CENACOLO
DEI COGITANTI |
Il Texas minaccia
Washington: secessione ( da "Corriere.it"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è il conflitto di potere tra i 50
Stati dell'Unione e Washington, questa volta aggravato dalla crisi finanziaria
ed economica. Perry, un neocon che vuole essere rieletto nel 2010, ha giocato
la carta dell'autonomia durante i tea parties, i raduni del tè, le
dimostrazioni popolari di protesta contro il fisco e le enormi spese dello
Stato.
IL BISOGNO DEI CONTROLLI
( da "Stampa, La" del
17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Lo sforzo di entrambi può far sì
che dal terremoto, come dalla crisi finanziaria, esca un rapporto più pulito e
trasparente fra la politica e i sistemi di controllo che la responsabilizzano.
Vicino a dove abito c'è un bar, che prende l'angolo di una piazza trafficata,
svincolo cruciale delle vie d'attorno.
Frena la corsa
dell'inflazione: +0,3% ( da "Trentino"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: consumi dovuto alla crisi
finanziaria globale». Insomma, per avere un'inflazione più reale sarebbe
importante avere un paniere che contempli solo i beni di prima necessità. Meno
negativo di Burli è Lorenzo Pomini, segretario generale della Cisl trentina. «L'inflazione
bassa può fare bene alle tasche delle famiglie e al costo della vita perché
significa mutui più bassi da pagare,
Esperti a confronto
sull'Europa e la crisi ( da "Stampa,
La" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la forza sta nell'unione che deve
andare oltre al protezionismo e ai singoli interessi dei vari Stati. Sabatini
ha rimarcato l'importanza di una moneta internazionale forte, ora che è stata
dimostrata l'inadeguatezza del dollaro. «Se l'Europa ha ancora dei lati deboli
lo si deve alla sua incompiutezza - ha aggiunto Susta -.
"Banca Intra è in
crescita e il rilancio sfida la crisi"
( da "Stampa, La" del
17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 2 punti percentuali della raccolta
indiretta si riflette invece l'andamento negativo dei mercati finanziari. Anche
il presidente di Bpi, Luigi Fumagalli, sottolinea i buoni fondamentali
dell'istituto, la crescita su basi solide e la buona liquidità. Elementi
positivi di valutazione derivano altresì dalla crescita del numero di filiali e
di dipendenti.
Probabilmente, il bilancio
del Regno Unito che sarà pubblicato settimana prossima sarà del...
( da "Stampa, La" del
17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: C'è il rischio che gli investitori
internazionali si spaventino se tutto quello che vedono è un mare di dati
negativi che si estende all'infinito. Al momento, il governo mantiene in gran
parte la fiducia dei mercati finanziari. Ma tutto questo non si può dare per
scontato. \
Bulgari chiuderà tre mesi
in perdita ( da "Finanza
e Mercati" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: e avremo a disposizione una base di
confronto migliore rispetto al primo semestre del 2009, quando la crisi
finanziaria ancora non si era fatta sentire». Quanto a eventuali operazioni
straordinarie, Bulgari non intende essere né predatore né preda. «Quando ci
sarà la ripresa - spiega il manager - qualche grande gruppo potrebbe acquistare
qualche piccolo in difficoltà.
Il Fondo monetario
internazionale:
Argomenti:
Crisi
Abstract: rivedere i livelli produttivi ante
crisi serviranno poi almeno tre anni e mezzo» spiega il Fondo nei capitoli
analitici del World Economic Outlook, che sarà diffuso in occasione
dell'assemblea di primavera la prossima settimana.«Le analisi suggeriscono che
una crisi finanziaria e un rallentamento globale sincronizzato insieme si
traducono in una recessione insolitamente severa e lunga.
il revisore non firma
crollo a piazza affari ( da "Nuova
Venezia, La" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Infine la terribile crisi
finanziaria mondiale che è arrivata ad ingarbugliare un quadro già complesso.
Ma Soave è uomo che non si lascia intimorire, «le banche preferiscono che ci
concentriamo sul core business e questo stiamo facendo, stiamo vendendo asset
come il teleriscaldamento e la vecchia divisione di manutenzione della
pavimentazione stradale,
Il crollo dell'economia
nasce dal deficit di valori ( da "Arena,
L'" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Secondo Crepaldi la crisi
finanziaria ed economica attuale è nata da «un deficit di valori». Ed è proprio
qui, spiega, «che entra in gioco la Chiesa perché senza valori anche l'economia
crolla. Questi accadimenti mostrano infatti come l'etica non vada a bloccare il
buon andamento dell'economia, ma al contrario ne favorisca la crescita e la
stabilità»
Fmi: recessione lunga e
poi ripresa lenta ( da "Arena,
L'" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Per rivedere i livelli produttivi
ante crisi serviranno poi almeno tre anni e mezzo» spiega il Fondo nei capitoli
analitici del World Economic Outlook, che sarà diffuso in occasione
dell'assemblea dela prossima settimana. «Le analisi suggeriscono che una crisi
finanziaria e un rallentamento globale sincronizzato insieme si traducono in
una recessione insolitamente severa e lunga.
Cattolica recupera
efficienza ( da "Arena,
L'" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Dopo aver ricostruito le tappe di
una crisi finanziaria e industriale «tanto grave perché a lungo trascurata e
tamponata solo a disastro avvenuto», Vaciago ha invitato alla riscoperta del
sistema cooperativo come correttivo degli eccessi finanziari nonché come
modello competitivo per l'intero sistema Paese.
Dietro il sistema dei
subprime non c'è né una bolla né un eccesso di avi...
( da "Unita, L'" del
17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Nel mare di commenti sulla crisi
finanziaria recente, tre considerazioni aggiuntive. Primo, sembra essenziale un
intervento volto a riassorbire i titoli mortage-backed che non trovano più
mercato. Ma altrettanto essenziale è che l'intervento sia dettagliato e
trasparente.
Fmi: recessione lunga e
severa Poi una ripresa graduale ( da "Tempo,
Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: massima i rari episodi registrati
in passato di recessioni associate a crisi finanziarie suggeriscono che eventi
del genere durano «circa due anni: per recuperare livelli produttivi precedenti
alla crisi è invece necessario aspettarne poi circa tre e mezzo di anni»,
spiega Terrones. Per fronteggiare la crisi in atto «servono politiche
monetarie, finanziarie e di budget coordinate».
Fmi: recessione lunga e
severa bisogna agire in modo coordinato
( da "Libertà" del
17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: rivedere i livelli produttivi ante
crisi serviranno poi almeno tre anni e mezzo» spiega il Fondo nei capitoli
analitici del World Economic Outlook, che sarà diffuso in occasione
dell'assemblea di primavera la prossima settimana. «Le analisi suggeriscono che
una crisi finanziaria e un rallentamento globale sincronizzato insieme si
traducono in una recessione insolitamente severa e lunga.
Obama riscopre il treno
Otto miliardi di dollari per l'alta velocità in Usa
( da "Unita, L'" del
17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nel giugno del 2008 e che fenomeni
di questo tipo accompagnati da «una pesante crisi finanziaria altamente
sincronizzata in tutto il mondo» durano quasi due anni. Ciò vuol dire che la
vera ripresa potrebbe arrivare con l'estate del 2010. ANNI TRENTA Nella
diagnosi, la crisi viene definita come la «peggiore del Dopoguerra», sempre più
simile alla Grande depressione degli anni '30.
porte aperte domenica al
pd ( da "Tirreno,
Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Porte aperte al Pd domenica dalle
10 alle 12 per illustrare i programmi contro la crisi economica e per le
prossime elezioni. «La Regione - scrive il Pd - ha già preso i primi
provvedimenti contro la crisi finanziaria. Ha stanziato contributi a lavoratori
atipici o sprovvisti di ogni ammortizzatore sociale e altri contributi a chi
deve pagare il mutuo ed ha perso il lavoro.
L'Fmi:
Argomenti:
Crisi
Abstract: rivedere i livelli produttivi ante
crisi serviranno poi almeno tre anni e mezzo» spiega il Fondo nei capitoli
analitici del World Economic Outlook, che sarà diffuso in occasione
dell'assemblea di primavera la prossima settimana. «Le analisi suggeriscono che
una crisi finanziaria e un rallentamento globale sincronizzato insieme si
traducono in una recessione insolitamente severa e lunga.
MASSA PROPOSTE concrete
per aiutare le piccole imprese, vale a d...
( da "Nazione, La (Massa - Carrara)"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: schivare i colpi della crisi
finanziaria e della stretta creditizia e per poter rilanciare crescita e
competitività. Con un pacchetto di proposte immediatamente cantierabili
Confartigianato propone la sua terapia d'urto fatta di misure immediate per
ridare ossigeno' alle piccole imprese e di interventi strutturali per
semplificare l'attività imprenditoriale e assicurarne la continuità.
FMI: la recessione sarà
lunga e la ripresa più lenta ( da "Riformista,
Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: «La crisi finanziaria combinata al
rallentamento sincronizzato a livello globale causerà probabilmente una
recessione insolitamente lunga e severa». Il monito arriva dal World Economic
Outlook, rilasciato oggi ed intitolato "From recession to recovery: how
soon and how strong?
PARIGI Sarkozy si vede
padrone del mondo . È il titolo di un articolo del quotidian...
( da "Messaggero, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: altra di un pranzo all'Eliseo, con
i parlamentari che di una commissione sulla crisi finanziaria internazionale..
Sarkozy dà giudizi su tutti gli altri grandi leader. Barack Obama? «Molto
intelligente e carismatico, ma è eletto da due mesi e non ha mai gestito un ministero».
Josè Manuel Barroso? «Totalmente assente dal G20».
ROMA - Stiamo discutendo:
se c'è un accordo si va avanti, altrimenti continuiamo così...
( da "Messaggero, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ora in difficoltà per effetto della
crisi finanziaria. E per questo motivo sarebbe disponibile a vendere. «Vedremo,
noi con il 38% siamo soci importanti di Ingosstrakh insieme ai nostri partner»,
ha aggiunto Perissinotto. La quota è infatti detenuta da Generali attraverso
Ppf Beta, un fondo di private equity controllato dal finanziere ceco Petr
Kellner,
Argomenti:
Crisi
Abstract: considerazione della crisi che sta
mettendo a dura prova la capacità di resistenza delle imprese: «Soprattutto nei
distretti come il nostro aggiunge Giusti le aziende che hanno avuto il coraggio
di fare investimenti prima che sopraggiungesse la crisi finanziaria rischiano
adesso di venir penalizzate maggiormente, dato che gli studi considerano un
plusvalore i macchinari acquistati.
Usa, dichiarazioni addio
( da "Italia Oggi" del
17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: delle famiglie americane ai tempi
della crisi finanziaria più dura di sempre. «Sono orgoglioso di annunciare che
la mia amministrazione ha diminuito la pressione fiscale sulle famiglie dei
lavoratori», ha ricordato il presidente ribadendo che nel piano di rilancio
economico da 787 miliardi di dollari, è stata prevista una misura che riduce le
tasse al 95 % dei lavoratori americani,
Crisi, Un'occasione per
chi sa cambiare ( da "Milano
Finanza (MF)" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Private Equity data: 17/04/2009 -
pag: 19 autore: Crisi, Un'occasione per chi sa cambiare Come in tutte le
situazioni di difficoltà, anche l'attuale crisi finanziaria cela opportunità,
che, se colte in maniera sistematica, possono innescare un processo virtuoso e
duraturo di ammodernamento del modello economico del nostro paese.
Dalla crisi l'occasione
per crescere ( da "Milano
Finanza (MF)" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: clienti prodotti più sicuri
Assicuratori orgogliosi di aver dimostrato la propria solidità di fronte a una
crisi finanziaria devastante e complessa, che ha colpito molto più pesantemente
il settore bancario. Ma consapevoli, allo stesso tempo, che le sfide non sono
ancora finite e fiduciosi però che la crisi, proprio ora, può anche essere
trasformata in un'opportunità di crescita.
Rischio populismo alla
svendita del secolo ( da "Sole
24 Ore, Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: populismo alla svendita del secolo
di Alberto Alesina U no degli effetti della crisi finanziaria sarà quello di
ridurre la disuguaglianza. Chi ha perso proporzionalmente di più è chi aveva
molta ricchezza investita nei mercati finanziari. Chi ricchezza non ne aveva ha
perso molto meno. Chi inizia ora ad accumulare risparmio ha di fronte prezzi di
case e azioni molto vantaggiosi,
Prima di tassare stop agli
sprechi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ma bisogna evitare che dia il via a
forme di protezionismo». Il primo punto su cui insiste Marcegaglia è il
risparmio energetico: «Con incentivi, si possono ottenere risultati
straordinari e può essere una spinta per il consumo di beni durevoli». Altro
aspetto, le rinnovabili: «Gli incentivi devono sostenere non il consumo ma la
ricerca e l'innovazione ».
In Nevada il geotermico
italiano ( da "Sole
24 Ore, Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Anche se molto dipenderà dalla
capacità dei mercati finanziari di tornare ad erogare credito. Per dare forza
ad una crescita che per ciò che riguarda Enel Green Power è sostanzialmente
autofinanziata e raggiunge i 700-800 milioni di euro all'anno rispetto a un Ebitda
di 1,2 miliardie ricavi che nel 2008 hanno raggiunto 1,9 miliardi.
Revisori, linea dura a
Piazza Affari ( da "Sole
24 Ore, Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Per capire quanto la crisi peserà
sul made in Italy, dunque, bisognerà attendere i bilanci 2009. O almeno le
semestrali. m.longo@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA EFFETTO CRISI
FINANZIARIA Sale a sette il numero di aziende quotate su cui i certificatori
non si esprimono: è il record dal 2003
Cautela dall'Fmi: la
ripresa sarà lenta ( da "Sole
24 Ore, Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Questo perché collegata a una crisi
finanziaria e sincronizzata a livello mondiale. L'analisidel Fondo monetario,
che prende le mosse dall'esame di 21 episodi di recessione dal 1960 a oggi,
«suggerisce che la combinazione della crisi finanziaria e di una frenata
sincronizzata a livello globale avrà probabilmente come risultato una
recessione insolitamente severa e di lunga durata»
Argomenti:
Crisi
Abstract: Se per questa cosa può avere
l'attenuante della crisi finanziaria, non potrà averla per i tanti sprechi
della sua amministrazione che presto verranno individuati dai nostri esperti».
Del coordinamento cittadino del Pdl faranno parte una sessantina di persone che
dovranno guadagnarsi la nomina sul campo, durante la campagna elettorale.
Fmi: recessione severa E
la ripresa sarà lenta ( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Per rivedere i livelli produttivi
ante crisi serviranno poi almeno tre anni e mezzo» spiega il Fondo nei capitoli
analitici del World Economic Outlook, che sarà diffuso la prossima settimana.
«Le analisi suggeriscono che una crisi finanziaria e un rallentamento globale
sincronizzato insieme si traducono in una recessione insolitamente severa e
lunga.
Aiuti, la rivolta delle
banche Usa ( da "Corriere
della Sera" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 5% in meno dello stesso periodo del
2008, quando la crisi finanziaria innescata dai titoli sui mutui immobiliari
non aveva ancora cominciato a mordere in profondità. Oltre le aspettative di
mercato sono anche i ricavi: 25,03 miliardi di dollari, addirittura il 48% in
più rispetto ai primi tre mesi dell'anno scorso.
Il revisore non certifica,
Socotherm cade ( da "Corriere
della Sera" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera sezione:
Economia Mercati Finanziari data: 17/04/2009 - pag: 33 Il caso a Milano/2 Il
revisore non certifica, Socotherm cade (g.fer.) In una giornata positiva per il
mercato in generale, Socotherm conquista la maglia nera del listino di Piazza
Affari con un calo del 14,63%.
I conti del trimestre
spingono Unipol ( da "Corriere
della Sera" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari data:
17/04/2009 - pag: 33 Il caso a Milano/1 I conti del trimestre spingono Unipol
(g.fer.) Un balzo del 10,45%, seconda migliore performance fra i titoli
dell'S&P-Mib: lo ha messo a segno ieri Unipol, che ha terminato la seduta
con un prezzo di riferimento di 0,867 euro, dopo aver toccato un picco massimo
di 0,
Gli assicurativi guidano i
rialzi ( da "Corriere
della Sera" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari data:
17/04/2009 - pag: 33 La Giornata in Borsa Gli assicurativi guidano i rialzi di
Giacomo Ferrari Scambi record Per la prima volta negli ultimi mesi scambi per
oltre 3,1 miliardi di euro Assicurativi ancora superstar ieri a Piazza Affari,
in una seduta che ha registrato una buona tenuta degli indici (
Per rifondare l'Europa
( da "Corriere della Sera"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il protezionismo intellettuale e
l'illusione nostalgica non sono confinate alle frange becere dell'estrema
destra europea, ma trovano seguaci addirittura nei circoli più istruiti e
coltivati, da un capo all'altro dello spettro politico. Questa crisi chiede di
trasformarsi in una rifondazione dell'Unione Europea.
Dopo otto secoli attuale
la Regola di San Francesco ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: può non essere una sventura ma una
scelta di vita in tempi di crisi economica. L'evento cade in un momento di
drammatica crisi finanziaria mondiale: l'essenzialità francescana può essere
una buona strada da percorrere in controtendenza». Non va dimenticato che
Giovanni Paolo II scelse Assisi come luogo di preghiera tra le religioni e di
incontro per la pace e la difesa del creato.
Argomenti:
Crisi
Abstract: La presenza concomitante di una crisi
finanziaria rende, tuttavia, tutto molto più difficile, rendendo la fase
recessiva più pesante e duratura. Le crisi finanziarie, infatti, sottolinea il
Fondo, «fanno seguito a periodi di forte espansione del credito e a netti
rialzi dei prezzi degli asset».
Padoa Schioppa soffia sul
castello di carte dell'economia dalla corta veduta
( da "Giornale di Brescia"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Della recessione economica e della
crisi finanziaria hanno parlato in molti, ricorrendo spesso ad un linguaggio
tecnico le cui sottigliezze sfuggono ai non addetti ai lavori. Tommaso
Padoa-Schioppa, che ha alle spalle una lunga esperienza di banchiere centrale
(prima alla Banca d'Italia poi alla Bce), di presidente della Consob e di
ministro dell'Economia,
Il collasso dei giornali
( da "Manifesto, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: con la più grave crisi finanziaria
degli ultimi sessant'anni, poi, almeno così pare, il crollo dell'editoria di
carta. A lanciare l'allarme è stata ieri la Fieg, che ha messo in campo numeri
da brivido sullo stato di salute dell'editoria. Secondo la federazione degli
editori il settore è «in una grave crisi industriale,
Sarkozy dà i voti ai
colleghi E promuove solo Berlusconi
( da "Giornale.it, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontro con dodici deputati e
dodici senatori doveva servire a fare il punto sulla crisi finanziaria
internazionale, ma il clima rilassato ha indotto Sarkozy a qualche
considerazione pungente sui suoi colleghi del club dei Numeri Uno. Al termine
della riunione, evidentemente, qualcuno non ha resistito a raccontare alla
stampa ciò che aveva ascoltato.
fmi: recessione lunga,
ripresa lenta ( da "Tirreno,
Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale rallentamento sia altamente
sincronizzato e associato a una profonda crisi finanziaria suggerisce che
probabilmente sarà duraturo e con una ripresa più debole della media». «Esclusa
l'attuale recessione» dal 1960 «ce ne sono quindici» che possono «essere
associate a crisi finanziarie, con tre episodi di recessione globale: 1975,
1980 e 1992.
il fmi: la recessione sarà
pesante e duratura ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi economica in corso «è
altamente sincronizzata» a livello globale ed è accompagnata da «una grave
crisi finanziaria», un mix visto molto raramente nel dopoguerra e, per queste
ragioni, la recessione «sarà insolitamente pesante e duratura» e seguita da una
ripresa «lenta e debole».
"ora andrò alla
scoperta delle radici del piemonte" - elio bussolino
( da "Repubblica, La"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi finanziaria
internazionale? «Anche questo è stato un caso: l´ho scoperta solo di recente e
non ho potuto fare a meno di pensare quanto fosse pertinente ai tempi che
stiamo correndo. Leggendo il testo, ci si rende conto anzi che i momenti, la società,
le mode, possono anche cambiare, ma gli uomini al potere rimangono fatti sempre
della stessa pasta.
Enciclica sociale, i tempi
si allungano (a causa della crisi)
( da "Giornale.it, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Le crisi finanziarie scattano nel
momento in cui, anche a causa del venir meno di un corretto comportamento
etico, manca la fiducia degli agenti economici negli strumenti e nei sistemi
finanziari. Tuttavia, la finanza, il commercio e i sistemi di produzione sono
creazioni umane contingenti che, quando diventano oggetto di fiducia cieca,
Generali: Perissinotto, si
discute per il controllo della russa Ingosstrakh
( da "Finanza.com" del
17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che naviga in cattive a causa della
crisi finanziaria. E aggiunge: ?Si vedrà. Con il nostro 38% siamo soci
importanti di Ingosstrakh insieme ai nostri partner?. Per quanto riguarda gli
Stati Uniti Perissinotto non ha escluso un interesse per operazioni specifiche,
con piccole acquisizioni di nicchia.
E' Londra il regno dei
bamboccioni ( da "Stampaweb,
La" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria, infatti, ha
spazzato via le illusioni di molti paesi svelando che il fenomeno dei figli
«ospiti» dei genitori fino a tarda età, noto come «bamboccionismo» dal giorno
in cui l?ex ministro Padoa Schioppa bollò così i ragazzi che non se ne vogliono
andare , non risparmia nessuno.
Russia: 26 nuovi reattori
nucleari ( da "Energy
Saving" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nonostante la crisi finanziaria
globale, in Russia l'energia nucleare dovrà raggiungere 25-30% dell?energia
totale, contro i 16% attuali. Secondo Putin bisogna pensare oltre e non
fermarsi all?attuale calo dei consumi energetici dovuti alla recessione perché
entro il 2012 i ritmi di consumo e insieme il fabbisogno di energia elettrica
aumenteranno di nuovo.
Argomenti:
Crisi
Abstract: Dopo aver ricostruito le tappe di
una crisi finanziaria e industriale «tanto grave perché a lungo trascurata e
tamponata solo a disastro avvenuto», Vaciago ha invitato alla riscoperta del
sistema cooperativo come correttivo degli eccessi finanziari nonché come
modello competitivo per l'intero sistema Paese.
Borse Arabe riunite a
Casablanca ( da "Denaro,
Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria mondiale, alle
sue ripercussioni sui mercati del mondo arabo, alla ricerca di soluzioni per
evitarle, la 32esima riunione annuale dell'Unione delle Borse Arabe che si è
aperta a Casablanca, capitale economica del Marocco. Creata nel 1978 per
consolidare e sviluppare i rapporti di cooperazione e coordinamento tra le
istituzioni economiche dei paesi della regione
Fmi: La recessione attuale
sarà lunga e pesante. Ripresa lenta
( da "Denaro, Il" del
17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: tutto ciò a causa dell'origine
finanziaria della crisi. E' quanto sostiene il Fondo monetario internazionale
(Fmi), nei capitoli introduttivi del World Economic Outlook, che verrà diffuso
integralmente il 22 aprile prossimo. L'analisi del Fmi evidenzia che una
recessione che affonda le radici nei mutui subprime Usa, come quella attuale,
il piano anti-crisi della
regione pioggia di soldi per gli enti inutili - emanuele lauria
( da "Repubblica, La"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ai Comuni in crisi finanziaria che
si «sdebiteranno» attraverso la vendita dei propri immobili. E nel pacchetto
viene inserita anche la norma che prevede la liquidazione e il commissariamento
degli Ato rifiuti in perdita (ovvero quasi tutti). Sono queste, le misure cui
viene data priorità e che si tenterà di inserire nella Finanziaria che dovrebbe
essere approvata entro fine mese.
fmi: recessione dura, la
ripresa sarà lenta - elena polidori
( da "Repubblica, La"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Secondo gli esperti Fmi dal
dopoguerra s´è visto raramente un mix tanto micidiale fatto da crisi economica
e crisi finanziaria. E proprio per questo, le previsioni vanno prese «con
estrema cautela», sapendo che la ripresa partirà dalle economie avanzate e che
per rivedere i livelli produttivi ante-crisi «serviranno almeno tre anni e
mezzo».
gli aerei a terra e
l'industria rischia la paralisi ( da "Repubblica,
La" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: euro vengano allentati in risposta
alla crisi finanziaria e per facilitare l´accesso dei Paesi della nuova Europa
in difficoltà Tempi durissimi per le compagnie aeree. Il numero di aerei che le
compagnie decidono di lasciare negli hangar, perché la gente vola meno, è
raddoppiato, fra la fine del 2007 e la fine di marzo del 2009: da 140 alla
cifra record di 273.
Cala il prezzo degli
immobili anche nei centri urbani ( da "Trend-online"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: si accusano i colpi della crisi
finanziaria e calano i prezzi delle case. Secondo un?analisi svolta da
GoHome.it, basata sull?osservazione di più di 3.000.000 immobili, nel 2009
prezzi del mercato immobiliare italiano sono scesi, superando in alcuni casi
anche il 40%: si tratta naturalmente di occasioni da valutare singolarmente,
GLI INDICATORI SUL PIL,
SULLA PERCENTUALE DEGLI OCCUPATI, SULLE RICHIESTE DI CIG E SUL LIVELLO...
( da "Mattino, Il (Caserta)"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Qual è la ricetta per superare la
crisi? «La crisi finanziaria è arrivata con il malato in coma profondo per cui
la situazione è ancora più grave. Bisogna ripartire con un approccio diverso.
Lo vuole la gente, lo vogliono i lavoratori. Non è un caso che in dieci anni
c'è stato un incremento di cinquantaduemila iscritti.
Sarkozy a ruota libera sui
capi di governo ( da "Corriere
Adriatico" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Eliseo con i parlamentari di una
commissione sulla crisi finanziaria internazionale: 24 fra deputati e senatori
di tutti i partiti. E qualcuno di loro ha parlato con Libè: "Era un
Nicolas Sarkozy al 200%, cioè stranamente vicino alla sua caricatura", ha
raccontato uno degli invitati. Dall'antipasto al dolce, da pomodori e
mozzarella fino alla mousse alla frutta e al cioccolato,
La recessione sarà lunga e
severa, la ripresa lenta ( da "Gazzettino,
Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: rivedere i livelli produttivi ante
crisi serviranno poi almeno tre anni e mezzo» spiega il Fondo nei capitoli
analitici del World Economic Outlook, che sarà diffuso in occasione
dell'assemblea di primavera la prossima settimana. «Le analisi suggeriscono che
una crisi finanziaria e un rallentamento globale sincronizzato insieme si
traducono in una recessione insolitamente severa e lunga.
Crisi, il club dei
miliardari russi perde due terzi dei membri
( da "Reuters Italia"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il più colpito dalla crisi
finanziaria è stato Oleg Deripaska, i cui 25,1 miliardi di dollari di perdite
equivalgono a circa un quarto delle perdite complessive dei miliardari russi.
Il re dell'alluminio è sprofondato in decima posizione nella classifica di
Forbes, dopo il primo posto fatto registrare lo scorso anno.
Abruzzo, lista di
Bertolaso: 49 comuni lesionati Osservatore romano: case come bidoni subprime
( da "Giornale.it, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Osservatore romano: "Quelle
case come i bidoni subprime della crisi finanziaria" L'Aquila - Sono 49 i
comuni abruzzesi che hanno avuto danni in seguito al terremoto del 6 aprile
scorso. è quanto stabilito da un decreto firmato ieri dal commissario per
l?emergenza Guido Bertolaso. Dei 49 comuni, 37 si trovano in provincia dell?
"Quelle case come i
bidoni subprime della crisi finanziaria"
( da "Giornale.it, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: giornale del Vaticano paragona il
terremoto in Abruzzo alla crisi finanziaria mondiale: entrambi "sono il
frutto di un'economia dei bidoni" Città del Vaticano - "Le case
dell?Aquila come i mutui subprime" titola oggi l?Osservatore romano,
paragonando il terremoto in Abruzzo alla crisi finanziaria mondiale, entrambi
frutto, secondo il giornale del papa, di una "economia dei bidoni"
Abruzzo, lista di
Bertolaso: 49 comuni lesionati ( da "Giornale.it,
Il" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Osservatore romano: "Quelle
case come i bidoni subprime della crisi finanziaria" L'Aquila - Sono 49 i
comuni abruzzesi che hanno avuto danni in seguito al terremoto del 6 aprile
scorso. è quanto stabilito da un decreto firmato ieri dal commissario per l?emergenza
Guido Bertolaso. Dei 49 comuni, 37 si trovano in provincia dell?
CRISI: BERNANKE, I SUOI
DANNI DURERANNO A LUNGO ( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 17-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: CRISI: BERNANKE, I SUOI DANNI
DURERANNO A LUNGO (AGI) - Washington, 17 apr. - I danni della crisi finanziaria
"in termini di perdita di benessere, perdita di abitazioni e capacita' di
contrarre prestiti sono destinati a durare a lungo". Lo ha detto il
presidente della Fed, Ben Bernanke.
Dalla Provincia 10 milioni
per chi non licenzia ( da "Trentino"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi. Il nuovo incentivo si
rivolge alle imprese di maggiori dimensioni per incoraggiarle a salvaguardare i
posti di lavoro sul territorio provinciale, nonostante i cali di produzione e
di fatturato, e le difficoltà finanziarie in atto. L'aiuto della Provincia
consente di limitare i costi che le imprese affrontano rinunciando a licenziare
i lavoratori ed attuando invece un progetto
Donano 5 minuti di lavoro
per assumere disoccupati ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: economia sociale nella crisi
finanziaria: vie d'uscita», con Stefano Zamagni, presidente dell'Agenzia
nazionale per le Onlus, presente questa mattina nell'auditorium del Campus
Armida Barelli nell'area del Turazza. A discutere con l'economista bolognese il
vescovo di Treviso, Andrea Bruno Mazzocato, e il sindaco del capoluogo,
Le case dell'Aquila come i
mutui subprime : è il titolo dell'Osservatore r...
( da "Stampa, La" del
18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è il titolo dell'Osservatore
romano, che ha paragonato il terremoto in Abruzzo alla crisi finanziaria
mondiale, entrambi frutto, secondo il giornale vaticano, di una «economia dei
"bidoni"». «Che cosa c'è in comune tra il terremoto in Abruzzo e la
crisi finanziaria mondiale, tra le case crollate sotto il terremoto e i mutui
subprime?
komatsu, i giapponesi
chiedono due anni di cassa integrazione - felice paduano
( da "Mattino di Padova, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il calo delle commesse è diventato
più grave di quanto previsto a causa della pesantissima crisi finanziaria che
ha colpito gli Usa. Gbs (350 lavoratori): le domande del bando di gara per
vendere l'azienda, già ex Golfetto-Berga-Sangati (con stabilimenti a Padova,
Quinto di Treviso, a Manfredonia e in Cina) scadono a maggio. Già si sa che si
sono fatte avanti tre società.
Fmi: recessione lunga
( da "Tempo, Il" del
18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: massima i rari episodi registrati
in passato di recessioni associate a crisi finanziarie suggeriscono che eventi
del genere durano «circa due anni: per recuperare livelli produttivi precedenti
alla crisi è invece necessario aspettarne poi circa tre e mezzo di anni»,
spiega Terrones. Per fronteggiare la crisi in atto «servono politiche
monetarie, finanziarie e di budget coordinate».
Abstract: «Il terremoto dell'Abruzzo come la crisi dei mutui subprime» CITTÀ DEL VATICANO - «Le case dell'Aquila come i mutui subprime», titolava ieri l'Osservatore romano, paragonando il terremoto in Abruzzo alla crisi finanziaria mondiale, entrambi frutto, secondo il giornale del Papa, di una «economia dei "bidoni"».>
Asti in ritirata nel 2008
( da "Italia Oggi"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: il protrarsi della crisi
finanziaria, la situazione rimane incerta. In compenso è andata meglio per il
moscato a tappo raso che, sempre nel 2008, ha venduto di più superando i 10
milioni di bottiglie. I 3 milioni in meno sono da scalare alla dozzina di milioni
di bottiglie prodotte in più e vendute tra il 2006 e il 2007 anni in cui la
somma totale era arrivata a oltre 70 milioni.
Le lettere della crisi
( da "Manifesto, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: quella del Fondo monetario che
spiega la gravità della crisi con la contemporaneità della recessione in quasi
tutto il globo e con l'intrecciarsi della crisi finanziaria. Tutto giusto, ma
rimane un dubbio: perché il Fondo non spiega anche i motivi della crisi
dell'economia reale. Forse perché la ritiene solo una conseguenza della crisi
finanziaria.
Ecco quali medicine
servono ora ( da "Gazzettino,
Il" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: rispetto ai valori registrati nel
luglio 2007, l'inizio della crisi finanziaria. Oggi la perdita si è ridotta e
ammonta al 57%. Guardando da un'altra prospettiva, gli indici azionari hanno
guadagnato più del 30% in un mese. Così è successo nel resto del mondo. È
pensabile che i mercati finanziari già intravvedano l'uscita dal tunnel?
UN mese fa il mercato
azionario italiano perdeva circa il 67% rispetto ai valori registrati nel ...
( da "Messaggero, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: rispetto ai valori registrati nel
Luglio 2007, l'inizio della crisi finanziaria. Oggi la perdita si è ridotta e
ammonta al 57%. Guardando da un'altra prospettiva, gli indici azionari hanno
guadagnato più del 30% in un mese. Così è successo nel resto del mondo. È
pensabile che i mercati finanziari già intravvedano l'uscita dal tunnel?
Bernanke: trasparenza sui
prodotti finanziari ( da "Sole
24 Ore, Il" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Secondo il capo della Banca
centrale americana la crisi dimostra che l'innovazione finanziaria «può
incepparsi». Prodotti oscuri, come i mutui subprime, i credit default swaps, o
i veicoli finanziari strutturati (Siv), «sono diventati emblematici della nostra
attuale crisi finanziaria». Il ragionamento di Bernanke è semplice.
Non a tutti piace
Wall-shington ( da "Sole
24 Ore, Il" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Dopo aver provocato la peggior
crisi finanziaria a memoria d'uomo,Wall Street ora impedisce che le cure da
molti ritenute migliori vengano adottate. Lo dice ad esempio l'ex capo
economista del Fondo monetario (2007-2008) Simon Johnson, tornato ora al Mit. E
così sostengono a spada tratta i due Nobel Joseph Stiglitz e Paul Krugman.
ROMA La crisi dei mercati
finanziari colpisce anche le polizze d'assicurazione e nel 2008 la r...
( da "Messaggero, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: mercati finanziari colpisce anche
le polizze d'assicurazione e nel 2008 la raccolta premi ha subito una brusca
frenata: -7,2% a quota 92 miliardi. È il terzo anno consecutivo di chiusura in
calo per il settore. A incidere sul dato negativo è soprattutto l'andamento
delle polizze Ramo III-Linked, quelle più esposte all'andamento dei mercati
finanziari e quindi meno gettonate dalle
ROMA Alcuni segnali
positivi si vedono , dice Giulio Tremonti, ma vanno inquadra...
( da "Messaggero, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: su quello della crisi finanziaria
il ministro è più deciso. «Si è steso un cordone sanitario lungo tutta l'area
della crisi», che permette di escludere «che vi possa essere il rischio di
un'apocalisse finanziaria» nelle aree più esposte, Usa ed Est Europa. Ne è
riprova il fatto che la nuova richiesta di intervento avanzata dalla Polonia
all'
Il debito pubblico sale
dell'80% in termini reali, non tanto per i salvataggi bancari ma per...
( da "Messaggero, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: severità con la quale il settore
bancario è stato colpito dal collasso dei mercati dei derivati creditizi prima,
e poi da quello dei mercati finanziari e dell'economia reale si manifesta
ancora oggi in differenziali alti dei tassi interbancari rispetto a quelli
privi di rischio. Anche i premi per il rischio sui possibili fallimenti di
società e governi sono decisamente significativi.
JESI - Il professor
Gabriele Fava, ex sindaco della città, è stato riconfermato alla guida...
( da "Messaggero, Il (Ancona)"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Venerdì prossimo 24 aprile è
prevista la cerimonia ufficiale di inaugurazione dei corsi accademici in
scienze dei servizi giuridici (ore 15). A seguire, il convegno "Oltre la
crisi finanziaria" al quale prenderanno parte, fra gli altri, Jonathan Macey
(Yale University) e Magda Bianco (Banca d'Italia).
