CENACOLO DEI COGITANTI |
Comunque belle
( da "Stampa, La" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: In un momento
pesantemente condizionato dalla crisi finanziaria mondiale, i consumi interni
tengono e l'export è cresciuto. «Pensiamo che anche il 2009 si chiuderà con
numeri positivi». Insomma ben truccati e con il giusto completino di biancheria
intima, ben disposti verso il sesso, siamo pronti ad affrontare la crisi.
"Pignoramenti,
aumento del 37%" ( da "City"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Si sentono anche
in Puglia gli effetti della crisi finanziaria internazionale: lo conferma il
responsabile della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici, monsignor
Alberto D'Urso, secondo cui "le ore di cassa integrazione sono venti volte
superiori rispetto all'anno scorso, i lavoratori precari licenziati non si
contano più".
Il ministro delle Finanze
americano T. Geithner ha ieri illustrato il suo nuovo piano di intervento ...
( da "Stampa, La" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: L'euforia dei
mercati può essere addotta proprio a questo. L'attesa di un piano di intervento
aveva finora portato ad uno stallo sui mercati finanziari che rischiava di
avere gravissime conseguenze in una crisi recessiva come quella in cui si trova
l'economia mondiale.
"Credere nella
ripartenza" ( da "Stampa,
La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ed è anche
particolarmente attrezzata per attraversare le bufere finanziarie. «Certo, una
fase così non si era mai vista - nota Giubergia - ma occorre anche dire che se
la situazione economica si annuncia inesorabilmente difficile per tutto il
2009, i mercati finanziari hanno già cominciato, invece, a recuperare qualcosa.
"Il futuro sarà
tranquillo solo grazie a nuovi modelli"
( da "Stampa, La" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: E consiglio - in
un momento di così alta volatilità dei mercati finanziari- di investire in
titoli di stato e obbligazioni societarie di alta qualità, per cercare di
preservare il capitale». Una coppia di ragazzi vuole aprire un mutuo. Lei è
collaboratrice a progetto di un'azienda pubblicitaria che potrebbe anche
chiudere.
Il piano Geithner mette le
ali a tutte le Borse ( da "Stampa,
La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi immobiliare
nel terremoto finanziario che ha innescato la recessione. Ciò che ha convinto
di mercati è stata la scelta di Geithner di svelare i dettagli finora taciuti:
alla base del pacchetto di finanziamento vi sono fra 75 e 100 miliardi di
capitale provenienti dal programma «Tarp» e l'acquisto dei mutui tossici
passerà attraverso la «Federal Deposit Insurance Corporation»
"Riforme zero Obama?
Un populista" ( da "Stampa,
La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: il piano di Tim
Geithner che è stato premiato dai mercati finanziari? «Geithner cerca di
ottenere un'ordinata ristrutturazione dei mercati in maniera analoga a quanto
tentò di fare il predecessore Henry Paulson ma è una mossa ad alto rischio».
Dove sta il rischio? «Nella scommessa che i titoli tossici valgano qualcosa.
Investire non è un gioco
( da "Stampa, La" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: cultura
finanziaria tra i risparmiatori. L'ultima iniziativa è un libro, «Io non ci
casco più!» un manuale di autodifesa finanziaria. Quattro semplici passi per
aiutare i risparmiatori a rialzarsi dalla crisi finanziaria. Un vademecum
scritto con un linguaggio semplice e chiaro rivolto a chiunque desideri
approfondire seriamente e semplicemente la gestione del proprio risparmio.
"Sorvegliare la
finanza con un organismo sotto la bandiera Onu"
( da "Stampa, La" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dei mercati
finanziari considero preferibile quella che attribuisce i poteri a un organismo
nell'ambito delle Nazioni Unite». Anche Guido Rossi appoggia la proposta del
Cancelliere tedesco Angela Merkel di affidare a un nuovo organismo sotto
l'ombrello dell'Onu, il controllo di quei mercati finanziari che hanno messo
con tanta facilità sotto scacco i sistemi di vigilanza nazionali.
Geithner, l'esame di Wall
Street I primi dubbi sul piano-banche
( da "Corriere.it" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria
spaventosa. Impresa tutt'altro che agevole: a dieci giorni dal G20 di Londra
dove gli Usa devono presentare una ricetta economica ben definita, e nel bel
mezzo della tempesta per i "bonus" pagati ai dirigenti di AIG,
Geithner (difeso anche ieri dal presidente che ha smentito ogni ipotesi di
dimissioni) si gioca tutto proprio sulla scommessa di coinvolgere il grande
Tre miliardi di euro nei
paradisi fiscali ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Una risorsa che
potrebbe riequilibrare le restrizioni sul credito impartite dalle banche e
riportare a galla le aziende in crisi finanziaria con un'operazione a costo
zero. Aziende povere, imprenditori ricchi. Un adagio che torna spesso in tempi
di crisi e trova forza nei dati stilati dall'Ufficio Italiano Cambi, dove viene
tenuta traccia degli investimenti diretti verso l'estero.
Ma Galan canta vittoria
Noi siamo stati apripista ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: edilizia
fortemente penalizzata nell'intero Paese e purtroppo pure in Veneto dalla
complessa crisi finanziaria». Riguardo alle competenze, il presidente veneto in
sede di illustrazione del provvedimento, una decina di giorni fa, aveva
ricordato che è materia delle Regioni. Ma anche in Veneto cominciano a
sepreggiare malcontenti e dubbi sul piano casa.
Il Garda si fa Iseo per
Clive Owen agente giramondo ( da "Giornale
di Brescia" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi
finanziaria. O almeno Tom Tvyker sembra mascherarlo sotto un incalzante ingorgo
di avventure che riprendono certi ingredienti del bondismo americano. Se il
capitolo più fracassone e distruttivo è quello mimato all'interno della copia
del newyorkese museo Guggenheim, anche troppo dilatato nella pirotecnica
sarabanda di sparatorie lungo una bianca spirale discendente,
grassi: o si trova lo
sponsor, o lo sporting chiude ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: senza sponsor da
due anni e in crisi finanziaria, rischia di chiudere, almeno per quanto
riguarda l'attività di vertice, per ripartire dai campionati regionali di base.
«Voglio lanciare - ha detto Grassi - il mio grido di dolore sul futuro di una
realtà quale lo Sporting club, prezioso frutto di una semina cominciata oltre
dieci anni fa con il progetto Trudi,
la snaidero pensa solo
alla salvezza sul campo ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: giornata già a
Teramo La Snaidero pensa solo alla salvezza sul campo Rieti e Fortitudo in
crisi finanziaria ma Udine punta al terzultimo posto BASKET Ritrovata la
vittoria contro Caserta dopo cinque turni domenica cerca il bis con Milano e
prima di Ferrara Ore decisive soprattutto per le sorti della Sebastiani che
oggi incontra il presidente della Regione Lazio di VALERIO MORELLI UDINE.
Pmi a rischio con il
credit crunch ( da "Finanza
e Mercati" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: alla crisi
finanziaria. Nel corso dell'ultimo anno le nuove erogazioni di prestiti
sindacati sul mercato internazionale a imprese appartenenti a gruppi non
finanziari italiani si sono ridotte a circa 20 miliardi, dai 60 del
Fuori 1.000 mld $ di asset
tossici Piano Geithner: primo sì da Pimco
( da "Finanza e Mercati"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: spiega il governo
«rischia di prolungare la crisi finanziaria, come dimostra l'esperienza
giapponese», e nel secondo caso i contribuenti si assumerebbero tutti i rischi.
Geithner si aspetta che al programma partecipino «investitori individuali,
fondi pensione, assicurazioni e altri investitori di lungo termine».
Crisi, il supporto di
Â<Fidi MoliseÂ> ( da "Tempo,
Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: CAMPOBASSO Associazioni
e settori imprenditoriali piccole e medie imprese fanno fronte comune per
combattere la crisi finanziaria nel tentativo di rilanciare gli investimnenti o
conservare almeno l'esistente. I Fidi del Molise di tutti i settori produttivi
si sono uniti per combattere l'emergenza credito. Ieri la presentazione presso
la Camera di commercio di Campobasso del «Fidi Molise».
È in arrivo lo scec la
moneta solidale ( da "Arena,
L'" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: un patto sociale
tra produttori e consumatori della comunità per far fronte alla crisi
finanziaria e per rilanciare la piccola economia. A Trento lo scec è stato
approvato come valuta complementare con una delibera del Consiglio comunale.
Nel mondo sono già seimila le monete locali in circolo e l'iniziativa, grazie
anche ad un vuoto legislativo, è perfettamente legale.
sinai: "una risposta
efficace al caos ma ora attenzione alle nuove regole" - eugenio occorsio
( da "Repubblica, La"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: anni di esperienza
sui mercati finanziari, non ha nessun dubbio: questa volta il team di Obama ha
fatto davvero la cosa giusta. «Se ne è accorto benissimo il mercato, che
infatti sta dando una risposta entusiastica». Eppure quando Geithner nel suo
precedente intervento al Congresso, a fine febbraio, accennò a un progetto del
genere,
<Più credito contro la
crisi> ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la crisi
finanziaria. PRIORITÀ «È necessario analizzare a fondo la nostra realtà come
chiesto anche dai sindacati», sottolinea Cherchi. «Solo così le forze sociali e
la Regione potranno capire che cosa hanno di fronte e come agire». A suo dire,
infatti, oltre ai casi più eclatanti, sono decine le piccole aziende che non
riescono ad andare avanti e scompaiono senza troppo clamore.
cantieri dalla pietà senza
ordini - massimo scattolin ( da "Nuova
Venezia, La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi
finanziaria globale non risparmia nemmeno la storica nautica di lusso
veneziana. Le società di leasing hanno chiuso i rubinetti, nessuno ordina nuovi
yacht, chi li aveva ordinati annulla le commesse. Dopo i cantieri De Poli di
Pellestrina ieri mattina anche i Cantieri Dalla Pietà di Fusina, assistiti da
Gianluca Vidal,
il pacchetto salva-banche
fa volare le borse - gigi furini ( da "Centro,
Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: un sistema più
forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che
non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire
i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca
partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre)
il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».
i prezzi delle case non
scendono ( da "Tirreno,
Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: racconta di
quotazioni che non accennano ad imboccare quella discesa che - con la crisi
finanziaria ormai ampiamente scoppiata - si poteva prevedere. Insomma: girare
per agenzie o spulciare gli annunci sui giornalini non è diventato più facile.
Come dimostra la tabella che pubblichiamo in questa pagina, sono tante le zone
nelle quali le quotazioni sono rimaste invariate.
il pacchetto salva-banche
fa volare le borse - gigi furini ( da "Nuova
Sardegna, La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: un sistema più
forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che
non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire
i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca
partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre)
il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».
il tesoro delle aziende
laziali la borsa a caccia di società - adriano bonafede
( da "Repubblica, La"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Anche se, è chiaro,
occorrerà attendere che la crisi finanziaria internazionale sia quantomeno
vicina alla fine per vedere qualche nuova società accettare la sfida dello
sbarco al listino. Il "potenziale quotabile" è identificato da Borsa
italiana secondo alcune precise caratteristiche di buona salute.
il pacchetto salva-banche
fa volare le borse - gigi furini ( da "Nuova
Venezia, La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: un sistema più
forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che
non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire
i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca
partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre)
il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».
mantellassi, mobilità per
sei ( da "Tirreno,
Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Fermi da settimane
perché la crisi finanziaria ha messo in ginocchio anche i nuovi mercati di
riferimento dei maggiori produttori quarratini. Da gennaio, poi, gli ordinativi
sono crollati. E così Nicola Mantellassi, titolare della Mantellassi Spa, ha
aperto una procedura di mobilità per 6 lavoratori.
Carlo Felice, protestain
costume di scena ( da "Secolo
XIX, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: precipitare della
crisi finanziaria ed economica ha reso ancora più complicata. Per evitare la
chiusura del teatro dell'Opera è indispensabile trovare un accordo tra i
lavoratori e la Fondazione sul Fondo pensioni in liquidazione coatta. Per farlo
è necessario reperire almeno sei milioni di euro in base all'ipotesi che era
stata elaborate nello scorso dicembre dal sindaco Vincenzi,
Dalla crisi una chance per
le Rurali SILVIO GOGLIO ( da "Adige,
L'" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: presenza di molti
operatori finanziari non soggetti a controlli delle autorità. Tutto ciò ha
creato una crescente incertezza che è sfociata in una generalizzata crisi di
fiducia, anche sul mercato interbancario. Sia le trasformazioni strutturali che
la crisi finanziaria aprono nuove opportunità per le banche locali in generale
e per il sistema delle banche di credito cooperativo (
<Contro la crisi troppa
cultura e pochi cantieri> ( da "Adige,
L'" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: una manovra
finanziaria per il 2009 volta a contrastare la crisi finanziaria ed economica
con iniziative dirette ad attivare una spesa di investimento con azioni volte a
sostenere le imprese locali e ha provveduto a ridurre le spese relative a
convegni, manifestazioni, pubblicazioni e pubbliche relazioni», il Comune di
Avio si è mosso esattamente seguendo la strada inversa.
banca carige apre a
saronno e studia i "tremonti-bond" - massimo minella
( da "Repubblica, La"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nonostante la
crisi finanziaria che ha scosso i mercati e l´economia reale, i risultati
preliminari di Banca Carige per il 2008 sono in crescita, con uno sviluppo dei
volumi intermediati e un utile netto previsto superiore ai 210 milioni del
2007». «In questo senso - ha aggiunto Arzani - possiamo senz´altro dire di
essere una banca controcorrente»
case, i prezzi non
scendono ( da "Tirreno,
Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La rilevazione
dell'Agenzia del Territorio (per il secondo semestre 2008) racconta di
quotazioni che non accennano ad imboccare quella discesa che - con la crisi
finanziaria ormai ampiamente scoppiata - si poteva prevedere. Soprattutto per
quanto riguarda il centro e gli immobili più pregiati. CINOTTI in Viareggio I
SEGUE A PAGINA
antro, le visite
raddoppieranno - simone tonini ( da "Tirreno,
Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: da fare per
trovare una soluzione alla crisi finanziaria di cui loro non sono responsabili.
Condividiamo in pieno l'operato e la proposta di costituire una Fondazione per
il coordinamento del turismo della Versilia storica, anche se andranno ben
precisati i ruoli, i compiti, le risorse e gli obiettivi onde evitare un altro
carrozzone che non produce ricchezza ma consuma risorse.
unicredit +15%, bene anche
generali ( da "Tirreno,
Il" del 24-03-2009) + 3 altre fonti
Argomenti:
Crisi
Abstract: Erano stati quelli
più penalizzati dalla crisi e ora sono i primi a rialzarsi. Difficile dire se
questo è l'inizio della svolta, se la crisi finanziaria stia per finire.
Certamente sul forte rialzo dei titoli e degli indici ci sono gli acquisti dei
ribassisti che, per una volta, sono stati presi in contropiede.
il pacchetto salva-banche
fa volare le borse - gigi furini ( da "Tirreno,
Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: un sistema più forte
che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci
troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i
bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership
pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il
contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».
pigs nel mirino, ecco i 5
paesi dove il pil cede e il debito vola - elena polidori
( da "Repubblica, La"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: E tuttavia, crisi
o non crisi, il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, ha più volte tenuto
a precisare che «la tenuta di Eurolandia non è in discussione» e dunque i
timori di rottura sono «infondati». Non ha nascosto però la necessità di
riformare i mercati finanziari, scossi dalle turbolenze.
Usa : maxi-piano contro i
titoli tossici ( da "Metronews"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Fino al 50% dei
fondi dei privati verrà garantito dal governo. «In una crisi finanziaria - ha
detto Geithner - la gente vuole sempre che sia il governo a prendere i rischi
maggiori. Stiamo cercando di trovare un equilibrio che sia migliore per i
contribuenti».
Soldi alle banche per
ridare fiducia ai consumi privati
( da "Manifesto, Il"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: le strozzature
strutturali che sono state alla base della crisi finanziaria. Casa, sanità, previdenza,
scuola sono i cardini sui quali si regge una moderna economia del benessere. Ma
nel programma di Obama e nei suoi primo 100 giorni su questi temi c'è un
silenzio quasi assoluto. Eppure è evidente che il forte indebitamento delle
famiglie è nato proprio dai bisogni di istruzione,
Sopravvivenza russa
L'anticiclico Chavez Low sex a Berlino
( da "Manifesto, Il"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Una sorte di
protezionismo contro il più volte sbandierato proposito della capitale
londinese di essere il centro del multiculturalità mondiale. Francia e Usa
stanno facendo lo stesso. A Parigi c'è una tendenza a consumare quello che è
confezionato nel proprio paese;
Piano casa: più metri cubi
per creare più posti di lavoro ( da "Italia
Oggi" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Tutte e due le
economie, a causa della crisi finanziaria, hanno adesso bisogno di un
supplemento di domanda. L'Inghilterra può provvedere agendo sulla spesa
pubblica. Una leva, questa, sulla quale può appoggiarsi in minor misura
l'Italia a causa del suo già stratosferico indebitamento pubblico.
Lombardia, 1,5 mld per la
cig ( da "Italia
Oggi" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Abbiamo tutte le
forze per uscire da questa crisi, ancora più forti di come siamo entrati. Certo
occorre serrare le fila, fare sistema. Ma la situazione non è preoccupante».«La
crisi finanziaria, diventata crisi economica, non deve diventare crisi sociale.
É volontà di tutti e abbiamo gli strumenti per centrare questo obiettivo».
Poste prepara un altro
salva-polizze ( da "Milano
Finanza (MF)" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: prodotti che fanno
parte del programma assicurativo dinamico Il bilancio di Poste Italiane ha
retto bene alla crisi finanziaria. Ieri il gruppo guidato da Massimo Sarmi ha
approvato i conti 2008, chiusi con un utile di 882,6 milioni (+4,6%) e un risultato
operativo che si attesta a 1,5 miliardi (1,7 miliardi nel 2007). Il gruppo ha
registrato profitti per il settimo anno consecutivo.
L'Italia resta senza aiuti
anti-crisi ( da "Italia
Oggi" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale situazione
di crisi finanziaria ed economica» (2009/C 16/01) e dalla Comunicazione della
Commissione europea del 25 febbraio 2009, di modifica del Quadro di riferimento
temporaneo. Si tratta delle misure adottate a livello europeo per rispondere
alla crisi finanziaria, volte in particolare a favorire l'accesso delle imprese
ai finanziamenti e a incoraggiare gli investimenti,
)MARIO GUIDAZZI (PRI)
Sulla <Simona> siamo col centrodestra:
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Una realtà
produttiva che entra in crisi, non a causa della riduzione della domanda o
della inefficienza produttiva, ma della crisi finanziaria che ha coinvolto la
proprietà. Va da sé quindi che un imprenditore attento e lungimirante potrebbe
considerare interessante, mantenere aperta un'azienda che produce oggetti di
grande qualità.
Piccoli usurai crescono:
già strozzini a otto anni ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Intanto, la crisi
finanziaria internazionale comincia ad «avere effetti disastrosi anche in
Puglia », rivela don Alberto D'Urso. Basta dare un'occhiata ai numeri raccolti
dalla Fondazione: a Bari, nel 2006, vennero iscritti 756 nuovi pignoramenti;
nel 2007 erano 930 e nel 2008 1.
Parte la sfida tra le ex
bolle ( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi dei mercati
finanziari che minano i profitti di trading e le commissioni ». Detto questo,
«bisogna ora vedere quanto le prospettive reddituali di queste banche sono
cambiate, soprattutto in presenza di una minore efficienza di capitale. E
probabilmente, è logico supporre che i valori di redditività che abbiamo visto
in passato non saranno recuperati integralmente,
Il piano lancia Wall
Street: finanza e hi-tech in rally
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: presto per dire
che la crisi finanziaria sia superata»ha detto Jack Ablin della Harris Private
Bank. Molti operatori restano convinti che questo siaancora un mercato
dell'Orso nonostante la sfilza di rialzi iniziata il 9 marzo e culminata ieri.
Fino a che l'indice Dow Jones non sfonderà la soglia dei 9mila punti, sostiene
per esempio il trader Ted Weisberg della Seaport Securities,
I G-VERTICI
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Da quando
nell'autunno scorsoè esplosa la crisi finanziaria se neè svolto uno a
Washington, nel novembre scorso, con Barack Obama già eletto ma non ancora
insediato La presidenza di turno del G-20 spetta adesso alla Gran Bretagna di
Gordon Brown e il 2-3 aprile Londra ospiterà la riunione dei 20 Capi di Stato e
di Governo.
Serve un nuovo modello di
sviluppo ( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Eppure in queste
settimane non sono mancate le fughe in avanti di singoli Stati verso soluzioni
protezioniste. Che cosa ne pensa? Credo solo che il protezionismo non protegga
nessuno. E' la via che conduce alla rovina, capace soltanto di innescare un ciclo,
sotto il segno del declino, dove non si potrà più commerciare. Rilanciare il
commercio in questa fase è, invece, essenziale.
Non siamo un Paese di
serie B ( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: e rifiuto del
protezionismo, che per un paese a tutto export come l'Italia sarebbe un grosso
danno». La crisi ovviamente è globale, come ripete Marcegaglia, riprendendo il
filo della bella analisi del professor Mario Deaglio, che ha riassunto alla
platea le tappe dell'ondata di crisi partita dagli Usa: l'overdose di denaro a
buon mercato sostenuto dalla Cina,
Perché serve il contratto
di ricollocazione ( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la crisi
finanziaria, diventata recessione economica, minaccia di diventare crisi
sociale. Una disoccupazione a livelli a cui da tempo non eravamo più abituati
leva il sonno a governanti di tutto il mondo. L'Italia affronta questa
eventualità con una struttura del mercato del lavoro che vede da un lato
lavoratori superprotetti,
Cina: una nuova moneta
globale ( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: mai con la
volatilità che imperversa sui mercati finanziari, Pechino non ha reali
allocazioni alternative per le sue riserve valutarie, che ammontano a oltre
1.900 miliardi di dollari. Prova ne sia che negli ultimi mesi, nonostante la
crisi finanziaria internazionale e l'atteso peggioramento dei conti pubblici
americani, la Cina ha continuato ad acquistare i buoni del Tesoro Usa,
LO STUDIO
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Unione Europea lo
studio pubblicato da Assonime e Ceps sulla crisi finanziaria. Lo studio, dal
titolo Keep it simple. Policy responses to the financial crisis, è stato
redatto da Stefano Micossi e Carmine Di Noia - con Fabrizia Peirce e Jacopo
Carmassi- e rappresenta un contributo italiano al G-20 sulla crisi finanziaria.
Supervisione ma con
obiettivi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: mercati
finanziari. I l modo per affrontare l'instabilità finanziaria non è un ritorno
a un sistema di cambi fissi, che non è né fattibile né de-siderabile, viste le
enormi differenze tra le economie e i sistemi sociopolitici. Sono però
necessari nuovi accordi monetari, in base ai quali gli squilibri di bilancia
dei pagamenti siano corretti da appropriate politiche nazionali e
Il debito delle banche non
deve superare dieci volte il capitale
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: causa principale
della crisi finanziaria sono le politiche macro- economiche destabilizzanti
perseguite dagli Stati Uniti, con il perverso concorso delle altre grandi aree
economiche del mondo, fin dalla fine del sistema di cambi fissi di Bretton
Woods. Gli squilibri nei pagamenti internazionali, invece che corretti con
appropriate correzioni dei cambi e delle politiche interne,
L'imperativo Pmi è
diventare grandi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: così come ogni
protezionismo risulta fuori luogo. L'innovazione è il prodotto di una ricerca
che dobbiamo continuare ad alimentare ed alla quale va aggiunto il nostro
valore forse più importante, che è la capacità di fare impresa. A tutto questo
va unita una spinta verso una dimensione che assicuri maggiore solidità.
Basilea 2, serve più
flessibilità ( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: flessibilità La
crisi non deve essere un alibi per disinvestire - Resistere al protezionismo
Marco Alfieri MILANO Più credito, anche rendendo più flessibile Basilea 2, e
più Europa. Nel mezzo di una tempesta globale che non conosce argini, gli
industriali lombardi riuniti a Carate Brianza provano a gettare il cuore oltre
l'ostacolo per «anticipare la ripresa, le scelte possibili»,
L'Eliseo prepara la legge
anti-bonus ( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: andamento dei
mercati finanziari. Colette Neuville,presidente dell'Associazione di difesa
degli azionisti di minoranza (Adam) ritiene si debba incoraggiare i patron «ad
agire sul lungo termine». Altri esperti sostengono la necessità di definire
altri criteri di attribuzione, come la riduzione del debito e la crescita del
fatturato.
Sul risparmio il timbro
postale ( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 9 miliardi con una
tenuta dei servizi finanziari e assicurativi (+ 2% e +7,7%) e una flessione
contenuta allo 0,8% della corrispondenza. In calo l'Ebit (il risultato
operativo) a 1,5 miliardi da 1,78 nel 2007. «è un bilancio prudente ma che
nonostante la crisi finanziaria ci ha permesso di fare meglio di molti
operatori europei », ha aggiunto Sarmi.
Cinque mosse per battere
il protezionismo ( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: MONDO E MERCATI
data: 2009-03-24 - pag: 25 autore: Cinque mosse per battere il protezionismo di
Catherine Ashton* I l commercio è la linfa dell'economia mondiale, e rallenta
pericolosamente. L'Europa avverte la difficoltà, persino la Germania, campione
di esportazioni, ha sperimentato alla fine del 2008 il più grave crollo da 15
anni.
Nel 2009 scambi giù del 9%
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: rispondendo a chi
agita lo spettro del protezionismo per uscire dalla crisi degli scambi. Secondo
altri, invece, l'integrazione regionale è la ricetta da intraprendere. Lo
auspica l'Asean,l'associazione che riunisce dieci Paesi del Sud-Est asiatico,
che entro il 2015 vuole trasformarsi in una Comunità economica.
L'impresa globale come
Araba fenice ( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Inversione di
tendenza o ripiegamento momentaneo imposto dal protezionismo finanziario oltre
che commerciale? Lo diranno i prossimi mesi, e forse anni considerata la
profondità della crisi. Rispetto a esperienze di recessione o depressioni
passate, infatti, la rivoluzione tecnologica e le reti globali faranno sì che
le lancette degli orologi non tornino troppo indietro.
Un assegno da 160 milioni
Ecco perché Berlusconi non s'è accorto della crisi
( da "Riformista, Il"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: anno orribile
della crisi finanziaria internazionale». Sempre dalla dichiarazione dei redditi
di Berlusconi risultano poi solo 19,02 euro di spese elettorali. «Una cifra
ridicola - spiega Alessandro Perugini, titolare di una tipografia romana - con
la quale al massimo si possono stampare 500 biglietti da visita, ma, di sicuro,
Intesa Tremonti-Formigoni:
1,5 miliardi anticrisi ( da "Corriere
della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi
finanziaria, diventata crisi economica, non deve diventare crisi sociale. è
volontà di tutti e abbiamo gli strumenti per centrare questo obiettivo. Nessuno
sarà lasciato solo». Una risposta al presidente di Confapi, Paolo Galassi, che
aveva lanciato l'allarme: «Gli ammortizzatori sono una faccia della medaglia,
Settemila domande per fare
l'ispettore del Fisco ( da "Corriere
del Veneto" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: salvarsi » da una
crisi finanziaria ed economica che colpisce anche quei settori considerati fino
a ieri immuni da incertezze. Dal consulente del lavoro all'insegnante che teme
gli effetti dei tagli del Ministero, sono proprio loro – i quarantenni e
cinquantenni con un posto qualificato che però scricchiola –
Via al piano salva banche,
l'euforia delle Borse ( da "Corriere
della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ma non c'è altra
scelta quando si vuole risolvere una crisi finanziaria». Più ottimista, il
presidente Obama si è detto «molto fiducioso» che quella messa a punto dal suo
argentiere sia la mossa giusta: «C'è ancora molta fragilità nei mercati, ma
penso che ci stiamo muovendo nella giusta direzione ».
Torna Richard Ginori,
rialzo boom ( da "Corriere
della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati
Finanziari - data: 2009-03-24 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Il caso a
Milano Torna Richard Ginori, rialzo boom (a.jac.) — Ritorno in Borsa con il
botto per Richard Ginori. Piazza Affari ha premiato il rilancio del gruppo
delle porcellane voluto da Starfin (la finanziaria dell'ex amministratore
delegato,
Daimler, sì della Borsa al
fondo Aabar ( da "Corriere
della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sezione: Economia
Mercati Finanziari - data: 2009-03-24 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Il
caso a Francoforte Daimler, sì della Borsa al fondo Aabar (g.fer.) — Piace al
mercato l'ingresso del fondo Aabar di Abu Dhabi nella Daimler. L'operazione,
annunciata domenica, è stata salutata ieri con un balzo del titolo,
Scatto di Pirelli, sale
Generali ( da "Corriere
della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della
Sera - NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-24 num:
- pag: 35 categoria: REDAZIONALE La Giornata in Borsa Scatto di Pirelli, sale
Generali di Giacomo Ferrari Milano superstar Piazza Affari prima in Europa:
l'indice S&P-Mib cresce del 5,77% Ancora una volta Piazza Affari svetta in
Europa.
via al nuovo piano obama,
le borse volano ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: un sistema più
forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che
non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per «ripulire i
bilanci delle banche», gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership
pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre) il
contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci.
<Così usciremo
dall'emergenza> ( da "Corriere
della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: e resistere alla
tentazione del protezionismo, che non può che aggravare la crisi. Secondo, è
necessario rimettere in moto il credito, essenziale per le aziende e per i
consumatori. In America, stiamo lavorando alacremente per stabilizzare il
nostro sistema finanziario. Grazie anche a una corretta valutazione dei bilanci
delle nostre banche principali,
Formigoni: i lombardi non
sono soli contro la crisi ( da "Giorno,
Il (Milano)" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: i lombardi non
sono soli contro la crisi Tremonti, a colazione con il governatore e con i big
dell'economia, annuncia fondi per gli ammortizzatori sociali: 1,5 miliardi di
GIORGIO GUAITI MILANO EVITARE CHE LA CRISI finanziaria, già diventata
economica, diventi sociale: «abbiamo la volontà e gli strumenti per centrare
questo obiettivo.
la crisi affonda i
cantieri dei vip ( da "Nuova
Venezia, La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi affonda i
cantieri dei vip Dalla Pietà senza ordini chiede il concordato preventivo
VENEZIA. La crisi finanziaria globale ha colpito anche la storica azienda
nautica di lusso veneziana. Dopo i cantieri di Pellestrina De Poli, ieri
mattina anche i Cantieri Dalla Pietà di Fusina (ma veneziani di nascita) hanno
presentato domanda di accesso al concordato preventivo al Tribunale
ma galan canta vittoria
noi siamo stati apripista ( da "Nuova
Venezia, La" del 24-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Crisi
Abstract: edilizia
fortemente penalizzata nell'intero Paese e purtroppo pure in Veneto dalla
complessa crisi finanziaria». Riguardo alle competenze, il presidente veneto in
sede di illustrazione del provvedimento, una decina di giorni fa, aveva
ricordato che è materia delle Regioni. Ma anche in Veneto cominciano a
sepreggiare malcontenti e dubbi sul piano casa.
FORMIGONI/TREMONTI,
IMPEGNO ANTI-CRISI CON GOTHA ECONOMIA "NESSUNO RIMARRA' SOLO, ABBIAMO
STRUMENTI E RISORSE PER REAGIRE" A GIORNI TRASFERIMENTO DI 1,5 MILIARDI DI
AMMORTIZZATORI ( da "marketpress.info"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Martedì 24 Marzo
2009 FORMIGONI/TREMONTI, IMPEGNO ANTI-CRISI CON GOTHA ECONOMIA "NESSUNO
RIMARRA´ SOLO, ABBIAMO STRUMENTI E RISORSE PER REAGIRE" A GIORNI
TRASFERIMENTO DI 1,5 MILIARDI DI AMMORTIZZATORI SOCIALI Milano, 24 marzo 2009 -
"La crisi finanziaria, diventata crisi economica, non deve diventare crisi
sociale.
cervignano, sulla crisi
balducci attacca travanut ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sulla crisi
Balducci attacca Travanut CERVIGNANO. É polemica dopo le recenti dichiarazioni
del consigliere regionale e comunale Mauro Travanut, che, nei giorni scorsi,
riferendosi alla crisi finanziaria mondiale, aveva citato le parole del
presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama, il quale, a sua volta,
Crisi: Banca centrale
cinese chiede creazione moneta riserva internazionale
( da "TgFin.it" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: considerando che
la crisi finanziaria richiede "una riforma creativa dell'attuale sistema
monetario internazionale". In un comunicato riportato sul sito della Banca
centrale cinese, una settimana prima del G20, il governatore Zhou Xiaochuan spiega
che la crisi ha evidenziato "la debolezza del sistema monetario
internazionale attuale".
Obama e Sarkozy dialogano
prima del G20 - Primi segnali di deflazione in Gran Bretagna - AIG RESTITUIRÀ I
BONUS LE BORSE GODONO: USA SI ACCOLLA GLI ASSET TOSSICI I TIMORI USA S
( da "Dagospia.com" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: per ripulire i
bilanci delle banche dai titoli tossici che hanno provocato la crisi
finanziaria: le borse hanno reagito positive al suo annuncio. EL PAIS -
"Gli Usa stanziano un altro miliardo di dollari per ripulire le
banche" dai titoli tossici. L'amministrazione Obama ha presentato ieri il
suo piano per salvare il settore finanziario, e ripulire i bilanci delle banche
in crisi.
"Comunque belle"
l'arte della seduzione non conosce rinunce
( da "Stampaweb, La"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: In un momento
pesantemente condizionato dalla crisi finanziaria mondiale, i consumi interni
tengono e l?export è cresciuto. «Pensiamo che anche il 2009 si chiuderà con
numeri positivi». Insomma ben truccati e con il giusto completino di biancheria
intima, ben disposti verso il sesso, siamo pronti ad affrontare la crisi.
Dopo che la crisi finanziaria
si è trasformata in crisi economica, bisogna evitare di arrivare al...
( da "CronacaQui.it"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Lo ha confermato
il ministro al "ghota" dell'economia lombarda Crisi, Tremonti porta
ossigeno per 1,5 milioni MILANO - Dopo che la crisi finanziaria si è
trasformata in crisi economica, bisogna evitare di arrivare al terzo stadio: la
crisi sociale. Insomma, anche in Lombardia il problema c'è e gli amministratori
non si nascondono dietro a un dito.
Credit Suisse: Proporrà ad
azionisti aumento di capitale ( da "KataWeb
News" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: e chiedere la
facoltà di emetterne altri 100 milioni "per conservare flessibilità
strategica in futuro". Credit Suisse, una delle banche che ha reagito
meglio alla crisi finanziaria grazie alla forte capitalizzazione e una Tier 1
ratio sopra il 13%, ha comunicato che l'inizio del 2009 è stato positivo. AGI
Piano Usa, Tokyo e Europa
brindano ( da "Corriere.it"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: entusiasmo dei
trader, che sperano nella fine della peggiore crisi finanziaria dai tempi della
Grande Depressione, gli analisti però restano cauti. «Alla fine i giochi non
cambieranno anche se il piano sarà implementato perfettamente. E si tratta di
un grande "se"», ha avvertito Kirby Daley, di Newedge Group a Hong Kong.
Euforia sui mercati
( da "Trend-online" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: più forte che
possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci
troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Così il segretario al
Tesoro Timothy Geithner spiega il piano. A tal proposito verrà isituita una
partnership pubblico-pivata che rileverà il peso degli "asset
tossici" dai bilanci delle Banche in modo da stabilizzare il sistema
finanziario.
BORSA/ PIANO GHEITNER
CONVINCE MERCATI ASIA, TOKYO VOLA A +3,32%
( da "Wall Street Italia"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Nonostante
l'entusiasmo dei trader, che sperano nella fine della peggiore crisi
finanziaria dai tempi della Grande Depressione, gli analisti restano cauti.
"Alla fine i giochi non cambieranno anche se il piano sarà implementato
perfettamente. E si tratta di un grande 'se'", ha avvertito Kirby Daley,
di Newedge Group a Hong Kong.
Società minerarie nel
mirino della Cina ( da "Finanza.com"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: caratterizzato
dalla crisi finanziaria-economica e dal conseguente calo della domanda di
materie prime, il valore in Borsa di molti gruppi si è decisamente ridotto,
rendendoli prede alla portata soprattutto dei big cinesi. Le società cinesi
statali, secondo lo studio di Ernst & Young, faranno shopping soprattutto
in Australia e in Canada.
Cina, serve una nuova
valuta internazionale ( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: infatti che è necessario
avere una valuta di riserva internazionale stabile per rimpiazzare il biglietto
verde, considerando che la crisi finanziaria richiede una riforma creativa
dell'attuale sistema monetario internazionale. Secondo il governatore la nuova
valuta internazionale "non dovrebbe essere collegata a Nazioni
individuali, ma capace di rimanere stabile sul lungo periodo".
Brown, il G20 non è che
una tappa ( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 24 mar - La
prossima riunione del G20 a Londra, il 2 aprile, è soltanto una tappa. Lo ha
dichiarato il premier inglese, Gordon Brown, in un'intervista al quotidiano
francese La Tribune. "Nel G20, dice Brown, dovremo trovare un accordo per
politiche coordinate di contrasto alla crisi finanziaria". 24/03/2009 -
09:22
CREDIT SUISSE: PROPORRA'
AD AZIONISTI AUMENTO DI CAPITALE ( da "KataWebFinanza"
del 24-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Crisi
Abstract: e chiedere la facolta'
di emetterne altri 100 milioni "per conservare flessibilita' strategica in
futuro". Credit Suisse, una delle banche che ha reagito meglio alla crisi
finanziaria grazie alla forte capitalizzazione e una Tier 1 ratio sopra il 13%,
ha comunicato che l'inizio del 2009 e' stato positivo. 24/03/2009 - 10:15
Cina, serve una nuova
valuta internazionale ( da "KataWebFinanza"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: infatti che
necessario avere una valuta di riserva internazionale stabile per rimpiazzare
il biglietto verde, considerando che la crisi finanziaria richiede una riforma
creativa dell'attuale sistema monetario internazionale. Secondo il governatore
la nuova valuta internazionale "non dovrebbe essere collegata a Nazioni
individuali, ma capace di rimanere stabile sul lungo periodo".
Brown, il G20 non è che
una tappa ( da "KataWebFinanza"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 24 mar - La
prossima riunione del G20 a Londra, il 2 aprile, soltanto una tappa. Lo ha
dichiarato il premier inglese, Gordon Brown, in un'intervista al quotidiano
francese La Tribune. "Nel G20, dice Brown, dovremo trovare un accordo per
politiche coordinate di contrasto alla crisi finanziaria". 24/03/2009 -
09:22
Il pacchetto salva-banche
fa volare le Borse ( da "Nuova
Ferrara, La" del 24-03-2009) + 5 altre fonti
Argomenti:
Crisi
Abstract: un sistema più
forte che possa fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che
non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire
i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca
partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre)
il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».
Unicredit +15%, bene anche
Generali ( da "Nuova
Ferrara, La" del 24-03-2009) + 5 altre fonti
Argomenti:
Crisi
Abstract: Erano stati quelli
più penalizzati dalla crisi e ora sono i primi a rialzarsi. Difficile dire se
questo è l'inizio della svolta, se la crisi finanziaria stia per finire.
Certamente sul forte rialzo dei titoli e degli indici ci sono gli acquisti dei
ribassisti che, per una volta, sono stati presi in contropiede.
Il piano Geithner?
Un'altra beffa. ( da "Giornale.it,
Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: uno dei pochi ad
aver previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere
superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso
la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa sarà effimera.
Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come prima.
VENETO/ VERONA, ARRIVA LO
'SCEC' LA MONETA SOLIDALE ANTI-CRISI
( da "Wall Street Italia"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 'La solidarietà
che cammina' è lo slogan lanciato da Arcipelago Veneto, frutto di un patto
sociale tra produttori e consumatori per far fronte alla crisi finanziaria e
rilanciare la piccola economia. L'obiettivo è la creazione di un circolo
virtuoso che può valorizzare l'economia del territorio.
DEUTSCHE BANK/ NEL 2008
STIPENDIO AD ACKERMANN CROLLATO DEL 90%
( da "Wall Street Italia"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi
finanziaria è arrivata anche nel conto in banca di Josef Ackermann. Lo scorso
anno il numero di Deutsche Bank ha guadagnato il 90% in meno rispetto a un anno
prima, a causa delle perdite registrate dal suo istituto. Secondo quanto emerge
dal rapporto annuale di Deutsche Bank, diffuso oggi, nel 2008 Ackermann ha
intascato "
LLOYD'S/ UTILE PRE TASSE
2008 CALA DEL 51% A 1,9 MLD STERLINE
( da "Wall Street Italia"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Quanto alla crisi
finanziaria in corso, il presidente dei Lloyd's Peter Levene ha dichiarato che
potrebbe creare delle opportunità per i Lloyds dal momento che "le
assicurazioni non sono prodotti discrezionali e mentre il valore degli asset
diminuirà, le persone e le attività avranno comunque bisogno di comprare
coperture per i loro rischi"
GIANNI MOLINARI ANCORA UN
ANNO BUONO PER LE ESPORTAZIONI CASERTANE. SEMBREREBBE QUASI CHE IL VENT...
( da "Mattino, Il (Caserta)"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Sembrerebbe quasi
che il vento gelido della crisi finanziaria abbia evitato il mondo della
produzione di Terra di lavoro. La provincia di Caserta ha chiuso il 2008 con un
lusinghiero 11,40 per cento di crescita delle esportazioni che ora si attestano
a quasi 1,3 miliardi di euro (a fine 2007 erano a 1,1).
Geithner, il Tesoro di
Wall Street ( da "Giornale.it,
Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Marcello Foa Forse
passerà alla storia come il ministro del Tesoro che ha guarito l'America dalla
crisi finanziaria o forse come l'uomo che ha trascinato nel baratro Barack
Obama, il presidente della speranza. Timothy Geithner è giovane, ben introdotto
e, soprattutto, sfuggente. A New York non hanno ancora capito perché nel 2003
fu nominato alla testa della Federal Reserve di New York.
Stupidi.
( da "Giornale.it, Il"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: appoggio per le
misure appena varate dal governo per contrastare la crisi finanziaria e per
ottenere dalla stampa nazionale un'iniezione di fiducia e di ottimismo. Non
vengono chiamati i direttori, ma addirittura coloro che gli pagano lo
stipendio. Urca, roba forte. Ma Berlusconi è forse impazzito? Il solito regime,
anche la libertà di stampa va a farsi benedire.
I DISASTRI DELLA SCUOLA
CHE PROMUOVE TUTTI ( da "Lavoce.info"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Mentre sarebbe
necessario ricominciare a investire nella scuola dell'obbligo, con risorse
progettuali oltre che finanziarie. Per esempio, si potrebbero misurare i
progressi non solo per anno, ma anche per materia. Con la crisi finanziaria,
che in qualche modo ci coinvolge tutti, s'è imparato questo termine
?write-down?, che vuol dire ?scrivi un numero più basso?
Vinitaly, bere bene a
poco: La sfida di Regione Lazio e Arsial
( da "Velino.it, Il"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Parlando della
crisi finanziaria, Pallottini ha sottolineato come “l?agricoltura reagisce
meglio di altri settori ma il vino soffre. E se i vini di fascia altissima non
risentono della crisi quelli di fascia media sì”. A questo proposito il
commissario dell?
Borse in frenata, Trichet:
<Tassi giù> ( da "Corriere.it"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: entusiasmo dei
trader, che sperano nella fine della peggiore crisi finanziaria dai tempi della
Grande Depressione, gli analisti però restano cauti. «Alla fine i giochi non
cambieranno anche se il piano sarà implementato perfettamente. E si tratta di
un grande "se"», ha avvertito Kirby Daley, di Newedge Group a Hong
Kong.
Salute/ Rapporto Oms:
stabile numero nuovi casi di Tbc nel
( da "Virgilio Notizie"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi
finanziaria, il rapporto manifesta preoccupazione sul protrarsi della carenza
di finanziamenti. 94 paesi nei quali si verificano il 93% dei casi di Tbc di
tutto il mondo hanno fornito per il rapporto dati finanziari. Il completo
finanziamento del Global Plan to Stop TB farà raggiungere l'obiettivo di
dimezzare i casi di TB e le morti ai livelli del 1990 per il 2015.
Ridurre le emissioni di
gas serra In data 4 febbraio 2009 il Parlamento Europeo, riunito...
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: alla luce della
crisi finanziaria, gli investimenti per sostenere la crescita economica devono
considerare la necessità di promuovere le tecnologie verdi; 3) ribadisce
l'esigenza di fissare per l'Ue e gli altri paesi industrializzati un obiettivo
a medio termine di riduzione delle emissioni dei gas serra del 25-40% entro il
2020 e un obiettivo a lungo termine dell'
Pop. Vesuviana, 2008
positivo ( da "Denaro,
Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: cala da 689mila a
40mila euro per accantonamenti che il presidente Angelo Carbone definisce
"ultraprudenziali" in quest'epoca di forte crisi finanziaria ed
economica. Gli impieghi crescono dell'8 per cento circa rispetto al 2007 e la
raccolta del 20 per cento. "Questo significa - precisa il numero uno
dell'istituto di San Giuseppe Vesuviano - che la clientela ci sta dando fiducia".
SUDAFRICA/ BANCA CENTRALE
ABBASSA A 9,5% IL TASSO DI RIFERIMENTO
( da "Wall Street Italia"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: alla luce di un
miglioramento dei dati sull'inflazione e della crisi finanziaria mondiale. Il
direttore della Banca centrale, Tito Moweni, ha precisato che questo nuovo
ribasso, effettivo da domani, è stato deciso "in un contesto di
rallentamento dell'economia mondiale e nazionale così come di un miglioramento
a medio termine delle prospettive sull'inflazione".
SALUTE/ RAPPORTO OMS:
STABILE NUMERO NUOVI CASI DI TBC NEL MONDO
( da "Wall Street Italia"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi
finanziaria, il rapporto manifesta preoccupazione sul protrarsi della carenza
di finanziamenti. 94 paesi nei quali si verificano il 93% dei casi di Tbc di
tutto il mondo hanno fornito per il rapporto dati finanziari. Il completo
finanziamento del Global Plan to Stop TB farà raggiungere l'obiettivo di
dimezzare i casi di TB e le morti ai livelli del 1990 per il 2015.
Tbc-Hiv, i casi
raddoppiano ( da "Galileo"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Purtroppo a
gravare su questa situazione c?è anche la crisi finanziaria mondiale: i fondi
necessari a raggiungere l?obiettivo fissato per il 2009 dal Piano globale di
intervento contro la Tbc sono già in deficit di 1,5 miliardi di dollari. (r.s)
*** Usa: Geithner chiede
autorita' su finanziarie non bancarie
( da "TgFin.it" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ha chiesto oggi al
Congresso un provvedimento che consenta al governo di "commissariare"
le istituzioni finanziarie non bancarie il cui collasso mette a rischio
l'intero sistema. Un'autorita' questa gia' richiesta anche dal governatore
della Fed, Ben Bernanke, secondo cui il collasso di Aig a settembre avrebbe
potuto provocare una crisi finanziaria tipo anni Trenta.
Savona: un milione e mezzo
di euro per rilanciare le imprese
( da "Savona news" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: un momento
particolare come quello attuale caratterizzato da una profonda crisi economica
e finanziaria. In particolare le operazioni finanziate riguardano il
consolidamento dell?indebitamento a breve termine aziendale (da trasformare in
passività a medio-lungo termine); i finanziamenti destinati alla gestione della
liquidità per tutte le esigenze connesse al funzionamento dell?
Il piano Geithner e la
vittoria di Wall Street su Obama ( da "Trend-online"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: della crisi
finanziaria, pericolosi ?antimercatisti?. Più oggettivamente è probabile che vi
troviate oggi tra coloro che hanno storto la bocca di fronte al ?piano
Geithner? annunciato ieri sera a Washington come ?soluzione finale? della crisi
bancaria.
L'Europa conclude una
giornata erratica ( da "KataWebFinanza"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: istituto di
credito ha per annunciato di non escludere tagli al personale per combattere la
crisi finanziaria globale. ArcelorMittal ha lanciato un bond convertibile da
1,1 miliardi di euro. In difficolt il titolo Getinge sulla piazza svedese, dopo
aver trovato delle irregolarit nei conti della sua controllata francese HNE
Medical SAS.
Ricavi in calo nel 2008
per Poligrafici Editoriale ( da "KataWebFinanza"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ha proposto il
rinnovo dell'autorizzazione per l'acquisto fino al 5% di azioni proprie e fino
al 2% di azioni della controllante Monrif S.p.A.. I risultati di gestione
dell'esercizio 2008 sono stati condizionati negativamente dal difficile
contesto economico mondiale e dalla grave crisi finanziaria internazionale.
24/03/2009 - 17:20
Agricoltura, accordo MPS e
CreditAgri Coldiretti su credito ( da "KataWebFinanza"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale scenario
di forte crisi finanziaria, si ripropone come direttrice di sviluppo per
l'economia "reale" attraendo molti giovani imprenditori che trovano
ottime motivazioni per iniziare l'attivit nel settore. Da qui la necessit di
assistere le imprese, vecchie e nuove, con servizi all'avanguardia e che
consentano un accesso al credito funzionale alle loro aspettative.
Buzzi Unicem: il risultato
operativo si è ridotto del 16,5% del 2008
( da "Trend-online" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: acuirsi della
crisi finanziaria e la conseguente contrazione dello sviluppo economico a
livello globale hanno influito sui risultati della società, fermandone la
crescita. Nel 2008, le vendite di cemento a livello consolidato sono ammontate
a 32,1 milioni di tonnellate, -5,8% rispetto al 2007.
Borsa Milano chiude poco
mossa, mercato tecnico, incertezza
( da "Reuters Italia"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: giornata volatile
che vede Wall Street correggere solo parzialmente dopo che ieri è salita del 7%
sul piano Obama contro la crisi finanziaria. Il comparto bancario è contrastato
con diversi investitori che prendono beneficio dopo il rally degli ultimi
giorni, seguito alla presentazione di Unicredit. "Non si capisce quale sia
la prossima direzione del mercato", dice un trader da Londra.
BORSA MILANO CHIUDE POCO
MOSSA, MERCATO TECNICO, INCERTEZZA
( da "Wall Street Italia"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: giornata volatile
che vede Wall Street correggere solo parzialmente dopo che ieri è salita del 7%
sul piano Obama contro la crisi finanziaria. Il comparto bancario è contrastato
con diversi investitori che prendono beneficio dopo il rally degli ultimi
giorni, seguito alla presentazione di Unicredit. "Non si capisce quale sia
la prossima direzione del mercato", dice un trader da Londra.
Repubblica ceca, cade il
governo ( da "Stampaweb,
La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: rischia di
diventare la quarta vittima della crisi economica dopo Islanda, Belgio e
Lettonia. Ma le turbolenze finanziario-economiche hanno messo sotto pressione
più di una squadra al comando nell?Europa centro-orientale. L?Ucraina è
tetanizzata dai litigi in seno al governo e con il presidente sui negoziati per
il superprestito di salvataggio del Fondo Monetario Internazionale,
Assogas: nuova regolamentazione
per gare affidamento servizio ( da "Velino.it,
Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria,
meglio sopportata dalle piccole banche rispetto ai colossi, dimostra come la
regola vincente sia quella della valorizzazione dell?economia reale, che nel
nostro paese viene interpretata dalle pmi. Analogamente, nel mondo del gas è
necessaria una dimensione di ambito molto rispettosa del territorio e che non
riproponga quegli errori di ricerca esasperata del gigantismo:
Crisi: accordo quadro tra
il Gruppo Montepaschi e CreditAgri Coldiretti
( da "Sestopotere.com"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale scenario
di forte crisi finanziaria, si ripropone come direttrice di sviluppo per
l?economia “reale” attraendo molti giovani imprenditori che trovano ottime
motivazioni per iniziare l?attività nel settore. Da qui la necessità di
assistere le imprese, vecchie e nuove, con servizi all?
## Tubercolosi, Oms:
stabile, ma per malati di Hiv è fatale
( da "Virgilio Notizie"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi
finanziaria non deve far deviare il Global Plan to Stop TB. Ora è tempo di
ottenere finanziamenti per fare interventi efficaci per la prevenzione, il
trattamento e l'assistenza ai malati di TB in tutto il mondo'. La prossima
settimana autorità sanitarie e ministrisi riuniranno a Pechino in un meeting organizzato
dall'
Approvato il bilancio
Creval Assemblea soci il 18 aprile
( da "Merateonline.it"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nonostante gli
effetti della crisi finanziaria globale e del progressivo deterioramento dello
scenario economico. I risultati dell?esercizio includono gli effetti delle
operazioni di aggregazione aziendale effettuate nel 2008, coerentemente con le
direttrici di sviluppo per linee esterne fissate dal Piano Strategico, e
precisamente l?
Premier ceco annuncia
dimissioni dopo sfiducia ( da "Reuters
Italia" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: colpite dalla
crisi finanziaria, anche se la sconfitta di Topolanek ha più a che fare con
diatribe interne. La Repubblica ceca è stata colpita meno di altri paesi
dell'Europa dell'est dalla crisi e la sua valuta ha tenuto anche dopo il voto
di sfiducia, scendendo solo dello 0,4% a 27,09 contro l'euro.
CRISI/ OBAMA VUOLE NORME
PER GRUPPI FINANZIARI NON BANCARI-PUNTO
( da "Wall Street Italia"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Crisi/ Obama vuole
norme per gruppi finanziari non bancari-punto di Apcom Governo Usa punta su più
controlli e spera su ok Congresso -->Washington, 24 mar. (Ap-Apcom) -
Maggiori controlli da parte del governo americano su tutte quelle società
finanziarie che non siano banche, come fondi speculativi - dunque hedge fund -
fondi di private equity e grandi gruppi assicurativi.
## TUBERCOLOSI, OMS:
STABILE, MA PER MALATI DI HIV È FATALE
( da "Wall Street Italia"
del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi
finanziaria non deve far deviare il Global Plan to Stop TB. Ora è tempo di
ottenere finanziamenti per fare interventi efficaci per la prevenzione, il
trattamento e l'assistenza ai malati di TB in tutto il mondo'. La prossima
settimana autorità sanitarie e ministri si riuniranno a Pechino in un meeting
organizzato dall'
Obama: più poteri e nuove
regole, serve pazienza ma usciremo da crisi
( da "Corriere.it" del
24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sistema
finanziario. Barack Obama ha detto che l'amministrazione sta "lavorando
duro" su una proposta dettagliata per una legislazione che le dia
l'autorità per ristrutturare istituzioni finanziarie non bancarie in crisi.
