifferente alle sofferenze di
milioni di americani, ai timori di crollo che assillano i giganti bancari di
Wall Street e alle nubi che si addensano sul summit del G20 a Londra, lo
spericolato finanziere di origini ungheresi George Soros confessa al ««The
Australian» che grazie alla peggiore crisi economica
dell'ultimo secolo sta vivendo, all'età di 78, il suo momento migliore, da ogni
punto di vista. Per comprendere di cosa sta parlando bisogna ricostruire quanto
ha racimolato dall'agosto 2007 quando, ai primi sintomi del terremoto
immobiliare in arrivo sui mercati, decise di lasciare lo status di pensionato e
riassumere il controllo del fondo di investimenti «Quantum» per sfruttare il
momento nero a proprio vantaggio. Nel 2007 il valore del fondo salì del 32 per
cento, con profitti per 2,9 miliardi di dollari, e nel 2008 la tendenza si è
consolidata - con un balzo in avanti del 9 per cento e un utile di 1,1 miliardi
mentre i concorrenti crollavano - facendo arrivare la sua ricchezza personale a
quota 11 miliardi di dollari. «Credo di aver fatto quel che si poteva per
conservare il mio capitale» afferma ora, con voluto sarcasmo, preannunciando
che lascerà le redini al suo staff finanziario perché oramai «il peggio è
passato» e dunque si tratta solo di gestire evitando errori. Il finanziere
americano di origini ungheresi, che nel 1992 si guadagnò la fama di killer a
Wall Street speculando con successo contro la sterlina britannica, si guarda
bene dal rivelare i segreti dei miliardi accumulati nel bel mezzo della crisi ma tiene a sottolineare di aver compiuto mosse assai
diverse da quelle dell'acerrimo rivale Warren Buffett, detto l'Oracolo di
Omaha. Se quest'ultimo infatti ha colto l'occasione delle azioni a prezzi
stracciati per acquistare quote importanti di colossi come Goldman Sachs,
General Electric e Tiffany - oltre a mantenere la sua posizione nella banca
Wells Fargo - Soros invece ha dimostrato di non credere nelle aziende più
blasonate, puntando in direzione opposta: sui consumi di chi ha pochi dollari
in tasca. Dal canto suo, avrebbe devoluto metà di quanto ricevuto - giuria il
suo portavoce - in beneficenza. Per questo ha acquistato 9 milioni di azioni di
Best Buy - il gigante dei casalinghi a prezzi stracciati - e di Donnelley &
Sons, il maggiore produttore di stampanti degli Stati Uniti. Investendo sui
poveri obbligati a comprare oggetti di poco valore Soros ha fatto miliardi di
dollari speculando sulle disgrazie altrui e l'essere riuscito a mettere sulla
difesa Buffett gli dà una doppia soddisfazione in quanto entrambi sono in
competizione anche per essere il finanziere più vicino al nuovo presidente
degli Stati Uniti. Anche su questo fronte Soros si sente però imbattibile: se è
vero che Buffett ha sostenuto con forza Barack Obama nell'ultima fase della
campagna fu lui ad organizzare la prima raccolta fondi per nel giugno 2004 -
quando Barack non era neanche senatore - due anni dopo lo spinse a candidarsi
alla Casa Bianca e quando ciò avvenne riunì un gruppo di importanti
finanziatori nel suo ufficio di Wall Street per sostenerlo con forza. Insomma,
per Soros ora tutto sta andando nel verso giusto. «Le
elezioni americane, la crisi finanziaria e la mia teoria della riflessività che si avvera fanno essere questo
periodo davvero stimolante» dice, confessando «ottimismo perché chi guida
l'America vede le cose quasi come me». Qualcosa che lo preoccupa però, a ben
vedere c'è. Anzitutto, sul fronte delle riforme finanziarie Soros è a
favore di una «parziale nazionalizzazione delle banche» che Obama al momento
non vuole perseguire ed in secondo luogo è d'accordo con Pechino sull'idea di
una «massiccia espansione dell'uso degli Sdr (Diritti speciali di prelievo,
ndr) del Fmi» al posto del dollaro alla quale la Casa Bianca si oppone. E a
conferma del fascino che subisce dalla Cina aggiunge: «Prima ci hanno imitato,
ora sviluppano dei modelli che sono più avanzati dei nostri, ad esempio
nell'ultimo anno hanno modificato per ben 17 volte la soglia minima di capitale
obbligatoria per le loro banche, forse per noi è arrivato il momento di
imparare da loro».
( da "Stampa, La" del
27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il mattone a -20%
"Ma l'investimento migliore è la casa" Crollano le compravendite,
tengono i prezzi. A Torino non si vendono più case: la nuova fotografia di una
realtà più volte toccata con mano arriva da Fimaa Torino, la Federazione
italiana mediatori agenti d'affari, che ieri ha pubblicato la decima edizione
del suo listino prezzi sul Piemonte e la Valle d'Aosta. Se nel primo semestre
del 2008 in città il calo delle transazioni residenziali era stato del 23,1%
rispetto allo stesso periodo del 2007 (6.670 contro 8.675, dati Agenzia del
Territorio), considerando anche la seconda parte dell'anno la situazione è solo
leggermente migliorata: -19,5%. Il resto della provincia si attesta al -13,5%,
mentre diventa un abisso la voragine dei negozi (-91,2% su base semestrale, da
612 scambi a 50). Dati più o meno coincidenti con quelli forniti un mese fa da
Fiaip (Federazione Italiana agenti immobiliari professionali), l'altra
associazione di categoria, che il 27 febbraio presentò il suo Osservatorio
degli immobili di Torino e provincia parlando di «una flessione del 15% delle
compravendite e dall'1% all'8% dei prezzi». Un disastro, almeno a prima vista.
«Si sentono gli effetti della crisi globale», spiega Sergio Garlando, presidente
Fimaa Piemonte. «Il mercato è più riflessivo - aggiunge Renato Vinelli,
vicepresidente Fimaa Torino - però chi riesce a vendere può ancora realizzare
quotazioni doppie rispetto a quelle di dieci anni fa. Anche se oggi per
concludere le trattative ci vuole molto di più». Il tempo medio è passato dai 5
mesi del '99 ai 7-8 attuali. Eppure non tutto è da buttare, né mancano i
segnali di speranza. «Un italiano su cinque è già proprietario di una casa -
sostiene Maria Grazia Savant Ros, presidente Fimaa Torino - un dato non
riscontrabile in nessuna altra parte del mondo. Il mattone resta l'investimento
migliore per tutelare i risparmi». «Specie se confrontato
con il crollo dei mercati finanziari - le fa eco Lucia Vigna, presidente Fiaip Torino - arrivato, nel
2008 a Piazza Affari, fino al -48%. La rivalutazione immobiliare, oltretutto,
va attesa nel lungo periodo e già dai primi mesi del 2010 ci aspettiamo una
risalita». In effetti, se le vendite sono in picchiata, non altrettanto
si può dire dei prezzi. «I valori tengono rispetto al 2007 - racconta il
professor Stefano Stanzani, responsabile scientifico del centro studi Fimaa - e
addirittura aumentano per quanto riguarda gli immobili e le zone di pregio, a
fronte di un calo importante degli scambi. Potrebbe essere il momento giusto
per comprare, visto che l'offerta attuale in termini di quantità e qualità è
senza precedenti. Molti acquirenti sono allarmati dalla situazione economica,
ma i prezzi non sono destinati a subire un tracollo». Il motivo è presto
spiegato: «Intanto perché negli ultimi anni sono saliti meno che, ad esempio,
negli Usa o in Spagna. E poi perché il sistema bancario nazionale sembra meno
"intossicato" di altri. Se la gente non compra è anche a causa della
stretta creditizia: nel 2008 sono calati del 25-27% i mutui concessi a Torino
per l'acquisto della casa, ma il monte erogato è sceso solo del 5%, segno che
tante famiglie non riuscivano più ad andare avanti e hanno dovuto rifinanziare
il loro acquisto». «Anche per questo - chiude Maria Luisa Coppa, presidente
Ascom - lanciamo un appello alle banche affinché facciano la loro parte».
( da "Giornale di Brescia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Edizione: 27/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:la città Rischio d'impresa ad alta quota
Per l'alpinista Simone Moro la conquista del Makalù metafora della possibilità
di battere la crisi economica L'alpinista bergamasco
Simone Moro ha conquistato il Makalù, quinta montagna più alta al mondo La crisi si combatte con i sogni, la determinazione e il
metodo. Così Simone Moro, alpinista d'alta quota, qualche giorno fa in città.
Moro, recente vincitore del Makalù (9 febbraio), primo uomo al mondo a raggiungere
la vetta «in invernale», è stato invitato a «Made in steel», tradizionale
appuntamento fieristico della siderurgia, per sentire un «diverso punto di
vista» sui temi sotto gli occhi di tutti nell'attualità di
ogni giorno: le difficoltà economiche, la crisi
finanziaria, la caduta del mercato, la necessità di
reagire a una globalizzazione che pare aver perso ogni ordine e razionalità.
Scalatore d'acciaio Cosa c'entra uno scalatore di successo con una convention
sull'acciaio si sono chiesti molti? Al pubblico sono bastate poche
parole dell'ospite bergamasco per capire che quel ragazzo dall'aspetto normale
sarebbe stato più che «contagioso», non solo sui temi dell'alpinismo e
dell'avventura, ma anche e soprattutto in funzione della capacità di trasformare
la montagna in una metafora della vita di tutti i giorni. Simone Moro, 41 anni,
ha lanciato dall'inizio un segnale forte agli imprenditori venuti ad
ascoltarlo: bisogna sognare e farlo in grande. Ma perché i sogni non rimangano
tali, bisogna anche attrezzarsi e lavorare con metodo per cogliere qualsiasi
opportunità si presenti. E se una cosa pare non completamente impossibile, ma
solo «quasi», bisogna sfruttare tutta la propria fantasia e il proprio intuito
(«naso» lo ha chiamato Moro) per capire dove si può trasformare un momento di
difficoltà in opportunità, un insuccesso in uno stimolo per arrivare al
traguardo. Per fare tutto questo, ha spiegato, servono preparazione e strumenti
tecnici adatti («la mia cassetta degli attrezzi» l'ha definita). Un bagaglio
costruito nel tempo, acquisito con metodo e lavoro duro, ma che permette di
approfittare delle situazioni offerte dall'imponderabile, dal caso, dalla
fortuna. «Mai nessuno era riuscito a salire sul Makalù in inverno (8463 metri,
la quinta montagna più alta della terra) - ha raccontato -. Soprattutto per le
condizioni del tempo e l'ostilità del vento e della temperatura. Non c'era
riuscito Reinhold Messner, il Pelè degli alpinisti, perché avrei dovuto
riuscirci io, bergamasco e per di più "cittadino"? Intanto ho pensato
che quando si affronta un'avventura simile bisogna pensare in grande, non
accontentarsi dell'ordinario». Questione di velocità Poi Moro si è chiesto come
riuscire dove gli altri avevano fallito e perché nessuno, prima di allora era
stato capace di portare a termine quell'impresa giudicata tanto difficile e
ardita. «Ho studiato le spedizioni precedenti, ho valutato i loro punti di
forza e di debolezza - ha spiegato -. E ho capito che anche nell'inverno
himalayano capitano due giorni di bel tempo, o tre. Non c'è bufera per quattro
mesi ininterrotti. E allora, arrivare in cima è questione di velocità: bisogna
sapere approfittare di quelle rare finestre di condizioni atmosferiche
favorevoli (si fa per dire: vento a 100 chilometri all'ora, temperature a
-38°...) e andare e tornare dalla cima nel margine di tempo che gli altri
alpinisti sprecano per allestire i campi base e prepararsi per l'ultimo balzo.
Che così non arriva mai. Per farlo ho dovuto cambiare approccio e metodo di
preparazione. Ho dovuto acclimatarmi altrove e affrontare la montagna in
"stile alpino", cioè con attrezzatura più leggera e flessibile. In
questo modo ce l'abbiamo fatta (con lui c'era anche il kazako Denis Urubko)».
Un diverso punto di vista Ecco l'uso di un diverso punto di vista, per
risolvere un problema antico. A proposito, Moro arrampica quasi sempre con
compagni dell'Est, scalatori dell'ex Unione Sovietica. «Non si lamentano mai -
dice -, non hanno mai freddo, fame, sonno o voglia di tornare indietro. Se c'è
una mela, dicono "meno male che ne abbiamo una", se non c'è si
arrangiano con quello che passa il convento». Aiutati che Dio t'aiuta. Adesso
Moro è pronto per una nuova sfida: organizzare in Nepal una compagnia di
soccorso, con elicotteri d'alta quota. Una sfida imprenditoriale «che va
affrontata adesso, anche in un momento di crisi,
perché è adesso che ci sono le opportunità». Contagioso, fatalista, avvincente,
non ha tralasciato di parlare della compagna invisibile di tutti gli alpinisti:
la morte. Sul tema, Moro, che ha visto alcuni amici sparire tra le montagne o
travolti dalle valanghe, ha ricordato, citando il suo libro «Cometa
sull'Annapurna» (Corbaccio) che «anche se ci nascondiamo in casa, se stiamo
alla finestra, possono sorprenderci la malattia o la sventura, che senza
bussare entrano e ci assalgono, sfidando la nostra resistenza. Magari mi sarei
trovato a lottare incolonnato nell'auto, o schiacciato dalle spallate di
carriere altrui, oppure a causa di un amore non corrisposto o di un errore
irreparabile». Giusto, meglio puntare in alto. Sopra gli ottomila. In montagna,
come nella vita di tutti i giorni. Gianluca Barca
( da "Giornale di Brescia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Edizione: 27/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:economia Conti 2008 Ubi Leasing diventa la
3ª società italiana BRESCIANonostante l'attuale crisi finanziaria e l'andamento negativo
del settore leasing, Ubi Leasing ha chiuso il 2008 con dati di bilancio
complessivamente molto positivi. Il risultato dell'operatività corrente, al
lordo delle imposte, è stato pari a 65,3 milioni, in netto miglioramento
rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+19,8%),
essenzialmente grazie alla significativa crescita del margine d'interesse a
121,3 milioni, +14,3% rispetto ai 106,2 registrati nel 2007. La situazione al
31 dicembre 2008 ha inoltre registrato costi di struttura pari a 46,2 milioni
circa, totalmente in linea rispetto all'esercizio precedente (cost/income del
32,3%) e un costo del rischio di credito pari a 30,8 milioni di euro (0,4% del
totale impieghi) in crescita dell'11,8% rispetto al 2007. L'utile netto, attestatosi
a 43,8 milioni di Euro (+34,9% rispetto al 2007) consente al Cda di proporre
all'Assemblea la distribuzione di un monte dividendi di circa 40 milioni di
euro, pari a un dividendo unitario di 1,22 euro per azione. Dal lato
patrimoniale, gli impieghi medi a reddito al 31 dicembre 2008 hanno superato
gli 8.337 milioni di euro, in crescita di circa il 12,4% rispetto al 31
dicembre 2007. Ubi Leasing ha chiuso l'esercizio con uno stipulato complessivo
pari a un importo di 2.772 milioni euro, generato attraverso 15.844 contratti
del valore medio di 174.938 euro, conseguendo una flessione del 16,8% rispetto
al 2007, ma registrando un andamento migliorativo rispetto allo stipulato
annuale di settore (in flessione del 20,8%, in base ai dati Assilea). La società
sale infatti per la prima volta al terzo posto nel ranking di settore per
valore di contratti, con una quota di mercato pari al 7,1%, a fronte del 6,8%
dell'anno precedente. Nel dettaglio, il comparto immobiliare ha registrato un
decremento del 17,40%, con uno stipulato di poco superiore ai 1.560 milioni di
euro e 1.150 contratti. Segue lo stesso trend lo strumentale (in flessione del
17%) con 743 milioni di euro e 6.793 contratti.
( da "Finanza e Mercati"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
La
congiuntura negativa fa crescere le 24 banche cantonali della Svizzera da Finanza&Mercati
del 27-03-2009 La crisi finanziaria spinge i risparmiatori a tornare
verso la sicurezza del pubblico. Le 24 banche cantonali svizzere hanno
registrato una crescita del 17% nei depositi nel 2008 a 243,6 miliardi di
franchi (160 miliardi di euro) da 208,9 miliardi del 2007. Anche qui, comunque la crisi si è fatta sentire, visto che il crollo dei mercati
azionari ha fatto calare del 4,8% a 507,3 miliardi di franchi (330 miliardi di
euro) il valore degli asset in gestione.
( da "Repubblica, La"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina IV - Torino
L´effetto crisi sul mattone Compravendite in frenata
In città calo del 19,5%, più ridotto in provincia STEFANO PAROLA Il mercato
immobiliare torinese è in netta frenata. Nel 2008 le compravendite nel
capoluogo hanno subìto un calo del 19,5 per cento rispetto all´anno precedente.
Meno peggio è andata nel resto della provincia, dove è stato venduto il 13,5
per cento di immobili in meno. Una contrazione marcata, che però non ha
influito troppo negativamente sui prezzi delle case. Secondo i dati presentati
da Fimaa Piemonte, la federazione che raccoglie gli agenti immobiliari della
regione, a Torino le quotazioni degli appartamenti usati di tipo signorile sono
anzi in leggero aumento: più 1,2 per cento. Sono più stabili i prezzi degli
alloggi di tipologia media, scesi appena dello 0,2 per cento. Il valore delle
abitazioni è invece diminuito nel resto della provincia: quelle di pregio
costano mediamente l´1,3 per cento in meno del 2007, quelle normali sono invece
scese del 2 per cento. Altro effetto riscontrato dai protagonisti del settore è
il rallentamento della contrattazione: «Fino a un anno e mezzo fa - dice
Alessandro Berlicioni, coordinatore listino prezzi della Fimaa - le transizioni
si aprivano e si chiudevano nel giro di 3-4 mesi, sei al massimo. Ora si
sorpassano gli otto mesi, in alcuni casi si sfiora l´anno». Insomma, il mercato
è paludato, anche perché, spiegano alla Fimaa, «i risparmiatori o stanno
scappando oppure preferiscono attendere, allarmati dalla situazione economica».
Del resto, l´associazione degli agenti di vendita prevede che «i prezzi si
potranno assestare verso il basso», ma che sarà soltanto «un lieve calo».
Dunque, c´è una certa sicurezza sul fatto che la bolla immobiliare non
scoppierà, come è successo in altri Paesi come la Spagna o gli Stati Uniti. Perché
l´Italia è diversa: negli scorsi anni i prezzi sono saliti di meno, in generale
c´è una maggiore tendenza al risparmio, nel sistema bancario nazionale sembrano
circolare meno titoli tossici e, soprattutto, i tassi di interesse (Euribor in
testa) sono ai minimi storici. Gli agenti immobiliari si aspettano una reazione
dal mercato dei mutui, che lo scorso anno è andato in calando. Dallo studio
della federazione emerge come al 30 settembre 2008 il monte dei finanziamenti
erogati oltre il breve termine sia sceso del 15,6 per cento rispetto allo
stesso periodo dell´anno precedente. Niente in confronto al consistente calo
dei nuovi mutui erogati: meno 27 per cento. Segno che le
famiglie sono state spaventate dalla crisi finanziaria, ma anche che gli istituti di credito si sono fatti più rigidi
nelle erogazioni. Tanto da far intervenire la presidente dell´Ascom Torino,
Maria Luisa Coppa: «Il settore immobiliari - dice la numero uno
dell´associazione commercianti, che raccoglie anche gli intermediari - lancia un
appello alle banche, che credo non stiano facendo la loro parte. è
evidente che esiste un problema che si abbatte soprattutto sul ceto medio,
nonostante i nostri istituti di credito sostengano il contrario». Perché, come
fanno notare i vertici della Fimaa, i dati sui prezzi dicono proprio questo: la
domanda per le case di fascia più elevata, destinate alle famiglie con redditi
più alti, rimane alta, mentre tutte le altre tipologie soffrono.
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Cervignano. Botta e
risposta tra maggioranza e opposizione sull'intervento legato alla crisi Obama fa litigare Travanut e Balducci CERVIGNANO.
Botta e risposta tra maggioranza e opposizione in consiglio comunale dopo le
recenti dichiarazioni del consigliere Andrea Balducci, intervenuto, nei giorni
scorsi, per replicare alle dichiarazioni del consigliere regionale e comunale
Mauro Travanut, il quale, riferendosi alla crisi finanziaria mondiale, aveva citato
le parole del presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama, il quale, a
sua volta, aveva definito un oltraggio il pagamento dei bonus ai manager di
Aig, il colosso delle assicurazioni che, ha annunciato il pagamento di 165
milioni di dollari ai dirigenti. Travanut aveva definito un oltraggio,
al pari, la decisione presa dal consiglio di amministrazione della Fiat, che
intende destinare circa 8 milioni di euro ai propri dirigenti. «Il mio
intervento - spiega Travanut - aveva un taglio regionale, che il consigliere
Balducci non ha colto. Nei casi da me citati, sono previste liquidazioni da
capogiro, che vengono indirizzate a persone, le quali non hanno raggiunto gli
obiettivi previsti». Secondo Travanut, Balducci sbaglia in quanto «coniuga due
aspetti tra loro inconciliabili, in più non ricorda che il segretario
Franceschini ha proposto di tassare dal 43 al 46% tutti i redditi oltre i 120
mila euro lordi all'anno e la proposta è stata bocciata dal presidente
Berlusconi. A questo punto Balducci dovrebbe rivolge le proprie rimostranze
allo schieramento di cui fa parte». (e.m.)
( da "Tirreno, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 8 -
Montecatini La presidente nazionale attacca le banche «Pronti a investire, ma
il credito ci deve sostenere» PISTOIA. «L'economia ha due gambe: l'impresa e le
banche. Se si bloccano i piani di investimento per le aziende, dalla crisi
se ne uscirà molto male». Queste le dure parole di Federica Guidi, presidente
nazionale Giovani Imprenditori di Confindustria, nei confronti degli istituti
bancari. «L'attuale crisi finanziaria - continua Guidi - nel nostro paese è andata ad appesantire una crisi del settore industriale che già si
percepiva tra il 2007 e il 2008. Per uscire da questa situazione le
aziende devono ricominciare a investire, innovare, rischiare, ma le banche
devono sostenerle». Un periodo difficile, ma da affrontare con fiducia nei
confronti del sistema industriale e bancario «che - continua la Guidi - hanno
gli anticorpi per resistere alla crisi». E aggiunge:
«è necessario però anche un cambiamento culturale: negli ultimi anni si era
persa la consapevolezza di dover fare sacrifici per andare avanti. è venuto il
momento di riappropriarci di questa idea e iniziare a parlare un po' più di
doveri e un po' meno di diritti». mq
( da "Mattino di Padova, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
SARà GARANTITO IL
SALARIO A 66 LAVORATORI La Provincia anticipa la Cig I primi assegni alla Tpa
Il progetto della Provincia di anticipare i soldi mensili della cassa
integrazione ai lavoratori delle aziende in crisi da
ieri è diventato realtà. La prima azienda a cui andranno i pagamenti emessi
dall'Amministrazione provinciale, in attesa di quelli definitivi che
arriveranno dall'Inps, è la Tpa di Santa Giustina in Colle, il paese dove abita
anche VIttorio Casarin, presidente della Provincia. L'accordo è stato firmato
ieri, a palazzo Santo Stefano, sia dall'assessore al Lavoro, Roberto Tosetto,
che dai sindacalisti che seguono la vertenza, Dante Loi, della Fiom-Cgil ed
Andrea Bonato, della Fim-Cisl. I dipendenti della Tpa, in tutto 66, dovranno
riunirsi una volta sola, nei prossimi giorni, nella sala del municipio di Santa
Giustina in Colle, dovranno compilare e firmare un apposito modulo e,
successivamente, riceveranno a casa, ogni mese, i soldi anticipati dalla Provincia
che rappresentano l'80 per cento circa, della busta paga precedente. «La Tpa è
un'azienda che produce impianti per il riciclaggio dei rifiuti - dice Andrea Bonato - è stata già dichiarata fallita dal Tribunale
per una pesante crisi finanziaria. Per fortuna, nonostante la cassa integrazione straordinaria,
concessa sino alla fine dell'anno, non ha perso il mercato e le sue maestranze
sono tutte qualificate. Tant'è che ai suoi cancelli bussa già un potenziale
acquirente». Pare si tratti di un imprenditore italiano. Il sindacato
confederale, intanto, si è dichiarato pienamente soddisfatto della scelta
portata avanti dalla Provincia. «Visto che l'Inps continua ad erogare i soldi
della Cigo e della Cigs con pesanti ritardi, la Provincia non ha fatto bene, ma
benissimo, a venire incontro ai bisogni di 66 lavoratori che, nella stragrande
maggioranza dei casi, non hanno altre entrate in famiglia oltre questa della
cassa» dice Maurizio Geron, segretario provinciale della Fim. (f.pad.)
( da "Mattino di Padova, Il"
del 27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Centro,
Il) (Nuova Sardegna, La)
Argomenti: Crisi
L'uomo era in
ostaggio da martedì pomeriggio. Ma la caccia al manager continua e si estende a
tutta l'Europa Francia: accordo con la 3M, liberato il direttore PARIGI. Il
direttore del gruppo 3M, Luc Rousselet, tenuto in ostaggio nel suo ufficio da
martedì pomeriggio a Santè di Pithiviers (Loiret) è stato liberato ieri notte
dagli scioperanti dopo circa 30 ore di sequestro passati chiuso tra quattro
mura. Il rilascio è avvenuto dopo la firma di «un protocollo d'accordo
preliminare in base al quale la direzione della 3M si impegna ad accollarsi
tutte le conseguenze sociali del progetto di ristrutturazione al fine di
garantire ai dipendenti colpiti di reinserirsi» nel mondo del lavoro, si legge
in un comunicato sindacale. All'origine della protesta la soppressione di 110
posti di lavoro su 235 a partire da settembre. «Sono molto contento per i
dipendenti di Pithiviers so che per loro il piano di licenziamenti è qualcosa
di molto difficile» ha detto Rousselet appena liberato tra le urla degli
operati che gridavano «mascalzone!». Tra le rivendicazioni dei salariati della
3M quella di un bonus di 5000 euro per i dipendenti trasferiti a un altro
impianto e tre anni di salario per quelli licenziati. La caccia
al manager comincia a essere un vero a proprio fenomeno in un Europa scossa
dalla crisi finanziaria.
Dieci giorni è stato rapido con modalità analoghe l'amministratore delegato
della Sony, Serge Foucher, mentre un gruppo di attivisti anti-capitalismo ha
attaccato ieri notte la casa a Edimburgo di Fred Goodwin, il banchiere che ha
messo in ginocchio la Royal Bank of Scotland. Azioni che riecheggiano
anche nell'ultimo film di Benoit Delepine «Louise-Michel» in cui delle operaie
che rischiano di essere licenziate ingaggiano un killer per far fuori il'boss'.
«Penso che non siano queste delle soluzioni» ha commentato il ministro della
Famiglia francese.
( da "Tempo, Il" del
27-03-2009)
Argomenti: Crisi
stampa Camera di
commercio Indagine accurata sullo stato di salute della nostra economia Torna
l'osservatorio economico della provincia di Frosinone voluto dalla Camera di
Commercio. Infatti domani alle ore 11.00, presso la sede di viale Roma verranno
presentati i dati relativi al secondo semestre del 2008 e le previsioni del
primo semestre di quest'anno. Esaminare in un momento come questo i dati
relativi alla indagine congiunturale della provincia di Frosinone risulta
indubbiamente importante e significativo anche se, ovviamente, particolarmente
complesso, anche in virtù dei periodi di crisi che si
sono registrati e che sono ancora presenti e percepibili. La provincia di
Frosinone, per il modello di sviluppo perseguito, come si pone di fronte alla crisi e i vari settori produttivi? In che modo le imprese
percepiscono il periodo di stallo che si registra nel Paese? A questi e ad
altri interrogativi cercheranno di dare risposte gli esperti dell'istituto
Tagliacarne che saranno presenti con i vertici della Camera di Commercio di
Frosinone nella sala convegni dell'Ente Camerale. Sempre durante la riunione verranno presentati degli interessanti approfondimenti
dedicati al credito e sull'impatto della crisi sull'economia reale della provincia di Frosinone. Spazio ed
analisi, inoltre, saranno dedicati alla crisi
finanziaria internazionale ed al conseguente impatto
sull'economia. Approfondimenti saranno nel dettaglio dedicati agli indicatori
relativi alla dinamica congiunturale. Proprio questo lavoro permetterà
di sottolineare alcuni aspetti emersi nel corso dell'indagine condotta dagli
esperti del Tagliacarne. Sarà oltre modo interessante verificare come
l'economia provinciale si mostri sensibile o meno agli shock esogeni, il
livello di finanziarizzazione del territorio, e il modello di spesa delle
famiglie che anche in Ciociaria sembra sia ancora legato ai consumi
indifferibili. Il parere degli stessi imprenditori della provincia attraverso
le varie valutazioni sull'impatto della crisi,
permetteranno di evidenziare le conseguenze sulla propria impresa. B.S.
( da "Repubblica, La"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 14 - Economia
Occupazione "Creeremo posti sicuri con ambiente e energia" Molte
società Usa creano lavoro all´estero anziché negli Usa: cosa farà per far
tornare questi posti indietro? «Abbiamo perso molto lavoro negli ultimi mesi e
molto velocemente. Per questo stiamo cercando di risolvere
la crisi finanziaria: per
restituire liquidità alle piccole e alle grandi imprese. Ma non tutto il lavoro
tornerà indietro anche per via della competizione straniera. Perciò, quello che
dobbiamo fare è creare nuova occupazione che nessuno ci porterà via. Ed
è per questo che il comparto energetico è così promettente. Stiamo ancora
usando una rete che risale a 150 anni fa; bisogna costruirne una nuova. Ma è
una impresa immensa che coinvolge tutti e 50 gli Stati. Il futuro è nei
pannelli solari, nei biocarburanti e nelle auto-ibride»
( da "Manifesto, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
CONFLITTI D'EUROPA
Jiri Paroubek: «Ora svolta antiliberista» Intervista al leader
socialdemocratico che ha provocato a Praga la caduta del governo di destra: «In
autunno voto anticipato. Adesso un esecutivo tecnico per difendere gli strati
popolari colpiti dalla crisi. La destra ha solo
favorito imprese e banche. Basta essere appendici della politica estera di
Bush: no allo scudo. Ma Barack Obama il 5 aprile è il benvenuto» Parla il
leader dell'opposizione ceca che ha sfiduciato Topolanek: «Subito un governo
tecnico per la crisi» Jakub Hornacek Claudio Buttazzo
PRAGA Brancola nel buio la politica praghese dopo le dimissioni di Mirek
Topolanek e del suo governo di centrodestra consegnate ieri nelle mani del
presidente Vaclav Klaus. A complicare la vicenda e le prospettive di una
positiva e rapida conclusione, sono soprattutto i contrasti esplosi tra i due
maggiori esponenti del principale partito della destra al governo (l'Ods), e
cioè tra il premier dimissionario Topolanek e proprio il presidente della repubblica
Vaclav Klaus. Topolanek ha espressamente dichiarato che il vero artefice della
sfiducia è stato Klaus, d'intesa col capo del partito socialdemocratico (Cssd),
il principale partito d'opposizione, Jiri Paroubek. Socialdemocratici e
comunisti, che insieme dispongono in Parlamento di 98 deputati su 200, non ce
l'avrebbero fatta da soli ad approvare la sfiducia. Ce l'hanno fatta grazie ai
quattro voti di deputati della maggioranza (due dell'Ods e due dei Verdi)
aggiuntisi all'opposizione. Il sospetto di Topolanek è che i due deputati Ods
abbiano risposto ad un input del presidente della repubblica, al fine di
favorire la formazione di un nuovo governo Ods, guidato da un altro premier e
che possa contare sull'appoggio esterno dei socialdemocratici. Jiri Paroubek,
leader indiscusso della Cssd, è stato premier nel precedente governo a guida
socialdemocratica e oggi torna ad essere il personaggio centrale della politica
ceca, anche perché i sondaggi danno il suo partito saldamente in testa alle
preferenze degli elettori. Ne giorni scorsi il congresso della Cssd lo ha
confermato quasi all'unanimità presidente del partito. Lo abbiamo incontrato
nella sede del Parlamento. Quali scenari si aprono con la caduta del governo di
Mirek Topolanek? Lo scenario principale è quello delle elezioni anticipate.
Anche se, per ragioni di opportunità, ritengo che esse si debbano tenere in
autunno, in modo da consentire al nostro paese di reggere la presidenza di
turno dell'Unione europea sino al termine naturale di fine giugno. Pertanto noi
proponiamo che il governo Topolanek, seppur dimissionario, resti in carica fino
al mese di giugno. Dopodiché, si potrebbe dar vita ad un governo transitorio
composto da tecnici, che guiderebbe il paese fino alle elezioni anticipate da
tenere in autunno. Il governo tecnico dovrebbe preparare un piano per
affrontare la crisi, un piano accettabile per
qualsiasi governo che si costituirà dopo le elezioni anticipate d'autunno. Cosa
pensa della proposta del Partito comunista (Kscm) di un governo di unità
nazionale? Credo che in questa fase non ci sia il clima giusto per un tale tipo
di governo, anche perché la maggioranza dei partiti non è disponibile ad una
collaborazione con i comunisti. Per questo sosteniamo un governo di tecnici
senza partito, con un programma che possa avere il sostegno di tutti i partiti
politici. Cioè un programma di lotta alla crisi, e
dovrebbe essere accettato anche dal Partito comunista. Il governo Topolanek può
quindi contare sul vostro appoggio fino la fine della presidenza di turno della
Ue? Penso di sì. Siamo disposti tollerare il governo Topolanek fino la fine
della presidenza di turno, ma vogliamo che il governo non porti avanti le sue
riforme nel campo della sanità, dell' istruzione e del sistema pensionistico,
ovvero deve smettere di fare passi che danneggiano larghi strati della società
ceca. Resta di questo parere anche dopo le dichiarazioni di ieri di Topolanek,
che hanno suscitato perplessità e anche proteste in tutto il mondo, sulla
politica economica di Obama alla vigilia di un appuntamento chiave, come quello
del G-20 di Londra, e della visita dello stesso presidente Usa a Praga nei
prossimi giorni? Sono dichiarazioni scandalose e stupide. Mostrano in piena
luce l'incompetenza del premier nel campo economico. Gli Stati Uniti sono
l'economia più importante del mondo, e perciò abbiamo tutti l'interesse che
quella economia riparta. Le dichiarazioni del premier sono il frutto di una
certa mentalità neoliberista, che è dominante nel governo di Mirek Topolanek.
Se qualcuno dubitasse dell'opportunità di esprimere sfiducia al governo, dopo
tali dichiarazioni dovrebbe esserne convinto. Quali provvedimenti contro la crisi, a suo parere, doveva prendere il governo ceco? Come
socialdemocratici cechi abbiamo proposto, già nei mesi scorsi, 60 provvedimenti
contro la crisi; ma il governo ne ha approvati
soltanto una piccola parte. Alcuni suoi provvedimenti sono molto contraddittori
e orientati soltanto all'aiuto economico alle grandi imprese e alle banche. Noi
pensiamo, al contrario, che bisogna anche stimolare la domanda e i consumi
della popolazione e proteggerla dagli effetti sociali della crisi.
Il governo era in minoranza parlamentare da molti mesi, ma ha continuato
testardamente ad approvare provvedimenti dannosi per l'economia ceca. L'attuale
crisi non mette anche in discussione il modello
economico e di sviluppo degli ultimi 20 anni, basato su privatizzazioni e bassi
salari, e portato avanti in Europa e nel mondo sia da governi di centro-destra
che di centro-sinistra per far fronte alla concorrenza globale? Non sta
nell'assunzione acritica di questo modello il senso della crisi,
in particolare nei paesi dell'Est? Per quanto riguarda l'economia ceca, non c'è
stata una stagnazione dei salari. Durante gli otto anni dei governi di centrosinistra,
il salario medio è cresciuto del 43% e le pensioni sono cresciute del 22%
(manca, però, il confronto con l' inflazione e l'indice di produttività, ndr).
Il potere d'acquisto della popolazione ceca ha quindi avuto una rapida
crescita. Per quanto riguarda le privatizzazione, pensiamo che vadano bloccate
quelle future di alcune imprese e settori rimasti nelle mani dello Stato:
l'aeroporto di Praga, il grande birrificio Budvar, che diffonde il buon nome
della birra ceca nel mondo, ecc. Credo, che il punto centrale siano i
meccanismi di controllo e di regolazioni da parte dello Stato nel settore
finanziario. La Repubblica ceca lo ha già fatto dieci anni fa, durante i
governi del centro-sinistra, e anche grazie a questo nelle banche ceche ci sono
pochissimi asset tossici e crediti cattivi, circa il 3%. Certo, in passato, la
ripulitura del sistema bancario da asset tossici e cattivi crediti è costata
circa 20 miliardi di dollari. La crisi
finanziaria, che allora aveva colpito la Repubblica
ceca è stata il risultato delle politiche economiche sbagliate dei governi di
destra all'inizio degli anni '90. Noi abbiamo quindi ripulito il sistema
bancario già alla fine dello secolo scorso e all'inizio dello secolo attuale.
Passiamo alla politica estera. Con la caduta del governo Topolanek cade anche
la concezione della politica estera ceca degli ultimi anni, che era allineata a
quella di George W. Bush, con l' appoggio incondizionato al progetto dello
Scudo stellare, alle guerre in Iraq e Afghanistan, al sostegno diretto a
Georgia e Israele? E quale sarà adesso il futuro della base radar, che gli Usa
vorrebbero costruire nella Repubblica ceca? Considero la politica estera del
governo Topolanek un anacronismo vivente, soprattutto dopo la fine
dell'Amministrazione Bush. Noi non l'abbiamo mai condivisa (la Repubblica ceca
ha mandato i propri soldati sia in Iraq che in Afghanistan durante i governi di
centro-sinistra, ndr). Per quanto riguarda il radar, noi siamo chiaramente
contro e siamo riusciti a bloccare la discussione alla Camera su questo,
mostrando che il governo non ha i voti necessari alla Camera per ratificare gli
accordi sul radar. Inoltre abbiamo avviato un dialogo con organizzazioni come
la Nezakladnam che si batte contro il radar. Vogliamo essere amici degli Stati
Uniti, ma non vogliamo essere l'appendice politica della passata
Amministrazione Bush, come ha fatto il governo di Topolanek. Abbiamo
un'opinione positiva su molti punti nuovi della politica del presidente Obama,
ne ho parlato anche al congresso della Cssd. Sulla scena politica ceca non c'è
un partito che sia più vicino ai Democratici americani del Partito
socialdemocratico ceco. Il nostro paese, con la fine dell'attuale governo,
cambierà sicuramente la sua politica estera. Foto: IL PREMIER CECO TOPOLANEK
RASSEGNA LE DIMISSIONI /AP SOPRA: IL LEADER SOCIALDEMOCRATICO PAROUBEK /REUTER
( da "Milano Finanza (MF)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione: Commenti
& Analisi data: 27/03/2009 - pag: 9 autore: di Angelo De Mattia Fmi più
forte con la supervaluta cinese... Sulla proposta-shock del governatore della
Banca centrale cinese di dare vita a una moneta-paniere, per ora in Europa e in
Italia non si registrano interventi di politici o di esperti, tranne qualche
eccezione. Eppure il nostro Paese, in particolare, avrebbe i titoli e
l'interesse per partecipare a una tale, sia pure, iniziale discussione. È stata,
infatti, italiana la più antica idea di fondare (nel 500) una moneta
universale, l'Alitinonfo (dal greco, «la vera luce») di Gasparo Scaruffi, un
progetto lodato poi da Von Hayek, ben prima del keynesiano Bancor, proposto e
non accolto nel quadro delle discussioni di Bretton Woods. Naturalmente, se
dovesse accadere come nel caso del segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner,
che nell'arco di poche ore è passato dall'apertura all'idea cinese a una
sostanziale chiusura con la sottolineatura della forza del dollaro, allora è
preferibile rimanere estranei a questa riflessione (che però potrebbe approdare
pure al prossimo G20), anche perché una posizione dell'Italia sul tema,
considerata la partecipazione alla moneta unica, appare meglio rappresentabile
in sede europea. In ogni caso sarebbe bene che l'Unione si formasse una precisa
idea al riguardo. Intanto non sfugge che il solo aderire a una riflessione del
genere può apparire alle autorità americane come cedere al rischio di scalfire
la funzione di signoraggio globale del dollaro, peraltro
già attaccata dalle vicende della crisi finanziaria. In effetti, la proposta cinese mira a modificare, attraverso la
creazione della nuova moneta, l'impianto dei diritti speciali di prelievo
istituiti e consolidati negli anni 60 presso il Fondo monetario internazionale;
presuppone, dunque, una riforma del Fondo anche attraverso la revisione delle
quote di partecipazione; tende, in sostanza, alla progressiva adozione
di una moneta di riferimento e, forse, alla trasformazione dell'Fmi in una
banca centrale globale in nuce. Operazione necessaria, forse, essendo venuta
meno l'áncora del sistema monetario internazionale, con la cessazione, nel
1971, della convertibilità del dollaro nel metallo prezioso, ma con un solo,
immenso problema: la moneta è espressione, in questo caso, della leadership
mondiale. Soltanto un nuovo equilibrio nei rapporti di potere a livello
internazionale potrebbe condurre a una scelta come quella auspicata dalla Cina.
Essa non è paragonabile alla costituzione dell'euro. E, tuttavia, non è
pensabile che si ripetano, sia pure in diversa scala, gli errori compiuti in
occasione del passaggio alla moneta unica europea, dando per scontati i
rapporti politici ed economici alla base della costruzione del Sistema europeo
di banche centrali. Insomma, un Fmi-Banca centrale mondiale in nuce presuppone
una Onu diversa e nuovi rapporti degli Usa nel versante transatlantico e dei
Paesi emergenti, ora che sembra finito l'unilateralismo americano.
Un'operazione gigantesca. Partendo dalla proposta cinese, qualche esperto ha
immaginato delle varianti, come quella di considerare la moneta-paniere la
contropartita di depositi che le banche centrali europea, americana e cinese
costituirebbero presso l'Fmi, riducendo così i rischi di cambio tra le
principali aree monetarie. Il Fondo diventerebbe organo di sorveglianza
multilaterale dei rapporti di debito e di credito tra le stesse banche
centrali. Il progetto potrebbe poi progressivamente estendersi ad altre banche
della specie. Si tratta di un'idea molto più affinata di quella generica
lanciata dai cinesi, ma anch'essa non fa i conti con i necessari presupposti
politici di una scelta del genere. Non è, insomma, un'opzione meramente
tecnica. I suoi effetti non possono essere valutati solo perché si traducono in
una migliore regolazione della liquidità e in una attenuazione del rischio di
cambio. Né è facilmente ipotizzabile che le banche centrali diverse da quelle
partecipanti alla ipotizzata moneta-paniere (dunque i rispettivi Stati) accettino
l'egemonia di queste ultime, perché di ciò si tratterebbe. Mentre comunque si
approfondiscono, doverosamente, i temi del progetto cinese, molto meglio
sarebbe dare priorità alla riforma del Fondo a prescindere dall'istituzione
(avveniristica) della nuova moneta. L'Fmi dovrebbe diventare l'organo globale
di monitoraggio della liquidità internazionale, nonché della prevenzione delle crisi e della vigilanza finanziaria
internazionale. Gli esperti nominati dal Duca d'Este per valutare il progetto
di moneta universale di Gasparo Scaruffi facevano presente, già allora, che
un'unione monetaria si può attuare solo se ciascuno Stato partecipante adotta
le nuove regole ed è capace di promuoverne l'applicazione «ma non già far prima
degli altri regole che son per apportar gravi danni nel commercio con le altre
città maggiori e di maggior dominio che non hanno o non vogliono accettare
questo insegnamento...». Tuttavia, la carica utopica della proposta cinese non
appare negativa. Dovrebbe, indirettamente, sospingere a far sì che il prossimo
G20 produca risultati concreti almeno sul piano delle nuove regole e della
governance della globalizzazione.
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
«Riscoprire il
manager temporaneo per il terziario» --> Venerdì 27 Marzo 2009 ECONOMIA,
pagina 39 e-mail print Giuseppe Triglia con Giuliano Capetti foto Bedolis Il
vento della crisi non risparmia neppure i manager.
