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Report "crisi"   24-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: crisi

Comunque belle ( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: In un momento pesantemente condizionato dalla crisi finanziaria mondiale, i consumi interni tengono e l'export è cresciuto. «Pensiamo che anche il 2009 si chiuderà con numeri positivi». Insomma ben truccati e con il giusto completino di biancheria intima, ben disposti verso il sesso, siamo pronti ad affrontare la crisi.

"Pignoramenti, aumento del 37%" ( da "City" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Si sentono anche in Puglia gli effetti della crisi finanziaria internazionale: lo conferma il responsabile della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici, monsignor Alberto D'Urso, secondo cui "le ore di cassa integrazione sono venti volte superiori rispetto all'anno scorso, i lavoratori precari licenziati non si contano più".

Il ministro delle Finanze americano T. Geithner ha ieri illustrato il suo nuovo piano di intervento ... ( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: L'euforia dei mercati può essere addotta proprio a questo. L'attesa di un piano di intervento aveva finora portato ad uno stallo sui mercati finanziari che rischiava di avere gravissime conseguenze in una crisi recessiva come quella in cui si trova l'economia mondiale.

"Credere nella ripartenza" ( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Ed è anche particolarmente attrezzata per attraversare le bufere finanziarie. «Certo, una fase così non si era mai vista - nota Giubergia - ma occorre anche dire che se la situazione economica si annuncia inesorabilmente difficile per tutto il 2009, i mercati finanziari hanno già cominciato, invece, a recuperare qualcosa.

"Il futuro sarà tranquillo solo grazie a nuovi modelli" ( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: E consiglio - in un momento di così alta volatilità dei mercati finanziari- di investire in titoli di stato e obbligazioni societarie di alta qualità, per cercare di preservare il capitale». Una coppia di ragazzi vuole aprire un mutuo. Lei è collaboratrice a progetto di un'azienda pubblicitaria che potrebbe anche chiudere.

Il piano Geithner mette le ali a tutte le Borse ( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi immobiliare nel terremoto finanziario che ha innescato la recessione. Ciò che ha convinto di mercati è stata la scelta di Geithner di svelare i dettagli finora taciuti: alla base del pacchetto di finanziamento vi sono fra 75 e 100 miliardi di capitale provenienti dal programma «Tarp» e l'acquisto dei mutui tossici passerà attraverso la «Federal Deposit Insurance Corporation»

"Riforme zero Obama? Un populista" ( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: il piano di Tim Geithner che è stato premiato dai mercati finanziari? «Geithner cerca di ottenere un'ordinata ristrutturazione dei mercati in maniera analoga a quanto tentò di fare il predecessore Henry Paulson ma è una mossa ad alto rischio». Dove sta il rischio? «Nella scommessa che i titoli tossici valgano qualcosa.

Investire non è un gioco ( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: cultura finanziaria tra i risparmiatori. L'ultima iniziativa è un libro, «Io non ci casco più!» un manuale di autodifesa finanziaria. Quattro semplici passi per aiutare i risparmiatori a rialzarsi dalla crisi finanziaria. Un vademecum scritto con un linguaggio semplice e chiaro rivolto a chiunque desideri approfondire seriamente e semplicemente la gestione del proprio risparmio.

"Sorvegliare la finanza con un organismo sotto la bandiera Onu" ( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: dei mercati finanziari considero preferibile quella che attribuisce i poteri a un organismo nell'ambito delle Nazioni Unite». Anche Guido Rossi appoggia la proposta del Cancelliere tedesco Angela Merkel di affidare a un nuovo organismo sotto l'ombrello dell'Onu, il controllo di quei mercati finanziari che hanno messo con tanta facilità sotto scacco i sistemi di vigilanza nazionali.

Geithner, l'esame di Wall Street I primi dubbi sul piano-banche ( da "Corriere.it" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria spaventosa. Impresa tutt'altro che agevole: a dieci giorni dal G20 di Londra dove gli Usa devono presentare una ricetta economica ben definita, e nel bel mezzo della tempesta per i "bonus" pagati ai dirigenti di AIG, Geithner (difeso anche ieri dal presidente che ha smentito ogni ipotesi di dimissioni) si gioca tutto proprio sulla scommessa di coinvolgere il grande

Tre miliardi di euro nei paradisi fiscali ( da "Tribuna di Treviso, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Una risorsa che potrebbe riequilibrare le restrizioni sul credito impartite dalle banche e riportare a galla le aziende in crisi finanziaria con un'operazione a costo zero. Aziende povere, imprenditori ricchi. Un adagio che torna spesso in tempi di crisi e trova forza nei dati stilati dall'Ufficio Italiano Cambi, dove viene tenuta traccia degli investimenti diretti verso l'estero.

Ma Galan canta vittoria Noi siamo stati apripista ( da "Tribuna di Treviso, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: edilizia fortemente penalizzata nell'intero Paese e purtroppo pure in Veneto dalla complessa crisi finanziaria». Riguardo alle competenze, il presidente veneto in sede di illustrazione del provvedimento, una decina di giorni fa, aveva ricordato che è materia delle Regioni. Ma anche in Veneto cominciano a sepreggiare malcontenti e dubbi sul piano casa.

Il Garda si fa Iseo per Clive Owen agente giramondo ( da "Giornale di Brescia" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attuale crisi finanziaria. O almeno Tom Tvyker sembra mascherarlo sotto un incalzante ingorgo di avventure che riprendono certi ingredienti del bondismo americano. Se il capitolo più fracassone e distruttivo è quello mimato all'interno della copia del newyorkese museo Guggenheim, anche troppo dilatato nella pirotecnica sarabanda di sparatorie lungo una bianca spirale discendente,

grassi: o si trova lo sponsor, o lo sporting chiude ( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: senza sponsor da due anni e in crisi finanziaria, rischia di chiudere, almeno per quanto riguarda l'attività di vertice, per ripartire dai campionati regionali di base. «Voglio lanciare - ha detto Grassi - il mio grido di dolore sul futuro di una realtà quale lo Sporting club, prezioso frutto di una semina cominciata oltre dieci anni fa con il progetto Trudi,

la snaidero pensa solo alla salvezza sul campo ( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: giornata già a Teramo La Snaidero pensa solo alla salvezza sul campo Rieti e Fortitudo in crisi finanziaria ma Udine punta al terzultimo posto BASKET Ritrovata la vittoria contro Caserta dopo cinque turni domenica cerca il bis con Milano e prima di Ferrara Ore decisive soprattutto per le sorti della Sebastiani che oggi incontra il presidente della Regione Lazio di VALERIO MORELLI UDINE.

Pmi a rischio con il credit crunch ( da "Finanza e Mercati" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: alla crisi finanziaria. Nel corso dell'ultimo anno le nuove erogazioni di prestiti sindacati sul mercato internazionale a imprese appartenenti a gruppi non finanziari italiani si sono ridotte a circa 20 miliardi, dai 60 del 2007. A seguito delle elevate emissioni degli anni precedenti, nei prossimi anni giungeranno a scadenza prestiti obbligazionari e sindacati per importi elevati,

Fuori 1.000 mld $ di asset tossici Piano Geithner: primo sì da Pimco ( da "Finanza e Mercati" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: spiega il governo «rischia di prolungare la crisi finanziaria, come dimostra l'esperienza giapponese», e nel secondo caso i contribuenti si assumerebbero tutti i rischi. Geithner si aspetta che al programma partecipino «investitori individuali, fondi pensione, assicurazioni e altri investitori di lungo termine».

Crisi, il supporto di Â<Fidi MoliseÂ> ( da "Tempo, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: CAMPOBASSO Associazioni e settori imprenditoriali piccole e medie imprese fanno fronte comune per combattere la crisi finanziaria nel tentativo di rilanciare gli investimnenti o conservare almeno l'esistente. I Fidi del Molise di tutti i settori produttivi si sono uniti per combattere l'emergenza credito. Ieri la presentazione presso la Camera di commercio di Campobasso del «Fidi Molise».

È in arrivo lo scec la moneta solidale ( da "Arena, L'" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: un patto sociale tra produttori e consumatori della comunità per far fronte alla crisi finanziaria e per rilanciare la piccola economia. A Trento lo scec è stato approvato come valuta complementare con una delibera del Consiglio comunale. Nel mondo sono già seimila le monete locali in circolo e l'iniziativa, grazie anche ad un vuoto legislativo, è perfettamente legale.

sinai: "una risposta efficace al caos ma ora attenzione alle nuove regole" - eugenio occorsio ( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: anni di esperienza sui mercati finanziari, non ha nessun dubbio: questa volta il team di Obama ha fatto davvero la cosa giusta. «Se ne è accorto benissimo il mercato, che infatti sta dando una risposta entusiastica». Eppure quando Geithner nel suo precedente intervento al Congresso, a fine febbraio, accennò a un progetto del genere,

<Più credito contro la crisi> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: la crisi finanziaria. PRIORITÀ «È necessario analizzare a fondo la nostra realtà come chiesto anche dai sindacati», sottolinea Cherchi. «Solo così le forze sociali e la Regione potranno capire che cosa hanno di fronte e come agire». A suo dire, infatti, oltre ai casi più eclatanti, sono decine le piccole aziende che non riescono ad andare avanti e scompaiono senza troppo clamore.

cantieri dalla pietà senza ordini - massimo scattolin ( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria globale non risparmia nemmeno la storica nautica di lusso veneziana. Le società di leasing hanno chiuso i rubinetti, nessuno ordina nuovi yacht, chi li aveva ordinati annulla le commesse. Dopo i cantieri De Poli di Pellestrina ieri mattina anche i Cantieri Dalla Pietà di Fusina, assistiti da Gianluca Vidal,

il pacchetto salva-banche fa volare le borse - gigi furini ( da "Centro, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».

i prezzi delle case non scendono ( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: racconta di quotazioni che non accennano ad imboccare quella discesa che - con la crisi finanziaria ormai ampiamente scoppiata - si poteva prevedere. Insomma: girare per agenzie o spulciare gli annunci sui giornalini non è diventato più facile. Come dimostra la tabella che pubblichiamo in questa pagina, sono tante le zone nelle quali le quotazioni sono rimaste invariate.

il pacchetto salva-banche fa volare le borse - gigi furini ( da "Nuova Sardegna, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».

il tesoro delle aziende laziali la borsa a caccia di società - adriano bonafede ( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Anche se, è chiaro, occorrerà attendere che la crisi finanziaria internazionale sia quantomeno vicina alla fine per vedere qualche nuova società accettare la sfida dello sbarco al listino. Il "potenziale quotabile" è identificato da Borsa italiana secondo alcune precise caratteristiche di buona salute.

il pacchetto salva-banche fa volare le borse - gigi furini ( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».

mantellassi, mobilità per sei ( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Fermi da settimane perché la crisi finanziaria ha messo in ginocchio anche i nuovi mercati di riferimento dei maggiori produttori quarratini. Da gennaio, poi, gli ordinativi sono crollati. E così Nicola Mantellassi, titolare della Mantellassi Spa, ha aperto una procedura di mobilità per 6 lavoratori.

Carlo Felice, protestain costume di scena ( da "Secolo XIX, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: precipitare della crisi finanziaria ed economica ha reso ancora più complicata. Per evitare la chiusura del teatro dell'Opera è indispensabile trovare un accordo tra i lavoratori e la Fondazione sul Fondo pensioni in liquidazione coatta. Per farlo è necessario reperire almeno sei milioni di euro in base all'ipotesi che era stata elaborate nello scorso dicembre dal sindaco Vincenzi,

Dalla crisi una chance per le Rurali SILVIO GOGLIO ( da "Adige, L'" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: presenza di molti operatori finanziari non soggetti a controlli delle autorità. Tutto ciò ha creato una crescente incertezza che è sfociata in una generalizzata crisi di fiducia, anche sul mercato interbancario. Sia le trasformazioni strutturali che la crisi finanziaria aprono nuove opportunità per le banche locali in generale e per il sistema delle banche di credito cooperativo (

<Contro la crisi troppa cultura e pochi cantieri> ( da "Adige, L'" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: una manovra finanziaria per il 2009 volta a contrastare la crisi finanziaria ed economica con iniziative dirette ad attivare una spesa di investimento con azioni volte a sostenere le imprese locali e ha provveduto a ridurre le spese relative a convegni, manifestazioni, pubblicazioni e pubbliche relazioni», il Comune di Avio si è mosso esattamente seguendo la strada inversa.

banca carige apre a saronno e studia i "tremonti-bond" - massimo minella ( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: nonostante la crisi finanziaria che ha scosso i mercati e l´economia reale, i risultati preliminari di Banca Carige per il 2008 sono in crescita, con uno sviluppo dei volumi intermediati e un utile netto previsto superiore ai 210 milioni del 2007». «In questo senso - ha aggiunto Arzani - possiamo senz´altro dire di essere una banca controcorrente»

case, i prezzi non scendono ( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La rilevazione dell'Agenzia del Territorio (per il secondo semestre 2008) racconta di quotazioni che non accennano ad imboccare quella discesa che - con la crisi finanziaria ormai ampiamente scoppiata - si poteva prevedere. Soprattutto per quanto riguarda il centro e gli immobili più pregiati. CINOTTI in Viareggio I SEGUE A PAGINA

antro, le visite raddoppieranno - simone tonini ( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: da fare per trovare una soluzione alla crisi finanziaria di cui loro non sono responsabili. Condividiamo in pieno l'operato e la proposta di costituire una Fondazione per il coordinamento del turismo della Versilia storica, anche se andranno ben precisati i ruoli, i compiti, le risorse e gli obiettivi onde evitare un altro carrozzone che non produce ricchezza ma consuma risorse.

unicredit +15%, bene anche generali ( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009) + 3 altre fonti
Argomenti: Crisi

Abstract: Erano stati quelli più penalizzati dalla crisi e ora sono i primi a rialzarsi. Difficile dire se questo è l'inizio della svolta, se la crisi finanziaria stia per finire. Certamente sul forte rialzo dei titoli e degli indici ci sono gli acquisti dei ribassisti che, per una volta, sono stati presi in contropiede.

il pacchetto salva-banche fa volare le borse - gigi furini ( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».

pigs nel mirino, ecco i 5 paesi dove il pil cede e il debito vola - elena polidori ( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: E tuttavia, crisi o non crisi, il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, ha più volte tenuto a precisare che «la tenuta di Eurolandia non è in discussione» e dunque i timori di rottura sono «infondati». Non ha nascosto però la necessità di riformare i mercati finanziari, scossi dalle turbolenze.

Usa : maxi-piano contro i titoli tossici ( da "Metronews" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Fino al 50% dei fondi dei privati verrà garantito dal governo. «In una crisi finanziaria - ha detto Geithner - la gente vuole sempre che sia il governo a prendere i rischi maggiori. Stiamo cercando di trovare un equilibrio che sia migliore per i contribuenti».

Soldi alle banche per ridare fiducia ai consumi privati ( da "Manifesto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: le strozzature strutturali che sono state alla base della crisi finanziaria. Casa, sanità, previdenza, scuola sono i cardini sui quali si regge una moderna economia del benessere. Ma nel programma di Obama e nei suoi primo 100 giorni su questi temi c'è un silenzio quasi assoluto. Eppure è evidente che il forte indebitamento delle famiglie è nato proprio dai bisogni di istruzione,

Sopravvivenza russa L'anticiclico Chavez Low sex a Berlino ( da "Manifesto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Una sorte di protezionismo contro il più volte sbandierato proposito della capitale londinese di essere il centro del multiculturalità mondiale. Francia e Usa stanno facendo lo stesso. A Parigi c'è una tendenza a consumare quello che è confezionato nel proprio paese;

Piano casa: più metri cubi per creare più posti di lavoro ( da "Italia Oggi" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Tutte e due le economie, a causa della crisi finanziaria, hanno adesso bisogno di un supplemento di domanda. L'Inghilterra può provvedere agendo sulla spesa pubblica. Una leva, questa, sulla quale può appoggiarsi in minor misura l'Italia a causa del suo già stratosferico indebitamento pubblico.

Lombardia, 1,5 mld per la cig ( da "Italia Oggi" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Abbiamo tutte le forze per uscire da questa crisi, ancora più forti di come siamo entrati. Certo occorre serrare le fila, fare sistema. Ma la situazione non è preoccupante».«La crisi finanziaria, diventata crisi economica, non deve diventare crisi sociale. É volontà di tutti e abbiamo gli strumenti per centrare questo obiettivo».

Poste prepara un altro salva-polizze ( da "Milano Finanza (MF)" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: prodotti che fanno parte del programma assicurativo dinamico Il bilancio di Poste Italiane ha retto bene alla crisi finanziaria. Ieri il gruppo guidato da Massimo Sarmi ha approvato i conti 2008, chiusi con un utile di 882,6 milioni (+4,6%) e un risultato operativo che si attesta a 1,5 miliardi (1,7 miliardi nel 2007). Il gruppo ha registrato profitti per il settimo anno consecutivo.

L'Italia resta senza aiuti anti-crisi ( da "Italia Oggi" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attuale situazione di crisi finanziaria ed economica» (2009/C 16/01) e dalla Comunicazione della Commissione europea del 25 febbraio 2009, di modifica del Quadro di riferimento temporaneo. Si tratta delle misure adottate a livello europeo per rispondere alla crisi finanziaria, volte in particolare a favorire l'accesso delle imprese ai finanziamenti e a incoraggiare gli investimenti,

)MARIO GUIDAZZI (PRI) Sulla <Simona> siamo col centrodestra: ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Una realtà produttiva che entra in crisi, non a causa della riduzione della domanda o della inefficienza produttiva, ma della crisi finanziaria che ha coinvolto la proprietà. Va da sé quindi che un imprenditore attento e lungimirante potrebbe considerare interessante, mantenere aperta un'azienda che produce oggetti di grande qualità.

Piccoli usurai crescono: già strozzini a otto anni ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Intanto, la crisi finanziaria internazionale comincia ad «avere effetti disastrosi anche in Puglia », rivela don Alberto D'Urso. Basta dare un'occhiata ai numeri raccolti dalla Fondazione: a Bari, nel 2006, vennero iscritti 756 nuovi pignoramenti; nel 2007 erano 930 e nel 2008 1.

Parte la sfida tra le ex bolle ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi dei mercati finanziari che minano i profitti di trading e le commissioni ». Detto questo, «bisogna ora vedere quanto le prospettive reddituali di queste banche sono cambiate, soprattutto in presenza di una minore efficienza di capitale. E probabilmente, è logico supporre che i valori di redditività che abbiamo visto in passato non saranno recuperati integralmente,

Il piano lancia Wall Street: finanza e hi-tech in rally ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: presto per dire che la crisi finanziaria sia superata»ha detto Jack Ablin della Harris Private Bank. Molti operatori restano convinti che questo siaancora un mercato dell'Orso nonostante la sfilza di rialzi iniziata il 9 marzo e culminata ieri. Fino a che l'indice Dow Jones non sfonderà la soglia dei 9mila punti, sostiene per esempio il trader Ted Weisberg della Seaport Securities,

I G-VERTICI ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Da quando nell'autunno scorsoè esplosa la crisi finanziaria se neè svolto uno a Washington, nel novembre scorso, con Barack Obama già eletto ma non ancora insediato La presidenza di turno del G-20 spetta adesso alla Gran Bretagna di Gordon Brown e il 2-3 aprile Londra ospiterà la riunione dei 20 Capi di Stato e di Governo.

Serve un nuovo modello di sviluppo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Eppure in queste settimane non sono mancate le fughe in avanti di singoli Stati verso soluzioni protezioniste. Che cosa ne pensa? Credo solo che il protezionismo non protegga nessuno. E' la via che conduce alla rovina, capace soltanto di innescare un ciclo, sotto il segno del declino, dove non si potrà più commerciare. Rilanciare il commercio in questa fase è, invece, essenziale.

Non siamo un Paese di serie B ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: e rifiuto del protezionismo, che per un paese a tutto export come l'Italia sarebbe un grosso danno». La crisi ovviamente è globale, come ripete Marcegaglia, riprendendo il filo della bella analisi del professor Mario Deaglio, che ha riassunto alla platea le tappe dell'ondata di crisi partita dagli Usa: l'overdose di denaro a buon mercato sostenuto dalla Cina,

Perché serve il contratto di ricollocazione ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: la crisi finanziaria, diventata recessione economica, minaccia di diventare crisi sociale. Una disoccupazione a livelli a cui da tempo non eravamo più abituati leva il sonno a governanti di tutto il mondo. L'Italia affronta questa eventualità con una struttura del mercato del lavoro che vede da un lato lavoratori superprotetti,

Cina: una nuova moneta globale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: mai con la volatilità che imperversa sui mercati finanziari, Pechino non ha reali allocazioni alternative per le sue riserve valutarie, che ammontano a oltre 1.900 miliardi di dollari. Prova ne sia che negli ultimi mesi, nonostante la crisi finanziaria internazionale e l'atteso peggioramento dei conti pubblici americani, la Cina ha continuato ad acquistare i buoni del Tesoro Usa,

LO STUDIO ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Unione Europea lo studio pubblicato da Assonime e Ceps sulla crisi finanziaria. Lo studio, dal titolo Keep it simple. Policy responses to the financial crisis, è stato redatto da Stefano Micossi e Carmine Di Noia - con Fabrizia Peirce e Jacopo Carmassi- e rappresenta un contributo italiano al G-20 sulla crisi finanziaria.

Supervisione ma con obiettivi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: mercati finanziari. I l modo per affrontare l'instabilità finanziaria non è un ritorno a un sistema di cambi fissi, che non è né fattibile né de-siderabile, viste le enormi differenze tra le economie e i sistemi sociopolitici. Sono però necessari nuovi accordi monetari, in base ai quali gli squilibri di bilancia dei pagamenti siano corretti da appropriate politiche nazionali e

Il debito delle banche non deve superare dieci volte il capitale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: causa principale della crisi finanziaria sono le politiche macro- economiche destabilizzanti perseguite dagli Stati Uniti, con il perverso concorso delle altre grandi aree economiche del mondo, fin dalla fine del sistema di cambi fissi di Bretton Woods. Gli squilibri nei pagamenti internazionali, invece che corretti con appropriate correzioni dei cambi e delle politiche interne,

L'imperativo Pmi è diventare grandi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: così come ogni protezionismo risulta fuori luogo. L'innovazione è il prodotto di una ricerca che dobbiamo continuare ad alimentare ed alla quale va aggiunto il nostro valore forse più importante, che è la capacità di fare impresa. A tutto questo va unita una spinta verso una dimensione che assicuri maggiore solidità.

Basilea 2, serve più flessibilità ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: flessibilità La crisi non deve essere un alibi per disinvestire - Resistere al protezionismo Marco Alfieri MILANO Più credito, anche rendendo più flessibile Basilea 2, e più Europa. Nel mezzo di una tempesta globale che non conosce argini, gli industriali lombardi riuniti a Carate Brianza provano a gettare il cuore oltre l'ostacolo per «anticipare la ripresa, le scelte possibili»,

L'Eliseo prepara la legge anti-bonus ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: andamento dei mercati finanziari. Colette Neuville,presidente dell'Associazione di difesa degli azionisti di minoranza (Adam) ritiene si debba incoraggiare i patron «ad agire sul lungo termine». Altri esperti sostengono la necessità di definire altri criteri di attribuzione, come la riduzione del debito e la crescita del fatturato.

Sul risparmio il timbro postale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: 9 miliardi con una tenuta dei servizi finanziari e assicurativi (+ 2% e +7,7%) e una flessione contenuta allo 0,8% della corrispondenza. In calo l'Ebit (il risultato operativo) a 1,5 miliardi da 1,78 nel 2007. «è un bilancio prudente ma che nonostante la crisi finanziaria ci ha permesso di fare meglio di molti operatori europei », ha aggiunto Sarmi.

Cinque mosse per battere il protezionismo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: MONDO E MERCATI data: 2009-03-24 - pag: 25 autore: Cinque mosse per battere il protezionismo di Catherine Ashton* I l commercio è la linfa dell'economia mondiale, e rallenta pericolosamente. L'Europa avverte la difficoltà, persino la Germania, campione di esportazioni, ha sperimentato alla fine del 2008 il più grave crollo da 15 anni.

Nel 2009 scambi giù del 9% ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: rispondendo a chi agita lo spettro del protezionismo per uscire dalla crisi degli scambi. Secondo altri, invece, l'integrazione regionale è la ricetta da intraprendere. Lo auspica l'Asean,l'associazione che riunisce dieci Paesi del Sud-Est asiatico, che entro il 2015 vuole trasformarsi in una Comunità economica.

L'impresa globale come Araba fenice ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Inversione di tendenza o ripiegamento momentaneo imposto dal protezionismo finanziario oltre che commerciale? Lo diranno i prossimi mesi, e forse anni considerata la profondità della crisi. Rispetto a esperienze di recessione o depressioni passate, infatti, la rivoluzione tecnologica e le reti globali faranno sì che le lancette degli orologi non tornino troppo indietro.

Un assegno da 160 milioni Ecco perché Berlusconi non s'è accorto della crisi ( da "Riformista, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: anno orribile della crisi finanziaria internazionale». Sempre dalla dichiarazione dei redditi di Berlusconi risultano poi solo 19,02 euro di spese elettorali. «Una cifra ridicola - spiega Alessandro Perugini, titolare di una tipografia romana - con la quale al massimo si possono stampare 500 biglietti da visita, ma, di sicuro,

Intesa Tremonti-Formigoni: 1,5 miliardi anticrisi ( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria, diventata crisi economica, non deve diventare crisi sociale. è volontà di tutti e abbiamo gli strumenti per centrare questo obiettivo. Nessuno sarà lasciato solo». Una risposta al presidente di Confapi, Paolo Galassi, che aveva lanciato l'allarme: «Gli ammortizzatori sono una faccia della medaglia,

Settemila domande per fare l'ispettore del Fisco ( da "Corriere del Veneto" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: salvarsi » da una crisi finanziaria ed economica che colpisce anche quei settori considerati fino a ieri immuni da incertezze. Dal consulente del lavoro all'insegnante che teme gli effetti dei tagli del Ministero, sono proprio loro – i quarantenni e cinquantenni con un posto qualificato che però scricchiola –

Via al piano salva banche, l'euforia delle Borse ( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ma non c'è altra scelta quando si vuole risolvere una crisi finanziaria». Più ottimista, il presidente Obama si è detto «molto fiducioso» che quella messa a punto dal suo argentiere sia la mossa giusta: «C'è ancora molta fragilità nei mercati, ma penso che ci stiamo muovendo nella giusta direzione ».

Torna Richard Ginori, rialzo boom ( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-24 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Il caso a Milano Torna Richard Ginori, rialzo boom (a.jac.) — Ritorno in Borsa con il botto per Richard Ginori. Piazza Affari ha premiato il rilancio del gruppo delle porcellane voluto da Starfin (la finanziaria dell'ex amministratore delegato,

Daimler, sì della Borsa al fondo Aabar ( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-24 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Il caso a Francoforte Daimler, sì della Borsa al fondo Aabar (g.fer.) — Piace al mercato l'ingresso del fondo Aabar di Abu Dhabi nella Daimler. L'operazione, annunciata domenica, è stata salutata ieri con un balzo del titolo,

Scatto di Pirelli, sale Generali ( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-24 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE La Giornata in Borsa Scatto di Pirelli, sale Generali di Giacomo Ferrari Milano superstar Piazza Affari prima in Europa: l'indice S&P-Mib cresce del 5,77% Ancora una volta Piazza Affari svetta in Europa.

via al nuovo piano obama, le borse volano ( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per «ripulire i bilanci delle banche», gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci.

<Così usciremo dall'emergenza> ( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: e resistere alla tentazione del protezionismo, che non può che aggravare la crisi. Secondo, è necessario rimettere in moto il credito, essenziale per le aziende e per i consumatori. In America, stiamo lavorando alacremente per stabilizzare il nostro sistema finanziario. Grazie anche a una corretta valutazione dei bilanci delle nostre banche principali,

Formigoni: i lombardi non sono soli contro la crisi ( da "Giorno, Il (Milano)" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: i lombardi non sono soli contro la crisi Tremonti, a colazione con il governatore e con i big dell'economia, annuncia fondi per gli ammortizzatori sociali: 1,5 miliardi di GIORGIO GUAITI MILANO EVITARE CHE LA CRISI finanziaria, già diventata economica, diventi sociale: «abbiamo la volontà e gli strumenti per centrare questo obiettivo.

la crisi affonda i cantieri dei vip ( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi affonda i cantieri dei vip Dalla Pietà senza ordini chiede il concordato preventivo VENEZIA. La crisi finanziaria globale ha colpito anche la storica azienda nautica di lusso veneziana. Dopo i cantieri di Pellestrina De Poli, ieri mattina anche i Cantieri Dalla Pietà di Fusina (ma veneziani di nascita) hanno presentato domanda di accesso al concordato preventivo al Tribunale

ma galan canta vittoria noi siamo stati apripista ( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Crisi

Abstract: edilizia fortemente penalizzata nell'intero Paese e purtroppo pure in Veneto dalla complessa crisi finanziaria». Riguardo alle competenze, il presidente veneto in sede di illustrazione del provvedimento, una decina di giorni fa, aveva ricordato che è materia delle Regioni. Ma anche in Veneto cominciano a sepreggiare malcontenti e dubbi sul piano casa.

FORMIGONI/TREMONTI, IMPEGNO ANTI-CRISI CON GOTHA ECONOMIA "NESSUNO RIMARRA' SOLO, ABBIAMO STRUMENTI E RISORSE PER REAGIRE" A GIORNI TRASFERIMENTO DI 1,5 MILIARDI DI AMMORTIZZATORI ( da "marketpress.info" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Martedì 24 Marzo 2009 FORMIGONI/TREMONTI, IMPEGNO ANTI-CRISI CON GOTHA ECONOMIA "NESSUNO RIMARRA´ SOLO, ABBIAMO STRUMENTI E RISORSE PER REAGIRE" A GIORNI TRASFERIMENTO DI 1,5 MILIARDI DI AMMORTIZZATORI SOCIALI Milano, 24 marzo 2009 - "La crisi finanziaria, diventata crisi economica, non deve diventare crisi sociale.

cervignano, sulla crisi balducci attacca travanut ( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sulla crisi Balducci attacca Travanut CERVIGNANO. É polemica dopo le recenti dichiarazioni del consigliere regionale e comunale Mauro Travanut, che, nei giorni scorsi, riferendosi alla crisi finanziaria mondiale, aveva citato le parole del presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama, il quale, a sua volta,

Crisi: Banca centrale cinese chiede creazione moneta riserva internazionale ( da "TgFin.it" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: considerando che la crisi finanziaria richiede "una riforma creativa dell'attuale sistema monetario internazionale". In un comunicato riportato sul sito della Banca centrale cinese, una settimana prima del G20, il governatore Zhou Xiaochuan spiega che la crisi ha evidenziato "la debolezza del sistema monetario internazionale attuale".

Obama e Sarkozy dialogano prima del G20 - Primi segnali di deflazione in Gran Bretagna - AIG RESTITUIRÀ I BONUS LE BORSE GODONO: USA SI ACCOLLA GLI ASSET TOSSICI I TIMORI USA S ( da "Dagospia.com" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: per ripulire i bilanci delle banche dai titoli tossici che hanno provocato la crisi finanziaria: le borse hanno reagito positive al suo annuncio. EL PAIS - "Gli Usa stanziano un altro miliardo di dollari per ripulire le banche" dai titoli tossici. L'amministrazione Obama ha presentato ieri il suo piano per salvare il settore finanziario, e ripulire i bilanci delle banche in crisi.

"Comunque belle" l'arte della seduzione non conosce rinunce ( da "Stampaweb, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: In un momento pesantemente condizionato dalla crisi finanziaria mondiale, i consumi interni tengono e l?export è cresciuto. «Pensiamo che anche il 2009 si chiuderà con numeri positivi». Insomma ben truccati e con il giusto completino di biancheria intima, ben disposti verso il sesso, siamo pronti ad affrontare la crisi.

Dopo che la crisi finanziaria si è trasformata in crisi economica, bisogna evitare di arrivare al... ( da "CronacaQui.it" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Lo ha confermato il ministro al "ghota" dell'economia lombarda Crisi, Tremonti porta ossigeno per 1,5 milioni MILANO - Dopo che la crisi finanziaria si è trasformata in crisi economica, bisogna evitare di arrivare al terzo stadio: la crisi sociale. Insomma, anche in Lombardia il problema c'è e gli amministratori non si nascondono dietro a un dito.

Credit Suisse: Proporrà ad azionisti aumento di capitale ( da "KataWeb News" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: e chiedere la facoltà di emetterne altri 100 milioni "per conservare flessibilità strategica in futuro". Credit Suisse, una delle banche che ha reagito meglio alla crisi finanziaria grazie alla forte capitalizzazione e una Tier 1 ratio sopra il 13%, ha comunicato che l'inizio del 2009 è stato positivo. AGI

Piano Usa, Tokyo e Europa brindano ( da "Corriere.it" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: entusiasmo dei trader, che sperano nella fine della peggiore crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione, gli analisti però restano cauti. «Alla fine i giochi non cambieranno anche se il piano sarà implementato perfettamente. E si tratta di un grande "se"», ha avvertito Kirby Daley, di Newedge Group a Hong Kong.

Euforia sui mercati ( da "Trend-online" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Così il segretario al Tesoro Timothy Geithner spiega il piano. A tal proposito verrà isituita una partnership pubblico-pivata che rileverà il peso degli "asset tossici" dai bilanci delle Banche in modo da stabilizzare il sistema finanziario.

BORSA/ PIANO GHEITNER CONVINCE MERCATI ASIA, TOKYO VOLA A +3,32% ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Nonostante l'entusiasmo dei trader, che sperano nella fine della peggiore crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione, gli analisti restano cauti. "Alla fine i giochi non cambieranno anche se il piano sarà implementato perfettamente. E si tratta di un grande 'se'", ha avvertito Kirby Daley, di Newedge Group a Hong Kong.

Società minerarie nel mirino della Cina ( da "Finanza.com" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: caratterizzato dalla crisi finanziaria-economica e dal conseguente calo della domanda di materie prime, il valore in Borsa di molti gruppi si è decisamente ridotto, rendendoli prede alla portata soprattutto dei big cinesi. Le società cinesi statali, secondo lo studio di Ernst & Young, faranno shopping soprattutto in Australia e in Canada.

Cina, serve una nuova valuta internazionale ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: infatti che è necessario avere una valuta di riserva internazionale stabile per rimpiazzare il biglietto verde, considerando che la crisi finanziaria richiede una riforma creativa dell'attuale sistema monetario internazionale. Secondo il governatore la nuova valuta internazionale "non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali, ma capace di rimanere stabile sul lungo periodo".

Brown, il G20 non è che una tappa ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: 24 mar - La prossima riunione del G20 a Londra, il 2 aprile, è soltanto una tappa. Lo ha dichiarato il premier inglese, Gordon Brown, in un'intervista al quotidiano francese La Tribune. "Nel G20, dice Brown, dovremo trovare un accordo per politiche coordinate di contrasto alla crisi finanziaria". 24/03/2009 - 09:22

CREDIT SUISSE: PROPORRA' AD AZIONISTI AUMENTO DI CAPITALE ( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Crisi

Abstract: e chiedere la facolta' di emetterne altri 100 milioni "per conservare flessibilita' strategica in futuro". Credit Suisse, una delle banche che ha reagito meglio alla crisi finanziaria grazie alla forte capitalizzazione e una Tier 1 ratio sopra il 13%, ha comunicato che l'inizio del 2009 e' stato positivo. 24/03/2009 - 10:15

Cina, serve una nuova valuta internazionale ( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: infatti che necessario avere una valuta di riserva internazionale stabile per rimpiazzare il biglietto verde, considerando che la crisi finanziaria richiede una riforma creativa dell'attuale sistema monetario internazionale. Secondo il governatore la nuova valuta internazionale "non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali, ma capace di rimanere stabile sul lungo periodo".

Brown, il G20 non è che una tappa ( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: 24 mar - La prossima riunione del G20 a Londra, il 2 aprile, soltanto una tappa. Lo ha dichiarato il premier inglese, Gordon Brown, in un'intervista al quotidiano francese La Tribune. "Nel G20, dice Brown, dovremo trovare un accordo per politiche coordinate di contrasto alla crisi finanziaria". 24/03/2009 - 09:22

Il pacchetto salva-banche fa volare le Borse ( da "Nuova Ferrara, La" del 24-03-2009) + 5 altre fonti
Argomenti: Crisi

Abstract: un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».

Unicredit +15%, bene anche Generali ( da "Nuova Ferrara, La" del 24-03-2009) + 5 altre fonti
Argomenti: Crisi

Abstract: Erano stati quelli più penalizzati dalla crisi e ora sono i primi a rialzarsi. Difficile dire se questo è l'inizio della svolta, se la crisi finanziaria stia per finire. Certamente sul forte rialzo dei titoli e degli indici ci sono gli acquisti dei ribassisti che, per una volta, sono stati presi in contropiede.

Il piano Geithner? Un'altra beffa. ( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: uno dei pochi ad aver previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa sarà effimera. Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come prima.

VENETO/ VERONA, ARRIVA LO 'SCEC' LA MONETA SOLIDALE ANTI-CRISI ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: 'La solidarietà che cammina' è lo slogan lanciato da Arcipelago Veneto, frutto di un patto sociale tra produttori e consumatori per far fronte alla crisi finanziaria e rilanciare la piccola economia. L'obiettivo è la creazione di un circolo virtuoso che può valorizzare l'economia del territorio.

DEUTSCHE BANK/ NEL 2008 STIPENDIO AD ACKERMANN CROLLATO DEL 90% ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria è arrivata anche nel conto in banca di Josef Ackermann. Lo scorso anno il numero di Deutsche Bank ha guadagnato il 90% in meno rispetto a un anno prima, a causa delle perdite registrate dal suo istituto. Secondo quanto emerge dal rapporto annuale di Deutsche Bank, diffuso oggi, nel 2008 Ackermann ha intascato "

LLOYD'S/ UTILE PRE TASSE 2008 CALA DEL 51% A 1,9 MLD STERLINE ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Quanto alla crisi finanziaria in corso, il presidente dei Lloyd's Peter Levene ha dichiarato che potrebbe creare delle opportunità per i Lloyds dal momento che "le assicurazioni non sono prodotti discrezionali e mentre il valore degli asset diminuirà, le persone e le attività avranno comunque bisogno di comprare coperture per i loro rischi"

GIANNI MOLINARI ANCORA UN ANNO BUONO PER LE ESPORTAZIONI CASERTANE. SEMBREREBBE QUASI CHE IL VENT... ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Sembrerebbe quasi che il vento gelido della crisi finanziaria abbia evitato il mondo della produzione di Terra di lavoro. La provincia di Caserta ha chiuso il 2008 con un lusinghiero 11,40 per cento di crescita delle esportazioni che ora si attestano a quasi 1,3 miliardi di euro (a fine 2007 erano a 1,1).

Geithner, il Tesoro di Wall Street ( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Marcello Foa Forse passerà alla storia come il ministro del Tesoro che ha guarito l'America dalla crisi finanziaria o forse come l'uomo che ha trascinato nel baratro Barack Obama, il presidente della speranza. Timothy Geithner è giovane, ben introdotto e, soprattutto, sfuggente. A New York non hanno ancora capito perché nel 2003 fu nominato alla testa della Federal Reserve di New York.

Stupidi. ( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: appoggio per le misure appena varate dal governo per contrastare la crisi finanziaria e per ottenere dalla stampa nazionale un'iniezione di fiducia e di ottimismo. Non vengono chiamati i direttori, ma addirittura coloro che gli pagano lo stipendio. Urca, roba forte. Ma Berlusconi è forse impazzito? Il solito regime, anche la libertà di stampa va a farsi benedire.

I DISASTRI DELLA SCUOLA CHE PROMUOVE TUTTI ( da "Lavoce.info" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Mentre sarebbe necessario ricominciare a investire nella scuola dell'obbligo, con risorse progettuali oltre che finanziarie. Per esempio, si potrebbero misurare i progressi non solo per anno, ma anche per materia. Con la crisi finanziaria, che in qualche modo ci coinvolge tutti, s'è imparato questo termine ?write-down?, che vuol dire ?scrivi un numero più basso?

Vinitaly, bere bene a poco: La sfida di Regione Lazio e Arsial ( da "Velino.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Parlando della crisi finanziaria, Pallottini ha sottolineato come “l?agricoltura reagisce meglio di altri settori ma il vino soffre. E se i vini di fascia altissima non risentono della crisi quelli di fascia media sì”. A questo proposito il commissario dell?

Borse in frenata, Trichet: <Tassi giù> ( da "Corriere.it" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: entusiasmo dei trader, che sperano nella fine della peggiore crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione, gli analisti però restano cauti. «Alla fine i giochi non cambieranno anche se il piano sarà implementato perfettamente. E si tratta di un grande "se"», ha avvertito Kirby Daley, di Newedge Group a Hong Kong.

Salute/ Rapporto Oms: stabile numero nuovi casi di Tbc nel ( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attuale crisi finanziaria, il rapporto manifesta preoccupazione sul protrarsi della carenza di finanziamenti. 94 paesi nei quali si verificano il 93% dei casi di Tbc di tutto il mondo hanno fornito per il rapporto dati finanziari. Il completo finanziamento del Global Plan to Stop TB farà raggiungere l'obiettivo di dimezzare i casi di TB e le morti ai livelli del 1990 per il 2015.

Ridurre le emissioni di gas serra In data 4 febbraio 2009 il Parlamento Europeo, riunito... ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: alla luce della crisi finanziaria, gli investimenti per sostenere la crescita economica devono considerare la necessità di promuovere le tecnologie verdi; 3) ribadisce l'esigenza di fissare per l'Ue e gli altri paesi industrializzati un obiettivo a medio termine di riduzione delle emissioni dei gas serra del 25-40% entro il 2020 e un obiettivo a lungo termine dell'

Pop. Vesuviana, 2008 positivo ( da "Denaro, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: cala da 689mila a 40mila euro per accantonamenti che il presidente Angelo Carbone definisce "ultraprudenziali" in quest'epoca di forte crisi finanziaria ed economica. Gli impieghi crescono dell'8 per cento circa rispetto al 2007 e la raccolta del 20 per cento. "Questo significa - precisa il numero uno dell'istituto di San Giuseppe Vesuviano - che la clientela ci sta dando fiducia".

SUDAFRICA/ BANCA CENTRALE ABBASSA A 9,5% IL TASSO DI RIFERIMENTO ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: alla luce di un miglioramento dei dati sull'inflazione e della crisi finanziaria mondiale. Il direttore della Banca centrale, Tito Moweni, ha precisato che questo nuovo ribasso, effettivo da domani, è stato deciso "in un contesto di rallentamento dell'economia mondiale e nazionale così come di un miglioramento a medio termine delle prospettive sull'inflazione".

SALUTE/ RAPPORTO OMS: STABILE NUMERO NUOVI CASI DI TBC NEL MONDO ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attuale crisi finanziaria, il rapporto manifesta preoccupazione sul protrarsi della carenza di finanziamenti. 94 paesi nei quali si verificano il 93% dei casi di Tbc di tutto il mondo hanno fornito per il rapporto dati finanziari. Il completo finanziamento del Global Plan to Stop TB farà raggiungere l'obiettivo di dimezzare i casi di TB e le morti ai livelli del 1990 per il 2015.

Tbc-Hiv, i casi raddoppiano ( da "Galileo" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Purtroppo a gravare su questa situazione c?è anche la crisi finanziaria mondiale: i fondi necessari a raggiungere l?obiettivo fissato per il 2009 dal Piano globale di intervento contro la Tbc sono già in deficit di 1,5 miliardi di dollari. (r.s)

*** Usa: Geithner chiede autorita' su finanziarie non bancarie ( da "TgFin.it" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ha chiesto oggi al Congresso un provvedimento che consenta al governo di "commissariare" le istituzioni finanziarie non bancarie il cui collasso mette a rischio l'intero sistema. Un'autorita' questa gia' richiesta anche dal governatore della Fed, Ben Bernanke, secondo cui il collasso di Aig a settembre avrebbe potuto provocare una crisi finanziaria tipo anni Trenta.

Savona: un milione e mezzo di euro per rilanciare le imprese ( da "Savona news" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: un momento particolare come quello attuale caratterizzato da una profonda crisi economica e finanziaria. In particolare le operazioni finanziate riguardano il consolidamento dell?indebitamento a breve termine aziendale (da trasformare in passività a medio-lungo termine); i finanziamenti destinati alla gestione della liquidità per tutte le esigenze connesse al funzionamento dell?

Il piano Geithner e la vittoria di Wall Street su Obama ( da "Trend-online" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: della crisi finanziaria, pericolosi ?antimercatisti?. Più oggettivamente è probabile che vi troviate oggi tra coloro che hanno storto la bocca di fronte al ?piano Geithner? annunciato ieri sera a Washington come ?soluzione finale? della crisi bancaria.

L'Europa conclude una giornata erratica ( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: istituto di credito ha per annunciato di non escludere tagli al personale per combattere la crisi finanziaria globale. ArcelorMittal ha lanciato un bond convertibile da 1,1 miliardi di euro. In difficolt il titolo Getinge sulla piazza svedese, dopo aver trovato delle irregolarit nei conti della sua controllata francese HNE Medical SAS.

Ricavi in calo nel 2008 per Poligrafici Editoriale ( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ha proposto il rinnovo dell'autorizzazione per l'acquisto fino al 5% di azioni proprie e fino al 2% di azioni della controllante Monrif S.p.A.. I risultati di gestione dell'esercizio 2008 sono stati condizionati negativamente dal difficile contesto economico mondiale e dalla grave crisi finanziaria internazionale. 24/03/2009 - 17:20

Agricoltura, accordo MPS e CreditAgri Coldiretti su credito ( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attuale scenario di forte crisi finanziaria, si ripropone come direttrice di sviluppo per l'economia "reale" attraendo molti giovani imprenditori che trovano ottime motivazioni per iniziare l'attivit nel settore. Da qui la necessit di assistere le imprese, vecchie e nuove, con servizi all'avanguardia e che consentano un accesso al credito funzionale alle loro aspettative.

Buzzi Unicem: il risultato operativo si è ridotto del 16,5% del 2008 ( da "Trend-online" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: acuirsi della crisi finanziaria e la conseguente contrazione dello sviluppo economico a livello globale hanno influito sui risultati della società, fermandone la crescita. Nel 2008, le vendite di cemento a livello consolidato sono ammontate a 32,1 milioni di tonnellate, -5,8% rispetto al 2007.

Borsa Milano chiude poco mossa, mercato tecnico, incertezza ( da "Reuters Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: giornata volatile che vede Wall Street correggere solo parzialmente dopo che ieri è salita del 7% sul piano Obama contro la crisi finanziaria. Il comparto bancario è contrastato con diversi investitori che prendono beneficio dopo il rally degli ultimi giorni, seguito alla presentazione di Unicredit. "Non si capisce quale sia la prossima direzione del mercato", dice un trader da Londra.

BORSA MILANO CHIUDE POCO MOSSA, MERCATO TECNICO, INCERTEZZA ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: giornata volatile che vede Wall Street correggere solo parzialmente dopo che ieri è salita del 7% sul piano Obama contro la crisi finanziaria. Il comparto bancario è contrastato con diversi investitori che prendono beneficio dopo il rally degli ultimi giorni, seguito alla presentazione di Unicredit. "Non si capisce quale sia la prossima direzione del mercato", dice un trader da Londra.

Repubblica ceca, cade il governo ( da "Stampaweb, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: rischia di diventare la quarta vittima della crisi economica dopo Islanda, Belgio e Lettonia. Ma le turbolenze finanziario-economiche hanno messo sotto pressione più di una squadra al comando nell?Europa centro-orientale. L?Ucraina è tetanizzata dai litigi in seno al governo e con il presidente sui negoziati per il superprestito di salvataggio del Fondo Monetario Internazionale,

Assogas: nuova regolamentazione per gare affidamento servizio ( da "Velino.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria, meglio sopportata dalle piccole banche rispetto ai colossi, dimostra come la regola vincente sia quella della valorizzazione dell?economia reale, che nel nostro paese viene interpretata dalle pmi. Analogamente, nel mondo del gas è necessaria una dimensione di ambito molto rispettosa del territorio e che non riproponga quegli errori di ricerca esasperata del gigantismo:

Crisi: accordo quadro tra il Gruppo Montepaschi e CreditAgri Coldiretti ( da "Sestopotere.com" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attuale scenario di forte crisi finanziaria, si ripropone come direttrice di sviluppo per l?economia “reale” attraendo molti giovani imprenditori che trovano ottime motivazioni per iniziare l?attività nel settore. Da qui la necessità di assistere le imprese, vecchie e nuove, con servizi all?

## Tubercolosi, Oms: stabile, ma per malati di Hiv è fatale ( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria non deve far deviare il Global Plan to Stop TB. Ora è tempo di ottenere finanziamenti per fare interventi efficaci per la prevenzione, il trattamento e l'assistenza ai malati di TB in tutto il mondo'. La prossima settimana autorità sanitarie e ministrisi riuniranno a Pechino in un meeting organizzato dall'

Approvato il bilancio Creval Assemblea soci il 18 aprile ( da "Merateonline.it" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: nonostante gli effetti della crisi finanziaria globale e del progressivo deterioramento dello scenario economico. I risultati dell?esercizio includono gli effetti delle operazioni di aggregazione aziendale effettuate nel 2008, coerentemente con le direttrici di sviluppo per linee esterne fissate dal Piano Strategico, e precisamente l?

Premier ceco annuncia dimissioni dopo sfiducia ( da "Reuters Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: colpite dalla crisi finanziaria, anche se la sconfitta di Topolanek ha più a che fare con diatribe interne. La Repubblica ceca è stata colpita meno di altri paesi dell'Europa dell'est dalla crisi e la sua valuta ha tenuto anche dopo il voto di sfiducia, scendendo solo dello 0,4% a 27,09 contro l'euro.

CRISI/ OBAMA VUOLE NORME PER GRUPPI FINANZIARI NON BANCARI-PUNTO ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Crisi/ Obama vuole norme per gruppi finanziari non bancari-punto di Apcom Governo Usa punta su più controlli e spera su ok Congresso -->Washington, 24 mar. (Ap-Apcom) - Maggiori controlli da parte del governo americano su tutte quelle società finanziarie che non siano banche, come fondi speculativi - dunque hedge fund - fondi di private equity e grandi gruppi assicurativi.

## TUBERCOLOSI, OMS: STABILE, MA PER MALATI DI HIV È FATALE ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria non deve far deviare il Global Plan to Stop TB. Ora è tempo di ottenere finanziamenti per fare interventi efficaci per la prevenzione, il trattamento e l'assistenza ai malati di TB in tutto il mondo'. La prossima settimana autorità sanitarie e ministri si riuniranno a Pechino in un meeting organizzato dall'

Obama: più poteri e nuove regole, serve pazienza ma usciremo da crisi ( da "Corriere.it" del 24-03-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sistema finanziario. Barack Obama ha detto che l'amministrazione sta "lavorando duro" su una proposta dettagliata per una legislazione che le dia l'autorità per ristrutturare istituzioni finanziarie non bancarie in crisi. «Proprio ora, non abbiamo un potere di ristrutturare una istituzione non bancaria come Aig che sia comparabile a quello che abbiamo per le banche in difficoltà,


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Comunque belle (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Tendenze Comunque belle L'eros Le coppie impoverite tagliano su viaggi, ristoranti e regali costosi ma investono nei completini sexy Le motivazioni «In momenti come questi tutti abbiamo bisogno di un incoraggiamento» MARIA CORBI Lingerie e cosmetici, l'arte della seduzione non conosce rinunce ROMA Poveri ma belli. In un mondo frastornato dalla crisi c'è un settore che non crolla: la bellezza. Uomini e donne depressi dal presente e dalle prospettive per il futuro, tagliano le spese, ma fanno alcune eccezioni. Beni di prima necessità? Assolutamente no. Si sta parlando di creme, olii, trucchi e tutto quello che serve per migliorare la nostra estetica, e per dedicarsi alla cura di sé coltivata negli anni sfrenati dell'edonismo e della finanza allegra. Ma anche di sexy lingerie che, come ci spiega il «Financial Times», è un settore merceologico che non conosce crisi. Anzi. Anche per il prossimo bilancio le previsioni sono positive annuncia Garry Hoghart, a capo di Agent Provocateur, vivace brand di intimo, fenomeno cult a Londra e New York. «Le coppie rimangono a casa per risparmiare e sempre più donne investono in completini per aggiungere pepe alla loro relazione», spiega l'esperto. E poi la lingerie «fa sentire le donne meglio con se stesse» oltre al fatto che «tutti noi abbiamo bisogno di un incoraggiamento in questo momento». Dal «New York Times» la notizia che anche i negozi di sex toys vanno alla grande. «Il sesso non conosce crisi», spiega Analena proprietaria di uno dei cult-shop del settore. Insomma la cura del corpo, del proprio look, come antidoto ai ristoranti troppo cari, alle vacanze proibitive e alle buste paga troppo povere. E magari scopriremo che questi anni di depressione economica serviranno almeno a vivacizzare rapporti sentimentali stanchi. Un trend di aumentato narcisismo e ritrovato erotismo che ha spie differenti. Alla vigilia del Cosmoprof, la fiera della bellezza che si terrà a Bologna (dal 3 al 6 aprile) i dati rivelano una realtà di uomini e donne disposti a tutto pur di non perdere il confronto con lo specchio. Gli italiani non rinunciano a spendere in bellezza: utilizzano prodotti cosmetici almeno 6-7 volte al giorno, superando le 25 volte se si tratta di donne. Nel 2008 il settore della cosmetica ha registrato un valore di mercato pari a 9 miliardi di euro con una crescita dello 0,8%. Le esportazioni sono cresciute del 2,1%, e il fatturato delle industrie italiane ha segnato un +1,2%, con un valore di circa 8,3 miliardi. E in questa curva di crescita hanno un ruolo fondamentale proprio i prodotti cosmetici meno necessari, come il trucco (con un valore di oltre 323 milioni di euro), gli smalti (+9,3% con un valore di circa 80 milioni). Bene anche gli skincare, le cure antirughe che in tempi difficili sostituiscono interventi di chirurgia estetica ben più cari ed invasivi. Le previsioni erano ben altre. «Invece è andata molto bene», commenta Fabio Franchina, presidente di Unipro. «In un momento pesantemente condizionato dalla crisi finanziaria mondiale, i consumi interni tengono e l'export è cresciuto. «Pensiamo che anche il 2009 si chiuderà con numeri positivi». Insomma ben truccati e con il giusto completino di biancheria intima, ben disposti verso il sesso, siamo pronti ad affrontare la crisi. Magari facendo anche un salto in Beauty Farm, altro luogo estetico beneficiato dai tempi magri, una sorta di autoconsolazione ai sacrifici, ai viaggi non fatti, al futuro incerto. Anche perché il concetto di spa è cambiato e non riguarda più solo i faraonici centri a cinque stelle dove rinchiudersi una settimana, ma anche le pensioni con meno galloni e listini abbordabili, e soprattutto si affermano le day-spa, dove passare solo poche ore, magari alla pausa pranzo. E per la prima volta l'Università Bocconi mappa il fenomeno delle Beauty-Farm che sono ben 1.372, di cui 632, sono day spa. Ed è la Lombardia la regione a più alta densità di strutture (21 per cento) seguita dall'Emilia Romagna (16 per cento) e dalla Toscana (9 per cento). «E' una richiesta in aumento», spiega Raffaella Sciarretta di Kami Spa, il primo centro benessere asiatico aperto in Europa, a Roma. «La gente sente il bisogno di dedicarsi del tempo per rilassarsi, soprattutto i tempi come questi di ansia diffusa». Insomma, la bellezza come bene rifugio. Un make-up da 35 mila euro per reinventarsi. È questa la somma spesa da Katie Holmes per cambiare il suo look da sfoderare alla prima, qualche settimana fa, di «Operazione Valchiria», l'ultima pellicola che ha per protagonista suo marito, l'attore Tom Cruise. Come rivela il quotidiano «Daily Mail», la trentatreenne attrice si è sottoposta a due giorni di trattamenti di bellezza full-time con l'obiettivo di rubare la scena al padre di sua figlia. Il risultato è stato ottimo: denti abbaglianti, un make-up perfetto e una chioma folta come quando era un'adolescente. Ma l'energia impiegata dalla «nuova» Katie Holmes è stata davvero notevole. Quarantotto ore di tormenti estetici e un conticino da saldare di 35 mila euro.

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"Pignoramenti, aumento del 37%" (sezione: crisi)

( da "City" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

"Pignoramenti, aumento del 37%" Si sentono anche in Puglia gli effetti della crisi finanziaria internazionale: lo conferma il responsabile della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici, monsignor Alberto D'Urso, secondo cui "le ore di cassa integrazione sono venti volte superiori rispetto all'anno scorso, i lavoratori precari licenziati non si contano più". I dati dimostrano che a Bari nel 2006 sono stati iscritti 756 nuovi pignoramenti; nel 2007 erano 930 e nel 2008 1038, con un aumento del 37% dal 2006 al 2008. Anche in Puglia la questione centrale resta la lotta alla povertà, che riguarda un numero crescente di persone e storie di cittadini e famiglie, che sono in situazioni di precarietà, di sovraindebitamento, di usura o che rischiano di cadervi per le difficoltà a raggiungere un reddito minimo; per l'incapacità di pagare mutui, soprattutto quando la perdita del lavoro riguarda entrambi i coniugi; per il peso degli affitti, sempre più alti soprattutto nelle città. City 24 marzo 2009

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Il ministro delle Finanze americano T. Geithner ha ieri illustrato il suo nuovo piano di intervento ... (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il ministro delle Finanze americano T. Geithner ha ieri illustrato il suo nuovo piano di intervento sui mercati finanziari americani. L'obiettivo è quello di favorire la vendita a investitori istituzionali delle attività «tossiche» ancora nei bilanci delle banche. Le banche assumerebbero delle perdite anche consistenti ma, liberate da queste attività, potrebbero raccogliere capitale privato fresco sul mercato per poi tornare a fare le banche. Il piano non pare nella sostanza molto diverso da quello precedentemente proposto da H. Paulson, richiedendo un grosso intervento della finanza pubblica per sostenere i prezzi delle attività «tossiche» delle banche, che il governo ritiene sottovalutate dal mercato. Il piano Paulson prevedeva che il Tesoro acquistasse direttamente queste attività a prezzi generosi. Il piano Geithner invece prevede che il Tesoro entri per il 50% in fondi di investimento privati che le acquistino. Il Tesoro fornirà inoltre grossi incentivi a questi fondi di investimento, nella forma di crediti agevolati con una implicita garanzia su buona parte di quel 50% del capitale che sta ai privati investire. In modo diretto o in modo indiretto il Tesoro sostiene comunque i prezzi delle attività «tossiche» e quindi gli interessi degli azionisti delle banche che le possiedono. Per questo, nell'euforia dei mercati di oggi, sono state le grosse banche come Citigroup a registrare i maggiori guadagni. Più volte ho sostenuto su queste colonne che il Tesoro sembra aver internalizzato gli obiettivi degli azionisti delle grosse banche. I dettagli di questo intervento non sembrano affatto contraddire questa impressione. Lo stesso fatto che l'amministrazione abbia per così dire «nascosto» il supporto ai prezzi delle attività «tossiche» nell'estensione di crediti agevolati ai fondi privati fa pensare a una operazione di marketing politico, davanti a una opinione pubblica sempre più giustizialista nei confronti delle banche. Ho anche sostenuto che gli obiettivi degli azionisti delle banche non siano affatto in accordo con gli interessi dei contribuenti e che rischino di rallentare la ripresa dell'economia. Il fatto che i fondi di investimento cui contribuirà il Tesoro per il 50% saranno gestiti da privati lascia ancora più perplessi. In generale quella di finanziare attività di investimento per quote così elevate senza averne un almeno parziale controllo è una ricetta fallimentare. I manager sono necessariamente attratti da rischi eccessivi quando gestiscono denaro altrui. Il Tesoro garantisce a parole una qualche forma di supervisione, ma la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato finora ogni intervento del Tesoro, dalla prima richiesta di fondi Tarp al Congresso fino ai diversi e ripetuti salvataggi di AIG, lascia poco sperare. A cercare il bicchiere mezzo pieno, si può notare che quantomeno l'amministrazione ha chiaro che agire è necessario per evitare di ripercorrere gli errori che hanno portato il Giappone ad un decennio e più di crescita ridotta. L'euforia dei mercati può essere addotta proprio a questo. L'attesa di un piano di intervento aveva finora portato ad uno stallo sui mercati finanziari che rischiava di avere gravissime conseguenze in una crisi recessiva come quella in cui si trova l'economia mondiale. A questo si aggiunga che l'economia dà i primi segni di recupero (addirittura nei mercati immobiliari secondo dati di ieri), e si vedrà come mercati estremamente volatili abbiano reagito positivamente, dopo essere crollati il mese scorso davanti ad un piano identico nella sostanza anche se meno dettagliato (il primo piano Geithner). Fatico comunque a credere che questi interventi siano sufficienti ad avere positivi e duraturi sui mercati finanziari. Mi rincuora che le autorità monetarie e finanziarie europee appaiano meno propense ad azzardati interventi di salvataggio.

