CENACOLO DEI COGITANTI |
Fmi: tempi duri, servono
altre misure La crisi è la peggiore dal 1945
( da "Corriere.it" del
20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: fiducia affrontando con decisione i
problemi del settore finanziario. Per superare la crisi, servono inoltre
ulteriori misure coordinate a livello internazionale. «Non c'è da illudersi,
davanti a noi abbiamo tempi molto difficili e se vogliamo intraprendere la
strada delle riprese dobbiamo agire con decisione e varare nuove misure di
stimolo, soprattutto per quanto riguarda il 2010»
Disoccupazione primo
problema ( da "Giornale
di Brescia" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: si continua a discutere sul
sostegno da dare ai Paesi Ue dell'Europa centro orientale, colpiti da una
gravissima crisi finanziaria che mette diverse capitali a rischio bancarotta. E
che desta fortissime preoccupazioni ad ovest, dove sono basate le case madri
delle banche in maggiore difficoltà. Finora sono state aiutate Ungheria e
Lettonia. La Romania sta trattando.
Adro Lunedì convegno per
battere la crisi ( da "Giornale
di Brescia" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: avente titolo «Per una politica
locale di contrasto alla crisi finanziaria e di sostegno al lavoro e alle
attività produttive». «Ogni giorno - ha detto il sindaco di Adro, Oscar Lancini
- ricevo persone che non chiedono aiuti, ma lavoro. La crisi colpisce anche chi
non ha mai avuto questi problemi perchè ha toccato tutti i mercati.
Effetto Rambo Fed : volano
Borse e petrolio ( da "Giornale
di Brescia" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: A innescare la fiammata delle
materie prime (con rialzi generalizzati anche per grano, soia e farina) la
repentina discesa del biglietto verde, sceso a 1,37 contro euro, e la paura di
un surriscaldamento dell'inflazione dopo che la Federal Reserve ha varato
massicci interventi per combattere la recessione e la crisi finanziaria
pompando denaro nel sistema.
pasquavela, regate belle
ma costose ( da "Tirreno,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sarà la cartina di tornasole per
verificare se e quanto la crisi finanziaria ed economica nella quale si dibatte
mezzo mondo, inciderà sull'attività agonistica della vela italiana. Certo
venire a fare Pasquavela con una barca di medie dimensioni, mettiamo
Fair value quando il
mercato va giù ( da "Italia
Oggi" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Sempre più evidenti gli effetti
della crisi finanziaria sulla convergenza e revisione dei principi contabili
impiegati nei principali pesi sviluppati. E ancora una volta è il fair value ad
essere sotto esame: sull'adeguatezza delle attuali regole di valutazione degli
strumenti finanziari, improntate su logiche valutative mark to market, al
contesto in cui i mercati (
Lo stop cinese non ferma
il volo Fiat ( da "Milano
Finanza (MF)" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: I produttori di auto stranieri sono
colpiti dalla crisi finanziaria e qualsiasi investimento aggiuntivo sarebbe
difficile per loro in tempi come questi», ha spiegato Yin Tongyao. Per questo
motivo, ha continuato il numero uno della società cinese, «abbiamo rallentato
il progetto di joint-venture con Fiat e la produzione di vetture non partirà
entro quest'anno.
Solo la cessione del
quinto ha fatto boom ( da "Milano
Finanza (MF)" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di Massimo Minnucci* Solo la
cessione del quinto ha fatto boom La crisi finanziaria influenza negativamente
i consumi e, di conseguenza, il credito al consumo. Unica eccezione, il
comparto della cessione del quinto che, al contrario, nel 2008 è cresciuto di
circa il 40%, con 5,3 miliardi di euro di nuovi finanziamenti.
Mediobanca recupera
posizioni nell'M&A ( da "Milano
Finanza (MF)" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: A Nonostante la crisi finanziaria
internazionale e il complessivo raggelamento dei mercati, Mediobanca recupera
posizioni nell'M&A nel primo trimestre 2009. Lo segnala la classifica
stilata da Mergermarket. Nel ruolo di financial advisor a livello globale
Piazzetta Cuccia è passata dal diciassettesimo al tredicesimo posto per valore
con 8 operazioni.
GM e i dati del Brasile
riportano Fiat a intravvedere quota 5 euro
( da "Finanza e Mercati"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Le compagnie straniere - ha
spiegato il presidente di Chery, Yin Tongyao - subiscono l'impatto della crisi
finanziaria e qualsiasi investimento aggiuntivo sarebbe difficile per loro in
questa fase. Abbiamo allentato la jv progettata con la Fiat e la produzione non
inizierà quest'anno, anche se non abbiamo rinunciato al progetto».
Fmi: <Davanti a noi
ancora tempi difficili> ( da "Riformista,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Molti Paesi membri del G20 devono ancora
avvertire il pieno impatto della crisi, per questo dovrebbero adottare azioni
immediate per contenere un ulteriore deterioramento della situazione. Anche in
quei paesi in cui i settori bancari appaiono tenere meglio, l'aggravamento
della crisi finanziaria globale minaccia di comportare stress ancora maggiori».
La recessione morde le
imprese ferraresi ( da "Nuova
Ferrara, La" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: inevitabile propagazione della
crisi finanziaria globale nel Ferrarese - rileva il presidente della Camera di
commercio, Carlo Alberto Roncarati - ha purtroppo innescato un processo
involutivo dei principali indicatori congiunturali. Cedono produzione,
fatturato ed ordinativi dell'industria manifatturiera, e sembrano risentirne in
misura ancora più accentuata le piccole imprese e l'
I rimedi alla crisi
finanziaria Chiamparino a Palazzo Soardi
( da "Gazzetta di Mantova, La"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: IL SINDACO DI TORINO I rimedi alla
crisi finanziaria Chiamparino a Palazzo Soardi Il sindaco di Torino nonchè
componente della segreteria nazionale del Pd voluta da Dario Franceschini,
Sergio Chiamparino, sarà oggi pomeriggio (ore 18) a Mantova per un incontro
pubblico alla sala degli stemmi di Palazzo Soardi, in via Frattini 60.
meno soldi da parte delle
banche, ma l'umberto i va avanti ( da "Nuova
Venezia, La" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ecco perché in questo periodo di
grave crisi finanziaria «alcuni progetti si sono fermati o hanno visto
rallentare il proprio iter». Gianfranco Vecchiato, assessore comunale
all'Urbanistica, non ha dubbi: «Visto che quasi tutti i piani commerciali
previsti in città dipendono dal credito bancario, non c'è da stupirsi se adesso
come adesso ci si trovi in una situazione di impasse»
sparite oltre seimila
imprese mentre crolla anche l'export - gianni favarato
( da "Nuova Venezia, La"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: export LE CIFRE I dati della Camera
di Commercio GIANNI FAVARATO La crisi finanziaria ha cominciato ad aggredire
anche l'economia reale e l'anagrafe delle imprese veneziane ne registra i primi
effetti negativi, con una riduzione del tasso di sviluppo (-0,2 %) e
dell'export (- 15,7 %), ed una crescita del ricorso alla cassa integrazione (+
134 % nei primi due mesi di quest''anno).
in tv il grido: "
prato non deve chiudere" ( da "Tirreno,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: E Ciofi: «La crisi finanziaria
mondiale non c'entra nulla: è dal 2001 che nessuno fa niente per noi. Che a
Prato non si vede una lira». E «Annozero» si chiude con la bandierona
"Prato non deve chiudere" che scorre sopra le teste di operai e
imprenditori, ancora una volta insieme.
Tre milioni di
lavoratoriin piazza contro Sarkozy
( da "Secolo XIX, Il"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la crisi finanziaria che coinvolge
tutti i paesi, sommata ad un Governo che ora rifiuta altre negoziazioni, ha
dato il colpo di grazia. Il presidente Sarkozy riesce ancora a dare all'estero
un'immagine di una Francia forte, dalla diplomazia onnipresente, in grado di
imporsi in Europa con un tentativo quasi riuscito di far risorgere la
Costituzione europea col trattato di Lisbona,
usa, arriva l'eco-dazio è
subito lite con la cina - federico rampini
( da "Repubblica, La"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ultima tentazione protezionista. La
Cina e il Messico hanno reagito duramente alle nuove barriere agli scambi, già
varate o proposte dall´Amministrazione Obama in nome della difesa dell´ambiente.
Da Pechino è arrivata una secca messa in guardia contro l´idea in discussione
negli Stati Uniti, di introdurre una nuova carbon-tax � o meglio un "
Fmi, l ultimo pessimista
dell economia globale ( da "Manifesto,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: «Lo spettro del protezionismo
commerciale e finanziario sta risorgendo nuovamente», scrive l'organizzazione
di Washington. Nel Report emerge anche una «sorpresa». I piani di investimento
o di spesa, a causa di una flessione delle entrate fiscali, porteranno
inevitabilmente a sforare il rapporto deficit/Pil;
Feltri a ruota libera tra
crisi e politica ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Libero» si è soffermato a lungo
sulla crisi finanziaria. «Per anni giornali e periodici inglesi e americani
hanno etichettato la nostra economia come arretrata, senza creatività finanziaria.
Ora possiamo rimandare al mittente le critiche: la crisi ha smontato i modelli
di finanza e di mercato di cui tanto si vantavano».
Brembo: il dividendo ci
sarà ma si riduce ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: e in frenata il secondo per le
conseguenze della crisi finanziaria internazionale che si sono manifestate con
«significativa diminuzione della domanda di applicazioni per autovetture e
veicoli commerciali». Gli ultimi sei mesi hanno chiuso comunque con un aumento
dei ricavi dell'8,3%, ma la crescita organica, al netto delle acquisizioni, è
stata negativa: -3,
Ne aveva chiesto le
dimissioni. Per l'acquisto "derivati" tossici. Che sarebb...
( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ma siamo fuori dalla rotta della
crisi finanziaria. I cui marosi hanno mandato a picco parecchi investimenti,
anche in Italia. Dirò di più: i derivati che abbiamo acquistato dalla Banca
Nazionale del Lavoro (Bnl) hanno dato dei frutti: un milionequattrocentomila
euro. Di questi, settecento sono stati accantonati per proteggerci in futuro da
eventuali perdite.
Colpire i redditi
maggiori? È giusto ( da "Sole
24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: meno i nostri mercati finanziari
«che ci hanno protetto dalla crisi perché meno sofisticati ma li vorrei più
competitivi perchè accanto ai rischi ci sono le opportunità». Parla di «gufi» e
si dice «ottimista» nella doppia veste di presidente Piaggio e di Cai-Alitalia
e ad Epifani racconta: «Per la prima volta c'è stato uno sciopero allo
stabilimento Piaggio di Canton.
Il Fondo per le Pmi serve
subito ( da "Sole
24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: protezionismo che può essere fatale
a un Paese come l'Italia». Quel che serve è «una task force internazionale per
monitorare il protezionismo e che gli accordi del Doha round possano
concludersi nel minor tempo possibile» auspica la presidente di Confindustria
che, per le vicende nazionali, fa suo l'appello di Giorgio Napolitano sull'
Iosco: hedge fund da
regolamentare ( da "Sole
24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Nessuna demonizzazione del settore
tanto che la stessa Iosco ha tenuto a precisare come «la recente crisi
finanziaria non è stata provocata dagli hedge fund a cui va riconosciuto un
ruolo importante nell'iniezione di liquità, nella formazione dei prezzi e
nell'integrazione dei mercati finanziari », afferma in una nota Kathleen Casey
chairman del comitato tecnico della Iosco.
Borsa, sì con riserva alle
novità ( da "Sole
24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dovrebbe essere consentita per
società che sono in una situazione di stress finanziario o che hanno avuto un
sostegno pubblico». Colaninno è invece «nettamente contrario» all'abbassamento
della soglia di visibilità dell'azionariato, a discrezione della Consob. «Non
favorisce un mercato aperto e contendibile, rischia di essere vista soltanto
come norma "anti fondi sovrani" o "anti Opa".
La Fdic lancia l'allarme:
servono più fondi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: chiede al Governo Usa di approvare
al più presto una legge che le permetta di accedere ai finanziamenti del Tesoro
per un'ammontare di 500 miliardi di dollari.In un'audizione a Washington il
presidente Sheila Bair ( nella foto) ha chiesto inoltre una rapida approvazione
di norme per adeguare all'attuale crisi finanziaria la supervisione sugli
istituti bancari. AFP
Steinbrück: minacce dalla
Svizzera ( da "Sole
24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi finanziaria», ha
detto il ministro del Tesoro Luc Frieden. Il premier Jean-Claude Juncker ha
avvertito che una lista nera di paradisi fiscali comprendente Paesi dell'Unione
sarebbe inaccettabile. è evidente che in un momento di grave crisi economica la
Germania vuole tentare di recuperare evasione fiscale.
Accordo sui progetti Ue
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ed Europa non dovrebbero lasciarsi
distrarre nel loro sforzo di regolamentare i mercati finanziari da dispute
artificiali sulle dimensioni dei rispettivi pacchetti di stimolo fiscale», ha
tagliato corto ieri Angela Merkel arrivando a Bruxelles. «Abbiamo bisogno di
cooperazione non di dispute fra noi. Non è il momento di prendere in considerazione
ulteriori misure per la crescita.
Polemiche in Cina sul no a
Coca-Cola ( da "Sole
24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: tirandosi addosso le critiche di
protezionismo della stampa internazionale. Accuse che la Cina ha rinviato
subito al mittente. «La decisione non è stata dettata da considerazioni di tipo
protezionistico, ma rappresenta una valutazione oggettiva della legge
antimonopolio», ha dichiarato ieri il portavoce del ministero degli Esteri.
Parma aiuta famiglie e
imprese ( da "Sole
24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che la crisi finanziaria rischiava
di penalizzare le aziende sane. Da qui l'idea di proporre ad esempio uno
slittamento delle rate del 2009 alla data di scadenza dei mutui ». Proposta
attuata, grazie al coinvolgimento di Cariparma (prevista la presenza anche di
altri istituti) che sarà allargata anche ai prestiti accesi dalle famiglie.
Le grandi del credito.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: impatto della crisi finanziaria ed
economica, ma alla scelta di dare priorità al rafforzamento patrimoniale del
gruppo. Scelta che si aggiunge a quella, ormai certa, di chiedere fino a
quattro miliardi di Tremonti bond al Governo italiano. Entrambe le decisioni
erano nell'aria da settimane, ma solo oggi saranno ufficializzate dal board di
Intesa Sanpaolo.
Brembo, cedola meno ricca
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Brembo ha risentito degli effetti
della crisi finanziaria internazionale si sono manifestate anche nei mercati di
riferimento e ha accusato «una significativa diminuzione della domanda di applicazioni
per autovetturee veicoli commerciali. La crescita dei ricavi negli ultimi sei
mesi dell'anno è stata comunque positiva (+8,3%) ma la crescita organica è
stata negativa (
VenetoBanca cresce con
l'Est Europa ( da "Sole
24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: una raccolta diretta che aumenta
del 15,7% a 16,25 miliardi e la indiretta che, influenzata dai mercati
finanziari, scende invece del 10,3% a 9,67 miliardi. Il prodotto bancario lordo
aumenta dell'8,3% a 42,28 miliardi e l'utile netto fa un balzo del 25,6%
attestandosi a 116,5 milioni. «Numeri che confermano – spiega Consoli –
Dalle Borse prove tecniche
di svolta ( da "Sole
24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: i programmi di prestito per
sbloccare le giunture di angoli anchilosati dei mercati finanziari stanno
facendo lievitare l'attivo del bilancio della Federal Reserve, scrivendo
inediti capitoli nelle politiche di espansione quantitativa della moneta. E se
tutto questo ha offeso il dollaro, poco male: il biglietto verde si era
rafforzato troppo e ora va verso una normalizzazione.
Politi (Cia): anche per le
Pmi agricole il credito è difficile
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: contraccolpi legati alla crisi
finanziaria. Nel 2008, sottolinea la Cia, i prestiti bancari alle imprese
agricole sono cresciuti del 15%; a conti fatti gli agricoltori sono indebitati
con le banche per oltre 4 miliardi di euro. Un peso notevole per gli
agricoltori che, negli ultimi mesi, fanno fatica a ristrutturare il debito
anche per la decisa stretta creditizia da parte della banche.
ROMA Il Consiglio di Amministrazione
di Cementir Holding, presieduto da Francesco Caltagirone Jr., ...
( da "Messaggero, Il"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: economia reale della crisi
finanziaria internazionale». Il margine operativo lordo ed il reddito operativo
subiscono flessioni del 23,7% e del 35,1% «rispetto ai corrispondenti valori
del 2007 per effetto del calo dei ricavi. La perdita di efficienza è dovuta
alla discrasia tra costi e ricavi prosegue il comunicato che si è venuta a
creare principalmente nella seconda metà del 2008:
I leader europei gelano
Obama <No ad altri soldi> ( da "Corriere
della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: controlli necessari per ridare
credibilità ai mercati finanziari in vista del vertice G20 in programma il 2
aprile prossimo a Londra. Il prem ier lussemburghese Jean-Claude Juncker ha
provato a frenare l'attacco ai paradisi fiscali e al segreto bancario. Ma
Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna hanno assoluto bisogno di recuperare
gli enormi capitali occultati nelle piazze offshore.
LEGACOOP apre la borsa per
i propri associati e mette sul tavolo un milione di eu...
( da "Resto del Carlino, Il (Imola)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: tavolo un milione di euro come
aiuto straordinario per superare la crisi. «Chiamiamola finanziaria locale ha
detto il presidente di Legacoop Imola Sergio Prati : è inutile continuare a
parlare di misure del Governo e aspettare che qualcuno faccia qualcosa. Stiamo
attraversando una crisi globale, e se vogliamo difendere le imprese locali,
l'unica via è che ognuno faccia qualcosa».
Export mai così dall'86
meno 25,8% ( da "Corriere
della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il saldo è stato negativo per 3.585
milioni. Sul commercio estero un monito contro il protezionismo è arrivato ieri
da Emma Marcegaglia ( nella foto): «Per un Paese come l'Italia, che vive di
esportazione, il protezionismo rischia di essere fatale».
Bankitalia e le quattro
ispezioni ( da "Corriere
della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: e le quattro ispezioni è il tema di
cui si discute di più da quando la crisi finanziaria ha toccato le imprese: il
credito che le banche erogano alle aziende. E proprio in questi giorni gli
ispettori della Banca D'Italia hanno dato una stretta alle verifiche ordinarie
sui crediti avviate in quattro istituti: Unicredit, Intesa San Paolo, Monte dei
Paschi di Siena e Banco Popolare.
Unipol, niente dividendo.
Ma il titolo sale ( da "Corriere
della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-20 num: - pag: 39
categoria: REDAZIONALE Il caso a Milano/1 Unipol, niente dividendo. Ma il
titolo sale (g.fer.) — Lo scorso anno si era discusso per mesi sulla «riserva
di liquidità» di Unipol e sulla sua possibile destinazione.
Indici ancora su, scatto
di Fiat ( da "Corriere
della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari - data:
2009-03-20 num: - pag: 39 categoria: REDAZIONALE La Giornata in Borsa Indici
ancora su, scatto di Fiat di Giacomo Ferrari Scambi record Il controvalore
degli scambi è balzato a 2,9 miliardi di euro, record dell'anno Nel corso della
seduta gli indici di Piazza Affari sono arrivati a guadagnare fino al 4%
Il conto in banca? Ti
aiuta il filantropo ( da "Corriere
della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Con la crisi finanziaria il
problema si aggrava: 30 milioni di americani — uno su dieci — non ha accesso
alle banche, mentre altri 44 milioni non usano gli strumenti creditizi di cui,
pure, dispongono. Anche la recente stretta sulle carte di credito contribuisce
a spingere molti verso i servizi offerti da agenzie private.
MA L'ANSIA SUL FUTURO VA
COMPRESA ( da "Corriere
della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in un mondo dove ognuno può
parlare, con accortezza oppure a vanvera, impediamo agli studenti di esprimere
le proprie ragioni, delimitando il territorio urbano col gessetto, dovremmo
allora prepararci a sostenere un urto ancora maggiore da parte di chi non
accetta che la crisi finanziaria venga pagata solo dai più deboli.
Swatch e la sorpresa
Italia: <Vendiamo di più> ( da "Corriere
della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Nessuna crisi, quindi? «La crisi
finanziaria c'è e si sente, ma siamo ottimisti. Non a caso abbiamo messo in
mobilità parziale solo 30 dei nostri oltre 30.000 dipendenti (e contiamo di
riassorbirli a giugno), abbiamo iniziato la produzione di due nuovi movimenti
cronografici, entrambi innovativi, e stiamo investendo in nuove tecnologie
relative alle batterie,
di NINA REVERBERI QUATTRO
CASTELLA UN SOS ... ( da "Resto
del Carlino, Il (R. Emilia)" del
20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Purtroppo scrive Elena in una
accorata lettera la crisi finanziaria mondiale sta avendo un impatto
pesantissimo anche sulla nostra missione. Il taglio dei contributi da parte dei
donatori abituali, compromette soprattutto, nell'immediato, il progetto di istruzione
e formazione dei giovani, in quanto, per l'anno scolastico in corso, molti
studenti, sono rimasti senza sponsor.
L'inevitabile propagazione
della crisi finanziaria globale sul terreno dell'economia ferra...
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract:
Cooperative contro la
crisi ( da "Nazione,
La (Firenze)" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 31 Cooperative contro la crisi IL
DIBATTITO EGREGIO DIRETTORE, ha ragione Pier Luigi Celli, direttore della
Luiss, nell'intervista pubblicata dal Suo giornale lo scorso febbraio, a
sostenere che la crisi finanziaria ed economica in atto può essere un'occasione
per superare le nostre difficoltà strutturali e per rimettere in gioco un
grande movimento di valori,
Sviluppo e ambiente: a
confronto i protagonisti del made in Italy
( da "Nazione, La (Pisa)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: «La crisi nei territori», «Banche
sulla graticola», «Il sistema energetico italiano», «Stato e mercato dopo la
crisi finanziaria» e «Quali scelte produttive e di marketing per soddisfare un
consumatore più esigente e oculato?», sono i temi degli altri incontri nel
ricco programma nella giornata.
sole acc, futuro incerto:
250 in marcia ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: le riorganizzazione, e poi
nuovamente la "batosta" del mercato a cui si è sommata la crisi
finanziaria ed economica mondiale di questi ultimi mesi. Davanti a tutto ciò, i
soci finanziari del Gruppo e le banche hanno imposto il rientro e il ripiano
delle perdite. Anche attraverso la vendita "a spezzatino" del Gruppo.
Zte cresciuta del 27%
( da "01net" del
20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in virtù delle operazioni che i
carrier faranno in attività correlate al mondo mobile 3G, servizi completi,
soluzioni Vas, integrazioni e ottimizzazione delle reti. Quanto allo scenario
internazionale, ritiene che l'impatto della crisi finanziaria continuerà a
farsi sentire e che la priorità di Zte sarà di crescere nei mercati in via di
sviluppo.
VERTICE UE: BANCHE AIUTATE
NON LIMITINO CREDITO A EST ( da "KataWebFinanza"
del 20-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Crisi
Abstract: i principi di base di un nuovo
sistema di supervisione per il settore finanziario dell'Ue, sulla base delle
proposte della Commissione derivanti dal gruppo de Laroisiere". I
Ventisette ribadiscono che "il ripristino della fiducia e il corretto funzionamento
del mercato e' una precondizione indispensabile per uscire dall'attuale crisi
finanziaria ed economica". 20/03/2009 - 10:26
Ma niente dividendo per
gli azionisti">Intesa Sanpaolo, utili e Tremonti bond Ma niente dividendo
per gli azionisti ( da "Affari
Italiani (Online)" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in utile malgrado la crisi
finanziaria, ma alla scelta di dare priorità al rafforzamento patrimoniale. La
banca ricorrerà, inoltre, ai Tremonti bond per un totale di 4 miliardi circa,
la stessa cifra chiesta dal concorrente UniCredit, mentre, quasi
contemporaneamente, il consiglio delle Generali e della controllata Alleanza
scioglieranno,
Vertice ue: Banche aiutate
non limitino credito a Est ( da "KataWeb
News" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: approverà i principi di base di un
nuovo sistema di supervisione per il settore finanziario dell'Ue, sulla base
delle proposte della Commissione derivanti dal gruppo de Laroisiere". I
Ventisette ribadiscono che "il ripristino della fiducia e il corretto
funzionamento del mercato è una precondizione indispensabile per uscire
dall'attuale crisi finanziaria ed economica". AGI
Veneto Banca digerisce la
crisi ( da "Giornale
di Vicenza.it, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ed è questa la traccia più evidente
lasciata dalla crisi finanziaria globale su un bilancio che, per tutto il
resto, pare davvero da tempi di vacche grasse. Dove sta il mistero? «Nessun
mistero - rispondono presidente e vice di Veneto Banca, Flavio Trinca e Franco
Antiga -. La crisi c'è e le imprese la sentono, su questo non c'è dubbio.
<Fuori dalla crisi più
seri e onesti> ( da "Avvenire"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: soprattutto ai mercati finanziari,
al crollo delle grandi banche e non alle aziende, al lavoro, ai soggetti
dell'economia reale». Parlando della situazione genovese, il cardinale ha
spiegato che, a causa della crisi, «le apprensioni si palpano nell'aria, il
rischio di perdere il posto in certi settori è presente, una certa
disoccupazione è già realtà»
<Basta speculazioni sul
cibo> L'appello del mondo agricolo
( da "Avvenire" del
20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: mercati finanziari. Il grano e le
derrate alimentari non possono essere soggetti alle speculazioni del mercato» ,
si associa allo spirito dell'incontro Zaia. «Non è ammissibile che qualcuno si
arricchisca sulla fame del mondo » , ribadisce il ministro ricordando le tristi
cifre dei «tre milioni vittime ogni anno della fame e i 140 milioni di bambini
che non hanno di che mangiare.
Crisi, l'Europa punta
sull'energia ( da "Avvenire"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Stati Uniti nel summit del G20 sta
nella prospettiva di mettere concretamente in cantiere un nuovo sistema globale
di controlli dei mercati finanziari, capace di impedire gli eccessi di
speculazione e di opacità delle operazioni che hanno condotto alla crisi in
corso. Agli occhi di Washington nuove regole non sono da considerare una
priorità, se ne potrà discutere a crisi superata.
COLPI BASSI A CENTRO
EUROPA IL MINISTRO DELLE FINANZE TEDESCO IRONIZZA SUI PARADISI FISCALI DALLA
SVIZZERA ARRIVANO MINACCE E INSULTI ("NAZISTA") L'ESECUTIVO ELVETICO
PROVA A ( da "Dagospia.com"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi finanziaria», ha
detto il ministro del Tesoro Luc Frieden. Il premier Jean-Claude Juncker ha avvertito
che una lista nera di paradisi fiscali comprendente Paesi dell'Unione sarebbe
inaccettabile. È evidente che in un momento di grave crisi economica la
Germania vuole tentare di recuperare evasione fiscale.
Parigi sfida l'Europa
"Renault fa protezionismo"
( da "Repubblica.it"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: schemaCommenta tutte le
autoEtilometroDatabase veicoli rubatiGuida sicura onlineCrash
TestAnnunciLettereAltri servizi RSS SUPERCAR ABBANDONATE FOTONOTIZIE -->
MOTORI Il colosso francese si appresterebbe a chiudere una fabbrica slovena per
salvare l'occupazione in patria. La Ue: "siamo stupefatti" Parigi
sfida l'Europa "Renault fa protezionismo" di VINCENZO BORGOMEO "La
Commissione europea
Germania: primo sì verso
legge salvataggio banche colpite da crisi
( da "Finanza.com" del
20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: legge che permette al governo di
prendere il controllo delle banche più gravemente colpite dall'attuale crisi
finanziaria. La legge è stata stilata anche per consentire al Governo di
acquisire il controllo di Hypo Real Estate. Per l'approvazione definitiva manca
solo il via libera dal Bundesrat, la Camera alta del Parlamento tedesco. La
votazione dovrebbe tenersi a inizio aprile.
Legacoop Emilia Romagna,
mettere in campo tutte le forze per contrastare la crisi
( da "Sestopotere.com"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: mettere in campo tutte le forze per
contrastare la crisi (20/3/2009 10:29) | (Sesto Potere) - Bologna - 20 marzo
2009 - La Direzione di Legacoop Emilia Romagna, consapevole della dimensione e
della profondità della crisi finanziaria ed economica mondiale, esprime forte preoccupazione
per gli effetti che si stanno manifestando, di giorno in giorno con crescente
gravità,
La crisi mette in
ginocchio l'artigianato piemontese, indagine e commenti
( da "Sestopotere.com"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi mette in ginocchio
l'artigianato piemontese, indagine e commenti (20/3/2009 09:31) | (Sesto
Potere) - Torino - 20 marzo 2009 - La crisi finanziaria che, partita dagli
Stati Uniti, come un ciclone ha in poco tempo attraversato l?Atlantico
coinvolgendo anche l?
L'energia eolica cresce
nonostante la crisi ( da "Villaggio
Globale.it" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: della nuova Direttiva sulle Energie
Rinnovabili, e l'inizio della crisi finanziaria che sta colpendo le economie di
tutto il mondo. Più di 500 relatori in più di 50 sessioni, eventi paralleli e
seminari affrontano ogni aspetto cruciale del mercato dell'energia eolica, da
quelli teorici e tecnici a quelli politici e pratici.
"Quei segnali a terra
da almeno due mesi" ( da "Corriere
Adriatico" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: "Capiamo osservano che il
Comune attraversa una forte crisi finanziaria, ma per sistemare un palo,
occorreranno un paio di ore di lavoro per un operaio dipendente della struttura
addetta. Anche il costo che dovrà sostenere è irrisorio, mentre la figuraccia è
davvero immensa". M.M.,
Unicredit apre i rubinetti
alle Pmi ( da "Denaro,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: piccole e medie imprese italiane in
epoca di crisi finanziaria ed economica, con uno stanziamento complessivo di 7
miliardi di euro da parte del gruppo Unicredit attraverso lo strumento dei
consorzi di garanzia fidi. E' il progetto "Impresa Italia: il nostro
impegno per le Pmi campane", operativo già da qualche giorno e al centro
dell'incontro ieri a Napoli tra Unicredit Banca di Roma,
Io candidato? Non mi tiro
indietro ( da "Denaro,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ma la vera causa è la crisi
finanziaria mondiale che si innesca sul problema di sovraccapacità produttiva
del sistema industriale. E' anche un problema di efficienza produttiva?
Partiamo dal fatto che la globalizzazione presenta gravi limiti quando si
costruisce solo sui grandi monopoli e non sulla riduzione e razionalizzazione
dei costi.