Il non-merito costa il
7,5% del Pil ( da "Sole
24 Ore, Il" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria e alla recessione
dell'economia». L'idea di fondo è che,«se si è effettivamente più bravi, si
recupera meglio come singoli e come Paese ». Ma il merito, come lo si vede
oggi, non è lo stesso di come lo si intendeva prima della crisi: a una
concezione del merito come semplice virtù individuale in funzione di un
successo tutto personale si sta sostituendo una concezione
Citigroup torna all'utile
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: della crisi finanziaria ha ancora
molta strada da fare per ritornare alla piena salute. L'amministratore delegato
Vikram Pandit si è detto lo stesso «compiaciuto» dei risultati trimestrali. Un
mix di tagli ai costi (- 23%), la vendita di 116 miliardi di dollari di
attività e una modifica nelle regole contabili hanno consentito al colosso
newyorchese di riportare un profitto di 1,
Cade l'utile di General
Electic ma meno delle stime di mercato
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: gioiello industriale americano,
azzoppato negli ultimi 12 mesi da un doppio colpo: la crisi finanziaria e la
crisi economica. La crisi finanziaria ha messo in ginocchio la controllata GE
Capital, una delle divisioni più importanti del gruppo che, fino a pochi anni
fa contribuiva la parte più importante ai profitti consolidati.
Banche, la crisi si supera
anche con la governance ( da "Sole
24 Ore, Il" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sulle cause scatenanti della crisi
finanziaria internazionale, ha ricordato, hanno dimostrato che incentivi
distorti come le strutture retributive legate ai profitti di breve periodo o i
fallimenti del board nella tempestiva ridefinizione delle strategie quando il
contesto muta o la debolezza nei controlli interni hanno fortemente contribuito
a determinare situazioni di dissesto.
La ripresa è cominciata
con la Cina ( da "Sole
24 Ore, Il" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: anche il protezionismo non
valutario si è limitato a pochi isolati episodi) dimostra- è una importante
consolazione in questa crisi - che la lezione degli anni Trenta è stata
imparata. fabrizio@bigpond.net.au l.paolazzi@confindustria.it OK BORSE E
COMMODITY Il rialzo delle azioni si è associato a quello delle materie prime.
Una regia per le crisi
alimentari ( da "Sole
24 Ore, Il" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: agricoltura Una regia per le crisi
alimentari Si discute di aumenti produttivi e gestione comune delle scorte
Alessio Romeo ROMA L'emergenza alimentare non è meno pericolosa della crisi
finanziaria che ha colpito l'economia mondiale.Anzi,proprio quest'ultima
rischia di aggravare la situazione per i Paesi più poveri del mondo, dove quasi
un miliardo di persone soffre la fame.
Fiat-Chrysler va avanti
Gm, Chapter 11 probabile ( da "Sole
24 Ore, Il" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è stato favorito dal miglioramento
della situazione sui mercati finanziari. Ieri le azioni della Fiat hanno
proseguito il netto recupero in Borsa (+6,9% a 7,66 euro) approfittando di una
giornata brillante per l'intero settore auto in Europa:l'indice Stoxx Auto ha
segnato un +5% e la Renault ha guadagnato oltre il 10%.
Il costo della
ristrutturazione. ( da "Sole
24 Ore, Il" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria ha accentuato
questo processo: legata inizialmente ai mutui subprime, successivamente si è
riversata sull'economia, con l'effetto di ridurre il numero degli attivi della
grande industria e aumentare quello dei pensionati. E mentre le pensioni vanno
pagate in tutti i casi, il patrimonio dei fondi si è drasticamente ridotto
anche a causa del tracollo delle Borse.
JESI GABRIELE FAVA
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: A seguire il convegno «Oltre la
crisi finanziaria» farà il punto della situazione sull'attuale momento storico
dei nostri mercato e sul ruolo delle istituzioni e delle imprese. Ospite tra
gli altri, Jonathan Macey (Yale University) e Magda Bianco (Banca d'Italia).
Ricordi di Montanelli e
Barzini nel nuovo numero di Libro Aperto'
( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di Luca Pierazzi sulla crisi che
accumuna l'Est e l'Ovest d'Europa, di Franco Nanni sugli sbalzi del prezzo del
petrolio , di Ferruccio Fronzoni su globalizzazione, deregolarizzazione,
disuguaglianze, crisi finanziaria ed economica. E, ANCORA, nella sezione Il
Tempo e la Storia' si parlerà di guerra santa dei cristiani e jihad islamica,
Aib : tutti uniti per
saltare l'ostacolo ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ostacolo La crisi finanziaria
globale, scoppiata lo scorso anno negli Stati Uniti, si è aggravata con pesanti
ripercussioni sull'economia reale. Un contesto che ha prodotto effetti negativi
anche per l'economia bresciana, che ha chiuso il 2008 con una forte contrazione
dell'attività, in particolare nell'industria manifatturiera e delle
costruzioni.
Argomenti:
Crisi
Abstract: un titolo molto forte che paragona
il terremoto alla crisi finanziaria mondiale: «Le case dell'Aquila come i mutui
subprime». In comune tra i due eventi, scrive il giornale vaticano, c'è
«l'economia dei bidoni». Ieri sulle zone colpite dalla scossa è tornato anche
Dario Franceschini, che ha elogiato Bertolaso, ma ha anche chiesto di
cominciare a parlare delle cose che non vanno.
Argomenti:
Crisi
Abstract: le banche concedevano facilmente il
credito, si faceva grande ricorso alla leva finanziaria, era quasi obbligatorio
crescere, e crescere in questo modo. Il gruppo galoppava moltiplicando gli
investimenti. Alcuni di questi si sono rivelati sbagliati, poi la crisi
finanziaria ha fatto il resto e ci siamo trovati con problemi di liquidità».
Argomenti: Crisi
La fiducia Usa supera
l'incubo Lehman Trichet e Tremonti vedono la ripresa
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: secondo il quale i danni della
crisi finanziaria «in termini di perdita di benessere, perdita di abitazioni e
e capacità di contrarre prestiti sono destinati a durare a lungo». LE BORSE che
normalmente anticipano i cicli economici, stanno già reagendo. Se Wall Street
resta contrastata, i listini europei continuano a salire, giorno dopo giorno:
Piazza Affari recupera un altro 1,
La ripresa economica
dipende dall'America ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: italiana continua ad andare male e
gli effetti della crisi finanziaria mondiale si stanno manifestando con estrema
virulenza (crollo del Pil previsto dall'Ocse del 4,3% per l'anno in corso,
riduzione dell'occupazione e aumento della disoccupazione e della cassa
integrazione, irrigidimento del credito bancario e aumento delle sofferenze e
delle insolvenze ai valori più elevati dal 1999)
C'è una cura, si chiama
lavoro ( da "Provincia
Pavese, La" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dovuto alla crisi finanziaria
internazionale e al prezzo di alcune materie prime». La vera cura di cui
l'Italia ha bisogno, secondo l'economista, riconosciuto come uno tra gli 8-10
più importanti del mondo, è legata al tema del lavoro. Serve lavorare meglio,
che più persone lavorino e che aumenti la produttività.
Il 2008 anno nerodelle
assicurazioni ( da "Secolo
XIX, Il" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi dei mercati finanziari ha
colpito pesantemente il settore facendo registrare una robusta frenata della
raccolta premi: si chiude a meno -7,2%, a quota 92 miliardi di euro. Ma non c'è
solo la crisi finanziaria a pesare: si tratta infatti del terzo anno
consecutivo di chiusura in calo per il settore.
Banche, ecco i dati che
non convincono del tutto gli analisti
( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: capacità di tenuta alla crisi
finanziaria. Il mercato vuole vederci chiaro sulla necessità o meno di nuove
capitali, dopo le iniezioni effettuate dai Governi. E dopo i primi risultati
diffusi in settimana da Goldman Sachs e JPMorgan (i dati di Citigroup sono
giunti venerdì, quando questo articolo era già chiuso, mentre i risultati delle
altre banche Usa seguiranno nei prossimi giorni)
Ora i BTp si prendono la
rivincita ( da "Sole
24 Ore, Il (Plus)" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sono i livelli minimi raggiunti
prima della crisi finanziaria (quando il differenziale fra i due titoli si era
ridotto fino a poco più dello 0,1%), ma si tratta lo stesso di un fenomeno da
non sottovalutare. Più affidabile l'Italia o meno solida la Germania? Niente di
tutto questo, perché il movimento riflette più che altro la diminuzione delle
tensioni sui mercati internazionali:
Inglesi imprevidenti
( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: della recente crisi finanziaria,
che ha messo in difficoltà i piani previdenziali del Regno Unito, da sempre
molto esposti sulle azioni. Il deficit del sistema previdenziale, infatti, ha
toccato a fine marzo i 242 miliardi di sterline (271,5 miliardi di euro), 40
più del mese precedente: un rosso amplificato proprio dalla cura messa in campo
dalla Bank of England per far ripartire l'
Quei (falsi) profeti del
mercato ( da "Sole
24 Ore, Il (Plus)" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Quando la crisi finanziaria si è
fatta sentire, gli operatori hanno iniziato a «smontare» le posizioni,
provocando un movimento inverso (cioè un recupero dello yen rispetto a tutte le
altre monete) che è andato avanti almeno fino a un mese fa. Guardare la divisa
giapponese può dunque avere un senso, ma solleva qualche dubbio: chi si muove
prima,
Senza Opa discriminati i
piccoli azionisti Iw Bank ( da "Sole
24 Ore, Il (Plus)" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: non basta la crisi finanziaria che
ha penalizzato soprattutto i titoli bancari; adesso anche la scelta di Ubi
(considerata da alcuni come «presa dall'alto») non tutela gli azionisti di
minoranza che dall'8 aprile scorso sono comunque rappresentati nel Cda di Iw
Bank dal professor Mario Noera (primo candidato di una lista organizzata da
JC&
Dopo Veolia e Michelin si
scaldano i Paesi del Golfo ( da "Sole
24 Ore, Il (Plus)" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: alla carenza di credito causata
dalla crisi finanziaria. Tra le proposte più recenti va annoverata quella di
Veolia Environnement SA – operante nella gestione dei rifiuti, acqua ed energia
– che ha collocato due bond in euro di cui uno decennale da 750 milioni e uno
quinquennale da 1,25 miliardi limando i premi rispettivamente a 330 e 250 punti
base su mid-
Assicurazioni peggio dei
mercati, si salva Jardin LT ( da "Sole
24 Ore, Il (Plus)" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria è passato alle
compagnie dalle banche e gli analisti non sono convinti che il comparto
recuperi terreno nel breve periodo. A preoccupare, per il prossimo futuro, è
anche il ramo danni: si prevede, infatti, una maggiore incidenza del tasso dei
sinistri, perché la contrazione dei volumi e la necessità di fare cassa hanno
spinto verso una maggiore rischiosità della
SARLI (FPS CISL): GRAVE Lâ
ATTEGGIAMENTO DELLâ AIAS POTENZA ( da "Basilicanet.it"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: finalizzato proprio a ricercare
ogni possibile soluzione alla crisi finanziaria di questa Associazione, che
può² determinare numerosi licenziamenti, oltre che il perdurare della
situazione di mancato pagamento degli stipendi. Licenziare in tronco cinque lavoratori,
mentre è¨ aperto un tavolo di confronto per affrontare la crisi aziendale, -
sottolinea Sarli - è¨ un atto gravissimo perché©
Servono almeno 5 mln di
euro ( da "Denaro,
Il" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: situazione in cui il credito sta
subendo una contrazione per la crisi finanziaria e le banche stanno diventando
più selettive nei confronti dei loro clienti, con costi sempre più elevati che
le imprese sociali sostengono per gli oneri finanziari, a causa
dell'allungamento dei tempi di pagamento. Può illustrarci nel dettaglio le
proposte di Gesco che la Regione Campania sta valutando?
Crisi, record di
fallimenti e di concordati ( da "Gazzettino,
Il (Padova)" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sono le aziende più grosse che
cercano di ammortizzare la crisi finanziaria. I giudici del Tribunale civile
stanno curando decine di casi. Alcuni riguardano aziende molto note. Purtroppo
i dati dicono che in questo ultimo periodo una decina di società per azioni e
oltre venti società a responsabilità limitata stanno concordando i debiti con i
creditori.
Bloccati i mutui sulla
prima casa ( da "Gazzettino,
Il (Padova)" del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: indomani delle prime avvisaglie
della crisi finanziaria che dagli Stati Uniti ha successivamente investito i
mercati e l'economia mondiale. In questo contesto, già il 23 giugno 2008 i
sindaci di Borgoricco, Campodarsego, Camposampiero, Loreggia, Massanzago,
Piombino Dese, Santa Giustina in Colle, San Giorgio delle Pertiche,
Trebaseleghe, Villa del Conte,
Argomenti:
Crisi
Abstract: in una situazione alquanto
difficile a causa della crisi finanziaria. Il Tribunale di Catania ha infatti
accordato la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo che rientra
nell'ambito del contenzioso fra l'ente e l'Università di Catania. Si tratta di
una cifra piuttosto cospicua pari ad oltre sette milioni di euro, per la
precisione 7.
Amministrative: accordo
ancora da definire fra Pdl, Mpa e Udc
( da "Sicilia, La"
del 18-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: inserire nella finanziaria alcuni
punti del ddl anti-crisi che sarà poi esaminato successivamente. Tra questi il
fondo per il micro-credito, l'attivazione dei cantieri di lavoro, le
anticipazioni ai Comuni in crisi finanziaria, la norma che prevede la
liquidazione e il commissariamento degli Ato-rifiuti in perdita «ovvero quasi
tutti».
FINALMENTE SE N'è ACCORTA
ANCHE LA SEC. L'AUTORITà DI CONTROLLO DEI MERCATI AMER...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 18-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi della fiducia : le colpe
del rating nel crollo della finanza globale») Pierangelo Dacrema, professore di
economia all'università della Calabria. Dacrema analizza il ruolo centrale
nella crisi finanziaria di chi ha la missione di «dare i voti» ai titoli e a
chi li emette e che avrebbe dovuto guidare e proteggere gli investitori.
( da "Corriere.it"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
il governatore
Rick Perry: «la casa bianca interferisce nella vita dei nostri cittadini» Il
Texas minaccia Washington: secessione La Camera ha approvato una risoluzione
che ordina di «vietare o respingere misure lesive della indipendenza»
WASHINGTON Il Texas, lo stato dei cow boy e di George W. Bush, minaccia la
secessione dal resto dell'America. In Parlamento a Austin, la capitale, la
Camera ha approvato la risoluzione 50 (50 è il numero degli Stati americani),
che ordina di «vietare o respingere» tutte le misure imposte da Washington
«lesive della nostra indipendenza». Secondo la risoluzione, le penali previste
dal governo federale in caso di inadempienza, per esempio il ritiro di
finanziamenti, sono «illegittime». Il pugnace governatore Rick Perry, un repubblicano,
non la ha solo appoggiata, ha anche accusato Washington di «opprimere i texani,
interferendo nella vita dei cittadini e nella conduzione dello Stato». Il
governatore del Texas Rick Perry (Ap) CONFLITTI DI POTERE - Intervistato da una
tv, Perry ha dichiarato che «per il momento non c'è ragione di secedere, ma se
Washington non cessasse le sue intrusioni i texani potrebbero decidere di
farlo». Il governatore ha sostenuto che nel 1845, quando si unì al resto
dell'America, il Texas si riservò il diritto di staccarsene in qualsiasi
momento. In realtà, il diritto non gli fu mai riconosciuto: nel 1861, allo
scoppio della Guerra civile, il Texas si proclamò indipendente, ma quando il
Sud perse venne riassorbito. In America non passa però decennio senza che
qualche Stato minacci la secessione, dall'Alaska al Vermont all'Alabama. Nel
2007 nel Tennessee si svolse persino una «Convention secessionista». Alla
radice del periodico irredentismo c'è il conflitto di
potere tra i 50 Stati dell'Unione e Washington, questa volta aggravato dalla crisi finanziaria ed economica. Perry,
un neocon che vuole essere rieletto nel 2010, ha giocato la carta
dell'autonomia durante i tea parties, i raduni del tè, le dimostrazioni
popolari di protesta contro il fisco e le enormi spese dello Stato. Il
governatore è contrario ad alcuni dei sussidi stanziati da Obama per le banche
e per le imprese in difficoltà, e li ha denunciati come «un'ipoteca sul futuro
dei nostri figli». LEGA AUTONOMISTA - Il messaggio del Texas a Obama, ha detto,
«è: non ficcare il naso nei nostri affari». Sono su posizioni analoghe altri
due governatori repubblicani, Bobby Jindal della Lousiana e Mark Sanford della
Nord Carolina. Nel sud, la cui secessione dal resto dell'America causò la
guerra civile, esiste una «Lega» degli autonomisti. Per alcuni anni inoltre
qualche leader nero, compreso Jesse Jackson, discusse se separare l'America di
colore da quella bianca. Nel nord il movimento non è organizzato, ma si
manifesta nelle forme più bizzarre: anche a New York c'è chi chiede la totale
indipendenza sia dallo Stato sia da Washington. Al Congresso e alla Casa Bianca
tuttavia questi fremiti irredentisti lasciano il tempo che trovano. La legge è
chiara: per separarsi, uno Stato deve ottenere l'autorizzazione degli altri 49.
Ennio Caretto stampa |
( da "Stampa, La" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Franco Bruni IL
BISOGNO DEI CONTROLLI CONTINUA A PAGINA 29Pareva che il terremoto in Abruzzo
fosse una fortuna per gli uomini politici. Scartata l'idea che si potesse
prevedere, era cosa di cui non avevano colpa, mentre ogni loro attenzione per i
disastrati portava consenso. Dopodiché è emerso con impressionante evidenza,
come in precedenti «disastri naturali», che i costi e i dolori sarebbero stati
molto minori se si fosse verificata l'applicazione di criteri di costruzione e
manutenzione corretti e adatti alla zona. L'insufficienza di controlli riguarda
quasi tutto il territorio italiano. Il rapporto fra politica e terremoto è
stato puntualizzato con bruciante candore da Bertolaso al telegiornale: la
prevenzione non porta voti mentre la sollecitudine dei politici per i
disastrati può portarne. È una considerazione che dovrebbe stimolare esami di
coscienza degli elettori, oltre che degli eletti. Lo sforzo
di entrambi può far sì che dal terremoto, come dalla crisi
finanziaria, esca un rapporto più pulito e trasparente
fra la politica e i sistemi di controllo che la responsabilizzano. Vicino a
dove abito c'è un bar, che prende l'angolo di una piazza trafficata, svincolo
cruciale delle vie d'attorno. Sempre doppia e tripla fila di macchine in
sosta vietata, spesso breve ma molto dannosa: visibilità ostruita per chi
svolta, strisce pedonali coperte, code e rallentamenti bruschi. Mai un vigile.
Quando vedo il disordine assurdo, cancerogeno, costoso e pericoloso del
traffico di Milano mi domando perché sorprendersi del disastro dell'Aquila e di
quello dei subprime. Se l'organizzazione e la cultura civiche non riescono a
controllare il traffico milanese e resistere alle pressioni dei negozianti,
come si può pensare che siano sufficienti per controllare il traffico finanziario
ed edilizio e resistere alle pressioni dei banchieri e dei costruttori? C'è
trascuratezza, resa, fallimento dei controlli, che la politica esercita con
debolezza e i cittadini chiedono solo sottovoce. Ne derivano costi enormi per
la collettività, che i singoli non avvertono abbastanza per organizzarsi e
ottenere le verifiche che li tutelano. Evasione fiscale e incidenti sul lavoro
L'Italia ha disperato bisogno di controlli, dappertutto. Ha bisogno di cultura
dei controlli. Se avessimo sistemi di sorveglianza adeguati risolveremmo i
principali problemi del Paese. È ovvio che la mafia è la massima nemica dei
buoni controlli. Ma basta pensare all'evasione fiscale, agli incidenti sul
lavoro, all'efficienza dei servizi pubblici. Il rigore dei controlli risolve
anche il dilemma fra Stato e mercato, fra pubblico e privato. Con la giusta
sorveglianza i mercati e l'iniziativa privata operano a favore dell'interesse
pubblico. La speculazione finanziaria può essere
produttiva e stabilizzante. L'iniziativa edilizia può contare su norme certe
per sviluppare piani a lungo termine senza spendere tempo e soldi in rapporti
opachi con la politica. La qualità delle verifiche, come quella delle leggi di
cui controllare l'applicazione, serve a limitarne la quantità. Cultura dei
controlli non significa dirigismo. Non occorre soffocare l'economia con
un'infinita rete di richieste di adempimenti formali che non controllano nulla
e sono fatti apposta per essere aggirati e dimenticati: basta essere precisi e
severissimi su pochi punti. Precisi, severi, ma anche intelligenti e capaci di
presentare i controlli come un servizio pubblico, non un taglieggiamento dei
controllati. Perciò chi sorveglia deve essere professionale e ben remunerato,
con gli incentivi per agire in modo da minimizzare le infrazioni piuttosto che
massimizzare le punizioni. Spendere di più per avere controlli di alta qualità
significa spendere di meno per i costi delle verifiche inadeguate. Opinione
pubblica e trasparenza La questione della qualità dei vigili urbani, degli
ispettori del lavoro, dei supervisori della finanza, dei tutori dell'integrità
territoriale, e via dicendo, è parte dell'antico problema di chi controlla i
controllori. Le istituzioni di controllo, per essere a loro volta controllate
nel modo giusto e non influenzate scorrettamente, devono avere molta
indipendenza dai politici che fanno le leggi di cui sorvegliare l'applicazione.
Indipendenza significa anche dotazione non occasionale di mezzi e poteri
adeguati per il loro lavoro e un ben studiato rapporto con la magistratura.
Dalla politica le istituzioni di controllo devono ricevere un mandato e alla
politica, meglio se al Parlamento che controlla anche il governo, devono
rispondere con i risultati della loro azione. Risultati misurati oggettivamente,
confrontati con gli obiettivi assegnati, comunicati all'opinione pubblica in
modo diffuso e trasparente. I vigili urbani vanno giudicati con indici della
qualità del traffico che ottengono, non dalle multe che incassano; la vigilanza
finanziaria con misure della stabilità e dalla
trasparenza dei mercati del credito, non dalle formalità che impone e dalle
sanzioni che commina. Quanto al territorio, a partire da quello d'Abruzzo, si
vorrebbe al più presto un rendiconto puntuale, dettagliato, facilmente
disponibile per tutti sul web, sull'evolvere del grado di convergenza fra le
norme che lo tutelano e lo stato di fatto. franco.bruni@unibocconi.it
( da "Trentino" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Frena la corsa
dell'inflazione: +0,3% I sindacati in coro: «Tutta colpa della contrazione dei
consumi» JACOPO TOMASI TRENTO. Frena la corsa dell'inflazione in Trentino. A
marzo è aumentata dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2008, rimanendo
invariata rispetto al febbraio 2009. Un rallentamento significativo se si pensa
che nell'estate dell'anno scorso galoppava attorno al 4%. Il dato nazionale,
invece, parla di un aumento dell'1% rispetto al marzo 2008. Fredde però le
reazioni dei sindacati: il timore è che questo rallentamento sia dovuto, più
che ad un calo dei prezzi, ad una riduzione dei consumi figlia della crisi. A Trento l'effetto della frenata dell'inflazione lo
si è sentito soprattutto sui settori delle comunicazioni (-3,5%), ricreazione e
cultura (-1,3%) e abbigliamento-calzature (-0,9%). Nel complesso la variazione
rispetto al marzo 2008 è stata di un più 0,3%, dato che porta l'inflazione ai
minimi storici almeno dall'inizio dell'anno scorso. Questo rallentamento, però,
non scalda particolarmente i sindacati, che commentano con una certa freddezza
la notizia. Paolo Burli, segretario generale della Cgil del Trentino, è il più
cauto. «L'inflazione bassa, a prima vista, dovrebbe essere accolta
positivamente, ma bisogna capire cosa influisca veramente su questo calo. A mio
avviso questo dato può essere ingannevole e poco rassicurante per due motivi.
Da una parte perché il calo non lo si è registrato sui prezzi dei beni di prima
necessità, come pane e pasta, che sono restati alti, ma su prodotti di altro
tipo, come l'hi-tech, con ripercussioni meno significative sulle tasche delle
famiglie. Inoltre, questo calo dell'inflazione sembra anche essere figlio di
una contrazione dei consumi dovuto alla crisi finanziaria globale». Insomma, per
avere un'inflazione più reale sarebbe importante avere un paniere che contempli
solo i beni di prima necessità. Meno negativo di Burli è Lorenzo Pomini,
segretario generale della Cisl trentina. «L'inflazione bassa può fare bene alle
tasche delle famiglie e al costo della vita perché significa mutui più bassi da
pagare, prezzi contenuti e un minore debito pubblico a livello
nazionale. Bisogna stare attenti, però, perché in questo momento di crisi il calo dell'inflazione potrebbe essere causato anche
da una riduzione dei consumi da parte delle famiglie, che tendono ad acquistare
meno, e questo potrebbe portare ad un pericolo deflazione». Infine, Pomini pone
l'accento sul nuovo accordo siglato da Cisl e Uil. «Ora per rinnovare i
contratti ci si baserà su un dato dell'inflazione europeo pari al 2,5% e questo
significa che, con un'inflazione bassa in Italia, con questo sistema i
lavoratori potranno recuperare qualcosa in busta paga». Ermanno Monari, leader
della Uil provinciale, pensa che «forse i commercianti si sono dati una calmata
e hanno iniziato a ritoccare meno i prezzi verso l'alto. In ogni caso, se in
condizioni normali l'inflazione bassa può essere piacevole, in una situazione
come questa, con la crisi economica, c'è il rischio
che la frenata sia dovuta ad una contestuale riduzione dei consumi. Inoltre,
non ci si deve dimenticare che i salari sono ancora troppo bassi e questo
significa che la capacità di spesa dei lavoratori trentini è sicuramente in
sofferenza».
( da "Stampa, La" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
FOSSANO. CON
DELEGAZIONE POLACCA Esperti a confronto sull'Europa e la crisi [FIRMA]WALTER
LAMBERTI FOSSANO Non soltanto momenti di festa e folklore a fare da corollario
al soggiorno della delegazione polacca di Dlugoleka a Fossano per la firma del
gemellaggio prevista per domani, ma anche occasioni di confronto sul
significato dell'essere cittadini europei. Ieri pomeriggio si è tenuta una
tavola rotonda che ha avuto come fulcro il ruolo dell'Europa e la sua funzione
in questo particolare frangente di crisi planetaria. Dopo il saluto del sindaco
Francesco Balocco, Gianni Martini de «La Stampa» ha sollecitato gli interventi
di Franco Chittolina, esperto di politiche comunitarie, Alfonso Sabatino,
segretario regionale Aiccre, e l'europarlamentare Gianluca Susta. Per quali
ragioni ha senso in un momento come questo, con fabbriche che chiudono,
disoccupazione, deflazione, sistema bancario in crisi, essere europeisti?
Ovvero: l'Europa da risposte, può darle, per superare la crisi? Chittolina:
«L'Europa può essere una risposta se lo vuole. Lo può fare perché ha i numeri e
con il suo mezzo miliardo di cittadini è il primo attore commerciale del mondo
anche prima degli Stati Uniti. Ma sarebbe ancor più forte con un euro di 27
Paesi e non solo di 16». Insomma, la forza sta nell'unione
che deve andare oltre al protezionismo e ai singoli interessi dei vari Stati. Sabatini ha rimarcato
l'importanza di una moneta internazionale forte, ora che è stata dimostrata
l'inadeguatezza del dollaro. «Se l'Europa ha ancora dei lati deboli lo si deve
alla sua incompiutezza - ha aggiunto Susta -. Non è vero che l'Europa
non sta facendo nulla per la crisi. In Italia per la crisi ha fatto più del
Governo nazionale per il sostegno ai lavoratori. Il problema vero tuttavia non
è solo rispondere alle esigenze dell'oggi, ma creare i presupposti, investendo,
per avere uno sviluppo vero nel momento della ripresa". Oggi continuano
gli incontri e le visite per la delegazione polacca. Domani alle 18 al castello
la firma del gemellaggio.
( da "Stampa, La" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
VERBANIA.ASSEMBLEA
DEI SOCI APPROVA IL BILANCIO 2008 "Banca Intra è in crescita e il rilancio
sfida la crisi" Nominati nuovi consiglieri: Viganò al posto di Marini
[FIRMA]SERGIO RONCHI VERBANIA L'utile netto in crescita del 70,5 per cento (da
15,21 a 25,94 milioni di euro) è l'elemento di maggior spicco del bilancio 2008
della Banca Popolare di Intra, che l'assemblea dei soci ha approvato mercoledì
sera stabilendo anche l'erogazione di un dividendo di 0,35 euro per azione. «Il
documento evidenzia la buona salute dell'istituto e conferma ulteriormente il
suo rilancio», commenta il direttore generale Mosè Fagiani. «Il ruolo di banca
locale a servizio del territorio - aggiunge - è stato evidenziato da
un'attività concentrata nel sostegno a famiglie e piccole e medie imprese delle
zone in cui operiamo, in perfetta sintonia con le politiche della capogruppo
Veneto Banca Holding. Razionalizzazione della struttura e rafforzamento
dell'attività commerciale hanno dato risultati incoraggianti, che consentono di
guardare al futuro con fiducia nonostante la crisi in corso». Altri dati
significativi del trascorso esercizio sono l'aumento dei crediti verso la
clientela (+12,7 per cento, da 3,14 a 3,54 miliardi di euro) e della raccolta
diretta (+4,2 per cento, da 3,35 a 3,49 miliardi di euro). Sulla flessione di
2,2 punti percentuali della raccolta indiretta si riflette
invece l'andamento negativo dei mercati finanziari. Anche il presidente di Bpi, Luigi Fumagalli, sottolinea i buoni
fondamentali dell'istituto, la crescita su basi solide e la buona liquidità.
Elementi positivi di valutazione derivano altresì dalla crescita del numero di
filiali e di dipendenti. In seguito alla incorporazione nella rete
commerciale delle filiali della Banca Popolare di Monza e Brianza e della Banca
di Bergamo, parti del Gruppo Veneto Banca, gli sportelli di Piemonte e
Lombardia sono saliti a 127: e nella prospettiva di un sempre migliore servizio
per il Nordovest, si punta ad una ulteriore crescita non solo in queste
regioni, ma anche in Liguria. L'assemblea ha provveduto anche alla nomina di
nuovi consiglieri. Al compianto Giuliano Marini, l'imprenditore ossolano morto
nella sciagura aerea e ai dimissionari Diego Carraro e Roberto d'Imperio
subentrano Claudio Carlo Viganò, presidente di Banca Popolare di Monza e
Brianza, in rappresentanza dell'area brianzola, e i bergamaschi Angelo Radici,
imprenditore e Gianfranco Cerruti, commercialista, già consiglieri della Banca
di Bergamo, in rappresentanza dell'area orobica. Roberto d'Imperio è stato nominato
presidente del collegio sindacale, con la conferma dei sindaci effettivi
Roberto Bussi e Riccardo Petroni e dei supplenti Stefano Bertarelli e Antonio
Prino. Intanto è annunciata l'assemblea dei soci di Veneto Banca Holding per
sabato 18 alle ore 9 presso Villa Spineda Gasparini Loredan a Volpago del
Montello. All'ordine del giorno la presentazione del bilancio e la nomina di
quattro amministratori.
( da "Stampa, La" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Probabilmente, il
bilancio del Regno Unito che sarà pubblicato settimana prossima sarà deludente.
Con un disavanzo pubblico destinato a esplodere forse fino al 12% del Pil e un
debito che sta salendo verso il 100% del Pil, è necessario un piano credibile a
medio termine per mettere sotto controllo le finanze pubbliche. Ma un governo
che difficilmente durerà oltre il prossimo anno non è ben piazzato per
realizzare questo obiettivo. Deve, tuttavia, cercare di fare del suo meglio. Le
finanze pubbliche stanno peggiorando in modo allarmante. Questo è solo in
minima parte dovuto agli intenzionali incentivi fiscali annunciati lo scorso
novembre da Alistair Darling, il Cancelliere dello Scacchiere. Ci sono tre
fattori più importanti. In primo luogo, il forte rallentamento ciclico sta
tagliando le entrate fiscali, rendendo necessario un aumento della spesa in
sussidi di disoccupazione. In secondo luogo, la City finanziaria
è stata notevolmente danneggiata ed è improbabile che si riprenda rapidamente.
Terzo: il governo ha dovuto impiegare molto denaro per salvare Royal Bank of
Scotland e Lloyds. Lo scorso novembre, il governo prevedeva un disavanzo del
corrente anno finanziario pari all'8% del Pil - e un
rapporto debito/Pil in rialzo al 57% negli anni 2013-2014. Dopo alcuni mesi
queste cifre sono diventate del tutto illusorie. Secondo alcune stime il
disavanzo di quest'anno è previsto al 10,4% e il rapporto debito/Pil al 74% e
ancora in aumento nel 2015 e 2016. L'economia potrebbe scendere del 2,9% ma
dovrebbe poi aumenterà in media del 3,2% nei prossimi sei anni. Questa
previsione non sembra probabile, visto che il settore delle famiglie dovrà
lavorare per i prossimi anni per pagare i debiti. Se si calcola una crescita
più modesta e si effettua una rettifica per possibili perdite in base al
programma di salvataggio delle banche, il debito potrebbe arrivare facilmente
vicino al 100% del Pil. C'è il rischio che gli investitori
internazionali si spaventino se tutto quello che vedono è un mare di dati
negativi che si estende all'infinito. Al momento, il governo mantiene in gran
parte la fiducia dei mercati finanziari. Ma tutto questo non si può dare per scontato. \
( da "Finanza e Mercati"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Bulgari chiuderà
tre mesi in perdita da Finanza&Mercati del 17-04-2009 Dopo dieci anni
Bulgari chiuderà il primo trimestre in perdita. «Ma già nel secondo -
sottolinea l'ad Francesco Trapani - la situazione è destinata a migliorare». Il
dato è emerso ieri, nel corso dell'assemblea degli azionisti per l'approvazione
del bilancio 2008, che ha dato il via libera anche all'acquisto ed alla vendita
di azioni proprie anche attraverso l'utilizzo di strumenti finanziari (put e
call option). Quali saranno i driver che assicureranno il recupero per il
gruppo? «La ripresa delle vendite all'ingrosso - puntualizza Trapani - e avremo a disposizione una base di confronto migliore rispetto
al primo semestre del 2009, quando la crisi
finanziaria ancora non si era fatta sentire». Quanto
a eventuali operazioni straordinarie, Bulgari non intende essere né predatore
né preda. «Quando ci sarà la ripresa - spiega il manager - qualche grande
gruppo potrebbe acquistare qualche piccolo in difficoltà. Sicuramente
non saremo venditori e non possiamo considerarci neppure grandi accentratori».
Nel quartier generale della società, intanto, per affrontare la crisi dei consumi, hanno messo a punto una politica di
riduzione dei costi che determinerà, già quest'anno, una significativa
riduzione del personale che verrà realizzata principalmente attraverso il
blocco del turn over. In più, tra le misure che Bulgari sta implementando da
inizio anno, c'è anche la ristrutturazione della rete distributiva. «Per il
2009 - spiega il manager - prevediamo l'apertura di 10 nuovi negozi, ma allo
stesso tempo prevediamo di chiuderne anche un certo numero». Per l'anno in
corso Trapani ha anche annunciato che non ci saranno aumenti dei prezzi, a
eccezione degli aumenti già scattati per la profumeria dal primo gennaio del
2009. Unica eccezione potrebbe essere quella dei paesi le cui valute sono state
soggette a forti fluttuazioni negli ultimi mesi. Le dichiarazioni di Trapani
hanno dato la spinta al titolo che ieri a Piazza Affari ha chiuso con un rialzo
del 5,3% a 4,02 euro.
( da "Cittadino, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Fmi, caute
previsioni: «Dopo la recessione la ripresa sarà lenta» n La recessione sarà
lunga e severa, con una ripresa lenta che partirà dalle economie avanzate: per
fare fronte alla situazione servono politiche monetarie, fiscali e di budget
coordinate. «Le politiche macroeconomiche possono giocare un ruolo importante
nell'attuare la recessione e favorire la ripresa».Essenziale è, «come ci
insegnano le esperienze passate», ripristinare fiducia sui mercati finanziari.
Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) torna a ribadire l'invito ad agire e a
farlo in modo coordinato, e fissa a grandi linee in almeno due anni la durata
delle recessioni causate dal mix crisi finanziarie e
rallentamento economico globale.«Per rivedere i livelli
produttivi ante crisi
serviranno poi almeno tre anni e mezzo» spiega il Fondo nei capitoli analitici
del World Economic Outlook, che sarà diffuso in occasione dell'assemblea di
primavera la prossima settimana.«Le analisi suggeriscono che una crisi finanziaria e un rallentamento
globale sincronizzato insieme si traducono in una recessione insolitamente
severa e lunga.Una combinazione come questa è rara e per questo è
necessario evitare conclusioni affrettate. Il fatto che l'attuale rallentamento
sia altamente sincronizzato e associato a una profonda crisi
finanziaria suggerisce che probabilmente sarà duraturo e con una ripresa
più debole della media», afferma il Fmi constatando come «le recessioni
globalmente sincronizzate sono più lunghe e profonde delle altre. La durata di
tali recessioni è in media una volta e mezzo superiore alla durata tipica di
una recessione». In ogni caso fare previsioni è difficile perché - osserva il
capo economista del Fmi Olivier Blanchard - «questa recessione ha
caratteristiche uniche». Le successive riprese sono «di solito lente,
caratterizzate da una debole domanda esterna, soprattutto se anche gli Stati
Uniti sono in recessione: durante le recessioni del 1975 e del 1980 il calo
accentuato delle importazioni statunitensi ha contribuito a una notevole contrazione
del commercio mondiale». Per capire comunque quanto durerà una recessione
bisogna determinare il momento in cui è partita paese per paese: negli Usa ha
avuto inizio - spiega Marco Terrones dell'ufficio studi del Fondo nel corso di
una conferenza stampa - nel giugno 2008. Una data quindi diversa da quella
fissata dal National Bureau of Economic Research (Nber), l'istituto di ricerca
economica incaricato di misurare i cicli economici statunitensi, secondo cui la
recessione negli Usa è iniziata nel dicembre 2007. La discrepanza con il Fmi -
spiega l'istituto di Washington - è legata ai diversi parametri utilizzati per
misurare il ciclo.Il Fondo invita comunque alla cautela nel valutare le
previsioni, in quanto «esclusa l'attuale recessione» dal 1960 a oggi «ce ne
sono quindici» che possono «essere associate a crisi
finanziarie, con tre episodi di recessione globale: 1975, 1980 e 1992»: «eventi
del genere sono stati quindi rari e per questo le previsioni vanno prese con
cautela», vanno «evitate conclusioni affrettate».(Ansa)
( da "Nuova Venezia, La"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il titolo cede il
14,6%. Soave: nessun problema Il revisore non firma Crollo a Piazza Affari
VICENZA. «Il mondo è cambiato». Zeno Soave (nella foto) ceo di Socotherm
raggiunto ieri a Houston ha esordito così alla notizia che in Italia il titolo
della sua società colava a picco (-14,63%) a seguito della notizia che la
società di revisione dichiarava di non essere in grado di esprimere un giudizio
sul bilancio. I numeri sono, per la prima volta dalla quotazione di Socotherm,
in rosso, i ricavi consolidati scendono a 266,2 milioni rispetto ai 304,4
milioni del 2007, a parità di perimetro e la perdita netta è per 96,4 milioni.
«Il nostro bilancio verrà certificato, non esiste nessun problema, abbiamo il
portafoglio gonfio di ordini e stiamo lavorando come sempre - dice Soave - ma
le società di revisione oggi finché non hanno il pezzo di carta non esprimono
giudizi. Noi attendiamo il waiver (rinuncia) di rientro del debito dalle
banche, stiamo negoziando. Penso che nel giro di un paio di mesi dovremmo
riuscire a raggiungere un accordo». Quest'anno Socotherm compie 150 anni,
un'azienda che è nata prima del Regno d'Italia non ha timore di quelle che
Soave chiama "formalità", «è cambiato tutto dice, fino a ieri se non
ti indebitavi facevi ridere. Abbiamo ripulito il nostro bilancio, svalutando le
attività che davano problemi. In tutto 51,6 milioni di svalutazioni e
accantonamenti straordinari eseguiti con il programma di ristrutturazione».
Soave ricorda come si siano venuti a sommare diversi problemi: da quelli di natura
politica della Nigeria in cui Socotherm ha importanti attività, ai problemi
legati al Dolfin Project in Qatar, un appalto milionario per cui Socotherm ha
aperto un procedimento arbitrale nei confronti di Saipem per recuperare
quattrini persi che dovrebbe chiudersi il 21 del mese. Infine
la terribile crisi finanziaria mondiale che è arrivata ad ingarbugliare un quadro già
complesso. Ma Soave è uomo che non si lascia intimorire, «le banche
preferiscono che ci concentriamo sul core business e questo stiamo facendo,
stiamo vendendo asset come il teleriscaldamento e la vecchia divisione di
manutenzione della pavimentazione stradale, su cui abbiamo anche un
brevetto per il recupero in sito del manto stradale, che interessa a una
società indiana». Per il teleriscaldamento Socotherm vanta una concessione
ventennale per la municipalità di Urumqi, in Cina. Infine c'è la partita per
individuare un socio finanziario e nulla esclude che questo possa essere il
partner di sempre, la multinazionale numero uno al mondo nel settore delle
tubature, Tenaris. (Roberta Paolini)
( da "Arena, L'" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Venerdì 17 Aprile
2009 CRONACA Pagina 16 VATICANO ED ECONOMIA. Pomeriggio in città per il
«ministro» che si occupa delle tematiche sociali. Illuminante quanto scritto
dopo la crisi del '29 da Papa Pio XI «Il crollo
dell'economia nasce dal deficit di valori» Monsignor Crepaldi: «La finanza sia
un mezzo, e non un fine, al servizio della comunità» «Se i signori della
finanza avessero fatto tesoro del messaggio della Chiesa non saremmo al
"patatrac" economico in cui ci troviamo ora». A sostenerlo è monsignor
Giampaolo Crepaldi, «ministro» Vaticano per le tematiche sociali che ieri
pomeriggio era a Verona per parlare della crisi
economica secondo la visione della Chiesa. «Difficile trovare un modo per
uscire da questa crisi», spiega il religioso, «quello
che però è necessario fare è definirne i contorni precisi e comprenderne le
origini». Secondo Crepaldi la crisi
finanziaria ed economica attuale è nata da «un
deficit di valori». Ed è proprio qui, spiega, «che entra in gioco la Chiesa
perché senza valori anche l'economia crolla. Questi accadimenti mostrano
infatti come l'etica non vada a bloccare il buon andamento dell'economia, ma al
contrario ne favorisca la crescita e la stabilità». E aggiunge: «Per
molto tempo i discorsi della Chiesa sono stati tenuti in disparte perché
ritenuti moralistici, mentre oggi si rivelano assolutamente necessari e non
accessori». Monsignor Crepaldi rievoca poi l'enciclica Quadragesimus annus di
Papa Pio XI del 1931, che seguiva la grande crisi del
1929, con la quale denunciava una scellerata attività finanziaria
individuando alcune cause della recessione. «Le parole di Papa Pio XI sono
ancora attuali e mostrano come il pensiero della Chiesa sia molto
lungimirante», dice monsignor Crepaldi, «egli segnalava tra le cause la
bramosia dei facili guadagni e sottolineava la responsabilità dei legislatori
nel far operare il mercato al di fuori di ogni regola, e infine delineava una
dimensione etico-culturale della crisi che aveva fatto
nascere una scienza economica separata dalla legge morale conducendo a
"lasciare libero il freno delle passioni umane"». Parole
evidentemente cadute inascoltate quelle di Pio XI se oggi il problema si
ripropone. Infatti il religioso dice: «Si dice che la storia è maestra di vita,
ma l'uomo ha la tendenza a dimenticare soprattutto la fondamentale distinzione
tra i fini e i mezzi». E precisa: «La finanza è mezzo, non fine e deve essere
al servizio dell'economia reale, così come il mercato. La Chiesa non è contro
il mercato, ma contro l'idea che ne fa un idolo da adorare. La Chiesa
stigmatizza la massimizzazione del profitto contrapponendo i principi, distinti
ma inscindibili, di solidarietà e sussidiarietà che, di fatto, ricompongono il
quadro corretto tra mezzi e fini». Insomma, per riportare equilibrio
nell'economia mondiale, secondo monsignor Crepaldi, «non bastano strumenti
tecnici ma investimenti di carattere educativo etico e culturale». E nella sua
analisi, l'esponente del Vaticano ritiene anche che «quando l'economia di una
nazione è in crisi, bisogna seriamente interrogarsi
sulla produttività del lavoro negli enti pubblici». E precisa: «Soprattutto in
Italia, vi è questa cattiva abitudine di mettersi nel pubblico impiego per
trovare sicurezza e non per essere veramente al servizio della cittadinanza. Da
vent'anni assisto agli sforzi di tutti i governi di riformare la pubblica
amministrazione senza trovare soluzioni adeguate, ma ora più che mai è
necessario che anche l'impiego pubblico si modifichi perché la società è
cambiata ed è necessario investire di più nella formazione». E conclude: «Una
delle cause della crisi è stata la cosiddetta
"speculazione sulla speranza". E' giusto dare speranza, ma bisogna
cercare autentici motivi di speranza. Molti ritengono che la crisi
abbia messo in evidenza il crollo di un modello e propongono in alternativa la
decrescita e il non sviluppo». «La Chiesa però è contraria e ritiene che la
speranza nascedalla capacità di correggere gli errori e riprendere in mano le
redini dello sviluppo, modificando le distorsioni del sistema finanziario. Per
questo, dopo il "tutto mercato", ora si pensa al "tutto
Stato", ma le due posizioni estremiste non concordano con l'idea di grande
equilibrio della Chiesa che vuole protagonisti il mercato, lo Stato e
l'iniziativa civile in una cornice etica di solidarietà e sussidiarietà».
( da "Arena, L'" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Venerdì 17 Aprile
2009 ECONOMIA Pagina 35 CRISI E RICETTE. Gli analisti del Fondo Monetario:
oltre 3 anni per tornare ai livelli di prima Fmi: recessione lunga e poi
ripresa lenta WASHINGTON La recessione sarà lunga e severa, con una ripresa
lenta che partirà dalle economie avanzate: per far fronte alla situazione
servono politiche monetarie, fiscali e di budget coordinate. «Le politiche
macroeconomiche possono giocare un ruolo importante nell'attuare la recessione
e favorire la ripresa». Essenziale è, «come ci insegnano le esperienze
passate», ripristinare fiducia sui mercati finanziari. Il Fondo Monetario
Internazionale (Fmi) torna a ribadire l'invito ad agire e a farlo in modo
coordinato, e fissa a grandi linee in almeno due anni la durata delle recessioni
causate dal mix crisi finanziarie e rallentamento
economico globale. «Per rivedere i livelli produttivi ante crisi serviranno poi almeno tre anni e
mezzo» spiega il Fondo nei capitoli analitici del World Economic Outlook, che
sarà diffuso in occasione dell'assemblea dela prossima settimana. «Le analisi
suggeriscono che una crisi finanziaria e un rallentamento globale sincronizzato insieme si traducono in
una recessione insolitamente severa e lunga. Una combinazione come
questa è rara e per questo è necessario evitare conclusioni affrettate. Il
fatto che l'attuale rallentamento sia altamente sincronizzato e associato a una
profonda crisi finanziaria suggerisce che
probabilmente sarà duraturo e con una ripresa più debole della media», afferma
il Fmi constatando come «le recessioni globalmente sincronizzate sono più
lunghe e profonde delle altre. La durata di tali recessioni è in media una
volta e mezzo superiore alla durata tipica di una recessione». In ogni caso
fare previsioni è difficile perché, osserva il capo economista del Fmi Olivier
Blanchard, «questa recessione ha caratteristiche uniche». Le successive riprese
sono «di solito lente, caratterizzate da una debole domanda esterna,
soprattutto se anche gli Stati Uniti sono in recessione». Per capire comunque
quanto durerà una recessione bisogna determinare il momento in cui è partita
paese per paese: negli Usa ha avuto inizio - spiega Marco E. Terrones
dell'ufficio studi del Fondo nel corso di una conferenza stampa - nel giugno
2008. Una data quindi diversa da quella fissata dal National Bureau of Economic
Research (Nber), l'istituto di ricerca economica incaricato di misurare i cicli
economici statunitensi, secondo cui la recessione negli Usa è iniziata nel
dicembre 2007.
( da "Arena, L'" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Venerdì 17 Aprile
2009 ECONOMIA Pagina 37 ASSICURAZIONI. I vertici della società (l'ad
Mazzucchelli e il presidente Bedoni) hanno commentato i conti 2008 in un
convegno organizzato dall'associazione Asscat «Cattolica recupera efficienza» E
Giacomo Vaciago: «Il modello cooperativo può diventare un correttivo degli
eccessi finanziari» «Il momento è difficile, ma le grandi operazioni di
recupero dell'efficienza finanziaria e operativa
consentono di guardare con ottimismo al 2009». Parole serene, quelle del direttore
generale di Cattolica, Giovan Battista Mazzucchelli, intervenuto ieri
all'auditorium Bisoffi in occasione dell'annuale incontro dell'Asscat,
l'associazione che raggruppa circa 300 soci del gruppo assicurativo. Numerosi
sono i motivi di ottimismo del top management di Cattolica. «Nonostante tutto
siamo riusciti a rispettare la grande parte dei punti fermi del piano
industriale del gennaio 2008, che pure non prevedeva quanto accaduto negli
ultimi dodici mesi», ha proseguito. «Ad iniziare dal netto miglioramento del
combined ratio, l'indicatore per eccellenza della performance tecnica dei rami
danni delle compagnie. Nel 2008 è sceso dal 105,7% del 2007 al 99,1%. Significa
aver speso 99 per guadagnare 100. È un dato che pone Cattolica in testa
rispetto alle performance di tutti i diretti competitor che hanno indici in
peggioramento. I dati del 2008 confermano poi la forte solidità patrimoniale e
l'elevato margine di solvibilità del gruppo. Infine, il rapporto tra sinistri a
premi è in netto miglioramento, Migliora anche quello del ramo auto dal 83,5%
al 78,9%». Per Mazzucchelli non mancano però i punti di debolezza. Tra questi
il notevole assestamento della raccolta premi del settore auto (-10%), dovuta
ad una «necessaria pulizia di portafoglio in aree geografiche critiche e alla
grande competizione sulle tariffe praticate da compagnie concorrenti che hanno
venduto addirittura sottocosto». Il numero degli assicurati è sceso qui dal
milione e 920 mila del settembre 2006 al milione e 700 mila dello scorso febbraio,
pur con una tendenza alla risalita evidenziata negli ultimi due mesi. Per il
presidente Paolo Bedoni «il bilancio comunque in utile di oltre 20 milioni
acquista ancor più valore se consideriamo la totale assenza di aiuti o
agevolazioni di qualsiasi tipo. Alle ombre finanziarie si contrappone la luce
del recupero di efficienza. In più la scelta di non distribuire il dividendo ma
di assegnare azioni gratuite ai soci va nella direzione della tutela della
solidità del gruppo e a sostegno del processo di crescita, anche del valore del
titolo (che ieri ha chiuso alle soglie dei 23 euro segnando un +6,5%, ndr)».
All'incontro ha preso parte anche Giacomo Vaciago, ordinario di politica
economica all'Università Cattolica e noto editorialista. Dopo
aver ricostruito le tappe di una crisi finanziaria e industriale «tanto grave perché a lungo trascurata e tamponata
solo a disastro avvenuto», Vaciago ha invitato alla riscoperta del sistema
cooperativo come correttivo degli eccessi finanziari nonché come modello competitivo
per l'intero sistema Paese. AL.AZ.
( da "Unita, L'" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Dietro il sistema
dei subprime non c'è né una bolla né un eccesso di avidità, ma un meccanismo
razionale sostenuto da aspettative euforiche sull'andamento futuro dei prezzi
immobiliari. Ed è questo forse l'unico elemento effettivamente non razionale.
Quando i prezzi sono crollati contemporaneamente in tutti gli Stati Uniti, si è
verificata la realizzazione di un rischio aggregato, come tale non
diversificabile. Travolgendo le compagnie assicurative che garantivano il
funzionamento di tutto il meccanismo. E che per lo stesso motivo sono poi state
salvate. Supponete di essere un cantante proprietario dei diritti su un famoso
brano musicale di qualche anno fa. Supponete di essere un po' in declino, di
fama ed economico, e di avere bisogno di liquidità: sareste un individuo ideale
per attivare un processo di asset-backed securitization (Abs). In altre parole:
vi indebitate e garantite di ripagare il debito con il flusso futuro di entrate
derivanti dalle royalties. Niente di più utile quindi: il cosiddetto processo
di Abs permette di trasformare un asset "illiquido" (i vostre diritti
sono difficili da vendere direttamente) in una disponibilità ampia e immediata
di liquidità. Se voi foste un creditore, prestereste soldi al cantante, magari
se questo cantante è Michael Jackson? Credo di sì: le royalties sui suoi
successi sono una garanzia. Banche, assicurazioni e famiglie Sostituite ora il
cantante con la banca A, che ha bisogno di fondi o che semplicemente vuole fare
profitti. E sostituite le royalties con il flusso futuro atteso delle rate di
un mutuo immobiliare. La banca A estende un mutuo contemporaneamente a cento
famiglie, di diversa rischiosità. Quindi bussa alla porta della banca B per
chiedere un prestito, e garantisce il prestito con il flusso futuro atteso
delle rate dei mutui. Si attiva una particolare forma di Abs chiamata Mbs,
mortage-backed security. Anche in questo caso asset illiquidi (i mutui) sono
sintetizzati in modo da trasformarsi in liquidità immediata per la banca, che a
sua volta serve per finanziare investimenti delle imprese, o per estendere
nuovi crediti ad altre famiglie. In alternativa, la banca A può semplicemente
vendere questo titolo alla banca B. Il tutto sembra una buona idea, sia per la
banca A, che per le famiglie che riescono a comprarsi una casa. Ma a due
condizioni. Primo, che il gruppo di famiglie sia sufficientemente diversificato
nel rischio: nel gruppo non ci devono essere caratteristiche troppo simili che
potrebbero portare tutte le famiglie a fallire contemporaneamente. Esempio
estremo: tutte le famiglie vivono nella stessa città colpita dalla chiusura di
una azienda. Secondo, che esista una certa fiducia nel fatto che il valore di
questi asset - i mutui e quindi le case sottostanti - continui a crescere nel
tempo. Quando c'è fiducia nel fatto che i prezzi delle case continuino a
crescere nel tempo, se anche un certo numero di famiglie dovesse fallire, sarà
sempre possibile rivalersi in futuro su immobili il cui valore è cresciuto nel
tempo. Nella maggior parte dei casi, con un mercato immobiliare in pieno boom,
un buon affare, nonostante il fallimento del debitore (la famiglia). In tutto
questo, come è tutelata la banca B? Se le due condizioni sono verificate, la
banca B non dovrebbe avere problemi a prestare soldi alla banca A, oppure ad
acquistare il titolo. Di solito, però, nel passaggio dalla banca A alla banca B
interviene un altro operatore: tipicamente una agenzia assicurativa. Il ruolo
della agenzia assicurativa (pubblica o privata) è cruciale, perché garantisce la
bontà del credito sottostante al titolo e quindi permette che possa avere un
mercato. Senza questa assicurazione tutto il processo si bloccherebbe: non solo
la banca B sarebbe più riluttante a comprare il titolo dalla banca A, ma la
stessa banca A non attiverebbe il processo di Abs fin dall'inizio. Questa è
l'anatomia del sistema di asset-backed securitization che è cresciuto a
dismisura negli Stati Uniti negli anni Novanta e Duemila. Il sistema funziona
così. Lo sviluppo dell'innovazione finanziaria di tipo
Abs permette prospettive di ripartizione del rischio per gli operatori
finanziari mai viste prima. Questo induce gli operatori stessi a una
concorrenza sempre più ampia nell'estendere credito, soprattutto immobiliare,
spingendo al rialzo la domanda di investimento immobiliare, e quindi i prezzi.
A sua volta, prezzi immobiliari più alti e, soprattutto, la fiducia in continui
rialzi futuri, innescano un meccanismo di accelerazione, perché inducono a
rafforzare il processo di Abs, che a sua volta genera una ulteriore spinta
delle domanda di mutui e dei prezzi delle case, e così via. Aggiungete, a
partire dal 2001, tassi di interesse estremamente bassi e il quadro appare
chiaro. Non una "bolla" quindi, ammesso che qualcuno ne abbia chiaro
il significato, né un eccesso di avidità o di mancanza di etica, ma un
meccanismo razionale sostenuto da un ingrediente centrale, forse l'unico
effettivamente non razionale: le aspettative euforiche sull'andamento futuro
dei prezzi immobiliari. Quando arriva la crisi
Supponete infatti che a un certo punto i prezzi immobiliari comincino a
crollare. Ma soprattutto, che lo facciano in tutto il paese contemporaneamente,
dalla periferia di Phoenix alle spiagge di Miami. La seconda condizione perché
il processo di Abs stia in piedi viene quindi a mancare. Ma improvvisamente,
proprio perché il crollo è generalizzato, viene anche a mancare la prima, che
la rischiosità delle famiglie sia sufficientemente diversificata. Tecnicamente,
il crollo generalizzato dei prezzi immobiliari corrisponde alla realizzazione
di un rischio aggregato, che, come tale, non è diversificabile: se fallisce la
famiglia della periferia di Phoenix, la banca non può consolarsi con il boom
del mercato immobiliare di Miami, perché entrambi crollano. Se il processo di
asset-backed securitization si blocca, si ferma il mercato dei cosiddetti
titoli mortage-backed. Nessuno li vuole più, e il loro prezzo crolla. Ma se la
banca B (Lehman Brothers?) ha molti di questi titoli a bilancio, ecco che il
valore delle sue passività, relativamente alle attività, improvvisamente si
amplifica. Se lungo la catena Abs le banche di "tipo B" sono molte,
ed erano molte nel mercato finanziario americano, ecco che l'operatore
assicurativo che garantiva il funzionamento del sistema si trova a far fronte a
una richiesta di copertura rischi fuori controllo. Sorprende allora che la
compagnia assicurativa Aig o che le agenzie governative di garanzia dei mutui
Fannie Mae e Freddie Mac siano andate al collasso? Ma soprattutto, visto il
ruolo strutturale delle compagnie assicurative nel sostenere il processo,
sorprende che queste siano state salvate mentre la banca B (Lehman) no? Nel mare di commenti sulla crisi
finanziaria recente, tre considerazioni aggiuntive.
Primo, sembra essenziale un intervento volto a riassorbire i titoli
mortage-backed che non trovano più mercato. Ma altrettanto essenziale è che
l'intervento sia dettagliato e trasparente. Si tratta infatti di
ricostruire, o al limite di "sostituire", un mercato che non funziona
più. Senza trasparenza non c'è possibilità che il sistema si riattivi, o che si
rinnovi. Secondo, appare chiaro che l'anello debole del sistema siano gli
istituti assicurativi. Se deve intervenire una riforma delle regole di
vigilanza, questa non può prescindere dal loro ruolo, pubblici o privati che
siano. Terzo, l'Italia. Si sente dire che "siamo al sicuro perché lontani
dall'epicentro del sistema". Verrebbe da dire: per fortuna, invece, che
siamo "vicini", nel senso di essere a pieno titolo nell'euro. Se per
disgrazia la nostra principale banca italiana dovesse fallire, chi
interverrebbe? E soprattutto, se fossimo ancora alla lira, chi conterrebbe una crisi di fiducia sulla nostra valuta? Il testo è tratto dal
libro «Il mondo sull'orlo di una crisi di nervi»
(Castelvecchi editore) che raccoglie una serie di articoli apparsi sulla
rivista online «lavoce.info»
( da "Tempo, Il" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
stampa L'invito
di Washington: servono politiche monetarie, fiscali e di budget coordinate Fmi:
recessione lunga e severa Poi una ripresa graduale Previsioni Almeno due anni
per uscire da una crisi che è sia economica sia finanziaria La recessione sarà lunga e severa, con una
ripresa lenta che partirà dalle economie avanzate: per far fronte alla
situazione servono politiche monetarie, fiscali e di budget coordinate. «Le
politiche macroeconomiche possono giocare un ruolo importante nell'attuare la
recessione e favorire la ripresa». Essenziale è, «come ci insegnano le
esperienze passate», ripristinare fiducia sui mercati finanziari. Il Fondo
Monetario Internazionale (Fmi) torna a ribadire l'invito ad agire e a farlo in
modo coordinato, e fissa a grandi linee in almeno due anni la durata delle
recessioni causate dal mix crisi finanziarie e
rallentamento economico globale. «Per rivedere i livelli produttivi ante crisi serviranno poi almeno tre anni e mezzo» spiega il
Fondo nei capitoli analitici del World Economic Outlook, che sarà diffuso in
occasione dell'assemblea di primavera la prossima settimana. «Le analisi
suggeriscono che una crisi finanziaria e un
rallentamento globale sincronizzato insieme si traducono in una recessione
insolitamente severa e lunga. Una combinazione come questa è rara e per questo
è necessario evitare conclusioni affrettate. Il fatto che l'attuale
rallentamento sia altamente sincronizzato e associato a una profonda crisi finanziaria suggerisce che probabilmente sarà duraturo
e con una ripresa più debole della media», afferma il Fmi constatando come «le
recessioni globalmente sincronizzate sono più lunghe e profonde delle altre. La
durata di tali recessioni è in media una volta e mezzo superiore alla durata
tipica di una recessione». In ogni caso fare previsioni è difficile perché -
osserva il capo economista del Fmi Olivier Blanchard - «questa recessione ha
caratteristiche uniche». In linea di massima i rari episodi
registrati in passato di recessioni associate a crisi finanziarie suggeriscono che eventi del genere durano «circa due
anni: per recuperare livelli produttivi precedenti alla crisi è invece necessario aspettarne poi
circa tre e mezzo di anni», spiega Terrones. Per fronteggiare la crisi in atto «servono politiche
monetarie, finanziarie e di budget coordinate».
( da "Libertà" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Fmi: recessione
lunga e severa bisogna agire in modo coordinato WASHINGTON - La recessione sarà
lunga e severa, con una ripresa lenta che partirà dalle economie avanzate: per
far fronte alla situazione servono politiche monetarie, fiscali e di budget
coordinate. «Le politiche macroeconomiche possono giocare un ruolo importante
nell'attuare la recessione e favorire la ripresa». Essenziale è, «come ci
insegnano le esperienze passate», ripristinare fiducia sui mercati finanziari.
Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) torna a ribadire l'invito ad agire e a
farlo in modo coordinato, e fissa a grandi linee in almeno due anni la durata
delle recessioni causate dal mix crisi finanziarie e
rallentamento economico globale. «Per rivedere i livelli
produttivi ante crisi
serviranno poi almeno tre anni e mezzo» spiega il Fondo nei capitoli analitici
del World Economic Outlook, che sarà diffuso in occasione dell'assemblea di
primavera la prossima settimana. «Le analisi suggeriscono che una crisi finanziaria e un rallentamento
globale sincronizzato insieme si traducono in una recessione insolitamente
severa e lunga. Una combinazione come questa è rara e per questo è
necessario evitare conclusioni affrettate. Il fatto che l'attuale rallentamento
sia altamente sincronizzato e associato a una profonda crisi
finanziaria suggerisce che probabilmente sarà duraturo e con una ripresa
più debole della media», afferma il Fmi constatando come «le recessioni
globalmente sincronizzate sono più lunghe e profonde delle altre. 17/04/2009
( da "Unita, L'" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Obama riscopre il
treno Otto miliardi di dollari per l'alta velocità in Usa GIUSEPPE VESPO Dopo
l'economia verde il treno: la locomotiva Obama lancia un piano per lo sviluppo
di una rete ferroviaria ad alta velocità. E mette l'America su rotaia per uscire
in fretta dalla crisi. Il presidente statunitense
vuole «cambiare il modo di viaggiare» nel paese e stimolare il mercato del
lavoro. «Abbiamo bisogno di un sistema di trasporti intelligente che risponda
ai bisogni del ventunesimo secolo», dice. Per questo ha varato un piano da otto
miliardi di dollari in due anni, che si tradurrà anche in «un'opportunità per
creare nuovi posti di lavoro». FIDUCIA La notizia è un'iniezione di fiducia per
gli Stati Uniti, che proprio ieri si erano "depressi" (listini
compresi) dietro gli aggettivi usati dal Fondo monetario internazionale per
definire la recessione in corso. Con un'anticipazione del World economic
outlook - che verrà presentato la settimana prossima - il Fmi ha espresso le
sue preoccupazioni sulla crisi: sarà «insolitamente
lunga e severa, e la ripresa sarà lenta». Previsioni pesanti come macigni per
un un'America che rischia la deflazione. Ora il Fmi dice che la recessione
negli States è cominciata nel giugno del 2008 e che
fenomeni di questo tipo accompagnati da «una pesante crisi
finanziaria altamente sincronizzata in tutto il
mondo» durano quasi due anni. Ciò vuol dire che la vera ripresa potrebbe
arrivare con l'estate del 2010. ANNI TRENTA Nella diagnosi, la crisi viene definita come la «peggiore
del Dopoguerra», sempre più simile alla Grande depressione degli anni '30.
Il verdetto si basa sullo studio di 21 cicli economici dagli anni '60 a oggi.
In questo arco di tempo, solo tre volte dieci o più economie avanzate si sono
ritrovate nei guai contemporaneamente: nel 1975, nel 1980 e nel 1992. E in
tutti e tre i casi la durata della recessione è stata, in media, circa una
volta e mezza più lunga del normale (che per il Fmi corrisponde ad un anno).
Anche la ripresa è risultata «insolitamente lenta». Il Fondo invoca «politiche
monetarie, fiscali e finanziarie coordinate». Bisogna «agire velocemente»,
suggerisce. In America come in Europa. Dove in mattinata sono piombati i dati
negativi Eurostat sulla produzione industriale di febbraio nei paesi di
Eurolandia. La flessione su gennaio è del 2,3% (comunque meglio del 3,5%
registrato a gennaio su dicembre 2008). Rispetto a un anno fa, però, il calo è
stato record: meno 18,4% su febbraio 2008 contro il 17,3% di gennaio 2009 sullo
stesso mese del 2008. Per uscire in fretta dalla recessione, definita dal Fmi
«insolitamente lunga e severa», il presidente degli Usa Barack Obama riscopre
il treno. E lancia un piano da otto miliardi in due anni per l'alta velocità
ferroviaria.
( da "Tirreno, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 2 -
Montecatini Porte aperte domenica al Pd MONTECATINI. Porte
aperte al Pd domenica dalle 10 alle 12 per illustrare i programmi contro la crisi economica e per le prossime
elezioni. «La Regione - scrive il Pd - ha già preso i primi provvedimenti
contro la crisi finanziaria.
Ha stanziato contributi a lavoratori atipici o sprovvisti di ogni
ammortizzatore sociale e altri contributi a chi deve pagare il mutuo ed ha
perso il lavoro. Ha anche contrattato con le banche agevolazioni alle
imprese».
( da "Secolo XIX, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
L'Fmi:
«Crisiancora lunga e pesante» le previsioni Il monito: «Bisogna ripristinare la
fiducia nei mercati finanziari. La vera ripresa ci sarà fra tre anni e mezzo»
17/04/2009 washington. La recessione sarà lunga e severa, con una ripresa lenta
che partirà dalle economie avanzate: per far fronte alla situazione servono
politiche monetarie, fiscali e di budget coordinate. «Le politiche
macroeconomiche possono giocare un ruolo importante nell'attuare la recessione
e favorire la ripresa». Essenziale è, «come ci insegnano le esperienze
passate», ripristinare fiducia sui mercati finanziari. Il Fondo Monetario
Internazionale (Fmi) torna a ribadire l'invito ad agire e a farlo in modo coordinato,
e fissa a grandi linee in almeno due anni la durata delle recessioni causate
dal mix crisi finanziarie e rallentamento economico
globale. «Per rivedere i livelli produttivi ante crisi serviranno poi almeno tre anni e
mezzo» spiega il Fondo nei capitoli analitici del World Economic Outlook, che
sarà diffuso in occasione dell'assemblea di primavera la prossima settimana.
«Le analisi suggeriscono che una crisi finanziaria e un rallentamento globale sincronizzato insieme si traducono in
una recessione insolitamente severa e lunga. Una combinazione come
questa è rara e per questo è necessario evitare conclusioni affrettate. Il
fatto che l'attuale rallentamento sia altamente sincronizzato e associato a una
profonda crisi finanziaria suggerisce che
probabilmente sarà duraturo e con una ripresa più debole della media», afferma
il Fmi constatando come «le recessioni globalmente sincronizzate sono più
lunghe e profonde delle altre. La durata di tali recessioni è in media una
volta e mezzo superiore alla durata tipica di una recessione». In ogni caso
fare previsioni è difficile perché - osserva il capo economista del Fmi Olivier
Blanchard - «questa recessione ha caratteristiche uniche». Le successive
riprese sono «di solito lente, caratterizzate da una debole domanda esterna,
soprattutto se anche gli Stati Uniti sono in recessione: durante le recessioni
del 1975 e del 1980 il calo accentuato delle importazioni statunitensi ha
contribuito a una notevole contrazione del commercio mondiale». Per capire
comunque quanto durerà una recessione bisogna determinare il momento in cui è
partita paese per paese: negli Usa ha avuto inizio - spiega Marco E. Terrones
dell'ufficio studi del Fondo nel corso di una conferenza stampa - nel giugno
2008 Una data quindi diversa da quella fissata dal National Bureau of Economic
Research (Nber), l'istituto di ricerca economica incaricato di misurare i cicli
economici statunitensi, secondo cui la recessione negli Usa è iniziata nel
dicembre 2007. La discrepanza con il Fmi - spiega l'istituto di Washington - è
legata ai diversi parametri utilizzati per misurare il ciclo. Il Fondo invita
comunque alla cautela nel valutare le previsioni, in quanto «esclusa l'attuale
recessione» dal 1960 a oggi «ce ne sono quindici» che possono «essere associate
a crisi finanziarie, con tre episodi di recessione
globale: 1975, 1980 e 1992». 17/04/2009
( da "Nazione, La (Massa - Carrara)"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
PRIMO PIANO pag.
3 MASSA PROPOSTE concrete per aiutare le piccole imprese, vale a d... MASSA
PROPOSTE concrete per aiutare le piccole imprese, vale a dire il 99,4% del
sistema imprenditoriale, a schivare i colpi della crisi finanziaria e della stretta creditizia
e per poter rilanciare crescita e competitività. Con un pacchetto di proposte
immediatamente cantierabili Confartigianato propone la sua terapia d'urto fatta
di misure immediate per ridare ossigeno' alle piccole imprese e di interventi
strutturali per semplificare l'attività imprenditoriale e assicurarne la
continuità. «E' ora di fare davvero qualcosa dice Ezio Bertazzoni,
presidente di Confartigianato Massa Carrara per le imprese che finora hanno
sfidato la crisi senza paracadute'». A cominciare dalla
semplificazione dell'attività d'impresa. Le aziende «non hanno certezza sui
flussi forniti dalle banche. Il problema già grave in questi ultimi mesi è
diventato drammatico. Non c'è tempo per inventarsi grandi strategie; meglio
puntare a ciò che c'è già e funziona, meglio potenziare i consorzi di Garanzia
sul credito Confidi, presenti su tutto il territorio, in grado di selezionare e
controllare gli investimenti e, quindi di ridurre al minimo i rischi delle
banche. Una patrimonializzazione da parte della Cassa depositi e Prestiti per
un miliardo di euro, creerebbe un effetto moltiplicatore di 10-15 volte tanto».
Poi devono essere ridotti drasticamente i tempi di pagamento della pubblica
amministrazione. «Puntiamo continua Bertazzoni ad assicurare alle imprese una
boccata di ossigeno che ci permetta di superare l'anno, quindi chiediamo una
misura una tantum per il 2009 a costo zero». Gli artigiani vorrebbero anche che
per tre anni i comuni con meno di 50 mila abitanti affidassero i loro service
ad imprese del territorio e non a multinazionali che spesso hanno solo
aumentato i costi a carico della cittadinanza.
