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PRIVILEGIA NE IRROGANTO  di  Mauro Novelli         

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DOSSIER “BUROCRAZIA”

 

 

 

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Report "Burocrazia"   5-9  aprile 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Burocrazia

Nuova rimessa per i pompieri ( da "Trentino" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sul confine verso il viottolo che entra alla cartiera a fianco di villa Aranci: lì sorgerà l'autorimessa nuova, dotata di tutta l'impiantistica necessaria compresa l'attrezzatura per il recupero di eventuale perdite d'olio dai mezzi. L'inizio dei lavori è previsto, burocrazia permettendo, per l'autunno prossimo.

un pezzo di carta trasformato in ok così nascono i "mostri" al politeama ( da "Repubblica, La" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: nei meandri della burocrazia. Cosa deve fare un cittadino che vuole organizzare un evento in piazza Politeama? Anzitutto deve rivolgersi all´ufficio di gabinetto del primo cittadino: da cinque anni c´è un ordinanza sindacale che vieta l´organizzazione di qualsiasi evento in piazza Politeama e, come prima mossa, gli interessati devono presentare una richiesta di deroga al divieto.

dall'investigatore al venditore di auto le vite capovolte dei nuovi disoccupati - antonio fraschilla ( da "Repubblica, La" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Vorrei accedere alla mobilità, ma la burocrazia ha tempi lunghissimi. Oggi chi viene licenziato è abbandonato a se stesso, in una Palermo che forse non ha mai conosciuto realmente, perché lui ha vissuto solo di lavoro mentre gli altri imparavano a vivere d´altro».

famiglie in difficoltà, arriva il soccorso - alessandro abbadir ( da "Nuova Venezia, La" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: grado anche di anticipare gli assegni che spettano di diritto alle famiglie indigenti, che non dovranno così aspettare i tempi della burocrazia».I primi beneficiari degli aiuti saranno i disoccupati e i pensionati al minimo. Banche. Per poter far avere ai cassintegrati i soldi necessari a far quadrare i conti alla fine del mese saranno chiesti degli sforzi agli istituti di credito.

una chiesa viva in terra di camorra - luigi merola ( da "Repubblica, La" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: cineforum e attività ricreative alla domenica in attesa di avere dal Comune di Castellammare, di fronte alla parrocchia, un terreno e adibirlo a parco giochi della gioventù. La richiesta è sul tavolo da anni, ma don Michele è sicuro che presto arriverà la risposta. I tempi lunghi della burocrazia non tengono conto della emergenza educativa in alcuni quartieri delle nostre città.

il ministero sblocca piazza satta - antonello sechi ( da "Nuova Sardegna, La" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il caso Man si gioca tra burocrazia e politica. La Provincia, proprietaria del museo, e il Comune di Nuoro hanno punti di vista differenti, anche se il contrasto non si è mai manifestato apertamente. La fase delle discussioni estetiche, che come sempre ha visto i soliti schieramenti pro e contro, non li ha coinvolti in modo diretto.

il grido del nord-sardegna per lo sviluppo - tiziana simula ( da "Nuova Sardegna, La" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Bisogna sconfiggere un mostro che si chiama burocrazia e arrivare agli uomini che governano il portafoglio dell'Italia» ha aggiunto Fedele Sanciu. Una lotta che finirà solo con la costruzione della strada, ha fatto notare il vice presidente della provincia di Sassari, Pinuccio Vacca. Sul palco, anche Gavino Sale: «questa è la rapina del secolo,

noi cacceremo i burocrati ( da "Tirreno, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è stata per troppo tempo commissariata dalla burocrazia, con una politica incapace di imporsi. Ma le norme sbagliate si cambiano, i funzionari che non collaborano si spostano: l'elezione - conclude - conferisce enormi poteri ed enormi responsabilità, la Provincia è governata dal presidente che è stato eletto, non da funzionari che hanno vinto un concorso non si sa come»

borgioli sfida il centrosinistra ( da "Tirreno, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: devono scontrarsi con quel muro di gomma rappresentato dalla burocrazia». Come lo stesso candidato afferma, alla sua inesperienza politica sopperirà il supporto di quello che viene definito "lo zoccolo duro del partito", rappresentato dai vari presenti all'ufficializzazione della sua candidatura: Roberto Benedetti, coordinatore provinciale, Anna Maria Celesti, consigliere regionale,

maurizio innocenti confermato alla guida della confesercenti ( da "Tirreno, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il sostegno strutturale ai redditi e ai consumi, il taglio degli sprechi, lo snellimento della burocrazia, lo sviluppo di un nuovo rapporto costruttivo tra imprese e istituzioni. «A livello locale - ha detto Innocenti - Confesercenti proporrà un programma di difesa e sviluppo del commercio, nell'interesse delle città e della loro economia.

Istituto di tecnologia, Babele di geni ( da "Secolo XIX, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 2009 burocrazia raul gainetdinov 05/04/2009 «In Francia avevo un lavoro prestigioso e sicuro. Ho lasciato tutto per venire qui, con moglie e figli, perché questo è il progetto più ambizioso per cui mi sia mai capitato di lavorare» 05/04/2009 «Qui funziona tutto come nelle migliori università americane, anche se dobbiamo fare i conti con le lentezze della burocrazia italiana.

interno di famiglia con artisti i dolori del giovane zivago - sandro viola ( da "Repubblica, La" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: tra la burocrazia politica e il mondo della cultura s´era di nuovo aperto qualche spiraglio. Sulla veranda della dacia di Pasternak mi attendevano la seconda moglie Zinaida Nikolaevna nata Nejgauz, e il figlio Leonid. Alta, corpulenta, Zinaida Pasternak era vestita con un abito nero - collo e polsini bianchi- più adatto a un ricevimento serale che non a un tè del primo pomeriggio,

Discarica da bonificare parola di Legambiente ( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma tutto è rimasto sempre sulla carta a causa della burocrazia. La discarica in questione si estende per 12 mila metri quadrati sui quali, tra il 1977 e il 1979, vennero depositati ben 54 mila metri cubi di scorie d'acciaieria, fanghi e polveri di abbattimento fumi. Le analisi effettuate a più riprese hanno sempre confermato la presenza di elementi inquinanti come piombo,

di MASSIMO SAMPAOLESI STRONCONE - Da trentacinque anni dentro le grotte. Come i pipistrelli. ... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia che spesso ostacola gli obiettivi che uno si propone. Nacque così, tra brindisi e articoli dello statuto, il Gruppo speleologico Stroncone. Era il 1974 e quel giorno era una domenica di austerity». Da trentacinque anni, dunque, ma con una specifica qualità: «la nostra attenzione - dice ancora Fiorello - è rivolta verso lo studio dei fenomeni carsici sia profondi che superficiali,

Meno burocrazia e tempi più rapidi per i commercianti che nel tredicesimo municipio d&#... ( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia e tempi più rapidi per i commercianti che nel tredicesimo municipio d'ora in avanti vorranno pubblicizzare il proprio negozio. Per gli abusivi però sarà più che mai"tolleranza zero". Il Comune ridisegna le regole per affissioni e pubblicità, e lo fa attraverso un provvedimento voluto dall'assessore alle Attività produttive Davide Bordoni proprio partendo dal litorale romano

Insegne, il Comune cambia le regole ( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Domenica 05 Aprile 2009 Chiudi Il provvedimento presentato dall'assessore comunale Bordoni: «Per la pratica basteranno quindici giorni» Insegne, il Comune cambia le regole Meno burocrazia per il rilascio dei nullaosta ma lotta dura agli abusivi

Kula, la dogana dai carabinieri ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 2009 La storia: Dietro le quinte Viaggio tra le burocrazie e i balzelli padroni delle frontiere Kula, la dogana «forzata» dai carabinieri PEJE (KOSOVO) DAL NOSTRO INVIATO A ltro che gli stati: alle dogane confinano la ragione e l'imponderabile. Specie se vai a est, tre le barriere interne di quella che era la Jugoslavia.

di STEFANO LOLLI DA SEI ANNI alle prese con idee meravigliose' e ri... ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: mi divertirei ad assistere a questi capricci della burocrazia e della politica...». MA GIOVANNI SARDO, geometra e piccolo immobiliarista, non si diverte più. «Nel 2001 ho acquistato l'area ex Camilli di via Darsena, per realizzare un intervento immobiliare racconta ; sapevo che trattandosi di un ex deposito di carburanti avrei dovuto attuare la bonifica dei terreni,

( da "Giorno, Il (Brianza)" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il Governo ha tagliato i trasferimenti in attesa di accertare le effettive spese inutili. Al Comune di Barlassina sono venuti meno 21.780 euro, ma l'attività di accertamento ha evidenziato che per la burocrazia il margine di risparmio possibile fosse solo di 262 euro. Image: 20090405/foto/144.jpg

Kula, la dogana dai carabinieri ( da "Corriere del Veneto" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 2009 La storia: Dietro le quinte Viaggio tra le burocrazie e i balzelli padroni delle frontiere Kula, la dogana «forzata» dai carabinieri PEJE (KOSOVO) DAL NOSTRO INVIATO A ltro che gli stati: alle dogane confinano la ragione e l'imponderabile. Specie se vai a est, tre le barriere interne di quella che era la Jugoslavia.

