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Report "crisi"   1-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: crisi

E Gm scivola verso una bancarotta pilotata dal governo ( da "Stampa, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: della crisi finanziaria e di quella dell'auto. «Mi hanno chiesto di rimettere a posto Gm ed io lo farò qualsiasi cosa ciò comporti», spiega Fritz Henderson nella sua prima conferenza stampa alla guida di Gm. «Porteremo a termine il nostro compito e lo faremo fuori o dentro le aule di tribunale», dice il nuovo Ceo convinto che non ci sia bisogno neanche di 60 giorni per sapere se «

Seduta fiume per il Psc Città Attiva: Troppa fretta ( da "Gazzetta di Reggio" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: la pesantissima crisi finanziaria ed economica internazionale che sta avendo e avra' pesanti ricadute anche sul sistema produttivo reggiano con conseguenze sulle famiglie e sulle imprese». Secondo la lista che sostiene Antonella Spaggiari «se da una parte è bene rafforzare tutti gli strumenti di sostegno alle famiglie,

[FIRMA]MAURIZIO MOLINARI INVIATO A LONDRA Tira aria di battaglia sul vertice del G20 che inizi... ( da "Stampa, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: esito dei lavori dei 20 che dureranno nel complesso 20 ore pende la spada di Damocle del protezionismo: se il summit dello scorso novembre a Washington si impegnò a rivitalizzare i moribondi negoziati del «Doha Round» sulla liberalizzazione del commercio da allora almeno 17 dei 20 Paesi membri hanno adottato politiche protezionistiche, andando nella direzione opposta.

Il più grande rischio di fallimento del G20 è legato alla spirale di politiche prote... ( da "Stampa, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: direttore del Dipartimento di Economia Internazionale del Council on Foreign Relations, chiedendo ai leader di concordare una «robusta dichiarazione contro il protezionismo» fino al punto da creare un «meccanismo indipendente di monitoraggio» sulle politiche che le singole nazioni metteranno in atto nei «prossimi fondamentali sei mesi».

FRANCIA, SEQUESTRATO IL RE DEL LUSSO PINAULT ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La caccia al manager comincia a essere un vero a proprio fenomeno in un'Europa scossa dalla crisi finanziaria. Non si tratta certo di un caso senza precedenti in Francia: solo il 12 marzo scorso l?amministratore delegato della Sony francese era stato virtualmente sequestrato dai dipendenti e costretto a passare la notte nella fabbrica di Pontonx-sur-l?

NUOVI ALLARMI SU ECONOMIA PER I LEADER DEL G20 ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: economia del mondo è nel mezzo della sua peggiore e più sincronizzata recessione nel corso della nostra vita, causata dalla crisi finanziaria globale e aggravata da un collasso del commercio globale", ha detto l'Ocse. "Anticipiamo che l'attuale contrazione dell'attività economica si aggraverà quest'anno prima che una ripresa indotta dalla politica gradualmente prenda corpo nel 2010".

diciamolochiaro ha detto: e poi mi chiedo: se al G20 (G20 capito? Il nome NON E' CAMBIATO in G21 o G22, capito?) partecipano i paesi più industrializzati (gli spagnoli dicono MAS R ( da "KataWeb News" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,

Dalla Chiesa un fondo di garanzia per famiglie povere ( da "Giornale di Brescia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,

Una vigilia di speranza e di incertezze accompagna il vertice di Londra ( da "Cittadino, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: premier il G20 di Londra sarà un successo solo se le nazioni che vi partecipano si impegneranno a lavorare insieme contro la crisi finanziaria mondiale. «Il mondo non si é unito in occasioni di precedenti recessioni, che per questo sono durate molto più a lungo - ha affermato -. Credo ci sia determinazione da parte nostra ad agire, dal momento che affrontiamo gli stessi problemi.

La Cei annuncia il progetto di sostegno economico per le famiglie messe in ginocchio dalla crisi ( da "Cittadino, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,

FORTIS La banca va in rosso di ventotto miliardi Il gruppo belga e olandese Fortis chiude il ... ( da "Giornale di Brescia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ha tagliato le stime di crescita dell'economia cinese portandole al 7% quest'anno a causa dell'impatto della crisi finanziaria in atto. L'istituto, con sede a Manila, aveva indicato nel suo report di dicembre una previsione di +8,2% per il Pil cinese 2009. Per il primo trimestre, l'Adb si aspetta un +6% dopo il +6,8% dell'ultimo quarto del 2008.

Unicredit congela le rate ( da "Giornale di Brescia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: conseguenza della crisi finanziaria e quindi abbiano attivato - o attivino - nel corso del 2009 le procedure per la Cassa integrazione ordinaria. UniCredit aggiunge così un importante tassello al progetto «Impresa Italia», attraverso il quale sono state avviate concrete misure a favore delle piccole e medie aziende, tra le quali due successivi plafond per complessivi 7 miliardi di euro (

Fondi europei, Â per il Sud ( da "Tempo, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: destinazioni programmatiche soprattutto in un periodo come questo di profonda crisi finanziaria e occupazionale esiste. I nove presidenti di Regioni chiedono, pertanto, al governo che venga istituita una «cabina di regia» alla presidenza del Consiglio dei ministri per poter partecipare alle scelte e annunciano che si doteranno di strutture di servizio unitarie a Roma e a Bruxelles.

PERCHÈ LA CGIL HA DETTO NO ( da "Tribuna di Treviso, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: pur non vivendo il dramma della crisi finanziaria di altri paesi occidentali, dispone di un'economia strutturalmente più debole tra i paesi maggiormente industrializzati. La Cgil da mesi sta contrastando e criticando le politiche del governo che non interviene con manovre economiche e politiche industriali come gli altri paesi Europei.

obama, prima volta in europa: - mario calabresi ( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: frenare la recessione mondiale e costruire un nuovo quadro di regole per i mercati finanziari, adesso che un successo delle tesi della Casa Bianca sembra da escludere l´attenzione americana si è spostata sui faccia a faccia con il presidente cinese Hu Jintao e con quello russo Medvedev. A Washington hanno realizzato che non ci sarà nessun nuovo piano europeo di stimolo all´economia,

i grandi al capezzale del mondo tensione a londra per il g20 - enrico franceschini ( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: combattano il protezionismo e stabiliscano «per la prima volta» norme internazionali sulla retribuzione e sui bonus dei banchieri: e questo dovrebbe significare più "regulation", compiacendo Sarkozy e la Ue, della quale la Gran Bretagna, è doveroso sottolinearlo, fa parte, anche se non sempre lo sembra.

generali: tagli del 60% al bonus di bernheim, perissinotto e balbinot ( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: P non porta a modificare piani finanziari, ma conferma che la compagnia ha saputo far fronte alla crisi finanziaria. «Il giudizio espresso da S&P non porta a modificare i piani finanziari della compagnia», rileva un portavoce del gruppo triestino in relazione alla riduzione del rating di generali ad «aa-» decisa dall'agenzia britannica.

le regole per uscire dalla crisi - josé manuel barroso ( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Il protezionismo e il nazionalismo sul piano economico sono solo in apparenza strumenti utili e alimentano invece povertà e conflitti, come abbiamo sperimentato negli anni Trenta. Per uscire dalla situazione attuale occorre «riplasmare la globalizzazione».

accordo tra la chiesa e le banche per aiutare i più poveri ( da "Nuova Sardegna, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,

rivoli, azioni creative tra le opere "così il castello sfida la crisi" - marina paglieri ( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Così il Castello sfida la crisi" Tentiamo di lavorare in un momento di tagli attirando anche i giovani S´inizia con il flauto della serba Prvacki MARINA PAGLIERI «Come possono i musei lavorare in un momento di crisi finanziaria, attirando anche i giovani?». La risposta a questa domanda, e anche la sfida, arriva per Carolyn Christov Bakargiev,

Voragine da 28 miliardi per Fortis ( da "Finanza e Mercati" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Colpita in pieno dalla crisi finanziaria la società, lo scorso anno, ha chiesto l'intervento delle autorità del Benelux. Dopo una prima tranche di aiuti nel settembre scorso, il governo olandese ha nazionalizzato, a inizio ottobre, le attività di bancassurance di Fortis in Olanda e il Belgio ha assunto il controllo al 100% della filiale bancaria belga Fortis Banque con l'

Ocse a Trichet: Taglia ancora i tassi ( da "Finanza e Mercati" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: causata dalla crisi finanziaria globale e aggravata dal collasso del commercio. Nell'Interim Outlook dell'organizzazione internazionale, la previsione è di una contrazione del Pil mondiale del 2,7% quest'anno, seguito da un +1,2 nel 2010. Per i Paesi dell'area Ocse la prognosi punta a -4,3% nel 2009 e -0,1 l'anno prossimo,

Cei e banche alleate: prestiti per 300 milioni ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti appositi conti correnti.

Unicredit congela le rate per le Pmi in Cig ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: difficoltà temporanea in conseguenza della crisi finanziaria e quindi abbiano attivato, o attivino, nel corso del 2009, la procedura per la cassa integrazione guadagni ordinaria. «Con questo ulteriore impegno», ha sottolineato Gianni Coriani, direttore generale Unicredit Corporate Banking «completiamo il quadro degli interventi che il nostro gruppo ha voluto rendere operativi con l'

la crisi economica in sicilia vista attraverso le cambiali - gaetano cusimano ( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Palermo LA CRISI ECONOMICA IN SICILIA VISTA ATTRAVERSO LE CAMBIALI GAETANO CUSIMANO P er saperne di più sulla crisi finanziaria e reale che ha colpito l´Italia e le sue regioni a far tempo dal secondo semestre dello scorso anno, in mancanza di indicatori aggiornati di contabilità nazionale (prodotto interno lordo e consumi delle famiglie,

Il modello Veneto adesso scricchiola ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: per gli effetti della grave crisi finanziaria che sta interessando l'economia mondiale. Lo conferma la relazione sulla situazione economica del Veneto presentata ieri a Marghera da Unioncamere. La tenuta del settore agricolo è stata accompagnata dalla flessione della produzione industriale e dal rallentamento delle vendite al dettaglio.

Ias 39 al restyling ( da "Italia Oggi" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: la derecognition degli asset finanziari.La proposta di modifica dello standard setter londinese, pubblicata oggi sul sito http:// www.iasb.org, cerca di dare una prima risposta ad un problema che ha sicuramente contribuito ad aggravare l'attuale crisi finanziaria: la complessità e le incoerenze dell'attuale versione dello IAS 39 hanno spesso facilitato pratiche finalizzate alla «

Eurisko, in Italia nessuna fuga dagli investimenti ( da "Milano Finanza (MF)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: famiglie italiane stanno superando questa crisi finanziaria con meno danni di quelli che ci si poteva immaginare», continua Fabrizio Fornezza, direttore generale di Gfk-Eurisko, che aggiunge: «L'immagine del sistema finanziario, bancario e delle reti non è così critica. I risparmiatori la considerano solida anche se magari si sarebbero aspettati un atteggiamento più propositivo»

Gli avanzi di amministrazione per fare credito alle pmi ( da "Italia Oggi" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: a causa della perdurante crisi finanziaria, si trovano in temporanea esigenza di liquidità. Il fondo, infatti, verrà incontro agli operatori locali che stipuleranno con gli istituti di credito un prestito per sostenere la momentanea difficoltà di liquidità nella propria attività aziendale, causata dalla crisi economico-finanziaria.

GLI INTOCCABILI ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: di Lehman Brothers e Chuck Prince di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria che ha messo in ginocchio la City di Londra.

L'investimento nelle società è agevolato. Lo sia anche quello nei fondi chiusi ( da "Milano Finanza (MF)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Lo sia anche quello nei fondi chiusi L'attuale crisi finanziaria fa emergere la necessità di interventi mirati a dare impulso effettivo all'economia. Un ambito interessante potrebbe essere quello del private equity, capace di dare, tramite l'attività degli investitori professionali, un impatto positivo sull'intero sistema imprenditoriale nazionale.

Accordo tra la Chiesa e le banche per aiutare i più poveri ( da "Nuova Ferrara, La" del 01-04-2009) + 5 altre fonti
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,

E' inaccettabile sostenere che non si poteva rinviare' ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: la pesantissima crisi finanziaria ed economica internazionale che sta avendo e avrà pesanti ricadute anche sul sistema produttivo reggiano con conseguenze sulle famiglie e sulle imprese». Per cui, «se da una parte è bene rafforzare tutti gli strumenti di sostegno alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese nel breve periodo,

Banca Mondiale, ripresa nel 2010 ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: nel 2010 la crescita tornerà debolmente positiva in quanto il consolidamento del settore finanziario, la perdita di ricchezza generale e gli effetti della crisi finanziaria continueranno ad influenzare l'attività economica». Nel 2010 - osserva il rapporto - il pil globale sarà del 2,3%, «ma i tempi e il ritmo della ripresa sono ancora altamente incerti».

manager, tutor o politico? l'alma mater a una svolta - ilaria venturi ( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Per un´Alma Mater stretta dalla crisi finanziaria e dalla caduta del consenso sociale, come tutto il mondo universitario, in cerca di riscatto, identità e nuovi orizzonti. Servirà un rettore manager o una personalità forte sotto il profilo culturale per affrontare le sfide dei prossimi anni?

Cei e banche alleate: prestiti per 300 milioni ( da "Arena, L'" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti appositi conti correnti.

Prestiti di 500 euro al mese. Garantiscono i vescovi ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 01-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica si legge nel comunicato finale del Consiglio e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata». Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,

accordo tra la chiesa e le banche per aiutare i più poveri ( da "Centro, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,

cantieri dalla pietà in crisi, domani la decisione ( da "Nuova Venezia, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: è la crisi finanziaria internazionale a non aver risparmiato nemmeno la storica nautica di lusso veneziana. Le società di leasing avrebbero chiuso i rubinetti, nessuno ordina più nuovi yacht e chi lo aveva fatto annulla le commesse. L'obiettivo del concordato, sempre stando al progetto, è quello di salvare alcuni rami dell'azienda e cercare di tutelare al massimo l'

Il bilancio ottiene l'ok La minoranza è critica ( da "Provincia Pavese, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Un bilancio rosicchiato ai lembi dal fantasma della crisi finanziaria e dai tagli statali verso gli enti locali. Insomma: una coperta tirata a destra e a sinistra ma che comunque lascerà i piedi scoperti. Lo ha fatto più volte notare il sindaco Luigi Paroni. Si è così presentato al cospetto di giunta e consiglieri il bilancio bronese dell'anno in corso con previsione 2009-

GLI INTOCCABILI ( da "Arena, L'" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: di Lehman Brothers e Chuck Prince di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria che ha messo in ginocchio la City di Londra.

Il Veneto frena Crescita 2008 a quota -0,5% ( da "Arena, L'" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: per gli effetti della grave crisi finanziaria che sta interessando l'economia mondiale. Lo conferma la relazione sulla situazione economica del Veneto presentata ieri a Marghera da Unioncamere. La tenuta del settore agricolo è stata accompagnata dalla flessione della produzione industriale e dal rallentamento delle vendite al dettaglio.

Sarkozy ( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: il vulcanico Nicolas cerca dunque un ruolo da protagonista: «La crisi finanziaria - ha detto il Presidente francese in un discorso ieri - è troppo grave perché ci si possa permettere di fare un vertice per niente». Una posizione che riprende quella tenuta, a porte chiuse, a margine di una riunione del Governo di Parigi la settimana scorsa, quando Sarkò avrebbe minacciato,

Unicredit congela le rate per le Pmi in Cig ( da "Arena, L'" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: difficoltà temporanea in conseguenza della crisi finanziaria e quindi abbiano attivato, o attivino, nel corso del 2009, la procedura per la cassa integrazione guadagni ordinaria. «Con questo ulteriore impegno», ha sottolineato Gianni Coriani, direttore generale Unicredit Corporate Banking «completiamo il quadro degli interventi che il nostro gruppo ha voluto rendere operativi con l'

Il Banco Popolare è alla svolta ( da "Arena, L'" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attraverso la crisi finanziaria ed economica, sulla strada della riduzione del rischio, del rigore e della concreta operosità». Stanno nascendo alcune associazioni dei soci su piazza, che ne pensa? «Si tratta di un fenomeno fisiologico che ormai si riscontra pressoché in tutte le società cooperative quotate, e che va nel senso auspicato dalla normativa e dalle Autorità di Vigilanza,

Obama a Londra per il G20 Sarkozy: decisioni o lascio ( da "Unita, L'" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: da imporre ai mercati finanziari, pur mantenendo le imponenti misure pubbliche per la crescita come asse principale. Ma il suo primo impegno londinese sarà oggi ai margini del G20. Vedrà Medvedev, e soprattutto Hu Jintao, a conferma del nuovo nomignolo affibbiato all'illustre consesso: G2, Usa e Cina, e gli altri diciotto a contorno.

l'argentina tradisce il dollaro accordo valutario con la cina - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Non è fantapolitica, è la lettura che i mercati finanziari hanno dato ieri di un accordo clamoroso. In gergo tecnico si chiama currency swap: è un´intesa bilaterale fra le due banche centrali di Pechino e Buenos Aires per i regolamenti valutari dell´interscambio tra le due nazioni.

alstom punta sulla russia e si allea con tmh ( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: macroprudenziale da attribuire alla Bce è la strada giusta per eliminare una delle cause della crisi finanziaria internazionale Alstom scommette sulla Russia, la sua estensione, le sue lunghissime linee ferroviarie: il gruppo francese ha annunciato ieri di aver preso una partecipazione del 25% più un´azione nella Transmashholding (Tmh), il principale fabbricante russo di materiale ferroviario.

accordo tra la chiesa e le banche per aiutare i più poveri ( da "Mattino di Padova, Il" del 01-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,

L'edilizia annaspa, nella locomotiva del terziario alcuni servizi rischiano la scomparsa e i... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: già travolta dagli effetti della crisi finanziaria che ha colpito maggiormente le imprese più che il sistema bancario e creditizio. La Camera di commercio raccoglie l'appello di Confindustria per ciò che concerne la valorizzazione dei consorzi fidi e l'opportunità di ampliare il rapporto con le banche, per aumentarne l'operatività nel settore delle garanzie delle imprese.

chiesa, prestiti ai più poveri ( da "Tirreno, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste,

Fiducia, la missione possibile dei leader ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: industria finanziaria che deve regolare. Ci sono troppi conflitti d'interesse tra i manager di Wall Street e le autorità di controllo. In Europa sarebbe opportuno delegare la supervisione dei mercati finanziari alla Banca centrale europea, proprio per evitare la segmentazione delle regolamentazioni nazionali e avere una visione d'

Marcegaglia: fare di tutto per i crediti alle imprese ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Deve arrivare un no forte al protezionismo». Nell'ultima riunione, nell'autunno del 2008, a Washington, non c'è stata secondo la Marcegaglia una presa di posizione adeguata su questo tema e ora gli aiuti pubblici alle banche rischiano di creare un protezionismo finanziario: gli istituti di credito che ricevono denaro sono portati a finanziare imprese del proprio Paese.

Ocse: Pil italiano giù del 4,3% ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: causata dalla crisi finanziaria globale e aggravata dal collasso del commercio mondiale (-13,2% quest'anno). In questo quadro a tinte fosche la crisi in Italia, secondo l'Ocse nell'Interim Outlook, porterà il Pil nel 2009 ad una flessione del 4,3% e -0,4% in 2010 (in linea con il -4,3% stimato nel 2009 per l'area Ocse,

Fiducia, la missione possibile ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: 20 deve migliorare il modo in cui i mercati finanziari sono controllati, ma gli operatori finanziari e gli investitori non vanno spaventati proprio ora che la fiducia pare stia timidamente risalendo. Secondo: il G-20 dovrebbe avviare un processo di riforma degli organi che si occupano di gestire l'economia di un mondo integrato.

Merkel vuole un'Opel europea Serve un investitore privato ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: subiranno nel 2009 una forte contrazione a causa della crisi finanziaria. Nel contempo, Porsche ha lasciato intendere che la crisi economica potrebbe rinviare l'atteso completamento della scalata a Vw. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CASO PORSCHE La casa di Stoccarda ha quadruplicato gli utili nel semestre ma i debiti sono passati da 3 a 9 miliardi In calo del 27% le vendite L'appello.

Per il Lingotto una scommessa a lungo termine ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: conta di utilizzare nei prossimi mesi il programma Talf di aiuto ai mercati finanziari). Il manager italo-canadese potrebbe dunque anche ritirarsi prima della scadenza di fine aprile, qualora Washington ponga vincoli ritenuti troppo svantaggiosi. In caso di accordo i fondi per il rilancio di Chrysler arriveranno da Washington (fino a 6 miliardi di dollari oltre ai 4 già erogati),

Consob, strategia light sui conflitti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Con la crisi dei mercati finanziari - ha osservato il giurista Piergaetano Marchetti – qualcosa è cambiato nel giudicarne il ruolo. «Qual'è stata la loro bussola si è chiesto – quegli investitori istituzionali che hanno guadagnato con le bolle?» Con tutte le riserve, comunque, continuano ad avere un ruolo importante che può essere misurato «

La City resta scettica sull'utilità del summit ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Dal nostro inviato I mercati finanziari non si fanno troppe illusioni sui risultati del G-20 di domani a Londra. E forse questo non è un ma-le, visto che in passato aspettative eccessive, e a volte irrealistiche, della vigilia su quello che vertici internazionali di questo tipo potevano produrre, hanno poi generato delusioni e turbolenze di mercato nei giorni successivi.

Commercio globale in caduta libera ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: alla progressiva stabilizzazione dei mercati finanziari e al minore impatto negativo dell'immobiliare. Anche l'economia della zona euro (Pil -4,1% nel 2009 e -0,3% nel 2010) nel breve termine avrà una netta contrazione. Il calo continuerà a «un tasso più moderato per il resto del 2009», ma sarà «molto moderata» anche la ripresa che si farà vedere nel corso del 2010.

Sarkozy: risultati o vado via ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: economia mondiale e di controllare meglio i mercati finanziari. Questa volta il presidente non vuole accontentarsi di un simile risultato. Ed è pronto a sbattere la porta. © RIPRODUZIONE RISERVATA L'OBIETTIVO DI PARIGI La Francia punta soprattutto a individuare una lista di Paesi non cooperativi da condannare e perseguire pubblicamente

Il Papa a Brown: mantenere gli aiuti all'Africa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: protezionismo ». Benedetto XVI denuncia la «realtà della povertà estrema e della marginalizzazione» viste durante il suo recente viaggio in Africa e sottolinea come la scarsa presenza dell'Africa subsahariana nel G-20 richieda «una profonda riflessione», perché «i più deboli sulla scena politica sono quelli che soffrono gli effetti più forti di una crisi per la quale non hanno responsabilità

Istat: crolla l'inflazione e la produzione industriale ( da "Riformista, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Il gruppo finanziario Fortis, travolto dalla crisi finanziaria e suddiviso tra lo stato olandese e quello belga, ha registrato una perdita netta per 28 miliardi di euro nel 2008, superiore alle stime che mettevano in conto un rosso di 22,5 miliardi. Il gruppo aveva già annunciato che non avrebbe distribuito dividendo.

dal nostro inviato LONDRA - Cresce la tensione nelle principa... ( da "Messaggero, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: nel protezionismo l'intero sistema economico globale. Ieri sera Londra ha accolto il presidente americano Barack Obama, atteso alla prima impegnativa prova internazionale. L'agenda del presidente Usa è fittissima, e in attesa della cena di questa sera che aprirà il summit, avrà oggi il primo faccia a faccia col presidente russo Dimitry Medvedev e col presidente cinese Hu Jintao.

G20/ BROWN: MONDO DEVE UNIRSI PER AGIRE DI FRONTE A CRISI ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: "Il mondo deve unirsi per agire di fronte a una crisi finanziaria senza precedenti", ha sottolineato Brown, elencando una serie di test cui sarà necessario fare fronte: "Il primo test è un sistema di controllo delle banche"; sarà poi necessario "prendere le misure necessarie per far ripartire la crescita";

Crisi, asse Brown-Obama ( da "Corriere.it" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampio accordo» sulle misure che devono essere prese per combattere la crisi finanziaria. Ma il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha dichiarato che le attuali proposte non soddisfano Francia e Germania. INSODDISFATTI - Ma la bozza del documento finale del G20 non soddisfa ancora Francia e Germania, ha riferito Sarkozy.

Carlucci: necessaria la riforma del titolo V ( da "GuidaViaggi.it" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: coinvolgono non solo i mercati europei e oltreoceano tradizionali, molti dei quali duramente colpiti dalla crisi finanziaria ed economica ma, per la prima volta, anche quelli emergenti come la Russia o il Brasile. Si mantengono stabili o in crescita alcuni Paesi dell? Est Europa (Rep. Ceca, Ungheria, Polonia) e dell?Asia (Cina, India e Corea)".

Ubs: da Credit Suisse arriva Koerner, obiettivo taglio costi ( da "Trend-online" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: svizzera pesantemente colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief operating officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con l'obiettivo di razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Koerner, come spiega una nota, assume la direzione del Corporate center, l'unita' che comprendera' tutte le mansioni su infrastrutture e servizi,

PETROLIO/ BARILE CONTINUA A CALARE, WTI VICINO A 48 DOLLARI ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria che ha innescato la recessione economica. A gennaio i prezzi delle case sono crollati del 19 per cento, stabilendo un nuovo record negativo nell'indice Standard & Poor's/Case-Shiller, che monitora le maggiori metropoli Usa. Oggi le autorità della Cina hanno riferito di una ripresa a marzo dell'aggravamento della situazione nel gigantesco settore manifatturiero,

G20, SARKOZY: PROPOSTE NON SODDISFANO FRANCIA E GERMANIA ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: In particolare il capo dello stato francese sottolinea che la priorità del G20 deve essere la regolamentazione perché "la crisi economica è nata da una crisi finanziaria". Su questi temi Sarkozy ieri sera ha fatto il punto con il cancelliere tedesco Angela Merkel. "Abbiamo convenuto che la versione attuale del testo, almeno com'era ieri sera, non era soddisfacente", ha spiegato.

UBS: DA CREDIT SUISSE ARRIVA KOERNER, OBIETTIVO TAGLIO COSTI ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: svizzera pesantemente colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief operating officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con l'obiettivo di razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Koerner, come spiega una nota, assume la direzione del Corporate center, l'unita' che comprendera' tutte le mansioni su infrastrutture e servizi,

USB: ARRIVA KOERNER, 1 OBIETTIVO TAGLIO COSTI ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: la prima banca svizzera pesantemente colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief operating officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con l'obiettivo di razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Non ne puoi piu' della Borsa? Sbagliato, perche' qualcuno guadagna sempre.

Dai vescovi, 30 milioni per i più poveri e una risposta a Fini ( da "Panorama.it" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica in atto". Dando corpo ad una iniziativa annunciata fin dal [4] consiglio permanente dello scorso gennaio, ha spiegato Crociata, la Cei ha raggiunto un accordo con l'Associazione bancaria italiana, la quale si è fatta carico di fare da interfaccia con i singoli istituti di credito garantendo un effetto di "

GLI INTOCCABILI ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: di Lehman Brothers e Chuck Prince di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria che ha messo in ginocchio la City di Londra.

Cei e banche alleate: prestiti per 300 milioni ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti appositi conti correnti.

( da "Avvenire" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica in atto, i membri del Consiglio permanente hanno formalizzato la costituzione di un fondo di garanzia a sostegno delle famiglie numerose o gravate da malattia o disabilità che abbiano perso ogni fonte di reddito, dando forma al progetto già abbozzato nella sessione di gennaio.

CREDITO: MAXI-BANCA ISLAMICA SARA' VARATA ENTRO IL 2009 ( da "KataWebFinanza" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: "Nonostante la crisi economica globale e le sue ripercussioni sul settore finanziario internazionale - ha detto Yousuf - l'attivita' delle banche islamiche (che si ispirano alle norme della sharia, la legge musulmana, ndr) non ha registrato fasi di crisi, anczi continua a prosperare".

Anche la Cina avrà il suo Nasdaq">Un'indice per le start-up tecnologiche Anche la Cina avrà il suo Nasdaq ( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: così come la crisi finanziaria stia aprendo ampi spazi, nei quali i cinesi si stanno inserendo con sempre maggiore frequenza. Non sorprende quindi che ora, la Cina voglia replicare anche uno dei successi storici della finanza americana: il Nasdaq. GEM, IL NASDAQ CINESE - Si chiamerà GEM (Growth Enterprise Market),

Anche la Cina avrà il suo Nasdaq">Un'indice per le start-up tecnologiche Anche la Cina avrà il suo Nasdaq pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: è anche una risposta alla situazione che si è venuta a creare a causa della crisi finanziaria, dove gli istituti bancari sono diventati sempre più prudenti a concedere prestiti alle start-up, situazione che finisce anche per colpire le piccole imprese che in Cina di fatto rappresentano il 99% delle imprese e danno lavoro al 75% degli occupati del paese.

BORSE Giù (MIBTEL -1.8%) - Ford teme LA ripresa DI GM e Chrysler - Honda taglia produzione e salari - Sea batte la crisi e apre a Sky Team - Google supera Ge BuranI in rosso - IL ( da "Dagospia.com" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: svizzera pesantemente colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief operating officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con l'obiettivo di razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Koerner, come spiega una nota, assume la direzione del Corporate center, l'unita' che comprendera' tutte le mansioni su infrastrutture e servizi,

G20/ Brown: mondo deve unirsi per agire di fronte a crisi ( da "Virgilio Notizie" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: "Il mondo deve unirsi per agire di fronte a una crisi finanziaria senza precedenti", ha sottolineato Brown, elencando una serie di test cui sarà necessario fare fronte: "Il primo test è un sistema di controllo delle banche"; sarà poi necessario "prendere le misure necessarie per far ripartire la crescita";

( da "Arena.it, L'" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attraverso la crisi finanziaria ed economica, sulla strada della riduzione del rischio, del rigore e della concreta operosità». Stanno nascendo alcune associazioni dei soci su piazza, che ne pensa? «Si tratta di un fenomeno fisiologico che ormai si riscontra pressoché in tutte le società cooperative quotate, e che va nel senso auspicato dalla normativa e dalle Autorità di Vigilanza,

GLI INTOCCABILI ( da "Arena.it, L'" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: di Lehman Brothers e Chuck Prince di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria che ha messo in ginocchio la City di Londra.

Cei e banche alleate: prestiti per 300 milioni ( da "Arena.it, L'" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti appositi conti correnti.

LA SFIDA DI LONDRA ( da "Stampa, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Mikhail Gorbaciov LA SFIDA DI LONDRA CONTINUA A PAGINA 37Mano a mano che la crisi finanziaria ed economica globale si fa più profonda e grave tutti noi dobbiamo ripensare alcune questioni chiave, tra cui il ruolo dello Stato. Si può già prevedere che l'approccio al ruolo di governo che ha prevalso negli ultimi decenni si capovolgerà.

conroe ha detto: Brown: "Il mondo deve unirsi" (ma che vor dì??) Zapatero: "Sì, ma sotto Madrid. ( da "KataWeb News" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,

Credito: Maxi-Banca islamica sarà varata Entro il 2009 ( da "KataWeb News" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: "Nonostante la crisi economica globale e le sue ripercussioni sul settore finanziario internazionale -- ha detto Yousuf -- l'attività delle banche islamiche (che si ispirano alle norme della sharia, la legge musulmana, ndr) non ha registrato fasi di crisi, anczi continua a prosperare".

Turismo, un sito web2, spot radio-Tv e Cd Hd per battere la crisi, la ricetta dell'Enit ( da "Sestopotere.com" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: molti dei quali duramente colpiti dalla crisi finanziaria ed economica ma, per la prima volta, anche quelli emergenti come la Russia o il Brasile. Si mantengono stabili o in crescita alcuni Paesi dell' Est Europa (Rep. Ceca, Ungheria, Polonia) e dell'Asia (Cina, India e Corea)." "Gli spot televisivi della Campagna Promozionale 2009 - aggiunge il Direttore Generale,

INDIA/ EXPORT A PICCO, A FEBBRAIO -21,7%, SALE DEFICIT CON ESTERO ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: (Ap) - Export a picco in India: sulla scia della crisi internazionale a febbraio ha accusato una caduta del 21,7 per cento, secondo quanto riferito dal ministero del Commercio. Nel sub continente flessioni di questa portata non si registravano dai tempi della crisi finanziaria dell'Asia, nel 1996-1998.

Alleanza Cei-banche per aiutare le famiglie povere ( da "Corriere Adriatico" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed economica" - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,

La ripresa marcia verso Oriente ( da "Corriere Adriatico" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: apertura di uno show room a Hong Kong Fano Uscire dalla crisi finanziaria internazionale attraverso una strategia di internazionalizzazione delle imprese locali, costituendo una struttura prettamente commerciale e di promozione a Hong Kong. La proposta elaborata da Raffaele Preite , imprenditore che mette a disposizione oltre 20 anni di esperienza in diversi settori dell'import-

Innovazione per creare sviluppo ( da "Denaro, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria "indotta" dal sistema economico americano ha fatto svanire il sogno dello sviluppo locale che nasce dal territorio e dai suoi protagonisti. L'idea degli ultimi governi italiani di una "formula magica" in grado di dare la svolta epocale a territori, soprattutto quelli del mezzogiorno,

Carmignano di Brenta La crisi che è sotto gli occhi di tutti è globale e colpisce il c... ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Ovvio che la crisi finanziaria ha avuto comunque delle ripercussioni anche per loro, costringendo a rivedere i budget, con rallentamenti e posticipi; tuttavia, complessivamente, queste aziende sono fiduciose in una rapida ripresa, dato che l'Italia è un Paese ad elevato potenziale, grazie alla favorevole posizione geografica e alla quantità di irraggiamento solare.

Milano Rate congelate per le piccole e medie imprese che sono state costrette e ricorrere alla c... ( da "Gazzettino, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria mondiale. UniCredit ha deciso di lanciare una nuova iniziativa a supporto delle imprese italiane nel difficile scenario economico e finanziario che caratterizza l'anno in corso. La banca corporate di UniCredit ha infatti strutturato, a favore delle imprese clienti con fatturati annui a livello di gruppo inferiori a 50 milioni di euro che siano state costrette

A Mosca il piatto piange e il Comune mette all'asta i rifugi antiaerei dell'epoca di Stalin ( da "Gazzettino, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ma per non svenarsi più per la manutenzione che era diventata eccessivamente onerosa soprattutto ora che la Russia e la sua capitale sono spazzate da una crisi finanziaria ed economica ben più spietata di quella che colpisce l'Europa. E allora un bunker non si rifiuta neppure agli (ex) oligarchi post sovietici. Agostino Buda

MYRTA MERLINO IL MILIARDARIO DEL LUSSO FRANCESE FRANCOIS-HENRY PINAULT è STATO SEQUEST... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 01-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Crisi

Abstract: sotto i colpi della crisi finanziaria, con le banche che falliscono, le aziende che chiudono e i lavoratori che perdono il posto, tutti concordano sulla necessità di cambiare il sistema, ma nessuno sembra capace di dirci come. Sono tutti indignati ma io mi chiedo, una volta passata l'ondata moralizzatrice, come si immagina di ridisegnare il meccanismo di remunerazione dei manager.

GIUSEPPE MUOIO CAVA DE' TIRRENI. LA LEGGE CIRIELLI PER LA VALORIZZAZIONE DELL'ABBAZIA DELLA ... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: è apprezzabile che il Governo in un momento di crisi finanziaria abbia comunque assicurato fino al 2012 la copertura finanziaria. Dubbi e perplessità sugli obiettivi da raggiungere sono venuti dall'onorevole Mazzarella e Zazzera. Il prosieguo dell'esame del testo è stato accolto in città e tra le forze politiche con attenzione.

RIPARTIRE DAL SUD . È QUESTO IL TEMA DELL'OTTAVO CONGRESSO REGIONALE DELLA FIM-... ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: «Nel Casertano - dice Guida - l'attuale crisi finanziaria si è aggiunta alla precedente crisi che ha colpito il settore dell'elettronica e delle telecomunicazioni. Il comparto in pochi anni ha perso migliaia di posti di lavoro: si è passati da diecimila a circa millecinquecento unità.

MATTEO BOSCO BORTOLASO NEW YORK. SARà UN DEBUTTO EUROPEO DIFFICILE PER BARACK OBAMA. IL PRES... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 01-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Crisi

Abstract: solo della crisi finanziaria. In agenda, ha fatto sapere la Casa Bianca, ci sono anche incontri bilaterali tra il presidente e i leader di Russia e Cina. A Strasburgo, inoltre, sarà interessante osservare le relazioni tra Obama e i padroni di casa del vertice dell'Alleanza Atlantica: il presidente francese Nicolas Sarkozy da una parte e la cancelliera tedesca Angela Merkel dall'

Irfis alla paralisi, danno per le imprese ( da "Sicilia, La" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Prima della grande crisi finanziaria il passaggio ad altro gruppo bancario sembrava l'unica soluzione possibile alternativa alla chiusura, considerato che il vecchio sogno della Regione (creare una «banca regionale» unendo Irfis, Crias e Ircac) si scontrerebbe col divieto di Bankitalia.

babelick ha detto: ma che fa in UK zapatero??pensa a farsi le foto e non alle cose importanti? guardate gli ultimi dati sulla disoccupazione dell'eurostat di almunia.spagna maglia ( da "KataWeb News" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,

In crescita l'attività dei Consorzi fidi: indagine Fedart Fidi, 6,3 miliardi i finanziamenti nel 2008 ( da "Sestopotere.com" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: arma più efficace contro la crisi finanziaria i cui effetti su artigiani e piccole imprese sono già molto pesanti in termini di restrizione del credito bancario Nel 2008 hanno erogato 6.312,8 milioni di finanziamenti garantiti a 735.619 artigiani e piccole imprese. Un trend in crescita rispetto al 2007 quando i finanziamenti concessi dai Confidi sono stati pari a 6.

REP.CECA/ GOVERNATORE BANCA CENTRALE: ADOZIONE EURO TRA 2013-2015 ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: internazionale sulla crisi finanziaria ed economica, scrive Ctk. Sarà comunque una decisione politica, ha aggiunto il governatore. Il primo ministro dimissionario Mirek Topolanek aveva "promesso" all'inizio dell'anno che la data dell'adozione sarabbe stata annunciata a novembre del 2009, ma in un'apparizione televisiva domenica ha fatto sapere di non poter confermare la data perché l'

19:18 SOCIALE: PERUGIA, BAIOCCO D'ORO AL FILOSOFO GRZYBOWSKYI ( da "Agi" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: l'ambiente, la crisi finanziaria e della globalizzazione. Presente anche Giampiero Rasimelli del Forum del Terzo Settore. Boccali ha ricordato il legame forte fra Perugia e il Forum e le iniziative di cui la citta' e' protagonista, fra cui la Marcia della pace Perugia-Assisi e l'Assemblea dell'Onu dei Popoli.

Milano fa i conti con la crisi, ma non ha voglia di arrendersi ( da "Velino.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Milano fa i conti con la crisi, ma non ha voglia di arrendersi Milano, 1 apr (Velino) - Nessuno agita catastrofismi fuori luogo. Le crisi finanziarie, che poi invadono il territorio dell?economia reale, hanno i loro tempi di incubazione, di malattia e di guarigione. Al momento siamo in un fase di attesa, dove si è sommersi da una moltitudine di stime negative.

Usa-Cina/ Obama e Hu vogliono rafforzare cooperazione ( da "Virgilio Notizie" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria: è quanto hanno stabilito nel corso dei colloqui di oggi a Londra il presidente americano Barack Obama e il suo omologo cinese Hu Jintao. Lo riferisce il sito online della Bbc, precisando che i due leader, che si sono incontrati alla vigilia del summit economico del G20, si sono detti d'accordo sulla necessità di resistere al protezionismo e di garantire stabili

G20, Draghi: misure anticrisi cominciano ad avere effetto ( da "Reuters Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ritiene che le misure per combattere la crisi finanziaria comincino ad avere effetto ma che non sia possibile dire se il peggio sia stato superato. "La morsa del credit crunch si sta allentando? Non ho una risposta", ha detto ai giornalisti alla vigilia del summit G20 di Londra. "Molte cose sono state fatte da tutti i Paesi.

agentediviaggi ha detto: avete visto che succede a Londra? Speriamo brucino la City con tutti i broker dentro asserragliati a soffrire le pene dell'inferno prima di andarci per dir ( da "KataWeb News" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,

G20, MISURE ANTICRISI COMINCIANO AD AVERE EFFETTO-DRAGHI ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ritiene che le misure per combattere la crisi finanziaria comincino ad avere effetto ma che non sia possibile dire se il peggio e stato superato. "La morsa del credit crunch si sta allentando? Non ho una risposta", ha detto ai giornalisti alla vigilia del summit G20 di Londra. "Molte cose sono state fatte da tutti i Paesi.

USA/ INVITO OBAMA A UNIVERSITÀ CATTOLICA CONTINUA A CREARE DUBBI ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Le proteste, suggerisce il presidente dei vescovi Usa, vanno mandate alla congregazione vaticana per la Educazione cattolica. Nel frattempo l''Osservatore romano' non dedica spazio al dibattito e segue con attenzione la politica di Obama sulla crisi finanziaria.

G20/ SARKOZY CONFERMA FIDUCIA A OBAMA A VIGILIA VERTICE -2- ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: che si apre domani, se non ci saranno risultati concreti, mentre crescono le tensioni che oppongono Germania e Francia e Stati Uniti e Gran Bretagna sulla proposta di implementare gli stimoli fiscali per risolvere la crisi finanziaria. "Sono certo che ci aiuterà e che ci capirà", ha aggiunto il leader francese.

CRISI/ CRESCONO CONSORZI FIDI: 6,3 MLD FINANZIAMENTI IN 2008 ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria i cui effetti su artigiani e piccole imprese sono già molto pesanti in termini di restrizione del credito bancario". Secondo l'indagine si mantiene elevato il grado di penetrazione del sistema Confidi nel comparto artigiano (42%), a conferma del fatto che quasi 1 imprenditore su 2 si rivolge ai confidi per dare soluzione alle proprie esigenze finanziarie e di rapporto

G20/ SFOGO SARKOZY:CRISI NATA DA MANIA TECNICI DI FARE POLITICA ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: questa crisi finanziaria globale, che a sua volta ha innescato la crisi economica. Una crisi che peraltro "pesa sulla gente, che non ha nessuna responsabilità per quello che è accaduto", ha rilevato. Già i precedenza il presidente francese aveva reagito con forte irritazione alle bozze di documento finale del G20 che filtravano a margine dei lavori dei capi di Stato e di governo,

USA-CINA/ OBAMA E HU VOGLIONO RAFFORZARE COOPERAZIONE ECONOMICA ( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria: è quanto hanno stabilito nel corso dei colloqui di oggi a Londra il presidente americano Barack Obama e il suo omologo cinese Hu Jintao. Lo riferisce il sito online della Bbc, precisando che i due leader, che si sono incontrati alla vigilia del summit economico del G20, si sono detti d'accordo sulla necessità di resistere al protezionismo e di garantire stabili

Oltre Soros. Ecco quelli che stanno avendo una buona crisi ( da "Foglio, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria non ha toccato Ingvar Kamprad, padre padrone di Ikea, che non ha mai voluto andare in Borsa e non è toccato nemmeno dalla recessione. La sua azienda assume anche in Italia mentre tutti licenziano. Kamprad si è rifugiato da tempo in Svizzera per non pagare le supertasse socialdemocratiche,

G20, misure anticrisi cominciano ad avere effetto-Draghi ( da "Reuters Italia" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ritiene che le misure per combattere la crisi finanziaria comincino ad avere effetto ma che non sia possibile dire se il peggio e stato superato. "La morsa del credit crunch si sta allentando? Non ho una risposta", ha detto ai giornalisti alla vigilia del summit G20 di Londra. "Molte cose sono state fatte da tutti i Paesi.

G20: DRAGHI, PRESTO PER DIRE CHE IL PEGGIO SIA PASSATO ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 01-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Crisi

Abstract: - Le misure varate dai governi mondiali contro la crisi finanziaria stanno iniziando ad avere effetto, ma e' prematuro dire che il peggio sia passato. Lo ha dichiarato Mario Draghi, governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Forum, in un incontro con la stampa estera a margine del G20 di Londra.

Anglosassoni Vs latini, Brown media">G20, si prepara l'asse Sarkozy-Merkel Anglosassoni Vs latini, Brown media ( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: la necessità di affrontare il momento attuale con una strategia comune: "Ci troviamo di fronte alla crisi finanziaria peggiore dalla seconda guerra mondiale, le nostre economie sono interconnesse e dobbiamo trovare una soluzione insieme". Obama ha anche sottolineato l'esigenza di respingere le tentazioni protezionistiche, e di sostenere i mercati emergenti.

Il sorpasso di Google su General Electric ( da "Data Manager" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria globale ha enfatizzato la differenza di trattamento che il mercato riserva al business reale e al business virtuale, o supposto tale, quello che raggruppa le attività delle web companies Quest'ultimo, per quanto soggetto a fluttuazioni e incertezze del mondo internet, continua a essere considerato più credibile nelle prospettive di lungo termine rispetto alla economia

Turismo, la crisi si batte con un sito web2, spot radio-Tv e Cd Hd, la ricetta dell'Enit ( da "Sestopotere.com" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: molti dei quali duramente colpiti dalla crisi finanziaria ed economica ma, per la prima volta, anche quelli emergenti come la Russia o il Brasile. Si mantengono stabili o in crescita alcuni Paesi dell' Est Europa (Rep. Ceca, Ungheria, Polonia) e dell'Asia (Cina, India e Corea)." "Gli spot televisivi della Campagna Promozionale 2009 - aggiunge il Direttore Generale,

Rai, il Cda propone Mauro Masi direttore generale ( da "RomagnaOggi.it" del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: risultati pur in presenza della crisi finanziaria internazionale". Il neo-presidente ha evidenziato che durante il cda si sono "messe a fuoco alcune criticità legate anche alla crisi finanziaria internazionale, sulle quali nelle prossime sedute continueremo a lavorare, ma anche i tanti punti di forza che garantiscono la competitività dell'Azienda e il suo ruolo di Servizio Pubblico"


Articoli

E Gm scivola verso una bancarotta pilotata dal governo (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

E Gm scivola verso una bancarotta pilotata dal governo Henderson: reinventarsi in fretta Il nuovo amministratore delegato di General Motors dice che l'ipotesi di bancarotta è oggi «più probabile» e spiega che il futuro del gruppo potrebbe essere deciso prima della scadenza prevista a inizio giugno. Nel frattempo a Detroit rischia di consumarsi lo strappo tra governo, sindacato e lavoratori che accusano Barack Obama di doppiopesismo nella gestione della crisi finanziaria e di quella dell'auto. «Mi hanno chiesto di rimettere a posto Gm ed io lo farò qualsiasi cosa ciò comporti», spiega Fritz Henderson nella sua prima conferenza stampa alla guida di Gm. «Porteremo a termine il nostro compito e lo faremo fuori o dentro le aule di tribunale», dice il nuovo Ceo convinto che non ci sia bisogno neanche di 60 giorni per sapere se «saremo in grado di ristrutturarci». Secondo il sostituto di Rick Wagoner, il gruppo preferirebbe utilizzare questo periodo «per mettere a punto un piano in grado di avere l'appoggio della Casa Bianca», e promette «procederemo più velocemente» nel processo di ristrutturazione per «reinventare Gm in breve tempo». E' la «pulizia dei bilanci» la priorità di Henderson che punta ad abbattere il debito, rafforzare i flussi di cassa e riordinare le operazioni, e per questo, avverte, potrebbe essere necessario chiudere altri impianti oltre i cinque già previsti, e ricorrere di nuovo al prepensionamento oltre ad ottenere nuove concessioni da sindacati e creditori. «La bancarotta rimane la seconda opzione», dice ma è anche quella privilegiata dalla task force di Obama, sebbene nella formula assistita e garantita dal governo. Per questo Gm sta lavorando a un «piano B», spiega il direttore finanziario, Ray Young, necessario a traghettare il gruppo nella procedura di controllo. Intanto la società offrirà ai nuovi acquirenti «una protezione» per i primi 24 mesi: pagamenti fino a nove rate da un massimo di 500 dollari ciascuna nel caso in cui i compratori perdano il lavoro. Anche Ford scende in campo al fianco dei consumatori: offre un finanziamento a tasso zero attraverso la sua divisione finanziaria e coprirà il pagamento di rate fino a 12 mesi su ogni Ford, Lincoln o Mercury nel caso in cui l'acquirente diventi disoccupato. Chrysler invece ha iniziato da gennaio a offrire finanziamenti a tasso zero, insieme a sconti fino a 6 mila dollari, anche se con risultati non brillanti. A Detroit, però gli operai delle catene di montaggio accusano il presidente di aver usato due metri diversi per auto e finanza. «E' la solita storia tra Wall Street e Main Street», spiega Brian Fredline, presidente della Uaw Local 602, sindacato di uno stabilimento di Lansing. «Per le banche ci sono tutti i soldi necessari perché dicono che sono troppo grandi per fallire, ma in realtà sono troppo grandi per essere responsabili». E tra lavoratori e vertici aziendali si sta creando un'insolita alleanza trasversale con messaggi di solidarietà a Rick Wagoner da parte di operai e rappresentati di categoria. Del resto il messaggio di Obama è apparso un diktat anche per i sindacati costretti a fare maggiori concessioni pur di evitare bancarotta e licenziamenti a valanga. Il presidente di United Auto Worker, Ron Gettelfinger ha mantenuto il silenzio ma fonti a lui vicine dicono che Uaw in cambio di nuove concessioni potrebbe pretendere che creditori e titolari di bond taglino il debito di Gm e Chrysler. Il gruppo di Auburn Hills, che punta tutto sull'alleanza con Fiat, prosegue il riordino interno col licenziamento del 2% dei 4.000 impiegati del ramo finanziario. A Wall Street nel frattempo è di nuovo profondo rosso per Gm (-28,15%) trascinata al ribasso dai titoli a copertura del rischio di insolvenza. Pesano anche le previsioni di vendita per marzo stimate in calo del 48%, assieme a quelle di Chrysler (-46%) e Ford (-45%) che segna in Borsa -4,71%.

