CENACOLO
DEI COGITANTI |
Gruppo Sella, volano gli
utili ( da "Stampa,
La" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 3 milioni di euro, per la
particolare situazione dei mercati finanziari e la forte caduta delle
quotazioni dei titoli azionari. Nel corso del 2008 Banca Sella ha anche
proseguito lo sviluppo della rete distributiva, portando «a regime» gli
sportelli aperti alla fine dell'anno precedente giunti a quota 332.
Via San Martino sarà più
sicura ( da "Trentino"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria ed economica. In
via prioritaria tale contributo serve a eseguire lavori di completamento e
manutenzione del patrimonio comunale purché cantierabili entro luglio. Inoltre,
il Servizio prevenzione rischi della Pat ha comunicato che al Comune di Vattaro
è stato finanziato l'intervento della messa in sicurezza di due tratti di
strada in via San Martino e a Maso Flonker
diciamolochiaro ha detto:
La discussione su quello che ha scritto Conroe riguardo alla stampa straniera
(e agli articoli di Repubblica) la trovate qui (MOLTO INTERESSANTE) http://f
( da "KataWeb News" del
16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle
posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la
Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo»,
addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il
premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto
deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
Silversea, il lusso va in
crociera ( da "Italia
Oggi (MarketingOggi)" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: vede che il mercato delle crociere
resta immune dalla crisi finanziaria internazionale. Per questo non temiamo di
incrementare la nostra capacità. La Silver Spirit, il cui varo tecnico è
avvenuto lo scorso 27 febbraio, può ospitare 540 passeggeri e le prenotazioni
(partite a gennaio 2009, ndr) per una nave che entrerà in servizio il 21
gennaio 2010, sono già più che soddisfacenti.
Sale la disoccupazione,
aumenta il peso delle carte di credito nelle tasche dei risparmiatori. Bank ...
( da "Finanza e Mercati"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Citigroup La Grande Muraglia è
servita per arrestare anche la grande crisi finanziaria. Almeno, per quanto
riguarda i risultati di Citigroup. Il colosso americano, come del resto la
cugina inglese Hsbc, lo scorso anno ha registrato un boom di utili a Pechino e
dintorni. Il profitto, infatti, è quasi raddoppiato a 190 milioni di dollari, e
l'utile operativo è aumentato del 46 per cento.
banco, c'è l'ok degli
azionisti al bilancio 2008 ( da "Nuova
Sardegna, La" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: anche in considerazione della
situazione generale originata dalla crisi finanziaria», afferma il presidente
Franco Farina il quale sottolinea come la «gestione caratteristica abbia
registrato valori superiori a quelli dell'anno precedente». Confermata la distribuzione
degli utili: alle azioni di risparmio sarà assegnato un dividendo di 0,56 euro;
cornacchione riso amaro
sui mali d'italia - anna puricella
( da "Repubblica, La"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Così mentre Fava allevia
l´abbattimento della crisi finanziaria intonando "La mia banca suona il
crac" Cornacchione illustra i programmi della nuova Alitalia, svelando i
tempi necessari perché la cordata, quella vera, si stringa attorno al collo dei
lavoratori della compagnia di bandiera.
Credito Artigiano, cresce
l'utile netto e resta il dividendo
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nonostante le difficioltà della
crisi finanziaria, a seguito della quale, tra l'altro, i crediti in sofferenza
sono passati dall'1,64 al 2,39% . NONOSTANTE le difficoltà dell'anno appena
trascorso i proventi operativi sono cresciuti del 15% a 260 milioni, il
risultato netto della gestione operativa è cresciuto del 3,7% a 110,6 milioni e
l'utile lordo dell'
Il Fondo Pmi assorbirà
anche le risorse regionali ( da "Sole
24 Ore, Il" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: così liquidità nel motore delle
imprese e contenere i contraccolpi della crisi finanziaria sull'economia reale.
Il liet motiv degli ultimi mesi è stato anche ieri al centro di un incontro al
ministero dello Sviluppo economico con i principali rappresentanti delle
piccole e medie imprese, a partire da Confindustria, Confartigianato, Cna,
Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative.
Argomenti:
Crisi
Abstract: I dati a tutt'oggi confermano le
mie previsioni poiché la grave crisi finanziaria ha provocato una contrazione
dei consumi, e quindi dei rifiuti e il prolungarsi dell'arresto dell'impianto
d'incenerimento di Pietrasanta ha permesso di risparmiare oltre un 30 per cento
sui costi di smaltimento di quei rifiuti dirottati altrove.
Il fotovoltaico siciliano,
una miniera per il Paese ( da "Sole
24 Ore, Il" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: collasso dei mercati finanziari,
rende questo un settore di investimento ideale, dai ritorni certi e garantiti
dallo Stato che per 20 anni per ogni kWh gen.erato paga mediamente 1 kWh al
triplo del prezzo di mercato. E poiché si viene pagati per l'energia effettivamente
generata, è evidente come la Sicilia rappresenti la Mecca italiana del solare a
causa della sua grande irradiazione.
Il mistero Goldman: in
cassa 164 miliardi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: prestito nel momento più difficile
della crisi finanziaria, quando i mercati del credito erano paralizzati. Ma è
allo stesso tempo preoccupato che l'"emancipazione"avvenga troppo
presto. Per questo il cambiamento di posizione sugli stress test. Secondo
quanto abbiamo scritto la settimana scorsa e ieri di nuovo dal «New York Times
», le 19 grandi banche dovrebbero superare i test,
Gli stipendi dei Ligresti
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: questa, già comunicata ai mercati
finanziari e alla stampa. Ufficio stampa Fondiaria Sai L'articolo riporta
fedelmente «i compensi corrisposti agli amministratori, ai sindaci ed ai
direttori generali», come da tabella a p. 300 del bilancio Fondiaria-Sai 2008.
Gli importi (tra cui i 6,48 milioni per l'a.
L'orgoglio industriale
reagisce all'iperfinanza ( da "Riformista,
Il" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di Marco Ferrante La grande crisi
finanziaria produce un ritorno all'economia reale. In America Barack Obama
punta sul salvataggio di Chrysler e non vuole dare (troppa) soddisfazione ai
creditori finanziari, e in tutta Europa si discute del rapporto tra economia
immateriale e manifattura.
Argomenti:
Crisi
Abstract: l'azienda di Padule (nella foto)
che prova a rilanciarsi dopo il periodo di crisi finanziaria che l'ha portata
al blocco dell'attività ed alla cassa integrazione per le maestranze, c'è un
certo fermento: incontri che si susseguono, proposte e richieste che si
rincorrono nella speranza di imboccare la direttrice giusta.
TRE ASSESSORI del Partito
democratico domenica prossima voteranno per il sindaco ...
( da "Nazione, La (Umbria)"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: economica e sociale prodotta dalla
crisi finanziaria mondiale». «La nostra risposta, in tutta onestà, come quella
di tanti iscritti e simpatizzanti del Pd, è Angelo Scassellati annunciano i tre
Ci dispiace che Massimiliano Presciutti anziché fare proselitismo, misurandosi
su idee e proposte, si preoccupi unicamente di demonizzare quanti tra i democratici
non intendono sostenerlo.
BpMilano, ecco tutti gli
uomini della battaglia per la presidenza
( da "Riformista, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: lo stato patrimoniale di BPM è
solido, il gruppo ha risentito poco della crisi finanziaria ed eventuali
acquisizioni gli permetterebbero di aumentare le sue quote nel mondo bancario
italiano. Dalla sua, i dati: struttura con buone fondamenta, poca esposizione
sui derivati ed una capitalizzazione da 1,6 miliardi di euro.
Il Pd va a vedere la crisi
( da "Nuova Ferrara, La"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Per sopperire alla mancanza di
liquidità causata dalla crisi finanziaria il Pd ritiene opportuno sospendere,
ad esempio per 6 mesi, i versamenti dell'Iva «in modo da trattenere la
liquidità in azienda». La terza proposta guarda oltre la crisi: «La nostra
struttura economica è fatta da un 95% di imprese al di sotto dei 15 dipendenti,
quasi sempre sottocapitalizzate,
Obama, summit in
Sudamerica In agenda Cuba e la recessione
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: statunitensi nella crisi
finanziaria globale, oltre a dover fare i conti con il dossier cubano. Negli
ultimi cinque anni la regione aveva fatto registrare i ritmi di crescita
economica più elevati al mondo, messi oggi a rischio dalla «prima crisi economica
dell'emisfero non originatasi in America Latina», come ha sottolineato il
presidente della Banca Interamericana per lo Sviluppo,
Effetto crisi, entrate
fiscali giù del 7,2% ( da "Corriere
della Sera" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 26 Tasse e recessione Per Via
Nazionale influisce soprattutto la frenata del Pil nell'ultimo trimestre
Effetto crisi, entrate fiscali giù del 7,2% Bankitalia: il gettito è sceso a
54,8 miliardi. Debito pubblico record A febbraio il fabbisogno a 14 miliardi.
L'effetto della cassa integrazione e della crisi finanziaria sulle imposte
dirette ROMA Le entrate vanno sempre più giù.
Frena la produzione, Rio
Tinto cade ( da "Corriere
della Sera" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari data:
16/04/2009 - pag: 35 Il caso a Londra Frena la produzione, Rio Tinto cade
(g.fer.) Cala la domanda internazionale e il colosso minerario
anglo-australiano Rio Tinto è costretto a ridurre l'attività. Nel primo
trimestre di quest'anno, per esempio, ha dovuto tagliare del 15% la produzione
di ferro.
Intesa con le banche, vola
Stefanel ( da "Corriere
della Sera" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera sezione:
Economia Mercati Finanziari data: 16/04/2009 - pag: 35 Il caso a Milano Intesa
con le banche, vola Stefanel (g.fer.) L'accordo con le banche è di qualche
settimana fa, ma ieri sono stati resi noti alcuni dettagli e la circostanza ha
riportato sotto i riflettori il titolo Stefanel, terminato con un rialzo del
19,
Indici piatti. Corre
FonSai ( da "Corriere
della Sera" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia
Mercati Finanziari data: 16/04/2009 - pag: 35 La Giornata in Borsa di Giacomo
Ferrari Indici piatti. Corre FonSai Piazza Affari consolida i recenti
progressi, terminando con gli indici principali in sostanziale equilibrio, con
il Mibtel in leggero vantaggio (+0,14%) e l'S&P-Mib in sostanziale
equilibrio (-0,
Santangelo:
Argomenti:
Crisi
Abstract: come tutte le strutture in fase di
avvio soffre di una crisi finanziaria dovuta allo start-up a cui si aggiunge la
crisi generale che sta coinvolgendo qualunque azienda». Il vicesindaco di
Napoli, Tino Santangelo, stempera le voci di un possibile rischio fallimento
dell'area mercatale situata a Volla, di cui ha riferito ieri il Corriere del
Mezzogiorno.
Crisi e mutui, dibattito
al Cnel ( da "Corriere
della Sera" del 16-04-2009)
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Crisi
Abstract: il difficile coordinamento tra
«mercato e autoregolamentazione » da una parte e «regole oggettive »
dall'altra. Un rapporto delicato e complesso che la crisi dei mutui subprime
prima e dei mercati finanziari mondiali dopo e i loro effetti devastanti sulle Borse
e sulle economie di tutti i Paesi hanno posto al centro del dibattito, non solo
economico.
Generali prima a Pechino
nelle polizze vita ( da "Corriere
della Sera" del 16-04-2009)
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Crisi
Abstract: crisi finanziaria, che che ha
comunque avuto riflessi nell'indebolire fortemente la domanda di prodotti
«united linked», legati cioè ai risultati dei mercati. Il tema delle pensioni è
uno dei più importanti nel Paese sia perché è basso lo sviluppo del sistema previdenziale
sia perché le stime demografiche dicono che nel 2035 il rapporto fra pensionati
e popolazione attiva supererà
Ubs, cresce la perdita
tagli per 8.700 posti ( da "Corriere
della Sera" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: inizio della crisi finanziaria.
Noto per essere un determinato tagliatore di costi Grübel, fino a due anni fa
numero uno della concorrente Crédit Suisse, ha però promesso gli investitori
risparmi tra i 3,5 e i 4 miliardi di franchi entro il 2010. Inevitabilmente,
parte dei risparmi verrà dalla riduzione dei posti di lavoro,
La Sec: più controlli
sulle agenzie di rating ( da "Corriere
della Sera" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è anche il lucroso mercato dei rating
aziendali e finanziari nel mirino della Sec, la commissione Usa che vigila sui
mercati finanziari. Si tratta di un'industria che vale 5 miliardi di dollari
l'anno e che è dominata da Standard & Poor's, Moody's e Fitch. Per il
presidente Sec, Mary Schapiro, «per quanto l'agenzia abbia fatto su questo
fronte c'
L'India, il gigante al
voto e la tentazione della sinistra
( da "Corriere della Sera"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: per il collasso degli scambi internazionali
e la crisi dei mercati finanziari. Gli economisti prevedono per l'anno in corso
una crescita del 4-5 per cento. Il governo in carica non sarà considerato
responsabile di questa contrazione, perché tutti sanno che ha avuto cause
globali. Ma non si è nemmeno guadagnato molta stima per gli eccellenti
risultati economici finora raggiunti,
Arriva in Fiera tutta
l'arte da mettere da parte ( da "Giornale.it,
Il" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Gli esperti sostengono che la crisi
finanziaria spinga gli investitori ad acquisti sicuri: le avanguardie del
Novecento faranno dunque la parte del leone. Tuttavia la novità di questa
edizione, diretta da Alessandro Cappello, è l'investimento sul settore più
complesso e affascinante del mercato dell'arte: il contemporaneo.
Credito: S&P, sale il
numero dei "fallen angel"
( da "Finanza.com" del
16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Negli ultimi 30 giorni hanno perso
la valutazione BBB- (o superiore) per approdare a BB+ (o inferiore) 17
emittenti tra quelli seguiti dall'agenzia di rating. Si tratta del numero più
alto - fa notare S&P - dalla crisi finanziaria asiatica di 11 anni fa. Da
inizio anno il numero di fallen angel è pari a 34. (Marco Barlassina -
Riproduzione riservata)
America Latina/ Nyt: la
Cina sfida il predominio degli Usa
( da "Virgilio Notizie"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Nel fine settimana si terrà a
Trinidad e Tobago il vertice delle Americhe, e il presidente Obama incontrerà i
leader regionali per discutere dell'attuale situazione economica e del rilancio
dell'Inter-American Development Bank, pilastro dell'influenza Usa in America
Latina, che ha subito gravi perdite con la crisi finanziaria.
AMERICA LATINA/ NYT: LA
CINA SFIDA IL PREDOMINIO DEGLI USA
( da "Wall Street Italia"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Nel fine settimana si terrà a
Trinidad e Tobago il vertice delle Americhe, e il presidente Obama incontrerà i
leader regionali per discutere dell'attuale situazione economica e del rilancio
dell'Inter-American Development Bank, pilastro dell'influenza Usa in America
Latina, che ha subito gravi perdite con la crisi finanziaria.
Ci troviamo in un contesto
deflattivo? ( da "Trend-online"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ennesima conferma che siamo in
piena crisi finanziaria e che la liquidità del sistema non è ancora stata
ristabilita. Le borse rimangono ben intonate,anche se una pausa della salita
delle ultime settimane pare probabile. Il cambio euro dollaro,naturalmente,ha
risposto al dato succitato premiando la valuta americana.
Cultura, storia e politica
risolvono la crisi ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Commenti Pagina 336 Mercati
finanziari Cultura, storia e politica risolvono la crisi Mercati finanziari di
Gianfranco Sabattini* --> di Gianfranco Sabattini* Nei mesi scorsi, su
iniziativa della Banca d'Italia, è stato stampato e distribuito il testo della
lezione "I fondamenti giuridici della corporate governance e della
regolamentazione del mercato"
Mettere in rete il sociale
per evitare una
Argomenti:
Crisi
Abstract: 2009 LE DINAMICHE DI SPESA PUBBLICA
IN TEMPI DI CRISI Mettere in rete il sociale per evitare una «sprecopoli»
GIUSEPPE PENNISI L a spesa pubblica si sta dilatando a causa della crisi
finanziaria ed economica internazionale. Il fenomeno riguarda principalmente
paesi come gli Stati Uniti (dove tradizionalmente il settore pubblico non ha
mai superato,
MODA: AL VIA RACCOLTA
FIRME LEGGE POPOLARE PER TUTELA 'MADE IN ITALY'.
( da "Asca" del
16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ''La crisi finanziaria ed economica
in atto - aggiunge Blasi - segna la fine di un modello di sviluppo basato sulla
quantita'. L'Italia e' un Paese con tantissime specificita' e diversita', che
portano a una eccezionale qualita' che dobbiamo conservare.
Inaugurata la sede di
Alleanza di Centro ( da "Caserta
News" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: E' da poco scoppiata una grande
crisi finanziaria che gradualmente si sta tramutando in crisi economica reale
anche per le famiglie. Il governo Berlusconi, impegnato coraggiosamente, nella
riforma dello Stato e nel rilancio dell'economia italiana, necessita di
appoggio e sostegno.
CICLISMO/ ASTANA,
FEDERAZIONE KAZAKA SBLOCCA PAGAMENTO STIPENDI
( da "Wall Street Italia"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ieri abbiamo iniziato a ricevere i
pagamenti, e gireremo i soldi alla squadra", ha detto il vicepresidente
della federazione, Nikolai Proskurin, ad Associated Press. Le difficoltà
finanziarie della federazione, legate anche alla crisi finanziaria globale,
avevano gettato dubbi sul futuro della squadra di Lance Armstrong e Alberto
Contador.
Con il conforto dei
sondaggi - sei americani su dieci approvano la sua recente apertura verso Cuba
-... ( da "Gazzettino,
Il" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: avvicinarsi delle elezioni finirà
per premiare i politici che più duramente attaccano gli Usa, per aver dato
origine alla crisi finanziaria che impoverisce, più di tutti, il "sud del
mondo". Obama, per imporsi al summit dell'Osa, dovrà usare al meglio la
sua arte di persuasione in un consesso, peraltro, poco incline a scordarsi del
recente passato. Maurizio Cerruti
Fmi: "Recessione
severa, la ripresa sarà lenta" Produzioni industriale giù
( da "Giornale.it, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale rallentamento sia altamente
sincronizzato e associato a una profonda crisi finanziaria suggerisce che
probabilmente sarà duraturo e con una ripresa più debole della media".
"Esclusa l?attuale recessione" dal 1960 "ce ne sono quindici"
che possono "essere associate a crisi finanziarie, con tre episodi di
recessione globale: 1975, 1980 e 1992.
Grave situazione
finanziaria ( da "Sicilia,
La" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: relazione dei revisori dei conti
Grave situazione finanziaria Comune Non ci sono i soldi per un vetro a.c.)
Permangono precarie le condizioni le condizioni economiche in cui da diversi
mesi versano le casse comunali. A confermare la reale esistenza della crisi
finanziaria in cui versa il comune di Licata, che rischia di dichiarare il
dissesto finanziario l'impossibilità da parte dell'
UNA TASSA PER RIPARTIRE
( da "Lavoce.info" del
16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: una misura una tantum dettata dal
precipitare della crisi finanziaria che, rovesciando un diffuso sentimento di
avversione alle tasse, contrasta l?errata percezione che l?azione
redistributiva si attua e si misura solo sul lato del prelievo e non anche su quello
della spesa. Pur con limiti evidenti, il principale dei quali è che ricade
sulle spalle dei soli contribuenti onesti,
"Le banche hanno
fatto a pezzi il mercato dell'arte"
( da "Affari Italiani (Online)"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Con la crisi finanziaria questo
movimento prettamente speculativo è andato in crisi e i prezzi di alcuni
autori-bolla sono crollati». Alessandro Cappello, da quest'anno direttore di
Miart, la Fiera Internazionale d'Arte moderna e contemporanea, che si tiene a
Milano dal 17 al 20 aprile, non ha dubbi: per rilanciare il mercato bisogna
puntare sulla competenza,
Fmi: recessione attuale
sarà lunga e pesante, ripresa lenta
( da "Reuters Italia"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: tutto ciò a causa dell'origine
finanziaria della crisi. E' quanto sostiene il Fondo Monetario Internazionale
(Fmi), nei capitoli introduttivi del World Economic Outlook, che verrà diffuso
integralmente il 22 aprile prossimo. L'analisi del Fmi evidenzia che una
recessione che affonda le radici nei mutui subprime Usa, come quella attuale,
Gazprom apripista nel
mercato russo dei capitali ( da "KataWeb
News" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Con l'avanzare della crisi
finanziaria gli imprenditori hanno visto prosciugarsi il canale degli Eurobond
e quello delle obbligazioni in rubli. Gazprom cerca ora di invertire questa
tendenza. Recentemente la compagnia energetica russa ha emesso un Eurobond di
400 milioni di franchi svizzeri.
FMI: RECESSIONE ATTUALE
SARÀ LUNGA E PESANTE, RIPRESA LENTA
( da "Wall Street Italia"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: tutto ciò a causa dell'origine
finanziaria della crisi. E' quanto sostiene il Fondo Monetario Internazionale
(Fmi), nei capitoli introduttivi del World Economic Outlook, che verrà diffuso
integralmente il 22 aprile prossimo. L'analisi del Fmi evidenzia che una
recessione che affonda le radici nei mutui subprime Usa, come quella attuale,
L'attenzione si sposta ora
sugli utili. La ripresa dei mercati è meno lontana pag.1
( da "Trend-online" del
16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dopo lo stress test delle ultime
settimane per verificare la capacità di reggere alla crisi finanziaria. Il
mercato si aspetta di capire meglio se ci sarà ancora bisogno o meno di
ulteriori ricapitalizzazioni da parte del Tesoro. Per quanto ci sia ancora un
clima dominato dall?incertezza, la scommessa dei gestori si concentra proprio
sulla piazza azionaria americana.