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"Credere nella ripartenza" (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

CREDITO COOPERATIVO Private news LE STRATEGIE DI ERSEL PRIVATE BANKING «La concorrenza può inquinare il rapporto banca-cliente» "Credere nella ripartenza" «Il mio consiglio? Evitare di seguire l'onda e di puntare, come stanno facendo quasi tutti, sui prodotti di pura liquidità. Magari può funzionare in un'ottica di tre mesi, ma il mondo non finisce nei prossimi novanta giorni: i mercati azionari hanno già scontato il loro momento terribile, adesso è ora di tornare a comprare». Non usa mezzi termini Guido Giubergia, amministratore delegato della Ersel società fondata dalla sua famiglia nel lontano 1936 e ancora oggi considerata uno dei "gioiellini" della finanza all'ombra della Mole. La sgr subalpina (8 miliardi di massa gestita, 170 dipendenti, oltre 6mila clienti private e sedi sparse tra Torino, Milano, Bologna e il Lussemburgo) è specializzata nella gestione dei patrimoni importanti. Ed è anche particolarmente attrezzata per attraversare le bufere finanziarie. «Certo, una fase così non si era mai vista - nota Giubergia - ma occorre anche dire che se la situazione economica si annuncia inesorabilmente difficile per tutto il 2009, i mercati finanziari hanno già cominciato, invece, a recuperare qualcosa. D'altronde è una consuetudine storica: la finanza si muove con sei/nove mesi di anticipo rispetto all'economia. Ecco perché siamo moderatamente ottimisti.». Una percezione per niente condivisa dagli investitori. «Vero - conferma Giubergia - c'è in giro, comprensibilmente, un grande scetticismo: è tutto un correre a vendere azioni e riscattare fondi. E' significativo, per esempio, rilevare come in questo momento subiamo la concorrenza maggiore non tanto dai nostri competitori tradizionali, quanto piuttosto dalle banche on-line che offrono tassi al 3 per cento». Strategie dal respiro corto, giurano gli analisti di Ersel. «Dal nostro punto di osservazione - riprende Giubergia - constatiamo come stia diventando sempre più difficile convincere i clienti del fatto che i mercati siano effettivamente ripartiti e sia conveniente tornare all'investimento azionario. Credo comunque - conclude l'amministratore delegato - che nei prossimi mesi si vedranno gli effetti positivi delle misure messe in atto dai governi di tutto il mondo, Stati Uniti in testa. A quel punto tornerà un po' di fiducia, la vera benzina di tutto il sistema». Mauro Pianta Il private banking vive di regole precise e di rapporti sanciti dalle disponibilità patrimoniali del cliente ma nel momento complicato che sta colpendo il settore in qualche caso è venuto meno il rapporto banca-cliente. Nel sistema creditizio i percorsi della fiducia hanno flussi di difficile interpretazione, ma un momento di grande consolidamento lo vivono le banche di Credito Cooperativo. Antonio Viglione presidente della «Pianfei e Rocca de' Baldi» viene da esperienze di banca importanti e punta il dito contro gli eccessi di concorrenza: «Rapporto banca cliente rischia di incrinarsi o di vivere un momento difficile quando la grande banca percorre strade con presunte redditività molto alte e scatta la corsa alla concorrenza». «Sono accadute situazioni imprevedibili - continua Viglione - . ma dobbiamo essere obiettivi su entrambi i fronti: ci sono clienti che hanno fatto investimenti in titoli tossici anche per colpa di consulenti che amavano l'azzardo; ci sono clienti che non volevano rischiare e si sono trovati a perdere capitali perché qualcuno li aveva coinvolti in speculazioni ma c'era anche una clientela che cercava rese molto elevate e grazie alle speculazioni che oggi sono messe sotto accusa ha portato a casa ottimi guadagni». Oggi una banca come la vostra cosa consiglia: «Noi offriamo tipologie di investimento tranquillo come obbligazioni garantite con la redditività legata all'Euribor che sostanzialmente è ancora una buona resa». Tassi Calo continuo per l'Euribor Sempre più giù l'Euribor a tre mesi, il tasso che le banche applicano fra loro per i prestiti di depositi trimestrali. Oggi è sceso per la ventisettesima volta consecutiva, passando dall'1,57% di venerdì all'1,56%. Risale allo 0,97%, invece, l'Euribor a una settimana, mentre quello a un mese è diminuito dall'1,18% all'1,17%. I dati sono rilevati dall'European Banking Federation. Proposta «Premi ai manager se il cliente è felice» Gli incentivi ai manager e ai dipendenti tutti del settore bancario vanno legati alla «customer satisfaction». È questa l'opinione del segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, che ha partecipato a un convegno Uilca insieme all'amministratore delegato di UniCredit Alessandro Profumo. «Occorre un sistema di controlli più efficiente e trasparente e un sistema di incentivazione del management e dei lavoratori dipendenti spostato di più verso la soddisfazione del cliente, mentre bisognerebbe rivedere i sistemi di verifica basati sull'ansia da risultati trimestrali», ha proposto Angeletti. L'idea arriva a ridosso delle polemiche su incentivi e premi ai manager di aziende come l'Aig. Società Software, la newco per gestire il lusso Il gruppo di sartoria maschile canali è entrato in una newco, da oggi denominata datafashion, specializzata nello sviluppo di software per fornire soluzioni evolute e strumenti di gestione di impresa alle aziende della moda e del lusso. Canali detiene una partecipazione pari al 49%, mentre il restante 51% è in mano a ds data fashion, ramo d'azienda rilevato nel 2007 da Pasquale Lambardi e Alessandro Regonini.

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"Il futuro sarà tranquillo solo grazie a nuovi modelli" (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

LA RICETTA DELLA RESPONSABILE DEGLI INVESTIMENTI PRIVATE DI UNICREDIT PRIVATE BANKING "Il futuro sarà tranquillo solo grazie a nuovi modelli" Si moltiplicano i cartelli «vendesi». I discount sono pieni e i carrelli riempiti di appena la metà. Negozi vuoti. Ristoranti con pochi tavoli occupati. Manuela D'Onofrio è la responsabile degli investimenti per il Private di Unicredit. Per lavoro si muove su molte città italiane: c'è questa crisi? «E' evidente. Un banalissimo esempio: dall'inizio di quest'anno - in città dove era impossibile trovarne uno - ci sono file sterminate di taxi fermi, senza clienti». Tutti i giorni incontra persone che le affidano i loro soldi. Mutui, prestiti, guadagni, tesoretti, risparmi: cosa dice loro per tranquillizzarli? «Ho notato grande consapevolezza nella gente, e non parlo solo di professionisti ed imprenditori. Si è capito che non è una crisi come quelle degli ultimi venti anni, un semplice rallentamento dell'economia. Tutti iniziano ad avere la reale consapevolezza che il capitalismo che non sa autoregolamentarsi e distribuire ricchezza in modo più equo è entrato in una irriducibile crisi. Non è un discorso politico, ma economico. Come li tranquillizzo? Dicendo proprio che questa crisi porterà ad un cambiamento sostanziale dell'economia e della società». E quando le dicono che il carrello della spesa si è ridotto della metà? «Come li capisco! il potere di acquisto della classe media in questi ultimi dieci anni si è ridotto drammaticamente». Il suo carrello della spesa si è ridotto? «Certamente sono molto più attenta del passato nello spendere il denaro anche perché, avendo un figlio di quattordici anni, sento il dovere di insegnargli a compiere solo i passi che le sue gambe gli consentono di fare». In molti si organizzano in GAS (gruppi di acquisto solidale), fioriscono i micronidi, si rinuncia agli acquisti ad impatto ambientale, tutti si interessano ai costi di riscaldamento delle case, si inizia a bere l'acqua di rubinetto. E' un modo per reagire? «Il consumatore è pienamente consapevole sia della riduzione del suo potere di acquisto sia che l'inquinamento in cui viviamo non è altro che la conseguenza di abitudini non più sostenibili». Ci dica cosa "non fare" in questo momento di crisi. «Sicuramente non entrare nel panico, e concepirla come un momento di trasformazione».. Ci dica cosa "fare" in questo momento di crisi. «Prima di tutto rivedere e reimpostare il proprio stile di vita. Capire che non è un dramma non cambiare l'auto una volta all'anno, dieci paia di scarpe al mese o comprare l'ultimo televisore al plasma. Dobbiamo concentrarci sull'essenziale. E consiglio - in un momento di così alta volatilità dei mercati finanziari- di investire in titoli di stato e obbligazioni societarie di alta qualità, per cercare di preservare il capitale». Una coppia di ragazzi vuole aprire un mutuo. Lei è collaboratrice a progetto di un'azienda pubblicitaria che potrebbe anche chiudere. Lui è borsista universitario. Cosa gli consiglia? «Consiglio di aspettare. Da precari se si va in difficoltà si entra in un contenzioso con la banca che lascia un segno. Perché piuttosto non affittare?». Se fossero i suoi figli darebbe lo stesso consiglio? «Assolutamente si. E dirò di più: dovremo rivedere l'abitudine, tutta italiana, di comprare noi ai nostri figli la casa». Riprendiamo carta e penna e segnamo su un quaderno le spese? «Ripartiamo da un controllo delle spese, evitando il superfluo e le tentazioni del consumismo». Un consiglio ottimista per chi è in cassa integrazione. «Sono ottimista, penso che la crisi si risolverà e porterà a qualcosa di buono soprattutto per chi vive del proprio lavoro. In questo momento è fondamentale avere grande capacità di adattamento e flessibilità». Uno studioso inglese (Desmond Morris, in «L'uomo e i suoi gesti» Mondadori) dice che quando c'è crisi l'orlo delle gonne delle donne si allunga e nei momenti di serenità si ritorna alle mini. Se dovesse indossare una gonna, lunga o corta? «Corta, assolutamente. Bisogna reagire». Giorgia Garberoglio

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Il piano Geithner mette le ali a tutte le Borse (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il piano Geithner mette le ali a tutte le Borse Tokyo sale del 3,4%. Wall Street vola: +6,8% Piazza Affari migliore in Europa: +4,66% [FIRMA]MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW YORK Timothy Geithner presenta il piano per l'acquisto dei titoli tossici e Wall Street fa un balzo in avanti di quasi 500 punti. Il ministro del Tesoro ha riunito i giornalisti nel suo ufficio poco dopo le 8 del mattino ora di Washington e, a telecamere spente nel timore di ripetere il passo falso del 10 febbraio, ha illustrato il «Public-Private Investment Program» che prevede lo stanziamento di 500 miliardi - destinati a diventare il doppio - per acquistare i mutui tossici che hanno trasformato la crisi immobiliare nel terremoto finanziario che ha innescato la recessione. Ciò che ha convinto di mercati è stata la scelta di Geithner di svelare i dettagli finora taciuti: alla base del pacchetto di finanziamento vi sono fra 75 e 100 miliardi di capitale provenienti dal programma «Tarp» e l'acquisto dei mutui tossici passerà attraverso la «Federal Deposit Insurance Corporation» (Fdic). Per ogni 100 dollari di mutui tossici acquistati dalle banche i privati ne metteranno 7 a cui il governo ne aggiungerà altri 7 con i restanti 86 garantiti da un prestito della Fdic. E' un meccanismo che ha trovato il consenso dei mercati perché dà spazio ai privati e consente aste al rialzo su titoli tossici il cui valore ora è sconosciuto o considerato pari a zero. «Il nostro obiettivo è di far spendere ai contribuenti il meno possibile» ha spiegato Christine Romer, consigliere economico di Obama, mentre Larry Summers, regista del piano finanziario, ha ammesso che per le prime aste «bisognerà aspettare fino a maggio» perché i privati avranno bisogno di tempo per farsi avanti. «Non c'è alcun dubbio che il governo si sta assumento dei rischi» ha detto il ministro del Tesoro, spiegando di averlo fatto «nella maniera migliore possibile e per procedere il più velocemente possibile». Barack Obama gli dà fiducia. «Sono davvero convinto che il piano finanziario inizierà a sbloccare il mercato del credito anche se servirà tempo perché c'è ancora grande fragilità, ciò che conta comunque è che stiamo andando nella giusta direzione» ha detto il presidente al termine di un incontro con i consiglieri economici durante il quale ha ribadito la necessità di «disegnare i regolamenti di cui abbiamo bisogno per impedire il ripetersi di crisi di sistema». A rinfrancare la Casa Bianca è stato l'andamento dei mercati finanziari - il Dow Jones ha chiuso con un avanzamento del 6,84 per cento ed il Nasdaq del 6,76 per cento dopo analoghi anadamenti positivi delle Borse europee e asiatiche - accompagnati dall'inatteso aumento del 5,1 per cento della vendita di case esistenti, forse motivato dagli acquisti di beni immobili pignorati. Obama scommette sull'effetto-Geithner per spingere il Congresso ad accelerare il varo del bilancio mal i repubblicani sono sulle barricate e minacciano opposizione a oltranza. Per Eric Cantor, volto di spicco dei conservatori alla Camera, il piano finanziario è «un gioco di specchi che cela ai contribuenti il vero costo per l'erario pubblico» mentre Richard Shelby, senatore dell'Alabama, accusa Obama di «spingere il governo federale verso la bancarotta» grazie ad un ministro «che va allo sbaraglio» e «la cui sorte politica sembra oramai segnata». Ciò che preoccupa la Casa Bianca sono i dubbi fra le file democratiche sul bilancio come sul piano-Geithner. Per rafforzare il ministro Obama ha nominato due nuovi vice, Neal Wolin e Lael Brainard, ma sulla testa di Geithner è caduta la tegola delle dichiarzaioni del Nobel Paul Krugman, che sul New York Times lo accusa di «voler salvare banche fallite». Krugman suggerisce ad Obama la nazionalizzazione delle banche, come fatto dalla Svezia negli anni Novanta, ma Geithner gli ha risposto a brutto muso: «qui non siamo in Svezia, ma negli Stati Uniti d'America».

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"Riforme zero Obama? Un populista" (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

"Riforme zero Obama? Un populista" Il piano finanziario di Tim Geithner è un rattoppo, il presidente Obama è un populista che non va in direzione delle riforme e il risultato sarà un'America indebitata quanto l'Italia». Edward Prescott, premio Nobel per l'economia nel 2004, parla a raffica dal suo studio all'Università dell'Arizona dopo aver esaminato le iniziative del Tesoro Usa. Perché definisce «un rattoppo» il piano di Tim Geithner che è stato premiato dai mercati finanziari? «Geithner cerca di ottenere un'ordinata ristrutturazione dei mercati in maniera analoga a quanto tentò di fare il predecessore Henry Paulson ma è una mossa ad alto rischio». Dove sta il rischio? «Nella scommessa che i titoli tossici valgano qualcosa. Se valgono meno di quanto suppone il piano, Geithner sta gettando nel vuoto una montagna di dollari dei contribuenti, ponendo le premesse per un indebitamento pubblico di lungo termine destinato ad essere pari a quello che affligge il vostro Paese». Che cosa manca al piano Geithner? «Le riforme. Il sistema finanziario è collassato per mancanza di regolamenti o inefficienza di quelli vigenti. Ne servono di nuovi. Senza riforme di Geithner è destinata a rivelarsi, nel migliore dei casi, una soluzione temporanea». Quale sarebbe una riforma necessaria? «Quella di cui parlò Milton Friedman. Obbligare le banche ad avere il 100% di riserve per garantirne la liquidità, creando un organismo di sorveglianza su prestiti e crediti. Se abbiamo avuto la crisi è perché un colosso assicurativo come l'Aig non aveva soldi in cassa. Immaginiamo un'assicurazione che ha nei depositi 100 dollari e si trova a far fronte a un disastro come Katrina. Come potrà farcela? La soluzione sono le riserve di liquidi, sulle quali bisogna sorvegliare. Ma Obama non va in questa direzione. Le riforme a cui pensa ricordano alcune economie europee..». Cosa intende dire? «Che punta ad aumentare le tasse e a rafforzare i sindacati. Sono state queste scelte, dopo il 1990, a far precipitare la produttività in Italia portandola alla crisi del 1995 che ancora continua. Altri Paesi, con la Finlandia negli anni Settanta e il Cile negli anni Ottanta, risposero alla crisi con la flessibilità: hanno avuto decenni di crescita. L'Italia invece ha ottenuto stagnazione, e l'America sta andando in questa direzione. Credetemi se dico che Obama vorrebbe avere quell'articolo 18 che voi in Italia non riuscite ancora ad abolire». Come spiega i frequenti attacchi di Obama ai manager ed ai bonus. Il «Newsweek» titola «Rabbia populista». Da dove viene la ventata populista? «Viene da Obama. È lui il populista e questa cosa fa paura. La comunità degli imprenditori, piccoli e grandi, ha paura. Venite nella pancia dell'America e vi accorgerete che il populismo di Obama indebolisce l'economia. Lui vi ricorre per restare popolare, per spingere i propri fan a mobilitarsi, per individuare nella finanza di Wall Street il cattivo di turno, ma è un approccio che solleva emozioni collettive senza preparare soluzioni di lungo termine. Anziché passare il tempo ad additare i manager di ogni colpa il presidente ed il suo team economico dovrebbero parlare delle riforme utili alla nazione». Eppure Barack Obama si è candidato per realizzare drastiche riforme economiche... «E invece si sta rivelando un paladino dello status quo. Da quando si è insediato alla Casa Bianca l'unica vera riforma che ha fatto è stata abolire la normativa che fu varata dal presidente Ronald Reagan del 1981 in base alla quale ogni iniziativa economica prima di essere varata doveva provare di portare a dei benefici. Era una condizione troppo difficile in cui operare, e Obama se ne è subito liberato». \

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Investire non è un gioco (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Stavolta la flessione è stata globale e ha colpito la finanza e l'economia reale Investire non è un gioco La convinzione di non avere capitali sufficienti ha spinto molte famiglie verso il business fai da te ma l'unico modo per sopravvivere in questo mercato è scegliere consulenti esperti e di grande fiducia Sei mesi horribilis. Metà anno in cui gli investitori in strumenti finanziar hanno visto bruciare a livello globale quanto l'intero Pil dell'Italia. Gli indici hanno perso tra il 50 e il 70%, la nostra Piazza Affari è stata maglia nera, rialzando la testa solo in marzo fino a recuperare un po' di quanto perso sotto i colpi della flessione globale. Inutile soffermarsi sui motivi di una tale disfatta, ci hanno già provato in troppi senza cavarci un gran che. Viceversa è fondamentale aprire bene gli occhi e definitivamente capire che investire in azioni e dintorni fa correre grandi rischi, qualche volta si guadagna, sovente si perde, molto. In Borsa si investe, non si gioca, si sceglie uno o più titoli o fondi che li contengono, se questi titoli non solo hanno i fondamentali in ordine, producono redditività e significativamente la distribuiscono, se poi i settori sono a loro volta vincenti e l'economia reale si sviluppa, allora le Borse finanziarie sono il migliore degli investimenti, ma basta che una sola delle condizioni precedentemente citate non funzioni ed ecco che il disastro è dietro la porta. Così è stato negli ultimi 15 mesi, economia reale e finanza si sono annichiliti e il crollo è stato dirompente. Le banche per prime hanno pagato e con loro ogni altro settore. Quanto si sia erosa la ricchezza reale delle famiglie è cosa assai difficile da dire, certamente molto anche se molto fa la paura. Pochi sono stati coloro che, possedendo almeno 50 mila euro liquidi, non li hanno investiti in Borsa e dintorni, tra cedole e crescita di valore, nel triennio precedente era quasi impossibile non guadagnare bene, chi poi possedeva capitali superiori al milione utilizzava le Private banking, ottenendone assoluta riservatezza e maggior tutela. Le private sono le Ferrari delle banche, utilizzano, come le Ferrari, i migliori del settore, sono strutturate con le più aggiornate tecnologie per collegarsi in tempo reale con qualunque sede finanziaria e sovente in anticipo conoscono le mosse delle imprese quotate, sanno prima e meglio di chiunque come far fruttare i depositi anche perché vivono di commissioni da depositi. Bene aggiungere che ogni agenzia bancaria dispone comunque di almeno un esperto di Borsa a cui rivolgersi se non si dispone di capitali elevati tali da arrivare al private. Non che le private siano immuni da cadute, ma disponendo di conoscenze, competenze e tecnologie sanno anticipare prima e meglio le cadute rovinose e spostare i depositi in acque più tranquille. Quanto si sia spostato non sarà mai dichiarato, di certo è stato salvato molto di più di quanto sia avvenuto con il fai da te. Su 100 investitori in azioni meno del 5% è in grado di rivolgersi alle private, il resto fa da se. Tante sono le famiglie che si stanno leccando le ferite, alcune, ma ancora troppo poche, sono consapevoli dei rischi di Borsa, altre, la grande maggioranza, sono lì a prendersela un po' con tutto e tutti per l'evaporare dei risparmi. Nei mesi che verranno ci saranno ancora molte turbolenze, l'onda dello tsunami è nel pieno della sua aggressività, bene tenerne conto se si è ancora in Borsa. Alla ripresa fondamentale sarà ricordarsi che le azioni sono sempre una grande fonte di rischio e non un gioco. Bruno Villois Università BocconiIl Gruppo Azimut, la più grande realtà italiana indipendente nel mercato del risparmio gestito, è da sempre impegnato nella diffusione della cultura finanziaria tra i risparmiatori. L'ultima iniziativa è un libro, «Io non ci casco più!» un manuale di autodifesa finanziaria. Quattro semplici passi per aiutare i risparmiatori a rialzarsi dalla crisi finanziaria. Un vademecum scritto con un linguaggio semplice e chiaro rivolto a chiunque desideri approfondire seriamente e semplicemente la gestione del proprio risparmio. Il libro ha venduto oltre 62.000 copie e oggi alcuni estratti dei capitoli sono disponibili sul sito internet www.iononcicascopiu.it. Paolo Martini, Direttore Marketing & Formazione del Gruppo Azimut, e uno degli autori del libro ci parla di un tema importante nella gestione del proprio patrimonio: la scelta dell'intermediario. Quanto tempo dedicate alla scelta di una macchina nuova? Quanti giornali comprate, quanti concessionari visitate, quante tipologia di autovetture comparate prima di arrivare alla decisione finale? E pensate invece adesso a quanto tempo dedicate alla gestione del vostro patrimonio, alla scelta del giusto intermediario. Generalmente molto poco. Anche alla luce degli ultimi avvenimenti è evidente invece come il nuovo risparmiatore evoluto, quello che non vuole più incappare in prodotti poco trasparenti, deve iniziare a comprendere, almeno alla base i fenomeni che regolano la gestione del suo patrimonio. Informarsi, leggere, confrontare, dedicare tempo al proprio patrimonio diventa quindi fondamentale: è importante cambiare l'approccio nei confronti dei propri soldi dedicandogli il tempo che merita. Ovviamente in tanti già lo fanno. Fare da soli è però in molti casi pericoloso e complesso. Può andare bene qualche volta, soprattutto quando i mercati salgono, ma alla lunga è fondamentale farsi supportare da un professionista serio, che dimostri nei fatti e nella sua storia di saper fare bene il proprio lavoro. Oggi è sempre più importante trovare il professionista giusto, perché il mondo è troppo veloce e complesso per rischiare il fai da te. Non ci si deve lasciar prendere dalla pigrizia nella scelta del consulente adatto. Spesso è difficile effettuare scelte razionali, soprattutto di fronte agli stress di mercato e se si è soli o mal accompagnati nei propri investimenti è più facile sbagliare emotivamente. Una corretta impostazione del portafoglio per obiettivi è il primo passo che richiede uno sforzo grande e consapevole. Una sistematica attività di consulenza ci può aiutare a prendere decisioni sagge in momenti difficili, ma solo se il nostro interlocutore merita la piena fiducia. Sul mercato ci sono intermediari e intermediari. l'industria è caratterizzata da tanti operatori diversi. Non tutti sono da guardare con sospetto, come si può essere portati a pensare anche in seguito agli ultimi crak finanziari (Lehman, Madoff.). Ci sono infatti intermediari bravi e utili. E' quindi necessario fare un'attenta analisi di chi opera sul mercato senza avere paura di pretendere risposte chiare e tempestive e ponendo il giusto tempo e la corretta attenzione nella selezione dell'interlocutore per la gestione del proprio patrimonio. Ecco alcune indicazione di massima da tenere presente nella scelta dell'intermediario. In generale di chi si può avere fiducia quando si sceglie un intermediario: 1) Di chi ama il proprio lavoro e lo fa con passione 2) Di chi ti conosce da tempo e si è sempre comportato in modo corretto aiutandoti a gestire bene i tuoi risparmi 3) Di chi si è sempre rifiutato di proporti prodotti che non capisce oppure di seguire le mode 4) Di chi opera in una società che ci crede è ha una storia e una forte reputazione 5) Di chi nei momenti difficili ti chiama e viene a trovarti spiegandoti bene cosa si può fare. 6) Di chi fa vivere meglio la sua famiglia se tu resti suo cliente a lungo e sei soddisfatto: allineamento e condivisione degli interessi. \

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"Sorvegliare la finanza con un organismo sotto la bandiera Onu" (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

il caso Rossi appoggia la proposta della Merkel "Sorvegliare la finanza con un organismo sotto la bandiera Onu" FRANCESCO MANACORDA MILANO QUOTAZIONE REND. Utlima Prec 12 mesi Tra le tante ipotesi di regolamentazione internazionale dei mercati finanziari considero preferibile quella che attribuisce i poteri a un organismo nell'ambito delle Nazioni Unite». Anche Guido Rossi appoggia la proposta del Cancelliere tedesco Angela Merkel di affidare a un nuovo organismo sotto l'ombrello dell'Onu, il controllo di quei mercati finanziari che hanno messo con tanta facilità sotto scacco i sistemi di vigilanza nazionali. «Nel sistema delle Nazioni Unite ci sono due punti di forza - spiega il giurista parlando al seminario sul tema organizzato ieri alla Statale di Milano dall'Osservatorio Giordano Dell'Amore con il Centro di difesa e prevenzione sociale - ossia il multilateralismo molto incisivo e un evidente vantaggio sull'applicazione delle regole: abbiamo già la Corte internazionale di giustizia con varie camere specifiche e si potrebbe pensare a una nuova camera dedicata proprio ai temi finanziari». Nel fiorire di proposte di riforma, manuali di pronto impiego contro le crisi, «decaloghi» a cura di organismi internazionali e nazionali di ogni sorta - dal Financial Stability Forum alla britannica Fsa, passano per il G20 e l'Ue - il rischio è quello di fare confusione, ad esempio sovrapponendo le necessarie terapie d'urgenza con le regole che dovranno governare il settore in futuro. Insomma, il pericolo - tra gli altri - è di arrivare a celebrare delle «ronde finanziarie», destinate non tanto ad affrontare le cause dei problemi, quanto a rassicurare genericamente l'opinione pubblica. «L'idea di molti scienziati della politica - attacca così il direttore generale di Assonime Stefano Micossi - è quella che convenga scrivere le regole subito perché adesso le lobbies finanziarie sono indebolite. Ma si tratterebbe di regole stupide». Anche perché, sempre per Micossi, «se c'è un problema di mera instabilità dobbiamo occuparci di questo ma non possiamo sovraccaricare il sistema regolatorio anche con il compito di far fronte all'instabilità». «Bisogna vedere se è meglio avere delle regole stupide o non averle affatto», gli replica Guido Calabresi, magistrato Usa e professore emerito di Legge a Yale. Anche per lui, che a quel che si capisce le regole le vorrebbe e in tempi rapidi, il modello Onu sarebbe preferibile. Ma la sua è un'adesione con molti dubbi, compreso quello sull'efficacia di regole sovrannazionali «che emergerebbero dal necessario processo di mediazione tra Stati». Nei sei «cantieri» regolamentari aperti oggi sulla crisi che Guido Rossi identifica, partendo da quelle minimale di chi ritiene il mercato in grado di curarsi da solo senza ulteriori iniezioni normative e finendo appunto all'estremo opposto con l'impegno dell'Onu nella finanza, c'è anche chi ha meno entusiasmi sovrannazionali. È il caso del prorettore dell'Università Cattolica Luigi Campiglio, che sottolinea prima di tutto «il vincolo della rapidità perché la crisi morde. Una bella architettura implementata da qui a un anno rischia di essere un palazzo vuoto». E allora, dato che la velocità deve andare assieme a organismi snelli o già collaudati, Campiglio propone di concentrarsi su due dei «cantieri» intermedi di cui parla Rossi: un G2 tra il grande debitore Usa e il grande creditore Cina e l'iniziativa dell'Ue che vorrebbe arrivare un'Agenzia europea di controllo dei rischi.

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Geithner, l'esame di Wall Street I primi dubbi sul piano-banche (sezione: crisi)

( da "Corriere.it" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Al Public Investment Corp. parteciperanno anche i privati Geithner, l'esame di Wall Street I primi dubbi sul piano-banche Verso un super fondo che acquisterà i titoli tossici. L'attacco del premio Nobel Paul Krugman: è come il piano Paulson Dal nostro inviato Massimo Gaggi NEW YORK - Dopo il «flop» di inizio febbraio, Tim Geithner ci riprova: il ministro del Tesoro di Obama oggi presenta agli americani l'ultima versione del suo piano di salvataggio del sistema bancario. Geithner punta su un' ulteriore dilatazione dell'intervento pubblico, attraverso la Federal Reserve e l'agenzia federale Fdic (garantiranno titoli tossici per un totale di mille miliardi di dollari), ma anche sul coinvolgimento degli investitori privati che dovrebbero diventare soci (di minoranza) del governo nell' ambito di un nuovo istituto misto. L'Iri di Washington si chiamerà PIC (Public Investment Corporation): è questo lo strumento col quale l'amministrazione di Obama spera di trovare una soluzione almeno parzialmente di mercato per spezzare la spirale di una crisi finanziaria spaventosa. Impresa tutt'altro che agevole: a dieci giorni dal G20 di Londra dove gli Usa devono presentare una ricetta economica ben definita, e nel bel mezzo della tempesta per i "bonus" pagati ai dirigenti di AIG, Geithner (difeso anche ieri dal presidente che ha smentito ogni ipotesi di dimissioni) si gioca tutto proprio sulla scommessa di coinvolgere il grande capitale privato. Ma Wall Street - infuriata per il modo in cui il Congresso e la stessa Casa Bianca stanno cavalcando la rabbia dei "taxpayer", alimentando il populismo anziché disinnescarlo - ha poca voglia di partecipare allo smaltimento dei titoli "tossici": teme di essere criminalizzata sia in caso di perdita (visto che l'80% del "buco" sarebbe, comunque, colmato dal contribuente), che in caso di operazione conclusa con un profitto. Il piano, insomma, non conquista gli investitori, anche se l'introduzione di un meccanismo di questo tipo era stato a suo tempo proposta da protagonisti della finanza come Warren Buffett e il capo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein. E, oltretutto, fa gridare allo scandalo gli economisti di sinistra, capitanati dal Nobel Paul Krugman che negli ultimi due giorni ha sparato a raffica, dal suo "blog" sul sito del New York Times, contro la ricetta Geithner. Krugman, che propone la "soluzione svedese" (banche nazionalizzate, ripulite e poi rimesse sul mercato), accusa il ministro di aver elaborato una soluzione costosa per il "taxpayer", parziale e che lascerà in giro molte banche "zombie". Ai seguaci di Obama che lo hanno criticato per aver bocciato un piano non ancora presentato, l'economista di Princeton ha risposto con veemenza che le anticipazioni pubblicate sono sufficienti a confermare l'impressione - già alimentata dalle scelte fatte dal governo fin dal suo insediamento - che Obama, anziché cambiare radicalmente rotta rispetto all'era Bush, stia in realtà continuando sulla linea del predecessore di Geithner, l'ex banchiere Henry Paulson. Krugman, che parla di "tragedia incombente" perché se questo piano fallirà l'opinione pubblica inferocita non darà a Obama una seconda "chance", può anche avere idee troppo radicali o essere mosso da risentimento nei confronti di una squadra di governo che non lo ha mai nemmeno consultato. Ma ieri tutto il team dei commentatori di punta del "New York Times" - da Tom Friedman a Maureen Dowd passando per Frank Rich - ha attaccato a testa bassa la Casa Bianca per la gestione del caso AIG. Un campanello d'allarme per il presidente, molto sensibile agli umori della stampa "liberal", che è sotto attacco anche per la presentazione di un bilancio federale che, secondo gli uffici tecnici del Congresso, produrrà un deficit pubblico molto più alto di quello indicato dalla casa Bianca. stampa |

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Tre miliardi di euro nei paradisi fiscali (sezione: crisi)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Dati forniti dall'Ufficio italiano cambi. Se il malloppo tornasse nella Marca potrebbe riequilibrare le restrizioni sul credito rilanciando l'economia Tre miliardi di euro nei paradisi fiscali Tesoretto dirottato in 7 anni dalle aziende trevigiane alle cassaforti estere Negli ultimi sette anni, tre miliardi di euro hanno preso il volo da Treviso diretti verso paradisi fiscali come Lussemburgo, Olanda e Svizzera. Un tesoro dirottato nelle casseforti di controllo estere rimpinguate ogni anno attraverso gli utili in buona parte generati dalle aziende della Marca, provincia al primo posto in Veneto con flussi in uscita pari al 27,3%. Una dispensa notevole. Una risorsa che potrebbe riequilibrare le restrizioni sul credito impartite dalle banche e riportare a galla le aziende in crisi finanziaria con un'operazione a costo zero. Aziende povere, imprenditori ricchi. Un adagio che torna spesso in tempi di crisi e trova forza nei dati stilati dall'Ufficio Italiano Cambi, dove viene tenuta traccia degli investimenti diretti verso l'estero. Flussi di denaro dirottati verso stati in cui l'anonimato e la bassa pressione fiscale hanno permesso la gemmazione di migliaia di finanziarie di controllo. Piccole società che detengono grandi quantità di denaro che adesso potrebbe tornare utile. Proprio Treviso detiene il primato in Regione rispetto a questi flussi, con una media di circa 400 milioni di euro accantonati all'anno. I picchi in uscita si sono registrati nel 2001 con 653 milioni e 2003 con 480, che riportati a livello nazionale corrispondono all'1,1% del totale negli ultimi sette anni. Parte di questo denaro è rappresentato da investimenti in fondi comuni di diritto estero, strumenti finanziari di grande richiamo e venduti normalmente da banche e società di investimento ai piccoli risparmiatori. L'altra fetta, invece, rappresenta quei rivoli di denaro che dalle imprese di Treviso raggiungono nazioni e isole sotto la cui bandiera vengono riposte le casseforti dove si custodiscono i preziosi utili. «Il fenomeno è conosciuto - sottolinea Ferruccio Bresolin, professore di economia a Ca' Foscari - in almeno la metà dei casi si tratta di speculazione. Ci sono società che hanno sede in Lussemburgo e operatività in Italia». Il piccolo paese del centro Europa è l'ottava provincia veneta con 521 milioni di euro versati nel 2007 e solo 128 disinvestiti, con un saldo attivo di 393 milioni. La Romania è solo al nono posto con flussi medi regionali per 30 milioni. «La pressione fiscale italiana non fa buon gioco a chi decide di fare l'imprenditore - continua Bresolin - la convenienza per chi porta fuori i soldi è chiara». Per contrastare la stretta creditizia, da qualche settimana alcuni imprenditori sono tornati a parlare del blocco del Tfr in azienda. Una mossa controversa che richiede l'apporto di capitali di proprietà dei lavoratori, rimasti piuttosto freddi. Ecco allora che il Governo, visto l'entità dei capitali «sommersi» all'estero, in questi giorni ha rilanciato l'idea dello scudo fiscale. Una moratoria che prevede il rientro agevolato dei soldi, vincolato, però, al reinvestimento nelle aziende.

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Ma Galan canta vittoria Noi siamo stati apripista (sezione: crisi)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

IL VENETO Ma Galan canta vittoria «Noi siamo stati apripista» VENEZIA. Chi si vanta, invece è il governatore del Veneto Giancarlo Galan. Ieri ha ricordato il ruolo di apripista svolto dal Veneto per il varo a favore della legge di rilancio del settore edilizio il presidente Galan, in vista dell'incontro di domani con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi proprio sul piano casa. Tra Veneto e governo su questo terreno non dovrebbero esserci problemi visto che lo stesso governatore Galan ha sottolineato che il disegno di legge varato dalla giunta veneta è stato pensato in piena sintonia con il premier. «Con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, - ha ribadito Galan - abbiamo pensato un piano per aiutare l'edilizia fortemente penalizzata nell'intero Paese e purtroppo pure in Veneto dalla complessa crisi finanziaria». Riguardo alle competenze, il presidente veneto in sede di illustrazione del provvedimento, una decina di giorni fa, aveva ricordato che è materia delle Regioni. Ma anche in Veneto cominciano a sepreggiare malcontenti e dubbi sul piano casa.

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Il Garda si fa Iseo per Clive Owen agente giramondo (sezione: crisi)

( da "Giornale di Brescia" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Edizione: 24/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:spettacoli Il Garda si fa Iseo per Clive Owen agente giramondo Prima visione Da Berlino a New York, Milano, Lione, Lago di Garda, Istanbul... è davvero «international» l'affannato viavai di un agente dell'Interpol (Clive Owen, come sempre monossido nel suo aspetto pensieroso e sbattuto) che - vendicativo perché gli hanno assassinato un amico e soprattutto perché tarantato da un'aria di giustiziere sociale - quasi sempre in coppia con una coraggiosa procuratrice distrettuale (la bionda Naomi Watts) riesce a individuare il killer, ma si impegola in panie delinquenziali e terroristiche che tra soldi sporchi e smercio di missili in Medio Oriente e Terzo Mondo girano intorno ad una grande banca lussemburghese. Forse è solo coincidenza l'argomento, l'attività a volte sotterraneamente criminosa di certe grandi banche addosso alla gente da indebitare ad ogni costo e responsabili dell'attuale crisi finanziaria. O almeno Tom Tvyker sembra mascherarlo sotto un incalzante ingorgo di avventure che riprendono certi ingredienti del bondismo americano. Se il capitolo più fracassone e distruttivo è quello mimato all'interno della copia del newyorkese museo Guggenheim, anche troppo dilatato nella pirotecnica sarabanda di sparatorie lungo una bianca spirale discendente, le scene per noi più curiose sono quelle milanesi al Pirellone e davanti la Stazione Centrale, con retroterra di carabinieri corrotti e fantomatici brigatisti neri e un Umberto Calvini (assonanza non casuale col destino del banchiere Calvi) che fa l'imprenditore sceso in politica (forse ancora non a caso lo mima un berlusconiano Luca Barbareschi) e come Berlusconi creatore di un movimento azzurro e aspirante premier. E a proposito di Calvini, resta inspiegabile il perché - con tanto di didascalia - ci è gabellato un lago d'Iseo per una scena ripresa da un elicottero sul Garda nei paraggi di Tremosine, rocambolesco inseguimento in auto dentro e fuori gallerie lungo la statale gardesana a strapiombo sulle acque. Per il resto, con qualche svolta inopinata, «The International» è solo un action-thriller di maniera, svelto nel ritmo, stereotipìa di maschere (incluso Armin Mueller Stahl da ex spia comunista della Stasi diventato sottile intrigante a servizio del capitale), infilata di luoghi comuni tra sporchi intrighi, scontri trasversi, ombre di misteri. di Alberto Pesce THE INTERNATIONAL - Regia Tom Tykwer con Clive Owen, Naomi Watts, Armin Mueller-Stahl, Luca Barbareschi

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grassi: o si trova lo sponsor, o lo sporting chiude (sezione: crisi)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Serie A2 femminile. Il numero uno della società friulana ieri in una conferenza stampa ha lanciato il suo «grido di dolore» sul futuro del club Grassi: o si trova lo sponsor, o lo Sporting chiude Cipolat, presidente Fip Fvg: se ridimensiona Udine, s'impoverisce tutto il movimento regionale UDINE. «O si trova lo sponsor, o si ridimensiona in modo drastico». Alessandro Grassi, presidente dello Sporting club Udine, ha lanciato un messaggio chiaro nella conferenza stampa indetta ieri per illustrare la situazione in cui versa la maggiore realtà regionale di pallacanestro femminile. Il sodalizio friulano, senza sponsor da due anni e in crisi finanziaria, rischia di chiudere, almeno per quanto riguarda l'attività di vertice, per ripartire dai campionati regionali di base. «Voglio lanciare - ha detto Grassi - il mio grido di dolore sul futuro di una realtà quale lo Sporting club, prezioso frutto di una semina cominciata oltre dieci anni fa con il progetto Trudi, che ha avuto un impatto mediatico e socializzante molto forte. Tutto ciò rischia d'essere vanificato: abbiamo la concreta possibilità di salire in A1 ed è paradossale che, sul nostro territorio, nessuna realtà imprenditoriale comprenda il nostro messaggio fresco, positivo e vincente, con grande capacità di penetrazione mediatica». «Queste parole - ha proseguito Grassi - non sono un atto d'accusa contro le istituzioni. Solo, mi rifiuto di pensare che nessuno si renda conto della nostra potenzialità. Il gruppo della serie A2 sta facendo i miracoli, compattandosi sempre di più, nonostante le difficoltà. Siamo una Ferrari che sta finendo la benzina e non ha distributori nelle vicinanze». Alla conferenza stampa è intervenuto Ezio Cipolat, presidente del comitato Fip regionale, che ha spiegato che «abbiamo il più alto rapporto fra tesserati e abitanti in Regione e l'affidamento dell'organizzazione delle finali under 19 femminili a Udine per il secondo anno di fila dimostra quanto per la Federazione sia importante il nostro movimento. Nessuno in Italia abbina grandi risultati di prima squadra e settore giovanile come fa lo Sporting: se ridimensiona Udine, si ridimensiona tutto il movimento regionale». Presenti anche Mario Blasone, Giuliano Gemo, che ha confermato che il Coni regionale ha messo a disposizione 450 mila euro per gli sport di squadra, «da spartire però tra dodici realtà nei massimi campionati in varie discipline», e il professor Fattori, esponente di spicco dell'attività sportiva scolastica. In sala anche coach Larry Abignente e alcune delle giocatrici della prima squadra, i primi a subire la crisi finanziaria del club. Almeno loro, però, nonostante tutto non fanno mai mancare impegno e spirito vincente. (f.t.)

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la snaidero pensa solo alla salvezza sul campo (sezione: crisi)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il successo su Caserta è arrivato la prima volta che dal ritorno di Allen ha giocato la stessa squadra senza Torres escluso di giornata già a Teramo La Snaidero pensa solo alla salvezza sul campo Rieti e Fortitudo in crisi finanziaria ma Udine punta al terzultimo posto BASKET Ritrovata la vittoria contro Caserta dopo cinque turni domenica cerca il bis con Milano e prima di Ferrara Ore decisive soprattutto per le sorti della Sebastiani che oggi incontra il presidente della Regione Lazio di VALERIO MORELLI UDINE. Ritrovata la vittoria, domenica contro Caserta. Trovato l'assetto di squadra, da due turni senza Torres nel turn over obbligato di extracomunitari. Ricreato l'ambiente arancione, al Carnera e con dediche di Antonutti superstar di giornata e capitan Di Giuliomaria. Alla Snaidero, comunque fanalino di coda della serie A, non resta che vincere. Su due piani: sulle assi incrociate del parquet subito e, caso mai, bilanci alla mano vista l'aria di crisi economica che tira. Intanto, c'è da concedere il bis vincente domenica a Udine nella nona di ritorno contro l'Armani Milano. Più facile a dirsi che a farsi, ma auspicabile prima dello scontro salvezza, in famiglia Sacchetti, il 5 aprile a Ferrara. Vittoria. Mancava, eccome. Da 5 turni, a dispetto di buone prove: a partire con La Fortezza Bologna, sfida decisa dallo show finale Nba vinto da Boykins sul "lusso" Forte; passando per il +19 al 20' a Cantù, svanito solo al supplementare nel quinto debutto arancione di Allen; per finire con l'ultima trasferta a Teramo, in cui Udine s'è inceppata sul suo terreno, da tre, subendo un fatale 7-0 in volata sul 73-73. Reso omaggio a Roma capitale, un solo, enigmatico tonfo nella gara peggiore: il derby delle cucine con la Scavolini Spar Pesaro al Carnera, che ha messo a soqquadro l'ambiente e fatto salire l'acqua alla gola. Assetto. Domenica con l'Eldo Caserta, dunque, la Snaidero non ha rifatto risultato come d'incanto, ma l'ha giustificato sul piano del gioco. Non a caso è arrivato la prima volta in cui dal ritorno di Allen a Udine, che è come fosse al terzo o al quarto "precampionato" stagionale (prima con Caja e Jackson, poi Sacchetti, quindi Forte e Buskevics, infine Jerome), è stata confermata per due gare di fila la stessa formazione. Senza Torres che, spiace per lui e per tutti, mostra la corda. Ambiente. Il successo ha rigenerato il Carnera, questo sì d'incanto: standing ovation ad Antonutti da 1,25 punti (25 in tutto) a minuto giocato (21'15''), record di giornata e high in carriera. Tanto da far passare quasi inosservato Allen a secco, ma con 8 rimbalzi e 7 assist, nel suo primo successo udinese stavolta al quinto assalto. Antonutti che dedica la vittoria all'assistente Michelutti dopo le tante idee sulla panchina, capitan Di Giuliomaria che riconosce la chiarezza fatta dal gm Ghiacci in settimana in spogliatoio. Parquet. Adesso, la parola tornerà domenica di nuovo al campo amico contro Milano, che ha appena espugnato Rieti. Sarebbe bello rifare festa al Carnera e utile che la Snaidero non interrompesse di nuovo la marcia. Bilanci. Anche se la salvezza può arrivare per altre vie, il terzulitimo posto resta un obiettivo. Magari, anche il penultimo. La Sebastiani a Rieti vive ore decisive e oggi conoscerà dalla Regione Lazio il suo destino prossimo. Non se la passa bene, e non soltanto in classifica, pure la Fortitudo Bologna dell'ex Pancotto.

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Pmi a rischio con il credit crunch (sezione: crisi)

( da "Finanza e Mercati" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

«Pmi a rischio con il credit crunch» da Finanza&Mercati del 24-03-2009 ANNA MARIA TARANTOLA* Le banche italiane hanno retto all'urto della crisi finanziaria meglio di quelle di molti altri Paesi. Al 30 giugno 2008 il coefficiente patrimoniale del sistema bancario italiano - il total capital ratio, dato dal rapporto tra il totale delle risorse patrimoniali e le attività ponderate per il rischio - era pari al 104%; il Tier 1 ratio era pari al 7,4% quasi il doppio del minimo regolamentare. Il tema dell'adeguatezza patrimoniale è di particolare rilievo in una fase recessiva. Su di esso si sta focalizzando l'attenzione di operatori, mercati, autorità. Il semplice rispetto dei requisiti minimi concordati a livello internazionale non è più considerato sufficiente da analisti e società di rating, che richiedono livelli di capitale assai più elevati. Queste richieste spesso non tengono conto della diversa rischiosità degli attivi e fissano benchmark simili per banche assai diverse fra di loro, a esempio quelle anglosassoni, molto esposte sul mercato dei prodotti strutturati, e quelle italiane, a operatività prevalentemente tradizionale. Nell'eventuale confronto internazionale si dovrebbe tener conto di alcuni fattori: le ponderazioni delle diverse attività insite nel sistema dei requisiti patrimoniali di Basilea 2 che sono più elevate per i prestiti a imprese e famiglie, maggiormente presenti negli attivi delle banche italiane e più contenute per le attività di natura finanziaria e di investment banking; il maggiore rigore con il quale la Banca d'Italia ha dato attuazione alle regole internazionali, considerando computabili nel patrimonio di vigilanza solo strumenti di capitale di primaria qualità. Adottando un nuovo indicatore, il Tangibile Common Equity Ratio recentemente usato da Goldman Sachs per determinare il capitale necessario a fronteggiare una situazione di stress, emerge che mentre si determina una sensibile riduzione rispetto al Core tier 1 ratio per le banche degli Stati Uniti, per quelle italiane la differenza risulta modestissima, anche perché la definizione di patrimonio di vigilanza è in Italia assai restrittiva. Se, anziché all'attivo ponderato secondo i criteri di Basilea II, si fa riferimento a una semplice misura di leverage quale il rapporto tra totale dell'attivo e patrimonio Tier 1, le banche italiane presentano una situazione migliore rispetto alla media europea. In Italia il progressivo rallentamento dell'attività economica è divenuto recessione sul finire del 2008. Il ricorso al finanziamento esterno è divenuto comunque più difficile per tutte le categorie di imprese. Si sono inasprite le condizioni di accesso al credito bancario e, per le non numerose aziende che vi facevano ricorso, si sono pressoché inariditi i mercati dei capitali. Le imprese maggiormente esposte all'irrigidimento delle condizioni di accesso al sistema finanziario sono quelle dalla struttura finanziaria più fragile. Le Pmi in particolare risultano tipicamente caratterizzate da equilibri finanziari più precari, possono essere più vulnerabili; diverse indagini qualitative, condotte dalla Banca d'Italia, dall'Isae e da altri centri di ricerca, concordano nel segnalare maggiori difficoltà di accesso al credito, soprattutto tra le imprese di questa dimensione. Le fonti di finanziamento alternative al credito bancario, già in passato utilizzate in misura assai contenuta, si sono assottigliate. La raccolta di capitale di rischio da parte delle imprese è stata scoraggiata dall'andamento negativo delle quotazioni azionarie. Nel 2008 l'ammontare degli aumenti di capitale presso la Borsa Italiana da parte di imprese non finanziarie è stato pari a 1,8 miliardi di euro, contro 2,8 nel 2007 (in media 4,3 tra il 2003 e il 2007). Le operazioni di nuova quotazione di banche e imprese sono state solo 7, contro 32 nel 2007 (in media 16 nel periodo 2003-2007); nessuna operazione ha avuto luogo nell'ultimo trimestre dello scorso anno. Anche la raccolta sui mercati obbligazionari si è fortemente ridotta: nel corso del 2008 le emissioni internazionali da parte di imprese non finanziarie italiane sono state pari a 4 miliardi, contro 13 miliardi nel 2007 (in media 15 tra il 2003 e il 2007). L'aumento dei rendimenti delle obbligazioni ha comportato un aggravio degli oneri di finanziamento: nel corso del 2008 i rendimenti sul mercato secondario per i principali emittenti italiani sono aumentati in media da 5,8 a 8,3 punti percentuali, andamento in linea con quello dei titoli emessi da imprese di altri Paesi, comparabili per classe di rating e settore di attività economica. Il mercato dei prestiti sindacati - finanziamenti erogati da un consorzio di banche a una singola impresa - è risultato tra quelli più esposti alla crisi finanziaria. Nel corso dell'ultimo anno le nuove erogazioni di prestiti sindacati sul mercato internazionale a imprese appartenenti a gruppi non finanziari italiani si sono ridotte a circa 20 miliardi, dai 60 del 2007. A seguito delle elevate emissioni degli anni precedenti, nei prossimi anni giungeranno a scadenza prestiti obbligazionari e sindacati per importi elevati, il cui rifinanziamento potrebbe risultare difficile se la fase di contrazione dell'offerta di fondi sul mercato internazionale dovesse persistere. Dati relativi a un campione di 14 grandi imprese, selezionate tra i principali prenditori, evidenziano rimborsi di prestiti obbligazionari e sindacati pari complessivamente a circa 8 miliardi nel corso del 2009 e a 55 miliardi nel periodo che va dal 2009 al 2011. Queste imprese potrebbero aver bisogno del sostegno degli intermediari italiani per far fronte a eventuali difficoltà finanziarie. *Vicedirettore generale della Banca d'Italia estratto dell'intervento al Seminario Sadiba - Perugia

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Fuori 1.000 mld $ di asset tossici Piano Geithner: primo sì da Pimco (sezione: crisi)

( da "Finanza e Mercati" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

«Fuori 1.000 mld $ di asset tossici» Piano Geithner: primo sì da Pimco di Redazione del 24-03-2009 da Finanza&Mercati del 24-03-2009 [Nr. 56 pagina 2] Gli istituti dovranno comunicare alla Fdic di quali attività rischiose vogliono liberarsi, che verranno messe all'asta tra i fondi Timothy Geithner, d'intesa con Barack Obama, gioca l'asso del «Ppip» per risollevare la finanza americana e ridare fiducia a Wall Street e all'economia. Ieri, il segretario al Tesoro ha varato il suo Public-Private Investment Program che intende liberare il sistema finanziario Usa di circa 1.000 miliardi di dollari di asset tossici, con l'aiuto dei privati. I primi sì al Tesoro sono arrivati da due Big del gestito: Bill Gross di Pimco e Laurence Fink di BlackRock. Nel dettaglio, il Tesoro Usa s'impegna a un investimento iniziale tra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Il nuovo programma è diviso in tre parti e prevede che i finanziamenti verranno erogati attraverso la Fed e il Fdic, l'ente che garantisce i depositi bancari, per assicurare investimenti pubblici-privati in grado di assorbire gli asset tossici. Il Tesoro Usa, inizialmente, assumerà cinque o più manager specializzati in questo tipo di investimenti, che possano dimostrare di raccogliere fino a 500 milioni di dollari in fondi privati per l'acquisto di queste attività. Il Tesoro prenderà i 75-100 miliardi di dollari, che costituiscono il fulcro del programma, dal fondo Tarp e li avvierà verso una serie di programmi di acquisto di titoli tossici, cui parteciperanno anche i privati. Secondo Geithner, questi programmi dovranno «generare un potere d'acquisto fino a 500 miliardi di dollari», che potrà successivamente salire fino a 1.000 miliardi. Secondo il Tesoro, il piano «assicura che gli investitori privati partecipino insieme ai contribuenti». «Questo approccio - spiega il Tesoro - è migliore delle altre due alternative e cioè alla speranza che le banche riescano ad espellere gradualmente queste attività dai propri bilanci, oppure che il governo acquisti direttamente queste attività». Il primo caso, spiega il governo «rischia di prolungare la crisi finanziaria, come dimostra l'esperienza giapponese», e nel secondo caso i contribuenti si assumerebbero tutti i rischi. Geithner si aspetta che al programma partecipino «investitori individuali, fondi pensione, assicurazioni e altri investitori di lungo termine». La Casa Bianca aveva detto che i privati dovrebbero contribuire ad acquistare tra il 7 e l'8% delle attività tossiche. Nei dettagli, il piano è composto da vari segmenti. In primo luogo, verranno istituiti fondi d'investimento a capitale misto pubblico e privato che acquisteranno asset tossici dalle banche grazie a dei prestiti garantiti dalla Fdic con un rapporto indebitamento/mezzi propri di 6 a 1. Questa parte del programma prevede che le banche comunichino alla Fdic gli asset dei quali intendono liberarsi che verranno poi messi all'asta tra i vari fondi. Il Tesoro parteciperà agli acquisti con una quota dal 50 all'80% attingendo dal Tarp. È questa la parte del piano che, negli obiettivi di Obama, consentirà di assorbire la maggior parte di asset tossici. In secondo luogo, verrà ampliato il Talf, il programma sostenuto dalla Fed per stimolare il credito al consumo. I finanziamenti per il programma potrebbero salire dagli attuali 200 miliardi a oltre 1.000 miliardi di dollari. Il Talf contempla attualmente la concessione di finanziamenti agli investitori perché acquistino titoli legati a nuovi prestiti con un rating AAA, ma verrà ora ampliato anche a legacy asset con rating più bassi. Infine, il governo indirà una gara d'appalto per scegliere cinque fund manager in grado di raccogliere almeno 500 milioni di dollari di capitale privato, ciascuno per comprare asset tossici. Il governo parteciperà ai programmi di acquisto con una quota del 50%, e quindi pari al denaro raccolto dai fund manager, e dividerà a metà perdite e utili con i privati. In questo caso il prezzo al quale gli asset verranno acquistati, nei piani del Tesoro, dovrebbe essere stabilito dalla concorrenza, dato che diversi fund manager agiranno sul mercato per l'acquisto dei titoli. Basterà il nuovo piano? Il Tesoro, ha detto Geithner, «non è in grado di valutare al momento se avrà bisogno di altri fondi per stabilizzare il sistema». «Il piano - ha spiegato alla Cnbc - è solo l'ultimo sforzo per far sì che il sistema bancario faccia il suo mestiere, cioé eroghi credito all'economia». Obama, pur plaudendo al piano del suo segretario che va «nella giusta direzione», ha rimarcato che il sistema finanziario americano «resta fragile».

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Crisi, il supporto di Â<Fidi MoliseÂ> (sezione: crisi)

( da "Tempo, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

stampa Crisi, il supporto di «Fidi Molise» Regione Lo strumento, finalizzato a facilitare l'accesso al credito, presentato ieri alla Camera di commercio. Fa parte del piano da 100 milioni di euro Aldo Ciaramella CAMPOBASSO Associazioni e settori imprenditoriali piccole e medie imprese fanno fronte comune per combattere la crisi finanziaria nel tentativo di rilanciare gli investimnenti o conservare almeno l'esistente. I Fidi del Molise di tutti i settori produttivi si sono uniti per combattere l'emergenza credito. Ieri la presentazione presso la Camera di commercio di Campobasso del «Fidi Molise». L'obiettivo è quello insieme alla Regione e agli enti che aderiranno di rafforzare e superare le 4.391 imprese che sino a ieri, attraverso gli otto Confidi già esistenti, hanno erogato e quindi garantito oltre 91 milioni di euro. Con l'istituzione dell'unico Confido Sidi l'obiettivo è quello di fare come ha detto Matteo Russo di Confartigianato di effettuare un salto di qualità e di ricreare con le banche un diverso rapporto contrattuale. Il Governatore Iorio presente ieri mattina insieme alle massime autorità locali compreso il Prefetto di Campobasso e la responsabile regionale della Banca D'Italia, ha ribadito che « Il «Fidi Molise» rappresenta un elemento innovativo ed operativo per sostenere l'accesso al credito in una vasta area di operatori economici del Molise. Un'azione importante quella di «Fidi Molise», che il Governo regionale sosterà all'interno del Piano Globale anticrisi che sta portando avanti. Un Piano, con una dotazione complessiva di 100 milioni di euro, che coglierà tutti i suoi obiettivi se vedrà un impegno corale del mondo finanziario, di quello economico-produttivo oltre che di quello sociale e politico». Il presidente della Giunta ha, poi, ricordato che «i Confidi hanno tradizionalmente avuto la capacità di avere un rapporto stretto e privilegiato con le imprese con cui lavorano. Questo ha permesso loro di sviluppare una sensibilità valutativa sulla concessione di crediti caratterizzata da intelligenza e da lungimiranza».

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È in arrivo lo scec la moneta solidale (sezione: crisi)

( da "Arena, L'" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Martedì 24 Marzo 2009 CRONACA Pagina 13 VALUTE ALTERNATIVE. Un progetto lanciato da Arcipelago Veneto È in arrivo lo «scec» la moneta solidale Scopo è creare un circolo virtuoso in cui le aziende possano crescere senza pagare troppi interessi Lo «scec», la moneta solidale, la «Solidarietà Che Cammina», sbarca anche a Verona. Il nuovo conio, uno scec, sarà l'equivalente di un euro e così via, affiancherà la nostra moneta ufficiale, che ha per legge corso forzoso. Lo scopo è quello di creare un circuito commerciale locale, un patto sociale tra produttori e consumatori della comunità per far fronte alla crisi finanziaria e per rilanciare la piccola economia. A Trento lo scec è stato approvato come valuta complementare con una delibera del Consiglio comunale. Nel mondo sono già seimila le monete locali in circolo e l'iniziativa, grazie anche ad un vuoto legislativo, è perfettamente legale. La pratica è molto più semplice della teoria: i commercianti che aderiranno al progetto lanciato da Arcipelago Veneto e si iscriveranno all'associazione, accetteranno di essere pagati, sul totale in euro, con una percentuale attorno al 20% in scec, una percentuale, quest'ultima, che in base al successo dell'iniziativa potrebbe anche crescere. A loro volta, secondo i promotori, questo incentiverà l'azienda a rifornirsi presso produttori locali per poter spendere gli scec accumulati e a loro volta usufruire dei buoni sconti. Un «circolo virtuoso» che, secondo l'associazione, «restituisce valore al lavoro e all'attività produttiva, rivitalizzando l'economia del territorio e favorendo lo scambio di beni ecosostenibili: l'economia nasce e si reinveste nel giro di pochi chilometri». Il primo esperimento di questo tipo in Italia è stato fatto a Napoli, dove oggi circolano 142 mila scec e sono iscritti al circuito oltre 200 esercizi commerciali, quasi 300 privati, con un numero di consumatori che sfiora i duemila. Nella provincia di Verona, a poche settimane dal lancio dell'iniziativa, sono già cinque le aziende che fanno parte dell'«arcipelago»: il colorificio Edilcasa di Isola della Scala, la idrotermosanitaria di Giorgio Miglioranzi di Lugagnano di Sona, lo studio dentistico Segattini di Affi, il ristorante «La vecia diga» di Verona e la Tommasi impianti termosanitari di Bussolengo. «L'economia sta crollando sotto il peso dell'interesse», dice il fondatore di Arcipelago Veneto, Lucio Levorato. Ogni iscritto all'arcipelago, azienda o privato, riceverà mensilmente una «mazzetta» di scec di vario taglio stampati direttamente dall'associazione con tanto di «timbro»; ci si può iscrivere come consumatori o come aziende sul sito www.arcipelagoveneto.org.  