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Seduta fiume per il Psc Città Attiva: Troppa fretta (sezione: crisi)

( da "Gazzetta di Reggio" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Seduta fiume per il Psc Città Attiva: «Troppa fretta» La lista della Spaggiari «Troppi nodi ancora irrisolti» E' proseguita ieri fino a tarda notte la «maratona» in consiglio comunale per la discussione e l'approvazione del Psc, il Piano strutturale comunale, ovvero l'insieme delle linee guida che dovranno governare la crescita della città per i prossimi cinque anni. Ieri pomeriggio, in Sala Tricolore - dopo che lunedì il nuovo strumento urbanistico adottato dal Comune era stato illustrato dal sindaco Graziano Delrio e dall'assessore all'urbanistica Ugo Ferrari - è stato il turno delle opposizioni, con il solo intermezzo del consigliere comunale del Pd Ivano Ballarini che ha difeso a spada tratta la scelta della giunta, sia nel merito («il Psc non paralizza la città, come da più parti è stato detto») che nel metodo, quest'ultimo fin qui contestato duramente anche da diverse associazioni datoriali. E sull'argomento ha fatto sentire la propria voce anche la lista «Città Attiva» di Antonella Spaggiari. Il voto - e il via libera definitivo - è previsto per oggi in Sala Tricolore. Le opposizioni in consiglio comunale hanno presentato decine di emendamenti al Psc. E nella sostanza, le critiche che rieccheggiavano ieri in Sala del Tricolore sono quelle messe nero su bianco ieri da Città Attiva. Dopo aver definito la concertazione attorno a questo piano «insufficiente», la lista che fa capo all'ex sindaco di Reggio, contesta all'attuale giunta la mancata elaborazione insieme al Psc, anche del piano operativo comunale: «L'assenza di contemporaneità diventa pericolosa soprattutto dal punto di vista dei suoi effetti pratici determinando, nell'intervallo di tempo che intercorre tra il Piano strutturale comunale ed il Piano operativo, una situazione di incertezza e di potenziali conflitti». Nel merito e nelle scelte, la giunta, avrebbe trascurato «l'ultimo e piu' importante aspetto: la pesantissima crisi finanziaria ed economica internazionale che sta avendo e avra' pesanti ricadute anche sul sistema produttivo reggiano con conseguenze sulle famiglie e sulle imprese». Secondo la lista che sostiene Antonella Spaggiari «se da una parte è bene rafforzare tutti gli strumenti di sostegno alle famiglie, ai lavoratori ed alle imprese nel breve periodo, il problema non è quanto si costruirà e come, ma è prima di tutto per che cosa si produrrà dentro così grandi aree industriali come quelle previste. Con quali produzioni, per quali mercati e con quali tipi di professionalità». Due esempi concreti? «Il villaggio di Mancasale e le Reggiane». Poi l'affondo più politico contro la giunta Delrio: «Le affermazioni per cui il Psc non si può rimandare e la sua adozione non crea diritti acquisiti ed incremento di valore delle aree non possono essere accettate. Non si dica che la sua non adozione sarebbe il venir meno ad un patto con i cittadini: questa amministrazione ha avuto 5 anni per adottare il provvedimento e lo sta adottando al termine del mandato, lasciando così un'eredità di diritti acquisiti e di nuove regole all'amministrazione che subentrera». Secondo Città Attiva inoltre la giunta Delrio dovrebbe spiegare, quando parla di Psc «come ha fatto a perdere i finanziamenti per i Chiostri di San Pietro e a lasciar cadere i vincoli sul tracciato della Via Emilia Bis e di altre importanti infrastrutture».

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[FIRMA]MAURIZIO MOLINARI INVIATO A LONDRA Tira aria di battaglia sul vertice del G20 che inizi... (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

[FIRMA]MAURIZIO MOLINARI INVIATO A LONDRA Tira aria di battaglia sul vertice del G20 che inizia questa sera con la cena dei leader nella State Dining Room di Downing Street. Le ore della vigilia sono state roventi disegnando un fronte di molteplici conflitti del quale Barack Obama, alla tappa iniziale del suo primo viaggio transatlantico, ha parlato al telefono con il premier Gordon Brown chiamandolo da bordo dell'Air Force One. A far temere il peggio è il sovrapporsi di più disaccordi. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, durante una sosta a Chatellerault, ha minacciato di abbandonare il vertice prima della conclusione «se non vi saranno risultati concreti» soprattutto sulla rigida regolamentazione dei mercati finanziari a cui Washington si oppone e il presidente dell'Eurogruppo, il lussemburghese Jean-Claude, lo ha sostenuto, accusando gli «anglosassoni» di non voler regolare i mercati «come bisognerebbe fare». Di fronte all'offensiva francofona, sostenuta da Berlino che chiede «regole per gli hedge funds», i diplomatici americani hanno tentato di gettare acqua sul fuoco. «Non ho visto le frasi di Sarkozy e non le voglio commentare, posso solo dire che ci batteremo per arrivare ad un solido accordo sulla regolamentazione dei mercati» si è limitato a dire Mike Froman, vice consigliere per la sicurezza nazionale, la cui prudenza lo ha portato a dire che «G20 e G8 non si fanno concorrenza perché ogni gruppo di Paesi ha una sua G». Gli Stati Uniti puntano ad abbassare la tensione perché non possono permettersi un fallimento al primo summit al quale partecipa il nuovo presidente. Ma proprio perché Obama ha bisogno di un successo i suoi rivali strategici vanno all'attacco. Poco prima dell'arrivo di Obama ieri sera a Londra, Cina e Russia hanno chiesto all'unisono, con un comunicato dal Cremlino, di rinunciare al dollaro come moneta-base degli scambi internazionali, preannunciando la presentazione di «proposte di nuove valute» al vertice. E' il coronamento dell'offensiva congiunta di Mosca e Pechino contro la leadership del dollaro e in favore di una revisione degli equilibri nel Fmi: questa mattina sarà Obama a dover affrontare tali temi nei bilaterali con i colleghi Dmitri Medvedev e Hu Jintao. Le fibrillazioni con gli europei da un lato e con i russo-cinesi dall'altro preannunciano un vertice difficile per Obama, che punta a far approvare uno «stimolo globale» chiesto dal Fmi per un valore di almeno il 2 per cento del pil mondiale, contando sul sostegno di Gran Bretagna, Canada e anche della Cina. Le bozze di documento finale che circolano contengono numerose frasi con parentesi quadre - quelle sulle quali non c'è accordo - a conferma che se gli Stati Uniti vogliono ottenere impegni più espliciti sullo stimolo, gli europei puntano a porre le basi di una riforma dei regolamenti finanziari talmente vasta da andare oltre le tradizionali banche commerciali. Come se non bastasse sull'esito dei lavori dei 20 che dureranno nel complesso 20 ore pende la spada di Damocle del protezionismo: se il summit dello scorso novembre a Washington si impegnò a rivitalizzare i moribondi negoziati del «Doha Round» sulla liberalizzazione del commercio da allora almeno 17 dei 20 Paesi membri hanno adottato politiche protezionistiche, andando nella direzione opposta. Da qui i dubbi sul testo della prevista Dichiarazione di Londra contro le tentazioni protezionistiche. In attesa di conoscere gli esiti del summit, la curiosità degli inglesi si concentra sui regali che gli Obama porteranno ai Brown per rimediare alla gaffe di poche settimane fa a Washington, quando irritarono il Regno Unito dando agli ospiti britannici 45 Dvd di film americani - in un formato inadatto all'Europa - e un modellino giocattolo del Marine One.

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Il più grande rischio di fallimento del G20 è legato alla spirale di politiche prote... (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

«Il più grande rischio di fallimento del G20 è legato alla spirale di politiche protezionistiche che è evidentemente in atto in più Paesi del mondo e porta ad approfondire la crisi economica» dice Ben Steil, direttore del Dipartimento di Economia Internazionale del Council on Foreign Relations, chiedendo ai leader di concordare una «robusta dichiarazione contro il protezionismo» fino al punto da creare un «meccanismo indipendente di monitoraggio» sulle politiche che le singole nazioni metteranno in atto nei «prossimi fondamentali sei mesi».

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FRANCIA, SEQUESTRATO IL RE DEL LUSSO PINAULT (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

FRANCIA, SEQUESTRATO IL RE DEL LUSSO PINAULT di WSI La grande crisi, monta la protesta. Il miliardario proprietario della Ppr (Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta preso d'assalto in taxi. Anche gli operai della "Cat" sul piede di guerra: bloccati cinque dirigenti del gruppo. Pinault e la moglie Salma Hayek -->Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente. (WSI) – Nel tardo pomeriggio parigino, cento lavoratori infuriati hanno preso d’assalto la macchina del miliardario e leader nel mercato del lusso Francois-Henri Pinault. Il manager aveva appena concluso una riunione nella sede del suo gruppo Ppr; dopo un'ora di tensione la Polizia l'ha liberato. Pinault, ultima vittima della reazione dei lavoratori colpiti dalla crisi economica, è uno degli uomini più ricchi di Francia con patrimonio stimato nel 2007 a 14,5 miliardi di euro. È proprietario di un vasto gruppo che va dal marcio Gucci alla casa d’aste Christiès. In Italia possiede tra l’altro Palazzo Grassi a Venezia. Ma quello di Parigi non è l'unico episodio di frustrazione sul lavoro. In mattinata cinque i dirigenti della Caterpillar France sono stati sequestrati nella sede di Grenoble da un gruppo di dipendenti, che chiedevano di rinegoziare il piano di ristrutturazione aziendale che prevede il licenziamento di 733 persone su un totale di 2.800. Oltre al direttore della sede di Grenoble, Nicolas Polutnick, sono stati ostaggi dei lavoratori anche il direttore del personale, un responsabile del servizio del personale, il responsabile dei prodotti europei e quello della sezione acquisti. I dipendenti hanno chiesto in particolare un’indennità di licenziamento pari a tre mensilità per ogni anno di anzianità, con un tetto massimo di 30mila euro, così come la non dismissione degli impianti: l’azienda propone invece un’indennità fissata al 60% della mensilità con un tetto massimo di 10mila euro. Polutnick da parte sua ha spiegato ai giornalisti - fatti passare dai dipendenti - che un piano di ristrutturazione è un «procedimento complesso» e che senza la libertà di movimento sarà difficile poter arrivare a un negoziato; alla domanda se fossero sotto sequestro, ha risposto: «Tiratene le conclusioni che volete». La caccia al manager comincia a essere un vero a proprio fenomeno in un'Europa scossa dalla crisi finanziaria. Non si tratta certo di un caso senza precedenti in Francia: solo il 12 marzo scorso l’amministratore delegato della Sony francese era stato virtualmente sequestrato dai dipendenti e costretto a passare la notte nella fabbrica di Pontonx-sur-l’Adour, che chiuderà ad aprile; e non si può evitare di notare come nelle ore immediatamente successive sia stato concluso un accordo che migliorava sensibilmente le condizioni di allontanamento dei lavoratori. Il 23 marzo era invece toccato al direttore dello stabilimento della 3M di Pithiviers, liberato dei giorni dopo dietro l’impegno a riprendere i negoziati sulle condizioni di allontanamento di 110 dipendenti il prossimo primo aprile. Azioni causate dalla grave situazione di crisi e che per la maggior parte dei sindacati sono «legittime»: «Non dico di approvarle, ma mettetevi nei panni di questi lavoratori che non hanno nulla da perdere», sottolineava un rappresentante di Force Ouvriere, mentre Cgt e Solidaires facevano notare come «la violenza fatta ai dipendenti vittime di un licenziamento è ben più grave». Il governo di Parigi non ha finora criticato quanto accaduto e ha anzi definito «scandalose» le riduzioni del personale decise da molte aziende e giustificate con le necessità di tagliare i costi dettate dalla crisi. Copyright © La Stampa. All rights reserved

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NUOVI ALLARMI SU ECONOMIA PER I LEADER DEL G20 (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Nuovi allarmi su economia per i leader del G20 -->di Brian Moss e Lesley Wroughton NEW YORK/LONDRA (Reuters) - I leader del mondo diretti a Londra per il summit del G20 sulla crisi hanno ricevuto oggi un preoccupante promemoria sull'ampiezza della tempesta economica a cui devono fare fronte. L'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) prevede che l'economia mondiale peggiorerà più rapidamente di quanto atteso in un primo momento e porterà alle stelle i tassi di disoccupazione, sottolineando la necessità di un impegno extra per combattere la crisi. Il presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick ha nel frattempo annunciato un programma da 50 miliardi di dollari per contrastare il declino mondiale. L'Ocse, pubblicando il suo outlook mentre il Giappone annunciava di prepararsi al varo di un terzo pacchetto di incentivi economici, ha previsto che l'economie dei 30 Paesi che ne fanno parte segneranno quest'anno una riduzione del 4,3%, rispetto alla contrazione dello 0,4% prevista soltanto nel novembre scorso. "L'economia del mondo è nel mezzo della sua peggiore e più sincronizzata recessione nel corso della nostra vita, causata dalla crisi finanziaria globale e aggravata da un collasso del commercio globale", ha detto l'Ocse. "Anticipiamo che l'attuale contrazione dell'attività economica si aggraverà quest'anno prima che una ripresa indotta dalla politica gradualmente prenda corpo nel 2010". Sia il Giappone che la Germania hanno annunciato forti aumenti della disoccupazione, sottolineando il costo umano della crisi che i leader dei paesi più ricchi del mondo e delle economie maggiormente emergenti devono combattere nel loro vertice di Londra, fissato per giovedì. RIALZO AZIONARIO Mentre gli indicatori segnalano un peggioramento dell'economia globale, i mercati azionari sembrano sul punto di archiviare quello di marzo come il mese migliore da sei anni. In giornata l'indice americano saliva dell'1,6% mentre l'indice europeo FTSEurofirst ha segnato un rialzo del 3,4% motivato dall'ottimismo sul settore bancario. L'indice mondiale MSCI, in rialzo dell'1,6%, è comunque ancora sotto di oltre il 12% questo trimestre dopo aver perso il 22,7% tra ottobre e dicembre del 2008. Intanto, il presidente statunitense Barack Obama è arrivato stasera a Londra per colloqui, con un'agenda piena di strategie che vorrebbe che il mondo seguisse per combattere la crisi. Questo è il primo viaggio importante all'estero della presidenza di Obama, nel corso del quale terrà colloqui bilaterali coi leader di Russia e Cina prima di partecipare a un vertice Nato e visitare Repubblica Ceca e Turchia. Ma Obama lascia dietro di sé un'economia in stato di sofferenza. I prezzi delle singole case familiari a gennaio sono scese del 19% in un anno, secondo il rapporto Case Shiller di Standard & Poor. La fiducia dei consumatori Usa è rimasta vicina al minimo da record toccato a febbraio, ha reso noto il gruppo di ricerca Conference Board. Le attività economiche nel Midwest a marzo hanno toccato il tasso più duro dal 1980, secondo lo Institute for Supply Management. Ci sono segni di nuove energie dai produttori Usa di automobili. General Motors, che solo ieri ha visto respinto dal governo Usa il suo piano mentre l'amministratore delegato è stato licenziato, ha annunciato un programma per coprire i pagamenti se i clienti dovessero perdere il lavoro. Anche Ford Motor offre un piano simile. Nel frattempo Chrysler [CBS.UL], ha ricevuto la visita dell'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne, volato ieri a Detroit dopo che Obama ha dato azienda una scadenza di 30 giorni per stipulare un accordo con la casa torinese. INCENTIVI GIAPPONESI In Giappone, il primo ministro Taro Aso si è impegnato a presentare un nuovo pacchetto di incentivi per combattere la recessione, ma non ha fornito cifre. Il pacchetto, il terzo dall'inizio della crisi, punterebbe a creare 2 milioni di nuovi posti di lavoro in tre anni. La Germania ha registrato questo mese il suo maggiore aumento della disoccupazione dall'inizio della crisi, secondo i dati dell'Ufficio Federale del Lavoro, che segnano un 8,1%. L'inflazione per i 16 Paesi dell'Euro zona è scesa al livello da record dello 0,6% annuo a marzo, aumentando così le attese di un nuovo taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea (Bce) giovedì. I mercati si aspettano che la Bce tagli i tassi di 0,5%-1% e che forse annunci misure per rafforzare la liquidità. Il primo ministro inglese Gordon Brown, che ospita il G20, ha detto che i leader avranno successo nella loro lotta contro la crisi finanziaria ed economica solo se tutte le nazioni si impegneranno ad agire insieme. "Il vertice dei leader a Londra deve fornire l'ossigeno della fiducia all'economia globale di oggi e dare alle persone di tutti i paesi una rinnovata speranza per il futuro", ha detto Brown. Mentre si annunciano grandi manifestazioni contro il vertice G20 a Londra e tra i timori che qualcuna delle proteste potrebbe terminare nella violenza, Brown ha detto in un'intervista alla tv di comprendere la rabbia dell'opinione pubblica per la recessione, ma ha avvertito che non saranno ammesse degenerazioni.

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diciamolochiaro ha detto: e poi mi chiedo: se al G20 (G20 capito? Il nome NON E' CAMBIATO in G21 o G22, capito?) partecipano i paesi più industrializzati (gli spagnoli dicono MAS R (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

senza il mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 — Autore: babelick — 19 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da 40 a 60 giorni del termine massimo per detenere migranti nei Centri di permanenza temporanea, per facilitare identificazioni e rimpatri coatti, il progetto prevede di interrompere i ricongiungimenti familiari. Prevede anche sanzioni fino a 10.000 euro per chi «promuove la permanenza irregolare in Spagna di uno straniero», un'«infrazione grave» perché «lo straniero dipende economicamente da chi compie l'infrazione e questa ne prolunga il soggiorno autorizzato al di là del periodo legalmente previsto». La Comision Espanola de Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato perché così facendo il governo «cerca di farsi complici le persone che alloggiano» gli immigrati, e si appresta a «convertire i cittadini in poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo inquietante di un giudice star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di Pietro dei tempi che furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di altri ministri socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli ultimi anni ha incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli statisti europei, fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti defunti. Colleziona una gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia contro la Chiesa cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la pratica opposta a quella che si converrebbe a un premier laico che governa un Paese dove ci sono cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi elettori. La gaffe del ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della Difesa, Carmen Chacon, contro il parere e all'insaputa del collega degli Esteri, Moratinos, e di tutti i governi dell'Unione europea e della Nato, è la chicca di qualche giorno fa. Il presunto amico, il presidente Obama, è infuriato e non ha accettato i goffi tentativi di Madrid di rimediare. Peggio di così!

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Dalla Chiesa un fondo di garanzia per famiglie povere (sezione: crisi)

( da "Giornale di Brescia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Edizione: 01/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Dalla Chiesa un fondo di garanzia per famiglie povere Accordo con le banche: saranno concessi prestiti agevolati a padri senza lavoro con 3 figli o con malati a carico Mons. Mariano Crociata CITTÀ DEL VATICANO Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. Si tratta di più, insomma, di una semplice elemosina e, anche se a beneficiarne direttamente potrebbero essere non più di 20-30mila famiglie, l'idea potrebbe rappresentare un esperimento per altre soluzioni inedite che potrebbero essere messe allo studio. Per la Cei - ha spiegato ieri il segretario, mons. Mariano Crociata illustrando gli esiti dell'ultima riunione del consiglio permanente dei vescovi italiani - è soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva carità». I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. La Cei conta così di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 milioni di euro, che l'Associazione bancaria italiana, sentiti i propri aderenti, si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei (e fissati dopo attenti studi demoscopici) prestiti a tassi agevolati per un totale di 300mila euro. «Accedervi sarà molto semplice», ha spiegato mons. Crociata: potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati, con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purché residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie, che provvederanno a dare indicazioni per ottenere il prestito, che sarà erogato nella misura di 500 euro mensili (il possibile corrispettivo di un mutuo casa, per esempio) per un massimo di un anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche incasseranno gli interessi concordati. «Non è un gesto assistenziale - ha concluso mons.Crociata - ma un prestito che salva la dignità di chi lo chiede».

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Una vigilia di speranza e di incertezze accompagna il vertice di Londra (sezione: crisi)

( da "Cittadino, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Brown: «Serve un'azione comune, solo così avremo un effetto doppio» LONDRA Le speranze sono molte, ma altrettante le incertezze: il vertice del G20 che si apre domani all'Excel Centre all'estrema periferia est di Londra vive una vigilia che oscilla tra la fiducia su un'intesa che metta le basi per una risposta comune globale contro la crisi, e l'alto rischio di un documento conclusivo generico che rimandi tutto a un'altra riunione, nel prossimo futuro.Pronto ad accogliere l'ospite più atteso, il presidente Usa Barack Obama, con il quale ha fatto un punto della situazione mentre questi era ancora in volo sull'Air Force One, il padrone di casa, il premier britannico Gordon Brown, punta alto. Chiede unità mondiale contro il terremoto economico, e ripete la necessità di «riformare il sistema economico mondiale» per «riflettere valori globali». Ma di questa riforma faranno parte la dura regolazione della finanza mondiale e la lotta ai paradisi fiscali che chiede Parigi? Il presidente francese Nicolas Sarkozy non ha lasciato spazio alle incertezze: «Se a Londra non ci saranno risultati concreti, ci sarà una sedia vuota: mi alzerò e me ne andrò», ha affermato il leader francese.Il premier britannico ha approfittato di un evento alla cattedrale di St. Paul, presente il primo ministro australiano Kevin Rudd, per affermare che «invece di una globalizzazione che minaccia di essere senza valori e senza regole, abbiamo bisogno di un mondo di regole globali condivise, fondate su valori globali condivisi». Tra questi elementi condivisi, Brown ha auspicato che ci siano regole internazionali per le «remunerazioni dei banchieri», che tanto scandalo e controversie hanno suscitato in tempo di recessione in Gran Bretagna e Stati Uniti. Per il premier il G20 di Londra sarà un successo solo se le nazioni che vi partecipano si impegneranno a lavorare insieme contro la crisi finanziaria mondiale. «Il mondo non si é unito in occasioni di precedenti recessioni, che per questo sono durate molto più a lungo - ha affermato -. Credo ci sia determinazione da parte nostra ad agire, dal momento che affrontiamo gli stessi problemi.La cosa più importante è agire insieme, perché se agiamo insieme ad altri paesi, l'effetto sarà doppio rispetto ad un'azione individuale del singolo paese».Nella città le misure di sicurezza sono già imponenti, per il timore di attentati e per prevenire che frange violente si impadroniscano delle numerose manifestazioni in programma. Il premier ha detto che, pur comprendendo la rabbia e la frustrazione della gente verso la crisi, queste non possono trovare sfogo violento per le strade di Londra durante la riunione. «La maggior parte delle persone vuole far sentire la propria opinione in modo pacifico - ha avvertito -. Ma nessuna violenza sarà tollerata, né intimidazioni delle persone, e la polizia agirà molto rapidamente se ci saranno minacce alle persone o alle proprietà».Patrizio Nissirio

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La Cei annuncia il progetto di sostegno economico per le famiglie messe in ginocchio dalla crisi (sezione: crisi)

( da "Cittadino, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Un fondo dei vescovi per i poveri Siglato un accordo con le banche, «un gesto di carità» CITTÀ DEL VATICANO Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale.Si tratta di molto di più, insomma, di una semplice "elemosina" e, anche se a beneficiarne direttamente potrebbero essere non più di 20-30mila famiglie, l'idea potrebbe rappresentare un ballon d'essai per altre soluzioni inedite che potrebbero essere messe allo studio. Per la Cei - ha spiegato ieri il segretario monsignor Mariano Crociata illustrando gli esiti dell'ultima riunione del consiglio permanente dei vescovi italiani - è soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva carità». I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno aperti appositi conti correnti. La Cei conta così di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30mila euro, che l'Associazione bancaria italiana, sentiti i propri aderenti, si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei (e fissati dopo attenti studi demoscopici) prestiti a tassi agevolati per un totale di 300mila euro. «Accedervi sarà molto semplice», ha spiegato Crociata, a patto di rientrare nei requisiti fissati: potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse dunque le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purché residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie, che provvederanno a dare indicazioni per ottenere il prestito, che sarà erogato nella misura di 500 euro mensili (il possibile corrispettivo di un mutuo casa, per esempio) per un massimo di un anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche incasseranno gli interessi concordati. «Non è un gesto assistenziale - ha concluso monsignor Crociata - ma un prestito che salva la dignità di chi lo chiede».Domitilla Conte

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FORTIS La banca va in rosso di ventotto miliardi Il gruppo belga e olandese Fortis chiude il ... (sezione: crisi)

( da "Giornale di Brescia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Edizione: 01/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:economia FORTIS La banca va in rosso di ventotto miliardi Il gruppo belga e olandese Fortis chiude il 2008 in rosso di 28 miliardi di euro, dopo aver terminato il 2007 in utile di 4 miliardi di euro. La banca è stata scorporata a ottobre. Lo stato olandese ha preso le attività olandesi e la banca francese Bnp quelle belghe. Le attività di Fortis Bank registrano perdite per 20,8 miliardi di euro e quelle di Fortis Bank Nederland un rosso di 8,6 miliardi di euro. Le attività assicurative registrano invece un utile di 6 miliardi di euro. Il gruppo ha già annunciato la scorsa settimana che non avrebbe pagato dividendi. EDISON A Unicredit e Intesa in pegno la quota Tassara Intesa SanPaolo e Unicredit, principali creditori della Carlo Tassara di Romain Zaleski, si dividono il pegno sulla quota del 10,02% di Edison in portafoglio al finanziere. Al gruppo guidato da Alessandro Profumo sono state date in pegno quasi 400 milioni delle 519,4 milioni di azioni detenute dalla Tassara in Edison. A garanzia di parte dei propri crediti, Intesa ha in pegno 119,6 milioni di azioni di Foro Buonaparte. CREDEM Profitti in calo e niente dividendo Credem ha chiuso il 2008 con un utile netto pari a 157,0 milioni di euro (-37,0%) influenzato «dalla congiuntura negativa dei mercati finanziari», spiega una nota che accompagna i dati. E quest'anno non distribuirà dividendo (nel 2007 la cedola era di 0,36 euro per azione). NATUZZI Annuncia 1.540 esuberi Natuzzi di Santeramo in Colle (Bari), che produce mobili imbottiti, ha annunciato ieri a Roma esuberi strutturali per 1.540 addetti negli stabilimenti concentrati nelle province di Matera, Bari e Taranto, a causa della crisi del settore, dell'andamento del mercato e di perdite nelle vendite, negli ultimi tre anni, pari a 150 milioni di euro. I rappresentanti dell'azienda, inoltre, hanno annunciato a delegazioni nazionali di Cgil, Cisl e Uil la chiusura della falegnameria di contrada Jazzitello di Santeramo in Colle, che occupa 77 addetti, e riduzioni occupazionali anche negli stabilimenti in Brasile, Cina e Romania. GIAPPONE Disoccupati ai massimi da tre anni Il premier Taro Aso annuncia, a poche ore dal vertice del G20 di Londra, un nuovo extra budget a sostegno dell'economia giapponese, il terzo in pochi mesi, nel giorno in cui la disoccupazione vola a febbraio al 4,4%, ai massimi degli ultimi tre anni. In considerazione dell'attuale scenario, «ho disposto che siano messe a punto altre misure economiche per la metà di aprile, con quello che è un nuovo bilancio supplettivo», ha spiegato Aso in una conferenza stampa, aggiungendo di essere impegnato a «offrire un futuro ai miei concittadini». E la frenata dell'economia, continua a premere sul mondo del lavoro: a febbraio il tasso di disoccupazione è balzato al 4,4% ai massimi degli ultimi tre anni, con un +0,3% rispetto a gennaio, mentre i senza lavoro sono saliti di 330mila unità (+12,4%), fino a raggiungere quota 2,99 milioni. Pesante il rapporto offerta-ricerca d'occupazione: ci sono 100 candidati ogni 59 posti disponibili. Il dato è in peggioramento rispetto a quota 67 di gennaio ed è il calo più drastico dal 1974. CINA Tagliate le stime di crescita dall'8,2% al 7% L'Asian Development Bank (Adb) ha tagliato le stime di crescita dell'economia cinese portandole al 7% quest'anno a causa dell'impatto della crisi finanziaria in atto. L'istituto, con sede a Manila, aveva indicato nel suo report di dicembre una previsione di +8,2% per il Pil cinese 2009. Per il primo trimestre, l'Adb si aspetta un +6% dopo il +6,8% dell'ultimo quarto del 2008.

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Unicredit congela le rate (sezione: crisi)

( da "Giornale di Brescia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Edizione: 01/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:economia Unicredit congela le rate Provvedimento a sostegno delle piccole imprese in cig MILANOUniCredit ha deciso di lanciare una nuova iniziativa a supporto delle imprese italiane nel difficile scenario economico e finanziario che caratterizza l'anno in corso. La banca corporate di UniCredit ha infatti strutturato, a favore delle imprese clienti con fatturati annui a livello di gruppo inferiori a 50 milioni di euro che siano state costrette a ricorrere alla Cassa integrazione guadagni ordinaria, un meccanismo di congelamento, per un massimo di 12 mesi, delle rate relative a finanziamenti a termine o a mutui. Il sistema prevede che tali rate, per un ammontare massimo di 500mila euro in linea capitale, vengano posticipate in coda al piano d'ammortamento, senza alcun onere per l'impresa se non le spese notarili nel caso si tratti di un mutuo ipotecario. Coerentemente con la natura congiunturale dell'iniziativa, la possibilità di accedere a questa misura è riservata a imprese clienti «in bonis» che si trovino in difficoltà temporanea in conseguenza della crisi finanziaria e quindi abbiano attivato - o attivino - nel corso del 2009 le procedure per la Cassa integrazione ordinaria. UniCredit aggiunge così un importante tassello al progetto «Impresa Italia», attraverso il quale sono state avviate concrete misure a favore delle piccole e medie aziende, tra le quali due successivi plafond per complessivi 7 miliardi di euro (di cui 4 messi a disposizione da UniCredit Corporate Banking e 3 dalle banche retail del gruppo) destinati a finanziamenti con garanzie dei Confidi attualmente in fase di erogazione.

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Fondi europei, Â per il Sud (sezione: crisi)

( da "Tempo, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

stampa Fondi europei, «patto» per il Sud Economia Siglato a Bari un accordo per tutelare le risorse per le aree depresse CAMPOBASSO Un patto per il sud. Per salvaguardare i fondi destinati alle aree sottosviluppate, (Fas), vigilare sui tempi di erogazione e soprattutto per rilanciare la questiome meridionale. Cinque presidenti delle Regioni del Mezzogiorno d'Italia, Vendola (Puglia) Bassolino (Campania) Lombardo (Sicilia) De Filippo (Basilicata) e Domenico Cersomino assessore tecnico della Calabria incontratisi ieri a Bari hanno elaborato un documento in questa direzione a cui aderiranno anche se non presenti all'incontro il Molise l'Abruzzo e la Sardegna. Queste ultime Regioni presenti a bari invece con loro tecnici hanno aderito all'iniziativa che sarà perfezionata oggi alla Conferenza Stato Regioni per essere qui sottoscritta. Al Molise toccheranno circa 400 milioni di euro dei fondi Fas ma comunque sia, il pericolo che essi possano essere decurati per altre destinazioni programmatiche soprattutto in un periodo come questo di profonda crisi finanziaria e occupazionale esiste. I nove presidenti di Regioni chiedono, pertanto, al governo che venga istituita una «cabina di regia» alla presidenza del Consiglio dei ministri per poter partecipare alle scelte e annunciano che si doteranno di strutture di servizio unitarie a Roma e a Bruxelles. «Abbiamo bisogno logisticamente - spiega Vendola - di essere attrezzati per parlare la lingua del Sud». Iorio ha seguito con molta attenzione l'evolversi della situazione certo che il Governo nazionale non disattenda le aspettative delle Regioni del sud e quindi del Molise. Che ha disposto che una parte di queste risorse facciano fronte alla crisi del lavoro e in particolare per tamponare le uscite degli ammortizzatori sociali. Ovviamente un problema che di riflesso dal nord ricade sul sud. Se è vero come è vero che i licenziati del Nord, come è stato spiegato a Bari, ritorneranno al sud. Al.Cia.

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PERCHÈ LA CGIL HA DETTO NO (sezione: crisi)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

DALLA PRIMA/BELLOTTO PERCHè LA CGIL HA DETTO NO SEGUE DALLA PRIMA recessione economica su scala globale e nazionale. Sul piano nazionale l'andamento è più critico perché il paese, pur non vivendo il dramma della crisi finanziaria di altri paesi occidentali, dispone di un'economia strutturalmente più debole tra i paesi maggiormente industrializzati. La Cgil da mesi sta contrastando e criticando le politiche del governo che non interviene con manovre economiche e politiche industriali come gli altri paesi Europei. Non sono state previste risorse sufficienti per allargare ed unificare il sistema di tutela degli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori, compresi i dipendenti delle piccole e piccolissime imprese e i lavoratori precari, non viene contrastata contrastatal'evasione fiscale mentre la pressione fiscale su salari e pensioni non diminuisce, per i redditi più bassi si attivano interventi sporadici una tantum come il bonus-famiglia, la social-card, non garantendone a volte la certezza dell'utilizzo. I provvedimenti assunti sui temi della sicurezza dal governo hanno destato preoccupazione non solo tra li operatori delle forze dell'ordine, ma hanno scosso anche la sensibilità democratica di una fascia consistente dell'opinione pubblica e fatto emergere prese di posizione difformi all'interno dello stesso schieramento di centrodestra. Noi crediamo che siano indispensabili sin da subito interventi capaci di qualificare e specializzare le attività industriali, di intervenire nelle infrastrutture e di attivare una politica capace di garantire la tenuta, se non la crescita, dei redditi di lavoro e pensione. L'Italia ha bisogno di profonde riforme in tutti i campi da quello dell'economia alla pubblica amministrazione, in direzione del sociale e della struttura dello stato in generale. Punti, peraltro ribaditi a più riprese anche dal Capo dello Stato. Il Governo su queste importanti questioni non può continuare, pur nel rispetto delle proprie funzioni e del ruolo delle parti politiche di maggioranza o di opposizione, ad evitare un confronto serio sul tema delle riforme necessarie per ammodernare il paese e migliorare la sua vita politica e democratica; lo stato di crisi, pur nella sua gravità, può essere l'opportunità per condividere riforme strutturali di lunga prospettiva. La scelta, voluta prevalentemente dal Governo, di procedere nella trattativa tra le parti sociali, fino ad arrivare alla firma separata, senza l'approvazione anche da parte della Cgil, di un accordo importante come quello che regola gli assetti contrattuali del nostro Paese, va nella direzione sbagliata. La Cgil proprio partendo dalla necessità di modificare le attuali politiche del governo, per migliorare e modificare l'accordo separato sottoscritto il 22 gennaio scorso e per evitare che l'attuale crisi sia scaricata prevalentemente sui ceti più deboli, sta organizzando per il 4 aprile una grande manifestazione a Roma, al Circo Massimo. E' un' iniziativa di contrasto verso le politiche di governo, poiché si ritiene che l'attuale crisi sia grave e profonda e richieda una forte iniziativa e spinta di innovazione di tutte le forze sane del paese e di tutto il Sindacato e non solo di una parte di esso. Questa crisi così difficile e complessa non può spingere il sindacato confederale a rinunciare alla sua funzione importante di soggetto autonomo capace di rappresentare, come ha saputo fare in tanti anni della sua storia, un'articolazione democratica e sociale, fondamentale per la crescita e il progresso del paese, garantendo nel tempo l'opportunità per tutti lavoratori di conquistare diritti civili e democratici di grande valore. E' quanto mai necessario, soprattutto oggi a fronte di questa grave crisi, avere da parte del Sindacato confederale, nelle sue articolazioni, un'attenzione particolare particolarealla propria identità e ai propri valori per continuare ad essere un soggetto forte di rappresentanza dei lavoratori, certamente dinamico e non bloccato ed arroccato, capace però di incidere sui fatti della vita politica e sociale del paese e non essere trasformato dagli eventi. Ecco perché la Cgil non firmerebbe mai un accordo separato, come hanno fatto Cisl e Uil, su questioni di tale rilevanza. Ottaviano Bellotto Coordinatore CGIL Conegliano-Vittorio Veneto

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obama, prima volta in europa: - mario calabresi (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 2 - Economia ma pensa ai vertici con Russia e Cina Obama, prima volta in Europa: Obama, prima volta in Europa Dalla Ue nessun nuovo piano di stimolo: "Vedremo che fare se non riparte la crescita" MARIO CALABRESI DAL NOSTRO INVIATO LONDRA - L´Air Force One con Barack Obama a bordo non aveva ancora toccato terra all´aeroporto londinese di Stansted che già la Casa Bianca si preoccupava di abbassare le aspettative sul primo viaggio oltreoceano del presidente americano. Sarà difficile dire tra otto giorni se la missione europea di Obama sarà stata un successo, ma di certo sarà impossibile definirla un insuccesso: l´agenda messa a punto dalla nuova Amministrazione democratica è talmente vasta e piena di impegni che ognuno la potrà leggere come vuole. Se fino a ieri la priorità era il G20, il vertice voluto per frenare la recessione mondiale e costruire un nuovo quadro di regole per i mercati finanziari, adesso che un successo delle tesi della Casa Bianca sembra da escludere l´attenzione americana si è spostata sui faccia a faccia con il presidente cinese Hu Jintao e con quello russo Medvedev. A Washington hanno realizzato che non ci sarà nessun nuovo piano europeo di stimolo all´economia, che Germania e Francia resteranno ferme sulle loro posizioni e che se Obama insistesse nel chiedere al Vecchio Continente di seguire la sua linea di politica economica porterebbe a casa una sconfitta. Tanto che, dopo aver sottolineato nei documenti preparatori del summit che «l´obiettivo chiave» americano è quello «di adottare qualunque azione necessaria per rilanciare la crescita e spingere occupazione e consumi» ieri hanno cambiato rotta. «Non ci aspettiamo che i partner europei annuncino nuovi piani di stimolo di uno o due punti di Pil in più, non è su questo - ha sottolineato Mike Froman, vice consigliere per la sicurezza nazionale e gli affari economici della Casa Bianca - che ci concentriamo. Guardiamo invece al futuro per capire come si potrà agire se non ripartirà la crescita». Insomma, l´America che ha iniettato 787 miliardi di dollari nella sua economia, che sottolinea come la Cina abbia annunciato un piano di sostegni pari la 2 per cento del suo Pil e l´Arabia Saudita addirittura al 3,3 per cento, si accontenterà dell´impegno europeo a rivedere le attuali strategie se l´economia mondiale non ripartirà in fretta. Per questo i successi vanno cercati da altre parti. Obama punta soprattutto sull´incontro con Medvedev per dare il via ad una nuova stagione di disgelo, con la possibilità di far partire i negoziati per un nuovo trattato Start sulla riduzione degli armamenti nucleari, visto che quello firmato nel 1991 scadrà alla fine dell´anno. In cambio di un abbandono soft del programma anti-missile voluto da George Bush e odiato da Putin, Obama vorrebbe incassare una collaborazione russa nel frenare il programma nucleare iraniano e nella politica di stabilizzazione dell´Afghanistan. Anche nel colloquio con i cinesi, il presidente americano vorrebbe ampliare il dialogo dalla sfera quasi esclusivamente economica a temi come il clima, l´energia e la Corea del Nord, che proprio questa settimana potrebbe lanciare nello spazio un suo nuovo missile. Obama sa che l´opinione pubblica europea è sensibile ai temi ambientali e per cambiare l´immagine dell´America, alla vigilia della partenza, si è inventato il G17 per l´ambiente che si terrà a Washington alla fine di aprile. Un nuovo vertice che vuole coinvolgere più paesi possibile nella lotta al cambiamento climatico e che dimostra che nella nuova visione americana del mondo la formula del G8, delle riunioni riservate solo alle prime sette potenze economiche e alla Russia, è superato da un´idea multilaterale più in sintonia con le nuove realtà geopolitiche. «Ogni G - ha scherzato Mike Froman - ha il suo valore e il suo significato, ma è chiaro che di fronte a queste crisi è necessario allargare i tavoli». Il vero colpo di immagine però Obama lo tiene per la fine del suo viaggio, quando si fermerà due giorni sul Bosforo. A Istanbul farà il turista alla Moschea Blu e alla Basilica di Santa Sofia, per la gioia dei network americani, ma soprattutto si siederà a discutere con un gruppo di studenti che dovrebbero rappresentare un ponte tra l´Europa e l´Asia. Non potrà mancare il grande colpo d´immagine, un messaggio forte e simbolico al mondo musulmano, almeno così la pensano i corrispondenti che hanno affollato l´"Air Presse One", il Boeing 777 che la Casa Bianca organizza per portare i giornalisti al seguito del presidente. Ieri sull´aereo partito dalla base militare di Andrews in Maryland c´erano più di 150 persone, il doppio di quelle che viaggiavano negli ultimi anni con George W. Bush. E per la prima volta c´erano anche i giornalisti di Al-Jazeera, di tre televisioni turche e del Chicago Tribune (il giornale della città del presidente) che pure è in bancarotta, ma che non voleva assolutamente mancare.

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i grandi al capezzale del mondo tensione a londra per il g20 - enrico franceschini (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 2 - Economia I Grandi al capezzale del mondo tensione a Londra per il G20 Sarkozy: fatti o me ne vado. Il Papa: etica nella finanza Il vertice ENRICO FRANCESCHINI dal nostro corrispondente LONDRA - Ai timori che le manifestazioni di protesta dei no-global preparino qualche clamoroso incidente al summit, si aggiunge quello di un colpo di scena ancora più eclatante: la possibilità che il presidente francese Nicolas Sarkozy abbandoni la riunione del G20 sbattendo la porta. Il capo dell´Eliseo «non firmerà il documento finale e lascerà il vertice, se non sarà soddisfatto dei risultati», dice il suo ministro dell´Economia, Christine Lagarde, alla Bbc. Un messaggio diretto implicitamente al presidente americano Obama, e in seconda battuta al "padrone di casa" del summit, il premier britannico Gordon Brown, che media per un accordo a tutti i costi tra un´Europa che vuole più "regulation" ma non è disposta a varare un costoso piano di aiuti all´economia globale e gli Stati Uniti, che vorrebbero nuove iniezioni di denaro pubblico nel sistema ma non vogliono un´eccessiva "regulation". Come andrà a finire, nel vertice che inizia oggi a Londra, con una ragnatela di colloqui bilaterali e, sul piano formale, con il ricevimento a Buckingham Palace offerto dalla regina Elisabetta ai capi di stato e di governo del G20, seguito da una cena a Downing street? Il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, sdrammatizza l´ultimatum di Parigi: «L´importante è andare al G20 per ottenere dei risultati tangibili, ed è questo anche lo spirito di Sarkozy. Questa del resto è anche la posizione europea. E´ ora o mai più, si deve arrivare a un accordo sulla supervisione del sistema finanziario internazionale e sul rafforzamento delle istituzioni finanziarie». Tradotto in parole povere: il summit deve portare più regole e controlli. Barroso non esclude che possa esserci, entro fine anno, un altro vertice dopo questo di Londra: «Non ci si aspetta un miracolo in un giorno il 2 aprile». Anche il primo ministro Brown - che ha avuto uno scambio epistolare con il Papa nel quale il Santo Padre ha chiesto al G20 di garantire contro la crisi famiglie e lavoratori, ripristinando l´etica nella finanza - appare fiducioso di poter compiere perlomeno un passo avanti, e dunque di soddisfare le attese di Sarkozy accontentando nel contempo le esigenze dell´America: «I problemi sono gli stessi per tutti, se agiamo tutti insieme avremo un effetto doppio rispetto a un´azione individuale di ogni singolo paese». Tradotto in concreto sembra un richiamo ad approvare un pacchetto di aiuti globale, non lasciando la scelta ai singoli governi. Ma Brown auspica pure un accordo su misure che "ripuliscano" il sistema bancario mondiale, creino «20 milioni di nuovi posti di lavoro», facciano ripartire il commercio, combattano il protezionismo e stabiliscano «per la prima volta» norme internazionali sulla retribuzione e sui bonus dei banchieri: e questo dovrebbe significare più "regulation", compiacendo Sarkozy e la Ue, della quale la Gran Bretagna, è doveroso sottolinearlo, fa parte, anche se non sempre lo sembra. Tra sommozzatori nel Tamigi, cabine telefoniche sigillate e altre eccezionali misure di sicurezza, la più grande riunione di leader mondiali che Londra abbia mai visto inizia anche con l´augurio del presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi: «Dobbiamo lavorare insieme per uscire dalla crisi attraverso un patto globale e faremo di tutto per arrivare al G20 con un Social Global Pact. Un patto globale con cui sostituire l´ottimismo al pessimismo, la fiducia alla sfiducia e con cui trasformare la paura in speranza».

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generali: tagli del 60% al bonus di bernheim, perissinotto e balbinot (sezione: crisi)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 8 - Economia Generali: tagli del 60% al bonus di Bernheim, Perissinotto e Balbinot MILANO. Bonus in calo del 60% nel 2008 per il presidente di Generali Antoine Bernheim e gli amministratori delegati Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot. È quanto si apprende da fonti finanziarie in attesa del deposito da parte della società triestina del progetto di bilancio in cui saranno indicate anche le cifre sui compensi. Nel 2008 Bernheim ha percepito nel dettaglio un bonus di circa 900 mila euro, rispetto ai 2,2 milioni dell'anno precedente (nel dettaglio -58,5%). Perissinotto e Balbinot hanno incassato invece bonus per 664 mila euro, rispetto agli 1,6 milioni del 2007. In totale i compensi scendono del 30% sia per il presidente e sia per gli amministratori delegati. Il primo nel 2008 incassa 3,2 milioni, rispetto ai 4,7 milioni del 2007. Perissinotto e Balbinot guadagnano invece circa 2,5 milioni, rispetto ai 3,5 milioni dell'esercizio precedente. E Generali registra anche il taglio del rating, il giudizio espresso da S&P non porta a modificare piani finanziari, ma conferma che la compagnia ha saputo far fronte alla crisi finanziaria. «Il giudizio espresso da S&P non porta a modificare i piani finanziari della compagnia», rileva un portavoce del gruppo triestino in relazione alla riduzione del rating di generali ad «aa-» decisa dall'agenzia britannica. «Generali - aggiunge il portavoce - ha dimostrato con elementi concreti, quali la realizzazione di sinergie di costo e ricavo grazie alla razionalizzazione delle strutture operative, la politica di dividendi e l'ottimizzazione dell'allocazione del capitale, di saper far fronte alla grave crisi che ha colpito il sistema finanziario ed economico mondiale». «Le azioni effettuate - prosegue il portavoce - hanno permesso al gruppo generali di ottenere da un lato la piú elevata qualità nel mercato del patrimonio in termini di rapporto di patrimonio netto tangibile e Ifrs Equity, e dall'altro il miglior indice di Solvency ii, pari a 177% (185% con alleanza)». La decisione di S&P è giunta quando il titolo Generali si era portato a ridosso della soglia dei 13 euro con un progresso di circa l'1,4%. Dopo una prima reazione negativa, fino ai 12,58 euro, le Generali si sono riprese, con uno spunto che in chiusura le ha portate a un prezzo di riferimento di 12,9 euro, in progresso dello 0,94%.

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le regole per uscire dalla crisi - josé manuel barroso (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 33 - Commenti Le regole per uscire dalla crisi JOSé MANUEL BARROSO Quella attuale è la prima grande crisi dell´epoca della globalizzazione, ma la via per uscirne non è la «de-globalizzazione». Il protezionismo e il nazionalismo sul piano economico sono solo in apparenza strumenti utili e alimentano invece povertà e conflitti, come abbiamo sperimentato negli anni Trenta. Per uscire dalla situazione attuale occorre «riplasmare la globalizzazione». è necessario stabilire una serie di regole su scala mondiale che consentano di gestirla. Solo collaborando a livello internazionale potremo porre il potenziale dei mercati al servizio dei cittadini e affrontare sfide planetarie quali i cambiamenti climatici, la sicurezza energetica e la lotta alla povertà. Queste regole devono fondarsi su valori e principi etici, associare libertà, responsabilità e solidarietà e garantire che i mercati ricompensino il duro lavoro e lo spirito di iniziativa e non la mera speculazione. Oggi l´Unione europea dispone di caratteristiche particolari che le consentono di assumere il ruolo di motore di una globalizzazione fondata su valori e regole. L´Ue ha deciso di presentarsi al G20 di Londra con un messaggio comune. Continueremo ad indicare la via da seguire, dando noi stessi il buon esempio. Coinvolgeremo i nostri partner internazionali e ci impegneremo per raggiungere un accordo su quattro elementi determinanti: 1. incentivi economici consistenti, coordinati e sostenibili, per limitare le ripercussioni della crisi sui cittadini e far ripartire l´economia reale; 2. il ripristino della fiducia nel sistema finanziario, non nell´interesse delle banche, bensì degli imprenditori e dei lavoratori che hanno bisogno di credito. Dobbiamo presentare rapidamente proposte per indurre le banche a ricominciare ad erogare prestiti, come concordato in Europa e come stanno facendo gli Usa. Ciò significa porre fine all´incertezza sull´entità delle perdite subite dalle banche eliminando le attività «deteriorate» dai loro bilanci. Contemporaneamente, dobbiamo rafforzare la vigilanza a livello mondiale e colmare le lacune - anche imponendo restrizioni ai paradisi fiscali. Per fare ciò è necessaria una riforma degli istituti finanziari internazionali; 3. un messaggio forte contro tutte le forme di protezionismo e a favore dell´apertura degli scambi, proseguendo sulla via tracciata dai negoziati di Doha; 4. da ultimo, ma non per importanza, un mondo più giusto, rafforzando i nostri impegni a favore dei paesi in via di sviluppo - che non devono pagare per una crisi nata nei paesi avanzati - e di una maggiore rappresentatività del Fmi. Già ora registriamo una significativa convergenza globale di idee, in particolare con gli Usa. è altrettanto degno di nota che tale consenso si sia in larga misura concretizzato attorno alle idee e al modello economico propri dell´Europa. Il piano di ripresa statunitense, ad esempio, pone l´accento su misure volte a migliorare l´assistenza sanitaria e a tutelare i più deboli, nonché su investimenti a più lungo termine, in particolare nel settore delle infrastrutture. Si tratta di misure che la maggior parte dei paesi dell´Unione europea ha già adottato. Sulle questioni di regolamentazione rileviamo la stessa tendenza alla convergenza. Nell´ambito del G20 possiamo dunque constatare un clima di ampio consenso. Si tratta di trasformarlo in provvedimenti concreti che risolvano la situazione. L´Europa è pronta ad affrontare la sfida. Siamo sicuri che i nostri partner faranno altrettanto. Desidero che i cittadini europei sappiano che le loro preoccupazioni saranno al centro del nostro dibattito e delle nostre decisioni. Sono consapevole che molte persone temono per il loro posto di lavoro, il loro mutuo o i loro risparmi. In questa fase la mia preoccupazione principale è garantire che qualsiasi nostra iniziativa vada a favore dell´occupazione. Trasformando i nostri buoni propositi in una strategia comune, domani a Londra risponderemo alle loro legittime aspettative e riusciremo a contribuire a mettere fine alla crisi economica e ad evitare che se ne verifichino altre in futuro. L´autore è il presidente della Commissione europea

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accordo tra la chiesa e le banche per aiutare i più poveri (sezione: crisi)

( da "Nuova Sardegna, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 10 - Attualità Accordo tra la Chiesa e le banche per aiutare i più poveri Siglata l'intesa Cei-Abi per l'erogazione di prestiti a tasso agevolato alle famiglie CITTà DEL VATICANO. Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno aperti appositi conti correnti. La Cei conta così di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 mila euro, che l'Associazione bancaria italiana, sentiti i propri aderenti, si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 mila euro. Potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purchè residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito, sarà erogato nella misura di 500 euro mensili per un massimo di un anno, è prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche incasseranno gli interessi concordati.

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rivoli, azioni creative tra le opere "così il castello sfida la crisi" - marina paglieri (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina XIV - Torino Carolyn Christov lancia "Che fare?", una serie di curiose performance al via venerdì nelle sale del museo Rivoli, azioni creative tra le opere "Così il Castello sfida la crisi" Tentiamo di lavorare in un momento di tagli attirando anche i giovani S´inizia con il flauto della serba Prvacki MARINA PAGLIERI «Come possono i musei lavorare in un momento di crisi finanziaria, attirando anche i giovani?». La risposta a questa domanda, e anche la sfida, arriva per Carolyn Christov Bakargiev, da alcuni mesi alla guida del Castello di Rivoli, dalla serie di performance "Che fare?", che prende il via venerdì nelle sale del museo: «Il titolo vuole essere un omaggio a Torino e all´artista Mario Merz, che così ha chiamato una sua celebre opera indicando l´impegno dell´arte nella società. E si richiama anche al pamphlet di Lenin del 1901-1902, ancora riferito all´interrogativo su come si possa agire nel mondo». Già, che fare? Intanto, dice ancora Christov Bakargiev, dare luogo a opere generate dallo stesso museo, che escano dalle pure logiche del mercato e si fondino su un rapporto diretto ed emozionale con il pubblico. Una prova si è avuta ieri mattina, dove Anna Prvacki, giovane artista serba emigrata a Singapore, già presente alla prima Triennale torinese del 2005 "La Sindrome di Pantagruel", si aggirava per le sale suonando il flauto seguita da comparse anche loro intente in esercizi musicali. La performance, realizzata con l´Istituto Musicale della Città di Rivoli, si intitola Analgesico derivato musicale-Versione con ptialismo. Una riflessione legata alle qualità benefiche della pratica musicale e alla produzione di saliva, o meglio fiato condensato, che i musicisti accumulano suonando, ma anche al rapporto tra arte e medicina, perché con la saliva si può lenire il dolore (non per nulla si usa l´espressione "leccarsi le ferite"). Ieri erano solo prove, e intanto si girava un video che l´artista produrrà nei prossimi giorni, per proiettarlo poi nel museo. La performance sarà invece aperta al pubblico venerdì e sabato dalle 19 alle 21 (venerdì alle 17.30 conversazione tra l´artista e il critico Raimundas Malasauskas) e domenica dalle 11.30 alle 13. Il 24 aprile sarà la volta dell´artista bulgaro Nedko Solakov, con Libertà di dialogo. Soffermandosi sulla tipica gestualità italiana, si immagina come sia possibile litigare avendo, nel vero senso della parola, le mani legate (24 e 25 aprile 19-21, 26 11-13). Seguono appuntamenti con Massimo Grimaldi (Davanti alle immagini, 8 e 9 maggio 17-21, 10 maggio 10-14/17-21), con Mark Leckey, insignito nel 2008 del prestigioso Turner Prize (Nella coda lunga, 22 e 23 maggio 19.30-20.30, il 22 alle 18 conversazione con Marcella Becaria) e infine con Dan Perjovschi (Da capo 19 e 20 giugno, 19-21, 21 11-13).