Problemi e opportunità che riguardano la categoria sono stati discussi ieri
pomeriggio all'Una Hotel, nel corso di un convegno organizzato da Manageritalia
Milano. Che questa figura stia cominciando a scricchiolare, emerge chiaramente
da un sondaggio effettuato a fine febbraio da Astra Ricerche per conto di
Manageritalia Milano, ovvero l'Associazione lombarda dirigenti, quadri e
professionale del terziario, su un campione di oltre 1.073 manager. Il settore
accusa quindi delle difficoltà, nonostante l'organizzazione abbia fatto
registrare, di recente, un incremento degli iscritti. «Rispetto all'anno scorso
- ha detto Giuseppe Truglia, presidente di Manageritalia - abbiamo avuto in
Bergamasca un incremento del 2,5% e nell'ultimo quinquiennio la crescita si è
attestata sul 20%, passando dai 500 manager che avevamo associati nel 2003 ai
611 del 2008. In tutta la Lombardia, invece, gli aderenti a Manageritalia sono
19 mila e nella sola Milano oltre 14 mila. Quindi non c'è un piangersi addosso
ma una volontà di reagire e dare una risposta attraverso innovazione,
riorganizzazioni e investimenti nell'area commerciale. Naturalmente vorremmo
aver vicini gli imprenditori e le istituzioni per poter spingere in questa
direzione. Ma prima di tutto ritengo ci sia il problema del credito. Siamo però
fiduciosi che si possano trovare delle risposte, soprattutto in un territorio
come la Bergamasca che di opportunità ne offre». Sul fronte delle strade
percorribili, una in particolare è stata evidenziata dall'assessore provinciale
al Lavoro, Giuliano Capetti, che ha riscosso un certo consenso. «La premessa da
mettere in evidenza - ha sottolineato - è che l'economia a livello mondiale, e
quindi anche in ambito nazionale e lombardo, è in grave difficoltà. C'è una
contrazione dei consumi, una crisi finanziaria che riduce il credito alle imprese e una paura di investire;
questo comporta una flessione nella produzione. Per cui anche il manager
manifesta la preoccupazione di non avere più un ruolo in prospettiva. Ma sono
convinto che questo professionista possa avere una possibilità anche
nell'assistere i piccoli imprenditori del settore terziario attraverso la
figura del manager temporaneo, utilissimo soprattutto sul fronte
gestionale. Figura che tra l'altro ha già riscosso un certo successo nel
settore industriale. Una flessibilità che tornerebbe utile soprattutto a chi ha
perso il posto di lavoro, ha più di cinquant'anni ed ha un bagaglio di
esperienze alle spalle». Tornando all'indagine effettuata da Astra Ricerche,
nell'ultimo anno il 59% dei manager intervistati ha diminuito i consumi e
soprattutto sono tantissimi (il 58%) quelli che cercano sconti e offerte
speciali. Tra i consumi tagliati prevalgono abbigliamento e calzature (52%),
pasti fuori casa (48%, 51% in Lombardia), tempo libero (47%), vacanze brevi e
weekend (47%). Le preoccupazioni maggiori dovute alla crisi
riguardano l'impatto sull'economia reale, il futuro dei figli e la perdita del
posto di lavoro. Francesco Lamberini 27/03/2009 nascosto-->
( da "Milano Finanza (MF)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione: Mercati
Globali data: 27/03/2009 - pag: 17 autore: Per Banca Network il pareggio nel
2010 Si avvia al traguardo il processo di ristrutturazione di Banca Network, la
società di risparmio gestito partecipata da Aviva, Banco Popolare, De Agostini
e Sopaf. Il gruppo ha appena varato un aumento di capitale di 35 milioni, di
cui 15 già versati, per potenziare le attività previste dal nuovo piano
industriale. Il pareggio è previsto per il 2010, quando verrà definitivamente
raggiunta la stabilità economica e terminerà il lungo periodo di perdite.
«Banca Network nasce da acquisizioni e scissioni di rami d'azienda, un processo aggregativo che ha posto qualche problema ma che
ormai si avvia a conclusione», spiega a MF-Milano Finanza l'amministratore
delegato Marco Sturmann. Sul 2009 il manager è abbastanza ottimista: «La
raccolta netta continua a essere positiva nonostante la crisi finanziaria in corso. La rete è
vivace e le aspettative sono buone». Luca Gualtieri
( da "Milano Finanza (MF)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione:
Dircredito - FD data: 27/03/2009 - pag: 51 autore: di Cesare Veneziani*
Ora che i molti hanno pagato per le speculazioni dei pochi, è necessario fondare un sistema nuovo Crisi finanziaria tra problemi e opportunità
La crisi sta ormai
dilagando ed è a questo punto manifesta l'impossibilità di mantenerla
circoscritta al solo contesto finanziario; l'effetto domino si sta evidenziando
ogni giorno in maniera più preoccupante, con l'estendersi a macchia d'olio
delle aziende in crisi,
la flessione della produzione industriale e della domanda, l'aumento della
cassa integrazione e della disoccupazione.La società del facile consumo,
stimolata dal ricorso a comode rate e dalla filosofia del
godi oggi e
(forse) paga domani sembra ormai giunta al suo capolinea
schiacciata dal peso delle sue innumerevoli contraddizioni. Pensare di poter
aumentare i consumi all'infinito, incentivando la filosofia dell'usa e getta
senza preoccupazione alcuna per il dilapidarsi delle risorse disponibili; pensare di poter
proseguire in una politica di sempre più accentuata concentrazione della
ricchezza prodotta a favore del profitto e della speculazione, invitando nel
contempo i lavoratori e i risparmiatori a continuare a far baldoria e ad avere
fiducia nelle splendide sorti, e progressive, di un sistema spacciato come
potenzialmente autorigenerante è stato bello, per qualcuno, finché è durato; si
è trattato di una sorta di gigantesca catena di Sant'Antonio destinata inevitabilmente
a crollare al raggiungimento dei suoi fisiologici limiti di espansione.
Sintomatiche al riguardo le analogie con la crisi del
1929 e con altre che nel passato si sono manifestate ogni qualvolta è stata
diffusa nelle masse l'illusione che la ricchezza potesse astrarre dall'impegno
nel produrla. Come afferma un famoso aforisma: l'unico posto
dove successo viene prima di sudore è il dizionario.Come una fiammata
improvvisa che preannuncia lo spegnersi del focolare va forse considerata
l'impennata dei prezzi delle materie prime, in primis del petrolio,
manifestatasi lo scorso anno e rapidamente rientrata in poche settimane con il rapido crollo dei corsi.Non a caso
la scintilla che ha scatenato l'incendio è scaturita nel mondo della finanza
che più di altri ha goduto negli ultimi venti anni dei frutti di un liberismo
sfrenato; un mondo dove, nella distrazione, se non complicità, dei politici le
regole, pur date, sono state bellamente aggirate con la creazione di
sofisticati strumenti finanziari atti a moltiplicare gli utili di bilancio,
evitando sconvenienti accantonamenti sui rischi opportunamente camuffati e
trasferiti sulle spalle di ignari risparmiatori.L'assurdo in questa situazione
è che i primi e più consistenti aiuti disposti dai governi sono andati,
forzatamente, proprio ai primi responsabili della crisi,
cioè agli istituti finanziari la cui sopravvivenza e il cui buon funzionamento
restano comunque alla base del sistema economico ed il cui collasso avrebbe gli
effetti devastanti di una reazione nucleare a catena.L'assurdo è che, salvo
casi limitati, tutti all'estero, i Signori del Credito che hanno prodotto la crisi restano tutti ai loro posti, i responsabili delle
aziende che hanno lucrato utili, anche comprimendo al massimo i livelli
retributivi, si permettono di rivolgere appelli di aiuto mentre minacciano e
attuano massicce smobilitazioni di lavoratori. Invocano l'estensione dei
termini di pensionamento e nello stesso tempo, coerentemente, si liberano dei
cinquantenni.L'assurdo è che gli imprenditori, molti dei quali, potendo, si
guardano bene dall'investire mezzi propri, sollecitano il Governo ad obbligare
(sic) le banche a non restringere i cordoni della borsa, come se i banchieri,
sempre gli stessi, possano da un giorno all'altro modificare le proprie
politiche gestionali, avendo ormai distrutto la preesistente professionalità
diffusa a favore di impersonali meccanismi informatici di massa assolutamente
non in grado di valutazioni selettive. Le banche, come recentemente osservato
anche da Tito Boeri, abbondano di sportellisti ma mancano di
personale in grado di leggere un business plan e di selezionare tra tante
piccole imprese quelle
che sono meritorie di credito.Di magra consolazione, almeno
nell'immediato, è la considerazione per cui ogni situazione che comporta
problemi e obbliga ad un cambiamento porta insite in se opportunità di
miglioramento.Oggi dobbiamo registrare che all'arricchimento di pochi fa riscontro, come in
passato, il sacrificio di molti e che purtroppo, salvo casi eccezionali, questi
molti non sono stati finora in grado di esprimere politicamente il loro
dissenso. Se domani la Politica recupererà il suo ruolo istituzionale di
controllo rispetto al Capitale, se domani si sosterrà il diffondersi di un
diverso modello di consumo responsabile, rispettoso dell'ambiente ed
accessibile a sempre più ampie quote di popolazione, se domani la produzione si
orienterà verso beni durevoli a larga diffusione, limitando, se non evitando,
la creazione di falsi bisogni indotti, allora, domani, potremo forse
considerare diversamente la crisi che ci
attanaglia.Francamente, ad oggi, non mi faccio molte illusioni, la mia impressione
è che, come al solito, paghino il conto gli ultimi della fila e che molti lupi
si siano già travestiti da agnelli, lamentandosi della mala sorte e cercando di
individuare il modo migliore per sfruttare la situazione a proprio esclusivo
beneficio, magari premendo ancora, con cinismo e opportunismo, proprio su
coloro che già stanno pagando il conto.Va però considerato che, fortunatamente,
spesso gli eventi assumono una piega non prevedibile con la semplice esperienza
e che non sempre è possibile cambiare la forma lasciando intatta la
sostanza.Comunque, chi vivrà vedrà!*Presidente Federdirigenti
( da "Milano Finanza (MF)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione:
DirCredito - FD data: 27/03/2009 - pag: 52 autore: di Guido Antolini* Le
riorganizzazioni hanno portato a recidere legami culturali, organizzativi e
relazionali Modernizzazione bancaria, quali errori correggere È sempre
difficile affrontare i grandi problemi gestionali e finanziari per chi vede il
mondo del lavoro al centro delle proprie valutazioni. I fiumi di inchiostro
versati dai grandi cervelli organizzativi (non chiedetemi i nomi, non li so,
come probabilmente li ignora la maggior parte di coloro che prendono le
decisioni a livello politico ed amministrativo) hanno tentato di convincere il
mondo che il sistema bancario italiano doveva fare più finanza e meno banca.
L'attività di gestione denaro, in effetti, non poteva più garantire i guadagni
automatici degli anni di inflazione a due cifre, quando i tassi, anch'essi a
due cifre, consentivano al Sistema di lucrare una forbice (arrivata in varie
occasioni alle due cifre) non sostenibile in ambito Euro. I dipendenti hanno
fatto responsabilmente la propria parte, riconducendo fra l'altro nel 1999 il
«ricco contratto dei ricchi funzionari» a parametri largamente contenuti, per
consentire al Sistema italiano di affrontare il mercato comunitario in condizioni
paragonabili a quelle delle banche estere. Ottenuta questa precondizione, forse
ineluttabile, si è scatenata la bagarre organizzativa sulla modernizzazione del
sistema. Forse è opportuno rivedere alcuni aspetti:1) Servizi di sportello al
pubblico: la tendenza è stata quella di potenziare l'attività di self service.
Oggi la maggior parte della clientela in possesso di alfabetizzazione
informatica di base è diventata il «bancario di se stesso».2) Servizi di
investimento: in Borsa, in Borsa! Ma non formando il personale per metterlo
all'altezza dei vecchi operatori di Borsa. Molto più semplicemente creando una
schiera di venditori di prodotti standardizzati, dai rendimenti valutabili nel
medio periodo, con commissioni palesi e occulte in grado di produrre utili
senza intervento consulenziale durante il periodo dell'investimento. Sappiamo
come è andata a finire: prima la ricerca dei benchmarks, per poter giustificare
rendimenti non adeguati, poi le polizze unit e index linked, poi
il materasso.3) Il credito alle imprese: si faceva credito solo agli ottantenni accompagnati dai
genitori, a chi forniva garanzie triple o quadruple, si spulciavano bilanci e
relazioni, si sospettava di ogni assegno non pagato a prima presentazione
Era francamente troppo! Da qui siamo passati al dio rating, che, invece di essere
correttamente utilizzato per la valutazione della probabilità di insolvenza
degli attivi bancari, è diventato il modo per spiegare all'esterrefatto cliente
il motivo per cui non gli veniva fatto credito: «Il rating non è adeguato». Il
rischio di credito è passato da un processo virtuoso di accompagnamento
controllato delle attività aziendali alla verifica periodica dei rating,
interni o esterni. La conoscenza del cliente, le visite periodiche, le
verifiche degli intrecci cliente/fornitore, le valutazioni etiche che portavano
a diffidare di imprenditori troppo spregiudicati o con un passato «avventuroso»
questo è rimasto solo a quelli che avevano vissuto il periodo precedente, e
che, per coscienza professionale, hanno continuato, non richiesti, a tutelare il patrimonio
delle banche4) Il credito alle famiglie: qui il rating l'ha fatta veramente da
padrone. Anche perché, nella gara a chi vendeva di più, si è scoperto che più
mutui si facevano e meglio si era considerati. Finisce il patrimonio? Una
rapida cartolarizzazione e via di nuovo, alla conquista di nuovi clienti,
spesso accompagnati e caldeggiati da intermediari che, senza mai rispondere
della qualità della clientela presentata, hanno comunque incassato le loro
commissioni.5) Il recupero crediti: avere un debito in contenzioso nella
seconda metà del secolo scorso significava affrontare percorsi giudiziari
interminabili, anche solo per pochi spiccioli. Era, per le banche, una
questione di principio. Basilea 2 ha mostrato la strada: le sofferenze vanno
prima accantonate, poi cedute con cartolarizzazioni o altre strade analoghe.
Alle banche non interessa più sapere che fine fa la pratica. Anzi, non posso
escludere che lo stesso debitore si possa essere presentato per farsi
finanziare la definizione di una transazione con il cessionario del credito. Ma
con ciò, comunque, si è ridisegnata un'organizzazione del lavoro: gli organici
degli Uffici Contenzioso sono stati ovunque compressi all'inverosimile, quasi
scomparendo dalla periferia e privilegiando, al centro, uffici amministrativi
di smistamento. Il dubbio che sorge è sempre lo stesso: come mai tutto lo
svuotamento degli attivi in contenzioso delle banche ha trovato compratori
solleciti? E come intendono attrezzarsi oggi le banche per gestire il
contenzioso, ahimé in aumento? Il sistema bancario italiano
vive oggi la crisi finanziaria mondiale. Le passate politiche di riorganizzazione, fra le quali
quelle sommariamente descritte, hanno portato a recidere i legami, culturali,
organizzativi e relazionali fra diverse attività legate tutte all'economia
reale. Recidere i legami vuol dire anche isolare le persone in ambiti
professionali monotematici, imporre o tollerare paraocchi e impedire
l'arricchimento professionale che inevitabilmente conduce le persone a far
tesoro delle esperienze, vissute insieme con senso di responsabilità. Forse a
questo dovrebbero far caso i banchieri che dovranno gestire la crisi e il dopo crisi: ricreare
collaborazione fra le persone, utilizzando le professionalità e la loro memoria
storica per l'interscambio delle esperienze e delle capacità propositive, per
evitare di ripetere errori e uscire dalla crisi,
tutti, a testa alta.* Segretario NazionaleCoord. Comunicazione e stampa
( da "Milano Finanza (MF)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione: DirCredito
- FD data: 27/03/2009 - pag: 53 autore: di Luca Battaglini Il comportamento
della Banca centrale europea dà adito a qualche interrogativo Cautela eccessiva
nella manovra sul corridoio dei tassi È utile fare un po' di cronistoria sulle
decisioni della Bce degli ultimi mesi, partendo dal luglio 2008, quando la Bce
aumentava i tassi dello 0,25% (portando al 4,25% il tasso sulle operazioni di
rifinanziamento principale). Tra agosto/settembre scoppiava
la crisi finanziaria
internazionale e iniziava la fase di rallentamento dell'economia mondiale e di
calo del prezzo del petrolio. Dopo tre mesi, quindi a inizio ottobre 2008, la
Bce invertiva così rotta tagliando dello 0,5% i tassi di politica monetaria.
Viene da chiedersi: perché la Bce ha alzato i tassi a luglio?Il 9 ottobre,
quindi, la Bce apportava ulteriori modifiche a due dei tre tassi «guida» di
politica monetaria, restringendo il cosiddetto corridoio dei tassi (si veda il
grafico). In una fase di pressione al rialzo sui tassi di mercato (dovuta alla crisi di fiducia tra banche) era sensato restringere la
parte alta del corridoio; non occorreva però restringere anche la parte bassa.
In effetti, quando le pressioni sui tassi si sono progressivamente trasformate
al ribasso, la Bce ha finito per dover allargare di nuovo il corridoio, nel
gennaio di quest'anno. Ciò ha permesso al tasso «overnight» (al quale le banche
si scambiano fondi per 24 ore, un importante riferimento del mercato monetario)
di scendere dal 2,15% all'1,5% in un solo giorno, in corrispondenza del
passaggio al nuovo periodo di riserva bancaria. Su queste basi sarebbe allora
stato preferibile, sin dall'ottobre 2008, intervenire in modo «asimmetrico» sul
corridoio dei tassi, restringendone la sola parte alta e lasciando più ampi
margini al ribasso (in termini visivi, nelle barre del grafico ciò si sarebbe
tradotto in un'area scura superiore più stretta rispetto a quella chiara
sottostante).La Bce ha sempre detto poi di non programmare nessuna decisione,
ovvero di non volersi vincolare a future mosse sui tassi. Di fatto, però, a
gennaio 2009 essa dichiarava che non sarebbe intervenuta di nuovo sui tassi a
febbraio (legandosi in qualche modo le mani). In effetti, a inizio febbraio la
Bce lasciava i tassi invariati, ma allo stesso tempo annunciava di fatto che i
tassi sarebbero stati modificati a marzo. Vi è stata così una duplice
contraddizione nel comportamento della banca centrale, rispetto alla sua
filosofia di non pre-determinare le decisioni future. Più in generale, in una
fase di crisi economica acuta ci si chiede quale sia
stata la logica di attendere il mese di marzo per tagliare ancora i tassi,
anziché agire a febbraio, come hanno fatto la Banca d'Inghilterra e di Svezia.
È inutile ricordare l'importanza del tempismo in materia di politica monetaria,
considerato i ritardi con cui l'economia reale risponde alle nuove condizioni
sui tassi.In conclusione, l'impressione è che la Bce abbia in parte rallentato
la discesa dei tassi rispetto a quanto fatto da altre banche centrali, che
hanno portato rapidamente i rendimenti vicino a zero. Si potrebbe controbattere
che, per queste ultime istituzioni, la politica monetaria risulti adesso
spuntata, avendo esaurito le «munizioni», cioè la riserva di apportare
ulteriori tagli ai tassi. D'altro canto, si può ribattere a questa tesi dicendo
che, in situazioni difficili come quella attuale, anche la cautela può non
essere priva di conseguenze, potendo ritardare quegli aggiustamenti che invece
sarebbero necessari quanto prima. Sebbene, per quanto detto in precedenza, il
comportamento della Bce non convinca sino in fondo, restano comunque i vantaggi
derivanti dai tagli dei tassi già realizzati. Si tratta di minori spese in
interessi per consumatori, imprese, Stato, insieme a maggiori incentivi per i
consumi e gli investimenti, elementi che, nel loro complesso, possono
senz'altro attenuare, anche se non risolvere, questa fase di paralisi
economico-finanziaria, dovuta a problemi di natura
globale.
( da "Milano Finanza (MF)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione:
DirCredito - FD data: 27/03/2009 - pag: 54 autore: Ufficio Studi Conapa
Soddisfazione per i puristi della partita doppia. Le voci contabili astruse
vanno dettagliate Principi contabili Ias inadeguati in tempo di crisi La crisi borsistica di inizio
secolo (ricordiamo i casi Enron, Worldcom ecc.) evidenziò per la prima volta le
incongruenze del liberismo senza regole, inducendo l'introduzione di
regolamentazioni più stringenti volte a rappresentare correttamente le realtà
contabili aziendali. Al termine di questo percorso, che ha coinvolto autorità
di controllo e politiche di tutto il mondo industrializzato, sono state
introdotte nuove norme al fine di favorire la comparabilità dei bilanci. I
principi contabili «International financial reporting standard» elaborati
dall'International accounting standard board (Ias/Ifrs) sono stati introdotti
anche in Italia con il decreto legislativo n. 38 del 28febbraio 2005, recependo
il regolamento europeo n. 1606/2002, obbligandone l'utilizzo per i bilanci
consolidati e per i bilanci d'esercizio delle imprese con titoli quotati, delle
banche, delle assicurazioni e degli intermediari finanziari. Inoltre, la
direttiva n. 2001/65/Ce (cosiddetta «Direttiva fair value») in materia di
regole di valutazione per i bilanci di alcuni tipi di società, nonché di banche
e di altre istituzioni finanziarie, ha previsto la valutazione al «fair value»
(ovvero al valore di mercato stimabile) di alcuni strumenti finanziari. D'altro
canto, la direttiva n. 2003/51/Ce (cosiddetta «Direttiva modernizzazione») ha
enunciato numerose disposizioni volte ad armonizzare la normativa contabile
europea ai principi contabili internazionali, assicurando condizioni di parità
competitiva.L'attuale crisi
finanziaria e i nuovi scenari che sono venuti a
delinearsi hanno dimostrato che il potere taumaturgico delle nuove regole
contabili, che sostanzialmente allineavano agli standard anglosassoni la prassi
europea, era solo di facciata. Come tante altre regole (tutte complicatissime)
gli Ias/Ifrs hanno dimostrato la loro inadeguatezza nelle situazioni di crisi, inducendo le autorità a
intervenire derogando alcune delle regole contabili descritte in precedenza. In
particolare, la contabilizzazione del valore dei titoli finanziari in
portafoglio, nell'attivo di stato patrimoniale, con il metodo del «fair value»:
allo stato attuale, può essere impossibile fare una stima del valore di alcuni
titoli, fra cui molti derivati, che oggi nessuno è più disposto a «prezzare» o
che potrebbero non avere più un mercato (si veda al riguardo il provvedimento
Ce n. 14/2008). Per questo motivo, il 13 ottobre 2008 il comitato Iasb (che
emana le direttive di applicazione in Europa dei sistemi contabili
internazionali Ias) ha introdotto deroghe permanenti all'applicazione del «fair
value». Il provvedimento consente di riclassificare le attività finanziarie
detenute in portafoglio (con la sola esclusione dei derivati) prevedendone la
contabilizzazione al costo storico o al costo ammortizzato. La deroga, inserita
nello Ias 39, retroattiva al 1° luglio 2008 e approvata dalla Commissione europea,
consente sia di «fermare» al 1° luglio la valutazione degli asset
(indipendentemente dal prezzo attuale) sia di valorizzarli a un valore
inferiore rispetto a quello di acquisto, ma scelto dalla società. Essa
rappresenta comunque una facoltà lasciata alle imprese e l'eventuale
riclassificazione dovrà essere inserita nella nota integrativa di bilancio.È la
rivincita dei ragionieri: dopo tante sofisticazioni, si è scoperto che non
esiste la «magica» valutazione del mercato. Chi redige il bilancio, e chi lo
firma, deve assumersi la responsabilità dei valori caricati, e spiegarlo agli
azionisti, grandi e piccoli, nella nota integrativa.È dalla lettura di
quest'ultima che, finalmente, si potrà entrare nel merito non solo dei criteri
di valutazione, ma anche degli specifici asset coinvolti: Abs, Cds, titoli
tossici ecc. Perché, se è vero che i piccoli azionisti vogliono vederci chiaro,
è anche vero che chi ha responsabilità di governo delle imprese non deve più
potersi nascondere dietro i facili alibi dell'osservanza delle norme contabili
per giustificare attività gestionali astruse e improponibili.
( da "Milano Finanza (MF)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione:
DirCredito - FD data: 27/03/2009 - pag: 54 autore: Crisi finanziaria e partecipazione dei piccoli
azionisti La volontà di garantire la presenza da parte di esponenti politici e
delle istituzioni governative in un momento carico di impegni istituzionali ha
comportato la necessità di rimandare il convegno «La crisi
finanziaria e la partecipazione dei piccoli
azionisti». La disponibilità della Fondazione e della Cassa di Risparmio
di Cento ha consentito di confermare anche l'ospitalità per l'assemblea delle
associazioni di piccoli azionisti aderenti al Conapa, in piena stagione della
raccolta delle deleghe assembleari per le assemblee di bilancio.L'appuntamento
è al 24 aprile alle 16,30 presso il Salone di rappresentanza di Palazzo Rusconi
in corso Guercino a Cento. La partecipazione è aperta a tutti.
( da "Giorno, Il (Varese)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
VARESE pag. 5 Crisi, la preoccupazione degli imprenditori varesini ECONOMIA
RIUNITA IERI LA GIUNTA DELL'UNIONE INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA VARESE
L'INDUSTRIA VARESINA vuole restare in corsa, ma le difficoltà crescono. «Prima
la crisi finanziaria
internazionale che si è trasferita sull'economia reale penalizzando tutti i
settori del sistema economico, come in particolare il manifatturiero,
poi la difficoltà nell'accesso al credito, ora anche quella nel dare più
adeguata copertura assicurativa ai crediti all'esportazione». Impegno e
preoccupazione tra gli imprenditori che fanno parte della Giunta dell'Unione
degli Industriali varesina, presieduta da Michele Graglia (nella foto), che si
è riunita per fare ancora una volta il punto della situazione produttiva e
occupazionale. «Positiva, anche se con alcune riserve», la valutazione dei
provvedimenti che il Governo ha varato e si accinge a varare per fronteggiare
la crisi. Bene, in particolare, l'estensione a oltre
un miliardo e mezzo del Fondo di garanzia sui crediti concessi alle piccole e
medie imprese, «a condizione però che esso sia spendibile interamente nel 2009
e non venga spalmato su più esercizi». Bene anche l'innalzamento della soglia
da 516 mila a un milione di euro per la compensazione tra crediti e debiti
delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Bene l'impegno a
sbloccare i pagamenti di quest'ultima per le forniture delle imprese: una cifra
complessiva, oggi «congelata», che si aggira tra 40 e 60 milioni, secondo le
diverse stime, che se immessa nel circuito dell'economia potrebbe imprimere una
spinta forte al sistema. Riserve su altri punti, come l'introduzione dell'Iva
per cassa «in quanto limitata alle attività con fatturato solo fino a 200 mila
euro», soglia giudicata «troppo bassa per poter interessare il settore
manifatturiero». SARANNO SUFFICIENTI questi rimedi ad assicurare la tenuta del
sistema produttivo da qui al 2010, quando è attesa l'inversione del ciclo?
L'opinione della Giunta dell'Unione Industriali è che serva anche un'azione da
parte dei Governi dei più importanti Paesi, i quali devono trovare rimedi
condivisi e politiche di accompagnamento concordate. La crisi
globale impone rimedi da trovarsi e da attuarsi a livello altrettanto globale.
Per questo motivo, forte è l'attesa sull'esito del prossimo G20 previsto per il
prossimo 2 aprile a Londra. Restano tuttavia in questo momento sullo sfondo,
per quanto riguarda il nostro Paese, due questioni particolarmente critiche. La
prima è quella dell'accesso al credito, sempre più difficoltoso e costoso.
L'Univa sta conducendo una seconda indagine tra le imprese associate per
acquisire informazioni aggiornate sullo stato dell'arte in vista di una nuova
tornata di incontri con le banche presenti sul territorio, alle quali
rappresentare i termini della situazione. La richiesta, che si prospetta, «è
quella di non limitarsi alla fredda applicazione dei rating previsti da Basilea
2, ma di saper valutare le imprese per la loro storia e per i loro progetti e
di garantire oggi il credito anche per l'ordinaria gestione». R.V.
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Russia, soldi ai
Paesi vicini per battere l'Ue --> Venerdì 27 Marzo 2009 GENERALI, pagina 9
e-mail print nostro servizio Giuseppe D'Amato MoscaÈ ricominciata la battaglia
d'Ucraina. L'Unione europea ha deciso di finanziare direttamente
l'ammodernamento dei gasdotti di Kiev. La Russia è irritata: alcuni importanti
incontri sono stati cancellati da Mosca. Il premier Vladimir Putin ha lasciato
comprendere che i rapporti con Bruxelles potrebbero essere rivisti. In gennaio
la Gazprom aveva proposto l'acquisto delle pipeline. Dopo
alcuni mesi di quiete per la crisi finanziaria internazionale e per il cambio di presidenza alla Casa Bianca,
lo scontro geostrategico tra Est e Ovest per il controllo dello spazio ex
sovietico è, pertanto, ripreso, ma, ora, sotto altre forme. Sono i soldi da
erogare come aiuti ai Paesi dell'area in difficoltà la chiave di volta di tutte
le strategie. La Russia non se la passa bene: il suo Pil ha subìto un
pesante arretramento, ma è poca cosa rispetto a quello delle altre Repubbliche
ex sovietiche. Il Cremlino dispone ancora di ampie riserve valutarie e del
Fondo di stabilizzazione. Ecco così che Mosca ha iniziato a offrire i propri
«petro-rubli» per tornare a contare nel suo «cortile di casa». Il mese scorso
il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha firmato un accordo concedendo
ai russi di dislocare siti per la propria difesa antimissilistica dopo aver
ottenuto un prestito di due miliardi di dollari. Più o meno stesso discorso in
Kirghisia. Il Parlamento di Bishkek ha deciso all'improvviso di chiudere la
base aerea della Nato a Manas, strategica per la logistica in Afghanistan. Il
presidente Kurmanbek Bakiev era riuscito a strappare a Mosca due miliardi di
dollari in aiuti, negati in precedenza da Washington. La novità dell'ultimo periodo
è che l'Unione europea sta lentamente colmando il vuoto momentaneo lasciato
dagli Stati Uniti. Su suggerimento dei Paesi della «nuova Europa», Bruxelles ha
organizzato un programma, la «Partnership orientale», destinato a contenere la
Russia in alcune Repubbliche ex sovietiche. Armenia, Azerbaigian, Georgia,
Moldova, Ucraina e Bielorussia sono gli obiettivi potenziali Ue. Ufficialmente
lo scopo è di semplificare il commercio e superare la barriera burocratica dei
visti. L'Unione europea non chiede a questi Paesi di fare una scelta tra lei e
la Russia, che non riesce ad accettare la nuova situazione post sovietica di
concorrenza. Bruxelles non ne ha bisogno. Mosca è lo stesso contrariata per
l'ennesima infiltrazione occidentale e sta muovendosi dietro alle quinte. Ha
rilanciato, però contemporaneamente, un'intensa azione diplomatica per
risolvere la questione della regione separatista della Transnistria. Ecco
perché il presidente moldavo Vladimir Voronin ha, ad esempio, rifiutato di
aderire al programma europeo e lo ha definito «una congiura per circondare la
Russia». Adesso Bruxelles ha investito 2,5 miliardi di euro per il gas di Kiev,
non aprendo, tuttavia, la strada per il prestito di altri cinque miliardi
necessari per salvare la Repubblica ex sovietica dalla bancarotta. L'Ucraina
della premier Yulia Tymoshenko rappresenta il Paese centrale di tutte le
strategie, il principale campo di battaglia, dove si deciderà l'esito finale di
questo scontro Est-Ovest. La Russia sta investendo non pochi capitali per
salvare la propria sfera di influenza. Addirittura aveva offerto in autunno
alcuni miliardi all'Islanda, probabilmente sperando di avere vantaggi nella
prossima corsa al controllo dell'Artico. Oggi il grande interrogativo per gli
osservatori è se i mezzi finanziari a disposizione di Mosca saranno sufficienti
per tali obiettivi. 27/03/2009 nascosto-->
( da "Riformista, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
di Stefano Feltri A
volte i tempi della giustizia, anche quando non sono lunghi come quelli
italiani, fanno arrivare le sentenze nel momento in cui il mondo in cui era
iniziato il giudizio non esiste più, travolto dalla crisi finanziaria che ha fatto rinascere
il protezionismo finanziario al posto delle spinte alla privatizzazione degli
anni Novanta BOCCIATURA. Nell'era del protezionismo finanziario, la Corte
europea contro lo Stato italiano che si è attribuito troppa influenza sulle
imprese privatizzate. di Stefano Feltri A volte i tempi della giustizia,
anche quando non sono lunghi come quelli italiani, fanno arrivare le sentenze
nel momento in cui il mondo in cui era iniziato il giudizio non esiste più,
travolto dalla crisi finanziaria che ha fatto
rinascere il protezionismo finanziario al posto delle spinte alla
privatizzazione degli anni Novanta. Ieri la Corte di giustizia europea ha
bocciato la legge italiana del 2004 sulla golden share, «la Repubblica italiana
è condannata a pagare le spese»: sono stati giudicati troppo arbitrari i poteri
che il Governo si è attribuito per influenzare le società ex-pubbliche di cui è
azionista, Telecom, Eni, Enel e Finmeccanica, così arbitrari che metterebbero a
rischio il mercato unico e scoraggerebbero gli investitori. «Ogni forma di
protezione governativa è un impedimento al movimento dei capitali, come dice la
Corte, ma questa sentenza arriva in un momento in cui le barriere vengono
invocate da tutti come reazione alla crisi», spiega
l'economista Alessandro Penati. Quello che la la Corte ha bocciato è
soprattutto la discrezionalità con cui il Governo può invocare i suoi poteri
speciali che includono la facoltà di bloccare l'acquisizione di partecipazioni
rilevanti, superiori al 5 per cento, porre il veto sulle delibere di
scioglimento delle società, impedire accordi tra azionisti forti, che abbiano
cioè almeno il 5 per cento del capitale. I punti contestati sono due: la scelta
arbitraria delle percentuali e la vaghezza dei «rilevanti e imprescindibili di
interesse generale, in particolare con riferimento all'ordine pubblico, alla
sicurezza pubblica, alla sanità pubblica e alla difesa». L'introduzione della
golden share risale al 1994, alla stagione delle grandi privatizzazioni, quando
lo Stato usciva gradualmente da imprese considerate strategiche che venivano
trasferite ai privati ma sulle quali si voleva mantenere un'influenza. La
vaghezza dei criteri con cui la golden share viene utilizzata e le basse
percentuali (che non consentono il controllo) di partecipazioni che fanno
scattare il campanello d'allarme ha finora permesso al Governo di avere a
disposizione un'arma che, anche quando non usata davvero, si è rivelata un
deterrente per scoraggiare investitori non graditi, basti pensare al miliardario
messicano Carlos Slim che nel 2007 aveva manifestato un interesse alla Telecom
ed è stato scoraggiato proprio con la moral suasion, facendogli capire che il
Governo era pronto a usare la golden share nel caso avesse cercato di comprare
quote rilevanti. E adesso, dopo la sentenza, cosa cambia? «Anche se è un
segnale importante da parte della Corte, non ci sarà praticamente alcuna
conseguenza», risponde Carlo Scarpa, professore di Economia politica a Brescia:
il Governo ha dimostrato che esistono altri modi per blindare l'italianità di
imprese come Telecom, che ora è controllata dalla società cuscinetto Telco in
cui convivono banche italiane e la compagnia spagnola Telefonica, dell'Enel lo
Stato è azionista di maggioranza (con il 60 per cento), quindi non ha bisogno
della golden share, Eni e Finmeccanica hanno un rapporto così stretto con il
settore pubblico, per energia e forniture militari, che nessuno sul mercato può
pensare di sfidarlo, neppure ora che i bassissimi prezzi di Borsa potrebbero
incoraggiare una nuova stagione di scalate e acquisizioni. «La vera differenza
è che adesso la politica non potrà più agitare la minaccia di ricorrere alla
golden share come era libera di fare finora, questa sentenza ribadisce che
l'arbitrio dello Stato nell'economia non è ammesso», dice Scarpa. La sentenza
della Corte «ribadisce un bellissimo principio, quello della libera
circolazione dei capitali, a cui in questo momento sembra non credere più
nessuno», sostiene Penati: la bocciatura dei poteri speciali del Governo in economia
arriva dopo quelle analoghe che avevano colpito Gran Bretagna, Francia,
Germania e Portogallo, anche se in una fase storica diversa, in cui si
continuavano a perseguire le privatizzazioni e il tabù del protezionismo
finanziario non era ancora stato infranto dalla crisi.
27/03/2009
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Sale al 7% la quota
di mercato di Ubi Leasing --> Venerdì 27 Marzo 2009 ECONOMIA, pagina 41 e-mail print Nonostante la crisi
finanziaria e l'andamento negativo del settore, Ubi
Leasing ha chiuso il 2008 con dati di bilancio complessivamente positivi. Il risultato
dell'operatività corrente, al lordo delle imposte, è cresciuto del 19,8% su
base annua a 65,3 milioni di euro, essenzialmente grazie alla significativa
crescita del margine d'interesse (più 14,3% a 121,3 milioni). La
situazione al 31 dicembre 2008 ha inoltre registrato costi di struttura pari a
46,2 milioni di euro circa, totalmente in linea rispetto all'esercizio
precedente (cost/income del 32,3%) e un costo del rischio di credito pari a
30,8 milioni di euro (0,4% del totale impieghi) in crescita dell'11,8% rispetto
al 2007. L'utile netto, attestatosi a 43,8 milioni di euro (+34,9% rispetto al
2007) consente al Cda di proporre all'assemblea la distribuzione di un monte
dividendi di circa 40 milioni di euro. Dal lato patrimoniale, gli impieghi medi
a reddito a fine anno sono saliti del 12,4% a 8.337 milioni di euro. Ubi
Leasing ha chiuso l'esercizio con uno stipulato complessivo pari a un importo
di 2.772 milioni di euro, generato attraverso 15.844 contratti del valore medio
di 174.938 euro. La flessione (meno 16,8%) è inferiore alla media di settore
(meno 16,8%) e Ubi leasing ha così scalato quote di mercato, passando dal 6,8%
al 7,1%, arrivando al terzo posto nella classifica di settore per contratti.
Nel dettaglio, il comparto immobiliare ha registrato un calo del 17,4%, con uno
stipulato di poco superiore ai 1.560 milioni di euro e 1.150 contratti. Segue
lo stesso trend lo strumentale (in flessione del 17%) con 743 milioni di euro e
6.793 contratti. Il comparto auto, con uno stipulato di poco superiore ai 314
milioni di euro e 7.581 contratti, registra, in linea con la crisi
generale del settore automobilistico, una flessione del 19%. Più positivo,
invece, l'andamento del comparto aeronavale e ferroviario: a fronte di 320
contratti, lo stipulato vede infatti una performance solo in lieve flessione
(4,4% circa, per un valore di circa 154 milioni di euro). Nel quarto trimestre
del 2008 Ubi Leasing ha perfezionato, infine, un'operazione di
cartolarizzazione di crediti derivanti da contratti di leasing per il valore di
oltre 4 miliardi di euro, denominata Ubi Lease Finance 5. Tale strumento
presenta il vantaggio di rendere disponibili per operazioni di rifinanziamento
con la Banca Centrale Europea crediti derivanti da contratti di leasing.
27/03/2009 nascosto-->
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Venerdì 27 Marzo
2009 Chiudi ANCONA - Buon anno Istao. Si inaugra questa mattina l'anno
accademico dell'Istituto Adriano Olivetti per la formazione dei manager. Ospite
d'onore Roberto Poli, presidente dell'Eni che terrà la prolusione sul tema
"Crisi finanziaria internazionale: riflessi sull'economia reale". Un calibro
da novanta come tradizione dell'Istituto. L'appuntamento è alle 11. «Sono
sicuro - ha osservato il presidente Istao Adolfo Guzzini - che il prof Poli
proporrà agli allievi dei corsi, agli uomini di impresa, banca e stituzioni
pubbliche e private, una testimonianza di alto spessore».
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Venerdì 27 Marzo
2009 Chiudi ANCONA - Veleni tra il consigliere regionale del Pdl Giacomo Bugaro
e il governatore Spacca sul Fondo di Garanzia alle imprese della Regione.
Attacca Bugaro, sull'onda della fresca candidatura a sindaco di Ancona: «Si
tratta di un fantafondo. A distanza di 6 mesi non è ancora nella disponibilità
della Confidi. E intanto le aziende falliscono». Altra critica sull'aeroporto:
«Manifestazioni di interesse sì, ma solo da parte di fantomatiche società
cinesi». Segni di difficoltà, per Bugaro, da parte di un giunta più volte
"rimpastata". Piccato Spacca. «Bugaro è disattento. Nelle Marche sono
state istruite e caricate ben 309 operazioni con finanziamenti a favore delle
piccole imprese. Piuttosto si dia da fare per convincere il
suo ministro Scajola a far partire il Fondo di garanzia nazionale». Quanto
all'aeroporto - replica Spacca - «ci sono state manifestazioni d'interesse
anche da Inghilterra e Austria. Se non sono andate in porto forse una ragione
la si può trovare nella crisi finanziaria».
( da "Tirreno, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 2 - Attualità
Francia: accordo con la 3M, liberato il direttore E intanto Sarkozy blocca i
bonus ai manager delle imprese aiutate dallo Stato PARIGI. Il direttore del
gruppo 3M, Luc Rousselet, tenuto in ostaggio nel suo ufficio da martedì
pomeriggio a Santè di Pithiviers (Loiret) è stato liberato l'altra notte dagli
scioperanti dopo circa 30 ore di sequestro passati chiuso tra quattro mura. Il
rilascio è avvenuto dopo la firma di «un protocollo d'accordo preliminare in
base al quale la direzione della 3M si impegna ad accollarsi tutte le
conseguenze sociali del progetto di ristrutturazione al fine di garantire ai
dipendenti colpiti di reinserirsi» nel mondo del lavoro, si legge in un
comunicato sindacale. All'origine della protesta la soppressione di 110 posti
di lavoro su 235 a partire da settembre. La caccia al
manager comincia a essere un vero a proprio fenomeno in un Europa scossa dalla crisi finanziaria. Dieci giorni fa è
stato rapido con modalità analoghe l'amministratore delegato della Sony, Serge
Foucher, mentre un gruppo di attivisti anti-capitalismo ha attaccato l'altra
notte la casa a Edimburgo di Fred Goodwin, il banchiere che ha messo in
ginocchio la Royal Bank of Scotland. Intanto però il presidente francese
Nicolas Sarkozy ha deciso di passare dai generici appelli degli ultimi giorni
alla «responsabilità e onestà dei manager» a un decreto legge per vietare
l'attribuzione di stock options e paracadute dorati ai dirigenti delle imprese
che hanno ricevuto aiuti dallo Stato. La situazione attuale - ha detto il
segretario generale dell' Eliseo, Claude Gueant - «esige rigore, rispetto e
considerazione per i salariati». Il decreto - preferito a un disegno di legge -
sarà pubblicato la prossima settimana: il governo ora vuol accelerare i tempi.
Il provvedimento ha il via libera della presidente del Medef, la Confindustria
d'oltralpe, Laurence Parisot: è «comprensibile» che un'impresa che riceve aiuti
dallo Stato abbia degli «obblighi» sulle remunerazioni dei dirigenti.
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: OPINIONI - data: 2009-03-27 num: - pag: 17
categoria: REDAZIONALE L'INTERVENTO Case Rubino, un'altra sconfitta dei giudici
di TOMMASO FRANCAVILLA D opo quattordici anni anche Franco De Lucia, ultimo tra
i tanti imputati della cosiddetta "Operazione Speranza" che mise
fuori gioco a ridosso delle elezioni regionali ed amministrative del 1995
un'intera classe politica non comunista, è stato completamente assolto da
imputazioni per le quali aveva amaramente chiuso con 50 giorni di galera un
lungo, dignitoso servizio ai Baresi ed ai Pugliesi tutti. Qualche settimana
prima era toccato a Nino Marmo, che aveva all'uopo anche rifiutato di avvalersi
di una prescrizione già maturata, conseguire lo stesso sacrosanto premio alle
sue ingiuste sofferenze. Prima di lui anche altri tre autorevoli esponenti
regionali del Centro- destra come Enrico Santaniello, Pietro Franzoso e Lucio
Tarquinio avevano felicemente chiuso le loro peripezie giudiziarie, dopo aver
saggiato l'umiliazione della gogna ed anche della privazione della libertà.