( da "Corriere della Sera" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: e dovrebbe svolgersi uscendo dalle stanze della burocrazia. Burocrazia, sia chiaro, della quale faccio parte anch'io...». Un'occasione per riflettere subito c'è già: la crisi economica, che minaccia i fondi accordati alla Nato dai suoi Stati membri. Basteranno, quei fondi, soprattutto con l'accresciuto impegno in Afghanistan?

L'horse country non si fa più A Sant'Ignazio solo il camping ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)>" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Troppa burocrazia per il sindaco che ora si è detto pronto, se non ci saranno novità, «a bruciare le tappe«. Per quel che riguarda il costone roccioso sottostante la chiesa (in cassa 300 mila euro) si è in attesa dei risultati delle analisi effettuate per capire che tipo di intervento portare avanti.

Al capezzale della scuola ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: si tenta di sconfiggere la burocrazia. SPESA LENTA «Abbiamo ferme in Regione 16 mila pratiche di assegni di merito di studenti universitari», ha precisato l'assessore Baire: «Spesso anche i finanziamenti non vengono utilizzati perché le procedure sono lente». Infine, l'assenza di una legge scolastica regionale: «Chiederemo al ministro le risorse necessarie per questa operazione -

Podestà: più under 40 nella mia giunta ( da "Corriere della Sera" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: impegnandosi ad alleggerire la burocrazia ». Secondo, le infrastrutture: il completamento della tangenziale esterna Est, l'allungamento delle tratte del metrò. Infine l'ambiente: sì ai termovalorizzatori «per non diventare come la Napoli del pre-Berlusconi». Elogio del premier «è un grande statista» e attacco a Penati: «Siamo stanchi dei suoi annunci,

la ricetta di tondo: più vicini alla gente ( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: vicini alla gente Il presidente assicura meno burocrazia e maggiori sforzi finanziari contro la crisi AMARO. Avvicinare il sistema pubblico alla gente, ragionare ed agire con pragmatismo e spirito unitario, scendere in campo per scoprire talenti e valorizzarli, investire sul futuro, sostenere il credito alle imprese ed il reddito delle famiglie per garantirne la capacità di spesa,

Sei in carcere? Tranquillo, l'Inps ti dà il sussidio ( da "Giornale.it, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: avanguardia in cui i meccanismi della burocrazia sono ben conosciuti, altre in cui i misteri e la generosità della previdenza sono ignoti. Trarre conclusioni generali è impresa temeraria, ma qualcosa si può dire. La realtà forse più avanzata, su questo versante, è quella di Sollicciano, il grande carcere di Firenze.

Un fondo unico per sanare i danni dell'alluvione di Capoterra ( da "SardegnaIndustriale.it" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: emergenza perderanno la loro efficacia e subentrerà la burocrazia ordinaria. Ecco il motivo che ha spinto il consigliere regionale Christian Solinas (Psd.az) a proporre un emendamento in Finanziaria che individui un soggetto unico (potrebbe essere l?assessorato dei Lavori pubblici) per assumere le iniziative necessarie e raccogliere sia le somme non spese,

Paola Facchinello per Un'altra Bassano ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: snellire la burocrazia e potenziare il consultorio familiare sono solo due degli aspetti da considerare. E dal momento che sono una donna non mancherà l'attenzione alle pari opportunità." "La nuova economia dovrà necessariamente ripartire dalle famiglie - ha concluso Carlo Rizzotto, coordinatore provinciale dell'Italia dei valori - Un'

Mira tende la mano ai più deboli ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che non dovranno così aspettare i tempi della burocrazia. "Alle banche - ha spiegato l'assessore alle politiche sociali Margherita Gasparini - chiederemo di poter anticipare i contributi alla cassa integrazione, anticipare di una settimana l'erogazione delle pensioni sociali e di tenere d'occhio i mutui casa, prevedendo rate particolari per chi è in difficoltà".

Il Prosecco premia Barack Obama: Scelto per festeggiare la vittoria ( da "Gazzettino, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: aziende vitivinicole sono sono sommerse dalla burocrazia, al punto che molti imprenditori passano più tempo tra le pratiche che in cantina». Secondo lo studio degli agricoltori euganei un imprenditore vinicolo è costretto a dedicare fino a 100 giorni lavorativi l'anno per districarsi dalle pratiche e sono richiesti almeno 30 adempimenti prima di poter stappare una bottiglia di vino.

A.A.A.: Giovani imprenditori cercasi ( da "Quotidiano.it, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Un concorso di idee dunque, che non solo premia l'inventiva e la genialità ma permette di offrire, ai vincitori, un percorso guidato nel labirinto dell'imprenditoria evitando di incorrere nei meandri della burocrazia e avere strada facile per il credito. 05/04/2009

( da "Sicilia, La" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Siamo partiti da un garage e ora siamo approdati al "Villaggio di Nuova Civiltà" (Ente Fascianella). Abbiamo due comunità per minori "Alba" e "Germoglio" e vari laboratori creativi. Abbiamo avviato anche il "Progetto Locanda del Samaritano" il cui svolgimento sta subendo ritardi a causa della burocrazia». Salvatore Falzone

Delitto Ansalone, mistero irrisoltoIl caso. ( da "Sicilia, La" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: rimasto per circa 50 anni al vertice della burocrazia municipale. Da tempo era sposato, aveva avuto ben sei figli ? Maria, Clara, Nicola, Fausta, Giovanni e Umberto ? che però da qualche anno abitavano a Palermo, insieme alla madre, per motivi di studio. «In paese era rimasto solo lui con la figlia più grande, Maria, che stava svezzando il secondo nipotino del comandante»

Il berlusconi geopoliticamente fotosensibile ( da "Foglio, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: strafottendosene della burocrazia dei protocolli ingessati dei meeting internazionali – si mette da parte per provare a convincere Erdogan sulla nomina del nuovo segretario generale della Nato, Rasmussen (la Turchia aveva parecchie riserve su un danese alla guida della Nato soprattutto per la vecchia questione delle vignette del giornale danese Jylland Post su Maometto)

Ecco la crisi del volontariato Si ferma anche la "Bierfest" ( da "Stampa, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «La burocrazia ci stronca - conclude Rial -. E' difficile seguire con cura tutti gli adempimenti. Valuteremo se sarà il caso di modificare lo statuto dell'associazione. E cercheremo, con uno spirito rinnovato, di organizzare la festa il prossimo anno».

Nuove case del Violino: lamentele e rassicurazioni ( da "Giornale di Brescia" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Intanto, la scorsa settimana alcuni interventi già previsti sulla tabella di marcia sono stati portati a termine e altri avranno breve risoluzione. Burocrazia permettendo, come nel caso dei pannelli fotovoltaici, la cui gestione è in capo ad A2A e a cui Pronto Gdb segnalerà il problema. Nuri Fatolahzadeh

La Provincia si faccia garante presso le banche per l'anticipo della cassintegrazione . G... ( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 06-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: I lavoratori però - dice - non possono aspettare i tempi della burocrazia». La Tuscia è entrata appieno nel tunnel della crisi. Che, però, deve ancora mostrare il suo vero volto. «I dati e le caratteristiche del tessuto economico locale - racconta Turchetti - mostrano che il peggio arriverà dopo l'estate».