«Proprio ora, non abbiamo un potere di ristrutturare una istituzione non
bancaria come Aig che sia comparabile a quello che abbiamo per le banche in
difficoltà,
( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Tendenze Comunque belle L'eros Le coppie impoverite
tagliano su viaggi, ristoranti e regali costosi ma investono nei completini
sexy Le motivazioni «In momenti come questi tutti abbiamo bisogno di un
incoraggiamento» MARIA CORBI Lingerie e cosmetici, l'arte della seduzione non
conosce rinunce ROMA Poveri ma belli. In un mondo frastornato dalla crisi c'è un settore che non crolla: la bellezza. Uomini e
donne depressi dal presente e dalle prospettive per il futuro, tagliano le
spese, ma fanno alcune eccezioni. Beni di prima necessità? Assolutamente no. Si
sta parlando di creme, olii, trucchi e tutto quello che serve per migliorare la
nostra estetica, e per dedicarsi alla cura di sé coltivata negli anni sfrenati
dell'edonismo e della finanza allegra. Ma anche di sexy lingerie che, come ci
spiega il «Financial Times», è un settore merceologico che non conosce crisi. Anzi. Anche per il prossimo bilancio le previsioni
sono positive annuncia Garry Hoghart, a capo di Agent Provocateur, vivace brand
di intimo, fenomeno cult a Londra e New York. «Le coppie rimangono a casa per
risparmiare e sempre più donne investono in completini per aggiungere pepe alla
loro relazione», spiega l'esperto. E poi la lingerie «fa sentire le donne
meglio con se stesse» oltre al fatto che «tutti noi abbiamo bisogno di un
incoraggiamento in questo momento». Dal «New York Times» la notizia che anche i
negozi di sex toys vanno alla grande. «Il sesso non conosce crisi»,
spiega Analena proprietaria di uno dei cult-shop del settore. Insomma la cura
del corpo, del proprio look, come antidoto ai ristoranti troppo cari, alle
vacanze proibitive e alle buste paga troppo povere. E magari scopriremo che
questi anni di depressione economica serviranno almeno a vivacizzare rapporti
sentimentali stanchi. Un trend di aumentato narcisismo e ritrovato erotismo che
ha spie differenti. Alla vigilia del Cosmoprof, la fiera della bellezza che si
terrà a Bologna (dal 3 al 6 aprile) i dati rivelano una realtà di uomini e
donne disposti a tutto pur di non perdere il confronto con lo specchio. Gli
italiani non rinunciano a spendere in bellezza: utilizzano prodotti cosmetici
almeno 6-7 volte al giorno, superando le 25 volte se si tratta di donne. Nel
2008 il settore della cosmetica ha registrato un valore di mercato pari a 9
miliardi di euro con una crescita dello 0,8%. Le esportazioni sono cresciute
del 2,1%, e il fatturato delle industrie italiane ha segnato un +1,2%, con un
valore di circa 8,3 miliardi. E in questa curva di crescita hanno un ruolo
fondamentale proprio i prodotti cosmetici meno necessari, come il trucco (con
un valore di oltre 323 milioni di euro), gli smalti (+9,3% con un valore di
circa 80 milioni). Bene anche gli skincare, le cure antirughe che in tempi
difficili sostituiscono interventi di chirurgia estetica ben più cari ed
invasivi. Le previsioni erano ben altre. «Invece è andata molto bene», commenta
Fabio Franchina, presidente di Unipro. «In un momento
pesantemente condizionato dalla crisi finanziaria
mondiale, i consumi interni tengono e l'export è cresciuto. «Pensiamo che anche
il 2009 si chiuderà con numeri positivi». Insomma ben truccati e con il giusto
completino di biancheria intima, ben disposti verso il sesso, siamo pronti ad
affrontare la crisi. Magari facendo anche un salto in Beauty Farm, altro
luogo estetico beneficiato dai tempi magri, una sorta di autoconsolazione ai
sacrifici, ai viaggi non fatti, al futuro incerto. Anche perché il concetto di
spa è cambiato e non riguarda più solo i faraonici centri a cinque stelle dove
rinchiudersi una settimana, ma anche le pensioni con meno galloni e listini
abbordabili, e soprattutto si affermano le day-spa, dove passare solo poche
ore, magari alla pausa pranzo. E per la prima volta l'Università Bocconi mappa
il fenomeno delle Beauty-Farm che sono ben 1.372, di cui 632, sono day spa. Ed
è la Lombardia la regione a più alta densità di strutture (21 per cento)
seguita dall'Emilia Romagna (16 per cento) e dalla Toscana (9 per cento). «E'
una richiesta in aumento», spiega Raffaella Sciarretta di Kami Spa, il primo
centro benessere asiatico aperto in Europa, a Roma. «La gente sente il bisogno
di dedicarsi del tempo per rilassarsi, soprattutto i tempi come questi di ansia
diffusa». Insomma, la bellezza come bene rifugio. Un make-up da 35 mila euro
per reinventarsi. È questa la somma spesa da Katie Holmes per cambiare il suo
look da sfoderare alla prima, qualche settimana fa, di «Operazione Valchiria»,
l'ultima pellicola che ha per protagonista suo marito, l'attore Tom Cruise.
Come rivela il quotidiano «Daily Mail», la trentatreenne attrice si è
sottoposta a due giorni di trattamenti di bellezza full-time con l'obiettivo di
rubare la scena al padre di sua figlia. Il risultato è stato ottimo: denti
abbaglianti, un make-up perfetto e una chioma folta come quando era
un'adolescente. Ma l'energia impiegata dalla «nuova» Katie Holmes è stata
davvero notevole. Quarantotto ore di tormenti estetici e un conticino da
saldare di 35 mila euro.
( da "City" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
"Pignoramenti, aumento del 37%" Si sentono anche in Puglia gli effetti della crisi finanziaria internazionale: lo conferma il responsabile della Fondazione
Antiusura San Nicola e Santi Medici, monsignor Alberto D'Urso, secondo cui
"le ore di cassa integrazione sono venti volte superiori rispetto all'anno
scorso, i lavoratori precari licenziati non si contano più". I dati
dimostrano che a Bari nel 2006 sono stati iscritti 756 nuovi pignoramenti; nel
2007 erano 930 e nel 2008 1038, con un aumento del 37% dal 2006 al 2008. Anche
in Puglia la questione centrale resta la lotta alla povertà, che riguarda un
numero crescente di persone e storie di cittadini e famiglie, che sono in
situazioni di precarietà, di sovraindebitamento, di usura o che rischiano di
cadervi per le difficoltà a raggiungere un reddito minimo; per l'incapacità di
pagare mutui, soprattutto quando la perdita del lavoro riguarda entrambi i
coniugi; per il peso degli affitti, sempre più alti soprattutto nelle città.
City 24 marzo 2009
( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
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Crisi
Il ministro delle Finanze americano T. Geithner ha ieri
illustrato il suo nuovo piano di intervento sui mercati
finanziari americani. L'obiettivo è quello di favorire la vendita a
investitori istituzionali delle attività «tossiche» ancora nei bilanci delle
banche. Le banche assumerebbero delle perdite anche consistenti ma, liberate da
queste attività, potrebbero raccogliere capitale privato fresco sul mercato per
poi tornare a fare le banche. Il piano non pare nella sostanza molto diverso da
quello precedentemente proposto da H. Paulson, richiedendo un grosso intervento
della finanza pubblica per sostenere i prezzi delle attività «tossiche» delle
banche, che il governo ritiene sottovalutate dal mercato. Il piano Paulson
prevedeva che il Tesoro acquistasse direttamente queste attività a prezzi
generosi. Il piano Geithner invece prevede che il Tesoro entri per il 50% in
fondi di investimento privati che le acquistino. Il Tesoro fornirà inoltre
grossi incentivi a questi fondi di investimento, nella forma di crediti
agevolati con una implicita garanzia su buona parte di quel 50% del capitale
che sta ai privati investire. In modo diretto o in modo indiretto il Tesoro
sostiene comunque i prezzi delle attività «tossiche» e quindi gli interessi
degli azionisti delle banche che le possiedono. Per questo, nell'euforia dei mercati di oggi, sono state le grosse banche come Citigroup
a registrare i maggiori guadagni. Più volte ho sostenuto su queste colonne che
il Tesoro sembra aver internalizzato gli obiettivi degli azionisti delle grosse
banche. I dettagli di questo intervento non sembrano affatto contraddire questa
impressione. Lo stesso fatto che l'amministrazione abbia per così dire
«nascosto» il supporto ai prezzi delle attività «tossiche» nell'estensione di
crediti agevolati ai fondi privati fa pensare a una operazione di marketing
politico, davanti a una opinione pubblica sempre più giustizialista nei
confronti delle banche. Ho anche sostenuto che gli obiettivi degli azionisti
delle banche non siano affatto in accordo con gli interessi dei contribuenti e
che rischino di rallentare la ripresa dell'economia. Il fatto che i fondi di investimento
cui contribuirà il Tesoro per il 50% saranno gestiti da privati lascia ancora
più perplessi. In generale quella di finanziare attività di investimento per
quote così elevate senza averne un almeno parziale controllo è una ricetta
fallimentare. I manager sono necessariamente attratti da rischi eccessivi
quando gestiscono denaro altrui. Il Tesoro garantisce a parole una qualche
forma di supervisione, ma la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato
finora ogni intervento del Tesoro, dalla prima richiesta di fondi Tarp al
Congresso fino ai diversi e ripetuti salvataggi di AIG, lascia poco sperare. A
cercare il bicchiere mezzo pieno, si può notare che quantomeno
l'amministrazione ha chiaro che agire è necessario per evitare di ripercorrere
gli errori che hanno portato il Giappone ad un decennio e più di crescita
ridotta. L'euforia dei mercati può essere
addotta proprio a questo. L'attesa di un piano di intervento aveva finora
portato ad uno stallo sui mercati finanziari che rischiava di
avere gravissime conseguenze in una crisi recessiva come quella in cui si trova
l'economia mondiale. A questo si aggiunga che l'economia dà i primi
segni di recupero (addirittura nei mercati immobiliari
secondo dati di ieri), e si vedrà come mercati estremamente
volatili abbiano reagito positivamente, dopo essere crollati il mese scorso
davanti ad un piano identico nella sostanza anche se meno dettagliato (il primo
piano Geithner). Fatico comunque a credere che questi interventi siano
sufficienti ad avere positivi e duraturi sui mercati
finanziari. Mi rincuora che le autorità monetarie e finanziarie
europee appaiano meno propense ad azzardati interventi di salvataggio.
( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
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Crisi
CREDITO COOPERATIVO Private news LE STRATEGIE DI ERSEL
PRIVATE BANKING «La concorrenza può inquinare il rapporto banca-cliente»
"Credere nella ripartenza" «Il mio consiglio? Evitare di seguire
l'onda e di puntare, come stanno facendo quasi tutti, sui prodotti di pura
liquidità. Magari può funzionare in un'ottica di tre mesi, ma il mondo non
finisce nei prossimi novanta giorni: i mercati
azionari hanno già scontato il loro momento terribile, adesso è ora di tornare
a comprare». Non usa mezzi termini Guido Giubergia, amministratore delegato
della Ersel società fondata dalla sua famiglia nel lontano 1936 e ancora oggi
considerata uno dei "gioiellini" della finanza all'ombra della Mole.
La sgr subalpina (8 miliardi di massa gestita, 170 dipendenti, oltre 6mila
clienti private e sedi sparse tra Torino, Milano, Bologna e il Lussemburgo) è
specializzata nella gestione dei patrimoni importanti. Ed è
anche particolarmente attrezzata per attraversare le bufere finanziarie. «Certo, una fase così non si era mai vista - nota Giubergia -
ma occorre anche dire che se la situazione economica si annuncia
inesorabilmente difficile per tutto il 2009, i mercati finanziari
hanno già cominciato, invece, a recuperare qualcosa. D'altronde è una
consuetudine storica: la finanza si muove con sei/nove mesi di anticipo
rispetto all'economia. Ecco perché siamo moderatamente ottimisti.». Una
percezione per niente condivisa dagli investitori. «Vero - conferma Giubergia -
c'è in giro, comprensibilmente, un grande scetticismo: è tutto un correre a
vendere azioni e riscattare fondi. E' significativo, per esempio, rilevare come
in questo momento subiamo la concorrenza maggiore non tanto dai nostri competitori
tradizionali, quanto piuttosto dalle banche on-line che offrono tassi al 3 per
cento». Strategie dal respiro corto, giurano gli analisti di Ersel. «Dal nostro
punto di osservazione - riprende Giubergia - constatiamo come stia diventando
sempre più difficile convincere i clienti del fatto che i mercati
siano effettivamente ripartiti e sia conveniente tornare all'investimento
azionario. Credo comunque - conclude l'amministratore delegato - che nei
prossimi mesi si vedranno gli effetti positivi delle misure messe in atto dai
governi di tutto il mondo, Stati Uniti in testa. A quel punto tornerà un po' di
fiducia, la vera benzina di tutto il sistema». Mauro Pianta Il private banking
vive di regole precise e di rapporti sanciti dalle disponibilità patrimoniali
del cliente ma nel momento complicato che sta colpendo il settore in qualche
caso è venuto meno il rapporto banca-cliente. Nel sistema creditizio i percorsi
della fiducia hanno flussi di difficile interpretazione, ma un momento di
grande consolidamento lo vivono le banche di Credito Cooperativo. Antonio
Viglione presidente della «Pianfei e Rocca de' Baldi» viene da esperienze di
banca importanti e punta il dito contro gli eccessi di concorrenza: «Rapporto
banca cliente rischia di incrinarsi o di vivere un momento difficile quando la
grande banca percorre strade con presunte redditività molto alte e scatta la
corsa alla concorrenza». «Sono accadute situazioni imprevedibili - continua
Viglione - . ma dobbiamo essere obiettivi su entrambi i fronti: ci sono clienti
che hanno fatto investimenti in titoli tossici anche per colpa di consulenti
che amavano l'azzardo; ci sono clienti che non volevano rischiare e si sono
trovati a perdere capitali perché qualcuno li aveva coinvolti in speculazioni
ma c'era anche una clientela che cercava rese molto elevate e grazie alle
speculazioni che oggi sono messe sotto accusa ha portato a casa ottimi
guadagni». Oggi una banca come la vostra cosa consiglia: «Noi offriamo
tipologie di investimento tranquillo come obbligazioni garantite con la
redditività legata all'Euribor che sostanzialmente è ancora una buona resa».
Tassi Calo continuo per l'Euribor Sempre più giù l'Euribor a tre mesi, il tasso
che le banche applicano fra loro per i prestiti di depositi trimestrali. Oggi è
sceso per la ventisettesima volta consecutiva, passando dall'1,57% di venerdì
all'1,56%. Risale allo 0,97%, invece, l'Euribor a una settimana, mentre quello
a un mese è diminuito dall'1,18% all'1,17%. I dati sono rilevati dall'European
Banking Federation. Proposta «Premi ai manager se il cliente è felice» Gli
incentivi ai manager e ai dipendenti tutti del settore bancario vanno legati
alla «customer satisfaction». È questa l'opinione del segretario generale della
Uil, Luigi Angeletti, che ha partecipato a un convegno Uilca insieme
all'amministratore delegato di UniCredit Alessandro Profumo. «Occorre un
sistema di controlli più efficiente e trasparente e un sistema di
incentivazione del management e dei lavoratori dipendenti spostato di più verso
la soddisfazione del cliente, mentre bisognerebbe rivedere i sistemi di
verifica basati sull'ansia da risultati trimestrali», ha proposto Angeletti.
L'idea arriva a ridosso delle polemiche su incentivi e premi ai manager di
aziende come l'Aig. Società Software, la newco per gestire il lusso Il gruppo
di sartoria maschile canali è entrato in una newco, da oggi denominata
datafashion, specializzata nello sviluppo di software per fornire soluzioni
evolute e strumenti di gestione di impresa alle aziende della moda e del lusso.
Canali detiene una partecipazione pari al 49%, mentre il restante 51% è in mano
a ds data fashion, ramo d'azienda rilevato nel 2007 da Pasquale Lambardi e
Alessandro Regonini.
( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
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Crisi
LA RICETTA DELLA RESPONSABILE DEGLI INVESTIMENTI PRIVATE
DI UNICREDIT PRIVATE BANKING "Il futuro sarà tranquillo solo grazie a
nuovi modelli" Si moltiplicano i cartelli «vendesi». I discount sono pieni
e i carrelli riempiti di appena la metà. Negozi vuoti. Ristoranti con pochi
tavoli occupati. Manuela D'Onofrio è la responsabile degli investimenti per il
Private di Unicredit. Per lavoro si muove su molte città italiane: c'è questa
crisi? «E' evidente. Un banalissimo esempio: dall'inizio di quest'anno - in
città dove era impossibile trovarne uno - ci sono file sterminate di taxi
fermi, senza clienti». Tutti i giorni incontra persone che le affidano i loro
soldi. Mutui, prestiti, guadagni, tesoretti, risparmi: cosa dice loro per
tranquillizzarli? «Ho notato grande consapevolezza nella gente, e non parlo
solo di professionisti ed imprenditori. Si è capito che non è una crisi come
quelle degli ultimi venti anni, un semplice rallentamento dell'economia. Tutti
iniziano ad avere la reale consapevolezza che il capitalismo che non sa
autoregolamentarsi e distribuire ricchezza in modo più equo è entrato in una
irriducibile crisi. Non è un discorso politico, ma economico. Come li
tranquillizzo? Dicendo proprio che questa crisi porterà ad un cambiamento
sostanziale dell'economia e della società». E quando le dicono che il carrello
della spesa si è ridotto della metà? «Come li capisco! il potere di acquisto
della classe media in questi ultimi dieci anni si è ridotto drammaticamente».
Il suo carrello della spesa si è ridotto? «Certamente sono molto più attenta
del passato nello spendere il denaro anche perché, avendo un figlio di
quattordici anni, sento il dovere di insegnargli a compiere solo i passi che le
sue gambe gli consentono di fare». In molti si organizzano in GAS (gruppi di
acquisto solidale), fioriscono i micronidi, si rinuncia agli acquisti ad
impatto ambientale, tutti si interessano ai costi di riscaldamento delle case,
si inizia a bere l'acqua di rubinetto. E' un modo per reagire? «Il consumatore
è pienamente consapevole sia della riduzione del suo potere di acquisto sia che
l'inquinamento in cui viviamo non è altro che la conseguenza di abitudini non
più sostenibili». Ci dica cosa "non fare" in questo momento di crisi.
«Sicuramente non entrare nel panico, e concepirla come un momento di
trasformazione».. Ci dica cosa "fare" in questo momento di crisi.
«Prima di tutto rivedere e reimpostare il proprio stile di vita. Capire che non
è un dramma non cambiare l'auto una volta all'anno, dieci paia di scarpe al
mese o comprare l'ultimo televisore al plasma. Dobbiamo concentrarci
sull'essenziale. E consiglio - in un momento di così alta
volatilità dei mercati
finanziari- di investire in titoli di stato e
obbligazioni societarie di alta qualità, per cercare di preservare il
capitale». Una coppia di ragazzi vuole aprire un mutuo. Lei è collaboratrice a
progetto di un'azienda pubblicitaria che potrebbe anche chiudere. Lui è
borsista universitario. Cosa gli consiglia? «Consiglio di aspettare. Da precari
se si va in difficoltà si entra in un contenzioso con la banca che lascia un
segno. Perché piuttosto non affittare?». Se fossero i suoi figli darebbe lo
stesso consiglio? «Assolutamente si. E dirò di più: dovremo rivedere
l'abitudine, tutta italiana, di comprare noi ai nostri figli la casa».
Riprendiamo carta e penna e segnamo su un quaderno le spese? «Ripartiamo da un
controllo delle spese, evitando il superfluo e le tentazioni del consumismo».
Un consiglio ottimista per chi è in cassa integrazione. «Sono ottimista, penso
che la crisi si risolverà e porterà a qualcosa di buono soprattutto per chi
vive del proprio lavoro. In questo momento è fondamentale avere grande capacità
di adattamento e flessibilità». Uno studioso inglese (Desmond Morris, in
«L'uomo e i suoi gesti» Mondadori) dice che quando c'è crisi l'orlo delle gonne
delle donne si allunga e nei momenti di serenità si ritorna alle mini. Se
dovesse indossare una gonna, lunga o corta? «Corta, assolutamente. Bisogna
reagire». Giorgia Garberoglio
( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
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Crisi
Il piano Geithner mette le ali a tutte le Borse Tokyo sale
del 3,4%. Wall Street vola: +6,8% Piazza Affari migliore in Europa: +4,66%
[FIRMA]MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW YORK Timothy Geithner presenta
il piano per l'acquisto dei titoli tossici e Wall Street fa un balzo in avanti
di quasi 500 punti. Il ministro del Tesoro ha riunito i giornalisti nel suo
ufficio poco dopo le 8 del mattino ora di Washington e, a telecamere spente nel
timore di ripetere il passo falso del 10 febbraio, ha illustrato il
«Public-Private Investment Program» che prevede lo stanziamento di 500 miliardi
- destinati a diventare il doppio - per acquistare i mutui tossici che hanno
trasformato la crisi immobiliare nel terremoto finanziario che ha innescato la recessione. Ciò che ha convinto di mercati è stata la scelta di Geithner di svelare i dettagli finora
taciuti: alla base del pacchetto di finanziamento vi sono fra 75 e 100 miliardi
di capitale provenienti dal programma «Tarp» e l'acquisto dei mutui tossici
passerà attraverso la «Federal Deposit Insurance Corporation» (Fdic).
Per ogni 100 dollari di mutui tossici acquistati dalle banche i privati ne
metteranno
( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
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Crisi
"Riforme zero Obama? Un populista" Il piano finanziario di Tim Geithner è un rattoppo, il presidente
Obama è un populista che non va in direzione delle riforme e il risultato sarà
un'America indebitata quanto l'Italia». Edward Prescott, premio Nobel per
l'economia nel 2004, parla a raffica dal suo studio all'Università dell'Arizona
dopo aver esaminato le iniziative del Tesoro Usa. Perché definisce «un
rattoppo» il piano di Tim Geithner che è stato premiato dai
mercati finanziari? «Geithner cerca di ottenere un'ordinata ristrutturazione dei mercati in maniera analoga a quanto tentò di fare il predecessore Henry
Paulson ma è una mossa ad alto rischio». Dove sta il rischio? «Nella scommessa
che i titoli tossici valgano qualcosa. Se valgono meno di quanto suppone
il piano, Geithner sta gettando nel vuoto una montagna di dollari dei
contribuenti, ponendo le premesse per un indebitamento pubblico di lungo
termine destinato ad essere pari a quello che affligge il vostro Paese». Che
cosa manca al piano Geithner? «Le riforme. Il sistema finanziario
è collassato per mancanza di regolamenti o inefficienza di quelli vigenti. Ne
servono di nuovi. Senza riforme di Geithner è destinata a rivelarsi, nel
migliore dei casi, una soluzione temporanea». Quale sarebbe una riforma
necessaria? «Quella di cui parlò Milton Friedman. Obbligare le banche ad avere
il 100% di riserve per garantirne la liquidità, creando un organismo di
sorveglianza su prestiti e crediti. Se abbiamo avuto la crisi è perché un
colosso assicurativo come l'Aig non aveva soldi in cassa. Immaginiamo
un'assicurazione che ha nei depositi 100 dollari e si trova a far fronte a un
disastro come Katrina. Come potrà farcela? La soluzione sono le riserve di
liquidi, sulle quali bisogna sorvegliare. Ma Obama non va in questa direzione.
Le riforme a cui pensa ricordano alcune economie europee..». Cosa intende dire?
«Che punta ad aumentare le tasse e a rafforzare i sindacati. Sono state queste
scelte, dopo il
( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Stavolta la flessione è stata globale e ha colpito la
finanza e l'economia reale Investire non è un gioco La convinzione di non avere
capitali sufficienti ha spinto molte famiglie verso il business fai da te ma
l'unico modo per sopravvivere in questo mercato è scegliere consulenti esperti
e di grande fiducia Sei mesi horribilis. Metà anno in cui gli investitori in
strumenti finanziar hanno visto bruciare a livello globale quanto l'intero Pil
dell'Italia. Gli indici hanno perso tra il 50 e il 70%, la nostra Piazza Affari
è stata maglia nera, rialzando la testa solo in marzo fino a recuperare un po'
di quanto perso sotto i colpi della flessione globale. Inutile soffermarsi sui
motivi di una tale disfatta, ci hanno già provato in troppi senza cavarci un
gran che. Viceversa è fondamentale aprire bene gli occhi e definitivamente
capire che investire in azioni e dintorni fa correre grandi rischi, qualche volta
si guadagna, sovente si perde, molto. In Borsa si investe, non si gioca, si
sceglie uno o più titoli o fondi che li contengono, se questi titoli non solo
hanno i fondamentali in ordine, producono redditività e significativamente la
distribuiscono, se poi i settori sono a loro volta vincenti e l'economia reale
si sviluppa, allora le Borse finanziarie sono il migliore degli investimenti,
ma basta che una sola delle condizioni precedentemente citate non funzioni ed
ecco che il disastro è dietro la porta. Così è stato negli ultimi 15 mesi,
economia reale e finanza si sono annichiliti e il crollo è stato dirompente. Le
banche per prime hanno pagato e con loro ogni altro settore. Quanto si sia
erosa la ricchezza reale delle famiglie è cosa assai difficile da dire,
certamente molto anche se molto fa la paura. Pochi sono stati coloro che,
possedendo almeno 50 mila euro liquidi, non li hanno investiti in Borsa e
dintorni, tra cedole e crescita di valore, nel triennio precedente era quasi
impossibile non guadagnare bene, chi poi possedeva capitali superiori al
milione utilizzava le Private banking, ottenendone assoluta riservatezza e
maggior tutela. Le private sono le Ferrari delle banche, utilizzano, come le
Ferrari, i migliori del settore, sono strutturate con le più aggiornate
tecnologie per collegarsi in tempo reale con qualunque sede finanziaria
e sovente in anticipo conoscono le mosse delle imprese quotate, sanno prima e
meglio di chiunque come far fruttare i depositi anche perché vivono di
commissioni da depositi. Bene aggiungere che ogni agenzia bancaria dispone
comunque di almeno un esperto di Borsa a cui rivolgersi se non si dispone di
capitali elevati tali da arrivare al private. Non che le private siano immuni
da cadute, ma disponendo di conoscenze, competenze e tecnologie sanno
anticipare prima e meglio le cadute rovinose e spostare i depositi in acque più
tranquille. Quanto si sia spostato non sarà mai dichiarato, di certo è stato
salvato molto di più di quanto sia avvenuto con il fai da te. Su 100 investitori
in azioni meno del 5% è in grado di rivolgersi alle private, il resto fa da se.
Tante sono le famiglie che si stanno leccando le ferite, alcune, ma ancora
troppo poche, sono consapevoli dei rischi di Borsa, altre, la grande
maggioranza, sono lì a prendersela un po' con tutto e tutti per l'evaporare dei
risparmi. Nei mesi che verranno ci saranno ancora molte turbolenze, l'onda
dello tsunami è nel pieno della sua aggressività, bene tenerne conto se si è
ancora in Borsa. Alla ripresa fondamentale sarà ricordarsi che le azioni sono
sempre una grande fonte di rischio e non un gioco. Bruno Villois Università
BocconiIl Gruppo Azimut, la più grande realtà italiana indipendente nel mercato
del risparmio gestito, è da sempre impegnato nella diffusione della cultura finanziaria tra i risparmiatori. L'ultima iniziativa è un libro, «Io non ci
casco più!» un manuale di autodifesa finanziaria.
Quattro semplici passi per aiutare i risparmiatori a rialzarsi dalla crisi finanziaria. Un vademecum scritto con un linguaggio semplice e chiaro
rivolto a chiunque desideri approfondire seriamente e semplicemente la gestione
del proprio risparmio. Il libro ha venduto oltre 62.000 copie e oggi
alcuni estratti dei capitoli sono disponibili sul sito internet
www.iononcicascopiu.it. Paolo Martini, Direttore Marketing & Formazione del
Gruppo Azimut, e uno degli autori del libro ci parla di un tema importante
nella gestione del proprio patrimonio: la scelta dell'intermediario. Quanto
tempo dedicate alla scelta di una macchina nuova? Quanti giornali comprate,
quanti concessionari visitate, quante tipologia di autovetture comparate prima
di arrivare alla decisione finale? E pensate invece adesso a quanto tempo
dedicate alla gestione del vostro patrimonio, alla scelta del giusto
intermediario. Generalmente molto poco. Anche alla luce degli ultimi
avvenimenti è evidente invece come il nuovo risparmiatore evoluto, quello che
non vuole più incappare in prodotti poco trasparenti, deve iniziare a
comprendere, almeno alla base i fenomeni che regolano la gestione del suo
patrimonio. Informarsi, leggere, confrontare, dedicare tempo al proprio
patrimonio diventa quindi fondamentale: è importante cambiare l'approccio nei
confronti dei propri soldi dedicandogli il tempo che merita. Ovviamente in
tanti già lo fanno. Fare da soli è però in molti casi pericoloso e complesso.
Può andare bene qualche volta, soprattutto quando i mercati salgono, ma alla
lunga è fondamentale farsi supportare da un professionista serio, che dimostri
nei fatti e nella sua storia di saper fare bene il proprio lavoro. Oggi è
sempre più importante trovare il professionista giusto, perché il mondo è
troppo veloce e complesso per rischiare il fai da te. Non ci si deve lasciar
prendere dalla pigrizia nella scelta del consulente adatto. Spesso è difficile
effettuare scelte razionali, soprattutto di fronte agli stress di mercato e se
si è soli o mal accompagnati nei propri investimenti è più facile sbagliare
emotivamente. Una corretta impostazione del portafoglio per obiettivi è il
primo passo che richiede uno sforzo grande e consapevole. Una sistematica
attività di consulenza ci può aiutare a prendere decisioni sagge in momenti
difficili, ma solo se il nostro interlocutore merita la piena fiducia. Sul
mercato ci sono intermediari e intermediari. l'industria è caratterizzata da
tanti operatori diversi. Non tutti sono da guardare con sospetto, come si può
essere portati a pensare anche in seguito agli ultimi crak finanziari (Lehman,
Madoff.). Ci sono infatti intermediari bravi e utili. E' quindi necessario fare
un'attenta analisi di chi opera sul mercato senza avere paura di pretendere
risposte chiare e tempestive e ponendo il giusto tempo e la corretta attenzione
nella selezione dell'interlocutore per la gestione del proprio patrimonio. Ecco
alcune indicazione di massima da tenere presente nella scelta
dell'intermediario. In generale di chi si può avere fiducia quando si sceglie
un intermediario: 1) Di chi ama il proprio lavoro e lo fa con passione 2) Di
chi ti conosce da tempo e si è sempre comportato in modo corretto aiutandoti a
gestire bene i tuoi risparmi 3) Di chi si è sempre rifiutato di proporti
prodotti che non capisce oppure di seguire le mode 4) Di chi opera in una
società che ci crede è ha una storia e una forte reputazione 5) Di chi nei
momenti difficili ti chiama e viene a trovarti spiegandoti bene cosa si può
fare. 6) Di chi fa vivere meglio la sua famiglia se tu resti suo cliente a
lungo e sei soddisfatto: allineamento e condivisione degli interessi. \
( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
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Crisi
il caso Rossi appoggia la proposta della Merkel
"Sorvegliare la finanza con un organismo sotto la bandiera Onu"
FRANCESCO MANACORDA MILANO QUOTAZIONE REND. Utlima Prec 12 mesi Tra le tante
ipotesi di regolamentazione internazionale dei mercati finanziari considero preferibile quella che attribuisce i poteri a un
organismo nell'ambito delle Nazioni Unite». Anche Guido Rossi appoggia la
proposta del Cancelliere tedesco Angela Merkel di affidare a un nuovo organismo
sotto l'ombrello dell'Onu, il controllo di quei mercati finanziari
che hanno messo con tanta facilità sotto scacco i sistemi di vigilanza
nazionali. «Nel sistema delle Nazioni Unite ci sono due punti di forza -
spiega il giurista parlando al seminario sul tema organizzato ieri alla Statale
di Milano dall'Osservatorio Giordano Dell'Amore con il Centro di difesa e
prevenzione sociale - ossia il multilateralismo molto incisivo e un evidente
vantaggio sull'applicazione delle regole: abbiamo già la Corte internazionale
di giustizia con varie camere specifiche e si potrebbe pensare a una nuova
camera dedicata proprio ai temi finanziari». Nel
fiorire di proposte di riforma, manuali di pronto impiego contro le crisi,
«decaloghi» a cura di organismi internazionali e nazionali di ogni sorta - dal
Financial Stability Forum alla britannica Fsa, passano per il G20 e l'Ue - il
rischio è quello di fare confusione, ad esempio sovrapponendo le necessarie
terapie d'urgenza con le regole che dovranno governare il settore in futuro.
Insomma, il pericolo - tra gli altri - è di arrivare a celebrare delle «ronde finanziarie», destinate non tanto ad affrontare le cause dei
problemi, quanto a rassicurare genericamente l'opinione pubblica. «L'idea di
molti scienziati della politica - attacca così il direttore generale di Assonime
Stefano Micossi - è quella che convenga scrivere le regole subito perché adesso
le lobbies finanziarie sono indebolite. Ma si
tratterebbe di regole stupide». Anche perché, sempre per Micossi, «se c'è un
problema di mera instabilità dobbiamo occuparci di questo ma non possiamo
sovraccaricare il sistema regolatorio anche con il compito di far fronte
all'instabilità». «Bisogna vedere se è meglio avere delle regole stupide o non
averle affatto», gli replica Guido Calabresi, magistrato Usa e professore emerito
di Legge a Yale. Anche per lui, che a quel che si capisce le regole le vorrebbe
e in tempi rapidi, il modello Onu sarebbe preferibile. Ma la sua è un'adesione
con molti dubbi, compreso quello sull'efficacia di regole sovrannazionali «che
emergerebbero dal necessario processo di mediazione tra Stati». Nei sei
«cantieri» regolamentari aperti oggi sulla crisi che Guido Rossi identifica,
partendo da quelle minimale di chi ritiene il mercato in grado di curarsi da
solo senza ulteriori iniezioni normative e finendo appunto all'estremo opposto
con l'impegno dell'Onu nella finanza, c'è anche chi ha meno entusiasmi
sovrannazionali. È il caso del prorettore dell'Università Cattolica Luigi
Campiglio, che sottolinea prima di tutto «il vincolo della rapidità perché la crisi
morde. Una bella architettura implementata da qui a un anno rischia di essere
un palazzo vuoto». E allora, dato che la velocità deve andare assieme a
organismi snelli o già collaudati, Campiglio propone di concentrarsi su due dei
«cantieri» intermedi di cui parla Rossi: un G2 tra il grande debitore Usa e il
grande creditore Cina e l'iniziativa dell'Ue che vorrebbe arrivare un'Agenzia
europea di controllo dei rischi.
( da "Corriere.it" del 24-03-2009)
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Crisi
Al Public Investment Corp. parteciperanno anche i privati
Geithner, l'esame di Wall Street I primi dubbi sul piano-banche Verso un super
fondo che acquisterà i titoli tossici. L'attacco del premio Nobel Paul Krugman:
è come il piano Paulson Dal nostro inviato Massimo Gaggi NEW YORK - Dopo il
«flop» di inizio febbraio, Tim Geithner ci riprova: il ministro del Tesoro di
Obama oggi presenta agli americani l'ultima versione del suo piano di
salvataggio del sistema bancario. Geithner punta su un' ulteriore dilatazione
dell'intervento pubblico, attraverso la Federal Reserve e l'agenzia federale
Fdic (garantiranno titoli tossici per un totale di mille miliardi di dollari),
ma anche sul coinvolgimento degli investitori privati che dovrebbero diventare
soci (di minoranza) del governo nell' ambito di un nuovo istituto misto. L'Iri
di Washington si chiamerà PIC (Public Investment Corporation): è questo lo
strumento col quale l'amministrazione di Obama spera di trovare una soluzione
almeno parzialmente di mercato per spezzare la spirale di una crisi finanziaria spaventosa. Impresa tutt'altro che agevole: a dieci giorni dal
G20 di Londra dove gli Usa devono presentare una ricetta economica ben
definita, e nel bel mezzo della tempesta per i "bonus" pagati ai
dirigenti di AIG, Geithner (difeso anche ieri dal presidente che ha smentito
ogni ipotesi di dimissioni) si gioca tutto proprio sulla scommessa di
coinvolgere il grande capitale privato. Ma Wall Street - infuriata per
il modo in cui il Congresso e la stessa Casa Bianca stanno cavalcando la rabbia
dei "taxpayer", alimentando il populismo anziché disinnescarlo - ha
poca voglia di partecipare allo smaltimento dei titoli "tossici":
teme di essere criminalizzata sia in caso di perdita (visto che l'80% del
"buco" sarebbe, comunque, colmato dal contribuente), che in caso di
operazione conclusa con un profitto. Il piano, insomma, non conquista gli
investitori, anche se l'introduzione di un meccanismo di questo tipo era stato
a suo tempo proposta da protagonisti della finanza come Warren Buffett e il
capo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein. E, oltretutto, fa gridare allo scandalo
gli economisti di sinistra, capitanati dal Nobel Paul Krugman che negli ultimi
due giorni ha sparato a raffica, dal suo "blog" sul sito del New York
Times, contro la ricetta Geithner. Krugman, che propone la "soluzione
svedese" (banche nazionalizzate, ripulite e poi rimesse sul mercato),
accusa il ministro di aver elaborato una soluzione costosa per il
"taxpayer", parziale e che lascerà in giro molte banche
"zombie". Ai seguaci di Obama che lo hanno criticato per aver
bocciato un piano non ancora presentato, l'economista di Princeton ha risposto
con veemenza che le anticipazioni pubblicate sono sufficienti a confermare
l'impressione - già alimentata dalle scelte fatte dal governo fin dal suo
insediamento - che Obama, anziché cambiare radicalmente rotta rispetto all'era
Bush, stia in realtà continuando sulla linea del predecessore di Geithner, l'ex
banchiere Henry Paulson. Krugman, che parla di "tragedia incombente"
perché se questo piano fallirà l'opinione pubblica inferocita non darà a Obama
una seconda "chance", può anche avere idee troppo radicali o essere
mosso da risentimento nei confronti di una squadra di governo che non lo ha mai
nemmeno consultato. Ma ieri tutto il team dei commentatori di punta del
"New York Times" - da Tom Friedman a Maureen Dowd passando per Frank
Rich - ha attaccato a testa bassa la Casa Bianca per la gestione del caso AIG.
Un campanello d'allarme per il presidente, molto sensibile agli umori della
stampa "liberal", che è sotto attacco anche per la presentazione di
un bilancio federale che, secondo gli uffici tecnici del Congresso, produrrà un
deficit pubblico molto più alto di quello indicato dalla casa Bianca. stampa |
( da "Tribuna di Treviso, La" del 24-03-2009)
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Crisi
Dati forniti dall'Ufficio italiano cambi. Se il malloppo
tornasse nella Marca potrebbe riequilibrare le restrizioni sul credito
rilanciando l'economia Tre miliardi di euro nei paradisi fiscali Tesoretto
dirottato in 7 anni dalle aziende trevigiane alle cassaforti estere Negli
ultimi sette anni, tre miliardi di euro hanno preso il volo da Treviso diretti
verso paradisi fiscali come Lussemburgo, Olanda e Svizzera. Un tesoro dirottato
nelle casseforti di controllo estere rimpinguate ogni anno attraverso gli utili
in buona parte generati dalle aziende della Marca, provincia al primo posto in
Veneto con flussi in uscita pari al 27,3%. Una dispensa notevole. Una risorsa che potrebbe riequilibrare le restrizioni sul credito
impartite dalle banche e riportare a galla le aziende in crisi finanziaria con un'operazione a costo zero. Aziende povere, imprenditori
ricchi. Un adagio che torna spesso in tempi di crisi e trova
forza nei dati stilati dall'Ufficio Italiano Cambi, dove viene tenuta traccia
degli investimenti diretti verso l'estero. Flussi di denaro dirottati
verso stati in cui l'anonimato e la bassa pressione fiscale hanno permesso la
gemmazione di migliaia di finanziarie di controllo. Piccole società che
detengono grandi quantità di denaro che adesso potrebbe tornare utile. Proprio
Treviso detiene il primato in Regione rispetto a questi flussi, con una media
di circa 400 milioni di euro accantonati all'anno. I picchi in uscita si sono
registrati nel 2001 con 653 milioni e 2003 con 480, che riportati a livello
nazionale corrispondono all'1,1% del totale negli ultimi sette anni. Parte di
questo denaro è rappresentato da investimenti in fondi comuni di diritto estero,
strumenti finanziari di grande richiamo e venduti normalmente da banche e
società di investimento ai piccoli risparmiatori. L'altra fetta, invece,
rappresenta quei rivoli di denaro che dalle imprese di Treviso raggiungono
nazioni e isole sotto la cui bandiera vengono riposte le casseforti dove si
custodiscono i preziosi utili. «Il fenomeno è conosciuto - sottolinea Ferruccio
Bresolin, professore di economia a Ca' Foscari - in almeno la metà dei casi si
tratta di speculazione. Ci sono società che hanno sede in Lussemburgo e
operatività in Italia». Il piccolo paese del centro Europa è l'ottava provincia
veneta con 521 milioni di euro versati nel 2007 e solo 128 disinvestiti, con un
saldo attivo di 393 milioni. La Romania è solo al nono posto con flussi medi
regionali per 30 milioni. «La pressione fiscale italiana non fa buon gioco a
chi decide di fare l'imprenditore - continua Bresolin - la convenienza per chi
porta fuori i soldi è chiara». Per contrastare la stretta creditizia, da
qualche settimana alcuni imprenditori sono tornati a parlare del blocco del Tfr
in azienda. Una mossa controversa che richiede l'apporto di capitali di
proprietà dei lavoratori, rimasti piuttosto freddi. Ecco allora che il Governo,
visto l'entità dei capitali «sommersi» all'estero, in questi giorni ha
rilanciato l'idea dello scudo fiscale. Una moratoria che prevede il rientro
agevolato dei soldi, vincolato, però, al reinvestimento nelle aziende.
( da "Tribuna di Treviso, La" del 24-03-2009)
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Crisi
IL VENETO Ma Galan canta vittoria «Noi siamo stati
apripista» VENEZIA. Chi si vanta, invece è il governatore del Veneto Giancarlo
Galan. Ieri ha ricordato il ruolo di apripista svolto dal Veneto per il varo a
favore della legge di rilancio del settore edilizio il presidente Galan, in
vista dell'incontro di domani con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
proprio sul piano casa. Tra Veneto e governo su questo terreno non dovrebbero
esserci problemi visto che lo stesso governatore Galan ha sottolineato che il
disegno di legge varato dalla giunta veneta è stato pensato in piena sintonia
con il premier. «Con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, - ha
ribadito Galan - abbiamo pensato un piano per aiutare l'edilizia
fortemente penalizzata nell'intero Paese e purtroppo pure in Veneto dalla
complessa crisi
finanziaria». Riguardo alle competenze, il
presidente veneto in sede di illustrazione del provvedimento, una decina di
giorni fa, aveva ricordato che è materia delle Regioni. Ma anche in Veneto
cominciano a sepreggiare malcontenti e dubbi sul piano casa.
( da "Giornale di Brescia" del 24-03-2009)
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Crisi
Edizione: 24/03/2009 testata: Giornale di Brescia
sezione:spettacoli Il Garda si fa Iseo per Clive Owen agente giramondo Prima
visione Da Berlino a New York, Milano, Lione, Lago di Garda, Istanbul... è
davvero «international» l'affannato viavai di un agente dell'Interpol (Clive
Owen, come sempre monossido nel suo aspetto pensieroso e sbattuto) che -
vendicativo perché gli hanno assassinato un amico e soprattutto perché
tarantato da un'aria di giustiziere sociale - quasi sempre in coppia con una
coraggiosa procuratrice distrettuale (la bionda Naomi Watts) riesce a
individuare il killer, ma si impegola in panie delinquenziali e terroristiche
che tra soldi sporchi e smercio di missili in Medio Oriente e Terzo Mondo
girano intorno ad una grande banca lussemburghese. Forse è solo coincidenza
l'argomento, l'attività a volte sotterraneamente criminosa di certe grandi
banche addosso alla gente da indebitare ad ogni costo e responsabili dell'attuale crisi
finanziaria. O almeno Tom Tvyker sembra
mascherarlo sotto un incalzante ingorgo di avventure che riprendono certi
ingredienti del bondismo americano. Se il capitolo più fracassone e distruttivo
è quello mimato all'interno della copia del newyorkese museo Guggenheim, anche
troppo dilatato nella pirotecnica sarabanda di sparatorie lungo una bianca
spirale discendente, le scene per noi più curiose sono quelle milanesi
al Pirellone e davanti la Stazione Centrale, con retroterra di carabinieri
corrotti e fantomatici brigatisti neri e un Umberto Calvini (assonanza non
casuale col destino del banchiere Calvi) che fa l'imprenditore sceso in
politica (forse ancora non a caso lo mima un berlusconiano Luca Barbareschi) e
come Berlusconi creatore di un movimento azzurro e aspirante premier. E a
proposito di Calvini, resta inspiegabile il perché - con tanto di didascalia -
ci è gabellato un lago d'Iseo per una scena ripresa da un elicottero sul Garda
nei paraggi di Tremosine, rocambolesco inseguimento in auto dentro e fuori
gallerie lungo la statale gardesana a strapiombo sulle acque. Per il resto, con
qualche svolta inopinata, «The International» è solo un action-thriller di
maniera, svelto nel ritmo, stereotipìa di maschere (incluso Armin Mueller Stahl
da ex spia comunista della Stasi diventato sottile intrigante a servizio del capitale),
infilata di luoghi comuni tra sporchi intrighi, scontri trasversi, ombre di
misteri. di Alberto Pesce THE INTERNATIONAL - Regia Tom Tykwer con Clive Owen,
Naomi Watts, Armin Mueller-Stahl, Luca Barbareschi
( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Serie A2 femminile. Il numero uno della società friulana
ieri in una conferenza stampa ha lanciato il suo «grido di dolore» sul futuro
del club Grassi: o si trova lo sponsor, o lo Sporting chiude Cipolat,
presidente Fip Fvg: se ridimensiona Udine, s'impoverisce tutto il movimento
regionale UDINE. «O si trova lo sponsor, o si ridimensiona in modo drastico».
Alessandro Grassi, presidente dello Sporting club Udine, ha lanciato un
messaggio chiaro nella conferenza stampa indetta ieri per illustrare la
situazione in cui versa la maggiore realtà regionale di pallacanestro
femminile. Il sodalizio friulano, senza sponsor da due anni
e in crisi
finanziaria, rischia di chiudere, almeno per
quanto riguarda l'attività di vertice, per ripartire dai campionati regionali
di base. «Voglio lanciare - ha detto Grassi - il mio grido di dolore sul futuro
di una realtà quale lo Sporting club, prezioso frutto di una semina cominciata
oltre dieci anni fa con il progetto Trudi, che ha avuto un impatto
mediatico e socializzante molto forte. Tutto ciò rischia d'essere vanificato:
abbiamo la concreta possibilità di salire in A1 ed è paradossale che, sul
nostro territorio, nessuna realtà imprenditoriale comprenda il nostro messaggio
fresco, positivo e vincente, con grande capacità di penetrazione mediatica».
«Queste parole - ha proseguito Grassi - non sono un atto d'accusa contro le
istituzioni. Solo, mi rifiuto di pensare che nessuno si renda conto della
nostra potenzialità. Il gruppo della serie A2 sta facendo i miracoli,
compattandosi sempre di più, nonostante le difficoltà. Siamo una Ferrari che
sta finendo la benzina e non ha distributori nelle vicinanze». Alla conferenza
stampa è intervenuto Ezio Cipolat, presidente del comitato Fip regionale, che
ha spiegato che «abbiamo il più alto rapporto fra tesserati e abitanti in
Regione e l'affidamento dell'organizzazione delle finali under 19 femminili a
Udine per il secondo anno di fila dimostra quanto per la Federazione sia
importante il nostro movimento. Nessuno in Italia abbina grandi risultati di
prima squadra e settore giovanile come fa lo Sporting: se ridimensiona Udine,
si ridimensiona tutto il movimento regionale». Presenti anche Mario Blasone,
Giuliano Gemo, che ha confermato che il Coni regionale ha messo a disposizione
450 mila euro per gli sport di squadra, «da spartire però tra dodici realtà nei
massimi campionati in varie discipline», e il professor Fattori, esponente di
spicco dell'attività sportiva scolastica. In sala anche coach Larry Abignente e
alcune delle giocatrici della prima squadra, i primi a subire la crisi finanziaria del club. Almeno loro, però, nonostante
tutto non fanno mai mancare impegno e spirito vincente. (f.t.)
( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Il successo su Caserta è arrivato la prima volta che dal
ritorno di Allen ha giocato la stessa squadra senza Torres escluso di giornata già a Teramo La Snaidero pensa solo alla salvezza sul
campo Rieti e Fortitudo in crisi finanziaria ma Udine punta al
terzultimo posto BASKET Ritrovata la vittoria contro Caserta dopo cinque turni
domenica cerca il bis con Milano e prima di Ferrara Ore decisive soprattutto
per le sorti della Sebastiani che oggi incontra il presidente della Regione
Lazio di VALERIO MORELLI UDINE. Ritrovata la vittoria, domenica contro
Caserta. Trovato l'assetto di squadra, da due turni senza Torres nel turn over
obbligato di extracomunitari. Ricreato l'ambiente arancione, al Carnera e con
dediche di Antonutti superstar di giornata e capitan Di Giuliomaria. Alla
Snaidero, comunque fanalino di coda della serie A, non resta che vincere. Su
due piani: sulle assi incrociate del parquet subito e, caso mai, bilanci alla
mano vista l'aria di crisi economica che tira.
Intanto, c'è da concedere il bis vincente domenica a Udine nella nona di
ritorno contro l'Armani Milano. Più facile a dirsi che a farsi, ma auspicabile
prima dello scontro salvezza, in famiglia Sacchetti, il 5 aprile a Ferrara.
Vittoria. Mancava, eccome. Da 5 turni, a dispetto di buone prove: a partire con
La Fortezza Bologna, sfida decisa dallo show finale Nba vinto da Boykins sul
"lusso" Forte; passando per il +19 al 20' a Cantù, svanito solo al
supplementare nel quinto debutto arancione di Allen; per finire con l'ultima
trasferta a Teramo, in cui Udine s'è inceppata sul suo terreno, da tre, subendo
un fatale 7-
( da "Finanza e Mercati" del 24-03-2009)
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Crisi
«Pmi a rischio con il credit crunch» da
Finanza&Mercati del 24-03-2009 ANNA MARIA TARANTOLA* Le banche italiane
hanno retto all'urto della crisi finanziaria meglio di
quelle di molti altri Paesi. Al 30 giugno 2008 il coefficiente patrimoniale del
sistema bancario italiano - il total capital ratio, dato dal rapporto tra il
totale delle risorse patrimoniali e le attività ponderate per il rischio - era
pari al 104%; il Tier 1 ratio era pari al 7,4% quasi il doppio del minimo regolamentare.
Il tema dell'adeguatezza patrimoniale è di particolare rilievo in una fase
recessiva. Su di esso si sta focalizzando l'attenzione di operatori, mercati,
autorità. Il semplice rispetto dei requisiti minimi concordati a livello
internazionale non è più considerato sufficiente da analisti e società di
rating, che richiedono livelli di capitale assai più elevati. Queste richieste
spesso non tengono conto della diversa rischiosità degli attivi e fissano
benchmark simili per banche assai diverse fra di loro, a esempio quelle
anglosassoni, molto esposte sul mercato dei prodotti strutturati, e quelle
italiane, a operatività prevalentemente tradizionale. Nell'eventuale confronto
internazionale si dovrebbe tener conto di alcuni fattori: le ponderazioni delle
diverse attività insite nel sistema dei requisiti patrimoniali di Basilea 2 che
sono più elevate per i prestiti a imprese e famiglie, maggiormente presenti
negli attivi delle banche italiane e più contenute per le attività di natura finanziaria e di investment banking; il maggiore rigore con
il quale la Banca d'Italia ha dato attuazione alle regole internazionali,
considerando computabili nel patrimonio di vigilanza solo strumenti di capitale
di primaria qualità. Adottando un nuovo indicatore, il Tangibile Common Equity
Ratio recentemente usato da Goldman Sachs per determinare il capitale
necessario a fronteggiare una situazione di stress, emerge che mentre si
determina una sensibile riduzione rispetto al Core tier 1 ratio per le banche
degli Stati Uniti, per quelle italiane la differenza risulta modestissima,
anche perché la definizione di patrimonio di vigilanza è in Italia assai
restrittiva. Se, anziché all'attivo ponderato secondo i criteri di Basilea II,
si fa riferimento a una semplice misura di leverage quale il rapporto tra
totale dell'attivo e patrimonio Tier 1, le banche italiane presentano una
situazione migliore rispetto alla media europea. In Italia il progressivo
rallentamento dell'attività economica è divenuto recessione sul finire del 2008.
Il ricorso al finanziamento esterno è divenuto comunque più difficile per tutte
le categorie di imprese. Si sono inasprite le condizioni di accesso al credito
bancario e, per le non numerose aziende che vi facevano ricorso, si sono
pressoché inariditi i mercati dei capitali. Le imprese maggiormente esposte
all'irrigidimento delle condizioni di accesso al sistema finanziario sono
quelle dalla struttura finanziaria più fragile. Le Pmi
in particolare risultano tipicamente caratterizzate da equilibri finanziari più
precari, possono essere più vulnerabili; diverse indagini qualitative, condotte
dalla Banca d'Italia, dall'Isae e da altri centri di ricerca, concordano nel
segnalare maggiori difficoltà di accesso al credito, soprattutto tra le imprese
di questa dimensione. Le fonti di finanziamento alternative al credito
bancario, già in passato utilizzate in misura assai contenuta, si sono
assottigliate. La raccolta di capitale di rischio da parte delle imprese è
stata scoraggiata dall'andamento negativo delle quotazioni azionarie. Nel
( da "Finanza e Mercati" del 24-03-2009)
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Crisi
«Fuori 1.000 mld $ di asset tossici» Piano Geithner: primo
sì da Pi
( da "Tempo, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
stampa Crisi, il supporto di «Fidi Molise» Regione Lo
strumento, finalizzato a facilitare l'accesso al credito, presentato ieri alla
Camera di commercio. Fa parte del piano da 100 milioni di euro Aldo Ciaramella CAMPOBASSO Associazioni e settori imprenditoriali piccole e medie
imprese fanno fronte comune per combattere la crisi finanziaria nel
tentativo di rilanciare gli investimnenti o conservare almeno l'esistente. I
Fidi del Molise di tutti i settori produttivi si sono uniti per combattere
l'emergenza credito. Ieri la presentazione presso la Camera di commercio di
Campobasso del «Fidi Molise». L'obiettivo è quello insieme alla Regione
e agli enti che aderiranno di rafforzare e superare le 4.391 imprese che sino a
ieri, attraverso gli otto Confidi già esistenti, hanno erogato e quindi
garantito oltre 91 milioni di euro. Con l'istituzione dell'unico Confido Sidi
l'obiettivo è quello di fare come ha detto Matteo Russo di Confartigianato di
effettuare un salto di qualità e di ricreare con le banche un diverso rapporto
contrattuale. Il Governatore Iorio presente ieri mattina insieme alle massime
autorità locali compreso il Prefetto di Campobasso e la responsabile regionale
della Banca D'Italia, ha ribadito che « Il «Fidi Molise» rappresenta un
elemento innovativo ed operativo per sostenere l'accesso al credito in una
vasta area di operatori economici del Molise. Un'azione importante quella di
«Fidi Molise», che il Governo regionale sosterà all'interno del Piano Globale
anticrisi che sta portando avanti. Un Piano, con una
dotazione complessiva di 100 milioni di euro, che coglierà tutti i suoi obiettivi
se vedrà un impegno corale del mondo finanziario, di quello
economico-produttivo oltre che di quello sociale e politico». Il presidente
della Giunta ha, poi, ricordato che «i Confidi hanno tradizionalmente avuto la
capacità di avere un rapporto stretto e privilegiato con le imprese con cui
lavorano. Questo ha permesso loro di sviluppare una sensibilità valutativa
sulla concessione di crediti caratterizzata da intelligenza e da lungimiranza».