Isae: Stretta colpisce
manifattura e servizi ( da "Denaro,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: accesso ai finanziamenti durante la
crisi finanziaria. Secondo l'Istituto, "nel manifatturiero le condizioni
creditizie peggiorano drasticamente a partire dal mese di novembre e si
mantengono negative anche nei primi mesi del 2009". Aumenta la quota di
imprese razionate, principalmente dovuto ad espliciti rifiuti a concedere il
fido da parte delle istituzioni finanziarie (
FRANCA GIANSOLDATI
YAOUNDè. L'AFRICA è IN PERICOLO . DA UNA PARTE LE MA...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: elenco non mancano i danni della
crisi finanziaria mondiale. La situazione del continente è destinata solo a
peggiorare, aumenteranno i disoccupati, l'emigrazione clandestina, farà
diminuire il capitale straniero. Anche nella terza giornata di viaggio il tema
dell'Aids fa capolino, anche se le polemiche internazionali non lo sfiorano
minimamente.
EMANUELE MACALUSO CORRADO
OCONE RICORDA COME NORBERTO BOBBIO NEL CORSO DELLA SUA VITA E NELLE SUE...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Questo volume esce nel momento in
cui la crisi finanziaria che ha interessato tutti i continenti ha riaperto il
dibattito sul capitalismo e la globalizzazione, sui rapporti tra Stato e
Mercato, sulle organizzazioni internazionali e soprattutto sul ruolo della
politica. (...) E sul capitalismo e il suo ruolo nella globalizzazione si è
riaccesa una vivace discussione.
La Siciliae la Cina
( da "Sicilia, La" del
20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: miliardi di dollari per fronteggiare
la crisi finanziaria internazionale, la Cina è, dopo gli Stati Uniti di Obama,
il maggior investitore in spesa pubblica. La crisi d'altra parte ha nelle due
grandi economie gli attori ed i responsabili principali. Come ricorda la Banca
Mondiale attraverso i suoi due direttori, un americano ed un cinese, in un
recente articolo sul Washington Post:
Avidità e corruzione, il
Papa mette in guardia l'Africa ( da "Gazzettino,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: elenco non mancano i danni della
crisi finanziaria mondiale. La situazione del continente è destinata solo a
peggiorare, aumenteranno i disoccupati, l'emigrazione clandestina, farà
diminuire il capitale straniero. Anche nella terza giornata di viaggio il tema
dell'Aids fa capolino, anche se le polemiche internazionali non lo sfiorano
minimamente.
Sono legittimate ad agire
per tutelare gli interessi dei consumatori patrocinando azioni legali sing...
( da "Gazzettino, Il"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ultima crisi finanziaria ha
dimezzato i fondi per cui quest'anno i 6 enti riconosciuti dovranno dividersi
una torta meno ricca: «L'importante è quello che si riesce a realizzare e gli
utenti che si riescono ad aiutare - ricorda Antonio Ferronato dell'Adoc di
Trieste "legata" alla Uil - noi ad esempio seguiamo dai 400 ai 500
casi l'
Borse in rialzo, risalgono
le materie prime ( da "Gazzettino,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: interventi per combattere la
recessione e la crisi finanziaria pompando denaro nel sistema. Negativa Wall
Street: Dow Jone - 1,2%, Nasdaq - 0,52%. La Banca centrale americana ha messo
sul piatto oltre mille miliardi di dollari per acquistare titoli di Stato a
lungo termine e titoli legati ai mutui, facendo ricorso all'emissione di nuova
moneta per alleggerire le condizioni creditizie.
Europa, patto sociale
contro la disoccupazione ( da "Gazzettino,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: colpiti da una gravissima crisi
finanziaria che desta fortissime preoccupazioni ad ovest, dove sono basate le
case madri delle banche in maggiore difficoltà. Finora sono state aiutate
Ungheria e Lettonia. La Romania sta trattando con Bruxelles. Tutte le capitali
Ue sono d'accordo nell'assicurare il loro sostegno.
Si contrae nel 2008 l'utile
di Generali ( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: della crisi finanziaria globale,
dall'altro dimostrano la solidità delle attività assicurative, che riflette le
nostre scelte strategiche di lungo termine. Manterremo anche in futuro la
gestione prudente che ci ha sempre contraddistinto. Il dividendo, così come
strutturato, permette di ricompensare i nostri azionisti e di essere al
contempo attenti a tutti gli altri stakeholder,
Si contrae nel 2008
l'utile di Generali ( da "KataWebFinanza"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: investimenti della crisi
finanziaria globale, dall'altro dimostrano la solidit delle attivit
assicurative, che riflette le nostre scelte strategiche di lungo termine.
Manterremo anche in futuro la gestione prudente che ci ha sempre
contraddistinto. Il dividendo, cos come strutturato, permette di ricompensare i
nostri azionisti e di essere al contempo attenti a tutti gli altri stakeholder,
Ancora opportunità
finanziarie per le aziende agricole della montagna parmense
( da "Sestopotere.com"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in particolare quella della crisi
finanziaria degli allevamenti da latte per parmigiano reggiano di più piccole
dimensioni” – ha aggiunto il presidente Bovis –. “Un?iniziativa a sostegno di
un settore produttivo decisivo per il mantenimento della produzione agricola in
montagna, di qualità e tipica, fortemente legata all?
I richiami alla
trasparenza non bastano ad affrontare l'emergenza. I derivati cappio al collo
dei Comuni ( da "AmericaOggi
Online" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: spesso non si tratta solamente di
atti finanziari speculativi ad alto rischio, bensì di sottrazione di risorse ai
servizi pubblici primari. In una situazione di crisi finanziaria globale e
nazionale ciò si traduce anche in un peggioramento della capacità produttiva,
in una perdita di produzione e di lavoro delle nostre PMI e in un generale
impoverimento di ampie fasce sociali.
Savona: nel 2009 attesi al
Palacrociere 680 mila passeggeri ( da "Savona
news" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La forte crisi finanziaria sta
sicuramente creando difficoltà e uno dei primi effetti è la riduzione della
domanda delle spese per il turismo, fenomeno già pesantemente avvertito nei
comparti aereo, hotel e villaggi turistici. In realtà, le vacanze a bordo delle
navi passeggeri, potrebbero dimostrarsi, proprio per l?
Usura, Barile (Pdl):
"L'economia cosentina è strozzata"
( da "Giornale di Calabria, Il"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: In questo particolare momento di
crisi finanziaria ed economica una città come Cosenza rischia di pagare un
prezzo molto più alto rispetto ad altre realtà urbane e questo perché da sempre
il tessuto produttivo è letteralmente strozzato dal cappio dell?usura?. Così
Domenico Barile, capogruppo del Pdl in consiglio provinciale di Cosenza.
Da Provincia e Comunità
montane un fondo per le aziende agricole
( da "Gazzetta di Parma Online, La"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Abbiamo voluto colmare una lacuna
della delibera regionale quale quello delle crisi finanziaria degli allevamenti
da latte per parmigiano reggiano di più piccole dimensioni”, ha aggiunto il
presidente Bovis. “Un?iniziativa a sostegno di un settore produttivo decisivo
per il mantenimento della produzione agricola in montagna, di qualità e tipica,
fortemente legata all?
Sotto la banconota niente
( da "AprileOnline.info"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: insorgere del protezionismo, ed il
commercio internazionale si contrasse fortemente. Oggi si ripropone, mutatis
mutandis, una situazione simile. Gli Usa, fiancheggiati dalla Gran Bretagna,
sostengono la posizione secondo la quale dalla crisi si esce immettendo
massicce dosi di liquidità nel sistema finanziario, e premono affinché la Ue
faccia lo stesso.
Unicredit in risalita.
Buoni risultati, utili e dividendi e il TIER a 6,5%. Profumo accetterà il giogo
dei Tremonti Bond? ( da "Blogosfere"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: più sensibile alla crisi
finanziaria) ha avuto un risultato di gestione negativo per oltre 1,2 miliardi
di euro. A fronte dei risultati è stato chiarito che non sarà elargito alcun
bonus per l'a.d., i Deputy Ceo e tutti i componenti del Management Committee.
Intanto il Finacial Times si chiede che posizione terrà Profumo rispetto ai
Tremonti Bond.
Ambiente e pace una sola
rivoluzione ( da "superEva
notizie" del 20-03-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ma non abbastanza da impedire una
crisi finanziaria da molti paragonata al '29. Bisogna crescere di più,
insistono i responsabili del nostro futuro. E (non si dice ma si pensa) se non
si cresce quanto occorre, una nuova guerra potrà riattivare la produzione
d'armi e far ripartire la macchina dell'economia globale.
( da "Corriere.it" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il documento del
Fondo monetario internazionale Fmi: tempi duri, servono altre misure La crisi è la peggiore dal
( da "Giornale di Brescia" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Edizione: 20/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Disoccupazione primo
problema Il vertice dei
( da "Giornale di Brescia" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Edizione: 20/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:sebino e franciacorta Adro Lunedì convegno
per battere la crisi ADROContro una crisi
che genera paura è necessario che il territorio faccia sistema, generando sinergie
e conoscenze comuni. Non poteva esserci, purtroppo, periodo più azzeccato per
il convegno organizzato dall'associazione culturale «Franciacorta Viva»: lunedì
23 marzo, alle 20 nel palazzo comunale di Adro, saranno diversi gli esponenti
di spicco del mondo della politica, della formazione, del lavoro e delle
istituzioni che si ritroveranno per interrogarsi sugli effetti della crisi economica nell'ovest bresciano, ma soprattutto per
delineare possibili vie d'uscita comunali all'attuale situazione. L'iniziativa
è stata presentata ad Adro da Alfredo Mazza, presidente di «Franciacorta Viva»
e dal sindaco franciacortino, Oscar Lancini. Saranno loro lunedì sera ad aprire
il convegno, avente titolo «Per una politica locale di
contrasto alla crisi
finanziaria e di sostegno al lavoro e alle
attività produttive». «Ogni giorno - ha detto il sindaco di Adro, Oscar Lancini
- ricevo persone che non chiedono aiuti, ma lavoro. La crisi colpisce anche chi non ha mai avuto questi problemi perchè ha
toccato tutti i mercati. Ci vuole più federalismo da un lato e maggior
coordinamento fra le forze del territorio dall'altro». Per cercare queste
sinergie, al convegno «ci saranno - ha sottolineato invece Mazza - i vertici
istituzionali locali: dal viceprefetto vicario di Brescia, Attilio Visconti, al
vicepresidente della Provincia, Aristide Peli. Oltre a loro interverranno il
sottosegretario Daniele Molgora, il direttore della Banca di Vallecamonica,
Giorgio Miglio, e il sindaco di Sale Marasino, Claudio Bonissoni. Presenti anche
lavoratori e sindacati».
( da "Giornale di Brescia" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Edizione: 20/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:economia Effetto «Rambo Fed»: volano Borse
e petrolio Dollaro in calo sui mercati e contestuale aumento delle materie
prime. Il petrolio oltre i 52 $ ROMALa decisione di inondare i mercati di liquidità
(che molti economisti americani chiamano «Rambo Fed»), comprando con denaro
fresco 300 miliardi di dollari di titoli di Stato a lunga scadenza e
raddoppiando a 1.450 miliardi di dollari la possibilità di acquistare bond
garantiti da mutui, piace alle Borse e rafforza la propensione al rischio degli
investitori, spingendo l'euro verso quota 1,37 dollari e il petrolio verso i 52
dollari. Bene le Borse europee e bene, in particolare, Piazza Affari, che si è
confermata per il terzo giorno la migliore tra le grandi piazze europee:
l'indice Mibtel ha chiuso in crescita del 2,01% a 11.990 punti, lo S&P/Mib
in aumento dell'1,91% a quota 14.749. La seduta è stata contraddistinta da
forti scambi, con un controvalore totale di 2,9 miliardi di euro, il livello
maggiore del 2009. Dopo una seduta dai notevoli rialzi, nel finale i titoli di
Intesa SanPaolo e Banco Popolare si sono molto indeboliti, con una chiusura in
calo rispettivamente del 3,66% a 1,84 euro e del 2,46% a quota 2,38. A parte la
limatura dello 0,28% a 7,03 euro di Ubi Banca, tutti gli altri titoli del
settore hanno invece chiuso in forte crescita, con Unicredit, in particolare,
ancora a tirare il gruppo grazie a una crescita del 6,24% a 1,22 euro. Bene
anche Mediobanca (+5,17% a 5,79 euro), Monte dei Paschi (+3,36% a 0,93 euro) e
Banca Popolare di Milano (+2,44% a quota 3,36 euro). Nel giorno del consiglio
di amministrazione che a mercato chiuso ha comunicato i dati economici senza
dividendo, Unipol (+13,08% a 0,72 euro) è stato il migliore tra i maggiori
titoli del listino milanese. Tutto il settore assicurativo è stato comunque al
centro degli acquisti: Alleanza ha chiuso in aumento del 5,52% a 3,82 euro,
Generali del 4,83% a 11,73 e Fondiaria del 3,54%. Effetto «Rambo Fed» anche
sulle materie prime. La penalizzazione del dollaro fa crescere l'oro che sfiora
i 960 dollari, il petrolio risalito sopra i 52 dollari al barile, l'argento in
rialzo del 13% e il rame schizzato sopra i 4.000 dollari. A
innescare la fiammata delle materie prime (con rialzi generalizzati anche per
grano, soia e farina) la repentina discesa del biglietto verde, sceso a 1,37
contro euro, e la paura di un surriscaldamento dell'inflazione dopo che la
Federal Reserve ha varato massicci interventi per combattere la recessione e la
crisi finanziaria pompando denaro nel sistema.
( da "Tirreno, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
La manifestazione
sarà cartina di tornasole sulla salute finanziaria
della vela Pasquavela, regate belle ma costose PORTO S. STEFANO. I Circoli
velici della Costa d'argento sono al lavoro per organizzare le manifestazioni
estive. Lo Yacht Club Santo Stefano è alle prese con la Pasquavela. E' la prima
manifestazione importante della stagione e, come il buon giorno si vede dal
mattino, sarà la cartina di tornasole per verificare se e
quanto la crisi
finanziaria ed economica nella quale si
dibatte mezzo mondo, inciderà sull'attività agonistica della vela italiana.
Certo venire a fare Pasquavela con una barca di medie dimensioni, mettiamo
( da "Italia Oggi" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
ItaliaOggi sezione:
Giustizia e Società data: 20/03/2009 - pag: 32 autore: di Andrea Fradeani e
Francesco campanari CONTABILITÀ/ Due proposte dal Fasb Fair value quando il
mercato va giù Fair value quando i mercati sono inattivi o in profonda crisi. E svalutazione di titoli evitata se il management si
impegna a tenere nel portafoglio gli strumenti di ridotto valore corrente per
un periodo di tempo tale da consentire il recupero delle loro quotazioni. Sempre più evidenti gli effetti della crisi finanziaria
sulla convergenza e revisione dei principi contabili impiegati nei principali
pesi sviluppati. E ancora una volta è il fair value ad essere sotto esame:
sull'adeguatezza delle attuali regole di valutazione degli strumenti
finanziari, improntate su logiche valutative mark to market, al contesto in cui
i mercati (sempre che risultino attivi) manifestano andamenti così
altalenanti. Una prima risposta è venuta, in questi giorni, dal Financial
accounting standard board (Fasb) statunitense: lo standard setter ha
pubblicato, sul proprio sito http://www.fasb.org, due proposte destinate a
migliorare le regole e le informazioni offerte in materia di misurazioni al
fair value e impairment test degli strumenti finanziari. La prima proposta (Fsp
Fas 157-e), intende fornire delle linee guida sui comportamenti da seguire
nella misurazione al fair value quando i mercati sono inattivi. Il documento
oggi vigente ha il limite di non affrontare in modo adeguato le transazioni tra
soggetti partecipanti al mercato in situazioni di estrema difficoltà come
l'attuale. La seconda proposta (Fsp Fas 115-a, Fas 124-a ed Eitf 99-20-b) offre
degli spunti su come poter distinguere strumenti finanziari che presentino
delle perdite durevoli di valore da altri per i quali la perdita sia solamente
temporanea. La svalutazione potrà essere evitata sulla base della chiara
affermazione del management di voler e poter mantenere in portafoglio strumenti
finanziari, dal ridotto valore corrente di mercato, per un periodo di tempo
tale da consentirne il recupero, nella fondata speranza che questo avvenga,
delle loro quotazioni.
( da "Milano Finanza (MF)" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione: Primo
Piano data: 20/03/2009 - pag: 4 autore: di Luciano Mondellini slitta a data da
definire l'avvio della produzione nella joint tra il lingotto e chery Lo stop
cinese non ferma il volo Fiat Brillante il titolo (+10%) grazie alla buona
partenza di GM a Wall Street e al piano di aiuti Usa alla componentistica.
Chrysler, Fiat si farà carico del 35% del nostro debito verso il governo Brusco
rallentamento nei piani di espansione di Fiat in Cina, ma il titolo del
Lingotto vola in borsa (+9.9%) sulla scorta delle notizie provenienti da
Brasile e Stati Uniti La crisi ha infatti spinto i
vertici del Lingotto a chiedere uno slittamento (a data da definire) dell'avvio
della produzione di vetture nell'ambito dell'accordo di joint venture tra la
casa torinese e la società cinese Chery Automobile, un'alleanza che
inizialmente prevedeva la realizzazione congiunta di vetture a partire da
quest'anno. A spiegarlo è stato ieri il presidente di Chery Automobile Yin
Tongyao che ha fatto sapere che a spingere per lo slittamento dell'accordo
stati proprio i vertici del Lingotto. «I produttori di auto
stranieri sono colpiti dalla crisi finanziaria e qualsiasi
investimento aggiuntivo sarebbe difficile per loro in tempi come questi», ha
spiegato Yin Tongyao. Per questo motivo, ha continuato il numero uno della
società cinese, «abbiamo rallentato il progetto di joint-venture con Fiat e la
produzione di vetture non partirà entro quest'anno. Ma non abbiamo
accantonato il progetto», ha aggiunto, sottolineando quindi che l'obiettivo
comune è riavviare il piano non appena la situazione del settore si sarà
ristabilita. L'accordo era stata siglato nell'agosto del 2007 e prevedeva la
produzione e la vendita nel in Cina di vetture Fiat, Alfa Romeo e Chery, con
volumi di produzione di circa 175 mila vetture dal 2009. Se la crisi economica sta rallentando i programmi di Fiat
all'estero, lo stesso non si può certo dire per Chery, visto che sempre ieri lo
stesso Tongyao non ha escluso l'interesse del gruppo ad acquistare marchi di
auto stranieri, come la svedese Volvo di proprietà del gruppo Ford. «Potremmo
considerare un acquisto se non sono interessate altre case cinesi. Non
entreremo in una battaglia sul prezzo», ha spiegato Tongyao. La notizia dello
slittamento dell'accordo in Cina non ha penalizzato il titolo Fiat, che anzi ha
chiuso seduta tra i migliori del listino con un guadagno del 9,9% a 4,7 euro. A
spingere le quotazioni ha contribuito la buona giornata dell'intero comparto
auto sui listini europei, che si sono mossi al traino di General Motors (+11%
in apertura a Wall Street) e della prospettiva di aiuti (per 5miliardi di
dollari) da parte del Tesoro Usa per i fornitori di componenti auto. Il titolo
Fiat ha potuto anche giovarsi delle positive indicazioni sul mercato brasiliano
circa le vendite dei primi 15 giorni di marzo e all'ottimismo espresso dal
ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola: «A febbraio - ha spiegato
il ministro - gli ordinativi di acquisto di auto sono aumentati del 4% rispetto
allo stesso mese del 2008 e si stima che a marzo le immatricolazioni crescano».
Infine la Chrysler ha confermato che la Fiat si farà carico del 35% del debito
del gruppo di Detroit nei confronti del governo Usa. Chrysler ha anche aggiunto
che «neanche un nichel» dei contribuenti americani andrà al Lingotto. La
partnership tra Fiat e Chrysler potrà contare su un budget per gli acquisti di
80 miliardi di dollari. I veicoli prodotti in partnership consentiranno un 26%
di risparmio di benzina rispetto ai modelli Chrysler attuali.
( da "Milano Finanza (MF)" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione: Commenti
& Analisi data: 20/03/2009 - pag: 8 autore: di Massimo
Minnucci* Solo la cessione del quinto ha fatto boom La crisi finanziaria influenza negativamente i consumi e, di conseguenza, il credito
al consumo. Unica eccezione, il comparto della cessione del quinto che, al
contrario, nel 2008 è cresciuto di circa il 40%, con 5,3 miliardi di euro di
nuovi finanziamenti. La cessione del quinto è una forma di finanziamento
riservata ai dipendenti pubblici, privati e ai pensionati rimborsabile mediante
il pagamento di rate mensili prelevate dallo stipendio. Quali sono le
caratteristiche a cui il risparmiatore dovrebbe fare attenzione per scegliere
un buon operatore, conveniente e trasparente? Il contratto è tecnicamente
complesso e se non rappresentato con chiarezza rischia di generare errate
interpretazioni e successive contestazioni. Le regole da seguire per
individuare un buon operatore devono essere: rispetto della trasparenza e dei
diritti dei consumatori, convenienza del prestito, costo del finanziamento e
qualità del servizio. Trasparenza: il risparmiatore deve verificare che nel
contratto siano rappresentate le norme, entrate in vigore nel 2003, sulla
Trasparenza dei servizi bancari e finanziari, che hanno l'obiettivo di rendere
noti ai clienti gli elementi essenziali del rapporto contrattuale, delle sue
eventuali variazioni nonché di fornire informazioni chiare e complete sui
prodotti proposti dagli intermediari finanziari. In virtù di queste norme il
cliente, prima di concludere il contratto, riceve tutte le informazioni
necessarie sul finanziamento che sta sottoscrivendo, cioè avviso e foglio
informativo. Inoltre è riconosciuta, sempre dalla legge, la facoltà di recedere
entro 15 giorni dalla firma. Rispetto dei diritti dei consumatori: in questo
contesto il risparmiatore dovrebbe verificare se gli operatori hanno siglato
accordi con le associazioni dei consumatori. Ktesios, ad esempio, ha sottoscritto
un protocollo d'intesa con l'Adiconsum per contribuire a prevenire il fenomeno
del «sovraindebitamento», anche con l'offerta di servizi ispirati a criteri di
correttezza e inoltre ha offerto a tutti i suoi clienti la possibilità di
essere assistiti direttamente da Adiconsum.Convenienza del prestito: nel
contratto di cessione del quinto il taeg (il tasso che indica il costo
complessivo di un finanziamento e che tiene conto di tutte le spese che
incidono sullo stesso) è influenzato dalla copertura assicurativa obbligatoria
per legge, che rappresenta una reale protezione per il cliente e che lo copre
per il rischio morte o di perdita dell'impiego, nel caso si tratti di un
dipendente, e per il rischio vita se si tratta di un pensionato. È vero che la
cessione del quinto può avere un costo maggiore rispetto ad altre tipologie di
finanziamento, ma questo surplus è tale perché al contratto per legge è
affiancata una «reale» assicurazione sulla vita del sottoscrittore senza che
gli oneri del finanziamento ricadano sugli eredi. Questa assicurazione rende
possibile il prestito fino a 90 anni, conseguentemente il costo è proporzionato
al rischio. Inoltre la possibilità di erogare il prestito in breve tempo,
massimo 48 ore, comporta maggiori costi a fronte però di un servizio celere ed
efficiente. * amministratore delegato Ktesios
( da "Milano Finanza (MF)" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione: Mercati
Globali data: 20/03/2009 - pag: 17 autore: Bernardo Soave Mediobanca recupera
posizioni nell'M&A Nonostante la crisi finanziaria internazionale e il complessivo raggelamento dei mercati,
Mediobanca recupera posizioni nell'M&A nel primo trimestre 2009. Lo segnala
la classifica stilata da Mergermarket. Nel ruolo di financial advisor a livello
globale Piazzetta Cuccia è passata dal diciassettesimo al tredicesimo posto per
valore con 8 operazioni. A livello europeo, inoltre, la merchant bank
milanese è salita dal diciassettesimo al nono posto. Lo sprint è legato
soprattutto all'acquisto del 25,01% di Acciona in Endesa da parte di Enel,
un'operazione nella quale Mediobanca ha giocato un ruolo di primo piano come
advisor, insieme a Credit Suisse e Goldman Sachs. Complessivamente nel periodo
il valore delle operazioni è sceso del 27% rispetto all'ultimo trimestre, e del
40% rispetto al primo trimestre del 2008.
( da "Finanza e Mercati" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
GM e i dati del
Brasile riportano Fiat a intravvedere quota 5 euro da Finanza&Mercati del
20-03-2009 Fiat in fibrillazione a Piazza Affari. Ieri il titolo della casa di
Torino ha messo a segno un balzo 9,91% a 4,71 euro con scambi per quasi il 6%
del capitale, trainato, come tutto il comparto europeo dell'auto (+1,14% lo
Stoxx di settore, dove Torino è stata la migliore, subito seguita da Peugeot,
in progresso del 6,42%), da General Motors che in fase di apertura è schizzata
in rialzo del 16%, per poi stabilizzarsi e avviarsi a chiudere in progresso del
10 per cento circa. La casa Usa ha beneficiato della prospettiva di aiuti da
parte del Tesoro Usa per i fornitori di componenti auto (vd. articolo a pagina
15). Quanto a Torino, il sostegno è arrivato anche dalle positive indicazioni
sul mercato brasiliano, che pesa per circa il 30% sul fatturato del Lingotto. E
che nei primi 15 giorni di marzo ha registrato vendite in aumento del 3,5%
rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e dell'8,83% rispetto ai
primi quindici giorni di febbraio
( da "Riformista, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Le notizie Fmi:
«Davanti a noi ancora tempi difficili» «Molti Paesi membri
del G20 devono ancora avvertire il pieno impatto della crisi, per questo dovrebbero adottare azioni immediate per contenere
un ulteriore deterioramento della situazione. Anche in quei paesi in cui i
settori bancari appaiono tenere meglio, l'aggravamento della crisi finanziaria globale minaccia di comportare stress ancora maggiori». È
l'analisi degli economisti del Fondo monetario internazionale in un documento
sulla risposta alla crisi bancaria consegnato al
gruppo dei G20 in occasione del vertice di Londra dei ministri finanziari del
13-14 marzo e reso pubblico ieri. Insomma, nonostante qualche segnale positivo
sia arrivato negli ultimi giorni dai dati macroeconomici, non c'è da farsi
illusioni: «Davanti a noi - sostiene l'istituzione di Washington - abbiamo
tempi molto difficili». Per quanto riguarda l'Italia il deficit di bilancio
quest'anno balzerà al 4,8 per cento del Pil, oltre due punti in più rispetto al
livello dello scorso anno, e nel 2010 continuerà ad ampliarsi fino a
raggiungere il 5,2 per cento. Dati che riflettono una revisione peggiorativa
rispetto a quelli indicati lo scorso 6 febbraio, ma inferiori ai valori medi
previsti per tutto il G20. Al G8 agricolo si parla di recessione. La
delegazione dei leader degli agricoltori degli otto Paesi più sviluppati
riuniti a Roma per il G8 Farmers Meeting, promosso dal presidente della
Coldiretti Sergio Marini, è stata ricevuta dal Direttore Generale della Fao
Jacques Diouf al quale è stata consegnata la dichiarazione comune formulata al
termine del primo vertice mondiale. Nel corso dell'incontro è emersa una ampia
condivisione degli obiettivi e delle strategie anche con riferimento alla
necessità di promuovere la produzione agricola mondiale e di stabilizzare i
prezzi agricoli, per frenare le speculazioni e garantire un adeguata
alimentazione alla popolazione mondiale in crescita. Nonostante il crollo delle
quotazione dei prodotti agricoli, i paesi poveri continuano a soffrire
dell'impatto dei prezzi alti del cibo che è ora aggravato dal rallentamento
della crescita economica. Fiat pagherà parte dei debiti Chrysler. La Fiat si
farà carico del 35 per cento del debito di Chrysler nei confronti del governo
Usa. Lo rende noto il gruppo automobilistico di Detroit, che assicura che
«neanche un nichel» dei contribuenti americani andrà al Lingotto. La
partnership tra Fiat e Chrysler potrà contare su un budget per gli acquisti di
80 miliardi di dollari. I veicoli che saranno prodotti in partnership tra le
due aziende consentiranno un 26 per cento di risparmio di benzina in più
rispetto ai modelli Chrysler del 2010. «A inizio aprile opzioni su rete».
Nessuna anticipazione sul tipo di opzione che sulla rete di accesso di nuova
generazione sarà indicata dal governo a partire dai suggerimenti contenuti nel
rapporto del consulente Francesco Caio, ma la certezza che i tempi per la
scelta sono prossimi. È il senso di quanto riferito dal sottosegretario delle
Comunicazioni, Paolo Romani, a margine di un convegno in cui ha spiegato di
aver fatto una sintesi del rapporto presentato da Caio e di averla consegnata
al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "La presenteremo
ufficialmente nella prima settimana di aprile: in quella sede -ha detto Romani-
cercheremo di immaginare le opzioni da presentare al paese". Italia, paese
per vecchi. Giovani italiani bravi, preparati, capaci e meritevoli, ma bloccati
nella carriera da una classe dirigente vecchia e attaccata alla poltrona. È
quanto emerge da una ricerca promossa dal Forum Nazionale dei Giovani insieme
al Cnel e Unicredit, che affronta il nesso tra giovani e mobilità sociale,
monitorando la presenza dei giovani nelle rappresentanze istituzionali e in
alcuni settori chiave della cultura e del mondo del lavoro. Il quadro che ne
emerge non è incoraggiante. 20/03/2009
( da "Nuova Ferrara, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
La recessione
«morde» le imprese ferraresi Calano produzione, export, fatturato e ordini. Una
«ripresina» solo nel 2010 Uno «scenario» congiunturale pieno di ombre, quello
fotografato ieri dall'Osservatorio dell'economia della Camera di Commercio di
Ferrara (che si avvale dell'apporto apporto dei componenti di enti locali,
Università di Ferrara, banche, associazioni di categoria, in sinergia con
Unioncamere Emilia-Romagna; e arricchito dalle previsioni del centro di
ricerche Prometeia). Evidente infatti, la accentuata e progressiva involuzione
della dinamica congiunturale, registratasi negli ultimi tre mesi del 2008. «L'inevitabile propagazione della crisi finanziaria
globale nel Ferrarese - rileva il presidente della Camera di commercio, Carlo
Alberto Roncarati - ha purtroppo innescato un processo involutivo dei
principali indicatori congiunturali. Cedono produzione, fatturato ed ordinativi
dell'industria manifatturiera, e sembrano risentirne in misura ancora più
accentuata le piccole imprese e l'artigianato, colpite soprattutto dalla
fine del lungo ciclo espansivo dell'edilizia. Sono purtroppo inequivocabili i
segnali di una diffusione generalizzata della crisi
mondiale sul terreno locale». In particolare preoccupa la brusca frenata
dell'export provinciale, in controtendenza con la leggera crescita registrata
in regione. «Un andamento, il nostro, decisamente negativo - ha rilevato
Roncarati - anche perché enfatizzato dalla tipologia di specializzazioni produttive
prevalenti nel Ferrarese: una struttura manifatturiera fortemente imperniata su
settori, quali l'automotive, la chimica e plastica, che sono contraddistinti
dalle maggiori difficoltà anche sullo scenario globale». Il calo della
produzione ferrarese (-4%) tra settembre e dicembre, sebbene inferiore al dato
regionale (-4,3%) e a quello nazionale (-5,5%), rappresenta fino in fondo il
sensibile ridimensionamento degli ordinativi. E il deterioramento della
congiuntura, pur non avendo certo risparmiato l'area della media-grande impresa
ferrarese, ha riguardato, in misura ancora più marcata, piccola impresa e
artigianato. L'export, dopo la forte frenata dei primi 9 mesi del
( da "Gazzetta di Mantova, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
IL
SINDACO DI TORINO I rimedi alla crisi finanziaria Chiamparino a
Palazzo Soardi Il sindaco di Torino nonchè componente della segreteria
nazionale del Pd voluta da Dario Franceschini, Sergio Chiamparino, sarà oggi
pomeriggio (ore 18) a Mantova per un incontro pubblico alla sala degli stemmi
di Palazzo Soardi, in via Frattini
( da "Nuova Venezia, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
L'ANALISI
DELL'ASSESSORE VECCHIATO «Meno soldi da parte delle banche, ma l'Umberto I va
avanti» «Meno liquidità da parte delle banche, meno investimenti». Ecco perché in questo periodo di grave crisi finanziaria
«alcuni progetti si sono fermati o hanno visto rallentare il proprio iter».