E sono scattate le segnalazioni in prefettura per chi, nella burocrazia della lotta alla droga, vien... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: nella burocrazia della lotta alla droga, viene definito assuntore. Ma il dato è preoccupante soprattutto perché cala sempre di più l'età di chi avvicina allo sballo. E' andata un po' meglio sul fronte della lotta all'alcol e a chi guida ubriaco. La Polstrada di Perugia ha tolto la patente ad un trentaduenne che è stato trovato con un tasso alcolemico del sangue di 1,

Saranno i consumi a tirare la volata ( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: aveva sparato a zero contro la burocrazia ed i ritardi dei pagamenti da parte dell'Amministrazione pubblica. Aveva ricordato che le sole aziende padovane perdono ogni anno 1,6 milioni di giornate di lavoro per adempimenti burocratici e che la burocrazia, sempre a livello provincia-le, divora fra timbri e carte 170 milioni di euro, pari al 2,

Domande dal comunismo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: una burocrazia meno invadente, un sistema economico più efficiente. In breve, non è sufficiente capovolgere il comunismo per giungere a una società giusta. Il paradosso è che persino i critici più intransigenti del marxismo e del comunismo, e in questo denso importante volume, sono molti, non riescono a sfuggire dall'imperativo di partire dalle domande "

Gli immigrati: tutelare i nostri diritti ( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: occorre quindi mettere un freno ai disegni di legge che «generano insicurezza», alla «lenta burocrazia che ritarda il rilascio dei permessi di soggiorno e alla disparità di diritti sul posto di lavoro». Il Comitato nazionale degli immigrati in Italia alza la voce contro la discriminazione e si prepara a scendere in piazza, dopo l'estate, con una manifestazione nazionale.

PAVIA, PRESENTATE MISURE ANTICRISI VARATE DA REGIONE LA RUSSA E BUSCEMI: LE BANCHE TORNINO A FINAZIARE LE IMPRESE ZAMBETTI E ZANELLO: AUMENTATI FONDI PER FAVORIRE COMPETITIVITA' ( da "marketpress.info" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: apporto che sarà ritenuto ancora più importante anche quando i nostri enti strumentali riusciranno ad accorciare ulteriormente i tempi della burocrazia e delle pratiche istruttorie, perché ogni giorno di ritardo, per le aziende, significa perdere soldi e capitali". "Dico questo - ha fatto notare La Russa - facendo tesoro delle osservazioni che mi fanno gli imprenditori che incontro.

music for peace, incubo egiziano da venti giorni stop alla frontiera - marco preve ( da "Repubblica, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: associazione genovese bloccati dalla burocrazia a El Arish Music for peace, incubo egiziano da venti giorni stop alla frontiera Ferme al sole tonnellate di cibo destinate a Gaza "Abbiamo esaudito tutte le richieste, ma aspettiamo le prossime. Questa è un tarantella impressionante, mai visto nulla del genere" MARCO PREVE I resoconti che arrivano dal paese egiziano di El Arish,

I "trafficanti di uomini" ( da "Giornale.it, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E se è vero che la critica montante presso certe burocrazie occidentali non ha precedenti recenti, bisognerà pure ricordare che critiche ferocissime vennero mosse a Giovanni Paolo II nei primi anni del suo pontificato. Così come va richiamata alla memoria la sofferenza e l'isolamento di Paolo VI, nel momento in cui prese decisioni coraggiose come l'Humanae vitae,

Primi risparmi dai tagli ai quartieri ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: in direzione di una maggiore efficacia degli interventi e della riduzione delle spese per la burocrazia», spiega Loreto Del Cimmuto, direttore di Legautonomie. L'indagine mostra che mediamente il 55% degli intervistati (assessori e dirigenti competenti nel decentramento e partecipazione) si dichiara non soddisfatto dell'esperienza delle circoscrizioni.

Tre step verso l'autorizzazione ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: taglia con un minimo di burocrazia. Per esempio la legge Liguria 45/2008 afferma che non sono soggette a titolo abilitativo, ma a semplice comunicazione di avvio dell'attività, l'installazione di pannelli fotovoltaici non integrati o aderenti fino a 20 mq o quella di pannelli di qualsiasi potenza, integrati o aderenti con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda,

LUMSA RICORDERAâ LA GIORNALISTA LUCANA ALESSANDRA BISCEGLIA ( da "Basilicanet.it" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: contro l'indifferenza e molto spesso i ritardi o cavilli della burocrazia. Fino a pochi giorni prima dall'impensabile aggravamento delle sue condizioni di salute, Alessandra, stava lavorando come consulente degli autori per preparare l'avvio del programma di RAI 1 "Domenica In" condotto da Lorena Bianchetti.

Il capitalista di genioche non accumulavadenaro ma prestigio ( da "Sicilia, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La sua avversione per la burocrazia era tale che l'organizzazione del lavoro non era propriamente esemplare. Davanti al garzone di bottega si apriva un'ampia scelta di emergenze difficilmente controllabili. V'erano libri già stampati che non uscivano perché nessuno aveva ancora pensato a scrivere il risvolto.

L'allarme degli esperti della Nasa ( da "Sicilia, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: L'allarme degli esperti della Nasa «Sole mai così pigro da quasi un secolo» Il Comitato nazionale dei diritti degli immigrati: stop a leggi che generano insicurezza, alla burocrazia e alla disparità nel lavoro

Terremoti in Emilia e in Abruzzo ( da "Sicilia, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia che ritarda il rilascio dei permessi di soggiorno e alla disparità di diritti sul posto di lavoro». La proposta è stata lanciata ieri a Roma, durante un'assemblea, e nel 2010 si prevede un congresso nazionale. Secondo il Comitato, il disegno di legge sicurezza è «un ddl insicurezza: un immigrato senza permesso di soggiorno non ha gli strumenti giuridici per difendersi,

Trovato accordo tra Atenei ( da "Bollettino Università & Ricerca" del 06-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ateneo torinese e non si tratta soltanto di un problema di burocrazia o di maggiore o minore prestigio», spiega il rettore Paolo Garbarino. «Questo provvedimento mette in seria discussione quasi vent?anni di paziente lavoro che hanno portato la Facoltà di Medicina e l?Ospedale di Novara a un livello di assoluta eccellenza.

"Alla Granda tornano pochi soldi da Roma" ( da "Stampa, La" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che non venga soffocato dalla burocrazia, che presti servizi ai cittadini». Energia. Si parla di rilancio del nucleare e non si esclude che la Granda possa ospitare una centrale. «Preferirei non parlarne ora. La verità è che sono contraria. Al di là della provincia di Cuneo, penso che sia un'idea vecchia.

Lefebre: obiettivo Eurolega ( da "Tribuna di Treviso, La" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: accelerata tra le pieghe della burocrazia italiana. Male che vada Nicevic sarà italiano la prossima stagione». Lorbek out. Uno stiramento ad un polpaccio con ogni probabilità costringerà Domen Lorbek a saltare la sfida contro Roma. In queste ore tuttavia sul muscolo lesionato in allenamento saranno effettuati ulteriori accertamenti.

feudalesimo burocratico da sconfiggere ( da "Nuova Venezia, La" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Parlo della burocrazia amministrativa imposta da funzionari del ministero dell'Ambiente e di altre istituzioni più interessate a boicottare le nuove iniziative con interpretazioni personali del groviglio di leggi, esistenti in materia di bonifiche e riutilizzo dei suoli, che finiscono per far aumentare a dismisura i costi di bonifica»

per fare questa visita deve prenotare di nuovo ( da "Nuova Sardegna, La" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: degli uomini di certo la perfidia è della burocrazia. E in questo caso la procedura vuole (ma la volontà ha anche sembianze umane in questi casi) che la prenotazione venga ripetuta. In molti casi il successo è assicurato, il controllo diagnostico o strumentale va a buon fine. In altri, forse per non smentire il luogo comune, a tanti è stato imposto di cimentarsi con la terza volta:

una associazione tra le aziende, la proposta arriva dalla provincia - tonio biosa ( da "Nuova Sardegna, La" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Tempio potrebbe in futuro farsi carico senza attendere le lungaggini della burocrazia regionale. Al piano di forestazione potrebbe affiancarsi una pubblicità istituzionale a favore del sughero sardo, salvaguardandolo, nell'impiego in enologia, dalla concorrenza della plastica e del silicone che di naturale hanno niente.

omologate le fermate per i disabili ma la provincia non ha avuto le carte - donatella francesconi ( da "Tirreno, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: purtroppo la burocrazia è lenta». In questo periodo - continua Pastechi - dall'assessorato ai lavori pubblici «sono state realizzate tre fermate a norma: una in piazza Mazzini e due in via Mazzini». Sono quegli slarghi nei marciapiedi che da mesi i viareggini si chiedono cosa siano, visto che non c'è alcuna indicazione che possa far pensare alla destinazione prevista.

invenzione in pineta ( da "Tirreno, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: A poco sono servite denunce ed esposti: la burocrazia ha dei tempi infiniti e incomprensibili quando ci sono situazioni di sofferenza; l'unica soluzione, considerando l'insensibilità dei suoi padroni, era riuscire ad adottarla. Così è stato e, nonostante le nostre case "trabocchino" di cani abbandonati e maltrattati, Peggy ha avuto finalmente una cuccia,

Maledizione da trasferta ( da "Giorno, Il (Legnano)" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ha dovuto vendere ben sette undicesimi di squadra senza cercare facili scappatoie nei meandri della burocrazia. «È il caso di riflettere seriamente se una squadra possa fallire e poi ripartendo da zero societariamente, andarsene anche in B - ha spiegato Pippo Resta, presidente del Legnano - Qualsiasi azienda, quando fallisce, finisce di lavorare.