( da "Arena, L'" del 24-03-2009)
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Crisi
Martedì 24 Marzo 2009 CRONACA Pagina 13 VALUTE
ALTERNATIVE. Un progetto lanciato da Arcipelago Veneto È in arrivo lo «scec» la
moneta solidale Scopo è creare un circolo virtuoso in cui le aziende possano
crescere senza pagare troppi interessi Lo «scec», la moneta solidale, la
«Solidarietà Che Cammina», sbarca anche a Verona. Il nuovo conio, uno scec,
sarà l'equivalente di un euro e così via, affiancherà la nostra moneta
ufficiale, che ha per legge corso forzoso. Lo scopo è quello di creare un
circuito commerciale locale, un patto sociale tra
produttori e consumatori della comunità per far fronte alla crisi finanziaria e per rilanciare la piccola economia. A Trento lo scec è stato
approvato come valuta complementare con una delibera del Consiglio comunale.
Nel mondo sono già seimila le monete locali in circolo e l'iniziativa, grazie
anche ad un vuoto legislativo, è perfettamente legale. La pratica è
molto più semplice della teoria: i commercianti che aderiranno al progetto
lanciato da Arcipelago Veneto e si iscriveranno all'associazione, accetteranno
di essere pagati, sul totale in euro, con una percentuale attorno al 20% in
scec, una percentuale, quest'ultima, che in base al successo dell'iniziativa
potrebbe anche crescere. A loro volta, secondo i promotori, questo incentiverà
l'azienda a rifornirsi presso produttori locali per poter spendere gli scec
accumulati e a loro volta usufruire dei buoni sconti. Un «circolo virtuoso»
che, secondo l'associazione, «restituisce valore al lavoro e all'attività
produttiva, rivitalizzando l'economia del territorio e favorendo lo scambio di
beni ecosostenibili: l'economia nasce e si reinveste nel giro di pochi
chilometri». Il primo esperimento di questo tipo in Italia è stato fatto a
Napoli, dove oggi circolano 142 mila scec e sono iscritti al circuito oltre 200
esercizi commerciali, quasi 300 privati, con un numero di consumatori che
sfiora i duemila. Nella provincia di Verona, a poche settimane dal lancio
dell'iniziativa, sono già cinque le aziende che fanno parte dell'«arcipelago»:
il colorificio Edilcasa di Isola della Scala, la idrotermosanitaria di Giorgio
Miglioranzi di Lugagnano di Sona, lo studio dentistico Segattini di Affi, il
ristorante «La vecia diga» di Verona e la Tommasi impianti termosanitari di
Bussolengo. «L'economia sta crollando sotto il peso dell'interesse», dice il
fondatore di Arcipelago Veneto, Lucio Levorato. Ogni iscritto all'arcipelago,
azienda o privato, riceverà mensilmente una «mazzetta» di scec di vario taglio
stampati direttamente dall'associazione con tanto di «timbro»; ci si può
iscrivere come consumatori o come aziende sul sito www.arcipelagoveneto.org.
( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)
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Crisi
Pagina 2 - Economia L´economista americano promuove il
piano del segretario al Tesoro Usa: bene Geithner, è l´uomo giusto Sinai:
"Una risposta efficace al caos ma ora attenzione alle nuove regole"
"Così tutti i dubbi sono stati chiariti e i soldi sono lì nel piatto, non
come a fine febbraio" EUGENIO OCCORSIO ROMA - «è il miglior piano che
potesse essere messo a punto, e fino a questo punto rappresenta la più efficace
delle tante risposte che a questa crisi l´amministrazione sta dando». Allen
Sinai, presidente di Decision Economics, uno degli economisti di punta di Wall
Street con un prestigio di ferro costruito in quarant´anni
di esperienza sui mercati
finanziari, non ha nessun dubbio: questa
volta il team di Obama ha fatto davvero la cosa giusta. «Se ne è accorto
benissimo il mercato, che infatti sta dando una risposta entusiastica». Eppure
quando Geithner nel suo precedente intervento al Congresso, a fine febbraio,
accennò a un progetto del genere, l´accoglienza della Borsa fu
catastrofica. «I mercati detestano più di ogni altra
cosa l´indefinitezza. Anche io criticai allora l´amministrazione, ma ora no:
ora tutti i dubbi sono stati chiariti, la strada indicata è molto precisa, i
soldi ora sono lì nel piatto». Ma sono abbastanza questi soldi? «Come primo passo
direi proprio di sì. I titoli tossici da prelevare non sono poi molti di più
dei 6-700 miliardi cui ora si fa riferimento. Bene ha fatto l´amministrazione
ad avvertire: si vedrà in pratica come funzionerà quest´operazione e poi si
deciderà se investirci altri soldi pubblici dopo i 100 miliardi di oggi.
Secondo me, tra l´altro, non è affatto da escludere che il tutto si risolva con
un guadagno per lo Stato e per i privati che aderiranno all´iniziativa: vedremo
a che prezzo saranno rilevati i titoli, ma di certo sarà basso. Dopodiché si
creerà tutto un nuovo mercato secondario dove questi titoli saranno scambiati e
nulla di più probabile che il valore salga». Tutto questo sembra invitante. Ma
è sicuro che gli hedge fund, i fondi d´investimento, i private equity e
quant´altri risponderanno in massa? «Certo, il numero di quanti aderiranno
rimane da verificare. Ma credo che saranno molti: la convenienza c´è tutta.
Intanto, come dicevo, il prezzo, che sarà comunque nettamente più basso di
quello che i fondi pagherebbero per finanziarsi sul mercato aperto. Poi per i
meccanismi tecnici messi a punto c´è una forma di garanzia pubblica: a
differenza di altri investimenti che queste istituzioni fanno, non c´è nessun
fattore moltiplicatore delle perdite, nessun credito che s´incardina su altri
fino a perdere il controllo della situazione. Se andrà male ci sarà da pagare
la differenza fra prezzo d´acquisto e di vendita, nient´altro. Stato e privati
si divideranno guadagni e perdite». Una volta liberate dai titoli tossici le
banche ricominceranno come d´incanto a prestar soldi e faranno ripartire
l´economia? «Beh, andiamoci piano. La situazione è talmente compromessa che
questo passo è importante ma probabilmente non ancora decisivo perché si
riavvii il flusso del credito. Rimangono le difficoltà di tantissime aziende, e
rimane un blocco psicologico da parte delle banche: a questo punto non si può
sbagliare prestando soldi all´industria sbagliata. La prossima mossa da tener
d´occhio, dalla quale anche dipenderanno molto i comportamenti delle banche,
saranno le nuove regole di controllo sulla finanza che il Tesoro presenterà in
settimana». A proposito, è inevitabile un´ultima domanda: Geithner è l´uomo
giusto su quella poltrona così scomoda? «Sì, senza alcun dubbio».
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
24-03-2009)
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Economia Pagina 212 Imprese Le priorità per l'economia
sarda «Più credito contro la crisi» Imprese. Le
priorità per l'economia sarda --> Analizzare a fondo il comparto produttivo,
assicurare un reddito alle famiglie e dare ossigeno alle aziende garantendo una
maggiore facilità di accesso al credito, annullando gli svantaggi
dell'insularità. Secondo Silvio Cherchi, ex consigliere regionale del Pd ed ex
presidente di Legacoop, sono queste le priorità di intervento per rilanciare il
settore produttivo sardo, nonostante la crisi finanziaria. PRIORITÀ «È necessario analizzare a fondo la nostra realtà come
chiesto anche dai sindacati», sottolinea Cherchi. «Solo così le forze sociali e
la Regione potranno capire che cosa hanno di fronte e come agire». A suo dire,
infatti, oltre ai casi più eclatanti, sono decine le piccole aziende che non
riescono ad andare avanti e scompaiono senza troppo clamore. Per
monitorare lo scenario produttivo gli strumenti non mancano, come i dati
forniti dalle camere di commercio e dalle rappresentanze imprenditoriali e dei
lavoratori. AMMORTIZZATORI «In questo momento di piena crisi
servono più ammortizzatori e soprattutto occorre che vengano integrati con la
formazione», aggiunge Silvio Cherchi. A suo dire insomma, il sostegno non deve
mancare a prescindere che arrivi dalla Regione o dal governo centrale, ma
l'importante è che non sia fine a se stesso: deve cioè essere utilizzato per
dare uno strumento in più al lavoratore in cerca di occupazione. INFRASTRUTTURE
Uno dei settori dove è necessario intervenire prioritariamente è poi quello
dell'edilizia, in particolare quella pubblica. «I dati forniti da Bankitalia
segnano una flessione del settore nel 2008, ma confermano anche che il sistema
degli enti locali ha raddoppiato il numero degli appalti», aggiunge. «Questo
dinamismo va quindi sostenuto dalla Regione». In particolare si dovrebbero
avviare le piccole opere, gli interventi più veloci da attuare che permettano
la riapertura dei cantieri il prima possibile. «Dobbiamo rifarci ad altri
periodi di difficoltà economica dove l'edilizia pubblica è intervenuta per
tamponare la fase acuta della crisi», aggiunge. «Lo
stesso dovrebbe essere fatto ora». INSULARITÀ Un aiuto, quindi, per le piccole
imprese di cui è composto il sistema produttivo e che per Cherchi «sono
un'isola nell'isola». Le aziende sarde, a suo dire, scontano qualche problema
in più, ovvero quelli strettamente legati all'insularità, come gli alti costi
energetici, di trasporto e la mancanza di infrastrutture. «Un'impresa sarda ha
più costi rispetto a quelli ordinari», spiega, «e comunque sarà sempre lontana
da una rete di collegamento ferroviario o dai più grandi centri commerciali».
La soluzione potrebbe essere la defiscalizzazione delle imprese: ovvero la
previsione di una fiscalità di vantaggio per le aziende locali visto che la
Sardegna è l'isola più lontana dalla terra ferma di tutta Europa. Sistema che
sarebbe improduttivo anche a causa della vecchia politica degli incentivi,
«primo motivo della delocalizzazione delle imprese che ha mostrato tutta la
fragilità delle nostre aziende». CREDITO Altra questione fondamentale da
affrontare, secondo Cherchi, è l'acceso al credito. «Oltre che alle famiglie è
necessario dare sostegno alle aziende e questo può essere fatto sfruttando il
buon sistema dei consorzi fidi che già abbiamo. Apparato che deve agire in
sinergia con Regione e banche». A suo dire è quindi importante che la
Finanziaria li sostenga con nuove e più cospicue risorse. ( an. ber. )
( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)
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Crisi
Colpito anche il mercato del lusso. Il curatore Vidal
cerca una soluzione: mantenere il rimessaggio e il «refitting» Cantieri Dalla
Pietà senza ordini L'azienda di superyacht chiede il concordato preventivo
MASSIMO SCATTOLIN VENEZIA. La crisi finanziaria
globale non risparmia nemmeno la storica nautica di lusso veneziana. Le società
di leasing hanno chiuso i rubinetti, nessuno ordina nuovi yacht, chi li aveva
ordinati annulla le commesse. Dopo i cantieri De Poli di Pellestrina ieri
mattina anche i Cantieri Dalla Pietà di Fusina, assistiti da Gianluca Vidal,
hanno presentato richiesta di accesso al concordato preventivo al Tribunale di
Venezia. L'obiettivo: salvare alcuni rami dell'azienda (rimessaggio e
refitting) e cercare di tutelare al massimo l'occupazione prima che sia troppo
tardi. Le ragioni della crisi. I primi segnali di
(relativo) allarme si intravedono un paio d'anni fa. Il leasing cosiddetto in
erigendo - ovvero l'acquirente paga una rata-acconto in corrispondenza di
determinati stadi di avanzamento lavori nella costruzione del suo yacht -
lascia spazio all'acquisto d'impulso. E quindi a flussi finanziari meno
prevedibili, decisamente aleatori. Il mercato, però, tiene. La preoccupazione
autentica si avverte a partire da ottobre dello scorso anno: l'attività
commerciale subisce un forte rallentamento, aree considerate intoccabili, come
la Russia, denunciano pesantissime difficoltà. A dicembre la mazzata: le
società di leasing chiudono i rubinetti, a Mosca come a Lugano piuttosto che a
Londra. Salta il meccanismo grazie al quale si godeva dello yacht di lusso
pagando rate «basse» per i primi 2-3 anni e rimandando la maxi-rata finale che,
spesso, coincideva con la cessione del contratto e, quindi, della stessa
imbarcazione. Risultato: i clienti dell'azienda di Andrea Mevorach e Giorgio
Dalla Pietà cancellano alcuni ordini già effettuati. Bastano un paio di yacht
da 4 milioni che saltano e le conseguenze sono facilmente prevedibili. I
numeri. A dicembre si fanno i conti. Servono almeno 11 milioni di euro per
andare avanti l'attività ordinaria. I debiti assommano a 32 milioni: 21 nei
confronti di banche e gli anticipi da leasing; 11 nei confronti di fornitori.
La contromossa è immediata. Si cercano in tutti i modi partner finanziari in
grado di riavviare l'attività. Ma il momento è quello che tutti conosciamo.
Altri cantieri chiudono. Ai saloni internazionali di Cannes e Genova tutti
guardano, ma nessuno compra. Le caratteristiche degli yacht Dalla Pietà -
materiali di pregio, curca di goni dettaglio, anche nascosto, lavorazione
artigianale combianta con soluzioni tecnologiche d'avanguardia - non bastano
per salvarsi nel mare in tempesta della crisi
economica e finanziaria globale. Il posto di lavoro
dei 70 dipendenti (40 nella costruzione e 30 negli uffici tecnici e
amministrativi) dei Cantieri Dalla Pietà viene messo seriamente a rischio. Così
come il cosiddetto indotto: una galassia di 500 fornitori e un centinaio di
artigiani delle squadre esterne. La situazione attuale. Al momento l'attività
consente di continuare il lavoro per completare alcune imbarcazioni. A
conclusione di questi lavori, però, tra circa 4 mesi, stanti le previsioni attuali
di un perdurare della situazione attuale, i dipendenti non avranno più nulla da
fare. L'obiettivo. Di qui la richiesta di concordato preventivo presentata ieri
al Tribunale di Venezia. L'obiettivo è quello di offrire un futuro alla Dalla
Pietà, fiore all'occhiello della cantieristica veneziana. Un futuro che
«sacrifica» la costruzione e punta al mantenimento di due rami d'azienda: il
rimessaggio e il refitting, in sostanza la «ristrutturazione»
dell'imbarcazione. Pur di continuare a lavorare, nel solco della consolidata
tradizione che punta alla qualità, ci si concentra dunque sul restauro più che
sulla costruzione. A meno che non si trovi un Cavaliere Bianco che decida di
puntare anche su quest'ultimo ramo per rilanciare l'attività dei Cantieri Dalla
Pietà. Periti. I periti, intanto, hanno già stimato tutti i beni dell'azienda.
Tutto è stato valutato in termini di discontinuità aziendale. In pratica se uno
stampo vale mille, dato che non è più inserito in uno speciale processo
produttivo, gli è stato attribuito un valore di 100. Ma il suo valore continua
a essere 10 volte tanto. Insomma, si potrebbe anche fare un affare. I
proprietari dei Cantieri (Mevorach e Dalla Pietà) attendono, intanto, date e
decisioni del Tribunale e, soprattutto, confidano nell'accettazione della
proposta.
( da "Centro, Il" del 24-03-2009)
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Pagina 3 - Attualità Il pacchetto salva-banche fa volare
le Borse Balzo degli indici in tutto il mondo. Obama: «C'è qualche bagliore di
speranza» Dalla partnership tra pubblico e privato nasce l'intervento Usa
contro i "titoli tossici" GIGI FURINI MILANO. Si chiama Public-Private
Investment, ed è il piano messo a punto dal Tesoro americano per far fronte
allo spinoso problema degli asset tossici, dei "titoli spazzatura" di
proprietà delle banche, dei titoli che sono stati scambiati fino all'anno
scorso per oro colato e adesso valgono come coriandoli. Il piano piace, lo
dimostrano le Borse di tutto il mondo che ieri hanno festeggiato con corposi
rialzi. Non mancano le critiche e gli scettici vogliono prima vedere la
consistenza effettiva del piano, ma le parole del segretario al Tesoro,
Geithner, hanno convinto il mondo intero. Per questo ci sono stati prima forti
rialzi sulle piazze asiatiche (+3,39% Tokio, +4,40% a Hong Kong, +3,28% Taiwan,
+2,44% Sidney e +3,26% Singapore) e poi, in funzione del fuso orario, gli
acquisti si sono spostati in Europa. In serata ha chiuso in modo brillante
anche Wall Street (+6,84 il Dow Jones e +6,76% il Nasdaq a fine seduta). Milano
è ancora la "maglia rosa" d'Europa, con un balzo dell'indice
S&P/Mib del 5,7%, ma sono andate bene le cose anche a Parigi (+2,81%), a
Francoforte (+2,65%) e a Londra (+2,86%). «Il nostro obiettivo - aveva spiegato
Timothy Geithner - è avere un sistema più forte che possa
fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo
più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i bilanci delle banche",
gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui
rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle
attività tossiche racchiuse nei bilanci». Nel dettaglio, il Tesoro si
impegna a un versamento iniziale fra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Il
programma è diviso in tre parti e prevede che i finanziamenti siano erogati
dalla Federal Reserve e dal Fdic (Federal Deposit Insurance Corporation), cioè
l'ente che garantisce i depositi bancari. Il programma utilizzerà parte dei
fondi che erano stati stanziati in autunno dal Congresso a favore del sistema
bancario. Grazie all'effetto leva, i fondi metteranno in moto 500 miliardi, con
un impatto sul sistema finanziario fino a mille miliardi. «Si tratta di azioni
straordinarie - spiega il segretario al Tesoro - perché l'economia Usa e una
parte del mondo si trovano ad affrontare sfide straordinarie. Come Paese
abbiamo chiesto troppi prestiti e lasciato che il nostro sistema finanziario
assumesse livelli irresponsabili di rischio. Queste decisioni hanno causato
enormi sofferenze, molte delle quali ricadute sugli americani e sui titoli
delle piccole imprese. Questo è ingiusto e gli americani sono arrabbiati e giustamente
frustrati». «Le decisioni che abbiamo assunto - continua Geithner - dovrebbero
superare il test più serio, cioè far tornare il sistema finanziario in grado di
funzionare attraverso la concessione del credito alle famiglie e alle imprese».
Anche il presidente Obama (nella foto) è intervenuto e in un'intervista
televisiva ha lasciato un messaggio di ottimismo. «Il nostro sistema
finanziario - ha detto - si trova di fronte a rischi che necessitano interventi
da parte del governo, ma comincia a intravedersi qualche bagliore di speranza».
Il petrolio. La speranza di una rapida fine della crisi
e di un ritorno ai consumi ha spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il
greggio chiude a New York a 53,83 dollari al barile (l'equivalente di
( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
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Pagina 8 - Lucca I prezzi delle case non scendono Solo
qualche aggiustamento. E in centro ancora rincari VIAREGGIO. La crisi? Sembra non esistere. O, al massimo, essere un
venticello che non scuote più di tanto il mercato immobiliare cittadino, che
continua nel suo momento di stagnazione su livelli di prezzo comunque assai
elevati. La consueta rilevazione dell'Osservatorio mercato immobiliare
dell'Agenzia delle Entrate (riferita al secondo semestre dello scorso anno), racconta di quotazioni che non accennano ad imboccare quella
discesa che - con la crisi
finanziaria ormai ampiamente scoppiata - si
poteva prevedere. Insomma: girare per agenzie o spulciare gli annunci sui
giornalini non è diventato più facile. Come dimostra la tabella che
pubblichiamo in questa pagina, sono tante le zone nelle quali le quotazioni
sono rimaste invariate. Osservazione tanto più vera quanto ci si
allontana dal centro cittadino: da Migliarina a Varignano fino a Bicchio e
Torre del Lago. Tutti quartieri in cui, nelle ultime rilevazioni, si era però
assistito a un calo assai marcato. E, in casi come Torre del Lago, è anche
necessario ricordare che, negli ultimi anni, i prezzi avevano raggiunto livelli
altissimi, a causa del "boom" immobiliare. Avvicinandoci al centro di
Viareggio, ci fermiamo per un attimo al campo d'Aviazione. Dove, se vale il
discorso fatto per Torre del Lago sui prezzi-monstre raggiunti negli ultimi
anni, va però rilevata una diminuzione delle quotazioni che prosegue sulla
falsariga del primo semestre 2008. Panorama completamente ribaltato, invece,
nella zona più esterna del centro (quella più vicina alla ferrovia) che marca
una controtendenza, soprattutto per quello che riguarda i prezzi degli
appartamenti. Da rimarcare che anche nella rilevazione che riguardava il primo
semestre del 2008 questa zona era quella che faceva segnare gli aumenti più
marcati: segno che, per questo tipo di immobili, c'è ancora disponibile uno
spazio di compravendita. Questi rincari hanno fatto sì, fra l'altro, che si sia
ridotta la forbice con le case della zona più a ridosso della Passeggiata.
Anche perché, in questa zona, i prezzi degli appartamenti si sono ridotti dopo
anni di continui rincari. Notazioni a margine. Anche nei casi di prezzi in
calo, è bene notare che si parla di qualche centinaia di euro al metro quadro:
non la classica goccia nel mare, ma poco ci manca. Anche perché quando le
quotazioni facevano segnare un record dopo l'altro, gli aumenti erano ben più
significativi. In secondo luogo, c'è la questione delle ville. Che, in ben tre
zone (compresa quella della Passeggiata) continuano a far segnare rincari,
incuranti della crisi. Segno che anche per questa
nicchia (sicuramente destinata a pochi fortunati, soprattutto in frangenti come
quello attuale) il mercato non si è completamente fermato. Luca Cinotti
( da "Nuova Sardegna, La" del 24-03-2009)
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Pagina 9 - Attualità Il pacchetto salva-banche fa volare
le Borse Balzo degli indici in tutto il mondo. Obama: «C'è qualche bagliore di speranza»
Dalla partnership tra pubblico e privato nasce l'intervento Usa contro i
"titoli tossici" GIGI FURINI MILANO. Si chiama Public-Private
Investment, ed è il piano messo a punto dal Tesoro americano per far fronte
allo spinoso problema degli asset tossici, dei "titoli spazzatura" di
proprietà delle banche, dei titoli che sono stati scambiati fino all'anno
scorso per oro colato e adesso valgono come coriandoli. Il piano piace, lo
dimostrano le Borse di tutto il mondo che ieri hanno festeggiato con corposi
rialzi. Non mancano le critiche e gli scettici vogliono prima vedere la
consistenza effettiva del piano, ma le parole del segretario al Tesoro,
Geithner, hanno convinto il mondo intero. Per questo ci sono stati prima forti
rialzi sulle piazze asiatiche (+3,39% Tokio, +4,40% a Hong Kong, +3,28% Taiwan,
+2,44% Sidney e +3,26% Singapore) e poi, in funzione del fuso orario, gli
acquisti si sono spostati in Europa. In serata ha chiuso in modo brillante
anche Wall Street (+6,84 il Dow Jones e +6,76% il Nasdaq a fine seduta). Milano
è ancora la "maglia rosa" d'Europa, con un balzo dell'indice
S&P/Mib del 5,7%, ma sono andate bene le cose anche a Parigi (+2,81%), a
Francoforte (+2,65%) e a Londra (+2,86%). «Il nostro obiettivo - aveva spiegato
Timothy Geithner - è avere un sistema più forte che possa
fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo
più in una crisi
finanziaria come questa». Per "ripulire
i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca
partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre)
il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».
Nel dettaglio, il Tesoro si impegna a un versamento iniziale fra i 75 e i 100
miliardi di dollari. Il programma è diviso in tre parti e prevede che i
finanziamenti siano erogati dalla Federal Reserve e dal Fdic (Federal Deposit
Insurance Corporation), cioè l'ente che garantisce i depositi bancari. Il
programma utilizzerà parte dei fondi che erano stati stanziati in autunno dal
Congresso a favore del sistema bancario. Grazie all'effetto leva, i fondi
metteranno in moto 500 miliardi, con un impatto sul sistema finanziario fino a
mille miliardi. «Si tratta di azioni straordinarie - spiega il segretario al
Tesoro - perché l'economia Usa e una parte del mondo si trovano ad affrontare
sfide straordinarie. Come Paese abbiamo chiesto troppi prestiti e lasciato che
il nostro sistema finanziario assumesse livelli irresponsabili di rischio.
Queste decisioni hanno causato enormi sofferenze, molte delle quali ricadute
sugli americani e sui titoli delle piccole imprese. Questo è ingiusto e gli
americani sono arrabbiati e giustamente frustrati». «Le decisioni che abbiamo
assunto - continua Geithner - dovrebbero superare il test più serio, cioè far
tornare il sistema finanziario in grado di funzionare attraverso la concessione
del credito alle famiglie e alle imprese». Anche il presidente Obama (nella
foto) è intervenuto e in un'intervista televisiva ha lasciato un messaggio di
ottimismo. «Il nostro sistema finanziario - ha detto - si trova di fronte a
rischi che necessitano interventi da parte del governo, ma comincia a
intravedersi qualche bagliore di speranza». Il petrolio. La speranza di una
rapida fine della crisi e di un ritorno ai consumi ha
spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il greggio chiude a New York a 53,83
dollari al barile (l'equivalente di
( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)
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Pagina XV - Roma Sono almeno 70 i gruppi con le
caratteristiche di efficienza per una immediata quotazione Il tesoro delle
aziende laziali la Borsa a caccia di società ADRIANO BONAFEDE Ci sono ben 70
aziende nella Capitale e nel Lazio che sono così solide e ben strutturate, che
potrebbero quotarsi sul mercato azionario per fare investimenti o nuove
acquisizioni anche all´estero. E´ la stessa Borsa Italiana, la società di
gestione di Piazza Affari, che ha selezionato e identificato le società
dell´area romana e laziale potenzialmente pronte a fare il grande salto della
quotazione. Per il 20% sono nell´industria, per il 16 nelle costruzioni, per il
30 nel commercio e nell´alberghiero, per il 34 negli altri servizi. Tra questi
ultimi ci sono aziende della sanità, dell´Information technology e dei media.
Una realtà produttiva, come si vede, ben lontana dai cliché cui siamo abituati
per cui a Roma ci sarebbe posto, oltre alle classiche costruzioni, soltanto per
attività del terziario tradizionale (commercio e turismo, per l´appunto) e non
per attività del terziario avanzato. Questi �gioielli´ romani sono, secondo
la società condotta da Massimo Capuano (che pochi giorni fa a Roma ha
presentato la nuova sezione AIM Italia della Borsa), già in pole position per
la quotazione. Anche se, è chiaro, occorrerà attendere che
la crisi finanziaria internazionale sia quantomeno vicina alla fine per vedere
qualche nuova società accettare la sfida dello sbarco al listino. Il
"potenziale quotabile" è identificato da Borsa italiana secondo
alcune precise caratteristiche di buona salute. Le società devono avere:
1) un fatturato superiore ai 15 milioni; 2) un rapporto tra Mol (Margine
operativo lordo) e fatturato superiore al 10%; 3) un percorso di crescita del
Mol stesso; 4) un rapporto tra posizione finanziaria
netta e Mol inferiore al 4%. SEGUE A PAGINA XXIV
( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)
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Pagina 4 - Attualità Il pacchetto salva-banche fa volare
le Borse Balzo degli indici in tutto il mondo. Obama: «C'è qualche bagliore di
speranza» Dalla partnership tra pubblico e privato nasce l'intervento Usa
contro i "titoli tossici" GIGI FURINI MILANO. Si chiama
Public-Private Investment, ed è il piano messo a punto dal Tesoro americano per
far fronte allo spinoso problema degli asset tossici, dei "titoli
spazzatura" di proprietà delle banche, dei titoli che sono stati scambiati
fino all'anno scorso per oro colato e adesso valgono come coriandoli. Il piano
piace, lo dimostrano le Borse di tutto il mondo che ieri hanno festeggiato con
corposi rialzi. Non mancano le critiche e gli scettici vogliono prima vedere la
consistenza effettiva del piano, ma le parole del segretario al Tesoro,
Geithner, hanno convinto il mondo intero. Per questo ci sono stati prima forti
rialzi sulle piazze asiatiche (+3,39% Tokio, +4,40% a Hong Kong, +3,28% Taiwan,
+2,44% Sidney e +3,26% Singapore) e poi, in funzione del fuso orario, gli
acquisti si sono spostati in Europa. In serata ha chiuso in modo brillante
anche Wall Street (+6,84 il Dow Jones e +6,76% il Nasdaq a fine seduta). Milano
è ancora la "maglia rosa" d'Europa, con un balzo dell'indice
S&P/Mib del 5,7%, ma sono andate bene le cose anche a Parigi (+2,81%), a
Francoforte (+2,65%) e a Londra (+2,86%). «Il nostro obiettivo - aveva spiegato
Timothy Geithner - è avere un sistema più forte che possa
fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo
più in una crisi
finanziaria come questa». Per "ripulire
i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca
partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre)
il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».
Nel dettaglio, il Tesoro si impegna a un versamento iniziale fra i 75 e i 100
miliardi di dollari. Il programma è diviso in tre parti e prevede che i
finanziamenti siano erogati dalla Federal Reserve e dal Fdic (Federal Deposit
Insurance Corporation), cioè l'ente che garantisce i depositi bancari. Il
programma utilizzerà parte dei fondi che erano stati stanziati in autunno dal
Congresso a favore del sistema bancario. Grazie all'effetto leva, i fondi metteranno
in moto 500 miliardi, con un impatto sul sistema finanziario fino a mille
miliardi. «Si tratta di azioni straordinarie - spiega il segretario al Tesoro -
perché l'economia Usa e una parte del mondo si trovano ad affrontare sfide
straordinarie. Come Paese abbiamo chiesto troppi prestiti e lasciato che il
nostro sistema finanziario assumesse livelli irresponsabili di rischio. Queste
decisioni hanno causato enormi sofferenze, molte delle quali ricadute sugli
americani e sui titoli delle piccole imprese. Questo è ingiusto e gli americani
sono arrabbiati e giustamente frustrati». «Le decisioni che abbiamo assunto -
continua Geithner - dovrebbero superare il test più serio, cioè far tornare il
sistema finanziario in grado di funzionare attraverso la concessione del
credito alle famiglie e alle imprese». Anche il presidente Obama (nella foto) è
intervenuto e in un'intervista televisiva ha lasciato un messaggio di
ottimismo. «Il nostro sistema finanziario - ha detto - si trova di fronte a
rischi che necessitano interventi da parte del governo, ma comincia a
intravedersi qualche bagliore di speranza». Il petrolio. La speranza di una
rapida fine della crisi e di un ritorno ai consumi ha
spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il greggio chiude a New York a 53,83 dollari
al barile (l'equivalente di
( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
di Tiziana Gori Mantellassi, mobilità per sei Magazzini
pieni di prodotti da consegnare in Russia e nei paesi arabi «Ci sono 45 giorni
di tempo incontreremo i sindacati, speriamo di rinunciare ai licenziamenti»
QUARRATA. Nei magazzini delle aziende che commercializzano con l'alta borghesia
russa, araba e dei paesi orientali sono stoccati mobili pronti per la consegna.
Fermi da settimane perché la crisi finanziaria
ha messo in ginocchio anche i nuovi mercati di riferimento dei maggiori
produttori quarratini. Da gennaio, poi, gli ordinativi sono crollati. E così
Nicola Mantellassi, titolare della Mantellassi Spa, ha aperto una procedura di
mobilità per 6 lavoratori. «Abbiamo 45 giorni di tempo dall'apertura
della procedura di mobilità per decidere», mette le mani avanti l'imprenditore.
La Mantellassi Spa, con sede legale sul viale Europa, a Quarrata, occupa i suoi
dipendenti nell'ex stabilimento Permaflex di Gello. In tutto una quarantina di
lavoratori, e da gennaio l'azienda è alle prese con una forte crisi di ordinativi. «All'inizio - spiega l'imprenditore -
pensavamo ad un "effetto festività", poi alle fiere. Pensavamo che
gli ordini sarebbero arrivati dopo le prime fiere del 2009. Quando abbiamo
capito che neanche quelle avrebbero portato lavoro ci siamo trovati di fronte
alla necessità di aprire la procedura di mobilità per alcuni dipendenti». Una
procedura, ci tiene a rimarcare Mantellassi, dagli esiti non scontati. «Nei
prossimi giorni incontreremo le organizzazioni sindacali. L'auspicio è che
nelle prossime settimane torni un po' di lavoro. La nostra intenzione non è di
licenziare, anzi. Il mese scorso abbiamo assunto un commerciale. Crediamo che
sia questo il volano per riportare competitività all'azienda». Mantellassi
parla di "fase drammatica". «Il sistema bancario deve capire che è il
momento di lanciare una ciambella in acqua. Ci sono momenti in cui le ciambelle
vanno tirate, questo è uno di quelli. Se facciamo morire il tessuto produttivo
creiamo disoccupati destinati a non ritrovare lavoro». Non è possibile, afferma
Mantellassi, lanciare salvagenti solo alle aziende più strutturate. «Fidi
Toscana concede finanziamenti agevolati solo alle imprese in rating B. A
Pistoia ce ne sono 5 o
( da "Secolo XIX, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Carlo Felice, protestain costume di scena l'allarme
Stasera volantinaggio di coristi e comparse davanti al teatro in occasione
della prima di Andrea Cheniér 24/03/2009 IL FUTURO del Carlo Felice è ormai
appeso al filo di una trattativa già difficile in partenza, alla fine dello
scorso anno, ma che il precipitare della crisi finanziaria ed economica ha reso ancora più complicata. Per evitare la
chiusura del teatro dell'Opera è indispensabile trovare un accordo tra i
lavoratori e la Fondazione sul Fondo pensioni in liquidazione coatta. Per farlo
è necessario reperire almeno sei milioni di euro in base all'ipotesi che era
stata elaborate nello scorso dicembre dal sindaco Vincenzi, dal
commissario Ferrazza, dal Capo di gabinetto del ministero dei Beni culturali e
dalla Regione Liguria. Ciò dovrebbe avvenire accedendo a un mutuo garantito,
appunto, dalla Regione. Ma quello che sembrava fattibile a dicembre oggi appare
molto più complicato. D'altra parte i lavoratori rivendicano un diritto già
sancito da una sentenza. La questione è che se la Fondazione non li ha (e non
li ha) l'unica strada resta il fallimento e la chiusura del teatro con tutte le
conseguenze occupazionali, ma non solo, che ciò potrebbe comportare. Gli
ostacoli che si sono pesati in Regione in queste ultime settimane sono di
carattere procedurale e politico. Non solo serve una legge ma anche una grande
condivisione della decisione che possibilmente superi i confini della
maggioranza di centro sinistra. Comprensibile, quindi, la preoccupazione dei
lavoratori espressa in un volantino sindacale che sarà distribuito stasera
davanti al teatro in occasione della prima di Andrea Cheniér da coristi e
comparse vestiti con i costumi di scena, ovvero come rivoluzionari francesi
dell'89. Il volantinaggio è il primo di una serie di iniziative (esclusi gli
scioperi), organizzate dai sindacati Fials-Cisal, Snater, Libersind, Uil-Com
per sollecitare le istituzioni alla soluzione del problema e sensibilizzare la
città sul rischio di chiusura che è davvero incombente. «I sindacati - si legge
nel documento - hanno richiesto al presidente Claudio Burlando e alla sindaco
Marta Vincenzi un incontro urgente. A tutt'oggi non vi è stata alcuna risposta,
ma soltanto dichiarazioni contraddittorie nelle quali la sindaco sostiene che
"la trattativa è molto avanti e i lavoratori non devono
preoccuparsi", mentre il Burlando, in palese contraddizione, afferma che
"ad oggi non esiste nessun accordo sul Fondo pensione" e che l'ipotesi
di accedere a un mutuo è"difficile"». «La scadenza del bilancio
consuntivo 2008 è imminente - prosegue il volantino - e senza una soluzione il
commissario sarà costretto a mettere a bilancio un debito di oltre dieci
milioni di euro, cosa che a termini di legge comporterebbe immediatamente la
liquidazione coatta amministrativa della Fondazione». «I lavoratori -
concludono i sindacati - ai quali era stata prospettata la soluzione del
problema in tempi brevissimi, sono preoccupati dalla perdurante assenza di tale
soluzione, dalla mancata risposta alla richiesta di incontro coi vertici
istituzionali, dalle affermazioni contraddittorie di questi ultimi, dai
pericoli che incombono sul Teatro, sui lavoratori, sull'indotto e sull'immagine
stessa di Genova». G.G. 24/03/2009
( da "Adige, L'" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Banche e territorio Dalla crisi una
chance per le Rurali SILVIO GOGLIO (segue dalla prima pagina) Fusioni ed
acquisizioni (M&A) sono dovute per le grandi banche innanzi tutto a
esigenze di riposizionamento, mentre per quelle di dimensioni minori ad
esigenze di economie di scala e di difesa preventiva contro eventuali
takeovers. Il loro effetto, tuttavia, sommato a quello delle partecipazioni
incrociate, sarà un ammorbidimento della concorrenza e non un inasprimento.
D'altro canto, M&A hanno creato nuovi spazi ed opportunità per le banche locali,
dati i processi di riposizionamento degli istituti maggiori a scapito dei
clienti, prestatori e debitori, maggiormente dipendenti dai rapporti
relazionali (Pmi, famiglie e depositanti minori). L'insieme di questi fenomeni
evidenzia il pericolo di un ritiro (de-marketing) del sistema bancario
commerciale di maggiori dimensioni da alcuni settori della popolazione, dalle
aree e dalle attività periferiche (non solo imprese, ma anche donne, giovani,
anziani, disoccupati, lavoro non specializzato). Il prestito di relazione si
rivela incompatibile alle politiche di credito standardizzato, basate su dati
facilmente osservabili, verificabili e trasmettibili. Molti potenziali clienti
locali sono scartati perché non possiedono una storia di credito, non hanno collaterali
sufficienti e chiedono prestiti di piccola entità non profittevoli. Nel corso
delle trasformazioni strutturali sopra ricordate il contesto bancario italiano
è stato scosso, anche se in misura minore che in altri paesi, dalla recente crisi finanziaria mondiale, in gran parte conseguenza degli
squilibri commerciali e finanziari globali, della passata politica monetaria e
dall'eccesso di liquidità in Usa, dall'aumentata propensione al rischio degli
investitori, dalle aspettative crescenti e non sempre solide sui valori
mobiliari e immobiliari, da una lunga serie di innovazioni finanziarie, tese a
dare maggiore elasticità al sistema creditizio (ma a costo della sua minore
trasparenza di conseguenti bolle speculative). Tra queste vanno ricordate: cartolarizzazioni,
disintermediazione finanziaria, strutturazione dei
titoli di credito, riduzione del rischio degli istituti finanziari, concessioni
di prestiti bancari con poca prudenza, scarsa informazione su posizioni
debitorie, esplosione di attività fuori bilancio delle banche, comportamento
disinvolto e conflitti di interesse da parte delle agenzie di rating, presenza di molti operatori finanziari non soggetti a controlli
delle autorità. Tutto ciò ha creato una crescente incertezza che è sfociata in
una generalizzata crisi di fiducia, anche sul mercato interbancario. Sia le
trasformazioni strutturali che la crisi finanziaria
aprono nuove opportunità per le banche locali in generale e per il sistema
delle banche di credito cooperativo (Bcc) in particolare. La
combinazione di legame comunitario, responsabilità condivisa e mobilizzazione
dei risparmi locali permette loro infatti non solo di ridurre le asimmetrie
informative e risolvere i problemi di diseconomie di scala legati a prestiti di
piccola entità, ma di ricostituire e rafforzare il rapporto fiduciario verso il
sistema bancario. Diviene quindi più facile per le Bcc raggiungere clienti che
le banche commerciali e di ampie dimensione sono portate a trascurare;
allargare l'insieme di progetti locali giudicati troppo rischiosi perché
carenti di informazioni standard; preservare la fiducia dei piccoli
risparmiatori verso il sistema bancario. Il nuovo contesto pone però importanti
sfide alle Bcc, obbligandole ad una profonda riflessione sulle strategie da adottare,
in generale e nel loro rapporto con il territorio, sul loro operare con soci e
clienti nella pratica quotidiana, sulla loro aderenza con i propri principi
sociali costitutivi. La questione che va attentamente valutata è se le Bcc
posseggano le caratteristiche per un nuovo ed efficiente ruolo nel mercato
bancario locale; se possono, e come, traslare i loro aspetti costitutivi in un
moderno ambiente bancario competitivo. Davanti alle necessarie ristrutturazioni
che anche il credito cooperativo deve affrontare per dare risposte adeguate
alle richieste sempre più sofisticate che anche una clientela periferica
esprime, ci si deve chiedere quanto a lungo possono continuare a godere della
loro posizione competitiva sul territorio. A fronte delle potenzialità descritte
si ergono infatti molti incagli: la difficoltà nel diversificare il portafoglio
prestiti, specialmente se le attività produttive locali sono relativamente
omogenee o dipendenti da un settore; la necessità, al crescere delle dimensioni
della banca, di un management più sofisticato; il rischio di collusione o
familismo nel management e nei consigli di amministrazione; le difficoltà al
controllo interno dovute all'applicazione del principio una testa-un voto; la
possibile perdita di influenza del legame comunitario nel mantenere gli
obblighi morali al crescere delle dimensioni; lo sbilanciamento, nel delineare
gli obiettivi della banca, a favore del profitto aziendale a scapito dello
sviluppo economico e sociale del territorio; la difficoltà ad armonizzare con
la crescita i diversi interessi locali, con ripercussioni sull'operatività.
Quali soluzioni si prospettano? Innanzi tutto è necessario tener presente che
il successo passato del credito cooperativo e la sua attuale ripresa di favore
poggiano entrambi sull'adesione al principio comunitario; in altre parole la
fiducia in esso è legata all'applicazione di un approccio diverso
all'intermediazione finanziaria. È quindi necessario
lavorare per ristabilire o rafforzare il legame (che spesso il mercato distrugge,
come hanno ampiamente mostrato le ultime vicende finanziarie mondiali) tra
valori cooperativi, partecipazione dei membri e pratiche commerciali. In
secondo luogo non va dimenticato che il credito cooperativo è uno strumento
flessibile, non necessariamente legato a fasi di relativa arretratezza o di
semplicità del sistema economico e sociale. Si può al riguardo identificare un
sentiero evolutivo del credito cooperativo e della sua organizzazione,
parallela allo sviluppo dei territori che lo ospitano, che individua il
passaggio da una fase nascente ad una di transizione, per giungere ad una
matura. In questa ottica è necessario pensare ad un contesto legale ed
istituzionale idoneo e funzionale al ruolo, altrimenti scoperto, che il credito
cooperativo può svolgere nello sviluppo sociale ed economico di un dato
territorio. Infine, alcuni dei problemi ricordati possono essere parzialmente
risolti da Istituti di secondo livello (Casse centrali e Federazioni) che
forniscano: sbocchi sicuri al surplus di risparmi; fondi di prestito
addizionali; supervisione e regolazione che garantiscano alti standard al
sistema delle singole banche; consigli e formazione; protezione ai risparmi
attraverso assicurazione. In particolare è importante ribadire l'opportunità di
un sistema di controllo interno al sistema ed alla filosofia della
cooperazione, che non escluda ovviamente la generale supervisione della Banca
centrale. I vantaggi sono molteplici: i controllori operano specializzandosi
con cooperative e credito locale e cercano soluzioni interne allo spirito
cooperativo; si evita di considerare il controllo come una mera funzione
burocratica; si evita che il possibile controllo alternativo statale diventi
uno strumento di indirizzo di politiche economiche e sociali estranee allo
spirito cooperativo. Tuttavia affinché questi Istituti di secondo livello
possano svolgere in modo efficiente la propria funzione è fondamentale sapere
costruire un moderno rapporto di collaborazione tra essi e le Bcc, dove
quest'ultime sappiano dare gli opportuni input conoscitivi e problematici
territoriali ai primi ed applicare le soluzioni da essi proposte. In altre
parole, la struttura piramidale deve coniugare i vantaggi sia della grande
dimensione con la capacità di monitorare gli effettivi bisogni della
popolazione, capitalizzando a livello centrale le informazioni «inside»
provenienti da una rete decentralizzata; il tutto all'interno di una filosofia
sociale condivisa. Anche questo tipo di intervento rimanda al bisogno di un
forte ripensamento a livello di singola Bcc e singola comunità. Silvio Goglio È
docente di economia all'Università di Trento 24/03/2009
( da "Adige, L'" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
AVIO «Contro la crisi troppa
cultura e pochi cantieri» AVIO - Troppa cultura e pochi cantieri. E in tempi di
crisi come quelli che stiamo vivendo, forse, non è la
ricetta giusta. Ad affermarlo è l'ex sindaco Mauro Amadori, noto da primo
cittadino anche per la sua attenzione al settore culturale soprattutto
giovanile, ma che tuttavia in una nota si chiede che fine faranno i 670 mila
euro che la Provincia ha regalato al Comune nell'ambito degli interventi anti-crisi: «Quali interventi intende promuovere il sindaco di
Avio con il sostegno del fondo anticongiunturale e in quali tempi, dato che se
l'intervento finanziato non fosse cantierato antro 31 luglio 2009 scatterebbe
la riprogrammazione delle risorse a favore di altri enti?». Insomma il monito
di Amadori è questo: «Fare presto ad usare i soldi provinciali previsti dalla
Provincia nel fondo anticongiunturale per far fronte alla crisi
economica, perché il rischio è di perderli». Una preoccupazione quella di
Amadori, a proposito delle capacità del sindaco Borghetti di dedicarsi ai
lavori pubblici - il sindaco di Avio è anche assessore alle opere pubbliche -,
che nasce dalla riflessione circa il profilo del bilancio 2009 approvato dal
comune di Avio. Mentre la Provincia di Trento - spiega Amadori - ha approvato «una manovra finanziaria per il 2009 volta a
contrastare la crisi
finanziaria ed economica con iniziative
dirette ad attivare una spesa di investimento con azioni volte a sostenere le
imprese locali e ha provveduto a ridurre le spese relative a convegni,
manifestazioni, pubblicazioni e pubbliche relazioni», il Comune di Avio si è
mosso esattamente seguendo la strada inversa. «In fase di approvazione
del bilancio di previsione 2009 del Comune la maggioranza consiliare ha scelto
di percorrere un'altra strada, privilegiando la spesa per convegni,
manifestazioni, pubblicazioni e pubbliche relazioni a scapito di quote
significative di risorse destinate a finanziare opere pubbliche e manutenzioni
straordinarie di strade, cimiteri, verde». Insomma pochi cantieri e troppa
cultura, appunto, con il rischio di perdere anche i 670 mila euro del fondo
anti-crisi. Almeno secondo Amadori che, nella nota,
fra l'altro cita il caso dei lavori all'asilo nido: «In una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo, la giunta Borghetti
avrebbe dovuto mettere subito i fondi in bilancio senza aspettare il via libera
della Provincia». T.B. 24/03/2009
( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)
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Crisi
Pagina XII - Genova Seggiole&poltrone Banca Carige
apre a Saronno e studia i "Tremonti-bond" MASSIMO MINELLA Pronta a
scommettere sui Tremonti-bond, ma ancor più sollecita ad approvare conti da
record, come quelli del 2008. E inarrestabile nella sua marcia di ampliamento
delle filiali sul territorio, l´ultima delle quali a Saronno, in provincia di
Varese, affidata al nuovo direttore Matteo Caironi. Storie di tutti i giorni in
casa Carige, la banca dei liguri ormai diventata il sesto gruppo italiano per
capitalizzazione di Borsa. Il consiglio di amministrazione di ieri, presieduto
da Giovanni Berneschi, ha esaminato, attraverso un´informativa del direttore
generale Alfredo Sanguinetto, le obbligazioni bancarie speciali destinate alla
sottoscrizione da parte del ministero dell´Economia. Il manager ha illustrato
pro e contro del nuovo strumento finanziario ma nessuna decisione è stata
ancora assunta. Poiché l´ammontare dei Tremonti Bond non può superare il 2%
degli asset ponderati per il rischio della banca, l´eventuale richiesta della
Carige avrà un tetto massimo di circa 400 milioni. I riflettori sono ora
puntati sul cda di venerdì. Come sostenuto nei giorni scorsi anche dal
vicedirettore generale Carlo Arzani, infatti: «anche quest´anno, nonostante la crisi finanziaria che ha scosso i
mercati e l´economia reale, i risultati preliminari di Banca Carige per il 2008
sono in crescita, con uno sviluppo dei volumi intermediati e un utile netto
previsto superiore ai 210 milioni del 2007». «In questo senso - ha aggiunto
Arzani - possiamo senz´altro dire di essere una banca controcorrente».
( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Viareggio. Non accennano a diminuire i valori delle ville.
Qualche risparmio solo in periferia Case, i prezzi non scendono Solo pochi
ritocchi. E in centro sono sempre più care VIAREGGIO. La crisi?
Sembra non esistere. O, al massimo, essere un venticello che non scuote più di
tanto il mercato immobiliare cittadino, che continua nel suo momento di
stagnazione su livelli di prezzo comunque assai elevati. La
rilevazione dell'Agenzia del Territorio (per il secondo semestre 2008) racconta
di quotazioni che non accennano ad imboccare quella discesa che - con la crisi finanziaria ormai ampiamente scoppiata - si poteva prevedere. Soprattutto
per quanto riguarda il centro e gli immobili più pregiati. CINOTTI in Viareggio
I SEGUE A PAGINA 1
( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Parlano i nuovi gestori del Corchia «Antro, le visite
raddoppieranno» SIMONE TONINI LEVIGLIANI. «Dal 23 maggio
( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La)
(Nuova Sardegna, La) (Centro, Il)
Argomenti:
Crisi
Piazza Affari. Riprendono quota bancari e assicurativi,
acquisti su Fiat (+3,2%) Unicredit +15%, bene anche Generali MILANO. I titoli
bancari e assicurativi hanno preso il volo ieri in Piazza Affari. Erano stati quelli più penalizzati dalla crisi e ora sono i primi a rialzarsi. Difficile dire se questo è
l'inizio della svolta, se la crisi finanziaria stia per finire.
Certamente sul forte rialzo dei titoli e degli indici ci sono gli acquisti dei
ribassisti che, per una volta, sono stati presi in contropiede. Soltanto
venerdì sera gli indici americani avevano chiuso in pesante ribasso e tutto
faceva pensare a una giornata difficile per le Borse europee. Invece è arrivato
il piano-Obama e chi aveva venduto le azioni senza possederle (in attesa di
ricomprarle a prezzi più bassi) si è affrettato a pareggiare le posizioni,
quindi ad acquistare quanto aveva venduto. Per questo Unicredit è volata del
15%, toccando un recupero del 90% dal 6 marzo scorso. Gettonate anche le azioni
di Intesa San Paolo (+9,3%) e del Banco Popolare (+5,7%). In forte risalta
anche Montepaschi (+7,2%) mentre Popolare Milano, Ubi e Mediobanca guadagnano
attorno all'8%. Acquistati anche gli assicurativi: +5,9% per Generali, +5,8%
per Alleanza, +6,6% per Fonsai mentre si ferma al palo Unipol alla notizia che
quest'anno non ci sarà dividendo. Risalgno i titoli delle costruzioni ma si
vedono acquisti anche su Fiat (+3,2%) alla notizia che il fondo di investimento
di Abu Dhabi ha acquistato una quota del 9,1% della tedesca Daimler. Saipem
sale del 3,3% nel giorno dell'annuncio di un nuovo contratto in Algeria per un
valore di 1,8 miliardi di dollari. Salgono le tre debuttati nel listino
principale: +2,3% Ansaldo, +2,68% Cir e +4,8% Campari. In gran spolvero Pirelli
che nel finale guadagna il 13%. Fra i titoli energetici brilla A2A (+6,79%), ma
si vedono acquisti anche su Eni (+2,94%), Enel (+2,74%) e Telecom (+2,37%).
G.F.
( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Pagina 7 - Attualità Il pacchetto salva-banche fa volare
le Borse Balzo degli indici in tutto il mondo. Obama: «C'è qualche bagliore di
speranza» Dalla partnership tra pubblico e privato nasce l'intervento Usa
contro i "titoli tossici" GIGI FURINI MILANO. Si chiama
Public-Private Investment, ed è il piano messo a punto dal Tesoro americano per
far fronte allo spinoso problema degli asset tossici, dei "titoli
spazzatura" di proprietà delle banche, dei titoli che sono stati scambiati
fino all'anno scorso per oro colato e adesso valgono come coriandoli. Il piano
piace, lo dimostrano le Borse di tutto il mondo che ieri hanno festeggiato con
corposi rialzi. Non mancano le critiche e gli scettici vogliono prima vedere la
consistenza effettiva del piano, ma le parole del segretario al Tesoro,
Geithner, hanno convinto il mondo intero. Per questo ci sono stati prima forti
rialzi sulle piazze asiatiche (+3,39% Tokio, +4,40% a Hong Kong, +3,28% Taiwan,
+2,44% Sidney e +3,26% Singapore) e poi, in funzione del fuso orario, gli
acquisti si sono spostati in Europa. In serata ha chiuso in modo brillante
anche Wall Street (+6,84 il Dow Jones e +6,76% il Nasdaq a fine seduta). Milano
è ancora la "maglia rosa" d'Europa, con un balzo dell'indice
S&P/Mib del 5,7%, ma sono andate bene le cose anche a Parigi (+2,81%), a
Francoforte (+2,65%) e a Londra (+2,86%). «Il nostro obiettivo - aveva spiegato
Timothy Geithner - è avere un sistema più forte che possa
fornire il credito necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo
più in una crisi
finanziaria come questa». Per "ripulire
i bilanci delle banche", gli Usa mettono in campo una gigantesca
partnership pubblico-privata con cui rilevare e risolvere (si spera per sempre)
il contagioso problema delle attività tossiche racchiuse nei bilanci».
Nel dettaglio, il Tesoro si impegna a un versamento iniziale fra i 75 e i 100
miliardi di dollari. Il programma è diviso in tre parti e prevede che i
finanziamenti siano erogati dalla Federal Reserve e dal Fdic (Federal Deposit
Insurance Corporation), cioè l'ente che garantisce i depositi bancari. Il
programma utilizzerà parte dei fondi che erano stati stanziati in autunno dal
Congresso a favore del sistema bancario. Grazie all'effetto leva, i fondi
metteranno in moto 500 miliardi, con un impatto sul sistema finanziario fino a
mille miliardi. «Si tratta di azioni straordinarie - spiega il segretario al
Tesoro - perché l'economia Usa e una parte del mondo si trovano ad affrontare
sfide straordinarie. Come Paese abbiamo chiesto troppi prestiti e lasciato che
il nostro sistema finanziario assumesse livelli irresponsabili di rischio.