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Voragine da 28 miliardi per Fortis (sezione: crisi)

( da "Finanza e Mercati" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Voragine da 28 miliardi per Fortis da Finanza&Mercati del 01-04-2009 Fortis registra una perdita peggiore delle previsioni. La holding finanziaria belga-olandese, guidata da Karel de Boeck, ha chiuso il 2008 con una perdita netta di 28 miliardi di euro, superiore ai 22,5 miliardi anticipati a metà marzo. Nel 2007 il gruppo finanziario ha conseguito un utile netto di quattro miliardi. Le perdite della holding, che lo scorso anno è stata smembrata, in un piano di salvataggio pubblico gestito dai governi di Olanda, Belgio e Lussemburgo, sono da ricondursi principalmente alle attività bancarie. L'istituto ha già preannunciato di non essere in grado di versare un dividendo per il 2008. Colpita in pieno dalla crisi finanziaria la società, lo scorso anno, ha chiesto l'intervento delle autorità del Benelux. Dopo una prima tranche di aiuti nel settembre scorso, il governo olandese ha nazionalizzato, a inizio ottobre, le attività di bancassurance di Fortis in Olanda e il Belgio ha assunto il controllo al 100% della filiale bancaria belga Fortis Banque con l'obiettivo di ricollocare il 75% del capitale ai francesi di Bnp Paribas. Il piano è stato tuttavia bocciato dagli azionisti di Fortis lo scorso 11 febbraio e il nuovo accordo riveduto con Bnp sarà sottoposto al voto dei soci il prossimo 8 e 9 aprile.

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Ocse a Trichet: Taglia ancora i tassi (sezione: crisi)

( da "Finanza e Mercati" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Ocse a Trichet: «Taglia ancora i tassi» di Redazione del 01-04-2009 da Finanza&Mercati del 01-04-2009 [Nr. 62 pagina 3] Ieri l'Ocse ha invitato la Bce (domani si riunisce il board Eurotower) a tagliare nuovamente i tassi e a ricorrere a forme di «quantitative easing». L'Ocse, infatti, ha spiegato che l'economia mondiale è «nel mezzo della più profonda e sincronizzata recessione» dal dopoguerra, causata dalla crisi finanziaria globale e aggravata dal collasso del commercio. Nell'Interim Outlook dell'organizzazione internazionale, la previsione è di una contrazione del Pil mondiale del 2,7% quest'anno, seguito da un +1,2 nel 2010. Per i Paesi dell'area Ocse la prognosi punta a -4,3% nel 2009 e -0,1 l'anno prossimo, con i primi accenni di una debole ripresa nel primo semestre 2010. Per fermare «l'emorragia economica» è essenziale «attuare senza ritardo una strategia coerente contro il disordine che regna sui mercati dei capitali». Nel frattempo, secondo Jean Claude Juncker, presidente dell'Eurogruppo, «non c'è ancora una risposta soddisfacente sulla gestione degli asset tossici deteriorati». «Adesso abbiamo un quadro di riferimento costituito dalle linee guida della Commissione sulla quale l'Eurogruppo è d'accordo - ha indicato Juncker - ma fino a quando non avremo risolto questa questione non ritornerà la fiducia e ci saranno difficoltà nell'accesso al credito». Juncker ha specificato che restano tuttora aperte le questioni tecniche relative alla valutazione degli asset bancari deteriorati. Inoltre, «bisogna vedere come evitiamo distorsioni della concorrenza, come trattiamo la distorsione che può esistere tra le banche che sono state ben gestite e le banche che si sono avvantaggiate accumulando in passato titoli deteriorati». Riemerge, di conseguenza, «il problema dell'azzardo morale». «La situazione dell'economia - ha aggiunto il presidente dell'Eurogrupo - va sempre peggio e, continua a deteriorarsi e i mercati nonostante si siano stabilizzati restano sempre fragili». «Le prospettive dell'economia - ha aggiunto - sono eccezionalmente cattive e la crisi del lavoro è a questo punto drammatica, la disoccupazione è all'8,2% pari a 13 milioni di uomini e donne disoccupati». Juncker ha infine puntato il dito anche contro i «paradisi fiscali» Usa: Delaware, Wyoming e Nevada.

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Cei e banche alleate: prestiti per 300 milioni (sezione: crisi)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

AIUTI ALLE FAMIGLIE. Colletta nelle chiese il 31 maggio per costituire un fondo di garanzia Cei e banche alleate: prestiti per 300 milioni CITTÀ DEL VATICANO La Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia e una rete di solidarietà. A beneficiarne direttamente potrebbero essere 20-30 mila famiglie. Per la Cei, ha spiegato il segretario monsignor Mariano Crociata illustrando gli esiti dell'ultima riunione del consiglio permanente dei vescovi italiani, è soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva carità». I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti appositi conti correnti. La Cei conta di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 milioni di euro, che l'Associazione bancaria italiana si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 milioni. A chiedere i prestiti potranno essere famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purché residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito sarà di 500 euro mensili per un anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia.

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Unicredit congela le rate per le Pmi in Cig (sezione: crisi)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

CREDITO. Iniziativa della banca corporate per aiutare le aziende a uscire dalla crisi Unicredit congela le rate per le Pmi in Cig VERONA Da UniCredit ossigeno alle piccole e medie imprese che accedono alla cassa integrazione ordinaria. Dopo i 7 miliardi di euro di crediti messi a disposizione delle piccole e medie imprese dalle banche del gruppo (di cui 4 messi a disposizione da Unicredit Corporate Banking e 3 dalle banche retail del gruppo) nell'ambito del progetto «Impresa Italia», destinati a finanziamenti con garanzie dei Confidi attualmente in elaborazione, si legge in una nota dell'istituto, arriva il congelamento delle rate per le imprese in temporanea difficoltà a causa della crisi. E nell'ambito di «Impresa Italia» ieri è stata stipulata a Catania una convenzione tra Banco di Sicilia (Unicredit Group) e Apifidi Sicilia. UniCredit corprate che ha la sede a Verona, ha strutturato, a favore delle imprese clienti con fatturati annui a livello di gruppo inferiori a 50 milioni che siano state costrette a ricorrere alla Cassa integrazione guadagni ordinaria, un meccanismo di congelamento, per un massimo di 12 mesi, delle rate relative a finanziamenti a termine o a mutui. Il sistema prevede che le rate, per un ammontare massimo di 500mila euro in linea capitale, vengano posticipate in coda al piano d'ammortamento, senza alcun onere per l'impresa se non le spese notarili nel caso si tratti di un mutuo ipotecario. In coerenza con la natura congiunturale dell'iniziativa, ribadisce il comunicato dell'istituto, la possibilità di accedere a questa misura è riservata alle imprese clienti di Unicredit che si trovino in difficoltà temporanea in conseguenza della crisi finanziaria e quindi abbiano attivato, o attivino, nel corso del 2009, la procedura per la cassa integrazione guadagni ordinaria. «Con questo ulteriore impegno», ha sottolineato Gianni Coriani, direttore generale Unicredit Corporate Banking «completiamo il quadro degli interventi che il nostro gruppo ha voluto rendere operativi con l'obiettivo di fornire risposte utili sia per limitare gli effetti della crisi che per creare le condizioni per una più rapida uscita. La logica di questa iniziativa», ha precisato Coriani, «è di contribuire concretamente al rapido superamento delle difficoltà, garantendo alle piccole e medie imprese la tranquillità necessaria a pianificare la pronta ripresa dell'attività e a intraprendere un nuovo ciclo di crescita».

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la crisi economica in sicilia vista attraverso le cambiali - gaetano cusimano (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina XVII - Palermo LA CRISI ECONOMICA IN SICILIA VISTA ATTRAVERSO LE CAMBIALI GAETANO CUSIMANO P er saperne di più sulla crisi finanziaria e reale che ha colpito l´Italia e le sue regioni a far tempo dal secondo semestre dello scorso anno, in mancanza di indicatori aggiornati di contabilità nazionale (prodotto interno lordo e consumi delle famiglie, per fare qualche esempio) e del mercato del lavoro (numeri di occupati e di disoccupati, per fare un altro esempio), faremo riferimento agli effetti protestati nel corso del 2008, per ammontare, numero e tipologia, rilevando le variazioni intervenute rispetto all´anno precedente, sempre allo scopo di cogliere la posizione relativa della Sicilia nel contesto nazionale. Diciamo subito che nel 2008 il monte dei "pagherò" non onorati ha superato complessivamente il tetto dei 4,1 miliardi di euro, pari a un incremento dell´11,7 per cento rispetto al 2007 in Italia e di 332 milioni in Sicilia, registrando una flessione del 7,5 per cento. Gli effetti protestati hanno raggiunto in Sicilia il numero di 144.360, registrando una flessione pari all´1,5 per cento, contro un modesto aumento in Italia (0,7 per cento). I dati forniti possono riassumersi così: l´importo medio degli effetti protestati in Sicilia, pari a 2.297 euro, rappresenta il 78,4 per cento dell´importo medio dell´Italia, prevalentemente imputabile al minore livello di sviluppo e al minore livello di affari dell´economia siciliana; rispetto al 2007, mentre l´importo medio registra in Sicilia un´interessante flessione (meno 6,1 per cento), quello medio dell´Italia segnala un significativo aumento (più 10,9 per cento). Sorge ora spontanea la domanda: come hanno reagito alla crisi le regioni italiane? Diciassette su venti registrano un aumento compreso fra il 35,2 per cento (Trentino-Alto Adige) e il 2 per cento (Abruzzo), di cui nove maggiori di quello medio dell´Italia (10,9 per cento), mentre le restanti regioni presentano una contrazione compresa fra lo 0,6 per cento (Piemonte) e il 6,1 per cento (Sicilia). Può essere interessante notare che nel Trentino-Alto Adige l´aumento registrato nell´importo medio dei protesti è dovuto in prevalenza all´aumento dell´ammontare dei protesti (più 26 per cento) e in misura minore alla contrazione del loro numero (meno 6,8 per cento), in Sicilia l´evidenziata contrazione è dovuta sia all´ammontare che al numero dei protesti (rispettivamente 7,5 e 1,5 per cento). Tornando alle cose di casa nostra, due domande si impongono. La prima riguarda la composizione dei protesti per tipologia. Si rileva immediatamente che il 62 per cento dell´ammontare degli effetti protestati in Sicilia riguarda gli assegni, il 29 per cento le cambiali e il residuo 9 per cento le tratte. Il raffronto con la media dell´Italia registra una maggiore incidenza regionale delle tratte (8 punti percentuali) e una minore incidenza delle cambiali (7 punti) e degli assegni (un punto). Il valore medio degli effetti protestati diminuisce passando dagli assegni (4.377 euro) alle tratte (1.987) e alle cambiali (1.177 euro), denunciando rispetto ai corrispondenti importi medi dell´Italia un´incidenza pari, nell´ordine, all´86, all´81 e al 69 per cento, contro un´incidenza media in precedenza calcolata e pari al 78 per cento. Anche questi dati confermano in buona sostanza la debolezza dell´economia siciliana. La seconda domanda riguarda la configurazione provinciale dei protesti. Limitatamente all´importo medio degli effetti protestati, diciamo subito che nel 2008 la graduatoria decrescente è aperta da Agrigento (2.720 euro) e chiusa da Palermo (1.886 euro), denunciando rispetto alla media siciliana un differenziale positivo e rispettivamente negativo di circa 18 punti percentuali. Per quanto invece concerne le variazioni verificatesi nel periodo 2007-2008 nell´importo medio degli effetti protestati, cinque province su nove hanno registrato un aumento compreso fra l´1 per cento a Trapani e il 5,6 per cento a Ragusa; le restanti quattro province hanno invece registrato una flessione di entità compresa fra l´1 per cento a Palermo e il 35,5 per cento ad Agrigento.

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Il modello Veneto adesso scricchiola (sezione: crisi)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

VENETO pag. 12 Il modello Veneto adesso scricchiola ECONOMIA DOPO LA CRESCITA registrata nel 2007, il 2008 non è stato un anno positivo per il sistema economico veneto, per gli effetti della grave crisi finanziaria che sta interessando l'economia mondiale. Lo conferma la relazione sulla situazione economica del Veneto presentata ieri a Marghera da Unioncamere. La tenuta del settore agricolo è stata accompagnata dalla flessione della produzione industriale e dal rallentamento delle vendite al dettaglio. In difficoltà anche il settore dei servizi, dove ha pesato l'andamento meno favorevole dell'industria turistica. Secondo le stime più recenti, il pil regionale a prezzi costanti ha registrato una flessione dello 0,5% rispetto al 2007, livemente superiore al -1% segnato a livello nazionale. Nel confronto con le altre regioni, il tasso di variazione del pil regionale è risultato leggermente migliore di quello della Lonbardia, Piemonte e Trentino Alto Adige, che hanno segnato una contrazione dello 0,6%, ma di poco inferiore a quella del Friuli Venezia Giulia e dell'Emilia Romagna (-0,4%). Secondo le stime di Unioncamere, nel 2008 le esportazioni del Veneto sono aumentate dell'1,1%, raggiungendo i 51,1 miliardi di euro, a fronte del +13,9% del 2006 e del +9,2 del 2007. Tuttavia, viene sottolineato, la dinamica stimata per il 2008 è decisamente migliore di quella pubblicata dall'Istat (-4,6%) e coerente con quella registrata nei primi nove mesi dell'anno. Significativi i dati sul turismo: gli arrivi 2008 sono diminuiti di oltre 23 mila unita' (-0,2%), attestandosi a 14,1 milioni. Più accentuata la contrazione nelle presenze, ridotte dello 0,9%, pari a 60,6 milioni (erano 61,5 nel 2007). Nel secondo semestre del 2008 la domanda di linee di credito e prestiti bancari sempre secondo l'indagine Unioncamere su un campione di quasi 3.000 imprese dei settori manufatturiero, commercio e servizi, è rimasta pressoché stabile .

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Ias 39 al restyling (sezione: crisi)

( da "Italia Oggi" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

ItaliaOggi sezione: Giustizia e Società data: 01/04/2009 - pag: 26 autore: di Andrea Fradeani fuori bilancio Ias 39 al restyling Più trasparenza sugli strumenti finanziari Più trasparenza nell'eliminazione dal bilancio degli strumenti finanziari. L'International Accounting Standards Board (IASB), responsabile dello sviluppo dei principi contabili internazionali, interviene per l'ennesima volta sul discusso IAS 39 con l'obiettivo, in questo caso, di fare piena luce su una delle pagine più discusse del rendiconto redatto secondo il modello IFRS: la derecognition degli asset finanziari.La proposta di modifica dello standard setter londinese, pubblicata oggi sul sito http:// www.iasb.org, cerca di dare una prima risposta ad un problema che ha sicuramente contribuito ad aggravare l'attuale crisi finanziaria: la complessità e le incoerenze dell'attuale versione dello IAS 39 hanno spesso facilitato pratiche finalizzate alla «scomparsa» degli strumenti finanziari di maggiore pericolosità (i ben noti titoli tossici) dai bilanci di banche ed operatori finanziari. Soprattutto nei paesi anglosassoni, difatti, si sono diffusi veri e propri strumenti d'ingegneria finanziaria pensati per consentire il trasferimento, e quindi la «scomparsa» dai rendiconti, delle poste più scomode ad entità appositamente costituite: una pericolosa pratica di windows dressing, che finiva per confondere gli investitori sulla qualità ed affidabilità delle performance offerte dai documenti ufficiali.Quali le novità? In primo luogo una riformulazione delle condizioni per poter procedere all'eliminazione di un'attività finanziaria: un approccio che abbandona, introducendo una logica più semplice ma pure più rigorosa, l'incoerente combinazione di concetti quali rischio/beneficio, coinvolgimento e controllo a favore solo di quest'ultimo. Una migliore definizione, inoltre, della nozione di trasferimento abbinata ad una guida operativa che consenta di affrontare la complessità sia degli strumenti che delle strutture finanziare oggi in circolazione. Infine un'importante modifica all'IFRS 7, dedicato all'informativa sugli strumenti finanziari, con il compito di migliorare le informazioni e la valutazione del rischio derivante dagli asset comunque trasferiti.La proposta, molto discussa all'interno dello stesso board (è stata approvata con ben 5 voti contrari su di un totale di 14 partecipanti), si tradurrà, dopo la conclusione della fase di pubblico commento (la comunità bilancistica internazionale potrà intervenire fino al 31 luglio 2009), in una rilevante modifica dello IAS 39. Un ulteriore passo, in attesa del nuovo principio contabile congiunto promesso da IASB e FASB, verso una migliore rappresentazione in bilancio degli strumenti finanziari: una condizione necessaria per poter ripristinare la fiducia sia degli investitori che del grande pubblico verso l'attendibilità della comunicazione economico-finanziaria degli operatori finanziari.

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Eurisko, in Italia nessuna fuga dagli investimenti (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: Primo Piano data: 01/04/2009 - pag: 4 autore: di Francesca Vercesi Secondo l'annuale ricerca commissionata da Assoreti, rispetto al 2007 è invariata la percentuale di acquirenti di prodotti finanziari Eurisko, in Italia nessuna fuga dagli investimenti Nonostante i tempi bui, non è fuggi-fuggi dagli investimenti. Le famiglie italiane continuano a investire negli strumenti finanziari e, per una buona metà, non hanno intenzione di modificare il proprio portafoglio. Tant'è che la percentuale di chi investe in prodotti e servizi finanziari è rimasta quasi intatta: si parla di un 44% in questo inizio di 2009 contro una media del 45% nell'ottobre 2007. Nel caso dei clienti di promotori finanziari, poi, la quota è addirittura salita all'80% dal 78%. Piuttosto, si assiste a una maggiore richiesta di informazione sull'andamento dei propri investimenti ed è molto apprezzata, da parte dei clienti, una relazione più stretta e personalizzata con gli intermediari. Sono questi i risultati della sesta indagine presentata ieri a Milano e realizzata da Gfk Eurisko per conto di Assoreti, l'associazione nazionale delle banche e delle sim che collocano prodotti e servizi di investimento attraverso le reti di promotori finanziari, nell'ambito di un'iniziativa nata nel 2005 con l'obiettivo di seguire l'evoluzione dei bisogni dei risparmiatori. La ricerca è stata condotta su un campione di 1200 individui capifamiglia (di cui circa 440 clienti di promotori finanziari), d'età compresa tra 30 e 60 anni, possessori di un conto corrente (bancario o postale) o di una polizza assicurativa. I risparmiatori, in media, sono sempre più consapevoli dei loro investimenti: è infatti aumentato dal 67% al 76% (dal 79% all'84% per i clienti dei promotori) il numero di coloro che sa fornire un'indicazione su grado di rischio, orizzonte temporale, rendimento atteso o asset allocation. Il cliente che ha sopportato perdite lamenta soprattutto la mancanza di informazioni. Questo è l'oggetto del 55% delle risposte degli insoddisfatti, mentre solo il 16% degli intervistati lamenta la mancanza di interventi tempestivi per limitare l'erosione del portafoglio.. «La ricerca ci ha fornito indicazioni importanti», commenta Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti, che spiega: «una fase di crisi come quella che stiamo attraversando può essere un'occasione per migliorare servizi e prodotti. Il profilo che emerge è, infatti, quello di un cliente più attento alla qualità del servizio, che chiede un controllo maggiore sui propri investimenti e che chiede di essere seguito con attenzione nella cura del risparmio. Questa è la direzione verso la quale si può e si deve andare. Le reti di promotori finanziari possono svolgere un ruolo molto importante perché questo è il loro terreno d'elezione». Dall'indagine, poi, diversamente da quanto è avvenuto nell'intricata industria dei fondi comuni, sempre più bersagliata dai riscatti, la raccolta delle reti è stata graziata dal boom del risparmio amministrato (15.876 milioni di euro) che nel 2008 ha compensato i quasi 9.587 milioni di deflusso dal segmento del risparmio gestito, consentendo al settore di chiudere con un saldo positivo per circa 6.288 milioni. «Le famiglie italiane stanno superando questa crisi finanziaria con meno danni di quelli che ci si poteva immaginare», continua Fabrizio Fornezza, direttore generale di Gfk-Eurisko, che aggiunge: «L'immagine del sistema finanziario, bancario e delle reti non è così critica. I risparmiatori la considerano solida anche se magari si sarebbero aspettati un atteggiamento più propositivo». Quanto alle prospettive, il 50% degli intervistati afferma di non voler cambiare la composizione del portafoglio (56% dei clienti dei promotori), il 26% guarda a prodotti più sicuri mentre un più modesto 9% pensa di ridurre o abbandonare gli investimenti. «Prevediamo che nel 2009 le famiglie italiane continueranno a risparmiare, così la domanda di servizi a supporto della gestione del risparmio rischia, paradossalmente, di essere più forte adesso rispetto a prima che iniziasse la crisi», conclude Fornezza.

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Gli avanzi di amministrazione per fare credito alle pmi (sezione: crisi)

( da "Italia Oggi" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

ItaliaOggi sezione: Pubblica Amministrazione data: 01/04/2009 - pag: 31 autore: Antonio G. Paladino Gli avanzi di amministrazione per fare credito alle pmi Un ente locale può utilizzare l'avanzo di amministrazione per finanziare un fondo di sostegno al credito delle piccole imprese locali. Questo, però, potrà avvenire esclusivamente dopo l'avvenuto assestamento del bilancio e dopo aver effettuato una preventiva valutazione dell'effettiva incidenza economica dell'operazione, in ossequio ai principi di efficacia, efficienza e trasparenza dell'azione amministrativa. È quanto ha messo nero su bianco la sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Lombardia nel testo del parere n.61/2009, con il quale ha fornito interessanti spunti in merito all'utilizzazione dell'avanzo di amministrazione, così come previsto dall'articolo 187 del Tuel. Nei fatti oggetto del parere, il comune di Cologno al Serio ha richiesto l'intervento della Corte in funzione consultiva in merito alla possibilità per l'ente di utilizzare l'avanzo di amministrazione scaturente dall'ultimo bilancio approvato, al fine di costituire un fondo di circa 25 mila euro, con l'obiettivo di sostenere finanziamenti una tantum alle piccole imprese locali che, a causa della perdurante crisi finanziaria, si trovano in temporanea esigenza di liquidità. Il fondo, infatti, verrà incontro agli operatori locali che stipuleranno con gli istituti di credito un prestito per sostenere la momentanea difficoltà di liquidità nella propria attività aziendale, causata dalla crisi economico-finanziaria. Sul piatto, una somma di 500 euro in conto interessi per ogni impresa richiedente e fino all'esaurimento della dotazione del fondo. La Corte, sul punto, ha osservato che la struttura della destinazione dell'avanzo di amministrazione, prevista dall'articolo 187 del Tuel , prevede che una volta accertato con il conto di bilancio l'avanzo di amministrazione, questo può essere utilizzato per più scopi, tra cui la copertura di debiti fuori bilancio, il finanziamento delle spese di investimento e per la salvaguardia degli equilibri di bilancio. Ne scaturisce che l'impianto normativo destina «in maniera imprescindibile» l'avanzo di amministrazione alla salvaguardia dell'equilibrio di bilancio e alla «sana e corretta gestione finanziaria dell'ente». La Corte ammette che il finanziamento una tantum del fondo di sostegno alle piccole imprese locali, è una «spesa corrente non ripetitiva». L'ipotesi prospettata dall'ente è percorribile solo se si ricorre ad uno stanziamento del bilancio comunale, derivante dall'avanzo di amministrazione non vincolato. Con una condizione: che l'operazione sia deliberata in sede di assestamento del bilancio, previo accertamento dell'effettiva convenienza della spesa e della consistenza di fondi per assicurare l'equilibrio di bilancio.

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GLI INTOCCABILI (sezione: crisi)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

SOCIETÀ. DA WALL STREET ALLA CRISI DELL'AUTO: I MANAGER SUPERPAGATI NEL MIRINO DELL'OPINIONE PUBBLICA GLI INTOCCABILI di Simone Incontro Li avevano soprannominati i «Master of the Universe», i "titani" e loro forse avevano pensato davvero di poter sconfiggere la forza di gravità. Poi è accaduto l'impensabile e i semidei sono tornati sulla terra, uno dopo l'altro. E' la fine di quello che Samuel Huntington definiva l'«Uomo di Davos». La recessione più grave del dopoguerra distrugge un mito che per decenni ha catalizzato l'attenzione: l'élite sovranazionale che ha deciso i destini dell'economia globale. In poco più di un anno l'Uomo di Davos ha perso quasi tutto. La maggior parte di loro, infatti, si è sottomessa ai controlli e ai vincoli del Tesoro americano per poter avere un accesso diretto ai soldi dei contribuenti e, in alcuni casi, per ricevere lauti bonus. E' difficile dimenticare la prima volta a Washington dei capi di General Motors, Chrysler e Ford, arrivati nella capitale americana con i loro jet privati per chiedere finanziamenti. La seconda volta, dopo essere stati sbranati dall'opinione pubblica, si sono trasferiti da Detroit a Washington guidando auto ibride. Lloyd Blankfein di Goldman Sachs, Richard Fuld di Lehman Brothers e Chuck Prince di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria che ha messo in ginocchio la City di Londra. Sempre dal Vecchio continente, uno dei duri per eccellenza, vero e proprio "tagliagole", felice di esserlo, Christian Streiff, è stato silurato dal gruppo Peugeot-Citroen due giorni fa. Stessa fine ha fatto Rick Wagoner, amministratore delegato di General Motors, l'azienda americana, un tempo icona del capitalismo stelle&strisce. Il capo della Casa Bianca, Barack Obama, ha affermato che la sua decisione di mandare a casa Wagoner "non significa una condanna, ma il riconoscimento che occorreranno una nuova visione e una nuova direzione per creare la GM del futuro". La decisione arriva dopo settimane in cui il suo ministro del Tesoro Timothy Geithner è diventato l'uomo più solo di Washington, forse anche per i suoi anni passati alla guida della Federal Reserve di New York dove ha assistito, senza intervenire all'adozione da parte delle banche di politiche che ne hanno moltiplicato l'esposizione, ma soprattutto per la scoperta da parte dei contribuenti americani che molti manager responsabili del disastro hanno continuato a ricevere consistenti bonus. Geithner ha cercato di difendersi come ha potuto per il caso Aig, il gruppo assicurativo che, salvato dall'intervento dello Stato americano (con iniezioni di oltre 170 miliardi di dollari), ha deciso di distribuire premi a dirigenti per milioni di dollari, fino a sommare, secondo alcune fonti, addirittura un miliardo di dollari in bonus. Geithner ha spiegato che aveva saputo dei bonus solo il 10 marzo, mentre la Fed (come ha rivelato il Washington Post) lo sapeva da mesi. Geithner ha poi ammesso di aver aspettato due giorni prima di informare la Casa Bianca, un ritardo che ha irritato Obama. I repubblicani chiedono a gran voce che il ministro si dimetta e alcuni democratici (riporta il New York Times) prevedono che non arriverà a giugno. Il presidente Obama non ha usato mezzi termini e ha parlato di "oltraggio e offesa ai contribuenti". Nel paese, intanto, la ventata di populismo che infiamma il Congresso e l'America ha trasformato l'incidente Aig nella questione più scottante del momento. Il Congresso ha usato il pugno di ferro e ha votato una legge che impone un prelievo fiscale del 90% sui bonus erogati ai manager di aziende che ricevono aiuti pubblici. Il provvedimento, però, lascia indifferenti i 700 banchieri della Merrill Lynch che hanno incassato gratifiche da un milione di dollari in su (a testa), in quanto la legge votata dalla Camera è valida dal primo gennaio 2009. Come ricorda Rocca sul Foglio, "in tempi di piena, l'indomabile ottimismo degli americani valuta le enormi ricchezze dei pochi fortunati come una prospettiva alla portata di tutti. Quando c'è la crisi, e si diffonde il timore di una catastrofe economica anche personale, diventa più difficile digerire la perdita del lavoro e della casa a fronte del pagamento con i propri soldi dei mega bonus miliardari alle stesse persone che hanno creato o cavalcato il disastro finanziario". Le grandi firme dei più influenti quotidiani liberal, come Paul Krugman, Maureen Dowd e Thomas Friedman e Frank Rich non hanno fatto sconti al modo in cui il presidente sta affrontando la crisi economica e l'hanno accusato di "avere legami stretti con Wall Street". Negli ultimi mesi, l'americano medio ha perso il posto di lavoro (seicentomila ogni trenta giorni), ha dovuto subire il crollo del valore della propria casa, ha visto dimezzare i risparmi pensionistici vincolati all'andamento della borsa e svanire i fondi riservati all'istruzione dei figli. Infine, secondo i dati dell'Economist, è diminuita perfino la mobilità interna, uno dei pilastri del sogno americano. "Siamo all'inizio di una vera ribellione popolare. Quando vengono commessi gravi eccessi, l'America sana può anche reagire così" avverte sul Washington Post il politologo E.J. Dionne.

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L'investimento nelle società è agevolato. Lo sia anche quello nei fondi chiusi (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: Commenti & Analisi data: 01/04/2009 - pag: 9 autore: di Alberto Argnani* e Massimo Gambelli** L'investimento nelle società è agevolato. Lo sia anche quello nei fondi chiusi L'attuale crisi finanziaria fa emergere la necessità di interventi mirati a dare impulso effettivo all'economia. Un ambito interessante potrebbe essere quello del private equity, capace di dare, tramite l'attività degli investitori professionali, un impatto positivo sull'intero sistema imprenditoriale nazionale. Infatti grazie alla rete di relazioni, alle competenze manageriali ed alle risorse finanziarie apportate è possibile migliorare i fondamentali delle aziende sia in termini di redditività operativa lorda che di fatturato. Risulta quindi evidente come l'intervento di investitori in grado di apportare non solo nuove risorse finanziarie ma anche competenze, relazioni e metodologie per la crescita sia in grado di contribuire in misura rilevante allo sviluppo del tessuto imprenditoriale nazionale.Per tale motivo la possibilità di agevolare, per esempio attraverso sgravi fiscali, l'attività d'investimento in fondi di private equity, può incentivare l'afflusso di risorse finanziarie verso uno strumento di investimento in grado di agevolare lo sviluppo dell'imprenditoria italiana. Un esempio virtuoso in tal senso è rappresentato dalla iniziativa messa in atto dal Governo francese che, già a partire dal 2007, ha previsto una serie di agevolazioni fiscali a favore degli investitori in private equity. Nel nostro Paese è in vigore un trattamento fiscale differente a seconda che i redditi di un investimento di private equity siano realizzati dalle società di capitali, attraverso azioni o quote societarie, oppure quote di un fondo d'investimento. Tale regime impositivo ha avuto origine con la riforma del 2003 del nostro sistema tributario, che ha introdotto il regime della Partecipation exemption (cosiddetta Pex) per le plusvalenze su azioni o quote di società e un regime di imposizione limitata per i relativi dividendi.L'attuale disciplina fiscale prevede, infatti, che le plusvalenze realizzate su partecipazioni in società di capitali, residenti e non residenti, sono esenti per il 95% del loro ammontare al ricorrere di alcune condizioni. Un regime simile è previsto per i dividendi che le partecipazioni in parola possono originare. Questo in quanto si è voluto adeguare il sistema impositivo nazionale ai più evoluti regimi fiscali con cui lo stesso deve competere, che riconoscono, sia pure a condizioni differenti da Paese a Paese, un regime di esenzione sui capital gain e sui dividendi realizzati dalle società investitrici. D'altra parte è opportuno considerare che la tassazione ridotta si giustifica con il fatto che già la società partecipata sconta le imposte sui propri redditi. Con riferimento invece, ai redditi prodotti da fondi chiusi, detto principio ad oggi non trova applicazione. Infatti, le plusvalenze realizzate da società di capitali su quote di un fondo di private equity sono escluse dal regime Pex; così come non si applica l'esclusione al 95% dei proventi distribuiti dai fondi. Il risultato della gestione di un fondo mobiliare chiuso è, infatti, assoggettato in capo allo stesso alla tassazione del 12,5% a titolo di imposta sostitutiva, e allo stesso tempo i proventi distribuiti alle società investitrici concorrono interamente alla formazione del reddito delle stesse In termini concreti, per una società di capitali le plusvalenze in regime Pex e i dividendi su partecipazioni in tali società scontano una tassazione dell'1,375% (vale a dire 5% x 27,5% = 1,375%); al contrario, i redditi realizzati sulle quote di un fondo mobiliare chiuso di private equity sono tassate al 27,5%. Le società di capitali sono quindi disincentivate ad effettuare investimenti tramite fondi mobiliari chiusi di private equity rispetto a quelli che le medesime possono effettuare direttamente nelle società.L'attuale regime fiscale differenziato non ha però un reale motivo di essere, se si considera che la stessa attività d'investimento può essere realizzata tramite una holding ovvero un fondo di private equity; la differenza trae origine dal mancato coordinamento del sistema di tassazione dei redditi su quote dei fondi con quello previsto per i capital gain e i dividendi sulle partecipazioni in società di capitali.Sarebbe, pertanto, opportuno modificare l'attuale penalizzante regime fiscale previsto per gli investimenti in fondi, introducendone uno che non sia discriminatorio nella decisione della modalità d'investimento. In sostanza, si dovrebbe garantire l'applicazione di un regime analogo a quello di non tassazione al 95%, essendo questo il regime che garantisce l'equità strutturale dell'attuale sistema, anche rispetto ai redditi derivanti da quote di fondi detenute da società di capitali. Per coerenza con i principi ispiratori del regime di non tassazione di plusvalenze e dividendi, si potrebbe pensare di limitare l'equiparazione tributaria ai fondi di private equity riservati, subordinatamente alle medesime condizioni previste in capo alle società holding. * amministratore delegato di Futura Invest** studio Morri & Associati

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Accordo tra la Chiesa e le banche per aiutare i più poveri (sezione: crisi)

( da "Nuova Ferrara, La" del 01-04-2009)
Pubblicato anche in: (Trentino) (Alto Adige) (Gazzetta di Mantova, La) (Gazzetta di Reggio) (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Crisi

Accordo tra la Chiesa e le banche per aiutare i più poveri Siglata l'intesa Cei-Abi per l'erogazione di prestiti a tasso agevolato alle famiglie CITTà DEL VATICANO. Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno aperti appositi conti correnti. La Cei conta così di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 mila euro, che l'Associazione bancaria italiana, sentiti i propri aderenti, si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 mila euro. Potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purchè residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito, sarà erogato nella misura di 500 euro mensili per un massimo di un anno, è prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche incasseranno gli interessi concordati.

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E' inaccettabile sostenere che non si poteva rinviare' (sezione: crisi)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

REGGIO pag. 8 E' inaccettabile sostenere che non si poteva rinviare' LA LISTA DI ANTONELLA SPAGGIARI CEMENTO e urbanistica sono campi di battaglia annunciati nello scontro elettorale. E proprio sul Piano (Piano strutturale comunale) e la "nuova stagione urbanistica'' dell'assessore Ugo Ferrari piovono le critiche di Città attiva, la lista civica che esprime come candidato sindaco l'ex primo cittadino Antonella Spaggiari. «La concertazione - dice l'associazione - è sicuramente insufficiente se ben quattro organizzazioni del mondo imprenditoriale non sono d'accordo, esprimono dubbi e chiedono tempo per leggere e valutare le carte e i documenti». La lista contesta la mancata elaborazione, insieme al Psc, anche del piano operativo comunale (Poc): «L'assenza di contemporaneità diventa pericolosa soprattutto dal punto di vista dei suoi effetti pratici determinando, nell'intervallo di tempo che intercorre tra il Psc e il Poc, una situazione di incertezza e di potenziali conflitti». Nel merito e nelle scelte, la giunta, avrebbe trascurato "l'ultimo e più importante aspetto: la pesantissima crisi finanziaria ed economica internazionale che sta avendo e avrà pesanti ricadute anche sul sistema produttivo reggiano con conseguenze sulle famiglie e sulle imprese». Per cui, «se da una parte è bene rafforzare tutti gli strumenti di sostegno alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese nel breve periodo, il problema non è quanto si costruirà e come, ma è prima di tutto per che cosa si produrrà dentro così grandi aree industriali come quelle previste. Con quali produzioni, per quali mercati e con quali tipi di professionalità». Due esempi concreti? «Il villaggio di Mancasale e le Reggiane». In chiusura Città attiva attacca: «Le affermazioni per cui il Psc non si può rimandare e la sua adozione non crea diritti acquisiti ed incremento di valore delle aree non possono essere accettate. Non si dica che la sua non adozione sarebbe il venir meno a un patto con i cittadini: questa amministrazione ha avuto 5 anni per adottare il provvedimento e lo sta adottando al termine del mandato, lasciando così un'eredità di diritti acquisiti e di nuove regole all'amministrazione che subentrerà». Naturalmente, per la lista civica di Antonella Spaggiari, anche in questo si caratterizza la giunta in scadenza: «Per forzature non necessarie che radicalizzano i rapporti in città e producono dannose e inutili spaccature».

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Banca Mondiale, ripresa nel 2010 (sezione: crisi)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Economia Pagina 212 Banca Mondiale, ripresa nel 2010 --> Taglio delle stime di crescita della Banca Mondiale: nel 2009 il pil globale si contrarrà dell'1,7%, facendo registrare il primo dato negativo dalla seconda Guerra Mondiale ad oggi. Per l'area euro il pil si attesterà al -2,7%, negli Usa al -2,4%, in Giappone al -5,3%. Particolarmente colpiti saranno i Paesi in via di sviluppo, dove la crescita per il 2009 sarà del 2,1% contro il 5,8% del 2008. Sono questi gli ultimi dati elaborati dagli esperti della Banca Mondiale che, in un documento dal titolo “Nuove prospettive globali”, prevedono che «nel 2010 la crescita tornerà debolmente positiva in quanto il consolidamento del settore finanziario, la perdita di ricchezza generale e gli effetti della crisi finanziaria continueranno ad influenzare l'attività economica». Nel 2010 - osserva il rapporto - il pil globale sarà del 2,3%, «ma i tempi e il ritmo della ripresa sono ancora altamente incerti». Per Eurolandia la crescita nel 2010 dovrebbe essere dello 0,9%, per gli Usa del 2,0%, per il Giappone dell'1,5% e per i Paesi in via di sviluppo al 4,4%.

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manager, tutor o politico? l'alma mater a una svolta - ilaria venturi (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina VIII - Bologna Manager, tutor o politico? L´Alma Mater a una svolta Identikit dei professori in lizza per la successione a Calzolari a quaranta giorni dal voto. La loro storia accademica e le loro promesse Fiducia, indipendenza e personalità come doti personali Autonomia, trasparenza, innovazione: ecco le parole chiave ILARIA VENTURI IDENTIKIT di un nuovo rettore. Per un´Alma Mater stretta dalla crisi finanziaria e dalla caduta del consenso sociale, come tutto il mondo universitario, in cerca di riscatto, identità e nuovi orizzonti. Servirà un rettore manager o una personalità forte sotto il profilo culturale per affrontare le sfide dei prossimi anni? Mancano quaranta giorni al voto, quelli che determineranno la caduta del fair play tra i candidati. Ai quali abbiamo chiesto di definirsi rispetto al futuro dell´Ateneo, di marcare la differenza su ciò che pensano e vorranno fare dell´università. L´eredità di Pier Ugo Calzolari, che lascia dopo due mandati e nove anni di governo, sconta le difficoltà di una successione a Roversi Monaco, rimasto potente in città e in sotterraneo contrasto, e di una Bologna indifferente a un´Alma Mater e a un rettore che intanto conquistava riconoscimenti all´estero, che lanciava il progetto di una città creativa, che parlava di giovani, ricerca e innovazione. A partire da qui, chi guiderà l´università di Bologna almeno fino al 2013? Roberto Grandi, forte del suo ruolo da prorettore ai rapporti internazionali nella squadra Calzolari, una campagna massmediatica curata da professionista, parla di «autogoverno trasparente, efficiente, responsabile per raggiungere risultati di qualità». E porta in dote, dice, «la capacità di innovare in un´ottica internazionale e di valorizzare le persone, autorevolezza e credibilità». Sassatelli, per anni all´opposizione in Senato accademico come preside di Lettere e da qui candidato, punta a coniugare la «grande tradizione» con il «rinnovamento» e per questo sceglie la cifra del «sapere e fare» e confida «nella capacità personale di conoscere, metabolizzare e risolvere i problemi». Segrè, il pupillo di Calzolari che le voci vogliono forse già un po´ abbandonato, l´accademico che arriva nel salotto della Dandini in tv, pensa all´Alma Mater come a una casa di vetro: «Dobbiamo riconquistare la fiducia rendendo conto». E avanza la sua «visione di lungo periodo per il futuro dell´Alma Mater: sarò interlocutore affidabile, interagirò con tutte le forze politiche, gestirò il consenso da parte degli interlocutori sociali esterni, metterò in dialogo saperi e aree disciplinari». Braga, quello che è partito un anno e mezzo prima, scarpe buone e idee, il più quotato tra i giovani e la collezione di decine di endorsement sul sito, sceglie «l´autonomia decisionale, economica e finanziaria dell´Ateneo bilanciata con la responsabilità: tutti, singoli e strutture, devono rendere conto delle proprie scelte». Si presenta nella sua indipendenza: «Non ho pregressi, non avrò debiti elettorali, non ho sistemi di amicizie e di inimicizie per appartenenza ad associazioni politiche o altro». Giancarlo Barbiroli, l´outsider dell´ultimo minuto, il «pierino» di turno, si candida per «riscrivere regole e criteri di governo». Cantelli Forti, il ri-candidato oppositore, che il toto-rettore vuole forte di un pacchetto di voti, come nel 2000, e di vicinanza con Roversi Monaco, parla «di continuità rispetto alla battaglia istituzionale e critica portata avanti in questi anni», punta alla «personalità sempre dimostrata, al senso istituzionale, alla capacità di lavorare e saper valorizzare i giovani. Il rettore è un professore che conosce l´amministrazione», dice. E Dionigi, percepito in Ateneo candidato solido, trasversale e autonomo, che guarda alle persone: «Sono loro a fare la differenza, con la loro identità e appartenenza, è dalle persone che occorre sempre ripartire». La sua dote? Parlare a un corpo docente incline alla sfiducia e ai giovani schiacciati dalla mancanza di prospettive. «So di poter dare una iniezione di fiducia per governare la complessità dell´Ateneo e di avere la forza di affrontare con determinazione i cambiamenti necessari, perché credo nella meritocrazia e nell´orgoglio dell´Alma Mater». SEGUE A PAGINA V

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Cei e banche alleate: prestiti per 300 milioni (sezione: crisi)

( da "Arena, L'" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 01 Aprile 2009 NAZIONALE Pagina 3 AIUTI ALLE FAMIGLIE. Colletta nelle chiese il 31 maggio per costituire un fondo di garanzia Cei e banche alleate: prestiti per 300 milioni CITTÀ DEL VATICANO La Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia e una rete di solidarietà. A beneficiarne direttamente potrebbero essere 20-30 mila famiglie. Per la Cei, ha spiegato il segretario monsignor Mariano Crociata illustrando gli esiti dell'ultima riunione del consiglio permanente dei vescovi italiani, è soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva carità». I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti appositi conti correnti. La Cei conta di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 milioni di euro, che l'Associazione bancaria italiana si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 milioni. A chiedere i prestiti potranno essere famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purché residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito sarà di 500 euro mensili per un anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia.  

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Prestiti di 500 euro al mese. Garantiscono i vescovi (sezione: crisi)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 01-04-2009)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Milano))

Argomenti: Crisi

PRIMO PIANO pag. 8 Prestiti di 500 euro al mese. Garantiscono i vescovi CEI NASCE UN FONDO DA 300 MILIONI PER LE FAMIGLIE NUMEROSE IN COLLABORAZIONE CON L'ASSOCIAZIONE BANCARIA CITTA' DEL VATICANO LA CHIESA italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi. E lo fa coinvolgendo il sistema bancario, mettendo in moto aiuti in forma di prestiti, sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. E più di una semplice elemosina e, anche se a beneficiarne direttamente potrebbero essere non oltre 20-30 mila famiglie, l'idea potrebbe fare da apripista ad altre soluzioni. Per la Cei, ha spiegato il segretario, monsignor Mariano Crociata, è soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva carità». I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica si legge nel comunicato finale del Consiglio e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata». Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno aperti appositi conti correnti. IN QUESTO MODO la Cei conta di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 milioni di euro, che l'Associazione bancaria italiana si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 milioni di euro. «Accedervi sarà molto semplice», ha spiegato Crociata, a patto di rientrare nei requisiti fissati: potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse dunque le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purché residenti in Italia. BASTERA' rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie, che provvederanno a dare indicazioni per ottenere il prestito di 500 euro mensili (il possibile corrispettivo di un mutuo casa, per esempio) per un massimo di un anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche incasseranno gli interessi concordati. «Non e' un gesto assistenziale ha concluso monsignor Crociata ma un prestito che salva la dignità di chi lo chiede».

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accordo tra la chiesa e le banche per aiutare i più poveri (sezione: crisi)

( da "Centro, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 7 - Attualità Accordo tra la Chiesa e le banche per aiutare i più poveri Siglata l'intesa Cei-Abi per l'erogazione di prestiti a tasso agevolato alle famiglie CITTà DEL VATICANO. Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno aperti appositi conti correnti. La Cei conta così di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 mila euro, che l'Associazione bancaria italiana, sentiti i propri aderenti, si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 mila euro. Potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purchè residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito, sarà erogato nella misura di 500 euro mensili per un massimo di un anno, è prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche incasseranno gli interessi concordati.