Nozze per il permesso Espulso lo sposo ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il suo sogno italiano si è infranto a causa della burocrazia: un controllo incrociato come ormai avviene sempre quando si è di fronte ad un matrimonio misto tra un italiano o un'italiana e uno straniero. Centinaia ogni anno nel Bresciano i matrimoni di comodo. Spesso la sposa è giovane e bella e lo sposo un arzillo pensionato che per qualche migliaio di euro dice sì.

Un milione di euro per il centro storico ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: si potranno aprire i cantieri: il Comune sta accelerando la burocrazia per riuscire a farlo entro l'estate. «Per ora cominciamo con questa zona, per la quale avevamo già i finanziamenti», spiega l'assessore all'Urbanistica, Tonino Durzu, «in seguito valuteremo se intervenire anche in altre parti del centro storico».

Dai diritti dell'uomo all'uomo dei diritti ( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dalle burocrazie e dai parlamenti». Don Stefano Alberto conclude: «Sembra proprio che ritornino i ciclopi, con la loro vista monoculare. Sono capaci solo di gridare molto. Basta guardare i giornali. Ci sono esempi quotidiani d'intemperanza ed irrazionalismo che qualcuno vuole chiamare sinteticamente laicità dello Stato».

BRUNETTA è davvero grande, come rispetta le donne lui non le rispetta nessuno. Se alcun... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: T. Ma., Bologna LETTERE certificate, versamenti, canoni, contributi, burocrazia consultata da casa, niente più code, più tempo disponibile. Tutto ok. Ma se gli statali rimarranno gli stessi, lavoreranno meno agli stessi costi C. Am., Pesaro

Presto l'Agenzia di valutazione Fondi legati alle performance ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: compiti per evitare ogni rischio di burocrazia. L'idea di fondo resta comunque la stessa: valutare atenei ed enti di ricerca (un pianeta che va dal Cnr all'Agenzia spaziale) per premiare con più fondi le performance migliori. Appena l'Anvur sarà a regime (se tutto filerà liscio dopo l'estate) questo «sistema integrato di valutazione» - recita la bozza consentirà al ministero di «

A quarant'anni dalla progettazione il comando dei carabinieri è ancora incompleto ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: infinite di ordinaria burocrazia quelle che incombono sulla sede del comando provinciale dei carabinieri di via Mauri, a Mercatello. Operativa ma non del tutto. La realizzazione della struttura, progettata dagli architetti Vincenzo Della Monica e Fernando De Blasi, che in corso d'opera lasciò l'incarico, fu deliberata dal Comune di Salerno nel 1969 come sede del Comando Legione dell'

C' ( da "Corriere del Veneto" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: eccesso di burocrazia, nella quale il legislatore europeo (da cui è partita la direttiva) da un lato e la nostra Regione (che ha competenza legislativa in materia) dall'altro, sono maestri. Come la gran parte di leggi regionali, ridondanti, cariche di proclami ideologici e imprecise nella parte tecnica, la legge dell'Emilia Romagna crea perplessità fra gli operatori (

ZOOTECNIA. DIRETTIVA NITRATI, L'ASSESSORE RABBONI INCONTRA LE ASSOCIAZIONI AGRICOLE. ( da "marketpress.info" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma allo stesso tempo intendiamo accelerare la massima semplificazione delle procedure e della burocrazia. Chiediamo inoltre che l?applicazione delle norme sia uguale per tutte le Regioni del bacino padano?. L?emilia-romagna ha già provveduto a richiedere ai ministri competenti, all?Agricoltura Zaia e all?Ambiente Prestigiacomo, l?accelerazione dell?

Costruire bene primaper non piangere dopo ( da "Secolo XIX, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: impegnate sul fronte delle regole e delle burocrazie. Consideriamo la situazione delle grandi opere in Italia. I pochi gruppi rimasti cercano risorse sul mercato finanziario, di rischio e di prestito. Ogni volta che un manager è indagato o arrestato, una situazione ricorrente per le leggi poco chiare e la cultura militante di una parte della magistratura,

Una città ridotta a tendopoli: "Quanto vivremo qui?" ( da "Giornale.it, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: se ci si mette in fila, perché anche il dolore ha la sua burocrazia, se qualcuno avrà la voglia di dormire mentre la terra non smette di tremare. Chi può è fuggito, magari coi materassi sul tetto dell?auto. «Stanotte andremo a Francavilla, sul mare, dove abbiamo una casa - racconta Marco - poi domani torniamo.

"Sismico il 70 per cento del territorio" ( da "Giornale.it, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Dopo anni di rimpalli il faticoso zigzagare della mappa del rischio sismico nella burocrazia italiana è finito. La cartina disegnata nel 2003 è un affresco in cui domina il tratto colorato che indica le zone a rischio: il 70% del paese è costretto a temere il terremoto, la bestia più subdola esistente in natura, visto che sette degli otto terremoti più devastanti hanno aggredito l?

GIANNI COLUCCI DIECI INTERVENTI INFRASTRUTTURALI PER SALVARE L'ECONOMIA LOCALE. ... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia reattiva e forti investimenti per rilanciare l'operatività dello scalo portuale. Va anche completato l'interporto di Battipaglia e rimesso nel circuito produttivo il patrimonio delle delle aree industriali della provincia. Confindustria si propone come «focal point» per il monitoraggio bimestrale sullo stato di avanzamento dei progetti di potenziamento infrastrutturale

Medicina, addio a nove scuole ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: per effetto della burocrazia italiana, l'inizio dell'attività didattica è fissata per il 30 giugno prossimo) il timore è che in futuro la novità diventi regola, penalizzando le facoltà friulana e giuliana. Tanto che ieri mattina a Udine, a Palazzo Caiselli, i due rettori hanno voluto parlarne pubblicamente in un incontro congiunto,

E se il prevedesse la messa in sicurezza? ( da "Sicilia, La" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di risorse economiche e di burocrazia. Le Soprintendenze ai Beni culturali ed ambientali, stracariche di competenze, non possono fare altro che imporre vincoli. Un sistema che andrebbe modificato per renderlo più snello ed incisivo. A causa delle lentezze delle Soprintendenze, anche i privati che vorrebbero effettuare interventi di manutenzione ordinaria,

Medicina, le specialità "deportate" ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: per effetto della burocrazia italiana, l'inizio dell'attività didattica è fissata per il 30 giugno prossimo) il timore è che in futuro la novità diventi regola, penalizzando le facoltà friulana e giuliana. Tanto che ieri mattina a Udine, a Palazzo Caiselli, i due rettori hanno voluto parlarne pubblicamente in un incontro congiunto,

Treviso NOSTRO INVIATO Salvate l'operaio Bepi, liberate le imprese dalla tagliola dei b... ( da "Gazzettino, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: rappresentanti ma pare che sia la burocrazia interna dei Confidi a bloccare l'erogazione dei crediti. In ogni caso Profumo fa mea culpa. «Dobbiamo recuperare la capacità di comunicare quello che facciamo, essere un gruppo che parla in inglese ma anche in dialetto perché fondamentalmente siamo una banca del territorio», spiega l'ad che fa notare come ora manchi soprattutto la fiducia.

I "trafficanti di uomini". ( da "Giornale.it, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E se è vero che la critica montante presso certe burocrazie occidentali non ha precedenti recenti, bisognerà pure ricordare che critiche ferocissime vennero mosse a Giovanni Paolo II nei primi anni del suo pontificato. Così come va richiamata alla memoria la sofferenza e l'isolamento di Paolo VI, nel momento in cui prese decisioni coraggiose come l'Humanae vitae,

SPI CGIL: Social card, altre novità ( da "Merateonline.it" del 07-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: altra corsa ad ostacoli nei meandri della burocrazia. Per questa ragione lo Spi-Cgil di Lecco è a disposizione dei pensionati lecchesi che sono già in possesso della social card (valida un anno) e che possono usufruire di miglioramenti economici con la nuova normativa e comunque di tutti i cittadini che ritengono di averne i requisiti.

Ostiglia, nuova azienda in riva al canale ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: progetti e ad adeguarci alla lenta macchina della burocrazia». Affiancata e supportata dal suo gruppo di lavoro, Carla Salvadori riconosce al suo staff il lavoro svolto e si assume molte responsabilità a partire dalla decisione di chiudere la scuola elementare e di vendere la colonia di Milano Marittima: «Ho voluto evitare crolli annunciati - ha detto il sindaco - e possibili morti.