Dopo cinque anni sono stati dissequestrati, nella più totale smentita di un
fragilissimo impianto accusatorio, gli stabili-Rubino a Poggiofranco, rendendo
finalmente giustizia, oltre che alle imprese, anche a 100 famiglie ignare che
si erano viste sequestrare insieme ad essi il frutto dei loro sacrifici ed i
loro progetti di vita. E si potrebbe continuare all'infinito nell'elencare atti
giudiziari che stanno smentendo uno dopo l'altro tutti i teoremi inanellati
dalle nostre Procure, a partire da quella di Bari, massimamente illustratasi
nella vicenda di Punta Perotti, nella quale la brillante opera dei nostri
Magistrati costerà agli Italiani, nel pieno di una pesante crisi finanziaria, qualche centinaio di
milioni di euro. Né va meglio ai nostri confini, per esempio nella vicina
Basilicata, laddove andrebbe raccontata la storia di un povero sventurato che
ha perso due lavori consecutivi, l'uno nella realizzazione di un villaggio
turistico, l'altro in quella degli impianti per il petrolio della Val d'Agri,
a seguito di due provvedimenti giudiziari varati, dal caldo dei mega-stipendi
dei nostri Magistrati cui non a caso s'agganciano quelli dei parlamentari,
senza alcun riguardo per quanti da quei cantieri traevano il pane per le loro
famiglie. Quanto poi queste vessazioni siano anche giuridicamente discutibili
lo dimostrano le guerre in corso tra Tribunali e Procure, mentre finalmente si
sta ponendo un argine al costosissimi malcostume delle intercettazioni a
strascico ed a diffusione a mezzo- stampa, recuperando finalmente gli stessi
elementi fondanti di uno Stato di diritto e di una democrazia liberale. Ebbene,
se in tutto questo si può anche esaltare il bicchiere mezzo pieno di una
Giustizia che si sa emendare rimediando ai suoi strafalcioni, non si può anche
non constatare che c'è nel potere giudiziario, anche di casa nostra, una sorta
di cancrena da estirpare chirurgicamente, perché esso possa tornare a svolgere
la sua sacra funzione di attuazione rigorosa ed imparziale della legge, senza
più inquietanti quanto strampalate incursioni.
( da "Corriere della Sera"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-03-27 num: - pag: 6
categoria: REDAZIONALE Polemica «Stop al monopolio». La compagnia inglese
chiede di poter aumentare i voli dalla Lombardia «Alitalia lasci liberi gli
slot a Linate Pronti ad assumere 750 persone» Proposta di Easyjet. Formigoni:
il piano Cai? Penalizza Malpensa Per Andy Harrison, ad della società, è tutta «colpa del protezionismo con cui viene gestito il mercato aereo» A Linate entra nel vivo
la guerra degli slot. Una battaglia a suon di dichiarazioni, pressioni e
trattative per accaparrarsi gli spazi sull'aeroporto. Mercoledì Alitalia ha
annunciato la volontà di valorizzare al massimo le sue partenze dal Forlanini.
Ieri ha risposto Easyjet. Rinnovando una vecchia protesta: «Vogliamo investire
a Milano e in Italia, siamo pronti ad assumere 750 persone, ma non possiamo.
Colpa del protezionismo con cui il vostro Paese
gestisce il mercato aereo», contestano in sostanza l'amminis tratore delegato e
il responsabile regionale per il Sud Europa di Easyjet, rispettivamente Andy
Harrison e FranÇois Bacchetta. Riempire gli aerei che partono da Linate non è
un problema nemmeno in tempi di crisi. E così le compagnie si contendono l'aeroporto.
Al Forlanini, però, la situazione è congelata a favore di Alitalia. A partire
dal Milano-Roma. Per di più il decreto Bersani impone un massimo di 18
movimenti per ora. E così non solo gli slot sullo scalo non ci sono, ma chi li
ha se li tiene ben stretti. Mentre Easyjet (e Lufthansa) continuano a fare
anticamera insieme con un lungo elenco di altre compagnie. Easyjet attacca
Alitalia. «La Magliana ha slot che non esercita. In base alla regola dell'
80-20 a quest'ora le bande orarie non utilizzate dovrebbero essere
redistribuite», contesta FranÇois Bacchetta. La regola dell'80-20 impone alle
compagnie la restituzione degli slot che, a fine stagione, sono stati usati
meno di otto volte su dieci. Poi Assoclearance provvederà alla loro redistribuzione.
«Da parte nostra inviamo un rapporto periodico ad Assoclearance ed Enac
riguardo all'utilizzo degli slot. In effetti in alcuni periodi i salti delle
bande orarie sono stati più frequenti. Toccherà ad Assoclearance fare il
bilancio della stagione», dicono in Sea. Dal canto suo Assoclearance ha già un
quadro piuttosto chiaro della situazione: «A noi non risulta che a Linate ci
siano slot utilizzati al di sotto dalla soglia minima», fa il punto il
presidente dell'associazione, Carlo Griselli. Di polemica in polemica, la
regione ufficializza la sua insoddisfazione per la pace firmata mercoledì dal
Comune con Alitalia. La Magliana non rivendica più il ridimensionamento di
Linate al Milano-Roma. Ma al Pirellone non basta: «Nei piani della compagnia
tricolore non vedo nuovi voli per Malpensa — constata il presidente della
regione, Roberto Formigoni —. Non è così che si serve l'interesse della
Lombardia». L'intesa con Alitalia è contestata anche da molti dentro alla Lega.
«Ha ragione Formigoni: Alitalia a Malpensa continua a essere latitante»,
concorda Marco Reguzzoni, vicepresidente dei deputati della Lega Nord. «Dalla
compagnia di bandiera arriva un pannicello caldo — conclude Matteo Salvini,
capogruppo del Carroccio in Comune —. Ma Malpensa ha la febbre alta e solo la
liberalizzazione delle rotte può curare questa malattia ». L'aeroporto Alitalia
ha annunciato nuovi voli da Linate Rita Querzé
( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
PESARO PRIMO PIANO
pag. 2 Mulazzani ottimista «Il mercato è sano» IL COSTRUTTORE FABIO Mulazzani
(foto), amministratore delegato dell'omonima impresa edile fa il punto
sull'andamento del mercato immobiliare che sta attraversando un momento non
felice. Partendo dalla crisi
finanziaria che ha colpito tutto il mondo ed anche
il mercato della casa, uno dei motori principali per la costruzione del Pil,
Mulazzani è ottimista perché «ora, rispetto ad alcuni anni fa, il mercato sta
tornando più sano, più selettivo». A livello locale com'è la situazione?
«La risposta è semplice e precisa: a Pesaro le case si sono sempre vendute e si
continueranno a vendere. Il mercato qui è fondamentalmente sano, vi è ricerca
di prodotti di qualità al giusto prezzo e la domanda e l'offerta si incontrano
nelle diverse fasce senza difficoltà. In linea generale c'è stata sempre la
ricerca di costruire qualcosa di appetibile, di vendibile. Aspettative di
prezzi in discesa non saranno soddisfatte e rimarranno deluse. Anzi la politica
attendista non ripagherà. I motivi alla base di tutto ciò sono diversi: primo
tra tutti il fatto che a Pesaro le politiche urbanistiche non hanno permesso di
immettere sul mercato una quantità di alloggi oltre le reali necessità, come
invece avvenuto altrove. Non dimentichiamoci che al di là di studi, tendenze, o
complicati calcoli, alla fine il prezzo è sempre dato dall'incontro tra la
domanda e l'offerta». Ma si continuano a comprare case? «Certamente sì. Anche
se il cliente è diventato molto più attento. Rispetto al passato vuole entrare
nel merito dell'acquisto, del capitolato, delle garanzie. Forse rispetto al
passato interessa più l'aspetto concreto e funzionale di ciò che si compera,
non più nell'ottica di una speculazione molto spesso a breve termine ma di un
reale investimento. La casa, e in generale il mattone, non dimentichiamolo, nel
corso della storia hanno avuto pochi reali concorrenti: anche oggi chi vuole
investire non ha poi così tante alternative sicure. Certamente non si può
mettere la testa sotto la sabbia: segnali di minori transazioni o minore
vivacità del mercato, seppur con i distinguo a livello locale, ve ne sono, così
come in ogni altro settore. Ma un conto è segnalare variazioni negative di
qualche punto percentuale, un conto è fare del catastrofismo spicciolo,
ingiustificato e per certi versi ridicolo. Casomai un discorso particolare ed
importante andrebbe aperto sul credito: in Italia le banche si sono comportate,
in linea generale, meglio rispetto ad altri Paesi; il "mondo" del
subprime lo abbiamo vissuto solo di riflesso e la concessione dei mutui è
sempre avvenuta con una certa accortezza. Ecco, questo non deve mancare in
futuro. Fare mancare lo strumento essenziale del finanziamento sarebbe un grave
errore. La finanza, quella sana e di supporto, è un elemento imprescindibile
per una crescita economica equilibrata e possibilmente duratura. La politica
sulle opere pubbliche e sulla casa necessariamente devono considerare sia il
peso sia la leva economica del settore delle costruzioni. Poi parliamoci
chiaro: le fasce purtroppo meno abbienti non potranno mai acquistare casa né a
3.000 euro al metro né a 2.000 e spesso nemmeno a 1.000 euro. Ecco che qui
occorre una politica seria e forte di social housing, che permetta di concedere
abitazioni a costo simbolico. Non parlo di rispolverare vecchie forme come gli
Iacp (le case popolari) che hanno fatto il loro corso, ma usare nuove
metodologie legate ai nostri tempi. Mi spiego con un semplice esempio: se un
privato volesse costruire un edificio importante si potrebbe dare la
possibilità di aumenti volumetrici interessanti, fermo restando la qualità del
prodotto finale, in cambio di costruzioni nuove e popolari magari su terreni
dell'Amministrazione, ovvero tradotto in altri termini il tutto a costo zero.
D'altronde se si sono messe in atto politiche di Project financing per cimiteri
e ponti, a maggior ragione si possono mettere in atto per case a favore di chi
fatica a pagare un minimo affitto».
( da "Corriere della Sera"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
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- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-27 num: - pag: 30 categoria:
REDAZIONALE Fiducia Il ministro: una situazione migliore di quella di gennaio.
Le previsioni? Non è il momento di farle Tremonti: Usa fuori dal rischio collasso
«Il pericolo di un Armageddon finanziario sembra evitato» «Il traffico postale,
quello sulle autostrade e l'export dai porti italiani, indicano la fine della
caduta» ROMA — In Italia «alcuni piccoli, marginali segnali mensili non sono
più negativi ». A dirlo è il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel suo
intervento al Forum di Confagricoltura a Taormina. «E una situazione migliore
di quella di gennaio», anche se, aggiunge non è ancora il caso di parlare di
ottimismo o di fare «valutazioni di scenario». E' solo «realismo» dice. «Il
traffico postale, quello sulle autostrade e l'export che si muove dai porti
italiani, indicano la fine della caduta », spiega quindi Tremonti che insiste
sull'esigenza di concentrare l'attenzione sull'andamento delle esportazioni che
sono crollate nei mesi scorsi ma che sono un terreno in cui l'Italia si sta
«difendendo meglio» degli altri paesi europei. In ogni
caso, guardando alla crisi
mondiale «il rischio di un Armageddon finanziario, in America sembra essere in
qualche modo terminato», sottolinea Tremonti, che la prossima settimana
parteciperà A Londra al G20 dei capi di stato e di governo assieme al premier
Silvio Berlusconi. Secondo il ministro anche «il rischio di crisi finanziaria in Europa, non nel suo cuore ma a Est, è
in un qualche modo gestito, gestibile». Passando alla politica interna Tremonti
osserva quindi che comunque la priorità è mettere i soldi «nel luogo giusto »
cioè «nelle tasche dei cittadini ». Per questo, spiega, il governo sta cercando
di «avere il massimo grado possibile di coesione sociale e ha aumentato i fondi
per gli ammortizzatori sociali». Se però ci sarà bisogno «troveremo e metteremo
altri soldi, ma non prima che ce ne sia bisogno, perché il luogo giusto per i
soldi è nelle tasche dei cittadini». Il ministro infine, coglie l'occasione per
rilancia la sua proposta sulla Detax, un prelievo sull'Iva che utilizzando le
organizzazioni no profit aiuti i Paesi in difficoltà come quelli africani, che
potrebbe essere presentata al prossimo G8 in Sardegna. «L'impressione è che in
sede internazionale questa idea si stia facendo strada». Il ministro Giulio
Tremonti Stefania Tamburello
( da "Corriere della Sera"
del 27-03-2009)
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- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-27 num: - pag: 30 categoria:
REDAZIONALE Il Wto Il boom del protezionismo E la
caduta di Lamy MILANO — Tutta colpa di un tavolino da caffè particolarmente
scivoloso. Così ieri, mentre discuteva con il presidente della Commissione Ue
José Manuel Barroso, è finito a terra Pascal Lamy, direttore della Wto
(l'Organizzazione Mondiale del Commercio). Lamy si è subito rialzato, ma il suo
tonfo sembra quasi un simbolo del pessimo stati dei commerci mondiali, che
quest'anno sono stimati in contrazione del 9% per effetto della crisi e del
crescente protezionismo.
( da "Corriere della Sera"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
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- NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-27 num: -
pag: 37 categoria: REDAZIONALE Il caso a Londra Barclays vende i fondi, il
titolo sale (g.fer.) — Il gruppo Barclays ha messo in vendita la propria
divisione di asset management (in pratica la società di gestione dei fondi).
Oggi scade il termine posto dalla banca britannica per presentare le offerte e
l'avvicinarsi di una svolta nella vicenda ha riportato l'interesse del mercato
sul titolo della capogruppo. Al termine della seduta di ieri (che ha visto il
comparto bancario brillare in tutta Europa) l'azione Barclays ha guadagnato
l'11,02%, chiudendo a quota 137 pence con 133,3 milioni di pezzi scambiati. Nel
corso della giornata il prezzo aveva toccato un massimo di 150,10 pence.
( da "Corriere della Sera"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
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- NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data:
2009-03-27 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE La Giornata in Borsa Settimo
rialzo, su anche Wall Street di Giacomo Ferrari Scambi in ripresa Il
controvalore degli scambi ha superato ieri quota 2,1 miliardi di euro Per la
settima volta consecutiva Piazza Affari chiude in rialzo e corre più delle
altre Borse (ad eccezione di Wall Street, dove il Dow Jones è salito del
2,25% e il Nasdaq del 3,8%). In un panorama europeo sostanzialmente stabile,
l'S&P-Mib cresce infatti dell'1,35% e il Mibtel dell'1,14%, con scambi per
un controvalore di 2,1 miliardi di euro. Fra i valori principali, ancora una
volta Banco Popolare si pone alla testa della classifica dei rialzi: dopo il
9,73% della vigilia, ieri il titolo ha guadagnato un ulteriore 8,4%. Il mercato
continua ad apprezzare la decisione degli amministratori di fare pulizia sul
bilancio 2008, attraverso svalutazioni e accantonamenti. Meno evidenti i rialzi
degli altri valori bancari: Intesa-Sanpaolo +5,77%, Popolare Milano +3,73% e
Ubi Banca +3,09%. Notevole il balzo di Fiat che alla vigilia dell'assemblea
degli azionisti ha guadagnato il 6,25% riportandosi oltre quota 5 euro. Rialzi
di oltre sei punti percentuali, inoltre, per StMicroelectronics (+6,17%) e
Saipem (+6,03%), mentre ha proseguito la corsa Buzzi-Unicem (+5,6%) sulle
prospettive di una ripresa dell'industria edilizia. Nel segmento Star bene
Mondo Tv (+10,63% dopo il balzo della vigilia), che ha ridotto la quota nella
sua controllata Mondo Home Entertainment a favore dell'amministratore delegato
di quest'ultima società. Pochi, infine, i segni negativi. La maglia nera tocca
a Mondadori (-4,82%), seguita da A2A (-3,69%), peggior titolo all'interno di un
comparto energetico particolarmente debole.
( da "Corriere della Sera"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
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- NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-27 num: -
pag: 37 categoria: REDAZIONALE Il caso a Milano Aedes perde ma la Borsa la
premia (g.fer.) — Dopo la decisione di avviare le procedure di licenziamento
per una parte dei dipendenti (che ha provocato scioperi e proteste), ieri Aedes
ha presentato i conti del 2008. La società, segnata dalla crisi del mercato
immobiliare, ha registrato una perdita di 310,7 milioni di euro. In calo anche
i ricavi, scesi a 49,3 milioni di euro dai 99,3 milioni di un anno fa, mentre
l'indebitamento finanziario netto è salito a 810,4
milioni. Nonostante questi risultati, ieri il titolo ha proseguito il recupero,
chiudendo a 0,55 euro, con un guadagno del 7,84% dopo il +21,43% della vigilia.
( da "Corriere della Sera"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
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- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-27 num: - pag: 42 autore: di
ALBERTO MARTINELLI categoria: REDAZIONALE WELFARE E RIFORME G20, l'Europa non
sia timida I l prossimo G20 di Londra non potrà limitarsi all'impegno generico a
conservare l'economia aperta del precedente vertice di Washington del novembre
scorso, ma dovrà concordare misure concrete per regolare i mercati finanziari e stimolare la
ripresa economica. In realtà, gli ostacoli che si frappongono a un
coordinamento a livello mondiale tra le grandi potenze e le più forti economie
emergenti sono ardui, e diverse sono le politiche proposte dai governi, inclusi
quelli dei Paesi culturalmente più affini come gli Stati Uniti e l'Unione
Europea. E' quindi necessario almeno i Paesi membri della Ue esprimano una
posizione comune, formulando proposte condivise che, se attuate con esito
favorevole, possano successivamente estendersi a livello globale. Dall'Unione
Europea dovrebbero venire proposte fondamentali, sia di metodo che merito. La
prima proposta, di metodo, è la valorizzazione del modello di governance
poliarchica, che si basa sulla esperienza di public rule making fatta dai Paesi
membri, a partire dalla approvazione dell'Atto Unico europeo del 1987. Secondo
questo modello, le istituzioni dell'Unione e i governi dei Paesi membri
concordano gli obiettivi fondamentali (come ad esempio il '20/20/20 entro il
2020' per la politica dell' ambiente e dell'energia) e allo stesso tempo
decidono insieme le procedure e gli indicatori per la valutazione empirica del
grado di conseguimento degli obiettivi. Molti attori pubblici e privati possono
contribuire a realizzare le finalità concordate (ministeri dei governi
nazionali, autorità indipendenti e agenzie di regolazione, governi regionali e
locali, imprese, associazioni di rappresentanza di interessi, movimenti
collettivi, network di varia natura). Ognuno di questi attori gode di una ampia
autonomia nella scelta delle strategie e degli strumenti da adottare, ma ha
l'obbligo di render conto del suo operato periodicamente e sistematicamente in
base alle procedure e agli indicatori concordati e partecipando a processi di
peer review che devono indurre anche a modificare strategie e mezzi prescelti.
Anche gli obiettivi, le procedure e i criteri di valutazione concordati sono
periodicamente sottoposti a revisione, a seguito del mutare della situazione e
del possibile ingresso di nuovi attori. La legittimazione democratica,
«poliarchica», di tale metodo non si ha nel classico senso del render conto da
parte dei decisori a coloro da cui hanno ricevuto il mandato, ma nel senso di
riferire e giustificare periodicamente le proprie scelte autonome di fronte ai
propri pari in termini di efficienza, efficacia e equità. Circa le proposte di
merito, esse dovrebbero riguardare sia la regolamentazione efficace dei mercati finanziari e della finanza globale (che è già oggi
ben presente nell'agenda politica della Unione Europea), sia l'attuazione di
un'efficace politica sociale da affiancare agli interventi di stimolo della
ripresa economica e il coordinamento delle politiche fiscali (che non sono
invece ancora presenti). La risposta dei Paesi dell'Unione si differenzia già
oggi da quella degli altri principali Paesi per la maggiore incidenza delle
politiche di welfare (dai sussidi alla disoccupazione al ricorso alla cassa
integrazione, dalla riqualificazione professionale agli interventi per
contrastare l'esclusione sociale). Ma il welfare europeo va riqualificato alla
luce della crisi, anche agendo sulla leva fiscale, con programmi ambiziosi
all'altezza della sfida, come la riforma della formazione professionale e i
programmi di flex-security per il mercato del lavoro, per sostenere il reddito
dei ceti medio-bassi (e quindi la domanda di beni e servizi) e per non
esasperare la conflittualità sociale. Altrettanto necessario è il coordinamento
delle politiche fiscali al fine di contrastare le diseguaglianze tra i Paesi e
all'interno di essi. Tale coordinamento dovrebbe mirare a correggere la
tendenza dell'economia globale a concentrare la tassazione sui redditi da
lavoro rispetto a quelli da capitale (che sono per loro natura assai più mobili
e difficili da controllare) e a evitare che i governi dei diversi stati
competano tra di loro con le rispettive politiche fiscali per attrarre
investimenti esteri. Se l'Unione Europea sarà capace di risposte coraggiose, la
grave crisi potrebbe rivelarsi un'opportunità concreta di riformare l'attuale
modello di sviluppo nella direzione sia del contenimento delle diseguaglianze di
reddito e di ricchezza tra Paesi e gruppi sociali, sia della ricerca delle
compatibilità tra crescita economica e tutela dell'ambiente (sviluppo
sostenibile).
( da "Corriere della Sera"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
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- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-27 num: - pag: 31 categoria:
REDAZIONALE La protesta E i no global «circondano» la sede Abi ROMA — Forse
tirare in ballo il caso di Sir Fred Goodwin, l'ex direttore superpensionato
d'oro della Royal Bank of Scotland, è troppo. Ma certo la manifestazione di un
gruppo di attivisti della «Rete contro il G8» davanti a Palazzo Altieri, la
sede romana dell'Abi, può in qualche modo richiamare l'assedio, con tanto di
danni, alla villa di Edimburgo del manager britannico. Non certo per i modi,
pacifici nel primo caso e violenti nel secondo, né per il bersaglio,
un'associazione a Roma e un dirigente che incasserà una pensione da 16,9
milioni di sterline ad Edimburgo. Ma per lo spirito anti-banche che emerge in
questo periodo di crisi. I
banchieri, come dice anche Alessandro Profumo, amministratore delegato di
Unicredit, non sono in genere simpatici alla gente, ora più di prima.
Considerati l'epicentro della crisi finanziaria scoppiata però nelle banche americane. Così circa 200, o forse
meno, manifestanti che si preparano al corteo di domani contro il G8 e il G14
sul lavoro che si svolgeranno a Roma da domenica a martedì prossimi, si
sono presentati per una prima protesta davanti alla sede dell'Abi, a Piazza del
Gesù, in pieno centro cittadino, a pochi passi da Palazzo Grazioli, la sede
privata del premier Silvio Berlusconi. «Chiediamo alle banche una moratoria
generalizzata di 2 anni per tutti i mutui casa» ha spiegato un'attivista mentre
il traffico, particolarmente intenso in quella zona, andava in tilt e la
polizia si schierava in assetto antisommossa. «Diciamo ancora una volta che noi
la crisi non la paghiamo», ha aggiunto qualcun altro,
chiedendo conto dell'uso dei cosiddetti conti dormienti senza sapere che ormai
sono finiti nella disponibilità del governo. E' toccato a due direttori
centrali dell'Associazione, scesi nel cortile per incontrare una delegazione di
manifestanti spiegare che l'Abi non può intervenire sulle singole banche e che
in ogni caso è stata appena raggiunta l'intesa col Tesoro per impegnare gli
istituti di credito che utilizzeranno i Tremonti- bond, e quindi i maggiori
gruppi, a congelare le rate dei mutui di chi perde il lavoro, ad anticipare la
cassa integrazione e a finanziare il fondo per le micro-imprese in difficoltà.
A segnare la fine della manifestazione è stato l'appuntamento per un nuovo
incontro lunedì pomeriggio. S.Ta.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-27 - pag: 3 autore: G-8, scudo globale
per il lavoro La proposta Sacconi per il vertice: puntare su coesione e
capitale umano Giorgio Pogliotti ROMA Un patto globale per la protezione
sociale che punti sulla coesione e sul capitale umano: è la proposta che il
ministro Maurizio Sacconi, farà alla riunione dei ministri del Lavoro del G-8
–allargata alle principali economie emergenti – che si svolgerà alla Farnesina
dal 29 al 31 marzo. Illustrando alla stampa estera il programma del vertice
organizzato dalla presidenza italiana del G- 8, che cade nel mezzo della crisi mondiale, Sacconi ha spiegato che nel "social
summit" si discuterà dei possibili interventi dei singoli Stati e di
quelli che potrebbero essere coordinati a livello internazionale per assicurare
la coesione sociale. No al protezionismo, quindi, che
«è un grande nemico dei popoli, peggiorerebbe la condizione sociale di tutti».
Tuttavia, specie in tempi di crisi, per Sacconi «è
giusto che ogni Paese discuta con le proprie imprese, soprattutto se queste
chiedono aiuti,se l'alternativa alla produzione fuori dai confini nazionali è
il nulla», perché «ci sono casi in cui o si delocalizza o si chiude, ma anche
casi in cui si possono alimentare gli impianti nel proprio Paese». In tempi
difficili come quelli attuali, in sostanza, possono emergere contraddizioni, ma
Sacconi ha citato Mao Zedong ricordando che, «si può procedere a zig zag se la
prospettiva è luminosa». Ed ha escluso un intervento sulle pensioni, anche se
solo nell'immediato: «In una fase di recessione sono contrario ad aumentare
l'età pensionabile – ha continuato Sacconi – ma non è detto che in un altro
momento, quando il mondo avrà ritrovato stabilità, si affronti il tema». Nel
precedente vertice di Roma di metà febbraio è stata avanzata una proposta di
«legal standard» dal ministro dell'Economia,Giulio Tremonti – poi recepita nel
documento conclusivo come ricerca di un «global standard» – per cercare regole
condivise superando «l'asimmetria esistente tra mercati globali e giurisdizioni
che restano locali e perdono progressivamente uniformità». In maniera
complementare al "legal standard", dal summit di Roma arriverà
l'indicazione che la stabilità economica va collegata a quella sociale. C'è chi
si attende risposte concrete in grado di arginare l'ondata di proteste contro i
licenziamenti e l'iniquità dei bonus concessi ai manager che sta dilagando in
tutta Europa, che in molti casi sono degenerate in atti di violenza.
L'obiettivo è quello di indicare una direzione di marcia al prossimo G-20 di
Londra: «Anche la riforma della governance del Fondo monetario – ha continuato
Sacconi –deve includere il concetto che la stabilità
economico e finanziaria non
può che incorporare il valore della stabilità sociale». La coesione sociale è
un modo per superare la crisi finanziaria: «Faremo una proposta di metodo e di merito - ha proseguito
Sacconi - proporremo un patto globale per la protezione sociale. Una
società dove esplodono tensioni sociali può aumentare l'instabilità economica.
Pertanto superare la crisi significa garantire e dare
fiducia alla nostra società. Significa considerare prioritaria la spesa per le
persone perché il contenuto primario del welfare è il capitale umano, che va
protetto mantenendo le persone legate alla produzione». Quanto al programma,
domenica si svolgerà una conferenza stampa del ministro Sacconi con le parti
sociali, prima delle consultazioni con i ministri del G-8. Lunedì il G-8 Lavoro
si allargherà fino a diventare G-14 con gli interventi dei ministri del Lavoro
delle economie emergenti ( Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa ed
Egitto), oltre alle organizzazioni internazionali (Ilo, Ocse e Fmi). Nella
stessa giornata interverranno anche i ministri Frattini e Tremonti, mentre
martedì, nella giornata conclusiva, interverrà il premier Berlusconi.
«L'obiettivo che ci propone la presidenza italiana del G-8 –ha concluso Sacconi
– è di lanciare questo messaggio, possibilmente condiviso: bisogna sostenere e
investire nelle persone perché, e questa è una certezza, dopo la crisi conterà il capitale umano ». ETà PENSIONABILE Per il
ministro un intervento in un periodo di crisi non è
pensabile ma una volta ritrovata la stabilità il tema verrà affrontato
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-27 - pag: 5 autore: Conferenza stampa
online – In 100mila si sono collegati al sito Barack Obama usa il web per
rassicurare gli americani NEW YORK Internet invade la Casa Bianca: Barack Obama
è diventato ieri il primo presidente americano a organizzare una vera e propria
conferenza stampa online, in diretta e collegamento video. Obama ha risposto
per un'ora a domande sulla crisi formulate dagli
elettori, da infermieri a insegnanti e piccoli imprenditori. E per farlo ha
aperto, sia fisicamente che virtualmente, i cancelli di Pennsylvania Avenue: il
pubblico era sia presente in sala, nella East Room, che a migliaia di
chilometri di distanza. L'evento ha generato una mobilitazione senza
precedenti: in 100mila si sono collegati al sito della Casa Bianca per seguire
Obama dal vivo. Mentre prima ancora erano arrivate oltre centomila domande
online, con i vincitori selezionati da un voto elettronico che ha attirato 3,6
milioni di persone. Il presidente ha avuto tempo per rispondere a sette delle
domande via Web. Obama non ha mancato di fare notizia con ciò che ha detto: ha
promesso un nuovo piano di salvataggio dell'auto nei prossimi giorni, quando
cioè la speciale task force presidenziale su Detroit si sarà formalmente
espressa. Soprattutto, però, ha cercato di mobilitare in modo inedito il paese
a fianco delle sue ambiziose strategie di ripresa dalla crisi,
finanziaria ed economica. E dei suoi ancora più
ambiziosi progetti di riforma di lungo periodo, dall'assistenza sanitaria
all'istruzione, che minacciano di gonfiare il deficit. Questo compito l'ha
affrontato, dopo la formale conferenza stampa in prima serata davanti alla
nazione di martedì, con toni spesso personali, a volte leggeri. Nel parlare
dell'importanza di una riforma della sanità che ampli la copertura per gli
americani ha rivelato che sua figlia Sasha, quando aveva tre mesi, fu colpita
da meningite. Quando ha risposto a una delle domande più votate e provocatorie
- se legalizzare la marijuana potrebbe generare posti di lavoro consentendo di
tassarla e regolamentarla non si è fatto cogliere di sorpresa: ha detto di non
sapere «che cosa questa domanda riveli sulla audience online». Aggiungendo però
subito che la sua risposta è «no, non credo sia una buona strategia». Le
domande dal pubblico presente e quelle arrivate via Internet, alcune su video,
altre lette dall'economista Jared Bernstein, consigliere del vicepresidente Joe
Biden, si sono susseguite a tambur battente. Quelle online sono giunte da
indirizzi quali «La mamma di Sunnyvale », preoccupata dai tagli nelle scuole. O
da Green Machine, quella sulla marijuana. Oppure da Cobber99, che non ha debiti
ed è irritato dagli aiuti pubblici concessi ai vicini di casa, i quali si sono
invece indebitati troppo con il mutuo. Alla fine, agli occhi della Casa Bianca,
la conferenza stampa "interattiva" è stato un successo. Una
dimostrazione di trasparenza, di un ricorso ai nuovi media già sperimentato da
Obama durante la campagna elettorale e rivelatosi essenzuiale alla sua vittoria
alle urne. Questo successo, però, oggi potrebbe non bastare: per
l'amministrazione la partita cruciale, di cui anche l'evento di ieri è una
pedina, è quella che adesso si gioca sui piani di risanamento dell'economia.
Sulla loro capacità di cominciare dav-vero a far sentire, come promesso, il
loro effetto tra americani assediati da una crisi molto reale e poco virtuale. M.
Val. I TEMI Oltre a rispondere alle domande è stato annunciato il piano di
salvataggio dell'auto e le strategie per uscire dalla crisi
finanziaria Interrogato. Il presidente Usa, Barack
Obama, legge una delle decine di migliaia di domande arrivate ieri via internet
«Voglio aprire la Casa Bianca al popolo americano» ha detto Obama
REUTERS
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-27 - pag: 5 autore: Continua la corsa
delle Borse mondiali Morya Longo La curiosa coincidenza è che il giorno in cui
gli Stati Uniti confermano la più marcata contrazione del Pil dal 1982, Wall
Street svetta del 2,33% e segna il più forte rialzo mensile dal 1987. Il Nasdaq
è salito del 3,8% spinto dai semiconduttori. Ma forse sta
proprio in questa coincidenza la chiave per capire se la crisi finanziaria abbia veramente
toccato il fondo: se è vero che i dati sul Pil fotografano il passato e le
Borse anticipano le attese future, la performance di Wall Street potrebbe far
ben sperare. Anche perché è stata accompagnata da una giornata positiva in
Europa: Londra +0,64%, Francoforte + 0,85%, Milano +1,35. Solo la Borsa
di Parigi ha chiuso piatta (-0,05%). E non deve trarre in inganno il fatto che
proprio ieri un flusso fortissimo di acquisti abbia portato in negativo
(-0,0152%) per la prima volta da dicembre il rendimento dei T-Bill americani,
cioè i titoli di Stato con durata di un solo mese: questa volta (a differenza
dello scorso dicembre) non si tratta infatti di acquisti "rifugio" di
investitori in preda al panico, ma semplicemente di acquisti "prudenti"
delle banche Usa in vista della chiusura dei bilanci trimestrali. In effetti
gli elementi su cui sperare iniziano ad esserci. Innanzitutto molti big del
credito ( da Citigroup a Bank of America) hanno lasciato intendere che
chiuderanno il primo trimestre del 2009 in utile. In un certo senso gli
iper-acquisti di T-Bill Usa da parte delle bancheconfermano che queste ultime
vogliono abbellire al massimo i conti trimestrali. Anche sul fronte industriale
arriva qualche segnale di speranza.Ieri Best-Buy, la maggiore catena di negozi
di elettronica negli Usa, ha annunciato per il quarto trimestre 2008 utili in
minore calo rispetto alle attese: è così decollata del 12,58%. Anche General
Motors ha guadagnato il 14,05% (portando al 128% il rialzo dai minimi di inizio
marzo), dopo avere annunciato l'accordo con i sindacati per l'uscita di 7.500
lavoratori più pagati. Insomma: qualcosa sembra migliorare anche in un settore,
quello automobilistico, che fino a poche settimane fa sembrava destinato a
colossali fallimenti. In America stanno anche arrivando i primi timidi
indicatori economici positivi. E anche sul mercato delle materie si vede un po'
meno nero. Il fatto che il piombo e il rame abbiano guadagnato rispettivamente
il 30% dai minimi di febbraio e il 40,5% da inizio anno, secondo gli analisti
lascia ben sperare per la ripresa economica: dato che il piombo viene usato per
costruire le batterie delle auto e il rame viene impiegato nell'edilizia e
nell'elettronica, il loro rialzo potrebbe anticipare una ripresa di quei settori
industriali. Ma il mercato sta soprattutto dimostrando fiducia sui piani di
salvataggio annunciati dall'amministrazione Obama negli Stati Uniti. Proprio
mercoledì è partito il piano Talf: il programma con cui la Federal Reserve
finanzia gli investitori per acquistare titoli che hanno come sottostante
crediti al consumo e vari prestiti. E a maggio partirà il piano per liberare le
banche dai titoli tossici. Tutto questo sta galvanizzando i listini. Ma è una
vera inversione di tendenza? Difficile a dirsi. L'economista Nouriel Roubini è
convinto di no, e mette in guardia gli investitori. Altri economisti sono
decisamente più ottimisti. Una cosa è certa: per parlare di una vera inversione
di tendenza bisogna attendere i prossimi dati economici. E anche un'altra cosa
è certa: tuttora, in America, il debito totale privato ammonta a 50mila
miliardi di dollari, il 350% del Pil. Siamo sicuri che, con una montagna di
debito così, un'economia trainata dai consumi possa veramente ripartire?
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
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Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-27 - pag: 8 autore: Allarme di Lamy: in aumento le
restrizioni al commercio mondiale Secondo il direttore generale della Wto,
Pascal Lamy ( nella foto), il commercio mondiale rischia di essere bloccato
dalla graduale crescita di restrizioni che potrebbero colpire alla basei
tentativi di rilanciare l'economia globale.Ma per Lamy, non si vedono segni di
un imminente intensificarsi di politiche protezionistiche. «Il pericolo oggi-
ha detto ieri Lamy- è la crescita di misure restrittive che possono alla lunga
strangolare gli scambi internazionali e togliere efficacia alle politiche per
rilanciare la domanda aggregata e ridare all'economia globale una crescita
duratura». «Ci sono alcuni sviluppi nelle politiche commerciali che vanno nella
direzione sbagliata», ha aggiunto Lamy, a Bruxelles per
partecipare a un business forum. Ma per il direttore generale della Wto«non ci
sono rischi dell'intensificarsi del protezionismo».Quest'anno,secondo le ultime stime della Wto, il commercio
mondiale si contrarrà del 9%: la maggiore flessione negli ultimi 60 anni. AFP
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
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sezione: MONDO data: 2009-03-27 - pag: 10 autore: Brown e Lula: fondo da 100
miliardi per gli scambi globali Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da
Silva ( a destra nella foto) e il premier britannico Gordon Brown ( a sinistra)
hanno proposto la creazione di un fondo internazionale da 100 miliardi di
dollari per stimolare il commercio mondiale,un'idea appoggiata anche dagli
Stati Uniti. «Chiederò al vertice del G-20 la settimana
prossima un finanziamento di 100 miliardi di dollari per incentivare il
commercio», ha detto Brown, in visita in Brasile. Lula ha sottolineato che «è
il momento della politica, non delle soluzioni finanziarie», e ha condannato il
risorgere del protezionismo.
REUTERS
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
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sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-27 - pag: 14 autore: I poteri tra
governance e Stato di Bernardo Bortolotti e Donato Masciandaro L a crisi sta imponendo ai politici di tutti i Paesi di
affrontare un tema per loro nuovo e difficile: il disegno delle regole nel
settore bancario e finanziario. I cittadini si aspettano delle risposte, e la
natura tecnica e complessa delle questioni in gioco consente al politico gradi
di libertà impensabili su altri argomenti. Ma quali sono le
priorità che occorre affrontare nel ridisegno della regolamentazione finanziaria? Ne proponiamo tre. In primo
luogo, cosa si deve regolamentare? La crisi
finanziaria è il frutto di una miscela esplosiva
composta da: sviluppo della finanza non regolata, intrecci tra finanza e
attività bancaria commerciale; bassi tassi d'interesse. Se l'ultimo
ingrediente è squisitamente macroeconomico, gli altri due toccano il cuore del
problema: come regolamentare i diversi segmenti del settore finanziario
(incluso il cosiddetto settore ombra degli hedge e dei derivati) e nel contempo
come disciplinare il settore bancario. Finora queste domande non hanno trovato
risposta, e gli Stati – Usa in testa - si sono limitati a gestire l'emergenza,
ampliando l'ombrello protettivo governativo su banche e altre istituzioni
finanziarie, riaprendo la strada al fenomeno di nazionalizzazione, più o meno
esplicita, del settore bancario e finanziario. Queste scelte sollevano la
nostra seconda questione: chi si deve regolamentare? Ovvero: come si disciplina
il settore che alloca il risparmio privato, quando lo Stato assume un ruolo
crescente? Il susseguirsi degli eventi, degli annunci e degli interventi non
deve far perdere di vista un cambiamento epocale che appare contraddistinguere
la realtà odierna: il ruolo dello Stato, e quindi della politica, in banca sta
crescendo dappertutto, ancorché in modo ineguale. La crescita del ruolo dello
Stato nell'intermediazione bancaria è stata insieme ingente, repentina e
inattesa. Ricordiamo solo un dato: il controvalore delle nazionalizzazioni
bancarie è circa 1.500 miliardi di dollari, pari al totale degli introiti da
privatizzazioni globali degli ultimi trent'anni. L'analisi ha già messo in luce
i rischiderivanti dall'aumento dell'influenza della politica sulle scelte di
allocazione del risparmio privato. Sappiamo che le scelte dei politici in
carica sono condizionate da due legittimi ma pericolosi fattori: le scadenze
elettorali e la creazione del consenso. Per cui, occorre definire muraglie
cinesi che isolino la gestione delle risorse private che dovrebbero affluire
dalle famiglie alle imprese - da logiche non economiche. E qui emerge il terzo
cruciale interrogativo: come sarà la governance della regolamentazione? Ovvero:
chi controlla un sistema finanziario in cui diverrà rilevante il ruolo dello
Stato, quindi il rischio dell'influenza politica? Già oggi possiamo individuare
il perimetro in cui sfide e incognite mostreranno tutta la loro forza: il ruolo
e i poteri delle Authority, con particolare attenzione alle Banche centrali.
L'architettura istituzionale dovrà assicurare che l'azione delle Authority sia
sottratta agli arbitrii del ciclo elettorale e delle ideologie di consenso. Le
espressioni d'indipendenza e accountability sono ormai entrate nel lessico
comune, ma è evidente che andranno presto riempite di nuovi significati. Come
garantire la corretta "distanza di braccio" – nell'interesse dei
cittadini – tra Authority, banche e sistema politico, quando i due vertici di
tale triangolo si avvicinano così tanto? GLI EQUILIBRI L'architettura
istituzionale dovrà assicurare che le Authority siano sottratte ai
condizionamenti elettorali e alle pressioni del consenso
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
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sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-27 - pag: 14 autore: Primo,
valutare la scuola Ho letto con interesse la lettera del professor Pallotti
(«La laurea e il suo valore legale», sul Sole 24 Ore del 20 marzo) e,
condividendola punto per punto, sono portato sempre di più alla convinzione che
è preferibile l'abolizione del valore legale del titolo di studio. La mia
esperienza di docente e di preside mi ha consentito di partecipare a esami di
maturità in parecchie Regioni. è doveroso riconoscere che il titolo di studio
siè dequalificato. Purtroppo oggi le famiglie non scelgono la scuola per la
qualità dell'insegnamento che offre,ma solo quella in cui possono ottenere voti
alti. Giuseppe Moncada email Mi permetto di manifestare i miei dubbi
sull'abolizione del valore legale del titolo di studio. Come
ha dimostrato recentemente la crisi finanziaria, il mercato non è in grado di valutare alcuni tipi di servizio
come quelli formativi. Potrei fare esempi concreti di atenei che il mercato
giudica attualmente di eccellenza ma che forniscono una formazione peggiore di
quella di altri meno apprezzati: lo si vede dai programmi, dalle strategie
adottate,dall'atteggiamentoe dalla qualità dei docenti. Il mercato se ne
accorgerà tra dieci anni, ma il danno sarà già fatto. Certamente, valore legale
non significa che tutte le scuole e le università devono essere considerate
sullo stesso piano. La strada è quella intrapresa: la valutazione da parte di
un'authority che giudichi sulla base di criteri seri, definiti con congruo
anticipo e funzionali agli obiettivi che si vogliono raggiungere. Luciano Munari
email D ue esperti e protagonisti del mondo scolastico e accademico animano
civilmente un dibattito importante. Ho poco da aggiungere, se non
un'osservazione al professor Munari:valutare è un'ottima idea, ma finora si è
rivelata di difficile attuazione. Anche perché ha senso se, una volta valutato,
si seleziona, si premia e si castiga: un atteggiamento non diffusissimo nel
nostro sistema. E poi, comunque, perché il mercato che funziona efficacemente
nel sistema universitario statunitense dovrebbe fallire solo in Italia? •
Affitti dei negozi Si legge di proteste di negozianti per gli aumenti dei
canoni d'affitto dei locali che essi usano per la loro attività. Sarebbe bene
ricordare che questi canoni aumentano una volta ogni 12 anni, mentre i prezzi
dei beni messi in vendita dai negozianti che si lamentano possono crescere
anche ogni giorno. Come sempre, la libertà economica la si rivendica per sé, ma
non va bene se quando la esercitano altri. Vilfredo Milanesi Roma Urbani e
Follini L'onorevole Urbani ricostruisce con limpidezza sul Sole 24 Ore di ieri
le ragioni che nel 2005 lo spinseroa non rientrare nel Governo («Berlusconi si
fece imporre la crisi da Marco Follini. Io gli dissi
che non avremmo dovuto subire ricatti»). L'unica obiezione è sulla parola
"ricatti". In quel passaggio spesi quel poco d'influenza che avevo
con due obiettivi. Evitare di ridurrea due le aliquote fiscali colpendo al
cuore il valore della progressività delle imposte. Ed evitarea Berlusconi e a
me stesso il disagio della mia vicepresidenza. In genere chi
"ricatta" cerca altro. Marco Follini Bernabè e Tim Brasil Leggo sul
Sole 24 Ore di ieri l'articolo«Bernabè ispeziona il luogo dell'Opa»,dove si
lega l'ipotesi che Telco debba lanciare un'offerta pubblica sulle minorities di
Tim Brasil, alla fine di un procedimento in corso presso l'organismo di
controllo della Borsa brasiliana (Commissao de Valores Mobiliaros), ad una
repentina decisione di Franco Bernabè di volare in Brasile per "fare
squadra". Desidero precisare che l'amministratore delegato del Gruppo
Telecom Italia è, anche oggi, nel suo ufficio e non ha in agenda a breve viaggi
in Brasile. Qualora decidesse di farlo, così come già accaduto più volte, vista
l'importanza della nostra controllata Tim Brasil, non sarebbe certo
collegabile, come non loè stato in passato, a vicende che riguardano gli
Azionisti di Telecom Italia, ma unicamente a tematiche che attengono al suo
mandato operativo. Carlo Fornaro Relazioni esterne Telecom PattiChiari
Nell'articolo su PattiChiari (sul Sole 24 Ore di ieri) ho scritto che 14
associazioni dei consumatori hanno aderito al consorzio e due no. Una è
l'Adusbef,l'altra è la Federconsumatori, non l'Adiconsum come erroneamente
indicato. Chiedo scusa ai lettorie agli interessati. (o.c.)