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cantieri dalla pietà in crisi, domani la decisione (sezione: crisi)

( da "Nuova Venezia, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 16 - Cronaca Cantieri Dalla Pietà in crisi, domani la decisione Il giudice ha incontrato Vidal, che ha firmato l'istanza di concordato Colloquio ieri tra il giudice del Tribunale civile Rita Rigoni e il commercialista mestrino Gianluca Vidal, che ha formulato il piano per il concordato preventivo delle due società che gestiscono il cantiere Dalla Pietà a Fusina, la «Cantiere nautico Dalla Pietà srl» e la «Dalla Pietà Yacht srl», che fanno riferimento agli imprenditori Andrea Mevorach e Giorgio Dalla Pietà. Intanto, il Tribunale si riunirà domani, giovedì 2 aprile, anticipando i tempi, per riunirsi in camera di consiglio per decidere se accogliero o meno la richiesta. Nel caso la decisione fosse positiva i giudici nomineranno un commissario giudiziale che dovrà riunire tutti i creditori, ai quali spetta l'ultima parola con una votazione in modo da evitare il fallimento. Era stato il giudice delegato Rigoni a chiedere, prima della camera di consiglio, un incontro per chiarire alcuni aspetti della richiesta di concordato preventivo. Nel documento firmato dal dottor Vidal, si spiega che le due società hanno un passivo di circa 50 milioni di euro e che, grazie a propietà che verrebbero cedute e alla possibilità di affittare il ramo d'azienda che si occupa di rimessaggio, i creditori provilegiato verrebbero pagati al cento per cento, mentre i chirografari della «Yacht srl» al 20 per cento e quelli della «Cantiere nautico» al 27 circa. Stando al documento, è la crisi finanziaria internazionale a non aver risparmiato nemmeno la storica nautica di lusso veneziana. Le società di leasing avrebbero chiuso i rubinetti, nessuno ordina più nuovi yacht e chi lo aveva fatto annulla le commesse. L'obiettivo del concordato, sempre stando al progetto, è quello di salvare alcuni rami dell'azienda e cercare di tutelare al massimo l'occupazione prima che sia troppo tardi (i dipendenti sono poco più di una settantina e le organizzazioni sindacali si sono lamentate di essere stata messi al corrente della situazione di crisi dai giornali). Nel documento si indica anche la possibilità di proseguire il lavoro per portare a termine la costruzione di almeno quattro yacht, che si trovano in cantiere. (Giorgio Cecchetti)

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Il bilancio ottiene l'ok La minoranza è critica (sezione: crisi)

( da "Provincia Pavese, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Broni. Braga: «Aumenterà la pressione fiscale» Il bilancio ottiene l'ok La minoranza è critica BRONI. Passa la prova del fuoco il bilancio di previsione 2009 stilato dall'amministrazione bronese. Un bilancio rosicchiato ai lembi dal fantasma della crisi finanziaria e dai tagli statali verso gli enti locali. Insomma: una coperta tirata a destra e a sinistra ma che comunque lascerà i piedi scoperti. Lo ha fatto più volte notare il sindaco Luigi Paroni. Si è così presentato al cospetto di giunta e consiglieri il bilancio bronese dell'anno in corso con previsione 2009-2011. Dalla relazione programmatica si evince in primo luogo l'estrema difficoltà a fare fronte alle inevitabili e crescenti spese del settore sociale che catalizza ben il 22% delle risorse: una enormità. Sembra così che tutto il vortice di bilancio giri attorno a questo centro che annovera in primis le spese per i minori affidati alle comunità protette e quelle per gli insegnanti di sostegno scolastico, triplicate negli ultimi due anni. Al capogruppo di minoranza Vittorio Braga c'è qualcosa che proprio non torna. E sul banco degli imputati finiscono gli aumenti fiscali. Nel panorama generale spalmato nel triennio trovano poi spazio i nuovi piani integrati di intervento del settore urbanistica, i faraonici lavori alla fognatura bronese, l'ampliamento del Cimitero in due lotti e la realizzazione della nuova scuola primaria. Al capogruppo di minoranza Vittorio Braga c'è qualcosa che proprio non torna. E sul banco degli imputati finiscono gli aumenti fiscali. Aumenti che parrebbero non esserci, nella relazione previsionale del sindaco Paroni ma che Braga, invece intercetta e sottolinea, lente di ingrandimento alla mano: "Al contrario di quanto dichiarato dal sindaco, è ben visibile che gli aumenti ci sono, eccome - esordisce il consigliere leghista - Tra le poche idee espresse nel piano programmatico, su tutte è quella di voler batter cassa nelle tasche dei cittadini". Tra le voci dove il capogruppo Braga registra aumenti ci sarebbero dunque l'inasprimento della tassa sui rifiuti (Tia) che "ricade su ogni famiglie e attività bronese", ricorda il consigliere. E poi: "ancora aumenti per la retta dei servizi scolastici e sociali, per i diritti di segreteria, per i loculi al cimitero e tutti i servizi cimiteriali. Senza contare l'introduzione del parcheggio a pagamento e la previsione di maggiori entrate provenienti da sanzioni amministrative, introducendo con tutta probabilità l'uso dell'autovelox". "Tartassare è una stereotipia verbale - controbatte Benedetto Maccarrone dalle file della maggioranza -. Mettere a parità i bilanci significa garantire i servizi. Basta con il preconcetto per cui esiste la sinistra vampira e la destra che propende una mammella che da latte a tutti. Questi aumenti sono inevitabili e principalmente dovuti ai tagli dell'Ici sulla prima casa". A questo risponde prontamente il consigliere leghista Cesare Ercole: "Non diciamo falsità in merito all'Ici. Entro fine aprile, quando il prefetto certificherà la cifra esatta, lo stato provvederà a trasferirla. Non lascerà quindi alcun buco nel bilancio". "In più non va nella direzione dello sviluppo - incalza Emilio Bosini - E' la solita canzone ripetuta da 3 anni che vede protagoniste la crisi, la burocrazia e la mancanza di soldi". Infine, le risposte del sindaco: "Gli aumenti non intendono andare a scalfire i bilanci di tutte le famiglie. Certo è che sono stati necessari per il sostegno all'attività sociale al cui passo difficilmente si riuscirebbe a stare altrimenti". Simona Contardi

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GLI INTOCCABILI (sezione: crisi)

( da "Arena, L'" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 01 Aprile 2009 CULTURA Pagina 48 SOCIETÀ. DA WALL STREET ALLA CRISI DELL'AUTO: I MANAGER SUPERPAGATI NEL MIRINO DELL'OPINIONE PUBBLICA GLI INTOCCABILI CHE SONO CADUTI Li avevano soprannominati i «Master of the Universe», i "titani" e loro forse avevano pensato davvero di poter sconfiggere la forza di gravità. Poi è accaduto l'impensabile e i semidei sono tornati sulla terra, uno dopo l'altro. E' la fine di quello che Samuel Huntington definiva l'«Uomo di Davos». La recessione più grave del dopoguerra distrugge un mito che per decenni ha catalizzato l'attenzione: l'élite sovranazionale che ha deciso i destini dell'economia globale. In poco più di un anno l'Uomo di Davos ha perso quasi tutto. La maggior parte di loro, infatti, si è sottomessa ai controlli e ai vincoli del Tesoro americano per poter avere un accesso diretto ai soldi dei contribuenti e, in alcuni casi, per ricevere lauti bonus. E' difficile dimenticare la prima volta a Washington dei capi di General Motors, Chrysler e Ford, arrivati nella capitale americana con i loro jet privati per chiedere finanziamenti. La seconda volta, dopo essere stati sbranati dall'opinione pubblica, si sono trasferiti da Detroit a Washington guidando auto ibride. Lloyd Blankfein di Goldman Sachs, Richard Fuld di Lehman Brothers e Chuck Prince di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria che ha messo in ginocchio la City di Londra. Sempre dal Vecchio continente, uno dei duri per eccellenza, vero e proprio "tagliagole", felice di esserlo, Christian Streiff, è stato silurato dal gruppo Peugeot-Citroen due giorni fa. Stessa fine ha fatto Rick Wagoner, amministratore delegato di General Motors, l'azienda americana, un tempo icona del capitalismo stelle&strisce. Il capo della Casa Bianca, Barack Obama, ha affermato che la sua decisione di mandare a casa Wagoner "non significa una condanna, ma il riconoscimento che occorreranno una nuova visione e una nuova direzione per creare la GM del futuro". La decisione arriva dopo settimane in cui il suo ministro del Tesoro Timothy Geithner è diventato l'uomo più solo di Washington, forse anche per i suoi anni passati alla guida della Federal Reserve di New York dove ha assistito, senza intervenire all'adozione da parte delle banche di politiche che ne hanno moltiplicato l'esposizione, ma soprattutto per la scoperta da parte dei contribuenti americani che molti manager responsabili del disastro hanno continuato a ricevere consistenti bonus. Geithner ha cercato di difendersi come ha potuto per il caso Aig, il gruppo assicurativo che, salvato dall'intervento dello Stato americano (con iniezioni di oltre 170 miliardi di dollari), ha deciso di distribuire premi a dirigenti per milioni di dollari, fino a sommare, secondo alcune fonti, addirittura un miliardo di dollari in bonus. Geithner ha spiegato che aveva saputo dei bonus solo il 10 marzo, mentre la Fed (come ha rivelato il Washington Post) lo sapeva da mesi. Geithner ha poi ammesso di aver aspettato due giorni prima di informare la Casa Bianca, un ritardo che ha irritato Obama. I repubblicani chiedono a gran voce che il ministro si dimetta e alcuni democratici (riporta il New York Times) prevedono che non arriverà a giugno. Il presidente Obama non ha usato mezzi termini e ha parlato di "oltraggio e offesa ai contribuenti". Nel paese, intanto, la ventata di populismo che infiamma il Congresso e l'America ha trasformato l'incidente Aig nella questione più scottante del momento. Il Congresso ha usato il pugno di ferro e ha votato una legge che impone un prelievo fiscale del 90% sui bonus erogati ai manager di aziende che ricevono aiuti pubblici. Il provvedimento, però, lascia indifferenti i 700 banchieri della Merrill Lynch che hanno incassato gratifiche da un milione di dollari in su (a testa), in quanto la legge votata dalla Camera è valida dal primo gennaio 2009. Come ricorda Rocca sul Foglio, "in tempi di piena, l'indomabile ottimismo degli americani valuta le enormi ricchezze dei pochi fortunati come una prospettiva alla portata di tutti. Quando c'è la crisi, e si diffonde il timore di una catastrofe economica anche personale, diventa più difficile digerire la perdita del lavoro e della casa a fronte del pagamento con i propri soldi dei mega bonus miliardari alle stesse persone che hanno creato o cavalcato il disastro finanziario". Le grandi firme dei più influenti quotidiani liberal, come Paul Krugman, Maureen Dowd e Thomas Friedman e Frank Rich non hanno fatto sconti al modo in cui il presidente sta affrontando la crisi economica e l'hanno accusato di "avere legami stretti con Wall Street". Negli ultimi mesi, l'americano medio ha perso il posto di lavoro (seicentomila ogni trenta giorni), ha dovuto subire il crollo del valore della propria casa, ha visto dimezzare i risparmi pensionistici vincolati all'andamento della borsa e svanire i fondi riservati all'istruzione dei figli. Infine, secondo i dati dell'Economist, è diminuita perfino la mobilità interna, uno dei pilastri del sogno americano. "Siamo all'inizio di una vera ribellione popolare. Quando vengono commessi gravi eccessi, l'America sana può anche reagire così" avverte sul Washington Post il politologo E.J. Dionne.  

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Il Veneto frena Crescita 2008 a quota -0,5% (sezione: crisi)

( da "Arena, L'" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 01 Aprile 2009 ECONOMIA Pagina 33 SISTEMA REGIONALE. Relazione annuale di Unioncamere sulla situazione economica regionale. Tra i settori più colpiti le costruzioni. Previsioni nere per il 2009 Il Veneto frena Crescita 2008 a quota -0,5% In calo manifatturiero e commercio Giù il turismo, ma crescono gli altri servizi di formazione e socio-sanitari privati Dopo la crescita registrata nel 2007, il 2008 non è stato un anno positivo per il sistema economico veneto, per gli effetti della grave crisi finanziaria che sta interessando l'economia mondiale. Lo conferma la relazione sulla situazione economica del Veneto presentata ieri a Marghera da Unioncamere. La tenuta del settore agricolo è stata accompagnata dalla flessione della produzione industriale e dal rallentamento delle vendite al dettaglio. In difficoltà anche il settore dei servizi, dove ha pesato l'andamento meno favorevole dell'industria turistica. Secondo le stime più recenti, il pil regionale a prezzi costanti ha registrato una flessione dello 0,5% rispetto al 2007, livemente superiore al -1% segnato a livello nazionale. Nel confronto con le altre regioni, il tasso di variazione del pil regionale è risultato leggermente migliore di quello della Lombardia, Piemonte e Trentino Alto Adige, che hanno segnato una contrazione dello 0,6%, ma di poco inferiore a quella del Friuli Venezia Giulia e dell'Emilia Romagna (-0,4%). Secondo le stime di Unioncamere, nel 2008 le esportazioni del Veneto sono aumentate dell'1,1%, raggiungendo i 51,1 miliardi di euro, a fronte del +13,9% del 2006 e del +9,2 del 2007. Tuttavia, viene sottolineato, la dinamica stimata per il 2008 è decisamente migliore di quella pubblicata dall'Istat (-4,6%) e coerente con quella registrata nei primi nove mesi dell'anno. Significativi i dati sul turismo: gli arrivi 2008 sono diminuiti di oltre 23 mila unità (-0,2%), attestandosi a 14,1 milioni. Più accentuata la contrazione nelle presenze, ridotte dello 0,9%, pari a 60,6 milioni (erano 61,5 nel 2007). Nel 2008 la produzione industriale ha evidenziato flessioni in tutti i trimestri dell'anno, registrando una variazione media annua inferiore al -3%; in rallentamento anche il mercato delle costruzioni, che ha mostrato un -0,7% per quanto riguarda il valore della produzione e -1,5% sul versante degli investimenti. Sono alcuni dei dati più significativi nell'analisi contenuta nella Relazione sulla situazione economica regionale, illustrati oggi da Unioncamere del Veneto. Rilevante anche la diminuzione del fatturato nelle imprese artigiane e nella piccola industria, che si abbassa dell'1,4%, a carico soprattutto dell'edilizia (-2,2%) e meno del manufatturiero (-1,2%). Anche il terziario ha sofferto la crisi congiunturale: spicca la performance negativa dei trasporti (-0,8% il fatturato, -2,8 l'occupazione). Trend positivo, viceversa, per i servizi formativi, sanitari e sociali privati, che hanno chiuso il 2008 con un +4% del fatturato e +3,3 dell'occupazione. «Il turismo evidenzia una sostanziale tenuta», ha sottolineato il presidente Federico Tessari, «perchè vi è una consolidata attenzione a far conoscere il territorio,unita ad una profonda innovazione tecnologica e ad un radicamento nei nuovi Paesi emergenti». Le previsioni per l'anno in corso non sono purtroppo incoraggianti, ma sembrano fornire comunque indicazioni in linea con il resto del Paese. Secondo le stime più recenti il Veneto registrerà nel 2009 una contrazione del Pil pari a -2,2%, come nella media del Nord-est (-2% per l'Italia). Nel 2009 infatti lo scenario di previsione vede tutte le regioni nordestine appaiate per tasso di sviluppo, davanti a Lombardia e Toscana, entrambe con -2,3%, e Piemonte con -2,5%. «La crisi finirà, forse prima di quanto non ci si aspetti», ha concluso Tessari. «La ripresa potrà essere lenta, magari non raggiungeremo le performance di qualche anno fa, ma la crescita, magari con un modello inedito di sviluppo, dovrà riprendere. Il Veneto, nonostante le difficoltà presenti, è pur sempre una delle regioni più benestanti d'Europa cioè del mondo occidentale e la seconda in Italia per Pil, occupati, fatturato e propensione all'export».  

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Sarkozy (sezione: crisi)

( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

n. 78 del 2009-04-01 pagina 12 Sarkozy «Via dal summit se non vedrò risultati concreti» di Matteo Buffolo Il vertice non è ancora iniziato, ma sono già scoppiate le polemiche. A innescarle, prima dell'incontro che si terrà domani a Londra, è stato il Presidente francese Nicolas Sarkozy che ha minacciato di abbandonare il summit in assenza di risultati concreti: «Non ci sarebbe niente di peggio di un G20 di basso profilo, preferisco una rottura a un consenso minimalista», avrebbe detto l'inquilino dell'Eliseo secondo quanto pubblicato dal quotidiano «Le Figaro». Anche prima di arrivare di là della Manica, il vulcanico Nicolas cerca dunque un ruolo da protagonista: «La crisi finanziaria - ha detto il Presidente francese in un discorso ieri - è troppo grave perché ci si possa permettere di fare un vertice per niente». Una posizione che riprende quella tenuta, a porte chiuse, a margine di una riunione del Governo di Parigi la settimana scorsa, quando Sarkò avrebbe minacciato, secondo quanto riferito da un collaboratore rimasto anonimo, di «alzarsi e andarsene». Nel mirino, oltre a una regolamentazione più stretta sulla finanza, ci sono i paradisi fiscali: il Presidente francese vorrebbe usare proprio questi due temi, che dividono i Paesi che arriveranno per il vertice di domani, per dare una sferzata al G20. Ma sulla creazione di un unico regolatore internazionale sono pochi, secondo il «Times», i Paesi che concordano: di sicuro sono contrari gli inglesi e anche gli americani sarebbero dubbiosi e spingerebbero verso un compromesso cercando un coordinamento fra gli organi di controllo nazionali. Difficilmente Sarkozy lascerà davvero il vertice, ma di certo sono in molti a premere perché da Londra si esca con delle posizioni decise: Austria, Lussemburgo e Belgio, ma anche Liechtenstein e Svizzera, dovranno mantenere gli impegni presi sull'ammorbidimento del segreto bancario e «anche se non determinerà la fine della crisi, il G20 deve marcare un punto di svolta», come ha detto il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Unicredit congela le rate per le Pmi in Cig (sezione: crisi)

( da "Arena, L'" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 01 Aprile 2009 ECONOMIA Pagina 31 CREDITO. Iniziativa della banca corporate per aiutare le aziende a uscire dalla crisi Unicredit congela le rate per le Pmi in Cig VERONA Da UniCredit ossigeno alle piccole e medie imprese che accedono alla cassa integrazione ordinaria. Dopo i 7 miliardi di euro di crediti messi a disposizione delle piccole e medie imprese dalle banche del gruppo (di cui 4 messi a disposizione da Unicredit Corporate Banking e 3 dalle banche retail del gruppo) nell'ambito del progetto «Impresa Italia», destinati a finanziamenti con garanzie dei Confidi attualmente in elaborazione, si legge in una nota dell'istituto, arriva il congelamento delle rate per le imprese in temporanea difficoltà a causa della crisi. E nell'ambito di «Impresa Italia» ieri è stata stipulata a Catania una convenzione tra Banco di Sicilia (Unicredit Group) e Apifidi Sicilia. UniCredit corprate che ha la sede a Verona, ha strutturato, a favore delle imprese clienti con fatturati annui a livello di gruppo inferiori a 50 milioni che siano state costrette a ricorrere alla Cassa integrazione guadagni ordinaria, un meccanismo di congelamento, per un massimo di 12 mesi, delle rate relative a finanziamenti a termine o a mutui. Il sistema prevede che le rate, per un ammontare massimo di 500mila euro in linea capitale, vengano posticipate in coda al piano d'ammortamento, senza alcun onere per l'impresa se non le spese notarili nel caso si tratti di un mutuo ipotecario. In coerenza con la natura congiunturale dell'iniziativa, ribadisce il comunicato dell'istituto, la possibilità di accedere a questa misura è riservata alle imprese clienti di Unicredit che si trovino in difficoltà temporanea in conseguenza della crisi finanziaria e quindi abbiano attivato, o attivino, nel corso del 2009, la procedura per la cassa integrazione guadagni ordinaria. «Con questo ulteriore impegno», ha sottolineato Gianni Coriani, direttore generale Unicredit Corporate Banking «completiamo il quadro degli interventi che il nostro gruppo ha voluto rendere operativi con l'obiettivo di fornire risposte utili sia per limitare gli effetti della crisi che per creare le condizioni per una più rapida uscita. La logica di questa iniziativa», ha precisato Coriani, «è di contribuire concretamente al rapido superamento delle difficoltà, garantendo alle piccole e medie imprese la tranquillità necessaria a pianificare la pronta ripresa dell'attività e a intraprendere un nuovo ciclo di crescita».  

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Il Banco Popolare è alla svolta (sezione: crisi)

( da "Arena, L'" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 01 Aprile 2009 ECONOMIA Pagina 32 L'INTERVISTA. Il presidente Carlo Fratta Pasini: l'operazione trasparenza fatta dal consigliere delegato Pier Francesco Saviotti ha convinto il mercato «Il Banco Popolare è alla svolta» «La Borsa torna a riconoscere qualche fondamentale.I mesi difficili pensando alla mia Verona e a come tornare forti» Dalla notte all'alba. Dalla tempesta verso l'approdo. Per il Banco Popolare (come d'altra parte per l'intero sistema bancario italiano ed internazionale) sono stati mesi di inquietudini, timori e grandi difficoltà. Poi l'arrivo del nuovo consigliere delegato Pier Francesco Saviotti e il concretizzarsi dell'«operazione trasparenza» al gruppo guidato dal presidente Carlo Fratta Pasini. Ma ancora sino a un mese fa, con il titolo che in Borsa pareva sull'ottovolante, si rincorrevano voci più disparate: possibili grandi operazioni, aggregazioni e quant'altro. Il titolo in Borsa nelle ultime sedute ha mostrato segnali di ripresa decisa con recuperi sensibili delle quotazioni che sono risalite dal minimo del 9 marzo di meno di 1,9 euro a oltre tre euro e mezzo, sia pure con andamenti altalenanti; ieri il Banco in Piazza Affari ha chiuso con un +12,16% a 3,46 euro. [FIRMA]Oggi, presentato il bilancio e con le azioni che salgono, sembra davvero un altro mondo. Non è vero, presidente Fratta Pasini? «È vero, il mercato sta riconoscendo la serietà e la forza della nostra reazione e della volontà di svolta rispetto al passato. Con questo bilancio gli analisti hanno compreso che il Banco, anche in una situazione di crisi come l'attuale, non ha timore della "verità" ed è pronto a ripartire per una nuova stagione di migliore servizio ai suoi territori». Sorride il presidente del Banco, ma nei suoi occhi traspare la sofferenza di questi mesi unita ad una forte determinazione. Cosa ci dobbiamo attendere? «Ora anche la Borsa ci sta restituendo appena un po' di quanto ci ha tolto e torna a riconoscere qualche fondamentale dimenticato: il patrimonio a posto, l'assenza nel nostro portafoglio di subprime o titoli tossici, le banche del territorio che continuano a portare risultati positivi. Oggi i clienti ed i soci nelle varie piazze manifestano, anche attraverso ben comprensibili critiche, il loro attaccamento al Banco Popolare». Resta comunque il bilancio in rosso, il mancato dividendo ed una quotazione che non può soddisfare... «È vero, non ci sono motivi di soddisfazione e quanto a quelli di consolazione occorre riconoscere che il contesto generale, i risultati delle altre banche e l'andamento degli altri titoli bancari, spiegano gran parte, ma non tutta la caduta del nostro titolo». Ma ora un taglio netto con le vicende del passato. «Sì, la soluzione della vicenda Italease e la pulizia del portafoglio crediti dell'ex Bpi costruito all'epoca Fiorani. Due problemi con cui dovevamo fare i conti fino in fondo perché, come ha ripetuto il dottor Saviotti, sono fardelli onerosi ma sostenibili per il Banco. Mi ha detto un nostro ex capoarea l'altro giorno: "Presidente, l'è una bella "pontara!". Però lavorando tanto e insieme, potremo valicarla anche prima di quanto oggi è prevedibile». Un bilancio comunque a due facce. «Sì, perché dimostra come senza componenti straordinarie e rettifiche di valore l'utile sarebbe stato di 433 milioni, non lontano da quello dichiarato da analoghe realtà. Ma, lo ripeto, le rettifiche ci sono ed andavano fatte anche se comportano sacrifici per tutti». Sì, però ora dopo l'operazione pulizia ci si attende anche il rilancio. «Lo ha detto lo stesso Saviotti, dopo la pulizia la crescita sarà favorita. Anche grazie ai Tremonti Bond abbiamo una base solida su cui poggiare per ripartire. Noi, da soli, senza aggregazioni, senza derogare dal nostro modello di banca popolare. La crisi economica non è finita, ma il consigliere delegato la sta affrontando con una visione chiara di ciò che è necessario fare. Oltre al momento della verità e della responsabilità, è venuto anche il momento della fiducia, senza la quale non si fa né banca né impresa. Cerchiamo e chiediamo la fiducia ed il sostegno delle nostre città, Verona in testa». Anche perchè dai mutui per i veronesi al sostegno all'impresa, il Banco per Verona è sempre stato qualcosa di più di un istituto di credito... «Lo so bene e non smetto mai di pensare alle nostre responsabilità nei confronti dei moltissimi veronesi che hanno investito quote rilevanti dei loro risparmi nelle azioni della Banca, ed anche nei confronti dei veronesi che verranno. Sono veronese, amo la mia città, ho sempre pensato al nostro istituto come uno dei tasselli su cui si gioca lo sviluppo del nostro comprensorio. Si può immaginare i miei pensieri e sentimenti in questi mesi. Ma proprio da Verona riparte la nostra strada. Qui c'è la Banca del territorio più forte, la Popolare di Verona, qui c'è la sede della Capogruppo, qui si gioca la possibilità di continuare una storia straordinaria di crescita e di sviluppo che dura da più di 140 anni». Dunque ha percepito lo smarrimento di tanti veronesi. «Certamente, in molti mi hanno scritto e parlato, qualcuno si è anche "sfogato". Non mi sono mai sottratto al confronto, ho compreso cose che dall'interno non erano percepibili, ho cercato di rispondere a tutti. Ed oggi dico, con ancora più forza, di avere fiducia. In piena sintonia con le Istituzioni, tutto il Banco è impegnato nel creare le condizioni migliori possibili perché si possa operare con rapidità ed efficacia. Il dottor Saviotti ha già preso saldamente in mano le redini della Banca e la sta conducendo, in accordo con gli organi sociali, attraverso la crisi finanziaria ed economica, sulla strada della riduzione del rischio, del rigore e della concreta operosità». Stanno nascendo alcune associazioni dei soci su piazza, che ne pensa? «Si tratta di un fenomeno fisiologico che ormai si riscontra pressoché in tutte le società cooperative quotate, e che va nel senso auspicato dalla normativa e dalle Autorità di Vigilanza, per favorire le minoranze ed evitare derive autoreferenziali». Intanto però si avvicina una assemblea non certo facile... «Spiegheremo i nostri conti e i nostri piani. Parleremo chiaramente non solo del passato ma del presente e del futuro. La banca ha sempre contribuito alla crescita dell'economia veronese, ha aiutato a perseguire i progetti di famiglie, artigiani, piccole e medie imprese, con una attenzione particolare anche alla cultura e al sociale. È un ruolo a cui non conviene abdicare solo perché è divenuto più difficile. Il nostro personale è all'altezza di questa sfida, e può farcela con la collaborazione e lo stimolo dei nostri pensionati, dei clienti, dei soci». Il 2009 che cosa porterà a soci del Banco? «Dovrà portare una maggiore attenzione alle loro esigenze ed un migliore servizio. Sul fronte economico finanziario, pur in un contesto difficilissimo, confidiamo in risultati positivi per la Banca e per gli azionisti».  

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Obama a Londra per il G20 Sarkozy: decisioni o lascio (sezione: crisi)

( da "Unita, L'" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Obama a Londra per il G20 Sarkozy: decisioni o lascio GIANNI MARSILLI Il benvenuto al G20 l'ha dato l'Ocse con il suo rapporto pubblicato ieri: recessione del 4,3% nei 30 Paesi più sviluppati e disoccupazione al 10% nella zona euro. Vuol dire che domani all'ExCeL Centre, nella vecchia zona dei docks di Londra, i 20 capi di Stato e di governo che vi si riuniranno avranno l'obbligo di evitare parole generiche, ipocrite sintonie. Rappresentano l'85% del prodotto lordo mondiale, l'80% del commercio, il 64% della popolazione del pianeta: vietato fallire. Protagonista sarà Obama, che è sbarcato ieri sera con Michelle. Ma di altrettante per quanto meno mediatiche attenzioni sarà circondato il premier cinese Hu Jintao, al quale l'Ocse riconosce i primi segnali di ripresa dal ko della crisi: in Cina da 3 mesi i consumi risalgono, la produzione industriale riparte, le previsioni di crescita per il 2009 indicano un incoraggiante +6,3. LE MINACCE FRANCESI «Dovrà essere un G20 politico, non tecnico», ha tuonato alla vigilia Nicolas Sarkozy, il cui Paese è in preoccupante ebollizione sociale. Ha minacciato di lasciare il vertice in assenza di decisioni: «Meglio un fallimento di un compromesso al ribasso». Esige quantomeno «l'eradicazione» dei paradisi fiscali, il segnale più netto della «moralizzazione del capitalismo» da lui propugnata. Angela Merkel è d'accordo, e alla fin fine, se di questo si tratta, anche Gordon Brown ha dato il suo assenso. Quanto a Obama, la sua amministrazione è apparsa in questi ultimi giorni molto meno distratta sul tema delle «nuove regole» da imporre ai mercati finanziari, pur mantenendo le imponenti misure pubbliche per la crescita come asse principale. Ma il suo primo impegno londinese sarà oggi ai margini del G20. Vedrà Medvedev, e soprattutto Hu Jintao, a conferma del nuovo nomignolo affibbiato all'illustre consesso: G2, Usa e Cina, e gli altri diciotto a contorno. Quanto all'Europa, è desolatamente plurima e sparpagliata, priva di un presidente e di una linea comune. Conterà, come sempre, il trio di testa: Berlino, Londra, Parigi. La bozza di comunicato finale parla di misure globali in grado di recuperare due punti di crescita e creare 20 milioni di posti di lavoro. Sarà possibile se europei, cinesi e americani troveranno il massimo grado possibile di armonizzazione degli interventi. Il G20 dovrebbe anche raddoppiare i capitali del Fmi, portandoli a 500 miliardi di dollari, e facendone la prima sentinella dei disequilibri macroeconomici del pianeta. Tutti sperano molto dal G20: Obama per superare in tromba il suo esordio internazionale, Gordon Brown per recuperare un po' di popolarità in vista delle elezioni, Sarkozy per evitare fiammate rivoluzionarie in casa sua e per una volta anche gli anonimi spettatori dell'intero pianeta, di solito indifferenti a simili consessi. Questo G20, molto più dei precedenti, porta in sé il germe di una governance mondiale. Sprecare l'occasione darebbe un pericoloso segnale di sfiducia. Dal G20 di Londra ci si attende la ricetta per uscire dal tunnel della recessione globale. Ma l'esito dell'attesissimo summit è quanto mai incerto. Sprecare l'occasione darebbe un pericoloso segnale di sfiducia.

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l'argentina tradisce il dollaro accordo valutario con la cina - federico rampini (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 28 - Economia L´Argentina tradisce il dollaro accordo valutario con la Cina Swap da 70 miliardi di yuan per il commercio tra i due paesi Il rilancio del Fmi in agenda al G20 diventerà oggetto di negoziato tra i cinesi e il mondo FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente pechino - L´Argentina volta le spalle al dollaro per entrare nella «zona yuan»? Non è fantapolitica, è la lettura che i mercati finanziari hanno dato ieri di un accordo clamoroso. In gergo tecnico si chiama currency swap: è un´intesa bilaterale fra le due banche centrali di Pechino e Buenos Aires per i regolamenti valutari dell´interscambio tra le due nazioni. In partenza l´accordo-swap vale 70 miliardi di yuan (la valuta cinese) ma potrà essere aumentato a seconda della crescita dell´import-export bilaterale. La novità storica è che le transazioni commerciali tra i due paesi potranno essere regolate in valuta cinese, anziché in dollari Usa come accadeva. Il cambiamento ha una portata notevole: è un altro pezzo della leadership mondiale del dollaro che se ne va, sgretolato sotto la paziente ma implacabile offensiva cinese. E stavolta la penetrazione avviene addirittura nel «cortile di casa» degli Stati Uniti, quell´America latina dove fino a un´epoca recente l´influenza economico-finanziaria di Washington era dominante. L´accordo firmato con l´Argentina è l´ultimo episodio nell´escalation di mosse con cui la Cina alza il suo profilo nella governance globale. La recessione internazionale diventa per Pechino un´opportunità: accelera i tempi del declino dell´Occidente e quindi dell´assunzione di un ruolo più importante della Repubblica Popolare. Appena una settimana fa il governatore della banca centrale di Pechino ha fatto scalpore chiedendo che al G20 sia messo in agenda proprio il superamento del dollaro come moneta universale. Il governatore Zhou Xiaochuan ha proposto che nelle riserve ufficiali delle banche centrali e nei pagamenti internazionali subentrino gradualmente i "Diritti speciali di prelievo", una moneta-paniere (composta da dollaro, euro, yen e sterlina) oggi usata come unità di conto dal Fmi. Zhou ha motivato la proposta con la necessità di stabilizzare l´economia globale, sottraendola agli choc provocati dal dollaro. La moneta americana oggi è la più usata dalle banche centrali e nel commercio mondiale (anche di materie prime), ma è condannata a riflettere le fragilità dell´economia Usa e del suo deficit. La proposta cinese è stata accolta in Occidente come un ballon d´essai, non concretamente praticabile nel breve. Intanto però Pechino procede su altri tavoli per dimostrare che la leadership del dollaro non può durare all´infinito. L´accordo con l´Argentina tuttavia non è una novità assoluta. Simili scambi valutari per sostituire lo yuan al dollaro nell´interscambio con la Cina sono stati firmati da dicembre a oggi con Corea del Sud, Bielorussia, Indonesia, Malesia, e con la piazza di Hong Kong (fatto significativo, perché malgrado il ritorno sotto la Repubblica Popolare dal 1997, Hong Kong ha conservato la propria valuta, agganciata al dollaro Usa). In soli tre mesi dunque Pechino ha sfoderato una formidabile capacità di seduzione a scapito del dollaro. Gli accordi-swap che promuovono l´uso dello yuan nel commercio mondiale sono un «cavallo di Troia» per indebolire la supremazia valutaria americana: i leader cinesi fanno leva sul ruolo di partner commerciale per accompagnare alla penetrazione dell´export quella della loro moneta. La nuova grinta esibita da Pechino sarà messa alla prova giovedì al G20. Uno dei test riguarderà il ruolo del Fondo monetario, istituzione che sembrava condannata a un declino inesorabile mentre è tornata di colpo in primo piano per effetto della recessione. Di fronte al rischio di bancarotta che ha colpito una schiera di Stati sovrani (dall´Islanda alla Romania), il Fmi è l´unica istituzione addestrata a intervenire velocemente con aiuti finanziari alle nazioni in difficoltà. L´Amministrazione Obama ha riscoperto l´utilità del Fondo: di fronte a un´Europa che rifiuta di varare manovre di spesa pubblica più sostanziose, gli aiuti del Fmi ai paesi emergenti possono essere una scorciatoia per sostenere la loro domanda, quindi la crescita mondiale. Ma anni di marginalità hanno dissanguato le casse del Fondo. Il segretario al Tesoro Usa, Tim Geithner, ha proposto una ricapitalizzazione di 500 miliardi di dollari. Stati Uniti, Europa e Giappone al massimo riusciranno a offrire 300 miliardi. Per andare oltre tutti guardano alla Cina. Che però è determinata a negoziare duramente il proprio aiuto finanziario. In seno al Fmi l´influenza europea e americana è condannata a diminuire per fare spazio al nuovo azionista-Cina, deciso a pesare quanto la propria economia.

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alstom punta sulla russia e si allea con tmh (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 29 - Economia Alstom punta sulla Russia e si allea con Tmh Prevedere una vigilanza macroprudenziale da attribuire alla Bce è la strada giusta per eliminare una delle cause della crisi finanziaria internazionale Alstom scommette sulla Russia, la sua estensione, le sue lunghissime linee ferroviarie: il gruppo francese ha annunciato ieri di aver preso una partecipazione del 25% più un´azione nella Transmashholding (Tmh), il principale fabbricante russo di materiale ferroviario. Il prezzo non è stato svelato, ma Alstom ha già versato un anticipo di 57 milioni, il resto sarà in funzione dei risultati dei prossimi anni. Per i francesi si tratta di entrare in forze sul principale mercato ferroviario europeo: 85 mila chilometri di binari, un miliardo e 300 milioni di passeggeri, 1,3 miliardi di tonnellate trasportate. E Tmh non riesce a star dietro alla domanda e a coprire il fabbisogno nazionale di locomotive. Le due società creeranno una joint venture per fabbricare prodotti adatti al mercato russo e a quello dei paesi satelliti. Nel 2008 Alstom controllava il 23% del mercato mondiale della costruzione ferroviaria dietro la canadese Bombardier (33%) e davanti alla tedesca Siemens (18%). Giampiero Martinotti [casse a rischio] Quando Zapatero definiva il sistema finanziario spagnolo "il più solido del mondo", probabilmente non si riferiva alle casse di risparmio. Dopo il salvataggio a sorpresa di Caja Castilla La Mancha deciso dal Banco di Spagna domenica scorsa per evitarne il rischio di bancarotta, nuove nubi si addensano sul settore. Il timore che la mancanza di liquidità possa mettere in ginocchio altre casse di risparmio fa dire al governatore Miguel Angel FernÁndez Ordonez che, "se la crisi internazionale si prolunga, sicuramente sarà necessario ristrutturare alcune entità medie e piccole". E l´economista capo dell´Ocse, Klaus Schmidt-Hebbel, definisce le casse spagnole "un settore a rischio", soprattutto per la loro esposizione ai crediti immobiliari. Alessandro Oppes

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accordo tra la chiesa e le banche per aiutare i più poveri (sezione: crisi)

( da "Mattino di Padova, Il" del 01-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La)

Argomenti: Crisi

Pagina 4 - Attualità Accordo tra la Chiesa e le banche per aiutare i più poveri Siglata l'intesa Cei-Abi per l'erogazione di prestiti a tasso agevolato alle famiglie CITTà DEL VATICANO. Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno aperti appositi conti correnti. La Cei conta così di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 mila euro, che l'Associazione bancaria italiana, sentiti i propri aderenti, si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 mila euro. Potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purchè residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito, sarà erogato nella misura di 500 euro mensili per un massimo di un anno, è prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche incasseranno gli interessi concordati.

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L'edilizia annaspa, nella locomotiva del terziario alcuni servizi rischiano la scomparsa e i... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 01 Aprile 2009 Chiudi di FEDERICA GIALLORETO L'edilizia annaspa, nella locomotiva del terziario alcuni servizi rischiano la scomparsa e il tessuto delle piccole e medie imprese vacilla. Adesso ancor di più che la stretta creditizia colpisce al cuore del sistema produttivo. Contro gli effetti devastanti della crisi è necessario alzare un argine. Ecco spiegato il senso del documento che la Camera di commercio ha inviato agli enti pubblici perché adottino un percorso virtuoso, che, almeno in teoria, conduce alla salvezza. E allora diventa prioritario il pagamento delle fatture ai creditori entro 30 giorni per rimettere in circolo il denaro e riavviare l'economia. Assume importanza riesaminare l'effettiva incidenza del patto di stabilità degli enti locali sugli investimenti pubblici perché molti Comuni hanno in corso progetti infrastrutturali in grado di far ripartire l'occupazione e i consumi. E diventa altresì fondamentale rilasciare autorizzazioni, concessioni e licenze per l'attività d'impresa in tempi brevi. E' un'altra voce che si aggiunge a quella degli industriali, che le scorse settimane hanno indicato le loro ricette anticrisi. «Per avere un'autorizzazione non ci possono volere anni - dice il presidente della Camera di commercio Ezio Ardizzi -, dopo due mesi dovrebbe scattare il silenzio-assenso». Per favorire le imprese subito, secondo il documento approvato dalla giunta camerale bisogna snellire l'attività amministrativa e modernizzare la struttura pubblica. Stop alla burocrazia, il male eterno dell'economia locale e nazionale. «Il governo - prosegue Ardizzi - deve darci la possibilità di attivare lo sportello unico per le attività produttive che, di fatto, per la stragrande maggioranza dei Comuni non è attivo». E poi c'è il ruolo delle banche che non amano più puntare sull'economia locale, già travolta dagli effetti della crisi finanziaria che ha colpito maggiormente le imprese più che il sistema bancario e creditizio. La Camera di commercio raccoglie l'appello di Confindustria per ciò che concerne la valorizzazione dei consorzi fidi e l'opportunità di ampliare il rapporto con le banche, per aumentarne l'operatività nel settore delle garanzie delle imprese. «Le cooperative fidi - spiega il presidente - hanno un'elasticità di bilancio maggiore rispetto alle banche, che può aiutare le imprese, ma devono rimanere piccole coop perché la loro forza sta nella perfetta conoscenza delle imprese che consente una serenità di giudizio che altrimenti sarebbe compromessa». Dopo il grido di allarme e la ricetta anti-crisi, la Camera di commercio punta ora a creare un osservatorio con associazioni, enti pubblici e prefettura per il controllo dell'andamento del credito alle piccole imprese, e «per mettere alla berlina quegli enti non sensibili ai problemi delle pmi e aumentare il livello di attenzione sul problema economia», aggiunge Ardizzi. L'ente inoltre, per favorire l'internazionalizzazione delle imprese anche in mercati nuovi, ha aperto di recente le porte al Cile che nel 2008 ha incrementato il Pil del 15 per cento.

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chiesa, prestiti ai più poveri (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 4 - Attualità Chiesa, prestiti ai più poveri Accordo tra la Cei e le banche per aiutare le famiglie bisognose Sarà istituito un fondo di garanzia, escluse le coppie di fatto CITTA' DEL VATICANO. Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. Si tratta di più, insomma, di una semplice elemosina e, anche se a beneficiarne direttamente potrebbero essere non più di 20-30 mila famiglie, l'idea potrebbe rappresentare un "ballon d'essai" per altre soluzioni inedite che potrebbero essere messe allo studio. Per la Cei - ha spiegato ieri il segretario della Cei, mons. Mariano Crociata illustrando gli esiti dell'ultima riunione del consiglio permanente dei vescovi italiani - è soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva carità». I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma la Cei - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno aperti appositi conti correnti. La Cei conta così di raccogliere almeno 30 milioni di euro, che l'Associazione bancaria italiana si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei (e fissati dopo attenti studi demoscopici) prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 milioni di euro. «Accedervi sarà molto semplice», ha spiegato Crociata, a patto di rientrare nei requisiti fissati: potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse dunque le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purchè residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas, che provvederanno a dare indicazioni per ottenere il prestito, che sarà erogato nella misura di 500 euro mensili (il possibile corrispettivo di un mutuo casa, per esempio) per un massimo di un anno, prorogabile se la famiglia non ha ancora trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo. Le banche incasseranno gli interessi concordati.

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Fiducia, la missione possibile dei leader (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-04-01 - pag: 1 autore: IL SUMMIT DI LONDRA Fiducia, la missione possibile dei leader di Alberto Alesina L e ultime tre settimane sono state forse le migliori, da quando è iniziata la recessione, per l'economia americana. Il mercato azionario è salito di quasi il 20% dal minimo del 9 marzo, vi è stato poi un contraccolpo per la crisi dell'auto ma non un crollo, e ieri gli indici sono tornati a salire; si respira a Wall Street un senso di sottovalutazione di molti titoli azionari, quindi di buone opportunità d'acquisto; il numero di persone che ha chiesto sussidi di disoccupazione è sceso nelle ultime settimane, mentre la fiducia dei consumatori Usa è risalita (seppur di poco), Bank of America ha annunciato di voler cominciare a rimborsare i contributi ricevuti dal Tesoro. Rimane comunque un momento molto delicato per l'economia mondiale (come testimoniano le nuove stime molto negative dell'Ocse): questi segnali potrebbero essere solo una pausa della crisi non finita oppure (speriamo) l'inizio di un cambiamento di rotta. Proprio per questo i leader del G-20 che si incontrano domani a Londra si dovranno muovere con decisione, prontezza ma anche delicatezza per contribuire a rafforzare questi deboli segnali positivi. Il G-20 dovrebbe fare tre cose. La prima è riformare le istituzioni che regolano e controllano i mercati finanziari, cominciando con l'eliminare la frammentazione degli organi di supervisione. Negli Stati Uniti il segretario del Tesoro Tim Geithner ha proposto proprio questo. è anche importante, per gli Usa, rafforzare la vigilanza sui vigilanti, ovvero assicurarsi che il regolatore non diventi ostaggio della politica e dell'industria finanziaria che deve regolare. Ci sono troppi conflitti d'interesse tra i manager di Wall Street e le autorità di controllo. In Europa sarebbe opportuno delegare la supervisione dei mercati finanziari alla Banca centrale europea, proprio per evitare la segmentazione delle regolamentazioni nazionali e avere una visione d'insieme. Ai regolatori dovrebbe esser dato il mandato di aumentare la quota di capitale obbligatoria per quelle istituzioni ( banche ed hedge funds) che assumono posizioni molto rischiose, naturalmente evitando di ostacolare il credito imponendo vincoli così alti da impedire il flusso di fondi all'economia. Continua u pagina 4 l'articolo prosegue in altra pagina

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Marcegaglia: fare di tutto per i crediti alle imprese (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 2 autore: Marcegaglia: fare di tutto per i crediti alle imprese Nicoletta Picchio ROMA Nella seconda metà del 2009 potrebbero arrivare i primi segnali positivi, nel 2010 il prodotto interno lordo italiano dovrebbe aumentare dello 0,8 per cento. «Non parliamo di ripresa, ma di un leggero miglioramento della congiuntura ».Emma Marcegaglia ha appena visto i dati dell'Ocse sull'economia mondiale: difficile in questa fase fare previsioni. E comunque alla crisi bisogna reagire con le mosse giuste. La presidente di Confindustria traccia alcune priorità: guai se ci fosse una chiusura dei mercati. E lancia un messaggio in vista del G-20 di Londra: «Deve arrivare un no forte al protezionismo». Nell'ultima riunione, nell'autunno del 2008, a Washington, non c'è stata secondo la Marcegaglia una presa di posizione adeguata su questo tema e ora gli aiuti pubblici alle banche rischiano di creare un protezionismo finanziario: gli istituti di credito che ricevono denaro sono portati a finanziare imprese del proprio Paese. «Ma i limiti al mercato portano una riduzione della crescita e sono da combattere». Così come non serve l'astio nei confronti delle banche: il premier britannico, Gordon Brown, come il presidente americano Obama, ha giustificato la rabbia contro i manager del credito che hanno innescato la crisi. La Marcegaglia smussa: «Con la rabbia non si fa nulla, serve il dialogo per far arrivare il credito alle imprese. Noi abbiamo sostenuto i Tremonti bond e l'aumento del Fondo di garanzia. Ben venga anche il piano casa, per rilanciare l'edilizia. Ma si decida in fretta». Contro la crisi serve una «risposta globale», quando finirà «ci sarà uno scenario diverso, si farà un uso diverso della leva finanziaria, ci saranno fusioni e acquisizioni. Dovremo ragionare su come porci in un mondo che cambia». Con queste premesse, la Marcegaglia guarda al futuro e allo sforzo che il mondo imprenditoriale deve fare per individuare i nuovi driver della crescita. Non ci sarà più il forte indebitamento delle famiglie americane, per lo meno come è stato in passato: «Il risparmio delle famiglie Usa ora sta aumentando », anche il ruolo della Cina, che in questi anni ha prodotto merce a bassissimo costo, invadendo i mercati, cambierà. I driver della crescita saranno diversi.E la Marcegaglia li individua innanzitutto nelle nuove tecnologie legate all'ambiente e al risparmio energetico. «L'apertura di Obama su questi argomenti è molto rilevante, fanno ben sperare in vista del vertice sul clima che ci sarà a fine anno a Copenaghen ». Per l'industria italiana si può trasformare in una nuova frontiera: «Le tecnologie innovative possono dare una spinta anche ai beni durevoli, dall'auto ai frigoriferi». Altro driver, i nuovi mercati, dall'Est al Mediterraneo. L'area del Maghreb sta continuano a crescere a ritmi attorno al 4-5%, c'è spazio in settori come le infra-strutture, l'acqua,i beni di consumo, l'energia, con l'Italia che può diventare un hub per il gas. L'occasione per riparlare dei rapporti economici con il Mediterraneo è stata la presentazione della rivista Medidea Review, edita dall'omonima Fondazione di cui è presidente il senatore del Pdl, Giuseppe Pisanu. Accanto a Pisanu e alla Marcegaglia, anche l'imprenditore e finanziere Tarak Ben Ammar, impegnato nell'incentivare i rapporti economici tra le due sponde del Mediterraneo e che ha appena lanciato una televisione, Nessma Tv, insieme a Mediaset, per diffondere la cultura occidentale nei Paesi del Nord Africa. I dati dell'interscambio sono consistenti: il Maghreb rappresenta l'11% dell'export italiano e nell'area ci sono 90milioni di abitanti. Nel 2009 la Libia crescerà dell8%, del 6% l'Egitto, del 3% la Turchia. Ieri, in Confindustria, alla presentazione della Guida Paese Siria, l'incaricato per gli Affari dell'ambasciata siriana a Roma Souha Jamali ha anunciato che nei prossimi 10 anni la Siria dovrà investire dai 45 ai 50 miliardi di dollari in infrastrutture. Proprio per stimolare i collegamenti, a fine ottobre a Roma si terrà il secondo appuntamento del Forum del Mediterraneo, mentre il 21 aprile arriverano a Milano imprenditori israeliani come follow up della missione a Tel Aviv di novembre scorso. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE AZIENDE «Non serve l'astio verso i banchieri» «Dal G-20 ci attendiamo misure contro il protezionismo»

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Ocse: Pil italiano giù del 4,3% (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 2 autore: Ocse: Pil italiano giù del 4,3% Debito al 127,2% nel 2010, adeguate le misure varate dal Governo Vittorio Da Rold L'economia mondiale è «nel mezzo della più profonda e sincronizzata recessione» dal dopoguerra, causata dalla crisi finanziaria globale e aggravata dal collasso del commercio mondiale (-13,2% quest'anno). In questo quadro a tinte fosche la crisi in Italia, secondo l'Ocse nell'Interim Outlook, porterà il Pil nel 2009 ad una flessione del 4,3% e -0,4% in 2010 (in linea con il -4,3% stimato nel 2009 per l'area Ocse, contro un calo medio del 4,1% dell'area Euro) a causa del calo degli investimenti, della contrazione del mercato delle esportazioni e dell'incertezza che frena la spesa dei consumatori. Parafrasando Woody Allen: se il mondo va male anche l'Italia, ovviamente, non si sente tanto bene. A riprova che la situazione si sia aggravata gli studiosi dell'Organizzazione internazionale basata a Parigi prevedono anche una contrazione del Pil mondiale del 2,7% quest'anno, seguito da +1,2% nel 2010. Per i Paesi dell'area Ocse invece la prognosi punta a -4,3% nel 2009 e -0,1% l'anno prossimo, con i primi accenni di una debole ma pur sempre ripresa nel primo semestre 2010. Come sempre avviene in questi casi se cala la stima di crescita peggiorano a catena gli altri indicatori macro: così l'Italia vedrà aumentare nel 2009 il rapporto deficit/ Pil al 5%, che salirà al 6% nell'anno successivo. L'aumento, secondo l'Organizzazione, non è però dovuto alle misure prese per estendere gli ammortizzatori sociali e per supportare le famiglie a basso reddito previste dai provvedimenti anti crisi, perché queste hanno un impatto di bilancio «pari a zero» in quanto compensati da tagli in altre voci di spesa. Insomma il Governo italiano si è mosso con la giusta cautela determinata dal debito elevato che è stimato al 127,2% del Pil nel 2010 (da 113,1% del 2008), il secondo al mondo dopo il Giappone. Commentando le misure prese da Roma per fronteggiare la crisi,l'Ocse rileva che la preoccupazione del Governo è stata quella di migliorare la credibilità del mercato dei titoli di Stato, perché deve rifinanziare circa 300 miliardi di euro di debito pubblico in scadenza quest'anno». «L'Italia non è inclusa tra i Paesi a cui raccomandiamo uno stimolo fiscale.Condividiamo l'opinione del Governo italiano secondo cui non c'è lo spazio», ha affermato il capo-economista dell'Ocse, Klaus Schmidt-Hebbel. Solo se la recessione dovesse aggravarsi di molto, si potrebbe pensare a un ulteriore stimolo, ma «come ultimissima risorsa». Per l'Ocse il tasso di disoccupazione nel 2009 passerà dal 6,8 al 9,2% per arrivare al 10,7% nel 2010. Secondo l'Organizzazione, inoltre, «ci sono limiti alle misure fiscali» dell'Italia, e «con un alto debito pubblico e un mercato» dei titoli di stato nervoso «non molto di più può essere fatto». A giudizio dell'Ocse, quindi, il governo avrà bisogno di focalizzarsi sulle misure volte al consolidamento del bilancio nel lungo termine, «come ad esempio accelerare o migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione». Esattamente ciò di cui ha parlato, raccogliendo gli applausi più calorosi, il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta al congresso costitutivo del nuovo partito del Popolo della Libertà a Roma nei giorni scorsi. Un impegno riformatore che vede l'Ocse a fianco del Governo italiano per dare efficienza alla macchina dello Stato in un momento di maggiore necessità di solidarietà sociale. Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, a margine della riunione ministeriale del Comitato delle Politiche di sviluppo territoriale svoltasi ieri a Parigi proprio all'Organizzazione internazionale ha voluto commentare a caldo le previsioni: «Stima negativa quella dell'Ocse ma in linea con gli altri Paesi più sviluppati del mondo. Meglio di altri, della Germania per esempio, che è a -5 per cento». «In una situazione italiana di partenza peggiore degli altri, il che vuol dire che stiamo tutti male, ma noi un po' meno degli altri, ci auguriamo che gli interventi del Governo degli ultimi mesi possano ridare fiducia, far riprendere i consumi per vedere già in autunno una ripresa nel nostro Paese », ha concluso Scajola. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCAJOLA «Stime in linea con quelle degli altri Paesi e migliori rispetto a chi fa-5% come la Germania. Forse in autunno l'avvio della ripresa»