Fochino, un corso a ostacoli ma in venti superano l'esame ( da "Corriere delle Alpi" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: frecciate ad una burocrazia che ha creato qualche intoppo di troppo. "Belluno - spiega il sodalizio presieduto da Giuseppe Zasso - ha accettato di esaminare solo i residenti in provincia e pertanto l'organizzazione di Agordo ha dovuto provvedere in altro modo alla qualifica dell'idoneità, iscrivendo i non residenti in provincia di Belluno ad un esame presso la Questura di Trento,

La Plavis ricorda Dal Castel: Gli intitoleremo lo stadio ( da "Corriere delle Alpi" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma che ora deve scontrarsi con la burocrazia e con le lungaggini che sono tipiche di queste procedure, solo apparentemente semplici. «Penso che l'intitolazione dello stadio a Dal Castel sia una volontà che la maggior parte di noi ha espresso con chiarezza», ha concluso Tison, «e posso assicurare che la cosa si farà».

Albero crolla e distrugge l'antica Via Crucis ( da "Trentino" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ufficio beni monumentali e architettonici e compatibilmente con i tempi della burocrazia dovrebbero partire i restauri. Restauri che dovrebbero interessare anche le mura a sostegno dell'intero complesso (i 14 capitelli della Via Crucis si snodano intorno alla chiesa di Sant'Antonio da Padova) che recentemente sono cedute causa il deterioramento dovuto al tempo.

"Perdiamo cento giorni l'anno in pratiche dell'enoburocrazia" ( da "Stampa, La" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ogni viticoltore trascorre 100 giorni l'anno in uffici pubblici e tra la burocrazia. Tempo sottratto a seguire le proprie vigne e la cantina. È la denuncia della Coldiretti cuneese, che ha individuato 30 casi di adempimenti specifiche del settore vitivinicolo. Fabrizio Rapallino tecnico Coldiretti: «Provvedimenti superflui?

Il piano casa è davvero innovativo ( da "Milano Finanza (MF)" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: si dà una spallata alla burocrazia e si migliorano stock abitativo e qualità delle strutture. I crolli a L'Aquila? Difficile dare un giudizio Il terremoto in Abruzzo e le polemiche sulle case costruite senza ricorrere a materiale anti-sismico. L'applicazione di tecnologie moderne avrebbe impedito i crolli devastanti che hanno messo in ginocchio e portato centinaia di morti a L'

Fisco, stop ai criteri automatici e presuntivi ( da "Italia Oggi" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Quali azioni devono invece essere perseguite per la lotta alla burocrazia?Bersani. La lotta alla burocrazia non si fa solo con le norme anti-fannulloni. Si fa con interventi specifici, con sanzioni ed incentivi per impiegati e, soprattutto, dirigenti, e con un programma di radicale ridefinizione delle attività delle pubbliche amministrazioni.

Malato va in posta per la pensione E' arrivato tardi, deve ritornare ( da "Tribuna di Treviso, La" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: una storia di assurda burocrazia con al centro un pensionato di 67 anni quella arrivata lunedì mattina alla centrale del 113. Dall'altro capo del filo, l'operatore ha sentito la voce di un uomo sconvolta dal fatto che i responsabili dell'ufficio postale di Borgo Mestre si erano rifiutati di consegnargli l'assegno mensile.

siamo l'unico riferimento per la gente - silvia sanna ( da "Nuova Sardegna, La" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Quando la burocrazia fa per benino il suo lavoro, può succedere che sostituire una maniglia rotta costi 400 euro. E tra sopralluoghi, accertamenti e assegnazione dell'incarico, capita che prima di vedere la maniglia nuova al suo posto passino parecchi giorni.

In via Giorgetti 63 c'è il Fornaio aquilano . Siamo nelle periferia est della citt&#... ( da "Unita, L'" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E servono soprattutto procedure accelerate, poca burocrazia» - spiega. Servono case. Se i costruttori si riuniranno a breve, dire quando invece si potrà tornare a sistemare le abitazioni è ancora presto. La Provincia vorrebbe iniziare a fare una stima dei danni per gli edifici pubblici già da subito e chiudere il tutto entro una settimana.

nessuno crede più al prestigiatore-sindaco ciaponi ( da "Tirreno, Il" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Non vogliamo più un comune commissariato dalla burocrazia e intento solo ad autoreferenziarsi, promuovendo in ogni occasione la propria immagine di amministrazione pacata, oculata, lungimirante e che invece a appare ogni giorno sempre più debole, contradditoria, isolata e incapace di guardare intorno a sé.

di ALESSANDRO GOLDONI BOLOGNA LA LEGGE c'è, ma anco... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: non aspettano i tempi della burocrazia per scatenarsi, ma fortunatamente viviamo in una terra dove le scosse non sono mai state devastanti come quelle dell'Abruzzo o, in tempi passati, dell'Irpinia. Inoltre, la buona notizia è che dal 2005 una precedente delibera regionale ha stabilito l'obbligo di sottoporre a verifiche 675 edifici e complessi d'uso pubblico in tutta la Regione.

la ribis chiude sabato in maggio nuova gestione ( da "Messaggero Veneto, Il" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: insostenibile burocrazia cui dobbiamo far fronte e la concorrenza, l'importante è trovare chi possa portare avanti lo spirito della Ribis. Noi siamo stati tra i primi a organizzare in città incontri di lettura per i bambini e ad andare noi stessi nelle scuole, tra gli alunni, per presentare le novità indirizzando al meglio le proposte»

dal belice partono aiuti e consigli "gestite da voi la ricostruzione" - massimo lorello ( da "Repubblica, La" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: tagliando fuori un bel po´ di burocrazia: «Ogni Comune - dice - deve dotarsi di una commissione, composta dal primo cittadino, dai consiglieri e dai tecnici di Sovrintendenza e Genio civile, con poteri straordinari per riconosce il diritto di chi è rimasto senza casa e autorizzare, per decreto, la ricostruzione immediata».

zuccoli: il mio compenso? da serie b - luca pagni ( da "Repubblica, La" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: In Francia i manager sono espressione diretta del potere politico e provengono per lo più dall´alta burocrazia dello stato. In Italia, provengono per lo più dal settore privato. Inoltre, bisogna dire che le nostre società pubbliche devono ormai competere quanto meno con i loro concorrenti europei. E per ottenere risultati occorre essere molto preparati.

statale, debutta la lista albanese "aiuteremo gli studenti stranieri" - franco vanni ( da "Repubblica, La" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Albania nella lotta contro la burocrazia universitaria, spiegare loro come accedere alle borse di studio e aiutarli a non sentirsi soli nei primi mesi milanesi. «Ovviamente ci interessa anche promuovere la nostra cultura, ma l´importante è anzitutto trovarsi. Per questo organizziamo serate in discoteca», dice Elezaj Lulzim, per tutti "Paul".

Cusani: Â ( da "Tempo, Il" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il sistema delle burocrazie. «Quando ci siamo insediati nel 2004 nei nostri uffici molte persone erano precarie. Le abbiamo stabilizzate e ora la struttura dell'ente ha una sua ossatura forte, 530 persone che lavorano con precisi obiettivi». Tra i segnali importanti da far rilevare, Cusani sottolinea il mancato aumento delle tasse e la eliminazione della tassa sul passo carrabile.

( da "Tempo, Il" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: I problemi però ci sono: burocrazia, lentezza, corruzione. «Sicuramente. Vorremmo avere per esempio una maggiore certezza nella trasparenza della burocrazia. A un mio collega è stato chiesto il certificato fitosanitario per un trattore. L'importante però è avere le istituzioni a fianco.

Lo Storytelling è come i blog, non letteratura ( da "Riformista, Il" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Non la burocrazia. O il totalitarismo. I fantasmi! E il più grande e il più furtivo di tutti i fantasmi: quello nascosto «sotto la mano che scrive», la mania epistolare secondo lui, diventata autoBlografia con l'esplosione dei blog (nasce un blog al secondo, il 70% sono blog narrativi).

Una Provincia per la persona. E' questa l'amministrazione provinciale voluta da Ar... ( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 08-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il sistema delle burocrazie, risponde senza esitazione, «va migliorato, ci sono investimenti che non siamo riusciti a realizzare per via di iter interminabili». Aggiunge però che in questi cinque anni in via Costa sono cambiate tante cose: «Non c'era un geometra assunto nell'amministrazione quando sono arrivato, i precari erano l'asse portante,

L'AQUILA - Per prima cosa recuperare tutti i dispersi; poi mettere in sicurezza gli edi... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: molti sfollati sono anche i tempi della burocrazia, però. L'unica speranza per il futuro è la celerità nei sopralluoghi e la certezza dei fondi statali per danni stimati che superano di gran lunga i 30 milioni di euro. Per gli edifici la cui staticità sarà giudicata compromessa il presidente del Consiglio ha già previsto la costruzione di una "new town" nella parte ovest della città.