( da "Riformista, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Le notizie FMI:
la recessione sarà lunga e la ripresa più lenta Il Fondo Monetario
Internazionale avverte. «La crisi
finanziaria combinata al rallentamento sincronizzato
a livello globale causerà probabilmente una recessione insolitamente lunga e
severa». Il monito arriva dal World Economic Outlook, rilasciato oggi ed
intitolato "From recession to recovery: how soon and how strong?".
L'istituzione di Washington ricorda che «Le recessioni associate alle crisi finanziarie sono state tipicamente severe e
prolungate», specificando che le politiche macroeconomiche possono essere utili
per una ripresa veloce. Non mancano i riferimenti alle politiche di stimolo
fiscale come quella promossa dal presidente americano Barack Obama: «la
politica fiscale appare più utile in circostanze come quelle attuali, in cui
gli agenti economici si trovano a dover fronteggiare una forte contrazione del
credito. I piani fiscali sono spesso associati a forti riprese». Il FMI tocca
anche l'argomento della crescita del debito pubblico dei paesi che applicano un
regime di politiche economiche espansive, ricordando che «Un debito pubblico
elevato non fa che rallentare la ripresa, ma la necessità del breve termine è
quella di sostenere la domanda aggregata». Istat: l'inflazione più bassa dal
1969. Cala ancora l'inflazione in Italia. In marzo l'indice generale dei prezzi
al consumo è arrivato all'1,2 per cento su base annua, giungendo al punto più
basso dal 1969. Lo afferma l'Istat, confermando la tendenza al ribasso
dell'inflazione, verificatasi a partire dal terzo trimestre 2008. Nello
specifico, i settori che hanno subito i maggiori cali su base congiunturale
sono quello dei trasporti (-0,4 per cento), degli alimentari (-0,2 per cento) e
quello abitativo (-0,1 per cento). Rispetto ad un anno fa, i prezzi degli
alimentari registrano un aumento del 3 per cento, mentre continuano a diminuire
i quelli dei biglietti aerei (-11,9 per cento su febbraio, -22,8 per cento su
marzo 2008). Analoga la discesa dei prezzi dei carburanti: meno 0,2 per cento
su mese, meno 16,6 per cento su anno. Scenari contrastanti, quindi, dopo il
picco dell'inflazione, raggiunto nel luglio 2008, quando l'indice era prossimo
al 4 per cento. General Growth: è bancarotta. Fallisce la seconda maggiore
catena americana di centri commerciali, General Growth Properties. Si tratta
della più grande operazione di bancarotta della storia immobiliare statunitense.
Il gruppo, che detiene oltre 200 centri, ha chiesto nella notte l'iscrizione al
Chapter 11 del Bankruptcy US Code. La procedura prevede la messa in
amministrazione controllata della società, aprendo le porte al fallimento
tutelando la posizione giuridica dei creditori. General Growth, a seguito della
crisi del credito in atto, non è riuscita a
rifinanziare un debito pari a 27,29 miliardi di dollari, su un totale di 29,56
miliardi di asset. In novembre il fondo Pershing Square Capital Management, che
controlla il 25 per cento del gruppo, aveva fornito 375 milioni di dollari di
liquidità, ma a fine 2008 i debiti ammontavano a 15,17 miliardi. Editoria: la crisi aumenta. Si acuisce la crisi
dell'editoria italiana. Il rapporto 2006-2008 della Federazione Italiana
Editori Giornali (Fieg) registra che le perdite del settore sono passate dai
51,6 milioni di euro del 2007 ai 103,3 milioni del 2008, con un incremento del
100 per cento. Forte anche la contrazione dei ricavi delle imprese editrici di
quotidiani, che passano dai 284,1 milioni di euro del 2007 ai 198,9 milioni di
euro del 2008. Nella nota della Fieg, si spiega che «Nello scenario che si
profila non è possibile aspettare che la crisi passi
da sola, ma bisogna muoversi con urgenza per delineare un disegno politico
coerente di intervento». Pesanti timori vengono anche dal mercato
pubblicitario, che ha visto un calo del 2,8 per cento nel 2008, con il picco
del -10 per cento dello scorso dicembre. Su questo frangente la Fieg afferma
che «Questo impone un'attenta riflessione sulla struttura di un mercato
fortemente squilibrato, dove la televisione è il mezzo dominante». Corriere e
Isiao. L'Isiao (Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente), lo storico
istituto che nasce dall'Ismeo fondato da Giovanni Gentile, risponde a un
articolo di Sergio Rizzo di presentazione del suo nuovo libro sul Magazine del
Corriere della Sera, in cui c'era un riferimento ai costi dell'ente. In realtà
spiega l'istituto l'indennità del presidente dell'Isiao ammonta a 7.800 euro
lordi annui, e i membri del cda percepiscono un gettone di presenza di 22,78
euro lordi. Lo scorso anno, dopo l'ipotesi di soppressione dell'istituto,
arrivarono oltre 12mila firme di sostegno alle attività scientifiche dell'Isiao
in un appello al presidente della Repubblica. In passato - piccola curiosità -
l'Isiao era stato difeso sul Corriere da Sergio Romano. 17/04/2009
( da "Messaggero, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Venerdì 17 Aprile
2009 Chiudi PARIGI «Sarkozy si vede padrone del mondo». È il titolo di un
articolo del quotidiano Liberation, che virgoletta una serie di giudizi su capi
di governo e di Stato, lanciati dal presidente francese, fra una portata e l'altra di un pranzo all'Eliseo, con i parlamentari che di una
commissione sulla crisi finanziaria internazionale.. Sarkozy dà giudizi su tutti gli altri grandi
leader. Barack Obama? «Molto intelligente e carismatico, ma è eletto da due
mesi e non ha mai gestito un ministero». Josè Manuel Barroso? «Totalmente
assente dal G20». Angela Merkel? «Quando si è resa conto dello stato delle
sue banche e della sua industria automobilistica ha raggiunto le mie
posizioni». José Luis Zapatero, dopo l'annuncio della soppressione della
pubblicità sulle reti televisive pubbliche spagnole? «Forse non è molto
intelligente, ma io ne conosco molti di intelligenti che non sono stati al
secondo turno delle elezioni presidenziali». Infine, secondo Liberation,
Sarkozy osserva: «L'importante in una democrazia è di essere rieletto. Guardate
Berlusconi, è stato rieletto tre volte». A metà giornata, è stata diffusa la
smentita di Sarkozy. In una nota, l'Eliseo ha precisato che «il presidente non
ha mai pronunciato quelle frasi».
( da "Messaggero, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Venerdì 17 Aprile
2009 Chiudi ROMA - «Stiamo discutendo: se c'è un accordo si va avanti,
altrimenti continuiamo così». Giovanni Perissinotto, amministratore delegato
delle Generali, rilancia, a latere dell'Insurance Day organizzato a Milano dal
gruppo Class Editori, l'interesse a crescere nella situazione sulla compagnia
russa Ingosstrakh, controllata dal magnate Oleg Deripaska, ora
in difficoltà per effetto della crisi finanziaria. E per questo motivo sarebbe disponibile a vendere. «Vedremo,
noi con il 38% siamo soci importanti di Ingosstrakh insieme ai nostri partner»,
ha aggiunto Perissinotto. La quota è infatti detenuta da Generali attraverso
Ppf Beta, un fondo di private equity controllato dal finanziere ceco Petr
Kellner, partner del gruppo triestino nella jv assicurativa Generali
Ppf. «Negli Stati Uniti non stiamo guardando niente, ma non escludo un
interesse per operazioni specifiche, con piccole acquisizioni di nicchia» ha
proseguito Perissinotto, ribadendo quanto aveva già annunciato oltre un annfa:
gli eventuali target potrebbero essere nel settore pensioni, vita e assistenza.
«I multipli pagati in passato ce li scordiamo, anche nei paesi che crescono
molto», ha risposto il top manager alla domanda sui parametri previsti per le
future operazioni di m&a. Perissinotto ha escluso che sia un programma un
consiglio prima dell'assemblea di venerdì 24 aprile. E in assemblea saranno
fornite indicazioni sull'andamento nel primo trimestre di quest'anno.
( da "Nazione, La (Prato)"
del 17-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nazione,
La (Prato))
Argomenti: Crisi
ARTIGIANATO PRATO
pag. 11 «UN PRIMO passo. Importante, ma solo un primo passo». Cos... «UN PRIMO
passo. Importante, ma solo un primo passo». Così il presidente di
Confartigianato, Luca Giusti, valuta i correttivi apportati agli studi di
settore dalla commissione degli esperti nella seduta del 2 aprile scorso,
correttivi che si applicheranno con «Gerico 2009» in considerazione
della crisi che sta
mettendo a dura prova la capacità di resistenza delle imprese: «Soprattutto nei
distretti come il nostro aggiunge Giusti le aziende che hanno avuto il coraggio
di fare investimenti prima che sopraggiungesse la crisi
finanziaria rischiano adesso di venir penalizzate
maggiormente, dato che gli studi considerano un plusvalore i macchinari
acquistati. Strette tra crisi strutturale e crisi finanziaria, le aziende necessitano dunque di un
ulteriore sforzo da parte del governo per varare correttivi forti a questa
situazione». Del resto la stessa commissione avverte che si tratta di un primo
step di correttivi ai quali seguiranno nel 2010 - ai fini dell'attività di
controllo - ulteriori interventi sulla base di una più ampia e precisa
disponibilità di dati e delle dichiarazioni acquisite per il 2008. Tra i
segnali positivi da registrare c'è comunque quello dell'attenzione posta ai
settori maggiormente in declino e dove si assiste a un crollo dei ricavi: il
tessile viene espressamente citato come esempio principale. «Uno degli
interventi previsti nel pacchetto di modifiche spiega il responsabile delle
categorie per Confartigianato, Marco Pieragnoli riguarda i settori per i quali
è stata riscontrata una significativa alterazione delle variabili economiche e
quindi dei margini. Per questi settori, a cominciare proprio dal tessile,
l'intervento proposto consente di mantenere in equilibrio il modello in
presenza di situazioni di difficoltà». Oltre a questo, gli interventi previsti
sono tre. Uno riguarda la diversificazione di trattamento per i settori di
produzione maggiormente esposti alla incontrollata fluttuazione dei prezzi relativi
ad alcune materie prime e al costo del carburante. Un altro intervento tende a
equilibrare il modello di stima dei ricavi/compensi quando risulti tropo rigido
in casi di sistematica contrazione degli stessi. Il quarto intervento è invece
mirato ad adeguare l'effetto dell'applicazione dell'analisi di normalità
economica nei casi in cui i fattori e le situazioni oggetto di analisi
risultino sensibilmente alterate per effetto della crisi.
«Si tratta di interventi fondamentali per evitare di piegare le ginocchia alle
nostre imprese in questo momento critico dice Giusti ma ribadiamo ancora che
occorre un ulteriore sforzo per venire incontro appieno alle esigenze delle
imprese. E, ancora una volta, ribadiamo la nostra richiesta di sospensione,
almeno a livello distrettuale, dell'applicazione degli studi di settore per un
periodo adeguato, quindi almeno per due anni. Su questo continueremo a
confrontarci a tutti i livelli».
( da "Italia Oggi"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
ItaliaOggi
sezione: Imposte e Tasse data: 17/04/2009 - pag: 31 autore: Gabriele Frontoni
riforma obama, stop per il 40% dei contribuenti Usa, dichiarazioni addio Addio
alla dichiarazione dei redditi per il 40% dei contribuenti a stelle e strisce.
È questa la promessa fatta agli americani dal presidente, Barack Obama, in
occasione del tax day, l'ultimo giorno valido per il pagamento delle tasse al
di là dell'Oceano. L'abolizione della dichiarazione dei redditi rientra nel
progetto di riforma del sistema fiscale federale che dovrebbe portare a una
netta semplificazione del metodo di pagamento delle imposte. «Faremo in modo
che i moduli del nuovo sistema siano più veloci e più semplici da compilare, in
modo tale che non si viva più la data del 15 aprile con il terrore con cui la
si vive oggi», ha rassicurato il presidente americano definendo l'attuale
sistema fiscale nazionale «di una difficoltà mostruosa». Secondo le stime della
Casa Bianca, la semplificazione del sistema tributario americano dovrebbe
consentire un risparmio di 225 milioni di ore passate a compilare le
dichiarazioni e di 2 miliardi di dollari versati dagli americani ai propri
commercialisti per ottenere indicazioni sulla compilazione corretta dei moduli.
L'annuncio di Obama è arrivato mentre in tutta l'America migliaia di persone
scendevano in piazza per manifestare contro la complessità del sistema fiscale
al grido di «Tea Party», il partito del Te con un chiaro riferimento al Boston
Tea Party, il gesto di protesta messo in atto il 16 dicembre del 1773 dai
patrioti di Boston contro il governo britannico, colpevole di aver aumentato la
pressione fiscale nei loro confronti. Per cercare di placare gli animi dei
facinorosi, l'inquilino della Casa Bianca ha ricordato l'enorme sforzo messo in
atto per venire incontro alle esigenze delle famiglie
americane ai tempi della crisi finanziaria più dura di sempre. «Sono orgoglioso di annunciare che la mia
amministrazione ha diminuito la pressione fiscale sulle famiglie dei
lavoratori», ha ricordato il presidente ribadendo che nel piano di rilancio
economico da 787 miliardi di dollari, è stata prevista una misura che riduce le
tasse al 95 % dei lavoratori americani, attraverso uno sgravio fiscale
di 800 dollari per tutte le famiglie con reddito inferiore ai 150mila dollari
l'anno. «Questo taglio interesserà 120 milioni di famiglie, mettendo nelle loro
tasse 120 miliardi di dollari». Il piano prevede anche aiuti fiscali per le
piccole imprese, sgravi per le famiglie che pagano rette universitarie e una
semplificazione del processo per la richiesta dei prestiti d'onore per gli
studenti, oltre a 8mila dollari di sgravi per chi decide di comprare una prima
casa. Intanto, come decine di milioni di americani, anche la famiglia Obama ha
presentato la propria dichiarazione dei redditi. Nel 2008, Barack e Michelle
hanno avuto ingressi per oltre 2,656 milioni di dollari, in gran parte dovuti
alle vendite dei libri scritti dal futuro presidente, prima di entrare alla
Casa Bianca. Gli Obama hanno inoltre pagato 855mila dollari di tasse e donato
il 6,5% dei propri guadagni in beneficenza a 37 organizzazioni, tra cui il
fondo United Negro College e l'ong Care.
( da "Milano Finanza (MF)"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione: Private Equity data: 17/04/2009 - pag: 19 autore: Crisi,
Un'occasione per chi sa cambiare Come in tutte le situazioni di difficoltà,
anche l'attuale crisi finanziaria cela opportunità, che, se colte in maniera sistematica, possono
innescare un processo virtuoso e duraturo di ammodernamento del modello
economico del nostro paese. Un caso emblematico è rappresentato dal
ruolo del private equity e del suo potenziale apporto a una più rapida uscita
dalla crisi, nonché a un miglioramento della
competitività complessiva del tessuto industriale nazionale nel prossimo
futuro.L'ingresso dell'economia italiana in una fase di recessione nel 2008 e
il concomitante scoppio della crisi dei mercati
finanziari stanno esacerbando le debolezze strutturali del nostro tessuto
economico, caratterizzato da aziende di dimensioni limitate, a gestione spesso
familiare e che ricorrono al credito bancario e al capitale circolante quali
fonti prevalenti di finanziamento. Senza sufficiente tempo, massa critica e
risorse specializzate per reagire con efficacia al rapido deterioramento delle
condizioni di mercato, è facile constatare come il nostro mondo produttivo sia
oggi esposto a un aumento esponenziale di crisi
aziendali e fallimenti, con conseguente potenziale distruzione definitiva di
ricchezza e successivo effetto domino sull'intera economia del paese.Anche per
gli operatori di private equity la situazione attuale è di difficile lettura e
la loro attività ha subito un profondo e rapido mutamento nel corso degli
ultimi mesi. Con società in portafoglio acquistate a prezzi pre-crisi, spesso tramite ricorso a un'elevata leva finanziaria, e con prospettive di exit e di nuovi
investimenti molto limitate se basate sul business model tradizionale, i fondi
appaiono ora disorientati in quanto vedono messi in pericolo, oltre a quei
cospicui profitti che si ritenevano ormai realizzati, il loro stesso futuro. È
in questo contesto che si potrebbe intravedere la sintesi tra interessi finora
non sufficientemente convergenti. Grazie anche ai nuovi strumenti messi a
disposizione dalla recente riforma fallimentare (ad esempio il nuovo concordato
preventivo), imprenditori e fondi potrebbero trovare nuovi stimoli per riconoscersi
reciprocamente quali potenziali soluzioni ai propri problemi di sopravvivenza e
decidere rapidamente di mutare mentalità, lasciando da parte opinioni
preconcette e aspettative di grandi e rapidi profitti, nella consapevolezza che
nel prossimo futuro non ci saranno più deal facili. Sarà anzi necessario
ripensare al modo di investire e disinvestire attraverso operazioni molto più
complesse, magari in club deal con altri soggetti finanziari e/o industriali. O
ancora attraverso ricapitalizzazioni, aggregazioni con società già in
portafoglio, riorganizzazioni, gestendo nel contempo ristrutturazioni del
debito e cercando nuove e sinergie. *partner Ernst&Young Transaction
Advisory Services
( da "Milano Finanza (MF)"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione:
Assicurazioni & Polizze data: 17/04/2009 - pag: 14 autore: di Luisa Leone e
Anna Messia GLI ASSICURATORI ALL'INSURANCE DAy DI MF-mILANOfINANZA in
collaborazione con accenture Dalla crisi l'occasione
per crescere Dopo aver retto alle turbolenze finanziarie ora le compagnie
devono trovare la strada per incrementare la raccolta Vita e Danni che stenta a
ripartire. Dalla loro hanno la chance di offrire ai clienti
prodotti più sicuri Assicuratori orgogliosi di aver dimostrato la propria
solidità di fronte a una crisi finanziaria devastante e complessa, che ha colpito molto più pesantemente il
settore bancario. Ma consapevoli, allo stesso tempo, che le sfide non sono
ancora finite e fiduciosi però che la crisi, proprio ora, può anche essere trasformata in un'opportunità di
crescita. Perché i risparmiatori, dopo i crolli dei mercati cercano
prodotti più sicuri, che gli assicuratori possono offrire forse meglio di
altri. Il gotha del settore assicurativo, intervenuto ieri al tradizionale
Insurance day di MF-MilanoFinanza che si è tenuto a Milano a Palazzo Clerici,
si è interrogato quindi sulle possibili strategie future. Intorno al tavolo, in
un giorno scoppiettante per l'andamento dei titoli assicurativi in Borsa (+10%
per Unipol e +15% per FonSai), c'erano Giancarlo Giannini, presidente
dell'Isvap, l'Authority di controllo, e Fabio Cerchiai, presidente dell'Ania,
insieme ai top manager delle principali imprese italiane: Giovanni
Perissinotto, amministratore delegato del gruppo Generali, Fausto Marchionni,
numero uno di Fondiaria Sai, Carlo Salvatori, amministratore delegato di
Unipol, Francesco La Gioia, amministratore delegato di Zurich Italia e Luigi
Lana, direttore generale di Reale Mutua. Accenture, partner dell'iniziativa, ha
disegnato lo scenario del settore. Nel 2008 il Vita ha registrato un calo della
raccolta dell'11% e il ramo Danni è sceso dello 0,6%. «In pochi mesi il sistema
si è trovato a dover rispondere a una serie di novità. Dalle norme Bersani
all'instaurarsi e acuirsi della crisi», ha ricordato
Andrea Poggi, executive partner, responsabile della consulenza strategica di
Accenture. Un concatenarsi di eventi che, seppur in modo diverso, ha pesato su
tutti i comparti dell'economia e della società, portando con sé una serie di
conseguenze nel settore assicurativo, tra cui «il calo registrato, ed è la
prima volta, anche nel comparto auto, cittadini molto preoccupati del
mantenimento del proprio status quo e imprese molto attente ai rischi
incombenti sulla propria operatività». Tutti eventi che sembrano riportare alla
ribalta lo scopo primario del settore assicurativo: la protezione, «come
dimostra l'incremento del Vita tradizionale nei primi mesi del 2009. D'altronde
l'unico settore che ha resistito anche negli ultimi mesi del 2008 è stato
proprio quello della protezione della persona non auto». Per il futuro del
settore, secondo Poggi, si deve inoltre guardare all'integrazione delle
assicurazioni con il servizio sanitario nazionale. E a supporto di questa tesi
ha portato l'esempio di Paesi molto simili all'Italia. Nonostante il rapporto
tra spesa sanitaria pubblica (circa il 78%) e privata (circa il 12%) sia simile
tra Italia e Francia, nel nostro Paese solo il 12% della spesa sanitaria
privata è garantito da fondi e assicurazioni, contro il 59% dei francesi;
questo significa che il restante 88% proviene dalle tasche dei cittadini. Serve
quindi un nuovo modello di business assicurativo, in grado di «rassicurare» la
collettività accompagnando il sistema Paese verso l'uscita dalla crisi. Secondo Poggi, le compagnie assicurative dovrebbero
focalizzarsi sul core business sia attraverso l'innovazione dell'offerta sia
riscoprendo il ruolo originale dell'assicuratore. Insomma, se la finanza non
rende più, «bisogna ottenere l'eccellenza nella gestione tecnica, puntando su
pochi prodotti ma giusti, che garantiscano il massimo dell'efficienza». In
particolare, in un momento delicato e di transizione come questo è importante,
secondo Poggi, concentrarsi sul settore auto, sulla protezione dei risparmi e
sulle pensioni.E un auspicio al «ritorno al tradizionale mestiere di
assicuratore» è venuto anche dal presidente dell'Isvap, Giannini, che ha
ricordato che in Italia il settore «è stato colpito meno dalla crisi, rispetto ad esempio agli Usa, perché già da anni nel
Paese vigono una serie di norme che hanno impedito, tra le altre cose, di
concedere garanzie su attività finanziarie. L'assicurazione copre da rischi
materiali non finanziari. altrimenti c'è il rischio di registrare esperienze
tragiche, come abbiamo visto con Aig». Giannini ha poi lodato la prudenza degli
assicuratori italiani, che investono oltre il 50% delle risorse in titoli di
Stato, il resto in corporate bond e solo il 9% in azioni. Un cenno, infine, al
tema della bancassurance, ormai molto d'attualità ma poco di moda: «Non è affatto
morta, rimane un importante plus dal punto di vista distributivo, soprattutto
nel settore danni e anzi andrebbe sfruttata il più possibile per aiutarci a
recuperare almeno parte del gap rispetto agli altri Paesi europei». Sulla
capacità di tenuta del sistema assicurativo italiano nel bel mezzo della crisi mondiale è tornato anche Cerchiai, che pur ricordando
l'importanza delle regole nel mercato, ha rivolto una battuta polemica nei
confronti dei provvedimenti voluti dall'allora ministro, Pierluigi Bersani:
«Servono regole uguali per tutti in Europa, mentre solo le imprese italiane
sono state danneggiate dal divieto di monomandato». Ma il sistema, nonostante
Bersani, e nonostante la crisi, ha retto. E senza un
solo euro di denaro pubblico. «Soldi non ne abbiamo avuti e non ne vogliamo, ma
una cosa la chiediamo e la pretendiamo: dialogo su temi importanti che vanno
dalla sanità ai piani pensionistici». Nell'analizzare gli elementi che nei
prossimi mesi si riveleranno vincenti, l'amministratore delegato delle
Generali, Perissinotto, ha ricordato l'importanza del ritorno della fiducia,
«vera chiave di volta per la ripresa». Ripresa che, dopo la crisi,
nasconde anche molte opportunità per chi saprà coglierle. «Ma perché ciò
avvenga c'è bisogno di non ingessare eccessivamente il sistema con nuove
regole» e di non applicare «criteri pro-ciclici agli strumenti per garantire la
trasparenza e la vigilanza». E per il futuro Perissinotto (che ieri ha anche
fatto sapere che in Usa potrebbe realizzare piccole acquisizioni di nicchia)
punta sul comparto Vita, quello tradizionale, naturalmente non il finanziario,
che ancora nei primi mesi dell'anno ha assistito a forti deflussi. E scommette
sugli agenti più sulla bancassurance, che avrà senso in futuro solo se non si
svilupperà più sottoforma di joint venture ma sotto forma di accordi
commerciali. L'amministratore delegato di Unipol, Salvatori, ha sottolineato
invece che a creare uno scenario nuovo per il mondo assicurativo erano stati
già, prima della crisi, una serie di fattori non solo
finanziari. Salvatori ha posto l'accento sul fatto che saranno le nuove
abitudini e le nuove esigenze dei clienti a cambiare sempre più profondamente
il mondo assicurativo. Sotto questo profilo Salvatori vede un mercato nuovo nel
futuro, con la banca e l'assicurazione sempre più intrecciate, e con la nascita
dell'assicurazione-banca e non solo della banca-assicurazione. «Noi, nel nostro
piccolo, ci stiamo provando, e i risultati di avere una banca a supporto del
business assicurativo, sono incoraggianti». Forte è stato il richiamo al mondo
della politica nell'intervento di Marchionni, con riferimento alle prescrizioni
della riforma Bersani, ma anche, più in generale, ai continui cambiamenti del
quadro normativo. «Le regole non possono cambiare continuamente, altrimenti il
problema non è solo la crisi, ma il fatto che non
possiamo lavorare serenamente». Un accenno poi al problema del peggioramento
dei combined ratio (rapporto tra sinistri e premi): «È un problema di
diminuzione del premio medio dovuto all'eccessiva concorrenza nell'Rcauto.
Anche se già oggi, con le semestrali alle porte, vediamo i primi segni
d'inversione di tendenza». Lana ha poi posto l'accenno sulla necessità,
soprattutto in un momento come questo, di «formare il cliente, per ridurre
costi e premi», ma anche sul fatto che il mercato si stia orientando su
prodotti sempre più standardizzati che possono essere diffusi da canali
diversi. Infine, La Gioia è stato lapidario: «Il mondo dei prodotti linked è
morto, o almeno messo nel congelatore per molto tempo». Inoltre, ha spiegato La
Gioia, c'è da tenere presente che «spesso il cliente non conosce a pieno il suo
bisogno assicurativo e su questo bisogna lavorare. C'è tutto un mondo di
bisogni per i quali i clienti sarebbero anche disposti a spendere di più».
Insomma tanti spunti, con un leit motiv di fondo: il rinnovato bisogno di
sicurezza dei clienti. Infine, tutti i partecipanti, anche il pubblico, sono
stati invitati a rispondere a una breve serie di domande sul futuro dell'assicurazione.
Dal sondaggio è emerso che la maggior parte dei presenti è convinto che nei
prossimi 12-18 mesi l'industria assicurativa seguirà l'andamento generale
dell'economia, che il business di maggior richiamo sarà quello della protezione
della famiglia, della casa e della salute E sia per il Vita sia per i Danni il
canale prevalente saranno dgli agenti. Le ultime due indicazioni riguardano il
ruolo sociale del settore, che per il 43% dovrebbe riguardare le pensioni e per
il 33% la salute. Mentre le compagnie dovrebbero investire in operation e
strutture più efficienti.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMA data: 2009-04-17 - pag: 1 autore: MITI D'OGGI Rischio populismo alla svendita del secolo di Alberto Alesina U no degli
effetti della crisi finanziaria sarà quello di ridurre la disuguaglianza. Chi ha perso
proporzionalmente di più è chi aveva molta ricchezza investita nei mercati finanziari. Chi ricchezza non ne
aveva ha perso molto meno. Chi inizia ora ad accumulare risparmio ha di fronte
prezzi di case e azioni molto vantaggiosi, «la svendita del secolo»,
come l'ha definita Larry Summers, l'economista di punta di Obama. Questo shock
ribalta una tendenza pluridecennale soprattutto in Usa di aumento della
disuguaglianza, un aspetto ampiamente criticato del cosiddetto
"capitalismo anglosassone". A partire dai primi anni 80 in molti
Paesi, ma soprattutto quelli di lingua inglese, le disparità tra ricchi e
poveri erano molto aumentate. A dire il vero l'eccezione non sono stati questi
tre decenni, ma quelli precedenti. Il periodo tra la fine della seconda guerra
mondiale e i primi anni 80 e quello che economisti e demografi definiscono
della «grande compressione dei redditi », cioè di forte riduzione della
disuguaglianza. Fino al momento della crisi finanziaria
la disuguaglianza negli Usa, il Paese in cui era salita di più, era tornata
circa al livello di quella di prima della seconda guerra mondiale. L'effetto crisi sui redditi più elevati è guardato con una certa
soddisfazione dal cittadino medio. Infatti, è diffusa fra molti la sensazione
che l'aumento della disuguaglianza pre-crisi fosse
particolarmente ingiusto perché molta della ricchezza si era creata sulla
finanza, su complicati strumenti derivati, su operazioni non capite dai più e
disponibili solo a chi aveva agganci e molti soldi da investire. Tutto vero. Ma
un deleterio populismo "anti-finanza" di certi politici non ha fatto
che confondere le idee. Il risultato è che si finisce per mischiare criminali
come Madoff con manager di società finanziarie che
sicuramente hanno fatto errori, che erano pagati troppo e male (cioè con gli
incentivi sbagliati), che hanno preso troppi rischi con i soldi dei loro
clienti, ma che criminali non sono. Non solo, ma la buona finanza, anche quella
sofisticata, ha enormemente aiutato lo straordinario periodo di crescita
dell'economia mondiale nei decenni precedenti la crisi.
Continua u pagina 11 l'articolo prosegue in altra pagina
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-17 - pag: 2 autore: «Prima di tassare
stop agli sprechi» Marcegaglia: no all'una tantum, tagli alla spesa inutile -
«Referendum, che sperpero» Nicoletta Picchio ROMA «Prima di parlare di nuove
tasse per il terremoto vorrei vedere uno sforzo vero nella riduzione della
spesa pubblica improduttiva». Se il Governo pensa a una "una tantum"
per l'Abruzzo, da Emma Marcegaglia arriva una risposta lapidaria: «Aumentare le
tasse non è mai positivo, siamo contrari a un aumento della pressione fiscale
in un Paese che è già ai livelli massimi. Bisogna vedere se si trovano prima
risorse in qualche altro modo». Un no, seguito da un affondo sulle ultime
vicende della politica: «è inaccettabile che si decida di non accorpare la data
di elezioni e referendum, facendo pagare ai cittadini 400 milioni di euro». La
tassa dovrebbe essere archiviata: ieri Silvio Berlusconi ha precisato che non è
stata presa nessuna decisione. Ma, a prescindere dal caso Abruzzo, nella
ricetta anti-crisi tratteggiata ieri dalla presidente di Confindustria, ci sono
due ingredienti principali: la green economy e le grandi riforme, quelle che il
Paese ha rinviato e che hanno impedito all'Italia di crescere come gli altri
Paesi. «Dobbiamo tirarci via dalle spalle i vecchi fardelli, facendo le
riforme, altrimenti saremo sempre la Cenerentola d'Europa », ha detto
Marcegaglia, concludendo la Lezione Angelo Costa che si è tenuta alla Luiss di
Roma (l'università di Confindustria, di cui è presidente Luca di Montezemolo)
dedicata al riscaldamento terrestre, protagonista l'economista dell'Université
de Toulouse, Jean Tirole. Concorrenza, liberalizzazioni, previdenza: sono le
battaglie che Confindustria combatte da anni. «Vogliamo continuare a essere su
questi temi una voce forte, per avere una crescita sana e duratura».
Marcegaglia li rilancia, ora che si comincia ad intravedere «qualche segnale di
miglioramento » e che «il peggio dovrebbe essere passato». Dalla crisi si
uscirà, «ma ci troveremo in un mondo diverso». E le imprese dovranno essere
capaci di anticipare i futuri «driver» della crescita, attrezzandosi alla nuova
fase «con una maggiore capitalizzazione ». Negli ultimi anni, ha spiegato
Marcegaglia, a sostenere il Pil mondiale è stata la spinta ai consumi delle
famiglie americane,l'elevata leva del credito, il galoppo dei Paesi emergenti,
a partire dalla Cina. Questi tre fattori saranno ridimensionati. Guardando al
futuro, per la presidente di Confindustria «sarà l'economia verde la nuova frontiera
industriale». Non a caso il 15% dei pacchetti di stimolo all'economia dei vari
Paesi, pari a 445 miliardi di dollari, sono andati alla green economy. Il
professor Tirole ha indicato una possibile politica per l'ambiente, che
dovrebbe essere affrontata al vertice internazionale sul clima di Copenhagen, a
fine anno: le imprese devono avere costi certi, con una carbon tax uniforme,
mentre dovrà essere il mercato a regolare lo scambio di emissioni (si veda il
Sole 24 Ore di ieri). Per Marcegaglia è importante che a Copenhagen si
raggiunga un accordo vero e non di facciata: «La nuova linea di Obama fa ben
sperare». La discussione a livello internazionale si è già avviata: se ne
parlerà anche il prossimo fine settimana, al G-8 Business che si terrà vicino
Cagliari. «Le imprese vogliono essere protagoniste di questa nuova frontiera,
riducendo il gap con la Germania». A suo giudizio, la carbon tax può essere una
soluzione, un modo per pre-mere sui Paesi riluttanti: «Ma
bisogna evitare che dia il via a forme di protezionismo». Il primo punto su cui insiste Marcegaglia è il risparmio
energetico: «Con incentivi, si possono ottenere risultati straordinari e può
essere una spinta per il consumo di beni durevoli». Altro aspetto, le
rinnovabili: «Gli incentivi devono sostenere non il consumo ma la ricerca e
l'innovazione ». Infine, il nucleare, da affrontare con approccio «non
ideologico ». Un messaggio lanciato ai giovani: «è per loro che bisogna
costruire un Paese migliore», ha concluso Marcegaglia, soddisfatta dell'aumento
dell'80% delle iscrizioni Luiss, «università che rappresenta un grande
patrimonio di Confindustria ». © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-04-17 - pag: 21 autore: Energia.
Investiti 200 milioni di dollari in due anni - Starace: «In tempi brevi
possiamo moltiplicare per 20 i nostri risultati» In Nevada il geotermico
italiano Enel Green Power inagura due impianti: produrranno per 40mila famiglie
americane Luca Benecchi RENO. Dal nostro inviato Francesco Starace ha capito
che il business può essere di quelli veri. Forse qualche anno fa neanche lui se
lo sarebbe immaginato. Ma quando a qualche decina di chilometri da Reno si è
trovato davanti il governatore del Nevada Jim Gibbons, più che fare un discorso
rivolto al passato, il presidente di Enel Green Power ha voluto citare direttamente
le parole di Barack Obama. Ed è come se avesse piantato una bandiera, quella
della green economy italiana, tra il vento gelido e la neve fuori stagione che
batteva il deserto dello stato americano. L'inaugurazione nella contea di
Churchill dei due impianti geotermici di Stillwatere Salt Wells, costruiti
appunto da Enel Green Power, è diventata un'occasione per guardare già oltre.
«Abbiamo la storia e le competenze tecnologiche per esservi d'aiuto nel
raggiungere gli obiettivi nello sviluppo delle energie rinnovabili, di quella
che sarà la nuova rivoluzione americana». Il numero uno della società dell'Enel
per lo sviluppo di solare, fotovoltaico, eolico e dei sistemi per trarre calore
dalla terra, sa di poter giocare una partita importante negli Stati Uniti. In
pochi anni (entro il 2015), se le turbolenze finanziarie
non rallenteranno il percorso, il governo federale vuole passare dal 2% al 20%
di produzione di energia ad impatto zero. «Ma qui fino a ieri - spiega Starace,
che per un caso strano della vita è ingegnere nucleare – in pochi si erano
posti il problema di pensare a forme alternative di generazione rispetto a
carbone, petrolio e atomo. E per noi questo si è trasformato in un buon
vantaggio competitivo». E così, quasi improvvisamente, la partita potrebbe
diventare molto interessante per chi ha da offrire conoscenza, esperienza e
capacità industriali. «Al netto di possibili variabili,anche senza piani
straordinari d'investimento- ragiona ancora il presidente di Enel Green Power-
in un arco di tempo piuttosto breve dovremmo riuscire a moltiplicare per venti
i nostri risultati industriali ed economici ». Numeri da capogiro. In effetti
la matematica parla chiaro. Anche se molto dipenderà dalla
capacità dei mercati finanziari di tornare ad erogare credito. Per dare forza ad una crescita
che per ciò che riguarda Enel Green Power è sostanzialmente autofinanziata e
raggiunge i 700-800 milioni di euro all'anno rispetto a un Ebitda di 1,2
miliardie ricavi che nel 2008 hanno raggiunto 1,9 miliardi. Così è stato
per gli impianti geotermici di Stillwater e Salt Wells dove sono stati
investiti 200 milioni di dollari in due anni. Centrali che hanno una capacità
installata complessiva di 65 megawatt, grazie ai quali saranno prodotti 400
milioni di chilowattora all'anno che andranno a soddisfare i consumi di circa
40mila famiglie americane. La geotermia, ovvero la capacità di utilizzare il
calore del sottosuolo per produrre elettricità, è nata in Italia, in Toscana.
