CENACOLO
DEI COGITANTI |
LA CREAZIONE DEL VALORE
ALL'OMBRA DELLA CRISI ( da "AreaPress"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: OMBRA DELLA CRISI Le soluzioni 3Com
consentono di pianificare per il futuro per ottenere un vantaggio sulla
concorrenza La diffusione dell?attuale crisi finanziaria nella main economy
agita lo spettro di una recessione globale. La reazione delle aziende è quella
di correre ai ripari per anticipare la tempesta.
babelick ha detto: ma
tanto che te frega diciamolo?abbiamo già un sacco di problemi con gente che
vuole sfuggire alle proprie responsabilità edilizie per star lì pensare a
quello c ( da "KataWeb
News" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle
posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la
Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo»,
addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il
premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto
deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
Acer, la batteria che
rinnova il pc ( da "Italia
Oggi (MarketingOggi)" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: brand del gruppo che prima della
crisi finanziaria ha concluso l'integrazione dei marchi acquisiti nel 2007 con
Gateway che ha portato in dote Packard Bell, e e-Machines. La pioggia di nuovi
modelli di computer è arrivata ieri in una spettacolare convention-show alla
stazione marittima di Amsterdam, terza e ultima tappa di un tour mondiale che
ha portato i vertici Acer in tre giorni,
Ascomfidi, Dolci dopo
Orsatti ( da "Giornale
di Brescia" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: legate alla grave crisi finanziaria
ed economica e sono alle prese con una stretta creditizia delle banche. Il
ruolo dei confidi come Ascomfidi, da anni presenti sul mercato, con una
conoscenza approfondita delle aziende e dei vari settori merceologici, con un
certo capitale accumulato, diventa sempre più importante per aiutare micro e
piccole aziende che necessitano di finanziamenti.
La Lega: case Ater solo ai
cittadini veneti ( da "Corriere
delle Alpi" del 10-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Crisi
Abstract: in un momento di crisi finanziaria»
spiega Gobbo «Con quei soldi si potranno dare incentivi fino a 30 mila euro
alle giovani coppie al fine di realizzare 20 mila nuove dimore - o anche per il
semplice acquisto, come sostiene Bottacin -; inoltre si potrebbe aprire un
fondo per coloro che intendono investire nella manutenzione della casa,
Il Mezzogiorno reagisce
meglio alla crisi finanziaria mondiale
( da "Finanza e Mercati"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il Mezzogiorno reagisce meglio alla
crisi finanziaria mondiale da Finanza&Mercati del 10-04-2009 Gli effetti
recessivi della crisi finanziaria internazionale sull'economia reale non
accennano ad esaurirsi, anche se in Italia qualche segnale di tenuta arriva dai
dati relativi alla fiducia dei consumatori.
nuovi poveri, pioggia di
offerte ( da "Mattino
di Padova, Il" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: istituito a favore di quanti
soffrono a causa della crisi finanziaria ed economica». Dai parroci di ogni
angolo della diocesi, dai religiosi, dai fedeli, sono arrivate le offerte per i
poveri. Frutto di una salda rete di solidarietà, si aggiungono allo
stanziamento di 300 mila euro. Alla fine della cerimonia monsignor Doni,
augurando la Buona Pasqua, ha ricordato i 5000 ramoscelli d'
Sulle ali delle polizze
( da "Milano Finanza"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: potrebbe ridare fiducia e
stabilizzare un segmento che ha sofferto più di altri gli effetti della crisi
finanziaria. Le compagnie infatti sono state sottoposte a enormi pressioni
perché mantenessero alti gli indici di solvibilità e difendessero la solidità
del capitale investito. A rating più bassi, infatti, corrispondono costi più
elevati e maggiori probabilità di aumentare le perdite.
Mosse in stile Contrarian
( da "Milano Finanza"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: spiegano gli analisti di Ubs wealth
management in un recente report sulla crisi finanziaria. «A novembre
l'indicatore a cinque anni ha toccato il livello minimo di -0,76%. Oggi è a
+0,56% quello a cinque anni e +1,42% a dieci anni. C'è margine quindi per avere
guadagni su questi titoli perché tali valori sono ancora al disotto delle medie
storiche che a dieci anni si attestano al 2 2,
Stiamo portando a termine
uno studio che copre 15 Paesi per capire qual è la percezione ...
( da "Borsa e Finanza"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ma è troppo presto per dire che la
crisi è finita: il crollo del mercato è stato molto pesante, ci vorrà ancora un
po' di tempo prima che ritorni un livello normale di fiducia. La crisi
finanziaria ha esaltato due qualità dei fondi: liquidità e trasparenza. Saranno
virtù sufficienti per trainare la ripresa del sistema?
Fondi a 5 stelle
( da "Borsa e Finanza"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ma è troppo presto per dire che la
crisi è finita: il crollo del mercato è stato molto pesante, ci vorrà ancora un
po' di tempo prima che ritorni un livello normale di fiducia. La crisi
finanziaria ha esaltato due qualità dei fondi: liquidità e trasparenza. Saranno
virtù sufficienti per trainare la ripresa del sistema?
la uil: gravissima la
crisi finanziaria delle nostre scuole
( da "Tirreno, Il" del
10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Pagina 4 - Pisa La Uil: gravissima
la crisi finanziaria delle nostre scuole PISA. La segreteria della Uil Scuola
di Pisa lancia «un forte allarme sulla situazione di crisi in cui si dibattono
le scuole, strette tra le spese necessarie per rispondere alle richieste delle
famiglie e ai mancati finanziamenti».
Più veloci di Eurostoxx
( da "Borsa e Finanza"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ultimo mese le quotazioni sono
triplicate dopo che il 2008 si è chiuso con un utile netto di 49 milioni dopo
perdite su investimenti per 5 miliardi. Il titolo presenta un alfa elevato (il
secondo migliore dell'Eurostoxx a quota 0,846) ma le istituzioni finanziarie
irlandesi rimangono nell'occhio del ciclone sia a causa della crisi finanziaria
sia di quella immobiliare.
Wall Street Ingrana la
Quinta ( da "Borsa
e Finanza" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La variabile critica rimane infatti
la stabilizzazione del settore finanziario, mentre dati macroeconomici ancora
negativi non dovrebbero disturbare più di tanto. Il punto di minimo delle Borse
è probabilmente successivo alla fuoriuscita dalla fase acuta della crisi
finanziaria, ma precedente al punto di minimo dell'economia reale.
quale futuro per coleman?
( da "Tirreno, Il" del
10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è entrata in crisi e, dall'autunno
del 2007, è stata messa in liquidazione per grave crisi finanziaria e
produttiva; che la Bentek S.p.A. di Firenze (gruppo Calzoni) si era dichiarata
interessata all'acquisto; che al tavolo promosso dall'amministrazione
provinciale si era prospettata l'ipotesi concreta di riaprire l'attività a
ottobre 2008 (
conferenze su politica e
economia ( da "Tirreno,
Il" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi finanziaria,
individuandone le caratteristiche differenze e analogie con la crisi del 1929.
Poi il professor Giorgio Petracchi, docente di storia delle relazioni
internazionali all'università di Udine, che in due conferenze ha ben inquadrato
le molteplici condizioni che portarono nel 1989 alla caduta del muro di Berlino
e alla fine della "
intesa sanpaolo, sì ai
bonus ma dimezzati - andrea greco
( da "Repubblica, La"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: quasi metà del plafond totale �
per rafforzare il patrimonio eroso dalla crisi finanziaria. Il consiglio di
gestione, e quello di sorveglianza, chiamati a deliberare sui conti 2008, hanno
comunque espresso «l´apprezzamento al top management, per avere significativamente
rafforzato il posizionamento competitivo del gruppo».
Pratiche DI DEMOCRAZIA
( da "Manifesto, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la crisi finanziaria è
un'opportunità per sbarazzarsi dell'attuale sistema politico-economico e
disegnare una nuova architettura delle relazioni internazionali che sia
realmente inclusiva. Per lei è anche un rischio: di recente ha scritto che, se
non riusciremo ad approfittare di quest'occasione storica per dare forma a una
vera democrazia globale,
La sinistra spreca la
crisi Non raccoglie la sfida sulle regole e sul mercato
( da "Riformista, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Per alcuni la difesa della
democrazia finanziaria non deve essere messa in imbarazzo dal fatto che la
terza via sia stata messa ko dallo scoppio della crisi finanziaria. Una
settimana fa Giavazzi ha scritto che l'America sta lavorando sulla leva
finanziaria, mentre l'Europa, più arretrata, si concentra sulla questione della
fissazione delle regole.
Ap: basta con le news
gratis ( da "Riformista,
Il" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Con la crisi finanziaria, in Inghilterra,
ad esempio, diversi editori hanno dovuto licenziare blocchi di giornalisti,
mentre i giornali locali hanno registrato un crollo di pubblicità. E negli Usa
va ancora peggio. Il gruppo Tribune, di Chicago Tribune e Los Angeles Times, ha
già dichiarato bancarotta.
Crisi 2009, il Sud crolla
meno del Nord ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Banche Imprese del 1Ú trimestre
Crisi 2009, il Sud crolla meno del Nord BARI «Gli effetti recessivi della crisi
finanziaria internazionale sull'economia reale non accennano a esaurirsi.
Soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro mentre dopo il crollo
registrato nell'ultimo trimestre 2008, nel Mezzogiorno la diminuzione è meno
sostenuta di quella registrata nel resto del Paese»
Se la Cina chiamasse Obama
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: epoca della crisi finanziaria
asiatica del 1997-98. Nulla di tutto questo può essere cambiato repentinamente,
insiste il Governatore: «Anche se gli Stati Uniti non possono sostenere uno
schema di crescita basato su consumi elevati e risparmi ridotti, non è proprio
questo il momento adatto per aumentare il loro tasso di risparmio».
Manovra record per Tokyo
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: I mercati finanziari hanno reagito
in modo ambivalente alle anticipazioni sulla maximanovra. La Borsa ha
guadagnato il 3,7%, spronata anche da un recupero a sorpresa degli ordini di
macchinari industriali (+1,4% a febbraio su gennaio) e dalla decisione di
istituire un nuovo ente pubblico per l'acquisto diretto di azioni.
Quei segnali deboli tra
carta e lamiera ( da "Sole
24 Ore, Il" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: guardare al dipanarsi di questa
matassa imbrogliata è quello di seguire il ruolo della carta e della lamiera,
della parte finanziaria e della parte reale dell'economia. Questa crisi è
iniziata come crisi della carta, di un'economia finanziaria che giocava con
strumenti nuovi e insicuri, fino a che questi giocattoli non gli sono scoppiati
in faccia (è successo altre volte nella storia).
MILANO - Italia: la realtà
è migliore di quanto si pensi . E...
( da "Messaggero, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: della macroeconomia del paese e
della sua stabilità finanziaria». Sono «tra le meno indebitate dell'Eurozona -
solo il 20% ha un debito di qualche natura - e le loro finanze hanno dato prova
di gran robustezza» davanti alla crisi. Quanto al nostro sistema finanziario, è
vero, dice Goldman Sachs «che le banche italiane sono esposte verso l'est
Europa, soprattutto Intesa e Unicredit»
Nazionalizzazioni a
Berlino Parte l'offerta di Stato su Hypo
( da "Corriere della Sera"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Due diversi epiloghi ad altrettanti
casi di crisi finanziaria. Quella più grave riguarda senza dubbio la tedesca
Hypo Real Estate, istituto di credito specializzato nei mutui immobiliari. Non
sono bastate le garanzie statali per 102 miliardi di euro già ottenute: ora il
Governo tedesco ha deciso di lanciare un'offerta pubblica di acquisto su Hypo
Re.
Camfin verso l'aumento,
corre il titolo ( da "Corriere
della Sera" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari data:
10/04/2009 - pag: 37 Il caso a Milano/1 Camfin verso l'aumento, corre il titolo
(g.fer.) Camfin si appresta ad aumentare il capitale? L'indiscrezione, che ha
fatto correre il titolo a Piazza Affari (ha chiuso con un prezzo di riferimento
di 0,24 euro, in crescita del 3% rispetto alla vigilia) è stata parzialmente
confermata dalla società,
McDonald's in Francia si
affida a Autogrill ( da "Corriere
della Sera" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari data:
10/04/2009 - pag: 37 Il caso a Milano/2 McDonald's in Francia si affida a
Autogrill (g.fer.) I fast food della McDonald's entrano nelle aree di servizio
gestite da Autogrill sulle autostrade francesi. Un accordo di partnership
esclusiva è stato infatti siglato ieri dalle due società e Piazza Affari ha
immediatamente premiato l'
Caisse des Dépôts, primo
rosso della storia ( da "Sole
24 Ore, Il" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di crisi finanziaria, la CdC ha
registrato la prima perdita della sua storia. Non ci sono asset tossici o buchi
derivanti da contropartite finanziarie con Lehman Brothers, nulla di tutto
questo. C'è solo un impegno senza precedenti al fianco dello Stato nel ruolo di
pompiere anti-crisi e delle minusvalenze derivanti dal crollo dei mercati
azionari:
Indici ancora su, vola StM
( da "Corriere della Sera"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari data:
10/04/2009 - pag: 37 La Giornata in Borsa Indici ancora su, vola StM di Giacomo
Ferrari Pirelli Real Estate All'indomani del riassetto di vertice Pirelli Real
Estate guadagna l'11,45% Alla vigilia del lungo ponte pasquale (la Borsa
resterà chiusa da oggi a lunedì compreso) i rialzi continuano a dominare la
scena.
Via Crucis sul ponte
Calatrava
Argomenti:
Crisi
Abstract: 12 Via Crucis sul ponte Calatrava
«emblema di modernità» di GIUSEPPE ADRIANO ROSSI LA CRISI finanziaria ed
economica è stata il leit motiv dell'omelia che il Vescovo Adriano ha
pronunciato ieri mattina in Cattedrale durante la Messa crismale, concelebrata
dai vescovi Lorenzo Ghizzoni e Paolo Gibertini e da tantissimi sacerdoti
diocesani.
Piccoli azionisti, vertice
sulla crisi finanziaria ( da "Resto
del Carlino, Il (Ferrara)" del
10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: vertice sulla crisi finanziaria
CENTO IN CITTA' DA TUTTA ITALIA CENTO capitale dei piccoli azionisti, almeno
per un giorno. Venerdì 24 aprile, infatti, convergeranno sulla città del
Guercino svariate decine di rappresentanti delle associazioni che raggruppano i
piccoli soci, i soci di minoranza, delle grandi società quotate (soprattutto
banche)
Acer, la batteria che
rinnova il pc ( da "Italia
Oggi" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: brand del gruppo che prima della
crisi finanziaria ha concluso l'integrazione dei marchi acquisiti nel 2007 con
Gateway che ha portato in dote Packard Bell, e e-Machines. La pioggia di nuovi
modelli di computer è arrivata ieri in una spettacolare convention-show alla
stazione marittima di Amsterdam, terza e ultima tappa di un tour mondiale che
ha portato i vertici Acer in tre giorni,
Ias 39 in stand-by fino al
22 aprile ( da "Italia
Oggi" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: obiettivo di congelare le perdite
conseguenti all'esplosione della crisi finanziaria. Da quel momento i due
standard setter avevano rafforzato i progetti di convergenza fra Ifrs e Us Gaap
tanto da ipotizzare, fatto davvero storico, la redazione di un principio
contabile comune in grado di pensionare proprio lo Ias 39 e lo Sfas 133.
Per "Repubblica"
l'immigrazione clandestina è peccato veniale.
( da "Giornale.it, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che nella crisi finanziaria inizia
a vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo
Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia
risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e
costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie
responsabilità questo può essere positivo»
la lega: case ater solo ai
cittadini veneti ( da "Mattino
di Padova, Il" del 10-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Crisi
Abstract: in un momento di crisi finanziaria»
spiega Gobbo «Con quei soldi si potranno dare incentivi fino a 30 mila euro
alle giovani coppie al fine di realizzare 20 mila nuove dimore - o anche per il
semplice acquisto, come sostiene Bottacin -; inoltre si potrebbe aprire un
fondo per coloro che intendono investire nella manutenzione della casa,
bazar di arti magiche
( da "Stile.it" del
10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: a questo singolare store sono stati
anche coloro che auspicavano la fine della crisi finanziaria? certo, gli Stati
Uniti sono stati colpiti per primi dal tracollo finanziario, ma arrivare a
pensare che una pozione possa risolvere le incertezze del mondo, è davvero
illogico! Cosa non si fa per credere che i mali della vita possano essere
scacciati con un colpo di bacchetta magica.
Hypo Real Estate L'Opa di
Berlino ( da "Stampa,
La" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: l'istituto di credito immobiliare
diventato in Germania il simbolo della crisi finanziaria. Se governo e banche
private non le avessero messo a disposizione aiuti e garanzie per 102 miliardi,
oggi Hypo Real Estate non esisterebbe più. Uno scenario dagli effetti
catastrofici per l'intero sistema finanziario tedesco.
POTENZA, "L'EUROPA
INDISPENSABILE" IL LIBRO DI PITTELLA
( da "Basilicanet.it"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La grave crisi finanziaria,
economica e sociale che ha investito gli Stati Uniti e ha contagiato il resto
del mondo dimostra l'indispensabilità dell'Europa. Dell'Unione europea,
un'organizzazione istituzionale, economica e - non ancora abbastanza -
politica, che oltre sessantenni fa grandi uomini avevano già immaginato.
BERLUSCONI TRASFORMA LA
TRAGEDIA IN VANTAGGIO POLITICO - COREA DEL NORD: LA RICOMPARSA DI KIM JONG-IL -
L'IRAN INAUGURA UNA FABBRICA PER IL COMBUSTIBILE NUCLEARE USA: SEGNI DI RI
( da "Dagospia.com" del
10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: In primo piano la vicenda dei
sequestri dei manager delle aziende in crisi, divenuti sempre più frequenti
nelle ultime settimane. Il quotidiano dà la parola ai dirigenti delle aziende
che devono far fronte all'inasprimento della lotta sindacale dei lavoratori
sempre più esasperati dalla crisi finanziaria internazionale.
Il mercato: supereranno
gli stress test ">Banche,Geithner a rapporto da Obama Il mercato:
supereranno gli stress test pag.1
( da "Affari Italiani (Online)"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in questo caso si tratta di un
aumento provocato da una situazione complessiva in cui le aziende non trovano
altre forme di finanziamento a causa della crisi finanziaria di derivazione
internazionale. Intanto oggi in serata saranno resi noti i dettagli della nuova
manovra di rilancio dell`economia da oltre 150 miliardi di dollari voluta dal
premier Taro Aso. < < pagina precedente
CINA/ DOPO SCANDALO,
AZIENDE LATTE CHIEDONO AIUTO AL GOVERNO
( da "Wall Street Italia"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ha affermato che il persistere
delle paure legate allo scandalo, la concorrenza dei marchi stranieri e la
crisi finanziaria, hanno obbligato l'associazione a chiedere aiuti finanziari
al governo. L'appello chiede al governo di acquistare un terzo del latte in
polvere in eccesso e donarlo alle persone colpite da disastri naturali e ai
bimbi negli orfanotrofi.
KAZAKISTAN/ PRESIDENTE:
NON CHIEDEREMO PRESTITI AL FMI ( da "Wall
Street Italia" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la grave crisi finanziaria, non
intende chiedere aiuto al Fondo monetario internazionale (Fmi) o alla Banca
mondiale. L'ha detto oggi il presidente Nursultan Nazarbaev, secondo l'agenzia
di stampa Kazakhstan Today. Il paese centro-asiatico "non ha richiesto
prestiti: né al Fondo monetario né alla Banca mondiale: per risolvere i
problemi continueremo a lavorare in questa direzione"
La crisi non frena gli
investimenti ( da "Denaro,
Il" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi non frena gli investimenti
Export: nel 2008 più 20%. Partenariato strategico con la Banca Mondiale La
Tunisia, in questo periodo di crisi finanziaria mondiale, avrà certamente dei
contraccolpi congiunturali, ma le recenti misure adottate dal presidente Ben
Ali in favore delle imprese più esposte mostrano in maniera eloquente le
capacità di adattamento del paese e le sue capacità
Cooperazione avviata con
il governo brasiliano ( da "Denaro,
Il" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria e Lula da Silva
ha chiesto una "riforma urgente" delle istituzioni finanziarie
internazionali. "I progressi che i nostri Paesi hanno fatto sono a
rischio. La crisi finanziaria globale può colpire i Paesi in via di sviluppo in
modo particolarmente duro - ha detto il presidente - L'attuale crisi ci
dimostra che le istituzioni finanziarie internazionali hanno bisogno,
Chrysler: stallo fra
Tesoro e banche - A Buffett uno schiaffo dalla sua Moody's - BUSINESS WEEK
SCOPRE L'ENI DI SCARONI - BERNABE' (TELECOM): "PER AFFRONTARE PROSSIMI
ANNI GUARDARE ( da "Dagospia.com"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: tratta di un aumento provocato da
una situazione complessiva in cui le aziende non trovano altre forme di
finanziamento a causa della crisi finanziaria di derivazione internazionale.
Intanto oggi in serata saranno resi noti i dettagli della nuova manovra di
rilancio dell`economia da oltre 150 miliardi di dollari voluta dal premier Taro
Aso. 2 - Gm- Chrysler, 7mln ad advisor Usa.
BARCOLLO MA NON MOLLO
INTESA SAN PAOLO DIMEZZA I BONUS MA LI MANTIENE: 5.5 MLN PER GLI ALTI DIRIGENTI
DI CUI 750MILA PER PASSERA e 625MILA PER MICHELI - utile netto 2008 a
( da "Dagospia.com" del
10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: quasi metà del plafond totale - per
rafforzare il patrimonio eroso dalla crisi finanziaria. Il consiglio di gestione,
e quello di sorveglianza, chiamati a deliberare sui conti 2008, hanno comunque
espresso «l´apprezzamento al top management, per avere significativamente
rafforzato il posizionamento competitivo del gruppo».
Cina/ Dopo scandalo,
aziende latte chiedono aiuto al governo
( da "Virgilio Notizie"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ha affermato che il persistere
delle paure legate allo scandalo, la concorrenza dei marchi stranieri e la
crisi finanziaria, hanno obbligato l'associazione a chiedere aiuti finanziari
al governo. L'appello chiede al governo di acquistare un terzo del latte in
polvere in eccesso e donarlo alle persone colpite da disastri naturali e ai
bimbi negli orfanotrofi.
In riva al lago si
rafforza la sinergia tra hockey e turismo
( da "Gazzettino, Il (Belluno)"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: gli albergatori si sono fatti
promotori di un'importante iniziativa, ovvero convincere con maggiore decisione
il turista a frequentare il palazzo del ghiaccio. Anziché rimanere nei bar e
nelle hall delle strutture ricettive, come accaduto in questi ultimi anni
quando la crisi finanziaria era una parola sconosciuta ai più».
Fra gli irriducibili c'è
Scaglia Il presidente deve pagare per i suoi errori
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: con la società già in crisi
finanziaria, ha fatto firmare quattro nuovi giocatori con la sola conseguenza
di lasciare fuori rosa altri quattro che di fatto continua a pagare. Non
sarebbe stato preferibile puntare sui giovani del vivaio che avrebbero permesso
di abbassare i costi e nello stesso tempo di mettersi in vetrina con buone
prospettive di vendita a giugno?
Valle Telesina: Taburno:
Vitulano si candida come sede ( da "Sannio
Online, Il" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sostenibili in un momento di forte
crisi finanziaria e di sfiducia nella politica. Alla opportunità politica della
ubicazione della sede in un immobile di sua proprietà si aggiunge per la
comunità montana la doverosità di tale opzione in un?ottica di correttezza
amministrativa e di autoresponsabilità rispetto a scelte passate che hanno
pesantemente inciso sul territorio di questo comune.
OLIMPIADI: A LONDRA PER
SALVARE VILLAGGIO SI PUNTA SU BEI
( da "KataWebFinanza"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dopo che la crisi finanziaria ha
mandato in fumo le iniziative degli investitori provati. A scriverlo e' il
"Guardian", secondo il quale la Bei, la Banca europea per gli Investimenti,
ha gia' detto si' a una richiesta di prestiti per 225 milioni di sterline,
mentre il governo britannico dovra' contribuire, direttamente o indirettamente,
Bankitalia: prosegue la
recessione, ma ci sono segnali di rallentamento
( da "Rai News 24" del
10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: gli effetti della crisi finanziaria
sull'economia si stanno manifestando con virulenza". Anche qui tuttavia
"alcuni dati più recenti la cui significatività e tenuta andranno valutate
nelle prossime settimane, suggeriscono un possibile rallentamento della caduta
produttiva negli Stati Uniti, in particolare con riferimento al mercato
immobiliare e ai consumi"
Bankitalia: crisi
virulenta, ma negli Usa si scorgono primi segnali positivi
( da "BlueTG online"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi virulenta, ma negli Usa si
scorgono primi segnali positivi 10-04-2009 17:03 - Gli effetti della crisi
finanziaria mondiale sull'economia reale "si stanno manifestando con
virulenza". La forte riduzione del valore della ricchezza, il
rallentamento del credito, la contrazione della fiducia dei consumatori e delle
imprese "
Bid, il 14 aprile a
Washington conferenza donatori per Haiti
( da "Velino.it, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dura fase di recessione economica
che lo scorso anno fu causa di una serie di disturbi interni, con scontri anche
mortali, e a un avvicendamento nella guida del governo. A inizio anno il
presidente della Repubblica René Preval ha pronosticato un peggioramento della
situazione economica, come inevitabile conseguenza della crisi finanziaria
internazionale. (red/fae) 10 apr 2009 10:13
Rallenta il turismo
internazionale in Repubblica Dominicana
( da "TTG Italia Online"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il principale motivo della frenata
è da imputarsi alla crisi finanziaria in atto negli Stati Uniti, che ha portato
ad un calo di arrivi turistici del 6,5% a febbraio 2009 rispetto allo stesso
mese del
Olimpiadi di Londra:
prestito della Bei per finanziare i progetti
( da "TTG Italia Online"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dopo che la crisi finanziaria ha
mandato in fumo le iniziative degli investitori provati. A scriverlo è il
Guardian, secondo il quale la Bei, la Banca europea per gli Investimenti, ha
già detto sì a una richiesta di prestiti per 225 milioni di sterline, mentre il
governo britannico dovrà contribuire, direttamente o indirettamente,
Bankitalia:
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria, si legge nel
documento, «si ripercuote sull'economia mondiale generando, attraverso il calo
della ricchezza e della disponibilità di credito e il deterioramento del clima
di fiducia di consumatori e imprese, una contrazione del prodotto nelle
economie avanzatè».
Olimpiadi: A Londra per
salvare Villaggio si punta su Bei
( da "KataWeb News" del
10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dopo che la crisi finanziaria ha
mandato in fumo le iniziative degli investitori provati. A scriverlo è il
"Guardian", secondo il quale la Bei, la Banca europea per gli
Investimenti, ha già detto sì a una richiesta di prestiti per 225 milioni di
sterline, mentre il governo britannico dovrà contribuire, direttamente o
indirettamente,
## Asean/ Crisi economica
dominerà vertice in Thailandia ( da "Virgilio
Notizie" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dopo la crisi finanziaria del
1997/98- si legge nel rapporto- ma la regione si trova oggi in una migliore
posizione per far fronte alla crisi attuale". Secondo Jong-Wha Lee, capo
economista presso la Banca, "nel breve termine le previsioni per la
regione sono tetre, poiché l'impatto della seria recessione nelle economie
industrializzate si sta trasmettendo alle economie emergenti"
## ASEAN/ CRISI ECONOMICA
DOMINERÀ VERTICE IN THAILANDIA ( da "Wall
Street Italia" del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dopo la crisi finanziaria del
1997/98- si legge nel rapporto- ma la regione si trova oggi in una migliore
posizione per far fronte alla crisi attuale". Secondo Jong-Wha Lee, capo
economista presso la Banca, "nel breve termine le previsioni per la
regione sono tetre, poiché l'impatto della seria recessione nelle economie
industrializzate si sta trasmettendo alle economie emergenti"
BANKITALIA/ CRISI
VIRULENTA, MA SEGNALI RALLENTAMENTO RECESSIONE
( da "Wall Street Italia"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Bankitalia/ Crisi virulenta, ma
segnali rallentamento recessione di Apcom Non si prefigura arresto caduta
produttiva -->Roma, 10 apr. (Apcom) - Gli effetti della crisi finanziaria
mondiale sull'economia reale si stanno manifestando con "virulenza",
ma s'intravedono alcuni segnali di "allentamento" della forza della
recessione.
Bankitalia: "Pil
cala, ma la recessione rallenta"
( da "Giornale.it, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La situazione italiana si inserisce
in un quadro globale dove "gli effetti della crisi finanziaria
sull?economia si stanno manifestando con virulenza". Anche qui tuttavia
"alcuni dati più recenti - scrive la Banca d?Italia - la cui
significatività e tenuta andranno valutate nelle prossime settimane,
suggeriscono un possibile rallentamento della caduta produttiva negli Stati
Uniti,
Bankitalia: dalla crisi
economica effetti virulenti ma si vedono i primi segnali di miglioramento
( da "Soldionline" del
10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Gli effetti della crisi finanziaria
mondiale sull'economia reale si stanno manifestando con virulenza''.