PERUGIA - Adesso, se provate a fargli raccontare il suo percorso per cercare di curarsi, sor... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è solo la burocrazia che, ancora oggi, «non mi mette in grado di curarmi, nè in Umbria nè in altre regioni d'Italia». Così ieri Luigi S. ha deciso di restituire la tessera sanitaria al ministero della Sanità. «Se non c'è cura per me, se devo peregrinare da un istituto all'altro senza avere la certezza di un percorso di cura,

Protezione civile, immagine vera del Paese ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E lo fa senza burocrazia e senza clamori, con un gioco di squadra che è stato rodato attraverso allenamento costante ed esercitazioni dure cui sono chiamate gli uomini della holding, con le loro articolazioni "federaliste" sul territorio. La forza di questo modello sta nei pieni poteri dell'amministratore delegato,

Al più presto la Russia nella Wto ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia. Sia il primo ministro Vladimir Putin, che ha concluso il Forum, sia i ministri russi hanno tracciato un piano di riforme fiscali e nuove misure per attratte investimenti, come le zone speciali (vedi articolo in pagina). Ma per la Marcegaglia va fatto un ulteriore passo avanti: «L'adesione della Russia al Wto potrebbe giocare un ruolo importante nello sbloccare il Doha

Casa Amica, ok alla Fondazione In Provincia contraria solo la Lega ( da "Eco di Bergamo, L'" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che sostiene di snellire la burocrazia, rallentare con le sue proposte l'attività di Casa Amica?». E del Pd: «Sorprende che la Lega che sbandiera federalismo, sicurezza e sburocratizzazione, proponga emendamenti miopi e ideologici, che anziché proteggere il territorio lo rendono più insicuro non affrontando il problema abitativo».

Bolzano spinge sull'export ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Meno burocrazia, più appalti». Sotto la normativa sulla sicurezza con la tanto contestata legge 626 («siamo i primi ad essere interessati alla salute dei nostri dipendenti, ma il carico burocratico richiesto anche alle microimprese è insostenibile, senza contare l'eccessività delle sanzioni, che ogni anno costringono alla chiusura una decina di imprese,

PALMENTO EUROPEO: VERSO UNA DIRETTIVA CONTRO TUTTE LE DISCRIMINAZIONI ( da "marketpress.info" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: comporterebbe una dose sproporzionata di burocrazia» - è stata bocciata dall´Aula con 273 voti favorevoli e 356 contrari. Il Parlamento è solo consultato su questa materia, mentre al Consiglio è necessaria l´unanimità per adottare il provvedimento. La proposta di direttiva pone un divieto di discriminazione da applicare a tutte le persone sia del settore pubblico che del settore privato,

Russia nel Wto, la spinta di Marcegaglia ( da "Corriere della Sera" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: meno burocrazia e agevolazioni fiscali» Russia nel Wto, la spinta di Marcegaglia E Putin: l'Italia partner privilegiato. Eni, accordo da 4,2 miliardi con Gazprom Berlusconi: il viaggio è stato un successo. Il ministro per lo Sviluppo: l'obiettivo è diventare primo cliente del Paese DA UNO DEI NOSTRI INVIATI MOSCA Un modello ammirato.

un anno di pena per omicidio colposo morì la fidanzata, lui stava guidando ( da "Mattino di Padova, Il" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Per la burocrazia della giustizia, i danni sono stati saldati. Resta la sofferenza, dall'una e dall'altra parte: per chi ha perso la figlia e la sorella, per chi ha provocato la morte della ragazza che amava. Era la sera di sabato 16 febbraio 2008 verso le 23.

Opinioni - La scommessa della certificazione energetica ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: eccesso di burocrazia, nella quale il legislatore europeo (da cui è partita la direttiva) da un lato e la nostra Regione (che ha competenza legislativa in materia) dall'altro, sono maestri. Come la gran parte di leggi regionali, ridondanti, cariche di proclami ideologici e imprecise nella parte tecnica, la legge dell'Emilia Romagna crea perplessità fra gli operatori (

La Passione di Columbu: raccontare i Vangeli ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è stato costretto dalle guardie a inginocchiarsi: in quell'immagine mi è parso di scorgere la metafora di una società oppressa dai mediocri, che elogia i furbi e compatisce i buoni, che costringe i cittadini a inchinarsi di fronte al potere della politica e della burocrazia». Columbu, lei è credente o ateo? «Diciamo che sono un credente dubitante». SERGIO NAITZA

Vespa: "La diretta più difficile? Non piangere parlando della mia città" ( da "Giornale.it, Il" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: era la capitale degli uffici che si vedeva soffiare la sua industria primaria, la burocrazia amministrativa, e reagiva con una rabbia disperata». Chi sono davvero i suoi concittadini? «La nostra è una città che nel medioevo era nata sull?imprenditoria e sui commerci. Una città dinamica e produttiva, quindi». E poi? «Poi questa spinta si è attenuata.

Blocco burocratico sui lavori ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è la burocrazia. A confermarlo Gaetano Rotolo, direttore tecnico di Aps: «Dal mio punto di vista non ci sono ostacoli di altra natura, per esempio politici, si tratta semplicemente di inerzia della burocratica a volte i funzionari non capiscono bene le necessità di un gestore che ha bisogno di risposte celeri per poter attivare i lavori.

Semplificazione per superare i gap ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La causa è da ricercare nella burocrazia soprattutto nella nostra Isola dove la maggior parte dell'economia è basata sulle opere pubbliche e sull'edilizia. Si deve spingere verso una sburocratizzazione di tutti gli iter. Se si riuscisse a superare questo gap allora si potrebbe risolvere almeno il 30% dei problemi.

L'Eni promuove Viggiano ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia, politica e magistratura. Dall'Alto Adriatico al Sud Italia, un potenziale di risorse e grandi capitali disponibili, mabloccati. «Un tesoretto che potrebbe portare sviluppo e occupazione, ma è inespresso, uno spreco per il Paese in termini di bolletta energetica, indotto, cantierabilità, fiscalità »,

di ELENA COMELLI MILANO UNA GRANDE tragedia. Ma anche una gra... ( da "Giorno, Il (Milano)" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il grande ostacolo nei processi di ricostruzione è la burocrazia. E' giusto abbattere le barriere burocratiche introducendo delle deroghe, ma nel contempo ci vuole una profonda regia del governo, per non lasciare questo grande compito al caso». Se il progettista fosse lei, che cosa privilegerebbe?

Ptcp, entra la Nuova Romea ed esce Veneto city ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: aggiunge burocrazia e prescrizioni a carico dei cittadini ma anche dei Comuni», per usare le parole del capogruppo di Fi-Pdl Mario Dalla Tor. Opposta la tesi del presidente Davide Zoggia, per il quale il Ptcp - il primo dopo quello di Padova a essere approvato in Veneto dopo il varo della legge regionale urbanistica - è «un piano di indicazioni più che di prescrizioni,

La burocrazia frena il progetto Aikoo ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia frena il progetto Aikoo Ma la Consulta degli stranieri, scaduta da due anni, potrebbe presto essere rieletta Mercoledì 8 Aprile 2009, Casarsa della Delizia Il Comune di Casarsa della Delizia ha intenzione di proseguire il cammino di cooperazione decentrata con il Ghana, denominato Progetto "Aikoo".

Venezia Tute blu sempre più a rischio anche in Veneto, dove il 40% delle aziende metalmecca... ( da "Gazzettino, Il" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è un altro problema: la burocrazia, che rallenta anche la concessione della cassa e quindi i lavoratori si trovano a intascare i soldi mesi dalla proclamazione della cig. Poi ci sono norme diverse per precari e artigiani, bisogna semplificare le regole. E dalle banche fino a oggi ho sentito tante chiacchiere e pochi fatti.

Venezia Il credito a Nordest c'è ma costa sempre più caro. Secondo un'in... ( da "Gazzettino, Il" del 08-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Rimane la questione burocrazia, quel peso che ha rallentato anche l'avvio degli accordi tra grandi imprese come Unicredi e Confidi. «Con l'entrata a regime dell'intesa tra Regione, consorzi fidi e banche firmata in Veneto nello scorso autunno la collaborazione oggi è a regime - spiega Trovò - a Venezia nel giro di un mese il numero delle pratiche è aumentato del 23%

"Da Lucento con musica" Savino e gli amici famosi ( da "Stampa, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Per i loro concerti si dovrebbero ridurre burocrazie e lacciuoli... Sono ragazzi!». La gioventù che al siciliano Savino ricorda quel «Ragazzo di strada» (Corvi, 1966), e che l'amico calabrese di periferia Lucà gli intonava a richiesta. Come un juke box.