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sinai: "una risposta efficace al caos ma ora attenzione alle nuove regole" - eugenio occorsio (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 2 - Economia L´economista americano promuove il piano del segretario al Tesoro Usa: bene Geithner, è l´uomo giusto Sinai: "Una risposta efficace al caos ma ora attenzione alle nuove regole" "Così tutti i dubbi sono stati chiariti e i soldi sono lì nel piatto, non come a fine febbraio" EUGENIO OCCORSIO ROMA - «è il miglior piano che potesse essere messo a punto, e fino a questo punto rappresenta la più efficace delle tante risposte che a questa crisi l´amministrazione sta dando». Allen Sinai, presidente di Decision Economics, uno degli economisti di punta di Wall Street con un prestigio di ferro costruito in quarant´anni di esperienza sui mercati finanziari, non ha nessun dubbio: questa volta il team di Obama ha fatto davvero la cosa giusta. «Se ne è accorto benissimo il mercato, che infatti sta dando una risposta entusiastica». Eppure quando Geithner nel suo precedente intervento al Congresso, a fine febbraio, accennò a un progetto del genere, l´accoglienza della Borsa fu catastrofica. «I mercati detestano più di ogni altra cosa l´indefinitezza. Anche io criticai allora l´amministrazione, ma ora no: ora tutti i dubbi sono stati chiariti, la strada indicata è molto precisa, i soldi ora sono lì nel piatto». Ma sono abbastanza questi soldi? «Come primo passo direi proprio di sì. I titoli tossici da prelevare non sono poi molti di più dei 6-700 miliardi cui ora si fa riferimento. Bene ha fatto l´amministrazione ad avvertire: si vedrà in pratica come funzionerà quest´operazione e poi si deciderà se investirci altri soldi pubblici dopo i 100 miliardi di oggi. Secondo me, tra l´altro, non è affatto da escludere che il tutto si risolva con un guadagno per lo Stato e per i privati che aderiranno all´iniziativa: vedremo a che prezzo saranno rilevati i titoli, ma di certo sarà basso. Dopodiché si creerà tutto un nuovo mercato secondario dove questi titoli saranno scambiati e nulla di più probabile che il valore salga». Tutto questo sembra invitante. Ma è sicuro che gli hedge fund, i fondi d´investimento, i private equity e quant´altri risponderanno in massa? «Certo, il numero di quanti aderiranno rimane da verificare. Ma credo che saranno molti: la convenienza c´è tutta. Intanto, come dicevo, il prezzo, che sarà comunque nettamente più basso di quello che i fondi pagherebbero per finanziarsi sul mercato aperto. Poi per i meccanismi tecnici messi a punto c´è una forma di garanzia pubblica: a differenza di altri investimenti che queste istituzioni fanno, non c´è nessun fattore moltiplicatore delle perdite, nessun credito che s´incardina su altri fino a perdere il controllo della situazione. Se andrà male ci sarà da pagare la differenza fra prezzo d´acquisto e di vendita, nient´altro. Stato e privati si divideranno guadagni e perdite». Una volta liberate dai titoli tossici le banche ricominceranno come d´incanto a prestar soldi e faranno ripartire l´economia? «Beh, andiamoci piano. La situazione è talmente compromessa che questo passo è importante ma probabilmente non ancora decisivo perché si riavvii il flusso del credito. Rimangono le difficoltà di tantissime aziende, e rimane un blocco psicologico da parte delle banche: a questo punto non si può sbagliare prestando soldi all´industria sbagliata. La prossima mossa da tener d´occhio, dalla quale anche dipenderanno molto i comportamenti delle banche, saranno le nuove regole di controllo sulla finanza che il Tesoro presenterà in settimana». A proposito, è inevitabile un´ultima domanda: Geithner è l´uomo giusto su quella poltrona così scomoda? «Sì, senza alcun dubbio».

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<Più credito contro la crisi> (sezione: crisi)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Economia Pagina 212 Imprese Le priorità per l'economia sarda «Più credito contro la crisi» Imprese. Le priorità per l'economia sarda --> Analizzare a fondo il comparto produttivo, assicurare un reddito alle famiglie e dare ossigeno alle aziende garantendo una maggiore facilità di accesso al credito, annullando gli svantaggi dell'insularità. Secondo Silvio Cherchi, ex consigliere regionale del Pd ed ex presidente di Legacoop, sono queste le priorità di intervento per rilanciare il settore produttivo sardo, nonostante la crisi finanziaria. PRIORITÀ «È necessario analizzare a fondo la nostra realtà come chiesto anche dai sindacati», sottolinea Cherchi. «Solo così le forze sociali e la Regione potranno capire che cosa hanno di fronte e come agire». A suo dire, infatti, oltre ai casi più eclatanti, sono decine le piccole aziende che non riescono ad andare avanti e scompaiono senza troppo clamore. Per monitorare lo scenario produttivo gli strumenti non mancano, come i dati forniti dalle camere di commercio e dalle rappresentanze imprenditoriali e dei lavoratori. AMMORTIZZATORI «In questo momento di piena crisi servono più ammortizzatori e soprattutto occorre che vengano integrati con la formazione», aggiunge Silvio Cherchi. A suo dire insomma, il sostegno non deve mancare a prescindere che arrivi dalla Regione o dal governo centrale, ma l'importante è che non sia fine a se stesso: deve cioè essere utilizzato per dare uno strumento in più al lavoratore in cerca di occupazione. INFRASTRUTTURE Uno dei settori dove è necessario intervenire prioritariamente è poi quello dell'edilizia, in particolare quella pubblica. «I dati forniti da Bankitalia segnano una flessione del settore nel 2008, ma confermano anche che il sistema degli enti locali ha raddoppiato il numero degli appalti», aggiunge. «Questo dinamismo va quindi sostenuto dalla Regione». In particolare si dovrebbero avviare le piccole opere, gli interventi più veloci da attuare che permettano la riapertura dei cantieri il prima possibile. «Dobbiamo rifarci ad altri periodi di difficoltà economica dove l'edilizia pubblica è intervenuta per tamponare la fase acuta della crisi», aggiunge. «Lo stesso dovrebbe essere fatto ora». INSULARITÀ Un aiuto, quindi, per le piccole imprese di cui è composto il sistema produttivo e che per Cherchi «sono un'isola nell'isola». Le aziende sarde, a suo dire, scontano qualche problema in più, ovvero quelli strettamente legati all'insularità, come gli alti costi energetici, di trasporto e la mancanza di infrastrutture. «Un'impresa sarda ha più costi rispetto a quelli ordinari», spiega, «e comunque sarà sempre lontana da una rete di collegamento ferroviario o dai più grandi centri commerciali». La soluzione potrebbe essere la defiscalizzazione delle imprese: ovvero la previsione di una fiscalità di vantaggio per le aziende locali visto che la Sardegna è l'isola più lontana dalla terra ferma di tutta Europa. Sistema che sarebbe improduttivo anche a causa della vecchia politica degli incentivi, «primo motivo della delocalizzazione delle imprese che ha mostrato tutta la fragilità delle nostre aziende». CREDITO Altra questione fondamentale da affrontare, secondo Cherchi, è l'acceso al credito. «Oltre che alle famiglie è necessario dare sostegno alle aziende e questo può essere fatto sfruttando il buon sistema dei consorzi fidi che già abbiamo. Apparato che deve agire in sinergia con Regione e banche». A suo dire è quindi importante che la Finanziaria li sostenga con nuove e più cospicue risorse. ( an. ber. )

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cantieri dalla pietà senza ordini - massimo scattolin (sezione: crisi)

( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Colpito anche il mercato del lusso. Il curatore Vidal cerca una soluzione: mantenere il rimessaggio e il «refitting» Cantieri Dalla Pietà senza ordini L'azienda di superyacht chiede il concordato preventivo MASSIMO SCATTOLIN VENEZIA. La crisi finanziaria globale non risparmia nemmeno la storica nautica di lusso veneziana. Le società di leasing hanno chiuso i rubinetti, nessuno ordina nuovi yacht, chi li aveva ordinati annulla le commesse. Dopo i cantieri De Poli di Pellestrina ieri mattina anche i Cantieri Dalla Pietà di Fusina, assistiti da Gianluca Vidal, hanno presentato richiesta di accesso al concordato preventivo al Tribunale di Venezia. L'obiettivo: salvare alcuni rami dell'azienda (rimessaggio e refitting) e cercare di tutelare al massimo l'occupazione prima che sia troppo tardi. Le ragioni della crisi. I primi segnali di (relativo) allarme si intravedono un paio d'anni fa. Il leasing cosiddetto in erigendo - ovvero l'acquirente paga una rata-acconto in corrispondenza di determinati stadi di avanzamento lavori nella costruzione del suo yacht - lascia spazio all'acquisto d'impulso. E quindi a flussi finanziari meno prevedibili, decisamente aleatori. Il mercato, però, tiene. La preoccupazione autentica si avverte a partire da ottobre dello scorso anno: l'attività commerciale subisce un forte rallentamento, aree considerate intoccabili, come la Russia, denunciano pesantissime difficoltà. A dicembre la mazzata: le società di leasing chiudono i rubinetti, a Mosca come a Lugano piuttosto che a Londra. Salta il meccanismo grazie al quale si godeva dello yacht di lusso pagando rate «basse» per i primi 2-3 anni e rimandando la maxi-rata finale che, spesso, coincideva con la cessione del contratto e, quindi, della stessa imbarcazione. Risultato: i clienti dell'azienda di Andrea Mevorach e Giorgio Dalla Pietà cancellano alcuni ordini già effettuati. Bastano un paio di yacht da 4 milioni che saltano e le conseguenze sono facilmente prevedibili. I numeri. A dicembre si fanno i conti. Servono almeno 11 milioni di euro per andare avanti l'attività ordinaria. I debiti assommano a 32 milioni: 21 nei confronti di banche e gli anticipi da leasing; 11 nei confronti di fornitori. La contromossa è immediata. Si cercano in tutti i modi partner finanziari in grado di riavviare l'attività. Ma il momento è quello che tutti conosciamo. Altri cantieri chiudono. Ai saloni internazionali di Cannes e Genova tutti guardano, ma nessuno compra. Le caratteristiche degli yacht Dalla Pietà - materiali di pregio, curca di goni dettaglio, anche nascosto, lavorazione artigianale combianta con soluzioni tecnologiche d'avanguardia - non bastano per salvarsi nel mare in tempesta della crisi economica e finanziaria globale. Il posto di lavoro dei 70 dipendenti (40 nella costruzione e 30 negli uffici tecnici e amministrativi) dei Cantieri Dalla Pietà viene messo seriamente a rischio. Così come il cosiddetto indotto: una galassia di 500 fornitori e un centinaio di artigiani delle squadre esterne. La situazione attuale. Al momento l'attività consente di continuare il lavoro per completare alcune imbarcazioni. A conclusione di questi lavori, però, tra circa 4 mesi, stanti le previsioni attuali di un perdurare della situazione attuale, i dipendenti non avranno più nulla da fare. L'obiettivo. Di qui la richiesta di concordato preventivo presentata ieri al Tribunale di Venezia. L'obiettivo è quello di offrire un futuro alla Dalla Pietà, fiore all'occhiello della cantieristica veneziana. Un futuro che «sacrifica» la costruzione e punta al mantenimento di due rami d'azienda: il rimessaggio e il refitting, in sostanza la «ristrutturazione» dell'imbarcazione. Pur di continuare a lavorare, nel solco della consolidata tradizione che punta alla qualità, ci si concentra dunque sul restauro più che sulla costruzione. A meno che non si trovi un Cavaliere Bianco che decida di puntare anche su quest'ultimo ramo per rilanciare l'attività dei Cantieri Dalla Pietà. Periti. I periti, intanto, hanno già stimato tutti i beni dell'azienda. Tutto è stato valutato in termini di discontinuità aziendale. In pratica se uno stampo vale mille, dato che non è più inserito in uno speciale processo produttivo, gli è stato attribuito un valore di 100. Ma il suo valore continua a essere 10 volte tanto. Insomma, si potrebbe anche fare un affare. I proprietari dei Cantieri (Mevorach e Dalla Pietà) attendono, intanto, date e decisioni del Tribunale e, soprattutto, confidano nell'accettazione della proposta.

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il pacchetto salva-banche fa volare le borse - gigi furini (sezione: crisi)

( da "Centro, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 3 - Attualità Il pacchetto salva-banche fa volare le Borse Balzo degli indici in tutto il mondo. Obama: «C'è qualche bagliore di speranza» Dalla partnership tra pubblico e privato nasce l'intervento Usa contro i "titoli tossici" GIGI FURINI MILANO. Si chiama Public-Private Investment, ed è il piano messo a punto dal Tesoro americano per far fronte allo spinoso problema degli asset tossici, dei "titoli spazzatura" di proprietà delle banche, dei titoli che sono stati scambiati fino all'anno scorso per oro colato e adesso valgono come coriandoli. Il piano piace, lo dimostrano le Borse di tutto il mondo che ieri hanno festeggiato con corposi rialzi. Non mancano le critiche e gli scettici vogliono prima vedere la consistenza effettiva del piano, ma le parole del segretario al Tesoro, Geithner, hanno convinto il mondo intero. Per questo ci sono stati prima forti rialzi sulle piazze asiatiche (+3,39% Tokio, +4,40% a Hong Kong, +3,28% Taiwan, +2,44% Sidney e +3,26% Singapore) e poi, in funzione del fuso orario, gli acquisti si sono spostati in Europa. In serata ha chiuso in modo brillante anche Wall Street (+6,84 il Dow Jones e +6,76% il Nasdaq a fine seduta). Milano è ancora la "maglia rosa" d'Europa, con un balzo dell'indice S&P/Mib del 5,7%, ma sono andate bene le cose anche a Parigi (+2,81%), a Francoforte (+2,65%) e a Londra (+2,86%). «Il nostro obiettivo - aveva spiegato Timothy Geithner - è avere un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci». Nel dettaglio, il Tesoro si impegna a un versamento iniziale fra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Il programma è diviso in tre parti e prevede che i finanziamenti siano erogati dalla Federal Reserve e dal Fdic (Federal Deposit Insurance Corporation), cioè l'ente che garantisce i depositi bancari. Il programma utilizzerà parte dei fondi che erano stati stanziati in autunno dal Congresso a favore del sistema bancario. Grazie all'effetto leva, i fondi metteranno in moto 500 miliardi, con un impatto sul sistema finanziario fino a mille miliardi. «Si tratta di azioni straordinarie - spiega il segretario al Tesoro - perché l'economia Usa e una parte del mondo si trovano ad affrontare sfide straordinarie. Come Paese abbiamo chiesto troppi prestiti e lasciato che il nostro sistema finanziario assumesse livelli irresponsabili di rischio. Queste decisioni hanno causato enormi sofferenze, molte delle quali ricadute sugli americani e sui titoli delle piccole imprese. Questo è ingiusto e gli americani sono arrabbiati e giustamente frustrati». «Le decisioni che abbiamo assunto - continua Geithner - dovrebbero superare il test più serio, cioè far tornare il sistema finanziario in grado di funzionare attraverso la concessione del credito alle famiglie e alle imprese». Anche il presidente Obama (nella foto) è intervenuto e in un'intervista televisiva ha lasciato un messaggio di ottimismo. «Il nostro sistema finanziario - ha detto - si trova di fronte a rischi che necessitano interventi da parte del governo, ma comincia a intravedersi qualche bagliore di speranza». Il petrolio. La speranza di una rapida fine della crisi e di un ritorno ai consumi ha spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il greggio chiude a New York a 53,83 dollari al barile (l'equivalente di 159 litri), in rialzo del 3,4% rispetto a venerdì. Sull'argomento è intervenuto il presidente del gruppo Erg, Riccardo Garrone: «Ora il prezzo è basso perché c'è la crisi, ma quando la crisi passerà il petrolio riprenderà a salire, anche se non arriverà ai livelli speculativi della scorsa estate». Sempre forte il dollaro perché, oltre la notizia del piano-Obama, negli Usa si registra un miglioramento oltre le attese del mercato immobiliare. Il biglietto verde è scambiato a 1,3580 dollari.

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i prezzi delle case non scendono (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 8 - Lucca I prezzi delle case non scendono Solo qualche aggiustamento. E in centro ancora rincari VIAREGGIO. La crisi? Sembra non esistere. O, al massimo, essere un venticello che non scuote più di tanto il mercato immobiliare cittadino, che continua nel suo momento di stagnazione su livelli di prezzo comunque assai elevati. La consueta rilevazione dell'Osservatorio mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate (riferita al secondo semestre dello scorso anno), racconta di quotazioni che non accennano ad imboccare quella discesa che - con la crisi finanziaria ormai ampiamente scoppiata - si poteva prevedere. Insomma: girare per agenzie o spulciare gli annunci sui giornalini non è diventato più facile. Come dimostra la tabella che pubblichiamo in questa pagina, sono tante le zone nelle quali le quotazioni sono rimaste invariate. Osservazione tanto più vera quanto ci si allontana dal centro cittadino: da Migliarina a Varignano fino a Bicchio e Torre del Lago. Tutti quartieri in cui, nelle ultime rilevazioni, si era però assistito a un calo assai marcato. E, in casi come Torre del Lago, è anche necessario ricordare che, negli ultimi anni, i prezzi avevano raggiunto livelli altissimi, a causa del "boom" immobiliare. Avvicinandoci al centro di Viareggio, ci fermiamo per un attimo al campo d'Aviazione. Dove, se vale il discorso fatto per Torre del Lago sui prezzi-monstre raggiunti negli ultimi anni, va però rilevata una diminuzione delle quotazioni che prosegue sulla falsariga del primo semestre 2008. Panorama completamente ribaltato, invece, nella zona più esterna del centro (quella più vicina alla ferrovia) che marca una controtendenza, soprattutto per quello che riguarda i prezzi degli appartamenti. Da rimarcare che anche nella rilevazione che riguardava il primo semestre del 2008 questa zona era quella che faceva segnare gli aumenti più marcati: segno che, per questo tipo di immobili, c'è ancora disponibile uno spazio di compravendita. Questi rincari hanno fatto sì, fra l'altro, che si sia ridotta la forbice con le case della zona più a ridosso della Passeggiata. Anche perché, in questa zona, i prezzi degli appartamenti si sono ridotti dopo anni di continui rincari. Notazioni a margine. Anche nei casi di prezzi in calo, è bene notare che si parla di qualche centinaia di euro al metro quadro: non la classica goccia nel mare, ma poco ci manca. Anche perché quando le quotazioni facevano segnare un record dopo l'altro, gli aumenti erano ben più significativi. In secondo luogo, c'è la questione delle ville. Che, in ben tre zone (compresa quella della Passeggiata) continuano a far segnare rincari, incuranti della crisi. Segno che anche per questa nicchia (sicuramente destinata a pochi fortunati, soprattutto in frangenti come quello attuale) il mercato non si è completamente fermato. Luca Cinotti

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il pacchetto salva-banche fa volare le borse - gigi furini (sezione: crisi)

( da "Nuova Sardegna, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 9 - Attualità Il pacchetto salva-banche fa volare le Borse Balzo degli indici in tutto il mondo. Obama: «C'è qualche bagliore di speranza» Dalla partnership tra pubblico e privato nasce l'intervento Usa contro i "titoli tossici" GIGI FURINI MILANO. Si chiama Public-Private Investment, ed è il piano messo a punto dal Tesoro americano per far fronte allo spinoso problema degli asset tossici, dei "titoli spazzatura" di proprietà delle banche, dei titoli che sono stati scambiati fino all'anno scorso per oro colato e adesso valgono come coriandoli. Il piano piace, lo dimostrano le Borse di tutto il mondo che ieri hanno festeggiato con corposi rialzi. Non mancano le critiche e gli scettici vogliono prima vedere la consistenza effettiva del piano, ma le parole del segretario al Tesoro, Geithner, hanno convinto il mondo intero. Per questo ci sono stati prima forti rialzi sulle piazze asiatiche (+3,39% Tokio, +4,40% a Hong Kong, +3,28% Taiwan, +2,44% Sidney e +3,26% Singapore) e poi, in funzione del fuso orario, gli acquisti si sono spostati in Europa. In serata ha chiuso in modo brillante anche Wall Street (+6,84 il Dow Jones e +6,76% il Nasdaq a fine seduta). Milano è ancora la "maglia rosa" d'Europa, con un balzo dell'indice S&P/Mib del 5,7%, ma sono andate bene le cose anche a Parigi (+2,81%), a Francoforte (+2,65%) e a Londra (+2,86%). «Il nostro obiettivo - aveva spiegato Timothy Geithner - è avere un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci». Nel dettaglio, il Tesoro si impegna a un versamento iniziale fra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Il programma è diviso in tre parti e prevede che i finanziamenti siano erogati dalla Federal Reserve e dal Fdic (Federal Deposit Insurance Corporation), cioè l'ente che garantisce i depositi bancari. Il programma utilizzerà parte dei fondi che erano stati stanziati in autunno dal Congresso a favore del sistema bancario. Grazie all'effetto leva, i fondi metteranno in moto 500 miliardi, con un impatto sul sistema finanziario fino a mille miliardi. «Si tratta di azioni straordinarie - spiega il segretario al Tesoro - perché l'economia Usa e una parte del mondo si trovano ad affrontare sfide straordinarie. Come Paese abbiamo chiesto troppi prestiti e lasciato che il nostro sistema finanziario assumesse livelli irresponsabili di rischio. Queste decisioni hanno causato enormi sofferenze, molte delle quali ricadute sugli americani e sui titoli delle piccole imprese. Questo è ingiusto e gli americani sono arrabbiati e giustamente frustrati». «Le decisioni che abbiamo assunto - continua Geithner - dovrebbero superare il test più serio, cioè far tornare il sistema finanziario in grado di funzionare attraverso la concessione del credito alle famiglie e alle imprese». Anche il presidente Obama (nella foto) è intervenuto e in un'intervista televisiva ha lasciato un messaggio di ottimismo. «Il nostro sistema finanziario - ha detto - si trova di fronte a rischi che necessitano interventi da parte del governo, ma comincia a intravedersi qualche bagliore di speranza». Il petrolio. La speranza di una rapida fine della crisi e di un ritorno ai consumi ha spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il greggio chiude a New York a 53,83 dollari al barile (l'equivalente di 159 litri), in rialzo del 3,4% rispetto a venerdì. Sull'argomento è intervenuto il presidente del gruppo Erg, Riccardo Garrone: «Ora il prezzo è basso perché c'è la crisi, ma quando la crisi passerà il petrolio riprenderà a salire, anche se non arriverà ai livelli speculativi della scorsa estate». Sempre forte il dollaro perché, oltre la notizia del piano-Obama, negli Usa si registra un miglioramento oltre le attese del mercato immobiliare. Il biglietto verde è scambiato a 1,3580 dollari.

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il tesoro delle aziende laziali la borsa a caccia di società - adriano bonafede (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina XV - Roma Sono almeno 70 i gruppi con le caratteristiche di efficienza per una immediata quotazione Il tesoro delle aziende laziali la Borsa a caccia di società ADRIANO BONAFEDE Ci sono ben 70 aziende nella Capitale e nel Lazio che sono così solide e ben strutturate, che potrebbero quotarsi sul mercato azionario per fare investimenti o nuove acquisizioni anche all´estero. E´ la stessa Borsa Italiana, la società di gestione di Piazza Affari, che ha selezionato e identificato le società dell´area romana e laziale potenzialmente pronte a fare il grande salto della quotazione. Per il 20% sono nell´industria, per il 16 nelle costruzioni, per il 30 nel commercio e nell´alberghiero, per il 34 negli altri servizi. Tra questi ultimi ci sono aziende della sanità, dell´Information technology e dei media. Una realtà produttiva, come si vede, ben lontana dai cliché cui siamo abituati per cui a Roma ci sarebbe posto, oltre alle classiche costruzioni, soltanto per attività del terziario tradizionale (commercio e turismo, per l´appunto) e non per attività del terziario avanzato. Questi �gioielli´ romani sono, secondo la società condotta da Massimo Capuano (che pochi giorni fa a Roma ha presentato la nuova sezione AIM Italia della Borsa), già in pole position per la quotazione. Anche se, è chiaro, occorrerà attendere che la crisi finanziaria internazionale sia quantomeno vicina alla fine per vedere qualche nuova società accettare la sfida dello sbarco al listino. Il "potenziale quotabile" è identificato da Borsa italiana secondo alcune precise caratteristiche di buona salute. Le società devono avere: 1) un fatturato superiore ai 15 milioni; 2) un rapporto tra Mol (Margine operativo lordo) e fatturato superiore al 10%; 3) un percorso di crescita del Mol stesso; 4) un rapporto tra posizione finanziaria netta e Mol inferiore al 4%. SEGUE A PAGINA XXIV

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il pacchetto salva-banche fa volare le borse - gigi furini (sezione: crisi)

( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 4 - Attualità Il pacchetto salva-banche fa volare le Borse Balzo degli indici in tutto il mondo. Obama: «C'è qualche bagliore di speranza» Dalla partnership tra pubblico e privato nasce l'intervento Usa contro i "titoli tossici" GIGI FURINI MILANO. Si chiama Public-Private Investment, ed è il piano messo a punto dal Tesoro americano per far fronte allo spinoso problema degli asset tossici, dei "titoli spazzatura" di proprietà delle banche, dei titoli che sono stati scambiati fino all'anno scorso per oro colato e adesso valgono come coriandoli. Il piano piace, lo dimostrano le Borse di tutto il mondo che ieri hanno festeggiato con corposi rialzi. Non mancano le critiche e gli scettici vogliono prima vedere la consistenza effettiva del piano, ma le parole del segretario al Tesoro, Geithner, hanno convinto il mondo intero. Per questo ci sono stati prima forti rialzi sulle piazze asiatiche (+3,39% Tokio, +4,40% a Hong Kong, +3,28% Taiwan, +2,44% Sidney e +3,26% Singapore) e poi, in funzione del fuso orario, gli acquisti si sono spostati in Europa. In serata ha chiuso in modo brillante anche Wall Street (+6,84 il Dow Jones e +6,76% il Nasdaq a fine seduta). Milano è ancora la "maglia rosa" d'Europa, con un balzo dell'indice S&P/Mib del 5,7%, ma sono andate bene le cose anche a Parigi (+2,81%), a Francoforte (+2,65%) e a Londra (+2,86%). «Il nostro obiettivo - aveva spiegato Timothy Geithner - è avere un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci». Nel dettaglio, il Tesoro si impegna a un versamento iniziale fra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Il programma è diviso in tre parti e prevede che i finanziamenti siano erogati dalla Federal Reserve e dal Fdic (Federal Deposit Insurance Corporation), cioè l'ente che garantisce i depositi bancari. Il programma utilizzerà parte dei fondi che erano stati stanziati in autunno dal Congresso a favore del sistema bancario. Grazie all'effetto leva, i fondi metteranno in moto 500 miliardi, con un impatto sul sistema finanziario fino a mille miliardi. «Si tratta di azioni straordinarie - spiega il segretario al Tesoro - perché l'economia Usa e una parte del mondo si trovano ad affrontare sfide straordinarie. Come Paese abbiamo chiesto troppi prestiti e lasciato che il nostro sistema finanziario assumesse livelli irresponsabili di rischio. Queste decisioni hanno causato enormi sofferenze, molte delle quali ricadute sugli americani e sui titoli delle piccole imprese. Questo è ingiusto e gli americani sono arrabbiati e giustamente frustrati». «Le decisioni che abbiamo assunto - continua Geithner - dovrebbero superare il test più serio, cioè far tornare il sistema finanziario in grado di funzionare attraverso la concessione del credito alle famiglie e alle imprese». Anche il presidente Obama (nella foto) è intervenuto e in un'intervista televisiva ha lasciato un messaggio di ottimismo. «Il nostro sistema finanziario - ha detto - si trova di fronte a rischi che necessitano interventi da parte del governo, ma comincia a intravedersi qualche bagliore di speranza». Il petrolio. La speranza di una rapida fine della crisi e di un ritorno ai consumi ha spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il greggio chiude a New York a 53,83 dollari al barile (l'equivalente di 159 litri), in rialzo del 3,4% rispetto a venerdì. Sull'argomento è intervenuto il presidente del gruppo Erg, Riccardo Garrone: «Ora il prezzo è basso perché c'è la crisi, ma quando la crisi passerà il petrolio riprenderà a salire, anche se non arriverà ai livelli speculativi della scorsa estate». Sempre forte il dollaro perché, oltre la notizia del piano-Obama, negli Usa si registra un miglioramento oltre le attese del mercato immobiliare. Il biglietto verde è scambiato a 1,3580 dollari.

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mantellassi, mobilità per sei (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

di Tiziana Gori Mantellassi, mobilità per sei Magazzini pieni di prodotti da consegnare in Russia e nei paesi arabi «Ci sono 45 giorni di tempo incontreremo i sindacati, speriamo di rinunciare ai licenziamenti» QUARRATA. Nei magazzini delle aziende che commercializzano con l'alta borghesia russa, araba e dei paesi orientali sono stoccati mobili pronti per la consegna. Fermi da settimane perché la crisi finanziaria ha messo in ginocchio anche i nuovi mercati di riferimento dei maggiori produttori quarratini. Da gennaio, poi, gli ordinativi sono crollati. E così Nicola Mantellassi, titolare della Mantellassi Spa, ha aperto una procedura di mobilità per 6 lavoratori. «Abbiamo 45 giorni di tempo dall'apertura della procedura di mobilità per decidere», mette le mani avanti l'imprenditore. La Mantellassi Spa, con sede legale sul viale Europa, a Quarrata, occupa i suoi dipendenti nell'ex stabilimento Permaflex di Gello. In tutto una quarantina di lavoratori, e da gennaio l'azienda è alle prese con una forte crisi di ordinativi. «All'inizio - spiega l'imprenditore - pensavamo ad un "effetto festività", poi alle fiere. Pensavamo che gli ordini sarebbero arrivati dopo le prime fiere del 2009. Quando abbiamo capito che neanche quelle avrebbero portato lavoro ci siamo trovati di fronte alla necessità di aprire la procedura di mobilità per alcuni dipendenti». Una procedura, ci tiene a rimarcare Mantellassi, dagli esiti non scontati. «Nei prossimi giorni incontreremo le organizzazioni sindacali. L'auspicio è che nelle prossime settimane torni un po' di lavoro. La nostra intenzione non è di licenziare, anzi. Il mese scorso abbiamo assunto un commerciale. Crediamo che sia questo il volano per riportare competitività all'azienda». Mantellassi parla di "fase drammatica". «Il sistema bancario deve capire che è il momento di lanciare una ciambella in acqua. Ci sono momenti in cui le ciambelle vanno tirate, questo è uno di quelli. Se facciamo morire il tessuto produttivo creiamo disoccupati destinati a non ritrovare lavoro». Non è possibile, afferma Mantellassi, lanciare salvagenti solo alle aziende più strutturate. «Fidi Toscana concede finanziamenti agevolati solo alle imprese in rating B. A Pistoia ce ne sono 5 o 6. In rating A una sola. Tutte le altre sono in rating C e D. Le banche poi si dichiarano piene di vincoli, non si sa quanto veri, non si sa quanto reali». E i magazzini dei produttori pieni di merce?. «I russi pagano la metà prima e l'altra metà dopo la consegna. La crisi finanziaria ha messo in ginocchio anche loro. Ci troviamo con quantitativi ingenti di mobili che non possiamo consegnare perché non siamo certi del pagamento. Quei mercati erano decollati grazie ad un giro vorticoso. Sono entrati in contatto con i titoli tossici americani e adesso sono in crisi. Il rublo ha perso circa il 30%, tante banche hanno chiuso. L'alta borghesia russa, araba, coreana, aveva la propria ricchezza in titoli e obbligazioni diventati carta straccia». Mantellassi, che poteva contare fino a dicembre su un fatturato di circa 2 milioni e mezzo dalla Russia, ha visto calare il portafoglio ordini del 40% negli ultimi tre mesi. «Come fa a reggere un mercato che passa da un +3% di utile a un -27%?. Guardo comunque al futuro con ottimismo. è stata una crisi talmente profonda e improvvisa che dovrebbe risolversi in tempi altrettanto veloci. Aspettiamo che i grandi governanti del mondo trovino una soluzione rapida». Tiziana Gori

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Carlo Felice, protestain costume di scena (sezione: crisi)

( da "Secolo XIX, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Carlo Felice, protestain costume di scena l'allarme Stasera volantinaggio di coristi e comparse davanti al teatro in occasione della prima di Andrea Cheniér 24/03/2009 IL FUTURO del Carlo Felice è ormai appeso al filo di una trattativa già difficile in partenza, alla fine dello scorso anno, ma che il precipitare della crisi finanziaria ed economica ha reso ancora più complicata. Per evitare la chiusura del teatro dell'Opera è indispensabile trovare un accordo tra i lavoratori e la Fondazione sul Fondo pensioni in liquidazione coatta. Per farlo è necessario reperire almeno sei milioni di euro in base all'ipotesi che era stata elaborate nello scorso dicembre dal sindaco Vincenzi, dal commissario Ferrazza, dal Capo di gabinetto del ministero dei Beni culturali e dalla Regione Liguria. Ciò dovrebbe avvenire accedendo a un mutuo garantito, appunto, dalla Regione. Ma quello che sembrava fattibile a dicembre oggi appare molto più complicato. D'altra parte i lavoratori rivendicano un diritto già sancito da una sentenza. La questione è che se la Fondazione non li ha (e non li ha) l'unica strada resta il fallimento e la chiusura del teatro con tutte le conseguenze occupazionali, ma non solo, che ciò potrebbe comportare. Gli ostacoli che si sono pesati in Regione in queste ultime settimane sono di carattere procedurale e politico. Non solo serve una legge ma anche una grande condivisione della decisione che possibilmente superi i confini della maggioranza di centro sinistra. Comprensibile, quindi, la preoccupazione dei lavoratori espressa in un volantino sindacale che sarà distribuito stasera davanti al teatro in occasione della prima di Andrea Cheniér da coristi e comparse vestiti con i costumi di scena, ovvero come rivoluzionari francesi dell'89. Il volantinaggio è il primo di una serie di iniziative (esclusi gli scioperi), organizzate dai sindacati Fials-Cisal, Snater, Libersind, Uil-Com per sollecitare le istituzioni alla soluzione del problema e sensibilizzare la città sul rischio di chiusura che è davvero incombente. «I sindacati - si legge nel documento - hanno richiesto al presidente Claudio Burlando e alla sindaco Marta Vincenzi un incontro urgente. A tutt'oggi non vi è stata alcuna risposta, ma soltanto dichiarazioni contraddittorie nelle quali la sindaco sostiene che "la trattativa è molto avanti e i lavoratori non devono preoccuparsi", mentre il Burlando, in palese contraddizione, afferma che "ad oggi non esiste nessun accordo sul Fondo pensione" e che l'ipotesi di accedere a un mutuo è"difficile"». «La scadenza del bilancio consuntivo 2008 è imminente - prosegue il volantino - e senza una soluzione il commissario sarà costretto a mettere a bilancio un debito di oltre dieci milioni di euro, cosa che a termini di legge comporterebbe immediatamente la liquidazione coatta amministrativa della Fondazione». «I lavoratori - concludono i sindacati - ai quali era stata prospettata la soluzione del problema in tempi brevissimi, sono preoccupati dalla perdurante assenza di tale soluzione, dalla mancata risposta alla richiesta di incontro coi vertici istituzionali, dalle affermazioni contraddittorie di questi ultimi, dai pericoli che incombono sul Teatro, sui lavoratori, sull'indotto e sull'immagine stessa di Genova». G.G. 24/03/2009

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Dalla crisi una chance per le Rurali SILVIO GOGLIO (sezione: crisi)

( da "Adige, L'" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Banche e territorio Dalla crisi una chance per le Rurali SILVIO GOGLIO (segue dalla prima pagina) Fusioni ed acquisizioni (M&A) sono dovute per le grandi banche innanzi tutto a esigenze di riposizionamento, mentre per quelle di dimensioni minori ad esigenze di economie di scala e di difesa preventiva contro eventuali takeovers. Il loro effetto, tuttavia, sommato a quello delle partecipazioni incrociate, sarà un ammorbidimento della concorrenza e non un inasprimento. D'altro canto, M&A hanno creato nuovi spazi ed opportunità per le banche locali, dati i processi di riposizionamento degli istituti maggiori a scapito dei clienti, prestatori e debitori, maggiormente dipendenti dai rapporti relazionali (Pmi, famiglie e depositanti minori). L'insieme di questi fenomeni evidenzia il pericolo di un ritiro (de-marketing) del sistema bancario commerciale di maggiori dimensioni da alcuni settori della popolazione, dalle aree e dalle attività periferiche (non solo imprese, ma anche donne, giovani, anziani, disoccupati, lavoro non specializzato). Il prestito di relazione si rivela incompatibile alle politiche di credito standardizzato, basate su dati facilmente osservabili, verificabili e trasmettibili. Molti potenziali clienti locali sono scartati perché non possiedono una storia di credito, non hanno collaterali sufficienti e chiedono prestiti di piccola entità non profittevoli. Nel corso delle trasformazioni strutturali sopra ricordate il contesto bancario italiano è stato scosso, anche se in misura minore che in altri paesi, dalla recente crisi finanziaria mondiale, in gran parte conseguenza degli squilibri commerciali e finanziari globali, della passata politica monetaria e dall'eccesso di liquidità in Usa, dall'aumentata propensione al rischio degli investitori, dalle aspettative crescenti e non sempre solide sui valori mobiliari e immobiliari, da una lunga serie di innovazioni finanziarie, tese a dare maggiore elasticità al sistema creditizio (ma a costo della sua minore trasparenza di conseguenti bolle speculative). Tra queste vanno ricordate: cartolarizzazioni, disintermediazione finanziaria, strutturazione dei titoli di credito, riduzione del rischio degli istituti finanziari, concessioni di prestiti bancari con poca prudenza, scarsa informazione su posizioni debitorie, esplosione di attività fuori bilancio delle banche, comportamento disinvolto e conflitti di interesse da parte delle agenzie di rating, presenza di molti operatori finanziari non soggetti a controlli delle autorità. Tutto ciò ha creato una crescente incertezza che è sfociata in una generalizzata crisi di fiducia, anche sul mercato interbancario. Sia le trasformazioni strutturali che la crisi finanziaria aprono nuove opportunità per le banche locali in generale e per il sistema delle banche di credito cooperativo (Bcc) in particolare. La combinazione di legame comunitario, responsabilità condivisa e mobilizzazione dei risparmi locali permette loro infatti non solo di ridurre le asimmetrie informative e risolvere i problemi di diseconomie di scala legati a prestiti di piccola entità, ma di ricostituire e rafforzare il rapporto fiduciario verso il sistema bancario. Diviene quindi più facile per le Bcc raggiungere clienti che le banche commerciali e di ampie dimensione sono portate a trascurare; allargare l'insieme di progetti locali giudicati troppo rischiosi perché carenti di informazioni standard; preservare la fiducia dei piccoli risparmiatori verso il sistema bancario. Il nuovo contesto pone però importanti sfide alle Bcc, obbligandole ad una profonda riflessione sulle strategie da adottare, in generale e nel loro rapporto con il territorio, sul loro operare con soci e clienti nella pratica quotidiana, sulla loro aderenza con i propri principi sociali costitutivi. La questione che va attentamente valutata è se le Bcc posseggano le caratteristiche per un nuovo ed efficiente ruolo nel mercato bancario locale; se possono, e come, traslare i loro aspetti costitutivi in un moderno ambiente bancario competitivo. Davanti alle necessarie ristrutturazioni che anche il credito cooperativo deve affrontare per dare risposte adeguate alle richieste sempre più sofisticate che anche una clientela periferica esprime, ci si deve chiedere quanto a lungo possono continuare a godere della loro posizione competitiva sul territorio. A fronte delle potenzialità descritte si ergono infatti molti incagli: la difficoltà nel diversificare il portafoglio prestiti, specialmente se le attività produttive locali sono relativamente omogenee o dipendenti da un settore; la necessità, al crescere delle dimensioni della banca, di un management più sofisticato; il rischio di collusione o familismo nel management e nei consigli di amministrazione; le difficoltà al controllo interno dovute all'applicazione del principio una testa-un voto; la possibile perdita di influenza del legame comunitario nel mantenere gli obblighi morali al crescere delle dimensioni; lo sbilanciamento, nel delineare gli obiettivi della banca, a favore del profitto aziendale a scapito dello sviluppo economico e sociale del territorio; la difficoltà ad armonizzare con la crescita i diversi interessi locali, con ripercussioni sull'operatività. Quali soluzioni si prospettano? Innanzi tutto è necessario tener presente che il successo passato del credito cooperativo e la sua attuale ripresa di favore poggiano entrambi sull'adesione al principio comunitario; in altre parole la fiducia in esso è legata all'applicazione di un approccio diverso all'intermediazione finanziaria. È quindi necessario lavorare per ristabilire o rafforzare il legame (che spesso il mercato distrugge, come hanno ampiamente mostrato le ultime vicende finanziarie mondiali) tra valori cooperativi, partecipazione dei membri e pratiche commerciali. In secondo luogo non va dimenticato che il credito cooperativo è uno strumento flessibile, non necessariamente legato a fasi di relativa arretratezza o di semplicità del sistema economico e sociale. Si può al riguardo identificare un sentiero evolutivo del credito cooperativo e della sua organizzazione, parallela allo sviluppo dei territori che lo ospitano, che individua il passaggio da una fase nascente ad una di transizione, per giungere ad una matura. In questa ottica è necessario pensare ad un contesto legale ed istituzionale idoneo e funzionale al ruolo, altrimenti scoperto, che il credito cooperativo può svolgere nello sviluppo sociale ed economico di un dato territorio. Infine, alcuni dei problemi ricordati possono essere parzialmente risolti da Istituti di secondo livello (Casse centrali e Federazioni) che forniscano: sbocchi sicuri al surplus di risparmi; fondi di prestito addizionali; supervisione e regolazione che garantiscano alti standard al sistema delle singole banche; consigli e formazione; protezione ai risparmi attraverso assicurazione. In particolare è importante ribadire l'opportunità di un sistema di controllo interno al sistema ed alla filosofia della cooperazione, che non escluda ovviamente la generale supervisione della Banca centrale. I vantaggi sono molteplici: i controllori operano specializzandosi con cooperative e credito locale e cercano soluzioni interne allo spirito cooperativo; si evita di considerare il controllo come una mera funzione burocratica; si evita che il possibile controllo alternativo statale diventi uno strumento di indirizzo di politiche economiche e sociali estranee allo spirito cooperativo. Tuttavia affinché questi Istituti di secondo livello possano svolgere in modo efficiente la propria funzione è fondamentale sapere costruire un moderno rapporto di collaborazione tra essi e le Bcc, dove quest'ultime sappiano dare gli opportuni input conoscitivi e problematici territoriali ai primi ed applicare le soluzioni da essi proposte. In altre parole, la struttura piramidale deve coniugare i vantaggi sia della grande dimensione con la capacità di monitorare gli effettivi bisogni della popolazione, capitalizzando a livello centrale le informazioni «inside» provenienti da una rete decentralizzata; il tutto all'interno di una filosofia sociale condivisa. Anche questo tipo di intervento rimanda al bisogno di un forte ripensamento a livello di singola Bcc e singola comunità. Silvio Goglio È docente di economia all'Università di Trento 24/03/2009

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<Contro la crisi troppa cultura e pochi cantieri> (sezione: crisi)

( da "Adige, L'" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

AVIO «Contro la crisi troppa cultura e pochi cantieri» AVIO - Troppa cultura e pochi cantieri. E in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo, forse, non è la ricetta giusta. Ad affermarlo è l'ex sindaco Mauro Amadori, noto da primo cittadino anche per la sua attenzione al settore culturale soprattutto giovanile, ma che tuttavia in una nota si chiede che fine faranno i 670 mila euro che la Provincia ha regalato al Comune nell'ambito degli interventi anti-crisi: «Quali interventi intende promuovere il sindaco di Avio con il sostegno del fondo anticongiunturale e in quali tempi, dato che se l'intervento finanziato non fosse cantierato antro 31 luglio 2009 scatterebbe la riprogrammazione delle risorse a favore di altri enti?». Insomma il monito di Amadori è questo: «Fare presto ad usare i soldi provinciali previsti dalla Provincia nel fondo anticongiunturale per far fronte alla crisi economica, perché il rischio è di perderli». Una preoccupazione quella di Amadori, a proposito delle capacità del sindaco Borghetti di dedicarsi ai lavori pubblici - il sindaco di Avio è anche assessore alle opere pubbliche -, che nasce dalla riflessione circa il profilo del bilancio 2009 approvato dal comune di Avio. Mentre la Provincia di Trento - spiega Amadori - ha approvato «una manovra finanziaria per il 2009 volta a contrastare la crisi finanziaria ed economica con iniziative dirette ad attivare una spesa di investimento con azioni volte a sostenere le imprese locali e ha provveduto a ridurre le spese relative a convegni, manifestazioni, pubblicazioni e pubbliche relazioni», il Comune di Avio si è mosso esattamente seguendo la strada inversa. «In fase di approvazione del bilancio di previsione 2009 del Comune la maggioranza consiliare ha scelto di percorrere un'altra strada, privilegiando la spesa per convegni, manifestazioni, pubblicazioni e pubbliche relazioni a scapito di quote significative di risorse destinate a finanziare opere pubbliche e manutenzioni straordinarie di strade, cimiteri, verde». Insomma pochi cantieri e troppa cultura, appunto, con il rischio di perdere anche i 670 mila euro del fondo anti-crisi. Almeno secondo Amadori che, nella nota, fra l'altro cita il caso dei lavori all'asilo nido: «In una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo, la giunta Borghetti avrebbe dovuto mettere subito i fondi in bilancio senza aspettare il via libera della Provincia». T.B. 24/03/2009

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banca carige apre a saronno e studia i "tremonti-bond" - massimo minella (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina XII - Genova Seggiole&poltrone Banca Carige apre a Saronno e studia i "Tremonti-bond" MASSIMO MINELLA Pronta a scommettere sui Tremonti-bond, ma ancor più sollecita ad approvare conti da record, come quelli del 2008. E inarrestabile nella sua marcia di ampliamento delle filiali sul territorio, l´ultima delle quali a Saronno, in provincia di Varese, affidata al nuovo direttore Matteo Caironi. Storie di tutti i giorni in casa Carige, la banca dei liguri ormai diventata il sesto gruppo italiano per capitalizzazione di Borsa. Il consiglio di amministrazione di ieri, presieduto da Giovanni Berneschi, ha esaminato, attraverso un´informativa del direttore generale Alfredo Sanguinetto, le obbligazioni bancarie speciali destinate alla sottoscrizione da parte del ministero dell´Economia. Il manager ha illustrato pro e contro del nuovo strumento finanziario ma nessuna decisione è stata ancora assunta. Poiché l´ammontare dei Tremonti Bond non può superare il 2% degli asset ponderati per il rischio della banca, l´eventuale richiesta della Carige avrà un tetto massimo di circa 400 milioni. I riflettori sono ora puntati sul cda di venerdì. Come sostenuto nei giorni scorsi anche dal vicedirettore generale Carlo Arzani, infatti: «anche quest´anno, nonostante la crisi finanziaria che ha scosso i mercati e l´economia reale, i risultati preliminari di Banca Carige per il 2008 sono in crescita, con uno sviluppo dei volumi intermediati e un utile netto previsto superiore ai 210 milioni del 2007». «In questo senso - ha aggiunto Arzani - possiamo senz´altro dire di essere una banca controcorrente».

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case, i prezzi non scendono (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Viareggio. Non accennano a diminuire i valori delle ville. Qualche risparmio solo in periferia Case, i prezzi non scendono Solo pochi ritocchi. E in centro sono sempre più care VIAREGGIO. La crisi? Sembra non esistere. O, al massimo, essere un venticello che non scuote più di tanto il mercato immobiliare cittadino, che continua nel suo momento di stagnazione su livelli di prezzo comunque assai elevati. La rilevazione dell'Agenzia del Territorio (per il secondo semestre 2008) racconta di quotazioni che non accennano ad imboccare quella discesa che - con la crisi finanziaria ormai ampiamente scoppiata - si poteva prevedere. Soprattutto per quanto riguarda il centro e gli immobili più pregiati. CINOTTI in Viareggio I SEGUE A PAGINA 1

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antro, le visite raddoppieranno - simone tonini (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Parlano i nuovi gestori del Corchia «Antro, le visite raddoppieranno» SIMONE TONINI LEVIGLIANI. «Dal 23 maggio 2008 l'unico gestore delle grotte dell'Antro è la Cooperativa Sviluppo e Futuro Levigliani: per il 2009 puntiamo ad un raddoppio dei visitatori rispetto al 2007». Parola del presidente Emiliano Babboni che fa chiarezza sulla situazione. «Assieme all'Associazione Apuane da Vivere intendiamo precisare il ruolo dei vari soggetti. A seguito della disastrosa gestione dell'Antro del Corchia da parte di amministratori nominati da enti pubblici, lo scorso 23 maggio è stato stipulato un contratto per il passaggio della gestione totale dal soggetto pubblico alla Cooperativa Sviluppo e Futuro Levigliani, che ha rilevato sia la gestione operativa, che già aveva in affidamento dal 2002, sia quella strategica. Perciò gli aumenti di capitale o i debiti della società pubblica non sono più legati alle grotte Antro del Corchia, anche se purtroppo hanno sempre lo stesso nominativo, che pertanto andrebbe cambiato. Sottolineamo che gli attuali amministratori Coppedè e Cinquegrani si stanno dando da fare per trovare una soluzione alla crisi finanziaria di cui loro non sono responsabili. Condividiamo in pieno l'operato e la proposta di costituire una Fondazione per il coordinamento del turismo della Versilia storica, anche se andranno ben precisati i ruoli, i compiti, le risorse e gli obiettivi onde evitare un altro carrozzone che non produce ricchezza ma consuma risorse. Quindi da lì a dire che la costituenda Fondazione gestirà le grotte c'è una bella differenza. Per quanto riguarda la difficoltà economica imputabile alla cattiva gestione di precedenti amministratori della società pubblica, ci sembra naturale che i soci (comune di Stazzema e Parco delle Alpi Apuane in primis) ne rispondano, cercando soluzioni condivise per un definitivo risanamento. La nostra Cooperativa consoliderà nel 2009 le escursioni turistiche alle cave di marmo oltre a gestire il museo della Pietra Piegata del Parco delle Apuane. La promozione turistica spetta all'associazione Apuane da Vivere, costituita da poco più di un mese e composta da soggetti privati tra cui la stessa Antro del Corchia srl. Attualmente sta lavorando su tre linee guida: i gruppi scolastici, i turisti della Versilia e della Toscana e i gruppi organizzati. Inoltre il prossimo novembre parteciperemo alla Borsa del Turismo Scolastico a Genova».

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unicredit +15%, bene anche generali (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La) (Nuova Sardegna, La) (Centro, Il)

Argomenti: Crisi

Piazza Affari. Riprendono quota bancari e assicurativi, acquisti su Fiat (+3,2%) Unicredit +15%, bene anche Generali MILANO. I titoli bancari e assicurativi hanno preso il volo ieri in Piazza Affari. Erano stati quelli più penalizzati dalla crisi e ora sono i primi a rialzarsi. Difficile dire se questo è l'inizio della svolta, se la crisi finanziaria stia per finire. Certamente sul forte rialzo dei titoli e degli indici ci sono gli acquisti dei ribassisti che, per una volta, sono stati presi in contropiede. Soltanto venerdì sera gli indici americani avevano chiuso in pesante ribasso e tutto faceva pensare a una giornata difficile per le Borse europee. Invece è arrivato il piano-Obama e chi aveva venduto le azioni senza possederle (in attesa di ricomprarle a prezzi più bassi) si è affrettato a pareggiare le posizioni, quindi ad acquistare quanto aveva venduto. Per questo Unicredit è volata del 15%, toccando un recupero del 90% dal 6 marzo scorso. Gettonate anche le azioni di Intesa San Paolo (+9,3%) e del Banco Popolare (+5,7%). In forte risalta anche Montepaschi (+7,2%) mentre Popolare Milano, Ubi e Mediobanca guadagnano attorno all'8%. Acquistati anche gli assicurativi: +5,9% per Generali, +5,8% per Alleanza, +6,6% per Fonsai mentre si ferma al palo Unipol alla notizia che quest'anno non ci sarà dividendo. Risalgno i titoli delle costruzioni ma si vedono acquisti anche su Fiat (+3,2%) alla notizia che il fondo di investimento di Abu Dhabi ha acquistato una quota del 9,1% della tedesca Daimler. Saipem sale del 3,3% nel giorno dell'annuncio di un nuovo contratto in Algeria per un valore di 1,8 miliardi di dollari. Salgono le tre debuttati nel listino principale: +2,3% Ansaldo, +2,68% Cir e +4,8% Campari. In gran spolvero Pirelli che nel finale guadagna il 13%. Fra i titoli energetici brilla A2A (+6,79%), ma si vedono acquisti anche su Eni (+2,94%), Enel (+2,74%) e Telecom (+2,37%). G.F.

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il pacchetto salva-banche fa volare le borse - gigi furini (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 7 - Attualità Il pacchetto salva-banche fa volare le Borse Balzo degli indici in tutto il mondo. Obama: «C'è qualche bagliore di speranza» Dalla partnership tra pubblico e privato nasce l'intervento Usa contro i "titoli tossici" GIGI FURINI MILANO. Si chiama Public-Private Investment, ed è il piano messo a punto dal Tesoro americano per far fronte allo spinoso problema degli asset tossici, dei "titoli spazzatura" di proprietà delle banche, dei titoli che sono stati scambiati fino all'anno scorso per oro colato e adesso valgono come coriandoli. Il piano piace, lo dimostrano le Borse di tutto il mondo che ieri hanno festeggiato con corposi rialzi. Non mancano le critiche e gli scettici vogliono prima vedere la consistenza effettiva del piano, ma le parole del segretario al Tesoro, Geithner, hanno convinto il mondo intero. Per questo ci sono stati prima forti rialzi sulle piazze asiatiche (+3,39% Tokio, +4,40% a Hong Kong, +3,28% Taiwan, +2,44% Sidney e +3,26% Singapore) e poi, in funzione del fuso orario, gli acquisti si sono spostati in Europa. In serata ha chiuso in modo brillante anche Wall Street (+6,84 il Dow Jones e +6,76% il Nasdaq a fine seduta). Milano è ancora la "maglia rosa" d'Europa, con un balzo dell'indice S&P/Mib del 5,7%, ma sono andate bene le cose anche a Parigi (+2,81%), a Francoforte (+2,65%) e a Londra (+2,86%). «Il nostro obiettivo - aveva spiegato Timothy Geithner - è avere un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci». Nel dettaglio, il Tesoro si impegna a un versamento iniziale fra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Il programma è diviso in tre parti e prevede che i finanziamenti siano erogati dalla Federal Reserve e dal Fdic (Federal Deposit Insurance Corporation), cioè l'ente che garantisce i depositi bancari. Il programma utilizzerà parte dei fondi che erano stati stanziati in autunno dal Congresso a favore del sistema bancario. Grazie all'effetto leva, i fondi metteranno in moto 500 miliardi, con un impatto sul sistema finanziario fino a mille miliardi. «Si tratta di azioni straordinarie - spiega il segretario al Tesoro - perché l'economia Usa e una parte del mondo si trovano ad affrontare sfide straordinarie. Come Paese abbiamo chiesto troppi prestiti e lasciato che il nostro sistema finanziario assumesse livelli irresponsabili di rischio. Queste decisioni hanno causato enormi sofferenze, molte delle quali ricadute sugli americani e sui titoli delle piccole imprese. Questo è ingiusto e gli americani sono arrabbiati e giustamente frustrati». «Le decisioni che abbiamo assunto - continua Geithner - dovrebbero superare il test più serio, cioè far tornare il sistema finanziario in grado di funzionare attraverso la concessione del credito alle famiglie e alle imprese». Anche il presidente Obama (nella foto) è intervenuto e in un'intervista televisiva ha lasciato un messaggio di ottimismo. «Il nostro sistema finanziario - ha detto - si trova di fronte a rischi che necessitano interventi da parte del governo, ma comincia a intravedersi qualche bagliore di speranza». Il petrolio. La speranza di una rapida fine della crisi e di un ritorno ai consumi ha spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il greggio chiude a New York a 53,83 dollari al barile (l'equivalente di 159 litri), in rialzo del 3,4% rispetto a venerdì. Sull'argomento è intervenuto il presidente del gruppo Erg, Riccardo Garrone: «Ora il prezzo è basso perché c'è la crisi, ma quando la crisi passerà il petrolio riprenderà a salire, anche se non arriverà ai livelli speculativi della scorsa estate». Sempre forte il dollaro perché, oltre la notizia del piano-Obama, negli Usa si registra un miglioramento oltre le attese del mercato immobiliare. Il biglietto verde è scambiato a 1,3580 dollari.

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pigs nel mirino, ecco i 5 paesi dove il pil cede e il debito vola - elena polidori (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 4 - Economia Pigs nel mirino, ecco i 5 Paesi dove il Pil cede e il debito vola L´Irlanda si aggiunge al gruppo del Mediterraneo Il dossier Alle stelle a Dublino il differenziale con i titoli tedeschi, che dà la misura del rischio Il faro della Commissione Ue anche su Atene, Lisbona, Roma e Madrid ELENA POLIDORI ROMA - Pigs in inglese significa maiali. Ma è anche l´acronimo, rispolverato dall´Economist nel giugno scorso, per indicare nei quattro paesi mediterranei (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) il ventre molle della zona euro. C´è anche chi inserisce nella «categoria», se così si può definire, l´Irlanda, un tempo «tigre celtica», oggi nazione dall´economia un po´ malmessa. Fatto sta che i Pigs, nella formazione ristretta o allargata che sia, con la crisi economica che morde, rischiano di registrare pesanti contraccolpi sul loro debito pubblico, specie se non hanno messo ordine nei conti in tempi di vacche ancora grasse. C´è un parametro cui gli addetti ai lavori guardano per indagare su questi timori: è lo spread, cioè la differenza tra i titoli di stato dei paesi in questione e i bund tedeschi. Ebbene ieri, all´indomani delle dichiarazioni preoccupate del commissario Joaquin Almunia, questo differenziale era di 255 punti base in Irlanda, di 232 in Grecia, di 151 in Portogallo, di 132 in Italia, in calo rispetto ai picchi di gennaio, e di 102 in Spagna. Il debito di tre nazioni, cioè di Spagna, Grecia e Portogallo è già stato declassato dall´agenzia di rating Standard&Poor´s; l´Irlanda ha l´outlook negativo; l´Italia invece è ferma. «Un paese solido e considerato solido», assicura in Tv il ministro Tremonti. Comunque sia tutti presentano un debito pubblico in veloce risalita e un rapporto deficit-pil anch´esso in crescita (Spagna, Irlanda e Grecia hanno sfondato i «tetti» già nel 2008); risultano assai colpiti dalla crisi. Secondo le previsioni della Commissione europea il loro Pil, che segnala il benessere, o è a crescita piatta, come nel caso della Grecia, o si presenta ovunque sotto zero. Saranno pure «acrobazie», come giudica Tremonti le previsioni macro in fasi turbolente e confuse come questa, ma certo tutti quei segni meno danno l´idea di realtà economiche non proprio floride. In alcuni casi, come ad esempio in Spagna e in Irlanda, le cifre sono in picchiata rispetto al galoppo con cui marciavano queste economie prima del grande freddo attuale, che peraltro colpisce tutti. E poiché la crisi si è ormai trasferita all´economia reale, anche l´indicatore della disoccupazione risulta in aumento dappertutto. Proprio Almunia ha di recente calcolato che quest´anno ci saranno nell´area 3,5 milioni di disoccupati in più. Nel 2010 sarebbero 6 milioni in più. E tuttavia, crisi o non crisi, il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, ha più volte tenuto a precisare che «la tenuta di Eurolandia non è in discussione» e dunque i timori di rottura sono «infondati». Non ha nascosto però la necessità di riformare i mercati finanziari, scossi dalle turbolenze.

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Usa : maxi-piano contro i titoli tossici (sezione: crisi)

( da "Metronews" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Usa : maxi-piano contro i titoli tossici uscito su Metro il 24/03/2009 Lascia il tuo commento! Sarà una combinazione di fondi pubblici e privati a sollevare i bilanci delle banche americane dal peso di mille miliardi di dollari di titoli tossici che rischiano di farle affondare. è questo il piano che ha presentato ieri il segretario americano al Tesoro Timoty Geithner, spiegando che il governo federale metterà a disposizione fino a 100 miliardi di dollari provenienti dal Tarp, il Troubled Asset Relief program, il piano da 700 miliardi di dollari varato in ottobre. L?annuncio del piano è stato salutato con favore da Wall Street, con una crescita della Borsa del 2%. «Usando dai 75 ai 100 miliardi di dollari con capitale del Tarp e capitali provenienti dagli investitori privati, il programma Pubblico-privato creerà un potere d?acquisto da 500 miliardi di dollari», ha detto Geithner, aggiungendo che vi è «il potenziale per l?espansione nel tempo fino a mille miliardi». Fino al 50% dei fondi dei privati verrà garantito dal governo. «In una crisi finanziaria - ha detto Geithner - la gente vuole sempre che sia il governo a prendere i rischi maggiori. Stiamo cercando di trovare un equilibrio che sia migliore per i contribuenti».