Gianfranco Vecchiato, assessore comunale all'Urbanistica, non ha dubbi: «Visto
che quasi tutti i piani commerciali previsti in città dipendono dal credito
bancario, non c'è da stupirsi se adesso come adesso ci si trovi in una
situazione di impasse». La cosa certa, però, è che «questi finanziamenti
non sono destinati a sparire, anche se la crisi c'è e
si fa sentire. Vengono piuttosto spostati in avanti, o sfruttati con più
fatica. Ci troviamo di fronte a un rallentamento dei progetti programmati. Non
a mutamenti sostanziali. Per esempio l'iter per il raddoppio dell'Auchan sta
procedendo, e proprio qualche giorno fa è stata siglata la convenzione fra
l'amministrazione e il centro commerciale di via don Tosatto». Comunque, «nel
nostro territorio si sono costruiti milioni di metri quadrati di superfici di
vendita. Non è un fatto così negativo se si comincia a tornare un po' con i
piedi per terra. Anche da parte dell'amministrazione pubblica serve un esame
generale della situazione, in attesa che vengano introdotti i Pat, i Piani di
assetto ambientale». In questo contesto, continua l'assessore all'Urbanistica,
l'intervento previsto nell'area in cui sorgeva l'ex Umberto I «non si ferma.
Anche perché ci vorrà più di qualche anno prima di veder realizzate le varie
strutture commerciali e residenziali. Si spera che in questo tempo la crisi esaurisca i propri effetti devastanti». (g.cod.)
( da "Nuova Venezia, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 19 - Cronaca
Sparite oltre seimila imprese mentre crolla anche l'export
LE CIFRE I dati della Camera di Commercio GIANNI FAVARATO La crisi finanziaria ha cominciato ad aggredire anche l'economia reale e l'anagrafe
delle imprese veneziane ne registra i primi effetti negativi, con una riduzione
del tasso di sviluppo (-0,2 %) e dell'export (- 15,7 %), ed una crescita del
ricorso alla cassa integrazione (+ 134 % nei primi due mesi di quest''anno).
«Dopo anni di ininterrotto trend positivo nella provincia di Venezia - hanno
spiegato ieri il direttore e il presidente della Camera di Commercio, Roberto
Crosta e Massimo Albonetti -, nel 2008 uno degli indicatori chiave dello
sviluppo, il movimento anagrafico delle imprese, si chiude in passivo, in linea
con lo scenario nazionale. Le indicazioni che abbiamo nei primi mesi del 2009
la tendenza negativa sta continuando». Chi nasce e chi muore. I dati presentati
ieri in Camera di Commercio, conferma la gravità del momento, dovuta non solo
alla crisi economica mondiale ma anche
l'invecchiamento dei titolari delle aziende veneziane che non riescono a
garantire un efficace cambio generazionale e alla scarsa capacità di rinnovarsi
presentandosi sul mercato con nuovi prodotti ad alta qualità d'innovazione -
informatica (+ 1,4), ricerca e sviluppo (+ 13 %) - oppure con servizi mirati
alle persone legati ad istruzione, sanità e assistenza sociale (+ 4,1 %). I
tassi più elevati di «mortalità» delle imprese iscritte all'Albo della Camera
di Commercio riguardano i settori «tradizionali» dell'economica veneziana,
salvo il turismo che nel
( da "Tirreno, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 1 - Prato In
tv il grido: " Prato non deve chiudere" La diretta di «Annozero» ha
lasciato però poco spazio alla crisi Il programma di
Santoro ha concentrato l'attenzione sul fenomeno del lavoro nero e
dell'illegalità presenti nelle aziende cinesi PRATO. Di "Annozero"
resteranno impresse le prime immagini girate a Prato: i volti e le lacrime
degli operai che hanno perso il lavoro, di quelli che temono di perderlo.
Questa è la città che oggi è in ginocchio, messa in crisi
dalla concorrenza del colosso Cina, dall'assenza di regole, dalla mancanza di
aiuto dello Stato e dalle banche che hanno chiuso improvvisamente i rubinetti.
Il resto della trasmissione condotta da Michele Santoro si è rivelata
un'occasione mancata: gli esponenti politici, gli industriali, gli artigiani,
gli operai, presenti nella Rifinizione S. Stefano attorno alla bandiera con la
scritta "Prato non deve chiudere" hanno avuto scarso spazio per spiegare
le vere ragioni della crisi e per avanzare, a nome di
tutto il distretto tessile, la richiesta d'aiuto. Forse dietro c'è stato uno
spiacevole equivoco: la trasmissione aveva come tema centrale non la crisi di Prato ma il lavoro nero. Ed ecco quindi che le
telecamere di "Annozero" si sono messe a girare dentro e fuori i
capannoni cinesi a caccia di clandestini insieme alla Guardia di Finanza, o
nelle ditte di Pronto Moda del Macrolotto alla scoperta di quel fenomeno che
ormai tutti conoscono: il pellegrinaggio da mezza Europa per fare acquisti a
prezzi stracciati di pantaloni, camicette, magliette e abiti. E poco importava
soffermarsi sul fatto che, come ha spiegato la giornalista Silvia Pieraccini
del "Sole 24 ore", le ditte cinesi di Prato non sono la causa diretta
della mancanza di lavoro delle aziende pratesi. Pochi i flash sulle vicende
strettamente legati all'agonia che le fabbriche tessili stanno vivendo. Ci ha
provato all'inizio il giornalista Ruotolo, avvisando di come la produzione
della Rifinizione S. Stefano si sia ridotta da 18 milioni di pezze l'anno ai 6
previsti per il 2009, ci ha provato lo stesso titolare, Renato Cecchi, parlando
di "canna del gas", accusando i governanti "di averci venduto
alle lobbies del commercio" e ricordando come sia facile etichettare e
vendere un prodotto come made in Italy. Ma è stato il lavoro nero, insieme a
tutto il folclore che ruota intorno alla presenza dei cinesi in città, a tenere
banco. E di questo hanno argomentato, accapigliandosi a più riprese, il sottosegretario
ai Trasporti Roberto Castelli della Lega Nord e Paolo Ferrero, segretario
nazionale di Rifondazione. Tanto che l'evento accolto con più partecipazione
dagli spettatori presenti all'interno della Santo Stefano è stato quando Renato
Cecchi ha commentato: «Vedere litigare i politici in tv è uno spettacolo
degradante. Ai cassintegrati non resta che andare a bloccare i porti italiani
da dove passa di tutto mentre da quelli cinesi non passa niente». La scarsa
visibilità di Prato nella trasmissione ha suscitato una crescente
insoddisfazione nella platea tanto che gli imprenditori Guazzini, Matteini,
Cangioli, Pinori a un certo punto hanno suggerito al presidente della Provincia
Massimo Logli, al presidente degli industriali Riccardo Marini e al segretario
provinciale della Cgil, Manuele Marigolli, di andarsene. Il messaggio da Prato
è arrivato a Roma e Santoro ha concesso la parola a Andrea Belli
(Confartigianato) che si è ritagliato tre minuti per richiamare l'attenzione
sue due richieste: gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione) estesi a
tutti e il congelamento per il 2009 di mutui e leasing. Applausi e urrà hanno
accolto gli interventi di Orlando Mari (Fintes) e Pierluigi Ciofi (Milior) che
hanno costretto gli ospiti in studio a tornare sull'emergenza occupazione:
«Presto altri 1100 operai perderanno il posto. Lo Stato deve intervenire.
Servono soldi, finanziamenti». E Ciofi: «La crisi finanziaria mondiale non c'entra nulla: è dal 2001 che nessuno fa niente per
noi. Che a Prato non si vede una lira». E «Annozero» si chiude con la
bandierona "Prato non deve chiudere" che scorre sopra le teste di
operai e imprenditori, ancora una volta insieme. Ilenia Reali Giovanni
Ciattini
( da "Secolo XIX, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Tre milioni di
lavoratoriin piazza contro Sarkozy francia Nel mirino la politica economica del
governo. Scontri in serata a Parigi Parigi. Seconda manifestazione in Francia
dopo quella del 29 gennaio e secondo movimento solidale tra pubblico e privato,
una novità indicativa in questo paese dove lo sciopero è sempre stato una
grande prerogativa del settore pubblico e soprattutto dei trasporti pubblici e
dell'insegnamento. Meno scioperanti, ma più manifestanti questa volta.
L'esasperazione è scoppiata, non c'è soltanto il problema di come far tornare i
conti la quarta settimana ma una crescita esponenziale della precarietà, della
povertà, dell'impossibilità di ritrovare un lavoro se si perde il proprio. Sono
già 2,2 milioni i disoccupati e entro l'anno si sa già che se ne aggiungeranno
altri 300.000. La Francia dei grandi gruppi che licenziano a colpi di 500,
1.000, 4.000 dipendenti non si limita più a mormorare. Da anni esiste un
malessere di sottofondo ma la crisi finanziaria
che coinvolge tutti i paesi, sommata ad un Governo che ora rifiuta altre
negoziazioni, ha dato il colpo di grazia. Il presidente Sarkozy riesce ancora a
dare all'estero un'immagine di una Francia forte, dalla diplomazia
onnipresente, in grado di imporsi in Europa con un tentativo quasi riuscito di
far risorgere la Costituzione europea col trattato di Lisbona, bocciato
dall'Irlanda. Una Francia che reintegra il comando della Nato nonostante le
proteste anche di esponenti neo-gollisti timorosi di perdere potere decisionale
nei confronti degli americani. Una Francia che prova a dettar legge anche alla
Cina, e perché no, se tutte queste azioni apportassero qualcosa anche ai
francesi e alla loro vita quotidiana. E qui sta il punto. La spaccatura sociale
è enorme. I poveri sono sempre più poveri ed i colletti bianchi, quelli della
classe media, quelli che finora hanno retto, stanno affondando assieme agli
operai. Erano tanti, molti non avevano mai manifestato in vita loro, molti
erano quadri, molti non erano neanche sindacati. Quando muri di manifestanti
(3.000.000 secondo il sindacato Cgt, di cui 350.000 solo a Parigi) sfilano ma
con bandiere diverse, dagli operai di Continental che ha annunciato 1.200
licenziamenti entro il 2010, ai giornalisti dell'Agence France Presse e
dell'audiovisivo pubblico, dagli studenti ai medici, senza dimenticare i
metalmeccanici, i ferrovieri. I tre quarti dei francesi appoggiano la protesta.
E quando persino tutti gli otto sindacati riescono a mettersi d'accordo su
un'azione comune allora forse è chiaro che qualcosa non va. Sembra ovvio ma
dalle dichiarazioni della Presidente del Medef, la Confindustria Francese,
Laurence Parisot, pare che questo sciopero sia "demagogia", o peggio
"un atto di incoscienza per i costi che genererà alle aziende". Peccato
che non abbia trovato soluzione, nonostante le pressanti richieste di Sarkozy,
alle indennità iperboliche dei presidenti che lasciano i gruppi esangui ma se
ne vanno con quello che qui si chiama il "paracadute dorato" o ai
bonus dei dirigenti di società che applicano la cassa integrazione. Non si può
chiedere pazienza a una popolazione che vede già nel 2010 un anno nero per la
disoccupazione. Nell'opposizione di sinistra, che storicamente ha sempre avuto
il ruolo di difendere i lavoratori, è difficile trovare a chi identificarsi
perché le lotte intestine prevaricano sulle necessità della nazione e quasi si
dimentica di fare opposizione. Dopo i primi movimenti di gennaio, Sarkozy aveva
deciso di mettersi al tavolo delle trattative con un "summit sociale"
ma questa volta ha detto chiaro che «pur capendo l'inquietudine dei francesi di
fronte alla crisi non ci saranno gesti supplementari».
Il Primo Ministro, François Fillon, l'ha confermato al telegiornale delle 20.
Di fronte alle manifestazioni di ieri, 215 cortei in tutta la Francia, ha
preferito asserire che «la crisi è mondiale e la
Francia se ne esce meglio di altri». Ha trovato spiegazione persino alle
ristrutturazioni sociali che trova inevitabili, il che equivale a giustificare
le migliaia di licenziamenti ed ha rilanciato la colpa al padronato al quale
intende chiedere conti entro il 31 marzo. Un intervento freddo e asettico che,
in definitiva, rischia di fomentare ulteriormente la collera e la mobilitazione
sociale con i sindacati già pronti ad altre risposte. In serata, a conclusione
della manifestazione parigina, si sono verificati scontri. Centinaia di
giovani, riuniti in bande molto mobili, imbacuccati in abiti neri, con il viso
coperto da sciarpe o keffieh, hanno lanciato oggetti e pietre sulle brigate di
gendarmi. Alcuni cassonetti sono stati incendiati, pensiline, cabine
telefoniche e vetrine sono finite in frantumi. Luisa Pace 20/03/2009
( da "Repubblica, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 24 - Economia
Il governo vuole penalizzare l´import che non rispetta i tetti di CO2 Usa,
arriva l´eco-dazio è subito lite con la Cina FEDERICO RAMPINI dal nostro
corrispondente PECHINO - Si tinge di verde l´ultima
tentazione protezionista. La Cina e il Messico hanno reagito duramente alle
nuove barriere agli scambi, già varate o proposte dall´Amministrazione Obama in
nome della difesa dell´ambiente. Da Pechino è arrivata una secca messa in
guardia contro l´idea in discussione negli Stati Uniti, di introdurre una nuova
carbon-tax � o meglio un "dazio carbonico" � sulle
importazioni in provenienza da paesi che non adottano tetti alle emissioni di
CO2. La proposta potrebbe colpire pesantemente i prodotti made in China sul
mercato americano. L´idea di un dazio ambientalista è stata discussa
esplicitamente dal nuovo segretario Usa all´Energia Steven Chu (che per un´ironia
della sorte è etnicamente cinese-americano) in un´audizione al Congresso questa
settimana. La sua genesi è legata alla svolta di Obama sul cambiamento
climatico e le politiche ambientali. Capovolgendo la linea di George Bush, il
presidente ha deciso che gli Stati Uniti adotteranno quanto prima un tetto alle
emissioni di CO2 per l´industria americana, legato alla creazione di un mercato
per i diritti di emissioni carboniche, cioè un sistema analogo a quello già in
vigore nell´Unione europea. Affinché le imprese americane non si trovino in una
situazione di svantaggio competitivo rispetto alla concorrenza estera, Steven
Chu ha annunciato che l´Amministrazione Obama sta esaminando una serie di
ipotesi: tra queste appunto la possibilità di colpire con un "dazio
verde" i prodotti in provenienza da paesi che non applicano tetti alle
emissioni di CO2 per le loro imprese. Si tratta in particolare delle potenze
emergenti quali Cina e India. La Repubblica Popolare aderì a suo tempo al
Trattato di Kyoto per la lotta al cambiamento climatico, ma avvantaggiandosi di
una clausola prevista per i paesi emergenti che la esenta dal fissare limiti
alle emissioni carboniche. La reazione di Pechino è stata una dura condanna.
Xie Zhenhua, capo del comitato governativo sul cambiamento climatico, ha
dichiarato: «Ci opponiamo all´uso della questione ambientale come un pretesto
per praticare il protezionismo. La lotta al
cambiamento climatico è una cosa e la Cina sta facendo la sua parte; introdurre
dazi sulle importazioni è un´altra cosa, sono questioni ben separate che vanno
affrontate in ambiti diversi». La Repubblica Popolare si sente nel mirino sia
per l´alto attivo commerciale verso gli Stati Uniti, sia perché dall´anno
scorso ha superato gli Usa per il volume di emissioni carboniche rilasciate
nell´atmosfera. Tuttavia il governo di Pechino sottolinea che il balzo cinese
nelle emissioni di CO2 è solo recente mentre il cambiamento climatico è stato
provocato da decenni di inquinamento nei paesi di vecchia industrializzazione.
Inoltre i leader cinesi accusano le multinazionali occidentali di avere
delocalizzato le produzioni più inquinanti nei paesi emergenti. Lo scontro tra
Pechino e Washington conferma che si è aperto un nuovo fronte nella marea
montante del protezionismo, questa volta all´insegna
delle politiche ambientali. L´Amministrazione Obama deve affrontare in casa
propria le resistenze di una parte del mondo industriale. In piena recessione
molte imprese americane lamentano che l´introduzione dei tetti alle emissioni di
CO2 e di un mercato per i permessi sul modello europeo non farà che appesantire
i costi di produzione e aggravare le difficoltà del tessuto produttivo. Di qui
la tentazione di offrire in contropartita una protezione contro la concorrenza
cinese. Un gesto analogo � e già entrato in vigore � ha infiammato nei
giorni scorsi le relazioni tra Stati Uniti e Messico. Cedendo a un´antica
richiesta del potente sindacato dei camionisti Teamsters, nonché di
associazioni ambientaliste come il Sierra Club, l´Amministrazione Obama ha
sospeso la libertà di accesso ai Tir messicani finché non rispettano le
normative ambientali e di sicurezza degli Stati Uniti. La libera circolazione
dei Tir in tutto lo spazio nordamericano era stata prevista dal trattato di
libero scambio Nafta, firmato da Bill Clinton.
( da "Manifesto, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
PREVISIONI In Italia
deficit/Pil al 4,8% nel 2009 Fmi, l ultimo pessimista dell economia globale
CRESCITA E OCCUPAZIONE A PICCO: I GRAFICI DIFFUSI IERI DAL FONDO MONETARIO
INTERNAZIONALE Maurizio Galvani L'Fmi non è per nulla ottimista e nel Report -
che prepara l'incontro del 2 aprile del G20 - prevede «un declino globale
dell'attività economica per il 2009, fatto che non accadeva da 60 anni». La
denuncia dell'organizzazione diretta da Dominique Strauss-Kahn è peggiore di
quanto si potesse immaginare: negli Stati Uniti, il Pil crollerà a -2,6%, in
Giappone la flessione sarà pari al 5,8%, mentre il Pil dei paesi della area
dell'euro subirà un calo del 3,2%. Il panorama non è migliore per i paesi
emergenti - spesso trascurati dalle statistiche - che «a causa di entrate più
deboli per la caduta dei prezzi delle materie prime, per la debolezza delle
esportazioni presenteranno una crescita indebolita, mentre alcune nazioni
soffrono più delle altre (Cina)». L'Fmi dichiara esplicitamente che «i paesi
del centro-est Europa sono quelli che pagano più la crisi» come pure
«l'instabilità dei mercati finanziari a est affligge i
mercati a ovest. Le principali banche di Austria,
Svizzera, Belgio, Olanda, Svezia e Gran Bretagna e, anche, Italia sono esposte
al caos orientale poiché le attività delle filiali degli istituti di credito
rappresentano una consistente parte del Pil di questi paesi. Per capire: «il
75% del Pil austriaco è finora dovuto ai ricavi dei prestiti a questi paesi».
La crisi modifica i comportamenti e la vita delle persone, si avverte una
drastica riduzione dell'occupazione. In tutti i paesi sviluppati - nel giro di
un solo anno - è precipitato il numero degli occupati. Non c'è una
significativa differenza tra il quadro statunitense, giapponese e europeo. In
Usa, i senza lavoro quotano già 12 milioni di persone; in Inghilterra (il dato
è di mercoledì) i disoccupati sono due milioni. La situazione si potrebbe
modificare, secondo molti osservatori, a partire dal 2010. Tuttavia, in questo
momento l'Fmi sottolinea che «aumentano i rischi sia di deflazione che di
instabilità finanziaria che colpirebbe maggiormente i
paesi emergenti». «Lo spettro del protezionismo
commerciale e finanziario sta risorgendo nuovamente», scrive l'organizzazione di
Washington. Nel Report emerge anche una «sorpresa». I piani di investimento o
di spesa, a causa di una flessione delle entrate fiscali, porteranno
inevitabilmente a sforare il rapporto deficit/Pil; molto al di sopra di
quello che è previsto dai criteri di Maastricht. Per cui il rapporto
deficit/Pil in Italia passerà al 4,8% nel 2009 e al 5,2% nel 2010. Il governo
italiano prevede invece un deficit al 3,7% quest'anno e al 3,3% il prossimo.
Secondo l'Fmi, il governo italiano ha stanziato una cifra pari allo 0,2% del
Pil per le misure di sostegno all'economia nel
( da "Eco di Bergamo, L'" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Feltri a ruota
libera tra crisi e politica --> Venerdì 20 Marzo
2009 VITABERGAM, pagina 39 e-mail print Vittorio Feltri a ruota libera a
Casazza, nel corso dell'incontro organizzato dal circolo culturale «Opinione e
promozione». Il direttore di «Libero» si è soffermato a
lungo sulla crisi
finanziaria. «Per anni giornali e periodici
inglesi e americani hanno etichettato la nostra economia come arretrata, senza
creatività finanziaria. Ora possiamo rimandare al mittente le critiche: la crisi ha smontato i modelli di finanza e di mercato di cui tanto si
vantavano». Guardando in casa nostra, Feltri ha messo in evidenza alcune
annose questioni del Bel Paese, come l'evasione fiscale e i problemi del
Mezzogiorno, imputando alla politica una grossa responsabilità. 20/03/2009
nascosto-->
( da "Eco di Bergamo, L'" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Brembo: il dividendo
ci sarà ma si riduce --> Taglio della cedola a 0,225 euro dai precedenti
0,28 «Dai mercati non ci sono ancora segnali di ripresa» Venerdì 20 Marzo 2009
ECONOMIA, pagina 47 e-mail print Brembo mantiene il dividendo, ma lo riduce.
Distribuirà 0,225 euro lordi per ogni azione ordinaria, escluse le azioni
proprie: un calo del 19,6% rispetto all'esercizio 2007 (0,28). L'esborso
complessivo stimato è di circa 14,7 milioni. L'utile netto della capogruppo è
16,7 milioni: era 28,2 milioni nel 2007. La parte rimanente andrà a riserve. La
proposta di ripartizione sarà portata in assemblea il 24 aprile con il bilancio
al 31 dicembre 2008. Il consiglio d'amministrazione presieduto da Alberto
Bombassei l'ha approvato ieri. I dati rispecchiano il preconsuntivo di metà
febbraio. L'utile netto di gruppo è sceso dai 60,8 milioni del
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Venerdì 20 Marzo
2009 Chiudi di ALFONSO MARCHESE Ne aveva chiesto le dimissioni. Per l'acquisto
"derivati" tossici. Che sarebbero costati al Comune qualcosa come
quattro milioni di euro. Il consigliere del Popolo della Libertà Elio
Pambianco, che ha chiesto al presidente del consiglio comunale Stefano Bufi
l'acquisizione di tutta la documentazione relativa ai titoli sospetti, è andato
dritto al sodo: «L'assessore Morelli deve rassegnare le dimissioni
dall'incarico amministrativo - ha detto - per le perdite subite a causa di
operazioni irresponsabili». Morelli, da parte sua, cade dalle nuvole. «Mie
dimissioni? Non ne so assolutamente nulla». Nessuno dei suoi compagni di
cordata, evidentemente, gli ha riferito la richiesta di Pambianco. A meno che
le parole di quest'ultimo, sovrastate per di più dai brusii che sono una
consuetudine in consiglio, non siano state raccolte da orecchie poco attente.
Cosa probabile. Non sarebbe né la prima né l'ultima volta. Molti interventi dei
consiglieri risultano soliloqui, che nessuno sta ad ascoltare. «Abbiamo
acquistato derivati, è vero - sottolinea l'assessore Morelli - Ma siamo fuori dalla rotta della crisi finanziaria.
I cui marosi hanno mandato a picco parecchi investimenti, anche in Italia. Dirò
di più: i derivati che abbiamo acquistato dalla Banca Nazionale del Lavoro
(Bnl) hanno dato dei frutti: un milionequattrocentomila euro. Di questi,
settecento sono stati accantonati per proteggerci in futuro da eventuali perdite.
Da dove il consigliere Pambianco abbia ricavato la cifra di quattro milioni di
euro persi, questo è un mistero. E' tutto documentato». Ma è proprio quello che
ha chiesto Pambianco. Per suffragare quanto dichiarato nell'assemblea
municipale. Dando per scontata l'attendibilità della denuncia. Che l'assessore
invece smentisce con calma. Senza alcuna increspatura di rancore nella voce.
Non mostra alcun moto di ribellione verso l'accusa di avere esposto per quattro
milioni di euro il Comune. «Tra poco lascio e torno a casa» commenta Morelli.
Vuol dire forse "dopo di me il diluvio"? Macché! Semmai: dopo di me
il pediluvio.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-20 - pag: 2 autore: Roberto Colaninno
«Colpire i redditi maggiori? è giusto» PISA. Dal nostro inviato «Aumentare le
tasse per i redditi più alti? Sono d'accordo ». Roberto Colaninno chiarisce,
tanto per non essere frainteso, che non si tratta «di carità cristiana ma di
una scelta puramente economica. è giusto che in un momento di crisi i primi a
fare sacrifici siano quelli che possono permetterselo». Applausi. Certo, parla
in casa del Pd che ha lanciato la proposta. Ad ascoltarlo nella platea di
Manifutura c'è Bersani e c'è suo figlio Matteo, eletto nei Democratici. Ma
«destra e sinistra non c'entrano: le soluzioni anti-crisi sono solo di buon senso».
E, oltre «aiutare chi sta peggio», propone il «mantenimento degli assets
industriali, investimenti in in-frastrutture e burocrazia». Difende il welfare
nostrano, meno i nostri mercati finanziari
«che ci hanno protetto dalla crisi perché meno sofisticati ma li vorrei più
competitivi perchè accanto ai rischi ci sono le opportunità». Parla di «gufi» e
si dice «ottimista» nella doppia veste di presidente Piaggio e di Cai-Alitalia
e ad Epifani racconta: «Per la prima volta c'è stato uno sciopero allo stabilimento
Piaggio di Canton. Ora esportiamo anche quello». Li. P.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-20 - pag: 2 autore: «Il Fondo per le Pmi
serve subito» Marcegaglia: 1,5 miliardi spendibili quest'anno - Le banche non
hanno più alibi Lina Palmerini PISA. Dal nostro inviato Il tempo è il
fattore-chiave di questa crisi. Ed è la velocità delle contromisure che
consentiranno di «tenere in vita le imprese e mantenere i posti di lavoro ».
Emma Marcegaglia incalza il Governo sulla tempestività degli interventi e, a
due giorni dal faccia a faccia con il premier a Palazzo Chigi, chiede che i
soldi del Fondo di garanzia siano effettivamente disponibili già quest'anno.
«Ci è stato assicurato che verrà rifinanziato per 1,5 miliardi ma è molto
importante che l'emendamento sia scritto in modo che queste risorse siano
spendibili tutte nel 2009. Per dare un giudizio positivo aspettiamo di
leggerlo». L'emergenza, dunque, non consente di spalmare gli stanziamenti tra
quest'anno e il prossimo come sembra sia tra le ipotesi dell'Esecutivo.Il
presidente di Confindustria parla del colloquio con il presidente del Consiglio
«da cui ho potuto cogliere che c'è la percezione della gravità della crisi
perché nelle sue stesse aziende registra alcuni cali di fatturato» ma il
problema, ripete, «è mettere in atto subito le misure». Arriva a Pisa, al
Festival di Manifutura organizzato da Pierluigi Bersani e Vincenzo Visco e, nel
suo breve intervento dal palco, Marcegaglia si rivolge direttamente alle
banche. «Emetteranno i Tremonti bond e ci sarà il fondo di garanzia, dunque,
non avranno più alibi per non dare i soldi alle imprese e ai cittadini ».Alla
tavola rotonda –a cui partecipano anche Guglielmo Epifani e Roberto Colaninno –
si parla di crisi e di riorganizzazione industriale. E soprattutto di stretta
creditizia. «Bisognerà che le banche facciano il proprio mestiere fino in
fondo», insiste il leader degli Industriali, «situazioni di restrizione del
credito, che oggi ci sono, devono diminuire altrimenti avremo aziende che non
riusciranno più a stare sul mercato, anche aziende sane con buoni prodotti e
buona capacita di fare innovazione e ricerca». Fare previsioni è difficile.
Conta il contesto internazionale, la capacità di traino di Cina e India,
tuttavia «sono tra chi continua a dire che potremmo uscire dalla crisi a
partire dal 2010», dice Marcegaglia commentando i dati negativi dell'export che
non parlano solo di una «domanda mondiale in crisi »ma –peggio –di un «rischio-protezionismo che può essere fatale a un Paese come l'Italia». Quel che serve
è «una task force internazionale per monitorare il protezionismo e
che gli accordi del Doha round possano concludersi nel minor tempo possibile»
auspica la presidente di Confindustria che, per le vicende nazionali, fa suo
l'appello di Giorgio Napolitano sull'«unità e la collaborazione tra
istituzioni, forze politiche e parti sociali». La crisi non consente conflitti
ma per Marcegaglia può essere l'opportunità per fare riforme necessarie:
«Affrontare il tema della spesa pubblica improduttiva, delle province, e il
tema del welfare riequilibrando una spesa sociale sbilanciata verso le pensioni
per spostarla su giovani, donne e famiglie». Hanno un'impronta decisamente più
cupa le previsioni di Epifani e Visco che parlano di un calo del Pildell'ordine
del 3-4 per cento, «un arretramento grave che si trascinerà anche nel 2010»,
stima il segretario della Cgil attaccando il Governo «che non fa nulla e non ha
messo soldi su questa crisi fatta eccezione per i 12 miliardi per le banche ».
E lo stesso allarme che lancia Bersani sulle «abbassamento delle asticelle sulla
fedeltà fiscale » si ritrova nelle parole di Visco che parla di «un collasso
delle entrate» e di Epifani che in-siste: «L'evasione è aumentata mentre è
cresciuta la pressione sul lavoro dipendente e sulle pensioni». In mattinata il
confronto sulle ricette anti-crisi era stato tra Bersani e il ministro Claudio
Scajola. «Tassare i redditi medio-alti deprime la domanda: la strada per la
ripresa è il piano casa», aveva detto il ministro annunciando l'incontro di
martedì con le Regioni e la conferma che il piano metterà in moto 60 miliardi.