Bankitalia, nel bollettino economico, sottolinea che ''la forte riduzione del
valore della ricchezza, il rallentamento del credito, la contrazione della
fiducia dei consumatori e delle imprese frenano la domanda e la produzione
nelle economie avanzate,
Faenza: Giampiero Zama
nuovo presidente di Cna ( da "RomagnaOggi.it"
del 10-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi è preoccupante - ha detto
- per l'intrecciarsi della crisi finanziaria con quella di alcuni ambiti
produttivi, esistono tuttavia settori che investono e sviluppano nuove
iniziative". "Come banca locale - ha continuato - siamo nati per dare
sostegno e accesso al credito per le piccole imprese e vogliamo confermare il
nostro impegno in tal senso"
( da "AreaPress" del
10-04-2009)
Argomenti: Crisi
pubblicato il
10/04/2009 - Lingua: ITALIANO A cura di: Comunica con Simonetta - Tratto da:
3Com Corporation LA CREAZIONE DEL VALORE ALLOMBRA DELLA CRISI Le
soluzioni 3Com consentono di pianificare per il futuro per ottenere un
vantaggio sulla concorrenza La diffusione dellattuale crisi
finanziaria nella main economy agita lo spettro di una recessione
globale. La reazione delle aziende è quella di correre ai ripari per anticipare
la tempesta. A volte, però, le reazioni automatiche non rappresentano la soluzione
migliore. Le aziende che hanno risposto alle precedenti recessioni con un
taglio degli investimenti e una riduzione del personale, si sono ritrovate a
non essere più in grado di rispondere alla ripresa economica. 3Com, società
leader a livello mondiale nella fornitura di soluzioni di networking, è
convinta che soltanto le imprese più coraggiose potranno trarre vantaggio da
una fase di stasi congiunturale che permetta loro di investire, riattrezzare e
riorganizzare per emergere più forti in un futuro. Ad ottobre, Gartner -
società di ricerca e analisi nel settore Ict - ha asserito che, nonostante la
riduzione nella crescita globale dei consumi, una recessione nella spesa IT è
improbabile, ribadendo che il settore è rimasto fondamentalmente forte. Si
potrebbe sostenere che
ritardare gli investimenti in IT e networking fino a una ripresa sia la mossa
più logica in questa fase di incertezza, ma le imprese potrebbero
e dovrebbero vedere questo periodo come unopportunità
afferma Edoardo Accenti, Sales Manager 3Com Italia. Collegare la catena di valore Linfrastruttura
di rete rappresenta oggi il sistema nervoso centrale per le imprese. Molto è
cambiato nel corso dello scorso decennio. Il network aziendale oggi connette
non solo il suo software e hardware, ma anche il suo heartware impiegati,
clienti, partner, distributori, stakeholder. In tal modo, il network diventa la
catena di valore propria dellazienda. Creazione del valore del network
Concepire linfrastruttura di rete come il sistema nervoso centrale dellazienda
può creare un nuovo paradigma: il network non è più un costo, ma un cruciale
creatore di valore spiega Accenti. Le aziende stanno scoprendo i
vantaggi economici di far convergere i loro vari sistemi di comunicazione in
una singola
infrastruttura di rete. Stanno schierando telefonia e video IP nei loro
network, risparmiando così i costi di mantenimento per due infrastrutture di
network separate. Altri stanno schierando video su IP come spina dorsale per i
loro sistemi di sorveglianza di sicurezza. Un network, molti
servizi è diventato il nuovo leit motiv. La razionalizzazione delle
licenze, ossia assicurare che il cliente paghi solo ciò che usa, è una mossa
altrettanto saggia quanto consolidare le applicazioni su un numero ridotto di piattaforme, vale a dire più
applicazioni simili che girano su una singola piattaforma server, anziché su
server indipendenti con unapplicazione su ognuno di questi. Esiste
anche una tendenza crescente dei produttori a realizzare prodotti di networking più ecocompatibili.
David Law di 3Com è Presidente dellIEEE 802.3 Ethernet Working Group,
attualmente impegnato nella definizione di uno standard di interoperabilità che
consenta ad ambedue le terminazioni di un link di modificare in maniera
dinamica lampiezza
del link stesso in funzione del traffico. Il sistema definito Rapid PHY
Selection (RPS) ha lo scopo di ridurre l'ampiezza del link nel momento in cui
questo non viene utilizzato completamente. Si stima che solo negli Stati Uniti
si potrebbero risparmiare
5 TWh di energia allanno grazie alladozione universale
del sistema RPS. Per ridurre i consumi energetici della rete, inoltre, i
responsabili IT dovrebbero sfruttare le nuove tecnologie al silicone a ridotto
consumo energetico, e una maggiore densità delle porte nei dispositivi di switching.
Sostituendo due switch a 24 porte con uno a 48 porte, per esempio, si possono
ottenere risparmi significativi sui costi di esercizio e, nello stesso tempo,
prestazioni migliori. Un altro ambito importante in cui poter ridurre i costi è
rappresentato dal consolidamento di applicazioni per laccelerazione
WAN, la sicurezza, ecc. nella rete, anziché su appliance autonome. Una gamma
ricca e diversificata di applicazioni e servizi può essere gestita senza
soluzione di
continuità allinterno dellinfrastruttura di rete.
Attraverso la stretta integrazione di applicazioni e servizi allinterno
dellinfrastruttura di rete, per esempio, la tecnologia OSN di 3Com offre
flessibilità, visibilità e controllo impareggiabili del traffico di rete e delle
prestazioni applicative, generando nello stesso tempo un risparmio sui costi.
Oltre il risparmio dei costi Tempi incerti come questi invitano a una riesamina
critica del portafoglio di investimenti. Gli investimenti in IT non saranno
esclusi. Ma ridurre i costi, non può tradursi semplicemente in una riduzione
dei costi o nellacquisizione di alternative più economiche.
Ad esempio, le aziende possono risparmiare trasformando il proprio network in
uno più grande e ridondante. Acquisendo switch addizionali con lo stesso budget, è possibile
creare un network ridondante e assicurare operazioni ininterrotte per le
attività aziendali. Un altro importante aspetto degli investimenti in IT è la
protezione a lungo termine degli investimenti, che spesso sono relativi alle
questioni di sistemi aperti e standard. La maggior parte delle soluzioni per
network oggi sono aperte, ma si può sostenere che alcune sono più aperte di
altre. Uninfrastruttura di rete che crea problemi di interoperatività non può essere considerata aperta e
non rappresenta un investimento totalmente protetto. Unarchitettura
di rete totalmente aperta deve consentire e supportare soluzioni di terze
parti, così come lo sviluppo di sistemi aperti plug-in. La protezione
dellinvestimento
deve anche includere infrastrutture del network a prova di futuro per
supportare servizi nuovi ed emergenti. Di nuovo, il pieno supporto degli
standard industriali, così come il coinvolgimento attivo del cliente nello
sviluppo di questi standard, sarà cruciale per proteggere gli investimenti a
lungo termine. Informazioni su 3Com Corporation 3Com Corporation (NASDAQ:COMS)
è una società leader a livello mondiale nella fornitura di soluzioni di
networking per reti voce e dati sicure e convergenti per aziende di tutte le
dimensioni. 3Com offre una vasta gamma di prodotti innovativi, supportati da un
eccezionale servizio di vendita, assistenza e supporto che si distingue
apportando valore aggiunto ai propri clienti. Grazie alla divisione
TippingPoint, 3Com è annoverata come società leader nella fornitura di sistemi
network-based di prevenzione delle intrusioni, in grado di garantire una
protezione completa per le applicazioni, linfrastruttura e le
prestazioni. 3Com è proprietaria di H3C Technologies Co., Limited (H3C), fornitore di
prodotti per l infrastruttura di rete con sede in Cina.
H3C sviluppa e produce soluzioni innovative ed è ben radicata in uno dei
mercati più dinamici del mondo. Per ulteriori informazioni, visitare il sito
Web allindirizzo www.3com.it
o la sezione Ufficio Stampa www.3com.it/pressbox. Per Informazioni: Comunica
con Simonetta Simonetta Palmieri palmieri@comunicaconsimonetta.it Tel 02
36515574 www.comunicaconsimonetta.it
( da "KataWeb News"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il mattone..
Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 —
Autore: babelick — 97 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e
sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al
quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana
presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di
carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara,
asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel
giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito,
anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare
soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra
niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire
l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù
politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare,
piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede
che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse
Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose,
troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le
cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom
edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia
un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro
Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa
aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto
l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il
governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica
fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un
tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente,
non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello
psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene,
ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango
delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4
ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro
la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito
«l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea
per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il
sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e
«in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se
l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia
spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi
profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal
governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom
economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi
esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi
dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e
immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini
l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno
presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero
dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli d'identità
di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una «quota» minima
mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo
milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per la Spagna di 46
milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha
cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre
prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da
( da "Italia Oggi (MarketingOggi)"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
ItaliaOggi Numero
085 pag. 17 del 10/4/2009 | Indietro Acer, la batteria che
rinnova il pc MARKETING OGGI Di da Amsterdam Simonetta Scarane Ad Amsterdam la
convention del gruppo. Cambia veste anche il marchio Packard Bell Doppia
durata, 10 ore. Lanci: nuovo impulso per i portatili Una batteria di lunga vita
firmata Acer rivoluziona il mercato dei computer portatili. In tempi di crisi come questi il gruppo Acer, terzo produttore mondiale
di computer, guidato da Gianfranco Lanci, investe sull'innovazione e la
creatività, e moltiplica i prodotti dai pc agli smartphone, agli all-in-one, in
vista dell'arrivo della Iptv (la tv su protocollo Internet) per soddisfare
tutti i segmenti di mercato e di target. E ha ridefinito l'identità del marchio
Packard Bell in versione fashion victim. Saranno 3 miliardi di persone connesse
a breve, secondo Lanci, e Acer intensifica la strategia del multiprodotto
frutto del lavoro della multibrand strategy che ha occupato il gruppo di Taiwan
per oltre un anno. Il risultato si traduce in una valanga di novità per tutti i
brand del gruppo che prima della crisi finanziaria ha
concluso l'integrazione dei marchi acquisiti nel 2007 con Gateway che ha
portato in dote Packard Bell, e e-Machines. La pioggia di nuovi modelli di
computer è arrivata ieri in una spettacolare convention-show alla stazione
marittima di Amsterdam, terza e ultima tappa di un tour mondiale che ha portato
i vertici Acer in tre giorni, a raffica, prima negli Usa, a New York
martedì, poi in Cina, a Pechino mercoledì, e ieri in Olanda per il lancio
mondiale dei nuovi prodotti. In testa alle molteplici novità c'è quella che
riguarda la durata delle batterie per i computer portatili che la ricerca Acer
è riuscita a raddoppiare arrivando a portarla a un'autonomia di circa dieci
ore. Frutto della ricerca spinta del gruppo, che in questo campo diventa un
precursore. Il raddoppio della durata della batteria per i portatili si
annuncia come «una rivoluzione nell'industria del mobile computing», ha
sottolineato Lanci, «e segna una svolta epocale destinata a imprimere un nuovo
impulso allo sviluppo del mercato dei portatili, per i quali abbiamo stimato
uno spazio di crescita intorno al 35% come unità vendute nel mercato globale».
Acer ha archiviato il 2008 con un fatturato di12,8 miliardi di euro. E aggiunge
Gianpiero Morbello, vice president marketing & brand di Acer Group, «la
nostra visione del mercato per il secondo trimestre 2009, ci vede in calo di
vendite per il desktop tra il 5 e il 10%, in unità vendute, non come valore,
meno della metà della media di mercato che si aggirerà intorno al -20%. In
totale stimiamo che l'aumento delle vendite, calcolando anche i portatili, in
crescita del 35%, si attesterà intorno al +25%». La pila dalla lunga vita
caratterizza la novità di prodotto in casa Acer che moltiplica i computer della
linea Aspire: il nuovo notebook con la pila garantita dieci ore si chiama
Timeline ed è sottile come fosse una pelle, oltre che confortevole dal punto di
vista termico perché, altra innovazione, utilizza una tecnologia nuova per il
raffreddamento mutuata dalle turbine delle stazioni del gas, come ha spiegato
Antonello Fornara, direttore area prodotti per Europa, Medio Oriente e Africa.
Aspire Timeline è un concentrato di innovazione, carta sulla quale il gruppo
multinazionale, che conta il primato di vendite di pc portatili in Europa,
Medio Oriente e Africa, sta accelerando con la convinzione dichiarata che per
guadagnare l'uscita dal tunnel della crisi finanziaria
in atto serva lavorare sull'innovazione, l'innovazione e ancora l'innovazione,
restando flessibili e snelli. Al riguardo Lanci ha fatto sapere che Acer group
(6 mila addetti, in 70 paesi, e presente in 90 mila retail store) ha aperto un
nuovo centro di ricerca in Cina a Shanghai. «In Cina è vero che si sono ridotti
i consumi ma per i computer ci sono ancora tassi di crescita interessanti, e anche
negli Usa», ha rivelato Morbello ieri ad Amsterdam proveniente da Pechino.
L'innovazione e la creatività sono i due fattori che hanno portato una
rivoluzione anche nel brand Packard Bell, per il quale è stata ridefinita
l'identità, colorata di rosso «puredesire». E che da ieri ha un logo nuovo di
zecca, rosso fuoco, glossy come un rossetto, e conta due nuovi computer, nei
segmenti notebook, Easynote Butterfly e netbook, battezzato dot, piccolo come
un'agenda da borsa, ambedue attraenti e trendy come i prodotti fashion e di
design. Tanto che la linea Easynote di Packard Bell conta anche un nuovo
modello TR 85 frutto della collaborazione con Pininfarina, designer della
Ferrari della quale il gruppo Acer è sponsor. «Nessun ridimensionamento per le
sponsorizzazioni, pilastro del marketing. Per le olimpiadi di Vancouver nel
2010 e di Londra nel 2012 stiamo già lavorando da un anno», ha dichiarato
Morbello, che torna a parlare di come va affrontata la crisi
in atto «non galleggiare ma aggredirla in maniera creativa investendo sulla
multibrand strategy per uscirne ancora più forti». «Il nostro obiettivo» ha
concluso «è soddisfare bisogni vendendo prodotti e servizi, oggetti innovativi,
iper-tecnologici, commodity capaci di rappresentare il proprio mondo e stile di
vita. Non semplicemente vendere prodotti e servizi. C'è un'enorme differenza
tra questi due concetti».
( da "Giornale di Brescia"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Edizione: 10/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:la città Ascomfidi, Dolci dopo Orsatti Il
grazie dell'Associazione commercianti al presidente in carica da ventotto anni
Cambio al vertice nella fondazione della cooperativa confidi che conta 3.100
soci Scambio di auguri tra lo storico presidente Antonio Orsatti e il nuovo
Luigi Dolci Cambio della guardia ad Ascomfidi: ad Antonio Orsatti, storico
presidente dal 1981 e vicepresidente vicario di Ascom, subentra Luigi Dolci,
consigliere Ascomfidi dal 1999. Titolare dell'omonima ditta storica di
ferramenta di via S. Faustino in città, recentemente trasferitosi a Roncadelle,
46 anni, coniugato con una figlia, Luigi Dolci è presidente dell'Ente
bilaterale del commercio e servizi di Brescia e presidente del sindacato
ferramenta di Ascom. Il nuovo Consiglio di amministrazione di Ascomfidi è
composto dal presidente Luigi Dolci, dal vicepresidente Vittorio Bozza e dai
consiglieri Franco Begni, Alberto Sante Brugnolo, Giuseppe Calvagna, Elena
Maffizzoli, Carlo Massoletti, Antonio Orsatti, Giovanni Provezza. Paola Fanchin
è il segretario. Il Collegio dei revisori dei conti è formato dal presidente
Ernesto Stefanutti e da Marco Giffoni e Gianluigi Landi. Per ringraziare
Orsatti - che ha recentemente comunicato le dimissioni dall'incarico per motivi
di salute - dell'attività profusa, è stata organizzata una festa alla presenza
di tutti gli amministratori e sindaci e personale dipendente della cooperativa
e dei rappresentanti dell'Ascom - il presidente onorario Raoul Porteri, il past
president Ferruccio Rossi Thielen e il direttore Fabrizio Mulas - nella sede di
via della Posta 9. Orsatti è stato presidente Ascomfidi dal 1981. Nel corso di
28 anni di amministrazione attenta ed oculata la cooperativa ha raggiunto
ottimi risultati: i soci sono 3.100, dalla costituzione sono stati erogati 135
milioni di euro, deliberate 5.000 pratiche, il patrimonio netto è di 2,3
milioni di euro, 27 le banche convenzionate, la percentuale di insolvenza è tra
le più basse tra i confidi lombardi. Lo scopo della cooperativa Ascomfidi è di
concedere garanzie alle imprese del terziario, così che possano ottenere
prestiti dalle banche a condizioni vantaggiose; inoltre interviene con gli enti
pubblici, in particolare la Camera di Commercio, perché le imprese socie
ottengano contributi a fondo perduto ad abbattimento dei tassi d'interesse. Il
neoeletto presidente Luigi Dolci ha premiato Orsatti con una targa e richiamato
il lavoro da lui svolto, sottolineando lo spirito combattivo ed il grande cuore
che lo hanno sempre contraddistinto. Da qui la soddisfazione per la
disponibilità a restare nell'organo amministrativo: sarà possibile usufruire
della sua grande esperienza e dei suoi preziosi suggerimenti. Dolci ha riassunto
le sfide che attendono la cooperativa: gli imprenditori stanno affrontando le
difficoltà legate alla grave crisi finanziaria
ed economica e sono alle prese con una stretta creditizia delle banche. Il
ruolo dei confidi come Ascomfidi, da anni presenti sul mercato, con una
conoscenza approfondita delle aziende e dei vari settori merceologici, con un
certo capitale accumulato, diventa sempre più importante per aiutare micro e
piccole aziende che necessitano di finanziamenti.
( da "Corriere delle Alpi"
del 10-04-2009)
Pubblicato anche in: (Tribuna
di Treviso, La)
Argomenti: Crisi
di Simonetta Zanetti
La Lega: case Ater solo ai cittadini veneti Controffensiva del Carroccio dopo
lo scontro di mercoledì sul decreto sicurezza Gobbo si dice preoccupato: «Nel
piano regalie a extracomunitari e abusivi» VENEZIA. Largo ai veneti. Sulla
vendita degli alloggi Ater la Lega lancia il suo piano casa. Prima che le
polemiche infuriate alla Camera sulla bocciatura del prolungamento della
detenzione dei clandestini nei Cie siano sopite, il Carroccio batte un colpo.
Non a caso. «Dopo quanto si è visto nei giorni scorsi, credo sia opportuno rivolgere
lo sguardo alle esigenze della nostra gente - interviene il segretario
regionale Gian Paolo Gobbo - anche sulla casa, come accaduto sulla sicurezza,
la Lega rimane l'unica forza di governo davvero attenta ai bisogni della gente
veneta». La strategia sul tema è stata tracciata ieri pomeriggio a Padova, nel
corso di una riunione di gruppo. A parlare è proprio il segretario nazionale,
solitamente parco di parole. «Il provvedimento mi sta bene, ma mi sono
confrontato con i consiglieri regionali e ci sono alcuni punti che devono
essere corretti» sostiene Gobbo commentando il documento: «Tecnicamente il
piano è valido, ma ci sono alcuni passaggi che non mi convincono, a cominciare
dalle regalie previste per gli extracomunitari - precisa - è fondamentale introdurre
un criterio che assicuri un tetto, in primis, a chi ha cittadinanza italiana e
risiede in Veneto da almeno dieci anni». Il riferimento è al programma di
liquidazione degli alloggi Ater presentato la scorsa settimana dalla triade
Brunetta-Galan-Giorgetti e che prevede, entro fine ottobre, la messa in vendita
di 41 mila alloggi con un introito complessivo di 750 milioni di euro. «Leggo
nel documento che anche gli abusivi potranno comperare la casa che già
occupano, pur senza averne titolo: sono cioè coloro che hanno sfondato le porte
di appartamenti dove si sono introdotti illegalmente. Del resto, temo siamo di
fronte ad un nuovo "indulto", come quello dato dal voto alla Camera
contro il decreto Sicurezza del ministro Maroni». La Lega critica la mancanza
di confronto a monte del provvedimento: «Siamo sorpresi, oltre che perplessi su
parecchie cose, visto che sul tema non c'è stato dibattito all'interno della
maggioranza - sostiene Gianpaolo Bottacin, capogruppo in Consiglio regionale -
ad esempio non vediamo come sia possibile "regalare" 41 mila alloggi
per recuperarne al massimo
( da "Finanza e Mercati"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il
Mezzogiorno reagisce meglio alla crisi
finanziaria mondiale da Finanza&Mercati del 10-04-2009 Gli
effetti recessivi della crisi finanziaria internazionale
sull'economia reale non accennano ad esaurirsi, anche se in Italia qualche
segnale di tenuta arriva dai dati relativi alla fiducia dei consumatori. È quanto emerge dal rapporto
«Congiuntura Mezzogiorno» relativo al primo trimestre 2009, realizzato da Isae,
Obi e Srm per l'analisi della situazione congiunturale del settore
manifatturiero, delle costruzioni, del terziario innovativo e delle famiglie,
guardando ai dati relativi al Mezzogiorno e alle regioni che ne fanno parte in
relazione al quadro congiunturale nazionale. Complessivamente, spiega
l'indagine, l'indicatore di clima economico elaborato dalla Commissione europea
e riferito all'intera area Ue perde altri dodici punti, passando da
( da "Mattino di Padova, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
La messa del vescovo
Mattiazzo: «Pensiamo ai terremotati in Abruzzo e ai cittadini in difficoltà
economica» Nuovi poveri, pioggia di offerte «Contributi da sommare ai 300 mila
euro già stanziati» La messa crismale del giovedì santo che si è svolta in
cattedrale è un rito intenso. Sono benedetti gli oli del sacro crisma e quelli
per il battesimo, la cresima, l'ordinazione dei presbiteri e l'unzione degli
infermi. Un corteo di religiosi porta all'altare le grandi ampolle. Il vescovo
Antonio Mattiazzo che ha appena parlato ai fedeli siede su un grande scranno
bianco e oro. Sono vestiti di bianco gli 800 preti della diocesi e la chiesa
vibra dei canti di circa 1500 persone. Un altro evento importante è espresso
dall'invocazione vescovile: «A voi presbiteri che rinnovate in questa liturgia
le promesse sacerdotali chiedo: volete unirvi al Signore Gesù, modello del
nostro sacerdozio?». Questo è l'anno pastorale del bene comune, della
condivisione fraterna e il vescovo cita San Paolo, che organizzò la celebre
colletta in favore dei poveri di Gerusalemme, Fuori, si è abbattuta la crisi economica: molti hanno perso il lavoro, molti non
riescono ad arrivare alla fine del mese, molti anziani vivono il dramma della
solitudine. «Nella celebrazione eucaristica - dice Mattiazzo - noi esprimiamo
nella preghiera universale la condivisione delle necessità e delle sofferenze
del mondo. E oggi vogliamo ricordare e pregare in particolare per le
popolazioni dell'Abruzzo colpite dal grave e disastroso terremoto. A tutti loro
siamo vicini. Nella Santa Messa c'è sempre anche la presentazione delle offerte.
Proviamo a riscoprire e proporre il suo significato alla luce dell'insegnamento
di San Paolo con attenzione al bene soprattutto dei poveri e bisognosi. In
questa celebrazione siamo invitati a dare la nostra offerta per il Fondo di
Solidarietà istituito a favore di quanti soffrono a causa
della crisi
finanziaria ed economica». Dai parroci di
ogni angolo della diocesi, dai religiosi, dai fedeli, sono arrivate le offerte
per i poveri. Frutto di una salda rete di solidarietà, si aggiungono allo
stanziamento di 300 mila euro. Alla fine della cerimonia monsignor Doni,
augurando la Buona Pasqua, ha ricordato i 5000 ramoscelli d'ulivo nelle
mani dei giovani che hanno trasformato il sagrato in un bosco la Domenica delle
Palme, una manifestazione di fede entusiasta e gioiosa. Infine, le coordinate
per contribuire al Fondo solidale: Antonveneta VIII Febbraio Padova Iban: IT
( da "Milano Finanza"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Milano Finanza
sezione: I vostri soldi il Trader ETF data: 10/04/2009 - pag: 42 autore: di
Salvatore Licciardello Sulle ali delle polizze I fondi indice dedicati al
comparto assicurativo statunitense sono cresciuti a marzo di circa il 20%,
battuti solo dai prodotti specializzati sulle banche In un solo mese il
rimbalzo dei mercati ha premiato il settore assicurativo con una performance
straordinaria. Tanto che il fondo Lyxor Dow Jones Stoxx Insurance (Ins) ha
guadagnato il 24%. Un risultato secondo solo alle performance dei replicanti
dedicati al settore bancario.Le assicurazioni, un po' a sorpresa, sono state
infatti incluse tra i soggetti qualificati, insieme alle banche, a ricevere gli
aiuti dal governo degli Stati Uniti. Ma a determinate condizioni. Occorre che
le compagnie di assicurazioni del ramo vita ricadano per statuto nella
categoria delle bank holding companies. Da qui i benefici per gli Etf specializzati.
Un certo numero di assicurazioni vita già soddisfa le condizioni di accesso
alle facilitazioni. Tra queste Met Life, Prudential e anche Hartford Financial
Services Group e Lincoln Financial. Questa mossa potrebbe
ridare fiducia e stabilizzare un segmento che ha sofferto più di altri gli
effetti della crisi
finanziaria. Le compagnie infatti sono state
sottoposte a enormi pressioni perché mantenessero alti gli indici di
solvibilità e difendessero la solidità del capitale investito. A rating più bassi,
infatti, corrispondono costi più elevati e maggiori probabilità di aumentare le
perdite.Tra l'altro, in un periodo in cui gli investitori attivi la
fanno da padroni, approfittando delle ondate speculative, è sufficiente un
recupero in valore assoluto rispetto ai minimi storici per avere dei ritorni
importanti. Se in un anno il comparto assicurativo ha perso il 52% negli Usa, è
possibile ipotizzare un recupero, entro i prossimi mesi, anche di solo metà del
terreno perduto. In tal caso si otterrebbe, partendo dai valori attuali, una
performance relativa del 54%. Un rischio che vale la pena correre secondo i
molti che ci hanno creduto finora. I dati negativi sulle condizioni
dell'economia continuano ad inondare gli schermi degli operatori. Ma il loro
effetto non è più così negativo come nella precedente fase di mercato. Negli
ultimi 18 mesi è esplosa la più grande bolla mai formatasi nell'economia
secondo molti osservatori. È possibile che i mercati finanziari abbiano
scontato gran parte dei conseguenti effetti catastrofici ed è comunque un segno
di inversione di tendenza il fatto che il rimbalzo tecnico abbia assunto una
forza molto superiore alle aspettative.Ma attenzione. I portafogli delle
assicurazioni sono gonfi di obbligazioni, le cui prospettive in Europa sono
rese più difficili dall'atteggiamento della Bce. Secondo Stefan Isaacs, gestore
del fondo M&G European Corporate Bond Fund, i mercati si aspettavano un
taglio dei tassi all'1%, e giustamente. La forza dell'euro rispetto a un
paniere di valute estere sta per raggiungere un livello mai visto prima, e
questo penalizza le esportazioni. «Quindi, cosa sta aspettando la Bce?» si
chiede Isaacs. E cosa farà dopo un altro taglio, comprerà obbligazioni
governative? Si concentrerà sull'acquisto di corporate bond?, E se sì, di
quali? In ogni caso l'effetto sui valori dei bond, soprattutto di quelli
societari, non dovrebbe essere penalizzante, a tutto beneficio dei conti delle
compagnie assicurative e dei fondi indice a esse collegati.
( da "Milano Finanza"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Milano Finanza
sezione: I Vostri Soldi data: 10/04/2009 - pag: 33 autore: di Roberta
Castellarin e Paola Valentini Mosse in stile Contrarian Fondi Perché in una
fase di deflazione le gestioni inflation linked possono trasformarsi in un buon
affare Oggi i prezzi al consumo sono in diminuzione, ma la minaccia di un
ritorno dell'inflazione pesa sempre più sui mercati. Si teme che l'ingente
liquidità immessa sul mercato dalle banche centrali, in alcuni casi anche
attraverso la stampa di nuove banconote, possa fare ripartire la corsa del
caro-vita dopo questi mesi di deflazione. Se le cose stanno così, si può
pensare di scommettere sul ritorno dell'inflazione con strumenti come le
obbligazioni inflation linked. Il momento attuale è considerato dai money
manager il migliore per chi punta a sfruttare l'atteso rialzo dell'inflazione.
Spiega Luca Tenani, responsabile della divisione mutual funds di Schroders in
Italia: «Investiamo in obbligazioni inflation linked in questa fase perché sono
prodotti che vanno colti come opportunità di breve periodo e che vanno comprati
quando mercati sono in deflazione». Il minimo storico dell'indice globale dei
titoli inflation linked è stato toccato il 24 novembre 2008 e da allora ha
guadagnato il +7,5% di cui il 4,3% solo nel mese di marzo.«A spingere al rialzo
l'indice è la convinzione che le azioni di politica monetaria stiano creando le
condizioni per la ripresa dell'inflazione. Solo lo scorso anno la liquidità
mondiale è cresciuta del 9,2% e 2 trilioni di dollari di liquidità sono stati
immessi. Quindi le aspettative di ripresa inflazionistica sono reali», prosegue
Tenani. Gli fa eco Alexandre Bouchardy, gestore di Credit Suisse inflation
linked: «In questa situazione economica negativa la deflazione rimane la
minaccia maggiore per i prossimi uno-due anni a causa dell'aumento della
disoccupazione e del rallentamento della crescita. È normale che la curva dei
prezzi dei bond inflation linked sconti la deflazione, ma è eccessivo il fatto
che la sconti fino al 2019. Crediamo quindi che questi titoli siano un
investimento interessante, in particolare le scadenze tra sei e dieci anni, sia
in termini reali sia nominali». Ma avverte il gestore: «Bisogna comunque tenere
presente che a breve potrebbero ancora soffrire anche se le politiche monetarie
espansive a medio termine faranno sicuramente ripartire il caro-vita». Concorda
nella scelta delle scadenze a medio-lungo termine Marion Le Morhedec, gestore
di Axa euro inflation bond che ha investito il 28% del portafoglio in titoli
con duration tra sette e dieci anni. L'indicatore utilizzato dai money manager
per capire qual è il momento giusto per investire in questi bond è il break
even inflation rate che esprime il differenziale tra il rendimento di un titolo
governativo e quello di un inflation linked. «Se il tasso di inflazione atteso
è maggiore del break even inflation rate, i bond indicizzati sono più attraenti
dei bond nominali e viceversa. In sostanza i primi tendono a superare il
rendimento dei secondi quando l'inflazione reale è più elevata di quella
attesa», spiegano gli analisti di Ubs wealth management in
un recente report sulla crisi
finanziaria. «A novembre l'indicatore a
cinque anni ha toccato il livello minimo di -0,76%. Oggi è a +0,56% quello a
cinque anni e +1,42% a dieci anni. C'è margine quindi per avere guadagni su
questi titoli perché tali valori sono ancora al disotto delle medie storiche
che a dieci anni si attestano al 2 2,5%», sottolinea ancora il manager
di Schroders. Aggiunge Le Morhedec: «Per questo possiamo affermare che le
migliori opportunità di investimento nascono quando l'investitore si posiziona
scommettendo su un tasso di inflazione futuro più elevato di quello di break
even, ovvero del tasso di inflazione prezzato dal mercato». Sul fronte delle
previsioni, gli esperti Pictet indicano una ripresa dell'inflazione in Europa,
Usa e Giappone, a metà 2009. Spiegano ancora da Ubs wm: «Sebbene ci aspettiamo
che i tassi di inflazione scendano temporaneamente sotto lo zero nel 2009,
pensiamo che uno scenario di deflazione prolungato sia improbabile. Anzi
riteniamo che le attese di inflazione aumenteranno nel corso dell'anno, soprattutto
in Usa e Gran Bretagna. A marzo scorso il break even inflation rate in questi
due paesi e nella zona euro scontava solo una moderata inflazione per i
prossimi due anni. Confrontando le nostre proiezioni di lungo termine con il
tasso di break even che il mercato si aspetta, ne risulta che i bond
indicizzati siano oggi un asset più attraente rispetto agli altri bond
governativi». Ubs considera in sostanza oggi «i bond inflation linked l'asset
più sicura anche più del cash in ottica di lungo termine». Secondo le analisi
dell'istituto svizzero con un tasso di inflazione dell'1% non c'è differenza
tra detenere un bond indicizzato a dieci anni (com cedola del 2%) e uno
nominale sempre a dieci anni (con cedola del 3%), mentre dal 2% in poi scatta
la differenza con un rendimento per i primi superiore del 28,5% in caso di
inflazione al 3% e del 62% con un tasso del 5%. D'altra parte, c'è un pavimento
alle perdite massime visto che sia con una deflazione al 3% la differenza di
performance stimata è del -12%, lo stesso valore che si ha con una deflazione
al -1%.