Qui nel 1904 a Larderello il principe Piero Ginori Conti utilizzò un soffione
per alimentare una motrice a vapore collegata ad un generatore elettrico che
accese cinque lampadine. Nel sottosuolo del Nevada l'acqua calda però non
raggiunge temperature elevatissime (tra i 130 e i 150 gradi) e dunque si è dovuto
ricorrere ad una tecnologia innovativa. Attraverso un circuito chiuso, si mette
a contatto l'acqua con un fluido che, scaldato e portato ad altissime
pressioni, attiva le turbine. Al termine del processo l'acqua torna nel pozzo
dove è stata estratta senza emissioni di gas serra. In Italia gli impianti
geotermici sono ancora pochi rispetto alle potenzialità del territorio. Tutte
le zone termali, ad esempio, sarebbero adatte «anche se- continua Starace - le
complicazioni burocratico- amministrative talvolta sono insuperabili, e tutto è
in mano agli amministratori locali». Al contrario del Nevada dove, nonostante
la vicinanza di una grande base mi-litare e di alcune riserve indiane, le
autorizzazioni sono arrivate in poco più di un anno. E dove al taglio del
nastro non sono voluti mancare i cow boys che hanno ceduto i terreni per
l'opera. Soddisfatto anche il senatore John Ensign: «Questo è un esempio
internazionale di ciò che una tecnologia innovativa può fare per un territorio
come la contea di Churchill che si sta trasformando in una vera e propria zona
verde. Senza dimenticare - ha concluso i benefici economici di una fonte
energetica come la geotermia che ha costi di gestione e di manutenzione ridotti
al minimo». © RIPRODUZIONE RISERVATA www.ilsole24ore.com Fotovoltaico:
ricognizione sul settore, in calo i prezzi degli impianti GLI EFFETTI Il
senatore John Ensign: «Un esempio internazionale di ciò che la tecnologia
innovativa può fare per un'area come la nostra» Scienza di ultima generazione.
Nella contea di Churchill gli impianti di Stillwater e Salt Wells
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-17 - pag: 40 autore: Auditing. Altre
tre società hanno rivelato di non aver superato il test della continuità
aziendale Revisori, linea dura a Piazza Affari Niente «timbro» sui bilanci di
Socotherm, Crespi e Omnia Network Morya Longo «Non siamo in grado di esprimere
un giudizio sul bilancio ». La frase è sempre la stessa. Una formula standard.
Il problema è che sta diventando troppo frequente. Siamo infatti a sette: con
Socotherm, Giovanni Crespi e Omnia Network si è allungata ieri la lista delle
società quotate a Piazza Affari su cui i revisori non hanno potuto esprimere un
giudizio sul bilancio 2008 oppure su cui hanno espresso un'opinione negativa.
Mercoledì era toccato a Tiscali ed Eutelia. E nelle scorse settimane a Viaggi
del Ventaglio e Sadi. La stagione dei conti non è ancora finita, ma i bilanci
che non hanno passato i "raggi X" dei revisori sono già al record
degli ultimi cinque anni. E gli esperti sono convinti che la lista, nei prossimi
giorni, possa allungarsi. Il motivo è più o meno sempre lo stesso: ci sono
troppe incertezze sulla continuità aziendale. Per intenderci: i nodi della crisi finanziaria stanno venendo al pettine e le incognite
sul futuro sono troppe. Le sette storie, pur simili, sono tutte diverse.
Socotherm – evidenzia la Ernst & Young – ha una serie di punti deboli. Per
esempio il fatto che «esistono debiti scaduti di importo significativo nei
confronti dei fornitori che in alcuni casi hanno iniziato procedure legali». La
società ha avviato un piano industriale, ma gli stessi amministratori sanno che
la sua realizzazione è subordinata «alla prosecuzione dell'operatività con i
fornitori». Per questo i revisori non possono esprimersi oggi sul bilancio
2008: nessuno può mettere la mano sul fuoco sulla sopravvivenza della società.
Discorso simile per Omnia Network: la società di revisione Mazars ha espresso
ieri sera un giudizio negativo sui bilanci 2007 e 2008 soprattutto perché non
ci sono «ragionevoli presupposti di continuità aziendale ». Idem per la
Giovanni Crespi: revisori impossibilitati ad esprimersi. Le storie sono tutte
diverse, ma il risultato è lo stesso. Identica anche la reazione a Piazza
Affari: Socotherm -14,63%, Crespi -3,66%. è da cinque anni che non si vedeva un
numero così elevato di "astensioni" dei revisori. Per fare un
confronto recente, per i bilanci 2007 i semafori rossi sono stati solo due. Il
record è del 2003, quando – secondo i dati della Consob – le astensioni dei
revisori furono 11. Ma gli esperti sottolineano che il dato del 2003 non è
confrontabile con quello dei bilanci 2008: oggi, infatti, i revisori hanno la
possibilità di certificare i bilanci pur esprimendo dubbi sulla continuità
aziendale. Senza questa alternativa, quindi, i conti 2008 senza il sigillo dei
revisori sarebbero molti di più. Non solo: il dato del 2008 è ancora
provvisorio. Potrebbe dunque salire. Si pensi solo al fatto che nella black
list della Consob ci sono Semaforo rosso Numero di bilanci di società italiane
quotate su cui i revisori hanno espresso giudizio negativo o su cui non hanno
potuto esprimere giudizi 7 5 6 2 attualmente 15 società quotatee 5 revocate dal
listino. è evidente che la causa va cercata nella crisi
finanziaria globale, che aumenta lo stress finanziario soprattutto per
le imprese che già prima erano in difficoltà. In una situazione difficile sono
le aziende più deboli a soffrire. Non solo a Piazza Affari: oltre al dato sui
bilanci delle società quotate, altri campanelli d'allarme stanno infatti
suonando tra le imprese italiane. Se si estende lo sguardo all'intero panorama
delle aziende, si scopre per esempio che nel 2008 sono aumentati i fallimenti:
gli ultimi dati di Infocamere rivelano che le aziende italiane entrate in
procedura fallimentare nel 2008 sono state 7.330, cioè 160 in più che nel 2007.
Ma gli esperti guardano con maggiore apprensione al futuro. Il 2008, in fondo,
è stato per tre quarti un anno quasi normale. Per capire
quanto la crisi peserà sul
made in Italy, dunque, bisognerà attendere i bilanci 2009. O almeno le
semestrali. m.longo@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA EFFETTO CRISI
FINANZIARIA Sale a sette il numero di aziende quotate su cui i certificatori
non si esprimono: è il record dal 2003
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-17 - pag: 7 autore: Cautela dall'Fmi: la
ripresa sarà lenta Alessandro Merli Doccia fredda del Fondo monetario sulle
speranze di una ripresa imminente dell'economia mondiale. Gli economisti
dell'Fmi,che la prossima settimana pubblicherà un aggiornamento delle sue
previsioni con l'indicazione di una contrazione globale vicina all'1%,
ritengono che la recessione in corso sarà lunga e profonda e la ripresa lenta. Questo perché collegata a una crisi
finanziaria e sincronizzata a livello mondiale.
L'analisidel Fondo monetario, che prende le mosse dall'esame di 21 episodi di
recessione dal 1960 a oggi, «suggerisce che la combinazione della crisi finanziaria e di una frenata
sincronizzata a livello globale avrà probabilmente come risultato una
recessione insolitamente severa e di lunga durata». In condizioni
normali, osservano al Fondo, le recessioni sono brevi, in genere di un anno
circa, e le riprese forti, con un effetto di rimbalzo: la fase di espansione
successiva dura circa cinque anni. E dagli anni 80 in poi, le recessioni sono
diventate meno frequenti e meno severe e le espansioni più lunghe. Nei giorni
scorsi, Michael Mussa, del Peterson Institute, ex consigliere economicod Reagan
ed ex capo economista dello stesso Fmi, ha sostenuto che anche questa
recessione si concluderà appunto con un andamento a V. Ma questa recessione,
che secondo l'analisi dell'Fmi è iniziata a metà del 2008, è frutto di una
combinazione «rara», secondo il Fondo. La crisi finanziaria
può frenare la ripresa a causa della debolezza della domanda privata e del
credito, dovuti in parte al tentativo delle famiglie di aumentare i risparmi.
Anche la sincronia globale della recessione non è comune: è accaduto solo nel
1975, nel 1980 e nel 1982 che più della metà delle economie avanzate
accusassero una contrazione allo stesso tempo. In questi casi,l'allungamento
della recessione e le difficoltà della ripresa sono causate dalla debolezza
della domanda esterna, soprattutto se gli Stati Uniti, il più grande
importatore mondiale, sono anch'essi in recessione. Oggi entrambi questi
fattori sono in gioco. Nell'indicare la via d'uscita, l'Fmi non si discosta
dalla ricetta già adottata dal recente G-20: politiche anticicliche, sia sul
fronte monetario che fiscale, e misure per ristabilire la fiducia nella
solidità del sistema finanziario per fare in modo che le politiche
macroeconomiche facciano presa. Il tutto messo in atto in modo coordinato a
livello internazionale. Il Fondo sottolinea tuttavia che, in presenza di una crisi finanziaria, la politica monetaria può essere meno
efficace del normale nel mettere fine alla recessione e far ripartire
l'economia. L'arma più adatta sono gli stimoli fiscali. Da tempo, il direttore
dell'Fmi,Dominique Strauss- Kahn, ha sollecitato pacchetti di stimolo pari al
2% del prodotto interno lordo mondiale, soglia non ancora raggiunta, sulla base
delle misure varate finora. In un'altra analisi diffusa ieri, l'Fmi avverte
delle pesanti ripercussioni della crisi sui flussi di
capitale verso i Paesi emergenti, soprattutto quelli con i legami finanziari
più stretti con i Paesi avanzati. Finora, le conseguenze più gravi si sono
fatte sentire sui Paesi dell'Europa centrale e orientale, con una contrazione
di questi flussi del 17 per cento. © RIPRODUZIONE RISERVATA DOCCIA FREDDA Lo
shock finanziario sincronizzato a livello mondiale avrà come risultato una
recessione severa e di lunga durata
( da "Corriere del Veneto"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere del
Veneto sezione: PADOVA data: 17/04/2009 - pag: 7 La sfida Ascierto e Destro
all'attacco «Campagna al via Ci mettiamo la faccia» PADOVA «Entro il 27 aprile
il Popolo della libertà ufficializzerà le sue candidature». Anche se un
candidato sindaco non c'è ancora, il Pdl lancia la sua campagna elettorale. A
dare il via alla «lunga marcia» che dovrebbe portare alla conquista di palazzo
Moroni ci hanno pensato ieri nella loro prima uscita pubblica il neo
coordinatore cittadino del partito di Silvio Berlusconi Filippo Ascierto e la
neo vice Vicario Giustina Destro. «Sarà una lista all'insegna delle novità dove
verranno valorizzati i giovani» annuncia Ascierto. Una lista che dovrebbe
schierare 28 candidati forzisti e 12 di Alleanza nazionale (riconfermati tutti
i consiglieri uscenti) con un piccolo margine di manovra dove potranno essere
inserite figure espressioni della società civile, del volontariato e magari
dell'università. «Oggi più del 50 per cento dei padovani è contro Zanonato,
lavoreremo per dare voce a queste persone» aggiunge di deputato del Pdl. «Al
contrario del sindaco, faremo una campagna elettorale mettendoci la faccia. Noi
non abbiamo paura di mettere nei manifesti le nostre foto e i simboli dei
partiti che sostengono la coalizione - aggiunge la Destro-. C'impegneremo
perché la città possa uscire dalla depressione e dall'anonimato in cui l'ha
portata questa amministrazione». «La Destro quando ha governato è stata in
grado di far arrivare a Padova decine e decine di milionidice ancora Ascierto-,
Zanonato è stato invece in grado di bruciare 6 milioni di euro con Lehman
Brothers. Se per questa cosa può avere l'attenuante della crisi finanziaria, non potrà averla per
i tanti sprechi della sua amministrazione che presto verranno individuati dai
nostri esperti». Del coordinamento cittadino del Pdl faranno parte una
sessantina di persone che dovranno guadagnarsi la nomina sul campo, durante la
campagna elettorale. A breve poi verrà nominato un coordinatore per ogni
circoscrizione cittadina. Per non recidere il cordone ombelicale che lega
passato e futuro, la nuova sede cittadina del Pdl verrà dedicata a Mazzola e
Giralucci. Tra le prime iniziative che metterà in campo il nuovo partito c'è
invece la trasformazione degli ex negozi etnici del parcheggio posteriore del
centro Giotto in punti vendita di prodotti di eccellenza dell'enogastronomia
regionale. Al.Rod.
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
ECONOMIA
17-04-2009 CRISI IL FONDO ANTICIPA L'OUTLOOK E PREVEDE UNA DURATA COMPLESSIVA
DI DUE ANNI Fmi: recessione severa E la ripresa sarà lenta Servono politiche
monetarie, fiscali e di budget coordinate WASHINGTON II La recessione sarà
lunga e severa, con una ripresa lenta che partirà dalle economie avanzate: per
far fronte alla situazione servono politiche monetarie, fiscali e di budget
coordinate. «Le politiche macroeconomiche possono giocare un ruolo importante
nell'attuare la recessione e favorire la ripresa». Essenziale è, «come ci
insegnano le esperienze passate», ripristinare fiducia sui mercati finanziari.
Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) torna a ribadire l'invito ad agire e a
farlo in modo coordinato, e fissa a grandi linee in almeno due anni la durata
delle recessioni causate dal mix crisi finanziarie e
rallentamento economico globale. «Per rivedere i livelli
produttivi ante crisi
serviranno poi almeno tre anni e mezzo» spiega il Fondo nei capitoli analitici
del World Economic Outlook, che sarà diffuso la prossima settimana. «Le analisi
suggeriscono che una crisi finanziaria e un rallentamento globale sincronizzato insieme si traducono in
una recessione insolitamente severa e lunga. Una combinazione come
questa è rara e per questo è necessario evitare conclusioni affrettate. Il
fatto che l'attuale rallentamento sia altamente sincronizzato e associato a una
profonda crisi finanziaria suggerisce che
probabilmente sarà duraturo e con una ripresa più debole della media», afferma
il Fmi constatando come «le recessioni globalmente sincronizzate sono più
lunghe e profonde delle altre. La durata di tali recessioni è in media una
volta e mezzo superiore alla durata tipica di una recessione». In ogni caso
fare previsioni è difficile perché - osserva il capo economista dell'Fmi
Olivier Blanchard - «questa recessione ha caratteristiche uniche». Le
successive riprese sono «di solito lente, caratterizzate da una debole domanda
esterna, soprattutto se anche gli Usa sono in recessione: durante le recessioni
del 1975 e del 1980 il calo accentuato delle importazioni statunitensi ha
contribuito a una notevole contrazione del commercio mondiale». Il Fondo invita
comunque alla cautela nel valutare le previsioni, in quanto «esclusa l'attuale
recessione » dal 1960 a oggi «ce ne sono quindici» che possono «essere
associate a crisi finanziarie.
( da "Corriere della Sera"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della
Sera sezione: Economia data: 17/04/2009 - pag: 28 Wall Street Dimon: non ci
interessa il piano Geithner sui titoli tossici. Un pasticcio la nuova
contabilità Aiuti, la rivolta delle banche Usa Jp Morgan: pronti a rimborsare i
fondi. Borse europee in salita: Milano su dell'1,77% Dopo Goldman, un altro
grande istituto americano presenta un primo trimestre positivo e chiede mano
libera sulla gestione MILANO «Potremmo rimborsare i contribuenti anche domani,
abbiamo i soldi per farlo: restiamo in attesa di indicazioni del governo per
sapere come e quando restituirli al Tesoro». E' un James Dimon sferzante quello
che ieri ha annunciato che nel primo trimestre di questo 2009, test cruciale
per tutti i big della finanza Usa, Jp Morgan Chase ha registrato profitti molto
al di sopra di quanto si attendevano gli analisti: 2,1 miliardi di dollari,
solo il 12,5% in meno dello stesso periodo del 2008, quando
la crisi finanziaria
innescata dai titoli sui mutui immobiliari non aveva ancora cominciato a
mordere in profondità. Oltre le aspettative di mercato sono anche i ricavi:
25,03 miliardi di dollari, addirittura il 48% in più rispetto ai primi tre mesi
dell'anno scorso. E per il resto dell'anno, l'amministratore delegato ha
sintetizzato le aspettative in una battuta: «Anche il più avverso degli scenari
economici non sarà in grado di compromettere la nostra forza e stabilità». Di
più: Dimon ha preannunciato che il suo istituto non intende partecipare «nè
come compratore nè come acquirente» al programma pubblico-privato
d'investimenti messo a punto dal segretario al Tesoro Timothy Geithner per
ripulire le banche dai titoli «tossici ». LO ha anzi definito «irrilevante e
rischioso». Ed ha aggiunto che i nuovi criteri contabili sono «un pasticcio».
Sui mercati, i risultati di Jp Morgan hanno avuto ieri l'effetto di orientare
un'ondata di acquisti sui titoli bancari. Soprattutto in Europa: da
Francoforte, dove il titolo Deutsche Bank ha chiuso in rialzo del 6,1%, fino a
Zurigo, con Crédit Suisse ha terminato positiva del 6,9%. Meno ottimista,
invece, la reazione di Wall Street, con Jp Morgan che ha terminato la seduta a
più 2,09%, Citigroup a più 1,01%, Bank of America negativa dello 0,96%. Del tutto
piatta Goldman Sachs, che due giorni fa ha resi noti risultati trimestrali
migliori delle attese di mercato e ha anch'essa annunciato di essere pronta a
restituire gli aiuti pubblici ricevuti dal governo. Jp Morgan, dal canto suo,
ha sostanzialmente già cominciato a farlo, collocando la scorsa settimana
azioni proprie per 5 miliardi di dollari che serviranno proprio a restituire 10
dei 25 miliardi di dollari ricevuti nell'ambito del Tarp ( Troubled Asset
Relief Program), il piano salva banche varato dall'amministrazione Bush lo
scorso autunno. I numeri annunciati ieri da Jp Morgan per il primo trimestre
2009 segnano una performance diffusa in tutti i campi. Le attività d'investment
banking hanno prodotto fra gennaio e marzo profitti per 1,6 miliardi di dollari,
da raffrontare con le perdite per 87 milioni di dollari dello stesso periodo
del 2008, mentre in quelle dei servizi retail si è passati da perdite per 311
milioni di dollari del primo trimestre dell'anno scorso a utili per 474 milioni
nei tre mesi di quest'anno, dettati in buona parte dall'acquisizione di
Washington Mutual. In passivo restano i servizi di carte di credito, che da un
attivo di 609 milioni nel 2008 sono precipitati a un passivo di 547 milioni.
Meno utili Il numero uno di Jp Morgan Chase, Jamie Dimon Giancarlo Radice
( da "Corriere della Sera"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere
della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 17/04/2009 - pag: 33 Il
caso a Milano/2 Il revisore non certifica, Socotherm cade (g.fer.) In una
giornata positiva per il mercato in generale, Socotherm conquista la maglia
nera del listino di Piazza Affari con un calo del 14,63%. Il titolo della società che
produce rivestimenti per tubi petroliferi ha chiuso a quota 1,4 euro, con 748
mila pezzi scambiati. Il motivo del crollo è la mancata certificazione del
bilancio da parte della società di revisione Ernst & Young, che ha messo in
evidenza alcune «criticità» sul documento contabile. Nel mirino, in
particolare, le modalità di calcolo di alcuni attivi sottoposti a svalutazione,
il valore di realizzo di crediti e l'incertezza sulla possibilità di recupero
di alcune partite fiscali. Zeno Soave presidente Socotherm
( da "Corriere della Sera"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della
Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 17/04/2009
- pag: 33 Il caso a Milano/1 I conti del trimestre spingono Unipol (g.fer.) Un
balzo del 10,45%, seconda migliore performance fra i titoli dell'S&P-Mib:
lo ha messo a segno ieri Unipol, che ha terminato la seduta con un prezzo di
riferimento di 0,867 euro, dopo aver toccato un picco massimo di 0,9
euro. Tutto il comparto assicurativo è in fase positiva, ma ieri a sostenere la
compagnia delle Coop ha contribuito anche l'annuncio, fatto dall'amministratore
delegato Carlo Salvatori, sui buoni risultati del primo trimestre 2009.
Salvatori ha anche escluso che il suo gruppo intenda acquistare una banca
perché, ha detto, «togliere soldi da una società significa indebolirla». Carlo
Salvatori ad di Unipol
( da "Corriere della Sera"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della
Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 17/04/2009
- pag: 33 La Giornata in Borsa Gli assicurativi guidano i rialzi di Giacomo
Ferrari Scambi record Per la prima volta negli ultimi mesi scambi per oltre 3,1
miliardi di euro Assicurativi ancora superstar ieri a Piazza Affari, in una
seduta che ha registrato una buona tenuta degli indici (+1,93%
l'S&P-Mib, +1,77% il Mibtel) e, per la prima volta negli ultimi mesi,
scambi per un controvalore di oltre 3,1 miliardi di euro. Quanto ai singoli
titoli, le migliori performance sono state realizzate da Fondiaria-Sai e
Unipol. La compagnia del gruppo Ligresti, che già mercoledì aveva conquistato
la prima posizione nella classifica dei rialzi all'interno del paniere
dell'S&P-Mib, ieri ha confermato il primato e ha addirittura quasi
triplicato il guadagno, con un prezzo di riferimento che ha superato quota 11
euro e un balzo a due cifre (+15,85% la quotazione di riferimento). Da parte
sua Unipol ha messo a segno un progresso superiore ai dieci punti percentuali
(+10,45%) dopo le positive valutazioni sulle prospettive aziendali fatte a un
convegno dal presidente Carlo Salvatori. Più contenuti, invece, i rialzi di
Generali (+2,66%) e Alleanza (+1,35%). Nell'ambito dei titoli bancari, a parte
il Banco Popolare la cui quotazione è rimasta invariata rispetto alla vigilia,
tutti quelli dell' S&P-Mib hanno chiuso in rialzo. Tra i migliori
Mediobanca (+5,5%) e Mediolanum (+8,19%). Forti guadagni, inoltre, per
Impregilo (+6,02%), StMicroelectronics (+5,47%), Bulgari (+5,3%) e soprattutto Saipem
(+8,16%), sorretta dal prezzo del petrolio tornato oltre i 50 dollari il barile
e da un report positivo. Bene, infine, anche Fiat (+2,36%), ormai stabilmente
sopra quota 7 euro, dopo i positivi risultati delle vendite di auto in Europa.
( da "Corriere della Sera"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della
Sera sezione: Opinioni data: 17/04/2009 - pag: 38 SERVE UN NUOVO CHURCHILL Per rifondare
l'Europa di ULRICH BECK SEGUE DALLA PRIMA Vent'anni fa, il Muro di Berlino
crollava all'improvviso, seguito dal collasso dell'Unione Sovietica e
dell'ordine mondiale bipolare imposto dalla Guerra fredda. Oggi il modello
capitalistico l'idea che la soluzione a tutti i problemi sia il libero mercato
il cui trionfo era stato celebrato all'epoca, rischia di fare la stessa fine e
di trascinare con sé l'Unione Europea. Dove trovare ai nostri giorni
l'appassionata ribellione di un Churchill, una voce profetica e visionaria per
far capire agli europei che il provincialismo e il nazionalismo che proliferano
nella crisi globale non solo mettono in pericolo il miracolo europeo l'aver
saputo trasformare in buoni vicini gli antichi nemici ma minacciano di autodistruggersi?
Nessuno mira a questo, ovviamente. Ma nessuno voleva nemmeno lo Stato sociale
per i ricchi e il neoliberismo per i poveri che di colpo ci ritroviamo oggi.
L'autunno scorso, il crac bancario ha finalmente dato uno scossone all'Unione
Europea, risvegliandola dal suo torpore narcisistico. Ho pensato: caspita, che
bella opportunità! Chi, se non l'Unione Europea, possiede l'esperienza
necessaria per invocare un bene comune sovranazionale? Il modello europeo di
cooperazione tra gli Stati, che punta a rafforzare l'autorità condivisa,
sembrava finalmente aver conquistato una nuova dimensione storica. Malgrado i
battibecchi tra il presidente Sarkozy, la cancelliera Merkel e il primo
ministro Brown nelle settimane precedenti il G20, il pacchetto concordato al
summit si è rivelato un piccolo miracolo. Ma è ancora largamente insufficiente.
La settimana scorsa, la Banca centrale ha lanciato il suo monito: i segnali
incalzanti di «ripiegamento all'interno dei confini nazionali» continuano a
ostacolare l'integrazione europea. Se la Grande Depressione degli anni Trenta
ci ha insegnato qualcosa, è stato precisamente che la ritirata verso l'ideale
nazionalistico è fatale, perché trasforma la minaccia della catastrofe in
realtà, ovvero il crollo dell'economia globale. La disoccupazione cresce in
modo esponenziale in tutto il mondo. Ondate di agitazioni sociali e di
risentimento contro gli immigrati s'infrangono già sui lidi europei. Ed ora, di
colpo, lo spettro della bancarotta a livello nazionale bussa alle porte del
paradiso europeo, ricco e sicuro. La crisi ha travolto la periferia dell'Unione
Europea i nuovi Stati membri dell'Europa orientale. Dopo il tradimento del
sistema comunista, i moderati di questi Paesi che hanno sostenuto le riforme
europee oggi si sentono ancora una volta imbrogliati e respinti dal sistema
capitalistico. Non molto tempo fa venivano sollecitati a seguire «l'esempio
degli altri», che si è rivelato quello peggiore. Se non esistesse l'Unione
Europea, sarebbe necessario inventarla oggi. Lungi dall'essere una minaccia
alla sovranità nazionale, in questi inizi del XXI secolo è proprio l'Unione
Europea a renderla possibile. Nella società di rischio mondiale, di fronte al
pericoloso accavallarsi dei problemi globali che resistono alle soluzioni nazionali,
le nazioni-Stato, abbandonate a se stesse, si rivelano impotenti e incapaci di
esercitare la loro sovranità. La sovranità collettiva dell'Unione Europea
rappresenta allora l'unica speranza, per ogni nazione e ogni cittadino, di una
vita libera e pacifica. Coloro che danneggiano l'Unione danneggiano se stessi.
Se i membri rinunciano alle loro responsabilità di solidarietà europea in una
frenesia di riflessi nazionali, a perdere saranno tutti. Ciascuna nazione, da
sola, è condannata all'insignificanza globale. Coloro che aspirano a
riconquistare la propria sovranità nel nostro angolo di società di rischio
mondiale sono costretti a volere l'Europa, a pensare l'Europa e a lavorare
verso la sua realizzazione. La singola unità di azione politica nell'era cosmopolita
non è più la nazione, bensì la regione. (...) L'Europa non ha bisogno di meno
Europa, ma di più Europa. La crisi globale mostra che l'unione monetaria non
può essere perfezionata se non tramite l'unione politica. Tuttavia, finora non
si è vista nessuna politica finanziaria, industriale e sociale congiunta, la
quale, tramite la sovranità dell'Ue, potrebbe intervenire per dare una risposta
efficace alla crisi. Il politico che respinge la necessità storica di più
Europa, mettendo così tutto e tutti in pericolo, è il cancelliere tedesco
Merkel. I suoi modelli, i precedenti cancellieri tedeschi pro-europei Adenauer
e Kohl, sarebbero stati capaci di trasformare l'attuale crisi in una grande
occasione di rilancio dell'Europa. E con questa agenda avrebbero vinto le
elezioni, perché investire nel futuro dell'Europa oggi, visti i costi
inimmaginabili della sua disintegrazione, promette incredibili dividendi e
significa speranza nei momenti più bui. Ciò che oggi paralizza l'Europa è
l'illusione nazionalistica delle sue élite intellettuali. Esse lamentano la
fredda burocrazia europea e la soppressione della democrazia, facendo leva
tacitamente sul presupposto irreale di un ritorno al sogno nazionalistico. La
fede nella nazione-Stato è cieca verso la propria storicità, ed è preda
dell'ingenuità cocciuta e sconcertante che considera come eterne o naturali
quelle stesse cose già reputate innaturali e assurde due o tre secoli fa. Il protezionismo intellettuale e l'illusione nostalgica non sono confinate alle
frange becere dell'estrema destra europea, ma trovano seguaci addirittura nei
circoli più istruiti e coltivati, da un capo all'altro dello spettro politico.
Questa crisi chiede di trasformarsi in una rifondazione dell'Unione Europea.
L'Europa allora saprebbe appoggiare una nuova realpolitik in un mondo a
rischio. In una società interdipendente, alla massima circolare della
realpolitik nazionale gli interessi nazionali vengono implementati a livello
nazionale occorre sostituire la massima della realpolitik cosmopolita: più la
nostra politica saprà diventare europea, e quindi cosmopolita, più riscuoterà
successo a livello nazionale. La scelta oggi è tra più Europa o nessuna Europa.
È un imperativo lanciato dal pericolo di fallimento e capace di ravvivare le
speranze, malgrado i mercati in calo: solo un'Europa ringiovanita dalla crisi e
accompagnata dalla nuova apertura dell'America al mondo, sotto Obama potrà
costruire quella soluzione globale unificata, già abbozzata a grandi linee a
inizio del mese. traduzione Rita Baldassarre © Guardian News & Media
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Dopo otto secoli
attuale la Regola di San Francesco --> Venerdì 17 Aprile 2009 GENERALI,
pagina 6 e-mail print «Per la prima volta i Francescani dal Papa dopo ottocento
anni». Giornali e televisioni, con questo titolo, hanno fatto credere che stia
per finire un periodo di «gelo» tra i seguaci di Francesco e i successori di
Pietro. Le cose non stanno così. La notizia è un'altra: dopo otto secoli tutta
la grande Famiglia francescana è riunita ad Assisi e si reca insieme dal Papa.
Ma nei secoli e negli anni ciascun Ordine francescano, maschile e femminile, è
stato regolarmente ricevuto dai Pontefici. Circa duemila frati (700
dall'estero), provenienti da 65 Nazioni - anche Vietnam e Corea del Nord - in
rappresentanza delle quattro Famiglie francescane, da mercoledì 15 a sabato 18
ad Assisi e poi a Roma celebrano il «Capitolo internazionale delle stuoie», un
evento storico perché si tiene nell'ottavo centenario della fondazione
dell'Ordine avvenuta con l'approvazione nel 1209 della «Regola di San
Francesco» da parte di Papa Innocenzo III. Perché «Capitolo delle stuoie»?
Perché prende nome dall'incontro del 1221 quando Francesco, per la prima volta,
convocò i suoi già 5 mila frati, che dormirono appunto «sulle stuoie». Oggi i
religiosi alloggiano nei conventi e in 22 alberghi di Assisi e della zona
mentre celebrazioni e incontri si svolgono in una grande tensostruttura
allestita presso la basilica di Santa Maria degli angeli. Il «Capitolo» -
quattro lingue ufficiali: italiano, inglese, spagnolo, polacco - affronta vari
temi e studia varie esperienze. Ci sono anche i rappresentanti del
francescanesimo delle altre confessioni cristiane. Oggi sarà giornata di
penitenza e di digiuno. Domani i Francescani saranno ricevuti dal Papa a Castel
Gandolfo e nel pomeriggio faranno visita al presidente della Repubblica
Napolitano. Nel mondo ci sono complessivamente 650 mila francescani, a vario
titolo, presenti in 110 Nazioni e divisi in quattro grandi Famiglie. Una è il
Primo Ordine composto da: Frati minori, Frati minori conventuali, Frati
cappuccini e Terzo ordine regolare (Tor), in tutto 35 mila religiosi. Un'altra
sono le 60 mila Clarisse del Secondo Ordine. Poi ci sono 400 mila Francescani
secolari del Terzo Ordine (laici e laiche). Infine 155 mila uomini e donne
appartenenti a un'infinità di Istituti e Congregazioni che si ispirano comunque
a San Francesco e a Santa Chiara. In Italia operano 6 mila frati in 980
comunità con 400 i giovani in formazione. A rappresentare il Papa c'è il
cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita
consacrata e le Società di vita apostolica. Padre Giuseppe Piemontese, custode
del Sacro Convento di Assisi, spiega la presenza dei figli di San Francesco nel
mondo attuale: «Siamo uomini innamorati di Dio, della vita in ogni sua
manifestazione, degli uomini che ci vivono accanto, di tutta la creazione.
Siamo uomini di Dio, che hanno dedicato la vita al Signore perché hanno
percepito una vocazione. Poi siamo uomini di speranza: in questo mondo così
difficile, portiamo alla gente una parola di semplicità e di speranza. E siamo
uomini di pace che sanno quale significato abbia avuto la pace nell'esperienza
di San Francesco». La «Regola di San Francesco» è stata ristampata in otto
lingue ed è stata consegnata a tutti i «capitolari». Spiega padre Enzo
Fortunato, portavoce del Capitolo: «La Regola altro non è che una sintesi del
Vangelo: l'unica cosa che Francesco ha consegnato ai frati è stato il Vangelo.