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-27 - pag: 16 autore: INTERVISTA
Lamberto Andreotti di Paolo Madron L' " altro" Andreotti riporta al
padre Giulio per la somiglianza del volto, la battuta pronta e i lampi di
ironia che spesso gli incendiano gli occhi. L'"altro" Andreotti,
Lamberto, vive da tempoa New York ed è un big dell'industria farmaceutica che
ha passato buona parte dei suoi 58 anni all'estero. è stato in Recordati,
Farmitalia-Carlo Erba, Pharmacia & UpJohn, e infine Bristol-Myers Squibb,
colosso americano del settore da oltre 20 miliardi di dollari di cui, da
qualche settimana, è diventato il capo operativo. L'"altro"
Andreotti, forse perché si dice abbondantemente liberato dal peso del nome che
porta, tranquillamente accetta di farsi intervistare su tutto. Compresi quei
temi, dal testamento biologico ai profilattici agli africani, che in un paese
cattolico dividono allo spasimo e possono suscitare – e qui bene o male conta
il nome che si porta – una comprensibile ritrosia. La vita è davvero
imprevedibile: uno studia da ingegnere civile per poi ritrovarsi a capo di un
colosso della farmaceutica. Com'è successo? Mentre facevo l'università a Roma
avevo già capito che i cantieri e le costruzioni non avrebbero fatto per me. Ma
ligio al dovere mi sono laureato per poi andare in America a fare un master che
mi ha convertito al management. Una conversione che apre a qualsiasi tipo di
attività Infatti molto dipende dagli incontri che uno fa. Il mio mi cambiò la
vita. Mentre ero in Finmeccanica a New York mi chiamò Arrigo Recordati
offrendomi di occuparmi di prodotti e sviluppo della sua azienda. E adesso lei
sa tutto di bugiardini, molecole, effetti collaterali. In quegli anni mi
leggevo i manuali di farmacologia per infermieri perché quelli per i medici
erano troppo difficili. Ma in seguito sono sempre stato a contatto con gente
che si occupa di ricerca avanzata. Quindi ha visto cose che noi quando andiamo
in farmacia neanche immaginiamo& Vedo e seguo la genesi dei nuovi farmaci,
ovvero ciò che un medico e i suoi pazienti vedranno tra cinque, sei anni.
Andarsene dall'Italia, lei figlio di un padre molto italiano, fu una scelta?
No, tant'è che la Recordati era italiana, così come la Farmitalia-Carlo Erba di
cui sono stato amministratore delegato fino a quando non mi hanno venduto.
Anzi, svenduto. Svenduto? Vedo un'ombra nel suo volto Quando nel '92
Farmitalia-Carlo Erba fu comprata dagli svedesi di Pharmacia, Montedison aveva
un disperato bisogno di fare cassa. Di recente Fulvio Conti, che all'epoca era
il suo direttore finanziario, mi ha detto che non devo usare il termine
svenduto. Invece ci svendettero. Fu allora che, deluso, decisi di diventare un
manager internazionale. Chi scala a debito lascia debito, una legge che non ha
colpito solo Montedison. Sì,ma in quel momento mi sarei aspettato una più
energica difesa dell'azienda che era un fiore all'occhiello della ricerca
italiana. Guardi come si sono mossi qualche anno fa i francesi quando, con
Aventis sotto scalata da parte degli svizzeri, la fusero con Sanofi. Per la
verità mi pare che nell'occasione nemmeno i privati sudarono per tentare di
salvare l'italianità della Carlo Erba. E ne fui deluso. Mi sarebbe piaciuto che
gli imprenditori si fossero consorziati tra di loro per rilevare l'azienda. Il
vostro più di altri è un settore di grandi fermenti, fusioni, acquisizioni. è
un settore molto frazionato e complesso, dove la ricerca e sviluppo è cara. Per
un nuovo farmaco non si spende meno di un miliardo di dollari. Quindi è
naturale che si uniscano le forze. Pensi che a me Bristol-Myers Squibb fa
venire ancora in mente il dentifricio. A molti della sua generazione, ma da
tempo siamo diventati un'altra cosa. L'ultima metamorfosi risale a tre anni fa:
abbiamo unito un pezzo di farmaceutica al meglio del biotech per creare un
colosso del bio-farm. Guardando all'ultimo bilancio sembra che crisi e
recessione vi facciano un baffo Non ci occupiamo di beni di consumo ma di
salute, un settore che per forza di cose è meno ciclico di altri. Non si
risparmia sulle cure. Siamo nell'oncologia, nell'Aids, nel cardiovascolare...
Quando si azzecca il farmaco è come per l'auto azzeccare il modello di
successo. Fortuna o capacità? Tutte e due. Ma si deve sapere che le cose non
arrivano mai per caso. Dietro al successo di un farmaco c'è moltissima ricerca.
Anche dietro al Viagra, la big star di questi anni? Certo, anche se il Viagra
ha goduto di un effetto mediatico planetario e forse spropositato. Ma prendiamo
i farmaci per curare l'Aids: agli inizi degli anni 80 un malato moriva
nell'arco di qualche mese, oggi i farmaci gli hanno allungato moltissimo la
vita. Pensiamo ai trattamenti per il post infarto e l'ictus, ai progressi
nell'oncologia. A proposito.Perché l'oncologia in Italia è oggetto di tanta
enfasi mediatica? Questo spesso trasforma gli oncologi in dei divi che passano
molto del loro tempo in televisione o a farsi intervistare suo giornali. Posso
solo dire che una fase dell'oncologia mondiale ha avuto per protagonisti gli
italiani, specie nel periodo delle antracicline, farmaci che nacquero in
Farmitalia. Con medici di assoluta eccellenza come Gianni Bonadonna o Umberto
Veronesi, che ha fatto grandi cose nella chirurgia dei tumori. Nell'ultima
campagna presidenziale avete finanziato Obama o McCain? Un'azienda non può
finanziare nessuno, lo possono fare i singoli o gruppi che raccolgono soldi
separatamente. Glielo chiedo perché il vostro slogan, "Together we can
prevail" (insieme possiamo prevalere, ndr), riecheggia assonanze
obamiane& Se mai il contrario, visto che lo slogan esiste da prima di
Obama. Dovrebbe essere lui a pagarci i diritti. Ma le dirò di più. Nella
pubblicità di Orencia, il nostro farmaco per l'artrite reumatoide,da due anni
lo slogan è "Yes, I can". Lo abbiamo pubblicizzato durante il Super
Bowl e il New York Times ha scritto che l'abbiamo fatto per strizzare d'occhio
a Obama. Spendete sempre moltissimo in lobbing? Molto meno che in passato, ma
sempre svariati milioni di dollari. Ovviamente tutti dichiarati. è chiaro che
nel gestire prodotti per la salute ci confrontiamo con le istituzioni e con le
autority regolatorie. Lo stato si dissangua per salvare AIG, e questa, in tutta
risposta, paga bonus milionari. Anche in America qualcuno dorme. C'è qualcosa
che non funziona, che dev'essere modificato. I bonus devono rispondere
all'aumento di valore per l'azionista. Bristol-Myers Squibb è una public
company, che per me resta la miglior forma di assetto azionario per gestire lo
sviluppo. Nonché i soldi che ci affidal'azionista, cui noi abbiamo il dovere di
assicurare un ritorno. Invece le vostre stock option sono tranquille?
Tranquillissime. Del resto BristolMyers Squibb non è stata salvata né ha
ricevuto un dollaro di soldi pubblici. Non se la sta passando bene l'America.
No, e mi preoccupano soprattutto due rischi: l'eccesso di protezionismo e di una
reindustrializzazione sbagliata nei paesi occidentali. Cioè? Che per una sorta
di furore iconoclasta contro la finanza dai servizi ci si ributti sul
manifatturiero, focalizzandosi su produzioni su cui l'Occidente non può più
essere concorrenziale, pena un bieco protezionismo. Lei è ricco? Non sono ricco. Sono pagato adeguatamente,
quanto merita uno che quotidianamente mette a rischio la propria carriera. Suo
padre dice che lei è il parente più ricco della famiglia. Credo che mio padre
abbia una minima idea se io guadagno, mille, un milione o dieci milioni di
dollari. Dicendo così lo sottovaluta. No, penso di conoscerlo bene. è un uomo
talmente avulso dal denaro che credo non abbia alcuna idea al riguardo. Obama
ha aperto sulle staminali. Per voi è importante, anche se la polemica impazza è
un settore che conosco poco essendo una tipologia di ricerca precedente a
quella che gestisco io. Il grosso punto d'attrito non è sulla necessità o meno
della ricerca, ma sull'origine delle staminali, chi la vuole embrionale chi di
altra natura. Bush era ferocemente anti abortista, al contrario di Obama.
Infatti i loro mondi di riferimento sono completamente diversi. Mi pare che
l'America abbia scelto il secondo. L'ha mai sfiorata l'idea che la presenza del
Vaticano nella vita pubblica italiana possa essere d'ostacolo alla ricerca
scientifica? Magari. Mi piacerebbe che la ricerca in Italia fosse bloccata solo
dall'ingerenza della Chiesa, perché tutti se ne fregherebbero e andrebbero
avanti. Più del Vaticano mi fa paura la burocrazia Lei è cattolico? Sì E quando
il Papa va in Africa e parla contro l'uso del preservativo come la mette?
Quello che può aver detto il Papa sull'uso dei profilatticisi presta a
interpretazioni teologiche e sociali. Nel mio lavoro è più importante
continuare a fare ricerca sull'Aids per ottenere farmaci che allungano la vita
dei malati. E poi continuare le attività che abbiamo in Africa a sostegno dei
malati di Aids attraverso la Fondazione BMS, o non imponendo in quei paesi
restrizioni legate ai brevetti di alcuni nostri farmaci. Detto questo lei non
ha niente contro la distribuzione di profilattici in Africa. Assolutamente no,
anche se sono temi che diventano cibo per l'insaziabile fame mediatica dei nostri
tempi. Una fame sproporzionata? Sui giornali dei giorni scorsi hanno tenuto
banco due temi: il discorso del Papa sui profilattici e i bonus di Aig. Non ci
ho dedicato più di un minuto d'attenzione. Un po' snob? No, credo veramente che
dobbiamo occuparci di cose più concrete. In Italia ha tenuto banco il caso di
Eluana, un po' come fu in America con Terry Schiavo. Lei è per staccare o meno
la spina? Come residente americano ho redatto da tempo il mio testamento
biologico. Contiene le mie volontà e chi deve eseguirle nel caso non possa
decidere da solo. Ma ha dato mandato di staccare o no? Non le dico cosa
c'èscritto.Però la scorsa settimana è morto un mio amico americano che negli
ultimi mesi è stato molto malato. Sono andato a fargli visita varie volte e mi
sono resoconto che lui non aveva la minima idea che ero lì. Eppure ho percepito
degli sprazzi, quasi un sorriso che gli illuminava il volto. Ma pensando a me
non avrei voluto essere lì su quel letto con un pannolone, anche se nelle mani
di infermieri molto bravi. Testamento biologico vuol dire comunque dare alla
persona la possibilità di scegliere, mentre per i cattolici è Dio che sceglie.
Che sia la persona a scegliere è giusto. Infatti dovrò stare attento a non
morire in Italia perché il mio testamento biologico credo non valga. Ma il tema
da voi è molto ideologizzato, come tutto del resto. Dall'estero è più facile
criticare Vivere all'estero, e non da poveri emigranti, consente di apprezzare
le cose belle del tuo paese d'origine e al tempo stesso di criticarne le
negative. Che cosa in particolare? Mi fa molto ridere che sui vostri
telegiornali su ogni questione ci siano dieci dichiarazioni dei rappresentanti
di dieci diversi partiti. Colpo di stato in Bangladesh, crisi delle materie
prime, crisi della pastorizia, tutti intervistati a dire la loro Un modo un po'
democristiano di procedere... ma forse pensando al suo cognome ho sbagliato
metafora. Più che democristiano direi tipicamente italiano. Per un gruppo
farmaceutico come il suo la quasi immortalità di Berlusconi dev'essere un tema
intrigante... Oddio, non so di che farmaci faccia uso il premier, spero anche
di qualcuno che produce Bristol Mayer-Squibb. Quanto anni dice che vivrà
Berlusconi? Se non ha cambiato idea di recente mi pare fino a 120. Mi sembrano
un po' tanti, anche se l'età media è di molto aumentata stimolando la ricerca a
fare continue progressi. Perché mentre la mortalità in alcune tipologie di
tumori è diminuita, ci sono molti più pazienti a rischio di cancro. L'altra
sfida è l'alzheimer, dove si stanno concentrando i nostri sforzi. Non è che ha
lavorato molto fuori Italia per sfuggire al peso di un cognome importante? Ho
58 anni, e mi sembrano abbastanza per aver razionalizzato il problema. Sa che
per Freud non si razionalizza mai fino in fondo In famiglia non abbiamo mai
dato peso al fatto che mio padre fosse una figura pubblica. Ciò è servito anche
negli anni delle avversità, quando sono successe quelle che io ho definito
mascalzonate politico-giudiziarie che hanno colpito mio padre. E come non ci
avevano fatto effetto le sviolinate di prima, altrettanto è successo quando gli
sviolinatori sono scomparsi. Opportunismo italiano? No, è una legge universale
del comportamento umano. Quando sente parlare di andreottismo pensa a quella
sottile arte del potere... So che dall'esterno sembra impossibile, ma alla
parola Andreotti e suoi derivati penso solo a mio padre. Ciò non toglie che suo
padre sia un uomo di potere. Immagino che anche lei lo sia. Lo sono, ma in modo
diverso perché il mondo dell'industria non è paragonabile a quello della
politica. Se dovesse trovare uno slogan farmaceutico equiparabile al
citatissimo "il potere logora chi non ce l'ha" di cui suo padre ha il
copyright? L'innovazione logora chi non ce l'ha. Ma anche il nostro "Togheter
we can prevail" non mi sembra così male. Ha visto il Divo? No, e non andrò
nemmeno a vederlo. Non ho la magnanimità di comportamento che hanno altri. E se
suo padre le chiedesse di vederlo? L'ha già visto lui, basta e avanza. IL
VATICANO E LA RICERCA «Mi piacerebbe che l'attività scientifica fosse bloccata
solo dall'ingerenza della Chiesa, purtroppo fa paura la burocrazia» LO SLOGAN
«L'innovazione logora chi non ce l'ha. Ma è importante anche il nostro motto:
together we can prevail» I BONUS AIG «C'è qualcosa che non funziona e che va
modificato. I premi devono rispondere all'aumento di valore per l'azionista»
Bristol-Myers Squibb DISEGNO DI DOMENICO ROSA «Così ho fatto negli Usa il mio
bio-testamento» «C'è troppa ideologia: è giusto che scelga la persona Temo che
in Italia quel documento non avrebbe valore» Lamberto Andreotti. Capo azienda
di Bristol-Myers Squibb
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-03-27 - pag: 22 autore: Trasporti. La
compagnia è pronta a offrire voli verso Roma EasyJet investe 800 milioni e
punta a crescere su Linate Mara Monti MILANO Dopo la Frecciarossa delle Fs e la
Freccia Verde di Alitalia, si fa strada anche la Freccia Arancio di easyJet, la
compagnia inglese low cost che dallo scorso anno ha lanciato la navetta Milano
Malpensa-Fiumicino, con quattro frequenze giornaliere. Il vettore che in dieci
anni ha incrementato i passeggeri con una media del 40% l'anno portandoli agli
attuali 7 milioni, è pronta a investire sul mercato italiano 800 milioni di
euro in vi-sta dell'Expo 2015, ma c'è un ostacolo. Gli obiettivi di crescita di
quella che è ormai diventata la terza compagnia aerea in Italia, con una quota
di mercato dell'8%, e la prima su Malpensa, sono limitati – lamenta il vertice
della compagnia – dalla scarsità degli slot disponibili su Linate e Fiumicino,
le rotte più redditizie del Paese, e dall'atteggiamento ostruzionistico di
Alitalia: «L'ostacolo alla crescita per noi non sono i soldi - ha detto l'a.d.
Andy Harrison nel corso della conferenza stampa- , abbiamo liquidità per 1,5
miliardi di euro. Il problema sono gli slot,ne abbiamo bisogno come l'ossigeno
». A easyJet, precisa FranÇois Bacchetta, responsabile Sud Europa, «non sono
stati assegnati slot a Linate, da dove abbiamo solo due voli, nonostante siano
disponibili. L'Alitalia non li usa, ma non li vuole cedere». Il manager ha
aggiunto che la compagnia voleva inaugurare un servizio veloce "Freccia
Arancio" tra Malpensa e Fiumicino, «ma non possiamo perché sullo scalo
romano non è garantita una buona qualità oraria degli slot». Per questo motivo,
lamentano, easyJet potrebbe non essere in grado di mantenere l'attuale
operatività durante l'estate 2009. «Questo è protezionismo, non si può continuare
così», ha commentato Bacchetta. Il vettore, con un tasso di riempimento degli
aerei dell'85%, si schiera anche contro la proposta della Commissione europea
di congelamento degli slot: «Si tratta di un aiuto di Stato mascherato», hanno
detto i manager. Nessun problema di slot invece su Malpensa, dove la
quota di mercato di easyJet è salita in un anno dal 14% al 28%, portandola al
primo posto, mentre Alitalia è scesa dal 44% al 6% (11% con Air One) e
Lufthansa dal 5% al 9%. Proprio su Malpensa, ieri il presidente della Regione
Lombardia Roberto Formigoni ha espresso preoccupazioni all'indomani della
presentazione del piano Alitalia perché non si vedono «nuovi voli su Malpensa»,
ha detto in una nota. Nel frattempo, la Sea ha fatto sapere che sull'aeroporto
milanese sono in arrivo nuovi vettori per coprire le rotte internazionali, Air
Algerie, Moldova Air, OpenSky controllata di British Airways, l'italiana
Flyonair. Mentre per il Terminal 2, dedicato alle compagnie low cost, si sta
ultimando il re-styling dell'intera area commerciale con un investimento di 6
milioni di euro.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
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Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-03-27 - pag: 25 autore: Tremonti:
agricoltura valore strategico Il Demanio libererà i terreni Ernesto Diffidenti
TAORMINA «Uno dei primi decreti sul federalismo avrà un riferimento esplicito
alle proprietà demaniali». Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a
Taormina,nell'ambito del terzo forum di Confagricoltura, ha accolto la
richiesta del presidente Federico Vecchioni (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) di
mettere a disposizione delle imprese agricole i terreni dello Stato. «è stato
assurdo – ha detto Tremonti – centralizzare il patrimonio pubblico, ora
bisognerà restituire alle amministrazioni locali i territori per destinarli
all'economia. Non ha senso che il demanio sia gestito da Roma». La disponibilità
di nuovi terreni è un tema centrale per gli agricoltori per frenare l'erosione
della superficie agricola che dagli anni Ottanta ha perso oltre 3 milioni di
ettari ma anche e per rilanciare la produzione e garantire l'approvvigionamento
alimentare. Ci sono 2,6 milioni di ettari inutilizzati (di cui 1,6 milioni di
boschi) per un valore di 10 miliardi di euro. Terreni, 300mila ettari
recuperabili subito per una coltivazione estensiva , che le aziende potrebbero
sfruttare per aumentare la dimensione aziendale e, dunque, la competitività con
riflessi positivi sull'occupazione. «è giusto che lo Stato tenga i beni
simbolici e strumentali – ha aggiunto Tremonti – ma non è giusto tenere quelli
di cui non si ha una precisa cognizione». Anche questa può essere una ricetta
per combattere la recessione. «L'agricoltura – ha spiegato il presidente di
Confagricoltura, Federico Vecchioni – sta subendo i colpi
della crisi finanziaria
mondiale. Per invertire la rotta serve un aumento della base produttiva e una
liberalizzazione più graduale degli scambi commerciali di materie prime
agricole, per evitare squilibri e speculazioni sul mercato mondiale, con regole
comuni da studiare insieme agli altri Paesi». La prossima riunione del
G-8 presieduta dall'Italia può essere l'occasione per realizzare una nuova
partnership mondiale. Anche su questo tema non è mancato il consenso del
ministro dell'Economia. «Le fiammate speculative - ha detto Tremonti - si
frenano con politiche innovative anche sul cibo e l'acqua. Il cibo non è una
commodity come le altre da trattare in una semplice ottica di concorrenza». E
ha aggiunto: «Da quando c'è la crisi leggo la Bibbia e
nella Genesi si parla della terra nella creazione, questo per dire il valore
strategico dell'agricoltura ». Il ministro ha quindi gettato uno sguardo sulla
situazione finanziaria degli Usa, commentando: «Negli
Stati Uniti il rischio Armageddon per la finanza sembra sia escluso.
L'impressione è che il rischio di una caduta di sistema della finanza Usa sia
in qualche modo escluso ». In questo scenario, secondo Confagricoltura, resta
centrale nell'Europa il ruolo della Politica agricola comune. «Se l'agricoltura
è strategica – ha detto Vecchioni – allora la Pac va mantenuta e non deve
essere intesa come assistenzialismo ma come una politica economica». LA PRESA
DI POSIZIONE Il ministro: «Stato mantenga i beni strumentali, non altri di cui
non ha cognizione Assurdo centralizzare il patrimonio pubblico»
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
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Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-03-27 - pag: 26 autore: Lavoro. Al
Consiglio nazionale Fabi i timori sulla rimodulazione dello strumento I bancari
in difesa del fondo esuberi MILANO Dai risparmiatori ai lavoratori. La crisi del credito dopo i mercati
finanziari potrebbe toccare il mercato del lavoro
delle banche. O almeno questo è l'allarme lanciato dalla Fabi, che ieri ha
aperto a Milano il suo 114ÚConsiglio Nazionale. I timori del sindacato si
concentrano tutti su possibili contraccolpi a danno dei dipendenti delle
banche. «Se in questi anni – spiega Lando Sileoni, segretario nazionale
aggiunto – per le nostre banche il rapporto tra costo del lavoro e fatturato è
stato in linea con quello degli istituti degli altri paesi è grazie alla
politica sindacale che abbiamo saputo impostare». Come dire che sul fronte del
contenimento dei costi il sindacato ha già dato. Il vertice della Fabi, che
raggruppa 100mila dei 320mila bancari italiani, arriva in un momento di
confronto con l'Abi. Al centro l'applicazione del protocollosulla riforma del
modello contrattuale. Ma non solo, si discuterà anche dell'assetto attuale del
sistema e di un percorso per affrontare gli effetti della crisi. Per quanto si
tratta di contenuti non ancora formalizzati, la Fabi teme che dietro ci sia
l'intenzione di mettere mano al Fondo esuberi, un fondo cioè interamente
finanziato dalle banche che in questi anni è servito per sostenere
l'occupazione. Dal 2001 al 2008 grazie a questo strumento il settore ha gestito
senza particolare tensioni la fuoriscita di circa 24mila persone, 19mila delle
quali concentrate dal 2006 ad oggi. Secondo le regole attuali infatti i dipendenti
con 54 anni di età e 30 di contributi potevano accedere al fondo: uscire dal
mercato del lavoro preservando il 60% dell'ultima retribuzione. Un meccanismo
che, ora, potrebbe essere messo in discussione, paventa il sindacato che si
prepara a intervenire su un'ipotesi di allungamento dei tempi di esigibilità e
soprattutto sul punto che più starebbe a cuore alle banche. Finora il costo,
per ogni dipendente che accede al fondo, a carico delle banche è di circa
200mila euro per tutti i cinque anni. Un costo però che viene assorbito tutto
sui bilanci di un anno, il primo. La novità potrebbe riguardare appunto la sua
ripartizione su un periodo più lungo. La preoccupazione maggiore è che così
facendo il fondo non possa più essere quell'elemento di garanzia dell'occupazione
come è stato finora. «Anche perché - dice Sileoni – così abbiamo mantenuto il
ricambio generazionale». Ma questo non è l'unico intervento su cui la Fabi ha
concentrato l'attenzione. «Abbiamo intenzione di difendere a denti stretti -
spiega - i contratti a termine, di apprendistato, gli interinali ». Un
chiarimento che arriva dopo che diversi gruppi hanno annunciato l'intenzione di
intervenire già sui piani indu-striali, previsti in scadenza per il 2010. Non
solo occupazione. Dopo il lancio dei Tremonti bond, il sindacato chiede
un'azione sulle buste paga dei manager. «Non ci riferiamo – spiega Sileoni -
solo ai bonus ma anche agli stipendi». Secondo il sindacato non basta dotarsi
di un codice etico sull'argomento, ma bisogna mettere le cifre nero su bianco.
E se anche tutto non fosse sufficiente si potrebbe chiedere una legge dello
Stato, sulla scia di quanto fatto negli Stati Uniti. Ed infine: chi usufruirà
dei Tremonti bond «che però non esternalizzi poi i servizi fuori dall'Italia».
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
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sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-27 - pag: 7 autore: «Abbiamo risorse per
nuovi stimoli» Zapatero: il basso indebitamento ci consente altri piani, ma
decideremo solo dopo l'estate Michele Calcaterra MADRID. Dal nostro
corrispondente Sul Palazzo della Moncloa, negli ultimi mesi, si sono addensati
grossi nuvoloni neri. La Spagna è campionessa europea di disoccupazione e
l'economia è in recessione. Una situazione, quella attuale, diametralmente
opposta a quella idilliaca del 2004 quando José Luis Zapatero vinse le
elezioni, ma anche rispetto a un anno fa quando il capo del Governo iniziò il
suo secondo mandato. Ciononostante Zapatero ostenta fiducia nel futuro e
intravvede qualche segnale di timida ripresa. L'idea del premier è comunque quella
di sfruttare questa crisi per dare impulso a una modernizzazione del Paese, in
modo da passare dalle fabbriche "labour intensive" all'energia
rinnovabile, alle biotecnologie. Dice questo nel corso di un incontro con un
selezionato numero di giornalisti, sicuro del fatto che la Spagna abbia i mezzi
e le risorse per superare l'attuale empasse e per essere nuovamente
protagonista. Pensa che saranno necessari altri piani di stimolo, dopo gli
aiuti varati nei mesi scorsi? Per avere un quadro preciso della situazione è
necessario valutare la situazione in prospettiva. E per capirlo, bisogna
aspettare l'estate. I piani approvati a dicembre, solo ora stanno dimostrando
la loro efficacia. Aspettiamo dunque quattro mesi per vedere se ci sono i
segnali di ripresa dell'economia ( fossero anche per l'ultimo trimestre
dell'anno o per il primo del 2010), perché se così fosse non sarebbe necessario
alcuno nuovo stimolo di carattere fiscale. Altrimenti? Se così non fosse,
allora bisognerebbe fare uno sforzo, ma uno sforzo differente, concertato e
selettivo. Non più cioè il varo di misure di spesa generalizzate come fatto
finora, ma interventi focalizzati in due grandi settori che, secondo me,
saranno i fattori di crescita che caratterizzeranno la nuova tappa economica
mondiale così come gli Anni 90 sono stati segnati dall'economia
dell'informazione. Mi riferisco in primo luogo all'economia verde o
sostenibile, al risparmio energetico, alle rinnovabili, al riutilizzo
dell'acqua e dei residui. E in secondo luogo a tutto ciò che è relazionato con
l'innovazione nelle imprese, la biotecnologia, le scienze della salute e della
vita. Un'azione che sarebbe utile concertare con gli altri partner europei e
che considero strutturale. La prima grande riforma di cui abbiamo bisogno per limitare
la dipendenza dall'esterno. Il problema è però come finanziare questi
investimenti di stimolo all'economia, dato che non sembra che la Spagna abbia
margini di manovra sufficienti. La Spagna ha le capacità per sostenere questi
programmi. Veniamo da un importante surplus di bilancio e andiamo verso un
disavanzo elevato che supererà il 3% del Pil. Però l'indebitamento, nonostante
l'importante emissione di debito di quest'anno, passerà dal 35% al 38-39%, un
25% inferiore alla media europea. Abbiamo dunque un ampio margine di
indebitamento e questo, spesso, la gente lo dimentica. Possiamo dunque contare
su uno zoccolo importante,il basso indebitamento, così come abbiamo un obbligo:
il controllo del deficit. Nel frattempo il tasso di disoccupazione aumenta. A
che punto è la riforma del mercato del lavoro? Il problema della Spagna è
l'elevato tasso di precarietà che era del 33% e siamo riusciti a far scendere
al 27. Inoltre, da noi il lavoro part-time è al 10%mentre in Europa è del 20.
Un differenziale quasi strutturale che stiamo tentando di ridurre estendendo la
contrattazione a tempo parziale ma con garanzie di stabilità. Veniamo al
settore bancario. è vero che il Governo sta lavorando a un piano di intervento?
Il nostro modello ha funzionato bene grazie al lavoro svolto negli anni passati
dal supervisore, la Banca di Spagna. In questa logica, se la Banca centrale
dovesse ritenere che c'è bisogno di qualche misura aggiuntiva rispetto a quelle
già adottate, allora ascolteremo i suoi suggerimenti. è chiaro che il Governo
darà attuazione alle indicazioni della Banca di Spagna che ha un'enorme
credibilità.In generale il settore bancario-finanziario
gode comunque di buona salute. In questo momento è in atto un processo di
fusione di due piccole casse di risparmio e se in futuro ci sarà la necessità
di fare ristrutturazioni e fusioni, seguiremo quello che dice l'istituto
centrale. La mia analisi è che non ci saranno grandi problemi e che saranno
assorbibili, anche se è normale pensare auna certa ristrutturazione del sistema
che riguarderà essenzialmente le piccole entità. Problemi di carattere finanziario che saranno comunque affrontati alla riunione
del G-20 della prossima settimana nel corso del summit che si terrà a Londra.
Qual è la sua sensazione? Ci sono segnali favorevoli. La
cosa più importante è che si arrivi a un accordo sulla riforma dei mercati finanziari, a un documento
finale comune che serva come messaggio di fiducia a livello internazionale. Da
parte sua la Spagna spiegherà come ha funzionato il suo sistema di supervisione
e di accumulo di riserve anticicliche volute dalla Banca di Spagna e che sono
state di grande efficacia. Non si è trattato di interventismo ma di
misure a garanzia dell'affidabilità del sistema. E se il vertice dovesse
fallire? Siamo sempre preoccupati che le cose vadano male. Invece, dopo la
riunione dell'ottobre scorso, il sistema sostenuto dalla concertazione dei
Governi ha recuperato e ora si intravvede un orizzonte di normalità. Tuttavia,
per una regolamentazione efficace è necessario che non ci siano territori e
prodotti off-limit e che le autorità di controllo abbiano a disposizione i
mezzi necessari per esercitare una sufficiente azione di ispezione. Restiamo in
Europa.Il prossimo gennaio la Spagna assumerà la presidenta della Ue. Quali gli
obiettivi che si prefigge? Mettere in marcia il Trattato di Lisbona, sempre che
gli irlandesi tornino a credere nell'Europa. Dal punto di vista dei contenuti,
la proiezione dell'Europa all'internazionale è un tema molto importante. Ho
intenzione di concludere accordi di carattere economici con i Paesi
latinoamericani, di rinegoziare l'agenda Transatlantica, di far avanzare
l'Unione mediterranea e di rilanciare il sostengo ai Paesi più poveri. Con
l'impegno della Spagna di arrivare nel 2012 a investire lo 0,7% del Pil. Nel
frattempo, però, la vostra decisione di ritirare i militari dal Kosovo ha
lasciato perplessa la comunità internazionale e in particolare i partner
euriopei e statunitensi.. La Spagna non ha mai riconosciuto il Kosovo ed è da un
anno che stiamo pensando al ritiro. Molte volte la coerenza e le posizioni di
principio non piacciono ai tuoi alleati. Ma la nostra è stata una decisione
logica e coerente e per questo affidabile. Da parte nostra non ci sono
posizioni tattiche di compromesso, ma, al contrario, posizioni frutto di
convinzioni. Sul fronte della politica interna si parla di un cambio del
ministro dell'Economia, Pedro Solbes. è vero? Non è nei miei programmi alcun
cambio di Governo. IL G-20 DI LONDRA «è necessario arrivare all'intesa sulla
riforma dei mercati per dare un'iniezione di fiducia»
José Luis Zapatero DISEGNO DI DARIUSH RADPOUR
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: STILE E TENDENZE data: 2009-03-27 - pag: 30 autore: Orologeria Da
Baselworld segnali di fiducia e ottimismo Lino Terlizzi BASILEA Da una parte i
dati di gennaio e febbraio che mostrano una contrazione per il settore,
dall'altra l'esordio abbastanza robusto di Baselworld, il Salone mondiale di
orologi e gioielli che si è aperto ieri a Basilea e che da sempre è un
termometro importante. Dal ministro elvetico degli Interni, Pascal Couchepin
,che ha inaugurato il Salone, sino all'ultimo dei visitatori (che hanno
uguagliato quelli dell'edizione 2008), passando per i produttori, tutti si
chiedevano quale immagine avrebbe dato Baselworld. «Se il buon giorno si vede
dal mattino, le prospettive restano tutto sommato abbastanza buone», dicono
alcuni manager nel padiglione Rolex, gruppo leader nei segmenti della gamma
alta, alludendo alla forte presenza di distributori ed operatori del settore.
Bisognerà poi vedere, come sempre, se questa presenza si tradurrà in ordini, ma
il timore di molti espositori quest'anno era che anche le presenze a Basilea
risentissero pesantemente del quadro mondiale di crisi
economica. «Quando siamo arrivati qui, per controllare l'organizzazione degli
stand – dice Paolo Marai, presidente della Vertime, attiva nel settore con il
marchio Versace –abbiamo visto meno gente al lavoro, rispetto agli anni scorsi.
Ma il fatto di inviare meno personale è stata una scelta degli espositori, per
ridurre i costi. Quando si sono aperti i battenti abbiamo subito visto che i
visitatori invece c'erano ed erano davvero molti». Gli espositori a Baselworld
– che durerà fino al 2 aprile – quest'anno sono 1.952, contro i 2.087 dell'anno
scorso e trai visitatori c'è qualche cambiamento. «Per ora sembra – prosegue
Marai – che vi sia una minore presenza dell'Asia, forse pesa il costo dei
viaggi. C'è già, invece, una forte presenza dell'Europa e del Medio Oriente.
Quanto agli Stati Uniti, non sono mai stati molto presenti qui ed è normale che
anche quest'anno sia così». Un buon punto di osservazione sugli Stati Uniti è
il padiglione di Tiffany, che nel settore degli orologi ha stretto un'alleanza
con il Gruppo Swatch, presente a Basilea con i suoi marchi sia nella gamma
mediobassa, sia nella gamma alta. «Certo, Usa, Giappone e Gran Bretagna sono
tra i mercati che oggi accusano le maggiori difficoltà, a causa della crisi finanziaria ed economica, ma il nostro impegno è
rafforzare gli orologi Tiffany non solo su questi tre mercati, ma in tutto il
mondo, diversificando maggiormente la presenza – spiega Nayla Hayek, figlia del
fondatore di Swatch Nicolas Hayek, a capo dell'alleanza SwatchTiffany –. La
prima impressione qui a Basilea è che gli operatori siano molto presenti e
molto interessati, che la crisi internazionale non
stia fermando il settore. Ancora una volta, mi sembra che la gamma alta sia
quella che regga meglio». I dati di fine febbraio sull'export svizzero di
orologi mostrano in effetti che la flessione complessiva rispetto a dodici mesi
prima, pari al 22%, è causata soprattutto dalla fascia media di prezzo. Le
segnalazioni che si raccolgonotra gli stand sono di un miglioramento
dell'export e delle vendite in questo mese di marzo. Naturalmente, siamo
lontani dai record del 2008, anno apice di un'espansione durata per ben
quattro- cinque anni. Ma se a fine 2009 la flessione generale del settore fosse
contenuta, grazie ad una ripresa nella seconda metà, allora gli ottimisti
contro corrente di Basilea potrebbero dire di aver avuto ragione. La verifica
nei prossimi mesi. NUOVE ALLEANZE Tiffany e il gruppo Swatch sono l'inedita
coppia della fiera che si è aperta ieri a Basilea CRISIS TOURBILLON L'orologio
creato dal marchio Romain Jerome "in onore" delle vittime delle
bufere valutarie (yen, euro, sterlina e dollaro) REUTERS
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Commenti Pagina 344
L'offensiva del sorriso non salva Barack dalle critiche globali --> Quando
si verifica un cambiamento al vertice dell'amministrazione americana, il
sistema geopolitico ne risente e i vari soggetti cercano di guadagnare qualche
posizione nel riassetto atteso. È capitato così con il passaggio dalla seconda
amministrazione di George W. Bush a quella di Barack Obama, anche per effetto
di una campagna elettorale che proclamava una netta discontinuità in politica
estera, il che per gli Usa è abbastanza insolito. L'altra
circostanza rilevante, ovviamente, è la crisi
finanziaria che dall'America si è rapidamente
diffusa in tutto il mondo, che fa dubitare della capacità del capitalismo
statunitense di guidare ancora l'economia globale, riflettendo questo dubbio
anche sul ruolo americano nell'assetto geopolitico e militare. La speranza
di Obama che gli interlocutori, soprattutto quelli che si erano mostrati più
avversi alla politica del suo predecessore, gli avrebbero dato il tempo e lo
spazio per impostare un nuovo sistema di relazioni, si è dimostrata per molti
aspetti fallace o almeno eccessivamente ottimistica. Tra gli alleati della
Nato, mentre la Francia di Nicolas Sarkozy rientra nel dispositivo militare
dell'alleanza, ma spiega questa scelta con la possibilità oggi esistente di
dare all'alleanza una configurazione meno dipendente da Washington, la Spagna
esce unilateralmente dalla missione in Kosovo, senza neppure scomodarsi a
informare gli alleati sul campo. In estremo Oriente si riapre la tensione, che
sembrava risolta, con la Corea del Nord, che lancia un satellite che ha tutte
le caratteristiche di un missile a lunga gittata, mentre la Cina rinforza in
modo esponenziale il bilancio militare, e replica alle critiche americane
accusando la nuova amministrazione di preconcetta ostilità da guerra fredda,
come peraltro aveva replicato sul piano economico alle accuse di manovrare il
cambio con la richiesta di abbandonare il dollaro come unica divisa di
riferimento negli scambi internazionali. Nella grande fascia di instabilità che
va dall'Afghanistan al Sudan, abbracciando la maggior parte dei Paesi islamici,
si accrescono i protagonismi di medie potenze che puntano ad assumere un ruolo
regionale, a cominciare dalla teocrazia iraniana che ha risposto
sostanzialmente picche alla profferta di Obama di ricominciare da capo nella
tessitura dei rapporti tra i due Paesi. Le aperture dell'America al regime di
Teheran, seppure puramente verbali, hanno creato comprensibile preoccupazione
in Israele, con l'effetto inatteso dell'adesione del partito laburista
israeliano, tradizionalmente quello più strettamente legato a quello
democratico americano, alla coalizione guidata dal leader del Likud, allo scopo
di mostrare all'America uno Stato ebraico unito nella ricerca di garanzia di
sicurezza e nella richiesta di azioni tempestive che impediscano al nemico
iraniano di dotarsi dell'armamento atomico. Neppure nel "cortile di
casa", l'America latina, il nuovo presidente è stato accolto troppo bene,
come dimostra l'epiteto di "povero ignorante" che gli ha lanciato il
caudillo venezuelano Hugo Chávez. Tutto ciò non significa che la strategia del
multilateralismo enunciata dalla Casa Bianca sia destinata a fallire
inevitabilmente. Il fatto che in una situazione di incertezza tutti cerchino di
far valere la propria autonomia, anche a rischio di nuove ostilità, è
abbastanza comprensibile. Quel che però è ormai certo è che l'offensiva del
sorriso, che ha affascinato la maggioranza degli americani, non basta per
creare condizioni più favorevoli di dialogo sullo scacchiere internazionale. In
particolare, i regimi dittatoriali o autoritari considerano la popolarità
personale del presidente americano, che è assai estesa anche in Paesi come
l'Iran o la Cina, come un pericolo e hanno l'esigenza di mobilitare lo spirito
nazionalistico per contrastare questa influenza sull'opinione pubblica interna,
che minerebbe l'autorità delle oligarchie al potere. È diversa la situazione
nelle democrazie, come dimostra per esempio la critica rivolta nel Parlamento
di Madrid da tutti i gruppi, escluso naturalmente quello socialista, alla
goffaggine del governo nella sua mossa unilaterale di uscita dal Kosovo. Ma
l'unità delle democrazie come nucleo centrale di un nuovo assetto del potere
mondiale somiglia, paradossalmente, più alle strategie neoconservatrici di Bush
che alla nuova era di multilateralismo promessa da Obama. SERGIO SOAVE
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Prov Sulcis Pagina
2021 Ieri diretta in televisione su Raidue con le telecamere di Anno
Zero, tensione tra i lavoratori delle imprese d'appalto Eurallumina, il
vertice della verità Ieri diretta in televisione su Raidue con le telecamere di
Anno Zero, tensione tra i lavoratori delle imprese d'appalto Oggi incontro a Roma, la
società russa scoprirà le carte --> Oggi incontro a Roma, la società russa
scoprirà le carte Fabbriche che chiudono, lavoratori delle piccole imprese
senza la certezza di un assegno minimo di cassa integrazione, stabilimenti che
fermano linee produttive in attesa di tempi migliori, altri sull'orlo della
catastrofe per la vertenza irrisolta dei costi energetici: è da mesi che la
questione Sulcis è diventata emergenza, ma le soluzioni non arrivano e il
territorio assomiglia sempre di più a una bomba di disperazione pronta ad
esplodere. Per molte persone infatti al dramma di essere rimasti senza lavoro
non è ancora corrisposto il riconoscimento della cassa integrazione: le
bollette si accumulano, mandare a scuola i figli è quasi un lusso, fare la
spesa giorno per giorno diventa un problema. È l'economia
reale che tocca con mano la crisi finanziaria mondiale, ma sono soprattutto lavoratori e famiglie che fanno
fatica a sopravvivere. EURALLUMINA La fabbrica di proprietà della Rusal è ferma
ormai da due settimane, dal primo aprile partirà la cassa integrazione per 350
operai diretti. E qui si fermano le certezze: non si sa se e quando la
fabbrica sarà riavviata. Oggi a Roma, al Ministero dello Sviluppo Economico, si
terrà un incontro tra rappresentanti di diversi ministeri, Regione, sindacati,
Rusal ed Eurallumina per parlare del protocollo d'intesa, finalmente in modo
ufficiale. Il Governo presenterà le sue proposte per provare a trattenere la Rusal,
i russi dovranno scoprire le carte e dire cosa intendono fare della raffineria
di allumina di Portovesme, acquistata nel 2007. Ieri il caso-Eurallumina è
stato trattato dalla trasmissione di Rai Due Anno Zero , un modo per
conquistare la ribalta nazionale e far conoscere la storia della fabbrica, che
fino a qualche anno fa produceva un milione di tonnellate di allumina mentre
oggi è ferma, chiusa dopo più di trent'anni di onorata attività. Tra i
lavoratori la tensione è tanta, ma è ancora più problematica la situazione dei
200 lavoratori degli appalti che non sanno ancora se e quando riceveranno la
cassa integrazione. OTEFAL Situazione analoga alla Otefal Sail, dove i
lavoratori sono senza un soldo da dicembre. « Noi non percepiamo nulla - dice
Remo Fantin, un dipendente - ma intanto le bollette continuano ad arrivare e le
spese non mancano. Ormai per tutti è una situazione insostenibile, e purtroppo
ancora non abbiamo nessuna notizia sulla cassa integrazione, così come sulle
prospettive dello stabilimento». Ieri si sarebbe dovuto svolgere un vertice
alla Regione tra organizzazioni sindacali e assessorato al Lavoro proprio per
discutere di ammortizzatori sociali, ma l'incontro è stato rinviato. ALCOA E
PORTOVESME SRL Anche le altre due grosse aziende di Portovesme, Alcoa e
Portovesme srl, sono in grande sofferenza. La fabbrica di piombo e zinco di
proprietà della Glencore ha già fermato l'impianto Waelz a metà febbraio,
mentre a maggio fermerà la linea di produzione del piombo: i cassintegrati
complessivi tra lavoratori diretti e degli appalti, coinvolti nelle due
fermate, saranno circa 500. Qualche giorno fa la Provincia ha dato il via
libera all'Autorizzazione Integrata Ambientale per stoccare fino a 150 mila
tonnellate di fumi di acciaieria; l'autorizzazione per lo stoccaggio dei fumi
era uno dei quattro punti indispensabili indicati dalla Glencore. Decisione
fortemente contestata da Angelo Cremone, consigliere di minoranza a Portoscuso,
che oggi presenterà un esposto contro la concessione dell'Aia data dalla
Provincia. Aperture sul fronte eolico: il sindaco di Gonnesa Pietro Cocco ha
scritto una lettera in cui si ribadisce che il Comune di Gonnesa è disponibile
ad analizzare il progetto perché sensibile alle tematiche del lavoro e
favorevole alle energie rinnovabili e all'utilizzo delle fonti rinnovabili per
l'autoproduzione, come nel caso del progetto della Portovesme srl. Anche
all'Alcoa l'aria è abbastanza pesante: nei giorni scorsi il numero uno europeo
di Alcoa Europa per l'alluminio primario ha ribadito a Portovesme la necessità
di contenere ulteriormente i costi, mentre in un incontro con la Rsu il
responsabile di Alcoa Italia ha sottolineato quanto sia urgente l'approvazione
del Virtual Power Plant che darebbe il via libera alle tariffe speciali per l'energia
elettrica. Le emergenze sono tante, i lavoratori coinvolti nella crisi sono tantissimi e mai come adesso il polo metallurgico
di Portovesme è stato in pericolo, messo fuori gioco dal crac dei metalli e
dalle carenze infrastrutturali croniche, mai risolte. ANTONELLA PANI
( da "Velino.it, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Velino presenta,
in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST -
Argentina, Cristina vince anche al Senato: al voto il 28 giugno Roma, 27 mar
(Velino/Velino Latam) - Con una maggioranza più ampia del previsto, 42 voti contro
26, il Senato argentino ha dato il via libera alle elezioni anticipate. La
proposta, presentata dal capo di Stato Cristina Fernandez Kirchner, porterà il
paese alle urne il prossimo 28 giugno invece che nella quarta domenica di
ottobre, come previsto inizialmente. Un successo della “presidenta” che in meno
di due settimane, da quando ha lanciato la proposta, è riuscita non solo a
ottenere il via libera da entrambe le Camere, ma anche di dimostrare che la
maggioranza che la sostiene rimane solida: la legge è passata infatti con il
voto di tre senatori in più rispetto ai 39 di cui si compone la coalizione che
appoggia il governo. La scelta di anticipare il voto era
stata presentata come necessaria per impedire al paese, esposto come tutti agli
effetti della crisi finanziaria internazionale, di allungare i tempi della polemica politica
perdendo energie nella campagna elettorale. Le opposizioni avevano contestato
l'annuncio denunciando la preoccupazione del governo di arrestare una
popolarità segnalata in calo. La decisione presa dal Senato apre ora,
allinterno di maggioranza e opposizione, una fase di confronto dai
tempi serrati, dato che avranno a disposizione poco più di un mese per
raggiungere intese elettorali efficaci e presentare le proprie liste. Una mossa rischiosa, quella della
Kirchner, che trasforma il voto in una sorta di plebiscito sulla sua azione
politica e su quella del suo governo, ma che le consente di accorciare i tempi
riducendo leffetto elettorale della crisi finanziaria mondiale. Lattenzione del mondo politico si
concentra ora sullarea chiave per il successo nel voto di
giugno: Buenos Aires. Larea urbana della capitale raccoglie un larga
fetta dellelettorato di tutto il Paese e sarà quindi lepicentro
dello scontro. Qui la coalizione che sostiene il capo di Stato dovrebbe mettere in gioco lex
presidente, oggi leader del partito giustizialista, Nestor Kirchner, mentre tra
le fila dellopposizione continuano le trattative tra i radicali
dellUcr, la Coalicion Civica di Elisa CarriÓ e il Pro del sindaco di Buenos Aires
Mauricio Macri. I cittadini argentini avranno la possibilità di rinnovare una
parte delle Camere eleggendo 127 deputati e 24 senatori. (Matteo Tagliapietra)
27 mar 2009 09:12
( da "Finanza.com"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Usa e Inghilterra,
allarme debito e a Londra fallisce un'asta Bot (26 Marzo 2009 - 08:03) MILANO
(Finanza.com) - Da La Repubblica: Nella City e a Wall Street suonano i
campanelli d'allarme. A Londra, per la prima volta da anni, un'asta di titoli
di Stato si è chiusa senza che ci fossero abbastanza acquirenti per coprire
tutta l'offerta. Il ministero del Tesoro britannico aveva messo in vendita dei
"gilt" quarantennali per un valore totale di un miliardo e 750
milioni di sterline, ma le richieste si sono fermate al 93%, pari a un miliardo
e 620 milioni di sterline. A Wall Street il corso delle quotazioni è stato
invece influenzato pesantemente dai timori per il debito pubblico Usa: il
Tesoro ha emesso obbligazioni a cinque anni al tasso d'interesse dell'1,849%. Un tasso superiore alle attese, che fa presagire una bassa
domanda per tali titoli che servono a colmare il deficit di bilancio statale.