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Fiducia, la missione possibile (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 4 autore: DALLA PRIMA Fiducia, la missione possibile Inoltre, tra le agenzie di rating dovrebbe svilupparsi una maggiore concorrenza, e non dovrebbero più essere pagate dagli stessi che si fanno valutare. C'e poi il problema delle istituzioni "troppo grandi per fallire", come si ripete. Forse ci si dovrebbe anche cominciare a chiedere se certe istituzioni finanziarie non siano o non fossero sem-plicemente troppo grandi, indipendentemente dall'eventualità di un loro fallimento. Ciò non significa impedire fusioni che aumentino la pro-duttività, ma premunirsi fin da subito contro il rischio di non far fallire imprese decotte. Quanto alla delicatezza richiesta ai leader, essa deve precludere interventi rozzi che limitino troppo il funzionamento dei mercati stessi e mettano troppi lacci e lacciuoli agli strumenti finanziari. La buona finanza, anche sofisticata, serve. Infine, nel medio periodo le quote azionarie di banche acquistate dal pubblico (così come i titoli tossici) dovranno essere rivendute appena le acque si saranno calmate, al prezzo migliore possibile per i contribuenti, L'esperienza svedese degli anni 90 insegna proprio questo. Insomma, il G-20 deve migliorare il modo in cui i mercati finanziari sono controllati, ma gli operatori finanziari e gli investitori non vanno spaventati proprio ora che la fiducia pare stia timidamente risalendo. Secondo: il G-20 dovrebbe avviare un processo di riforma degli organi che si occupano di gestire l'economia di un mondo integrato. La composizione del G-7, che dovrebbe essere un gruppo ristretto di economie leader, non ha più senso. è il risultato di equilibri politici postbellici ormai obsoleti. Non ha senso che la maggioranza dei G-7 sia composta da Paesi europei (Germania, Francia, Italia, Regno Unito), tutti tranne uno membri dell'area euro. Nell'economia mondiale questi quattro Paesi sono molto meno importanti di molti emergenti, a cominciare da Cina e India. L'area euro dovrebbe aver una sola posizione, (pesante, ovviamente), gli Usa potrebbero rappresentare anche il Canada e si dovrebbe trovare spazio in un summit ristretto anche per alcuni dei principali emergenti. Che senso aveva che il G-7 si occupasse prima della crisi degli squilibri delle bilance dei pagamenti tra Europa, Usa e Asia, se un lato dello squilibrio non era lì a parlarne? La composizione del Financial Stability Forum è anch'essa strana: non è chiaro perché certi Paesi siano rappresentati e altri no. Anche qui un ripensamento si impone. Il Fondo monetario internazionale, che era in cerca di una missione più precisa, forse ne ha trovata una: impegnarsi per controllare che gli squilibri macroeconomici non creino intoppi ai mercati finanziari e sia pronto a intervenire per tempo con una visione anche più globale, cioè al di sopra del tradizionale approccio di "salvataggio" di questo o quel Paese. Terzo: il G-20 dovrebbe sforzarsi di inviare un messaggio il più ottimista possibile a operatori, investitori e consumatori. Questo non significa, ovviamente, inventarsi le buone notizie. Ma vuol dire cercare di cambiare la retorica che troppo spesso abbiamo sentito dai leader internazionali. La retorica del panico, del fallimento del capitalismo, della fine dell'economia liberista, la retorica del paragone con il 1929, il tutto come giustificazione per gettare senza controlli soldi dei contribuenti a destra a manca per evitare il previsto baratro o, ancor peggio, per scagliarsi a testa bassa contro il mercato. è ora di passare dalla retorica del "panico" a un'altra che dica: l'economia reale forse sta segnalando di aver raggiunto il minimo. Forse. Sicuri non lo siamo, il 2009 sarà difficile. Dobbiamo rimanere vigili e continuare con politiche che facilitino la ripresa. Ma non possiamo trascurare le conseguenze di medio periodo sull'inflazione e sull'indebitamento pubblico di politiche dominate dal senso di panico. Dobbiamo passare dalla paura al realismo. Alberto Alesina aalesina@harvard.edu © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Merkel vuole un'Opel europea Serve un investitore privato (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 5 autore: Lo Stato garantirà il suo sostegno ma non entrerà nel capitale Merkel vuole un'Opel europea «Serve un investitore privato» Beda Romano FRANCOFORTE. Dal nostro corrispondente è stato (quasi) un comizio elettorale quello che Angela Merkel ha tenuto ieri a RÜsselsheim, una cittadina dell'Assia meridionale dove ha sede la Opel. A sei mesi da delicatissime elezioni federali, il cancelliere ha promesso il contributo dello Stato alla creazione di una nuova «Opel europea », ma ha evitato di prendere impegni particolari. Da settimane ormai il destino della filiale tedesca di General Motors è incerto, tenuto conto delle enormi difficoltà finanziarie della casa madre. L'ipotesi del fallimento emersa alla fine dell'anno scorso sembra essere stata scartata. Due giorni fa il presidente americano Barack Obama ha dato altri 60 giorni di tempo a Gm per mettere a punto un piano di ristrutturazione. «Useremo questi 60 giorni», ha spiegato ieri la signora Merkel parlando davanti a oltre 3.000 operai della società, per «gettare rapidamente le basi di una Opel europea ». Il cancelliere ha confermato che il Governo federale non intende prendere una partecipazione nella società, ma che è disposto a offrire garanzie pubbliche. GM si è detta pronta a diventare un azionista di minoranza nella filiale tedesca. Il problema è di trovare un nuovo investitore. Molti consulenti sono al lavoro, ma in privato esponenti dell'establishment politico ed economico tedesco spiegano che non vi sono per ora ipotesi concrete anche se Angela Merkel ha ripetuto ieri che Opel ha bisogno di un investitore privato che creda nella società. Peraltro la questione è controversa, ormai terreno di battaglia elettorale. I democristiani della signora Merkel sono pronti a dare garanzie pubbliche, mentre i socialdemocratici del ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier premono perché lo Stato entri nel capitale pur di salvaguardare subito i 26mila posti di lavoro di Opel in Germania. «Abbiamo bisogno di Gm – ha avvertito ieri il cancelliere –,ma anche GM ha bisogno di Opel ». Il problema non è solo finanziario, è anche legale: trovare un giusto equilibrio tra filiale tedesca e casa madre americana (si veda Il Sole/24 Ore di ieri). I brevetti di Opel, tanto per fare un esempio, sono centralizzati negli Stati Uniti. «Siamo pronti a negoziare aspramente» con il Governo americano, ha precisato la signora Merkel. Ieri il cancelliere ha voluto prendere tempo, senza sottoscrivere impegni vincolanti, anzi respingendo gli appelli all'ingresso dello Stato nella società. Da questo punto di vista, la vicenda Opel è un test significativo per la leadership della signora Merkel, criticatanel suo stesso campo per non essere abbastanza decisa nel gestire le conseguenze della crisi. Intanto, tutte le case automobilistiche tedesche stanno soffrendo, chi più chi meno. Porsche, che controlla circa il 50% di Volkswagen, ha annunciato ieri risultati in chiaroscuro per i primi sei mesi dell'anno fiscale 2008-2009. Alla fine di gennaio il debito della società era di 9,0 miliardi di euro dai 3,1 miliardi del luglio dell'anno scorso. Il costruttore tedesco ha più che quadruplicato gli utili nel primo semestre fiscale a 5,5 miliardi di euro grazie ai proventi derivanti dalla quota in Vw, ma il fatturato è sceso del 13% a tre miliardi di euro. La società ha ammesso che le vendite di Porsche, cadute del 27% in questi sei mesi, subiranno nel 2009 una forte contrazione a causa della crisi finanziaria. Nel contempo, Porsche ha lasciato intendere che la crisi economica potrebbe rinviare l'atteso completamento della scalata a Vw. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CASO PORSCHE La casa di Stoccarda ha quadruplicato gli utili nel semestre ma i debiti sono passati da 3 a 9 miliardi In calo del 27% le vendite L'appello. Il cancelliere Angela Merkel nello stabilimento Opel di RÜsselsheim AFP

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Per il Lingotto una scommessa a lungo termine (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 5 autore: ANALISI Per il Lingotto una scommessa a lungo termine di Andrea Malan S ergio Marchionne è già volato a Detroit per il negoziato decisivo in vista dell'alleanza con Chrysler. Un negoziato in cui il discorso di lunedì di Obama ha rafforzato la posizione negoziale di Fiat: se infatti Chrysler non può sopravvivere da sola e l'unica soluzione è l'intesa con Torino, è quest'ultima ad avere il coltello dalla parte del manico; una posizione che Marchionne ha dimostrato in passato di saper sfruttare appieno (certo, non potrà tirare troppo la corda:Fiat è presente negli Usa con Cnh, che tra l'altro conta di utilizzare nei prossimi mesi il programma Talf di aiuto ai mercati finanziari). Il manager italo-canadese potrebbe dunque anche ritirarsi prima della scadenza di fine aprile, qualora Washington ponga vincoli ritenuti troppo svantaggiosi. In caso di accordo i fondi per il rilancio di Chrysler arriveranno da Washington (fino a 6 miliardi di dollari oltre ai 4 già erogati), mentre per Torino il costo vivoè rappresentato, almeno per ora, dal tempo del management.L'acquisto di una quota di Chrysler pagando con tecnologie e piattaforme esistenti è una scommessa a costo zero- dicono a Torino. Da questo punto di vista, il fatto che la quota che Fiat riceve sia del 35 o del 20% non dovrebbe cambiare molto. Valutare Chrysler non è facile: dal punto di vista finanziario «è difficile valutare un'azienda che da tempo è in rosso e che gli ultimi due proprietari hanno venduto per somme non enormi» dice Michael Tyndall, analista della Nomura. Diverso è il discorso in caso di decollo dell'alleanza. Secondo Stefano Aversa, president di Alix Partners, «i benefici per Fiat arriveranno nel lungo periodo e richiederanno un impegno rilevante dei manager. Già adesso Sergio Marchionne lavora 15 ore al giorno, 7 giorni su 7;se veramente vorrà dedicarsi anche alla nuova sfida, dovràinventarsi un sosia!». «I benefici arriveranno non prima di tre anni» gli fa eco Tyndall, secondo il quale «tra i costi addizionali non è da sottovalutare il cumulo di burocrazia derivante dal dover trattare con il Governo americano». Il piano presentato da Chrysler a metà febbraio prevedeva le prime sinergie significative dal 2012; in termini di cassa,fino a quell'anno il bilancio sarà negativo – e Chrysler dovrà investire per gettare le basi per i futuri modelli. Sempre nel 2012 l'azienda inizierebbe a restituire i fondi pubblici, per terminare probabilmente verso la fine del decennio; sarà solo a quel punto che, eventualmente, Fiat potrebbe acquisire il controllo. La nuova scaletta di ingresso nel capitale di Chrysler, imposta dalla task force di Obama, prevede che la quota iniziale del 20% salga poi gradualmente al raggiungimento di successivi obiettivi: per 5% in più quando verrà utilizzato il primo motore Fiat, un altro 5% alla prima piattaforma, e così via. L'amministrazione Usa porrà una particolare attenzione a che produzione e sviluppo dei nuovi modelli Chrysler su piattaforme Fiat avvengano negli Usa. Almeno all'inizio, però, è probabile che molti dei componenti vengano esportati dall'Europa.Ciò potrebbe contribuire ( dal 2011-2012) a saturare le fabbriche di motori del Lingotto. Nel breve periodo non ci saranno impatti sull'attività europea di Fiat; una cattiva notizia per i sindacati, che ieri hanno appreso di altre tre settimane di Cassa integrazione per lo stabilimento di Pomigliano e una a Mirafiori. Entro fine aprile Fiat e Chrysler dovranno presentare la versione emendata dell'intesa e l'azienda Usa dovrà strappare concessioni a creditori e sindacati. Fino a lunedì, secondo fonti citate dall'agenzia Bloomberg, le trattative con le banche creditrici non avevano fatto alcun passo avanti: i creditori bancari sarebbero privilegiati in una eventuale procedura concorsuale e devono quindi essere convinti che per loro sia meglio scommettere sul rilancio. Obama ha lasciato intendere che un Chapter 11 "pilotato", ovvero gestito in tempi brevi dal Governo, possa essere la soluzione ideale per superare le resistenze. «Qualora si arrivi effettivamente a un tale passo – dice Aversa, che è un esperto di ristrutturazioni – è importante la disponibilità data da Obama ad assicurare il cosiddetto DIP financing, i fondi che permetterebbero la sopravvivenza della società nel periodo di protezione della procedura concorsuale». Se Chrysler non dovesse farcela, si andrà allo spezzatino. Attività come Jeep non dovrebbero avere difficoltà a trovare acquirenti. La stessa Fiat – che ha già comprato da Chrysler una fabbrica di motori in Brasile – aveva già vagliato l'ipotesi di acquistare uno degli impianti della casa americana; quello in Messico permetterebbe uno sbarco low cost negli Usa. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE CIFRE In base al piano iniziale le prime sinergie arriverebbero nel 2012 Possibile produzione di componenti in Italia

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Consob, strategia light sui conflitti (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-01 - pag: 39 autore: Vigilanza. Lo scopo è mantenere la trasparenza senza ingessare l'operatività Consob, strategia «light» sui conflitti La Consob abbassa il tiro sulle operazioni in conflitto. Prendendo parte ad un convegno promosso da Assonime sui controlli societari, il commissario dell'authority Luca Enriques ha ieri anticipato che la commissione sta per esaminare una nuova proposta sulle transazione con parti correlate in sostituzione di quella resa nota nei mesi scorsi e che ha sollevato non poche perplessità tra gli emittenti. La nuova versione ridimensiona il ruolo degli amministratori indipendenti che non vengono più chiamati a "gestire" le trattative in odore di conflitto ma svolgeranno un ruolo «meramente informativo e di advise» durante la fase istruttoria delle operazioni. Quando poi quest'ultime passeranno alla fase decisionale «l'ipotesi - ha spiegato Enriques – è di consentire alle società di prevedere (anche per le operazioni rilevanti) che il parere, a certe condizioni, non sia vincolante ». Nel modificare i suoi iniziali propositi la Consob ha circoscritto il novero delle operazioni considerate " rilevanti" così da «non ingessare l'operatività corrente delle società». Ma al tempo stesso ha tenuto fermi gli obblighi di «trasparenza immediata » una soluzione che «ci metterà al passo con i principali ordinamenti». Il convegno di Assonime è stata l'occasione per rinnovare le critiche, da parte di un qualificato panel di giuristi d'impresa, a un sistema barocco di controlli societari caratterizzato da una pletora di organismi di vigilanza – sono ben 15 in tutto - con sovrapposizioni di compiti ed oneri burocratici ingiustificati. In questo contesto l'analisi si è concentrata ancora una volta sugli amministratori indipendenti. Con la crisi dei mercati finanziari - ha osservato il giurista Piergaetano Marchetti – qualcosa è cambiato nel giudicarne il ruolo. «Qual'è stata la loro bussola si è chiesto – quegli investitori istituzionali che hanno guadagnato con le bolle?» Con tutte le riserve, comunque, continuano ad avere un ruolo importante che può essere misurato «dai "no" che dicono nei consigli di amministrazione anche se di questo,ovviamente, manca un'evidenza statistica».Ma è difficile che possano esercitare un effettivo controllo sugli esecutivi con i gettoni che ricevono dalle società, ha sottolineato Massimo Belcredi ( Università Cattolica). Una remunerazione che nel 60% dei casi non arriva a 40mila euro l'anno. C'è poi da colmare anche un gap informativo che li separa dagli esecutivi, ha aggiunto il giurista Guido Ferrarini. Ma attenzione, ha ammonito Berardino Libonati, indipendente è una qualifica non una funzione e dunque è improprio volergli assegnare un ruolo. R.Sa.

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La City resta scettica sull'utilità del summit (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 8 autore: La City resta scettica sull'utilità del summit Alessandro Merli LONDRA. Dal nostro inviato I mercati finanziari non si fanno troppe illusioni sui risultati del G-20 di domani a Londra. E forse questo non è un ma-le, visto che in passato aspettative eccessive, e a volte irrealistiche, della vigilia su quello che vertici internazionali di questo tipo potevano produrre, hanno poi generato delusioni e turbolenze di mercato nei giorni successivi. Molti osservatori della City sono ormai convinti, che, soprattutto sul fronte delle politiche macroeconomiche, pur in un quadro globale che continua a deterio-rarsi, secondo le previsioni delle maggiori case d'investimento, non ci sia da attendersi granché intermini di azione coordinata e che altri esiti del G-20, in particolare sul fronte della riforma delle regole del sistema finanziario, siano destinati a mostrare i propri effetti solo nel medio periodo. La volata lunga dal precedente summit di Washington a novembre a quello londinese è stata prima accompagnata da etichette come "New Deal" e "nuova Bretton Woods", oggi ridimensionate proprio da quello che era stato il primo ad alimentare grandiose aspettative, il padrone di casa di questi giorni, il premier inglese Gordon Brown, che è stato, insieme al presidente francese Nicolas Sarkozy (paradossalmente colui che ora parla di andarsene sbattendo la porta se non si arriverà a una conclusione concreta), il fautore principale dell'incontro. «Crediamo che ci sia bisogno - afferma Jim O'Neill, capo economista della banca Goldman Sachs- di politiche fiscali espansioniste nei Paesi industriali al di fuori degli Stati Uniti. Detto questo, non è realistico aspettarsi che il G-20 trovi un accordo su elementi specifici ». Per Julian Jessop, di Capital Economics, società di ricerca indipendente, il G-20 «corre il rischio di promettere troppo e mantenere troppo poco. Le chance di uno stimolo globale addizionale appaiono remote e non c'è indicazione di un accordo sul modo migliore per sostenere e riformare il sistema finanziario. Tuttavia, vale la pena di aspettarsi qualche iniziativa per ristabilire il flusso dei finanziamenti all'export e farripartire il commercio globale». L'annuncio di ieri della Banca mondiale mostra che potrebbe aver colto nel segno. Secondo Jessop, i Paesi che beneficerebbero maggiormente di una ripresa del commercio internazionale sono Germania, Cina, Giappone e molte economie emergenti. In una nota agli investitori, Brian Fabbri, di Bnp Paribas, avvertiva nei giorni scorsi che non è il caso di aspettarsi «un accordo globale significativo che risolva i problemi economici e finanziari del mondo». Tuttavia, l'economista della banca francese osserva che la settimana dovrebbe comunque offrire un po' di sollievo ai mercati attraverso tre operazioni di acquisto di titoli già annunciate da parte della Federal Reserve, che dovrebbero contribuire ad abbassare i tassi d'interesse. Stesso atteggiamento da parte di diversi economisti accademici con esperienza di policy- maker. Anche per l'economista del Mit, Simon Johnson, ex capo della ricerca al Fondo monetario, sulla base della bozza di comunicato circolata nei giorni scorsi, «il linguaggio sulla politica monetaria e fiscaleè del tutto vacuo». Sempre caustico, Willem Buiter, della London School of Economics, ex Banca d'Inghilterra, sostiene nel suo blog che la riunione potrebbe rivelarsi un pesce d'aprile ritardato. Diffuso scetticismo anche sul nuovo formato del gruppo, passato da 7/8 a 20. Un netto miglioramento, secondo O'Neill di Goldman Sachs, ma «alla fine bisognerà ridurlo a una compagine più piccola perché possa essere efficace». Per l'economista inventore dei Bric, meglio un G-4 (Stati Uniti, Unione europea, Cina e Giappone), all'interno di un più ampio G-14. Inutile dire che nella City, la presenza nel gruppo di una vera e propria bestia nera dei mercati, come l'Argentina, "stato canaglia" della finanza globale dopo il default del 2001, fa accapponare la pelle a molti. GLI OSSERVATORI Jim O'Neill: non è realistico aspettarsi accordi su alcun elemento specifico Willem Buiter: si rischia un pesce d'aprile ritardato

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Commercio globale in caduta libera (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 8 autore: «Commercio globale in caduta libera» Vittorio Da Rold Alessandro Merli L'Ocse prevede una «caduta libera» del commercio mondiale a causa della recessione, che quest'anno farà scendere del 2,7%il Pil mondiale.Secondo l'Interim Outlook il commercio scenderà in termini reali del 13,2% quest'anno, per poi salire dell'1,2% nel 2010. Nell'ultimo trimestre del 2008 e nel primo del 2009 il commercio mondiale è caduto a un tasso medio annuale superiore al 20%, «un tasso che non si vedeva da più di 40 anni». Gli stessi esperti dell'Ocse trovano difficoltà a spiegare la magnitudo del crollo dell'interscambio. Il calo del commercio spiega comunque il rapido estendersi della recessione a molte economie, soprattutto in Asia. Se gli scambi frenano il Pil precipita. Negli Usa di Barack Obama (Pil -4% nel 2009 e zero nel 2010) la contrazione, particolarmente brusca nel breve termine per la correzione degli stock, continuerà nel corso dell'anno, ma a un tasso minore, grazie agli stimoli fiscali, alla progressiva stabilizzazione dei mercati finanziari e al minore impatto negativo dell'immobiliare. Anche l'economia della zona euro (Pil -4,1% nel 2009 e -0,3% nel 2010) nel breve termine avrà una netta contrazione. Il calo continuerà a «un tasso più moderato per il resto del 2009», ma sarà «molto moderata» anche la ripresa che si farà vedere nel corso del 2010. La disoccupazione è vicina al 12% nel 2010 (dal 7,5% nel 2008), il tasso di inflazione scenderà vicino allo zero (0,6% e 0,7%). Situazione ancora peggiore per il Giappone, che a novembre veniva visto in flessione dello 0,1% e ora precipita a -6,6%, perché il calo della domanda estera saprà controbilanciare gli effetti dello stimolo sulla domanda interna. Per rilanciare il commercio la Banca mondiale è pronta a lanciare un programma di finanziamenti da 50 miliardi di dollari, con partner pubblici e privati. Il piano è andato ieri all'esame del consiglio della Banca e dovrebbe, nelle intenzioni del presidente Robert Zoellick, ricevere l'appoggio del G-20 a Londra. La World Bank contribuirà con un investimento di un miliardo di dollari, che verrebbe combinato con finanziamenti da parte delle banche regionali di sviluppo e dei governi. Questi fondi pubblici verrebbero poi utilizzati, nei piani di Zoellick, per catalizzare, attraverso un meccanismo di ripartizione del rischio, fondi provenienti da privati. Il presidente della Banca mondiale ha citato fra i partecipanti allo schema tre banche particolamente attive nei Paesi in via di sviluppo, come Standard Chartered, Standard Bank e Rabobank. Nell'operazione verrebbe coinvolta anche la Wto, l'organizzazione mondiale del commercio, per cercare di mobilitare le risorse delle agenzie nazionali di credito all'export. «L'enorme calo del commercio - ha detto ieri a Londra Zoellick - è stato esacerbato dalla mancanza di finanziamenti. In un primo tempo, abbiamo pensato di migliorare l'accesso al credito fornendo garanzie per 3 miliardi di dollari alle banche dei Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa, ma abbiamo visto che le garanzie erano insufficienti, perché molte piccole banche non riescono a ottenere i fondi in valuta». Ieri, la Banca mondiale ha diffuso le sue nuove previsioni per la crescita dei Paesi in via di sviluppo nel 2009, previsioni più che dimezzate rispetto a quelle di un 4,4% avanzate nel novembre scorso. Gli economisti della World Bank ritengono ora che i Pvs, l'unica parte dell'economia mondiale che quest'anno registrerà una crescita positiva, possano arrivare a un 2,1% contro il 5,8% dell'anno scorso.L'economia globale nel suo complesso accuserà una contrazione dell'1,7%, nelle previsioni della Banca, con una «debole e altamente incerta» ripresa nel 2010. LE PREVISIONI SUL PIL Eurozona e Stati Uniti in flessione del 4%, il Giappone del 6,6% La ripresa nel 2010 sarà molto moderata

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Sarkozy: risultati o vado via (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 8 autore: Sarkozy: risultati o vado via Il presidente francese determinato a regolamentare la finanza Leonardo Martinelli PARIGI Nicolas Sarkozy appare determinato: se domani a Londra, in occasione del G-20, non si concluderà niente di concreto, sbatterà la porta e ritornerà a Parigi. L'obiettivo del presidente francese è mettere mano seriamente alla regolamentazione del sistema finanziario internazionale e in particolare individuare una lista di paradisi fiscali, da condannare pubblicamente. Voci insistenti sullo stato d'animo di Sarkozy girano da più giorni. E ieri sono state confermate in maniera esplicita da Christine Lagarde, ministro dell'Economia: «Il presidente l'ha detto chiaro e tondo: se i risultati non sono quelli sperati, non firmerò il comunicato finale », ha ricordato la Lagarde. Che ha insistito: «In questo caso lascerà il vertice» (imitando la politica della "sedia vuota" di Charles de Gaulle negli anni 60). La scorsa settimana Sarkozy aveva già anticipato un atteggiamento fermo, sottolineando «la necessità di risultati. La crisi è troppo grave perché si faccia un summit inutile». Oggi è fissata una conferenza stampa di Sarkozy e del cancelliere tedesco Angela Merkel, che il presidente francese ha cercato di portare dalla sua parte in opposizione a inglesi e americani, non così entusiasti a voler riformare il sistema finanziario internazionale. Esperti dell'Eliseo ieri hanno spiegato le esigenze di Sarkozy. Il presidente vuole cambiare le norme contabili a livello mondia-le, imponendo più "paletti"; limitare le remunerazioni dei traders con la possibilità di punire «chi si spinge troppo lontano»; creare un registro dei fondi speculativi, da sorvegliare attentamente; pubblicare una lista dei paradisi fiscali e introdurre punizioni da impartire a questi Stati. La Lagarde ha affermato che «le nuove regole si devono applicare a tutti gli attori, a tutti i prodotti e a tutti i territori», alludendo ai paradisi fiscali. Secondo il ministro «bisogna pure riformare l'Fmi per assicurare una migliore rappresentatività. Penso soprattutto alla Cina». A trascinare ancora di più il presidente francese, che da tempo ama presentarsi come il persecutore pubblico degli speculatori e il moralizzatore del capitalismo finanziario, verso una posizione dura è anche l'influenza di Xavier Musca, suo nuovo consigliere, nominato un mese fa vicesegretario generale dell'Eliseo al posto di FranÇois Perol, andato a dirigere il secondo polo bancario del Paese, formato dalle Casse di Risparmio e dalle Banche popolari. Musca è noto per le sue posizioni assai intransigenti riguardo a una regolamentazione finanziaria internazionale anti-crisi. «Sarebbe meglio un fallimento che un falso successo», ha sottolineato due giorni fa Musca, riferendosi al G-20. Al precedente summit a Washington nel novembre scorso Sarkozy aveva sperato nella convocazione di una nuova Bretton Woods. Ma il vertice aveva prodotto solo una deludente dichiarazione d'intenti sulla necessità di rilanciare l'economia mondiale e di controllare meglio i mercati finanziari. Questa volta il presidente non vuole accontentarsi di un simile risultato. Ed è pronto a sbattere la porta. © RIPRODUZIONE RISERVATA L'OBIETTIVO DI PARIGI La Francia punta soprattutto a individuare una lista di Paesi non cooperativi da condannare e perseguire pubblicamente

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Il Papa a Brown: mantenere gli aiuti all'Africa (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 8 autore: LETTERA DEL VATICANO Il Papa a Brown: mantenere gli aiuti all'Africa Papa Benedetto XVI, in un messaggio inviato al premier britannico Gordon Brown, invita i leader del G-20 a coordinare gli sforzi «tra governi e organizzazioni internazionali » per uscire dalla «crisi globale», «evitando soluzioni segnate da nazionalismi e protezionismo ». Benedetto XVI denuncia la «realtà della povertà estrema e della marginalizzazione» viste durante il suo recente viaggio in Africa e sottolinea come la scarsa presenza dell'Africa subsahariana nel G-20 richieda «una profonda riflessione», perché «i più deboli sulla scena politica sono quelli che soffrono gli effetti più forti di una crisi per la quale non hanno responsabilità ». L'attuale crisi, rimarca il Pontefice, ha anche implicazioni etiche, perché se «finanza, commercio e sistemi produttivi che sono creazioni umane contingenti diventano oggetti di cieca fede, portano in sé le radici per la propria rovina». E la crisi porta con sè lo «spettro della cancellazione o drastica riduzione dei programmi di as-sistenza, specialmente in Africa ». Papa Ratzinger infine unisce la «sua voce a quella dei seguaci di varie religioni e culture »convinti che l'obiettivo della eliminazione della povertà estrema entro il 2015, uno degli obiettivi del millennio sul quale «i leader Onu si sono impegnati », rimanga «uno dei più importanti compiti per il nostro tempo ».

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Istat: crolla l'inflazione e la produzione industriale (sezione: crisi)

( da "Riformista, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Le notizie Istat: crolla l'inflazione e la produzione industriale L'indice dei prezzi al consumo in Italia, secondo le stime provvisorie dell'Istat, è sceso a marzo all'1,2 per cento, dall'1,6 per cento di febbraio. Si tratta della variazione più bassa dal 1969. A guidare i ribassi sono i carburanti ( -16,5 per cento rispetto a marzo 2007), i trasporti ( -3,4 per cento) e le comunicazioni ( -1,9 per cento). I prodotti alimentari continuano invece a crescere più velocemente dell'indice generale ( +3 per cento): rallenta la corsa dei prezzi per pane e pasta mentre prosegue per la frutta fresca. Secondo l'Istituto di studi e analisi economica (Isae), la decelerazione dell'inflazione dovrebbe proseguire ancora ad aprile e farsi più consistente nei prossimi mesi. L'inflazione cala non solo in Italia, ma in tutta la zona euro. Secondo i dati dell'Eurostat, l'ufficio europeo di statistica, a marzo è scesa allo 0,6 per cento, la metà rispetto l'1,2 per cento di febbraio. In contrazione nel mese di marzo anche la produzione industriale: secondo il Centro studi di Confindustria è diminuita del 20,1 per cento rispetto a marzo 2008 e del 2,7 per cento rispetto a febbraio 2009. Gli ordinativi sono calati del 12,1 per cento. Banca Mondiale: Pil globale -1,7%. La Banca Mondiale ha rivisto al ribasso le stime di crescita per il prodotto interno lordo globale per il 2009, portandolo a -1,7 per cento, il primo calo dal Dopoguerra. Lo scorso dicembre aveva previsto una crescita dello 0,9 per cento. Gli scambi di beni e servizi subiranno una contrazione del 6,1 per cento (contro il -2,1 per cento previsto a dicembre), la peggiore dalla Grande Depressione. Anche per l'Ocse la recessione si aggrava. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha confermato la previsione di un calo del 4,3 per cento del prodotto interno lordo nei paesi dell'area Ocse e di un aumento del tasso di disoccupazione intorno al 10 per cento. «Le notizie sono sempre più negative. La situazione economica nella zona euro continua a degradarsi e quella sui mercati finanziari resta fragile» ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, in audizione davanti al Parlamento europeo. Per Juncker «la crisi dell'occupazione è drammatica» e in prospettiva ci potrebbero essere anche rischi di «rottura della coesione sociale». Case Usa, prezzi a picco. Nonostante i dati della scorsa settimana che indicavano le vendite di case in ripresa negli Stati Uniti, i prezzi nel mercato immobiliare continuano a scendere. A gennaio l'indice S&P Case-Shiller, che misura i prezzi delle abitazioni nelle prima venti grandi città americane, è calato del 2,8 per cento rispetto a dicembre 2008 e del 18,97 per cento rispetto a gennaio 2008. Si tratta della peggiore flessione mai registrata dall'indice. In nove città su venti la flessione è stata superiore al 20 per cento. La fiducia dei consumatori americani, intanto, è salita a marzo ma meno delle attese. Indesit, si riapre la trattativa su None. La Indesit Company della famiglia Merloni ha convocato i sindacati per lunedì 6 aprile per discutere della situazione dello stabilimento di None, in provincia di Torino, del quale in precedenza aveva annunciato la chiusura per trasferire la produzione in Polonia. Per i sindacati si tratta di un primo risultato, anche se l'esito del confronto è ancora tutto da verificare. «La notizia incoraggiante c'è - ha detto il presidente del Piemonte Mercedes Bresso - ed è che c'è la disponibilità dell'azienda a non chiudere lo stabilimento di None. Come avevamo chiesto più volte ora si avvia la trattativa sindacale». Fortis in rosso per 28 miliardi. Il gruppo finanziario Fortis, travolto dalla crisi finanziaria e suddiviso tra lo stato olandese e quello belga, ha registrato una perdita netta per 28 miliardi di euro nel 2008, superiore alle stime che mettevano in conto un rosso di 22,5 miliardi. Il gruppo aveva già annunciato che non avrebbe distribuito dividendo. Disney sbarca su YouTube. La Walt Disney e YouTube hanno raggiunto un accordo per la condivisione di video e filmati, attualmente in programmazione sui canali Abc ed Espn. Vendite al dettaglio +0,7 per cento. Le vendite al dettaglio a gennaio sono cresciute dello 0,3 per cento rispetto al mese precedente e dello 0,7 per cento rispetto a gennaio 2008. Lo ha comunicato l'Istat precisando che l'aumento è dovuto alle vendite dei prodotti non alimentari ( +1,2 per cento), mentre le vendite alimentari sono diminuite dello 0,3 per cento. Per l'ufficio studi di Confcommercio è troppo presto per parlare di ripresa, «in ogni caso dopo un lungo periodo con il segno meno per la prima volta si registra un'inversione di tendenza». 01/04/2009

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dal nostro inviato LONDRA - Cresce la tensione nelle principa... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 01 Aprile 2009 Chiudi MARCO CONTIdal nostro inviato LONDRA - Cresce la tensione nelle principali capitali europee e sale il rischio che si concluda con una spaccatura il vertice dei G20 che si apre domani nell'"Excel Centre" all'estrema periferia est di Londra. La possibilità che si arrivi ad un'intesa in grado di dare una risposta efficace e globale alla crisi, è ridotta. Al tempo stesso è anche però difficile che l'ultimo e decisivo appuntamento internazionale, che chiude una lunghissima serie di summit iniziata nell'autunno scorso, possa concludersi con una generica dichiarazione di intenti o con un ulteriore rinvio, magari al G8 della Maddalena previsto a luglio. Non reggono la pressione dell'opinione pubblica molti dei leader che questa sera arriveranno nella capitale britannica. Ne sa qualcosa il presidente francese Sarkozy che, tra manager sequestrati e sedi di imprese assediate da dimostranti, è arrivato ieri a minacciare l'abbandono del tavolo: «Se a Londra non ci saranno risultati concreti - ha sostenuto Sarkozy - ci sarà una sedia vuota: mi alzerò e me ne andrò. Preferisco la rottura a un consenso fiacco». La valanga di miliardi di euro e di dollari utilizzata per sostenere il sistema finanziario non salva dal tracollo il sistema industriale di molti paesi e una valanga di disoccupati sta inondando le piazze di mezza Europa. Anche oggi a Londra sono previste ben quattro manifestazioni nel centro della città e tutte convergeranno verso la sede della Banca d'Inghilterra. Anche ieri il premier britannico Gordon Brown, ha invitato i leader delle nazioni che parteciperanno al summit a lavorare insieme per battere la crisi globale, evitando azioni individuali di singoli paesi che farebbero precipitare nel protezionismo l'intero sistema economico globale. Ieri sera Londra ha accolto il presidente americano Barack Obama, atteso alla prima impegnativa prova internazionale. L'agenda del presidente Usa è fittissima, e in attesa della cena di questa sera che aprirà il summit, avrà oggi il primo faccia a faccia col presidente russo Dimitry Medvedev e col presidente cinese Hu Jintao. Resta comunque da vedere se il nuovo presidente Usa avrà la forza e la voglia di avallare quella riforma dei meccanismi finanziari mondiali che la Francia e l'Europa continentale chiedono a gran voce prima di immettere nel sistema altre risorse e altri stimoli fiscali come invece chiede l'amministrazione americana per sostenere la domanda. Assediato ormai quasi quotidianamente da operai, disoccupati e studenti, Sarkozy anche ieri ha ripetuto che da Londra deve uscire una «rifondazione del capitalismo» e che quindi occorrono nuove regole per la finanza, mentre i «paradisi fiscali devono essere sradicati», come ha poi sostenuto il ministro dell'economia Christine Lagarde. Difficilmente però Usa e Gran Bretagna potranno accettare una linea così radicale. Per mettere sotto controllo i "trader" e i fondi speculativi, come chiede la Francia, non basterà però assegnare nuovi fondi e compiti al Fondo Monetario Internazione o cambiare il nome al Financial Stability Forum.

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G20/ BROWN: MONDO DEVE UNIRSI PER AGIRE DI FRONTE A CRISI (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

G20/ Brown: mondo deve unirsi per agire di fronte a crisi di Apcom Con Obama siamo d'accordo sul significato G20 -->Londra, 1 apr. (Apcom) - Stati uniti e Regno unito "sono d'accordo sul significato del G20", ha detto in conferenza stampa il primo ministro britannico Gordon Brown, con al suo fianco il presidente degli Stati uniti Barack Obama, al termine del loro incontro oggi a Londra, alla vigilia del vertice G20. "Il mondo deve unirsi per agire di fronte a una crisi finanziaria senza precedenti", ha sottolineato Brown, elencando una serie di test cui sarà necessario fare fronte: "Il primo test è un sistema di controllo delle banche"; sarà poi necessario "prendere le misure necessarie per far ripartire la crescita"; "il terzo test sarà quello di "sostenere la cooperazione economica internazionale e la crescita dei paesi in via di sviluppo, respingendo il protezionismo". "Il nostro obbligo - ha insistito Brown - è anche quello di aiutare i paesi più vulnerabili a reagire a questa crisi"-

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Crisi, asse Brown-Obama (sezione: crisi)

( da "Corriere.it" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

severe misure di sicurezza nella capitale britannica G20: Usa si aspettano «ampio accordo»Francia e Germania: «Così non va» Obama giunto a Londra per il vertice anticrisi: obiettivo giungere a più severe regole finanziarie mondiali LONDRA (GRAN BRETAGNA) - Tutto è pronto per giovedì e anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è arrivato a Londra per il G20, ma già emergono le prime divergenze al vertice «anticrisi». Gli Stati Uniti si aspettano che il G20 si concluda con un «ampio accordo» sulle misure che devono essere prese per combattere la crisi finanziaria. Ma il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha dichiarato che le attuali proposte non soddisfano Francia e Germania. INSODDISFATTI - Ma la bozza del documento finale del G20 non soddisfa ancora Francia e Germania, ha riferito Sarkozy. La Francia ha chiesto regole più severe per la regolamentazione della finanza globale e, in particolare, contro i paradisi fiscali. «Non darò il mio assenso a un meeting falso», ha detto il presidente francese, «che porti a decisioni inutili e che non affronti veramente i problemi che abbiamo». REGOLE SEVERE - Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs, parlando con i giornalisti durante il volo dell'Air Force One che ha portato il presidente Obama nella capitale inglese, aveva detto di aspettarsi che il G20 «crei un ampio consenso per giungere alle più severe regole finanziarie necessarie per garantire che quello che è successo all'economia mondiale non possa ripetersi». Gibbs ha detto che gli Stati Uniti «sono stati molto chiari sul fatto che il dollaro continuerà a essere la valuta di riserva: la forza e le dimensioni della nostra economia non possono essere raggiunte da nessun altro Paese». L'AGENDA - Fitta l'agenda del presidente Usa che tra imponenti misure di sicurezza attraverserà un Londra blindata. Obama vedrà a colazione il premier britannico Gordon Brown a Downing Street e poi incontrerà in giornata per la prima volta gli omologhi russo, Dmitry Medvedev, e cinese, Hu Jintao. In serata è previsto un incontro con la regina. Giovedì il summit del G20. Il giorno dopo partirà per il vertice Nato a Starsburgo e Khel. Sabato sarà a Praga e infine domenica ad Ankara in Turchia per un incontro con il premier Recep Tay. SICUREZZA - Imponenti le misure di sicurezza nella capitale britannica, «blindata» per l'evento. Martedì l'allarme è scattato presso il palazzo della Bank of England. La polizia, infatti, aveva rinvenuto un pacco sospetto vicino alla Banca d'Inghilterra, che si trova nel cuore della capitale britannica. La zona del ritrovamento è stata isolata e la strade d'accesso sono state chiuse. L'allarme si è poi concluso con un nulla di fatto. «È tutto finito», ha detto in serata un portavoce della polizia. Da registrare la rottura dello scanner che regola l'ingresso alla residenza del primo ministro britannico a Downing Street. Perquisizioni di persone e bagagli vengono effettuate al momento a mano. stampa |

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Carlucci: necessaria la riforma del titolo V (sezione: crisi)

( da "GuidaViaggi.it" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

“E una battaglia, quella iniziata da due legislature, per la riforma dell'articolo V della parte seconda della costituzione. Una battaglia che stiamo portando avanti, anche alla luce del settore turismo, considerato il settore trainante per eccellenza della nostra economia”. Lo ha detto Gabriella Carlucci, che ha sottolineato che le campagne individuali delle regioni su riviste specializzate o nelle fiere non sono più efficaci, mentre è necessaria una politica nazionale del turismo che preveda ogni iniziativa. “E' fondamentale – ha spiegato - che la riforma vada avanti. Su questa proposta ci sono le firme di tutti i partiti che sono oggi in parlamento. Dal punto di vista legislativa è una cosa di poco conto, ma fondamentale per i risultati che si potranno ottenere dall'inserimento della parola turismo all'art 117, terzo comma della costituzione”. Quanto al trend delle vacanze pasquali il presidente Enit Matteo Marzotto ha commentato: “L‘andamento dei maggiori mercati dell’incoming italiano, che emerge dal monitoraggio dell'Agenzia presso i t.o, presenta in generale segno negativo, con flessioni della domanda più o meno consistenti, anche a causa dei negativi effetti dei tassi di cambio delle principali monete. Le contrazioni dei flussi turistici – aggiunge Marzotto – coinvolgono non solo i mercati europei e oltreoceano tradizionali, molti dei quali duramente colpiti dalla crisi finanziaria ed economica ma, per la prima volta, anche quelli emergenti come la Russia o il Brasile. Si mantengono stabili o in crescita alcuni Paesi dell’ Est Europa (Rep. Ceca, Ungheria, Polonia) e dell’Asia (Cina, India e Corea)".

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Ubs: da Credit Suisse arriva Koerner, obiettivo taglio costi (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Ubs: da Credit Suisse arriva Koerner, obiettivo taglio costi ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa , 01.04.2009 09:36 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! (ANSA) - ROMA, 1 APR - Prosegue la riorganizzazione del vertice di Ubs, la prima banca svizzera pesantemente colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief operating officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con l'obiettivo di razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Koerner, come spiega una nota, assume la direzione del Corporate center, l'unita' che comprendera' tutte le mansioni su infrastrutture e servizi, centralizzando il controllo.

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PETROLIO/ BARILE CONTINUA A CALARE, WTI VICINO A 48 DOLLARI (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Petrolio/ Barile continua a calare, Wti vicino a 48 dollari di Apcom Nuovi segnali di deterioramento dell'economia reale -->Roma, 1 apr. (Apcom) - Il barile di petrolio continua a calare, dopo esser ridisceso sotto i 50 dollari ora si avvicina ai 48 tra nuovi segnali di un continuo deterioramento dell'economia reale. Quanto in Europa è metà mattina, negli scambi elettronici sul mercato delle materie prime di New york, il Nymex, i futures sul greggio in prima consegna calano di 1,31 dollari rispetto alla chiusura ufficiale di ieri, con il barile di West Texas Intermediate a 48,35 dollari. Nel fattempo a Londra il barile di Brent, il petrolio del Mare del Nord, cala di 1,25 dollari a quota 47,98. Ieri dagli Usa sono giunti dati ancora una volta allarmanti sulla correzione al ribasso del mercato immobiliare, una delle determinati di fondo della crisi finanziaria che ha innescato la recessione economica. A gennaio i prezzi delle case sono crollati del 19 per cento, stabilendo un nuovo record negativo nell'indice Standard & Poor's/Case-Shiller, che monitora le maggiori metropoli Usa. Oggi le autorità della Cina hanno riferito di una ripresa a marzo dell'aggravamento della situazione nel gigantesco settore manifatturiero, con un calo dell'indice sui responsabili degli acquisti (Pmi) a 44,8 punti, dai 45,1 del mese precedente. In questa indagine i 50 punti rappresentano la soglia tra espansione e contrazione dell'attività.

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G20, SARKOZY: PROPOSTE NON SODDISFANO FRANCIA E GERMANIA (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

G20, Sarkozy: proposte non soddisfano Francia e Germania -->PARIGI (Reuters) - La attuali proposte per il comunicato finale del G20 non soddisfano Francia e Germania. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica della Francia Nicolas Sarkozy aggiungendo che non si farà coinvolgere da "falsi compromessi". "A oggi non c'è un accordo. I colloqui stanno andando avanti, ci sono progetti sul tavolo. Come stanno le cose ora, questi progetti non incontrano il favore di Francia e Germania", ha dichiarato Sarkozy all'emittente radiofonica Europe 1. In particolare il capo dello stato francese sottolinea che la priorità del G20 deve essere la regolamentazione perché "la crisi economica è nata da una crisi finanziaria". Su questi temi Sarkozy ieri sera ha fatto il punto con il cancelliere tedesco Angela Merkel. "Abbiamo convenuto che la versione attuale del testo, almeno com'era ieri sera, non era soddisfacente", ha spiegato.

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UBS: DA CREDIT SUISSE ARRIVA KOERNER, OBIETTIVO TAGLIO COSTI (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Ubs: da Credit Suisse arriva Koerner, obiettivo taglio costi di ANSA sara' direttore generale e Ceo del Corporate center -->(ANSA) - ROMA, 1 APR - Prosegue la riorganizzazione del vertice di Ubs, la prima banca svizzera pesantemente colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief operating officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con l'obiettivo di razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Koerner, come spiega una nota, assume la direzione del Corporate center, l'unita' che comprendera' tutte le mansioni su infrastrutture e servizi, centralizzando il controllo.

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USB: ARRIVA KOERNER, 1 OBIETTIVO TAGLIO COSTI (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

USB: ARRIVA KOERNER, 1° OBIETTIVO TAGLIO COSTI di WSI Prosegue la riorganizzazione del vertice della prima banca svizzera. Il nuovo direttore generale pensa subito a razionalizzare i servizi e ridurre i costi. -->ANSA) - ROMA, 1 APR - Prosegue la riorganizzazione del vertice di Ubs, la prima banca svizzera pesantemente colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief operating officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con l'obiettivo di razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Non ne puoi piu' della Borsa? Sbagliato, perche' qualcuno guadagna sempre. Prova ad abbonarti a INSIDER: costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Koerner, come spiega una nota, assume la direzione del Corporate center, l'unita' che comprendera' tutte le mansioni su infrastrutture e servizi, centralizzando il controllo.

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Dai vescovi, 30 milioni per i più poveri e una risposta a Fini (sezione: crisi)

( da "Panorama.it" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

- Italia - http://blog.panorama.it/italia - Dai vescovi, 30 milioni per i più poveri e una risposta a Fini Posted By redazione On 31/3/2009 @ 15:12 In Headlines | 1 Comment Un fondo di garanzia da circa 30 milioni di euro in grado di generare prestiti bancari agevolati per 300 milioni da destinare alle famiglie in difficoltà a causa della crisi è stato istituito dalla Conferenza episcopale italiana grazie ad un accordo con l'[1] Abi, l'associazione bancaria italiana. Potranno farne richiesta di accesso le famiglie regolari con tre figli o malati a carico che abbiano perso ogni fonte di reddito. Ecco la risposta della Chiesa cattolica italiana illustrata questa mattina a Roma, presso la sala stampa di Radio vaticana, dal [2] segretario generale della Conferenza episcopale, monsignor [3] Mariano Crociata, il quale ne ha anche approfondito il significato "di comunione e solidarietà" della Chiesa, consapevole "della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica in atto". Dando corpo ad una iniziativa annunciata fin dal [4] consiglio permanente dello scorso gennaio, ha spiegato Crociata, la Cei ha raggiunto un accordo con l'Associazione bancaria italiana, la quale si è fatta carico di fare da interfaccia con i singoli istituti di credito garantendo un effetto di "decuplicazione" delle erogazioni rispetto all'ammontare del fondo di garanzia messo a disposizione dai vescovi. Il fondo sarà finanziato con una colletta nazionale che si terrà in tutte le chiese italiane domenica 31 maggio, solennità di Pentecoste, ma vi si potrà contribuire anche per altre vie, per esempio attraverso conti correnti bancari da istituire ad hoc, in modo da favorire "azioni di solidarietà dentro e fuori dalla comunità ecclesiale". La Cei conta di raggiungere così l'obiettivo di 30 milioni di euro, che si tradurrebbe in prestiti alle famiglie più bisognose per un totale di 300 milioni di euro. Potranno accedervi, attraverso i centri [5] Caritas delle parrocchie, le famiglie regolari, anche straniere e non cattoliche, purchè con almeno tre figli o malati a carico e che abbiano perso il lavoro ed ogni fonte di reddito. "Non è un'elemosina ai poveri" ha tenuto a sottolineare il segretario della Cei "ma un intervento nel rispetto della dignità delle persone che potranno restituire quanto percepito, a tassi contingentati da definire e nei tempi loro possibili, quanto ricevuto". Se ciò non fosse possibile, interverrà il fondo di garanzia che, in caso di mancato utilizzo, sarà invece distribuito tra le diocesi per aiuti diretti. L'iniziativa - è stato anche chiarito - si affianca a quelle già avviate in molte diocesi italiane ([6] a cominciare da quella di Milano dello scorso dicembre), i cui benefici non saranno cumulabili a quella nazionale, ed è tesa, fra l'altro, a sottolineare l'immagine "di una Chiesa unita impegnata nell'annuncio del Vangelo anche attraverso una costante attenzione alle necessità concrete di chi ha bisogno". Presentando il fondo di garanzia, monsignor Crociata è tornato anche sul bio-testamento e sui dubbi espressi dal presidente della Camera [7] Gianfranco Fini al Congresso del Pdl. "Ognuno ha sufficiente capacità di fare sue valutazioni. Lo Stato etico mi sembrerebbe altra cosa e la Chiesa non ha mai avuto simpatia per questo tipo di situazione, che esiste dove ci sono delle costrizioni. Non mi sembra questo il caso". Sul biotestamento, quindi: "I vescovi rispettano l'autonomia del Parlamento e non intendono ingerire nall'elaborazione e nei tempi della legge sul fine vita". Un accenno poi della Conferenza episcopale italiana al nodo immigrazione. I vescovi italiani infatti hanno fatto sapere di seguire "con grande pena" le [8] notizie sugli ultimi naufragi di clandestini e hanno ribadito che "chi arriva sul territorio nazionale va accolto e accompagnato", trattato come una persona. Il VIDEO servizio:

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GLI INTOCCABILI (sezione: crisi)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

SOCIETÀ. DA WALL STREET ALLA CRISI DELL'AUTO: I MANAGER SUPERPAGATI NEL MIRINO DELL'OPINIONE PUBBLICA CHE SONO CADUTI 01/04/2009 rss e-mail print Rick Wagoner, ex amministratore delegato della General Motors, con buonuscita da 20 milioni di dollari Li avevano soprannominati i «Master of the Universe», i "titani" e loro forse avevano pensato davvero di poter sconfiggere la forza di gravità. Poi è accaduto l'impensabile e i semidei sono tornati sulla terra, uno dopo l'altro. E' la fine di quello che Samuel Huntington definiva l'«Uomo di Davos». La recessione più grave del dopoguerra distrugge un mito che per decenni ha catalizzato l'attenzione: l'élite sovranazionale che ha deciso i destini dell'economia globale. In poco più di un anno l'Uomo di Davos ha perso quasi tutto. La maggior parte di loro, infatti, si è sottomessa ai controlli e ai vincoli del Tesoro americano per poter avere un accesso diretto ai soldi dei contribuenti e, in alcuni casi, per ricevere lauti bonus. E' difficile dimenticare la prima volta a Washington dei capi di General Motors, Chrysler e Ford, arrivati nella capitale americana con i loro jet privati per chiedere finanziamenti. La seconda volta, dopo essere stati sbranati dall'opinione pubblica, si sono trasferiti da Detroit a Washington guidando auto ibride. Lloyd Blankfein di Goldman Sachs, Richard Fuld di Lehman Brothers e Chuck Prince di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria che ha messo in ginocchio la City di Londra. Sempre dal Vecchio continente, uno dei duri per eccellenza, vero e proprio "tagliagole", felice di esserlo, Christian Streiff, è stato silurato dal gruppo Peugeot-Citroen due giorni fa. Stessa fine ha fatto Rick Wagoner, amministratore delegato di General Motors, l'azienda americana, un tempo icona del capitalismo stelle&strisce. Il capo della Casa Bianca, Barack Obama, ha affermato che la sua decisione di mandare a casa Wagoner "non significa una condanna, ma il riconoscimento che occorreranno una nuova visione e una nuova direzione per creare la GM del futuro". La decisione arriva dopo settimane in cui il suo ministro del Tesoro Timothy Geithner è diventato l'uomo più solo di Washington, forse anche per i suoi anni passati alla guida della Federal Reserve di New York dove ha assistito, senza intervenire all'adozione da parte delle banche di politiche che ne hanno moltiplicato l'esposizione, ma soprattutto per la scoperta da parte dei contribuenti americani che molti manager responsabili del disastro hanno continuato a ricevere consistenti bonus. Geithner ha cercato di difendersi come ha potuto per il caso Aig, il gruppo assicurativo che, salvato dall'intervento dello Stato americano (con iniezioni di oltre 170 miliardi di dollari), ha deciso di distribuire premi a dirigenti per milioni di dollari, fino a sommare, secondo alcune fonti, addirittura un miliardo di dollari in bonus. Geithner ha spiegato che aveva saputo dei bonus solo il 10 marzo, mentre la Fed (come ha rivelato il Washington Post) lo sapeva da mesi. Geithner ha poi ammesso di aver aspettato due giorni prima di informare la Casa Bianca, un ritardo che ha irritato Obama. I repubblicani chiedono a gran voce che il ministro si dimetta e alcuni democratici (riporta il New York Times) prevedono che non arriverà a giugno. Il presidente Obama non ha usato mezzi termini e ha parlato di "oltraggio e offesa ai contribuenti". Nel paese, intanto, la ventata di populismo che infiamma il Congresso e l'America ha trasformato l'incidente Aig nella questione più scottante del momento. Il Congresso ha usato il pugno di ferro e ha votato una legge che impone un prelievo fiscale del 90% sui bonus erogati ai manager di aziende che ricevono aiuti pubblici. Il provvedimento, però, lascia indifferenti i 700 banchieri della Merrill Lynch che hanno incassato gratifiche da un milione di dollari in su (a testa), in quanto la legge votata dalla Camera è valida dal primo gennaio 2009. Come ricorda Rocca sul Foglio, "in tempi di piena, l'indomabile ottimismo degli americani valuta le enormi ricchezze dei pochi fortunati come una prospettiva alla portata di tutti. Quando c'è la crisi, e si diffonde il timore di una catastrofe economica anche personale, diventa più difficile digerire la perdita del lavoro e della casa a fronte del pagamento con i propri soldi dei mega bonus miliardari alle stesse persone che hanno creato o cavalcato il disastro finanziario". Le grandi firme dei più influenti quotidiani liberal, come Paul Krugman, Maureen Dowd e Thomas Friedman e Frank Rich non hanno fatto sconti al modo in cui il presidente sta affrontando la crisi economica e l'hanno accusato di "avere legami stretti con Wall Street". Negli ultimi mesi, l'americano medio ha perso il posto di lavoro (seicentomila ogni trenta giorni), ha dovuto subire il crollo del valore della propria casa, ha visto dimezzare i risparmi pensionistici vincolati all'andamento della borsa e svanire i fondi riservati all'istruzione dei figli. Infine, secondo i dati dell'Economist, è diminuita perfino la mobilità interna, uno dei pilastri del sogno americano. "Siamo all'inizio di una vera ribellione popolare. Quando vengono commessi gravi eccessi, l'America sana può anche reagire così" avverte sul Washington Post il politologo E.J. Dionne. Simone Incontro Simone Incontro

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Cei e banche alleate: prestiti per 300 milioni (sezione: crisi)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

AIUTI ALLE FAMIGLIE. Colletta nelle chiese il 31 maggio per costituire un fondo di garanzia 01/04/2009 rss e-mail print Monsignor Mariano Crociata CITTÀ DEL VATICANO La Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia e una rete di solidarietà. A beneficiarne direttamente potrebbero essere 20-30 mila famiglie. Per la Cei, ha spiegato il segretario monsignor Mariano Crociata illustrando gli esiti dell'ultima riunione del consiglio permanente dei vescovi italiani, è soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva carità». I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti appositi conti correnti. La Cei conta di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 milioni di euro, che l'Associazione bancaria italiana si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 milioni. A chiedere i prestiti potranno essere famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purché residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito sarà di 500 euro mensili per un anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia.

