CENACOLO DEI COGITANTI |
E Gm scivola verso una
bancarotta pilotata dal governo ( da "Stampa,
La" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: della crisi finanziaria e di quella
dell'auto. «Mi hanno chiesto di rimettere a posto Gm ed io lo farò qualsiasi
cosa ciò comporti», spiega Fritz Henderson nella sua prima conferenza stampa
alla guida di Gm. «Porteremo a termine il nostro compito e lo faremo fuori o
dentro le aule di tribunale», dice il nuovo Ceo convinto che non ci sia bisogno
neanche di 60 giorni per sapere se «
Seduta fiume per il Psc
Città Attiva: Troppa fretta ( da "Gazzetta
di Reggio" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la pesantissima crisi finanziaria
ed economica internazionale che sta avendo e avra' pesanti ricadute anche sul
sistema produttivo reggiano con conseguenze sulle famiglie e sulle imprese».
Secondo la lista che sostiene Antonella Spaggiari «se da una parte è bene
rafforzare tutti gli strumenti di sostegno alle famiglie,
[FIRMA]MAURIZIO MOLINARI
INVIATO A LONDRA Tira aria di battaglia sul vertice del G20 che inizi...
( da "Stampa, La" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: esito dei lavori dei 20 che
dureranno nel complesso 20 ore pende la spada di Damocle del protezionismo: se
il summit dello scorso novembre a Washington si impegnò a rivitalizzare i
moribondi negoziati del «Doha Round» sulla liberalizzazione del commercio da
allora almeno 17 dei 20 Paesi membri hanno adottato politiche protezionistiche,
andando nella direzione opposta.
Il più grande rischio di
fallimento del G20 è legato alla spirale di politiche prote...
( da "Stampa, La" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: direttore del Dipartimento di
Economia Internazionale del Council on Foreign Relations, chiedendo ai leader
di concordare una «robusta dichiarazione contro il protezionismo» fino al punto
da creare un «meccanismo indipendente di monitoraggio» sulle politiche che le
singole nazioni metteranno in atto nei «prossimi fondamentali sei mesi».
FRANCIA, SEQUESTRATO IL RE
DEL LUSSO PINAULT ( da "Wall
Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La caccia al manager comincia a
essere un vero a proprio fenomeno in un'Europa scossa dalla crisi finanziaria.
Non si tratta certo di un caso senza precedenti in Francia: solo il 12 marzo
scorso l?amministratore delegato della Sony francese era stato virtualmente
sequestrato dai dipendenti e costretto a passare la notte nella fabbrica di
Pontonx-sur-l?
NUOVI ALLARMI SU ECONOMIA
PER I LEADER DEL G20 ( da "Wall
Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: economia del mondo è nel mezzo
della sua peggiore e più sincronizzata recessione nel corso della nostra vita,
causata dalla crisi finanziaria globale e aggravata da un collasso del
commercio globale", ha detto l'Ocse. "Anticipiamo che l'attuale
contrazione dell'attività economica si aggraverà quest'anno prima che una
ripresa indotta dalla politica gradualmente prenda corpo nel 2010".
diciamolochiaro ha detto:
e poi mi chiedo: se al G20 (G20 capito? Il nome NON E' CAMBIATO in G21 o G22,
capito?) partecipano i paesi più industrializzati (gli spagnoli dicono MAS R
( da "KataWeb News" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle
posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la
Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo»,
addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il
premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto
deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
Dalla Chiesa un fondo di
garanzia per famiglie povere ( da "Giornale
di Brescia" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno
perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi
con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un
fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
Una vigilia di speranza e
di incertezze accompagna il vertice di Londra
( da "Cittadino, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: premier il G20 di Londra sarà un
successo solo se le nazioni che vi partecipano si impegneranno a lavorare
insieme contro la crisi finanziaria mondiale. «Il mondo non si é unito in
occasioni di precedenti recessioni, che per questo sono durate molto più a lungo
- ha affermato -. Credo ci sia determinazione da parte nostra ad agire, dal
momento che affrontiamo gli stessi problemi.
La Cei annuncia il
progetto di sostegno economico per le famiglie messe in ginocchio dalla crisi
( da "Cittadino, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno
perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi
con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un
fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
FORTIS La banca va in
rosso di ventotto miliardi Il gruppo belga e olandese Fortis chiude il ...
( da "Giornale di Brescia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ha tagliato le stime di crescita
dell'economia cinese portandole al 7% quest'anno a causa dell'impatto della
crisi finanziaria in atto. L'istituto, con sede a Manila, aveva indicato nel
suo report di dicembre una previsione di +8,2% per il Pil cinese 2009. Per il
primo trimestre, l'Adb si aspetta un +6% dopo il +6,8% dell'ultimo quarto del
2008.
Unicredit congela le rate (
da "Giornale di Brescia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: conseguenza della crisi finanziaria
e quindi abbiano attivato - o attivino - nel corso del 2009 le procedure per la
Cassa integrazione ordinaria. UniCredit aggiunge così un importante tassello al
progetto «Impresa Italia», attraverso il quale sono state avviate concrete
misure a favore delle piccole e medie aziende, tra le quali due successivi
plafond per complessivi 7 miliardi di euro (
Fondi europei, Â
Argomenti:
Crisi
Abstract: destinazioni programmatiche
soprattutto in un periodo come questo di profonda crisi finanziaria e
occupazionale esiste. I nove presidenti di Regioni chiedono, pertanto, al
governo che venga istituita una «cabina di regia» alla presidenza del Consiglio
dei ministri per poter partecipare alle scelte e annunciano che si doteranno di
strutture di servizio unitarie a Roma e a Bruxelles.
PERCHÈ LA CGIL HA DETTO NO
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: pur non vivendo il dramma della
crisi finanziaria di altri paesi occidentali, dispone di un'economia
strutturalmente più debole tra i paesi maggiormente industrializzati. La Cgil
da mesi sta contrastando e criticando le politiche del governo che non interviene
con manovre economiche e politiche industriali come gli altri paesi Europei.
obama, prima volta in
europa: - mario calabresi ( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: frenare la recessione mondiale e
costruire un nuovo quadro di regole per i mercati finanziari, adesso che un
successo delle tesi della Casa Bianca sembra da escludere l´attenzione
americana si è spostata sui faccia a faccia con il presidente cinese Hu Jintao
e con quello russo Medvedev. A Washington hanno realizzato che non ci sarà
nessun nuovo piano europeo di stimolo all´economia,
i grandi al capezzale del
mondo tensione a londra per il g20 - enrico franceschini
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: combattano il protezionismo e
stabiliscano «per la prima volta» norme internazionali sulla retribuzione e sui
bonus dei banchieri: e questo dovrebbe significare più "regulation",
compiacendo Sarkozy e la Ue, della quale la Gran Bretagna, è doveroso
sottolinearlo, fa parte, anche se non sempre lo sembra.
generali: tagli del 60% al
bonus di bernheim, perissinotto e balbinot
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: P non porta a modificare piani
finanziari, ma conferma che la compagnia ha saputo far fronte alla crisi
finanziaria. «Il giudizio espresso da S&P non porta a modificare i piani
finanziari della compagnia», rileva un portavoce del gruppo triestino in
relazione alla riduzione del rating di generali ad «aa-» decisa dall'agenzia
britannica.
le regole per uscire dalla
crisi - josé manuel barroso ( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il protezionismo e il nazionalismo
sul piano economico sono solo in apparenza strumenti utili e alimentano invece
povertà e conflitti, come abbiamo sperimentato negli anni Trenta. Per uscire
dalla situazione attuale occorre «riplasmare la globalizzazione».
accordo tra la chiesa e le
banche per aiutare i più poveri ( da "Nuova
Sardegna, La" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno
perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi
con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un
fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
rivoli, azioni creative
tra le opere "così il castello sfida la crisi" - marina paglieri
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Così il Castello sfida la
crisi" Tentiamo di lavorare in un momento di tagli attirando anche i
giovani S´inizia con il flauto della serba Prvacki MARINA PAGLIERI «Come
possono i musei lavorare in un momento di crisi finanziaria, attirando anche i
giovani?». La risposta a questa domanda, e anche la sfida, arriva per Carolyn
Christov Bakargiev,
Voragine da 28 miliardi
per Fortis ( da "Finanza
e Mercati" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Colpita in pieno dalla crisi
finanziaria la società, lo scorso anno, ha chiesto l'intervento delle autorità
del Benelux. Dopo una prima tranche di aiuti nel settembre scorso, il governo
olandese ha nazionalizzato, a inizio ottobre, le attività di bancassurance di
Fortis in Olanda e il Belgio ha assunto il controllo al 100% della filiale
bancaria belga Fortis Banque con l'
Ocse a Trichet: Taglia
ancora i tassi ( da "Finanza
e Mercati" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: causata dalla crisi finanziaria
globale e aggravata dal collasso del commercio. Nell'Interim Outlook
dell'organizzazione internazionale, la previsione è di una contrazione del Pil
mondiale del 2,7% quest'anno, seguito da un +1,2 nel 2010. Per i Paesi
dell'area Ocse la prognosi punta a -4,3% nel 2009 e
Cei e banche alleate:
prestiti per 300 milioni ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di
Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da
istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti
appositi conti correnti.
Unicredit congela le rate
per le Pmi in Cig ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: difficoltà temporanea in
conseguenza della crisi finanziaria e quindi abbiano attivato, o attivino, nel
corso del 2009, la procedura per la cassa integrazione guadagni ordinaria. «Con
questo ulteriore impegno», ha sottolineato Gianni Coriani, direttore generale
Unicredit Corporate Banking «completiamo il quadro degli interventi che il
nostro gruppo ha voluto rendere operativi con l'
la crisi economica in
sicilia vista attraverso le cambiali - gaetano cusimano
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Palermo LA CRISI ECONOMICA IN
SICILIA VISTA ATTRAVERSO LE CAMBIALI GAETANO CUSIMANO P er saperne di più sulla
crisi finanziaria e reale che ha colpito l´Italia e le sue regioni a far tempo
dal secondo semestre dello scorso anno, in mancanza di indicatori aggiornati di
contabilità nazionale (prodotto interno lordo e consumi delle famiglie,
Il modello Veneto adesso
scricchiola ( da "Resto
del Carlino, Il (Rovigo)" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: per gli effetti della grave crisi
finanziaria che sta interessando l'economia mondiale. Lo conferma la relazione
sulla situazione economica del Veneto presentata ieri a Marghera da
Unioncamere. La tenuta del settore agricolo è stata accompagnata dalla
flessione della produzione industriale e dal rallentamento delle vendite al
dettaglio.
Ias 39 al restyling
( da "Italia Oggi" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la derecognition degli asset
finanziari.La proposta di modifica dello standard setter londinese, pubblicata
oggi sul sito http:// www.iasb.org, cerca di dare una prima risposta ad un
problema che ha sicuramente contribuito ad aggravare l'attuale crisi finanziaria:
la complessità e le incoerenze dell'attuale versione dello IAS 39 hanno spesso
facilitato pratiche finalizzate alla «
Eurisko, in Italia nessuna
fuga dagli investimenti ( da "Milano
Finanza (MF)" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: famiglie italiane stanno superando
questa crisi finanziaria con meno danni di quelli che ci si poteva immaginare»,
continua Fabrizio Fornezza, direttore generale di Gfk-Eurisko, che aggiunge:
«L'immagine del sistema finanziario, bancario e delle reti non è così critica.
I risparmiatori la considerano solida anche se magari si sarebbero aspettati un
atteggiamento più propositivo»
Gli avanzi di
amministrazione per fare credito alle pmi
( da "Italia Oggi" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: a causa della perdurante crisi
finanziaria, si trovano in temporanea esigenza di liquidità. Il fondo, infatti,
verrà incontro agli operatori locali che stipuleranno con gli istituti di
credito un prestito per sostenere la momentanea difficoltà di liquidità nella
propria attività aziendale, causata dalla crisi economico-finanziaria.
GLI INTOCCABILI
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di Lehman Brothers e Chuck Prince
di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se
guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore
delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la
pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria
che ha messo in ginocchio la City di Londra.
L'investimento nelle
società è agevolato. Lo sia anche quello nei fondi chiusi
( da "Milano Finanza (MF)"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Lo sia anche quello nei fondi
chiusi L'attuale crisi finanziaria fa emergere la necessità di interventi
mirati a dare impulso effettivo all'economia. Un ambito interessante potrebbe
essere quello del private equity, capace di dare, tramite l'attività degli
investitori professionali, un impatto positivo sull'intero sistema
imprenditoriale nazionale.
Accordo tra la Chiesa e le
banche per aiutare i più poveri ( da "Nuova
Ferrara, La" del 01-04-2009) + 5 altre fonti
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno
perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi
con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un
fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
E' inaccettabile sostenere
che non si poteva rinviare' ( da "Resto
del Carlino, Il (R. Emilia)" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la pesantissima crisi finanziaria
ed economica internazionale che sta avendo e avrà pesanti ricadute anche sul
sistema produttivo reggiano con conseguenze sulle famiglie e sulle imprese».
Per cui, «se da una parte è bene rafforzare tutti gli strumenti di sostegno
alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese nel breve periodo,
Banca Mondiale, ripresa
nel 2010 ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nel 2010 la crescita tornerà
debolmente positiva in quanto il consolidamento del settore finanziario, la
perdita di ricchezza generale e gli effetti della crisi finanziaria
continueranno ad influenzare l'attività economica». Nel 2010 - osserva il
rapporto - il pil globale sarà del 2,3%, «ma i tempi e il ritmo della ripresa
sono ancora altamente incerti».
manager, tutor o politico?
l'alma mater a una svolta - ilaria venturi
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Per un´Alma Mater stretta dalla
crisi finanziaria e dalla caduta del consenso sociale, come tutto il mondo
universitario, in cerca di riscatto, identità e nuovi orizzonti. Servirà un
rettore manager o una personalità forte sotto il profilo culturale per affrontare
le sfide dei prossimi anni?
Cei e banche alleate:
prestiti per 300 milioni ( da "Arena,
L'" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di
Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da
istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti
appositi conti correnti.
Prestiti di 500 euro al
mese. Garantiscono i vescovi ( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
01-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica si legge nel comunicato finale del Consiglio e hanno perciò deciso di
affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più
articolata». Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
accordo tra la chiesa e le
banche per aiutare i più poveri ( da "Centro,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno
perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi
con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un
fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
cantieri dalla pietà in
crisi, domani la decisione ( da "Nuova
Venezia, La" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è la crisi finanziaria
internazionale a non aver risparmiato nemmeno la storica nautica di lusso
veneziana. Le società di leasing avrebbero chiuso i rubinetti, nessuno ordina
più nuovi yacht e chi lo aveva fatto annulla le commesse. L'obiettivo del
concordato, sempre stando al progetto, è quello di salvare alcuni rami
dell'azienda e cercare di tutelare al massimo l'
Il bilancio ottiene l'ok
La minoranza è critica ( da "Provincia
Pavese, La" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Un bilancio rosicchiato ai lembi
dal fantasma della crisi finanziaria e dai tagli statali verso gli enti locali.
Insomma: una coperta tirata a destra e a sinistra ma che comunque lascerà i
piedi scoperti. Lo ha fatto più volte notare il sindaco Luigi Paroni. Si è così
presentato al cospetto di giunta e consiglieri il bilancio bronese dell'anno in
corso con previsione 2009-
GLI INTOCCABILI
( da "Arena, L'" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di Lehman Brothers e Chuck Prince
di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se
guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore
delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la
pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria
che ha messo in ginocchio la City di Londra.
Il Veneto frena Crescita
2008 a quota -0,5% ( da "Arena,
L'" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: per gli effetti della grave crisi
finanziaria che sta interessando l'economia mondiale. Lo conferma la relazione
sulla situazione economica del Veneto presentata ieri a Marghera da
Unioncamere. La tenuta del settore agricolo è stata accompagnata dalla
flessione della produzione industriale e dal rallentamento delle vendite al
dettaglio.
Sarkozy
Argomenti:
Crisi
Abstract: il vulcanico Nicolas cerca dunque
un ruolo da protagonista: «La crisi finanziaria - ha detto il Presidente
francese in un discorso ieri - è troppo grave perché ci si possa permettere di
fare un vertice per niente». Una posizione che riprende quella tenuta, a porte
chiuse, a margine di una riunione del Governo di Parigi la settimana scorsa,
quando Sarkò avrebbe minacciato,
Unicredit congela le rate
per le Pmi in Cig ( da "Arena,
L'" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: difficoltà temporanea in
conseguenza della crisi finanziaria e quindi abbiano attivato, o attivino, nel
corso del 2009, la procedura per la cassa integrazione guadagni ordinaria. «Con
questo ulteriore impegno», ha sottolineato Gianni Coriani, direttore generale
Unicredit Corporate Banking «completiamo il quadro degli interventi che il
nostro gruppo ha voluto rendere operativi con l'
Il Banco Popolare è alla
svolta ( da "Arena,
L'" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attraverso la crisi finanziaria ed
economica, sulla strada della riduzione del rischio, del rigore e della
concreta operosità». Stanno nascendo alcune associazioni dei soci su piazza,
che ne pensa? «Si tratta di un fenomeno fisiologico che ormai si riscontra
pressoché in tutte le società cooperative quotate, e che va nel senso auspicato
dalla normativa e dalle Autorità di Vigilanza,
Obama a Londra per il G20
Sarkozy: decisioni o lascio ( da "Unita,
L'" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: da imporre ai mercati finanziari,
pur mantenendo le imponenti misure pubbliche per la crescita come asse
principale. Ma il suo primo impegno londinese sarà oggi ai margini del G20.
Vedrà Medvedev, e soprattutto Hu Jintao, a conferma del nuovo nomignolo affibbiato
all'illustre consesso: G2, Usa e Cina, e gli altri diciotto a contorno.
l'argentina tradisce il
dollaro accordo valutario con la cina - federico rampini
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Non è fantapolitica, è la lettura
che i mercati finanziari hanno dato ieri di un accordo clamoroso. In gergo
tecnico si chiama currency swap: è un´intesa bilaterale fra le due banche
centrali di Pechino e Buenos Aires per i regolamenti valutari dell´interscambio
tra le due nazioni.
alstom punta sulla russia
e si allea con tmh ( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: macroprudenziale da attribuire alla
Bce è la strada giusta per eliminare una delle cause della crisi finanziaria
internazionale Alstom scommette sulla Russia, la sua estensione, le sue
lunghissime linee ferroviarie: il gruppo francese ha annunciato ieri di aver
preso una partecipazione del 25% più un´azione nella Transmashholding (Tmh), il
principale fabbricante russo di materiale ferroviario.
accordo tra la chiesa e le
banche per aiutare i più poveri ( da "Mattino
di Padova, Il" del 01-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica» - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno
perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi
con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un
fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
L'edilizia annaspa, nella
locomotiva del terziario alcuni servizi rischiano la scomparsa e i...
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: già travolta dagli effetti della
crisi finanziaria che ha colpito maggiormente le imprese più che il sistema
bancario e creditizio. La Camera di commercio raccoglie l'appello di
Confindustria per ciò che concerne la valorizzazione dei consorzi fidi e
l'opportunità di ampliare il rapporto con le banche, per aumentarne
l'operatività nel settore delle garanzie delle imprese.
chiesa, prestiti ai più
poveri ( da "Tirreno,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica» - afferma la Cei - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative
di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le
modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una
colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste,
Fiducia, la missione
possibile dei leader ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: industria finanziaria che deve regolare.
Ci sono troppi conflitti d'interesse tra i manager di Wall Street e le autorità
di controllo. In Europa sarebbe opportuno delegare la supervisione dei mercati
finanziari alla Banca centrale europea, proprio per evitare la segmentazione
delle regolamentazioni nazionali e avere una visione d'
Marcegaglia: fare di tutto
per i crediti alle imprese ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Deve arrivare un no forte al
protezionismo». Nell'ultima riunione, nell'autunno del
Ocse: Pil italiano giù del
4,3% ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: causata dalla crisi finanziaria
globale e aggravata dal collasso del commercio mondiale (-13,2% quest'anno). In
questo quadro a tinte fosche la crisi in Italia, secondo l'Ocse nell'Interim
Outlook, porterà il Pil nel 2009 ad una flessione del 4,3% e -0,4% in 2010 (in
linea con il -4,3% stimato nel 2009 per l'area Ocse,
Fiducia, la missione
possibile ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 20 deve migliorare il modo in cui i
mercati finanziari sono controllati, ma gli operatori finanziari e gli
investitori non vanno spaventati proprio ora che la fiducia pare stia
timidamente risalendo. Secondo: il G-20 dovrebbe avviare un processo di riforma
degli organi che si occupano di gestire l'economia di un mondo integrato.
Merkel vuole un'Opel
europea Serve un investitore privato
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: subiranno nel 2009 una forte
contrazione a causa della crisi finanziaria. Nel contempo, Porsche ha lasciato
intendere che la crisi economica potrebbe rinviare l'atteso completamento della
scalata a Vw. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CASO PORSCHE La casa di Stoccarda ha
quadruplicato gli utili nel semestre ma i debiti sono passati da
Per il Lingotto una
scommessa a lungo termine ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: conta di utilizzare nei prossimi
mesi il programma Talf di aiuto ai mercati finanziari). Il manager
italo-canadese potrebbe dunque anche ritirarsi prima della scadenza di fine
aprile, qualora Washington ponga vincoli ritenuti troppo svantaggiosi. In caso
di accordo i fondi per il rilancio di Chrysler arriveranno da Washington (fino
a 6 miliardi di dollari oltre ai 4 già erogati),
Consob, strategia light
sui conflitti ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Con la crisi dei mercati finanziari
- ha osservato il giurista Piergaetano Marchetti – qualcosa è cambiato nel
giudicarne il ruolo. «Qual'è stata la loro bussola si è chiesto – quegli
investitori istituzionali che hanno guadagnato con le bolle?» Con tutte le
riserve, comunque, continuano ad avere un ruolo importante che può essere
misurato «
La City resta scettica
sull'utilità del summit ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Dal nostro inviato I mercati
finanziari non si fanno troppe illusioni sui risultati del G-20 di domani a
Londra. E forse questo non è un ma-le, visto che in passato aspettative
eccessive, e a volte irrealistiche, della vigilia su quello che vertici
internazionali di questo tipo potevano produrre, hanno poi generato delusioni e
turbolenze di mercato nei giorni successivi.
Commercio globale in
caduta libera ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: alla progressiva stabilizzazione
dei mercati finanziari e al minore impatto negativo dell'immobiliare. Anche
l'economia della zona euro (Pil -4,1% nel 2009 e -0,3% nel 2010) nel breve
termine avrà una netta contrazione. Il calo continuerà a «un tasso più moderato
per il resto del 2009», ma sarà «molto moderata» anche la ripresa che si farà
vedere nel corso del 2010.
Sarkozy: risultati o vado
via ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: economia mondiale e di controllare
meglio i mercati finanziari. Questa volta il presidente non vuole accontentarsi
di un simile risultato. Ed è pronto a sbattere la porta. © RIPRODUZIONE
RISERVATA L'OBIETTIVO DI PARIGI La Francia punta soprattutto a individuare una
lista di Paesi non cooperativi da condannare e perseguire pubblicamente
Il Papa a Brown: mantenere
gli aiuti all'Africa ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: protezionismo ». Benedetto XVI
denuncia la «realtà della povertà estrema e della marginalizzazione» viste
durante il suo recente viaggio in Africa e sottolinea come la scarsa presenza
dell'Africa subsahariana nel G-20 richieda «una profonda riflessione», perché
«i più deboli sulla scena politica sono quelli che soffrono gli effetti più
forti di una crisi per la quale non hanno responsabilità
Istat: crolla l'inflazione
e la produzione industriale ( da "Riformista,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il gruppo finanziario Fortis,
travolto dalla crisi finanziaria e suddiviso tra lo stato olandese e quello
belga, ha registrato una perdita netta per 28 miliardi di euro nel 2008,
superiore alle stime che mettevano in conto un rosso di 22,5 miliardi. Il
gruppo aveva già annunciato che non avrebbe distribuito dividendo.
dal nostro inviato LONDRA
- Cresce la tensione nelle principa...
( da "Messaggero, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nel protezionismo l'intero sistema
economico globale. Ieri sera Londra ha accolto il presidente americano Barack
Obama, atteso alla prima impegnativa prova internazionale. L'agenda del
presidente Usa è fittissima, e in attesa della cena di questa sera che aprirà
il summit, avrà oggi il primo faccia a faccia col presidente russo Dimitry
Medvedev e col presidente cinese Hu Jintao.
G20/ BROWN: MONDO DEVE
UNIRSI PER AGIRE DI FRONTE A CRISI
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: "Il mondo deve unirsi per
agire di fronte a una crisi finanziaria senza precedenti", ha sottolineato
Brown, elencando una serie di test cui sarà necessario fare fronte: "Il
primo test è un sistema di controllo delle banche"; sarà poi necessario
"prendere le misure necessarie per far ripartire la crescita";
Crisi, asse Brown-Obama
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampio accordo» sulle misure che
devono essere prese per combattere la crisi finanziaria. Ma il presidente
francese, Nicolas Sarkozy, ha dichiarato che le attuali proposte non soddisfano
Francia e Germania. INSODDISFATTI - Ma la bozza del documento finale del G20
non soddisfa ancora Francia e Germania, ha riferito Sarkozy.
Carlucci: necessaria la
riforma del titolo V ( da "GuidaViaggi.it"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: coinvolgono non solo i mercati
europei e oltreoceano tradizionali, molti dei quali duramente colpiti dalla
crisi finanziaria ed economica ma, per la prima volta, anche quelli emergenti
come la Russia o il Brasile. Si mantengono stabili o in crescita alcuni Paesi
dell? Est Europa (Rep. Ceca, Ungheria, Polonia) e dell?Asia (Cina, India e
Corea)".
Ubs: da Credit Suisse
arriva Koerner, obiettivo taglio costi
( da "Trend-online" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: svizzera pesantemente colpita dalla
crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief
operating officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con
l'obiettivo di razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Koerner, come
spiega una nota, assume la direzione del Corporate center, l'unita' che
comprendera' tutte le mansioni su infrastrutture e servizi,
PETROLIO/ BARILE CONTINUA
A CALARE, WTI VICINO A 48 DOLLARI
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria che ha innescato
la recessione economica. A gennaio i prezzi delle case sono crollati del 19 per
cento, stabilendo un nuovo record negativo nell'indice Standard &
Poor's/Case-Shiller, che monitora le maggiori metropoli Usa. Oggi le autorità
della Cina hanno riferito di una ripresa a marzo dell'aggravamento della
situazione nel gigantesco settore manifatturiero,
G20, SARKOZY: PROPOSTE NON
SODDISFANO FRANCIA E GERMANIA ( da "Wall
Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: In particolare il capo dello stato
francese sottolinea che la priorità del G20 deve essere la regolamentazione
perché "la crisi economica è nata da una crisi finanziaria". Su
questi temi Sarkozy ieri sera ha fatto il punto con il cancelliere tedesco
Angela Merkel. "Abbiamo convenuto che la versione attuale del testo,
almeno com'era ieri sera, non era soddisfacente", ha spiegato.
UBS: DA CREDIT SUISSE ARRIVA
KOERNER, OBIETTIVO TAGLIO COSTI ( da "Wall
Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: svizzera pesantemente colpita dalla
crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief
operating officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con
l'obiettivo di razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Koerner, come
spiega una nota, assume la direzione del Corporate center, l'unita' che
comprendera' tutte le mansioni su infrastrutture e servizi,
USB: ARRIVA KOERNER, 1
OBIETTIVO TAGLIO COSTI ( da "Wall
Street Italia" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la prima banca svizzera
pesantemente colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich
Koerner, nuovo chief operating officer (direttore generale) e ceo del Corporate
center, con l'obiettivo di razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Non ne
puoi piu' della Borsa? Sbagliato, perche' qualcuno guadagna sempre.
Dai vescovi, 30 milioni
per i più poveri e una risposta a Fini
( da "Panorama.it" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica in atto". Dando corpo ad una iniziativa annunciata fin dal [4]
consiglio permanente dello scorso gennaio, ha spiegato Crociata, la Cei ha
raggiunto un accordo con l'Associazione bancaria italiana, la quale si è fatta
carico di fare da interfaccia con i singoli istituti di credito garantendo un
effetto di "
GLI INTOCCABILI
( da "Giornale di Vicenza.it, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di Lehman Brothers e Chuck Prince
di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se
guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore
delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la
pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria
che ha messo in ginocchio la City di Londra.
Cei e banche alleate:
prestiti per 300 milioni ( da "Giornale
di Vicenza.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di
Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da
istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti
appositi conti correnti.
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica in atto, i membri del Consiglio permanente hanno formalizzato la
costituzione di un fondo di garanzia a sostegno delle famiglie numerose o
gravate da malattia o disabilità che abbiano perso ogni fonte di reddito, dando
forma al progetto già abbozzato nella sessione di gennaio.
CREDITO: MAXI-BANCA
ISLAMICA SARA' VARATA ENTRO IL 2009
( da "KataWebFinanza"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: "Nonostante la crisi economica
globale e le sue ripercussioni sul settore finanziario internazionale - ha
detto Yousuf - l'attivita' delle banche islamiche (che si ispirano alle norme
della sharia, la legge musulmana, ndr) non ha registrato fasi di crisi, anczi
continua a prosperare".
Anche la Cina avrà il suo
Nasdaq">Un'indice per le start-up tecnologiche Anche la Cina avrà il
suo Nasdaq ( da "Affari
Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: così come la crisi finanziaria stia
aprendo ampi spazi, nei quali i cinesi si stanno inserendo con sempre maggiore
frequenza. Non sorprende quindi che ora, la Cina voglia replicare anche uno dei
successi storici della finanza americana: il Nasdaq. GEM, IL NASDAQ CINESE - Si
chiamerà GEM (Growth Enterprise Market),
Anche la Cina avrà il suo
Nasdaq">Un'indice per le start-up tecnologiche Anche la Cina avrà il
suo Nasdaq pag.1 ( da "Affari
Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è anche una risposta alla
situazione che si è venuta a creare a causa della crisi finanziaria, dove gli
istituti bancari sono diventati sempre più prudenti a concedere prestiti alle
start-up, situazione che finisce anche per colpire le piccole imprese che in
Cina di fatto rappresentano il 99% delle imprese e danno lavoro al 75% degli
occupati del paese.
BORSE Giù (MIBTEL -1.8%) -
Ford teme LA ripresa DI GM e Chrysler - Honda taglia produzione e salari - Sea
batte la crisi e apre a Sky Team - Google supera Ge BuranI in rosso - IL
( da "Dagospia.com" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: svizzera pesantemente colpita dalla
crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief
operating officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con
l'obiettivo di razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Koerner, come spiega
una nota, assume la direzione del Corporate center, l'unita' che comprendera'
tutte le mansioni su infrastrutture e servizi,
G20/ Brown: mondo deve
unirsi per agire di fronte a crisi
( da "Virgilio Notizie"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: "Il mondo deve unirsi per
agire di fronte a una crisi finanziaria senza precedenti", ha sottolineato
Brown, elencando una serie di test cui sarà necessario fare fronte: "Il
primo test è un sistema di controllo delle banche"; sarà poi necessario
"prendere le misure necessarie per far ripartire la crescita";
Argomenti:
Crisi
Abstract: attraverso la crisi finanziaria ed
economica, sulla strada della riduzione del rischio, del rigore e della
concreta operosità». Stanno nascendo alcune associazioni dei soci su piazza,
che ne pensa? «Si tratta di un fenomeno fisiologico che ormai si riscontra
pressoché in tutte le società cooperative quotate, e che va nel senso auspicato
dalla normativa e dalle Autorità di Vigilanza,
GLI INTOCCABILI
( da "Arena.it, L'" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di Lehman Brothers e Chuck Prince
di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se
guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore
delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la
pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria
che ha messo in ginocchio la City di Londra.
Cei e banche alleate:
prestiti per 300 milioni ( da "Arena.it,
L'" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di
Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da
istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti
appositi conti correnti.
LA SFIDA DI LONDRA
( da "Stampa, La" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Mikhail Gorbaciov LA SFIDA DI
LONDRA CONTINUA A PAGINA 37Mano a mano che la crisi finanziaria ed economica
globale si fa più profonda e grave tutti noi dobbiamo ripensare alcune
questioni chiave, tra cui il ruolo dello Stato. Si può già prevedere che
l'approccio al ruolo di governo che ha prevalso negli ultimi decenni si
capovolgerà.
conroe ha detto: Brown:
"Il mondo deve unirsi" (ma che vor dì??) Zapatero: "Sì, ma sotto
Madrid. ( da "KataWeb
News" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle
posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la
Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo»,
addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il
premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto
deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
Credito: Maxi-Banca
islamica sarà varata Entro il 2009
( da "KataWeb News" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: "Nonostante la crisi economica
globale e le sue ripercussioni sul settore finanziario internazionale -- ha
detto Yousuf -- l'attività delle banche islamiche (che si ispirano alle norme
della sharia, la legge musulmana, ndr) non ha registrato fasi di crisi, anczi
continua a prosperare".
Turismo, un sito web2,
spot radio-Tv e Cd Hd per battere la crisi, la ricetta dell'Enit
( da "Sestopotere.com"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: molti dei quali duramente colpiti
dalla crisi finanziaria ed economica ma, per la prima volta, anche quelli
emergenti come la Russia o il Brasile. Si mantengono stabili o in crescita
alcuni Paesi dell' Est Europa (Rep. Ceca, Ungheria, Polonia) e dell'Asia (Cina,
India e Corea)." "Gli spot televisivi della Campagna Promozionale
2009 - aggiunge il Direttore Generale,
INDIA/ EXPORT A PICCO, A
FEBBRAIO -21,7%, SALE DEFICIT CON ESTERO
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: (Ap) - Export a picco in India:
sulla scia della crisi internazionale a febbraio ha accusato una caduta del
21,7 per cento, secondo quanto riferito dal ministero del Commercio. Nel sub
continente flessioni di questa portata non si registravano dai tempi della
crisi finanziaria dell'Asia, nel 1996-1998.
Alleanza Cei-banche per
aiutare le famiglie povere ( da "Corriere
Adriatico" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ampiezza della crisi finanziaria ed
economica" - afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno
perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi
con una più articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un
fondo di garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
La ripresa marcia verso
Oriente ( da "Corriere
Adriatico" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: apertura di uno show room a Hong
Kong Fano Uscire dalla crisi finanziaria internazionale attraverso una
strategia di internazionalizzazione delle imprese locali, costituendo una
struttura prettamente commerciale e di promozione a Hong Kong. La proposta elaborata
da Raffaele Preite , imprenditore che mette a disposizione oltre 20 anni di
esperienza in diversi settori dell'import-
Innovazione per creare
sviluppo ( da "Denaro,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria
"indotta" dal sistema economico americano ha fatto svanire il sogno
dello sviluppo locale che nasce dal territorio e dai suoi protagonisti. L'idea
degli ultimi governi italiani di una "formula magica" in grado di dare
la svolta epocale a territori, soprattutto quelli del mezzogiorno,
Carmignano di Brenta La
crisi che è sotto gli occhi di tutti è globale e colpisce il c...
( da "Gazzettino, Il (Padova)"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ovvio che la crisi finanziaria ha
avuto comunque delle ripercussioni anche per loro, costringendo a rivedere i
budget, con rallentamenti e posticipi; tuttavia, complessivamente, queste
aziende sono fiduciose in una rapida ripresa, dato che l'Italia è un Paese ad
elevato potenziale, grazie alla favorevole posizione geografica e alla quantità
di irraggiamento solare.
Milano Rate congelate per
le piccole e medie imprese che sono state costrette e ricorrere alla c...
( da "Gazzettino, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria mondiale.
UniCredit ha deciso di lanciare una nuova iniziativa a supporto delle imprese
italiane nel difficile scenario economico e finanziario che caratterizza l'anno
in corso. La banca corporate di UniCredit ha infatti strutturato, a favore
delle imprese clienti con fatturati annui a livello di gruppo inferiori a 50
milioni di euro che siano state costrette
A Mosca il piatto piange e
il Comune mette all'asta i rifugi antiaerei dell'epoca di Stalin
( da "Gazzettino, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ma per non svenarsi più per la
manutenzione che era diventata eccessivamente onerosa soprattutto ora che la
Russia e la sua capitale sono spazzate da una crisi finanziaria ed economica
ben più spietata di quella che colpisce l'Europa. E allora un bunker non si
rifiuta neppure agli (ex) oligarchi post sovietici. Agostino Buda
MYRTA MERLINO IL
MILIARDARIO DEL LUSSO FRANCESE FRANCOIS-HENRY PINAULT è STATO SEQUEST...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 01-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Crisi
Abstract: sotto i colpi della crisi
finanziaria, con le banche che falliscono, le aziende che chiudono e i
lavoratori che perdono il posto, tutti concordano sulla necessità di cambiare
il sistema, ma nessuno sembra capace di dirci come. Sono tutti indignati ma io mi
chiedo, una volta passata l'ondata moralizzatrice, come si immagina di
ridisegnare il meccanismo di remunerazione dei manager.
GIUSEPPE MUOIO CAVA DE'
TIRRENI. LA LEGGE CIRIELLI PER LA VALORIZZAZIONE DELL'ABBAZIA DELLA ...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è apprezzabile che il Governo in un
momento di crisi finanziaria abbia comunque assicurato fino al 2012 la
copertura finanziaria. Dubbi e perplessità sugli obiettivi da raggiungere sono
venuti dall'onorevole Mazzarella e Zazzera. Il prosieguo dell'esame del testo è
stato accolto in città e tra le forze politiche con attenzione.
RIPARTIRE DAL SUD . È
QUESTO IL TEMA DELL'OTTAVO CONGRESSO REGIONALE DELLA FIM-...
( da "Mattino, Il (Caserta)"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: «Nel Casertano - dice Guida -
l'attuale crisi finanziaria si è aggiunta alla precedente crisi che ha colpito
il settore dell'elettronica e delle telecomunicazioni. Il comparto in pochi
anni ha perso migliaia di posti di lavoro: si è passati da diecimila a circa
millecinquecento unità.
MATTEO BOSCO BORTOLASO NEW
YORK. SARà UN DEBUTTO EUROPEO DIFFICILE PER BARACK OBAMA. IL PRES...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 01-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Crisi
Abstract: solo della crisi finanziaria. In
agenda, ha fatto sapere la Casa Bianca, ci sono anche incontri bilaterali tra
il presidente e i leader di Russia e Cina. A Strasburgo, inoltre, sarà
interessante osservare le relazioni tra Obama e i padroni di casa del vertice
dell'Alleanza Atlantica: il presidente francese Nicolas Sarkozy da una parte e
la cancelliera tedesca Angela Merkel dall'
Irfis alla paralisi, danno
per le imprese ( da "Sicilia,
La" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Prima della grande crisi
finanziaria il passaggio ad altro gruppo bancario sembrava l'unica soluzione
possibile alternativa alla chiusura, considerato che il vecchio sogno della
Regione (creare una «banca regionale» unendo Irfis, Crias e Ircac) si scontrerebbe
col divieto di Bankitalia.
babelick ha detto: ma che
fa in UK zapatero??pensa a farsi le foto e non alle cose importanti? guardate
gli ultimi dati sulla disoccupazione dell'eurostat di almunia.spagna maglia
( da "KataWeb News" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle
posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la
Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo»,
addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il
premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto
deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
In crescita l'attività dei
Consorzi fidi: indagine Fedart Fidi, 6,3 miliardi i finanziamenti nel 2008
( da "Sestopotere.com"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: arma più efficace contro la crisi
finanziaria i cui effetti su artigiani e piccole imprese sono già molto pesanti
in termini di restrizione del credito bancario Nel 2008 hanno erogato 6.312,8
milioni di finanziamenti garantiti a 735.619 artigiani e piccole imprese. Un
trend in crescita rispetto al 2007 quando i finanziamenti concessi dai Confidi
sono stati pari a 6.
REP.CECA/ GOVERNATORE BANCA
CENTRALE: ADOZIONE EURO TRA 2013-2015
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: internazionale sulla crisi
finanziaria ed economica, scrive Ctk. Sarà comunque una decisione politica, ha
aggiunto il governatore. Il primo ministro dimissionario Mirek Topolanek aveva
"promesso" all'inizio dell'anno che la data dell'adozione sarabbe
stata annunciata a novembre del 2009, ma in un'apparizione televisiva domenica
ha fatto sapere di non poter confermare la data perché l'
19:18 SOCIALE: PERUGIA,
BAIOCCO D'ORO AL FILOSOFO GRZYBOWSKYI
( da "Agi" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: l'ambiente, la crisi finanziaria e
della globalizzazione. Presente anche Giampiero Rasimelli del Forum del Terzo
Settore. Boccali ha ricordato il legame forte fra Perugia e il Forum e le
iniziative di cui la citta' e' protagonista, fra cui la Marcia della pace
Perugia-Assisi e l'Assemblea dell'Onu dei Popoli.
Milano fa i conti con la
crisi, ma non ha voglia di arrendersi
( da "Velino.it, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Milano fa i conti con la crisi, ma
non ha voglia di arrendersi Milano, 1 apr (Velino) - Nessuno agita
catastrofismi fuori luogo. Le crisi finanziarie, che poi invadono il territorio
dell?economia reale, hanno i loro tempi di incubazione, di malattia e di
guarigione. Al momento siamo in un fase di attesa, dove si è sommersi da una
moltitudine di stime negative.
Usa-Cina/ Obama e Hu
vogliono rafforzare cooperazione ( da "Virgilio
Notizie" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria: è quanto hanno
stabilito nel corso dei colloqui di oggi a Londra il presidente americano
Barack Obama e il suo omologo cinese Hu Jintao. Lo riferisce il sito online
della Bbc, precisando che i due leader, che si sono incontrati alla vigilia del
summit economico del G20, si sono detti d'accordo sulla necessità di resistere
al protezionismo e di garantire stabili
G20, Draghi: misure
anticrisi cominciano ad avere effetto
( da "Reuters Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ritiene che le misure per
combattere la crisi finanziaria comincino ad avere effetto ma che non sia
possibile dire se il peggio sia stato superato. "La morsa del credit
crunch si sta allentando? Non ho una risposta", ha detto ai giornalisti
alla vigilia del summit G20 di Londra. "Molte cose sono state fatte da
tutti i Paesi.
agentediviaggi ha detto:
avete visto che succede a Londra? Speriamo brucino la City con tutti i broker
dentro asserragliati a soffrire le pene dell'inferno prima di andarci per dir
( da "KataWeb News" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere sulle
posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la
Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo»,
addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il
premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto
deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
G20, MISURE ANTICRISI
COMINCIANO AD AVERE EFFETTO-DRAGHI
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ritiene che le misure per
combattere la crisi finanziaria comincino ad avere effetto ma che non sia
possibile dire se il peggio e stato superato. "La morsa del credit crunch
si sta allentando? Non ho una risposta", ha detto ai giornalisti alla vigilia
del summit G20 di Londra. "Molte cose sono state fatte da tutti i Paesi.
USA/ INVITO OBAMA A
UNIVERSITÀ CATTOLICA CONTINUA A CREARE DUBBI
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Le proteste, suggerisce il
presidente dei vescovi Usa, vanno mandate alla congregazione vaticana per la
Educazione cattolica. Nel frattempo l''Osservatore romano' non dedica spazio al
dibattito e segue con attenzione la politica di Obama sulla crisi finanziaria.
G20/ SARKOZY CONFERMA
FIDUCIA A OBAMA A VIGILIA VERTICE -2-
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che si apre domani, se non ci
saranno risultati concreti, mentre crescono le tensioni che oppongono Germania
e Francia e Stati Uniti e Gran Bretagna sulla proposta di implementare gli
stimoli fiscali per risolvere la crisi finanziaria. "Sono certo che ci
aiuterà e che ci capirà", ha aggiunto il leader francese.
CRISI/ CRESCONO CONSORZI
FIDI: 6,3 MLD FINANZIAMENTI IN 2008
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria i cui effetti su
artigiani e piccole imprese sono già molto pesanti in termini di restrizione
del credito bancario". Secondo l'indagine si mantiene elevato il grado di
penetrazione del sistema Confidi nel comparto artigiano (42%), a conferma del
fatto che quasi 1 imprenditore su 2 si rivolge ai confidi per dare soluzione
alle proprie esigenze finanziarie e di rapporto
G20/ SFOGO SARKOZY:CRISI
NATA DA MANIA TECNICI DI FARE POLITICA
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: questa crisi finanziaria globale,
che a sua volta ha innescato la crisi economica. Una crisi che peraltro
"pesa sulla gente, che non ha nessuna responsabilità per quello che è
accaduto", ha rilevato. Già i precedenza il presidente francese aveva
reagito con forte irritazione alle bozze di documento finale del G20 che
filtravano a margine dei lavori dei capi di Stato e di governo,
USA-CINA/ OBAMA E HU
VOGLIONO RAFFORZARE COOPERAZIONE ECONOMICA
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria: è quanto hanno
stabilito nel corso dei colloqui di oggi a Londra il presidente americano
Barack Obama e il suo omologo cinese Hu Jintao. Lo riferisce il sito online
della Bbc, precisando che i due leader, che si sono incontrati alla vigilia del
summit economico del G20, si sono detti d'accordo sulla necessità di resistere
al protezionismo e di garantire stabili
Oltre Soros. Ecco quelli
che stanno avendo una buona crisi
( da "Foglio, Il" del
01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria non ha toccato
Ingvar Kamprad, padre padrone di Ikea, che non ha mai voluto andare in Borsa e
non è toccato nemmeno dalla recessione. La sua azienda assume anche in Italia
mentre tutti licenziano. Kamprad si è rifugiato da tempo in Svizzera per non
pagare le supertasse socialdemocratiche,
G20, misure anticrisi
cominciano ad avere effetto-Draghi
( da "Reuters Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ritiene che le misure per
combattere la crisi finanziaria comincino ad avere effetto ma che non sia
possibile dire se il peggio e stato superato. "La morsa del credit crunch
si sta allentando? Non ho una risposta", ha detto ai giornalisti alla
vigilia del summit G20 di Londra. "Molte cose sono state fatte da tutti i
Paesi.
G20: DRAGHI, PRESTO PER
DIRE CHE IL PEGGIO SIA PASSATO ( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 01-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Crisi
Abstract: - Le misure varate dai governi
mondiali contro la crisi finanziaria stanno iniziando ad avere effetto, ma e'
prematuro dire che il peggio sia passato. Lo ha dichiarato Mario Draghi,
governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Forum, in un
incontro con la stampa estera a margine del G20 di Londra.
Anglosassoni Vs latini,
Brown media">G20, si prepara l'asse Sarkozy-Merkel Anglosassoni Vs
latini, Brown media ( da "Affari
Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la necessità di affrontare il
momento attuale con una strategia comune: "Ci troviamo di fronte alla
crisi finanziaria peggiore dalla seconda guerra mondiale, le nostre economie
sono interconnesse e dobbiamo trovare una soluzione insieme". Obama ha
anche sottolineato l'esigenza di respingere le tentazioni protezionistiche, e
di sostenere i mercati emergenti.