Si inizia insomma a temere che Geithner possa avere difficoltà a finanziare
l'enorme mole di denaro messa in campo per fronteggiare la crisi finanziaria e la recessione.
(Riproduzione riservata)
( da "Dagospia.com"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
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articolo --> LA STRATEGIA AFGANA DI OBAMA - LA SOLITUDINE DI ZAPATERO - LE
BANCHE SVIZZERE VIETANO AI TOP MANAGER DI RECARSI ALLESTERO
(RISCHIO ARRESTO) NORDCOREA: CRESCE LA POSSIBILITà DI UN TEST NUCLEARE -
LINCORONAZIONE DI RE SILVIO
Rassegna stampa internazionale a cura
di Apcom 1 - SPAGNA EL PAIS - "Pse e Pp siglano un patto per un 'lehendakari' non nazionalista":
in apertura El Pais riferisce che socialisti e popolari hanno raggiunto ieri un
accordo storico in Spagna, che spiana la via alla nomina del primo
'lehendakari' (il presidente regionale dei Paesi Baschi ndr) non nazionalista,
che governerà Euskadi (La regione autonoma basca). I socialisti hanno anche
garantito che appoggeranno la candidatura di un parlamentare popolare alla
presidenza della Camera basca. Barack Obama "Chacon si spiega con
Bruxelles": il ministro della Difesa spagnolo Carme Chacon ha definito
"cordiali" i colloqui di ieri a Bruxelles con Jaap de Hoop Schefer,
il segretario generale della Nato, che aveva criticato il ritiro delle truppe
spagnole dal Kosovo deciso dal governo Zapatero. Infine El Pais si occupa anche
della fusione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale, e della nascita questo
fine settimana del Popolo della Libertà. "Berlusconi accaparra nelle sue
mani il potere nella destra italiana", titola il quotidiano spagnolo.
"Tutto è pronto per l'incoronazione di Silvio Berlusconi come imperatore
della destra italiana", scrive El Pais, che intervista anche il
governatore della Lombardia Roberto Formigoni che assicura che "non ci
sono frizioni tra Berlusconi e Fini". In un editoriale, intitolato "Il
post-Berlusconi", El Pais sostiene poi che con la sua conversione al
liberalismo, "l'ex leader fascista" Gianfranco Fini si prepara a
succedere al Cavaliere. EL MUNDO - "La solitudine di Zapatero rompe nel
Congresso la sua politica sociale": El Mundo riferisce che la "solitudine
e la precarietà" del Partito socialista spagnolo (Psoe) in Parlamento ha
costretto la formazione del premier Zapatero, "abbandonato dai suoi
alleati", a tramutare in progetto di legge il decreto legge con le misure
per arginare la disoccupazione e creare posti di lavoro. "Un deputato
popolare sarà presidente del Parlamento dei Paesi Baschi": anche El Mundo
dà risalto all'accordo raggiunto tra i socialisti e i popolari per nominare
presidente della regione autonoma il socialista Patxi Lopez. Il Parlamento
basco, per la prima volta nella sua storia, avrà invece un presidente del Pp.
Zapatero 2 - FRANCIA LE FIGARO - "Barack Obama pronto a riformare il
sistema finanziario": Washington ha svelato le linee maestre per
regolamentare la finanza americana; un'iniziativa ben vista dagli europei prima
del G20. "Accademia francese: eletto a sorpresa Francois Weyergans":
candidato dell'ultim'ora, lo scrittore franco-belga ha superato rivali seri,
come Didier Van Cauwelaert e Francois Taillandier. "Il riarmo cinese
inquieta gli Stati Uniti": reazione violenta di Pechino al rapporto
pubblicato dal Pentagono sulla potenza militare cinese. LIBERATION - "Il
decreto bidone", titola Liberation a proposito del decreto annunciato da
Nicolas Sarkozy sul divieto di bonus ai manager di aziende aiutate dallo stato.
Un provvedimento che riguarda pochissime persone e che cerca solo l'effetto
annuncio. "Obama live sulla rete": il presidente americano ha
risposto ieri sul sito della Casa Bianca a domande sulla situazione economica.
Viaggio in Africa del presidente francese: "A Kinshasa, Sarkozy adula a
tutto campo" e pronuncia un discorso molto prudente. 3 - GRAN BRETAGNA THE
GUARDIAN - "Trattative in corso per la liberazione degli ostaggi
britannici in Iraq": si tratterebbe di uno scambio tra ostaggi e militanti
in carcere; la liberazione potrebbe essere imminente. "Sono più pallido di
Barack Obama": non soddisfatto di aver definito "abbronzato" il
presidente Usa, il premier "gaffe-happy" Berlusconi ieri è tornato
sull'argomento. Le torture all'ex detenuto di Guantanamo: "Non fate
dell'MI5 il capro espiatorio", la responsabilità va anche ad esponenti del
governo. SILVIO BERLUSCONI - Copyright Pizzi THE INDEPENDENT - "La
exit-strategy di Obama in Afghanistan": il presidente americano pensa a
una "surge civile" oltre che all'invio di nuove truppe. "La crisi finanziaria è stata provocata da
uomini bianchi con occhi blu": con Gordon Brown al suo fianco, il
presidente brasiliano Lula da Silva punta il dito sui responsabili della crisi globale. "Le regole per la
successione al trono potrebbero essere riformate": colloqui tra Buckingham
Palace e Governo per dare alle discendenti donne uguali diritti e per eliminare
il divieto di matrimonio con cattolici. THE TIMES - "L'esercito
britannico pronto a partecipare al surge afgano": il generale Dannatt
conferma al Times l'invio di altri 2.000 soldati. "La polizia si scusa per
lo stupratore rimasto libero quattro anni": il livello di incompetenza
dimostrato dalla polizia nel caso di Kirk Reid ha scioccato gli inquirenti.
"Bevande troppo calde aumentano il rischio di cancro all'esofago":
una ricerca condotta sulle abitudini alimentari di un gruppo di 300 persone
affette dal tumore. THE FINANCIAL TIMES - "Zapatero favorevole a uno stimolo
'verde'": intervistato dal Ft, il premier socialista spagnolo annuncia che
il governo è pronto a lanciare un nuovo piano per far fronte alla recessione.
"Centinaia di banche russe 'scompariranno'" sull'onda della crisi finanziaria globale, secondo Pyotr Aven, presidente
della Alfa Bank. "Le banche svizzere vietano ai propri top manager di
recarsi all'estero" per timore che vengano arrestati in un clima sempre
più teso sul segreto bancario. Nella pagina dei commenti Alan Greenspan spiega
"cosa è andato storto". Intervista al presidente messicano Felipe
Calderon sulla collaborazione con Obama nella lotta al narcotraffico. Nicolas
Sarkozy 4 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES - Il mullah Omar, il leader dei
talebani in Afghanistan, ha convinto i talebani del Pakistan a concentrare i
loro sforzi nella battaglia in Afghanistan contro le truppe americane.
"Obama fissa dei calendari nella lotta contro i miliziani", il
presidente americano programma di rafforzare la presenza militare Usa in Afghanistan
e fisserà delle scadenze per i progressi nella lotta contro Al Qaida e i
talebani in Afghanistan e Pakistan. Obama fa storia nei video in internet: più
di 64mila persone lo hanno guardato ieri rispondere alle domande online nel suo
primo video internet in veste di presidente americano. THE WASHINGTON POST -
"Obama prevede più fondi per la guerra in Afghanistan": la nuova
strategia su Afghanistan-Pakistan del presidente americano richiederà uno
stanziamento più significativo di fondi per entrambi i paesi, con solo le spese
dell'esercito americano nel paese di Hamid Karzai che ammontano a 2 miliardi di
dollari al mese. "Si riaccende il dibattito sulle medicine per la sindrome
da deficit di attenzione (Adhd, Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder)",
nuovi dati provenienti da uno ampio studio federale reinfiammano il dibattito
sull'efficacia dei trattamenti con farmaci dei bambini affetti da Adhd.
Nordcorea: cresce la possibilità di un test nucleare. 5 - STAMPA ARABA AL QUDS
AL ARABI - giornale palestinese edito a Londra, "Israele fa intendere di
avere compiuto il raid contro un convoglio nel deserto in Sudan e minaccia
altri simili in qualunque parte" del mondo. Il giornale si interroga:
"E' stato il primo frutto dell'accordo di sicurezza tra Livni e Rice per
impedire il contrabbando di armi a Hamas?". Gaza, "Hamas ha arrestato
un miliziiano della Jihad idslamica dopo scontri tra le Brigate al Aqsa e
soldati israeliani avvenuti a Khan Yunis". "L'Unione Mondiale dei
giornalisti chiede a Hamas di facilitare la partenza in Egitto di un grippo di
giornalisti palestinesi per partecipare ad un corso". Darfur,
"l'aereo di al Bashir, anzichè in Etiopia come era stato annunciato
atterra in Libia". Giordania, per combattare le violenze negli stadi "vietati
i cori sugli spalti e la polizia istituisce un reparto speciale per controllare
i tifosi". "Dopo avere rotto i rapporti con il governo il Consiglio
islamico in Gran Bretagna accusa LOndra di interferenze". AL HAYAT -
foglio panarabo edito a Londra, "l'Emiro saudita di al Qaida nella zona di
confine tra la Siria e l'Iraq si consegna alle autorità" del suo Paese.
Libano, "In un messaggio intimadatorio al Tribunale intrenazionale di
Hariri, spari contro le auto di due giudici libanesi", e il premier Fuad
Siniora definisce l'incidente, "un attentato all'autorità dello stato e
delle sue istituzioni". Arabia saudita, "per la prima volta nella
storia del Regno, celebrazione ufficiale della giornata internazionale del
teatro". "Voci di finanziamenti dai paesi del Golfo ai talebani".
Iraq, fonti tribali svelano che la ripresa degli attentati nel paese, sono
dovuti al fatto che "al Qaida è riuscita a infiltrarsi nella rete di
informatori creata dalle forze Usa per proteggere i consigli di Risveglio"
le milizie tribali che combattono l'organizzazione terroristica. AL AHARAM -
quotidiano semi-ufficiale dell'Egitto, "Mubarak ribadisce la necessità di
porre fine alla sofferenza dei palestinesi e l'Egitto mette in guardia il
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite contro l'ebraizzazione di
Gerusalemme e la provocazione dei musulmani e chiede a Israele un immediata e
permanente apertura dei valichi di Gaza", intanto, Human Rights accusa:
"Tel Aviv ha commesso crimini di guerra contro i civili a Gaza".
"Il Pentagono conferma il raid aereo israeliano contro il Sudan" e il
premier Olmert: "non esiste posto nel mondo che non possiamo raggiungere e
colpiremo ovunque". [27-03-2009]
( da "Blogosfere" del
27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Mar 0927 Migliaia di
Nigeriani in viaggio verso l'Italia. Il finto accordo tra Berlusconi e Gheddafi
e la vera guerra francese per l'uranio. La video inchiesta di Fabrizio Gatti
Pubblicato da Tiziano Scolari alle 09:30 in Diritti violati Clicca qui per
vedere il video. Cosa centrano gli immigrati che sbarcano sempre più numerosi a
Lampedusa, il Niger e l'uranio francese? No, non è la classica barzelletta con
un italiano, un francese e un libico, ma la nuova inchiesta (anche in forma
video) di Fabrizio Gatti, uscita oggi su L'Espresso. Il giornalista ripercorre
il viaggio che gli immigrati fanno dal Niger per raggiungere l'Europa e in
primis l'Italia, scoprendo che il loro percorso è tutt'altro che ostacolato dal
colonnello Gheddafi, preoccupato più di aiutare il presidente francese Sarkozy
a procurarsi l'uranio che di rispettare l'accordo con Berlusconi siglato il 2
Marzo (qui per vedere la mappa interattiva del viaggio di immigrati e uranio).
Dal 2008 almeno 10 mila persone al mese attraversano il deserto del Sahara per
cercare di raggiungere Agadez, racconta Gatti, porta del deserto. E per poi
raggiungere Italia e Europa. Visto da Agadez, l'ultimo abbraccio tra il premier
Silvio Berlusconi e il colonnello Muhammar Gheddafi è una beffa. In questa
splendida città di fango rosso in mezzo al Sahara in Niger, l'accordo
sull'immigrazione ratificato a Tripoli il 2 marzo scorso è già carta straccia.
Da Agadez i camion e i fuoristrada stracarichi di emigranti africani che
sperano di arrivare a Lampedusa, in Italia o in Europa hanno ripreso i loro
viaggi verso la Libia. Il traffico è ripartito come ai tempi d'oro. Sotto lo
sguardo indifferente e spesso interessato dell'esercito libico che controlla la
pista di rocce e sabbia alla frontiera di Tumu, nel silenzio del deserto.
Gheddafi, a sud del Sahara, oggi è soltanto un esecutore di decisioni prese a
Parigi. Per fermare o rallentare la marcia dei clandestini verso il loro
futuro, Berlusconi dovrebbe piuttosto chiedere l'intervento del presidente
francese Nikolas Sarkozy: perché la via ai trafficanti di uomini è stata riaperta
proprio grazie alla guerra dei tuareg. Una guerra per l'uranio sostenuta dalla
Francia nella regione di Agadez. Il 24 febbraio Berlusconi ha incontrato
Sarkozy. Ma non gli ha parlato di immigrazione. I due hanno discusso di ritorno
all'energia nucleare in Italia. E di contratti per miliardi di euro da oggi al
2030 a vantaggio di Parigi. Areva, il colosso statale del nucleare francese, ha
bisogno di nuovi clienti. Perché dal 2012 la società avrà così tanto uranio a
disposizione che, per ammortizzare un investimento iniziale di 1,2 miliardi di
euro, deve trovare subito qualcuno disposto a comprarlo. Altrimenti
rischia di pagare cara la crisi finanziaria in cui è caduta. Tutto quell'uranio, però, non è ancora arrivato
in Francia. Per il momento è in Niger, vicino ad Agadez: a Imouraren, sotto la
sabbia nel mega-giacimento che comincerà a produrre fra tre anni, il secondo al
mondo dopo McArthur River in Canada. Quello che nella sua visita a Roma
il 24 febbraio Sarkozy non ha detto a Berlusconi è che la Francia in Niger ha
giocato una partita sporca. Come era abituata a fare in Africa ai tempi del
generale Charles de Gaulle. E solo alla fine Areva è riuscita a strappare al
Canada e alla Cina la concessione per il mega-giacimento di Imouraren. Ma
Sarkozy nemmeno ha raccontato a Berlusconi che i tuareg, sostenuti dagli 007
francesi nei giochi di guerra, si sono rimessi a trafficare con gli emigranti
che vogliono approdare in Italia. In fondo, si tratta sempre di energia e forza
lavoro destinate ad alimentare l'economia europea.
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Crisi/ Passera:
Politici si diano da fare, bastano tre regole di Apcom Le scrivano, basta un
giorno a farle -->Taormina(Messina), 27 mar. (Apcom) - "La crisi finanziaria è stata legata alla mancanza di regole nel
sistema bancario". Lo ha detto Corrado Passera, amministratore delegato di
Intesa Sanpaolo, intervenendo alla seconda giornata dei lavori del Forum di
Confagricoltura a Taormina. Passera ha invitato "i politici a darsi da
fare. Cominciamo a dire ai signori politici che fanno loro le regole, che le facessero,
maledizione, queste regole oltre ad occuparsi di tante altre cose. Perché - ha
continuato - le regole le devono fare loro e servirebbero a evitare macro
drammi come quelli che stiamo vivendo". Per Passera è necessario
"inserire tre semplici regole, perché non abbiamo bisogno di inondazioni
di norme". Secondo Passera servivano norme che evitassero "l'eccesso
di indebitamento, l'eccesso di speculazione sulle durate e le passività fuori
bilancio. Sono delle banalità - ha rilevato - cose che, se uno vuole, scrive in
un giorno". Il rispetto di queste tre regole "sarebbe stato
sufficiente a evitare il disastro. Su questi tre punti, sono assolutamente
mancate le regole".
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Siemens, obiettivo
utile 2009 ancora valido, titolo sale -->MILANO (Reuters) - Siemens mantiene
il target di utile per l'esercizio fiscale 2009 nonostante una flessione degli
ordini a partire da gennaio. Il titolo in borsa reagisce positivamente e nelle
prime battute avanza del 3,7% a 46,04 euro. "Finché non ci sono nuove
cifre, le vecchie sono valide", ha detto il direttore
finanziario Joe Kaeser. Il prossimo mese il gruppo industriale tedesco
pubblicherà i risultati del secondo trimestre da gennaio a marzo. "La crisi finanziaria ha raggiunto Siemens
ma Siemens di per sé non è in crisi", ha aggiunto. Gli analisti si aspettano che il gruppo
tagli le sue previsioni per l'utile operativo per tutte e tre le sue divisioni
- energia, industria e healthcare. Siemens ha preannunciato che l'utile
totale delle tre divisioni, il cosiddetto utile "total sectors", sarà
tra 8 e 8,5 miliardi di euro per l'esercizio a settembre 2009. Kaeser ha detto
che i nuovi ordini nel secondo trimestre dovrebbero essere significativamente
più bassi rispetto allo stesso periodo dell'anno prima. Tuttavia, ha aggiunto,
l'utile operativo dovrebbe migliorare nel periodo grazie alla forte domanda
della divisione energia.
( da "Trend-online"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Una strana primavera
immobiliare! BLOG, clicca qui per leggere la rassegna di Andrea Mazzalai ,
27.03.2009 08:48 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!!
questa religione! E mai possibile che in una banca centrale non vi siano alcune
responsabilità, è mai possibile che sia sempre e solo un problema di mancanza
di strumenti per nascondere l'ideologia di uomini che seguono il loro credo
spesso senza ammettere alternative? Interessante a questo proposito una traduzione
di Massimo Frulla apparsa su Effedieffe di una parte dell'articolo The big
Takeover, a sua volta apparso sul sito ROLLINGSTONE. L'errore che la maggior
parte della gente commette nel guardare alla crisi
economica, è quello di considerarla in termini di denaro, un'impostazione che
potrebbe portarvi a guardare al casino che abbiamo davanti come ad un potente
tranquillante per l'euforica casta di Wall Street. Ma se guardate alla cosa in
una pura ottica Macchiavellica, quello che vedrete sarà una colossale presa di
potere che minaccia di trasformare il governo federale in una sorta di
gigantesca Enron : una colossale ed impenetrabile scatola nera piena di
trafficanti che agiscono per il proprio tornaconto ed i cui piani consistono
nel garantirsi i profitti individuali alle spese di un oceano di inconsapevoli
ed involontari azionisti, una volta noti come 'contribuenti' Il Paziente Zero
Il modo migliore per capire questa crisi finanziaria è capire il crollo
dell'AIG. L'AIG rappresenta quello che accade quando dei gestori bassi e
pelati, appartenenti a burocrazie finanziarie altrimenti noiose, incominciano a
vedersi nello specchio come dei Brad Pitt. L'AIG è una azienda che ha
costruito, lungo più di un secolo, una fortuna gigantesca scommettendo su titolari
di polizze consapevoli dell'importanza della sicurezza, persone che
mettevano le cinture di sicurezza e costruivano le proprie case su terreni
solidi, azienda che si è giocata tutto in un paio di anni dando in mano il suo
segue pagina >>
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Crisi/ Esperti Onu
per un nuovo sistema monetario di Apcom Al posto del dollaro particolari
diritti speciali di prelievo -->New York, 27 mar. (Apcom) - Un gruppo di
esperti dell'Onu diretti dall'economista statunitense Joseph Stiglitz ha
proposto ieri un nuovo sistema monetario internazionale per sostituire quello
attuale basato sul dollaro. "Un nuovo sistema monetario internazionale, simile a diritti speciali di prelievo molto ampliati, con
emissioni periodiche e regolarmente adattate perche corrispondano alla misura
delle riserve accumulate, potrebbe contribuire alla stabilità generale, alla
potenza economica e all'equità mondiale" suggerisce il gruppo, tra altre
raccomandazioni per far fronte alla crisi finanziaria. (fonte Afp)
( da "Manifesto, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
CONFLITTI D'EUROPA
Jiri Paroubek: «Ora svolta antiliberista» Intervista al leader
socialdemocratico che ha provocato a Praga la caduta del governo di destra: «In
autunno voto anticipato. Adesso un esecutivo tecnico per difendere gli strati
popolari colpiti dalla crisi. La destra ha solo
favorito imprese e banche. Basta essere appendici della politica estera di
Bush: no allo scudo. Ma Barack Obama il 5 aprile è il benvenuto» Parla il
leader dell'opposizione ceca che ha sfiduciato Topolanek: «Subito un governo
tecnico per la crisi» Jakub Hornacek Claudio Buttazzo
PRAGA Brancola nel buio la politica praghese dopo le dimissioni di Mirek
Topolanek e del suo governo di centrodestra consegnate ieri nelle mani del
presidente Vaclav Klaus. A complicare la vicenda e le prospettive di una
positiva e rapida conclusione, sono soprattutto i contrasti esplosi tra i due
maggiori esponenti del principale partito della destra al governo (l'Ods), e
cioè tra il premier dimissionario Topolanek e proprio il presidente della repubblica
Vaclav Klaus. Topolanek ha espressamente dichiarato che il vero artefice della
sfiducia è stato Klaus, d'intesa col capo del partito socialdemocratico (Cssd),
il principale partito d'opposizione, Jiri Paroubek. Socialdemocratici e
comunisti, che insieme dispongono in Parlamento di 98 deputati su 200, non ce
l'avrebbero fatta da soli ad approvare la sfiducia. Ce l'hanno fatta grazie ai
quattro voti di deputati della maggioranza (due dell'Ods e due dei Verdi)
aggiuntisi all'opposizione. Il sospetto di Topolanek è che i due deputati Ods
abbiano risposto ad un input del presidente della repubblica, al fine di
favorire la formazione di un nuovo governo Ods, guidato da un altro premier e
che possa contare sull'appoggio esterno dei socialdemocratici. Jiri Paroubek,
leader indiscusso della Cssd, è stato premier nel precedente governo a guida
socialdemocratica e oggi torna ad essere il personaggio centrale della politica
ceca, anche perché i sondaggi danno il suo partito saldamente in testa alle
preferenze degli elettori. Ne giorni scorsi il congresso della Cssd lo ha
confermato quasi all'unanimità presidente del partito. Lo abbiamo incontrato
nella sede del Parlamento. Quali scenari si aprono con la caduta del governo di
Mirek Topolanek? Lo scenario principale è quello delle elezioni anticipate.
Anche se, per ragioni di opportunità, ritengo che esse si debbano tenere in
autunno, in modo da consentire al nostro paese di reggere la presidenza di
turno dell'Unione europea sino al termine naturale di fine giugno. Pertanto noi
proponiamo che il governo Topolanek, seppur dimissionario, resti in carica fino
al mese di giugno. Dopodiché, si potrebbe dar vita ad un governo transitorio
composto da tecnici, che guiderebbe il paese fino alle elezioni anticipate da
tenere in autunno. Il governo tecnico dovrebbe preparare un piano per
affrontare la crisi, un piano accettabile per
qualsiasi governo che si costituirà dopo le elezioni anticipate d'autunno. Cosa
pensa della proposta del Partito comunista (Kscm) di un governo di unità
nazionale? Credo che in questa fase non ci sia il clima giusto per un tale tipo
di governo, anche perché la maggioranza dei partiti non è disponibile ad una
collaborazione con i comunisti. Per questo sosteniamo un governo di tecnici
senza partito, con un programma che possa avere il sostegno di tutti i partiti
politici. Cioè un programma di lotta alla crisi, e
dovrebbe essere accettato anche dal Partito comunista. Il governo Topolanek può
quindi contare sul vostro appoggio fino la fine della presidenza di turno della
Ue? Penso di sì. Siamo disposti tollerare il governo Topolanek fino la fine
della presidenza di turno, ma vogliamo che il governo non porti avanti le sue
riforme nel campo della sanità, dell' istruzione e del sistema pensionistico,
ovvero deve smettere di fare passi che danneggiano larghi strati della società
ceca. Resta di questo parere anche dopo le dichiarazioni di ieri di Topolanek,
che hanno suscitato perplessità e anche proteste in tutto il mondo, sulla
politica economica di Obama alla vigilia di un appuntamento chiave, come quello
del G-20 di Londra, e della visita dello stesso presidente Usa a Praga nei
prossimi giorni? Sono dichiarazioni scandalose e stupide. Mostrano in piena
luce l'incompetenza del premier nel campo economico. Gli Stati Uniti sono
l'economia più importante del mondo, e perciò abbiamo tutti l'interesse che
quella economia riparta. Le dichiarazioni del premier sono il frutto di una
certa mentalità neoliberista, che è dominante nel governo di Mirek Topolanek.
Se qualcuno dubitasse dell'opportunità di esprimere sfiducia al governo, dopo
tali dichiarazioni dovrebbe esserne convinto. Quali provvedimenti contro la crisi, a suo parere, doveva prendere il governo ceco? Come
socialdemocratici cechi abbiamo proposto, già nei mesi scorsi, 60 provvedimenti
contro la crisi; ma il governo ne ha approvati
soltanto una piccola parte. Alcuni suoi provvedimenti sono molto contraddittori
e orientati soltanto all'aiuto economico alle grandi imprese e alle banche. Noi
pensiamo, al contrario, che bisogna anche stimolare la domanda e i consumi
della popolazione e proteggerla dagli effetti sociali della crisi.
Il governo era in minoranza parlamentare da molti mesi, ma ha continuato
testardamente ad approvare provvedimenti dannosi per l'economia ceca. L'attuale
crisi non mette anche in discussione il modello
economico e di sviluppo degli ultimi 20 anni, basato su privatizzazioni e bassi
salari, e portato avanti in Europa e nel mondo sia da governi di centro-destra
che di centro-sinistra per far fronte alla concorrenza globale? Non sta
nell'assunzione acritica di questo modello il senso della crisi,
in particolare nei paesi dell'Est? Per quanto riguarda l'economia ceca, non c'è
stata una stagnazione dei salari. Durante gli otto anni dei governi di centrosinistra,
il salario medio è cresciuto del 43% e le pensioni sono cresciute del 22%
(manca, però, il confronto con l' inflazione e l'indice di produttività, ndr).
Il potere d'acquisto della popolazione ceca ha quindi avuto una rapida
crescita. Per quanto riguarda le privatizzazione, pensiamo che vadano bloccate
quelle future di alcune imprese e settori rimasti nelle mani dello Stato:
l'aeroporto di Praga, il grande birrificio Budvar, che diffonde il buon nome
della birra ceca nel mondo, ecc. Credo, che il punto centrale siano i
meccanismi di controllo e di regolazioni da parte dello Stato nel settore
finanziario. La Repubblica ceca lo ha già fatto dieci anni fa, durante i
governi del centro-sinistra, e anche grazie a questo nelle banche ceche ci sono
pochissimi asset tossici e crediti cattivi, circa il 3%. Certo, in passato, la
ripulitura del sistema bancario da asset tossici e cattivi crediti è costata
circa 20 miliardi di dollari. La crisi
finanziaria, che allora aveva colpito la Repubblica
ceca è stata il risultato delle politiche economiche sbagliate dei governi di
destra all'inizio degli anni '90. Noi abbiamo quindi ripulito il sistema
bancario già alla fine dello secolo scorso e all'inizio dello secolo attuale.
Passiamo alla politica estera. Con la caduta del governo Topolanek cade anche
la concezione della politica estera ceca degli ultimi anni, che era allineata a
quella di George W. Bush, con l' appoggio incondizionato al progetto dello
Scudo stellare, alle guerre in Iraq e Afghanistan, al sostegno diretto a
Georgia e Israele? E quale sarà adesso il futuro della base radar, che gli Usa
vorrebbero costruire nella Repubblica ceca? Considero la politica estera del
governo Topolanek un anacronismo vivente, soprattutto dopo la fine
dell'Amministrazione Bush. Noi non l'abbiamo mai condivisa (la Repubblica ceca
ha mandato i propri soldati sia in Iraq che in Afghanistan durante i governi di
centro-sinistra, ndr). Per quanto riguarda il radar, noi siamo chiaramente
contro e siamo riusciti a bloccare la discussione alla Camera su questo,
mostrando che il governo non ha i voti necessari alla Camera per ratificare gli
accordi sul radar. Inoltre abbiamo avviato un dialogo con organizzazioni come
la Nezakladnam che si batte contro il radar. Vogliamo essere amici degli Stati
Uniti, ma non vogliamo essere l'appendice politica della passata
Amministrazione Bush, come ha fatto il governo di Topolanek. Abbiamo
un'opinione positiva su molti punti nuovi della politica del presidente Obama,
ne ho parlato anche al congresso della Cssd. Sulla scena politica ceca non c'è
un partito che sia più vicino ai Democratici americani del Partito
socialdemocratico ceco. Il nostro paese, con la fine dell'attuale governo,
cambierà sicuramente la sua politica estera.
( da "Nuova Ferrara, La"
del 27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Provincia
Pavese, La) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle
Alpi) (Gazzetta di Mantova, La)
Argomenti: Crisi
L'uomo era in
ostaggio da martedì pomeriggio. Ma la caccia al manager continua e si estende a
tutta l'Europa Francia: accordo con la 3M, liberato il direttore PARIGI. Il
direttore del gruppo 3M, Luc Rousselet, tenuto in ostaggio nel suo ufficio da
martedì pomeriggio a Santè di Pithiviers (Loiret) è stato liberato ieri notte
dagli scioperanti dopo circa 30 ore di sequestro passati chiuso tra quattro
mura. Il rilascio è avvenuto dopo la firma di «un protocollo d'accordo
preliminare in base al quale la direzione della 3M si impegna ad accollarsi
tutte le conseguenze sociali del progetto di ristrutturazione al fine di
garantire ai dipendenti colpiti di reinserirsi» nel mondo del lavoro, si legge
in un comunicato sindacale. All'origine della protesta la soppressione di 110
posti di lavoro su 235 a partire da settembre. «Sono molto contento per i
dipendenti di Pithiviers so che per loro il piano di licenziamenti è qualcosa
di molto difficile» ha detto Rousselet appena liberato tra le urla degli
operati che gridavano «mascalzone!». Tra le rivendicazioni dei salariati della
3M quella di un bonus di 5000 euro per i dipendenti trasferiti a un altro
impianto e tre anni di salario per quelli licenziati. La caccia
al manager comincia a essere un vero a proprio fenomeno in un Europa scossa
dalla crisi finanziaria.
Dieci giorni è stato rapido con modalità analoghe l'amministratore delegato
della Sony, Serge Foucher, mentre un gruppo di attivisti anti-capitalismo ha
attaccato ieri notte la casa a Edimburgo di Fred Goodwin, il banchiere che ha
messo in ginocchio la Royal Bank of Scotland. Azioni che riecheggiano
anche nell'ultimo film di Benoit Delepine «Louise-Michel» in cui delle operaie
che rischiano di essere licenziate ingaggiano un killer per far fuori il'boss'.
«Penso che non siano queste delle soluzioni» ha commentato il ministro della
Famiglia francese.
( da "Reuters Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
MILANO (Reuters) -
Siemens mantiene il target di utile per l'esercizio fiscale 2009 nonostante una
flessione degli ordini a partire da gennaio. Il titolo in borsa reagisce
positivamente e nelle prime battute avanza del 3,7% a 46,04 euro. "Finché
non ci sono nuove cifre, le vecchie sono valide", ha
detto il direttore finanziario Joe Kaeser. Il prossimo mese il gruppo
industriale tedesco pubblicherà i risultati del secondo trimestre da gennaio a
marzo. "La crisi finanziaria ha raggiunto Siemens ma Siemens di per sé non è in crisi", ha aggiunto. Gli analisti
si aspettano che il gruppo tagli le sue previsioni per l'utile operativo per
tutte e tre le sue divisioni - energia, industria e healthcare. Siemens
ha preannunciato che l'utile totale delle tre divisioni, il cosiddetto utile
"total sectors", sarà tra 8 e 8,5 miliardi di euro per l'esercizio a
settembre 2009. Kaeser ha detto che i nuovi ordini nel secondo trimestre
dovrebbero essere significativamente più bassi rispetto allo stesso periodo
dell'anno prima. Tuttavia, ha aggiunto, l'utile operativo dovrebbe migliorare
nel periodo grazie alla forte domanda della divisione energia.
( da "Reuters Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
TOKYO (Reuters) - Le
giapponesi Toshiba e Sharp hanno dichiarato oggi che stanno valutando di
lavorare insieme nel settore dell'energia solare vista la domanda crescente di
energia pulita. Annunci che ha spinto al rialzo le loro azioni. La crisi finanziaria ha provocato il taglio di finanziamenti per i nuovi progetti a
partire dallo scorso anno, ma le aziende di energia solare stanno invece ancora
compiendo una corsa per aumentare la loro capacità con i governi che in tutto
il mondo sostengono l'espansione dei sistemi a energia pulita per tagliare le
emissioni di gas serra,. Le azioni di Sharp hanno chiuso in rialzo del
4,7% e quelle di Toshiba del 2,5%, superando i livelli del mercato a Tokyo.
( da "Denaro, Il" del
27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Avellino
dibattito Crisi e imprese, focus ad Ariano "Crisi finanziaria ed economia
locale: Confidi, banche ed imprese" è il tema del confronto in programma
questo pomeriggio, alle 18, presso la Sala Conferenze del Museo Civico Comunale
Palazzo Forte ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino. Ad introdurre il confronto,
moderato da Enzo Agliardi, caporedattore del Denaro, sarà Angelo Morella,
portavoce dell'Associazione Città e Territorio. Sono previsti gli interventi
del presidente della Camera di commercio di Avellino, Costantino Capone, di
Silvio Sarno, presidente dell'Unione degli Industriali di Avellino, Lucio
Donadio, direttore regionale Confidi Pmi Campania, Giuseppe Verde, direttore
del Centro Imprese Avellino Unicredit Banca di Roma, Michele Di Cristo della
direzione Banco di Napoli divisione imprese, e Antonio Petito, presidente della
Banca di Credito Cooperativo Irpinia. "La crisi
finanziaria", sottolineano gli organizzatori del confronto,
"investe con la sua azione anche il tessuto locale irpino, mettendo in
seria difficoltà gli operatori economici che quotidianamente devono affrontare
le insidie di un mercato oramai globalizzato. Il restringimento delle linee di
credito, le maggiori garanzie richieste, le poche risorse disponibili,
aggravano ulteriormente la situazione senza peraltro consentire una ripresa
degli investimenti necessaria per ripartire innovando". Il confronto di
oggi si inserisce quale punto di partenza, in un momento estremamente difficile
per l'economia, per le imprese del territorio chiamate a puntare sulla qualità,
a cercare l'innovazione e a rischiare, con la consapevolezza che a tempi
difficili seguono ripresa e benessere. Nel corso del convegno verranno
analizzate anche le possibilità offerte da strumenti finanziari atti a
reinserire sul mercato nuovi capitali per dare slancio all'economia sofferente,
che le istituzioni centrali e locali, il sistema bancario ed il sistema impresa
insieme possono affrontare.?Un mix vincente per il rilancio delle attività
economiche, del lavoro e della spesa per trovare, spiegano gli organizzatori,
"le forze per ripartire, perché questo è il modo per affrontare la crisi". A conclusione del convegno di questo pomeriggio
è previsto un dibattito con gli operatori economici locali attraverso
interventi programmati. del 27-03-2009 num.
( da "Miaeconomia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
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prima casa BORSA E MERCATI » Il fatto del giorno Lallarme
dei consumatori (27/03/2009) Dopo le sue previsioni sullandamento
delleconomia
italiana per il 2009, arrivano critiche sia dal governo Berlusconi (che parla
di eccessivo pessimismo) che da alcune associazioni dei consumatori, ma per
ragioni del tutto opposte. Non riusciamo a comprendere perché
anche Confindustria si sia unita al coro di quanti annunciano che, vista la riduzione del
petrolio, le famiglie italiane otterranno grandi risparmi, di oltre 850 euro,
commentano ad esempio da Federconsumatori e da Adusbef . Se fosse vero,
ne saremmo particolarmente felici, ma, purtroppo, questo dato è lontanissimo dalla realtà e,
sinceramente, dispiace che notizie del genere vengano fornite al Paese da
organismi quali Confindustria. Le due associazioni fanno un
esempio con i carburanti,
in particolare la benzina. Secondo i loro calcoli il costo medio al litro della
benzina nel 2008 si è attestato a 1,33 euro al litro. Nel
2009, nellipotesi più ottimistica che il costo del petrolio si attesti
agli attuali 50 dollari al barile ed allattuale costo della benzina a
1,20 Euro al litro, per un
automobilista che consumasse 100 litri al mese (pari a 2 pieni) il risparmio
sarebbe di 156 euro lanno. Per quanto riguarda gas e luce,
insistono le due associazioni, anche qui, bisogna partire dalla considerazione
che gli aumenti determinati nel 2008, sono stati tra i più elevati nella storia,
avranno delle ripercussioni negative sulle bollette del 2009, soprattutto
per il gas metano che, sia per il sistema di calcolo e sia perché il consumo
nei primi mesi del 2009 è pari al 53% del consumo annuale, quindi comporterà
un risparmio decisamente inferiore rispetto a quanto viene sbandierato.