Queste decisioni hanno causato enormi sofferenze, molte delle quali ricadute
sugli americani e sui titoli delle piccole imprese. Questo è ingiusto e gli
americani sono arrabbiati e giustamente frustrati». «Le decisioni che abbiamo
assunto - continua Geithner - dovrebbero superare il test più serio, cioè far tornare
il sistema finanziario in grado di funzionare attraverso la concessione del
credito alle famiglie e alle imprese». Anche il presidente Obama (nella foto) è
intervenuto e in un'intervista televisiva ha lasciato un messaggio di
ottimismo. «Il nostro sistema finanziario - ha detto - si trova di fronte a
rischi che necessitano interventi da parte del governo, ma comincia a
intravedersi qualche bagliore di speranza». Il petrolio. La speranza di una
rapida fine della crisi e di un ritorno ai consumi ha
spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il greggio chiude a New York a 53,83
dollari al barile (l'equivalente di
( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Pagina 4 - Economia Pigs nel mirino, ecco i 5 Paesi dove
il Pil cede e il debito vola L´Irlanda si aggiunge al gruppo del Mediterraneo
Il dossier Alle stelle a Dublino il differenziale con i titoli tedeschi, che dà
la misura del rischio Il faro della Commissione Ue anche su Atene, Lisbona,
Roma e Madrid ELENA POLIDORI ROMA - Pigs in inglese significa maiali. Ma è
anche l´acronimo, rispolverato dall´Economist nel giugno scorso, per indicare
nei quattro paesi mediterranei (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) il ventre
molle della zona euro. C´è anche chi inserisce nella «categoria», se così si
può definire, l´Irlanda, un tempo «tigre celtica», oggi nazione dall´economia
un po´ malmessa. Fatto sta che i Pigs, nella formazione ristretta o allargata
che sia, con la crisi economica che morde, rischiano di registrare pesanti
contraccolpi sul loro debito pubblico, specie se non hanno messo ordine nei
conti in tempi di vacche ancora grasse. C´è un parametro cui gli addetti ai
lavori guardano per indagare su questi timori: è lo spread, cioè la differenza
tra i titoli di stato dei paesi in questione e i bund tedeschi. Ebbene ieri,
all´indomani delle dichiarazioni preoccupate del commissario Joaquin Almunia,
questo differenziale era di 255 punti base in Irlanda, di
( da "Metronews" del 24-03-2009)
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Crisi
Usa : maxi-piano contro i titoli tossici uscito su Metro
il 24/03/2009 Lascia il tuo commento! Sarà una combinazione di fondi pubblici e
privati a sollevare i bilanci delle banche americane dal peso di mille miliardi
di dollari di titoli tossici che rischiano di farle affondare. è questo il
piano che ha presentato ieri il segretario americano al Tesoro Timoty Geithner,
spiegando che il governo federale metterà a disposizione fino a 100 miliardi di
dollari provenienti dal Tarp, il Troubled Asset Relief program, il piano da 700
miliardi di dollari varato in ottobre. L?annuncio del piano è stato salutato
con favore da Wall Street, con una crescita della Borsa del 2%. «Usando dai 75
ai 100 miliardi di dollari con capitale del Tarp e capitali provenienti dagli
investitori privati, il programma Pubblico-privato creerà un potere d?acquisto
da 500 miliardi di dollari», ha detto Geithner, aggiungendo che vi è «il
potenziale per l?espansione nel tempo fino a mille miliardi». Fino al 50% dei fondi dei privati verrà garantito dal governo.
«In una crisi
finanziaria - ha detto Geithner - la gente
vuole sempre che sia il governo a prendere i rischi maggiori. Stiamo cercando
di trovare un equilibrio che sia migliore per i contribuenti».
( da "Manifesto, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
COMMENTO Soldi alle banche per ridare fiducia ai consumi
privati Galapagos Un pericoloso entusiasmo delle borse di tutto il mondo ha
accolto ieri la decisione di Obama e di Geithner, il suo ministro del tesoro,
di far affluire gli asset tossici nelle mani delle banche e di altre
istituzioni finanziarie. L'unica novità è che anche i privati (ma in posizione
assolutamente marginale) saranno coinvolti nell'operazione di salvataggio che,
secondo le stime dovrebbe togliere dal mercato fino a un trilione (mille
miliardi) di dollari con un impegno finanziario pubblico compreso tra i 75 e
100 miliardi di dollari. Ma non si tratta di denaro aggiuntivo rispetto a
quello già stanziato: il documento diffuso dal Tesoro Usa spiega, infatti, che
saranno utilizzati i fondi stanziati, ma non ancora utilizzati, della
precedente amministrazione. In particolare i soldi saranno reperiti all'interno
del piano Tarp (anche se di soldi non ne rimangono molti) messo a punto da
Paulson, l'ex ministro del tesoro. Lasciando da parte le tecnicalità, le nuove
misure significano che tutte le istituzioni finanziarie potranno disfarsi degli
asset tossici cedendoli al tesoro? Ma quanto valgono questi asset che hanno in
pancia mutui non pagati e credito al consumo ancora da incassare? In realtà
nessuno lo sa: nei piani dell'amministrazione sarà il mercato a deciderne il
valore. Questo significa che fatto cento il valore nominale, quegli asset
(soprattutto obbligazioni) potrebbero valere 10 o 99. Allora come si procederà?
Geither ha trovato la formula: gli aste saranno effettuate da investitori
privati che poi dovranno concorrere con il 50% della cifra sborsata. Quindi più
offrono e più si esporranno. La soluzione non è delle migliori, ma dovrebbe
offrire garanzie, perché i privati prima di mettere mano al portafoglio ci
penseranno cento volte. In questo modo Obama e Geithner vogliono ristabilire la
fiducia dei mercati, ma anche dei consumatori che dovrebbero torneranno
allegramente a indebitarsi, cioè a spendere a credito, rimettendo in moto
l'economia. Naturale che tutto questo alle borse piaccia. Non a caso, perfino
la derelitta borsa italiana ha chiuso con un rialzo record del Mibtel del
4,66%. Il piano piace perché ancora una volta il grosso dei soldi pubblici finisce
per risanare il sistema creditizio e attraverso il ritorno in salute delle
banche si spera che possa riavvitarsi il circuito economico. Forse un po' meno
deregolato, ma privato. Un ritorno al passato nel quale le banche erano
abituate a avere mano libera, creando surrettiziamente moneta che serviva a
sostenere i consumi: Moneta che prima o poi finiva per tornare al sistema
bancario. Siamo insomma all'ennesimo colpo di spugna sui comportamenti
truffaldini delle istituzioni creditizie con lo stato che si fa garante della
loro sopravvivenza che in molti casi significa anche consentire il pagamento
dele pensioni private e delle assicurazioni in generale. Il tutto in presenza
solo del taglio dei bonus ai banchieri che tanti consensi ha raccolto nell'opinione
pubblica. Ma di fronte all'economia reale c'è il vuoto: a parte la promessa di
una accelerazione della spesa pubblica per infrastrutture e un po' di soldi -
benedetti - per le energie rinnovabili, nulla è stato fatto da Obama per
rimuovere le strozzature strutturali che sono state alla
base della crisi
finanziaria. Casa, sanità, previdenza, scuola
sono i cardini sui quali si regge una moderna economia del benessere. Ma nel
programma di Obama e nei suoi primo 100 giorni su questi temi c'è un silenzio
quasi assoluto. Eppure è evidente che il forte indebitamento delle famiglie è
nato proprio dai bisogni di istruzione, di sanità, dell'abitazione e di
una pensione. E per pagarseli milioni di cittadini Usa si sono indebitati
facendo leva sulla casa che per anni (con il credito al consumo) è stato il
borsellino più utilizzato grazie al rifinanziamento dei mutui favorita dal boom
edilizio che gonfiava i prezzi. Di qui nascono i mutui subprime, concessi
disinvoltamente anche a chi non aveva capacità economiche per acquistare una
casa. Mutui subprime che poi sono stati scaricati sulla collettività nella
certezza che qualcuno alla fine sarebbe intervenuto per porre fine al disastro
finanziario che era manifesto, ma sul quale per anni tutti hanno chiuso gli
occhi. Ora si ricomincia: la speranza è che tamponate le falle, il mercato si
rimetta a girare e che torni la fiducia che negli usa (ma non solo) significa
che la gente deve riprendere a indebitarsi per «acquistare» merci e servzi che
qualsiasi stato decente dovrebbe offrire a tutti. Anche con un sistema fiscale
che migliori la distribizione del reddito.
( da "Manifesto, Il" del 24-03-2009)
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DIARIO DELLA CRISI Sopravvivenza russa L'anticiclico
Chavez Low sex a Berlino Maurizio Galvani Boom degli orti in Russia. Non solo
un orto biologico come intende fare la famiglia Obama alla casa Bianca,
piuttosto, la vecchia abitudine di sfruttare piccoli appezzamenti per sostenere
l'economia domestica e poter sopravvivere alla crisi. Per la popolazione russa
è un ritorno ad una abitudine antica considerato che - all'inizio degli anni
novanta - 22 milioni di cittadini avevano un orto e seminavano cetrioli,
cavoli, patate, carote e altri ortaggi. Dall'orto al vino: è stata denunciata
una «bolla» speculativa a danni dei grandi vini francesi che, al pari del
settore immobiliare e borsistico, dopo anni di ebbrezza del prezzo subiscono un
forte calo anche del 20, 30, 50%. Per fare un esempio, il prezzo di una
bottiglia Bordeaux è stato dimezzato sul mercato londinese. Dall'orto al vino
per arrivare alla moda inglese. Nell'ultima sfilata a Londra della stilista
Vivienne Westwood, gli abiti indossati delle modelle hanno richiamato il
cosiddetto fashionalism, ovvero la maggior parte degli abiti indossati si
richiamavano ai colori della bandiera britannica, l'Union Jack. Una sorte di protezionismo contro il più volte
sbandierato proposito della capitale londinese di essere il centro del
multiculturalità mondiale. Francia e Usa stanno facendo lo stesso. A Parigi c'è
una tendenza a consumare quello che è confezionato nel proprio paese;
stessa tendenza negli Stati uniti dove, però, i più ricchi rifiutano il «Buy
America» di Obama perché lo considerano troppo conservatore. Oppure, potremmo
dire, non regge il confronto la moda Usa - in qualità e in bellezza - con la
concorrenza parigina e italiana. In Germania, avanza il «catastrofismo»: pochi
giorni fa il capo economista della Deutsche Bank, Norbert Walter, ha previsto
che il Pil tedesco a fine 2009 crollerà del 5%. Ieri, i colleghi della
Commerzbank hanno previsto che il Pil potrebbe diminuire fino al 7%. Apriti
cielo: il ministro delle finanze Peer Steinbrueck ha bollato le previsioni come
«irresponsabili». Mentre, il dipartimento di analisi congiunturale dell'Ifo ha
ripetuto che «la flessione del Pil è pari al 4%». Il direttore del Wto
(l'organizzazione mondiale per il commercio) Pascal Lamy è volato negli Stati
uniti per ottenere un pronunciamento da parte del presidente Obama per
concludere il negoziato del Doha Round che regola i rapporti tra paesi
industriali e poveri. Il negoziato non è chiuso e gli scambi commerciali
mondiali potranno diminuire del 9% di fronte alla crescita delle tentazioni
protezionistiche. La crisi della domanda si accompagna alla caduta del prezzo
del petrolio (ieri, l'oro nero è stato trattato a 52 dollari a barile) e ha
spinto il presidente venezuelano Hugo Chavez a presentare il piano anti-crisi
(«capitalista»). Il governo di Caracas intende alzare l'Iva e triplicare il
debito statale per affrontare la caduta delle entrate petrolifere. Hugo Chavez
ha promesso di «aumentare del 20% il salario minimo garantito e distribuirlo in
due volte, a maggio e settembre». Non verrà ritoccato il cambio tra bolivares e
dollaro (al 2,15 contro un dollaro) e non verrà aumentato il prezzo del
carburante che è il più basso a livello mondiale. Chi invece vuole «riposarsi»
contro questa crisi può andare a a Berlino dove offrono sesso, cibo e bevande a
70 euro. Low cost.
( da "Italia Oggi" del 24-03-2009)
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ItaliaOggi sezione: I commenti data: 24/03/2009 - pag: 2
autore: di Pierluigi Magnaschi L'analisi Piano casa: più metri cubi per creare
più posti di lavoro Se si somma il debito pubblico con quello delle famiglie si
scopre che l'apparentemente virtuoso sistema inglese è, nel suo complesso, più
indebitato di quello italiano. In Inghilterra infatti, rispetto all'Italia, è
più virtuoso lo Stato (che, in percentuale rispetto al pil, ha un debito
pubblico che è il 55-60% di quello italiano) e meno virtuose invece sono le
famiglie inglesi che spendono più di quanto dispongono. Tutte
e due le economie, a causa della crisi finanziaria,
hanno adesso bisogno di un supplemento di domanda. L'Inghilterra può provvedere
agendo sulla spesa pubblica. Una leva, questa, sulla quale può appoggiarsi in
minor misura l'Italia a causa del suo già stratosferico indebitamento pubblico.
Questa leva poi ha un difetto: la lentezza con la quale gli investimenti
entrano in circolo. Le opere pubbliche infatti esigono tempi lunghi di
esecuzione, mentre il sistema economico con le gomme sgonfie, per andare avanti
senza rovinare i copertoni, esige una sferzata immediata. Non c'è tempo per una
complessa cura ricostituente. Ci vuole una fleboclisi di investimenti a effetto
immediato. L'Italia, che ha la leva dell'investimento pubblico già ipotecata,
deve dare la sferzata al sistema, usando la leva del risparmio privato. E
questo lo si può fare in due modi. O scippando, dirigisticamente e nottetempo,
i risparmi degli italiani giacenti nei conti correnti (come già fece una volta
il ministro Amato) oppure, in modo più corretto, ampio e politicamente
sostenibile, creando delle occasioni per far sì che il risparmio delle famiglie
si orienti volontariamente verso l'investimento. Nelle condizioni attuali,
l'unico strumento per mobilizzare il risparmio delle famiglie è quello di un
piano case che semplifichi gli adempimenti (effetto fleboclisi) e crei delle
convenienze temporanee a investire nel mattone (con la maggior cubatura
concessa). Il segretario del Pd, Dario Franceschini, pur dispiacendosi che
l'idea sia venuta a Berlusconi, ha riconosciuto domenica che «l'edilizia può
servire a mettere in moto l'economia». Salvo poi, ieri, sparare a zero sul
progetto. Invece il governatore del Lazio, Piero Marrazzo, dicendo che
l'economia si rilancia aiutando le famiglie a pagare i mutui e gli affitti, ha
dimostrato di non capire che cosa sta succedendo. L'economia si rilancia
facendo aprire subito il maggior numero di cantieri. Questi si aprono se chi
vuole investire nel mattone viene spinto dalla convenienza a farlo (aumento
delle cubature). L'effetto è: più posti di lavoro, meno disoccupazione, più
consumi. E più case che, in prospettiva, faranno diminuire gli affitti. Che,
nel frattempo, possono essere resi più facili con la tassazione alla fonte del
20%.
( da "Italia Oggi" del 24-03-2009)
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Crisi
ItaliaOggi sezione: Economia e Politica data: 24/03/2009 -
pag: 8 autore: di Angelica ratti Vertice ieri in regione del governatore con il
ministro dell'economia Tremonti e gli imprenditori Lombardia, 1,5 mld per la
cig Formigoni sulla crisi: ci sono gli strumenti per
uscire più forti Entro il 31 marzo arriveranno 8 miliardi di euro per gli
ammortizzatori sociali, gli strumenti predisposti nell'accordo stato-regioni.
La scadenza di fine mese è stata annunciata ieri dal presidente della regione
Lombardia, Roberto Formigoni, che ha raccolto l'impegno del ministro
dell'economia, Giulio Tremonti intervenuto ieri a una colazione di lavoro al
palazzo Pirelli. In base all'accordo in Lombardia arriverà un miliardo e mezzo
di euro; due terzi dallo stato e un terzo dalla regione. «Ho chiesto al
ministro Tremonti ed ho ottenuto un suo impegno», ha sottolineato Formigoni,
«perchè l'accordo sulle modalità tecniche sul trasferimento di questi fondi sia
chiuso in questa settimana nella conferenza stato regioni. Abbiamo la
convinzione di poter affrontare questa situazione, nessuno sarà lasciato solo. Abbiamo tutte le forze per uscire da questa crisi, ancora più forti di come siamo entrati. Certo occorre serrare
le fila, fare sistema. Ma la situazione non è preoccupante».«La crisi finanziaria, diventata crisi economica, non deve diventare crisi sociale. É volontà di tutti e abbiamo gli strumenti per centrare
questo obiettivo». Lo ha detto il presidente della regione Lombardia,
Roberto Formigoni, ieri al vertice anti-crisi sugli
ammortizzatori sociali organizzato dal governatore ieri al Belvedere del 31mo
piano del Palazzo Pirelli, con il ministro dell'economia, Giulio Tremonti e il
gotha dell'imprenditoria lombarda, una sessantina di esponenti del patto per lo
sviluppo o protagonisti del Comitato strategico per la competitività. Presenti,
tra gli altri, Emma Marcegaglia, Diana Bracco, Marco Tronchetti Provera, Ennio
Doris, Alberto Bombassei, Giuseppe Fontana, Salvatore Ligresti, Massimo
Ponzellini, Carlo Pesenti, Giuseppe Guzzetti, Roberto Mazzotta, Carlo Sangalli,
Paolo Galassi, Francesco Bettoni, Giorgio Squinzi, Beatrice Trussardi. Un
incontro che Formigoni ha voluto per discutere e approfondire le dinamiche
della crisi in atto e mettere a punto idee, iniziative
e strumenti per contrastarla. Si è parlato anche di G8 e G20. Il presidente
Formigoni era affiancato dal vicepresidente e assessore al lavoro, Gianni
Rossoni, e dagli assessori Davide Boni (urbanistica), Massimo Buscemi (sviluppo
sostenibile), Raffaele Cattaneo (infrastrutture), Romano Colozzi (risorse e
finanze), Romano La Russa (industria, pmi e cooperazione) e Mario Scotti (casa
e opere pubbliche), oltre al sottosegretario Marcello Raimondi. «Abbiamo
sollecitato Tremonti», ha dichiarato il governatore Formigoni, «per chiudere un
accordo con le regioni entro il 31 marzo, per trasferire gli 8 miliardi di euro
alle regioni di cui 1,5 miliardi soltanto alla Lombardia. Formigoni ha ottenuto
da Tremonti l'assicurazione sull' effettivo trasferimento di 1,5 miliardi alla regione
Lombardia per la cassa integrazione, prevista per circa 85-90 mila lavoratori.
«Si prevede infatti un aumento del 2% di disoccupati», ha rifertio Formigoni,
«ma appunto abbiamo risorse per garantire a tutti un reddito». Intanto, tra le
misure anticrisi domani si parlerà del piano casa alla
conferenza stato-regioni, secondo quanto ha confermato ieri il governatore
della Lombardia, «Il provvedimento sul piano casa è geniale e l'Europa ce lo
copierà, come hanno copiato quello sulle banche», ha affermato il numero uno di
Mediolanum, Ennio Doris che ha definito utile l'incontro di ieri con Tremonti
mentre sul tema dei prefetti che saranno posti a vigilare l'erogazione di
credito dalle banche alle imprese ha detto che «c'e' stato qualche equivoco».
Sul ruolo che i prefetti dovrebbero avere all'interno degli osservatori sul
credito voluti dal governo e che hanno provocato non poche polemiche, Tremonti
ha ribadito che i controlli ci saranno dal momento che i sodi pubblici
entreranno nelle banche. E proprio dei rapporti tra banche e imprese la leader
di Confindustria nazionale, Emma Marcegaglia uscendo dal Pirellone dopo il
pranzo di lavoro con Tremonti e Formigoni, ha dichiarato che l'obiettivo è di
migliorarli. Il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera ha detto che i
partecipanti al vertice erano d'accordo «sulla capacità dell'Italia di uscire
dalla crisi meglio di altri paesi grazie all'azione
comune tra la politica e il mondo delle imprese con scelte per il recupero
della competitività», ha dichiarato, e alla domanda se, a questo punto, le
banche avrebbero aumentato il credito alle imprese, il numero uno di Pirelli ha
risposto: «visti gli accordi tra banche e ministero, si dovrebbe arrivare ad un
maggior flusso di capitali».«Sono molto positivo, si sta andando nella
direzione giusta», ha concluso Doris in riferimento ai provvedimenti assunti
dal governo italiano per risolvere i problemi del sistema bancario. «Negli
Stati Uniti e in Europa le banche che hanno beneficiato degli aiuti nazionali
sono state punite dal mercato», ha spiegato Doris, «in Italia invece le banche
che hanno impiegato i Tremonti bond sono state premiate dal mercato e questo è
il giudizio inequivocabile del mercato, il provvedimento preso dall'Italia va
quindi nella direzione giusta».
( da "Milano Finanza (MF)" del 24-03-2009)
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Crisi
MF sezione: Mercati Globali data: 24/03/2009 - pag: 13
autore: di Anna Messia il gruppo guidato da sarmi ha approvato il bilancio 2008
con un utile di 882 milioni (+4,6%) Poste prepara un altro salva-polizze Si
valuta l'estensione dei piani di sostegno ad altri due prodotti
che fanno parte del programma assicurativo dinamico Il bilancio di Poste
Italiane ha retto bene alla crisi finanziaria. Ieri il gruppo
guidato da Massimo Sarmi ha approvato i conti 2008, chiusi con un utile di
882,6 milioni (+4,6%) e un risultato operativo che si attesta a 1,5 miliardi
(1,7 miliardi nel 2007). Il gruppo ha registrato profitti per il settimo anno
consecutivo. I ricavi totali sono aumentati del 3,9% a 17,9 miliardi
mentre hanno registrato una buona tenuta i servizi finanziari e assicurativi
(rispettivamente più 2% e più 7,7%) e una flessione contenuta allo 0,8% la
corrispondenza. Inoltre, gli investimenti per il potenziamento delle reti
infrastrutturali e dei sistemi Ict hanno raggiunto quota 712 milioni (rispetto
ai 608 dell'anno precedente). Le risorse sono state orientate in particolare
allo sviluppo dei sistemi tecnologici (per la riorganizzazione del settore
recapito) e alla realizzazione del Polo tecnologico. La crescita degli
investimenti industriali, osserva una nota di Poste Italiane, è «in coerenza
con la missione aziendale di costante evoluzione tecnologica e di
ammodernamento dei sistemi e dei processi».Tali buoni risultati sono stati
realizzati nonostante il gruppo abbia sostenuto spese non preventivate per quasi
50 milioni, conseguenti ai piani di soccorso attuati nei confronti di 70 mila
clienti che avevano acquistato due prodotti index linked del piano Programma
dinamico (Classe A valore reale e Ideale) e avevano subito pesanti perdite,
tali da dimezzarne il valore. I prodotti coinvolti avevano un nozionale di 481
milioni, e i piani di soccorso ideati dal gruppo hanno previsto un allungamento
delle scadenze in cambio della garanzia offerta ai clienti di restituzione del
105% del capitale investito. L'intervento ha pesato sul bilancio di Poste Vita
(e quindi indirettamente sulla controllante Poste spa) per circa 48 milioni (un
valore stimato dalla società a dicembre 2008). Ma le spese non previste di
Sarmi non sembrano finite: secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, ieri si è
riunito anche il cda di Poste Vita e all'ordine del giorno (oltre
all'approvazione del bilancio 2008, i cui numeri restano ancora riservati) ci
sarebbe stata l'intenzione di estendere i piani di sostegno ad altri due
prodotti che fanno parte del programma assicurativo «Programma dinamico», che
contiene anche derivati del credito, i cdo poi vietati dall'Isvap. Un pacchetto
di polizze lanciate nel periodo 2001-2002, quando a coordinare la compagnia
c'era un management diverso da quello attuale. La società Vita a causa della
perdita di altre due polizze di Programma dinamico dovrà ora presumibilmente
mettere ancora mano al portafoglio.
( da "Italia Oggi" del 24-03-2009)
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Crisi
ItaliaOggi sezione: Diritto e Impresa data: 24/03/2009 -
pag: 33 autore: di Roberto Lenzi INCENTIVI/Assonime riepiloga lo stato di
attuazione delle misure salva-imprese volute dall'Ue L'Italia resta senza aiuti
anti-crisi In Francia cinque agevolazioni, in Germania
quattro, in Uk tre La Francia ha già approvato cinque regimi di aiuto in base
al Quadro temporaneo europeo approvato per far fronte alla crisi.
Segue la Germania con quattro regimi, poi Regno Unito e Ungheria a quota tre.
Ancora nessun regime di aiuto approvato a oggi per l'Italia. Gli aiuti speciali
stabiliti in risposta alla crisi finanziaria non
saranno destinati a imprese che alla data del 1° luglio 2008 si trovavano in
difficoltà secondo quanto previsto dalla normativa comunitaria. Sono questi
alcune pillole che ha evidenziato la circolare Assonime n. 13 del 23 marzo
2009, analizzando il nuovo quadro degli aiuti alle imprese emerso a seguito
della Comunicazione della Commissione europea del 17 dicembre 2008, «Quadro di
riferimento temporaneo comunitario per le misure di aiuto di stato a sostegno
dell'accesso al finanziamento nell'attuale situazione di crisi finanziaria ed economica» (2009/C 16/01) e dalla Comunicazione della
Commissione europea del 25 febbraio 2009, di modifica del Quadro di riferimento
temporaneo. Si tratta delle misure adottate a livello europeo per rispondere
alla crisi
finanziaria, volte in particolare a favorire
l'accesso delle imprese ai finanziamenti e a incoraggiare gli investimenti,
che resteranno in vigore fino al 31 dicembre 2010.Necessaria la notifica per il
«de minimis» a 500 mila euro. È ormai da dicembre scorso che la Commissione
europea ha previsto la possibilità di elevare la soglia massima di aiuti «de
minimis» a 500 mila euro, rispetto ai 200 mila euro precedentemente fissati dal
Regolamento del
( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del
24-03-2009)
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Crisi
AGENDA CESENA pag. 8 )MARIO GUIDAZZI (PRI) Sulla «Simona»
siamo col centrodestra: trasformiamola in coop e rilanciamola NELLA SECONDA
metà degli anni '80 entrò in crisi una fabbrica
storica della realtà cesenate: l'Arrigoni. Si ebbero vari passaggi di proprietà
ma nessuno ebbe le capacità imprenditoriali di ridarle un ruolo e un nuovo
impulso. Fu così che la regione Emilia Romagna stabilì, con una propria legge,
di finanziare l'acquisto della impresa, con un lauto contributo a fondo perduto
(se non ricordo male circa 15 miliardi di vecchie lire), da parte della Lega
delle Cooperative. L'erogazione del contributo era finalizzato al rilancio
produttivo ed all'aumento dell'occupazione. Purtroppo dopo pochi mesi
l'Arrigoni fallì e ancora oggi nessuno sa se, e in che misura, è stato
restituito il contributo. Ricordo questo fatto alla luce degli avvenimenti che
caratterizzano purtroppo la nostra economia. Il "caso" Simona è
emblematico. Una realtà produttiva che entra in crisi, non a causa della riduzione della domanda o della inefficienza
produttiva, ma della crisi
finanziaria che ha coinvolto la proprietà. Va
da sé quindi che un imprenditore attento e lungimirante potrebbe considerare
interessante, mantenere aperta un'azienda che produce oggetti di grande
qualità. Ecco che allora l'ipotesi che io ricavo dal precedente storico
ha ragione d'essere proprio in questo caso. NON SI PROPONE di salvare
un'azienda decotta, ma un'impresa viva e vitale che, tra l'altro, è per l'Alto
Savio fonte di sostentamento, per oltre un centinaio di famiglie, senza
considerare l'indotto. E' forse più importante "Simona" per quel
territorio di quanto non fosse l'Arrigoni per Cesena oltre vent'anni fa. Tra
l'altro impiega oltre 100 donne che hanno dimostrato sempre una grande professionalità.
E allora perché non offrire alle centrali cooperative un consistente
contributo, perché la Simona trasformata in cooperativa, possa mantenere la sua
produzione? Perché limitarsi a pensare alla cassa integrazione che, come ovvio,
avrà durate limitata? Perché non impegnarsi in questa direzione in attesa che
passi la tragica contingenza economica? ANCHE PORTOLANI, capogruppo di
minoranza in consiglio comunale a San Piero in Bagno, ha fatto una proposta
simile. Perché non ascoltarlo? Anche in questo caso, come in altri, il
centrodestra dimostra di essere più avvertito e sensibile del
centrosinistra.Mario Guidazzi (Pri)
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 24-03-2009)
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Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: BARI - data:
2009-03-24 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Emergenza criminale L'allarme
lanciato dalla Fondazione Antiusura Piccoli usurai crescono: già strozzini a
otto anni Bambino sfregiato per non aver restituito i soldi Il fenomeno
studiato in collaborazione con l'Univeristà; sarà distribuito un questionario
nelle scuole BARI — L'usura coinvolgerebbe anche ragazzini che hanno superato
da poco la fase dell'infanzia. Baby strozzini si anniderebbero nelle scuole
elementari e medie della provincia di Bari, imitando magari i genitori o
semplicemente personaggi dei film o della cronaca quotidiana, quella reale. «E'
un fenomeno molto diffuso, più di quello che si possa pensare », lancia
l'allarme la professoressa Maria Sinatra, docente di Psicologia generale
dell'Università di Bari e stretta collaboratrice della fondazione nazionale
"Antiusura San Nicola e Santi Medici" diretta da Don Alberto D'Urso.
Ieri mattina, durante la conferenza stampa di presentazione dell'attività della
fondazione nel corso del 2008, la professoressa ha ammesso: «Ci sono ragazzini
tra gli otto e i dieci anni che taglieggiano i coetanei, il fenomeno purtroppo
è ampio e ci prepariamo a studiarlo per delinearne con certezza la portata». La
docente di Psicologia, con l'aiuto del suo staff, ha preparato dei questionari
che verranno distribuiti tra gli adolescenti che frequentano le scuole
pugliesi. «Non sarà facile - spiega Sinatra - ma il nostro obiettivo è capire
quanti bambini sono state vittime o carnefici. Purtroppo, ci sono ragazzini che
nelle scuole prestano ai compagni somme anche considerevoli a quella età, 40-50
euro, per poi chiederne indietro il doppio o il triplo». L'ultimo episodio si
sarebbe registrato proprio a Bari: un bambino di dieci anni sarebbe stato
sfregiato al viso con un taglierino da un coetaneo, colpevole di non aver
restituito con i tempi giusti la somma di danaro pretesa. Aveva chiesto in
prestito quaranta euro per acquistare un paio di scarpe Nike. «Ripeto -
prosegue la professoressa - è un fenomeno che non va sottovalutato, per questo
abbiamo intenzione di studiarlo». Intanto, la crisi finanziaria internazionale comincia ad «avere effetti disastrosi anche in
Puglia », rivela don Alberto D'Urso. Basta dare un'occhiata ai numeri raccolti
dalla Fondazione: a Bari, nel 2006, vennero iscritti 756 nuovi pignoramenti;
nel 2007 erano 930 e nel 2008 1.038, con un aumento del 37 per cento nel
giro di tre anni. I baresi non riescono più a pagare la rata del mutuo: nel
2008, la fondazione Antiusura ha presentato 89 pratiche di finanziamenti
bancari per aiutare le famiglie in difficoltà, per un totale di sette milioni e
691mila euro. «Complessivamente - sottolinea don Alberto D'Urso - le pratiche
in istruttoria presso la Fondazione sono 200, per un potenziale erogabile di
ulteriori 12 milioni di euro circa». Per quanto riguarda il fondo proprio di
solidarietà, infine, le domande sono state 63 per un totale di 449mila euro.
«Tutti - lancia l'appello il presidente della Fondazione - dobbiamo imparare a
vivere in modo più sobrio, a consumare e ad investire più criticamente.
L'attuale crisi è una ulteriore dimostrazione di come
dalle scelte quotidiane di consumo e dall'impegno degli eventuali risparmi
dipende la vita di tutti». Vincenzo Damiani In prima linea Don Alberto D'Urso,
direttore della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici; il fenomeno
dell'usura è molto diffuso a Bari
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 -
pag: 3 autore: Finanza e New economy. Analogie e diversità tra i due settori
Parte la sfida tra le «ex bolle» Marigia Mangano N el '
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 -
pag: 3 autore: Il piano lancia Wall Street: finanza e hi-tech in rally Fiducia
a Fed e Tesoro: S&P e Nasdaq oltre il 6% Daniela Roveda NEW YORK Il piano
Geithner ha fatto volare le Borse. Ieri Wall Street è stata trascinata da una
ventata di entusiasmo in risposta al piano di salvataggio del settore bancario
illustrato dal ministro del Tesoro Tim Geithner, un piano che ha finalmente
offerto alla Borsa americana dettagli sulla strategia del governo per eliminare
le attività tossiche dai bilanci delle banche Usa. L'ottimismo si è riversato
su tutte le Borse e su tutti i settori dell'economia con in testa il settore
finanziario destinato a trarre i maggiori benefici dall'intervento pubblico:
l'indice Dow Jones ha chiuso in rialzo del 6,84%, l'incremento giornaliero più
alto dal 21 novembre scorso, consentito all'indice di superare la soglia dei
7700 punti per la prima volta da metà febbraio. Tutte le 30 società che
compongono l'indice hanno registrato guadagni, un evento raro, con un'impennata
del 18,4% per la Bank of America e del 17% per la JP Morgan e per la Citigroup,
mentre Goldman Sachs è salita del 15%, sostenuta anche da indiscrezioni sulla possibile
cessione di parte della sua quota del 4,9% nella Industrial and Commercial Bank
of China da cui potrebbe ricavare circa un miliardo di dollari. Anche il Nasdaq
è schizzato in alto del 6,76%, superando la barriera psicologica dei 1500 e
azzerando quasi le perdite del 2009 (- 1,35% da inizio anno). Deciso progresso
anche dell'indice Standard and Poor che ha chiuso al rialzo del 7,08% (-8,89%
dal primo gennaio 2009). I titoli che hanno guadagnato di più, oltre alle
banche, sono stati quelli delle compagnie di assicurazione e degli hedge funds
che parteciperanno all'iniziativa indetta dal Tesoro. Gli ADS del Lloyd Banking
Group sono salite del 38%, le quotazioni della compagnia di assicurazione
olandese Aegon del 30,8%, l'hedge fund Blackstone Group del 29%, e il Fortress
Group del 39%. Sono salite anche le "quotazioni" del ministro
Geithner, il cui esordio in febbraio con un piano vago e insoddisfacente per
risanare il sistema bancario aveva scoraggiato Wall Street e innescato la
preoccupante spirale al ribasso dei primi due mesi e mezzo dell'anno. Il piano
esposto ieri una partnership tra il settore pubblico e il settore privato per
rilevare 1000 miliardi di dollari di attività tossiche e consentire alle banche
di riprendere a prestare- ha offerto agli investitori maggior chiarezza. Più
fredda è stata la reazione del mercato obbligazionario: il rendimento dei
trentennali è aumentato dal 3,66% al 3,68%. Molte questioni restano però ancora
aperte. Non è chiaro quante istituzioni private parteciperanno alla partnership
auspicata dal governo, e non sono noti i termini finanziari di queste
partnership; molti operatori nutrono scetticismo nei confronti dell'intervento
pubblico nel settore finanziario. Con queste premesse, non è certo che il forte
recupero degli indici azionari di ieri sia destinato a durare.«Questi sono
segnali po-sitivi, ma è ancora troppo presto per dire che
la crisi finanziaria sia superata»ha detto Jack Ablin della Harris Private Bank.
Molti operatori restano convinti che questo siaancora un mercato dell'Orso
nonostante la sfilza di rialzi iniziata il 9 marzo e culminata ieri. Fino a che
l'indice Dow Jones non sfonderà la soglia dei 9mila punti, sostiene per esempio
il trader Ted Weisberg della Seaport Securities, sarebbe imprudente
affermare che si tratti di un'inversione di tendenza. Ieri tuttavia un dato
economico incoraggiante ha contribuito a consolidare il trend in salita
scatenato a Wall Street dal piano Geithner. Le vendite di abitazioni sono
aumentate negli Stati Uniti del 5,1% in febbraio, sospinte dall'arrivo sul
mercato di case pignorate messe in vendita a prezzi bassi. Il dato è positivo
ma ancora insufficiente per determinare se il mercato immobiliare ha toccato il
fondo: molti economisti temono che i prezzi dovranno scendere ancora prima di
raggiungere un nuovo equilibrio. Gli investitori hanno dato peso anche alle
parole di Bill Gross, coamministratore delegato del maxifondo obbligazionario
Pi
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 -
pag: 5 autore: I G-VERTICI Londra in scena G-20. Riunisce le venti economie più
grandi del mondo. Da quando nell'autunno scorsoè esplosa la
crisi finanziaria se neè svolto uno a Washington, nel novembre scorso, con Barack
Obama già eletto ma non ancora insediato La presidenza di turno del G-20 spetta
adesso alla Gran Bretagna di Gordon Brown e il 2-3 aprile Londra ospiterà la
riunione dei 20 Capi di Stato e di Governo. Sarà il primo G-20 di Obama
in carica La proposta francese G-16 o G-17. Il presidente francese Nicolas
Sarkozy, quando nel dicembre scorsoè finito il semestre di turno francese di
presidenza della Ue, ha proposto di istituzionalizzare riunioni periodiche
dell'Eurogruppo a livello di capi di Stato e di Governo, con l'aggiunta della
Gran Bretagna (che non fa parte dell'Eurogruppo) Di turno l'Italia G-8.
Riunisce i sette Paesi più industrializzati del mondo (Stati Uniti, Giappone,
Canada, Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna) più la Russia. La presidenza
di turno tocca all'Italia:il summit tra i capi di Stato e di Governo si
svolgerà dal 1Úal3luglioinSardegna. Prima sono previsti incontri a livello
ministeriale, anche allargati ad altri Paesi. Al G-8 dei ministri del Lavoro
che si terrà dal 29 al 31 marzo a Roma ci sarannoi ministri delle altre
principali economie mondiali con l'invitoa Cina, India, Brasile, Messico,
Sudafrica ed Egitto Gruppo ristretto G-4. Francia, Germania, Italiae Gran
Bretagna hanno inaugurato riunioni pre-vertice. è successo per la prima volta
alla vigilia del Consiglio europeo di marzo
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 -
pag: 5 autore: «Serve un nuovo modello di sviluppo» Per Brown non ci sono più
sistemi di riferimento, a problemi globali va data una risposta globale
Leonardo Maisano LONDRA. Dal nostro corrispondente Petto di pollo con asparagi
avvolti in un'inquietante salsa color nocciola. Il piatto forte del G20 del 2
aprile a Londra dovrebbe essere questo. Era immortalato in una fotografia che
Jamie Oliver, celebrato cuoco britannico, ha infilato in una busta dopo aver
illustrato a Downing Street le prelibatezze che ha in serbo per un mondo in
crisi. Menù economico, aveva ordinato Gordon Brown, in ossequio alle
ristrettezze globali e, all'apparenza, l'avrà. Lui, il premier cinquantottenne,
è convinto, invece, che il suo summit non sarà a basso contenuto di calorie. Lo
ha ribadito ieri in una intervista concessa a un gruppo selezionato di testate,
per l'Italia al Sole 24 Ore. A una nuova Bretton Woods, come lei auspicava,
nessuno sembra credere più. Sembra invece prendere forma una versione
minimalista dell'agenda. Qualche intesa ci sarà, ma non si vedono grandi
notizie all'orizzonte. Non sono così pessimista come lei sulla capacità del
mondo di unirsi. Quello che abbiano avviato è un processo che avrà altre tappe,
da non dimenticare quella di Copenaghen sull'ambiente. Sono convinto che sia
necessaria una risposta globale ad una crisi globale. Ci sarà accordo sul
salvataggio del sistema bancario, sul rilancio del commercio e della crescita.
Sullo stimolo fiscale? Possiamo arrivare anche lì. Non bisogna mai dimenticare
l'esito del G20 dei ministri di economia e finanza ad Horsham qualche giorno
fa. Né quello del summit europeo. In entrambi i casi è stato detto che sarà
adottata qualsiasi misura necessaria per superare la crisi. Questo è il punto:
sarà fatto tutto quanto è necessario. Secondo il presidente francese Sarkozy,
in realtà, stiamo assistendo a un epilogo e nona un nuovo inizio. Che cosa
pensa della fine del capitalismo in versione anglosassone immaginata dall'Eliseo?
In realtà siamo a un punto di svolta. Cambia l'economia globale e nasce una
vera società globale che ha bisogno di risposte altrettanto globali per ridare
stabilità finanziaria, per rispondere alla sfida climatica, per soddisfare la
domanda di quei Paesi che chiedono eguaglianza. Sono questioni che vanno
declinate insieme. E per farlo non ci si può appellare a modelli statici che si
riferiscono al sistema anglosassone o a quello asiatico. Lo ripeto : dobbiamo
dare una risposta globale a un problema globale. Ne ho parlato pochi minuti fa
con il presidente Obama. Una lunga conversazione che ha toccato anche la
questione afghana e quella irachena. Al centro del nuovo ordine che sembra
destinato a prendere corpo in seguito alla crisi ci sarà il rilancio delle
istituzioni internazionali. Alle economie emergenti è chiesto di partecipare
con un forte impegno finanziario, ma che cosa avranno in cambio? Siamo in un
mondo che sta mutando e le nostre istituzioni internazionali si devono
adattare. Mi riferisco al Fondo monetario internazionale, ma non solo. Non può
sorprendere che quanto fu deciso negli anni Quaranta abbia ora bisogno di
essere adattato alla realtà contemporanea. C'è accordo che i Paesi emergenti
abbiano una maggiore rappresentanza in queste istituzioni. E questi Paesi sono
disponibili a finanziare gli organismi internazionali affinché facciano di più,
soprattutto per ristrutturare il sistema bancario di altre nazioni in via di
sviluppo. Quali poteri, quali quote nel Fondo monetario e nelle altri istituzioni
internazionali i Paesi europei sono pronti a cedere ai Paesi emergenti? Lo
ripeto. Le istituzioni internazionali di una nuova economia globale devono
rispecchiare gli equilibri della nuova economia globale. Per un decennio,
quando era Cancelliere dello Scacchiere ha salutato con entusiasmo l'approccio
morbido alla regolamentazione dei mercati e alla City in particolare. Ora
chiede maggiore severità. Si sbagliava prima o sbaglia ora? Noi inglesi abbiamo
fatto di tutto per organizzare una risposta comune a problemi che consideriamo
comuni. Abbiamo proposto la riforma del Financial stability forum, abbiamo
proposto la revisione del Fmi e della Banca mondiale e quella del sistema di
vigilanza cross border. Tutte cose necessarie che sollecitiamo da dieci anni.
Per quanto riguarda la City voglio essere chiaro: noi volevamo un sistema di
regolamentazione basato sul rischio. Quando una società era a rischio c'erano
regole severe, quando invece andava bene ritenevamo che misure troppo severe
non fossero necessarie. Da questa crisi abbiamo imparato che le banche sono
intrecciate l'una con l'altra. Quanto accade a una finisce per comprometterne
un'altra. Questa realtà deve ora illuminare il sistema di regolamentazione
degli istituti finanziari per il futuro. Allora è favorevole a garantire più
potere di vigilanza alla Banca centrale europea? In queste settimane sono stati
presentati sia il rapporto de Larosiere, sia il rapporto Turner . Noi siamo
d'accordo che in un mercato finanziario comune siano necessarie regole
condivise e ora dobbiamo decidere quali esse dovranno essere per il futuro.
Diverso è il discorso sulla vigilanza individuale delle banche. Crediamo che
essa sia e debba sempre essere un problema dell'autorità di controllo
nazionale. E ho ragione di credere che così resterà. Primo ministro, lei parla
di risposta globale e di azione coordinata. Ma in questa crisi abbiamo visto
solo risposte scollegate le une dalle altre. L'ultimo esempio è il pacchetto da
un trilione di dollari varato dagli Usa. C'è molto più coordinamento di quanto
vogliate credere e di quanto possa apparire. Ogni Paese ha fatto e sta facendo
quello che può e in relazione al sistema bancario che ha. L'idea comune è di
identificare gli assett tossici e di neutralizzarli per rilanciare il credito.
Ognuno lo fa secondo le esigenze e le caratteristiche delle proprie istituzioni
bancarie. Eppure in queste settimane non sono mancate le
fughe in avanti di singoli Stati verso soluzioni protezioniste. Che cosa ne
pensa? Credo solo che il protezionismo non protegga nessuno. E' la via che conduce alla rovina, capace
soltanto di innescare un ciclo, sotto il segno del declino, dove non si potrà
più commerciare. Rilanciare il commercio in questa fase è, invece, essenziale.
Per tutti, ma soprattutto per i Paesi in via di sviluppo. Dal G20 uscirà una
proposta concreta per riaprire le linee di credito a sostegno delle operazioni
di import - export. Sono previste forti anche violente proteste in occasione
del summit londinese che cosa dice ai dimostranti? Che dovrebbero protestare se
il mondo non avesse la volontà e la forza di unirsi per dare una risposta
globale ad esigenze globali. è questo che la gente, gli elettori, i cittadini
vogliono. Non la condanna di chi si avvolge in uno striscione - come mi è capitato
di vedere - che invoca "una risposta mondiale contro la
globalizzazione". Un paradosso? Appunto. Il G20 saprà trovare le parole
giuste per replicare a quanto sta accadendo. «A Londra troveremo un'intesa su
credito, rilancio del commercio e misure per la crescita» Gordon Brown DISEGNO
DI DARIUSH RADPOUR
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 -
pag: 6 autore: «Non siamo un Paese di serie B» Marcegaglia dopo i rilievi Ue-
Ora agire subito sul credito, aspettiamo soldi veri Marco Alfieri MILANO «Non
mi pare si possa essere paragonati a Grecia, Lettonia o Ungheria, non siamo un
Paese di serie B». Cortese ma netta, da Carate Brianza, agli Stati Generali di
Confindustria Lombardia, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia,
respinge non senza un certo italico orgoglio l'allarme debito pubblico lanciato
dal commissario Ue, Joaquin Almunia. «è vero che l'Italia ha un debito pubblico
elevato, però dall'altra parte – spiega Marcegaglia – ha un tasso di risparmio
delle famiglie che non ha eguali in Europa. è poi un sistema industriale che,
nonostante la crisi, per il momento sta tenendo». Proprio così. Sopravvivere
nella tempesta finanziaria globale di questi mesi
anticipando la ripresa. Una dicotomia non certo semplice da affrontare, per il
sistema delle imprese. Ma si può fare, rivendica Viale dell'Astronomia, a patto
di accelerare, «perché non è più il tempo delle promesse ma dei soldi veri»,
mixando ricette virtuose sia globali che europee che italiane. «All'incontro
preparatorio del G20 di Londra con le altre confindustrie europee –ha spiegato
quindi Marcegaglia parlando ai colleghi lombardi – si è stilata una serie di
proposte che sottoporremo ai governi: nuova regolamentazione dei mercati finanziari che non passi però per una restrizione
dei requisiti sul credito alle imprese; ripristino della liquidità oggi
bloccata; e rifiuto del protezionismo, che
per un paese a tutto export come l'Italia sarebbe un grosso danno». La crisi
ovviamente è globale, come ripete Marcegaglia, riprendendo il filo della bella
analisi del professor Mario Deaglio, che ha riassunto alla platea le tappe
dell'ondata di crisi partita dagli Usa: l'overdose di denaro a buon mercato
sostenuto dalla Cina, che ha finanziato la bolla immobiliare e dei
consumi americani; la conseguente infezione finanziaria;
la sfiducia reciproca tra le banche; la caduta dei prezzi degli immobili che
creano perdite sui prestiti con garanzia immobiliare, e quindi buchi nei
bilanci delle banche, fino all'effetto domino che esonda e colpisce l'economia
reale. «Per ora siamo arrivati qui», nota Deaglio. «Ma dobbiamo evitare che la
prossima ondata sia di crisi sociale», completa Marcegaglia. Sarebbe un
disastro. «Proprio per questo ci vuole anche un impegno europeo molto forte.
Mentre oggi ogni paese va per conto suo, ad esempio la Francia». Di più. «Occorre
mantenere le regole del mercato interno e sugli aiuti di stato. L'interesse
italiano è che ci sia più Europa economica non meno, altrimenti vince il
nazionalismo di chi ha più soldi pubblici da mettere nell'economia», ragiona il
presidente degli industriali. Ma per Marcegaglia servono anche misure italiane,
nazionali, «perché la crisi sta colpendo paradossalmente la parte migliore
della nostra manifattura, che si è indebitata per investire, mentre chi vive di
monopolio, di sussidi e di spesa pubblica improdutttiva soffre molto meno, e
questo non è accettabile». Di qui poche cose ma urgenti, da fare subito.
«Garantire liquidità al sistema», precisa Marcegaglia. «Bene in questo senso i
Tremonti Bond, ma vigileremo perché i 10 miliardi (120 con la leva) non vengano
tesaurizzati negli istituti ma vengano effettivamente erogati». «Stiamo
lavorando per migliorare il rapporto tra banche e imprese», dirà qualche ora
dopo uscendo dal pranzo al Pirellone con il gotha dell'imprenditoria lombarda e
il ministro Tremonti. Poi «varare al più presto il Fondo di garanzia statale da
1,5 miliardi per le imprese, spendibili tutti entro il 2009». La detrazione
sugli utili reinvestiti per patrimonializzare le imprese. «Accelerare i
pagamenti della Pa sulle future operazioni e recuperare lo stock pregresso,
perché è sempre inaccettabile che lo Stato non paghi, ma in un momento come
questo è odioso». Richiamando anche le grandi imprese «a non imitare la
Pubblica amministrazione, strozzando i piccoli ». E ancora. «Alzare a un milione
il tetto alla compensazione tra crediti e debiti d'imposta che era fissato a
516 mila euro. E cantierare le infrastrutture, grandi e piccole, derogando al
patto di stabilità interno per quei comuni virtuosi che hanno soldi da spendere
ma non possono». Senza dimenticarsi delle riforme strutturali, per mettere
fieno in cascina e ripartire più forti dopo la crisi, conclude Marcegaglia.
«Dai nuovi assetti contrattuali alla sburocratizzazione, dalla riduzione della
spesa pubblica improduttiva al federalismo, a patto che non voglia dire più più
spesa pubblica e burocrazia». I PAGAMENTI DELLE PA «è sempre inaccettabile che
lo Stato non paghi, ma in questo momento è odioso: accelerare e recuperare lo
stock pregresso»
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 -
pag: 6 autore: INTERVENTO Perché serve il «contratto di ricollocazione» di
Franco Debenedetti D i riforma del contratto di lavoro, più conosciuta nella
poco appropriata abbreviazione "abolizione dell'articolo 18", si
parla da anni: molte sprezzanti ripulse, numerosi consensi illuminati, nessuna
azione politica significativa. Ora sembra che si sia prossimi a un punto di
svolta. E ciò per ragioni precise: la crisi finanziaria, diventata recessione economica, minaccia di diventare crisi sociale. Una disoccupazione a livelli a cui da tempo non eravamo
più abituati leva il sonno a governanti di tutto il mondo. L'Italia affronta
questa eventualità con una struttura del mercato del lavoro che vede da un lato
lavoratori superprotetti, dall'altro lavoratori che protezione ne hanno
poca o punto; che divide e contrappone i lavoratori, andando contro il
principio per cui sono nati i sindacati; che ha contribuito ad accrescere il
problema, incentivando le aziende a usare e abusare di forme contrattuali meno
vincolanti. Il risultato è che oggi tutto il peso della flessibilità di cui il
sistema ha bisogno è sopportato dalla metà dei lavoratori a cui il famoso
articolo 18 non si applica. Stupisce dunque che il ministro Sacconi, sul Sole
24 Ore di mercoledì scorso, sostenga il primum vivere,e neghi l'opportunità,
per questa stagione, di ogni riforma: sia dell'articolo 18, sia delle pensioni,
sia dei sussidi ai disoccupati. Maurizio Sacconi è stato tra chi più si è
battuto proprio su questi fronti. Tempi diversi, certo, ma non per questo
richiedevano minore determinazione e coraggio, per cui è da escludere che si
tratti di un suo ripensamento sul merito dei temi elencati. Quella a cui egli
dà voce è piuttosto una valutazione di opportunità politica, e proprio su
questa si esprimono perplessità. Infatti la chiusura su tutti i temi
dell'agenda palesa un timore: aprire un conflitto e agitare gli animi, senza
chiudere su nulla. Ma questo può valere per le pensioni, dove si toccano
interessi e categorie che sono meno coinvolte dalla emergenza disoccupazione.
Può valere per la riforma dei sussidi ai disoccupati, perché finirebbe per
incentivare le tendenze all'assistenzialismo contro cui Sacconi conduce una sua
sacrosanta quanto solitaria battaglia; e per aprire le dighe a richieste non
compatibili con il bilancio dello Stato. La riforma di cui si parla oggi non ha
la vecchia pretesa della palingenesi generale istantanea: offre, su base
volontaria, un'opzione di riforma a chi, aziende e sindacati, intende
impegnarvisi, non chiede una lira allo Stato. Quindi non rischia di incuneare
un altro elemento di divisione nella crisi sociale che
il Ministro dovrà affrontare. Una diversa regolamentazione del licenziamento
ovviamente non riduce il rischio di essere licenziato, ma, a differenza dei
sussidi fine a se stessi, aumenta la possibilità di ritrovare un'occupazione di
qualità. E ha un effetto anticiclico: non facilita il licenziamento di chi ha
già un posto stabile, ma per chi non ce l'ha facilita l'accesso al lavoro
"di serie A", a tempo indeterminato, regolato secondo il migliore
modello di protezione. Da quando, nel 1997, si iniziò a parlare di riforma
dell'articolo 18, il progetto si é andato molto affinando, tanto che é del
tutto improprio continuare a chiamarlo con quel fatidico nome. Ora la riforma
ha per obbiettivo l'introduzione anche da noi della flexsecurity, il modello da
tempo applicato con successo, soprattutto in paesi del nord Europa; non é
quindi nominalismo. In sostanza (i dettagli si trovano nel portale della
flexsecurity in www.pietroichino.it) il nuovo contratto di lavoro é per tutti a
tempo indeterminato; in caso di licenziamento per motivi non disciplinari non
più soggetto a controllo giudiziale - le imprese devono versare al lavoratore
una cifra pari a una mensilità per ogni anno di anzianità di servizio. Il lavoratore
licenziato sottoscrive un "contratto di ricollocazione" in virtù del
quale percepisce – finché perdura lo stato di disoccupazione – un'indennità
pari al 90% dell'ultima retribuzione per il primo anno, dell'80% per il
secondo, del 70% per il terzo e del 60% per il quarto. La chiave di volta è il
consorzio paritetico tra aziende e sindacati: esso eroga il trattamento di
disoccupazione e un servizio di assistenza intensiva per la ricerca di una
nuova occupazione, con corsi di formazione e riqualificazione e attività di
outplacement, a cui il lavoratore è obbligato a partecipare secondo un orario
settimanale analogo a quello di lavoro praticato in precedenza.