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(sezione: crisi)

( da "Avvenire" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

CHIESA 01-04-2009 «Sviluppo nella solidarietà per il Paese» Pubblichiamo il Comunicato finale presentato ieri del Consiglio episcopale permanente svoltosi a Roma dal 23 al 26 marzo. I l Consiglio episcopale permanente, presieduto dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, si è riunito per la sessione primaverile dal 23 al 26 marzo 2009, presso la sede della Cei in Roma. I membri del Consiglio hanno anzitutto ribadito la ferma denuncia «di un pesante lavorio di critica» nei riguardi del Papa, che ha preso corpo nell'ultimo periodo con gratuita e pretestuosa virulenza. Nel contempo, è stato espresso sincero apprezzamento per la lettera di Benedetto XVI, volta a offrire una «parola chiarificatrice» sulla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani. L'emergere di una certa tendenza contestativa rende peraltro più avvertiti del clima culturale contemporaneo, che riveste «il carattere di un vero e proprio spartiacque». Il nodo della questione sta nella contrapposizione di «due culture riferibili all'uso della ragione». Non si tratta dunque di uno scontro religioso o ideologico, ma di un serrato confronto culturale su due diversi modi di concepire l'uomo, la libertà e il vivere sociale. In questo orizzonte si è inserita una riflessione sul dramma di Eluana Englaro, il «caso che più ha colpito il nostro Paese nell'ultimo periodo» e che ha imposto all'attenzione di tutti una problematica che chiama in causa la maturità del vivere sociale, così come l'«effettiva disponibilità a solidarizzare con il più debole». La drammatica situazione economica che si sta profilando interpella la società e quindi anche la Chiesa. Per cercare di rispondere all'emergenza, è stato varato un fondo di garanzia a sostegno delle famiglie numerose o gravate da malattia o disabilità che abbiano perso ogni fonte di reddito. Tale scelta di condivisione e solidarietà si attuerà mediante una colletta nazionale, che avrà luogo il 31 maggio, domenica di Pentecoste. Anche il resoconto del recente convegno delle Chiese del Sud ha assunto il valore di rinnovata sollecitazione a farsi carico del Paese intero, mettendo in comunione le molteplici risorse intellettuali, morali e spirituali. Il Consiglio permanente ha approvato il programma dell'Assemblea generale della Cei, che si terrà a Roma dal 25 al 29 maggio 2009 e porrà al centro dei propri lavori la questione educativa. È stato autorizzato l'invio ai vescovi della bozza del nuovo Rito delle esequie, si è approvata la proposta di ripartizione dei fondi dell'otto per mille per l'anno corrente e l'erogazione del contributo per il funzionamento dei Tribunali ecclesiastici regionali. Sono stati individuati il tema e la sede della prossima Settimana sociale dei cattolici italiani, che si terrà nell'ottobre 2010, ed è stato licenziato il nuovo statuto della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali. 1. «Stare con il Papa, sempre ed incondizionatamente» « S tare con il Papa», cioè esprimergli affettuosa vicinanza e manifestargli pubblica solidarietà per gli attacchi gratuiti di cui è stato fatto oggetto di recente: questo è stato l'avvio spontaneo del Consiglio permanente. In particolare, si è fatto riferimento alla vicenda della revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani, atto di misericordia intorno al quale si è scatenata una polemica che ha rischiato di lacerare la stessa comunità ecclesiale, della cui unità il Santo Padre si è fatto carico nella sua accorata lettera, con un vibrante «appello alla riconci- liazione più genuina e disarmata ». Si è anche rilevato come, in occasione del recente viaggio in Africa, da parte di taluni organi di informazione e addirittura di soggetti istituzionali internazionali «non ci si è limitati ad un libero dissenso, ma si è arrivati ad un ostracismo che esula dagli stessi canoni laici» ( prolusione). L'effetto di tale pregiudiziale chiusura è stato, purtroppo, il silenzio o la disattenzione su una vasta gamma di questioni sollevate dal Papa in Camerun e in Angola: la necessità di un'opera di educazione, la promozione della donna, le esperienze di cura medica e di assistenza sociale, uniche risposte efficaci alla corruzione della vita politica e alle trame oscure degli interessi economici che travagliano quelle terre. Si è avuta netta «la sensazione che si intendesse non lasciarsi disturbare dalle problematiche concrete che un simile viaggio avrebbe suscitato, specie in una fase di acutissima crisi economica che chiede ai rappresentanti delle istituzioni più influenti una mentalità aperta e una visione inclusiva». 2. Le due culture intorno all'uso della ragione U na rilevante attenzione è stata dedicata all'analisi del momento presente, che sembra contrassegnato non da una schematica contrapposizione tra credenti e non credenti, ma piuttosto da una specifica domanda sull'uomo, «da cui discendono due diverse, per molti aspetti antitetiche, visioni antropologiche». Da una parte, c'è chi considera la persona sempre eccedente rispetto al resto della natura, in quanto caratterizzata da un valore irriducibile alla pura materia. In questa prospettiva, l'uomo si percepisce come dono che non si esaurisce in se stesso e si inserisce in un orizzonte più ampio. Dall'altra, c'è una cultura per la quale «il soggetto umano non è che un prodotto dell'evoluzione del cosmo, ivi compresa la sua autocoscienza» e perciò, essendo sostanzialmente «uno sghiribizzo culturale fluttuante nella storia, l'individuo si trova sostanzialmente prigioniero di sé, ma anche solo con se stesso» ( prolusione). Da ciò consegue una concezione radicalmente diversa della libertà umana. Nel primo caso, pur non abdicando alle proprie responsabi-- lità, essa si concepisce come non autosufficiente e limitata; nel secondo, invece, la libertà si presenta come possibilità di scelta incondizionata, senza alcun vincolo e a prescindere da ogni contesto di relazioni. È del tutto evidente che le due visioni non sono indifferenti rispetto alla costruzione della convivenza sociale. Se la sfida culturale in atto ha a che fare in primo luogo con l'uso della ragione, occorre trovare proprio su questo fronte occasioni di confronto, avendo presente che la persona, se per un verso non può essere ridotta alla sfera del contingente, per l'altro è indubbiamente segnata dalla dimensione storica, essendo per natura libera e quindi capace di evolversi, superando continuamente se stessa. Quanto alla testimonianza cristiana, essa deve radicarsi in una fede matura capace di misurarsi con le nuove sfide che segnano l'attuale stagione culturale. A questo proposito, la tragica vicenda di Eluana Englaro ha richiesto l'esercizio di un discernimento che va oltre il caso individuale per difendere quel principio di indisponibilità della vita, senza il quale è difficile garantire nel concreto il principio di uguaglianza per tutti. I vescovi hanno riaffermato l'impegno nell'opera di formazione delle coscienze, privilegiando un linguaggio argomentato, dialogico e propositivo, coscienti che è dentro la realtà che risplende la sensatezza e la bellezza della proposta cristiana, come mostra la storia anche attuale delle nostre comunità. 3. Il fondo di garanzia a sostegno delle famiglie segno di comunione e solidarietà C onsapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica in atto, i membri del Consiglio permanente hanno formalizzato la costituzione di un fondo di garanzia a sostegno delle famiglie numerose o gravate da malattia o disabilità che abbiano perso ogni fonte di reddito, dando forma al progetto già abbozzato nella sessione di gennaio. L'annuncio del Vangelo esige, infatti, costante attenzione alle necessità concrete dei fratelli, perché la comunione ecclesiale si sostanzi di fattiva carità. Il fondo si pone l'obiettivo di permettere alle famiglie con almeno tre figli a carico oppure segnate da situazioni di grave malattia o disabilità, che abbiano perso o perderanno ogni fonte di reddito, di ottenere dal sistema bancario un prestito mensile per dodici o ventiquattro mesi, da restituire a condizioni di favore quando avranno ritrovato il lavoro, così da poter fare fronte alle spese per la casa e alle necessità più impellenti. Si tratta di un segno di speranza, finalizzato ad aiutare un numero di casi necessariamente contenuto, ma significativo per la tipologia scelta. Esso si affianca alla capillare azione di carità svolta dalle Caritas diocesane e dalle organizzazioni del volontariato cattolico e sociale e non intende sostituirsi ai doverosi e irrinunciabili interventi che competono allo Stato e agli enti pubblici. Il fondo sarà finanziato con una colletta nazionale, che si terrà in tutte le chiese italiane domenica 31 maggio, solennità di Pentecoste. Il gesto tradizionale della colletta ci richiama a uno stile di Chiesa che si ricorda delle membra più deboli soprattutto nei momenti di più grave difficoltà e lo fa in tutti i modi possibili, sapendo che proprio nelle membra più deboli è Cristo stesso a rendersi presente e a identificarsi. È un atto che educa alla solidarietà e alla condivisione, all'apertura del cuore e alla generosità, a non vivere solo per se stessi, ripiegati sui propri problemi e sui propri interessi, ma con cuore fraterno e compassionevole. Nella stessa logica solidale, i vescovi hanno condiviso gli orientamenti emersi dal convegno Chiesa nel Sud, Chiese del Sud, svoltosi a Napoli il 12-13 febbraio scorso. A partire dagli esiti del convegno, è stata confermata la scelta di aggiornare con un nuovo documento la riflessione avviata vent'anni or sono con la nota Chiesa italiana e Mezzogiorno. Sviluppo nella solidarietà, nella percezione consolidata che «solo insieme» è possibile far crescere il nostro Paese. Da questo punto di vista, la prossima Settimana sociale dei cattolici italiani, che si terrà a Reggio Calabria nell'ottobre 2010, costituirà un'occasione significativa per definire i contenuti di un'agenda di questioni con cui le istituzioni e i gruppi sociali siano chiamati a misurare la propria responsabilità. 4. Il tema dell'Assemblea generale e gli adempimenti istituzionali I l Consiglio permanente ha approvato il programma della prossima Assemblea generale, che si terrà a Roma dal 25 al 29 maggio 2009. Essa metterà a tema la questione educativa, avviando la riflessione che dovrà condurre alla configurazione degli orientamenti pastorali della Chiesa italiana per il decennio 2010-2020. In occasione dei lavori assembleari, i vescovi solennizzeranno l'Anno La questione educativa sarà l'argomento centrale dell'Assemblea generale in programma a Roma dal 25 al 29 maggio prossimi Paolino con una speciale concelebrazione eucaristica nella basilica di San Paolo fuori le Mura. È stato dato l'assenso all'invio ai vescovi della bozza del nuovo Rito delle esequie ed è stata approvata la proposta di ripartizione dei fondi dell'otto per mille per l'anno corrente, materia sulla quale dovrà pronunciarsi l'Assemblea generale. È stata anche determinata la misura del contributo economico per il funzionamento dei Tribunali ecclesiastici regionali, registrando con soddisfazione l'incremento del numero dei procedimenti conclusi, fatto che testimonia la sensibilità crescente sulle difficoltà della famiglia e insieme evidenzia il bisogno di rafforzare la qualità e la quantità delle competenze necessarie in questo delicato ambito pastorale. È stato licenziato il nuovo statuto della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali. Infine, è stato approvato lo statuto dell'Associazione italiana di pastorale sanitaria (Aipas) e sono state approvate modifiche agli statuti dell'Agesci, dell'Unitalsi e del Movimento Rinascita cristiana. È stato anche approvato il nuovo Direttorio della Federazione nazionale italiana dell'Unione apostolica del clero (Uac) ed è stata ammessa nella Consulta nazionale delle aggregazioni laicali la Fratres - Consociazione nazionale dei gruppi donatori di sangue delle Misericordie d'Italia. Roma, 31 marzo 2009 Consiglio permanente Cei: la vicinanza al Pontefice e la creazione di un fondo per le famiglie in difficoltà tra i temi del documento finale Ribadito dai vescovi italiani il principio di indisponibilità della vita, senza cui è difficile garantire l'uguaglianza a tutti. Chiesa e Mezzogiorno: allo studio un nuovo documento

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CREDITO: MAXI-BANCA ISLAMICA SARA' VARATA ENTRO IL 2009 (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

CREDITO: MAXI-BANCA ISLAMICA SARA' VARATA ENTRO IL 2009 (AGI) - Roma, 1 apr. - Entro la fine dell'anno, il Gruppo bancario del Bahrain, Al Baraka, lancera' la piu' grande banca islamica del mondo.Lo ha reso noto il giornale di Dubai "Gulf News", secondo il quale, il "numero uno" di Al Baraka, Adnan Yousuf - che e' anche presidente dell'Unione delle Banche arabe - ha annunciato che "sono ormai completati i preparativi per il lancio" della nuova banca. "Alla luce dell'attuale crisi finanziaria mondiale, il presidente di Al Baraka, Shaikh Saleh Kamel, non ha tirato i remi in barca, al contrario ha accelerato le procedure per il varo del nuovo istituto di credito", ha rilevato Yousuf. Secondo la fonte, la nuova "mega banca", avra' un capitale iniziale equivalente a 10 mld di dollari, raccolti attraverso una serie di offerte pubbliche e stock option private. "Nonostante la crisi economica globale e le sue ripercussioni sul settore finanziario internazionale - ha detto Yousuf - l'attivita' delle banche islamiche (che si ispirano alle norme della sharia, la legge musulmana, ndr) non ha registrato fasi di crisi, anczi continua a prosperare". 01/04/2009 - 13:17

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Anche la Cina avrà il suo Nasdaq">Un'indice per le start-up tecnologiche Anche la Cina avrà il suo Nasdaq (sezione: crisi)

( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Gem/ Anche la Cina avrà il suo Nasdaq Mercoledí 01.04.2009 10:31 Caro Angelo, la Cina continua a sfornare innovazioni ed azioni, in risposta alla crisi ed in prossimità del G20 tanto atteso. Un ulteriore segnale è quello che a breve avrà anche il suo NASDAQ. Si chiamerà GEM (Growth Enterprise Market) e ha come funzione quella di supportare le startup e le piccole imprese a grande potenziale di crescita. E' la prova dello sfalsamento spazio temporale nel quale vivono i due sistemi economici e finanziari, quello americano europeo totalmente recessivo e quello cinese asiatico che sta lanciando già le basi per il rilancio e la crescita. E' ovvio che non tarderanno ad arrivare risultati tangibili a breve, ma quando saranno visibili in Italia, sarà, come nel caso della comprensione del fenomeno Berlusconi da parte dei Vertici dell'opposizione di allora (Violante docet), troppo tardi !!! A presto. Alberto Ormai è evidente come Usa e Cina stiano "marcandosi" strettamente su qualsiasi questione, così come la crisi finanziaria stia aprendo ampi spazi, nei quali i cinesi si stanno inserendo con sempre maggiore frequenza. Non sorprende quindi che ora, la Cina voglia replicare anche uno dei successi storici della finanza americana: il Nasdaq. GEM, IL NASDAQ CINESE - Si chiamerà GEM (Growth Enterprise Market), un nome che evoca l'approccio che i cinesi vogliono avere sulla questione, una piattaforma finanziaria dedicata a supportare start-up innovative e tecnologiche. In realtà il progetto non è nuovo, visto che fu pensato ben già 10 anni fa, ma dopo l'esplosione della bolla finanziaria legata alla new economy e alle dot.com, il progetto della creazione del GEM cinese, fu temporaneamente sospeso, fino ad oggi. Basata ovviamente a Shenzhen, l'area con il più alto tasso tecnologico della Cina, il GEM cinese sarà fortemente focalizzato sulle piccole imprese a grande potenziale di crescita, con l'obbiettivo di diventare lo spazio per trovare finanziamenti e supportarne la crescita. I REQUISITI PER LA QUOTAZIONE - Le potenziali aspiranti di questo nuovo listino tecnologico cinese, dovranno però rispettare rigorosamente alcuni parametri, quali: un capitale sociale superiore ai 30 Milioni di Yuan (oltre 3 Milioni di Euro); avere conseguito utili per due anni consecutivi e redditività combinata di almeno 10 Milioni di Yuan (oltre 1 Milione di Euro); fatturato di almeno 50 Milioni di Yuan (oltre 5 milioni di Euro); utili di almeno 5 milioni di Yuan (oltre 500.000 Euro) nell'ultimo anno fiscale; LA TRASPARENZA DEI DATI - Ma l'aspetto fondamentale che sta a cuore ai cinesi, è la trasparenza nella diffusione dei dati e dei risultati aziendali da parte delle imprese, così come l'efficienza dei controlli e la vigilanza che la piattaforma GEM dovrà garantire, così da evitare criticità simili a quelle di questi mesi, su quasi tutti i mercati finanziari. Questa iniziativa, intende essere un concreto supporto alle imprese innovative cinesi ma anche il punto di partenza per la crescita di un mercato di capitali cinesi, in grado di finanziare in maniera sistematica una nuova generazione d'imprese ad alto potenziale di crescita e tecnologiche. pagina successiva >>

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Anche la Cina avrà il suo Nasdaq">Un'indice per le start-up tecnologiche Anche la Cina avrà il suo Nasdaq pag.1 (sezione: crisi)

( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Gem/ Anche la Cina avrà il suo Nasdaq Mercoledí 01.04.2009 10:31 UN'INDICE DI BORSA CONTRO IL CREDIT CRUNCH -è anche una risposta alla situazione che si è venuta a creare a causa della crisi finanziaria, dove gli istituti bancari sono diventati sempre più prudenti a concedere prestiti alle start-up, situazione che finisce anche per colpire le piccole imprese che in Cina di fatto rappresentano il 99% delle imprese e danno lavoro al 75% degli occupati del paese. Il progetto appare anche del tutto in controtendenza rispetto a quanto sta accadendo agli altri mercati finanziari mondiali, che di fatto stanno subendo tutti forti ridimensionamenti ed accorpamenti. La Cina sembra dimostrare, ancora una volta, come solo attraverso l'agire e la creazione di nuove innovative iniziative, si potrà sperare di superare la crisi attuale, per creare un futuro fatto si di grandi multinazionali, ma soprattutto da milioni di "invisibili" aziende che, dati alla mano, rappresentano però l'asse vero di tutte le nazioni. L'ATTENZIONE ALLE PMI - Quello delle piccole imprese è il vero asset che il governo cinese intende salvaguardare attraverso anche questa iniziativa, cercando nel contempo, di lanciare nuove imprese in grado di diventare i leader del futuro, trainando così la crescita sia economica del paese che di competenze tecnologiche necessarie per rinnovare l'industria cinese. Un messaggio sul quale riflettere, visto che lo scenario cinese assomiglia incredibilmente a quello italiano che anche nei suoi massimi splendori degli anni scorsi, è stato sempre strettamente collegato al successo, spesso planetario, delle proprie "multinazionali tascabili" del Made in Italy. Le stesse che ora la Cina spera possano trovare nel GEM il proprio terreno fertile per poter diventare le solide protagoniste del crescente "Made in China" futuro. < < pagina precedente

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BORSE Giù (MIBTEL -1.8%) - Ford teme LA ripresa DI GM e Chrysler - Honda taglia produzione e salari - Sea batte la crisi e apre a Sky Team - Google supera Ge BuranI in rosso - IL (sezione: crisi)

( da "Dagospia.com" del 01-04-2009)

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HomePage | Segnala articolo --> BORSE Giù (MIBTEL -1.8%) - Ford teme LA ripresa DI GM e Chrysler - Honda taglia produzione e salari - Sea batte la crisi e apre a Sky Team - Google supera Ge – BuranI in rosso - IL “SETTORE A RISCHIO” DELLE CASSE SPAGNOLE… Logo "Ford" 1 - Borsa, Europa in ribasso. A Milano sale Telecom... Da "ilsole24ore.com" - Andamento al ribasso per le principali Borse europee. Parigi perde il 2%, Francoforte l'1,86% mentre Londra cede l'1,09 per cento A Milano il Mibtel è in calo dell' l'1,8% mentre l'S&P/Mib lascia sul terreno il 2,3 per cento. I listini del Vecchio Continente, quindi, sembrano non avvantagiarsi della chiusra positiva di Tokyo. Il Nikkei ha segnato un incremento di 242,83 punti a 8.351,91 e l'indice Topix è salito del 2,61% a 793,82. Tra i singoli titoli ha guadagnato terreno Honda Motor, beneficiando dell'avvicinarsi di una soluzione per la situazione critica delle case automobilistiche Usa da parte del governo americano. Evidentemente l'incertezza sul fronte macro-economico continua a pesare sulle Borse. Come peraltro mostra il dato sulle vendite al dettaglio in Germania che sono calate dello 0,2% a febbraio rispetto al mese precedente (il calo su base annua è stato pari al 5,3%). Logo "Chrysler" Tra le blue chip di Piazza Affari in controtendenza Telecom Italia. Ad alimentare gli acquisti il report di Goldman Sachs che ha alzato la raccomandazione a Buy. Prese di benefico, invece, su Fiat dopo il rally di ieri. Oggi proseguono a Detroit i negoziati a tappe forzate con i vertici di Chrysler per raggiungere l'accordo chiesto dal presidente Usa Barak Obama. 2 - Fiat- Chrysler: Obama per accordo... (ANSA) - Obama e' pronto a lasciare che la Chrysler vada in bancarotta e venga venduta in pezzi in assenza di un accordo con la Fiat. Lo hanno indicato all'agenzia Bloomberg membri del Congresso informati delle deliberazioni dell'amministrazione. Il numero uno Fiat, Sergio Marchionne, e' in queste ore negli Stati Uniti, tra Detroit e Washington, per mettere a punto i dettagli di un accordo con la Chrysler in meno di 30 giorni. 3 - Ford teme ripresa GM e Chrysler... (ANSA) - Ford, che non ha chiesto aiuti al Governo e che finora e' stata spettatrice delle vicende GM e Chrylser, inizia a preoccuparsi. Secondo la casa automobilistica Usa, come riporta il WSJ, un'eventuale bancarotta assistita di una o di ambedue le sue concorrenti americane potrebbe danneggiarla. In casa Ford si teme che la bancarotta possa avere effetti negativi sulle rete di fornitori e distributori, con un impatto sulle consegne e sulle vendite Ford. 4 - Mariella Burani: 2008 in rosso... (ANSA) - Mariella Burani Fashion Group ha chiuso il 2008 con un fatturato in crescita del 3,9% a 700 milioni. Si e' registrata una perdita di 55,2 mln contro un utile di 16,8 mln nel 2007. Il mol ha segnato +5,3% a 87,8 mln (+5,3%). Nei primi due mesi del 2009 Mariella Burani ha visto il fatturato totale crescere del 2%. L'andamento delle vendite per la campagna A/I 2009-2010 permette al management di confermare le prospettive di business nel medio e lungo periodo. Logo "GM" 5 - Ubs: da Credit Suisse arriva Koerner... (ANSA) - Prosegue la riorganizzazione del vertice di Ubs, la prima banca svizzera pesantemente colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief operating officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con l'obiettivo di razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Koerner, come spiega una nota, assume la direzione del Corporate center, l'unita' che comprendera' tutte le mansioni su infrastrutture e servizi, centralizzando il controllo. 6 - Honda taglia produzione e salari... (ANSA) - Honda tagliera' la produzione, ridurra' gli stipendi e chiedera' uscite volontarie in nord America. Lo riporta il Wall Street Journal.Honda punta a ridurre la propria produzione negli impianti nord americani di 62.000 unita' entro l'estate. I tagli ai salari riguarderanno tutti gli impiegati in nord America, con i tagli maggiori per i top manager. Gli incentivi alle uscite saranno offerti alla maggior parte dei 35.600 impiegati Honda in Canada, Messico e negli Usa. 7 - Sea batte la crisi e apre a Sky Team... Da "Il Sole 24 Ore" - Un annus horribilis dell'economia mondiale. Ed anche il trasporto aereo ha subito importanti perdite con una flessione del traffico passeggeri del 6% e merci del 20%. Se a questo aggiungiamo che dall'oggi al domani Alitalia decide di eliminare 1.200 voli settimanali su Malpensa le prospettive ad aprile 2008 per Sea erano alquanto negative. Ad un anno di distanza Sea è riuscita però a chiudere positivamente il proprio bilancio e grazie a un azzeccato piano industriale riesce a riportare l'attenzione sui propri aeroporti. logo honda Dopo il cambio di marcia della scorsa settimana di Alitalia su Linate, a Malpensa oggi si svolge un incontro di presentazione dell'attività dell'alleanza Sky Team con il Presidente Leo van Wijk. Sarà un caso oppure, dopo i forti investimenti di Lufthansa sull'aeroporto milanese, una contromossa dell'alleanza internazionale di cui fa parte Alitalia? (R.Fi.) 8 - Aedes e i nodi sulla proposta Isoldi... Da "Il Sole 24 Ore" - Esiste ancora un nodo da sciogliere prima del via libera definitivo alla proposta di Amenduni Isoldi per salvare Aedes, gravata da oltre 800 milioni di debiti: nodo non semplice da risolvere e all'esame della banche creditrici, sebbene le linee principali del piano siano state accettate dall'83% dei finanziatori. Il problema è l'intervento dell'immobiliarista romagnolo Pierino Isoldi sulla ricapitalizzazione da 150 milioni. Isoldi avrebbe proposto di partecipare all'aumento in parte cash, ma anche di apportare asset immobiliari posseduti in Romagna per 200 milioni, sui quali graverebbe debito per 100 milioni. Alcune banche creditrici (sono 43 in totale), tuttavia, secondo i rumors, sembrerebbero scettiche sull'apporto in natura. Nel frattempo, il tempo stringe ed entro metà aprile dovrà essere trovata una soluzione. (C.Fe.) Google 9 - Il motore Google ora supera Ge... Da "Il Sole 24 Ore" - La crisi rivoluziona le gerarchie della Corporate America a Wall Street. Google, regina della "nuova economia", ha superato General Electric, da sempre azienda-Pil per le sue tradizionali attività dalla finanza ai motori per aerei. Almeno quando si tratta di capitalizzazione di mercato: l'ha battuta al traguardo del primo trimestre dell'anno, 110 a 107 miliardi di dollari. Nella classifica delle venti maggiori società per "market cap", guidata dalla petrolifera ExxonMobil, Google è ora al decimo posto. Con solo altri due storici protagonisti high-tech che la sovrastano, Ibm con 130 miliardi e Microsoft con 164 miliardi. Google, oltretutto, è pronta a scommettere su futuri exploit: ha tenuto a battesimo un fondo di venture capital, Google Venture, cento milioni per dare la caccia alla "next big thing", la prossima scoperta di successo. (M. Val.) 10 - casse a rischio... Alessandro Oppes per "la Repubblica" - Quando Zapatero definiva il sistema finanziario spagnolo "il più solido del mondo", probabilmente non si riferiva alle casse di risparmio. Dopo il salvataggio a sorpresa di Caja Castilla La Mancha deciso dal Banco di Spagna domenica scorsa per evitarne il rischio di bancarotta, nuove nubi si addensano sul settore. Il timore che la mancanza di liquidità possa mettere in ginocchio altre casse di risparmio fa dire al governatore Miguel Angel Fernández Ordonez che, "se la crisi internazionale si prolunga, sicuramente sarà necessario ristrutturare alcune entità medie e piccole". E l´economista capo dell´Ocse, Klaus Schmidt-Hebbel, definisce le casse spagnole "un settore a rischio", soprattutto per la loro esposizione ai crediti immobiliari. [01-04-2009]

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G20/ Brown: mondo deve unirsi per agire di fronte a crisi (sezione: crisi)

( da "Virgilio Notizie" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Londra, 1 apr. (Apcom) - Stati uniti e Regno unito "sono d'accordo sul significato del G20", ha detto in conferenza stampa il primo ministro britannico Gordon Brown, con al suo fianco il presidente degli Stati uniti Barack Obama, al termine del loro incontro oggi a Londra, alla vigilia del vertice G20. "Il mondo deve unirsi per agire di fronte a una crisi finanziaria senza precedenti", ha sottolineato Brown, elencando una serie di test cui sarà necessario fare fronte: "Il primo test è un sistema di controllo delle banche"; sarà poi necessario "prendere le misure necessarie per far ripartire la crescita"; "il terzo test sarà quello di "sostenere la cooperazione economica internazionale e la crescita dei paesi in via di sviluppo, respingendo il protezionismo". "Il nostro obbligo - ha insistito Brown - è anche quello di aiutare i paesi più vulnerabili a reagire a questa crisi"-

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(sezione: crisi)

( da "Arena.it, L'" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

«Il Banco Popolare è alla svolta» L'INTERVISTA. Il presidente Carlo Fratta Pasini: l'operazione trasparenza fatta dal consigliere delegato Pier Francesco Saviotti ha convinto il mercato «La Borsa torna a riconoscere qualche fondamentale.I mesi difficili pensando alla mia Verona e a come tornare forti» 01/04/2009 rss e-mail print Carlo Fratta Pasini, presidente del Banco Popolare. «Soci e clienti anche con le critiche ci manifestano l'attaccamento al Banco» Dalla notte all'alba. Dalla tempesta verso l'approdo. Per il Banco Popolare (come d'altra parte per l'intero sistema bancario italiano ed internazionale) sono stati mesi di inquietudini, timori e grandi difficoltà. Poi l'arrivo del nuovo consigliere delegato Pier Francesco Saviotti e il concretizzarsi dell'«operazione trasparenza» al gruppo guidato dal presidente Carlo Fratta Pasini. Ma ancora sino a un mese fa, con il titolo che in Borsa pareva sull'ottovolante, si rincorrevano voci più disparate: possibili grandi operazioni, aggregazioni e quant'altro. Il titolo in Borsa nelle ultime sedute ha mostrato segnali di ripresa decisa con recuperi sensibili delle quotazioni che sono risalite dal minimo del 9 marzo di meno di 1,9 euro a oltre tre euro e mezzo, sia pure con andamenti altalenanti; ieri il Banco in Piazza Affari ha chiuso con un +12,16% a 3,46 euro. [FIRMA]Oggi, presentato il bilancio e con le azioni che salgono, sembra davvero un altro mondo. Non è vero, presidente Fratta Pasini? «È vero, il mercato sta riconoscendo la serietà e la forza della nostra reazione e della volontà di svolta rispetto al passato. Con questo bilancio gli analisti hanno compreso che il Banco, anche in una situazione di crisi come l'attuale, non ha timore della "verità" ed è pronto a ripartire per una nuova stagione di migliore servizio ai suoi territori». Sorride il presidente del Banco, ma nei suoi occhi traspare la sofferenza di questi mesi unita ad una forte determinazione. Cosa ci dobbiamo attendere? «Ora anche la Borsa ci sta restituendo appena un po' di quanto ci ha tolto e torna a riconoscere qualche fondamentale dimenticato: il patrimonio a posto, l'assenza nel nostro portafoglio di subprime o titoli tossici, le banche del territorio che continuano a portare risultati positivi. Oggi i clienti ed i soci nelle varie piazze manifestano, anche attraverso ben comprensibili critiche, il loro attaccamento al Banco Popolare». Resta comunque il bilancio in rosso, il mancato dividendo ed una quotazione che non può soddisfare... «È vero, non ci sono motivi di soddisfazione e quanto a quelli di consolazione occorre riconoscere che il contesto generale, i risultati delle altre banche e l'andamento degli altri titoli bancari, spiegano gran parte, ma non tutta la caduta del nostro titolo». Ma ora un taglio netto con le vicende del passato. «Sì, la soluzione della vicenda Italease e la pulizia del portafoglio crediti dell'ex Bpi costruito all'epoca Fiorani. Due problemi con cui dovevamo fare i conti fino in fondo perché, come ha ripetuto il dottor Saviotti, sono fardelli onerosi ma sostenibili per il Banco. Mi ha detto un nostro ex capoarea l'altro giorno: "Presidente, l'è una bella "pontara!". Però lavorando tanto e insieme, potremo valicarla anche prima di quanto oggi è prevedibile». Un bilancio comunque a due facce. «Sì, perché dimostra come senza componenti straordinarie e rettifiche di valore l'utile sarebbe stato di 433 milioni, non lontano da quello dichiarato da analoghe realtà. Ma, lo ripeto, le rettifiche ci sono ed andavano fatte anche se comportano sacrifici per tutti». Sì, però ora dopo l'operazione pulizia ci si attende anche il rilancio. «Lo ha detto lo stesso Saviotti, dopo la pulizia la crescita sarà favorita. Anche grazie ai Tremonti Bond abbiamo una base solida su cui poggiare per ripartire. Noi, da soli, senza aggregazioni, senza derogare dal nostro modello di banca popolare. La crisi economica non è finita, ma il consigliere delegato la sta affrontando con una visione chiara di ciò che è necessario fare. Oltre al momento della verità e della responsabilità, è venuto anche il momento della fiducia, senza la quale non si fa né banca né impresa. Cerchiamo e chiediamo la fiducia ed il sostegno delle nostre città, Verona in testa». Anche perchè dai mutui per i veronesi al sostegno all'impresa, il Banco per Verona è sempre stato qualcosa di più di un istituto di credito... «Lo so bene e non smetto mai di pensare alle nostre responsabilità nei confronti dei moltissimi veronesi che hanno investito quote rilevanti dei loro risparmi nelle azioni della Banca, ed anche nei confronti dei veronesi che verranno. Sono veronese, amo la mia città, ho sempre pensato al nostro istituto come uno dei tasselli su cui si gioca lo sviluppo del nostro comprensorio. Si può immaginare i miei pensieri e sentimenti in questi mesi. Ma proprio da Verona riparte la nostra strada. Qui c'è la Banca del territorio più forte, la Popolare di Verona, qui c'è la sede della Capogruppo, qui si gioca la possibilità di continuare una storia straordinaria di crescita e di sviluppo che dura da più di 140 anni». Dunque ha percepito lo smarrimento di tanti veronesi. «Certamente, in molti mi hanno scritto e parlato, qualcuno si è anche "sfogato". Non mi sono mai sottratto al confronto, ho compreso cose che dall'interno non erano percepibili, ho cercato di rispondere a tutti. Ed oggi dico, con ancora più forza, di avere fiducia. In piena sintonia con le Istituzioni, tutto il Banco è impegnato nel creare le condizioni migliori possibili perché si possa operare con rapidità ed efficacia. Il dottor Saviotti ha già preso saldamente in mano le redini della Banca e la sta conducendo, in accordo con gli organi sociali, attraverso la crisi finanziaria ed economica, sulla strada della riduzione del rischio, del rigore e della concreta operosità». Stanno nascendo alcune associazioni dei soci su piazza, che ne pensa? «Si tratta di un fenomeno fisiologico che ormai si riscontra pressoché in tutte le società cooperative quotate, e che va nel senso auspicato dalla normativa e dalle Autorità di Vigilanza, per favorire le minoranze ed evitare derive autoreferenziali». Intanto però si avvicina una assemblea non certo facile... «Spiegheremo i nostri conti e i nostri piani. Parleremo chiaramente non solo del passato ma del presente e del futuro. La banca ha sempre contribuito alla crescita dell'economia veronese, ha aiutato a perseguire i progetti di famiglie, artigiani, piccole e medie imprese, con una attenzione particolare anche alla cultura e al sociale. È un ruolo a cui non conviene abdicare solo perché è divenuto più difficile. Il nostro personale è all'altezza di questa sfida, e può farcela con la collaborazione e lo stimolo dei nostri pensionati, dei clienti, dei soci». Il 2009 che cosa porterà a soci del Banco? «Dovrà portare una maggiore attenzione alle loro esigenze ed un migliore servizio. Sul fronte economico finanziario, pur in un contesto difficilissimo, confidiamo in risultati positivi per la Banca e per gli azionisti». Maurizio Cattaneo Maurizio Cattaneo

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GLI INTOCCABILI (sezione: crisi)

( da "Arena.it, L'" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

GLI INTOCCABILI SOCIETÀ. DA WALL STREET ALLA CRISI DELL'AUTO: I MANAGER SUPERPAGATI NEL MIRINO DELL'OPINIONE PUBBLICA CHE SONO CADUTI 01/04/2009 rss e-mail print Rick Wagoner, ex amministratore delegato della General Motors, con buonuscita da 20 milioni di dollari Li avevano soprannominati i «Master of the Universe», i "titani" e loro forse avevano pensato davvero di poter sconfiggere la forza di gravità. Poi è accaduto l'impensabile e i semidei sono tornati sulla terra, uno dopo l'altro. E' la fine di quello che Samuel Huntington definiva l'«Uomo di Davos». La recessione più grave del dopoguerra distrugge un mito che per decenni ha catalizzato l'attenzione: l'élite sovranazionale che ha deciso i destini dell'economia globale. In poco più di un anno l'Uomo di Davos ha perso quasi tutto. La maggior parte di loro, infatti, si è sottomessa ai controlli e ai vincoli del Tesoro americano per poter avere un accesso diretto ai soldi dei contribuenti e, in alcuni casi, per ricevere lauti bonus. E' difficile dimenticare la prima volta a Washington dei capi di General Motors, Chrysler e Ford, arrivati nella capitale americana con i loro jet privati per chiedere finanziamenti. La seconda volta, dopo essere stati sbranati dall'opinione pubblica, si sono trasferiti da Detroit a Washington guidando auto ibride. Lloyd Blankfein di Goldman Sachs, Richard Fuld di Lehman Brothers e Chuck Prince di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria che ha messo in ginocchio la City di Londra. Sempre dal Vecchio continente, uno dei duri per eccellenza, vero e proprio "tagliagole", felice di esserlo, Christian Streiff, è stato silurato dal gruppo Peugeot-Citroen due giorni fa. Stessa fine ha fatto Rick Wagoner, amministratore delegato di General Motors, l'azienda americana, un tempo icona del capitalismo stelle&strisce. Il capo della Casa Bianca, Barack Obama, ha affermato che la sua decisione di mandare a casa Wagoner "non significa una condanna, ma il riconoscimento che occorreranno una nuova visione e una nuova direzione per creare la GM del futuro". La decisione arriva dopo settimane in cui il suo ministro del Tesoro Timothy Geithner è diventato l'uomo più solo di Washington, forse anche per i suoi anni passati alla guida della Federal Reserve di New York dove ha assistito, senza intervenire all'adozione da parte delle banche di politiche che ne hanno moltiplicato l'esposizione, ma soprattutto per la scoperta da parte dei contribuenti americani che molti manager responsabili del disastro hanno continuato a ricevere consistenti bonus. Geithner ha cercato di difendersi come ha potuto per il caso Aig, il gruppo assicurativo che, salvato dall'intervento dello Stato americano (con iniezioni di oltre 170 miliardi di dollari), ha deciso di distribuire premi a dirigenti per milioni di dollari, fino a sommare, secondo alcune fonti, addirittura un miliardo di dollari in bonus. Geithner ha spiegato che aveva saputo dei bonus solo il 10 marzo, mentre la Fed (come ha rivelato il Washington Post) lo sapeva da mesi. Geithner ha poi ammesso di aver aspettato due giorni prima di informare la Casa Bianca, un ritardo che ha irritato Obama. I repubblicani chiedono a gran voce che il ministro si dimetta e alcuni democratici (riporta il New York Times) prevedono che non arriverà a giugno. Il presidente Obama non ha usato mezzi termini e ha parlato di "oltraggio e offesa ai contribuenti". Nel paese, intanto, la ventata di populismo che infiamma il Congresso e l'America ha trasformato l'incidente Aig nella questione più scottante del momento. Il Congresso ha usato il pugno di ferro e ha votato una legge che impone un prelievo fiscale del 90% sui bonus erogati ai manager di aziende che ricevono aiuti pubblici. Il provvedimento, però, lascia indifferenti i 700 banchieri della Merrill Lynch che hanno incassato gratifiche da un milione di dollari in su (a testa), in quanto la legge votata dalla Camera è valida dal primo gennaio 2009. Come ricorda Rocca sul Foglio, "in tempi di piena, l'indomabile ottimismo degli americani valuta le enormi ricchezze dei pochi fortunati come una prospettiva alla portata di tutti. Quando c'è la crisi, e si diffonde il timore di una catastrofe economica anche personale, diventa più difficile digerire la perdita del lavoro e della casa a fronte del pagamento con i propri soldi dei mega bonus miliardari alle stesse persone che hanno creato o cavalcato il disastro finanziario". Le grandi firme dei più influenti quotidiani liberal, come Paul Krugman, Maureen Dowd e Thomas Friedman e Frank Rich non hanno fatto sconti al modo in cui il presidente sta affrontando la crisi economica e l'hanno accusato di "avere legami stretti con Wall Street". Negli ultimi mesi, l'americano medio ha perso il posto di lavoro (seicentomila ogni trenta giorni), ha dovuto subire il crollo del valore della propria casa, ha visto dimezzare i risparmi pensionistici vincolati all'andamento della borsa e svanire i fondi riservati all'istruzione dei figli. Infine, secondo i dati dell'Economist, è diminuita perfino la mobilità interna, uno dei pilastri del sogno americano. "Siamo all'inizio di una vera ribellione popolare. Quando vengono commessi gravi eccessi, l'America sana può anche reagire così" avverte sul Washington Post il politologo E.J. Dionne. Simone Incontro Simone Incontro

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Cei e banche alleate: prestiti per 300 milioni (sezione: crisi)

( da "Arena.it, L'" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Cei e banche alleate: prestiti per 300 milioni AIUTI ALLE FAMIGLIE. Colletta nelle chiese il 31 maggio per costituire un fondo di garanzia 01/04/2009 rss e-mail print Monsignor Mariano Crociata CITTÀ DEL VATICANO La Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia e una rete di solidarietà. A beneficiarne direttamente potrebbero essere 20-30 mila famiglie. Per la Cei, ha spiegato il segretario monsignor Mariano Crociata illustrando gli esiti dell'ultima riunione del consiglio permanente dei vescovi italiani, è soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva carità». I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti appositi conti correnti. La Cei conta di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 milioni di euro, che l'Associazione bancaria italiana si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 milioni. A chiedere i prestiti potranno essere famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purché residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito sarà di 500 euro mensili per un anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia.

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LA SFIDA DI LONDRA (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Mikhail Gorbaciov LA SFIDA DI LONDRA CONTINUA A PAGINA 37Mano a mano che la crisi finanziaria ed economica globale si fa più profonda e grave tutti noi dobbiamo ripensare alcune questioni chiave, tra cui il ruolo dello Stato. Si può già prevedere che l'approccio al ruolo di governo che ha prevalso negli ultimi decenni si capovolgerà. L'assalto è cominciato più di trent'anni fa, con Margaret Thatcher e Ronald Reagan: economisti, uomini d'affari e politici puntarono il dito contro i governi come fonte di quasi tutti i problemi economici. Certo le critiche sulle interferenze dei governi erano solide e motivate: in quegli anni gli elettori avevano buone ragioni per sostenere i politici che promettevano di limitare il ruolo dei governi lasciando alle imprese una maggiore libertà di agire e quindi di crescere. Tuttavia, dietro le critiche c'erano anche altri interessi: quelli di chi, pur promettendo che l'ondata liberalizzatrice avrebbe dato vantaggi a tutti, era in realtà interessato soprattutto a spingere le grandi imprese, liberandole da obblighi pesanti nei confronti della società e smantellando la rete di sicurezza sociale che proteggeva i lavoratori. La globalizzazione è stata accompagnata da una nuova fase di attacco contro lo Stato in favore della concorrenza assoluta su tutti i mercati: beni, servizi e lavoro. I principi del monetarismo, dell'irresponsabilità sociale e ambientale, del consumo eccessivo e dei superprofitti come motori dell'economia e della società sono diventati uno standard internazionale. Il cosiddetto «consenso di Washington» - che riflette questi principi - s'è diffuso ovunque con forza. Così sempre più spesso molti settori dell'economia e della finanza sono stati lasciati a se stessi, senza supervisione. Inevitabilmente, una dopo l'altra sono esplose le bolle. Prima quella digitale, poi quella del mercato azionario, infine quella dei mutui. Finché il finanziamento globale, nel suo insieme, non è diventato a sua volta un'enorme bolla. Piccoli gruppi di persone hanno creato una ricchezza favolosa per se stesse, mentre il tenore di vita di gran parte della popolazione mondiale - nel migliore dei casi - è rimasto invariato. E gli impegni per aiutare i poveri del mondo sono stati quasi sempre dimenticati. L'indebolimento dello Stato ha consentito un'ondata selvaggia di frodi finanziarie e corruzione, ha permesso al crimine organizzato di infilarsi nell'economia di numerosi Paesi, e consegnato un'influenza sproporzionata alla lobby delle imprese, che fa leva sui finanziamenti alla politica. Ciò ha falsato il processo democratico e danneggiato gravemente il tessuto sociale. Settembre 2008 ha segnato l'inizio di un crollo catastrofico dell'intera struttura. Sotto le macerie sono rimasti i risparmiatori, la produzione - scesa a un ritmo senza precedenti - e milioni di disoccupati in tutto il mondo. Non è esagerato dire che oggi è minacciata tutta l'economia mondiale. E ancora oggi continuiamo a sentire i pareri di chi tuttora crede nella magia salvifica del mercato completamente libero. Solo che gli elettori non vanno più in caccia di soluzioni: si aspettano che siano i leader eletti ad agire. E sono questi a dover intervenire perché non ci sono altri strumenti. In un momento in cui lo tsunami economico sta minacciando la sopravvivenza di centinaia di milioni di persone, dobbiamo riconsiderare la responsabilità dello Stato per la protezione e la sicurezza dei suoi cittadini. Abbiamo sentito argomenti contro lo «Stato bambinaia» e contro il concetto di assistenza «dalla culla alla tomba»: in effetti il governo non può curarsi di tutto in eterno. Però ha il dovere di proteggere le persone dalla rapina finanziaria cui abbiamo assistito negli ultimi anni. I governi si sono ormai presi la responsabilità del salvataggio dell'economia. In questa sfida devono impedire che enormi somme di denaro dei contribuenti siano spese senza controllo. Il denaro non deve finire nelle mani e tasche di coloro che vogliono, come si dice, «privatizzare i profitti e nazionalizzare le perdite». In un mondo globalizzato dobbiamo contemporaneamente ripulire la finanza e costruire strutture di governance internazionale più solide. Il primo incontro del G-20, nel novembre scorso a Washington, è stato solo un inizio. Ha mostrato una consapevolezza nuova del fatto che per riuscire bisogna mettere insieme una unione di forze senza precedenti nella storia mondiale. Voglio sperare che i capi di governo del G-20 che si riuniscono a Londra saranno capaci - oltre che di risolvere i problemi - di gettare le basi per una governance che duri negli anni a venire. Le sfide sono davvero gigantesche: si tratta di dare un nuovo ruolo ai governi e agli organismi internazionali in materia di regolamentazione dell'economia. Di avviare la costruzione di economie meno militarizzate. Di non inseguire consumi eccessivi e superprofitti e di armonizzare le preoccupazioni ambientali con la crescita economica. Un compito di entità pari alla sfida che affrontammo nella seconda metà degli Anni Ottanta: scongiurare la minaccia di una catastrofe nucleare. Per vincere servono una cooperazione internazionale e una leadership collettiva che sappiano superare gli stereotipi obsoleti, mettendo al primo posto gli interessi comuni.

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conroe ha detto: Brown: "Il mondo deve unirsi" (ma che vor dì??) Zapatero: "Sì, ma sotto Madrid. (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

senza il mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 — Autore: babelick — 20 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da 40 a 60 giorni del termine massimo per detenere migranti nei Centri di permanenza temporanea, per facilitare identificazioni e rimpatri coatti, il progetto prevede di interrompere i ricongiungimenti familiari. Prevede anche sanzioni fino a 10.000 euro per chi «promuove la permanenza irregolare in Spagna di uno straniero», un'«infrazione grave» perché «lo straniero dipende economicamente da chi compie l'infrazione e questa ne prolunga il soggiorno autorizzato al di là del periodo legalmente previsto». La Comision Espanola de Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato perché così facendo il governo «cerca di farsi complici le persone che alloggiano» gli immigrati, e si appresta a «convertire i cittadini in poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo inquietante di un giudice star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di Pietro dei tempi che furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di altri ministri socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli ultimi anni ha incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli statisti europei, fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti defunti. Colleziona una gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia contro la Chiesa cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la pratica opposta a quella che si converrebbe a un premier laico che governa un Paese dove ci sono cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi elettori. La gaffe del ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della Difesa, Carmen Chacon, contro il parere e all'insaputa del collega degli Esteri, Moratinos, e di tutti i governi dell'Unione europea e della Nato, è la chicca di qualche giorno fa. Il presunto amico, il presidente Obama, è infuriato e non ha accettato i goffi tentativi di Madrid di rimediare. Peggio di così!