Crisi, quale crisi?
( da "Foglio, Il" del
16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 16 aprile 2009 Crisi, quale crisi?
Nel mondo incantato di Obama è vietato parlare di asset tossici, di regole e
collasso finanziario La guerra non è guerra, la crisi non è crisi. Nel
fantastico mondo di Barack Obama non c?è posto né per brutture di bushiana
memoria né per dettagli noiosi su morti decapitati o peggio ancora sui
disoccupati.
Referendum, la Lega ha
fatto bene i conti?. ( da "Giornale.it,
Il" del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che nella crisi finanziaria inizia
a vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo
Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia
risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e
costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie
responsabilità questo può essere positivo»
Enciclica sociale, i tempi
si allungano (a causa della crisi).
( da "Giornale.it, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Le crisi finanziarie scattano nel
momento in cui, anche a causa del venir meno di un corretto comportamento
etico, manca la fiducia degli agenti economici negli strumenti e nei sistemi
finanziari. Tuttavia, la finanza, il commercio e i sistemi di produzione sono
creazioni umane contingenti che, quando diventano oggetto di fiducia cieca,
agentediviaggi ha detto:
ehi nn c'è piu nessuno? Che ne pensate di Sarkò che ha detto che Zappy è un
imbecille e che Berlusconi è un modello a cui ispirarsi?
( da "KataWeb News" del
16-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle
posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la
Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo»,
addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il
premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto
deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
( da "Stampa, La" del
16-04-2009)
Argomenti: Crisi
BILANCIO. BENE LA
RACCOLTA DIRETTA E GLI IMPIEGHI Gruppo Sella, volano gli utili Fra le
iniziative, il primo applicativo «iPhone» in Italia che permette di operare dal
telefono In crescita la Banca e in crescita anche il Gruppo che riunisce oltre
una ventina di società compresi 7 istituti di credito. Il 2008 per la più
grande azienda biellese (con poco meno di 4.500 dipendenti e oltre 300
sportelli attivi) si chiude in positivo, non solo finanziariamente
ma pure grazie alle numerose iniziative realizzate sul versante dei prodotti,
tra le quali il lancio del primo applicativo per iPhone in Italia, che permette
ai clienti di operare e avere informazioni sul proprio conto corrente (dal
saldo alla lista dei movimenti, fino a bonifici e altre funzioni via sistema
satellitare). Il consiglio d'amministrazione di Banca Sella ha infatti
approvato il bilancio: l'istituto ha segnato una crescita del 23,4% della
raccolta diretta (7,5 miliardi di euro) e del 12,6% degli impieghi (4,4
miliardi) rispetto al 2007, con un miglioramento della qualità del credito pur
in presenza di una situazione congiunturale generale non favorevole. L'utile
netto è stato pari a 42 milioni di euro ed è cresciuto del 12% rispetto ai 37,5
milioni di euro del 2007. Solida la posizione patrimoniale che evidenzia al 31
dicembre 2008 il Core Tier 1 pari al 9,03% (era pari all'8,84% al 30 giugno
2008) e il Total Capital Ratio pari al 13,13% (era pari all'11,63% al 30 giugno
2008). Per quanto riguarda il conto economico, il margine di interesse nel 2008
è cresciuto del 6,4% rispetto all'anno precedente mentre il margine
d'intermediazione ha invece subito una leggera flessione dell'1,1%,
attestandosi a 264,2 milioni di euro, per la contrazione dei ricavi netti da
servizi. Questi ultimi, infatti, nel 2008 sono diminuiti del 15,2% rispetto
all'anno precedente attestandosi a 78,3 milioni di euro,
per la particolare situazione dei mercati finanziari
e la forte caduta delle quotazioni dei titoli azionari. Nel corso del 2008
Banca Sella ha anche proseguito lo sviluppo della rete distributiva, portando
«a regime» gli sportelli aperti alla fine dell'anno precedente giunti a quota
332. Approvato anche il bilancio consolidato del Gruppo cui oltre alla
banca fanno capo una ventina di società. Si conferma anche in questo caso il
buon andamento della raccolta diretta, che ammonta a 11 miliardi di euro in
crescita del 17,7% rispetto al 2007, e degli impieghi, che ammontano a 8,2
miliardi di euro in crescita del 13,7%, con un miglioramento della qualità del
credito. Nei portafogli di proprietà, inoltre, non esiste alcun asset
considerabile «tossico». L'utile netto del Gruppo si è attestato a 13,6 milioni
di euro. In crescita il personale: a fine 2008 i dipendenti del Gruppo erano
( da "Trentino" del
16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Via San Martino sarà
più sicura Lavori del Comune di Vattaro con i fondi anticrisi
GINO MICHELI VATTARO. Approvazione unanime per la prima variazione al bilancio
2009 ed il sindaco Devis Tamanini ha ringraziato le minoranze cogliendo in
questo segno di approvazione uno stimolo anche nei confronti dei collaboratori
dell'amministrazione che stanno lavorando sopra la media in questo inizio di
anno. Infatti nel primo semestre sono partiti già due cantieri e ne partiranno
altri due, con un ritmo decisamente alto per la contenuta realtà comunale. Il
sindaco ha pure sottolineato che con tale variazione il bilancio straordinario
del Comune in questo 2009 arriva a quasi 2,5 milioni di euro di opere da
svolgere nell'anno. La variazione approvata all'unanimità consiste
nell'accettare dalla Provincia il contributo di 208.474 euro (che dovrà essere
cofinanziato nella misura del 20 per cento) determinato nel contrastare la crisi finanziaria ed economica. In via prioritaria tale contributo serve a
eseguire lavori di completamento e manutenzione del patrimonio comunale purché
cantierabili entro luglio. Inoltre, il Servizio prevenzione rischi della Pat ha
comunicato che al Comune di Vattaro è stato finanziato l'intervento della messa
in sicurezza di due tratti di strada in via San Martino e a Maso Flonker
nella misura del 90% su una spesa ammissibile di 422.736 euro. La variazione al
bilancio dell'esercizio finanziario in corso si è resa necessaria per adeguare
la parte straordinaria del documento contabile ad alcune esigenze e necessità
contingenti riferite all'evolversi amministrativo e contabile di alcune spese
d'investimento già programmate. Le maggiori spese di parte straordinaria per
complessivi 624.299 euro sono dovute all'acquisto della nuova lavastoviglie per
la scuola materna comunale (2.640 euro), alla manutenzione straordinaria delle
strade comunali cantierabili in breve tempo (56.000 euro), al rifacimento e
messa in sicurezza delle strade comunali via S. Martino e di Maso Flonker
(555.659 euro), all'adeguamento dell'edificio da destinare al centro anziani
(10.000 euro).
( da "KataWeb News"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il mattone..
Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 —
Autore: babelick — 108 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e
sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al
quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana
presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di
carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara,
asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel
giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito,
anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare
soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra
niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire
l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù
politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare,
piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede
che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse
Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose,
troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le
cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom
edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia
un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro
Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa
aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto
l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il
governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica
fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un
tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente,
non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello
psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene,
ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango
delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4
ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro
la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito
«l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea
per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il
sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e
«in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se
l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia
spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi
profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal
governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom
economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi
esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi
dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e
immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini
l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno
presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero
dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli
d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una
«quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono
saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per
la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%,
il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria»
presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da
( da "Italia Oggi (MarketingOggi)"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
ItaliaOggi Numero
090 pag. 16 del 16/4/2009 | Indietro Silversea, il lusso
va in crociera MARKETING Di Antonio O. Ciampi Il presidente e ceo racconta i
piani della compagnia. Che punta ai viaggiatori di fascia alta Perasso: più
canali di vendita e clientela al di fuori degli Usa La crisi
economica internazionale è un fatto, ma ci sono nicchie che confidano nel loro
mercato e non temono le sfide. E i risultati sembrano premiarli. Avviene nel
settore delle crociere, dove tutte le compagnie hanno piani di marketing e
continuano nella filosofia di incremento della capacità. Cercando nuovi
mercati, soprattutto al di fuori degli Usa. è il caso di Silversea Cruises, la
compagnia di crociera guidata dal presidente e ceo Amerigo Perasso, che punta
su una clientela «haut-de-gamme», con disponibilità economiche e voglia di
viaggiare. «Siamo intenzionati ad aumentare la percentuale di passeggeri
non-Usa sulle nostre navi», spiega a ItaliaOggi lo stesso Perasso, «e per
questo abbiamo recentemente ampliato a livello internazionale i nostri canali
di vendita e le nostre strategie di marketing. Perché anche in un periodo di crisi non è solo la crociera tradizionale a ''tirare'', come
dimostrano i risultati delle compagnie mondiali, ma anche la crociera
considerata di lusso. Dai risultati 2008 e dalle previsioni 2009 si vede che il mercato delle crociere resta immune dalla crisi finanziaria internazionale. Per questo non temiamo di incrementare la nostra
capacità. La Silver Spirit, il cui varo tecnico è avvenuto lo scorso 27
febbraio, può ospitare 540 passeggeri e le prenotazioni (partite a gennaio
2009, ndr) per una nave che entrerà in servizio il 21 gennaio 2010, sono già
più che soddisfacenti. Anche per la particolare tipologia della nostra
offerta, all-inclusive ma concorrenziale». Silversea Cruises, nata nel 1990,
conta su una flotta composta da piccole unità: le gemelle Silver Cloud e Silver
Wind (298 letti ciascuna) le gemelle Shadow e Whisper (382 letti) e la Prince
Albert II (132 letti), rompighiaccio destinata a crociere artiche. Una flotta
che ha consentito di chiudere l'anno fiscale
( da "Finanza e Mercati"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Sale la
disoccupazione, aumenta il peso delle carte di credito nelle tasche dei risparmiatori.
Bank ... da Finanza&Mercati del 16-04-2009 Sale la disoccupazione, aumenta
il peso delle carte di credito nelle tasche dei risparmiatori. Bank of America,
leader nel comparto delle credit card negli Usa, ha annunciato di aver
aumentato dal 3 al 4% sulle somme trasferite, le commissioni per i propri
clienti. L'incremento è una questione di costi crescenti per il gruppo di
Charlotte (North Carolina). Non sono solo i costi diretti delle operazioni.
Bensì, anche quelli indiretti. Ossia, quelli legati alla mancata copertura
delle spese affettuate con la carta, da parte dei titolari. Le statistiche
indicano che il tasso di credit card default è proporzionale al tasso di
disoccupazione. Dunque, coi disoccupati al top, è record anche per il costo
default. Euro L'euro visto da lontano, lascia spazio alle opinioni. Ma con un
denominatore comune: debolezza in agguato. Ieri, Bank of America ha reso noto
che, secondo i propri analisti, l'Europa e l'euro pagheranno la politica da
«falco» della Bce, con una minor scommessa sulla ripresa continentale e
conseguente minor domanda di valuta europea. Ergo, euro potenzialmente
indebolito. Per contro, visto da Citigroup, conta un'altra prospettiva di
visuale. Quella in controluce col Sol Levante. Per Citi, infatti, l'euro è
destinato a indebolirsi contro lo yen nei prossimi giorni. Ha già guadagnato
troppo verso il Giappone. Punti di vista diversi, ma che convergono. Citigroup La Grande Muraglia è servita per arrestare anche la
grande crisi
finanziaria. Almeno, per quanto riguarda i
risultati di Citigroup. Il colosso americano, come del resto la cugina inglese
Hsbc, lo scorso anno ha registrato un boom di utili a Pechino e dintorni. Il
profitto, infatti, è quasi raddoppiato a 190 milioni di dollari, e l'utile
operativo è aumentato del 46 per cento. La Cina ha aperto agli stranieri
la propria industria bancaria nel dicembre 2006. Ed è stato un buon business. È
vero che l'espansione 2008 è stata del 17%, inferiore al 30% dell'anno
precendente. Ma i non-performing loan sono allo 0,6% e il parametro di
patrimonializzazione è al 13,6 per cento. Numeri, questi ultimi, da Drago.
( da "Nuova Sardegna, La"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Saranno distribuiti
i dividendi Banco, c'è l'ok degli azionisti al bilancio 2008 SASSARI.
L'assemblea degli azionisti del Banco di Sardegna ha approvato ieri il bilancio
consolidato del 2008 che lo scorso 6 marzo aveva già ottenuto l'ok del
consiglio d'amministrazione. L'istituto di credito sardo ha registrato un utile
netto di 65,4 milioni di euro che, pur rappresentando il 27% in meno rispetto
ai 89,5 milioni dell'anno precedente «è un risultato di cui siamo soddisfatti, anche in considerazione della situazione generale originata dalla
crisi finanziaria», afferma il presidente Franco Farina il quale sottolinea come
la «gestione caratteristica abbia registrato valori superiori a quelli
dell'anno precedente». Confermata la distribuzione degli utili: alle azioni di
risparmio sarà assegnato un dividendo di 0,56 euro; alle privilegiate di
0,53 euro; alle azioni ordinarie di 0,50 euro. Dopo l'assemblea si è tenuto il
consiglio di amministrazione al quale era presente anche Guido Leoni, ex ad e
attuale vicepresidente della Bper (che controlla il Banco), in corsa per la
presidenza della Popolare emiliana.
( da "Repubblica, La"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina XII - Bari
Cornacchione riso amaro sui mali d´Italia Cabaret Il papa, le gaffe di
Berlusconi: gag al Teatroteam in coppia con il cantautore Fava ANNA PURICELLA
Il sogno di Antonio Cornacchione si è avverato. Gli anni passati a
"omaggiare" Silvio Berlusconi danno ora i loro frutti a teatro con
Satire liriche (alle 21 al Teatroteam di Bari; info 080.521.08.77).
Cornacchione è finalmente riuscito a portare il presidente del Consiglio sul
palcoscenico, accanto a sé. Berlusconi c´è, c´è la sua voce al telefono per
dare indicazioni, rimproverare, dire la sua su quanto accade in scena tra
Cornacchione e il cantautore Carlo Fava. I due o meglio i tre
dialogano per
un´ora e mezzo di tutto, dalla religione al sesso fino ai fannulloni. Cercando
di dare un senso all´attualità, di frenare il suo moto perpetuo accelerato
dall´informazione sempre più rapida e asciutta, che vieta ogni riflessione.
Proprio per questo lo spettacolo, che gira l´Italia dall´estate
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
ECONOMIA &
FINANZA pag. 25 Credito Artigiano, cresce l'utile netto e resta il dividendo MILANO
DIVIDENDO di 0,1530 euro ad azione per gli azionisti del Credito Artigiano. Il
via è venuto ieri dall'assemblea che ha approvato il bilancio
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-04-16 - pag: 19 autore: Industria. Il
Tavolo su garanzie al credito, capitalizzazione, tempi di pagamento e usura Il
Fondo Pmi assorbirà anche le risorse regionali Pressing di Scajola: i
Governatori pronti al confronto Carmine Fotina ROMA Rendere più elastico il
sistema del credito. Immettere così liquidità nel motore
delle imprese e contenere i contraccolpi della crisi finanziaria
sull'economia reale. Il liet motiv degli ultimi mesi è stato anche ieri al
centro di un incontro al ministero dello Sviluppo economico con i principali
rappresentanti delle piccole e medie imprese, a partire da Confindustria,
Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative.
Quattro i temi – credito, tempi di pagamento, usura, capitalizzazione delle
imprese – analizzati in uno dei sei tavoli istituiti dal ministero dello
Sviluppo per recepire il progetto comunitario per le Pmi "Small business
act". Sui diversi argomenti sono arrivati anche i contributi dell'Abi, del
ministro della Pubblica amministrazione e del Commissario anti-usura. La
principale novità emerge dal rapporto sul credito preparato dai tecnici del
ministero. Il Fondo di garanzia per le Pmi, appena rifinanziato dal Dl
incentivi (1,6 miliardi fino al 2012), potrebbe crescere ancora attraverso il
contributo di Regioni e di altri soggetti attivi su scala regionale come
Fondazioni bancarie e Camere di commercio. L'obiettivo è coordinare le
iniziative a tutela del credito che sono già proliferate o che si stanno
studiando a livello locale. Dovrà essere un decreto interministeriale Sviluppo
economico- Economia a stabilire le modalità, ma ieri è già emersa un'ipotesi di
lavoro che, dopo aver ottenuto il parere positivo delle varie associazioni, è
stata sottoposta alle Regioni.Dall'esito del confronto si capirà anche di
quanto il Fondo centrale per tutelare il credito alle Pmi potrà essere
accresciuto. Scajola ha intanto firmato il decreto che innalza da 500mila euro
a 1,5 milioni l'importo garantito dal Fondo per ogni singola impresa e ha
preannunciato che nell'utilizzo delle risorse si darà priorità alle aziende
abruzzesi, colpite dal terremoto. Per quanto riguarda il contributo che dovrà
arrivare dalle Regioni, è ancora da stabilire se le risorse addizionali
verranno conferite nel Fondo con o senza il vincolo di destinazione
territoriale. Il Fondo di garanzia, anche dopo che sarà stato arricchito dalla
dote delle Regioni, verrà supportato dalla "controgaranzia" dello
Stato. Le operazioni beneficeranno cioè dello stesso rating dello Stato e il
rischio di perdita collegato sarà quindi a "ponderazione zero". In
pratica le banche e i Confidi non dovranno accantonare somme, o farlo in misura
marginale, quando presteranno denaro alle imprese assistite dal Fondo. Si
innesca così un circolo virtuoso, perché le banche, gravate da minori
accantonamenti, possono più facilmente aumentare il volume degli impieghi. Ad
assicurare la "controgaranzia" statale è un decreto attuativo del
ministero dell'Economia, in corso di registrazione presso la Corte dei conti,
che tuttavia limita questo meccanismo alle nuove operazioni e non lo estende,
come richiesto da Confartigianato, all'intero portafoglio del Fondo. Il tavolo
tecnico di ieri ha posto le basi per nuovi interventi anche in altri campi. Il
ministero della Pubblica amministrazione annuncia un provvedimento normativo
specifico per venire incontro alle imprese che vantano crediti nei confronti di
committenti pubblici. Il Commissario anti-usura promette una decisa riduzione dei
tempi di definizione delle istanze per accedere al Fondo di solidarietà per le
vittime dell'usura. Quanto alla capitalizzazione delle Pmi, il ministero dello
Sviluppo ha allo studio un intervento a sostegno del capitale di rischio: dovrà
favorire investimenti per la crescita dimensionale delle aziende, anche con
l'integrazione verticale del ciclo produttivo, in settori manifatturieri con
forte specializzazione. carmine.fotina@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA
COPERTURA SUI PRESTITI Firmato il decreto che innalza il tetto per singola
azienda da 500mila euro a 1,5 milioni Il ministro: per le operazioni priorità
all'Abruzzo
( da "Nazione, La (Lucca)"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
CRONACA LUCCA pag. 5
«Sventata una stangata da 2 milioni di euro» I NOSTRI SOLDI PICCHI VA
ALL'ATTACCO LIANO Picchi, ex presidente di «Sistema ambiente», torna alla
carica sulla sventata stangata relativa alla tariffa rifiuti. «Già il 20
gennaio scorso dice Picchi analizzai i motivi per cui le tariffe rifiuti del
2009 avrebbero dovuto subire un consistente calo a causa, sia del forte
ridimensionamento della quantità dei rifiuti da smaltire, che dei relativi
costi di smaltimento. I dati a tutt'oggi confermano le mie
previsioni poiché la grave crisi finanziaria ha provocato una
contrazione dei consumi, e quindi dei rifiuti e il prolungarsi dell'arresto
dell'impianto d'incenerimento di Pietrasanta ha permesso di risparmiare oltre
un 30 per cento sui costi di smaltimento di quei rifiuti dirottati altrove.
Bastano queste due importanti voci a spiegare i decisi ribassi della tariffa
cui era logico attendersi, ma potremmo continuare con il costo carburanti, ecc.
Lo scandaloso comportamento del cda di Sistema Ambiente ha invece elaborato e
approvato all'unanimità un piano finanziario che se il Comune non avesse
provveduto a stroncare avrebbe comportato un aumento di oltre un milione e
mezzo di euro che nei fatti però si sarebbe manifestato di oltre due milioni
visto che lo scorso anno i cittadini hanno beneficiato di un abbattimento di
480.000 per un avanzo lasciato dalla nostra amministrazione». «IN SINTESI
conclude Picchi il nuovo cda di Sistema Ambiente a meno di un anno e mezzo dal
suo insediamento ha approvato due piani finanziari che comportavano un aumento
complessivo di 2.478.000 euro pari al 15,1per cento. Un plauso all'assessore
Pierami che se anche non in grado di ridurre le tariffe come era giusto
aspettarsi, è almeno riuscito a fronteggiare gli enormi e a quanto pare
ingiustificati incrementi che il cda dell'azienda pretendeva».