OPPOSIZIONE E SINDACATI Visco: Pil in calo del 3-4% Bersani: attenzione alla
ripresa dell'evasione fiscale Epifani: dall'Esecutivo risorse solo per i
banchieri
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-20 - pag: 5 autore: Vigilanza. Le
raccomandazioni dei regulator Iosco: hedge fund da regolamentare Mara Monti
MILANO Registrazione e supervisione degli hedge fund da parte delle autorità di
controllo dei mercati finanziari per limitare i rischi
legati all'attività di trading e per mitigare la loro opacità. Le raccomandazioni
che dovranno regolare un settore che vale 1,4 mila miliardi di dol-lari, sono
racchiuse nel "consultation paper" predisposto dalla Iosco
(International Organization of Securities Commissions), l'organizzazione
mondiale delle autorità di vigilanza sui mercati finanziari,
di cui la Consob fa parte. Un documento consultivo promosso dalla task-force
presieduta dal presidente dell'autorità italiana, Lamberto Cardia e il numero
uno della Fsa, l'autorità di vigilanza del Regno Unito, Hector Sants,
predisposto anche in vista del summit del G20 convocato per discutere le
manovre da adottare per affrontare l'attuale recessione economica. Nessuna demonizzazione del settore tanto che la stessa Iosco ha
tenuto a precisare come «la recente crisi finanziaria
non è stata provocata dagli hedge fund a cui va riconosciuto un ruolo
importante nell'iniezione di liquità, nella formazione dei prezzi e
nell'integrazione dei mercati
finanziari », afferma in una nota Kathleen
Casey chairman del comitato tecnico della Iosco. Tuttavia i fatti
recenti hanno spinto le autorità e i governi a considerare gli hedge fund un
amplificatore degli effetti della crisi anche
attraverso strategie di trading speculative. L'obiettivo dell'iniziativa è di
giungere ad una regolamentazione comune sui mercati
mondiali, al momento limitata solo ad alcuni Paesi. Per questo motivo la Iosco
si è posta l'obiettivodi armonizzare la legislazione, un compito reso difficile
dalla localizzazione off shore di molti fondi hedge. Un'attenzione particolare
è posta al ruolo e alle responsabilità dei gestori e in particolare delle
banche che operano come prime broker ovvero nei servizi di corporate trust e di
custodia per gli hedge fund. In questo caso, gli istituti sono tenuti a fornire
alle autorità informazioni sul rischio controparte (la leva, la strategia
adottata, il livello di liquidità, i risultati degli stess test). Introdotta a
livello mondiale la registrazione presso le autorità di mercato, a cui verranno
allegate informazioni sul management, il business plan, il patrimonio gestito,
i soci di riferimento, le commissioni, le quote detenute in altri fondi, le
strategie di investimento adottate, eventuali conflitti di interesse. Il
documento prevede anche che venga fornita alle autorità un flusso informativo regolare
sull'attività del fondo, mentre interventi sono previsti sulla organizzazione
con l'introduzione della funzione di controllo, l'obbligo della revisione del
bilancio da parte di un audit indipendente, fino alla struttura della
remunerazione dei manager. Immediata la reazione dell'associazione degli hedge
fund Aima (Alternative Investment Management Association) che ha espresso
perplessità per avere considerato soltanto gli hedge fund "un'entità finanziaria irregolare". Il rapporto sarà sottoposto
fino al 30 aprile alle osservazione degli operatori, mentre le considerazioni
della task force saranno presentate al G20 di Londra il 2 aprile. LA STRATEGIA
Il documento consultivo predisposto in vista del G20 L'obiettivo è quello di
armonizzare le norme a livello mondiale
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-20 - pag: 5 autore: Borsa, sì con riserva
alle novità Colaninno (Pd): tutelare la contendibilità - Spaventa: Tuf a
rischio stravolgimento Riccardo Sabbatini Una risposta all'emergenza che molti
non condividono ma contro la quale non si preannunciano barricate. Né sulla
possibilità, affidata alla Consob, di abbassare al di sotto del 2% la soglia di
"visibilità" dell'azionariato delle società quotata. Né sull'aumento
della capienza (dal 10 al 20 per cento) delle azioni proprie detenibili. E
neppure, infine, sull'incremento della quota di partecipazione che l'azionista
di controllo può incrementare ogni anno senza dover lanciare un'Opa (passerebbe
dal dal 3 al 5 per cento). L'emendamento "anti raider" presentato
mercoledì alla commissione Finanza della Camera dai relatori del provvedimento
" incentivi", Marco Milanese ed Enzo Raisi (entrambi del Pdl),
solleva reazioni differenziate ma non di rottura. Soprattutto quella del
Partito Democratico affidata a Matteo Colaninno, ministro "ombra"
dello sviluppo economico. Il suo giudizio, che prenderà corpo in alcuni
subemendamenti, è articolato. «Sono favorevole- spiega - all'aumento
incrementale della quota di controllo perché in una situazione di sofferenza
dei mercati e delle quotazioni non credo vi siano
controindicazioni sul fatto che il principale azionista sostenga la società in
cui ha già profuso molte risorse. Sono più scettico, invece, sull'incremento
delle azioni proprie. Ne comprendo le motivazioni ma c'è il rischio di abusi.
Quantomeno non dovrebbe essere consentita per società che
sono in una situazione di stress finanziario o che
hanno avuto un sostegno pubblico». Colaninno è invece «nettamente contrario»
all'abbassamento della soglia di visibilità dell'azionariato, a discrezione
della Consob. «Non favorisce un mercato aperto e contendibile, rischia di
essere vista soltanto come norma "anti fondi sovrani" o "anti
Opa". Magari in questo periodo ci fossero scalate ostili,
rappresenterebbero opportunità per molti investitori ». L'esponente del Pd
chiede infine di «non cambiare in continuazione le regole dei mercati finanziari. Ciò che può innescare la sfiducia degli
investitori esteri soprattutto quando, com'è per l'emendamento in questione, le
proposte di modifica non sono state oggetto di una consultazione approfondita».
Critico è anche il giudizio dell'ex presidente della Consob Luigi Spaventa.
«Per affrontare una situazione d'emergenza- spiega – c'è il rischio di
stravolgere l'indirizzo del Testo Unico della Finanza, compromettendo
l'efficienza del mercato del controllo societario e rafforzando al tempo stesso
gli assetti proprietari esistenti nelle società quotate italiane. Senza,
peraltro, che necessariamente si ottengano effetti positivi. Osservo che in Usa
le possibilità di buy back sono state limitate per le aziende che sono state
oggetto di un intervento di sostegno pubblico». L'ex presidente della Consob si
è poi detto «sorpreso che il Parlamento non stia valutando l'unica misura che
potrebbe dare un sostegno al mercato azionario: la rimozione dell'autentica
sperequazione di cui soffrono i fondi comuni italiani (ed i loro clienti)
sottoposti ad una tassazione sul maturato anziché sulle plusvalenze o
minusvalenze effettivamente realizzate, come accade nel resto d'Europa. Tutto
ciò, nell'attuale congiuntura dei mercati, determina
tra l'altro un significativo credito d'imposta a favore dei fondi che
quest'ultimi non riescono a riscuotere dal fisco. Con il risultato di avere una
parte del proprio attivo ad interesse zero». Maggiori consensi vengono dal
giurista Paolo Gualtieri, soprattutto sulla norma che consente di incrementare
la quota di azioni proprie. «Non è sbagliata - sottolinea - offre una maggiore
flessibilità alla finanza d'impresa. è questo il modo, tra l'altro, con il
quale le aziende distribuiscono i dividendi agli azionisti. Nella contingenza
dei mercati che stiamo vivendo può inoltre
rappresentare un segnale di fiducia nell'azienda, difendendo i titoli da cadute
isteriche. Certo - conclude – se una simile opportunità fosse utilizzata
soltanto per rafforzare gli azionisti forti delle società quotate il giudizio
sarebbe diverso. Rappresenterebbe una diseconomia a danno dell'efficienza del
mercato». DIALOGO APERTO Il giurista Gualtieri: la norma sull'incremento delle
azioni proprie non è sbagliata; può difendere i titoli dalle cadute isteriche
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-20 - pag: 5 autore: La Fdic lancia
l'allarme: servono più fondi La Fdic,l'agenzia federale americana per
l'assicurazione dei depositi, chiede al Governo Usa di
approvare al più presto una legge che le permetta di accedere ai finanziamenti
del Tesoro per un'ammontare di 500 miliardi di dollari.In un'audizione a
Washington il presidente Sheila Bair ( nella foto) ha chiesto inoltre una
rapida approvazione di norme per adeguare all'attuale crisi finanziaria
la supervisione sugli istituti bancari. AFP
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-20 - pag: 9 autore: Il ministro delle Finanze di
Berlino aveva ironizzato sui paradisi fiscali SteinbrÜck: minacce dalla
Svizzera FRANCOFORTE. Dal nostro corrispondente è uno scontro con pochi
precedenti quello di questi giorni tra Germania e Svizzera. Ricorda per certi
versi il braccio di ferro dell'anno scorso con il Liechtenstein. Argomento:
sempre il segreto bancario in un momento in cui i grandi Paesi europei, complice
la grave crisi economica, sono in guerra contro i
paradisi fiscali. In un'intervista alla SÜddeutsche Zeitung pubblicata ieri, il
ministro delle Finanze Peer SteinbrÜck ha rivelato di aver ricevuto «lettere di
minacce da cittadini svizzeri» e di essere stato definito un «nazista». La
rivelazione è giunta dopo che negli ultimi giorni l'uomo politico tedesco ha
rilanciato le critiche contro il segreto bancario svizzero. SteinbrÜck ha
paragonato una lista nera dei paradisi fiscali, e il suo carattere dissuasivo,
a una «cavalleria» che farebbe paura agli «indiani». Il confronto, non proprio
felice, ha fatto imbestialire gli svizzeri, o almeno una parte del Paese. Il
ministero degli Esteri elvetico ha convocato l'ambasciatore tedesco a Berna (si
veda Il Sole 24 Ore di martedì). Bild am Abend, un giornale popolare, ha
definito il ministro: «Il brutto tedesco». Un deputato del partito democratico
cristiano, Thomas MÜl-ler, ha paragonato SteinbrÜck «a quella generazione di
tedeschi che marciava per strada vestita di cappotti di cuoio, stivali e
bracciali». Il termine nazista è stato omesso, ma la definizione era chiara.
Chissà se 20 o 30 anni fa un de-putato svizzero, membro centrista della
coalizione al potere, avrebbe avuto il coraggio di fare paragoni simili? La fine
della guerra è ormai lontana e molti europei si permettono di esprimersi in
modo impensabile solo qualche decennio fa. Il Governo svizzero si è subito
smarcato, tentando di calmare le acque. «Dovremo sederci a un tavolo - ha detto
il ministro delle Finanze Hans- Rudolf Merz- e discutere dei problemi. è
nell'interesse del nostro Paese. Non dimentichiamoci che la Germania è uno dei
nostri principali partner commerciali». Non è la prima volta che SteinbrÜck, un
amburghese di 62 anni dall'ironia corrosiva,provoca reazioni risentite. Qualche
mese fa, le sue critiche al segreto bancario nel Liechtenstein avevano indotto
il principe Hans-Adam II a definire la Germania di oggi un «Quarto Reich». Ieri
anche dal Lussemburgo vi sono stati appelli alla calma. «è necessario trovare
un tono che non sia più dettato dalla taglia degli Stati, ma dalle buone
relazioni di cui abbiamo bisogno per affrontare l'attuale crisi finanziaria», ha detto il ministro del Tesoro Luc Frieden. Il premier
Jean-Claude Juncker ha avvertito che una lista nera di paradisi fiscali
comprendente Paesi dell'Unione sarebbe inaccettabile. è evidente che in un
momento di grave crisi economica la Germania vuole tentare di recuperare evasione
fiscale. Dietro all'atteggiamento del Governo c'è anche un calcolo
elettorale visto che in Germania si vota in settembre: è probabile che gli
attacchi ai paradisi fiscali, e alla Svizzera in particolare, siano apprezzati
in alcuni settori del Paese. B.R. DIPLOMAZIA AL LAVORO L'Esecutivo elvetico sta
cercando di calmare le acque dopo le accuse di nazismo rivolte al politico
tedesco da un deputato
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-20 - pag: 9 autore: Il vertice di Bruxelles.
Intesa vicina anche sull'aumento delle risorse per il Fondo monetario Accordo
sui progetti Ue Sì al pacchetto energetico da 5 miliardi (400 milioni
all'Italia) Adriana Cerretelli BRUXELLES. Dal nostro inviato Niente nuovi
stimoli per il rilancio dell'economia globale ma accordo sul pacchetto da 5
miliardi (400 milioni per l'Italia) per finanziare le infrastrutture
energetiche). Nel vertice Ue che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe
formalizzare la sua posizione da difendere il 2 aprile al G 20 di Londra,
l'Europa torna dunque a rispondere picche all'America di Barack Obama proprio
mentre la Fed pompa mille miliardi di dollari per dare ossigeno a una ripresa
che continua a non ripartire. Tuttavia l'Europa non dice no al raddoppio delle
riserve dell'Fmi, anzi mette sul tavolo un suo possibile contributo da 75
miliardi che però, salvo sorprese, non sarà formalizzato prima della riunione
del G-20. «Stati Uniti ed Europa non dovrebbero lasciarsi
distrarre nel loro sforzo di regolamentare i mercati finanziari
da dispute artificiali sulle dimensioni dei rispettivi pacchetti di stimolo
fiscale», ha tagliato corto ieri Angela Merkel arrivando a Bruxelles. «Abbiamo
bisogno di cooperazione non di dispute fra noi. Non è il momento di prendere in
considerazione ulteriori misure per la crescita. Non condivido per nulla
questa idea. Le misure già varate devono diventare operative e devono avere il
tempo per produrre i loro effetti». A due settimane dal vertice del G-20, il
gran rifiuto del cancelliere tedesco non poteva essere più netto. Il suo
contestuale richiamo all'urgenza di adottare nuove regole e riformare il
sistema della vigilanza sui mercati finanziari, più che
della cooperazione assomiglia alla ricerca della provocazione nei confronti
degli americani che su questo secondo fronte continuano a mostrarsi molto
cauti, anzi riluttanti. Merkel comunque non è affatto sola sulla linea del no.
«Non capisco chi dice che l'Ue non fa abbastanza. Non si possono mettere a
confronto Stati Uniti ed Europa. Noi abbiamo reti di sicurezza sociale molto
solide. Gli Usa hanno enormi debiti», ha rincarato il premier olandese Jan
Peter Balkenende. «Altro che nuovi pacchetti di stimolo. Il nocciolo di questa
crisi è nel settore bancario. Dobbiamo trovare una soluzione sugli asset
tossici invece di parlare di stimoli», ha avvertito il finlandese Matti
Vanhanen. Sulla stessa linea si sono pronunciati quasi tutti, difendendo un
piano di rilancio europeo pari al 3,3% del Pil, contro il 5,5 degli Usa. La
Germania ha poi ribadito l'impegno alla solidarietà con i Paesi dell'Est che si
trovassero in difficoltà, sempre secondo la formula del caso per caso. Mentre
il primo ministro polacco Donald Tusk annunciava l'intenzione di battere cassa
all'Fmi «non per aiuti ma per un prestito che consolidi la credibilità della
Polonia sui mercati finanziari». Il sospirato accordo
sulla spartizione dei 5 miliardi di fondi non spesi del bilancio comunitario è
stato raggiunto grazie alla mediazione del premier ceco Mirek Topolanek,
presidente di turno dell'Unione. Di fronte al rifiuto della Merkel di dare il
via libera a un'intesa che conteneva progetti da realizzare non prima del
2011-13, quando invece l'esigenza del rilancio economico è immediata, la
quadratura del cerchio è stata raggiunta introducendo il nuovo criterio della
"maturità" delle iniziative da finanziarie.
In questo modo è stato ripescato, soddisfacendo le richieste di Polonia,
Ungheria, Bulgaria, il Nabucco (200 milioni), il gasdotto che convoglierà in
Europa il metano del Caspio evitando la Russia ma che quasi certamente non
vedrà la luce prima del 2013. Secondo il criterio della maturità tutti i
progetti dovranno poter essere finanziari entro il
2010. Compreso il Nabucco, se vorrà restare sulla lista. Per l'Italia l'accordo
di ieri prevede il finanziamento Ue dell'Itgi, il gasdotto Italia-Grecia–
Turchia per la tratta che passerà sotto il canale di Otranto, l'interconessione
elettrica Calabria-Sicilia, il Galsi, il gasdotto tra Algeria, Sardegna e
Italia, l'impianto di cattura e stoccaggio del carbonio a Porto Tolle,
l'interconnessione elettrica Italia-Malta. Soddisfazione è stata espressa dal
Premier Silvio Berlusconi che ha commentato: «è andata bene, abbiamo ottenuto
quello che volevamo ». In margine al vertice, è arrivata anche la notizia della
probabile riconferma di José Barroso alla guida della Commissione Ue per un
secondo mandato. Il via libera è giunto dalla riunione dei capi di Governo del
Partito popolare, tra i quali Merkel, Berlusconi e Sarkozy. E con l'appoggio
esplicito del presidente dell'Europarlamento, il popolare tedesco Hans-Gert
PÖttering, che ha ipotizzato la conferma parlamentare di Barroso il 15 luglio,
nel corso della prima sessione dopo le elezioni europee. L'annuncio di ieri
dovrebbe porre fine alle voci che volevano invece a rischio la riconferma
dell'attuale presidente della Commissione. adriana.cerretelli@ilsole24ore.com I
DOSSIER Strada ormai spianata per la conferma di Barroso I leader dei
Ventisette ribadiscono la contrarietà a ulteriori piani di rilancio
Protagonisti. Da sinistra, il presidente francese Nicolas Sarkozy, il
cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente della Commissione europea
José Manuel Barroso ieri al vertice di Bruxelles REUTERS
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
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sezione: MONDO data: 2009-03-20 - pag: 11 autore: Pechino. Huiyuan Juice contro
il Governo Polemiche in Cina sul no a Coca-Cola Luca Vinciguerra SHANGHAI. Dal
nostro corrispondente China Huiyuan Juice Group piange e si dispera per il
mancato matrimonio con Coca-Cola. «L'operazione avrebbe realizzato una serie di
sinergie tra le due società, consentendo lo sviluppo di attività congiunte nel
settore della produzione agricola e della trasformazione di succhi di frutta»,
avverte un comunicato diffuso ieri sera dal colosso cinese delle bibite. Per il
quale, il day after al no del Governo cinese all'acquisizione di Coca-Cola è
stato un giorno terribile: alla Borsa di Hong Kong, i titoli della società sono
stati sospesi più volte per eccesso di ribasso, e hanno chiuso la seduta con
una perdita del 20 per cento. Insomma, il mercato non ha gradito la bocciatura
del takeover di Coca-Cola su Huiyuan Juice da parte di Pechino che,
appellandosi alla legge antimonopolio, ha ritenuto che l'acquisizione avrebbe
danneggiato sia la concorrenza, che i consumatori cinesi. A giudicare dai toni
polemici del comunicato, non hanno gradito neppure gli azionisti di Huiyuan
Juice. Reazione comprensibile. Lo scorso settembre, Coca-Cola aveva messo sul
piatto 2,4 miliardi di dollari per acquisire la totalità del re dei soft drink
cinesi, offrendo ai soci della società un ricco premio rispetto alle quotazioni
di mercato. Il nocciolo duro di Huiyuan Juice (è composto da Zhu Xinli,
presidente della compagnia, con il 36%; Danone con 23%; e il fondo di private
equity americano Warburg Pincus con il 6.8%) aveva subito detto
entusiasticamente di sì. Ma prima di far cassa e consegnare l'azienda nelle
mani di Coca-Cola, serviva il semaforo verde del Governo. Che invece,
mercoledì, ha impedito l'operazione, tirandosi addosso le
critiche di protezionismo della stampa internazionale. Accuse che la Cina ha rinviato
subito al mittente. «La decisione non è stata dettata da considerazioni di tipo
protezionistico, ma rappresenta una valutazione oggettiva della legge
antimonopolio», ha dichiarato ieri il portavoce del ministero degli Esteri.
«La politica cinese di apertura verso gli investimenti stranieri non è mai
cambiata ». MATRIMONIO MANCATO Dura reazione della società cinese: «Con lo
sviluppo di attività congiunte l'operazione avrebbe consentito forti sinergie»
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-03-20 - pag: 22 autore: Piani anti-crisi. Il Comune ha varato un pacchetto da 1,5 milioni di
euro per sostenere i soggetti in difficoltà Parma aiuta famiglie e imprese
Affitti agevolati, bonus nei supermarket, dilazioni sulle rate dei mutui Serena
Uccello MILANO Dal latte in polvere alla frutta, dalla carne all'acqua
minerale. Una trentina di prodotti di largo consumo e di prima necessità che
già dai prossimi mesi alcuni cittadini di Parma avranno a prezzo scontato. Non
tutti, ma quelli che nel corso di quest'anno perderanno il posto di lavoro o
vedranno ridurre il proprio impegno oltre il 30 per cento dell'orario attuale.
Oppure dipendenti in cassa integrazione, giovani coppie precarie, famiglie
numerose con un reddito Ise inferiore ai 55mila euro, pensionati con un reddito
inferiore a 560 euro. Il welfare si declina sul territorio con interventi
concreti e su misura: ovvero convenzioni con le catene della grande
distribuzione, canoni di affitto agevolati, sconti sui servizi sanitari,
sostegno al credito per le piccole imprese,soprattutto quelle commerciali, e al
reddito per le famiglie. Una strategia questa già tracciata da diverse
amministrazioni locali ma che ora, a Parma, si concretizza in un piano completo
strutturato su quattro pilastri e che tra le novità ha appunto, dopo le banche,
il coinvolgimento in modo inedito delle grandi catene distributive. Il piano
che l'amministrazione lancerà oggi fissa un ventaglio di azioni che saranno in
parte operative già da aprile, in parte nei mesi successivi e che,per il
momento,dureranno fino alla fine dell'anno. Un impegno dal punto di vista
economico a carico delle casse comunali che tradotto in numeri ammonta a una
cifra che oscilla tra il milione e il milione e mezzo. Si comincia dalla
priorità per eccellenza e cioè la spesa. E così, grazie a una convenzione con
le grandi catene, sarà possibile avere degli sconti aggiuntivi sui beni di
prima necessità, oppure utilizzare buoni spesa. Più ossigeno inoltre ai canoni
di affitto agevolati. Il Comune poi metterà a disposizione dei voucher
spendibili per servizi come gli asili o i trasporti. «Con questo pacchetto,
frutto di un monitoraggio nazionale ed europeo – spiega il sindaco Pietro
Vignali – affrontiamo la crisi andando ad incidere là
dove la gente mette mano al portafoglio, agendo sugli snodi della società in
cui si possono stemperare le criticità perché non si acutizzino diventando
croniche: il sostegno al consumo e al bisogno, il sostegno al credito e al
reddito, il sostegno per l'accesso ai servizi, il sostegno all'Economia».
Nell'ultimo anno le prestazioni dell'Inps,cassa integrazione e mobilità, sono
cresciute del 18,7%a segnare un malessere che è arrivato anche qui,in uno dei
territori finora più garantiti per quanto riguarda la qualità della vita e la
tenuta economica, basti pensare che negli ultimi cinquanta giorni mediamente
quaranta persone in più al giorno si sono rivolte alla mensa di Padre Lino. «In
città - aggiunge Vignali – come la nostra, poi, da sempre attenta ad un'alta
qualità dei servizi, questa crisi in fondo ha messo in
evidenza alcune dinamiche che erano già presenti, ha acuito alcuni bisogni di
cui già ci eravamo accorti e a cui stavamo già dando risposta. A dicembre,
proprio mentre tanti Comuni faticavanoa chiudere il bilancio, noi abbiamo
alzato la spesa per i servizi alle persone e alle famiglie, portandola dal 58,5
al 60%del totale del nostro bilancio. Di questo beneficiano in particolare le
famiglie, che sono un soggetto vitale ma sotto stress e su cui da tempo stiamo
costruendo welfare e tariffe dedicate ». Parallelamente ai lavoratori, in
difficoltà anche le piccole imprese e, in particolare, gli esercizi
commerciali. «Ci siamo resi conto – racconta Enzo Malanca,direttore dell'Ascom
Confcommercio – che la crisi finanziaria
rischiava di penalizzare le aziende sane. Da qui l'idea di proporre ad esempio
uno slittamento delle rate del 2009 alla data di scadenza dei mutui ». Proposta
attuata, grazie al coinvolgimento di Cariparma (prevista la presenza anche di
altri istituti) che sarà allargata anche ai prestiti accesi dalle famiglie.
Ma non solo: i pensionati potranno usufruire dell'accredito della pensione sul
conto corrente con una settimana di anticipo e così i cassintegrati per quanto
riguarda l'assegno dell'Inps. «Con questi interventi – ha spiegato il direttore
generale di Cariparma Giampiero Maioli – rafforziamo le nostre iniziative di
socialità finanziaria che abbiamo avviato già dalla
scorsa estate», tanto che non è escluso che altri Comuni della zona possano
seguire l'esempio di Parma. serena.uccello@ilsole24ore.com PER LE AZIENDE Unità
produttive e commerciali potranno usufruire di sostegni al credito d'intesa con
la cassa Cariparma
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
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sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-03-20 - pag: 41 autore: Le grandi del
credito. Il bilancio all'esame del Consiglio che chiederà 4 miliardi di
Tremonti bond Intesa non pagherà dividendo Alessandro Graziani MILANO N iente
dividendi per gli azionisti di Intesa Sanpaolo. è questa la decisione che il
consiglio di gestione, stando alle indiscrezioni della vigilia, sarebbe
intenzionato a prendere oggi nell'attesa riunione di approvazione del bilancio
2008 della prima banca italiana. Una decisione che non sarebbe da mettere in
relazione al risultato finale, atteso in utile malgrado l'impatto
della crisi
finanziaria ed economica, ma alla scelta di
dare priorità al rafforzamento patrimoniale del gruppo. Scelta che si aggiunge
a quella, ormai certa, di chiedere fino a quattro miliardi di Tremonti bond al
Governo italiano. Entrambe le decisioni erano nell'aria da settimane, ma solo
oggi saranno ufficializzate dal board di Intesa Sanpaolo. Sul tema del
dividendo, l'amministratore delegato Corrado Passera aveva già anticipato al
mercato– a metà novembre, in occasione della terza trimestrale –che Intesa
Sanpaolo non avrebbe assegnato dividendo in contanti. Lasciando però in sospeso
il tema di un eventuale distribuzione della cedola in azioni o della
cancellazione totale del dividendo. Alla fine dei primi nove mesi del
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
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Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-03-20 - pag: 42 autore: Automotive. Il
rallentamento del secondo semestre pesa sui conti Brembo, cedola meno ricca
MILANO Il secondo semestre ha pesato sui conti del gruppo Brembo lo scorso
anno, ma la società conferma la distribuzione della cedola. L'esercizio si è
chiuso con un utile netto in calo del 38,3% a 37,5 milioni di euro a fronte di
ricavi saliti del 16,3% a 1,06 miliardi. L'anno ha registrato un andamento a
due facce: il primo semestre ha visto ricavi in crescita del 24,4% «grazie a
una crescita organica del 14% e al consolidamento delle società acquisite nei
trimestri precedenti », si legge in una nota del gruppo. Nel secondo semestre,
e soprattutto nel quarto trimestre dell'anno, Brembo ha risentito
degli effetti della crisi
finanziaria internazionale si sono
manifestate anche nei mercati di riferimento e ha accusato «una significativa
diminuzione della domanda di applicazioni per autovetturee veicoli commerciali.
La crescita dei ricavi negli ultimi sei mesi dell'anno è stata comunque
positiva (+8,3%) ma la crescita organica è stata negativa (-3,1%). A
livello di redditività il gruppo ha avuto un margine operativo lordo (Ebitda)
nell'intero esercizio pari a attestato a 140,9 milioni, in miglioramento del
2,9%. E' aumentato poi del 43,1% l'indebitamento finanziario netto, salito a
337,4 milioni. Il consiglio di amministrazione proporrà all'assemblea degli
azionisti, convocata per il 24 aprile, un dividendo da 0,225 euro per azione,
in calo del 19,6 per cento. Quanto ai primi mesi del 2009, nel contesto che
vede un andamento in calo del 22% delle immatricolazioni di auto in Europa e
nella mancanza di segnali di ripresa «Brembo registra una forte riduzione degli
ordini e, di conseguenza, continua ad adottare misure straordinarie per
adeguare i volumi di produzione alla domanda». Proseguono quindi «le azioni
finalizzate al contenimento di tutti i costi non correlati alla vendite, alla
riduzione delle rimanenze, ad assicurare il rispetto dei termini di pagamento
da parte dei clienti e al controllo degli investimenti». Il titolo Brembo ieri
a Piazza Affari ha chiuso la seduta con una flessione dello 0,58% a 2,565 euro
per azione. Mo.D. LE PROSPETTIVE I primi mesi del 2009 risentono dell'andamento
delle immatricolazioni Proseguono le azioni di contenimento dei costi
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
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sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-03-20 - pag: 45 autore: Nell'esercizio
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
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Il Sole-24 Ore
sezione: LANCETTE DELLECONOMIA data: 2009-03-20 - pag: 6 autore: Anti-crisi. Da
tassi a lunga, mercati azionari, alcuni prezzi di
materie prime e indici di attività arrivano segnali di stabilizzazione
dell'economia Dalle Borse prove tecniche di svolta Le forti misure di aumento
della liquidità e di bilancio devono ancora esplicare tutti gli effetti di
Fabrizio Galimberti e Luca Paolazzi Indicatori reali Quanto è lontana la
svolta? La ripartenza dell'economia sarà graduale o ci sarà un brusco rimbalzo?
Le due domande arrovellano imprese, famiglie e analisti della congiuntura. Già
il fatto che vengano poste è un sintomo di miglioramento dello scenario: si dà
per scontato che la fase più acuta della crisi è quella che stiamo vivendo e
che, contrariamente a molti annunci di rinvio dei primi vagiti della ripresa al
2010, i primi passi avanti si potranno vedere nella seconda metà del 2009.
Magari saranno timidi, corti e incerti, ma dopo i lunghi arretramenti di fine
2008 e inizio 2009 sarà già un grande progresso, in grado di far coagulare di
nuovo la fiducia e dare uno slancio forse superiore all'atteso. Anche perché i
livelli attuali di attività industriale sono molto contenuti, soprattutto in
alcuni settori. Dal picco del ciclo, toccato a cavallo tra 2007 e 2008, la
produzione industriale si è ridotta del 31% in Giappone, del 20,5% in Spagna,
del 19,5% in Germania, del 15,5% in Italia, del 14% in Francia. Nel Regno Unito
e negli Usa le diminuzioni sono state attorno all'11%. Sono tonfi
impressionanti in assoluto e soprattutto perché concentrati negli ultimi mesi.