Il sorpasso di Google su
General Electric ( da "Data
Manager" del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria globale ha
enfatizzato la differenza di trattamento che il mercato riserva al business
reale e al business virtuale, o supposto tale, quello che raggruppa le attività
delle web companies Quest'ultimo, per quanto soggetto a fluttuazioni e
incertezze del mondo internet, continua a essere considerato più credibile
nelle prospettive di lungo termine rispetto alla economia
Turismo, la crisi si batte
con un sito web2, spot radio-Tv e Cd Hd, la ricetta dell'Enit
( da "Sestopotere.com"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: molti dei quali duramente colpiti
dalla crisi finanziaria ed economica ma, per la prima volta, anche quelli
emergenti come la Russia o il Brasile. Si mantengono stabili o in crescita
alcuni Paesi dell' Est Europa (Rep. Ceca, Ungheria, Polonia) e dell'Asia (Cina,
India e Corea)." "Gli spot televisivi della Campagna Promozionale
2009 - aggiunge il Direttore Generale,
Rai, il Cda propone Mauro
Masi direttore generale ( da "RomagnaOggi.it"
del 01-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: risultati pur in presenza della
crisi finanziaria internazionale". Il neo-presidente ha evidenziato che
durante il cda si sono "messe a fuoco alcune criticità legate anche alla
crisi finanziaria internazionale, sulle quali nelle prossime sedute continueremo
a lavorare, ma anche i tanti punti di forza che garantiscono la competitività
dell'Azienda e il suo ruolo di Servizio Pubblico"
( da "Stampa, La" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
E Gm scivola verso
una bancarotta pilotata dal governo Henderson: reinventarsi in fretta Il nuovo
amministratore delegato di General Motors dice che l'ipotesi di bancarotta è
oggi «più probabile» e spiega che il futuro del gruppo potrebbe essere deciso
prima della scadenza prevista a inizio giugno. Nel frattempo a Detroit rischia
di consumarsi lo strappo tra governo, sindacato e lavoratori che accusano
Barack Obama di doppiopesismo nella gestione della crisi finanziaria e di quella dell'auto.
«Mi hanno chiesto di rimettere a posto Gm ed io lo farò qualsiasi cosa ciò
comporti», spiega Fritz Henderson nella sua prima conferenza stampa alla guida
di Gm. «Porteremo a termine il nostro compito e lo faremo fuori o dentro le
aule di tribunale», dice il nuovo Ceo convinto che non ci sia bisogno neanche
di 60 giorni per sapere se «saremo in grado di ristrutturarci». Secondo
il sostituto di Rick Wagoner, il gruppo preferirebbe utilizzare questo periodo
«per mettere a punto un piano in grado di avere l'appoggio della Casa Bianca»,
e promette «procederemo più velocemente» nel processo di ristrutturazione per
«reinventare Gm in breve tempo». E' la «pulizia dei bilanci» la priorità di
Henderson che punta ad abbattere il debito, rafforzare i flussi di cassa e
riordinare le operazioni, e per questo, avverte, potrebbe essere necessario
chiudere altri impianti oltre i cinque già previsti, e ricorrere di nuovo al
prepensionamento oltre ad ottenere nuove concessioni da sindacati e creditori.
«La bancarotta rimane la seconda opzione», dice ma è anche quella privilegiata
dalla task force di Obama, sebbene nella formula assistita e garantita dal
governo. Per questo Gm sta lavorando a un «piano B», spiega il direttore
finanziario, Ray Young, necessario a traghettare il gruppo nella procedura di
controllo. Intanto la società offrirà ai nuovi acquirenti «una protezione» per
i primi 24 mesi: pagamenti fino a nove rate da un massimo di 500 dollari
ciascuna nel caso in cui i compratori perdano il lavoro. Anche Ford scende in
campo al fianco dei consumatori: offre un finanziamento a tasso zero attraverso
la sua divisione finanziaria e coprirà il pagamento di
rate fino a 12 mesi su ogni Ford, Lincoln o Mercury nel caso in cui
l'acquirente diventi disoccupato. Chrysler invece ha iniziato da gennaio a
offrire finanziamenti a tasso zero, insieme a sconti fino a 6 mila dollari,
anche se con risultati non brillanti. A Detroit, però gli operai delle catene
di montaggio accusano il presidente di aver usato due metri diversi per auto e
finanza. «E' la solita storia tra Wall Street e Main Street», spiega Brian
Fredline, presidente della Uaw Local 602, sindacato di uno stabilimento di
Lansing. «Per le banche ci sono tutti i soldi necessari perché dicono che sono
troppo grandi per fallire, ma in realtà sono troppo grandi per essere
responsabili». E tra lavoratori e vertici aziendali si sta creando un'insolita
alleanza trasversale con messaggi di solidarietà a Rick Wagoner da parte di
operai e rappresentati di categoria. Del resto il messaggio di Obama è apparso
un diktat anche per i sindacati costretti a fare maggiori concessioni pur di
evitare bancarotta e licenziamenti a valanga. Il presidente di United Auto
Worker, Ron Gettelfinger ha mantenuto il silenzio ma fonti a lui vicine dicono
che Uaw in cambio di nuove concessioni potrebbe pretendere che creditori e
titolari di bond taglino il debito di Gm e Chrysler. Il gruppo di Auburn Hills,
che punta tutto sull'alleanza con Fiat, prosegue il riordino interno col licenziamento
del 2% dei 4.000 impiegati del ramo finanziario. A Wall Street nel frattempo è
di nuovo profondo rosso per Gm (-28,15%) trascinata al ribasso dai titoli a
copertura del rischio di insolvenza. Pesano anche le previsioni di vendita per
marzo stimate in calo del 48%, assieme a quelle di Chrysler (-46%) e Ford
(-45%) che segna in Borsa -4,71%.
( da "Gazzetta di Reggio"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Seduta fiume per il
Psc Città Attiva: «Troppa fretta» La lista della Spaggiari «Troppi nodi ancora
irrisolti» E' proseguita ieri fino a tarda notte la «maratona» in consiglio
comunale per la discussione e l'approvazione del Psc, il Piano strutturale
comunale, ovvero l'insieme delle linee guida che dovranno governare la crescita
della città per i prossimi cinque anni. Ieri pomeriggio, in Sala Tricolore -
dopo che lunedì il nuovo strumento urbanistico adottato dal Comune era stato
illustrato dal sindaco Graziano Delrio e dall'assessore all'urbanistica Ugo
Ferrari - è stato il turno delle opposizioni, con il solo intermezzo del
consigliere comunale del Pd Ivano Ballarini che ha difeso a spada tratta la scelta
della giunta, sia nel merito («il Psc non paralizza la città, come da più parti
è stato detto») che nel metodo, quest'ultimo fin qui contestato duramente anche
da diverse associazioni datoriali. E sull'argomento ha fatto sentire la propria
voce anche la lista «Città Attiva» di Antonella Spaggiari. Il voto - e il via
libera definitivo - è previsto per oggi in Sala Tricolore. Le opposizioni in
consiglio comunale hanno presentato decine di emendamenti al Psc. E nella
sostanza, le critiche che rieccheggiavano ieri in Sala del Tricolore sono
quelle messe nero su bianco ieri da Città Attiva. Dopo aver definito la
concertazione attorno a questo piano «insufficiente», la lista che fa capo
all'ex sindaco di Reggio, contesta all'attuale giunta la mancata elaborazione
insieme al Psc, anche del piano operativo comunale: «L'assenza di
contemporaneità diventa pericolosa soprattutto dal punto di vista dei suoi
effetti pratici determinando, nell'intervallo di tempo che intercorre tra il
Piano strutturale comunale ed il Piano operativo, una situazione di incertezza
e di potenziali conflitti». Nel merito e nelle scelte, la giunta, avrebbe
trascurato «l'ultimo e piu' importante aspetto: la
pesantissima crisi finanziaria ed economica internazionale che sta avendo e avra' pesanti
ricadute anche sul sistema produttivo reggiano con conseguenze sulle famiglie e
sulle imprese». Secondo la lista che sostiene Antonella Spaggiari «se da una
parte è bene rafforzare tutti gli strumenti di sostegno alle famiglie,
ai lavoratori ed alle imprese nel breve periodo, il problema non è quanto si
costruirà e come, ma è prima di tutto per che cosa si produrrà dentro così
grandi aree industriali come quelle previste. Con quali produzioni, per quali
mercati e con quali tipi di professionalità». Due esempi concreti? «Il
villaggio di Mancasale e le Reggiane». Poi l'affondo più politico contro la
giunta Delrio: «Le affermazioni per cui il Psc non si può rimandare e la sua
adozione non crea diritti acquisiti ed incremento di valore delle aree non
possono essere accettate. Non si dica che la sua non adozione sarebbe il venir
meno ad un patto con i cittadini: questa amministrazione ha avuto 5 anni per
adottare il provvedimento e lo sta adottando al termine del mandato, lasciando
così un'eredità di diritti acquisiti e di nuove regole all'amministrazione che
subentrera». Secondo Città Attiva inoltre la giunta Delrio dovrebbe spiegare,
quando parla di Psc «come ha fatto a perdere i finanziamenti per i Chiostri di
San Pietro e a lasciar cadere i vincoli sul tracciato della Via Emilia Bis e di
altre importanti infrastrutture».
( da "Stampa, La" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
[FIRMA]MAURIZIO
MOLINARI INVIATO A LONDRA Tira aria di battaglia sul vertice del G20 che inizia
questa sera con la cena dei leader nella State Dining Room di Downing Street.
Le ore della vigilia sono state roventi disegnando un fronte di molteplici
conflitti del quale Barack Obama, alla tappa iniziale del suo primo viaggio
transatlantico, ha parlato al telefono con il premier Gordon Brown chiamandolo
da bordo dell'Air Force One. A far temere il peggio è il sovrapporsi di più
disaccordi. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, durante una sosta a
Chatellerault, ha minacciato di abbandonare il vertice prima della conclusione
«se non vi saranno risultati concreti» soprattutto sulla rigida
regolamentazione dei mercati finanziari a cui
Washington si oppone e il presidente dell'Eurogruppo, il lussemburghese
Jean-Claude, lo ha sostenuto, accusando gli «anglosassoni» di non voler
regolare i mercati «come bisognerebbe fare». Di fronte
all'offensiva francofona, sostenuta da Berlino che chiede «regole per gli hedge
funds», i diplomatici americani hanno tentato di gettare acqua sul fuoco. «Non
ho visto le frasi di Sarkozy e non le voglio commentare, posso solo dire che ci
batteremo per arrivare ad un solido accordo sulla regolamentazione dei mercati» si è limitato a dire Mike Froman, vice consigliere
per la sicurezza nazionale, la cui prudenza lo ha portato a dire che «G20 e G8
non si fanno concorrenza perché ogni gruppo di Paesi ha una sua G». Gli Stati
Uniti puntano ad abbassare la tensione perché non possono permettersi un
fallimento al primo summit al quale partecipa il nuovo presidente. Ma proprio
perché Obama ha bisogno di un successo i suoi rivali strategici vanno
all'attacco. Poco prima dell'arrivo di Obama ieri sera a Londra, Cina e Russia
hanno chiesto all'unisono, con un comunicato dal Cremlino, di rinunciare al
dollaro come moneta-base degli scambi internazionali, preannunciando la
presentazione di «proposte di nuove valute» al vertice. E' il coronamento
dell'offensiva congiunta di Mosca e Pechino contro la leadership del dollaro e
in favore di una revisione degli equilibri nel Fmi: questa mattina sarà Obama a
dover affrontare tali temi nei bilaterali con i colleghi Dmitri Medvedev e Hu
Jintao. Le fibrillazioni con gli europei da un lato e con i russo-cinesi
dall'altro preannunciano un vertice difficile per Obama, che punta a far
approvare uno «stimolo globale» chiesto dal Fmi per un valore di almeno il 2
per cento del pil mondiale, contando sul sostegno di Gran Bretagna, Canada e
anche della Cina. Le bozze di documento finale che circolano contengono
numerose frasi con parentesi quadre - quelle sulle quali non c'è accordo - a
conferma che se gli Stati Uniti vogliono ottenere impegni più espliciti sullo
stimolo, gli europei puntano a porre le basi di una riforma dei regolamenti finanziari talmente vasta da andare oltre le tradizionali
banche commerciali. Come se non bastasse sull'esito dei
lavori dei 20 che dureranno nel complesso 20 ore pende la spada di Damocle del protezionismo: se il summit dello scorso
novembre a Washington si impegnò a rivitalizzare i moribondi negoziati del
«Doha Round» sulla liberalizzazione del commercio da allora almeno 17 dei 20
Paesi membri hanno adottato politiche protezionistiche, andando nella direzione
opposta. Da qui i dubbi sul testo della prevista Dichiarazione di Londra
contro le tentazioni protezionistiche. In attesa di conoscere gli esiti del
summit, la curiosità degli inglesi si concentra sui regali che gli Obama
porteranno ai Brown per rimediare alla gaffe di poche settimane fa a
Washington, quando irritarono il Regno Unito dando agli ospiti britannici 45
Dvd di film americani - in un formato inadatto all'Europa - e un modellino
giocattolo del Marine One.
( da "Stampa, La" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
«Il più grande
rischio di fallimento del G20 è legato alla spirale di politiche
protezionistiche che è evidentemente in atto in più Paesi del mondo e porta ad
approfondire la crisi economica» dice Ben Steil, direttore
del Dipartimento di Economia Internazionale del Council on Foreign Relations,
chiedendo ai leader di concordare una «robusta dichiarazione contro il protezionismo» fino al punto da creare
un «meccanismo indipendente di monitoraggio» sulle politiche che le singole
nazioni metteranno in atto nei «prossimi fondamentali sei mesi».
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
FRANCIA, SEQUESTRATO
IL RE DEL LUSSO PINAULT di WSI La grande crisi, monta
la protesta. Il miliardario proprietario della Ppr (Gucci, Saint Laurent,
Bottega Veneta preso d'assalto in taxi. Anche gli operai della "Cat"
sul piede di guerra: bloccati cinque dirigenti del gruppo. Pinault e la moglie
Salma Hayek -->Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'
autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street
Italia, che rimane autonoma e indipendente. (WSI)
Nel tardo pomeriggio
parigino, cento lavoratori infuriati hanno preso dassalto
la macchina del miliardario e leader nel mercato del lusso Francois-Henri
Pinault. Il manager aveva appena concluso una riunione nella sede del suo
gruppo Ppr; dopo un'ora di tensione la Polizia l'ha liberato. Pinault, ultima vittima della reazione
dei lavoratori colpiti dalla crisi economica, è uno
degli uomini più ricchi di Francia con patrimonio stimato nel
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Nuovi allarmi su
economia per i leader del G20 -->di Brian Moss e Lesley Wroughton NEW
YORK/LONDRA (Reuters) - I leader del mondo diretti a Londra per il summit del
G20 sulla crisi hanno ricevuto oggi un preoccupante
promemoria sull'ampiezza della tempesta economica a cui devono fare fronte.
L'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) prevede che
l'economia mondiale peggiorerà più rapidamente di quanto atteso in un primo
momento e porterà alle stelle i tassi di disoccupazione, sottolineando la
necessità di un impegno extra per combattere la crisi.
Il presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick ha nel frattempo annunciato
un programma da 50 miliardi di dollari per contrastare il declino mondiale.
L'Ocse, pubblicando il suo outlook mentre il Giappone annunciava di prepararsi
al varo di un terzo pacchetto di incentivi economici, ha previsto che
l'economie dei 30 Paesi che ne fanno parte segneranno quest'anno una riduzione
del 4,3%, rispetto alla contrazione dello 0,4% prevista soltanto nel novembre
scorso. "L'economia del mondo è nel mezzo della sua
peggiore e più sincronizzata recessione nel corso della nostra vita, causata
dalla crisi finanziaria
globale e aggravata da un collasso del commercio globale", ha detto
l'Ocse. "Anticipiamo che l'attuale contrazione dell'attività economica si
aggraverà quest'anno prima che una ripresa indotta dalla politica gradualmente
prenda corpo nel 2010". Sia il Giappone che la Germania hanno
annunciato forti aumenti della disoccupazione, sottolineando il costo umano
della crisi che i leader dei paesi più ricchi del
mondo e delle economie maggiormente emergenti devono combattere nel loro
vertice di Londra, fissato per giovedì. RIALZO AZIONARIO Mentre gli indicatori
segnalano un peggioramento dell'economia globale, i mercati azionari sembrano
sul punto di archiviare quello di marzo come il mese migliore da sei anni. In
giornata l'indice americano saliva dell'1,6% mentre l'indice europeo
FTSEurofirst ha segnato un rialzo del 3,4% motivato dall'ottimismo sul settore
bancario. L'indice mondiale MSCI, in rialzo dell'1,6%, è comunque ancora sotto
di oltre il 12% questo trimestre dopo aver perso il 22,7% tra ottobre e
dicembre del 2008. Intanto, il presidente statunitense Barack Obama è arrivato
stasera a Londra per colloqui, con un'agenda piena di strategie che vorrebbe
che il mondo seguisse per combattere la crisi. Questo
è il primo viaggio importante all'estero della presidenza di Obama, nel corso
del quale terrà colloqui bilaterali coi leader di Russia e Cina prima di
partecipare a un vertice Nato e visitare Repubblica Ceca e Turchia. Ma Obama
lascia dietro di sé un'economia in stato di sofferenza. I prezzi delle singole
case familiari a gennaio sono scese del 19% in un anno, secondo il rapporto
Case Shiller di Standard & Poor. La fiducia dei consumatori Usa è rimasta
vicina al minimo da record toccato a febbraio, ha reso noto il gruppo di
ricerca Conference Board. Le attività economiche nel Midwest a marzo hanno
toccato il tasso più duro dal 1980, secondo lo Institute for Supply Management.
Ci sono segni di nuove energie dai produttori Usa di automobili. General
Motors, che solo ieri ha visto respinto dal governo Usa il suo piano mentre
l'amministratore delegato è stato licenziato, ha annunciato un programma per
coprire i pagamenti se i clienti dovessero perdere il lavoro. Anche Ford Motor
offre un piano simile. Nel frattempo Chrysler [CBS.UL], ha ricevuto la visita
dell'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne, volato ieri a Detroit
dopo che Obama ha dato azienda una scadenza di 30 giorni per stipulare un
accordo con la casa torinese. INCENTIVI GIAPPONESI In Giappone, il primo
ministro Taro Aso si è impegnato a presentare un nuovo pacchetto di incentivi
per combattere la recessione, ma non ha fornito cifre. Il pacchetto, il terzo
dall'inizio della crisi, punterebbe a creare 2 milioni
di nuovi posti di lavoro in tre anni. La Germania ha registrato questo mese il
suo maggiore aumento della disoccupazione dall'inizio della crisi,
secondo i dati dell'Ufficio Federale del Lavoro, che segnano un 8,1%. L'inflazione
per i 16 Paesi dell'Euro zona è scesa al livello da record dello 0,6% annuo a
marzo, aumentando così le attese di un nuovo taglio dei tassi da parte della
Banca centrale europea (Bce) giovedì. I mercati si aspettano che la Bce tagli i
tassi di 0,5%-1% e che forse annunci misure per rafforzare la liquidità. Il
primo ministro inglese Gordon Brown, che ospita il G20, ha detto che i leader
avranno successo nella loro lotta contro la crisi finanziaria
ed economica solo se tutte le nazioni si impegneranno ad agire insieme.
"Il vertice dei leader a Londra deve fornire l'ossigeno della fiducia
all'economia globale di oggi e dare alle persone di tutti i paesi una rinnovata
speranza per il futuro", ha detto Brown. Mentre si annunciano grandi
manifestazioni contro il vertice G20 a Londra e tra i timori che qualcuna delle
proteste potrebbe terminare nella violenza, Brown ha detto in un'intervista
alla tv di comprendere la rabbia dell'opinione pubblica per la recessione, ma
ha avvertito che non saranno ammesse degenerazioni.
( da "KataWeb News"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il mattone..
Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 —
Autore: babelick — 19 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e
sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al
quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana
presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di
carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara,
asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel
giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito,
anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare
soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra
niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire
l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù
politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare,
piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede
che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse
Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose,
troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le
cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom
edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia
un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro
Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa
aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto
l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il
governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica
fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un
tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente,
non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello
psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene,
ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle
calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4
ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro
la crisi finanziaria,
lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più
solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro
capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia
ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il
mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non
vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi
internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha
gettato anche la Spagna in una crisi profonda:
crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un
dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era
stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi esclusivamente
nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè
prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e
immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini
l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno
presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero
dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli
d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una
«quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono
saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per
la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%,
il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria»
presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da
( da "Giornale di Brescia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Edizione: 01/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Dalla Chiesa un fondo di
garanzia per famiglie povere Accordo con le banche: saranno concessi prestiti
agevolati a padri senza lavoro con 3 figli o con malati a carico Mons. Mariano
Crociata CITTÀ DEL VATICANO Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa
italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il
sistema bancario, dal quale in un certo senso la crisi
è partita, e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo
di garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte
ecclesiale. Si tratta di più, insomma, di una semplice elemosina e, anche se a
beneficiarne direttamente potrebbero essere non più di 20-30mila famiglie,
l'idea potrebbe rappresentare un esperimento per altre soluzioni inedite che
potrebbero essere messe allo studio. Per la Cei - ha spiegato ieri il
segretario, mons. Mariano Crociata illustrando gli esiti dell'ultima riunione
del consiglio permanente dei vescovi italiani - è soprattutto una forma di
«annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva carità». I vescovi sono
«consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» - afferma
la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di
affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più
articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. La Cei conta così di
raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 milioni di euro, che l'Associazione
bancaria italiana, sentiti i propri aderenti, si è impegnata a decuplicare,
destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei (e fissati dopo
attenti studi demoscopici) prestiti a tassi agevolati per un totale di 300mila
euro. «Accedervi sarà molto semplice», ha spiegato mons. Crociata: potranno
chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati, con almeno tre figli o
malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o
straniere, purché residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas
delle parrocchie, che provvederanno a dare indicazioni per ottenere il
prestito, che sarà erogato nella misura di 500 euro mensili (il possibile
corrispettivo di un mutuo casa, per esempio) per un massimo di un anno,
prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte
di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In
caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche incasseranno
gli interessi concordati. «Non è un gesto assistenziale - ha concluso
mons.Crociata - ma un prestito che salva la dignità di chi lo chiede».
( da "Cittadino, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Brown: «Serve
un'azione comune, solo così avremo un effetto doppio» LONDRA Le speranze sono
molte, ma altrettante le incertezze: il vertice del G20 che si apre domani
all'Excel Centre all'estrema periferia est di Londra vive una vigilia che
oscilla tra la fiducia su un'intesa che metta le basi per una risposta comune
globale contro la crisi, e l'alto rischio di un
documento conclusivo generico che rimandi tutto a un'altra riunione, nel
prossimo futuro.Pronto ad accogliere l'ospite più atteso, il presidente Usa
Barack Obama, con il quale ha fatto un punto della situazione mentre questi era
ancora in volo sull'Air Force One, il padrone di casa, il premier britannico
Gordon Brown, punta alto. Chiede unità mondiale contro il terremoto economico,
e ripete la necessità di «riformare il sistema economico mondiale» per
«riflettere valori globali». Ma di questa riforma faranno parte la dura
regolazione della finanza mondiale e la lotta ai paradisi fiscali che chiede
Parigi? Il presidente francese Nicolas Sarkozy non ha lasciato spazio alle
incertezze: «Se a Londra non ci saranno risultati concreti, ci sarà una sedia
vuota: mi alzerò e me ne andrò», ha affermato il leader francese.Il premier
britannico ha approfittato di un evento alla cattedrale di St. Paul, presente il
primo ministro australiano Kevin Rudd, per affermare che «invece di una
globalizzazione che minaccia di essere senza valori e senza regole, abbiamo
bisogno di un mondo di regole globali condivise, fondate su valori globali
condivisi». Tra questi elementi condivisi, Brown ha auspicato che ci siano
regole internazionali per le «remunerazioni dei banchieri», che tanto scandalo
e controversie hanno suscitato in tempo di recessione in Gran Bretagna e Stati
Uniti. Per il premier il G20 di Londra sarà un successo
solo se le nazioni che vi partecipano si impegneranno a lavorare insieme contro
la crisi finanziaria
mondiale. «Il mondo non si é unito in occasioni di precedenti recessioni, che
per questo sono durate molto più a lungo - ha affermato -. Credo ci sia determinazione
da parte nostra ad agire, dal momento che affrontiamo gli stessi problemi.La
cosa più importante è agire insieme, perché se agiamo insieme ad altri paesi,
l'effetto sarà doppio rispetto ad un'azione individuale del singolo
paese».Nella città le misure di sicurezza sono già imponenti, per il timore di
attentati e per prevenire che frange violente si impadroniscano delle numerose
manifestazioni in programma. Il premier ha detto che, pur comprendendo la
rabbia e la frustrazione della gente verso la crisi,
queste non possono trovare sfogo violento per le strade di Londra durante la
riunione. «La maggior parte delle persone vuole far sentire la propria opinione
in modo pacifico - ha avvertito -. Ma nessuna violenza sarà tollerata, né
intimidazioni delle persone, e la polizia agirà molto rapidamente se ci saranno
minacce alle persone o alle proprietà».Patrizio Nissirio
( da "Cittadino, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Un fondo dei vescovi
per i poveri Siglato un accordo con le banche, «un gesto di carità» CITTÀ DEL
VATICANO Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso
delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla
disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo
senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in
forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà
tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale.Si tratta di molto di più,
insomma, di una semplice "elemosina" e, anche se a beneficiarne
direttamente potrebbero essere non più di 20-30mila famiglie, l'idea potrebbe
rappresentare un ballon d'essai per altre soluzioni inedite che potrebbero
essere messe allo studio. Per la Cei - ha spiegato ieri il segretario monsignor
Mariano Crociata illustrando gli esiti dell'ultima riunione del consiglio
permanente dei vescovi italiani - è soprattutto una forma di «annuncio del
Vangelo» che si sostanzia in «fattiva carità». I vescovi sono «consapevoli
della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» -
afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di
affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più
articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno
giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno
aperti appositi conti correnti. La Cei conta così di raccogliere nel Fondo di
garanzia almeno 30mila euro, che l'Associazione bancaria italiana, sentiti i
propri aderenti, si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i
requisiti indicati dalla Cei (e fissati dopo attenti studi demoscopici)
prestiti a tassi agevolati per un totale di 300mila euro. «Accedervi sarà molto
semplice», ha spiegato Crociata, a patto di rientrare nei requisiti fissati:
potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse dunque le
coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna
fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purché residenti in Italia.
Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie, che provvederanno a dare
indicazioni per ottenere il prestito, che sarà erogato nella misura di 500 euro
mensili (il possibile corrispettivo di un mutuo casa, per esempio) per un
massimo di un anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora
trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e
modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le
banche incasseranno gli interessi concordati. «Non è un gesto assistenziale - ha
concluso monsignor Crociata - ma un prestito che salva la dignità di chi lo
chiede».Domitilla Conte
( da "Giornale di Brescia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Edizione: 01/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:economia FORTIS La banca va in rosso di
ventotto miliardi Il gruppo belga e olandese Fortis chiude il
( da "Giornale di Brescia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Edizione: 01/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:economia Unicredit congela le rate
Provvedimento a sostegno delle piccole imprese in cig MILANOUniCredit ha deciso
di lanciare una nuova iniziativa a supporto delle imprese italiane nel
difficile scenario economico e finanziario che caratterizza l'anno in corso. La
banca corporate di UniCredit ha infatti strutturato, a favore delle imprese
clienti con fatturati annui a livello di gruppo inferiori a 50 milioni di euro che
siano state costrette a ricorrere alla Cassa integrazione guadagni ordinaria,
un meccanismo di congelamento, per un massimo di 12 mesi, delle rate relative a
finanziamenti a termine o a mutui. Il sistema prevede che tali rate, per un
ammontare massimo di 500mila euro in linea capitale, vengano posticipate in
coda al piano d'ammortamento, senza alcun onere per l'impresa se non le spese
notarili nel caso si tratti di un mutuo ipotecario. Coerentemente con la natura
congiunturale dell'iniziativa, la possibilità di accedere a questa misura è
riservata a imprese clienti «in bonis» che si trovino in difficoltà temporanea
in conseguenza della crisi
finanziaria e quindi abbiano attivato - o attivino -
nel corso del 2009 le procedure per la Cassa integrazione ordinaria. UniCredit
aggiunge così un importante tassello al progetto «Impresa Italia», attraverso
il quale sono state avviate concrete misure a favore delle piccole e medie
aziende, tra le quali due successivi plafond per complessivi 7 miliardi di euro
(di cui 4 messi a disposizione da UniCredit Corporate Banking e 3 dalle
banche retail del gruppo) destinati a finanziamenti con garanzie dei Confidi
attualmente in fase di erogazione.
( da "Tempo, Il" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
stampa Fondi
europei, «patto» per il Sud Economia Siglato a Bari un accordo per tutelare le
risorse per le aree depresse CAMPOBASSO Un patto per il sud. Per salvaguardare
i fondi destinati alle aree sottosviluppate, (Fas), vigilare sui tempi di
erogazione e soprattutto per rilanciare la questiome meridionale. Cinque
presidenti delle Regioni del Mezzogiorno d'Italia, Vendola (Puglia) Bassolino
(Campania) Lombardo (Sicilia) De Filippo (Basilicata) e Domenico Cersomino
assessore tecnico della Calabria incontratisi ieri a Bari hanno elaborato un
documento in questa direzione a cui aderiranno anche se non presenti
all'incontro il Molise l'Abruzzo e la Sardegna. Queste ultime Regioni presenti
a bari invece con loro tecnici hanno aderito all'iniziativa che sarà
perfezionata oggi alla Conferenza Stato Regioni per essere qui sottoscritta. Al
Molise toccheranno circa 400 milioni di euro dei fondi Fas ma comunque sia, il
pericolo che essi possano essere decurati per altre destinazioni
programmatiche soprattutto in un periodo come questo di profonda crisi finanziaria e occupazionale
esiste. I nove presidenti di Regioni chiedono, pertanto, al governo che venga
istituita una «cabina di regia» alla presidenza del Consiglio dei ministri per
poter partecipare alle scelte e annunciano che si doteranno di strutture di
servizio unitarie a Roma e a Bruxelles. «Abbiamo bisogno logisticamente
- spiega Vendola - di essere attrezzati per parlare la lingua del Sud». Iorio
ha seguito con molta attenzione l'evolversi della situazione certo che il
Governo nazionale non disattenda le aspettative delle Regioni del sud e quindi
del Molise. Che ha disposto che una parte di queste risorse facciano fronte
alla crisi del lavoro e in particolare per tamponare
le uscite degli ammortizzatori sociali. Ovviamente un problema che di riflesso
dal nord ricade sul sud. Se è vero come è vero che i licenziati del Nord, come
è stato spiegato a Bari, ritorneranno al sud. Al.Cia.
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
DALLA PRIMA/BELLOTTO
PERCHè LA CGIL HA DETTO NO SEGUE DALLA PRIMA recessione economica su scala
globale e nazionale. Sul piano nazionale l'andamento è più critico perché il
paese, pur non vivendo il dramma della crisi finanziaria di altri paesi
occidentali, dispone di un'economia strutturalmente più debole tra i paesi
maggiormente industrializzati. La Cgil da mesi sta contrastando e criticando le
politiche del governo che non interviene con manovre economiche e politiche
industriali come gli altri paesi Europei. Non sono state previste
risorse sufficienti per allargare ed unificare il sistema di tutela degli
ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori, compresi i dipendenti delle
piccole e piccolissime imprese e i lavoratori precari, non viene contrastata contrastatal'evasione
fiscale mentre la pressione fiscale su salari e pensioni non diminuisce, per i
redditi più bassi si attivano interventi sporadici una tantum come il
bonus-famiglia, la social-card, non garantendone a volte la certezza
dell'utilizzo. I provvedimenti assunti sui temi della sicurezza dal governo
hanno destato preoccupazione non solo tra li operatori delle forze dell'ordine,
ma hanno scosso anche la sensibilità democratica di una fascia consistente
dell'opinione pubblica e fatto emergere prese di posizione difformi all'interno
dello stesso schieramento di centrodestra. Noi crediamo che siano
indispensabili sin da subito interventi capaci di qualificare e specializzare
le attività industriali, di intervenire nelle infrastrutture e di attivare una
politica capace di garantire la tenuta, se non la crescita, dei redditi di
lavoro e pensione. L'Italia ha bisogno di profonde riforme in tutti i campi da
quello dell'economia alla pubblica amministrazione, in direzione del sociale e
della struttura dello stato in generale. Punti, peraltro ribaditi a più riprese
anche dal Capo dello Stato. Il Governo su queste importanti questioni non può
continuare, pur nel rispetto delle proprie funzioni e del ruolo delle parti
politiche di maggioranza o di opposizione, ad evitare un confronto serio sul
tema delle riforme necessarie per ammodernare il paese e migliorare la sua vita
politica e democratica; lo stato di crisi, pur nella
sua gravità, può essere l'opportunità per condividere riforme strutturali di
lunga prospettiva. La scelta, voluta prevalentemente dal Governo, di procedere
nella trattativa tra le parti sociali, fino ad arrivare alla firma separata,
senza l'approvazione anche da parte della Cgil, di un accordo importante come
quello che regola gli assetti contrattuali del nostro Paese, va nella direzione
sbagliata. La Cgil proprio partendo dalla necessità di modificare le attuali
politiche del governo, per migliorare e modificare l'accordo separato
sottoscritto il 22 gennaio scorso e per evitare che l'attuale crisi sia scaricata prevalentemente sui ceti più deboli, sta
organizzando per il 4 aprile una grande manifestazione a Roma, al Circo
Massimo. E' un' iniziativa di contrasto verso le politiche di governo, poiché
si ritiene che l'attuale crisi sia grave e profonda e
richieda una forte iniziativa e spinta di innovazione di tutte le forze sane
del paese e di tutto il Sindacato e non solo di una parte di esso. Questa crisi così difficile e complessa non può spingere il
sindacato confederale a rinunciare alla sua funzione importante di soggetto
autonomo capace di rappresentare, come ha saputo fare in tanti anni della sua
storia, un'articolazione democratica e sociale, fondamentale per la crescita e
il progresso del paese, garantendo nel tempo l'opportunità per tutti lavoratori
di conquistare diritti civili e democratici di grande valore. E' quanto mai
necessario, soprattutto oggi a fronte di questa grave crisi,
avere da parte del Sindacato confederale, nelle sue articolazioni,
un'attenzione particolare particolarealla propria identità e ai propri valori
per continuare ad essere un soggetto forte di rappresentanza dei lavoratori,
certamente dinamico e non bloccato ed arroccato, capace però di incidere sui
fatti della vita politica e sociale del paese e non essere trasformato dagli
eventi. Ecco perché la Cgil non firmerebbe mai un accordo separato, come hanno
fatto Cisl e Uil, su questioni di tale rilevanza. Ottaviano Bellotto
Coordinatore CGIL Conegliano-Vittorio Veneto
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 2 - Economia
ma pensa ai vertici con Russia e Cina Obama, prima volta in Europa: Obama,
prima volta in Europa Dalla Ue nessun nuovo piano di stimolo: "Vedremo che
fare se non riparte la crescita" MARIO CALABRESI DAL NOSTRO INVIATO LONDRA
- L´Air Force One con Barack Obama a bordo non aveva ancora toccato terra
all´aeroporto londinese di Stansted che già la Casa Bianca si preoccupava di
abbassare le aspettative sul primo viaggio oltreoceano del presidente
americano. Sarà difficile dire tra otto giorni se la missione europea di Obama
sarà stata un successo, ma di certo sarà impossibile definirla un insuccesso:
l´agenda messa a punto dalla nuova Amministrazione democratica è talmente vasta
e piena di impegni che ognuno la potrà leggere come vuole. Se fino a ieri la
priorità era il G20, il vertice voluto per frenare la
recessione mondiale e costruire un nuovo quadro di regole per i mercati finanziari, adesso che un
successo delle tesi della Casa Bianca sembra da escludere l´attenzione
americana si è spostata sui faccia a faccia con il presidente cinese Hu Jintao
e con quello russo Medvedev. A Washington hanno realizzato che non ci sarà
nessun nuovo piano europeo di stimolo all´economia, che Germania e
Francia resteranno ferme sulle loro posizioni e che se Obama insistesse nel
chiedere al Vecchio Continente di seguire la sua linea di politica economica
porterebbe a casa una sconfitta. Tanto che, dopo aver sottolineato nei
documenti preparatori del summit che «l´obiettivo chiave» americano è quello
«di adottare qualunque azione necessaria per rilanciare la crescita e spingere
occupazione e consumi» ieri hanno cambiato rotta. «Non ci aspettiamo che i
partner europei annuncino nuovi piani di stimolo di uno o due punti di Pil in
più, non è su questo - ha sottolineato Mike Froman, vice consigliere per la
sicurezza nazionale e gli affari economici della Casa Bianca - che ci
concentriamo. Guardiamo invece al futuro per capire come si potrà agire se non
ripartirà la crescita». Insomma, l´America che ha iniettato 787 miliardi di
dollari nella sua economia, che sottolinea come la Cina abbia annunciato un
piano di sostegni pari la 2 per cento del suo Pil e l´Arabia Saudita
addirittura al 3,3 per cento, si accontenterà dell´impegno europeo a rivedere
le attuali strategie se l´economia mondiale non ripartirà in fretta. Per questo
i successi vanno cercati da altre parti. Obama punta soprattutto sull´incontro
con Medvedev per dare il via ad una nuova stagione di disgelo, con la
possibilità di far partire i negoziati per un nuovo trattato Start sulla
riduzione degli armamenti nucleari, visto che quello firmato nel 1991 scadrà
alla fine dell´anno. In cambio di un abbandono soft del programma anti-missile
voluto da George Bush e odiato da Putin, Obama vorrebbe incassare una collaborazione
russa nel frenare il programma nucleare iraniano e nella politica di
stabilizzazione dell´Afghanistan. Anche nel colloquio con i cinesi, il
presidente americano vorrebbe ampliare il dialogo dalla sfera quasi
esclusivamente economica a temi come il clima, l´energia e la Corea del Nord,
che proprio questa settimana potrebbe lanciare nello spazio un suo nuovo
missile. Obama sa che l´opinione pubblica europea è sensibile ai temi
ambientali e per cambiare l´immagine dell´America, alla vigilia della partenza,
si è inventato il G17 per l´ambiente che si terrà a Washington alla fine di
aprile. Un nuovo vertice che vuole coinvolgere più paesi possibile nella lotta
al cambiamento climatico e che dimostra che nella nuova visione americana del
mondo la formula del G8, delle riunioni riservate solo alle prime sette potenze
economiche e alla Russia, è superato da un´idea multilaterale più in sintonia
con le nuove realtà geopolitiche. «Ogni G - ha scherzato Mike Froman - ha il
suo valore e il suo significato, ma è chiaro che di fronte a queste crisi è
necessario allargare i tavoli». Il vero colpo di immagine però Obama lo tiene
per la fine del suo viaggio, quando si fermerà due giorni sul Bosforo. A
Istanbul farà il turista alla Moschea Blu e alla Basilica di Santa Sofia, per
la gioia dei network americani, ma soprattutto si siederà a discutere con un
gruppo di studenti che dovrebbero rappresentare un ponte tra l´Europa e l´Asia.
Non potrà mancare il grande colpo d´immagine, un messaggio forte e simbolico al
mondo musulmano, almeno così la pensano i corrispondenti che hanno affollato
l´"Air Presse One", il Boeing 777 che la Casa Bianca organizza per
portare i giornalisti al seguito del presidente. Ieri sull´aereo partito dalla
base militare di Andrews in Maryland c´erano più di 150 persone, il doppio di
quelle che viaggiavano negli ultimi anni con George W. Bush. E per la prima
volta c´erano anche i giornalisti di Al-Jazeera, di tre televisioni turche e
del Chicago Tribune (il giornale della città del presidente) che pure è in
bancarotta, ma che non voleva assolutamente mancare.
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 2 - Economia
I Grandi al capezzale del mondo tensione a Londra per il G20 Sarkozy: fatti o
me ne vado. Il Papa: etica nella finanza Il vertice ENRICO FRANCESCHINI dal
nostro corrispondente LONDRA - Ai timori che le manifestazioni di protesta dei
no-global preparino qualche clamoroso incidente al summit, si aggiunge quello
di un colpo di scena ancora più eclatante: la possibilità che il presidente
francese Nicolas Sarkozy abbandoni la riunione del G20 sbattendo la porta. Il
capo dell´Eliseo «non firmerà il documento finale e lascerà il vertice, se non
sarà soddisfatto dei risultati», dice il suo ministro dell´Economia, Christine
Lagarde, alla Bbc. Un messaggio diretto implicitamente al presidente americano
Obama, e in seconda battuta al "padrone di casa" del summit, il
premier britannico Gordon Brown, che media per un accordo a tutti i costi tra
un´Europa che vuole più "regulation" ma non è disposta a varare un
costoso piano di aiuti all´economia globale e gli Stati Uniti, che vorrebbero
nuove iniezioni di denaro pubblico nel sistema ma non vogliono un´eccessiva
"regulation". Come andrà a finire, nel vertice che inizia oggi a
Londra, con una ragnatela di colloqui bilaterali e, sul piano formale, con il
ricevimento a Buckingham Palace offerto dalla regina Elisabetta ai capi di
stato e di governo del G20, seguito da una cena a Downing street? Il presidente
della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, sdrammatizza l´ultimatum di
Parigi: «L´importante è andare al G20 per ottenere dei risultati tangibili, ed
è questo anche lo spirito di Sarkozy. Questa del resto è anche la posizione
europea. E´ ora o mai più, si deve arrivare a un accordo sulla supervisione del
sistema finanziario internazionale e sul rafforzamento delle istituzioni
finanziarie». Tradotto in parole povere: il summit deve portare più regole e
controlli. Barroso non esclude che possa esserci, entro fine anno, un altro
vertice dopo questo di Londra: «Non ci si aspetta un miracolo in un giorno il 2
aprile». Anche il primo ministro Brown - che ha avuto uno scambio epistolare
con il Papa nel quale il Santo Padre ha chiesto al G20 di garantire contro la
crisi famiglie e lavoratori, ripristinando l´etica nella finanza - appare
fiducioso di poter compiere perlomeno un passo avanti, e dunque di soddisfare
le attese di Sarkozy accontentando nel contempo le esigenze dell´America: «I
problemi sono gli stessi per tutti, se agiamo tutti insieme avremo un effetto
doppio rispetto a un´azione individuale di ogni singolo paese». Tradotto in
concreto sembra un richiamo ad approvare un pacchetto di aiuti globale, non
lasciando la scelta ai singoli governi. Ma Brown auspica pure un accordo su
misure che "ripuliscano" il sistema bancario mondiale, creino «20
milioni di nuovi posti di lavoro», facciano ripartire il commercio, combattano il protezionismo e stabiliscano «per la prima volta» norme internazionali sulla
retribuzione e sui bonus dei banchieri: e questo dovrebbe significare più
"regulation", compiacendo Sarkozy e la Ue, della quale la Gran
Bretagna, è doveroso sottolinearlo, fa parte, anche se non sempre lo sembra.
Tra sommozzatori nel Tamigi, cabine telefoniche sigillate e altre eccezionali
misure di sicurezza, la più grande riunione di leader mondiali che Londra abbia
mai visto inizia anche con l´augurio del presidente del consiglio italiano
Silvio Berlusconi: «Dobbiamo lavorare insieme per uscire dalla crisi attraverso
un patto globale e faremo di tutto per arrivare al G20 con un Social Global
Pact. Un patto globale con cui sostituire l´ottimismo al pessimismo, la fiducia
alla sfiducia e con cui trasformare la paura in speranza».
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 8 - Economia
Generali: tagli del 60% al bonus di Bernheim, Perissinotto e Balbinot MILANO.
Bonus in calo del 60% nel 2008 per il presidente di Generali Antoine Bernheim e
gli amministratori delegati Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot. È quanto
si apprende da fonti finanziarie in attesa del deposito da parte della società
triestina del progetto di bilancio in cui saranno indicate anche le cifre sui
compensi. Nel 2008 Bernheim ha percepito nel dettaglio un bonus di circa 900
mila euro, rispetto ai 2,2 milioni dell'anno precedente (nel dettaglio -58,5%).
Perissinotto e Balbinot hanno incassato invece bonus per 664 mila euro,
rispetto agli 1,6 milioni del
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 33 - Commenti
Le regole per uscire dalla crisi JOSé MANUEL BARROSO Quella attuale è la prima
grande crisi dell´epoca della globalizzazione, ma la via per uscirne non è la
«de-globalizzazione». Il protezionismo e il nazionalismo sul piano economico sono solo in apparenza
strumenti utili e alimentano invece povertà e conflitti, come abbiamo
sperimentato negli anni Trenta. Per uscire dalla situazione attuale occorre
«riplasmare la globalizzazione». è necessario stabilire una serie di
regole su scala mondiale che consentano di gestirla. Solo collaborando a
livello internazionale potremo porre il potenziale dei mercati al servizio dei
cittadini e affrontare sfide planetarie quali i cambiamenti climatici, la
sicurezza energetica e la lotta alla povertà. Queste regole devono fondarsi su
valori e principi etici, associare libertà, responsabilità e solidarietà e
garantire che i mercati ricompensino il duro lavoro e lo spirito di iniziativa
e non la mera speculazione. Oggi l´Unione europea dispone di caratteristiche
particolari che le consentono di assumere il ruolo di motore di una
globalizzazione fondata su valori e regole. L´Ue ha deciso di presentarsi al
G20 di Londra con un messaggio comune. Continueremo ad indicare la via da
seguire, dando noi stessi il buon esempio. Coinvolgeremo i nostri partner
internazionali e ci impegneremo per raggiungere un accordo su quattro elementi
determinanti: 1. incentivi economici consistenti, coordinati e sostenibili, per
limitare le ripercussioni della crisi sui cittadini e far ripartire l´economia
reale; 2. il ripristino della fiducia nel sistema finanziario, non
nell´interesse delle banche, bensì degli imprenditori e dei lavoratori che
hanno bisogno di credito. Dobbiamo presentare rapidamente proposte per indurre
le banche a ricominciare ad erogare prestiti, come concordato in Europa e come
stanno facendo gli Usa. Ciò significa porre fine all´incertezza sull´entità
delle perdite subite dalle banche eliminando le attività «deteriorate» dai loro
bilanci. Contemporaneamente, dobbiamo rafforzare la vigilanza a livello
mondiale e colmare le lacune - anche imponendo restrizioni ai paradisi fiscali.
Per fare ciò è necessaria una riforma degli istituti finanziari internazionali;
3. un messaggio forte contro tutte le forme di protezionismo
e a favore dell´apertura degli scambi, proseguendo sulla via tracciata dai
negoziati di Doha; 4. da ultimo, ma non per importanza, un mondo più giusto,
rafforzando i nostri impegni a favore dei paesi in via di sviluppo - che non
devono pagare per una crisi nata nei paesi avanzati - e di una maggiore
rappresentatività del Fmi. Già ora registriamo una significativa convergenza
globale di idee, in particolare con gli Usa. è altrettanto degno di nota che
tale consenso si sia in larga misura concretizzato attorno alle idee e al
modello economico propri dell´Europa. Il piano di ripresa statunitense, ad
esempio, pone l´accento su misure volte a migliorare l´assistenza sanitaria e a
tutelare i più deboli, nonché su investimenti a più lungo termine, in particolare
nel settore delle infrastrutture. Si tratta di misure che la maggior parte dei
paesi dell´Unione europea ha già adottato. Sulle questioni di regolamentazione
rileviamo la stessa tendenza alla convergenza. Nell´ambito del G20 possiamo
dunque constatare un clima di ampio consenso. Si tratta di trasformarlo in
provvedimenti concreti che risolvano la situazione. L´Europa è pronta ad
affrontare la sfida. Siamo sicuri che i nostri partner faranno altrettanto.