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Soldi alle banche per ridare fiducia ai consumi privati (sezione: crisi)

( da "Manifesto, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

COMMENTO Soldi alle banche per ridare fiducia ai consumi privati Galapagos Un pericoloso entusiasmo delle borse di tutto il mondo ha accolto ieri la decisione di Obama e di Geithner, il suo ministro del tesoro, di far affluire gli asset tossici nelle mani delle banche e di altre istituzioni finanziarie. L'unica novità è che anche i privati (ma in posizione assolutamente marginale) saranno coinvolti nell'operazione di salvataggio che, secondo le stime dovrebbe togliere dal mercato fino a un trilione (mille miliardi) di dollari con un impegno finanziario pubblico compreso tra i 75 e 100 miliardi di dollari. Ma non si tratta di denaro aggiuntivo rispetto a quello già stanziato: il documento diffuso dal Tesoro Usa spiega, infatti, che saranno utilizzati i fondi stanziati, ma non ancora utilizzati, della precedente amministrazione. In particolare i soldi saranno reperiti all'interno del piano Tarp (anche se di soldi non ne rimangono molti) messo a punto da Paulson, l'ex ministro del tesoro. Lasciando da parte le tecnicalità, le nuove misure significano che tutte le istituzioni finanziarie potranno disfarsi degli asset tossici cedendoli al tesoro? Ma quanto valgono questi asset che hanno in pancia mutui non pagati e credito al consumo ancora da incassare? In realtà nessuno lo sa: nei piani dell'amministrazione sarà il mercato a deciderne il valore. Questo significa che fatto cento il valore nominale, quegli asset (soprattutto obbligazioni) potrebbero valere 10 o 99. Allora come si procederà? Geither ha trovato la formula: gli aste saranno effettuate da investitori privati che poi dovranno concorrere con il 50% della cifra sborsata. Quindi più offrono e più si esporranno. La soluzione non è delle migliori, ma dovrebbe offrire garanzie, perché i privati prima di mettere mano al portafoglio ci penseranno cento volte. In questo modo Obama e Geithner vogliono ristabilire la fiducia dei mercati, ma anche dei consumatori che dovrebbero torneranno allegramente a indebitarsi, cioè a spendere a credito, rimettendo in moto l'economia. Naturale che tutto questo alle borse piaccia. Non a caso, perfino la derelitta borsa italiana ha chiuso con un rialzo record del Mibtel del 4,66%. Il piano piace perché ancora una volta il grosso dei soldi pubblici finisce per risanare il sistema creditizio e attraverso il ritorno in salute delle banche si spera che possa riavvitarsi il circuito economico. Forse un po' meno deregolato, ma privato. Un ritorno al passato nel quale le banche erano abituate a avere mano libera, creando surrettiziamente moneta che serviva a sostenere i consumi: Moneta che prima o poi finiva per tornare al sistema bancario. Siamo insomma all'ennesimo colpo di spugna sui comportamenti truffaldini delle istituzioni creditizie con lo stato che si fa garante della loro sopravvivenza che in molti casi significa anche consentire il pagamento dele pensioni private e delle assicurazioni in generale. Il tutto in presenza solo del taglio dei bonus ai banchieri che tanti consensi ha raccolto nell'opinione pubblica. Ma di fronte all'economia reale c'è il vuoto: a parte la promessa di una accelerazione della spesa pubblica per infrastrutture e un po' di soldi - benedetti - per le energie rinnovabili, nulla è stato fatto da Obama per rimuovere le strozzature strutturali che sono state alla base della crisi finanziaria. Casa, sanità, previdenza, scuola sono i cardini sui quali si regge una moderna economia del benessere. Ma nel programma di Obama e nei suoi primo 100 giorni su questi temi c'è un silenzio quasi assoluto. Eppure è evidente che il forte indebitamento delle famiglie è nato proprio dai bisogni di istruzione, di sanità, dell'abitazione e di una pensione. E per pagarseli milioni di cittadini Usa si sono indebitati facendo leva sulla casa che per anni (con il credito al consumo) è stato il borsellino più utilizzato grazie al rifinanziamento dei mutui favorita dal boom edilizio che gonfiava i prezzi. Di qui nascono i mutui subprime, concessi disinvoltamente anche a chi non aveva capacità economiche per acquistare una casa. Mutui subprime che poi sono stati scaricati sulla collettività nella certezza che qualcuno alla fine sarebbe intervenuto per porre fine al disastro finanziario che era manifesto, ma sul quale per anni tutti hanno chiuso gli occhi. Ora si ricomincia: la speranza è che tamponate le falle, il mercato si rimetta a girare e che torni la fiducia che negli usa (ma non solo) significa che la gente deve riprendere a indebitarsi per «acquistare» merci e servzi che qualsiasi stato decente dovrebbe offrire a tutti. Anche con un sistema fiscale che migliori la distribizione del reddito.

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Sopravvivenza russa L'anticiclico Chavez Low sex a Berlino (sezione: crisi)

( da "Manifesto, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

DIARIO DELLA CRISI Sopravvivenza russa L'anticiclico Chavez Low sex a Berlino Maurizio Galvani Boom degli orti in Russia. Non solo un orto biologico come intende fare la famiglia Obama alla casa Bianca, piuttosto, la vecchia abitudine di sfruttare piccoli appezzamenti per sostenere l'economia domestica e poter sopravvivere alla crisi. Per la popolazione russa è un ritorno ad una abitudine antica considerato che - all'inizio degli anni novanta - 22 milioni di cittadini avevano un orto e seminavano cetrioli, cavoli, patate, carote e altri ortaggi. Dall'orto al vino: è stata denunciata una «bolla» speculativa a danni dei grandi vini francesi che, al pari del settore immobiliare e borsistico, dopo anni di ebbrezza del prezzo subiscono un forte calo anche del 20, 30, 50%. Per fare un esempio, il prezzo di una bottiglia Bordeaux è stato dimezzato sul mercato londinese. Dall'orto al vino per arrivare alla moda inglese. Nell'ultima sfilata a Londra della stilista Vivienne Westwood, gli abiti indossati delle modelle hanno richiamato il cosiddetto fashionalism, ovvero la maggior parte degli abiti indossati si richiamavano ai colori della bandiera britannica, l'Union Jack. Una sorte di protezionismo contro il più volte sbandierato proposito della capitale londinese di essere il centro del multiculturalità mondiale. Francia e Usa stanno facendo lo stesso. A Parigi c'è una tendenza a consumare quello che è confezionato nel proprio paese; stessa tendenza negli Stati uniti dove, però, i più ricchi rifiutano il «Buy America» di Obama perché lo considerano troppo conservatore. Oppure, potremmo dire, non regge il confronto la moda Usa - in qualità e in bellezza - con la concorrenza parigina e italiana. In Germania, avanza il «catastrofismo»: pochi giorni fa il capo economista della Deutsche Bank, Norbert Walter, ha previsto che il Pil tedesco a fine 2009 crollerà del 5%. Ieri, i colleghi della Commerzbank hanno previsto che il Pil potrebbe diminuire fino al 7%. Apriti cielo: il ministro delle finanze Peer Steinbrueck ha bollato le previsioni come «irresponsabili». Mentre, il dipartimento di analisi congiunturale dell'Ifo ha ripetuto che «la flessione del Pil è pari al 4%». Il direttore del Wto (l'organizzazione mondiale per il commercio) Pascal Lamy è volato negli Stati uniti per ottenere un pronunciamento da parte del presidente Obama per concludere il negoziato del Doha Round che regola i rapporti tra paesi industriali e poveri. Il negoziato non è chiuso e gli scambi commerciali mondiali potranno diminuire del 9% di fronte alla crescita delle tentazioni protezionistiche. La crisi della domanda si accompagna alla caduta del prezzo del petrolio (ieri, l'oro nero è stato trattato a 52 dollari a barile) e ha spinto il presidente venezuelano Hugo Chavez a presentare il piano anti-crisi («capitalista»). Il governo di Caracas intende alzare l'Iva e triplicare il debito statale per affrontare la caduta delle entrate petrolifere. Hugo Chavez ha promesso di «aumentare del 20% il salario minimo garantito e distribuirlo in due volte, a maggio e settembre». Non verrà ritoccato il cambio tra bolivares e dollaro (al 2,15 contro un dollaro) e non verrà aumentato il prezzo del carburante che è il più basso a livello mondiale. Chi invece vuole «riposarsi» contro questa crisi può andare a a Berlino dove offrono sesso, cibo e bevande a 70 euro. Low cost.

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Piano casa: più metri cubi per creare più posti di lavoro (sezione: crisi)

( da "Italia Oggi" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

ItaliaOggi sezione: I commenti data: 24/03/2009 - pag: 2 autore: di Pierluigi Magnaschi L'analisi Piano casa: più metri cubi per creare più posti di lavoro Se si somma il debito pubblico con quello delle famiglie si scopre che l'apparentemente virtuoso sistema inglese è, nel suo complesso, più indebitato di quello italiano. In Inghilterra infatti, rispetto all'Italia, è più virtuoso lo Stato (che, in percentuale rispetto al pil, ha un debito pubblico che è il 55-60% di quello italiano) e meno virtuose invece sono le famiglie inglesi che spendono più di quanto dispongono. Tutte e due le economie, a causa della crisi finanziaria, hanno adesso bisogno di un supplemento di domanda. L'Inghilterra può provvedere agendo sulla spesa pubblica. Una leva, questa, sulla quale può appoggiarsi in minor misura l'Italia a causa del suo già stratosferico indebitamento pubblico. Questa leva poi ha un difetto: la lentezza con la quale gli investimenti entrano in circolo. Le opere pubbliche infatti esigono tempi lunghi di esecuzione, mentre il sistema economico con le gomme sgonfie, per andare avanti senza rovinare i copertoni, esige una sferzata immediata. Non c'è tempo per una complessa cura ricostituente. Ci vuole una fleboclisi di investimenti a effetto immediato. L'Italia, che ha la leva dell'investimento pubblico già ipotecata, deve dare la sferzata al sistema, usando la leva del risparmio privato. E questo lo si può fare in due modi. O scippando, dirigisticamente e nottetempo, i risparmi degli italiani giacenti nei conti correnti (come già fece una volta il ministro Amato) oppure, in modo più corretto, ampio e politicamente sostenibile, creando delle occasioni per far sì che il risparmio delle famiglie si orienti volontariamente verso l'investimento. Nelle condizioni attuali, l'unico strumento per mobilizzare il risparmio delle famiglie è quello di un piano case che semplifichi gli adempimenti (effetto fleboclisi) e crei delle convenienze temporanee a investire nel mattone (con la maggior cubatura concessa). Il segretario del Pd, Dario Franceschini, pur dispiacendosi che l'idea sia venuta a Berlusconi, ha riconosciuto domenica che «l'edilizia può servire a mettere in moto l'economia». Salvo poi, ieri, sparare a zero sul progetto. Invece il governatore del Lazio, Piero Marrazzo, dicendo che l'economia si rilancia aiutando le famiglie a pagare i mutui e gli affitti, ha dimostrato di non capire che cosa sta succedendo. L'economia si rilancia facendo aprire subito il maggior numero di cantieri. Questi si aprono se chi vuole investire nel mattone viene spinto dalla convenienza a farlo (aumento delle cubature). L'effetto è: più posti di lavoro, meno disoccupazione, più consumi. E più case che, in prospettiva, faranno diminuire gli affitti. Che, nel frattempo, possono essere resi più facili con la tassazione alla fonte del 20%.

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Lombardia, 1,5 mld per la cig (sezione: crisi)

( da "Italia Oggi" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

ItaliaOggi sezione: Economia e Politica data: 24/03/2009 - pag: 8 autore: di Angelica ratti Vertice ieri in regione del governatore con il ministro dell'economia Tremonti e gli imprenditori Lombardia, 1,5 mld per la cig Formigoni sulla crisi: ci sono gli strumenti per uscire più forti Entro il 31 marzo arriveranno 8 miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali, gli strumenti predisposti nell'accordo stato-regioni. La scadenza di fine mese è stata annunciata ieri dal presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha raccolto l'impegno del ministro dell'economia, Giulio Tremonti intervenuto ieri a una colazione di lavoro al palazzo Pirelli. In base all'accordo in Lombardia arriverà un miliardo e mezzo di euro; due terzi dallo stato e un terzo dalla regione. «Ho chiesto al ministro Tremonti ed ho ottenuto un suo impegno», ha sottolineato Formigoni, «perchè l'accordo sulle modalità tecniche sul trasferimento di questi fondi sia chiuso in questa settimana nella conferenza stato regioni. Abbiamo la convinzione di poter affrontare questa situazione, nessuno sarà lasciato solo. Abbiamo tutte le forze per uscire da questa crisi, ancora più forti di come siamo entrati. Certo occorre serrare le fila, fare sistema. Ma la situazione non è preoccupante».«La crisi finanziaria, diventata crisi economica, non deve diventare crisi sociale. É volontà di tutti e abbiamo gli strumenti per centrare questo obiettivo». Lo ha detto il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, ieri al vertice anti-crisi sugli ammortizzatori sociali organizzato dal governatore ieri al Belvedere del 31mo piano del Palazzo Pirelli, con il ministro dell'economia, Giulio Tremonti e il gotha dell'imprenditoria lombarda, una sessantina di esponenti del patto per lo sviluppo o protagonisti del Comitato strategico per la competitività. Presenti, tra gli altri, Emma Marcegaglia, Diana Bracco, Marco Tronchetti Provera, Ennio Doris, Alberto Bombassei, Giuseppe Fontana, Salvatore Ligresti, Massimo Ponzellini, Carlo Pesenti, Giuseppe Guzzetti, Roberto Mazzotta, Carlo Sangalli, Paolo Galassi, Francesco Bettoni, Giorgio Squinzi, Beatrice Trussardi. Un incontro che Formigoni ha voluto per discutere e approfondire le dinamiche della crisi in atto e mettere a punto idee, iniziative e strumenti per contrastarla. Si è parlato anche di G8 e G20. Il presidente Formigoni era affiancato dal vicepresidente e assessore al lavoro, Gianni Rossoni, e dagli assessori Davide Boni (urbanistica), Massimo Buscemi (sviluppo sostenibile), Raffaele Cattaneo (infrastrutture), Romano Colozzi (risorse e finanze), Romano La Russa (industria, pmi e cooperazione) e Mario Scotti (casa e opere pubbliche), oltre al sottosegretario Marcello Raimondi. «Abbiamo sollecitato Tremonti», ha dichiarato il governatore Formigoni, «per chiudere un accordo con le regioni entro il 31 marzo, per trasferire gli 8 miliardi di euro alle regioni di cui 1,5 miliardi soltanto alla Lombardia. Formigoni ha ottenuto da Tremonti l'assicurazione sull' effettivo trasferimento di 1,5 miliardi alla regione Lombardia per la cassa integrazione, prevista per circa 85-90 mila lavoratori. «Si prevede infatti un aumento del 2% di disoccupati», ha rifertio Formigoni, «ma appunto abbiamo risorse per garantire a tutti un reddito». Intanto, tra le misure anticrisi domani si parlerà del piano casa alla conferenza stato-regioni, secondo quanto ha confermato ieri il governatore della Lombardia, «Il provvedimento sul piano casa è geniale e l'Europa ce lo copierà, come hanno copiato quello sulle banche», ha affermato il numero uno di Mediolanum, Ennio Doris che ha definito utile l'incontro di ieri con Tremonti mentre sul tema dei prefetti che saranno posti a vigilare l'erogazione di credito dalle banche alle imprese ha detto che «c'e' stato qualche equivoco». Sul ruolo che i prefetti dovrebbero avere all'interno degli osservatori sul credito voluti dal governo e che hanno provocato non poche polemiche, Tremonti ha ribadito che i controlli ci saranno dal momento che i sodi pubblici entreranno nelle banche. E proprio dei rapporti tra banche e imprese la leader di Confindustria nazionale, Emma Marcegaglia uscendo dal Pirellone dopo il pranzo di lavoro con Tremonti e Formigoni, ha dichiarato che l'obiettivo è di migliorarli. Il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera ha detto che i partecipanti al vertice erano d'accordo «sulla capacità dell'Italia di uscire dalla crisi meglio di altri paesi grazie all'azione comune tra la politica e il mondo delle imprese con scelte per il recupero della competitività», ha dichiarato, e alla domanda se, a questo punto, le banche avrebbero aumentato il credito alle imprese, il numero uno di Pirelli ha risposto: «visti gli accordi tra banche e ministero, si dovrebbe arrivare ad un maggior flusso di capitali».«Sono molto positivo, si sta andando nella direzione giusta», ha concluso Doris in riferimento ai provvedimenti assunti dal governo italiano per risolvere i problemi del sistema bancario. «Negli Stati Uniti e in Europa le banche che hanno beneficiato degli aiuti nazionali sono state punite dal mercato», ha spiegato Doris, «in Italia invece le banche che hanno impiegato i Tremonti bond sono state premiate dal mercato e questo è il giudizio inequivocabile del mercato, il provvedimento preso dall'Italia va quindi nella direzione giusta».

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Poste prepara un altro salva-polizze (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: Mercati Globali data: 24/03/2009 - pag: 13 autore: di Anna Messia il gruppo guidato da sarmi ha approvato il bilancio 2008 con un utile di 882 milioni (+4,6%) Poste prepara un altro salva-polizze Si valuta l'estensione dei piani di sostegno ad altri due prodotti che fanno parte del programma assicurativo dinamico Il bilancio di Poste Italiane ha retto bene alla crisi finanziaria. Ieri il gruppo guidato da Massimo Sarmi ha approvato i conti 2008, chiusi con un utile di 882,6 milioni (+4,6%) e un risultato operativo che si attesta a 1,5 miliardi (1,7 miliardi nel 2007). Il gruppo ha registrato profitti per il settimo anno consecutivo. I ricavi totali sono aumentati del 3,9% a 17,9 miliardi mentre hanno registrato una buona tenuta i servizi finanziari e assicurativi (rispettivamente più 2% e più 7,7%) e una flessione contenuta allo 0,8% la corrispondenza. Inoltre, gli investimenti per il potenziamento delle reti infrastrutturali e dei sistemi Ict hanno raggiunto quota 712 milioni (rispetto ai 608 dell'anno precedente). Le risorse sono state orientate in particolare allo sviluppo dei sistemi tecnologici (per la riorganizzazione del settore recapito) e alla realizzazione del Polo tecnologico. La crescita degli investimenti industriali, osserva una nota di Poste Italiane, è «in coerenza con la missione aziendale di costante evoluzione tecnologica e di ammodernamento dei sistemi e dei processi».Tali buoni risultati sono stati realizzati nonostante il gruppo abbia sostenuto spese non preventivate per quasi 50 milioni, conseguenti ai piani di soccorso attuati nei confronti di 70 mila clienti che avevano acquistato due prodotti index linked del piano Programma dinamico (Classe A valore reale e Ideale) e avevano subito pesanti perdite, tali da dimezzarne il valore. I prodotti coinvolti avevano un nozionale di 481 milioni, e i piani di soccorso ideati dal gruppo hanno previsto un allungamento delle scadenze in cambio della garanzia offerta ai clienti di restituzione del 105% del capitale investito. L'intervento ha pesato sul bilancio di Poste Vita (e quindi indirettamente sulla controllante Poste spa) per circa 48 milioni (un valore stimato dalla società a dicembre 2008). Ma le spese non previste di Sarmi non sembrano finite: secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, ieri si è riunito anche il cda di Poste Vita e all'ordine del giorno (oltre all'approvazione del bilancio 2008, i cui numeri restano ancora riservati) ci sarebbe stata l'intenzione di estendere i piani di sostegno ad altri due prodotti che fanno parte del programma assicurativo «Programma dinamico», che contiene anche derivati del credito, i cdo poi vietati dall'Isvap. Un pacchetto di polizze lanciate nel periodo 2001-2002, quando a coordinare la compagnia c'era un management diverso da quello attuale. La società Vita a causa della perdita di altre due polizze di Programma dinamico dovrà ora presumibilmente mettere ancora mano al portafoglio.

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L'Italia resta senza aiuti anti-crisi (sezione: crisi)

( da "Italia Oggi" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

ItaliaOggi sezione: Diritto e Impresa data: 24/03/2009 - pag: 33 autore: di Roberto Lenzi INCENTIVI/Assonime riepiloga lo stato di attuazione delle misure salva-imprese volute dall'Ue L'Italia resta senza aiuti anti-crisi In Francia cinque agevolazioni, in Germania quattro, in Uk tre La Francia ha già approvato cinque regimi di aiuto in base al Quadro temporaneo europeo approvato per far fronte alla crisi. Segue la Germania con quattro regimi, poi Regno Unito e Ungheria a quota tre. Ancora nessun regime di aiuto approvato a oggi per l'Italia. Gli aiuti speciali stabiliti in risposta alla crisi finanziaria non saranno destinati a imprese che alla data del 1° luglio 2008 si trovavano in difficoltà secondo quanto previsto dalla normativa comunitaria. Sono questi alcune pillole che ha evidenziato la circolare Assonime n. 13 del 23 marzo 2009, analizzando il nuovo quadro degli aiuti alle imprese emerso a seguito della Comunicazione della Commissione europea del 17 dicembre 2008, «Quadro di riferimento temporaneo comunitario per le misure di aiuto di stato a sostegno dell'accesso al finanziamento nell'attuale situazione di crisi finanziaria ed economica» (2009/C 16/01) e dalla Comunicazione della Commissione europea del 25 febbraio 2009, di modifica del Quadro di riferimento temporaneo. Si tratta delle misure adottate a livello europeo per rispondere alla crisi finanziaria, volte in particolare a favorire l'accesso delle imprese ai finanziamenti e a incoraggiare gli investimenti, che resteranno in vigore fino al 31 dicembre 2010.Necessaria la notifica per il «de minimis» a 500 mila euro. È ormai da dicembre scorso che la Commissione europea ha previsto la possibilità di elevare la soglia massima di aiuti «de minimis» a 500 mila euro, rispetto ai 200 mila euro precedentemente fissati dal Regolamento del 2006. L'operatività della misura non è però automaticamente applicabile, bensì è sottoposta alla notifica da parte dei singoli stati membri. Il periodo di riferimento per calcolare il superamento della soglia sarà quello che va dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2010, non si tratta quindi di un nuovo plafond integrale. Se un impresa infatti avesse già ottenuto nel corso del 2008 un aiuto «de minimis», questo va considerato ai fini della soglia massima dei 500 mila euro, ovviamente nel momento in cui tale soglia dovesse diventare operativa anche in Italia.Accesso consentito a imprese non in difficoltà al 1° luglio 2008. Le misure di aiuto straordinarie potranno essere concesse ad imprese che non si trovavano in difficoltà alla data del 1° luglio 2008, comprese quelle che hanno iniziato a essere in difficoltà successivamente a causa della crisi. Nel caso di pmi, un'impresa si definisce in difficoltà se ricorrono le condizioni previste dal diritto nazionale per l'apertura nei suoi confronti di una procedura concorsuale per insolvenza, nonché, se srl o società in cui almeno un socio abbia responsabilità illimitata, ha perduto più della metà del capitale e la perdita di più di un quarto di detto capitale è intervenuta nel corso degli ultimi 12 mesi. In caso di grande imprese, può comunque essere considerata in difficoltà quando siano presenti i sintomi caratteristici della difficoltà, quali il livello crescente delle perdite, la diminuzione del fatturato, l'aumento delle scorte, la diminuzione del flusso di cassa, l'aumento dell'indebitamento e degli oneri per interessi ecc.Garanzie esenti. La garanzia pubblica non viene considerata aiuto se viene applicato il premio minimo individuato per ciascuna impresa, in ragione del suo rating finanziario. Questo a condizione che il mutuatario non si trovi in difficoltà finanziarie, l'entità della garanzia possa essere correttamente misurata al momento della concessione e la garanzia non assista più dell'80% del prestito. Più aiuti per i «prodotti verdi». La crisi finanziaria porta ad una inevitabile contrazione degli investimenti a carattere ambientale. In quest'ottica, la Commissione ha deciso di potenziare gli aiuti a sostegno dell'ambiente, consentendo aiuti ulteriori sotto forma di prestiti agevolati per incoraggiare i «prodotti verdi», oltre a quelli già previsti dall'apposita disciplina sugli aiuti di stato per la tutela ambientale, adottata nel corso del 2008.

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)MARIO GUIDAZZI (PRI) Sulla <Simona> siamo col centrodestra: (sezione: crisi)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

AGENDA CESENA pag. 8 )MARIO GUIDAZZI (PRI) Sulla «Simona» siamo col centrodestra: trasformiamola in coop e rilanciamola NELLA SECONDA metà degli anni '80 entrò in crisi una fabbrica storica della realtà cesenate: l'Arrigoni. Si ebbero vari passaggi di proprietà ma nessuno ebbe le capacità imprenditoriali di ridarle un ruolo e un nuovo impulso. Fu così che la regione Emilia Romagna stabilì, con una propria legge, di finanziare l'acquisto della impresa, con un lauto contributo a fondo perduto (se non ricordo male circa 15 miliardi di vecchie lire), da parte della Lega delle Cooperative. L'erogazione del contributo era finalizzato al rilancio produttivo ed all'aumento dell'occupazione. Purtroppo dopo pochi mesi l'Arrigoni fallì e ancora oggi nessuno sa se, e in che misura, è stato restituito il contributo. Ricordo questo fatto alla luce degli avvenimenti che caratterizzano purtroppo la nostra economia. Il "caso" Simona è emblematico. Una realtà produttiva che entra in crisi, non a causa della riduzione della domanda o della inefficienza produttiva, ma della crisi finanziaria che ha coinvolto la proprietà. Va da sé quindi che un imprenditore attento e lungimirante potrebbe considerare interessante, mantenere aperta un'azienda che produce oggetti di grande qualità. Ecco che allora l'ipotesi che io ricavo dal precedente storico ha ragione d'essere proprio in questo caso. NON SI PROPONE di salvare un'azienda decotta, ma un'impresa viva e vitale che, tra l'altro, è per l'Alto Savio fonte di sostentamento, per oltre un centinaio di famiglie, senza considerare l'indotto. E' forse più importante "Simona" per quel territorio di quanto non fosse l'Arrigoni per Cesena oltre vent'anni fa. Tra l'altro impiega oltre 100 donne che hanno dimostrato sempre una grande professionalità. E allora perché non offrire alle centrali cooperative un consistente contributo, perché la Simona trasformata in cooperativa, possa mantenere la sua produzione? Perché limitarsi a pensare alla cassa integrazione che, come ovvio, avrà durate limitata? Perché non impegnarsi in questa direzione in attesa che passi la tragica contingenza economica? ANCHE PORTOLANI, capogruppo di minoranza in consiglio comunale a San Piero in Bagno, ha fatto una proposta simile. Perché non ascoltarlo? Anche in questo caso, come in altri, il centrodestra dimostra di essere più avvertito e sensibile del centrosinistra.Mario Guidazzi (Pri)

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Piccoli usurai crescono: già strozzini a otto anni (sezione: crisi)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: BARI - data: 2009-03-24 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Emergenza criminale L'allarme lanciato dalla Fondazione Antiusura Piccoli usurai crescono: già strozzini a otto anni Bambino sfregiato per non aver restituito i soldi Il fenomeno studiato in collaborazione con l'Univeristà; sarà distribuito un questionario nelle scuole BARI — L'usura coinvolgerebbe anche ragazzini che hanno superato da poco la fase dell'infanzia. Baby strozzini si anniderebbero nelle scuole elementari e medie della provincia di Bari, imitando magari i genitori o semplicemente personaggi dei film o della cronaca quotidiana, quella reale. «E' un fenomeno molto diffuso, più di quello che si possa pensare », lancia l'allarme la professoressa Maria Sinatra, docente di Psicologia generale dell'Università di Bari e stretta collaboratrice della fondazione nazionale "Antiusura San Nicola e Santi Medici" diretta da Don Alberto D'Urso. Ieri mattina, durante la conferenza stampa di presentazione dell'attività della fondazione nel corso del 2008, la professoressa ha ammesso: «Ci sono ragazzini tra gli otto e i dieci anni che taglieggiano i coetanei, il fenomeno purtroppo è ampio e ci prepariamo a studiarlo per delinearne con certezza la portata». La docente di Psicologia, con l'aiuto del suo staff, ha preparato dei questionari che verranno distribuiti tra gli adolescenti che frequentano le scuole pugliesi. «Non sarà facile - spiega Sinatra - ma il nostro obiettivo è capire quanti bambini sono state vittime o carnefici. Purtroppo, ci sono ragazzini che nelle scuole prestano ai compagni somme anche considerevoli a quella età, 40-50 euro, per poi chiederne indietro il doppio o il triplo». L'ultimo episodio si sarebbe registrato proprio a Bari: un bambino di dieci anni sarebbe stato sfregiato al viso con un taglierino da un coetaneo, colpevole di non aver restituito con i tempi giusti la somma di danaro pretesa. Aveva chiesto in prestito quaranta euro per acquistare un paio di scarpe Nike. «Ripeto - prosegue la professoressa - è un fenomeno che non va sottovalutato, per questo abbiamo intenzione di studiarlo». Intanto, la crisi finanziaria internazionale comincia ad «avere effetti disastrosi anche in Puglia », rivela don Alberto D'Urso. Basta dare un'occhiata ai numeri raccolti dalla Fondazione: a Bari, nel 2006, vennero iscritti 756 nuovi pignoramenti; nel 2007 erano 930 e nel 2008 1.038, con un aumento del 37 per cento nel giro di tre anni. I baresi non riescono più a pagare la rata del mutuo: nel 2008, la fondazione Antiusura ha presentato 89 pratiche di finanziamenti bancari per aiutare le famiglie in difficoltà, per un totale di sette milioni e 691mila euro. «Complessivamente - sottolinea don Alberto D'Urso - le pratiche in istruttoria presso la Fondazione sono 200, per un potenziale erogabile di ulteriori 12 milioni di euro circa». Per quanto riguarda il fondo proprio di solidarietà, infine, le domande sono state 63 per un totale di 449mila euro. «Tutti - lancia l'appello il presidente della Fondazione - dobbiamo imparare a vivere in modo più sobrio, a consumare e ad investire più criticamente. L'attuale crisi è una ulteriore dimostrazione di come dalle scelte quotidiane di consumo e dall'impegno degli eventuali risparmi dipende la vita di tutti». Vincenzo Damiani In prima linea Don Alberto D'Urso, direttore della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici; il fenomeno dell'usura è molto diffuso a Bari

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Parte la sfida tra le ex bolle (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 - pag: 3 autore: Finanza e New economy. Analogie e diversità tra i due settori Parte la sfida tra le «ex bolle» Marigia Mangano N el '99, in soli dodici mesi, Cisco riuscì a guadagnare qualcosa come il 129%. L'anno successivo perse quasi tutto. Oggi capitalizza 93 miliardi contro i 548 miliardi di nove anni fa. L'eccezione? No, la regola. Almeno nel mondo della new economy, vecchio ormai di dieci anni, ma mai così attuale per spiegare, almeno in parte, quello che sta succedendo nel mondo bancario. La pensano così operatori e gestori interpellati dal Sole 24 Ore che analizzando la drastica caduta delle quotazioni dei big del credito trovano qualche analogia in quello che è successo dieci anni fa. Erano gli anni della new economy, della corsa forsennata ai titoli hi-tech, dove le «promesse di utili» giustificavano le perdite di bilancio. Uno scenario sotto molti aspetti diverso da quello che ha travolto le banche nell'era del dopo Lehman Brothers, ma che, come prima cosa, presenta gli stessi numeri. Basta scorrere le quotazioni dei protagonisti del 2000: colossi come Intel, Nortel Networks, Dell, HewlettPackard o Motorola presentano oggi perdite nell'ordine del 90% rispetto ai massimi toccati prima dello scoppio della bolla. Perfino Ibm, che oggi capitalizza 124 miliardi di dollari, ha un bilancio negativo del 45% rispetto al top. Il listino dei titoli bancari è in alcuni casi peggiore: Citigroup, un tempo considerata una delle prime banche del mondo, ha perso il 94% e capitalizza oggi appena 14 miliardi rispetto ai 266 miliardi di un anno fa. Copioni simili per Bank of America (-83%), Hsbc (-68%), Ubs (-71%) e, guardando all'Italia, UniCredit (-72%) e Intesa Sanpaolo (-64%). Per entrambe le bolle, quella attualissima del credito e quella ormai storica della new economy, si parla dunque di miliardi di capitalizzazione andati in fumo. Ma i due fenomeni, spiegano gli esperti, presentano alcune differenze sostanziali. La prima è l'origine della bolla, dato che nel mondo della new economy si ragionava per «attese» e «prospettive», valutando società in perdita a multipli a volte senza senso, cosa che certo non è successa per le banche dove il vero problema era la redditività, troppo alta rispetto ai margini reali dell'attività del credito. La seconda è legata al ruolo di questi soggetti nell'economia, con le banche in posizione centrale. «Nel duemila il mercato scontava prospettive di business che non esistevano ancora e valutava in modo troppo ottimistico società in perdita. C'è poi stata una presa di coscienza che tali prospettive non si sarebbero realizzate e il castello della new economy è crollato», spiega Davide Pasquali, presidente della società svizzera Pharus Sicav, «le Banche, invece, fino al 2007 hanno prodotto utili miliardari e reali, ma il problema è che gli stessi erano amplificati da un eccesso di leva che, a questo punto, sta andando verso l'azzeramento. La domanda, dunque, è un'altra: in assenza di leva, che utili faranno le banche? Di quali dimensioni? Probabilmente si potrebbe tornare ai livelli del 2004». Dello stesso avviso anche Roberto Brasca, di Anima sgr, che pur sottolineando le difficoltà nel paragonare i due fenomeni (new economy e banche) ammette che la bolla del credito «c'è stata», ma a differenza delle società hi-tech «il ruolo delle banche nell'economia è molto diverso e soprattutto centrale». A suo avviso ci troviamo di fronte a un settore che «ha osato troppo», e che difficilmente rivedrà i massimi del 2006-2007. «Un anno fa l'obiettivo delle banche era un roe al 20%, e il loro modello di business si è pian piano attrezzato per centrare tale target, a volte trasformandosi in hedge fund, spesso utilizzando una leva eccessiva», aggiunge Carlo Gentili di Nextam Partners, «ma la realtà è che la redditività dell'attività bancaria è molto diversa dai livelli che abbiamo visto. Da qui lo scoppio della bolla del credito e la drastica caduta dei prezzi che difficilmente rivedranno i valori toccati nel 2007». E qui entra in gioco un altro interrogativo: in che misura la perdita di valore dei titoli bancari è irreversibile? «Per le banche la perdita di valore è legata a un deterioramento di tre fattori», spiega Francesco Previtera, responsabile della ricerca di Banca Akros, «1) minore crescita economica, 2) peggioramento della qualità degli attivi, 3) crisi dei mercati finanziari che minano i profitti di trading e le commissioni ». Detto questo, «bisogna ora vedere quanto le prospettive reddituali di queste banche sono cambiate, soprattutto in presenza di una minore efficienza di capitale. E probabilmente, è logico supporre che i valori di redditività che abbiamo visto in passato non saranno recuperati integralmente, con il risultato che il tutto si rifletterà sui prezzi di Borsa». LE DIFFERENZE L'hi-tech ha pagato valutazioni irrealistiche mentre le banche hanno avuto utili amplificati da un eccesso di leva

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Il piano lancia Wall Street: finanza e hi-tech in rally (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 - pag: 3 autore: Il piano lancia Wall Street: finanza e hi-tech in rally Fiducia a Fed e Tesoro: S&P e Nasdaq oltre il 6% Daniela Roveda NEW YORK Il piano Geithner ha fatto volare le Borse. Ieri Wall Street è stata trascinata da una ventata di entusiasmo in risposta al piano di salvataggio del settore bancario illustrato dal ministro del Tesoro Tim Geithner, un piano che ha finalmente offerto alla Borsa americana dettagli sulla strategia del governo per eliminare le attività tossiche dai bilanci delle banche Usa. L'ottimismo si è riversato su tutte le Borse e su tutti i settori dell'economia con in testa il settore finanziario destinato a trarre i maggiori benefici dall'intervento pubblico: l'indice Dow Jones ha chiuso in rialzo del 6,84%, l'incremento giornaliero più alto dal 21 novembre scorso, consentito all'indice di superare la soglia dei 7700 punti per la prima volta da metà febbraio. Tutte le 30 società che compongono l'indice hanno registrato guadagni, un evento raro, con un'impennata del 18,4% per la Bank of America e del 17% per la JP Morgan e per la Citigroup, mentre Goldman Sachs è salita del 15%, sostenuta anche da indiscrezioni sulla possibile cessione di parte della sua quota del 4,9% nella Industrial and Commercial Bank of China da cui potrebbe ricavare circa un miliardo di dollari. Anche il Nasdaq è schizzato in alto del 6,76%, superando la barriera psicologica dei 1500 e azzerando quasi le perdite del 2009 (- 1,35% da inizio anno). Deciso progresso anche dell'indice Standard and Poor che ha chiuso al rialzo del 7,08% (-8,89% dal primo gennaio 2009). I titoli che hanno guadagnato di più, oltre alle banche, sono stati quelli delle compagnie di assicurazione e degli hedge funds che parteciperanno all'iniziativa indetta dal Tesoro. Gli ADS del Lloyd Banking Group sono salite del 38%, le quotazioni della compagnia di assicurazione olandese Aegon del 30,8%, l'hedge fund Blackstone Group del 29%, e il Fortress Group del 39%. Sono salite anche le "quotazioni" del ministro Geithner, il cui esordio in febbraio con un piano vago e insoddisfacente per risanare il sistema bancario aveva scoraggiato Wall Street e innescato la preoccupante spirale al ribasso dei primi due mesi e mezzo dell'anno. Il piano esposto ieri una partnership tra il settore pubblico e il settore privato per rilevare 1000 miliardi di dollari di attività tossiche e consentire alle banche di riprendere a prestare- ha offerto agli investitori maggior chiarezza. Più fredda è stata la reazione del mercato obbligazionario: il rendimento dei trentennali è aumentato dal 3,66% al 3,68%. Molte questioni restano però ancora aperte. Non è chiaro quante istituzioni private parteciperanno alla partnership auspicata dal governo, e non sono noti i termini finanziari di queste partnership; molti operatori nutrono scetticismo nei confronti dell'intervento pubblico nel settore finanziario. Con queste premesse, non è certo che il forte recupero degli indici azionari di ieri sia destinato a durare.«Questi sono segnali po-sitivi, ma è ancora troppo presto per dire che la crisi finanziaria sia superata»ha detto Jack Ablin della Harris Private Bank. Molti operatori restano convinti che questo siaancora un mercato dell'Orso nonostante la sfilza di rialzi iniziata il 9 marzo e culminata ieri. Fino a che l'indice Dow Jones non sfonderà la soglia dei 9mila punti, sostiene per esempio il trader Ted Weisberg della Seaport Securities, sarebbe imprudente affermare che si tratti di un'inversione di tendenza. Ieri tuttavia un dato economico incoraggiante ha contribuito a consolidare il trend in salita scatenato a Wall Street dal piano Geithner. Le vendite di abitazioni sono aumentate negli Stati Uniti del 5,1% in febbraio, sospinte dall'arrivo sul mercato di case pignorate messe in vendita a prezzi bassi. Il dato è positivo ma ancora insufficiente per determinare se il mercato immobiliare ha toccato il fondo: molti economisti temono che i prezzi dovranno scendere ancora prima di raggiungere un nuovo equilibrio. Gli investitori hanno dato peso anche alle parole di Bill Gross, coamministratore delegato del maxifondo obbligazionario Pimco. Gross ha espresso interesse a partecipare alla partnership con il Tesoro per rilevare asset tossici dalle banche Usa, e anzi ha offerto il proprio expertise per aiutare il governo a gestire il programma in veste di asset manager. LA RINCORSA Citi, Bank of America e Wells Fargo hanno messo a segno balzi a due cifre Sostegno ai listini dalle fusioni e dai dati economici

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I G-VERTICI (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 - pag: 5 autore: I G-VERTICI Londra in scena G-20. Riunisce le venti economie più grandi del mondo. Da quando nell'autunno scorsoè esplosa la crisi finanziaria se neè svolto uno a Washington, nel novembre scorso, con Barack Obama già eletto ma non ancora insediato La presidenza di turno del G-20 spetta adesso alla Gran Bretagna di Gordon Brown e il 2-3 aprile Londra ospiterà la riunione dei 20 Capi di Stato e di Governo. Sarà il primo G-20 di Obama in carica La proposta francese G-16 o G-17. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, quando nel dicembre scorsoè finito il semestre di turno francese di presidenza della Ue, ha proposto di istituzionalizzare riunioni periodiche dell'Eurogruppo a livello di capi di Stato e di Governo, con l'aggiunta della Gran Bretagna (che non fa parte dell'Eurogruppo) Di turno l'Italia G-8. Riunisce i sette Paesi più industrializzati del mondo (Stati Uniti, Giappone, Canada, Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna) più la Russia. La presidenza di turno tocca all'Italia:il summit tra i capi di Stato e di Governo si svolgerà dal 1Úal3luglioinSardegna. Prima sono previsti incontri a livello ministeriale, anche allargati ad altri Paesi. Al G-8 dei ministri del Lavoro che si terrà dal 29 al 31 marzo a Roma ci sarannoi ministri delle altre principali economie mondiali con l'invitoa Cina, India, Brasile, Messico, Sudafrica ed Egitto Gruppo ristretto G-4. Francia, Germania, Italiae Gran Bretagna hanno inaugurato riunioni pre-vertice. è successo per la prima volta alla vigilia del Consiglio europeo di marzo

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Serve un nuovo modello di sviluppo (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 - pag: 5 autore: «Serve un nuovo modello di sviluppo» Per Brown non ci sono più sistemi di riferimento, a problemi globali va data una risposta globale Leonardo Maisano LONDRA. Dal nostro corrispondente Petto di pollo con asparagi avvolti in un'inquietante salsa color nocciola. Il piatto forte del G20 del 2 aprile a Londra dovrebbe essere questo. Era immortalato in una fotografia che Jamie Oliver, celebrato cuoco britannico, ha infilato in una busta dopo aver illustrato a Downing Street le prelibatezze che ha in serbo per un mondo in crisi. Menù economico, aveva ordinato Gordon Brown, in ossequio alle ristrettezze globali e, all'apparenza, l'avrà. Lui, il premier cinquantottenne, è convinto, invece, che il suo summit non sarà a basso contenuto di calorie. Lo ha ribadito ieri in una intervista concessa a un gruppo selezionato di testate, per l'Italia al Sole 24 Ore. A una nuova Bretton Woods, come lei auspicava, nessuno sembra credere più. Sembra invece prendere forma una versione minimalista dell'agenda. Qualche intesa ci sarà, ma non si vedono grandi notizie all'orizzonte. Non sono così pessimista come lei sulla capacità del mondo di unirsi. Quello che abbiano avviato è un processo che avrà altre tappe, da non dimenticare quella di Copenaghen sull'ambiente. Sono convinto che sia necessaria una risposta globale ad una crisi globale. Ci sarà accordo sul salvataggio del sistema bancario, sul rilancio del commercio e della crescita. Sullo stimolo fiscale? Possiamo arrivare anche lì. Non bisogna mai dimenticare l'esito del G20 dei ministri di economia e finanza ad Horsham qualche giorno fa. Né quello del summit europeo. In entrambi i casi è stato detto che sarà adottata qualsiasi misura necessaria per superare la crisi. Questo è il punto: sarà fatto tutto quanto è necessario. Secondo il presidente francese Sarkozy, in realtà, stiamo assistendo a un epilogo e nona un nuovo inizio. Che cosa pensa della fine del capitalismo in versione anglosassone immaginata dall'Eliseo? In realtà siamo a un punto di svolta. Cambia l'economia globale e nasce una vera società globale che ha bisogno di risposte altrettanto globali per ridare stabilità finanziaria, per rispondere alla sfida climatica, per soddisfare la domanda di quei Paesi che chiedono eguaglianza. Sono questioni che vanno declinate insieme. E per farlo non ci si può appellare a modelli statici che si riferiscono al sistema anglosassone o a quello asiatico. Lo ripeto : dobbiamo dare una risposta globale a un problema globale. Ne ho parlato pochi minuti fa con il presidente Obama. Una lunga conversazione che ha toccato anche la questione afghana e quella irachena. Al centro del nuovo ordine che sembra destinato a prendere corpo in seguito alla crisi ci sarà il rilancio delle istituzioni internazionali. Alle economie emergenti è chiesto di partecipare con un forte impegno finanziario, ma che cosa avranno in cambio? Siamo in un mondo che sta mutando e le nostre istituzioni internazionali si devono adattare. Mi riferisco al Fondo monetario internazionale, ma non solo. Non può sorprendere che quanto fu deciso negli anni Quaranta abbia ora bisogno di essere adattato alla realtà contemporanea. C'è accordo che i Paesi emergenti abbiano una maggiore rappresentanza in queste istituzioni. E questi Paesi sono disponibili a finanziare gli organismi internazionali affinché facciano di più, soprattutto per ristrutturare il sistema bancario di altre nazioni in via di sviluppo. Quali poteri, quali quote nel Fondo monetario e nelle altri istituzioni internazionali i Paesi europei sono pronti a cedere ai Paesi emergenti? Lo ripeto. Le istituzioni internazionali di una nuova economia globale devono rispecchiare gli equilibri della nuova economia globale. Per un decennio, quando era Cancelliere dello Scacchiere ha salutato con entusiasmo l'approccio morbido alla regolamentazione dei mercati e alla City in particolare. Ora chiede maggiore severità. Si sbagliava prima o sbaglia ora? Noi inglesi abbiamo fatto di tutto per organizzare una risposta comune a problemi che consideriamo comuni. Abbiamo proposto la riforma del Financial stability forum, abbiamo proposto la revisione del Fmi e della Banca mondiale e quella del sistema di vigilanza cross border. Tutte cose necessarie che sollecitiamo da dieci anni. Per quanto riguarda la City voglio essere chiaro: noi volevamo un sistema di regolamentazione basato sul rischio. Quando una società era a rischio c'erano regole severe, quando invece andava bene ritenevamo che misure troppo severe non fossero necessarie. Da questa crisi abbiamo imparato che le banche sono intrecciate l'una con l'altra. Quanto accade a una finisce per comprometterne un'altra. Questa realtà deve ora illuminare il sistema di regolamentazione degli istituti finanziari per il futuro. Allora è favorevole a garantire più potere di vigilanza alla Banca centrale europea? In queste settimane sono stati presentati sia il rapporto de Larosiere, sia il rapporto Turner . Noi siamo d'accordo che in un mercato finanziario comune siano necessarie regole condivise e ora dobbiamo decidere quali esse dovranno essere per il futuro. Diverso è il discorso sulla vigilanza individuale delle banche. Crediamo che essa sia e debba sempre essere un problema dell'autorità di controllo nazionale. E ho ragione di credere che così resterà. Primo ministro, lei parla di risposta globale e di azione coordinata. Ma in questa crisi abbiamo visto solo risposte scollegate le une dalle altre. L'ultimo esempio è il pacchetto da un trilione di dollari varato dagli Usa. C'è molto più coordinamento di quanto vogliate credere e di quanto possa apparire. Ogni Paese ha fatto e sta facendo quello che può e in relazione al sistema bancario che ha. L'idea comune è di identificare gli assett tossici e di neutralizzarli per rilanciare il credito. Ognuno lo fa secondo le esigenze e le caratteristiche delle proprie istituzioni bancarie. Eppure in queste settimane non sono mancate le fughe in avanti di singoli Stati verso soluzioni protezioniste. Che cosa ne pensa? Credo solo che il protezionismo non protegga nessuno. E' la via che conduce alla rovina, capace soltanto di innescare un ciclo, sotto il segno del declino, dove non si potrà più commerciare. Rilanciare il commercio in questa fase è, invece, essenziale. Per tutti, ma soprattutto per i Paesi in via di sviluppo. Dal G20 uscirà una proposta concreta per riaprire le linee di credito a sostegno delle operazioni di import - export. Sono previste forti anche violente proteste in occasione del summit londinese che cosa dice ai dimostranti? Che dovrebbero protestare se il mondo non avesse la volontà e la forza di unirsi per dare una risposta globale ad esigenze globali. è questo che la gente, gli elettori, i cittadini vogliono. Non la condanna di chi si avvolge in uno striscione - come mi è capitato di vedere - che invoca "una risposta mondiale contro la globalizzazione". Un paradosso? Appunto. Il G20 saprà trovare le parole giuste per replicare a quanto sta accadendo. «A Londra troveremo un'intesa su credito, rilancio del commercio e misure per la crescita» Gordon Brown DISEGNO DI DARIUSH RADPOUR

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Non siamo un Paese di serie B (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 - pag: 6 autore: «Non siamo un Paese di serie B» Marcegaglia dopo i rilievi Ue- Ora agire subito sul credito, aspettiamo soldi veri Marco Alfieri MILANO «Non mi pare si possa essere paragonati a Grecia, Lettonia o Ungheria, non siamo un Paese di serie B». Cortese ma netta, da Carate Brianza, agli Stati Generali di Confindustria Lombardia, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, respinge non senza un certo italico orgoglio l'allarme debito pubblico lanciato dal commissario Ue, Joaquin Almunia. «è vero che l'Italia ha un debito pubblico elevato, però dall'altra parte – spiega Marcegaglia – ha un tasso di risparmio delle famiglie che non ha eguali in Europa. è poi un sistema industriale che, nonostante la crisi, per il momento sta tenendo». Proprio così. Sopravvivere nella tempesta finanziaria globale di questi mesi anticipando la ripresa. Una dicotomia non certo semplice da affrontare, per il sistema delle imprese. Ma si può fare, rivendica Viale dell'Astronomia, a patto di accelerare, «perché non è più il tempo delle promesse ma dei soldi veri», mixando ricette virtuose sia globali che europee che italiane. «All'incontro preparatorio del G20 di Londra con le altre confindustrie europee –ha spiegato quindi Marcegaglia parlando ai colleghi lombardi – si è stilata una serie di proposte che sottoporremo ai governi: nuova regolamentazione dei mercati finanziari che non passi però per una restrizione dei requisiti sul credito alle imprese; ripristino della liquidità oggi bloccata; e rifiuto del protezionismo, che per un paese a tutto export come l'Italia sarebbe un grosso danno». La crisi ovviamente è globale, come ripete Marcegaglia, riprendendo il filo della bella analisi del professor Mario Deaglio, che ha riassunto alla platea le tappe dell'ondata di crisi partita dagli Usa: l'overdose di denaro a buon mercato sostenuto dalla Cina, che ha finanziato la bolla immobiliare e dei consumi americani; la conseguente infezione finanziaria; la sfiducia reciproca tra le banche; la caduta dei prezzi degli immobili che creano perdite sui prestiti con garanzia immobiliare, e quindi buchi nei bilanci delle banche, fino all'effetto domino che esonda e colpisce l'economia reale. «Per ora siamo arrivati qui», nota Deaglio. «Ma dobbiamo evitare che la prossima ondata sia di crisi sociale», completa Marcegaglia. Sarebbe un disastro. «Proprio per questo ci vuole anche un impegno europeo molto forte. Mentre oggi ogni paese va per conto suo, ad esempio la Francia». Di più. «Occorre mantenere le regole del mercato interno e sugli aiuti di stato. L'interesse italiano è che ci sia più Europa economica non meno, altrimenti vince il nazionalismo di chi ha più soldi pubblici da mettere nell'economia», ragiona il presidente degli industriali. Ma per Marcegaglia servono anche misure italiane, nazionali, «perché la crisi sta colpendo paradossalmente la parte migliore della nostra manifattura, che si è indebitata per investire, mentre chi vive di monopolio, di sussidi e di spesa pubblica improdutttiva soffre molto meno, e questo non è accettabile». Di qui poche cose ma urgenti, da fare subito. «Garantire liquidità al sistema», precisa Marcegaglia. «Bene in questo senso i Tremonti Bond, ma vigileremo perché i 10 miliardi (120 con la leva) non vengano tesaurizzati negli istituti ma vengano effettivamente erogati». «Stiamo lavorando per migliorare il rapporto tra banche e imprese», dirà qualche ora dopo uscendo dal pranzo al Pirellone con il gotha dell'imprenditoria lombarda e il ministro Tremonti. Poi «varare al più presto il Fondo di garanzia statale da 1,5 miliardi per le imprese, spendibili tutti entro il 2009». La detrazione sugli utili reinvestiti per patrimonializzare le imprese. «Accelerare i pagamenti della Pa sulle future operazioni e recuperare lo stock pregresso, perché è sempre inaccettabile che lo Stato non paghi, ma in un momento come questo è odioso». Richiamando anche le grandi imprese «a non imitare la Pubblica amministrazione, strozzando i piccoli ». E ancora. «Alzare a un milione il tetto alla compensazione tra crediti e debiti d'imposta che era fissato a 516 mila euro. E cantierare le infrastrutture, grandi e piccole, derogando al patto di stabilità interno per quei comuni virtuosi che hanno soldi da spendere ma non possono». Senza dimenticarsi delle riforme strutturali, per mettere fieno in cascina e ripartire più forti dopo la crisi, conclude Marcegaglia. «Dai nuovi assetti contrattuali alla sburocratizzazione, dalla riduzione della spesa pubblica improduttiva al federalismo, a patto che non voglia dire più più spesa pubblica e burocrazia». I PAGAMENTI DELLE PA «è sempre inaccettabile che lo Stato non paghi, ma in questo momento è odioso: accelerare e recuperare lo stock pregresso»

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Perché serve il contratto di ricollocazione (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 - pag: 6 autore: INTERVENTO Perché serve il «contratto di ricollocazione» di Franco Debenedetti D i riforma del contratto di lavoro, più conosciuta nella poco appropriata abbreviazione "abolizione dell'articolo 18", si parla da anni: molte sprezzanti ripulse, numerosi consensi illuminati, nessuna azione politica significativa. Ora sembra che si sia prossimi a un punto di svolta. E ciò per ragioni precise: la crisi finanziaria, diventata recessione economica, minaccia di diventare crisi sociale. Una disoccupazione a livelli a cui da tempo non eravamo più abituati leva il sonno a governanti di tutto il mondo. L'Italia affronta questa eventualità con una struttura del mercato del lavoro che vede da un lato lavoratori superprotetti, dall'altro lavoratori che protezione ne hanno poca o punto; che divide e contrappone i lavoratori, andando contro il principio per cui sono nati i sindacati; che ha contribuito ad accrescere il problema, incentivando le aziende a usare e abusare di forme contrattuali meno vincolanti. Il risultato è che oggi tutto il peso della flessibilità di cui il sistema ha bisogno è sopportato dalla metà dei lavoratori a cui il famoso articolo 18 non si applica. Stupisce dunque che il ministro Sacconi, sul Sole 24 Ore di mercoledì scorso, sostenga il primum vivere,e neghi l'opportunità, per questa stagione, di ogni riforma: sia dell'articolo 18, sia delle pensioni, sia dei sussidi ai disoccupati. Maurizio Sacconi è stato tra chi più si è battuto proprio su questi fronti. Tempi diversi, certo, ma non per questo richiedevano minore determinazione e coraggio, per cui è da escludere che si tratti di un suo ripensamento sul merito dei temi elencati. Quella a cui egli dà voce è piuttosto una valutazione di opportunità politica, e proprio su questa si esprimono perplessità. Infatti la chiusura su tutti i temi dell'agenda palesa un timore: aprire un conflitto e agitare gli animi, senza chiudere su nulla. Ma questo può valere per le pensioni, dove si toccano interessi e categorie che sono meno coinvolte dalla emergenza disoccupazione. Può valere per la riforma dei sussidi ai disoccupati, perché finirebbe per incentivare le tendenze all'assistenzialismo contro cui Sacconi conduce una sua sacrosanta quanto solitaria battaglia; e per aprire le dighe a richieste non compatibili con il bilancio dello Stato. La riforma di cui si parla oggi non ha la vecchia pretesa della palingenesi generale istantanea: offre, su base volontaria, un'opzione di riforma a chi, aziende e sindacati, intende impegnarvisi, non chiede una lira allo Stato. Quindi non rischia di incuneare un altro elemento di divisione nella crisi sociale che il Ministro dovrà affrontare. Una diversa regolamentazione del licenziamento ovviamente non riduce il rischio di essere licenziato, ma, a differenza dei sussidi fine a se stessi, aumenta la possibilità di ritrovare un'occupazione di qualità. E ha un effetto anticiclico: non facilita il licenziamento di chi ha già un posto stabile, ma per chi non ce l'ha facilita l'accesso al lavoro "di serie A", a tempo indeterminato, regolato secondo il migliore modello di protezione. Da quando, nel 1997, si iniziò a parlare di riforma dell'articolo 18, il progetto si é andato molto affinando, tanto che é del tutto improprio continuare a chiamarlo con quel fatidico nome. Ora la riforma ha per obbiettivo l'introduzione anche da noi della flexsecurity, il modello da tempo applicato con successo, soprattutto in paesi del nord Europa; non é quindi nominalismo. In sostanza (i dettagli si trovano nel portale della flexsecurity in www.pietroichino.it) il nuovo contratto di lavoro é per tutti a tempo indeterminato; in caso di licenziamento per motivi non disciplinari non più soggetto a controllo giudiziale - le imprese devono versare al lavoratore una cifra pari a una mensilità per ogni anno di anzianità di servizio. Il lavoratore licenziato sottoscrive un "contratto di ricollocazione" in virtù del quale percepisce – finché perdura lo stato di disoccupazione – un'indennità pari al 90% dell'ultima retribuzione per il primo anno, dell'80% per il secondo, del 70% per il terzo e del 60% per il quarto. La chiave di volta è il consorzio paritetico tra aziende e sindacati: esso eroga il trattamento di disoccupazione e un servizio di assistenza intensiva per la ricerca di una nuova occupazione, con corsi di formazione e riqualificazione e attività di outplacement, a cui il lavoratore è obbligato a partecipare secondo un orario settimanale analogo a quello di lavoro praticato in precedenza. Finanziariamente è alimentato dal Fondo sociale Europeo e dalle imprese che vi destinano quanto oggi versano all'Inps come contributo contro la disoccupazione e quant'altro necessario per il suo equilibrio. Questo è lo snodo cruciale: l'ente consortile deve essere efficiente, altrimenti i periodi di disoccupazione si allungano e il costo del sistema aumenta. Il nuovo regime si applica a tutti i nuovi assunti nelle imprese interessate ad acquisire questa nuova flessibilità facendosi carico della sicurezza "alla scandinava". I lavoratori già in forza da prima possono decidere a maggioranza di aderirvi; ipotesi non remota, dal momento che la "sicurezza alla scandinava" può risultare, in concreto, assai più appetibile della vecchia "sicurezza all'italiana" ancorata all'articolo 18. Nell'ultimo anno questo progetto ha fatto, politicamente, molta strada. Lunga la lista di coloro che si sono pronunciati a suo favore: da Emma Marcegalia al segretario della UIL Luigi Angeletti, da Corrado Passera al numero due della CISL Giorgio Santini; dalle associazioni dei direttori personale ai giovani Pd lombardi, da Mario Monti a Sergio Chiamparino, da Giuliano Cazzola a Enrico Morando e Giorgio Tonini. Ci sono tutte le condizioni per una iniziativa bipartisan che consenta al progetto di camminare velocemente, come i tempi di crisi richiedono. www.francodebenedetti.it LICENZIAMENTI Sacconi dovrebbe insistere su una riforma di tipo nordeuropeo indirizzata alla «flexsecurity»

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Cina: una nuova moneta globale (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-03-24 - pag: 8 autore: Superpotenze. La Banca centrale rassicura i mercati annunciando che continuerà ad acquistare titoli di Stato americani Cina: una nuova moneta globale «Serve una valuta di riserva sovranazionale, anche se richiederà molto tempo» Luca Vinciguerra SHANGHAI. Dal nostro corrispondente La Cina continuerà a sostenere il debito pubblico americano. «I titoli di Stato statunitensi sono un elemento importante nella strategia d'investimento a lungo termine delle nostre riserve valutarie. Quindi, continueremo ad acquistarli», ha dichiarato ieri Hu Xiaolian, vice-Governatore della People's Bank of China e direttore della State Administration of Foreign Exchange (l'Ufficio cambi cinese). Nonostante il deprezzamento accusato negli ultimi mesi dai T-Bond, Pechino considera ancora i buoni del debito pubblico Usa un porto sicuro per i propri investimenti, in quanto si tratta di «titoli a elevata liquidità e a basso rischio », ha aggiunto l'alta funzionaria della banca centrale cinese. Che, con le sue dichiarazioni rilasciate durante un convegno, ha sgombrato il campo dalla polemica sulla solidità dei Treasury Bonds innescata un paio di settimane fa da Wen Jiabao. «Abbiamo prestato molto denaro agli Stati Uniti, e ora siamo preoccupati per la sicurezza dei nostri investimenti », aveva detto il premier cinese nel suo discorso di chiusura dell'Assemblea nazionale del popolo. «Non c'è niente di più sicuro nel mondo che investire negli Stati Uniti», aveva replicato il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs. Le parole pronunciate ieri dalla signora Hu dovrebbero rassicurare Washington: i cinesi continueranno a investire in Treasury Bond. D'altronde, oggi più che mai con la volatilità che imperversa sui mercati finanziari, Pechino non ha reali allocazioni alternative per le sue riserve valutarie, che ammontano a oltre 1.900 miliardi di dollari. Prova ne sia che negli ultimi mesi, nonostante la crisi finanziaria internazionale e l'atteso peggioramento dei conti pubblici americani, la Cina ha continuato ad acquistare i buoni del Tesoro Usa, consolidando così la propria posizione di principale finanziatore planetario del debito americano. Secondo gli ultimi dati disponibili, a fine gennaio, Pechino deteneva in portafoglio 740 miliardi di dollari di T-Bonds, circa 40 miliardi in più rispetto a novembre 2008. Ma in un futuro lontano, un futuro oltre la crisi che sta mettendo a dura prova il mondo intero, la Cina punta alla creazione di una moneta di scambio sovranazionale in grado di scardinare lo strapotere del dollaro. Ad auspicare l'avvento di una «valuta di riserva internazionale, senza legami con alcuna nazione e in grado di assicurare una stabilità di lungo termine» è il Governatore della Pboc, Zhou Xiaochuan. In un articolo pubblicato sul sito della Banca centrale, il grande timoniere della politica monetaria cinese, senza fare alcun riferimento diretto al dollaro, delinea un equilibrio monetario mondiale slegato dal biglietto verde americano, ammettendo però che l'affermazione «di una nuova e ampiamente condivisa valuta internazionale, che rappresenti un benchmark di riferimento stabile, richiederà molto tempo». La suggestiva proposta di una nuova moneta di riserva sovranazionale, che è condivisa da altri grandi Paesi emergenti (la settimana scorsa anche la Russia aveva espresso una posizione analoga), ruoterebbe di necessità intorno all'organismo internazionale più bersagliato e criticato dall'opinione pubblica dopo lo scoppio della crisi dei mutui subprime: il Fondo monetario internazionale. «I Diritti speciali di prelievo ha spiegato Zhou - non hanno mai svolto completamente la loro funzione. Tuttavia, ora potrebbero diventare il fulcro della riforma del sistema finanziario internazionale». Sul futuro dell'Fmi la posizione della Cina è forte e chiara: l'organismo va riformato e rafforzato al più presto. Con due obiettivi. Uno di breve termine: stabilizzare l'economia globale, e sostenere i Paesi emergenti messi alle corde dalla crisi. E uno di lungo termine: trasformare l'Fmi nell'ago della bilancia del sistema finanziario mondiale. In questo quadro, Pechino è disposta partecipare al rifinanziamento dell'istituzione. «Se il Fondo monetario internazionale decidesse di emettere nuovi bond, noi saremmo pronti a sottoscriverli», ha affermato ieri il vice- Governatore, Hu Xiaolian. In cambio del suo contributo, Pechino chiederebbe all'Fmi di controllare più severamente i Paesi che emettono moneta di riserva internazionale, nonché una distribuzione «più equa» dei poteri all'interno dell'organismo. Al vertice del G-20 in programma a Londra ai primi di aprile si parlerà anche di questo. ganawar@gmail.com IL CONTRIBUTO AL FONDO Pechino pronta a sottoscrivere le emissioni di bond dell'Fmi ma chiede una distribuzione «più equa» dei poteri all'interno dell'organizzazione Emergenza clima. «Il tempo per fermare il global warming sta per finire». è l'appello di Greenpeace, proiettato sulla Porta di Yongdingmen a Pechino, in vista della Conferenza sul clima che si svolgerà tra 257 giorni a Copenaghen AP/LAPRESSE

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LO STUDIO (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-24 - pag: 13 autore: LO STUDIO Il documento contro il credit crunch Proposte per il G-20. Sarà inviato oggi ai ministri del G-20- in vista del summit del2 aprile a Londra - e ai principali policy maker dell'Unione Europea lo studio pubblicato da Assonime e Ceps sulla crisi finanziaria. Lo studio, dal titolo Keep it simple. Policy responses to the financial crisis, è stato redatto da Stefano Micossi e Carmine Di Noia - con Fabrizia Peirce e Jacopo Carmassi- e rappresenta un contributo italiano al G-20 sulla crisi finanziaria. Il documento parte da un'analisi approfondita del credit crunche contiene proposte di policy semplici ma radicali. Le idee espresse dagli autori sono personali e non riflettono necessariamente le posizioni di Assonime e del Ceps.