Viticoltori e burocrazia: dichiarazioni via Internet ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Viticoltori e burocrazia: dichiarazioni via Internet Il sistema delle Camere di Commercio si prepara all'appuntamento di agosto con l'entrata in vigore delle novità comunitarie per la filiera vitivinicola. Per aiutare le imprese è stato attivato il sistema web Vino & Vigneti (www.

I cognein snobbano l'incontro sul trenino ( da "Stampa, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Tra sogni e burocrazia I cognein snobbano l'incontro sul trenino In 50 alla riunione promossa da Renouveau, pochi gli albergatori [FIRMA]JOËLLE CUNÉAZ COGNE «Vedrai, presto arriverà il trenino». Filippo Gérard, oggi ventisettenne e titolare con la famiglia degli alberghi Sant'Orso e Grand Paradis, dice di sentirselo dire da quando era un bimbo di cinque anni.

Le cartucce per stampante e la questione dello smaltimento ( da "Stampa, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: perché anche in questo campo bisogna scontrarsi con la burocrazia. Ne sa qualcosa l'imperiese F.R., che si è rivolto alla nostra redazione perché l'Eco Imperia non ha accettato le cartucce esauste della stampante. Si lamenta il lettore: «Mi chiedo perché non venga data priorità a questo servizio, dato che le cartucce sono molto inquinanti.

Chiusi gli uffici della Regione, le poste e gli studi professionali Congelata l'intera burocrazia ( da "Stampa, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: LA VIA CRUCIS Chiusi gli uffici della Regione, le poste e gli studi professionali Congelata l'intera burocrazia

Non poteva più aspettare i tempi della burocrazia e così un venditore ambulante di 60 anni... ( da "Leggo" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Non poteva più aspettare i tempi della burocrazia e così un venditore ambulante di 60 anni è cosparso di benzina determinato a darsi fuoco, ma la mediazione dei carabinieri del Radio mobile e del San Paolo ha evitato la tragedia. E' successo martedì pomeriggio in via Van Westerhout, al quartiere San Girolamo.

agnelli sardi, per il rilancio manca l'unità ( da "Nuova Sardegna, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia è eccessiva: domande, bolli e bollini non finiscono mai - continua il pastore-studente - La presenza di delegati delle associazioni di categoria all'interno del Consorzio mi appare infine come una sorta di conflitto d'interesse. Così come mi sembra lacunosa la mancanza di riscontri sui prezzi finali degli agnelli.

freno ai mercatini estivi su 4 ruote ( da "Tirreno, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia entra dunque tra quelle che sembravano le attività improvvisate per eccellenza e da ora in poi per vendere porchette e croccanti occorrerà avere l'autorizzazione all'accesso alle aree demaniali marittime prescelte. Per questo, è stato pubblicato dal Comune l'avviso per la formazione della graduatoria dalla quale scegliere i venditori.

casa, la legge è sciagurata ma attenti alla burocrazia - nicola pagliara ( da "Repubblica, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la legge è sciagurata ma attenti alla burocrazia NICOLA PAGLIARA La passione è tra i nostri sentimenti la più tragica delle esperienze e insieme la spinta più forte che ci porta a immaginare e dare corpo (magari impattandole) alle più grandi speranze. Il mondo, direi la psicologia collettiva, ha per secoli costruito i suoi ideali e il suo futuro su una buona dose di passioni,

pasqua senza soldi per i lavoratori della queen - tito giuseppe tola ( da "Nuova Sardegna, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ma i tempi della burocrazia sono diversi da quelli delle esigenze delle famiglie che ormai vivono alla giornata. Le organizzazioni dei tessili hanno chiesto alla Regione di farsi carico della situazione di disagio nella quale vivono i lavoratori del calzificio anticipando la cassa integrazione attraverso la Sfirs o un istituto di credito.

la legge è sciagurata ma attenti alla burocrazia - nicola pagliara ( da "Repubblica, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Napoli LA LEGGE è SCIAGURATA MA ATTENTI ALLA BUROCRAZIA NICOLA PAGLIARA L a passione è stata relegata (beato chi ce l´ha) alle partite di calcio, comunque alle manifestazioni più banali del nostro quotidiano. Si spiega così come mai tutta la nostra forza emotiva dà il meglio di sé nei campi di calcio, dove almeno le frange sfogano le loro frustrazioni.

Le statistiche dicono tutto, ma non raccontano niente. A giorni sapremo come i morti del terremoto s... ( da "Unita, L'" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Colpa della burocrazia. Perché la bambina era in Italia da pochi giorni, Grek il padre aveva realizzato finalmente il suo sogno, portare la famiglia dalla Moldavia a Fossa, riabbracciare il suo cucciolo di tre anni. Ricongiungimento, si chiama. Lo facevano i vecchi emigranti abruzzesi quando andavano nella loro America.

pronti a sederci al tavolo per il rilancio di marghera - gianni favarato ( da "Nuova Venezia, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: spesso contraddittorie e le tortuose procedure previste dalla burocrazia istituzionale per realizzare le bonifiche. «Qualsiasi imprenditore che vuole investire e portare sviluppo a Porto Marghera - spiega il presidente di Confindustria veneziana - deve sapere con certezza quali procedure, metodologie e costi deve affrontare per bonificare le aree, in relazione, naturalmente,

il comune decide di pagare prima ( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «Se finora per motivi legati alla burocrazia passava circa un mese dalla presentazione di una fattura all'effettivo pagamento - ha spiegato il vicesindaco e assessore alle Attività produttive, Vincenzo Martines -, d'ora in avanti all'atto della presentazione provvederemo al pagamento.

dall'inviato Fabrizio dell'Orefice MOSCA <È stata una missione che è andata oltre le nostre aspettative>. ( da "Tempo, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Presidente non neghiamo le difficltà: giurisdizione incerta, burocrazia e corruzione sono i grandi ostacoli investire in Russia «È per questo che la nostra presidente Emma Marcegaglia ha proposto di sostenere l'ingresso della Russia all'interno dell'Organizzazione mondiale del commercio.

L'Ance Verona chiede più serietà nell'edilizia e un piano sismico ( da "Finanza e Mercati" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: applicazione delle norme tecniche di costruzione hanno qualche mese e sono in uno stagno di burocrazia. Perché la ristrutturazione degli edifici storici (la maggior parte degli edifici dei centri storici italiani) è un'impresa titanica, tra vincoli ambientali e ancora la burocrazia. A Verona lo sappiamo bene, si pensi a tutti i reperti archeologici che spuntano dal terreno ad ogni scavo.

stop alla burocrazia per s. celestina ( da "Tirreno, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: alla burocrazia per S. Celestina Dopo multe e polemiche, il Comune si accollerà la parte amministrativa Alla Som Baccarini spetterà soltanto l'organizzazione delle varie manifestazioni SAN MARCELLO. L'amministrazione comunale assieme alla Soms Baccarini saranno fianco a fianco nell'organizzare la logistica e la parte burocratica della prossima festa patronale di Santa Celestina.

"petruzzelli in affitto solo per 15 giorni" - antonio di giacomo ( da "Repubblica, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Certo i vortici della burocrazia potrebbero anche risucchiare dentro un buco nero il completamento dell´iter del collaudo tecnico amministrativo, ma voci di corridoio escluderebbero la possibilità di tenuta di questa ipotesi. Alla fine l´unico ostacolo a restare in piedi sarebbe soltanto il rilascio dell´agibilità.

"bollette e mutui, le banche ci assediano" - (segue dalla prima pagina) dal nostro inviato ( da "Repubblica, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dice Daniele Marrana - i politici, i loro portaborse, i funzionari locali e la burocrazia corrotta. Dove stanno finendo gli aiuti per l´Abruzzo? Chi controlla gli importi? Come e da chi verranno distribuiti e fondi»? E´ inutile tacerlo: gli scampati ai crolli non si fidano «delle troppe promesse televisive di questi giorni».

il comitato per l'autonomia ai politici: intervenite a sostegno dell'università ( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: deciso nelle segrete stanze della burocrazia centrale. Fatto sta che i criteri di merito sono stati ignorati, con evidenti sperequazioni a favore di grossi atenei e di potenti appoggi politici», ha detto ancora D'Aronco. «Ricorrere al Tar, si è sottolineato, è tempo perso - ha aggiunto il presidente del Comitato -.