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-04-16 - pag: 22 autore: INTERVENTO Il
fotovoltaico siciliano, una miniera per il Paese di Mario Pagliaro* I n Sicilia
è in corso una verae propria corsa all'oro, dove l'oro sono gli incentivi
statali del Conto energia alla produzione di elettricità fotovoltaica, che, ai
tempi del collasso dei mercati finanziari,
rende questo un settore di investimento ideale, dai ritorni certi e garantiti
dallo Stato che per 20 anni per ogni kWh gen.erato paga mediamente 1 kWh al
triplo del prezzo di mercato. E poiché si viene pagati per l'energia
effettivamente generata, è evidente come la Sicilia rappresenti la Mecca
italiana del solare a causa della sua grande irradiazione. I soldi
provengono direttamente da tutti i consumatori di elettricità che pagano in
bolletta l'importo alla voce A3, circa il 10% della tariffa media nazionale. Un
serbatoio che nel solo 2006 è stato pari a 3,5miliardi –e di cui il solare
beneficia in minima parte- perché vi attingono le aziende di petrolio, cemento,
acciaio e gli inceneritori dei rifiuti urbani o industriali ammessi quali fonti
assimilate agli incentivi statali. Mecca solare, la Sicilia, è anche meta di
due metanodotti provenienti da Libia ed Algeria; e vi si raffina il 40% del
consumo italiano di carburanti. Tuttavia, nonostante un surplus quotidiano che
supera il 10%, il costo dell'elettricità pagato da cittadini, imprese e
pubbliche amministrazioni è il più elevato della Ue. A dicembre, ad esempio,
con i prezzi del petrolio in picchiata a 30 dollari al barile dai 147 di
luglio, il prezzo di un kWh in Sicilia raggiungeva i 30 centesimi. La
grid-parity in Sicilia già è raggiunta: non attraverso la riduzione del prezzo
dei moduli fotovoltaici, ma attraverso l'aumento indiscriminato di quella di
origine fossile. Reddito e risanamento Con 800 milioni di fatturato e un tasso
di crescita superiore al 200%, quella fotovoltaica è l'industria con il più
alto tasso di crescita nel Paese. Il numero di imprese attive nel settore è
passato da 20 ad oltre 150; e sono oltre 3mila le persone che vi lavorano. Tre
anni fa erano qualche centinaio. La gran parte delle imprese è attiva nella
parte terminale della filiera, ovvero quella della progettazione ed
installazione degli impianti, come quella che ha realizzato la prima serra
fotovoltaica siciliana per l'Azienda agricola Murgo. Le straordinarie
opportunità di crescita economica, sviluppo dell'occupazione e risanamento
ambientale aperte alla Sicilia dal boom del fotovoltaico passano però dalla
produzione dei moduli solari cui va l'80% del denaro speso per un impianto. A
capirlo fra i primi l'imprenditore Salvatore Moncada che, grazie ai proventi di
dieci anni di investimenti nell'eolico, nel 2008 comperò una SunFab dalla
californiana Applied Materials per produrre in Sicilia 40 MW all'anno di
pannelli solari sottili di grande superficie. Poco dopo è il turno di Enel:
dopo avere aperto presso la propria sede di Passo Martino, vicinoa Catania, un
laboratorio solare avanzato ha annunciato un'alleanza con Sharp ed ST per la
produzione di moduli a film sottile. La cosa sbagliata «Alla fine degli anni 90
–ripete spesso Pasquale Pistorio – mancammo l'occasione di trasformare la
Sicilia attraverso una crescita più robusta della ST». E il perché di questa
straordinaria occasione di sviluppo mancata sta nelle scelte del management che
proprio allora sbagliò a non puntare sulla produzione di moduli fotovoltaici.
In breve, scelsero di continuare a fare la cosa sbagliata microprocessori - nel
modo giusto (con formidabili tecnologie proprietarie). E il management della
stessa ST, che da tempo operava propri impianti a Shenzen, sapeva che tutta la
produzione sarebbe finita in Cina per i bassissimi costi del lavoro e
dell'energia. Un errore, considerato anche che le stesse tecnologie di stampa
serigrafica applicate al silicio per la produzione dei microprocessori possono
facilmente essere estese alla produzione dei moduli fotovoltaici in silicio
cosiddetti a film sottile. Ed infatti Applied Materials, grande concorrente di
ST, non ha certo lasciato scoperto il campo dell'energia solare pur nella
pressoché totale assenza di politiche incentivanti delle due ultime
amministrazioni Bush; acquistando ad esempio per 225 milioni la veneta Baccini,
leader mondiale nella stampa serigrafica del silicio cristallino. Il polo
siciliano Adottando l'elettricità fotovoltaica, aziende, enti locali e
cittadini siciliani possono smettere di continuare a pagare le astronomiche
tariffe dell'elettricità prodotta nell'Isola; come hanno fatto ad esempio
l'azienda marsalese Ausonia o l'azienda vinicola Donnafugata. Per cogliere le
opportunità, cittadini ed imprese devono conoscere meglio e da vicino le nuove
tecnologie fotovoltaiche. Ecco dunque il Polo fotovoltaico della Sicilia (www.i-sem.net)
che nei laboratori di Cnr e Università a Palermo svolge le attività di ricerca
necessarie a sviluppare l'innovazione; e con il Solar Master forma persone
dotate di competenze operative che agiscano sul territorio per la diffusione
dell'energia solare. Si può esserne sorpresi, ma al Master che inizia il 28
aprile sono iscritti corsisti inviati da imprese dell'Alto Adige. * Ricercatore
Cnr © RIPRODUZIONE RISERVATA PUNTI DI FORZA Il solare è il comparto con i tassi
più alti di sviluppo e una crescita costante degli investimenti
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-16 - pag: 42 autore: Il big vorrebbe
restitutire gli aiuti e speculare in titoli tossici Il mistero Goldman: in
cassa 164 miliardi Mario Platero NEW YORK. Dal nostro corrispondente Barack
Obama è pronto a rendere pubblici i risultati degli "stress test"
sulle banche. Non è ancora chiaro come si procederà, ma per la fine del mese
quando le analisi saranno completate, possiamo ormai essere quasi certi che i
dati saranno dati in pasto al mercato. Ufficialmente, si dice, per evitare
ambiguità fra gli investitori in un momento ancoradelicato per il settore
finanziario. Ufficiosamente, gli addetti ai lavori sottolineano che si tratta
di una risposta alle recenti mosse di Goldman Sachs e delle altre banche che
vogliono liberarsi al più presto dell'ingombrante abbraccio dello stato
americano, per poter tornare a pagare stipendi miliardarie per poter speculare
liberamente sul mercato. Il Tesoro potrebbe accettare il rimborso delle decine
di miliardi di dollari concessi in prestito nel momento più
difficile della crisi
finanziaria, quando i mercati del credito
erano paralizzati. Ma è allo stesso tempo preoccupato che
l'"emancipazione"avvenga troppo presto. Per questo il cambiamento di
posizione sugli stress test. Secondo quanto abbiamo scritto la settimana scorsa
e ieri di nuovo dal «New York Times », le 19 grandi banche dovrebbero superare
i test, ma non tutte potrebbero essere promosse a pieni voti. E qui sta
il problema: pubblicare i risultati integralmente potrebbe destabilizzare
istituti già in difficoltà dopo che il Governo ha speso miliardi per salvarli
dal collasso, non diffonderli contrasterebbe con la trasparenza predicata da
Obama fin dalla campagna elettorale. Ma Goldman ritiene di avere ormai le
spalle solide, Il direttore finanziario David A. Viniar ha confermato che
l'istituto avrebbe costituito un serbatoio di liquidità di circa 164 miliardi
di dollari per comprare titoli tossici dagli istituti rivali o da impegnare a
scopo difensivo, se la crisi peggiorerà. Viniar ha
sottolineato che la liquidità della banca è cresciuta di 50 miliardi di dollari
nel primo trimestre.Ma se l'amministrazione da una parte vuole lo smaltimento
dei titoli tossici, dall'altra è preoccupata da un aspetto che diventerà dominante
nel dibattito dei prossimi mesi: il Presidente vorrebbe una riduzione del
capitalismo finanziario, costruito sulla carta e sul leverage, per tornare al
capitalismo "reale", dove i fondi vengono investiti nel rilancio
della produzione e dell'occupazione. Goldman e altri invece, sono molto più
interessati ad acquistare titoli speculativi, sapendo che, sulla base di
calcoli attuariali, i ritorni potranno essere quasi certi ed elevatissimi. Per
questo Goldman, già nel 2007 aveva cominciato a giocare contro gli stessi
portafogli titoli che collocava presso i clienti sotto forma di "pacchetti
subprime" facendo molta cassa. Da un'analisi dei dati della banca,
l'accumulazione di liquidità accelera a partire dal 2005 quando in bilancio
c'erano 51 miliardi di dollari in titoli liquidi "segregati". La
cifra sale a 80 miliardi nel
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-16 - pag: 43 autore: La lettera Gli
stipendi dei Ligresti N ell'articolo «Stipendi in crescita per i Ligresti» a
firma g.d. pubblicato ieri su Il Sole 24 Ore è contenuto un errore che porta a
un grave malinteso: si confondono i dati di riferimento tra l'esercizio 2007 e
quello 2008. I bonus ricevuti dai manager Fondiaria-Sai nel 2008 sono
evidentemente riportabili ai risultati dell'esercizio 2007 che evidenziavano
utili in aumento sul
( da "Riformista, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Libri Antonio
Calabrò racconta una rivincita antideclinista. Parlano Bersani, Berta, Fedeli,
Marini, Ribolla L'orgoglio industriale reagisce all'iperfinanza Vocazione.
L'Italia manifatturiera: 600 aziende medio-grandi, 4.000 medie e 500.000
società piccolissime. Contribuiscono al 3,6 per cento del commercio mondiale. di Marco Ferrante La grande crisi finanziaria
produce un ritorno all'economia reale. In America Barack Obama punta sul
salvataggio di Chrysler e non vuole dare (troppa) soddisfazione ai creditori
finanziari, e in tutta Europa si discute del rapporto tra economia immateriale
e manifattura. L'Italia ha salvato le banche, perché sono dopotutto meno
finanziarizzate rispetto ai parametri occidentali, e adesso cerca di riflettere
sulle sue imprese industriali. "Orgoglio industriale" (Mondadori,
pagg. 184, euro 17,00) è il titolo di un libro di Antonio Calabrò, attualmente
manager del gruppo Pirelli, già direttore dell'agenzia di stampa Apcom e
vicedirettore del Sole 24 ore. L'idea di fondo del suo lavoro è che l'Italia,
secondo paese industriale d'Europa dopo la Germania, dovrebbe riscoprire la sua
vocazione manifatturiera. Abbiamo 600 imprese medio-grandi che fatturano fino a
tre miliardi, 4000 medie (fino a 499 dipendenti) che fatturano fino a 300 milioni
di euro. Abbiamo 500.000 società manifatturiere piccole e piccolissime che
occupano 4 milioni e mezzo di persone. Sono imprese flessibili che si sono
ristrutturate nella prima metà degli anni duemila. Sono la base di ripartenza
della nostra economia. Gli aspetti più interessanti del libro sono due:
l'impresa industriale come rivincita antideclinista e come soggetto della
costruzione di una identità economica sociale e dunque necessariamente anche
politica. Il refrain dell'orgoglio industriale ha un suo fascino di parola
d'ordine. Alberto Ribolla è il capo del gruppo dei 15 di Confindustria,
quindici province accomunate da tre elementi: reddito annuo procapite di 20.000
euro, contributo dell'industria al pil locale del 35 per cento, 40 per cento di
occupati assorbiti dall'industria. Dice: «Nel 2006 le imprese manifatturiere
italiane hanno contribuito per il 3,4 per cento al commercio mondiale. Nel 2007
al 3,6 per cento del commercio mondiale. Nel modello anglosassone i consumi
sono il fattore dominante, nel nostro modello è l'export. Se noi avessimo più
spesa per le infrastrutture (resa ardua dall'alto debito pubblico) e una
amministrazione pubblica più efficiente saremmo noi "il" modello
insieme alla Germania e a un pezzo di Francia» . La crisi
finanziaria e la riscoperta della manifattura può contribuire a
riformulare la soggettività del sistema industriale? «Così come si irrobustisce
il peso delle nostre ragioni, così si evolverà il ruolo delle banche, che
torneranno a fare il loro mestiere principale, cercare soggetti imprenditoriali
su cui puntare». Il sindacato manifatturiero condivide. Dice Valeria Fedeli,
segretario nazionale della Filtea, i tessili della Cgil: «Lo spunto di Calabrò
è corretto. Siamo il secondo paese industriale d'Europa, dobbiamo riattualizzare
il nostro impegno. Dobbiamo restare nell'industria, servizi e turismo non sono
un'alternativa, possono essere un'integrazione. In questi anni sono accadute
molte cose: apertura dei mercati, liberalizzazioni, ingresso della Cina nel
Wto, innovazione tecnologica ed euro. Questi fattori hanno modificato il
quadro, ma noi ci siamo». Per l'organizzazione delle imprese, la Confindustria,
guidata da Emma Marcegaglia, il meccanismo identitario serve a ridefinire un
profilo che con gli anni si è fatto contemporaneamente più frastagliato
(piccoli, grandi, global e local, tecnologici e di base) ma anche monolitico
(vi convivono i manifatturieri e anche i loro principali fornitori di servizi).
Un analogo meccanismo identitario può servire ai partiti politici, soprattutto
al centrosinistra? I pareri sono discordanti. A marzo, a Pisa si è tenuto un
convegno sul settore manifatturiero italiano organizzato da Pierluigi Bersani,
responsabile economico del Pd. Titolo (con calembour): Manifuture. Dice
Bersani: «Ho ripreso a parlare di industria nel 2007, secondo governo Prodi,
con Industria 2015, un'agenda di politica industriale, in cui si sosteneva la
necessità di generare reti d'imprese, perché di questo un sistema industriale
moderno deve vivere». Può essere l'orgoglio industriale un fattore di
ricostruzione della carnalità del centrosinistra? «Credo di sì, si può
ricostruire cultura politica. L'impresa è una componente dinamica della nostra
società. Guardiamo le esportazioni: dall'euro in poi abbiamo diluito la quantità
delle nostre esportazioni, ma abbiamo recuperato in valore, cioè siamo
migliorati in qualità. Penso che dobbiamo lavorare a un patto tra impresa e
lavoro, in cui lo stato faccia la sua parte, per esempio, defiscalizzando la
ricerca. Un patto costruito sulla riscoperta della nostra vocazione industriale
che va reinterpretata». Tra i partecipanti a Manifuture, c'era anche Fedeli.
«La consapevolezza di essere un paese industriale viene dal centro sinistra -
osserva - che già da qualche anno lavora sulla definizione del rapporto tra
manifattura e globalizzazione. Il centrosinistra può costruire su questo
identità politica: sulla regolazione dei mercati e sul ruolo dell'industria si
può ricostruire un modello di interessi, di costituency politica. La politica
industriale è un terreno di convergenza di interessi, anche dei lavoratori. E
il centro sinistra ha più chance in questo del centro destra». Aggiunge
Bersani: «C'è la possibilità di creare le condizioni per rappresentare gli
interessi dei grandi che fanno i driver delle filiere industriali, e dei
piccoli che si stanno organizzando in reti». Più scettico su questa possibilità
di definizione di un problema identitario è Giuseppe Berta, professore di
storia economica alla Bocconi, che sta preparando la nuova edizione, la terza,
de "L'Italia delle fabbriche": «Mettiamola così: bisogna cercare di
mantenere la manifattura, perché questa articolazione industriale serve come
nervatura economica e sociale. Il rischio da un punto di vista della tenuta
sociale è la mucillagine di una terziarizzazione priva di punti di forza, come
dice Giuseppe De Rita. Non possiamo illuderci di un ritorno alla fabbrica in
termini quantitativi. In tutto l'Occidente c'è una tendenza alla contrazione
dell'occupazione industriale. Avremo meno quantità in occupazione, speriamo di
avere più qualità in produzione. Certo, la manifattura serve perché l'ossatura
civile del paese dipende anche dalla struttura industriale. Quel tanto di
civiltà moderna che abbiamo in Italia dipende dalla cultura industriale. Ma,
tutto ciò premesso, non credo che sia possibile ricostruire un'identità
politica - soprattutto di sinistra - facendo leva su questi temi. Oggi, per
esempio, nel voto che viene dalle fabbriche c'è un mix di populismo e protesta
che poco hanno a che fare con una sinistra moderna». Altrettanto problematica
la posizione di Daniele Marini, professore di sociologia del lavoro a Padova e
direttore della Fondazione Nord Est: «Non credo - dice - che le classi e i ceti
sociali siano più in grado di generare identità politica o di raccogliersi in
un contenitore unico. Ci sono diversità e soggettività troppo articolate. Però
è superata anche quella fase - che in un certo senso coincide con il
consolidamento del berlusconismo - in cui l'economia, gli operatori economici,
non hanno più bisogno della politica. A cominciare dall'ingresso della Cina nel
Wto, con tutti i problemi che ha creato, c'è richiesta di politica da parte dei
gruppi sociali che fanno l'economia. Ciò si traduce in un atteggiamento negoziale,
non più ideologico. Da questo punto di vista, c'è molto spazio politico per chi
intercetterà questa richiesta». Chi sta provando a fare questo lavoro? Risponde
l'autore del libro, Antonio Calabrò: «Innanzitutto la Lega. Anche Di Pietro ha
colto il punto. Lo aveva colto il centrosinistra, poi è arrivata la stagione finanziaria. Direi che chi non si è distratto dal
territorio, chi è rimasto concentrato sul territorio, non ha mai messo da parte
l'idea della manifattura». 16/04/2009
( da "Nazione, La (Umbria)"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
GUBBIO / GUALDO /
NOCERA pag. 10 «Sirio Ecologica» I garanti in assemblea Parola d'ordine:
blindare l'intesa LA NUOVA società spinge per riprendere l'attività; sindacati
e personale sono pronti a collaborare, ma chiedono garanzie. Intorno alla
«Sirio Ecologica», l'azienda di Padule (nella foto) che
prova a rilanciarsi dopo il periodo di crisi finanziaria
che l'ha portata al blocco dell'attività ed alla cassa integrazione per le
maestranze, c'è un certo fermento: incontri che si susseguono, proposte e
richieste che si rincorrono nella speranza di imboccare la direttrice giusta.
Da una parte le maestranze e le loro rappresentanze, dall'altra la cordata'
guidata da una finanziaria padovana impegnata a
rilevare l'affitto del ramo d'azienda presentando progetti, proposte e piani
industriali; in mezzo il «tavolo istituzionale», chiamato nel ruolo di garante
delle scelte che dovranno essere assunte per rilanciare un processo produttivo
che si porta dietro posti di lavoro, un significativo indotto ed il destino di
tante famiglie. DI RECENTE la Rsu aziendale insieme alle forze sindacali è
tornata a convocare un nuovo incontro tra tutti i dipendenti ai quali
«partecipare» le risultanze dell'ultimo confronto tra le parti, istituzioni
comprese. Dinanzi alle sollecitazioni della cordata' padovana di rientrare in
azienda, l'assemblea ha rilanciato spingendo sul piano delle garanzie e delle
prospettive. IN SINTESI le maestranze dicono «sì» alla richieste della nuova
società di riprendere l'attività con l'assunzione per ora di 20 unità, ma
condizionano l'assenso ad alcune certezze: chiamano in causa il piano
industriale e le risorse economiche indispensabili per sostenerlo, la
definizione di un percorso che porti alla riassunzione nella sede di Gubbio di
tutte le 62 unità entro il prossimo mese di ottobre, prima cioè che la cassa
integrazione speciale finisca di esplicare i suoi effetti, gli unici che per
tante famiglie rappresentano elemento vitale per la sopravvivenza. LE RISPOSTE
dovranno essere date intorno al «tavolo istituzionale», l'unico che possa
certificarne la piena credibilità. La sensazione è che, pur con difficoltà e
prudenza, il traguardo della ripresa sia davvero vicino. Giampiero Bedini
( da "Nazione, La (Umbria)"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
GUBBIO / GUALDO /
NOCERA pag. 10 TRE ASSESSORI del Partito democratico domenica prossima
voteranno per il sindaco ... TRE ASSESSORI del Partito democratico domenica
prossima voteranno per il sindaco uscente nelle primarie di coalizione del
centrosinistra. La notizia è stata ufficializzata nel tardo pomeriggio di ieri,
con un comunicato firmata dal capodelegazione, l'assessore Gilberto Garofoli
(nella foto) ed i suoi colleghi di partito, gli assessori Bruno Filippetti e
Diego Pascolini. Affermano: «Giungere a questo appuntamento non è stato facile,
ma alla fine, seppur con un certo ritardo e tra molte difficoltà, le ragioni
che ci uniscono hanno prevalso sulle differenze, sui tatticismi e sugli egoismi
di partito. Sono quelle stesse ragioni che hanno consentito alla nostra città
di svilupparsi e di affrontare criticità ed eventi che sembravano
insormontabili come il terremoto del 1997. Nelle primarie gli elettori dovranno
individuare quale tra i candidati è il più idoneo a garantire l'unità nella
coalizione, ad ottenere il consenso necessario per vincere le elezione del 6 e
7 giugno, ad amministrare con equilibrio e competenza, specie nella complessa
situazione economica e sociale prodotta dalla crisi finanziaria mondiale». «La nostra risposta, in tutta onestà, come quella di
tanti iscritti e simpatizzanti del Pd, è Angelo Scassellati annunciano i tre Ci
dispiace che Massimiliano Presciutti anziché fare proselitismo, misurandosi su
idee e proposte, si preoccupi unicamente di demonizzare quanti tra i democratici
non intendono sostenerlo. La nostra comunità ha bisogno di risposte ai
problemi e non di slogan, ha bisogno di un Sindaco vero e non di un semplice
candidato». A.C.