"Anche ipotizzando una caduta delle tariffe del 20%, e noi ci auguriamo
vivamente che ciò avvenga, i risparmi per le famiglie sarebbero di 90 Euro in
base annua per la luce
e 110/120 Euro per quanto riguarda il gas, dato che, per quanto riguarda questultimo,
gli effetti si realizzeranno essenzialmente a partire da ottobre 2009",
sottolineano ancora. Aggiungiamo che labbattimento dei costi del
petrolio comporterà anche
un minor esborso per il riscaldamento di inizio inverno 2009, con un risparmio
di 40 Euro su base annua. Aggiungendo a tutto ciò leffetto
positivo che una riduzione dei costi energetici produrrà sul tasso di
inflazione, calcolabile dello 0,5%, pari ad una riduzione dei prezzi di 150 euro. A conti fatti,
quindi, secondo Adusbef e Federconsumatori se si verificherà la congiuntura
positiva di tutti questi fattori, la somma che si potrà
risparmiare è pari a 556 Euro, ben lontana dagli 850 Euro dichiarati. Intanto però,
le famiglie italiane nel 2008 hanno subito delle ricadute molto gravi che
hanno portato alla situazione che è sotto gli occhi di tutti. Tra crisi
finanziaria, tariffe e prezzi, hanno perso qualcosa come più di 3.400
euro annuali di potere di acquisto". Per cortesia
dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, alal guida di Federconsumatori
e di Adusbef non vogliamo più sentir parlare di risparmi per le famiglie. Si parli solo di minori
costi rispetto ad aumenti impressionanti che le famiglie si trascinano ancora
dietro. 5 voti - » Vota questa notizia »
( da "Avvenire" del
27-03-2009)
Argomenti: Crisi
MONDO 27-03-2009 il
disimpegno Il presidente ceceno Kadyrov ha annunciato che a fine mese verrà
deciso lo stop alle operazioni avviate nel 1994. Secondo le autorità locali
«restano ormai attivi solo settanta miliziani, che verranno annientati». Già da
anni nella regione si registrano solo scontri sporadici Il Cremlino ha già
stanziato 200 milioni di euro per la ricostruzione di Grozny LA GUERRA PIÙ
LUNGA Cecenia, Mosca ordina il dietrofront «Finita l'emergenza terrorismo».
Tornano a casa 20mila soldati russi DI GIOVANNI BENSI M ercoledì il presidente
ceceno Ramzan Kadyrov ha annunciato che il 30 o il 31 marzo verrà ufficialmente
decisa la fine dell'«operazione antiterroristica» in Cecenia, cioè della guerra
contro la Russia che insanguina la repubblica nord-caucasica dal 1994. In
pratica dovrebbero essere 20mila i soldati russi che torneranno a casa.
L'occasione di questo annuncio è stata la visita a Grozny di una delegazione
della commissione sicurezza della Duma di Mosca. «In Cecenia ha detto Kadyrov
ormai da tempo è stata conclusa la lotta contro i terroristi». Quindi egli ha
affermato che «secondo i dati dei servizi speciali, sulle montagne della
Cecenia si trovano ancora 480 guerriglieri, ma secondo le mie informazioni non
ve ne sono più di 70 e li annienteremo entro il mese prossimo ». Kadyrov ha
sostenuto che «la nostra repubblica è una delle regioni più tranquille della
Russia. La questione invece più importante per la Cecenia ha aggiunto è quella
economica». Effettivamente gli scontri in Cecenia ormai da alcuni anni sono
divenuti sporadici. Grozny è stata ricostruita e il Cremlino ha stanziato quasi
nove miliardi di rubli (circa 200 milioni di euro) per riparare in danni. In Cecenia
rimangono ancora 70mila militari russi, 50mila dei quali fanno parte delle
truppe normalmente di stanza nella Repubblica, mentre alla lotta con i
guerriglieri sono destinati i restanti 20mila, appartenenti alle «truppe
interne» dell'Mvd, una sorta di polizia militare. Ora questi ultimi potrebbero
essere ritirati. A Mosca il viceministro dell'Interno Arkadij Edelev
inizialmente ha detto, imbarazzato, di «sentire per la prima volta una simile
notizia». Ma poi una fonte del suo stesso ministero ha confermato che il 31
marzo il «Comitato nazionale antiterrorismo » (Nak) si riunirà in «seduta
ordinaria», sull'agenda della quale «forse vi sarà anche la conclusione
ufficiale dell'operazione antiterroristica nella Repubblica Cecena ». Una
conferma è venuta anche dal presidente della Duma Boris Gryzlov: «So ha detto
che il governo ceceno ha sollevato la questione di cessare l'operazione
antiterroristica nella repubblica. So anche ha aggiunto che questa proposta è
arrivata al Nak e verrà da esso presa in considerazione». Gryzlov ha inoltre
osservato che la massiccia presenza delle truppe federali in Cecenia «porta a gravi perdite finanziarie » e ciò «è abbastanza
problematico nelle condizioni della crisi finanziaria mondiale ». A Mosca il professor Aleksej Malashenko, uno dei
maggiori esperti russi per il Nord Caucaso, ha dato ragione a Gryzlov. «Nelle
condizioni della crisi ha
detto possono esservi piani per ridurre le spese di mantenimento delle
strutture militari in Cecenia» Parte di questi fondi potrebbero andare
alla ricostruzione del Paese. Alcuni attivisti dei diritti civili ritengono che
l'operazione militare in Cecenia può essere interrotta non tanto perché la
guerriglia è stata sconfitta, ma perché essa si sta estendendo ad altre
repubbliche del Nord Caucaso, come il Daghestan e l'Inguscezia. Oleg Orlov,
capo del centro «Memorial » per la difesa dei diritti umani, fa presente che in
queste due repubbliche attualmente «vengono uccisi o feriti più militari russi
che in Cecenia». Tra le ragioni del progressivo ritiro dalla regione del
Caucaso anche gli ingenti costi sostenuti per lo schieramento delle truppe
Militari russi a Grozny, in Cecenia: sono oltre 100mila le vittime registrate
nei due conflitti che hanno sconvolto il Caucaso (Reuters)
( da "Avvenire" del
27-03-2009)
Argomenti: Crisi
MONDO 27-03-2009
Praga, Topolanek si dimette al «buio» PRAGA. Il primo ministro ceco Mirek
Topolanek, battuto in Parlamento martedí, si è dimesso ieri: rimane in carica
per l'ordinaria amministrazione mentre il capo dello Stato,Vaclav Klaus,
consulta i partiti. Topolanek sembra escludere possibilità di reincarico, già
parla di elezioni anticipate e rimane per ora in carica anche come presidente
di turno dell'Ue, in una posizione la cui debolezza preoccupa un po' tutti
nell'Unione europea. Da mesi accusato dai partner di mancanza di dinamismo e di
proposte di fronte alla crisi finanziaria ed economica, Mirek Topolanek si trova ora ridotto anche sul
piano europeo a un ruolo di ordinaria amministrazione in una fase che di
"ordinario" non ha proprio nulla e richiederebbe mani solide al
timone dell'Ue.Vaklav Klaus ha parlato della necessità di formare un nuovo
governo «in tempi rapidi» ma il panorama politico ceco non autorizza grandi
speranze di una fulminea soluzione della crisi.
Martedí la coalizione moderata al potere è stata sfiduciata con scarso margine
dai 101 voti dall'opposizione guidata da socialdemocratici, con qualche
defezione dalla maggioranza. La crisi di governo
precedente è durata dal giugno 2006 al gennaio 2007. Anche se la crisi attuale fosse molto piú breve Topolanek pare
condannato a presentarsi come leader dimezzato a tre importanti vertici: del
G20 il 2 aprile a Londra, della Nato il 3 e 4 fra Strasburgo e Baden-Baden, e
della partnership Ue-Stati Uniti il 4 e 5 a Praga. ( F.Ser.) Mirek Topolanek
(Reuters)
( da "Targatocn.it"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Busca: ad aprile il
via alla stagione primaverile del Teatro Prenderà il via nel primo week end di
aprile (venerdì 3 e sabato 4) il programma primaverile di spettacoli del Teatro
Civico di Busca, il cui restauro - realizzato grazie ai contributi dellUnione europea e del Comune di Busca
nellambito del progetto Interreg 'Montagne in scena' e coordinato
dallassociazione Marcovaldo - è stato presentato al pubblico il 20
dicembre scorso. Venerdì 3 aprile alle 21, andrà in scena 'Ricordando Ernesto
Francotto', letture a
cura di Omar Ramero e Giangi Giordano. Sabato 4, sempre alle 21, il 'Quartetto
darchi del Teatro Regio di Torino' presenterà musiche di Mozart,
Dvorak, Part, Piazzolla e Gershwin, concerto organizzato dallistituto
musicale Vivaldi e inserito nella rassegna internazionale di giovani concertisti 'Invito alla
musica' stagione 2008/2009. Il cartellone è stato allestito dallassociazione
culturale Marcovaldo e dal Comune di Busca, in collaborazione con alcune
associazioni culturali buschesi (Istituto Musicale Vivaldi, Amici della musica, Le cercle rouge ed
il Festival delle Colline Saluzzesi 2009). Per informazioni rivolgersi al
numero verde 800329329. Come annunciato in occasione
dellinaugurazione - spiega Fabrizio Pellegrino, presidente del Marcovaldo - la nostra associazione ed
il Comune di Busca hanno cominciato a lavorare per gestire insieme il Teatro
Civico. Il programma primaverile di spettacoli che prende il via ad aprile è il
primo passo di questa collaborazione con il Comune: verranno coinvolte le
associazioni culturali buschesi che si occupano di musica e spettacolo, per
dare loro la possibilità di utilizzare il teatro, nellambito
di una programmazione concertata. I dieci eventi in programma dal 3
aprile al 13 giugno alternano momenti musicali (dalla classica allopera e alla
musica dautore) a iniziative teatrali (letture e spettacoli), di cui due
inserite nelledizione 2009 del Roccolo della Poesia: i 'Racconti in
musica' con Gipo Farassino (venerdì 1° maggio) e 'Il mattino di zucchero' con Roberto Piumini e Roberto
Caviezel (sabato 9 maggio). La programmazione futura
continua Pellegrino dipenderà, tuttavia, in buona parte dalla concreta
possibilità di riuscire ad usufruire di contributi pubblici, soprattutto in un
periodo, come questo,
in cui lo spettacolo è fortemente penalizzato dalla crisi
finanziaria e dai tagli alla spesa pubblica e, in particolare, alla
cultura. A questo proposito lassociazione Marcovaldo ha
presentato un nuovo progetto Interreg Confrontations Artistiques Transfrontaliéres
- che vede come capofila il Comune di Savigliano e ha come partner francese la
Comunità dei Comuni della Moyenne Durance, per completare le dotazioni tecniche
del teatro e per programmare due anni di attività. Nel caso il progetto venisse approvato, nel giugno prossimo,
il Teatro Civico potrebbe contare su un avvio di stagione autunnale importante.
Inoltre, sono in corso contatti con la Regione Piemonte per individuare ambiti
progettuali nei quali sia possibile trovare risorse specifiche. TEATRO CIVICO DI BUSCA
PROGRAMMA PRIMAVERA 2009 VENERDÌ 3 APRILE - ORE 21 RICORDANDO ERNESTO FRANCOTTO
Letture a cura di Omar Ramero e Giangi Giordano Ingresso 3 euro Ernesto
Francotto è 'il poeta' di Busca: forse ancora oggi, ma sicuramente fino a qualche anno fa, i bambini delle
elementari studiavano la sua poesia 'El nost Cioché' come rappresentativa di
quello che era (ed è) ricordato con orgoglio come un grande uomo, ottimo medico
e bravo poeta. La serata che viene proposta è un omaggio a Francotto, ricordato
attraverso le sue poesie in italiano e in piemontese e attraverso le
testimonianze commosse, curiose e spesso divertenti di chi lha
conosciuto. Tra questi, un altro buschese immortale nel ricordo di tutti: il
vicario Don Francesco Fino. Le letture sono tratte dal libro 'Ernesto Francotto: luomo
e il poeta' edito dal Comune di Busca nel 1985. Sul palco si incontreranno due
generazioni di attori buschesi: Omar Ramero, visto di recente nella fiction Rai
'Il bene e il male', leggerà stralci di racconti sulla vita di Francotto e alcune sue poesie; ospite
della serata sarà Giangi Giordano, storico protagonista delle commedie
dialettali portate in scena dalla Filodrammatica Buschese 'El cioché', che
reciterà alcune poesie in piemontese scritte dal medico poeta. SABATO 4 APRILE
ORE 21 QUARTETTO DARCHI DEL TEATRO REGIO DI TORINO Musiche di
Mozart, Dvorak, Part, Piazzolla, Gershwin Organizzazione a cura
dellIstituto Musicale Vivaldi VI concerto della XXVIII
rassegna internazionale di giovani concertisti 'Invito alla Musica' Stagione 08/09 Ingresso
libero Il Quartetto darchi del Teatro Regio di Torino (Stefano
Vagnarelli, violino; Marco Polidori, violino; Krystyna Porebska, viola; Relja
Lukic, violoncello) propone: 'Adagio e Fuga K. 546' di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791); 'Quartetto
in fa maggiore op. 96 Americano' di Antonín Dvorák (1841-1904); 'Fratres' di
Arvo Pärt (1935); 'Tango Ballet' di Astor Piazzolla (1921-1992); 'Selezione da
Porgy and Bess' di George Gershwin (1898-1937). Il quartetto nasce dalla
volontà delle quattro prime parti, che dopo numerosi anni di comune attività in
seno all'orchestra del Teatro Regio di Torino, e della Filarmonica 900
del Teatro Regio di Torino, decidono di continuare ed approfondire il legame
musicale, con attività
cameristica. Il quartetto d'archi è dunque la scelta naturale, avallata anche
dalla Direzione del Teatro stesso, che in più di 250 anni di attività, concede
per la prima volta il nome del Teatro Regio ad un quartetto di suoi musicisti.
I quattro strumentisti provengono da scuole e culture differenti, elemento
questo che accresce l'apporto del singolo nello sviluppo delle proposte
musicali del gruppo. Il repertorio spazia infatti in un arco temporale di ampio
respiro, si va dunque dal settecento mozartiano, ai contemporanei come Part,
toccando generi come il musical ed altri. Il Teatro Regio ha già messo a
disposizione della nuova formazione, diverse date di concerti, non ultima
l'inaugurazione della stagione di concerti cameristici del Teatro Regio. La formazione
quartettistica è la base anche per gruppi più numerosi, come gli impegni con il
M° Antonio Ballista, per programmi dedicati al quintetto con pianoforte. GLI
ALTRI SPETTACOLI SABATO 18 APRILE - ORE 21 INVITO ALLOPERA
Con Bruno Gambarotta, Giuseppe Nova, Rino Vernizzi, Giorgio Costa Organizzazione a cura dellAssociazione
Culturale Amici della Musica di Busca Rassegna di concerti
Musicaè V Stagione Artistica 2009 Ingresso libero VENERDÌ 1°
MAGGIO - ORE 21 RACCONTI IN MUSICA Di e con Gipo Farassino Inaugurazione della III
edizione de Il Roccolo della Poesia Ingresso 20 euro (ridotto 18 euro)
SABATO 9 MAGGIO - ORE 10 e 11.30 IL MATTINO DI ZUCCHERO Spettacolo di Roberto
Piumini e Roberto Caviezel Riservato ai ragazzi delle scuole materne ed elementari SABATO 9 MAGGIO - ORE 21
L'ESPLORATORE E I SUOI CANNIBALI Dodici poeti per dodici video-poesie
Organizzazione a cura dellAssociazione Culturale 'Le cercle rouge'
Busca Ingresso libero VENERDÌ 22 MAGGIO - ORE 21 CHIEDI ALLA POLVERE Di
John Fante con letture
a cura di Omar Ramero e Giulia Brenna Ingresso 3 euro SABATO 23 MAGGIO
ORE 21 I VIRTUOSI DI PRAGA Orchestra da camera Organizzazione a cura
dellAssociazione Culturale 'Amici della Musica' di Busca Rassegna di
concerti 'Musicaè' V Stagione Artistica 2009 Ingresso libero DOMENICA 31 MAGGIO - ORE 21
RECITAL PIANISTICO Brian Ganz al pianoforte Organizzazione a cura dellAssociazione
Culturale 'Amici della Musica' di Busca Rassegna di concerti 'Musicaè' V
Stagione Artistica 2009 Ingresso libero DOMENICA 13 GIUGNO 2008 - ORE 21 GLI ARCHITANGHI
Quintetto darchi, voce e percussioni Musiche di E. Delfino, E.M. Arancini,
E.A. Napolitano, A. Piazzolla, M. Theodoraki, M. Cappello, C. Gardel, Klezmer,
E. A. Mario Organizzazione a cura del 'Festival delle Colline Saluzzesi 2009'
Ingresso libero .
( da "Velino.it, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Velino presenta,
in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST -
Cile, a ViÑa del Mar vertice mondiale dei leader progressisti Roma, 27 mar
(Velino/Velino Latam) - Si aprirà oggi a ViÑa del Mar, località cilena circa
cento chilometri a ovest di Santiago, il vertice dei leader progressisti che
vedrà la presenza di uomini politici provenienti da America Latina, Europa e
Stati Uniti. Tra i presenti i capi di Stato di Brasile, Luiz Inacio Lula da
Silva, Argentina, Cristina Fernandez Kirchner, Uruguay, Tabaré Vazquez, e Cile,
Michelle Bachelet, il vice presidente americano Joe Biden, i leader di governo
José Luis Rodriguez Zapatero (Spagna) e Gordon Brown (Gran Bretagna) e una
delegazione italiana composta dal segretario del Pd Dario Francescini,
Francesco Rutelli, Rutelli, Franco Danieli, Gianni Vernetti e Lapo Pistelli. Il
dibattito, a meno di una settimana dal summit del G20 di Londra, sarà
focalizzato sulla crisi finanziaria internazionale. I
partecipanti dovrebbero chiudere il vertice con una dichiarazione comune mirata
ad affrontare lipotesi di una riforma degli organismi di
credito internazionale che ne riveda priorità e ruolo, sostenere interventi
pubblici a difesa delle fasce più deboli, suggerire politiche di sviluppo sostenibile. Lobiettivo
è quello di costruire una posizione il più possibile condivisa da tutto il
fronte progressista in merito alle politiche di breve, medio e lungo periodo
che consentano alleconomia mondiale di uscire rapidamente dalla crisi
finanziaria che lha travolta, senza sacrificare le fasce
sociali più in difficoltà. Non mancheranno, a margine della riunione, una serie
di incontri bilaterali e tra i leader più attivi ci sarà il capo di Stato
argentino Cristina Fernandez Kirchner, che dovrebbe incontrarsi con il vicepresidente
americano Biden e con il primo ministro inglese Brown. Con il primo la
“presidenta” spera di trovare unintesa sulla proposta argentina di
intervenire in maniera forte sul sistema del credito internazionale. è questo
un tema molto sentito
da Buenos Aires che vive un rapporto non facile con alcuni organismi finanziari
transnazionali dopo il crack del 2001. Anche per questo il governo argentino
chiede a Washington di guardare con maggiore attenzione alla regione
latinoamericana, soprattutto dal punto di vista finanziario. La Kirchner
dovrebbe riunirsi anche il presidente del governo spagnolo Zapatero e con il
primo ministro inglese Gordon Brown, per cercare di aprire un dialogo sullannosa
questione delle isole Falkland-Malvinas. Buenos Aires aveva minacciato di denunciare di Londra a
qualsiasi confronto sul tema, nientemeno che al cospetto della riunione del
G20. (mat) 27 mar 2009 09:50
( da "Affari Italiani (Online)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Crisi/ La Cina preme
per la 'nuova moneta'. Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa Venerdí
27.03.2009 11:00 Di Alberto Fattori - da Shanghai La Cina sta assumendo, giorno
dopo giorno, un sempre crescente ruolo nella riscrittura delle regole cardine
del futuro del mondo moderno. Fino ad ora, con la forza delle proprie
esportazioni, si era imposta solo come la "fabbrica del mondo",
contribuendo non poco alla crescita economica degli ultimi decenni di molti
paesi occidentali, Stati Uniti in testa. Ora però, sotto l'incalzare
della crisi finanziaria, la
Cina ritiene che sia giunto il momento per riscrivere le regole della Finanza
mondiale, quella che regolano i flussi di capitale ed investimenti, la base per
sostenere la propria Economia reale e continuare a crescere. Non è pertanto un
mistero che la Cina sia seriamente propensa a sganciare il proprio sviluppo e
quello del mondo prossimo venturo, dall'influenza del dollaro, proprio
per evitare che i destini del mondo continuino ad essere legati, in maniera
indissolubile, ai destini di una sola nazione. Da qui la proposta cinese:
creare una "nuova moneta" chiamata "di riserva". Ma questa
proposta cinese, non vuole essere il preludio per l'ingresso dello stesso Yuan
in detto paniere o la sostituzione del dollaro con altra valuta, ma la
creazione di una NUOVA MONETA, non coniata da alcun singolo paese e patrimonio
dalla Comunità Internazionale tutta, quale bene comune in grado di fornire
stabilità agli scambi tra le nazioni. Un'idea utopica? Tutt'altro. Dall'idea alla
pratica, i dirigenti della Banca Centrale Cinese hanno pertanto proposto che
questa "nuova moneta" sia gestita dal Fondo Monetario Internazionale,
sfruttando i già esistenti "diritti speciali di prelievo" della Fmi
che basati su un paniere allargato di Dollaro, Euro, Yen Giapponese e Sterlina
Inglese, permettono già ora, di essere usati come unità di conto dal Fmi e da
alcune organizzazioni multilaterali. pagina successiva >>
( da "Savona news"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Liguria: Costa
Crociere crese del 16,6 per cento LAssemblea degli
Azionisti della società italiana Costa Crociere S.p.A., di cui fanno parte i marchi Costa Crociere, AIDA Cruises
e Iberocruceros, riunitasi oggi in sessione ordinaria, ha approvato il bilancio
consolidato relativo allesercizio 2008 (dal 1 dicembre 2007 al 30
novembre 2008), che ha confermato risultati positivi e un ulteriore rafforzamento della crescita del gruppo
n.1 in Europa e società di turismo n.1 in Italia. Il fatturato consolidato è
salito a 2.358,1 milioni di euro (+16,6%), mentre gli Ospiti totali sono stati
1.634.582 (+19,3%). Sono cresciuti anche gli Ospiti/giorno, arrivati a quota
12.671.382 (+19%). Il tasso di occupazione si è mantenuto al 107%. Il
2008, lanno del 60esimo compleanno di Costa Crociere, è stato un anno
molto positivo per i 3 marchi del gruppo, ha commentato Pier Luigi
Foschi, Presidente e Amministratore Delegato del gruppo Costa Crociere S.p.A. nonostante
la presenza di alcune condizioni sfavorevoli come laumento del prezzo del
petrolio e linizio della crisi finanziaria ed economica.
In questo contesto siamo riusciti comunque a crescere in maniera significativa,
sia in termini di fatturato che di Ospiti totali, a conferma che la strategia
del gruppo, che punta sullo sviluppo di mercati chiave, sulla qualità del
prodotto e sulle nuove destinazioni, è stata molto apprezzata. Gli obiettivi futuri sono ancora
di crescita, come dimostra il piano di espansione della flotta del Gruppo, che
in questo momento è il più consistente del mondo: ben 9 nuove navi in arrivo
entro il 2012. Attualmente il Gruppo Costa Crociere
S.p.A. può contare su un totale di 21 navi in servizio (12 di Costa Crociere, 6 di AIDACruises e 3
di Iberocruceros) e altre 9 in arrivo entro il 2012 (5 di Costa Crociere, 3 di
AIDACruises e 1 di Iberocruceros), tutte battenti o che batteranno bandiera
italiana. I risultati del bilancio 2008 confermano il consolidamento della
posizione di numero 1 del gruppo Costa Crociere S.p.A. in Europa, il mercato
crocieristico attualmente più dinamico. Secondo i recenti dati diffusi dallEuropean
Cruise Council, lassociazione delle principali compagnie europee, nel 2008 sono stati 4,4 milioni
gli europei ad andare in crociera, con un aumento del 10% circa rispetto allanno
precedente. Di questi 4,4 milioni circa il 30% ha scelto una delle navi dei 3
marchi del gruppo Costa. Il Paese in Europa dove le crociere sono più apprezzate rimane anche
nel 2008 la Gran Bretagna, con 1,47 milioni di crocieristi (+10% rispetto al
2007); segue la Germania con 907.000 crocieristi (+19%), mentre lItalia
è al terzo posto con 682.000 crocieristi (+6%). La crescita del gruppo nel 2008 è stata trainata dal
marchio Costa Crociere, che ha chiuso lanno con circa 1,2
milioni di Ospiti totali, confermandosi prima compagnia crocieristica in Europa
e prima società turistica italiana. Secondo i primi risultati emersi da uno
studio in corso con il
MIP, School of Management del Politecnico di Milano, nel 2008 si stima che
Costa Crociere generi in Italia un impatto economico pari ad almeno 1,1
miliardi di euro, derivante dallindotto creato dalla presenza delle
sue navi nei porti, dallindotto generato sugli aeroporti dagli spostamenti degli
Ospiti delle sue navi, dalle spese generali, dai trasporti, da tasse e imposte
e dagli investimenti in nuove navi. Le regioni che da una prima analisi hanno
beneficiato maggiormente di questo valore sono Liguria, Lombardia, Lazio,
Sicilia. Hanno contribuito allincremento di passeggeri ospitati
sulla flotta Costa le nuove destinazioni che la compagnia italiana ha lanciato
per prima al mondo: Dubai, Estremo Oriente e Cina, Oceano Indiano. In
questultima destinazione
Costa Crociere ha fatto il suo debutto proprio nel corso dellesercizio
2008. Particolarmente apprezzati anche i nuovi servizi offerti dalle 2
ammiraglie Costa Serena e Costa Concordia, a cominciare dalla Samsara spa, tra
le più grandi aree benessere
mai costruite su una nave da crociera (oltre 6.000 m²), che comprende area
benessere, cabine con accesso diretto allarea e ristorante
dedicato. Il ruolo di numero 1 di Costa Crociere in Italia e in Europa si
rafforzerà nei prossimi anni grazie allingresso nella flotta delle nuove navi. Infatti la
compagnia italiana può contare sul piano di espansione della flotta più grande
al mondo, con 5 nuove navi in arrivo entro il 2012, tutte costruite da
Fincantieri in Italia per un investimento di 2,4 miliardi di euro. In
particolare, 3 navi saranno consegnate in meno di 1 anno. La prima ad arrivare
sarà Costa Luminosa (92.600 tonnellate e 2.826 Ospiti totali) a fine aprile
2009, seguita da Costa Pacifica (114.500 tonnellate e 3.780 Ospiti totali), a
fine maggio 2009. Le due navi saranno battezzate insieme il 5 giugno a Genova
in uno straordinario evento da record. A fine gennaio 2010 arriverà invece
Costa Deliziosa, gemella di Costa Luminosa, mentre nella primavera 2011 e 2012
saranno pronte altre 2 gemelle di Costa Pacifica. Nel 2012 la flotta Costa
Crociere sarà così composta da 17 navi e avrà la possibilità di accogliere
46.400 Ospiti totali, con un incremento del 50% rispetto ad oggi. Nel 2008 il
marchio Aida Cruises, leader nel mercato tedesco, ha fatto registrare un
importante incremento dellofferta con lentrata in servizio, ad
aprile, della nuova ammiraglia AIDAbella (68.500 tonnellate di stazza e 2.500
Ospiti totali), costruita nei cantieri tedeschi di Meyer Werft. Come per la
flotta Costa, anche il piano
di espansione della flotta AIDA non si è fermato al 2008. Nel marzo 2009 è
entrata in servizio AIDAluna, gemella di AIDAbella. Altre 3 navi, da 2.500
Ospiti totali luna, sono in ordine presso i cantieri Meyer
Werft in Germania, ed entreranno in servizio nella primavera del 2010, 2011 e 2012, per un
investimento complessivo di oltre 1 miliardo di euro. Da segnalare per lesercizio
2008 la piena operatività del marchio Iberocruceros, acquisito nel settembre
2007, operante nel mercato spagnolo. Anche Iberocruceros ha potuto contare su un incremento dellofferta
con larrivo di una terza nave, la Grand Celebration, inserita nella
flotta a giugno 2008 dopo importanti lavori di rinnovamento effettuati a Genova
per un investimento complessivo di 45 milioni di euro. Nel 2008 la crescita economica è andata di
pari passo con limpegno sociale e ambientale, in
particolare per il marchio Costa Crociere. La compagnia italiana ha ottenuto
dal RINA (Registro Navale Italiano) il mantenimento della certificazione BEST4, che Costa Crociere aveva
conseguito per prima al mondo nel 2004, per tutte le navi della flotta e per
gli uffici italiani, incluso il Palacrociere di Savona. Il BEST4 è un sistema
articolato di certificazioni in materia di responsabilità sociale (SA 8000, del
2001), ambiente (UNI EN ISO 14001, del 2004), sicurezza (OHSAS 18001, del 2007)
e qualità (UNI EN ISO 9001, del 2008). Costa Crociere e AIDA Cruises sono state
inoltre le uniche compagnie di crociere al mondo a redigere e pubblicare il
Bilancio Socio - Ambientale, una documentazione volontaria che ha come
obiettivo di comunicare con trasparenza i principali risultati conseguiti in
materia ambientale. Nel 2008 Costa Crociere ha pubblicato la terza edizione del
Bilancio Socio - Ambientale (relativa allanno fiscale 2007), redatta per la
prima volta secondo le linee guida del GRI e certificato dal RINA, che ha
evidenziato, sia negli uffici italiani che a bordo delle navi, risultati che
vanno oltre il rispetto delle severe normative vigenti in materia. Costa
Crociere è il più grande gruppo turistico italiano e la compagnia di crociere
n.1 in Europa. Vanta oltre 60 anni di storia. Nel 2008 Costa Crociere ha
accolto sulle proprie navi da crociera un totale di circa 1.200.000 Ospiti, un
record storico in Europa. La sua flotta, la più grande dEuropa,
comprende un totale di 12 navi in servizio, ognuna con caratteristiche
distintive e uno stile inconfondibile. Altre 2 nuove navi - Costa Luminosa e
Costa Pacifica - sono in consegna a fine aprile e fine maggio 2009 e saranno battezzate a Genova il 5
giugno 2009, e ulteriori 3 nuove unità sono in ordine. Nel 2012 la flotta Costa
sarà composta da 17 navi con una capacità totale di circa 46.400 ospiti. Tutte
le navi battono bandiera italiana, ed offrono ogni anno 250 destinazioni nel
Mediterraneo, Nord Europa, Mar Baltico, Caraibi, Sud America, Emirati Arabi,
Lontano Oriente, Oceano Indiano. Al gruppo Costa Crociere S.p.A. appartengono
anche il marchio AIDA Cruises, numero uno delle crociere in Germania con 6 navi
in servizio e 3 in ordine, ed il marchio Iberocruceros, operante in Spagna, con
3 navi in servizio ed 1 in ordine. Tutte le navi del gruppo Costa Crociere
S.p.A. attualmente in servizio battono bandiera italiana. Costa Crociere S.p.A.
risulta inoltre al 72° posto per fatturato e al 12° posto per redditività nella
classifica di Mediobanca, che prende in considerazione oltre 3.700 società
italiane con almeno 50 milioni di euro di fatturato. Costa Crociere S.p.A. fa
parte del gruppo Carnival Corporation & plc (NYSE/LSE: CCL; NYSE: CUK),
leader mondiale delle crociere.
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
(ASCA-AFP) -
Santiago del Cile, 27 mar - Il vice presidente Usa Joe Biden e il Premier
britannico Gordon Brown apriranno oggi nella capitale cilena la ''Progressive
Governance 2009'', conferenza di due giorni che tentera' di
affrontare le strategie comuni contro la crisi
finanziaria che anticipa il G20 di Londra. Alla
conferenza parteciperanno i primi ministri di Norvegia, Jens Stoltenberg, e
Spagna, Jose' Luis Rodriguez Zapatero. Previsti anche i presidenti di
Argentina, Cristina Fernandez Kirchner, Brasile, Inacio Luis Lula da Silva,
Cile, Michelle Bachelet e Uruguay, Tabare' Vazquez. Il tema della due
giorni, che terminera' con una conferenza stampa sabato, sara' incentrato sulla
''globalizzazione inclusiva''. A margine del summit Brown e Biden prenderanno
parte ad una visita ufficiale del Paese cileno. Biden, che si rechera'
successivamente in Costa Rica, cerchera' di carpire le preoccupazioni e le
aspirazioni dei leader locali in vista del prossimo 'Summit of the Americas',
che avra' luogo a meta' aprile a Trinidad e Tobago, e che rappresentera' per il
presidente Barack Obama il primo grande vertice regionale per la nuova
amministrazione statunitense.
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Roma, 27 mar.
(Apcom) - Un professore universitario britannico è stato sospeso dall'incarico
dopo aver pronunciato frasi minacciose nei confronti dei banchieri. Chris
Knight, dell'Università di East London, aveva dichiarato alla Bbc Radio 4 che i
banchieri "avrebbero potuto essere impiccati ai pali della luce"
durante le prossime manifestazioni previste in Inghilterra in occasione del G20
e che le "cose potrebbe diventare pericolose" dopo l'attacco
vandalico contro l'abitazione di Edimburgo di Sir Fred Goodwin, ex
amministratore delegato della Royal Bank of Scotland. L'università ha
confermato con un comunicato che il professore di antropologia è stato sospeso
ieri dalle sue funzioni, "in attesa dei risultati di un'indagine" nei
suoi confronti. Intervistato dalla Bbc all'indomani dell'attacco contro
l'abitazione di Godwin, il professor Knight, uno degli organizzatori delle
proteste anti-G20, ha dichiarato: "Impiccheremo ai lampioni diverse altre
persone come Fred the Shred (Fred Goodwin) nel giorno del Pesce d'Aprile e
posso solo augurarmi che si tratterà solo di fantocci". "I banchieri
devono capire quanto grande è l'odio e la rabbia nei loro confronti, e devono
sbrigarsi, perché se non lo fanno, l'humour può trasformarsi in ira". Per il G20 del 2 aprile a Londra numerosi gruppi stanno
organizzando proteste su diversi temi, inclusa naturalmente la crisi finanziaria. Secondo la polizia
alcuni attivisti stanno pianificando "azioni senza precedenti" e
stanno riemergendo gruppi attivi verso la fine degli anni Novanta.
( da "TravelQuotidiano.com"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Costa Crociere:
fatturato e ospiti 2008 in decisa crescita Venerdì, 27 Marzo 2009 di Isabella
Cattoni - Venerdì, 27 Marzo 2009 --> L'assemblea degli azionisti di Costa
Crociere ha approvato il bilancio consolidato relativo all'esercizio 2008. Il
fatturato consolidato è salito a 2 miliardi 358 milioni 163 mila euro (+16,6%),
mentre gli ospiti totali sono stati un milione 634 mila 582 (+19,3%). Sono
cresciuti anche gli ospiti/giorno, arrivati a quota 12 milioni 671 mila 382
(+19%). Il tasso di occupazione si è mantenuto al 107%. «Il 2008, l'anno del 60
compleanno di Costa Crociere, è stato un anno molto positivo per i tre marchi
del gruppo - ha commentato Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore
delegato del gruppo Costa Crociere -, nonostante la presenza di alcune
condizioni sfavorevoli come l'aumento del prezzo del petrolio e l'inizio della crisi finanziaria ed economica. In questo contesto siamo riusciti comunque a
crescere in maniera significativa, sia in termini di fatturato sia di ospiti
totali, a conferma che la strategia del gruppo, che punta sullo sviluppo di
mercati chiave, sulla qualità del prodotto e sulle nuove destinazioni, è stata
molto apprezzata. Gli obiettivi futuri sono ancora di crescita, come
dimostra il piano di espansione della flotta del gruppo, che in questo momento
è il più consistente del mondo: ben nove nuove navi in arrivo entro il 2012».
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Ucraina/
Manifestazioni anti-governo in tutto il Paese di Apcom In 3.000 a Kiev chiedono
dimissioni Tymoshenko e Yushchenko -->Kiev, 27 mar. (Ap-Nuova Europa) - Gli
attivisti dell'opposizione ucraina stanno organizzando proteste
anti-governative in tutto il Paese chiedendo le dimissioni del primo ministro
Yulia Tymoshenko e del presidente Viktor Yushchenko. Le manifestazioni
organizzate dal Partito delle Regioni di Viktor Yanukovich accusano l'esecutivo e il presidente di non aver saputo affrontare la crisi economica e finanziaria che sta attanagliando il
Paese. A Kiev in 3.000 sono scesi in piazza con le bandiere blu del Partito
delle Regioni gridando slogan come "Basta alla crisi" e "Abbasso le autorità". Secondo gli organizzatori
proteste simili si stanno svolgendo in altre 10 città ucraine. Le
manifestazioni dimostrano il malcontento crescente della popolazione nei
confronti della crisi finanziaria devastante che si è
abbattuta sul Paese. Secondo gli analisti le proteste isolate potrebbero
trasformarsi in manifestazioni di massa e in agitazione civile.
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
G20/Sospeso
professore universitario, aveva minacciato banchieri di Apcom I banchieri
"potrebbero essere appesi ai lampioni" -->Roma, 27 mar. (Apcom) -
Un professore universitario britannico è stato sospeso dall'incarico dopo aver
pronunciato frasi minacciose nei confronti dei banchieri. Chris Knight,
dell'Università di East London, aveva dichiarato alla Bbc Radio 4 che i
banchieri "avrebbero potuto essere impiccati ai pali della luce"
durante le prossime manifestazioni previste in Inghilterra in occasione del G20
e che le "cose potrebbe diventare pericolose" dopo l'attacco
vandalico contro l'abitazione di Edimburgo di Sir Fred Goodwin, ex
amministratore delegato della Royal Bank of Scotland. L'università ha
confermato con un comunicato che il professore di antropologia è stato sospeso
ieri dalle sue funzioni, "in attesa dei risultati di un'indagine" nei
suoi confronti. Intervistato dalla Bbc all'indomani dell'attacco contro
l'abitazione di Godwin, il professor Knight, uno degli organizzatori delle
proteste anti-G20, ha dichiarato: "Impiccheremo ai lampioni diverse altre
persone come Fred the Shred (Fred Goodwin) nel giorno del Pesce d'Aprile e
posso solo augurarmi che si tratterà solo di fantocci". "I banchieri
devono capire quanto grande è l'odio e la rabbia nei loro confronti, e devono
sbrigarsi, perché se non lo fanno, l'humour può trasformarsi in ira". Per il G20 del 2 aprile a Londra numerosi gruppi stanno
organizzando proteste su diversi temi, inclusa naturalmente la crisi finanziaria. Secondo la polizia
alcuni attivisti stanno pianificando "azioni senza precedenti" e
stanno riemergendo gruppi attivi verso la fine degli anni Novanta.
( da "Sicilia, La"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Solidarietà
dell'intera città Istituzioni, enti e associazioni vicini al presidente della
Banca agricola popolare Testimonianze di solidarietà per il dottor Giovanni
Cartia sono venute anche dal mondo bancario. Il dottor Gregorio Squadrito,
direttore commerciale «Sicilia Sud» del Banco di Sicilia (UniCredit Group), ha
detto: «Credo che per prima cosa vadano espressi i più calorosi complimenti
alle forze dell'ordine e alla magistratura per una operazione che deve
considerarsi di assoluto valore, in termini di indagini, intelligence,
tempestività, e risultati. Un'operazione, tra l'altro, che ci ha svelato una
realtà veramente inquietante. Sentire oggi parlare nel nostro territorio di
sventato sequestro di persona e di comuni interessi fra ex terroristi e
componenti della criminalità organizzata deve farci riflettere tutti. In questo
contesto esprimo la massima solidarietà e vicinanza ad una persona che stimo
molto sia sotto il profilo umano che professionale. Giovanni Cartia appartiene
infatti ad una generazione di banchieri che nella nostra provincia è stata
sempre molto apprezzata. Spero al più presto di incontrarlo per confermargli
personalmente la mia solidarietà». Giovanni Di Gennaro e Carmelo Allibrio,
della segreteria provinciale Fabi (la Federazione autonoma bancari italiani),
in una loro nota, dicono che «la Fabi di Ragusa, avendo appreso del tentativo
di sequestro da parte di una cosca criminosa gelese in
danno del massimo esponente della Banca Agricola di Ragusa, sventato grazie
all'operato dei carabinieri, esprime solidarietà al dottor Giovanni Cartia ed a
tutti i lavoratori della Bapr; si compiace con le Forze dell'ordine ed auspica
una sempre maggiore attenzione nei confronti delle Banche fortemente esposte in
questo momento di grave crisi finanziaria.
( da "Reuters Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
MILANO (Reuters) -
Oltre 200 giornalisti ed esperti di tutto il mondo si riuniranno a Perugia
dall'1 al 5 aprile per la terza edizione del Festival Internazionale del
Giornalismo, con 100 eventi tra seminari, lectio, dibattiti, interviste, mostre
e serate teatrali dedicati al mondo dell'informazione. Lo riporta in un
comunicato l'associazione culturale "Il Filo d'Arianna", che
organizza l'evento con il sostegno di Regione Umbria, Commissione europea e
Ordine dei Giornalisti. Seymour Hersh, noto giornalista investigativo che
scrive per il settimanale americano The New Yorker, e Sergio Romano,
editorialista del Corriere della Sera e firma autorevole del giornalismo
italiano, sono solo un esempio dei partecipanti ai numerosi appuntamenti, che
si terranno nei teatri e nei palazzi storici del centro medievale di Perugia.
All'edizione del 2009 parteciperà inoltre per la prima volta una 'community'
nata attraverso i social network come Twitter e Facebook, che conta circa 200
studenti e appassionati di giornalismo tra i 15 e i 26 anni provenienti da
tutto il mondo. Alcuni dei temi trattati dagli oltre 40 incontri-dibattiti in
programma, saranno il problematico rapporto tra verità e realtà
nell'informazione, il ruolo dei media nella crisi finanziaria internazionale, il
post giornalismo e i nuovi linguaggi della comunicazione, e la libertà dei
giornalisti in rapporto alla pubblicità. Saranno poi dedicati ampi spazi
all'informazione in prima linea contro le mafie, ai new media e alle nuove
frontiere dell'informazione, e al "giornalismo degli altri",
su diritti umani e libertà di stampa. Il festival, che prevede anche altre
iniziative, tra cui una reading musicale dedicata ad Oriana Fallaci, ha
registrato 30.000 presenze all'edizione dell'anno scorso.
( da "Velino.it, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Velino presenta,
in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO -
Costa Crociere, approvato bilancio 2008: fatturato +16,6% Roma, 27 mar (Velino)
- Lassemblea degli azionisti della società italiana Costa Crociere
S.p.A., di cui fanno
parte i marchi Costa Crociere, Aida Cruises e Iberocruceros, riunitasi oggi in
sessione ordinaria, ha approvato il bilancio consolidato relativo allesercizio
2008 (dal primo dicembre 2007 al 30 novembre 2008), che ha confermato risultati
positivi e un
ulteriore rafforzamento della crescita del gruppo numero uno in Europa e
società di turismo numero uno in Italia. Il fatturato consolidato è salito a
2.358,1 milioni di euro (+16,6 per cento), mentre gli ospiti totali sono stati
1.634.582 (+19,3 per cento). Sono cresciuti anche gli ospiti/giorno, arrivati a
quota 12.671.382 (+19 per cento). Il tasso di occupazione si è mantenuto al 107
per cento. “Il 2008, lanno del 60esimo compleanno di Costa
Crociere, è stato un anno molto positivo per i tre marchi del gruppo - ha commentato Pier
Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato del gruppo Costa Crociere
S.p.A -. Nonostante la presenza di alcune condizioni sfavorevoli come laumento
del prezzo del petrolio e linizio della crisi finanziaria ed economica.