Desidero che i cittadini europei sappiano che le loro preoccupazioni saranno al
centro del nostro dibattito e delle nostre decisioni. Sono consapevole che
molte persone temono per il loro posto di lavoro, il loro mutuo o i loro
risparmi. In questa fase la mia preoccupazione principale è garantire che qualsiasi
nostra iniziativa vada a favore dell´occupazione. Trasformando i nostri buoni
propositi in una strategia comune, domani a Londra risponderemo alle loro
legittime aspettative e riusciremo a contribuire a mettere fine alla crisi
economica e ad evitare che se ne verifichino altre in futuro. L´autore è il
presidente della Commissione europea
( da "Nuova Sardegna, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 10 -
Attualità Accordo tra la Chiesa e le banche per aiutare i più poveri Siglata
l'intesa Cei-Abi per l'erogazione di prestiti a tasso agevolato alle famiglie
CITTà DEL VATICANO. Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va
in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi
e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in
un certo senso la crisi è partita, e mettendo in moto
aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di
solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. I vescovi sono
«consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» -
afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di
affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più
articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno
giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno
aperti appositi conti correnti. La Cei conta così di raccogliere nel Fondo di
garanzia almeno 30 mila euro, che l'Associazione bancaria italiana, sentiti i
propri aderenti, si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i
requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300
mila euro. Potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse
le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna
fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purchè residenti in Italia.
Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito, sarà
erogato nella misura di 500 euro mensili per un massimo di un anno, è
prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte
di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In
caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche incasseranno
gli interessi concordati.
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina XIV - Torino
Carolyn Christov lancia "Che fare?", una serie di curiose performance
al via venerdì nelle sale del museo Rivoli, azioni creative tra le opere "Così il Castello sfida la crisi" Tentiamo di lavorare in un momento di tagli attirando
anche i giovani S´inizia con il flauto della serba Prvacki MARINA PAGLIERI
«Come possono i musei lavorare in un momento di crisi
finanziaria, attirando anche i giovani?». La
risposta a questa domanda, e anche la sfida, arriva per Carolyn Christov
Bakargiev, da alcuni mesi alla guida del Castello di Rivoli, dalla serie
di performance "Che fare?", che prende il via venerdì nelle sale del
museo: «Il titolo vuole essere un omaggio a Torino e all´artista Mario Merz,
che così ha chiamato una sua celebre opera indicando l´impegno dell´arte nella
società. E si richiama anche al pamphlet di Lenin del 1901-1902, ancora
riferito all´interrogativo su come si possa agire nel mondo». Già, che fare?
Intanto, dice ancora Christov Bakargiev, dare luogo a opere generate dallo
stesso museo, che escano dalle pure logiche del mercato e si fondino su un
rapporto diretto ed emozionale con il pubblico. Una prova si è avuta ieri
mattina, dove Anna Prvacki, giovane artista serba emigrata a Singapore, già
presente alla prima Triennale torinese del 2005 "La Sindrome di
Pantagruel", si aggirava per le sale suonando il flauto seguita da
comparse anche loro intente in esercizi musicali. La performance, realizzata
con l´Istituto Musicale della Città di Rivoli, si intitola Analgesico derivato
musicale-Versione con ptialismo. Una riflessione legata alle qualità benefiche
della pratica musicale e alla produzione di saliva, o meglio fiato condensato,
che i musicisti accumulano suonando, ma anche al rapporto tra arte e medicina,
perché con la saliva si può lenire il dolore (non per nulla si usa
l´espressione "leccarsi le ferite"). Ieri erano solo prove, e intanto
si girava un video che l´artista produrrà nei prossimi giorni, per proiettarlo
poi nel museo. La performance sarà invece aperta al pubblico venerdì e sabato
dalle 19 alle 21 (venerdì alle 17.30 conversazione tra l´artista e il critico
Raimundas Malasauskas) e domenica dalle 11.30 alle 13. Il 24 aprile sarà la
volta dell´artista bulgaro Nedko Solakov, con Libertà di dialogo. Soffermandosi
sulla tipica gestualità italiana, si immagina come sia possibile litigare
avendo, nel vero senso della parola, le mani legate (24 e 25 aprile 19-21, 26
11-13). Seguono appuntamenti con Massimo Grimaldi (Davanti alle immagini, 8 e 9
maggio 17-21, 10 maggio 10-14/17-21), con Mark Leckey, insignito nel 2008 del
prestigioso Turner Prize (Nella coda lunga, 22 e 23 maggio 19.30-20.30, il 22
alle 18 conversazione con Marcella Becaria) e infine con Dan Perjovschi (Da
capo 19 e 20 giugno, 19-21, 21 11-13).
( da "Finanza e Mercati"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Voragine da 28
miliardi per Fortis da Finanza&Mercati del 01-04-2009 Fortis registra una
perdita peggiore delle previsioni. La holding finanziaria
belga-olandese, guidata da Karel de Boeck, ha chiuso il 2008 con una perdita
netta di 28 miliardi di euro, superiore ai 22,5 miliardi anticipati a metà
marzo. Nel 2007 il gruppo finanziario ha conseguito un utile netto di quattro
miliardi. Le perdite della holding, che lo scorso anno è stata smembrata, in un
piano di salvataggio pubblico gestito dai governi di Olanda, Belgio e
Lussemburgo, sono da ricondursi principalmente alle attività bancarie.
L'istituto ha già preannunciato di non essere in grado di versare un dividendo
per il 2008. Colpita in pieno dalla crisi finanziaria la società, lo scorso
anno, ha chiesto l'intervento delle autorità del Benelux. Dopo una prima
tranche di aiuti nel settembre scorso, il governo olandese ha nazionalizzato, a
inizio ottobre, le attività di bancassurance di Fortis in Olanda e il Belgio ha
assunto il controllo al 100% della filiale bancaria belga Fortis Banque con l'obiettivo
di ricollocare il 75% del capitale ai francesi di Bnp Paribas. Il piano è stato
tuttavia bocciato dagli azionisti di Fortis lo scorso 11 febbraio e il nuovo
accordo riveduto con Bnp sarà sottoposto al voto dei soci il prossimo 8 e 9
aprile.
( da "Finanza e Mercati"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Ocse a Trichet:
«Taglia ancora i tassi» di Redazione del 01-04-2009 da Finanza&Mercati del
01-04-2009 [Nr. 62 pagina 3] Ieri l'Ocse ha invitato la Bce (domani si riunisce
il board Eurotower) a tagliare nuovamente i tassi e a ricorrere a forme di «quantitative
easing». L'Ocse, infatti, ha spiegato che l'economia mondiale è «nel mezzo
della più profonda e sincronizzata recessione» dal dopoguerra, causata dalla crisi finanziaria globale e aggravata dal collasso del commercio. Nell'Interim
Outlook dell'organizzazione internazionale, la previsione è di una contrazione
del Pil mondiale del 2,7% quest'anno, seguito da un +1,2 nel 2010. Per i Paesi
dell'area Ocse la prognosi punta a -4,3% nel 2009 e
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
AIUTI ALLE FAMIGLIE.
Colletta nelle chiese il 31 maggio per costituire un fondo di garanzia Cei e
banche alleate: prestiti per 300 milioni CITTÀ DEL VATICANO La Chiesa italiana
va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi
e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario e mettendo in
moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia e una rete di
solidarietà. A beneficiarne direttamente potrebbero essere 20-30 mila famiglie.
Per la Cei, ha spiegato il segretario monsignor Mariano Crociata illustrando
gli esiti dell'ultima riunione del consiglio permanente dei vescovi italiani, è
soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva
carità». I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza
della crisi finanziaria ed
economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di
Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da
istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti
appositi conti correnti. La Cei conta di raccogliere nel Fondo di
garanzia almeno 30 milioni di euro, che l'Associazione bancaria italiana si è
impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati
dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 milioni. A chiedere i
prestiti potranno essere famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse le
coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna
fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purché residenti in Italia.
Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito sarà di 500
euro mensili per un anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora
trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e
modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
CREDITO. Iniziativa
della banca corporate per aiutare le aziende a uscire dalla crisi
Unicredit congela le rate per le Pmi in Cig VERONA Da UniCredit ossigeno alle
piccole e medie imprese che accedono alla cassa integrazione ordinaria. Dopo i
7 miliardi di euro di crediti messi a disposizione delle piccole e medie
imprese dalle banche del gruppo (di cui 4 messi a disposizione da Unicredit
Corporate Banking e 3 dalle banche retail del gruppo) nell'ambito del progetto
«Impresa Italia», destinati a finanziamenti con garanzie dei Confidi
attualmente in elaborazione, si legge in una nota dell'istituto, arriva il
congelamento delle rate per le imprese in temporanea difficoltà a causa della crisi. E nell'ambito di «Impresa Italia» ieri è stata
stipulata a Catania una convenzione tra Banco di Sicilia (Unicredit Group) e
Apifidi Sicilia. UniCredit corprate che ha la sede a Verona, ha strutturato, a
favore delle imprese clienti con fatturati annui a livello di gruppo inferiori
a 50 milioni che siano state costrette a ricorrere alla Cassa integrazione
guadagni ordinaria, un meccanismo di congelamento, per un massimo di 12 mesi,
delle rate relative a finanziamenti a termine o a mutui. Il sistema prevede che
le rate, per un ammontare massimo di 500mila euro in linea capitale, vengano
posticipate in coda al piano d'ammortamento, senza alcun onere per l'impresa se
non le spese notarili nel caso si tratti di un mutuo ipotecario. In coerenza
con la natura congiunturale dell'iniziativa, ribadisce il comunicato
dell'istituto, la possibilità di accedere a questa misura è riservata alle
imprese clienti di Unicredit che si trovino in difficoltà
temporanea in conseguenza della crisi finanziaria e quindi abbiano attivato, o attivino, nel corso del 2009, la
procedura per la cassa integrazione guadagni ordinaria. «Con questo ulteriore
impegno», ha sottolineato Gianni Coriani, direttore generale Unicredit
Corporate Banking «completiamo il quadro degli interventi che il nostro gruppo
ha voluto rendere operativi con l'obiettivo di fornire risposte utili
sia per limitare gli effetti della crisi che per
creare le condizioni per una più rapida uscita. La logica di questa
iniziativa», ha precisato Coriani, «è di contribuire concretamente al rapido
superamento delle difficoltà, garantendo alle piccole e medie imprese la
tranquillità necessaria a pianificare la pronta ripresa dell'attività e a
intraprendere un nuovo ciclo di crescita».
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina XVII - Palermo LA CRISI ECONOMICA IN SICILIA VISTA ATTRAVERSO LE
CAMBIALI GAETANO CUSIMANO P er saperne di più sulla crisi
finanziaria e reale che ha colpito l´Italia e le sue
regioni a far tempo dal secondo semestre dello scorso anno, in mancanza di
indicatori aggiornati di contabilità nazionale (prodotto interno lordo e
consumi delle famiglie, per fare qualche esempio) e del mercato del
lavoro (numeri di occupati e di disoccupati, per fare un altro esempio), faremo
riferimento agli effetti protestati nel corso del 2008, per ammontare, numero e
tipologia, rilevando le variazioni intervenute rispetto all´anno precedente,
sempre allo scopo di cogliere la posizione relativa della Sicilia nel contesto
nazionale. Diciamo subito che nel 2008 il monte dei "pagherò" non
onorati ha superato complessivamente il tetto dei 4,1 miliardi di euro, pari a
un incremento dell´11,7 per cento rispetto al
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
VENETO pag. 12 Il
modello Veneto adesso scricchiola ECONOMIA DOPO LA CRESCITA registrata nel
2007, il 2008 non è stato un anno positivo per il sistema economico veneto, per gli effetti della grave crisi
finanziaria che sta interessando l'economia
mondiale. Lo conferma la relazione sulla situazione economica del Veneto
presentata ieri a Marghera da Unioncamere. La tenuta del settore agricolo è
stata accompagnata dalla flessione della produzione industriale e dal
rallentamento delle vendite al dettaglio. In difficoltà anche il settore
dei servizi, dove ha pesato l'andamento meno favorevole dell'industria
turistica. Secondo le stime più recenti, il pil regionale a prezzi costanti ha
registrato una flessione dello 0,5% rispetto al 2007, livemente superiore al
-1% segnato a livello nazionale. Nel confronto con le altre regioni, il tasso
di variazione del pil regionale è risultato leggermente migliore di quello
della Lonbardia, Piemonte e Trentino Alto Adige, che hanno segnato una
contrazione dello 0,6%, ma di poco inferiore a quella del Friuli Venezia Giulia
e dell'Emilia Romagna (-0,4%). Secondo le stime di Unioncamere, nel 2008 le
esportazioni del Veneto sono aumentate dell'1,1%, raggiungendo i 51,1 miliardi
di euro, a fronte del +13,9% del 2006 e del +9,2 del 2007. Tuttavia, viene
sottolineato, la dinamica stimata per il 2008 è decisamente migliore di quella
pubblicata dall'Istat (-4,6%) e coerente con quella registrata nei primi nove
mesi dell'anno. Significativi i dati sul turismo: gli arrivi 2008 sono
diminuiti di oltre 23 mila unita' (-0,2%), attestandosi a 14,1 milioni. Più
accentuata la contrazione nelle presenze, ridotte dello 0,9%, pari a 60,6
milioni (erano 61,5 nel 2007). Nel secondo semestre del 2008 la domanda di
linee di credito e prestiti bancari sempre secondo l'indagine Unioncamere su un
campione di quasi 3.000 imprese dei settori manufatturiero, commercio e
servizi, è rimasta pressoché stabile .
( da "Italia Oggi"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
ItaliaOggi sezione:
Giustizia e Società data: 01/04/2009 - pag: 26 autore: di Andrea Fradeani fuori
bilancio Ias 39 al restyling Più trasparenza sugli strumenti finanziari Più
trasparenza nell'eliminazione dal bilancio degli strumenti finanziari.
L'International Accounting Standards Board (IASB), responsabile dello sviluppo
dei principi contabili internazionali, interviene per l'ennesima volta sul
discusso IAS 39 con l'obiettivo, in questo caso, di fare piena luce su una
delle pagine più discusse del rendiconto redatto secondo il modello IFRS: la derecognition degli asset finanziari.La proposta di modifica
dello standard setter londinese, pubblicata oggi sul sito http:// www.iasb.org,
cerca di dare una prima risposta ad un problema che ha sicuramente contribuito
ad aggravare l'attuale crisi finanziaria: la complessità e le incoerenze dell'attuale versione dello IAS
39 hanno spesso facilitato pratiche finalizzate alla «scomparsa» degli
strumenti finanziari di maggiore pericolosità (i ben noti titoli tossici) dai
bilanci di banche ed operatori finanziari. Soprattutto nei paesi anglosassoni,
difatti, si sono diffusi veri e propri strumenti d'ingegneria finanziaria pensati per consentire il trasferimento, e
quindi la «scomparsa» dai rendiconti, delle poste più scomode ad entità
appositamente costituite: una pericolosa pratica di windows dressing, che
finiva per confondere gli investitori sulla qualità ed affidabilità delle performance
offerte dai documenti ufficiali.Quali le novità? In primo luogo una
riformulazione delle condizioni per poter procedere all'eliminazione di
un'attività finanziaria: un approccio che abbandona,
introducendo una logica più semplice ma pure più rigorosa, l'incoerente
combinazione di concetti quali rischio/beneficio, coinvolgimento e controllo a
favore solo di quest'ultimo. Una migliore definizione, inoltre, della nozione
di trasferimento abbinata ad una guida operativa che consenta di affrontare la
complessità sia degli strumenti che delle strutture finanziare oggi in
circolazione. Infine un'importante modifica all'IFRS 7, dedicato
all'informativa sugli strumenti finanziari, con il compito di migliorare le
informazioni e la valutazione del rischio derivante dagli asset comunque
trasferiti.La proposta, molto discussa all'interno dello stesso board (è stata
approvata con ben 5 voti contrari su di un totale di 14 partecipanti), si
tradurrà, dopo la conclusione della fase di pubblico commento (la comunità
bilancistica internazionale potrà intervenire fino al 31 luglio 2009), in una
rilevante modifica dello IAS 39. Un ulteriore passo, in attesa del nuovo
principio contabile congiunto promesso da IASB e FASB, verso una migliore
rappresentazione in bilancio degli strumenti finanziari: una condizione
necessaria per poter ripristinare la fiducia sia degli investitori che del
grande pubblico verso l'attendibilità della comunicazione economico-finanziaria degli operatori finanziari.
( da "Milano Finanza (MF)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione: Primo
Piano data: 01/04/2009 - pag: 4 autore: di Francesca Vercesi Secondo l'annuale
ricerca commissionata da Assoreti, rispetto al 2007 è invariata la percentuale
di acquirenti di prodotti finanziari Eurisko, in Italia nessuna fuga dagli
investimenti Nonostante i tempi bui, non è fuggi-fuggi dagli investimenti. Le
famiglie italiane continuano a investire negli strumenti finanziari e, per una
buona metà, non hanno intenzione di modificare il proprio portafoglio. Tant'è
che la percentuale di chi investe in prodotti e servizi finanziari è rimasta
quasi intatta: si parla di un 44% in questo inizio di 2009 contro una media del
45% nell'ottobre 2007. Nel caso dei clienti di promotori finanziari, poi, la
quota è addirittura salita all'80% dal 78%. Piuttosto, si assiste a una
maggiore richiesta di informazione sull'andamento dei propri investimenti ed è
molto apprezzata, da parte dei clienti, una relazione più stretta e
personalizzata con gli intermediari. Sono questi i risultati della sesta
indagine presentata ieri a Milano e realizzata da Gfk Eurisko per conto di
Assoreti, l'associazione nazionale delle banche e delle sim che collocano
prodotti e servizi di investimento attraverso le reti di promotori finanziari,
nell'ambito di un'iniziativa nata nel 2005 con l'obiettivo di seguire
l'evoluzione dei bisogni dei risparmiatori. La ricerca è stata condotta su un
campione di 1200 individui capifamiglia (di cui circa 440 clienti di promotori
finanziari), d'età compresa tra 30 e 60 anni, possessori di un conto corrente
(bancario o postale) o di una polizza assicurativa. I risparmiatori, in media,
sono sempre più consapevoli dei loro investimenti: è infatti aumentato dal 67%
al 76% (dal 79% all'84% per i clienti dei promotori) il numero di coloro che sa
fornire un'indicazione su grado di rischio, orizzonte temporale, rendimento
atteso o asset allocation. Il cliente che ha sopportato perdite lamenta
soprattutto la mancanza di informazioni. Questo è l'oggetto del 55% delle
risposte degli insoddisfatti, mentre solo il 16% degli intervistati lamenta la
mancanza di interventi tempestivi per limitare l'erosione del portafoglio.. «La
ricerca ci ha fornito indicazioni importanti», commenta Marco Tofanelli,
segretario generale di Assoreti, che spiega: «una fase di crisi
come quella che stiamo attraversando può essere un'occasione per migliorare
servizi e prodotti. Il profilo che emerge è, infatti, quello di un cliente più
attento alla qualità del servizio, che chiede un controllo maggiore sui propri
investimenti e che chiede di essere seguito con attenzione nella cura del
risparmio. Questa è la direzione verso la quale si può e si deve andare. Le
reti di promotori finanziari possono svolgere un ruolo molto importante perché
questo è il loro terreno d'elezione». Dall'indagine, poi, diversamente da
quanto è avvenuto nell'intricata industria dei fondi comuni, sempre più
bersagliata dai riscatti, la raccolta delle reti è stata graziata dal boom del
risparmio amministrato (15.876 milioni di euro) che nel
( da "Italia Oggi"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
ItaliaOggi sezione:
Pubblica Amministrazione data: 01/04/2009 - pag: 31 autore: Antonio G. Paladino
Gli avanzi di amministrazione per fare credito alle pmi Un ente locale può
utilizzare l'avanzo di amministrazione per finanziare un fondo di sostegno al credito
delle piccole imprese locali. Questo, però, potrà avvenire esclusivamente dopo
l'avvenuto assestamento del bilancio e dopo aver effettuato una preventiva
valutazione dell'effettiva incidenza economica dell'operazione, in ossequio ai
principi di efficacia, efficienza e trasparenza dell'azione amministrativa. È
quanto ha messo nero su bianco la sezione regionale di controllo della Corte
dei conti per la Lombardia nel testo del parere n.61/2009, con il quale ha
fornito interessanti spunti in merito all'utilizzazione dell'avanzo di
amministrazione, così come previsto dall'articolo 187 del Tuel. Nei fatti
oggetto del parere, il comune di Cologno al Serio ha richiesto l'intervento
della Corte in funzione consultiva in merito alla possibilità per l'ente di utilizzare
l'avanzo di amministrazione scaturente dall'ultimo bilancio approvato, al fine
di costituire un fondo di circa 25 mila euro, con l'obiettivo di sostenere
finanziamenti una tantum alle piccole imprese locali che, a
causa della perdurante crisi finanziaria, si trovano in temporanea esigenza di liquidità. Il fondo,
infatti, verrà incontro agli operatori locali che stipuleranno con gli istituti
di credito un prestito per sostenere la momentanea difficoltà di liquidità
nella propria attività aziendale, causata dalla crisi economico-finanziaria. Sul piatto, una somma di 500 euro in conto interessi per
ogni impresa richiedente e fino all'esaurimento della dotazione del fondo. La
Corte, sul punto, ha osservato che la struttura della destinazione dell'avanzo di
amministrazione, prevista dall'articolo 187 del Tuel , prevede che una volta
accertato con il conto di bilancio l'avanzo di amministrazione, questo può
essere utilizzato per più scopi, tra cui la copertura di debiti fuori bilancio,
il finanziamento delle spese di investimento e per la salvaguardia degli
equilibri di bilancio. Ne scaturisce che l'impianto normativo destina «in
maniera imprescindibile» l'avanzo di amministrazione alla salvaguardia
dell'equilibrio di bilancio e alla «sana e corretta gestione finanziaria
dell'ente». La Corte ammette che il finanziamento una tantum del fondo di
sostegno alle piccole imprese locali, è una «spesa corrente non ripetitiva».
L'ipotesi prospettata dall'ente è percorribile solo se si ricorre ad uno
stanziamento del bilancio comunale, derivante dall'avanzo di amministrazione
non vincolato. Con una condizione: che l'operazione sia deliberata in sede di
assestamento del bilancio, previo accertamento dell'effettiva convenienza della
spesa e della consistenza di fondi per assicurare l'equilibrio di bilancio.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
SOCIETÀ. DA WALL
STREET ALLA CRISI DELL'AUTO: I MANAGER SUPERPAGATI NEL MIRINO DELL'OPINIONE
PUBBLICA GLI INTOCCABILI di Simone Incontro Li avevano soprannominati i «Master
of the Universe», i "titani" e loro forse avevano pensato davvero di
poter sconfiggere la forza di gravità. Poi è accaduto l'impensabile e i semidei
sono tornati sulla terra, uno dopo l'altro. E' la fine di quello che Samuel
Huntington definiva l'«Uomo di Davos». La recessione più grave del dopoguerra
distrugge un mito che per decenni ha catalizzato l'attenzione: l'élite
sovranazionale che ha deciso i destini dell'economia globale. In poco più di un
anno l'Uomo di Davos ha perso quasi tutto. La maggior parte di loro, infatti,
si è sottomessa ai controlli e ai vincoli del Tesoro americano per poter avere
un accesso diretto ai soldi dei contribuenti e, in alcuni casi, per ricevere
lauti bonus. E' difficile dimenticare la prima volta a Washington dei capi di
General Motors, Chrysler e Ford, arrivati nella capitale americana con i loro
jet privati per chiedere finanziamenti. La seconda volta, dopo essere stati
sbranati dall'opinione pubblica, si sono trasferiti da Detroit a Washington
guidando auto ibride. Lloyd Blankfein di Goldman Sachs, Richard Fuld di Lehman Brothers e Chuck Prince di Citigroup sono solo alcuni
dei nomi e dei gruppi di questa crisi. Se guardiamo all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex
amministratore delegato della Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il
banchiere con la pensione da 726 mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi finanziaria che ha messo in
ginocchio la City di Londra. Sempre dal Vecchio continente, uno dei duri
per eccellenza, vero e proprio "tagliagole", felice di esserlo,
Christian Streiff, è stato silurato dal gruppo Peugeot-Citroen due giorni fa.
Stessa fine ha fatto Rick Wagoner, amministratore delegato di General Motors,
l'azienda americana, un tempo icona del capitalismo stelle&strisce. Il capo
della Casa Bianca, Barack Obama, ha affermato che la sua decisione di mandare a
casa Wagoner "non significa una condanna, ma il riconoscimento che
occorreranno una nuova visione e una nuova direzione per creare la GM del
futuro". La decisione arriva dopo settimane in cui il suo ministro del
Tesoro Timothy Geithner è diventato l'uomo più solo di Washington, forse anche
per i suoi anni passati alla guida della Federal Reserve di New York dove ha
assistito, senza intervenire all'adozione da parte delle banche di politiche
che ne hanno moltiplicato l'esposizione, ma soprattutto per la scoperta da
parte dei contribuenti americani che molti manager responsabili del disastro
hanno continuato a ricevere consistenti bonus. Geithner ha cercato di
difendersi come ha potuto per il caso Aig, il gruppo assicurativo che, salvato
dall'intervento dello Stato americano (con iniezioni di oltre 170 miliardi di
dollari), ha deciso di distribuire premi a dirigenti per milioni di dollari,
fino a sommare, secondo alcune fonti, addirittura un miliardo di dollari in
bonus. Geithner ha spiegato che aveva saputo dei bonus solo il 10 marzo, mentre
la Fed (come ha rivelato il Washington Post) lo sapeva da mesi. Geithner ha poi
ammesso di aver aspettato due giorni prima di informare la Casa Bianca, un
ritardo che ha irritato Obama. I repubblicani chiedono a gran voce che il ministro
si dimetta e alcuni democratici (riporta il New York Times) prevedono che non
arriverà a giugno. Il presidente Obama non ha usato mezzi termini e ha parlato
di "oltraggio e offesa ai contribuenti". Nel paese, intanto, la
ventata di populismo che infiamma il Congresso e l'America ha trasformato
l'incidente Aig nella questione più scottante del momento. Il Congresso ha
usato il pugno di ferro e ha votato una legge che impone un prelievo fiscale
del 90% sui bonus erogati ai manager di aziende che ricevono aiuti pubblici. Il
provvedimento, però, lascia indifferenti i 700 banchieri della Merrill Lynch
che hanno incassato gratifiche da un milione di dollari in su (a testa), in
quanto la legge votata dalla Camera è valida dal primo gennaio 2009. Come ricorda
Rocca sul Foglio, "in tempi di piena, l'indomabile ottimismo degli
americani valuta le enormi ricchezze dei pochi fortunati come una prospettiva
alla portata di tutti. Quando c'è la crisi, e si
diffonde il timore di una catastrofe economica anche personale, diventa più
difficile digerire la perdita del lavoro e della casa a fronte del pagamento
con i propri soldi dei mega bonus miliardari alle stesse persone che hanno
creato o cavalcato il disastro finanziario". Le grandi firme dei più
influenti quotidiani liberal, come Paul Krugman, Maureen Dowd e Thomas Friedman
e Frank Rich non hanno fatto sconti al modo in cui il presidente sta
affrontando la crisi economica e l'hanno accusato di
"avere legami stretti con Wall Street". Negli ultimi mesi,
l'americano medio ha perso il posto di lavoro (seicentomila ogni trenta
giorni), ha dovuto subire il crollo del valore della propria casa, ha visto
dimezzare i risparmi pensionistici vincolati all'andamento della borsa e
svanire i fondi riservati all'istruzione dei figli. Infine, secondo i dati
dell'Economist, è diminuita perfino la mobilità interna, uno dei pilastri del
sogno americano. "Siamo all'inizio di una vera ribellione popolare. Quando
vengono commessi gravi eccessi, l'America sana può anche reagire così"
avverte sul Washington Post il politologo E.J. Dionne.
( da "Milano Finanza (MF)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
MF sezione: Commenti
& Analisi data: 01/04/2009 - pag: 9 autore: di Alberto Argnani* e Massimo
Gambelli** L'investimento nelle società è agevolato. Lo sia
anche quello nei fondi chiusi L'attuale crisi
finanziaria fa emergere la necessità di interventi
mirati a dare impulso effettivo all'economia. Un ambito interessante potrebbe
essere quello del private equity, capace di dare, tramite l'attività degli
investitori professionali, un impatto positivo sull'intero sistema imprenditoriale
nazionale. Infatti grazie alla rete di relazioni, alle competenze
manageriali ed alle risorse finanziarie apportate è possibile migliorare i
fondamentali delle aziende sia in termini di redditività operativa lorda che di
fatturato. Risulta quindi evidente come l'intervento di investitori in grado di
apportare non solo nuove risorse finanziarie ma anche competenze, relazioni e
metodologie per la crescita sia in grado di contribuire in misura rilevante
allo sviluppo del tessuto imprenditoriale nazionale.Per tale motivo la
possibilità di agevolare, per esempio attraverso sgravi fiscali, l'attività
d'investimento in fondi di private equity, può incentivare l'afflusso di
risorse finanziarie verso uno strumento di investimento in grado di agevolare
lo sviluppo dell'imprenditoria italiana. Un esempio virtuoso in tal senso è
rappresentato dalla iniziativa messa in atto dal Governo francese che, già a
partire dal
( da "Nuova Ferrara, La"
del 01-04-2009)
Pubblicato anche in: (Trentino)
(Alto Adige) (Gazzetta di Mantova, La) (Gazzetta di Reggio) (Corriere delle
Alpi)
Argomenti: Crisi
Accordo tra la
Chiesa e le banche per aiutare i più poveri Siglata l'intesa Cei-Abi per
l'erogazione di prestiti a tasso agevolato alle famiglie CITTà DEL VATICANO.
Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso delle
famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla
disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo
senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in
forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà
tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. I vescovi sono
«consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» -
afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di
affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più
articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno
giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno
aperti appositi conti correnti. La Cei conta così di raccogliere nel Fondo di
garanzia almeno 30 mila euro, che l'Associazione bancaria italiana, sentiti i
propri aderenti, si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i
requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300
mila euro. Potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse
le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna
fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purchè residenti in Italia.
Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito, sarà
erogato nella misura di 500 euro mensili per un massimo di un anno, è
prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte
di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In
caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche incasseranno
gli interessi concordati.
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
REGGIO pag. 8 E'
inaccettabile sostenere che non si poteva rinviare' LA LISTA DI ANTONELLA
SPAGGIARI CEMENTO e urbanistica sono campi di battaglia annunciati nello
scontro elettorale. E proprio sul Piano (Piano strutturale comunale) e la
"nuova stagione urbanistica'' dell'assessore Ugo Ferrari piovono le
critiche di Città attiva, la lista civica che esprime come candidato sindaco
l'ex primo cittadino Antonella Spaggiari. «La concertazione - dice
l'associazione - è sicuramente insufficiente se ben quattro organizzazioni del
mondo imprenditoriale non sono d'accordo, esprimono dubbi e chiedono tempo per
leggere e valutare le carte e i documenti». La lista contesta la mancata
elaborazione, insieme al Psc, anche del piano operativo comunale (Poc):
«L'assenza di contemporaneità diventa pericolosa soprattutto dal punto di vista
dei suoi effetti pratici determinando, nell'intervallo di tempo che intercorre
tra il Psc e il Poc, una situazione di incertezza e di potenziali conflitti».
Nel merito e nelle scelte, la giunta, avrebbe trascurato "l'ultimo e più
importante aspetto: la pesantissima crisi finanziaria ed economica
internazionale che sta avendo e avrà pesanti ricadute anche sul sistema
produttivo reggiano con conseguenze sulle famiglie e sulle imprese». Per cui,
«se da una parte è bene rafforzare tutti gli strumenti di sostegno alle
famiglie, ai lavoratori e alle imprese nel breve periodo, il problema
non è quanto si costruirà e come, ma è prima di tutto per che cosa si produrrà
dentro così grandi aree industriali come quelle previste. Con quali produzioni,
per quali mercati e con quali tipi di professionalità». Due esempi concreti?
«Il villaggio di Mancasale e le Reggiane». In chiusura Città attiva attacca:
«Le affermazioni per cui il Psc non si può rimandare e la sua adozione non crea
diritti acquisiti ed incremento di valore delle aree non possono essere
accettate. Non si dica che la sua non adozione sarebbe il venir meno a un patto
con i cittadini: questa amministrazione ha avuto 5 anni per adottare il
provvedimento e lo sta adottando al termine del mandato, lasciando così
un'eredità di diritti acquisiti e di nuove regole all'amministrazione che
subentrerà». Naturalmente, per la lista civica di Antonella Spaggiari, anche in
questo si caratterizza la giunta in scadenza: «Per forzature non necessarie che
radicalizzano i rapporti in città e producono dannose e inutili spaccature».
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Economia Pagina 212
Banca Mondiale, ripresa nel 2010 --> Taglio delle stime di crescita della
Banca Mondiale: nel 2009 il pil globale si contrarrà dell'1,7%, facendo
registrare il primo dato negativo dalla seconda Guerra Mondiale ad oggi. Per
l'area euro il pil si attesterà al -2,7%, negli Usa al -2,4%, in Giappone al
-5,3%. Particolarmente colpiti saranno i Paesi in via di sviluppo, dove la
crescita per il 2009 sarà del 2,1% contro il 5,8% del 2008. Sono questi gli
ultimi dati elaborati dagli esperti della Banca Mondiale che, in un documento dal
titolo Nuove prospettive globali, prevedono che «nel 2010 la
crescita tornerà debolmente positiva in quanto il consolidamento del settore
finanziario, la perdita di ricchezza generale e gli effetti della crisi finanziaria continueranno
ad influenzare l'attività economica». Nel 2010 - osserva il rapporto - il pil
globale sarà del 2,3%, «ma i tempi e il ritmo della ripresa sono ancora
altamente incerti».
Per Eurolandia la crescita nel 2010 dovrebbe essere dello 0,9%, per gli Usa del
2,0%, per il Giappone dell'1,5% e per i Paesi in via di sviluppo al 4,4%.
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina VIII -
Bologna Manager, tutor o politico? L´Alma Mater a una svolta Identikit dei
professori in lizza per la successione a Calzolari a quaranta giorni dal voto.
La loro storia accademica e le loro promesse Fiducia, indipendenza e personalità
come doti personali Autonomia, trasparenza, innovazione: ecco le parole chiave
ILARIA VENTURI IDENTIKIT di un nuovo rettore. Per un´Alma
Mater stretta dalla crisi finanziaria e dalla caduta del consenso sociale, come tutto il mondo
universitario, in cerca di riscatto, identità e nuovi orizzonti. Servirà un
rettore manager o una personalità forte sotto il profilo culturale per
affrontare le sfide dei prossimi anni? Mancano quaranta giorni al voto,
quelli che determineranno la caduta del fair play tra i candidati. Ai quali
abbiamo chiesto di definirsi rispetto al futuro dell´Ateneo, di marcare la
differenza su ciò che pensano e vorranno fare dell´università. L´eredità di
Pier Ugo Calzolari, che lascia dopo due mandati e nove anni di governo, sconta
le difficoltà di una successione a Roversi Monaco, rimasto potente in città e
in sotterraneo contrasto, e di una Bologna indifferente a un´Alma Mater e a un
rettore che intanto conquistava riconoscimenti all´estero, che lanciava il
progetto di una città creativa, che parlava di giovani, ricerca e innovazione.
A partire da qui, chi guiderà l´università di Bologna almeno fino al 2013?
Roberto Grandi, forte del suo ruolo da prorettore ai rapporti internazionali
nella squadra Calzolari, una campagna massmediatica curata da professionista,
parla di «autogoverno trasparente, efficiente, responsabile per raggiungere
risultati di qualità». E porta in dote, dice, «la capacità di innovare in
un´ottica internazionale e di valorizzare le persone, autorevolezza e credibilità».
Sassatelli, per anni all´opposizione in Senato accademico come preside di
Lettere e da qui candidato, punta a coniugare la «grande tradizione» con il
«rinnovamento» e per questo sceglie la cifra del «sapere e fare» e confida
«nella capacità personale di conoscere, metabolizzare e risolvere i problemi».
Segrè, il pupillo di Calzolari che le voci vogliono forse già un po´
abbandonato, l´accademico che arriva nel salotto della Dandini in tv, pensa
all´Alma Mater come a una casa di vetro: «Dobbiamo riconquistare la fiducia
rendendo conto». E avanza la sua «visione di lungo periodo per il futuro
dell´Alma Mater: sarò interlocutore affidabile, interagirò con tutte le forze
politiche, gestirò il consenso da parte degli interlocutori sociali esterni,
metterò in dialogo saperi e aree disciplinari». Braga, quello che è partito un
anno e mezzo prima, scarpe buone e idee, il più quotato tra i giovani e la
collezione di decine di endorsement sul sito, sceglie «l´autonomia decisionale,
economica e finanziaria dell´Ateneo bilanciata con la
responsabilità: tutti, singoli e strutture, devono rendere conto delle proprie
scelte». Si presenta nella sua indipendenza: «Non ho pregressi, non avrò debiti
elettorali, non ho sistemi di amicizie e di inimicizie per appartenenza ad
associazioni politiche o altro». Giancarlo Barbiroli, l´outsider dell´ultimo
minuto, il «pierino» di turno, si candida per «riscrivere regole e criteri di
governo». Cantelli Forti, il ri-candidato oppositore, che il toto-rettore vuole
forte di un pacchetto di voti, come nel 2000, e di vicinanza con Roversi
Monaco, parla «di continuità rispetto alla battaglia istituzionale e critica
portata avanti in questi anni», punta alla «personalità sempre dimostrata, al
senso istituzionale, alla capacità di lavorare e saper valorizzare i giovani.
Il rettore è un professore che conosce l´amministrazione», dice. E Dionigi,
percepito in Ateneo candidato solido, trasversale e autonomo, che guarda alle
persone: «Sono loro a fare la differenza, con la loro identità e appartenenza,
è dalle persone che occorre sempre ripartire». La sua dote? Parlare a un corpo
docente incline alla sfiducia e ai giovani schiacciati dalla mancanza di
prospettive. «So di poter dare una iniezione di fiducia per governare la
complessità dell´Ateneo e di avere la forza di affrontare con determinazione i
cambiamenti necessari, perché credo nella meritocrazia e nell´orgoglio
dell´Alma Mater». SEGUE A PAGINA V
( da "Arena, L'" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 01 Aprile
2009 NAZIONALE Pagina 3 AIUTI ALLE FAMIGLIE. Colletta nelle chiese il 31 maggio
per costituire un fondo di garanzia Cei e banche alleate: prestiti per 300
milioni CITTÀ DEL VATICANO La Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie
messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione,
e lo fa coinvolgendo il sistema bancario e mettendo in moto aiuti in forma di
prestiti sostenuti da un fondo di garanzia e una rete di solidarietà. A
beneficiarne direttamente potrebbero essere 20-30 mila famiglie. Per la Cei, ha
spiegato il segretario monsignor Mariano Crociata illustrando gli esiti
dell'ultima riunione del consiglio permanente dei vescovi italiani, è
soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva
carità». I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza
della crisi finanziaria ed
economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di
Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da
istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti
appositi conti correnti. La Cei conta di raccogliere nel Fondo di
garanzia almeno 30 milioni di euro, che l'Associazione bancaria italiana si è
impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati
dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 milioni. A chiedere i
prestiti potranno essere famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse le
coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna
fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purché residenti in Italia.
Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito sarà di 500
euro mensili per un anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora
trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e
modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 01-04-2009)
Pubblicato anche in: (Giorno,
Il (Milano))
Argomenti: Crisi
PRIMO PIANO pag. 8
Prestiti di 500 euro al mese. Garantiscono i vescovi CEI NASCE UN FONDO DA 300
MILIONI PER LE FAMIGLIE NUMEROSE IN COLLABORAZIONE CON L'ASSOCIAZIONE BANCARIA
CITTA' DEL VATICANO LA CHIESA italiana va in soccorso delle famiglie messe in
ginocchio dalla crisi. E lo fa coinvolgendo il sistema
bancario, mettendo in moto aiuti in forma di prestiti, sostenuti da un fondo di
garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte
ecclesiale. E più di una semplice elemosina e, anche se a beneficiarne
direttamente potrebbero essere non oltre 20-30 mila famiglie, l'idea potrebbe
fare da apripista ad altre soluzioni. Per la Cei, ha spiegato il segretario,
monsignor Mariano Crociata, è soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo»
che si sostanzia in «fattiva carità». I vescovi sono «consapevoli della gravità
e dell'ampiezza della crisi
finanziaria ed economica si legge nel comunicato
finale del Consiglio e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di
sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata». Queste le modalità:
prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta
nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in
tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni,
enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno aperti appositi conti
correnti. IN QUESTO MODO la Cei conta di raccogliere nel Fondo di garanzia
almeno 30 milioni di euro, che l'Associazione bancaria italiana si è impegnata
a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei
prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 milioni di euro. «Accedervi
sarà molto semplice», ha spiegato Crociata, a patto di rientrare nei requisiti
fissati: potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse
dunque le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza
alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purché residenti in
Italia. BASTERA' rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie, che
provvederanno a dare indicazioni per ottenere il prestito di 500 euro mensili
(il possibile corrispettivo di un mutuo casa, per esempio) per un massimo di un
anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova
fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire.
In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche
incasseranno gli interessi concordati. «Non e' un gesto assistenziale ha
concluso monsignor Crociata ma un prestito che salva la dignità di chi lo
chiede».
( da "Centro, Il" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 7 - Attualità
Accordo tra la Chiesa e le banche per aiutare i più poveri Siglata l'intesa
Cei-Abi per l'erogazione di prestiti a tasso agevolato alle famiglie CITTà DEL
VATICANO. Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso
delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla
disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo
senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in
forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà
tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. I vescovi sono
«consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» -
afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di
affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più
articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia
con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di
Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da
istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno aperti
appositi conti correnti. La Cei conta così di raccogliere nel Fondo di garanzia
almeno 30 mila euro, che l'Associazione bancaria italiana, sentiti i propri
aderenti, si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i
requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300
mila euro. Potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse
le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna
fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purchè residenti in Italia.
Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito, sarà
erogato nella misura di 500 euro mensili per un massimo di un anno, è
prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte
di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In
caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche incasseranno
gli interessi concordati.
( da "Nuova Venezia, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 16 - Cronaca
Cantieri Dalla Pietà in crisi, domani la decisione Il
giudice ha incontrato Vidal, che ha firmato l'istanza di concordato Colloquio
ieri tra il giudice del Tribunale civile Rita Rigoni e il commercialista
mestrino Gianluca Vidal, che ha formulato il piano per il concordato preventivo
delle due società che gestiscono il cantiere Dalla Pietà a Fusina, la «Cantiere
nautico Dalla Pietà srl» e la «Dalla Pietà Yacht srl», che fanno riferimento
agli imprenditori Andrea Mevorach e Giorgio Dalla Pietà. Intanto, il Tribunale
si riunirà domani, giovedì 2 aprile, anticipando i tempi, per riunirsi in
camera di consiglio per decidere se accogliero o meno la richiesta. Nel caso la
decisione fosse positiva i giudici nomineranno un commissario giudiziale che
dovrà riunire tutti i creditori, ai quali spetta l'ultima parola con una
votazione in modo da evitare il fallimento. Era stato il giudice delegato
Rigoni a chiedere, prima della camera di consiglio, un incontro per chiarire
alcuni aspetti della richiesta di concordato preventivo. Nel documento firmato
dal dottor Vidal, si spiega che le due società hanno un passivo di circa 50
milioni di euro e che, grazie a propietà che verrebbero cedute e alla
possibilità di affittare il ramo d'azienda che si occupa di rimessaggio, i
creditori provilegiato verrebbero pagati al cento per cento, mentre i
chirografari della «Yacht srl» al 20 per cento e quelli della «Cantiere
nautico» al 27 circa. Stando al documento, è la crisi finanziaria internazionale a non
aver risparmiato nemmeno la storica nautica di lusso veneziana. Le società di
leasing avrebbero chiuso i rubinetti, nessuno ordina più nuovi yacht e chi lo
aveva fatto annulla le commesse. L'obiettivo del concordato, sempre stando al
progetto, è quello di salvare alcuni rami dell'azienda e cercare di tutelare al
massimo l'occupazione prima che sia troppo tardi (i dipendenti sono poco
più di una settantina e le organizzazioni sindacali si sono lamentate di essere
stata messi al corrente della situazione di crisi dai
giornali). Nel documento si indica anche la possibilità di proseguire il lavoro
per portare a termine la costruzione di almeno quattro yacht, che si trovano in
cantiere. (Giorgio Cecchetti)
( da "Provincia Pavese, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Broni. Braga:
«Aumenterà la pressione fiscale» Il bilancio ottiene l'ok La minoranza è
critica BRONI. Passa la prova del fuoco il bilancio di previsione 2009 stilato
dall'amministrazione bronese. Un bilancio rosicchiato ai
lembi dal fantasma della crisi finanziaria e dai tagli statali verso gli enti locali. Insomma: una coperta
tirata a destra e a sinistra ma che comunque lascerà i piedi scoperti. Lo ha
fatto più volte notare il sindaco Luigi Paroni. Si è così presentato al
cospetto di giunta e consiglieri il bilancio bronese dell'anno in corso con
previsione 2009-2011. Dalla relazione programmatica si evince in primo
luogo l'estrema difficoltà a fare fronte alle inevitabili e crescenti spese del
settore sociale che catalizza ben il 22% delle risorse: una enormità. Sembra
così che tutto il vortice di bilancio giri attorno a questo centro che annovera
in primis le spese per i minori affidati alle comunità protette e quelle per
gli insegnanti di sostegno scolastico, triplicate negli ultimi due anni. Al
capogruppo di minoranza Vittorio Braga c'è qualcosa che proprio non torna. E
sul banco degli imputati finiscono gli aumenti fiscali. Nel panorama generale
spalmato nel triennio trovano poi spazio i nuovi piani integrati di intervento
del settore urbanistica, i faraonici lavori alla fognatura bronese,
l'ampliamento del Cimitero in due lotti e la realizzazione della nuova scuola
primaria. Al capogruppo di minoranza Vittorio Braga c'è qualcosa che proprio
non torna. E sul banco degli imputati finiscono gli aumenti fiscali. Aumenti
che parrebbero non esserci, nella relazione previsionale del sindaco Paroni ma
che Braga, invece intercetta e sottolinea, lente di ingrandimento alla mano:
"Al contrario di quanto dichiarato dal sindaco, è ben visibile che gli
aumenti ci sono, eccome - esordisce il consigliere leghista - Tra le poche idee
espresse nel piano programmatico, su tutte è quella di voler batter cassa nelle
tasche dei cittadini". Tra le voci dove il capogruppo Braga registra
aumenti ci sarebbero dunque l'inasprimento della tassa sui rifiuti (Tia) che
"ricade su ogni famiglie e attività bronese", ricorda il consigliere.
E poi: "ancora aumenti per la retta dei servizi scolastici e sociali, per
i diritti di segreteria, per i loculi al cimitero e tutti i servizi cimiteriali.
Senza contare l'introduzione del parcheggio a pagamento e la previsione di
maggiori entrate provenienti da sanzioni amministrative, introducendo con tutta
probabilità l'uso dell'autovelox". "Tartassare è una stereotipia
verbale - controbatte Benedetto Maccarrone dalle file della maggioranza -.