( da "Riformista, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
BpMilano, ecco tutti
gli uomini della battaglia per la presidenza Sfida. Ieri sono state presentate
le quattro liste per la nomina del consiglio di amministrazione della Banca
popolare contesa. di Fabrizio Goria La corsa per la nomina del consiglio
d'amministrazione di Banca Popolare di Milano entra nella sua fase più calda.
Le quattro liste presentate (BPM 360 gradi, Amici della BPM, Insieme, Change)
continuano la propria campagna elettorale. Gli sfidanti sono due, l'attuale
presidente Roberto Mazzotta e Massimo Ponzellini, numero uno di Impregilo. Da
una parte il tentativo di sfruttare l'attuale condizione economica della banca,
dall'altra la tutela di un modello consolidato ed approvato dai sindacati. La
prima lista è quella guidata da Mazzotta, organizzata dal consigliere Piero
Lonardi e che gode del supporto di Assogestioni e del fondo Amber Capital LC.
Il candidato, oltre a essere stato per sette anni il presidente della banca, è
stato un esponente della Democrazia Cristiana. Al suo attivo tre legislature
alla Camera e un ruolo da ministro nel 1980. Dopo l'esperienza parlamentare, è
diventato il presidente di Cariplo nel 1986, per poi essere eletto presidente
dell'Associazione delle Casse di Risparmio in pochi anni. Di qui il rapporto
con Giuseppe Guzzetti, presidente dell'ACRI, che però non è ancora entrato
nella vicenda, lasciando spazio libero a Ponzellini. La lista, composta da soci
non dipendenti, sembra privilegiare la continuità dell'istituto di credito ed
un'ottica di consolidamento fra banche in un periodo favorevole. Infatti, lo stato patrimoniale di BPM è solido, il gruppo ha risentito
poco della crisi
finanziaria ed eventuali acquisizioni gli
permetterebbero di aumentare le sue quote nel mondo bancario italiano. Dalla
sua, i dati: struttura con buone fondamenta, poca esposizione sui derivati ed
una capitalizzazione da 1,6 miliardi di euro. Raffaele Bonanni,
segretario della Cisl, ha espresso perplessità sul progetto della lista: «Non
si comprende perché Mazzotta voglia chiudere con il livore personale contro i
sindacalisti la parabola che lo ha visto protagonista in BPM». Di contro, la
squadra con in testa il presidente di Impregilo, Ponzellini, caldeggiata dai
sindacati interni e si ipotizza supportata dal ministro dell'Economia, Giulio
Tremonti. L'appoggio dei soci dipendenti, determinante in regime di voto
capitario (un voto per testa), sembra garantire la vittoria. Tuttavia,
rimangono alcuni dubbi: un presunto conflitto d'interessi ed il piano di
crescita della Popolare di Milano. Infatti, Ponzellini ha dichiarato di non
volersi dimettere dal vertice di Impregilo. Va ricordato che quest'ultimo è il
più grande costruttore italiano, controllato da Società Autostrade, Immobiliare
Lombarda e Argo Finanziaria. Ma anche la stessa BPM ha una partecipazione, pari
al 2,9 per cento. In molti si sono chiesti fino a che punto possano essere
mantenute distinte le due cariche. Inoltre, il candidato ha confermato la sua
intenzione a mantenere «Il modello BPM, che è il vero patrimonio che dobbiamo
difendere e promuovere». Di fatto, ha poi escluso la possibilità di fusioni fra
banche popolari. Un atteggiamento, tutelante il modello cooperativo della
banca, che secondo Ponzellini è «La vera risposta alla crisi
attuale del capitalismo». Manca, però, un vero e proprio programma, ancora da
fornire ai soci. Un altro nodo da sciogliere è quello della lista Insieme, con
a capo Franco Del Favero e con alle spalle i soci pensionati dell'istituto di
credito. La Consob ha chiesto ragguagli a possibili collegamenti interni fra la
lista dei pensionati e quella che appoggia Ponzellini. Lo stesso Del Favero ha
ritenuto infondata ogni illazione, rassicurando soci ed azionisti. Anche in
questo caso, il progetto prevede che la banca viaggi da sola, mantenendo la
governance attuale. Infine, Change, la lista di Antonello Polita, consigliere
d'amministrazione della Popolare di Legnano, ed Andrea Monorchio, ex Ragioniere
dello Stato. L'obiettivo, anche in questo caso, è quello di mantenere lo status
quo di BPM. Polita ha infatti affermato che «Tramite il progetto Change
vogliamo che il gruppo torni ad interpretare, in coerenza con lo spirito
cooperativo che le appartiene, il ruolo di motore dell'economia territoriale».
Il rinnovo del cda di Popolare di Milano, previsto per il 25 aprile, si
preannuncia carico di tensioni. Dietro al favorito Ponzellini scalpitano gli
outsider, Mazzotta in primis. 16/04/2009
( da "Nuova Ferrara, La"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
di Marcello
Pradarelli Il Pd va a vedere la crisi Incontri nelle
aziende Oggi Basell, Coopser e Igs Le ricette di Calvano e Marattin: aiuti per
i mutui, Iva congelata, niente tasse per chi si fonde «Andiamo là dove c'è la crisi per ascoltare le preoccupazioni dei lavoratori e delle
aziende e anche per presentare le proposte che la segreteria provinciale del Pd
ha elaborato per contrastare gli effetti della crisi».
Paolo Calvano, segretario provinciale del Pd, e Luigi Marattin, ressponsabile
del settore economia, motivano così gli incontri che da oggi avvieranno in
alcune realtà industriali. Oggi pomeriggio alle 14.30 Calvano, Marattin e Aldo
Modonesi (responsabile attività produttive per la segreteria) varcheranno i
cancelli del polo chimico per incontrare la rsu di Basell e subito dopo la
direzione aziendale. Alle 17.30 la delegazione del Pd ha appuntamento con le
rappresentanze sindacali di Coopser, imprese cooperativa che risente dei
contraccolpi che la crisi ha sulle aziende chimiche.
Attorno alle 19-
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Obama, summit in
Sudamerica In agenda Cuba e la recessione --> Giovedì 16 Aprile 2009
SOCIETA, pagina 9 e-mail print Barack Obama Il presidente degli Stati Uniti
Barack Obama si appresta a partecipare al suo primo vertice dei Paesi americani
- in programma a Trinidad e Tobago da domani a domenica - con in agenda un
messaggio di partnership per l'America Latina e i Caraibi: ma troverà non pochi
governi che saranno meno comprensivi degli alleati europei nei confronti delle
responsabilità statunitensi nella crisi finanziaria
globale, oltre a dover fare i conti con il dossier cubano. Negli ultimi cinque
anni la regione aveva fatto registrare i ritmi di crescita economica più
elevati al mondo, messi oggi a rischio dalla «prima crisi economica
dell'emisfero non originatasi in America Latina», come ha sottolineato il
presidente della Banca Interamericana per lo Sviluppo, Alberto Moreno.
Sebbene la dichiarazione finale del vertice sia stata negoziata per quasi un
anno, i 34 leader democraticamente eletti dell'emisfero - tra cui il
venezuelano Hugo Chavez, il nicaraguense Daniel Ortega o il boliviano Evo
Morales - si incontreranno in un forum pubblico per discutere il documento,
parte del quale redatto prima dell'avvento della crisi,
ed è probabile che le polemiche non mancheranno. Oggi il commercio è in secondo
piano rispetto alla crisi, e su molte questioni vi
sarà un sostanziale accordo fra l'amministrazione e i Paesi sudamericani: su
altre, tuttavia, l'intesa è meno certa, come l'embargo cubano ancora in vigore;
inoltre, verranno alla luce le profonde differenze fra le due anime della
sinistra sudamericana, quella populista rappresentata da Chavez e quella
socialdemocratica che ha nel presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva il
suo portabandiera. Se Chavez ha promesso di insistere per il ritorno dell'Avana
in seno all'Osa (l'Organizzazione degli Stati sudamericani, ndr), non è
tuttavia chiaro se questo rientri nei piani del governo cubano. 16/04/2009
nascosto-->
( da "Corriere della Sera"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 16/04/2009 - pag: 26 Tasse e
recessione Per Via Nazionale influisce soprattutto la frenata del Pil
nell'ultimo trimestre Effetto crisi, entrate fiscali giù del 7,2%
Bankitalia: il gettito è sceso a 54,8 miliardi. Debito pubblico record A
febbraio il fabbisogno a 14 miliardi. L'effetto della cassa integrazione e
della crisi
finanziaria sulle imposte dirette ROMA Le
entrate vanno sempre più giù. E non è una buona notizia per i conti
pubblici, che registrano anche spese crescenti. Sale così il fabbisogno, pari
in febbraio a 14 mi-- liardi e aumento il debito pubblico che nello stesso mese
ha raggiunto il nuovo record di ben 1.708 miliardi di euro. A indirizzare il
riflettore sulla caduta degli incassi dello Stato è la Banca d'Italia che col
bollettino economico prima e con quello statistico poi ha messo in luce il
fenomeno, conseguenza, confermano in via Nazionale, della grave recessione in atto.
Le cifre del bollettino statistico, che non sono comparabili con quelle fornite
nello stesso tempo dall'Agenzia delle Entrate e dal ministero dell'Economia,
rivelano una diminuzione delle entrate tributarie in febbraio del 9,6% rispetto
allo stesso mese del 2008 e del 7,2% nei primi due mesi del 2009 rispetto allo
stesso periodo dell'anno precedente. Ma gli economisti della Banca d'Italia,
nel bollettino economico, hanno anche svolto un'analisi più ampia sui dati del
2008 e sugli andamenti del primo trimestre del 2009, che prendono in esame le
entrate tributarie di cassa contabilizzate nel bilancio dello Stato.
L'approfondimento svolto non lascia dubbi su ciò che è accaduto e sta ancora
accadendo. La causa di tutto, affermano in via Nazionale, è la caduta del
prodotto interno lordo, particolarmente significativa e inattesa nel quarto
trimestre del 2008 e ancora più accentuata nei primi mesi dell'anno in corso.
Con il calo del reddito sono diminuite le imposte versate dalle imprese nonché
le principali imposte indirette, Iva in testa, che negli anni scorsi hanno
sostenuto il boom degli incassi. Quanto alle imprese, quando c'è una crisi rinviano i pagamenti ed i primi della lista,
sostengono sempre gli esperti, sono in genere quelli verso il fisco. Così per l'Iva,
che scende quando calano i consumi. Non bisogna dimenticare poi che nella
diminuzione delle imposte indirette (calate nel 2008 rispetto al 2007 del 5,1%
e scese del 7,2% pari a 2,8 miliardi nei primi tre mesi del 2009) vi sono da
comprendere anche la flessione di alcune accise. L'andamento negativo di tali
imposte tra gennaio e marzo ha risentito della flessione dell'Iva sui consumi
interni ma anche sulle importazioni dei paesi dell'Unione Europea (- 7,4%) e
del forte calo di quella sulle importazioni dei paesi extra Ue (-27,8%).
Diversamente le imposte dirette hanno tenuto nel 2008 grazie all'andamento
favorevole delle ritenute sui redditi da lavoro dipendente soprattutto nei
primi mesi dell'anno (anche per gli effetti di alcuni rinnovi contrattuali) ma
sono crollate nei primi mesi del 2009, registrando una flessione del 3,9% (1,8
miliardi). Tale risultato inverte completamente la tendenza dello scorso anno
perché, oltre a riflettere il calo del gettito proveniente dalle imprese,
registra la forte diminuzione delle imposte sostitutive sugli interessi bancari
e sui titoli di Stato e, anche questa volta, la contrazione delle ritenute sui
redditi da lavoro dipendente pari al 2,3% come effetto anche dell'aumento della
cassa integrazione. Sul calo del gettito di tasse e imposte, che secondo il
governo è in linea con le previsioni, interviene dalle file dell'opposizione il
senatore del Pd Enrico Morando. «La causa non è certo attribuibile al governo,
ma alla gravissima recessione. Tuttavia il governo sbaglia le politiche contro
la crisi: anziché adottare politiche di bilancio
espansive come tutti i Paesi del mondo, aumenta la pressione fiscale per
coprire l'incremento della spesa». Queste, aggiunge Morando «sono misure per
definizione procicliche, mentre adesso servono misure anticicliche». I dati
della Banca d'Italia e del ministero dell'Economia, differiscono perché seguono
criteri diversi. Diventano comparabili solo nelle grandezze annuali ed anche
negli andamenti. Così il Bollettino ha indicato in 54,8 miliardi il gettito di
gennaio e febbraio di cui 25,2 miliardi in febbraio. Il ministero di Via XX
Settembre ieri ha diffuso il dato definitivo del fabbisogno del settore statale
di febbraio, pari a 14 mi-- liardi, in cui sono registrare entrate per 35,8
miliardi. Stefania Tamburello
( da "Corriere della Sera"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia Mercati Finanziari data: 16/04/2009 -
pag: 35 Il caso a Londra Frena la produzione, Rio Tinto cade (g.fer.) Cala la
domanda internazionale e il colosso minerario anglo-australiano Rio Tinto è
costretto a ridurre l'attività. Nel primo trimestre di quest'anno, per esempio,
ha dovuto tagliare del 15% la produzione di ferro. La decisione però,
resa nota ieri, ha avuto un immediato impatto negativo sulla quotazione del
titolo in Borsa. Le azioni della compagnia, quotate a Londra, hanno chiuso in
calo del 5,16%, a quota 2.371 pence. Ma nel corso della seduta erano scese fino
a un minimo di 2.342 pence. Pochi giorni fa Société Générale aveva rivisto al
ribasso (da buy, comprare, a hold, tenere) il giudizio sul titolo. Paul Skinner
presidente Rio Tinto
( da "Corriere della Sera"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere
della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 16/04/2009 - pag: 35 Il
caso a Milano Intesa con le banche, vola Stefanel (g.fer.) L'accordo con le
banche è di qualche settimana fa, ma ieri sono stati resi noti alcuni dettagli
e la circostanza ha riportato sotto i riflettori il titolo Stefanel, terminato
con un rialzo del 19,1% del prezzo di riferimento, a quota 0,399 euro. Il gruppo di Treviso
ha ridefinito le condizioni del finanziamento da 150 milioni di euro ottenuto
tre anni fa da un gruppo di istituti di credito, che ora hanno sottoscritto una
proroga. A condizione che la società riequilibri la propria situazione finanziaria, anche attraverso la vendita di asset. Stefanel
ha chiuso il 2008 con una perdita di 20,8 milioni di euro. Giuseppe Stefanel
presidente del gruppo
( da "Corriere della Sera"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere
della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 16/04/2009 - pag: 35 La
Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari Indici piatti. Corre FonSai Piazza Affari
consolida i recenti progressi, terminando con gli indici principali in
sostanziale equilibrio, con il Mibtel in leggero vantaggio (+0,14%) e
l'S&P-Mib in sostanziale equilibrio (-0,03%). A correre di più è stato ieri
il comparto assicurativo, mentre quello bancario ha limato i guadagni, pur con
qualche eccezione ( Monte Paschi, per esempio, al centro delle manovre per il
rinnovo del consiglio, ha guadagnato un ulteriore 3,74%). La migliore
performance in assoluto fra i titoli dell'S&P-Mib è stata quella di
Fondiaria-Sai, la cui quotazione ha sfiorato i 10 euro nel corso della seduta,
per terminare a 9,935 euro, il 6,54% in più rispetto alla vigilia.
Significativi anche i rialzi di Generali (+2,88%), Alleanza (+3%), Unipol
(+4,39%) e Mediolanum (+5,45%). Ancora ben acquistata, inoltre, Mediaset che,
sulla scia della controllata spagnola Telecinco, in forte ripresa sulla
prospettiva di un taglio della pubblicità per le reti pubbliche spagnole, è
salita del 3,61%. Da parte sua Fiat ha riconquistato quota 7 euro, con un
progresso del 2,34%, sulla prospettiva di una chiusura delle trattativa con
Chrysler entro il termine previsto del 30 aprile. Ha prontamente recuperato
anche Pirelli (+4,39%) dopo la pausa di martedì. Fuori dall'S&P-Mib, bene
Stefanel (+19%), Pininfarina (+29,69%) e Banca Profilo (+24,3%). A picco,
invece, Seat Pagine Gialle (-38,44%) e frenata di Tiscali (-6,4%) dopo il no
della società di revisione a firmare il bilancio 2008. Seduta record, infine,
per i derivati: l'Idem ha registrato il nuovo top storico con 563.041 contratti
standard in una sola seduta. Derivati boom Nuovo record per numero di contratti
all'Idem, il mercato dei derivati
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere del
Mezzogiorno sezione: NAPOLI data: 16/04/2009 - pag: 7 Centro agroalimentare
Santangelo: «Per il Caan pronto il rilancio» NAPOLI «Il Caan, centro
agroalimentare di Napoli, come tutte le strutture in fase
di avvio soffre di una crisi
finanziaria dovuta allo start-up a cui si
aggiunge la crisi generale che sta coinvolgendo qualunque azienda». Il vicesindaco
di Napoli, Tino Santangelo, stempera le voci di un possibile rischio fallimento
dell'area mercatale situata a Volla, di cui ha riferito ieri il Corriere del
Mezzogiorno. Santangelo al contempo ne conferma le difficoltà
economiche, ribadendo l'impegno del Comune, adesso unico socio, a rilanciare
l'enorme struttura attiva da appena un anno. «Il Centro Agroalimentare
argomenta infatti Santangelo in una nota è titolare di un patrimonio
assolutamente cospicuo rispetto al quale la momentanea crisi
finanziaria non desta particolari preoccupazioni. In ogni caso il Comune
di Napoli sta facendo tutto quanto in suo potere perchè anche questo momentaneo
periodo di crisi possa essere superato». Il numero due
di Palazzo San Giacomo ricorda anche che «entro un breve periodo » si
trasferiranno al Caan gli operatori del mercato dei fiori attualmente operativi
nel fossato del Maschio Angioino. Spazio che dovrà essere necessariamente
liberato per i lavori delle stazioni della metropolitana (Linea 1 e 6) e per
gli scavi archeologici. Inoltre, ricorda ancora Santangelo, sarebbero in corso
di conclusione una serie di contratti di locazione degli altri spazi della
grande struttura mercatale. Il traffico commerciale sviluppato dalla cittadella
annonaria, infatti, appare oggi al di sotto delle aspettative. E sulla non
semplice situazione del Caan sempre ieri il vicesindaco è stato impegnato in un
lungo colloquio con i vertici della società, dal quale sarebbe emersa la
volontà di ricapitalizzare. Pressanti infatti sono le necessità di cassa utili
a placare l'ira dei creditori, fra cui la Pizzarotti, azienda che eseguì i
lavori. Perplesso sugli sviluppi della vicenda del Caan è Ciro Signoriello,
consigliere comunale Pdl. Che indica alcune «criticità sottovalutate». Fra
queste «le modalità anomale nella determinazione delle tariffe dei servizi di
facchinaggio, che hanno generato l'incertezza degli incassi; e poi c'è la
concorrenza di piccoli mercati abusivi e l'approssimazione gestionale del
Caan». Prosegue: «Vale la pena ricordare a Santangelo che già nel febbraio
scorso il Centro aveva registrato una perdita di 140mila euro. Trend negativo
che avrebbe dovuto determinare interventi dei responsabili ». E sulla
ricapitalizzazione della società, Signoriello chiama in causa l'assessore al
Bilancio, Realfonzo: «Mi chiedo come prenderà la cosa e se non sarà costretto a
rivedere il suo documento contabile». Alessandro Chetta Tino Santangelo
( da "Corriere della Sera"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Tempo Libero data: 16/04/2009 - pag: 16 Unione del Notariato Crisi e
mutui, dibattito al Cnel «Crisi del mercato o crisi delle regole? Confronto tra
sistemi» è il titolo dell'incontro organizzato dall'Unione Internazionale del
Notariato, dal CNEL e dall'Associazione Notariato ItaliaEuropa che si tiene
oggi alle 9,30 presso il Parlamentino Cnel di Viale Lubin 2. Il Convegno mette
a fuoco il contrasto o, se si vuole, il difficile
coordinamento tra «mercato e autoregolamentazione » da una parte e «regole
oggettive » dall'altra. Un rapporto delicato e complesso che la crisi dei mutui
subprime prima e dei mercati
finanziari mondiali dopo e i loro effetti
devastanti sulle Borse e sulle economie di tutti i Paesi hanno posto al centro
del dibattito, non solo economico. La crisi internazionale, infatti, ha
fatto emergere scenari e problematiche sulle quali i protagonisti delle
professioni liberali tradizionali - Avvocati, Notai, Commercialisti - devono
aggiornarsi e confrontarsi. Il Notariato, in particolare, svolge nell'area del
civil law un ruolo centrale per la tutela di interessi generali e particolari e
oggi è chiamato a confrontarsi con gli altri sistemi presenti sulla scena
mondiale, dall'area del common law a quella del nord-Europa, per verificare
compatibilità, aspetti positivi e lacune. Ciò soprattutto in quel mercato
immobiliare che attira un gran numero di risparmiatori e investitori e, più in
generale, in vista della realizzazione di quella «circolazione internazionale»
degli atti autentici, recentemente indicata dal Vice Presidente della
Commissione Europea, Jacques Barrot, come una delle priorità del processo di
sviluppo dell' Unione Europea. Ne discuteranno - introdotti da Giancarlo
Laurini, Presidente onorario dell'Unione Internazionale del Notariato - il Presidente
Cnel Antonio Marzano, il Presidente della Corte Costituzionale Antonio
Baldassarre, il Presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna Antonio Patuelli
e i Professori Ugo Mattei, Hastings School of Law University of California,
Edward N. Luttwak, Center for Strategic and International Studies e Peter L.