( da "Borsa e Finanza"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
INCHIESTA «Stiamo
portando a termine uno studio che copre 15 Paesi per capire qual è la
percezione ... di Redazione - 10-04-2009 «Stiamo portando a termine uno studio
che copre 15 Paesi per capire qual è la percezione degli investitori per quanto
riguarda la trasparenza, i costi, le strategie e le garanzie per i
sottoscrittori. Questo aiuterà a far luce su quali sono le diverse pratiche nel
mondo. E spero anche che sia un impulso al cambiamento nelle aree dove è più
necessario». Eccolo lo «sceriffo» o, se preferite, l'astronomo che scruta i
cieli del risparmio. Dal suo ufficio nel cuore del Loop, il quartiere degli
affari di Chicago, Joe Mansueto, mister Morningstar, analizza l'industria del
gestito, anello strategico degli equilibri finanziari dell'economia globale.
Consapevole che ogni violazione alle regole del gioco può risultare fatale. Ma
anche che, con tutti i suoi difetti, per il sistema dei fondi vale quel che
Winston Churchill disse della democrazia: «È la peggior forma di governo, a
eccezione delle altre». Mr. Mansueto, dopo anni di deflussi, l'industria dei
fondi di investimento dà segni di recupero, soprattutto negli Stati Uniti. È
arrivato il punto di svolta? Negli Stati Uniti abbiamo appena assistito a
quattro settimane consecutive di andamenti positivi sui mercati azionari.
L'indice S&P500 ha recuperato circa il 25% dai suoi minimi. Questo aiuta
gli investitori a sentirsi più fiduciosi. Stiamo anche assistendo al rientro di
capitali nei fondi con un orizzonte temporale di lungo periodo. Ma è troppo presto per dire che la crisi è finita: il
crollo del mercato è stato molto pesante, ci vorrà ancora un po' di tempo prima
che ritorni un livello normale di fiducia. La crisi finanziaria
ha esaltato due qualità dei fondi: liquidità e trasparenza. Saranno virtù
sufficienti per trainare la ripresa del sistema? Liquidità e trasparenza
sono elementi fondamentali affinché il settore dell'asset management torni in
salute. Gli investitori devono essere sicuri di poter rientrare in possesso dei
loro soldi e nel frattempo devono avere tutte le informazioni necessarie per
capire come viene investito il loro denaro. I fondi, in questo senso, sono lo
strumento ideale perché lavorano in un regime di trasparenza. Anche se alcuni
strumenti hanno avuto problemi di liquidità, la maggior parte dei portafogli
viene generalmente investita in azioni, bond o altri asset su cui è facile
avere informazioni. La trasparenza è un altro vantaggio per i fondi che
forniscono i dati sulle consistenze di portafoglio almeno due volte l'anno. In
questi mesi c'è stato un ritorno d'interesse per i fondi monetari. Non pensa
che, con un'ottica di medio periodo, sarebbe meglio orientarsi su fondi
azionari o su piani di accumulo? Noi abbiamo sempre insistito su un fatto: il
livello di rischio di un portafoglio (e quindi l'asset allocation) deve essere
coerente con la tolleranza al rischio e gli obiettivi dell'investitore. I
risparmiatori, invece, tendono a fare investimenti molto rischiosi dopo un
prolungato periodo di rialzo delle Borse e a diventare eccessivamente
conservativi dopo una forte correzione. E l'errore potrebbe ripetersi. Gli
investitori che, pur avendo un orizzonte di lungo termine, stanno spostando
tutti i loro capitali sui fondi monetari, rischiano di farsi male da soli. Non
avendo esposizione sul mercato azionario si perderanno la ripresa dell'equity.
La strategia ha senso solo se l'investitore ha un'eccessiva esposizione al
rischio rispetto al suo grado di tolleranza. In ogni caso, suggeriamo sempre ai
risparmiatori di avere una visione di lungo termine e di non dimenticarsi quali
sono i loro obiettivi. Passiamo all'Europa. L'asset management vive una fase di
trasformazione. La direttiva Ucits IV, che entrerà in vigore nel 2010, dovrebbe
aiutare la creazione di un mercato unico a livello continentale per i fondi
d'investimento. Qual è la sua previsione sullo sviluppo dell'industria nel
Vecchio Continente? Circa un terzo degli asset dei fondi di investimento sono
basati in Europa. Quindi la salute dell'industria in Europa giocherà un ruolo
fondamentale per il settore a livello mondiale. Se guardiamo ai fondi, notiamo
che molti hanno dimensioni troppo piccole. La direttiva Ucits IV dovrebbe
facilitare le fusioni crossborder in modo da creare un'ondata di consolidamento
almeno tra i fondi più piccoli e meno redditizi. Più in generale, l'Ucits IV
dovrebbe ridurre i costi per gli investitori e ampliare l'offerta. Anche
l'Italia sta per riconoscere il ruolo professionale del consulente
indipendente, come negli Stati Uniti e in Inghilterra. Quale sarà l'impatto
della riforma? Posso dire che questa figura professionale ha conosciuto una
crescita rilevante e costante in molte parti del mondo. I consulenti
indipendenti hanno un ruolo cruciale nel guidare gli investitori nel mare delle
scelte finanziarie, per aiutarli a raggiungere gli obiettivi che si sono
preposti. Sempre più ci si sta rendendo conto che i risparmiatori vogliono
opinioni indipendenti e desiderano poter scegliere fra tutti gli strumenti
disponibili, non solo quelli di una scuderia. Nell'ordine. Quali elementi
bisogna tenere in considerazione quando si sceglie un fondo d'investimento: il
rating, il gestore, la performance o i rischi? Le nostre analisi combinano
l'approccio qualitativo e quello quantitativo. Per capire esattamente se un
fondo è un buono o cattivo investimento le nostre ricerche tengono conto di una
gran varietà di informazioni, che raccogliamo anche intervistando i gestori e
incontrandoli personalmente. Ma analizziamo anche regolarmente la strategia, le
commissioni, il portafoglio e il profilo di rischio. Secondo noi ci sono cinque
domande che un investitore dovrebbe porsi quando valuta un fondo. Cominciamo
dalla prima. Quanto sono bravi il gestore e gli analisti che gestiscono il
fondo? Questo perché, quando si acquistano quote di un fondo, in realtà ci si
affida a delle persone che scelgono come investire i nostri soldi. Seconda
domanda: qual è la strategia e come viene realizzata? Noi parliamo con ogni
singolo gestore almeno due volte l'anno e quindi siamo in grado di capire se la
strategia è coerente con quanto dichiarato. Comprendere la strategia ci
permette di rapportare le performance con un set di aspettative
dell'investitore sul livello di rischio. Ad esempio, il fondo è value o growth?
Si focalizza su una nicchia di mercato o copre un ampio universo? Si rapporta
con il benchmark o è a ritorno assoluto? La risposta a queste domande ci
permette di valutare come un fondo può comportarsi in differenti contesti o
come può inserirsi in un portafoglio diversificato. Ma quanto conta stabilire
se un fondo costa il «giusto»? È la terza domanda: il fondo dà valore rispetto
a quanto costa? Noi prendiamo in considerazione tutti i costi di un fondo e
tutti gli elementi che possono condizionare le commissioni. In generale, siamo
convinti che la maggior parte dei fondi siano eccessivamente costosi. Ma
sappiamo anche che ci sono prodotti di alto livello con spese basse. Non
bisogna guardare solo l'expense ratio, ma anche i costi di transazione, incluse
le commissioni di intermediazione e l'impatto della negoziazione di strumenti
illiquidi. Non trascuriamo l'aspetto umano... Quarta domanda: qual è il
comportamento della società di gestione nei confronti del cliente? Quando si
investono soldi guadagnati faticosamente, la fiducia diventa l'elemento
essenziale. Spesso gli interessi del gestore non coincidono con quelli di chi
investe: le commissioni troppo alte ne sono un esempio lampante. Noi prendiamo
in considerazione la governance della società, l'indipendenza dei suoi
amministratori, gli incentivi ai gestori. Ma anche i rapporti della società con
gli organismi di vigilanza. Infine, last but non least, la performance. Da
valutare nel tempo. L'ultima domanda è: perché il fondo ha avuto quella
determinata performance? È importante vedere se l'andamento di un fondo è stato
costante, anche nei momenti in cui il mercato era meno favorevole. In generale
bisogna ricordarsi che è sempre difficile recuperare le perdite. I fondi che
registrano grandi perdite faranno più fatica a tornare in pareggio.
( da "Borsa e Finanza"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
INCHIESTA Fondi a 5
stelle di Ugo Bertone - 10-04-2009 «Stiamo portando a termine uno studio che
copre 15 Paesi per capire qual è la percezione degli investitori per quanto
riguarda la trasparenza, i costi, le strategie e le garanzie per i
sottoscrittori. Questo aiuterà a far luce su quali sono le diverse pratiche nel
mondo. E spero anche che sia un impulso al cambiamento nelle aree dove è più
necessario». Eccolo lo «sceriffo» o, se preferite, l'astronomo che scruta i
cieli del risparmio. Dal suo ufficio nel cuore del Loop, il quartiere degli
affari di Chicago, Joe Mansueto, mister Morningstar, analizza l'industria del
gestito, anello strategico degli equilibri finanziari dell'economia globale.
Consapevole che ogni violazione alle regole del gioco può risultare fatale. Ma
anche che, con tutti i suoi difetti, per il sistema dei fondi vale quel che
Winston Churchill disse della democrazia: «È la peggior forma di governo, a
eccezione delle altre». Mr. Mansueto, dopo anni di deflussi, l'industria dei
fondi di investimento dà segni di recupero, soprattutto negli Stati Uniti. È
arrivato il punto di svolta? Negli Stati Uniti abbiamo appena assistito a
quattro settimane consecutive di andamenti positivi sui mercati azionari.
L'indice S&P500 ha recuperato circa il 25% dai suoi minimi. Questo aiuta
gli investitori a sentirsi più fiduciosi. Stiamo anche assistendo al rientro di
capitali nei fondi con un orizzonte temporale di lungo periodo. Ma è troppo presto per dire che la crisi è finita: il
crollo del mercato è stato molto pesante, ci vorrà ancora un po' di tempo prima
che ritorni un livello normale di fiducia. La crisi finanziaria
ha esaltato due qualità dei fondi: liquidità e trasparenza. Saranno virtù
sufficienti per trainare la ripresa del sistema? Liquidità e trasparenza
sono elementi fondamentali affinché il settore dell'asset management torni in salute.
Gli investitori devono essere sicuri di poter rientrare in possesso dei loro
soldi e nel frattempo devono avere tutte le informazioni necessarie per capire
come viene investito il loro denaro. I fondi, in questo senso, sono lo
strumento ideale perché lavorano in un regime di trasparenza. Anche se alcuni
strumenti hanno avuto problemi di liquidità, la maggior parte dei portafogli
viene generalmente investita in azioni, bond o altri asset su cui è facile
avere informazioni. La trasparenza è un altro vantaggio per i fondi che
forniscono i dati sulle consistenze di portafoglio almeno due volte l'anno. In
questi mesi c'è stato un ritorno d'interesse per i fondi monetari. Non pensa
che, con un'ottica di medio periodo, sarebbe meglio orientarsi su fondi azionari
o su piani di accumulo? Noi abbiamo sempre insistito su un fatto: il livello di
rischio di un portafoglio (e quindi l'asset allocation) deve essere coerente
con la tolleranza al rischio e gli obiettivi dell'investitore. I risparmiatori,
invece, tendono a fare investimenti molto rischiosi dopo un prolungato periodo
di rialzo delle Borse e a diventare eccessivamente conservativi dopo una forte
correzione. E l'errore potrebbe ripetersi. Gli investitori che, pur avendo un
orizzonte di lungo termine, stanno spostando tutti i loro capitali sui fondi
monetari, rischiano di farsi male da soli. Non avendo esposizione sul mercato
azionario si perderanno la ripresa dell'equity. La strategia ha senso solo se
l'investitore ha un'eccessiva esposizione al rischio rispetto al suo grado di
tolleranza. In ogni caso, suggeriamo sempre ai risparmiatori di avere una
visione di lungo termine e di non dimenticarsi quali sono i loro obiettivi.
Passiamo all'Europa. L'asset management vive una fase di trasformazione. La
direttiva Ucits IV, che entrerà in vigore nel 2010, dovrebbe aiutare la
creazione di un mercato unico a livello continentale per i fondi
d'investimento. Qual è la sua previsione sullo sviluppo dell'industria nel
Vecchio Continente? Circa un terzo degli asset dei fondi di investimento sono
basati in Europa. Quindi la salute dell'industria in Europa giocherà un ruolo
fondamentale per il settore a livello mondiale. Se guardiamo ai fondi, notiamo
che molti hanno dimensioni troppo piccole. La direttiva Ucits IV dovrebbe
facilitare le fusioni crossborder in modo da creare un'ondata di consolidamento
almeno tra i fondi più piccoli e meno redditizi. Più in generale, l'Ucits IV
dovrebbe ridurre i costi per gli investitori e ampliare l'offerta. Anche
l'Italia sta per riconoscere il ruolo professionale del consulente
indipendente, come negli Stati Uniti e in Inghilterra. Quale sarà l'impatto
della riforma? Posso dire che questa figura professionale ha conosciuto una
crescita rilevante e costante in molte parti del mondo. I consulenti
indipendenti hanno un ruolo cruciale nel guidare gli investitori nel mare delle
scelte finanziarie, per aiutarli a raggiungere gli obiettivi che si sono
preposti. Sempre più ci si sta rendendo conto che i risparmiatori vogliono
opinioni indipendenti e desiderano poter scegliere fra tutti gli strumenti
disponibili, non solo quelli di una scuderia. Nell'ordine. Quali elementi
bisogna tenere in considerazione quando si sceglie un fondo d'investimento: il
rating, il gestore, la performance o i rischi? Le nostre analisi combinano
l'approccio qualitativo e quello quantitativo. Per capire esattamente se un
fondo è un buono o cattivo investimento le nostre ricerche tengono conto di una
gran varietà di informazioni, che raccogliamo anche intervistando i gestori e
incontrandoli personalmente. Ma analizziamo anche regolarmente la strategia, le
commissioni, il portafoglio e il profilo di rischio. Secondo noi ci sono cinque
domande che un investitore dovrebbe porsi quando valuta un fondo. Cominciamo
dalla prima. Quanto sono bravi il gestore e gli analisti che gestiscono il
fondo? Questo perché, quando si acquistano quote di un fondo, in realtà ci si
affida a delle persone che scelgono come investire i nostri soldi. Seconda
domanda: qual è la strategia e come viene realizzata? Noi parliamo con ogni
singolo gestore almeno due volte l'anno e quindi siamo in grado di capire se la
strategia è coerente con quanto dichiarato. Comprendere la strategia ci
permette di rapportare le performance con un set di aspettative dell'investitore
sul livello di rischio. Ad esempio, il fondo è value o growth? Si focalizza su
una nicchia di mercato o copre un ampio universo? Si rapporta con il benchmark
o è a ritorno assoluto? La risposta a queste domande ci permette di valutare
come un fondo può comportarsi in differenti contesti o come può inserirsi in un
portafoglio diversificato. Ma quanto conta stabilire se un fondo costa il
«giusto»? È la terza domanda: il fondo dà valore rispetto a quanto costa? Noi
prendiamo in considerazione tutti i costi di un fondo e tutti gli elementi che
possono condizionare le commissioni. In generale, siamo convinti che la maggior
parte dei fondi siano eccessivamente costosi. Ma sappiamo anche che ci sono
prodotti di alto livello con spese basse. Non bisogna guardare solo l'expense
ratio, ma anche i costi di transazione, incluse le commissioni di
intermediazione e l'impatto della negoziazione di strumenti illiquidi. Non
trascuriamo l'aspetto umano... Quarta domanda: qual è il comportamento della
società di gestione nei confronti del cliente? Quando si investono soldi
guadagnati faticosamente, la fiducia diventa l'elemento essenziale. Spesso gli
interessi del gestore non coincidono con quelli di chi investe: le commissioni
troppo alte ne sono un esempio lampante. Noi prendiamo in considerazione la
governance della società, l'indipendenza dei suoi amministratori, gli incentivi
ai gestori. Ma anche i rapporti della società con gli organismi di vigilanza.
Infine, last but non least, la performance. Da valutare nel tempo. L'ultima
domanda è: perché il fondo ha avuto quella determinata performance? È
importante vedere se l'andamento di un fondo è stato costante, anche nei
momenti in cui il mercato era meno favorevole. In generale bisogna ricordarsi
che è sempre difficile recuperare le perdite. I fondi che registrano grandi
perdite faranno più fatica a tornare in pareggio.
( da "Tirreno, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina
4 - Pisa La Uil: gravissima la crisi
finanziaria delle nostre scuole PISA. La segreteria della Uil Scuola
di Pisa lancia «un forte allarme sulla situazione di crisi in cui si
dibattono le scuole, strette tra le spese necessarie per rispondere alle
richieste delle famiglie e ai mancati finanziamenti». «è molto grave - afferma il
sindacato - che le scuole siano costrette a barcamenarsi preferendo volta per
volta o il pagamento del personale supplente, o quello delle attività
aggiuntive e progettuali, e così via. Tutto questo costringe dirigenti
scolastici, collegi docenti e personale Ata a situazioni di forte contrasto tra
quello che "deve essere fatto" e quello che può essere pagato». La Uil
Scuola «è preoccupata dal diffondersi di situazioni critiche per pagamenti
dovuti per supplenze senza il corrispettivo invio delle somme dal Ministero. Il
sindacato deve sostenere le giuste esigenze dei lavoratori della scuola a
essere pagati per il lavoro svolto, senza dover scegliere tra supplenti o
personale interno, così come deve aiutare i dirigenti e l'amministrazione a
disporre dei fondi per l'attività corrente e per la didattica». «In questo
contesto - prosegue la Uil - a titolo esemplificativo, ma non esaustivo,
intendiamo accogliere la legittima protesta del personale dell'Istituto statale
d'arte di Pisa e Cascina, che si trova in una forte situazione di difficoltà,
nonostante la disponibilità della dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale
di Pisa. Molti lavoratori della scuola non hanno ottenuto il pagamento delle
attività svolte, perché gli accrediti non sono equivalenti a quanto è stato
impegnato. Nonostante questa situazione il personale, docente e Ata, ha
continuato a svolgere le attività a favore degli studenti, a dimostrazione che
i lavoratori del pubblico impiego hanno passione per la propria missione e sono
orgogliosi del proprio lavoro. Nel caso dell'Isa, ad aggravare le difficoltà ha
piovuto sul bagnato e a causa di errori, imputabili a motivi tecnici, sono
partiti e arrivati una notevole quantità di conguagli fiscali per somme non
percepite». La Uil Scuola «chiede che siano aperti tavoli di confronto
tecnico-operativi a livello provinciale e regionale, perché siano messi in
chiaro i dati quantitativi del fenomeno e siano individuati modi e tempi per il
ritorno alla normalità. Non si devono e non si possono lasciare sole le
scuole». Il sindacato «ritiene che in questo e negli altri casi non sia giusto
essere costretti alla via delle ingiunzioni, mentre crede che la via della
contrattazione sia la meno traumatica».
( da "Borsa e Finanza"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
ANALISI TECNICA Più
veloci di Eurostoxx L'auto Volkswagen, il biotech Crucell e le greche Public
Power e Coca Cola Hellenic. Poi tre scommesse finanziarie: Fortis, Aegon e
Irish Life Per un portafoglio ad elevato «alpha» in grado di sovraperformare
l'indice europeo di Massimiliano Malandra - 10-04-2009 Nell'ultimo mese molti
titoli finanziari sono stati protagonisti in Borsa. E anche questo portafoglio,
basato sull'analisi quantitativa, non può che tenerne conto: Fortis, Aegon e
Irish Life sono infatti le tre scommesse di questo paniere, mentre gli altri
quattro titoli sono Volkswagen, la biotech olandese Crucell e le due società
greche Public Power e Coca Cola Hellenic Bottling. La selezione è avvenuta in
base a metodi quantitativi e fondamentali: il principale filtro è rappresentato
da un alfa (coefficiente che misura la variabilità del titolo a fronte di una
crescita nulla dell'indice) positivo ed elevato, a sei e a 24 mesi; mentre, sul
versante fondamentale, si sono utilizzati come filtri un rapporto tra prezzo e
mezzi propri inferiore a 3, e il calo fra prezzo e profitti fra il 2008 e il
2009. Vediamo ora in dettaglio le sette società. Il primo titolo del
portafoglio è Volkswagen. Il gruppo tedesco, dopo l'exploit dell'ultimo
trimestre
( da "Borsa e Finanza"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
ANALISI TECNICA Wall
Street Ingrana la Quinta Ancora una settimana positiva sui listini americani
guidata dai bancari Ma adesso attenzione ai supporti di S&P500 (765/800) e
Nasdaq (1.550) di Redazione - 10-04-2009 Settimana di assestamento con corsa
finale. Il rally partito dai minimi del 6 marzo, dopo avere raggiunto i primi
obiettivi indicati con rialzi dell'ordine del 25% sui principali indici, si
concede di riprendere fiato. Ma poi cambia marcia e infila la quinta ottava
positiva. Ora l'inizio di una fase di consolidamento appare del tutto
fisiologica, ma vista la buona impostazione di fondo non si può escludere che
il mercato voglia presto riprendere a salire, mettendo a segno una seconda
«gamba» del rialzo. Che il rally riprenda subito oppure sia preceduto da una
fase laterale o da storni di una manciata di punti percentuali, sembra comunque
che lo scenario rimanga favorevole all'azionario, con spazi di recupero dai
livelli correnti ancora molto ampi. Seppur all'interno di un quadro tecnico più
ampio ancora molto incerto e fragile, l'obiettivo del bear market rally in
corso rimane infatti il raggiungimento dei livelli di fine settembre 2008,
prima del grande crash di ottobre-novembre seguito al fallimento di Lehman. Dai
prezzi attuali vorrebbe dire una salita di un ulteriore +35% sui principali
indici: un rimbalzo di tutto rispetto. Per non negare tale possibilità,
eventuali storni non devono però riportare gli indici al di sotto di livelli
critici di supporto. Per l'S&P500 deve tenere l'area 765/80, ma un segnale
di rinnovata debolezza si avrebbe solo su ritorni al di sotto del forte
supporto a 740, eventualità poco probabile. Sul Dow Jones Industrial un segnale
di perdita di spinta si avrebbe sotto 7.500 e quindi sotto 7.250 (poco
probabile), ma le vendite riprenderebbero solo al di sotto di 7.000
(improbabile). Per il Nasdaq Composite deve tenere il supporto a 1.550, con
estensioni verso 1.485-1.500. Il tono tornerebbe ribassista solo con la
perforazione del supporto critico a 1.440 (improbabile). Un segnale di ripresa
degli acquisti si avrebbe invece col superamento, rispettivamente, di 835/45,
8.000/300 e 1.600/50. Ciò spingerebbe gli indici verso nuovi obiettivi: 935/45
per l'S&P500, 9.650/800 per il Dow e 1.900 per il Nasdaq. Per avere un
segnale convincente di ripresa del rally è necessario che il Vix si porti al di
sotto del supporto in area 40-
( da "Tirreno, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
INTERROGAZIONE PD
Quale futuro per Coleman? PISTOIA. La Coleman è tornata sui banchi del
consiglio provinciale grazie all'interrogazione, rivolta alla giunta
provinciale, del capogruppo Pd Giovanni Sarteschi. Sarteschi ha fatto notare
che il 13 gennaio il consiglio regionale approvò all'unanimità una mozione
sugli sviluppi della crisi dell'azienda che impegnava
la giunta regionale ad attivare una task force al fine di sostenere la
Provincia e le amministrazioni locali nelle trattative in corso con la Calzoni
Finanziaria, interessata all'acquisto e alla riattivazione del presidio
produttivo di Campo Tizzoro, oltre che a intervenire presso Piaggio per
attivare le commesse necessarie al passaggio di proprietà e alla ripresa
dell'attività produttiva. Il capogruppo ha ricordato che l'ex Coleman occupava
70 lavoratori, mostrandosi perciò una delle realtà più importanti della
montagna pistoiese; che l'azienda e i suoi dipendenti hanno attraversato tre
fallimenti in quattro anni; che la ditta, specializzata nella produzione di
cablaggi elettrici per motoveicoli e caravan, è entrata in crisi e, dall'autunno del 2007, è stata messa in liquidazione per
grave crisi
finanziaria e produttiva; che la Bentek
S.p.A. di Firenze (gruppo Calzoni) si era dichiarata interessata all'acquisto;
che al tavolo promosso dall'amministrazione provinciale si era prospettata
l'ipotesi concreta di riaprire l'attività a ottobre 2008 (cosa che non
si è verificata). Appreso che nelle ultime settimane il Gruppo Calzoni di
Bologna ha fatto sapere di non essere più in grado di investire da solo in
quest'azienda, complice anche la crisi economica
mondiale, e ha quindi bisogno di partner, sulla cui ricerca non si sa niente,
Sarteschi ha espresso forte preoccupazione per il protrarsi di una vicenda che vede,
da molti mesi, decine di lavoratori abbandonati all'incertezza, interrogando la
Giunta Provinciale per conoscere quali esiti abbia avuto l'intervento della
task force regionale sul tavolo provinciale, se e come intenda, ancora oggi,
garantire il massimo impegno sul caso ex Coleman, alla ricerca di eventuali
nuovi investitori e per la riattivazione del rapporto di committenza con
Piaggio.
( da "Tirreno, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
MANTELLATE
Conferenze su politica e economia PISTOIA. All'istituto Suore Mantellate, una
scuola sempre impegnata ad aggiornare i propri contenuti e a rinnovare
metodologie più adeguate a favorire l'apprendimento degli studenti e lo
sviluppo del senso critico sui problemi della vita e delle realtà sociali, si è
tenuto un ciclo di tre conferenze su questioni di carattere socio economico e
politico internazionale. Sono intervenuti per le trattazioni il professor Piero
Tani, docente di economia all'università di Firenze, che ha analizzato le cause
storiche ed economiche dell'attuale crisi finanziaria, individuandone le caratteristiche differenze e analogie con la crisi del 1929. Poi il professor Giorgio Petracchi, docente di storia
delle relazioni internazionali all'università di Udine, che in due conferenze
ha ben inquadrato le molteplici condizioni che portarono nel 1989 alla caduta
del muro di Berlino e alla fine della "guerra fredda"
esaminandone le conseguenze sull'Europa dell'est e dell'ovest e sui rapporti
tra Usa e Russia. I tre incontri sono stati di grande spessore culturale e
hanno coinvolto gli studenti del triennio del liceo socio psico pedagogico che
hanno seguito con spiccato interesse. Hanno visto peraltro, al primo incontro,
la partecipazione di studenti del liceo Niccolò Forteguerri e di altri
esponenti della cultura pistoiese.
( da "Repubblica, La"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 30 - Economia
Intesa Sanpaolo, sì ai bonus ma dimezzati A Passera 750mila euro di premio
2008: ha raggiunto gli obiettivi minimi Dal doppio consiglio "apprezzamento"
ai manager. Agli alti dirigenti emolumenti per 5,5 milioni ANDREA GRECO MILANO
- Intesa Sanpaolo mantiene i bonus per i suoi manager, anche se dimezzati
rispetto all´ammontare potenziale, e a quello incassato sull´esercizio 2007.
Fanno comunque 5,5 milioni di euro per gli alti dirigenti del gruppo, di cui
750mila euro per il consigliere delegato Corrado Passera, 625mila euro per il
direttore generale Francesco Micheli. Una decisione, quella del consiglio di
sorveglianza del maggiore gruppo bancario nazionale, avvenuta «applicando
rigorosamente «i parametri di redditività, produttività, efficienza e controllo
dei rischi» stabiliti per assegnare la componente variabile che sono stati
raggiunti nella loro soglia minima. Ma anche una decisione, in un momento così
delicato per gli istituti di credito del Paese e del mondo, che ha destato
qualche perplessità. Come quella di Pietro Garibaldi, consigliere di
sorveglianza che ha preferito astenersi nella votazione. Il membro
indipendente, secondo quanto risulta, avrebbe preferito l´azzeramento d´ufficio
dei bonus, considerato anche il fatto che Intesa Sanpaolo ha appena fatto
ricorso all´aiuto dello Stato � sotto forma di prestito "Tremonti
bond" da 4 miliardi, quasi metà del plafond totale �
per rafforzare il patrimonio eroso dalla crisi finanziaria.
Il consiglio di gestione, e quello di sorveglianza, chiamati a deliberare sui
conti 2008, hanno comunque espresso «l´apprezzamento al top management, per
avere significativamente rafforzato il posizionamento competitivo del gruppo».