Sono per giunta medie che nascondono tracolli anche superiori al 50% in alcune
attività, in particolare nelle filiere dell'automotive (specie mezzi pesanti)e
dei beni di investimento. Contrazioni simili derivano dalla caduta della
domanda guidata dal panico post Lehman Brothers. Se mantenuti nel tempo gli
attuali livelli produttivi comportano la chiusura di molti impianti e il
fallimento di molte imprese; il ridimensionamento della capacità produttiva
renderebbe più ardua e lenta la risalita. Ma questa violenta discesa può essere
vista anche come una temporanea compressione che racchiude un potenziale scatto
in avanti appena la domanda finale si risveglierà. Il discrimine tra le due vie
di uscita dalla recessione, una molto lenta e graduale e una più repentina e
forte, è nel comportamento anzituttodei consumatori e nella tempistica della
reazione del sistema economico ai numerosi stimoli che sono nella pipeline
ormai da qualche tempo: il risparmio sulla bolletta energetica (che secondo
l'Aie è di mille miliardi di dollari nei Paesi importatori di petrolio), la
riduzione dei tassi di interesse ( a quella descritta dai tassi ufficiali si
aggiunge l'espansione quantitativa), le misure di bilancio con tagli delle
tasse, maggiori spese pubbliche e incentivi settoriali (sebbene non nella
stazza consigliata da Fmi e Commissione Ue e non abbastanza coordinati), la
frenata dell'inflazione anche oltre l'effetto meccanico dei minori costi delle
materie prime. Come sempre occorre qualche trimestre prima che i benefici si
facciano sentire appieno. Ma nella seconda metà del 2009 sarà trascorso
sufficiente tempo perché comincino a essere efficaci. Soprattutto, c'è da
chiedersi se la psicosi da crisi sia duratura. Quanto a lungo i consumatori
sono disposti a rinunciare agli acquisti? L'astinenza, quando non sia forzata,
non è una vocazione molto diffusa. Finora gli indicatori di attività (in
particolare i Pmi) sono in profondo rosso (anche se hanno smesso di
peggiorare), indicando il proseguimento della flessione della produzione a
ritmisostenuti e ciò proseguirà ancora per un po'. E permangono rischi al
ribasso: l'evoluzione delle economie dei Paesi emergenti con le loro ricadute finanziarie e reali; l'esplosione della bolla immobiliare
con riduzione dell'attività delle costruzioni; l'aumento della disoccupazione che
mina la fiducia e il reddito spendibile delle famiglie; le conseguenze della
diminuzione della ricchezza a causa delle perdite patite in Borsa, le
difficoltà dei bilanci delle banche che intralciano il credito. Contrariamente
ai mesi passati, oggi, tuttavia, le notizie congiunturali non sono più
univocamente negative. Le buone nuove sono: i commerci di materie prime in
recupero (Baltic Index quasi triplicato), le vendite al dettaglio in Usa
sorprendono per tenuta, in Cina la produzione industriale ha ricominciato a
salire, la reazione agli incentivi per l'auto in Europa è stata rapida. Le
previsioni per il 2009 vengono ancora annunciate in ribasso. è logico: nel
volgere di poche settimane la realtà ha superato, in peggio, la fantasia degli
analisti e ha reso obsolete le stime. Ma ora potrebbe accadere l'opposto e
questa tornata di revisioni all'ingiù potrebbe essere l'ultima. Inflazione Le
materie prime si sono stabilizzate e, in alcuni casi, sono tornate a salire.
Più che preoccupare per i riflessi sui prezzi finali, che invece continueranno
a registrare le conseguenze delle precedenti cadute delle commodity, è un altro
segno di stabilizzazione dell'economia globale. I prezzi al consumo sono
ovunque freddi e le variazioni annue scenderanno ancora, grazie al confronto
favorevole con i rincari registrati fino all'estate del
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESEMERCATI ITA data: 2009-03-20 - pag: 27 autore:
Politi (Cia): anche per le Pmi agricole il credito è difficile Ernesto
Diffidenti ROMA Un miliardo di euro per salvare 250mila imprese agricole dal
crack e oltre 2 milioni di terreni coltivati dall'abbandono. La Confederazione
italiana agricoltori-Cia è scesa in piazza a Montecitorio, la seconda volta in
pochi giorni, per chiedere al Governo «soldi veri» e interventi concreti al
pari degli altri settori produttivi. «La situazione è critica – dice il
presidente, Giuseppe Politi – servono misure incisive, perché i produttori
agricoli in questi ultimi anni hanno subito danni reali con il taglio dei
redditi, la perdita di competitività e la riduzione degli investimenti». Centinaia
di manifestanti, dunque, hanno gridato che la crisi
dell'agricoltura «non è qualcosa di virtuale» e hanno distributo migliaia di
banconote, ovviamente «finte», per richiamare l'attenzione del mondo politico
sulla crisi dell'agricoltura proprio mentre nell'Aula
si discute il decreto sulle quote-latte e il fondo di solidarietà per le
calamità naturali. Mancano all'appello oltre 300 milioni di euro per cui non è
stata trovata copertura finanziaria nell'ultima
manovra economica. «Siamo costretti a manifestare davanti a Montecitorio per
ottenere qualcosa – spiega Politi – e ci allarma la tranquillità del ministro
delle Politiche agricole, Luca Zaia, richiamato dagli stessi parlamentari della
maggioranza a farsi sentire con più decisione dal collega dell'Economia, Giulio
Tremonti ». E allora «ci rivolgiamo direttamente al presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi - continua il presidente della Cia - affinché garantisca alle
nostre aziende gli strumenti necessari per superare un'emergenza che non ha
eguali negli ultimi trent'anni». L'auspicio delle imprese agricole è una
repentina inversione di rotta rispetto alle misure adottate finora, comunque
giudicate «poche e inefficaci ». D'altra parte le difficoltà sono sempre più
stringenti e accanto ai pesanti costi produttivi, ai gravosi oneri contributivi
e burocratici, si sono sommati altri problemi. «Prima di tutto – sottolinea
Politi – quello del mancato rifinanziamento del fondo nazionale di solidarietà
per le calamità naturali. Un aspetto che rischia di divenire drammatico». Gli
agricoltori che in questi mesi hanno subito danni dal maltempo rischiano «di
non avere alcun risarcimento con conseguenze devastanti per i bilanci che già,
nel 2008, hanno chiuso in rosso». A questa situazione si aggiungono i contraccolpi legati alla crisi finanziaria.
Nel 2008, sottolinea la Cia, i prestiti bancari alle imprese agricole sono
cresciuti del 15%; a conti fatti gli agricoltori sono indebitati con le banche
per oltre 4 miliardi di euro. Un peso notevole per gli agricoltori che, negli
ultimi mesi, fanno fatica a ristrutturare il debito anche per la decisa stretta
creditizia da parte della banche. «Le nostre imprese continuano ad
essere guardate con sufficienza- conclude Politi- . Chiediamo, invece, più
attenzione e un tavolo tra Governo, Abi e i rappresentanti del mondo agricolo».
APPELLO A BERLUSCONI L'accusa del presidente: siamo come gli altri settori
produttivi dell'economia, servono interventi per la competitività
( da "Messaggero, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Venerdì 20 Marzo
2009 Chiudi ROMA Il Consiglio di Amministrazione di Cementir Holding,
presieduto da Francesco Caltagirone Jr., ha esaminato e approvato il progetto
di bilancio dell'esercizio chiuso al 31 dicembre 2008. Ricavi a 1,09 miliardi,
margine operativo lordo a 209,2 milioni, utile netto di gruppo a 65,3 milioni e
dividendo di 8 centesimi, sono i principali risultati. «I ricavi delle vendite
afferma il comunicato del gruppo registrano una flessione del 4,8% per effetto
del calo della domanda su tutti i principali mercati geografici di riferimento.
Il rallentamento dell'economia globale, già visibile all'inizio del 2008, si è
accentuato nell'ultimo trimestre per effetto del trasferimento all'economia reale della crisi finanziaria
internazionale». Il margine operativo lordo ed il reddito operativo subiscono
flessioni del 23,7% e del 35,1% «rispetto ai corrispondenti valori del 2007 per
effetto del calo dei ricavi. La perdita di efficienza è dovuta alla discrasia
tra costi e ricavi prosegue il comunicato che si è venuta a creare
principalmente nella seconda metà del 2008: i prezzi e le quantità di
vendita sono diminuite repentinamente, mentre i costi energetici sono scesi a
ritmi più lenti per effetto della dinamica differita del costo delle materie
prime a cui sono legati. L'utile ante imposte passa a 92,2 milioni da 199,4
milioni dell'esercizio precedente.
( da "Corriere della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-20 num: - pag: 2 categoria:
REDAZIONALE I leader europei gelano Obama «No ad altri soldi» I Ventisette:
«Già fatti sforzi enormi» Verso un raddoppio dei fondi per l'Est Berlusconi: «Quello
che noi stiamo preparando è molto più creativo di quello che stanno facendo gli
altri Paesi» DAL NOSTRO INVIATO BRUXELLES — L'Unione europea resta preoccupata
dalla crisi in corso e dalla diffusione dei titoli tossici delle banche.
Pertanto considera possibile aumentare subito i piani di intervento per
soccorrere soprattutto alcuni Paesi dell'Est in difficoltà. La dotazione per le
emergenze potrebbe essere oggi raddoppiata da
( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
20-03-2009)
Argomenti: Crisi
IMOLA pag. 2
LEGACOOP apre la borsa per i propri associati e mette sul tavolo un milione di
eu... LEGACOOP apre la borsa per i propri associati e mette sul tavolo un milione di euro come aiuto straordinario per superare
la crisi. «Chiamiamola finanziaria locale ha detto il
presidente di Legacoop Imola Sergio Prati : è inutile continuare a parlare di
misure del Governo e aspettare che qualcuno faccia qualcosa. Stiamo
attraversando una crisi globale, e se vogliamo difendere le imprese locali, l'unica via
è che ognuno faccia qualcosa». La tempesta perfetta, cioè la crisi finanziaria che presto si è trasformata in economica,
abbattendosi sulle imprese, è arrivata a toccare cooperative e piccole e medie
imprese, e Legacoop cerca di fare scudo «per tutte quelle imprese sane, che
improvvisamente hanno visto diminuire il loro fatturato del 30 per cento. Si
tratta di realtà che funzionano, una volta passata la bufera potrebbero essere
come e più forti di prima, ed è per questo che vanno sostenute. Inoltre
continua Prati dobbiamo a tutti i costi evitare che i lavoratori, bene primario
di ogni azienda, si allontanino dalla propria realtà lavorativa: andrebbero
disperse energie e competenze, che quando la crisi
passerà, e passerà, saranno essenziali per ripartire con forza». I settori al
momento più in crisi sul nostro territorio sono quello
ceramico e quello logistico, ma anche la situazione dei trasportatori per
artigiani e delle pulizia non è rosea. DUE I PUNTI sui quali si concentra
l'intervento di Legacoop: l'accesso al credito e gli ammortizzatori sociali.
Per quanto riguarda la liquidità, «l'ossigeno di cui le imprese hanno bisogno»,
verrà messa in piedi una sede per selezionare le imprese più meritevoli di
credito. La selezione è fatta sì in base a fatturato e utili, ma si basa anche
sulla conoscenza diretta dell'impresa in questione. I parametri per accedere al
credito sono quelli fissati dall'Ue per le piccole e medie imprese, e
riguardano quindi le aziende con un massimo di 250 dipendenti, un fatturato
fino ai 50 milioni di euro, e un totale di bilancio inferiore ai 43 milioni di
euro. Nel caso del nostro territorio, si parla della quasi totalità delle
imprese, circa il 90 per cento. L'ATTENZIONE di Legacoop è concentrata anche
sugli ammortizzatori sociali. Finora sono molto scarse le realtà che non ne
potrebbero usufruire: «Si parla di una trentina di persone fra tutti e dieci i
comuni imolesi. Ma la situazione potrebbe aggravarsi». Tra le misure messe a
punto da Legacoop, Prati non ha contemplato l'azione fatta da Camst, quella
cioè, di ridurre gli stipendi dei dirigenti del 10 per cento. «Dicono che se le
coop imolesi non si comportano come la Camst non sono vere coop. Penso che chi
ha fatto queste affermazioni non sappia neanche di cosa parla». Eleonora Grossi
( da "Corriere della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-20 num: - pag: 33 categoria:
REDAZIONALE Commercio estero Export mai così dall'86 meno 25,8% Crollo delle
esportazioni italiane: a gennaio nel complesso sono diminuite del 25,8%
rispetto a gennaio 2008 e del 5,9% rispetto a dicembre. Lo comunica l'Istat,
spiegando che a livello tendenziale è il dato peggiore dall'86. Le importazioni
sono diminuite del 24,1% rispetto a un anno prima e dell'1,5% rispetto a
dicembre. Il saldo è stato negativo per 3.585 milioni. Sul
commercio estero un monito contro il protezionismo è
arrivato ieri da Emma Marcegaglia ( nella foto): «Per un Paese come l'Italia,
che vive di esportazione, il protezionismo rischia di essere
fatale».
( da "Corriere della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-20 num: - pag: 33 categoria:
REDAZIONALE Indiscreto Bankitalia e le quattro ispezioni è
il tema di cui si discute di più da quando la crisi finanziaria
ha toccato le imprese: il credito che le banche erogano alle aziende. E proprio
in questi giorni gli ispettori della Banca D'Italia hanno dato una stretta alle
verifiche ordinarie sui crediti avviate in quattro istituti: Unicredit, Intesa
San Paolo, Monte dei Paschi di Siena e Banco Popolare. Si tratterebbe di
un'ispezione di «routine» che dovrebbe concludersi entro Pasqua, prima
dell'inizio della stagione delle assemblee societarie. Gli ispettori stanno
verificando i modelli di concessione del credito e le posizioni detenute in
portafoglio. Un tema, quello delle attività di prestito che nell'ultima
audizione è stato sottolineato dallo stesso Governatore della Banca d'Italia,
Mario Draghi. Il quale ha invitato i banchieri ad essere lungimiranti, prudenti
e attenti alla qualità del credito, senza per questo rinunciare al loro compito
di finanziare l'economia.
( da "Corriere della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data: 2009-03-20 num: -
pag: 39 categoria: REDAZIONALE Il caso a Milano/1 Unipol, niente dividendo. Ma
il titolo sale (g.fer.) — Lo scorso anno si era discusso per mesi sulla «riserva
di liquidità» di Unipol e sulla sua possibile destinazione. Oggi quella riserva
diventa preziosa. E, anche se i risultati del 2008 non sono positivi (l'utile
netto è sceso del 74,5%, tanto da indurre il cda a sospendere il dividendo),
quelli del 2009 saranno «significativamente migliori », come dicono gli stessi
amministratori. Il titolo Unipol è stato ieri protagonista a Piazza Affari, con
il prezzo di riferimento in crescita del 13,08%. A convincere gli investitori è
stato anche l'annuncio che l'amministratore delegato Carlo Salvatori non
lascerà la società.
( da "Corriere della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Economia Mercati Finanziari - data:
2009-03-20 num: - pag: 39 categoria: REDAZIONALE La Giornata in Borsa Indici
ancora su, scatto di Fiat di Giacomo Ferrari Scambi record Il controvalore
degli scambi è balzato a 2,9 miliardi di euro, record dell'anno Nel corso della
seduta gli indici di Piazza Affari sono arrivati a guadagnare fino al 4%,
ma alla fine, complici le incertezze di Wall Street, si sono ridimensionati
(+2,01% il Mibtel, +1,91% l'S&P-Mib). Non tanto, però, da far perdere il
forte vantaggio su quelli delle altre Borse europee. Si sono improvvisamente
risvegliati anche gli scambi (ieri 2,9 miliardi di euro, record per il 2009). I
maggiori rialzi fra i valori più capitalizzati li hanno realizzati Unipol e
Fiat, con i rispettivi prezzi di riferimento saliti del 13,08% e del 9,91%. La
compagnia assicurativa bolognese ha comunicato ieri i risultati di bilancio e
la rinuncia dell'ad Carlo Salvatori a lasciare l'incarico. Quanto a Fiat, si
parla di segnali di ripresa per il mercato dell'auto, soprattutto in Brasile.
Non solo: si sta avvicinando la scadenza (31 marzo) entro la quale il governo
Usa dovrà pronunciarsi sull'alleanza con Chrysler e l'ottimismo cresce anche su
questo fronte. Un altro comparto in ripresa è stato quello petrolifero, con Eni
(+4,15%), Tenaris (+4,56%) e soprattutto Saipem (+7,03%). Tra i bancari si sono
distinti in particolare Unicredit (+6,24%) e Mediobanca (+5,17%), mentre hanno
cambiato direzione Intesa- Sanpaolo (-3,66%) e Banco Popolare (-2,46%) dopo un
avvio positivo. Bene anche Generali (+4,83%) e Alleanza (+5,52%), mentre sul
fronte dei segni negativi, ancora in discesa Fastweb (-3,54%) e, soprattutto,
l'Espresso (-6,52%). Maglia nera, invece, per Seat Pagine Gialle (-10,14%).
Stabile Tiscali, il cui cda come previsto ha cooptato Renato Soru. Consob,
infine, ha riammesso un titolo «storico»: Richard Ginori.
( da "Corriere della Sera" del 20-03-2009)
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- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-20 num: - pag: 44 categoria:
REDAZIONALE Visti da lontano di Massimo Gaggi Il conto in banca? Ti aiuta il
filantropo L icenziata da una banca di New York che, come tante, riduce il
personale, Laura Rodriguez si sfoga: «Sono nei guai, ma almeno non dovrò
sopportare più gli sguardi di riprovazione della gente quando dico dove
lavoro». Laura era un'impiegata di sportello, non un banchiere, ma in tempi di
prestiti erogati col contagocce, di sistema creditizio salvato coi soldi dei
contribuenti e di pingui «bonus» elargiti ai manager, la furia populista
dilaga: la distinzione tra bancario e banchiere diventa un cavillo. Eppure mai
come oggi negli Usa la banca svolge un ruolo sociale, tanto che aiutare i
cittadini meno abbienti ad aprire un conto in un istituto è diventato uno degli
obiettivi principali delle fondazioni filantropiche. Quella di Bill Clinton sta
lavorando da dicembre col governatore Arnold Schwarzenegger per aiutare le
famiglie californiane — l'11% del totale — che non hanno rapporti con le banche
ad aprire un conto. E ora Clinton promette di fare altrettanto anche in altri
«punti caldi» del Paese, da Boston a Miami, da New York a Seattle. Chi è fuori
dal circuito bancario — poveri, persone che in passato hanno tardato a saldare
i debiti, immigrati spesso clandestini — è infatti costretto a servirsi di
canali alternativi che nella migliore delle ipotesi impongono una tariffa di 40
dollari o più per cambiare un assegno, nella peggiore sconfinano nell'usura. La
Brookings Institution, il più autorevole centro studi dell'area progressista,
ha calcolato che, in media, un lavoratore a tempo pieno che usa canali
alternativi a quelli delle banche, nell'arco della vita spende 40 mila dollari
in tariffe e diritti vari: una cifra che, se investita, gli garantirebbe almeno
dieci anni di decorosa pensione. Nella sola Los Angeles i cosiddetti «unbanked»
versano ogni anno 150 milioni di dollari alle agenzie che cambiano assegni,
trasferiscono pagamenti o fanno piccoli crediti: una cifra quattro volte
superiore a quello che lo Stato spende in città per riqualificare la
manodopera. Con la crisi finanziaria il problema si
aggrava: 30 milioni di americani — uno su dieci — non ha accesso alle banche,
mentre altri 44 milioni non usano gli strumenti creditizi di cui, pure,
dispongono. Anche la recente stretta sulle carte di credito contribuisce a
spingere molti verso i servizi offerti da agenzie private. Costosi sì, ma meno
delle penali applicate dalle banche per i ritardati pagamenti, spiega chi ha
scelto di rinunciare ai servizi bancari. Ci si può, insomma, allontanare dalla
banca anche per scelta consapevole, oltre che a causa di debiti non saldati. Ma
il problema ha comunque ormai assunto rilevanza sociale. E i filantropi
intervengono perché il reddito è solo uno dei fattori considerati al momento di
erogare un prestito: a Los Angeles, ad esempio, i bianchi sono il 24 per cento
dei cittadini a basso reddito, ma solo il 2 per cento di quelli senza conto in
banca. Un nero su quattro e addirittura il 75 per cento degli ispanici, invece,
non hanno mai messo piede in una filiale, anche se hanno un lavoro e un reddito
stabile. \\ In 30 milioni non hanno accesso al sistema creditizio e pagano cari
i canali alternativi massimo.gaggi@rcsnewyork.com
( da "Corriere della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
- ROMA - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2009-03-20 num: - pag: 1 autore: di
ERALDO AFFINATI categoria: REDAZIONALE IL MOVIMENTO E LE REGOLE MA L'ANSIA SUL
FUTURO VA COMPRESA R iparte, fra clamori e fuochi d'artificio, la protesta
degli studenti romani che, dopo gli scontri alla Sapienza, potrebbe confluire
nella manifestazione del 28 marzo su lavoro e welfare. Non sono pochi a temere
che la prossima stagione dell'Onda, visti gli spiriti piuttosto esacerbati,
rischi di trasformarsi in uno tsunami. Le contraddizioni in cui si dibatte
l'economia planetaria non aiutano di certo a distendere gli animi: ancora una
volta nell'Urbe si specchia il globo terracqueo. Senza entrare nel merito
tecnico delle polemiche sui limiti di spazio e di modo che le recenti norme
varate in prefettura impongono ai cortei cittadini, dovremmo tuttavia
riflettere sul senso da attribuire a tali provvedimenti. Sappiamo bene che
molti dei giovani che scendono in piazza contro i tagli all'istruzione, oppure
per affiancare chi si preoccupa del posto di lavoro, sono cresciuti nel vuoto
politico, senza sentirsi rappresentati dai personaggi, vecchi e nuovi, di ogni
pasta ideologica, di qualsiasi struttura organizzativa, che vedevano sfilare in
televisione: mentre questi ultimi rilasciavano serissime dichiarazioni
ufficiali, tese a incoraggiare le magnifiche sorti e progressive, loro si
preparavano per il futuro sapendo in anticipo quali difficoltà avrebbero
incontrato se non avessero avuto una famiglia di riferimento alle spalle.
Proprio per questo dovremmo comprendere l'ansia che oggi li spinge a far
sentire la loro presenza a tutti quelli che, invece, sono ben sistemati sugli
scranni, grandi e piccoli, semplici e prestigiosi, dai quali, in verità, si
staccherebbero solo se obbligati, a forza, comunque con orrore e non senza
raccapriccio. Tutti siamo d'accordo nel porre freno allo sdegno legittimo nel
caso diventi rabbia incontrol-lata, ci mancherebbe altro, ma se, in un mondo dove ognuno può parlare, con accortezza oppure a
vanvera, impediamo agli studenti di esprimere le proprie ragioni, delimitando
il territorio urbano col gessetto, dovremmo allora prepararci a sostenere un
urto ancora maggiore da parte di chi non accetta che la crisi finanziaria venga pagata solo dai più deboli.
( da "Corriere della Sera" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2009-03-20 num: - pag: 31 categoria:
REDAZIONALE Orologi Calo in tutta Europa, tranne che nel nostro Paese. Il
presidente del gruppo: ottimisti e liberi dalle banche Swatch e la sorpresa
Italia: «Vendiamo di più» MILANO — A guardare i dati della Federazione Svizzera
dell'Orologeria c'è poco da stare allegri, tranne per quanto riguarda
(sorpresa!) l'Italia. Nella classifica dei primi sei Paesi importatori vengono
considerati positivi il -5,5% della Francia (gennaio 2009 rispetto allo stesso
mese delle scorso anno) e il - 8,3% della Germania, mentre per Hong Kong
(-12%), Usa (-28,5%) e Giappone (-24,2%) si può parlare di una severa batosta.
L'Italia, quinta in classifica, prima della Germania, si difende benissimo con
il suo 0,6% in positivo, specialmente mettendolo in relazione al calo mondiale,
che è, globalmente, del 21,5%. Sono questi i dati sui quali viene misurato il
bilancio di Swatch Group per il 2008, presentato a Ginevra. «A onor del vero —
esordisce Nick Hayek, presidente della direzione generale del più potente
gruppo orologiero svizzero — anche febbraio è stato fortemente negativo per la
maggior parte del mondo, mentre a marzo alcuni Paesi, in Medio Oriente ed
Europa, sembrano risalire la china. Ma non ci aspettiamo grandi risultati a
breve termine, anche se riteniamo che la crisi non
sarà poi tanto lunga specialmente per aziende come la nostra, poco indebitata
con le banche (oltre il 75% del capitale è cash) e in possesso di un know how
totale che ci consente di gestire direttamente la filiera produttiva, dal
progetto al compratore». Le cifre salienti del 2008 parlano di un fatturato
lordo che sfiora i sei miliardi di franchi svizzeri (+0,4 rispetto all'anno
precedente) che però si traduce in un risultato netto di 838 milioni di franchi
svizzeri, in calo del 17,4%. «Ma — riprende Hayek — si tratta di un calo dovuto
essenzialmente al rapporto sfavorevole nel deprezzamento di parecchie valute
nei confronti del franco svizzero. Laddove il cambio è sostanzialmente stabile,
come nel caso dell'euro, i risultati sono decisamente migliori. Anche per
questo abbiamo deciso di distribuire un dividendo identico a quello dell'anno
precedente, che era stato ottimo». Nessuna crisi, quindi? «La crisi finanziaria c'è e si sente, ma
siamo ottimisti. Non a caso abbiamo messo in mobilità parziale solo 30 dei
nostri oltre 30.000 dipendenti (e contiamo di riassorbirli a giugno), abbiamo
iniziato la produzione di due nuovi movimenti cronografici, entrambi
innovativi, e stiamo investendo in nuove tecnologie relative alle batterie,
alle celle solari e all'energia ricavata dall'idrogeno. Siamo molto attenti al
futuro e riteniamo che se anche per un certo periodo i nostri utili dovessero
diminuire un po' non sarà un gran male. Meglio mantenere l'occupazione e
continuare, come abbiamo sempre fatto, a controllare tutte le fasi della
produzione, senza far ricorso a fornitori esterni. Il tutto, ovviamente,
continuando a dipendere il meno possibile dalle banche ». E l'Italia? Florence
Ollivier- Lamarque, nel consiglio d'amministrazione come responsabile per i
mercati francese, spagnolo e, appunto, italiano, sorride: «La situazione
spagnola sembra essere piuttosto pesante, ma per quanto riguarda la Francia e
l'Italia il discorso è completamente diverso. Forse perché i nostri Paesi sono
più abituati a vivere periodiche crisi, il che ci
porta ad essere meno indebitati di quanto non accada altrove e a reagisce senza
isterismi, contraendo i consumi, ma senza esagerazioni. E in momenti come
questo è la cosa migliore da fare». Augusto Veroni
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del
20-03-2009)
Argomenti: Crisi
SANT'ILARIO,
MONTECCHIO E VAL D'ENZA pag. 20 di NINA REVERBERI QUATTRO CASTELLA UN SOS ...
di NINA REVERBERI QUATTRO CASTELLA UN SOS lanciato dall'Uganda: i fondi
scarseggiano e la missione non potrà più aiutare bambini malati di Aids. A lanciare
l'appello è Elena Malvezzi della parrocchia di Sant'Antonio di Reggio,
originaria di Quattro Castella, volontaria dei Comboniani presso la missione
"Comboni Samaritans" di Gulu, città nel Nord Uganda, devastata da una
feroce guerra durata più di 20 anni e che ha avuto come protagonisti migliaia
di bambini soldato. "Purtroppo scrive Elena in una
accorata lettera la crisi
finanziaria mondiale sta avendo un impatto
pesantissimo anche sulla nostra missione. Il taglio dei contributi da parte dei
donatori abituali, compromette soprattutto, nell'immediato, il progetto di
istruzione e formazione dei giovani, in quanto, per l'anno scolastico in corso,
molti studenti, sono rimasti senza sponsor. Di conseguenza oltre a non
poter più ammettere al programma educativo nuovi ragazzi, siamo costretti, con
dolore, a doverne escludere 414 dal progetto, già inseriti, per mancanza di
fondi. Oltre a questo prosegue la giovane volontaria si aggiunge la necessità
impellente di costruire o riparare varie abitazioni, per bambini capi-famiglia,
gruppi familiari dei bambini/e orfani che vivono soli con fratelli e sorelle e
di dover provvedere a varie emergenze quotidiane, ma la situazione non ce lo
consente". Oggi la missione comprende diversi settori. Il dipartimento giovani
si occupa di prevenzione contro l'Aids, la delinquenza e l'alcolismo. Il
dipartimento salute si occupa della cura di circa 8.000 malati di Aids, di cui
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
20-03-2009)
Argomenti: Crisi
VETRINA FERRARA pag.
( da "Nazione, La (Firenze)" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
LA PAGINA DEI
LETTORI pag. 31 Cooperative contro la crisi IL DIBATTITO EGREGIO DIRETTORE, ha ragione Pier Luigi Celli,
direttore della Luiss, nell'intervista pubblicata dal Suo giornale lo scorso
febbraio, a sostenere che la crisi finanziaria ed economica in
atto può essere un'occasione per superare le nostre difficoltà strutturali e
per rimettere in gioco un grande movimento di valori, eticità,
solidarietà e cooperazione. Il mondo della cooperazione toscano si sente questi
valori e questi comportamenti, anche a livello di manager e di responsabilità
direttive, che giustamente Celli chiamava in causa: nelle cooperative vi è
quella che potremo definire una "responsabilità manageriale diffusa".
In Toscana il mondo cooperativo è ampio e variegato. Rappresenta quasi l'8% del
Pil della regione e alcuni settori, come la grande distribuzione, stanno
tenendo, mentre altri, come l'industria, manifestano segnali di crisi vera. E' nostro compito, quindi, difendere questo
tessuto produttivo, aiutandolo a reinventarsi e riposizionarsi, partendo dai
distretti quello dell'oro ad Arezzo, del marmo a Carrara, del cuoio nel Pisano,
del tessile a Prato ma pensando anche ad altri comparti, ad esempio quello del
legno e del vetro, che hanno una presenza diffusa in Toscana. Come farlo?
Questa crisi presenta caratteristiche preoccupanti sia
per l'ampiezza sia per la profondità con la quale investe il sistema economico.