Mettere a parità i bilanci significa garantire i servizi. Basta con il
preconcetto per cui esiste la sinistra vampira e la destra che propende una
mammella che da latte a tutti. Questi aumenti sono inevitabili e principalmente
dovuti ai tagli dell'Ici sulla prima casa". A questo risponde prontamente
il consigliere leghista Cesare Ercole: "Non diciamo falsità in merito
all'Ici. Entro fine aprile, quando il prefetto certificherà la cifra esatta, lo
stato provvederà a trasferirla. Non lascerà quindi alcun buco nel
bilancio". "In più non va nella direzione dello sviluppo - incalza
Emilio Bosini - E' la solita canzone ripetuta da 3 anni che vede protagoniste
la crisi, la burocrazia e la mancanza di soldi".
Infine, le risposte del sindaco: "Gli aumenti non intendono andare a
scalfire i bilanci di tutte le famiglie. Certo è che sono stati necessari per
il sostegno all'attività sociale al cui passo difficilmente si riuscirebbe a
stare altrimenti". Simona Contardi
( da "Arena, L'" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 01 Aprile
2009 CULTURA Pagina 48 SOCIETÀ. DA WALL STREET ALLA CRISI DELL'AUTO: I MANAGER
SUPERPAGATI NEL MIRINO DELL'OPINIONE PUBBLICA GLI INTOCCABILI CHE SONO CADUTI
Li avevano soprannominati i «Master of the Universe», i "titani" e loro
forse avevano pensato davvero di poter sconfiggere la forza di gravità. Poi è
accaduto l'impensabile e i semidei sono tornati sulla terra, uno dopo l'altro.
E' la fine di quello che Samuel Huntington definiva l'«Uomo di Davos». La
recessione più grave del dopoguerra distrugge un mito che per decenni ha
catalizzato l'attenzione: l'élite sovranazionale che ha deciso i destini
dell'economia globale. In poco più di un anno l'Uomo di Davos ha perso quasi
tutto. La maggior parte di loro, infatti, si è sottomessa ai controlli e ai
vincoli del Tesoro americano per poter avere un accesso diretto ai soldi dei
contribuenti e, in alcuni casi, per ricevere lauti bonus. E' difficile
dimenticare la prima volta a Washington dei capi di General Motors, Chrysler e
Ford, arrivati nella capitale americana con i loro jet privati per chiedere
finanziamenti. La seconda volta, dopo essere stati sbranati dall'opinione
pubblica, si sono trasferiti da Detroit a Washington guidando auto ibride.
Lloyd Blankfein di Goldman Sachs, Richard Fuld di Lehman
Brothers e Chuck Prince di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di
questa crisi. Se guardiamo
all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore delegato della
Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la pensione da 726
mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi
finanziaria che ha messo in ginocchio la City di
Londra. Sempre dal Vecchio continente, uno dei duri per eccellenza, vero
e proprio "tagliagole", felice di esserlo, Christian Streiff, è stato
silurato dal gruppo Peugeot-Citroen due giorni fa. Stessa fine ha fatto Rick
Wagoner, amministratore delegato di General Motors, l'azienda americana, un
tempo icona del capitalismo stelle&strisce. Il capo della Casa Bianca,
Barack Obama, ha affermato che la sua decisione di mandare a casa Wagoner
"non significa una condanna, ma il riconoscimento che occorreranno una
nuova visione e una nuova direzione per creare la GM del futuro". La
decisione arriva dopo settimane in cui il suo ministro del Tesoro Timothy
Geithner è diventato l'uomo più solo di Washington, forse anche per i suoi anni
passati alla guida della Federal Reserve di New York dove ha assistito, senza
intervenire all'adozione da parte delle banche di politiche che ne hanno
moltiplicato l'esposizione, ma soprattutto per la scoperta da parte dei
contribuenti americani che molti manager responsabili del disastro hanno
continuato a ricevere consistenti bonus. Geithner ha cercato di difendersi come
ha potuto per il caso Aig, il gruppo assicurativo che, salvato dall'intervento
dello Stato americano (con iniezioni di oltre 170 miliardi di dollari), ha
deciso di distribuire premi a dirigenti per milioni di dollari, fino a sommare,
secondo alcune fonti, addirittura un miliardo di dollari in bonus. Geithner ha
spiegato che aveva saputo dei bonus solo il 10 marzo, mentre la Fed (come ha
rivelato il Washington Post) lo sapeva da mesi. Geithner ha poi ammesso di aver
aspettato due giorni prima di informare la Casa Bianca, un ritardo che ha
irritato Obama. I repubblicani chiedono a gran voce che il ministro si dimetta
e alcuni democratici (riporta il New York Times) prevedono che non arriverà a
giugno. Il presidente Obama non ha usato mezzi termini e ha parlato di
"oltraggio e offesa ai contribuenti". Nel paese, intanto, la ventata
di populismo che infiamma il Congresso e l'America ha trasformato l'incidente
Aig nella questione più scottante del momento. Il Congresso ha usato il pugno
di ferro e ha votato una legge che impone un prelievo fiscale del 90% sui bonus
erogati ai manager di aziende che ricevono aiuti pubblici. Il provvedimento,
però, lascia indifferenti i 700 banchieri della Merrill Lynch che hanno
incassato gratifiche da un milione di dollari in su (a testa), in quanto la
legge votata dalla Camera è valida dal primo gennaio 2009. Come ricorda Rocca
sul Foglio, "in tempi di piena, l'indomabile ottimismo degli americani
valuta le enormi ricchezze dei pochi fortunati come una prospettiva alla
portata di tutti. Quando c'è la crisi, e si diffonde
il timore di una catastrofe economica anche personale, diventa più difficile
digerire la perdita del lavoro e della casa a fronte del pagamento con i propri
soldi dei mega bonus miliardari alle stesse persone che hanno creato o
cavalcato il disastro finanziario". Le grandi firme dei più influenti
quotidiani liberal, come Paul Krugman, Maureen Dowd e Thomas Friedman e Frank
Rich non hanno fatto sconti al modo in cui il presidente sta affrontando la crisi economica e l'hanno accusato di "avere legami
stretti con Wall Street". Negli ultimi mesi, l'americano medio ha perso il
posto di lavoro (seicentomila ogni trenta giorni), ha dovuto subire il crollo
del valore della propria casa, ha visto dimezzare i risparmi pensionistici
vincolati all'andamento della borsa e svanire i fondi riservati all'istruzione
dei figli. Infine, secondo i dati dell'Economist, è diminuita perfino la
mobilità interna, uno dei pilastri del sogno americano. "Siamo all'inizio
di una vera ribellione popolare. Quando vengono commessi gravi eccessi, l'America
sana può anche reagire così" avverte sul Washington Post il politologo
E.J. Dionne.
( da "Arena, L'" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 01 Aprile
2009 ECONOMIA Pagina 33 SISTEMA REGIONALE. Relazione annuale di Unioncamere
sulla situazione economica regionale. Tra i settori più colpiti le costruzioni.
Previsioni nere per il 2009 Il Veneto frena Crescita
( da "Giornale.it, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
n. 78 del 2009-04-01
pagina 12 Sarkozy «Via dal summit se non vedrò risultati concreti» di Matteo
Buffolo Il vertice non è ancora iniziato, ma sono già scoppiate le polemiche. A
innescarle, prima dell'incontro che si terrà domani a Londra, è stato il Presidente
francese Nicolas Sarkozy che ha minacciato di abbandonare il summit in assenza
di risultati concreti: «Non ci sarebbe niente di peggio di un G20 di basso
profilo, preferisco una rottura a un consenso minimalista», avrebbe detto
l'inquilino dell'Eliseo secondo quanto pubblicato dal quotidiano «Le Figaro».
Anche prima di arrivare di là della Manica, il vulcanico
Nicolas cerca dunque un ruolo da protagonista: «La crisi
finanziaria - ha detto il Presidente francese in un
discorso ieri - è troppo grave perché ci si possa permettere di fare un vertice
per niente». Una posizione che riprende quella tenuta, a porte chiuse, a
margine di una riunione del Governo di Parigi la settimana scorsa, quando Sarkò
avrebbe minacciato, secondo quanto riferito da un collaboratore rimasto
anonimo, di «alzarsi e andarsene». Nel mirino, oltre a una regolamentazione più
stretta sulla finanza, ci sono i paradisi fiscali: il Presidente francese
vorrebbe usare proprio questi due temi, che dividono i Paesi che arriveranno
per il vertice di domani, per dare una sferzata al G20. Ma sulla creazione di
un unico regolatore internazionale sono pochi, secondo il «Times», i Paesi che
concordano: di sicuro sono contrari gli inglesi e anche gli americani sarebbero
dubbiosi e spingerebbero verso un compromesso cercando un coordinamento fra gli
organi di controllo nazionali. Difficilmente Sarkozy lascerà davvero il
vertice, ma di certo sono in molti a premere perché da Londra si esca con delle
posizioni decise: Austria, Lussemburgo e Belgio, ma anche Liechtenstein e
Svizzera, dovranno mantenere gli impegni presi sull'ammorbidimento del segreto
bancario e «anche se non determinerà la fine della crisi,
il G20 deve marcare un punto di svolta», come ha detto il presidente della
Commissione Europea José Manuel Barroso. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Arena, L'" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 01 Aprile
2009 ECONOMIA Pagina 31 CREDITO. Iniziativa della banca corporate per aiutare
le aziende a uscire dalla crisi Unicredit congela le
rate per le Pmi in Cig VERONA Da UniCredit ossigeno alle piccole e medie
imprese che accedono alla cassa integrazione ordinaria. Dopo i 7 miliardi di
euro di crediti messi a disposizione delle piccole e medie imprese dalle banche
del gruppo (di cui 4 messi a disposizione da Unicredit Corporate Banking e 3 dalle
banche retail del gruppo) nell'ambito del progetto «Impresa Italia», destinati
a finanziamenti con garanzie dei Confidi attualmente in elaborazione, si legge
in una nota dell'istituto, arriva il congelamento delle rate per le imprese in
temporanea difficoltà a causa della crisi. E
nell'ambito di «Impresa Italia» ieri è stata stipulata a Catania una
convenzione tra Banco di Sicilia (Unicredit Group) e Apifidi Sicilia. UniCredit
corprate che ha la sede a Verona, ha strutturato, a favore delle imprese clienti
con fatturati annui a livello di gruppo inferiori a 50 milioni che siano state
costrette a ricorrere alla Cassa integrazione guadagni ordinaria, un meccanismo
di congelamento, per un massimo di 12 mesi, delle rate relative a finanziamenti
a termine o a mutui. Il sistema prevede che le rate, per un ammontare massimo
di 500mila euro in linea capitale, vengano posticipate in coda al piano
d'ammortamento, senza alcun onere per l'impresa se non le spese notarili nel
caso si tratti di un mutuo ipotecario. In coerenza con la natura congiunturale
dell'iniziativa, ribadisce il comunicato dell'istituto, la possibilità di
accedere a questa misura è riservata alle imprese clienti di Unicredit che si
trovino in difficoltà temporanea in conseguenza della crisi finanziaria e quindi abbiano
attivato, o attivino, nel corso del 2009, la procedura per la cassa
integrazione guadagni ordinaria. «Con questo ulteriore impegno», ha
sottolineato Gianni Coriani, direttore generale Unicredit Corporate Banking
«completiamo il quadro degli interventi che il nostro gruppo ha voluto rendere
operativi con l'obiettivo di fornire risposte utili sia per limitare gli
effetti della crisi che per creare le condizioni per
una più rapida uscita. La logica di questa iniziativa», ha precisato Coriani,
«è di contribuire concretamente al rapido superamento delle difficoltà,
garantendo alle piccole e medie imprese la tranquillità necessaria a pianificare
la pronta ripresa dell'attività e a intraprendere un nuovo ciclo di crescita».
( da "Arena, L'" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 01 Aprile
2009 ECONOMIA Pagina
( da "Unita, L'" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Obama a Londra per
il G20 Sarkozy: decisioni o lascio GIANNI MARSILLI Il benvenuto al G20 l'ha
dato l'Ocse con il suo rapporto pubblicato ieri: recessione del 4,3% nei 30
Paesi più sviluppati e disoccupazione al 10% nella zona euro. Vuol dire che
domani all'ExCeL Centre, nella vecchia zona dei docks di Londra, i 20 capi di
Stato e di governo che vi si riuniranno avranno l'obbligo di evitare parole
generiche, ipocrite sintonie. Rappresentano l'85% del prodotto lordo mondiale,
l'80% del commercio, il 64% della popolazione del pianeta: vietato fallire.
Protagonista sarà Obama, che è sbarcato ieri sera con Michelle. Ma di
altrettante per quanto meno mediatiche attenzioni sarà circondato il premier
cinese Hu Jintao, al quale l'Ocse riconosce i primi segnali di ripresa dal ko
della crisi: in Cina da 3 mesi i consumi risalgono, la produzione industriale
riparte, le previsioni di crescita per il 2009 indicano un incoraggiante +6,3.
LE MINACCE FRANCESI «Dovrà essere un G20 politico, non tecnico», ha tuonato
alla vigilia Nicolas Sarkozy, il cui Paese è in preoccupante ebollizione
sociale. Ha minacciato di lasciare il vertice in assenza di decisioni: «Meglio
un fallimento di un compromesso al ribasso». Esige quantomeno «l'eradicazione»
dei paradisi fiscali, il segnale più netto della «moralizzazione del
capitalismo» da lui propugnata. Angela Merkel è d'accordo, e alla fin fine, se
di questo si tratta, anche Gordon Brown ha dato il suo assenso. Quanto a Obama,
la sua amministrazione è apparsa in questi ultimi giorni molto meno distratta
sul tema delle «nuove regole» da imporre ai mercati finanziari, pur mantenendo le
imponenti misure pubbliche per la crescita come asse principale. Ma il suo
primo impegno londinese sarà oggi ai margini del G20. Vedrà Medvedev, e
soprattutto Hu Jintao, a conferma del nuovo nomignolo affibbiato all'illustre
consesso: G2, Usa e Cina, e gli altri diciotto a contorno. Quanto
all'Europa, è desolatamente plurima e sparpagliata, priva di un presidente e di
una linea comune. Conterà, come sempre, il trio di testa: Berlino, Londra,
Parigi. La bozza di comunicato finale parla di misure globali in grado di
recuperare due punti di crescita e creare 20 milioni di posti di lavoro. Sarà
possibile se europei, cinesi e americani troveranno il massimo grado possibile
di armonizzazione degli interventi. Il G20 dovrebbe anche raddoppiare i
capitali del Fmi, portandoli a 500 miliardi di dollari, e facendone la prima
sentinella dei disequilibri macroeconomici del pianeta. Tutti sperano molto dal
G20: Obama per superare in tromba il suo esordio internazionale, Gordon Brown
per recuperare un po' di popolarità in vista delle elezioni, Sarkozy per
evitare fiammate rivoluzionarie in casa sua e per una volta anche gli anonimi
spettatori dell'intero pianeta, di solito indifferenti a simili consessi.
Questo G20, molto più dei precedenti, porta in sé il germe di una governance
mondiale. Sprecare l'occasione darebbe un pericoloso segnale di sfiducia. Dal
G20 di Londra ci si attende la ricetta per uscire dal tunnel della recessione
globale. Ma l'esito dell'attesissimo summit è quanto mai incerto. Sprecare
l'occasione darebbe un pericoloso segnale di sfiducia.
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 28 - Economia
L´Argentina tradisce il dollaro accordo valutario con la Cina Swap da 70
miliardi di yuan per il commercio tra i due paesi Il rilancio del Fmi in agenda
al G20 diventerà oggetto di negoziato tra i cinesi e il mondo FEDERICO RAMPINI
dal nostro corrispondente pechino - L´Argentina volta le spalle al dollaro per
entrare nella «zona yuan»? Non è fantapolitica, è la
lettura che i mercati finanziari hanno dato ieri di un accordo clamoroso. In gergo tecnico si
chiama currency swap: è un´intesa bilaterale fra le due banche centrali di
Pechino e Buenos Aires per i regolamenti valutari dell´interscambio tra le due
nazioni. In partenza l´accordo-swap vale 70 miliardi di yuan (la valuta
cinese) ma potrà essere aumentato a seconda della crescita dell´import-export
bilaterale. La novità storica è che le transazioni commerciali tra i due paesi
potranno essere regolate in valuta cinese, anziché in dollari Usa come
accadeva. Il cambiamento ha una portata notevole: è un altro pezzo della
leadership mondiale del dollaro che se ne va, sgretolato sotto la paziente ma
implacabile offensiva cinese. E stavolta la penetrazione avviene addirittura
nel «cortile di casa» degli Stati Uniti, quell´America latina dove fino a
un´epoca recente l´influenza economico-finanziaria di
Washington era dominante. L´accordo firmato con l´Argentina è l´ultimo episodio
nell´escalation di mosse con cui la Cina alza il suo profilo nella governance
globale. La recessione internazionale diventa per Pechino un´opportunità:
accelera i tempi del declino dell´Occidente e quindi dell´assunzione di un
ruolo più importante della Repubblica Popolare. Appena una settimana fa il
governatore della banca centrale di Pechino ha fatto scalpore chiedendo che al
G20 sia messo in agenda proprio il superamento del dollaro come moneta
universale. Il governatore Zhou Xiaochuan ha proposto che nelle riserve
ufficiali delle banche centrali e nei pagamenti internazionali subentrino
gradualmente i "Diritti speciali di prelievo", una moneta-paniere (composta
da dollaro, euro, yen e sterlina) oggi usata come unità di conto dal Fmi. Zhou
ha motivato la proposta con la necessità di stabilizzare l´economia globale,
sottraendola agli choc provocati dal dollaro. La moneta americana oggi è la più
usata dalle banche centrali e nel commercio mondiale (anche di materie prime),
ma è condannata a riflettere le fragilità dell´economia Usa e del suo deficit.
La proposta cinese è stata accolta in Occidente come un ballon d´essai, non
concretamente praticabile nel breve. Intanto però Pechino procede su altri
tavoli per dimostrare che la leadership del dollaro non può durare
all´infinito. L´accordo con l´Argentina tuttavia non è una novità assoluta.
Simili scambi valutari per sostituire lo yuan al dollaro nell´interscambio con
la Cina sono stati firmati da dicembre a oggi con Corea del Sud, Bielorussia,
Indonesia, Malesia, e con la piazza di Hong Kong (fatto significativo, perché
malgrado il ritorno sotto la Repubblica Popolare dal 1997, Hong Kong ha
conservato la propria valuta, agganciata al dollaro Usa). In soli tre mesi
dunque Pechino ha sfoderato una formidabile capacità di seduzione a scapito del
dollaro. Gli accordi-swap che promuovono l´uso dello yuan nel commercio
mondiale sono un «cavallo di Troia» per indebolire la supremazia valutaria
americana: i leader cinesi fanno leva sul ruolo di partner commerciale per
accompagnare alla penetrazione dell´export quella della loro moneta. La nuova
grinta esibita da Pechino sarà messa alla prova giovedì al G20. Uno dei test
riguarderà il ruolo del Fondo monetario, istituzione che sembrava condannata a
un declino inesorabile mentre è tornata di colpo in primo piano per effetto
della recessione. Di fronte al rischio di bancarotta che ha colpito una schiera
di Stati sovrani (dall´Islanda alla Romania), il Fmi è l´unica istituzione
addestrata a intervenire velocemente con aiuti finanziari
alle nazioni in difficoltà. L´Amministrazione Obama ha riscoperto l´utilità del
Fondo: di fronte a un´Europa che rifiuta di varare manovre di spesa pubblica più
sostanziose, gli aiuti del Fmi ai paesi emergenti possono essere una
scorciatoia per sostenere la loro domanda, quindi la crescita mondiale. Ma anni
di marginalità hanno dissanguato le casse del Fondo. Il segretario al Tesoro
Usa, Tim Geithner, ha proposto una ricapitalizzazione di 500 miliardi di
dollari. Stati Uniti, Europa e Giappone al massimo riusciranno a offrire 300
miliardi. Per andare oltre tutti guardano alla Cina. Che però è determinata a
negoziare duramente il proprio aiuto finanziario. In
seno al Fmi l´influenza europea e americana è condannata a diminuire per fare
spazio al nuovo azionista-Cina, deciso a pesare quanto la propria economia.
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 29 - Economia
Alstom punta sulla Russia e si allea con Tmh Prevedere una vigilanza macroprudenziale da attribuire alla Bce è la strada giusta per
eliminare una delle cause della crisi finanziaria internazionale Alstom scommette sulla Russia, la sua estensione,
le sue lunghissime linee ferroviarie: il gruppo francese ha annunciato ieri di
aver preso una partecipazione del 25% più un´azione nella Transmashholding
(Tmh), il principale fabbricante russo di materiale ferroviario. Il
prezzo non è stato svelato, ma Alstom ha già versato un anticipo di 57 milioni,
il resto sarà in funzione dei risultati dei prossimi anni. Per i francesi si
tratta di entrare in forze sul principale mercato ferroviario europeo: 85 mila
chilometri di binari, un miliardo e 300 milioni di passeggeri, 1,3 miliardi di
tonnellate trasportate. E Tmh non riesce a star dietro alla domanda e a coprire
il fabbisogno nazionale di locomotive. Le due società creeranno una joint
venture per fabbricare prodotti adatti al mercato russo e a quello dei paesi
satelliti. Nel 2008 Alstom controllava il 23% del mercato mondiale della
costruzione ferroviaria dietro la canadese Bombardier (33%) e davanti alla
tedesca Siemens (18%). Giampiero Martinotti [casse a rischio] Quando Zapatero
definiva il sistema finanziario spagnolo "il più solido del mondo",
probabilmente non si riferiva alle casse di risparmio. Dopo il salvataggio a
sorpresa di Caja Castilla La Mancha deciso dal Banco di Spagna domenica scorsa
per evitarne il rischio di bancarotta, nuove nubi si addensano sul settore. Il
timore che la mancanza di liquidità possa mettere in ginocchio altre casse di
risparmio fa dire al governatore Miguel Angel FernÁndez Ordonez che, "se
la crisi internazionale si prolunga, sicuramente sarà
necessario ristrutturare alcune entità medie e piccole". E l´economista
capo dell´Ocse, Klaus Schmidt-Hebbel, definisce le casse spagnole "un
settore a rischio", soprattutto per la loro esposizione ai crediti
immobiliari. Alessandro Oppes
( da "Mattino di Padova, Il"
del 01-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova
Venezia, La)
Argomenti: Crisi
Pagina 4 - Attualità
Accordo tra la Chiesa e le banche per aiutare i più poveri Siglata l'intesa
Cei-Abi per l'erogazione di prestiti a tasso agevolato alle famiglie CITTà DEL
VATICANO. Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso
delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla
disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo
senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in
forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà
tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. I vescovi sono
«consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica» -
afferma la Cei nel comunicato finale del Consiglio - e hanno perciò deciso di
affiancare le iniziative di sostegno avviate da varie diocesi con una più
articolata. Queste le modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio,
giorno di Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno
giungere da istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno
aperti appositi conti correnti. La Cei conta così di raccogliere nel Fondo di
garanzia almeno 30 mila euro, che l'Associazione bancaria italiana, sentiti i
propri aderenti, si è impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i
requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300
mila euro. Potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse
le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna
fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purchè residenti in Italia.
Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito, sarà
erogato nella misura di 500 euro mensili per un massimo di un anno, è
prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova fonte
di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire. In
caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia. Le banche incasseranno
gli interessi concordati.
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 01-04-2009)
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Mercoledì 01 Aprile
2009 Chiudi di FEDERICA GIALLORETO L'edilizia annaspa, nella locomotiva del
terziario alcuni servizi rischiano la scomparsa e il tessuto delle piccole e
medie imprese vacilla. Adesso ancor di più che la stretta creditizia colpisce
al cuore del sistema produttivo. Contro gli effetti devastanti della crisi è necessario alzare un argine. Ecco spiegato il senso
del documento che la Camera di commercio ha inviato agli enti pubblici perché
adottino un percorso virtuoso, che, almeno in teoria, conduce alla salvezza. E
allora diventa prioritario il pagamento delle fatture ai creditori entro 30
giorni per rimettere in circolo il denaro e riavviare l'economia. Assume
importanza riesaminare l'effettiva incidenza del patto di stabilità degli enti
locali sugli investimenti pubblici perché molti Comuni hanno in corso progetti
infrastrutturali in grado di far ripartire l'occupazione e i consumi. E diventa
altresì fondamentale rilasciare autorizzazioni, concessioni e licenze per
l'attività d'impresa in tempi brevi. E' un'altra voce che si aggiunge a quella
degli industriali, che le scorse settimane hanno indicato le loro ricette anticrisi. «Per avere un'autorizzazione non ci possono volere
anni - dice il presidente della Camera di commercio Ezio Ardizzi -, dopo due
mesi dovrebbe scattare il silenzio-assenso». Per favorire le imprese subito,
secondo il documento approvato dalla giunta camerale bisogna snellire
l'attività amministrativa e modernizzare la struttura pubblica. Stop alla
burocrazia, il male eterno dell'economia locale e nazionale. «Il governo -
prosegue Ardizzi - deve darci la possibilità di attivare lo sportello unico per
le attività produttive che, di fatto, per la stragrande maggioranza dei Comuni
non è attivo». E poi c'è il ruolo delle banche che non amano più puntare
sull'economia locale, già travolta dagli effetti della crisi finanziaria che ha colpito maggiormente
le imprese più che il sistema bancario e creditizio. La Camera di commercio
raccoglie l'appello di Confindustria per ciò che concerne la valorizzazione dei
consorzi fidi e l'opportunità di ampliare il rapporto con le banche, per
aumentarne l'operatività nel settore delle garanzie delle imprese. «Le
cooperative fidi - spiega il presidente - hanno un'elasticità di bilancio
maggiore rispetto alle banche, che può aiutare le imprese, ma devono rimanere
piccole coop perché la loro forza sta nella perfetta conoscenza delle imprese
che consente una serenità di giudizio che altrimenti sarebbe compromessa». Dopo
il grido di allarme e la ricetta anti-crisi, la Camera
di commercio punta ora a creare un osservatorio con associazioni, enti pubblici
e prefettura per il controllo dell'andamento del credito alle piccole imprese,
e «per mettere alla berlina quegli enti non sensibili ai problemi delle pmi e
aumentare il livello di attenzione sul problema economia», aggiunge Ardizzi.
L'ente inoltre, per favorire l'internazionalizzazione delle imprese anche in
mercati nuovi, ha aperto di recente le porte al Cile che nel
( da "Tirreno, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 4 - Attualità
Chiesa, prestiti ai più poveri Accordo tra la Cei e le banche per aiutare le
famiglie bisognose Sarà istituito un fondo di garanzia, escluse le coppie di
fatto CITTA' DEL VATICANO. Con una iniziativa senza precedenti la Chiesa
italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il
sistema bancario, dal quale in un certo senso la crisi
è partita, e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo
di garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad allargarsi ben oltre l'orizzonte
ecclesiale. Si tratta di più, insomma, di una semplice elemosina e, anche se a
beneficiarne direttamente potrebbero essere non più di 20-30 mila famiglie,
l'idea potrebbe rappresentare un "ballon d'essai" per altre soluzioni
inedite che potrebbero essere messe allo studio. Per la Cei - ha spiegato ieri
il segretario della Cei, mons. Mariano Crociata illustrando gli esiti
dell'ultima riunione del consiglio permanente dei vescovi italiani - è
soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva
carità». I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza
della crisi finanziaria ed
economica» - afferma la Cei - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative
di sostegno avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le
modalità: prima di tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una
colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste,
in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni,
enti e da chiunque voglia aderirvi, e perciò saranno aperti appositi conti
correnti. La Cei conta così di raccogliere almeno 30 milioni di euro, che
l'Associazione bancaria italiana si è impegnata a decuplicare, destinando alle
famiglie con i requisiti indicati dalla Cei (e fissati dopo attenti studi demoscopici)
prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 milioni di euro. «Accedervi
sarà molto semplice», ha spiegato Crociata, a patto di rientrare nei requisiti
fissati: potranno chiederli famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse
dunque le coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza
alcuna fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purchè residenti in
Italia. Basterà rivolgersi ai centri Caritas, che provvederanno a dare
indicazioni per ottenere il prestito, che sarà erogato nella misura di 500 euro
mensili (il possibile corrispettivo di un mutuo casa, per esempio) per un
massimo di un anno, prorogabile se la famiglia non ha ancora trovato una nuova
fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi da definire. In
caso di impossibilità, interverrà il fondo. Le banche incasseranno gli
interessi concordati.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMA data: 2009-04-01 - pag: 1 autore: IL SUMMIT DI LONDRA Fiducia,
la missione possibile dei leader di Alberto Alesina L e ultime tre settimane
sono state forse le migliori, da quando è iniziata la recessione, per
l'economia americana. Il mercato azionario è salito di quasi il 20% dal minimo
del 9 marzo, vi è stato poi un contraccolpo per la crisi dell'auto ma non un
crollo, e ieri gli indici sono tornati a salire; si respira a Wall Street un
senso di sottovalutazione di molti titoli azionari, quindi di buone opportunità
d'acquisto; il numero di persone che ha chiesto sussidi di disoccupazione è
sceso nelle ultime settimane, mentre la fiducia dei consumatori Usa è risalita
(seppur di poco), Bank of America ha annunciato di voler cominciare a
rimborsare i contributi ricevuti dal Tesoro. Rimane comunque un momento molto
delicato per l'economia mondiale (come testimoniano le nuove stime molto
negative dell'Ocse): questi segnali potrebbero essere solo una pausa della
crisi non finita oppure (speriamo) l'inizio di un cambiamento di rotta. Proprio
per questo i leader del G-20 che si incontrano domani a Londra si dovranno
muovere con decisione, prontezza ma anche delicatezza per contribuire a
rafforzare questi deboli segnali positivi. Il G-20 dovrebbe fare tre cose. La
prima è riformare le istituzioni che regolano e controllano i mercati finanziari, cominciando con l'eliminare la
frammentazione degli organi di supervisione. Negli Stati Uniti il segretario
del Tesoro Tim Geithner ha proposto proprio questo. è anche importante, per gli
Usa, rafforzare la vigilanza sui vigilanti, ovvero assicurarsi che il
regolatore non diventi ostaggio della politica e dell'industria
finanziaria che deve regolare.
Ci sono troppi conflitti d'interesse tra i manager di Wall Street e le autorità
di controllo. In Europa sarebbe opportuno delegare la supervisione dei mercati finanziari alla Banca centrale
europea, proprio per evitare la segmentazione delle regolamentazioni nazionali
e avere una visione d'insieme. Ai regolatori dovrebbe esser dato il
mandato di aumentare la quota di capitale obbligatoria per quelle istituzioni (
banche ed hedge funds) che assumono posizioni molto rischiose, naturalmente
evitando di ostacolare il credito imponendo vincoli così alti da impedire il
flusso di fondi all'economia. Continua u pagina
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 2 autore: Marcegaglia: fare di
tutto per i crediti alle imprese Nicoletta Picchio ROMA Nella seconda metà del
2009 potrebbero arrivare i primi segnali positivi, nel 2010 il prodotto interno
lordo italiano dovrebbe aumentare dello 0,8 per cento. «Non parliamo di
ripresa, ma di un leggero miglioramento della congiuntura ».Emma Marcegaglia ha
appena visto i dati dell'Ocse sull'economia mondiale: difficile in questa fase
fare previsioni. E comunque alla crisi bisogna reagire con le mosse giuste. La
presidente di Confindustria traccia alcune priorità: guai se ci fosse una
chiusura dei mercati. E lancia un messaggio in vista del G-20 di Londra: «Deve arrivare un no forte al protezionismo». Nell'ultima riunione, nell'autunno del
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 2 autore: Ocse: Pil italiano
giù del 4,3% Debito al 127,2% nel 2010, adeguate le misure varate dal Governo
Vittorio Da Rold L'economia mondiale è «nel mezzo della più profonda e
sincronizzata recessione» dal dopoguerra, causata dalla crisi finanziaria globale e aggravata
dal collasso del commercio mondiale (-13,2% quest'anno). In questo quadro a
tinte fosche la crisi in
Italia, secondo l'Ocse nell'Interim Outlook, porterà il Pil nel 2009 ad una flessione
del 4,3% e -0,4% in 2010 (in linea con il -4,3% stimato nel 2009 per l'area
Ocse, contro un calo medio del 4,1% dell'area Euro) a causa del calo
degli investimenti, della contrazione del mercato delle esportazioni e
dell'incertezza che frena la spesa dei consumatori. Parafrasando Woody Allen:
se il mondo va male anche l'Italia, ovviamente, non si sente tanto bene. A
riprova che la situazione si sia aggravata gli studiosi dell'Organizzazione
internazionale basata a Parigi prevedono anche una contrazione del Pil mondiale
del 2,7% quest'anno, seguito da +1,2% nel 2010. Per i Paesi dell'area Ocse
invece la prognosi punta a -4,3% nel 2009 e -0,1% l'anno prossimo, con i primi
accenni di una debole ma pur sempre ripresa nel primo semestre 2010. Come sempre
avviene in questi casi se cala la stima di crescita peggiorano a catena gli
altri indicatori macro: così l'Italia vedrà aumentare nel 2009 il rapporto
deficit/ Pil al 5%, che salirà al 6% nell'anno successivo. L'aumento, secondo
l'Organizzazione, non è però dovuto alle misure prese per estendere gli
ammortizzatori sociali e per supportare le famiglie a basso reddito previste
dai provvedimenti anti crisi, perché queste hanno un
impatto di bilancio «pari a zero» in quanto compensati da tagli in altre voci di
spesa. Insomma il Governo italiano si è mosso con la giusta cautela determinata
dal debito elevato che è stimato al 127,2% del Pil nel 2010 (da 113,1% del
2008), il secondo al mondo dopo il Giappone. Commentando le misure prese da
Roma per fronteggiare la crisi,l'Ocse rileva che la
preoccupazione del Governo è stata quella di migliorare la credibilità del
mercato dei titoli di Stato, perché deve rifinanziare circa 300 miliardi di
euro di debito pubblico in scadenza quest'anno». «L'Italia non è inclusa tra i
Paesi a cui raccomandiamo uno stimolo fiscale.Condividiamo l'opinione del
Governo italiano secondo cui non c'è lo spazio», ha affermato il
capo-economista dell'Ocse, Klaus Schmidt-Hebbel. Solo se la recessione dovesse
aggravarsi di molto, si potrebbe pensare a un ulteriore stimolo, ma «come
ultimissima risorsa». Per l'Ocse il tasso di disoccupazione nel 2009 passerà
dal 6,8 al 9,2% per arrivare al 10,7% nel 2010. Secondo l'Organizzazione,
inoltre, «ci sono limiti alle misure fiscali» dell'Italia, e «con un alto
debito pubblico e un mercato» dei titoli di stato nervoso «non molto di più può
essere fatto». A giudizio dell'Ocse, quindi, il governo avrà bisogno di
focalizzarsi sulle misure volte al consolidamento del bilancio nel lungo
termine, «come ad esempio accelerare o migliorare l'efficienza della pubblica
amministrazione». Esattamente ciò di cui ha parlato, raccogliendo gli applausi
più calorosi, il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta al congresso
costitutivo del nuovo partito del Popolo della Libertà a Roma nei giorni
scorsi. Un impegno riformatore che vede l'Ocse a fianco del Governo italiano
per dare efficienza alla macchina dello Stato in un momento di maggiore
necessità di solidarietà sociale. Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio
Scajola, a margine della riunione ministeriale del Comitato delle Politiche di
sviluppo territoriale svoltasi ieri a Parigi proprio all'Organizzazione
internazionale ha voluto commentare a caldo le previsioni: «Stima negativa
quella dell'Ocse ma in linea con gli altri Paesi più sviluppati del mondo.
Meglio di altri, della Germania per esempio, che è a -5 per cento». «In una
situazione italiana di partenza peggiore degli altri, il che vuol dire che
stiamo tutti male, ma noi un po' meno degli altri, ci auguriamo che gli
interventi del Governo degli ultimi mesi possano ridare fiducia, far riprendere
i consumi per vedere già in autunno una ripresa nel nostro Paese », ha concluso
Scajola. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCAJOLA «Stime in linea con quelle degli altri
Paesi e migliori rispetto a chi fa-5% come la Germania. Forse in autunno
l'avvio della ripresa»
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 4 autore: DALLA PRIMA Fiducia,
la missione possibile Inoltre, tra le agenzie di rating dovrebbe svilupparsi
una maggiore concorrenza, e non dovrebbero più essere pagate dagli stessi che
si fanno valutare. C'e poi il problema delle istituzioni "troppo grandi
per fallire", come si ripete. Forse ci si dovrebbe anche cominciare a
chiedere se certe istituzioni finanziarie non siano o
non fossero sem-plicemente troppo grandi, indipendentemente dall'eventualità di
un loro fallimento. Ciò non significa impedire fusioni che aumentino la
pro-duttività, ma premunirsi fin da subito contro il rischio di non far fallire
imprese decotte. Quanto alla delicatezza richiesta ai leader, essa deve precludere
interventi rozzi che limitino troppo il funzionamento dei mercati
stessi e mettano troppi lacci e lacciuoli agli strumenti finanziari.
La buona finanza, anche sofisticata, serve. Infine, nel medio periodo le quote
azionarie di banche acquistate dal pubblico (così come i titoli tossici)
dovranno essere rivendute appena le acque si saranno calmate, al prezzo
migliore possibile per i contribuenti, L'esperienza svedese degli anni 90
insegna proprio questo. Insomma, il G-20 deve migliorare il
modo in cui i mercati finanziari sono controllati, ma gli operatori finanziari e gli investitori non vanno spaventati proprio ora che la
fiducia pare stia timidamente risalendo. Secondo: il G-20 dovrebbe avviare un
processo di riforma degli organi che si occupano di gestire l'economia di un
mondo integrato. La composizione del G-7, che dovrebbe essere un gruppo
ristretto di economie leader, non ha più senso. è il risultato di equilibri
politici postbellici ormai obsoleti. Non ha senso che la maggioranza dei G-7
sia composta da Paesi europei (Germania, Francia, Italia, Regno Unito), tutti
tranne uno membri dell'area euro. Nell'economia mondiale questi quattro Paesi
sono molto meno importanti di molti emergenti, a cominciare da Cina e India.
L'area euro dovrebbe aver una sola posizione, (pesante, ovviamente), gli Usa
potrebbero rappresentare anche il Canada e si dovrebbe trovare spazio in un
summit ristretto anche per alcuni dei principali emergenti. Che senso aveva che
il G-7 si occupasse prima della crisi degli squilibri delle bilance dei
pagamenti tra Europa, Usa e Asia, se un lato dello squilibrio non era lì a
parlarne? La composizione del Financial Stability Forum è anch'essa strana: non
è chiaro perché certi Paesi siano rappresentati e altri no. Anche qui un ripensamento
si impone. Il Fondo monetario internazionale, che era in cerca di una missione
più precisa, forse ne ha trovata una: impegnarsi per controllare che gli
squilibri macroeconomici non creino intoppi ai mercati
finanziari e sia pronto a intervenire per tempo con una visione anche
più globale, cioè al di sopra del tradizionale approccio di
"salvataggio" di questo o quel Paese. Terzo: il G-20 dovrebbe
sforzarsi di inviare un messaggio il più ottimista possibile a operatori,
investitori e consumatori. Questo non significa, ovviamente, inventarsi le
buone notizie. Ma vuol dire cercare di cambiare la retorica che troppo spesso
abbiamo sentito dai leader internazionali. La retorica del panico, del
fallimento del capitalismo, della fine dell'economia liberista, la retorica del
paragone con il 1929, il tutto come giustificazione per gettare senza controlli
soldi dei contribuenti a destra a manca per evitare il previsto baratro o,
ancor peggio, per scagliarsi a testa bassa contro il mercato. è ora di passare
dalla retorica del "panico" a un'altra che dica: l'economia reale
forse sta segnalando di aver raggiunto il minimo. Forse. Sicuri non lo siamo,
il 2009 sarà difficile. Dobbiamo rimanere vigili e continuare con politiche che
facilitino la ripresa. Ma non possiamo trascurare le conseguenze di medio
periodo sull'inflazione e sull'indebitamento pubblico di politiche dominate dal
senso di panico. Dobbiamo passare dalla paura al realismo. Alberto Alesina
aalesina@harvard.edu © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 5 autore: Lo Stato garantirà il
suo sostegno ma non entrerà nel capitale Merkel vuole un'Opel europea «Serve un
investitore privato» Beda Romano FRANCOFORTE. Dal nostro corrispondente è stato
(quasi) un comizio elettorale quello che Angela Merkel ha tenuto ieri a
RÜsselsheim, una cittadina dell'Assia meridionale dove ha sede la Opel. A sei
mesi da delicatissime elezioni federali, il cancelliere ha promesso il
contributo dello Stato alla creazione di una nuova «Opel europea », ma ha
evitato di prendere impegni particolari. Da settimane ormai il destino della
filiale tedesca di General Motors è incerto, tenuto conto delle enormi
difficoltà finanziarie della casa madre. L'ipotesi del fallimento emersa alla
fine dell'anno scorso sembra essere stata scartata. Due giorni fa il presidente
americano Barack Obama ha dato altri 60 giorni di tempo a Gm per mettere a
punto un piano di ristrutturazione. «Useremo questi 60 giorni», ha spiegato
ieri la signora Merkel parlando davanti a oltre 3.000 operai della società, per
«gettare rapidamente le basi di una Opel europea ». Il cancelliere ha
confermato che il Governo federale non intende prendere una partecipazione
nella società, ma che è disposto a offrire garanzie pubbliche. GM si è detta
pronta a diventare un azionista di minoranza nella filiale tedesca. Il problema
è di trovare un nuovo investitore. Molti consulenti sono al lavoro, ma in
privato esponenti dell'establishment politico ed economico tedesco spiegano che
non vi sono per ora ipotesi concrete anche se Angela Merkel ha ripetuto ieri
che Opel ha bisogno di un investitore privato che creda nella società. Peraltro
la questione è controversa, ormai terreno di battaglia elettorale. I
democristiani della signora Merkel sono pronti a dare garanzie pubbliche,
mentre i socialdemocratici del ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier
premono perché lo Stato entri nel capitale pur di salvaguardare subito i 26mila
posti di lavoro di Opel in Germania. «Abbiamo bisogno di Gm – ha avvertito ieri
il cancelliere –,ma anche GM ha bisogno di Opel ». Il problema non è solo
finanziario, è anche legale: trovare un giusto equilibrio tra filiale tedesca e
casa madre americana (si veda Il Sole/24 Ore di ieri). I brevetti di Opel,
tanto per fare un esempio, sono centralizzati negli Stati Uniti. «Siamo pronti
a negoziare aspramente» con il Governo americano, ha precisato la signora
Merkel. Ieri il cancelliere ha voluto prendere tempo, senza sottoscrivere
impegni vincolanti, anzi respingendo gli appelli all'ingresso dello Stato nella
società. Da questo punto di vista, la vicenda Opel è un test significativo per
la leadership della signora Merkel, criticatanel suo stesso campo per non
essere abbastanza decisa nel gestire le conseguenze della crisi.
Intanto, tutte le case automobilistiche tedesche stanno soffrendo, chi più chi
meno. Porsche, che controlla circa il 50% di Volkswagen, ha annunciato ieri
risultati in chiaroscuro per i primi sei mesi dell'anno fiscale 2008-2009. Alla
fine di gennaio il debito della società era di 9,0 miliardi di euro dai 3,1
miliardi del luglio dell'anno scorso. Il costruttore tedesco ha più che
quadruplicato gli utili nel primo semestre fiscale a 5,5 miliardi di euro
grazie ai proventi derivanti dalla quota in Vw, ma il fatturato è sceso del 13%
a tre miliardi di euro. La società ha ammesso che le vendite di Porsche, cadute
del 27% in questi sei mesi, subiranno nel 2009 una forte
contrazione a causa della crisi finanziaria. Nel contempo, Porsche ha lasciato intendere che la crisi economica potrebbe rinviare
l'atteso completamento della scalata a Vw. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CASO
PORSCHE La casa di Stoccarda ha quadruplicato gli utili nel semestre ma i
debiti sono passati da
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 5 autore: ANALISI Per il
Lingotto una scommessa a lungo termine di Andrea Malan S ergio Marchionne è già
volato a Detroit per il negoziato decisivo in vista dell'alleanza con Chrysler.
Un negoziato in cui il discorso di lunedì di Obama ha rafforzato la posizione
negoziale di Fiat: se infatti Chrysler non può sopravvivere da sola e l'unica
soluzione è l'intesa con Torino, è quest'ultima ad avere il coltello dalla parte
del manico; una posizione che Marchionne ha dimostrato in passato di saper
sfruttare appieno (certo, non potrà tirare troppo la corda:Fiat è presente
negli Usa con Cnh, che tra l'altro conta di utilizzare nei
prossimi mesi il programma Talf di aiuto ai mercati
finanziari). Il manager italo-canadese potrebbe
dunque anche ritirarsi prima della scadenza di fine aprile, qualora Washington
ponga vincoli ritenuti troppo svantaggiosi. In caso di accordo i fondi per il
rilancio di Chrysler arriveranno da Washington (fino a 6 miliardi di dollari
oltre ai 4 già erogati), mentre per Torino il costo vivoè rappresentato,
almeno per ora, dal tempo del management.L'acquisto di una quota di Chrysler
pagando con tecnologie e piattaforme esistenti è una scommessa a costo zero-
dicono a Torino. Da questo punto di vista, il fatto che la quota che Fiat
riceve sia del 35 o del 20% non dovrebbe cambiare molto. Valutare Chrysler non
è facile: dal punto di vista finanziario «è difficile
valutare un'azienda che da tempo è in rosso e che gli ultimi due proprietari
hanno venduto per somme non enormi» dice Michael Tyndall, analista della
Nomura. Diverso è il discorso in caso di decollo dell'alleanza. Secondo Stefano
Aversa, president di Alix Partners, «i benefici per Fiat arriveranno nel lungo
periodo e richiederanno un impegno rilevante dei manager. Già adesso Sergio
Marchionne lavora 15 ore al giorno, 7 giorni su 7;se veramente vorrà dedicarsi
anche alla nuova sfida, dovràinventarsi un sosia!». «I benefici arriveranno non
prima di tre anni» gli fa eco Tyndall, secondo il quale «tra i costi
addizionali non è da sottovalutare il cumulo di burocrazia derivante dal dover
trattare con il Governo americano». Il piano presentato da Chrysler a metà
febbraio prevedeva le prime sinergie significative dal 2012; in termini di
cassa,fino a quell'anno il bilancio sarà negativo – e Chrysler dovrà investire
per gettare le basi per i futuri modelli. Sempre nel
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-01 - pag: 39 autore: Vigilanza. Lo
scopo è mantenere la trasparenza senza ingessare l'operatività Consob,
strategia «light» sui conflitti La Consob abbassa il tiro sulle operazioni in
conflitto. Prendendo parte ad un convegno promosso da Assonime sui controlli
societari, il commissario dell'authority Luca Enriques ha ieri anticipato che
la commissione sta per esaminare una nuova proposta sulle transazione con parti
correlate in sostituzione di quella resa nota nei mesi scorsi e che ha
sollevato non poche perplessità tra gli emittenti. La nuova versione
ridimensiona il ruolo degli amministratori indipendenti che non vengono più
chiamati a "gestire" le trattative in odore di conflitto ma
svolgeranno un ruolo «meramente informativo e di advise» durante la fase
istruttoria delle operazioni. Quando poi quest'ultime passeranno alla fase
decisionale «l'ipotesi - ha spiegato Enriques – è di consentire alle società di
prevedere (anche per le operazioni rilevanti) che il parere, a certe
condizioni, non sia vincolante ». Nel modificare i suoi iniziali propositi la
Consob ha circoscritto il novero delle operazioni considerate "
rilevanti" così da «non ingessare l'operatività corrente delle società».