Che Intesa Sanpaolo abbia sofferto meno di altri rivali la crisi
(a partire da Unicredit, che tra l´altro non ha distribuito bonus ai vertici,
non avendo raggiunto i suoi requisiti minimi), è un fatto. Ma è vero altresì
che l´utile netto del 2008 è sceso a 2,5 miliardi di euro, contro i 7,4
miliardi dell´anno prima (dove c´erano 3,7 miliardi di plusvalenze per la
vendita di Cariparma). La Ca´ de Sass spenderà l´8% del costo del lavoro per i
bonus � circa 400 milioni � di cui metà per la componente contrattuale
sugli obiettivi di produttività destinata a impiegati e quadri. La parte
restante, dimezzata rispetto al budget, è ripartita per il 78% agli impiegati,
per il 20% ai dirigenti e per il 2% ai top manager. Il tema dei bonus, la parte
di "premio" delle retribuzioni, è annoso, e ha già scatenato frustrazione
e gesti d´ira in America, Francia, Gran Bretagna. Lo stesso governatore Mario
Draghi ha da poco raccomandato sobrietà e legame con obiettivi di lungo
termine, in materia. Da anni bonus e stock option "stile
anglosassone" sono molto cresciuti in Italia. A un primo esame dei bilanci
2008, tuttavia, emerge che i manager, soprattutto bancari, hanno subito
decurtazioni sensibili degli stipendi, fino al 50%. Il fenomeno è diffuso anche
nel nostro Paese, dove però la cultura retributiva garantista, sbilanciata
sulla parte fissa dello stipendio, lo attenua.
( da "Manifesto, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
INTERVISTA AL
SOCIOLOGO CANDIDO GRZYBOWSKI Pratiche DI DEMOCRAZIA «Solo una società fondata
sulla cittadinanza attiva può contrastare la globalizzazione neoliberista»,
sostiene lo studioso e attivista brasiliano, tra i «padri fondatori» del World
Social Forum, di recente in Italia per il Festival del Giornalismo Giuliano
Battiston Secondo il sociologo brasiliano Cândido Grzybowski, tra i «padri
fondatori» del World Social Forum, bisogna approfittare dell'apertura dello
spazio politico emerso dalla crisi economica per
costruire alternative che «rafforzino l'autonomia e al tempo stesso la
complementarietà dei popoli». Per cambiare i connotati della globalizzazione
neoliberista, «che domina le diversità trasformandole in disuguaglianze
strutturali», occorre «agglutinare le forze», cogliendo l'occasione per riconquistare
l'autonomia dei cittadini nei confronti dei poteri statali e dell'economia di
mercato. All'«individualismo predicato e praticato dal modello neoliberista»,
infatti, non si può che opporre una nuova cittadinanza globale che «derivi
dalle battaglie sociali e che sia in grado di fortificare la diversità dei
soggetti collettivi», assicurando a tutti il diritto di partecipare alla cosa
pubblica. Per Grzybowski anche la democrazia può trasformarsi in un serio
rischio, se «si limita al formalismo della rappresentanza e rimane incapace di
generare una società fondata sulla cittadinanza attiva», che dia visibilità
anche a quanti sono socialmente invisibili. Per fare tutto questo bisogna
«pensare audacemente, molto audacemente. E costruire senza paura un nuovo
immaginario». In Italia su invito del Festival Internazionale del Giornalismo,
lo abbiamo incontrato a Roma, nella sede dell'Arci, dove ha partecipato a un
incontro del Coordinamento italiano per il World Social Forum. Per gli
«altermondialisti» la crisi finanziaria
è un'opportunità per sbarazzarsi dell'attuale sistema politico-economico e
disegnare una nuova architettura delle relazioni internazionali che sia
realmente inclusiva. Per lei è anche un rischio: di recente ha scritto che, se
non riusciremo ad approfittare di quest'occasione storica per dare forma a una
vera democrazia globale, «dovremo fare i conti con un reincarnazione del
capitalismo peggiore di quella attuale». Quali strumenti suggerisce di adottare
per trasformare il rischio in opportunità? La crisi
dimostra semplicemente che il sistema non è sostenibile e non funziona, ma per
individuare priorità e percorsi da compiere c'è bisogno di una riflessione
strategica: la crisi apre le porte, ma non indica
quale strada seguire, né, tanto meno, offre gli strumenti con cui edificare un
nuovo sistema. Quegli strumenti vanno costruiti pezzo per pezzo. I sostenitori
del modello neoliberista, e gli stessi governi che a quel modello hanno
«aderito», non hanno idee da proporre; discutono solo dei modi per evitare che
accada il peggio, in particolare di come mantenere un certo livello di
occupazione, e gli stessi movimenti sociali sembrano orientati in questa
direzione. Quella del lavoro è una questione importante, che però rischia di
farci dimenticare come già prima della crisi il lavoro
non fosse garantito a tutti. Chi pensa a quella parte cospicua della
popolazione mondiale che non ha mai avuto lavoro, che prima della crisi non aveva prospettive di ottenerlo e che ora vede la
propria posizione peggiorare? Soluzioni facili non ce ne sono, ma proprio per
questo dobbiamo lavorare con maggiore determinazione per coagulare forze e
capacità, tessere alleanze e riflettere. Soprattutto, sulla base degli
insegnamenti dei movimenti indigeni dell'America Latina e del Sud, dobbiamo
riconoscere la necessità di decolonizzare le nostre menti. Finora per criticare
il capitalismo e i suoi effetti abbiamo usato prevalentemente le categorie del
marxismo, che in qualche modo suggerivano l'idea che con l'incremento delle
capacità industriali avremmo ottenuto società migliori e più eque. Ma ci siamo
resi conto che il sistema industriale con il suo «produttivismo» è parte del
problema, non della soluzione. Per questo occorre ricominciare a pensare:
edificare una nuova scienza, indirizzare diversamente la tecnologia,
riappropriarci della ricerca scientifica privatizzata, dare forma a un nuovo
modello di società. Si tratta di un cambiamento che richiederà del tempo. Ma
una democrazia globale reale, che voglia essere inclusiva di tutti gli attori
sociali, che sia fatta di negoziazione e partecipazione, procede proprio in
questo modo: creando nuove condizioni prima ancora che indicando percorsi
specifici. La crisi produce nuovi conflitti sociali,
che potrebbero coinvolgere fasce di popolazioni sempre più ampie. In un saggio
scritto per la rete di attivisti Euralat, «Liberdade e igualdade com afirmação
da diversidade», lei ha sostenuto che «i conflitti e le battaglie hanno un
potenziale distruttivo e costruttivo. Quale dei due aspetti prevale dipende dal
modo in cui sono condotte e indirizzate». Cosa dovremmo fare per promuovere
conflitti che siano costruttivi e non si riducano alla richiesta di cambiamenti
«cosmetici»? Canalizzare le energie intorno a un programma politico,
esercitando gli strumenti dell'ingegneria politica. Lei sicuramente conoscerà
bene Gramsci, uno degli studiosi che con più lucidità ha riflettuto sui modi
attraverso i quali stabilire un'egemonia e imprimere una «direzione» politica
agli eventi. In questi termini, occorre «dare senso» ai conflitti. I
cambiamenti strutturali accadono soprattutto nella sfera economica e in quella
statale, ma dipendono in primo luogo dai cittadini. Nella storia è sempre stato
così. Lo Stato non ha in sé la forza dinamica di cambiare; sono i cittadini che
spingono a farlo. Lo stesso vale per l'economia, che va sempre re-inventata, e
che oggi deve essere subordinata al bene comune collettivo. I conflitti attuali
vanno esaminati con estrema attenzione: possiamo «banalizzare» le energie che
esprimono, depotenziarle, perfino distruggerle, o lasciare che diventino il
serbatoio per una nuova forma di fascismo. Per evitare tutto questo dobbiamo
trarre insegnamento dalla storia: le istituzioni sono in gran parte inadeguate
a rispondere alle sfide globali, anche perché rispondono a logiche di carattere
nazionale. Di fronte a queste sfide servono nuove strategie integrate, di
natura regionale, con cui costruire piattaforme che superino i limiti degli
Stati-nazione. È un percorso difficile, perché contraddice cinque secoli di
costruzione e consolidamento degli Stati. Ma è necessario. Soprattutto oggi.
Dal 1990 lei è direttore di Ibase, l'Istituto brasiliano per le Analisi sociali
ed economiche, e tra i diversi progetti che Ibase porta avanti ce ne sono due
particolarmente importanti: «L'Agenda post-neoliberista: alternative
strategiche per uno sviluppo umano democratico e sostenibile» e «Dialogo tra
popoli per costruire un regionalismo alternativo». Ritiene che una alternativa
praticabile ed efficace al modello neoliberista passi anche per un'integrazione
regionale di natura culturale e sociale? I più potenti attori economici, come
le multinazionali, usano le divisioni per procedere contro i bisogni della
gente e nascondere la natura «comune» delle risorse. Per questo il regionalismo
è indispensabile. Prendiamo il caso dell'Amazzonia, un bene comune, condiviso
da nove nazioni e da un numero ancora maggiore di popoli. Praticamente tutti i
popoli indigeni dell'America Latina hanno qualche legame con l'Amazzonia;
popoli che spesso vedono nell'autorità statale una nuova forma di colonialismo.
Affinché la loro autonomia possa essere salvaguardata e si possano edificare
Stati autenticamente pluralisti, c'è bisogno di una strategia su scala
regionale: da soli questi popoli non avrebbero la forza di resistere alle
pressioni esterne. Preferirei però che si parlasse di regionalizzazione
piuttosto che di integrazione. Quest'ultimo è un termine di derivazione
commerciale: le grandi infrastrutture che attraversano l'America Latina come
vene aperte (per riprendere l'espressione di Eduardo Galeano) riflettono
proprio questo modello, basti pensare alle arterie commerciali destinate
all'estrazione dei minerali. Il regionalismo invece non richiede
infrastrutture, ma comunicazione di culture, esperienze e popoli. Solo
attraverso una comunicazione del genere si potrà finalmente riconoscere la
reciprocità dei diritti, dare forma a una diversa «visione del mondo», creare
progetti, elaborare sogni. Prima ancora delle indicazioni «tecniche», c'è
bisogno infatti di trasformare i nostri progetti in un grande movimento di
idee, che investa le società e assuma la forma di una rivendicazione culturale,
di una richiesta di cambiamento. Una richiesta radicale, che nel momento stesso
in cui viene avanzata dimostra la sua realizzabilità: la fiducia nella
possibilità di cambiare le cose può trasformare i conflitti in forze
costruttive. Dai suoi esordi, lei è uno dei protagonisti e organizzatori del
World Social Forum. L'ultima edizione, che si è svolta pochi mesi fa a Bélem,
in Brasile, ha visto la presenza di ben cinque presidenti di paesi
latino-americani (Lula, Morales, Correa, Lugo, Chavez). In un'intervista con
Alejandro Kirk di International Press Service lei ha sostenuto che il Wsf di
per sé non ha prodotto la «svolta» a sinistra in America Latina, ma ha aggiunto
che «se non ci fosse stato sarebbe stato difficile immaginare» una svolta
simile. Ci spiega meglio cosa intendeva dire? Intendevo dire che la svolta a
sinistra è fortemente legata all'atmosfera creata dalle richieste di
cambiamento dei movimenti sociali. Come dicevo poco fa, sono le idee che
«attraversano la società» a spingere la politica in una certa direzione. Politicamente
è stato importantissimo che i cinque presidenti abbiano partecipato insieme
allo stesso evento. Ma l'elemento più rilevante è emerso dal discorso di Lula,
quando ha affermato che i presidenti erano a Bélem grazie a noi, ai diversi
gruppi sociali, e non viceversa. È stato un riconoscimento esplicito della
forza dei movimenti sociali. Una forza che da un lato comporta una grande
responsabilità per l'America Latina nel suo complesso, perché ci invita a
procedere, a sperimentare nuove pratiche e adottare soluzioni non ortodosse. E
dall'altro coincide con un innegabile vantaggio politico in relazione alla crisi. Prendiamo l'Europa: c'è forse un solo leader politico
che sia capace di articolare un'idea degna di questo nome? Qualcuno che abbia
veramente in mente delle alternative? A proposito di Lula: quando è stato
eletto per la prima volta lei ha affermato che con la sua vittoria «i poveri,
coloro che sono stati marginalizzati, i lavoratori» sarebbero potuti «diventare
la forza trainante nella ricostruzione della nazione», mentre in un saggio del
2007, «Which Brazil does the world need?», ha scritto: «bisogna riconoscere che
il ciclo di rinnovamento democratico inaugurato con la battaglia contro la
dittatura si è esaurito». Qual è «l'altro Brasile» che la democrazia brasiliana
avrebbe dovuto costruire, e come giudica, oggi, il governo Lula? Lula è quanto
di meglio poteva produrre il processo di democratizzazione brasiliano. Ma non è
abbastanza. Rappresenta la fine di un certo periodo della nostra storia, mentre
avremmo bisogno di un nuovo inizio. Il Brasile che usciva dalla dittatura
militare ha creato un sistema formalmente democratico, ma ha perso l'occasione
per sviluppare una democrazia realmente inclusiva. Si stima che circa metà
della popolazione brasiliana non sia organizzata politicamente, che non abbia
alcuna «identità» politica. L'altro Brasile che dovremmo costruire è un paese
capace di portare queste persone all'interno dell'arena pubblica, di farne
soggetti politici che esercitano i loro diritti, e che così facendo
contribuiscono all'affermazione di una nuova ondata di attivismo sociale. Ma
occorre anche tornare a riflettere sul modello di sviluppo. In questo campo c'è
stato un deficit di analisi, perché si è pensato che bastasse la democrazia formale
per ottenere un cambiamento anche nello sviluppo. Invece c'era - e c'è -
bisogno di alternative reali, di una riflessione democratica su come costruire
un'altra economia. Quella attuale non può essere democratizzata, perché non è
stata pensata per la democrazia e non è un «portato» della democrazia. Credo
che sia necessario passare per una rilocalizzazione dell'economia per renderla
democratica: tutti noi viviamo in qualche luogo particolare, abbiamo un
«indirizzo», siamo «individuabili». Gli attori economici invece spesso non ce
l'hanno. Dovremmo fare in modo che anche loro abbiano un indirizzo. PROFILO Dal
Brasile al Brasile, passando per l'Europa Cândido Grzybowski ha studiato in
Brasile e in Francia, dove ha preso un dottorato all'Università di Parigi-I
(Panthéon-Sorbonne), e poi a Londra, allo University College; dall'89 al '91 è
stato professore di Sociologia dello sviluppo alla Fundaçao Getulio Vergas di
Rio de Janeiro. Dal 1991 è direttore di Ibase, l'Istituto brasiliano per le
Analisi sociali ed economiche. Tra gli ideatori del World Social Forum, membro
del comitato organizzatore e del Segretariato internazionale del WSF, ritiene
che il Forum sia «un luogo essenziale per l'affermazione di una nuova cultura
politica», e ne rivendica «la natura aperta e non deliberativa». Foto: JUAN
MUNOZ, «CONVERSATION PIECE»
( da "Riformista, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Analisi la
recessione mette alla corda la terza via. parlano Giovannini, Gitti, Fassina e
Rossi La sinistra spreca la crisi Non raccoglie la
sfida sulle regole e sul mercato chiave. «Poiché il 90 per cento della sinistra
italiana è fatta di riformisti per forza, ora i suoi dirigenti e i suoi
intellettuali si trovano nella paradossale situazione di mangiarsi le mani
perché avrebbero voluto scrivere loro il libro di Tremonti». segue dalla prima
pagina La seconda ragione è questa: la cultura e la prassi politica da cui
nasce la Grande Crisi Finanziaria si sono sviluppate proprio a sinistra, in
quella forma di nuovo lib-lab nato negli anni 90 tra l'America di Bill Clinton
e la Gran Bretagna di Tony Blair, sotto le insegne della terza via di Anthony
Giddens, di cui furono parte pezzi cospicui della classe dirigente economica
internazionale, da Robert Rubin a John Corzine, già Ceo di Goldman Sachs,
attuale governatore del New Jersey. L'innovazione dei terzaviisti fu di rubare
il bagaglio del conservatorismo economico alla destra, a partire dalla politica
fiscale. Come spiega un osservatore indipendente dei fatti italiani, Alberto
Giovannini, già professore di economia e finanza a Columbia University,
«successivamente - forse a causa di una specie di distrazione - accadde che
poiché il mainstream politico ritenne che l'economia finanziaria
era sempre in grado di aggirare i vincoli posti dai regolatori, tanto valeva
che i regolatori non ficcassero il naso sull'evoluzione del mercato». L'effetto
fu dunque che Stati Uniti e Gran Bretagna svilupparono implicitamente un'idea
di politica economica costruita sul boost finanziario. Volete una casa?
Finanziatevela al 100 per cento. Volete un'auto da 50.000 dollari? Idem. Questa
impostazione trovò una formulazione anche nel conservatorismo di George W. Bush
con la sua ownership society, la società dei proprietari. La combinazione degli
interessi politici ed economici consentì buoni ritmi di crescita, ma innescò
una bolla finanziaria. La polemica tremontiana sul
mercatismo nasce dall'analisi di quella fase. Per Giulio Tremonti, il
mercatismo è la zelante applicazione di un meccanismo sedicente liberale su cui
si innesta un metodo postcomunista. In questa chiave la terza via fu
un'espressione per l'appunto mercatista. In Italia, dopo la prima fase degli
anni 90 (privatizzazioni, pacchetto Treu, liberalizzazione dell'energia e prima
fase della liberalizzazione del commercio), lo sviluppo del terzaviismo ha
seguito un ulteriore percorso: prima la costituzione di un'area trasversale
riformista, quella dei volenterosi, poi l'individuazione simbolica della
cosiddetta agenda Giavazzi che individuava nell'azione culturale di uno degli
editorialisti di punta del Corriere della Sera la strumentazione del liberalismo
democratico; e infine il liberismo di sinistra, dal titolo di un fortunato
pamphlet dello stesso Francesco Giavazzi con Alberto Alesina, in cui si
sosteneva che gli effetti delle politiche liberiste sono di sinistra.
Interessano ogni singolo cittadino, in quanto consumatore. Spingono alla
crescita economica i cui effetti sono benefici per tutti. La crisi
finanziaria dà vigore alla contestazione a questo tipo di approccio. C'è
chi ritiene che l'obiettivo della crescita a tutti i costi sia sbagliato. E che
sia sbagliata anche la difesa militante della finanza come strumento di
democrazia economica. Come ha scritto Paul Krugman due settimane fa sul New
York Times: «È fallito un intero modello di banca, un sistema finanziario
superfetato che ha fatto più male che bene». Il filone critico krugmaniano si
sviluppa e spunta qua e là sempre più frequente. È appena uscito uno svelto
pamphlet del Mulino firmato dall'economista Ronald Dore, che con un argomento
krugmaniano, appunto, ha polemizzato con la tesi di Alesina e Giavazzi sulla
tenuta del valore di un bene - per esempio una casa a Genova - garantito dalla
copertura finanziaria della diversificazione dei
rischi: «Godetevi la vostra casa e pensate serenamente che il potervi godere la
vostra abitazione non è influenzato dal fatto che la vostra ricchezza
immobiliare sia esposta alle fortune dell'economia genovese». L'altra critica
al liberismo di sinistra riguarda soprattutto i simboli utilizzati nella
battaglia di idee. Non dovevano essere i taxi da liberalizzare (una giusta
liberalizzazione che riguarda però una quantità limitata di beneficiari), ma
semmai le linee aeree, l'elettricità e via dicendo, cioè settori di più ampio
impatto sulla vita delle famiglie. Come ha detto il sociologo Bruno Manghi, in
una intervista recente, la sinistra si è occupata di taxi, dimenticandosi di
quello che stava accadendo nella finanza. Dice Nicola Rossi: «Sono obiezioni
che non mi convincono: dei problemi finanziari si era perfettamente accorto per
esempio un economista come Luigi Spaventa, e nei nostri documenti degli anni
scorsi ci sono dei riferimenti ai rischi della finanziarizzazione. Quanto ai
simboli non sono d'accordo. Nella prima stagione di governo, cioè negli anni
90, la sinistra italiana si è occupata di monopoli e di mercati aperti, fu la
stagione delle Authority. In una seconda fase, poiché si era scoperto che era
difficile vincere le resistenze di interi settori economici che tendevano alla
conservazione, si è scelta la strada emblematica, taxi, farmacie, cioè le
lenzuolate: ma i simboli non vanno sottovalutati». Per
alcuni la difesa della democrazia finanziaria non
deve essere messa in imbarazzo dal fatto che la terza via sia stata messa ko
dallo scoppio della crisi
finanziaria. Una settimana fa Giavazzi ha
scritto che l'America sta lavorando sulla leva finanziaria,
mentre l'Europa, più arretrata, si concentra sulla questione della fissazione
delle regole. Da questo punto di vista, Giulio Napolitano sul Riformista
dell'altro giorno, ha notato che le differenze in questo tra Europa e America
sono meno nette di quanto appaia. Giovannini dice: «La difesa della democrazia finanziaria nasce dalla preoccupazione che la cultura
liberale in Italia è così fragile che ci vuole poco ad abbatterla». Spiega
ancora Rossi: «C'è di sicuro la contingenza delle responsabilità della terza
via, però noi dovremmo riprendere a discutere e a chiedere più libertà perché
viviamo ancora in un paese dominato dall'iper-regolazione e da una cultura
dello stato che si occupa regolarmente di quello di cui non dovrebbe
occuparsi». Ed è questa la ragione principale per cui i liberali (di sinistra,
ma non solo in verità) sono poco disponibili alla questione posta dal ministro
dell'Economia sulla necessità innanzitutto di ricondurre l'economia dentro un
sistema di norme; e poi decidere, in un secondo momento, se ci piace di più il
mercato o lo stato. Così l'ha spiegata lo stesso Tremonti in una risposta a un
editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera. Gregorio Gitti,
professore di diritto privato alla statale di Milano, osserva: «Bisognerebbe
puntare a ristabilire un equilibrio tra diritto ed economia. Anche solo
pensando che nel deposito millenario delle norme civilistiche, c'è
l'accompagnamento giuridico degli scambi economici». Ma questo equilibrio per
ora non trova spazio nella discussione. Per dare l'idea di come la dialettica
su questi temi si sia incartata, è curiosa la discussione sugli ordoliberali,
un gruppo di liberali tedeschi che dettero un contributo alla formulazione di
economia sociale di mercato, su cui si reggerà l'ordinamento economico tedesco
per tutta la seconda metà del Novecento. Gli antitremontiani non amano il
riferimento agli ordoliberali. Eppure in un'intervento del 1998 all'Istituto
Gramsci sul rinnovamento del pensiero liberale, Valerio Zanone, storico
liberale di sinistra, uno dei fondatori del lib-lab italiano a cavallo tra la
fine degli anni Settanta e l'inizio degli 80, notava che nell'ordoliberalismo
esiste un legame tra mercato e società aperta. Certo, si può discutere, si può
dire che Eucken è un positivista, mentre Hayek crede nella norma come
recepimento dell'ordine che scaturisce dal mercato, ma la sostanza - per quello
che dovrebbe riguardare la crisi di fronte alla quale
ci troviamo - non cambia: non c'è mercato senza legge e siccome noi abbiamo
(molto) bisogno del mercato, in questo momento abbiamo assolutamente bisogno di
legge. Insomma non ci sarebbe bisogno di prendersela tanto con gli
ordoliberali, a meno che l'obiettivo non sia l'offensiva egemonica di Tremonti,
il quale viene sospettato di utilizzare Eucken per recuperare in termini di
potere un maggiore interventismo sull'economia, sotto la forma di primato
politico delle regole sul mercato. Ma questo è un altro discorso, da regolare
nei rapporti di forza oggi in campo. In generale la crisi
non sta producendo una discussione identitaria nel centrosinistra. «È
un'opportunità, ma il confronto non è partito, molti cercano di tenere una
visione difensiva per la conservazione di un patrimonio di consenso in calo»,
dice Gitti. Aggiunge Rossi: «Il problema è che la sinistra non solo è senza
identità da offrire al paese, ma è incapace di generarne, la sua unica
preoccupazione è rimuovere». Ma la cosa più singolare è che il tema in
discussione - deve prevalere il diritto o l'economia? - non diventa un tema di
battaglia neanche da parte di chi liberale non è, e non lo è mai stato -
anticapitalisti, comunisti, no global - e che sulla prevalenza della legge sul
mercato potrebbe costruire la rivendicazione di un successo ex post, di una
vittoria culturale, il riconoscimento di una supremazia morale. Ieri è stato
presentato un documento firmato da tre economisti di centrosinistra, Emiliano
Brancaccio, Paolo Leon e Stefano Fassina, che nella loro area politica sono
stati culturalmente in minoranza ai tempi della terza via. E' un contributo
commissionato dai metalmeccanici e dalla funzione pubblica della Cgil - cioè
dall'asse tra Gianni Rinaldini e Carlo Podda - con cui si apre la discussione
in vista del congresso del prossimo anno. Il documento propone una sere di
soluzioni di politica economica. Dice Fassina, della direzione nazionale del Pd
e responsabile finanza pubblica ed economia internazionale del partito: «In
questo documento affrontiamo anche il tema delle regole sociali e ambientali
con cui il mercato dovrà confrontarsi, perché in questa fase la legge deve
prevalere sull'economia. Certo, è singolare che proprio nel momento in cui
crolla il fondamentalismo di mercato, la sinistra europea si ritrova al minimo
storico. Il problema è che una parte di noi si è rifugiata nelle icone, nelle
parole d'ordine del deficit spending, della proprietà pubblica e del lavoro
fordista; mentre un'altra parte di noi è stata subalterna a una cultura che non
era la nostra». Marco Ferrante 10/04/2009
( da "Riformista, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Ap: basta con le
news gratis WEB. Agenzia e quotidiani contro Google e gli aggregatori-notizie.
L'azienda Usa incassa. Ma non molla. di Antonello Guerrera Oramai è scontro.
Gli editori hanno lanciato il guanto di sfida a Google e minacciano ritorsioni.
Il motivo sta tutto nell'informazione. O meglio, nella distribuzione
informatica delle news. Inutile dirlo, oramai sulla rete vige la totale
anarchia a riguardo, mentre, proprio ieri, l'Assemblea nazionale francese ha
affossato il ddl antipirateria. L'accusa principale al motore di ricerca più
famoso del mondo è giunta dalla Ap per mezzo del suo presidente Dean Singleton:
«Non possiamo più rimanere con le mani in mano e vedere gli altri rubarci il
lavoro». Una sfida palese a Google e agli altri aggregatori di notizie sul web
che fanno copia-incolla di articoli e flash di giornali e agenzie. In questa
trafila vige sempre il nebuloso concetto americano di "fair use"
(giusto utilizzo), lo stesso che ha portato ai ferri corti l'Ap con l'artista
Fairey per il rinomato ritratto Hope di Obama. La protesta di Ap e compagni,
vedi il Guardian (per mezzo di Henry Porter) e Wall Street Journal (per voce
del manager Thomson), è rivolta ai profitti che Google e aggregatori incassano
riportando le notizie degli altri, mediante i messaggi pubblicitari allegati
nei rispettivi siti. Il tutto senza avere nemmeno una redazione. Ma Google, che
tramite il presidente Eric Schmidt ha cercato di abbassare i toni, si è
appellata proprio al "giusto utilizzo", sottolineando: «Google ha un
contratto multimilionario con l'Ap per riportare i lanci delle agenzie, e
speriamo che il nostro rapporto continui per molti anni». Insomma, lasciamo le
cose come stanno, dice Schmidt. Che però poi, al meeting della Newspaper
Association of America (Naa), ha criticato apertamente lo status quo dei
quotidiani cartacei: «I loro contenuti dovrebbero essere per la maggior parte
online, gratis per tutti e senza costi di distribuzione». E qui i nodi vengono
al pettine. Perché i quotidiani, a sgobbare per informare gratis (o quasi) gli
internauti, ovviamente non ci stanno. Il tycoon dei media Rupert Murdoch lo ha
detto chiaramente qualche giorno fa, presto le news online non saranno più
gratuite. Punzecchiature e affondi vari che hanno lasciato diversi aggregatori
interdetti, vedi Techmeme. La cui parola d'ordine ora è "wait and
see": aspettiamo e vediamo che succede. Google, invece, forte della sua
posizione preferenziale va avanti, anche se a testa bassa. Anche perché, in
queste condizioni, troncare di netto il rapporto tra azienda di Schmidt e
quotidiani forse farebbe più male ai secondi che ai primi. Fatto sta che il
traffico informatico che Google genera assieme agli altri aggregatori è di
dimensioni abnormi. Contenitori "copia-incolla" come Huffington Post
e The Daily Beast oramai negli Usa rivaleggiano alla grande con i maggiori
quotidiani. Che, inutile dirlo, sono di fronte a un bivio: carta, web o tutti e
due? Gli stessi addetti ai lavori non hanno ancora le idee chiare. Tanto che
sulle pagine dello stesso Guardian online si sono lette negli ultimi giorni
posizioni discordanti dopo l'affondo di Ap contro Google.
Dall'anticatastrofismo di Roy Greenslade sino alle accuse al motore di ricerca
da parte di Henry Porter e Tim Luckhurst, che reputano Google & Co. una
minaccia amorale per il sano "journalism" a favore del
"churnalism" (ossia riportare a man bassa le notizie senza
controllarne le fonti). Una cosa è certa però. I giornali devo decidersi in
fretta perché il tempo stringe. Con la crisi finanziaria, in Inghilterra, ad esempio, diversi editori hanno dovuto
licenziare blocchi di giornalisti, mentre i giornali locali hanno registrato un
crollo di pubblicità. E negli Usa va ancora peggio. Il gruppo Tribune, di
Chicago Tribune e Los Angeles Times, ha già dichiarato bancarotta.
Mentre Rocky Mountain News e Seattle Post-Intelligencer hanno dovuto chiudere i
battenti. 10/04/2009
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere del
Mezzogiorno sezione: ECONOMIA data: 10/04/2009 - pag: 9 Analisi Emerge dal
rapporto dell'Osservatorio Banche Imprese del 1Ú trimestre
Crisi 2009, il Sud crolla meno del Nord BARI «Gli effetti recessivi della crisi finanziaria internazionale sull'economia reale non accennano a esaurirsi.
Soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro mentre dopo il crollo
registrato nell'ultimo trimestre 2008, nel Mezzogiorno la diminuzione è meno
sostenuta di quella registrata nel resto del Paese». È quanto evidenzia
il Rapporto «Congiuntura Mezzogiorno» sul IÚ trimestre 2009 dell'Osservatorio
Regionale Banche Imprese di Economia e Finanza - realizzato congiuntamente
all'Istituto di studi e analisi economica Isae e all'Srm (Studi e ricerche per
il Mezzogiorno) - che ha analizzato la situazione congiunturale del settore
manifatturiero, delle costruzioni, del terziario innovativo e delle famiglie,
guardando ai dati relativi al Mezzogiorno e alle regioni che ne fanno parte,
viste in relazione al quadro congiunturale nazionale. Dallo studio emerge che
«la domanda di prodotti manifatturieri continua a scendere in modo pressoché
omogeneo sul territorio nazionale. Nel Nord-Ovest e nel Mezzogiorno, tuttavia,
le imprese sembrano avere iniziato a far fronte alla crisi
e sono riuscite a ridurre le scorte di magazzino accumulate negli ultimi mesi;
di conseguenza, le attese di produzione continuano a peggiorare, ma in modo
meno severo rispetto alle altre aree del Paese. Nelle regioni meridionali,
inoltre, dopo il crollo dello scorso trimestre la fiducia delle imprese
operanti nel settore dei servizi registra un rimbalzo positivo, anche se rimane
su valori nettamente inferiori a quelli medi dello scorso anno. Il calo della
fiducia delle imprese di costruzione è invece in linea con quanto riscontrato
nella media nazionale. I consumatori meridionali, infine, registrano un netto
miglioramento della propria fiducia, grazie probabilmente all'andamento
particolarmente moderato dei prezzi, sia correnti, sia attesi: risalgono di
conseguenza le valutazioni sul bilancio familiare e sulle possibilità di
acquisto di beni durevoli, oltre a quelle più generali sulla situazione
economica famigliare e nazionale, in un quadro tuttavia ancora caratterizzato
da forti timori circa l'evoluzione attesa del mercato del lavoro ». Guardando
ai dati regionali, emergono andamenti notevolmente differenziati tra regione e
regione per il cosiddetto «Clima economico »: l'indice continua a scendere,
infatti, in Calabria, Mo-- lise, Campania e Abruzzo (figuriamoci adesso dopo il
terrmoto), è sostanzialmente stabile in Puglia e mostra invece primi segnali di
recupero in Basilicata, Sicilia e Sardegna. In Basilicata, in particolare,
qualche segno di miglioramento si avverte anche dal lato dell'industria
manifatturiera, oltre che per i consumatori. Restano ovunque molto pessimiste,
però, le attese a breve termine relative all'evoluzione del mercato del lavoro.
R. E.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-04-10 - pag: 10 autore: DALLA PRIMA Se la Cina
chiamasse Obama L'Ocse prevede un balzo del debito pubblico statunitense pari a
quasi il 40% del prodotto interno lordo nel corso di tre anni. è piuttosto
probabile, quindi, che la prossima crisi venga
innescata daquello che i mercati considerano un debito pubblico eccessivo in
Paesi con forti disavanzi correnti strutturali, in particolare negli Stati
Uniti. Se questo dovesse succedere, il sistema economico internazionale si
troverebbe ad affrontare un momento critico. è curioso notare che è Pechino a
sollevare questi dubbi. Innegabilmente lo fa spinta da interessi personali: la
Cina è infatti preoccupata per le sue riserve di valuta estera, la maggior
parte delle quali denominate in dollari; vuole liberarsi da ogni responsabilità
per la crisi; desidera preservare il più possibile il
proprio modello di sviluppo; e immagino stia cercando di controbilanciare la
pressione statunitense sul tasso di cambio del renminbi. Wen Jiabao, il primo
ministro cinese, ha sottolineato la preoccupazione del proprio Paese riguardo
al valore delle sue vaste riserve: quasi 2mila miliardi di dollari, ovvero
quasi la metà del Pil. Immaginate come reagirebbero gli americani se il loro
Governo avesse investito intorno ai 7mila miliardi di dollari (la cifra
corrispondente rapportata al Pil Usa) in passività di Governi non del tutto
amichevoli. Pechino ha iniziato a capire di aver commesso un errore ma, ahimé,
troppo tardi. Nel frattempo Zhou Xiaochuan, Governatore della Banca centrale
cinese, ha prodotto una serie considerevole di discorsi e documenti sul sistema
finanziario globale, sugli squilibri mondiali e sulla riforma del sistema
monetario internazionale. Essi rappresentano una dichiarazione del punto di
vista cinese e allo stesso tempo un contributo al dibattito. Non bisogna essere
necessariamente d'accordo con tutto quello che il Governatore dichiara, ma il
semplice fatto che si esprima apertamente è di per sé significativo. Zhou
sostiene che l'elevato tasso di risparmio della Cina e di altri Paesi dell'Est
asiatico sia una conseguenza di tradizione, cultura, struttura familiare,
situazione demografica e attuale fase dello sviluppo economico. Aggiunge,
inoltre, che questi «non possono essere adeguati semplicemente variando il
tasso di cambio nominale». Insiste spiegando che «l'elevato tasso di risparmio
e le ingenti riserve estere sono il risultato di reazioni difensive contro la
speculazione predatoria», avvenute in particolare all'epoca
della crisi
finanziaria asiatica del 1997-98. Nulla di
tutto questo può essere cambiato repentinamente, insiste il Governatore: «Anche
se gli Stati Uniti non possono sostenere uno schema di crescita basato su
consumi elevati e risparmi ridotti, non è proprio questo il momento adatto per
aumentare il loro tasso di risparmio». Il che significa: «Ci sta bene la
parsimonia statunitense ma non ora». Nel frattempo, aggiunge il Governatore, il
Governo cinese ha elaborato uno dei programmi di stimolo economico più
imponenti al mondo. Inoltre, il vasto accumulo di riserve di valuta estera,
aumentate di 5.400 miliardi di dollari fra il 1999 e il picco del mese di
luglio 2008, riflette la domanda di sicurezza delle economie emergenti. Poiché,
tuttavia, il dollaro rimane la principale attività di riserva a livello
globale, il mondo intero dipende dalle emissioni monetarie statunitensi.
Inoltre, proprio per questa ragione gli Usa tendono a incorrere in disavanzi
correnti. Il risultato è rappresentato dal riemergere di una debolezza discussa
già negli anni nebulosi dei tassi di cambio fissi del sistema Bretton Woods,
sistema crollato all'inizio degli anni 70:la sovraemissione della valuta
chiave. La risposta a lungo termine, aggiunge Zhou, è una «valuta di riserva
sovranazionale». è fin troppo facile controbattere a numerosi dei suoi
argomenti. Gran parte dello straordinario aumento del risparmio aggregato della
Cina deriva dall'aumento degli utili aziendali. Indubbiamente si potrebbero
tassare tali utili per spenderne poi una parte. Il Governo potrebbe altresì
contrarre maggiori prestiti: il debito cinese, che l'Fmi stima pari al 3,6% del
Pil, rimane decisamente modesto. è altrettanto difficile credere che un Paese
come la Cina debba risparmiare metà di quanto produce o registrare avanzi
correnti che si avvicinano al 10% del Pil. Allo stesso modo, sebbene il sistema
monetario internazionale sia chiaramente difettoso, difficilmente può essere
ritenuto il solo responsabile del vasto accumulo mondiale di riserve di valuta
estera. Un'altra ragione va ricercata nell'affidamento eccessivo su una
crescita trainata dalle esportazioni. Nonostante ciò, Zhou ha ragione quando
afferma che parte della soluzione a lungo termine della crisi
è un sistema di creazione di riserve che permetta alle economie emergenti di
incorrere in disavanzi correnti in sicurezza. L'emissione di Dsp è un modo per
raggiungere tale obiettivo senza sconvolgere le fondamenta del sistema globale.
La Cina sta cercando di ottenere l'impegno degli Usa, e questo è già di per sé
estremamente importante. Tuttavia, la condizione indispensabile per avviare una
discussione seria su riforme globali è l'auto-ricerca di una propria
motivazione. La Cina deve inoltre capire un elemento essenziale: il mondo non
può assorbire senza difficoltà gli avanzi correnti che si prevede genererà
stando all'attuale andamento dellosviluppo. Un Paese grande come la Cina non
può sperare di fare affidamento su questi considerevoli avanzi correnti come
fonte di domanda. La spesa interna deve continuare ad aumentare nettamente e in
maniera sostenibile, proporzionalmente alla crescita del risultato potenziale.
Niente di più facile, e più difficile, di questo. Martin Wolf
martin.wolf@ft.com
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-04-10 - pag: 10 autore: Giappone. Varato un nuovo
pacchetto di stimoli da 115 miliardi di euro Manovra record per Tokyo Stefano
Carrer TOKYO. Dal nostro inviato La maggiore manovra espansiva nella storia del
Giappone, a integrazione di un bilancio statale già da record, ma anche un
piano a medio-lungo termine per riportare il Paese sulla strada della crescita
e addirittura per contribuire in modo decisivo al raddoppio dell'economia
dell'Asia entro il 2020: il premier nipponico Taro Aso ha delineato ieri un
programma di legislatura (e oltre) a dispetto del calendario istituzionale che
prevede il ricorso alle urne al massimo entro 5 mesi. Il pacchetto di stimolo
all'economia comporterà spese per 15.400 miliardi di yen (circa 115 miliardi di
euro), più dei 12mila miliardi già impegnati nelle precedenti manovre: una
manovra pari al 3,1% del Pil che ha l'obiettivo di generare domanda interna per
60mila miliardi di yen (450 miliardi di euro) e creare da
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-04-10 - pag: 21 autore: DALLA PRIMA Quei
segnali deboli tra carta e lamiera Il tempo della congiuntura è destinato a
migliorare come quello delle stagioni? Ci sono ragioni sia per gli ottimisti
che per i pessimisti. Questi ultimi puntano il dito sulla subitaneità e sulla
simultaneità di un peggioramento dell'attività economica che non conosce
frontiere.L'accasciamento è stato rapido e intenso e l'economia internazionale
potrebbe dire, con il Poeta, "la lena m'era del polmon sì munta" che
rialzarsi dal duro colpo sarà opera lunga e difficile. Gli ottimisti potrebbero
invece ricordare l'antico esperimento ( risale a fine Ottocento) della
"rana nella padella". Se si mette una rana in una padella in cui
l'acqua sobbolle, questa balza via. Se si mette la rana in una padella con
acqua fredda e si aumenta insensibilmente il calore, questa finisce per morire
bollita. Da questo punto di vista, una crisi acuta
come quella che stiamo vivendo potrebbe anche avere una uscita rapida, e poco
importa se la rana balza via sua sponte o se è aiutata dal soffio potente delle
politiche economiche di supporto. Un altro modo di guardare
al dipanarsi di questa matassa imbrogliata è quello di seguire il ruolo della
carta e della lamiera, della parte finanziaria e
della parte reale dell'economia. Questa crisi è iniziata
come crisi della carta, di un'economia finanziaria che
giocava con strumenti nuovi e insicuri, fino a che questi giocattoli non gli
sono scoppiati in faccia (è successo altre volte nella storia). L'ondata
di sfiducia, in una finanza mondiale a vasi comunicanti, si è diffusa con una
virulenza che ricorda i miasmi di un vaso di Pandora più che il quieto contagio
di un raffreddore. Nell'oscurità della crisi finanziaria
l'economia si è fermata, come si immobilizza chi entra in una stanza buia.
Imprese e famiglie hanno tirato in barca i remi della spesa e nel mondo intero
sono andati stridendo i freni del ciclo. Se l'economia deve uscire da questo
stallo, bisogna che si risani dapprima il primum movens della crisi, l'immenso mercato della finanza. E su questo punto vi
sono chiari segni di una normalizzazione, anche se molti interventi si muovono
ancora lungo "righe storte". Vi sono anche alcuni timidi segnali che
di questo miglioramento della carta potrà beneficiare anche la lamiera. A
cavallo fra le due stanno, come il Colosso di Rodi, i mercati azionari, che cercano
di trar guadagni, più o meno cartacei, dagli andamenti dell'economia reale. E
le Borse, ormai in rialzo del 25-30% rispetto ai minimi, danno conto di queste
speranze. Naturalmente, la prudenza è d'obbligo: come disse il premio Nobel
dell'economia Paul Samuelson, «le Borse hanno segnalato sette delle ultime
cinque riprese». Ma è giusto, in questi tempi cupi dell'economia, dar conto del
fatto che l'orizzonte non è privo di fiammelle, e quelle che George Eliot
chiamava le «mendicanti speranze dei mortali» potrebbero non esser deluse.
Fabrizio Galimberti fabrizio@bigpond.net.au © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Messaggero, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Venerdì 10 Aprile
2009 Chiudi di GIULIA LEONI MILANO - «Italia: la realtà è migliore di quanto si
pensi». E' riassunta tutta nel titolo di un recente report di Goldamn Sachs,
l'idea che la banca d'affari ha sullo stato di salute del nostro paese. Un report
di 21 pagine, datato 2 aprile e firmato dall' analista Natacha Valla, che ci
rimanda la fotografia di un'Italia tutt'altro che sbiadita. E' vero, si legge,
che «l'economia italiana soffre di un certo numero di problemi seri». Ma «non
sono poi così tanti come di solito si è portati a credere». I numeri certamente
ci dicono che, «anche se nel 2007, quando è iniziata la crisi
finanziaria, i fondamentali dell'Italia stavano migliorando, da oltre
dieci anni la performance della macroeconomia del paese è stata fiacca rispetto
a quella dei vicini». In particolare «dal 1996 al 2006 il pil reale in Italia è
cresciuto in media dell'1,5% mentre nella zona euro è salito del 2,2%». Ed è
altrettanto inconfutabile, si legge, che «l'indice di produttività ha
manifestato una debolezza endemica», che «i trend demografici sono stati
sfavorevoli tanto che la percentuale di dipendenza dagli anziani passerà dal
29,5% nel 2005 al 62,1% nel 2050 il che renderà necessario aumentare
l'immigrazione verso il paese». Ed è anche vero che «sono stati creati molti
posti di lavoro temporanei col risultato che oggi i lavoratori sono in media
molto esposti al rischio di perdere l'impiego» e che la competitività
dell'Italia «è stata poco brillante». Tuttavia «a dispetto di queste fragilità
strutturali, la situazione è meno peggio di quanto si possa credere», si legge
nel rapporto. Che subito dopo elenca una serie di elementi da considerare. «Ci
sono alcuni fattori in gioco - dice Goldman Sachs - che favoriranno il rimbalzo
dell'economia italiana; in particolare gli stati patrimoniali del settore
privato che fanno da contrappeso all'alto indebitamento del settore pubblico».
La paura diffusa sulle finanze pubbliche «tende ad oscurare il fatto che, nella
totalità, l'Italia è uno dei paesi europei con meno debiti», sottolinea il
report. Le famiglie poi, «sono la vera ancora di salvezza della
macroeconomia del paese e della sua stabilità finanziaria». Sono
«tra le meno indebitate dell'Eurozona - solo il 20% ha un debito di qualche
natura - e le loro finanze hanno dato prova di gran robustezza» davanti alla crisi. Quanto al nostro sistema finanziario, è vero, dice Goldman
Sachs «che le banche italiane sono esposte verso l'est Europa, soprattutto
Intesa e Unicredit», ma è vero anche che hanno «una capacità di
assorbire le perdite migliore rispetto ai competitor europei». E sono solide.
Quanto alle aziende italiane, sebbene il loro debito sia cresciuto rapidamente
«sono comunque molto meno indebitate delle aziende degli altri paesi europei».
Ma anch'esse sono potenzialmente vulnerabili sia perchè «i loro asset sono
molto interconnessi» - spesso le proprietà sono incrociate - sia per la loro
dipendenza dal sistema finanziario. Tirando le somme, dice il report, «non c'è
ragione di essere eccessivamente pessimisti sul futuro dell'economia italiana».
Di certo «la crescita economica è stata troppo a lungo controllata ma ci sono
segnali di recupero e fattori di crescita». Infine un suggerimento, con
l'invito a mettere in pista «riforme strutturali e politiche dell'immigrazione
ben pianificate».
( da "Corriere della Sera"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 10/04/2009 - pag: 31 Credito Barclays vende iShares,
per ora resta indipendente Nazionalizzazioni a Berlino Parte l'offerta di Stato
su Hypo MILANO In Germania sta per andare in porto la prima nazionalizzazione
di una banca dagli anni '30, mentre in Gran Bretagna c'è chi riesce a evitarlo,
a costo però di rinunciare all'argenteria di casa. Due
diversi epiloghi ad altrettanti casi di crisi finanziaria.
Quella più grave riguarda senza dubbio la tedesca Hypo Real Estate, istituto di
credito specializzato nei mutui immobiliari. Non sono bastate le garanzie
statali per 102 miliardi di euro già ottenute: ora il Governo tedesco ha deciso
di lanciare un'offerta pubblica di acquisto su Hypo Re. L'operazione
prevede il pagamento di 1,39 euro per azione, calcolato aumentando del 10% la
media della quotazione rilevata in Borsa tra l'1 e il 15 febbraio scorso, vale
a dire le due settimane precedenti l'annuncio ufficiale della
nazionalizzazione. Il prezzo offerto dal Governo (che già possiede il 9% del
capitale) è comunque superiore alla chiusura di ieri del titolo a Francoforte,
pari a 1,2 euro. Se l'Opa (che avverrà attraverso Soffin, il Fondo di
stabilizzazione del mercato finanziario) non dovesse avere successo, c'è chi
teme un'azione ancora più drastica: qualcuno parla addirittura di «esproprio».
Nel frattempo il governo di Berlino sta valutando l'ipotesi di creare una «bad
bank» nella quale far confluire tutti gli asset tossici nel portafoglio delle
banche tedesche. Si tratterebbe dell'azione più radicale mai intrapresa da un
Paese per arginare gli effetti della crisi finanziaria
globale. Diverso il caso della britannica Barclay's, che per acquisire
liquidità ha dovuto cedere iShares, la propria unità di asset management. Ad
acquistare la società è stato il gruppo di private equity Cvc Capital Partners,
con una transazione che vale 3 miliardi di sterline (circa 4,4 miliardi di
dollari). In realtà l'operazione sarà in gran parte finanziata dalla stessa
Barclays, che si aspetta quindi di ricavare alla fine una plusvalenza pari alla
metà circa dell'importo, cioè 1,5 miliardi di sterline. G. Fer.
( da "Corriere della Sera"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia Mercati Finanziari data: 10/04/2009 -
pag: 37 Il caso a Milano/1 Camfin verso l'aumento, corre il titolo (g.fer.)
Camfin si appresta ad aumentare il capitale? L'indiscrezione, che ha fatto
correre il titolo a Piazza Affari (ha chiuso con un prezzo di riferimento di
0,24 euro, in crescita del 3% rispetto alla vigilia) è stata parzialmente
confermata dalla società, capofila del gruppo che fa capo a Marco
Tronchetti Provera. In una nota, richiesta dalla Consob, si legge infatti che è
in atto un «programma finalizzato al rafforzamento del profilo patrimoniale del
gruppo attraverso una serie di azioni che, con il supporto di Mediobanca, sono
oggetto di valutazione anche con le principali banche finanziatrici, ma non
ancora definite». Giorgio L. Bruno ad di Camfin
( da "Corriere della Sera"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia Mercati Finanziari data: 10/04/2009 -
pag: 37 Il caso a Milano/2 McDonald's in Francia si affida a Autogrill (g.fer.)
I fast food della McDonald's entrano nelle aree di servizio gestite da
Autogrill sulle autostrade francesi. Un accordo di partnership esclusiva è
stato infatti siglato ieri dalle due società e Piazza Affari ha immediatamente
premiato l'azienda italiana controllata dal gruppo Benetton, che ha
chiuso con un rialzo dell'8,17%, a quota 5,26 euro. L'apertura del primo
ristorante è previsto per il prossimo autunno. L'intesa, intanto, prevede lo
studio di fattibilità per l'eventuale ingresso di McDonald's anche negli altri
siti di Autogrill in Francia, come aeroporti e stazioni ferroviarie. G.Mario
Tondato ad di Autogrill
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-10 - pag: 38 autore: Holding. Perdita
di 1,5 miliardi: pesano le svalutazioni e il salvataggio di Dexia Caisse des
DépÔts, primo rosso della storia Attilio Geroni PARIGI. Dal nostro
corrispondente Anche la «vecchia signora di rue de Lille» paga un tributo alla crisi economica e al ruolo d'istituzione al servizio del
pubblico interesse. La Caisse des DépÔts et Consignations (CdC) ha chiuso il
( da "Corriere della Sera"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia Mercati Finanziari data: 10/04/2009 -
pag: 37 La Giornata in Borsa Indici ancora su, vola StM di Giacomo Ferrari
Pirelli Real Estate All'indomani del riassetto di vertice Pirelli Real Estate
guadagna l'11,45% Alla vigilia del lungo ponte pasquale (la Borsa resterà
chiusa da oggi a lunedì compreso) i rialzi continuano a dominare la scena.
I due principali indici di Piazza Affari hanno messo a segno ieri un robusto
progresso (+2,77% l'S&P-Mib, +2,25% il Mibtel) e, nonostante il clima
prefestivo, anche gli scambi hanno toccato un controvalore di 2,9 miliardi di
euro. Nel paniere dei titoli principali a crescere di più è stata
StMicroelectronics (+8,26%), seguita a ruota da Autogrill (+8,17%), che ha siglato
con Mc Donald's un'intesa per l'apertura di ristoranti della catena Usa nelle
aree di servizio lungo le autostrade francesi. Giornata positiva, inoltre, per
il comparto bancario, sulla scia del balzo di Wells Fargo a Wall Street. In
Italia i due titoli principali di questo settore, Intesa-Sanpaolo e Unicredit,
sono cresciuti rispettivamente del 6,83% e del 5,26%. L'elenco dei rialzi si
completa poi con il recupero di Bulgari (+6,57%) e il rimbalzo di Tenaris
(+5,95%). E' proseguito, inoltre, il rally di Pirelli (+5,7%), mentre la
controllata Pirelli Real Estate è volata dell'11,45% all'indomani del riassetto
di vertice, con l'uscita di Carlo Puri Negri. Meno evidente il miglioramento di
Fiat (+1,64%) in attesa di novità dagli Usa circa la trattativa per Chrysler.
Pochi (e tutti inferiori al punto percentuale) i ribassi nell'ambito dei 40
titoli dell'S&P-Mib. Almeno tre, infine, i rialzi a due cifre fra i titoli
minori: soprattutto Coin che all'indomani della presentazione del bilancio è
balzato del 26%, mentre Banca Generali ha guadagnato invece il 24,6% e
Pininfarina il 18,8%.
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
REGGIO pag. 12 Via Crucis sul ponte Calatrava «emblema di modernità» di
GIUSEPPE ADRIANO ROSSI LA CRISI finanziaria ed
economica è stata il leit motiv dell'omelia che il Vescovo Adriano ha
pronunciato ieri mattina in Cattedrale durante la Messa crismale, concelebrata
dai vescovi Lorenzo Ghizzoni e Paolo Gibertini e da tantissimi sacerdoti
diocesani. Questa messa ricorda infatti l'istituzione del sacerdozio e
monsignor Caprioli ha voluto focalizzare proprio il tema della "povertà
evangelica del presbitero a servizio della Chiesa". L'omelia del vescovo
si è appuntata su una povertà che è tale perché innervata della castità
celibataria. «Non è, infatti, povertà l'accettare di vivere ogni legame umano
con amore intenso e sincero, senza mai lasciarci condizionare da preferenze
personali e interessi, che non siano le preferenze del Signore per i piccoli?
Non è povertà il saperci appassionare delle relazioni che nascono dal
ministero, anche se limitate nel tempo, restando sempre disponibili a vivere
relazioni nuove e differenti? Non è povertà l'accettare i momenti di solitudine
o di fatica come occasioni per riscoprire la bellezza e la gioia del rimanere
nell'amore di Cristo?" Il Vescovo ha aggiunto un altro interrogativo: «E
non è povertà anche l'uso dei beni personali per il ministero, la condivisione
dei beni nel presbiterio, anche nelle forme di vita comune, la stesura del
testamento tempestiva e attenta alle necessità della Chiesa, della quale si è
stati a servizio?». IL VESCOVO si è poi soffermato su un altro aspetto della
povertà dei sacerdoti: la loro responsabilità nel gestire i beni materiali che
sono della Chiesa e da essa loro affidati. E ha raccomandato: «È una
responsabilità da condividere in spirito di comunione ecclesiale con altri, anzitutto
con i fedeli laici competenti e preparati, in particolare con i vari membri dei
consigli per gli affari economici e del consiglio pastorale». E ha poi
ammonito: «Siamo chiamati a destinarli esclusivamente ai fini che sono loro
propri, indicati dal Concilio in questi quattro: l'organizzazione del culto
divino, il dignitoso mantenimento del clero, il sostegno delle opere di
apostolato e la carità, specialmente in favore dei poveri». Infatti, non c'è
solo una povertà del cristiano e del presbitero, ma anche una povertà della
comunità cristiana che deve esprimersi come condivisione. In questa prospettiva
di comunione ecclesiale, occorre affrontare il problema della condivisione dei
beni non solo tra le persone, ma anche tra le parrocchie, legate dalla pastorale
d'insieme nelle unità pastorali, nel sostegno alle missioni diocesane, nelle
opere di carità comuni. UN ULTERIORE deciso richiamo ha fatto il Vescovo alla
povertà degli stili di vita, «che in questi giorni ci viene richiamato dal
confronto con le condizioni di vita della gente. Vediamo infatti, oltre alle
ordinarie e quotidiane forme di sostegno sostenute dalle nostre Caritas,
moltiplicarsi i casi di nuclei familiari in difficoltà a seguito della crisi economica. Il pensiero che delle famiglie in parrocchia,
normalmente in grado di provvedere a se stesse, si possano trovare a vivere in
questi mesi situazioni non previste di necessità, non può non interpellare
ciascuno di noi». A CIÒ si aggiunga anche la spaventosa drammaticità delle
conseguenze del sisma in Abruzzo. Ecco allora l'appello di mons. Caprioli ad
«solidarietà umana e cristiana da ritrovare nei nostri paesi e nelle nostre
città, perché chi vive momenti di difficoltà e più fatica a uscire
dall'anonimato e dall'isolamento non si senta abbandonato». Ne consegue per
giovani e meno giovani la inderogabile necessità di cambiare una mentalità e un
costume costruito sul consumismo per tornare a stili di vita più di sobrietà,
segno di giustizia prima ancora che di carità. La solidarietà si alimenta con
la sobrietà. A tale proposito ha richiamato il fondo di solidarietà
"Famiglie-lavoro" recentemente da lui voluto e istituito.
«Un'iniziativa che avrà carattere straordinario e temporaneo, e come
destinatari i nuclei familiari che, a causa dell'attuale crisi
economica, hanno perso il posto di lavoro, uscendone senza alcuna tutela
sociale, privilegiando in particolare quelle con presenza di figli piccoli o in
situazioni di malattia o handicap».
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
VETRINA CENTO pag.
15 Piccoli azionisti, vertice sulla crisi finanziaria CENTO IN CITTA' DA TUTTA ITALIA CENTO capitale dei piccoli
azionisti, almeno per un giorno. Venerdì 24 aprile, infatti, convergeranno
sulla città del Guercino svariate decine di rappresentanti delle associazioni
che raggruppano i piccoli soci, i soci di minoranza, delle grandi società
quotate (soprattutto banche) e anche di piccole aziende di credito non
quotate come la Cassa di Risparmio di Cento. E si deve infatti all'associazione
Amici di CariCento' l'organizzazione di questo incontro che vivrà due momenti:
il primo, nella mattinata all'hotel Europa, vedrà lo svolgimento del congresso
nazionale di CoNaApa, cioè del coordinamento nazionale delle associazioni dei
piccoli azionisti. Nel pomeriggio, nel salone di rappresentanza della Cassa, si
svolgerà il convegno dal titolo Crisi finanziaria e
partecipazione dei piccoli azionisti'. Interverranno, fra gli altri, il
presidente di CoNaPa Nerio Nesi già ministro e presidente di Bnl che farà da
moderatore e Bruno Tabacci membro della commissione Finanza della Camera. Ma si
preannunciano anche due esponenti di rilievo sia del Centrodestra che del
Centrosinistra; e così, come sottolineano gli organizzatori, l'iniziativa sarà
bipartisan. Oltre 5 milioni sono i piccoli azionisti in Italia, tutti
interessati alla proposta di Governo in merito alla partecipazione dei soci di
minoranza nelle società: un tema, questo, che sarà al centro della riflessione
del convegno; convegno che cercherà di dare voce e spazio ai piccoli azionisti
in attesa di «una legislazione adeguata». L'Associazione Amici della Cassa di
Risparmio di Cento (presidente Francesco Lorenzoni) conta 350 iscritti pari al
7-8% dell'azionariato privato della banca (i due terzi complessivi delle quote,
come è noto, sono in portafoglio alla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento e
alla sua controllata Holding Cr Cento). CariCento è l'unica Cassa che ha un
rappresentante dei piccoli azionisti in Cda. Percentualmente raccoglie la quota
più elevata fra le analoghe associazioni di Casse di risparmio della regione.
a. l.