Però non possiamo solo piangerci addosso e chiedere contributi. Questi ultimi
sono indispensabili per sostenere imprese con problemi di liquidità o che hanno
bisogno di fare investimenti necessari alla ripresa. Dobbiamo, però, prima di
tutto rimboccarci le maniche e cogliere l'occasione cui Celli accennava. La crisi deve anche essere un momento di forte ripensamento per
un sistema che ha creduto di potersi sviluppare grazie a speculazioni finanziaria in barba al lavoro e alla produzione. Ripartendo
e dando un nuovo significato e attualità a parole e valori come cooperazione e
solidarietà, mettendo in secondo piano il ruolo della rendita e gli stipendi
esagerati e premiando il reddito da lavoro. Non un caso che il movimento
cooperativo sia riuscito, spesso, ad avere risultati positivi proprio dai
momenti di maggiore difficoltà. Storicamente molte cooperative industriali
toscane sono nate per iniziativa dei lavoratori per salvare imprese in crisi finanziaria o produttiva. Possiamo farlo anche adesso.
Noi siamo gli unici a disporre di un fondo di promozione, finanziato con gli
utili delle stesse imprese cooperative, che può aiutare lo sviluppo. Se ci
saranno imprese che si troveranno in difficoltà di fronte alla crisi, non per mancanza di mercato ma per altre cause, e in
cui lavoratori fossero motivati a salvare i propri posti di lavoro dalla
volontà di assumere in prima persona il rischio di impresa, noi saremmo pronti
ad analizzare e, in caso, a sostenere questo sforzo. E' una delle nostre
missioni. Patrizia Vianello, presidente Lega Cooperative e Mutue Toscana
( da "Nazione, La (Pisa)" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
CRONACA PISA pag. 5
Sviluppo e ambiente: a confronto i protagonisti del made in Italy IL FESTIVAL
«MANIFUTURA», SECONDA GIORNATA RICCA DI APPUNTAMENTI «I NUOVI protagonisti del
made in Italy»: questo il filo conduttore della seconda giornata di lavori del
«ManiFutura Festival» in coirso alla Stazione Leopolda. Dopo il faccia a faccia
con il ministro Scajola, e gli interventi della presidente di Confindustria
Emma Marcegaglia e del presidente del Gruppo Piaggio Roberto Colaninno, che
hanno animato il dibattito ieri, si riparte stamani alle 9.30 con
l'introduzione di Maria Chiara Carrozza, direttore Scuola Superiore Sant'Anna,
diAndrea Colli, dell'Università Bocconi e di Alberto Piantoni, di P.M.
Industria 2015 Made In Italy. Partecipano Gabriele Del Torchio, Presidente e
amministratore delegato della «Ducati Motor Holding spa», il deputato pisano
Enrico Letta, che guida il dipartimento «Welfare» Partito Democratico. Modera
il dibattito Olga Mugnaini, giornalista de «La Nazione». Dalle 11.30 alle 13,
nella Sala verde, spazio all'ecologia con la tavola rotonda sul tema «Verso una
forte industria delle rinnovabili», alla quale parteciperà anche il presidente
della Regione Puglia Nichi Vendola; introduce il professor Romano Giglioli,
dell'Università di Pisa, modera Diego Gavagnin, di Quotidiano Energia. Alla
stessa ora nella Sala blu si parlerà di «Propsettive dell'economia globale, le
opportunità e i rischi per le imprese italiane», con l'introduzione di Vincenzo
Visco, e l'intervento di Stefan Collignon, della Scuola Sant'Anna e di Carlo De
Benedetti. «Mutualità, bisogni e impresa» è il tema di cui si tratta nella Sala
Rossa (sempre dalle 11.30 alle 13), con la partecipazione di Paolo Cattabiani,
presidente Lega Coop e, tra gli altri, don Emanuele Morelli, della Caritas
pisana. Dalle 14, nella Sala verde si parla di «edifici a emissioni zero»,
mentre nella sala rossa si parla di Etica e responsabilità sociale con il
deputato Paolo Fontanelli, Deputato, e Marco Frey della Scuola Sant'anna. «La crisi nei territori», «Banche sulla graticola», «Il sistema energetico
italiano», «Stato e mercato dopo la crisi finanziaria»
e «Quali scelte produttive e di marketing per soddisfare un consumatore più
esigente e oculato?», sono i temi degli altri incontri nel ricco programma
nella giornata.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 3 - Pordenone
Sole Acc, futuro incerto:
( da "01net" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Zte cresciuta del
27% L'azienda cinese si è rafforzata sul mercato internazionale. 20 Marzo 2009
Nel 2008 la cinese Zte, operante nella fornitura di apparati di telecomunicazioni
e soluzioni di rete, ha registrato un fatturato di 44 miliardi e 293 milioni di
Ren min bi (o yuan), ossia quasi circa 5 miliardi di euro, crescendo di oltre
il 27% rispetto al
( da "KataWebFinanza" del 20-03-2009)
Pubblicato anche in: (Borsa(La Repubblica.it))
Argomenti: Crisi
VERTICE UE: BANCHE
AIUTATE NON LIMITINO CREDITO A EST (AGI) - Bruxelles, 20 mar. - Monito alle
banche dal vertice Ue di Bruxelles: nella bozza delle conclusioni del
Consiglio, si sottolinea che le banche che hanno ricevuto aiuti di Stato non
dovrebbero limitare il credito alle loro filiali nell'Est Europa. !Il sostegno
alle banche madri non dovrebbe risultare in alcuna restrizione sulle attivita'
delle filiali in altri Paesi Ue". Nella bozza si annuncia inoltre che il
Consiglio europeo del 18-19 giugno "approvera' i
principi di base di un nuovo sistema di supervisione per il settore finanziario
dell'Ue, sulla base delle proposte della Commissione derivanti dal gruppo de
Laroisiere". I Ventisette ribadiscono che "il ripristino della
fiducia e il corretto funzionamento del mercato e' una precondizione
indispensabile per uscire dall'attuale crisi finanziaria
ed economica". 20/03/2009 - 10:26
( da "Affari Italiani (Online)" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Economia Intesa
Sanpaolo/ Niente dividendo per gli azionisti Venerdí 20.03.2009 09:16 Brutte
notizie per gli azionisti di Intesa SanPaolo. Oggi infatti l'amministratore
delegato, Corrado passera, proporrà al consiglio di gestione della banca
torinese di portare a riserva l'intero utile 2008 e non distribuire cedole,
neanche tramite assegnazione di azioni. E' un rincorrersi di indiscrezioni, a
pochi minuti dell'ufficializzazione della notizia, nonostante sia scontata la
crescita degli utili dell'istituto. La decisione è già stata in buona parte
scontata dal mercato ma il titolo parte comunque in calo stamattina a Piazza
Affari (-3,15%). La scelta di azzerare il pay out non è però da mettere in
relazione al risultato finale, in utile malgrado la crisi finanziaria, ma alla scelta di dare priorità al rafforzamento patrimoniale.
La banca ricorrerà, inoltre, ai Tremonti bond per un totale di 4 miliardi
circa, la stessa cifra chiesta dal concorrente UniCredit, mentre, quasi
contemporaneamente, il consiglio delle Generali e della controllata Alleanza
scioglieranno, secondo tutte le previsioni, Intesa Vita, la joint venture
bancassicurativa con il gruppo torinese guidato da Passera. tags: intesa
sanpaolo passera dividendo tremonti bond
( da "KataWeb News" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Vertice ue: Banche
aiutate non limitino credito a Est 20 marzo 2009 alle 10:37 — Fonte:
repubblica.it — 0 commenti Monito alle banche dal vertice Ue di Bruxelles:
nella bozza delle conclusioni del Consiglio, si sottolinea che le banche che
hanno ricevuto aiuti di Stato non dovrebbero limitare il credito alle loro
filiali nell'Est Europa. ! Il sostegno alle banche madri non dovrebbe risultare
in alcuna restrizione sulle attività delle filiali in altri Paesi Ue".
Nella bozza si annuncia inoltre che il Consiglio europeo del 18-19 giugno
"approverà i principi di base di un nuovo sistema di
supervisione per il settore finanziario dell'Ue, sulla base delle proposte
della Commissione derivanti dal gruppo de Laroisiere". I Ventisette
ribadiscono che "il ripristino della fiducia e il corretto funzionamento
del mercato è una precondizione indispensabile per uscire dall'attuale crisi finanziaria ed economica". AGI
( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del
20-03-2009)
Argomenti: Crisi
BANCHE. Sono stati
presentati ieri a Montebelluna i dati del bilancio 2008 che chiude con l'utile
netto in crescita del 25 per cento Consoli: «I numeri indicano che il credito
alle pmi è aumentato di oltre il 15% Dall'est solo dati positivi» 20/03/2009
rss e-mail print La sede centrale del gruppo Veneto Banca a Montebelluna Marino
Smiderle INVIATO A MONTEBELLUNA Crisi? Se la matematica non è un'opinione,
basta leggere un paio di righe dello stringato schema contabile illustrato da
Vincenzo Consoli, amministratore delegato del gruppo Veneto Banca, per far
apparire bizzarra la domanda. Alla voce "utile netto 2008" si trova
un numerino significativo, pari a 116,5 milioni euro, in crescita del 25,6 per
cento rispetto ai 92,8 milioni del 31 dicembre 2007. Non c'è solo l'utile a
sbellettare il bilancio dell'istituto di credito di Montebelluna. I crediti
alla clientela, un calderone che va dai mutui ai privati ai prestiti concessi
alle pmi, passa da
( da "Avvenire" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
CRONACA 20-03-2009
LIGURIA IL FUTURO «Deve rinascere una nuova coscienza morale sia dei singoli
che della collettività Migliaia di pacchi viveri distribuiti ogni settimana
Tanto che le scorte si stanno esaurendo» «Fuori dalla crisi più seri e onesti»
Bagnasco: Genova cresca nel modo di pensarsi Questa città è un bene per il
Paese e per l'Europa Emergenza economica e ruolo del capoluogo ligure da
rilanciare non solo a livello nazionale nell'omelia per la festa di San Giuseppe
DA GENOVA ADRIANO TORTI « D eve rinascere una nuova coscienza morale sia dei
singoli che della collettività nei vari mondi della finanza, dell'economia,
della politica, dell'educazione». È la 'ricetta' per superare la crisi
economica annunciata dal cardinale Angelo Bagnasco nell'omelia che ha
pronunciato nella cattedrale di San Lorenzo in occasione della Messa per il
mondo del lavoro. «L'umanità opulenta ha spiegato il presidente della Cei deve
uscire dalla crisi più responsabile, più seria e onesta, libera per sempre da
quell'euforia del guadagno facile e fuori misura che ha indotto ad una
concezione della vita come spasso e sperpero». «È auspicabile ha proseguito il
porporato che la crisi solleciti la comunità internazionale a intraprendere la
strada di una nuova sintesi tra bene comune e mercato, tra capitale e lavoro,
stabilendo regole chiare e certe». Il cardinale ha poi ribadito che la crisi
deriva dal «dispregio degli elementari valori etici », da «una illimitata
bramosia di denaro, fuori da ogni regola» e «dal proprio tornaconto considerato
come unico obiettivo» e che le responsabilità vanno attribuite «soprattutto ai mercati finanziari, al crollo delle
grandi banche e non alle aziende, al lavoro, ai soggetti dell'economia reale».
Parlando della situazione genovese, il cardinale ha spiegato che, a causa della
crisi, «le apprensioni si palpano nell'aria, il rischio di perdere il posto in
certi settori è presente, una certa disoccupazione è già realtà». Però,
ha aggiunto, «dobbiamo anche riconoscere che ci sono delle buone tenute, che
c'è inventiva, capacità di adattamento per far fronte; che tutti si danno da
fare per parare i colpi della crisi di cui nessuno vede con certezza la fine».
La Chiesa di Genova, ha affermato ancora Bagnasco, ha da sempre una grande
attenzione al mondo del lavoro «attraverso la presenza costante e discreta dei
Cappellani» la cui opera «è non solo conosciuta da tutti, ma costituisce un
patrimonio che, con l'aiuto di Dio, continuerà». Nello stesso tempo la Chiesa
genovese «continua ad essere presenza capillare e viva accanto alla gente e a
mettere in campo la testimonianza della carità evangelica che non guarda il
colore, la religione, le idee, ma semplicemente la persona e i suoi veri
bisogni». Ed è a questo punto che l'arcivescovo di Genova ha lanciato un
allarme. Le scorte di beni di prima necessità che i centri di ascolto della
diocesi distribuiscono ai più bisognosi, ha affermato il porporato, «si vanno
esaurendo». I centri di ascolto vicariali, ha spiegato il cardinale, «si
alimentano con tutto l'otto per mille che la diocesi riceve per la carità» e
dalla generosità delle singole comunità cristiane e dei benefattori. Fanno
«innumerevoli interventi » volti a cercare di risolvere le situazioni, ma, ha
aggiunto, sono «ancora di più quelli che rispondono a richieste immediate ed
elementari quali gli alimenti, le utenze, le medicine». «Ogni settimana - ha
affermato - migliaia e migliaia di pacchi viveri vengono distribuiti. Tanto che
le scorte si vanno esaurendo ». «Ma ha continuato confidiamo nella generosità
che, in momenti di ristrettezza, si sprigiona quasi miracolosamente dai poveri
che aiutano i più poveri». L'ultimo passaggio dell'omelia l'arcivescovo lo ha
dedicato alla città di Genova invitandola ad «aprirsi velocemente oltre le
colline», a «diventare lo sbocco del nord verso il mare » appoggiando
esplicitamente la realizzazione del terzo valico ferroviario e della nuova
gronda autostradale, due opere «assolutamente necessarie» che se «fino a ieri
fa potevano essere dilazionate, ora sono assolutamente irrinunciabili».
( da "Avvenire" del 20-03-2009)
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ECONOMIA 20-03-2009
ECONOMIA E RISORSE «Basta speculazioni sul cibo» L'appello del mondo agricolo I
vertici delle associazioni di settore dei Paesi del G8: «Alimentari più sicuri,
tracciabili e da assicurare a tutti». La proposta Coldiretti: «Grandi depositi
di provviste contro le emergenze» DA ROMA ANGELO PICARIELLO V ietato speculare
sul cibo e sulla fame nel mondo. Il G8 della crisi deve ripartire dall'economia
reale, e dal settore primario per eccellenza, l'agricoltura. Il G8 Farmers
Meeting organizzato ieri a Roma da Coldiretti, in vista dell'appuntamento della
Maddalena e di quello di settore in programma a Cison di Valmarino, nel
Trevigiano si chiude con piena unità di intenti dei presidenti delle
organizzazioni agricole degli otto Grandi. Cibo sicuro, da assicurare a tutti,
attraverso un sistema di rintracciabilità dei prodotti alimentari. Se le
casseforti virtuali finanziarie hanno fallito, il
mondo dell'agricoltura dei Paesi più sviluppati pensa ora a grandi depositi di
provviste alimentari, spiega il presidente di Coldiretti Sergio Marini, «da
riempire quando il prodotto è abbondante e i prezzi sono bassi per tenerli
pronti in caso di carestie» . Il documento sarà nel «testo base della
discussione» al G8 dell'Agricoltura» , assicura il ministro delle Politiche
agricole Luca Zaia, che ha partecipato alla cerimonia finale di apposizione
delle firme da parte di tutti i responsabili degli otto Grandi. Il testo è
stato poi consegnato alla Fao al direttore generale Jaques Diouf. Si tratta
innanzitutto di un appello ai capi di Stato e di governo dei Grandi e ai
ministri di settore a ricollocare l'agricoltura come «essenziale per lo
sviluppo socio economico di ogni nazione» . Ancor più alla luce della crisi
economica. Ma, al di là delle dichiarazioni di rito prima e dopo l'apposizione
delle firme, i volti soddisfatti che abbandonavano a fine mattinata la
prestigiosa sede nazionale di Coldiretti a palazzo Rospigliosi dicevano di
un'unità convinta, anche operativa, raggiunta su alcuni obiettivi condivisi.
Primo fra tutti, per fronteggiare l'emergenza fame e povertà, «intensificare lo
scambio di informazioni per per porre rimedio all'attuale emergenza alimentare
e stimolare gli investimenti in agricoltura» . Gli otto Grandi, quindi, oltre a
«favorire la crescita delle loro agricolture» , dovranno tenere presenti le
necessità delle imprese agricole dei Paesi in via di sviluppo e delle loro
popolazioni» . Si tratterà quindi anche di realizzare una «migliore gestione
degli stock internazionali che permetta un riequilibrio della domanda e
dell'offerta» . Ma l'incontro, pur evitando accuratamente il dibattuto tema
degli ogm, ha definito una linea comune anche sulla sicurezza alimentare da
incentivare «attraverso la creazione di standard internazionali» e «un'efficace
sistema di tracciabilità e applicazione di regole trasparenti che garantiscano
una competizione leale sui mercati» . Infine un
impegno sulla «preservazione della biodiversità e la conservazione
dell'ambiente» , nella consapevolezza del ruolo che l'agricoltura già svolge
sui cambiamenti climatici e nel ridurre l'emissione di gas effetto serra. «Ciò
dovrà essere ulteriormente incoraggiato attraverso politiche efficaci per la
valorizzazione delle produzioni locali a bassa emissione di Co2» . Per cui le
organizzazioni agricole dei Paesi del G8 parlano a una voce della «necessità di
è promuovere l'utilizzo di energie rinnovabili, per un reale sviluppo
sostenibile dell'economia globale» . «Chiederemo alla comunità internazionale
che le commodity e quindi i prodotti agricoli, cioè il cibo, restino fuori
dalla speculazione dei mercati
finanziari. Il grano e le derrate alimentari
non possono essere soggetti alle speculazioni del mercato» , si associa allo
spirito dell'incontro Zaia. «Non è ammissibile che qualcuno si arricchisca
sulla fame del mondo » , ribadisce il ministro ricordando le tristi cifre dei
«tre milioni vittime ogni anno della fame e i 140 milioni di bambini che non
hanno di che mangiare. Serve auspica Zaia una nuova etica per
l'agricoltura. Porterò questo documento a Cison di Valmarino promette il
ministro delle Politiche agricole e alla Maddalena» .
( da "Avvenire" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
ECONOMIA 20-03-2009
vertice Gasdotti, cavi sottomarini, stoccaggi di Co2: per l'Italia la dotazione
prevista nel piano di realizzazione delle opere dovrebbe ammontare a 450
milioni. Più del doppio della bozza proposta dalla Germania Giudicati
sufficienti i piani di rilancio, respinta la richiesta degli Stati Uniti di
aumentare le somme per finanziare la ripresa L'ECONOMIA NEL MONDO Crisi,
l'Europa punta sull'energia Infrastrutture, stanziati 5 miliardi No alla
richiesta Usa di nuovi fondi DA BRUXELLES FRANCO SERRA S Turchia- Il vertice ha
previsto anche altri gesti per addolcire quel no agli Usa: si esprime
l'intenzione di rafforzare la cooperazione anticrisi con Washington e limitata
eccezione al rifiuto di nuove spese c'è la disponibilità a destinare qualche
miliardo al salvataggio di Paesi dell'est dell'Ue, ma «caso per caso », non con
una linea di credito generale. Per quanto cortese, il no agli Usa è netto e il
premier ceco Mirek Topolanek non ha lasciato dubbi parlando come presidente di
turno dell'Ue, quindi anche a nome dei colleghi. «Non avrebbe alcun senso
mettere in cantiere nuovi pacchetti di misure di rilancio ha detto Topolanek
tanto più che in qualche Paese dell'Unione non è neppure iniziata
l'applicazione dei piani di rilancio decisi a livello nazionale». E il primo
ministro olandese Jan Peter Balkenende ha tenuto a ricordare che «la situazione
dell'Ue e quella degli Stati Uniti non sono paragonabili, perché noi abbiamo
una solida rete di sicurezza sociale per sostenere chi per- de il lavoro, e
loro hanno solo enormi debiti ». I Ventisette ritengono dunque di aver fatto
abbastanza varando piani di rilancio 2009- 2010 con un buon 3,5%% del Pil
dell'Ue. Al rilancio Obama ha destinato invece il 5,5% del Pil, senza contare
l'operazione per cui la Federal Reserve acquisterà titoli di Stato iniettando
dell'economia 1.000 miliardi di dollari. Contro la prospettiva di altre spese
di rilancio si è schierata anche Angela Merkel. A Bruxelles i leader cercano
una posizione comune da presentare unitariamente, unico modo di avere un peso
reale nel vertice del Gruppo dei 20 del 2 aprile a Londra, di fronte agli Stati
Uniti, alla Russia e alla pattuglia dei grandi Paesi emergenti guidata da Cina,
India e Brasile. Un altro punto di possibile scontro tra Europa e Stati Uniti nel summit del G20 sta nella prospettiva di mettere
concretamente in cantiere un nuovo sistema globale di controlli dei mercati finanziari, capace di impedire gli eccessi di speculazione e di opacità
delle operazioni che hanno condotto alla crisi in corso. Agli occhi di
Washington nuove regole non sono da considerare una priorità, se ne potrà
discutere a crisi superata. Per gran parte dei dirigenti europei, ma non
per tutti, la possibilità di varare nuove regole si esprime nella forma «ora o
mai più». In questo senso premono soprattutto il cancelliere Merkel e il
presidente francese Nicolas Sarkozy, arrivato a Bruxelles mentre in Francia
contro la sua gestione della crisi scendevano in piazza tre milioni di
scioperanti. I leader dell'Ue-27 hanno raggiunto l'intesa sul piano di
ammodernamento delle opere energetiche
( da "Dagospia.com" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
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articolo --> COLPI BASSI A CENTRO EUROPA ? IL MINISTRO DELLE FINANZE TEDESCO
IRONIZZA SUI PARADISI FISCALI ? DALLA SVIZZERA ARRIVANO MINACCE E INSULTI
(?NAZISTA?) ? L?ESECUTIVO ELVETICO PROVA A CALMARE LE ACQUE MA DEFINISCE UNA
LISTA NERA INACCETTABILE? B.R. per "Il Sole 24 Ore" STEINBRUCK È uno
scontro con pochi precedenti quello di questi giorni tra Germania e Svizzera.
Ricorda per certi versi il braccio di ferro dell'anno scorso con il
Liechtenstein. Argomento: sempre il segreto bancario in un momento in cui i
grandi Paesi europei, complice la grave crisi economica,
sono in guerra contro i paradisi fiscali. In un'intervista alla Süddeutsche
Zeitung pubblicata ieri, il ministro delle Finanze Peer Steinbrück ha rivelato
di aver ricevuto «lettere di minacce da cittadini svizzeri» e di essere stato
definito un «nazista». La rivelazione è giunta dopo che negli ultimi giorni
l'uomo politico tedesco ha rilanciato le critiche contro il segreto bancario
svizzero. Steinbrück ha paragonato una lista nera dei paradisi fiscali, e il
suo carattere dissuasivo, a una «cavalleria» che farebbe paura agli «indiani».
Il confronto, non proprio felice, ha fatto imbestialire gli svizzeri, o almeno
una parte del Paese. Il ministero degli Esteri elvetico ha convocato
l'ambasciatore tedesco a Berna (si veda Il Sole 24 Ore di martedì). Bild am
Abend, un giornale popolare, ha definito il ministro: «Il brutto tedesco». Un
deputato del partito democratico cristiano, Thomas Müller, ha paragonato
Steinbrück «a quella generazione di tedeschi che marciava per strada vestita di
cappotti di cuoio, stivali e bracciali». Il termine nazista è stato omesso, ma
la definizione era chiara. BLICK Chissà se 20 o 30 anni fa un deputato
svizzero, membro centrista della coalizione al potere, avrebbe avuto il
coraggio di fare paragoni simili? La fine della guerra è ormai lontana e molti
europei si permettono di esprimersi in modo impensabile solo qualche decennio
fa. Il Governo svizzero si è subito smarcato, tentando di calmare le acque.
«Dovremo sederci a un tavolo - ha detto il ministro delle Finanze Hans- Rudolf
Merz- e discutere dei problemi. È nell'interesse del nostro Paese. Non
dimentichiamoci che la Germania è uno dei nostri principali partner
commerciali». Non è la prima volta che Steinbrück, un amburghese di 62 anni
dall'ironia corrosiva, provoca reazioni risentite. Qualche mese fa, le sue
critiche al segreto bancario nel Liechtenstein avevano indotto il principe
Hans-Adam II a definire la Germania di oggi un «Quarto Reich». Ieri anche dal
Lussemburgo vi sono stati appelli alla calma. JUNCKER «È necessario trovare un
tono che non sia più dettato dalla taglia degli Stati, ma dalle buone relazioni
di cui abbiamo bisogno per affrontare l'attuale crisi finanziaria», ha detto il ministro del Tesoro Luc Frieden. Il premier
Jean-Claude Juncker ha avvertito che una lista nera di paradisi fiscali
comprendente Paesi dell'Unione sarebbe inaccettabile. È evidente che in un
momento di grave crisi economica la Germania vuole tentare di recuperare evasione
fiscale. Dietro all'atteggiamento del Governo c'è anche un calcolo
elettorale visto che in Germania si vota in settembre: è probabile che gli
attacchi ai paradisi fiscali, e alla Svizzera in particolare, siano apprezzati
in alcuni settori del Paese. [20-03-2009] Logo "Ubs"
( da "Repubblica.it" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
MotoriFotoArchivio
per meseArchivio per marca LISTINI PREZZI Auto nuoveAuto usateMoto nuoveMoto
usate SERVIZI Auto da incentiviIncentivi: lo schemaCommenta tutte le
autoEtilometroDatabase veicoli rubatiGuida sicura onlineCrash
TestAnnunciLettereAltri servizi RSS SUPERCAR ABBANDONATE FOTONOTIZIE -->
MOTORI Il colosso francese si appresterebbe a chiudere una fabbrica slovena per
salvare l'occupazione in patria. La Ue: "siamo stupefatti" Parigi
sfida l'Europa "Renault fa protezionismo" di
VINCENZO BORGOMEO "La Commissione europea
( da "Finanza.com" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Germania: primo sì
verso legge salvataggio banche colpite da crisi (20
Marzo 2009 - 12:00) MILANO (Finanza.com) - Svolta nella vicenda che vede come
protagonista la banca tedesca Hypo Real Estate sull'orlo del fallimento a causa
di gigantesche perdite. Questa mattina la Camera bassa del Parlamento tedesco,
il Bundestag, ha votato approvandola una legge che permette
al governo di prendere il controllo delle banche più gravemente colpite
dall'attuale crisi
finanziaria. La legge è stata stilata anche
per consentire al Governo di acquisire il controllo di Hypo Real Estate. Per
l'approvazione definitiva manca solo il via libera dal Bundesrat, la Camera
alta del Parlamento tedesco. La votazione dovrebbe tenersi a inizio aprile.
(Riproduzione riservata)
( da "Sestopotere.com" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Legacoop Emilia
Romagna, mettere in campo tutte le forze per contrastare la
crisi (20/3/2009 10:29) | (Sesto Potere) - Bologna - 20 marzo 2009 -
La Direzione di Legacoop Emilia Romagna, consapevole della dimensione e della
profondità della crisi
finanziaria ed economica mondiale, esprime
forte preoccupazione per gli effetti che si stanno manifestando, di giorno in
giorno con crescente gravità, sull?economia reale del paese e della
nostra regione, di cui la Cooperazione è parte significativa realizzandone il
20 per cento del PIL. Gli effetti occupazionali della crisi
sono in diretta collisione con la difesa e la valorizzazione del lavoro,
principio fondante della Cooperazione, insieme ai valori di socialità e
partecipazione alla vita dell?impresa cooperativa. La Direzione di Legacoop
Emilia Romagna ritiene necessario che le cooperative continuino ad adoperarsi,
attraverso l?adozione di tutta la strumentazione di tutela dell?occupazione
prevista dalla legislazione nazionale e regionale, affinché soci e lavoratori
mantengano fiducia nella stabilità del proprio posto di lavoro e nella capacità
della propria impresa di reagire agli effetti della crisi.
Il ricorso agli ammortizzatori sociali da parte delle imprese cooperative
dell?Emilia Romagna, pur non essendo al momento significativo, sarà tuttavia
destinato ad aumentare, come per il resto delle imprese. Occorre, in questi
frangenti, salvaguardare capacità produttive, capacità professionali e
occupazione, soprattutto nei settori più esposti, quali la logistica e i
servizi alle merci e alle persone, anche attraverso il ricorso a forme di solidarietà
interna. Il concorso coordinato degli strumenti finanziari interni a
disposizione delle cooperative associate a Legacoop, l?azione più generale sul
sistema del credito alle imprese sviluppata dalle Autorità Pubbliche,
l?intervento della strumentazione finanziaria pubblica
di livello regionale e locale debbono sostenere le imprese nella loro attività
tanto più in questi gravi momenti. Le imprese cooperative, inoltre, si
attendono dalla Pubblica Amministrazione atti concreti a partire dalla
riduzione drastica dei tempi di pagamento delle prestazioni e dei servizi
forniti e dalla adozione di politiche pubbliche premianti per tutte le imprese
che abbiano comportamenti virtuosi verso il lavoro, a partire da quello
precario; oltre ad azioni concertate con gli istituti preposti, di contrasto al
lavoro irregolare. Dal canto loro, le imprese cooperative dovranno adoperarsi
per aumentare la propria soglia dimensionale, adottare politiche d?innovazione
– di processo e di prodotto –, difendere il potere d?acquisto delle famiglie
attraverso un rinnovato impegno della Grande Distribuzione Cooperativa e
l?ottimizzazione di politiche e strumenti lungo la filiera agro-alimentare,
oltrechè una forte iniziativa sul versante dell?housing sociale, favorire e
utilizzare l?apporto professionale e ideale di una nuova leva di dirigenti di
impresa cooperativa, chiedere la sospensione delle disposizioni del Patto di
Stabilità che limitano l?utilizzo di risorse e la realizzazione di progetti
cantierabili da parte di Comuni e Province. La Direzione di Legacoop Emilia
Romagna si sente impegnata nel favorire la realizzazione delle priorità sopra
esposte, rinnovando, in questo, il proprio ruolo di rappresentanza e di
indirizzo verso gli associati, il cui patto associativo si motiva e realizza in
modo autonomo nella condivisione dei valori dello stare insieme e della
solidarietà.