Ma al tempo stesso ha tenuto fermi gli obblighi di «trasparenza immediata » una
soluzione che «ci metterà al passo con i principali ordinamenti». Il convegno
di Assonime è stata l'occasione per rinnovare le critiche, da parte di un
qualificato panel di giuristi d'impresa, a un sistema barocco di controlli
societari caratterizzato da una pletora di organismi di vigilanza – sono ben
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 8 autore: La City resta
scettica sull'utilità del summit Alessandro Merli LONDRA. Dal
nostro inviato I mercati finanziari non si fanno troppe illusioni sui risultati del G-20 di domani a
Londra. E forse questo non è un ma-le, visto che in passato aspettative
eccessive, e a volte irrealistiche, della vigilia su quello che vertici
internazionali di questo tipo potevano produrre, hanno poi generato delusioni e
turbolenze di mercato nei giorni successivi. Molti osservatori della
City sono ormai convinti, che, soprattutto sul fronte delle politiche
macroeconomiche, pur in un quadro globale che continua a deterio-rarsi, secondo
le previsioni delle maggiori case d'investimento, non ci sia da attendersi
granché intermini di azione coordinata e che altri esiti del G-
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 8 autore: «Commercio globale in
caduta libera» Vittorio Da Rold Alessandro Merli L'Ocse prevede una «caduta
libera» del commercio mondiale a causa della recessione, che quest'anno farà
scendere del 2,7%il Pil mondiale.Secondo l'Interim Outlook il commercio
scenderà in termini reali del 13,2% quest'anno, per poi salire dell'1,2% nel
2010. Nell'ultimo trimestre del 2008 e nel primo del 2009 il commercio mondiale
è caduto a un tasso medio annuale superiore al 20%, «un tasso che non si vedeva
da più di 40 anni». Gli stessi esperti dell'Ocse trovano difficoltà a spiegare
la magnitudo del crollo dell'interscambio. Il calo del commercio spiega
comunque il rapido estendersi della recessione a molte economie, soprattutto in
Asia. Se gli scambi frenano il Pil precipita. Negli Usa di Barack Obama (Pil
-4% nel 2009 e zero nel 2010) la contrazione, particolarmente brusca nel breve
termine per la correzione degli stock, continuerà nel corso dell'anno, ma a un
tasso minore, grazie agli stimoli fiscali, alla progressiva
stabilizzazione dei mercati finanziari e al minore impatto negativo dell'immobiliare. Anche l'economia
della zona euro (Pil -4,1% nel 2009 e -0,3% nel 2010) nel breve termine avrà
una netta contrazione. Il calo continuerà a «un tasso più moderato per il resto
del 2009», ma sarà «molto moderata» anche la ripresa che si farà vedere nel
corso del 2010. La disoccupazione è vicina al 12% nel 2010 (dal 7,5% nel
2008), il tasso di inflazione scenderà vicino allo zero (0,6% e 0,7%).
Situazione ancora peggiore per il Giappone, che a novembre veniva visto in
flessione dello 0,1% e ora precipita a -6,6%, perché il calo della domanda
estera saprà controbilanciare gli effetti dello stimolo sulla domanda interna.
Per rilanciare il commercio la Banca mondiale è pronta a lanciare un programma
di finanziamenti da 50 miliardi di dollari, con partner pubblici e privati. Il
piano è andato ieri all'esame del consiglio della Banca e dovrebbe, nelle
intenzioni del presidente Robert Zoellick, ricevere l'appoggio del G-
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 8 autore: Sarkozy: risultati o
vado via Il presidente francese determinato a regolamentare la finanza Leonardo
Martinelli PARIGI Nicolas Sarkozy appare determinato: se domani a Londra, in
occasione del G-20, non si concluderà niente di concreto, sbatterà la porta e
ritornerà a Parigi. L'obiettivo del presidente francese è mettere mano
seriamente alla regolamentazione del sistema finanziario
internazionale e in particolare individuare una lista di paradisi fiscali, da
condannare pubblicamente. Voci insistenti sullo stato d'animo di Sarkozy girano
da più giorni. E ieri sono state confermate in maniera esplicita da Christine
Lagarde, ministro dell'Economia: «Il presidente l'ha detto chiaro e tondo: se i
risultati non sono quelli sperati, non firmerò il comunicato finale », ha
ricordato la Lagarde. Che ha insistito: «In questo caso lascerà il vertice»
(imitando la politica della "sedia vuota" di Charles de Gaulle negli
anni 60). La scorsa settimana Sarkozy aveva già anticipato un atteggiamento
fermo, sottolineando «la necessità di risultati. La crisi è troppo grave perché
si faccia un summit inutile». Oggi è fissata una conferenza stampa di Sarkozy e
del cancelliere tedesco Angela Merkel, che il presidente francese ha cercato di
portare dalla sua parte in opposizione a inglesi e americani, non così
entusiasti a voler riformare il sistema finanziario
internazionale. Esperti dell'Eliseo ieri hanno spiegato le esigenze di Sarkozy.
Il presidente vuole cambiare le norme contabili a livello mondia-le, imponendo
più "paletti"; limitare le remunerazioni dei traders con la
possibilità di punire «chi si spinge troppo lontano»; creare un registro dei
fondi speculativi, da sorvegliare attentamente; pubblicare una lista dei
paradisi fiscali e introdurre punizioni da impartire a questi Stati. La Lagarde
ha affermato che «le nuove regole si devono applicare a tutti gli attori, a
tutti i prodotti e a tutti i territori», alludendo ai paradisi fiscali. Secondo
il ministro «bisogna pure riformare l'Fmi per assicurare una migliore
rappresentatività. Penso soprattutto alla Cina». A trascinare ancora di più il
presidente francese, che da tempo ama presentarsi come il persecutore pubblico
degli speculatori e il moralizzatore del capitalismo finanziario,
verso una posizione dura è anche l'influenza di Xavier Musca, suo nuovo
consigliere, nominato un mese fa vicesegretario generale dell'Eliseo al posto
di FranÇois Perol, andato a dirigere il secondo polo bancario del Paese,
formato dalle Casse di Risparmio e dalle Banche popolari. Musca è noto per le
sue posizioni assai intransigenti riguardo a una regolamentazione finanziaria internazionale anti-crisi. «Sarebbe meglio un
fallimento che un falso successo», ha sottolineato due giorni fa Musca,
riferendosi al G-20. Al precedente summit a Washington nel novembre scorso
Sarkozy aveva sperato nella convocazione di una nuova Bretton Woods. Ma il
vertice aveva prodotto solo una deludente dichiarazione d'intenti sulla
necessità di rilanciare l'economia mondiale e di
controllare meglio i mercati finanziari. Questa volta il presidente non vuole accontentarsi di un simile
risultato. Ed è pronto a sbattere la porta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L'OBIETTIVO DI PARIGI La Francia punta soprattutto a individuare una lista di
Paesi non cooperativi da condannare e perseguire pubblicamente
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 8 autore: LETTERA DEL VATICANO
Il Papa a Brown: mantenere gli aiuti all'Africa Papa Benedetto XVI, in un
messaggio inviato al premier britannico Gordon Brown, invita i leader del G-
( da "Riformista, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Le notizie Istat:
crolla l'inflazione e la produzione industriale L'indice dei prezzi al consumo
in Italia, secondo le stime provvisorie dell'Istat, è sceso a marzo all'1,2 per
cento, dall'1,6 per cento di febbraio. Si tratta della variazione più bassa dal
( da "Messaggero, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 01 Aprile
2009 Chiudi MARCO CONTIdal nostro inviato LONDRA - Cresce la tensione nelle
principali capitali europee e sale il rischio che si concluda con una
spaccatura il vertice dei G20 che si apre domani nell'"Excel Centre"
all'estrema periferia est di Londra. La possibilità che si arrivi ad un'intesa
in grado di dare una risposta efficace e globale alla crisi, è ridotta. Al
tempo stesso è anche però difficile che l'ultimo e decisivo appuntamento
internazionale, che chiude una lunghissima serie di summit iniziata
nell'autunno scorso, possa concludersi con una generica dichiarazione di
intenti o con un ulteriore rinvio, magari al G8 della Maddalena previsto a
luglio. Non reggono la pressione dell'opinione pubblica molti dei leader che
questa sera arriveranno nella capitale britannica. Ne sa qualcosa il presidente
francese Sarkozy che, tra manager sequestrati e sedi di imprese assediate da
dimostranti, è arrivato ieri a minacciare l'abbandono del tavolo: «Se a Londra
non ci saranno risultati concreti - ha sostenuto Sarkozy - ci sarà una sedia
vuota: mi alzerò e me ne andrò. Preferisco la rottura a un consenso fiacco». La
valanga di miliardi di euro e di dollari utilizzata per sostenere il sistema
finanziario non salva dal tracollo il sistema industriale di molti paesi e una
valanga di disoccupati sta inondando le piazze di mezza Europa. Anche oggi a
Londra sono previste ben quattro manifestazioni nel centro della città e tutte
convergeranno verso la sede della Banca d'Inghilterra. Anche ieri il premier
britannico Gordon Brown, ha invitato i leader delle nazioni che parteciperanno
al summit a lavorare insieme per battere la crisi globale, evitando azioni
individuali di singoli paesi che farebbero precipitare nel protezionismo l'intero sistema economico
globale. Ieri sera Londra ha accolto il presidente americano Barack Obama,
atteso alla prima impegnativa prova internazionale. L'agenda del presidente Usa
è fittissima, e in attesa della cena di questa sera che aprirà il summit, avrà
oggi il primo faccia a faccia col presidente russo Dimitry Medvedev e col
presidente cinese Hu Jintao. Resta comunque da vedere se il nuovo
presidente Usa avrà la forza e la voglia di avallare quella riforma dei
meccanismi finanziari mondiali che la Francia e l'Europa continentale chiedono
a gran voce prima di immettere nel sistema altre risorse e altri stimoli
fiscali come invece chiede l'amministrazione americana per sostenere la
domanda. Assediato ormai quasi quotidianamente da operai, disoccupati e
studenti, Sarkozy anche ieri ha ripetuto che da Londra deve uscire una
«rifondazione del capitalismo» e che quindi occorrono nuove regole per la
finanza, mentre i «paradisi fiscali devono essere sradicati», come ha poi
sostenuto il ministro dell'economia Christine Lagarde. Difficilmente però Usa e
Gran Bretagna potranno accettare una linea così radicale. Per mettere sotto
controllo i "trader" e i fondi speculativi, come chiede la Francia,
non basterà però assegnare nuovi fondi e compiti al Fondo Monetario
Internazione o cambiare il nome al Financial Stability Forum.
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
G20/ Brown: mondo
deve unirsi per agire di fronte a crisi di Apcom Con
Obama siamo d'accordo sul significato G20 -->Londra, 1 apr. (Apcom) - Stati
uniti e Regno unito "sono d'accordo sul significato del G20", ha
detto in conferenza stampa il primo ministro britannico Gordon Brown, con al
suo fianco il presidente degli Stati uniti Barack Obama, al termine del loro
incontro oggi a Londra, alla vigilia del vertice G20. "Il
mondo deve unirsi per agire di fronte a una crisi
finanziaria senza precedenti", ha sottolineato
Brown, elencando una serie di test cui sarà necessario fare fronte: "Il
primo test è un sistema di controllo delle banche"; sarà poi necessario
"prendere le misure necessarie per far ripartire la crescita";
"il terzo test sarà quello di "sostenere la cooperazione economica
internazionale e la crescita dei paesi in via di sviluppo, respingendo il
protezionismo". "Il nostro obbligo - ha insistito Brown - è anche
quello di aiutare i paesi più vulnerabili a reagire a questa crisi"-
( da "Corriere.it"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
severe misure di
sicurezza nella capitale britannica G20: Usa si aspettano «ampio
accordo»Francia e Germania: «Così non va» Obama giunto a Londra per il vertice
anticrisi: obiettivo giungere a più severe regole
finanziarie mondiali LONDRA (GRAN BRETAGNA) - Tutto è pronto per giovedì e
anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è arrivato a Londra per il G20,
ma già emergono le prime divergenze al vertice «anticrisi».
Gli Stati Uniti si aspettano che il G20 si concluda con un «ampio accordo» sulle misure che devono essere prese per
combattere la crisi finanziaria. Ma il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha dichiarato che
le attuali proposte non soddisfano Francia e Germania. INSODDISFATTI - Ma la
bozza del documento finale del G20 non soddisfa ancora Francia e Germania, ha
riferito Sarkozy. La Francia ha chiesto regole più severe per la
regolamentazione della finanza globale e, in particolare, contro i paradisi
fiscali. «Non darò il mio assenso a un meeting falso», ha detto il presidente
francese, «che porti a decisioni inutili e che non affronti veramente i problemi
che abbiamo». REGOLE SEVERE - Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs,
parlando con i giornalisti durante il volo dell'Air Force One che ha portato il
presidente Obama nella capitale inglese, aveva detto di aspettarsi che il G20
«crei un ampio consenso per giungere alle più severe regole finanziarie
necessarie per garantire che quello che è successo all'economia mondiale non
possa ripetersi». Gibbs ha detto che gli Stati Uniti «sono stati molto chiari
sul fatto che il dollaro continuerà a essere la valuta di riserva: la forza e
le dimensioni della nostra economia non possono essere raggiunte da nessun
altro Paese». L'AGENDA - Fitta l'agenda del presidente Usa che tra imponenti
misure di sicurezza attraverserà un Londra blindata. Obama vedrà a colazione il
premier britannico Gordon Brown a Downing Street e poi incontrerà in giornata
per la prima volta gli omologhi russo, Dmitry Medvedev, e cinese, Hu Jintao. In
serata è previsto un incontro con la regina. Giovedì il summit del G20. Il
giorno dopo partirà per il vertice Nato a Starsburgo e Khel. Sabato sarà a
Praga e infine domenica ad Ankara in Turchia per un incontro con il premier
Recep Tay. SICUREZZA - Imponenti le misure di sicurezza nella capitale
britannica, «blindata» per l'evento. Martedì l'allarme è scattato presso il
palazzo della Bank of England. La polizia, infatti, aveva rinvenuto un pacco
sospetto vicino alla Banca d'Inghilterra, che si trova nel cuore della capitale
britannica. La zona del ritrovamento è stata isolata e la strade d'accesso sono
state chiuse. L'allarme si è poi concluso con un nulla di fatto. «È tutto
finito», ha detto in serata un portavoce della polizia. Da registrare la
rottura dello scanner che regola l'ingresso alla residenza del primo ministro
britannico a Downing Street. Perquisizioni di persone e bagagli vengono
effettuate al momento a mano. stampa |
( da "GuidaViaggi.it"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
E una battaglia, quella iniziata da due legislature, per la
riforma dell'articolo V della parte seconda della costituzione. Una battaglia
che stiamo portando avanti, anche alla luce del settore turismo, considerato il
settore trainante per
eccellenza della nostra economia. Lo ha detto Gabriella Carlucci,
che ha sottolineato che le campagne individuali delle regioni su riviste
specializzate o nelle fiere non sono più efficaci, mentre è necessaria una
politica nazionale del turismo che preveda ogni iniziativa. E' fondamentale
ha spiegato - che la riforma vada avanti. Su questa proposta ci sono le firme
di tutti i partiti che sono oggi in parlamento. Dal punto di vista legislativa
è una cosa di poco conto, ma fondamentale per i risultati che si potranno ottenere
dall'inserimento della parola turismo all'art 117, terzo comma della
costituzione. Quanto al trend delle vacanze pasquali il presidente Enit
Matteo Marzotto ha commentato: Landamento dei maggiori mercati
dellincoming italiano,
che emerge dal monitoraggio dell'Agenzia presso i t.o, presenta in generale
segno negativo, con flessioni della domanda più o meno consistenti, anche a
causa dei negativi effetti dei tassi di cambio delle principali monete. Le
contrazioni dei flussi turistici aggiunge Marzotto
coinvolgono non solo i mercati europei e oltreoceano tradizionali, molti
dei quali duramente colpiti dalla crisi finanziaria ed economica
ma, per la prima volta, anche quelli emergenti come la Russia o il Brasile. Si
mantengono stabili o in crescita alcuni Paesi dell
Est Europa (Rep. Ceca, Ungheria, Polonia) e dellAsia (Cina, India e
Corea)".
( da "Trend-online"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Ubs: da Credit
Suisse arriva Koerner, obiettivo taglio costi ANSA NEWS, clicca qui per leggere
la rassegna di Ansa , 01.04.2009 09:36 Scopri le migliori azioni per fare
trading questa settimana!! (ANSA) - ROMA, 1 APR - Prosegue la riorganizzazione
del vertice di Ubs, la prima banca svizzera pesantemente
colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief operating
officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con l'obiettivo di
razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Koerner, come spiega una nota,
assume la direzione del Corporate center, l'unita' che comprendera' tutte le
mansioni su infrastrutture e servizi, centralizzando il controllo.
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Petrolio/ Barile
continua a calare, Wti vicino a 48 dollari di Apcom Nuovi segnali di
deterioramento dell'economia reale -->Roma, 1 apr. (Apcom) - Il barile di
petrolio continua a calare, dopo esser ridisceso sotto i 50 dollari ora si
avvicina ai 48 tra nuovi segnali di un continuo deterioramento dell'economia
reale. Quanto in Europa è metà mattina, negli scambi elettronici sul mercato
delle materie prime di New york, il Nymex, i futures sul greggio in prima
consegna calano di 1,31 dollari rispetto alla chiusura ufficiale di ieri, con
il barile di West Texas Intermediate a 48,35 dollari. Nel fattempo a Londra il
barile di Brent, il petrolio del Mare del Nord, cala di 1,25 dollari a quota
47,98. Ieri dagli Usa sono giunti dati ancora una volta allarmanti sulla
correzione al ribasso del mercato immobiliare, una delle determinati di fondo
della crisi finanziaria che ha
innescato la recessione economica. A gennaio i prezzi delle case sono crollati
del 19 per cento, stabilendo un nuovo record negativo nell'indice Standard
& Poor's/Case-Shiller, che monitora le maggiori metropoli Usa. Oggi le
autorità della Cina hanno riferito di una ripresa a marzo dell'aggravamento
della situazione nel gigantesco settore manifatturiero, con un calo
dell'indice sui responsabili degli acquisti (Pmi) a 44,8 punti, dai 45,1 del
mese precedente. In questa indagine i 50 punti rappresentano la soglia tra
espansione e contrazione dell'attività.
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
G20, Sarkozy:
proposte non soddisfano Francia e Germania -->PARIGI (Reuters) - La attuali
proposte per il comunicato finale del G20 non soddisfano Francia e Germania. Lo
ha dichiarato il presidente della Repubblica della Francia Nicolas Sarkozy
aggiungendo che non si farà coinvolgere da "falsi compromessi".
"A oggi non c'è un accordo. I colloqui stanno andando avanti, ci sono
progetti sul tavolo. Come stanno le cose ora, questi progetti non incontrano il
favore di Francia e Germania", ha dichiarato Sarkozy all'emittente
radiofonica Europe 1. In particolare il capo dello stato
francese sottolinea che la priorità del G20 deve essere la regolamentazione
perché "la crisi
economica è nata da una crisi finanziaria". Su questi temi Sarkozy ieri sera ha fatto il punto con il
cancelliere tedesco Angela Merkel. "Abbiamo convenuto che la versione
attuale del testo, almeno com'era ieri sera, non era soddisfacente", ha
spiegato.
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Ubs: da Credit
Suisse arriva Koerner, obiettivo taglio costi di ANSA sara' direttore generale
e Ceo del Corporate center -->(ANSA) - ROMA, 1 APR - Prosegue la
riorganizzazione del vertice di Ubs, la prima banca svizzera
pesantemente colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief operating
officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con l'obiettivo di
razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Koerner, come spiega una nota,
assume la direzione del Corporate center, l'unita' che comprendera' tutte le
mansioni su infrastrutture e servizi, centralizzando il controllo.
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
USB: ARRIVA KOERNER,
1° OBIETTIVO TAGLIO COSTI di WSI Prosegue la riorganizzazione del vertice della
prima banca svizzera. Il nuovo direttore generale pensa subito a razionalizzare
i servizi e ridurre i costi. -->ANSA) - ROMA, 1 APR - Prosegue la
riorganizzazione del vertice di Ubs, la prima banca
svizzera pesantemente colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief operating
officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con l'obiettivo di
razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Non ne puoi piu' della Borsa?
Sbagliato, perche' qualcuno guadagna sempre. Prova ad abbonarti a
INSIDER: costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Koerner, come
spiega una nota, assume la direzione del Corporate center, l'unita' che
comprendera' tutte le mansioni su infrastrutture e servizi, centralizzando il
controllo.
( da "Panorama.it"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
- Italia -
http://blog.panorama.it/italia - Dai vescovi, 30 milioni per i più poveri e una
risposta a Fini Posted By redazione On 31/3/2009 @ 15:12 In Headlines | 1
Comment Un fondo di garanzia da circa 30 milioni di euro in grado di generare
prestiti bancari agevolati per 300 milioni da destinare alle famiglie in
difficoltà a causa della crisi è stato istituito dalla
Conferenza episcopale italiana grazie ad un accordo con l'[1] Abi,
l'associazione bancaria italiana. Potranno farne richiesta di accesso le famiglie
regolari con tre figli o malati a carico che abbiano perso ogni fonte di
reddito. Ecco la risposta della Chiesa cattolica italiana illustrata questa
mattina a Roma, presso la sala stampa di Radio vaticana, dal [2] segretario
generale della Conferenza episcopale, monsignor [3] Mariano Crociata, il quale
ne ha anche approfondito il significato "di comunione e solidarietà"
della Chiesa, consapevole "della gravità e dell'ampiezza
della crisi finanziaria ed
economica in atto". Dando corpo ad una iniziativa annunciata fin dal [4]
consiglio permanente dello scorso gennaio, ha spiegato Crociata, la Cei ha
raggiunto un accordo con l'Associazione bancaria italiana, la quale si è fatta
carico di fare da interfaccia con i singoli istituti di credito garantendo un
effetto di "decuplicazione" delle erogazioni rispetto
all'ammontare del fondo di garanzia messo a disposizione dai vescovi. Il fondo
sarà finanziato con una colletta nazionale che si terrà in tutte le chiese
italiane domenica 31 maggio, solennità di Pentecoste, ma vi si potrà
contribuire anche per altre vie, per esempio attraverso conti correnti bancari
da istituire ad hoc, in modo da favorire "azioni di solidarietà dentro e
fuori dalla comunità ecclesiale". La Cei conta di raggiungere così l'obiettivo
di 30 milioni di euro, che si tradurrebbe in prestiti alle famiglie più
bisognose per un totale di 300 milioni di euro. Potranno accedervi, attraverso
i centri [5] Caritas delle parrocchie, le famiglie regolari, anche straniere e
non cattoliche, purchè con almeno tre figli o malati a carico e che abbiano
perso il lavoro ed ogni fonte di reddito. "Non è un'elemosina ai
poveri" ha tenuto a sottolineare il segretario della Cei "ma un
intervento nel rispetto della dignità delle persone che potranno restituire quanto
percepito, a tassi contingentati da definire e nei tempi loro possibili, quanto
ricevuto". Se ciò non fosse possibile, interverrà il fondo di garanzia
che, in caso di mancato utilizzo, sarà invece distribuito tra le diocesi per
aiuti diretti. L'iniziativa - è stato anche chiarito - si affianca a quelle già
avviate in molte diocesi italiane ([6] a cominciare da quella di Milano dello
scorso dicembre), i cui benefici non saranno cumulabili a quella nazionale, ed
è tesa, fra l'altro, a sottolineare l'immagine "di una Chiesa unita
impegnata nell'annuncio del Vangelo anche attraverso una costante attenzione
alle necessità concrete di chi ha bisogno". Presentando il fondo di
garanzia, monsignor Crociata è tornato anche sul bio-testamento e sui dubbi
espressi dal presidente della Camera [7] Gianfranco Fini al Congresso del Pdl.
"Ognuno ha sufficiente capacità di fare sue valutazioni. Lo Stato etico mi
sembrerebbe altra cosa e la Chiesa non ha mai avuto simpatia per questo tipo di
situazione, che esiste dove ci sono delle costrizioni. Non mi sembra questo il
caso". Sul biotestamento, quindi: "I vescovi rispettano l'autonomia
del Parlamento e non intendono ingerire nall'elaborazione e nei tempi della
legge sul fine vita". Un accenno poi della Conferenza episcopale italiana
al nodo immigrazione. I vescovi italiani infatti hanno fatto sapere di seguire
"con grande pena" le [8] notizie sugli ultimi naufragi di clandestini
e hanno ribadito che "chi arriva sul territorio nazionale va accolto e
accompagnato", trattato come una persona. Il VIDEO servizio:
( da "Giornale di Vicenza.it, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
SOCIETÀ. DA WALL
STREET ALLA CRISI DELL'AUTO: I MANAGER SUPERPAGATI NEL MIRINO DELL'OPINIONE
PUBBLICA CHE SONO CADUTI 01/04/2009 rss e-mail print Rick Wagoner, ex
amministratore delegato della General Motors, con buonuscita da 20 milioni di
dollari Li avevano soprannominati i «Master of the Universe», i
"titani" e loro forse avevano pensato davvero di poter sconfiggere la
forza di gravità. Poi è accaduto l'impensabile e i semidei sono tornati sulla
terra, uno dopo l'altro. E' la fine di quello che Samuel Huntington definiva
l'«Uomo di Davos». La recessione più grave del dopoguerra distrugge un mito che
per decenni ha catalizzato l'attenzione: l'élite sovranazionale che ha deciso i
destini dell'economia globale. In poco più di un anno l'Uomo di Davos ha perso
quasi tutto. La maggior parte di loro, infatti, si è sottomessa ai controlli e
ai vincoli del Tesoro americano per poter avere un accesso diretto ai soldi dei
contribuenti e, in alcuni casi, per ricevere lauti bonus. E' difficile
dimenticare la prima volta a Washington dei capi di General Motors, Chrysler e
Ford, arrivati nella capitale americana con i loro jet privati per chiedere
finanziamenti. La seconda volta, dopo essere stati sbranati dall'opinione
pubblica, si sono trasferiti da Detroit a Washington guidando auto ibride.
Lloyd Blankfein di Goldman Sachs, Richard Fuld di Lehman
Brothers e Chuck Prince di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di
questa crisi. Se guardiamo
all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore delegato della
Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la pensione da 726
mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi
finanziaria che ha messo in ginocchio la City di
Londra. Sempre dal Vecchio continente, uno dei duri per eccellenza, vero
e proprio "tagliagole", felice di esserlo, Christian Streiff, è stato
silurato dal gruppo Peugeot-Citroen due giorni fa. Stessa fine ha fatto Rick
Wagoner, amministratore delegato di General Motors, l'azienda americana, un
tempo icona del capitalismo stelle&strisce. Il capo della Casa Bianca,
Barack Obama, ha affermato che la sua decisione di mandare a casa Wagoner
"non significa una condanna, ma il riconoscimento che occorreranno una
nuova visione e una nuova direzione per creare la GM del futuro". La
decisione arriva dopo settimane in cui il suo ministro del Tesoro Timothy
Geithner è diventato l'uomo più solo di Washington, forse anche per i suoi anni
passati alla guida della Federal Reserve di New York dove ha assistito, senza
intervenire all'adozione da parte delle banche di politiche che ne hanno
moltiplicato l'esposizione, ma soprattutto per la scoperta da parte dei
contribuenti americani che molti manager responsabili del disastro hanno
continuato a ricevere consistenti bonus. Geithner ha cercato di difendersi come
ha potuto per il caso Aig, il gruppo assicurativo che, salvato dall'intervento
dello Stato americano (con iniezioni di oltre 170 miliardi di dollari), ha
deciso di distribuire premi a dirigenti per milioni di dollari, fino a sommare,
secondo alcune fonti, addirittura un miliardo di dollari in bonus. Geithner ha
spiegato che aveva saputo dei bonus solo il 10 marzo, mentre la Fed (come ha
rivelato il Washington Post) lo sapeva da mesi. Geithner ha poi ammesso di aver
aspettato due giorni prima di informare la Casa Bianca, un ritardo che ha
irritato Obama. I repubblicani chiedono a gran voce che il ministro si dimetta
e alcuni democratici (riporta il New York Times) prevedono che non arriverà a
giugno. Il presidente Obama non ha usato mezzi termini e ha parlato di
"oltraggio e offesa ai contribuenti". Nel paese, intanto, la ventata
di populismo che infiamma il Congresso e l'America ha trasformato l'incidente
Aig nella questione più scottante del momento. Il Congresso ha usato il pugno
di ferro e ha votato una legge che impone un prelievo fiscale del 90% sui bonus
erogati ai manager di aziende che ricevono aiuti pubblici. Il provvedimento,
però, lascia indifferenti i 700 banchieri della Merrill Lynch che hanno
incassato gratifiche da un milione di dollari in su (a testa), in quanto la
legge votata dalla Camera è valida dal primo gennaio 2009. Come ricorda Rocca
sul Foglio, "in tempi di piena, l'indomabile ottimismo degli americani
valuta le enormi ricchezze dei pochi fortunati come una prospettiva alla
portata di tutti. Quando c'è la crisi, e si diffonde
il timore di una catastrofe economica anche personale, diventa più difficile
digerire la perdita del lavoro e della casa a fronte del pagamento con i propri
soldi dei mega bonus miliardari alle stesse persone che hanno creato o
cavalcato il disastro finanziario". Le grandi firme dei più influenti
quotidiani liberal, come Paul Krugman, Maureen Dowd e Thomas Friedman e Frank
Rich non hanno fatto sconti al modo in cui il presidente sta affrontando la crisi economica e l'hanno accusato di "avere legami
stretti con Wall Street". Negli ultimi mesi, l'americano medio ha perso il
posto di lavoro (seicentomila ogni trenta giorni), ha dovuto subire il crollo
del valore della propria casa, ha visto dimezzare i risparmi pensionistici
vincolati all'andamento della borsa e svanire i fondi riservati all'istruzione
dei figli. Infine, secondo i dati dell'Economist, è diminuita perfino la
mobilità interna, uno dei pilastri del sogno americano. "Siamo all'inizio
di una vera ribellione popolare. Quando vengono commessi gravi eccessi,
l'America sana può anche reagire così" avverte sul Washington Post il
politologo E.J. Dionne. Simone Incontro Simone Incontro
( da "Giornale di Vicenza.it, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
AIUTI ALLE FAMIGLIE.
Colletta nelle chiese il 31 maggio per costituire un fondo di garanzia
01/04/2009 rss e-mail print Monsignor Mariano Crociata CITTÀ DEL VATICANO La
Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il
sistema bancario e mettendo in moto aiuti in forma di prestiti sostenuti da un
fondo di garanzia e una rete di solidarietà. A beneficiarne direttamente
potrebbero essere 20-30 mila famiglie. Per la Cei, ha spiegato il segretario
monsignor Mariano Crociata illustrando gli esiti dell'ultima riunione del
consiglio permanente dei vescovi italiani, è soprattutto una forma di «annuncio
del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva carità». I vescovi sono «consapevoli
della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica», afferma
la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di garanzia con una
colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in
tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni,
enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti appositi conti
correnti. La Cei conta di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30
milioni di euro, che l'Associazione bancaria italiana si è impegnata a decuplicare,
destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei prestiti a tassi
agevolati per un totale di 300 milioni. A chiedere i prestiti potranno essere
famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse le coppie di fatto) con
almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito, anche
non cattoliche o straniere, purché residenti in Italia. Basterà rivolgersi ai
centri Caritas delle parrocchie. Il prestito sarà di 500 euro mensili per un
anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora trovato una nuova
fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e modi da definire.
In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia.
( da "Avvenire" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
CHIESA 01-04-2009
«Sviluppo nella solidarietà per il Paese» Pubblichiamo il Comunicato finale
presentato ieri del Consiglio episcopale permanente svoltosi a Roma dal 23 al
26 marzo. I l Consiglio episcopale permanente, presieduto dal cardinale Angelo
Bagnasco, arcivescovo di Genova, si è riunito per la sessione primaverile dal
23 al 26 marzo 2009, presso la sede della Cei in Roma. I membri del Consiglio
hanno anzitutto ribadito la ferma denuncia «di un pesante lavorio di critica»
nei riguardi del Papa, che ha preso corpo nell'ultimo periodo con gratuita e
pretestuosa virulenza. Nel contempo, è stato espresso sincero apprezzamento per
la lettera di Benedetto XVI, volta a offrire una «parola chiarificatrice» sulla
revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani. L'emergere di una certa
tendenza contestativa rende peraltro più avvertiti del clima culturale
contemporaneo, che riveste «il carattere di un vero e proprio spartiacque». Il
nodo della questione sta nella contrapposizione di «due culture riferibili
all'uso della ragione». Non si tratta dunque di uno scontro religioso o
ideologico, ma di un serrato confronto culturale su due diversi modi di
concepire l'uomo, la libertà e il vivere sociale. In questo orizzonte si è
inserita una riflessione sul dramma di Eluana Englaro, il «caso che più ha
colpito il nostro Paese nell'ultimo periodo» e che ha imposto all'attenzione di
tutti una problematica che chiama in causa la maturità del vivere sociale, così
come l'«effettiva disponibilità a solidarizzare con il più debole». La
drammatica situazione economica che si sta profilando interpella la società e
quindi anche la Chiesa. Per cercare di rispondere all'emergenza, è stato varato
un fondo di garanzia a sostegno delle famiglie numerose o gravate da malattia o
disabilità che abbiano perso ogni fonte di reddito. Tale scelta di condivisione
e solidarietà si attuerà mediante una colletta nazionale, che avrà luogo il 31
maggio, domenica di Pentecoste. Anche il resoconto del recente convegno delle
Chiese del Sud ha assunto il valore di rinnovata sollecitazione a farsi carico
del Paese intero, mettendo in comunione le molteplici risorse intellettuali,
morali e spirituali. Il Consiglio permanente ha approvato il programma
dell'Assemblea generale della Cei, che si terrà a Roma dal 25 al 29 maggio 2009
e porrà al centro dei propri lavori la questione educativa. È stato autorizzato
l'invio ai vescovi della bozza del nuovo Rito delle esequie, si è approvata la
proposta di ripartizione dei fondi dell'otto per mille per l'anno corrente e
l'erogazione del contributo per il funzionamento dei Tribunali ecclesiastici
regionali. Sono stati individuati il tema e la sede della prossima Settimana
sociale dei cattolici italiani, che si terrà nell'ottobre 2010, ed è stato
licenziato il nuovo statuto della Consulta nazionale delle aggregazioni
laicali. 1. «Stare con il Papa, sempre ed incondizionatamente» « S tare con il
Papa», cioè esprimergli affettuosa vicinanza e manifestargli pubblica
solidarietà per gli attacchi gratuiti di cui è stato fatto oggetto di recente:
questo è stato l'avvio spontaneo del Consiglio permanente. In particolare, si è
fatto riferimento alla vicenda della revoca della scomunica ai quattro vescovi
lefebvriani, atto di misericordia intorno al quale si è scatenata una polemica
che ha rischiato di lacerare la stessa comunità ecclesiale, della cui unità il
Santo Padre si è fatto carico nella sua accorata lettera, con un vibrante
«appello alla riconci- liazione più genuina e disarmata ». Si è anche rilevato
come, in occasione del recente viaggio in Africa, da parte di taluni organi di
informazione e addirittura di soggetti istituzionali internazionali «non ci si
è limitati ad un libero dissenso, ma si è arrivati ad un ostracismo che esula
dagli stessi canoni laici» ( prolusione). L'effetto di tale pregiudiziale
chiusura è stato, purtroppo, il silenzio o la disattenzione su una vasta gamma
di questioni sollevate dal Papa in Camerun e in Angola: la necessità di
un'opera di educazione, la promozione della donna, le esperienze di cura medica
e di assistenza sociale, uniche risposte efficaci alla corruzione della vita
politica e alle trame oscure degli interessi economici che travagliano quelle
terre. Si è avuta netta «la sensazione che si intendesse non lasciarsi
disturbare dalle problematiche concrete che un simile viaggio avrebbe
suscitato, specie in una fase di acutissima crisi
economica che chiede ai rappresentanti delle istituzioni più influenti una
mentalità aperta e una visione inclusiva». 2. Le due culture intorno all'uso della
ragione U na rilevante attenzione è stata dedicata all'analisi del momento
presente, che sembra contrassegnato non da una schematica contrapposizione tra
credenti e non credenti, ma piuttosto da una specifica domanda sull'uomo, «da
cui discendono due diverse, per molti aspetti antitetiche, visioni
antropologiche». Da una parte, c'è chi considera la persona sempre eccedente
rispetto al resto della natura, in quanto caratterizzata da un valore
irriducibile alla pura materia. In questa prospettiva, l'uomo si percepisce
come dono che non si esaurisce in se stesso e si inserisce in un orizzonte più
ampio. Dall'altra, c'è una cultura per la quale «il soggetto umano non è che un
prodotto dell'evoluzione del cosmo, ivi compresa la sua autocoscienza» e
perciò, essendo sostanzialmente «uno sghiribizzo culturale fluttuante nella
storia, l'individuo si trova sostanzialmente prigioniero di sé, ma anche solo
con se stesso» ( prolusione). Da ciò consegue una concezione radicalmente
diversa della libertà umana. Nel primo caso, pur non abdicando alle proprie
responsabi-- lità, essa si concepisce come non autosufficiente e limitata; nel
secondo, invece, la libertà si presenta come possibilità di scelta
incondizionata, senza alcun vincolo e a prescindere da ogni contesto di
relazioni. È del tutto evidente che le due visioni non sono indifferenti
rispetto alla costruzione della convivenza sociale. Se la sfida culturale in
atto ha a che fare in primo luogo con l'uso della ragione, occorre trovare
proprio su questo fronte occasioni di confronto, avendo presente che la
persona, se per un verso non può essere ridotta alla sfera del contingente, per
l'altro è indubbiamente segnata dalla dimensione storica, essendo per natura
libera e quindi capace di evolversi, superando continuamente se stessa. Quanto
alla testimonianza cristiana, essa deve radicarsi in una fede matura capace di
misurarsi con le nuove sfide che segnano l'attuale stagione culturale. A questo
proposito, la tragica vicenda di Eluana Englaro ha richiesto l'esercizio di un
discernimento che va oltre il caso individuale per difendere quel principio di
indisponibilità della vita, senza il quale è difficile garantire nel concreto
il principio di uguaglianza per tutti. I vescovi hanno riaffermato l'impegno
nell'opera di formazione delle coscienze, privilegiando un linguaggio
argomentato, dialogico e propositivo, coscienti che è dentro la realtà che
risplende la sensatezza e la bellezza della proposta cristiana, come mostra la
storia anche attuale delle nostre comunità. 3. Il fondo di garanzia a sostegno
delle famiglie segno di comunione e solidarietà C onsapevoli della gravità e
dell'ampiezza della crisi
finanziaria ed economica in atto, i membri del
Consiglio permanente hanno formalizzato la costituzione di un fondo di garanzia
a sostegno delle famiglie numerose o gravate da malattia o disabilità che
abbiano perso ogni fonte di reddito, dando forma al progetto già abbozzato
nella sessione di gennaio. L'annuncio del Vangelo esige, infatti,
costante attenzione alle necessità concrete dei fratelli, perché la comunione
ecclesiale si sostanzi di fattiva carità. Il fondo si pone l'obiettivo di
permettere alle famiglie con almeno tre figli a carico oppure segnate da
situazioni di grave malattia o disabilità, che abbiano perso o perderanno ogni
fonte di reddito, di ottenere dal sistema bancario un prestito mensile per
dodici o ventiquattro mesi, da restituire a condizioni di favore quando avranno
ritrovato il lavoro, così da poter fare fronte alle spese per la casa e alle
necessità più impellenti. Si tratta di un segno di speranza, finalizzato ad
aiutare un numero di casi necessariamente contenuto, ma significativo per la
tipologia scelta. Esso si affianca alla capillare azione di carità svolta dalle
Caritas diocesane e dalle organizzazioni del volontariato cattolico e sociale e
non intende sostituirsi ai doverosi e irrinunciabili interventi che competono
allo Stato e agli enti pubblici. Il fondo sarà finanziato con una colletta
nazionale, che si terrà in tutte le chiese italiane domenica 31 maggio,
solennità di Pentecoste. Il gesto tradizionale della colletta ci richiama a uno
stile di Chiesa che si ricorda delle membra più deboli soprattutto nei momenti
di più grave difficoltà e lo fa in tutti i modi possibili, sapendo che proprio
nelle membra più deboli è Cristo stesso a rendersi presente e a identificarsi.
È un atto che educa alla solidarietà e alla condivisione, all'apertura del
cuore e alla generosità, a non vivere solo per se stessi, ripiegati sui propri
problemi e sui propri interessi, ma con cuore fraterno e compassionevole. Nella
stessa logica solidale, i vescovi hanno condiviso gli orientamenti emersi dal
convegno Chiesa nel Sud, Chiese del Sud, svoltosi a Napoli il 12-13 febbraio
scorso. A partire dagli esiti del convegno, è stata confermata la scelta di
aggiornare con un nuovo documento la riflessione avviata vent'anni or sono con
la nota Chiesa italiana e Mezzogiorno. Sviluppo nella solidarietà, nella
percezione consolidata che «solo insieme» è possibile far crescere il nostro Paese.
Da questo punto di vista, la prossima Settimana sociale dei cattolici italiani,
che si terrà a Reggio Calabria nell'ottobre 2010, costituirà un'occasione
significativa per definire i contenuti di un'agenda di questioni con cui le
istituzioni e i gruppi sociali siano chiamati a misurare la propria
responsabilità. 4. Il tema dell'Assemblea generale e gli adempimenti
istituzionali I l Consiglio permanente ha approvato il programma della prossima
Assemblea generale, che si terrà a Roma dal 25 al 29 maggio 2009. Essa metterà
a tema la questione educativa, avviando la riflessione che dovrà condurre alla
configurazione degli orientamenti pastorali della Chiesa italiana per il
decennio 2010-2020. In occasione dei lavori assembleari, i vescovi
solennizzeranno l'Anno La questione educativa sarà l'argomento centrale
dell'Assemblea generale in programma a Roma dal 25 al 29 maggio prossimi
Paolino con una speciale concelebrazione eucaristica nella basilica di San
Paolo fuori le Mura. È stato dato l'assenso all'invio ai vescovi della bozza
del nuovo Rito delle esequie ed è stata approvata la proposta di ripartizione
dei fondi dell'otto per mille per l'anno corrente, materia sulla quale dovrà
pronunciarsi l'Assemblea generale. È stata anche determinata la misura del contributo
economico per il funzionamento dei Tribunali ecclesiastici regionali,
registrando con soddisfazione l'incremento del numero dei procedimenti
conclusi, fatto che testimonia la sensibilità crescente sulle difficoltà della
famiglia e insieme evidenzia il bisogno di rafforzare la qualità e la quantità
delle competenze necessarie in questo delicato ambito pastorale. È stato
licenziato il nuovo statuto della Consulta nazionale delle aggregazioni
laicali. Infine, è stato approvato lo statuto dell'Associazione italiana di
pastorale sanitaria (Aipas) e sono state approvate modifiche agli statuti
dell'Agesci, dell'Unitalsi e del Movimento Rinascita cristiana. È stato anche
approvato il nuovo Direttorio della Federazione nazionale italiana dell'Unione
apostolica del clero (Uac) ed è stata ammessa nella Consulta nazionale delle
aggregazioni laicali la Fratres - Consociazione nazionale dei gruppi donatori
di sangue delle Misericordie d'Italia. Roma, 31 marzo 2009 Consiglio permanente
Cei: la vicinanza al Pontefice e la creazione di un fondo per le famiglie in
difficoltà tra i temi del documento finale Ribadito dai vescovi italiani il
principio di indisponibilità della vita, senza cui è difficile garantire
l'uguaglianza a tutti. Chiesa e Mezzogiorno: allo studio un nuovo documento
( da "KataWebFinanza"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
CREDITO: MAXI-BANCA
ISLAMICA SARA' VARATA ENTRO IL 2009 (AGI) - Roma, 1 apr. - Entro la fine
dell'anno, il Gruppo bancario del Bahrain, Al Baraka, lancera' la piu' grande
banca islamica del mondo.Lo ha reso noto il giornale di Dubai "Gulf
News", secondo il quale, il "numero uno" di Al Baraka, Adnan
Yousuf - che e' anche presidente dell'Unione delle Banche arabe - ha annunciato
che "sono ormai completati i preparativi per il lancio" della nuova
banca. "Alla luce dell'attuale crisi finanziaria
mondiale, il presidente di Al Baraka, Shaikh Saleh Kamel, non ha tirato i remi
in barca, al contrario ha accelerato le procedure per il varo del nuovo
istituto di credito", ha rilevato Yousuf. Secondo la fonte, la nuova
"mega banca", avra' un capitale iniziale equivalente a 10 mld di
dollari, raccolti attraverso una serie di offerte pubbliche e stock option
private. "Nonostante la crisi economica globale e le sue ripercussioni sul settore finanziario
internazionale - ha detto Yousuf - l'attivita' delle banche islamiche (che si
ispirano alle norme della sharia, la legge musulmana, ndr) non ha registrato
fasi di crisi, anczi
continua a prosperare". 01/04/2009 - 13:17
( da "Affari Italiani (Online)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Gem/ Anche la Cina
avrà il suo Nasdaq Mercoledí 01.04.2009 10:31 Caro Angelo, la Cina continua a
sfornare innovazioni ed azioni, in risposta alla crisi
ed in prossimità del G20 tanto atteso. Un ulteriore segnale è quello che a
breve avrà anche il suo NASDAQ. Si chiamerà GEM (Growth Enterprise Market) e ha
come funzione quella di supportare le startup e le piccole imprese a grande
potenziale di crescita. E' la prova dello sfalsamento spazio temporale nel
quale vivono i due sistemi economici e finanziari, quello americano europeo
totalmente recessivo e quello cinese asiatico che sta lanciando già le basi per
il rilancio e la crescita. E' ovvio che non tarderanno ad arrivare risultati
tangibili a breve, ma quando saranno visibili in Italia, sarà, come nel caso
della comprensione del fenomeno Berlusconi da parte dei Vertici
dell'opposizione di allora (Violante docet), troppo tardi !!! A presto. Alberto
Ormai è evidente come Usa e Cina stiano "marcandosi" strettamente su
qualsiasi questione, così come la crisi
finanziaria stia aprendo ampi spazi, nei quali i
cinesi si stanno inserendo con sempre maggiore frequenza. Non sorprende quindi
che ora, la Cina voglia replicare anche uno dei successi storici della finanza
americana: il Nasdaq. GEM, IL NASDAQ CINESE - Si chiamerà GEM (Growth
Enterprise Market), un nome che evoca l'approccio che i cinesi vogliono
avere sulla questione, una piattaforma finanziaria dedicata
a supportare start-up innovative e tecnologiche. In realtà il progetto non è
nuovo, visto che fu pensato ben già 10 anni fa, ma dopo l'esplosione della
bolla finanziaria legata alla new economy e alle
dot.com, il progetto della creazione del GEM cinese, fu temporaneamente
sospeso, fino ad oggi. Basata ovviamente a Shenzhen, l'area con il più alto
tasso tecnologico della Cina, il GEM cinese sarà fortemente focalizzato sulle
piccole imprese a grande potenziale di crescita, con l'obbiettivo di diventare
lo spazio per trovare finanziamenti e supportarne la crescita. I REQUISITI PER
LA QUOTAZIONE - Le potenziali aspiranti di questo nuovo listino tecnologico
cinese, dovranno però rispettare rigorosamente alcuni parametri, quali: un
capitale sociale superiore ai 30 Milioni di Yuan (oltre 3 Milioni di Euro);
avere conseguito utili per due anni consecutivi e redditività combinata di
almeno 10 Milioni di Yuan (oltre 1 Milione di Euro); fatturato di almeno 50
Milioni di Yuan (oltre 5 milioni di Euro); utili di almeno 5 milioni di Yuan
(oltre 500.000 Euro) nell'ultimo anno fiscale; LA TRASPARENZA DEI DATI - Ma
l'aspetto fondamentale che sta a cuore ai cinesi, è la trasparenza nella
diffusione dei dati e dei risultati aziendali da parte delle imprese, così come
l'efficienza dei controlli e la vigilanza che la piattaforma GEM dovrà
garantire, così da evitare criticità simili a quelle di questi mesi, su quasi
tutti i mercati finanziari. Questa iniziativa, intende essere un concreto
supporto alle imprese innovative cinesi ma anche il punto di partenza per la
crescita di un mercato di capitali cinesi, in grado di finanziare in maniera
sistematica una nuova generazione d'imprese ad alto potenziale di crescita e
tecnologiche. pagina successiva >>
( da "Affari Italiani (Online)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Gem/ Anche la Cina
avrà il suo Nasdaq Mercoledí 01.04.2009 10:31 UN'INDICE DI BORSA CONTRO IL
CREDIT CRUNCH -è anche una risposta alla situazione che si
è venuta a creare a causa della crisi finanziaria, dove gli istituti bancari sono diventati sempre più prudenti a
concedere prestiti alle start-up, situazione che finisce anche per colpire le
piccole imprese che in Cina di fatto rappresentano il 99% delle imprese e danno
lavoro al 75% degli occupati del paese. Il progetto appare anche del
tutto in controtendenza rispetto a quanto sta accadendo agli altri mercati
finanziari mondiali, che di fatto stanno subendo tutti forti ridimensionamenti
ed accorpamenti. La Cina sembra dimostrare, ancora una volta, come solo
attraverso l'agire e la creazione di nuove innovative iniziative, si potrà
sperare di superare la crisi attuale, per creare un
futuro fatto si di grandi multinazionali, ma soprattutto da milioni di
"invisibili" aziende che, dati alla mano, rappresentano però l'asse
vero di tutte le nazioni. L'ATTENZIONE ALLE PMI - Quello delle piccole imprese
è il vero asset che il governo cinese intende salvaguardare attraverso anche
questa iniziativa, cercando nel contempo, di lanciare nuove imprese in grado di
diventare i leader del futuro, trainando così la crescita sia economica del
paese che di competenze tecnologiche necessarie per rinnovare l'industria
cinese. Un messaggio sul quale riflettere, visto che lo scenario cinese
assomiglia incredibilmente a quello italiano che anche nei suoi massimi
splendori degli anni scorsi, è stato sempre strettamente collegato al successo,
spesso planetario, delle proprie "multinazionali tascabili" del Made
in Italy. Le stesse che ora la Cina spera possano trovare nel GEM il proprio
terreno fertile per poter diventare le solide protagoniste del crescente
"Made in China" futuro. < < pagina precedente
( da "Dagospia.com"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
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articolo --> BORSE Giù (MIBTEL -1.8%) - Ford teme LA ripresa DI GM e
Chrysler - Honda taglia produzione e salari - Sea batte la crisi
e apre a Sky Team - Google supera Ge BuranI in rosso - IL
SETTORE A RISCHIO DELLE CASSE SPAGNOLE
Logo "Ford" 1 - Borsa,
Europa in ribasso. A Milano sale Telecom... Da "ilsole24ore.com" -
Andamento al ribasso per le principali Borse europee. Parigi perde il 2%,
Francoforte l'1,86% mentre Londra cede l'1,09 per cento A Milano il Mibtel è in calo dell' l'1,8% mentre
l'S&P/Mib lascia sul terreno il 2,3 per cento. I listini del Vecchio
Continente, quindi, sembrano non avvantagiarsi della chiusra positiva di Tokyo.