Perciò la povertà può non essere una sventura ma una scelta
di vita in tempi di crisi
economica. L'evento cade in un momento di drammatica crisi
finanziaria mondiale: l'essenzialità francescana può
essere una buona strada da percorrere in controtendenza». Non va dimenticato
che Giovanni Paolo II scelse Assisi come luogo di preghiera tra le religioni e
di incontro per la pace e la difesa del creato. Pier Giuseppe Accornero
17/04/2009 nascosto-->
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
«Crisi lunga in
Occidente» Per la Cina solo una pausa --> Il Fondo monetario: recessione
duratura, la ripresa sarà lenta Pechino frena ma cresce del 6%. Scioperi anche
a Montecarlo Venerdì 17 Aprile 2009 GENERALI, pagina 7 e-mail print RomaLa crisi economica in corso «è altamente sincronizzata» a
livello globale ed è accompagnata da «una grave crisi
finanziaria», un mix visto molto raramente nel Dopoguerra e, per queste
ragioni, la recessione «sarà insolitamente pesante e duratura» e seguita da una
ripresa «lenta e debole». Lo dice il Fondo monetario internazionale (Fmi) nei
capitoli analitici del Weo, il Rapporto sull'economia globale che sarà
presentato a Washington il 22 aprile. Fmi: crisi
duratura In genere, sottolinea il documento del Fondo che prende in esame le
fasi recessive e le successive riprese in 21 economie avanzate, compresa
l'Italia, dal 1960 a oggi, una fase recessiva tipica dura circa un anno, mentre
la fase espansiva va avanti per oltre 5 anni. Dalla metà degli anni Ottanta, le
recessioni nelle economie avanzate sono diventate meno frequenti, mentre le
fasi di ripresa sono diventate più durature. La presenza
concomitante di una crisi finanziaria rende, tuttavia, tutto molto più difficile, rendendo la fase
recessiva più pesante e duratura. Le crisi finanziarie, infatti, sottolinea il Fondo, «fanno seguito a
periodi di forte espansione del credito e a netti rialzi dei prezzi degli
asset». La ripresa, in questo caso, viene ostacolata «dal basso livello
della domanda privata e del credito, in quanto le famiglie tentano di aumentare
il risparmio per aggiustare i bilanci». Un altro ostacolo alla ripresa è
rappresentato dall'alto livello del debito pubblico che riduce l'efficacia dei
pacchetti anticrisi. È il caso dell'Italia, tra gli
altri. La Cina rallenta, ma non troppo Anche in Cina l'economia continua a
perdere colpi e nel primo trimestre il tasso di crescita annuale del Pil si è
smorzato al 6,1 per cento. Un livello che, però, sarebbe un vero «boom» per
un'economia avanzata occidentale, ma che a confronto con le performance
esuberanti del Dragone rappresenta invece un record negativo da molti anni, con
diverse stime su quanto sia lontano il precedente. Il dato generale riflette il
duro colpo accusato dall'export del gigante asiatico a riflesso della crisi internazionale, ma nei valori dettagliati diffusi
dalle autorità vi sono indicazioni in base alle quali Pechino lancia comunque
messaggi rassicuranti. Secondo il premier Wen Jiabao l'economia cinese «gode di
una salute migliore rispetto al previsto». In particolare inizierebbero a
vedersi gli effetti positivi delle gigantesche misure di sostegno all'attività
reale varate dal governo, che complessivamente ammontano a circa 460 miliardi
di euro. Industria in ginocchio nella Ue Intanto, nei 27 Paesi Ue la produzione
industriale, secondo i dati Eurostat, ha registrato a febbraio un calo
dell'1,9% rispetto a gennaio e del 17,5% su febbraio 2008. Nella nota diffusa
dall'Ufficio statistico europeo, si precisa anche che sono state riviste le
stime sull'andamento della produzione industriale su base mensile relative allo
scorso gennaio diffuse il 20 marzo. I dati aggiornati indicano che nel primo
mese del 2009, rispetto al dicembre 2008, la flessione della produzione è stata
del 2,4% per Eurolandia (meno 3,5% il dato diffuso il 20 marzo) e del 2,3% per
l'insieme dei 27 (meno 2,9% la prima stima). Scioperi anche a Montecarlo Anche
Montecarlo può patire la crisi e mettersi in sciopero:
così ieri alcune migliaia di lavoratori monegaschi sono scesi in piazza con i
loro striscioni paralizzando la città per tutto il giorno. Bloccati anche i
casinò, i caffè ed i grand hotel per protestare contro i tagli nell'occupazione
e per ottenere condizioni di lavoro e stipendi migliori. «Paradiso per i
lavoratori no, è solo una leggenda», sostiene Betty Tambuscio, presidente
dell'Unione dei sindacati monegaschi che ha parlato di uno sciopero «storico,
il più importante degli ultimi dieci anni». Clacson, sirene e fischi hanno
risuonato lungo le vie della città e fino alla Place d'Armes, ai piedi della
famosa rocca. C'erano almeno tra 1.500 e 3.500 persone, molte di più di altre,
rare, manifestazioni simili. 17/04/2009 nascosto-->
( da "Giornale di Brescia"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Edizione:
17/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:cultura Padoa Schioppa soffia
sul castello di carte dell'economia dalla corta veduta Alexis de Tocqueville
era fermamente convinto che la rivoluzione francese non fosse scoppiata con la
presa della Bastiglia ma che essa diede semplicemente forma visibile ad un
processo iniziato molto tempo prima. La talpa della storia aveva scavato
silenziosamente il terreno sotto i piedi della nobiltà e quando lo strato
superficiale sprofondò emerse il nuovo mondo. Perciò chi avesse concentrato il
suo sguardo nel 1789 e sugli anni immediatamente precedenti, non sarebbe stato
in grado di cogliere né le cause né il significato degli eventi che stavano
abbattendo l'ancien régime. La crisi che stiamo
attraversando non ha la tragica grandiosità della rivoluzione francese, ma la
lezione di Tocqueville non va trascurata. Chi sostiene, ad esempio, che
l'attuale recessione ha le sue origini nella crisi dei
subprime, coglie solo un aspetto - e forse nemmeno il più importante - dello
sconquasso al quale stiamo assistendo. Per capire le cause della crisi e le lezioni possiamo ricavarne, è necessario avere
uno sguardo più lungo. È questo il filo conduttore dell'ultimo libro di Tommaso
Padoa-Schioppa, «La corta veduta. Conversazione con Beda Romano sul Grande
Crollo della finanza», appena pubblicato dal Mulino. Della
recessione economica e della crisi finanziaria hanno parlato in molti, ricorrendo spesso ad un linguaggio
tecnico le cui sottigliezze sfuggono ai non addetti ai lavori. Tommaso
Padoa-Schioppa, che ha alle spalle una lunga esperienza di banchiere centrale
(prima alla Banca d'Italia poi alla Bce), di presidente della Consob e di
ministro dell'Economia, non manca certo del raffinato bagaglio tecnico
di cui fanno sfoggio gli economisti. Ma il suo obiettivo è un altro: da una
parte rendere comprensibile quel che sta accadendo alla più vasta cerchia
possibile di cittadini, dall'altra superare gli angusti confini dell'economia
chiamando in causa la politica e la cultura che non hanno saputo andare al di
là della «veduta corta» alimentando per ciò stesso la crisi.
La visione che ha prevalso negli ultimi anni ha cancellato il tempo, ha
trascurato il passato e il futuro, ha privilegiato il presente misurando il
successo sui risultati immediati. Quando il castello di carte è crollato c'è
stata, e non poteva essere altrimenti, una corsa affannosa per circoscrivere
l'epidemia che però aveva già diffuso i suoi germi in tutto il mondo. Gli aiuti
alle banche invase dai titoli tossici, alle persone che hanno perso il posto di
lavoro, ai settori che rischiano di scomparire, dovranno inevitabilmente
continuare. Ma ora è venuto il momento della riflessione. Non basta promettere,
come è accaduto al G20 di Londra, la creazione di strumenti in grado di
impedire il ripetersi di truffe gigantesche e di politiche irresponsabili.
Occorre acquisire la consapevolezza che il mondo ha voltato pagina, e la
conversazione di Padoa-Schioppa lo dimostra con una impressionante ricchezza di
argomenti. «Stiamo vivendo la fase di emergenza di una svolta che muta il corso
di molti anni davanti a noi - conclude l'autore -. L'emergenza impone decisioni
rapide, ma la vera sfida per chi governa o pensa politicamente, come cittadino,
sta nell'andare oltre la quotidianità e nel praticare lo sguardo lungo... In
un'emergenza aumenta la densità del tempo: in ventiquattr'ore si condensano
molti avvenimenti, i minuti diventano mesi e i metri diventano chilometri. È il
momento in cui le circostanze ci fanno vedere un passato e un futuro lunghi.
Col pensiero risaliamo nel tempo e ci proiettiamo più lontani nell'avvenire
proprio perché entrambi si trovano concentrati nel presente. Ce ne dovremo
ricordare e uscire da questa crisi con una memoria
lunga del futuro, non solo con la giusta lezione del passato». E se ne dovrà
ricordare la classe politica europea chiamata sul banco degli imputati per non
aver saputo realizzare l'unità politica che era nel programma dei padri
fondatori, lasciando con tutela insufficiente i cittadini e privando il pianeta
del suo apporto alla soluzione della crisi. Giovanni
Vigo
( da "Manifesto, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
CARTA STAMPATA
Dossier della Fieg: 100% di perdite, 30% in meno di utili nel 2008. Anche per i
locali Il collasso dei giornali Bruno Perini Prima il crollo dell'economia di
carta, con la più grave crisi
finanziaria degli ultimi sessant'anni, poi, almeno
così pare, il crollo dell'editoria di carta. A lanciare l'allarme è stata ieri
la Fieg, che ha messo in campo numeri da brivido sullo stato di salute
dell'editoria. Secondo la federazione degli editori il settore è «in una grave crisi industriale, che ne frena
pesantemente lo sviluppo. Per il complesso delle società editrici di quotidiani
nel 2008, quando la crisi ancora non aveva dispiegato
i suoi terribili effetti, si è registrato un aumento delle perdite del 100% ed
una contrazione degli utili del 30%». Il presidente della Fieg, Carlo
Malinconico, ha lanciato il grido di dolore in occasione dell'assemblea degli
editori. «È facile prevedere che i numeri peggioreranno ulteriormente nel 2009
- continua Malinconico - se solo consideriamo che gli investimenti pubblicitari
sui quotidiani nei primi due mesi di quest'anno sono diminuiti in media del
25%, con punte anche del 60% in alcuni giornali locali. Per i periodici il
quadro non è significativamente diverso. Gli andamenti trimestrali di alcuni
dei principali gruppi editoriali italiani presentano, nel corso del 2008, un
costante peggioramento dei conti economici, con un picco negativo nell'ultimo
trimestre dell'anno». Dopo un primo trimestre «tutto sommato positivo»,
continua Malinconico, «con un fatturato in crescita del 3,2% rispetto allo
stesso periodo del 2007, nei successivi trimestri si sono verificate flessioni
(dell'1,4%, nel secondo; del 5,7%, nel terzo; del 9% nel quarto). In media il
fatturato editoriale del 2008 ha fatto registrare un calo del 3,3% rispetto al
2007. La componente dei ricavi che ha mostrato segnali di maggiore debolezza è
stata la pubblicità. La raccolta delle imprese editrici, positiva nel primo
trimestre (+9%) ha accusato una battuta d'arresto nel secondo (-2,7% rispetto
allo stesso periodo del 2007), che si è andata accentuando nel terzo (-6%) e
nel quarto trimestre (-12,3%). La flessione media annua dei ricavi pubblicitari
è stata del 3,8%». «I ricavi da diffusione delle copie, pur iniziando l'anno in
flessione (-3% nel primo trimestre 2008 rispetto allo stesso periodo del 2007)
- continua il presidente della Fieg - avevano dato segnali di assestamento nel
secondo trimestre con una attenuazione del trend discendente (-1,2%). Invece,
nei due successivi trimestri il calo si è andato accentuando (-6% e -6,2%
rispettivamente). La flessione media annua è stata del 2,8%. Il margine
operativo lordo o Ebitda, che esprime il reddito che l'azienda è in grado di
generare prima della remunerazione del capitale, delle imposte, delle
svalutazioni e degli ammortamenti, ha fatto registrare una flessione del 48%
del 2008 rispetto al 2007». «È evidente che il decremento dei ricavi e la
rigidità dei costi industriali, determinando un assottigliamento dei margini
industriali - continua Malinconico - incide negativamente sulle decisioni di
investimento, in quanto incrina le possibilità di ritorno in termini di
remunerazione del capitale investito». Anche la variazione dell'Ebit, infine
sottolinea il presidente della Fieg, «è stata del 51,9%, con un decalage che
nei quattro trimestri del 2008, confrontati con il 2007, si è andato
accentuando: -53,4%, -26%, -80%, -72,2%». Cifre da paura che prevedibilmente
avranno ripercussioni sul mercato del lavoro giornalistico ed editoriale.
«Occorre dare atto alle parti, che si sono duramente confrontate, di avere
affrontato tutti i temi sul tappeto con grande senso di responsabilità,
contribuendo - ciascuna in modo determinante - all'andamento positivo della
trattativa, con sacrifici spesso dolorosi». Il presidente della Fieg,
Federazione italiana editori giornali, Carlo Malinconico, commenta così la
sigla dello schema di contratto siglato nei giorni scorsi con la Fnsi. Il
contratto, secondo il presidente della Fieg, «tiene conto delle esigenze di
flessibilità organizzativa necessarie alle imprese per adeguarsi al mutato
quadro operativo. Il contratto è uno strumento importante e necessario, ma non
sufficiente per affrontare una crisi di così vaste
dimensioni e di così stratificata natura. Occorrono mezzi di accompagnamento che
solo il governo è in grado di precostituire - continua Malinconico - sia pure
sulla base di strumenti condivisi dalle parti sociali. La positiva evoluzione
della disciplina degli ammortizzatori sociali ha costituito una premessa
indispensabile per il progresso nelle trattative per il rinnovo del contratto».
La Fieg rivolge poi un appello a governo e Parlamento affinchè valutino «la crisi in tutta la sua gravità», in modo da «evitare, specie
in questo contesto così difficile, misure che aggravino la situazione, come
quelle su un'ulteriore e aggiuntiva responsabilità degli editori, di dare corso
alle richieste prioritarie ed urgenti di rilancio del settore rappresentate da
questa federazione». L'appello invita le autorità «a sostenere e premiare lo
sforzo che le parti sociali hanno compiuto nella ricerca costruttiva di un
nuovo modello di sviluppo, che pone al centro del sistema la tutela del lavoro,
la dinamica dell'impresa, l'innovazione del Paese con ricadute significative
anche in altri settori di attività». Foto: FOTO ATTILIO CRISTINI
( da "Giornale.it, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
n. 92 del
2009-04-17 pagina 17 Sarkozy dà i voti ai colleghi E promuove solo Berlusconi
di Roberto Fabbri «Zapatero poco intelligente, Obama indeciso, Merkel costretta
a copiarmi, Barroso irrilevante. Silvio invece è un vincente» Obama è ancora
inesperto, Zapatero uno scopiazzatore delle sue idee, come del resto, almeno in
qualche caso, la stessa Merkel. Nicolas Sarkozy parla a ruota libera, convinto
che le sue parole non usciranno dalla ristretta cerchia entro cui sono state
pronunciate, e ne ha un po' per tutti i grandi leader del mondo. Salva solo se
stesso e, bontà sua, Silvio Berlusconi. È il quotidiano della sinistra chic
francese Libération a pubblicare lo scoop, puntualmente oggetto di una smentita
ufficiale, ma poco convincente, da parte dell'Eliseo. Il tutto scaturisce da
una colazione di lavoro nella residenza presidenziale a Parigi. L'incontro con dodici deputati e dodici senatori doveva servire a
fare il punto sulla crisi finanziaria internazionale, ma il clima rilassato ha indotto Sarkozy a qualche
considerazione pungente sui suoi colleghi del club dei Numeri Uno. Al termine
della riunione, evidentemente, qualcuno non ha resistito a raccontare alla
stampa ciò che aveva ascoltato. Ed ecco che saltano fuori giudizi
lusinghieri per il premier italiano («In democrazia conta essere rieletto e
guardate Berlusconi, c'è riuscito tre volte») e taglienti per gli altri. Lo
spagnolo Zapatero ne esce peggio di tutti. «Mi copia le idee, come quella
sull'eliminazione della pubblicità dalle reti Tv pubbliche. Forse non è molto
intelligente - infierisce Sarkozy -, ma io conosco persone che erano molto
intelligenti e non sono arrivate al ballottaggio delle presidenziali», chiara
allusione all'ex leader socialista Lionel Jospin. Parole agrodolci su Barack
Obama. Il presidente americano, riconosce Sarkozy, «è uno spirito fine, molto
intelligente, ma è stato eletto solo da due mesi e non ha mai gestito un
ministero in vita sua. Su molte questioni non ha mai preso una posizione e non
è sempre all'altezza in fatto di decisione e di efficienza». Una stoccatina
anche alla Cancelliera tedesca Angela Merkel («Quando s'è resa conto dello
stato delle sue banche e della sua industria dell'auto non ha potuto che fare
come me») e una bella legnata al presidente della Commissione Europea José
Manuel Barroso («Totalmente assente dal G20») chiudono le indiscrezioni di
Libération. Che notoriamente non sopporta Sarkozy e mette tutto sotto un titolo
altrettanto impietoso: «Si crede il maestro del mondo». © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Tirreno, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
A preoccupare il
Fondo monetario è la sincronizzazione della crisi a
livello globale Fmi: «Recessione lunga, ripresa lenta» WASHINGTON. «L'attuale
recessione sarà insolitamente lunga e severa, e la ripresa lenta». Lo afferma
il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), in uno dei capitoli analitici del
World Economic Outlook che sarà diffuso la prossima settimana. «Recessioni
associate a crisi finanziarie tendono a essere severe.
La ripresa da queste recessioni è solitamente lenta. Se queste recessioni -
spiega il Fmi - sono sincronizzate a livello globale tendono a essere ancora
più lunghe e seguite da riprese ancora più deboli». «Le analisi suggeriscono
che una crisi finanziaria e un rallentamento globale
sincronizzato insieme si traducono in una recessione insolitamente severa e
lunga - afferma ancora il Fmi -. Una combinazione come questa è rara e per
questo è necessario evitare conclusioni affrettate. Il fatto che l'attuale rallentamento sia altamente sincronizzato e associato a
una profonda crisi finanziaria suggerisce che probabilmente sarà duraturo e con una ripresa più
debole della media». «Esclusa l'attuale recessione» dal 1960 «ce ne sono
quindici» che possono «essere associate a crisi finanziarie, con tre episodi di recessione globale: 1975, 1980 e
1992. Solitamente le recessioni sono brevi e le riprese sostenute: in
generale una recessione dura un anno, con un'espansione che si protrae per più
di cinque anni», sottolinea il Fmi, precisando comunque come «le crisi finanziarie seguono generalmente da periodi di aumento
del credito e dei prezzi degli asset. Le riprese economiche da tali recessioni
sono solitamente frenate dalla debolezza della domanda privata e di credito,
riflettendo in parte la tendenza delle famiglie ad aumentare il tasso di
risparmio così da raddrizzare i propri bilanci». «Le recessioni globalmente
sincronizzate sono più lunghe e profonde delle altre. La durata di tali
recessioni è in media una volta e mezzo superiore alla durata tipica di una
recessione. Le successive riprese sono di solito lente, caratterizzate da una
debole domanda esterna, soprattutto se anche gli Stati Uniti sono in
recessione: durante le recessioni del 1975 e del 1980 il calo delle
importazioni Usa ha contribuito a una notevole contrazione del commercio
mondiale».
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 7 -
Economia Il Fmi: la recessione sarà pesante e duratura IL RAPPORTO WASHINGTON. La crisi
economica in corso «è altamente sincronizzata» a livello globale ed è
accompagnata da «una grave crisi finanziaria», un mix visto molto raramente nel dopoguerra e, per queste
ragioni, la recessione «sarà insolitamente pesante e duratura» e seguita da una
ripresa «lenta e debole». Lo dice l'Fmi nel rapporto che sarà presentato
a Washington il 22 aprile. Per risolvere l'attuale recessione globale «saranno
necessarie azioni coordinate a livello monetario, di bilancio e finanziario»
con misure fiscali e monetarie «aggressive» per sostenere la domanda aggregata
nel breve termine.
( da "Repubblica, La"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina XVIII -
Torino Il pubblico La tradizione "Ora andrò alla scoperta delle radici del
Piemonte" Il rapporto che riesco a creare con gli spettatori è sempre
fondamentale per la riuscita del concerto Quella torinese la conosco poco. Ma
so che è assai ricca: cerco chi possa guidarmi La Di Marco presenta stasera il
nuovo lavoro sul palco del Folkclub ELIO BUSSOLINO Il titolo del suo nuovo
disco, "Donna Ginevra", lascia trasparire un rispettoso omaggio alla
sua stessa autrice ed è proprio da quello che inizia il nostro incontro con
Ginevra Di Marco, voce cristallina e dalla forte carica emotiva che, dai
trascorsi nei Csi e Gpr, è da qualche tempo approdata alla musica popolare per
antonomasia. Chi l´ha suggerito, dunque? «La gente ai miei concerti. E´ capitato
moltissime volte che il pubblico mi salutasse con questo appellativo, forse
perché il mio nome rimanda a tempi remoti. E io me lo sono tenuto molto
volentieri, come un regalo. E cerco di portarmelo con onore». Il disco ha tutta
l´aria di essere invece un succinto atlante di musica popolare: è corretto
leggerne il programma in questa chiave? «In effetti si tratta del proseguimento
dell´album del 2006, il mio primo tuffo nella musica tradizionale di varie
regioni del mondo. Sentivo l´esigenza di soffermarmi ancora in quel vasto campo
che è la musica folk, di approfondire le tradizioni che mi avevano emozionato e
impressionato di più. Il mio è un viaggio ancora in corso e la meta è la nostra
memoria collettiva. A me piace rivitalizzare e rimettere in circolo ciò che
contiene in sé significati importanti, grandi valori e messaggi» "Il crack
delle banche", la canzone di fine Ottocento sullo scandalo della Banca di
Roma, è forse stata ripresa sull´onda dell´attuale crisi finanziaria internazionale? «Anche
questo è stato un caso: l´ho scoperta solo di recente e non ho potuto fare a
meno di pensare quanto fosse pertinente ai tempi che stiamo correndo. Leggendo
il testo, ci si rende conto anzi che i momenti, la società, le mode, possono
anche cambiare, ma gli uomini al potere rimangono fatti sempre della stessa
pasta.» Da "Li´ffigliole" e "M´aggia curà" fino a
"Terra mia" di Pino Daniele, si direbbe che lei nutra una passione
viscerale per la musica campana antica e moderna. Come lo spiega? «La Campania
è una regione che amo in modo particolare, ho parenti meridionali, della
Basilicata per la precisione, ed io frequento quelle regioni fin da quando ero
molto piccola. La considero la mia seconda regione e in questo disco ho voluto
per l´appunto soffermarmi sulle due regioni nelle quali affondano le mie
radici, la Toscana e la Campania, per l´appunto» Da piemontesi dobbiamo
viceversa lamentare l´assenza totale di musiche della nostra regione dal suo
disco: come mai? «Ahimè sì, purtroppo la conosco molto poco, ma intendo colmare
questa lacuna al più presto. Mi auguro che qualcuno possa guidarmi suggerendomi
per esempio da dove cominciare." Che cosa sa invece del Folkclub e che
taglio intende dare al suo concerto stasera? «Ci sono già stata una volta e
ricordo un luogo molto intimo che sicuramente richiederà qualche revisione
nella mia scaletta. Lo spettacolo si svolge in due tempi, uno dai toni molto
delicati e rarefatti, l´altro con più ritmo ed energia. A miscelare in maniera
ottimale il tutto provvederanno gli umori del pubblico»
( da "Giornale.it, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Quando sarà
pubblicata la terza enciclica di Benedetto XVI? Il progetto iniziale prevedeva
che uscisse l'anno scorso, le prime anticipazioni - a partire dal titolo,
"Caritas in veritate" - risalgono infatti ai primi mesi del 2008.
Doveva essere pubblicata nel quarantesimo anniversario dell'enciclica
"Populorum progressio" di Paolo VI (marzo 1968), poi il cardinale
Segretario di Stato disse che sarebbe slittata probabilmente a ridosso
dell'estate. Poi si parlò di dicembre. A fine anno il testo sembrava pronto,
dopo l'ingresso nel gruppo di lavoro del neo-arcivescovo di Monaco di Baviera,
monsignor Marx. La crisi finanziaria aveva provocato
un ulteriore ritardo, ma nelle prime settimane del 2009 si dava per certo che
l'enciclica sarebbe uscita con data 19 marzo - festa di San Giuseppe - e resa
nota prima di Pasqua. Si è poi detto che sarebbe slittata a maggio (firmata il
1 maggio). Ora anche l'ipotesi di quella data sembra definitivamente tramontare
e nei sacri palazzi è opinione diffusa che l'enciclica sociale possa vedere la
luce a ridosso dell'estate, se tutto va bene. Quali sono le cause del ritardo?
Fonti autorevoli confermano al Giornale che il problema sarebbe stato
rappresentato proprio dalla parte aggiunta al testo, e riferita alla crisi economica mondiale. La stesura fin qui approntata,
infatti, non avrebbe incontrato il gradimento del Pontefice che, ovviamente,
per passaggi "tecnici" di documenti così importanti, è solito
affidarsi agli esperti, ma che non rinuncia poi a intervenire, a chiedere
modifiche e aggiustamenti. "Caritas in veritate" risulta dunque
essere, fino a questo momento, il testo più travagliato del pontificato di
Benedetto XVI, che oggi festeggia l'ottantaduesimo compleanno e si accinge a
ricordare il quarto anniversario dell'elezione. Anche oggi il Papa ha
festeggiato (poco) e lavorato (molto): l'attenzione sua e dei collaboratori più
stretti è tutta rivolta in questo momento al prossimo viaggio in Terrasanta
(Giordania, Israele, Territori sottoposti all'Autorità Palestinese). Tra le nomine
curiali attese nelle prossime settimane (o nei prossimi mesi) c'è quella del
nuovo "ministro della Sanità", in sostituzione del dimissionario
cardinale Barragàn; quella del nuovo presidente del Pontificio consiglio per la
Giustizia e la pace, in sostituzione del cardinale Martino - che però resterà
al suo posto fino alla pubblicazione dell'enciclica sociale, prima di essere
sostituito, sembra, da un prelato africano. Per quanto riguarda la Segreteria
di Stato, invece, non ci dovrebbero essere sorprese ai livelli altissimi (voci
di una promozione del Sostituto Filoni a un ufficio cardinalizio sembrano al
momento prive di fondamento), mentre è più probabile che non tardino molto ad
arrivare le promozioni a nunzio dei numeri tre Caccia (assessore) e Parolin
(sottosegretario ai rapporti con gli Stati). Concluso il lavoro per
l'enciclica, dovrebbe lasciare la Segreteria di Stato anche l'arcivescovo
Sardi, che coordina il gruppo di scrittori incaricato di collaborare con il
Papa per la stesura dei discorsi. Sardi dovrebbe ricevere un incarico presso
l'Ordine di Malta, e al suo posto potrebbe andare monsignor Gloder. Infine, si
parla con insistenza della possibilità di un prossimo cambio alla direzione
della Sala Stampa vaticana. Ma al momento non è stata presa alcuna decisione al
riguardo. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) » (4 votes, average: 3.5 out of 5)
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Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Il Papa dai terremotati Per
la visita di Benedetto XVI ai terremotati d'Abruzzo si lavora con l'ipotesi
della data del 1 maggio. Da quanto apprendiamo sarebbe stato lo stesso
responsabile della Protezione Civile, Guido Bertolaso, a indicarla, suggerendo
al Pontefice attraverso i suoi collaboratori di non recarsi subito nelle zone
colpite dal sisma. Il Papa, invece, avrebbe voluto essere presente prima
possibile tra la gente che ora vive nelle tendopoli, per manifestare la sua
vicinanza e la sua solidarietà. Scritto in Varie Commenti ( 41 ) » (5 votes,
average: 4.2 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS
Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 11Apr 09 Buona
Pasqua ai naviganti, un abbraccio ai terremotati Cari amici, oggi, Sabato
Santo, è la giornata del silenzio e dell'attesa. Duemila anni fa, quel giorno,
gli undici apostoli e i discepoli di Gesù erano affranti, abbattuti, impauriti
per la fine tremenda che era toccata al loro maestro. C'è solo una donna che
vive quelle ore d'angoscia e di dolore presentendo che qualcosa sta per
accadere: Maria. Questa notte la Chiesa celebra il rito più importante
dell'anno, la veglia della luce. Questa notte l'unico uomo che nella storia
abbia detto di sé "io sono la via, la verità e la vita", risorge e
con il suo corpo glorioso, appartenente ormai alla dimensione dell'eternità, si
fa vedere, si fa nuovamente incontrare, mangia e beve con i suoi amici. Che da
impauriti si trasformano in instancabili annunciatori della resurrezione di
Gesù. E' il cuore dell'annuncio cristiano, il fondamento della fede. Sul
Giornale di oggi pubblico un articolo dedicato agli indizi di storicità di
quell'evento straordinario e unico. Credere nella resurrezione è un atto di
pura fede, nessuna dimostrazione scientifica o prova storica potrà mai
convincere qualcuno. Ma il credente sa di non scommettere la sua vita sui
fantasmi, sulle leggende o sulle proiezioni mentali di qualche mistico
invasato. Sa che ci sono ragionevoli indizi per credere. E' il modo con cui
vorrei augurare buona Pasqua a ciascuno di voi, avendo gli occhi e il cuore
ancora pieni di dolore per la tragedia accaduta in Abruzzo. Ieri è stato
davvero un Venerdì Santo di Passione. La grande domanda, il grido straziante
dell'uomo di fronte alla sofferenza, alla morte, al dolore innocente è scolpita
nei tanti volti di coloro che sono stati colpiti dal sisma. Di fronte a questo
grido, non valgono i discorsi, le frasi fatte, l'esposizione di una dottrina.
Personalmente mi sento incapace di dire alcunché. Ma questa domanda ha avuto
una risposta: Dio, all'uomo che soffre, non ha offerto una soluzione, ma una
compagnia, quella di suo Figlio, che ha sofferto ed è morto sulla croce, Lui,
il giusto innocente. Si è fatto ammazzare per noi, per i nostri peccati. La
risposta di Dio è stata l'incarnazione, la morte e la resurrezione di Gesù.
L'unica risposta a quella domanda senza risposta, può essere soltanto
l'abbraccio, la compassione, la compagnia, la vicinanza. Buona Pasqua a tutti.
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Invia questo articolo a un amico 09Apr 09 Alta tensione tra Obama e la Chiesa.
Le messe di Langone Sul Giornale di oggi pubblico un articolo dedicato alla tensione
crescente fra la Chiesa Usa e il presidente Barak Obama. Tensione che coinvolge
anche il Vaticano: da settimane infatti si è creato un impasse per la nomina
del nuovo ambasciatore Usa, che dovrà sostituire Mary Ann Glendon (designata da
Bush e notoriamente vicinissima alle posizioni di Benedetto XVI). La Santa Sede
vorrebbe un diplomatico professionista cattolico e non un politico del partito
democratico da premiare per il suo sostegno alla campagna di Obama. Non è
facile infatti trovare infatti politici cattolici del partito democratico che
non siano "pro choice" sull'aborto. Nelle pagine culturali, inoltre,
ho ampiamente recensito il nuovo libro di Camillo Langone: una guida Michelin
alle messe italiane. Scritto in Varie Commenti ( 43 ) » (7 votes, average: 5
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 06Apr 09 I "trafficanti di
uomini" All'Angelus di ieri il Papa ha parlato degli immigrati vittime dei
"trafficanti di uomini". Quando pensiamo a forme di moderna
schiavitù, ci vengono in mente Paesi sottosviluppati, lontanissimi da noi. Non
sempre è così. Mi ha profondamente colpito questa intervista video realizzata
dal direttore di Fides Luca De Mata per uno dei suoi programmi documentario.
L'uomo che parla è un immigrato sudamericano in Nord America. Scritto in Varie
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amico 02Apr 09 Il Papa ai giovani: il cristianesimo non sia ridotto a slogan
Questa sera Benedetto XVI ha celebrato in San Pietro con i giovani la messa per
il quarto anniversario della morte di Papa Wojtyla. Nell'omelia, dopo aver
detto che il ricordo di Giovanni Paolo II "continua a essere vivo nel
cuore della gente" e aver citato la fecondità del suo magistero con i
giovani, Ratzinger ha parlato del momento attuale e del pericolo che la fede
sia strumentalizzata: "Fate attenzione: in momenti come questo, dato il
contesto culturale e sociale nel quale viviamo, potrebbe essere più forte il
rischio di ridurre la speranza cristiana a ideologia, a slogan di gruppo, a
rivestimento esteriore. Nulla di più contrario al messaggio di Gesù! Egli non
vuole che i suoi discepoli "recitino" una parte, magari quella della
speranza. Egli vuole che essi "siano" speranza, e possono esserlo
soltanto se restano uniti a Lui! Vuole che ognuno di voi, cari giovani amici,
sia una piccola sorgente di speranza per il suo prossimo, e che tutti insieme
diventiate un'oasi di speranza per la società all'interno della quale siete
inseriti. Ora, questo è possibile ad una condizione: che viviate di Lui e in
Lui" Scritto in Varie Commenti ( 56 ) » (10 votes, average: 5 out of 5) Loading
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Invia questo articolo a un amico 01Apr 09 Crisi, inizia il G20. Il Papa scrive
a Gordon Brown Benedetto XVI, di ritorno dall'Africa, ha scritto una lettera al
premier inglese Gordon Brown per il G20 che inizia a Londra. Eccone qualche
passaggio: "Il Vertice di Londra, così come il Vertice di Washington che
lo precedette nel 2008, per motivi pratici di urgenza si è limitato a convocare
gli Stati che rappresentano il 90% del PIL e l'80% del commercio mondiale. In
questo contesto, l'Africa subsahariana è presente con un unico Stato e qualche
Organismo regionale. Tale situazione deve indurre i partecipanti al Vertice a
una profonda riflessione, perché appunto coloro la cui voce ha meno forza nello
scenario politico sono quelli che soffrono di più i danni di una crisi di cui non portano la responsabilità. Essi poi, a
lungo termine, sono quelli che hanno più potenzialità per contribuire al
progresso di tutti". "Occorre pertanto fare ricorso ai meccanismi e
agli strumenti multilaterali esistenti nel complesso delle Nazioni Unite e
delle agenzie ad essa collegate, affinché sia ascoltata la voce di tutti i
Paesi del mondo e affinché le misure e i provvedimenti decisi negli incontri
del G20 siano condivisi da tutti". "Allo stesso tempo, vorrei
aggiungere un altro motivo di riflessione per il Vertice. Le
crisi finanziarie scattano
nel momento in cui, anche a causa del venir meno di un corretto comportamento
etico, manca la fiducia degli agenti economici negli strumenti e nei sistemi
finanziari. Tuttavia, la finanza, il commercio e i sistemi di produzione sono
creazioni umane contingenti che, quando diventano oggetto di fiducia cieca,
portano in sé stesse la radice del loro fallimento. L'unico fondamento vero e
solido è la fiducia nell'uomo. Perciò tutte le misure proposte per arginare la crisi devono cercare, in ultima analisi, di offrire
sicurezza alle famiglie e stabilità ai lavoratori e di ripristinare, tramite
opportune regole e controlli, l'etica nelle finanze". Scritto in Varie
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articolo a un amico 26Mar 09 Una nuova "Inchiesta sulla Sindone"
S'intitola "Inchiesta sulla Sindone" il nuovo libro del vaticanista
(e amico) Marco Tosatti, in libreria in questi giorni, edito da Piemme. Un
ottimo modo per prepararsi all'ostensione del 2010 e per fare il punto sulla
misteriosa immagine dell'uomo morto crocifisso, che una controversa datazione
al radiocarbonio nel 1988 ritenne d'età medioevale, pur essendoci numerosissimi
altri indizi che la facevano risalire, invece, al primo secolo dell'era
cristiana. Tosatti descrive la storia del lino sul quale - in modo inspiegabile,
e più inspiegabile oggi che vent'anni fa - si è impressa un'immagine che
rappresenta un negativo fotografico. Una delle parti del libro che mi ha
colpito di più è quella dedicata all'esame al radiocarbonio, sulla cui
correttezza è lecito sollevare più di un dubbio: i risultati dei tre
laboratori, infatti, non avevano il margine minimo di compatibilità stabilito,
e si sarebbe dovuto ripetere nuovamente il test. Senza contare che proprio
questo esame ha fallito clamorosamente, datando come vecchie di 400 anni foglie
di platano raccolte il giorno prima, oppure stabilendo al 1600 la fattura di
una tovaglia moderna, o ancora datando all'800 dopo Cristo dipinti africani che
avevano invece solo undici anni. Con contributi scientifici e nuove testimonianze,
il libro mostra quanto si faccia bene a dubitare su quel dato che permise di
affermare che la Sindone sarebbe in reltà un manufatto medioevale. Anche se
bisogna sempre tener presente il metodo di Dio, applicabile anche a questo
caso: lasciare sempre sufficiente luce per chi vuole credere, e sufficiente
tenebra per chi non vuole credere. Scritto in Varie Commenti ( 124 ) » (19
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Mar 09
Il Papa in Africa, un bilancio di due viaggi Visitando l'Africa, nei suoi sei
giorni di permanenza nel Continente nero, Benedetto XVI ha compiuto due viaggi.