In questo contesto siamo riusciti comunque a crescere in maniera significativa,
sia in termini di fatturato che di ospiti totali, a conferma che la strategia
del gruppo, che punta sullo sviluppo di mercati chiave, sulla qualità del
prodotto e sulle nuove destinazioni, è stata molto apprezzata. Gli obiettivi futuri sono ancora
di crescita, come dimostra il piano di espansione della flotta del Gruppo, che
in questo momento è il più consistente del mondo: ben nove nuove navi in arrivo
entro il 2012”. Attualmente il Gruppo Costa Crociere S.p.A. può contare su un
totale di 21 navi in servizio (dodici di Costa Crociere, sei di AidaCruises e
tre di Iberocruceros) e altre nove in arrivo entro il 2012 (cinque di Costa
Crociere, tre di AidaCruises e una di Iberocruceros), tutte battenti o che
batteranno bandiera italiana. I risultati del bilancio 2008 confermano il
consolidamento della posizione di numero uno del gruppo Costa Crociere S.p.A.
in Europa, il mercato crocieristico attualmente più dinamico. Secondo i recenti
dati diffusi dallEuropean cruise council,
lassociazione delle principali compagnie europee, nel 2008 sono stati 4,4
milioni gli europei ad andare in crociera, con un aumento del 10 per cento
circa rispetto allanno precedente. Di questi 4,4 milioni circa il 30 per cento ha
scelto una delle navi dei tre marchi del gruppo Costa. Il paese in Europa dove
le crociere sono più apprezzate rimane anche nel 2008 la Gran Bretagna, con
1,47 milioni di crocieristi (+10 per cento rispetto al 2007); segue la Germania
con 907mila crocieristi (+19 per cento), mentre lItalia è al terzo
posto con 682 mila crocieristi (+6 per cento). La crescita del gruppo nel 2008
è stata trainata dal marchio Costa Crociere, che ha chiuso lanno con
circa 1,2 milioni di ospiti totali, confermandosi prima compagnia crocieristica in Europa e prima
società turistica italiana. Secondo i primi risultati emersi da uno studio in
corso con il Mip, School of management del Politecnico di Milano, nel 2008 si
stima che Costa Crociere generi in Italia un impatto economico pari ad almeno
1,1 miliardi di euro, derivante dallindotto creato dalla
presenza delle sue navi nei porti, dallindotto generato sugli aeroporti
dagli spostamenti degli ospiti delle sue navi, dalle spese generali, dai trasporti, da tasse e imposte e dagli
investimenti in nuove navi. Le regioni che da una prima analisi hanno
beneficiato maggiormente di questo valore sono Liguria, Lombardia, Lazio,
Sicilia. Hanno contribuito allincremento di passeggeri ospitati
sulla flotta Costa le
nuove destinazioni che la compagnia italiana ha lanciato per prima al mondo:
Dubai, Estremo Oriente e Cina, Oceano Indiano. In questultima
destinazione Costa Crociere ha fatto il suo debutto proprio nel corso
dellesercizio 2008. Particolarmente apprezzati anche i nuovi servizi offerti dalle due
ammiraglie Costa Serena e Costa Concordia, a cominciare dalla Samsara spa, tra
le più grandi aree benessere mai costruite su una nave da crociera (oltre
seimila metri quadri), che comprende area benessere, cabine con accesso diretto
allarea e ristorante dedicato. Il ruolo di numero uno di Costa
Crociere in Italia e in Europa si rafforzerà nei prossimi anni grazie
allingresso nella flotta delle nuove navi. Infatti, la compagnia italiana
può contare sul piano
di espansione della flotta più grande al mondo, con cinque nuove navi in arrivo
entro il 2012, tutte costruite da Fincantieri in Italia per un investimento di
2,4 miliardi di euro. In particolare, tre navi saranno consegnate in meno di un
anno. La prima ad arrivare sarà Costa Luminosa (92.600 tonnellate e 2.826
ospiti totali) a fine aprile 2009, seguita da Costa Pacifica (114.500
tonnellate e 3.780 ospiti totali), a fine maggio 2009. Le due navi saranno
battezzate insieme il 5 giugno a Genova in uno straordinario evento da record.
A fine gennaio 2010 arriverà invece Costa Deliziosa, gemella di Costa Luminosa,
mentre nella primavera 2011 e 2012 saranno pronte altre due gemelle di Costa
Pacifica. Nel 2012 la flotta Costa Crociere sarà così composta da 17 navi e
avrà la possibilità di accogliere 46.400 ospiti totali, con un incremento del
50 per cento rispetto a oggi. Nel 2008 il marchio Aida Cruises, leader nel
mercato tedesco, ha fatto registrare un importante incremento dellofferta
con lentrata in servizio, ad aprile, della nuova ammiraglia AIDAbella (68.500 tonnellate di
stazza e 2.500 ospiti totali), costruita nei cantieri tedeschi di Meyer Werft.
Come per la flotta Costa, anche il piano di espansione della flotta Aida non si
è fermato al 2008. Nel marzo 2009 è entrata in servizio AIDAluna, gemella di
AIDAbella. Altre tre navi, da 2.500 ospiti totali luna,
sono in ordine nei cantieri Meyer Werft in Germania, ed entreranno in servizio
nella primavera del 2010, 2011 e 2012, per un investimento complessivo di oltre un miliardo di euro. Da
segnalare per lesercizio 2008 la piena operatività del
marchio Iberocruceros, acquisito nel settembre 2007, operante nel mercato
spagnolo. Anche Iberocruceros ha potuto contare su un incremento
dellofferta con larrivo di una terza nave, la Grand Celebration, inserita nella
flotta a giugno 2008 dopo importanti lavori di rinnovamento effettuati a Genova
per un investimento complessivo di 45 milioni di euro. Nel 2008 la crescita
economica è andata di pari passo con limpegno sociale e ambientale, in
particolare per il marchio Costa Crociere. La compagnia italiana ha ottenuto
dal Rina (Registro navale italiano) il mantenimento della certificazione Best4,
che Costa Crociere aveva conseguito per prima al mondo nel 2004, per tutte le
navi della flotta e per gli uffici italiani, incluso il Palacrociere di Savona.
Il Best4 è un sistema articolato di certificazioni in materia di responsabilità
sociale (SA 8000, del 2001), ambiente (UNI EN ISO 14001, del 2004), sicurezza
(OHSAS 18001, del 2007) e qualità (UNI EN ISO 9001, del 2008). Costa Crociere e
Aida Cruises sono state inoltre le uniche compagnie di crociere al mondo a
redigere e pubblicare il Bilancio socio - ambientale, una documentazione
volontaria che ha come obiettivo di comunicare con trasparenza i principali
risultati conseguiti in materia ambientale. Nel 2008 Costa Crociere ha
pubblicato la terza edizione del Bilancio socio - ambientale (relativa allanno
fiscale 2007), redatta per la prima volta secondo le linee guida del Gri e certificato dal Rina, che ha
evidenziato, sia negli uffici italiani che a bordo delle navi, risultati che
vanno oltre il rispetto delle severe normative vigenti in materia. (red/sch) 27
mar 2009 13:10
( da "WindPress.it"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
27-03-2009 Crisi e coordinamento internazionale, summit tra le Confindustrie
del mondoMarcegaglia lancia la terza edizione del G8 Business, il 23 e 24
aprile in SardegnaRoma, 27 marzo 2009 - Crisi economica e finanziaria, libert`a di investimenti e
cambiamenti climatici: saranno i principali temi che le rappresentanze
industriali dei paesi del G8 affronteranno il 23 e 24 aprile prossimi a Forte
Village in Sardegna (Cagliari) nella terza edizione del G8 Business imprese.
Con la presidenza di turno affidata all'Italia, il summit sar`a occasione per
una riflessione sull'agenda economica internazionale e per trovare nuove
proposte che permettano di superare la difficile congiuntura globale. A
conclusione dei lavori sar`a firmata una dichiarazione congiunta da sottoporre
ai Capi di Stato e di Governo, affinchtengano conto nel vertice politico che si
svolger`a a luglio a La Maddalena. L'iniziativa segue gli incontri organizzati
da Confindustria tedesca (BDI) a Berlino nel 2007, da Confindustria giapponese
(Nippon Keidanren) a Tokio nel 2008 e da quella francese (Medef) a Parigi lo
scorso dicembre, in un'edizione straordinaria interamente dedicata alle
tematiche della crisi finanziaria.I lavori della due
giorni, cui parteciperanno i Presidenti delle Confindustrie di Stati Uniti,
Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Canada e Russia,
rappresentanti del Governo italiano ed economisti internazionali, saranno
coordinati dalla Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.
( da "KataWebFinanza"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Marcegaglia
lancia la terza edizione del G8 Business a fine aprile (Teleborsa) - Roma, 27
mar - Crisi economica e finanziaria, libert di investimenti e
cambiamenti climatici saranno i principali temi che le rappresentanze
industriali dei paesi del G8 affronteranno il 23 e 24 aprile prossimi a Forte
Village in Sardegna (Cagliari) nella terza edizione del G8 Business imprese. Con la presidenza di turno
affidata all'Italia, il summit sar occasione per una riflessione sull'agenda
economica internazionale e per trovare nuove proposte che permettano di
superare la difficile congiuntura globale. A conclusione dei lavori sar firmata
una dichiarazione congiunta da sottoporre ai Capi di Stato e di Governo,
affinch ne tengano conto nel vertice politico che si svolger a luglio a La
Maddalena. L'iniziativa segue gli incontri organizzati da Confindustria tedesca
(BDI) a Berlino nel 2007, da Confindustria giapponese (Nippon Keidanren) a
Tokio nel 2008 e da quella francese (Medef) a Parigi lo scorso dicembre, in
un'edizione straordinaria interamente dedicata alle tematiche della crisi finanziaria. I lavori della due giorni, cui
parteciperanno i Presidenti delle Confindustrie di Stati Uniti, Giappone,
Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Canada e Russia, rappresentanti del
Governo italiano ed economisti internazionali, saranno coordinati dalla
Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. 27/03/2009 - 14:52
( da "Affari Italiani (Online)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Crisi/ La Cina preme
per la 'nuova moneta'. Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa Venerdí
27.03.2009 14:00 Di Alberto Fattori - da Shanghai La Cina sta assumendo, giorno
dopo giorno, un sempre crescente ruolo nella riscrittura delle regole cardine
del futuro del mondo moderno. Fino ad ora, con la forza delle proprie esportazioni,
si era imposta solo come la "fabbrica del mondo", contribuendo non
poco alla crescita economica degli ultimi decenni di molti paesi occidentali,
Stati Uniti in testa. Ora però, sotto l'incalzare della crisi finanziaria, la Cina ritiene che
sia giunto il momento per riscrivere le regole della Finanza mondiale, quella
che regolano i flussi di capitale ed investimenti, la base per sostenere la
propria Economia reale e continuare a crescere. Non è pertanto un mistero che
la Cina sia seriamente propensa a sganciare il proprio sviluppo e quello del
mondo prossimo venturo, dall'influenza del dollaro, proprio per evitare
che i destini del mondo continuino ad essere legati, in maniera indissolubile,
ai destini di una sola nazione. Da qui la proposta cinese: creare una
"nuova moneta" chiamata "di riserva". Ma questa proposta
cinese, non vuole essere il preludio per l'ingresso dello stesso Yuan in detto
paniere o la sostituzione del dollaro con altra valuta, ma la creazione di una
NUOVA MONETA, non coniata da alcun singolo paese e patrimonio dalla Comunità
Internazionale tutta, quale bene comune in grado di fornire stabilità agli
scambi tra le nazioni. Un'idea utopica? Tutt'altro. Dall'idea alla pratica, i
dirigenti della Banca Centrale Cinese hanno pertanto proposto che questa
"nuova moneta" sia gestita dal Fondo Monetario Internazionale,
sfruttando i già esistenti "diritti speciali di prelievo" della Fmi
che basati su un paniere allargato di Dollaro, Euro, Yen Giapponese e Sterlina
Inglese, permettono già ora, di essere usati come unità di conto dal Fmi e da
alcune organizzazioni multilaterali. pagina successiva >>
( da "TTG Italia Online"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
27/03/2009 15.00
Fatturato a +16,6% nel bilancio 2008 di Costa Crociere (1) L'assemblea degli
azionisti di Costa Crociere ha approvato il bilancio consolidato 2008, che
evidenzia una crescita del 16,6% del fatturato consolidato, pari a 2,35
miliardi, del 19,3% degli ospiti totali, pari a un milione 634.582 e del 19% di
ospiti/giorno, pari a 12 milioni 671.382. Il tasso di occupazione navi si è
mantenuto al 107%. "Il 2008, 60esimo anno di attività dell'operatore, è stato molto positivo per i 3 marchi del gruppo - ha commentato
Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato del Gruppo Costa
Crociere - nonostante la presenza di alcune condizioni sfavorevoli come
l'aumento del prezzo del petrolio e l'inizio della crisi
finanziaria ed economica. E gli obiettivi futuri
sono ancora di crescita" - segue -
( da "GuidaViaggi.it"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il bilancio
consolidato di Costa Crociere Spa si è chiuso il 30 novembre scorso con un
fatturato consolidato salito a 2.358,1 milioni di euro (+16,6%), mentre gli
ospiti totali sono stati 1.634.582 (+19,3%). Sono cresciuti anche gli
ospiti/giorno, arrivati a quota 12.671.382 (+19%). Il tasso di occupazione si è
mantenuto al 107%. Il 2008, lanno del 60esimo compleanno
di Costa Crociere ha commentato il presidente e a.d. Pier Luigi Foschi -
è stato molto positivo
per i 3 marchi del gruppo, nonostante la presenza di alcune condizioni
sfavorevoli come laumento del prezzo del petrolio e
linizio della crisi finanziaria ed economica. Gli obiettivi
futuri prevedono unulteriore crescita, anche alla luce delle 9 navi in arrivo entro il
2012.
( da "Trend-online"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Gli ultimi rimbalzi
vogliono dire nuova fiducia? PRIMO PIANO, clicca qui per leggere la rassegna di
ilsussidiario.net , 27.03.2009 15:12 Scopri le migliori azioni per fare trading
questa settimana!! La Borsa di Milano sta recuperando in questi giorni quello
che aveva lasciato sul terreno dallinizio dellanno.
Il trend di piazza Affari è migliore, in questo rimbalzo prolungato
che dura da dopo l11 marzo, di quello di tutti gli altri mercati del
continente. Ma comunque, da uno sguardo generale, si capisce che è ritornata un poco di fiducia
e che si sta ripetendo un vecchio detto, quello che si dice da anni: La
Borsa crolla ma non muore mai. Il problema che si pone oggi però, di
fronte a questa ripresa dei mercati, è se si intraveda finalmente e realmente la luce in fondo
al tunnel, se si stia assistendo allinizio dellinversione di
un ciclo negativo. Si dice, in genere, che proprio le Borse, i mercati,
anticipino, nel bene e nel male, gli stessi cicli economici. Così come la crisi
finanziaria mondiale ha galleggiato per un anno tra
una sponda e laltra dellAtlantico, prima di investire pesantemente
leconomia reale, può anche essere possibile che il riordino che si sta
tentando di fare sul sistema finanziario, possa contribuire non solo a ridare
fiducia, ma a
stimolare di nuovo la domanda nelleconomia reale. Al
solito, cè un grande dibattito in corso tra gli analisti e gli accademici
Mentre Ben Bernanke e Timothy Geithner preparano piani di
gigantesca iniezione di liquidità per muovere il mercato del credito, inserendo anche nuovi
controlli nelle attività finanziarie, ci sono due terribili cassandre
che quasi picchiano i pugni nel loro pessimismo e nella critica alla scelte
dellamministrazione americana di Barack Obama. Il premio Nobel per
leconomia, Paul
Krugman, insiste sul suo sito, e nella interviste che rilascia, a suggerire la
nazionalizzazione delle banche americane. Laltro personaggio è
Nouriel Roubini, che previde con largo anticipo la crisi
mondiale e che ora ritiene inutili e dannosi segue pagina >>
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Camfin/ In 2008
perdita gruppo a 167 mln, debito scende a... -2- di Apcom Proventi netti da
partecipazioni sono negativi per 131,8 milioni -->Milano, 27 mar. (Apcom) -
L'esercizio 2008, spiega la società, "è stato fortemente condizionato dalla crisi finanziaria internazionale, con impatti negativi sui risultati del gruppo
Camfin sia per la contrazione dell'attività delle collegate derivante dal
rallentamento dell'economia mondiale, sia per la repentina contrazione dei
mercati borsistici, che ha penalizzato la valorizzazione degli asset quotati
detenuti dalla capogruppo e dalla principale collegata Pirelli". I
proventi netti da partecipazioni al 31 dicembre 2008 sono negativi per 131,8
milioni, rispetto a un dato positivo per 38,7 milioni nel 2007. Nel 2008 il
risultato della collegata Pirelli è stato negativo per 412,5 milioni. Al 31
dicembre 2008, la partecipazione detenuta dal gruppo Camfin in Pirelli
risultava pari a 1.370.721.796 azioni, circa il 26,19% del capitale ordinario.
A questa si aggiunge una struttura di opzioni 'Put&Call', scaduta nel mese
di dicembre e rinnovata fino al mese di marzo, tale da consentire al gruppo
l'acquisto di un'ulteriore quota di capitale ordinario di Pirelli pari
all'1,46%. Successivamente la struttura è stata rinnovata fino a giugno.
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Fincantieri: ok cda
a bilancio 2008, ricavi +8% di ANSA Proposto aumento capitale per 300 milioni
di euro -->(ANSA) - TRIESTE, 27 MAR -Fincantieri nel 2008 ha conseguito
ricavi pari a 2,9 miliardi di euro (+8% sul 2007), ma gli utili in calo
rispetto all'anno precedente. La flessione del risultato prima delle imposte e
di quello netto - rispettivamente a 43 e 10 mln - e' dovuto alla ''congiuntura
internazionale sfavorevole''. Il Bilancio 2008 e' stato approvato dal Cda che
ha proposto all'assemblea degli azionisti,per poter realizzare il Piano
industriale 2007-2011, un aumento di capitale fino a 300 milioni. Nel 2008
Fincantieri ha registrato anche un calo dell'Ebitda rispetto al 2007 (134 mln
contro i 194 dell'anno prima) mentre sotto il profilo dell'attivita'
commerciale, sono stati finalizzati ordini per 2,5 mld (contro il valore record
di 4,2 mld del 2007) ''in un contesto di mercato segnato
dalla crisi finanziaria che
ha bloccato i nuovi ordini a partire dal mese di settembre 2008''. Nel settore
croceristico sono stati acquisiti ordini per due unita' di dimensioni
medio-piccole destinate alla fascia piu' alta del mercato, mentre nel militare
si registrano ordini per 4 fregate multi missione Fremm, 2 sommergibili
classe U212, una nave rifornitrice per la Marina Militare Indiana ed il
refitting di 2 unita' veloci lanciamissili da parte della Marina del Kenya.
Buono anche il portafoglio ordini per le navi speciali e per i sistemi e
componenti meccanici.(ANSA).
( da "Trend-online"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Camfin: il margine
operativo lordo è pari a 12,9 mln NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna
di Pierpaolo Molinengo , 27.03.2009 16:04 Scopri le migliori azioni per fare
trading questa settimana!! Il Consiglio di Amministrazione di Camfin, riunitosi
oggi, ha esaminato e approvato il progetto di bilancio consolidato e della
capogruppo per lesercizio 2008. L'esercizio 2008 è stato
fortemente condizionato dalla crisi finanziaria internazionale, con
impatti negativi sui risultati del gruppo Camfin sia per la contrazione dellattività
delle collegate derivante dal rallentamento delleconomia mondiale, sia
per la repentina contrazione dei mercati borsistici, che ha penalizzato la
valorizzazione degli asset quotati detenuti dalla capogruppo e dalla principale
collegata Pirelli
& C. I proventi netti da partecipazioni al 31 dicembre 2008 sono negativi
per 131,8 milioni di euro, rispetto a un dato positivo per 38,7 milioni di euro
nellesercizio 2007. Il dato del 2008 è influenzato in modo
significativo dal risultato
della collegata Pirelli & C., negativo per 412,5 milioni di euro, per
effetto di oneri di ristrutturazione per 144,2 milioni di euro, della
svalutazione di asset immobiliari per 136 milioni di euro e della svalutazione
di attività finanziarie per 263 milioni di euro. Energie Investimenti, holding
della joint venture con GDF Suez nel settore del gas naturale di cui Camfin
detiene il 40% del capitale, ha registrato un sensibile miglioramento del
margine operativo lordo (EBITDA), positivo a fine 2008 per 12,9 milioni di euro
rispetto a un dato negativo di 3,3 milioni di euro nel 2007. Il progresso
risulta meno marcato con riferimento al risultato netto che, condizionato da
poste straordinarie, passa da una perdita di 17,4 milioni di euro dellesercizio
scorso ad una perdita
di 15,4 milioni di euro. Al netto di oneri finanziari, sostanzialmente in linea
con lesercizio precedente a 33,4 milioni di euro, il risultato netto
consolidato è negativo per 167,1 milioni di euro rispetto al dato positivo di
1,7 milioni segue
pagina >>
( da "Trend-online"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Fincantieri: ok cda
a bilancio 2008, ricavi +8% ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di
Ansa , 27.03.2009 15:11 Scopri le migliori azioni per fare trading questa
settimana!! (ANSA) - TRIESTE, 27 MAR -Fincantieri nel 2008 ha conseguito ricavi
pari a 2,9 miliardi di euro (+8% sul 2007), ma gli utili in calo rispetto
all'anno precedente. La flessione del risultato prima delle imposte e di quello
netto - rispettivamente a 43 e 10 mln - e' dovuto alla ''congiuntura
internazionale sfavorevole''. Il Bilancio 2008 e' stato approvato dal Cda che
ha proposto all'assemblea degli azionisti,per poter realizzare il Piano
industriale 2007-2011, un aumento di capitale fino a 300 milioni. Nel 2008
Fincantieri ha registrato anche un calo dell'Ebitda rispetto al 2007 (134 mln
contro i 194 dell'anno prima) mentre sotto il profilo dell'attivita'
commerciale, sono stati finalizzati ordini per 2,5 mld (contro il valore record
di 4,2 mld del 2007) ''in un contesto di mercato segnato
dalla crisi finanziaria che
ha bloccato i nuovi ordini a partire dal mese di settembre 2008''. Nel settore
croceristico sono stati acquisiti ordini per due unita' di dimensioni
medio-piccole destinate alla fascia piu' alta del mercato, mentre nel militare
si registrano ordini per 4 fregate multi missione Fremm, 2 sommergibili
classe U212, una nave rifornitrice per la Marina Militare Indiana ed il
refitting di 2 unita' veloci lanciamissili da parte della Marina del Kenya.
Buono anche il portafoglio ordini per le navi speciali e per i sistemi e
componenti meccanici.(ANSA).
( da "Rai News 24"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Bruxelles | 27 marzo
2009 L'Europa verso un livello di disoccupazione oltre il 10% In cantiere Alla fine del 2009 la disoccupazione in Europa si avvia a
superare il 10% ed il rischio e' quello di arrivare a 7-8 milioni di
disoccupati in piu'. Sono le allarmanti cifre dei sindacati europei che, in
vista del G20 di Londra del prossimo 2 aprile, chiedono ai leader europei e
mondiali un "piano straordinario" per affrontare l'impatto sociale
della crisi finanziaria ed
economica.
( da "KataWebFinanza"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Calano profitti
Fincantieri nel 2008, deliberato aumento capitale (Teleborsa) - Roma, 27 mar -
Il Consiglio di Amministrazione di Fincantieri, riunitosi oggi, ha esaminato e
approvato il progetto di bilancio consolidato e il bilancio di esercizio
relativi all'anno 2008. Il Gruppo a partecipazione pubblica, nonostante
l'insorgere della crisi e l'aumentata pressione
competitiva, ha conseguito nel 2008 risultati che, se pur ridotti rispetto agli
anni precedenti, rimangono positivi. Il Risultato Ante Imposte e il Risultato
Netto si riducono rispettivamente a 43 Euro/milioni e 10 Euro/milioni contro 87
Euro/milioni e 36 Euro/milioni registrati nel 2007. I Ricavi di Gruppo pari a
2.932 Euro/milioni, in incremento del 8% rispetto al 2007, raggiungono il nuovo
record aziendale per effetto del considerevole portafoglio ordini acquisito
negli anni precedenti. A causa delle forti tensioni sul mercato delle materie
prime, registrate nei primi nove mesi dell'anno e solo parzialmente attenuate
nell'ultimo trimestre, nonch dei pesanti effetti negativi della crisi economico-finanziaria e dell'incremento del costo
del lavoro, l'EBITDA risulta in calo rispetto al 2007 (134 Euro/milioni contro
i 194 Euro/milioni del 2007). Sotto il profilo dell'attivit commerciale, sono
stati finalizzati ordini per 2,5 Euro/miliardi, (contro il valore record di 4,2
Euro/miliardi del 2007) in un contesto di mercato segnato dalla crisi finanziaria che ha bloccato
i nuovi ordini a partire da Settembre 2008. Gli Investimenti pari a 111
Euro/milioni, in leggera diminuzione rispetto ai 116 Euro/milioni del 2007,
rappresentano la continuazione dei progetti avviati negli esercizi precedenti,
finalizzati all'ottenimento di efficientamenti produttivi e migliorie
logistiche degli stabilimenti del Gruppo. La realizzazione del Piano
Industriale 2007-2011 prevedeva i maggiori investimenti e la crescita
dell'attivit legata al maggior volume di ordini acquisiti negli esercizi
precedenti consolidando la posizione di mercato. Tale crescita ha determinato
il conseguente aumento di fabbisogno di circolante, che unitamente ai maggiori
investimenti effettuati, dopo anni di posizione finanziaria
positiva, ha determinato nel 2008 un saldo negativo della stessa per 64
Euro/milioni. Il Piano prevedeva inoltre un congruo aumento di capitale nel
2007 per fronteggiare la situazione che si poi verificata. Tale aumento, come
noto, non stato possibile realizzarlo. Alla luce di quanto sopra, il Consiglio
di Amministrazione ha pertanto deliberato di proporre all'Assemblea di attribuire
al CdA stesso la facolt di aumentare a pagamento ed in via scindibile il
capitale sociale per un importo massimo di 300 Euro/milioni, da offrire in
opzione agli azionisti. Infine, per il quinto anno consecutivo il CdA ha
deliberato di proporre all'Assemblea la distribuzione di un dividendo di 10,1
Euro/milioni, pari ad una remunerazione annua del 3% del Capitale sociale.
27/03/2009 - 17:17
( da "KataWebFinanza"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Camfin chiude conti
2008 in rosso, outlook ottimista (Teleborsa) - Roma, 27 mar - L'esercizio 2008
stato fortemente condizionato dalla crisi finanziaria internazionale, con
impatti negativi sui risultati del gruppo Camfin, sia per la contrazione
dell'attivit delle collegate derivante dal rallentamento dell'economia
mondiale, sia per la repentina contrazione dei mercati borsistici, che ha
penalizzato la valorizzazione degli asset quotati detenuti dalla capogruppo e
dalla principale collegata Pirelli & C. L'anno chiude con un
risultato netto consolidato negativo per 167,1 milioni di euro, rispetto al
dato positivo di 1,7 milioni di euro nel 2007. A livello patrimoniale, al 31
dicembre 2008 le immobilizzazioni finanziarie sono pari a 760,1 milioni di
euro, in diminuzione rispetto ai 1.183,4 milioni di euro al 31 dicembre 2007.
In particolare, il valore di bilancio della partecipazione in Pirelli & C.
si riduce da 1.089,7 milioni di euro a 670,6 milioni di euro per effetto della
distribuzione straordinaria di riserve avvenuta nell'aprile 2008 e per le
variazioni di patrimonio netto negative dell'esercizio. Il patrimonio netto di
pertinenza del Gruppo ammonta a 201,1 milioni di euro rispetto ai 515,9 milioni
di euro a fine 2007, con un decremento sostanzialmente riconducibile agli
effetti della valutazione della partecipazione della collegata Pirelli &
C., al risultato della capogruppo e alla distribuzione delle riserve. La
posizione finanziaria netta a fine 2008 passiva per
559,3 milioni di euro rispetto alla posizione passiva per 690,6 milioni a fine
2007: il miglioramento rispetto al dato dello scorso dicembre legato
all'incasso del "dividendo straordinario" della collegata Pirelli
& C., pari a 211,1 milioni di euro per la quota di pertinenza del Gruppo
Camfin. Nell'esercizio in corso il gruppo Camfin, che non ricever dividendi da
parte di Pirelli & C., dovrebbe beneficiare delle misure comunicate da quest'ultima
in occasione del piano triennale 2009-2011 presentato lo scorso febbraio. A ci
si aggiungono gli effetti positivi derivanti dalla prevista cessione della
quota in Energie Investimenti. 27/03/2009 - 16:08
( da "Borsa(La Repubblica.it)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Camfin chiude conti
2008 in rosso, outlook è ottimista (Teleborsa) - Roma, 27 mar - L'esercizio 2008
è stato fortemente condizionato dalla crisi finanziaria internazionale, con
impatti negativi sui risultati del gruppo Camfin, sia per la contrazione
dell'attività delle collegate derivante dal rallentamento dell'economia
mondiale, sia per la repentina contrazione dei mercati borsistici, che ha
penalizzato la valorizzazione degli asset quotati detenuti dalla capogruppo e
dalla principale collegata Pirelli & C. L'anno chiude con un
risultato netto consolidato è negativo per 167,1 milioni di euro, rispetto al
dato positivo di 1,7 milioni di euro nel 2007. A livello patrimoniale, al 31
dicembre 2008 le immobilizzazioni finanziarie sono pari a 760,1 milioni di euro,
in diminuzione rispetto ai 1.183,4 milioni di euro al 31 dicembre 2007. In
particolare, il valore di bilancio della partecipazione in Pirelli & C. si
riduce da 1.089,7 milioni di euro a 670,6 milioni di euro per effetto della
distribuzione straordinaria di riserve avvenuta nell'aprile 2008 e per le
variazioni di patrimonio netto negative dell'esercizio. Il patrimonio netto di
pertinenza del Gruppo ammonta a 201,1 milioni di euro rispetto ai 515,9 milioni
di euro a fine 2007, con un decremento sostanzialmente riconducibile agli
effetti della valutazione della partecipazione della collegata Pirelli &
C., al risultato della capogruppo e alla distribuzione delle riserve. La
posizione finanziaria netta a fine 2008 è passiva per
559,3 milioni di euro rispetto alla posizione passiva per 690,6 milioni a fine
2007: il miglioramento rispetto al dato dello scorso dicembre è legato
all'incasso del "dividendo straordinario" della collegata Pirelli
& C., pari a 211,1 milioni di euro per la quota di pertinenza del Gruppo
Camfin. Nell'esercizio in corso il gruppo Camfin, che non riceverà dividendi da
parte di Pirelli & C., dovrebbe beneficiare delle misure comunicate da
quest'ultima in occasione del piano triennale 2009-2011 presentato lo scorso
febbraio. A ciò si aggiungono gli effetti positivi derivanti dalla prevista
cessione della quota in Energie Investimenti. 27/03/2009 - 16:08
( da "Dagospia.com"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
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articolo --> BORSE GIù (MIBTEL -0.76%) SOLE 24 ORE
RADIOCOR: UN GIORNO DI SCIOPERO - Fantozzi: ALITALIA e partita bene
- MPS: MORELLI, RIMBORSEREMO TRE-BOND SENZA OPERAZIONI SU CAPITALE - NYT E WP
SI TAGLIA - Air FrancE in rosso TERZA VIA PER TELECOM
Mario Draghi 1 -
Milano chiude in calo, realizzi dopo 7 sedute di rialzi... (Apcom) - Piazza
Affari chiude in territorio negativo, su prese di beneficio dopo aver
inanellato sette sedute consecutive in rialzo, miglior listino della settimana
in Europa. Il Mibtel ha ceduto lo 0,76%, l'S&P/Mib lo 0,85%. In rosso anche
Wall Street su realizzi dopo che l'indice S&P 500 si avvia ad archiviare il
maggior rialzo mensile da circa 30 anni. Negativi i dati macro provenienti oggi
da Oltreoceano, con i redditi personali che a febbraio hanno mostrato un calo
dello 0,2%, dovuto ai continui e massicci licenziamenti nel Paese. Tra le blue
chip, vendite sui titoli petroliferi con il greggio sceso a New York di oltre 2
dollari al barile: Saipem maglia nera con un ribasso del 4,1%, Eni ha perso
l'1,7%. Giù anche Unicredit (-2,8%) e Mondadori (-2,3%), penalizzata sempre dai
conti 2008 e dalla decisione di non distribuire dividendi. In spolvero invece
Altantia (+4%) e Fiat (+3,3%), nel giorno dell'assemblea degli azionisti che ha
approvato il bilancio 2008. Forti i volumi, con il 5,2% del capitale scambiato.
L'ad del gruppo, Sergio Marchionne, ha confermato che il Lingotto prevede di
chiudere il 2009 con un risultato della gestione ordinaria oltre un miliardo di
euro. L'intero settore auto europeo beneficia oggi in Borsa del via libera di
Washington a nuovi aiuti per GM e Chrysler. Corrado Passera Mps chiude in
leggero rialzo (+0,3%) dopo la presentazione dei conti 2008 e l'avvio della
procedura per l'accesso a 1,9 miliardi di Tremonti-bond. Sul listino completo,
denaro su Iride (+4,3%) e Enia (+6,6%) dopo il via libera alla fusione. In luce
Camfin (+6,5%), premiata per l'annuncio dell'avvio di iniziative volte a
rafforzare la struttura patrimoniale e finanziaria e i
contatti con le principali banche finanziatrici per il riscadenziamento del
debito. 2 - Europa chiude in rosso. Parigi -1,78%, Londra -0,67%... (Apcom) -
Le Borse europee chiudono in rosso l'ultima seduta della settimana in scia
all'andamento negativo di Wall Street. A Parigi il Cac40 ha perso l'1,78%, a
Francoforte il Dax l'1,31%, a Londra il Ftse100 lo 0,67%, a Milano il Mibtel lo
0,76%, a Madrid l'Ibex35 l'1,84%, ad Amsterdam l'Aex l'1,37%, a Zurigo lo Smi
l'1,9%. 3 - Draghi, coordinare supervisione... (ANSA) - Draghi chiede maggior
coordinamento nella gestione delle informazioni tra le banche centrali e le
autorita' nazionali di supervisione. Il governatore di Bankitalia sostiene che
''e' cruciale che coordiniamo meglio l'analisi e la valutazione delle banche
centrali e delle autorita' di supervisione nelle diverse economie''. A parere
di Draghi, inoltre, e' necessario evidenziare meglio i rischi prima che questi
diventino una minaccia per la stabilita' finanziaria.
4 - BANCHE: PASSERA, NON CI SARA' NUOVO FALLIMENTO COME LEHMAN... (Adnkronos) -
Non ci sara' un nuovo fallimento delle proporzioni di quello della banca
americana Lehman Brothers. E' la convinzione dell'amministratore delegato di
Intesa SanPaolo, Corrado Passera. "C'e' consenso sul fatto che far fallire
Lehman Brothers e' stato un grande errore. Dubito che lo rifaranno",
risponde, a margine della presentazione del progetto cinematografico 'Per
fiducia' con i registi Olmi, Sorrentino e Salvatores, a chi chiede un commento
alle parole del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che ieri ha escluso
che ci possa essere un nuovo clamoroso default. Marchionne 5 - ECONOMICA:
PASSERA, E' PIU' LUNGA DI ALTRE... (Adnkronos) - 'Questa crisi
ha una durata piu' lunga delle altre, e dobbiamo sentirci tutti piu'
responsabili nell'affrontarla nel renderla piu' breve possibile". Lo ha
affermato Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa San Paolo,
aggiungendo che 'certamente i dati di oggi non sono buoni pero' erano
largamente attesi'. Passera, ha quindi precisato che l'appello rivolto ai
politici della necessita' di nuove regole era rivolto al sistema mondiale e non
specificatamente all'Italia. Passera inoltre ha spiegato che 'l'Italia e' uno
dei pochi paesi al mondo dove il pubblico non e' dovuto intervenire per vie di
emergenza e questo e' una fonte di soddisfazione" 6 - MPS: MORELLI, SOGLIA
MASSIMA TEORICA PER TREMONTI-BOND 2,6 MLD... (Adnkronos) - Il Monte dei Paschi
di Siena avrebbe potuto fare richiesta di emissione di Tremonti-bond fino a
"2,6 miliardi di euro". Lo ha precisato, durante la presentazione dei
conti 2008 a Milano, il direttore finanziario Marco Morelli. La Commissione
europea ha stabilito soglie massime per l'emissione di questo tipo di
strumenti, destinati ad essere sottoscritti dalle autorita' pubbliche. 7 - MPS:
MORELLI, RIMBORSEREMO TREMONTI BOND SENZA OPERAZIONI SU CAPITALE... (Adnkronos)
- Il Monte dei Paschi di Siena emettera' Tremonti bond 'con un'ottica di
rimborso entro la data di scadenza, quindi prevediamo di rimborsarli senza
ricorrere ad alcuna operazione sul capitale'. A dirlo, presentando a Milano i
risultati 2008 e' il direttore finanziario del gruppo senese Marco Morelli. 8 -
MPS: NEL 2011 PERSONALE IN CALO DI 2MILA UNITA', 800 IN PIU' DI PIANO...
(Adnkronos) - Il gruppo Mps, "in funzione delle dinamiche dei flussi
programmate per il 2009, prevede, al 2011, una diminuzione del personale, prima
della cessione di attivita', di circa 2.000 unita' (ben superiore all'obiettivo
di piano di 1.200) con ulteriori economie strutturali rispetto alle previsioni
di piano al 2011". Lo comunica il gruppo Mps. FRANCESCO MERLONI 9 - AUTO:
MARCHIONNE, NECESSARIA SERIA RISTRUTTURAZIONE SE INDUSTRIA VUOLE RESTARE
REDDITIVI... (Adnkronos) - L'industria dell'auto mondiale "necessita di
una seria di una seria ristrutturazione se vogliamo portarla ad un livello di
sostenibilita' economica". Lo ha detto l'ad della Fiat, Sergio Marchionne,
nella sua relazione all'assemblea dei soci in corso al Lingotto. "La crisi -ha detto- ha forzato le criticita', spingendo il
limite oltre la soglia del gestibile", tanto che "in alcuni casi sono
state prese decisioni drastiche, solo in Usa e Canada negli ultimi dodici mesi
sono state chiuse 24 fabbriche mentre in altri, la gravita' della situazione ha
chiamato a raccolta tutti gli stackeholder, aziende, banche, governo, sindacati
e stiamo vedendo interventi strutturali in Francia come negli Stati Uniti
mirati a ricreare una base sana su cui ricostruire il settore dell'auto
nazionale". 10 - Fiat: azionisti approvano bilancio... (ANSA) - Gli
azionisti della Fiat hanno approvato il bilancio 2008, chiuso con una gestione
ordinaria di 3,4 mld di euro (+4% rispetto al 2007). E' il migliore risultato
di sempre, che si accompagna pero' ad un significativo calo dell'utile netto,
che si e' fermato a 1,7 mld (-16,2%). I ricavi hanno raggiunto i 59,4 mld
(+1,5%) grazie ai primi nove mesi (+8,4%) che hanno compensato il calo
registrato nel quarto trimestre (-17,2%). Confermato per i prossimi tre anni il
Cda. 11 - FIAT: MARCHIONNE, NEL 2009 RISULTATO GESTIONE ORDINARIA OLTRE 1
MLD... (Adnkronos) - Fiat conferma per il 2009 un risultato della gestione
ordinaria di oltre 1 miliardo. Lo ha detto l'ad del Lingotto Sergio Marchionne
nella relazione agli azionisti. Claudio Scajola 12 - FIAT: MARCHIONNE, ENTRO
FINE ANNO AVREMO FONTI DI FINANZIAMENTO ADEGUATE... (Adnkronos) - 'Considerato
che abbiamo aperto una linea di credito da un miliardo e che c'e' da parte
della Bei l'assistenza ai finanziamenti, le fonti di finanziamento di questo
gruppo si stanno allineando nella maniera giusta. Spero che entro l'anno avremo
stabilito fonti di finanziamento che ci permettano di andare avanti nei
prossimi anni senza difficolta'. Lo ha detto l'ad della Fiat, Sergio
Marchionne, rispondendo alla domanda di un azionista nel corso dell'assemblea
in corso al Lingotto. Marchionne ha quindi ribadito che non ci sara' un aumento
di capitale. 13 - FIAT: MARCHIONNE, PER ORA ASSETTO PRODUTTIVO SITI NON E' IN
DISCUSSIONE... (Adnkronos) - 'Fiat si e' impegnata a difendere tutti gli stabilimenti
e le produzioni e malgrado la crisi, per ora non
abbiamo messo in discusione l'assetto produttivo delle fabbriche'. Lo ha detto
l'ad della Fiat, Sergio Marchionne, rispondendo ad un azionista nel corso
dell'assemblea. 'Continuiamo a lavorare - ha aggiunto - per rivedere tutta la
griglia dei prodotti che Fiat prevede di produrre nei prossimi anni dato che le
esigenze di mercato stanno cambiando'. 14 - RCS: FRANCESCO MERLONI ARROTONDA AL
2% QUOTA PATTO RCS... (Adnkronos) - La Merloni Invest di Francesco Merloni ha
arrotondato la propria partecipazione apportata al patto di sindacato della Rcs
Mediagroup al 2%, dal precedente 1,9%. Lo riporta un avviso a pagamento
pubblicato oggi sui quotidiani. Lunedi' prossimo e' in agenda la riunione del
patto che dovrebbe decidere la lista dei consiglieri da sottoporre
all'assemblea di fine aprile, oltre alla direzione del Corriere della sera.
Paolo Romani 15 - ENEL: BEI, 1 MLD A CDP PER GLI INVESTIMENTI 2009-11 NELLA
RETE... (Adnkronos) - Bei mette a disposizione di Cdp 1 mld per il
finanziamento degli investimenti 2009-2011 di Enel distribuzione. La Banca
europea per gli investimenti e la Cassa Depositi e Prestiti hanno firmato oggi
a Roma un contratto per il finanziamento del piano triennale di sviluppo della
rete di distribuzione di Enel. Il finanziamento, che avra' una durata di 20
anni, e' in linea con le priorita' della Bei nel settore energetico per tre
diversi aspetti: gli investimenti del piano puntano a migliorare il grado di
efficienza complessivo della rete; includono connessioni con siti di energia di
fonti rinnovabili, specialmente con impianti eolici di nuovi operatori del
mercato; per un terzo le risorse saranno destinate a sviluppare la rete nelle
regioni del Sud Italia, aree che appartengono al cosiddetto "Obiettivo
convergenza" in ambito comunitario. 16 - Alitalia: Fantozzi, e' partita
bene... (ANSA) - La nuova Alitalia ''e' partita bene, sta lavorando bene e lo
dimostrano i fatti, come l'occupazione degli aerei'', dice Fantozzi. Il commissario
straordinario dell'ex Alitalia sottolinea che l'operazione sulla compagnia di
bandiera e' stata ''importante per il Paese'' e ha centrato l'obiettivo della
legge: ''non interrompere il servizio pubblico, non lasciare gli aerei a
terra''. Ha poi chiesto delle ''soluzioni di interesse sociale'' per Ams spa di
Roma e Atitech spa di Napoli. 17 - ALITALIA: PUBBLICATO BANDO PER VENDITA
AMS... (Adnkronos)- Al via la vendita di Alitalia Maintenance Systems. E' stato
pubblicato oggi, su un quotidiano italiano e un quotidiano internazionale, il
bando per la procedura di cessione della partecipazione azionaria del 60%
detenuta da Alitalia Servizi in amministrazione straordinaria. A renderlo noto
e' il commissario straordinario Augusto Fantozzi. Le manifestazioni di interesse
all'acquisto della partecipazione azionaria dovranno pervenire entro le ore
12.00 del 30 aprile prossimo. 18 - USA: NYTIMES E W.POST ANNUNCIANO TAGLI
PERSONALE... (Adnkronos/Dpa) - Ancora nuovi segnali allarmanti della crisi dell'editoria americana: i due principali e piu'
prestigiosi quotidiani, il New York Times ed il Washington Post, hanno
annunciato tagli del personale. Il quotidiano newyorkese, che per fronteggiare
le difficolta' ha gia' messo in vendita parte del grattacielo di Renzo Piano,
nuova sede dello storico giornale, ha deciso 100 licenziamenti e la riduzione
del 5 per cento dei dipendenti non tutelati dal contratto sindacale per tutto
l'anno, di fronte alla drastica riduzione delle vendite per
la concorrenza di Internet ed alla crisi finanziaria. "E' stata una decisione difficile da prendere, ma la
situazione in cui siamo e' la piu' difficile che ci siamo trovati ad
affrontare" hanno dichiarato il presidente del New York Times, Arthur
Sulzeberg ed l'amministratore delegato Janet Robinson. I tagli del
personale interessano il settore amministrativo, ma gli editori hanno avvisato
che saranno costretti a dei tagli anche tra i giornalisti se il loro sindacato
non accettera' delle riduzioni del salario simili a quelle gia' varate. Il
Washington Post non ha specificato il numero di posti di lavoro che intende
tagliare, ma ha annunciato che offrira' degli "scivoli" per i
dipendenti che hanno superato i 50 anni ed i cinque anni di anzianita' nel
giornale. I tagli interesseranno la redazione, i dipartimenti di produzione e
distrubuzione ed un piccolo numero di posti anche nelle sezioni pubblicitari e
tecnologiche. E' la quarta volta dal 2003 che il quotidiano della capitale
offre una buona uscita a gruppi di dipendenti piu' anziani. 19 - LA REDAZIONEDE
"IL SOLE 24 ORE RADIOCOR" PROCLAMA UN GIORNO DI SCIOPERO... La
redazione "Il Sole 24 Ore Radiocor" è stata informata dall'azienda
solo nella giornata di ieri della decisione di chiudere da mercoledì 1° aprile
la testata free press 24minuti, prodotta dalla redazione Radiocor. La decisione
del gruppo non è stata motivata in modo esaustivo, né è stata preceduta da un
confronto con il comitato di redazione. Pur apprezzando le garanzie fornite
dall'azienda circa la salvaguardia dei posti di lavoro legati alla testata, la
redazione stigmatizza la decisione dei vertici,anche alla luce della recente
decisione del consiglio d'amministrazione del Sole 24 Ore di proporre
all'assemblea la distribuzione di un dividendo di 10,13 milioni su un utile
netto di 16,1, pur prevedendo un piano di contenimento dei costi. L'assemblea
ha quindi deliberato di restare riunita fino alla chiusura del servizio di
agenzia e ha proclamato un giorno di sciopero per la giornata di venerdì 27
marzo. Il Comitato di redazione del Sole 24 Ore Radiocor 20 - Air France-Klm
finisce in rosso per la prima volta... Giampiero Martinotti per "la
Repubblica" - Air France-Klm sarà in rosso per la prima volta dalla sua
creazione, sei anni fa. La compagnia franco-olandese subisce in pieno la crisi del trasporto aereo e non approfitta del ribasso del
greggio, essendosi «coperta» in passato a prezzi più alti degli attuali.