Il Nikkei ha segnato un incremento di 242,83 punti a 8.351,91 e l'indice Topix
è salito del 2,61% a 793,82. Tra i singoli titoli ha guadagnato terreno Honda
Motor, beneficiando dell'avvicinarsi di una soluzione per la situazione critica
delle case automobilistiche Usa da parte del governo americano. Evidentemente
l'incertezza sul fronte macro-economico continua a pesare sulle Borse. Come
peraltro mostra il dato sulle vendite al dettaglio in Germania che sono calate
dello 0,2% a febbraio rispetto al mese precedente (il calo su base annua è
stato pari al 5,3%). Logo "Chrysler" Tra le blue chip di Piazza
Affari in controtendenza Telecom Italia. Ad alimentare gli acquisti il report
di Goldman Sachs che ha alzato la raccomandazione a Buy. Prese di benefico,
invece, su Fiat dopo il rally di ieri. Oggi proseguono a Detroit i negoziati a
tappe forzate con i vertici di Chrysler per raggiungere l'accordo chiesto dal
presidente Usa Barak Obama. 2 - Fiat- Chrysler: Obama per accordo... (ANSA) -
Obama e' pronto a lasciare che la Chrysler vada in bancarotta e venga venduta
in pezzi in assenza di un accordo con la Fiat. Lo hanno indicato all'agenzia
Bloomberg membri del Congresso informati delle deliberazioni
dell'amministrazione. Il numero uno Fiat, Sergio Marchionne, e' in queste ore
negli Stati Uniti, tra Detroit e Washington, per mettere a punto i dettagli di
un accordo con la Chrysler in meno di 30 giorni. 3 - Ford teme ripresa GM e
Chrysler... (ANSA) - Ford, che non ha chiesto aiuti al Governo e che finora e'
stata spettatrice delle vicende GM e Chrylser, inizia a preoccuparsi. Secondo
la casa automobilistica Usa, come riporta il WSJ, un'eventuale bancarotta
assistita di una o di ambedue le sue concorrenti americane potrebbe
danneggiarla. In casa Ford si teme che la bancarotta possa avere effetti
negativi sulle rete di fornitori e distributori, con un impatto sulle consegne
e sulle vendite Ford. 4 - Mariella Burani: 2008 in rosso... (ANSA) - Mariella
Burani Fashion Group ha chiuso il 2008 con un fatturato in crescita del 3,9% a
700 milioni. Si e' registrata una perdita di 55,2 mln contro un utile di 16,8
mln nel 2007. Il mol ha segnato +5,3% a 87,8 mln (+5,3%). Nei primi due mesi
del 2009 Mariella Burani ha visto il fatturato totale crescere del 2%.
L'andamento delle vendite per la campagna A/I 2009-2010 permette al management
di confermare le prospettive di business nel medio e lungo periodo. Logo
"GM" 5 - Ubs: da Credit Suisse arriva Koerner... (ANSA) - Prosegue la
riorganizzazione del vertice di Ubs, la prima banca svizzera
pesantemente colpita dalla crisi finanziaria. Da Credit Suisse arriva Ulrich Koerner, nuovo chief operating
officer (direttore generale) e ceo del Corporate center, con l'obiettivo di
razionalizzare i servizi e tagliare i costi. Koerner, come spiega una nota,
assume la direzione del Corporate center, l'unita' che comprendera' tutte le
mansioni su infrastrutture e servizi, centralizzando il controllo. 6 -
Honda taglia produzione e salari... (ANSA) - Honda tagliera' la produzione,
ridurra' gli stipendi e chiedera' uscite volontarie in nord America. Lo riporta
il Wall Street Journal.Honda punta a ridurre la propria produzione negli
impianti nord americani di 62.000 unita' entro l'estate. I tagli ai salari
riguarderanno tutti gli impiegati in nord America, con i tagli maggiori per i
top manager. Gli incentivi alle uscite saranno offerti alla maggior parte dei
35.600 impiegati Honda in Canada, Messico e negli Usa. 7 - Sea batte la crisi e apre a Sky Team... Da "Il Sole 24 Ore" -
Un annus horribilis dell'economia mondiale. Ed anche il trasporto aereo ha
subito importanti perdite con una flessione del traffico passeggeri del 6% e
merci del 20%. Se a questo aggiungiamo che dall'oggi al domani Alitalia decide
di eliminare 1.200 voli settimanali su Malpensa le prospettive ad aprile 2008
per Sea erano alquanto negative. Ad un anno di distanza Sea è riuscita però a
chiudere positivamente il proprio bilancio e grazie a un azzeccato piano
industriale riesce a riportare l'attenzione sui propri aeroporti. logo honda
Dopo il cambio di marcia della scorsa settimana di Alitalia su Linate, a Malpensa
oggi si svolge un incontro di presentazione dell'attività dell'alleanza Sky
Team con il Presidente Leo van Wijk. Sarà un caso oppure, dopo i forti
investimenti di Lufthansa sull'aeroporto milanese, una contromossa
dell'alleanza internazionale di cui fa parte Alitalia? (R.Fi.) 8 - Aedes e i
nodi sulla proposta Isoldi... Da "Il Sole 24 Ore" - Esiste ancora un
nodo da sciogliere prima del via libera definitivo alla proposta di Amenduni
Isoldi per salvare Aedes, gravata da oltre 800 milioni di debiti: nodo non
semplice da risolvere e all'esame della banche creditrici, sebbene le linee
principali del piano siano state accettate dall'83% dei finanziatori. Il
problema è l'intervento dell'immobiliarista romagnolo Pierino Isoldi sulla
ricapitalizzazione da 150 milioni. Isoldi avrebbe proposto di partecipare
all'aumento in parte cash, ma anche di apportare asset immobiliari posseduti in
Romagna per 200 milioni, sui quali graverebbe debito per 100 milioni. Alcune
banche creditrici (sono 43 in totale), tuttavia, secondo i rumors,
sembrerebbero scettiche sull'apporto in natura. Nel frattempo, il tempo stringe
ed entro metà aprile dovrà essere trovata una soluzione. (C.Fe.) Google 9 - Il
motore Google ora supera Ge... Da "Il Sole 24 Ore" - La crisi rivoluziona le gerarchie della Corporate America a
Wall Street. Google, regina della "nuova economia", ha superato
General Electric, da sempre azienda-Pil per le sue tradizionali attività dalla
finanza ai motori per aerei. Almeno quando si tratta di capitalizzazione di
mercato: l'ha battuta al traguardo del primo trimestre dell'anno, 110 a 107
miliardi di dollari. Nella classifica delle venti maggiori società per
"market cap", guidata dalla petrolifera ExxonMobil, Google è ora al
decimo posto. Con solo altri due storici protagonisti high-tech che la
sovrastano, Ibm con 130 miliardi e Microsoft con 164 miliardi. Google,
oltretutto, è pronta a scommettere su futuri exploit: ha tenuto a battesimo un
fondo di venture capital, Google Venture, cento milioni per dare la caccia alla
"next big thing", la prossima scoperta di successo. (M. Val.) 10 -
casse a rischio... Alessandro Oppes per "la Repubblica" - Quando
Zapatero definiva il sistema finanziario spagnolo "il più solido del
mondo", probabilmente non si riferiva alle casse di risparmio. Dopo il
salvataggio a sorpresa di Caja Castilla La Mancha deciso dal Banco di Spagna
domenica scorsa per evitarne il rischio di bancarotta, nuove nubi si addensano
sul settore. Il timore che la mancanza di liquidità possa mettere in ginocchio
altre casse di risparmio fa dire al governatore Miguel Angel Fernández Ordonez
che, "se la crisi internazionale si prolunga,
sicuramente sarà necessario ristrutturare alcune entità medie e piccole".
E l´economista capo dell´Ocse, Klaus Schmidt-Hebbel, definisce le casse
spagnole "un settore a rischio", soprattutto per la loro esposizione
ai crediti immobiliari. [01-04-2009]
( da "Virgilio Notizie"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Londra, 1 apr.
(Apcom) - Stati uniti e Regno unito "sono d'accordo sul significato del
G20", ha detto in conferenza stampa il primo ministro britannico Gordon
Brown, con al suo fianco il presidente degli Stati uniti Barack Obama, al
termine del loro incontro oggi a Londra, alla vigilia del vertice G20. "Il mondo deve unirsi per agire di fronte a una crisi finanziaria senza
precedenti", ha sottolineato Brown, elencando una serie di test cui sarà
necessario fare fronte: "Il primo test è un sistema di controllo delle
banche"; sarà poi necessario "prendere le misure necessarie per far
ripartire la crescita"; "il terzo test sarà quello di
"sostenere la cooperazione economica internazionale e la crescita dei
paesi in via di sviluppo, respingendo il protezionismo". "Il nostro
obbligo - ha insistito Brown - è anche quello di aiutare i paesi più
vulnerabili a reagire a questa crisi"-
( da "Arena.it, L'"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
«Il Banco Popolare è
alla svolta» L'INTERVISTA. Il presidente Carlo Fratta Pasini: l'operazione
trasparenza fatta dal consigliere delegato Pier Francesco Saviotti ha convinto
il mercato «La Borsa torna a riconoscere qualche fondamentale.I mesi difficili pensando
alla mia Verona e a come tornare forti» 01/04/2009 rss e-mail print Carlo
Fratta Pasini, presidente del Banco Popolare. «Soci e clienti anche con le
critiche ci manifestano l'attaccamento al Banco» Dalla notte all'alba. Dalla
tempesta verso l'approdo. Per il Banco Popolare (come d'altra parte per
l'intero sistema bancario italiano ed internazionale) sono stati mesi di
inquietudini, timori e grandi difficoltà. Poi l'arrivo del nuovo consigliere
delegato Pier Francesco Saviotti e il concretizzarsi dell'«operazione
trasparenza» al gruppo guidato dal presidente Carlo Fratta Pasini. Ma ancora
sino a un mese fa, con il titolo che in Borsa pareva sull'ottovolante, si
rincorrevano voci più disparate: possibili grandi operazioni, aggregazioni e
quant'altro. Il titolo in Borsa nelle ultime sedute ha mostrato segnali di
ripresa decisa con recuperi sensibili delle quotazioni che sono risalite dal
minimo del 9 marzo di meno di 1,9 euro a oltre tre euro e mezzo, sia pure con
andamenti altalenanti; ieri il Banco in Piazza Affari ha chiuso con un +12,16%
a 3,46 euro. [FIRMA]Oggi, presentato il bilancio e con le azioni che salgono,
sembra davvero un altro mondo. Non è vero, presidente Fratta Pasini? «È vero,
il mercato sta riconoscendo la serietà e la forza della nostra reazione e della
volontà di svolta rispetto al passato. Con questo bilancio gli analisti hanno
compreso che il Banco, anche in una situazione di crisi
come l'attuale, non ha timore della "verità" ed è pronto a ripartire
per una nuova stagione di migliore servizio ai suoi territori». Sorride il
presidente del Banco, ma nei suoi occhi traspare la sofferenza di questi mesi
unita ad una forte determinazione. Cosa ci dobbiamo attendere? «Ora anche la
Borsa ci sta restituendo appena un po' di quanto ci ha tolto e torna a
riconoscere qualche fondamentale dimenticato: il patrimonio a posto, l'assenza
nel nostro portafoglio di subprime o titoli tossici, le banche del territorio
che continuano a portare risultati positivi. Oggi i clienti ed i soci nelle
varie piazze manifestano, anche attraverso ben comprensibili critiche, il loro
attaccamento al Banco Popolare». Resta comunque il bilancio in rosso, il
mancato dividendo ed una quotazione che non può soddisfare... «È vero, non ci
sono motivi di soddisfazione e quanto a quelli di consolazione occorre
riconoscere che il contesto generale, i risultati delle altre banche e
l'andamento degli altri titoli bancari, spiegano gran parte, ma non tutta la
caduta del nostro titolo». Ma ora un taglio netto con le vicende del passato.
«Sì, la soluzione della vicenda Italease e la pulizia del portafoglio crediti
dell'ex Bpi costruito all'epoca Fiorani. Due problemi con cui dovevamo fare i
conti fino in fondo perché, come ha ripetuto il dottor Saviotti, sono fardelli
onerosi ma sostenibili per il Banco. Mi ha detto un nostro ex capoarea l'altro
giorno: "Presidente, l'è una bella "pontara!". Però lavorando
tanto e insieme, potremo valicarla anche prima di quanto oggi è prevedibile».
Un bilancio comunque a due facce. «Sì, perché dimostra come senza componenti
straordinarie e rettifiche di valore l'utile sarebbe stato di 433 milioni, non
lontano da quello dichiarato da analoghe realtà. Ma, lo ripeto, le rettifiche
ci sono ed andavano fatte anche se comportano sacrifici per tutti». Sì, però ora
dopo l'operazione pulizia ci si attende anche il rilancio. «Lo ha detto lo
stesso Saviotti, dopo la pulizia la crescita sarà favorita. Anche grazie ai
Tremonti Bond abbiamo una base solida su cui poggiare per ripartire. Noi, da
soli, senza aggregazioni, senza derogare dal nostro modello di banca popolare.
La crisi economica non è finita, ma il consigliere
delegato la sta affrontando con una visione chiara di ciò che è necessario
fare. Oltre al momento della verità e della responsabilità, è venuto anche il
momento della fiducia, senza la quale non si fa né banca né impresa. Cerchiamo
e chiediamo la fiducia ed il sostegno delle nostre città, Verona in testa».
Anche perchè dai mutui per i veronesi al sostegno all'impresa, il Banco per
Verona è sempre stato qualcosa di più di un istituto di credito... «Lo so bene
e non smetto mai di pensare alle nostre responsabilità nei confronti dei
moltissimi veronesi che hanno investito quote rilevanti dei loro risparmi nelle
azioni della Banca, ed anche nei confronti dei veronesi che verranno. Sono
veronese, amo la mia città, ho sempre pensato al nostro istituto come uno dei
tasselli su cui si gioca lo sviluppo del nostro comprensorio. Si può immaginare
i miei pensieri e sentimenti in questi mesi. Ma proprio da Verona riparte la
nostra strada. Qui c'è la Banca del territorio più forte, la Popolare di
Verona, qui c'è la sede della Capogruppo, qui si gioca la possibilità di
continuare una storia straordinaria di crescita e di sviluppo che dura da più
di 140 anni». Dunque ha percepito lo smarrimento di tanti veronesi.
«Certamente, in molti mi hanno scritto e parlato, qualcuno si è anche
"sfogato". Non mi sono mai sottratto al confronto, ho compreso cose
che dall'interno non erano percepibili, ho cercato di rispondere a tutti. Ed
oggi dico, con ancora più forza, di avere fiducia. In piena sintonia con le
Istituzioni, tutto il Banco è impegnato nel creare le condizioni migliori
possibili perché si possa operare con rapidità ed efficacia. Il dottor Saviotti
ha già preso saldamente in mano le redini della Banca e la sta conducendo, in
accordo con gli organi sociali, attraverso la crisi finanziaria ed economica, sulla
strada della riduzione del rischio, del rigore e della concreta operosità».
Stanno nascendo alcune associazioni dei soci su piazza, che ne pensa? «Si
tratta di un fenomeno fisiologico che ormai si riscontra pressoché in tutte le
società cooperative quotate, e che va nel senso auspicato dalla normativa e
dalle Autorità di Vigilanza, per favorire le minoranze ed evitare derive
autoreferenziali». Intanto però si avvicina una assemblea non certo facile...
«Spiegheremo i nostri conti e i nostri piani. Parleremo chiaramente non solo
del passato ma del presente e del futuro. La banca ha sempre contribuito alla
crescita dell'economia veronese, ha aiutato a perseguire i progetti di
famiglie, artigiani, piccole e medie imprese, con una attenzione particolare
anche alla cultura e al sociale. È un ruolo a cui non conviene abdicare solo
perché è divenuto più difficile. Il nostro personale è all'altezza di questa
sfida, e può farcela con la collaborazione e lo stimolo dei nostri pensionati,
dei clienti, dei soci». Il 2009 che cosa porterà a soci del Banco? «Dovrà
portare una maggiore attenzione alle loro esigenze ed un migliore servizio. Sul
fronte economico finanziario, pur in un contesto difficilissimo, confidiamo in
risultati positivi per la Banca e per gli azionisti». Maurizio Cattaneo
Maurizio Cattaneo
( da "Arena.it, L'"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
GLI INTOCCABILI
SOCIETÀ. DA WALL STREET ALLA CRISI DELL'AUTO: I MANAGER SUPERPAGATI NEL MIRINO
DELL'OPINIONE PUBBLICA CHE SONO CADUTI 01/04/2009 rss e-mail print Rick
Wagoner, ex amministratore delegato della General Motors, con buonuscita da 20
milioni di dollari Li avevano soprannominati i «Master of the Universe», i
"titani" e loro forse avevano pensato davvero di poter sconfiggere la
forza di gravità. Poi è accaduto l'impensabile e i semidei sono tornati sulla
terra, uno dopo l'altro. E' la fine di quello che Samuel Huntington definiva
l'«Uomo di Davos». La recessione più grave del dopoguerra distrugge un mito che
per decenni ha catalizzato l'attenzione: l'élite sovranazionale che ha deciso i
destini dell'economia globale. In poco più di un anno l'Uomo di Davos ha perso
quasi tutto. La maggior parte di loro, infatti, si è sottomessa ai controlli e
ai vincoli del Tesoro americano per poter avere un accesso diretto ai soldi dei
contribuenti e, in alcuni casi, per ricevere lauti bonus. E' difficile dimenticare
la prima volta a Washington dei capi di General Motors, Chrysler e Ford,
arrivati nella capitale americana con i loro jet privati per chiedere
finanziamenti. La seconda volta, dopo essere stati sbranati dall'opinione
pubblica, si sono trasferiti da Detroit a Washington guidando auto ibride.
Lloyd Blankfein di Goldman Sachs, Richard Fuld di Lehman
Brothers e Chuck Prince di Citigroup sono solo alcuni dei nomi e dei gruppi di
questa crisi. Se guardiamo
all'Europa, non si può non notare il caso dell'ex amministratore delegato della
Royal Bank of Scotland (Rbs), Fred Goodwin, il banchiere con la pensione da 726
mila euro l'anno, diventato l'emblema della crisi
finanziaria che ha messo in ginocchio la City di
Londra. Sempre dal Vecchio continente, uno dei duri per eccellenza, vero
e proprio "tagliagole", felice di esserlo, Christian Streiff, è stato
silurato dal gruppo Peugeot-Citroen due giorni fa. Stessa fine ha fatto Rick
Wagoner, amministratore delegato di General Motors, l'azienda americana, un
tempo icona del capitalismo stelle&strisce. Il capo della Casa Bianca,
Barack Obama, ha affermato che la sua decisione di mandare a casa Wagoner
"non significa una condanna, ma il riconoscimento che occorreranno una
nuova visione e una nuova direzione per creare la GM del futuro". La
decisione arriva dopo settimane in cui il suo ministro del Tesoro Timothy
Geithner è diventato l'uomo più solo di Washington, forse anche per i suoi anni
passati alla guida della Federal Reserve di New York dove ha assistito, senza
intervenire all'adozione da parte delle banche di politiche che ne hanno
moltiplicato l'esposizione, ma soprattutto per la scoperta da parte dei
contribuenti americani che molti manager responsabili del disastro hanno
continuato a ricevere consistenti bonus. Geithner ha cercato di difendersi come
ha potuto per il caso Aig, il gruppo assicurativo che, salvato dall'intervento
dello Stato americano (con iniezioni di oltre 170 miliardi di dollari), ha
deciso di distribuire premi a dirigenti per milioni di dollari, fino a sommare,
secondo alcune fonti, addirittura un miliardo di dollari in bonus. Geithner ha
spiegato che aveva saputo dei bonus solo il 10 marzo, mentre la Fed (come ha
rivelato il Washington Post) lo sapeva da mesi. Geithner ha poi ammesso di aver
aspettato due giorni prima di informare la Casa Bianca, un ritardo che ha
irritato Obama. I repubblicani chiedono a gran voce che il ministro si dimetta
e alcuni democratici (riporta il New York Times) prevedono che non arriverà a
giugno. Il presidente Obama non ha usato mezzi termini e ha parlato di
"oltraggio e offesa ai contribuenti". Nel paese, intanto, la ventata
di populismo che infiamma il Congresso e l'America ha trasformato l'incidente
Aig nella questione più scottante del momento. Il Congresso ha usato il pugno
di ferro e ha votato una legge che impone un prelievo fiscale del 90% sui bonus
erogati ai manager di aziende che ricevono aiuti pubblici. Il provvedimento,
però, lascia indifferenti i 700 banchieri della Merrill Lynch che hanno
incassato gratifiche da un milione di dollari in su (a testa), in quanto la
legge votata dalla Camera è valida dal primo gennaio 2009. Come ricorda Rocca
sul Foglio, "in tempi di piena, l'indomabile ottimismo degli americani
valuta le enormi ricchezze dei pochi fortunati come una prospettiva alla
portata di tutti. Quando c'è la crisi, e si diffonde
il timore di una catastrofe economica anche personale, diventa più difficile
digerire la perdita del lavoro e della casa a fronte del pagamento con i propri
soldi dei mega bonus miliardari alle stesse persone che hanno creato o
cavalcato il disastro finanziario". Le grandi firme dei più influenti
quotidiani liberal, come Paul Krugman, Maureen Dowd e Thomas Friedman e Frank
Rich non hanno fatto sconti al modo in cui il presidente sta affrontando la crisi economica e l'hanno accusato di "avere legami
stretti con Wall Street". Negli ultimi mesi, l'americano medio ha perso il
posto di lavoro (seicentomila ogni trenta giorni), ha dovuto subire il crollo
del valore della propria casa, ha visto dimezzare i risparmi pensionistici
vincolati all'andamento della borsa e svanire i fondi riservati all'istruzione
dei figli. Infine, secondo i dati dell'Economist, è diminuita perfino la
mobilità interna, uno dei pilastri del sogno americano. "Siamo all'inizio
di una vera ribellione popolare. Quando vengono commessi gravi eccessi,
l'America sana può anche reagire così" avverte sul Washington Post il
politologo E.J. Dionne. Simone Incontro Simone Incontro
( da "Arena.it, L'"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Cei e banche
alleate: prestiti per 300 milioni AIUTI ALLE FAMIGLIE. Colletta nelle chiese il
31 maggio per costituire un fondo di garanzia 01/04/2009 rss e-mail print
Monsignor Mariano Crociata CITTÀ DEL VATICANO La Chiesa italiana va in soccorso
delle famiglie messe in ginocchio dalla crisi e dalla
disoccupazione, e lo fa coinvolgendo il sistema bancario e mettendo in moto
aiuti in forma di prestiti sostenuti da un fondo di garanzia e una rete di
solidarietà. A beneficiarne direttamente potrebbero essere 20-30 mila famiglie.
Per la Cei, ha spiegato il segretario monsignor Mariano Crociata illustrando
gli esiti dell'ultima riunione del consiglio permanente dei vescovi italiani, è
soprattutto una forma di «annuncio del Vangelo» che si sostanzia in «fattiva carità».
I vescovi sono «consapevoli della gravità e dell'ampiezza
della crisi finanziaria ed
economica», afferma la Cei. Queste le modalità: verrà costituito un fondo di
garanzia con una colletta nazionale da promuovere domenica 31 maggio, giorno di
Pentecoste, in tutte le chiese italiane. Altri contributi potranno giungere da
istituzioni, enti e da chiunque voglia aderirvi e perciò saranno aperti
appositi conti correnti. La Cei conta di raccogliere nel Fondo di
garanzia almeno 30 milioni di euro, che l'Associazione bancaria italiana si è
impegnata a decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati
dalla Cei prestiti a tassi agevolati per un totale di 300 milioni. A chiedere i
prestiti potranno essere famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse le
coppie di fatto) con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna
fonte di reddito, anche non cattoliche o straniere, purché residenti in Italia.
Basterà rivolgersi ai centri Caritas delle parrocchie. Il prestito sarà di 500
euro mensili per un anno, prorogabile nel caso che la famiglia non abbia ancora
trovato una nuova fonte di reddito. Il prestito andrà poi restituito in tempi e
modi da definire. In caso di impossibilità, interverrà il fondo di garanzia.
( da "Stampa, La" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mikhail
Gorbaciov LA SFIDA DI LONDRA CONTINUA A PAGINA 37Mano a mano che la crisi finanziaria ed economica
globale si fa più profonda e grave tutti noi dobbiamo ripensare alcune
questioni chiave, tra cui il ruolo dello Stato. Si può già prevedere che
l'approccio al ruolo di governo che ha prevalso negli ultimi decenni si
capovolgerà.
L'assalto è cominciato più di trent'anni fa, con Margaret Thatcher e Ronald
Reagan: economisti, uomini d'affari e politici puntarono il dito contro i
governi come fonte di quasi tutti i problemi economici. Certo le critiche sulle
interferenze dei governi erano solide e motivate: in quegli anni gli elettori
avevano buone ragioni per sostenere i politici che promettevano di limitare il
ruolo dei governi lasciando alle imprese una maggiore libertà di agire e quindi
di crescere. Tuttavia, dietro le critiche c'erano anche altri interessi: quelli
di chi, pur promettendo che l'ondata liberalizzatrice avrebbe dato vantaggi a
tutti, era in realtà interessato soprattutto a spingere le grandi imprese,
liberandole da obblighi pesanti nei confronti della società e smantellando la
rete di sicurezza sociale che proteggeva i lavoratori. La globalizzazione è
stata accompagnata da una nuova fase di attacco contro lo Stato in favore della
concorrenza assoluta su tutti i mercati: beni, servizi e lavoro. I principi del
monetarismo, dell'irresponsabilità sociale e ambientale, del consumo eccessivo
e dei superprofitti come motori dell'economia e della società sono diventati
uno standard internazionale. Il cosiddetto «consenso di Washington» - che
riflette questi principi - s'è diffuso ovunque con forza. Così sempre più
spesso molti settori dell'economia e della finanza sono stati lasciati a se
stessi, senza supervisione. Inevitabilmente, una dopo l'altra sono esplose le
bolle. Prima quella digitale, poi quella del mercato azionario, infine quella dei
mutui. Finché il finanziamento globale, nel suo insieme, non è diventato a sua
volta un'enorme bolla. Piccoli gruppi di persone hanno creato una ricchezza
favolosa per se stesse, mentre il tenore di vita di gran parte della
popolazione mondiale - nel migliore dei casi - è rimasto invariato. E gli
impegni per aiutare i poveri del mondo sono stati quasi sempre dimenticati.
L'indebolimento dello Stato ha consentito un'ondata selvaggia di frodi
finanziarie e corruzione, ha permesso al crimine organizzato di infilarsi
nell'economia di numerosi Paesi, e consegnato un'influenza sproporzionata alla
lobby delle imprese, che fa leva sui finanziamenti alla politica. Ciò ha
falsato il processo democratico e danneggiato gravemente il tessuto sociale.
Settembre 2008 ha segnato l'inizio di un crollo catastrofico dell'intera
struttura. Sotto le macerie sono rimasti i risparmiatori, la produzione - scesa
a un ritmo senza precedenti - e milioni di disoccupati in tutto il mondo. Non è
esagerato dire che oggi è minacciata tutta l'economia mondiale. E ancora oggi
continuiamo a sentire i pareri di chi tuttora crede nella magia salvifica del
mercato completamente libero. Solo che gli elettori non vanno più in caccia di
soluzioni: si aspettano che siano i leader eletti ad agire. E sono questi a
dover intervenire perché non ci sono altri strumenti. In un momento in cui lo
tsunami economico sta minacciando la sopravvivenza di centinaia di milioni di
persone, dobbiamo riconsiderare la responsabilità dello Stato per la protezione
e la sicurezza dei suoi cittadini. Abbiamo sentito argomenti contro lo «Stato
bambinaia» e contro il concetto di assistenza «dalla culla alla tomba»: in
effetti il governo non può curarsi di tutto in eterno. Però ha il dovere di
proteggere le persone dalla rapina finanziaria cui
abbiamo assistito negli ultimi anni. I governi si sono ormai presi la
responsabilità del salvataggio dell'economia. In questa sfida devono impedire
che enormi somme di denaro dei contribuenti siano spese senza controllo. Il
denaro non deve finire nelle mani e tasche di coloro che vogliono, come si
dice, «privatizzare i profitti e nazionalizzare le perdite». In un mondo
globalizzato dobbiamo contemporaneamente ripulire la finanza e costruire
strutture di governance internazionale più solide. Il primo incontro del G-20,
nel novembre scorso a Washington, è stato solo un inizio. Ha mostrato una
consapevolezza nuova del fatto che per riuscire bisogna mettere insieme una
unione di forze senza precedenti nella storia mondiale. Voglio sperare che i
capi di governo del G-20 che si riuniscono a Londra saranno capaci - oltre che
di risolvere i problemi - di gettare le basi per una governance che duri negli
anni a venire. Le sfide sono davvero gigantesche: si tratta di dare un nuovo
ruolo ai governi e agli organismi internazionali in materia di regolamentazione
dell'economia. Di avviare la costruzione di economie meno militarizzate. Di non
inseguire consumi eccessivi e superprofitti e di armonizzare le preoccupazioni
ambientali con la crescita economica. Un compito di entità pari alla sfida che
affrontammo nella seconda metà degli Anni Ottanta: scongiurare la minaccia di
una catastrofe nucleare. Per vincere servono una cooperazione internazionale e
una leadership collettiva che sappiano superare gli stereotipi obsoleti,
mettendo al primo posto gli interessi comuni.
( da "KataWeb News"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il mattone..
Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 —
Autore: babelick — 20 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e
sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al
quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana
presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di
carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara,
asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel
giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito,
anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare
soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra
niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire
l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù
politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare,
piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede
che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse
Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose,
troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le
cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom
edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia
un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro
Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa
aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto
l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il
governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica
fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un
tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente,
non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello
psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene,
ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango
delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4
ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro
la crisi finanziaria,
lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più
solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro
capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia
ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il
mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non
vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi
internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha
gettato anche la Spagna in una crisi profonda:
crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un
dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era
stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi
esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi
dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e
immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini
l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno
presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero
dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli
d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una
«quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono
saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per
la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%,
il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria»
presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da
40 a 60 giorni del termine massimo per detenere migranti nei Centri di
permanenza temporanea, per facilitare identificazioni e rimpatri coatti, il
progetto prevede di interrompere i ricongiungimenti familiari. Prevede anche
sanzioni fino a 10.000 euro per chi «promuove la permanenza irregolare in
Spagna di uno straniero», un'«infrazione grave» perché «lo straniero dipende
economicamente da chi compie l'infrazione e questa ne prolunga il soggiorno
autorizzato al di là del periodo legalmente previsto». La Comision Espanola de
Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato perché così facendo il governo «cerca
di farsi complici le persone che alloggiano» gli immigrati, e si appresta a
«convertire i cittadini in poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo
inquietante di un giudice star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di
Pietro dei tempi che furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di
altri ministri socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli
ultimi anni ha incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli
statisti europei, fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti
defunti. Colleziona una gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia
contro la Chiesa cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la
pratica opposta a quella che si converrebbe a un premier laico che governa un
Paese dove ci sono cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi
elettori. La gaffe del ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della
Difesa, Carmen Chacon, contro il parere e all'insaputa del collega degli
Esteri, Moratinos, e di tutti i governi dell'Unione europea e della Nato, è la
chicca di qualche giorno fa. Il presunto amico, il presidente Obama, è
infuriato e non ha accettato i goffi tentativi di Madrid di rimediare. Peggio
di così!
( da "KataWeb News"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Credito: Maxi-Banca
islamica sarà varata Entro il 2009 1 aprile 2009 alle 13:44 — Fonte:
repubblica.it — 0 commenti Entro la fine dell'anno, il Gruppo bancario del
Bahrain, Al Baraka, lancerà la più grande banca islamica del mondo.Lo ha reso
noto il giornale di Dubai "Gulf News", secondo il quale, il
"numero uno" di Al Baraka, Adnan Yousuf -- che è anche presidente
dell'Unione delle Banche arabe -- ha annunciato che "sono ormai completati
i preparativi per il lancio" della nuova banca. "Alla luce
dell'attuale crisi finanziaria mondiale, il presidente
di Al Baraka, Shaikh Saleh Kamel, non ha tirato i remi in barca, al contrario
ha accelerato le procedure per il varo del nuovo istituto di credito", ha
rilevato Yousuf. Secondo la fonte, la nuova "mega banca", avrà un
capitale iniziale equivalente a 10 mld di dollari, raccolti attraverso una
serie di offerte pubbliche e stock option private. "Nonostante
la crisi economica globale
e le sue ripercussioni sul settore finanziario internazionale -- ha detto
Yousuf -- l'attività delle banche islamiche (che si ispirano alle norme della
sharia, la legge musulmana, ndr) non ha registrato fasi di crisi, anczi continua a
prosperare". AGI
( da "Sestopotere.com"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Turismo, un sito
web2, spot radio-Tv e Cd Hd per battere la crisi, la
ricetta dell'Enit (1/4/2009 13:23) | (Sesto Potere) - Roma - 1 aprile 2009 -
Per due mesi, aprile-maggio, alla vigilia di una stagione estiva che si
annuncia incerta, per quanto riguarda l'afflusso degli ospiti stranieri, i più
importanti broadcast di mercati strategici per il nostro Paese, cioè Germania,
Austria e Svizzera, Regno Unito, USA, Canada e l'area web, lanceranno un
messaggio promo-pubblicitario che vuole evocare la dimensione onirica ed
emozionale del viaggio in Italia. Entro il frame di "Italia much
more" la Campagna Promozionale 2009 - realizzata per l'Enit dalla Rai e da
RAI Trade - propone un caleidoscopio di immagini molto suggestive per catturare
e sorprendere l'ospite straniero, inducendolo a scegliere l'Italia come meta di
vacanze, diversificando la tipologia di location offerta o di messaggio, in
funzione del target di riferimento. Tre le versioni realizzate in formato HD
dello spot promozionale di 60, 30 e 15 secondi che sarà mandato in onda sulle
principali reti televisive nazionali, nel prime time e con la maggiore affinità
rispetto al target di riferimento. Con i passaggi spot sui principali canali TV
dei Paesi di area tedesca, del Nord America e sulle principali emittenti del
Regno Unito, verrà aumentata la "forza d'urto" sui mercati mondiali
raggiungendo un effetto moltiplicatore di "impressions" molto
elevato. L'Enit-Agenzia utilizzerà i filmati in tutto il mondo ed in tutte le
attività e le iniziative che porrà in essere per assolvere il suo ruolo
istituzionale (convegni, conferenze stampa, fiere, workshops, "settimane
italiane", ecc.). Negli USA e nell'area tedesca (Germania, Austria e
Svizzera), la diffusione del messaggio promo-pubblicitario sul web sarà
realizzata in sinergia con i maggiori gruppi editoriali, la stampa
specializzata ed i principali siti web del settore viaggi. Finalizzata alla
promozione specifica sul mercato americano, "Italy Hospitality Truck"
attraverso i quali il messaggio sull'ospitalità italiana verrà veicolato
attraverso due mezzi personalizzati, che viaggeranno e stazioneranno nelle
maggiori aree metropolitane degli USA. "Con "ITALIA. MUCH MORE"
l'ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo dà un sostegno concreto ed un forte
impulso alla promozione del brand Italia sui mercati internazionali, in un
momento delicato per il settore del turismo, sia a livello internazionale che
domestico, combinando esperienze reali e virtuali, che colpiscano e stimolino i
turisti fornendo loro, al tempo stesso, spunti utili per rendere più
coinvolgente e ricca l'esperienza", sostiene il Presidente
dell'ENIT-Agenzia, Matteo Marzotto. " "Per le festività pasquali,
l'andamento dei maggiori mercati dell'incoming italiano, che emerge dal
Monitoraggio dell ' Agenzia presso i TO, presenta in generale segno negativo,
con flessioni della domanda più o meno consistenti, anche a causa dei negativi
effetti dei tassi di cambio delle principali monete. Le contrazioni dei flussi
turistici - aggiunge Marzotto - coinvolgono non solo i mercati europei ed
oltreoceano tradizionali, molti dei quali duramente colpiti
dalla crisi finanziaria ed
economica ma, per la prima volta, anche quelli emergenti come la Russia o il
Brasile. Si mantengono stabili o in crescita alcuni Paesi dell' Est Europa
(Rep. Ceca, Ungheria, Polonia) e dell'Asia (Cina, India e Corea)."
"Gli spot televisivi della Campagna Promozionale 2009 - aggiunge il
Direttore Generale, Eugenio Magnani - rappresentano lo strumento ideale
per far scoprire la molteplice varietà delle bellezze naturali, artistiche e
culturali del nostro Paese attraverso l'attrattiva molto nota dei mega Brands
-Roma, Venezia e Napoli - e quella cosiddetta minore dei Sub Brands che
funzionano da catalizzatori inimitabili per gli ospiti stranieri, consentendo
un turismo nuovo, più economico, durante tutto l'arco dell'anno. E si
affiancano strategicamente - secondo Magnani - alla promozione di un sito
dedicato: www.italiamuchmore.com che permetterà allo spettatore di scoprire,
attraverso lo strumento contemporaneo del Web 2.0, ciò che veramente di "much
more" più dare l'offerta italiana, sia al potenziale che al recente
viaggiatore". « Much More » non e' solo uno slogan : e' il modo nuovo di
intendere l'unione delle forze per il futuro dell'Italia - ha detto Carlo
Nardello, Amministratore Delegato di Rai Trade -. - Enit e Rai Trade perseguono
lo stesso obiettivo: la promozione del nostro Paese. Siamo ambasciatori della
bellezza italiana. Le nostre esigenze si sono sposate sotto l'unica idea che si
debba fare e proporre "molto di piu'". Quella di "Much More Italy"
e' una campagna che e' nata dentro Rai Trade proprio per questi motivi. In
questi mesi, lavorando "molto di piu'", abbiamo incrementato la
vendita di audiovisivo italiano nel mondo e, quindi, abbiamo contribuito in
modo fattivo alla percezione internazionale che in Italia ci sia molto di piu'
dei soliti luoghi comuni. E' lo stesso significato della campagna che
presentiamo oggi. Non solo. Con Enit lanciamo un modello di collaborazione fra
settori industriali del paese che potrebbe cambiare in poco tempo l'immagine
dell'Italia nel resto del mondo. Uniti si vince e si può dare, per l'appunto,
"molto più" a tutti coloro che amano la bellezza" "La
realizzazione degli spot televisivi per Enit - sottolinea il Vice Direttore
Commerciale Rai, Stefania Cinque - ha rappresentato un' importante conferma del
ruolo del Gruppo Rai nello sviluppo di progetti di comunicazione per le
esigenze istituzionali" In particolare, i prodotti audiovisivi sviluppati
da RAI Trade e i messaggi della campagna promozionale Enit - grazie alle
sinergie ed alle complessive potenzialità distributive del Gruppo RAI -
potranno essere diffusi nel circuito internazionale gestito da NewCo RAI
International (che attualmente, attraverso il suo canale generalista Rai Italia
e le offerte tematiche mirate, raggiunge oltre 20 milioni di abitazioni, con
un' audience potenziale superiore ai 60 milioni di telespettatori).
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
India/ Export a
picco, a febbraio -21,7%, sale deficit con estero di Apcom Disavanzo
commerciale 11 mesi anno fiscale sale a 115 mld dollari -->Bombay, 1 apr. (Ap) - Export a picco in India: sulla scia della crisi internazionale a febbraio ha
accusato una caduta del 21,7 per cento, secondo quanto riferito dal ministero
del Commercio. Nel sub continente flessioni di questa portata non si
registravano dai tempi della crisi finanziaria dell'Asia, nel 1996-1998. L'ammontare complessivo delle
esportazoni si è ridotto a 11,9 miliardi di dollari, mentre per le importazioni
la flessione è risultata ancor più marcata, con un meno 23,3 per cento a 16,8
miliardi. In India l'economia è meno sbilanciata sull'export rispetto alla
Cina, ma il commercio con l'estero contribuisce comunque al 16 per cento nella
formazione del pil nazionale. L'anno fiscale indiano di chiude a marzo e
l'insieme dei primi 11 mesi vede un progresso delle esportazioni del 7,3 per
cento, a 156,6 miliardi di dollari, inferiore al più 19,1 per cento
dell'import, a 271,7 miliardi. In questo modo, ha aggiunto il dicastero
indiano, il deficit commerciale dell'India con l'estero si è allargato a 115,1
miliardi, contro 82,2 miliardi dell'analogo periodo di un anno prima.
( da "Corriere Adriatico"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Potranno chiedereil
prestito i coniugi regolarmente sposati con almeno tre figli Alleanza
Cei-banche per aiutare le famiglie povere Città del Vaticano Con una iniziativa
senza precedenti la Chiesa italiana va in soccorso delle famiglie messe in
ginocchio dalla crisi e dalla disoccupazione, e lo fa
coinvolgendo il sistema bancario, dal quale in un certo senso la crisi è partita, e mettendo in moto aiuti in forma di
prestiti sostenuti da un fondo di garanzia, e una rete di solidarietà tesa ad
allargarsi ben oltre l'orizzonte ecclesiale. Si tratta di più, insomma, di una
semplice elemosina e, anche se a beneficiarne direttamente potrebbero essere
non più di 20-30 mila famiglie, l'idea potrebbe rappresentare un 'ballon
d'essai' per altre soluzioni inedite che potrebbero essere messe allo studio.