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Supervisione ma con obiettivi (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-24 - pag: 13 autore: Le principali proposte di policy Supervisione ma con obiettivi Pubblichiamo un'ampia sintesi delle proposte del rapporto Assonime-Ceps sulle politiche macroeconomiche e di cambio nei principali Paesi e sulla regolamentazione e vigilanza dei mercati finanziari. I l modo per affrontare l'instabilità finanziaria non è un ritorno a un sistema di cambi fissi, che non è né fattibile né de-siderabile, viste le enormi differenze tra le economie e i sistemi sociopolitici. Sono però necessari nuovi accordi monetari, in base ai quali gli squilibri di bilancia dei pagamenti siano corretti da appropriate politiche nazionali e i tassi di cambio possano variare coerentemente con le esigenze dell'aggiustamento. Il nuovo sistema deve prevedere indicatori di "allarme" per potenziali rischi sistemici e una disciplina esterna sulle politiche nazionali, con sanzioni per i Paesi che adottino politiche instabili. Gli accordi per ripristinare una disciplina esterna sulle politiche nazionali non potranno funzionare se non sarà assegnato ai principali Paesi emergenti un ruolo appropriato nelle istituzioni internazionali, in primo luogo attraverso una diversa distribuzione dei pesi e della partecipazione agli organismi decisionali, finora gestiti dagli Stati Uniti e da pochi altri Paesi avanzati. Un ruolo centrale deve essere assegnato al Fondo monetario internazionale che deve essere dotato di maggiori risorse finanziarie e di una governance rafforzata, eventualmente con la partecipazione al board di esperti indipendenti. L'International monetary and financial committee del Fondo monetario dovrebbe essere trasformato in un Consiglio di supervisione dell'Istituto come già previsto dallo statuto, mentre il ruolo di guida e coordinamento delle politiche macroeconomiche delle principali aree geografiche dovrebbe essere attribuito al G-20. Con riferimento all'area europea, si auspica la creazione di un mercato liquido di obbligazioni dell'Unione, denominate in euro. A tal fine si propone la realizzazione di un Fondo di stabilizzazione presso la Banca europea degli investimenti. Le risorse raccolte con l'emissione dei titoli dovrebbero essere utilizzate per gli interventi di salvataggio delle istituzioni finanziarie, per spese infrastrutturali di stimolo alla domanda e per il sostegno delle monete che gravitano intorno all'euro. La regolamentazione finanziaria Il sistema di regolamentazione permissivo affermatosi nell'ultimo decennio sul mercato americano ha consentito alle banche di raggiungere livelli di indebitamento insostenibili che hanno messo a rischio la stabilità dell'intero sistema. Il rapporto non ritiene necessario intervenire a limitare, con nuove regole, l'attività finanziaria in ogni comparto in cui si siano verificate perdite ingenti, né l'emissione e la negoziazione di strumenti finanziari innovativi. In particolare, non appare né utile né desiderabile un ritorno alla separazione legale tra l'attività di banche commerciale e d'investimento. La regolamentazione microprudenziale dovrebbe essere centrata sulle banche di deposito, che hanno accesso al credito di ultima istanza e che forniscono prestiti all'economia. Simili requisiti dovrebbero applicarsi alle imprese di assicurazione. Una regolamentazione di trasparenza dovrebbe applicarsi agli altri intermediari finanziari, inclusi gli investitori istituzionali. In Europa, la struttura della regolamentazione dovrebbe essere drasticamente semplificata, in modo da concentrare a livello europeo non solo la formulazione delle regole, ma anche la loro attuazione, come sostenuto dal Gruppo de Larosière. Il rapporto propone un disegno della regolamentazione e della supervisione secondo un modello "per obiettivi". In particolare, nella Ue, agenzie separate dovrebbero essere incaricate dei compiti di vigilanza macroprudenziale, tesa a prevenire l'eccesso di indebitamento aggregato; della vigilanza micro-prudenziale, finalizzata ad assicurare la buona gestione dei rischi e l'integrità del capitale delle banche; della tutela dell'investitore,attraverso regole di trasparenza sui prodotti e gli intermediari (si veda il grafico in alto). Per completezza, il grafico include anche come quarto pilastro quello della concorrenza. Ognuna di queste autorità dovrebbe avrebbe una struttura federale, cioè costruita come una rete di regolatori nazionali, con un fulcro centrale di coordinamento, secondo il modello del sistema europeo delle banche centrali. Nell'immediato,la realizzazione di questo modello potrebbe limitarsi alla creazione del fulcro centrale,attribuendo poteri legali nell'attuazione delle direttive ai comitati di livello 3 per le banche (Cebs), assicurazione e fondi pensione (Ceiops) e mercato mobiliare (Cesr),senza modificare l'architettura dei sistemi nazionali di regolamentazione. Questi tuttavia sarebbero tenuti a designare un lead regulator che partecipi a ciascun sistema europeo. Quanto agli strumenti regolatori, il rapporto propone misure in materia di requisiti di capitale, incentivi in materia di gestione dei rischi bancari, trasparenza degli intermediari e dei prodotti finanziari. In particolare, in materia di requisiti di capitale delle banche, le regole di Basilea II dovrebbero essere abbandonate e sostituite da un requisito di capitale fissato con riferimento al totale dell'attivo. L'indebitamento non dovrebbe in nessuncaso eccedere la misura di dieci volte il capitale. Sono anche proposte una serie di misure volte a rendere più efficaci i meccanismi di incentivazione, attraverso un allungamento dei tempi sui quali calcolare e pagare le remunerazioni variabili. In materia di risk management, la posizione dei responsabili dei sistemi di controllo deve essere resa maggiormente indipendente, così come la loro remunerazione. In materia di trasparenza, appropriati incentivi dovrebbero indurre gli strumenti negoziati over the counter a migrare verso piattaforme di clearing organizzate, imponendo di fatto requisiti di capitale per le operazioni in quei prodotti e conducendo all'accentramento dei rischi di controparte. Le agenzie di rating dovrebbero essere poste al margine della regolamentazione. Infine, la trasparenza dei bilanci dovrebbe essere rafforzata in modo che essi riflettano completamente i rischi, inclusi quelli derivanti da società controllate, che devono essere appropriatamente identificate e consolidate.Sarebbe un errore abbandonare o limitare l'uso dei principi contabili internazionali, in particolare il principio del fair value, che deve trovare un'applicazione su orizzonti temporali che riflettano appieno i valori fondamentali sottostanti le attività finanziarie. IL CREDITO In Europa la struttura della regolamentazione dovrebbe essere semplificata per ottenere un'attuazione efficace

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Il debito delle banche non deve superare dieci volte il capitale (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-03-24 - pag: 13 autore: Il debito delle banche non deve superare dieci volte il capitale Necessarie poche regole e incentivi ai virtuosi di Stefano Micossi M entre si avvicina tra grandi attese la riunione del G-20, a Londra, il 2 aprile prossimo, non esiste in realtà né una diagnosi condivisa né un minimo di consenso sulle risposte di policy per il nuovo sistema di regole di governance globale delle economie e dei mercati finanziari. In realtà, è meglio così: il problema urgente è quello di stabilizzare i mercati finanziari, arrestando il circolo vizioso avvelenato tra caduta dei corsi azionari, caduta delle economie e ancora caduta dei corsi azionari. Le nuove regole possono attendere più meditate valutazioni, che oggi non sono facilitate dalla confusione delle estemporanee dichiarazioni con cui i policy makers, più che affrontare davvero le questioni, cercano di segnalarsi davanti alle rispettive opinioni pubbliche. La causa principale della crisi finanziaria sono le politiche macro- economiche destabilizzanti perseguite dagli Stati Uniti, con il perverso concorso delle altre grandi aree economiche del mondo, fin dalla fine del sistema di cambi fissi di Bretton Woods. Gli squilibri nei pagamenti internazionali, invece che corretti con appropriate correzioni dei cambi e delle politiche interne, sono stati finanziati, conducendo a un'accumulazione insostenibile di debiti e crediti finanziari che alla fine - dopo una sequenza di crisi bancarie e valutarie d'intensità crescente nella periferia dell'economia mondiale - ha travolto il cuore del mercato mondiale dei capitali, Wall Street, trascinando nella caduta tutto il mondo. La regolamentazione dei mercati finanziari in tutto questo ha giocato un ruolo permissivo e d'amplificazione dell'instabilità macro-economica, ma non ne ha costituito l'origine. Questo è un punto importate e largamente incompreso: implica che non si può caricare sulle nuove regole per la finanza anche l'onere di frenare l'instabilità che viene dalle politiche macro- economiche divergenti e insostenibili dei maggiori Paesi. Il ritorno ai cambi fissi non è né fattibile, né desiderabile, date le enormi differenze nelle strutture delle principali economie. Ciononostante, occorre anzitutto ristabilire un sistema di "regole del gioco" nel quale tutti i Paesi e le aree valutarie, inclusi gli Stati Uniti, siano sottoposti a una disciplina esterna delle politiche macro-economiche interne - nel quale insomma gli squilibri dei pagamenti con l'estero siano mantenuti entro limiti ben definiti di sostenibilità. Quanto alle nuove regole per la finanza, è evidente anche a un osservatore superficiale che i difetti delle regole e della vigilanza nei mercati finanziari non nascono nei paradisi fiscali, né sono stati determinanti i mercati dei derivati e gli hedge fund. La decisione di allentare le regolee di non vigilare nasce a New York e a Washington. Le autorità degli altri centri finanziari, a Londra, a Parigi, a Francoforte si sono adeguate allo sbrago regolamentare, perché invece di vigilare sulla stabilità, hanno iniziato a competere in deregolamentazione, per assecondare il successo competitivo delle proprie banche. Così, tutti hanno finto di non vedere che era in atto un accumulo dei rischi e dell'indebitamento; che le regole di Basilea erano in realtà un meccanismo per ridurre il fabbisogno di capitale regolamentare; che le agenzie di rating venivano pagate dagli emittenti di titoli esotici del tutto illiquidi, la cui principale caratteristica era di accrescere il rendimento fingendo che il rischio fosse scomparso. Per evitare che il disastro si ripeta, servono poche regole forti, non un completo ridisegno dei mercati e degli strumenti di finanziamento ammessi. Prima di tutto, occorre stabilire un limite rigido per l'indebitamento delle banche, riferito al totale dell'attivo e dei rischi impliciti: che non dovrebbe mai più superare la misura di dieci volte il capitale. Ulteriori penalità dovrebbero essere previste per le attività delle banche che esulano dall'attività bancaria tradizionale: come ad esempio le attività di trading in proprio o i finanziamenti a strutture altamente indebitate e rischiose, come gli hedge fund. Adeguati incentivi e disincentivi possono essere disegnati per sospingere la negoziazione dei titoli oggi scambiati over the counter verso piattaforme di clearing regolamentate, con immediati effetti d'imposizione di margini di capitale proprio, di standardizzazione dei prodotti e di centralizzazione di rischi di controparte. Fatto questo, servono poche altre regole per rafforzare il risk management delle banche e la trasparenza degli strumenti finanziari e delle posizioni di rischio di tutti gli intermediari di rilevanza sistemica, in tutte le giurisdizioni. MODIFICHE SIGNIFICATIVE Per il trading in proprio e i finanziamenti agli hedge fund andrebbero previste penalità

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L'imperativo Pmi è diventare grandi (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-03-24 - pag: 19 autore: INTERVISTA Mario Carraro «L'imperativo Pmi è diventare grandi» Claudio Pasqualetto VENEZIA è il tempo degli uomini coraggiosi. Mario Carraro, presidente dell'omonimo gruppo leader mondiale nella produzione di sistemi di trasmissione di potenza che ha appena chiuso il 2008 con un fatturato di 973 milioni (+19,7%), non ha dubbi: farsi prendere dal panico è fuori luogo oltre che controproducente, serve piuttosto consapevolezza dei propri mezzi, fiducia ed anche una certa dose di coraggio e di decisionismo nel fare scelte importanti. Presidente, è veramente una crisi da far paura? è una crisi mondiale, trasversale e sicuramente grave, ma è anche l'esito di una situazione che conoscevamo. Oggi si processano il credito e la finanza, ma ben sapevamo che certi settori,come l'automobile, avevano superato la capacità di assorbimento del mercato. Doveva scoppiare anche a causa di talune sottovalutazioni di situazioni e scelte. Per uscirne, oggi, è fondamentale muoversi con prudenza. Da qualche parte si rasenta il panico, come negli Usa, ma in quel Paese ci sono condizioni molto diverse rispetto all'Italia. Qui, per fortuna, abbiamo un buon sistema di ammortizzatori sociali e non dimentichiamo che l'Italia ha una media di risparmio familiare fra le più alte del mondo. Vuole dire che abbiamo una buona base su cui contare? Voglio ricordare che anche se l'Italia ha un debito pubblico molto alto ha anche un risparmio familiare elevato e di questo bisogna tenere conto. Servono comunque per uscire da questa situazione decisioni forti a livello nazionale ed internazionale e l'impressione è che l'Europa si muova un po' troppo in ordine sparso. La crisi è una crisi selettiva e gli interventi devono essere ugualmente selettivi. Sono inutili i soliti aiuti a pioggia. Bisogna sostenere quelle imprese che hanno progetti, prodotti e ricerca, che crescono in base ad un preciso programma ed ad una visione dei mercati. Quali sono le cose irrinunciabili? Direi l'internazionalizzazione, l'innovazione ma anche la dimensione. Che ci si debba confrontare con il mondo è ormai fuori di dubbio, così come ogni protezionismo risulta fuori luogo. L'innovazione è il prodotto di una ricerca che dobbiamo continuare ad alimentare ed alla quale va aggiunto il nostro valore forse più importante, che è la capacità di fare impresa. A tutto questo va unita una spinta verso una dimensione che assicuri maggiore solidità. Le piccole aziende sono vitali all'interno delle filiere, come terziste, nei servizi, ma hanno bisogno di partecipare alla ricerca, di crescere e per questo serve una politica di aggregazione. Lei chiede soprattutto intelligenza e coraggio. Non è il momento di dormire sugli allori. L'imprenditore, se serve, deve andare all'estero con la sua attività. La dimensione è chiamata anche a sostenere scelte così impegnative. A viaggiare, comunque, è la produzione dopo essere stata adeguatamente messa a punto qui, non l'idea. Quel che conta, in sostanza, è dominare il processo. Le imprese hanno chiesto al Governo soldi veri. Soldi veri, ma come ho detto non a pioggia. Devono sostenere progetti e programmi precisi. Va premiata e sostenuta soprattutto la ricerca perchè bisogna porre le basi per il dopo. Ed anche qui serve condivisione, aggregazione. La politicadeve aprirsi a un serio dialogo su tutto questo. E serve infine una buona dose di fiducia. Alimentata da azioni trasparenti, da rapporti e posizioni chiare e razionali, da un credito che deve trovare il giusto equilibrio fra una indispensabile prudenza e un non meno indispensabile dinamismo a fianco delle imprese. «è il tempo degli uomini coraggiosi che sanno prendere decisioni importanti con fiducia»

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Basilea 2, serve più flessibilità (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-03-24 - pag: 19 autore: Strategie di sviluppo. Fontana agli Stati generali di Confindustria Lombardia: agevolare l'accesso al credito per le imprese Basilea 2, serve più flessibilità La crisi non deve essere un alibi per disinvestire - Resistere al protezionismo Marco Alfieri MILANO Più credito, anche rendendo più flessibile Basilea 2, e più Europa. Nel mezzo di una tempesta globale che non conosce argini, gli industriali lombardi riuniti a Carate Brianza provano a gettare il cuore oltre l'ostacolo per «anticipare la ripresa, le scelte possibili», come recita il titolo della giornata. Il tema dei temi, spiega il presidente Giuseppe Fontana nella sua relazione, è ovviamente il credito, mai così vitale come in questi mesi. «Le banche, infatti, devono rispettare parametri di rischio, ma le Pmi, tradizionalmente più esposte ai cicli negativi di mercato devono poter continuare a godere della fiducia». Di qui la proposta di Fontana: «Introdurre, anche temporaneamente, maggiore flessibilità nell'applicazione delle regole di Basilea 2». Ma per far questo è imprescindibile arrivare «ad una politica europea non solo della moneta ma dell'economia nel suo complesso, resistendo a tentazioni protezionistiche». Sì perché gli imprenditori lombardi sono preoccupati dal clima che si respira nell'Ue,«quasi una pericolosa regressione allo stato di semplice mercato comune schiacciato dai diversi interessi nazionali». Obbiettivo, dunque, è lavorare insieme per un'Europa capace di raddoppiare l'attuale dotazione di 9,6 miliardi di euro per quei capitoli strategici di spesa in grado di rilanciarne l'economia: «Istruzione e formazione, ricerca, innovazione, energia, trasporti, politica sociale. Sopperendo anche alla dannosa mancanza di un brevetto comunitario, e di un audit energetico europeo». Sul lato ammortizzatori, invece, «l'accordo Stato-Regioni sugli ammortizzatori in deroga va attuato rapidamente e autorizzato dalla Commissione europea», continua Fontana. Che poi completa il decalogo anti crisi: «Meno burocrazia e più autocertificazione, cassa integrazione autorizzata in giorni, riforma degli ammortizzatori sociali, revisione della soglia di indeducibilità degli interessi passivi e delle aliquote degli ammortamenti, riformulazione degli studi di settore e rimborso dei crediti pregressi con la Pa». Tutte inciampi vissuti dal campione di imprenditori intervistati poco dopo dal direttore del Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli. Alessandro Nocivelli ceo della Luceat di Brescia, azienda leader in Europa nella progettazione e produzione di sistemi di trasmissione dati su fibra ottica plastica, ad esempio, arriva provocatoriamente a chiedere il motivo per cui si dovrebbe salvare questo sistema finanziario, che «ha introdotto sperequazioni sociali e nelle retribuzioni spaventose, ci ha portato in questa crisi, e adesso ha bisogno dell'intervento dei governi, trascurando così equità, concorrenza e merito». L'ad di Elettrotecnica Rold di Milano, Laura Rocchitelli- producono componenti per elettrodomestici - invita invece i colleghi a fare autocritica perché la crisi non dev'essere occasione per disinvestire. «Noi- dice- continuiamo a investire. Ma soprattutto, non abbiamo mai delocalizzato per scelta industriale. Tutto il processo produttivo è qui, e questo permette un controllo dei conti migliore in questi momenti di crisi ». Per Mario Barzaghi, presidente di Effebiquattro di Monza, oggi il primo produttore di porte in Italia, «la crisi sta incentivando il ridisegno del layout produttivo per tenere alto l'export, visto che è crollato il mercato Usa. Anche qui, però: il problema è il credito. Le banche si fermano ai modelli matematici di Basilea 2 invece di venire a valutare in azienda». Infine Matteo Zanetti, ad della Zanetti alimentare di Bergamo, uno dei campioni del made in Italy. Come sta cambiando la spesa degli italiani? «è più frequente ma più leggera», dice. «Si punta su beni di minor valore assolutoe a promozioni low price». Sperando di superare la tempesta.

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L'Eliseo prepara la legge anti-bonus (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-03-24 - pag: 37 autore: L'Eliseo prepara la legge anti-bonus Attilio Geroni PARIGI. Dal nostro corrispondente Anche la Francia è pronta a legiferare sulla remunerazione dei manager delle grandi società quotate in Borsa se le parti sociali non troveranno quanto prima un compromesso. Lo ha detto il ministro dell'Economia, Christine Lagarde, e lo ha sottolineato anche il segretario dell'Ump Xavier Bertrand. La reazione dei politici è stata innescata da Société Générale, che la settimana scorsa aveva annunciato un piano di attribuzione delle stock option ai suoi principali dirigenti e in base al quale il presidente Daniel Bouton ne avrebbe ricevute 70mila e l'amministratore delegato Frédéric Oudéa 150mila. Una notizia che aveva mandato su tutte le furie lo stesso presidente Nicolas Sarkozy, a Bruxelles per il vertice europeo. SocGen, come altri grandi istituti di credito, beneficia in questi mesi di aiuti di Stato con l'obiettivo di un rafforzamento patrimoniale. L'Eliseo non gradisce che le remunerazioni dei manager in tempo di crisi conoscano gli eccessi della storia più recente, a maggior ragione se le imprese delle quali sono a capo ricevono finanziamenti pubblici. Christine Lagarde si è addirittura interrogata sulla pertinenza delle stock option come sistema di remunerazione complementare. In un primo momento Société Générale ha comunicato che i suoi top manager avrebbero rinunciato ad esercitare i loro diritti d'acquisto sulle azioni fino a che il prestito contratto con lo Stato (finora 1,7 miliardi di euro) non fosse stato rimborsato. Non è stato sufficiente e anzi la risposta ha fatto innervosire ulteriormente Bercy (ministero delle Finanze) e l'Eliseo.Domenica,la “capitolazione” dei banchieri e la loro rinuncia completa. Pochi giorni prima era stata la presidente del Medef Laurence Parisot, rispondendo a una sollecitazione del Governo sulla definizione di nuove pratiche di remunerazione per i manager, a irritare i politici. Il numero uno della Confidustria francese si era mostrata poco disposta a ridefinire le regole in materia indispettendo non solo i sindacati, ma lo stesso Esecutivo. Ieri è apparsa più conciliante promettendo una risposta «entro la settimana». Il ministero dell'Economia aveva scritto in precedenza al Medef e all'Afep, l'Associazione francese delle imprese private, chiedendo di definire entro marzo un dispositivo concreto per incitare i manager delle aziende che licenziano a rinunciare ai loro bonus. Annunciare un piano di stock option quando il corso del titolo è ai minimi dell'ultimo decennio non ha certo aiutato l'immagine di SocGen, che peraltro ha ben resistito ai contraccolpi della crisi. In Francia sono in molti a voler rimettere i discussione questo meccanismo parametrato sull'andamento dei mercati finanziari. Colette Neuville,presidente dell'Associazione di difesa degli azionisti di minoranza (Adam) ritiene si debba incoraggiare i patron «ad agire sul lungo termine». Altri esperti sostengono la necessità di definire altri criteri di attribuzione, come la riduzione del debito e la crescita del fatturato. L'ULTIMATUM DI BERCY Le parti sociali dovranno trovare un compromesso sulle remunerazioni dei manager altrimenti il Governo interverrà

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Sul risparmio il timbro postale (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-03-24 - pag: 37 autore: Il bilancio di Poste Italiane. Corsa delle famiglie ai prodotti sicuri Sul risparmio il timbro postale Mara Monti MILANO L a raccolta postale batte la crisi. In una fase in cui le famiglie sono alla disperata ricerca di lidi sicuri dove collocare i loro risparmi, si torna alla tradizione con la riscoperta dei prodotti postali. In un anno, secondo i dati di Banco Posta, le giacenze dei risparmi nei libretti postali hanno toccato 81,8 miliardi di euro, contro 76,2 miliardi nel 2007, mettendo a segno una crescita del 7 per cento. Meglio hanno fatto i buoni postali fruttiferi con una impennata del 30% nei collocamenti a 38 miliardi di euro mentre la raccolta premi di Poste Vita si è mantenuta stabile a circa 6 miliardi. Crescono anche i conti correnti aperti presso gli sportelli postali: a fine anno i depositi hanno toccato 30 miliardi di euro. «La crescita del risparmio postale si spiega con le garanzie dello Stato legate ai prodotti » ha spiegato l'amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi al termine del cda che ha approvato il bilancio 2008 ancora in attivo per il settimo anno: l'utile netto è salito del 4,6% a 882,6 milioni (843,6 milioni nel 2007), i ricavi totali sono in aumento del 3,9% a 17,9 miliardi con una tenuta dei servizi finanziari e assicurativi (+ 2% e +7,7%) e una flessione contenuta allo 0,8% della corrispondenza. In calo l'Ebit (il risultato operativo) a 1,5 miliardi da 1,78 nel 2007. «è un bilancio prudente ma che nonostante la crisi finanziaria ci ha permesso di fare meglio di molti operatori europei », ha aggiunto Sarmi. In Francia, ad esempio, La Poste ha chiuso il 2008 con un utile in calo del 44% a 529 milioni, in Germania Deustche Post ha accusato una perdita per 1,7 miliardi di euro e l'olandese Tnt ha terminato l'esercizio 2008 con un profitto netto diminuito del 43,6% a 556 milioni. A contribuire ai risultati di Poste Italiane sono state anche le carte e i sistemi di pagamento elettronici: le carte prepagate ricaricabili in circolazione sono quasi 5 milioni mentre quelle di credito e di debito 6,3 milioni. Un caso unico riconosciuto anche a livello europeo tanto che la recente classifica di Fortune ha collocato Poste Italiane per il secondo anno tra le "World's most admired companies", un riconoscimento motivato dalle capacità di innovare della società italiana che si è lasciata alle spalle gruppi come la francese La Poste e la britannica Royal Mail. Poste Italiane ha poi ottenuto un terzo posto tra le italiane presenti in classifica, collocandosi dietro a Edison ed Eni. Tra i servizi innovativi, la Sim di PosteMobile che consente attraverso il cellulare di inviare e ricevere denaro, fare acquisti e pagamenti di bollettini. Finora ne sono state emesse 800 mila con una tecnologia che permette di avere in tempo reale tutte le informazioni sulla transazione eseguita. Una soluzione resa possibile dalla crescita degli investimenti: nel 2008 il volume di risorse dirette al potenziamento delle reti infrastrutturali e dei sistemi Ict (Information & communication technology) ha raggiunto 712 milioni di euro (rispetto ai 608 investiti nell'anno precedente), con un incremento del 17,1% sul 2007. Tali risorse – si legge in una nota – sono state indirizzate allo sviluppo dei sistemi tecnologici per la riorganizzazione del «settore recapito » e alla realizzazione del polo tecnologico. La quota di investimenti riferita alla capogruppo cresce del 15,8%, salendo a 636 milioni contro i 549 del 2007. Ora la parola passa all'assemblea dei soci (Ministero dell'Economia 65% e Cassa depositi e prestiti 35%) convocata a fine aprile in prima convocazione e a fine maggio in seconda convocazione. I RISULTATI L'utile netto è salito del 4,6% mentre i ricavi sono cresciuti del 3,9% Boom di collocamenti per i buoni fruttiferi

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Cinque mosse per battere il protezionismo (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-24 - pag: 25 autore: Cinque mosse per battere il protezionismo di Catherine Ashton* I l commercio è la linfa dell'economia mondiale, e rallenta pericolosamente. L'Europa avverte la difficoltà, persino la Germania, campione di esportazioni, ha sperimentato alla fine del 2008 il più grave crollo da 15 anni. La contrazione delle esportazioni ha provocato una caduta del 30% della produzione industriale giapponese nell'arco di sei mesi.Durante la depressione degli anni ' 30, ci vollero cinque anni affinché gli Usa soffrissero un declino analogo. Anche se l'attenzione dei governi è attualmente concentrata sullo stimolo delle economie nazionali, i responsabili politici devono capire che questa è solo una parte della soluzione. Il commercio è cresciuto continuamente a partire dalla Seconda guerra mondiale. Ha sviluppato le attività economiche, accresciuto le possibilità di scelta per i consumatori e, cosa più importante, tolto dalla povertà forse un miliardo di persone. Quanto di peggio potrebbe accadere oggi è che la de-globalizzazione si rafforzi e vanifichi gran parte dei progressi compiuti. Tenendo conto di tale rischio, dobbiamo seguire cinque linee d'azione per contrastare questa tendenza. Non sarà facile e non vi sono soluzioni miracolose, ma queste azioni sono vitali per il recupero delle nostre economie. In primo luogo dobbiamo combattere le tendenze protezionistiche interne ed estere. è grande la tentazione di aumentare i dazi o persino vietare le importazioni per proteggere le nostre industrie. Nessuno è immune da queste opinioni fuorvianti, neppure l'Unione europea. Completare l'attuale ciclo di negoziati di Doha sul commercio mondiale potrà costituire una valida polizza di assicurazione contro il protezionismo montante e per il rafforzamento del sistema mondiale degli scambi. Fino ad allora dovremo operare nello spirito di quella che è la missione della Wto, un commercio libero ed equo. In secondo luogo, dobbiamo continuare a eliminare gli ostacoli al commercio al fine di creare nuove opportunità per le imprese. Nulla sarebbe meglio per questo che completare i negoziati di Doha, ma noi, nell'Unione europea, abbiamo anche la possibilità di portare a buon fine altri negoziati ambiziosi. L'accordo dilibero commercio che stiamo per concludere con la Corea aprirà importanti possibilità di accesso a questo mercato per un'ampia gamma di industrie ( macchinari, chimica, farmaceutica, tessile e calzature) e consentirà di liberalizzare notevolmente il commercio dei servizi. In terzo luogo, dobbiamo fare in modo che il finanziamento del commercio torni a fluire. Il 90% del commercio mondiale richiede una qualche forma di credito o di altro sostegno finanziario, e la Wto constata che vi è in questo settore un deficit di almeno 25 miliardi di dollari. Gli Stati membri della Ue stanno agendo, ma non possono assumere il ruolo che spetta al settore bancario. In mancanza di finanziamenti sufficienti dobbiamo mettere a punto una risposta europea coordinata. In quarto luogo, possiamo favorire una maggiore cooperazione internazionale. La riunione del G- 20 a Londra in aprile deve dire chiaro e forte che il protezionismo non è una risposta. Deve inoltre produrre elementi di azione concreta per mantenere aperti i mercati e individuare nuove opportunità per il commercio. è particolarmente importante che il presidente Obama dichiari che gli Stati Uniti intendono operare in collaborazione con i partner internazionali. Infine, dobbiamo comunicare meglio i vantaggi del commercio. In questa crisi economica la globalizzazione è diventata una parola negativa? Dobbiamo ricordare che un commercio e un sistema di investimenti efficaci sono indispensabili se vogliamo progredire. Un accordo nell'ambito dei negoziati di Doha vale da solo centinaia di miliardi di euro per l'economia globale. Un accordo di libero commercio con la Corea significherebbe circa 20 miliardi di euro di esportazioni aggiuntive per l'economia europea. La globalizzazione porta indubbiamente con sé sfide e problemi, ma l'alternativa, la de-globalizzazione, ci lascerebbe tutti in condizioni peggiori. *Commissario al Commercio della Ue OSTACOLI AL COMMERCIO La Ue agirà su barriere interne ed estere Il G-20 deve spingere verso la cooperazione e l'apertura dei mercati CREDIT CRUNCH In questo settore un deficit di almeno 25 miliardi di dollari: i finanziamenti devono tornare a fluire

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Nel 2009 scambi giù del 9% (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-24 - pag: 25 autore: Focus. La Wto prevede un anno ancor più nero ma mette in guardia dal ricorso ad azioni difensive Nel 2009 scambi giù del 9% E fra le aziende si diffonde la tendenza alle rotte regionali Micaela Cappellini Il commercio mondiale quest'anno perderà il 9%: il calo peggiore mai visto dai tempi della Seconda Guerra mondiale. A prevederlo ieri è stata la Wto, che ha scelto di rivedere nettamente al ribasso le ipotesi formulate a gennaio dal Fondo monetario, secondo il quale le perdite si limiterebbero al 2,8 per cento. Il tonfo riguarderà le esportazioni dei Paesi sviluppati, che nel 2009 caleranno del 10%, ma anche quelle dei Paesi emergenti più legati ai commerci mondiali, il cui export scenderà tra il 2 e il 3 per cento. La Wto ha rivisto al ribasso anche il dato 2008: secondo le previsioni, gli scambi mondiali dovevano chiudere a più 4,5 per cento. E invece sono cresciuti solo del 2. «A Londra i leader del G-20 avranno un'opportunità unica nel passare dalla fase degli impegni all'azione,evitando misure protezionistiche che renderebbero gli sforzi di ripresa globale meno efficaci », ha commentato ieri il direttore generale della Wto, Pascal Lamy, rispondendo a chi agita lo spettro del protezionismo per uscire dalla crisi degli scambi. Secondo altri, invece, l'integrazione regionale è la ricetta da intraprendere. Lo auspica l'Asean,l'associazione che riunisce dieci Paesi del Sud-Est asiatico, che entro il 2015 vuole trasformarsi in una Comunità economica. Lo hanno proposto i leader africani al vertice di Kampala della fine del 2008, che vogliono dare vita a un mercato comune per 26 Paesi dell'Africa sudorientale. Prospettive buone per un futuro a medio termine. Qualcuno però va oltre, e afferma che il regionalismo dei commerci è già in atto e che le aziende stanno privilegiando gli scambi intracontinentali anziché quelli a lungo raggio, come appunto una valvola di sfogo di fronte alla contrazione dei commerci, in grado fra le altre cose di diminuire i costi. Alla rivista America Economia, per esempio, un testimone privilegiato dei traffici merci mondiali quale è Dhl assicura che in Sudamerica la tendenza al regionalismo degli scambi è cosa provata. Il corriere riporta una crescita dell'80% degli invii domestici in Argentina, del 40% in Brasile, del 14% in Messico e del 19% in Venezuela, mentre sul totale dei commerci gestiti da Dhl nel continente latinoamericano, il 50% riguarda movimenti interni alla regione. Nuovi hub Quel che succede in Sudamerica vale anche altrove nel mondo? Ups, altro operatore logistico, di dati non ne fornisce. Ma tra i nuovi investimenti strategici ricorda la creazione di un hub aereo a Shenzhen, in Cina, dedicato ai traffici intra-asiatici, la cui apertura è prevista a inizio 2010. FedEx, invece, ha avviato la realizzazione di un nuovo snodo logistico presso l'aeroporto tedesco di Colonia, che sarà pronto l'anno prossimo e che si concentrerà sugli scambi fra Europa Occidentale e Orientale. La società ha anche aperto un huba San Luis Potos, in Messico, per gestire le spedizioni domestiche, «che sono destinate a raggiungere il valore di 1,5 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni », si legge in un comunicato. A un impegno di chiaro stampo regionalistico, però, FedEx affianca investimenti che vanno nella direzione del sostegno alle rotte mondiali. Come l'annuncio, il mese scorso, delle prime operazioni dal nuovo hub asiatico di Guangzhou, dichiaratamente nato per «supportare quei clienti nel mondo che fanno affari con la Cina e, più in generale, con i mercati dell'Asia Pacifico». Segnali contrastanti? C'è anche chi dubita che gli scambi mondiali abbiano imboccato la via del regionalismo. Alessandro Nicita, economic affair officer all'Unctad, l'agenzia delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo, sta lavorando a un rapporto sui flussi commerciali mondiali di fronte alla crisi che uscirà ad aprile. E con tutti i suoi dati alla mano, sostiene che non si possa parlare di incremento degli scambi regionali ai danni di quelli intercontinentali. «Non è vero che il regionalismo avanza, né che avanzerà nel 2009 – dice – anche se c'è chi va sostenendo questa tesi». E ricorda, ad esempio, come in Brasile gli scambi verso il Mercosur, il mercato comune dell'America meridionale, stiano calando del 20%, mentre quelli verso gli Usa del 25%: una differenza troppo piccola per parlare di tendenza al regionalismo. Mentre il commercio intraeuropeo è in calo del 30%, esattamente come quello extra Ue. Virate localistiche Secondo Nicita,l'esempio del regionalismo sudamericano sarebbe fuorviante, perché si tratta di un'area che esporta prevalentemente prodotti agricoli, mentre la crisi in corso negli scambi mondiali riguarda i manufatti e i semilavorati. Il mondo, insomma, sarebbe ormai troppo interdipendente da potersi permettere repentine virate localistiche. Con un'unica incognita, però: quella del protezionismo. «Per ora –conclude Nicita –gli annunci hanno fatto clamore, ma le misure effettivamente intraprese sono poche. è presto però per dire che effetto avranno». Perché un peso, nell'incentivare gli scambi all'interno dei mercati comuni anziché al di fuori, sicuramente finirebbero per averlo. micaela.cappellini@ilsole24ore.com

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L'impresa globale come Araba fenice (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-24 - pag: 25 autore: M&M L'impresa globale come Araba fenice di Sara Cristaldi N on sono solo gli scambi mondiali a cadere in picchiata (vedi articolo qui a lato). Anche gli investimenti conoscono una significativa contrazione. E le multinazionali cominciano a ripensare le strategie mondiali messe a punto negli ultimi anni sulla spinta di quella ventina di compagnie in grado di giocare una partita veramente globale: da General Electric a Coca Cola, da Sony a Ibm, per fare qualche nome. Strategie messe in difficoltà, nella maggior parte dei casi, dalla rarefazione del credito. In realtà scriveva Alan Rugman nel suo libro The regional multinazionals: MNEs and "Global" strategic management (Cambridge University Press, 2005)-l'impresa "mondiale"è solo un mito. La crisi attuale potrà anche rafforzare la regionalizzazione dell'economia globale, come sostiene su Le Monde Yves Doz, professore di management all'Insead. E il recente incremento degli scambi intra-regionali registrato in alcune aree, a partire dal Sudamerica, sembrerebbe dargli ragione. Una dimensione, quella regionale, che meglio si adatta alla stragrande maggioranza delle multinazionali dei Paesi avanzati che appunto, fino alla prima metà di questo decennio, hanno avuto un raggio d'azione in un'unica area, che fosse l'Europa, l'America del Nord o l'Asia. Con fatica e a prezzo di ristrutturazioni, anche a fronte dell'avanzata in settori strategici delle nuove multinazionali degli emergenti, molti hanno tentato un'uscita dai confini di area, attirati anche da costi del lavoro più bassi. Ora però c'è chi torna sui propri passi. Inversione di tendenza o ripiegamento momentaneo imposto dal protezionismo finanziario oltre che commerciale? Lo diranno i prossimi mesi, e forse anni considerata la profondità della crisi. Rispetto a esperienze di recessione o depressioni passate, infatti, la rivoluzione tecnologica e le reti globali faranno sì che le lancette degli orologi non tornino troppo indietro. La globalizzazione che a molti non è mai piaciuta e a troppi ha fatto paura, oggi non segue più i ritmi dello sviluppo del solo Nord industrializzato. Nelle sue vene pulsa il sangue più giovane dei nuovi industrializzati del Sud del mondo. E delle loro multinazionali. Loro sì con ambizioni globali. sara.cristaldi@ilsole24ore.com

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Un assegno da 160 milioni Ecco perché Berlusconi non s'è accorto della crisi (sezione: crisi)

( da "Riformista, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Dané dichiarazione da "povero" nel 2008, ma un dividendo da nababbo incassato a inizio anno Un assegno da 160 milioni Ecco perché Berlusconi non s'è accorto della crisi CONTI in tasca. Il crollo nel portafoglio del premier è in realtà solo una partita di giro, servita peraltro all'acquisto di Endemol. segue dalla prima pagina Una paragone rende bene l'idea: forse nel 2007 Silvio Berlusconi ha dichiarato persino meno di Kakà, attaccante del suo Milan, che - senza entrate pubblicitarie e con una consistente riduzione dello stipendio - risulta essere il giocatore italiano più pagato: 9 milioni di euro a stagione. Ma si potrebbe anche giocare un derby della Madonnina arbitrato da commercialisti e 730: il rossonero Berlusconi nel 2007 ha infatti guadagnato come l'allenatore dell'Inter Josè Mourinho il quale, in una famosa conferenza stampa, dichiarò che tra ingaggio e sponsor percepisce da Massimo Moratti 14 milioni di euro. Dalla dichiarazione patrimoniale e dei redditi risultano intestate al presidente del Consiglio due auto, una Mercedes 600 Sel del 1992 e un'Audi A6 del 2006, tre imbarcazioni (la San Maurizio, datata 1997, 17 cavalli e 4,72 tonnellate di stazza; la Principessa Vai Via (1965, 70 cavalli, 5,27 tonnellate) e un Magnum 70 del 1990 con 472 cavalli e 5,27 tonnellate. Berlusconi ha dichiarato anche diverse partecipazioni azionarie: poco più di 5 milioni di quote dell'impresa edile Dolcedrago, 4,2 milioni di azioni della Fininvest, 200 azioni della Banca popolare di sviluppo, quasi 900 mila titoli della Popolare di Sondrio. Possiede anche le quote di maggioranza delle quattro holding di famiglia che hanno in pancia alcune società tra cui Mediaset, Fininvest e l'Ac Milan. E proprio qui, nei bilanci 2007 di queste Holding, si trova la risposta al drastico taglio delle entrate del presidente del Consiglio. Le quattro società - Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava - hanno chiuso gli esercizi finanziari relativi al 2007 con utili considerevoli: 146,4 milioni di euro. Ma il premier, socio unico delle quattro Holding, ha deciso di lasciare il suoi dividendi milionari nelle casse delle società, a disposizione come riserva straordinaria per aumenti di capitale delle aziende controllate, per eventuali acquisizioni (è infatti di maggio 2007 l'acquisto Mediaset della quota di maggioranza dell'olandese Endemol) o per nuove opportunità. Cosa che poi è avvenuta. Con la crisi economica i prezzi sono crollati, i tassi scesi e il potere d'acquisto è cresciuto. Lo scorso 6 marzo il direttore di ItaliaOggi, Franco Bechis, ha pubblicato la notizia che Berlusconi, all'inizio del 2009 ha intascato dalle quattro holding un assegno da 160 milioni di euro: «Berlusconi è fra i pochi, pochissimi imprenditori italiani - scrive Bechis - a esser diventato più ricco proprio nell'anno orribile della crisi finanziaria internazionale». Sempre dalla dichiarazione dei redditi di Berlusconi risultano poi solo 19,02 euro di spese elettorali. «Una cifra ridicola - spiega Alessandro Perugini, titolare di una tipografia romana - con la quale al massimo si possono stampare 500 biglietti da visita, ma, di sicuro, neanche un manifesto elettorale». Dal 730 depositato alla Camera, il Cavaliere risulta anche proprietario di cinque immobili a Milano e di un terreno ad Antigua, un'isola dei caraibi. Ma, da quanto risulta al Riformista, quella dichiarata dal presidente del Consiglio sarebbe solo una parte dei beni immobiliari (che siano entrati in suo possesso dopo il 2007?): oltre ai cinque appartamenti milanesi, Berlusconi risulta anche proprietario di un grande casale sul lago Maggiore (40 stanze e circa 300 metri quadrati tra stalle e garage) e di un prato, sempre sulle rive del lago Maggiore, nel paesino di Castelveccana. Il reddito 2007 di Berlusconi, benché ridimensionato, si conferma in testa alla classifica fra i politici. Il segretario del Pd, Dario Franceschini, ha dichiarato 220 mila euro: surclassato anche dal reddito di Walter Veltroni (477 mila euro). Nel governo, dopo i 14,5 milioni dichiarati dal premier, il secondo è il ministro dell'Economia Giulio Tremonti (4,5 milioni), segue il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta (1 milione e 150 mila) e poi Guido Bertolaso con poco più di un milione di euro. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha dichiarato un reddito imponibile di circa 160 mila euro, mentre Gianfranco Fini, presidente della Camera, si ferma a 105 mila euro. Gianmaria Pica 24/03/2009

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Intesa Tremonti-Formigoni: 1,5 miliardi anticrisi (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-03-24 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Il vertice Il ministro: ammortizzatori sociali, a fine marzo i fondi. Domani incontro con il premier sul piano casa Intesa Tremonti-Formigoni: 1,5 miliardi anticrisi Tra la prima portata (lasagnette con asparagi) e la seconda (filetto con salsa ai grani di senape) il ministro all'Economia Giulio Tremonti parla alla platea di imprenditori raccolta al Belvedere di Palazzo Pirelli. Venti minuti, nei quali, dopo un affondo diretto a chi (il commissario Ue, Alumnia) ha indicato l'Italia tra i 'problemi' della zona euro e a chi facendo da amplificatore ai detrattori finisce solo per danneggiare il Paese, conferma l'impegno ad assegnare celermente gli 8 miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali alle Regioni (un miliardo e mezzo la quota per la Lombardia). «Era scatenato», riferirà uno dei presenti scendendo dal 31esimo piano a metà pomeriggio. Marcato stretto dal governatore Roberto Formigoni, che gli siede accanto, Tremonti parla di crisi, accesso al credito, ammortizzatori, poi, del piano case. Attorno al grande tavolo quadrato allestito al Belvedere, siede una sessantina di persone fra cui banchieri (come Roberto Mazzotta di Bpm), imprenditori (come Salvatore Ligresti di Fondiaria Sai, Barbara Trussardi, Umberto Paolucci di Microsoft Italia), Diana Bracco ed Emma Marcegaglia. Con Formigoni che ribadisce quello che la Regione sta facendo e chiede a tutti di «remare nella stessa direzione. La crisi finanziaria, diventata crisi economica, non deve diventare crisi sociale. è volontà di tutti e abbiamo gli strumenti per centrare questo obiettivo. Nessuno sarà lasciato solo». Una risposta al presidente di Confapi, Paolo Galassi, che aveva lanciato l'allarme: «Gli ammortizzatori sono una faccia della medaglia, l'altra è l'accesso al credito per le aziende e soprattutto per le piccole imprese. Servono interventi immediati altrimenti a giugno si vedranno i primi default con licenziamenti ». Anche Tremonti rassicura: i fondi ci sono, ma saranno stanziati nel momento in cui si dovrà far fronte a una crisi. Chiarendo, così, anche la decisione di istituire gli osservatori sul credito nelle prefetture: «Se la crisi diventasse sociale sarebbe la prefettura a doversene occupare». Il piano casa, infine, sarà uno degli argomenti del confronto tra Stato e regioni domani con il premier Berlusconi. Soddisfatto anche Marco Tronchetti Provera: «Mi pare ci sia un largo consenso sulle capacità dell'Italia di uscire dalla crisi meglio degli altri Paesi grazie a un'azione comune fra politica e mondo delle imprese con scelte che sono per recuperare competitività». Obiettivo comune Il governatore: la crisi economica non deve diventare anche una crisi sociale. Nessuno sarà lasciato solo L'accordo Il governatore Roberto Formigoni. Firmata l'intesa con il ministro Tremonti per fondi anticrisi Paola D'Amico pdamico@corriere.it

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Settemila domande per fare l'ispettore del Fisco (sezione: crisi)

( da "Corriere del Veneto" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2009-03-24 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Settemila domande per fare l'ispettore del Fisco Concorso per ottanta posti, scaduti i termini. E intanto le Entrate riorganizzano gli uffici Nella terra delle partite Iva ora si fa a gara per passare dell'altra parte della barricata: viva gli esattori (e il posto fisso) VENEZIA — Venti di crisi, boom di iscrizioni ai concorsi pubblici. Ventenni e quarantenni, laureati precari e liberi professionisti, single e padri di famiglia, tutti nel vortice della crisi che agita il mercato del lavoro, tutti a tentare la carta dell'ente pubblico per sistemarsi una volta per tutte. Eccola la carica dei cerca concorso: ben settemila iscritti al bando per ottanta posti da ispettore negli uffici dell'Agenzia delle Entrate del Veneto, tre volte tanto rispetto alla media ordinaria. Ed è curioso come nella terra delle partite Iva ci sia oggi tanta gente che sogna di passare dall'altra parte, quella che ha sempre considerato «nemica ». Che sogni di presentarsi valigetta alla mano alla ricerca di imprenditori che evadono le tasse. Il posto fisso Accade tutto nel vento di una vera e propria corsa al posto fisso, incrementata senz'altro dall'eliminazione dei vincoli concorsuali (ovvero il limite di età – 32 anni – e il punteggio di laurea), ma anche dalla speranza di «salvarsi » da una crisi finanziaria ed economica che colpisce anche quei settori considerati fino a ieri immuni da incertezze. Dal consulente del lavoro all'insegnante che teme gli effetti dei tagli del Ministero, sono proprio loro – i quarantenni e cinquantenni con un posto qualificato che però scricchiola – a tentare di piazzarsi a tempo indeterminato come ispettori delle Entrate. Anche con loro, quindi, dovranno vedersela le migliaia di giovani laureati di belle speranze col curriculum fitto di stage, tirocini e contratti a progetto. Il bando Il bando per le ottanta assegnazioni si è chiuso il 29 gennaio scorso, ma i nuovi ispettori saranno operativi dalla seconda metà di luglio, per la prima volta suddivisi per aree: chi eseguirà gli accertamenti fiscali oltre i cinque milioni di euro di fatturato, chi quelli al di sotto dei cinque milioni, chi le onlus. Tutto questo mentre l'assetto organizzativo dell'Agenzia delle Entrate, anche in Veneto, sta subendo una poderosa trasformazione che a sentire i vertici avrà il pregio di rendere «più snella e funzionale la struttura». Il riassetto In realtà, i mal di pancia hanno già cominciato a farsi sentire, fra i sindacati e la stessa utenza, e nelle regioni dove il piano riorganizzativo interno è già entrato in funzione le cose invece che semplificarsi si complicano. E' il caso della direzione regionale dell'Emilia Romagna che ha riassestato la sede provinciale di Bologna organizzata in un unico ufficio controlli e in quattro uffici territoriali. «E sta succedendo un disastro – esordisce Carmine Ruocco, sindacalista Cgil – un macello a tutti gli effetti, esattamente come accadrà in Veneto quando faranno partire tutta la nuova riorganizzazione. Siamo perplessi, a nostro avviso questa riorganizzazione andrà a penalizzare gli utenti che per determinate pratiche dovranno recarsi per forza nella sede provinciale ma penalizzerà anche la lotta all'evasione». Le tensioni I vertici dell'Agenzia delle Entrate affermano che la riforma consentirà di «trattare in un'unica sede le fattispecie più complesse, quelle che oggi risentono maggiormente della frammentazione delle competenze», qualcun altro invece parla di «controriforma ». «Temiamo si tratti di una operazione del tutto deleteria – continua Ruocco - , una marcia indietro rispetto al processo di rinnovamento delle Agenzie svolto negli ultimi anni. Quel che ci preoccupa, oltre ai disagi che si produrranno per gli utenti, è ciò che sta dietro al piano di riorganizzazione. Probabilmente, lo scopo ultimo è quello di sottrarre alle Direzioni Regionali, svuotate della loro funzione di coordinamento e di omogeneizzazione dei controlli, zone ricchissime e soggetti particolari, lasciando nelle mani di un gruppo ristretto di Direttori Provinciali la gestione del fisco in specifici territori». La riorganizzazione interna delle Direzioni Regionali rischierebbe pertanto, secondo Cgil, di indebolire i controlli antievasione che il modello attualmente in vigore aveva invece incrementato. Il tutto, conclude il sindacato, nell' «indifferenza più assoluta». Paola Vescovi Ufficio Entrate L'interno di una sede. L'intera struttura territoriale è in via di riassetto, stanno cambiando competenze e servizi. I sindacati sono sul piede di guerra

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Via al piano salva banche, l'euforia delle Borse (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-24 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Via al piano salva banche, l'euforia delle Borse Geithner: mille miliardi per i titoli tossici. Wall Street su del 6,8%,Milano guadagna il 5,7% Via al Public-Private Investment Program per comprare fino a 500 miliardi di titoli tossici: se funziona, raddoppierà DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Dall'esempio offerto dal Tesoro americano per spiegare come funziona, il meccanismo sembra semplice. Un pacchetto di titoli immobiliari tossici del valore nominale di 100 dollari viene messo all'asta dalla Federal Deposit Insurance Corporation, la Fdci, l'organismo federale che assicura i depositi bancari. Poniamo che un investitore privato se lo aggiudichi per 84 dollari. Di tasca sua dovrà tirarne fuori appena 6. La Fdci infatti gli garantirà un prestito di 72 dollari, mentre i restanti 6 verranno dal Tesoro, a valere sulla dotazione del Tarp, il fondo di salvataggio per le banche da 700 miliardi di dollari. Poco alla volta, grazie a questi incentivi, la spazzatura infetta dei cosiddetti «subprime» dovrebbe così sparire dai portafogli delle banche, restituendo loro la voglia e la capacità di riaprire i rubinetti del credito. Questa specie di gigantesco aspirapolvere si chiama Public-Private Investment Program e nella sua versione iniziale dovrebbe permettere di comprare fino a 500 miliardi di dollari dei prodotti scellerati, che hanno squassato il sistema finanziario americano e internazionale. Se funzionasse, allora potrebbe essere rifinanziato per arrivare fino a 1.000 miliardi di dollari. Ma la domanda, appunto, è: funzionerà? Risponderanno all'appello a comprare derivati tossici (come spera l'Amministrazione) i fondi pensione, le compagnie d'assicurazione e i Warren Buffett della situazione? Perfino il segretario al Tesoro Tim Geithner, nel presentarlo, non ha offerto certezze: «Non c'è dubbio che il governo si stia assumendo un rischio, ma non c'è altra scelta quando si vuole risolvere una crisi finanziaria». Più ottimista, il presidente Obama si è detto «molto fiducioso» che quella messa a punto dal suo argentiere sia la mossa giusta: «C'è ancora molta fragilità nei mercati, ma penso che ci stiamo muovendo nella giusta direzione ». Per amore e per forza, Wall Street questa volta ci crede. Un mese dopo il tonfo di febbraio, quando di fronte alla vaghezza di Geithner il Dow Jones aveva perso d'un colpo 380 punti, ieri gli investitori si sono precipitati a comprare, facendo segnare un'impennata di oltre 300 punti, un più 6,84% da record nelle miserie di quest'anno. E dello stesso tenore è l'andamento delle Borse europee, con Francoforte positiva del 2,65% e Milano del 5,77%. Dal successo o fallimento del piano, dipende non solo la chance che l'ossigeno del credito torni a circolare, restituendo vitalità all' economia americana, ma anche il destino politico personale di Geithner, che nelle ultime settimane è stato il fianco debole dell'amministrazione Obama. I commenti positivi del mondo bancario all'annuncio del nuovo piano fanno bene al segretario al Tesoro, che oggi sarà grigliato sul tema dai membri della Commissione parlamentare per i servizi finanziari. Ma l'opposizione repubblicana non appare convinta, critica i «costi nascosti» e si prepara a mettere in croce il ministro. Secondo il capogruppo alla Camera, Eric Cantor, la proposta di Geithner «non contiene sufficienti incentivi per i privati a partecipare, a meno che il sussidio non sia così alto da risultare dannoso per i contribuenti ». Paolo Valentino

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Torna Richard Ginori, rialzo boom (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-24 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Il caso a Milano Torna Richard Ginori, rialzo boom (a.jac.) — Ritorno in Borsa con il botto per Richard Ginori. Piazza Affari ha premiato il rilancio del gruppo delle porcellane voluto da Starfin (la finanziaria dell'ex amministratore delegato, Roberto Villa, azionista di riferimento con il 77,52%) che nel giorno del debutto dopo una sospensione di due anni ha presentato un'Opv fino a un massimo del 25% del capitale e un piano industriale triennale che prevede una crescita annua del fatturato del 25%, un nuovo stabilimento e il pareggio per il 2009. Il titolo, offerto a 0,114, ha accumulato un guadagno del 66,67% e ha chiuso a 0,19 euro. Il gruppo resta nella black list Consob.

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Daimler, sì della Borsa al fondo Aabar (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-24 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Il caso a Francoforte Daimler, sì della Borsa al fondo Aabar (g.fer.) — Piace al mercato l'ingresso del fondo Aabar di Abu Dhabi nella Daimler. L'operazione, annunciata domenica, è stata salutata ieri con un balzo del titolo, arrivato a guadagnare fino all'8%. Nel corso della seduta il progresso si è poi ridimensionato e alla fine il titolo della casa automobilistica tedesca ha chiuso a 21,65 euro, l'1,43% in più rispetto a venerdì. Consistenti gli scambi: sono passati di mano 14,3 milioni di titoli, contro una media degli ultimi tre mesi di 7,3 milioni. Il fondo Aabar ha acquistato il 9,1% di Daimler diventandone così il primo azionista. Non è escluso un aumento futuro della quota.

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Scatto di Pirelli, sale Generali (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-24 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE La Giornata in Borsa Scatto di Pirelli, sale Generali di Giacomo Ferrari Milano superstar Piazza Affari prima in Europa: l'indice S&P-Mib cresce del 5,77% Ancora una volta Piazza Affari svetta in Europa. Il listino italiano ha guadagnato infatti circa il doppio degli altri, con l'S&P-Mib che ha chiuso in vantaggio del 5,77% e il Mibtel del 4,66%, sull'onda del piano Obama per i titoli «tossici» delle banche che ha messo le ali a tutte le Borse. A Milano la prima seduta della settimana ha registrato tra l'altro alcune variazioni nella composizione degli indici. Nell'S& P-Mib sono entrati nuovi titoli, come Campari, Ansaldo Sts e Cir, che hanno esordito tutti con progressi significativi anche se inferiori alla media. A correre di più è stato in generale il comparto bancario, all'interno del quale il balzo più consistente lo ha fatto Unicredit (+15,09%). Seguono Intesa-Sanpaolo (+9,37%), Ubi Banca (+9,28%), Popolare Milano (+8,43%), Mediobanca (+8,06%) e Monte Paschi (+7,26%). Rialzo a due cifre, tuttavia, anche per Pirelli, il cui prezzo di riferimento è migliorato del 13,19% grazie alla riscoperta del comparto auto, positivo in tutta Europa (mentre Fiat ha limitato al 3,26% il rialzo della giornata). Bene, inoltre, i titoli assicurativi, guidati da Fondiaria- Sai (+6,66%); Generali è cresciuta invece del 5,91% e Alleanza del 5,78%. La panoramica sui maggiori rialzi dell'S&P-Mib si completa poi con il balzo di A2A (+6,79%), quello di Atlantia (+6,02% dopo i buoni risultati di bilancio comunicati venerdì) e quello di Buzzi-Unicem (+5,4%). Fra i pochissimi titoli in controtendenza, soltanto Luxottica segna un calo superiore al punto percentuale (-1,05%).