Due viaggi molto diversi tra di loro. Il primo è quello reale, segnato dal
contatto con le folle del Camerun e dell'Angola, dai temi che il Papa ha
trattato nei discorsi e nelle omelie, dall'impatto con le contraddizioni di due
capitali dove ricchezza e povertà estreme convivono fianco a fianco. L'altro
viaggio è quello virtuale, quello su cui si sono accapigliati commentatori,
burocrati e sondaggisti occidentali, che hanno accusato Ratzinger di
irresponsabilità per aver detto ciò che tutti dovrebbero ormai riconoscere e
che è attestato da studi scientifici: la distribuzione di preservativi non è il
metodo efficace per combattere la diffusione dell'Aids in questi Paesi. Per tre
giorni, nei Paesi europei così come negli Stati Uniti, mentre il Papa parlava
di povertà, sviluppo, diritti umani, si è discusso di profilattici. Per poi
passare, durante i successivi tre giorni, a parlare di aborto terapeutico,
sulla base di una frase pronunciata da Benedetto XVI in un discorso forte sui
mali che affliggono l'Africa.La macchina mediatico-politica, una volta messa in
moto, non si è più fermata. E così in Francia, dove impallinare il Pontefice
sembra diventato ultimamente uno sport nazionale, si sono fatti sondaggi e
sondaggini per dimostrare che almeno metà dei cattolici del Paese chiedono a
Ratzinger di dimettersi. La sensazione, leggendo dichiarazioni di alcuni
ministri e dei loro portavoce, è che per la prima volta dopo molto tempo, il
Papa non sia più circondato da quel rispetto attribuito a una personalità super
partes, ma sia considerato un capo partito, sottoposto al tiro incrociato delle
quotidiane dichiarazioni tipiche del «pastone» politico. C'è chi lo invita al
silenzio, chi lo invita a lasciare, chi gli spiega cosa dire e come dirlo.Così,
sedici discorsi pronunciati in terra africana, si sono ridotti a due-frasi-due,
la prima delle quali peraltro pronunciata in modo estemporaneo durante la
conferenza stampa tenuta sull'aereo. L'impressione è che Benedetto XVI non sia
eccessivamente preoccupato di questa crescente ostilità. Mai come in questi
giorni si è colta l'enorme distanza tra viaggio reale e viaggio virtuale. E se
è vero che la critica montante presso certe burocrazie occidentali non ha
precedenti recenti, bisognerà pure ricordare che critiche ferocissime vennero
mosse a Giovanni Paolo II nei primi anni del suo pontificato. Così come va
richiamata alla memoria la sofferenza e l'isolamento di Paolo VI, nel momento
in cui prese decisioni coraggiose come l'Humanae vitae, divenendo segno di
contraddizione.Che cosa resta, dunque, del viaggio di Benedetto in Camerun e
Angola? Prima ancora e più ancora dei messaggi lanciati dal Papa per la lotta
alla povertà, per la dignità della donna, per un'economia che non sia disumana,
per l'educazione e lo sviluppo, resta una presenza e una straordinaria corrente
di simpatia umana, che ha avuto il suo culmine in Angola. Tanta gente semplice
e straordinaria, ha trascorso ore ed ore sotto il sole per salutare non Joseph
Ratzinger, ma il successore di Pietro, venuto fino a qui per confermare i
fratelli nella fede. E in Paesi travagliati da tragiche guerre intestine,
abusi, soprusi, miserie, violenze, l'abbraccio di Pietro, il suo sorriso e la
sua vicinanza hanno contato di più di mille discorsi. Scritto in Varie Commenti
( 109 ) » (18 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea
Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un
amico 21Mar 09 Luanda, due morti allo stadio prima dell'arrivo del Papa La
notizia si è diffusa solo in serata: verso le ore 13, al momento dell'apertura
delle porte dello stadio dove Benedetto XVI ha poi incontrato i giovani, un
ragazzo e una ragazza sono morti schiacciati nella calca. Secondo un'altra
versione i due, quattordici e sedici anni, si sono sentiti male a causa del
caldo e della disidratazione. Ci sono stati anche otto feriti. Né il Papa né il
suo seguito non sono stati informati (se lo avesse saputo, avrebbe pregato per
le vittime insieme ai giovani durante l'incontro). Soltanto ad ora di cena
Benedetto XVI l'ha saputo. Le notizie sono ancora frammentarie e imprecise.
Scritto in Varie Commenti ( 43 ) » (9 votes, average: 5 out of 5) Loading ...
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vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca.
Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di
Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (342) Ultime
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le paranoie fra di voi farvi le vostre leggi anche... Paolo: A LDCaterina63: mi
vengono i brividi a leggere i tuoi commenti. i tg nazionali delle reti
pubbliche, in... peccatore: Interessante lo slittamento. C'è una crisi di portata storica e -temo- il cui impatto è...
Quixote: Caro Mauro se tu tendi un elastico e lo rilasci l'elastico riassume lo
stato precedente ma nessuno può... Luisa: Lidia mi ha preceduta. Non guardo mai
Annozero, conosco questa emissione unicamente per le polemiche che... Gli
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exsultet.net: Papstbrief als Reaktion blogring.org: Blogring per andrea...
phalaris: sul Filioque, ma sui dogmi la sostanza cambia ben poco?? Grazie.
Corrado: Mi scuso per la .http://blog.ilgiornale. it/tornielli/2008/07/02/roma-e
-fraternita-san-pio-x-il-dialo go-va-avanti/Read "How can I tell the
difference from phalaris grass that has DMT in it?" at Home & Garden
The Daily P.E.E.P.: Antonio Cardinal Cañizares Llovera Abiura: Comment on
Thornborn, un Dan Brown cattolico? by Rovere I più votati Violenze e minacce,
dobbiamo vigilare - 107 Votes La comunione nella mano, la fine
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( da "Finanza.com"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Generali:
Perissinotto, si discute per il controllo della russa Ingosstrakh (17 Aprile
2009 - 08:15) MILANO (Finanza.com) - “Stiamo discutendo: se
raggiungiamo un'intesa si va avanti, altrimenti si continua così”. È
quanto ha sottolineato Giovanni Perissinotto, amministratore delegato di Generali, circa
l'interesse nei confronti della società russa Ingosstrakh, controllata dal
magnate Oleg Deripaka, che naviga in cattive a causa della crisi
finanziaria. E aggiunge: “Si vedrà. Con il nostro
38% siamo soci importanti
di Ingosstrakh insieme ai nostri partner”. Per quanto
riguarda gli Stati Uniti Perissinotto non ha escluso un interesse per
operazioni specifiche, con piccole acquisizioni di nicchia. (Riproduzione
riservata)
( da "Stampaweb, La"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
LONDRA È la
rivincita dei bamboccioni. Biasimati in patria e derisi all’estero,
prototipo dell’eterna adolescenza italica incapace di emanciparsi dalla sottana
materna, gli over-30 non casa-muniti si prendono la rivincita sul resto del
mondo. La crisi finanziaria, infatti, ha spazzato via
le illusioni di molti paesi svelando che il fenomeno dei figli «ospiti» dei
genitori fino a tarda età, noto come «bamboccionismo» dal giorno in cui l’ex
ministro Padoa Schioppa bollò così i ragazzi che non se ne vogliono andare ,
non risparmia nessuno. A cominciare dalla Gran Bretagna, vessillo della prole
indipendente, dove in meno di un anno il numero di coloro che restano a vivere con
mamma e papà almeno fino alla 34ª candelina è cresciuto fino a raggiungere il
29% della popolazione. L'ultimo Social Trend, il rapporto annuale dell'ufficio
nazionale britannico per le statistiche (Ons), fotografa una nazione assai più
«continentale» del previsto, dove luci e ombre si confondono come nel resto
dell'amata-odiata Europa. Così, se 7 dimore su 10 dispongono del computer e
quasi altrettante sono internettizzate al 100%, gli abitanti, sebbene iper-high
tech, muoiono con la bottiglia di birra in mano due volte tanto quanto avveniva
solo 10 anni fa. E' la famiglia anglosassone del 2009, più che la difficile
condizione economica del paese, a rivelare le maggiori sorprese. Calano i
matrimoni, che nel 2006 hanno raggiunto quota 237 mila, il picco più basso dal
1895. Aumentano i single, oggi il 12% del totale. Le mamme con meno di 25 anni
non sposate doppiano quelle con la fede al dito e 1,66 milioni di bambini
crescono al di fuori del matrimonio. I nonni pensionati, nuovo fantasma che si
aggira per l'Europa, superano per la prima volta i nipotini incalzati anche dai
compagnucci stranieri. Ma soprattutto, udite udite, il regno di Sua Maestà apre
le porte ai bamboccioni, la «Stay-at-home generation» caricaturata come
iperbole comica vagamente esotica dalla soap televisiva Sorry esce per la prima
volta dal piccolo schermo e si piazza comodamente in salotto. «Fino a gennaio
facevo il grafico, quando mi hanno licenziato sono stato costretto a tornare
dai miei», racconta Peter Richards, 33 anni. Con lo stipendio di 1700 sterline
(1900 euro) riusciva a dividere con tre amici un appartamento a Brixton,
periferia sud di Londra. Seicento sterline a testa, il prezzo della libertà. E'
la prima volta che ci rinuncia dai tempi del college: «Mi sembra di aver sempre
vissuto solo, fatico molto a riabituarmi agli orari della famiglia». Come lui,
lo scorso anno, un milione e 800 mila coetanei e coetanee hanno ritardato il
rito d'ingresso nell'età adulta, 300 mila in più rispetto ai fratelli maggiori
in fuga dal nido 7 o 8 stagioni fa. «In Italia la tradizione dei figli che
restano a lungo a casa dei genitori è indubbiamente più radicata che in nord
Europa o nel Regno Unito. Ma la crisi, questo tipo di crisi, rende i paesi molto più simili», osserva Vincent
Boland, corrispondente del quotidiano Financial Times a Milano. A Londra come a
Roma o nella Parigi di Tanguy il maturo protagonista dell'omonimo film francese
del 2001 disposto a tutto, fuorchè ad abbandonare il tetto paterno, l'autonomia
finanziaria è bella finché dura. E nella Gran Bretagna
gloomy da tre milioni di disoccupati il tempo sembra scaduto. Secondo uno
studio della Mintel pubblicato dal «Daily Mail», tre quarti dei britannici
hanno cominciato a risparmiare sull'abbigliamento, mentre due terzi si sono
rassegnati a fare a meno del ristorante. La magione è un bene irrinunciabile,
ma con i listini cresciuti sette volte il valore degli stipendi non è difficile
capire perchè un terzo dei giovani uomini e un quinto delle giovani donne d'età
compresa tra i 20 e i 34 anni abbia riportato libri e valige nella cameretta
con i poster di quand'era adolescente. L'individuo muta con la società,
osservano gli analisti dell'Ons: «C'è stata anche una riduzione del gap generazionale
che ha cambiato i rapporti tra genitori e figli. Questo rende più facile
convivere sotto lo stesso tetto in età adulta». Sarà. Che lo accettino di buon
grado o meno, gli inglesi fanno un passo indietro. L'Italia, vista da qui,
appare un po' meno strana.
( da "Energy Saving"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
« Indice generale
--> Russia: 26 nuovi reattori nucleari Data di pubblicazione: 17/04/2009
Putin ha confermato il programma del suo governo che prevede la costruzione di
26 centrali nucleari entro il 2030. Nel 2007 aveva siglato un accordo con l’Australia
per l’acquisto dell’uranio necessario per alimentare i nuovi reattori previsti
nei prossimi 15-20 anni. Secondo il premier russo in molti paesi sviluppati la
quota dell’energia nucleare ha già superato il 30% nel
volume
complessivo della produzione dell’energia elettrica e la Russia deve raggiungerli. Così,
nonostante la crisi finanziaria globale, in Russia
l'energia nucleare dovrà raggiungere 25-30% dell’energia
totale, contro i 16% attuali. Secondo Putin bisogna pensare oltre e non
fermarsi all’attuale calo dei consumi energetici dovuti alla recessione perché
entro il 2012 i ritmi di consumo e insieme il fabbisogno di energia elettrica
aumenteranno di nuovo. Autore/Fonte: ( - The voice of Russia)
( da "Arena.it, L'"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
«Cattolica
recupera efficienza» ASSICURAZIONI. I vertici della società (l'ad Mazzucchelli
e il presidente Bedoni) hanno commentato i conti 2008 in un convegno
organizzato dall'associazione Asscat E Giacomo Vaciago: «Il modello cooperativo
può diventare un correttivo degli eccessi finanziari» 17/04/2009 rss e-mail
print Da sinistra: Bissaro, Mazzucchelli, Bedoni e Vaciago FOTO MARCHIORI «Il
momento è difficile, ma le grandi operazioni di recupero dell'efficienza finanziaria e operativa consentono di guardare con ottimismo
al 2009». Parole serene, quelle del direttore generale di Cattolica, Giovan
Battista Mazzucchelli, intervenuto ieri all'auditorium Bisoffi in occasione
dell'annuale incontro dell'Asscat, l'associazione che raggruppa circa 300 soci
del gruppo assicurativo. Numerosi sono i motivi di ottimismo del top management
di Cattolica. «Nonostante tutto siamo riusciti a rispettare la grande parte dei
punti fermi del piano industriale del gennaio 2008, che pure non prevedeva
quanto accaduto negli ultimi dodici mesi», ha proseguito. «Ad iniziare dal
netto miglioramento del combined ratio, l'indicatore per eccellenza della
performance tecnica dei rami danni delle compagnie. Nel 2008 è sceso dal 105,7%
del 2007 al 99,1%. Significa aver speso 99 per guadagnare 100. È un dato che
pone Cattolica in testa rispetto alle performance di tutti i diretti competitor
che hanno indici in peggioramento. I dati del 2008 confermano poi la forte
solidità patrimoniale e l'elevato margine di solvibilità del gruppo. Infine, il
rapporto tra sinistri a premi è in netto miglioramento, Migliora anche quello
del ramo auto dal 83,5% al 78,9%». Per Mazzucchelli non mancano però i punti di
debolezza. Tra questi il notevole assestamento della raccolta premi del settore
auto (-10%), dovuta ad una «necessaria pulizia di portafoglio in aree
geografiche critiche e alla grande competizione sulle tariffe praticate da
compagnie concorrenti che hanno venduto addirittura sottocosto». Il numero
degli assicurati è sceso qui dal milione e 920 mila del settembre 2006 al
milione e 700 mila dello scorso febbraio, pur con una tendenza alla risalita
evidenziata negli ultimi due mesi. Per il presidente Paolo Bedoni «il bilancio
comunque in utile di oltre 20 milioni acquista ancor più valore se consideriamo
la totale assenza di aiuti o agevolazioni di qualsiasi tipo. Alle ombre
finanziarie si contrappone la luce del recupero di efficienza. In più la scelta
di non distribuire il dividendo ma di assegnare azioni gratuite ai soci va
nella direzione della tutela della solidità del gruppo e a sostegno del
processo di crescita, anche del valore del titolo (che ieri ha chiuso alle
soglie dei 23 euro segnando un +6,5%, ndr)». All'incontro ha preso parte anche
Giacomo Vaciago, ordinario di politica economica all'Università Cattolica e
noto editorialista. Dopo aver ricostruito le tappe di una crisi finanziaria e industriale «tanto
grave perché a lungo trascurata e tamponata solo a disastro avvenuto», Vaciago
ha invitato alla riscoperta del sistema cooperativo come correttivo degli
eccessi finanziari nonché come modello competitivo per l'intero sistema Paese.
AL.AZ.
( da "Denaro, Il" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mediterraneo
Marocco Borse Arabe riunite a Casablanca E' dedicata alla crisi
finanziaria mondiale, alle sue ripercussioni sui
mercati del mondo arabo, alla ricerca di soluzioni per evitarle, la 32esima
riunione annuale dell'Unione delle Borse Arabe che si è aperta a Casablanca,
capitale economica del Marocco. Creata nel 1978 per consolidare e sviluppare i
rapporti di cooperazione e coordinamento tra le istituzioni economiche dei
paesi della regione e per incoraggiare gli investimenti interarabi,
l'Uba riunisce attualmente i responsabili delle borse di 15 paesi e di otto
autorità di controllo, oltre a 25 membri affiliati. Le borse arabe, secondo il
segretario generale dell'Uba Fadi Khalaf, hanno perso circa 600 miliardi di
dollari dall'inizio del 2008. Le piazze finanziarie arabe sono state
direttamente colpite dal calo dei prezzi del petrolio, ha spiegato, indicando
che gli indici borsistici che sono scesi del 5,15 per cento in rapporto alla
media mondiale, non sono calati piu' della media registrata nei paesi
emergenti.L'Unione delle Borse Arabe, che ha sede a Beirut, ha anche lo scopo
di facilitare lo scambio e l'assistenza tecnica tra i paesi membri, di
contribuire all'unificazione delle leggi e di promuovere e diversificare
l'investimento nelle borse arabe. del 17-04-2009 num.
( da "Denaro, Il" del
17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Borsa &
Mercati mondo Fmi: La recessione attuale sarà lunga e pesante. Ripresa lenta La
recessione in atto a livello globale probabilmente sarà lunga e pesante, mentre
la ripresa sarà lenta, tutto ciò a causa dell'origine finanziaria della crisi. E' quanto sostiene il Fondo
monetario internazionale (Fmi), nei capitoli introduttivi del World Economic
Outlook, che verrà diffuso integralmente il 22 aprile prossimo. L'analisi del
Fmi evidenzia che una recessione che affonda le radici nei mutui subprime Usa,
come quella attuale, è più difficile da superare perché è complesso
rilanciare la domanda. Il Fondo sottolinea che l'attuale recessione, che unisce
una crisi finanziaria nel cuore degli Stati Uniti a
una frenata economica a livello globale, non ha eguali nella storia. Nel
documento si legge che le politiche anti-cicliche possono aiutare ad accorciare
i tempi della recessione, ma l'impatto di questi interventi è limitato in
presenza di una crisi finanziaria. Le politiche di
stimolo fiscale possono essere particolarmente efficaci, ma risultano
inadeguate per gli Stati con elevati livelli di indebitamento. Le ultime stime
del Fmi prevedono una frenata dell'economia mondiale dello 0,5-1 per cento nel
2009, il peggior risultato dalla Grande Depressione. Il Fondo, infine, sostiene
che è indispensabile ricreare la fiducia nel settore finanziario per rendere efficaci
le politiche economiche. del 17-04-2009 num.
( da "Repubblica, La"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina II -
Palermo Il piano anti-crisi della Regione pioggia di
soldi per gli enti inutili Palazzo d´Orleans chiede nuovi mutui per 800 milioni
Aiuti alle università che assumeranno ricercatori. Fondi anche a radio e tv tassisti,
Esa e Fiera EMANUELE LAURIA Contributi a radio e tv private, sussidi per i
tassisti, finanziamenti alla Fiera del Mediterraneo sull´orlo del fallimento o
all´Ente sviluppo agricolo soppresso solo sulla carta. Così le misure anticrisi del governo regionale si sono trasformate in una legge
omnibus. Eccolo, il provvedimento presentato all´Ars: 73 articoli scritti per
favorire «la ripresa economica e lo sviluppo». E nel testo ci sono gli
interventi annunciati dal governatore Lombardo e dall´assessore al Bilancio
Michele Cimino: il fondo per il microcredito, l´attivazione dei cantieri di
lavoro, le anticipazioni ai Comuni in crisi finanziaria che si «sdebiteranno»
attraverso la vendita dei propri immobili. E nel pacchetto viene inserita anche
la norma che prevede la liquidazione e il commissariamento degli Ato rifiuti in
perdita (ovvero quasi tutti). Sono queste, le misure cui viene data priorità e
che si tenterà di inserire nella Finanziaria che dovrebbe essere approvata
entro fine mese. Ma è ben più vasto, il disegno di legge di Lombardo. E
le norme che non finiranno nella Finanziaria, secondo i piani del governo,
dovrebbero andare in aula già a maggio. Alla vigilia delle Europee. C´è la
proroga delle cambiali agrarie e i contributi a tasso agevolato alle piccole e
medie imprese di questo settore. E, insieme, trenta milioni in più per il fondo
di rotazione dell´Esa, un ente di cui la giunta ha disposto la soppressione a
ottobre. Da un carrozzone a un altro: ecco il contributo di un milione di euro
per la Fiera del Mediterraneo (cui si aggiungono 350 mila euro per la Fiera di
Messina). E il governo a guida autonomista mette su carta anche l´obbligo, per
chi gestisce mense e servizi di ristorazione pubblica, di utilizzare almeno il
50 per cento di prodotti agricoli siciliani. La Regione, peraltro, si impegna a
sponsorizzare ristoranti e alberghi che facciano uso di almeno il 30 per cento
delle primizie dell´Isola. Un articolo prevede la costituzione di un fondo
unico per le agevolazioni alle imprese, mettendo insieme quelli di Ircac, Crias
e Irfis. E la creazione di un fondo di quiescenza regionale, cui la Regione
dovrebbe versare 800 milioni in dieci anni «anche con conferimento di beni
mmobili». «Una spesa fuori da ogni canone - dice Franco Piro, responsabile
delle politiche economiche del Pd siciliano - che si sarebbe potuta evitare
applicando la legge del 2002 che prevedeva la costituzione di un fondo a
gestione separata presso l´Inpdap». Non mancano, nelle pieghe della legge, gli
incentivi per il recupero degli immobili nei centri storici. Non mancano i
contributi alla radiodiffusione (cinque milioni di euro) e ai tassisti: tre
milioni 900 mila euro destinati a rifinanziare una legge del 2005 che prevede
un sussidio da 1.238 euro l´anno per ogni titolare di licenza. E non manca,
ancora, la previsione di un aumento «fino al dieci per cento» delle indennità
dei componenti di uffici e commissioni elettorali. Fino all´ampio capitolo del
personale. Proroghe triennali dei contratti che, a fine 2008, erano stati
prolungati per tre mesi: a beneficiarne i 1.850 operatori degli sportelli di
orientamento professionale, i 225 precari dell´agenzia per i rifiuti, i 93 fra
«Via Vas», «Pon-Atas» e «Pai» in servizio all´assessorato al Territorio.
Rapporti di lavoro prorogati anche per i quasi duemila dipendenti dei consorzi
di bonifica, mentre per i 70 precari provenienti dai ruoli di Italter e Sirap è
prevista l´assunzione anche in sovrannumero. E il governo lancia anche un
sostegno della Regione (attraverso finanziamenti per quattro anni) di nuove
assunzioni di ricercatori che saranno fatte dalle università siciliane. Nel
bilancio ci sono 100 milioni, a destinazione vincolata, proprio per le misure
anticrisi che, a questo punto, secondo il capogruppo
del Pd Antonello Cracolici, «rischiano di tramutarsi in un gigantesco spot
elettorale: in questo modo Lombardo vuole risolvere la propria, di crisi». Tutto ciò potrebbe tramutarsi in un libro dei sogni,
senza i trasferimenti statali del fondo Fas (oltre 4 miliardi) da mesi
reclamati a gran voce da Lombardo e non ancora erogati dal Cipe. Il governo è
corso ai ripari, in attesa che da Roma arrivi il via libera promesso da Berlusconi.
E ha presentato in commissione Bilancio un emendamento che prevede, a sorpresa,
un nuovo mutuo da 320 milioni. Cimino ha annunciato anche che, se servirà, sarà
attivato un vecchio mutuo da 480 milioni, che era stato chiesto un paio d´anni
fa da Cuffaro. E fra le entrate sono finiti un miliardo 200 milioni di avanzi
d´amministrazione. «Tutti provvedimenti proposti in via prudenziale, che
ritireremo quando arriverà la presa d´atto del Cipe ai fondi Fas», dice
l´assessore al Bilancio. Secondo Cracolici, sono semplicemente mosse di «un
esecutivo alla canna del gas».
( da "Repubblica, La"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 26 -
Economia Fmi: recessione dura, la ripresa sarà lenta Il Pil cinese frena al
6,1%. Ma negli Usa calano i sussidi alla disoccupazione In Europa calo della
produzione L´Istat conferma la frenata dei prezzi in Italia all´1,2% ELENA
POLIDORI ROMA - Ancora luci e ombre sull´economia. La recessione è «lunga,
severa» e «altamente sincronizzata». La ripresa sarà «lenta e debole» spiega il
Fondo monetario internazionale nelle sue ultime previsioni. Dominique
Strauss-Kahn, responsabile del Fmi, prevede che il 2009 sarà «un anno
terribile» e che l´economia inizierà a risorgere nel 2010 «ma dipenderà dalle
politiche che vengono adottate oggi». Secondo gli esperti
Fmi dal dopoguerra s´è visto raramente un mix tanto micidiale fatto da crisi economica e crisi finanziaria. E proprio per questo,
le previsioni vanno prese «con estrema cautela», sapendo che la ripresa partirà
dalle economie avanzate e che per rivedere i livelli produttivi ante-crisi «serviranno almeno tre anni e
mezzo». Per accelerare i tempi è essenziale il ripristino della fiducia
insieme ad azioni coordinate di politica monetaria e fiscale. Il Fmi fornirà la
prossima settima, durante le riunioni di Washington, i numeri che confermano
queste tesi. Ai timori del Fondo si aggiungono le stime che arrivano dalla Cina
dove il Pil del primo trimestre, confermando le indiscrezioni della vigilia,
cresce «solo» del 6,1% su base annuale, contro il 6,8% degli ultimi tre mesi
dello scorso anno e il 10,6% dello stesso periodo del 2008. E´ il peggiore
risultato dal 1992, subito minimizzato dal premier Wen Jabao: «La salute
dell´economia è migliore del previsto». Rallenta anche la produzione
industriale (5,1% nel trimestre contro il 16,4 dei primi tre mesi 2008) e
scende, ma meno delle attese, l´indice dei prezzi al consumo di marzo (-1,2%
annuo). Tra le ombre, si aggiunge la performance della produzione industriale
nei 16 paesi di Eurolandia: - 2,3% a febbraio su gennaio, -18,4% su base annua.
Non accadeva dal 1990. In questo contesto, Eurostat segnala che l´Italia registra
nel mese un meno 3,5%, collocandosi dietro a Lituania, ed Estonia ma davanti
alla Germania (- 3,2%). Eurostat conferma anche il calo record dell´inflazione,
scesa a marzo allo 0,6%, così come l´Istat conferma il dato italiano dell´1,2%.
Accanto alle ombre, ci sono però diverse luci. Per esempio quella che viene dai
sussidi settimanali di disoccupazione negli Usa che, a sorpresa e contro le
attese degli analisti, scendono di 53 mila unità, fino a 610 mila. Va detto
però che a livello continuativo queste richieste hanno ormai superato quota 6
milioni. O anche gli spiragli di speranza che si colgono nelle parole del
responsabile della Federal Reserve di Atlanta, Dennis Lockhart secondo cui
l´economia americana è ancora «molto debole» ma diversi segnali «incoraggianti»
fanno presumere che la recessione «lascerà il posto ad una timida ripresa già
nel terzo trimestre», ovvero durante l´estate. Inaspettatamente ad aprile
migliora anche il cosiddetto indice di Filadelfia della Fed: c´è sempre il
segno meno davanti al dato (-24,4 punti) ma a marzo era peggiore (-35). In
pratica si sta verificando quello che il governatore della Banca d´Italia
definisce «un rallentamento della velocità di peggioramento» della crisi. Anche Mario Draghi sarà a Washington la prossima
settimana per presentare l´ultimo report del suo Financial Stability Board,
l´organismo anti-crisi recentemente rinforzato dal G20
di Londra.
( da "Repubblica, La"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 30 -
Economia Global market Gli aerei a terra e l´industria rischia la paralisi è
improbabile che i criteri di adesione all´euro vengano
allentati in risposta alla crisi finanziaria e per facilitare l´accesso dei Paesi della nuova Europa in
difficoltà Tempi durissimi per le compagnie aeree. Il numero di aerei che le
compagnie decidono di lasciare negli hangar, perché la gente vola meno, è
raddoppiato, fra la fine del 2007 e la fine di marzo del 2009: da 140 alla
cifra record di 273. Neanche dopo l´11 settembre c´era stato uno scarto
di queste proporzioni. Dal 2000, nei su e giù del traffico aereo, il numero di
aerei fermi ha sempre oscillato fra un minimo di 120 e un massimo di 200. I
dati, raccolti da Bloomberg, indicano che il futuro immediato è assai scuro sia
per la Boeing che per Airbus, come per i grandi costruttori di motori, a
cominciare da Rolls-Royce. Ma che anche il tradizionale modello di business
delle linee low cost è a rischio: sia Ryanair che Southwest, ad esempio, hanno
appena annunciato il loro terzo consecutivo bilancio trimestrale in rosso. Le
low cost abitualmente vendono i loro vecchi aerei per comprarne di nuovi più
efficienti ed economici. Ma, adesso, anche il mercato degli aerei di seconda
mano è paralizzato. Maurizio Ricci [lacrime italiane] Le lacrime da coccodrillo
sono un classico della finanza italiana. E il copione va oggi in replica,
fedele a se stesso, sulla cessione della Borsa Italiana al London Stock
Exchange. La pattuglia dei nostalgici con il pallino del mercato tricolore
ormai in mano alla City, si sta ingrossando. E c´è persino chi vuole far
rinascere una nuova Piazza Affari spa. Peccato che all´epoca della fusione con
Londra, le banche italiane avessero in portafoglio una bella quota dell´Lse che
(in teoria e con un minimo di coordinamento) avrebbe potuto far alzare il
tricolore direttamente sul mercato inglese. Ma, come è quasi sempre successo,
il sistema paese non ha funzionato: le banche hanno monetizzato i loro
guadagni. E oggi non rimane che piangere sul latte versato. Ettore Livini
( da "Trend-online"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Cala il prezzo
degli immobili anche nei centri urbani IMMOBILIARE, clicca qui per leggere la
rassegna di Pierpaolo Molinengo , 17.04.2009 13:22 Scopri le migliori azioni
per fare trading questa settimana!! E' arrivato il momento giusto per
acquistare casa. In Italia, come altrove, si accusano i colpi della crisi finanziaria e calano i prezzi delle case. Secondo un’analisi
svolta da GoHome.it, basata sull’osservazione di più di 3.000.000
immobili, nel 2009 prezzi del mercato immobiliare italiano sono scesi,
superando in alcuni casi anche il 40%: si tratta naturalmente di occasioni da valutare singolarmente, ma
che sono indicative del momento attuale di mercato. La percentuale varia a
seconda dell’area geografica, come si nota nella tabella
qui sotto, relativa alle principali città italiane. Significativa è
l’inversione di tendenza della discesa dei prezzi degli appartamenti rilevata
dall'Osservatorio di GoHome.it che registra nel mese di marzo una flessione più
marcata in città rispetto alle aree suburbane. La diminuzione dei prezzi del
mercato immobiliare rilevata negli ultimi mesi dall'Osservatorio risulta
comunque inferiore e meno soggetta a crolli repentini rispetto al mercato
azionario: per questo l’investimento immobiliare risulta
essere ancora quello migliore nel lungo periodo e ritenuto più conveniente da
molti. Secondo Marco
Cremonesi, Country Manager di GoHome.it, il motore di ricerca dedicato
esclusivamente al settore immobiliare e definito il “Google
per trovare casa”, «le buone occasioni non mancano e saranno probabilmente
ancora più frequenti nei prossimi mesi dell'anno: bisogna però saperle
riconoscere». GoHome.it ha approntato una nuova funzione proprio per permettere
agli utenti di scoprire quali immobili hanno subito una variazione di prezzo:
inserendo nella stringa di ricerca la chiave “riduzione
prezzo” o “scontato” si ha la possibilità di trovare a
colpo sicuro gli immobili che hanno subito una variazione verso il basso, ad
esempio scrivendo “appartamenti a Milano scontati” si avrà una lista
segue pagina
>>
( da "Mattino, Il (Caserta)"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
«Gli indicatori
sul Pil, sulla percentuale degli occupati, sulle richieste di cig e sul livello
della qualità della vita sono peggiorati. La Campania deve reagire, deve
riprendersi puntando sulle attività produttive e non sugli aiuti». Pietro
Cerrito, segretario generale della Cisl Campania, il suo grido d'allarme lo
lancerà questa mattina in occasione del decimo congresso regionale. Qual è il
messaggio? «Bisogna uscire dalle secche in cui ci si è infilati. La gestione
dei fondi strutturali è stata pessima. Non ha consentito di fare il salto di
qualità. E questo discorso non risparmia nessuno degli ultimi governatori della
Regione. La gente se ne va, se ne vanno anche i giovani, le fabbriche chiudono,
cala l'occupazione nel settore privato e anche nella pubblica amministrazione.
Cresce solo il numero degli occupati nel settore della distribuzione ma lì va
considerato che ci sono anche molti contratti part-time». Un'accusa forte...
«Certe cose le abbiamo denunciate tempo fa ma nessuno ci ha dato ascolto. In
Campania non è stata mai fatta una politica industriale. Anche settori
tradizionali stanno perdendo presenze. Oggi l'Unione Europea, in merito alla
gestione dei fondi, ci dà praticamente ragione. Le risorse sono state disperse
in mille rivoli e non hanno portato a nulla. L'allarme produttivo diventa anche
allarme sociale». Qual è la ricetta per superare la crisi? «La crisi
finanziaria è arrivata con il malato in coma
profondo per cui la situazione è ancora più grave. Bisogna ripartire con un
approccio diverso. Lo vuole la gente, lo vogliono i lavoratori. Non è un caso
che in dieci anni c'è stato un incremento di cinquantaduemila iscritti.
La nostra politica di apertura ai problemi ci sta premiando». Alla classe
politica cosa dirà in occasione della tavola rotonda? «Che deve esserci un
approccio bipartisan ai problemi del Mezzogiorno. La qualità, la quantità e
l'efficacia della spesa non devono essere argomenti di battaglia politica ma
punti di confronto vero». A maggio dovrebbe entrare nella squadra di Bonanni.
Conferma l'indiscrezione? «Così dicono. Sarei soddisfatto soprattutto per il
nostro sindacato regionale». and.ferr.
( da "Corriere Adriatico"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Sarkozy a ruota
libera sui capi di governo Parigi A ruota libera Nicolas Sarkozy, con giudizi
sui suoi colleghi capi di governo - da Obama a Zapatero, da Merkel a Berlusconi
- una infinità di frasi cominciate con "io", e una conclusione,
sintetizzata così da Liberation: "Sarkozy si vede come padrone del mondo".
L'Eliseo ha smentito "formalmente" quelle frasi ma il quotidiano le
ha confermate, parlando di "diverse fonti". Sarkozy le avrebbe
pronunciatedurante un pranzo all'Eliseo con i parlamentari
di una commissione sulla crisi finanziaria internazionale: 24 fra deputati e senatori di tutti i partiti. E
qualcuno di loro ha parlato con Libè: "Era un Nicolas Sarkozy al 200%,
cioè stranamente vicino alla sua caricatura", ha raccontato uno degli
invitati. Dall'antipasto al dolce, da pomodori e mozzarella fino alla mousse
alla frutta e al cioccolato, Sarkozy ne ha avute per tutti. Barack
Obama? "Molto intelligente e carismatico, ma è eletto solo da due mesi. Su
un certo numero di cose non ha una posizione". Josè Manuel Barroso?
"Totalmente assente dal G20". Angela Merkel? "Quando si è resa
conto dello stato delle sue banche e della sua industria automobilistica si è
unita alle mie posizioni". Infine la citazione del presidente del
consiglio italiano: "L' importante in una democrazia è essere rieletto.
Guardate Berlusconi, è stato rieletto tre volte".
( da "Gazzettino, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
«La recessione
sarà lunga e severa, la ripresa lenta» Investimenti: Obama dà il via al piano
da 8 miliardi di dollari per l'alta velocità ferroviaria negli Stati Uniti
Venerdì 17 Aprile 2009, Washington La recessione sarà lunga e severa, con una
ripresa lenta che partirà dalle economie avanzate: per far fronte alla
situazione servono politiche monetarie, fiscali e di budget coordinate. «Le
politiche macroeconomiche possono giocare un ruolo importante nell'attuare la
recessione e favorire la ripresa». Essenziale è, «come ci insegnano le
esperienze passate», ripristinare fiducia sui mercati finanziari. Il Fondo
Monetario Internazionale (Fmi) torna a ribadire l'invito ad agire e a farlo in
modo coordinato, e fissa a grandi linee in almeno due anni la durata delle
recessioni causate dal mix crisi finanziarie e
rallentamento economico globale. «Per rivedere i livelli
produttivi ante crisi
serviranno poi almeno tre anni e mezzo» spiega il Fondo nei capitoli analitici
del World Economic Outlook, che sarà diffuso in occasione dell'assemblea di
primavera la prossima settimana. «Le analisi suggeriscono che una crisi finanziaria e un rallentamento
globale sincronizzato insieme si traducono in una recessione insolitamente
severa e lunga. Una combinazione come questa è rara e per questo è
necessario evitare conclusioni affrettate. Il fatto che l'attuale rallentamento
sia altamente sincronizzato e associato a una profonda crisi
finanziaria suggerisce che probabilmente sarà duraturo e con una ripresa
più debole della media», afferma il Fmi constatando come «le recessioni
globalmente sincronizzate sono più lunghe e profonde delle altre. La durata di
tali recessioni è in media una volta e mezzo superiore alla durata tipica di
una recessione». In ogni caso fare previsioni è difficile perché - osserva il
capo economista del Fmi Olivier Blanchard - «questa recessione ha
caratteristiche uniche». Le successive riprese sono «di solito lente,
caratterizzate da una debole domanda esterna, soprattutto se anche gli Stati
Uniti sono in recessione: durante le recessioni del 1975 e del 1980 il calo
accentuato delle importazioni statunitensi ha contribuito a una notevole
contrazione del commercio mondiale». Per capire comunque quanto durerà una
recessione bisogna determinare il momento in cui è partita paese per paese:
negli Usa ha avuto inizio - spiega Marco E. Terrones dell'ufficio studi del
Fondo - nel giugno 2008. Il Fondo invita alla cautela nel valutare le
previsioni, in quanto «esclusa l'attuale recessione» dal 1960 a oggi «ce ne
sono quindici» che possono «essere associate a crisi
finanziarie, con tre episodi di recessione globale: 1975, 1980 e 1992»: «eventi
del genere sono stati quindi rari e per questo le previsioni vanno prese con
cautela», vanno «evitate conclusioni affrettate». In linea di massima i rari
episodi registrati in passato di recessioni associate a crisi
finanziarie suggeriscono che eventi del genere durano «circa due anni», spiega
Terrones. Intanto Obama da il via all'alta velocità ferroviaria negli Stati
Uniti: il presidente Usa Barack ha annunciato un programma con l'obiettivo di
colmare nei prossimi anni il ritardo statunitense nei confronti di paesi
europei come Francia e Spagna, orientali come Cina e Giappone. «Abbiamo bisogno
di un sistema di trasporto intelligente che risponda ai bisogni del Ventunesimo
secolo», ha detto Obama alla Casa Bianca, prima di lasciare Washington alla
volta del Messico. L'alta velocità Usa verrà finanziata con 8 miliardi di
dollari presi dai fondi per il rilancio dell'economia, di un totale di 787
miliardi di dollari, varati dal Congresso a febbraio, ai quali si aggiungeranno
altri finanziamenti della Casa Bianca, 5 miliardi di dollari in 5 anni.