Murray, Harvard Law School. Concluderà i lavori Augusta Iannini, Capo Ufficio
Legislativo Ministero della Giustizia. Interverranno, tra gli tra gli altri, il
Segretario Generale dell'Unione Internazionale Magistrati Antonello Mura e il
Segretario Generale del Csm Carlo Visconti.
( da "Corriere della Sera"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 16/04/2009 - pag: 31 Il Leone di Trieste La raccolta
nei primi due mesi dell'anno sale del 122,5% Generali prima a Pechino nelle
polizze vita MILANO Le Generali hanno conquistato nei primi due mesi di
quest'anno il primato nelle polizze vita in Cina fra le compagnie a
partecipazione straniera. Un traguardo significativo perché questa volta è
relativo all'attività ordinaria: nel 2005 quando il Leone aveva stipulato la
mega polizza collettiva per i 390 mila dipendenti della China national
petroleum corporation, il partner di Trieste nel Paese, il boom e il primo
posto erano stati per così dire straordinari. Ora invece la compagnia italiana
supera i concorrenti internazionali grazie all'attività retail e alla
bancassurance con la vendita di prodotti vita tradizionali. Secondo i dati
dell'autorità assicurativa locale, nei primi due mesi del 2009 China life ha
registrato una raccolta complessiva di 155 milioni con un aumento del 122,5%
rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, raggiungendo una quota di
mercato del 21,2% tra gli assicuratori stranieri. Sergio Balbinot,
amministratore delegato di Generali con responsabilità sui mercati esteri, ha
detto che «il mercato cinese riserverà ulteriori prospettive di crescita sotto
la spinta dell'attenzione rivolta agli aspetti previdenziali da parte delle
autorità e dei cittadini». In effetti la Cina anche sotto il profilo del
welfare è e resta uno dei mercati più promettenti anche dopo la crisi finanziaria, che che ha comunque avuto riflessi nell'indebolire fortemente
la domanda di prodotti «united linked», legati cioè ai risultati dei mercati.
Il tema delle pensioni è uno dei più importanti nel Paese sia perché è basso lo
sviluppo del sistema previdenziale sia perché le stime demografiche dicono che
nel 2035 il rapporto fra pensionati e popolazione attiva supererà quello
americano e nel 2040 ci saranno quasi 400 milioni di anziani. Lo Stato sta
perciò puntando su un sistema diversificato di protezione sociale con strutture
a più «pilastri », basate su pensioni pubbliche e previdenza complementare.
Secondo stime recenti, se oggi solo il 6% della popolazione ha sottoscritto una
polizza vita, si può prevedere che in cinque anni la Cina diventi il secondo mercato
asiatico dopo il Giappone e fra 10 anni il secondo mercato al mondo dietro
quello americano. Ecco perché i giganti mondiali della polizza puntano su
Pechino. Dopo aver aperto un ufficio di rappresentanza nel '96 le Generali (che
in realtà sono entrate in Cina nel 1910 ma l'esperienza si è conclusa con le
nazionalizzazioni del '49) hanno costituito nel 2002 una joint venture con il
gigante petrolifero pubblico Cnpc sulla quale il Leone ha un'opzione
irrevocabile per salire al 51% dall'attuale 50% non appena la legge cinese lo
consentirà. Negli anni successivi la joint venture vita, che ha sede generale a
Pechino, ha aperto branch regionali a Shanghai, Guangdong, Shenzhen, e in
numerose altre città importanti del Paese. Oggi la rete del Leone annovera oltre
7.500 agenti. Così le Generali, che nel 2008 sono state nominate dal governo
cinese consulente sulle pensioni degli ex dipendenti statali, hanno superato in
Cina i giganti assicurativi internazionali: da Aig, che resta forte in Asia a
Prudential, Aviva, Axa e Allianz. Sergio Bocconi
( da "Corriere della Sera"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 16/04/2009 - pag: 31 Banche Villiger: «I conti off
shore? Non sono riprovevoli» Ubs, cresce la perdita tagli per 8.700 posti L'11%
della forza lavoro. Sfida negli Usa sugli stress test Svalutazioni per 3,9 miliardi
di franchi. Grübel: «Dobbiamo riconquistare il nostro capitale di fiducia»
MILANO Ancora forti perdite, pari a quasi 2 miliardi di franchi svizzeri (circa
1,3 miliardi di euro) nel primo trimestre per Ubs, che taglierà a sorpresa
altri 8.700 dipendenti, l'11% della sua forza lavoro globale. Si è presentato
così, ieri all'assemblea degli azionisti a Zurigo, Oswald Grübel, il nuovo
amministratore delegato che ha preso il timone della banca svizzera appena 6
settimane fa. Il nuovo «rosso» anticipato da Ubs (i dati ufficiali verranno
comunicati il 5 maggio) è dovuto a ulteriori svalutazioni per circa 3,9
miliardi di franchi sulle posizioni illiquide in portafoglio. Salgono così a 48
miliardi di dollari gli accantonamenti totali di Ubs a causa degli asset tossici
dall'inizio della crisi finanziaria.
Noto per essere un determinato tagliatore di costi Grübel, fino a due anni fa
numero uno della concorrente Crédit Suisse, ha però promesso gli investitori
risparmi tra i 3,5 e i 4 miliardi di franchi entro il 2010. Inevitabilmente,
parte dei risparmi verrà dalla riduzione dei posti di lavoro, anche sul
mercato svizzero, portando a 67.500 il numero dei dipendenti nel mondo dagli
attuali 76.200. Ubs, pur mantenendo il suo core business, uscirà inoltre dalle
attività ad «alto rischio» e «poco promettenti». Per questo la banca sta
conducendo una ricognizione per decidere su quali attività puntare e crescere e
quali abbandonare. Il traguardo «più importante è riconquistare il nostro
capitale di fiducia», mentre «l'aumento di redditività rappresenta il nostro
compito più urgente », ha detto Grübel ai circa 5 mila azionisti presenti per
approvare il bilancio 2008. Ma non ha offerto strade facili. «La via per il
ritorno al successo sarà lunga e non dobbiamo aspettarci soluzioni a breve
termine ». Grübel, dopo lo scandalo che ha coinvolto Ubs negli Stati Uniti, ha
promesso che per quanto riguarda il rispetto delle leggi e delle disposizioni
vigenti, non tollererà «violazioni o zone grigie». Le vicende americane, dove
Ubs ha accettato di chiudere il caso pagando 780 milioni di dollari e rivelando
i nomi di 255 clienti americani sospettati di aver usato i conti offshore per
frodare il fisco, hanno pesato sui risultati della banca: nel primo trimestre
il deflusso netto dalla divisione di Wealth Management, avvertito «in
particolare dopo la divulgazione dell'accordo» con le autorità Usa, è stato
infatti di 23 miliardi di franchi. Eppure per il neo presidente Kasper
Villiger, l'ex ministro svizzero delle finanze chiamato a sostituire, dopo
appena un anno, Peter Kurer, l'offshore banking, cioè la gestione di patrimoni
esteri in Svizzera, «non è un atto riprovevole». Sul fronte bancario, intanto,
Oltreoceano il Tesoro Usa starebbe valutando di rivelare i risultati degli
stress test sulle banche, per rassicurare gli investitori ed evitare una caccia
all'istituto più debole da parte dei mercati, ha rivelato ieri il New York
Times. Giuliana Ferraino K. Villiger presidente di Ubs
( da "Corriere della Sera"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 16/04/2009 - pag: 31 La presidente Schapiro La Sec: più
controlli sulle agenzie di rating C'è anche il lucroso
mercato dei rating aziendali e finanziari nel mirino della Sec, la
commissione Usa che vigila sui mercati finanziari. Si tratta di
un'industria che vale 5 miliardi di dollari l'anno e che è dominata da Standard
& Poor's, Moody's e Fitch. Per il presidente Sec, Mary Schapiro, «per
quanto l'agenzia abbia fatto su questo fronte c'è ancora molto di più da
fare. Lo status quo non è abbastanza». Le società di rating sono state
aspramente contestate per non aver lanciato l'allarme sui titoli legati ai
mutui subprime
( da "Corriere della Sera"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 16/04/2009 - pag: 15 Il cambiamento possibile Il Paese
che più ha beneficiato della globalizzazione potrebbe rispondere in modo
sorprendente alla crisi L'India, il gigante al voto e la tentazione della
sinistra Elezioni al via: spunta un terzo «polo» tra il partito del Congresso e
il Bjp di BILL EMMOTT Negli ultimi tempi, si sente spesso dire che la crisi
economica rischia di innescare la marcia indietro della globalizzazione,
riportare in vigore l'interventismo statale, persino segnare una svolta
politica a sinistra. Eppure, è difficile trovare esempi di paesi dove ciò stia
realmente accadendo. Se Barack Obama viene considerato di sinistra, allora
forse anche l'America lo è. E nel resto del mondo? Non la Gran Bretagna, né la
Francia o la Germania, e certamente non l'Italia. Oggi, però, un altro Paese si
reca alle urne e il risultato elettorale potrebbe decretare una virata a
sinistra, malgrado tutti i benefici sinora ricevuti dalla globalizzazione e dal
capitalismo liberale per lo meno, in base alle nostre valutazioni europee.
Parliamo della più grande democrazia del pianeta, l'India. Tutto ciò che
attiene alle elezioni politiche indiane è impressionante. Le operazioni di voto
sono lunghissime si svolgono nell'arco di circa cinque settimane e riguardano
543 circoscrizioni, 714 milioni di elettori, oltre 800.000 seggi elettorali,
protetti da sei milioni di addetti, tra funzionari e forze dell'ordine. Le
percentuali dei votanti non sono alte, in confronto all'Italia, ma anche un 60
per cento all'incirca rappresenta un risultato considerevole, se teniamo conto
del fatto che oltre un terzo degli adulti indiani è analfabeta. Sono cifre
ragguardevoli, ma la cosa più sorprendente della politica e delle elezioni in
questo Paese è un'altra: l'incredibile frammentazione politica dell'India.
Oltre 40 partiti politici avevano seggi nel Parlamento uscente. La coalizione
di governo, guidata dall'Indian National Congress, uno dei due soli partiti
politici su scala nazionale, raccoglieva dieci partiti, ma contava sul sostegno
informale di altri quattro. La precedente coalizione, che ha governato il paese
dal 1998 al 2004, è stata guidata dall'altro partito nazionale, il Bharatiya
Janata Party (Bjp) partito nazionalista indù e combinava anch'esso le forze di
dieci partiti, ma in diversi momenti era stato appoggiato da un'altra dozzina
di schieramenti. In confronto a quella indiana, la politica italiana persino
sotto la Prima Repubblica appare banale. Ma gli stessi risultati elettorali, in
India, sono tutt'altro che semplici: non si tratta soltanto del numero dei voti
e dei seggi conquistati, ma anche delle potenziali alleanze tra i vari partiti.
È qui che entra in gioco la possibilità di una svolta a sinistra, ma per motivi
legati alla frammentazione, anziché al dibattito politico. L'India, sotto il
governo guidato dal Partito del Congresso, ha assistito al periodo di massima
crescita economica della sua storia: fino al 2009, il tasso annuale di crescita
del Pil ha fatto registrare oltre l'8 per cento. Quest'anno, la crescita ha
subito un forte rallentamento, per il collasso degli scambi
internazionali e la crisi dei mercati finanziari. Gli economisti
prevedono per l'anno in corso una crescita del 4-5 per cento. Il governo in
carica non sarà considerato responsabile di questa contrazione, perché tutti
sanno che ha avuto cause globali. Ma non si è nemmeno guadagnato molta stima
per gli eccellenti risultati economici finora raggiunti, e il motivo è
duplice. Innanzitutto, i contadini indiani hanno tratto ben pochi vantaggi dal
successo economico del paese, e questo conta molto sotto il profilo politico,
visto che il 70 per cento della popolazione vive ancora nei villaggi. Secondo,
negli ultimi anni l'inflazione ha danneggiato i poveri, a causa degli aumenti
dei prezzi dei carburanti e delle derrate alimentari. La fiammata
inflazionistica oggi si è attenuata, ma il ricordo non è stato cancellato.
Nelle ultime elezioni politiche, nel 2004, il governo guidato dal Bjp era dato
per vincente, grazie ai buoni risultati economici. Ma la natura frammentaria
della politica indiana, associata al malcontento della popolazione rurale, ne
ha decretato la sconfitta. Nel 2009, molti analisti politici in India prevedono
che il Partito del Congresso si assicurerà un numero sufficiente di seggi per
formare un nuovo governo, con l'aiuto di Rahul, figlio di Sonia Gandhi, che ha
in mano, di fatto, le redini del partito. I fedelissimi della famiglia Gandhi
sperano che Rahul possa occupare la poltrona di primo ministro tra un anno o
due, pur avendo ancora 38 anni in un Paese dove i premier hanno in genere tra i
70 e gli 80 anni. Ma gli analisti potrebbero sbagliarsi di nuovo. Il Bjp
potrebbe rivelarsi forte abbastanza da formare la propria coalizione di
governo. In quel caso, i cambiamenti sarebbero assai pochi, dato che il Bjp e
il Partito del Congresso concordano fondamentalmente su politica estera ed
economica. Già si annuncia peraltro una terza possibilità. I partiti che
contano sul sostegno delle caste inferiori della società indiana, vale a dire
dei ceti più poveri, negli ultimi tempi si sono rafforzati politicamente. Il
maggiore tra questi partiti, basato in uno degli stati più grandi, l'Uttar
Pradesh, è guidato da una donna, Mayawati. Se i partiti come il suo raccoglieranno
un buon numero di voti in queste elezioni, per via dell'insoddisfazione rurale
e il brutto ricordo dell'inflazione, potrebbe anche darsi che Mayawati riesca a
formare una coalizione di governo, alleandosi con ogni probabilità con i
partiti comunisti indiani. Al momento, i sondaggi di opinione non puntano
affatto in questa direzione, ma nell'India rurale, diffusamente analfabeta e
divisa politicamente, i sondaggi di opinione si rivelano spesso ingannevoli. Se
sarà Mayawati a formare il nuovo governo, allora l'India, uno dei giganti
emergenti della globalizzazione, potrebbe virare bruscamente a sinistra,
rivedendo le riforme economiche e persino ripristinando le barriere
commerciali. Questo sì che sarebbe un risultato sorprendente. (Traduzione di
Rita Baldassarre) Urne tecnologiche A sinistra, un addetto alla sicurezza
riposa davanti alle macchine per il voto (chiuse come valigette). Accanto,
controllo di una «valigetta» (Ap)
( da "Giornale.it, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
n. 91 del 2009-04-16
pagina 8 Arriva in Fiera tutta l'arte da mettere da parte di Redazione Gallerie
e collezionisti sfidano la crisi e rilanciano Milano
capitale del mercato Q uattro giorni per l'arte. Per guardarla, capirla e
comprarla. Torna «MiArt», la Fiera internazionale d'arte moderna e
contemporanea di Milano e i padiglioni 3 e 4 di fieramilanocity da venerdì a
lunedì si rifanno il trucco per ospitare le opere di oltre 900 artisti: da
Picasso (quotazioni da capogiro: 3 milioni di euro per «Buste d'homme»
presentato dalla Galleria Tornabuoni) a Fontana, passando per Morandi, Burri,
Vedova, Schifano, Kounellis, Warhol, Campigli (il suo «Teatro, palcoscenico»
vale 1.300.000 euro per Imago Gallery di Londra). Gli
esperti sostengono che la crisi finanziaria spinga gli
investitori ad acquisti sicuri: le avanguardie del Novecento faranno dunque la
parte del leone. Tuttavia la novità di questa edizione, diretta da Alessandro
Cappello, è l'investimento sul settore più complesso e affascinante del mercato
dell'arte: il contemporaneo. Un unico padiglione, il 4, riunirà per
volontà del curatore Giacinto Di Pietrantonio tante gallerie con opere di
artisti contemporanei consolidati a stand con giovani (ma quotate) firme come
quelle di Paola Pivi, Diego Perrone (che peraltro inaugura domani una personale
alla galleria Massimo De Carlo in zona Ventura) Adrian Paci e tanti altri. Meno
gallerie rappresentante (140 rispetto le 195 del 2008), ma attenzione alla
qualità: MiArt, per competere con le fiere internazionali di settore, ha dovuto
re-inventarsi, a cominciare dal rapporto con gli artisti, ai quali ha chiesto
interventi ad hoc (Mario Airò, ad esempio, ha progettato la reception della
fiera con l'installazione «Infinite Jest» ispirata all'omonimo straordinario
romanzo di David Foster Wallace). Lasciando ai galleristi interpellati in
questa pagina il compito di sviscerare il rapporto tra MiArt e gli addetti ai
lavori, segnaliamo le iniziative pubbliche sparse in città: in collaborazione
con il comune, sabato sera «Notte Bianca dell'arte» con musei e gallerie aperti
fino a mezzanotte e grande festa di MiArt nell'ex area industriale di via
Cletto Arrighi, a Lambrate (dalle 21). Qui sarà inaugurato il «Lap. Lambretto
art project», nuovo polo dedicato alle arti contemporanee ideato da Mariano
Pichler, artefice del rinnovamento urbanistico della zona: l'artista Nico
Vascellari isserà sul capannone industriale la scultura "I hear a
shadow". Infine domenica (al Pac, ore 21) torna la «star» Vanessa Beecroft
per presentare in anteprima il video dell'opera VB65 appena realizzata a Milano
e donata dall'artista alle Civiche raccolte d'arte della città. Dal 17 al 20
Aprile 2009 Fieramilanocity, Ingresso Porta Teodorico 11, pad. 3-4 © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Finanza.com"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Credito: S&P,
sale il numero dei "fallen angel" (16 Aprile 2009 - 10:11) MILANO
(Finanza.com) - Nell'ultimo mese il numero dei cosiddetti fallen angel, le
società che hanno perso la valutazione di investment grade per passare al grado
speculativo, sono state pari a circa il triplo rispetto alla media degli ultimi
12 mesi. Lo si apprende da una nota dell'agenzia Standard & Poor's. Negli ultimi 30 giorni hanno perso la valutazione BBB- (o
superiore) per approdare a BB+ (o inferiore) 17 emittenti tra quelli seguiti
dall'agenzia di rating. Si tratta del numero più alto - fa notare S&P -
dalla crisi
finanziaria asiatica di 11 anni fa. Da inizio
anno il numero di fallen angel è pari a 34. (Marco Barlassina - Riproduzione
riservata)
( da "Virgilio Notizie"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Roma, 16 apr.
(Apcom) - Mentre l'amministrazione Obama cerca di rilanciare i rapporti con i Paesi
dell'America Latina, la Cina sfida il predominio regionale statunitense,
ampliando la sua presenza finanziaria e commerciale
nell'area. Secondo quanto riporta oggi il New York Times, solo nelle ultime
settimane Pechino ha raddoppiato un fondo di investimenti in Venezuela
portandolo a 12 miliardi di dollari, ha prestato un miliardo di dollari
all'Ecuador per costruire una centrale idroelettrica, ha concesso all'Argentina
la possibilità di attingere a 10 miliardi di dollari in valuta cinese per
pagare le sue importazioni dalla Cina e ha prestato dieci miliardi di dollari
alla compagnia petrolifera di Stato del Brasile. Nell'ultimo decennio - scrive
ancora il Nyt - l'interscambio tra la Cina e i Paesi latinoamericani è
cresciuto rapidamente, e il colosso asiatico è diventato il secondo partner
commerciale della regione dopo gli Stati Uniti. Ma l'impegno profuso da Pechino
nel concedere finanziamenti e prestiti ai governi sudamericani, indica che il
potere di influenza degli Stati Uniti nell'area rischia di erodersi. Nel fine settimana si terrà a Trinidad e Tobago il vertice delle
Americhe, e il presidente Obama incontrerà i leader regionali per discutere
dell'attuale situazione economica e del rilancio dell'Inter-American
Development Bank, pilastro dell'influenza Usa in America Latina, che ha subito
gravi perdite con la crisi
finanziaria.
( da "Wall Street Italia"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
America Latina/ Nyt:
la Cina sfida il predominio degli Usa di Apcom Siglati accordi per promuovere
lo sviluppo locale -->Roma, 16 apr. (Apcom) - Mentre l'amministrazione Obama
cerca di rilanciare i rapporti con i Paesi dell'America Latina, la Cina sfida
il predominio regionale statunitense, ampliando la sua presenza finanziaria e commerciale nell'area. Secondo quanto riporta
oggi il New York Times, solo nelle ultime settimane Pechino ha raddoppiato un
fondo di investimenti in Venezuela portandolo a 12 miliardi di dollari, ha
prestato un miliardo di dollari all'Ecuador per costruire una centrale
idroelettrica, ha concesso all'Argentina la possibilità di attingere a 10
miliardi di dollari in valuta cinese per pagare le sue importazioni dalla Cina
e ha prestato dieci miliardi di dollari alla compagnia petrolifera di Stato del
Brasile. Nell'ultimo decennio - scrive ancora il Nyt - l'interscambio tra la
Cina e i Paesi latinoamericani è cresciuto rapidamente, e il colosso asiatico è
diventato il secondo partner commerciale della regione dopo gli Stati Uniti. Ma
l'impegno profuso da Pechino nel concedere finanziamenti e prestiti ai governi
sudamericani, indica che il potere di influenza degli Stati Uniti nell'area
rischia di erodersi. Nel fine settimana si terrà a Trinidad
e Tobago il vertice delle Americhe, e il presidente Obama incontrerà i leader
regionali per discutere dell'attuale situazione economica e del rilancio
dell'Inter-American Development Bank, pilastro dell'influenza Usa in America
Latina, che ha subito gravi perdite con la crisi finanziaria.