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via al nuovo piano obama, le borse volano (sezione: crisi)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 3 - Attualità Via al nuovo piano Obama, le Borse volano Wall Street a +6,8% e Milano a +4,6%. Il presidente Usa: qualche bagliore di speranza LA CRISI Gli Stati Uniti varano il programma per far fronte al problema dei titoli tossici delle banche Le parole del segretario al Tesoro Geithner convincono il mondo: avremo un sistema più forte di GIGI FURINI PETROLIO Prezzo in rialzo: ieri 53,83 dollari MILANO. Si chiama Public-Private Investment ed è il piano messo a punto dal Tesoro americano per far fronte allo spinoso problema degli asset tossici, dei "titoli spazzatura" di proprietà delle banche, dei titoli che sono stati scambiati fino all'anno scorso per oro colato e adesso valgono come coriandoli. Il piano piace, lo dimostrano le Borse di tutto il mondo che ieri hanno festeggiato con corposi rialzi. Non mancano le critiche e gli scettici vogliono prima vedere quale sarà la consistenza effettiva del piano, ma le parole del segretario al Tesoro, Geithner, hanno convinto il mondo intero. Per questo ci sono stati prima forti rialzi sulla piazze asiatiche (+3,39% Tokio, +4,40% Hong Kong, +,28% Taiwan, +2,44% Sidney, +3,26% Singapore) e poi, in funzione del fuso orario, gli acquisti si sono spostati in Europa. In serata ha chiuso in modo brillante anche il mercato di Wall Street (+6,84% il Dow Jones e +6,76% il Nasdaq a pochi minuti dalla fine della seduta). Milano è ancora la "maglia rosa" d'Europa, con un balzo dell'indice Mibtel del 4,66%, ma sono andate bene le cose anche a Parigi (+2,81%), Francoforte (+2,65%) e Londra (+2,86%). «Il nostro obiettivo - aveva spiegato Timothy Geithner - è quello di avere un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per «ripulire i bilanci delle banche», gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci. Nel dettaglio, il Tesoro si impegna a un versamento iniziale fra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Il programma è diviso in tre parti e prevede che i finanziamenti siano erogati dalla Federal Reserve e dal Fdic (Federal Deposit Insurance Corporation), cioè l'ente che garantisce i depositi bancari. Il programma utilizzerà parte dei fondi che erano stati stanziati in autunno dal Congresso a favore del sistema bancario. Grazie all'effetto leva, i fondi metteranno in moto 500 miliardi, con un impatto sul sistema finanziario fino a mille miliardi. «Si tratta di azioni straordinarie - spiega il segretario al Tesoro - perchè l'economia Usa e una parte del mondo si trovano ad affrontare sfide straordinarie. Come Paese abbiamo chiesto troppi prestiti e lasciato che il nostro sistema finanziario assumesse livelli irresponsabili di rischio. Queste decisioni hanno causato enormi sofferenze, molte delle quali ricadute sugli americani e sui titoli delle piccole imprese. Questo è ingiusto e gli americani sono arrabbiati e giustamente frustrati». «Le decisioni che abbiamo assunto - continua Geithner - dovrebbero superare il test più serio, cioè far tornare il sistema finanziario in grado di funzionare attraverso la concessione del credito alle famiglie e alle imprese». Anche il presidente Obama è intervenuto nel week end. Nel corso di un'intervista televisiva ha lanciato un messaggio di ottimismo. «Il nostro sistema finanziario - ha detto - si trova di fronte a rischi che necessitano interventi da parte del governo, ma comincia a intravedersi qualche bagliore di speranza». Il petrolio. La speranza di una rapida fine della crisi e di un ritorno ai consumi ha spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il greggio chiude a New York a 53,83 dollari al barile (l'equivalente di 159 litri), in rialzo del 3,4% rispetto a venerdì. Sull'argomento è intervenuto il presidente del gruppo Erg, Riccardo Garrone: «Ora il prezzo è basso perchè c'è la crisi, ma quando la crisi passerà il petrolio riprenderà a salire, anche se non arriverà ai livelli speculativi della scorsa estate». Sempre forte il dollaro perchè, oltre la notizia del piano-Obama, negli Usa si registra un miglioramento oltre le attese del mercato immobiliare. Il biglietto verde è scambiato a 1,3580 dollari.

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<Così usciremo dall'emergenza> (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-24 num: - pag: 36 autore: di BARACK OBAMA categoria: REDAZIONALE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI «Così usciremo dall'emergenza» SEGUE DALLA PRIMA Non solo: questa azione potrà anche spianare la strada a una nuova era di impegno economico per scongiurare il ripetersi di una simile crisi in futuro. Nessuno può negare la situazione di emergenza in cui viviamo. La crisi del credito e della fiducia ha travolto i confini nazionali e fa sentire le sue ripercussioni in ogni angolo del pianeta. Per la prima volta in questa generazione, assistiamo alla contrazione dell'economia globale e alla riduzione degli scambi commerciali. Sono stati bruciati trilioni di dollari, le banche non concedono prestiti e decine di milioni di persone perderanno il posto di lavoro in tutto il mondo. Sono in pericolo la prosperità di ogni singola nazione, la stabilità dei governi e la sopravvivenza delle popolazioni nelle regioni più svantaggiate della terra. Una volta per tutte, abbiamo imparato che il successo dell'economia americana è strettamente collegato all'economia globale. Non esistono distinzioni tra gli interventi che riavvieranno la crescita nella nostra nazione e quelli che la sosterranno altrove. Se i consumatori di altri Paesi non sono più in grado di spendere, i mercati si prosciugano e oggi assistiamo al calo delle esportazioni americane più drammatico degli ultimi quarant'anni, che ha immediatamente provocato la perdita di posti di lavoro nel nostro Paese. E se consentiremo alle istituzioni finanziarie di tutto il mondo di agire in modo irresponsabile e senza scrupoli, resteremo intrappolati in una spirale di bolle che si succedono alle crisi. Per questo motivo, il prossimo vertice di Londra è di importanza cruciale per la nostra ripresa. Il mio messaggio è chiaro: gli Stati Uniti sono pronti a rimettersi alla guida e noi chiamiamo a raccolta i nostri partner per fare uno sforzo comune, verso un obiettivo comune. Molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare. La nostra leadership è fondata su una semplice premessa: agiremo con coraggio per risollevare dalla crisi l'economia americana e riformare i nostri meccanismi di controllo, ma tali azioni risulteranno rafforzate, se accompagnate da un intervento complementare all'estero. Grazie al nostro esempio, gli Stati Uniti saranno in grado di promuovere la ripresa globale e ricostruire la fiducia in tutto il mondo. Se il vertice di Londra saprà galvanizzare l'azione collettiva, potremo garantire una ripresa sicura e scongiurare crisi future. Innanzitutto occorre agire rapidamente per stimolare la crescita. Già gli Stati Uniti hanno varato una legge per la ripresa e i nuovi investimenti, nel tentativo deciso di incentivare la creazione di posti di lavoro e gettare le fondamenta per la crescita della prossima generazione. Altri membri del G20 hanno avviato misure di stimolo fiscale, ma tali interventi dovranno essere robusti e sostenuti fino alla completa risalita della domanda. Nel far questo, occorre partecipare all'impegno collettivo di incoraggiare il libero mercato e gli investimenti, e resistere alla tentazione del protezionismo, che non può che aggravare la crisi. Secondo, è necessario rimettere in moto il credito, essenziale per le aziende e per i consumatori. In America, stiamo lavorando alacremente per stabilizzare il nostro sistema finanziario. Grazie anche a una corretta valutazione dei bilanci delle nostre banche principali, si otterrà lo sblocco dei prestiti che aiuteranno gli americani ad acquistare beni, a restare nelle loro case e ad espandere le loro attività imprenditoriali. Questa azione dovrà essere amplificata dagli interventi dei nostri partner del G20. Tutti insieme potremo concordare su una struttura comune fondata sulla trasparenza, la responsabilità e il ripristino del credito, che rappresenta la linfa vitale alla crescita dell'economia globale. E il G20, assieme alle istituzioni multilaterali, sarà in grado di fornire finanziamenti al mercato per far risalire le esportazioni e creare posti di lavoro. Terzo, abbiamo l'obbligo morale ed economico — oltre che di sicurezza nazionale — di tendere la mano ai Paesi in difficoltà. Se gireremo loro le spalle, le sofferenze causate dalla crisi si aggraveranno e la nostra stessa ripresa sarà rallentata, perché i mercati si contrarranno ancora e altri americani perderanno il lavoro. Il G20 dovrà mettere in campo celermente tutte le risorse disponibili per stabilizzare i mercati emergenti, rafforzare con contributi sostanziosi le riserve di emergenza del Fondo monetario internazionale e aiutare le banche regionali allo sviluppo ad accelerare la concessione dei prestiti. Nel frattempo, l'America si impegna a varare nuovi investimenti mirati per la sicurezza alimentare, che aiuteranno le nazioni più povere a superare il momento sfavorevole. Se queste azioni ci aiuteranno a uscire dalla crisi, è tuttavia impensabile tornare alla situazione antecedente. Occorre mettere fine alle speculazioni insensate e alle spese che vanno oltre le nostre possibilità; occorre dire basta al credito cattivo, alle banche che hanno abusato della leva finanziaria, all'assenza di controlli che ci condannano a subire bolle destinate a scoppiare. Solo un'azione coordinata a livello internazionale potrà impedire il ripetersi di operazioni irresponsabili e rischiose che hanno innescato questa crisi. Per questo motivo mi impegno a cogliere quest'occasione per portare avanti le riforme strutturali dei nostri istituti normativi e di vigilanza. Le istituzioni finanziarie — a Wall Street come nel resto del mondo — hanno bisogno di controlli attenti e di regole credibili. Tutti i mercati devono disporre di standard di stabilità e meccanismi di vigilanza. Una forte struttura di regole per il capitale ci proteggerà da future crisi. Occorre smantellare i paradisi fiscali e debellare il riciclaggio di denaro sporco; con trasparenza, rigore e responsabilità dovremo intercettare ogni abuso; e sono ormai finiti i giorni delle remunerazioni al di fuori di ogni controllo. Invece di misure parziali che rischiano di risultare inefficaci, occorre fornire incentivi chiari per i comportamenti virtuosi che ci spingono a competere verso l'eccellenza. So benissimo che l'America ha le sue responsabilità per il caos in cui ci dibattiamo. Ma so anche che la scelta non è tra un capitalismo caotico e spietato, da un lato, e un'economia statale oppressiva dall'altro. Questa è una falsa alternativa, che non produrrà alcun beneficio per il nostro Paese, né per gli altri. L'incontro del G20 costituisce il forum di un nuovo concetto di cooperazione economica globale. E' venuto il momento di lavorare insieme per ristabilire una crescita gagliarda, assicurata da mercati aperti e stabili che sanno imbrigliare l'innovazione, sostenere l'imprenditorialità e moltiplicare le opportunità. Le nazioni della terra hanno interessi comuni e gli Stati Uniti sono pronti a unirsi a questo sforzo globale per una crescita sostenibile e la ripresa dell'occupazione. Insieme, sapremo trarre insegnamento dalla crisi attuale e creare una nuova prosperità, sicura e duratura, per il ventunesimo secolo. traduzione di Rita Baldassarre

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Formigoni: i lombardi non sono soli contro la crisi (sezione: crisi)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

MILANO ATTUALITA' pag. 4 Formigoni: i lombardi non sono soli contro la crisi Tremonti, a colazione con il governatore e con i big dell'economia, annuncia fondi per gli ammortizzatori sociali: 1,5 miliardi di GIORGIO GUAITI MILANO EVITARE CHE LA CRISI finanziaria, già diventata economica, diventi sociale: «abbiamo la volontà e gli strumenti per centrare questo obiettivo. Nessuno sarà lasciato solo». Per riuscirci sarà necessario continuare sulla strada della «compattezza di sistema», anticipare la realizzazione del federalismo, dare fiducia alle piccole e medie imprese, utilizzare i fondi per gli ammortizzatori sociali che il governo renderà disponibili entro la fine del mese, realizzare il piano casa con nuove corresponsabilità fra Stato e Regioni. Così il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ha riassunto il "messaggio" trasmesso al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso della colazione di lavoro allestita ieri al Pirellone, con la partecipazione dei leader dell'economia lombarda. Fra i partecipanti (una sessantina), Emma Marcegaglia, Diana Bracco, Marco Tronchetti Provera, Ennio Doris, Alberto Bombassei, Giuseppe Fontana, Salvatore Ligresti, Carlo Pesenti, Carlo Sangalli, Beatrice Trussardi, oltre ad esponenti della Giunta regionale. A proporre l'incontro è stato lo stesso governatore con l'intento di discurere e approfondire le dinamiche della crisi e mettere a punto idee, strumenti e iniziative per contrastarla. E PROPRIO sul fronte degli strumenti, Formigoni ha annunciato di aver ottenuto da Tremonti l'assicurazione che entro il 31 marzo saranno chiusi gli accordi operativi fra Stato e Regioni sugli ammortizzatori sociali, il che consentirà alla Lombardia di disporre di «un miliardo e mezzo di euro per la cassa integrazione, prevista per 85-90 mila lavoratori». Le attese sono infatti per un aumento del 2 per cento della disoccupazione, «ma - ha aggiunto Formigoni - abbiamo risorse per garantire a tutti un reddito». Le modalità di trasferimento dei fondi saranno argomento, domani, della Conferenza Stato-Regioni, che prevede «una riunione con il presidente Berlusconi» e nella quale si parlerà anche del piano casa, che Formigoni guarda «con un occhio positivo». Per far fronte alla crisi - ha ricordato il governatore - in Lombardia si è scelto di percorrere la strada della «maggiore fiducia al sistema imprenditoriale, sopratutto alle piccole e medie imprese». Ed è chiaro che la ricetta lombarda viene proposta anche al resto del Paese. Per superare la crisi sono però necessarie «grandi riforme» e «una nuova visione»: «principi - ha detto Formigoni - che non esitino a rimettere in discussione» alcuni «capisaldi irrinunciabili» di oggi, «regole che spingano a chiedere sacrifici a tutti, purché in misura equa». Indispensabile quindi il sostegno delle istituzioni pubbliche, non però in una sorta di «neostatalismo di ritorno», ma con uno Stato capace di svolgere un «autentico ruolo sussidiario». Da qui la necessità di «accelerare i tempi di attuazione del federalismo e in particolare del federalismo fiscale». «I 5 anni preventivati - ha detto Formigoni - sono troppi, soprattutto alla luce della crisi economica»: il sistema lombardo e nazionale «non può vivere con l'incognita del "federalismo che verrà"». LE VALUTAZIONI. Formigoni si è detto «molto soddisfatto» dell'incontro, che è stato occasione per mostrare la «grande compattezza del sistema»: «remiamo tutti nella stessa direzione sapendo che quello che ci interessa è potenziare la forza del sistema, con realismo, sapendo di essere in una situazione difficile, ma che possiamo fronteggiare». E particolarmente positivi sono stati anche i commenti di Tronchetti Provera ed Ennio Doris. Infine, una curiosità. Il menù della colazione dei big? Lasagnette con aspargi, provola e fonduta; filetto di vitello con padellata di carciofi e patate; blancmanger alle mandorle.

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la crisi affonda i cantieri dei vip (sezione: crisi)

( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

In vendita la storica azienda veneziana dei superyacht: a rischio 70 posti di lavoro e centinaia di fornitori dell'indotto La crisi affonda i cantieri dei vip Dalla Pietà senza ordini chiede il concordato preventivo VENEZIA. La crisi finanziaria globale ha colpito anche la storica azienda nautica di lusso veneziana. Dopo i cantieri di Pellestrina De Poli, ieri mattina anche i Cantieri Dalla Pietà di Fusina (ma veneziani di nascita) hanno presentato domanda di accesso al concordato preventivo al Tribunale di Venezia. In pratica l'azienda, che costruisce superyacht, tenta di salvare alcuni rami (rimessaggio e refitting) e anche l'occupazione. Sono a rischio 70 posti di lavoro e centinaia di fornitori dell'indotto. A dicembre 2008 i debiti erano di 32 milioni. GIORGI E SCATTOLIN A PAGINA 3

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ma galan canta vittoria noi siamo stati apripista (sezione: crisi)

( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino di Padova, Il)

Argomenti: Crisi

IL VENETO Ma Galan canta vittoria «Noi siamo stati apripista» VENEZIA. Chi si vanta, invece è il governatore del Veneto Giancarlo Galan. Ieri ha ricordato il ruolo di apripista svolto dal Veneto per il varo a favore della legge di rilancio del settore edilizio il presidente Galan, in vista dell'incontro di domani con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi proprio sul piano casa. Tra Veneto e governo su questo terreno non dovrebbero esserci problemi visto che lo stesso governatore Galan ha sottolineato che il disegno di legge varato dalla giunta veneta è stato pensato in piena sintonia con il premier. «Con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, - ha ribadito Galan - abbiamo pensato un piano per aiutare l'edilizia fortemente penalizzata nell'intero Paese e purtroppo pure in Veneto dalla complessa crisi finanziaria». Riguardo alle competenze, il presidente veneto in sede di illustrazione del provvedimento, una decina di giorni fa, aveva ricordato che è materia delle Regioni. Ma anche in Veneto cominciano a sepreggiare malcontenti e dubbi sul piano casa.

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FORMIGONI/TREMONTI, IMPEGNO ANTI-CRISI CON GOTHA ECONOMIA "NESSUNO RIMARRA' SOLO, ABBIAMO STRUMENTI E RISORSE PER REAGIRE" A GIORNI TRASFERIMENTO DI 1,5 MILIARDI DI AMMORTIZZATORI (sezione: crisi)

( da "marketpress.info" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Martedì 24 Marzo 2009 FORMIGONI/TREMONTI, IMPEGNO ANTI-CRISI CON GOTHA ECONOMIA "NESSUNO RIMARRA´ SOLO, ABBIAMO STRUMENTI E RISORSE PER REAGIRE" A GIORNI TRASFERIMENTO DI 1,5 MILIARDI DI AMMORTIZZATORI SOCIALI Milano, 24 marzo 2009 - "La crisi finanziaria, diventata crisi economica, non deve diventare crisi sociale. E´ volontà di tutti e abbiamo gli strumenti per centrare questo obiettivo. Nessuno sarà lasciato solo". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al termine della colazione di lavoro, ieri al Belvedere del 31mo piano del Palazzo Pirelli, con il ministro dell´Economia, Giulio Tremonti e una sessantina di leader dell´economia lombarda (membri del Patto per lo Sviluppo o protagonisti del Comitato strategico per la competitività). Presenti, tra gli altri, Emma Marcegaglia, Diana Bracco, Marco Tronchetti Provera, Ennio Doris, Alberto Bombassei, Giuseppe Fontana, Salvatore Ligresti, Massimo Ponzellini, Carlo Pesenti, Giuseppe Guzzetti, Roberto Mazzotta, Carlo Sangalli, Paolo Galassi, Francesco Bettoni, Giorgio Squinzi, Beatrice Trussardi. Un incontro che Formigoni ha voluto per discutere e approfondire le dinamiche della crisi in atto e mettere a punto idee, iniziative e strumenti per contrastarla. Il presidente era affiancato dal vicepresidente e assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni, e dagli assessori Davide Boni (Territorio e Urbanistica), Massimo Buscemi (Reti, Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo sostenibile), Raffaele Cattaneo (Infrastrutture e Mobilità), Romano Colozzi (Risorse e Finanze), Romano La Russa (Industria, Pmi e Cooperazione) e Mario Scotti (Casa e Opere pubbliche), oltre al sottosegretario Marcello Raimondi. Ieri Formigoni ha anche chiesto e ottenuto dal ministro Tremonti l´assicurazione che nel giro di una settimana, quindi entro la fine di marzo, saranno chiusi gli accordi operativi tra Stato e Regioni sugli ammortizzatori sociali (2/3 dal Governo e 1/3 dalla Regioni). "Sarà quindi effettivo - ha precisato il presidente - il trasferimento di 1,5 miliardi alla Regione Lombardia per la cassa integrazione, prevista per circa 85/90mila lavoratori. Si prevede infatti un aumento del 2% di disoccupati: ma appunto abbiamo risorse per garantire a tutti un reddito". Formigoni ha ricordato anche le misure già messe in campo da Regione Lombardia: "Le garanzie per 3 miliardi di crediti alle piccole imprese, oltre ai finanziamenti diretti all´innovazione e all´internazionalizzazone; gli 11 miliardi di investimenti programmati per le grandi infrastrutture, strade e ospedali, da qui al 2015, data dell´Expo, per le quali non un giorno è stato perso dal Tavolo Lombardia". A questo Tavolo, presieduto dallo stesso Formigoni, competono appunto le opere infrastrutturali per Expo. Così come importanti per concorrere a contrastare la crisi e ad agevolare le imprese sono le misure di semplificazione burocratica (che fanno risparmiare tempo) e l´ulteriore velocizzazione dei pagamenti: "Il nostro sistema sanitario - ha spiegato Formigoni - paga i fornitori mediamente a 90 giorni, contro una media nazionale di 300 giorni. Si tratta di una performance rilevantissima, tanto più se si considera che siamo all´interno di un sistema sanitario che ha un bilancio di oltre 22 miliardi di euro". "Si è parlato anche del Piano casa del Governo - ha confermato poi il presidente lombardo - in termini positivi, sia da parte del Governo stesso che lo ha proposto, sia da parte di molti intervenuti. Anche di questo parleremo mercoledì in un incontro con il Presidente del Consiglio. Si tratta di una possibilità positiva per la nostra economia; sappiamo che occorre un accordo Stato-regioni perché siano rispettate le competenze dell´uno e delle altre". Formigoni si è detto infine "molto soddisfatto di questo incontro che ha mostrato una grande compattezza del nostro sistema, la consapevolezza che si è più forti se si è uniti, la decisione effettiva di remare tutti nella stessa direzione". Il presidente ha parlato con favore di "imprenditori che reagiscono bene anche con risorse personali", di "diffuso senso di responsabilità e volontà di cooperare". Quanto alle banche, "dall´incontro di oggi mi sono sembrate consapevoli che da loro ci aspettiamo molto, ci aspettiamo che diano fiducia e liquidità alle imprese serie che se lo meritano". E ha citato ancora una volta l´esempio di un´acciaieria di Brescia che, con l´accordo dei lavoratori, ha trasferito la produzione dal giorno alle ore notturne, quando l´energia (che si usa in gran quantità per questi impianti) costa meno, salvando così i posti di lavoro. . <<BACK

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cervignano, sulla crisi balducci attacca travanut (sezione: crisi)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 16 - Udine Cervignano, sulla crisi Balducci attacca Travanut CERVIGNANO. É polemica dopo le recenti dichiarazioni del consigliere regionale e comunale Mauro Travanut, che, nei giorni scorsi, riferendosi alla crisi finanziaria mondiale, aveva citato le parole del presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama, il quale, a sua volta, aveva definito un oltraggio il pagamento dei bonus ai manager di Aig, il colosso delle assicurazioni che, recentemente, ha annunciato il pagamento di 165 milioni di dollari ai dirigenti. Travanut aveva definito un oltraggio, al pari, la decisione presa dal consiglio di amministrazione della Fiat, che intende destinare circa 8 milioni di euro ai propri dirigenti. «Senza guardare così lontano - attacca il consigliere di opposizione, Andrea Balducci - Travanut dimentica, che a Torviscosa, a pochi chilometri da dove vive, potrebbe trovare gli stessi operai, che rischiano il loro posto di lavoro. Caro Travanut, quando, per raccattare qualche voto, ti capita di parlare ai cassaintegrati della Caffaro, ricordati che loro lavorano quanto te, ma che la tua busta paga è di 6 o 7 volte superiore a quella di un operaio chimico, che hai dei privilegi medioevali e una pensione assicurata dopo un solo mandato. Ricordati che anche questo è un oltraggio». Rincara la dose Balducci: «Non dimenticare che sei anche consigliere comunale e che ad ogni seduta, ti porti a casa anche 50 euro lordi. Vuoi essere solidale con le categorie più deboli, che dici di voler difendere? Allora proponi ai consiglieri regionali, anche di centrodestra, un taglio alle vostre indennità. Altrimenti, sul tema compensi e indennità, è meglio tacere, come fanno i tuoi colleghi. In certe occasioni il silenzio è d'oro, così come la tua indennità». (e.m.)

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Crisi: Banca centrale cinese chiede creazione moneta riserva internazionale (sezione: crisi)

( da "TgFin.it" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Crisi: Banca centrale cinese chiede creazione moneta riserva internazionale (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 24 mar - La Cina ha chiesto l'adozione "di una moneta di riserva internazionale stabile" per rimpiazzare il dollaro, considerando che la crisi finanziaria richiede "una riforma creativa dell'attuale sistema monetario internazionale". In un comunicato riportato sul sito della Banca centrale cinese, una settimana prima del G20, il governatore Zhou Xiaochuan spiega che la crisi ha evidenziato "la debolezza del sistema monetario internazionale attuale". Red-liz (RADIOCOR) 24-03-09 08:42:46 (0031) 3 NNNN

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Obama e Sarkozy dialogano prima del G20 - Primi segnali di deflazione in Gran Bretagna - AIG RESTITUIRÀ I BONUS LE BORSE GODONO: USA SI ACCOLLA GLI ASSET TOSSICI I TIMORI USA S (sezione: crisi)

( da "Dagospia.com" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

HomePage | Segnala articolo --> Obama e Sarkozy dialogano prima del G20 - Primi segnali di deflazione in Gran Bretagna - AIG RESTITUIRà I BONUS ? LE BORSE GODONO: USA SI ACCOLLA GLI ASSET TOSSICI ? I TIMORI USA SUL PAKISTAN ? CAOS SUL KOSOVO NEL GOVERNO ZAPATERO? Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom 1 - SPAGNA EL MUNDO - "(Il ministro della Difesa) Chacon ha improvvisato con (il premier) Zapatero il cambio di politica in Kosovo": Chacon e Zapatero si sono messi d'accordo lo scorso mercoledì in una riunione alla Moncloa, il giorno prima del viaggio della ministra in Kosovo. Chacon ha detto che contava sulla comprensione della Nato, e Zapatero ha dato il via libera al ritiro, hanno detto fonti militari a El Mundo. Nicolas Sarkozy Per Trinidad Jimenez le critiche rivolte alla ministra Chacon sono una manifestazione di "machismo" e non ci sarebbero state se al suo posto ci fosse stato l'ex ministro Bono. In evidenza il piano di Obama per ripulire i bilanci delle banche dai titoli tossici che hanno provocato la crisi finanziaria: le borse hanno reagito positive al suo annuncio. EL PAIS - "Gli Usa stanziano un altro miliardo di dollari per ripulire le banche" dai titoli tossici. L'amministrazione Obama ha presentato ieri il suo piano per salvare il settore finanziario, e ripulire i bilanci delle banche in crisi. "Chacon attribuisce all'intero governo la decisione di ritirare le truppe dal Kosovo": la ministra della Difesa respinge le critiche e dice che non ci sono stati errori nell'annuncio del ritiro del contingente spagnolo dalla regione balcanica. 2 - FRANCIA LIBERATION - In prima pagina l'indignazione del quotidiano per i bonus ai grandi dirigenti d'azienda. Malgrado la crisi economica internazionale, le società continuano a versare remunerazioni dorate. E il governo francese esita a produrre una legge che possa mettere un freno a questa tendenza. E Liberation ricorda il caso di Thierry Morin, di PDG, che ha incassato 3,2 milioni di euro e lascerà una società che riceve aiuti dallo stato e sopprime 1.600 posti di lavoro. "Indecente". barack obama LE FIGARO - In primo piano il colloquio previsto per domani tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e quello americano, Barack Obama. I due leader si sentiranno telefonicamente a pochi giorni dal vertice del G20 di Londra. "Obama e Sarkozy dialogano prima del G20". Spazio in prima pagina anche per un'intervista al ministro dell'Interno iracheno Jawad al Bolani, che chiede un contributo della Francia per la crescita delle forze di sicurezza di Baghdad. "L'Iraq vuole che la Francia aiuti le sue forze di sicurezza". 3 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - In apertura il Guardian pubblica una sua inchiesta su presunti "crimini di guerra" commessi dalle truppe israeliane durante la recente operazione militare nella Striscia di Gaza. Il quotidiano britannico accusa l'esercito israeliano di aver usato bambini palestinesi come scudi umani, di aver attaccato scuole e ospedali di Gaza e di aver colpito la popolazione civile con i droni, gli aerei radiocomandati. "I beneficiari dei bonus Aig restituiranno i loro soldi": nove dei 10 top manager che hanno ricevuto bonus stellari dal colosso americano delle assicurazioni restituiranno 50 milioni di dollari. THE INDEPENDENT - "Smith svela oggi la nuova strategia anti-terrorismo": il ministro dell'Interno Jacqui Smith svela oggi la nuova strategia anti-terrorismo del governo britannico, messa a punto dopo un anno di lavoro degli esperti, che hanno esaminato anche i recenti attentati agli hotel di Mumbai, in India. Zapatero THE TIMES - Primi segnali di deflazione in Gran Bretagna. Come riporta oggi il Times, oltre un milione di impiegati della sanità pubblica non riceveranno l'aumento di stipendio che era stato promesso loro. Il congelamento degli stipendi riguarderà anche alti funzionari governativi, mentre il Paese si prepara al primo periodo di deflazione dopo 50 anni. Le autorità britanniche interrompono i lavori per il database che conterrà i dati di undici milioni di bambini e adolescenti per problemi relativi alla sicurezza. Il sistema dovrebbe servire a proteggere i giovani sotto i 18 anni. FINANCIAL TIMES - "Il piano Geithner" accolto positivamente: in apertura il Financial Times si occupa della risposta positiva dei mercati all'annuncio del piano salvabanche dell'amministrazione Obama, che servirà a ripulire i bilanci delle banche dai titoli tossici. Il piano coinvolgerà anche investitori privati. In primo piano anche le paure degli Stati Uniti per il futuro del Pakistan. "Washington ha detto ieri ai suoi alleati della Nato che ci sono più timori per il Pakistan che per l'Afghanistan". 4 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES - "Gli Usa espandono il piano per comprare gli asset tossici delle banche": il nuovo piano dell'amministrazione Obama per ripulire i bilanci delle banche dai titoli tossici e dai prestiti inesigibili è più generoso verso i privati di quanto inizialmente stimato, ma crea rischi per i contribuenti. Il piano è stato accolto positivamente dagli investitori, con il Dow Jones che ha guadagnato quasi il 7 per cento. "50 milioni di dollari di bonus di AIG saranno restituiti": il procuratore dello stato di New York, Andrew Cuomo, ha detto ieri che è riuscito a convincere nove top manager del colosso delle assicurazioni Aig a rinunciare ai sontuosi bonus ricevuti. THE WASHINGTON POST - In apertura il Washington Post riferisce che "l'amministrazione Obama sta considerando di chiedere al Congresso maggiori poteri per confiscare" compagnie assicurative, fondi di investimento e hedge fund, per scongiurare fallimenti che potrebbero danneggiare l'economia. Al momento il governo ha il potere di confiscare solo le banche. Andrew Cuomo In primo piano il piano presentato ieri dal segretario al Tesoro Tim Geithner per ripulire i bilanci delle banche dai titoli tossici. Positiva la risposta di Wall Street, che ha registrato un +7 per cento. Diversi economisti sono però scettici sulla riuscita del piano, poichè a loro giudizio le banche chiederanno prezzi più alti per gli asset in vendita di quanto gli investitori siano disposti a pagare. 5 - STAMPA ARABA AL SHARQ AL AWSAT - quotidiano panarabo edito a Londra, dedica l'apertura al ritorno della violenza nel Libano: "Il ministro degli Interni palestinesi: l'assassinio del capo di al Fatah è più grande della questione dei campi" d'accoglienza di profughi palestinesi. Iraq, il presidente turco "Gul a Baghdad: collaboreremo con voi in cambio della cacciata del Pkk". Afghanistan, il portavoce delle forze Isaf: "il contrabbando d'armi per i talebani passa attraverso i confini iraniani". Darfur, "alla sua prima visita all'estero dopo il mandato d'arresto dell'Aia, al Bashir: le vostre decisioni sono inchiostro su carta". Crisi finanziaria mondiale, "piano di Washington di un trilione di dollari per salvare le banche dai titoli tossici". AL QUDS AL ARABI - giornale palestinese edito a Londra, dedica l'apertura all'"ultimatum al partiro dei lavoratori curdi in Turchia", lanciato dal presidente iracheno, il curdo, Jalal Talabani durante la visita a Baghdad del presidente turco Gul: "deponete gli armi per sempre, oppure lasciate l'Iraq". In aperta sfida alla Corte penale internazionale, il presidente sudanese, "al Bashir visita l'Eritrea, ma è giallo sulla sua presenza al summit di Doha". Esponenti di Hamas che partecipano al dialogo inter-palestinese nel Cairo: "siamo sotto sequestro fraterno dagli egiziani, un ufficiale d'intelligence per ogni commissione ci permette incontri con l'esterno solo durante la pausa del caffe". Arabia saudita: "il sovrano blocca il suo corteo per ascoltare un sit-in di neo laureati che chiedevano un impiego"; e "il Gran Muft?, su teatro e cinema afferma: 'distraggono la nazione dal progresso'". "le autorità egiziane bloccano 560 capi di bestiame destinati alla striscia di Gaza". AL HAYAT - foglio panarabo edito a Londra, apre sull'attentato che ieri ha ucciso il numero due dell'Olp in Libano: "estesa condanna libanese; Abu Mazen lo definisce crimine terroristico, e le accuse indicano Israele", come mandante. Iraq, il presidente turco Abdullah "Gul supera lo storico complesso di Ankara verso i curdi e Talabani avvisa i ribelli del Pkk di lasciare il paese". Iran-Usa, "Washington inizia a tastare le intenzioni di Teheran per entrare in un dialogo senza rinunciare ai principi: incentivi che comprendono combustibile nucleare a basso costo in cambio di collaborazione regionale e rinuncia all'arricchimento" dell'uranio. AL AHRAM - giornale egiziano semi-ufficiale, titola in apertura: "le Nazioni Unite accusano Israele, per la prima volta ufficialmente, di crimini di guerra durante la guerra di Gaza: L'organizzazione mondiale conferma che l'Esercito d'Israele non ha fatto distinzione tra gli obbiettivi militari e quelli civili" e "un'organizzazione medica americana: i soldati israeliani hanno aperto il fuoco decine di volte contro ospedali e cliniche". "la polizia israeliana arresta lo Sheikh (palestinese di Gerusalemme) Raid Salah e l'Egitto critica il divieto imposto da Israele sul Festival 'Gerusalemme capitale della Cultura'", organizzato dagli arabi della città santa. ASSAFIR - giornale libanese vicino allo schieramento anti-occidentale, apre aull'assassinio del numero due dell'Olp in un attentato nel sud del Paese e titola: "Kamal Medhat prima di raggiungere il martirio: 'mi vogliono morto'". 'Assafir' annuncia la pubblicazione per "domani la prima intervista sul Libano" con il presidente siriano Bashar Assad. [24-03-2009]

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"Comunque belle" l'arte della seduzione non conosce rinunce (sezione: crisi)

( da "Stampaweb, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

ROMA Poveri ma belli. In un mondo frastornato dalla crisi c?è un settore che non crolla: la bellezza. Uomini e donne depressi dal presente e dalle prospettive per il futuro, tagliano le spese, ma fanno alcune eccezioni. Beni di prima necessità? Assolutamente no. Si sta parlando di creme, olii, trucchi e tutto quello che serve per migliorare la nostra estetica, e per dedicarsi alla cura di sé coltivata negli anni sfrenati dell?edonismo e della finanza allegra. Ma anche di sexy lingerie che, come ci spiega il «Financial Times», è un settore merceologico che non conosce crisi. Anzi. Anche per il prossimo bilancio le previsioni sono positive annuncia Garry Hoghart, a capo di Agent Provocateur, vivace brand di intimo, fenomeno cult a Londra e New York. «Le coppie rimangono a casa per risparmiare e sempre più donne investono in completini per aggiungere pepe alla loro relazione», spiega l?esperto. E poi la lingerie «fa sentire le donne meglio con se stesse» oltre al fatto che «tutti noi abbiamo bisogno di un incoraggiamento in questo momento». Dal «New York Times» la notizia che anche i negozi di sex toys vanno alla grande. «Il sesso non conosce crisi», spiega Analena proprietaria di uno dei cult-shop del settore. Insomma la cura del corpo, del proprio look, come antidoto ai ristoranti troppo cari, alle vacanze proibitive e alle buste paga troppo povere. E magari scopriremo che questi anni di depressione economica serviranno almeno a vivacizzare rapporti sentimentali stanchi. Un trend di aumentato narcisismo e ritrovato erotismo che ha spie differenti. Alla vigilia del Cosmoprof, la fiera della bellezza che si terrà a Bologna (dal 3 al 6 aprile) i dati rivelano una realtà di uomini e donne disposti a tutto pur di non perdere il confronto con lo specchio. Gli italiani non rinunciano a spendere in bellezza: utilizzano prodotti cosmetici almeno 6-7 volte al giorno, superando le 25 volte se si tratta di donne. Nel 2008 il settore della cosmetica ha registrato un valore di mercato pari a 9 miliardi di euro con una crescita dello 0,8%. Le esportazioni sono cresciute del 2,1%, e il fatturato delle industrie italiane ha segnato un +1,2%, con un valore di circa 8,3 miliardi. E in questa curva di crescita hanno un ruolo fondamentale proprio i prodotti cosmetici meno necessari, come il trucco (con un valore di oltre 323 milioni di euro), gli smalti (+9,3% con un valore di circa 80 milioni). Bene anche gli skincare, le cure antirughe che in tempi difficili sostituiscono interventi di chirurgia estetica ben più cari ed invasivi. Le previsioni erano ben altre. «Invece è andata molto bene», commenta Fabio Franchina, presidente di Unipro. «In un momento pesantemente condizionato dalla crisi finanziaria mondiale, i consumi interni tengono e l?export è cresciuto. «Pensiamo che anche il 2009 si chiuderà con numeri positivi». Insomma ben truccati e con il giusto completino di biancheria intima, ben disposti verso il sesso, siamo pronti ad affrontare la crisi. Magari facendo anche un salto in Beauty Farm, altro luogo estetico beneficiato dai tempi magri, una sorta di autoconsolazione ai sacrifici, ai viaggi non fatti, al futuro incerto. Anche perché il concetto di spa è cambiato e non riguarda più solo i faraonici centri a cinque stelle dove rinchiudersi una settimana, ma anche le pensioni con meno galloni e listini abbordabili, e soprattutto si affermano le day-spa, dove passare solo poche ore, magari alla pausa pranzo. E per la prima volta l?Università Bocconi mappa il fenomeno delle Beauty-Farm che sono ben 1.372, di cui 632, sono day spa. Ed è la Lombardia la regione a più alta densità di strutture (21 per cento) seguita dall?Emilia Romagna (16 per cento) e dalla Toscana (9 per cento). «E? una richiesta in aumento», spiega Raffaella Sciarretta di Kami Spa, il primo centro benessere asiatico aperto in Europa, a Roma. «La gente sente il bisogno di dedicarsi del tempo per rilassarsi, soprattutto i tempi come questi di ansia diffusa». Insomma, la bellezza come bene rifugio.

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Dopo che la crisi finanziaria si è trasformata in crisi economica, bisogna evitare di arrivare al... (sezione: crisi)

( da "CronacaQui.it" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Più soldi per gli ammortizzatori sociali. Lo ha confermato il ministro al "ghota" dell'economia lombarda Crisi, Tremonti porta ossigeno per 1,5 milioni MILANO - Dopo che la crisi finanziaria si è trasformata in crisi economica, bisogna evitare di arrivare al terzo stadio: la crisi sociale. Insomma, anche in Lombardia il problema c'è e gli amministratori non si nascondono dietro a un dito. Tanto che ieri il presidente della Regione Roberto Formigoni, ha chiamato a raccolta, per un incontro al Pirellone con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il "gotha" dell'economia lombarda. Emma Marcegaglia, Marco Tronchetti Provera, Salvatore Ligresti, Diana Bracco e una altra cinquantina tra imprenditori, rappresentanti delle istituzioni, del sistema bancario e delle parti sociali, si sono seduti attorno a un tavolo per affrontare il problema e trovare soluzioni condivise. Al termine del pranzo Formigoni si è detto «molto soddisfatto dell'incontro, che ha mostrato una grande compattezza del nostro sistema». Ma tra i principali argomenti discussi ci sono stati i fondi per gli ammortizzatori sociali e il piano casa del Governo. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, il ministro Tremonti ha assicurato che entro la fine del mese saranno chiusi gli accordi con le regioni. Alla Lombardia andranno 1,5 miliardi di euro, su un totale di 8. E il motivo è semplice. Per i prossimi mesi si prevedono 85/90mila lavoratori in cassa integrazione e un aumento del 2 per cento dei disoccupati. Per quanto riguarda il Piano casa, invece, il presidente lombardo ha espresso il proprio apprezzamento a Tremonti e ha annunciato che di questo tema «parlerà mercoledì in un incontro con il Presidente del Consiglio». «Si tratta - ha comunque sottolineato del nuovo piano - di una possibilità positiva per la nostra economia». «Sono molto soddisfatto perché il nostro sistema ha dimostrato grande compattezza. Remiamo tutti nella stessa direzione perché abbiamo capito che quello che ci interessa è rafforzare la forza del sistema, con realismo, sapendo di essere in una situazione difficile ma che possiamo fronteggiare», ha commentato fiducioso Formigoni, convinto anche che se la situazione peggiorerà «ci rimboccheremo ancora di più le maniche consapevoli della nostra forza». E la presidente di Assolombarda Diana Bracco, uscendo dal Pirellone ha aggiunto: «abbiamo detto al ministro che vediamo segnali timidi di fiducia. Il governo premi gli sforzi delle imprese che fanno investimenti». Andrea Bernardi 24/03/2009

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Credit Suisse: Proporrà ad azionisti aumento di capitale (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Credit Suisse: Proporrà ad azionisti aumento di capitale 24 marzo 2009 alle 10:21 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti La banca svizzera Credit Suisse chiederà agli azionisti di approvare un aumento di capitale per finanziare delle acquisizioni. L'istituto intende emettere 100 milioni di nuove azioni, pari al 10% del proprio capitale, e chiedere la facoltà di emetterne altri 100 milioni "per conservare flessibilità strategica in futuro". Credit Suisse, una delle banche che ha reagito meglio alla crisi finanziaria grazie alla forte capitalizzazione e una Tier 1 ratio sopra il 13%, ha comunicato che l'inizio del 2009 è stato positivo. AGI

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Piano Usa, Tokyo e Europa brindano (sezione: crisi)

( da "Corriere.it" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

e 15 DIRIGENTI DI AIG RESTITUISCONO I BONUS «Effetto Geithner», l'Europa in rialzo Piazza Affari apre a +1,47%. Bene anche Londra, Parigi e Francoforte. A Tokyo, il Nikkei guadagna il 3,3% TOKYO - Continua l'«Effetto Geithner». Dopo il promettente inizio di settimana sui mercati finanziari di tutto il mondo, le Borse aprono ancora con il segno più. A Piazza Affari il Mibtel segna +1,47% all'avvio delle contrattazioni, l'S&P/mib +2,06%, l'All Stars +1,05%. Bene anche Parigi (+1,50%), Londra (+0,95%) e Francoforte (+1,05%). IN ASIA - Le piazze del Vecchio Continente proseguono dunque nella scia di rialzi realizzati sulle piazze asiatiche che hanno reagito con euforia al piano statunitense per rilevare gli asset tossici degli istituti finanziari. La Borsa di Tokyo ha chiuso in forte rialzo la seduta odierna. L'indice Nikkei dei 225 titoli guida ha guadagnato 272,77 punti, pari al 3,32 %, salendo a 8.488,30 punti. Positivi anche i mercati di Shanghai, Taiwan, Australia e India (+2,62%). Nonostante l'entusiasmo dei trader, che sperano nella fine della peggiore crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione, gli analisti però restano cauti. «Alla fine i giochi non cambieranno anche se il piano sarà implementato perfettamente. E si tratta di un grande "se"», ha avvertito Kirby Daley, di Newedge Group a Hong Kong. PETROLIO - Il piano salva-banche Usa incide anche sul prezzo del petrolio. A New York il greggio ha terminato le contrattazioni in forte rialzo. Il light crude ha chiuso in progresso di 1,73 dollari a 53,80 dollari al barile, dopo aver toccato un massimo di seduta a 54,05 dollari al barile, il picco di quattro mesi. In calo il prezzo del petrolio greggio in Asia, dopo il rialzo a New York. Nel dopomercato elettronico che fa riferimento al Nymex, la Borsa merci di New York, a Singapore il greggio "light sweet" per consegna a maggio è stato trattato a mezzogiorno, ora locale, a 53,54 dollari a barile, con un ribasso di 0,26 dollari sulle quotazioni di New York. AIG - Nel frattempo negli Stati Uniti, quindici dei 20 alti dirigenti di Aig, che avevano ricevuto importanti bonus dall'azienda assicuratrice statunitense, hanno accettato di restituire la totalità delle contestate somme percepite, pari a circa 50 milioni di dollari. Lo ha annunciato il procuratore generale dello stato di New York, Andrew Cuomo. L'impegno riguarda 50 milioni di dollari (36,6 milioni di euro) sui 165 milioni di dollari (121 milioni di euro) accordati la settimana scorsa dal gruppo, salvato da settembre e a più riprese con fondi per 170 miliardi di dollari (124 miliardi di euro) di aiuti federali. stampa |

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Euforia sui mercati (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Euforia sui mercati FOREX, clicca qui per leggere la rassegna di Cfx Intermediazioni www.cfxintermediazioni.com, 24.03.2009 08:40 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! La presentazione del nuovo piano del segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, per rimuovere asset tossici fino a mille miliardi di dollari dai bilanci delle banche fa volare Wall Street: in chiusura, dopo le compensazioni, il Dow Jones avanza del 6,84% a 7.775,86 punti, il Nasdaq sale del 6,76% a 1.555,77 punti, mentre l'S&P500 mette a segno un 7,08% a 823,15 punti. Il rally ha riguardato anche l'Europa: Parigi guadagna il 2,81%, Francoforte il 2,65%, Londra il 2,86 per cento. A Piazza Affari, migliore del Vecchio Continente, il Mibtel ha guadagnato il 4,66%, mentre l'S&PMib è cresciuto del 5,77 per cento. Tokyo sale oltre il 3% punti percentuali, i guadagni più consistenti li ha messi a segno tutto il settore bancario dal Milano a Tokyo. Il piano Geithner convince gli operatori ed è euforia sulle borse azionarie mondiali che registrano in media un balzo in avanti di 5 punti percentuali. «Il nostro obiettivo è quello di un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Così il segretario al Tesoro Timothy Geithner spiega il piano. A tal proposito verrà isituita una partnership pubblico-pivata che rileverà il peso degli "asset tossici" dai bilanci delle Banche in modo da stabilizzare il sistema finanziario.Sul fronte forex Eurusd si trova ancora in una fase interlocutoria, dopo aver sfiorato 1.3750 ripiega sino a livelli di 1.35 con un parziale recupero del biglietto verde spinto dall'euforia dei mercati borsistici, tecnicamente il cross è impostato fortemente al rialzo. Buon recupero della sterlina che spinge l'euro sino a quota 92.77, il cable dopo aver toccato massimi nell'ordine di 1.4730 ritraccia sui livelli psicologici sino quota 1.4655. Come già abbondantemente puntualizzato nei report precedenti lo segue pagina >>

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BORSA/ PIANO GHEITNER CONVINCE MERCATI ASIA, TOKYO VOLA A +3,32% (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Borsa/ Piano Gheitner convince mercati Asia, Tokyo vola a +3,32% di Apcom Guadagni anche a Seoul dove governo varaa nuovo piano salvataggio -->Hong Kong, 24 mar. (Ap-Apcom) - Dopo Wall Street, anche le borse asiatiche reagiscono con euforia al piano statunitense per rilevare gli asset tossici degli istituti finanziari. La Borsa di Tokyo ha chiuso in forte rialzo la seduta odierna. L'indice Nikkei dei 225 titoli guida ha guadagnato 272,77 punti, pari al 3,32 per cento, salendo a 8.488,30 punti. A seduta ancora in corso, l'indice Hang Seng di Hong Kong registra un rialzo dell'1,59%, mentre il Kospi di Seoul guadagna l'1,85% reagendo con ottimismo all'annuncio del governo sudcoreano su un nuovo bilancio supplementare di 20,9 miliardi di dollari per tentare di evitare al paese la sua prima recessione in undici anni. Positivi anche i mercati di Shanghai (+1,06%), Taiwan (+2,30%), Australia (+0,84%) e India (+2,62%). Nonostante l'entusiasmo dei trader, che sperano nella fine della peggiore crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione, gli analisti restano cauti. "Alla fine i giochi non cambieranno anche se il piano sarà implementato perfettamente. E si tratta di un grande 'se'", ha avvertito Kirby Daley, di Newedge Group a Hong Kong. Ieri Washington ha lanciato il piano Geithner volto a ripulire i bilanci delle banche americane dagli asset tossici. Punto cardine dell'iniziativa è l'alleanza tra il governo degli Stati Uniti e il settore privato per aiutare il sistema finanziario, concepita per liberare i bilanci delle banche dagli asset tossici, la cui presenza ostacola la raccolta di nuovo capitale, frenando di conseguenza il flusso del credito all'economia reale. Il governo federale attingerà al Tarp - il piano di salvataggio a favore delle banche stilato lo scorso ottobre sotto la presidenza di George W. Bush - per una somma di 75-100 miliardi di dollari; a questa si sommerà il capitale privato e si arriverà così ai "primi" 500 miliardi di dollari che saranno utilizzati per acquistare gli asset in difficoltà. La partecipazione dei privati è stata spiegata in modo puntuale da Geithner che, in un'intervista concessa al Wall Street Journal, ha commentato: "Riteniamo che questo sia il modo migliore (di superare la crisi)". E questo, perché "non vogliamo che il governo si assuma tutti i rischi".

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Società minerarie nel mirino della Cina (sezione: crisi)

( da "Finanza.com" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Società minerarie nel mirino della Cina (20 Marzo 2009 - 08:23) MILANO (Finanza.com) - Da Il Sole 24 Ore: Le operazioni di fusioni e acquisizioni torneranno ad animare l'industria mineraria a partire dalla seconda metà del 2009. È questa l'ipotesi avanzata da Ernst & Young. Secondo gli esperti della casa di revisione e consulenza, in uno scenario come quello attuale, caratterizzato dalla crisi finanziaria-economica e dal conseguente calo della domanda di materie prime, il valore in Borsa di molti gruppi si è decisamente ridotto, rendendoli prede alla portata soprattutto dei big cinesi. Le società cinesi statali, secondo lo studio di Ernst & Young, faranno shopping soprattutto in Australia e in Canada. (Riproduzione riservata)

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Cina, serve una nuova valuta internazionale (sezione: crisi)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Cina, serve una nuova valuta internazionale (Teleborsa) - Roma, 24 mar - Come tutte le novità, anche questa arriva dalla Cina. Si tratta di una valuta mondiale, da usare negli scambi internazionali al posto del dollaro americano. Il governatore della banca centrale cinese, Xiaochuan, ha detto infatti che è necessario avere una valuta di riserva internazionale stabile per rimpiazzare il biglietto verde, considerando che la crisi finanziaria richiede una riforma creativa dell'attuale sistema monetario internazionale. Secondo il governatore la nuova valuta internazionale "non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali, ma capace di rimanere stabile sul lungo periodo". 24/03/2009 - 09:36

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Brown, il G20 non è che una tappa (sezione: crisi)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Brown, il G20 non è che una tappa (Teleborsa) - Roma, 24 mar - La prossima riunione del G20 a Londra, il 2 aprile, è soltanto una tappa. Lo ha dichiarato il premier inglese, Gordon Brown, in un'intervista al quotidiano francese La Tribune. "Nel G20, dice Brown, dovremo trovare un accordo per politiche coordinate di contrasto alla crisi finanziaria". 24/03/2009 - 09:22

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CREDIT SUISSE: PROPORRA' AD AZIONISTI AUMENTO DI CAPITALE (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Borsa(La Repubblica.it))

Argomenti: Crisi

CREDIT SUISSE: PROPORRA' AD AZIONISTI AUMENTO DI CAPITALE (AGI) - Zurigo, 24 mar. - La banca svizzera Credit Suisse chiedera' agli azionisti di approvare un aumento di capitale per finanziare delle acquisizioni. L'istituto intende emettere 100 milioni di nuove azioni, pari al 10% del proprio capitale, e chiedere la facolta' di emetterne altri 100 milioni "per conservare flessibilita' strategica in futuro". Credit Suisse, una delle banche che ha reagito meglio alla crisi finanziaria grazie alla forte capitalizzazione e una Tier 1 ratio sopra il 13%, ha comunicato che l'inizio del 2009 e' stato positivo. 24/03/2009 - 10:15

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Cina, serve una nuova valuta internazionale (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Cina, serve una nuova valuta internazionale (Teleborsa) - Roma, 24 mar - Come tutte le novit, anche questa arriva dalla Cina. Si tratta di una valuta mondiale, da usare negli scambi internazionali al posto del dollaro americano. Il governatore della banca centrale cinese, Xiaochuan, ha detto infatti che necessario avere una valuta di riserva internazionale stabile per rimpiazzare il biglietto verde, considerando che la crisi finanziaria richiede una riforma creativa dell'attuale sistema monetario internazionale. Secondo il governatore la nuova valuta internazionale "non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali, ma capace di rimanere stabile sul lungo periodo". 24/03/2009 - 09:36

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Brown, il G20 non è che una tappa (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Brown, il G20 non che una tappa (Teleborsa) - Roma, 24 mar - La prossima riunione del G20 a Londra, il 2 aprile, soltanto una tappa. Lo ha dichiarato il premier inglese, Gordon Brown, in un'intervista al quotidiano francese La Tribune. "Nel G20, dice Brown, dovremo trovare un accordo per politiche coordinate di contrasto alla crisi finanziaria". 24/03/2009 - 09:22

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Il pacchetto salva-banche fa volare le Borse (sezione: crisi)

( da "Nuova Ferrara, La" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Provincia Pavese, La) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi) (Gazzetta di Mantova, La)

Argomenti: Crisi

Il pacchetto salva-banche fa volare le Borse Balzo degli indici in tutto il mondo. Obama: «C'è qualche bagliore di speranza» Dalla partnership tra pubblico e privato nasce l'intervento Usa contro i "titoli tossici" GIGI FURINI MILANO. Si chiama Public-Private Investment, ed è il piano messo a punto dal Tesoro americano per far fronte allo spinoso problema degli asset tossici, dei "titoli spazzatura" di proprietà delle banche, dei titoli che sono stati scambiati fino all'anno scorso per oro colato e adesso valgono come coriandoli. Il piano piace, lo dimostrano le Borse di tutto il mondo che ieri hanno festeggiato con corposi rialzi. Non mancano le critiche e gli scettici vogliono prima vedere la consistenza effettiva del piano, ma le parole del segretario al Tesoro, Geithner, hanno convinto il mondo intero. Per questo ci sono stati prima forti rialzi sulle piazze asiatiche (+3,39% Tokio, +4,40% a Hong Kong, +3,28% Taiwan, +2,44% Sidney e +3,26% Singapore) e poi, in funzione del fuso orario, gli acquisti si sono spostati in Europa. In serata ha chiuso in modo brillante anche Wall Street (+6,84 il Dow Jones e +6,76% il Nasdaq a fine seduta). Milano è ancora la "maglia rosa" d'Europa, con un balzo dell'indice S&P/Mib del 5,7%, ma sono andate bene le cose anche a Parigi (+2,81%), a Francoforte (+2,65%) e a Londra (+2,86%). «Il nostro obiettivo - aveva spiegato Timothy Geithner - è avere un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci». Nel dettaglio, il Tesoro si impegna a un versamento iniziale fra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Il programma è diviso in tre parti e prevede che i finanziamenti siano erogati dalla Federal Reserve e dal Fdic (Federal Deposit Insurance Corporation), cioè l'ente che garantisce i depositi bancari. Il programma utilizzerà parte dei fondi che erano stati stanziati in autunno dal Congresso a favore del sistema bancario. Grazie all'effetto leva, i fondi metteranno in moto 500 miliardi, con un impatto sul sistema finanziario fino a mille miliardi. «Si tratta di azioni straordinarie - spiega il segretario al Tesoro - perché l'economia Usa e una parte del mondo si trovano ad affrontare sfide straordinarie. Come Paese abbiamo chiesto troppi prestiti e lasciato che il nostro sistema finanziario assumesse livelli irresponsabili di rischio. Queste decisioni hanno causato enormi sofferenze, molte delle quali ricadute sugli americani e sui titoli delle piccole imprese. Questo è ingiusto e gli americani sono arrabbiati e giustamente frustrati». «Le decisioni che abbiamo assunto - continua Geithner - dovrebbero superare il test più serio, cioè far tornare il sistema finanziario in grado di funzionare attraverso la concessione del credito alle famiglie e alle imprese». Anche il presidente Obama (nella foto) è intervenuto e in un'intervista televisiva ha lasciato un messaggio di ottimismo. «Il nostro sistema finanziario - ha detto - si trova di fronte a rischi che necessitano interventi da parte del governo, ma comincia a intravedersi qualche bagliore di speranza». Il petrolio. La speranza di una rapida fine della crisi e di un ritorno ai consumi ha spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il greggio chiude a New York a 53,83 dollari al barile (l'equivalente di 159 litri), in rialzo del 3,4% rispetto a venerdì. Sull'argomento è intervenuto il presidente del gruppo Erg, Riccardo Garrone: «Ora il prezzo è basso perché c'è la crisi, ma quando la crisi passerà il petrolio riprenderà a salire, anche se non arriverà ai livelli speculativi della scorsa estate». Sempre forte il dollaro perché, oltre la notizia del piano-Obama, negli Usa si registra un miglioramento oltre le attese del mercato immobiliare. Il biglietto verde è scambiato a 1,3580 dollari.

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Unicredit +15%, bene anche Generali (sezione: crisi)

( da "Nuova Ferrara, La" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Provincia Pavese, La) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi) (Gazzetta di Mantova, La)

Argomenti: Crisi

Piazza Affari. Riprendono quota bancari e assicurativi, acquisti su Fiat (+3,2%) Unicredit +15%, bene anche Generali MILANO. I titoli bancari e assicurativi hanno preso il volo ieri in Piazza Affari. Erano stati quelli più penalizzati dalla crisi e ora sono i primi a rialzarsi. Difficile dire se questo è l'inizio della svolta, se la crisi finanziaria stia per finire. Certamente sul forte rialzo dei titoli e degli indici ci sono gli acquisti dei ribassisti che, per una volta, sono stati presi in contropiede. Soltanto venerdì sera gli indici americani avevano chiuso in pesante ribasso e tutto faceva pensare a una giornata difficile per le Borse europee. Invece è arrivato il piano-Obama e chi aveva venduto le azioni senza possederle (in attesa di ricomprarle a prezzi più bassi) si è affrettato a pareggiare le posizioni, quindi ad acquistare quanto aveva venduto. Per questo Unicredit è volata del 15%, toccando un recupero del 90% dal 6 marzo scorso. Gettonate anche le azioni di Intesa San Paolo (+9,3%) e del Banco Popolare (+5,7%). In forte risalta anche Montepaschi (+7,2%) mentre Popolare Milano, Ubi e Mediobanca guadagnano attorno all'8%. Acquistati anche gli assicurativi: +5,9% per Generali, +5,8% per Alleanza, +6,6% per Fonsai mentre si ferma al palo Unipol alla notizia che quest'anno non ci sarà dividendo. Risalgno i titoli delle costruzioni ma si vedono acquisti anche su Fiat (+3,2%) alla notizia che il fondo di investimento di Abu Dhabi ha acquistato una quota del 9,1% della tedesca Daimler. Saipem sale del 3,3% nel giorno dell'annuncio di un nuovo contratto in Algeria per un valore di 1,8 miliardi di dollari. Salgono le tre debuttati nel listino principale: +2,3% Ansaldo, +2,68% Cir e +4,8% Campari. In gran spolvero Pirelli che nel finale guadagna il 13%. Fra i titoli energetici brilla A2A (+6,79%), ma si vedono acquisti anche su Eni (+2,94%), Enel (+2,74%) e Telecom (+2,37%). G.F.