( da "Sestopotere.com" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
La crisi mette in ginocchio l'artigianato piemontese, indagine
e commenti (20/3/2009 09:31) | (Sesto Potere) - Torino - 20 marzo 2009 - La crisi finanziaria che, partita dagli Stati Uniti, come un ciclone
ha in poco tempo attraversato l?Atlantico coinvolgendo anche l?Europa, non ha
risparmiato nemmeno il Piemonte. La dinamica sfavorevole tocca tutti i comparti
con punte negative più accentuate rispetto al livello internazionale nel
settore auto. Forti difficoltà, più evidenti nella seconda metà del
( da "Villaggio Globale.it" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Ultime Notizie
Concluso il summit a Marsiglia L'energia eolica cresce nonostante la crisi Il settore dell'energia eolica sta attirando
investimenti crescenti e sarà uno dei primi settori ad emergere dalla
recessione economica La Conferenza europea sull'energia eolica (European Wind
Energy Conference and Exhibition, Ewec) che si è appena chiusa a Marsiglia,
costituisce un'opportunità per i decisori politici e i responsabili
dell'industria europei di analizzare, attraverso un dialogo costruttivo, gli
ostacoli, le sfide e i benefici dello sviluppo e dello sfruttamento
dell'energia eolica. L'evento, organizzato dall'Associazione europea per
l'Energia Eolica (European Wind Energy Association, Ewea), è il primo del
settore dopo la pubblicazione (dicembre 2008) della nuova
Direttiva sulle Energie Rinnovabili, e l'inizio della crisi finanziaria
che sta colpendo le economie di tutto il mondo. Più di 500 relatori in più di
50 sessioni, eventi paralleli e seminari affrontano ogni aspetto cruciale del
mercato dell'energia eolica, da quelli teorici e tecnici a quelli politici e
pratici. Sono intervenuti anche il Commissario europeo responsabile per
l'Energia, Andris Piebalgs, la Vice Presidente del Parlamento europeo, Mechtild
Rothe, e il Direttore Esecutivo dell'Agenzia internazionale per l'Energia
(International Energy Agency), Nobuo Tanaka. Secondo l'Ewea, nonostante
l'attuale crisi finanziaria, il settore dell'energia
eolica sta attirando investimenti crescenti e sarà uno dei primi settori ad
emergere dalla recessione economica. Tuttavia i Governi e la Banca per gli
Investimenti europei (European Investment Bank) dovrebbero agire per agevolare
la liquidità delle banche e facilitare la ripresa economica. Inoltre, è
imperativo che i capi di Stato dell'Ue approvino nel Consiglio europeo di
primavera (attualmente in corso) il Piano di ripresa economica presentato dalla
Commissione europea. Il Piano deve dare priorità alle tecnologie del futuro e
assicurare una ripresa «verde». Secondo l'Ewea, i fondi previsti dal Piano per
l'energia eolica serviranno a creare nuovi posti di lavoro, nuove opportunità
di ricerca e sviluppo per rendere il settore dell'energia più efficiente e meno
costoso, e ancora opportunità per migliorare le operazioni e la manutenzione, e
l'immissione delle tecnologie nel mercato. Oltre a ciò, secondo l'Ewea, per
poter raggiungere gli obiettivi dell'Ue sulle emissioni di gas serra e sulle
energie rinnovabili, ed anche migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento
energetico e la competitività del mercato europeo, è necessario espandere le
reti elettriche e modificare il loro modo di funzionamento. L'Ewea ha anche
presentato il rapporto intitolato: «Gli aspetti economici dell'energia eolica»
(«The Economics of Wind Energy»), che fornisce un'analisi dettagliata degli
aspetti economici relativi all'energia eolica, confronta i costi di queste
tecnologie con quelli delle altre tecnologie per la produzione di energia
elettrica, ed esamina il contributo di questo settore alla prosperità. Tra gli
aspetti analizzati dalla pubblicazione anche: gli schemi di supporto ai
finanziamenti, i rischi aggiuntivi per gli investimenti che vanno coperti e il
peso dei benefici esterni relativi al settore eolico. (Fonte Focal Point Ipcc
Italia News) (20 Marzo 2009)
( da "Corriere Adriatico" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
"Per sistemare
il palo bastano un paio di oredi lavoro ma nessuno si decide a
intervenire" Protestano i residenti di via Emilia "Quei segnali a
terra da almeno due mesi" Ancona La nuova viabilità delle vie Cesanelli e
Buozzi (dai primi giorni di marzo nelle due strade è stato invertito il senso
di marcia) ha creato problemi non solo agli automobilisti costretti a fare
lunghi e tortuosi giri, ma anche ai pedoni. Infatti con la disattivazione del
semaforo di via Marconi posto all'incrocio con via Cesanelli adesso i residenti
hanno serie difficoltà a passare da un lato all'altro della strada. Lungo via
Marconi le auto transitano sempre ad una velocità piuttosto sostenuta e il semaforo,
oltre a permettere alle auto l'uscita da via Cesanelli serviva anche da
regolatore del traffico. Adesso, invece, il rettilineo è del tutto senza
ostacoli e limitazioni ed anche attraversare la strada diventa un problema di
sicurezza. "Per i bambini e gli anziani è quasi impossibile passare dice
una abitante della zona perché le auto non si fermano nonostante le strisce
pedonali e anche portare il bambino alla fermata dello scuolabus adesso è
diventato un problema. Il semaforo pedonale dovrebbero proprio
riattivarlo". Problemi stradali anche sul lato opposto di Falconara, in
via Emilia dove il Comune è stato sollecitato ad intervenire sulla manutenzione
della strada per sistemare i cartelli rovinati da un incidente, ma, spiegano i
residenti, "sono passati almeno due mesii senza alcuna novità". "Capiamo osservano che il Comune attraversa una forte crisi finanziaria, ma per sistemare un palo, occorreranno un paio di ore di lavoro
per un operaio dipendente della struttura addetta. Anche il costo che dovrà sostenere
è irrisorio, mentre la figuraccia è davvero immensa". M.M.,
( da "Denaro, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Campania credito
Unicredit apre i rubinetti alle Pmi Siglata un'intesa tra Banca di Roma,
Confcommercio e Confidi Campania Un'iniziativa per sostenere le piccole e medie imprese italiane in epoca di crisi finanziaria ed economica, con uno stanziamento complessivo di 7 miliardi di
euro da parte del gruppo Unicredit attraverso lo strumento dei consorzi di
garanzia fidi. E' il progetto "Impresa Italia: il nostro impegno per le
Pmi campane", operativo già da qualche giorno e al centro dell'incontro ieri
a Napoli tra Unicredit Banca di Roma, Confcommercio Campania, Confidi
Pmi Campania, Api Napoli e Compagnia delle Opere per la sottoscrizione degli
accordi su base locale. Giuliana Boni Parte la fase attuativa sul territorio
del progetto Impresa Italia. Dopo la sigla degli accordi nazionali che
prevedono un plafond complessivo di 7 miliardi di euro, si passa alla firma
delle convenzioni tra le associazioni di rappresentanza delle piccole imprese
regionali e Unicredit Banca di Roma. A sottoscrivere l'accordo è Confidi Pmi
Campania, emanazione di Confcommercio, che svolge il ruolo di garante per il
mondo delle piccole e medie imprese e di rilascio di garanzie, Api Napoli,
l'associazione di Piccole e medie imprese di Napoli e Provincia e Compagnia
delle Opere. Le aree di intervento previste dall'accordo riguardano il sostegno
degli investimenti produttivi (tra i quali il risparmio energetico), il
miglioramento della struttura finanziaria delle
imprese attraverso interventi finalizzati al riequilibrio finanziario aziendale,
il rafforzamento della gestione del circolante a fronte dell'allungamento dei
tempi di incasso e, infine, il miglioramento della struttura patrimoniale con
interventi finanziari ad hoc. L'accordo sarà valido sino al 30 giugno 2010. Per
Donato Ziccardi, direttore commerciale Campania di Unicredit Banca di Roma,
"Impresa Italia non va intesa come un'operazione di credito facile, bensì
di un finanziamento che consente di rendere disponibile nuova liquidità alle
imprese di qualità del territorio e a quelle che, pur attraversando un periodo
di crisi, dimostrano di saper seguire un progetto
imprenditoriale in grado di sostenere la crescita". In questo le
associazioni di categoria e dei Confidi giocano un ruolo importante, data la
loro capacità di supportare la qualità delle scelte creditizie della banca
attraverso un'elevata conoscenza del territorio e un'attenzione ai settori a
maggior rilevanza strategica per le singole aree locali. "Tra un mese o
due - aggiunge - chiederemo un incontro con le associazioni non solo per fare
il punto della situazione, ma anche per rafforzare i raporti e la
comunicazioni. Serve un'azione di informazione da parte loro - dice ancora
Ziccardi - verso le aziende affinché la documentazione per la richiesta di
finanziamento arrivi completa. In questo modo noi come banca possiamo dare una
risposta in sette giorni". A sottolineare l'importanza di intese di questo
tipo è il presidente di Confcommercio Campania, Maurizio Maddaloni, il quale
ricorda che "in questo momento di recessione il nostro slogan, così come
risultato nella tre giorni di Confcommercio a Cernobbio, è 'meno tasse per le
famiglie e più credito per le imprese'. Questo accordo va a cogliere questa
esigenza e noi chiediamo che la banche mettano soldi nelle tasche delle imprese.
Le Pmi sono la più grande risorsa del Paese sulla quale fare leva per
contrastare la recessine e tornare a crescere". Per Lucio Donadio,
presidente del Confidi Pmi Campania, già da oggi "i nostri operatori
saranno in grado di offrire alle imprese i finanziamenti previsti nel progetto
Impresa Italia. Riteniamo che la nostra esperienza nell'attività di garanzia
consentirà di agevolare l'accesso al credito, offrendo un aiuto concreto
all'economia locale per superare questo delicato momento di crisi".
Il progetto Impresa Italia è per Raffaele Fabbrocini, presidente della
Compagnia delle opere Campania "un'iniziativa che va nella direzione di
tornare alla finanza che assicura risorse all'economia reale". del
20-03-2009 num.
( da "Denaro, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Commenti
confindustria Io candidato? Non mi tiro indietro Fiore: Imprenditori campani,
sono pronto ad assumermi le mie responsabilità Giorgio Fiore, 59 anni,
vicepresidente di Firema, gruppo casertano leader nel settore privato delle
costruzioni di materiale ferroviario, e responsabile del Centro Studi di
Confindustria Campania, e presidente della sezione partenopea Editoria, Cultura
e Spettacolo, dà la sua disponibilità per una candidatura alla presidenza di
Confindustria Campania. L'imprenditore ha già avviato contatti con le unioni
territoriali per illustrare la propria candidatura e presentare una prima bozza
di programma. Lunedì 23 marzo sarà a Benevento e poi, dopo alcuni giorni, andrà
a far visita ai vertici di Salerno. Basilio Puoti Presidente Fiore, com'è nata
la sua candidatura alla presidenza di Confindustria Campania? Non è stata una
mia decisione. Me l'hanno chiesto e io ho dato la mia disponibilità. Già lo
scorso anno mi era stata offerta la candidatura, ma ho rifiutato. Che cosa è
cambiato rispetto allo scorso anno? In questo momento storico, dinanzi alla
grave crisi economica che ha colpito il mondo, è
necessario che tutti diano una mano per aiutare la baracca. Tirarsi indietro
ora sarebbe davvero irresponsabile. A suo avviso, quali sono le cause della crisi che sta colpendo l'industria? La crisi
viene da molto lontano. A mio modesto avviso dietro c'è un problema di
sovrapproduzione industriale: il sistema produce molto più di del necessario.
Ne è la dimostrazione il settore auto. Quindi, il settore industriale dovrebbe
ridurre l'offerta per far fronte all'avvenuta riduzione della domanda. Ma la vera causa è la crisi finanziaria
mondiale che si innesca sul problema di sovraccapacità produttiva del sistema
industriale. E' anche un problema di efficienza produttiva? Partiamo dal fatto
che la globalizzazione presenta gravi limiti quando si costruisce solo sui
grandi monopoli e non sulla riduzione e razionalizzazione dei costi. I
monopoli portano con sé dei virus che sono la somma delle disfunzioni delle
singole unità produttive. Questo non genera più produttività ed efficienza, né
un abbattimento dei costi. In tali condizioni, gli stessi sistemi politici, e
quindi i Governi nazionali, molte volte, vengono scavalcati da quei monopoli.
Questo accade anche in Italia? Stranamente l'Italia sta meglio rispetto a tanti
altri Paesi. Il problema e la forza dell'Italia sta nell'avere un tessuto
imprenditoriale fatto di piccole e medie imprese. Quindi, se la crisi dura poco, l'Italia ha le capacità di superarla
agevolmente, ma se essa durerà molto rischiamo di perdere tutto il patrimonio
industriale. Come sta messa la Campania? Ci sono pochi grandi gruppi
industriali e moltissime piccole e medie imprese. Per far fronte alla crisi si potrebbero introdurre dei provvedimenti atti a
preservare il patrimonio industriale. Vanno attivate tutte quelle azioni
necessarie a immettere liquidità nel sistema. Un provvedimento dovrebbe
riguardare l'edilizia che ha dei risvolti positivi anche sul settore
industriale. Quindi, a suo avviso bisogna puntare sulle infrastrutture? Certo.
" necessario rivitalizzare gli appalti pubblici, puntare sulle grandi
opere. Inoltre, servono provvedimenti che velocizzino la realizzazione di
quelle opere pubbliche. Non è possibile che in Italia debbano passare almeno 4
anni tra la fase di progettazione e quella di realizzazione. E questo riguarda
anche l'edilizia privata, non è possibile attendere tempi biblici solo per
avere una licenza o una concessione edilizia. In Campania ci vogliono degli
anni, e non è possibile. Bisogna velocizzare le procedure, in questo paese non
possiamo morire di burocrazia. Come giudica la politica della Marcegaglia? Si
sta muovendo nella giusta maniera. Sta mettendo in campo una politica di
collaborazione, ma anche di attenzione e di contrapposizione rispetto a quegli
interventi governativi che non condivide. Ed è quello che dobbiamo fare anche
noi con il Governo regionale. Come giudica l'operato della Regione? Ci sono
luci e ombre. E' notorio che ci sono degli assessorati che lavorano molto bene
e altri che lavorano molto male. In periodi difficili si devono prendere delle decisioni
dure e drastiche, quindi, sarebbe opportuno voltare pagina e cambiare quegli
assessori, e si conoscono, che non stanno lavorando bene. Come giudica
l'operato di Confindustria Campania? Il presidente Coppola ha lavorato bene, ha
messo in campo delle ottime iniziative. Volutamente ha preferito lavorare in
maniera dimessa dal punto di vista mediatico per puntare sui contenuti. Penso
che bisogna continuare su questa strada, lavorando sui contenuti. Cosa chiede
alla Regione? Le rispondo con un esempio. La Regione spende l'85 per cento del
suo bilancio nel settore della sanità, ma questo non comporta un aumento della
qualità della vita dei suoi cittadini. Una parte di quei soldi se fossero spesi
per altri settori creerebbero sicuramente sviluppo e occupazione. Più che di
soldi, però, parlerei della necessità di mettere in campo delle serie politiche
industriali che tengano in debita considerazione lo sviluppo del Mezzogiorno.
E' un problema del governo Berlusconi? E' un problema che va avanti da decenni:
in Italia manca un indirizzo politico che punti sull'industrializzazione del
Mezzogiorno, e quindi, della Campania. Se guardiamo alla Francia e alla
Germania ci accorgiamo che quei governi hanno sostenuto il proprio comparto
industriale. Io non sono per il protezionismo, ma nemmeno per l'eccessiva
esterofilia; c'è bisogno di reciprocità fra le due politiche. Crede che
Confindustria e sindacati debbano remare nella stessa direzione? Certamente.
Sono per il confronto fra le parti sociali, non credo invece nei tavoli di
concertazione che sono troppo estesi e autoreferenziali. Ai tavoli infatti
devono sedersi i soggetti realmente interessati all'argomento in questione e,
soprattutto, che capiscono di quello di cui si parla. Che tipo è lei? Sono
pessimista di natura per diventare ottimista. Cioè parto dalla posizione
peggiore per poi fare in modo di migliorare le cose. " il momento di
agire, non di aspettare. Giorgio Fiore Napoletano, 59 anni, è vicepresidente di
Firema e responsabile del Centro Studi di Confindustria Campania. Al vertice
della sezione partenopea Editoria, Cultura e Spettacoli, l'imprenditore dà la
sua disponibilità per una candidatura alla presidenza degli Industriali campani
del 20-03-2009 num.
( da "Denaro, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Borsa & Mercati
credito Isae: Stretta colpisce manifattura e servizi La stretta del credito
sembra colpire "soprattutto le imprese manifatturiere, e in misura minore
quelle dei servizi e del commercio". Lo dice l'Isae in una nota che
illustra un'indagine sull'accesso ai finanziamenti durante
la crisi finanziaria. Secondo l'Istituto, "nel manifatturiero le condizioni creditizie
peggiorano drasticamente a partire dal mese di novembre e si mantengono
negative anche nei primi mesi del 2009". Aumenta la quota di imprese
razionate, principalmente dovuto ad espliciti rifiuti a concedere il fido da
parte delle istituzioni finanziarie (razionamento in senso forte).
Inoltre, il razionamento sembra colpire soprattutto le imprese esportatrici,
maggiormente esposte agli effetti della crisi
internazionale. del 20-03-2009 num.
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
FRANCA GIANSOLDATI
Yaoundè. L'Africa «è in pericolo». Da una parte le mani delle multinazionali,
dall'altra una classe politica debole che si fa facilmente corrompere. E' come
se fosse sbranata da belve, spolpata delle sue risorse naturali a beneficio di
pochi, anzi, di pochissimi. Lo stadio di Yaoundè trabocca di gente, gli spalti
sono pieni, in 50 mila quelli che hanno trovato posto alla messa papale ma
potrebbero essere molti di più ad osservare la moltitudinne restata fuori,
impacchettata dietro le transenne nel grande spiazzo di terra rossa. C'è chi ha
camminato tutta la notte per vedere il Mbvamba, il saggio, dal maxischermo
ultimo modello che fa a pugni con la miseria circostante. Benedetto XVI
no-global non riesce a tacere davanti ai problemi sociali. Trova l'appoggio dei
musulmani camerunensi che gli assicurano: contro la povertà e l'emarginazione
«non si senta solo», le grandi religioni, quelle che rifiutano la violenza,
coopereranno. Il colpo d'occhio cattura. Macchie di colori sgargianti, canti
ritmati e cenni di danza ma la liturgia è rigorosamente sotto controllo; con
questo Papa non si vedono più gli eccessi folcloristici delle messe africane di
Wojtyla. Ai cattolici Papa Ratzinger si rivolge, puntando l'indice. «Non
lasciatevi affascinare da false glorie e da falsi ideali. In questo tempo in
cui tante persone senza scrupoli cercano di imporre il regno del denaro
disprezzando i più indigenti, voi dovete essere molto attenti». All'episcopato
dell'intero continente, invece, affida un compito importante, riflettere sui
contenuti di un documento che farà discutere, preparato in vista del prossimo
sinodo sull'Africa. Si tratta di un'analisi al vetriolo sui problemi sociali e
morali più urgenti, incluso le sfide alle quali la Chiesa è chiamata a far
fronte. Il tempo stringe e bisogna adeguarsi. Il tessuto tradizionale si sta
disgregando, le sette avanzano così come, in certe zone, l'Islam radicale, ci
sono forze internazionali che sfruttano la miseria per fomentare guerre, per
vendere più armi, sostenendo poteri politici antidemocratici e assicurarsi come
«contropartita dei vantaggi economici», a cominciare dallo sfruttamento delle
risorse, finendo con «destabilizzare» intere nazioni. Ai cattolici chiede
coerenza e coraggio. E' chiaro che la globalizzazione selvaggia non piace a
Ratzinger. «Le società rischiano di essere deturpate dalla logica dell'economia
mondiale a scapito di ciò che costruisce la persona umana». Nell'elenco non mancano i danni della crisi finanziaria
mondiale. La situazione del continente è destinata solo a peggiorare,
aumenteranno i disoccupati, l'emigrazione clandestina, farà diminuire il
capitale straniero. Anche nella terza giornata di viaggio il tema dell'Aids fa
capolino, anche se le polemiche internazionali non lo sfiorano minimamente.
Tira dritto. In questo momento il Papa è concentrato sui problemi dell'Africa,
fa sapere padre Lombardi, biasimando la «dicotomia emersa tra quello che
succede qui e quello di cui si parla all'estero». Il riferimento è alla bufera
sull'uso dei profilattici. Chiamato a un commento, Berlusconi lo ha difeso:
«ciascuno svolge la sua missione ed è coerente con il suo ruolo», mentre Bossi,
più caustico: «L'Aids e' diffuso in Africa e l'uso del preservativo aiuta ad
evitarlo. Forse il Papa non tiene conto della realtà locale». Stupito e
totalmente in difesa del Papa, Pier Ferdinando Casini: «È in atto - ha detto -
una chiara manovra contro la Chiesa e contro il Papa. Quello che il Papa ha
detto sui preservativi e sulla sessualità responsabile è quello che avevano
detto i suoi predecessori. È un bersaglio costante di delegittimazione che
arriva anche da molto vicino».
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Emanuele Macaluso
Corrado Ocone ricorda come Norberto Bobbio nel corso della sua vita e nelle sue
opere si sia «affannato» a cercare risposte a domande fondamentali: «Quale
socialismo? Quale democrazia? Quale libertà? Quale uguaglianza?» per concludere
nel suo «congedo» che la risposta è nel farsi e nel riproporsi in continuo
quelle domande senza credere di poter dare ad esse risposte definitive.
Condivido queste parole di Bobbio. A me sembra un'assurdità parlare di «morte
del socialismo» o di crisi esistenziale del
capitalismo. E insopportabile è la recita delle litanie sulla «fine delle
ideologie», esercitate con furore ideologico. Un esempio di questa
contraddizione ci è offerto dal dibattito e dagli scontri sui temi della
laicità, il ruolo pubblico della religione, la bioetica e tutti i risvolti che
essi ci pongono, primo fra tutti quello del ruolo dello Stato. Insomma, si
invoca l'assunzione dei valori della religione per ricoprire i vuoti lasciati
da altri valori e da altre ideologie (...). La straordinaria attualità di
queste questioni la verifichiamo nel corso stesso della battaglia politica quotidiana
e nelle riflessioni che impegnano studiosi e dignitari della Chiesa e il Papa.
Basti ricordare lo scontro sulla legge 40 per la maternità medicalmente
assistita, la discussione sull'uso delle staminali, i progetti sul testamento
biologico e i furibondi interventi di cardinali e intellettuali cattolici, di
uomini politici e organi di stampa dopo la sentenza del tribunale di Milano
prima, e della Cassazione poi sul «caso» Eluana. Colpisce il fatto che nel
momento in cui si transita dal dibattito culturale all'azione politica, in
Italia, in questo campo tutto si ferma. Del resto basta pensare come è nato il
Partito democratico, nel quale operano fieri oppositori di riforme nel campo
della bioetica e dei diritti civili, realizzate in tutti i paesi europei; essi
sono in grado di paralizzare l'iniziativa di questo partito che pure dovrebbe
essere alfiere di modernità, progresso e laicità. È impressionante l'assenza di
un confronto serio e forte su questi temi nelle forze politiche. Veniamo ora a
un altro tema cruciale. Questo volume esce nel momento in
cui la crisi
finanziaria che ha interessato tutti i
continenti ha riaperto il dibattito sul capitalismo e la globalizzazione, sui
rapporti tra Stato e Mercato, sulle organizzazioni internazionali e soprattutto
sul ruolo della politica. (...) E sul capitalismo e il suo ruolo nella
globalizzazione si è riaccesa una vivace discussione. Non è un caso che
in tutti i paesi sono in netta ripresa le vendite delle opere di Carlo Marx. I
giornali ci hanno raccontato che l'arcivescovo della diocesi di Monaco di
Baviera, monsignor Reinhard Marx (si chiama proprio così) pubblica un libro dal
titolo significativo Il Capitale: un confronto con l'opera del vecchio Karl.
(...) Proprio di fronte ai dilemmi che la crisi
economica e sociale propone, anche le idee di un liberale come Rawls,
analizzate da Ocone, ci possono aiutare a capire e ad agire. Rawls afferma che
è auspicabile un sistema sociale e politico che garantisce il massimo di
libertà individuali, compatibili con l'uguale libertà di ogni altro, con il
principio di giustizia. Un principio che comporta l'intervento del potere
politico per attuare una redistribuzione della ricchezza e una riduzione degli
squilibri sociali che emergono con brutalità soprattutto nei periodi di crisi economica segnati dalla crescita della disoccupazione.
(...) Come si raccordano, se si raccordano, le idee di questi pensatori con il
revisionismo socialdemocratico che ha caratterizzato le esperienze di governo
dei partiti liberali e socialisti europei? È un tema cruciale anche per
verificare se nella situazione di oggi, con una recessione economica, quel
revisionismo regge o no, se bisogna riaprire, in condizioni diverse e quindi in
termini nuovi, un nuovo ciclo socialdemocratico, parola che sembra ormai un
retaggio del secolo scorso, nutrito di culture ed esperienze vissute negli
ultimi anni a cui hanno contribuito studiosi come quelli che ritroviamo nel
libro di Ocone. (...) A questo appuntamento il centrosinistra italiano arriva
senza idee e senza una linea, senza una forza consistente e coesa. In Europa
appare isolato e senza riferimenti. La destra, diversamente da ciò che vediamo
in Francia, dove Sarkozy tenta di darsi una linea europea, arranca e propone
politiche-tampone senza respiro. Purtroppo, anche il Pse non riesce ancora a
promuovere un confronto e un rapporto politico più denso nella sinistra
europea. Tuttavia, proprio i caratteri della crisi
stanno sollecitando tutti a ripensare se stessi e a guardare il domani. Questo
piccolo libro ci ricorda che per ripensare, occorre pensare e confrontarsi nel
vasto mercato delle idee, non solo per capire ma per armarsi e condurre
battaglie politiche e culturali sul fronte del progresso, della libertà e
dell'uguaglianza.
( da "Sicilia, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
La Sicilia e la Cina
Con oltre 500 miliardi di dollari per fronteggiare la crisi finanziaria internazionale, la Cina è, dopo gli Stati Uniti di Obama, il
maggior investitore in spesa pubblica. La crisi d'altra
parte ha nelle due grandi economie gli attori ed i responsabili principali.
Come ricorda la Banca Mondiale attraverso i suoi due direttori, un americano ed
un cinese, in un recente articolo sul Washington Post: "sono stati
i due Paesi all'origine dei maggiori squilibri mondiali, troppi consumi ed
importazioni in America, troppo risparmio e troppo export in Cina". Non
stupisce quindi che il presidente Lombardo abbia, nel suo recente intervento al
convegno di Confindustria a Palermo, evocato solidi investimenti cinesi in
Sicilia segnatamente nel settore dei trasporti e della logistica. Da anni il
governo cinese cerca in Europa un porto ed un aeroporto dove far sbarcare merci
e passeggeri che potrebbero incrementarsi con tassi elevati, quando sarà
superata l'attuale recessione.Tutti i grandi porti europei e gli aeroporti più
interessanti per i collegamenti ferroviari e stradali con il cuore d'Europa
sono già congestionati e comunque dominati dalle grandi compagnie europee che
vivono un rapido processo di ulteriore concentrazione. Con gli accordi di open
sky che riguardano Stati Uniti e Canada il cielo europeo è divenuto unico e
dunque potrebbe essere plausibile l'idea di un rilevante investimento con
finanza europea e cinese per agevolare il processo di scambio a partire dal
prossimo biennio. Naturalmente la Sicilia fa bene a candidarsi, come farà la
Lombardia con l'aeroporto di Malpensa o con quello di Brescia, entrambi ancora
in grado di avere grande sviluppo nei prossimi anni. Supponiamo che
l'interessamento manifestato nelle scorse settimane abbia un fondamento
realistico, che cosa bisogna fare per renderlo prima fattibile e poi reale? In
primo luogo offrire non solo un'area tecnicamente in grado di far nascere un
aeroporto intercontinentale. Questa è la cosa più facile ed in parte
l'Università di Enna ha già lavorato ad un progetto apprezzato in linea di
massima da Enac. Quello che veramente conta è un sistema di logistica che
colleghi l'aeroporto privato ipotizzato con Fontanarossa, attraverso una
velocizzazione della ferrovia, in modo che per l'Europa si possa proseguire
anche dall'aeroporto nazionale, vero asset attuale della Sicilia ma anche
patrimonio nazionale. Secondo occorre che ci sia forza lavoro adeguata,
tecnici, specialisti in aviazione, buoni manager, un'amministrazione amichevole
e non persa nelle proprie fisime. Insomma occorre creare un contesto ottimale
per rendere favorevole la scelta di localizzazione che investitori privati, che
sicuramente hanno i soldi, decidano di spenderli in Sicilia piuttosto che
altrove. In questo senso il ritardo con il quale si sta approntando la nuova
fase della programmazione dei fondi europei sia nazionali che regionali, non aiuta.
Bisogna fare, come hanno detto sia membri autorevoli del livello nazionale che
lo stesso presidente della Regione, una programmazione a ritmi accelerati,
concentrando le risorse su infrastrutture essenziali e completabili in tempi
ragionevoli e investendo in ricerca e per lo sviluppo dei vari settori della
logistica a partire da quello aerospaziale, dove potrebbero essere utilmente
versate le competenze delle Università siciliane. Poi bisognerà non mettere il
carro avanti i buoi e aspettare, sollecitandola nei modi adeguati, la
presentazione di un piano industriale che sciolga i nodi problematici
necessariamente presenti in una prima fase. L'Enac ha già dato la sua
disponibilità ad esaminare celermente tutte le problematiche connesse con
questa grande opzione. Speriamo che essa esca dalla fase del dibattito politico
e si vada verso una concretizzazione che sarebbe possibile, che è auspicabile,
ma che deve essere ben lavorata per diventare reale in tempi compatibili con la
ripresa del trasporto aereo a scala internazionale. Nel frattempo sarebbe serio
che si investissero risorse fresche per attrezzare gli aeroporti che abbiamo,
in particolare quello di Catania e di Comiso. Per il primo è essenziale, dopo
la realizzazione dei raccordi, che si allunghi la pista integrando la ferrovia
con una fermata della metropolitana all'interno. Per il secondo, ormai pronto
ad entrare in esercizio dal punto di vista infrastrutturale e certificativo,
che si trovino i soldi per il servizio di torre e per i vigili del fuoco.
Aspettando la Cina, non scordiamoci di migliorare quello che abbiamo e su cui
abbiamo già investito.