Finanziariamente è alimentato dal Fondo sociale Europeo e dalle imprese che vi
destinano quanto oggi versano all'Inps come contributo contro la disoccupazione
e quant'altro necessario per il suo equilibrio. Questo è lo snodo cruciale:
l'ente consortile deve essere efficiente, altrimenti i periodi di
disoccupazione si allungano e il costo del sistema aumenta. Il nuovo regime si
applica a tutti i nuovi assunti nelle imprese interessate ad acquisire questa
nuova flessibilità facendosi carico della sicurezza "alla
scandinava". I lavoratori già in forza da prima possono decidere a
maggioranza di aderirvi; ipotesi non remota, dal momento che la "sicurezza
alla scandinava" può risultare, in concreto, assai più appetibile della
vecchia "sicurezza all'italiana" ancorata all'articolo 18.
Nell'ultimo anno questo progetto ha fatto, politicamente, molta strada. Lunga la
lista di coloro che si sono pronunciati a suo favore: da Emma Marcegalia al
segretario della UIL Luigi Angeletti, da Corrado Passera al numero due della
CISL Giorgio Santini; dalle associazioni dei direttori personale ai giovani Pd
lombardi, da Mario Monti a Sergio Chiamparino, da Giuliano Cazzola a Enrico
Morando e Giorgio Tonini. Ci sono tutte le condizioni per una iniziativa
bipartisan che consenta al progetto di camminare velocemente, come i tempi di crisi richiedono. www.francodebenedetti.it LICENZIAMENTI
Sacconi dovrebbe insistere su una riforma di tipo nordeuropeo indirizzata alla
«flexsecurity»
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-03-24 - pag: 8
autore: Superpotenze. La Banca centrale rassicura i mercati
annunciando che continuerà ad acquistare titoli di Stato americani Cina: una
nuova moneta globale «Serve una valuta di riserva sovranazionale, anche se
richiederà molto tempo» Luca Vinciguerra SHANGHAI. Dal nostro corrispondente La
Cina continuerà a sostenere il debito pubblico americano. «I titoli di Stato
statunitensi sono un elemento importante nella strategia d'investimento a lungo
termine delle nostre riserve valutarie. Quindi, continueremo ad acquistarli»,
ha dichiarato ieri Hu Xiaolian, vice-Governatore della People's Bank of China e
direttore della State Administration of Foreign Exchange (l'Ufficio cambi
cinese). Nonostante il deprezzamento accusato negli ultimi mesi dai T-Bond,
Pechino considera ancora i buoni del debito pubblico Usa un porto sicuro per i
propri investimenti, in quanto si tratta di «titoli a elevata liquidità e a
basso rischio », ha aggiunto l'alta funzionaria della banca centrale cinese.
Che, con le sue dichiarazioni rilasciate durante un convegno, ha sgombrato il
campo dalla polemica sulla solidità dei Treasury Bonds innescata un paio di
settimane fa da Wen Jiabao. «Abbiamo prestato molto denaro agli Stati Uniti, e
ora siamo preoccupati per la sicurezza dei nostri investimenti », aveva detto
il premier cinese nel suo discorso di chiusura dell'Assemblea nazionale del
popolo. «Non c'è niente di più sicuro nel mondo che investire negli Stati
Uniti», aveva replicato il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs. Le parole
pronunciate ieri dalla signora Hu dovrebbero rassicurare Washington: i cinesi
continueranno a investire in Treasury Bond. D'altronde, oggi più che mai con la volatilità che imperversa sui mercati finanziari, Pechino non ha reali allocazioni alternative per le sue riserve
valutarie, che ammontano a oltre 1.900 miliardi di dollari. Prova ne sia che
negli ultimi mesi, nonostante la crisi finanziaria
internazionale e l'atteso peggioramento dei conti pubblici americani, la Cina
ha continuato ad acquistare i buoni del Tesoro Usa, consolidando così la
propria posizione di principale finanziatore planetario del debito americano.
Secondo gli ultimi dati disponibili, a fine gennaio, Pechino deteneva in
portafoglio 740 miliardi di dollari di T-Bonds, circa 40 miliardi in più
rispetto a novembre 2008. Ma in un futuro lontano, un futuro oltre la crisi che sta mettendo a dura prova il mondo intero, la Cina
punta alla creazione di una moneta di scambio sovranazionale in grado di
scardinare lo strapotere del dollaro. Ad auspicare l'avvento di una «valuta di
riserva internazionale, senza legami con alcuna nazione e in grado di
assicurare una stabilità di lungo termine» è il Governatore della Pboc, Zhou
Xiaochuan. In un articolo pubblicato sul sito della Banca centrale, il grande
timoniere della politica monetaria cinese, senza fare alcun riferimento diretto
al dollaro, delinea un equilibrio monetario mondiale slegato dal biglietto
verde americano, ammettendo però che l'affermazione «di una nuova e ampiamente
condivisa valuta internazionale, che rappresenti un benchmark di riferimento
stabile, richiederà molto tempo». La suggestiva proposta di una nuova moneta di
riserva sovranazionale, che è condivisa da altri grandi Paesi emergenti (la
settimana scorsa anche la Russia aveva espresso una posizione analoga),
ruoterebbe di necessità intorno all'organismo internazionale più bersagliato e
criticato dall'opinione pubblica dopo lo scoppio della crisi
dei mutui subprime: il Fondo monetario internazionale. «I Diritti speciali di
prelievo ha spiegato Zhou - non hanno mai svolto completamente la loro
funzione. Tuttavia, ora potrebbero diventare il fulcro della riforma del
sistema finanziario internazionale». Sul futuro
dell'Fmi la posizione della Cina è forte e chiara: l'organismo va riformato e
rafforzato al più presto. Con due obiettivi. Uno di breve termine: stabilizzare
l'economia globale, e sostenere i Paesi emergenti messi alle corde dalla crisi. E uno di lungo termine: trasformare l'Fmi nell'ago
della bilancia del sistema finanziario mondiale. In
questo quadro, Pechino è disposta partecipare al rifinanziamento
dell'istituzione. «Se il Fondo monetario internazionale decidesse di emettere
nuovi bond, noi saremmo pronti a sottoscriverli», ha affermato ieri il vice-
Governatore, Hu Xiaolian. In cambio del suo contributo, Pechino chiederebbe
all'Fmi di controllare più severamente i Paesi che emettono moneta di riserva
internazionale, nonché una distribuzione «più equa» dei poteri all'interno
dell'organismo. Al vertice del G-
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data:
2009-03-24 - pag: 13 autore: LO STUDIO Il documento contro il credit crunch
Proposte per il G-20. Sarà inviato oggi ai ministri del G-20- in vista del
summit del2 aprile a Londra - e ai principali policy maker dell'Unione Europea lo studio pubblicato da Assonime e Ceps sulla crisi finanziaria. Lo studio, dal titolo Keep it simple. Policy responses to the
financial crisis, è stato redatto da Stefano Micossi e Carmine Di Noia - con
Fabrizia Peirce e Jacopo Carmassi- e rappresenta un contributo italiano al G-20
sulla crisi
finanziaria. Il documento parte da
un'analisi approfondita del credit crunche contiene proposte di policy semplici
ma radicali. Le idee espresse dagli autori sono personali e non riflettono necessariamente
le posizioni di Assonime e del Ceps.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data:
2009-03-24 - pag: 13 autore: Le principali proposte di policy Supervisione ma
con obiettivi Pubblichiamo un'ampia sintesi delle proposte del rapporto
Assonime-Ceps sulle politiche macroeconomiche e di cambio nei principali Paesi
e sulla regolamentazione e vigilanza dei mercati finanziari.
I l modo per affrontare l'instabilità finanziaria non è
un ritorno a un sistema di cambi fissi, che non è né fattibile né de-siderabile,
viste le enormi differenze tra le economie e i sistemi sociopolitici. Sono però
necessari nuovi accordi monetari, in base ai quali gli squilibri di bilancia
dei pagamenti siano corretti da appropriate politiche nazionali e i
tassi di cambio possano variare coerentemente con le esigenze
dell'aggiustamento. Il nuovo sistema deve prevedere indicatori di
"allarme" per potenziali rischi sistemici e una disciplina esterna
sulle politiche nazionali, con sanzioni per i Paesi che adottino politiche instabili.
Gli accordi per ripristinare una disciplina esterna sulle politiche nazionali
non potranno funzionare se non sarà assegnato ai principali Paesi emergenti un
ruolo appropriato nelle istituzioni internazionali, in primo luogo attraverso
una diversa distribuzione dei pesi e della partecipazione agli organismi
decisionali, finora gestiti dagli Stati Uniti e da pochi altri Paesi avanzati.
Un ruolo centrale deve essere assegnato al Fondo monetario internazionale che
deve essere dotato di maggiori risorse finanziarie e
di una governance rafforzata, eventualmente con la partecipazione al board di
esperti indipendenti. L'International monetary and financial committee del
Fondo monetario dovrebbe essere trasformato in un Consiglio di supervisione
dell'Istituto come già previsto dallo statuto, mentre il ruolo di guida e
coordinamento delle politiche macroeconomiche delle principali aree geografiche
dovrebbe essere attribuito al G-20. Con riferimento all'area europea, si
auspica la creazione di un mercato liquido di obbligazioni dell'Unione,
denominate in euro. A tal fine si propone la realizzazione di un Fondo di
stabilizzazione presso la Banca europea degli investimenti. Le risorse raccolte
con l'emissione dei titoli dovrebbero essere utilizzate per gli interventi di
salvataggio delle istituzioni finanziarie, per spese
infrastrutturali di stimolo alla domanda e per il sostegno delle monete che
gravitano intorno all'euro. La regolamentazione finanziaria
Il sistema di regolamentazione permissivo affermatosi nell'ultimo decennio sul
mercato americano ha consentito alle banche di raggiungere livelli di
indebitamento insostenibili che hanno messo a rischio la stabilità dell'intero
sistema. Il rapporto non ritiene necessario intervenire a limitare, con nuove
regole, l'attività finanziaria in ogni comparto in cui
si siano verificate perdite ingenti, né l'emissione e la negoziazione di
strumenti finanziari innovativi. In particolare, non
appare né utile né desiderabile un ritorno alla separazione legale tra
l'attività di banche commerciale e d'investimento. La regolamentazione
microprudenziale dovrebbe essere centrata sulle banche di deposito, che hanno
accesso al credito di ultima istanza e che forniscono prestiti all'economia.
Simili requisiti dovrebbero applicarsi alle imprese di assicurazione. Una
regolamentazione di trasparenza dovrebbe applicarsi agli altri intermediari finanziari, inclusi gli investitori istituzionali. In
Europa, la struttura della regolamentazione dovrebbe essere drasticamente
semplificata, in modo da concentrare a livello europeo non solo la formulazione
delle regole, ma anche la loro attuazione, come sostenuto dal Gruppo de
Larosière. Il rapporto propone un disegno della regolamentazione e della
supervisione secondo un modello "per obiettivi". In particolare,
nella Ue, agenzie separate dovrebbero essere incaricate dei compiti di
vigilanza macroprudenziale, tesa a prevenire l'eccesso di indebitamento
aggregato; della vigilanza micro-prudenziale, finalizzata ad assicurare la
buona gestione dei rischi e l'integrità del capitale delle banche; della tutela
dell'investitore,attraverso regole di trasparenza sui prodotti e gli
intermediari (si veda il grafico in alto). Per completezza, il grafico include
anche come quarto pilastro quello della concorrenza. Ognuna di queste autorità
dovrebbe avrebbe una struttura federale, cioè costruita come una rete di
regolatori nazionali, con un fulcro centrale di coordinamento, secondo il
modello del sistema europeo delle banche centrali. Nell'immediato,la
realizzazione di questo modello potrebbe limitarsi alla creazione del fulcro
centrale,attribuendo poteri legali nell'attuazione delle direttive ai comitati
di livello 3 per le banche (Cebs), assicurazione e fondi pensione (Ceiops) e
mercato mobiliare (Cesr),senza modificare l'architettura dei sistemi nazionali
di regolamentazione. Questi tuttavia sarebbero tenuti a designare un lead
regulator che partecipi a ciascun sistema europeo. Quanto agli strumenti
regolatori, il rapporto propone misure in materia di requisiti di capitale,
incentivi in materia di gestione dei rischi bancari, trasparenza degli
intermediari e dei prodotti finanziari. In
particolare, in materia di requisiti di capitale delle banche, le regole di
Basilea II dovrebbero essere abbandonate e sostituite da un requisito di
capitale fissato con riferimento al totale dell'attivo. L'indebitamento non
dovrebbe in nessuncaso eccedere la misura di dieci volte il capitale. Sono
anche proposte una serie di misure volte a rendere più efficaci i meccanismi di
incentivazione, attraverso un allungamento dei tempi sui quali calcolare e
pagare le remunerazioni variabili. In materia di risk management, la posizione
dei responsabili dei sistemi di controllo deve essere resa maggiormente
indipendente, così come la loro remunerazione. In materia di trasparenza,
appropriati incentivi dovrebbero indurre gli strumenti negoziati over the
counter a migrare verso piattaforme di clearing organizzate, imponendo di fatto
requisiti di capitale per le operazioni in quei prodotti e conducendo
all'accentramento dei rischi di controparte. Le agenzie di rating dovrebbero
essere poste al margine della regolamentazione. Infine, la trasparenza dei
bilanci dovrebbe essere rafforzata in modo che essi riflettano completamente i
rischi, inclusi quelli derivanti da società controllate, che devono essere
appropriatamente identificate e consolidate.Sarebbe un errore abbandonare o
limitare l'uso dei principi contabili internazionali, in particolare il
principio del fair value, che deve trovare un'applicazione su orizzonti
temporali che riflettano appieno i valori fondamentali sottostanti le attività finanziarie. IL CREDITO In Europa la struttura della
regolamentazione dovrebbe essere semplificata per ottenere un'attuazione
efficace
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data:
2009-03-24 - pag: 13 autore: Il debito delle banche non deve superare dieci
volte il capitale Necessarie poche regole e incentivi ai virtuosi di Stefano
Micossi M entre si avvicina tra grandi attese la riunione del G-
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data:
2009-03-24 - pag: 19 autore: INTERVISTA Mario Carraro «L'imperativo Pmi è
diventare grandi» Claudio Pasqualetto VENEZIA è il tempo degli uomini
coraggiosi. Mario Carraro, presidente dell'omonimo gruppo leader mondiale nella
produzione di sistemi di trasmissione di potenza che ha appena chiuso il 2008
con un fatturato di 973 milioni (+19,7%), non ha dubbi: farsi prendere dal
panico è fuori luogo oltre che controproducente, serve piuttosto consapevolezza
dei propri mezzi, fiducia ed anche una certa dose di coraggio e di decisionismo
nel fare scelte importanti. Presidente, è veramente una crisi da far paura? è
una crisi mondiale, trasversale e sicuramente grave, ma è anche l'esito di una
situazione che conoscevamo. Oggi si processano il credito e la finanza, ma ben
sapevamo che certi settori,come l'automobile, avevano superato la capacità di
assorbimento del mercato. Doveva scoppiare anche a causa di talune
sottovalutazioni di situazioni e scelte. Per uscirne, oggi, è fondamentale
muoversi con prudenza. Da qualche parte si rasenta il panico, come negli Usa,
ma in quel Paese ci sono condizioni molto diverse rispetto all'Italia. Qui, per
fortuna, abbiamo un buon sistema di ammortizzatori sociali e non dimentichiamo
che l'Italia ha una media di risparmio familiare fra le più alte del mondo.
Vuole dire che abbiamo una buona base su cui contare? Voglio ricordare che
anche se l'Italia ha un debito pubblico molto alto ha anche un risparmio
familiare elevato e di questo bisogna tenere conto. Servono comunque per uscire
da questa situazione decisioni forti a livello nazionale ed internazionale e
l'impressione è che l'Europa si muova un po' troppo in ordine sparso. La crisi
è una crisi selettiva e gli interventi devono essere ugualmente selettivi. Sono
inutili i soliti aiuti a pioggia. Bisogna sostenere quelle imprese che hanno
progetti, prodotti e ricerca, che crescono in base ad un preciso programma ed
ad una visione dei mercati. Quali sono le cose irrinunciabili? Direi
l'internazionalizzazione, l'innovazione ma anche la dimensione. Che ci si debba
confrontare con il mondo è ormai fuori di dubbio, così come
ogni protezionismo risulta fuori luogo. L'innovazione è il prodotto di una ricerca
che dobbiamo continuare ad alimentare ed alla quale va aggiunto il nostro
valore forse più importante, che è la capacità di fare impresa. A tutto questo
va unita una spinta verso una dimensione che assicuri maggiore solidità.
Le piccole aziende sono vitali all'interno delle filiere, come terziste, nei
servizi, ma hanno bisogno di partecipare alla ricerca, di crescere e per questo
serve una politica di aggregazione. Lei chiede soprattutto intelligenza e
coraggio. Non è il momento di dormire sugli allori. L'imprenditore, se serve,
deve andare all'estero con la sua attività. La dimensione è chiamata anche a
sostenere scelte così impegnative. A viaggiare, comunque, è la produzione dopo
essere stata adeguatamente messa a punto qui, non l'idea. Quel che conta, in
sostanza, è dominare il processo. Le imprese hanno chiesto al Governo soldi
veri. Soldi veri, ma come ho detto non a pioggia. Devono sostenere progetti e
programmi precisi. Va premiata e sostenuta soprattutto la ricerca perchè
bisogna porre le basi per il dopo. Ed anche qui serve condivisione,
aggregazione. La politicadeve aprirsi a un serio dialogo su tutto questo. E
serve infine una buona dose di fiducia. Alimentata da azioni trasparenti, da
rapporti e posizioni chiare e razionali, da un credito che deve trovare il
giusto equilibrio fra una indispensabile prudenza e un non meno indispensabile
dinamismo a fianco delle imprese. «è il tempo degli uomini coraggiosi che sanno
prendere decisioni importanti con fiducia»
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data:
2009-03-24 - pag: 19 autore: Strategie di sviluppo. Fontana agli Stati generali
di Confindustria Lombardia: agevolare l'accesso al credito per le imprese
Basilea 2, serve più flessibilità La crisi non deve essere
un alibi per disinvestire - Resistere al protezionismo
Marco Alfieri MILANO Più credito, anche rendendo più flessibile Basilea 2, e più
Europa. Nel mezzo di una tempesta globale che non conosce argini, gli
industriali lombardi riuniti a Carate Brianza provano a gettare il cuore oltre
l'ostacolo per «anticipare la ripresa, le scelte possibili», come recita
il titolo della giornata. Il tema dei temi, spiega il presidente Giuseppe
Fontana nella sua relazione, è ovviamente il credito, mai così vitale come in
questi mesi. «Le banche, infatti, devono rispettare parametri di rischio, ma le
Pmi, tradizionalmente più esposte ai cicli negativi di mercato devono poter
continuare a godere della fiducia». Di qui la proposta di Fontana: «Introdurre,
anche temporaneamente, maggiore flessibilità nell'applicazione delle regole di
Basilea 2». Ma per far questo è imprescindibile arrivare «ad una politica europea
non solo della moneta ma dell'economia nel suo complesso, resistendo a
tentazioni protezionistiche». Sì perché gli imprenditori lombardi sono
preoccupati dal clima che si respira nell'Ue,«quasi una pericolosa regressione
allo stato di semplice mercato comune schiacciato dai diversi interessi
nazionali». Obbiettivo, dunque, è lavorare insieme per un'Europa capace di
raddoppiare l'attuale dotazione di 9,6 miliardi di euro per quei capitoli
strategici di spesa in grado di rilanciarne l'economia: «Istruzione e
formazione, ricerca, innovazione, energia, trasporti, politica sociale.
Sopperendo anche alla dannosa mancanza di un brevetto comunitario, e di un
audit energetico europeo». Sul lato ammortizzatori, invece, «l'accordo
Stato-Regioni sugli ammortizzatori in deroga va attuato rapidamente e
autorizzato dalla Commissione europea», continua Fontana. Che poi completa il
decalogo anti crisi: «Meno burocrazia e più autocertificazione, cassa
integrazione autorizzata in giorni, riforma degli ammortizzatori sociali,
revisione della soglia di indeducibilità degli interessi passivi e delle
aliquote degli ammortamenti, riformulazione degli studi di settore e rimborso
dei crediti pregressi con la Pa». Tutte inciampi vissuti dal campione di
imprenditori intervistati poco dopo dal direttore del Sole 24 Ore, Ferruccio de
Bortoli. Alessandro Nocivelli ceo della Luceat di Brescia, azienda leader in
Europa nella progettazione e produzione di sistemi di trasmissione dati su
fibra ottica plastica, ad esempio, arriva provocatoriamente a chiedere il
motivo per cui si dovrebbe salvare questo sistema finanziario, che «ha
introdotto sperequazioni sociali e nelle retribuzioni spaventose, ci ha portato
in questa crisi, e adesso ha bisogno dell'intervento dei governi, trascurando
così equità, concorrenza e merito». L'ad di Elettrotecnica Rold di Milano,
Laura Rocchitelli- producono componenti per elettrodomestici - invita invece i
colleghi a fare autocritica perché la crisi non dev'essere occasione per
disinvestire. «Noi- dice- continuiamo a investire. Ma soprattutto, non abbiamo
mai delocalizzato per scelta industriale. Tutto il processo produttivo è qui, e
questo permette un controllo dei conti migliore in questi momenti di crisi ».
Per Mario Barzaghi, presidente di Effebiquattro di Monza, oggi il primo
produttore di porte in Italia, «la crisi sta incentivando il ridisegno del
layout produttivo per tenere alto l'export, visto che è crollato il mercato
Usa. Anche qui, però: il problema è il credito. Le banche si fermano ai modelli
matematici di Basilea 2 invece di venire a valutare in azienda». Infine Matteo
Zanetti, ad della Zanetti alimentare di Bergamo, uno dei campioni del made in
Italy. Come sta cambiando la spesa degli italiani? «è più frequente ma più
leggera», dice. «Si punta su beni di minor valore assolutoe a promozioni low
price». Sperando di superare la tempesta.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-03-24
- pag: 37 autore: L'Eliseo prepara la legge anti-bonus Attilio Geroni PARIGI.
Dal nostro corrispondente Anche la Francia è pronta a legiferare sulla
remunerazione dei manager delle grandi società quotate in Borsa se le parti
sociali non troveranno quanto prima un compromesso. Lo ha detto il ministro
dell'Economia, Christine Lagarde, e lo ha sottolineato anche il segretario dell'Ump
Xavier Bertrand. La reazione dei politici è stata innescata da Société
Générale, che la settimana scorsa aveva annunciato un piano di attribuzione
delle stock option ai suoi principali dirigenti e in base al quale il
presidente Daniel Bouton ne avrebbe ricevute 70mila e l'amministratore delegato
Frédéric Oudéa 150mila. Una notizia che aveva mandato su tutte le furie lo
stesso presidente Nicolas Sarkozy, a Bruxelles per il vertice europeo. SocGen,
come altri grandi istituti di credito, beneficia in questi mesi di aiuti di
Stato con l'obiettivo di un rafforzamento patrimoniale. L'Eliseo non gradisce
che le remunerazioni dei manager in tempo di crisi conoscano gli eccessi della
storia più recente, a maggior ragione se le imprese delle quali sono a capo ricevono
finanziamenti pubblici. Christine Lagarde si è addirittura interrogata sulla
pertinenza delle stock option come sistema di remunerazione complementare. In
un primo momento Société Générale ha comunicato che i suoi top manager
avrebbero rinunciato ad esercitare i loro diritti d'acquisto sulle azioni fino
a che il prestito contratto con lo Stato (finora 1,7 miliardi di euro) non
fosse stato rimborsato. Non è stato sufficiente e anzi la risposta ha fatto
innervosire ulteriormente Bercy (ministero delle Finanze) e
l'Eliseo.Domenica,la “capitolazione” dei banchieri e la loro rinuncia completa.
Pochi giorni prima era stata la presidente del Medef Laurence Parisot,
rispondendo a una sollecitazione del Governo sulla definizione di nuove
pratiche di remunerazione per i manager, a irritare i politici. Il numero uno
della Confidustria francese si era mostrata poco disposta a ridefinire le
regole in materia indispettendo non solo i sindacati, ma lo stesso Esecutivo.
Ieri è apparsa più conciliante promettendo una risposta «entro la settimana».
Il ministero dell'Economia aveva scritto in precedenza al Medef e all'Afep,
l'Associazione francese delle imprese private, chiedendo di definire entro
marzo un dispositivo concreto per incitare i manager delle aziende che licenziano
a rinunciare ai loro bonus. Annunciare un piano di stock option quando il corso
del titolo è ai minimi dell'ultimo decennio non ha certo aiutato l'immagine di
SocGen, che peraltro ha ben resistito ai contraccolpi della crisi. In Francia
sono in molti a voler rimettere i discussione questo meccanismo parametrato
sull'andamento dei mercati finanziari.
Colette Neuville,presidente dell'Associazione di difesa degli azionisti di
minoranza (Adam) ritiene si debba incoraggiare i patron «ad agire sul lungo termine».
Altri esperti sostengono la necessità di definire altri criteri di
attribuzione, come la riduzione del debito e la crescita del fatturato.
L'ULTIMATUM DI BERCY Le parti sociali dovranno trovare un compromesso sulle
remunerazioni dei manager altrimenti il Governo interverrà
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-03-24
- pag: 37 autore: Il bilancio di Poste Italiane. Corsa delle famiglie ai
prodotti sicuri Sul risparmio il timbro postale Mara Monti MILANO L a raccolta
postale batte la crisi. In una fase in cui le famiglie
sono alla disperata ricerca di lidi sicuri dove collocare i loro risparmi, si
torna alla tradizione con la riscoperta dei prodotti postali. In un anno,
secondo i dati di Banco Posta, le giacenze dei risparmi nei libretti postali
hanno toccato 81,8 miliardi di euro, contro 76,2 miliardi nel 2007, mettendo a
segno una crescita del 7 per cento. Meglio hanno fatto i buoni postali
fruttiferi con una impennata del 30% nei collocamenti a 38 miliardi di euro
mentre la raccolta premi di Poste Vita si è mantenuta stabile a circa 6
miliardi. Crescono anche i conti correnti aperti presso gli sportelli postali:
a fine anno i depositi hanno toccato 30 miliardi di euro. «La crescita del
risparmio postale si spiega con le garanzie dello Stato legate ai prodotti » ha
spiegato l'amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi al termine
del cda che ha approvato il bilancio 2008 ancora in attivo per il settimo anno:
l'utile netto è salito del 4,6% a 882,6 milioni (843,6 milioni nel 2007), i
ricavi totali sono in aumento del 3,9% a 17,9 miliardi con
una tenuta dei servizi finanziari e assicurativi (+ 2% e +7,7%) e una flessione
contenuta allo 0,8% della corrispondenza. In calo l'Ebit (il risultato
operativo) a 1,5 miliardi da 1,78 nel 2007. «è un bilancio prudente ma che
nonostante la crisi
finanziaria ci ha permesso di fare meglio di
molti operatori europei », ha aggiunto Sarmi. In Francia, ad esempio, La
Poste ha chiuso il 2008 con un utile in calo del 44% a 529 milioni, in Germania
Deustche Post ha accusato una perdita per 1,7 miliardi di euro e l'olandese Tnt
ha terminato l'esercizio 2008 con un profitto netto diminuito del 43,6% a 556
milioni. A contribuire ai risultati di Poste Italiane sono state anche le carte
e i sistemi di pagamento elettronici: le carte prepagate ricaricabili in
circolazione sono quasi 5 milioni mentre quelle di credito e di debito 6,3
milioni. Un caso unico riconosciuto anche a livello europeo tanto che la
recente classifica di Fortune ha collocato Poste Italiane per il secondo anno tra
le "World's most admired companies", un riconoscimento motivato dalle
capacità di innovare della società italiana che si è lasciata alle spalle
gruppi come la francese La Poste e la britannica Royal Mail. Poste Italiane ha
poi ottenuto un terzo posto tra le italiane presenti in classifica,
collocandosi dietro a Edison ed Eni. Tra i servizi innovativi, la Sim di
PosteMobile che consente attraverso il cellulare di inviare e ricevere denaro,
fare acquisti e pagamenti di bollettini. Finora ne sono state emesse 800 mila
con una tecnologia che permette di avere in tempo reale tutte le informazioni
sulla transazione eseguita. Una soluzione resa possibile dalla crescita degli
investimenti: nel 2008 il volume di risorse dirette al potenziamento delle reti
infrastrutturali e dei sistemi Ict (Information & communication technology)
ha raggiunto 712 milioni di euro (rispetto ai 608 investiti nell'anno
precedente), con un incremento del 17,1% sul 2007. Tali risorse – si legge in
una nota – sono state indirizzate allo sviluppo dei sistemi tecnologici per la
riorganizzazione del «settore recapito » e alla realizzazione del polo
tecnologico. La quota di investimenti riferita alla capogruppo cresce del
15,8%, salendo a 636 milioni contro i 549 del 2007. Ora la parola passa all'assemblea
dei soci (Ministero dell'Economia 65% e Cassa depositi e prestiti 35%)
convocata a fine aprile in prima convocazione e a fine maggio in seconda
convocazione. I RISULTATI L'utile netto è salito del 4,6% mentre i ricavi sono
cresciuti del 3,9% Boom di collocamenti per i buoni fruttiferi
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E
MERCATI data: 2009-03-24 - pag: 25 autore: Cinque mosse per battere il protezionismo di Catherine Ashton* I l commercio è la linfa dell'economia
mondiale, e rallenta pericolosamente. L'Europa avverte la difficoltà, persino
la Germania, campione di esportazioni, ha sperimentato alla fine del 2008 il
più grave crollo da 15 anni. La contrazione delle esportazioni ha
provocato una caduta del 30% della produzione industriale giapponese nell'arco
di sei mesi.Durante la depressione degli anni ' 30, ci vollero cinque anni
affinché gli Usa soffrissero un declino analogo. Anche se l'attenzione dei
governi è attualmente concentrata sullo stimolo delle economie nazionali, i
responsabili politici devono capire che questa è solo una parte della
soluzione. Il commercio è cresciuto continuamente a partire dalla Seconda
guerra mondiale. Ha sviluppato le attività economiche, accresciuto le
possibilità di scelta per i consumatori e, cosa più importante, tolto dalla
povertà forse un miliardo di persone. Quanto di peggio potrebbe accadere oggi è
che la de-globalizzazione si rafforzi e vanifichi gran parte dei progressi
compiuti. Tenendo conto di tale rischio, dobbiamo seguire cinque linee d'azione
per contrastare questa tendenza. Non sarà facile e non vi sono soluzioni
miracolose, ma queste azioni sono vitali per il recupero delle nostre economie.
In primo luogo dobbiamo combattere le tendenze protezionistiche interne ed
estere. è grande la tentazione di aumentare i dazi o persino vietare le
importazioni per proteggere le nostre industrie. Nessuno è immune da queste
opinioni fuorvianti, neppure l'Unione europea. Completare l'attuale ciclo di
negoziati di Doha sul commercio mondiale potrà costituire una valida polizza di
assicurazione contro il protezionismo montante e per
il rafforzamento del sistema mondiale degli scambi. Fino ad allora dovremo
operare nello spirito di quella che è la missione della Wto, un commercio
libero ed equo. In secondo luogo, dobbiamo continuare a eliminare gli ostacoli
al commercio al fine di creare nuove opportunità per le imprese. Nulla sarebbe
meglio per questo che completare i negoziati di Doha, ma noi, nell'Unione
europea, abbiamo anche la possibilità di portare a buon fine altri negoziati
ambiziosi. L'accordo dilibero commercio che stiamo per concludere con la Corea
aprirà importanti possibilità di accesso a questo mercato per un'ampia gamma di
industrie ( macchinari, chimica, farmaceutica, tessile e calzature) e
consentirà di liberalizzare notevolmente il commercio dei servizi. In terzo
luogo, dobbiamo fare in modo che il finanziamento del commercio torni a fluire.
Il 90% del commercio mondiale richiede una qualche forma di credito o di altro
sostegno finanziario, e la Wto constata che vi è in questo settore un deficit
di almeno 25 miliardi di dollari. Gli Stati membri della Ue stanno agendo, ma
non possono assumere il ruolo che spetta al settore bancario. In mancanza di
finanziamenti sufficienti dobbiamo mettere a punto una risposta europea
coordinata. In quarto luogo, possiamo favorire una maggiore cooperazione
internazionale. La riunione del G-
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-24 -
pag: 25 autore: Focus. La Wto prevede un anno ancor più nero ma mette in
guardia dal ricorso ad azioni difensive Nel 2009 scambi giù del 9% E fra le
aziende si diffonde la tendenza alle rotte regionali Micaela Cappellini Il
commercio mondiale quest'anno perderà il 9%: il calo peggiore mai visto dai
tempi della Seconda Guerra mondiale. A prevederlo ieri è stata la Wto, che ha
scelto di rivedere nettamente al ribasso le ipotesi formulate a gennaio dal
Fondo monetario, secondo il quale le perdite si limiterebbero al 2,8 per cento.
Il tonfo riguarderà le esportazioni dei Paesi sviluppati, che nel 2009
caleranno del 10%, ma anche quelle dei Paesi emergenti più legati ai commerci
mondiali, il cui export scenderà tra il 2 e il 3 per cento. La Wto ha rivisto
al ribasso anche il dato 2008: secondo le previsioni, gli scambi mondiali
dovevano chiudere a più 4,5 per cento. E invece sono cresciuti solo del 2. «A
Londra i leader del G-20 avranno un'opportunità unica nel passare dalla fase
degli impegni all'azione,evitando misure protezionistiche che renderebbero gli
sforzi di ripresa globale meno efficaci », ha commentato ieri il direttore
generale della Wto, Pascal Lamy, rispondendo a chi agita lo
spettro del protezionismo per uscire dalla crisi degli scambi. Secondo altri, invece,
l'integrazione regionale è la ricetta da intraprendere. Lo auspica
l'Asean,l'associazione che riunisce dieci Paesi del Sud-Est asiatico, che entro
il 2015 vuole trasformarsi in una Comunità economica. Lo hanno proposto
i leader africani al vertice di Kampala della fine del 2008, che vogliono dare
vita a un mercato comune per 26 Paesi dell'Africa sudorientale. Prospettive
buone per un futuro a medio termine. Qualcuno però va oltre, e afferma che il
regionalismo dei commerci è già in atto e che le aziende stanno privilegiando
gli scambi intracontinentali anziché quelli a lungo raggio, come appunto una
valvola di sfogo di fronte alla contrazione dei commerci, in grado fra le altre
cose di diminuire i costi. Alla rivista America Economia, per esempio, un
testimone privilegiato dei traffici merci mondiali quale è Dhl assicura che in
Sudamerica la tendenza al regionalismo degli scambi è cosa provata. Il corriere
riporta una crescita dell'80% degli invii domestici in Argentina, del 40% in
Brasile, del 14% in Messico e del 19% in Venezuela, mentre sul totale dei
commerci gestiti da Dhl nel continente latinoamericano, il 50% riguarda
movimenti interni alla regione. Nuovi hub Quel che succede in Sudamerica vale
anche altrove nel mondo? Ups, altro operatore logistico, di dati non ne fornisce.
Ma tra i nuovi investimenti strategici ricorda la creazione di un hub aereo a
Shenzhen, in Cina, dedicato ai traffici intra-asiatici, la cui apertura è
prevista a inizio 2010. FedEx, invece, ha avviato la realizzazione di un nuovo
snodo logistico presso l'aeroporto tedesco di Colonia, che sarà pronto l'anno
prossimo e che si concentrerà sugli scambi fra Europa Occidentale e Orientale.
La società ha anche aperto un huba San Luis Potos, in Messico, per gestire le
spedizioni domestiche, «che sono destinate a raggiungere il valore di 1,5
miliardi di dollari nei prossimi dieci anni », si legge in un comunicato. A un
impegno di chiaro stampo regionalistico, però, FedEx affianca investimenti che
vanno nella direzione del sostegno alle rotte mondiali. Come l'annuncio, il
mese scorso, delle prime operazioni dal nuovo hub asiatico di Guangzhou,
dichiaratamente nato per «supportare quei clienti nel mondo che fanno affari
con la Cina e, più in generale, con i mercati dell'Asia Pacifico». Segnali
contrastanti? C'è anche chi dubita che gli scambi mondiali abbiano imboccato la
via del regionalismo. Alessandro Nicita, economic affair officer all'Unctad,
l'agenzia delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo, sta lavorando a
un rapporto sui flussi commerciali mondiali di fronte alla crisi che uscirà ad
aprile. E con tutti i suoi dati alla mano, sostiene che non si possa parlare di
incremento degli scambi regionali ai danni di quelli intercontinentali. «Non è
vero che il regionalismo avanza, né che avanzerà nel 2009 – dice – anche se c'è
chi va sostenendo questa tesi». E ricorda, ad esempio, come in Brasile gli
scambi verso il Mercosur, il mercato comune dell'America meridionale, stiano
calando del 20%, mentre quelli verso gli Usa del 25%: una differenza troppo piccola
per parlare di tendenza al regionalismo. Mentre il commercio intraeuropeo è in
calo del 30%, esattamente come quello extra Ue. Virate localistiche Secondo
Nicita,l'esempio del regionalismo sudamericano sarebbe fuorviante, perché si
tratta di un'area che esporta prevalentemente prodotti agricoli, mentre la
crisi in corso negli scambi mondiali riguarda i manufatti e i semilavorati. Il
mondo, insomma, sarebbe ormai troppo interdipendente da potersi permettere
repentine virate localistiche. Con un'unica incognita, però: quella del protezionismo. «Per ora –conclude Nicita –gli annunci hanno
fatto clamore, ma le misure effettivamente intraprese sono poche. è presto però
per dire che effetto avranno». Perché un peso, nell'incentivare gli scambi
all'interno dei mercati comuni anziché al di fuori, sicuramente finirebbero per
averlo. micaela.cappellini@ilsole24ore.com
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-24 -
pag: 25 autore: M&M L'impresa globale come Araba fenice di Sara Cristaldi N
on sono solo gli scambi mondiali a cadere in picchiata (vedi articolo qui a
lato). Anche gli investimenti conoscono una significativa contrazione. E le
multinazionali cominciano a ripensare le strategie mondiali messe a punto negli
ultimi anni sulla spinta di quella ventina di compagnie in grado di giocare una
partita veramente globale: da General Electric a Coca Cola, da Sony a Ibm, per
fare qualche nome. Strategie messe in difficoltà, nella maggior parte dei casi,
dalla rarefazione del credito. In realtà scriveva Alan Rugman nel suo libro The
regional multinazionals: MNEs and "Global" strategic management
(Cambridge University Press, 2005)-l'impresa "mondiale"è solo un
mito. La crisi attuale potrà anche rafforzare la regionalizzazione
dell'economia globale, come sostiene su Le Monde Yves Doz, professore di
management all'Insead. E il recente incremento degli scambi intra-regionali
registrato in alcune aree, a partire dal Sudamerica, sembrerebbe dargli
ragione. Una dimensione, quella regionale, che meglio si adatta alla stragrande
maggioranza delle multinazionali dei Paesi avanzati che appunto, fino alla
prima metà di questo decennio, hanno avuto un raggio d'azione in un'unica area,
che fosse l'Europa, l'America del Nord o l'Asia. Con fatica e a prezzo di
ristrutturazioni, anche a fronte dell'avanzata in settori strategici delle
nuove multinazionali degli emergenti, molti hanno tentato un'uscita dai confini
di area, attirati anche da costi del lavoro più bassi. Ora però c'è chi torna
sui propri passi. Inversione di tendenza o ripiegamento
momentaneo imposto dal protezionismo finanziario oltre che commerciale? Lo diranno i prossimi mesi, e
forse anni considerata la profondità della crisi. Rispetto a esperienze di
recessione o depressioni passate, infatti, la rivoluzione tecnologica e le reti
globali faranno sì che le lancette degli orologi non tornino troppo indietro.
La globalizzazione che a molti non è mai piaciuta e a troppi ha fatto paura,
oggi non segue più i ritmi dello sviluppo del solo Nord industrializzato. Nelle
sue vene pulsa il sangue più giovane dei nuovi industrializzati del Sud del mondo.
E delle loro multinazionali. Loro sì con ambizioni globali.
sara.cristaldi@ilsole24ore.com
( da "Riformista, Il" del 24-03-2009)
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Dané dichiarazione da "povero" nel 2008, ma un
dividendo da nababbo incassato a inizio anno Un assegno da 160 milioni Ecco
perché Berlusconi non s'è accorto della crisi CONTI in
tasca. Il crollo nel portafoglio del premier è in realtà solo una partita di
giro, servita peraltro all'acquisto di Endemol. segue dalla prima pagina Una
paragone rende bene l'idea: forse nel 2007 Silvio Berlusconi ha dichiarato
persino meno di Kakà, attaccante del suo Milan, che - senza entrate
pubblicitarie e con una consistente riduzione dello stipendio - risulta essere
il giocatore italiano più pagato: 9 milioni di euro a stagione. Ma si potrebbe
anche giocare un derby della Madonnina arbitrato da commercialisti e 730: il
rossonero Berlusconi nel
( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
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Crisi
Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano
- data: 2009-03-24 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Il vertice Il ministro:
ammortizzatori sociali, a fine marzo i fondi. Domani incontro con il premier
sul piano casa Intesa Tremonti-Formigoni: 1,5 miliardi anticrisi
Tra la prima portata (lasagnette con asparagi) e la seconda (filetto con salsa
ai grani di senape) il ministro all'Economia Giulio Tremonti parla alla platea
di imprenditori raccolta al Belvedere di Palazzo Pirelli. Venti minuti, nei
quali, dopo un affondo diretto a chi (il commissario Ue, Alumnia) ha indicato
l'Italia tra i 'problemi' della zona euro e a chi facendo da amplificatore ai
detrattori finisce solo per danneggiare il Paese, conferma l'impegno ad
assegnare celermente gli 8 miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali alle
Regioni (un miliardo e mezzo la quota per la Lombardia). «Era scatenato»,
riferirà uno dei presenti scendendo dal 31esimo piano a metà pomeriggio.
Marcato stretto dal governatore Roberto Formigoni, che gli siede accanto, Tremonti
parla di crisi, accesso al credito, ammortizzatori,
poi, del piano case. Attorno al grande tavolo quadrato allestito al Belvedere,
siede una sessantina di persone fra cui banchieri (come Roberto Mazzotta di
Bpm), imprenditori (come Salvatore Ligresti di Fondiaria Sai, Barbara
Trussardi, Umberto Paolucci di Microsoft Italia), Diana Bracco ed Emma
Marcegaglia. Con Formigoni che ribadisce quello che la Regione sta facendo e
chiede a tutti di «remare nella stessa direzione. La crisi finanziaria, diventata crisi economica, non deve diventare crisi sociale. è volontà di tutti e abbiamo gli strumenti per centrare
questo obiettivo. Nessuno sarà lasciato solo». Una risposta al presidente di
Confapi, Paolo Galassi, che aveva lanciato l'allarme: «Gli ammortizzatori sono
una faccia della medaglia, l'altra è l'accesso al credito per le aziende
e soprattutto per le piccole imprese. Servono interventi immediati altrimenti a
giugno si vedranno i primi default con licenziamenti ». Anche Tremonti
rassicura: i fondi ci sono, ma saranno stanziati nel momento in cui si dovrà
far fronte a una crisi. Chiarendo, così, anche la
decisione di istituire gli osservatori sul credito nelle prefetture: «Se la crisi diventasse sociale sarebbe la prefettura a doversene
occupare». Il piano casa, infine, sarà uno degli argomenti del confronto tra
Stato e regioni domani con il premier Berlusconi. Soddisfatto anche Marco
Tronchetti Provera: «Mi pare ci sia un largo consenso sulle capacità
dell'Italia di uscire dalla crisi meglio degli altri
Paesi grazie a un'azione comune fra politica e mondo delle imprese con scelte
che sono per recuperare competitività». Obiettivo comune Il governatore: la crisi economica non deve diventare anche una crisi sociale. Nessuno sarà lasciato solo L'accordo Il governatore
Roberto Formigoni. Firmata l'intesa con il ministro Tremonti per fondi anticrisi Paola D'Amico pdamico@corriere.it
( da "Corriere del Veneto" del 24-03-2009)
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Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMOPIANO - data:
2009-03-24 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Settemila domande per fare
l'ispettore del Fisco Concorso per ottanta posti, scaduti i termini. E intanto
le Entrate riorganizzano gli uffici Nella terra delle partite Iva ora si fa a
gara per passare dell'altra parte della barricata: viva gli esattori (e il
posto fisso) VENEZIA — Venti di crisi, boom di
iscrizioni ai concorsi pubblici. Ventenni e quarantenni, laureati precari e
liberi professionisti, single e padri di famiglia, tutti nel vortice della crisi che agita il mercato del lavoro, tutti a tentare la
carta dell'ente pubblico per sistemarsi una volta per tutte. Eccola la carica
dei cerca concorso: ben settemila iscritti al bando per ottanta posti da
ispettore negli uffici dell'Agenzia delle Entrate del Veneto, tre volte tanto
rispetto alla media ordinaria. Ed è curioso come nella terra delle partite Iva
ci sia oggi tanta gente che sogna di passare dall'altra parte, quella che ha
sempre considerato «nemica ». Che sogni di presentarsi valigetta alla mano alla
ricerca di imprenditori che evadono le tasse. Il posto fisso Accade tutto nel
vento di una vera e propria corsa al posto fisso, incrementata senz'altro
dall'eliminazione dei vincoli concorsuali (ovvero il limite di età – 32 anni –
e il punteggio di laurea), ma anche dalla speranza di «salvarsi » da una crisi finanziaria ed economica che colpisce anche quei
settori considerati fino a ieri immuni da incertezze. Dal consulente del lavoro
all'insegnante che teme gli effetti dei tagli del Ministero, sono proprio loro
– i quarantenni e cinquantenni con un posto qualificato che però scricchiola –
a tentare di piazzarsi a tempo indeterminato come ispettori delle Entrate.
Anche con loro, quindi, dovranno vedersela le migliaia di giovani laureati di
belle speranze col curriculum fitto di stage, tirocini e contratti a progetto.
Il bando Il bando per le ottanta assegnazioni si è chiuso il 29 gennaio scorso,
ma i nuovi ispettori saranno operativi dalla seconda metà di luglio, per la
prima volta suddivisi per aree: chi eseguirà gli accertamenti fiscali oltre i
cinque milioni di euro di fatturato, chi quelli al di sotto dei cinque milioni,
chi le onlus. Tutto questo mentre l'assetto organizzativo dell'Agenzia delle
Entrate, anche in Veneto, sta subendo una poderosa trasformazione che a sentire
i vertici avrà il pregio di rendere «più snella e funzionale la struttura». Il
riassetto In realtà, i mal di pancia hanno già cominciato a farsi sentire, fra
i sindacati e la stessa utenza, e nelle regioni dove il piano riorganizzativo
interno è già entrato in funzione le cose invece che semplificarsi si
complicano. E' il caso della direzione regionale dell'Emilia Romagna che ha
riassestato la sede provinciale di Bologna organizzata in un unico ufficio
controlli e in quattro uffici territoriali. «E sta succedendo un disastro –
esordisce Carmine Ruocco, sindacalista Cgil – un macello a tutti gli effetti,
esattamente come accadrà in Veneto quando faranno partire tutta la nuova riorganizzazione.
Siamo perplessi, a nostro avviso questa riorganizzazione andrà a penalizzare
gli utenti che per determinate pratiche dovranno recarsi per forza nella sede
provinciale ma penalizzerà anche la lotta all'evasione». Le tensioni I vertici
dell'Agenzia delle Entrate affermano che la riforma consentirà di «trattare in
un'unica sede le fattispecie più complesse, quelle che oggi risentono
maggiormente della frammentazione delle competenze», qualcun altro invece parla
di «controriforma ». «Temiamo si tratti di una operazione del tutto deleteria –
continua Ruocco - , una marcia indietro rispetto al processo di rinnovamento
delle Agenzie svolto negli ultimi anni. Quel che ci preoccupa, oltre ai disagi
che si produrranno per gli utenti, è ciò che sta dietro al piano di
riorganizzazione. Probabilmente, lo scopo ultimo è quello di sottrarre alle
Direzioni Regionali, svuotate della loro funzione di coordinamento e di
omogeneizzazione dei controlli, zone ricchissime e soggetti particolari,
lasciando nelle mani di un gruppo ristretto di Direttori Provinciali la
gestione del fisco in specifici territori». La riorganizzazione interna delle
Direzioni Regionali rischierebbe pertanto, secondo Cgil, di indebolire i
controlli antievasione che il modello attualmente in vigore aveva invece
incrementato. Il tutto, conclude il sindacato, nell' «indifferenza più
assoluta». Paola Vescovi Ufficio Entrate L'interno di una sede. L'intera
struttura territoriale è in via di riassetto, stanno cambiando competenze e
servizi. I sindacati sono sul piede di guerra
( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano -
data: 2009-03-24 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Via al piano salva
banche, l'euforia delle Borse Geithner: mille miliardi per i titoli tossici.
Wall Street su del 6,8%,Milano guadagna il 5,7% Via al Public-Private Investment
Program per comprare fino a 500 miliardi di titoli tossici: se funziona,
raddoppierà DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Dall'esempio offerto dal
Tesoro americano per spiegare come funziona, il meccanismo sembra semplice. Un
pacchetto di titoli immobiliari tossici del valore nominale di 100 dollari
viene messo all'asta dalla Federal Deposit Insurance Corporation, la Fdci,
l'organismo federale che assicura i depositi bancari. Poniamo che un
investitore privato se lo aggiudichi per 84 dollari. Di tasca sua dovrà tirarne
fuori appena 6. La Fdci infatti gli garantirà un prestito di 72 dollari, mentre
i restanti 6 verranno dal Tesoro, a valere sulla dotazione del Tarp, il fondo
di salvataggio per le banche da 700 miliardi di dollari. Poco alla volta, grazie
a questi incentivi, la spazzatura infetta dei cosiddetti «subprime» dovrebbe
così sparire dai portafogli delle banche, restituendo loro la voglia e la
capacità di riaprire i rubinetti del credito. Questa specie di gigantesco
aspirapolvere si chiama Public-Private Investment Program e nella sua versione
iniziale dovrebbe permettere di comprare fino a 500 miliardi di dollari dei
prodotti scellerati, che hanno squassato il sistema finanziario americano e
internazionale. Se funzionasse, allora potrebbe essere rifinanziato per
arrivare fino a 1.000 miliardi di dollari. Ma la domanda, appunto, è:
funzionerà? Risponderanno all'appello a comprare derivati tossici (come spera
l'Amministrazione) i fondi pensione, le compagnie d'assicurazione e i Warren
Buffett della situazione? Perfino il segretario al Tesoro Tim Geithner, nel
presentarlo, non ha offerto certezze: «Non c'è dubbio che il governo si stia
assumendo un rischio, ma non c'è altra scelta quando si
vuole risolvere una crisi
finanziaria». Più ottimista, il presidente
Obama si è detto «molto fiducioso» che quella messa a punto dal suo argentiere
sia la mossa giusta: «C'è ancora molta fragilità nei mercati, ma penso che ci
stiamo muovendo nella giusta direzione ». Per amore e per forza, Wall
Street questa volta ci crede. Un mese dopo il tonfo di febbraio, quando di
fronte alla vaghezza di Geithner il Dow Jones aveva perso d'un colpo 380 punti,
ieri gli investitori si sono precipitati a comprare, facendo segnare un'impennata
di oltre 300 punti, un più 6,84% da record nelle miserie di quest'anno. E dello
stesso tenore è l'andamento delle Borse europee, con Francoforte positiva del
2,65% e Milano del 5,77%. Dal successo o fallimento del piano, dipende non solo
la chance che l'ossigeno del credito torni a circolare, restituendo vitalità
all' economia americana, ma anche il destino politico personale di Geithner,
che nelle ultime settimane è stato il fianco debole dell'amministrazione Obama.
I commenti positivi del mondo bancario all'annuncio del nuovo piano fanno bene
al segretario al Tesoro, che oggi sarà grigliato sul tema dai membri della
Commissione parlamentare per i servizi finanziari. Ma l'opposizione
repubblicana non appare convinta, critica i «costi nascosti» e si prepara a
mettere in croce il ministro. Secondo il capogruppo alla Camera, Eric Cantor,
la proposta di Geithner «non contiene sufficienti incentivi per i privati a
partecipare, a meno che il sussidio non sia così alto da risultare dannoso per
i contribuenti ». Paolo Valentino
( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia
Mercati Finanziari - data: 2009-03-24 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Il
caso a Milano Torna Richard Ginori, rialzo boom (a.jac.) — Ritorno in Borsa con
il botto per Richard Ginori. Piazza Affari ha premiato il rilancio del gruppo
delle porcellane voluto da Starfin (la finanziaria
dell'ex amministratore delegato, Roberto Villa, azionista di riferimento con il
77,52%) che nel giorno del debutto dopo una sospensione di due anni ha
presentato un'Opv fino a un massimo del 25% del capitale e un piano industriale
triennale che prevede una crescita annua del fatturato del 25%, un nuovo
stabilimento e il pareggio per il 2009. Il titolo, offerto a 0,114, ha
accumulato un guadagno del 66,67% e ha chiuso a 0,19 euro. Il gruppo resta
nella black list Consob.
( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia
Mercati Finanziari - data: 2009-03-24 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Il
caso a Francoforte Daimler, sì della Borsa al fondo Aabar (g.fer.) — Piace al
mercato l'ingresso del fondo Aabar di Abu Dhabi nella Daimler. L'operazione,
annunciata domenica, è stata salutata ieri con un balzo del titolo, arrivato a
guadagnare fino all'8%. Nel corso della seduta il progresso si è poi
ridimensionato e alla fine il titolo della casa automobilistica tedesca ha chiuso
a 21,65 euro, l'1,43% in più rispetto a venerdì. Consistenti gli scambi: sono
passati di mano 14,3 milioni di titoli, contro una media degli ultimi tre mesi
di 7,3 milioni. Il fondo Aabar ha acquistato il 9,1% di Daimler diventandone
così il primo azionista. Non è escluso un aumento futuro della quota.
( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
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Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-24 num: - pag: 35
categoria: REDAZIONALE La Giornata in Borsa Scatto di Pirelli, sale Generali di
Giacomo Ferrari Milano superstar Piazza Affari prima in Europa: l'indice
S&P-Mib cresce del 5,77% Ancora una volta Piazza Affari svetta in Europa. Il listino
italiano ha guadagnato infatti circa il doppio degli altri, con l'S&P-Mib
che ha chiuso in vantaggio del 5,77% e il Mibtel del 4,66%, sull'onda del piano
Obama per i titoli «tossici» delle banche che ha messo le ali a tutte le Borse.
A Milano la prima seduta della settimana ha registrato tra l'altro alcune
variazioni nella composizione degli indici. Nell'S& P-Mib sono entrati
nuovi titoli, come Campari, Ansaldo Sts e Cir, che hanno esordito tutti con
progressi significativi anche se inferiori alla media. A correre di più è stato
in generale il comparto bancario, all'interno del quale il balzo più
consistente lo ha fatto Unicredit (+15,09%). Seguono Intesa-Sanpaolo (+9,37%),
Ubi Banca (+9,28%), Popolare Milano (+8,43%), Mediobanca (+8,06%) e Monte
Paschi (+7,26%). Rialzo a due cifre, tuttavia, anche per Pirelli, il cui prezzo
di riferimento è migliorato del 13,19% grazie alla riscoperta del comparto
auto, positivo in tutta Europa (mentre Fiat ha limitato al 3,26% il rialzo
della giornata). Bene, inoltre, i titoli assicurativi, guidati da Fondiaria-
Sai (+6,66%); Generali è cresciuta invece del 5,91% e Alleanza del 5,78%. La
panoramica sui maggiori rialzi dell'S&P-Mib si completa poi con il balzo di
A2A (+6,79%), quello di Atlantia (+6,02% dopo i buoni risultati di bilancio
comunicati venerdì) e quello di Buzzi-Unicem (+5,4%). Fra i pochissimi titoli
in controtendenza, soltanto Luxottica segna un calo superiore al punto
percentuale (-1,05%).
( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)
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Pagina 3 - Attualità Via al nuovo piano Obama, le Borse
volano Wall Street a +6,8% e Milano a +4,6%. Il presidente Usa: qualche
bagliore di speranza LA CRISI Gli Stati Uniti varano il programma per far
fronte al problema dei titoli tossici delle banche Le parole del segretario al
Tesoro Geithner convincono il mondo: avremo un sistema più forte di GIGI FURINI
PETROLIO Prezzo in rialzo: ieri 53,83 dollari MILANO. Si chiama Public-Private
Investment ed è il piano messo a punto dal Tesoro americano per far fronte allo
spinoso problema degli asset tossici, dei "titoli spazzatura" di
proprietà delle banche, dei titoli che sono stati scambiati fino all'anno
scorso per oro colato e adesso valgono come coriandoli. Il piano piace, lo
dimostrano le Borse di tutto il mondo che ieri hanno festeggiato con corposi
rialzi. Non mancano le critiche e gli scettici vogliono prima vedere quale sarà
la consistenza effettiva del piano, ma le parole del segretario al Tesoro,
Geithner, hanno convinto il mondo intero. Per questo ci sono stati prima forti
rialzi sulla piazze asiatiche (+3,39% Tokio, +4,40% Hong Kong, +,28% Taiwan,
+2,44% Sidney, +3,26% Singapore) e poi, in funzione del fuso orario, gli
acquisti si sono spostati in Europa. In serata ha chiuso in modo brillante
anche il mercato di Wall Street (+6,84% il Dow Jones e +6,76% il Nasdaq a pochi
minuti dalla fine della seduta). Milano è ancora la "maglia rosa"
d'Europa, con un balzo dell'indice Mibtel del 4,66%, ma sono andate bene le
cose anche a Parigi (+2,81%), Francoforte (+2,65%) e Londra (+2,86%). «Il
nostro obiettivo - aveva spiegato Timothy Geithner - è quello di avere un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla
ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per «ripulire i bilanci delle banche», gli Usa
mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui rilevare e
risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle attività tossiche
racchiuse nei bilanci. Nel dettaglio, il Tesoro si impegna a un
versamento iniziale fra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Il programma è diviso
in tre parti e prevede che i finanziamenti siano erogati dalla Federal Reserve
e dal Fdic (Federal Deposit Insurance Corporation), cioè l'ente che garantisce
i depositi bancari. Il programma utilizzerà parte dei fondi che erano stati
stanziati in autunno dal Congresso a favore del sistema bancario. Grazie
all'effetto leva, i fondi metteranno in moto 500 miliardi, con un impatto sul
sistema finanziario fino a mille miliardi. «Si tratta di azioni straordinarie -
spiega il segretario al Tesoro - perchè l'economia Usa e una parte del mondo si
trovano ad affrontare sfide straordinarie. Come Paese abbiamo chiesto troppi
prestiti e lasciato che il nostro sistema finanziario assumesse livelli
irresponsabili di rischio. Queste decisioni hanno causato enormi sofferenze,
molte delle quali ricadute sugli americani e sui titoli delle piccole imprese.
Questo è ingiusto e gli americani sono arrabbiati e giustamente frustrati». «Le
decisioni che abbiamo assunto - continua Geithner - dovrebbero superare il test
più serio, cioè far tornare il sistema finanziario in grado di funzionare
attraverso la concessione del credito alle famiglie e alle imprese». Anche il
presidente Obama è intervenuto nel week end. Nel corso di un'intervista
televisiva ha lanciato un messaggio di ottimismo. «Il nostro sistema
finanziario - ha detto - si trova di fronte a rischi che necessitano interventi
da parte del governo, ma comincia a intravedersi qualche bagliore di speranza».
Il petrolio. La speranza di una rapida fine della crisi
e di un ritorno ai consumi ha spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il
greggio chiude a New York a 53,83 dollari al barile (l'equivalente di
( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni -
data: 2009-03-24 num: - pag: 36 autore: di BARACK OBAMA categoria: REDAZIONALE
IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI «Così usciremo dall'emergenza» SEGUE DALLA
PRIMA Non solo: questa azione potrà anche spianare la strada a una nuova era di
impegno economico per scongiurare il ripetersi di una simile crisi in futuro.
Nessuno può negare la situazione di emergenza in cui viviamo. La crisi del
credito e della fiducia ha travolto i confini nazionali e fa sentire le sue
ripercussioni in ogni angolo del pianeta. Per la prima volta in questa
generazione, assistiamo alla contrazione dell'economia globale e alla riduzione
degli scambi commerciali. Sono stati bruciati trilioni di dollari, le banche
non concedono prestiti e decine di milioni di persone perderanno il posto di
lavoro in tutto il mondo. Sono in pericolo la prosperità di ogni singola
nazione, la stabilità dei governi e la sopravvivenza delle popolazioni nelle
regioni più svantaggiate della terra. Una volta per tutte, abbiamo imparato che
il successo dell'economia americana è strettamente collegato all'economia
globale. Non esistono distinzioni tra gli interventi che riavvieranno la
crescita nella nostra nazione e quelli che la sosterranno altrove. Se i
consumatori di altri Paesi non sono più in grado di spendere, i mercati si
prosciugano e oggi assistiamo al calo delle esportazioni americane più
drammatico degli ultimi quarant'anni, che ha immediatamente provocato la
perdita di posti di lavoro nel nostro Paese. E se consentiremo alle istituzioni
finanziarie di tutto il mondo di agire in modo irresponsabile e senza scrupoli,
resteremo intrappolati in una spirale di bolle che si succedono alle crisi. Per
questo motivo, il prossimo vertice di Londra è di importanza cruciale per la
nostra ripresa. Il mio messaggio è chiaro: gli Stati Uniti sono pronti a
rimettersi alla guida e noi chiamiamo a raccolta i nostri partner per fare uno
sforzo comune, verso un obiettivo comune. Molto è stato fatto, ma molto resta
ancora da fare. La nostra leadership è fondata su una semplice premessa:
agiremo con coraggio per risollevare dalla crisi l'economia americana e
riformare i nostri meccanismi di controllo, ma tali azioni risulteranno
rafforzate, se accompagnate da un intervento complementare all'estero. Grazie
al nostro esempio, gli Stati Uniti saranno in grado di promuovere la ripresa
globale e ricostruire la fiducia in tutto il mondo. Se il vertice di Londra
saprà galvanizzare l'azione collettiva, potremo garantire una ripresa sicura e
scongiurare crisi future. Innanzitutto occorre agire rapidamente per stimolare
la crescita. Già gli Stati Uniti hanno varato una legge per la ripresa e i nuovi
investimenti, nel tentativo deciso di incentivare la creazione di posti di
lavoro e gettare le fondamenta per la crescita della prossima generazione.
Altri membri del G20 hanno avviato misure di stimolo fiscale, ma tali
interventi dovranno essere robusti e sostenuti fino alla completa risalita
della domanda. Nel far questo, occorre partecipare all'impegno collettivo di
incoraggiare il libero mercato e gli investimenti, e
resistere alla tentazione del protezionismo, che non può che
aggravare la crisi. Secondo, è necessario rimettere in moto il credito,
essenziale per le aziende e per i consumatori. In America, stiamo lavorando
alacremente per stabilizzare il nostro sistema finanziario. Grazie anche a una
corretta valutazione dei bilanci delle nostre banche principali, si
otterrà lo sblocco dei prestiti che aiuteranno gli americani ad acquistare
beni, a restare nelle loro case e ad espandere le loro attività
imprenditoriali. Questa azione dovrà essere amplificata dagli interventi dei
nostri partner del G20. Tutti insieme potremo concordare su una struttura
comune fondata sulla trasparenza, la responsabilità e il ripristino del
credito, che rappresenta la linfa vitale alla crescita dell'economia globale. E
il G20, assieme alle istituzioni multilaterali, sarà in grado di fornire
finanziamenti al mercato per far risalire le esportazioni e creare posti di
lavoro. Terzo, abbiamo l'obbligo morale ed economico — oltre che di sicurezza
nazionale — di tendere la mano ai Paesi in difficoltà. Se gireremo loro le spalle,
le sofferenze causate dalla crisi si aggraveranno e la nostra stessa ripresa
sarà rallentata, perché i mercati si contrarranno ancora e altri americani
perderanno il lavoro. Il G20 dovrà mettere in campo celermente tutte le risorse
disponibili per stabilizzare i mercati emergenti, rafforzare con contributi
sostanziosi le riserve di emergenza del Fondo monetario internazionale e
aiutare le banche regionali allo sviluppo ad accelerare la concessione dei
prestiti. Nel frattempo, l'America si impegna a varare nuovi investimenti
mirati per la sicurezza alimentare, che aiuteranno le nazioni più povere a
superare il momento sfavorevole. Se queste azioni ci aiuteranno a uscire dalla
crisi, è tuttavia impensabile tornare alla situazione antecedente. Occorre
mettere fine alle speculazioni insensate e alle spese che vanno oltre le nostre
possibilità; occorre dire basta al credito cattivo, alle banche che hanno
abusato della leva finanziaria, all'assenza di controlli che ci condannano a
subire bolle destinate a scoppiare. Solo un'azione coordinata a livello
internazionale potrà impedire il ripetersi di operazioni irresponsabili e
rischiose che hanno innescato questa crisi. Per questo motivo mi impegno a
cogliere quest'occasione per portare avanti le riforme strutturali dei nostri
istituti normativi e di vigilanza. Le istituzioni finanziarie — a Wall Street
come nel resto del mondo — hanno bisogno di controlli attenti e di regole
credibili. Tutti i mercati devono disporre di standard di stabilità e
meccanismi di vigilanza. Una forte struttura di regole per il capitale ci
proteggerà da future crisi. Occorre smantellare i paradisi fiscali e debellare
il riciclaggio di denaro sporco; con trasparenza, rigore e responsabilità
dovremo intercettare ogni abuso; e sono ormai finiti i giorni delle
remunerazioni al di fuori di ogni controllo. Invece di misure parziali che
rischiano di risultare inefficaci, occorre fornire incentivi chiari per i
comportamenti virtuosi che ci spingono a competere verso l'eccellenza. So
benissimo che l'America ha le sue responsabilità per il caos in cui ci
dibattiamo. Ma so anche che la scelta non è tra un capitalismo caotico e
spietato, da un lato, e un'economia statale oppressiva dall'altro. Questa è una
falsa alternativa, che non produrrà alcun beneficio per il nostro Paese, né per
gli altri. L'incontro del G20 costituisce il forum di un nuovo concetto di
cooperazione economica globale. E' venuto il momento di lavorare insieme per
ristabilire una crescita gagliarda, assicurata da mercati aperti e stabili che
sanno imbrigliare l'innovazione, sostenere l'imprenditorialità e moltiplicare
le opportunità. Le nazioni della terra hanno interessi comuni e gli Stati Uniti
sono pronti a unirsi a questo sforzo globale per una crescita sostenibile e la
ripresa dell'occupazione. Insieme, sapremo trarre insegnamento dalla crisi
attuale e creare una nuova prosperità, sicura e duratura, per il ventunesimo
secolo. traduzione di Rita Baldassarre
( da "Giorno, Il (Milano)" del 24-03-2009)
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Crisi
MILANO ATTUALITA' pag. 4 Formigoni: i
lombardi non sono soli contro la crisi Tremonti, a
colazione con il governatore e con i big dell'economia, annuncia fondi per gli
ammortizzatori sociali: 1,5 miliardi di GIORGIO GUAITI MILANO EVITARE CHE LA
CRISI finanziaria, già diventata economica, diventi sociale: «abbiamo la volontà e
gli strumenti per centrare questo obiettivo. Nessuno sarà lasciato
solo». Per riuscirci sarà necessario continuare sulla strada della «compattezza
di sistema», anticipare la realizzazione del federalismo, dare fiducia alle
piccole e medie imprese, utilizzare i fondi per gli ammortizzatori sociali che
il governo renderà disponibili entro la fine del mese, realizzare il piano casa
con nuove corresponsabilità fra Stato e Regioni. Così il presidente della
Regione, Roberto Formigoni, ha riassunto il "messaggio" trasmesso al ministro
dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso della colazione di lavoro allestita
ieri al Pirellone, con la partecipazione dei leader dell'economia lombarda. Fra
i partecipanti (una sessantina), Emma Marcegaglia, Diana Bracco, Marco
Tronchetti Provera, Ennio Doris, Alberto Bombassei, Giuseppe Fontana, Salvatore
Ligresti, Carlo Pesenti, Carlo Sangalli, Beatrice Trussardi, oltre ad esponenti
della Giunta regionale. A proporre l'incontro è stato lo stesso governatore con
l'intento di discurere e approfondire le dinamiche della crisi
e mettere a punto idee, strumenti e iniziative per contrastarla. E PROPRIO sul
fronte degli strumenti, Formigoni ha annunciato di aver ottenuto da Tremonti
l'assicurazione che entro il 31 marzo saranno chiusi gli accordi operativi fra
Stato e Regioni sugli ammortizzatori sociali, il che consentirà alla Lombardia
di disporre di «un miliardo e mezzo di euro per la cassa integrazione, prevista
per 85-90 mila lavoratori». Le attese sono infatti per un aumento del 2 per
cento della disoccupazione, «ma - ha aggiunto Formigoni - abbiamo risorse per
garantire a tutti un reddito». Le modalità di trasferimento dei fondi saranno
argomento, domani, della Conferenza Stato-Regioni, che prevede «una riunione
con il presidente Berlusconi» e nella quale si parlerà anche del piano casa,
che Formigoni guarda «con un occhio positivo». Per far fronte alla crisi - ha ricordato il governatore - in Lombardia si è
scelto di percorrere la strada della «maggiore fiducia al sistema
imprenditoriale, sopratutto alle piccole e medie imprese». Ed è chiaro che la
ricetta lombarda viene proposta anche al resto del Paese. Per superare la crisi sono però necessarie «grandi riforme» e «una nuova
visione»: «principi - ha detto Formigoni - che non esitino a rimettere in
discussione» alcuni «capisaldi irrinunciabili» di oggi, «regole che spingano a
chiedere sacrifici a tutti, purché in misura equa». Indispensabile quindi il
sostegno delle istituzioni pubbliche, non però in una sorta di «neostatalismo
di ritorno», ma con uno Stato capace di svolgere un «autentico ruolo
sussidiario». Da qui la necessità di «accelerare i tempi di attuazione del
federalismo e in particolare del federalismo fiscale». «I 5 anni preventivati -
ha detto Formigoni - sono troppi, soprattutto alla luce della crisi economica»: il sistema lombardo e nazionale «non può
vivere con l'incognita del "federalismo che verrà"». LE VALUTAZIONI.
Formigoni si è detto «molto soddisfatto» dell'incontro, che è stato occasione
per mostrare la «grande compattezza del sistema»: «remiamo tutti nella stessa
direzione sapendo che quello che ci interessa è potenziare la forza del
sistema, con realismo, sapendo di essere in una situazione difficile, ma che
possiamo fronteggiare». E particolarmente positivi sono stati anche i commenti
di Tronchetti Provera ed Ennio Doris. Infine, una curiosità. Il menù della
colazione dei big? Lasagnette con aspargi, provola e fonduta; filetto di
vitello con padellata di carciofi e patate; blancmanger alle mandorle.
( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)
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Crisi
In vendita la storica azienda veneziana dei superyacht: a
rischio 70 posti di lavoro e centinaia di fornitori dell'indotto La crisi affonda i cantieri dei vip Dalla Pietà senza ordini chiede il
concordato preventivo VENEZIA. La crisi finanziaria
globale ha colpito anche la storica azienda nautica di lusso veneziana. Dopo i
cantieri di Pellestrina De Poli, ieri mattina anche i Cantieri Dalla Pietà di
Fusina (ma veneziani di nascita) hanno presentato domanda di accesso al
concordato preventivo al Tribunale di Venezia. In pratica l'azienda, che
costruisce superyacht, tenta di salvare alcuni rami (rimessaggio e refitting) e
anche l'occupazione. Sono a rischio 70 posti di lavoro e centinaia di fornitori
dell'indotto. A dicembre 2008 i debiti erano di 32 milioni. GIORGI E SCATTOLIN
A PAGINA 3
( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino di Padova,
Il)
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Crisi
IL VENETO Ma Galan canta vittoria «Noi siamo stati
apripista» VENEZIA. Chi si vanta, invece è il governatore del Veneto Giancarlo
Galan. Ieri ha ricordato il ruolo di apripista svolto dal Veneto per il varo a
favore della legge di rilancio del settore edilizio il presidente Galan, in
vista dell'incontro di domani con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
proprio sul piano casa. Tra Veneto e governo su questo terreno non dovrebbero
esserci problemi visto che lo stesso governatore Galan ha sottolineato che il
disegno di legge varato dalla giunta veneta è stato pensato in piena sintonia
con il premier. «Con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, - ha
ribadito Galan - abbiamo pensato un piano per aiutare l'edilizia
fortemente penalizzata nell'intero Paese e purtroppo pure in Veneto dalla
complessa crisi finanziaria». Riguardo alle competenze, il presidente veneto in sede di
illustrazione del provvedimento, una decina di giorni fa, aveva ricordato che è
materia delle Regioni. Ma anche in Veneto cominciano a sepreggiare malcontenti
e dubbi sul piano casa.
( da "marketpress.info" del 24-03-2009)
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Crisi
Martedì 24 Marzo 2009 FORMIGONI/TREMONTI,
IMPEGNO ANTI-CRISI CON GOTHA ECONOMIA "NESSUNO RIMARRA´ SOLO, ABBIAMO
STRUMENTI E RISORSE PER REAGIRE" A GIORNI TRASFERIMENTO DI 1,5 MILIARDI DI
AMMORTIZZATORI SOCIALI Milano, 24 marzo 2009 - "La crisi finanziaria, diventata crisi economica, non
deve diventare crisi
sociale. E´ volontà di tutti e abbiamo gli strumenti per centrare questo
obiettivo. Nessuno sarà lasciato solo". Lo ha detto il presidente della
Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al termine della colazione di lavoro,
ieri al Belvedere del 31mo piano del Palazzo Pirelli, con il ministro
dell´Economia, Giulio Tremonti e una sessantina di leader dell´economia
lombarda (membri del Patto per lo Sviluppo o protagonisti del Comitato
strategico per la competitività). Presenti, tra gli altri, Emma Marcegaglia,
Diana Bracco, Marco Tronchetti Provera, Ennio Doris, Alberto Bombassei,
Giuseppe Fontana, Salvatore Ligresti, Massimo Ponzellini, Carlo Pesenti,
Giuseppe Guzzetti, Roberto Mazzotta, Carlo Sangalli, Paolo Galassi, Francesco
Bettoni, Giorgio Squinzi, Beatrice Trussardi. Un incontro che Formigoni ha
voluto per discutere e approfondire le dinamiche della crisi
in atto e mettere a punto idee, iniziative e strumenti per contrastarla. Il
presidente era affiancato dal vicepresidente e assessore all´Istruzione,
Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni, e dagli assessori Davide Boni (Territorio
e Urbanistica), Massimo Buscemi (Reti, Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo
sostenibile), Raffaele Cattaneo (Infrastrutture e Mobilità), Romano Colozzi
(Risorse e Finanze), Romano La Russa (Industria, Pmi e Cooperazione) e Mario
Scotti (Casa e Opere pubbliche), oltre al sottosegretario Marcello Raimondi.
Ieri Formigoni ha anche chiesto e ottenuto dal ministro Tremonti
l´assicurazione che nel giro di una settimana, quindi entro la fine di marzo,
saranno chiusi gli accordi operativi tra Stato e Regioni sugli ammortizzatori
sociali (2/3 dal Governo e 1/3 dalla Regioni). "Sarà quindi effettivo - ha
precisato il presidente - il trasferimento di 1,5 miliardi alla Regione
Lombardia per la cassa integrazione, prevista per circa 85/90mila lavoratori.
Si prevede infatti un aumento del 2% di disoccupati: ma appunto abbiamo risorse
per garantire a tutti un reddito". Formigoni ha ricordato anche le misure
già messe in campo da Regione Lombardia: "Le garanzie per 3 miliardi di
crediti alle piccole imprese, oltre ai finanziamenti diretti all´innovazione e
all´internazionalizzazone; gli 11 miliardi di investimenti programmati per le
grandi infrastrutture, strade e ospedali, da qui al 2015, data dell´Expo, per
le quali non un giorno è stato perso dal Tavolo Lombardia". A questo
Tavolo, presieduto dallo stesso Formigoni, competono appunto le opere
infrastrutturali per Expo. Così come importanti per concorrere a contrastare la
crisi e ad agevolare le imprese sono le misure di
semplificazione burocratica (che fanno risparmiare tempo) e l´ulteriore velocizzazione
dei pagamenti: "Il nostro sistema sanitario - ha spiegato Formigoni - paga
i fornitori mediamente a 90 giorni, contro una media nazionale di 300 giorni.
Si tratta di una performance rilevantissima, tanto più se si considera che
siamo all´interno di un sistema sanitario che ha un bilancio di oltre 22
miliardi di euro". "Si è parlato anche del Piano casa del Governo -
ha confermato poi il presidente lombardo - in termini positivi, sia da parte
del Governo stesso che lo ha proposto, sia da parte di molti intervenuti. Anche
di questo parleremo mercoledì in un incontro con il Presidente del Consiglio.
Si tratta di una possibilità positiva per la nostra economia; sappiamo che
occorre un accordo Stato-regioni perché siano rispettate le competenze dell´uno
e delle altre". Formigoni si è detto infine "molto soddisfatto di
questo incontro che ha mostrato una grande compattezza del nostro sistema, la
consapevolezza che si è più forti se si è uniti, la decisione effettiva di
remare tutti nella stessa direzione". Il presidente ha parlato con favore
di "imprenditori che reagiscono bene anche con risorse personali", di
"diffuso senso di responsabilità e volontà di cooperare". Quanto alle
banche, "dall´incontro di oggi mi sono sembrate consapevoli che da loro ci
aspettiamo molto, ci aspettiamo che diano fiducia e liquidità alle imprese
serie che se lo meritano". E ha citato ancora una volta l´esempio di
un´acciaieria di Brescia che, con l´accordo dei lavoratori, ha trasferito la
produzione dal giorno alle ore notturne, quando l´energia (che si usa in gran
quantità per questi impianti) costa meno, salvando così i posti di lavoro. .
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( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Pagina 16 - Udine Cervignano, sulla crisi Balducci attacca Travanut CERVIGNANO. É polemica dopo le recenti
dichiarazioni del consigliere regionale e comunale Mauro Travanut, che, nei giorni
scorsi, riferendosi alla crisi
finanziaria mondiale, aveva citato le parole
del presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama, il quale, a sua volta,
aveva definito un oltraggio il pagamento dei bonus ai manager di Aig, il
colosso delle assicurazioni che, recentemente, ha annunciato il pagamento di
165 milioni di dollari ai dirigenti. Travanut aveva definito un oltraggio, al
pari, la decisione presa dal consiglio di amministrazione della Fiat, che
intende destinare circa 8 milioni di euro ai propri dirigenti. «Senza guardare
così lontano - attacca il consigliere di opposizione, Andrea Balducci -
Travanut dimentica, che a Torviscosa, a pochi chilometri da dove vive, potrebbe
trovare gli stessi operai, che rischiano il loro posto di lavoro. Caro Travanut,
quando, per raccattare qualche voto, ti capita di parlare ai cassaintegrati
della Caffaro, ricordati che loro lavorano quanto te, ma che la tua busta paga
è di 6 o 7 volte superiore a quella di un operaio chimico, che hai dei
privilegi medioevali e una pensione assicurata dopo un solo mandato. Ricordati
che anche questo è un oltraggio». Rincara la dose Balducci: «Non dimenticare
che sei anche consigliere comunale e che ad ogni seduta, ti porti a casa anche
50 euro lordi. Vuoi essere solidale con le categorie più deboli, che dici di
voler difendere? Allora proponi ai consiglieri regionali, anche di
centrodestra, un taglio alle vostre indennità. Altrimenti, sul tema compensi e
indennità, è meglio tacere, come fanno i tuoi colleghi. In certe occasioni il
silenzio è d'oro, così come la tua indennità». (e.m.)
( da "TgFin.it" del 24-03-2009)
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Crisi
Crisi: Banca centrale cinese chiede creazione moneta
riserva internazionale (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 24 mar - La Cina ha
chiesto l'adozione "di una moneta di riserva internazionale stabile"
per rimpiazzare il dollaro, considerando che la crisi finanziaria richiede "una riforma creativa dell'attuale sistema
monetario internazionale". In un comunicato riportato sul sito della Banca
centrale cinese, una settimana prima del G20, il governatore Zhou Xiaochuan
spiega che la crisi ha evidenziato "la debolezza del sistema monetario
internazionale attuale". Red-liz (RADIOCOR) 24-03-09 08:42:46
(0031) 3 NNNN
( da "Dagospia.com" del 24-03-2009)
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Crisi
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dialogano prima del G20 - Primi segnali di deflazione in Gran Bretagna - AIG
RESTITUIRà I BONUS ? LE BORSE GODONO: USA SI ACCOLLA GLI ASSET TOSSICI ? I
TIMORI USA SUL PAKISTAN ? CAOS SUL KOSOVO NEL GOVERNO ZAPATERO? Rassegna stampa
internazionale a cura di Apcom 1 - SPAGNA EL MUNDO - "(Il ministro della
Difesa) Chacon ha improvvisato con (il premier) Zapatero il cambio di politica
in Kosovo": Chacon e Zapatero si sono messi d'accordo lo scorso mercoledì
in una riunione alla Moncloa, il giorno prima del viaggio della ministra in
Kosovo. Chacon ha detto che contava sulla comprensione della Nato, e Zapatero
ha dato il via libera al ritiro, hanno detto fonti militari a El Mundo. Nicolas
Sarkozy Per Trinidad Jimenez le critiche rivolte alla ministra Chacon sono una
manifestazione di "machismo" e non ci sarebbero state se al suo posto
ci fosse stato l'ex ministro Bono. In evidenza il piano di Obama per ripulire i bilanci delle banche dai titoli tossici che hanno
provocato la crisi
finanziaria: le borse hanno reagito positive
al suo annuncio. EL PAIS - "Gli Usa stanziano un altro miliardo di dollari
per ripulire le banche" dai titoli tossici. L'amministrazione Obama ha
presentato ieri il suo piano per salvare il settore finanziario, e ripulire i
bilanci delle banche in crisi. "Chacon attribuisce all'intero governo la decisione
di ritirare le truppe dal Kosovo": la ministra della Difesa respinge le
critiche e dice che non ci sono stati errori nell'annuncio del ritiro del
contingente spagnolo dalla regione balcanica. 2 - FRANCIA LIBERATION - In prima
pagina l'indignazione del quotidiano per i bonus ai grandi dirigenti d'azienda.
Malgrado la crisi economica internazionale, le società
continuano a versare remunerazioni dorate. E il governo francese esita a
produrre una legge che possa mettere un freno a questa tendenza. E Liberation
ricorda il caso di Thierry Morin, di PDG, che ha incassato 3,2 milioni di euro
e lascerà una società che riceve aiuti dallo stato e sopprime 1.600 posti di
lavoro. "Indecente". barack obama LE FIGARO - In primo piano il
colloquio previsto per domani tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e
quello americano, Barack Obama. I due leader si sentiranno telefonicamente a
pochi giorni dal vertice del G20 di Londra. "Obama e Sarkozy dialogano
prima del G20". Spazio in prima pagina anche per un'intervista al ministro
dell'Interno iracheno Jawad al Bolani, che chiede un contributo della Francia
per la crescita delle forze di sicurezza di Baghdad. "L'Iraq vuole che la
Francia aiuti le sue forze di sicurezza". 3 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN -
In apertura il Guardian pubblica una sua inchiesta su presunti "crimini di
guerra" commessi dalle truppe israeliane durante la recente operazione
militare nella Striscia di Gaza. Il quotidiano britannico accusa l'esercito
israeliano di aver usato bambini palestinesi come scudi umani, di aver
attaccato scuole e ospedali di Gaza e di aver colpito la popolazione civile con
i droni, gli aerei radiocomandati. "I beneficiari dei bonus Aig
restituiranno i loro soldi": nove dei 10 top manager che hanno ricevuto
bonus stellari dal colosso americano delle assicurazioni restituiranno 50
milioni di dollari. THE INDEPENDENT - "Smith svela oggi la nuova strategia
anti-terrorismo": il ministro dell'Interno Jacqui Smith svela oggi la
nuova strategia anti-terrorismo del governo britannico, messa a punto dopo un
anno di lavoro degli esperti, che hanno esaminato anche i recenti attentati
agli hotel di Mumbai, in India. Zapatero THE TIMES - Primi segnali di
deflazione in Gran Bretagna. Come riporta oggi il Times, oltre un milione di
impiegati della sanità pubblica non riceveranno l'aumento di stipendio che era
stato promesso loro. Il congelamento degli stipendi riguarderà anche alti
funzionari governativi, mentre il Paese si prepara al primo periodo di
deflazione dopo 50 anni. Le autorità britanniche interrompono i lavori per il
database che conterrà i dati di undici milioni di bambini e adolescenti per
problemi relativi alla sicurezza. Il sistema dovrebbe servire a proteggere i
giovani sotto i 18 anni. FINANCIAL TIMES - "Il piano Geithner"
accolto positivamente: in apertura il Financial Times si occupa della risposta
positiva dei mercati all'annuncio del piano salvabanche dell'amministrazione
Obama, che servirà a ripulire i bilanci delle banche dai titoli tossici. Il
piano coinvolgerà anche investitori privati. In primo piano anche le paure
degli Stati Uniti per il futuro del Pakistan. "Washington ha detto ieri ai
suoi alleati della Nato che ci sono più timori per il Pakistan che per
l'Afghanistan". 4 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES - "Gli Usa
espandono il piano per comprare gli asset tossici delle banche": il nuovo
piano dell'amministrazione Obama per ripulire i bilanci delle banche dai titoli
tossici e dai prestiti inesigibili è più generoso verso i privati di quanto
inizialmente stimato, ma crea rischi per i contribuenti. Il piano è stato
accolto positivamente dagli investitori, con il Dow Jones che ha guadagnato
quasi il 7 per cento. "50 milioni di dollari di bonus di AIG saranno
restituiti": il procuratore dello stato di New York, Andrew Cuomo, ha
detto ieri che è riuscito a convincere nove top manager del colosso delle
assicurazioni Aig a rinunciare ai sontuosi bonus ricevuti. THE WASHINGTON POST
- In apertura il Washington Post riferisce che "l'amministrazione Obama
sta considerando di chiedere al Congresso maggiori poteri per confiscare"
compagnie assicurative, fondi di investimento e hedge fund, per scongiurare
fallimenti che potrebbero danneggiare l'economia. Al momento il governo ha il
potere di confiscare solo le banche. Andrew Cuomo In primo piano il piano
presentato ieri dal segretario al Tesoro Tim Geithner per ripulire i bilanci
delle banche dai titoli tossici. Positiva la risposta di Wall Street, che ha
registrato un +7 per cento. Diversi economisti sono però scettici sulla
riuscita del piano, poichè a loro giudizio le banche chiederanno prezzi più
alti per gli asset in vendita di quanto gli investitori siano disposti a
pagare. 5 - STAMPA ARABA AL SHARQ AL AWSAT - quotidiano panarabo edito a
Londra, dedica l'apertura al ritorno della violenza nel Libano: "Il
ministro degli Interni palestinesi: l'assassinio del capo di al Fatah è più
grande della questione dei campi" d'accoglienza di profughi palestinesi.
Iraq, il presidente turco "Gul a Baghdad: collaboreremo con voi in cambio
della cacciata del Pkk". Afghanistan, il portavoce delle forze Isaf:
"il contrabbando d'armi per i talebani passa attraverso i confini
iraniani". Darfur, "alla sua prima visita all'estero dopo il mandato
d'arresto dell'Aia, al Bashir: le vostre decisioni sono inchiostro su
carta". Crisi finanziaria mondiale, "piano
di Washington di un trilione di dollari per salvare le banche dai titoli
tossici". AL QUDS AL ARABI - giornale palestinese edito a Londra, dedica
l'apertura all'"ultimatum al partiro dei lavoratori curdi in
Turchia", lanciato dal presidente iracheno, il curdo, Jalal Talabani
durante la visita a Baghdad del presidente turco Gul: "deponete gli armi
per sempre, oppure lasciate l'Iraq". In aperta sfida alla Corte penale
internazionale, il presidente sudanese, "al Bashir visita l'Eritrea, ma è
giallo sulla sua presenza al summit di Doha". Esponenti di Hamas che
partecipano al dialogo inter-palestinese nel Cairo: "siamo sotto sequestro
fraterno dagli egiziani, un ufficiale d'intelligence per ogni commissione ci
permette incontri con l'esterno solo durante la pausa del caffe". Arabia
saudita: "il sovrano blocca il suo corteo per ascoltare un sit-in di neo
laureati che chiedevano un impiego"; e "il Gran Muft?, su teatro e
cinema afferma: 'distraggono la nazione dal progresso'". "le autorità
egiziane bloccano 560 capi di bestiame destinati alla striscia di Gaza".
AL HAYAT - foglio panarabo edito a Londra, apre sull'attentato che ieri ha
ucciso il numero due dell'Olp in Libano: "estesa condanna libanese; Abu
Mazen lo definisce crimine terroristico, e le accuse indicano Israele",
come mandante. Iraq, il presidente turco Abdullah "Gul supera lo storico
complesso di Ankara verso i curdi e Talabani avvisa i ribelli del Pkk di
lasciare il paese". Iran-Usa, "Washington inizia a tastare le
intenzioni di Teheran per entrare in un dialogo senza rinunciare ai principi:
incentivi che comprendono combustibile nucleare a basso costo in cambio di collaborazione
regionale e rinuncia all'arricchimento" dell'uranio. AL AHRAM - giornale
egiziano semi-ufficiale, titola in apertura: "le Nazioni Unite accusano
Israele, per la prima volta ufficialmente, di crimini di guerra durante la
guerra di Gaza: L'organizzazione mondiale conferma che l'Esercito d'Israele non
ha fatto distinzione tra gli obbiettivi militari e quelli civili" e
"un'organizzazione medica americana: i soldati israeliani hanno aperto il
fuoco decine di volte contro ospedali e cliniche". "la polizia
israeliana arresta lo Sheikh (palestinese di Gerusalemme) Raid Salah e l'Egitto
critica il divieto imposto da Israele sul Festival 'Gerusalemme capitale della
Cultura'", organizzato dagli arabi della città santa. ASSAFIR - giornale
libanese vicino allo schieramento anti-occidentale, apre aull'assassinio del
numero due dell'Olp in un attentato nel sud del Paese e titola: "Kamal
Medhat prima di raggiungere il martirio: 'mi vogliono morto'". 'Assafir'
annuncia la pubblicazione per "domani la prima intervista sul Libano"
con il presidente siriano Bashar Assad. [24-03-2009]
( da "Stampaweb, La" del 24-03-2009)
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Crisi
ROMA Poveri ma belli. In un mondo frastornato dalla crisi c?è un settore che non crolla: la bellezza. Uomini e
donne depressi dal presente e dalle prospettive per il futuro, tagliano le
spese, ma fanno alcune eccezioni. Beni di prima necessità? Assolutamente no. Si
sta parlando di creme, olii, trucchi e tutto quello che serve per migliorare la
nostra estetica, e per dedicarsi alla cura di sé coltivata negli anni sfrenati
dell?edonismo e della finanza allegra. Ma anche di sexy lingerie che, come ci spiega
il «Financial Times», è un settore merceologico che non conosce crisi. Anzi. Anche per il prossimo bilancio le previsioni
sono positive annuncia Garry Hoghart, a capo di Agent Provocateur, vivace brand
di intimo, fenomeno cult a Londra e New York. «Le coppie rimangono a casa per
risparmiare e sempre più donne investono in completini per aggiungere pepe alla
loro relazione», spiega l?esperto. E poi la lingerie «fa sentire le donne
meglio con se stesse» oltre al fatto che «tutti noi abbiamo bisogno di un incoraggiamento
in questo momento». Dal «New York Times» la notizia che anche i negozi di sex
toys vanno alla grande. «Il sesso non conosce crisi»,
spiega Analena proprietaria di uno dei cult-shop del settore. Insomma la cura
del corpo, del proprio look, come antidoto ai ristoranti troppo cari, alle
vacanze proibitive e alle buste paga troppo povere. E magari scopriremo che
questi anni di depressione economica serviranno almeno a vivacizzare rapporti
sentimentali stanchi. Un trend di aumentato narcisismo e ritrovato erotismo che
ha spie differenti. Alla vigilia del Cosmoprof, la fiera della bellezza che si
terrà a Bologna (dal 3 al 6 aprile) i dati rivelano una realtà di uomini e
donne disposti a tutto pur di non perdere il confronto con lo specchio. Gli italiani
non rinunciano a spendere in bellezza: utilizzano prodotti cosmetici almeno 6-7
volte al giorno, superando le 25 volte se si tratta di donne. Nel 2008 il
settore della cosmetica ha registrato un valore di mercato pari a 9 miliardi di
euro con una crescita dello 0,8%. Le esportazioni sono cresciute del 2,1%, e il
fatturato delle industrie italiane ha segnato un +1,2%, con un valore di circa
8,3 miliardi. E in questa curva di crescita hanno un ruolo fondamentale proprio
i prodotti cosmetici meno necessari, come il trucco (con un valore di oltre 323
milioni di euro), gli smalti (+9,3% con un valore di circa 80 milioni). Bene
anche gli skincare, le cure antirughe che in tempi difficili sostituiscono
interventi di chirurgia estetica ben più cari ed invasivi. Le previsioni erano
ben altre. «Invece è andata molto bene», commenta Fabio Franchina, presidente
di Unipro. «In un momento pesantemente condizionato dalla crisi
finanziaria mondiale, i consumi interni tengono e l?export è cresciuto.
«Pensiamo che anche il 2009 si chiuderà con numeri positivi». Insomma ben
truccati e con il giusto completino di biancheria intima, ben disposti verso il
sesso, siamo pronti ad affrontare la crisi. Magari
facendo anche un salto in Beauty Farm, altro luogo estetico beneficiato dai
tempi magri, una sorta di autoconsolazione ai sacrifici, ai viaggi non fatti,
al futuro incerto. Anche perché il concetto di spa è cambiato e non riguarda
più solo i faraonici centri a cinque stelle dove rinchiudersi una settimana, ma
anche le pensioni con meno galloni e listini abbordabili, e soprattutto si
affermano le day-spa, dove passare solo poche ore, magari alla pausa pranzo. E
per la prima volta l?Università Bocconi mappa il fenomeno delle Beauty-Farm che
sono ben 1.372, di cui 632, sono day spa. Ed è la Lombardia la regione a più
alta densità di strutture (21 per cento) seguita dall?Emilia Romagna (16 per
cento) e dalla Toscana (9 per cento). «E? una richiesta in aumento», spiega
Raffaella Sciarretta di Kami Spa, il primo centro benessere asiatico aperto in
Europa, a Roma. «La gente sente il bisogno di dedicarsi del tempo per
rilassarsi, soprattutto i tempi come questi di ansia diffusa». Insomma, la
bellezza come bene rifugio.
( da "CronacaQui.it" del 24-03-2009)
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Crisi
Più soldi per gli ammortizzatori sociali. Lo ha confermato il ministro al "ghota" dell'economia
lombarda Crisi, Tremonti porta ossigeno per 1,5 milioni MILANO - Dopo che la crisi finanziaria si è trasformata in crisi economica,
bisogna evitare di arrivare al terzo stadio: la crisi sociale.
Insomma, anche in Lombardia il problema c'è e gli amministratori non si
nascondono dietro a un dito. Tanto che ieri il presidente della Regione
Roberto Formigoni, ha chiamato a raccolta, per un incontro al Pirellone con il
ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il "gotha" dell'economia
lombarda. Emma Marcegaglia, Marco Tronchetti Provera, Salvatore Ligresti, Diana
Bracco e una altra cinquantina tra imprenditori, rappresentanti delle
istituzioni, del sistema bancario e delle parti sociali, si sono seduti attorno
a un tavolo per affrontare il problema e trovare soluzioni condivise. Al
termine del pranzo Formigoni si è detto «molto soddisfatto dell'incontro, che
ha mostrato una grande compattezza del nostro sistema». Ma tra i principali
argomenti discussi ci sono stati i fondi per gli ammortizzatori sociali e il
piano casa del Governo. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, il
ministro Tremonti ha assicurato che entro la fine del mese saranno chiusi gli
accordi con le regioni. Alla Lombardia andranno 1,5 miliardi di euro, su un
totale di 8. E il motivo è semplice. Per i prossimi mesi si prevedono 85/90mila
lavoratori in cassa integrazione e un aumento del 2 per cento dei disoccupati.
Per quanto riguarda il Piano casa, invece, il presidente lombardo ha espresso
il proprio apprezzamento a Tremonti e ha annunciato che di questo tema «parlerà
mercoledì in un incontro con il Presidente del Consiglio». «Si tratta - ha
comunque sottolineato del nuovo piano - di una possibilità positiva per la
nostra economia». «Sono molto soddisfatto perché il nostro sistema ha
dimostrato grande compattezza. Remiamo tutti nella stessa direzione perché
abbiamo capito che quello che ci interessa è rafforzare la forza del sistema,
con realismo, sapendo di essere in una situazione difficile ma che possiamo
fronteggiare», ha commentato fiducioso Formigoni, convinto anche che se la
situazione peggiorerà «ci rimboccheremo ancora di più le maniche consapevoli
della nostra forza». E la presidente di Assolombarda Diana Bracco, uscendo dal
Pirellone ha aggiunto: «abbiamo detto al ministro che vediamo segnali timidi di
fiducia. Il governo premi gli sforzi delle imprese che fanno investimenti».
Andrea Bernardi 24/03/2009
( da "KataWeb News" del 24-03-2009)
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Crisi
Credit Suisse: Proporrà ad azionisti aumento di capitale
24 marzo 2009 alle 10:21 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti La banca svizzera
Credit Suisse chiederà agli azionisti di approvare un aumento di capitale per
finanziare delle acquisizioni. L'istituto intende emettere 100 milioni di nuove
azioni, pari al 10% del proprio capitale, e chiedere la
facoltà di emetterne altri 100 milioni "per conservare flessibilità
strategica in futuro". Credit Suisse, una delle banche che ha reagito
meglio alla crisi
finanziaria grazie alla forte
capitalizzazione e una Tier 1 ratio sopra il 13%, ha comunicato che l'inizio
del 2009 è stato positivo. AGI
( da "Corriere.it" del 24-03-2009)
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Crisi
e 15 DIRIGENTI DI AIG RESTITUISCONO I BONUS «Effetto
Geithner», l'Europa in rialzo Piazza Affari apre a +1,47%. Bene anche Londra,
Parigi e Francoforte. A Tokyo, il Nikkei guadagna il 3,3% TOKYO - Continua
l'«Effetto Geithner». Dopo il promettente inizio di settimana sui mercati
finanziari di tutto il mondo, le Borse aprono ancora con il segno più. A Piazza
Affari il Mibtel segna +1,47% all'avvio delle contrattazioni, l'S&P/mib
+2,06%, l'All Stars +1,05%. Bene anche Parigi (+1,50%), Londra (+0,95%) e
Francoforte (+1,05%). IN ASIA - Le piazze del Vecchio Continente proseguono
dunque nella scia di rialzi realizzati sulle piazze asiatiche che hanno reagito
con euforia al piano statunitense per rilevare gli asset tossici degli istituti
finanziari. La Borsa di Tokyo ha chiuso in forte rialzo la seduta odierna.
L'indice Nikkei dei 225 titoli guida ha guadagnato 272,77 punti, pari al 3,32
%, salendo a 8.488,30 punti. Positivi anche i mercati di Shanghai, Taiwan,
Australia e India (+2,62%). Nonostante l'entusiasmo dei
trader, che sperano nella fine della peggiore crisi finanziaria
dai tempi della Grande Depressione, gli analisti però restano cauti. «Alla fine
i giochi non cambieranno anche se il piano sarà implementato perfettamente. E
si tratta di un grande "se"», ha avvertito Kirby Daley, di Newedge
Group a Hong Kong. PETROLIO - Il piano salva-banche Usa incide anche sul
prezzo del petrolio. A New York il greggio ha terminato le contrattazioni in
forte rialzo. Il light crude ha chiuso in progresso di 1,73 dollari a 53,80
dollari al barile, dopo aver toccato un massimo di seduta a 54,05 dollari al
barile, il picco di quattro mesi. In calo il prezzo del petrolio greggio in
Asia, dopo il rialzo a New York. Nel dopomercato elettronico che fa riferimento
al Nymex, la Borsa merci di New York, a Singapore il greggio "light sweet"
per consegna a maggio è stato trattato a mezzogiorno, ora locale, a 53,54
dollari a barile, con un ribasso di 0,26 dollari sulle quotazioni di New York.
AIG - Nel frattempo negli Stati Uniti, quindici dei 20 alti dirigenti di Aig,
che avevano ricevuto importanti bonus dall'azienda assicuratrice statunitense,
hanno accettato di restituire la totalità delle contestate somme percepite,
pari a circa 50 milioni di dollari. Lo ha annunciato il procuratore generale
dello stato di New York, Andrew Cuomo. L'impegno riguarda 50 milioni di dollari
(36,6 milioni di euro) sui 165 milioni di dollari (121 milioni di euro)
accordati la settimana scorsa dal gruppo, salvato da settembre e a più riprese
con fondi per 170 miliardi di dollari (124 miliardi di euro) di aiuti federali.
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( da "Trend-online" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Euforia sui mercati FOREX, clicca qui per leggere la
rassegna di Cfx Intermediazioni www.cfxintermediazioni.com, 24.03.2009 08:40
Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! La presentazione
del nuovo piano del segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, per rimuovere
asset tossici fino a mille miliardi di dollari dai bilanci delle banche fa
volare Wall Street: in chiusura, dopo le compensazioni, il Dow Jones avanza del
6,84% a 7.775,86 punti, il Nasdaq sale del 6,76% a 1.555,77 punti, mentre
l'S&P500 mette a segno un 7,08% a 823,15 punti. Il rally ha riguardato
anche l'Europa: Parigi guadagna il 2,81%, Francoforte il 2,65%, Londra il 2,86
per cento. A Piazza Affari, migliore del Vecchio Continente, il Mibtel ha
guadagnato il 4,66%, mentre l'S&PMib è cresciuto del 5,77 per cento. Tokyo
sale oltre il 3% punti percentuali, i guadagni più consistenti li ha messi a
segno tutto il settore bancario dal Milano a Tokyo. Il piano Geithner convince
gli operatori ed è euforia sulle borse azionarie mondiali che registrano in
media un balzo in avanti di 5 punti percentuali. «Il nostro obiettivo è quello
di un sistema più forte che possa fornire il credito
necessario alla ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Così il segretario al Tesoro Timothy Geithner
spiega il piano. A tal proposito verrà isituita una partnership pubblico-pivata
che rileverà il peso degli "asset tossici" dai bilanci delle Banche
in modo da stabilizzare il sistema finanziario.Sul fronte forex Eurusd
si trova ancora in una fase interlocutoria, dopo aver sfiorato 1.3750 ripiega
sino a livelli di 1.35 con un parziale recupero del biglietto verde spinto
dall'euforia dei mercati borsistici, tecnicamente il cross è impostato fortemente
al rialzo. Buon recupero della sterlina che spinge l'euro sino a quota 92.77,
il cable dopo aver toccato massimi nell'ordine di 1.4730 ritraccia sui livelli
psicologici sino quota 1.4655. Come già abbondantemente puntualizzato nei
report precedenti lo segue pagina >>
( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
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Crisi
Borsa/ Piano Gheitner convince mercati Asia, Tokyo vola a
+3,32% di Apcom Guadagni anche a Seoul dove governo varaa nuovo piano
salvataggio -->Hong Kong, 24 mar. (Ap-Apcom) - Dopo Wall Street, anche le
borse asiatiche reagiscono con euforia al piano statunitense per rilevare gli
asset tossici degli istituti finanziari. La Borsa di Tokyo ha chiuso in forte
rialzo la seduta odierna. L'indice Nikkei dei 225 titoli guida ha guadagnato
272,77 punti, pari al 3,32 per cento, salendo a 8.488,30 punti. A seduta ancora
in corso, l'indice Hang Seng di Hong Kong registra un rialzo dell'1,59%, mentre
il Kospi di Seoul guadagna l'1,85% reagendo con ottimismo all'annuncio del
governo sudcoreano su un nuovo bilancio supplementare di 20,9 miliardi di
dollari per tentare di evitare al paese la sua prima recessione in undici anni.
Positivi anche i mercati di Shanghai (+1,06%), Taiwan (+2,30%), Australia
(+0,84%) e India (+2,62%). Nonostante l'entusiasmo dei
trader, che sperano nella fine della peggiore crisi finanziaria
dai tempi della Grande Depressione, gli analisti restano cauti. "Alla fine
i giochi non cambieranno anche se il piano sarà implementato perfettamente. E
si tratta di un grande 'se'", ha avvertito Kirby Daley, di Newedge Group a
Hong Kong. Ieri Washington ha lanciato il piano Geithner volto a
ripulire i bilanci delle banche americane dagli asset tossici. Punto cardine
dell'iniziativa è l'alleanza tra il governo degli Stati Uniti e il settore
privato per aiutare il sistema finanziario, concepita per liberare i bilanci
delle banche dagli asset tossici, la cui presenza ostacola la raccolta di nuovo
capitale, frenando di conseguenza il flusso del credito all'economia reale. Il
governo federale attingerà al Tarp - il piano di salvataggio a favore delle
banche stilato lo scorso ottobre sotto la presidenza di George W. Bush - per
una somma di 75-100 miliardi di dollari; a questa si sommerà il capitale
privato e si arriverà così ai "primi" 500 miliardi di dollari che
saranno utilizzati per acquistare gli asset in difficoltà. La partecipazione
dei privati è stata spiegata in modo puntuale da Geithner che, in un'intervista
concessa al Wall Street Journal, ha commentato: "Riteniamo che questo sia
il modo migliore (di superare la crisi)". E
questo, perché "non vogliamo che il governo si assuma tutti i rischi".
( da "Finanza.com" del 24-03-2009)
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Crisi
Società minerarie nel mirino della Cina (20 Marzo 2009 -
08:23) MILANO (Finanza.com) - Da Il Sole 24 Ore: Le operazioni di fusioni e
acquisizioni torneranno ad animare l'industria mineraria a partire dalla
seconda metà del 2009. È questa l'ipotesi avanzata da Ernst & Young.
Secondo gli esperti della casa di revisione e consulenza, in uno scenario come
quello attuale, caratterizzato dalla crisi finanziaria-economica e dal conseguente calo della domanda di materie prime,
il valore in Borsa di molti gruppi si è decisamente ridotto, rendendoli prede
alla portata soprattutto dei big cinesi. Le società cinesi statali, secondo lo
studio di Ernst & Young, faranno shopping soprattutto in Australia e in
Canada. (Riproduzione riservata)
( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 24-03-2009)
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Crisi
Cina, serve una nuova valuta internazionale (Teleborsa) -
Roma, 24 mar - Come tutte le novità, anche questa arriva dalla Cina. Si tratta
di una valuta mondiale, da usare negli scambi internazionali al posto del
dollaro americano. Il governatore della banca centrale cinese, Xiaochuan, ha
detto infatti che è necessario avere una valuta di riserva
internazionale stabile per rimpiazzare il biglietto verde, considerando che la crisi finanziaria richiede una riforma creativa dell'attuale sistema monetario
internazionale. Secondo il governatore la nuova valuta internazionale "non
dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali, ma capace di rimanere stabile
sul lungo periodo". 24/03/2009 - 09:36
( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Brown, il G20 non è che una tappa (Teleborsa) - Roma, 24 mar - La prossima riunione del G20 a Londra, il 2 aprile, è
soltanto una tappa. Lo ha dichiarato il premier inglese, Gordon Brown, in
un'intervista al quotidiano francese La Tribune. "Nel G20, dice Brown,
dovremo trovare un accordo per politiche coordinate di contrasto alla crisi finanziaria". 24/03/2009 - 09:22
( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Borsa(La
Repubblica.it))
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Crisi
CREDIT SUISSE: PROPORRA' AD AZIONISTI AUMENTO DI CAPITALE
(AGI) - Zurigo, 24 mar. - La banca svizzera Credit Suisse chiedera' agli
azionisti di approvare un aumento di capitale per finanziare delle
acquisizioni. L'istituto intende emettere 100 milioni di nuove azioni, pari al
10% del proprio capitale, e chiedere la facolta' di
emetterne altri 100 milioni "per conservare flessibilita' strategica in
futuro". Credit Suisse, una delle banche che ha reagito meglio alla crisi finanziaria grazie alla forte capitalizzazione e una Tier 1 ratio sopra il
13%, ha comunicato che l'inizio del 2009 e' stato positivo. 24/03/2009 - 10:15
( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)
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Crisi
Cina, serve una nuova valuta internazionale (Teleborsa) -
Roma, 24 mar - Come tutte le novit, anche questa arriva dalla Cina. Si tratta
di una valuta mondiale, da usare negli scambi internazionali al posto del
dollaro americano. Il governatore della banca centrale cinese, Xiaochuan, ha
detto infatti che necessario avere una valuta di riserva
internazionale stabile per rimpiazzare il biglietto verde, considerando che la crisi finanziaria richiede una riforma creativa dell'attuale sistema monetario
internazionale. Secondo il governatore la nuova valuta internazionale "non
dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali, ma capace di rimanere stabile
sul lungo periodo". 24/03/2009 - 09:36
( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)
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Crisi
Brown, il G20 non che una tappa (Teleborsa) - Roma, 24 mar - La prossima riunione del G20 a Londra, il 2 aprile,
soltanto una tappa. Lo ha dichiarato il premier inglese, Gordon Brown, in
un'intervista al quotidiano francese La Tribune. "Nel G20, dice Brown,
dovremo trovare un accordo per politiche coordinate di contrasto alla crisi finanziaria". 24/03/2009 - 09:22
( da "Nuova Ferrara, La" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Provincia Pavese,
La) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi)
(Gazzetta di Mantova, La)
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Crisi
Il pacchetto salva-banche fa volare le Borse Balzo degli
indici in tutto il mondo. Obama: «C'è qualche bagliore di speranza» Dalla
partnership tra pubblico e privato nasce l'intervento Usa contro i "titoli
tossici" GIGI FURINI MILANO. Si chiama Public-Private Investment, ed è il
piano messo a punto dal Tesoro americano per far fronte allo spinoso problema
degli asset tossici, dei "titoli spazzatura" di proprietà delle
banche, dei titoli che sono stati scambiati fino all'anno scorso per oro colato
e adesso valgono come coriandoli. Il piano piace, lo dimostrano le Borse di
tutto il mondo che ieri hanno festeggiato con corposi rialzi. Non mancano le
critiche e gli scettici vogliono prima vedere la consistenza effettiva del
piano, ma le parole del segretario al Tesoro, Geithner, hanno convinto il mondo
intero. Per questo ci sono stati prima forti rialzi sulle piazze asiatiche
(+3,39% Tokio, +4,40% a Hong Kong, +3,28% Taiwan, +2,44% Sidney e +3,26%
Singapore) e poi, in funzione del fuso orario, gli acquisti si sono spostati in
Europa. In serata ha chiuso in modo brillante anche Wall Street (+6,84 il Dow
Jones e +6,76% il Nasdaq a fine seduta). Milano è ancora la "maglia
rosa" d'Europa, con un balzo dell'indice S&P/Mib del 5,7%, ma sono
andate bene le cose anche a Parigi (+2,81%), a Francoforte (+2,65%) e a Londra
(+2,86%). «Il nostro obiettivo - aveva spiegato Timothy Geithner - è avere un sistema più forte che possa fornire il credito necessario alla
ripresa e che assicuri che non ci troveremo più in una crisi finanziaria come questa». Per "ripulire i bilanci delle banche",
gli Usa mettono in campo una gigantesca partnership pubblico-privata con cui
rilevare e risolvere (si spera per sempre) il contagioso problema delle
attività tossiche racchiuse nei bilanci». Nel dettaglio, il Tesoro si
impegna a un versamento iniziale fra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Il
programma è diviso in tre parti e prevede che i finanziamenti siano erogati
dalla Federal Reserve e dal Fdic (Federal Deposit Insurance Corporation), cioè
l'ente che garantisce i depositi bancari. Il programma utilizzerà parte dei
fondi che erano stati stanziati in autunno dal Congresso a favore del sistema
bancario. Grazie all'effetto leva, i fondi metteranno in moto 500 miliardi, con
un impatto sul sistema finanziario fino a mille miliardi. «Si tratta di azioni
straordinarie - spiega il segretario al Tesoro - perché l'economia Usa e una
parte del mondo si trovano ad affrontare sfide straordinarie. Come Paese
abbiamo chiesto troppi prestiti e lasciato che il nostro sistema finanziario
assumesse livelli irresponsabili di rischio. Queste decisioni hanno causato
enormi sofferenze, molte delle quali ricadute sugli americani e sui titoli
delle piccole imprese. Questo è ingiusto e gli americani sono arrabbiati e
giustamente frustrati». «Le decisioni che abbiamo assunto - continua Geithner -
dovrebbero superare il test più serio, cioè far tornare il sistema finanziario
in grado di funzionare attraverso la concessione del credito alle famiglie e
alle imprese». Anche il presidente Obama (nella foto) è intervenuto e in
un'intervista televisiva ha lasciato un messaggio di ottimismo. «Il nostro
sistema finanziario - ha detto - si trova di fronte a rischi che necessitano
interventi da parte del governo, ma comincia a intravedersi qualche bagliore di
speranza». Il petrolio. La speranza di una rapida fine della crisi
e di un ritorno ai consumi ha spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il
greggio chiude a New York a 53,83 dollari al barile (l'equivalente di
( da "Nuova Ferrara, La" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Provincia Pavese,
La) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi)
(Gazzetta di Mantova, La)
Argomenti:
Crisi
Piazza Affari. Riprendono quota bancari e assicurativi,
acquisti su Fiat (+3,2%) Unicredit +15%, bene anche Generali MILANO. I titoli
bancari e assicurativi hanno preso il volo ieri in Piazza Affari. Erano stati quelli più penalizzati dalla crisi e ora sono i primi a rialzarsi. Difficile dire se questo è
l'inizio della svolta, se la crisi finanziaria stia per finire.