Per la Cei - ha spiegato il segretario della Cei, mons. Mariano Crociata - è soprattutto
una forma di "annuncio del Vangelo" che si sostanzia in "fattiva
carità". I vescovi sono "consapevoli della gravità e dell'ampiezza della crisi finanziaria ed economica" - afferma la Cei nel comunicato finale del
Consiglio - e hanno perciò deciso di affiancare le iniziative di sostegno
avviate da varie diocesi con una più articolata. Queste le modalità: prima di
tutto, verrà costituito un fondo di garanzia con una colletta nazionale da
promuovere domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste, in tutte le chiese
italiane. Altri contributi potranno giungere da istituzioni, enti e da chiunque
voglia aderirvi, e perciò saranno aperti appositi conti correnti. La Cei conta
così di raccogliere nel Fondo di garanzia almeno 30 mila euro, che
l'Associazione bancaria italiana, sentiti i propri aderenti, si è impegnata a
decuplicare, destinando alle famiglie con i requisiti indicati dalla Cei (e
fissati dopo attenti studi demoscopici) prestiti a tassi agevolati per un
totale di 300 mila euro. "Accedervi sarà molto semplice", ha spiegato
Crociata, a patto di rientrare nei requisiti fissati: potranno chiederli
famiglie di coniugi regolarmente sposati (escluse dunque le coppie di fatto)
con almeno tre figli o malati a carico rimaste senza alcuna fonte di reddito,
anche non cattoliche o straniere, purchè residenti in Italia. Basterà
rivolgersi ai centri Caritas. DOMITILLA CONTE ,
( da "Corriere Adriatico"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
La ripresa marcia
verso Oriente Imprenditore propone al Comune l'apertura di
uno show room a Hong Kong Fano Uscire dalla crisi
finanziaria internazionale attraverso una strategia
di internazionalizzazione delle imprese locali, costituendo una struttura
prettamente commerciale e di promozione a Hong Kong. La proposta elaborata da
Raffaele Preite , imprenditore che mette a disposizione oltre 20 anni di
esperienza in diversi settori dell'import-export, e che ad Hong Kong ha
impiantato la sua società, è stata presentata, nei giorni scorsi, al sindaco di
Fano, illustrando le potenzialità di Hong Kong. "La sua posizione vicina
alla Cina e all'Asia - afferma l'imprenditore che ha interessi anche a Fano -
offre la possibilità di presentare i propri prodotti a milioni e milioni di
persone e aziende in un'area in continua crescita economica. Dispone di
eccellenti infrastrutture, il sistema bancario è molto sviluppato permettendo
transazioni commerciali di qualsiasi genere a costi bassissimi e tempi veloci,
ha un sistema di telecomunicazioni avanzato e in continuo miglioramento, la
forza lavoro negli uffici parla sia il cinese che l'inglese". La struttura
dovrebbe essere composta da un'area di circa 100 metri quadrati, dove troveranno
sede gli uffici e la show room, suddivisa per settori merceologici quali,
nautica, meccanica, alimentare, tessile, calzaturiero, dove saranno presentati
i vari prodotti da catalogo e i campionari. "Il progetto è da intendersi
come un bene destinato a tutte le aziende locali spiega Preite e avrà un costo
gestionale annuale di 170-180 mila euro, a cui si aggiungono le spese, una
tantum, per l'arredo, che stimo in circa 45-55 mila euro, il tutto con tempi di
realizzazione brevissimi, non oltre i 45-55 giorni". Nei costi fissi è
previsto il personale: una segretaria con esperienza nel settore
amministrativo, due persone addette alle vendite, un responsabile di tutta la
struttura con funzioni di marketing manager, contributi sociali e poi spese per
l'ufficio, pubblicità locale, il cui materiale grafico sarà fornito da ciascuna
azienda, partecipazione a due manifestazioni fieristiche all'anno, attività
promozionali varie, realizzazione e promozione di siti web. Le istituzioni
entrano in gioco sostenendo le spese nel primo periodo. "Devono
obbligatoriamente essere loro a contribuire alla ripresa - afferma Preite - e a
muovere i primi passi per uscire finalmente da questa profonda crisi. Proporrei un primo anno, meglio se fossero due,
completamente a carico delle istituzioni, Comune, Provincia o Regione, per poi
lasciare il passo alle singole aziende". FEDERICA GIVOANNINI,
( da "Denaro, Il" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Professioni
l'opinione Innovazione per creare sviluppo Il futuro della professione esige
anche impegno sul versante della formazione Lanciato un vero e proprio appello
agli iscritti per stimolare la partecipazione attiva alla vita dell'Ordine. Per
una categoria che vuole dire la sua quale parte sociale degna del massimo
rispetto. Con il superamento delle distinzioni in nome dell'interesse comune. Crescenzo
Soriano Informazione, formazione, promozione e valorizzazione per lo sviluppo
della professione di dottore commercialista ed esperto contabile: questi i temi
al centro delle pagine del quotidiano "Il Denaro" che ospitano il
nostro Ordine. Una finestra sulla società sulla quale si dovranno affacciare
tutti gli iscritti, nessuno escluso, per una dialettica che dovrà vedere
altresì la partecipazione di esponenti del mondo politico, dell'università, del
mondo universitario, dell'industria, delle professioni, del sindacato,
dell'informazione. "Absit iniuria verbis", ma è evidente che è giunto
il momento dei fatti. Come dimostra la solida democrazia americana, una fase
elettorale si conclude con vincitori e vinti, ma, soprattutto, con un popolo (in
questo caso quello dei commercialisti) che si riunisce compatto al fianco del
proprio Consiglio, luogo di programmi e azioni senza più distinzioni tra chi è
stato da una parte e chi dall'altra della barricata : per il bene superiore
dell'Ordine e degli iscritti. Nella tragedia "Medea" di Euripide, i
figli di Medea vengono sacrificati sull'altare dell'accecante desiderio di
mettere una pietra tombale sul passato della stessa. Per contro, la storia dei
commercialisti di Nola (sia dottori, sia ragionieri) e dei risultati ottenuti
negli anni dovranno essere orgoglio e premessa "sine qua non" per il
futuro, senza se e senza ma, bandendo le rivalità e gli sterili egoismi. In
questo nessun iscritto si deve sentire escluso, anzi deve esserne protagonista.
Questo l' "appello" che dobbiamo mutuare per applicarlo tutti insieme
: politica, università, professioni, impresa, sindacato. Il nostro sviluppo
professionale e quello sociale del territorio abbisognano di innovazione, di
ricerca, di creazione della conoscenza al servizio dell'economia, di management
all'altezza del compito per governare adeguatamente il cambiamento. Eppure, lo
sappiamo bene, non viviamo un momento socio-economico "facile". La crisi finanziaria "indotta" dal sistema economico americano ha fatto
svanire il sogno dello sviluppo locale che nasce dal territorio e dai suoi
protagonisti. L'idea degli ultimi governi italiani di una "formula
magica" in grado di dare la svolta epocale a territori, soprattutto quelli
del mezzogiorno, martoriati da vere e proprie piaghe sociali come la
disoccupazione, l'emarginazione, la stagnazione economica, la criminalità
diffusa è forse definitivamente tramontata. Nel Sud, ed in particolare
nell'entroterra regionale, la speranza di un futuro migliore che i padri
trasmettevano ai propri figli non ha più cittadinanza. Realtà e percezione si
alimentano a vicenda e si uniscono in una pericolosa miscela esplosiva.
Bassissimi tassi di crescita e di occupazione, forte sfiducia nel futuro e
percezione del reddito quale inadeguata risorsa per affrontare la vita di ogni
giorno. Il meridione, la Campania, la provincia napoletana rappresentano un
territorio ed una popolazione vecchie e sfiduciate, che non sognano più.
Schiacciate dal presente, assopite in un lungo e graduale declino psicologico, le
realtà locali non guardano più al futuro, non investono sul futuro,
sull'innovazione, sulla ricerca, sulla formazione dei giovani quale prossima
classe dirigenziale. Eppure il Mezzogiorno costituisce una grande risorsa
sottoutilizzata per ampliare la base produttiva, il mercato e l'occupazione.
Proprio nelle regioni meridionali e, tra queste, la Campania esiste gran parte
del fabbisogno di nuovi investimenti e infrastrutture. Parimenti, in tali
territori si trova un rilevante potenziale di crescita dei servizi avanzati,
del turismo e della ricerca. In tale visione strategica dello sviluppo locale
possibile, il dottore commercialista ed esperto contabile vuole fare la propria
parte. In ciò il nostro Ordine dovrà investire le proprie risorse di conoscenza,
di esperienza, di competenza per incidere fortemente sulla società e
sull'economia locali. A tal fine, l'Ordine dovrà lavorare alacremente per la
creazione di una vasta "alleanza" tra coloro che rappresentano i veri
portatori dell'innovazione, della ricerca e del management : politica,
università, professioni, impresa. E' questo il momento dell'azione. Ognuno è
"faber fortunae suae". *Dottore Commercialista del 01-04-2009 num.
( da "Gazzettino, Il (Padova)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 1 Aprile
2009, Carmignano di Brenta La crisi che è sotto gli
occhi di tutti è globale e colpisce il credito, le imprese e le famiglie.
Eppure c'è un settore che, in controtendenza all'andamento generale, è in forte
crescita e diversamente dalle molte realtà aziendali che in questo momento
storico chiudono o licenziano dipendenti, al contrario si amplia, ricerca e
assume personale. Sono le società che producono impianti di energia
alternativa, solare e fotovoltaica, un settore che negli ultimi anni ha visto
esplodere - grazie anche agli incentivi - la domanda di sistemi che generano
energia elettrica sfruttando il sole. Nella zona di Carmignano di Brenta sono
concentrate le più importanti d'Europa, leader nel settore. Sono aziende
soddisfatte e ottimiste con riguardo al futuro, perché sicure del loro modello
di business comprovato da un tangibile successo nel mercato italiano e
straniero, che fa ben sperare. Ovvio che la crisi finanziaria ha avuto comunque
delle ripercussioni anche per loro, costringendo a rivedere i budget, con
rallentamenti e posticipi; tuttavia, complessivamente, queste aziende sono
fiduciose in una rapida ripresa, dato che l'Italia è un Paese ad elevato
potenziale, grazie alla favorevole posizione geografica e alla quantità di
irraggiamento solare. "Il solare - dicono queste aziende - è un
vero e proprio investimento (il costo dell'impianto è mediamente di 4500 euro a
Kw) con un ritorno monetario che va dal 5 al 10% annuo e si sta configurando
come vero e proprio bene rifugio. Le fonti fossili, invece, più o meno
lentamente sono destinate a esaurirsi. Cosicché le energie rinnovabili sono
un'alternativa economica sia alle fonti tradizionali sia al nucleare, del quale
non si tiene conto della difficoltà e relativi costi di stoccaggio delle
scorie. Inoltre, un impianto di energia solare e fotovoltaica, una volta
installato non dà altri pensieri per quarant'anni: occupa solo i tetti delle
case e con le incentivazioni si ammortizza nel breve periodo. Queste aziende
schermate contro la crisi, hanno tutte in organico
oltre cento dipendenti. Alla sezione "lavora con noi" ricercano
figure con esperienza commerciale, tecnica e di marketing; operatori di
macchine automatiche e di produzione, tecnici per il controllo di qualità. Il
momento è favorevole - dicono - per chi volesse lavorare in un settore in
continua espansione, con obiettivi di leadership europea nel breve periodo. Il
futuro, per loro, non potrà che essere solare. Germana Cabrelle
( da "Gazzettino, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 1 Aprile
2009, Milano Rate congelate per le piccole e medie imprese che sono state
costrette e ricorrere alla cassa integrazione ordinaria a seguito della crisi finanziaria mondiale. UniCredit ha
deciso di lanciare una nuova iniziativa a supporto delle imprese italiane nel
difficile scenario economico e finanziario che caratterizza l'anno in corso. La
banca corporate di UniCredit ha infatti strutturato, a favore delle imprese
clienti con fatturati annui a livello di gruppo inferiori a 50 milioni di euro
che siano state costrette a ricorrere alla Cassa integrazione guadagni
ordinaria, un meccanismo di congelamento, per un massimo di 12 mesi, delle rate
relative a finanziamenti a termine o a mutui. Il sistema prevede che tali rate,
per un ammontare massimo di 500 mila euro in linea capitale, vengano
posticipate in coda al piano d'ammortamento, senza alcun onere per l'impresa se
non le spese notarili nel caso si tratti di un mutuo ipotecario. In coerenza
con la natura congiunturale dell'iniziativa, la possibilità di accedere a
questa misura è riservata a imprese clienti 'in bonis' che si trovino in
difficoltà temporanea in conseguenza della crisi finanziaria
e quindi abbiano attivato - o attivino - nel corso del 2009 le procedure per la
Cassa integrazione ordinaria. UniCredit aggiunge così un importante tassello al
progetto 'Impresa Italia', attraverso il quale sono state avviate concrete
misure a favore delle piccole e medie aziende, tra le quali due successivi
plafond, per complessivi 7 miliardi di euro (di cui 4 messi a disposizione da
UniCredit Corporate Banking e 3 dalle banche retail del gruppo) destinati a
finanziamenti con garanzie dei Confidi attualmente in fase di erogazione. «Con
questo ulteriore impegno - sottolinea Gianni Coriani, direttore generale di
UniCredit Corporate Banking - completiamo il quadro degli interventi che il
nostro gruppo ha voluto rendere operativi con l'obiettivo di fornire risposte
utili sia per limitare gli effetti della crisi che per
creare le condizioni per una più rapida uscita. La logica di questa nostra
nuova iniziativa è di contribuire concretamente al rapido superamento delle
difficoltà, garantendo alle Pmi la tranquillità necessaria a pianificare la
pronta ripresa dell'attività e a intraprendere un nuovo ciclo di crescita».
L'iniziativa di Unicredit, per ora la prima da parte di una grande banca
italiana, è arrivata ieri al termine di una giornata che ha visto il titolo
dell'istituto di credito, dopo il tonfo di lunedì, in notevole recupero in
Borsa. Le azioni della banca hanno infatti segnato un +7% al termine delle
contrattazioni, miglior dato di tutto il comparto, che pure ieri ha trainato
l'intera Piazza Affari in positivo. Sempre ieri la stessa Unicredit ha
annunciato di aver concluso un accordo per un finanziamento, assieme ad un pool
di banche internazionali, tra cui IntesaSanpaolo, per un finanziamento di 500
milioni di euro alla multinazionale italofrancese StMicroelectronics.
( da "Gazzettino, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
A Mosca il piatto
piange e il Comune mette all'asta i rifugi antiaerei dell'epoca di Stalin
Mercoledì 1 Aprile 2009, Una delle conseguenze dello smembramento dell'Unione
Sovietica fu la svendita degli arsenali dell'ex Armata rossa. Con il corollario
di misteri, corrotti di Stato e intrighi che approdarono anche sul grande
schermo con film come "Lord of War" protagonista Nicolas Cage. Un
business che non risparmiava nessuno tanto che in alcuni casi si parlò anche di
una "Mani Pulite" post sovietica che portò alla sbarra alti papaveri
gallonati accusati, come nel caso del generale Matvei Burlakov viceministro
della Difesa ai tempi di Boris Eltsin, di corruzione e peggio. Fu proprio tra
il 1991 e il 1992, con il riversarsi sul mercato di armamenti, accessori, mezzi
con la stella rossa che il business delle armi ebbe il suo boom. Tra i pezzi
più appetibili un'intera flotta fra sottomarini e navi da battaglia ceduti dal
comando delle forze armate della Csi su autorizzazione dell'ultimo presidente
sovietico, Michail Gorbaciov. Traffici clandestini e vendite
"garantite" che solo casualmente finiscono nella rete dei controlli:
il carico del cargo ucraino "Faina" catturata dai pirati somali a
fine settembre 2008 custodiva nelle sue stive anche una trentina di carri armati
T72 di fabbricazione russa. Affari d'oro per tutti, tanto che anche il governo
locale di Mosca si è voluto ritagliare la sua fetta mettendo all'asta i rifugi
antiaerei risalenti all'epoca del dittatore Stalin. Non sono in vendita, solo
in affitto e non tutti (sono più di 150), infatti si parte con poco meno di una
ventina, ma il prezzo-base è decisamente irresistibile: mille rubli, vale a
dire circa 22 euro, al metro quadrato l'anno. Delle condizioni per la locazione
una è particolarmente interessante: devono essere resi vacanti nel giro di sei
ore in caso di stato di emergenza. Insomma, non possono essere utilizzati a
scopi privati qualora Mosca fosse sotto attacco di qualche "stato
canaglia" deciso a far passare un brutto quarto d'ora ai milioni di cittadini
che popolano la capitale dell'ex impero sovietico. Ma chi può essere
interessato a prendersi un bunker come seconda o terza casa? Anche in questo
caso la municipalità di Mosca è stata molto chiara: niente persone fisiche ma
solo società private che però non potranno trasformare i rifugi in bar e
ristoranti. Per il resto la fantasia non ha limiti. Dalle tradizionali officine
o laboratori ai magazzini di stoccaggio, ma anche parcheggi o fitness center
fino a "gallerie" per la coltivazione di funghi. Il Comune ha preso
la decisione non tanto per fare cassa, visti i prezzi stracciati, ma per non svenarsi più per la manutenzione che era diventata
eccessivamente onerosa soprattutto ora che la Russia e la sua capitale sono
spazzate da una crisi finanziaria ed economica ben più spietata di quella che colpisce l'Europa. E
allora un bunker non si rifiuta neppure agli (ex) oligarchi post sovietici.
Agostino Buda
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 01-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Nazionale))
Argomenti: Crisi
MYRTA MERLINO «Il
miliardario del lusso francese Francois-Henry Pinault è stato sequestrato da
alcuni dipendenti del suo gruppo? Non voglio pronunciare la storica frase: io
l'avevo detto. Ma certo il rischio di un populismo che sconfina nella violenza
di piazza è molto forte di questi tempi». In realtà Marco Onado, professore di
Economia degli Intermediari Finanziari, autorevole esperto di mercati,
esponente del network di economisti «Lavoce.info», nonché ex commissario
Consob, è stato il primo a lanciare l'allarme su forme di giustizia sommaria
che potrebbero dilagare nei paesi travolti dalla furia della crisi
economica. Ed ora, mentre le agenzie di stampa di tutto il mondo hanno battuto
la notizia della rabbia esplosa contro uno dei simboli della ricchezza smodata,
quel Pinault che a soli 47 anni gestisce l'immenso impero del lusso PPR fondato
dal padre, Francois e che, per di più, è uno dei protagonisti principe delle
cronache mondane avendo sposato l'attrice Salma Hayek, ragiona ad alta voce su
cause e rischi dell'onda di indignazione popolare che attraversa il mondo dall'Europa
agli Usa. «Le cronache recenti hanno certamente rivelato eccessi che chiedono
vendetta, ma i politici stanno cavalcando la crociata antibonus e anti
supermanager con una certa dose di cinismo, anzi di populismo. Si ha come la
sensazione che non cercavano altro che un capro espiatorio da additare al
pubblico ludibrio, e chi meglio di manager e banchieri con stipendi da capogiro
per interpretare questo ruolo?" Ma è anche vero che la follia dei 165
milioni di bonus erogati da Aig, nel pieno di un salvataggio a spese del
contribuente, ha funzionato come una miccia per la rabbia popolare. «Certo,
quello è stato un episodio vergognoso e non è il solo. Ma io credo che il
polverone sollevato in questi giorni rischi di distrarre dal vero problema.
Prendiamo, ad esempio, la cacciata di Wagoner dalla General Motors, è stato un
po' come un prezzo pagato all'opinione pubblica per far passare l'ennesimo
salvataggio all'auto, che in America tutti considerano un ulteriore regalo ai
privati a spese del contribuente. Ma ora Obama e gli altri leader dovranno
affrontare il nocciolo della questione». E qual è il nocciolo della questione
secondo lei? «È che oggi sotto i colpi della crisi finanziaria, con le banche che
falliscono, le aziende che chiudono e i lavoratori che perdono il posto, tutti
concordano sulla necessità di cambiare il sistema, ma nessuno sembra capace di
dirci come. Sono tutti indignati ma io mi chiedo, una volta passata l'ondata moralizzatrice,
come si immagina di ridisegnare il meccanismo di remunerazione dei manager.
E' questo il punto». E lei cosa propone a questo riguardo? «In queste
situazioni solo un intervento del regolatore può sbloccare la situazione e
creare basi solide per un sistema più equo e sostenibile anche socialmente.
Quindici anni fa il Comitato di Basilea aveva denunciato i pericoli di sistemi
di remunerazione legati unicamente ai profitti e aveva concluso dicendo che le
scelte effettuate in materia erano uno dei parametri da considerare per
valutare il rischio complessivo di ogni banca. Allora non si è fatto nulla, e
oggi ne paghiamo il prezzo altissimo. Non vorrei che oggi si cerchi di placare
la rabbia della gente facendo restituire il maltolto o punendo esemplarmente
qualcuno, per poi ricominciare allegramente a banchettare appena il peggio è
passato confidando nella capacità del mercato di punire gli eccessi. Non
funzionerà. Perciò chiedo più scelte di fondo e meno populismo che peraltro,
come dimostra la cronaca, è molto pericoloso. Ma lei vede all'orizzonte un
nuovo pericolo eversivo? «Non voglio fare allarmismi, ma ricordo che negli anni
'70 alcuni episodi furono catalogati come forme goliardiche e poi è successo
quel che è successo. Vicende come questa di Pinault non lasciano presagire
nulla di buono, sarà meglio per tutti non cavalcare la rabbia antiricchi. Ne va
della coesione sociale dei nostri Paesi».
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
GIUSEPPE MUOIO Cava
de' Tirreni. La legge Cirielli per la valorizzazione dell'Abbazia della
Santissima Trinità di Cava de'Tirreni ha ripreso il suo iter legislativo.
Qualche delusione per la riduzione delle somme stanziate. Nella seduta del 26
marzo nella Commissione Cultura della Camera è proseguito l'esame del testo.
L'onorevole Valentina Aprea, presidente e relatore, ha presentato un nuovo
emendamento, volto a recepire il parere della Commissione Bilancio. Era stato
chiesto di apportare al testo modifiche, individuando una diversa modalità di
copertura finanziaria rideterminando l'onore
finanziario. Di qui la necessità di alcuni emendamenti per i quali l'Aprea
chiedeva una rapida approvazione. Immediato l'intervento dell'onorevole Tino
Iannuzzi che ha espresso parere favorevole. «Sono d'accordo sul nuovo testo che
prevede una copertura finanziaria ridotta ed insufficiente,
ma che comunque consente la prosecuzione del procedimento legislativo e
l'approvazione del testo unificato delle proposte di legge e rappresenta un
primo seppure assai limitato segnale del Governo verso quello straordinario
patrimonio dell'Abbazia benedettina di Cava». La risposta dell'Aprea non si è
fatta attendere. Il presidente ha rilevato che se vi era una riduzione del
contributo erogato rispetto ai trenta milioni previsti, è
apprezzabile che il Governo in un momento di crisi
finanziaria abbia comunque assicurato fino al 2012
la copertura finanziaria.
Dubbi e perplessità sugli obiettivi da raggiungere sono venuti dall'onorevole
Mazzarella e Zazzera. Il prosieguo dell'esame del testo è stato accolto in
città e tra le forze politiche con attenzione. «L'auspicio - spiega il
sindaco Luigi Gravagnuolo - che continui la collaborazione di tutti i gruppi
parlamentari per giungere all'approvazione definitiva della legge con una
dotazione economico-finanziaria tale da permettere il
recupero strutturale, architettonico e culturale della Badia». Intanto
stanziati i primi fondi per i festeggiamenti dell'Abbazia benedettina, la
Regione Campania ha provveduto a stanziare 500mila euro, mentre la Provincia
200mila, di cui una tranche (100 mila) già disponibile, un'altra nel prossimo
mese di luglio.
( da "Mattino, Il (Caserta)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
«Ripartire dal Sud».
È questo il tema dell'ottavo congresso regionale della Fim-Cisl che giovedì e
venerdì sarà ospitato all'Hotel Serenella di San Nicola la Strada. Un'occasione
per fare il punto sulla situazione in cui versa il settore metalmeccanico in
Campania e, dunque, anche in provincia. Un comparto che sta pagando un caro
prezzo alla crisi economica. Basti pensare anche alle
numerose aziende dell'indotto auto costrette a ricorrere alla cig dopo la
riduzione delle commesse da parte della Fiat. L'analisi sarà affidata al
segretario regionale Vittorio Guida, casertano, già alla guida della segreteria
provinciale. «Nel Casertano - dice Guida - l'attuale crisi finanziaria si è aggiunta alla precedente
crisi che ha colpito il
settore dell'elettronica e delle telecomunicazioni. Il comparto in pochi anni
ha perso migliaia di posti di lavoro: si è passati da diecimila a circa
millecinquecento unità. C'è stata una forte deindustrializzazione e per
questo gli effetti della crisi finanziaria sono stati
più pesanti. Anche il settore auto, compreso l'indotto primario, è in forte
sofferenza come dimostrano le richieste da parte delle aziende di far ricorso a
forme di sostegno del reddito». Qual è il percorso seguito dalla Federazione
italiana metalmeccanica della Cisl? «Bisogna cogliere l'occasione della crisi - conclude Guida - per rimettere al centro
dell'attenzione del governo, delle istituzioni e della classe politica locale
la questione del Sud, spesso bistrattato e ultimamente trascurato anche dai
sindacati, distratti da altre emergenze. Il Sud deve diventare una priorità». I
lavori prenderanno il via giovedì alle 9,30 con i saluti del sindaco di San
Nicola, Angelo Pascariello. Seguiranno la relazione introduttiva di Vittorio
Guida, gli interventi degli invitati, il dibattito, l'intervento del segretario
generale della Cisl Campania, Pietro Cerrito. I lavori continueranno nel
pomeriggio. Venerdì, invece, si riprenderà (ore 9,30) con il dibattito.
Seguiranno la replica di Guida, le conclusioni di Giuseppe Farina, segretario
generale della Fim nazionale e il voto sulla mozione congressuale. Alle 15 la
proclamazione degli eletti e la convocazione del comitato direttivo. and.ferr.
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 01-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Benevento))
Argomenti: Crisi
MATTEO BOSCO
BORTOLASO New York. Sarà un debutto europeo difficile per Barack Obama. Il presidente
degli Stati Uniti è arrivato ieri sera nel Vecchio Continente, all'aeroporto
londinese di Stansted, con un'agenda piena di impegni, incontri e temi spinosi
da affrontare. Due le gradi sfide: convincere sulla crisi
economica e incassare sostegni e aiuti per l'Afghanistan. Un vero e proprio
tour de force, durante il quale incontrerà quaranta leader in sette giorni.
«Non solo dovrà affrontare le sfide più difficili, ma lo dovrà fare - e sarà la
sua prima volta - sul palcoscenico mondiale», sintetizza Steven Schrage,
esperto di economia del Centro per gli studi strategici e internazionali di
Washington. Il tour inizia a Londra, dove si discuterà di economia e finanza al
summit del G20. Obama illustrerà poi la nuova posizione degli Usa sulle aree di
crisi e sul terrorismo al vertice della Nato in
programma a Strasburgo, al confine tra Francia e Germania. Ultime due tappe
saranno la Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell'Unione
europea, e la Turchia, chiave di volta tra Occidente e Islam. Per ora,
comunque, i riflettori puntano sulla capitale britannica, dove non si discuterà
solo della crisi finanziaria. In agenda, ha fatto sapere la Casa Bianca, ci sono anche
incontri bilaterali tra il presidente e i leader di Russia e Cina. A
Strasburgo, inoltre, sarà interessante osservare le relazioni tra Obama e i
padroni di casa del vertice dell'Alleanza Atlantica: il presidente francese
Nicolas Sarkozy da una parte e la cancelliera tedesca Angela Merkel dall'altra.
Il carisma dell'inquilino della Casa Bianca sembra non avere confini nel
Vecchio Continente, che ha spesso bocciato il predecessore George W. Bush. Ma
quando si passa ai temi veri e propri, i toni sono ben diversi. Washington
vorrebbe più impegno - e soprattutto lo stanziamento di più soldi pubblici -
per fronteggiare la crisi internazionale. Capitali e
opinioni pubbliche europee, però, accusano gli Stati Uniti di essere i veri
responsabili della crisi, per aver dato mano libera a
speculazioni azzardate. Il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, ha
evitato le polemiche limitandosi a dire che l'obiettivo di Washington sarà
«assicurarsi di avere un'azione concertata a livello globale per far ripartire
la crescita economica e per portare avanti un'agenda di riforma, in modo che crisi come questa non si ripetano». Il presidente, perciò,
dovrà convincere i colleghi europei che Washington ha ora imboccato la retta
via. Timothy Geithner, il suo segretario del Tesoro, ha promesso nuovi e più
severi meccanismi per controllare la finanza e ha anche preparato un complesso
piano «disintossicante», per liberarsi dei «titoli spazzatura» che hanno già
fatto crollare diversi istituti di credito. Lo stesso Geithner, in
un'intervista pubblicata ieri dal Financial Times, ha cercato di minimizzare.
«Le differenze tra francesi, tedeschi, americani e cinesi sono davvero poche»,
ha detto. Ma Kati Suominen, esperta del Centro Studi German Marshall Fund, che
promuove la cooperazione tra Usa ed Europa, non nasconde le differenze:
«L'amministrazione Obama spinge gli europei a spendere molto di più, e riceve
resistenze - ha detto alla stampa - in particolare i Paesi più grandi come
Francia e Germania, e la Repubblica Ceca, che ha la presidenza di turno
dell'Unione europea, sono molto trasparenti nel bocciare l'idea di nuove
spese». L'Europa è tiepida anche sull'Afghanistan: il Pentagono ha in programma
di mandare più truppe e ne ha chieste anche agli alleati, che spesso nicchiano.
Anche in questo caso, gli Stati Uniti cercheranno di allontanarsi da Bush. Il
dossier Afghanistan non si concentrerà solo sugli aspetti militari, ma punterà
anche a diplomazia e ricostruzione civile. Per essere precisi, verrà
etichettato come dossier «AfPak»: fondamentale, secondo Washington, è infatti
il ruolo giocato del vicino e instabile Pakistan, dove hanno trovato rifugio i
terroristi seguaci di Osama Bin Laden. L'appuntamento sponsorizzato da Francia
e Germania rappresenterà in ogni caso un momento storico: verranno celebrati i
sessant'anni della Nato e il «rientro» di Parigi nell'Alleanza dopo lo strappo
di De Gaulle nel 1966.
( da "Sicilia, La"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Credito in Sicilia.
In alto mare la cessione dell'Istituto, che non svolge più una funzione di
supporto alle aziende Irfis alla paralisi, danno per le imprese Lillo Miceli
Palermo. Come interpretare il silenzio della Banca d'Italia sull'operazione di
cessione del 76% di Irfis dal Banco di Sicilia (gruppo UniCredit) alla Banca
popolare di Vicenza? Secondo alcune fonti, il silenzio di via Nazionale
equivarrebbe ad un diniego; secondo Francesco Maiolini, direttore generale di
Banca Nuova, controllata del gruppo BpV, «non c'è stata alcuna risposta
negativa. Negli ultimi nove mesi, non è stata autorizzata alcuna cessione di
banche, considerato anche il delicato momento che attraversano i mercati finanziari.
Dobbiamo solo aspettare». Cosa potrà accadere nel caso in cui Bankitalia si
pronunciasse negativamente, è difficile immaginarlo. «Non c'è un piano
alternativo», rispondono ambienti di UniCredit. Neanche nei pressi della
Regione, che detiene il 22% dell'Irfis, le idee sono molto chiare. L'Irfis,
istituto per il credito a medio e lungo termine per le imprese, per decenni ha
avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo imprenditoriale della Sicilia. Ma
con il mutare degli assetti bancari la «mission» dell'Irfis ha perso lo slancio
originario. Il declino cominciò quando il controllo del Banco di Sicilia passò
a Mediocredito centrale, che svolge le stesse attività dell'Irfis. Condizione
che si mantenne col passaggio al gruppo Banca di Roma e ora in UniCredit, dove
la presenza del Mediocentrale continua a porre un problema di sovrapposizione
di ruoli. Prima della grande crisi
finanziaria il passaggio ad altro gruppo bancario
sembrava l'unica soluzione possibile alternativa alla chiusura, considerato che
il vecchio sogno della Regione (creare una «banca regionale» unendo Irfis,
Crias e Ircac) si scontrerebbe col divieto di Bankitalia. Oggi, però, la
crisi frena eventuali interessi di altri soggetti
bancari, per cui, se non dovesse perfezionarsi il contratto di compravendita
fra BdS e Banca Nuova, trovare un altro acquirente sarebbe difficile in questa
fase di mercato. Del resto, le principali banche sono dotate di propri servizi
specializzati per il credito alle imprese, non solo a breve: inglobare un
istituto come Irfis può interessare solo ad un operatore creditizio che non ha
ancora in Sicilia una significativa presenza. É, dunque, il momento delle
alchimie politico-finanziarie. In ambienti della Regione, ad esempio, starebbe
maturando l'idea di cedere al gruppo Banco di Sicilia-Unicredit il 22% detenuto
dall'amministrazione pubblica, e di costituire con il ricavato un fondo di
rotazione da assegnare a Ircac e Crias per sostenere il credito alle imprese.
Una ipotetica alternativa alla «banca regionale» che, però, anche questa si
scontra con l'attuale crisi economica. Difficilmente
UniCredit, così come qualunque altra banca impegnata a contenere gli effetti
della congiuntura, impegnerebbe adesso liquidità per comprare tutto l'Irfis, a
meno che non vi sia un altro acquirente dietro l'angolo pronto a rilevarne il
100%. Restando in questa formula, realisticamente UniCredit, se interessata
all'operazione, potrebbe rilevare la quota della Regione in cambio non di
soldi, ma della disponibilità a erogare finanziamenti alle imprese. Si fanno
avanti altre ipotesi. La Fiba-Cisl invita la Regione a trovare una soluzione e
a dare un ruolo e un futuro all'Irfis cogliendo l'occasione dell'avvenuto
affidamento allo stesso istituto della gestione dei 30 milioni di euro
stanziati dall'assessore regionale all'Industria, Pippo Gianni, per consolidare
i debiti delle imprese siciliane. Frattanto, si fa avanti la Compagnia delle
Opere-Sicilia, che invita a «costruire un sistema creditizio in Sicilia più
efficace» e «una giusta valorizzazione dell'Irfis». «Ci rende perplessi
scrive la Compagnia
delle Opere osservare che, mentre vengono immaginati nuovi strumenti di
credito (ad esempio la Banca del Sud), strumenti già esistenti come l'Irfis
vedono la loro azione assai frenata».
( da "KataWeb News"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il mattone..
Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 —
Autore: babelick — 21 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e
sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al
quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana
presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di
carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara,
asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel
giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito,
anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare
soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra
niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire
l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù
politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia
o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli
equilibri politici europei siano cambiati, che un asse
Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose,
troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le
cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom
edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia
un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro
Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa
aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto
l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il
governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica
fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un
tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente,
non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello
psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene,
ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango
delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre
del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro
la crisi finanziaria,
lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più
solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro
capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia
ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il
mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non
vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi
internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha
gettato anche la Spagna in una crisi profonda:
crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un
dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era
stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi
esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi
dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e
immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini
l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno
presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero
dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli
d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una
«quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono
saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per
la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%,
il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria»
presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da
40 a 60 giorni del termine massimo per detenere migranti nei Centri di
permanenza temporanea, per facilitare identificazioni e rimpatri coatti, il
progetto prevede di interrompere i ricongiungimenti familiari. Prevede anche
sanzioni fino a 10.000 euro per chi «promuove la permanenza irregolare in
Spagna di uno straniero», un'«infrazione grave» perché «lo straniero dipende
economicamente da chi compie l'infrazione e questa ne prolunga il soggiorno
autorizzato al di là del periodo legalmente previsto». La Comision Espanola de
Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato perché così facendo il governo «cerca
di farsi complici le persone che alloggiano» gli immigrati, e si appresta a
«convertire i cittadini in poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo
inquietante di un giudice star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di
Pietro dei tempi che furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di
altri ministri socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli
ultimi anni ha incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli
statisti europei, fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti
defunti. Colleziona una gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia
contro la Chiesa cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la
pratica opposta a quella che si converrebbe a un premier laico che governa un
Paese dove ci sono cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi
elettori. La gaffe del ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della
Difesa, Carmen Chacon, contro il parere e all'insaputa del collega degli
Esteri, Moratinos, e di tutti i governi dell'Unione europea e della Nato, è la
chicca di qualche giorno fa. Il presunto amico, il presidente Obama, è
infuriato e non ha accettato i goffi tentativi di Madrid di rimediare. Peggio
di così!
( da "Sestopotere.com"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
In crescita lattività
dei Consorzi fidi: indagine Fedart Fidi, 6,3 miliardi i finanziamenti nel 2008
(1/4/2009 15:34) | (Sesto Potere) - Roma - 1 aprile 2009 - I Consorzi Fidi sono larma più
efficace contro la crisi finanziaria i cui effetti su artigiani e
piccole imprese sono già molto pesanti in termini di restrizione del credito
bancario Nel 2008 hanno erogato 6.312,8 milioni di finanziamenti garantiti a
735.619 artigiani e piccole imprese. Un trend in crescita rispetto al 2007
quando i finanziamenti concessi dai Confidi sono stati pari a 6.088,0 milioni a 715.000 imprese. I
dati sono contenuti nella dodicesima edizione dellindagine
sul sistema dei 192
Confidi artigiani, presentata oggi a Roma da Fedart Fidi, la Federazione
Nazionale Unitaria dei Consorzi e Cooperative Artigiane di Garanzia promossa da
Confartigianato, Cna e Casartigiani e presieduta da Daniele Alberani. Si
mantiene elevato anche il grado di penetrazione del sistema Confidi nel
comparto artigiano (42%), a conferma del fatto che quasi 1 imprenditore su 2 si
rivolge ai Confidi per dare soluzione alle proprie esigenze finanziarie e di
rapporto con il sistema bancario. La classifica delle regioni più attive vede
in testa il Veneto con 1.127 milioni di euro di finanziamenti garantiti nel
2007 dai Confidi artigiani. Al secondo posto la Toscana con 987 milioni, al
terzo posto la Lombardia con 814 milioni. Grazie allefficienza
e all'efficacia nel
valutare l'affidabilità delle imprese e allapprofondita conoscenza
della realtà produttiva locale, i Confidi hanno conseguito un tasso netto di
sofferenza molto contenuto, pari in media al 2,3%, con una netta differenza
rispetto alle sofferenze registrate dal sistema bancario sui finanziamenti al settore artigiano. I
tassi medi praticati sui finanziamenti, sebbene in crescita, analogamente a
quanto è avvenuto in generale nel credito, si mantengono più bassi di quelli di
mercato per la categoria artigiana e vedono ridursi il gap tra quelli a medio
termine e quelli a breve. I primi si attestano in media al 6,7%, mentre i tassi
a breve sono al 6,5%. Ciò è anche il risultato della buona capacità
contrattuale dei Confidi a favore delle imprese e del loro rapporto
complessivamente positivo con il sistema bancario (sono oltre 2.000 le
convenzioni sottoscritte), nonostante due Confidi su tre (64,7%) abbiano
rilevato un irrigidimento nelle procedure di valutazione del merito creditizio
da parte delle banche, che ha portato a un razionamento del credito a discapito
principalmente delle imprese di minori dimensioni. “Lesigenza
di liquidità è l'emergenza numero uno per le piccole imprese”. E' quanto ha
detto oggi il Segretario Generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, intervenendo alla
presentazione dellindagine. “Il ruolo dei Consorzi Fidi – ha
sottolineato - assume un'importanza straordinaria per offrire credito su misura
alle Pmi, soprattutto se si considera che, da luglio 2007 ad oggi, mentre i
tassi BCE sono
diminuiti dal 4% all'1,5%, i tassi di interesse applicati dalle banche alle
piccole imprese sono calati soltanto dal 4,92% al 4,74%”. “Complessivamente –
ha ricordato Fumagalli - la crisi del credito da
luglio 2007 ad oggi è costata alle imprese 12,5 miliardi di maggiori oneri
finanziari. Il sistema dei Confidi va certamente potenziato e valorizzato. E'
un sistema su cui si deve investire”. I Confidi svolgono una funzione
fondamentale anche nella prevenzione del fenomeno dellusura:
i due terzi dei Confidi
(65,9%) gestiscono infatti gli speciali fondi antiusura previsti dallart.
15 Legge 108/96, consentendo il rientro nei circuiti legali di finanziamento a
migliaia di piccole imprese. Nel 2007 hanno effettuato oltre 1.900 operazioni,
per un importo complessivo
di finanziamenti concessi pari a 60 milioni di euro. La regione che ha
realizzato il maggior numero di questa tipologia di operazioni (oltre 300) è
stata lEmilia Romagna. I finanziamenti a medio/lungo termine (oltre i
18 mesi) garantiti dai Confidi hanno da sempre unincidenza più elevata di quelli
complessivamente concessi alle imprese artigiane (60,4,0% contro il 54,6%) e la
differenza si fa più
marcata al Sud (67,6% contro il 56,2%). Questi dati confermano il ruolo
strategico di facilitatori del credito svolto dai Confidi,
specialmente nelle aree del paese dove laccesso ai
finanziamenti presenta maggiori difficoltà, e ne evidenziano la funzione di
supporto alle imprese nellottimizzare la struttura del debito
orientandola verso scadenze maggiori e quindi allequilibrio finanziario.
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Rep.ceca/
Governatore Banca centrale: adozione euro tra 2013-2015 di Apcom Premier non
garantisce tenuta economia per annuncio data -->Roma, 1 apr. (Apcom-Nuova
Europa) - La Repubblica ceca potrebbe adottare l'euro tra il 2013 e il 2015, ha
annunciato il governatore della Banca centrale ceca Zdenek Tuma nel corso di
una tavola rotonda internazionale sulla crisi finanziaria ed economica, scrive
Ctk. Sarà comunque una decisione politica, ha aggiunto il governatore. Il primo
ministro dimissionario Mirek Topolanek aveva "promesso" all'inizio
dell'anno che la data dell'adozione sarabbe stata annunciata a novembre del
2009, ma in un'apparizione televisiva domenica ha fatto sapere di non poter
confermare la data perché l'attuale governo potrebbe non esistere più e il
Paese potrebbe essere indietro sui parametri. Inoltre anche l'aumento del
deficit e del debito potrebbero essere degli ulteriori ostacoli, ha precisato.
Secondo Tuma qualsiasi governo guiderà il Paese dovrà valutare la data per
l'adozione della moneta unica europea.
( da "Agi" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
SOCIALE: PERUGIA,
BAIOCCO D'ORO AL FILOSOFO GRZYBOWSKYI (AGI) - Perugia, 31 mar. - Con la
consegna del Baiocco d'Oro, importante riconoscimento che la citta' di Perugia
assegna ai visitatori illustri, l'assessore Wladimiro Boccali ha dato il
benvenuto al sociologo, educatore e filosofo, Candido Grzybowski, uno dei
membri fondatori del Forum Sociale Mondiale. Il filosofo si trova a Perugia per
l'apertura, domani, del Festival internazionale del Giornalismo. Questa mattina
l'assessore Boccali lo ha incontrato nella sala Rossa di Palazzo dei Priori e
con lui si e' confrontato su alcuni temi fondamentali della nostra societa': la
poverta', l'ambiente, la crisi
finanziaria e della globalizzazione. Presente anche
Giampiero Rasimelli del Forum del Terzo Settore. Boccali ha ricordato il legame
forte fra Perugia e il Forum e le iniziative di cui la citta' e' protagonista,
fra cui la Marcia della pace Perugia-Assisi e l'Assemblea dell'Onu dei Popoli.
Boccali ha quindi ripercorso la partecipazione dell'Umbria al Forum di Porto
Alegre e sottolineata la crescita del movimento. "La citta' di Perugia -
ha detto - e' onorata della presenza del fondatore della piu' importante rete
di movimenti e organizzazioni civili sulla scena internazionale. Il Forum in
questi anni si e' sempre piu' affermato a livello internazionale per la sua
capacita' di mettere in relazione esperti di tutto il mondo sui temi del
sociale, della politica, dell'economia e della cooperazione. Sono molti gli
enti locali e le associazioni rimaste nella rete del Forum. Il nostro impegno
e' quello di mantenere e rafforzare questo rapporto di cooperazione".
"E' un grande onore ricevere questo riconoscimento da una citta' che ha
una enorme intesa con il Forum" sono state le parole di Candido Grzybowski
che nel corso dell'incontro ha diffusamente parlato del Forum, delle sue
caratteristiche e delle sue criticita'. Si e' poi soffermato sull'ultima
riunione a Bele'm, definendola "una rifondazione del Forum".
"Una riunione - ha ricordato - cui hanno partecipato 120.000 brasiliani,
20.000 persone in rappresentanza dei Paesi Latini, 10.000 di altri paesi,
Europa inclusa. Iscritte 5.800 fra organizzazioni e movimenti, di cui 491
europee. 15.000 i giovani presenti". Per il fondatore del Forum
"l'Umbria e Perugia in particolare rappresentano un punto importante per
il processo di costruzione di un altro mondo, di un'altra societa'".
( da "Velino.it, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il Velino presenta,
in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. AMB -
Milano fa i conti con la crisi, ma non ha voglia di
arrendersi Milano, 1 apr (Velino) - Nessuno agita catastrofismi fuori luogo. Le
crisi finanziarie, che poi invadono il territorio delleconomia
reale, hanno i loro tempi di incubazione, di malattia e di guarigione. Al
momento siamo in un fase di attesa, dove si è sommersi da una moltitudine di
stime negative. La
malattia è esplosa in tutta la sua virulenza, le terapie stanno per essere
trovate, ma è inevitabile che “rimettersi in piedi” richieda fatica e costanza.
Milano con la sua provincia, ma sarebbe meglio dire con il suo hinterland, fa
qualche cosa di più del 10 per cento del pil nazionale. E
uno dei “grandi motori” economici per antica vocazione, ma è pure lunica
“piazza” italiana che ha una spiccata vocazione finanziaria. Ancora allinizio
degli anni Novanta si pensava a Milano come terzo “polo” finanziario mondiale. Oggi,
inevitabilmente, questa scelta viene pagata più duramente che altrove. Ma vi è
pure da aggiungere che Milano e il suo hinterland sono la rappresentazione
migliore dellatipicità del tessuto economico italiano.
La fase della grande
industrializzazione è terminata nella seconda metà degli anni Settanta e Milano
si è costruita unimmagine solida e composita di terziario
avanzato, finanza e eccellenza della piccola e media impresa, molto ramificata
sul territorio. Una ulteriore e positiva correzione si è avuta negli anni Novanta, quando la media
industria è tanto cresciuta, si è talmente rafforzata, anche di fronte alla
sfide internazionali, da suggerire agli gnomi di Mediobanca limmagine
di un nuovo capitalismo nascente, battezzato come “quarto capitalismo”. E
quello, tanto per intenderci, delle “multinazionali tascabili”, completamente
svincolate dal potere politico, molto flessibili e molto aggressive nella
concorrenza, magari con una spiccata idiosincrasia verso la cosiddetta finanziarizzazione. Oggi questa
complessa struttura economico-sociale è oggettivamente in difficoltà. La
recessione mondiale ha limato con percentuali a due cifre i profitti delle
medie imprese e nello stesso tempo ha indebolito le imprese più piccole che
sono le più esposte allandamento del mercato del credito. Qui si
arriva al nocciolo della questione. Le banche di territorio hanno resistito
bene alla crisi finanziaria, ma le grandi banche hanno avuto mesi di
grande difficoltà, che si sono poi riversate sulla liquidità delle imprese.