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Il piano Geithner? Un'altra beffa. (sezione: crisi)

( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

I mercati finanziari hanno reagito con entusiasmo al piano del ministro del Tesoro americano Geithner e non è difficile capire perchè: non fa altro che prorogare lo strapotere della casta finanziaria di Wall Street. Come hanno evidenziato alcuni commentatori (segnalo al riguardo l'ottimo fondo di Luigi Zingales sul Sole 24Ore), la manovra messa a punto dall'Amministrazione Obama si risolve in uno straordinario regalo alle banche che hanno provocato il dissesto finanziario, in un incentivo agli hedge funds che potranno indebitarsi a spese del contribuente, e persino in un premio alle agenzie di rating che per valutare i nuovi fondi di asset tossici intascheranno un miliardo di dollari. Sul Giornale di oggi do voce anche a un'illustre economista, Alice Rivlin, ex membro del board della Federal Reserve, che sebbene con qualche perplessità difende il piano. Tuttavia resto molto scettico, per queste quattro ragioni: 1) Il piano ignora le cause strutturali del dissesto. Anche se avesse successo, non impedirebbe alle banche di ripetere gli stessi errori del passato. infatti, secondo voci accreditate, gli istituti bancari non hanno ancora rinunciato alle operazioni di ingegneria finanziaria, insomma continuano a trastullarsi con derivati, cartolarizzazioni, eccetera. 2) Il fondo dovrebbe essere alimentato con mille miliardi di dollari, ma l'ammontare dei debiti tossici è di gran lunga superiore a questa pur ingente cifra. Verosimilmente, non sarà sufficiente per risanare completamente i bilanci delle banche. 3) La Cina è sempre più diffidente nei confronti degli Stati Uniti e sempre meno disposta a indebitarsi in dollari. Ieri, d'accordo con la Russia, ha lanciato l'idea di una moneta globale al posto della valuta statunitense. L'ipotesi appartiene a un futuro lontano. Ma il solo fatto che venga presa in considerazione è indicativa delle intenzioni di Pechino. 4) L'economia americana si basa per il 75% sui consumi e le misure varate dal governo faranno esplodere prima il deficit e poi il debito pubblico, che potrebbe arrivare in appena due anni all'80% del Pil. E ci vorranno molti anni per riconvertirla all'industria. Le sue debolezze sono strutturali. L'ottimismo di molti operatori è davvero giustificato? Scritto in banche, capitalismo, crisi, era obama, economia, cina, globalizzazione, gli usa e il mondo 1 Commento » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore? Ne dubito. O meglio, dipende dalle circostanze. Come spiego in un articolo pubblicato oggi sul Giornale, il presidente degli Stati Uniti è soprattutto un grande interprete, ma solo di discorsi scritti, spesso da altri. Sa leggere, sa recitare bene. Ma è terrorizzato quando deve parlare a braccio. Infatti, ha sempre appresso il teleprompter (vedi foto) ovvero il "gobbo elettronico", anche quando deve intervenire in pubblico solo per pochi secondi. Non sa improvvisare, non sa essere spontaneo. Io dico: non paragonatelo a Roosevelet, nè a Kennedy, nè a Reagan. Quella era un'altra categoria. Obama senza il suo spin doctor David Axelrod è perso. Scritto in spin, comunicazione, era obama, presidenziali usa, gli usa e il mondo, giornalismo Commenti ( 67 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Mar 09 Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Ieri altri tafferugli alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non autorizzato e la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la polizia ha ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato usato in occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante le quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza; perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di integrazione di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti, come quella di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è stata così veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a una clamorosa retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Che fare? Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione musulmana privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo, francia, immigrazione, islam Commenti ( 155 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai Negli ultimi sette giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini, sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi (mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148 miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato. AGGIORNAMENTO: Sono a Parigi, dove ho intervistato Jacques Attali, uno dei pochi ad aver previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa sarà effimera. Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come prima. Attali è persuaso che l'Europa sia meglio attrezzata e potrebbe addirittura emergere come la nuova superpotenza. Potere leggere l'intervista qui Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica, una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, immigrazione Commenti ( 84 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%. Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Mar 09 Libertà di stampa? Sì, ma non per i blog Attenti, amici bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i forum on-line non valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La ragione? Eccola: siccome "si tratta di una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera non possono essere considerati come una testata giornalistica, ma sono equiparabili ai messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una bacheca". Dunque i blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome" e il giudice può ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione sulla religione cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti del buon costume alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il 'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia, democrazia, giornalismo Commenti ( 63 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica" s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento un'intera pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è stato uno shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva: spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la temperatura più alta. In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che tiene solo una dose, spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti di carta bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso racconta che "il grande bacino del risparmio è quello delle amenities. Basta accappatoi; stop alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso di presenze che si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del tutto"; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il cioccolatino della buona notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna nell'era di internet, a parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così come le scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel". Come non capire i lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma, un'indecenza. Voi che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 34 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 50 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.63 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 75 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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"quella cosa" portata in salvo dai tre perfetti càtari giù per i dirupi di... 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VENETO/ VERONA, ARRIVA LO 'SCEC' LA MONETA SOLIDALE ANTI-CRISI (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Veneto/ Verona, arriva lo 'Scec' la moneta solidale anti-crisi di Apcom Sarà affiancata all'euro ma consentirà sconti fino al 30% -->Verona, 24 mar. (Apcom) - A Verona sbarca lo Scec, una sorta di moneta solidale che ha una positiva ricaduta sul commercio e l'economia in tempi di crisi. L'iniziativa è promossa dall'Associazione Arcipelago Veneto di Bussolengo, in provincia di Verona. L'acronimo dei 'buoni', Scec, è 'solidarietà che cammina': vengono stampati dalle associazioni locali e consegnati gratuitamente agli iscritti e alle famiglie. Questi buoni locali danno diritto ad una riduzione sui prezzi di listino. I buoni, si legge nel sito web dell'associazione senza fine di lucro costituita ad hoc, danno diritto ad uno sconto medio del 20% (dal 10% fino al 30%) sui prezzi di listino, ma ogni esercente e chiunque sia in grado di offrire una prestazione o un servizio sceglie la percentuale da applicare. I buoni non sono convertibili in euro e hanno la particolarità di ancorare sul territorio, arricchendolo, anche la parte di spesa pagata in euro. Distribuiti direttamente alle famiglie, oltre che tra gli aderenti, attireranno nel circuito anche coloro che di solito fanno la spesa nella grande distribuzione o in altri paesi. 'La solidarietà che cammina' è lo slogan lanciato da Arcipelago Veneto, frutto di un patto sociale tra produttori e consumatori per far fronte alla crisi finanziaria e rilanciare la piccola economia. L'obiettivo è la creazione di un circolo virtuoso che può valorizzare l'economia del territorio.

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DEUTSCHE BANK/ NEL 2008 STIPENDIO AD ACKERMANN CROLLATO DEL 90% (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Deutsche Bank/ Nel 2008 stipendio ad Ackermann crollato del 90% di Apcom Tagli in busta paga per tutti i manager del cda -->Berlino, 24 mar. (Apcom) - La crisi finanziaria è arrivata anche nel conto in banca di Josef Ackermann. Lo scorso anno il numero di Deutsche Bank ha guadagnato il 90% in meno rispetto a un anno prima, a causa delle perdite registrate dal suo istituto. Secondo quanto emerge dal rapporto annuale di Deutsche Bank, diffuso oggi, nel 2008 Ackermann ha intascato "appena" 1,39 milioni, rispetto ai 13,98 milioni del 2007. Un calo che si spiega col taglio di tutti le componenti della sua retribuzione (come ad esempio i bonus) che dipendono dai profitti. Tale misura vale per l'intero consiglio di amministrazione di Deutsche Bank, che ha guadagnato in tutto 4,48 milioni di euro, l'86% in meno rispetto al 2007. Lo scorso anno Deutsche Bank ha registrato una perdita pre-tasse di 5,7 miliardi, chiudendo così in rosso per la prima volta nel dopoguerra. Anche nel 2009 il primo istituto tedesco dovrà affrontare "grandi difficoltà", così come l'intero settore bancario. Tuttavia "siamo fiduciosi nel fatto che Deutsche Bank sia ben posizionata per superare queste sfide", ha detto Ackermann. "Abbiamo iniziato bene il 2009", ha aggiunto il manager, che ha poi puntualizzato: "al momento non vediamo alcun bisogno di nuovi capitali, qualunque sia la loro provenienza".

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LLOYD'S/ UTILE PRE TASSE 2008 CALA DEL 51% A 1,9 MLD STERLINE (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Lloyd's/ Utile pre tasse 2008 cala del 51% a 1,9 mld sterline di Apcom Presidente Levene: "Crisi presenta opportunità" -->Milano, 24 mar. (Apcom) - I Lloyd's di Londra nel 2008 hanno registrato una flessione dell'utile pre tasse del 51% a 1,9 miliardi di sterline (2,77 miliardi di dollari) rispetto ai 3,85 miliardi del 2007. A pesare sul risultato, l'impatto degli uragani Gustav e Ike che hanno causato danni a Lloyd's rispettivamente per 219 milioni e per 1,2 miliardi di sterline. Nel 2005 i Lloyd's avevano registrato una perdita di 3,3 miliardi di sterline a causa degli uragani Katrina, Wilma e Rita. Il comined ratio del gruppo si è attestato al 91,3% rispetto all'84% del 2007. Il ritorno sugli investimenti invece è stato pari a 957 milioni di sterline rispetto ai 2 miliardi del 2007. Quanto alla crisi finanziaria in corso, il presidente dei Lloyd's Peter Levene ha dichiarato che potrebbe creare delle opportunità per i Lloyds dal momento che "le assicurazioni non sono prodotti discrezionali e mentre il valore degli asset diminuirà, le persone e le attività avranno comunque bisogno di comprare coperture per i loro rischi".

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GIANNI MOLINARI ANCORA UN ANNO BUONO PER LE ESPORTAZIONI CASERTANE. SEMBREREBBE QUASI CHE IL VENT... (sezione: crisi)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

GIANNI MOLINARI Ancora un anno buono per le esportazioni casertane. Sembrerebbe quasi che il vento gelido della crisi finanziaria abbia evitato il mondo della produzione di Terra di lavoro. La provincia di Caserta ha chiuso il 2008 con un lusinghiero 11,40 per cento di crescita delle esportazioni che ora si attestano a quasi 1,3 miliardi di euro (a fine 2007 erano a 1,1). Un dato ancora più rilevante perché è in controtendenza con l'andamento delle esportazioni della Campania (-1,8%) ed è di gran lunga superiore alle performance del Mezzogiorno (+3,4%) e dello stesso Paese (+0,3%). Ma non bisogna lasciarsi illudere: proprio tra i settori più rilevanti per l'export sono già evidenti i segnali di rallentamento della produzione. Tuttavia il dato va ora preso per quello che è: una crescita a due cifre mentre altri territori hanno avuto invece flessioni. È il comparto delle lavorazioni meccaniche nel suo complesso a determinare la performance positiva dell'export casertano: mentre c'è una battuta d'arresto dei prodotti per le telecomunicazioni (358 milioni, con una flessione del 5,6% rispetto al 2007), rilanciano gli apparecchi per uso domestico (216 milioni con un incremento di ben il 382%!) e crescono i motori elettrici (45 milioni, +192%). Bene anche il settore classificato dall'Istat come «altri prodotti alimentari» (cioè biscotti, zucchero, caffè, pane e altri minori) a quota 81 milioni, in crescita del dieci per cento. Con il segno più anche i prodotti farmaceutici (61,6%), gli articoli di carta e cartone (36%), le valvole elettroniche (22%), gli accumulatori elettrici (1123% a 3,2 milioni di euro), le bevande (61%), i libri (149% a 2,8 milioni). Tuttavia scorrendo tra le cifre è ben evidente che gli effetti della crisi sono già presenti nella struttura economica e si riflettono già nell'andamento delle esportazioni di alcuni settori chiave. Anzitutto gli apparati per le tlc che da soli valgono il 28% di tutto l'export hanno avuto una flessione, poi c'è il settore dell'indotto dell'auto che ha perso il 28% passando da 28 a 20 milioni di euro. C'è anche la consistente flessione dell'export di materie plastiche da 160 a 137 milioni (meno 14%). Infine tutto il gruppo moda-casa il cui export pure aveva retto in qualche modo alle sfide orientali: le calzature vanno giù del 19% (da 47,4 a 38,6 milioni), i tessuti flettono del 13,4%, l'abbigliamento che vale poco e perde poco (da 8,3 a 7,9 milioni), così come il cuoio (da 5 a 4,5 milioni): stesso andamento per gli altri settori del gruppo. Se poi si vede la destinazione dell'export balza chiaro la gelata del mercato americano: scendono da 29,9 a 25,5 milioni i prodotti «made in Caserta» che hanno trovato posto sul mercato a stelle e strisce che però vale solo il due per cento dell'export totale. L'Europa dove viene destinato l'80% dell'export casertano dà, invece, soddisfazione, con un più 16,75% a un miliardo di euro.

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Geithner, il Tesoro di Wall Street (sezione: crisi)

( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

n. 71 del 2009-03-24 pagina 20 Geithner, il Tesoro di Wall Street di Marcello Foa Forse passerà alla storia come il ministro del Tesoro che ha guarito l'America dalla crisi finanziaria o forse come l'uomo che ha trascinato nel baratro Barack Obama, il presidente della speranza. Timothy Geithner è giovane, ben introdotto e, soprattutto, sfuggente. A New York non hanno ancora capito perché nel 2003 fu nominato alla testa della Federal Reserve di New York. Di certo, non ne aveva le credenziali, poiché nel suo curriculum poteva vantare qualche mese come sottosegretario al Tesoro alla fine della presidenza Clinton e un paio di anni al Fondo monetario internazionale. E da quando è diventato ministro del Tesoro, la maggior parte degli americani non ne capisce la ragione. Lo scruta, con attenzione, e scuote la testa. Quel ragazzo di 47 anni non sembra all'altezza. In due mesi non è riuscito a nominare nemmeno uno dei 17 sottosegretari che gli spettano. E ogni volta che parla manda in fibrillazione il cuore degli operatori di Wall Street. Durante le audizioni al Senato per la ratifica della sua nomina, minacciò una guerra commerciale contro la Cina, sfiorando l'incidente diplomatico e qualche settimana fa, illustrando il primo piano di rilancio dell'economia, non riuscì ad andare oltre un elenco di generiche, anzi eteree, buone intenzioni. Il Dow Jones crollò; ieri si è ripreso, alla grande. Ma questo non significa che l'Amministrazione abbia trovato la soluzione magica. Il rally potrebbe essere un'illusione. Lo pensano commentatori sia di sinistra, come i Nobel Paul Krugman e Joseph Stiglitz, sia di destra, come l'economista della scuola di Chicago Gary Becker, mentre il guru della crisi Nouriel Roubini continua a vedere nero. Perché Timothy Geithner porta con sé un peccato originale. Non è un riformatore e nemmeno un visionario, ma è la creatura di Robert Rubin. E allora tutto torna. Trattasi di quel Rubin che negli anni Novanta, in era Clinton, lasciò Goldman Sachs per guidare il ministero del Tesoro promuovendo la liberalizzazione dell'ingegneria finanziaria e l'abolizione del confine tra banca commerciale e banca d'affari. Tornato agli affari, approdò ai vertici di Citigroup. E in campagna elettorale divenne un grande sostenitore di Obama. Intuizione vincente, che gli permise di sussurrare il nome di Geithner all'orecchio del presidente eletto, il quale fu lieto di accogliere il suggerimento. Tenero Barack, pensava di aver trovato un inappuntabile architetto in grado di disegnare le regole della nuova finanza americana, scopre (o forse lo ha sempre saputo) di aver dato fiducia all'uomo che difende innanzitutto gli interessi della casta finanziaria di Wall Street e che, infatti, quando ha dovuto concedere vagonate di miliardi al colosso assicurativo Aig, si è scordato di inserire una clausola che limitasse i bonus ai manager. Pensava di farla franca e i dirigenti già pregustavano il cortese omaggio da 160 milioni di dollari, ma l'opinione pubblica negli ultimi giorni se n'è accorta ed è insorta, mettendo in grave imbarazzo innanzitutto Obama. È la stessa logica che lo ha ispirato nella ricerca di un rimedio al dissesto finanziario. In otto settimane si è sentito di tutto: bad bank, nuove norme contabili, salvataggi ad hoc. Ieri Geithner ha annunciato un fondo misto pubblico-privato dove far confluire gli asset tossici. Magnifico, eppure l'idea non è nuova e ricalca quella presentata in settembre da Henry Paulson, ministro del Tesoro dell'amministrazione Bush ed ex presidente di Goldman Sachs. Sì, tutto torna. E Rubin, nell'ombra, sorride. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Stupidi. (sezione: crisi)

( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

"Il successo economico non dipende tanto dalle risorse naturali quanto dal grado di stupidità delle politiche e delle istituzioni di un paese" The logic of collective action, Mancur Olson (1965) Sembra banale, ma non lo è, soprattutto in temnpi di crisi. Scritto in citazioni Commenti ( 23 ) » (1 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 27Feb 09 Obama Il presidente americano ha capito come mai siamo arrivati a questo punto: è colpa dei ricchi, dei tagli fiscali e delle multinazionali che inquinano. Ecco perchè la sua finanziaria, che vale il Pil prodotto in Italia in un anno, prevede aumenti delle imposte per ricchi e inquinatori. Una ricetta che non mi convince, posto che non mi sembra convincente gettare al mare trent'anni di politica economica americana. L'ho scritto in due pezzi sul Giornale a cui rimando. Scritto in Varie Commenti ( 94 ) » (7 votes, average: 4.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 06Feb 09 Un auto che Bolle L'ipotesi di concedere un aiuto per la rottamazione da 1000 euro e tre anni di bollo gratis è stata bocciata. Si è preferito una rottamazione da 1500 euro e niente bollo gratis. Sapete qual è la differenza. Con il bollo gratis si toglieva una tassina ai contribuenti e si dava un incentivo alle case automobilistiche. Con la rottamazione più sostanziosa si dà un aiuto maggiore alla fabbrica. Il toro della crisi si può prendere per le corna keynesiane: lavori pubblici (dunque soldi che spende lo Stato) e aiuti alle imprese (quattrini che smista lo Stato). Oppure per le corna liberali: meno tasse per i contribuenti. Purtroppo la seconda strada non è stata presa da questo governo. Come, per la verità, dai governi dell'intero pianeta. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 58 ) » (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Jan 09 L'auto di Stato Aiutare, come hanno sciaguratamente fatto gli americani il settore auto, non solo posticipa solo il problema, ma distorce ingiustamente la competizione. Le tre grandi (Gm, Ford e la più piccolina Chrysler) soffrono da anni. Nel 2001 il numero uno di Gm, Wagoner, ci aveva raccontato:" tra pochi anni tutte le auto vendute saranno SUv" . Bella previsione. Ma quel che conta non sono i nostri giudizi, ma quelli del mercato che ha preferito comprare auto estere, prodotte in Usa, a quelle americane prodotte a Detroit. Ebbene, sull'orlo del fallimento Gm e Chrysler (che è poi di un fondo di private equity) hanno ottenuto un prestito dal Tesoro americano (cioè i contribuenti) di 13 miliardi di dollari. Non contenta Gm dopo poche settimane ha ottenuto altri 5 miliardi, sempre dal Tesoro, per la sua finanziaria Gmac (quella che fa i prestiti ai clienti che vogliano comprarsi l'auto). Dunque delle tre grandi, Ford, non ha avuto alcun aiuto. Guardate in che bel paradosso oggi si trova. La Gm può vendere i suoi modelli (non così appetibili) con finanziamenti a tasso zero. Ed ha subito iniziato una campagna in tal senso. Ford ( e le altre case straniere d'America) che non ha ottenuto prestiti pubblici sia per se sia per la sua divisione creditizia, non sono in grado di fornire tassi zero e si trovano ad affrontare la concorrenza sleale (o meglio aiutata da quattrini pubblici) della fallita Gm. La morale è che chi peggio stava, per i propri errori, oggi meglio si trova. Vi sembra giusto? E soprattutto, nel futuro, il comportamento alla Gm diventa il preferibile. Chi riesce a tagliare costi, risparmiare e tirare la cinghia fa doppia fatica: la prima volta nel sacrificarsi e la seconda nel non ottenere un aiuto pubblico. Scritto in pol economica Commenti ( 54 ) » (11 votes, average: 3.91 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 17Dec 08 Le scuse e lo Zero Prima le scuse. Cari commensali (quei pochi almeno, che oltre a resistere alla nostra pietanza, hanno la pazienza di aspettare settimane per un piatto) una prima scusa. Mi sono preso un po' di vacanza dal blog. Non ci crederete, ma tenerlo in piedi non è uno scherzo. Il cuoco legge tutti i vostri commenti, li digerisce e talvolta risponde. Ed è affare duro con commensali come Voi. Anche i criticoni da queste parti hanno toni e argomenti. E meritano considerazione. Basta con la excusatio, spero non molto petita. Andiamo sullo Zero. La Banca centrale americana ha deciso ieri di non farci pagare i quattrini. Vorrei fare solo una considerazione di merito. Quando la Fed adottò una politica simile di tassi vicini allo zero dopo il 9\11 si disse che era necessaria perchè l'attacco al cuore dell'America era un fatto nuovo. E la bolla internet era lì che scoppiava. Greenspan si mise in moto e regalò il danaro. Oggi quegli stessi che criticano qual comportamento (con il senno di poi) plaudono alla politica di tassi zero adottata dal successore di Greenspan. Se allora gonfiò la bolla immobiliare e non solo, domani rischia di creare un'altra bolla. O peggio non serve a niente. Scritto in Varie Commenti ( 28 ) » (7 votes, average: 3.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 01Dec 08 Vacanze Chiudiamo per una settimana. E poi si riprende. Magari con qualche pietanza in più rispetto all'ultimo mese. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 votes, average: 3 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Nov 08 ColaNinjo Mi trovo in una situazione imbarazzate riguardo il ragioniere di Mantova. Quando scalò la Telecom, con 50 miliardi di euro a debito, dissi (all'epoca scrivevo sul Foglio) che si trattava di un'operazione rischiosa, ma di mercato. Si muovevano le acque, si dava una salutare bastonata a quel nocciolino molle degli imprenditori italiani che con quattro azioni volevano controllare le tlc. Insomma ero dalla parte dei D'Alema e Bersani che appoggiarono la scalata e che indubitabilmente la facilitarono. Ora ColaNinjo ha messo su una cordata per comprarsi Alitalia. E anche in questo caso non sono infastidito dall'operazione. Ferme restando tutte le obiezioni di cui abbiamo parlato altrove in questa zuppa. Questa volta ad appoggiare e favorire il nostro, sono l'adorato Cav e i suoi. Ma cari commensali un paio di giorni fa mi è suonato un fastidioso campanello d'allarme. Il Cola in un'intervista (smentita) alla Stampa ha detto più o meno che Berlusca è un grande e soprattutto che i suoi ex amici sono più o meno dei pirla. Non più tardi di un mese fa aveva ribadito la sua tendenza a sinistra e non ha mai nascosto le sue simpatie dalemin-bersanesche. Che brutto odore tutti questi imprenditori che si gettano tra le braccia del nostro adorato Cav. Magari cari commensali è tutto falso, l'intervista è frutto della follia di un giornalista e ColaNinjo farà bene il suo lavoro. Ma quella fastidiosa tendenza per la quale tutti i banchieri si misero in fila per le primarie dell'Ulivo quando governava Prodi e per la quale oggi tutti si spostano a destra, mi fa senso. Occupatevi di business, chè la politica è sufficientemente adulta per badare a se stessa. Scritto in Varie Commenti ( 52 ) » (10 votes, average: 4.2 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Nov 08 Io non voto Obama Ma che palle sto Obama. Ma è mai possibile questo impazzimento per il candidato democratico? E la Gelmini? stiamo qua a difendere il suo decreto giusto ma impopolare e questa che ti combina? gongola popolareggiando il ministro più impopolare nelle piazze. Insomma non la metto sui contenuti, ma sui sapori, cari commensali. Perchè il centrodestra deve sempre aver paura. Deve sempre cadere nella fichizia progressista? Perchè non è mai in grado, come direbbe il popolare Moretti, di dire qualcosa di liberale? Si ha l'impressione che il meccanismo sociale che si è scatenato a favore di Obama è identico (anche se di segno opposto) a quello che ostracizza il Cavaliere. In nessun salotto chic sentirete qualcuno a favore del Cav e in nessun salotto chic sentirete qualcuno contro Obama. é la stessa identica forma mentis. Non si discutono i contenuti (andate a raccontare a un sin sin il fatto che Obama sia più duro di Bush sull'Iran), ma si danno i voti su quell'insopportabile ebbrezza che nasce dal dire la cosa giusta, nel momento giusto, al posto giusto e condivisa da tutti i giusti. E cioè: sto con Obama. E io no. ps ecco il link al mio pezzo sul giornale:http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=303354#/a.pic1?ID=303354 Scritto in Varie Commenti ( 72 ) » (17 votes, average: 3.41 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Oct 08 Quando la stampa è democratica Scoop, e strascoop. Ecco i fatti. Due settimane fa il premier convoca nel palazzo presidenziale tutti i più importanti editori del paese, nessuno escluso. E chiede loro l'appoggio per le misure appena varate dal governo per contrastare la crisi finanziaria e per ottenere dalla stampa nazionale un'iniezione di fiducia e di ottimismo. Non vengono chiamati i direttori, ma addirittura coloro che gli pagano lo stipendio. Urca, roba forte. Ma Berlusconi è forse impazzito? Il solito regime, anche la libertà di stampa va a farsi benedire. In che paese viviamo! Roba da matti e da operetta. Andiamo tutti in piazza, manifestiamo davanti a Palazzo chigi. E poi come mai non abbiamo avuto nessuna nota sullo scandaloso comportamento sulla stampa. Opsss. Non è stato Berlusconi e manco Letta. Ma il nostro democratico vicino, bambi Zapatero. Il 13 ottobre scorso ha convocato Ignacio Polanco (gruppo Prisa, proprietario del Pais e non solo), Antonio Fernandez Galiano (Unedisa della Rizzoli che pubblica tra l'altro El Mundo), Diego de Alcazar (Vocento che pubblica Abc) e anche Maunel Lara (Razon). El Confindencial ci racconta in un bel articolo della riunione: Zapatero ha chiesto agli editori oltre a tutto ciò che abbiamo già detto, di limitare al massimo le critiche, visto il momento difficile. Non ci si può fidare più neanche dei sani democratici. Scritto in Varie Commenti ( 29 ) » (13 votes, average: 3.69 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Oct 08 Anno Zero Due considerazioni sul "mostro". Sono stato invitato tre volte ad Anno Zero, da Michele Santoro. E per tre volte ci sono andato. Troppo poco per essere definito un amico di Santoro, troppo per non conoscere i meccanismi del programma. Santoro costruisce con abilità il programma su una tesi. Un po' come faceva l'adorato (da me) Giuliano Ferrrara ad 8emezzo (che oggi è diventato una schifezza, si intende il programma). Tra i due le distanze sono abissali, e non sto a ripetere chi mi è più congeniale. Però le critiche che gli sono state mosse ieri sera, sul fatto di non aver fatto parlare uno studente di destra, sono demenziali. Scusatemi: ma vogliamo forse un tribunale del popolo sulle ospitate tv? ma che cavolo di polemica è mai questa? Santoro non è fazioso è faziosissimo. e dunque, ovviamente, è più che criticabile per la gestione della trasmissione. Ma cerchiamo di essere seri. Ho ricevuto alcune proteste, affettuose, sulla mia partecipazione al programma. Non altrettante rimostranze mi sono arrivate per le mie comparsate ad Omnibus e a Raitre in contesti altrettanto poco lib. C'è evidentemente una ragione di numeri, visto che Santoro riesce a fare ascolti in modo ineguagliabile. Ma resta un tema di fondo: un giornalista lib-lib non deve partecipare a trasmissioni di sin-sin? e perchè? Ci sarebbe una sola buona ragione (e non è ovviamente detto che non capiti): non riuscire minimamente a dire la propria idea. Finora, nelle puntate di Anno Zero a cui ho partecipato, non è avvenuto. Ieri il leghista Cota ha parlato quanto Veltroni, se non di più. In un contesto decisamente ostile, ma per tutti. E ce lo siamo reciprocamente detti alla fine del programma. Il contesto è quello che è, è santoriano. ps: cari commensali, pensate alla "mitica" Gabanelli. A mio avviso il suo report è cento volte peggio di Anno Zero. la Gabba lavora a tesi, ma a differenza di Santoro, se le prepara e se le cucina da sola, senza neanche il più debole contradditorio. Altro che studende ablante di destra. Scritto in Varie Commenti ( 51 ) » (18 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Nato a Roma, vivo a Milano. Lavoro da qualche anno al Giornale e scrivo di economia e finanza. Tutti gli articoli di Nicola Porro su ilGiornale.it contatti Categorie Berlusconi IV (10) burocrazia (1) citazioni (3) finanza (11) pol economica (22) Varie (43) Ultime discussioni FINEDEIGIOCHI: AFFAMARE LA BESTIA La Burocrazia ( LA BESTIA ) si è trasformata in un vero e proprio apparato di... liberale: Diceva benissimo Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède e de Montesquieu, che secondo il clima che... liberale: matteo ringrazia chi negli anni 50 60 70 80 90 ha pensato solo alla crescita dell'economia e non ha... liberale: purtroppo in questo ventennio il diritto è stato surclassato dall'economia delegiferando anche dove... matteo: Comprare oggetti firmati ad un multiplo spaventoso del loro effettivo valore è da stupidi. Ricercare auto... 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I DISASTRI DELLA SCUOLA CHE PROMUOVE TUTTI (sezione: crisi)

( da "Lavoce.info" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

>I DISASTRI DELLA SCUOLA CHE PROMUOVE TUTTI di Salvatore Modica 24.03.2009 Se descrivessimo il sistema dell'istruzione in Italia con la terminologia della finanza, apparirebbe evidente che almeno al Sud avviene ogni anno un indiscriminato salvataggio dell'impresa-scuola, con una sopravvalutazione dell'attivo, ovvero delle competenze degli studenti diplomati. La conseguenza ûuna universitûfortemente sovradimensionata. Mentre sarebbe necessario ricominciare a investire nella scuola dell'obbligo, con risorse progettuali oltre che finanziarie. Per esempio, si potrebbero misurare i progressi non solo per anno, ma anche per materia. Con la crisi finanziaria, che in qualche modo ci coinvolge tutti, s'è imparato questo termine ?write-down?, che vuol dire ?scrivi un numero più basso?, riferito al valore contabile di un titolo sopravvalutato. S'è capito che a questo punto il write-down di cui avrebbero bisogno gli asset nell'attivo dei bilanci del settore finanziario è diventato talmente pauroso che quasi tutti concordano vada in qualche modo ammorbidito. D'altra parte, tutti concordano anche che va fatta chiarezza per riallocare le risorse facendo riemergere le attività più produttive e ridimensionando quelle meno produttive; questo è essenziale per la crescita che, come magistralmente sintetizzava Daron Acemoglu qualche settimana fa su queste colonne , è fatta di innovazione e riallocazione. SE LA SCUOLA FOSSE UN'IMPRESA C'è un altro write-down che stiamo evitando, quello del bilancio del settore istruzione al Sud Italia. Nel passivo di questo bilancio ci sono le partecipazioni degli azionisti, cioè i fondi versati dai contribuenti; nell'attivo c'è capitale umano. Non credo di essere il solo a sospettare che i valori dell'attivo comunicati all'azionista-contribuente siano sopravvalutati. E dunque si impone una riflessione su opportunità riallocative, come nel settore finanziario. Lo snodo più importante, anche per le sue implicazioni sul mercato del lavoro, è quello delle competenze certificate con il diploma di maturità. Insegno Economia politica al primo anno di Economia a Palermo e il primo esercizio del compito d'esame che ho assegnato qualche giorno faera ripreso da un testo di terza media: ?In una azienda ci sono 102 dipendenti, operai e impiegati. Se si tolgono i 3/4 di impiegati e i 2/7 di operai, il numero degli operai diventa doppio di quello degli impiegati. Quanti operai ci sono nella azienda??. (1) Dei trenta studenti presenti, che oltre a essere diplomati avevano già sostenuto l'esame di Matematica generale, due hanno risolto il problema.  Se l'azionista-contribuente chiedesse un write-down nel bilancio della scuola, per esempio stabilendo semplicemente quali esercizi del compito di maturità bisogna svolgere correttamente per essere promossi e inducendo gli insegnanti a non dichiarare il falso, provocherebbe il collasso dell'università al Sud. Il contribuente evita, pressato da vincoli di periodo breve. Ma così si impedisce una riallocazione di fondi per l'istruzione al Sud, importante per la crescita. Se il contribuente esigesse chiarezza nell'attivo, rappresentato dal capitale umano, del bilancio della scuola, sarebbe subito apparente che al Sud l'università è fortemente sovradimensionata. E che è necessario ricominciare a investire massicciamente nella scuola dell'obbligo, con risorse finanziarie ma soprattutto progettuali. L'università è sovradimensionata perché è gonfia di studenti che non hanno le competenze dichiarate nei loro diplomi. L'investimento nella scuola sarebbe opportuno per riallineare le competenze reali a quelle dichiarate. Ogni anno si provvede invece a una copertura indistinta dei costi del settore, a un ?bail-out? si direbbe in finanza, lasciando a coprirsi di muffa i compiti irrisolti dei promossi in uscita dalla scuola e affidando all'università il compito di verificare le competenze in entrata e integrarle. Così facendo si palesa una imbarazzante non approvazione del bilancio della scuola e si impiegano risorse in modo inefficiente. Ma soprattutto si sbaglia ad assegnare il controllo alla parte che ha incentivo a manipolarlo: perché l'università ha il preciso interesse di stabilire gli standard in modo da evitare proprio il ridimensionamento di cui avrebbe bisogno. UN PROGETTO PER LA SCUOLA È ovvio che non sarebbe possibile né desiderabile provocare un collasso repentino del sistema universitario. Si tratterebbe di ridurre gradualmente il numero degli ammessi all'università in base a valutazioni gradualmente più realistiche fornite dalla scuola. La direzione di miglioramento per l'università è dunque chiara: ridurre la dimensione ed elevare la qualità. Per la scuola il discorso è più complicato, perché passa per una difficile riflessione sugli obiettivi di quella dell'obbligo e sul come raggiungerli. Qui lo snodo critico è la media inferiore, dove la pratica del "tutti promossi" produce squilibri all'ingresso delle superiori. Questi squilibri si potrebbero correggere misurando i progressi non solo per anno, ma anche per materia: per esempio, la promozione sarebbe non alla seconda classe, ma al secondo livello di italiano. Alla fine della scuola dell'obbligo si avrebbero certificazioni di competenze di livello diverso nelle diverse materie. E da là, come avviene in Inghilterra, si accederebbe alla fase finale delle superiori se in possesso dei requisiti minimi stabiliti. Ciò renderebbe gli obiettivi più chiari, per lo studente e per la scuola. Al Sud, per esempio, capiremmo tutti che italiano, inglese, matematica e scienze sono beni di prima necessità. E che dieci materie alla media inferiore sono un bene di lusso.   (1)Illustrato con palline rosse e verdi il problema è a p. 317 di G. Flaccavento Romano, Realtà e Modelli. Soluzione: si asserisce che 5/7*Op.=2*1/4*Imp. da cui usando Op.+Imp.=102 si ottiene 60.

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Vinitaly, bere bene a poco: La sfida di Regione Lazio e Arsial (sezione: crisi)

( da "Velino.it, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO - Vinitaly, bere bene a poco: La sfida di Regione Lazio e Arsial Roma, 24 mar (Velino) - Eccellenza a un ottimo rapporto di qualità-prezzo sintetizzata dallo slogan “Bere bene a poco”. Questa la carta su cui puntano i vini del Lazio alla quarantatreesima edizione del Vinitaly in programma a Verona dal 2 al 6 aprile prossimi. Alla Fiera scaligera che ospita il più importante avvenimento del mondo dell?enologia italiana saranno presenti 85 aziende produttrici rappresentanti di tutte e cinque le province della regione: dalla campagna romana alla sabina, dal viterbese ai territori del pontino e del frusinate. A loro disposizione, come vetrina, un padiglione di 2640 metri quadrati che ospiterà una serie di iniziative, convegni e degustazioni. A fare il punto sui vini del Lazio al Vinitaly 2009 sono stati all?enoteca regionale di via Frattina, a Roma, Palatium (che sarà anche il nome del padiglione alla Fiera di Verona) l?assessore del Lazio all?Agricoltura Daniela Valentini e il commissario straordinario dell?Arsial (Agenzia regionale per lo sviluppo e l?innovazione dell?Agricoltura del Lazio), Massimo Pallottini. “La crisi c?è ed è una crisi difficile – ha sottolineato la Valentini –, anche per questo insieme all?Arsial e ai produttori abbiamo pensato di selezionare una gamma di vini con prezzi che vanno dai cinque ai dieci euro. Vini eccellenti che però sono accessibili a tutte le tasche. In questi anni – ha aggiunto l?assessore – abbiamo lavorato tantissimo per far crescere la qualità. Vogliamo diventare la regione dell?eccellenza. Non è un caso perciò se abbiamo detto no agli Ogm e abbiamo invece scelto il biologico”. Valentini ha ricordato come il Lazio possa contare su 26 doc, un Docg e 4 Igt e ha poi annunciato che “a giugno ci saranno i primi finanziamenti del Programma di sviluppo rurale (Psr)”, a cui si aggiungeranno una serie di progetti mirati nelle diverse province a sostegno dell?Agricoltura. Parlando della crisi finanziaria, Pallottini ha sottolineato come “l?agricoltura reagisce meglio di altri settori ma il vino soffre. E se i vini di fascia altissima non risentono della crisi quelli di fascia media sì”. A questo proposito il commissario dell?Arsial ha ricordato come “i dati sui consumi del vino nel 2008 indicano come nella grande distribuzione organizzata, cha rappresenta da sola il 60 per cento del mercato del vino, la vendita dei vini di qualità sia aumentata del 19,2 per cento a fronte di una diminuzione del 3,6 per cento di quelli con prezzi inferiori”. Per far fronte a una contrazione dei consumi il Lazio ha dunque scelto di proporre prodotti con un vantaggioso rapporto qualità-prezzo. “Proponiamo prezzi più bassi di quelli delle altre regioni e nello stesso tempo lanciamo il messaggio che si può bere bene spendendo poco - ha continuato Pallottini -. A Verona sarà riproposta inoltre con orgoglio anche l?enoteca regionale. Una realtà che ha avuto molto successo e che rientra in un progetto più ampio”. Non solo vino, comunque. Il Lazio sarà rappresentato anche al Sol (Salone internazionale dell'olio extravergine di qualità) che si terrà a Verona contemporaneamente al Vinitaly. “Quest?anno – ha assicurato la Valentini – sarà per noi l?anno dell?olio. Promuoveremo una serie di iniziative che faranno parlare molto dell?olio del Lazio”. (rog) 24 mar 2009 15:06

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Borse in frenata, Trichet: <Tassi giù> (sezione: crisi)

( da "Corriere.it" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

e 15 DIRIGENTI DI AIG RESTITUISCONO I BONUS Borse in frenata, Trichet: «Tassi giù» Dopo la fiammata iniziale, Piazza Affari gira in negativo. A Tokyo, il Nikkei guadagna il 3,3% CITTA' DEL MESSICO - I tassi d'interesse di Eurolandia possono essere tagliati ulteriormente, anche se le misure prese finora dalla Banca centrale europea sono «molto decise». Lo ha detto a Città del Messico Jean Claude Trichet. Il presidente della Bce ha spiegato che «i tassi principali non sono al loro livello minimo e potrebbero diminuire ulteriormente». Erkki Liikanen, membro del consiglio direttivo della Bce e responsabile della Banca di Finlandia, ha aggiunto che si possono abbassare «tutti i tassi chiave», aprendo di fatto la strada a un taglio del tasso sui depositi allo 0%. «La Bce - ha detto Liikanen - non ha ancora utilizzato tutto il suo spazio di manovra nella politica dei tassi d'interesse» e «questo riguarda tutti i tassi chiave». La Bce ha tagliato i tassi di 275 centesimi dallo scorso ottobre, portando il tasso principale sui rifinanziamenti all'1,50%. Il tasso sui depositi è fissato un punto percentuale al di sotto del tasso principale, ed è ora allo 0,5%. Un eventuale taglio dei tassi di mezzo punto porterebbe dunque allo zero il tasso sui depositi, che è quello con cui la Bce remunera la liquidità in eccesso depositata sui suoi conti dalle banche commerciali. LE BORSE - Nel frattempo, dopo la fiammata iniziale, le Borse europee hanno virato in negativo. Piazza Affari, penalizzata dall'inversione di rotta di alcuni titoli del comparto finanziario come Unicredit (-2%), Mediobanca (-2,5%) e Intesa Sanpaolo (-3,1%), è scivolata in territorio negativo. Il Mibtel cede lo 0,22%, l'S&P/Mib lo 0,31%, mentre l'All Stars guadagna lo 0,64%, a fronte. Proseguono in deciso rialzo invece Mediolanum (+8,1%), Bpm (+2,4%) e Banco Popolare (+7,8%) in attesa dei conti. Frenata anche sulle altre piazze europee: Parigi ha ridotto i guadagni allo 0,25% e Francoforte allo 0,3%, mentre Londra perde lo 0,9%. IN ASIA - Una giornata nervosa, quella sulle piazze del Vecchio Continente, nonostante i decisi rialzi realizzati sulle Borse asiatiche che hanno reagito con euforia al piano statunitense per rilevare gli asset tossici degli istituti finanziari. A Tokyo, l'indice Nikkei dei 225 titoli guida ha guadagnato 272,77 punti, pari al 3,32 %, salendo a 8.488,30 punti. Positivi anche i mercati di Shanghai, Taiwan, Australia e India (+2,62%). Nonostante l'entusiasmo dei trader, che sperano nella fine della peggiore crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione, gli analisti però restano cauti. «Alla fine i giochi non cambieranno anche se il piano sarà implementato perfettamente. E si tratta di un grande "se"», ha avvertito Kirby Daley, di Newedge Group a Hong Kong. PETROLIO - Il piano salva-banche Usa incide anche sul prezzo del petrolio. A New York il greggio ha terminato le contrattazioni in forte rialzo. Il light crude ha chiuso in progresso di 1,73 dollari a 53,80 dollari al barile, dopo aver toccato un massimo di seduta a 54,05 dollari al barile, il picco di quattro mesi. In calo il prezzo del petrolio greggio in Asia, dopo il rialzo a New York. Nel dopomercato elettronico che fa riferimento al Nymex, la Borsa merci di New York, a Singapore il greggio "light sweet" per consegna a maggio è stato trattato a mezzogiorno, ora locale, a 53,54 dollari a barile, con un ribasso di 0,26 dollari sulle quotazioni di New York. AIG - Nel frattempo negli Stati Uniti, quindici dei 20 alti dirigenti di Aig, che avevano ricevuto importanti bonus dall'azienda assicuratrice statunitense, hanno accettato di restituire la totalità delle contestate somme percepite, pari a circa 50 milioni di dollari. Lo ha annunciato il procuratore generale dello stato di New York, Andrew Cuomo. L'impegno riguarda 50 milioni di dollari (36,6 milioni di euro) sui 165 milioni di dollari (121 milioni di euro) accordati la settimana scorsa dal gruppo, salvato da settembre e a più riprese con fondi per 170 miliardi di dollari (124 miliardi di euro) di aiuti federali. stampa |

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Salute/ Rapporto Oms: stabile numero nuovi casi di Tbc nel (sezione: crisi)

( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Roma, 24 mar. (Apcom) - Secondo un nuovo rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità "2009 Global TB Control Report", il numero totale di nuovi casi di tubercolosi nel mondo è rimasto stabile rispetto al 2007 e la percentuale della popolazione mondiale che si è ammalata di Tbc ha continuato lentamente a diminuire, come era stato già osservato nel 2004. Tuttavia il rapporto, presentato in concomitanza con la Giornata mondiale della lotta contro la tubercolosi, rivela che un decesso su quattro dovuto alla tubercolosi è associato all'infezione Hiv, più di quanto si era previsto. Nel 2007 secondo le stime, i nuovi casi di tubercolosi tra gli infettati dal virus dell'Aids erano 1,37 milioni e 456.000 le morti. Questi numeri riflettono un miglioramento della qualità dei dati territoriali, che ora sono più rappresentativi della realtà e più disponibili da parte di molti paesi rispetto agli anni precedenti. "Questi risultati - commenta Margaret Chan, direttore generale dell'Oms - ci dicono che è urgente scoprire, prevenire e curare la tubercolosi in persone che convivono con l'Hiv e sottoporre al test per l'Hiv tutti i pazienti con la Tbc al fine di fare prevenzione, terapie e assistenza. Quello che i paesi possono fare è agire attraverso programmi di collaborazione più incisivi e sistemi sanitari più forti che affrontino tutte e due le malattie". Il rapporto rivela un picco dei test per il virus Hiv tra i malati di tubercolosi specialmente in Africa. Nel 2004, nella regione, solo il 4% dei pazienti con TB sono stati sottoposti al test Hiv; nel 2007 questa percentuale è salita al 37% con molti paesi che hanno testato più del 75% di malati con TB per controllare se erano stati infettati anche dall'Hiv. Dato l'aumento dei tests tra i pazienti malati di TB, ora molta più gente sta ricevendo trattamenti sanitari più idonei alla loro condizione, anche se si tratta ancora di una frazione bassa rispetto a quanti ne avrebbero bisogno. Nel 2007, 200mila persone con tubercolosi sieropositive sono state trattate con co-trimoxazole per prevenire infezioni opportunistiche e 100mila hanno ricevuto terapie antiretrovirali. "Dobbiamo impedire che le persone con l'Hiv muoiano di tubercolosi - ha affermato Michel Sidibe, direttore esecutivo di Unaids - L'accesso universale alla prevenzione dell'Aids, alle terapie, all'assistenza e al supporto devono includere anche la prevenzione alla tubercolosi, alla diagnosi e al trattamento. Quando i servizi sanitari per l'Hiv e per la tubercolosi saranno uniti, si potranno salvare molte vite". Secondo il rapporto, la co-infezione TB/HIV e le forme farmacoresistenti della tubercolosi rappresentano la sfida più grande. Nel 2007 500mila persone erano ammalate della forma resistente ai farmaci di tubercolosi (MDR-TB), ma meno dell'1% di loro hanno ricevuto trattamenti secondo gli standard raccomandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Data l'attuale crisi finanziaria, il rapporto manifesta preoccupazione sul protrarsi della carenza di finanziamenti. 94 paesi nei quali si verificano il 93% dei casi di Tbc di tutto il mondo hanno fornito per il rapporto dati finanziari. Il completo finanziamento del Global Plan to Stop TB farà raggiungere l'obiettivo di dimezzare i casi di TB e le morti ai livelli del 1990 per il 2015. "Negli ultimi anni abbiamo fatto grandi progressi sia contro la TB che contro l'Hiv - ha detto Michel Kazatchkine, executive director del "Global Fund to Fight Aids, Tuberculosis and Malaria" - ma la tubercolosi continua ad uccidere di più le persone con Hiv che quelle con altre malattie. La crisi finanziaria non deve far deviare il Global Plan to Stop TB. Ora è tempo di ottenere finanziamenti per fare interventi efficaci per la prevenzione, il trattamento e l'assistenza ai malati di TB in tutto il mondo". La pubblicazione del rapporto coincide con la Giornata Mondiale della lotta contro la tubercolosi e con il terzo incontro dei rappresentanti del Forum Stop TB che si tiene a Rio de Janeiro La prossima settimana autorità sanitarie e ministri si riuniranno a Pechino in un meeting organizzato dall'Omd, dal ministro della Salute della Repubblica Popolare cinese e dalla Fondazione Bill & Melinda Gates, con lo scopo di impegnarsi per azioni e finanziamenti finalizzati alla ricerca di nuovi farmaci per la tubercolosi farmacoresistente.

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Ridurre le emissioni di gas serra In data 4 febbraio 2009 il Parlamento Europeo, riunito... (sezione: crisi)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Martedì 24 Marzo 2009, Ridurre le emissioni di gas serra In data 4 febbraio 2009 il Parlamento Europeo, riunito in sessione plenaria, ha approvato con 570 voti favorevoli, 78 contrari e 24 astenuti, un documento relativo alla politica dell'UE contro il cambiamento climatico. La relazione, dal titolo "2050: il futuro inizia oggi - Raccomandazioni per una futura politica integrata dell'UE sul cambiamento climatico" è stata presentata da Karl-Heinz Florenz (Ppe/De), ed è frutto di 21 mesi di lavoro dell'apposita commissione presieduta dall'europarlamentare Guido Sacconi del Pd (Pse/It). Con questa votazione il Parlamento sottolinea anzitutto l'urgenza di integrare il riscaldamento globale e il conseguente cambiamento climatico in tutti i settori e in tutte le decisioni politiche, adottando un approccio integrato nella legislazione comunitaria. Questo perché "il cambiamento climatico è più rapido e più grave nei suoi effetti avversi di quanto si potesse pensare". Alcune delle azioni previste nel documento sono: 1) incoraggiare la promozione di stili di vita e schemi di consumo in linea con lo sviluppo sostenibile e la riduzione delle emissioni, ad esempio sviluppando un'informativa sul contenuto carbonico di prodotti e servizi; 2) alla luce della crisi finanziaria, gli investimenti per sostenere la crescita economica devono considerare la necessità di promuovere le tecnologie verdi; 3) ribadisce l'esigenza di fissare per l'Ue e gli altri paesi industrializzati un obiettivo a medio termine di riduzione delle emissioni dei gas serra del 25-40% entro il 2020 e un obiettivo a lungo termine dell'80% entro il 2050 (come previsto anche dal presidente Usa); 4) sottolinea il ruolo dell'innovazione, anche per la crescita economica e dell'occupazione, e propone misure nel settore dell'istruzione, della formazione e della comunicazione; 5) chiede di incrementare i finanziamenti per la ricerca sulla fattibilità tecnologica della fusione nucleare nel reattore di ricerca Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor, il reattore deuterio-trizio, che verrà costruito nel Sud della Francia); 6) promuovere e finanziare infrastrutture efficienti di trasporto sostenibile, in grado di ridurre le emissioni di carbonio; 7) promuovere l'efficienza energetica con l'obiettivo di giungere ad un consumo netto di energia nullo negli edifici privati, commerciali e pubblici; 8) promuovere la produzione e il consumo di cibo locale e regionale. In sostanza, con questa votazione a larga maggioranza, il Parlamento Europeo riconosce che occorre ridurre drasticamente le emissioni di gas serra per non aggravare ulteriormente il problema del cambiamento climatico. Per sottolineare meglio la questione, riporto una frase del sopra citato Guido Sacconi: «Serve sempre più un'Unione che lavori per un futuro che consolidi la tutela dei diritti delle persone e dell'ambiente. Un'Europa della pace e di uno sviluppo armonioso e durevole, capace di percorrere passi da gigante nella nuova frontiera di una terza rivoluzione industriale dopo quella del carbone e del petrolio: quella delle tecnologie pulite». Ora non si capisce come mai a livello comunitario un autorevole esponente del Pd esprime una posizione così chiara e netta, mentre a livello regionale e provinciale, i vari Giaretta, Frigo, Azzi, Frigato si sono espressi nettamente a favore della riconversione a carbone della centrale. La quale, sia detto per inciso e con molta chiarezza, non può inquinare meno di una centrale a gas, a parità di tecnologie moderne adottate. Non solo, ci sarà un aumento della produzione di CO2, perché non è applicabile a Porto Tolle la tecnologia della cattura e sequestro, se non forse su piccola scala sperimentale. E' da capire quindi dove l'Enel troverà le quote di emissioni, per le oltre 13 milioni di tonnellate anno previste. Speriamo che seppure lentamente, si comprenda che il cambiamento climatico è un problema reale e non un'invenzione degli ambientalisti, e si inizi a pensare e costruire il futuro auspicato dall'onorevole Sacconi e dai 570 parlamentari europei appartenenti indifferentemente a tutti gli schieramenti politici. Gabriele Zecchin Rovigo Un grazie sentito per la collaborazione Dopo due settimane di riprese sul Delta, la troupe del film "La Prima Linea" di Renato de Maria, con Ricardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno, produzione Lucky red s.r.l. di A.Occhipinti, ha lasciato il Polesine per dirigersi a Roma dove finirà la lavorazione dell'opera. Con la presente, la produzione e lo staff organizzativo vuole ringraziare tutte le persone incontrate in questi giorni di riprese. Un particolare ringraziamento ai comuni e alle amministrazioni che ci hanno accolto con grande disponibilità e professionalità. Vogliamo ricordare i comuni toccati dal film e di cui alcune zone rimarranno impresse nell' opera di De Maria quali : il comune di Porto Tolle, il comune di Adria, il comune di Corbola, Il comune di Taglio di Po, il comune di Porto Viro, il comune di Ariano Polesine e il comune di Rosolina, E soprattutto vogliamo ringraziare tutta la popolazione per il trasporto, la partecipazione e la pazienza con cui hanno accompagnato la troupe e gli attori attraverso i paesaggi e gli scorci magnifici di questa parte d'Italia. Lucky Red s.r.l. Roma

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Pop. Vesuviana, 2008 positivo (sezione: crisi)

( da "Denaro, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

News credito Pop. Vesuviana, 2008 positivo Il presidente Carbone: I clienti ci dànno fiducia, i depositi crescono Sergio Governale La Banca Popolare Vesuviana archivia l'esercizio 2008 confermando gli stessi livelli di redditività dell'anno precedente. Soltanto l'utile netto cala da 689mila a 40mila euro per accantonamenti che il presidente Angelo Carbone definisce "ultraprudenziali" in quest'epoca di forte crisi finanziaria ed economica. Gli impieghi crescono dell'8 per cento circa rispetto al 2007 e la raccolta del 20 per cento. "Questo significa - precisa il numero uno dell'istituto di San Giuseppe Vesuviano - che la clientela ci sta dando fiducia". Intanto il nuovo direttore generale è Vincenzo Lopriore, ex capo area di Campania e Basilicata di Bnl. Sostituisce Ettore Baduel, in pensione da ottobre scorso. del 24-03-2009 num.

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SUDAFRICA/ BANCA CENTRALE ABBASSA A 9,5% IL TASSO DI RIFERIMENTO (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Sudafrica/ Banca centrale abbassa a 9,5% il tasso di riferimento di Apcom Per la terza volta dallo scorso dicembre -->Johannesburg, 24 mar. (Apcom) - La Banca centrale sudafricana ha abbassato oggi il suo tasso di riferimento di un punto al 9,5%, per la terza volta consecutiva dallo scorso dicembre, alla luce di un miglioramento dei dati sull'inflazione e della crisi finanziaria mondiale. Il direttore della Banca centrale, Tito Moweni, ha precisato che questo nuovo ribasso, effettivo da domani, è stato deciso "in un contesto di rallentamento dell'economia mondiale e nazionale così come di un miglioramento a medio termine delle prospettive sull'inflazione". "La debolezza della domanda mondiale si riflette sulle esportazioni sudafricane", ha spiegato. La Banca centrale ha ridotto per la prima volta il tasso di riferimento lo scorso dicembre di mezzo punto, per poi tagliarlo ancora di un punto a inizio febbraio. L'istituzione, che si prefigge di contenere l'inflazione tra il 3% e 6%, aveva aumentato il tasso sei volte tra giugno 2007 e dicembre 2008, per tentare di contenere l'aumento dei prezzi, sostenuto dai rincari di petrolio e generi alimentari. Tuttavia, il costo elevato del credito, unito a un'inflazione che riduce il potere di acquisto delle famiglie, ha causato grossi problemi ai singoli e un crollo della vendita delle autovetture. La Banca centrale deve anche tener conto di un netto rallentamento della crescita, dovuto in parte alla crisi mondiale, in parte alla mancanza di infrastrutture e al costo elevato del credito. A partire da settembre, l'inflazione ha cominciato a rallentare dopo il livello record del 13,7% raggiunto ad agosto, il più alto degli ultimi sei anni. A gennaio, il tasso di inflazione annuale era pari all'8,1%. (fonte Afp)

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SALUTE/ RAPPORTO OMS: STABILE NUMERO NUOVI CASI DI TBC NEL MONDO (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Salute/ Rapporto Oms: stabile numero nuovi casi di Tbc nel mondo di Apcom Rispetto al 2007. Ma un decesso su 4 è associato all'Hiv -->Roma, 24 mar. (Apcom) - Secondo un nuovo rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità "2009 Global TB Control Report", il numero totale di nuovi casi di tubercolosi nel mondo è rimasto stabile rispetto al 2007 e la percentuale della popolazione mondiale che si è ammalata di Tbc ha continuato lentamente a diminuire, come era stato già osservato nel 2004. Tuttavia il rapporto, presentato in concomitanza con la Giornata mondiale della lotta contro la tubercolosi, rivela che un decesso su quattro dovuto alla tubercolosi è associato all'infezione Hiv, più di quanto si era previsto. Nel 2007 secondo le stime, i nuovi casi di tubercolosi tra gli infettati dal virus dell'Aids erano 1,37 milioni e 456.000 le morti. Questi numeri riflettono un miglioramento della qualità dei dati territoriali, che ora sono più rappresentativi della realtà e più disponibili da parte di molti paesi rispetto agli anni precedenti. "Questi risultati - commenta Margaret Chan, direttore generale dell'Oms - ci dicono che è urgente scoprire, prevenire e curare la tubercolosi in persone che convivono con l'Hiv e sottoporre al test per l'Hiv tutti i pazienti con la Tbc al fine di fare prevenzione, terapie e assistenza. Quello che i paesi possono fare è agire attraverso programmi di collaborazione più incisivi e sistemi sanitari più forti che affrontino tutte e due le malattie". Il rapporto rivela un picco dei test per il virus Hiv tra i malati di tubercolosi specialmente in Africa. Nel 2004, nella regione, solo il 4% dei pazienti con TB sono stati sottoposti al test Hiv; nel 2007 questa percentuale è salita al 37% con molti paesi che hanno testato più del 75% di malati con TB per controllare se erano stati infettati anche dall'Hiv. Dato l'aumento dei tests tra i pazienti malati di TB, ora molta più gente sta ricevendo trattamenti sanitari più idonei alla loro condizione, anche se si tratta ancora di una frazione bassa rispetto a quanti ne avrebbero bisogno. Nel 2007, 200mila persone con tubercolosi sieropositive sono state trattate con co-trimoxazole per prevenire infezioni opportunistiche e 100mila hanno ricevuto terapie antiretrovirali. "Dobbiamo impedire che le persone con l'Hiv muoiano di tubercolosi - ha affermato Michel Sidibe, direttore esecutivo di Unaids - L'accesso universale alla prevenzione dell'Aids, alle terapie, all'assistenza e al supporto devono includere anche la prevenzione alla tubercolosi, alla diagnosi e al trattamento. Quando i servizi sanitari per l'Hiv e per la tubercolosi saranno uniti, si potranno salvare molte vite". Secondo il rapporto, la co-infezione TB/HIV e le forme farmacoresistenti della tubercolosi rappresentano la sfida più grande. Nel 2007 500mila persone erano ammalate della forma resistente ai farmaci di tubercolosi (MDR-TB), ma meno dell'1% di loro hanno ricevuto trattamenti secondo gli standard raccomandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Data l'attuale crisi finanziaria, il rapporto manifesta preoccupazione sul protrarsi della carenza di finanziamenti. 94 paesi nei quali si verificano il 93% dei casi di Tbc di tutto il mondo hanno fornito per il rapporto dati finanziari. Il completo finanziamento del Global Plan to Stop TB farà raggiungere l'obiettivo di dimezzare i casi di TB e le morti ai livelli del 1990 per il 2015. "Negli ultimi anni abbiamo fatto grandi progressi sia contro la TB che contro l'Hiv - ha detto Michel Kazatchkine, executive director del "Global Fund to Fight Aids, Tuberculosis and Malaria" - ma la tubercolosi continua ad uccidere di più le persone con Hiv che quelle con altre malattie. La crisi finanziaria non deve far deviare il Global Plan to Stop TB. Ora è tempo di ottenere finanziamenti per fare interventi efficaci per la prevenzione, il trattamento e l'assistenza ai malati di TB in tutto il mondo". La pubblicazione del rapporto coincide con la Giornata Mondiale della lotta contro la tubercolosi e con il terzo incontro dei rappresentanti del Forum Stop TB che si tiene a Rio de Janeiro La prossima settimana autorità sanitarie e ministri si riuniranno a Pechino in un meeting organizzato dall'Omd, dal ministro della Salute della Repubblica Popolare cinese e dalla Fondazione Bill & Melinda Gates, con lo scopo di impegnarsi per azioni e finanziamenti finalizzati alla ricerca di nuovi farmaci per la tubercolosi farmacoresistente.

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Tbc-Hiv, i casi raddoppiano (sezione: crisi)

( da "Galileo" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

24 Marzo 09Diritti umani | GIORNATA MONDIALE CONTRO LA TBC Tbc-Hiv, i casi raddoppiano Il 25% delle morti per Tbc sono correlate alla infezione da Hiv. Il doppio rispetto a quanto stimato nel 2007. Dal nuovo rapporto dell?Oms Il numero totale dei casi di tubercolosi nel mondo sembra essersi stabilizzato e quello di nuove infezioni continua a scendere, seppur lentamente, come era stato osservato nel 2004. Ma da quando i test per l?Aids sono condotti sulla popolazione di malati di Tbc in modo più sistematico, i casi di co-infezione tubercolosi-Hiv risultano molto più frequenti di quanto si sospettasse: nel 2007, almeno una persona su quattro deceduta per tubercolosi risultava sieropositiva al test Hiv. Il doppio rispetto all?ultima rilevazione. è quanto emerge dal Global TB Control Report, realizzato dall?Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e presentato oggi in occasione della giornata mondiale contro la Tbc (qui il link al documento e ai dati). L'informazione sulla stretta relazione tra le infezioni, che riflette un miglioramento del sistema di raccolta dati, mette in evidenza la necessità urgente di prevenire, individuare e trattare la tubercolosi in persone con Hiv e di condurre test per il virus su tutti i pazienti con Tbc, come sottolinea Margaret Chan, Direttore Generale dell?Oms. Nel 2004 infatti, appena il 4 per cento dei pazienti con Tbc in Africa era stato testato anche per l?Hiv. Già tre anni dopo, però, il numero era salito al 37 per cento, con molte nazioni in cui s toccava il 75 per cento. Grazie a questo, nel 2007, circa 200.000 pazienti con Hiv e Tbc sono stati trattati con cotrimoxazolo per prevenire altre infezioni e 100.000 hanno ricevuto la terapia anti-retrovirale. “Dobbiamo impedire che le persone con Hiv muoiano di tubercolosi”, ha dichiarato Michel Sidibe di Unaids (il programma delle Nazioni Unite contro la malattia): “Garantire un trattamento combinato per entrambe significa salvare vite”. Per l?Oms, la confezione Hiv-Tbc e la Tbc resistente ai farmaci rappresentano le sfide più difficili del prossimo futuro. Sappiamo, per esempio, che ci sono almeno 500.000 persone con Tbc farmaco-resistente, ma solo l?1 per cento di queste riceve le cure raccomandate dalle linee guida dell?Oms. Purtroppo a gravare su questa situazione c?è anche la crisi finanziaria mondiale: i fondi necessari a raggiungere l?obiettivo fissato per il 2009 dal Piano globale di intervento contro la Tbc sono già in deficit di 1,5 miliardi di dollari. (r.s)

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*** Usa: Geithner chiede autorita' su finanziarie non bancarie (sezione: crisi)

( da "TgFin.it" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

*** Usa: Geithner chiede autorita' su finanziarie non bancarie Il Governo potra' decidere se pilotarle in bancarotta (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 24 mar - Il Segretario del Tesoro, Timothy Geithner, ha chiesto oggi al Congresso un provvedimento che consenta al governo di "commissariare" le istituzioni finanziarie non bancarie il cui collasso mette a rischio l'intero sistema. Un'autorita' questa gia' richiesta anche dal governatore della Fed, Ben Bernanke, secondo cui il collasso di Aig a settembre avrebbe potuto provocare una crisi finanziaria tipo anni Trenta. Il governo, ha detto Geithner, deve poter intervenire anche nel caso di istituzioni non bancarie e assumerne il controllo in caso di grave rischio sistemico mettendole sotto tutela e evitandone un ricorso alla bancarotta dannoso per l'intera economia. cop (RADIOCOR) 24-03-09 15:42:03 (0231) 5 NNNN

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Savona: un milione e mezzo di euro per rilanciare le imprese (sezione: crisi)

( da "Savona news" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Savona: un milione e mezzo di euro per rilanciare le imprese La Camera di Commercio vara un intervento straordinario per consentire alle imprese di ricorrere più facilmente al credito bancario. Il primo tassello di questo programma consiste nella previsione di un milione di euro sotto forma di controgaranzie da mettere a disposizione dei Consorzi fidi locali che potranno così aumentare dal 50% fino all?80% la loro percentuale di garanzia offerta alle banche a fronte dei finanziamenti richiesti dalle imprese. Così facendo i Confidi avranno una maggiore possibilità di negoziare con il sistema bancario sia l?allungamento del periodo di rimborso dei prestiti (dagli attuali 5 anni fino a 8-10 anni) con la conseguente diminuzione dell?importo delle rate a carico delle imprese, sia l?abbattimento dello spread applicato dagli istituti di credito, grazie all?aumento della garanzia di primo grado, fino a raggiungere un costo finale compreso tra il 3% ed il 3,5%. L?intervento camerale sotto forma di controgaranzia si applica in pratica a tutte le operazioni aziendali per cui le imprese hanno necessità di ricorrere al credito bancario, soprattutto in un momento particolare come quello attuale caratterizzato da una profonda crisi economica e finanziaria. In particolare le operazioni finanziate riguardano il consolidamento dell?indebitamento a breve termine aziendale (da trasformare in passività a medio-lungo termine); i finanziamenti destinati alla gestione della liquidità per tutte le esigenze connesse al funzionamento dell?azienda (come il pagamento degli F24, dei fornitori, l?acquisto di scorte, l?ampliamento di linee di credito, destinate all?anticipazione delle fatture emesse verso i clienti). Un secondo plafond di 300 mila euro servirà invece a rafforzare la consistenza patrimoniale dei consorzi fidi, un?esigenza rappresentata con forza dalle categorie economiche e per la quale la Camera savonese si è già adoperata per promuovere un intervento coordinato a livello regionale tra la stessa Regione, l?Unioncamere Liguri e le associazioni di categoria dei diversi settori economici. La Camera di Commercio contribuirà infine con un terzo stanziamento di circa 200 mila euro all?iniziativa congiunta tra Regione, Unioncamere Liguria e Camere di Commercio liguri che metteranno a disposizione dei Confidi della regione un plafond di risorse pari a 3 milioni e 200 mila euro per favorire la concessione di prestiti alle imprese della Liguria. In questo ambito, il plafond della CCIAA di Savona, sarà canalizzato prioritariamente a beneficio delle imprese operanti nella provincia di Savona. ?L?intervento della CCIAA ? spiega il presidente Giancarlo Grasso ? è la sintesi di Lungo e approfondito iter di confronto con i consiglieri e con i rappresentanti delle associazioni di categoria nonché con i rappresentanti degli istituti di credito che ha preso il via nell?autunno dell?anno scorso. Tra la fine di ottobre e metà gennaio del 2009 abbiamo infatti organizzato oltre una decina di incontri dedicati al problema delle conseguenze della crisi finanziaria mondiale sull?economia locale. Le iniziative decise dalla Camera di Commercio sono perciò maturate attraverso un accurato processo di analisi e di concertazione con tutti gli operatori coinvolti?.