Certamente sul forte rialzo dei titoli e degli indici ci sono gli acquisti dei
ribassisti che, per una volta, sono stati presi in contropiede. Soltanto
venerdì sera gli indici americani avevano chiuso in pesante ribasso e tutto
faceva pensare a una giornata difficile per le Borse europee. Invece è arrivato
il piano-Obama e chi aveva venduto le azioni senza possederle (in attesa di
ricomprarle a prezzi più bassi) si è affrettato a pareggiare le posizioni,
quindi ad acquistare quanto aveva venduto. Per questo Unicredit è volata del
15%, toccando un recupero del 90% dal 6 marzo scorso. Gettonate anche le azioni
di Intesa San Paolo (+9,3%) e del Banco Popolare (+5,7%). In forte risalta
anche Montepaschi (+7,2%) mentre Popolare Milano, Ubi e Mediobanca guadagnano
attorno all'8%. Acquistati anche gli assicurativi: +5,9% per Generali, +5,8%
per Alleanza, +6,6% per Fonsai mentre si ferma al palo Unipol alla notizia che
quest'anno non ci sarà dividendo. Risalgno i titoli delle costruzioni ma si
vedono acquisti anche su Fiat (+3,2%) alla notizia che il fondo di investimento
di Abu Dhabi ha acquistato una quota del 9,1% della tedesca Daimler. Saipem
sale del 3,3% nel giorno dell'annuncio di un nuovo contratto in Algeria per un
valore di 1,8 miliardi di dollari. Salgono le tre debuttati nel listino
principale: +2,3% Ansaldo, +2,68% Cir e +4,8% Campari. In gran spolvero Pirelli
che nel finale guadagna il 13%. Fra i titoli energetici brilla A2A (+6,79%), ma
si vedono acquisti anche su Eni (+2,94%), Enel (+2,74%) e Telecom (+2,37%).
G.F.
( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
I mercati finanziari hanno reagito con entusiasmo al piano
del ministro del Tesoro americano Geithner e non è difficile capire perchè: non
fa altro che prorogare lo strapotere della casta finanziaria
di Wall Street. Come hanno evidenziato alcuni commentatori (segnalo al riguardo
l'ottimo fondo di Luigi Zingales sul Sole 24Ore), la manovra messa a punto
dall'Amministrazione Obama si risolve in uno straordinario regalo alle banche
che hanno provocato il dissesto finanziario, in un incentivo agli hedge funds
che potranno indebitarsi a spese del contribuente, e persino in un premio alle
agenzie di rating che per valutare i nuovi fondi di asset tossici intascheranno
un miliardo di dollari. Sul Giornale di oggi do voce anche a un'illustre
economista, Alice Rivlin, ex membro del board della Federal Reserve, che
sebbene con qualche perplessità difende il piano. Tuttavia resto molto
scettico, per queste quattro ragioni: 1) Il piano ignora le cause strutturali del
dissesto. Anche se avesse successo, non impedirebbe alle banche di ripetere gli
stessi errori del passato. infatti, secondo voci accreditate, gli istituti
bancari non hanno ancora rinunciato alle operazioni di ingegneria finanziaria, insomma continuano a trastullarsi con derivati,
cartolarizzazioni, eccetera. 2) Il fondo dovrebbe essere alimentato con mille
miliardi di dollari, ma l'ammontare dei debiti tossici è di gran lunga
superiore a questa pur ingente cifra. Verosimilmente, non sarà sufficiente per
risanare completamente i bilanci delle banche. 3) La Cina è sempre più
diffidente nei confronti degli Stati Uniti e sempre meno disposta a indebitarsi
in dollari. Ieri, d'accordo con la Russia, ha lanciato l'idea di una moneta
globale al posto della valuta statunitense. L'ipotesi appartiene a un futuro
lontano. Ma il solo fatto che venga presa in considerazione è indicativa delle
intenzioni di Pechino. 4) L'economia americana si basa per il 75% sui consumi e
le misure varate dal governo faranno esplodere prima il deficit e poi il debito
pubblico, che potrebbe arrivare in appena due anni all'80% del Pil. E ci
vorranno molti anni per riconvertirla all'industria. Le sue debolezze sono
strutturali. L'ottimismo di molti operatori è davvero giustificato? Scritto in
banche, capitalismo, crisi, era obama, economia, cina,
globalizzazione, gli usa e il mondo 1 Commento » (Nessun voto) Loading ... Il
Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo
articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama
è davvero un grande comunicatore? Ne dubito. O meglio, dipende dalle
circostanze. Come spiego in un articolo pubblicato oggi sul Giornale, il
presidente degli Stati Uniti è soprattutto un grande interprete, ma solo di discorsi
scritti, spesso da altri. Sa leggere, sa recitare bene. Ma è terrorizzato
quando deve parlare a braccio. Infatti, ha sempre appresso il teleprompter
(vedi foto) ovvero il "gobbo elettronico", anche quando deve
intervenire in pubblico solo per pochi secondi. Non sa improvvisare, non sa
essere spontaneo. Io dico: non paragonatelo a Roosevelet, nè a Kennedy, nè a
Reagan. Quella era un'altra categoria. Obama senza il suo spin doctor David
Axelrod è perso. Scritto in spin, comunicazione, era obama, presidenziali usa,
gli usa e il mondo, giornalismo Commenti ( 67 ) » (4 voti, il voto medio è:
4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS
Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Mar 09 Proteste
alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Ieri altri tafferugli
alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non autorizzato e
la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la polizia ha
ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato usato in
occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante le
quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato
per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a
Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo
che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza;
perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di
giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una
minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di
persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che
accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più
il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di
uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i
passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di integrazione
di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti, come quella
di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un familiare che ne
rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami
della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è stata così
veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a una clamorosa
retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Che fare?
Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione musulmana
privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano
facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo,
francia, immigrazione, islam Commenti ( 155 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su
un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli
Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 Il rally delle
Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai Negli ultimi sette giorni le
Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato.
Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà,
proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha
annunciato profitti per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a
credere che il settore bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero
così? Che fine hanno fatto i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si
sono volatilizzati con un colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti
qualcuno ha rilevato che Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di
rilevare l'incidenza dei debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito
per innescare un'operazione colossale per propagare fiducia. Il movimento di
Borsa è stato ampliato da una raffica di annunci rassicuranti da altre banche,
e, soprattutto, da uno spin iperottimistico da parte di Obama, del ministro del
Tesoro Geithner del presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio
è passato". Che i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma
questa euforia è sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più
grande. Altro che ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima
d'ora. La vera notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro
cinese che pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro
americani. E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare
il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli
investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini,
sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli
stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi (mentre
in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze
brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia
pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148
miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato manda segnali negativi: il
mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui deficit sta esplodendo? E'
l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che euforia, il suo è spin da
disperazione. E il mondo trattiene il fiato. AGGIORNAMENTO: Sono a Parigi, dove
ho intervistato Jacques Attali, uno dei pochi ad aver
previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere
superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso
la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa
sarà effimera. Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come
prima. Attali è persuaso che l'Europa sia meglio attrezzata e potrebbe
addirittura emergere come la nuova superpotenza. Potere leggere l'intervista
qui Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era
obama, società, cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il
mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading
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questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi
provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi
che impatto avrà sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla
stampa straniera sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava
che molti immigrati stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa
e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di
lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto
minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il
quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei
Paesi dell'Europa dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte
aumento della disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi,
eccetera potrebbero essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a
ovest, magari al solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale,
tuttavia, riguarda l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique
Strauss-Kahn, ha lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della
recessione sul Continente nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo
dell'Fmi -che molti milioni di persone sprofonderanno sempre più nella miseria:
se non si interviene con un forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di
guerre civili, se non di guerre estese». E dunque di una nuova ondata
migratoria verso l'Europa. Secondo Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere
mano al portafoglio. «Se la comunità internazionale ha trovato centinaia di
miliardi di dollari per affrontare la crisi globale,
non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di milioni, meno di
quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i Paesi più
poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a superare
la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica, una nuova ondata migratoria dall'Europa
dell'Est e dall'Africa? Temo che un evento del genere provocherebbe tensioni
sociali enormi, un razzismo diffuso e una guerra tra poveri nelle nostre città.
Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto in società, crisi,
globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, immigrazione Commenti (
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di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo
articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa
bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni
tra l'Unione europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il
punto centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da
giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa
è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato
spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro
a sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non
intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la
tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello
americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%.
Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo
cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno
nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a
testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita
solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri
finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di
dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni
americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi
testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della
Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino di trascinare anche gli
altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo termine inflazionistica)
perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro resti la moneta di
riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene conti più o meno
in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e Washington di perdere la
leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è
la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, globalizzazione, europa,
economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (5 voti, il voto medio
è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS
Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Mar 09 Libertà di
stampa? Sì, ma non per i blog Attenti, amici bloggisti, la Cassazione ha deciso
che "per i blog e i forum on-line non valgono le regole che tutelano la
libertà di stampa". La ragione? Eccola: siccome "si tratta di una
semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono
liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli
altri soggetti autorizzati ad accedere al forum", spesso in forma
anonima,."Blog, forum eccetera non possono essere considerati come una
testata giornalistica, ma sono equiparabili ai messaggi che potevanoe possono
essere lasciati in una bacheca". Dunque i blog hanno l'obbligo di
rispettare il "buon custome" e il giudice può ordinare il sequestro
di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito alla decisione del
Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione sulla religione
cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la magistratura di Catania
aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento religioso. Alcuni bloggisti
"avevano travalicato limiti del buon costume alludendo espressamente a
pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il 'sacro seme del
Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie sono
indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e che
costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di espressione
in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci garantisce che
questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni scomode? Scritto
in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia, democrazia, giornalismo
Commenti ( 63 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading
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questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica" s'indigna: gli hotel
di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a rotoli e "Repubblica",
giustamente, si preoccupa anche dei contraccolpi sugli hotel di lusso.
Mercoledì ha dedicato all'argomento un'intera pagina. Ecco l'incipit:
"Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri La di Singapore e dal racconto di
Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per il 40 per cento del suo
tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è stato uno shock: "Niente più
corbeille di fiori nella hall, neppure un valletto che ti prende i bagagli, in
camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva: spegni le luci, non
usare tutti gli asciugamani, tieni la temperatura più alta. In bagno il
deserto, con il barattolino dello shampoo che tiene solo una dose, spariti il
cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe come un
mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti di carta
bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso racconta che "il
grande bacino del risparmio è quello delle amenities. Basta accappatoi; stop
alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per
shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso di presenze che
si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del tutto"; via
i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per pulire
le scarpe ridotti al minimo; via perfino il cioccolatino della buona notte. Ma,
scrive ancora la Sasso, "per fortuna nell'era di internet, a parte i
maniaci delle collezioni, non si accorgerà nessuno che sono già state tagliati
i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così come le scatoline dei
fiammiferi con il logo degli hotel". Come non capire i lettori chic di
Repubblica: è un vero scandalo, un trauma, un'indecenza. Voi che dite:
riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia,
giornalismo Commenti ( 34 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di
5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli
hedge funds (e li premia) Un altro breve post sulla crisi
economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede
aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di
estremo favore: potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie
garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti
"Talf", come spiego in questo articolo e prevede l'esborso da parte
dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il progressista Obama?
Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto
il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra
di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con
l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al
dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia,
gli usa e il mondo Commenti ( 50 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.63 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar
fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks,
presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank
conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama
anziché contrastare la crisi finiscono per
peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che
gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è
inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che
non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver
riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi
contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito
accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa
dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque
cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà
altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè
creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le
banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le
attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi
detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio
investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide.
L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra
l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha
dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel sistema
finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due possibili
conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la bancarotta
o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in
capitalismo, crisi, banche, era obama,
globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 75 ) » (7 voti, il
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come paese e di... Paolo Da Lama: Egr. Roberto Goretti, mi perdoni se mi
intrometto. Premesso che non ho pregiudizi verso Obama e lo... Marina:
Franco,ormai il mondo la vede così l'America. Ho sentito una canzone questa
mattina,una frase... colzani: buongiorno spitrit.b, non capisco il senso della
domanda e prtanto rispondo per come l'interpretai: io... Marina: Per Spirit B.
"quella cosa" portata in salvo dai tre perfetti càtari giù per i
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il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di
Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la
rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it March
( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Veneto/ Verona, arriva lo 'Scec' la moneta solidale anti-crisi di Apcom Sarà affiancata all'euro ma consentirà sconti
fino al 30% -->Verona, 24 mar. (Apcom) - A Verona sbarca lo Scec, una sorta
di moneta solidale che ha una positiva ricaduta sul commercio e l'economia in
tempi di crisi. L'iniziativa è promossa
dall'Associazione Arcipelago Veneto di Bussolengo, in provincia di Verona.
L'acronimo dei 'buoni', Scec, è 'solidarietà che cammina': vengono stampati
dalle associazioni locali e consegnati gratuitamente agli iscritti e alle
famiglie. Questi buoni locali danno diritto ad una riduzione sui prezzi di
listino. I buoni, si legge nel sito web dell'associazione senza fine di lucro
costituita ad hoc, danno diritto ad uno sconto medio del 20% (dal 10% fino al
30%) sui prezzi di listino, ma ogni esercente e chiunque sia in grado di offrire
una prestazione o un servizio sceglie la percentuale da applicare. I buoni non
sono convertibili in euro e hanno la particolarità di ancorare sul territorio,
arricchendolo, anche la parte di spesa pagata in euro. Distribuiti direttamente
alle famiglie, oltre che tra gli aderenti, attireranno nel circuito anche
coloro che di solito fanno la spesa nella grande distribuzione o in altri
paesi. 'La solidarietà che cammina' è lo slogan lanciato da
Arcipelago Veneto, frutto di un patto sociale tra produttori e consumatori per
far fronte alla crisi
finanziaria e rilanciare la piccola economia.
L'obiettivo è la creazione di un circolo virtuoso che può valorizzare
l'economia del territorio.
( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Deutsche Bank/ Nel 2008 stipendio ad Ackermann crollato
del 90% di Apcom Tagli in busta paga per tutti i manager del cda -->Berlino,
24 mar. (Apcom) - La crisi finanziaria
è arrivata anche nel conto in banca di Josef Ackermann. Lo scorso anno il
numero di Deutsche Bank ha guadagnato il 90% in meno rispetto a un anno prima,
a causa delle perdite registrate dal suo istituto. Secondo quanto emerge dal
rapporto annuale di Deutsche Bank, diffuso oggi, nel 2008 Ackermann ha
intascato "appena" 1,39 milioni, rispetto ai 13,98 milioni del
2007. Un calo che si spiega col taglio di tutti le componenti della sua
retribuzione (come ad esempio i bonus) che dipendono dai profitti. Tale misura
vale per l'intero consiglio di amministrazione di Deutsche Bank, che ha guadagnato
in tutto 4,48 milioni di euro, l'86% in meno rispetto al 2007. Lo scorso anno
Deutsche Bank ha registrato una perdita pre-tasse di 5,7 miliardi, chiudendo
così in rosso per la prima volta nel dopoguerra. Anche nel 2009 il primo
istituto tedesco dovrà affrontare "grandi difficoltà", così come
l'intero settore bancario. Tuttavia "siamo fiduciosi nel fatto che
Deutsche Bank sia ben posizionata per superare queste sfide", ha detto
Ackermann. "Abbiamo iniziato bene il 2009", ha aggiunto il manager,
che ha poi puntualizzato: "al momento non vediamo alcun bisogno di nuovi
capitali, qualunque sia la loro provenienza".
( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Lloyd's/ Utile pre tasse 2008 cala del 51% a 1,9 mld
sterline di Apcom Presidente Levene: "Crisi presenta opportunità"
-->Milano, 24 mar. (Apcom) - I Lloyd's di Londra nel 2008 hanno registrato
una flessione dell'utile pre tasse del 51% a 1,9 miliardi di sterline (2,77
miliardi di dollari) rispetto ai 3,85 miliardi del
( da "Mattino, Il (Caserta)" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
GIANNI MOLINARI Ancora un anno buono per le esportazioni
casertane. Sembrerebbe quasi che il vento gelido della crisi finanziaria abbia evitato il mondo della produzione di Terra di lavoro. La
provincia di Caserta ha chiuso il 2008 con un lusinghiero 11,40 per cento di
crescita delle esportazioni che ora si attestano a quasi 1,3 miliardi di euro
(a fine 2007 erano a 1,1). Un dato ancora più rilevante perché è in
controtendenza con l'andamento delle esportazioni della Campania (-1,8%) ed è
di gran lunga superiore alle performance del Mezzogiorno (+3,4%) e dello stesso
Paese (+0,3%). Ma non bisogna lasciarsi illudere: proprio tra i settori più
rilevanti per l'export sono già evidenti i segnali di rallentamento della
produzione. Tuttavia il dato va ora preso per quello che è: una crescita a due
cifre mentre altri territori hanno avuto invece flessioni. È il comparto delle
lavorazioni meccaniche nel suo complesso a determinare la performance positiva
dell'export casertano: mentre c'è una battuta d'arresto dei prodotti per le
telecomunicazioni (358 milioni, con una flessione del 5,6% rispetto al 2007),
rilanciano gli apparecchi per uso domestico (216 milioni con un incremento di
ben il 382%!) e crescono i motori elettrici (45 milioni, +192%). Bene anche il
settore classificato dall'Istat come «altri prodotti alimentari» (cioè
biscotti, zucchero, caffè, pane e altri minori) a quota 81 milioni, in crescita
del dieci per cento. Con il segno più anche i prodotti farmaceutici (61,6%),
gli articoli di carta e cartone (36%), le valvole elettroniche (22%), gli
accumulatori elettrici (1123% a 3,2 milioni di euro), le bevande (61%), i libri
(149% a 2,8 milioni). Tuttavia scorrendo tra le cifre è ben evidente che gli
effetti della crisi sono già presenti nella struttura
economica e si riflettono già nell'andamento delle esportazioni di alcuni
settori chiave. Anzitutto gli apparati per le tlc che da soli valgono il 28% di
tutto l'export hanno avuto una flessione, poi c'è il settore dell'indotto
dell'auto che ha perso il 28% passando da
( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
n. 71 del 2009-03-24 pagina 20 Geithner, il Tesoro di Wall
Street di Marcello Foa Forse passerà alla storia come il
ministro del Tesoro che ha guarito l'America dalla crisi finanziaria
o forse come l'uomo che ha trascinato nel baratro Barack Obama, il presidente
della speranza. Timothy Geithner è giovane, ben introdotto e, soprattutto,
sfuggente. A New York non hanno ancora capito perché nel 2003 fu nominato alla
testa della Federal Reserve di New York. Di certo, non ne aveva le
credenziali, poiché nel suo curriculum poteva vantare qualche mese come
sottosegretario al Tesoro alla fine della presidenza Clinton e un paio di anni
al Fondo monetario internazionale. E da quando è diventato ministro del Tesoro,
la maggior parte degli americani non ne capisce la ragione. Lo scruta, con
attenzione, e scuote la testa. Quel ragazzo di 47 anni non sembra all'altezza.
In due mesi non è riuscito a nominare nemmeno uno dei 17 sottosegretari che gli
spettano. E ogni volta che parla manda in fibrillazione il cuore degli operatori
di Wall Street. Durante le audizioni al Senato per la ratifica della sua
nomina, minacciò una guerra commerciale contro la Cina, sfiorando l'incidente
diplomatico e qualche settimana fa, illustrando il primo piano di rilancio
dell'economia, non riuscì ad andare oltre un elenco di generiche, anzi eteree,
buone intenzioni. Il Dow Jones crollò; ieri si è ripreso, alla grande. Ma
questo non significa che l'Amministrazione abbia trovato la soluzione magica.
Il rally potrebbe essere un'illusione. Lo pensano commentatori sia di sinistra,
come i Nobel Paul Krugman e Joseph Stiglitz, sia di destra, come l'economista
della scuola di Chicago Gary Becker, mentre il guru della crisi
Nouriel Roubini continua a vedere nero. Perché Timothy Geithner porta con sé un
peccato originale. Non è un riformatore e nemmeno un visionario, ma è la
creatura di Robert Rubin. E allora tutto torna. Trattasi di quel Rubin che
negli anni Novanta, in era Clinton, lasciò Goldman Sachs per guidare il
ministero del Tesoro promuovendo la liberalizzazione dell'ingegneria finanziaria e l'abolizione del confine tra banca commerciale
e banca d'affari. Tornato agli affari, approdò ai vertici di Citigroup. E in
campagna elettorale divenne un grande sostenitore di Obama. Intuizione
vincente, che gli permise di sussurrare il nome di Geithner all'orecchio del
presidente eletto, il quale fu lieto di accogliere il suggerimento. Tenero
Barack, pensava di aver trovato un inappuntabile architetto in grado di
disegnare le regole della nuova finanza americana, scopre (o forse lo ha sempre
saputo) di aver dato fiducia all'uomo che difende innanzitutto gli interessi
della casta finanziaria di Wall Street e che, infatti,
quando ha dovuto concedere vagonate di miliardi al colosso assicurativo Aig, si
è scordato di inserire una clausola che limitasse i bonus ai manager. Pensava
di farla franca e i dirigenti già pregustavano il cortese omaggio da 160
milioni di dollari, ma l'opinione pubblica negli ultimi giorni se n'è accorta
ed è insorta, mettendo in grave imbarazzo innanzitutto Obama. È la stessa
logica che lo ha ispirato nella ricerca di un rimedio al dissesto finanziario.
In otto settimane si è sentito di tutto: bad bank, nuove norme contabili,
salvataggi ad hoc. Ieri Geithner ha annunciato un fondo misto pubblico-privato
dove far confluire gli asset tossici. Magnifico, eppure l'idea non è nuova e
ricalca quella presentata in settembre da Henry Paulson, ministro del Tesoro
dell'amministrazione Bush ed ex presidente di Goldman Sachs. Sì, tutto torna. E
Rubin, nell'ombra, sorride. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4
- 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
"Il successo economico non dipende tanto dalle
risorse naturali quanto dal grado di stupidità delle politiche e delle
istituzioni di un paese" The logic of collective action, Mancur Olson
(1965) Sembra banale, ma non lo è, soprattutto in temnpi di crisi.
Scritto in citazioni Commenti ( 23 ) » (1 votes, average: 5 out of 5) Loading
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questo post a un amico 27Feb 09 Obama Il presidente americano ha capito come
mai siamo arrivati a questo punto: è colpa dei ricchi, dei tagli fiscali e
delle multinazionali che inquinano. Ecco perchè la sua finanziaria,
che vale il Pil prodotto in Italia in un anno, prevede aumenti delle imposte
per ricchi e inquinatori. Una ricetta che non mi convince, posto che non mi
sembra convincente gettare al mare trent'anni di politica economica americana.
L'ho scritto in due pezzi sul Giornale a cui rimando. Scritto in Varie Commenti
( 94 ) » (7 votes, average: 4.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro
© 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 06Feb
09 Un auto che Bolle L'ipotesi di concedere un aiuto per la rottamazione da
1000 euro e tre anni di bollo gratis è stata bocciata. Si è preferito una
rottamazione da 1500 euro e niente bollo gratis. Sapete qual è la differenza.
Con il bollo gratis si toglieva una tassina ai contribuenti e si dava un
incentivo alle case automobilistiche. Con la rottamazione più sostanziosa si dà
un aiuto maggiore alla fabbrica. Il toro della crisi
si può prendere per le corna keynesiane: lavori pubblici (dunque soldi che
spende lo Stato) e aiuti alle imprese (quattrini che smista lo Stato). Oppure
per le corna liberali: meno tasse per i contribuenti. Purtroppo la seconda
strada non è stata presa da questo governo. Come, per la verità, dai governi
dell'intero pianeta. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 58 ) » (3 votes,
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( da "Lavoce.info" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
>I DISASTRI DELLA SCUOLA CHE PROMUOVE TUTTI di
Salvatore Modica 24.03.2009 Se descrivessimo il sistema dell'istruzione in
Italia con la terminologia della finanza, apparirebbe evidente che almeno al
Sud avviene ogni anno un indiscriminato salvataggio dell'impresa-scuola, con
una sopravvalutazione dell'attivo, ovvero delle competenze degli studenti
diplomati. La conseguenza ûuna universitûfortemente sovradimensionata. Mentre
sarebbe necessario ricominciare a investire nella scuola dell'obbligo, con
risorse progettuali oltre che finanziarie. Per esempio, si potrebbero misurare
i progressi non solo per anno, ma anche per materia. Con la crisi
finanziaria, che in qualche modo ci coinvolge tutti, s'è imparato questo
termine ?write-down?, che vuol dire ?scrivi un numero più basso?, riferito al
valore contabile di un titolo sopravvalutato. S'è capito che a questo punto il
write-down di cui avrebbero bisogno gli asset nell'attivo dei bilanci del
settore finanziario è diventato talmente pauroso che quasi tutti concordano
vada in qualche modo ammorbidito. D'altra parte, tutti concordano anche che va
fatta chiarezza per riallocare le risorse facendo riemergere le attività più
produttive e ridimensionando quelle meno produttive; questo è essenziale per la
crescita che, come magistralmente sintetizzava Daron Acemoglu qualche settimana
fa su queste colonne , è fatta di innovazione e riallocazione. SE LA SCUOLA
FOSSE UN'IMPRESA C'è un altro write-down che stiamo evitando, quello del
bilancio del settore istruzione al Sud Italia. Nel passivo di questo bilancio
ci sono le partecipazioni degli azionisti, cioè i fondi versati dai
contribuenti; nell'attivo c'è capitale umano. Non credo di essere il solo a
sospettare che i valori dell'attivo comunicati all'azionista-contribuente siano
sopravvalutati. E dunque si impone una riflessione su opportunità riallocative,
come nel settore finanziario. Lo snodo più importante, anche per le sue
implicazioni sul mercato del lavoro, è quello delle competenze certificate con
il diploma di maturità. Insegno Economia politica al primo anno di Economia a
Palermo e il primo esercizio del compito d'esame che ho assegnato qualche
giorno faera ripreso da un testo di terza media: ?In una azienda ci sono 102
dipendenti, operai e impiegati. Se si tolgono i 3/4 di impiegati e i 2/7 di
operai, il numero degli operai diventa doppio di quello degli impiegati. Quanti
operai ci sono nella azienda??. (1) Dei trenta studenti presenti, che oltre a
essere diplomati avevano già sostenuto l'esame di Matematica generale, due
hanno risolto il problema. Se l'azionista-contribuente chiedesse un
write-down nel bilancio della scuola, per esempio stabilendo semplicemente
quali esercizi del compito di maturità bisogna svolgere correttamente per
essere promossi e inducendo gli insegnanti a non dichiarare il falso,
provocherebbe il collasso dell'università al Sud. Il contribuente evita,
pressato da vincoli di periodo breve. Ma così si impedisce una riallocazione di
fondi per l'istruzione al Sud, importante per la crescita. Se il contribuente
esigesse chiarezza nell'attivo, rappresentato dal capitale umano, del bilancio
della scuola, sarebbe subito apparente che al Sud l'università è fortemente
sovradimensionata. E che è necessario ricominciare a investire massicciamente
nella scuola dell'obbligo, con risorse finanziarie ma soprattutto progettuali.
L'università è sovradimensionata perché è gonfia di studenti che non hanno le
competenze dichiarate nei loro diplomi. L'investimento nella scuola sarebbe
opportuno per riallineare le competenze reali a quelle dichiarate. Ogni anno si
provvede invece a una copertura indistinta dei costi del settore, a un
?bail-out? si direbbe in finanza, lasciando a coprirsi di muffa i compiti
irrisolti dei promossi in uscita dalla scuola e affidando all'università il
compito di verificare le competenze in entrata e integrarle. Così facendo si
palesa una imbarazzante non approvazione del bilancio della scuola e si
impiegano risorse in modo inefficiente. Ma soprattutto si sbaglia ad assegnare
il controllo alla parte che ha incentivo a manipolarlo: perché l'università ha
il preciso interesse di stabilire gli standard in modo da evitare proprio il
ridimensionamento di cui avrebbe bisogno. UN PROGETTO PER LA SCUOLA È ovvio che
non sarebbe possibile né desiderabile provocare un collasso repentino del
sistema universitario. Si tratterebbe di ridurre gradualmente il numero degli
ammessi all'università in base a valutazioni gradualmente più realistiche
fornite dalla scuola. La direzione di miglioramento per l'università è dunque
chiara: ridurre la dimensione ed elevare la qualità. Per la scuola il discorso
è più complicato, perché passa per una difficile riflessione sugli obiettivi di
quella dell'obbligo e sul come raggiungerli. Qui lo snodo critico è la media
inferiore, dove la pratica del "tutti promossi" produce squilibri
all'ingresso delle superiori. Questi squilibri si potrebbero correggere
misurando i progressi non solo per anno, ma anche per materia: per esempio, la
promozione sarebbe non alla seconda classe, ma al secondo livello di italiano.
Alla fine della scuola dell'obbligo si avrebbero certificazioni di competenze
di livello diverso nelle diverse materie. E da là, come avviene in Inghilterra,
si accederebbe alla fase finale delle superiori se in possesso dei requisiti
minimi stabiliti. Ciò renderebbe gli obiettivi più chiari, per lo studente e
per la scuola. Al Sud, per esempio, capiremmo tutti che italiano, inglese,
matematica e scienze sono beni di prima necessità. E che dieci materie alla
media inferiore sono un bene di lusso. (1)Illustrato con palline rosse e
verdi il problema è a p. 317 di G. Flaccavento Romano, Realtà e Modelli.
Soluzione: si asserisce che 5/7*Op.=2*1/4*Imp. da cui usando Op.+Imp.=102 si
ottiene 60.
( da "Velino.it, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le
notizie via via che vengono inserite. ECO - Vinitaly, bere bene a poco: La
sfida di Regione Lazio e Arsial Roma, 24 mar (Velino) - Eccellenza a un ottimo
rapporto di qualità-prezzo sintetizzata dallo slogan “Bere bene a poco”. Questa
la carta su cui puntano i vini del Lazio alla quarantatreesima edizione del
Vinitaly in programma a Verona dal 2 al 6 aprile prossimi. Alla Fiera scaligera
che ospita il più importante avvenimento del mondo dell?enologia italiana
saranno presenti 85 aziende produttrici rappresentanti di tutte e cinque le province
della regione: dalla campagna romana alla sabina, dal viterbese ai territori
del pontino e del frusinate. A loro disposizione, come vetrina, un padiglione
di
( da "Corriere.it" del 24-03-2009)
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Crisi
e 15 DIRIGENTI DI AIG RESTITUISCONO I BONUS Borse in
frenata, Trichet: «Tassi giù» Dopo la fiammata iniziale, Piazza Affari gira in
negativo. A Tokyo, il Nikkei guadagna il 3,3% CITTA' DEL MESSICO - I tassi
d'interesse di Eurolandia possono essere tagliati ulteriormente, anche se le
misure prese finora dalla Banca centrale europea sono «molto decise». Lo ha
detto a Città del Messico Jean Claude Trichet. Il presidente della Bce ha
spiegato che «i tassi principali non sono al loro livello minimo e potrebbero diminuire
ulteriormente». Erkki Liikanen, membro del consiglio direttivo della Bce e
responsabile della Banca di Finlandia, ha aggiunto che si possono abbassare
«tutti i tassi chiave», aprendo di fatto la strada a un taglio del tasso sui
depositi allo 0%. «La Bce - ha detto Liikanen - non ha ancora utilizzato tutto
il suo spazio di manovra nella politica dei tassi d'interesse» e «questo
riguarda tutti i tassi chiave». La Bce ha tagliato i tassi di 275 centesimi
dallo scorso ottobre, portando il tasso principale sui rifinanziamenti
all'1,50%. Il tasso sui depositi è fissato un punto percentuale al di sotto del
tasso principale, ed è ora allo 0,5%. Un eventuale taglio dei tassi di mezzo
punto porterebbe dunque allo zero il tasso sui depositi, che è quello con cui
la Bce remunera la liquidità in eccesso depositata sui suoi conti dalle banche
commerciali. LE BORSE - Nel frattempo, dopo la fiammata iniziale, le Borse
europee hanno virato in negativo. Piazza Affari, penalizzata dall'inversione di
rotta di alcuni titoli del comparto finanziario come Unicredit (-2%),
Mediobanca (-2,5%) e Intesa Sanpaolo (-3,1%), è scivolata in territorio
negativo. Il Mibtel cede lo 0,22%, l'S&P/Mib lo 0,31%, mentre l'All Stars
guadagna lo 0,64%, a fronte. Proseguono in deciso rialzo invece Mediolanum
(+8,1%), Bpm (+2,4%) e Banco Popolare (+7,8%) in attesa dei conti. Frenata
anche sulle altre piazze europee: Parigi ha ridotto i guadagni allo 0,25% e
Francoforte allo 0,3%, mentre Londra perde lo 0,9%. IN ASIA - Una giornata
nervosa, quella sulle piazze del Vecchio Continente, nonostante i decisi rialzi
realizzati sulle Borse asiatiche che hanno reagito con euforia al piano
statunitense per rilevare gli asset tossici degli istituti finanziari. A Tokyo,
l'indice Nikkei dei 225 titoli guida ha guadagnato 272,77 punti, pari al 3,32
%, salendo a 8.488,30 punti. Positivi anche i mercati di Shanghai, Taiwan,
Australia e India (+2,62%). Nonostante l'entusiasmo dei
trader, che sperano nella fine della peggiore crisi finanziaria
dai tempi della Grande Depressione, gli analisti però restano cauti. «Alla fine
i giochi non cambieranno anche se il piano sarà implementato perfettamente. E
si tratta di un grande "se"», ha avvertito Kirby Daley, di Newedge
Group a Hong Kong. PETROLIO - Il piano salva-banche Usa incide anche sul
prezzo del petrolio. A New York il greggio ha terminato le contrattazioni in
forte rialzo. Il light crude ha chiuso in progresso di 1,73 dollari a 53,80
dollari al barile, dopo aver toccato un massimo di seduta a 54,05 dollari al barile,
il picco di quattro mesi. In calo il prezzo del petrolio greggio in Asia, dopo
il rialzo a New York. Nel dopomercato elettronico che fa riferimento al Nymex,
la Borsa merci di New York, a Singapore il greggio "light sweet" per
consegna a maggio è stato trattato a mezzogiorno, ora locale, a 53,54 dollari a
barile, con un ribasso di 0,26 dollari sulle quotazioni di New York. AIG - Nel
frattempo negli Stati Uniti, quindici dei 20 alti dirigenti di Aig, che avevano
ricevuto importanti bonus dall'azienda assicuratrice statunitense, hanno
accettato di restituire la totalità delle contestate somme percepite, pari a
circa 50 milioni di dollari. Lo ha annunciato il procuratore generale dello
stato di New York, Andrew Cuomo. L'impegno riguarda 50 milioni di dollari (36,6
milioni di euro) sui 165 milioni di dollari (121 milioni di euro) accordati la
settimana scorsa dal gruppo, salvato da settembre e a più riprese con fondi per
170 miliardi di dollari (124 miliardi di euro) di aiuti federali. stampa |
( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)
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Crisi
Roma, 24 mar. (Apcom) - Secondo un nuovo rapporto
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità "2009 Global TB Control
Report", il numero totale di nuovi casi di tubercolosi nel mondo è rimasto
stabile rispetto al 2007 e la percentuale della popolazione mondiale che si è
ammalata di Tbc ha continuato lentamente a diminuire, come era stato già
osservato nel 2004. Tuttavia il rapporto, presentato in concomitanza con la
Giornata mondiale della lotta contro la tubercolosi, rivela che un decesso su
quattro dovuto alla tubercolosi è associato all'infezione Hiv, più di quanto si
era previsto. Nel 2007 secondo le stime, i nuovi casi di tubercolosi tra gli
infettati dal virus dell'Aids erano 1,37 milioni e 456.000 le morti. Questi
numeri riflettono un miglioramento della qualità dei dati territoriali, che ora
sono più rappresentativi della realtà e più disponibili da parte di molti paesi
rispetto agli anni precedenti. "Questi risultati - commenta Margaret Chan,
direttore generale dell'Oms - ci dicono che è urgente scoprire, prevenire e
curare la tubercolosi in persone che convivono con l'Hiv e sottoporre al test
per l'Hiv tutti i pazienti con la Tbc al fine di fare prevenzione, terapie e
assistenza. Quello che i paesi possono fare è agire attraverso programmi di
collaborazione più incisivi e sistemi sanitari più forti che affrontino tutte e
due le malattie". Il rapporto rivela un picco dei test per il virus Hiv
tra i malati di tubercolosi specialmente in Africa. Nel 2004, nella regione,
solo il 4% dei pazienti con TB sono stati sottoposti al test Hiv; nel 2007
questa percentuale è salita al 37% con molti paesi che hanno testato più del
75% di malati con TB per controllare se erano stati infettati anche dall'Hiv.
Dato l'aumento dei tests tra i pazienti malati di TB, ora molta più gente sta
ricevendo trattamenti sanitari più idonei alla loro condizione, anche se si
tratta ancora di una frazione bassa rispetto a quanti ne avrebbero bisogno. Nel
2007, 200mila persone con tubercolosi sieropositive sono state trattate con
co-trimoxazole per prevenire infezioni opportunistiche e 100mila hanno ricevuto
terapie antiretrovirali. "Dobbiamo impedire che le persone con l'Hiv
muoiano di tubercolosi - ha affermato Michel Sidibe, direttore esecutivo di
Unaids - L'accesso universale alla prevenzione dell'Aids, alle terapie,
all'assistenza e al supporto devono includere anche la prevenzione alla
tubercolosi, alla diagnosi e al trattamento. Quando i servizi sanitari per
l'Hiv e per la tubercolosi saranno uniti, si potranno salvare molte vite".
Secondo il rapporto, la co-infezione TB/HIV e le forme farmacoresistenti della
tubercolosi rappresentano la sfida più grande. Nel 2007 500mila persone erano
ammalate della forma resistente ai farmaci di tubercolosi (MDR-TB), ma meno
dell'1% di loro hanno ricevuto trattamenti secondo gli standard raccomandati
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Data l'attuale crisi finanziaria, il rapporto manifesta preoccupazione sul protrarsi della
carenza di finanziamenti. 94 paesi nei quali si verificano il 93% dei casi di
Tbc di tutto il mondo hanno fornito per il rapporto dati finanziari. Il
completo finanziamento del Global Plan to Stop TB farà raggiungere l'obiettivo
di dimezzare i casi di TB e le morti ai livelli del 1990 per il 2015.
"Negli ultimi anni abbiamo fatto grandi progressi sia contro la TB che
contro l'Hiv - ha detto Michel Kazatchkine, executive director del "Global
Fund to Fight Aids, Tuberculosis and Malaria" - ma la tubercolosi continua
ad uccidere di più le persone con Hiv che quelle con altre malattie. La crisi finanziaria non deve far deviare il Global Plan to
Stop TB. Ora è tempo di ottenere finanziamenti per fare interventi efficaci per
la prevenzione, il trattamento e l'assistenza ai malati di TB in tutto il
mondo". La pubblicazione del rapporto coincide con la Giornata Mondiale
della lotta contro la tubercolosi e con il terzo incontro dei rappresentanti
del Forum Stop TB che si tiene a Rio de Janeiro La prossima settimana autorità
sanitarie e ministri si riuniranno a Pechino in un meeting organizzato
dall'Omd, dal ministro della Salute della Repubblica Popolare cinese e dalla
Fondazione Bill & Melinda Gates, con lo scopo di impegnarsi per azioni e
finanziamenti finalizzati alla ricerca di nuovi farmaci per la tubercolosi
farmacoresistente.
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 24-03-2009)
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Crisi
Martedì 24 Marzo 2009, Ridurre le emissioni di gas serra
In data 4 febbraio 2009 il Parlamento Europeo, riunito in sessione plenaria, ha
approvato con 570 voti favorevoli, 78 contrari e 24 astenuti, un documento
relativo alla politica dell'UE contro il cambiamento climatico. La relazione,
dal titolo "2050: il futuro inizia oggi - Raccomandazioni per una futura
politica integrata dell'UE sul cambiamento climatico" è stata presentata
da Karl-Heinz Florenz (Ppe/De), ed è frutto di 21 mesi di lavoro dell'apposita
commissione presieduta dall'europarlamentare Guido Sacconi del Pd (Pse/It). Con
questa votazione il Parlamento sottolinea anzitutto l'urgenza di integrare il
riscaldamento globale e il conseguente cambiamento climatico in tutti i settori
e in tutte le decisioni politiche, adottando un approccio integrato nella
legislazione comunitaria. Questo perché "il cambiamento climatico è più
rapido e più grave nei suoi effetti avversi di quanto si potesse pensare".
Alcune delle azioni previste nel documento sono: 1) incoraggiare la promozione
di stili di vita e schemi di consumo in linea con lo sviluppo sostenibile e la
riduzione delle emissioni, ad esempio sviluppando un'informativa sul contenuto
carbonico di prodotti e servizi; 2) alla luce della crisi finanziaria, gli investimenti per sostenere la crescita economica devono
considerare la necessità di promuovere le tecnologie verdi; 3) ribadisce
l'esigenza di fissare per l'Ue e gli altri paesi industrializzati un obiettivo
a medio termine di riduzione delle emissioni dei gas serra del 25-40% entro il
2020 e un obiettivo a lungo termine dell'80% entro il 2050 (come
previsto anche dal presidente Usa); 4) sottolinea il ruolo dell'innovazione,
anche per la crescita economica e dell'occupazione, e propone misure nel
settore dell'istruzione, della formazione e della comunicazione; 5) chiede di
incrementare i finanziamenti per la ricerca sulla fattibilità tecnologica della
fusione nucleare nel reattore di ricerca Iter (International Thermonuclear
Experimental Reactor, il reattore deuterio-trizio, che verrà costruito nel Sud
della Francia); 6) promuovere e finanziare infrastrutture efficienti di
trasporto sostenibile, in grado di ridurre le emissioni di carbonio; 7)
promuovere l'efficienza energetica con l'obiettivo di giungere ad un consumo
netto di energia nullo negli edifici privati, commerciali e pubblici; 8)
promuovere la produzione e il consumo di cibo locale e regionale. In sostanza,
con questa votazione a larga maggioranza, il Parlamento Europeo riconosce che
occorre ridurre drasticamente le emissioni di gas serra per non aggravare
ulteriormente il problema del cambiamento climatico. Per sottolineare meglio la
questione, riporto una frase del sopra citato Guido Sacconi: «Serve sempre più
un'Unione che lavori per un futuro che consolidi la tutela dei diritti delle
persone e dell'ambiente. Un'Europa della pace e di uno sviluppo armonioso e
durevole, capace di percorrere passi da gigante nella nuova frontiera di una
terza rivoluzione industriale dopo quella del carbone e del petrolio: quella
delle tecnologie pulite». Ora non si capisce come mai a livello comunitario un
autorevole esponente del Pd esprime una posizione così chiara e netta, mentre a
livello regionale e provinciale, i vari Giaretta, Frigo, Azzi, Frigato si sono
espressi nettamente a favore della riconversione a carbone della centrale. La
quale, sia detto per inciso e con molta chiarezza, non può inquinare meno di
una centrale a gas, a parità di tecnologie moderne adottate. Non solo, ci sarà
un aumento della produzione di CO2, perché non è applicabile a Porto Tolle la
tecnologia della cattura e sequestro, se non forse su piccola scala
sperimentale. E' da capire quindi dove l'Enel troverà le quote di emissioni,
per le oltre 13 milioni di tonnellate anno previste. Speriamo che seppure
lentamente, si comprenda che il cambiamento climatico è un problema reale e non
un'invenzione degli ambientalisti, e si inizi a pensare e costruire il futuro
auspicato dall'onorevole Sacconi e dai 570 parlamentari europei appartenenti
indifferentemente a tutti gli schieramenti politici. Gabriele Zecchin Rovigo Un
grazie sentito per la collaborazione Dopo due settimane di riprese sul Delta,
la troupe del film "La Prima Linea" di Renato de Maria, con Ricardo
Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno, produzione Lucky red s.r.l. di A.Occhipinti,
ha lasciato il Polesine per dirigersi a Roma dove finirà la lavorazione
dell'opera. Con la presente, la produzione e lo staff organizzativo vuole
ringraziare tutte le persone incontrate in questi giorni di riprese. Un
particolare ringraziamento ai comuni e alle amministrazioni che ci hanno
accolto con grande disponibilità e professionalità. Vogliamo ricordare i comuni
toccati dal film e di cui alcune zone rimarranno impresse nell' opera di De
Maria quali : il comune di Porto Tolle, il comune di Adria, il comune di
Corbola, Il comune di Taglio di Po, il comune di Porto Viro, il comune di
Ariano Polesine e il comune di Rosolina, E soprattutto vogliamo ringraziare
tutta la popolazione per il trasporto, la partecipazione e la pazienza con cui
hanno accompagnato la troupe e gli attori attraverso i paesaggi e gli scorci
magnifici di questa parte d'Italia. Lucky Red s.r.l. Roma
( da "Denaro, Il" del 24-03-2009)
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Crisi
News credito Pop. Vesuviana, 2008 positivo Il presidente
Carbone: I clienti ci dànno fiducia, i depositi crescono Sergio Governale La
Banca Popolare Vesuviana archivia l'esercizio 2008 confermando gli stessi
livelli di redditività dell'anno precedente. Soltanto l'utile netto cala da 689mila a 40mila euro per accantonamenti che il
presidente Angelo Carbone definisce "ultraprudenziali" in quest'epoca
di forte crisi
finanziaria ed economica. Gli impieghi
crescono dell'8 per cento circa rispetto al 2007 e la raccolta del 20 per
cento. "Questo significa - precisa il numero uno dell'istituto di San
Giuseppe Vesuviano - che la clientela ci sta dando fiducia".
Intanto il nuovo direttore generale è Vincenzo Lopriore, ex capo area di
Campania e Basilicata di Bnl. Sostituisce Ettore Baduel, in pensione da ottobre
scorso. del 24-03-2009 num.
( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
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Crisi
Sudafrica/ Banca centrale abbassa a 9,5% il tasso di
riferimento di Apcom Per la terza volta dallo scorso dicembre -->Johannesburg,
24 mar. (Apcom) - La Banca centrale sudafricana ha abbassato oggi il suo tasso
di riferimento di un punto al 9,5%, per la terza volta consecutiva dallo scorso
dicembre, alla luce di un miglioramento dei dati
sull'inflazione e della crisi
finanziaria mondiale. Il direttore della
Banca centrale, Tito Moweni, ha precisato che questo nuovo ribasso, effettivo
da domani, è stato deciso "in un contesto di rallentamento dell'economia
mondiale e nazionale così come di un miglioramento a medio termine delle
prospettive sull'inflazione". "La debolezza della domanda
mondiale si riflette sulle esportazioni sudafricane", ha spiegato. La
Banca centrale ha ridotto per la prima volta il tasso di riferimento lo scorso
dicembre di mezzo punto, per poi tagliarlo ancora di un punto a inizio
febbraio. L'istituzione, che si prefigge di contenere l'inflazione tra il 3% e
6%, aveva aumentato il tasso sei volte tra giugno 2007 e dicembre 2008, per
tentare di contenere l'aumento dei prezzi, sostenuto dai rincari di petrolio e
generi alimentari. Tuttavia, il costo elevato del credito, unito a
un'inflazione che riduce il potere di acquisto delle famiglie, ha causato
grossi problemi ai singoli e un crollo della vendita delle autovetture. La
Banca centrale deve anche tener conto di un netto rallentamento della crescita,
dovuto in parte alla crisi mondiale, in parte alla
mancanza di infrastrutture e al costo elevato del credito. A partire da
settembre, l'inflazione ha cominciato a rallentare dopo il livello record del
13,7% raggiunto ad agosto, il più alto degli ultimi sei anni. A gennaio, il
tasso di inflazione annuale era pari all'8,1%. (fonte Afp)
( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
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Crisi
Salute/ Rapporto Oms: stabile numero nuovi casi di Tbc nel
mondo di Apcom Rispetto al 2007. Ma un decesso su 4 è associato all'Hiv
-->Roma, 24 mar. (Apcom) - Secondo un nuovo rapporto dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità "2009 Global TB Control Report", il numero
totale di nuovi casi di tubercolosi nel mondo è rimasto stabile rispetto al
2007 e la percentuale della popolazione mondiale che si è ammalata di Tbc ha
continuato lentamente a diminuire, come era stato già osservato nel 2004.
Tuttavia il rapporto, presentato in concomitanza con la Giornata mondiale della
lotta contro la tubercolosi, rivela che un decesso su quattro dovuto alla
tubercolosi è associato all'infezione Hiv, più di quanto si era previsto. Nel
2007 secondo le stime, i nuovi casi di tubercolosi tra gli infettati dal virus
dell'Aids erano 1,37 milioni e 456.000 le morti. Questi numeri riflettono un
miglioramento della qualità dei dati territoriali, che ora sono più
rappresentativi della realtà e più disponibili da parte di molti paesi rispetto
agli anni precedenti. "Questi risultati - commenta Margaret Chan,
direttore generale dell'Oms - ci dicono che è urgente scoprire, prevenire e
curare la tubercolosi in persone che convivono con l'Hiv e sottoporre al test
per l'Hiv tutti i pazienti con la Tbc al fine di fare prevenzione, terapie e
assistenza. Quello che i paesi possono fare è agire attraverso programmi di
collaborazione più incisivi e sistemi sanitari più forti che affrontino tutte e
due le malattie". Il rapporto rivela un picco dei test per il virus Hiv
tra i malati di tubercolosi specialmente in Africa. Nel 2004, nella regione,
solo il 4% dei pazienti con TB sono stati sottoposti al test Hiv; nel 2007
questa percentuale è salita al 37% con molti paesi che hanno testato più del
75% di malati con TB per controllare se erano stati infettati anche dall'Hiv.
Dato l'aumento dei tests tra i pazienti malati di TB, ora molta più gente sta
ricevendo trattamenti sanitari più idonei alla loro condizione, anche se si
tratta ancora di una frazione bassa rispetto a quanti ne avrebbero bisogno. Nel
2007, 200mila persone con tubercolosi sieropositive sono state trattate con
co-trimoxazole per prevenire infezioni opportunistiche e 100mila hanno ricevuto
terapie antiretrovirali. "Dobbiamo impedire che le persone con l'Hiv
muoiano di tubercolosi - ha affermato Michel Sidibe, direttore esecutivo di
Unaids - L'accesso universale alla prevenzione dell'Aids, alle terapie, all'assistenza
e al supporto devono includere anche la prevenzione alla tubercolosi, alla
diagnosi e al trattamento. Quando i servizi sanitari per l'Hiv e per la
tubercolosi saranno uniti, si potranno salvare molte vite". Secondo il
rapporto, la co-infezione TB/HIV e le forme farmacoresistenti della tubercolosi
rappresentano la sfida più grande. Nel 2007 500mila persone erano ammalate
della forma resistente ai farmaci di tubercolosi (MDR-TB), ma meno dell'1% di
loro hanno ricevuto trattamenti secondo gli standard raccomandati
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Data l'attuale crisi finanziaria, il rapporto manifesta preoccupazione sul protrarsi della
carenza di finanziamenti. 94 paesi nei quali si verificano il 93% dei casi di
Tbc di tutto il mondo hanno fornito per il rapporto dati finanziari. Il
completo finanziamento del Global Plan to Stop TB farà raggiungere l'obiettivo
di dimezzare i casi di TB e le morti ai livelli del 1990 per il 2015.