Secondo il suo amministratore delegato, Pierre-Henri Gourgeon, l´esercizio
2008-2009, che si chiude martedì, registrerà un risultato operativo negativo
per 200 milioni di euro. L´utile netto, positivo o negativo, dipenderà dalle
decisioni in materia di copertura sui mercati dei cambi e su quelli del
petrolio. Il futuro si annuncia difficile: «L´esercizio 2009-10 si apre in un
contesto di crisi senza precedenti con un assenza di
visibilità sull´evoluzione della congiuntura economica». Il fatturato potrebbe
diminuire del 6%, ma la discesa del greggio e la riduzione dei costi dovrebbero
consentire di assorbire, in parte, questo ribasso. 21 - la germania e il
debito... Andrea Tarquini per "la Repubblica" - La crisi
economica, l´aumento della disoccupazione e quindi delle spese del welfare, e
infine ma non ultimo i pacchetti d´aiuto pubblici varati dal governo
contribuiscono in una sinergia maligna a peggiorare lo stato dei conti pubblici
tedeschi. Cattive notizie insomma anche per il Patto di stabilità. Quest´anno
lo Stato federale avrà bisogno di prestiti e di emissioni per oltre 346
miliardi. La cifra è persino superiore, per l´esattezza di 23 miliardi,
rispetto alle prognosi pessimiste annunciate di recente dal ministro delle
Finanze, Peer Steinbrueck, Spd. L´indebitamento oltre la cifra prevista sarà
contratto dai pubblici poteri a partire dal terzo trimestre dell´anno in corso,
cioè subito dopo le elezioni politiche federali previste per il 27 settembre.
22 - RETE TELECOM, SCAJOLA E ROMANI IN CERCA DI UNA "TERZA VIA"... Da
"Il Messaggero" - Sono passate due settimane e il piano Caio sulla
banda superlarga è ancora avvolto nel mistero. Si sa, per ora, che il
consulente nominato dal governo ha proposto tre soluzioni diverse, ognuna per
raggiungere un diverso obiettivo. Il più ambizioso è quello di dotare l'Italia
di una rete in fibra con una copertura del 50% delle case in 100 città. Per
fare questo Caio ha suggerito lo strumento di una società della rete: e siccome
non avrebbe alcun senso lasciare fuori da questa la vecchia infrastruttura in
rame, va da sé che anche questa dovrebbe essere conferita. Sul modello Terna,
per intendersi. Si sa, perché lo ha detto con molta chiarezza l'amministratore
delegato Franco Bernabè, che Telecom non accetterebbe alcuna imposizione sulla
rete che considera, più che legittimamente, un asset fondamentale di sua
proprietà. E men che mai l'ipotesi di uno scorporo. Le altre due ipotesi
suggerite da Caio, ridimensionano la copertura al 25% oppure indicano società
locali. Di tutto questo hanno parlato ieri il ministro Scajola, il
sottosegretario Romani e lo stesso Caio. «Nell'incontro - ha fatto sapere
successivamente il ministero - sono state esaminate sia le proposte per portare
la banda larga ai 7,5 milioni di italiani che ne sono ancora privi utilizzando
fondi statali, regionali e privati, sia le ipotesi strategiche per il
potenziamento della rete nazionale attraverso lo sviluppo della fibra ottica».
E si è cercato, sostiene qualcuno, di trovare qualche aggiustamento al Piano
Caio che risulti meno indigesto a Telecom. Ma il lavoro non è finito e c'è chi
dice serviranno ancora una o due settimane. (B.C.) [27-03-2009]
( da "Quotidiano.it, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Spacca: "Bugaro
è in frenesia da campagna elettorale" Ancona | Il Presidente della Regione
Gian Mario Spacca risponde alle critiche di Bugaro in merito alle politiche
regionali messe in campo e dichiara: "stiamo mantenendo tutti gli impegni
assunti con gli elettori" Gian Mario Spacca Si pubbliga integralmente l'intervento
del Presidente Spacca rivolto al consigliere Bugaro: ""Bugaro è in
frenesia da campagna elettorale e non ha più il tempo di leggere i
"report" della Regione. Il Governo regionale mantiene tutti gli
impegni dichiarati ed i fatti stanno li a dimostrarlo. Mentre il Fondo di
garanzia nazionale annunciato dal Ministro Scajola non è ancora partito,
nonostante il parere favorevole della Conferenza delle Regioni di due mesi fa,
il nostro Fondo di garanzia è già operativo: in tutte le Marche sono state istruite
e caricate ben 309 operazioni con finanziamenti a favore delle piccole imprese
assistiti dalla garanzia di secondo grado di 13,4 milioni di euro. Il
moltiplicatore degli investimenti del Fondo regionale è nel rapporto previsto
di 1 a 20, con la conferma della potenzialità dei 200 milioni di nuovi
finanziamenti attivabili. Bugaro, che è anche consigliere del Ministro Scajola
tanto da apparire alle sue spalle a Porta a Porta, invece di raccontare cose
non vere, dovrebbe utilizzare il suo tempo per aiutare a chiudere l'accordo di
programma per il distretto della meccanica richiesto dalle Regioni Marche ed
Umbria e che da 4 mesi è sul tavolo del Ministro allo Sviluppo economico. E se
poi ha davvero a cuore le imprese della nostra regione prema sul suo Ministro
per rendere operativo il Fondo di garanzia nazionale dato che il Fondo
regionale ha previsto la possibilità di integrarsi con esso per moltiplicare
gli effetti a vantaggio delle aziende. Quanto alle diverse delegazioni
provenienti da vari Paesi (Inghilterra, Austria e Cina) che sono salite a
Palazzo Raffaello per acquisire informazioni sull'Aeroporto di Falconara e che hanno deciso di non manifestare il proprio
interesse all'aumento del capitale sociale, Bugaro potrà trovare una
spiegazione rivolgendosi loro direttamente, ma forse una ragione può anche
essere offerta dalla crisi finanziaria internazionale che in modo prioritario colpisce i business
aeroportuali e induce a utilizzare le risorse nell'economia domestica".
27/03/2009
( da "Reuters Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
MILANO (Reuters) -
Oltre 200 giornalisti ed esperti di tutto il mondo si riuniranno a Perugia
dall'1 al 5 aprile per la terza edizione del Festival Internazionale del
Giornalismo, con 100 eventi tra seminari, lectio, dibattiti, interviste, mostre
e serate teatrali dedicati al mondo dell'informazione. Lo riporta in un
comunicato l'agenzia di comunicazione "Il Filo d'Arianna", che
organizza l'evento con il sostegno di Regione Umbria, Commissione europea e
Ordine dei Giornalisti. Seymour Hersh, noto giornalista investigativo che
scrive per il settimanale americano The New Yorker, e Sergio Romano,
editorialista del Corriere della Sera, sono solo un esempio dei partecipanti ai
numerosi appuntamenti, che si terranno nei teatri e nei palazzi storici del
centro medievale di Perugia. All'edizione del 2009 parteciperà inoltre per la
prima volta una 'community' nata attraverso i social network come Twitter e
Facebook, che conta circa 200 studenti e appassionati di giornalismo tra i 15 e
i 26 anni provenienti da tutto il mondo. Alcuni dei temi trattati dagli oltre
40 incontri-dibattiti in programma, saranno il problematico rapporto tra verità
e realtà nell'informazione, il ruolo dei media nella crisi finanziaria internazionale, il
post giornalismo e i nuovi linguaggi della comunicazione, e la libertà dei
giornalisti in rapporto alla pubblicità. Saranno poi dedicati ampi spazi
all'informazione in prima linea contro le mafie, ai new media e alle nuove
frontiere dell'informazione, e al "giornalismo degli altri",
su diritti umani e libertà di stampa. Nell'ambito del festival è prevista anche
una open session di una delle più importanti scuole di giornalismo europee,
spiega il comunicato, e quest'anno sarà la volta della City University di
Londra, che presenterà il suo del Master in Giornalismo Internazionale,
frequentato ogni anno da circa 70 studenti provenienti da tutto il mondo. Il
festival, che prevede anche altre iniziative, tra cui una reading musicale
dedicata ad Oriana Fallaci e alcune mostre fotografiche , ha registrato 30.000
presenze all'edizione dell'anno scorso.
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
WALL STREET INCONTRA
WASHINGTON di WSI Il presidente Obama a colloquio con i top manager
dell'industria finanziaria statunitense. Tra i
presenti, Dimon (JPM), Pandit (C) e Lewis (BAC). "Il nostro futuro e
legato a quello delle banche e il loro futuro a quello della salute del Paese".
-->Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto un incontro a
Washington con i leader delle principali banche del Paese per discutere con
questi sugli ultimi sviluppi economici e sullo stato del sistema finanziario. Stando
a quanto diffuso dalla Casa Bianca, a partecipare al meeting sono 15
amministratori delegati di altrettanti istituti finanziari, tra cui Jamie Dimon
di JPMorgan Chase & Co., Vikram Pandit di Citigroup Inc., Ken Lewis di Bank
of America Corp., John Stumpf di Wells Fargo & Co., John Koskinen (Freddie
Mac) e Kenneth Chenault (American Express). Presente anche il Segretario al
Tesoro Timothy Geithner. Lincontro segue un periodo contraddistinto
da accuse e rabbia del popolo americano nei confronti di Wall Street, sulla scia dei bonus
pagati dal colosso assicurativo American International Group ai propri manager
dopo aver ricevuto $170 miliardi attraverso quattro distinti interventi del
governo nei mesi scorsi per evitare la bancarotta. In settimana lamministrazione Usa ha svelato un nuovo
programma in supporto degli istituti bancari che prevede lo snellimento dei
relativi bilanci dai cosidetti "asset tossici", quei titoli, alla
base della crisi scoppiata lo scorso anno, che stanno
impedendo alle stesse banche di concedere prestiti. Lamministrazione
ha anche proposto di imporre nuove regolamentazioni sullintero comparto
finanziario, piu severe rispetto a quelle attuali, mirate a contenere i
rischi nelleventualita di un futuro crollo dellindustria, come avvenuto di recente contribuendo
ad unintensificazione della recessione. I funzionari della Casa
Bianca hanno fatto sapere che lintenzione di Obama e quella di
consultare direttamente coloro i quai saranno influenzati dalle sue decisioni.
"Il nostro futuro
e legato in maniera inscindibile a quello degli istituti
finanziari e i loro futuro a quello della salute delleconomia del
Paese", ha detto Valerie Jarrett, consulente di Obama. Il capo ufficio
stampa Robert Gibbs ha detto che Obama spera di ricevere dai numeri uno delle banche
aggiornamenti sullandamento delle attivita immobiliari
e sui prestiti commerciali. Probabilmente, al centro delle discussioni, anche
"quanto venuto alla luce nelle notizie" delle ultime settimane, tra
cui i compensi ai manager,
i bonus e "la nozione secondo la quale sara necessario la
cultura di Wall Street", ha aggiunto Gibbs. "Non usciremo da questa crisi
finanziaria e non stabilizzeremo il nostro sistema finanziario senza
banche in salute". Lamministrazione ha proposto anche di aumentari i controlli sul
sistema finanziario, dando ai governi il potere di assumere il controllo delle
grandi societa finanziarie non bancarie, tra cui le
compagnie di assicurazione, come AIG, e i fondi hedge funds a rischio
bancarotta.
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Ungheria/ Autority
multa fondo d'investimento di Soros di Apcom Il finanziere: Desolato, ma non lo
gestisco più io -->Budapest, 27 mar. (Apcom-Nuova Europa) - Un fondo
d'investimento che fa riferimento al finanziare d'origine ungherese George
Soros è stato oggetto d'un provvedimento dell'Autorità di regolazione dei
mercati finanziari magiari Pszaf per 1,6 milioni di euro. Pszaf ha deciso di
multare la Soros Fund Management a causa delle transazioni effettuate il 9
ottobre sulla principale banca ungherese, Otp, che ha subito una "perdita
significativa di valore" dei titoli, che scesero da 4mila e 2.500 fiorini
per azione nel giro di pochi giorni. L'operazione speculativa ha avuto un
impatto sull'istituto di credito, come anche su altre banche magiare, mentre a livello globale si sentivano i colpi del crisi finanziaria. Secondo il comunicato
della Pszaf, la multa è stata comminata "per la violazione delle regole
concernenti l'interdizione della manipolazione dei mercati finanziari". Il
fondo Soros ha un mese per pagare. "La base della nostra inchiesta sono
state le transazioni d'offerta di vendita delle azioni Otp del 9 ottobre 2008,
ore 16.27 (tre minuti prima della chiusura della Borsa di Budapest). La
tempistica, la quantità e gli effetti delle transazioni sul mercato mostrano
senza alcun dubbio una manipolazione vietata del mercato", ha spiegato la
Pszaf. Soros, dal canto suo, ha garantito all'agenzia di stampa Mti che il suo
fondo "coopera con le autorità ungherese e nello stesso tempo ha iniziato
un'inchiesta interna". Il miliardario ha inoltre sottolineato di non
controllare più le operazioni del fondo. "Mi sono ritirato dall'anno
scorso e non dirigo più le transazioni, se non quelle del mio conto
personale", ha affermato. Il finanziere, che da tempo s'è anche ritagliato
un ruolo da mecenate, ha comunque chiarito di "considerare importantissima
la necessità di aumentare la protezione dei sistemi bancari nei mercati
emergenti". Personalmnete, ha detto ancora, non ha mai condotto
transazioni a svantaggio delle azioni Otp e che è "sinceramento desolato
che il Soros Fund Management abbia fatto una transazione di quel tipo"
(Fonte Afp)
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Pdl/ Berlusconi:
Crisi non ci spaventa, noi uomini forti e liberi di Apcom Realizzeremo il
nostro progetto di una società libera da ansie -->Roma, 27 mar. (Apcom) -
"La crisi non ci spaventa. Come ci insegna la
storia, è proprio nei momenti più difficili che i 'forti e i liberi' affermano
i propri valori e quindi le proprie ragioni". Lo scrive il presidente del
Consiglio, Silvio Berlusconi, in un intervento pubblicato sul libretto 'In
cammino verso il popolo della libertà' distribuito alla Fiera di Roma. "Sono certo - afferma il premier - che, anche e soprattutto
in un momento di crisi finanziaria mondiale, sapremo realizzare il nostro progetto di una società
finalmente libera dalle paure e dalle ansie che rendono fragile la crescita
della vera democrazia".
( da "Rai News 24"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
New York | 27 marzo
2009 Appello dell'Onu sul clima alla vigilia dell'Earth Hour Ban Ki Moon Un
milione di cittadini al buio per un'ora per sensibilizzare i Grandi del mondo
sulle drammatiche conseguenze del surriscaldamento del pianeta. Alla vigilia
della 'Earth Hour', il segretario generale Onu, Ban Ki-Moon, ha diffuso un
messaggio per l'"importante" occasione. "E' un modo che i
cittadini del mondo hanno di inviare un messaggio chiaro", ha osservato,
"vogliono che si intervenga sul cambiamento climatico. Sara' la piu'
grande dimostrazione pubblica mai tentata prima sul cambiamento climatico. Le
persone chiederanno ai loro rappresentanti di stipulare un patto a Copenhagen.
Un patto che proteggera' persone e Stati dal cambiamento climatico". E
ancora: "C'e' bisogno di un accordo ambizioso, giusto ed effettivo. Un
accordo basato su solide fondamenta scientifiche". E ha ammonito: "Ci
siamo avviati lungo una china pericolosa. Il nostro pianeta e' surriscaldato.
Vanno cambiate le abitudini. Abbiamo bisogno di una crescita ecologica da cui
tutta la comunita' tragga beneficio. Ci occorre energia sostenibile per
rispettare maggiormente il clima: questa e' la strada del futuro e dobbiamo
percorrerla insieme". In tutto il mondo saranno oscurati numerosi luoghi simbolici.
A New York spegneremo le luci del quartiere generale delle Nazioni Unite e
molte agenzie Onu parteciperanno all'iniziativa. "Chiedo a tutti voi di
fare lo stesso", ha insistito il segretario generale, "vi prego di
mandare un messaggio forte: insieme possiamo trovare una soluzione al problema
piu' serio tra i cambiamenti globali". Perche', ha
aggiunto, "il cambiamento climatico e la crisi
finanziaria richiedono un'azione coraggiosa. Adesso.
La buona notizia e' che possiamo affrontare entrambe le crisi insieme". E ha continuato:
"La nostra dipendenza dai combustibili fossili sta surriscaldando il
pianeta: occorre passare a un'energia pulita. Queste azioni possono
anche dare un impulso alla ripresa economica: possono concorrere alla creazione
di posti di lavoro e rappresentare un trampolino di lancio per un'economia
ecologicamente sostenibile. Si tratta di grandi sfide. Ma grandi sono anche le
opportunita'. L'occasione e' unica: possiamo proteggere il nostro pianeta e
aiutare a invertire la tendenza di recessione economica". A dicembre i
governi s'incontreranno a Copenhagen per negoziare un nuovo accordo sul clima.
"Abbiamo bisogno che sia sigillato un patto che porti il mondo verso una
diversa direzione", ha concluso Ban, "i Paesi industrializzati devono
impegnarsi a ridurre drasticamente le emissioni di carbonio. Anche quelli in
via di sviluppo devono dare il loro contributo. Dobbiamo decidere di
condividere tecnologie volte alla promozione di un'energia sicura e pulita. E
occorre aiutare gli indigenti e i bisognosi ad adattarsi ai cambiamenti
climatici".
( da "AprileOnline.info"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il ritorno dell'Onda
Matilde Giovenale, 27 marzo 2009, 20:42 Iniziative Domani, in occasione dello
sciopero dei sindacati di base, torna in piazza il movimento degli studenti. E
lo fa a Roma, la stessa città dove il 18 marzo il dissenso degli universitari de
La Sapienza è stato soffocato con la repressione Il ritorno dell'onda. La marea
studentesca d'autunno, come fiume carsico, risale a galla nell'iniziale
primavera. Non è in verità mai morta, continuando ad organizzarsi in questi
mesi in vista della risalita in superficie. Domani sarà a Roma, in
contemporanea con lo sciopero del sindacalismo di base e per spiegare le sue
intenzioni ha preso carta e penna, scrivendo «alla città di Roma, ai suoi
cittadini e alle sue istituzioni, ai movimenti sociali, ai sindacati, alle
forze politiche». Vuole informarli di cosa intende fare: «Sabato 28 marzo -
scrivono - le studentesse e gli studenti, le precarie e i precari dell'Onda si
incontreranno in piazzale Aldo Moro, si uniranno ai collettivi degli studenti
medi e da lì si sposteranno in corteo e raggiungeranno il concentramento di
piazza Esedra per partecipare alla manifestazione contro il G14 sugli
ammortizzatori sociali, il welfare e il lavoro che si svolgerà, dal 29 al 31 di
marzo, presso la Farnesina». Una manifestazione come le altre. No, forse
diversa. Soprattutto a causa di quanto accaduto lo scorso 18 marzo, quando gli
universitari de La sapienza hanno provato a raggiungere in corteo la
manifestazione della Cgil a piazza Santi Apostoli e sono stati caricati, costretti
a restare rinchiusi nella cittadella-fortezza universitaria. A Roma, infatti, è
in vigore un nuovo protocollo sulle iniziative cittadine, che regola
rigidamente i percorsi che si possono fare, previa autorizzazione, e quelli che
sono vietati, sempre. Per questo gli studenti avvisano la città e chiedono
solidarietà. Soprattutto dopo le parole del ministro della P.a. Brunetta che li
ha definiti guerriglieri e che meritano di esser trattati come tali. Ci si
riprova. Si riparte da piazzale Aldo Moro, «in primo luogo per ribadire un
diritto fondamentale: il diritto al dissenso» e in secondo luogo per
rivendicare «quel diritto, ormai quasi "consuetudinario", di poterlo
fare a partire dalla città universitaria». «Con l'Onda di ottobre e di novembre
- spiegano gli studenti - questa consuetudine si è enormemente estesa, per
numero e qualità. Corteo locale o nazionale per le studentesse e gli studenti
dell'Onda significava e significa partire da piazzale Aldo Moro, percorrere la
città, bloccare il traffico e far sentire la propria voce, dopo averla usata
con passione e con coraggio nelle facoltà, nei corridoi, nelle classi
universitarie. Normale - aggiungono - per chi vive le proprie giornate
nell'università vederla e viverla come il luogo proprio della protesta,
dell'impegno critico, della passione politica. Sono decenni che l'università è
punto di partenza delle manifestazioni studentesche sulla formazione, sui nuovi
diritti, contro la guerra e contro il razzismo, non saranno di certo le
manganellate della scorsa settimana, né tanto meno il protocollo a cancellare
questa abitudine virtuosa». E proprio riguardo al protocollo, gli studenti ci
tengono ad aggiungere qualcosa. «Come in molti hanno ripetuto in questi giorni
(Cgil compresa) - spiegano - il protocollo non ha valore normativo e
universale, vincola i firmatari e non chi il protocollo non l'ha firmato. Le
regole, quando valgono per tutti, debbono essere decise da tutti e questo non è
certo il caso del protocollo. Inutile segnalare - aggiungono - che non siamo
tenuti a rispettare una cosa che non ci riguarda, né tanto meno ad abbassare la
testa nei confronti di chi del protocollo intende fare un uso muscolare e
liberticida». A scendere in piazza, dunque, sono coloro che hanno dato corpo
allo slogan del "Noi la crisi non la paghiamo", tanto che domani il
corteo ha al centro della protesta proprio i temi economico-sociali. Perchè i mercati finanziari crollano e i posti di lavoro sfumano, ma per i templi dello
studio, che dovrebbero essere sacri, la situazione non è affatto diversa. Con
Tremonti, Gelmini e Brunetta in gara a chi interviente più pesantemente. Gli
studenti la chiamano una «catastrofe dell'università, della ricerca,
della formazione, del mondo del lavoro e delle garanzie sociali in genere».
Noi, dicono i giovani universitari «non abbiamo intenzione di perdere e di
tornare a casa, nella nostra solitudine. Noi saremo ancora tanti e a fianco a
noi ci saranno anche precari, lavoratori, migranti, senza casa, tutti coloro
che non hanno prodotto la crisi e non intendono pagarla. Per questo ultimo
motivo, oltre che per i precedenti - concludono - la scelta di piazzale Aldo
Moro ci sembra la migliore».
( da "Napoli.com" del
27-03-2009)
Argomenti: Crisi
27/3/2009 Napoli
invitata a Betlemme per la visita del Papa Amman si candida per il Forum del
2016 È iniziata a Città della Scienza la due giorni dedicata al workshop La
Città inclusiva,
primo incontro tra Sindaci di tutto il mondo e tappa di avvicinamento al Forum
Universale delle Culture di Napoli 2013. Due le notizie più significative
emerse dallincontro di oggi. La capitale giordana, Amman, ha chiesto
lappoggio della città
di Napoli per la candidatura delledizione del Forum
Universale delle Culture 2016: lo ha reso noto il Presidente della Consulta del
Forum di Napoli, Nicola Oddati, che ha assicurato al Sindaco di Amman, Omar
Maani, che inoltrerà alla Fondazione di Barcellona la richiesta avanzata stamani. Il Sindaco di
Betlemme, Victor Batarseh, in un incontro con il Sindaco di Napoli, Rosa
Iervolino Russo, e con Nicola Oddati, ha ufficializzato linvito
alla città di Napoli ad essere presente alla visita pastorale di Benedetto XVI in programma il
prossimo maggio. Il workshop iniziato stamani è solo il primo
Forum dei rappresentanti degli enti locali ha sottolineato Nicola Oddati
-. Il percorso del Forum 2013 prevede incontri annuali con rappresentati degli
enti locali dedicati
ai temi delle aree urbane. Oddati ha rimarcato la similitudine tra
le problematiche esistenti nelle diverse città e le differenze delle criticità
che vivono gli Stati centrali. Quindi, limportanza del confronto tra
realtà urbane per trarne esperienze e giungere a soluzioni efficaci. Il Forum, infatti, offre unoccasione
importante, prima mancante, per il dialogo. Ogni amministrazione ha il
compito di affrontare piani di sostenibilità sociale ha dichiarato
Alfonsina De Felice, Assessore per le Politiche sociali della Regione Campania
per permettere ai cittadini di conciliare i tempi di lavoro con quelli di
formazione, di vita sociale e familiare. Nel suo intervento, il
Presidente del Consiglio comunale di Napoli, Leonardo Impegno, ha ricordato che la
città è il luogo dove si manifesta maggiormente lesclusione sociale, ma è
anche il luogo dove si è riusciti a dare risposte decisive su varie
problematiche negli ultimi anni. La sfida delle grandi metropoli deve essere
quella di passare da assistenza
sociale a costruzione di opportunità: unico modo per creare la vera inclusione.
Il Sindaco, Rosa Iervolino Russo, ha ricordato che il Forum Universale delle
Culture non è solo un evento legato al 2013, ma un percorso
collettivo, che porterà la città di Napoli a crescere insieme ad altre realtà urbane. La
città inclusiva ha commentato il Sindaco - è il luogo per eccellenza
dove garantire la parità sostanziale e concreta dei diritti, superando una
concezione di identità nazionale e cittadina chiusa e andando sempre più verso un modello di
identità aperta. Il cambiamento deve partire dai giovani:
significativo che il primo grande appuntamento del Forum sia stato
lAccampamento della Pace. Il Sindaco ha poi ricevuto alcuni doni da parte
del Sindaco di
Betlemme, con il quale si è intrattenuto in un cordiale colloquio a margine dei
lavori. La prima giornata dedicata al Forum dei Sindaci è proseguita con la
prima delle tre sessioni che costituiscono il workshop incentrata sul tema Città,
nuove e vecchie
povertà. La prima considerazione sul concetto di povertà è quella del
Rettore dellUniversità LOrientale di Napoli, Lida
Viganoni, che ha sottolineato come il concetto si riferisca non solo ed
esclusivamente a condizioni di ritardo economico e di sottosviluppo, ma è sempre più un
concetto che si lega per molti aspetti alla modernizzazione ed alla
globalizzazione. A sottolineare gli effetti del mutamento
della città industriale, è stato anche lOrdinario di Geografia urbana e
organizzazione territoriale
dellUniversità Federico II, il Prof. Italo Talia, che si è
soffermato sul formarsi di una città duale in cui i ceti medi e la
popolazione occupata in modo stabile, tendono ad uscire dalle aree centrali che
vengono interessate da forme di modernizzazione, che attirano, invece, i nuovi immigrati.
Il dibattito ha poi dato spazio allintervento del Coordinatore
delle relazioni internazionali dellAssociazione delle Municipalità
Turche, Muzaffer Baca, che ha posto in evidenza come il problema
dellesclusione
sociale che interessa i grandi Comuni non può essere risolto soltanto col
supporto delle risorse municipali, ma anche con un efficace coordinamento con
le autorità statali. Le città- ha dichiarato in un suo
intervento il Responsabile Ufficio Internazionale Organizzazione Città Arabe, Ghassan Samman -
rappresentano un motore fondamentale per lo sviluppo,
un obiettivo che può essere raggiunto solo attuando partenariati, accordi,
protocolli di cooperazione con associazioni, organizzazioni, Enti Regionali e internazionali. La crisi
finanziaria- ha continuato Samman- sta determinando un indebolimento
dello sviluppo economico, che potrà avere come causa laumento
del numero delle persone che vivono sotto la soglia della povertà.
Promuovere il dialogo
interculturale e lo sviluppo delle realtà locali è lobiettivo
del COPPEM, composto da rappresentanti di città, di regioni, di province del
Mediterraneo. La Responsabile Relazioni Esterne del COPPEM, Alessandra
Prudente, ha ricordato come il diritto alla residenza, alla fruizione di spazi pubblici, alla
partecipazione e alla istruzione e alla formazione sono i principi generali da
applicare a tutte le città. A illustrare i progetti per uno sviluppo
sostenibile delle realtà urbane, è stato il Referente della IV Commissione del COPPEM,
Natale Giordano, secondo cui i flussi migratori contribuiscono a
modificare gli aspetti culturali di una città attraverso un principio di
integrazione e di dialogo. In chiusura della prima sessione,
lAssessore Nicola Oddati ha dichiarato che il tema della povertà si incrocia
con altri aspetti fondamentali. Riconoscimento dei diritti fondamentali,
della libertà fondamentale, la possibilità di vivere i propri spazi, le
attività commerciali, culturali, religiose liberamente, senza steccati e senza muri,
sono considerati dallAssessore Nicola Oddati i presupposti
fondamentali per il costituirsi di città più inclusive. Al centro della seconda
sessione del workshop La Città inclusiva, le strategie perseguite
dalle diverse realtà
per garantire le pratiche di inclusione sociale. La società
globalizzata e lindebolimento della sovranità nazionale ha
spiegato il rettore dellUniversità degli Studi Suor Orsola Benincasa,
Francesco De Sanctis - sta determinando una crescente centralità delle realtà locali, che
hanno una carica critica nei confronti delle norme omologanti della società
globalizzata. In questottica, il Forum si pone come
unoccasione di dialogo per risolvere problemi comuni quali la povertà ed
emarginazione. Le scelte
di fondo perseguite dalla città di Napoli negli ultimi anni sono state
illustrate dallAssessore Nicola Oddati. Napoli
ha commentato Oddati - è una città allavanguardia in diversi
settori, quali cultura e formazione, ricerca medica e aerospaziale, artigianato di qualità. A queste
eccellenze si contrappongono alcune criticità, a cominciare dal livello di
disoccupazione, non in linea con lo standard europeo. La costruzione di
condizioni di sviluppo legate a processi di inclusione, la centralità della
cultura come fattore identitario e volano di crescita economica, il sostegno
attivo alle fasce più deboli della popolazione e la cooperazione con il terzo
settore hanno caratterizzato lazione amministrativa di questi
ultimi anni. Loreto Del Cimmuto, Direttore Generale della Lega delle Autonomie, ha
sottolineato che il tramonto del tradizionale modello di Welfare impone una
maggiore centralità delle realtà locali nelle politiche di inclusione. Diverse
testimonianze sono state presentate in sala. Tra queste, quella dellegiziano
Mohammed Ibrahim El Fayoumi, Presidente del Consiglio Popolare Locale di
Qalyubiya, che ha illustrato le strategie governative di inclusione tese a
rallentare il declino dei quartieri più poveri. E quella dellolandese Ian
Mans, Presidente della
Sezione Olandese del Consiglio dei Comuni e delle Regioni dEuropa
(CCRE), che ha sottolineato limportanza del contrasto al digital divide.
La sessione è terminata con gli interventi di Mouloud Med-Meziani, Segretario
Generale del Forum Algerino
per la Cittadinanza e la Modernità, Victor Batarseh, Sindaco di Betlemme e
James Michael Rotundo, Sindaco di Pallsades Park, New Jersey.
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Usa/Crisi: Obama
incontra i leader delle banche americane di Apcom Alla Casa Bianca i manager
dei piu' importanti istituti. -->New York, 27 mar. (Apcom) - Il presidente
degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto un incontro a Washington con i leader
delle principali banche del Paese per discutere con questi sugli ultimi
sviluppi economici e sullo stato del sistema finanziario. La Casa Bianca ha
comunicato che a partecipare al meeting sono 15 amministratori delegati di
altrettanti istituti finanziari, tra cui Jamie Dimon di JPMorgan Chase &
Co., Vikram Pandit di Citigroup Inc., Ken Lewis di Bank of America Corp., John
Stumpf di Wells Fargo & Co., John Koskinen (Freddie Mac) e Kenneth Chenault
(American Express). Presente anche il segretario al Tesoro Timothy Geithner.
L'incontro segue un periodo contraddistinto da accuse e rabbia degli americani
nei confronti dell'establishment di Wall Street, sull'onda della notizia dei
bonus pagati dal colosso assicurativo American International Group ai propri
manager dopo aver ricevuto 170 miliardi di dollari dal governo in quattro
occasioni nei mesi scorsi per evitare il fallimento. In settimana
l'amministrazione Usa ha svelato un nuovo programma di sostegno alle banche che
prevede la ripulitura dei bilanci dai cosiddetti "asset tossici" in
modo da consentire agli istituti di tornare a concedere prestiti alle aziende.
L'amministrazione ha anche proposto di imporre nuove regole sull'intero
comparto finanziario, piu' severe rispetto a quelle attuali, mirate a contenere
i rischi nell'eventualita' di un futuro crollo del settore. I funzionari della
Casa Bianca hanno fatto sapere che l'intenzione di Obama è quella di consultare
direttamente coloro i quai saranno influenzati dalle sue decisioni. "Il
nostro futuro è legato in maniera inscindibile a quello degli istituti
finanziari e i loro futuro a quello della salute dell'economia del Paese",
ha detto Valerie Jarrett, consulente di Obama. Il capo ufficio stampa Robert
Gibbs ha detto che Obama spera di ricevere dai numeri uno delle banche
aggiornamenti sull'andamento delle attività immobiliari e sui prestiti
commerciali. Probabilmente, al centro delle discussioni, anche "quanto
venuto alla luce nelle notizie" delle ultime settimane, tra cui i compensi
ai manager, i bonus e "la nozione secondo la quale sara' necessario fare
per la cultura di Wall Street", ha aggiunto Gibbs. "Non usciremo da questa crisi finanziaria e non stabilizzeremo il nostro sistema finanziario senza banche
in salute". L'amministrazione ha proposto anche di aumentari i controlli
sul sistema finanziario, dando ai governi il potere di assumere il controllo
delle grandi societa' finanziarie non bancarie, tra cui le compagnie di
assicurazione, come AIG, e i fondi hedge funds a rischio bancarotta.
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
Fincantieri/ In 2008
ricavi record a 2,9 mld, utile cala... -2- di Apcom Portafoglio ordini totale
in calo a 10,8 miliardi -->Roma, 27 mar. (Apcom) - "A causa delle forti
tensioni sul mercato delle materie prime - spiega Fincantieri - registrate nei
primi nove mesi dell'anno e solo parzialmente attenuate nell'ultimo trimestre, nonchè dei pesanti effetti negativi della crisi economico-finanziaria e dell'incremento del costo
del lavoro, l'Ebitda risulta in calo rispetto al 2007", attestandosi a 134
milioni rispetto ai 194 milioni dell'anno precedente. Di conseguenza, il
risultato ante imposte e il risultato netto si riducono rispettivamente a 43
milioni e 10 milioni, contro gli 87 milioni e i 36 milioni segnati
l'anno prima. Sotto il profilo dell'attività commerciale sono stati finalizzati
ordini per 2,5 miliardi (contro il valore record di 4,2 miliardi del 2007),
"in un contesto di mercato segnato dalla crisi
finanziaria che ha bloccato i nuovi ordini a partire da settembre
2008". In particolare, nel settore crocieristico sono stati acquisiti
ordini per due unità di dimensioni medio-piccole destinate alla fascia più alta
del mercato; nel militare si registrano ordini per 4 fregate multi-missione
Fremm, due sommergibili classe U212, una nave rifornitrice per la Marina
militare indiana e il refitting di 2 unità veloci lanciamissili da parte della
Marina del Kenya; nelle navi speciali è stato siglato un ordine per una nave
porta scorie destinata al mercato russo; nei sistemi e componenti meccanici,
sono stati registrati ordini per complessivi 141 milioni. A causa della
riduzione degli ordini, aggiunge la società, il portafoglio totale si è
attestato a 10,8 miliardi (in calo rispetto al valore record di 12 miliardi del
2007). Il carico di lavoro medio che ne deriva (7,9 miliardi), "pur
rimanendo estremamente significativo, non è attualmente in grado di saturare la
capacità produttiva di tutti gli stabilimenti". Gli investimenti - infine
- pari a 111 milioni, in leggera diminuzione rispetto ai 116 milioni del 2007,
"rappresentano la continuazione dei progetti avviati negli esercizi
precedenti, finalizzati all'ottenimento di efficientamenti produttivi e
migliorie logistiche degli stabilimenti del gruppo".
( da "Reuters Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
di Jan Korselt PRAGA
(Reuters) - Il leader dell'opposizione Jiri Paroubek ha detto oggi che aprirà
le trattative per formare un nuovo governo che porti la Repubblica Ceca ad
elezioni anticipate a seguito della caduta del governo di centro-destra.
Paroubek ha detto che tratterà con tutte le parti, ma non ha specificato chi
vorrebbe alla guida del governo. Il presidente Vaclav Klaus ha detto che è
necessario formare in fretta un nuovo governo dopo che il primo ministro Mirek
Topolanek non ha ottenuto il voto di fiducia in parlamento martedì. Ma non sarà
semplice trovare un accordo, e secondo alcuni esperti ci sarà probabilmente un
lungo periodo di stallo. Il vecchio governo resterà in carica fino a quando ne
sarà formato uno nuovo, e alcuni politici sostengono che rimarrà fino alla fine
del mandato della Repubblica Ceca come presidente di turno dell'Ue. Il voto ha
messo a repentaglio la presidenza Ue e ha gettato un'ombra sugli
sforzi volti ad approvare una legislazione che attenui l'impatto della crisi finanziaria globale. Paroubek ha
dichiarato che il suo partito Socialdemocratico non entrerà a far parte del
governo e preferirebbe che questo fosse formato da esperti. "Negozierò per
un governo ceco che abbia la fiducia della camera bassa del parlamento e che
porti il paese ad elezioni anticipate", ha detto Paroubek ai
giornalisti dopo aver incontrato Klaus. "Nella migliore delle ipotesi (le
elezioni) si terranno a ottobre", ha aggiunto. Continua...
( da "EUROPA ON-LINE"
del 27-03-2009)
Argomenti: Crisi
È verde la nuova
Terza via JOHN PODESTA La crisi finanziaria paralizza
le economie internazionali, e rende più difficile prendersi quotidianamente
cura delle proprie famiglie. La recessione però presenta anche unopportunità.
Risolvere la crisi economica, energetica e climatica ci offre una
straordinaria occasione per rinvigorire leconomia attraverso
investimenti nelle fonti energetiche pulite, sostenibili e a basse emissioni. Per affrontare queste
sfide gli elementi fondamentali sono due. Negli Stati Uniti e nelle altre
economie avanzate la trasformazione delle infrastrutture energetiche può
rappresentare il motore per linnovazione, la crescita economica e la
creazione di nuovi posti di lavoro nei decenni a venire. La trasformazione
potrà essere strutturata per garantire che la crescita di uneconomia
verde rappresenti unonda in grado di portare con sé tutte le barche, a
livello sia interno
sia internazionale specialmente nelle zone povere e nelle
comunità più emarginate e che riesca a reinvestire nei tessuti urbani e
rurali. Investimenti di questa portata possono offrire percorsi verso la middle
class, formazione, nonché un aiuto a ricostruire carriere professionali attraverso posti di lavoro
con stipendi in grado di mantenere una famiglia, nel ramo delledilizia
e della manifattura allinterno dellindustria del futuro. Investire
nellenergia rinnovabile e nellefficienza energetica crea in media quattro
volte i posti di lavoro perdollaro- investito rispetto alle tradizionali
tecnologie basate sui combustibili fossili. Il passaggio delle economie più
avanzate a una produzione a basse emissione è necessario per affrontare la sfida
del clima che cambia, ma da solo non basta. In ultima analisi, serve una
strategia per ridurre le emissioni di gas serra, e per rendere velocemente più
verdi le economie dei paesi rapidamente in via di sviluppo. Il G20 può e dovrà
farne una priorità. I paesi di tutto il mondo stanno producendo nuovi
investimenti per oltre 2 trilioni di dollari per tentare di riprendersi dalla
recessione, ma è fondamentale che questa spesa spinga lintera
comunità internazionale verso un futuro di basse emissioni. Nel momento in cui si ridurranno le
emissioni ed è questa la seconda dimensione della sfida dovremo
anche assicurarci di trovare una soluzione ai bisogni energetici dei paesi più
poveri. Più di due miliardi di persone non hanno regolare accesso ai moderni servizi energetici, e un miliardo e
sei di costoro non hanno la corrente elettrica in casa. Questa estrema povertà
energetica minaccia i loro bisogni primari, andando a pesare sulle
famiglie, soprattutto dove donne e bambine devono faticare per compensarla, ad esempio camminando per ore
per trasportare lacqua e andare a raccogliere legna. In
mancanza di un accesso a forniture energetiche affidabili, inoltre, i rischi
per la salute e il tasso di mortalità aumentano, perché alla gente non resta
che affidarsi a
combustibili sporchi per cucinare e riscaldare la
casa. Allo stesso tempo la povertà energetica impedisce uno sviluppo economico,
limitando la produzione, il commercio e la crescita di mercati locali. Ecco
perché orientarsi verso le fonti rinnovabili a livello globale, e sviluppare nuove tecnologie a basse
emissioni, sono strade che offrono la promessa di un nuovo futuro energetico
per il mondo in via di sviluppo. Sviluppare strategie basate su energie
rinnovabili per risolvere bisogni energetici, e ridurre le emissioni,
rappresentano dunque una potenzialità concreta, attraverso la quale gli antichi
bisogni energetici delle comunità e dei paesi più poveri potrebbero essere
soddisfatti in modo da incoraggiare lo sviluppo, pur contribuendo contemporaneamente
a ridurre limpatto dei cambiamenti climatici. I paesi più poveri hanno
diritto allo sviluppo in un mondo soffocato dalla morsa dellanidride
carbonica, e i paesi più ricchi essendo i primi ad aver contribuito
allinquinamento che surriscalda il pianeta hanno la responsabilità morale di
assisterli in questo processo. Senza una spesa significativa e stabile e senza
meccanismi internazionali che diano priorità a chi ne ha più bisogno, il
progresso del mondo sviluppato potrebbe lasciarsi alle spalle i paesi in via di sviluppo,
ripercorrendo strade storicamente già battute. Tali conseguenze non
porterebbero soltanto a maggiori livelli di povertà, ma finirebbero per
accentuare il divario già pericoloso fra chi ha e chi non ha nel mondo. *dai
materiali preparatori della conferenza annuale di Policy Network (trad. di
stefano pitrelli)