Adesso le rassicurazioni arrivano dalle grandi banche, ma di fatto ci sono una
lunga serie di lamentele, con giornali e trasmissioni televisive locali che
fanno lelenco di chi si lamenta del comportamento dei grandi istituti. Non è stato fatto a caso il
piano dei “Tremonti-bond” sulla ricapitalizzazione delle banche finalizzata al
sostegno del credito verso la piccola e media impresa. E
probabile che questo assestamento complicato, nel rapporto tra banche e
imprese, sia legato
allandamento dellultimo trimestre del 2008 e al primo
trimestre del 2009, cioè ai sei mesi più acuti della malattia, allo sbarco in
Europa e anche in Italia della grande crisi finanziaria di Wall
Street. Ma oggi il “grande travaglio” di questi sei mesi sembra in via di
superamento. Nel fare le stime si guarda soprattutto allandamento
di questi ultimi sei mesi. E allora il quadro per Milano e il suo hinterland
svela lentità della
crisi. Il dato più preoccupante che è sotto
osservazione della Camera di Commercio di Milano è delle circa 280mila aziende
milanesi ce ne sarebbero 70 mila che sono preoccupate, che hanno seri dubbi sul
loro futuro. A questo dato va aggiunto che quasi 28mila attività hanno chiuso i
battenti. Il commento di Carlo Sangalli, il presidente della Camera di
Commercio, è molto realistico: “ Lultimo dato è in fondo
quello che ci preoccupa di meno, perché a Milano e nel suo hinterland è
fisiologica la chiusura annua di 25mila attività. Piuttosto è preoccupante che ci sia il 27 per
cento delle aziende che si dichiari in difficoltà”. Sangalli dice: “Questa
situazione , tra alti e bassi, è destinata a durare ancora a lungo. Anche se,
per fortuna, ci sono diversi settori di attività che stanno tenendo. E
importante in questa fase sostenere il sistema della piccola e media impresa
nellaccesso al credito. E per questa ragione che la Camera di
Commercio di Milano, in via straordinaria, ha avviato un Fondo di
rassicurazione di 10 milioni
di euro a favore del Confidi che potrà attivare finanziamenti bancari per circa
700 milioni di euro”. Ma ilo problema, non è un fatto assolutamente
paradossale, sembra più psicologico. Il monitoraggio che la Camera di Commercio
fa sulle aziende di Milano e hinterland coglie aspetti di pessimismo in un
rapporto stimato in uno su cinque imprenditori. E vero che
cè un calo di fatturato, è ero che i profitti sono calati con percentuali
che, in alcuni casi del 30 per cento. Ma è anche vero che la stragrande maggioranza degli
imprenditori milanesi ha voglia di “tenere duro” di fronte ai morsi della crisi. Ed è altrettanto paradossale che alcuni istituti di
sondaggi sullumore degli italiani mettano in relazione
la percentuale dei pessimisti con quella degli ottimisti. Ci sono infatti anche questi ultimi, che
sostengono che la crisi “offrirà la possibilità di
ritornare con maggiore passione alla voglia di fare impresa”. sostanzialmente,
si può cogliere ovunque nel milanese il grande realismo nellaffrontare la recessione e le difficoltà
attuali, ma tranne gli abbandoni fisiologici, non sembra affatto che ci sia
voglia di “cambiare mestiere”. (eda) 1 apr 2009 16:23
( da "Virgilio Notizie"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Roma, 1 apr. (Apcom)
- Stati Uniti e Cina devono rafforzare la loro cooperazione economica per far
fronte alla crisi finanziaria: è
quanto hanno stabilito nel corso dei colloqui di oggi a Londra il presidente
americano Barack Obama e il suo omologo cinese Hu Jintao. Lo riferisce il sito
online della Bbc, precisando che i due leader, che si sono incontrati alla
vigilia del summit economico del G20, si sono detti d'accordo sulla necessità
di resistere al protezionismo e di garantire stabili relazioni
commerciali fra Washington e Pechino. "I presidenti hanno convenuto sulla
necessità di effettuare dei cambiamenti nella governance delle istituzioni
finanziarie internazionali", si legge in un comunicato della Casa Bianca,
citato dall'emittente britannica. Durante il meeting, i due leader hanno anche
acconsentito alla creazione di un Dialogo Strategico ed Economico per
affrontare la crisi economica e rafforzare i sistemi
finanziari del pianeta. La Casa Bianca ha fatto sapere che il Segretario di
Stato Hillary Clinton e il ministro del Tesoro Timothy Geithner
rappresenteranno gli Stati Uniti in questi colloqui. I due presidenti hanno
inoltre promesso che coopereranno anche sulle questioni nucleari riguardanti la
Corea del Nord e l'Iran, aggiungendo che riprenderanno le discussioni sui
diritti umani "non appena possibile".
( da "Reuters Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
LONDRA, 1 aprile
Reuters - Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia, ritiene
che le misure per combattere la crisi finanziaria comincino ad avere effetto ma che non sia possibile dire se il
peggio sia stato superato. "La morsa del credit crunch si sta allentando?
Non ho una risposta", ha detto ai giornalisti alla vigilia del summit G20
di Londra. "Molte cose sono state fatte da tutti i Paesi. Non
appena entreranno in vigore, e alcune di esse hanno richiesto molto tempo per
essere predisposte, ... penso che ne vedremo i benefici", Draghi, che
presiede anche il Financial Stability Forum delle principali autorità
regolatorie e governatori centrali, giudica il piano del segretario del Tesoro
Usa Timothy Geithner sugli asset tossici delle banche un esempio di una buona
iniziativa che dovrebbe portare frutti a breve. "E un progetto benvenuto.
E ben congegnato", ha commentato Draghi. "Il tempo trascorso ha
insegnato molto, quindi la sua realizzazione sarà piu veloce di qualsiasi altro
precedente tentativo".
( da "KataWeb News"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il mattone..
Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 —
Autore: babelick — 22 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e
sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano
El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il
governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera;
meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta,
ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così
faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello
Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve
smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà
di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia
tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun
organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo
di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici
europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo
della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi
istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia,
crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio
primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama
nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che
ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda
le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla
rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad
altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è
descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino
americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio
eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche
razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero
poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al
mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma,
Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle
posizioni comuni da adottare contro la crisi
finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure
Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese
sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a
pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo
ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare
la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito
dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff
dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5%
come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati
del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo
sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte
perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi
internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie
sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle
zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi
200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una
denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti
mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli
ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun
distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008,
su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una
disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente
politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure
restrittive: oltre all'aumento da 40 a 60 giorni del termine massimo per
detenere migranti nei Centri di permanenza temporanea, per facilitare
identificazioni e rimpatri coatti, il progetto prevede di interrompere i
ricongiungimenti familiari. Prevede anche sanzioni fino a 10.000 euro per chi
«promuove la permanenza irregolare in Spagna di uno straniero», un'«infrazione
grave» perché «lo straniero dipende economicamente da chi compie l'infrazione e
questa ne prolunga il soggiorno autorizzato al di là del periodo legalmente
previsto». La Comision Espanola de Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato
perché così facendo il governo «cerca di farsi complici le persone che
alloggiano» gli immigrati, e si appresta a «convertire i cittadini in
poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo inquietante di un giudice
star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di Pietro dei tempi che
furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di altri ministri
socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli ultimi anni ha
incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli statisti europei,
fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti defunti. Colleziona una
gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia contro la Chiesa
cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la pratica opposta a
quella che si converrebbe a un premier laico che governa un Paese dove ci sono
cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi elettori. La gaffe del
ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della Difesa, Carmen Chacon,
contro il parere e all'insaputa del collega degli Esteri, Moratinos, e di tutti
i governi dell'Unione europea e della Nato, è la chicca di qualche giorno fa.
Il presunto amico, il presidente Obama, è infuriato e non ha accettato i goffi
tentativi di Madrid di rimediare. Peggio di così!
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
G20, misure anticrisi cominciano ad avere effetto-Draghi -->di David
Milliken e Giselda Vagnoni LONDRA (Reuters) - Mario Draghi, governatore della
Banca d'Italia, ritiene che le misure per combattere la crisi finanziaria comincino ad avere
effetto ma che non sia possibile dire se il peggio e stato superato. "La
morsa del credit crunch si sta allentando? Non ho una risposta", ha detto
ai giornalisti alla vigilia del summit G20 di Londra. "Molte cose sono
state fatte da tutti i Paesi. Non appena entreranno in vigore, e alcune
di esse hanno richiesto molto tempo per essere predisposte, ... penso che ne
vedremo i benefici". Draghi presiede anche il Financial Stability Forum
(Fsf) delle principali autorità regolatorie e governatori centrali, incaricato
di individuare le riforme necessarie al sistema finanziario per impedire il
ripetersi in futuro dell'attuale crisi. A suo avviso
il piano del segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner sugli asset tossici
delle banche èun esempio di una buona iniziativa che dovrebbe portare frutti a
breve. "E un progetto benvenuto. E ben congegnato", ha commentato
Draghi. "Il tempo trascorso ha insegnato molto, quindi la sua
realizzazione sarà piu veloce di qualsiasi altro precedente tentativo".
L'Fsf si sta per allargare a tutti i Paesi del G20 e il suo segretariato di
Basilea sarà rafforzato ma Draghi respinge l'idea che possa diventare a breve
un "global regulator". "L'Fsf disegna, sviluppa e cambia gli
standard attraverso il lavoro dei suoi membri, tra cui il Fondo monetario
internazionale che accerta l'applicazione delle norme e delle modifiche
discusse nell'ambito del Forum". Draghi respinge però anche l'idea che sia
stato finora solo un luogo di chiacchere: "La crisi
è globale, ma in ultima analisi chi ha la responsabilità di rendere efficaci le
nuove norme che raccomandiamo sono sempre le autorità nazionali. E' quindi
piuttosto importante questa sorta di dimensione duale del Forum", ha detto
Draghi riferendosi alla presenza nell'Fsf di ministeri finanziari, organi di
vigilanza e banchieri centrali. Il principio della responsabilità nazionale è
anche alla base delle differenti risposte tra la Federal Reserve e la Bank of
England, che hanno avviato operazioni di quantitative easing, e la Banca
centrale europea che invece non l'ha fatto, ha spiegato Draghi. Il governatore
e membro del consiglio della Bce non ha voluto fare commenti in tema di
politica monetaria dell'area dell'euro prima della riunione di domani sui tassi
quando, secondo la maggior parte degli economisti, dovrebbe essere deciso un
taglio del tasso di riferimento all'1% dall'attuale 1,5%. Sul sito
www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Usa/ Invito Obama a
università cattolica continua a creare dubbi di Apcom Lettera aperta di p.
Cleary. Card. George: Proteste a Vaticano -->Roma, 1 apr. (Apcom) - Continua
a suscitare dubbi, riserve, richieste di chiarimento l'invito che l'università
cattolica di Notre-Dame, nell'Indiana, a Barack Obama. Da ultimo, il capo della
sezione romana della Santa Croce, la congregazione religiosa che ha fondato
l'ateneo, Hugh W. Cleary, ha scritto al al presidente degli Stati Uniti una
lettera aperta per chiederli di riconsiderare il suo sostegno alla libertà
d'abortire e alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. "Vorrei
approfittare della sua presenza al Notre Dame per chiderle di ripensare,
attraverso un confronto con la propria coscienza nella preghiera, le sue
posizioni sulle fondamentali 'questioni della vita', e in particolare quelle
relative all'aborto, alla ricerca sulle cellule staminali embrionali e alla sua
posizione sul 'Freedom of Choice Act' (sempre sull'interruzione di gravidanza,
ndr.) davanti al Congresso", scrive il sacerdote nella missiva pubblicata
sul sito della rivista 'America'. "Forse questa richiesta può suonarle
impertinente, ma non la intendo con mancanza di rispetto", precisa. L'annuncio
dell'invio a Obama per l'intervento della cerimonia di consegna dei diplomi e
l'assegnazione di una laurea 'honoris causa' in diritto, il 17 maggio, ha
suscitato le riserve di vari settori cattolici. E' una consuetudine della
Notre-Dame University di invitare i neopresidenti: fu così con Kimmy Carter nel
1977, con Ronald Reagan nel 1981 e con George W. Bush nel 2001. Ma solo con il
'pro-choice' Obama si prospetta, oltreatlantico, una sorta di protesta al Papa
alla Sapienza al contrario. Le proteste - sotto forma di lettere, telefonate ed
e-mail - sono arrivate fino alla Conferenza episcopale degli Stati Uniti. E con
una lettera di fine marzo il presidente dei vescovi Usa, card. Francis George
ha indirizzato le critiche al Vaticano. "I vostri commenti, ancorché apprezzabili,
sono mandati nella direzione sbagliata", scrive il porporato. "Io non
ho autorità sull'università di Notre Dame". Le
proteste, suggerisce il presidente dei vescovi Usa, vanno mandate alla
congregazione vaticana per la Educazione cattolica. Nel frattempo
l''Osservatore romano' non dedica spazio al dibattito e segue con attenzione la
politica di Obama sulla crisi finanziaria.
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
G20/ Sarkozy
conferma "fiducia" a Obama a vigilia vertice -2- di Apcom "Sono
certo che ci aiuterà", ha detto il presidente francese -->Londra, 1
apr. (Ap) - "Ho fiducia in Obama", ha dichiarato Sarkozy rispondendo
alle domande dei giornalisti a Londra, che gli chiedevano chiarimenti sulla sua
minaccia di lasciare il summit del G20, che si apre domani,
se non ci saranno risultati concreti, mentre crescono le tensioni che oppongono
Germania e Francia e Stati Uniti e Gran Bretagna sulla proposta di implementare
gli stimoli fiscali per risolvere la crisi finanziaria. "Sono certo che ci aiuterà e che ci capirà", ha
aggiunto il leader francese.
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Crisi/ Crescono
consorzi fidi: 6,3 mld finanziamenti in 2008 di Apcom Emerge da indagine
annuale di Fedart Fidi sui confidi artigiani -->Roma, 1 apr. (Apcom) -
Cresce l'attività dei consorzi fidi: nel 2008 hanno erogato 6.312,8 milioni di
finanziamenti garantiti a 735.619 artigiani e piccole imprese. Un trend in
crescita rispetto al 2007 quando i finanziamenti concessi dai Confidi sono
stati pari a 6.088,0 milioni a 715.000 imprese. I dati sono contenuti nella
dodicesima edizione dell'indagine sul sistema dei 192 confidi artigiani,
presentata da Fedart Fidi, la Federazione Nazionale Unitaria dei Consorzi e
Cooperative Artigiane di Garanzia promossa da Confartigianato, Cna e
Casartigiani e presieduta da Daniele Alberani, dimostrano come i consorzi fidi
siano "l'arma più efficace contro la crisi finanziaria i cui effetti su artigiani e piccole imprese sono già molto
pesanti in termini di restrizione del credito bancario". Secondo
l'indagine si mantiene elevato il grado di penetrazione del sistema Confidi nel
comparto artigiano (42%), a conferma del fatto che quasi 1 imprenditore su 2 si
rivolge ai confidi per dare soluzione alle proprie esigenze finanziarie e di
rapporto con il sistema bancario. La classifica delle regioni più attive
vede in testa il Veneto con 1.127 milioni di euro di finanziamenti garantiti
nel 2007 dai confidi artigiani. Al secondo posto la Toscana con 987 milioni, al
terzo posto la Lombardia con 814 milioni. I confidi hanno conseguito un tasso
netto di sofferenza molto contenuto, pari in media al 2,3%, con una netta
differenza rispetto alle sofferenze registrate dal sistema bancario sui
finanziamenti al settore artigiano. I tassi medi praticati sui finanziamenti,
sebbene in crescita, continua la ricerca, "si mantengono più bassi"
di quelli di mercato per la categoria artigiana e vedono ridursi il gap tra
quelli a medio termine e quelli a breve. I primi si attestano in media al 6,7%,
mentre i tassi a breve sono al 6,5%. Ciò è anche il risultato della buona
capacità contrattuale dei Confidi a favore delle imprese e del loro rapporto
complessivamente positivo con il sistema bancario. I confidi svolgono una
funzione fondamentale anche nella prevenzione del fenomeno dell'usura: i due
terzi (65,9%) gestiscono infatti gli speciali fondi antiusura consentendo il
rientro nei circuiti legali di finanziamento a migliaia di piccole imprese. Nel
2007 hanno effettuato oltre 1.900 operazioni, per un importo complessivo di
finanziamenti concessi pari a 60 milioni di euro. La regione che ha realizzato
il maggior numero di questa tipologia di operazioni (oltre 300) è stata
l'Emilia Romagna. I finanziamenti a medio/lungo termine (oltre i 18 mesi)
garantiti dai confidi hanno da sempre un'incidenza più elevata di quelli
complessivamente concessi alle imprese artigiane (60,4% contro il 54,6%) e la
differenza si fa più marcata al Sud (67,6% contro il 56,2%). Questi dati
confermano il ruolo strategico di 'facilitatori' del credito svolto dai
Confidi, specialmente nelle aree del paese dove l'accesso ai finanziamenti
presenta maggiori difficoltà, e ne evidenziano la funzione di supporto alle imprese
nell'ottimizzare la struttura del debito orientandola verso scadenze maggiori e
quindi all'equilibrio finanziario.
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
G20/ Sfogo
Sarkozy:Crisi nata da mania tecnici di fare politica di Apcom La loro mania di
intervenire su questioni tipicamente politiche -->Roma, 1 apr. (Apcom) - Il
presidente francese Nicolas Sarkozy si è scagliato oggi contro "i
tecnici": è per colpa delle loro "manie" nel sostituirsi alla
politica su decisioni determinanti per tutti, ha affermato durante una conferenza
stampa congiunta con la cancelliera tedesca Angela Merkel, che è esplosa questa crisi finanziaria globale, che a sua volta ha innescato la crisi economica. Una crisi che peraltro "pesa sulla
gente, che non ha nessuna responsabilità per quello che è accaduto", ha
rilevato. Già i precedenza il presidente francese aveva reagito con forte
irritazione alle bozze di documento finale del G20 che filtravano a margine dei
lavori dei capi di Stato e di governo, che ufficialmente si svolgono
domani a Londra, fino a minacciare di non sottoscrivere il documento. Un
documento su cui peraltro "nulla è stato ancora deciso", ha chiarito
Sarkozy nella conferenza stampa. Ripetutamente interpellato dai giornalisti
proprio su queste bozze, Sarkozy si è sfogato contro i "tecnici" che
le elaborano. "Sapete cosa ci ha portato alla situazione attuale? E' stata
la mania dei tecnici di intervenire su questioni tipicamente politiche",
ha affermato.
( da "Wall Street Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Usa-Cina/ Obama e Hu
vogliono rafforzare cooperazione economica di Apcom I due leader promettono
cooperazione anche su nucleare -->Roma, 1 apr. (Apcom) - Stati Uniti e Cina
devono rafforzare la loro cooperazione economica per far fronte alla crisi finanziaria: è quanto hanno
stabilito nel corso dei colloqui di oggi a Londra il presidente americano
Barack Obama e il suo omologo cinese Hu Jintao. Lo riferisce il sito online
della Bbc, precisando che i due leader, che si sono incontrati alla vigilia del
summit economico del G20, si sono detti d'accordo sulla necessità di resistere
al protezionismo e di garantire stabili relazioni commerciali fra
Washington e Pechino. "I presidenti hanno convenuto sulla necessità di
effettuare dei cambiamenti nella governance delle istituzioni finanziarie
internazionali", si legge in un comunicato della Casa Bianca, citato
dall'emittente britannica. Durante il meeting, i due leader hanno anche
acconsentito alla creazione di un Dialogo Strategico ed Economico per
affrontare la crisi economica e rafforzare i sistemi
finanziari del pianeta. La Casa Bianca ha fatto sapere che il Segretario di
Stato Hillary Clinton e il ministro del Tesoro Timothy Geithner
rappresenteranno gli Stati Uniti in questi colloqui. I due presidenti hanno
inoltre promesso che coopereranno anche sulle questioni nucleari riguardanti la
Corea del Nord e l'Iran, aggiungendo che riprenderanno le discussioni sui
diritti umani "non appena possibile".
( da "Foglio, Il" del
01-04-2009)
Argomenti: Crisi
1 aprile 2009 Oltre
Soros. Ecco quelli che stanno avendo una buona crisi Anche
Pinault se la cava. Va forte il low cost e chi scommette al ribasso. In Italia
c'è qualche sorpresa Ora che i giorni dellira sono arrivati,
anche George Soros finirà nelle grinfie dei nuovi sanculotti? Da inguaribile
provocatore, si è vantato di aver guadagnato oltre un miliardo con il suo fondo
Quantum, scommettendo
sul collasso delle Borse. Non è lunico. La recessione crea ricchezze non
solo povertà. Windfall profits, dicono gli inglesi, fortune inaspettate, frutti
portati dal vento. Su FranÇois Pinault, principe del lusso, collezionista darte,
editore, finanziere
dai canini acuminati, patron di Gucci, Christies, Fnac e
quantaltro, la crisi è scivolata finora come lacqua
sulle piume delloca. Lo stesso può dirsi dellarcirivale Bernard
Arnault, signore dello champagne, dellhaute couture e dei profumi. Dal nord Europa allItalia
(che non è poi così sfigata come ama rappresentarsi), il catalogo è lungo.
Soros che fa la ruota con il quotidiano Australian (“è stato il periodo
migliore della mia carriera”), parla per tutti. Lui pretende di aver intuito in anticipo dove si andava a
parare; come già nel 1992. La storia è piena di paradossi. Allora, il collasso
dellUrss rovinò sulla Finlandia facendo crollare la sua economia e
la sua moneta, il markka. Scattò un vero e proprio domino: caddero le corone scandinave, poi la sterlina, infine
la lira. Soros fece una barca di quattrini. Ne perse gran parte con le tigri
asiatiche nel 1997. Quella volta, non capì nulla, o meglio sottovalutò la
reazione americana: Bob Rubin firmò un assegno e salvò la Thailandia. Adesso, è
tornato a farci la lezione, beffarda e un po maramaldesca. Ha
sconfitto lavversario di sempre Warren Buffett, perché persino
loracolo di Omaha, il più conservatore e prudente degli investitori, ha
preso un bagno. Tutta colpa del fallimento di Lehman brothers che in sei mesi ha portato lindice
Dow Jones indietro di dieci anni. Ma non tutti sono affogati nel diluvio:
grandi e piccoli Noè hanno costruito in tempo la loro arca. A far concorrenza a
Quantum nel grande nord europeo cè Investor, lammiraglia dei Wallenberg. Il più
ricco e potente clan svedese, ha lo zampino più o meno in tutta la Scandinavia
(dalle banche a Ericsson) e anche in Italia attraverso i frigoriferi
Electrolux, e le grandi fornaci Abb. Ha dovuto scontare delle perdite, ma mentre
la Borsa di Stoccolma è calata del 58 per cento in un anno, la holding di
famiglia ha portato a casa un guadagno dell8 per cento. La crisi finanziaria non ha toccato Ingvar
Kamprad, padre padrone di Ikea, che non ha mai voluto andare in Borsa e non è
toccato nemmeno dalla recessione. La sua azienda assume anche in Italia mentre
tutti licenziano. Kamprad si è rifugiato da tempo in Svizzera per non pagare le
supertasse socialdemocratiche, vive con poco, e ammassa ricchezze. Altro
che Soros, se la batte con Bill Gates. Anche Vincent Bolloré, bel tenebroso
della finanza, sa utilizzare la crisi come unoccasione.
Erede di un colonialismo preindustriale con le sue piantagioni in Africa,
maestro nellarte di combinare economia immateriale e materiale, media, pubblicità, banche. Siccome
possiede una società che produce sofisticate batterie al litio, ha convinto il
suo amico Sarkozy che il futuro si misura non più in euro, ma in chilowatt e,
insieme al vecchio carrozziere Pininfarina, che ha salvato dalla chiusura, sè
messo a fare vetture elettriche. Qui in Italia può anche contare sui bei
profitti di Mediobanca (è capofila di quella cordata francese che possiede il
10 per cento) sfuggita alla sorte delle grandi banche daffari
anglo-americane anche perché è rimasta ancorata al sistema Italia. Guadagnare con la crisi è molto rischioso, ma la fertile fantasia delliperfinanza
ha inventato una panoplia di strumenti come gli Etf, acronimo per Exchange
Traded Funds, fondi indicizzati quotati. Le loro quote sono negoziate in Borsa
come semplici azioni e chi investe può guadagnare in una sorta di gioco del rovescio: si prende un
paniere di titoli azionari e, anziché puntare sul loro rialzo, si punta sulla
loro caduta. Sono operazioni non necessariamente a breve termine, anzi fruttano
di più quanto più si ha il fegato per resistere. Esempio concreto: chi avesse
scommesso sul Nasdaq quando era al massimo, adesso avrebbe guadagnato il 50 per
cento. In ogni caso, persino nella Borsetta di Milano questo mercato parallelo
(ma nientaffatto nero) va alla grande, ogni giorno contabilizza scambi fino a 200 milioni di
euro. I nostri Soros, del resto, non sono da meno. Fanno scandalo i guadagni di
top manager. Gianni Dragoni sul Sole 24 ore segnala gli 8,3 milioni di Roberto
Tunioli che rappresentano quasi la metà degli utili della piccola azienda da
lui diretta (Datalogic). O i 7,9 milioni incassati da Luca Majocchi di Seat
Pagine Gialle. Quando usciranno i conti trimestrali delle società ne vedremo
delle belle. I grandi capitalisti chi si sono tenuti liquidi, hanno superato
bene il 2008. A questa categoria appartiene Francesco Gaetano Caltagirone.
Alcuni dei suoi investimenti hanno perduto (comprese le Generali), ma a spanne
si stima che abbia un paio di miliardi da spendere. Anche gli Agnelli, nel bel
mezzo della più grave crisi dellauto in mezzo secolo, mettono fieno in
cascina. Prima hanno consolidato la presa su Fiat, mobilitando con operazioni
al limite (sono finiti anche in tribunale) la loro cassaforte francese Exor.
Poi hanno fuso le principali scatole cinesi attraverso le quali controllano limpero.
Alla fine, è uscito fuori un miliarduccio pronto cassa, come ha confermato Jaki
Elkann, al quale lAvvocato ha lasciato in mano le chiavi della
cassaforte. Tra Milano e Parigi fa la spola Gerardo Braggiotti, un finanziere
che si è collegato
strettamente agli Agnelli. E entrato in una banca
daffari, la Leonardo, insieme alla filiale lussemburghese di Ifil (ha il
10 per cento) e soprattutto Eurazeo, filiazione della Lazard parigina, dove
Braggiotti ha lavorato diventando uno dei partner principali. Prima che arrivassero gli americani,
quella scatola finanziaria custodiva il pacchetto
chiave delle Generali, per conto di Cuccia e degli Agnelli. Il gruppo Leonardo
ha chiuso il 2008 con 187 milioni di ricavi provenienti soprattutto da commissioni
e “non è esposto ad alcun rischio collegato alla crisi
creditizia e di liquidità”. Sulla stessa strada si è avviato Matteo Arpe che ha
condiviso con Braggiotti la palma di giovane leone della finanza, quando
entrambi erano i più vispi galletti della covata di Enrico Cuccia. Uscito da
Capitalia, ha fondato un equity fund, dal nome esoterico: Sator, proprio come
il quadrato magico. E ha continuato a crescere fino al punto di comprarsi, un
paio di mesi fa, mentre tuttattorno scorazzavano i cavalieri
dellApocalisse,
una banca chiamata Profilo, base di partenza per nuove avventure finanziarie.
Arpe ha staccato un assegno di 70 milioni. Si vanta di non aver mai creduto nei
derivati: “Non li ho mai capiti”, dichiara. Preferisce le boutique. Del resto,
lera dei
supermarket finanziari è finita.Non sono pochi i capitalisti che usano la
propria liquidità come galleggiante in questo procelloso mare di moneta
errabonda, sono numerosi. I Benetton, ad esempio. I maglioncini che hanno fatto
la loro fortuna non vanno bene, la catena di vendita perde colpi nei confronti
degli aggressivi spagnoli di Zara e fatica anche a tener dietro ai
tradizionalisti americani di Gap. Ma le autostrade vanno alla grande. Le
tariffe sono garantite. E vero, la recessione ha fatto calare un po
il traffico, però con la primavera ci sono chiari segnali di risveglio. I
signori delle bollette, del resto, gli elettrici, i petrolieri, i distributori
di gas e acqua, se la cavano più che bene. E Carlo De Benedetti? La finanza è
la sua vera vocazione
e conosce come pochi la tecnica delle scatole cinesi. Nellestate
2005 in cui guadagnò 3,5 milioni di euro, come scrisse il Wsj, vendendo alla
velocità del fulmine titoli del Cdb web, cresciuti di un terzo dopo
lannuncio del fondo salva imprese insieme a Berlusconi (che ppoi non andò in porto). Altri
tempi, E tuttavia Cofide, la holding capofila non se la passa male. Ha chiuso lanno
con un utile di 52 milioni e una patrimonio di 644, circa metà del quale fa
capo alla società in accomandita della famiglia. Il 2009 sarà più duro. Soprattutto per i media.
E lo sarà anche per Silvio Berlusconi. “Il Cavaliere di denari” lo chiama
Milano Finanza che ha fatto i conti in tasca a Fininvest. La ricchezza
accumulata ammontava a 5,7 miliardi nel 2007 (i conti del 2008 non sono ancora
disponibili). Di questi, i dividendi distribuiti rappresentano 1,3 miliardi,
mentre 4,4 miliardi è la valorizzazione borsistica dal 1994. Dallanno
scorso, landamento dei titoli delle società del Biscione è in discesa. Ma
Fininvest resta un
cassaforte ben fornita. Tanti fumi statistici hanno avvolto questa crisi; e la difficoltà di diradare la fitta coltre aumenta
la paura. Per esempio, bisognerà capire meglio, leggendo i bilanci dei prossimi
mesi, come mai tutte queste banche che erano sullorlo del crack e
si fanno salvare con i soldi dei contribuenti, annunciano poi profitti a
palate. I conti riguardano lanno scorso che non è andato così male, si
dice. Ma attenti, questo vale per Unicredit, Banca Intesa, Montepaschi, insomma
le banche italiane. Il
dato di Citigroup che ha fatto sobbalzare Wall Street e ha dato il là a un
rally durato due settimane riguarda gennaio e febbraio scorsi. La crisi non è una scusa, sia chiaro, né una sorta di alibi
globale, per fare pulizia e ingoiare pillole amare quasi fossero zuccherini. O
salvare, magari, finanzieri come Romain Zaleski. Non era troppo grande per
fallire, ma tutte le banche più importanti si sono mobilitate in suo aiuto, in
omaggio al mercato, alle regole e alla logica sistemica. Per carità, nessuna
finzione, ma duplicità sì. La recessione ha il suo doppio. Dalle banche daffari
che cambiano mestiere alle case automobilistiche che saranno costrette a
produrre vetture meno inutili, inquinanti e costose, nulla sarà più come prima.
O no?
( da "Reuters Italia"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
di David Milliken e
Giselda Vagnoni LONDRA (Reuters) - Mario Draghi, governatore della Banca
d'Italia, ritiene che le misure per combattere la crisi finanziaria comincino ad avere
effetto ma che non sia possibile dire se il peggio e stato superato. "La
morsa del credit crunch si sta allentando? Non ho una risposta", ha detto
ai giornalisti alla vigilia del summit G20 di Londra. "Molte cose sono state
fatte da tutti i Paesi. Non appena entreranno in vigore, e alcune di
esse hanno richiesto molto tempo per essere predisposte, ... penso che ne
vedremo i benefici". Draghi presiede anche il Financial Stability Forum
(Fsf) delle principali autorità regolatorie e governatori centrali, incaricato
di individuare le riforme necessarie al sistema finanziario per impedire il
ripetersi in futuro dell'attuale crisi. A suo avviso
il piano del segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner sugli asset tossici
delle banche èun esempio di una buona iniziativa che dovrebbe portare frutti a
breve. "E un progetto benvenuto. E ben congegnato", ha commentato
Draghi. "Il tempo trascorso ha insegnato molto, quindi la sua
realizzazione sarà piu veloce di qualsiasi altro precedente tentativo".
L'Fsf si sta per allargare a tutti i Paesi del G20 e il suo segretariato di
Basilea sarà rafforzato ma Draghi respinge l'idea che possa diventare a breve
un "global regulator". "L'Fsf disegna, sviluppa e cambia gli
standard attraverso il lavoro dei suoi membri, tra cui il Fondo monetario
internazionale che accerta l'applicazione delle norme e delle modifiche
discusse nell'ambito del Forum". Continua...
( da "Borsa(La Repubblica.it)"
del 01-04-2009)
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Argomenti: Crisi
G20: DRAGHI, PRESTO
PER DIRE CHE IL PEGGIO SIA PASSATO (AGI) - Londra, 1 apr. -
Le misure varate dai governi mondiali contro la crisi
finanziaria stanno iniziando ad avere effetto, ma e'
prematuro dire che il peggio sia passato. Lo ha dichiarato Mario Draghi,
governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Forum, in un
incontro con la stampa estera a margine del G20 di Londra. "Se la
stretta sul credito si sta allentando? Non ho una risposta - ha detto Draghi -
Tutti i paesi hanno fatto molto; una volta che queste misure inizieranno a
essere implementate credo che inizieremo a registrare dei risultati positivi".
L'idea di trasformare il Financial Stability Forum in un organo di supervisione
globale non sembra convincere il numero uno di Palazzo Koch. "La crisi e' globale - ha spiegato Draghi - ma alla fine coloro
che hanno la responsabilita' di portare avanti riforme e cambiamenti nella
regolamentazione sono sempre le autorita' nazionali". Il governatore di
Bankitalia ha poi giudicato positivamente il piano per ripulire le banche dagli
asset tossici varato dall'amministrazione Usa. "E' ben pensato e' ben progettato"
ha detto. 01/04/2009 - 20:05
( da "Affari Italiani (Online)"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
G20/ Sarkò e Merkel
alzano la voce. Obama pronto al compromesso Mercoledí 01.04.2009 10:35 Sono
partiti i vertici bilaterali a Londra prima dell'inizio del G20 di domani.
Mentre il presidente Usa Barack Obama è arrivato a Downing Street, dove lo
attendeva il premier britannico Gordon Brown, il presidente francese Nicolas
Sarkozy ha fatto sapere che "Francia e Germania non sono ancora
soddisfatte della bozza di documento redatta in vista della riunione".
Parlando senza mezzi termini, Sarkò ha spiegato che la Francia ha chiesto
regole più severe per la regolamentazione della finanza globale e, in
particolare, contro i paradisi fiscali. "Non darò il mio assenso a un
meeting falso - ha detto il presidente francese - che porti a decisioni inutili
e che non affronti veramente i problemi che abbiamo. Nel chiedere al G20
risultati concreti, il premier tedesco Angela Merkel ha appoggiato le richieste
del numero uno dell'Eliseo, ma ha condannato la minaccia di Sarkozy di alzarsi
e abbandonare il summit qualora si raggiungano "compromessi deboli".
I due leader, in una conferenza congiunta, hanno preso una decisa posizione
comune e hanno chiesto una nuova regolamentazione dei mercati finanziari.
"Germania e Francia - ha detto Sarkozy - parlano con un'unica lingua.
Abbiamo gli stessi obiettivi. Da questo G20 vogliamo dei risultati". E ha
chiesto una nuova regolamentazione dei mercati a partire dall'abolizione dei
paradisi fiscali e dalla regolamentazione degli Hedge found e delle agenzie di
rating. Sulla stessa linea d'onda la Merkel: "Quello su cui siamo
d'accordo e' che servono degli standard unici e vanno definiti subito, non
domani. Domani abbiamo la chance di raggiungere questo obiettivo".
Fiducioso il presidente del Configlio, Silvio Berlusconi: "Credo che
qualche decisione opportuna e immediata verra' presa". "Ci saranno
nuove regole", spiega il premier. Berlusconi pero' fa capire di guardare
all'appuntamento della Maddalena: "Il G20 qualche cosa lo comincera' a
fare - osserva - ma e' al G8 che si pensa verra' redatto il nuovo codice dei
comportamenti finanziari ed economici nel mondo". "I nostri uomini
hanno lavorato molto bene". La delegazione italiana sta concludendo il suo
lavoro insieme agli altri 'sherpa' prima del vertice del G20 di domani. Silvio
Berlusconi premette che si arrivera' alla decisione di "nuove
regole", ma ricorda anche che "al G8 l'Italia portera' come progetto
il 'Global standard', cioe' una legislazione internazionale per il mondo della
finanza e dell'economia". Il premier poi si sofferma anche sul risultato
del Summit di ieri sul lavoro: "Presentero' - dice - la proposta del
'Social pact' e quindi - conclude il premier - 'people first'". A Londra,
intanto, il presidente americano Barack Obama ha incontrato il primo ministro
britannico Gordon Brown. Obama e la moglie Michelle, arrivati nella capitale
britannica ieri sera, sono stati accolti calorosamente da Brown e dalla moglie
Sarah, con i quali hanno posato per le consuete foto (vedi sotto) davanti
all'Ufficio del primo ministro. Il presidente statunitense incontrerà a margine
del summit anche il collega cinese Hu Jintao e l'omologo russo Dmitry Medvedev.
Oggi inoltre i coniugi Obama saranno ricevuti a Buckingam Palace dalla Regina
Elisabetta II. Al termine del faccia a faccia con il premier britannico, Obama
ha sottolineato la gravità della crisi e la necessità
di soluzioni radicali e concordate tra tutti i Paesi: "Non possiamo
permetterci mezze misure". Il presidente Usa ha anche posto l'accento sul
"lato umano della crisi", ribadendo, come
Brown, la necessità di affrontare il momento attuale con
una strategia comune: "Ci troviamo di fronte alla crisi finanziaria peggiore dalla seconda
guerra mondiale, le nostre economie sono interconnesse e dobbiamo trovare una
soluzione insieme". Obama ha anche sottolineato l'esigenza di respingere
le tentazioni protezionistiche, e di sostenere i mercati emergenti. Il
premier Gordon Brown ha inviato un messaggio al presidente francese Nicolas
Sarkozy che ha minacciato di lasciare la riunione in assenza di risultati.
"Sono fiducioso che Sarkozy sara' alla cena e che vi rimarrà fino alla
fine". I leader di Stati Uniti e Gran Bretagna, infine, hanno anche
ribadito l'impegno comune a risolvere la crisi sul
nucleare iraniano usando strumenti diplomatici. "Siamo entrambi impegnati
sul fronte diplomatico" ha detto il presidente americano, "per
offrire alla repubblica islamica l'opportunità di un futuro migliore a
condizione che abbandoni l'ambizione di entrare in possesso di armi
atomiche". Secondo gli osservatori il documento finale del G20 sarà
incentrato sulle posizioni europee. Gli Stati Uniti, con molta probabilità,
dovranno rinunciare a veder messo in campo un nuovo costoso piano di aiuti
all'economia globale e dovranno accettare la maggiore regulation sui mercati finanziari
chiesta dall'Unione Europea. UE e Usa si incontreranno solo sulla maggiore
lotta ai paradisi fiscali. Punto che sta a cuore sia a Washington che a Parigi
che vuole individuare una lista di Paesi non cooperativi da condannare e
perseguire pubblicamente. pagina successiva >>
( da "Data Manager"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il sorpasso di
Google su General Electric A cura di Piero Macrì Pubblicato il 01-04-2009 10:41
La capitalizzazione di mercato della internet company supera quella del nome
simbolo dell'economia americana La crisi finanziaria globale ha enfatizzato la differenza di trattamento che il
mercato riserva al business reale e al business virtuale, o supposto tale,
quello che raggruppa le attività delle web companies Quest'ultimo, per quanto
soggetto a fluttuazioni e incertezze del mondo internet, continua a essere considerato
più credibile nelle prospettive di lungo termine rispetto alla economia
tradizionale. Con un fatturato annuo di 21,8 miliardi di dollari Google ha una
capitalizzazione di mercato superiore alla General Electric, nome simbolo
dell'industria americana, il cui giro d'affari annuo è di 182 miliardi di
dollari. In borsa Google vale oggi 109 miliardi di dollari, General Electric
106 miliardi. Esattamente un anno fa, prima delle tempesta finanziaria
l'azione GE valeva 30 dollari, oggi ne vale 10; l'azione Google ne valeva 465
oggi ne vale 347.
( da "Sestopotere.com"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
Turismo, la crisi si batte con un sito web2, spot radio-Tv e Cd Hd, la
ricetta dell'Enit (1/4/2009 10:35) | (Sesto Potere) - Roma - 1 aprile 2009 -
Per due mesi, aprile-maggio, alla vigilia di una stagione estiva che si annuncia
incerta, per quanto riguarda l'afflusso degli ospiti stranieri, i più
importanti broadcast di mercati strategici per il nostro Paese, cioè Germania,
Austria e Svizzera, Regno Unito, USA, Canada e l'area web, lanceranno un
messaggio promo-pubblicitario che vuole evocare la dimensione onirica ed
emozionale del viaggio in Italia. Entro il frame di "Italia much
more" la Campagna Promozionale 2009 - realizzata per l'Enit dalla Rai e da
RAI Trade - propone un caleidoscopio di immagini molto suggestive per catturare
e sorprendere l'ospite straniero, inducendolo a scegliere l'Italia come meta di
vacanze, diversificando la tipologia di location offerta o di messaggio, in
funzione del target di riferimento. Tre le versioni realizzate in formato HD
dello spot promozionale di 60, 30 e 15 secondi che sarà mandato in onda sulle
principali reti televisive nazionali, nel prime time e con la maggiore affinità
rispetto al target di riferimento. Con i passaggi spot sui principali canali TV
dei Paesi di area tedesca, del Nord America e sulle principali emittenti del
Regno Unito, verrà aumentata la "forza d'urto" sui mercati mondiali
raggiungendo un effetto moltiplicatore di "impressions" molto
elevato. L'Enit-Agenzia utilizzerà i filmati in tutto il mondo ed in tutte le attività
e le iniziative che porrà in essere per assolvere il suo ruolo istituzionale
(convegni, conferenze stampa, fiere, workshops, "settimane italiane",
ecc.). Negli USA e nell'area tedesca (Germania, Austria e Svizzera), la
diffusione del messaggio promo-pubblicitario sul web sarà realizzata in
sinergia con i maggiori gruppi editoriali, la stampa specializzata ed i
principali siti web del settore viaggi. Finalizzata alla promozione specifica
sul mercato americano, "Italy Hospitality Truck" attraverso i quali
il messaggio sull'ospitalità italiana verrà veicolato attraverso due mezzi
personalizzati, che viaggeranno e stazioneranno nelle maggiori aree
metropolitane degli USA. "Con "ITALIA. MUCH MORE" l'ENIT-Agenzia
Nazionale del Turismo dà un sostegno concreto ed un forte impulso alla
promozione del brand Italia sui mercati internazionali, in un momento delicato
per il settore del turismo, sia a livello internazionale che domestico,
combinando esperienze reali e virtuali, che colpiscano e stimolino i turisti fornendo
loro, al tempo stesso, spunti utili per rendere più coinvolgente e ricca
l'esperienza", sostiene il Presidente dell'ENIT-Agenzia, Matteo Marzotto.
" "Per le festività pasquali, l'andamento dei maggiori mercati
dell'incoming italiano, che emerge dal Monitoraggio dell ' Agenzia presso i TO,
presenta in generale segno negativo, con flessioni della domanda più o meno
consistenti, anche a causa dei negativi effetti dei tassi di cambio delle
principali monete. Le contrazioni dei flussi turistici - aggiunge Marzotto -
coinvolgono non solo i mercati europei ed oltreoceano tradizionali, molti dei quali duramente colpiti dalla crisi
finanziaria ed economica ma, per la prima volta,
anche quelli emergenti come la Russia o il Brasile. Si mantengono stabili o in crescita
alcuni Paesi dell' Est Europa (Rep. Ceca, Ungheria, Polonia) e dell'Asia (Cina,
India e Corea)." "Gli spot televisivi della Campagna Promozionale
2009 - aggiunge il Direttore Generale, Eugenio Magnani - rappresentano
lo strumento ideale per far scoprire la molteplice varietà delle bellezze
naturali, artistiche e culturali del nostro Paese attraverso l'attrattiva molto
nota dei mega Brands -Roma, Venezia e Napoli - e quella cosiddetta minore dei
Sub Brands che funzionano da catalizzatori inimitabili per gli ospiti
stranieri, consentendo un turismo nuovo, più economico, durante tutto l'arco
dell'anno. E si affiancano strategicamente - secondo Magnani - alla promozione
di un sito dedicato: www.italiamuchmore.com che permetterà allo spettatore di
scoprire, attraverso lo strumento contemporaneo del Web 2.0, ciò che veramente
di "much more" più dare l'offerta italiana, sia al potenziale che al
recente viaggiatore". « Much More » non e' solo uno slogan : e' il modo
nuovo di intendere l'unione delle forze per il futuro dell'Italia - ha detto
Carlo Nardello, Amministratore Delegato di Rai Trade -. - Enit e Rai Trade
perseguono lo stesso obiettivo: la promozione del nostro Paese. Siamo
ambasciatori della bellezza italiana. Le nostre esigenze si sono sposate sotto
l'unica idea che si debba fare e proporre "molto di piu'". Quella di
"Much More Italy" e' una campagna che e' nata dentro Rai Trade
proprio per questi motivi. In questi mesi, lavorando "molto di piu'",
abbiamo incrementato la vendita di audiovisivo italiano nel mondo e, quindi,
abbiamo contribuito in modo fattivo alla percezione internazionale che in
Italia ci sia molto di piu' dei soliti luoghi comuni. E' lo stesso significato
della campagna che presentiamo oggi. Non solo. Con Enit lanciamo un modello di
collaborazione fra settori industriali del paese che potrebbe cambiare in poco
tempo l'immagine dell'Italia nel resto del mondo. Uniti si vince e si può dare,
per l'appunto, "molto più" a tutti coloro che amano la bellezza"
"La realizzazione degli spot televisivi per Enit - sottolinea il Vice
Direttore Commerciale Rai, Stefania Cinque - ha rappresentato un' importante
conferma del ruolo del Gruppo Rai nello sviluppo di progetti di comunicazione
per le esigenze istituzionali" In particolare, i prodotti audiovisivi
sviluppati da RAI Trade e i messaggi della campagna promozionale Enit - grazie
alle sinergie ed alle complessive potenzialità distributive del Gruppo RAI -
potranno essere diffusi nel circuito internazionale gestito da NewCo RAI
International (che attualmente, attraverso il suo canale generalista Rai Italia
e le offerte tematiche mirate, raggiunge oltre 20 milioni di abitazioni, con
un' audience potenziale superiore ai 60 milioni di telespettatori).
( da "RomagnaOggi.it"
del 01-04-2009)
Argomenti: Crisi
1 aprile 2009 -
20.48 (Ultima Modifica: 01 aprile 2009) Il Consiglio di Amministrazione della
Rai, che si è riunito mercoledì, come prevede la legge, per preparare l'intesa
con l'Assemblea degli Azionisti, ha indicato il nome di Mauro Masi per la
nomina a Direttore Generale dell'Azienda. "E' stata una positiva giornata
di lavoro del nuovo Consiglio, soprattutto per il clima di fattiva
collaborazione che ho potuto riscontrare, e del quale ringrazio tutti i
Consiglieri", ha dichiarato il presidente della Rai, Paolo Garimberti. Nel
corso del Cda, ha continuato Garimberti, è stato "approvato quasi
all'unanimità il progetto di bilancio dell'esercizio 2008 che indica il gran
lavoro svolto dal Direttore Generale Cappon per poter raggiungere ottimi risultati pur in presenza della crisi
finanziaria internazionale". Il neo-presidente
ha evidenziato che durante il cda si sono "messe a fuoco alcune criticità
legate anche alla crisi finanziaria internazionale, sulle quali nelle prossime sedute continueremo a
lavorare, ma anche i tanti punti di forza che garantiscono la competitività
dell'Azienda e il suo ruolo di Servizio Pubblico". Giovedì alle
11.30 si riunirà l'assemblea totalitaria dei soci per la ratifica. Quindi, alle
12.30, il Cda procederà alla nomina formale. E' probabile che già nel cda della
prossima settimana si possa iniziare a discutere le nomine dei direttori di
rete e testata. A partire dal direttore e della sua testata di Raiuno di cui
Fabrizio Del Noce ha l'interim da mesi e del Tg1 che Gianni Riotta lascerà per
Il Sole 24 ore. Le indiscrezioni danno Maurizio Belpietro verso il Tg1.
Candidati al Tg3 David Sassoli e Antonio Caprarica. Per i Tg regionali il nome
che circola è quello di Pietro Vigorelli.