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Il piano Geithner e la vittoria di Wall Street su Obama (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il piano Geithner e la vittoria di Wall Street su Obama PRIMO PIANO, clicca qui per leggere la rassegna di ilsussidiario.net , 24.03.2009 17:42 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! I banchieri di Wall Street: a) hanno violato le regole della prudente gestione - e in qualche caso del codice penale - e hanno lasciato milioni di persone senza casa in America e senza risparmi in tutto il mondo; b) hanno intascato nel contempo stipendi e bonus fantamilionari, in qualche caso trasferendoli direttamente dalle tasche altrui. Gli stessi banchieri pretendono ora: a) di essere salvati grazie alle tasse pagate dei medesimi danneggiati (che quindi beneficeranno di minor spesa sociale e diventeranno cittadini di uno Stato più indebitato); b) di non rispondere né in via finanziaria né tanto meno in via giudiziaria dei danni causati (salvo benefici - rigorosamente fiscali - ad hoc per gli investitori super-Vip dei fondi Madoff); c) di proseguire indisturbati a gestire i mercati senza restrizioni per il futuro: anzitutto - ancora una volta - sui loro bonus. Se sottoscrivete la sostanza di questo schema interpretativo, c'è il caso che veniate subito catalogati come manichei, demagogici, ?giustizialisti? della crisi finanziaria, pericolosi ?antimercatisti?. Più oggettivamente è probabile che vi troviate oggi tra coloro che hanno storto la bocca di fronte al ?piano Geithner? annunciato ieri sera a Washington come ?soluzione finale? della crisi bancaria. Sareste comunque in buona compagnia: ad esempio con il Nobel per l'Economia 2008 Paul Krugman che sul New York Times ha criticato l'amministrazione Obama per essersi mostrata «troppo dipendente» dall'establishment finanziario. Potreste trovarvi d'accordo anche con gli analisti del Credit Suisse che - un'ora dopo il comunicato del Tesoro Usa - hanno subito mandato in rete tutto il loro ?scetticismo? tecnico sull'impatto del piano e hanno ribadito la loro preferenza per la ricapitalizzazione delle banche piuttosto che per la maxi-ripulitura di titoli tossici. Non segue pagina >>

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L'Europa conclude una giornata erratica (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

L'Europa conclude una giornata erratica (Teleborsa) - Roma, 24 mar - Chiusura contrastata per le principali borse europee, che hanno visto le quotazioni sgonfiarsi a met mattinata, dopo un buon esordio. Zurigo conclude la giornata di contrattazioni con un incremento dello 0,67% a 4926,05 punti, Parigi con un vantaggio dello 0,17% a 2874,39 punti ed Amsterdam con un progresso dello 0,26% a 221,47 punti. Bene anche Francoforte +0,26% a 4187,36 punti e Madrid +0,55% a quota 7996.Note dolenti per la piazza di Bruxelles che ha chiuso con in ribasso dello -0,27% a 1749,29 punti e per quella di Londra che si attestata come la peggiore tra le borse del Vecchio Continente perdendo l'1,15% a 3907,4 punti. A smorzare i toni ha contribuito anche l'andamento della borsa USA, in ribasso sulla scia dei titoli bancari e finanziari che hanno abbandonato l'euforia di ieri. A livello settoriale, in Eurolandia, hanno ceduto terreno le risorse di base (-2,37), gli assicurativi (-1,43)e le banche (-1,43), esattamente i settori che ieri avevano guidato il rally. Male anche gli energetici che hanno chiuso con un ribasso dell'1,22%. Guadagnano invece gli alimentari ed i retail, rispettivamente il 2,29% e l'1,70%. Tra le singole note in evidenza Credit Suisse, che ha detto di avere iniziato bene il 2009 e di essersi posizionata in modo da essere "meno suscettibile al trend negativo del mercato". In focus anche Swiss Life, che si detta favorevole ad instaurare una partnership con la Talanx, societ tedesca di assicurazioni. La Deutsche Bank ha affermato di non aver bisogno di nuovi capitali e di attendersi un ritorno alla profittabilit nel 2009, grazie al buon inizio d'anno. L'istituto di credito ha per annunciato di non escludere tagli al personale per combattere la crisi finanziaria globale. ArcelorMittal ha lanciato un bond convertibile da 1,1 miliardi di euro. In difficolt il titolo Getinge sulla piazza svedese, dopo aver trovato delle irregolarit nei conti della sua controllata francese HNE Medical SAS. In bella mostra il gruppo francese Alcatel-Lucent, che ha annunciato un contratto di collaborazione con la spagnola Telefonica relativo ad un ampio progetto sulla pubblicit a piattaforma IPTV interattiva. Il titolo sulla borsa di Parigi ha guadagnato il 13,15%. Sul fronte di politica economica la Commissione UE ha annunciato oggi le date entro le quali vi dovr essere un riallineamento dei deficit dei Paesi per i quali aveva aperto di recente la procedura di deficit eccessivo. La deadline per la correzione dei rispettivi deficit viene fissata al 2010 per la Grecia ed al 2012 per Francia e Spagna. Un tempo pi lungo stato previsto per il Regno Unito e per l'Irlanda, con scadenza al 2013. Si di Bruxelles al piano francese modificato che prevede iniezione di capitale pubblico. I cambiamenti chiesti da Bruxelles riguardano la remunerazione e il rimborso delle azioni preferenziali in modo che il totale da rimborsare aumenta in misura significativa con il passare del tempo. 24/03/2009 - 17:44

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Ricavi in calo nel 2008 per Poligrafici Editoriale (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Ricavi in calo nel 2008 per Poligrafici Editoriale (Teleborsa) - Roma, 24 mar - Poligrafici Editoriale ha archiviato il bilancio 2008 con ricavi consolidati per 258,3 milioni euro, contro i 262,5 milioni di euro registrati nell'esercizio 2007. Il margine operativo lordo consolidato e ammontato a 9,3 milioni di euro, in linea con il precedente esercizio, realizzando un miglioramento di 3,6 milioni di euro sul dato 2007 normalizzato. Il piano biennale di riorganizzazione del personale produttivo ed impiegatizio, conclusosi il 31 dicembre 2008, ha fatto registrare un minor costo del lavoro per oltre 8 milioni di euro annui. Il Consiglio di Ammministrazione di Poligrafici Editoriale, ha proposto il rinnovo dell'autorizzazione per l'acquisto fino al 5% di azioni proprie e fino al 2% di azioni della controllante Monrif S.p.A.. I risultati di gestione dell'esercizio 2008 sono stati condizionati negativamente dal difficile contesto economico mondiale e dalla grave crisi finanziaria internazionale. 24/03/2009 - 17:20

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Agricoltura, accordo MPS e CreditAgri Coldiretti su credito (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Agricoltura, accordo MPS e CreditAgri Coldiretti su credito (Teleborsa) - Roma, 24 mar - E' stato siglato l'accordo quadro tra il Gruppo Montepaschi e CreditAgri Coldiretti che sancisce l'avvio di una partnership finalizzata al miglioramento nell'accesso al credito per le imprese, la messa a punto di prodotti e servizi della Banca specifici per il comparto e l'allineamento dei processi necessari alla valutazione creditizia delle richieste di finanziamento delle imprese agricole. L'accordo quadro costituisce la base progettuale per la sottoscrizione delle convenzioni operative che i Confidi e le societ di servizio di CreditAgri andranno a sottoscrivere con le Banche del Gruppo, a partire da Banca Antonveneta che nei prossimi giorni andr a stipulare i primi accordi. Il Presidente di CreditAgri Coldiretti Giorgio Piazza ha sottolineato l'importanza del settore agricolo che, soprattutto nell'attuale scenario di forte crisi finanziaria, si ripropone come direttrice di sviluppo per l'economia "reale" attraendo molti giovani imprenditori che trovano ottime motivazioni per iniziare l'attivit nel settore. Da qui la necessit di assistere le imprese, vecchie e nuove, con servizi all'avanguardia e che consentano un accesso al credito funzionale alle loro aspettative. Il Responsabile Nazionale Credito e Confidi di Coldiretti Roberto Grassa ha ricordato le linee strategiche che condurranno il sistema dei Confidi dell'associazione verso un'integrazione sempre pi forte, sino alla nascita di un unico organismo nazionale con delegazioni regionali, iscritto all'albo degli intermediari vigilati e che consentir alle imprese associate di beneficiare di garanzie "elegible" ai fini di Basilea 2. Ha inoltre ribadito l'importanza dell'accordo che costituisce la base essenziale sulla quale costruire una serie di cantieri legati all'evoluzione del sistema di valutazione creditizia delle imprese agricole, alla creazione di una piattaforma di comunicazione tra Banche e Confidi e per il lancio di iniziative specifiche per il comparto. Dal canto loro Enzo Nicoli e Paolo Delprato, rispettivamente Responsabile dell'Area Corporate e dell'Area Retail della Capogruppo Banca Monte dei Paschi di Siena hanno confermato l'attenzione che la Banca ha sempre rivolto al comparto agrario, rinnovato con la sottoscrizione dell'accordo quadro e testimoniato dalla presenza, nel gruppo, di presidi specialistici a supporto delle imprese agricole anche nella fase di costruzione di progetti innovativi, per il rispetto dell'ambiente e per l'utilizzo di energia alternativa. 24/03/2009 - 16:15

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Buzzi Unicem: il risultato operativo si è ridotto del 16,5% del 2008 (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Buzzi Unicem: il risultato operativo si è ridotto del 16,5% del 2008 NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 24.03.2009 16:34 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem si è riunito in data odierna per l?esame dei bilanci civilistico e consolidato dell?esercizio 2008. Le difficoltà legate all?acuirsi della crisi finanziaria e la conseguente contrazione dello sviluppo economico a livello globale hanno influito sui risultati della società, fermandone la crescita. Nel 2008, le vendite di cemento a livello consolidato sono ammontate a 32,1 milioni di tonnellate, -5,8% rispetto al 2007. Hanno chiuso in progresso i mercati Polonia, Repubblica Ceca e Germania; in diminuzione, invece, tutti gli altri Paesi, con cali rilevanti in Italia e negli Stati Uniti, ed un leggero indebolimento in Russia e Messico. Le vendite di calcestruzzo sono state in lieve flessione a 17,0 milioni di metri cubi (-0,6%), grazie al contributo della Germania e degli Stati Uniti, dovuto essenzialmente alla variazione di perimetro, ed alla favorevole evoluzione di mercato nei Paesi Bassi, Repubblica Ceca/Slovacchia, Polonia e Messico. L?Italia si è confermata il mercato più debole in assoluto, annullando completamente l?apporto positivo degli altri Paesi; negativo anche il mercato Ucraino. Il fatturato consolidato è aumentato del 0,7%, da 3.496,1 a 3.520,2 milioni; le variazioni di perimetro hanno avuto un effetto positivo di 48,5 milioni, mentre l?effetto cambio è stato negativo per 67,7 milioni; a parità di condizioni, il fatturato sarebbe aumentato del 1,2%. Il progresso è attribuibile in larga parte alle aree geografiche di competenza della controllata Dyckerhoff, oltre all?inclusione nel perimetro di consolidamento di alcune nuove attività nel settore del calcestruzzo preconfezionato. Il margine operativo lordo è diminuito da 1.046,3 a 922,7 milioni, -11,8% rispetto all?anno precedente, che tuttavia comprendeva proventi non ricorrenti per 61,2 milioni. Escludendo segue pagina >>

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Borsa Milano chiude poco mossa, mercato tecnico, incertezza (sezione: crisi)

( da "Reuters Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

MILANO (Reuters) - La borsa di Milano chiude nel terreno positivo una giornata volatile che vede Wall Street correggere solo parzialmente dopo che ieri è salita del 7% sul piano Obama contro la crisi finanziaria. Il comparto bancario è contrastato con diversi investitori che prendono beneficio dopo il rally degli ultimi giorni, seguito alla presentazione di Unicredit. "Non si capisce quale sia la prossima direzione del mercato", dice un trader da Londra. "Ieri gli Stati Uniti hanno visto un movimento con una forte componente tecnica, il ribasso di oggi lascia quindi incertezza sul futuro". "Anche sui titoli italiani vediamo molto movimento dovuto a un riposizionamento degli investitori, di cui beneficiano le azioni che hanno più sofferto", aggiunge. L'indice S&P/Mib chiude in rialzo dello 0,16%, il Mibtel dello 0,24%. Volumi a circa 2,2 miliardi di euro. * Tra i bancari brillano MEDIOLANUM (+10%) e BANCO POPOLARE (+13,6%), il primo dopo la diffusione dei risultati il secondo in attesa dei dati stasera o domani mattina. "Ci sono state ricoperture, i titoli erano stati venduti in modo piuttosto deciso nelle fasi più acute di ribassi", dice un dealer. * UNICREDIT (-1,28%) e INTESA SAN PAOLO (+0,12%), partite bene stamane, sono penalizzate dai realizzi. "Non si ragiona sui fondamentali ma sullo 'short', nessun stupore", dice un operatore. * TOD'S in netto ribasso (-3,3%) dopo i risultati giudicati "non brillanti e che fanno sorgere qualche preoccupazione sul raggiungimento dei target", dice un analista. Non ci sono le previsioni per "la top line 2009", nota. Continua...

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BORSA MILANO CHIUDE POCO MOSSA, MERCATO TECNICO, INCERTEZZA (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Borsa Milano chiude poco mossa, mercato tecnico, incertezza -->MILANO (Reuters) - La borsa di Milano chiude nel terreno positivo una giornata volatile che vede Wall Street correggere solo parzialmente dopo che ieri è salita del 7% sul piano Obama contro la crisi finanziaria. Il comparto bancario è contrastato con diversi investitori che prendono beneficio dopo il rally degli ultimi giorni, seguito alla presentazione di Unicredit. "Non si capisce quale sia la prossima direzione del mercato", dice un trader da Londra. "Ieri gli Stati Uniti hanno visto un movimento con una forte componente tecnica, il ribasso di oggi lascia quindi incertezza sul futuro". "Anche sui titoli italiani vediamo molto movimento dovuto a un riposizionamento degli investitori, di cui beneficiano le azioni che hanno più sofferto", aggiunge. L'indice S&P/Mib chiude in rialzo dello 0,16%, il Mibtel dello 0,24%. Volumi a circa 2,2 miliardi di euro. * Tra i bancari brillano MEDIOLANUM (+10%) e BANCO POPOLARE (+13,6%), il primo dopo la diffusione dei risultati il secondo in attesa dei dati stasera o domani mattina. "Ci sono state ricoperture, i titoli erano stati venduti in modo piuttosto deciso nelle fasi più acute di ribassi", dice un dealer. * UNICREDIT (-1,28%) e INTESA SAN PAOLO (+0,12%), partite bene stamane, sono penalizzate dai realizzi. "Non si ragiona sui fondamentali ma sullo 'short', nessun stupore", dice un operatore. * TOD'S in netto ribasso (-3,3%) dopo i risultati giudicati "non brillanti e che fanno sorgere qualche preoccupazione sul raggiungimento dei target", dice un analista. Non ci sono le previsioni per "la top line 2009", nota. * POPOLARE MILANO in rialzo dell'1,7%. Oggi indiscrezioni stampa dicono che discuterà se richiedere Tremonti Bond fino a 500 milioni. * Ricoperture anche sui titoli del settore media, fortemente venduti nelle ultime settimane. L'ESPRESSO sale del 16%, MONDADORI +5,38%. * La logica è simile per i forti acquisti su BULGARI che sale del 13,6%. Oggi DAMIANI, il titolo sale dell'1,7%, ha parlato di tempi migliori per il settore già dal 2009, affermando che il settore dei gioielli sarà il primo a riprendersi nel comparto del lusso. * Cedente FIAT, -0,6% in linea con le auto europee. Gira in negativo PIRELLI (-2,3%) che era partita in rialzo. * RICHARD GINORI tornata ieri in borsa, in seguito all'offerta di vendita da parte di Starfin, festeggia con un +44,7% rispetto ai valori di ieri.

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Repubblica ceca, cade il governo (sezione: crisi)

( da "Stampaweb, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

PRAGA Il governo ceco guidato da Mirek Topolanek è caduto. La mozione di sfiducia promossa dai Socialdemocratici (Cssd) è stata votata da 101 deputati su 200, secondo il conteggio ufficioso riportato dai media cechi. Il primo ministro ceco ha dichiarato nei giorni scorsi di voler comunque restare sino alla conclusione del semestre di presidenza dell?Unione europea, sino alla fine di luglio. Il primo ministro Topolanek ha risposto a caldo alle domande dei cronisti con un ringraziamentoa ai deputati che lo hanno sostenuto. «Ringrazio tutti coloro che hanno votato per il governo». Il presidente ceco Vaclav Klaus dovrà ora accertare se la squadra di governo possa rimanere fino al conferimento dell?incarico a un nuovo premier. A questa fase seguiranno consultazioni e negoziati. Intanto il leader dell?opposizione Jiri Paroubek ha dichiarato di essere disposto a far rimanere in sella il governo sino alla fine del semestre europeo a patto che il ministro degli Interni Ivan Langer lasci l?incarico. Paroubek ha, però, sottolineato di preferire «un governo di tecnici» e ha chiesto «elezioni anticipate in autunno o in primavera». Il governo ceco è dunque rischia di diventare la quarta vittima della crisi economica dopo Islanda, Belgio e Lettonia. Ma le turbolenze finanziario-economiche hanno messo sotto pressione più di una squadra al comando nell?Europa centro-orientale. L?Ucraina è tetanizzata dai litigi in seno al governo e con il presidente sui negoziati per il superprestito di salvataggio del Fondo Monetario Internazionale, la Turchia attende le elezioni amministrative del 29 marzo prima di procedere a sua volta all?accordo con il Fmi. Rischia parecchio anche il governo ungherese. A Budapest, profondamente colpita dalla crisi economica, s?è aperta una vera e propria crisi al buio, dagli esiti incerti. Il primo ministro Ferenc Gyurcsany, parlando sabato al Congresso del suo Partito socialista, ha chiesto di trovare un nuovo leader a cui affidare la formazione di un governo di più ampio consenso. A questo punto, gli scenari della transizione appaiono tutto meno che scontati. Anche la Turchia vive una fase d?incertezza politica. Duramente colpita dalla crisi finanziaria, Ankara sta trattando per un presti col Fondo monetario internazionale. In particolare, sono in discussione gli obblighi che l?istituzione di Bretton Woods imporrebbe in termini di bilancio pubblico. In questo contesto, per domenica sono in programma elezioni amministrative anticipate. Il partito islamico-moderato per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp), di cui è espressione il premier Recep Tayyip Erdogan. Il capo del governo non s?è speso nella campagna elettorale e punta a vincere, tenendo conto che parrebbe mancare una reale alternativa politica. Tuttavia, anche l?Akp in alcune realtà rischia e un risultato negativo potrebbe avere un contraccolpo anche ad Ankara.

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Assogas: nuova regolamentazione per gare affidamento servizio (sezione: crisi)

( da "Velino.it, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO - Assogas: nuova regolamentazione per gare affidamento servizio Roma, 24 mar (Velino) - Il pacchetto di proposte di Assogas per una nuova regolamentazione delle gare di affidamento delle concessioni del servizio gas, con particolare riferimento all?individuazione degli ambiti territoriali e alla previsione di un bando tipo di riferimento: questo in sintesi il contenuto del convegno “La distribuzione locale del gas: il bando tipo e gli ambiti di gara”, organizzato da Assogas e svoltosi oggi a Roma presso la Sala Conferenze di Piazza Montecitorio, alla presenza di autorevoli esponenti del mondo istituzionale, economico e politico: di Governo, di maggioranza e di opposizione. “La crisi dell?economia mondiale – ha dichiarato il sottosegretario all?Economia Daniele Molgora nel corso del suo intervento – è causata anche dal gigantismo che negli ultimi anni ha trasformato il mondo. Le economie, allontanatesi dalle realtà locali per aprirsi al ?globale?, sono divenute insensibili alle istanze territoriali e di conseguenza inefficienti e fini solo a se stesse. L?attuale crisi finanziaria, meglio sopportata dalle piccole banche rispetto ai colossi, dimostra come la regola vincente sia quella della valorizzazione dell?economia reale, che nel nostro paese viene interpretata dalle pmi. Analogamente, nel mondo del gas è necessaria una dimensione di ambito molto rispettosa del territorio e che non riproponga quegli errori di ricerca esasperata del gigantismo: solo così infatti potrà essere garantita la soddisfazione dell?utente finale in termini di assistenza, sicurezza e costi. E? per questo motivo che, a mio giudizio, urge una riflessione molto attenta su questi argomenti da parte delle istituzioni”. Le proposte di Assogas hanno trovato sostegno e condivisione anche da parte del Presidente della commissione Attività produttive per la Camera Andrea Gibelli, fermamente convinto della necessità di nuove regole e di un diverso approccio alla gestione del comparto energetico: "Non è possibile - ha affermato Gibelli - che nelle gare, a seconda di dove si mette l'asticella, c'è chi sta dentro e chi invece resta fuori. E? necessario che le piccole e le grandi realtà convivano facendo sistema. In particolare, a livello produttivo, le piccole realtà indispensabili al Paese sono le pmi che operano in dimensioni locali, una importante risorsa da valorizzare se si vuole uscire dalla crisi”. “Vista l?importanza e la delicatezza degli argomenti, ambiti territoriali e bando tipo - ha precisato Fabrizio Longa, Presidente di Assogas – per l?elaborazione delle proposte abbiamo commissionato studi di approfondimento ad analisti, ricercatori, economisti e legali”. Quanto agli ambiti territoriali, la proposta di Assogas prevede in particolare la salvaguardia dell?unitarietà del servizio per le città metropolitane ed i capoluoghi di provincia, la salvaguardia dell?unitarietà di affidamento per più località servite dallo stesso impianto e, per la parte di territorio rimanente, ambiti territoriali di riferimento costituiti da un insieme di località che possano interessare bacini di utenza compresi fra le 15 mila e le 25 mila unità. “Questo sistema – ha sottolineato Longa – consentirebbe innanzitutto una maggiore vicinanza al territorio, preservando l?autonomia degli enti locali e rendendo il processo di costituzione degli ambiti molto più snello e governabile. Permetterebbe poi di concentrare l?attenzione sul consumatore, rendendo più accessibile al cittadino il contatto con il gestore del servizio, di ridurre drasticamente (di oltre il 90 per cento) il numero delle gare oggi prevedibili, pur continuando a garantire la concorrenza, e infine di circoscrivere fortemente, i problemi di gestione e controllo del servizio (tecnici ed economici) tipici degli ambiti territoriali di dimensioni rilevanti”. Relativamente alla previsione di un bando tipo, indispensabile secondo Assogas per ovviare alle attuali disomogeneità interpretative, il modello proposto “ha il duplice obiettivo, da un lato, di porre sullo stesso piano competitivo tutti i partecipanti alla gara e, dall?altro, di evitare offerte manifestamente anomale e per questo non concretamente sostenibili nella fase di gestione del servizio, con evidenti ripercussioni negative sull?utenza”. Elementi fondamentali del bando tipo, proposti da Assogas, sono la chiara indicazione degli obiettivi che l?amministrazione concedente (o le amministrazioni, in caso di ambiti pluricomunali) propone ai concorrenti, un riequilibrio dei punteggi per la scelta del vincitore, con una chiara prevalenza agli aspetti tecnici, gestionali e di sicurezza/qualità del servizio reso a favore dei cittadini, il rispetto, nell?offerta, dei criteri di sostenibilità economica, da garantirsi attraverso una verifica di anomalia i cui punti essenziali devono già essere evidenti e trasparenti nella stessa procedura di gara”. “Auspichiamo – ha concluso Longa – che le nostre proposte trovino un terreno fertile nelle istituzioni e amministrazioni comunali, presso i consulenti, gli operatori di settore e il mondo accademico. Condividiamo lo sforzo del Legislatore nella direzione di una maggiore razionalizzazione del mercato e ribadiamo la necessità di mantenere un collegamento forte fra la gestione del servizio e l?ente locale concedente e di garantire un adeguato livello di concorrenza per il servizio”. (com/asp) 24 mar 2009 18:43

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Crisi: accordo quadro tra il Gruppo Montepaschi e CreditAgri Coldiretti (sezione: crisi)

( da "Sestopotere.com" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Crisi: accordo quadro tra il Gruppo Montepaschi e CreditAgri Coldiretti (24/3/2009 18:36) | (Sesto Potere) - Roma - 24 marzo 2009 - E? stato siglato l?accordo quadro tra il Gruppo Montepaschi e CreditAgri Coldiretti che sancisce l?avvio di una partnership finalizzata al miglioramento nell?accesso al credito per le imprese, la messa a punto di prodotti e servizi della Banca specifici per il comparto e l?allineamento dei processi necessari alla valutazione creditizia delle richieste di finanziamento delle imprese agricole. L?accordo quadro costituisce la base progettuale per la sottoscrizione delle convenzioni operative che i Confidi e le società di servizio di CreditAgri andranno a sottoscrivere con le Banche del Gruppo, a partire da Banca Antonveneta che nei prossimi giorni andrà a stipulare i primi accordi. Il Presidente di CreditAgri Coldiretti Giorgio Piazza ha sottolineato l?importanza del settore agricolo che, soprattutto nell?attuale scenario di forte crisi finanziaria, si ripropone come direttrice di sviluppo per l?economia “reale” attraendo molti giovani imprenditori che trovano ottime motivazioni per iniziare l?attività nel settore. Da qui la necessità di assistere le imprese, vecchie e nuove, con servizi all?avanguardia e che consentano un accesso al credito funzionale alle loro aspettative. Il Responsabile Nazionale Credito e Confidi di Coldiretti Roberto Grassa ha ricordato le linee strategiche che condurranno il sistema dei Confidi dell?associazione verso un?integrazione sempre più forte, sino alla nascita di un unico organismo nazionale con delegazioni regionali, iscritto all?albo degli intermediari vigilati e che consentirà alle imprese associate di beneficiare di garanzie “elegible” ai fini di Basilea 2. Ha inoltre ribadito l?importanza dell?accordo che costituisce la base essenziale sulla quale costruire una serie di cantieri legati all?evoluzione del sistema di valutazione creditizia delle imprese agricole, alla creazione di una piattaforma di comunicazione tra Banche e Confidi e per il lancio di iniziative specifiche per il comparto. Dal canto loro Enzo Nicoli e Paolo Delprato, rispettivamente Responsabile dell?Area Corporate e dell?Area Retail della Capogruppo Banca Monte dei Paschi di Siena hanno confermato l?attenzione che la Banca ha sempre rivolto al comparto agrario, rinnovato con la sottoscrizione dell?accordo quadro e testimoniato dalla presenza, nel gruppo, di presidi specialistici a supporto delle imprese agricole anche nella fase di costruzione di progetti innovativi, per il rispetto dell?ambiente e per l?utilizzo di energia alternativa.

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## Tubercolosi, Oms: stabile, ma per malati di Hiv è fatale (sezione: crisi)

( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Roma, 24 mar. (Apcom) - Oggi è la giornata mondiale della tubercolosi, il 'mal sottile' che nel secolo scorso ha causato 100 milioni di morti forse fa meno paura, ma l'Oms mette in guardia: sebbene sia stabile il numero di nuovi casi di Tbc nel mondo rispetto al 2007, un decesso su 4 è associato all'Hiv, specialmente in Africa. Mentre gli esperti italiani avvertono: si era pensato che la tubercolosi fosse scomparsa in Italia, ma non è vero: ci dobbiamo fare ancora i conti. A rischio infatti sono soprattutto i bambini, e il vero problema è la cosiddetta Tubercolosi d'importazione. Secondo il nuovo rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità '2009 Global TB Control Report', il numero totale di nuovi casi di tubercolosi nel mondo è rimasto stabile rispetto al 2007 e la percentuale della popolazione mondiale che si è ammalata di Tbc ha continuato lentamente a diminuire, come era stato già osservato nel 2004. Tuttavia il rapporto, presentato in concomitanza con la Giornata mondiale della lotta contro la tubercolosi, rivela che un decesso su quattro dovuto alla tubercolosi è associato all'infezione Hiv, più di quanto si era previsto. Nel 2007 secondo le stime, i nuovi casi di tubercolosi tra gli infettati dal virus dell'Aids erano 1,37 milioni e 456.000 le morti. 'Questi risultati - ha commentato Margaret Chan, direttore generale dell'Oms - ci dicono che è urgente scoprire, prevenire e curare la tubercolosi in persone che convivono con l'Hiv e sottoporre al test per l'Hiv tutti i pazienti con la Tbc al fine di fare prevenzione, terapie e assistenza'. Il rapporto rivela un picco dei test per il virus Hiv tra i malati di tubercolosi specialmente in Africa. Nel 2004, nella regione, solo il 4% dei pazienti con tbc sono stati sottoposti al test Hiv; nel 2007 questa percentuale è salita al 37% con molti paesi che hanno testato più del 75% di malati con tbc per controllare se erano stati infettati anche dall'Hiv. Dato l'aumento dei test tra i pazienti malati di tbc, ora molta più gente sta ricevendo trattamenti sanitari più idonei alla loro condizione, anche se si tratta ancora di una frazione bassa rispetto a quanti ne avrebbero bisogno. Nel 2007, 200mila persone con tubercolosi sieropositive sono state trattate con co-trimoxazole per prevenire infezioni opportunistiche e 100mila hanno ricevuto terapie antiretrovirali. 'Dobbiamo impedire che le persone con l'Hiv muoiano di tubercolosi - ha affermato Michel Sidibe, direttore esecutivo di Unaids - l'accesso universale alla prevenzione dell'Aids, alle terapie, all'assistenza e al supporto devono includere anche la prevenzione alla tubercolosi, alla diagnosi e al trattamento. Quando i servizi sanitari per l'Hiv e per la tubercolosi saranno uniti, si potranno salvare molte vite'. Secondo il rapporto, la co-infezione Tbc/Hiv e le forme farmacoresistenti della tubercolosi rappresentano la sfida più grande. Nel 2007 500mila persone erano ammalate della forma resistente ai farmaci di tubercolosi , ma meno dell'1% di loro hanno ricevuto trattamenti secondo gli standard raccomandati dall'Oms. L'Oms è preoccupata che l'attuale crisi finanziariasi ripercuota sulla carenza di finanziamenti. 'Negli ultimi anni abbiamo fatto grandi progressi sia contro la tbc che contro l'Hiv - ha detto Michel Kazatchkine, executive director del 'Global Fund to Fight Aids, Tuberculosis and Malaria' - ma la tubercolosi continua ad uccidere di più le persone con Hiv che quelle con altre malattie. La crisi finanziaria non deve far deviare il Global Plan to Stop TB. Ora è tempo di ottenere finanziamenti per fare interventi efficaci per la prevenzione, il trattamento e l'assistenza ai malati di TB in tutto il mondo'. La prossima settimana autorità sanitarie e ministrisi riuniranno a Pechino in un meeting organizzato dall'Omd, dal ministro della Salute della Repubblica Popolare cinese e dalla Fondazione Bill & Melinda Gates, con lo scopo di impegnarsi per azioni e finanziamenti finalizzati alla ricerca di nuovi farmaci per la tubercolosi farmacoresistente. Anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, alla vigilia della Giornata mondiale della tubercolosi ha avvertito: 'In questo momento di crisi economica, è indispensabile proteggere gli investimenti nella salute pubblica specialmente per salvaguardare i più vulnerabili', perchè 'oggi, l'epidemia continua ad essere in regresso, sia pure ad un ritmo ancora troppo lento: la tubercolosi toglie ancora una vita ogni 20 secondi'. Per questo - ha sottolineato Ban Ki-moon 'dobbiamo rilanciare le misure di prevenzione, individuare e diagnosticare tempestivamente i casi di tubercolosi tra i soggetti infetti e garantire terapie mediche per tutti'. Per quanto riguarda l'Italia, 'si era pensato che la tubercolosi fosse scomparsa nel nostro Paese, ma non è vero: ci dobbiamo fare ancora i conti' soprattutto tra i bambini, dove la situazione è addirittura 'preoccupante': è il quadro netto tracciato dalla dottoressa Stefania Salmaso, direttrice del Centro Nazionale di Epidemiologia dell'Istituto superiore di sanità. (segue)

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Approvato il bilancio Creval Assemblea soci il 18 aprile (sezione: crisi)

( da "Merateonline.it" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Economia >> Banche 24 / 3 / 2009 Approvato il bilancio Creval Assemblea soci il 18 aprile Il direttore generale Miro Fiordi Il Consiglio di Amministrazione del Credito Valtellinese, riunito sotto la presidenza del dott. Giovanni De Censi, ha approvato i risultati al 31 dicembre 2008, presentati dal Direttore Generale Miro Fiordi. Il bilancio 2008 conferma la crescita sostenuta dei principali aggregati patrimoniali, in condizioni di solidità patrimoniale e liquidità adeguata, e un?apprezzabile evoluzione della redditività, nonostante gli effetti della crisi finanziaria globale e del progressivo deterioramento dello scenario economico. I risultati dell?esercizio includono gli effetti delle operazioni di aggregazione aziendale effettuate nel 2008, coerentemente con le direttrici di sviluppo per linee esterne fissate dal Piano Strategico, e precisamente l?acquisizione di 35 sportelli da Intesa Sanpaolo, - 12 dei quali, localizzati in Lombardia, da parte del Credito Artigiano, e 23 in Piemonte da parte del Credito Piemontese - l?acquisizione del controllo di Carifano, Cassa di Risparmio di Fano S.p.A., ? 41 sportelli tutti localizzati nel Centro Italia ? e di Global Assicurazioni S.p.A.. Dette operazioni hanno consentito un significativo rafforzamento della rete territoriale, che nel periodo in esame è stata ulteriormente ampliata, per linee interne, con l?apertura di 21 nuove filiali. A fine 2008 la rete territoriale del Gruppo è costituita da 486 sportelli, distribuiti in 10 regioni, rispetto a 389 dell?anno precedente con un novero di 4.293 Collaboratori, rispetto a 3.479. A fine 2008, tenuto anche conto delle acquisizioni effettuate nell?esercizio, il Gruppo intrattiene relazioni con 817.286 clienti (+135.000 unità circa rispetto a fine 2007), principalmente privati (71%) e imprese (24%). Il livello di fidelizzazione (retention rate) si attesta al 91% circa, a testimonianza della capacità delle banche del Gruppo di mantenere rapporti fiduciari di lungo periodo con la propria clientela. Il potenziamento della rete territoriale attuato nel corso dell?anno caratterizza il profilo reddituale dell?esercizio, sia per quanto concerne le componenti di ricavo, sia per la dinamica dei costi di gestione. L?andamento del conto economico è connotato dalla positiva evoluzione dei proventi operativi netti, risultato dell?attività caratteristica di intermediazione, che complessivamente segnano un incremento del 13,2% rispetto all?esercizio precedente, in presenza di una crescita degli oneri operativi del 17,7%, nonché di un ulteriore prudente rafforzamento del presidio del rischio di credito in considerazione del progressivo deterioramento della congiuntura economica. Alla crescita dei proventi operativi netti contribuisce in misura significativa l?evoluzione del margine di interesse, che si attesta a 533 milioni di euro contro 446 milioni, con un incremento prossimo al 20% su base annua, sostenuto dal progressivo incremento delle masse intermediate e dalla dinamica dei tassi di interesse. L?aggregato concorre alla determinazione di ricavi operativi complessivi in misura pari al 69% circa, rispetto al 66% dello scorso esercizio, mentre le commissioni nette contribuiscono per il 26% circa rispetto al 28% nel 2007. Le commissioni nette assommano a 199 milioni di euro in rapporto a 193 milioni del precedente esercizio, registrando una dinamica più contenuta, pari al 3,5%, che risente della flessione dei ricavi relativi alla gestione del risparmio anche in conseguenza dell?andamento negativo dei mercati finanziari soprattutto nell?ultima parte dell?anno, ma beneficia dell?incremento delle commissioni per il collocamento dei prodotti assicurativi, anche per effetto del consolidamento della Global Assicurazioni S.p.A. Un?attenta politica di gestione del portafoglio titoli di proprietà - nel quale non è compreso alcun titolo cosiddetto ?tossico? ? ed un correlato adeguato sistema di presidio dei rischi hanno consentito di contenere le perdite. Il Gruppo non ha effettuato alcuna riclassificazione delle attività finanziarie detenute per la negoziazione, come consentito dall?emendamento del principio contabile IAS 39 omologato dall?Unione Europea il 15 ottobre scorso. Per effetto delle politiche intraprese, il risultato netto dell?attivitàdi negoziazione è negativo per 1,4 milioni di euro, importo marginale tenuto conto dei significativi effetti rivenienti dall?andamento negativo e dalla volatilità dei mercati finanziari nel corso dell?esercizio. I proventi operativi si determinano in 768 milioni di euro ed evidenziano una crescita del 13,2% rispetto a 678 milioni dell?anno precedente. Gli oneri operativi assommano a 467 milioni di euro a fronte di 397 milioni dello scorso esercizio e segnano un aumento del 17,7%, in stretta correlazione con l?ampliamento della struttura operativa. Nel dettaglio, le componenti di costo evidenziano incrementi del 19% relativamente alle spese per il personale, che si attestano a 282 milioni, e del 16,7% delle altre spese amministrative, pari a 153 milioni. Il ?cost/income?, rapporto tra oneri e proventi operativi, si rappresenta in 60,9% rispetto a 58,6% del 2007. Il risultato netto della gestione operativa si attesta quindi a 300 milioni di euro e segna un miglioramento del 7% su base annua. Le rettifiche di valore per deterioramento crediti e gli accantonamenti ai fondi per rischi e oneri sono complessivamente determinati in 100 milioni di euro, in aumento del 23% rispetto a 82 milioni dell?esercizio precedente e tengono conto del progressivo deterioramento della congiuntura economica e della conseguente necessità di un maggior presidio del rischio di credito. Il ?costo del rischio di credito?, espresso in percentuale rispetto al totale dei crediti verso clientela, è pari a 52 basis point. L?utile dell?operatività corrente al lordo delle imposte si determina quindi in 200 milioni di euro in linea con il valore dell?esercizio scorso. Gli oneri fiscali del periodo, stimati in 80 milioni di euro, sono in diminuzione del 17% rispetto a 96 milioni del 2007, che peraltro comprendevano un effetto non ricorrente che determinava maggiori oneri per 6,8 milioni di euro. Gli utili di pertinenza di terzi sono pari a 19 milioni di euro rispetto a 16,3 milioni (+ 18%) e determinano un utile netto di pertinenza del Gruppo di circa 100 milioni di euro, in progresso del 17%. In crescita significativa le principali grandezze patrimoniali: al 31 dicembre 2008 la raccolta globale assomma a 30.687 milioni di euro, a fronte di 25.846 milioni dell?anno precedente, con una crescita del 18,7%. Al netto dell?acquisizione di Carifano la percentuale di crescita è pari a 10,3%. La raccolta diretta dalla clientela si attesta a 18.653 milioni di euro, con un aumento del 36% su base annua (+ 24% al netto di Carifano). La raccolta indiretta si attesta 12.034 milioni di euro ed è in leggera contrazione rispetto a 12.137 a fine 2007. Migliore la dinamica della componente ?amministrata?, che evidenzia un aumento del 9% e si attesta a 6.816 milioni di euro, mentre il ?risparmio gestito?, che assomma a 5.217 milioni di euro, registra una riduzione dell?11%, quale diretta conseguenza dell?andamento negativo dei mercati finanziari. Tutte le banche del Gruppo Credito Valtellinese confermano una costante attenzione allo sviluppo dell?economia dei territori di radicamento, senza alcuna restrizione al credito erogato alle PMI, ai professionisti, agli artigiani, alle famiglie e agli operatori no-profit che storicamente costituiscono il core business dell?attività. Sostenuta infatti è la dinamica dei crediti verso clientela, che complessivamente raggiungono 18.375 milioni di euro, con un incremento prossimo al 34% (+ 24% al netto di Carifano). A fine anno, i crediti non performing complessivamente assommano a 569 milioni di euro, al netto delle rettifiche di valore, e si rapportano a 399 milioni dell?anno precedente, con un?incidenza sul portafoglio crediti pari a 3,1% rispetto a 2,9% dell?anno precedente, risentendo del peggioramento del ciclo economico. In dettaglio, i crediti in sofferenza assommano a 237 milioni di euro, con un?incidenza sul portafoglio crediti pari a 1,3% (1,4% nel 2007), mentre gli altri crediti dubbi sono pari a 331 milioni di euro, con un?incidenza dell?1,8% sul totale crediti (1,5% nel 2007). Detti indicatori denotano un profilo di rischiosità del portafoglio prestiti tuttora contenuto, con un aumento fisiologico dei crediti deteriorati, coerente con la crescita sostenuta dei crediti erogati alla clientela. l patrimonio netto si determina in 1.704 milioni di euro rispetto a 1.577 milioni al 31.12.2007, mentreil patrimonio di vigilanza si determina in 1.671 milioni di euro rispetto a 1.877 milioni al 31.12.2007. La solidità patrimoniale del Gruppo Credito Valtellinese è confermata dal livello dei coefficienti prudenziali, che si posizionano ampiamente al di sopra del minimo regolamentare. Al 31 dicembre 20084 il core capital ratio si attesta a 6,5% rispetto a 10,28% al 31.12.2007, mentre il total capital ratio è pari al 10%, in raffronto a 13,73% a fine dicembre 2007. Nel corso dell?anno si è dato corso all?operazione di esercizio dei Warrant Credito Valtellinese 2008, per un controvalore di circa 145 milioni di euro. Il decremento degli indicatori è principalmente connesso all?avviamento relativo alle acquisizioni di 35 sportelli ex Intesa Sanpaolo, di Carifano e di Global Assicurazioni. La nuova metodologia ?Basilea 2? per la determinazione degli attivi ponderati in materia di rischio di credito ha infine determinato effetti patrimoniali positivi. Per visualizzare i dati di sintesi e i prospetti riclassificati consolidati di Stato Patrimoniale e Conto Economico clicca qui. Articoli Correlati: (c)www.merateonline.it Il primo giornale digitale della provincia di Lecco Scritto il 24/3/2009 alle 19.24

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Premier ceco annuncia dimissioni dopo sfiducia (sezione: crisi)

( da "Reuters Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

PRAGA (Reuters) - Il governo di centrodestra del primo ministro ceco Mirek Topolanek oggi non ha ottenuto il voto di fiducia in parlamento ed è destinato a dimettersi. Topolanek ha detto di essere pronto a lasciare il suo posto, anche se i Social democratici all'opposizione abbiano detto prima del voto che il governo può restare fino alla fine del semestre di presidenza Ue della Repubblica ceca, che si conclude alla fine di giugno. La Commissione Ue, in una nota, si è detta fiduciosa che il paese possa continuare a presiedere efficacemente l'Ue. "La Commissione ha piena fiducia che le leggi costituzionali nazionali consentano alla Repubblica ceca di continuare a condurre la presidenza efficacemente come fatto finora", si legge nel comunicato. Si tratta del terzo crollo di un governo nell'Europa orientale quest'anno, dopo le dimissioni dei leader di Lettonia e Ungheria, colpite dalla crisi finanziaria, anche se la sconfitta di Topolanek ha più a che fare con diatribe interne. La Repubblica ceca è stata colpita meno di altri paesi dell'Europa dell'est dalla crisi e la sua valuta ha tenuto anche dopo il voto di sfiducia, scendendo solo dello 0,4% a 27,09 contro l'euro. La coalizione di governo composta da tre partiti, debole già dalla nomina nel 2007 per la mancanza di una maggioranza parlamentare, oggi non ha ottenuto la fiducia per un voto. Il leader dell'opposizione Jiri Paroubek ha accusato il governo di cattiva gestione economica, aggiungendo che un nuovo esecutivo di esperti potrebbe essere formato in estate per traghettare il paese alle elezioni anticipate, da tenersi in autunno o nella prossima primavera. Le elezioni regolari erano fissate per metà 2010.

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CRISI/ OBAMA VUOLE NORME PER GRUPPI FINANZIARI NON BANCARI-PUNTO (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

Crisi/ Obama vuole norme per gruppi finanziari non bancari-punto di Apcom Governo Usa punta su più controlli e spera su ok Congresso -->Washington, 24 mar. (Ap-Apcom) - Maggiori controlli da parte del governo americano su tutte quelle società finanziarie che non siano banche, come fondi speculativi - dunque hedge fund - fondi di private equity e grandi gruppi assicurativi. E' questo l'obiettivo del governo Obama, anticipato prima da un articolo del Washington Post e poi confermato nel corso di una conferenza stampa dallo stesso Barack Obama. Il presidente degli Stati Uniti si prepara dunque ad avanzare un'altra richiesta al Congresso, forse già in settimana. Ed esprime un desiderio. Spero, dice, che "non ci vorrà troppo tempo per convincere" il Congresso ad approvare nuove norme, nuovi poteri di controllo si società finanziarie non bancarie che, in caso di fallimento, minaccerebbero seriamente gli stessi fondamentali dell'economia. Quella che l'amministrazione di Obama desidera è dunque una nuova rete di controlli: ma una rete più centralizzata rispetto a quella attuale, che dia più poteri allo stesso segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner. Secondo la proposta, è a lui che spetterebbe infatti il potere di decidere se il governo deve assumere il controllo anche di istituzioni finanziarie che non possono definirsi banche. E l'ambizioso piano per riformare la regolamentazione finanziaria sarà presentato dal segretario al Tesoro già dopodomani, in un'audizione che sarà indetta dalla Commissione dei servizi finanziari della Camera. Geithner si è presentato in realtà al cospetto del Congresso già oggi, insieme al numero uno della Federal Reserve Ben Bernanke. I due sono stati interrogati sul caso Aig, il gruppo assicurativo Usa ex numero uno al mondo che ha erogato bonus ai suoi dirigenti per 165 milioni di dollari e che ha fatto gridare allo scandalo qualche giorno fa. Tra i repubblicani c'è stato chi ha chiesto per questo la testa di Geithner, mostrando dubbi sul suo operato e sulla sua estraneità all'accaduto. Ma oggi è stato lo stesso Geithner a dire che il caso Aig "mette in evidenza le ampie lacune presenti nel sistema di avere avvertito in passato la società, dicendosi "preoccupato" riguardo ai bonus che sarebbero stati distribuiti ai dirigenti. Bernanke ha addirittura rivelato di aver pensato anche ad avviare una causa, impedendo ad Aig di erogare le somme. Lo stesso ha poi detto, riferendosi a Lehman Brothers, che il governo non avrebbe voluto che fallisse, ma che, allo stesso tempo, l'assenza di poteri di sorveglianza 'ad hoc' al momento impedì di agire. E così, ha detto Bernanke, Lehman Brothers "è fallita perché non siamo riusciti a trovare una soluzione". Di qui la dichiarazione di Geithner. "Se avessimo avuto a disposizione un altro tipo di autorità, avremmo avuto scelte differenti". Dunque è questo che in definitiva Obama desidera: esercitare controlli stringenti non solo sulle banche, ma anche su tutti quei gruppi che sono attivi sullo scacchiere finanziario globale, ma che non sono banche in senso stretto. Come appunto Aig ma anche Lehman. Obama si prepara così ad annunciare nuovi cambiamenti nel sistema finanziario, ferma restando l'approvazione del Congresso, che sarà difficile da conquistare, visto che i repubblicani sono sempre più spaventati dal coinvolgimento dei fondi pubblici nella crisi finanziaria, la peggiore dalla Grande Depressione. La novità arriva all'indomani del lancio da parte di Washington del piano salvabanche, che prevede la creazione di un'alleanza tra il settore pubblico e quello privato per acquistare gli asset più tossici delle banche. Di un valore iniziale di 500 miliardi di dollari, la manovra potrebbe arrivare a sostenere acquisti fino a 1.000 miliardi di dollari, ha detto ieri Geithner. E, secondo gli esperti, è ipotizzabile anche il superamento dei 2.000 miliardi di dollari. E ora Obama vuole chiedere al Congresso di dire ok a maggiori poteri per il segretario al Tesoro. Secondo la proposta anticipata dal Washingon Post, oltre a decidere di assumere il controllo di istituzioni finanziarie non bancarie vicine al fallimento, il ministro del Tesoro potrebbe anche prevenire il loro collasso, ricorrendo ad altre operazioni, e decidendo per esempio di garantire le loro perdite, acquistarne gli asset o assumere un controllo parziale del capitale. Sempre il segretario al Tesoro disporrebbe del potere di rescindere i contratti, come quelli che hanno permesso al gruppo assicurativo Usa Aig di erogare bonus ai suoi dirigenti. Ma anche la Fed si troverebbe a esercitare un ruolo più ampio rispetto a quello attuale. Il documento ottenuto dal quotidiano americano parla infatti di una proposta basata su due punti cardine: da un lato i maggiori poteri attribuiti al segretario al Tesoro; dall'altro la possibilità di disporre di un'agenzia governativa che diventerebbe la massima autorità di controllo sui rischi sistemici rappresentati da tutte quelle società finanziarie che, in caso di fallimento, metterebbero in serio pericolo l'economia. E secondo fonti vicine al governo il 'candidato' che al momento sembra più adatto all'esercizio di questi poteri sarebbe proprio la Fed. Restano però allo stesso tempo molti dubbi sul rischio di conflitti di interessi, visto che la Banca centrale americana è preposta al controllo della politica monetaria degli Stati Uniti. Tuttavia è proprio verso l'attribuzione di maggiori poteri al governo che l'amministrazione di Obama si sta muovendo."Siamo in ritardo, ma dobbiamo muoverci velocemente per tentare (di assumere il controllo di tali istituti non bancari) perchè è necessario che il governo disponga di una gamma di strumenti più ampia nel gestire questi problemi, per proteggere l'economia da quei rischi rappresentati dalle istituzioni, rischi che crescono fino a diventare sistemici", ha detto lo stesso Geithner, parlando ieri sera a un forum organizzato dal Wall Street Journal.

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## TUBERCOLOSI, OMS: STABILE, MA PER MALATI DI HIV È FATALE (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

## Tubercolosi, Oms: stabile, ma per malati di Hiv è fatale di Apcom In Italia dal 2000, 35mila casi: il 46% sono stranieri -->Roma, 24 mar. (Apcom) - Oggi è la giornata mondiale della tubercolosi, il 'mal sottile' che nel secolo scorso ha causato 100 milioni di morti forse fa meno paura, ma l'Oms mette in guardia: sebbene sia stabile il numero di nuovi casi di Tbc nel mondo rispetto al 2007, un decesso su 4 è associato all'Hiv, specialmente in Africa. Mentre gli esperti italiani avvertono: si era pensato che la tubercolosi fosse scomparsa in Italia, ma non è vero: ci dobbiamo fare ancora i conti. A rischio infatti sono soprattutto i bambini, e il vero problema è la cosiddetta Tubercolosi d'importazione. Secondo il nuovo rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità '2009 Global TB Control Report', il numero totale di nuovi casi di tubercolosi nel mondo è rimasto stabile rispetto al 2007 e la percentuale della popolazione mondiale che si è ammalata di Tbc ha continuato lentamente a diminuire, come era stato già osservato nel 2004. Tuttavia il rapporto, presentato in concomitanza con la Giornata mondiale della lotta contro la tubercolosi, rivela che un decesso su quattro dovuto alla tubercolosi è associato all'infezione Hiv, più di quanto si era previsto. Nel 2007 secondo le stime, i nuovi casi di tubercolosi tra gli infettati dal virus dell'Aids erano 1,37 milioni e 456.000 le morti. 'Questi risultati - ha commentato Margaret Chan, direttore generale dell'Oms - ci dicono che è urgente scoprire, prevenire e curare la tubercolosi in persone che convivono con l'Hiv e sottoporre al test per l'Hiv tutti i pazienti con la Tbc al fine di fare prevenzione, terapie e assistenza'. Il rapporto rivela un picco dei test per il virus Hiv tra i malati di tubercolosi specialmente in Africa. Nel 2004, nella regione, solo il 4% dei pazienti con tbc sono stati sottoposti al test Hiv; nel 2007 questa percentuale è salita al 37% con molti paesi che hanno testato più del 75% di malati con tbc per controllare se erano stati infettati anche dall'Hiv. Dato l'aumento dei test tra i pazienti malati di tbc, ora molta più gente sta ricevendo trattamenti sanitari più idonei alla loro condizione, anche se si tratta ancora di una frazione bassa rispetto a quanti ne avrebbero bisogno. Nel 2007, 200mila persone con tubercolosi sieropositive sono state trattate con co-trimoxazole per prevenire infezioni opportunistiche e 100mila hanno ricevuto terapie antiretrovirali. 'Dobbiamo impedire che le persone con l'Hiv muoiano di tubercolosi - ha affermato Michel Sidibe, direttore esecutivo di Unaids - l'accesso universale alla prevenzione dell'Aids, alle terapie, all'assistenza e al supporto devono includere anche la prevenzione alla tubercolosi, alla diagnosi e al trattamento. Quando i servizi sanitari per l'Hiv e per la tubercolosi saranno uniti, si potranno salvare molte vite'. Secondo il rapporto, la co-infezione Tbc/Hiv e le forme farmacoresistenti della tubercolosi rappresentano la sfida più grande. Nel 2007 500mila persone erano ammalate della forma resistente ai farmaci di tubercolosi , ma meno dell'1% di loro hanno ricevuto trattamenti secondo gli standard raccomandati dall'Oms. L'Oms è preoccupata che l'attuale crisi finanziariasi ripercuota sulla carenza di finanziamenti. 'Negli ultimi anni abbiamo fatto grandi progressi sia contro la tbc che contro l'Hiv - ha detto Michel Kazatchkine, executive director del 'Global Fund to Fight Aids, Tuberculosis and Malaria' - ma la tubercolosi continua ad uccidere di più le persone con Hiv che quelle con altre malattie. La crisi finanziaria non deve far deviare il Global Plan to Stop TB. Ora è tempo di ottenere finanziamenti per fare interventi efficaci per la prevenzione, il trattamento e l'assistenza ai malati di TB in tutto il mondo'. La prossima settimana autorità sanitarie e ministri si riuniranno a Pechino in un meeting organizzato dall'Omd, dal ministro della Salute della Repubblica Popolare cinese e dalla Fondazione Bill & Melinda Gates, con lo scopo di impegnarsi per azioni e finanziamenti finalizzati alla ricerca di nuovi farmaci per la tubercolosi farmacoresistente. Anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, alla vigilia della Giornata mondiale della tubercolosi ha avvertito: 'In questo momento di crisi economica, è indispensabile proteggere gli investimenti nella salute pubblica specialmente per salvaguardare i più vulnerabili', perchè 'oggi, l'epidemia continua ad essere in regresso, sia pure ad un ritmo ancora troppo lento: la tubercolosi toglie ancora una vita ogni 20 secondi'. Per questo - ha sottolineato Ban Ki-moon 'dobbiamo rilanciare le misure di prevenzione, individuare e diagnosticare tempestivamente i casi di tubercolosi tra i soggetti infetti e garantire terapie mediche per tutti'. Per quanto riguarda l'Italia, 'si era pensato che la tubercolosi fosse scomparsa nel nostro Paese, ma non è vero: ci dobbiamo fare ancora i conti' soprattutto tra i bambini, dove la situazione è addirittura 'preoccupante': è il quadro netto tracciato dalla dottoressa Stefania Salmaso, direttrice del Centro Nazionale di Epidemiologia dell'Istituto superiore di sanità. (segue)

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Obama: più poteri e nuove regole, serve pazienza ma usciremo da crisi (sezione: crisi)

( da "Corriere.it" del 24-03-2009)

Argomenti: Crisi

LA CRISI Obama: «Più potere al governo» Il presidente Usa e il segretario al Tesoro chiedono un'ampia riforma del sistema NEW YORK - Il presidente Usa e il ministro del Tesoro cercando di far uscire l'America dall'angolo della crisi chiedendo un'ampia riforma del sistema finanziario. Barack Obama ha detto che l'amministrazione sta "lavorando duro" su una proposta dettagliata per una legislazione che le dia l'autorità per ristrutturare istituzioni finanziarie non bancarie in crisi. «Proprio ora, non abbiamo un potere di ristrutturare una istituzione non bancaria come Aig che sia comparabile a quello che abbiamo per le banche in difficoltà, attraverso la Fdic"», ha detto Obama ai giornalisti. «In mancanza di questa capacità si finisce per trovarsi nella situazione in cui c'è una istituzione che pone rischi sistemici, ma manca il potere di chiuderla in modo ordinato», ha detto. «Stiamo già lavorando duro per presentare una proposta dettagliata» ha detto Obama. «Lavoreremo consultando i membri del Congresso. Questa sarà solo una fase della più ampia cornice normativa che stiamo costruendo per evitare il ripetersi di queste crisi». SERVE RIFORMA - Anche Tim Geithner, il ministro del Tesoro di fronte alla commissione Finanze della Camera dei rappresentanti ha chiesto nuovi poteri di controllo, ovvero una «autorità risolutiva» per poter affrontare la crisi finanziaria ed intervenire nelle situazioni problematiche che costituiscono un pericolo per il sistema finanziario americano. Geithner ha sottolineato che una situazione straordinaria sta spingendo il governo ad assumere «misure straordinarie». STABILIZZARE IL SISTEMA - «Faremo quello che è necessario per stabilizzare il sistema finanziario e, con l'aiuto del Congresso, sviluppare gli strumenti per rendere la nostra economia più resistente ed il nostro sistema più giusto» continua la dichiarazione di Geithner, che sottolinea che l'obiettivo è «assicurarci che il paese non si trovi più a fronteggiare una situazione del genere». «Per raggiungere l'obiettivo, l'amministrazione ed il Congresso devono lavorare insieme per intraprendere una ampia riforma dei sistemi di controllo ed eliminare i vuoti nella supervisione - ha dichiarato ancora - tutti le istituzioni ed i mercati che possono costituire un rischio sistematico saranno soggetti ad un forte controllo, compresi limiti appropriati alla loro politica di assunzioni di rischi». PORRE LIMITI - Geithner ha poi aggiunto che gli Usa dovrebbero imporre limiti alle prese di rischio da parte di società il cui fallimento metterebbe a rischio il sistema finanziario. Secondo Geithner il sistema regolatorio andrebbe rivisto dopo che non è riuscito a governare gli eccessi in aziende quali Aig. «Tutte le istituzioni e i mercati che pongono un rischio sistemico saranno soggetti a una forte supervisione, inclusi appropriati limiti alle prese di rischio - afferma Geithner secondo il testo consegnato prima dell'audizione -. I regolatori devono applicare gli standard, non solo per tutelare la solidità delle singole istituzioni, ma anche per proteggere la stabilità del sistema nel suo insieme». stampa |

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