( da "Trend-online"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Ci troviamo in un
contesto deflattivo? FOREX, clicca qui per leggere la rassegna di Fabio Caldato
, 16.04.2009 10:20 Scopri le migliori azioni per fare trading questa
settimana!! I prezzi al consumo americani su base annua sono scesi dello 0,4%,
mettendo in serio allarme sul fronte deflazione. Il crollo dei prezzi,
repentino come non mai,testimonia una spirale temuta, che la FED, unitamente
alle altre banche centrali sta cercando di evitare. Probabilmente,il fenomeno
non è ancora strutturale,perciò è necessario scongiurare un suo
protrarsi,perché leffetto sarebbe devastante in tema di
recupero di produttività e ripresa commerciale internazionale. Il dato
è,inoltre,ennesima conferma che siamo in piena crisi
finanziaria e che la liquidità del sistema non è ancora stata
ristabilita. Le borse rimangono ben intonate,anche se una pausa della salita
delle ultime settimane pare probabile. Il cambio euro dollaro,naturalmente,ha
risposto al dato succitato premiando la valuta americana. Mentre scriviamo,leuro
è tornato in area di
supporto: area 1,3120-1,3150 è discriminante per limmediato
futuro. Loro si riavvicina a quota 900,senza trend definito,mentre il
petrolio ha trovato in 55 una resistenza importante. Dalla BCE,tramite
Weber,arriva la segnalazione che il livello 1%,dopo un ulteriore taglio di 25 punti
base,sarà difficilmente oltrepassato al ribasso dal punto di vista dei tassi di
interesse di area euro,ma che misure non convenzionali si renderanno necessarie
per migliorare i meccanismi finanziari. Fabio Caldato www.forex47.it
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Commenti Pagina 336
Mercati finanziari Cultura, storia e politica risolvono la crisi
Mercati finanziari di Gianfranco Sabattini* --> di Gianfranco Sabattini* Nei
mesi scorsi, su iniziativa della Banca d'Italia, è stato stampato e distribuito
il testo della lezione "I fondamenti giuridici della corporate governance
e della regolamentazione del mercato" di Andrei Shleifer, professore alla
Harvard University. La lezione si inquadra nell'ambito delle "Lezioni
Paolo Baffi di Moneta e Finanza", istituite in omaggio a colui che dal
1975 al 1979 è stato Governatore dell'allora Istituto di emissione. Il momento
in cui è stata programmata la lezione, verso la fine del 2007, cadeva alla
vigilia della crisi finanziaria che avrebbe coinvolto
gran parte del mercato mondiale, mentre la divulgazione a mezzo stampa del
testo, all'inizio del 2009, non poteva cadere in un momento più appropriato
come quello attuale, in cui si discute dell'opportunità di una maggiore
regolamentazione dei comportamenti degli attori, le banche, da tutti indicate
tra i maggiori responsabili della crisi dei mercati
finanziari. Shleifer, muovendo dall'assunto (dimostrato empiricamente) che in
molti Paesi capitalisticamente avanzati la protezione giuridica degli
investitori riduce l'entità della perdita di valore dell'investimento causata
dai comportamenti opportunistici dei responsabili della gestione delle
istituzioni finanziarie, e favorisce la stabilità dei mercati, analizza i
motivi per cui le norme dei diversi Paesi presentano una sostenuta variabilità.
La differenza nella protezione degli investitori è da ricondursi alla diversità
delle famiglie giuridiche, intese come prevalenti modalità di controllo sociale
della vita economica all'interno dei singoli Stati. Accade così che la common
law (originante dal diritto inglese) rappresenti una modalità di controllo
sociale della vita economica volta a sostenere l'interesse dei privati, mentre
la civil law (originante dal diritto romano e, più modernamente, dal diritto
francese) tenda a sostituire i risultati del mercato con interventi espressione
del potere pubblico. Seguendo il pensiero dell'economista liberale Friedrich
August von Hayek, le differenze nei sistemi giuridici sarebbero riconducibili a
quelle riscontrabili nella visione della libertà, nel senso che la tradizione
della common law si sarebbe affermata all'interno dei Paesi nei quali è
prevalsa una visione empirica dei problemi del mondo, mentre la tradizione
della civil law negli Stati in cui è prevalsa una visione razionalistica. La
prima avrebbe trovato l'essenza della libertà nella spontaneità e nell'assenza
di coercizione, mentre la seconda l'avrebbe trovata nelle soluzioni valutate
valide a priori. Shleifer, tuttavia, respinge la tesi da molti sostenuta
secondo cui i fattori che, principalmente, influenzerebbero le soluzioni
giuridiche adottate dai diversi Paesi sarebbero prevalentemente la cultura, la
storia e la politica; egli, al contrario, afferma che le tradizioni giuridiche
non sono dei puri e semplici surrogati di altre variabili e ritiene non-vera
l'idea che la tradizione giuridica sia un mero sostituto di uno qualsiasi dei
fattori prima indicati. Se è vero che cultura, storia e politica possono
spiegare almeno in parte la diversità delle tradizioni e delle istituzioni
giuridiche, è però ancor più vero che all'interno dei diversi Stati le
differenze assumono un significato solo in funzione dei fini economici e
sociali che si vogliono perseguire. Quali le conseguenze dell'analisi di
Shleifer rispetto a possibili riforme unificatrici delle tradizioni giuridiche?
Rispetto a una possibile convergenza di queste ultime, si hanno diversi
argomenti a favore. Intanto, la globalizzazione in atto delle economie
nazionali porta a uno scambio più veloce delle idee in fatto di tradizioni e
istituzioni regolamentari; in secondo luogo, l'omogeneizzazione giuridica
stimola la competizione tra i Paesi per attirare i capitali esterni.Tuttavia,
alle osservazioni conclusive di Shleifer va aggiunta la necessità che la civil
law , con le sue soluzioni regolamentari, non escluda mai la necessità che la
stabilizzazione dei mercati finanziari sia sempre accompagnata, nell'interesse
degli investitori, da un ricambio dei componenti del top-management delle
attività finanziarie che risultino tra i responsabili delle turbolenze. La
sostituzione sarebbe l'elemento che, in presenza di una civil law dominante,
garantirebbe la contendibilità dei fattori, la cui assenza, nella forma del
mancato ricambio nella gestione della stabilità, come sta accadendo in Italia,
lascerebbe spazio al rimpianto del primato del mercato garantito dalla common
law . *Università di Cagliari
( da "Avvenire" del
16-04-2009)
Argomenti: Crisi
POLITICA 16-04-2009 LE DINAMICHE DI SPESA PUBBLICA IN TEMPI DI CRISI Mettere in
rete il sociale per evitare una «sprecopoli» GIUSEPPE PENNISI L a spesa
pubblica si sta dilatando a causa della crisi finanziaria
ed economica internazionale. Il fenomeno riguarda principalmente paesi come gli
Stati Uniti (dove tradizionalmente il settore pubblico non ha mai superato,
in tempo di pace, un terzo del Pil), la Gran Bretagna e alcune nazioni
neocomunitarie nelle quali si sono resi necessari diversi salvataggi di banche
e finanziarie. Sembrerebbe riguardare meno invece paesi come la Francia e
l'Italia, che hanno mantenuto una struttura economica ancorata al
manifatturiero, se non fosse che da noi le pubbliche amministrazioni
intermediano già oltre il 50% del Pil e sono affiancate da un vasto «capitalismo
municipale» (in Italia, esso comprende circa 400 imprese con oltre 200.000
addetti e un valore aggiunto pari mediamente all'1% del Pil con punte pari al
6% in alcune regioni). Tra interventi anti-crisi e
quelli per la ricostruzione post-terremoto, c'è allora il rischio di una nuova
'sprecopoli'? Probabilmente sì: Arthur Okun, non certo un liberista, amava dire
che «il secchio (della spesa pubblica) è sempre bucato» e non se ne possono
evitare le perdite. Okun scriveva alla metà degli anni Settanta. Da allora
abbiamo imparato, però, che esistono anche degli antidoti. Non per tappare
tutti i buchi del secchio, ma almeno per minimizzarne la portata. Due sono
particolarmente importanti. Il primo dipende quasi interamente dalle pubbliche
amministrazioni. Il secondo da tutti noi. L'antidoto 'interno' è un'attenta
valutazione delle operazioni di spesa pubblica, facendo ricorso a metodi
consolidati e trasparenti come quelli dell'analisi dei costi e dei benefici le
cosiddette Acb finanziari, economici e sociali. Di recente, una rassegna
condotta dalla Brookings institution e dall'American enterprise institute ha
ricordato come l'obbligo di utilizzare le Acb per le voci di spesa pubblica
introdotto nel 1982 non sia stato modificato da nessun cambio della guardia
alla Casa Bianca e abbia contribuito al miglioramento della qualità dell'azione
del Governo federale. In Italia, esiste da dieci anni una norma analoga (la
legge 144/1999). Occorre chiedersi, però, quanto sia effettivamente applicata e
quanto non invece disattesa. Occorre pure chiedersi perché sia stata in pratica
sospesa la formazione di addetti del settore pubblico in queste materie,
nonostante le necessità crescenti. Se l'antidoto resta sulla carta, infatti, il
veleno dello spreco non può che espandersi. Con effetti nocivi per tutto
l'organismo. L'antidoto 'esterno', non meno importante, è costituito dal
«capitale sociale» che si sviluppa associando (oggi si utilizzerebbe il termine
«mettendo in rete») il capitale umano di individui, famiglie e imprese. Studi
recenti e l'esperienza di questi giorni della risposta delle popolazioni al
sisma in Abruzzo provano che l'Italia è ricca di capitale sociale, anche se non
suddiviso uniformemente in tutta la Penisola e spesso non adeguatamente
espresso. L'associazionismo ha scritto il premio Nobel Douglass C. North è il
modo più efficace per fare emergere dall'ombra il capitale sociale e dare ad
esso una funzione di vigilanza, di controllo, di premio e di sanzione nei
confronti di chi a livello politico e tecnico gestisce la spesa pubblica.
Incoraggiare chi ha cultura, tradizione ed esperienza di associazionismo a
svolgere questa fondamentale opera di monitoraggio vuol dire operare
nell'interesse di tutti. Un monitoraggio interno ed esterno può evitare la
dispersione dei fondi anti recessione e per la ricostruzione
( da "Asca" del
16-04-2009)
Argomenti: Crisi
MODA: AL VIA
RACCOLTA FIRME LEGGE POPOLARE PER TUTELA 'MADE IN ITALY' (ASCA) - Firenze, 16
apr - Una proposta di legge popolare per la tutela del Made in Italy, con pene
severe per chi dichiara il falso sulla provenienza dei prodotti. E'
l'iniziativa del Comitato Made in Italy, presentata oggi a Firenze dal
presidente Maurizio Bonas e dal professor Paolo Blasi, gia' rettore
dell'Universita' di Firenze. La proposta di legge, spiegano i promotori, ha
un'impostazione di tipo anglosassone e includera' le pene previste dal codice
civile in materia amministrativa, con interdizioni dai 3 ai 6 anni per gli
amministratori di societa' che hanno dichiarato il falso sull'origine
manifatturiera dei prodotti. La raccolta delle firme partira' il prossimo 21
aprile, nel corso di un convegno dal titolo 'Il futuro del Made in Italy,
progetto e tutela' organizzato a Urbino, con la collaborazione di molte
facolta' universitarie italiane. ''Attualmente c'e' una deregulation totale
voluta da Bruxelles - spiega Bonas -. Chiediamo che chi produce sul territorio
italiano possa apporre un vero marchio Made in Italy. Con l'ingresso di Cina,
India e Pakistan nel Wto non possiamo piu' permetterci il lusso di rinviare la
definizione e l'approvazione di una normativa europea sulla tracciabilita' dei
prodotti Made in Italy''. ''La crisi finanziaria
ed economica in atto - aggiunge Blasi - segna la fine di un modello di sviluppo
basato sulla quantita'. L'Italia e' un Paese con tantissime specificita' e
diversita', che portano a una eccezionale qualita' che dobbiamo conservare.
Anche perche' se ci lanciamo in una sfida sulla quantita' siamo destinati a
essere perdenti''. afe/sam/alf
( da "Caserta News"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Giovedì 16 Aprile
2009 Inaugurata la sede di Alleanza di Centro POLITICA | Castellammare E' stata
inaugurata nei giorni scorsi la sede stabiese di Alleanza di Centro, il nuovo
partito fondato da Francesco Pionati. L'indirizzo della sede è viale Europa, 78.
Presenti all'inaugurazione il segretario nazionale, Francesco Pionati, e il
segretario regionale di Adc, Tommaso Barbato, nonché i vertici della neonata
formazione politica stabiese. Circa cento persone sono intervenute all'apertura
della sede di Alleanza di Centro. Il partito è già al lavoro in vista delle
elezioni provinciali e amministrative, confermando la volontà di essere ben
presenti sul territorio. L'Adc, infatti, candiderà uomini di centro sia al
consiglio provinciale che nelle città limitrofe di Castellammare dove si
svolgeranno le elezioni amministrative. «Alleanza di Centro
ha affermato il segretario regionale Barbato nasce con un fine
fondamentale: essere una casa per i moderati e i centristi italiani di ogni
provenienza. Adc viene alla luce per aggregare, unire idealmente e operativamente tutti coloro che si
riconoscono nei valori del popolarismo e del cattolicesimo liberale europeo. La
nuova esperienza politica prende le mosse dai fatti del 2006 con l'inizio del
lungo cammino che sta portando alla creazione di una grande forza unitaria di
centrodestra, popolare, riformista e liberale. Ad essa guardiamo e ci
ispiriamo. Intendiamo sostenere il suo cammino e non escludiamo, quando i tempi
saranni maturi, di entrarne a far parte integralmente. Il nostro partito vede
la luce in un anno cruciale per la storia economica e sociale italiana e
globale. E' da poco scoppiata una grande crisi finanziaria che gradualmente si sta tramutando in crisi economica
reale anche per le famiglie. Il governo Berlusconi, impegnato coraggiosamente,
nella riforma dello Stato e nel rilancio dell'economia italiana, necessita di
appoggio e sostegno. Lo richiede il senso di responsabilità che ci ha
sempre costraddistinto, lo richiede il sentimento di unità e solidarietà nazionale
che di fronte alle difficoltà unisce e non separa. Le domande delle famiglie e
dei giovani italiani necessitano di una politica di centro, intesa quale
armonizzazione degli interessi di tutti e perseguimento del bene comune. Ci
lasciamo alle spalle le esperienze fallimentari di governo e gestione delle
amministrazioni locali del centrosinistra che hanno peggiorato la situazione
economica, immobilizzato il Paese e bloccato il cammino delle riforme di cui
l'Italia ha bisogno ora più che mai. L'Adc anche qui intende dare il suo
contributo di idee, impegno e metodo nell'affrontare le grandi questioni del
Paese come la fiscalità per le famiglie, la formazione e la ricerca
scientifica, la disoccupazione, la riforma dello Stato, il sostegno al
Mezzogiorno nel quale crediamo fortemente come risorsa strategica e serbatoio
di intellegenze e professionalità per l'intera Nazione». «L'Adc
ha poi affermato il segretario nazionale Pionati intende impegnarsi
nella costruzione di una reale laicità delle istituzioni e della società italiana che non
confonda la possibilità per tutti di esprimere e vivere i propri valori nel
rispetto della Carta costituzionale e della legalità, con il laicismo.
Respingiamo, per questo, ogni tentativo di cancellare o ridurre la sfera religiosa
e morale dalla vita pubblica per relegarla nell'ambito privato dei cittadini.
Siamo convinti che il progetto liberale trovi nella grande tradizione cristiana
del nostro Paese e nella ricchezza della sua cultura che ha plasmato la civiltà
europea e occidentale, un ancoraggio etico e valoriale ben più forte di
qualsiasi relativismo alla moda. Occorre a questo proposito che l'Italia
riscopra le virtù civili ed un'etica pubblica più forte e coraggiosa».
( da "Wall Street Italia"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Ciclismo/ Astana,
federazione kazaka sblocca pagamento stipendi di Apcom Armstrong e compagni non
ricevevano emolumenti da circa un mese -->Almaty (Kazakistan), 16 apr. (Ap)
- Si sbloccano i pagamenti all'Astana. La federazione ciclistica kazaka ha annunciato
che, dopo aver ricevuto i primi soldi dagli sponsor, inizierà finalmente a
retribuire i corridori, che non ricevevano lo stipendio da circa un mese.
"Ieri abbiamo iniziato a ricevere i pagamenti, e
gireremo i soldi alla squadra", ha detto il vicepresidente della
federazione, Nikolai Proskurin, ad Associated Press. Le difficoltà finanziarie
della federazione, legate anche alla crisi finanziaria
globale, avevano gettato dubbi sul futuro della squadra di Lance Armstrong e
Alberto Contador.
( da "Gazzettino, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Giovedì 16 Aprile
2009, Con il conforto dei sondaggi - sei americani su dieci approvano la sua
recente apertura verso Cuba - Barack Obama comincia oggi in Messico il suo
terzo "grand tour" presidenziale, dedicato all'America Latina, dopo
quelli in Asia orientale e in Europa. Tutti e tre preceduti, in base alla non
scritta gerarchia delle affinità, dalla visita-lampo in Canada, il vicino che,
da sempre, ha strettissime relazioni con Washington. Obama ora guarda al Sud.
Cercherà di sfruttare il vertice dell'Organizzazione degli Stati americani che
si apre domani nello staterello caraibico di Trinidad e Tobago, per lanciare
anche nel "cortile di casa" il suo cavallo di battaglia che già ha
ottenuto un discreto successo nella recente missione europea: il "cambiamento"
per realizzare un "mondo nuovo" più sicuro, solidale ed equilibrato.
C'è attesa - non priva però di diffidenza - verso le mosse del capo della Casa
Bianca che annuncia una svolta rispetto al passato. Col predecessore George W.
Bush, infatti, le relazioni con l'America Latina avevano toccato il punto più
basso. Il tentativo di contrastare con misure economiche punitive le politiche
"bolivariste" - condite di nazionalizzazioni - a favore degli strati
più umili, in particolare gli indios, aveva finito per rafforzare i leader
verbalmente più aggressivi, come Hugo Chavez. Le disinvolte operazioni
anti-narcotraffico lanciate dall'Ecuador in territorio boliviano avevano spinto
il presidente indio Evo Morales ad espellere la Dea, l'agenzia Usa antidroga e
addirittura a denunciare manovre golpiste. Il tutto sullo sfondo di un'ondata
di radicalismo che ha portato al potere non solo un "presidente
operaio" come Lula in Brasile (eletto nel 2002 e poi nel 2006) ma anche
leader decisamente anti-yankee come, in Paraguay, l'ex prelato dei poveri
Fernando Lugo (investito in questi giorni dallo scandalo della ragazzina da cui
ha avuto un figlio quando ancora era vescovo). O come l'ex capo guerrigliero
sandinista Daniel Ortega in Nicaragua. O il giornalista Mauricio Funes portato
alla presidenza del Salvador dall'ex Fronte di Liberazione Farabundo Martì
contro cui combattevano negli anni '80 i "berretti verdi" di Reagan.
Persino nella "tranquilla" e "fidata" Costa Rica, il
presidente Oscar Arias ha annunciato che ristabilirà relazioni diplomatiche con
Cuba che da 50 anni è in stato di guerra fredda con gli Usa. Proprio sulle
nuove relazioni con l'isola castrista si giocano i nuovi rapporti col resto
dell'America Latina. L'alleggerimento dell'embargo (per ora solo sulle rimesse
degli emigrati e sui viaggi) annunciato da Obama prima del summit è appunto una
mano tesa al continente "latino". È un segno importante ma non
basterà. Anche in Paesi tradizionalmente amici come Argentina e Cile, l'avvicinarsi delle elezioni finirà per premiare i politici che più
duramente attaccano gli Usa, per aver dato origine alla crisi finanziaria che impoverisce, più di tutti, il "sud del mondo".
Obama, per imporsi al summit dell'Osa, dovrà usare al meglio la sua arte di
persuasione in un consesso, peraltro, poco incline a scordarsi del recente
passato. Maurizio Cerruti
( da "Giornale.it, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
n. 91 del 2009-04-16
pagina 0 Fmi: "Recessione severa, la ripresa sarà lenta" Produzioni
industriale giù di Redazione Il Fondo monetario invita a seguire politiche
coordinate: "E' essenziale ripristinare la fiducia nei mercati
finanziari". In Europa crolla la produzione industriale, ma risale il
mercato dell'auto Washington - "Lattuale recessione sarà
insolitamente lunga e severa, e la ripresa lenta". In uno dei capitoli
analitici del World Economic Outlook che sarà diffuso la prossima settimana, il Fondo Monetario
Internazionale (Fmi) lancia l'allrme e avverte che "recessioni associate a
crisi finanziarie tendono a essere severe".
"La ripresa da queste recessioni è solitamente lenta. Se queste recessioni
- spiega il Fmi - sono sincronizzate a livello globale tendono a essere ancora
più lunghe e seguite da riprese ancora più deboli". Recessione lunga e
severa "Le analisi suggeriscono che una crisi
finanziaria e un rallentamento globale sincronizzato insieme si
traducono in una recessione insolitamente severa e lunga - afferma ancora il
Fmi - una combinazione come questa è rara e per questo è necessario evitare
conclusioni affrettate. Il fatto che lattuale rallentamento
sia altamente sincronizzato e associato a una profonda crisi
finanziaria suggerisce che probabilmente sarà duraturo e con una ripresa
più debole della media". "Esclusa lattuale recessione" dal 1960 "ce ne
sono quindici" che possono "essere associate a crisi
finanziarie, con tre episodi di recessione globale: 1975, 1980 e 1992.