( da "Italia Oggi"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
ItaliaOggi sezione:
Marketing Oggi data: 10/04/2009 - pag: 17 autore: da Amsterdam Simonetta
Scarane Ad Amsterdam la convention del gruppo. Cambia veste anche il marchio
Packard Bell Acer, la batteria che rinnova il pc Doppia durata, 10 ore. Lanci:
nuovo impulso per i portatili Una batteria di lunga vita firmata Acer
rivoluziona il mercato dei computer portatili. In tempi di crisi
come questi il gruppo Acer, terzo produttore mondiale di computer, guidato da
Gianfranco Lanci, investe sull'innovazione e la creatività, e moltiplica i
prodotti dai pc agli smartphone, agli all-in-one, in vista dell'arrivo della
Iptv (la tv su protocollo Internet) per soddisfare tutti i segmenti di mercato
e di target. E ha ridefinito l'identità del marchio Packard Bell in versione
fashion victim. Saranno 3 miliardi di persone connesse a breve, secondo Lanci,
e Acer intensifica la strategia del multiprodotto frutto del lavoro della
multibrand strategy che ha occupato il gruppo di Taiwan per oltre un anno. Il
risultato si traduce in una valanga di novità per tutti i brand
del gruppo che prima della crisi finanziaria ha concluso
l'integrazione dei marchi acquisiti nel 2007 con Gateway che ha portato in dote
Packard Bell, e e-Machines. La pioggia di nuovi modelli di computer è arrivata
ieri in una spettacolare convention-show alla stazione marittima di Amsterdam,
terza e ultima tappa di un tour mondiale che ha portato i vertici Acer in tre
giorni, a raffica, prima negli Usa, a New York martedì, poi in Cina, a
Pechino mercoledì, e ieri in Olanda per il lancio mondiale dei nuovi
prodotti.In testa alle molteplici novità c'è quella che riguarda la durata
delle batterie per i computer portatili che la ricerca Acer è riuscita a
raddoppiare arrivando a portarla a un'autonomia di circa dieci ore. Frutto
della ricerca spinta del gruppo, che in questo campo diventa un precursore. Il
raddoppio della durata della batteria per i portatili si annuncia come «una
rivoluzione nell'industria del mobile computing», ha sottolineato Lanci, «e
segna una svolta epocale destinata a imprimere un nuovo impulso allo sviluppo
del mercato dei portatili, per i quali abbiamo stimato uno spazio di crescita
intorno al 35% come unità vendute nel mercato globale».Acer ha archiviato il
2008 con un fatturato di12,8 miliardi di euro. E aggiunge Gianpiero Morbello,
vice president marketing & brand di Acer Group, «la nostra visione del
mercato per il secondo trimestre 2009, ci vede in calo di vendite per il
desktop tra il 5 e il 10%, in unità vendute, non come valore, meno della metà
della media di mercato che si aggirerà intorno al -20%. In totale stimiamo che
l'aumento delle vendite, calcolando anche i portatili, in crescita del 35%, si
attesterà intorno al +25%».La pila dalla lunga vita caratterizza la novità di
prodotto in casa Acer che moltiplica i computer della linea Aspire: il nuovo
notebook con la pila garantita dieci ore si chiama Timeline ed è sottile come
fosse una pelle, oltre che confortevole dal punto di vista termico perché,
altra innovazione, utilizza una tecnologia nuova per il raffreddamento mutuata
dalle turbine delle stazioni del gas, come ha spiegato Antonello Fornara,
direttore area prodotti per Europa, Medio Oriente e Africa. Aspire Timeline è
un concentrato di innovazione, carta sulla quale il gruppo multinazionale, che
conta il primato di vendite di pc portatili in Europa, Medio Oriente e Africa,
sta accelerando con la convinzione dichiarata che per guadagnare l'uscita dal
tunnel della crisi finanziaria in atto serva lavorare
sull'innovazione, l'innovazione e ancora l'innovazione, restando flessibili e
snelli.Al riguardo Lanci ha fatto sapere che Acer group (6 mila addetti, in 70
paesi, e presente in 90 mila retail store) ha aperto un nuovo centro di ricerca
in Cina a Shanghai. «In Cina è vero che si sono ridotti i consumi ma per i
computer ci sono ancora tassi di crescita interessanti, e anche negli Usa», ha
rivelato Morbello ieri ad Amsterdam proveniente da Pechino.L'innovazione e la
creatività sono i due fattori che hanno portato una rivoluzione anche nel brand
Packard Bell, per il quale è stata ridefinita l'identità, colorata di rosso
«puredesire». E che da ieri ha un logo nuovo di zecca, rosso fuoco, glossy come
un rossetto, e conta due nuovi computer, nei segmenti notebook, Easynote
Butterfly e netbook, battezzato dot, piccolo come un'agenda da borsa, ambedue
attraenti e trendy come i prodotti fashion e di design. Tanto che la linea
Easynote di Packard Bell conta anche un nuovo modello TR 85 frutto della
collaborazione con Pininfarina, designer della Ferrari della quale il gruppo
Acer è sponsor.«Nessun ridimensionamento per le sponsorizzazioni, pilastro del
marketing. Per le olimpiadi di Vancouver nel 2010 e di Londra nel 2012 stiamo
già lavorando da un anno», ha dichiarato Morbello, che torna a parlare di come
va affrontata la crisi in atto «non galleggiare ma
aggredirla in maniera creativa investendo sulla multibrand strategy per uscirne
ancora più forti». «Il nostro obiettivo» ha concluso «è soddisfare bisogni
vendendo prodotti e servizi, oggetti innovativi, iper-tecnologici, commodity
capaci di rappresentare il proprio mondo e stile di vita. Non semplicemente
vendere prodotti e servizi. C'è un'enorme differenza tra questi due concetti».
( da "Italia Oggi"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
ItaliaOggi sezione:
Giustizia e Società data: 10/04/2009 - pag: 31 autore: di Andrea Fradeani Iasb
prende tempo sulle modifiche Ias
( da "Giornale.it, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Dunque Berlusconi
non cambia linea nella lotta all'immigrazione clandestina e per rimediare al no
della Camera, prolungherà il decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati,
quasi tutti tunisini, non verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro
vengano approvate norme ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la
permissiva Olanda, la Gran Bretagna del laburista Brown vanno in questa
direzione. E ieri il presidente francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva
che Alberto Toscano riassume così: "Massimo controllo di chi arriva per
lavorare e massimo sforzo per allontanare (con le buone o con le cattive) dal
suolo nazionale gli extracomunitari privi di permesso di soggiorno".
Quest'anno dovranno essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro
ai francesi, via gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe
di quelle italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo
duro, disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive:
" L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri
di smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria,
stabilità da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia
giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria
l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti
necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un
illecito amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni
preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma,
evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un
peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi,
comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia,
immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 18 ) » (Nessun voto)
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Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla crisi
(e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi
intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in
Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande
successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più
influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella crisi
finanziaria inizia a vedere una grande
opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo Thurman "è un
bene che la coscienza collettiva degli americani si sia risvegliata. Urlano un
poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e costringe chi ha
provocato questo disastro a prendersi le proprie responsabilità questo può
essere positivo», mentre prima la coscienza era assopita "perché
prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano conto degli abusi di un gruppo
ristretto di persone, di lobbies molto potenti come quelle delle banche, ma
finché riuscivano ad andare avanti si dicevano: cosa posso rimediare da solo? E
siccome tutti pensavano così, nulla cambiava davvero. D'altronde bastava
accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei problemi reali? Nessuno, tutto
era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione». Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non
poteva funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto
esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo
americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete
proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani
dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno
nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la
possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata
dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della
natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui
valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande
tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i
newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come
segnali di una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E
se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova
conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità
degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di
sventure e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e
dolenti ormai ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma
mai, lo dico da semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di
spontanea compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e
dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per
piangere, ma da questo girone infernale si alza solo silenzio, decoro,
contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo:
dalla crisi economica, dalle tragedie, sta nascendo
davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo, crisi,
società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 28 ) » (3 voti,
il voto medio è: 4.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa ©
2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Apr
09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione) Per una volta
l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè
dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati
rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti
finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in
Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a
Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche
ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada,
scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche
e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non
arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia
conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro
Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma
e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche
edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto
dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il
popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e
considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso
da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il
sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero
prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il
31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero
stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il
comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in
Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun
legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i
terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani
sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa
aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia
confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO:
tutti i leader del mondo hanno espresso all'Italia solidarietà e cordoglio,
anche il presidente Obama, con toni partecipi e una lunga telefonata a
Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi l'ambasciata americana ha deciso lo
stanziamento di 50 mila dollari per l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila
dollari. Un pensierino ino ino ino, peraltro non richiesto dall'Italia. Il
governo americano poteva proprio rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl,
politica, partito democratico, spin, Italia, società, manipolazione,
giornalismo Commenti ( 60 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov?
Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande successo di
immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e non capita mai che un
presidente, all'estero, venga accolto da folle in delirio. O meglio: succedeva
a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in Germania ha parlato a un'assemblea
di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano che, se si candidasse alle elezioni
politiche di fine settembre, batterebbe agevolmente Angela Merkel. Come
Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere forte, carismatico e capace di
rompere gli schemi. La sua straripante popolarità dimostra che gli Usa, quando
usano i toni giusti, possono essere ancora amati nel mondo e dunque che
l'antiamericanismo non era viscerale, né irreversibile, ma limitato agli
eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di strada non erano rivolte contro
di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia di essere anche politica,
sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale. L'esperienza del profeta
della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss, quella del primo presidente
afroamericano difficilmente terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma
proprio questo primo viaggio ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura
di sé, improvvisamente umile, a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era
abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà l'impressione di subirli.
Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto
l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice
della Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati
per l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento
di 5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse
settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli
europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no,
senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata
improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala.
Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà
intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi
finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli.
Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad
assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del
mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei
due vertici - G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di
pacificatore. La sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con
un dubbio: Obama sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di
riprendere il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il
gestore di un grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in
era obama, crisi, europa, globalizzazione, gli usa e
il mondo, germania, francia Commenti ( 39 ) » (7 voti, il voto medio è: 2.86 su
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fatti, molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso
storico, Obama ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i
risultati del G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e
speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le Borse hanno
risposto. Tuttavia analizzando i contenuti ci si accorge che, come previsto, il
G20 ha portato poche novità. L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del
Fmi: erano previsti 500 miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato
che intendono regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le
norme devono essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. -
secondo Brown "non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire
le società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè
ogni Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno
dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle
banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione
d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un
codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti (
vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno
a far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la crescita non potrà
più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino
globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre
più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile
che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.
Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da
1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia mondiale - il problema più
urgente, quello di una riforma strutturale del sistema finanziario mondiale è
irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il mark-to-market
ovvero la norma che obbligava le banche a valutare ogni giorno il prezzo di
mercato dei prodotti finanziari e siccome molti di questi non hanno acquirenti
le banche erano costrette a iscrivere a bilancio perdite colossali. Ora invece
potranno diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro i prodotti tossici
valgano più di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè affrontare le cause
del male. L'impressione è che il G20 si servito soprattutto a spargere tanta
cipria sulla crisi mondiale, nel tentativo di cambiare
la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo ottimismo, avvalorando
l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il tentativo in sè è
comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale? Scritto in spin,
era obama, banche, capitalismo, crisi, società,
economia, gli usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa, francia
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articolo a un amico 02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo).
Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso d'assalto la City,
spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono
stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla
Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri
sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha
parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei
preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di
Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini?
Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale.
Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico
oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la
seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta
contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che
le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli
spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli
animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime.
Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi
siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi
d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste,
giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e,
purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che
negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato
inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un
decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il
megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella
italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana
come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e
non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione,
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Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore per poco. E
l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a Londra e
domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma questo vertice,
ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni probabilità con pochi
risultati concreti, che non è difficile prevedere: un impegno generico a una
nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro i paradisi fiscali,
nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel cassetto e lo
strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in discussione:
questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più importanti riguarda
il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un pezzo sul Giornale,
l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via del rilancio
economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due
mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria
in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari,
pari quasi al 30% del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il
martellante sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad
uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da
Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno
annunciato che "Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più
importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata
manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco,
esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia
da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei
conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la
cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo
l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà
inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a
poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe
al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da
indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così
debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a
Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio
di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo
non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi
si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a
un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli usa e il mondo, germania,
democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 53 ) » (5 voti, il voto medio
è: 4.8 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS
Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il
Pdl, ma saprà darsi un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è difficile
prevedere che sarà vincente, perchè Berlusconi è la figura di riferimento da
oltre 15 anni e alla maggioranza degli italiani è assai gradira e perchè i partiti
conservatori, in Italia, ma non solo, affrontano la crisi
meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista
(ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un
centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo
stapotere della finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti,
Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd,
che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha
saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post
comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di
appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia
e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà
riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai
militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta
sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc,
che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli
elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca
sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto
in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4
voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
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25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi
abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono
rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che
affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru
economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i
fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri
durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato
questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati
(finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I
mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono
sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa
queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci
bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e
penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del
benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i
mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda
e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi
strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli
industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni,
sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite
inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior
valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non
servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso
da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al
rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il
petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da
( da "Mattino di Padova, Il"
del 10-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova
Venezia, La)
Argomenti: Crisi
di Simonetta Zanetti
La Lega: case Ater solo ai cittadini veneti Controffensiva del Carroccio dopo
lo scontro di mercoledì sul decreto sicurezza Gobbo si dice preoccupato: «Nel
piano regalie a extracomunitari e abusivi» VENEZIA. Largo ai veneti. Sulla
vendita degli alloggi Ater la Lega lancia il suo piano casa. Prima che le
polemiche infuriate alla Camera sulla bocciatura del prolungamento della
detenzione dei clandestini nei Cie siano sopite, il Carroccio batte un colpo.
Non a caso. «Dopo quanto si è visto nei giorni scorsi, credo sia opportuno
rivolgere lo sguardo alle esigenze della nostra gente - interviene il
segretario regionale Gian Paolo Gobbo - anche sulla casa, come accaduto sulla
sicurezza, la Lega rimane l'unica forza di governo davvero attenta ai bisogni
della gente veneta». La strategia sul tema è stata tracciata ieri pomeriggio a
Padova, nel corso di una riunione di gruppo. A parlare è proprio il segretario
nazionale, solitamente parco di parole. «Il provvedimento mi sta bene, ma mi
sono confrontato con i consiglieri regionali e ci sono alcuni punti che devono
essere corretti» sostiene Gobbo commentando il documento: «Tecnicamente il
piano è valido, ma ci sono alcuni passaggi che non mi convincono, a cominciare
dalle regalie previste per gli extracomunitari - precisa - è fondamentale
introdurre un criterio che assicuri un tetto, in primis, a chi ha cittadinanza
italiana e risiede in Veneto da almeno dieci anni». Il riferimento è al programma
di liquidazione degli alloggi Ater presentato la scorsa settimana dalla triade
Brunetta-Galan-Giorgetti e che prevede, entro fine ottobre, la messa in vendita
di 41 mila alloggi con un introito complessivo di 750 milioni di euro. «Leggo
nel documento che anche gli abusivi potranno comperare la casa che già
occupano, pur senza averne titolo: sono cioè coloro che hanno sfondato le porte
di appartamenti dove si sono introdotti illegalmente. Del resto, temo siamo di
fronte ad un nuovo "indulto", come quello dato dal voto alla Camera
contro il decreto Sicurezza del ministro Maroni». La Lega critica la mancanza
di confronto a monte del provvedimento: «Siamo sorpresi, oltre che perplessi su
parecchie cose, visto che sul tema non c'è stato dibattito all'interno della
maggioranza - sostiene Gianpaolo Bottacin, capogruppo in Consiglio regionale -
ad esempio non vediamo come sia possibile "regalare" 41 mila alloggi
per recuperarne al massimo
( da "Stile.it" del
10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pozioni, filtri,
incantesimi. Il mondo della magia ha sempre stregato chiunque e continua ancora
a farlo
Tornano subito alla mente tutte quelle serie televisive che sul
tema della magia hanno inondato i nostri palinsesti, come
Sabrina, Streghe e Buffy o film, come quelli più
recentemente trasmessi nelle sale cinematografiche, come Vita da
strega con una sempre stupenda Nicole Kidman o linterminabile
avvincente saga di Harry Potter, che ha fatto la fortuna anche della sua ideatrice e scrittrice
Joanne Kathleen Rowling. Pozioni, filtri, incantesimi, il mondo della
magia ha sempre stregato chiunque e continua ancora a farlo. NellEast
Village di Manhattan a New York, più conosciuto come Lower East side, dove
latmosfera anni 70
è ancora ben conservata, è molto frequentato (e di gran moda!) un piccolo
bazar di arti magiche, Enchantments (letteralmente "Incanto"). Nato
nei primi anni 80, questinsolito emporio richiama ogni giorno un flusso sempre
crescente di newyorkesi o visitatori di ogni angolo del mondo in viaggio
nella grande mela. Qui ci si diverte a creare e a giocare con ogni tipo di
filtro e pozione. La cultura esoterica divampa tra i vecchi palazzi dellEast
Village: tutto fa rivivere le misteriose atmosfere e le diavolerie di questo mondo magico, dalle
vetrine agli interni arredati nei minimi dettagli sino alle melodie oscure che
vi risuonano, dove la padrona di casa accoglie tutti, allievi stregoni e
avventori curiosi. Il target più affezionato? Giovani donne in preda al panico
perché il loro uomo non è più così presente come una volta o semplicemente
perché pensa ad altro
e allora come fare per invertire
la rotta? Ma certo!!! Tutte di corsa da Enchantments, alla scoperta
dei più svariati intrugli per
riportare sulla retta via gli uomini in fuga o quelli che hanno soltanto
smarrito un po dentusiasmo iniziale. Chissà se
davvero queste pozioni o candele prodigiose hanno insito il potere di
trasformare il corso degli eventi: la cosa certa è che spesso il fascino di queste miscele
magiche gioca sulle delusioni e sulle illusioni di chi le ricerca, creando
false aspettative. È innegabile, però, che spesso farsi cullare dalle fantasie
ci aiuta anche a staccare un po la spina dalle tensioni della vita
e ad immergerci in un
mondo fantastico dove ogni cosa sembra possibile. Sembrerà incredibile, ma a
rivolgersi a questo singolare store sono stati anche coloro che auspicavano la
fine della crisi finanziaria
certo, gli Stati Uniti sono stati colpiti per primi dal tracollo finanziario, ma
arrivare a pensare che una pozione possa risolvere le incertezze del mondo, è
davvero illogico! Cosa non si fa per credere che i mali della vita possano
essere scacciati con un colpo di bacchetta magica. In fondo, di questi tempi,
qualche filtro magico sarebbe davvero la giusta soluzione a molti
problemi. Della serie aggrappiamoci a tutto e
abracadabra!!!
( da "Stampa, La" del
10-04-2009)
Argomenti: Crisi
L'ISTITUTO SARÀ
NAZIONALIZZATO Hypo Real Estate L'Opa di Berlino Il governo Merkel non ha
intenzione di giocare la carta dell'esproprio [FIRMA]ALESSANDRO ALVIANI BERLINO
Berlino non ha perso tempo: nello stesso giorno in cui è entrata in vigore la
legge che le consente di nazionalizzare le banche in crisi,
è passata all'azione. Poco prima delle otto di ieri mattina un comunicato ha
annunciato ciò che in 60 anni di Repubblica federale non s'era mai visto: lo
Stato tedesco ha lanciato un'Opa su Hypo Real Estate, l'istituto
di credito immobiliare diventato in Germania il simbolo della crisi finanziaria. Se governo e banche private non le avessero messo a
disposizione aiuti e garanzie per 102 miliardi, oggi Hypo Real Estate non
esisterebbe più. Uno scenario dagli effetti catastrofici per l'intero sistema
finanziario tedesco. Malgrado il piano di salvataggio, però, il pericolo
di un fallimento non è ancora bandito e i 5,4 miliardi di perdite del 2008 sono
lì a ricordarlo. Per questo, dopo essersi già assicurata una quota dell'8,7%,
Berlino punta ora a rilevare completamente l'istituto, con un piano in due
fasi. La prima è arrivata ieri: agli azionisti lo Stato offre 1,39 euro per
azione, con un premio del 10% rispetto al minimo prescritto dalla legge e del
16% rispetto alla chiusura di mercoledì. In tutto 290 milioni. Offerta
«generosa» secondo l'associazione degli azionisti, che ha invitato ad
accettarla. L'obiettivo è chiaro: mettere sul piatto una somma allettante per
evitare di dover passare alla fase due, quella dell'esproprio. Strumento
previsto come ultima ratio nella legge firmata martedì dal presidente Horst
Köhler ma che, se applicato, potrebbe aprire spaccature profonde nel governo.
Non pochi nella Cdu del cancelliere Angela Merkel - e non solo - collegano
l'esproprio a esperienze traumatiche come quella dell'ex Germania orientale (o,
ancora più indietro, del nazismo). Intraprendere tale strada - ha avvertito la
Confindustria tedesca - rischia di arrecare pesanti danni all'immagine tedesca.
La parola passa ora all'investitore statunitense Christopher Flowers, che
controlla il 21,7% di Hypo Real Estate e si trova di fronte a un dilemma:
cedere volontariamente per 1,39 euro delle azioni che ha comprato lo scorso
anno a 22,50, o rischiare l'esproprio. Ieri Flowers, che non esclude ricorsi
legali, ha ribadito il suo no: «preferiamo restare nella società», ha detto un
suo portavoce. Per ora il ministro delle Finanze Peer Steinbrück proverà a
conquistare il 50% delle azioni e a imporre poi all'assemblea degli azionisti
un aumento di capitale per annacquare la partecipazione di Flowers. Se tale
piano dovesse fallire c'è sempre il jolly dell'esproprio, anche se i tempi
stringono: lo Stato può giocarlo solo fino al 30 giugno.
( da "Basilicanet.it"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
POTENZA,
"L'EUROPA INDISPENSABILE" IL LIBRO DI PITTELLA 10/04/2009 09.39.28
[Basilicata] (Artè¨) Potenza -Nel pomeriggio di venerdi 10 alle 17.15, presso
il Club House della città , sarà presentato il libro "L'Europa
indispensabile" Tra spinte nazionalistiche e mondo globalizzato di Gianni
Pittella con la prefazione di Enrico Letta. Interverranno, oltre sindaco Vito
Santarsiero, Roberto Speranza, presidente della commissione cultura del Comune,
il senatoe a vita Emilio Colombo, Enzo Lavarra, eurodeputato Pd, Umberto
Ranieri responsabil politiche europee del Partito Democratico. La grave crisi finanziaria, economica e sociale che ha investito gli
Stati Uniti e ha contagiato il resto del mondo dimostra
l'indispensabilità dell'Europa. Dell'Unione europea, un'organizzazione
istituzionale, economica e - non ancora abbastanza - politica, che oltre
sessantenni fa grandi uomini avevano già immaginato. Anche per l'Europa
non è¨ un momento facile. I no al Trattato costituzionale e al Trattato di
Lisbona sono la spia di un disagio, di un disamore verso l'idea stessa
dell'Unione. Questo libro spiega perché©, invece, l'Europa è¨ necessaria, cosa
ha già fatto per i cittadini e cosa ancora può² e deve fare, purché© ne
abbia la possibilità . L'autore, Gianni Pittella, parlamentare europeo di
lungo corso, racconta come, dalle grandi crisi
internazionali ai problemi energetici, dai fondi per il Mezzogiorno agli
stanziamenti per la ricerca, al mercato del lavoro, ai temi della giustizia e
dei diritti civili, più¹ Europa significhi più¹ forza e opportunità per
tutti e non, come qualcuno vorrebbe far credere, burocrazia e istituzioni
senz'anima. Il volume, oltre a rivelare curiosi aneddoti su personaggi noti,
costituisce uno strumento per entrare negli ingranaggi di un'Europa che stanzia
risorse e dispensa multe, che offre formazione ai giovani e infrastrutture ai
diversi paesi, che a volte sembra invadere, e altre invece sfiorare, le nostre
vite. Gianni Pittella, dopo una lunga esperienza di amministratore locale in
Lucania nelle file del Partito socialista, è¨ approdato prima al Parlamento
nazionale (1996) e poi a quello europeo (1999), dove svolge il ruolo di
presidente dei deputati italiani aderenti al Gruppo socialista europeo. È
dirigente nazionale del Pd. bas 02
( da "Dagospia.com"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
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articolo --> BERLUSCONI TRASFORMA LA TRAGEDIA IN VANTAGGIO POLITICO - COREA
DEL NORD: LA RICOMPARSA DI KIM JONG-IL - LIRAN INAUGURA UNA
FABBRICA PER IL COMBUSTIBILE NUCLEARE USA: SEGNI DI RISVEGLIO NEL COMMERCIO AL
DETTAGLIO E BANCHE
Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom 1 -
SPAGNA EL MUNDO - Titolo di apertura per le dimissioni del sottosegretario
all'Economia, David Vegara, numero due di Pedro Solbes, considerato la 'mente' dell'equipe
economica dell'ex ministro. Durante la crisi il suo
nome era circolato come possibile presidente. Secondo quanto si è appreso,
Vegara non sarebbe in sintonia con il nuovo ministro Elena Salgado. "Il
numero due di Solbes si dimette per una mancanza di sintonia con Salgado".
BERLUSCONI POMPIERE Spazio in prima pagina anche per la nuova sfida di Teheran
sul programma nucleare. Il presidente Ahmadinejad ha annunciato che l'Iran è
già in possesso di 7.000 centrifughe per l'arricchimento dell'uranio. E ieri è
stata inaugurata una nuova fabbrica per il combustibile nucleare. "L'Iran
prosegue la sua sfida inaugurando una fabbrica per il combustibile
nucleare". EL PAIS - In primo piano la riunione di ieri tra la
vicepresidente economica Elena Salgado e il ministro per i Trasporti e le
Infrastrutture Josè Blanco per dare nuovo impulso al piano voluto da premier
Zapatero per accelerare le opere pubbliche in Spagna. "Zapatero ordina di
accelerare i finanziamenti di migliaia di milioni per le opere pubbliche".
Spazio in prima pagina anche per l'annuncio iraniano sul completamento del
ciclo di fabbricazione di combustibile nucleare, tappa chiave per la produzione
di energia atomica. "L'Iran annuncia di aver completato una fase decisiva
del suo programma nucleare". 2 - FRANCIA LIBERATION - In
primo piano la vicenda dei sequestri dei manager delle aziende in crisi, divenuti sempre più frequenti nelle ultime settimane. Il
quotidiano dà la parola ai dirigenti delle aziende che devono far fronte
all'inasprimento della lotta sindacale dei lavoratori sempre più esasperati
dalla crisi
finanziaria internazionale.
"Sequestri, mi sono preparato". LE FIGARO - In apertura la nota
redatta dal personale diplomatico dell'Eliseo, destinata a Nicolas Sarkozy, che
tradisce il nervosismo della Francia riguardo al discorso pronunciato a Praga
dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama sul disarmo nucleare. Secondo
Parigi, la politica di Obama sul disarmo non si è discostata di molto da quella
del suo predecessore. La Francia, secondo quanto emerso, non intende
"accettare lezioni" dal suo alleato americano. "Le proposte di
Obama irritano la Francia". Berlusconi pompiere Spazio in prima pagina
anche per la riapparizione in pubblico del leader nordcoreano Kim Jong-Il, dopo
l'ictus di cui sarebbe stato vittima la scorsa estate. "Corea del nord: la
ricomparsa di Kim Jong-Il". 3 - GERMANIA 4 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN -
La morte di Ian Tomlinson: l'agente che aggredì l'uomo è stato sospeso ma non
ancora interrogato, nonostante siano passate 48 ore dalla diffusione del video.
Olimpiadi 2010: il villaggio olimpico chiede un prestito di 225 milioni di
sterline alla Banca europea per gli investimenti. La crisi
economica ha indotto molti britannici a rimanere a casa per le festività
pasquali. Condom: Il nuovo arcivescovo cattolico di Westminster denuncia una
pubblicità sui preservativi e per il controllo delle nascite. THE INDEPENDENT -
Apertura dedicata allo Sri Lanka: uno studente si sta lasciando morire di fame
davanti al Parlamento per protestare contro il silenzio della guerra contro i
tamil nello Sri Lanka. "Berlusconi trasforma la tragedia in vantaggio
politico": l'energica reazione del premier al disastro del terremoto si è
trasformato in un trionfo di immagine. Un editoriale sul passo falso di
Scotland Yard: "Un errore folle e pericoloso", quello che ha
costretto Bob Quick alle dimissioni. Berlusconi pompiere THE TIMES - Intervista
esclusiva al generale Usa Ray Odierno: per contenere il terrorismo di Al Qaida
dovremo ignorare la scadenza del 30 giugno per il ritiro delle truppe
dall'Iraq. "L'Fbi negozia per il rilascio del capitano Usa" rapito
dai pirati somali. Terrorismo: "La polizia cerca la fabbrica di
bombe" a Liverpool dove sospetta che un gruppo di Al Qaida stesse
preparando un attentato. 5 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES - Zimbabwe: Gli
aiutanti di Mugabe usano la violenza per ottenere l'amnistia, i tenenti del
presidente dello Zimbabwe tentano di obbligare l'opposizione politica a
concedere loro l'amnistia per crimini passati torturando i membri
dell'opposizione. "Mentre le borse crescono, alcuni temono ancora un
possibile crollo", gli investitori si chiedono se i mercati hanno toccato
il fondo o se i problemi più gravi sono ignorati. Golfo Aden: lo stallo con i
pirati mostra che i poteri degli Usa hanno un limite, i gruppi di corsari che
hanno catturato il capitano di una nave mercantile americana sono un nemico non
convenzionale per l'esercito degli Stati Uniti. Zapatero THE WASHINGTON POST -
"Segni di ripresa nel commercio al dettaglio e nelle banche", la
finanza in via di guarigione e il settore commerciale hanno mostrato segni positivi
ieri, un cambiamento incoraggiante. Russia: elezioni colorate di verde; Dmitry
Belanovich è riuscito a diventare sindaco di Mozhaisk con un metodo semplice e
tenace. Curiosità: un biglietto da 144 milioni di dollari è stato venduto in un
supermercato a sud-est di Washington. 6 - STAMPA ARABA AL SHARQ AL AWSAT -
quotidiano panarabo edito a Londra, apre sulle indagini delle autorità egiziane
contro una "cellula terroristica" degli Hezbollah libanesi arrestati
in Cairo: "fratello di uno degli accusati: tutti sanno che mio fratello
sostiene la resistenza" palestinese. Pirateria, "i barconieri del
mare faccia a faccia con gli americani... l'intelligence trattano con loro e
una fregata li tiene sotto occhio". Iraq, in occasione del sesto anniversario
della guerra, il grande ayatollah sciita "Mohammed Hussein al Hakim: non
dimenticheremo mai i bene che ci hanno fatto gli americani". Gran
Bretagna, "il fotoreporter che ha causato le dimissioni del capo
dell'antiterrorismo di Londra intervistato da al Sharq al Awsat: "non sono
pentito e non ho guadagnato soldi". AL QUDS AL ARABI - giornale
palestinese edito a Londra, apre sul nucleare iraniano: "Ahamdinejad
annuncia nuovi progressi nel programma nucleare e dice che l'Iran è riuscito a
ottenere il processo completo per la produzione del combustibile, ma Washington
dubita e sollecita Teherean al dialogo". Voto in Algeria,
"contarastanti i numeri dell'affluenza, e Buoteflika verso una terzo
mandato" presidenziale. Egitto, "15 giorni di fermo per indagini ai
49 accusati di essere agenti degli Hezbollah libanesi, Nasrallah rispode oggi
alle accuse e Hamas nega ogni legame con il gruppo". Kim Jong Iraq,
"al Baath smentisce di essere il mandante degli ultimi attentati a
Baghdad" e l'ex vice di Saddam Hussein "Ezzat al Douri chiede agli
Usa: ritiro, scuse, risarcimenti e ricostruzione dell'esercito". Libano,
"per non avere pagato la bolletta, tagliate le linee telefoniche di 17
ambasciate a Beirut". "Un uomo saudita ha divorziato da sua moglie
con una sms inviato dal suo cellulare dall'Iraq". AL AHARM - giornale
egiziano semi-ufficale, "Abu Mazen: le dichiarazioni di Lieberman sono
fuori della legalità internazionale"; "dopo il suo incontro con il
rais Mubarak, il presidente dell'Anp: i colloqui hanno riguardato il futuro del
dialogo palestinese e gli sforzi egiziani per realizzare la riconciliazione tra
le fazioni palestinesi"; "al Fatah è per il dialogo anche in tempi
lunghi, se questo evita scontri e violenza". Iraq, "i sciiti
celebrano la caduta di Saddam e chiedono agli americani di ritirarsi dal
Paese". [10-04-2009] AHMADINEJAD
( da "Affari Italiani (Online)"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Focus mercati/
Borse, le banche ripartono. Fiducia a WS e Tokyo Venerdí 10.04.2009 09:00 La
spinta derivante da Wall Street e dalle aspettative sul maxipiano di stimolo all`economia
e` stata in parte controbilanciata dalla debolezza dei titoli dell`intero
settore bancario. Ha pesato la revisione al ribasso delle stime di bilanciao da
parte di Sumitomo Mitsui Financial Group, che accuserà una perdita di 3.900
miliardi di yen nell`esercizio appena concluso e varerà un collocamento
azionario da 800 miliardi di yen. Smfg è stata sommersa da una valanga di
ordini di vendita, restando sospesa dalle contrattazioni sul livello di 3.110
yen, che rappresenta un calo-limite del 13,9% rispetto alla chisuura di
giovedì. La nuova ricapitalizzazione di Smfg porta a ben 33 miliardi di dollari
l'ammontare di mezzi freschi richiesti al mercato dalle grandi banche
nipponiche. Va comunque segnalato che oggi la Banca del Giappone ha reso noto che
nell`esercizio fiscale al 312 marzo scorso la media giornaliera dei volumi di
prestiti erogati dalle banche e` aumentata del 2,7% rispetto all`anno
precedente, per in terzo anno consecutivo di crescita. Ma in questo caso si
tratta di un aumento provocato da una situazione complessiva in cui le aziende
non trovano altre forme di finanziamento a causa della crisi
finanziaria di derivazione internazionale. Intanto oggi in serata
saranno resi noti i dettagli della nuova manovra di rilancio dell`economia da oltre
150 miliardi di dollari voluta dal premier Taro Aso. < < pagina
precedente
( da "Wall Street Italia"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Cina/ Dopo scandalo,
aziende latte chiedono aiuto al governo di Apcom Più di 250mila tonnellate di
latte in polvere invendute -->Pechino, 10 apr. (Ap) - L'industria del latte
in Cina ha chiesto aiuto al governo dopo che il settore è stato duramente
colpito l'anno scorso dallo scandalo del latte alla melamina, che ha ucciso
almeno sei neonati: lo riferisce un portavoce di una delle principali
associazioni casearie del Paese del Dragone. Il quotidiano China Daily
riferisce che le aziende si ritrovano con più di 250mila tonnellate di latte in
polvere invenduto. Uno dei funzionari dell'Associazione per lo sviluppo
dell'industria casearia della Cina occidentale, ha
affermato che il persistere delle paure legate allo scandalo, la concorrenza
dei marchi stranieri e la crisi finanziaria, hanno obbligato
l'associazione a chiedere aiuti finanziari al governo. L'appello chiede al
governo di acquistare un terzo del latte in polvere in eccesso e donarlo alle
persone colpite da disastri naturali e ai bimbi negli orfanotrofi.