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Credito: Maxi-Banca islamica sarà varata Entro il 2009 (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Credito: Maxi-Banca islamica sarà varata Entro il 2009 1 aprile 2009 alle 13:44 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Entro la fine dell'anno, il Gruppo bancario del Bahrain, Al Baraka, lancerà la più grande banca islamica del mondo.Lo ha reso noto il giornale di Dubai "Gulf News", secondo il quale, il "numero uno" di Al Baraka, Adnan Yousuf -- che è anche presidente dell'Unione delle Banche arabe -- ha annunciato che "sono ormai completati i preparativi per il lancio" della nuova banca. "Alla luce dell'attuale crisi finanziaria mondiale, il presidente di Al Baraka, Shaikh Saleh Kamel, non ha tirato i remi in barca, al contrario ha accelerato le procedure per il varo del nuovo istituto di credito", ha rilevato Yousuf. Secondo la fonte, la nuova "mega banca", avrà un capitale iniziale equivalente a 10 mld di dollari, raccolti attraverso una serie di offerte pubbliche e stock option private. "Nonostante la crisi economica globale e le sue ripercussioni sul settore finanziario internazionale -- ha detto Yousuf -- l'attività delle banche islamiche (che si ispirano alle norme della sharia, la legge musulmana, ndr) non ha registrato fasi di crisi, anczi continua a prosperare". AGI

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Turismo, un sito web2, spot radio-Tv e Cd Hd per battere la crisi, la ricetta dell'Enit (sezione: crisi)

( da "Sestopotere.com" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Turismo, un sito web2, spot radio-Tv e Cd Hd per battere la crisi, la ricetta dell'Enit (1/4/2009 13:23) | (Sesto Potere) - Roma - 1 aprile 2009 - Per due mesi, aprile-maggio, alla vigilia di una stagione estiva che si annuncia incerta, per quanto riguarda l'afflusso degli ospiti stranieri, i più importanti broadcast di mercati strategici per il nostro Paese, cioè Germania, Austria e Svizzera, Regno Unito, USA, Canada e l'area web, lanceranno un messaggio promo-pubblicitario che vuole evocare la dimensione onirica ed emozionale del viaggio in Italia. Entro il frame di "Italia much more" la Campagna Promozionale 2009 - realizzata per l'Enit dalla Rai e da RAI Trade - propone un caleidoscopio di immagini molto suggestive per catturare e sorprendere l'ospite straniero, inducendolo a scegliere l'Italia come meta di vacanze, diversificando la tipologia di location offerta o di messaggio, in funzione del target di riferimento. Tre le versioni realizzate in formato HD dello spot promozionale di 60, 30 e 15 secondi che sarà mandato in onda sulle principali reti televisive nazionali, nel prime time e con la maggiore affinità rispetto al target di riferimento. Con i passaggi spot sui principali canali TV dei Paesi di area tedesca, del Nord America e sulle principali emittenti del Regno Unito, verrà aumentata la "forza d'urto" sui mercati mondiali raggiungendo un effetto moltiplicatore di "impressions" molto elevato. L'Enit-Agenzia utilizzerà i filmati in tutto il mondo ed in tutte le attività e le iniziative che porrà in essere per assolvere il suo ruolo istituzionale (convegni, conferenze stampa, fiere, workshops, "settimane italiane", ecc.). Negli USA e nell'area tedesca (Germania, Austria e Svizzera), la diffusione del messaggio promo-pubblicitario sul web sarà realizzata in sinergia con i maggiori gruppi editoriali, la stampa specializzata ed i principali siti web del settore viaggi. Finalizzata alla promozione specifica sul mercato americano, "Italy Hospitality Truck" attraverso i quali il messaggio sull'ospitalità italiana verrà veicolato attraverso due mezzi personalizzati, che viaggeranno e stazioneranno nelle maggiori aree metropolitane degli USA. "Con "ITALIA. MUCH MORE" l'ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo dà un sostegno concreto ed un forte impulso alla promozione del brand Italia sui mercati internazionali, in un momento delicato per il settore del turismo, sia a livello internazionale che domestico, combinando esperienze reali e virtuali, che colpiscano e stimolino i turisti fornendo loro, al tempo stesso, spunti utili per rendere più coinvolgente e ricca l'esperienza", sostiene il Presidente dell'ENIT-Agenzia, Matteo Marzotto. " "Per le festività pasquali, l'andamento dei maggiori mercati dell'incoming italiano, che emerge dal Monitoraggio dell ' Agenzia presso i TO, presenta in generale segno negativo, con flessioni della domanda più o meno consistenti, anche a causa dei negativi effetti dei tassi di cambio delle principali monete. Le contrazioni dei flussi turistici - aggiunge Marzotto - coinvolgono non solo i mercati europei ed oltreoceano tradizionali, molti dei quali duramente colpiti dalla crisi finanziaria ed economica ma, per la prima volta, anche quelli emergenti come la Russia o il Brasile. Si mantengono stabili o in crescita alcuni Paesi dell' Est Europa (Rep. Ceca, Ungheria, Polonia) e dell'Asia (Cina, India e Corea)." "Gli spot televisivi della Campagna Promozionale 2009 - aggiunge il Direttore Generale, Eugenio Magnani - rappresentano lo strumento ideale per far scoprire la molteplice varietà delle bellezze naturali, artistiche e culturali del nostro Paese attraverso l'attrattiva molto nota dei mega Brands -Roma, Venezia e Napoli - e quella cosiddetta minore dei Sub Brands che funzionano da catalizzatori inimitabili per gli ospiti stranieri, consentendo un turismo nuovo, più economico, durante tutto l'arco dell'anno. E si affiancano strategicamente - secondo Magnani - alla promozione di un sito dedicato: www.italiamuchmore.com che permetterà allo spettatore di scoprire, attraverso lo strumento contemporaneo del Web 2.0, ciò che veramente di "much more" più dare l'offerta italiana, sia al potenziale che al recente viaggiatore". « Much More » non e' solo uno slogan : e' il modo nuovo di intendere l'unione delle forze per il futuro dell'Italia - ha detto Carlo Nardello, Amministratore Delegato di Rai Trade -. - Enit e Rai Trade perseguono lo stesso obiettivo: la promozione del nostro Paese. Siamo ambasciatori della bellezza italiana. Le nostre esigenze si sono sposate sotto l'unica idea che si debba fare e proporre "molto di piu'". Quella di "Much More Italy" e' una campagna che e' nata dentro Rai Trade proprio per questi motivi. In questi mesi, lavorando "molto di piu'", abbiamo incrementato la vendita di audiovisivo italiano nel mondo e, quindi, abbiamo contribuito in modo fattivo alla percezione internazionale che in Italia ci sia molto di piu' dei soliti luoghi comuni. E' lo stesso significato della campagna che presentiamo oggi. Non solo. Con Enit lanciamo un modello di collaborazione fra settori industriali del paese che potrebbe cambiare in poco tempo l'immagine dell'Italia nel resto del mondo. Uniti si vince e si può dare, per l'appunto, "molto più" a tutti coloro che amano la bellezza" "La realizzazione degli spot televisivi per Enit - sottolinea il Vice Direttore Commerciale Rai, Stefania Cinque - ha rappresentato un' importante conferma del ruolo del Gruppo Rai nello sviluppo di progetti di comunicazione per le esigenze istituzionali" In particolare, i prodotti audiovisivi sviluppati da RAI Trade e i messaggi della campagna promozionale Enit - grazie alle sinergie ed alle complessive potenzialità distributive del Gruppo RAI - potranno essere diffusi nel circuito internazionale gestito da NewCo RAI International (che attualmente, attraverso il suo canale generalista Rai Italia e le offerte tematiche mirate, raggiunge oltre 20 milioni di abitazioni, con un' audience potenziale superiore ai 60 milioni di telespettatori).

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INDIA/ EXPORT A PICCO, A FEBBRAIO -21,7%, SALE DEFICIT CON ESTERO (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

India/ Export a picco, a febbraio -21,7%, sale deficit con estero di Apcom Disavanzo commerciale 11 mesi anno fiscale sale a 115 mld dollari -->Bombay, 1 apr. (Ap) - Export a picco in India: sulla scia della crisi internazionale a febbraio ha accusato una caduta del 21,7 per cento, secondo quanto riferito dal ministero del Commercio. Nel sub continente flessioni di questa portata non si registravano dai tempi della crisi finanziaria dell'Asia, nel 1996-1998. L'ammontare complessivo delle esportazoni si è ridotto a 11,9 miliardi di dollari, mentre per le importazioni la flessione è risultata ancor più marcata, con un meno 23,3 per cento a 16,8 miliardi. In India l'economia è meno sbilanciata sull'export rispetto alla Cina, ma il commercio con l'estero contribuisce comunque al 16 per cento nella formazione del pil nazionale. L'anno fiscale indiano di chiude a marzo e l'insieme dei primi 11 mesi vede un progresso delle esportazioni del 7,3 per cento, a 156,6 miliardi di dollari, inferiore al più 19,1 per cento dell'import, a 271,7 miliardi. In questo modo, ha aggiunto il dicastero indiano, il deficit commerciale dell'India con l'estero si è allargato a 115,1 miliardi, contro 82,2 miliardi dell'analogo periodo di un anno prima.

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Alleanza Cei-banche per aiutare le famiglie povere (sezione: crisi)

( da "Corriere Adriatico" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Potranno chiedereil prestito i coniugi regolarmente sposati con almeno tre figli Alleanza Cei-banche per aiutare le famiglie povere Città del Vaticano Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. Si tratta di più, insomma, di una semplice elemosina e, anche se a beneficiarne direttamente potrebbero essere non più di 20-30 mila famiglie, l'idea potrebbe rappresentare un 'ballon d'essai' per altre soluzioni inedite che potrebbero essere messe allo studio. Per la Cei - ha spiegato il segretario della Cei, mons. Mariano Crociata - è soprattutto una forma di "annuncio del Vangelo" che si sostanzia in "fattiva carità". I vescovi sono "consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica" - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno aperti appositi conti correnti. La Cei conta così di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 mila euro, che l'Associazione bancaria italiana, sentiti i propri aderenti, si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei (e fissati dopo attenti studi demoscopici) prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 mila euro. "Accedervi sarà molto semplice", ha spiegato Crociata, a patto di rientrare nei requisiti fissati: potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse dunque le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purchè residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas. DOMITILLA CONTE ,

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La ripresa marcia verso Oriente (sezione: crisi)

( da "Corriere Adriatico" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

La ripresa marcia verso Oriente Imprenditore propone al Comune l'apertura di uno show room a Hong Kong Fano Uscire dalla crisi finanziaria internazionale attraverso una strategia di internazionalizzazione delle imprese locali, costituendo una struttura prettamente commerciale e di promozione a Hong Kong. La proposta elaborata da Raffaele Preite , imprenditore che mette a disposizione oltre 20 anni di esperienza in diversi settori dell'import-export, e che ad Hong Kong ha impiantato la sua società, è stata presentata, nei giorni scorsi, al sindaco di Fano, illustrando le potenzialità di Hong Kong. "La sua posizione vicina alla Cina e all'Asia - afferma l'imprenditore che ha interessi anche a Fano - offre la possibilità di presentare i propri prodotti a milioni e milioni di persone e aziende in un'area in continua crescita economica. Dispone di eccellenti infrastrutture, il sistema bancario è molto sviluppato permettendo transazioni commerciali di qualsiasi genere a costi bassissimi e tempi veloci, ha un sistema di telecomunicazioni avanzato e in continuo miglioramento, la forza lavoro negli uffici parla sia il cinese che l'inglese". La struttura dovrebbe essere composta da un'area di circa 100 metri quadrati, dove troveranno sede gli uffici e la show room, suddivisa per settori merceologici quali, nautica, meccanica, alimentare, tessile, calzaturiero, dove saranno presentati i vari prodotti da catalogo e i campionari. "Il progetto è da intendersi come un bene destinato a tutte le aziende locali spiega Preite e avrà un costo gestionale annuale di 170-180 mila euro, a cui si aggiungono le spese, una tantum, per l'arredo, che stimo in circa 45-55 mila euro, il tutto con tempi di realizzazione brevissimi, non oltre i 45-55 giorni". Nei costi fissi è previsto il personale: una segretaria con esperienza nel settore amministrativo, due persone addette alle vendite, un responsabile di tutta la struttura con funzioni di marketing manager, contributi sociali e poi spese per l'ufficio, pubblicità locale, il cui materiale grafico sarà fornito da ciascuna azienda, partecipazione a due manifestazioni fieristiche all'anno, attività promozionali varie, realizzazione e promozione di siti web. Le istituzioni entrano in gioco sostenendo le spese nel primo periodo. "Devono obbligatoriamente essere loro a contribuire alla ripresa - afferma Preite - e a muovere i primi passi per uscire finalmente da questa profonda crisi. Proporrei un primo anno, meglio se fossero due, completamente a carico delle istituzioni, Comune, Provincia o Regione, per poi lasciare il passo alle singole aziende". FEDERICA GIVOANNINI,

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Innovazione per creare sviluppo (sezione: crisi)

( da "Denaro, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Professioni l'opinione Innovazione per creare sviluppo Il futuro della professione esige anche impegno sul versante della formazione Lanciato un vero e proprio appello agli iscritti per stimolare la partecipazione attiva alla vita dell'Ordine. Per una categoria che vuole dire la sua quale parte sociale degna del massimo rispetto. Con il superamento delle distinzioni in nome dell'interesse comune. Crescenzo Soriano Informazione, formazione, promozione e valorizzazione per lo sviluppo della professione di dottore commercialista ed esperto contabile: questi i temi al centro delle pagine del quotidiano "Il Denaro" che ospitano il nostro Ordine. Una finestra sulla società sulla quale si dovranno affacciare tutti gli iscritti, nessuno escluso, per una dialettica che dovrà vedere altresì la partecipazione di esponenti del mondo politico, dell'università, del mondo universitario, dell'industria, delle professioni, del sindacato, dell'informazione. "Absit iniuria verbis", ma è evidente che è giunto il momento dei fatti. Come dimostra la solida democrazia americana, una fase elettorale si conclude con vincitori e vinti, ma, soprattutto, con un popolo (in questo caso quello dei commercialisti) che si riunisce compatto al fianco del proprio Consiglio, luogo di programmi e azioni senza più distinzioni tra chi è stato da una parte e chi dall'altra della barricata : per il bene superiore dell'Ordine e degli iscritti. Nella tragedia "Medea" di Euripide, i figli di Medea vengono sacrificati sull'altare dell'accecante desiderio di mettere una pietra tombale sul passato della stessa. Per contro, la storia dei commercialisti di Nola (sia dottori, sia ragionieri) e dei risultati ottenuti negli anni dovranno essere orgoglio e premessa "sine qua non" per il futuro, senza se e senza ma, bandendo le rivalità e gli sterili egoismi. In questo nessun iscritto si deve sentire escluso, anzi deve esserne protagonista. Questo l' "appello" che dobbiamo mutuare per applicarlo tutti insieme : politica, università, professioni, impresa, sindacato. Il nostro sviluppo professionale e quello sociale del territorio abbisognano di innovazione, di ricerca, di creazione della conoscenza al servizio dell'economia, di management all'altezza del compito per governare adeguatamente il cambiamento. Eppure, lo sappiamo bene, non viviamo un momento socio-economico "facile". La crisi finanziaria "indotta" dal sistema economico americano ha fatto svanire il sogno dello sviluppo locale che nasce dal territorio e dai suoi protagonisti. L'idea degli ultimi governi italiani di una "formula magica" in grado di dare la svolta epocale a territori, soprattutto quelli del mezzogiorno, martoriati da vere e proprie piaghe sociali come la disoccupazione, l'emarginazione, la stagnazione economica, la criminalità diffusa è forse definitivamente tramontata. Nel Sud, ed in particolare nell'entroterra regionale, la speranza di un futuro migliore che i padri trasmettevano ai propri figli non ha più cittadinanza. Realtà e percezione si alimentano a vicenda e si uniscono in una pericolosa miscela esplosiva. Bassissimi tassi di crescita e di occupazione, forte sfiducia nel futuro e percezione del reddito quale inadeguata risorsa per affrontare la vita di ogni giorno. Il meridione, la Campania, la provincia napoletana rappresentano un territorio ed una popolazione vecchie e sfiduciate, che non sognano più. Schiacciate dal presente, assopite in un lungo e graduale declino psicologico, le realtà locali non guardano più al futuro, non investono sul futuro, sull'innovazione, sulla ricerca, sulla formazione dei giovani quale prossima classe dirigenziale. Eppure il Mezzogiorno costituisce una grande risorsa sottoutilizzata per ampliare la base produttiva, il mercato e l'occupazione. Proprio nelle regioni meridionali e, tra queste, la Campania esiste gran parte del fabbisogno di nuovi investimenti e infrastrutture. Parimenti, in tali territori si trova un rilevante potenziale di crescita dei servizi avanzati, del turismo e della ricerca. In tale visione strategica dello sviluppo locale possibile, il dottore commercialista ed esperto contabile vuole fare la propria parte. In ciò il nostro Ordine dovrà investire le proprie risorse di conoscenza, di esperienza, di competenza per incidere fortemente sulla società e sull'economia locali. A tal fine, l'Ordine dovrà lavorare alacremente per la creazione di una vasta "alleanza" tra coloro che rappresentano i veri portatori dell'innovazione, della ricerca e del management : politica, università, professioni, impresa. E' questo il momento dell'azione. Ognuno è "faber fortunae suae". *Dottore Commercialista del 01-04-2009 num.

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Carmignano di Brenta La crisi che è sotto gli occhi di tutti è globale e colpisce il c... (sezione: crisi)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 1 Aprile 2009, Carmignano di Brenta La crisi che è sotto gli occhi di tutti è globale e colpisce il credito, le imprese e le famiglie. Eppure c'è un settore che, in controtendenza all'andamento generale, è in forte crescita e diversamente dalle molte realtà aziendali che in questo momento storico chiudono o licenziano dipendenti, al contrario si amplia, ricerca e assume personale. Sono le società che producono impianti di energia alternativa, solare e fotovoltaica, un settore che negli ultimi anni ha visto esplodere - grazie anche agli incentivi - la domanda di sistemi che generano energia elettrica sfruttando il sole. Nella zona di Carmignano di Brenta sono concentrate le più importanti d'Europa, leader nel settore. Sono aziende soddisfatte e ottimiste con riguardo al futuro, perché sicure del loro modello di business comprovato da un tangibile successo nel mercato italiano e straniero, che fa ben sperare. Ovvio che la crisi finanziaria ha avuto comunque delle ripercussioni anche per loro, costringendo a rivedere i budget, con rallentamenti e posticipi; tuttavia, complessivamente, queste aziende sono fiduciose in una rapida ripresa, dato che l'Italia è un Paese ad elevato potenziale, grazie alla favorevole posizione geografica e alla quantità di irraggiamento solare. "Il solare - dicono queste aziende - è un vero e proprio investimento (il costo dell'impianto è mediamente di 4500 euro a Kw) con un ritorno monetario che va dal 5 al 10% annuo e si sta configurando come vero e proprio bene rifugio. Le fonti fossili, invece, più o meno lentamente sono destinate a esaurirsi. Cosicché le energie rinnovabili sono un'alternativa economica sia alle fonti tradizionali sia al nucleare, del quale non si tiene conto della difficoltà e relativi costi di stoccaggio delle scorie. Inoltre, un impianto di energia solare e fotovoltaica, una volta installato non dà altri pensieri per quarant'anni: occupa solo i tetti delle case e con le incentivazioni si ammortizza nel breve periodo. Queste aziende schermate contro la crisi, hanno tutte in organico oltre cento dipendenti. Alla sezione "lavora con noi" ricercano figure con esperienza commerciale, tecnica e di marketing; operatori di macchine automatiche e di produzione, tecnici per il controllo di qualità. Il momento è favorevole - dicono - per chi volesse lavorare in un settore in continua espansione, con obiettivi di leadership europea nel breve periodo. Il futuro, per loro, non potrà che essere solare. Germana Cabrelle

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Milano Rate congelate per le piccole e medie imprese che sono state costrette e ricorrere alla c... (sezione: crisi)

( da "Gazzettino, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 1 Aprile 2009, Milano Rate congelate per le piccole e medie imprese che sono state costrette e ricorrere alla cassa integrazione ordinaria a seguito della crisi finanziaria mondiale. UniCredit ha deciso di lanciare una nuova iniziativa a supporto delle imprese italiane nel difficile scenario economico e finanziario che caratterizza l'anno in corso. La banca corporate di UniCredit ha infatti strutturato, a favore delle imprese clienti con fatturati annui a livello di gruppo inferiori a 50 milioni di euro che siano state costrette a ricorrere alla Cassa integrazione guadagni ordinaria, un meccanismo di congelamento, per un massimo di 12 mesi, delle rate relative a finanziamenti a termine o a mutui. Il sistema prevede che tali rate, per un ammontare massimo di 500 mila euro in linea capitale, vengano posticipate in coda al piano d'ammortamento, senza alcun onere per l'impresa se non le spese notarili nel caso si tratti di un mutuo ipotecario. In coerenza con la natura congiunturale dell'iniziativa, la possibilità di accedere a questa misura è riservata a imprese clienti 'in bonis' che si trovino in difficoltà temporanea in conseguenza della crisi finanziaria e quindi abbiano attivato - o attivino - nel corso del 2009 le procedure per la Cassa integrazione ordinaria. UniCredit aggiunge così un importante tassello al progetto 'Impresa Italia', attraverso il quale sono state avviate concrete misure a favore delle piccole e medie aziende, tra le quali due successivi plafond, per complessivi 7 miliardi di euro (di cui 4 messi a disposizione da UniCredit Corporate Banking e 3 dalle banche retail del gruppo) destinati a finanziamenti con garanzie dei Confidi attualmente in fase di erogazione. «Con questo ulteriore impegno - sottolinea Gianni Coriani, direttore generale di UniCredit Corporate Banking - completiamo il quadro degli interventi che il nostro gruppo ha voluto rendere operativi con l'obiettivo di fornire risposte utili sia per limitare gli effetti della crisi che per creare le condizioni per una più rapida uscita. La logica di questa nostra nuova iniziativa è di contribuire concretamente al rapido superamento delle difficoltà, garantendo alle Pmi la tranquillità necessaria a pianificare la pronta ripresa dell'attività e a intraprendere un nuovo ciclo di crescita». L'iniziativa di Unicredit, per ora la prima da parte di una grande banca italiana, è arrivata ieri al termine di una giornata che ha visto il titolo dell'istituto di credito, dopo il tonfo di lunedì, in notevole recupero in Borsa. Le azioni della banca hanno infatti segnato un +7% al termine delle contrattazioni, miglior dato di tutto il comparto, che pure ieri ha trainato l'intera Piazza Affari in positivo. Sempre ieri la stessa Unicredit ha annunciato di aver concluso un accordo per un finanziamento, assieme ad un pool di banche internazionali, tra cui IntesaSanpaolo, per un finanziamento di 500 milioni di euro alla multinazionale italofrancese StMicroelectronics.

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A Mosca il piatto piange e il Comune mette all'asta i rifugi antiaerei dell'epoca di Stalin (sezione: crisi)

( da "Gazzettino, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

A Mosca il piatto piange e il Comune mette all'asta i rifugi antiaerei dell'epoca di Stalin Mercoledì 1 Aprile 2009, Una delle conseguenze dello smembramento dell'Unione Sovietica fu la svendita degli arsenali dell'ex Armata rossa. Con il corollario di misteri, corrotti di Stato e intrighi che approdarono anche sul grande schermo con film come "Lord of War" protagonista Nicolas Cage. Un business che non risparmiava nessuno tanto che in alcuni casi si parlò anche di una "Mani Pulite" post sovietica che portò alla sbarra alti papaveri gallonati accusati, come nel caso del generale Matvei Burlakov viceministro della Difesa ai tempi di Boris Eltsin, di corruzione e peggio. Fu proprio tra il 1991 e il 1992, con il riversarsi sul mercato di armamenti, accessori, mezzi con la stella rossa che il business delle armi ebbe il suo boom. Tra i pezzi più appetibili un'intera flotta fra sottomarini e navi da battaglia ceduti dal comando delle forze armate della Csi su autorizzazione dell'ultimo presidente sovietico, Michail Gorbaciov. Traffici clandestini e vendite "garantite" che solo casualmente finiscono nella rete dei controlli: il carico del cargo ucraino "Faina" catturata dai pirati somali a fine settembre 2008 custodiva nelle sue stive anche una trentina di carri armati T72 di fabbricazione russa. Affari d'oro per tutti, tanto che anche il governo locale di Mosca si è voluto ritagliare la sua fetta mettendo all'asta i rifugi antiaerei risalenti all'epoca del dittatore Stalin. Non sono in vendita, solo in affitto e non tutti (sono più di 150), infatti si parte con poco meno di una ventina, ma il prezzo-base è decisamente irresistibile: mille rubli, vale a dire circa 22 euro, al metro quadrato l'anno. Delle condizioni per la locazione una è particolarmente interessante: devono essere resi vacanti nel giro di sei ore in caso di stato di emergenza. Insomma, non possono essere utilizzati a scopi privati qualora Mosca fosse sotto attacco di qualche "stato canaglia" deciso a far passare un brutto quarto d'ora ai milioni di cittadini che popolano la capitale dell'ex impero sovietico. Ma chi può essere interessato a prendersi un bunker come seconda o terza casa? Anche in questo caso la municipalità di Mosca è stata molto chiara: niente persone fisiche ma solo società private che però non potranno trasformare i rifugi in bar e ristoranti. Per il resto la fantasia non ha limiti. Dalle tradizionali officine o laboratori ai magazzini di stoccaggio, ma anche parcheggi o fitness center fino a "gallerie" per la coltivazione di funghi. Il Comune ha preso la decisione non tanto per fare cassa, visti i prezzi stracciati, ma per non svenarsi più per la manutenzione che era diventata eccessivamente onerosa soprattutto ora che la Russia e la sua capitale sono spazzate da una crisi finanziaria ed economica ben più spietata di quella che colpisce l'Europa. E allora un bunker non si rifiuta neppure agli (ex) oligarchi post sovietici. Agostino Buda

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MYRTA MERLINO IL MILIARDARIO DEL LUSSO FRANCESE FRANCOIS-HENRY PINAULT è STATO SEQUEST... (sezione: crisi)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 01-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Nazionale))

Argomenti: Crisi

MYRTA MERLINO «Il miliardario del lusso francese Francois-Henry Pinault è stato sequestrato da alcuni dipendenti del suo gruppo? Non voglio pronunciare la storica frase: io l'avevo detto. Ma certo il rischio di un populismo che sconfina nella violenza di piazza è molto forte di questi tempi». In realtà Marco Onado, professore di Economia degli Intermediari Finanziari, autorevole esperto di mercati, esponente del network di economisti «Lavoce.info», nonché ex commissario Consob, è stato il primo a lanciare l'allarme su forme di giustizia sommaria che potrebbero dilagare nei paesi travolti dalla furia della crisi economica. Ed ora, mentre le agenzie di stampa di tutto il mondo hanno battuto la notizia della rabbia esplosa contro uno dei simboli della ricchezza smodata, quel Pinault che a soli 47 anni gestisce l'immenso impero del lusso PPR fondato dal padre, Francois e che, per di più, è uno dei protagonisti principe delle cronache mondane avendo sposato l'attrice Salma Hayek, ragiona ad alta voce su cause e rischi dell'onda di indignazione popolare che attraversa il mondo dall'Europa agli Usa. «Le cronache recenti hanno certamente rivelato eccessi che chiedono vendetta, ma i politici stanno cavalcando la crociata antibonus e anti supermanager con una certa dose di cinismo, anzi di populismo. Si ha come la sensazione che non cercavano altro che un capro espiatorio da additare al pubblico ludibrio, e chi meglio di manager e banchieri con stipendi da capogiro per interpretare questo ruolo?" Ma è anche vero che la follia dei 165 milioni di bonus erogati da Aig, nel pieno di un salvataggio a spese del contribuente, ha funzionato come una miccia per la rabbia popolare. «Certo, quello è stato un episodio vergognoso e non è il solo. Ma io credo che il polverone sollevato in questi giorni rischi di distrarre dal vero problema. Prendiamo, ad esempio, la cacciata di Wagoner dalla General Motors, è stato un po' come un prezzo pagato all'opinione pubblica per far passare l'ennesimo salvataggio all'auto, che in America tutti considerano un ulteriore regalo ai privati a spese del contribuente. Ma ora Obama e gli altri leader dovranno affrontare il nocciolo della questione». E qual è il nocciolo della questione secondo lei? «È che oggi sotto i colpi della crisi finanziaria, con le banche che falliscono, le aziende che chiudono e i lavoratori che perdono il posto, tutti concordano sulla necessità di cambiare il sistema, ma nessuno sembra capace di dirci come. Sono tutti indignati ma io mi chiedo, una volta passata l'ondata moralizzatrice, come si immagina di ridisegnare il meccanismo di remunerazione dei manager. E' questo il punto». E lei cosa propone a questo riguardo? «In queste situazioni solo un intervento del regolatore può sbloccare la situazione e creare basi solide per un sistema più equo e sostenibile anche socialmente. Quindici anni fa il Comitato di Basilea aveva denunciato i pericoli di sistemi di remunerazione legati unicamente ai profitti e aveva concluso dicendo che le scelte effettuate in materia erano uno dei parametri da considerare per valutare il rischio complessivo di ogni banca. Allora non si è fatto nulla, e oggi ne paghiamo il prezzo altissimo. Non vorrei che oggi si cerchi di placare la rabbia della gente facendo restituire il maltolto o punendo esemplarmente qualcuno, per poi ricominciare allegramente a banchettare appena il peggio è passato confidando nella capacità del mercato di punire gli eccessi. Non funzionerà. Perciò chiedo più scelte di fondo e meno populismo che peraltro, come dimostra la cronaca, è molto pericoloso. Ma lei vede all'orizzonte un nuovo pericolo eversivo? «Non voglio fare allarmismi, ma ricordo che negli anni '70 alcuni episodi furono catalogati come forme goliardiche e poi è successo quel che è successo. Vicende come questa di Pinault non lasciano presagire nulla di buono, sarà meglio per tutti non cavalcare la rabbia antiricchi. Ne va della coesione sociale dei nostri Paesi».

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GIUSEPPE MUOIO CAVA DE' TIRRENI. LA LEGGE CIRIELLI PER LA VALORIZZAZIONE DELL'ABBAZIA DELLA ... (sezione: crisi)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

GIUSEPPE MUOIO Cava de' Tirreni. La legge Cirielli per la valorizzazione dell'Abbazia della Santissima Trinità di Cava de'Tirreni ha ripreso il suo iter legislativo. Qualche delusione per la riduzione delle somme stanziate. Nella seduta del 26 marzo nella Commissione Cultura della Camera è proseguito l'esame del testo. L'onorevole Valentina Aprea, presidente e relatore, ha presentato un nuovo emendamento, volto a recepire il parere della Commissione Bilancio. Era stato chiesto di apportare al testo modifiche, individuando una diversa modalità di copertura finanziaria rideterminando l'onore finanziario. Di qui la necessità di alcuni emendamenti per i quali l'Aprea chiedeva una rapida approvazione. Immediato l'intervento dell'onorevole Tino Iannuzzi che ha espresso parere favorevole. «Sono d'accordo sul nuovo testo che prevede una copertura finanziaria ridotta ed insufficiente, ma che comunque consente la prosecuzione del procedimento legislativo e l'approvazione del testo unificato delle proposte di legge e rappresenta un primo seppure assai limitato segnale del Governo verso quello straordinario patrimonio dell'Abbazia benedettina di Cava». La risposta dell'Aprea non si è fatta attendere. Il presidente ha rilevato che se vi era una riduzione del contributo erogato rispetto ai trenta milioni previsti, è apprezzabile che il Governo in un momento di crisi finanziaria abbia comunque assicurato fino al 2012 la copertura finanziaria. Dubbi e perplessità sugli obiettivi da raggiungere sono venuti dall'onorevole Mazzarella e Zazzera. Il prosieguo dell'esame del testo è stato accolto in città e tra le forze politiche con attenzione. «L'auspicio - spiega il sindaco Luigi Gravagnuolo - che continui la collaborazione di tutti i gruppi parlamentari per giungere all'approvazione definitiva della legge con una dotazione economico-finanziaria tale da permettere il recupero strutturale, architettonico e culturale della Badia». Intanto stanziati i primi fondi per i festeggiamenti dell'Abbazia benedettina, la Regione Campania ha provveduto a stanziare 500mila euro, mentre la Provincia 200mila, di cui una tranche (100 mila) già disponibile, un'altra nel prossimo mese di luglio.

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RIPARTIRE DAL SUD . È QUESTO IL TEMA DELL'OTTAVO CONGRESSO REGIONALE DELLA FIM-... (sezione: crisi)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

«Ripartire dal Sud». È questo il tema dell'ottavo congresso regionale della Fim-Cisl che giovedì e venerdì sarà ospitato all'Hotel Serenella di San Nicola la Strada. Un'occasione per fare il punto sulla situazione in cui versa il settore metalmeccanico in Campania e, dunque, anche in provincia. Un comparto che sta pagando un caro prezzo alla crisi economica. Basti pensare anche alle numerose aziende dell'indotto auto costrette a ricorrere alla cig dopo la riduzione delle commesse da parte della Fiat. L'analisi sarà affidata al segretario regionale Vittorio Guida, casertano, già alla guida della segreteria provinciale. «Nel Casertano - dice Guida - l'attuale crisi finanziaria si è aggiunta alla precedente crisi che ha colpito il settore dell'elettronica e delle telecomunicazioni. Il comparto in pochi anni ha perso migliaia di posti di lavoro: si è passati da diecimila a circa millecinquecento unità. C'è stata una forte deindustrializzazione e per questo gli effetti della crisi finanziaria sono stati più pesanti. Anche il settore auto, compreso l'indotto primario, è in forte sofferenza come dimostrano le richieste da parte delle aziende di far ricorso a forme di sostegno del reddito». Qual è il percorso seguito dalla Federazione italiana metalmeccanica della Cisl? «Bisogna cogliere l'occasione della crisi - conclude Guida - per rimettere al centro dell'attenzione del governo, delle istituzioni e della classe politica locale la questione del Sud, spesso bistrattato e ultimamente trascurato anche dai sindacati, distratti da altre emergenze. Il Sud deve diventare una priorità». I lavori prenderanno il via giovedì alle 9,30 con i saluti del sindaco di San Nicola, Angelo Pascariello. Seguiranno la relazione introduttiva di Vittorio Guida, gli interventi degli invitati, il dibattito, l'intervento del segretario generale della Cisl Campania, Pietro Cerrito. I lavori continueranno nel pomeriggio. Venerdì, invece, si riprenderà (ore 9,30) con il dibattito. Seguiranno la replica di Guida, le conclusioni di Giuseppe Farina, segretario generale della Fim nazionale e il voto sulla mozione congressuale. Alle 15 la proclamazione degli eletti e la convocazione del comitato direttivo. and.ferr.

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MATTEO BOSCO BORTOLASO NEW YORK. SARà UN DEBUTTO EUROPEO DIFFICILE PER BARACK OBAMA. IL PRES... (sezione: crisi)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 01-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Crisi

MATTEO BOSCO BORTOLASO New York. Sarà un debutto europeo difficile per Barack Obama. Il presidente degli Stati Uniti è arrivato ieri sera nel Vecchio Continente, all'aeroporto londinese di Stansted, con un'agenda piena di impegni, incontri e temi spinosi da affrontare. Due le gradi sfide: convincere sulla crisi economica e incassare sostegni e aiuti per l'Afghanistan. Un vero e proprio tour de force, durante il quale incontrerà quaranta leader in sette giorni. «Non solo dovrà affrontare le sfide più difficili, ma lo dovrà fare - e sarà la sua prima volta - sul palcoscenico mondiale», sintetizza Steven Schrage, esperto di economia del Centro per gli studi strategici e internazionali di Washington. Il tour inizia a Londra, dove si discuterà di economia e finanza al summit del G20. Obama illustrerà poi la nuova posizione degli Usa sulle aree di crisi e sul terrorismo al vertice della Nato in programma a Strasburgo, al confine tra Francia e Germania. Ultime due tappe saranno la Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell'Unione europea, e la Turchia, chiave di volta tra Occidente e Islam. Per ora, comunque, i riflettori puntano sulla capitale britannica, dove non si discuterà solo della crisi finanziaria. In agenda, ha fatto sapere la Casa Bianca, ci sono anche incontri bilaterali tra il presidente e i leader di Russia e Cina. A Strasburgo, inoltre, sarà interessante osservare le relazioni tra Obama e i padroni di casa del vertice dell'Alleanza Atlantica: il presidente francese Nicolas Sarkozy da una parte e la cancelliera tedesca Angela Merkel dall'altra. Il carisma dell'inquilino della Casa Bianca sembra non avere confini nel Vecchio Continente, che ha spesso bocciato il predecessore George W. Bush. Ma quando si passa ai temi veri e propri, i toni sono ben diversi. Washington vorrebbe più impegno - e soprattutto lo stanziamento di più soldi pubblici - per fronteggiare la crisi internazionale. Capitali e opinioni pubbliche europee, però, accusano gli Stati Uniti di essere i veri responsabili della crisi, per aver dato mano libera a speculazioni azzardate. Il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, ha evitato le polemiche limitandosi a dire che l'obiettivo di Washington sarà «assicurarsi di avere un'azione concertata a livello globale per far ripartire la crescita economica e per portare avanti un'agenda di riforma, in modo che crisi come questa non si ripetano». Il presidente, perciò, dovrà convincere i colleghi europei che Washington ha ora imboccato la retta via. Timothy Geithner, il suo segretario del Tesoro, ha promesso nuovi e più severi meccanismi per controllare la finanza e ha anche preparato un complesso piano «disintossicante», per liberarsi dei «titoli spazzatura» che hanno già fatto crollare diversi istituti di credito. Lo stesso Geithner, in un'intervista pubblicata ieri dal Financial Times, ha cercato di minimizzare. «Le differenze tra francesi, tedeschi, americani e cinesi sono davvero poche», ha detto. Ma Kati Suominen, esperta del Centro Studi German Marshall Fund, che promuove la cooperazione tra Usa ed Europa, non nasconde le differenze: «L'amministrazione Obama spinge gli europei a spendere molto di più, e riceve resistenze - ha detto alla stampa - in particolare i Paesi più grandi come Francia e Germania, e la Repubblica Ceca, che ha la presidenza di turno dell'Unione europea, sono molto trasparenti nel bocciare l'idea di nuove spese». L'Europa è tiepida anche sull'Afghanistan: il Pentagono ha in programma di mandare più truppe e ne ha chieste anche agli alleati, che spesso nicchiano. Anche in questo caso, gli Stati Uniti cercheranno di allontanarsi da Bush. Il dossier Afghanistan non si concentrerà solo sugli aspetti militari, ma punterà anche a diplomazia e ricostruzione civile. Per essere precisi, verrà etichettato come dossier «AfPak»: fondamentale, secondo Washington, è infatti il ruolo giocato del vicino e instabile Pakistan, dove hanno trovato rifugio i terroristi seguaci di Osama Bin Laden. L'appuntamento sponsorizzato da Francia e Germania rappresenterà in ogni caso un momento storico: verranno celebrati i sessant'anni della Nato e il «rientro» di Parigi nell'Alleanza dopo lo strappo di De Gaulle nel 1966.

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Irfis alla paralisi, danno per le imprese (sezione: crisi)

( da "Sicilia, La" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Credito in Sicilia. In alto mare la cessione dell'Istituto, che non svolge più una funzione di supporto alle aziende Irfis alla paralisi, danno per le imprese Lillo Miceli Palermo. Come interpretare il silenzio della Banca d'Italia sull'operazione di cessione del 76% di Irfis dal Banco di Sicilia (gruppo UniCredit) alla Banca popolare di Vicenza? Secondo alcune fonti, il silenzio di via Nazionale equivarrebbe ad un diniego; secondo Francesco Maiolini, direttore generale di Banca Nuova, controllata del gruppo BpV, «non c'è stata alcuna risposta negativa. Negli ultimi nove mesi, non è stata autorizzata alcuna cessione di banche, considerato anche il delicato momento che attraversano i mercati finanziari. Dobbiamo solo aspettare». Cosa potrà accadere nel caso in cui Bankitalia si pronunciasse negativamente, è difficile immaginarlo. «Non c'è un piano alternativo», rispondono ambienti di UniCredit. Neanche nei pressi della Regione, che detiene il 22% dell'Irfis, le idee sono molto chiare. L'Irfis, istituto per il credito a medio e lungo termine per le imprese, per decenni ha avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo imprenditoriale della Sicilia. Ma con il mutare degli assetti bancari la «mission» dell'Irfis ha perso lo slancio originario. Il declino cominciò quando il controllo del Banco di Sicilia passò a Mediocredito centrale, che svolge le stesse attività dell'Irfis. Condizione che si mantenne col passaggio al gruppo Banca di Roma e ora in UniCredit, dove la presenza del Mediocentrale continua a porre un problema di sovrapposizione di ruoli. Prima della grande crisi finanziaria il passaggio ad altro gruppo bancario sembrava l'unica soluzione possibile alternativa alla chiusura, considerato che il vecchio sogno della Regione (creare una «banca regionale» unendo Irfis, Crias e Ircac) si scontrerebbe col divieto di Bankitalia. Oggi, però, la crisi frena eventuali interessi di altri soggetti bancari, per cui, se non dovesse perfezionarsi il contratto di compravendita fra BdS e Banca Nuova, trovare un altro acquirente sarebbe difficile in questa fase di mercato. Del resto, le principali banche sono dotate di propri servizi specializzati per il credito alle imprese, non solo a breve: inglobare un istituto come Irfis può interessare solo ad un operatore creditizio che non ha ancora in Sicilia una significativa presenza. É, dunque, il momento delle alchimie politico-finanziarie. In ambienti della Regione, ad esempio, starebbe maturando l'idea di cedere al gruppo Banco di Sicilia-Unicredit il 22% detenuto dall'amministrazione pubblica, e di costituire con il ricavato un fondo di rotazione da assegnare a Ircac e Crias per sostenere il credito alle imprese. Una ipotetica alternativa alla «banca regionale» che, però, anche questa si scontra con l'attuale crisi economica. Difficilmente UniCredit, così come qualunque altra banca impegnata a contenere gli effetti della congiuntura, impegnerebbe adesso liquidità per comprare tutto l'Irfis, a meno che non vi sia un altro acquirente dietro l'angolo pronto a rilevarne il 100%. Restando in questa formula, realisticamente UniCredit, se interessata all'operazione, potrebbe rilevare la quota della Regione in cambio non di soldi, ma della disponibilità a erogare finanziamenti alle imprese. Si fanno avanti altre ipotesi. La Fiba-Cisl invita la Regione a trovare una soluzione e a dare un ruolo e un futuro all'Irfis cogliendo l'occasione dell'avvenuto affidamento allo stesso istituto della gestione dei 30 milioni di euro stanziati dall'assessore regionale all'Industria, Pippo Gianni, per consolidare i debiti delle imprese siciliane. Frattanto, si fa avanti la Compagnia delle Opere-Sicilia, che invita a «costruire un sistema creditizio in Sicilia più efficace» e «una giusta valorizzazione dell'Irfis». «Ci rende perplessi – scrive la Compagnia delle Opere – osservare che, mentre vengono immaginati nuovi strumenti di credito (ad esempio la Banca del Sud), strumenti già esistenti come l'Irfis vedono la loro azione assai frenata».

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babelick ha detto: ma che fa in UK zapatero??pensa a farsi le foto e non alle cose importanti? guardate gli ultimi dati sulla disoccupazione dell'eurostat di almunia.spagna maglia (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

senza il mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 — Autore: babelick — 21 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da 40 a 60 giorni del termine massimo per detenere migranti nei Centri di permanenza temporanea, per facilitare identificazioni e rimpatri coatti, il progetto prevede di interrompere i ricongiungimenti familiari. Prevede anche sanzioni fino a 10.000 euro per chi «promuove la permanenza irregolare in Spagna di uno straniero», un'«infrazione grave» perché «lo straniero dipende economicamente da chi compie l'infrazione e questa ne prolunga il soggiorno autorizzato al di là del periodo legalmente previsto». La Comision Espanola de Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato perché così facendo il governo «cerca di farsi complici le persone che alloggiano» gli immigrati, e si appresta a «convertire i cittadini in poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo inquietante di un giudice star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di Pietro dei tempi che furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di altri ministri socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli ultimi anni ha incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli statisti europei, fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti defunti. Colleziona una gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia contro la Chiesa cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la pratica opposta a quella che si converrebbe a un premier laico che governa un Paese dove ci sono cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi elettori. La gaffe del ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della Difesa, Carmen Chacon, contro il parere e all'insaputa del collega degli Esteri, Moratinos, e di tutti i governi dell'Unione europea e della Nato, è la chicca di qualche giorno fa. Il presunto amico, il presidente Obama, è infuriato e non ha accettato i goffi tentativi di Madrid di rimediare. Peggio di così!

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In crescita l'attività dei Consorzi fidi: indagine Fedart Fidi, 6,3 miliardi i finanziamenti nel 2008 (sezione: crisi)

( da "Sestopotere.com" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

In crescita l’attività dei Consorzi fidi: indagine Fedart Fidi, 6,3 miliardi i finanziamenti nel 2008 (1/4/2009 15:34) | (Sesto Potere) - Roma - 1 aprile 2009 - I Consorzi Fidi sono larma più efficace contro la crisi finanziaria i cui effetti su artigiani e piccole imprese sono già molto pesanti in termini di restrizione del credito bancario Nel 2008 hanno erogato 6.312,8 milioni di finanziamenti garantiti a 735.619 artigiani e piccole imprese. Un trend in crescita rispetto al 2007 quando i finanziamenti concessi dai Confidi sono stati pari a 6.088,0 milioni a 715.000 imprese. I dati sono contenuti nella dodicesima edizione dell’indagine sul sistema dei 192 Confidi artigiani, presentata oggi a Roma da Fedart Fidi, la Federazione Nazionale Unitaria dei Consorzi e Cooperative Artigiane di Garanzia promossa da Confartigianato, Cna e Casartigiani e presieduta da Daniele Alberani. Si mantiene elevato anche il grado di penetrazione del sistema Confidi nel comparto artigiano (42%), a conferma del fatto che quasi 1 imprenditore su 2 si rivolge ai Confidi per dare soluzione alle proprie esigenze finanziarie e di rapporto con il sistema bancario. La classifica delle regioni più attive vede in testa il Veneto con 1.127 milioni di euro di finanziamenti garantiti nel 2007 dai Confidi artigiani. Al secondo posto la Toscana con 987 milioni, al terzo posto la Lombardia con 814 milioni. Grazie all’efficienza e all'efficacia nel valutare l'affidabilità delle imprese e all’approfondita conoscenza della realtà produttiva locale, i Confidi hanno conseguito un tasso netto di sofferenza molto contenuto, pari in media al 2,3%, con una netta differenza rispetto alle sofferenze registrate dal sistema bancario sui finanziamenti al settore artigiano. I tassi medi praticati sui finanziamenti, sebbene in crescita, analogamente a quanto è avvenuto in generale nel credito, si mantengono più bassi di quelli di mercato per la categoria artigiana e vedono ridursi il gap tra quelli a medio termine e quelli a breve. I primi si attestano in media al 6,7%, mentre i tassi a breve sono al 6,5%. Ciò è anche il risultato della buona capacità contrattuale dei Confidi a favore delle imprese e del loro rapporto complessivamente positivo con il sistema bancario (sono oltre 2.000 le convenzioni sottoscritte), nonostante due Confidi su tre (64,7%) abbiano rilevato un irrigidimento nelle procedure di valutazione del merito creditizio da parte delle banche, che ha portato a un razionamento del credito a discapito principalmente delle imprese di minori dimensioni. “L’esigenza di liquidità è l'emergenza numero uno per le piccole imprese”. E' quanto ha detto oggi il Segretario Generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, intervenendo alla presentazione dell’indagine. “Il ruolo dei Consorzi Fidi – ha sottolineato - assume un'importanza straordinaria per offrire credito su misura alle Pmi, soprattutto se si considera che, da luglio 2007 ad oggi, mentre i tassi BCE sono diminuiti dal 4% all'1,5%, i tassi di interesse applicati dalle banche alle piccole imprese sono calati soltanto dal 4,92% al 4,74%”. “Complessivamente – ha ricordato Fumagalli - la crisi del credito da luglio 2007 ad oggi è costata alle imprese 12,5 miliardi di maggiori oneri finanziari. Il sistema dei Confidi va certamente potenziato e valorizzato. E' un sistema su cui si deve investire”. I Confidi svolgono una funzione fondamentale anche nella prevenzione del fenomeno dell’usura: i due terzi dei Confidi (65,9%) gestiscono infatti gli speciali fondi antiusura previsti dall’art. 15 Legge 108/96, consentendo il rientro nei circuiti legali di finanziamento a migliaia di piccole imprese. Nel 2007 hanno effettuato oltre 1.900 operazioni, per un importo complessivo di finanziamenti concessi pari a 60 milioni di euro. La regione che ha realizzato il maggior numero di questa tipologia di operazioni (oltre 300) è stata l’Emilia Romagna. I finanziamenti a medio/lungo termine (oltre i 18 mesi) garantiti dai Confidi hanno da sempre un’incidenza più elevata di quelli complessivamente concessi alle imprese artigiane (60,4,0% contro il 54,6%) e la differenza si fa più marcata al Sud (67,6% contro il 56,2%). Questi dati confermano il ruolo strategico di ‘facilitatori’ del credito svolto dai Confidi, specialmente nelle aree del paese dove l’accesso ai finanziamenti presenta maggiori difficoltà, e ne evidenziano la funzione di supporto alle imprese nell’ottimizzare la struttura del debito orientandola verso scadenze maggiori e quindi all’equilibrio finanziario.

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REP.CECA/ GOVERNATORE BANCA CENTRALE: ADOZIONE EURO TRA 2013-2015 (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Rep.ceca/ Governatore Banca centrale: adozione euro tra 2013-2015 di Apcom Premier non garantisce tenuta economia per annuncio data -->Roma, 1 apr. (Apcom-Nuova Europa) - La Repubblica ceca potrebbe adottare l'euro tra il 2013 e il 2015, ha annunciato il governatore della Banca centrale ceca Zdenek Tuma nel corso di una tavola rotonda internazionale sulla crisi finanziaria ed economica, scrive Ctk. Sarà comunque una decisione politica, ha aggiunto il governatore. Il primo ministro dimissionario Mirek Topolanek aveva "promesso" all'inizio dell'anno che la data dell'adozione sarabbe stata annunciata a novembre del 2009, ma in un'apparizione televisiva domenica ha fatto sapere di non poter confermare la data perché l'attuale governo potrebbe non esistere più e il Paese potrebbe essere indietro sui parametri. Inoltre anche l'aumento del deficit e del debito potrebbero essere degli ulteriori ostacoli, ha precisato. Secondo Tuma qualsiasi governo guiderà il Paese dovrà valutare la data per l'adozione della moneta unica europea.

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19:18 SOCIALE: PERUGIA, BAIOCCO D'ORO AL FILOSOFO GRZYBOWSKYI (sezione: crisi)

( da "Agi" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

SOCIALE: PERUGIA, BAIOCCO D'ORO AL FILOSOFO GRZYBOWSKYI (AGI) - Perugia, 31 mar. - Con la consegna del Baiocco d'Oro, importante riconoscimento che la citta' di Perugia assegna ai visitatori illustri, l'assessore Wladimiro Boccali ha dato il benvenuto al sociologo, educatore e filosofo, Candido Grzybowski, uno dei membri fondatori del Forum Sociale Mondiale. Il filosofo si trova a Perugia per l'apertura, domani, del Festival internazionale del Giornalismo. Questa mattina l'assessore Boccali lo ha incontrato nella sala Rossa di Palazzo dei Priori e con lui si e' confrontato su alcuni temi fondamentali della nostra societa': la poverta', l'ambiente, la crisi finanziaria e della globalizzazione. Presente anche Giampiero Rasimelli del Forum del Terzo Settore. Boccali ha ricordato il legame forte fra Perugia e il Forum e le iniziative di cui la citta' e' protagonista, fra cui la Marcia della pace Perugia-Assisi e l'Assemblea dell'Onu dei Popoli. Boccali ha quindi ripercorso la partecipazione dell'Umbria al Forum di Porto Alegre e sottolineata la crescita del movimento. "La citta' di Perugia - ha detto - e' onorata della presenza del fondatore della piu' importante rete di movimenti e organizzazioni civili sulla scena internazionale. Il Forum in questi anni si e' sempre piu' affermato a livello internazionale per la sua capacita' di mettere in relazione esperti di tutto il mondo sui temi del sociale, della politica, dell'economia e della cooperazione. Sono molti gli enti locali e le associazioni rimaste nella rete del Forum. Il nostro impegno e' quello di mantenere e rafforzare questo rapporto di cooperazione". "E' un grande onore ricevere questo riconoscimento da una citta' che ha una enorme intesa con il Forum" sono state le parole di Candido Grzybowski che nel corso dell'incontro ha diffusamente parlato del Forum, delle sue caratteristiche e delle sue criticita'. Si e' poi soffermato sull'ultima riunione a Bele'm, definendola "una rifondazione del Forum". "Una riunione - ha ricordato - cui hanno partecipato 120.000 brasiliani, 20.000 persone in rappresentanza dei Paesi Latini, 10.000 di altri paesi, Europa inclusa. Iscritte 5.800 fra organizzazioni e movimenti, di cui 491 europee. 15.000 i giovani presenti". Per il fondatore del Forum "l'Umbria e Perugia in particolare rappresentano un punto importante per il processo di costruzione di un altro mondo, di un'altra societa'".