( da "Gazzettino, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Avidità e
corruzione, il Papa mette in guardia l'Africa Critico sulla globalizzazione
selvaggia, chiede coerenza e coraggio ai cattolici. E incassa l'appoggio dei
musulmani Venerdì 20 Marzo 2009, Yaoundè L'Africa «è in pericolo». Da una parte
le mani delle multinazionali, dall'altra una classe politica debole che si fa
facilmente corrompere. È come se fosse sbranata da belve, spolpata delle sue
risorse naturali a beneficio di pochi, anzi, di pochissimi. Lo stadio di
Yaoundè trabocca di gente, gli spalti sono pieni, in 50 mila quelli che hanno
trovato posto alla messa papale ma potrebbero essere molti di più ad osservare
la moltitudine restata fuori, impacchettata dietro le transenne nel grande
spiazzo di terra rossa. C'è chi ha camminato tutta la notte per vedere il
Mbvamba, il saggio, dal maxischermo ultimo modello che fa a pugni con la
miseria circostante. Benedetto XVI no-global non riesce a tacere davanti ai
problemi sociali. In questa sua battaglia trova pure l'appoggio dei musulmani
camerunensi che gli assicurano: contro la povertà e l'emarginazione «non si
senta solo», le grandi religioni, quelle che rifiutano la violenza,
coopereranno tra loro. Il colpo d'occhio cattura. Macchie di colori sgargianti,
canti ritmati e cenni di danza ma la liturgia è rigorosamente sotto controllo;
con questo Papa non si vedono più gli eccessi folcloristici di tante messe
africane celebrate a suo tempo da Wojtyla. Ai cattolici Papa Ratzinger si
rivolge puntando l'indice. «Non lasciatevi affascinare da false glorie e da
falsi ideali. In questo tempo in cui tante persone senza scrupoli cercano di
imporre il regno del denaro disprezzando i più indigenti, voi dovete essere
molto attenti». All'episcopato dell'intero continente, invece, affida un
compito importante, riflettere sui contenuti di un documento che farà
discutere, preparato in vista del prossimo sinodo sull'Africa. Si tratta di una
analisi al vetriolo sui problemi sociali e morali più urgenti, incluso le sfide
alle quali la Chiesa è chiamata a far fronte. Il tempo stringe e bisogna
adeguarsi. Il tessuto tradizionale si sta disgregando, le sette avanzano così
come, in certe zone, l'Islam radicale, ci sono forze internazionali che
sfruttano la miseria per fomentare guerre, per vendere più armi, sostenendo
poteri politici antidemocratici e assicurarsi come «contropartita dei vantaggi
economici», a cominciare dallo sfruttamento delle risorse, all'aquisizione di
mercati importanti, finendo con «destabilizzare» intere nazioni. Ai cattolici
chiede coerenza e coraggio. E' chiaro che la globalizzazione selvaggia non
piace a Ratzinger. «Le società rischiano di essere deturpate dalla logica
dell'economia mondiale a scapito di ciò che costruisce la persona umana, cioè
il meglio delle tradizioni locali e della nostra fede». Nell'elenco non mancano i danni della crisi finanziaria
mondiale. La situazione del continente è destinata solo a peggiorare,
aumenteranno i disoccupati, l'emigrazione clandestina, farà diminuire il
capitale straniero. Anche nella terza giornata di viaggio il tema dell'Aids fa
capolino, anche se le polemiche internazionali non lo sfiorano minimamente.
Tira dritto. In questo momento il Papa è concentrato sui problemi dell'Africa,
fa sapere padre Lombardi, biasimando la «dicotomia emersa tra quello che
succede qui e quello di cui si parla all'estero». Il riferimento è alla bufera
sull'uso dei profilattici che ha finito per far discutere persino il governo
italiano. Chiamato a un commento, Berlusconi lo ha difeso con un: «ciascuno
svolge la sua missione ed è coerente con il suo ruolo», mentre Bossi, più
caustico: «L'Aids è diffuso in Africa e l'uso del preservativo aiuta ad
evitarlo. Forse il Papa non tiene conto della realtà locale». La linea della
Chiesa - di massimo impegno verso i malati, ma di condanna al
"condom" ritenuto non utile a contenere il contagio perchè non fa
altro che alimentare il liberalismo sessuale - emerge chiaramente durante il
commovente incontro con un gruppo di malati in un centro di recupero per handicappati
fondato dal cardinale canadese Leger. «Voi sapete di non essere soli nella
vostra sofferenza, perché Cristo stesso è solidale con coloro che soffrono.
Egli rivela ai malati e agli infermi il posto che essi hanno nel cuore di Dio e
nella società». Sieropositivi compresi. Franca Giansoldati
( da "Gazzettino, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Venerdì 20 Marzo
2009, Sono legittimate ad agire per tutelare gli interessi dei consumatori
patrocinando azioni legali singole o collettive. Si rivolgono direttamente ai
tribunali per chiedere i risarcimenti danni a favore degli utenti: sono le 17
associazioni dei consumatori riconosciute a livello nazionale,
"controllate" dal ministero dello Sviluppo economico e accreditate
nelle diverse regioni. A Nordest quelle riconosciute sono una decina, hanno
centomila iscritti (altrettanti sarebbero quelli delle "non
riconosciute") e tutelano direttamente ogni anno circa 5.000 casi di
consumatori gabbati. Entro il 14 aprile avranno da dividersi un milione e 300
mila euro di finanziamenti frutto delle multe incassate dall'Autorità Garante
della concorrenza e del mercato, quello stesso ente che venti giorni fa ha
comminato sanzioni a 26 produttori di pasta colpevoli di aver aumentato i
prezzi di vendita facendo cartello. Quei soldi, a condanna definitiva,
finiranno nelle dotazione del 2010, mentre le cifre che vanno a dividersi in
tutta Italia quest'anno derivano dalle multe del
( da "Gazzettino, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Borse in rialzo,
risalgono le materie prime Venerdì 20 Marzo 2009, MILANO - C'è voglia di
ripresa in Borsa specialmente a Milano che ha terminato le contrattazioni in
netto rialzo per il terzo giorno consecutivo, facendo meglio delle consorelle
europee. La Borsa milanese, che da fine
( da "Gazzettino, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Europa, patto
sociale contro la disoccupazione Il presidente Ue Barroso sul piano da 400
miliardi: «Abbiamo fatto uno sforzo enorme, basta fare paragoni con gli Usa»
Venerdì 20 Marzo 2009, Bruxelles L'Europa cerca la soluzione per uscire da una crisi che appare sempre più grave. E i cui risvolti sociali
sono oramai in cima alle preoccupazioni dei leader Ue che, visto il rapido
peggioramento della disoccupazione, temono un autunno più che mai caldo. Non è
un caso che i 27 capi di Stato e di governo si sono ritrovati a Bruxelles nel
giorno dello sciopero generale in Francia, con un milione e mezzo di persone in
piazza per protestare. «Le persone innanzitutto», è stato l'appello del
presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, prima dell'inizio
dell'ennesimo vertice al quale le capitali europee sono arrivate con un accordo
di fondo sulla strategia generale da seguire, in vista del G20 del 2 aprile a
Londra; ma anche con opinioni differenti su alcune questioni concrete: dalle
infrastrutture da finanziare con i 5 miliardi non spesi del bilancio Ue, alla
linea da adottare nei confronti dei Paesi dell'Est. Sulla strategia generale la
parola d'ordine dei 27 è una sola: attuare senza esitazioni e senza ritardi i
piani anticrisi già adottati dai vari Paesi per
sostenere le banche, con l'obiettivo di far ripartire il credito, e l'economia,
rilanciando la domanda e le infrastrutture. Piani che rappresentano uno sforzo
finanziario pari al 3,3% del Pil dell'Ue, circa 400 miliardi di euro per il 2009
e 2010. «Uno sforzo enorme», rivendicano la Commissione Ue e gli Stati europei,
replicando così alle critiche di Usa (780 miliardi di dollari in campo) ed Fmi
che giudicano ancora insufficiente la risposta alla crisi
nel Vecchio Continente. «Basta fare paragoni con gli Usa», è sbottato Barroso:
«Non si può parlare di nuovi piani quando ancora devono essere attuati quelli
in campo». Ma anche per la cancelliera Angela Merkel «i piani fin qui adottati
sono sufficienti e bisogna aspettare che producano i loro effetti». Ci vorranno
però mesi. In un incontro con le imprese e i sindacati europei, che ha
preceduto in mattinata il vertice, Commissione e presidenza di turno dell'Ue
hanno evocato la necessità di un «patto sociale europeo» da varare entro il 7
maggio, quando a Praga ci sarà un nuovo vertice dedicato interamente
all'occupazione. Misure «per limitare la perdita di posti di lavoro, sostenere
la disoccupazione, promuovere la riqualificazione professionale». Gli ultimi
dati di Bruxelles parlano di una disoccupazione che si avvicina rapidamente al
10%, forse già nel 2009, ben prima del previsto. Cioè 6 milioni di disoccupati
in più. Intanto, se sembra essere stato raggiunto il compromesso sulla lista di
progetti infrastrutturali che dovranno essere finanziati con i 5 miliardi di
fondi Ue non spesi (con la Germania che fino all'ultimo ha puntato i piedi sul
gasdotto Nabucco che avrebbe voluto tagliato fuori dall'elenco delle opere), si
continua a discutere sul sostegno da dare ai Paesi Ue dell'Europa centro orientale,
colpiti da una gravissima crisi finanziaria
che desta fortissime preoccupazioni ad ovest, dove sono basate le case madri
delle banche in maggiore difficoltà. Finora sono state aiutate Ungheria e
Lettonia. La Romania sta trattando con Bruxelles. Tutte le capitali Ue sono
d'accordo nell'assicurare il loro sostegno. Ma non tutte vogliono che si
prendano impegni finanziari precisi. E sullo sfondo ci sono anche le
preoccupazioni per i Paesi euro messi peggio: Grecia e Irlanda. Convinto il
premier italiano Berlusconi: «Quello che stiamo preparando, in aggiunta al già
fatto, è molto più creativo di quello che stanno facendo gli altri Paesi a noi
collegati. Sono io - assicura - che darò qualche idea agli altri, e sono sicuro
che sarò ascoltato con molta, molta, attenzione».
( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Si contrae nel
( da "KataWebFinanza" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Si contrae nel
( da "Sestopotere.com" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Ancora opportunità
finanziarie per le aziende agricole della montagna parmense (20/3/2009 14:02) |
(Sesto Potere) - Parma - 20 marzo 2009 - Crescono le opportunità di accesso al
credito per le imprese agricole. Grazie al recente accordo fra Agrifidi di
Parma - la Cooperativa di Garanzia Fidi per il settore agricolo che opera sul
territorio provinciale -, la Provincia e le due Comunità Montane dell?Appennino
Parma Est e dell?Appennino Parma Ovest, vengono ampliate le possibilità
finanziarie in particolare per le aziende che operano in montagna e in ogni
caso per gli allevamenti che producono una modesta quantità di latte.
L?accordo, unico nel panorama regionale, è rivolto a favorire gli allevamenti
con una produzione annuale inferiore ai 1.000 quintali nelle zone di montagna e
3.500 quintali in pianura allargando le opportunità già offerte al settore dal
recente Bando Regionale scaduto lo scorso 28 Febbraio, alle piccole aziende. Va
ricordato che il Bando regionale ha messo a disposizione 500.000 euro a livello
regionale per affrontare la crisi del Parmigiano
Reggiano e ha trovato a Parma e nel suo territorio una buona applicazione con
42 aziende che hanno fatto domanda di sostegno per un importo di 3.120.000
euro. Il Fondo messo a disposizione da Provincia e Comunità Montane è di 30.000
euro ed è alimentato da un contributo di 10.000 euro per ciascuna delle
Amministrazioni. Il finanziamento sarà concesso sotto forma di cambiale agraria
a 12 mesi per un importo massimo di 100.000 euro, con garanzia dell?Agrifidi
fino al 30 % e abbattimento del tasso dell?1 %. Le modalità amministrative sono
quelle già note e in uso per l?accesso al Bando regionale. La scadenza è il
prossimo 31 Maggio 2009. Soddisfatti i partner a partire dai Presidenti delle
Comunità Montane Stefano Bovis e Carlo Berni. “Un?azione solidale delle tre
Amministrazioni che dimostra volontà, capacità e puntualità di iniziativa della
pubblica amministrazione per affrontare un problema unanimemente riconosciuto”
– ha dichiarato il Vice Presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari – .
“Abbiamo voluto colmare una lacuna della delibera regionale, in particolare
quella della crisi finanziaria degli allevamenti da
latte per parmigiano reggiano di più piccole dimensioni” – ha aggiunto il
presidente Bovis –. “Un?iniziativa a sostegno di un settore produttivo decisivo
per il mantenimento della produzione agricola in montagna, di qualità e tipica,
fortemente legata all?identità territoriale della nostra provincia” - ha
concluso il presidente Berni. Anche il Presidente di Agrifidi Parma Maurizio
Minotti, ringraziando la Provincia e le Comunità Montane, ha espresso pieno
consenso per l? iniziativa intrapresa: “unica in tutta la Regione, è
testimonianza di una sensibilità specifica per i territori montani e consente
l?ampliamento delle opportunità offerte dallo strumento del Consorzio Fidi per
il sostegno alle imprese in modo efficace e finalizzato”.
( da "AmericaOggi Online" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
I richiami alla
trasparenza non bastano ad affrontare l'emergenza. I derivati cappio al collo
dei Comuni Di Mario Lettieri e Paolo Raimondi* 20-03-2009 Un mese fa la Corte
dei Conti denunciò "l'uso sconsiderato di derivati finanziari da parte
degli enti locali" e fece appello ad adottare un "principio di
prudenza per i contratti derivati finalizzati alla ristrutturazione del debito
degli enti locali". Ma i richiami alla trasparenza, alla certificazione e
a una maggiore qualifica degli operatori coinvolti non bastano per affrontare
l'emergenza della crisi. I dati di fine anno 2007,
riportati nelle recenti audizioni della Commissione Finanze del Senato,
indicano 41 miliardi di euro in derivati su un debito totale dei comuni, delle
province e delle regioni pari a 82 miliardi. Cioè il 50% -- per i soli comuni
la cifra sale percentualmente al 58% del loro debito totale. Negli anni passati
molti amministratori locali di tutte le tendenze e colori politici hanno
pensato di riorganizzare il debito dei loro enti anche attraverso operazioni in
derivati swap, che permettevano loro di diluire nel tempo il pagamento dei
debiti e, in molti casi, addirittura di negoziare un montante del debito
maggiore e di incassare subito la differenza in cash. Essi avrebbero fatto
bella figura con i loro concittadini perché avevano più soldi da spendere! Gli
intermediari finanziari però non avevano detto loro cosa prevedeva il derivato.
In particolare non avevano detto che negli anni a venire e per decenni i
bilanci degli enti sarebbero stati soffocati dalla bolla degli interessi da pagare
alle banche. In verità molti amministratori locali sono stati vittime di una
vera e propria "circonvenzione di incapace". Altri, pochi, hanno
partecipato a vere e proprie truffe su cui le Procure stanno indagando. Per
loro ci sarà il giudizio del voto e quello della legge. Infatti, spesso non si tratta solamente di atti finanziari speculativi ad
alto rischio, bensì di sottrazione di risorse ai servizi pubblici primari. In
una situazione di crisi
finanziaria globale e nazionale ciò si
traduce anche in un peggioramento della capacità produttiva, in una perdita di
produzione e di lavoro delle nostre PMI e in un generale impoverimento di ampie
fasce sociali. Il Comune di Roma nel 2009 pagherà 200 milioni di euro in
più di spese per ammortamento (con maggiori interessi passivi) dell'attuale
debito a lungo termine che è stato sottoposto a complesse operazioni di
ristrutturazione finanziaria, passando da
( da "Savona news" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Savona: nel 2009
attesi al Palacrociere 680 mila passeggeri Sarà nuovamente Civitavecchia,
confermando il dato del 2008, il principale porto crocieristico del
Mediterraneo anche per il 2009, sfiorando i 2 milioni di passeggeri
movimentati. La graduatoria, secondo le previsioni diffuse da Cemar Agency
Network in occasione della Seatrade Mediterranean a Venezia, vede, dopo
Civitavecchia (1.850.000), Venezia (1.200.000), Napoli (1.100.000), Livorno
(840.000), Savona (680.000), Genova (620.000), Palermo (400.000), Bari
(460.000) e Messina (240.000). Sergio Senesi, presidente di Cemar, ha osservato
che lo scenario che si presenta per il 2009 non è semplice. La forte crisi finanziaria sta sicuramente creando difficoltà e uno
dei primi effetti è la riduzione della domanda delle spese per il turismo,
fenomeno già pesantemente avvertito nei comparti aereo, hotel e villaggi
turistici. In realtà, le vacanze a bordo delle navi passeggeri, potrebbero
dimostrarsi, proprio per l?Italia, un settore anticiclico, capace di
fronteggiare la crisi. Un altro dato in controtendenza
è quello sui traffici, che conferma come le crociere siano abbastanza avulse
dal contesto generale. La stagione 2008 si è chiusa con un record assoluto di
movimenti passeggeri nei porti italiani: 8.534.015 unità (+11,6% rispetto al 2007),
mentre le toccate nave sono state 4.758 (+8,58% rispetto al 2007). Per quanto
concerne il 2009, ?il primo dato che salta all?occhio è l?ulteriore aumento
della presenza media di passeggeri per singola nave - puntualizza Senesi -. Se,
da un lato, diminuiscono le toccate nave (4.288 previste nel 2009 contro le
4.758 effettuate nel 2008 per una variazione al ribasso del ?9,88%),
dall?altro, rimangono quasi invariati i passeggeri che saranno movimentati, con
una previsione di 8.490.000?. La conseguenza immediata di questo dato è che
cambia quindi il rapporto passeggeri per nave, passando a 1.979 nel 2009 contro
i 1.793 dello scorso anno (a termine di paragone della crescita complessiva, si
consideri che nell?anno 2000 erano appena 862)
( da "Giornale di Calabria, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Usura, Barile (Pdl):
?L?economia cosentina è strozzata? COSENZA. ?In questo particolare momento di crisi finanziaria ed economica una città come Cosenza
rischia di pagare un prezzo molto più alto rispetto ad altre realtà urbane e
questo perché da sempre il tessuto produttivo è letteralmente strozzato dal
cappio dell?usura?. Così Domenico Barile, capogruppo del Pdl in consiglio
provinciale di Cosenza. ?Nei prossimi giorni - annuncia Barile - convocheremo
la stampa per presentare una serie di iniziative dal forte impatto mediatico
sulla città. Il nostro obiettivo è sensibilizzare l?opinione pubblica e mettere
al corrente gli imprenditori e i commercianti di Cosenza di quanto sia in
realtà viscido e pericoloso il fenomeno dell?usura in città, ben ?vestito?
negli abiti dei colletti bianchi che occupano pure posizioni di rilievo nel
panorama imprenditoriale del comprensorio. Elementi e circostanze - conclude
Barile - da tempo assai noti alle stesse Forze dell?ordine e alla magistratura
inquirente e siamo certi che sia pure con i tempi lunghi che conosciamo la
giustizia arriverà in qualche modo a ripulire la città?. (20-03-09)
( da "Gazzetta di Parma Online, La" del
20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Da Provincia e
Comunità montane un fondo per le aziende agricole Crescono le opportunità di
accesso al credito per le imprese agricole. Grazie al recente accordo fra
Agrifidi di Parma - la Cooperativa di garanzia fidi per il settore agricolo -
la Provincia e le due Comunità Montane parmensi. Vengono ampliate le
possibilità finanziarie in particolare per le aziende che operano in montagna e
in ogni caso per gli allevamenti che producono una modesta quantità di latte.
L?accordo vuole favorire gli allevamenti con una produzione annuale inferiore
ai mille quintali nelle zone di montagna e 3.500 quintali in pianura,
allargando le opportunità già offerte al settore dal recente bando regionale
scaduto lo scorso 28 febbraio, alle piccole aziende. Va ricordato che il Bando
regionale ha messo a disposizione 500mila euro a livello regionale per
affrontare la crisi del Parmigiano Reggiano e ha
trovato a Parma e nel suo territorio una buona applicazione con 42 aziende che
hanno fatto domanda di sostegno per un importo di 3.120.000 euro. Il Fondo
messo a disposizione da Provincia e Comunità montane è di 30mila euro ed è
alimentato da un contributo di 10mila euro per ciascuna delle Amministrazioni.
Il finanziamento sarà concesso sotto forma di cambiale agraria a 12 mesi per un
importo massimo di 100mila euro, con garanzia dell?Agrifidi fino al 30 % e
abbattimento del tasso dell?1%. Le modalità amministrative sono quelle già note
e in uso per l?accesso al Bando regionale. La scadenza è il prossimo 31 maggio.
Soddisfatti i partner, a partire dai presidenti delle Comunità montane Stefano
Bovis (Est) e Carlo Berni (Ovest). “Un?azione solidale delle tre
Amministrazioni che dimostra volontà, capacità e puntualità di iniziativa della
pubblica amministrazione per affrontare un problema unanimemente
riconosciuto", ha dichiarato il vicepresidente della Provincia Pier Luigi
Ferrari. "Abbiamo voluto colmare una lacuna della delibera regionale quale
quello delle crisi finanziaria degli allevamenti da
latte per parmigiano reggiano di più piccole dimensioni”, ha aggiunto il
presidente Bovis. “Un?iniziativa a sostegno di un settore produttivo decisivo
per il mantenimento della produzione agricola in montagna, di qualità e tipica,
fortemente legata all?identità territoriale della nostra provincia”, ha
concluso il presidente Berni. Anche il Presidente di Agrifidi Parma Maurizio
Minotti, ringraziando la Provincia e le Comunità montane, ha espresso pieno
consenso per l? iniziativa intrapresa: “Unica in tutta la Regione, è testimonianza
di una sensibilità specifica per i territori montani e consente l?ampliamento
delle opportunità offerte dallo strumento del Consorzio Fidi per il sostegno
alle imprese in modo efficace e finalizzato”.
( da "AprileOnline.info" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Sotto la banconota
niente Domenico Moro, 20 marzo 2009, 10:26 Economia Gli Usa, fiancheggiati
dalla Gran Bretagna, sostengono la posizione secondo la quale dalla crisi si
esce immettendo massicce dosi di liquidità nel sistema finanziario, e premono
affinché la Ue faccia lo stesso. L'Europa, invece, vorrebbe una ridefinizione
della regolamentazione del mercato finanziario internazionale, cosa che gli
States rifiutano La crisi è profonda ma i metodi messi in campo per risolverla
possono riprodurre su scala maggiore la situazione di squilibrio e di
instabilità che ci ha portato alla situazione attuale. La Banca centrale Usa ha
deciso di comprare titoli del Tesoro a lungo termine per 300 miliardi di
dollari. Di conseguenza, giovedì il dollaro ha perso il 3,6% sull'euro, il
maggior calo giornaliero di sempre. Gli Usa hanno seguito l'esempio della Banca
d'Inghilterra che, qualche giorno, fa ha comprato titoli del Tesoro per 2
miliardi di sterline, cui se ne aggiungeranno nei prossimi tre mesi altri 75
miliardi. L'aumento di liquidità avrà l'effetto di svalutare la sterlina
ulteriormente rispetto alle altre valute, specialmente rispetto a euro e
dollaro, verso il quale ultimamente ha perso il 23% del proprio valore. La
Banca d'Inghilterra è ricorsa, per finanziare l'acquisto dei titoli, alla
creazione di denaro dal nulla, semplicemente stampando altra cartamoneta.
Durante la Grande depressione, l'Inghilterra e gli Usa fecero qualcosa di
simile, sganciando le loro valute dalla convertibilità con l'oro. In questo
modo, si poté attuare la svalutazione di sterlina e dollaro, che, a livello
internazionale, permise di vendere le merci statunitensi e britanniche a prezzi
più bassi e, a livello interno, al contrario, di rialzare i prezzi e con essi i
profitti. Anche gli altri paesi furono costretti a fare lo stesso, col
risultato che la crisi si estese, dal momento che la svalutazione delle valute
favorì l'insorgere del protezionismo, ed
il commercio internazionale si contrasse fortemente. Oggi si ripropone, mutatis
mutandis, una situazione simile. Gli Usa, fiancheggiati dalla Gran Bretagna,
sostengono la posizione secondo la quale dalla crisi si esce immettendo
massicce dosi di liquidità nel sistema finanziario, e premono affinché la Ue
faccia lo stesso. La Ue, invece, vorrebbe una ridefinizione della
regolamentazione del mercato finanziario internazionale, cosa che gli Usa
rifiutano. Non c'è da meravigliarsi. Le regole attuali per gli Usa sono
vantaggiose, fondandosi sul dollaro come moneta internazionale, di scambio e di
riserva. Nel 1971 furono aboliti gli accordi del '44, detti di Bretton Woods,
che stabilivano un sistema di tassi di cambio fissi delle varie valute col
dollaro, il quale, assumendo il ruolo di moneta internazionale, era
convertibile in oro. Gli Usa scelsero di sganciare il dollaro dall'oro quando
il loro debito pubblico cominciò ad aumentare, a seguito della loro politica di
interventismo militare. Gli Usa si misero così in condizione di farsi
finanziare dal resto del mondo senza che i dollari accumulati con il
finanziamento del debito pubblico o con l'export di merci potessero essere
convertiti in oro. Un sistema imperiale, in cui il centro dell'impero si fa
finanziare dal resto del mondo, semplicemente stampando dollari ed emettendo
buoni del tesoro. Come faceva l'Inghilterra che, per rimediare al proprio
disavanzo delle partite correnti, si basava sugli attivi del suo impero,
specialmente sull'attivo dell'India, alla quale tra l'altro impedì di seguirla
nello sganciamento dalla convertibilità con l'oro negli anni '30. E' con questo
sistema che gli Usa hanno cercato di risolvere la crescente sovrapproduzione di
capitale e la deindustrializzazione che minano la loro economia da decenni.
Oggi che il sistema dell'economia basata sul credito è saltato, avendo superato
ogni livello critico, gli Usa stanno cercando, nonostante tutto, di conservarne
un meccanismo, che, pur essendo perverso, è diventato parte delle relazioni internazionali.
La Cina, infatti, continua a finanziare il debito Usa ed è diventata nel 2008
il primo detentore di titoli del tesoro Usa. Proprio per questo è estremamente
preoccupata per la svalutazione del dollaro, che, da una parte, decurterebbe il
valore delle sue riserve proprio in un momento in cui ha bisogno di risorse per
finanziare la sua industria e, dall'altra, metterebbe in difficoltà le sue
esportazioni. In sintesi, i meccanismi perversi di risoluzione della
sovrapproduzione strisciante del centro Usa del sistema capitalistico mondiale
non accennano a mutare. Al contrario tendono ad esasperarsi con un aumento puro
e semplice della liquidità, mediante la creazione di denaro dal nulla e
l'abbassamento dei tassi d'interesse, negli Usa allo zero per cento e in Gran
Bretagna al minimo storico dello 0,50%. L'immissione di liquidità non può
essere la soluzione, visto che il fattore che ha innescato la crisi non è stato
la penuria di liquidità, bensì l'eccesso di liquidità, che ha favorito la
speculazione e la bolla immobiliare. Semmai ci sarebbe bisogno di una
ridefinizione degli equilibri valutari mondiali, basandoli sull'affiancamento
del dollaro, come valuta mondiale, con altre valute. Questo forse aiuterebbe a
risolvere lo squilibrio nella bilancia dei pagamenti mondiali, che vedono, da
una parte, un deficit enorme (650 miliardi di dollari) concentrato negli Usa e
dall'altra un attivo altrettanto enorme (703 miliardi) concentrato specialmente
in Cina. La Ue, Germania in testa, sta probabilmente lavorando a favore di un
ruolo internazionale maggiore per l'euro. Bisognerà vedere cosa uscirà fuori
dal G20 che si terrà fra pochi giorni. Ma l'atteggiamento dell'amministrazione
Usa non lascia presagire nulla di nuovo.
( da "Blogosfere" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Mar 0920 Unicredit
in risalita. Buoni risultati, utili e dividendi e il TIER a 6,5%. Profumo
accetterà il giogo dei Tremonti Bond? Pubblicato da Alberico Tremigliozzi alle
14:26 in Banking, Grandi manovre, Unicredit Alla fine Unicredit riesce a
rivedere la luce del sole. Le notizie degli ultimi giorni hanno, infatti, dato
un po' di respiro alla banca di Profumo (e soprattutto alle quotazioni del suo
titolo). Pare che dopo l'aumento di capitale da 3 miliardi di euro il TIER del
Gruppo si sia attestato sul livello quanto meno poco allarmistico del 6,5%.
L'utile netto è di 4,012 miliardi di euro (meno 38,3% sullo scorso anno) e il
margine di gestione di 10,174 miliardi di euro (l'anno scorso era di 13,346
miliardi). La contrazione del fatturato sembra essere stata compensata anche
con delle ottimizzazioni dei costi e i comparti che magiormente hanno
consentito i buoni risultati sono stati quelli commerciali, mentre la divisione
di Investment Banking (più sensibile alla crisi finanziaria) ha avuto un risultato di gestione negativo per oltre 1,2
miliardi di euro. A fronte dei risultati è stato chiarito che non sarà elargito
alcun bonus per l'a.d., i Deputy Ceo e tutti i componenti del Management
Committee. Intanto il Finacial Times si chiede che posizione terrà Profumo
rispetto ai Tremonti Bond. Nonostante le suddette notizie , infatti, il
fabbisogno di capitale della banca non è venuto meno e lo strumento messo a
disposizione dal governo è molto appetibile. Peccato che metterebbe Unicredit
in una posizione che il suo AD ha sempre cercato di evitare: la dipendenza dal
mondo politico. Soprattutto tenendo conto che il mistro Tremonti non è fra i
suoi pricipali fan.... Certo che i 4 miliardi che potrebbero arrivare fra
Italia e Austria non sono pochi. Magari l'acquisizione di Bank Austria
consentirà di riscuotere qualche favore dalle parti di Vienna e di fare a meno
delle ingerenze nazionali. Keep in touch A.
( da "superEva notizie" del 20-03-2009)
Argomenti: Crisi
Ambiente e pace una
sola rivoluzione Introduciamo il libro "Ambiente e pace una sola
rivoluzione" di Carla Ravaioli, edito da Punto Rosso edizioni. Riporto
fedelmente dal sito delle edizioni Punto Rosso. Ricchezza destinata a[...]
Introduciamo il libro "Ambiente e pace una sola rivoluzione" di Carla
Ravaioli, edito da Punto Rosso edizioni. Riporto fedelmente dal sito delle
edizioni Punto Rosso. Ricchezza destinata a pochi. Ricchezza prodotta al costo
di sempre più duro abuso del lavoro e sempre più pesante devastazione della
natura. Ricchezza che continua ad aumentare, ma non
abbastanza da impedire una crisi finanziaria da molti
paragonata al '29. Bisogna crescere di più, insistono i responsabili del nostro
futuro. E (non si dice ma si pensa) se non si cresce quanto occorre, una nuova
guerra potrà riattivare la produzione d'armi e far ripartire la macchina
dell'economia globale. Da qualche tempo però non tutti sembrano più così
convinti dell'indiscussa bontà di questo andazzo. Più d'uno perfino osa parlare
di contenimento del Pil. Anche se nessuno dice come. L'autrice tenta una
proposta shock: il disarmo unilaterale dell'Unione Europea. Per cominciare.
Carla Ravaioli ha pubblicato numerosi libri dedicati ai problemi del mutamento
culturale e sociale, tra cui in particolare la realtà femminile e la crisi ecologica. Ricordiamo: La donna contro se stessa
(1969), Maschio per obbligo (1973), La "questione femminile" -
Intervista col Pci (1976), Il quanto e il quale (1982), Tempo da vendere, tempo
da usare (1986), Il pianeta degli economisti (1992), La crescita fredda (1995),
Processo alla crescita Dialogo con B.Trentin (2000), Un mondo diverso è
necessario (2002). PUBBLICITà PUBBLICITà Invia tramite EMAIL | Versione per la
STAMPA |-->Le vostre opinioni Questo Speciale sulle Galassie è stato
ospitato sul sito di ScienzaOnLine del Comune di Roma--> Pubblicato il 20
marzo 2009 in: Notizie dal mondo » Invia tramite EMAIL » Versione per la
STAMPA--> » Le vostre opinioni