( da "Reuters Italia"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
Di Robin Paxton
MOSCA (Reuters) - La crisi economica, che non ha
risparmiato neanche la Russia, ha ridotto del 70% il numero dei suoi cittadini
facoltosi, riducendo drasticamente di due terzi i membri del suo club dei
miliardari. Mikahil Prokhorov, pur avendo perso 13,1 miliardi di dollari, è in
vetta alla classifica stilata oggi dall'edizione russa della rivista Forbes. La
fortuna del magnate dell'industria mineraria ammonta a 9,5 miliardi di dollari,
una cifra che gli consente di respingere l'assalto di Roman Abramovich, secondo
per un "solo" miliardo di euro. "La crisi
ha colpito chiunque: finanzieri, imprenditori petroliferi e metallurgici,
produttori di beni di consumo e proprietari di holding", ha scritto Forbes
nell'editoriale che accompagnava la classifica. "Nessun imprenditore è in
posizione migliore rispetto allo scorso anno". La Russia sta affrontando
la prima recessione, dopo dieci anni di crescita basata sulla sua disponibilità
energetica. Il mercato azionario è crollato di oltre due terzi, dopo il picco
toccato nello scorso maggio, mentre il rublo ha perso un terzo del suo valore
rispetto al dollaro. Il più colpito dalla crisi finanziaria è stato Oleg
Deripaska, i cui 25,1 miliardi di dollari di perdite equivalgono a circa un
quarto delle perdite complessive dei miliardari russi. Il re dell'alluminio è
sprofondato in decima posizione nella classifica di Forbes, dopo il primo posto
fatto registrare lo scorso anno. Anche Alexei Mordashov, proprietario
dell'azienda produttrice di acciaio Severstal, ha perso più di 20 miliardi di
dollari, precipitando dalla seconda posizione alla settima. La cifra
complessiva raggiunta dai miliardari russi ammonta a 142 miliardi di dollari,
in evidente calo rispetto ai 520 miliardi di un anno fa. Il numero di
miliardari è sceso da 110 a 32. E mentre un patrimonio di un solo miliardo di
dollari non era sufficiente per entrare in graduatoria l'anno scorso, ora basta
una fortuna pari a 400 milioni di dollari. Continua...
( da "Giornale.it, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
n. 92 del
2009-04-17 pagina 0 Abruzzo, lista di Bertolaso: 49 comuni lesionati
Osservatore romano: case come bidoni subprime di Redazione Nuovi impulsi all’inchiesta
della procura dell’Aquila sulle eventuali responsabilità dei crolli
causati dal terremoto. Stilato un primo elenco di costruttori da interrogare.
Sacconi: 800 euro per gli autonomi. L'attacco dell'Osservatore romano:
"Quelle case come i bidoni subprime della crisi
finanziaria" L'Aquila - Sono 49 i comuni abruzzesi che hanno avuto
danni in seguito al terremoto del 6 aprile scorso. è quanto stabilito da un
decreto firmato ieri dal commissario per l’emergenza Guido
Bertolaso. Dei 49 comuni, 37 si trovano in provincia dell’Aquila, cinque
in provincia di
Teramo e sette in provincia di Pescara. Tutti i centri L’elenco
dei comuni, è scritto nel decreto, è stato stilato "sulla base dei dati
fino a oggi emersi dai rilievi macrosismici effettuati dal dipartimento della
protezione civile in collaborazione con l’istituto nazionale di
geofisica e vulcanologia". Si tratta di quei comuni "interessati
dagli eventi sismici che hanno colpito la regione Abruzzo a partire dal 6
aprile 2009 e che hanno risentito di un’intensità Mcs (scala macrosismica
Mercalli, Cancani,
Sieberg, ndr) uguale o superiore al sesto grado". Ecco la lista completa.
L’Aquila: Acciano, Barete, Barisciano, Castel del Monte,
Campotosto, Capestrano, Caporciano, Carapelle Calvisio, Castel di Ieri,
Castelvecchio Calvisio, Castelvecchio Subequo, Cocullo, Collarmele, Fagnano Alto,
Fossa, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, L’Aquila, Lucoli,
Navelli, Ocre, Ofena, Ovindoli, Pizzoli, Poggio Picenze, Prata
d’Ansidonia, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, San Demetrio nè Vestini, San
Pio delle Camere, Sant’Eusanio Forconese, Santo Stefano di Sessanio, Scoppito, Tione
degli Abruzzi, Tornimparte, Villa Sant’Angelo e Villa
Santa Lucia degli Abruzzi. Teramo: Arsita, Castelli, Montorio al Vomano,
Pitracamela e Tossicia. Pescara: Brittoli, Bussi sul Tirino, Civitella Casanova, Cugnoli, Montebello di
Bertona, Popoli e Torre de' Passeri. L’individuazione
dei comuni che hanno subito danni considerati "cospicui", sottolinea
ancora il decreto, è necessaria "al fine di consentire
l’applicazione, da parte delle competenti amministrazioni, enti ed altri
soggetti interessati, delle disposizioni previste nell’ordinanza
di protezione civile 3754 del 2009". Si tratta dell’ordinanza con cui
sono stati definiti i primi provvedimenti di sostegno alle popolazioni colpite
dal sisma. Costruttori
nel mirino La procura dell’Aquila ha stilato un
primo elenco di costruttori da interrogare "nelle prossime ore". Sono
tutti quelli (una ventina) che hanno realizzato gli immobili sottoposti a
sequestro. Gli interrogatori avverranno una volta acquisiti tutti i documenti utili a
ricostruire la "vita" degli edifici e non appena saranno pronti i
primi risultati delle perizie sui reperti sequestrati, in modo da poter muovere
contestazioni specifiche. Intanto, il fascicolo degli inquirenti si ingrossa degli
esposti dei cittadini. "Non è giusto, mio fratello non doveva morire
così", denuncia una giovane che ha perso il fratello nel crollo della Casa
dello studente. Le denunce sono decine e aumentano ora dopo ora. Parlano di
allarmi sottovalutati, di crolli "assolutamente inspiegabili", oppure
"annunciati". Anche un comitato di circa 80 giovani ospiti della
struttura ha presentato un esposto in procura. Sacconi: "800 euro agli
autonomi" Lo Stato garantirà una indennità di disoccupazione, valutabile
intorno agli 800 euro mensili, anche per i lavoratori autonomi che operano
nelle aree terremotate dell’Abruzzo. Lo ha
annunciato il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, che oggi all’Aquila
ha firmato l’accordo definitivo con la Regione Abruzzo per la ripartizione degli ammortizzatori sociali in
deroga. "Si tratta di una indennità doppiamente straordinaria", ha
spiegato il ministro del Lavoro sottolineando che "mai in passato si era
intervenuti sul reddito dei lavoratori indipendenti, poiché per loro vale il
rischio d’impresa". "Ma in questa
situazione - ha osservato - era doveroso per lo Stato intervenire, considerato
il fatto che molti lavoratori autonomi vedono al momento la loro attività
completamente bloccata senza certezze su modalità e tempi di ripresa".
Ampliati gli
amortizzatori sociali L’Abruzzo vedrà ampliare, da 26 a 55
milioni di euro, il proprio plafond di risorse relative agli ammortizzatori
sociali. "Le persone impedite a lavorare a causa del terremoto - ha
spiegato Sacconi - troveranno una gamma di misure di protezione: da una parte l’uso
di ammortizzatori ordinari, reso più agevole con misure che entreranno in
vigore la prossima settimana, e dall’altra misure di carattere
eccezionale. In particolare, l’accesso a cassa integrazione risulterà
ipersemplificato
e l’erogazione più tempestiva da parte dell’Inps, senza la
necessità di ricorrere ad acconti". Ci sarà una maggiore flessibilità per
quanto riguarda il calcolo della cassa integrazione ordinaria e agevolazioni
anche per quella straordinaria in quanto il datore di lavoro sarà facilitato nella
dichiarazione dello stato di crisi che non comporterà
più l’obbligo della presentazione di un piano di ristrutturazione e
l’individuazione dei lavoratori in esubero. L'indagine delle assicurazioni
Un'indagine "parallela" a quella della magistratura per verificare se
gli edifici assicurati erano costruiti secondo legge, con tutti i criteri antisismici, con
tutto il cemento che ci deve stare in un pilastro o sotto un palazzo. Le
compagnie di assicurazione fanno scendere in campo periti e 007 per cercare
"prove di edilizia taroccata" e "documentazione su progetti e
collaudi, su materiali trasportati in alcuni cantieri, su mappe catastali"
per "non risarcire gli sciacalli del partito del cemento marcio". Le
grandi compagnie, scrive il quotidiano, "hanno ingaggiato squadre intere
di periti e di ingegneri e di architetti. Anche di investigatori privati. Fanno
in segreto le loro indagini, parallele a quelle della magistratura ma autonome,
indipendenti" per "scoprire quali sono i danni del terremoto e quali
i danni del cemento che non è cemento. Sono arrivati da un paio di giorni per i
sopralluoghi, per chiedere ai vigili del fuoco e ai magistrati l’accesso
fra le macerie. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
( da "Giornale.it, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
n. 92 del
2009-04-17 pagina 0 Osservatore romano: case dell'Aquila come bidoni subprime
di Redazione Il giornale del Vaticano paragona il terremoto in Abruzzo alla crisi finanziaria mondiale: entrambi "sono il frutto di
un'economia dei bidoni" Città del Vaticano - "Le case dell’Aquila
come i mutui subprime" titola oggi l’Osservatore romano, paragonando
il terremoto in
Abruzzo alla crisi finanziaria mondiale, entrambi
frutto, secondo il giornale del papa, di una "economia dei bidoni".
"Ormai da molto tempo gli economisti hanno identificato uno dei problemi
maggiori del funzionamento dei sistemi economici nelle asimmetrie informative,
ovvero - spiega l’articolo firmato da Leonardo Becchetti -
nella diversa qualità di informazioni che compratori e venditori hanno sulle
caratteristiche di un bene". Il vantaggio di chi vende Un aspetto che
attribuisce al venditore, sia di case che di mutui, un netto vantaggio che nessun meccanismo
di controllo ha dimostrato di saper controbilanciare, finendo, anzi - secondo l’Osservatore
romano - per conferire una sorta di certificazione di qualità a chi in realtà
bada al solo profitto. Efficienza e qualità E' dunque necessario - aggiunge l’articolo
- cominciare a temperare il concetto di efficienza con quello di qualità,
sostenibilità e capacità del modello d’impresa a sopravvivere agli eventi
estremi. necessario investire in quei settori e in quelle iniziative che alimentano
e creano responsabilità, sapendo che le regole devono essere migliorate, ma che
- conclude - non potranno salvarci da sole". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
n. 92 del
2009-04-17 pagina 0 Abruzzo, lista di Bertolaso: 49 comuni lesionati di
Redazione Nuovi impulsi all’inchiesta della procura
dell’Aquila sulle eventuali responsabilità dei crolli causati dal
terremoto. Stilato un primo elenco di costruttori da interrogare. Sacconi: 800 euro per gli
autonomi. L'attacco dell'Osservatore romano: "Quelle case come i bidoni
subprime della crisi finanziaria" L'Aquila - Sono
49 i comuni abruzzesi che hanno avuto danni in seguito al terremoto del 6
aprile scorso. è quanto stabilito da un decreto firmato ieri dal commissario
per l’emergenza Guido Bertolaso. Dei 49 comuni, 37 si trovano in
provincia dell’Aquila, cinque in provincia di Teramo e sette in provincia
di Pescara. Intanto prosegue il lavoro del governo: domani il presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, tornerà di nuovo all'Aquila per fare il punto della situazione
sull'emergenza terremoto. Tutti i centri L’elenco dei
comuni, è scritto nel decreto, è stato stilato "sulla base dei dati fino a
oggi emersi dai rilievi macrosismici effettuati dal dipartimento della protezione civile in
collaborazione con l’istituto nazionale di geofisica e
vulcanologia". Si tratta di quei comuni "interessati dagli eventi
sismici che hanno colpito la regione Abruzzo a partire dal 6 aprile 2009 e che hanno risentito di
un’intensità Mcs (scala macrosismica Mercalli, Cancani, Sieberg,
ndr) uguale o superiore al sesto grado". Ecco la lista completa.
L’Aquila: Acciano, Barete, Barisciano, Castel del Monte, Campotosto,
Capestrano, Caporciano, Carapelle Calvisio, Castel di Ieri, Castelvecchio Calvisio,
Castelvecchio Subequo, Cocullo, Collarmele, Fagnano Alto, Fossa, Gagliano
Aterno, Goriano Sicoli, L’Aquila, Lucoli, Navelli, Ocre,
Ofena, Ovindoli, Pizzoli, Poggio Picenze, Prata d’Ansidonia, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, San
Demetrio nè Vestini, San Pio delle Camere, Sant’Eusanio
Forconese, Santo Stefano di Sessanio, Scoppito, Tione degli Abruzzi,
Tornimparte, Villa Sant’Angelo e Villa Santa Lucia degli Abruzzi. Teramo:
Arsita, Castelli, Montorio al Vomano, Pitracamela e Tossicia. Pescara: Brittoli, Bussi sul
Tirino, Civitella Casanova, Cugnoli, Montebello di Bertona, Popoli e Torre de'
Passeri. L’individuazione dei comuni che hanno subito
danni considerati "cospicui", sottolinea ancora il decreto, è necessaria "al fine di
consentire l’applicazione, da parte delle competenti
amministrazioni, enti ed altri soggetti interessati, delle disposizioni
previste nell’ordinanza di protezione civile 3754 del 2009". Si
tratta dell’ordinanza con cui sono stati definiti i primi provvedimenti di sostegno alle
popolazioni colpite dal sisma. Costruttori nel mirino La procura dell’Aquila
ha stilato un primo elenco di costruttori da interrogare "nelle prossime
ore". Sono tutti quelli (una ventina) che hanno realizzato gli immobili sottoposti a
sequestro. Gli interrogatori avverranno una volta acquisiti tutti i documenti
utili a ricostruire la "vita" degli edifici e non appena saranno
pronti i primi risultati delle perizie sui reperti sequestrati, in modo da
poter muovere contestazioni specifiche. Intanto, il fascicolo degli inquirenti
si ingrossa degli esposti dei cittadini. "Non è giusto, mio fratello non
doveva morire così", denuncia una giovane che ha perso il fratello nel
crollo della Casa dello studente. Le denunce sono decine e aumentano ora dopo
ora. Parlano di allarmi sottovalutati, di crolli "assolutamente
inspiegabili", oppure "annunciati". Anche un comitato di circa
80 giovani ospiti della struttura ha presentato un esposto in procura. Sacconi:
"800 euro agli autonomi" Lo Stato garantirà una indennità di
disoccupazione, valutabile intorno agli 800 euro mensili, anche per i
lavoratori autonomi che operano nelle aree terremotate dell’Abruzzo.
Lo ha annunciato il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, che oggi all’Aquila
ha firmato l’accordo definitivo con la Regione Abruzzo per la ripartizione
degli ammortizzatori sociali in deroga. "Si tratta di una indennità
doppiamente straordinaria", ha spiegato il ministro del Lavoro
sottolineando che "mai in passato si era intervenuti sul reddito dei
lavoratori indipendenti, poiché per loro vale il rischio d’impresa".
"Ma in questa situazione - ha osservato - era doveroso per lo Stato
intervenire, considerato il fatto che molti lavoratori autonomi vedono al
momento la loro
attività completamente bloccata senza certezze su modalità e tempi di
ripresa". Ampliati gli amortizzatori sociali L’Abruzzo
vedrà ampliare, da 26 a 55 milioni di euro, il proprio plafond di risorse
relative agli ammortizzatori sociali. "Le persone impedite a lavorare a causa del
terremoto - ha spiegato Sacconi - troveranno una gamma di misure di protezione:
da una parte l’uso di ammortizzatori ordinari, reso più
agevole con misure che entreranno in vigore la prossima settimana, e
dall’altra misure di carattere eccezionale. In particolare, l’accesso
a cassa integrazione risulterà ipersemplificato e l’erogazione più
tempestiva da parte dell’Inps, senza la necessità di ricorrere ad
acconti". Ci sarà una maggiore flessibilità per quanto riguarda il calcolo
della cassa
integrazione ordinaria e agevolazioni anche per quella straordinaria in quanto
il datore di lavoro sarà facilitato nella dichiarazione dello stato di crisi che non comporterà più l’obbligo
della presentazione di un piano di ristrutturazione e l’individuazione dei lavoratori in
esubero. L'indagine delle assicurazioni Un'indagine "parallela" a
quella della magistratura per verificare se gli edifici assicurati erano
costruiti secondo legge, con tutti i criteri antisismici, con tutto il cemento
che ci deve stare in un pilastro o sotto un palazzo. Le compagnie di
assicurazione fanno scendere in campo periti e 007 per cercare "prove di
edilizia taroccata" e "documentazione su progetti e collaudi, su
materiali trasportati in alcuni cantieri, su mappe catastali" per
"non risarcire gli sciacalli del partito del cemento marcio". Le
grandi compagnie, scrive il quotidiano, "hanno ingaggiato squadre intere
di periti e di ingegneri e di architetti. Anche di investigatori privati. Fanno
in segreto le loro indagini, parallele a quelle della magistratura ma autonome,
indipendenti" per "scoprire quali sono i danni del terremoto e quali
i danni del cemento che non è cemento. Sono arrivati da un paio di giorni per i
sopralluoghi, per chiedere ai vigili del fuoco e ai magistrati l’accesso
fra le macerie. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
( da "Borsa(La Repubblica.it)"
del 17-04-2009)
Argomenti: Crisi
CRISI:
BERNANKE, I SUOI DANNI DURERANNO A LUNGO (AGI) - Washington, 17 apr. - I danni
della crisi finanziaria "in termini di perdita di
benessere, perdita di abitazioni e capacita' di contrarre prestiti sono
destinati a durare a lungo". Lo ha detto il presidente della Fed, Ben
Bernanke.
17/04/2009 - 20:15
( da "Trentino" del
18-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il contributo è
rivolto alle aziende con più di 250 lavoratori con calo di fatturato Dalla
Provincia 10 milioni per chi non licenzia L'incentivo prevede fino a 2000 euro
ad operaio. Domande in ordine di presentazione TRENTO. Per comodità è già stato
battezzato "Fondo Olivi": mette subito sul tappeto 10 milioni di euro
e promette di diventare una freccia appuntita tra quelle scoccate dalla giunta
provinciale per arginare la crisi economica.
L'assessore all'economia dell'esecutivo Dellai ha deliberato di attivare un
contributo straordinario per le medie e grandi imprese del Trentino, per
progetti di riorganizzazione aziendale che prevedano la stabilizzazione del
personale. Il tutto, con un contributo fino a 1000 euro per un anno per ogni
lavoratore, per limitare al massimo i tagli di personale per la crisi. Il nuovo incentivo si rivolge
alle imprese di maggiori dimensioni per incoraggiarle a salvaguardare i posti
di lavoro sul territorio provinciale, nonostante i cali di produzione e di
fatturato, e le difficoltà finanziarie in atto. L'aiuto della Provincia
consente di limitare i costi che le imprese affrontano rinunciando a licenziare
i lavoratori ed attuando invece un progetto di riorganizzazione
aziendale. Per quanto riguarda l'incentivo, questo rientra nel cosiddetto
"pseudo de minimis", cioè un «importo di aiuto limitato e
compatibile» previsto dal quadro di intervento della Commissione europea
nell'attuale crisi finanziaria ed economica, e pari ad
500 mila per impresa nel periodo 1º gennaio 2008 - 31 dicembre 2010, al netto
appunto di eventuali contributi pubblici "de minimis" (aiuti di
modesta entità) ricevuti nello stesso periodo. Potranno richiedere l'agevolazione
le medie e grandi imprese (cioè quelle con più di 50 dipendenti, ovvero un
fatturato o un totale di bilancio superiore a 10 milioni, anche attraverso il
rispettivo gruppo di controllo) che siano operative sul territorio provinciale
da almeno tre anni, che abbiano riscontrato un calo del fatturato pari ad
almeno il 10% nel periodo (anno o semestre) immediatamente precedente o, in
alternativa, che abbiano subito una penalizzazione da un provvedimento della
pubblica amministrazione (esempio: esproprio). Le imprese richiedenti dovranno
formulare un progetto di riorganizzazione aziendale e, soprattutto, stipulare
un accordo sindacale che documenterà l'impegno a radicare in Trentino un
determinato numero di unità lavorative annue (U.L.A.: cioè un lavoratore a tempo
pieno o più lavoratori equivalenti ad uno a tempo pieno per un anno) per un
periodo variabile da 1 a 2 anni. L'agevolazione varierà a seconda del periodo
di mantenimento dei livelli occupazionali, e precisamente Con queste cifre:
fino ad euro 1.000 per lavoratore per un anno. Fino ad euro 1.500 euro per
diciotto mesi e fino ad euro 2.000 euro, sempre per lavoratore, per due anni.
L'agevolazione sarà comunque determinata nella misura massima risultante sulla
base dell'importo «pseudo de minimis» disponibile per ciascun'impresa. Per fare
un esempio concreto, un'azienda con 200 dipendenti che si impegni a non
licenziarne alcuno nei prossimi due anni, potrà ricevere 400 mila (sempreché
non abbia utilizzato altri aiuti "de minimis", quindi 2 mila a
dipendente. Un'impresa, invece, che si impegni a salvaguardare 500 dipendenti,
per un analogo periodo, ed abbia già ricevuto 200 mila di «de minimis», non
potrà ricevere più di 300 mila, quindi 600 a dipendente. In compenso, nel
malaugurato caso che l'impegno non possa essere rispettato, il contributo verrà
proporzionalmente revocato (pur con un margine di tolleranza del 10% di
occupati in meno) con evidente maggiore penalizzazione per la prima impresa
dell'esempio. Le domande (che potranno essere presentate dal giorno che verrà
comunicato successivamente, non appena ottenuta l'approvazione comunitaria, e
fino al 31 ottobre 2009), saranno evase in ordine di presentazione.
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 18-04-2009)
Argomenti: Crisi
Inedita
iniziativa dei 1000 soci della coop «Insieme si può»: corrispettivo dello
stipendio devoluto all'Abruzzo Donano 5 minuti di lavoro per assumere
disoccupati Cinque minuti di lavoro da donare ai disoccupati trevigiani e ai
terremotati dell'Aquila. E' l'originale doppia proposta di Insieme si può. Per
dare speranza a dieci lavoratori fragili, la cooperativa chiederà ai soci di
donare cinque minuti di lavoro al giorno. E andrà in soccorso alla cooperazione
abruzzese perché «oltre agli edifici, occorre rifondare la comunità». I due
progetti di solidarietà sono stati lanciati in occasione del convegno «L'economia sociale nella crisi finanziaria: vie d'uscita», con Stefano Zamagni, presidente dell'Agenzia
nazionale per le Onlus, presente questa mattina nell'auditorium del Campus
Armida Barelli nell'area del Turazza. A discutere con l'economista bolognese il
vescovo di Treviso, Andrea Bruno Mazzocato, e il sindaco del capoluogo,
Gian Paolo Gobbo. A organizzare l'evento, oltre a Insieme si può, la fondazione
Ispirazione e il coordinamento trevigiano Anteas. «La vera cooperazione -
spiega Rina Biz, direttore di Insieme si può - è un valore per il proprio
territorio. Per questo vogliamo fare qualcosa per quella fascia di lavoratori
che con la crisi rischiano di essere tagliati fuori.
Donando cinque minuti di lavoro potremo dare loro, anche con la formazione, la
possibilità di crearsi una nuova professionalità». La proposta sarà portata
all'assemblea della cooperativa in programma a metà maggio. Non è la prima volta
che i soci lavoratori decidono di fare sacrifici per finalità sociali. Nel
frattempo Insieme si può si è mossa per aiutare le popolazioni dell'Abruzzo. Ha
già avviato contatti a L'Aquila per individuare cooperative sociali in
difficoltà a causa del sisma. «L'economia sociale è una risposta alla crisi - aggiunge Biz - perché ricostruisce il rapporto tra
economia ed etica. Abbiamo così pensato di accompagnare l'intervento del
professor Zamagni con dei gesti concreti di solidarietà».
( da "Stampa, La" del
18-04-2009)
Argomenti: Crisi
«Le case
dell'Aquila come i mutui subprime»: è il titolo
dell'Osservatore romano, che ha paragonato il terremoto in Abruzzo alla crisi finanziaria mondiale, entrambi
frutto, secondo il giornale vaticano, di una «economia dei "bidoni"».
«Che cosa c'è in comune tra il terremoto in Abruzzo e la crisi finanziaria mondiale, tra le case
crollate sotto il terremoto e i mutui subprime? - si chiede
l'Osservatore - Molto più di quanto sembri». «E'necessario - aggiunge
l'articolo - cominciare a temperare il concetto di efficienza con quello di
qualità, sostenibilità e capacità del modello d'impresa a sopravvivere agli
eventi estremi».
( da "Mattino di Padova, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 3 - Primo
Piano Komatsu, i giapponesi chiedono due anni di cassa integrazione Alla Lofra
in arrivo gli arretrati solo per il mese di marzo Ammortizzatori sociali anche
alla Carraro group: crollate le commesse FELICE PADUANO PADOVA. Nel Padovano la
recessione continua a ferire non solo tantissime piccole e medie aziende, ma
anche le grandi fabbriche, dove sono occupati centinaia di lavoratori. Come la
Komatsu di Este. La crisi, che ha colpito la più
grande azienda meccanica della provincia già cinque mesi fa (730 dipendenti,
compresa la filiale di Noventa Vicentina), si è ulteriormente aggravata. I
rappresentanti del colosso giapponese, che produce macchine per la movimentazione
della terra, con sede centrale a Tokyo-Minato Ku, hanno chiesto, dopo quattro
mesi consecutivi di cassa integrazione ordinaria (Cigo), anche la cassa
integrazione straordinaria (Cigs) per i prossimi 24 mesi, ossia per due anni
già a partire dalla prossima settimana. Una scelta improvvisa che non fa
sperare nulla di buono per il futuro perché la Cigs viene concessa quando
un'azienda entra in una crisi strutturale. Per il
momento la direzione dell'azienda estense ha chiesto l'ulteriore blocco della
produzione per 250 lavoratori. La situazione economica della Komatsu è
diventata talmente grave che ieri pomeriggio l'assessore provinciale al Lavoro,
Roberto Tosetto, affiancato dal tecnico Claudio Sarcona, ha convocato le Rsu
(Rappresentanze sindacali aziendali) e tutti i sindacalisti che seguono la
vertenza, tra cui Giovanni Acco (Fiom), Massimo Sartori (Fim), Marzio Giacomin
(Uilm) e Stefano Pieretti (Adl Cobas). Fra le parti (proprietà e sindacati con
la mediazione della Provincia) è stato siglato un accordo in base al quale
scatterà subito la cassa integrazione per 250 lavoratori. Cigs che potrebbe
riguardare fino a 600 dipendenti. Nello stesso tempo la Komatsu si è impegnata
a investire 10 milioni di euro per rendere più competitivi gli impianti di
Este. «Quando, già due mesi fa, avevamo detto più volte che la situazione
sarebbe peggiorata, molti non hanno creduto alle nostre parole - sottolinea
Pieretti - Oggi siamo tristi perché l'azienda rischia di fermarsi per un paio
d'anni. Tuttavia è positiva la notizia che resti a Este e non sia trasferita in
Germania come temevamo». Più moderato il commento di Acco: «La Cgil presterà la
massima attenzione affinché nella fabbrica della Bassa siano sempre tutelate
sia la continuità produttiva che la tenuta occupazionale». Novità anche per la
Lofra di Treponti di Teolo, 118 dipendenti. Sempre ieri pomeriggio le Rsu ed i
sindacati sono stati ricevuti, a Palazzo Santo Stefano, dal prefetto. Dopo il
passaggio della maggioranza delle azioni nelle mani della società slovena Fori
e la proroga della cassa integrazione ordinaria fino a giugno, sono oramai tre
mesi che i lavoratori non vedono il becco di un quattrino perché l'indennità
del riposo forzato non è stata più pagata da Natale. «Finalmente l'Inps, anche
in base alle nuove direttive nazionali emanate dal ministro Maroni, ha
assicurato che le indennità arretrate saranno corrisposte ma solo per il mese
di marzo attraverso lo studio del commissario, nominato dal Tribunale, Marcello
Dalla Costa - sottolinea il prefetto Lepri Gallerano - Quindi i lavoratori
possono essere più tranquilli, anche se capisco benissimo i momenti molto
difficili che stanno attraversando». Alla Carraro Group di Campodarsego
confermata la proroga della Cigo fino alle prossime ferie estive. Il calo delle commesse è diventato più grave di quanto previsto a
causa della pesantissima crisi finanziaria che ha colpito gli Usa. Gbs (350 lavoratori): le domande del
bando di gara per vendere l'azienda, già ex Golfetto-Berga-Sangati (con
stabilimenti a Padova, Quinto di Treviso, a Manfredonia e in Cina) scadono a
maggio. Già si sa che si sono fatte avanti tre società. Intanto nello
stabilimento padovano in area Zip si continua a lavorare per onorare le ultime
commesse. Finmek (110 dipendenti): l'azienda di via Lisbona 28 (come le altre
collegate del Gruppo Finmek) è ancora in amministrazione straordinaria, sotto
la guida del commissario veneziano Gian Luca Vidal. I dipendenti sono sempre in
cassa integrazione mentre, almeno al momento, alla porta non bussa nessun acquirente.
Dopo la bocciatura della preintesa sulla flessibilità attraverso il referendum
organizzato dalla Fiom Cgil, all'Arneg (680 lavoratori) non si sa più niente
dei cento esuberi chiesti dalla proprietà. Esuberi che potrebbero essere
trasformati in cassa integrazione.
( da "Tempo, Il" del
18-04-2009)
Argomenti: Crisi
stampa
Previsioni: servono 2 anni per uscire dalla crisi Fmi:
recessione lunga La recessione sarà lunga e severa, con una ripresa lenta che
partirà dalle economie avanzate: per far fronte alla situazione servono
politiche monetarie, fiscali e di budget coordinate. «Le politiche
macroeconomiche possono giocare un ruolo importante nell'attuare la recessione
e favorire la ripresa». Essenziale è, «come ci insegnano le esperienze
passate», ripristinare fiducia sui mercati finanziari. Il Fondo Monetario
Internazionale (Fmi) torna a ribadire l'invito ad agire e a farlo in modo
coordinato, e fissa a grandi linee in almeno due anni la durata delle
recessioni causate dal mix crisi finanziarie e
rallentamento economico globale. "Per rivedere i livelli produttivi ante crisi serviranno poi almeno tre anni e mezzo", spiega
il Fondo nei capitoli analitici del World Economic Outlook, che sarà diffuso in
occasione dell'assemblea di primavera la prossima settimana. "Le analisi
suggeriscono che una crisi finanziaria e un
rallentamento globale sincronizzato insieme si traducono in una recessione
insolitamente severa e lunga. Una combinazione come questa è rara e per questo
è necessario evitare conclusioni affrettate. Il fatto che l'attuale
rallentamento sia altamente sincronizzato e associato a una profonda crisi finanziaria suggerisce che probabilmente sarà duraturo
e con una ripresa più debole della media", afferma il Fmi constatando come
«le recessioni globalmente sincronizzate sono più lunghe e profonde delle
altre. La durata di tali recessioni è in media una volta e mezzo superiore alla
durata tipica di una recessione. " In ogni caso fare previsioni è
difficile perché - osserva il capo economista del Fmi Olivier Blanchard -
questa recessione ha caratteristiche uniche". In linea di massima i rari episodi registrati in passato di recessioni
associate a crisi
finanziarie suggeriscono che eventi del genere durano «circa due anni: per
recuperare livelli produttivi precedenti alla crisi è invece necessario aspettarne poi circa tre e mezzo di anni»,
spiega Terrones. Per fronteggiare la crisi in atto «servono politiche monetarie, finanziarie e di budget
coordinate».
(
da "Libertà"
del 18-04-2009)
Argomenti: Crisi
«Il terremoto dell'Abruzzo come la >crisi dei mutui subprime» CITTÀ DEL VATICANO - «Le case
dell'Aquila come i mutui subprime», titolava ieri l'Osservatore romano, paragonando
il terremoto in Abruzzo alla crisi finanziaria
mondiale, entrambi frutto, secondo il giornale del Papa, di una «economia dei
"bidoni"». «Ormai da molto tempo gli economisti hanno identificato
uno dei problemi maggiori del funzionamento dei sistemi economici nelle
asimmetrie informative, ovvero - spiega l'articolo firmato da Leonardo
Becchetti - nella diversa qualità di informazioni che compratori e venditori
hanno sulle caratteristiche di un bene». Un aspetto che attribuisce al
venditore, sia di case che di mutui, un netto vantaggio che nessun meccanismo
di controllo ha dimostrato di saper controbilanciare, finendo, anzi - secondo
l'Osservatore romano - per conferire una sorta di certificazione di qualità a
chi in realtà bada al solo profitto. «E' dunque necessario - aggiunge
l'articolo - cominciare a temperare il concetto di efficienza con quello di
qualità, sostenibilità e capacità del modello d'impresa a sopravvivere agli
eventi estremi. E' necessario investire in quei settori e in quelle iniziative
che alimentano e creano responsabilità, sapendo che le regole devono essere
migliorate, ma che - conclude - non potranno salvarci da sole». 18/04/2009
(
da "Italia Oggi"
del 18-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Manifesto, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Gazzettino, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Messaggero, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Messaggero, Il"
del 18-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Messaggero, Il"
del 18-04-2009)
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(
da "Messaggero, Il"
del 18-04-2009)
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(
da "Messaggero, Il
(Ancona)" del 18-04-2009)
Argomenti: Crisi
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-04-2009)
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(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-04-2009)
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da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-04-2009)
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(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-04-2009)
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da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-04-2009)
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da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-04-2009)
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da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-04-2009)
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da "Sole 24 Ore, Il"
del 18-04-2009)
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da "Resto del Carlino,
Il (Ancona)" del 18-04-2009)
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da "Bresciaoggi(Abbonati)"
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da "Nazione, La
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da "Corriere del Veneto"
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da "Giorno, Il (Milano)"
del 18-04-2009)
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La" del 18-04-2009)
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da "Secolo XIX, Il"
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da "Sole 24 Ore, Il
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da "Sole 24 Ore, Il
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da "Sole 24 Ore, Il (Plus)"
del 18-04-2009)
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da "Sole 24 Ore, Il
(Plus)" del 18-04-2009)
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da "Sole 24 Ore, Il
(Plus)" del 18-04-2009)
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da "Sole 24 Ore, Il
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da "Sole 24 Ore, Il
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da "Basilicanet.it"
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da "Denaro, Il"
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da "Gazzettino, Il
(Padova)" del 18-04-2009)
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(
da "Sicilia, La"
del 18-04-2009)
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(
da "Sicilia, La"
del 18-04-2009)
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(
da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 18-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Benevento))
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