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Milano fa i conti con la crisi, ma non ha voglia di arrendersi (sezione: crisi)

( da "Velino.it, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. AMB - Milano fa i conti con la crisi, ma non ha voglia di arrendersi Milano, 1 apr (Velino) - Nessuno agita catastrofismi fuori luogo. Le crisi finanziarie, che poi invadono il territorio dell’economia reale, hanno i loro tempi di incubazione, di malattia e di guarigione. Al momento siamo in un fase di attesa, dove si è sommersi da una moltitudine di stime negative. La malattia è esplosa in tutta la sua virulenza, le terapie stanno per essere trovate, ma è inevitabile che “rimettersi in piedi” richieda fatica e costanza. Milano con la sua provincia, ma sarebbe meglio dire con il suo hinterland, fa qualche cosa di più del 10 per cento del pil nazionale. E’ uno dei “grandi motori” economici per antica vocazione, ma è pure l’unica “piazza” italiana che ha una spiccata vocazione finanziaria. Ancora all’inizio degli anni Novanta si pensava a Milano come terzo “polo” finanziario mondiale. Oggi, inevitabilmente, questa scelta viene pagata più duramente che altrove. Ma vi è pure da aggiungere che Milano e il suo hinterland sono la rappresentazione migliore dell’atipicità del tessuto economico italiano. La fase della grande industrializzazione è terminata nella seconda metà degli anni Settanta e Milano si è costruita un’immagine solida e composita di terziario avanzato, finanza e eccellenza della piccola e media impresa, molto ramificata sul territorio. Una ulteriore e positiva correzione si è avuta negli anni Novanta, quando la media industria è tanto cresciuta, si è talmente rafforzata, anche di fronte alla sfide internazionali, da suggerire agli gnomi di Mediobanca l’immagine di un nuovo capitalismo nascente, battezzato come “quarto capitalismo”. E’ quello, tanto per intenderci, delle “multinazionali tascabili”, completamente svincolate dal potere politico, molto flessibili e molto aggressive nella concorrenza, magari con una spiccata idiosincrasia verso la cosiddetta finanziarizzazione. Oggi questa complessa struttura economico-sociale è oggettivamente in difficoltà. La recessione mondiale ha limato con percentuali a due cifre i profitti delle medie imprese e nello stesso tempo ha indebolito le imprese più piccole che sono le più esposte all’andamento del mercato del credito. Qui si arriva al nocciolo della questione. Le banche di territorio hanno resistito bene alla crisi finanziaria, ma le grandi banche hanno avuto mesi di grande difficoltà, che si sono poi riversate sulla liquidità delle imprese. Adesso le rassicurazioni arrivano dalle grandi banche, ma di fatto ci sono una lunga serie di lamentele, con giornali e trasmissioni televisive locali che fanno l’elenco di chi si lamenta del comportamento dei grandi istituti. Non è stato fatto a caso il piano dei “Tremonti-bond” sulla ricapitalizzazione delle banche finalizzata al sostegno del credito verso la piccola e media impresa. E’ probabile che questo assestamento complicato, nel rapporto tra banche e imprese, sia legato all’andamento dell’ultimo trimestre del 2008 e al primo trimestre del 2009, cioè ai sei mesi più acuti della malattia, allo sbarco in Europa e anche in Italia della grande crisi finanziaria di Wall Street. Ma oggi il “grande travaglio” di questi sei mesi sembra in via di superamento. Nel fare le stime si guarda soprattutto all’andamento di questi ultimi sei mesi. E allora il quadro per Milano e il suo hinterland svela l’entità della crisi. Il dato più preoccupante che è sotto osservazione della Camera di Commercio di Milano è delle circa 280mila aziende milanesi ce ne sarebbero 70 mila che sono preoccupate, che hanno seri dubbi sul loro futuro. A questo dato va aggiunto che quasi 28mila attività hanno chiuso i battenti. Il commento di Carlo Sangalli, il presidente della Camera di Commercio, è molto realistico: “ L’ultimo dato è in fondo quello che ci preoccupa di meno, perché a Milano e nel suo hinterland è fisiologica la chiusura annua di 25mila attività. Piuttosto è preoccupante che ci sia il 27 per cento delle aziende che si dichiari in difficoltà”. Sangalli dice: “Questa situazione , tra alti e bassi, è destinata a durare ancora a lungo. Anche se, per fortuna, ci sono diversi settori di attività che stanno tenendo. E’ importante in questa fase sostenere il sistema della piccola e media impresa nell’accesso al credito. E’ per questa ragione che la Camera di Commercio di Milano, in via straordinaria, ha avviato un Fondo di rassicurazione di 10 milioni di euro a favore del Confidi che potrà attivare finanziamenti bancari per circa 700 milioni di euro”. Ma ilo problema, non è un fatto assolutamente paradossale, sembra più psicologico. Il monitoraggio che la Camera di Commercio fa sulle aziende di Milano e hinterland coglie aspetti di pessimismo in un rapporto stimato in uno su cinque imprenditori. E’ vero che c’è un calo di fatturato, è ero che i profitti sono calati con percentuali che, in alcuni casi del 30 per cento. Ma è anche vero che la stragrande maggioranza degli imprenditori milanesi ha voglia di “tenere duro” di fronte ai morsi della crisi. Ed è altrettanto paradossale che alcuni istituti di sondaggi sull’umore degli italiani mettano in relazione la percentuale dei pessimisti con quella degli ottimisti. Ci sono infatti anche questi ultimi, che sostengono che la crisi “offrirà la possibilità di ritornare con maggiore passione alla voglia di fare impresa”. sostanzialmente, si può cogliere ovunque nel milanese il grande realismo nell’affrontare la recessione e le difficoltà attuali, ma tranne gli abbandoni fisiologici, non sembra affatto che ci sia voglia di “cambiare mestiere”. (eda) 1 apr 2009 16:23

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Usa-Cina/ Obama e Hu vogliono rafforzare cooperazione (sezione: crisi)

( da "Virgilio Notizie" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Roma, 1 apr. (Apcom) - Stati Uniti e Cina devono rafforzare la loro cooperazione economica per far fronte alla crisi finanziaria: è quanto hanno stabilito nel corso dei colloqui di oggi a Londra il presidente americano Barack Obama e il suo omologo cinese Hu Jintao. Lo riferisce il sito online della Bbc, precisando che i due leader, che si sono incontrati alla vigilia del summit economico del G20, si sono detti d'accordo sulla necessità di resistere al protezionismo e di garantire stabili relazioni commerciali fra Washington e Pechino. "I presidenti hanno convenuto sulla necessità di effettuare dei cambiamenti nella governance delle istituzioni finanziarie internazionali", si legge in un comunicato della Casa Bianca, citato dall'emittente britannica. Durante il meeting, i due leader hanno anche acconsentito alla creazione di un Dialogo Strategico ed Economico per affrontare la crisi economica e rafforzare i sistemi finanziari del pianeta. La Casa Bianca ha fatto sapere che il Segretario di Stato Hillary Clinton e il ministro del Tesoro Timothy Geithner rappresenteranno gli Stati Uniti in questi colloqui. I due presidenti hanno inoltre promesso che coopereranno anche sulle questioni nucleari riguardanti la Corea del Nord e l'Iran, aggiungendo che riprenderanno le discussioni sui diritti umani "non appena possibile".

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G20, Draghi: misure anticrisi cominciano ad avere effetto (sezione: crisi)

( da "Reuters Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

LONDRA, 1 aprile Reuters - Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia, ritiene che le misure per combattere la crisi finanziaria comincino ad avere effetto ma che non sia possibile dire se il peggio sia stato superato. "La morsa del credit crunch si sta allentando? Non ho una risposta", ha detto ai giornalisti alla vigilia del summit G20 di Londra. "Molte cose sono state fatte da tutti i Paesi. Non appena entreranno in vigore, e alcune di esse hanno richiesto molto tempo per essere predisposte, ... penso che ne vedremo i benefici", Draghi, che presiede anche il Financial Stability Forum delle principali autorità regolatorie e governatori centrali, giudica il piano del segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner sugli asset tossici delle banche un esempio di una buona iniziativa che dovrebbe portare frutti a breve. "E un progetto benvenuto. E ben congegnato", ha commentato Draghi. "Il tempo trascorso ha insegnato molto, quindi la sua realizzazione sarà piu veloce di qualsiasi altro precedente tentativo".

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agentediviaggi ha detto: avete visto che succede a Londra? Speriamo brucino la City con tutti i broker dentro asserragliati a soffrire le pene dell'inferno prima di andarci per dir (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

senza il mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 — Autore: babelick — 22 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da 40 a 60 giorni del termine massimo per detenere migranti nei Centri di permanenza temporanea, per facilitare identificazioni e rimpatri coatti, il progetto prevede di interrompere i ricongiungimenti familiari. Prevede anche sanzioni fino a 10.000 euro per chi «promuove la permanenza irregolare in Spagna di uno straniero», un'«infrazione grave» perché «lo straniero dipende economicamente da chi compie l'infrazione e questa ne prolunga il soggiorno autorizzato al di là del periodo legalmente previsto». La Comision Espanola de Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato perché così facendo il governo «cerca di farsi complici le persone che alloggiano» gli immigrati, e si appresta a «convertire i cittadini in poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo inquietante di un giudice star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di Pietro dei tempi che furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di altri ministri socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli ultimi anni ha incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli statisti europei, fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti defunti. Colleziona una gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia contro la Chiesa cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la pratica opposta a quella che si converrebbe a un premier laico che governa un Paese dove ci sono cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi elettori. La gaffe del ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della Difesa, Carmen Chacon, contro il parere e all'insaputa del collega degli Esteri, Moratinos, e di tutti i governi dell'Unione europea e della Nato, è la chicca di qualche giorno fa. Il presunto amico, il presidente Obama, è infuriato e non ha accettato i goffi tentativi di Madrid di rimediare. Peggio di così!

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G20, MISURE ANTICRISI COMINCIANO AD AVERE EFFETTO-DRAGHI (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

G20, misure anticrisi cominciano ad avere effetto-Draghi -->di David Milliken e Giselda Vagnoni LONDRA (Reuters) - Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia, ritiene che le misure per combattere la crisi finanziaria comincino ad avere effetto ma che non sia possibile dire se il peggio e stato superato. "La morsa del credit crunch si sta allentando? Non ho una risposta", ha detto ai giornalisti alla vigilia del summit G20 di Londra. "Molte cose sono state fatte da tutti i Paesi. Non appena entreranno in vigore, e alcune di esse hanno richiesto molto tempo per essere predisposte, ... penso che ne vedremo i benefici". Draghi presiede anche il Financial Stability Forum (Fsf) delle principali autorità regolatorie e governatori centrali, incaricato di individuare le riforme necessarie al sistema finanziario per impedire il ripetersi in futuro dell'attuale crisi. A suo avviso il piano del segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner sugli asset tossici delle banche èun esempio di una buona iniziativa che dovrebbe portare frutti a breve. "E un progetto benvenuto. E ben congegnato", ha commentato Draghi. "Il tempo trascorso ha insegnato molto, quindi la sua realizzazione sarà piu veloce di qualsiasi altro precedente tentativo". L'Fsf si sta per allargare a tutti i Paesi del G20 e il suo segretariato di Basilea sarà rafforzato ma Draghi respinge l'idea che possa diventare a breve un "global regulator". "L'Fsf disegna, sviluppa e cambia gli standard attraverso il lavoro dei suoi membri, tra cui il Fondo monetario internazionale che accerta l'applicazione delle norme e delle modifiche discusse nell'ambito del Forum". Draghi respinge però anche l'idea che sia stato finora solo un luogo di chiacchere: "La crisi è globale, ma in ultima analisi chi ha la responsabilità di rendere efficaci le nuove norme che raccomandiamo sono sempre le autorità nazionali. E' quindi piuttosto importante questa sorta di dimensione duale del Forum", ha detto Draghi riferendosi alla presenza nell'Fsf di ministeri finanziari, organi di vigilanza e banchieri centrali. Il principio della responsabilità nazionale è anche alla base delle differenti risposte tra la Federal Reserve e la Bank of England, che hanno avviato operazioni di quantitative easing, e la Banca centrale europea che invece non l'ha fatto, ha spiegato Draghi. Il governatore e membro del consiglio della Bce non ha voluto fare commenti in tema di politica monetaria dell'area dell'euro prima della riunione di domani sui tassi quando, secondo la maggior parte degli economisti, dovrebbe essere deciso un taglio del tasso di riferimento all'1% dall'attuale 1,5%. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano

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USA/ INVITO OBAMA A UNIVERSITÀ CATTOLICA CONTINUA A CREARE DUBBI (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Usa/ Invito Obama a università cattolica continua a creare dubbi di Apcom Lettera aperta di p. Cleary. Card. George: Proteste a Vaticano -->Roma, 1 apr. (Apcom) - Continua a suscitare dubbi, riserve, richieste di chiarimento l'invito che l'università cattolica di Notre-Dame, nell'Indiana, a Barack Obama. Da ultimo, il capo della sezione romana della Santa Croce, la congregazione religiosa che ha fondato l'ateneo, Hugh W. Cleary, ha scritto al al presidente degli Stati Uniti una lettera aperta per chiederli di riconsiderare il suo sostegno alla libertà d'abortire e alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. "Vorrei approfittare della sua presenza al Notre Dame per chiderle di ripensare, attraverso un confronto con la propria coscienza nella preghiera, le sue posizioni sulle fondamentali 'questioni della vita', e in particolare quelle relative all'aborto, alla ricerca sulle cellule staminali embrionali e alla sua posizione sul 'Freedom of Choice Act' (sempre sull'interruzione di gravidanza, ndr.) davanti al Congresso", scrive il sacerdote nella missiva pubblicata sul sito della rivista 'America'. "Forse questa richiesta può suonarle impertinente, ma non la intendo con mancanza di rispetto", precisa. L'annuncio dell'invio a Obama per l'intervento della cerimonia di consegna dei diplomi e l'assegnazione di una laurea 'honoris causa' in diritto, il 17 maggio, ha suscitato le riserve di vari settori cattolici. E' una consuetudine della Notre-Dame University di invitare i neopresidenti: fu così con Kimmy Carter nel 1977, con Ronald Reagan nel 1981 e con George W. Bush nel 2001. Ma solo con il 'pro-choice' Obama si prospetta, oltreatlantico, una sorta di protesta al Papa alla Sapienza al contrario. Le proteste - sotto forma di lettere, telefonate ed e-mail - sono arrivate fino alla Conferenza episcopale degli Stati Uniti. E con una lettera di fine marzo il presidente dei vescovi Usa, card. Francis George ha indirizzato le critiche al Vaticano. "I vostri commenti, ancorché apprezzabili, sono mandati nella direzione sbagliata", scrive il porporato. "Io non ho autorità sull'università di Notre Dame". Le proteste, suggerisce il presidente dei vescovi Usa, vanno mandate alla congregazione vaticana per la Educazione cattolica. Nel frattempo l''Osservatore romano' non dedica spazio al dibattito e segue con attenzione la politica di Obama sulla crisi finanziaria.

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G20/ SARKOZY CONFERMA FIDUCIA A OBAMA A VIGILIA VERTICE -2- (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

G20/ Sarkozy conferma "fiducia" a Obama a vigilia vertice -2- di Apcom "Sono certo che ci aiuterà", ha detto il presidente francese -->Londra, 1 apr. (Ap) - "Ho fiducia in Obama", ha dichiarato Sarkozy rispondendo alle domande dei giornalisti a Londra, che gli chiedevano chiarimenti sulla sua minaccia di lasciare il summit del G20, che si apre domani, se non ci saranno risultati concreti, mentre crescono le tensioni che oppongono Germania e Francia e Stati Uniti e Gran Bretagna sulla proposta di implementare gli stimoli fiscali per risolvere la crisi finanziaria. "Sono certo che ci aiuterà e che ci capirà", ha aggiunto il leader francese.

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CRISI/ CRESCONO CONSORZI FIDI: 6,3 MLD FINANZIAMENTI IN 2008 (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Crisi/ Crescono consorzi fidi: 6,3 mld finanziamenti in 2008 di Apcom Emerge da indagine annuale di Fedart Fidi sui confidi artigiani -->Roma, 1 apr. (Apcom) - Cresce l'attività dei consorzi fidi: nel 2008 hanno erogato 6.312,8 milioni di finanziamenti garantiti a 735.619 artigiani e piccole imprese. Un trend in crescita rispetto al 2007 quando i finanziamenti concessi dai Confidi sono stati pari a 6.088,0 milioni a 715.000 imprese. I dati sono contenuti nella dodicesima edizione dell'indagine sul sistema dei 192 confidi artigiani, presentata da Fedart Fidi, la Federazione Nazionale Unitaria dei Consorzi e Cooperative Artigiane di Garanzia promossa da Confartigianato, Cna e Casartigiani e presieduta da Daniele Alberani, dimostrano come i consorzi fidi siano "l'arma più efficace contro la crisi finanziaria i cui effetti su artigiani e piccole imprese sono già molto pesanti in termini di restrizione del credito bancario". Secondo l'indagine si mantiene elevato il grado di penetrazione del sistema Confidi nel comparto artigiano (42%), a conferma del fatto che quasi 1 imprenditore su 2 si rivolge ai confidi per dare soluzione alle proprie esigenze finanziarie e di rapporto con il sistema bancario. La classifica delle regioni più attive vede in testa il Veneto con 1.127 milioni di euro di finanziamenti garantiti nel 2007 dai confidi artigiani. Al secondo posto la Toscana con 987 milioni, al terzo posto la Lombardia con 814 milioni. I confidi hanno conseguito un tasso netto di sofferenza molto contenuto, pari in media al 2,3%, con una netta differenza rispetto alle sofferenze registrate dal sistema bancario sui finanziamenti al settore artigiano. I tassi medi praticati sui finanziamenti, sebbene in crescita, continua la ricerca, "si mantengono più bassi" di quelli di mercato per la categoria artigiana e vedono ridursi il gap tra quelli a medio termine e quelli a breve. I primi si attestano in media al 6,7%, mentre i tassi a breve sono al 6,5%. Ciò è anche il risultato della buona capacità contrattuale dei Confidi a favore delle imprese e del loro rapporto complessivamente positivo con il sistema bancario. I confidi svolgono una funzione fondamentale anche nella prevenzione del fenomeno dell'usura: i due terzi (65,9%) gestiscono infatti gli speciali fondi antiusura consentendo il rientro nei circuiti legali di finanziamento a migliaia di piccole imprese. Nel 2007 hanno effettuato oltre 1.900 operazioni, per un importo complessivo di finanziamenti concessi pari a 60 milioni di euro. La regione che ha realizzato il maggior numero di questa tipologia di operazioni (oltre 300) è stata l'Emilia Romagna. I finanziamenti a medio/lungo termine (oltre i 18 mesi) garantiti dai confidi hanno da sempre un'incidenza più elevata di quelli complessivamente concessi alle imprese artigiane (60,4% contro il 54,6%) e la differenza si fa più marcata al Sud (67,6% contro il 56,2%). Questi dati confermano il ruolo strategico di 'facilitatori' del credito svolto dai Confidi, specialmente nelle aree del paese dove l'accesso ai finanziamenti presenta maggiori difficoltà, e ne evidenziano la funzione di supporto alle imprese nell'ottimizzare la struttura del debito orientandola verso scadenze maggiori e quindi all'equilibrio finanziario.

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G20/ SFOGO SARKOZY:CRISI NATA DA MANIA TECNICI DI FARE POLITICA (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

G20/ Sfogo Sarkozy:Crisi nata da mania tecnici di fare politica di Apcom La loro mania di intervenire su questioni tipicamente politiche -->Roma, 1 apr. (Apcom) - Il presidente francese Nicolas Sarkozy si è scagliato oggi contro "i tecnici": è per colpa delle loro "manie" nel sostituirsi alla politica su decisioni determinanti per tutti, ha affermato durante una conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca Angela Merkel, che è esplosa questa crisi finanziaria globale, che a sua volta ha innescato la crisi economica. Una crisi che peraltro "pesa sulla gente, che non ha nessuna responsabilità per quello che è accaduto", ha rilevato. Già i precedenza il presidente francese aveva reagito con forte irritazione alle bozze di documento finale del G20 che filtravano a margine dei lavori dei capi di Stato e di governo, che ufficialmente si svolgono domani a Londra, fino a minacciare di non sottoscrivere il documento. Un documento su cui peraltro "nulla è stato ancora deciso", ha chiarito Sarkozy nella conferenza stampa. Ripetutamente interpellato dai giornalisti proprio su queste bozze, Sarkozy si è sfogato contro i "tecnici" che le elaborano. "Sapete cosa ci ha portato alla situazione attuale? E' stata la mania dei tecnici di intervenire su questioni tipicamente politiche", ha affermato.

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USA-CINA/ OBAMA E HU VOGLIONO RAFFORZARE COOPERAZIONE ECONOMICA (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Usa-Cina/ Obama e Hu vogliono rafforzare cooperazione economica di Apcom I due leader promettono cooperazione anche su nucleare -->Roma, 1 apr. (Apcom) - Stati Uniti e Cina devono rafforzare la loro cooperazione economica per far fronte alla crisi finanziaria: è quanto hanno stabilito nel corso dei colloqui di oggi a Londra il presidente americano Barack Obama e il suo omologo cinese Hu Jintao. Lo riferisce il sito online della Bbc, precisando che i due leader, che si sono incontrati alla vigilia del summit economico del G20, si sono detti d'accordo sulla necessità di resistere al protezionismo e di garantire stabili relazioni commerciali fra Washington e Pechino. "I presidenti hanno convenuto sulla necessità di effettuare dei cambiamenti nella governance delle istituzioni finanziarie internazionali", si legge in un comunicato della Casa Bianca, citato dall'emittente britannica. Durante il meeting, i due leader hanno anche acconsentito alla creazione di un Dialogo Strategico ed Economico per affrontare la crisi economica e rafforzare i sistemi finanziari del pianeta. La Casa Bianca ha fatto sapere che il Segretario di Stato Hillary Clinton e il ministro del Tesoro Timothy Geithner rappresenteranno gli Stati Uniti in questi colloqui. I due presidenti hanno inoltre promesso che coopereranno anche sulle questioni nucleari riguardanti la Corea del Nord e l'Iran, aggiungendo che riprenderanno le discussioni sui diritti umani "non appena possibile".

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Oltre Soros. Ecco quelli che stanno avendo una buona crisi (sezione: crisi)

( da "Foglio, Il" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

1 aprile 2009 Oltre Soros. Ecco quelli che stanno avendo una buona crisi Anche Pinault se la cava. Va forte il low cost e chi scommette al ribasso. In Italia c'è qualche sorpresa Ora che i giorni dell’ira sono arrivati, anche George Soros finirà nelle grinfie dei nuovi sanculotti? Da inguaribile provocatore, si è vantato di aver guadagnato oltre un miliardo con il suo fondo Quantum, scommettendo sul collasso delle Borse. Non è l’unico. La recessione crea ricchezze non solo povertà. Windfall profits, dicono gli inglesi, fortune inaspettate, frutti portati dal vento. Su FranÇois Pinault, principe del lusso, collezionista d’arte, editore, finanziere dai canini acuminati, patron di Gucci, Christie’s, Fnac e quant’altro, la crisi è scivolata finora come l’acqua sulle piume dell’oca. Lo stesso può dirsi dell’arcirivale Bernard Arnault, signore dello champagne, dell’haute couture e dei profumi. Dal nord Europa all’Italia (che non è poi così sfigata come ama rappresentarsi), il catalogo è lungo. Soros che fa la ruota con il quotidiano Australian (“è stato il periodo migliore della mia carriera”), parla per tutti. Lui pretende di aver intuito in anticipo dove si andava a parare; come già nel 1992. La storia è piena di paradossi. Allora, il collasso dell’Urss rovinò sulla Finlandia facendo crollare la sua economia e la sua moneta, il markka. Scattò un vero e proprio domino: caddero le corone scandinave, poi la sterlina, infine la lira. Soros fece una barca di quattrini. Ne perse gran parte con le tigri asiatiche nel 1997. Quella volta, non capì nulla, o meglio sottovalutò la reazione americana: Bob Rubin firmò un assegno e salvò la Thailandia. Adesso, è tornato a farci la lezione, beffarda e un po’ maramaldesca. Ha sconfitto l’avversario di sempre Warren Buffett, perché persino l’oracolo di Omaha, il più conservatore e prudente degli investitori, ha preso un bagno. Tutta colpa del fallimento di Lehman brothers che in sei mesi ha portato l’indice Dow Jones indietro di dieci anni. Ma non tutti sono affogati nel diluvio: grandi e piccoli Noè hanno costruito in tempo la loro arca. A far concorrenza a Quantum nel grande nord europeo c’è Investor, l’ammiraglia dei Wallenberg. Il più ricco e potente clan svedese, ha lo zampino più o meno in tutta la Scandinavia (dalle banche a Ericsson) e anche in Italia attraverso i frigoriferi Electrolux, e le grandi fornaci Abb. Ha dovuto scontare delle perdite, ma mentre la Borsa di Stoccolma è calata del 58 per cento in un anno, la holding di famiglia ha portato a casa un guadagno dell’8 per cento. La crisi finanziaria non ha toccato Ingvar Kamprad, padre padrone di Ikea, che non ha mai voluto andare in Borsa e non è toccato nemmeno dalla recessione. La sua azienda assume anche in Italia mentre tutti licenziano. Kamprad si è rifugiato da tempo in Svizzera per non pagare le supertasse socialdemocratiche, vive con poco, e ammassa ricchezze. Altro che Soros, se la batte con Bill Gates. Anche Vincent Bolloré, bel tenebroso della finanza, sa utilizzare la crisi come un’occasione. Erede di un colonialismo preindustriale con le sue piantagioni in Africa, maestro nell’arte di combinare economia immateriale e materiale, media, pubblicità, banche. Siccome possiede una società che produce sofisticate batterie al litio, ha convinto il suo amico Sarkozy che il futuro si misura non più in euro, ma in chilowatt e, insieme al vecchio carrozziere Pininfarina, che ha salvato dalla chiusura, s’è messo a fare vetture elettriche. Qui in Italia può anche contare sui bei profitti di Mediobanca (è capofila di quella cordata francese che possiede il 10 per cento) sfuggita alla sorte delle grandi banche d’affari anglo-americane anche perché è rimasta ancorata al sistema Italia. Guadagnare con la crisi è molto rischioso, ma la fertile fantasia dell’iperfinanza ha inventato una panoplia di strumenti come gli Etf, acronimo per Exchange Traded Funds, fondi indicizzati quotati. Le loro quote sono negoziate in Borsa come semplici azioni e chi investe può guadagnare in una sorta di gioco del rovescio: si prende un paniere di titoli azionari e, anziché puntare sul loro rialzo, si punta sulla loro caduta. Sono operazioni non necessariamente a breve termine, anzi fruttano di più quanto più si ha il fegato per resistere. Esempio concreto: chi avesse scommesso sul Nasdaq quando era al massimo, adesso avrebbe guadagnato il 50 per cento. In ogni caso, persino nella Borsetta di Milano questo mercato parallelo (ma nient’affatto nero) va alla grande, ogni giorno contabilizza scambi fino a 200 milioni di euro. I nostri Soros, del resto, non sono da meno. Fanno scandalo i guadagni di top manager. Gianni Dragoni sul Sole 24 ore segnala gli 8,3 milioni di Roberto Tunioli che rappresentano quasi la metà degli utili della piccola azienda da lui diretta (Datalogic). O i 7,9 milioni incassati da Luca Majocchi di Seat Pagine Gialle. Quando usciranno i conti trimestrali delle società ne vedremo delle belle. I grandi capitalisti chi si sono tenuti liquidi, hanno superato bene il 2008. A questa categoria appartiene Francesco Gaetano Caltagirone. Alcuni dei suoi investimenti hanno perduto (comprese le Generali), ma a spanne si stima che abbia un paio di miliardi da spendere. Anche gli Agnelli, nel bel mezzo della più grave crisi dell’auto in mezzo secolo, mettono fieno in cascina. Prima hanno consolidato la presa su Fiat, mobilitando con operazioni al limite (sono finiti anche in tribunale) la loro cassaforte francese Exor. Poi hanno fuso le principali scatole cinesi attraverso le quali controllano l’impero. Alla fine, è uscito fuori un miliarduccio pronto cassa, come ha confermato Jaki Elkann, al quale l’Avvocato ha lasciato in mano le chiavi della cassaforte. Tra Milano e Parigi fa la spola Gerardo Braggiotti, un finanziere che si è collegato strettamente agli Agnelli. E’ entrato in una banca d’affari, la Leonardo, insieme alla filiale lussemburghese di Ifil (ha il 10 per cento) e soprattutto Eurazeo, filiazione della Lazard parigina, dove Braggiotti ha lavorato diventando uno dei partner principali. Prima che arrivassero gli americani, quella scatola finanziaria custodiva il pacchetto chiave delle Generali, per conto di Cuccia e degli Agnelli. Il gruppo Leonardo ha chiuso il 2008 con 187 milioni di ricavi provenienti soprattutto da commissioni e “non è esposto ad alcun rischio collegato alla crisi creditizia e di liquidità”. Sulla stessa strada si è avviato Matteo Arpe che ha condiviso con Braggiotti la palma di giovane leone della finanza, quando entrambi erano i più vispi galletti della covata di Enrico Cuccia. Uscito da Capitalia, ha fondato un equity fund, dal nome esoterico: Sator, proprio come il quadrato magico. E ha continuato a crescere fino al punto di comprarsi, un paio di mesi fa, mentre tutt’attorno scorazzavano i cavalieri dell’Apocalisse, una banca chiamata Profilo, base di partenza per nuove avventure finanziarie. Arpe ha staccato un assegno di 70 milioni. Si vanta di non aver mai creduto nei derivati: “Non li ho mai capiti”, dichiara. Preferisce le boutique. Del resto, l’era dei supermarket finanziari è finita.Non sono pochi i capitalisti che usano la propria liquidità come galleggiante in questo procelloso mare di moneta errabonda, sono numerosi. I Benetton, ad esempio. I maglioncini che hanno fatto la loro fortuna non vanno bene, la catena di vendita perde colpi nei confronti degli aggressivi spagnoli di Zara e fatica anche a tener dietro ai tradizionalisti americani di Gap. Ma le autostrade vanno alla grande. Le tariffe sono garantite. E’ vero, la recessione ha fatto calare un po’ il traffico, però con la primavera ci sono chiari segnali di risveglio. I signori delle bollette, del resto, gli elettrici, i petrolieri, i distributori di gas e acqua, se la cavano più che bene. E Carlo De Benedetti? La finanza è la sua vera vocazione e conosce come pochi la tecnica delle scatole cinesi. Nell’estate 2005 in cui guadagnò 3,5 milioni di euro, come scrisse il Wsj, vendendo alla velocità del fulmine titoli del Cdb web, cresciuti di un terzo dopo l’annuncio del fondo salva imprese insieme a Berlusconi (che ppoi non andò in porto). Altri tempi, E tuttavia Cofide, la holding capofila non se la passa male. Ha chiuso l’anno con un utile di 52 milioni e una patrimonio di 644, circa metà del quale fa capo alla società in accomandita della famiglia. Il 2009 sarà più duro. Soprattutto per i media. E lo sarà anche per Silvio Berlusconi. “Il Cavaliere di denari” lo chiama Milano Finanza che ha fatto i conti in tasca a Fininvest. La ricchezza accumulata ammontava a 5,7 miliardi nel 2007 (i conti del 2008 non sono ancora disponibili). Di questi, i dividendi distribuiti rappresentano 1,3 miliardi, mentre 4,4 miliardi è la valorizzazione borsistica dal 1994. Dall’anno scorso, l’andamento dei titoli delle società del Biscione è in discesa. Ma Fininvest resta un cassaforte ben fornita. Tanti fumi statistici hanno avvolto questa crisi; e la difficoltà di diradare la fitta coltre aumenta la paura. Per esempio, bisognerà capire meglio, leggendo i bilanci dei prossimi mesi, come mai tutte queste banche che erano sull’orlo del crack e si fanno salvare con i soldi dei contribuenti, annunciano poi profitti a palate. I conti riguardano l’anno scorso che non è andato così male, si dice. Ma attenti, questo vale per Unicredit, Banca Intesa, Montepaschi, insomma le banche italiane. Il dato di Citigroup che ha fatto sobbalzare Wall Street e ha dato il là a un rally durato due settimane riguarda gennaio e febbraio scorsi. La crisi non è una scusa, sia chiaro, né una sorta di alibi globale, per fare pulizia e ingoiare pillole amare quasi fossero zuccherini. O salvare, magari, finanzieri come Romain Zaleski. Non era troppo grande per fallire, ma tutte le banche più importanti si sono mobilitate in suo aiuto, in omaggio al mercato, alle regole e alla logica sistemica. Per carità, nessuna finzione, ma duplicità sì. La recessione ha il suo doppio. Dalle banche d’affari che cambiano mestiere alle case automobilistiche che saranno costrette a produrre vetture meno inutili, inquinanti e costose, nulla sarà più come prima. O no?

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G20, misure anticrisi cominciano ad avere effetto-Draghi (sezione: crisi)

( da "Reuters Italia" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

di David Milliken e Giselda Vagnoni LONDRA (Reuters) - Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia, ritiene che le misure per combattere la crisi finanziaria comincino ad avere effetto ma che non sia possibile dire se il peggio e stato superato. "La morsa del credit crunch si sta allentando? Non ho una risposta", ha detto ai giornalisti alla vigilia del summit G20 di Londra. "Molte cose sono state fatte da tutti i Paesi. Non appena entreranno in vigore, e alcune di esse hanno richiesto molto tempo per essere predisposte, ... penso che ne vedremo i benefici". Draghi presiede anche il Financial Stability Forum (Fsf) delle principali autorità regolatorie e governatori centrali, incaricato di individuare le riforme necessarie al sistema finanziario per impedire il ripetersi in futuro dell'attuale crisi. A suo avviso il piano del segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner sugli asset tossici delle banche èun esempio di una buona iniziativa che dovrebbe portare frutti a breve. "E un progetto benvenuto. E ben congegnato", ha commentato Draghi. "Il tempo trascorso ha insegnato molto, quindi la sua realizzazione sarà piu veloce di qualsiasi altro precedente tentativo". L'Fsf si sta per allargare a tutti i Paesi del G20 e il suo segretariato di Basilea sarà rafforzato ma Draghi respinge l'idea che possa diventare a breve un "global regulator". "L'Fsf disegna, sviluppa e cambia gli standard attraverso il lavoro dei suoi membri, tra cui il Fondo monetario internazionale che accerta l'applicazione delle norme e delle modifiche discusse nell'ambito del Forum". Continua...

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G20: DRAGHI, PRESTO PER DIRE CHE IL PEGGIO SIA PASSATO (sezione: crisi)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 01-04-2009)
Pubblicato anche in: (KataWebFinanza)

Argomenti: Crisi

G20: DRAGHI, PRESTO PER DIRE CHE IL PEGGIO SIA PASSATO (AGI) - Londra, 1 apr. - Le misure varate dai governi mondiali contro la crisi finanziaria stanno iniziando ad avere effetto, ma e' prematuro dire che il peggio sia passato. Lo ha dichiarato Mario Draghi, governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Forum, in un incontro con la stampa estera a margine del G20 di Londra. "Se la stretta sul credito si sta allentando? Non ho una risposta - ha detto Draghi - Tutti i paesi hanno fatto molto; una volta che queste misure inizieranno a essere implementate credo che inizieremo a registrare dei risultati positivi". L'idea di trasformare il Financial Stability Forum in un organo di supervisione globale non sembra convincere il numero uno di Palazzo Koch. "La crisi e' globale - ha spiegato Draghi - ma alla fine coloro che hanno la responsabilita' di portare avanti riforme e cambiamenti nella regolamentazione sono sempre le autorita' nazionali". Il governatore di Bankitalia ha poi giudicato positivamente il piano per ripulire le banche dagli asset tossici varato dall'amministrazione Usa. "E' ben pensato e' ben progettato" ha detto. 01/04/2009 - 20:05

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Anglosassoni Vs latini, Brown media">G20, si prepara l'asse Sarkozy-Merkel Anglosassoni Vs latini, Brown media (sezione: crisi)

( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

G20/ Sarkò e Merkel alzano la voce. Obama pronto al compromesso Mercoledí 01.04.2009 10:35 Sono partiti i vertici bilaterali a Londra prima dell'inizio del G20 di domani. Mentre il presidente Usa Barack Obama è arrivato a Downing Street, dove lo attendeva il premier britannico Gordon Brown, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha fatto sapere che "Francia e Germania non sono ancora soddisfatte della bozza di documento redatta in vista della riunione". Parlando senza mezzi termini, Sarkò ha spiegato che la Francia ha chiesto regole più severe per la regolamentazione della finanza globale e, in particolare, contro i paradisi fiscali. "Non darò il mio assenso a un meeting falso - ha detto il presidente francese - che porti a decisioni inutili e che non affronti veramente i problemi che abbiamo. Nel chiedere al G20 risultati concreti, il premier tedesco Angela Merkel ha appoggiato le richieste del numero uno dell'Eliseo, ma ha condannato la minaccia di Sarkozy di alzarsi e abbandonare il summit qualora si raggiungano "compromessi deboli". I due leader, in una conferenza congiunta, hanno preso una decisa posizione comune e hanno chiesto una nuova regolamentazione dei mercati finanziari. "Germania e Francia - ha detto Sarkozy - parlano con un'unica lingua. Abbiamo gli stessi obiettivi. Da questo G20 vogliamo dei risultati". E ha chiesto una nuova regolamentazione dei mercati a partire dall'abolizione dei paradisi fiscali e dalla regolamentazione degli Hedge found e delle agenzie di rating. Sulla stessa linea d'onda la Merkel: "Quello su cui siamo d'accordo e' che servono degli standard unici e vanno definiti subito, non domani. Domani abbiamo la chance di raggiungere questo obiettivo". Fiducioso il presidente del Configlio, Silvio Berlusconi: "Credo che qualche decisione opportuna e immediata verra' presa". "Ci saranno nuove regole", spiega il premier. Berlusconi pero' fa capire di guardare all'appuntamento della Maddalena: "Il G20 qualche cosa lo comincera' a fare - osserva - ma e' al G8 che si pensa verra' redatto il nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici nel mondo". "I nostri uomini hanno lavorato molto bene". La delegazione italiana sta concludendo il suo lavoro insieme agli altri 'sherpa' prima del vertice del G20 di domani. Silvio Berlusconi premette che si arrivera' alla decisione di "nuove regole", ma ricorda anche che "al G8 l'Italia portera' come progetto il 'Global standard', cioe' una legislazione internazionale per il mondo della finanza e dell'economia". Il premier poi si sofferma anche sul risultato del Summit di ieri sul lavoro: "Presentero' - dice - la proposta del 'Social pact' e quindi - conclude il premier - 'people first'". A Londra, intanto, il presidente americano Barack Obama ha incontrato il primo ministro britannico Gordon Brown. Obama e la moglie Michelle, arrivati nella capitale britannica ieri sera, sono stati accolti calorosamente da Brown e dalla moglie Sarah, con i quali hanno posato per le consuete foto (vedi sotto) davanti all'Ufficio del primo ministro. Il presidente statunitense incontrerà a margine del summit anche il collega cinese Hu Jintao e l'omologo russo Dmitry Medvedev. Oggi inoltre i coniugi Obama saranno ricevuti a Buckingam Palace dalla Regina Elisabetta II. Al termine del faccia a faccia con il premier britannico, Obama ha sottolineato la gravità della crisi e la necessità di soluzioni radicali e concordate tra tutti i Paesi: "Non possiamo permetterci mezze misure". Il presidente Usa ha anche posto l'accento sul "lato umano della crisi", ribadendo, come Brown, la necessità di affrontare il momento attuale con una strategia comune: "Ci troviamo di fronte alla crisi finanziaria peggiore dalla seconda guerra mondiale, le nostre economie sono interconnesse e dobbiamo trovare una soluzione insieme". Obama ha anche sottolineato l'esigenza di respingere le tentazioni protezionistiche, e di sostenere i mercati emergenti. Il premier Gordon Brown ha inviato un messaggio al presidente francese Nicolas Sarkozy che ha minacciato di lasciare la riunione in assenza di risultati. "Sono fiducioso che Sarkozy sara' alla cena e che vi rimarrà fino alla fine". I leader di Stati Uniti e Gran Bretagna, infine, hanno anche ribadito l'impegno comune a risolvere la crisi sul nucleare iraniano usando strumenti diplomatici. "Siamo entrambi impegnati sul fronte diplomatico" ha detto il presidente americano, "per offrire alla repubblica islamica l'opportunità di un futuro migliore a condizione che abbandoni l'ambizione di entrare in possesso di armi atomiche". Secondo gli osservatori il documento finale del G20 sarà incentrato sulle posizioni europee. Gli Stati Uniti, con molta probabilità, dovranno rinunciare a veder messo in campo un nuovo costoso piano di aiuti all'economia globale e dovranno accettare la maggiore regulation sui mercati finanziari chiesta dall'Unione Europea. UE e Usa si incontreranno solo sulla maggiore lotta ai paradisi fiscali. Punto che sta a cuore sia a Washington che a Parigi che vuole individuare una lista di Paesi non cooperativi da condannare e perseguire pubblicamente. pagina successiva >>

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Il sorpasso di Google su General Electric (sezione: crisi)

( da "Data Manager" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il sorpasso di Google su General Electric A cura di Piero Macrì Pubblicato il 01-04-2009 10:41 La capitalizzazione di mercato della internet company supera quella del nome simbolo dell'economia americana La crisi finanziaria globale ha enfatizzato la differenza di trattamento che il mercato riserva al business reale e al business virtuale, o supposto tale, quello che raggruppa le attività delle web companies Quest'ultimo, per quanto soggetto a fluttuazioni e incertezze del mondo internet, continua a essere considerato più credibile nelle prospettive di lungo termine rispetto alla economia tradizionale. Con un fatturato annuo di 21,8 miliardi di dollari Google ha una capitalizzazione di mercato superiore alla General Electric, nome simbolo dell'industria americana, il cui giro d'affari annuo è di 182 miliardi di dollari. In borsa Google vale oggi 109 miliardi di dollari, General Electric 106 miliardi. Esattamente un anno fa, prima delle tempesta finanziaria l'azione GE valeva 30 dollari, oggi ne vale 10; l'azione Google ne valeva 465 oggi ne vale 347.

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Turismo, la crisi si batte con un sito web2, spot radio-Tv e Cd Hd, la ricetta dell'Enit (sezione: crisi)

( da "Sestopotere.com" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

Turismo, la crisi si batte con un sito web2, spot radio-Tv e Cd Hd, la ricetta dell'Enit (1/4/2009 10:35) | (Sesto Potere) - Roma - 1 aprile 2009 - Per due mesi, aprile-maggio, alla vigilia di una stagione estiva che si annuncia incerta, per quanto riguarda l'afflusso degli ospiti stranieri, i più importanti broadcast di mercati strategici per il nostro Paese, cioè Germania, Austria e Svizzera, Regno Unito, USA, Canada e l'area web, lanceranno un messaggio promo-pubblicitario che vuole evocare la dimensione onirica ed emozionale del viaggio in Italia. Entro il frame di "Italia much more" la Campagna Promozionale 2009 - realizzata per l'Enit dalla Rai e da RAI Trade - propone un caleidoscopio di immagini molto suggestive per catturare e sorprendere l'ospite straniero, inducendolo a scegliere l'Italia come meta di vacanze, diversificando la tipologia di location offerta o di messaggio, in funzione del target di riferimento. Tre le versioni realizzate in formato HD dello spot promozionale di 60, 30 e 15 secondi che sarà mandato in onda sulle principali reti televisive nazionali, nel prime time e con la maggiore affinità rispetto al target di riferimento. Con i passaggi spot sui principali canali TV dei Paesi di area tedesca, del Nord America e sulle principali emittenti del Regno Unito, verrà aumentata la "forza d'urto" sui mercati mondiali raggiungendo un effetto moltiplicatore di "impressions" molto elevato. L'Enit-Agenzia utilizzerà i filmati in tutto il mondo ed in tutte le attività e le iniziative che porrà in essere per assolvere il suo ruolo istituzionale (convegni, conferenze stampa, fiere, workshops, "settimane italiane", ecc.). Negli USA e nell'area tedesca (Germania, Austria e Svizzera), la diffusione del messaggio promo-pubblicitario sul web sarà realizzata in sinergia con i maggiori gruppi editoriali, la stampa specializzata ed i principali siti web del settore viaggi. Finalizzata alla promozione specifica sul mercato americano, "Italy Hospitality Truck" attraverso i quali il messaggio sull'ospitalità italiana verrà veicolato attraverso due mezzi personalizzati, che viaggeranno e stazioneranno nelle maggiori aree metropolitane degli USA. "Con "ITALIA. MUCH MORE" l'ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo dà un sostegno concreto ed un forte impulso alla promozione del brand Italia sui mercati internazionali, in un momento delicato per il settore del turismo, sia a livello internazionale che domestico, combinando esperienze reali e virtuali, che colpiscano e stimolino i turisti fornendo loro, al tempo stesso, spunti utili per rendere più coinvolgente e ricca l'esperienza", sostiene il Presidente dell'ENIT-Agenzia, Matteo Marzotto. " "Per le festività pasquali, l'andamento dei maggiori mercati dell'incoming italiano, che emerge dal Monitoraggio dell ' Agenzia presso i TO, presenta in generale segno negativo, con flessioni della domanda più o meno consistenti, anche a causa dei negativi effetti dei tassi di cambio delle principali monete. Le contrazioni dei flussi turistici - aggiunge Marzotto - coinvolgono non solo i mercati europei ed oltreoceano tradizionali, molti dei quali duramente colpiti dalla crisi finanziaria ed economica ma, per la prima volta, anche quelli emergenti come la Russia o il Brasile. Si mantengono stabili o in crescita alcuni Paesi dell' Est Europa (Rep. Ceca, Ungheria, Polonia) e dell'Asia (Cina, India e Corea)." "Gli spot televisivi della Campagna Promozionale 2009 - aggiunge il Direttore Generale, Eugenio Magnani - rappresentano lo strumento ideale per far scoprire la molteplice varietà delle bellezze naturali, artistiche e culturali del nostro Paese attraverso l'attrattiva molto nota dei mega Brands -Roma, Venezia e Napoli - e quella cosiddetta minore dei Sub Brands che funzionano da catalizzatori inimitabili per gli ospiti stranieri, consentendo un turismo nuovo, più economico, durante tutto l'arco dell'anno. E si affiancano strategicamente - secondo Magnani - alla promozione di un sito dedicato: www.italiamuchmore.com che permetterà allo spettatore di scoprire, attraverso lo strumento contemporaneo del Web 2.0, ciò che veramente di "much more" più dare l'offerta italiana, sia al potenziale che al recente viaggiatore". « Much More » non e' solo uno slogan : e' il modo nuovo di intendere l'unione delle forze per il futuro dell'Italia - ha detto Carlo Nardello, Amministratore Delegato di Rai Trade -. - Enit e Rai Trade perseguono lo stesso obiettivo: la promozione del nostro Paese. Siamo ambasciatori della bellezza italiana. Le nostre esigenze si sono sposate sotto l'unica idea che si debba fare e proporre "molto di piu'". Quella di "Much More Italy" e' una campagna che e' nata dentro Rai Trade proprio per questi motivi. In questi mesi, lavorando "molto di piu'", abbiamo incrementato la vendita di audiovisivo italiano nel mondo e, quindi, abbiamo contribuito in modo fattivo alla percezione internazionale che in Italia ci sia molto di piu' dei soliti luoghi comuni. E' lo stesso significato della campagna che presentiamo oggi. Non solo. Con Enit lanciamo un modello di collaborazione fra settori industriali del paese che potrebbe cambiare in poco tempo l'immagine dell'Italia nel resto del mondo. Uniti si vince e si può dare, per l'appunto, "molto più" a tutti coloro che amano la bellezza" "La realizzazione degli spot televisivi per Enit - sottolinea il Vice Direttore Commerciale Rai, Stefania Cinque - ha rappresentato un' importante conferma del ruolo del Gruppo Rai nello sviluppo di progetti di comunicazione per le esigenze istituzionali" In particolare, i prodotti audiovisivi sviluppati da RAI Trade e i messaggi della campagna promozionale Enit - grazie alle sinergie ed alle complessive potenzialità distributive del Gruppo RAI - potranno essere diffusi nel circuito internazionale gestito da NewCo RAI International (che attualmente, attraverso il suo canale generalista Rai Italia e le offerte tematiche mirate, raggiunge oltre 20 milioni di abitazioni, con un' audience potenziale superiore ai 60 milioni di telespettatori).

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Rai, il Cda propone Mauro Masi direttore generale (sezione: crisi)

( da "RomagnaOggi.it" del 01-04-2009)

Argomenti: Crisi

1 aprile 2009 - 20.48 (Ultima Modifica: 01 aprile 2009) Il Consiglio di Amministrazione della Rai, che si è riunito mercoledì, come prevede la legge, per preparare l'intesa con l'Assemblea degli Azionisti, ha indicato il nome di Mauro Masi per la nomina a Direttore Generale dell'Azienda. "E' stata una positiva giornata di lavoro del nuovo Consiglio, soprattutto per il clima di fattiva collaborazione che ho potuto riscontrare, e del quale ringrazio tutti i Consiglieri", ha dichiarato il presidente della Rai, Paolo Garimberti. Nel corso del Cda, ha continuato Garimberti, è stato "approvato quasi all'unanimità il progetto di bilancio dell'esercizio 2008 che indica il gran lavoro svolto dal Direttore Generale Cappon per poter raggiungere ottimi risultati pur in presenza della crisi finanziaria internazionale". Il neo-presidente ha evidenziato che durante il cda si sono "messe a fuoco alcune criticità legate anche alla crisi finanziaria internazionale, sulle quali nelle prossime sedute continueremo a lavorare, ma anche i tanti punti di forza che garantiscono la competitività dell'Azienda e il suo ruolo di Servizio Pubblico". Giovedì alle 11.30 si riunirà l'assemblea totalitaria dei soci per la ratifica. Quindi, alle 12.30, il Cda procederà alla nomina formale. E' probabile che già nel cda della prossima settimana si possa iniziare a discutere le nomine dei direttori di rete e testata. A partire dal direttore e della sua testata di Raiuno di cui Fabrizio Del Noce ha l'interim da mesi e del Tg1 che Gianni Riotta lascerà per Il Sole 24 ore. Le indiscrezioni danno Maurizio Belpietro verso il Tg1. Candidati al Tg3 David Sassoli e Antonio Caprarica. Per i Tg regionali il nome che circola è quello di Pietro Vigorelli.

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