"Negli ultimi anni abbiamo fatto grandi progressi sia contro la TB che
contro l'Hiv - ha detto Michel Kazatchkine, executive director del "Global
Fund to Fight Aids, Tuberculosis and Malaria" - ma la tubercolosi continua
ad uccidere di più le persone con Hiv che quelle con altre malattie. La crisi finanziaria non deve far deviare il Global Plan to
Stop TB. Ora è tempo di ottenere finanziamenti per fare interventi efficaci per
la prevenzione, il trattamento e l'assistenza ai malati di TB in tutto il
mondo". La pubblicazione del rapporto coincide con la Giornata Mondiale
della lotta contro la tubercolosi e con il terzo incontro dei rappresentanti
del Forum Stop TB che si tiene a Rio de Janeiro La prossima settimana autorità
sanitarie e ministri si riuniranno a Pechino in un meeting organizzato
dall'Omd, dal ministro della Salute della Repubblica Popolare cinese e dalla
Fondazione Bill & Melinda Gates, con lo scopo di impegnarsi per azioni e
finanziamenti finalizzati alla ricerca di nuovi farmaci per la tubercolosi
farmacoresistente.
( da "Galileo" del 24-03-2009)
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Crisi
24 Marzo 09Diritti umani | GIORNATA MONDIALE CONTRO LA TBC
Tbc-Hiv, i casi raddoppiano Il 25% delle morti per Tbc sono correlate alla
infezione da Hiv. Il doppio rispetto a quanto stimato nel 2007. Dal nuovo
rapporto dell?Oms Il numero totale dei casi di tubercolosi nel mondo sembra
essersi stabilizzato e quello di nuove infezioni continua a scendere, seppur
lentamente, come era stato osservato nel 2004. Ma da quando i test per l?Aids
sono condotti sulla popolazione di malati di Tbc in modo più sistematico, i
casi di co-infezione tubercolosi-Hiv risultano molto più frequenti di quanto si
sospettasse: nel 2007, almeno una persona su quattro deceduta per tubercolosi
risultava sieropositiva al test Hiv. Il doppio rispetto all?ultima rilevazione.
è quanto emerge dal Global TB Control Report, realizzato dall?Organizzazione
Mondiale della Sanità (Oms) e presentato oggi in occasione della giornata
mondiale contro la Tbc (qui il link al documento e ai dati). L'informazione
sulla stretta relazione tra le infezioni, che riflette un miglioramento del
sistema di raccolta dati, mette in evidenza la necessità urgente di prevenire,
individuare e trattare la tubercolosi in persone con Hiv e di condurre test per
il virus su tutti i pazienti con Tbc, come sottolinea Margaret Chan, Direttore
Generale dell?Oms. Nel 2004 infatti, appena il 4 per cento dei pazienti con Tbc
in Africa era stato testato anche per l?Hiv. Già tre anni dopo, però, il numero
era salito al 37 per cento, con molte nazioni in cui s toccava il 75 per cento.
Grazie a questo, nel 2007, circa 200.000 pazienti con Hiv e Tbc sono stati
trattati con cotrimoxazolo per prevenire altre infezioni e 100.000 hanno
ricevuto la terapia anti-retrovirale. “Dobbiamo impedire che le persone con Hiv
muoiano di tubercolosi”, ha dichiarato Michel Sidibe di Unaids (il programma
delle Nazioni Unite contro la malattia): “Garantire un trattamento combinato
per entrambe significa salvare vite”. Per l?Oms, la confezione Hiv-Tbc e la Tbc
resistente ai farmaci rappresentano le sfide più difficili del prossimo futuro.
Sappiamo, per esempio, che ci sono almeno 500.000 persone con Tbc
farmaco-resistente, ma solo l?1 per cento di queste riceve le cure raccomandate
dalle linee guida dell?Oms. Purtroppo a gravare su questa situazione c?è anche
la crisi finanziaria mondiale: i fondi necessari a
raggiungere l?obiettivo fissato per il 2009 dal Piano globale di intervento
contro la Tbc sono già in deficit di 1,5 miliardi di dollari. (r.s)
( da "TgFin.it" del 24-03-2009)
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Crisi
*** Usa: Geithner chiede autorita' su finanziarie non
bancarie Il Governo potra' decidere se pilotarle in bancarotta (Il Sole 24 Ore
Radiocor) - Washington, 24 mar - Il Segretario del Tesoro, Timothy Geithner, ha chiesto oggi al Congresso un provvedimento che consenta al
governo di "commissariare" le istituzioni finanziarie non bancarie il
cui collasso mette a rischio l'intero sistema. Un'autorita' questa gia'
richiesta anche dal governatore della Fed, Ben Bernanke, secondo cui il
collasso di Aig a settembre avrebbe potuto provocare una crisi finanziaria tipo anni Trenta. Il governo, ha detto Geithner, deve
poter intervenire anche nel caso di istituzioni non bancarie e assumerne il
controllo in caso di grave rischio sistemico mettendole sotto tutela e
evitandone un ricorso alla bancarotta dannoso per l'intera economia. cop (RADIOCOR)
24-03-09 15:42:03 (0231) 5 NNNN
( da "Savona news" del 24-03-2009)
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Crisi
Savona: un milione e mezzo di euro per rilanciare le
imprese La Camera di Commercio vara un intervento straordinario per consentire
alle imprese di ricorrere più facilmente al credito bancario. Il primo tassello
di questo programma consiste nella previsione di un milione di euro sotto forma
di controgaranzie da mettere a disposizione dei Consorzi fidi locali che
potranno così aumentare dal 50% fino all?80% la loro percentuale di garanzia
offerta alle banche a fronte dei finanziamenti richiesti dalle imprese. Così facendo
i Confidi avranno una maggiore possibilità di negoziare con il sistema bancario
sia l?allungamento del periodo di rimborso dei prestiti (dagli attuali 5 anni
fino a 8-10 anni) con la conseguente diminuzione dell?importo delle rate a
carico delle imprese, sia l?abbattimento dello spread applicato dagli istituti
di credito, grazie all?aumento della garanzia di primo grado, fino a
raggiungere un costo finale compreso tra il 3% ed il 3,5%. L?intervento
camerale sotto forma di controgaranzia si applica in pratica a tutte le
operazioni aziendali per cui le imprese hanno necessità di ricorrere al credito
bancario, soprattutto in un momento particolare come quello attuale
caratterizzato da una profonda crisi economica e finanziaria. In particolare le operazioni finanziate
riguardano il consolidamento dell?indebitamento a breve termine aziendale (da
trasformare in passività a medio-lungo termine); i finanziamenti destinati alla
gestione della liquidità per tutte le esigenze connesse al funzionamento
dell?azienda (come il pagamento degli F24, dei fornitori, l?acquisto di scorte,
l?ampliamento di linee di credito, destinate all?anticipazione delle fatture
emesse verso i clienti). Un secondo plafond di 300 mila euro servirà invece a
rafforzare la consistenza patrimoniale dei consorzi fidi, un?esigenza
rappresentata con forza dalle categorie economiche e per la quale la Camera
savonese si è già adoperata per promuovere un intervento coordinato a livello
regionale tra la stessa Regione, l?Unioncamere Liguri e le associazioni di
categoria dei diversi settori economici. La Camera di Commercio contribuirà
infine con un terzo stanziamento di circa 200 mila euro all?iniziativa
congiunta tra Regione, Unioncamere Liguria e Camere di Commercio liguri che
metteranno a disposizione dei Confidi della regione un plafond di risorse pari
a 3 milioni e 200 mila euro per favorire la concessione di prestiti alle
imprese della Liguria. In questo ambito, il plafond della CCIAA di Savona, sarà
canalizzato prioritariamente a beneficio delle imprese operanti nella provincia
di Savona. ?L?intervento della CCIAA ? spiega il presidente Giancarlo Grasso ?
è la sintesi di Lungo e approfondito iter di confronto con i consiglieri e con
i rappresentanti delle associazioni di categoria nonché con i rappresentanti
degli istituti di credito che ha preso il via nell?autunno dell?anno scorso.
Tra la fine di ottobre e metà gennaio del 2009 abbiamo infatti organizzato
oltre una decina di incontri dedicati al problema delle conseguenze della crisi finanziaria mondiale sull?economia locale. Le
iniziative decise dalla Camera di Commercio sono perciò maturate attraverso un
accurato processo di analisi e di concertazione con tutti gli operatori
coinvolti?.
( da "Trend-online" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Il piano Geithner e la vittoria di Wall Street su Obama
PRIMO PIANO, clicca qui per leggere la rassegna di ilsussidiario.net ,
24.03.2009 17:42 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!!
I banchieri di Wall Street: a) hanno violato le regole della prudente gestione
- e in qualche caso del codice penale - e hanno lasciato milioni di persone
senza casa in America e senza risparmi in tutto il mondo; b) hanno intascato
nel contempo stipendi e bonus fantamilionari, in qualche caso trasferendoli
direttamente dalle tasche altrui. Gli stessi banchieri pretendono ora: a) di
essere salvati grazie alle tasse pagate dei medesimi danneggiati (che quindi
beneficeranno di minor spesa sociale e diventeranno cittadini di uno Stato più
indebitato); b) di non rispondere né in via finanziaria
né tanto meno in via giudiziaria dei danni causati (salvo benefici -
rigorosamente fiscali - ad hoc per gli investitori super-Vip dei fondi Madoff);
c) di proseguire indisturbati a gestire i mercati senza restrizioni per il
futuro: anzitutto - ancora una volta - sui loro bonus. Se sottoscrivete la
sostanza di questo schema interpretativo, c'è il caso che veniate subito
catalogati come manichei, demagogici, ?giustizialisti? della crisi
finanziaria, pericolosi ?antimercatisti?. Più oggettivamente è probabile
che vi troviate oggi tra coloro che hanno storto la bocca di fronte al ?piano
Geithner? annunciato ieri sera a Washington come ?soluzione finale? della crisi bancaria. Sareste comunque in buona compagnia: ad
esempio con il Nobel per l'Economia 2008 Paul Krugman che sul New York Times ha
criticato l'amministrazione Obama per essersi mostrata «troppo dipendente»
dall'establishment finanziario. Potreste trovarvi d'accordo anche con gli
analisti del Credit Suisse che - un'ora dopo il comunicato del Tesoro Usa -
hanno subito mandato in rete tutto il loro ?scetticismo? tecnico sull'impatto
del piano e hanno ribadito la loro preferenza per la ricapitalizzazione delle
banche piuttosto che per la maxi-ripulitura di titoli tossici. Non segue pagina
>>
( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
L'Europa conclude una giornata erratica (Teleborsa) -
Roma, 24 mar - Chiusura contrastata per le principali borse europee, che hanno
visto le quotazioni sgonfiarsi a met mattinata, dopo un buon esordio. Zurigo
conclude la giornata di contrattazioni con un incremento dello 0,67% a 4926,05
punti, Parigi con un vantaggio dello 0,17% a 2874,39 punti ed Amsterdam con un
progresso dello 0,26% a 221,47 punti. Bene anche Francoforte +0,26% a 4187,36
punti e Madrid +0,55% a quota 7996.Note dolenti per la piazza di Bruxelles che
ha chiuso con in ribasso dello -0,27% a 1749,29 punti e per quella di Londra
che si attestata come la peggiore tra le borse del Vecchio Continente perdendo
l'1,15% a 3907,4 punti. A smorzare i toni ha contribuito anche l'andamento
della borsa USA, in ribasso sulla scia dei titoli bancari e finanziari che
hanno abbandonato l'euforia di ieri. A livello settoriale, in Eurolandia, hanno
ceduto terreno le risorse di base (-2,37), gli assicurativi (-1,43)e le banche
(-1,43), esattamente i settori che ieri avevano guidato il rally. Male anche
gli energetici che hanno chiuso con un ribasso dell'1,22%. Guadagnano invece
gli alimentari ed i retail, rispettivamente il 2,29% e l'1,70%. Tra le singole
note in evidenza Credit Suisse, che ha detto di avere iniziato bene il 2009 e
di essersi posizionata in modo da essere "meno suscettibile al trend
negativo del mercato". In focus anche Swiss Life, che si detta favorevole
ad instaurare una partnership con la Talanx, societ tedesca di assicurazioni.
La Deutsche Bank ha affermato di non aver bisogno di nuovi capitali e di
attendersi un ritorno alla profittabilit nel 2009, grazie al buon inizio
d'anno. L'istituto di credito ha per annunciato di non
escludere tagli al personale per combattere la crisi finanziaria globale.
ArcelorMittal ha lanciato un bond convertibile da 1,1 miliardi di euro. In
difficolt il titolo Getinge sulla piazza svedese, dopo aver trovato delle
irregolarit nei conti della sua controllata francese HNE Medical SAS. In
bella mostra il gruppo francese Alcatel-Lucent, che ha annunciato un contratto
di collaborazione con la spagnola Telefonica relativo ad un ampio progetto
sulla pubblicit a piattaforma IPTV interattiva. Il titolo sulla borsa di Parigi
ha guadagnato il 13,15%. Sul fronte di politica economica la Commissione UE ha
annunciato oggi le date entro le quali vi dovr essere un riallineamento dei
deficit dei Paesi per i quali aveva aperto di recente la procedura di deficit
eccessivo. La deadline per la correzione dei rispettivi deficit viene fissata
al 2010 per la Grecia ed al 2012 per Francia e Spagna. Un tempo pi lungo stato
previsto per il Regno Unito e per l'Irlanda, con scadenza al 2013. Si di
Bruxelles al piano francese modificato che prevede iniezione di capitale
pubblico. I cambiamenti chiesti da Bruxelles riguardano la remunerazione e il
rimborso delle azioni preferenziali in modo che il totale da rimborsare aumenta
in misura significativa con il passare del tempo. 24/03/2009 - 17:44
( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)
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Crisi
Ricavi in calo nel 2008 per Poligrafici Editoriale
(Teleborsa) - Roma, 24 mar - Poligrafici Editoriale ha archiviato il bilancio
2008 con ricavi consolidati per 258,3 milioni euro, contro i 262,5 milioni di
euro registrati nell'esercizio 2007. Il margine operativo lordo consolidato e
ammontato a 9,3 milioni di euro, in linea con il precedente esercizio, realizzando
un miglioramento di 3,6 milioni di euro sul dato 2007 normalizzato. Il piano
biennale di riorganizzazione del personale produttivo ed impiegatizio,
conclusosi il 31 dicembre
( da "KataWebFinanza" del 24-03-2009)
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Crisi
Agricoltura, accordo MPS e CreditAgri Coldiretti su
credito (Teleborsa) - Roma, 24 mar - E' stato siglato l'accordo quadro tra il
Gruppo Montepaschi e CreditAgri Coldiretti che sancisce l'avvio di una
partnership finalizzata al miglioramento nell'accesso al credito per le
imprese, la messa a punto di prodotti e servizi della Banca specifici per il
comparto e l'allineamento dei processi necessari alla valutazione creditizia
delle richieste di finanziamento delle imprese agricole. L'accordo quadro
costituisce la base progettuale per la sottoscrizione delle convenzioni
operative che i Confidi e le societ di servizio di CreditAgri andranno a
sottoscrivere con le Banche del Gruppo, a partire da Banca Antonveneta che nei
prossimi giorni andr a stipulare i primi accordi. Il Presidente di CreditAgri
Coldiretti Giorgio Piazza ha sottolineato l'importanza del settore agricolo
che, soprattutto nell'attuale scenario di forte crisi finanziaria, si ripropone come direttrice di sviluppo per l'economia
"reale" attraendo molti giovani imprenditori che trovano ottime
motivazioni per iniziare l'attivit nel settore. Da qui la necessit di assistere
le imprese, vecchie e nuove, con servizi all'avanguardia e che consentano un
accesso al credito funzionale alle loro aspettative. Il Responsabile
Nazionale Credito e Confidi di Coldiretti Roberto Grassa ha ricordato le linee
strategiche che condurranno il sistema dei Confidi dell'associazione verso
un'integrazione sempre pi forte, sino alla nascita di un unico organismo
nazionale con delegazioni regionali, iscritto all'albo degli intermediari
vigilati e che consentir alle imprese associate di beneficiare di garanzie
"elegible" ai fini di Basilea
( da "Trend-online" del 24-03-2009)
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Crisi
Buzzi Unicem: il risultato operativo si è ridotto del
16,5% del 2008 NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo
Molinengo , 24.03.2009 16:34 Scopri le migliori azioni per fare trading questa
settimana!! Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem si è riunito in
data odierna per l?esame dei bilanci civilistico e consolidato dell?esercizio
2008. Le difficoltà legate all?acuirsi della crisi finanziaria e la conseguente contrazione dello sviluppo economico a livello
globale hanno influito sui risultati della società, fermandone la crescita. Nel
2008, le vendite di cemento a livello consolidato sono ammontate a 32,1 milioni
di tonnellate, -5,8% rispetto al 2007. Hanno chiuso in progresso i
mercati Polonia, Repubblica Ceca e Germania; in diminuzione, invece, tutti gli
altri Paesi, con cali rilevanti in Italia e negli Stati Uniti, ed un leggero
indebolimento in Russia e Messico. Le vendite di calcestruzzo sono state in
lieve flessione a 17,0 milioni di metri cubi (-0,6%), grazie al contributo
della Germania e degli Stati Uniti, dovuto essenzialmente alla variazione di
perimetro, ed alla favorevole evoluzione di mercato nei Paesi Bassi, Repubblica
Ceca/Slovacchia, Polonia e Messico. L?Italia si è confermata il mercato più
debole in assoluto, annullando completamente l?apporto positivo degli altri
Paesi; negativo anche il mercato Ucraino. Il fatturato consolidato è aumentato
del 0,7%, da
( da "Reuters Italia" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
MILANO (Reuters) - La borsa di Milano chiude nel terreno
positivo una giornata volatile che vede Wall Street
correggere solo parzialmente dopo che ieri è salita del 7% sul piano Obama
contro la crisi
finanziaria. Il comparto bancario è
contrastato con diversi investitori che prendono beneficio dopo il rally degli
ultimi giorni, seguito alla presentazione di Unicredit. "Non si capisce
quale sia la prossima direzione del mercato", dice un trader da Londra.
"Ieri gli Stati Uniti hanno visto un movimento con una forte componente
tecnica, il ribasso di oggi lascia quindi incertezza sul futuro".
"Anche sui titoli italiani vediamo molto movimento dovuto a un
riposizionamento degli investitori, di cui beneficiano le azioni che hanno più
sofferto", aggiunge. L'indice S&P/Mib chiude in rialzo dello 0,16%, il
Mibtel dello 0,24%. Volumi a circa 2,2 miliardi di euro. * Tra i bancari
brillano MEDIOLANUM (+10%) e BANCO POPOLARE (+13,6%), il primo dopo la
diffusione dei risultati il secondo in attesa dei dati stasera o domani
mattina. "Ci sono state ricoperture, i titoli erano stati venduti in modo
piuttosto deciso nelle fasi più acute di ribassi", dice un dealer. *
UNICREDIT (-1,28%) e INTESA SAN PAOLO (+0,12%), partite bene stamane, sono
penalizzate dai realizzi. "Non si ragiona sui fondamentali ma sullo
'short', nessun stupore", dice un operatore. * TOD'S in netto ribasso
(-3,3%) dopo i risultati giudicati "non brillanti e che fanno sorgere
qualche preoccupazione sul raggiungimento dei target", dice un analista.
Non ci sono le previsioni per "la top line 2009", nota. Continua...
( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Borsa Milano chiude poco mossa, mercato tecnico,
incertezza -->MILANO (Reuters) - La borsa di Milano chiude nel terreno
positivo una giornata volatile che vede Wall Street
correggere solo parzialmente dopo che ieri è salita del 7% sul piano Obama
contro la crisi
finanziaria. Il comparto bancario è
contrastato con diversi investitori che prendono beneficio dopo il rally degli
ultimi giorni, seguito alla presentazione di Unicredit. "Non si capisce
quale sia la prossima direzione del mercato", dice un trader da Londra.
"Ieri gli Stati Uniti hanno visto un movimento con una forte componente
tecnica, il ribasso di oggi lascia quindi incertezza sul futuro".
"Anche sui titoli italiani vediamo molto movimento dovuto a un
riposizionamento degli investitori, di cui beneficiano le azioni che hanno più
sofferto", aggiunge. L'indice S&P/Mib chiude in rialzo dello 0,16%, il
Mibtel dello 0,24%. Volumi a circa 2,2 miliardi di euro. * Tra i bancari
brillano MEDIOLANUM (+10%) e BANCO POPOLARE (+13,6%), il primo dopo la
diffusione dei risultati il secondo in attesa dei dati stasera o domani
mattina. "Ci sono state ricoperture, i titoli erano stati venduti in modo
piuttosto deciso nelle fasi più acute di ribassi", dice un dealer. *
UNICREDIT (-1,28%) e INTESA SAN PAOLO (+0,12%), partite bene stamane, sono
penalizzate dai realizzi. "Non si ragiona sui fondamentali ma sullo
'short', nessun stupore", dice un operatore. * TOD'S in netto ribasso
(-3,3%) dopo i risultati giudicati "non brillanti e che fanno sorgere qualche
preoccupazione sul raggiungimento dei target", dice un analista. Non ci
sono le previsioni per "la top line 2009", nota. * POPOLARE MILANO in
rialzo dell'1,7%. Oggi indiscrezioni stampa dicono che discuterà se richiedere
Tremonti Bond fino a 500 milioni. * Ricoperture anche sui titoli del settore
media, fortemente venduti nelle ultime settimane. L'ESPRESSO sale del 16%,
MONDADORI +5,38%. * La logica è simile per i forti acquisti su BULGARI che sale
del 13,6%. Oggi DAMIANI, il titolo sale dell'1,7%, ha parlato di tempi migliori
per il settore già dal 2009, affermando che il settore dei gioielli sarà il
primo a riprendersi nel comparto del lusso. * Cedente FIAT, -0,6% in linea con
le auto europee. Gira in negativo PIRELLI (-2,3%) che era partita in rialzo. *
RICHARD GINORI tornata ieri in borsa, in seguito all'offerta di vendita da
parte di Starfin, festeggia con un +44,7% rispetto ai valori di ieri.
( da "Stampaweb, La" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
PRAGA Il governo ceco guidato da Mirek Topolanek è caduto.
La mozione di sfiducia promossa dai Socialdemocratici (Cssd) è stata votata da
101 deputati su 200, secondo il conteggio ufficioso riportato dai media cechi.
Il primo ministro ceco ha dichiarato nei giorni scorsi di voler comunque
restare sino alla conclusione del semestre di presidenza dell?Unione europea,
sino alla fine di luglio. Il primo ministro Topolanek ha risposto a caldo alle
domande dei cronisti con un ringraziamentoa ai deputati che lo hanno sostenuto.
«Ringrazio tutti coloro che hanno votato per il governo». Il presidente ceco
Vaclav Klaus dovrà ora accertare se la squadra di governo possa rimanere fino
al conferimento dell?incarico a un nuovo premier. A questa fase seguiranno
consultazioni e negoziati. Intanto il leader dell?opposizione Jiri Paroubek ha
dichiarato di essere disposto a far rimanere in sella il governo sino alla fine
del semestre europeo a patto che il ministro degli Interni Ivan Langer lasci
l?incarico. Paroubek ha, però, sottolineato di preferire «un governo di
tecnici» e ha chiesto «elezioni anticipate in autunno o in primavera». Il
governo ceco è dunque rischia di diventare la quarta vittima della crisi economica dopo Islanda, Belgio e Lettonia. Ma le
turbolenze finanziario-economiche hanno messo sotto pressione più di una
squadra al comando nell?Europa centro-orientale. L?Ucraina è tetanizzata dai
litigi in seno al governo e con il presidente sui negoziati per il
superprestito di salvataggio del Fondo Monetario Internazionale, la Turchia
attende le elezioni amministrative del 29 marzo prima di procedere a sua volta
all?accordo con il Fmi. Rischia parecchio anche il governo ungherese. A
Budapest, profondamente colpita dalla crisi economica,
s?è aperta una vera e propria crisi al buio, dagli
esiti incerti. Il primo ministro Ferenc Gyurcsany, parlando sabato al Congresso
del suo Partito socialista, ha chiesto di trovare un nuovo leader a cui
affidare la formazione di un governo di più ampio consenso. A questo punto, gli
scenari della transizione appaiono tutto meno che scontati. Anche la Turchia
vive una fase d?incertezza politica. Duramente colpita dalla crisi
finanziaria, Ankara sta trattando per un presti col Fondo monetario
internazionale. In particolare, sono in discussione gli obblighi che
l?istituzione di Bretton Woods imporrebbe in termini di bilancio pubblico. In
questo contesto, per domenica sono in programma elezioni amministrative
anticipate. Il partito islamico-moderato per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp),
di cui è espressione il premier Recep Tayyip Erdogan. Il capo del governo non
s?è speso nella campagna elettorale e punta a vincere, tenendo conto che
parrebbe mancare una reale alternativa politica. Tuttavia, anche l?Akp in
alcune realtà rischia e un risultato negativo potrebbe avere un contraccolpo
anche ad Ankara.
( da "Velino.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le
notizie via via che vengono inserite. ECO - Assogas: nuova regolamentazione per
gare affidamento servizio Roma, 24 mar (Velino) - Il pacchetto di proposte di
Assogas per una nuova regolamentazione delle gare di affidamento delle
concessioni del servizio gas, con particolare riferimento all?individuazione
degli ambiti territoriali e alla previsione di un bando tipo di riferimento:
questo in sintesi il contenuto del convegno “La distribuzione locale del gas:
il bando tipo e gli ambiti di gara”, organizzato da Assogas e svoltosi oggi a
Roma presso la Sala Conferenze di Piazza Montecitorio, alla presenza di
autorevoli esponenti del mondo istituzionale, economico e politico: di Governo,
di maggioranza e di opposizione. “La crisi
dell?economia mondiale – ha dichiarato il sottosegretario all?Economia Daniele
Molgora nel corso del suo intervento – è causata anche dal gigantismo che negli
ultimi anni ha trasformato il mondo. Le economie, allontanatesi dalle realtà
locali per aprirsi al ?globale?, sono divenute insensibili alle istanze
territoriali e di conseguenza inefficienti e fini solo a se stesse. L?attuale crisi finanziaria, meglio sopportata dalle piccole banche
rispetto ai colossi, dimostra come la regola vincente sia quella della
valorizzazione dell?economia reale, che nel nostro paese viene interpretata
dalle pmi. Analogamente, nel mondo del gas è necessaria una dimensione di
ambito molto rispettosa del territorio e che non riproponga quegli errori di ricerca
esasperata del gigantismo: solo così infatti potrà essere garantita la
soddisfazione dell?utente finale in termini di assistenza, sicurezza e costi.
E? per questo motivo che, a mio giudizio, urge una riflessione molto attenta su
questi argomenti da parte delle istituzioni”. Le proposte di Assogas hanno
trovato sostegno e condivisione anche da parte del Presidente della commissione
Attività produttive per la Camera Andrea Gibelli, fermamente convinto della
necessità di nuove regole e di un diverso approccio alla gestione del comparto
energetico: "Non è possibile - ha affermato Gibelli - che nelle gare, a
seconda di dove si mette l'asticella, c'è chi sta dentro e chi invece resta
fuori. E? necessario che le piccole e le grandi realtà convivano facendo sistema.
In particolare, a livello produttivo, le piccole realtà indispensabili al Paese
sono le pmi che operano in dimensioni locali, una importante risorsa da
valorizzare se si vuole uscire dalla crisi”. “Vista
l?importanza e la delicatezza degli argomenti, ambiti territoriali e bando tipo
- ha precisato Fabrizio Longa, Presidente di Assogas – per l?elaborazione delle
proposte abbiamo commissionato studi di approfondimento ad analisti,
ricercatori, economisti e legali”. Quanto agli ambiti territoriali, la proposta
di Assogas prevede in particolare la salvaguardia dell?unitarietà del servizio
per le città metropolitane ed i capoluoghi di provincia, la salvaguardia
dell?unitarietà di affidamento per più località servite dallo stesso impianto
e, per la parte di territorio rimanente, ambiti territoriali di riferimento
costituiti da un insieme di località che possano interessare bacini di utenza
compresi fra le 15 mila e le 25 mila unità. “Questo sistema – ha sottolineato
Longa – consentirebbe innanzitutto una maggiore vicinanza al territorio,
preservando l?autonomia degli enti locali e rendendo il processo di
costituzione degli ambiti molto più snello e governabile. Permetterebbe poi di
concentrare l?attenzione sul consumatore, rendendo più accessibile al cittadino
il contatto con il gestore del servizio, di ridurre drasticamente (di oltre il
90 per cento) il numero delle gare oggi prevedibili, pur continuando a
garantire la concorrenza, e infine di circoscrivere fortemente, i problemi di
gestione e controllo del servizio (tecnici ed economici) tipici degli ambiti
territoriali di dimensioni rilevanti”. Relativamente alla previsione di un
bando tipo, indispensabile secondo Assogas per ovviare alle attuali
disomogeneità interpretative, il modello proposto “ha il duplice obiettivo, da
un lato, di porre sullo stesso piano competitivo tutti i partecipanti alla gara
e, dall?altro, di evitare offerte manifestamente anomale e per questo non
concretamente sostenibili nella fase di gestione del servizio, con evidenti
ripercussioni negative sull?utenza”. Elementi fondamentali del bando tipo,
proposti da Assogas, sono la chiara indicazione degli obiettivi che
l?amministrazione concedente (o le amministrazioni, in caso di ambiti
pluricomunali) propone ai concorrenti, un riequilibrio dei punteggi per la
scelta del vincitore, con una chiara prevalenza agli aspetti tecnici,
gestionali e di sicurezza/qualità del servizio reso a favore dei cittadini, il
rispetto, nell?offerta, dei criteri di sostenibilità economica, da garantirsi
attraverso una verifica di anomalia i cui punti essenziali devono già essere
evidenti e trasparenti nella stessa procedura di gara”. “Auspichiamo – ha
concluso Longa – che le nostre proposte trovino un terreno fertile nelle
istituzioni e amministrazioni comunali, presso i consulenti, gli operatori di
settore e il mondo accademico. Condividiamo lo sforzo del Legislatore nella
direzione di una maggiore razionalizzazione del mercato e ribadiamo la
necessità di mantenere un collegamento forte fra la gestione del servizio e
l?ente locale concedente e di garantire un adeguato livello di concorrenza per
il servizio”. (com/asp) 24 mar 2009 18:43
( da "Sestopotere.com" del 24-03-2009)
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Crisi
Crisi: accordo quadro tra il Gruppo Montepaschi e
CreditAgri Coldiretti (24/3/2009 18:36) | (Sesto Potere) - Roma - 24 marzo 2009
- E? stato siglato l?accordo quadro tra il Gruppo Montepaschi e CreditAgri
Coldiretti che sancisce l?avvio di una partnership finalizzata al miglioramento
nell?accesso al credito per le imprese, la messa a punto di prodotti e servizi
della Banca specifici per il comparto e l?allineamento dei processi necessari
alla valutazione creditizia delle richieste di finanziamento delle imprese
agricole. L?accordo quadro costituisce la base progettuale per la
sottoscrizione delle convenzioni operative che i Confidi e le società di
servizio di CreditAgri andranno a sottoscrivere con le Banche del Gruppo, a
partire da Banca Antonveneta che nei prossimi giorni andrà a stipulare i primi
accordi. Il Presidente di CreditAgri Coldiretti Giorgio Piazza ha sottolineato
l?importanza del settore agricolo che, soprattutto nell?attuale scenario di
forte crisi finanziaria, si ripropone come direttrice
di sviluppo per l?economia “reale” attraendo molti giovani imprenditori che
trovano ottime motivazioni per iniziare l?attività nel settore. Da qui la
necessità di assistere le imprese, vecchie e nuove, con servizi all?avanguardia
e che consentano un accesso al credito funzionale alle loro aspettative. Il
Responsabile Nazionale Credito e Confidi di Coldiretti Roberto Grassa ha
ricordato le linee strategiche che condurranno il sistema dei Confidi
dell?associazione verso un?integrazione sempre più forte, sino alla nascita di
un unico organismo nazionale con delegazioni regionali, iscritto all?albo degli
intermediari vigilati e che consentirà alle imprese associate di beneficiare di
garanzie “elegible” ai fini di Basilea
( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)
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Crisi
Roma, 24 mar. (Apcom) - Oggi è la giornata mondiale della
tubercolosi, il 'mal sottile' che nel secolo scorso ha causato 100 milioni di
morti forse fa meno paura, ma l'Oms mette in guardia: sebbene sia stabile il
numero di nuovi casi di Tbc nel mondo rispetto al 2007, un decesso su 4 è
associato all'Hiv, specialmente in Africa. Mentre gli esperti italiani
avvertono: si era pensato che la tubercolosi fosse scomparsa in Italia, ma non
è vero: ci dobbiamo fare ancora i conti. A rischio infatti sono soprattutto i
bambini, e il vero problema è la cosiddetta Tubercolosi d'importazione. Secondo
il nuovo rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità '2009 Global TB
Control Report', il numero totale di nuovi casi di tubercolosi nel mondo è
rimasto stabile rispetto al 2007 e la percentuale della popolazione mondiale
che si è ammalata di Tbc ha continuato lentamente a diminuire, come era stato
già osservato nel 2004. Tuttavia il rapporto, presentato in concomitanza con la
Giornata mondiale della lotta contro la tubercolosi, rivela che un decesso su
quattro dovuto alla tubercolosi è associato all'infezione Hiv, più di quanto si
era previsto. Nel 2007 secondo le stime, i nuovi casi di tubercolosi tra gli
infettati dal virus dell'Aids erano 1,37 milioni e 456.000 le morti. 'Questi
risultati - ha commentato Margaret Chan, direttore generale dell'Oms - ci
dicono che è urgente scoprire, prevenire e curare la tubercolosi in persone che
convivono con l'Hiv e sottoporre al test per l'Hiv tutti i pazienti con la Tbc
al fine di fare prevenzione, terapie e assistenza'. Il rapporto rivela un picco
dei test per il virus Hiv tra i malati di tubercolosi specialmente in Africa.
Nel 2004, nella regione, solo il 4% dei pazienti con tbc sono stati sottoposti
al test Hiv; nel 2007 questa percentuale è salita al 37% con molti paesi che
hanno testato più del 75% di malati con tbc per controllare se erano stati
infettati anche dall'Hiv. Dato l'aumento dei test tra i pazienti malati di tbc,
ora molta più gente sta ricevendo trattamenti sanitari più idonei alla loro
condizione, anche se si tratta ancora di una frazione bassa rispetto a quanti
ne avrebbero bisogno. Nel 2007, 200mila persone con tubercolosi sieropositive
sono state trattate con co-trimoxazole per prevenire infezioni opportunistiche
e 100mila hanno ricevuto terapie antiretrovirali. 'Dobbiamo impedire che le
persone con l'Hiv muoiano di tubercolosi - ha affermato Michel Sidibe,
direttore esecutivo di Unaids - l'accesso universale alla prevenzione
dell'Aids, alle terapie, all'assistenza e al supporto devono includere anche la
prevenzione alla tubercolosi, alla diagnosi e al trattamento. Quando i servizi
sanitari per l'Hiv e per la tubercolosi saranno uniti, si potranno salvare
molte vite'. Secondo il rapporto, la co-infezione Tbc/Hiv e le forme
farmacoresistenti della tubercolosi rappresentano la sfida più grande. Nel 2007
500mila persone erano ammalate della forma resistente ai farmaci di tubercolosi
, ma meno dell'1% di loro hanno ricevuto trattamenti secondo gli standard raccomandati
dall'Oms. L'Oms è preoccupata che l'attuale crisi finanziariasi
ripercuota sulla carenza di finanziamenti. 'Negli ultimi anni abbiamo fatto
grandi progressi sia contro la tbc che contro l'Hiv - ha detto Michel
Kazatchkine, executive director del 'Global Fund to Fight Aids, Tuberculosis
and Malaria' - ma la tubercolosi continua ad uccidere di più le persone con Hiv
che quelle con altre malattie. La crisi finanziaria
non deve far deviare il Global Plan to Stop TB. Ora è tempo di ottenere
finanziamenti per fare interventi efficaci per la prevenzione, il trattamento e
l'assistenza ai malati di TB in tutto il mondo'. La prossima settimana autorità
sanitarie e ministrisi riuniranno a Pechino in un meeting organizzato dall'Omd,
dal ministro della Salute della Repubblica Popolare cinese e dalla Fondazione
Bill & Melinda Gates, con lo scopo di impegnarsi per azioni e finanziamenti
finalizzati alla ricerca di nuovi farmaci per la tubercolosi farmacoresistente.
Anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, alla vigilia della Giornata
mondiale della tubercolosi ha avvertito: 'In questo momento di crisi economica, è indispensabile proteggere gli
investimenti nella salute pubblica specialmente per salvaguardare i più
vulnerabili', perchè 'oggi, l'epidemia continua ad essere in regresso, sia pure
ad un ritmo ancora troppo lento: la tubercolosi toglie ancora una vita ogni 20
secondi'. Per questo - ha sottolineato Ban Ki-moon 'dobbiamo rilanciare le
misure di prevenzione, individuare e diagnosticare tempestivamente i casi di
tubercolosi tra i soggetti infetti e garantire terapie mediche per tutti'. Per
quanto riguarda l'Italia, 'si era pensato che la tubercolosi fosse scomparsa
nel nostro Paese, ma non è vero: ci dobbiamo fare ancora i conti' soprattutto
tra i bambini, dove la situazione è addirittura 'preoccupante': è il quadro
netto tracciato dalla dottoressa Stefania Salmaso, direttrice del Centro
Nazionale di Epidemiologia dell'Istituto superiore di sanità. (segue)
( da "Merateonline.it" del 24-03-2009)
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Crisi
Economia >> Banche 24 / 3 / 2009 Approvato il
bilancio Creval Assemblea soci il 18 aprile Il direttore generale Miro Fiordi
Il Consiglio di Amministrazione del Credito Valtellinese, riunito sotto la
presidenza del dott. Giovanni De Censi, ha approvato i risultati al 31 dicembre
2008, presentati dal Direttore Generale Miro Fiordi. Il bilancio 2008 conferma
la crescita sostenuta dei principali aggregati patrimoniali, in condizioni di
solidità patrimoniale e liquidità adeguata, e un?apprezzabile evoluzione della
redditività, nonostante gli effetti della crisi finanziaria
globale e del progressivo deterioramento dello scenario economico. I risultati
dell?esercizio includono gli effetti delle operazioni di aggregazione aziendale
effettuate nel 2008, coerentemente con le direttrici di sviluppo per linee
esterne fissate dal Piano Strategico, e precisamente l?acquisizione di 35
sportelli da Intesa Sanpaolo, - 12 dei quali, localizzati in Lombardia, da
parte del Credito Artigiano, e
( da "Reuters Italia" del 24-03-2009)
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Crisi
PRAGA (Reuters) - Il governo di centrodestra del primo
ministro ceco Mirek Topolanek oggi non ha ottenuto il voto di fiducia in
parlamento ed è destinato a dimettersi. Topolanek ha detto di essere pronto a
lasciare il suo posto, anche se i Social democratici all'opposizione abbiano
detto prima del voto che il governo può restare fino alla fine del semestre di
presidenza Ue della Repubblica ceca, che si conclude alla fine di giugno. La
Commissione Ue, in una nota, si è detta fiduciosa che il paese possa continuare
a presiedere efficacemente l'Ue. "La Commissione ha piena fiducia che le
leggi costituzionali nazionali consentano alla Repubblica ceca di continuare a
condurre la presidenza efficacemente come fatto finora", si legge nel
comunicato. Si tratta del terzo crollo di un governo nell'Europa orientale
quest'anno, dopo le dimissioni dei leader di Lettonia e Ungheria, colpite dalla crisi finanziaria, anche se la
sconfitta di Topolanek ha più a che fare con diatribe interne. La Repubblica
ceca è stata colpita meno di altri paesi dell'Europa dell'est dalla crisi e la sua valuta ha tenuto anche dopo il voto di sfiducia,
scendendo solo dello 0,4% a 27,09 contro l'euro. La coalizione di
governo composta da tre partiti, debole già dalla nomina nel 2007 per la
mancanza di una maggioranza parlamentare, oggi non ha ottenuto la fiducia per
un voto. Il leader dell'opposizione Jiri Paroubek ha accusato il governo di
cattiva gestione economica, aggiungendo che un nuovo esecutivo di esperti
potrebbe essere formato in estate per traghettare il paese alle elezioni
anticipate, da tenersi in autunno o nella prossima primavera. Le elezioni
regolari erano fissate per metà 2010.
( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
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Crisi
Crisi/ Obama vuole norme per gruppi finanziari non
bancari-punto di Apcom Governo Usa punta su più controlli e spera su ok
Congresso -->Washington, 24 mar. (Ap-Apcom) - Maggiori controlli da parte
del governo americano su tutte quelle società finanziarie che non siano banche,
come fondi speculativi - dunque hedge fund - fondi di private equity e grandi
gruppi assicurativi. E' questo l'obiettivo del governo Obama, anticipato prima
da un articolo del Washington Post e poi confermato nel corso di una conferenza
stampa dallo stesso Barack Obama. Il presidente degli Stati Uniti si prepara
dunque ad avanzare un'altra richiesta al Congresso, forse già in settimana. Ed
esprime un desiderio. Spero, dice, che "non ci vorrà troppo tempo per
convincere" il Congresso ad approvare nuove norme, nuovi poteri di
controllo si società finanziarie non bancarie che, in caso di fallimento,
minaccerebbero seriamente gli stessi fondamentali dell'economia. Quella che
l'amministrazione di Obama desidera è dunque una nuova rete di controlli: ma
una rete più centralizzata rispetto a quella attuale, che dia più poteri allo
stesso segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner. Secondo la proposta, è a lui
che spetterebbe infatti il potere di decidere se il governo deve assumere il
controllo anche di istituzioni finanziarie che non possono definirsi banche. E
l'ambizioso piano per riformare la regolamentazione finanziaria
sarà presentato dal segretario al Tesoro già dopodomani, in un'audizione che
sarà indetta dalla Commissione dei servizi finanziari della Camera. Geithner si
è presentato in realtà al cospetto del Congresso già oggi, insieme al numero
uno della Federal Reserve Ben Bernanke. I due sono stati interrogati sul caso
Aig, il gruppo assicurativo Usa ex numero uno al mondo che ha erogato bonus ai
suoi dirigenti per 165 milioni di dollari e che ha fatto gridare allo scandalo
qualche giorno fa. Tra i repubblicani c'è stato chi ha chiesto per questo la
testa di Geithner, mostrando dubbi sul suo operato e sulla sua estraneità
all'accaduto. Ma oggi è stato lo stesso Geithner a dire che il caso Aig
"mette in evidenza le ampie lacune presenti nel sistema di avere avvertito
in passato la società, dicendosi "preoccupato" riguardo ai bonus che
sarebbero stati distribuiti ai dirigenti. Bernanke ha addirittura rivelato di
aver pensato anche ad avviare una causa, impedendo ad Aig di erogare le somme.
Lo stesso ha poi detto, riferendosi a Lehman Brothers, che il governo non
avrebbe voluto che fallisse, ma che, allo stesso tempo, l'assenza di poteri di
sorveglianza 'ad hoc' al momento impedì di agire. E così, ha detto Bernanke,
Lehman Brothers "è fallita perché non siamo riusciti a trovare una
soluzione". Di qui la dichiarazione di Geithner. "Se avessimo avuto a
disposizione un altro tipo di autorità, avremmo avuto scelte differenti".
Dunque è questo che in definitiva Obama desidera: esercitare controlli
stringenti non solo sulle banche, ma anche su tutti quei gruppi che sono attivi
sullo scacchiere finanziario globale, ma che non sono banche in senso stretto.
Come appunto Aig ma anche Lehman. Obama si prepara così ad annunciare nuovi
cambiamenti nel sistema finanziario, ferma restando l'approvazione del
Congresso, che sarà difficile da conquistare, visto che i repubblicani sono
sempre più spaventati dal coinvolgimento dei fondi pubblici nella crisi finanziaria, la peggiore dalla Grande Depressione. La
novità arriva all'indomani del lancio da parte di Washington del piano
salvabanche, che prevede la creazione di un'alleanza tra il settore pubblico e
quello privato per acquistare gli asset più tossici delle banche. Di un valore
iniziale di 500 miliardi di dollari, la manovra potrebbe arrivare a sostenere
acquisti fino a 1.000 miliardi di dollari, ha detto ieri Geithner. E, secondo
gli esperti, è ipotizzabile anche il superamento dei 2.000 miliardi di dollari.
E ora Obama vuole chiedere al Congresso di dire ok a maggiori poteri per il segretario
al Tesoro. Secondo la proposta anticipata dal Washingon Post, oltre a decidere
di assumere il controllo di istituzioni finanziarie non bancarie vicine al
fallimento, il ministro del Tesoro potrebbe anche prevenire il loro collasso,
ricorrendo ad altre operazioni, e decidendo per esempio di garantire le loro
perdite, acquistarne gli asset o assumere un controllo parziale del capitale.
Sempre il segretario al Tesoro disporrebbe del potere di rescindere i
contratti, come quelli che hanno permesso al gruppo assicurativo Usa Aig di
erogare bonus ai suoi dirigenti. Ma anche la Fed si troverebbe a esercitare un
ruolo più ampio rispetto a quello attuale. Il documento ottenuto dal quotidiano
americano parla infatti di una proposta basata su due punti cardine: da un lato
i maggiori poteri attribuiti al segretario al Tesoro; dall'altro la possibilità
di disporre di un'agenzia governativa che diventerebbe la massima autorità di
controllo sui rischi sistemici rappresentati da tutte quelle società
finanziarie che, in caso di fallimento, metterebbero in serio pericolo
l'economia. E secondo fonti vicine al governo il 'candidato' che al momento
sembra più adatto all'esercizio di questi poteri sarebbe proprio la Fed.
Restano però allo stesso tempo molti dubbi sul rischio di conflitti di
interessi, visto che la Banca centrale americana è preposta al controllo della
politica monetaria degli Stati Uniti. Tuttavia è proprio verso l'attribuzione
di maggiori poteri al governo che l'amministrazione di Obama si sta muovendo."Siamo
in ritardo, ma dobbiamo muoverci velocemente per tentare (di assumere il
controllo di tali istituti non bancari) perchè è necessario che il governo
disponga di una gamma di strumenti più ampia nel gestire questi problemi, per
proteggere l'economia da quei rischi rappresentati dalle istituzioni, rischi
che crescono fino a diventare sistemici", ha detto lo stesso Geithner,
parlando ieri sera a un forum organizzato dal Wall Street Journal.
( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
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Crisi
## Tubercolosi, Oms: stabile, ma per malati di Hiv è fatale
di Apcom In Italia dal 2000, 35mila casi: il 46% sono stranieri -->Roma, 24
mar. (Apcom) - Oggi è la giornata mondiale della tubercolosi, il 'mal sottile'
che nel secolo scorso ha causato 100 milioni di morti forse fa meno paura, ma
l'Oms mette in guardia: sebbene sia stabile il numero di nuovi casi di Tbc nel
mondo rispetto al 2007, un decesso su 4 è associato all'Hiv, specialmente in
Africa. Mentre gli esperti italiani avvertono: si era pensato che la
tubercolosi fosse scomparsa in Italia, ma non è vero: ci dobbiamo fare ancora i
conti. A rischio infatti sono soprattutto i bambini, e il vero problema è la
cosiddetta Tubercolosi d'importazione. Secondo il nuovo rapporto
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità '2009 Global TB Control Report', il numero
totale di nuovi casi di tubercolosi nel mondo è rimasto stabile rispetto al
2007 e la percentuale della popolazione mondiale che si è ammalata di Tbc ha
continuato lentamente a diminuire, come era stato già osservato nel 2004.
Tuttavia il rapporto, presentato in concomitanza con la Giornata mondiale della
lotta contro la tubercolosi, rivela che un decesso su quattro dovuto alla
tubercolosi è associato all'infezione Hiv, più di quanto si era previsto. Nel
2007 secondo le stime, i nuovi casi di tubercolosi tra gli infettati dal virus
dell'Aids erano 1,37 milioni e 456.000 le morti. 'Questi risultati - ha
commentato Margaret Chan, direttore generale dell'Oms - ci dicono che è urgente
scoprire, prevenire e curare la tubercolosi in persone che convivono con l'Hiv
e sottoporre al test per l'Hiv tutti i pazienti con la Tbc al fine di fare
prevenzione, terapie e assistenza'. Il rapporto rivela un picco dei test per il
virus Hiv tra i malati di tubercolosi specialmente in Africa. Nel 2004, nella
regione, solo il 4% dei pazienti con tbc sono stati sottoposti al test Hiv; nel
2007 questa percentuale è salita al 37% con molti paesi che hanno testato più
del 75% di malati con tbc per controllare se erano stati infettati anche
dall'Hiv. Dato l'aumento dei test tra i pazienti malati di tbc, ora molta più
gente sta ricevendo trattamenti sanitari più idonei alla loro condizione, anche
se si tratta ancora di una frazione bassa rispetto a quanti ne avrebbero
bisogno. Nel 2007, 200mila persone con tubercolosi sieropositive sono state
trattate con co-trimoxazole per prevenire infezioni opportunistiche e 100mila
hanno ricevuto terapie antiretrovirali. 'Dobbiamo impedire che le persone con
l'Hiv muoiano di tubercolosi - ha affermato Michel Sidibe, direttore esecutivo
di Unaids - l'accesso universale alla prevenzione dell'Aids, alle terapie,
all'assistenza e al supporto devono includere anche la prevenzione alla
tubercolosi, alla diagnosi e al trattamento. Quando i servizi sanitari per
l'Hiv e per la tubercolosi saranno uniti, si potranno salvare molte vite'.
Secondo il rapporto, la co-infezione Tbc/Hiv e le forme farmacoresistenti della
tubercolosi rappresentano la sfida più grande. Nel 2007 500mila persone erano
ammalate della forma resistente ai farmaci di tubercolosi , ma meno dell'1% di
loro hanno ricevuto trattamenti secondo gli standard raccomandati dall'Oms.
L'Oms è preoccupata che l'attuale crisi finanziariasi
ripercuota sulla carenza di finanziamenti. 'Negli ultimi anni abbiamo fatto
grandi progressi sia contro la tbc che contro l'Hiv - ha detto Michel
Kazatchkine, executive director del 'Global Fund to Fight Aids, Tuberculosis
and Malaria' - ma la tubercolosi continua ad uccidere di più le persone con Hiv
che quelle con altre malattie. La crisi finanziaria
non deve far deviare il Global Plan to Stop TB. Ora è tempo di ottenere
finanziamenti per fare interventi efficaci per la prevenzione, il trattamento e
l'assistenza ai malati di TB in tutto il mondo'. La prossima settimana autorità
sanitarie e ministri si riuniranno a Pechino in un meeting organizzato dall'Omd,
dal ministro della Salute della Repubblica Popolare cinese e dalla Fondazione
Bill & Melinda Gates, con lo scopo di impegnarsi per azioni e finanziamenti
finalizzati alla ricerca di nuovi farmaci per la tubercolosi farmacoresistente.
Anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, alla vigilia della Giornata
mondiale della tubercolosi ha avvertito: 'In questo momento di crisi economica, è indispensabile proteggere gli
investimenti nella salute pubblica specialmente per salvaguardare i più
vulnerabili', perchè 'oggi, l'epidemia continua ad essere in regresso, sia pure
ad un ritmo ancora troppo lento: la tubercolosi toglie ancora una vita ogni 20
secondi'. Per questo - ha sottolineato Ban Ki-moon 'dobbiamo rilanciare le
misure di prevenzione, individuare e diagnosticare tempestivamente i casi di
tubercolosi tra i soggetti infetti e garantire terapie mediche per tutti'. Per
quanto riguarda l'Italia, 'si era pensato che la tubercolosi fosse scomparsa
nel nostro Paese, ma non è vero: ci dobbiamo fare ancora i conti' soprattutto
tra i bambini, dove la situazione è addirittura 'preoccupante': è il quadro
netto tracciato dalla dottoressa Stefania Salmaso, direttrice del Centro
Nazionale di Epidemiologia dell'Istituto superiore di sanità. (segue)
( da "Corriere.it" del 24-03-2009)
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Crisi
LA CRISI Obama: «Più potere al governo» Il presidente Usa
e il segretario al Tesoro chiedono un'ampia riforma del sistema NEW YORK - Il
presidente Usa e il ministro del Tesoro cercando di far uscire l'America
dall'angolo della crisi chiedendo un'ampia riforma del
sistema finanziario. Barack Obama ha detto che
l'amministrazione sta "lavorando duro" su una proposta dettagliata
per una legislazione che le dia l'autorità per ristrutturare istituzioni
finanziarie non bancarie in crisi. «Proprio ora, non abbiamo un
potere di ristrutturare una istituzione non bancaria come Aig che sia
comparabile a quello che abbiamo per le banche in difficoltà, attraverso
la Fdic"», ha detto Obama ai giornalisti. «In mancanza di questa capacità
si finisce per trovarsi nella situazione in cui c'è una istituzione che pone
rischi sistemici, ma manca il potere di chiuderla in modo ordinato», ha detto.
«Stiamo già lavorando duro per presentare una proposta dettagliata» ha detto
Obama. «Lavoreremo consultando i membri del Congresso. Questa sarà solo una fase
della più ampia cornice normativa che stiamo costruendo per evitare il
ripetersi di queste crisi». SERVE RIFORMA - Anche Tim
Geithner, il ministro del Tesoro di fronte alla commissione Finanze della
Camera dei rappresentanti ha chiesto nuovi poteri di controllo, ovvero una
«autorità risolutiva» per poter affrontare la crisi
finanziaria ed intervenire nelle situazioni problematiche che
costituiscono un pericolo per il sistema finanziario americano. Geithner ha
sottolineato che una situazione straordinaria sta spingendo il governo ad
assumere «misure straordinarie». STABILIZZARE IL SISTEMA - «Faremo quello che è
necessario per stabilizzare il sistema finanziario e, con l'aiuto del
Congresso, sviluppare gli strumenti per rendere la nostra economia più resistente
ed il nostro sistema più giusto» continua la dichiarazione di Geithner, che
sottolinea che l'obiettivo è «assicurarci che il paese non si trovi più a
fronteggiare una situazione del genere». «Per raggiungere l'obiettivo,
l'amministrazione ed il Congresso devono lavorare insieme per intraprendere una
ampia riforma dei sistemi di controllo ed eliminare i vuoti nella supervisione
- ha dichiarato ancora - tutti le istituzioni ed i mercati che possono
costituire un rischio sistematico saranno soggetti ad un forte controllo,
compresi limiti appropriati alla loro politica di assunzioni di rischi». PORRE
LIMITI - Geithner ha poi aggiunto che gli Usa dovrebbero imporre limiti alle
prese di rischio da parte di società il cui fallimento metterebbe a rischio il
sistema finanziario. Secondo Geithner il sistema regolatorio andrebbe rivisto
dopo che non è riuscito a governare gli eccessi in aziende quali Aig. «Tutte le
istituzioni e i mercati che pongono un rischio sistemico saranno soggetti a una
forte supervisione, inclusi appropriati limiti alle prese di rischio - afferma
Geithner secondo il testo consegnato prima dell'audizione -. I regolatori
devono applicare gli standard, non solo per tutelare la solidità delle singole
istituzioni, ma anche per proteggere la stabilità del sistema nel suo insieme».
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