Solitamente le recessioni sono brevi e le riprese sostenute: in generale una
recessione dura un anno, con unespansione che si protrae per più
di cinque anni", sottolinea il Fmi, precisando comunque come "le
recessioni associate a
crisi finanziarie sono di solito più gravi e durature.
Le crisi finanziarie seguono generalmente da periodi
di aumento del credito e dei prezzi degli asset. Le riprese economiche da tali
recessioni sono solitamente frenate dalla debolezza della domanda privata e di
credito, riflettendo in parte la tendenza delle famiglie ad aumentare il tasso
di risparmio così da raddrizzare i propri bilanci". "Le recessioni
globalmente sincronizzate sono più lunghe e profonde delle altre. La durata di
tali recessioni è in media una volta e mezzo superiore alla durata tipica di
una recessione. Le successive riprese sono di solito lente, caratterizzate da
una debole domanda esterna, soprattutto se anche gli Stati Uniti sono in
recessione: durante le recessioni del 1975 e del 1980 il calo accentuato delle
importazioni statunitensi ha contribuito a una notevole contrazione del
commercio mondiale". Politiche coordinate Per far fronte "allattuale
recessione mondiale servono politiche monetarie, finanziarie e di budget
coordinate". "Le politiche macroeconomiche - spiega lFmi -
possono giocare un ruolo importante nellattenuare la recessione e
favorire la ripresa.
In generale la politica monetaria contribuisce ampiamente a mettere fine alla
recessione e a rafforzare la ripresa, ma in caso di crisi
finanziaria risulta meno efficace. Le politiche fiscali sembrano essere
più utili in tali casi, in quanto più efficaci in presenza di una stretta del
credito. Gli stimoli fiscali - conclude il Fondo - sono inoltre associati a
riprese più forti. In ogni caso, limpatto delle politiche
fiscali è minore nelle economie che hanno elevati livelli di debito
pubblico". Ripristinare
la fiducia nei mercati "Una delle lezioni più importanti che abbiamo
imparato dagli episodi di crisi finanziarie è che
ripristinare fiducia nel settore finanziario è essenziale per far sì che le
politiche macroeconomiche abbiano effetto e ci sia una ripresa economica".
Per far fronte "allattuale recessione mondiale servono
politiche monetarie, finanziarie e di budget coordinate. Misure di politica
monetaria e fiscale sono necessarie per sostenere la domanda nel breve termine.
Ma al di là di queste azioni
- spiega lFmi - una delle lezioni più importanti che abbiamo imparato
dagli episodi di crisi finanziarie è che ripristinare fiducia nel settore
finanziario è essenziale per far sì che le politiche macroeconomiche abbiano
effetto e ci sia una ripresa economica". Calo di flusso nei paesi
emergenti "Il ruolo giocato dalle banche nellattuale crisi
sembrerebbe presagire un declino protratto dei flussi di capitale verso i paesi
emergenti". Il Fondo Monetario Internazionale spiega come "esperienze
passate di stress sistemici per le banche nelle economie avanzate (la crisi dellAmerica Latina agli inizi degli
anni 80 e la crisi giapponese degli anni 90) mostrano come
il declino di flussi di capitale tende a essere piuttosto elevato e prolungato.
Data la loro ampia
esposizione, le economie europee emergenti potrebbero essere duramente
colpite". E sottolinea: "Le strette relazioni di credito fra le
economie europee emergenti e non è un importante fattore delle attuali
turbolenze nellEuropa dellEst. Sin dalla metà degli anni 90,
le banche dellEuropa occidentale hanno dominato i flussi di credito verso
le economie emergenti. Alla fine del 2007 i loro asset nelle economie emergenti
hanno raggiunto il 10% del pil nelle economie avanzate, a fronte di un 2,5% complessivo delle banche canadesi,
giapponesi e americane". LFmi constata, inoltre, come le
"crisi finanziarie nelle economie
avanzate si trasmettono in modo rapido e intenso alle economie emergenti, con i
legami finanziari a fare da canale di trasmissione. Il declino dei flussi di
capitale verso le economie emergenti in seguito a tali crisi
può essere protratto, dati i problemi di solvibilità con cui si trovano a fare
i conti le banche delle economie avanzate, che forniscono significativi
finanziamenti alle economie emergenti. Una coordinata risposta politica da
parte delle economie avanzate ed emergenti è necessaria, in quanto una
riduzione delle vulnerabilità individuali di un paese non può da sola isolare
le economie emergenti da uno shock finanziario nelle economie avanzate". ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Sicilia, La"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Palma di
Montechiaro. Preoccupa la relazione dei revisori dei conti
Grave situazione finanziaria Comune Non ci sono i soldi per un vetro a.c.) Permangono
precarie le condizioni le condizioni economiche in cui da diversi mesi versano
le casse comunali. A confermare la reale esistenza della crisi finanziaria in cui versa il comune di Licata, che rischia di dichiarare il
dissesto finanziario l'impossibilità da parte dell'amministrazione
comunale di provvedere alla sostituzione di un vetro di una delle bussole site
nell'androne del palazzo municipale. Vetro questo frantumato dallo stato di
esasperazione di uno dei tanti disoccupati che quotidianamente protestano a
palazzo di città. L'amministrazione comunale non avrebbe l'immediata
disponibilità economica per consentire l'acquisto di un vetro. Strana vicenda
che nei giorni scorsi ha visto gli operai del comune intervenire sul posto
costretti ad utilizzare un pezzo di cartone.
( da "Lavoce.info"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
>UNA TASSA PER
RIPARTIRE di Nicola Sciclone 16.04.2009 Il terremoto in Abruzzo ha riportato la
discussione sull'idea di una tassa tantum sui redditi superiori a 120mila euro.
Prima del sisma la proposta era stata lanciata dal Partito Democratico per
aiutare i ceti sociali più poveri ad affrontare la crisi
economica. In tale ipotesi la misura riguarderebbe quasi 200mila contribuenti e
metà dell'extragettito proverrebbe dal Nord- Ovest. Una misura non sufficiente
a risolvere i problemi strutturali del nostro welfare, ma dal forte connotato
simbolico a fronte della catastrofe abruzzese. Nelle scorse settimane, sotto lincalzare
della crisi economica, il Partito Democratico ha avanzato lidea
di un contributo straordinario per aiutare i poveri. Oggi, a fronte dei
terribili eventi
verificatisi in Abruzzo, la proposta acquista una nuova attualità, perché il
maggiore gettito potrebbe essere destinato ad aiutare anche le vittime del
terremoto. In tal senso la proposta circola in termini non chiaramente
definiti. Ragioniamo perciò sulla proposta originaria del Pd, tenendo presente
che, nella contingenza, le risorse ottenute potrebbero invece in parte essere
dirottate a sostegno di interventi a favore delle zone colpite dal sisma. Il
provvedimento consisterebbe in un aumento di 2 punti dellIrpef
per tutti i contribuenti che dichiarano oltre 120 mila euro allanno (1).
Le risorse così ottenute, nella formulazione originaria, servirebbero per
finanziare le associazioni del terzo settore ed il Fondo per le Politiche
Sociali (FNPS). FACENDO DUE
CONTI
La misura, stando alle stime del modello microReg (2),
garantirebbe un gettito aggiuntivo di 527 milioni di euro e riguarderebbe 193
mila contribuenti (0,5% di coloro che compilano la dichiarazione dei redditi).
Laumento medio di imposta non supererebbe i 900 euro per i redditi compresi fra 120 e 150
mila euro, ma raggiungerebbe i 4 mila euro oltre quella soglia. Mediamente laggravio
per i ricchi sarebbe di 2.735
euro (228 euro al mese, meno della retta media di un asilo nido di molte città
del centro nord). A livello territoriale il contributo di solidarietà peserebbe
(Tab.1) soprattutto sui contribuenti delle regioni nord occidentali. Essi vi
concorrerebbero (48% del gettito) in una misura molto superiore al loro attuale
apporto allIrpef che,
secondo i dati del Dipartimento delle Finanze
(http://www.finanze.gov.it/studi_stat_new/index.htm), è pari al 31%; lopposto
accadrebbe per le regioni meridionali: qui le precedenti proporzioni
diventerebbero infatti rispettivamente pari a 9% e 13%. TAB:1 DISTRIBUZIONE DEL GETTITO
AGGIUNTIVO E DEI RELATIVI CONTRIBUENTI Extra-gettito Contribuenti
Val ass.(mil di euro) Val % Val ass. Val % ITALIA 527.3 100% 192,811 100% NORD
OVEST 251.2 48% 77,873 40% NORD EST 98.7 19% 45,517 24% CENTRO 128.7 24% 45,305
23% SUD 48.7 9% 24,115 13% Fonte: elaborazioni modello microReg La misura
riduce naturalmente la disuguaglianza. Ciò dipende dallincremento
di progressività dellIrpef, come testimoniato dallaumento (da
( da "Affari Italiani (Online)"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Culture Eventi/
"Le banche hanno rovinato il mercato dell'arte". Alessandro Cappello,
direttore del Miart, ad Affari Giovedí 16.04.2009 15:50 Di Milo Goj «A rovinare
il mercato dell'arte sono stati gli art advisor delle banche che hanno comprato
opere a prezzi irragionevoli, con soldi non loro, ma di clienti, che il più
delle volte neanche avevano idea di cosa si mettevano in casa. Con la crisi
finanziaria questo movimento prettamente
speculativo è andato in crisi e i prezzi di alcuni autori-bolla sono crollati». Alessandro
Cappello, da quest'anno direttore di Miart, la Fiera Internazionale d'Arte
moderna e contemporanea, che si tiene a Milano dal 17 al 20 aprile, non ha
dubbi: per rilanciare il mercato bisogna puntare sulla competenza, la
serietà e, soprattutto, la qualità. Affaritaliani.it lo ha intervistato alla
vigilia del Miart. Direttore, non le sembra un po' scontato affermare che si
deve ripartire con la qualità? Una parola oggi decisamente abusata. «Per noi
invece, la qualità rappresenta la base del nostro riposizionamento. E che non
si tratta di una parola vuota, lo confermano alcuni dati: abbiamo ridotto
drasticamente il numero delle gallerie, da
( da "Reuters Italia"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
WASHINGTON (Reuters)
- La recessione in atto a livello globale probabilmente sarà lunga e pesante,
mentre la ripresa sarà lenta, tutto ciò a causa
dell'origine finanziaria della crisi. E' quanto sostiene il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), nei
capitoli introduttivi del World Economic Outlook, che verrà diffuso
integralmente il 22 aprile prossimo. L'analisi del Fmi evidenzia che una
recessione che affonda le radici nei mutui subprime Usa, come quella attuale,
è più difficile da superare perché è complesso rilanciare la domanda. Il Fondo
sottolinea che l'attuale recessione, che unisce una crisi
finanziaria nel cuore degli Stati Uniti a una frenata economica a
livello globale, non ha eguali nella storia. Nel documento si legge che le
politiche anti-cicliche possono aiutare ad accorciare i tempi della recessione,
ma l'impatto di questi interventi è limitato in presenza di una crisi finanziaria. Le politiche di stimolo fiscale possono
essere particolarmente efficaci, ma risultano inadeguate per gli Stati con elevati
livelli di indebitamento. Le ultime stime del Fmi prevedono una frenata
dell'economia mondiale dello 0,5-1% nel 2009, il peggior risultato dalla Grande
Depressione. Il Fondo, infine, sostiene che è indispensabile ricreare la
fiducia nel settore finanziario per rendere efficaci le politiche economiche.
( da "KataWeb News"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Gazprom apripista
nel mercato russo dei capitali 16 aprile 2009 alle 15:45 — Fonte: repubblica.it
— 0 commenti Il mercato russo dei capitali è in difficoltà. Con l'avanzare della crisi finanziaria
gli imprenditori hanno visto prosciugarsi il canale degli Eurobond e quello
delle obbligazioni in rubli. Gazprom cerca ora di invertire questa tendenza.
Recentemente la compagnia energetica russa ha emesso un Eurobond di 400 milioni
di franchi svizzeri. L'obbligazione non è stata solo il primo
indebitamento di Gazprom in valuta svizzera, ma anche la prima emissione di
Eurobond fatta da una impresa russa dopo l'agosto 2008. Una strada che potrebbe
essere percorsa anche dal governo russo. Secondo il ministero delle finanze,
nell'anno in corso, per la prima volta da dieci anni, il paese potrebbe
indebitarsi di nuovo in valuta estera. Le obbligazioni in franchi svizzeri di
Gazprom, coupon al 9%, una volta trovati i compratori, potrebbero essere
aumentate di altri 100 milioni di franchi. Gazprom sembra intenzionata a lanciare
ulteriori Eurobond per 2 miliardi di dollari, anche se secondo la banca
Vneshekonombank, potrebbe rinviare a maggio il progetto. Anche nel settore del
mercato delle obbligazioni in rubli la compagnia energetica intende svolgere il
ruolo di rompighiaccio. Attraverso la sua azienda petrolifera, Gazpromneft, il
colosso russo potrebbe lanciare obbligazioni fino a 5 miliardi di rubli, 113
milioni di euro, coupon fino al 17%. Secondo gli analisti se questo ballon
d'essai avesse successo altre aziende russe, le ferrovie su tutte, potrebbero
fare lo stesso. Il mercato delle obbligazioni in valuta locale ha sofferto
della mancanza di liquidità e del lungo processo di svalutazione del rublo. Il
mercato degli eurobond russi è pari a circa 126 miliardi di dollari. In questo
campo, come in quello delle obbligazioni, si sono registrate forti perdite e
ristrutturazioni finanziare "forzate". Un trend che è possibile
prevedere continuerà. AGI
( da "Wall Street Italia"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Fmi: recessione
attuale sarà lunga e pesante, ripresa lenta -->WASHINGTON (Reuters) - La
recessione in atto a livello globale probabilmente sarà lunga e pesante, mentre
la ripresa sarà lenta, tutto ciò a causa dell'origine finanziaria della crisi. E' quanto sostiene il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), nei
capitoli introduttivi del World Economic Outlook, che verrà diffuso
integralmente il 22 aprile prossimo. L'analisi del Fmi evidenzia che una
recessione che affonda le radici nei mutui subprime Usa, come quella attuale,
è più difficile da superare perché è complesso rilanciare la domanda. Il Fondo
sottolinea che l'attuale recessione, che unisce una crisi
finanziaria nel cuore degli Stati Uniti a una frenata economica a
livello globale, non ha eguali nella storia. Nel documento si legge che le
politiche anti-cicliche possono aiutare ad accorciare i tempi della recessione,
ma l'impatto di questi interventi è limitato in presenza di una crisi finanziaria. Le politiche di stimolo fiscale possono
essere particolarmente efficaci, ma risultano inadeguate per gli Stati con
elevati livelli di indebitamento. Le ultime stime del Fmi prevedono una frenata
dell'economia mondiale dello 0,5-1% nel 2009, il peggior risultato dalla Grande
Depressione. Il Fondo, infine, sostiene che è indispensabile ricreare la
fiducia nel settore finanziario per rendere efficaci le politiche economiche.
( da "Trend-online"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Lattenzione
si sposta ora sugli utili. La ripresa dei mercati è meno lontana PRIMO PIANO,
clicca qui per leggere la rassegna Di Alberto Susic , 16.04.2009 20:29 Scopri le migliori azioni per
fare trading questa settimana!! più deboli e in quelli in cui il mercato del
lavoro è rigido. Lunica nota positiva è data dalla discesa
dellinflazione che ha permesso alla Banca Centrale europea di abbassare i
tassi di interesse
fino all1,25%. I fund manager si aspettano che siano adottate ancora
ulteriori politiche monetarie espansive, con nuovi interventi da parte dei
Governi per sostenere le aziende, i consumi e le istituzioni finanziarie in
difficoltà. In presenza di
un simile scenario, le attese sono per un andamento ancora volatile delle Borse
nei prossimi mesi, anche se quasi la metà degli intervistati si aspetta una
ripresa nella seconda parte dellanno. In lieve riduzione inoltre il
numero dei pessimisti che passa al 25% dal 28,6% registrato a marzo. Spostando lo sguardo agli
Stati Uniti, lattenzione è invece focalizzata sulle
trimestrali delle banche, dopo lo stress test delle ultime settimane per
verificare la capacità di reggere alla crisi finanziaria. Il mercato si
aspetta di capire meglio se ci sarà ancora bisogno o meno di ulteriori
ricapitalizzazioni da parte del Tesoro. Per quanto ci sia ancora un clima
dominato dallincertezza, la scommessa dei gestori si
concentra proprio sulla piazza azionaria americana. Il 55% dei gestori, rispetto al 42,8% di marzo,
si aspetta una crescita dei listini nei prossimi sei mesi, confidando nel fatto
che lAmerica dovrebbe beneficiare della graduale stabilizzazione
delleconomia globale e dei vari stimoli fiscali e monetari. Sullo sfondo resta comunque il
nodo chiave della disoccupazione che ha già superato l8%,
un livello che a detta di ING Investment Management non permettere di
intravedere una ripresa dei consumi, ricordando che questi ultimi rappresentano
il fulcro della crisi attuale. Più cauta invece la view sul Giappone che è
entrato rapidamente in recessione, come segue pagina >>
( da "Foglio, Il" del
16-04-2009)
Argomenti: Crisi
16 aprile 2009
Crisi, quale crisi? Nel mondo incantato di Obama è
vietato parlare di asset tossici, di regole e collasso finanziario La guerra
non è guerra, la crisi non è crisi.
Nel fantastico mondo di Barack Obama non cè posto né per brutture
di bushiana memoria né per dettagli noiosi su morti decapitati o peggio ancora
sui disoccupati. La guerra al terrore non esiste, se lera inventata Bush
con la sua combriccola di brutti e cattivi, ora ci sono eroiche “operazioni
demergenza
oltremare” per difendersi non dagli attacchi terroristici ma dai “disastri
causati dalluomo”. Neppure la crisi esiste più, guai a chi dice il
contrario. In nome dei barlumi di speranza che i leader illuminati di tutto il
mondo ora intravedono allorizzonte – vatti a fidare di questi
leader, poi, che prima non avevano previsto niente, poi hanno previsto
catastrofi e ora prevedono la fine della tempesta nel giro di qualche mese –
sono bandite le espressioni pessimistiche. Il ministro del Tesoro americano, Tim Geithner, non parla più
di “asset tossici”, cosa che non deve pesargli più di tanto, dal momento che
nessuno ha mai capito che cosa fossero veramente, men che meno quanto
valessero: ci hanno costretti a imparare a leggere numeri con una quantità di
zeri indicibile, e mai tanta fatica è stata così sprecata. La tossicità è
evaporata, è finita chissà dove, ma non importa più di tanto, dora
in avanti avremo a che fare soltanto con “legacy asset”, asset ereditati, noi
che colpa ne abbiamo? Si tratta semplicemente di gestirli, ma soltanto quando si apre il testamento,
poi si sa che anche le migliori proprietà diventano catapecchie nelle mani
degli eredi irresponsabili. Il premier inglese Gordon Brown e il capo della Fed
Ben Bernanke, ben più cervellotici e navigati del ministro dal viso dangelo,
hanno trovato il modo di indorare la pillola della regolamentazione dei
mercati, tanto più che non si può essere paladini del mercato senza regole
negli anni Novanta e dieci anni dopo prendersela con chi doveva controllare e non lha
fatto – vero Mr Brown? Così le regole per ingabbiare i mercati, i paradisi
fiscali, gli hedge fund e tutti i fondi che girano per il globo sono
tatticamente diventate un semplice “controllo macroprudenziale”, che non si
capisce bene che cosa
sia, ma fa tanto oculatezza e cautela e morigeratezza. Il make up linguistico
che tutto sistema e rende bello ha dato il meglio con la parola chiave. La “crisi finanziaria globale” secondo il Global Language
Monitor è diventata “la ristrutturazione economica globale”. La crisi fa paura, è un po colpa di tutti, ognuno
se la prende con chi vuole, da Greenspan ai direttori di una concessionaria
Fiat in Belgio ogni scusa è buona, ma se cè chi ristruttura, chi mette in
ordine, allora non cè più bisogno dei forconi, ci si può fidare, qualcuno si prende
cura di te, dormi pure tesoro.
( da "Giornale.it, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Premessa: io sono
(ma ormai bisogna dire ero) favorevole all'accorpamento tra il referendum e le
elezioni europee, non fosse che per una questione di buon senso. Non ha senso a
pochi giorni dal terremoto e in piena crisi economica
sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione. Berlusconi avrebbe
voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole
l'accorpamento? Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà
perchè teme che il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al
21 giugno punta al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il
referendum? I tre quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto
propongono di: 1) abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste
alla Camera. Il premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla
coalizione vincente, ma alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire
il premio di maggioranza anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4%
alla Camera, 8% al Senato. 3) abrogare le candidature multiple che consentono a
un candidato di correre in più seggi elettorali. Se passassero i primi due
quesiti la Lega rischierebbe di diventare ininfluente alla Camera e di non
entrare nemmeno al Senato. Ecco perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo
ostruzionismo è fondato su ragioni comprensibili. Ho l'impressione, però, che
la maggior parte degli italiani non gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni
e che sia favorevole al referendum. Rinviarlo a metà giugno potrebbe non
bastare per indurre il 50,1% degli elettori a disertare le urne. Inoltre da
questa vicenda l'immagine della Lega esce offuscata: mentre l'Italia si unisce
e riscopre uno spirito nazionale, il Carroccio fa prevalere il cabotaggio
elettorale, che motiva la base del partito, ma rischia di irritare molti
elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha
fatto bene i conti? Scritto in politica, lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia
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articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa?
Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman
Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti
commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia passato. E'
davvero così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa
erano soffocate dai debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono
finiti i debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo
per la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha
consentito di allentare le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a
contabilizzare ogni giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome
quelli tossici valevano zero gli istituti erano costretti a riportare perdite
gigantesche. Ora invece le banche possono valutare con molta elasticità questi
debiti. Secondo le nuove regole sono loro stesse a stabilire i criteri per
stabilire il valore di questi titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a
valore di mercato vale 1, ma può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè
questo è il valore atteso fra uno o due anni. E le banche possono vantare utili
inattesi. Capito? E' un nuovo esempio di finanza creativa. 2) Le banche in
questi giorni sono sottoposte a uno stress-test e, i risultati preliminari,
sapientemente passati al New York Times rivelano che lo stato di salute dei 19
principali istituti americani è migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un
post dimostra che sono inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà
ha già superato, in negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal
test sono molto migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana.
Insomma, è una truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di
interesse, ma l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui
tassi che gli istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa
restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di credito. Le banche li
stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero, ma impongono al
consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti, come sempre. Il G
( da "Giornale.it, Il"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
Quando sarà
pubblicata la terza enciclica di Benedetto XVI? Il progetto iniziale prevedeva
che uscisse l'anno scorso, le prime anticipazioni - a partire dal titolo,
"Caritas in veritate" - risalgono infatti ai primi mesi del 2008.
Doveva essere pubblicata nel quarantesimo anniversario dell'enciclica
"Populorum progressio" di Paolo VI (marzo 1968), poi il cardinale
Segretario di Stato disse che sarebbe slittata probabilmente a ridosso
dell'estate. Poi si parlò di dicembre. A fine anno il testo sembrava pronto,
dopo l'ingresso nel gruppo di lavoro del neo-arcivescovo di Monaco di Baviera,
monsignor Marx. La crisi finanziaria aveva provocato
un ulteriore ritardo, ma nelle prime settimane del 2009 si dava per certo che
l'enciclica sarebbe uscita con data 19 marzo - festa di San Giuseppe - e resa
nota prima di Pasqua. Si è poi detto che sarebbe slittata a maggio (firmata il
1 maggio). Ora anche l'ipotesi di quella data sembra definitivamente tramontare
e nei sacri palazzi è opinione diffusa che l'enciclica sociale possa vedere la
luce a ridosso dell'estate, se tutto va bene. Quali sono le cause del ritardo?
Fonti autorevoli confermano al Giornale che il problema sarebbe stato
rappresentato proprio dalla parte aggiunta al testo, e riferita alla crisi economica mondiale. La stesura fin qui approntata,
infatti, non avrebbe incontrato il gradimento del Pontefice che, ovviamente,
per passaggi "tecnici" di documenti così importanti, è solito
affidarsi agli esperti, ma che non rinuncia poi a intervenire, a chiedere
modifiche e aggiustamenti. "Caritas in veritate" risulta dunque
essere, fino a questo momento, il testo più travagliato del pontificato di
Benedetto XVI, che oggi festeggia l'ottantaduesimo compleanno e si accinge a
ricordare il quarto anniversario dell'elezione. Anche oggi il Papa ha
festeggiato (poco) e lavorato (molto): l'attenzione sua e dei collaboratori più
stretti è tutta rivolta in questo momento al prossimo viaggio in Terrasanta
(Giordania, Israele, Territori sottoposti all'Autorità Palestinese). Tra le nomine
curiali attese nelle prossime settimane (o nei prossimi mesi) c'è quella del
nuovo "ministro della Sanità", in sostituzione del dimissionario
cardinale Barragàn; quella del nuovo presidente del Pontificio consiglio per la
Giustizia e la pace, in sostituzione del cardinale Martino - che però resterà
al suo posto fino alla pubblicazione dell'enciclica sociale, prima di essere
sostituito, sembra, da un prelato africano. Per quanto riguarda la Segreteria
di Stato, invece, non ci dovrebbero essere sorprese ai livelli altissimi (voci
di una promozione del Sostituto Filoni a un ufficio cardinalizio sembrano al
momento prive di fondamento), mentre è più probabile che non tardino molto ad
arrivare le promozioni a nunzio dei numeri tre Caccia (assessore) e Parolin
(sottosegretario ai rapporti con gli Stati). Concluso il lavoro per
l'enciclica, dovrebbe lasciare la Segreteria di Stato anche l'arcivescovo
Sardi, che coordina il gruppo di scrittori incaricato di collaborare con il
Papa per la stesura dei discorsi. Sardi dovrebbe ricevere un incarico presso
l'Ordine di Malta, e al suo posto potrebbe andare monsignor Gloder, che già
collabora con lui. Infine, si parla con insistenza della possibilità di un
prossimo cambio alla direzione della Sala Stampa vaticana. Ma al momento non è
stata presa alcuna decisione al riguardo. Scritto in Varie 1 Commento » (1
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RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Il
Papa dai terremotati Per la visita di Benedetto XVI ai terremotati d'Abruzzo si
lavora con l'ipotesi della data del 1 maggio. Da quanto apprendiamo sarebbe
stato lo stesso responsabile della Protezione Civile, Guido Bertolaso, a
indicarla, suggerendo al Pontefice attraverso i suoi collaboratori di non
recarsi subito nelle zone colpite dal sisma. Il Papa, invece, avrebbe voluto
essere presente prima possibile tra la gente che ora vive nelle tendopoli, per
manifestare la sua vicinanza e la sua solidarietà. Scritto in Varie Commenti (
33 ) » (4 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli ©
2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 11Apr
09 Buona Pasqua ai naviganti, un abbraccio ai terremotati Cari amici, oggi, Sabato
Santo, è la giornata del silenzio e dell'attesa. Duemila anni fa, quel giorno,
gli undici apostoli e i discepoli di Gesù erano affranti, abbattuti, impauriti
per la fine tremenda che era toccata al loro maestro. C'è solo una donna che
vive quelle ore d'angoscia e di dolore presentendo che qualcosa sta per
accadere: Maria. Questa notte la Chiesa celebra il rito più importante
dell'anno, la veglia della luce. Questa notte l'unico uomo che nella storia
abbia detto di sé "io sono la via, la verità e la vita", risorge e
con il suo corpo glorioso, appartenente ormai alla dimensione dell'eternità, si
fa vedere, si fa nuovamente incontrare, mangia e beve con i suoi amici. Che da
impauriti si trasformano in instancabili annunciatori della resurrezione di Gesù.
E' il cuore dell'annuncio cristiano, il fondamento della fede. Sul Giornale di
oggi pubblico un articolo dedicato agli indizi di storicità di quell'evento
straordinario e unico. Credere nella resurrezione è un atto di pura fede,
nessuna dimostrazione scientifica o prova storica potrà mai convincere
qualcuno. Ma il credente sa di non scommettere la sua vita sui fantasmi, sulle
leggende o sulle proiezioni mentali di qualche mistico invasato. Sa che ci sono
ragionevoli indizi per credere. E' il modo con cui vorrei augurare buona Pasqua
a ciascuno di voi, avendo gli occhi e il cuore ancora pieni di dolore per la
tragedia accaduta in Abruzzo. Ieri è stato davvero un Venerdì Santo di
Passione. La grande domanda, il grido straziante dell'uomo di fronte alla
sofferenza, alla morte, al dolore innocente è scolpita nei tanti volti di
coloro che sono stati colpiti dal sisma. Di fronte a questo grido, non valgono
i discorsi, le frasi fatte, l'esposizione di una dottrina. Personalmente mi
sento incapace di dire alcunché. Ma questa domanda ha avuto una risposta: Dio,
all'uomo che soffre, non ha offerto una soluzione, ma una compagnia, quella di
suo Figlio, che ha sofferto ed è morto sulla croce, Lui, il giusto innocente.
Si è fatto ammazzare per noi, per i nostri peccati. La risposta di Dio è stata
l'incarnazione, la morte e la resurrezione di Gesù. L'unica risposta a quella
domanda senza risposta, può essere soltanto l'abbraccio, la compassione, la
compagnia, la vicinanza. Buona Pasqua a tutti. Scritto in Varie Commenti ( 54 )
» (8 votes, average: 4.63 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli ©
2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Apr
09 Alta tensione tra Obama e la Chiesa. Le messe di Langone Sul Giornale di
oggi pubblico un articolo dedicato alla tensione crescente fra la Chiesa Usa e
il presidente Barak Obama. Tensione che coinvolge anche il Vaticano: da
settimane infatti si è creato un impasse per la nomina del nuovo ambasciatore
Usa, che dovrà sostituire Mary Ann Glendon (designata da Bush e notoriamente
vicinissima alle posizioni di Benedetto XVI). La Santa Sede vorrebbe un
diplomatico professionista cattolico e non un politico del partito democratico
da premiare per il suo sostegno alla campagna di Obama. Non è facile infatti
trovare infatti politici cattolici del partito democratico che non siano
"pro choice" sull'aborto. Nelle pagine culturali, inoltre, ho
ampiamente recensito il nuovo libro di Camillo Langone: una guida Michelin alle
messe italiane. Scritto in Varie Commenti ( 43 ) » (7 votes, average: 5 out of
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Commenti Invia questo articolo a un amico 06Apr 09 I "trafficanti di
uomini" All'Angelus di ieri il Papa ha parlato degli immigrati vittime dei
"trafficanti di uomini". Quando pensiamo a forme di moderna
schiavitù, ci vengono in mente Paesi sottosviluppati, lontanissimi da noi. Non
sempre è così. Mi ha profondamente colpito questa intervista video realizzata
dal direttore di Fides Luca De Mata per uno dei suoi programmi documentario.
L'uomo che parla è un immigrato sudamericano in Nord America. Scritto in Varie
Commenti ( 74 ) » (5 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea
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amico 02Apr 09 Il Papa ai giovani: il cristianesimo non sia ridotto a slogan
Questa sera Benedetto XVI ha celebrato in San Pietro con i giovani la messa per
il quarto anniversario della morte di Papa Wojtyla. Nell'omelia, dopo aver detto
che il ricordo di Giovanni Paolo II "continua a essere vivo nel cuore
della gente" e aver citato la fecondità del suo magistero con i giovani,
Ratzinger ha parlato del momento attuale e del pericolo che la fede sia
strumentalizzata: "Fate attenzione: in momenti come questo, dato il
contesto culturale e sociale nel quale viviamo, potrebbe essere più forte il
rischio di ridurre la speranza cristiana a ideologia, a slogan di gruppo, a
rivestimento esteriore. Nulla di più contrario al messaggio di Gesù! Egli non
vuole che i suoi discepoli "recitino" una parte, magari quella della
speranza. Egli vuole che essi "siano" speranza, e possono esserlo
soltanto se restano uniti a Lui! Vuole che ognuno di voi, cari giovani amici,
sia una piccola sorgente di speranza per il suo prossimo, e che tutti insieme
diventiate un'oasi di speranza per la società all'interno della quale siete
inseriti. Ora, questo è possibile ad una condizione: che viviate di Lui e in
Lui" Scritto in Varie Commenti ( 56 ) » (10 votes, average: 5 out of 5)
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Commenti Invia questo articolo a un amico 01Apr 09 Crisi, inizia il G20. Il
Papa scrive a Gordon Brown Benedetto XVI, di ritorno dall'Africa, ha scritto
una lettera al premier inglese Gordon Brown per il G20 che inizia a Londra.
Eccone qualche passaggio: "Il Vertice di Londra, così come il Vertice di
Washington che lo precedette nel 2008, per motivi pratici di urgenza si è
limitato a convocare gli Stati che rappresentano il 90% del PIL e l'80% del
commercio mondiale. In questo contesto, l'Africa subsahariana è presente con un
unico Stato e qualche Organismo regionale. Tale situazione deve indurre i
partecipanti al Vertice a una profonda riflessione, perché appunto coloro la
cui voce ha meno forza nello scenario politico sono quelli che soffrono di più
i danni di una crisi di cui non portano la
responsabilità. Essi poi, a lungo termine, sono quelli che hanno più
potenzialità per contribuire al progresso di tutti". "Occorre pertanto
fare ricorso ai meccanismi e agli strumenti multilaterali esistenti nel
complesso delle Nazioni Unite e delle agenzie ad essa collegate, affinché sia
ascoltata la voce di tutti i Paesi del mondo e affinché le misure e i
provvedimenti decisi negli incontri del G20 siano condivisi da tutti".
"Allo stesso tempo, vorrei aggiungere un altro motivo di riflessione per
il Vertice. Le crisi finanziarie
scattano nel momento in cui, anche a causa del venir meno di un corretto
comportamento etico, manca la fiducia degli agenti economici negli strumenti e
nei sistemi finanziari. Tuttavia, la finanza, il commercio e i sistemi di
produzione sono creazioni umane contingenti che, quando diventano oggetto di
fiducia cieca, portano in sé stesse la radice del loro fallimento.
L'unico fondamento vero e solido è la fiducia nell'uomo. Perciò tutte le misure
proposte per arginare la crisi devono cercare, in
ultima analisi, di offrire sicurezza alle famiglie e stabilità ai lavoratori e
di ripristinare, tramite opportune regole e controlli, l'etica nelle
finanze". Scritto in Varie Commenti ( 142 ) » (10 votes, average: 5 out of
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Commenti Invia questo articolo a un amico 26Mar 09 Una nuova "Inchiesta
sulla Sindone" S'intitola "Inchiesta sulla Sindone" il nuovo
libro del vaticanista (e amico) Marco Tosatti, in libreria in questi giorni,
edito da Piemme. Un ottimo modo per prepararsi all'ostensione del 2010 e per
fare il punto sulla misteriosa immagine dell'uomo morto crocifisso, che una
controversa datazione al radiocarbonio nel 1988 ritenne d'età medioevale, pur
essendoci numerosissimi altri indizi che la facevano risalire, invece, al primo
secolo dell'era cristiana. Tosatti descrive la storia del lino sul quale - in
modo inspiegabile, e più inspiegabile oggi che vent'anni fa - si è impressa
un'immagine che rappresenta un negativo fotografico. Una delle parti del libro
che mi ha colpito di più è quella dedicata all'esame al radiocarbonio, sulla
cui correttezza è lecito sollevare più di un dubbio: i risultati dei tre
laboratori, infatti, non avevano il margine minimo di compatibilità stabilito,
e si sarebbe dovuto ripetere nuovamente il test. Senza contare che proprio
questo esame ha fallito clamorosamente, datando come vecchie di 400 anni foglie
di platano raccolte il giorno prima, oppure stabilendo al 1600 la fattura di
una tovaglia moderna, o ancora datando all'800 dopo Cristo dipinti africani che
avevano invece solo undici anni. Con contributi scientifici e nuove
testimonianze, il libro mostra quanto si faccia bene a dubitare su quel dato
che permise di affermare che la Sindone sarebbe in reltà un manufatto
medioevale. Anche se bisogna sempre tener presente il metodo di Dio,
applicabile anche a questo caso: lasciare sempre sufficiente luce per chi vuole
credere, e sufficiente tenebra per chi non vuole credere. Scritto in Varie
Commenti ( 124 ) » (19 votes, average: 4.63 out of 5) Loading ... Il Blog di
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articolo a un amico 24Mar 09 Il Papa in Africa, un bilancio di due viaggi
Visitando l'Africa, nei suoi sei giorni di permanenza nel Continente nero,
Benedetto XVI ha compiuto due viaggi. Due viaggi molto diversi tra di loro. Il
primo è quello reale, segnato dal contatto con le folle del Camerun e
dell'Angola, dai temi che il Papa ha trattato nei discorsi e nelle omelie,
dall'impatto con le contraddizioni di due capitali dove ricchezza e povertà
estreme convivono fianco a fianco. L'altro viaggio è quello virtuale, quello su
cui si sono accapigliati commentatori, burocrati e sondaggisti occidentali, che
hanno accusato Ratzinger di irresponsabilità per aver detto ciò che tutti
dovrebbero ormai riconoscere e che è attestato da studi scientifici: la
distribuzione di preservativi non è il metodo efficace per combattere la
diffusione dell'Aids in questi Paesi. Per tre giorni, nei Paesi europei così
come negli Stati Uniti, mentre il Papa parlava di povertà, sviluppo, diritti
umani, si è discusso di profilattici. Per poi passare, durante i successivi tre
giorni, a parlare di aborto terapeutico, sulla base di una frase pronunciata da
Benedetto XVI in un discorso forte sui mali che affliggono l'Africa.La macchina
mediatico-politica, una volta messa in moto, non si è più fermata. E così in
Francia, dove impallinare il Pontefice sembra diventato ultimamente uno sport
nazionale, si sono fatti sondaggi e sondaggini per dimostrare che almeno metà
dei cattolici del Paese chiedono a Ratzinger di dimettersi. La sensazione,
leggendo dichiarazioni di alcuni ministri e dei loro portavoce, è che per la
prima volta dopo molto tempo, il Papa non sia più circondato da quel rispetto
attribuito a una personalità super partes, ma sia considerato un capo partito,
sottoposto al tiro incrociato delle quotidiane dichiarazioni tipiche del
«pastone» politico. C'è chi lo invita al silenzio, chi lo invita a lasciare,
chi gli spiega cosa dire e come dirlo.Così, sedici discorsi pronunciati in
terra africana, si sono ridotti a due-frasi-due, la prima delle quali peraltro
pronunciata in modo estemporaneo durante la conferenza stampa tenuta
sull'aereo. L'impressione è che Benedetto XVI non sia eccessivamente
preoccupato di questa crescente ostilità. Mai come in questi giorni si è colta
l'enorme distanza tra viaggio reale e viaggio virtuale. E se è vero che la
critica montante presso certe burocrazie occidentali non ha precedenti recenti,
bisognerà pure ricordare che critiche ferocissime vennero mosse a Giovanni
Paolo II nei primi anni del suo pontificato. Così come va richiamata alla
memoria la sofferenza e l'isolamento di Paolo VI, nel momento in cui prese
decisioni coraggiose come l'Humanae vitae, divenendo segno di
contraddizione.Che cosa resta, dunque, del viaggio di Benedetto in Camerun e
Angola? Prima ancora e più ancora dei messaggi lanciati dal Papa per la lotta
alla povertà, per la dignità della donna, per un'economia che non sia disumana,
per l'educazione e lo sviluppo, resta una presenza e una straordinaria corrente
di simpatia umana, che ha avuto il suo culmine in Angola. Tanta gente semplice
e straordinaria, ha trascorso ore ed ore sotto il sole per salutare non Joseph
Ratzinger, ma il successore di Pietro, venuto fino a qui per confermare i
fratelli nella fede. E in Paesi travagliati da tragiche guerre intestine,
abusi, soprusi, miserie, violenze, l'abbraccio di Pietro, il suo sorriso e la
sua vicinanza hanno contato di più di mille discorsi. Scritto in Varie Commenti
( 109 ) » (18 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea
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amico 21Mar 09 Luanda, due morti allo stadio prima dell'arrivo del Papa La
notizia si è diffusa solo in serata: verso le ore 13, al momento dell'apertura
delle porte dello stadio dove Benedetto XVI ha poi incontrato i giovani, un
ragazzo e una ragazza sono morti schiacciati nella calca. Secondo un'altra
versione i due, quattordici e sedici anni, si sono sentiti male a causa del
caldo e della disidratazione. Ci sono stati anche otto feriti. Né il Papa né il
suo seguito non sono stati informati (se lo avesse saputo, avrebbe pregato per
le vittime insieme ai giovani durante l'incontro). Soltanto ad ora di cena
Benedetto XVI l'ha saputo. Le notizie sono ancora frammentarie e imprecise.
Scritto in Varie Commenti ( 43 ) » (9 votes, average: 5 out of 5) Loading ...
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vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca.
Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di
Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (342) Ultime
discussioni Artefice1: Bo Mario..Lasciamelo dire.ti assicuro che sono Umano.
Pare che quanto capisco io, tu neppure... bruno volpe: segnalo su
www.pontifex.roma.it intervista con gad lerner sui rapporti con gli ebrei e del
prof taormina... Quixote: Bo.mario secondo la scienza, che sembra incontrare il
tuo gradimento, l'universo è nato un numero finito... bo.mario: Marco d. pure
l'italiano vuoi camuffare. Chi crede in qualcosa di non certo è un razionale?
Oltre... Artefice1: Marina qui c'è un capovolgimento! """direte
: è questo l'effetto delle leggi eterne che a... Gli articoli più inviati Il
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( da "KataWeb News"
del 16-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il mattone..
Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 —
Autore: babelick — 109 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e
sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano
El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il
governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera;
meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta,
ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così
faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello
Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve
smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà
di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia
tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun
organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo
di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici
europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo
della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi
istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia,
crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio
primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama
nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che
ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda
le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla
rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad
altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è
descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino
americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio
eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche
razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero
poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al
mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma,
Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle
posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria,
lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più
solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro
capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia
ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il
mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non
vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi
internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha
gettato anche la Spagna in una crisi profonda:
crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un
dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era
stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi
esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi
dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e
immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini
l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno
presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero
dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli
d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una
«quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono
saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per
la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%,
il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria»
presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da