( da "Wall Street Italia"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Kazakistan/
Presidente: non chiederemo prestiti al Fmi di Apcom Nazarbaev assicura:
risolveremo da soli i problemi -->Roma, 10 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Il
Kazakistan, nonostante la grave crisi finanziaria,
non intende chiedere aiuto al Fondo monetario internazionale (Fmi) o alla Banca
mondiale. L'ha detto oggi il presidente Nursultan Nazarbaev, secondo l'agenzia
di stampa Kazakhstan Today. Il paese centro-asiatico "non ha richiesto
prestiti: né al Fondo monetario né alla Banca mondiale: per risolvere i problemi
continueremo a lavorare in questa direzione". Astana è entrata in
sofferenza proprio a causa delle difficili condizioni in cui versa il suo
sistema bancario, molto esposto ai capitali esteri.
( da "Denaro, Il" del
10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mediterraneo tunisia
La crisi non frena gli investimenti Export: nel 2008 più 20%.
Partenariato strategico con la Banca Mondiale La Tunisia, in questo periodo di crisi finanziaria mondiale, avrà certamente dei contraccolpi congiunturali, ma le
recenti misure adottate dal presidente Ben Ali in favore delle imprese più
esposte mostrano in maniera eloquente le capacità di adattamento del paese e le
sue capacità di reazione. Lo dice il ministro dell'Industria, dell'
Energia e delle Piccole e medie imprese, Afif Chebbi, rimarcando che,
nonostante il difficile momento mondiale, la Tunisia ha conservato la sua
attrattiva nei confronti degli investimenti diretti stranieri. Le misure
congiunturali adottate riguardano i settori finanziari, sociale e delle
esportazioni da un lato; quelle strutturali mirano a migliorare il clima degli
affari, la competitività delle imprese e la qualità dei loro prodotti
dall'altro. Esaminando i risultati del settore industriale nell' anno appena
trascorso, Chelbi li ha definiti eccellenti nonostante la forte concorrenza
mondiale. Le esportazioni manifatturiere hanno raggiunto i 18.700 milioni di
dinari (circa 9,5 milioni di euro), con un aumento del 20 per cento rispetto al
2007 e superando l'obiettivo dei 18 milioni prefissato nell'undicesimo piano di
sviluppo. Nelle esportazioni eccellenti risultati per le industrie meccaniche,
elettriche e del tessile, con il 61 per cento. Hanno invece fatto registrare un
calo (-1,5 per cento) le esportazioni di quelle manifatturiere. E tra il
governo tunisino e la Banca Mondiale sono in corso studi per l' adozione di un
partenariato strategico. Lo riferisce Juan Josè Daboub, direttore generale
della Banca Mondiale. ''Il successo della Tunisia nella sua gestione economica
e i rimarchevoli risultati in termine di sviluppo umano - dice Daboub - hanno
ben posizionato il Paese nei confronti della crisi
finanziaria internazionale e della recessione globale''. "La Banca
Mondiale - dice ancora Daboub - stima che il governo tunisino adotta
attualmente una serie di misure adeguate per rispondere al difficile sviluppo
mondiale. Noi ribadiamo il nostro sostegna a questi sforzi, in particolare
attraverso il programma di appoggio all' integrazione e alla
competitività". "La Banca mondiale - secondo quanto ha riferito il
suo direttore generale - è anche dell' avviso che la creazione di posti di
lavoro e' una priorità principale per il Paese e che è necessario adottare un
approccio globale relativo ad una maggior produttività e competitività, allo
sviluppo del settore privato ed altre riforme settoriali". del 10-04-2009
num.
( da "Denaro, Il" del
10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mediterraneo
giordania Cooperazione avviata con il governo brasiliano La Giordania e il
Brasile hanno siglato undici accordi di cooperazione per rafforzare la
cooperazione economica, culturale e politica. Le intese sono state raggiunte
durante la visita di re Abdallah II in Brasile. In un comunicato congiunto,
diffuso dopo l'incontro tra Abdallah II e il presidente brasiliano Luiz Inacio
Lula da Silva, le due parti si sono impegnate a rafforzare le relazioni in ogni
settore, anche attraverso le misure necessarie per aumentare il volume
dell'interscambio commerciale. Secondo i dati forniti oggi dall'agenzia di stampa
'Xinhua', lo scorso anno le esportazioni del Brasile in Giordania hanno
raggiunto quota 32 milioni di dollari, mentre le esportazioni del regno
hascemita nel Paese guidato da Lula da Silva sono ferme a sette milioni. Il
presidente brasiliano e il sovrano giordano hanno anche parlato della crisi finanziaria e Lula da Silva ha chiesto una "riforma urgente" delle
istituzioni finanziarie internazionali. "I progressi che i nostri Paesi
hanno fatto sono a rischio. La crisi finanziaria globale può
colpire i Paesi in via di sviluppo in modo particolarmente duro - ha detto il
presidente - L'attuale crisi ci dimostra che le istituzioni finanziarie internazionali hanno
bisogno, con urgenza, di una riforma". del 10-04-2009 num.
( da "Dagospia.com" del
10-04-2009)
Argomenti: Crisi
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articolo --> Chrysler: stallo fra Tesoro e banche - A Buffett uno schiaffo
dalla sua Moodys - BUSINESS WEEK SCOPRE LENI DI
SCARONI - BERNABE (TELECOM): "PER AFFRONTARE PROSSIMI ANNI GUARDARE
AL WEB" MAC DONALDS E AUTOGRILL INSIEME IN FRANCIA... 1 -
Borsa, Tokyo in lieve rialzo frenata dai titoli delle banche... Da
"ilsole24ore.com" - La Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in rialzo ma
meno di altre piazze asiatiche e senza riuscire a mantenere il livello di 9mila punti raggiunto in
mattinata per la prima volta da tre mesi: l`indice Nikkei ha chiuso con un
progresso limitato allo 0,54%, terminando a 8.964,11 punti. La spinta derivante
dalla precedente performance di Wall Street e dalle aspettative sul maxipiano
di stimolo all`economia e` stata in parte controbilanciata dalla debolezza dei
titoli dell`intero settore bancario. Ha pesato la revisione al ribasso delle
stime di bilanciao da parte di Sumitomo Mitsui Financial Group, che accuserà
una perdita di 3.900 miliardi di yen nell`esercizio appena concluso e varerà un
collocamento azionario da 800 miliardi di yen. Smfg è stata sommersa da una
valanga di ordini di vendita, restando sospesa dalle contrattazioni sul livello
di 3.110 yen, che rappresenta un calo-limite del 13,9% rispetto alla chisuura
di giovedì. Logo "Chrysler" La nuova ricapitalizzazione di Smfg porta
a ben 33 miliardi di dollari l'ammontare di mezzi freschi richiesti al mercato
dalle grandi banche nipponiche. Va comunque segnalato che oggi la Banca del
Giappone ha reso noto che nell`esercizio fiscale al 312 marzo scorso la media
giornaliera dei volumi di prestiti erogati dalle banche e` aumentata del 2,7%
rispetto all`anno precedente, per in terzo anno consecutivo di crescita. Ma in
questo caso si tratta di un aumento provocato da una
situazione complessiva in cui le aziende non trovano altre forme di
finanziamento a causa della crisi finanziaria di derivazione
internazionale. Intanto oggi in serata saranno resi noti i dettagli della nuova
manovra di rilancio dell`economia da oltre 150 miliardi di dollari voluta dal
premier Taro Aso. 2 - Gm- Chrysler, 7mln ad advisor Usa... (ANSA) -
Boston Consulting sara' pagata dal governo americano 7mln di dollari per
svolgere il suo lavoro di advisor sui dossier GM e Chrysler. Lo riporta
l'agenzia Bloomberg, precisando che la maggior parte del lavoro di Boston
Consulting e' quella di analizzare il piano di ristrutturazione di Gm e la
proposta alleanza Chrysler-Fiat. In particolare, Boston Consulting analizzera'
il valore della tecnologia offerta da Fiat a Chrysler e quanto i prodotti
derivanti dall'alleanza sarebbero competitivi. 3 - Chrysler: stallo fra Tesoro
e banche... (ANSA) - Le trattative fra il Tesoro Usa e le banche creditrici di
Chrysler sulla ristrutturazione del debito sarebbero ''a un punto morto''. Lo
riporta il Wall Street Journal, citando fonti vicine alle trattative secondo le
quali i maggiori creditori e investitori si sarebbero sentiti offesi
dall'ultima offerta del Tesoro: cioe' ''accettare 15 cent per ogni dollaro
investito'', il che vorrebbe dire recuperare circa 1mld di dollari a fronte dei
6,8 mld dell'ammontare attuale del debito Chrysler. Franco Bernabè 4 - Francia:
- 15, 5% produzione industria... (ANSA) - Crolla a febbraio la produzione
industriale francese. Rispetto a febbraio 2008 il calo e' stato infatti del
15,5%. Nel confronto con gennaio, ha reso noto l'istituto di statistica locale,
la produzione e' invece diminuita dello 0,5%. 5 - ENI: BUSINESS WEEK,
L'IMPROBABILE ASCESA DI UNA POTENZA PETROLIFERA... (ASCA) - Roma, 10 apr - 'In
Italia l'improbabile ascesa di una potenza petrolifera'. Con questo titolo il
Business Week pubblica un profilo dell'Eni, una societa' che 'sta crescendo
rapidamente grazie ai legami del suo CEO in Congo, Iraq e in altri paesi
politicamente rilevanti'. 'Mentre altre compagnie tipicamente si tengono alla
larga dagli impianti di energia elettrica, che offrono un ritorno inferiore
dell'estrazione del petrolio - sottolinea il settimanale - l'AD Eni Paolo Scaroni
ha usato questi progetti per stabilire solidi legami con Paesi dove la
compagnia opera. 'il fatto e' che il petrolio e' loro', dice Scaroni, 62 anni.
'Se vieni considerato un partner allora ti e' consentito di utilizzare il loro
olio; altrimenti sei tagliato fuori''. Secondo Business Week, in Congo e in
altri Paesi del mondo 'la strategia di Scaroni sta dando i suoi frutti. Mentre
gran parte delle oil major hanno visto calare la propria produzione di olio e
gas lo scorso anno, la produzione Eni e' salita del 3,5%, a circa 1,8 milioni
di barili al giorno'. 6 - TELECOM: BERNABE' "PER AFFRONTARE PROSSIMI ANNI
GUARDARE AL WEB" ROMA (ITALPRESS) - "La Rete ha gia' fatto
esattamente il contrario di quel che ci si aspettava: ha potenziato la societa'
dell'informazione. Guardiamoci attorno: si legge, si scrive e si pubblica oggi
molto di piu' che prima". Lo afferma in una lunga intervista esclusiva al
settimanale "Il Mondo" Franco Bernabe', amministratore delegato di
Telecom. "Rischi? Non ne vedo proprio - aggiunge -. Il mercato della
telefonia e' maturo, per affrontare i prossimi anni bisogna guardare al web.
Per questo, vicino a San Marco a Venezia, nell'ex convento di Campo San
Salvador, lavora il Future centre Telecom dedicato a studiare le nuove
proiezioni del business, un lavoro affidato ai nostri giovani piu' brillanti e
intraprendenti". L'ad di Telecom parla dell'esperienza del Future centre e
dell'iniziativa delle Venice Sessions organizzate dal big delle tlc
coinvolgendo "giovani da tutte le parti del mondo organizzati in gruppi
interdisciplinari e internazionali che fanno base a Venezia, anche ad altri
esterni a Telecom. Persone con le esperienze professionali piu' diverse, ma che
hanno dato ciascuno un contributo di forte innovazione, scientifico o letterario".
Bernabe' parla anche dei bloggers e di Telecom Italia media: "Il progetto
e' quello di lavorare per creare una piattaforma aperta a tutti. Non vogliamo
essere una media company". Fabrizio Palenzona 7 - Autogrill, accordo con
McDonald's in Francia... Da "il sole24ore.com" - Partnership
esclusiva per Autogrill e McDonald's, che hanno siglato un accordo per
l'apertura di ristoranti McDonald's nelle aree di servizio autostradali gestite
da Autogrill in Francia. L'intesa, che rientra nell'ambito delle strategie di
sviluppo dei due Gruppi, prevede la valutazione di opportunità d'ingresso del
marchio McDonald's anche negli altri canali di attività di Autogrill in
Francia, quali aeroporti, stazioni e siti di prestigio. L'apertura del primo
McDonald's gestito da Autogrill è già prevista nel prossimo autunno,
pianificata su un'area emblematica della rete autostradale del Paese. 8 - A
Buffett uno schiaffo dalla sua Moody's... Da "Il Sole 24 Ore" -
Warren Buffett ha perso la tripla A anche da Moody's. L'impero finanziario
dell'Oracolo di Omaha, la Berkshire Hathaway, è stato declassato a
"Aa2" da "Aaa" dopo esser già stato condannato a simile
sorte da un'altra grande agenzia di valutazione del credito,la Fitch. Ma la
decisione di Moody's ha una par-ticolarità: Berkshire, con una quota del 20%,
e' il principale azionista della società. Forse, per Moody's, un gesto
d'indipendenza: la credibilità, per le regine dei rating accusate di voti
facili, è diventata merce rara. Di sicuro il riflesso di una crisi
che non risparmia nessuno: Moody's, nel declassare l'impero di Buffett, ha
citato l'economia debole e i rovesci sul mercato azionario. E uno di questi
rovesci è avvenuto nei titoli dello stesso gruppo di rating: sono in calo del
70% dal 2007. La retrocessione, almeno agli occhi del mercato, potrebbe
tuttavia non fermare Buffett: ieri tra gli investitori si sono diffuse voci su
un suo possibile takeover dell'assicurazione svizzera Swiss Re. (M.Val.) 9 -
Aedes, due istituti come scoglio... Da "Il Sole 24 Ore" - Ieri il
consiglio di amministrazione di Aedes ha compiuto un altro passo verso il
salvataggio. Ma ancora una volta non è quello definitivo. È stato approvato il
contratto di investimento, la convenzione bancaria con i 56 istituti coinvolti,
ed è stata messa la firma al prestito ponte da 20 milioni ma non è ancora
arrivatol'ok dituttele banche creditrici. All'appello mancano due istituti
regionali esposti rispettivamente per 4,9 milioni e 2,7 milioni, in tutto 7,6
milioni su oltre 300 milioni di debiti chirografari. Un ammontare limitato
rispetto alla mole complessiva ma che rischia di bloccare il processo di
turnaround. Warren Buffett Entro il 14 aprile, infatti, un via libera anche
informale da parte loro è indispensabile per assicurare la continuità aziendale
della società immobiliare. Proprio il 14 aprile i revisori dovranno mettere il
sigillo al bilancio ma senza l'ok di quei due istituti sarà difficile che ciò
possa avvenire. Insomma il rilancio di Aedes è vicino ma il baratro non è
sufficientemente distante per poter già brindare al nuovo corso. (L.G.) 10 -
Palenzona verso la guida Assaeroporti... Da "Il Sole 24 Ore" - Dopo
mesi di contrasti l'Assaeroporti ha trovato una convergenza tra grandi e
piccoli scali per un presidente forte. Fabrizio Palenzona, presidente di
Aeroporti di Roma, ha consensi sufficienti per essere nominato a capo della
lobby degli aeroporti. In luglio Palenzona era andato all'attacco, firmando una
lettera in cui si contestava che «in tema di tariffe (...) l'associazione non è
stata in grado di rappresentare in maniera adeguata gli associati». Schiacciato
dai debiti assunti per pagare la privatizzazione del 2000 (pari a 1.321,9
milioni a fine 2008), il gruppo è in rosso per 8,3 milioni nel 2008 e reclama
aumenti di tariffe. E anche Sea se la passa male. Palenzona dovrà conciliare il
nuovo impegno con altre cariche: vicepresidente di UniCredit, consigliere di
Mediobanca, presidente di Aviva Italia, Faiservice Scarl, Conftrasporto,
Fondazione Slala e Gwh Sa, è nel cda di Abi e Fondazione Cassa di risparmio di
Alessandria e nel comitato esecutivo della giunta industriali di Roma. È
presidente dell'associazione delle autostrade italiane (Aiscat) ed europee
(Asecap). (G.D.) 11 - Mr. Diamond e il dubbio sul bonus... Da "Il Sole 24
Ore" - Un assegno da 6,9 milioni di dollari vale almeno un dubbio per mr
Diamond. Il presidente di Barclays tanto incasserà per la cessione di iShare la
divisione più remunerativa di Barclays Global Investors che andrà al gruppo di
private equity Cvc per 4,2 miliardi di dollari. Un assegno pesante è destinato
anche ai manager di Bgi in base alle intese di gruppo. Nulla di sorprendente
nel mondo di ieri. Un po' meno scontato in quello di oggi. La questione
riguarda la volontà di non incassare bonus nel 2008 annunciata dal top management
di Barclays nel pieno della crisi del credito. Siamo
nel 2009, è vero,e l'impegno potrebbe non contare più; la cessione di
iShare,inoltre, è operazione straordinaria e il bonus collegato è anch'esso
straordinario (non solo per l'importo). Vero anche questo. Ma la linea sui
bonus e sulle retribuzioni dei manager uscita dal G20 di Londra va nella
direzione opposta...ai 6,9 milioni di dollari. Un bel dubbio per mr Diamond. O,
almeno, un piccolo imbarazzo. (M.Mais.) 12 - Liquidazione al top per Benedetto...
Da "Il Sole 24 Ore" - Marco Benedetto ha lasciato la guida del Gruppo
Editoriale L'Espresso con 3,464 milioni lordi di compensi nel 2008. Nel 2007
aveva guadagnato 1,029 milioni. La busta paga dell'ex ammini-stratore delegato,
che dal primo gennaio è vicepresidente, è divisa in tre voci. Benedetto ha
ricevuto 1,22 milioni di «emolumenti per la carica», in crescita del 19,6%
rispetto al 2007. Inoltre è stato gratificato con 1,035 milioni di bonus
«relativo - precisa una nota nel bilancio -agli incentivi erogati per i
risultati raggiunti negli esercizi 2007 e 2008 ». Nel 2007 non aveva bonus. La
terza voce vale 1,209 milioni, si tratta di «altri compensi», sostanzialmente
del «corrispettivo erogato a fronte di un patto di non concorrenza » al termine
dell'incarico di a.d., dopo 24 anni. Nel
( da "Dagospia.com"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
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articolo --> BARCOLLO MA NON MOLLO INTESA SAN PAOLO
DIMEZZA I BONUS MA LI MANTIENE: 5.5 MLN PER GLI ALTI DIRIGENTI DI CUI
750MILA PER PASSERA e 625MILA PER MICHELI - utile netto
( da "Virgilio Notizie"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pechino, 10 apr.
(Ap) - L'industria del latte in Cina ha chiesto aiuto al governo dopo che il
settore è stato duramente colpito l'anno scorso dallo scandalo del latte alla
melamina, che ha ucciso almeno sei neonati: lo riferisce un portavoce di una
delle principali associazioni casearie del Paese del Dragone. Il quotidiano
China Daily riferisce che le aziende si ritrovano con più di 250mila tonnellate
di latte in polvere invenduto. Uno dei funzionari dell'Associazione per lo
sviluppo dell'industria casearia della Cina occidentale, ha
affermato che il persistere delle paure legate allo scandalo, la concorrenza
dei marchi stranieri e la crisi finanziaria, hanno obbligato
l'associazione a chiedere aiuti finanziari al governo. L'appello chiede al
governo di acquistare un terzo del latte in polvere in eccesso e donarlo alle
persone colpite da disastri naturali e ai bimbi negli orfanotrofi.
( da "Gazzettino, Il (Belluno)"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
In riva al lago si
rafforza la sinergia tra hockey e turismo Venerdì 10 Aprile 2009, Alleghe
(M.M.) Costruttivo incontro tra gli operatori turistici di Alleghe (Alleghe
Funivie, albergatori, operatori commerciali) e la società Alleghe Hockey con il
presidente Renato Rossi. «Costruttivo e che ci dà coraggio - dice il presidente
- perché i nostri interlocutori non solo hanno ascoltato con attenzione la
nostra relazione, ovviamente con riferimento anche alle grandi difficoltà
economiche che riscontra oggi un qualsiasi club che si dedica allo sport nelle
massime serie, ma hanno anche promesso un rapporto di fattiva collaborazione».
Va detto che già da tempo gli operatori turistici contribuiscono allo sviluppo
dell'hockey su ghiaccio anche perché esiste un preciso tornaconto, non solo
nella promozione, ma anche nelle masse di tifosi che sposta lo sport del
ghiaccio. È inoltre un valore aggiunto per il turista, in un paese troppo
spesso abulico, con poche manifestazioni per i giovani e con locali sì
all'avanguardia ma che potranno continuare a "vivere" solo se Alleghe
si riempie di turisti e valligiani. «In conclusione - dice Rossi - abbiamo
avuto la conferma che anche per il prossimo anno il contributo della parte
commerciale del paese sarà concreto. Inoltre, e questo è molto importante, gli albergatori si sono fatti promotori di un'importante iniziativa,
ovvero convincere con maggiore decisione il turista a frequentare il palazzo
del ghiaccio. Anziché rimanere nei bar e nelle hall delle strutture ricettive,
come accaduto in questi ultimi anni quando la crisi finanziaria
era una parola sconosciuta ai più».
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Fra gli irriducibili
c'è Scaglia «Il presidente deve pagare per i suoi errori» Venerdì 10 Aprile
2009, Treviso L'ennesimo appuntamento mancato. Setten aveva promesso di
incontrare tutti i giocatori ma di fatto, proprio all'ultimo momento, ha dato
forfait facendo arrabbiare gli atleti che speravano potesse essere la volta
buona. Invece il presidente continua a restare un miraggio. L'imprenditore di
Mansuè si è limitato a telefonare ai giocatori più rappresentativi per
spiegare, per sommi capi, i suoi progetti e dando appuntamento a tutti nei
primi giorni della prossima settimana. Questo ennesimo rinvio ha colto
impreparati anche i collaboratori più vicini all'imprenditore, ma soprattutto
ha fatto infuriare alcuni biancocelesti. Anche perchè l'argomento sul piatto
non è di poco conto: Setten ha fatto chiaramente capire che il suo piano di
risanamento passa attraverso una riduzione degli ingaggi del 30 per cento da
gennaio 2009. Mettere d'accordo su questo tema 30 giocatori sarà un'impresa
ardua. Ma ancor più difficile sarà, da parte dello spogliatoio, formare un
fronte compatto. Nei giorni scorsi il capitano Gissi e il portiere Guardalben
si erano espressi a favore della riduzione: «Non sono certo milionario -diceva
Gissi- ma qualcosa ho messo da parte e quindi se questo significa dormire
meglio la notte e vivere meglio durante il giorno, sarei anche disposto a
rinunciare a parte del contratto». Lo stesso vale per il portiere: «Se questa è
la strada per portare a casa qualcosa -dice- sarei propenso a percorrerla». Il
gruppo dei contrari si identifica invece in Scaglia che ha dichiarato di essere
contrario proprio due giorni fa: «È una proposta che ritengo fuori luogo -sono
le sue parole- e per diversi motivi. Il primo è che quando Setten ha firmato
questi contratti non aveva la pistola puntata alla testa; il secondo è che a
gennaio, con la società già in crisi finanziaria,
ha fatto firmare quattro nuovi giocatori con la sola conseguenza di lasciare
fuori rosa altri quattro che di fatto continua a pagare. Non sarebbe stato
preferibile puntare sui giovani del vivaio che avrebbero permesso di abbassare
i costi e nello stesso tempo di mettersi in vetrina con buone prospettive di
vendita a giugno?». Trovare una soluzione che possa andar bene alla
società e ai giocatori non sarà dunque facile, anche perchè nel gruppo ci sono
atleti che prendono il minimo contrattuale che è di milleottocento euro e
rinunciare a circa 550 euro diventa un problema soprattutto se hanno delle
scadenze da rispettare. Dovrebbe essere più facile invece trovare un accordo
con chi ha una certa tranquillità economica, derivata da anni di
professionismo. Il presidente, in attesa di sviluppi dal fronte calciatori, ha
però dato un assegno ai contabili della società per pagare almeno un paio di
mensilità a tutti o quasi tutti i dipendenti, i collaboratori e gli allenatori
del settore giovanile. Ieri si stavano preparando le distinte e oggi dovrebbero
essere effettuati i bonifici. ARBITRATO PER L'IVA- Gli avvocati Raciti e Galea
erano ieri a Roma per discutere del punto di penalizzazione per il ritardo
pagamento dell'Iva. I legali trevigiani erano pronti al dibattito ma non quelli
della Federazione, soprattutto dopo aver visto che il giudice era lo stesso che
tre settimane fa ha restituito i tre punti al Treviso. Quindi hanno chiesto un
rinvio di un mese, consentito dalle normative, fissando la nuova udienza per il
14 maggio. «Non potevamo dire di no alla loro richiesta -afferma Salvatore
Raciti- ma ci siamo limitati a chiedere al giudice una procedura veloce
altrimenti il risultato potrebbe essere nullo se arrivasse troppo vicino alla
conclusione del campionato». Giampaolo Zorzo
( da "Sannio Online, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Valle Telesina:
Taburno: Vitulano si candida come sede Pubblicato il 10-04-2009 Il sindaco di
Vitulano Mario Scarinzi si rivolge al presidente dellente
montano del Taburno Michelino Giordano per parlare del centro sociale polivalente ed il
maneggio-campeggio (in zona Cappella)... Il sindaco di Vitulano Mario Scarinzi
si rivolge al presidente dellente montano del Taburno Michelino
Giordano per parlare del centro sociale polivalente (che sorge al centro di Vitulano) ed
il maneggio-campeggio (in zona Cappella). La nota è rivolta per conoscenza ai
sindaci dei comuni che rientrano nellente ed ai componenti
dellassemblea generale. Si tratta di due strutture completate da oltre
dieci anni 10 anni ma
che non sono state mai utilizzate per le finalità indicate nel
progetto, malgrado scrive Scarinzi le iniziative assunte dalla
comunità con avvisi pubblici volti anche allalienazione del maneggio.
Essendo immobili di grande valore lamministrazione della comunità, allo scopo di evitare atti
vandalici, ha disposto per molti anni la custodia affidandola a dieci operai
forestali per il maneggio-campeggio e ad uno per il centro sociale polivalente.
La custodia è stata assicurata per 24 ore su 24, con grande dispendio economico.
Tuttavia, aggiunge, nonostante tutto ciò sono stati compiuti atti
vandalici che hanno danneggiato soprattutto gli infissi. Ma, a parte i danni
provocati dagli uomini, il progressivo degrado delle citate strutture è stato determinato soprattutto dalla loro
mancata utilizzazione, da uno stato di abbandono in cui continuano a versare
sin dal loro completamento. Ciò comporta aggiunge il sindaco
un continuo deperimento con notevoli danni in varie parti degli
immobili, sia internamente
che esternamente. Un degrado che si rileva in entrambe le
strutture anche se in misura diversa. Per quel che concerne il centro sociale
polivalente (opera di
( da "KataWebFinanza"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
OLIMPIADI: A LONDRA
PER SALVARE VILLAGGIO SI PUNTA SU BEI (AGI) - Roma, 10 apr. - Gli organizzatori
delle Olimpiadi di Londra del 2012 saranno costretti a ricorrere agli aiuti
pubblici per salvare il progetto piu' costoso, la costruzione del Villaggio degli
atleti da un miliardo di sterline, dopo che la crisi finanziaria ha mandato in fumo le iniziative degli investitori provati. A
scriverlo e' il "Guardian", secondo il quale la Bei, la Banca europea
per gli Investimenti, ha gia' detto si' a una richiesta di prestiti per 225
milioni di sterline, mentre il governo britannico dovra' contribuire,
direttamente o indirettamente, con altri 400 milioni di sterline per
consentire al Villaggio, composto da circa 3 mila appartamenti a Stratford, di
vedere la luce. L'Oda, l'autorita' che e' responsabile della realizzazione
delle infrastrutture e dei servizi per le Olimpiadi londinesi, non si e' ancora
pronunciata sul prestito Bei e lo stesso governo britannico non ha ancora
deciso se accettarlo o meno, anche se e' evidente che non arriveranno gli
attesi soldi dei privati, dopo che l'australiana Lend Lease, capo cordata del
progetto per il Villaggio, non e' riuscita a raccogliere le centinaia di
milioni di sterline necessarie per finanziare i lavori. L'Oda, in un comunicato,
fa sapere che la Bei e' una delle possibili fonti di finanziamento e assicura
che i negoziati con Lend Lease proseguono. "Le trattative - dice l'Oda -
si concluderanno questa estate". Il progetto del Villaggio e' gia' stato
ridimensionato e gli appartamenti per gli atleti, che dopo la fine dei giochi
saranno messi sul mercato, sono stati ridotti da 4 mila a 3 mila. 10/04/2009 -
15:32
( da "Rai News 24"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Roma | 10 aprile
2009 Bankitalia: prosegue la recessione, ma ci sono segnali di rallentamento La
sede della Banca d'Italia L'Italia dovrebbe vedere nel primo trimestre
dell'anno il quarto calo consecutivo del Pil ma "si intravedono alcuni
segnali prospettici di allentamento della forza della recessione". E'
quanto afferma la Banca d'Italia nel bollettino economico secondo cui tali
segnali tuttavia non "sono ancora tali da prefigurare un arresto della
caduta produttiva". La situazione italiana si inserisce in un quadro
globale dove "gli effetti della crisi finanziaria sull'economia si stanno manifestando con virulenza". Anche
qui tuttavia "alcuni dati più recenti la cui significatività e tenuta
andranno valutate nelle prossime settimane, suggeriscono un possibile
rallentamento della caduta produttiva negli Stati Uniti, in particolare con
riferimento al mercato immobiliare e ai consumi". Da verificare
anche gli effetti delle "eccezionali misure di politica economica adottate
in quasi tutto il mondo per stimolare la domanda aggregata". Restano
incerte le prospettive delle famiglie per il
( da "BlueTG online"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Bankitalia: crisi virulenta, ma negli Usa si scorgono primi segnali positivi
10-04-2009 17:03 - Gli effetti della crisi finanziaria
mondiale sull'economia reale "si stanno manifestando con virulenza".
La forte riduzione del valore della ricchezza, il rallentamento del credito, la
contrazione della fiducia dei consumatori e delle imprese "frenano
la domanda e la produzione nelle economie avanzate, dove si registrano
significative perdite di posti di lavoro". Lo segnala l'ultimo Bollettino
Economico di Bankitalia, dove però si fa notare anche come "alcuni dati
più recenti, la cui significatività e tenuta andranno valutate nelle prossime
settimane, suggeriscono un possibile rallentamento della caduta produttiva
negli Stati Uniti, in particolare con riferimento al mercato immobiliare e ai
consumi". (l.s.)
( da "Velino.it, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Velino presenta,
in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST -
Bid, il 14 aprile a Washington conferenza donatori per Haiti Roma, 10 apr
(Velino/Velino Latam) - Il Banco interamericano per lo sviluppo (Bid) e il
governo di Haiti hanno convocato una conferenza straordinaria dei donatori per
il prossimo 14 di aprile a Washington. Allappuntamento, convocato
per raccogliere e organizzare fondi a favore dello stato caraibico, sono attesi
la primo ministro haitiana, Michèle Duvivier Pierre-Louis e il segretario generale delle Nazioni
Unite, Ban Ki-Moon. “La conferenza - si legge in una nota della presidenza
haitiana - si concentrerà sullappoggio della comunità
internazionale a progetti di recupero economico del governo, un programma di due anni con il quale si
spera di dare vita a 150mila posti di lavoro”. Il comunicato annuncia anche la
presenza del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton. Haiti attraversa una dura fase di recessione economica che lo scorso anno fu causa di
una serie di disturbi interni, con scontri anche mortali, e a un avvicendamento
nella guida del governo. A inizio anno il presidente della Repubblica René
Preval ha pronosticato un peggioramento della situazione economica, come
inevitabile conseguenza della crisi finanziaria internazionale.
(red/fae) 10 apr 2009 10:13
( da "TTG Italia Online"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
10/04/2009 16.00
Rallenta il turismo internazionale in Repubblica Dominicana Incoming
internazionale in frenata per la Repubblica Dominicana. Negli ultimi nove mesi
i visitatori in meno nel Paese sono stati 145.373. Secondo i dati rilevati da
Quisqueya Foundation, società indipendente basata a New York, tra luglio 2008 e
marzo 2009 gli arrivi totali sono stati 2.533.229, il 5,4% in meno rispetto
all'analogo periodo dell'anno precedente. Il principale
motivo della frenata è da imputarsi alla crisi finanziaria
in atto negli Stati Uniti, che ha portato ad un calo di arrivi turistici del
6,5% a febbraio 2009 rispetto allo stesso mese del
( da "TTG Italia Online"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
10/04/2009 17.34
Olimpiadi di Londra: prestito della Bei per finanziare i progetti Gli
organizzatori delle Olimpiadi di Londra del 2012 saranno costretti a ricorrere
agli aiuti pubblici per salvare il progetto più costoso, la costruzione del
Villaggio degli atleti da un miliardo di sterline, dopo che
la crisi finanziaria ha mandato in fumo le iniziative degli investitori provati. A
scriverlo è il Guardian, secondo il quale la Bei, la Banca europea per gli
Investimenti, ha già detto sì a una richiesta di prestiti per 225 milioni di
sterline, mentre il governo britannico dovrà contribuire, direttamente o
indirettamente, con altri 400 milioni di sterline per consentire al
Villaggio, composto da circa 3mila appartamenti a Stratford, di vedere la luce.
L'Oda, l'autorità che è responsabile della realizzazione delle infrastrutture e
dei servizi per le Olimpiadi londinesi, non si è ancora pronunciata sul
prestito Bei e lo stesso governo britannico non ha ancora deciso se accettarlo
o meno, anche se è evidente che non arriveranno gli attesi soldi dei privati,
dopo che l'australiana Lend Lease, capo cordata del progetto per il Villaggio,
non è riuscita a raccogliere le centinaia di milioni di sterline necessarie per
finanziare i lavori. L'Oda, in un comunicato, fa sapere che la Bei è una delle
possibili fonti di finanziamento e assicura che i negoziati con Lend Lease
proseguono. "Le trattative - dice l'Oda - si concluderanno
quest'estate". Il progetto del Villaggio è già stato ridimensionato e gli
appartamenti per gli atleti, che dopo la fine dei giochi saranno messi sul
mercato, sono stati ridotti da 4mila a 3mila
( da "Corriere.it"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
«le condizioni del
mercato del lavoro hanno subito progressivo deterioramento» Bankitalia: «Primi
segnali di calo della forza della recessione» Il Bollettino economico di via
Nazionale: «Sono incerti i tempi del ritorno su un sentiero di crescita» ROMA -
La crisi resta pesante ma all'orizzonte appaiono i
primi segnali di un possibile miglioramento della situazione. Il Bollettino
economico della Banca d'Italia non nasconde la difficoltà della situazione ma
apre anche a un timido ottimismo: forse il picco più duro è stato superato.
«Gli indicatori congiunturali», rilevano i tecnici di via Nazionale, «fanno
stimare un proseguimento del calo dell'attività economica nel primo trimestre
dell'anno in corso, il quarto consecutivo». Ma sullo sfondo, aggiungono, «si
intravedono alcuni segnali prospettici di allentamento della forza della
recessione», pur se «ancora non tali da prefigurare un arresto della caduta
produttiva». RIPRESA - La ripresa però non arriverà domani. «La natura
dell'attuale recessione», si legge nel documento, «rende incerti i tempi del
ritorno su un sentiero di crescita che, secondo le principali istituzioni
internazionali e i previsori privati, potrebbe avviarsi nel prossimo anno». In
passato ci avevano pensato le esportazioni a riavviare il motore, questa volta
non sarà cosi. Via Nazionale non si sbilancia in previsioni puntuali ma il
Bollettino riporta che «gli analisti intervistati a metà marzo da Consensus
Forecast si attendono per l'Italia una contrazione media dell'attività economica
del 2,8% nell'anno in corso (con rischi al ribasso) e una crescita appena
positiva (0,3%) nel prossimo». Ricorda però anche che l'Ocse è assai più
pessimista, con una stima del Pil in calo del 4,3% nel 2009 e ancora dello 0,4%
nel 2010. PRODUZIONE INDUSTRIALE - A testimoniare le difficoltà è innanzitutto
l'andamento «in caduta» della produzione industriale. Nella media del primo
bimestre è scesa di circa il 5% rispetto al periodo precedente. E le stime di
Bankitalia «per marzo basate sui consumi di energia elettrica ne indicano un
ulteriore calo. La maggioranza dei settori industriali», sottolineano a Palazzo
Koch, «è in difficolta». In particolare il comparto automobilistico, che
tuttavia «potrebbe registrare un parziale recupero nei prossimi mesi, grazie
all'avvio degli incentivi per l'acquisto di autoveicoli ecologici, all'origine
della crescita delle immatricolazioni a partire da febbraio e del forte
incremento dei nuovi ordini presso i concessionari». LAVORO - Restano invece
incerte le prospettive delle famiglie per il
( da "KataWeb News"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Olimpiadi: A Londra
per salvare Villaggio si punta su Bei 10 aprile 2009 alle 15:49 — Fonte:
repubblica.it — 0 commenti Gli organizzatori delle Olimpiadi di Londra del 2012
saranno costretti a ricorrere agli aiuti pubblici per salvare il progetto più
costoso, la costruzione del Villaggio degli atleti da un miliardo di sterline, dopo che la crisi finanziaria ha mandato in fumo
le iniziative degli investitori provati. A scriverlo è il "Guardian",
secondo il quale la Bei, la Banca europea per gli Investimenti, ha già detto sì
a una richiesta di prestiti per 225 milioni di sterline, mentre il governo britannico
dovrà contribuire, direttamente o indirettamente, con altri 400 milioni
di sterline per consentire al Villaggio, composto da circa 3 mila appartamenti
a Stratford, di vedere la luce. L'Oda, l'autorità che è responsabile della
realizzazione delle infrastrutture e dei servizi per le Olimpiadi londinesi,
non si è ancora pronunciata sul prestito Bei e lo stesso governo britannico non
ha ancora deciso se accettarlo o meno, anche se è evidente che non arriveranno
gli attesi soldi dei privati, dopo che l'australiana Lend Lease, capo cordata
del progetto per il Villaggio, non è riuscita a raccogliere le centinaia di
milioni di sterline necessarie per finanziare i lavori. L'Oda, in un
comunicato, fa sapere che la Bei è una delle possibili fonti di finanziamento e
assicura che i negoziati con Lend Lease proseguono. "Le trattative -- dice
l'Oda -- si concluderanno questa estate". Il progetto del Villaggio è già
stato ridimensionato e gli appartamenti per gli atleti, che dopo la fine dei
giochi saranno messi sul mercato, sono stati ridotti da 4 mila a 3 mila. AGI
( da "Virgilio Notizie"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pechino, 10 apr.
(Apcom) - Per le Tigri Asiatiche e le roboanti economie del sud-est asiatico
l'evoluzione della situazione economica mondiale negli ultimi mesi è un film
già visto, del cui finale sperano però di fare a meno. La crisi
asiatica del 1997/98 che aveva messo in ginocchio i mercati finanziari del
continente, sarà usata a mo' di lezione esemplare dai dieci paesi
dell'Associazione dei Paesi del Sud-est Asiatico (ASEAN) in riunione da domani
a Pattay, in Thailandia. Entrambi i primi ministri di Thailandia e Giappone
hanno ribadito appeno dieci giorni fa al vertice di Londra che l'Asia ha forza
sufficiente per uscire dalla crisi, grazie
all'esperienza accumulata nel 1997. Il premier Abhisit Vejjajiva, che farà gli
onori di casa alla delegazione di centinaia di rappresentanti di governi,
sostiene che, contrariamente a quanto avvenuto un decennio fa e a quanto deciso
da alcuni paesi europei, è il momento per i governi di adottare piani di
stimolo per promuovere la ripresa dell'economia. In ciò gli dà ragione anche la
Banca Asiatica di Sviluppo, che ha appena pubblicato in un rapporto le
previsioni per la crescita del continente nell'anno in corso. "La crescita
dell'economia asiatica diminuirà raggiungendo il suo ritmo più lento dopo la crisi
finanziaria del 1997/98- si legge nel
rapporto- ma la regione si trova oggi in una migliore posizione per far fronte
alla crisi attuale". Secondo Jong-Wha Lee, capo economista presso la
Banca, "nel breve termine le previsioni per la regione sono tetre, poiché
l'impatto della seria recessione nelle economie industrializzate si sta
trasmettendo alle economie emergenti". Nel 2009 la crescita dei
paesi dell'est asiatico si fermerà al 3,6%, la metà del 6,6% raggiunto nel 2008
e ben al di sotto del 10,4% del 2007. E il livello è mantenuto tale solo dalla
Cina da cui ci si aspetta una crescita del 7% "sostenuta da massicce
misure di stimolo", secondo il rapporto, mentre economie strettamente
dipendenti dalle esportazioni scenderanno a record storici. E' il caso di Hong
Kong da cui la Banca si aspetta un -2%, della Repubblica di Corea a -3%, e di
Taiwan che crescerà di -4%. Ma molti governi asiatici hanno già risposto
prontamente alla crisi emanando misure finanziarie,
monetarie e fiscali per limitarne l'impatto. Dalla riunione di due giorni
dovrebbe risultare un ulteriore sforzo congiunto con la creazione di un fondo
regionale per aiutare le economie in difficoltà, estremamente dipendenti dalle
esportazioni e dal livello di consumi dei paesi sviluppati. Secondo l'agenzia
France Presse i capi di governo sarebbero pronti a raccogliere 120 mld di
dollari per incrementare un fondo di 80 mld di dollari deciso lo scorso
febbraio e che si spera sia operativo a partire dal mese prossimo. Nel
documento che sarà approvato alla fine dei due giorni di meeting, i 10 paesi
dell'Asean forniranno il 20% del contributo, il resto sarà lasciato alle casse
di Cina, Giappone e Corea. Sebbene focalizzato sulle urgenti questioni
economiche il summit dovrà fare i conti con le questioni interne del paese
ospitante e le migliaia di dimostranti che da giorni assediano la capitale
tailandese. Le camicie rosse, come sono chiamati i sostenitori dell'ex premier
Thaksin Shinawatra a ragione della divisa che indossano, chiedono le dimissioni
dell'attuale Primo Ministro Abhisit Vejjajivae lo scioglimento del Parlamento,
propedeutico per nuove elezioni. Oggi erano in 2000 radunati attorno alla sede
del meeting, secondo le fonti tailandesi, e decisi ad approfittare della
presenza dei rappresentanti di tutti i paesi vicini per denunciare
l'illegittimità del governo di Bangkok. Dell'Asean fanno parte dieci paesi del
sud-est asiatico (Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Birmania, the
Filippine, Singapore, Vietnam e Thailandia) a cui si aggiungono Cina, Giappone
e Corea. Domenica si svolgerà l'incontro del Global Dialogue, un meccanismo a
cui prendono parte il Segretario generale delle Nazioni Unite, i capi di Fondo
Monetario Internazionale, Banca Mondiale e Organizzazione Mondiale del
Commercio.
( da "Wall Street Italia"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
## Asean/ Crisi
economica dominerà vertice in Thailandia di Apcom Seguito del G20 per paesi
asiatici dipendenti da esportazioni -->Pechino, 10 apr. (Apcom) - Per le
Tigri Asiatiche e le roboanti economie del sud-est asiatico l'evoluzione della
situazione economica mondiale negli ultimi mesi è un film già visto, del cui
finale sperano però di fare a meno. La crisi asiatica
del 1997/98 che aveva messo in ginocchio i mercati finanziari del continente,
sarà usata a mo' di lezione esemplare dai dieci paesi dell'Associazione dei
Paesi del Sud-est Asiatico (ASEAN) in riunione da domani a Pattay, in
Thailandia. Entrambi i primi ministri di Thailandia e Giappone hanno ribadito
appeno dieci giorni fa al vertice di Londra che l'Asia ha forza sufficiente per
uscire dalla crisi, grazie all'esperienza accumulata
nel 1997. Il premier Abhisit Vejjajiva, che farà gli onori di casa alla
delegazione di centinaia di rappresentanti di governi, sostiene che, contrariamente
a quanto avvenuto un decennio fa e a quanto deciso da alcuni paesi europei, è
il momento per i governi di adottare piani di stimolo per promuovere la ripresa
dell'economia. In ciò gli dà ragione anche la Banca Asiatica di Sviluppo, che
ha appena pubblicato in un rapporto le previsioni per la crescita del
continente nell'anno in corso. "La crescita dell'economia asiatica
diminuirà raggiungendo il suo ritmo più lento dopo la crisi finanziaria del 1997/98- si legge nel rapporto- ma la regione si trova oggi
in una migliore posizione per far fronte alla crisi
attuale". Secondo Jong-Wha Lee, capo economista presso la Banca, "nel
breve termine le previsioni per la regione sono tetre, poiché l'impatto della
seria recessione nelle economie industrializzate si sta trasmettendo alle
economie emergenti". Nel 2009 la crescita dei paesi dell'est
asiatico si fermerà al 3,6%, la metà del 6,6% raggiunto nel 2008 e ben al di
sotto del 10,4% del 2007. E il livello è mantenuto tale solo dalla Cina da cui
ci si aspetta una crescita del 7% "sostenuta da massicce misure di
stimolo", secondo il rapporto, mentre economie strettamente dipendenti
dalle esportazioni scenderanno a record storici. E' il caso di Hong Kong da cui
la Banca si aspetta un -2%, della Repubblica di Corea a -3%, e di Taiwan che
crescerà di -4%. Ma molti governi asiatici hanno già risposto prontamente alla crisi emanando misure finanziarie, monetarie e fiscali per
limitarne l'impatto. Dalla riunione di due giorni dovrebbe risultare un
ulteriore sforzo congiunto con la creazione di un fondo regionale per aiutare
le economie in difficoltà, estremamente dipendenti dalle esportazioni e dal
livello di consumi dei paesi sviluppati. Secondo l'agenzia France Presse i capi
di governo sarebbero pronti a raccogliere 120 mld di dollari per incrementare
un fondo di 80 mld di dollari deciso lo scorso febbraio e che si spera sia
operativo a partire dal mese prossimo. Nel documento che sarà approvato alla
fine dei due giorni di meeting, i 10 paesi dell'Asean forniranno il 20% del
contributo, il resto sarà lasciato alle casse di Cina, Giappone e Corea.
Sebbene focalizzato sulle urgenti questioni economiche il summit dovrà fare i
conti con le questioni interne del paese ospitante e le migliaia di dimostranti
che da giorni assediano la capitale tailandese. Le camicie rosse, come sono
chiamati i sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra a ragione della
divisa che indossano, chiedono le dimissioni dell'attuale Primo Ministro
Abhisit Vejjajivae lo scioglimento del Parlamento, propedeutico per nuove
elezioni. Oggi erano in 2000 radunati attorno alla sede del meeting, secondo le
fonti tailandesi, e decisi ad approfittare della presenza dei rappresentanti di
tutti i paesi vicini per denunciare l'illegittimità del governo di Bangkok.
Dell'Asean fanno parte dieci paesi del sud-est asiatico (Brunei, Cambogia,
Indonesia, Laos, Malesia, Birmania, the Filippine, Singapore, Vietnam e
Thailandia) a cui si aggiungono Cina, Giappone e Corea. Domenica si svolgerà
l'incontro del Global Dialogue, un meccanismo a cui prendono parte il Segretario
generale delle Nazioni Unite, i capi di Fondo Monetario Internazionale, Banca
Mondiale e Organizzazione Mondiale del Commercio.
( da "Wall Street Italia"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Bankitalia/ Crisi
virulenta, ma segnali rallentamento recessione di Apcom Non si prefigura
arresto caduta produttiva -->Roma, 10 apr. (Apcom) - Gli effetti della crisi finanziaria mondiale sull'economia reale si stanno
manifestando con "virulenza", ma s'intravedono alcuni segnali di
"allentamento" della forza della recessione. E' quanto osserva la
Banca d'Italia nel Bollettino economico. Gli indicatori congiunturali, secondo
Palazzo Koch, fanno stimare per l'Italia un proseguimento del calo
dell'attività economica nel primo trimestre del 2009, il quarto consecutivo. Ma
si intravedono "alcuni segnali prospettici di allentamento della forza
della recessione", pur se ancora non tali da prefigurare "un arresto
della caduta produttiva". Più in generale la forte riduzione del valore
della ricchezza, il rallentamento del credito, la contrazione della fiducia dei
consumatori e delle imprese frenano la domanda e la produzione nelle economie
avanzate, dove si registrano significative perdite di posti di lavoro. Le
conseguenze per l'attività nelle economie emergenti e in via di sviluppo, verso
cui si orientano flussi creditizi internazionali di oltre due terzi inferiori a
quelli del 2007, sono significative. La caduta del commercio internazionale si
ripercuote sull'attività economica, con rischi di ulteriore indebolimento del
sistema bancario. Le previsioni degli organismi internazionali e quelle degli
analisti interpellati da Consensus Forecasts sono state finora riviste al
ribasso. Ma alcuni dati più recenti, "la cui significatività e tenuta
andranno valutate nelle prossime settimane, suggeriscono - osserva la Banca
d'Italia - un possibile rallentamento della caduta produttiva negli Stati
Uniti, in particolare con riferimento al mercato immobiliare e ai
consumi". Inoltre "andranno verificati gli effetti delle eccezionali
misure di politica economica adottate in quasi tutto il mondo per stimolare la
domanda aggregata".
( da "Giornale.it, Il"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
n. 86 del 2009-04-10
pagina 0 Bankitalia: "Pil cala, ma la recessione rallenta" di
Redazione L'aveva anticipato Draghi a Praga, lo conferma il bollettino di via
Nazionale: "Il pil scende per il quatro trimestre consecutivo, ma alcuni
segnali indicano una frenata della crisi". E
l'Ocse sottolinea: "In Italia attenuazione del deterioramento
dell'economia" Roma - Il pil cala ancora. E' il quarto trimestre
consecutivo di calo del prodotto interno lordo. Ma la recessione rallenta.
Almeno in Italia. Lo aveva anticipato il governatore di Bankitalia Mario Draghi
al forum economico di Praga, lo conferma il bollettino di via Nazionale.
"LItalia dovrebbe vedere nel primo trimestre dellanno il
quarto calo consecutivo del pil, ma si intravedono alcuni segnali prospettici di allentamento della forza
della recessione". "Ma - avverte la Banca dItalia
- i segnali non sono ancora tali da prefigurare un arresto della caduta
produttiva". Un
( da "Soldionline"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
Bankitalia: dalla crisi economica effetti virulenti ma si vedono i primi
segnali di miglioramento L'Istituto di Via Nazionale sottolinea che la domanda
e la produzione sono frenate e si continua a registrare una significativa
perdita di posti di lavoro. Tuttavia gli incentivi ai consumi, a partire dal
settore auto, possono aiutare a invertire la tendenza Roma, 10 apr. -
(Adnkronos/Ign) - ''Gli effetti della crisi finanziaria mondiale sull'economia reale si stanno manifestando con
virulenza''. Bankitalia, nel bollettino economico, sottolinea che ''la forte
riduzione del valore della ricchezza, il rallentamento del credito, la
contrazione della fiducia dei consumatori e delle imprese frenano la domanda e
la produzione nelle economie avanzate, dove si registrano significative
perdite di posti di lavoro''.Le conseguenze riguardano anche l'attivita' nelle
economie emergenti e in via di sviluppo, ''verso cui -sottolinea Bankitalia- si
orientano flussi creditizi internazionali di oltre due terzi inferiori a quelli
del 2007''. La caduta del commercio internazionale si ripercuote sull'attivita'
economica, ''con rischi di ulteriore indebolimento del sistema bancario'',
afferma l'Istituto di via Nazionale. Che ricorda: le previsioni degli organismi
internazionali e quelle degli analisti interpellati da Consensus Forecasts
''sono state finora riviste al ribasso''.Tuttavia, aggiunge Bankitalia,
"grazie all'avvio di incentivi a sostegno dei consumi di beni durevoli,
dalla meta' del mese di febbraio la fiducia delle famiglie dovrebbe attenuare
la marcata tendenza negativa in atto dall'inizio del 2008''. Indicazioni in tal
senso, rileva l'istituto di Via Nazionale, ''provengono dagli ordinativi di
autoveicoli, in forte ripresa''.
( da "RomagnaOggi.it"
del 10-04-2009)
Argomenti: Crisi
10 aprile 2009 -
18.16 (Ultima Modifica: 10 aprile 2009) FAENZA - Giampiero Zama, socio
dell'azienda Energy Casa è stato chiamato alla presidenza comunale della CNA di
Faenza che ha tenuto nei giorni scorsi la propria assemblea congressuale,
aperta da un confronto sui temi della situazione economica, con particolare
attenzione alle problematiche del credito e della formazione professionale come
fattori per il superamento della crisi economica.
L'assemblea è stata introdotta dalla relazione del presidente uscente, Walter
Alessandrelli, il quale ha espresso il cordoglio di tutta la Confederazione per
la tragedia che ha colpito le popolazioni dell'Abruzzo, a favore delle quali la
CNA nazionale ha promosso una sottoscrizione a cui ha aderito anche la CNA
Faentina. "Di fronte a queste calamità l'unica difesa è la prevenzione,
mettere a frutto con buon senso le conoscenza acquisite per difendere le
persone e il territorio - ha esordito Alessandrelli -. Trasmette una immensa
tristezza vedere crollare edifici storici che identificano la storia delle
nostre comunità, ma è assolutamente incomprensibile vedere crollare edifici
"moderni" costruiti solo pochi anni addietro". Alessandrelli ha
poi proseguito affrontando i temi della crisi
economica e delle speculazioni finanziarie che l'hanno determinata. "Tutto
questo - ha proseguito - ha comunque avuto un risvolto positivo: quello di far
emergere il valore del saper fare, della qualità artigianale, della conoscenza
che si lega alle produzioni. Noi siamo interessati al futuro di Faenza e del
suo comprensorio, al funzionamento dei servizi e delle attività che vi vengono
svolte perché qui abbiamo le nostre attività e qui viviamo con le nostre
famiglie, non apparteniamo a quella categoria di imprese che, magari
partecipando ad un appalto, vengono per fare il lavoro e poi si disinteressano
di come viene eseguito, oppure a quelle imprese che spostano le produzioni da
un luogo all'altro senza interessarsi a quello che resta nel territorio".
Riattivare il credito a chi ha voglia e capacità di fare, finanziare da subito
le piccole opere che non hanno bisogno di iter burocratici lunghissimi,
favorire le piccole imprese rispetto ai progetti, superare il patto di
stabilità che penalizza i Comuni e imprese, rivedere i vincoli degli studi di
settore, sono i temi trattati nella relazione che si è poi soffermata sulla
esigenza che anche i Comuni del nostro comprensorio riescano sempre più a
lavorare in un'ottica di collaborazione e semplificazione delle procedure, come
è stato richiesto nella recente Conferenza Economica a cui anche la CNA ha
attivamente collaborato. Temi questi ripresi dall'intervento di saluto del
sindaco, Caludio Casadio, il quale ha evidenziato il valore delle coesione
sociale di questo territorio espresso dalla capacità di dialogare fra le forze
sociali ed economiche che proprio la Conferenza Economica ha evidenziato.
"Questo è un territorio - ha affermato - dove la ricchezza che si è creata
non è derivata dalla speculazione finanziaria, ma è
stata creata dalla economia reale, per questo possiamo avere oggi maggiori
opportunità di ripresa come evidenzia l'articolazione e la ricchezza del
tessuto imprenditoriale di Faenza". Il Sindaco ha poi proseguito
sottolineando l'importanza del ruolo che possono svolgere gli Istituti di
credito locali direttamente legati al loro territorio. Sul tema della
formazione - in relazione anche al sostegno per gli ammortizzatori sociali - è
intervenuto l'assessore provinciale, Germano Savorani, che ha evidenziato come
non sempre la formazione professionale viene intesa come immediato valore
economico, mentre può effettivamente tradursi come una opportunità per lo
sviluppo delle competenze che sono rappresentate all'interno delle imprese.
Entro l'anno, nella nostra provincia si potranno attivare i Fondi europei che
saranno messi a disposizione per i progetti di sviluppo professionale e dei
nuovi investimenti a sostegno dell'impresa. Il ruolo del credito e delle banche
è stato poi il tema toccato dalla relazione di Edo Miserocchi, direttore della
BCC Ravennate e Imolese. " La crisi è preoccupante - ha detto - per l'intrecciarsi della crisi finanziaria con quella di alcuni ambiti produttivi, esistono tuttavia
settori che investono e sviluppano nuove iniziative". "Come banca
locale - ha continuato - siamo nati per dare sostegno e accesso al credito per
le piccole imprese e vogliamo confermare il nostro impegno in tal senso".
L'intervento di Miserocchi ha messo in evidenza le origini della crisi finanziaria e la necessità di riavviare le iniziative
a sostegno della piccola impresa e delle aziende artigiane, stimolando la
scelta di investimenti innovativi, primo fra tutti il risparmio energetico. Il
Congresso ha quindi proceduto alla elezione del nuovo presidente, Giampiero
Zama che sarà affiancato dal vicepresidente, Canzio Camuffo, socio di Faenza
Spurghi. La Direzione eletta è inoltre composta da: Walter Alessandrelli,
Melissa Alpi, Gianfranco Argnani, Remo Tedeschi, Bruno Benati, Marco
Bertaccini, Daniele Del Fagio, Giovanni Fabbri, Danilo Gambi, Riccardo Lai,
Mario Lucarella, Omar Montanari, Alfeo Poli, Tiziana Poli, Marina Ranzi,
Enkeljd Sanaj, Antonella Solaroli, Nadia Valgimigli, Maria Rosa Zama Maria
Rosa, Massimo Zama Massimo.