Cara Italia, puoi ripartire dalle tue virtù ( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: peso della burocrazia, della lentezza dell'amministrazione, della complessità delle procedure. Piero Ottone, giornalista di lungo corso, traccia nel suo ultimo libro un quadro degli ultimi cinquant'anni dell'Italia con un grande affetto (partendo dal titolo Italia mia), ma insieme con l'amaro realismo di chi misura la distanza tra le grandi potenzialità e le difficoltà quotidiane.

Terna, bloccati 6 maxiprogetti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Sei anni per la burocrazia, due anni per i cantieri. Di più. Negli ultimi anni Terna ha presentato 6 progetti strategici per risolvere le principali congestioni del sistema elettrico, alcuni addirittura giacciono nei cassetti dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico dal 2006.

ROMA - E' partito alle 6 e mezzo del mattino da Roma, senza dire niente a nessuno, nemm... ( da "Messaggero, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di rischi demenziali e burocrazie irresponsabili: «Il rispetto e il miglioramento delle norme antisismiche» va imposto subito. Poi la mobilitazione straordinaria, che allarga il cuore e il futuro incerto che lo restringe. Due ore dopo, il ritorno a Roma: «Convocate una conferenza stampa, torniamo dall'Abruzzo».

( da "Eco di Bergamo, L'" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Da tre anni aspetto qui i miei figli Così lotto contro la burocrazia» --> Eki, nigeriana, racconta le telefonate al Consolato e i lunghi silenzi Giovedì 09 Aprile 2009 BERGAMONDO, pagina 39 e-mail print Eki Okpogie, trentanovenne nigeriana, dal 2005 sposata con un italiano, non si perde d'animo. Da undici anni è in Italia e lontana dai suoi quattro figli.

sfollati, aboliti i libretti sanitari - saverio occhiuto ( da "Centro, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia». Gran parte dei terremotati che hanno trovato sistemazione negli alberghi della costa sono privi di documenti e tesserini sanitari. Così, in un vertice convocato ieri mattina nella sede della direzione amministrativa dell'ospedale, in accordo con la Regione, si è deciso di attivare subito le associazioni dei medici per fronteggiare «

( da "Corriere della Sera" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Altro ufficio, stesso ritornello: «Per correggere l'errore, deve rivolgersi all'Agenzia delle Entrate di Viterbo». Vittima della burocrazia? «Tutto normale - minimizzano i dirigenti sanitari - l'utente è sempre stato curato». A PAGINA 5 Giuseppe Rescifina

Per il centrodestra ancora fumata nera' a Cotignola ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di migliorare infrastrutture, viabilità e collegamenti anche per le aree produttive; di valorizzare il territorio con particolare riguardo alle frazioni; di snellire la burocrazia e razionalizzare le risorse pubbliche; di inserire nel modello di governo forme di democrazia partecipata».

Il Tar legittima l'assunzionedel garzone ecuadoriano. ( da "Secolo XIX, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Effetto dell'incrocio tra burocrazia e cambiamenti del mercato del lavoro: spesso datori di lavoro e disoccupati italiani non s'incontrano, allora i primi guardano all'estero ma per raggiungere lo scopo possono aver bisogno - come è capitato a Calamari - di interpellare i giudici.

ancora scosse e distruzione si scaverà fino a pasqua: 272 morti, 16 sono bambini ( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: I vigili del fuoco hanno trovato prima un ragazzo e una donna e poi Enza, l'amica di Eleonora, che non ce l'ha fatta. In quella palazzina, però, potrebbe esserci ancora qualcuno. Lo hanno fiutato i cani. Disperso, appunto, in attesa che le ore e la burocrazia, senza un miracolo, lo trasformino in morto.

Sabato a genova la cerimonia di addioal piccolo andrea e alla sua mamma ( da "Secolo XIX, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: consueti della burocrazia e quelli dovuti all'emergenza si sommano, allungando l'attesa dei parenti che attendono di riportare a casa i propri cari. Negli occhi della zia di Valentina Berti, seduta nella sua abitazione di via Porro, nel ponente genovese, ci sono ancora le lacrime versate nei giorni scorsi per quella immane tragedia: «Quando ho visto quelle immagini alla televisione,

Crisi: la Cia del Friuli Venezia Giulia anticipa l'assemblea annuale ( da "Sestopotere.com" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia non subisce alcuna semplificazione e la sua morsa quotidiana non si allenta; l?Ersa è un?agenzia senza guida e senza ruolo; il percorso del Psr resta tortuoso e non corrispondente alle aspettative delle imprese professionali, mentre le aziende subiscono una significativa carenza di liquidità e avrebbero necessità,

Aumentano in Italia i giornalisti di strada ( da "Denaro, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia, in questo caso, è limitata al minimo possibile; è sufficiente inviare una foto via email e dopo una semplice approvazione da parte del redattore di Reuters, la stessa può essere pubblicata online. Il servizio di Reuters e Yahoo! non è l'unico presente sul Web;

Progetto sicurezza, primi intoppi ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: pronta da mesi ma ancora sigillata dalla burocrazia, mentre il potenziamento del sistema di videosorveglianza non decolla, con il bando già slittato di un anno che ancora deve essere perfezionato. E in questo contesto anche l'organizzazione di una ronda di cittadini, già annunciata dalla Lega Nord, ha subito ieri una brusca frenata in Parlamento,

Un bilancio difficile da tirare, quello sui servizi psichiatrici del territorio. A provarci è l... ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «Quello che pesa sono i rapporti, che vengono basati sulla burocrazia, senza riguardo per l'individualità della persona - afferma il presidente Lucio Bulgarelli - basti pensare che la nostra associazione, fatta di utenti, non ha nemmeno diritto di parola in Consiglio di dipartimento di salute mentale».

Burocrazia più snella per i villaggi turistici ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Burocrazia più snella per i villaggi turistici Verranno agevolati gli ampliamenti Giovedì 9 Aprile 2009, Chioggia Snellire la burocrazia per dare slancio all'economia. Questa l'intenzione della giunta che ieri sera ha presentato in Consiglio comunale due varianti urbanistiche che finalmente sbloccheranno molte situazioni rimaste nel dimenticatoio a causa di normative troppo restrittive

Primi passi verso la "città vasta" ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: esigenza di armonizzare le scelte e consentano ai Comuni di collaborare con vantaggio perchè gli incontri senza una base di legge non portano a nulla di concreto. Sembra solo burocrazia o al massimo una discussione per specialisti, ma in tempi di crisi scegliere una programmazione che possa servire più paesi e generare risparmio, potrebbe diventare anche urgente per tutti i cittadini.

Crisi, inizia il G20. Il Papa scrive a Gordon Brown ( da "Giornale.it, Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E se è vero che la critica montante presso certe burocrazie occidentali non ha precedenti recenti, bisognerà pure ricordare che critiche ferocissime vennero mosse a Giovanni Paolo II nei primi anni del suo pontificato. Così come va richiamata alla memoria la sofferenza e l'isolamento di Paolo VI, nel momento in cui prese decisioni coraggiose come l'Humanae vitae,

Fotovoltaico e burocrazia: l'Agenzia Energia e Ambiente di Torino ti semplifica la vita ( da "Blogosfere" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Apr 09 9 Fotovoltaico e burocrazia: l'Agenzia Energia e Ambiente di Torino ti semplifica la vita Pubblicato da Mario Delfino alle 15:30 in Fotovoltaico Normal 0 14 Vuoi acquistare un impianto fotovoltaico e non sai a chi rivolgerti per il disbrigo delle pratiche previste, per l'installazione, per i rapporti con le banche?

Rimossi gli ingombranti ( da "Sicilia, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma da una burocrazia non in linea con i tempi e le aspettative di chi investe per creare sviluppo e occupazione, specie in un territorio che costantemente segna il passo negli ultimi posti delle classifiche stilate dagli istituti di statistica. Insomma, se da un lato si predica bene con parole sontuose del tipo "vocazione turistica del territorio"

Otto operai di Riesisenza stipendiobloccata la raccoltarifiuti differenziati ( da "Sicilia, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: anno 2007 ogni niscemese ha speso 182 euro per la burocrazia, l'anno 2008 la spesa si è ridotta a 168 euro per un totale complessivo di 5,165 milioni di euro; l'anno 2007 4,737 milioni di euro. I costi della politica e della democrazia, comprese le cariche elettive, sindaco, consiglio comunale, giunta (per il 2008 90 mila), la spesa complessiva, compresi i servizi,

Condono ediliziopratiche in sospeso ( da "Sicilia, La" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia ha frenato finchè a fine gennaio da Caltanissetta ci hanno detto che non potevamo stipulare l'intesa». Insomma il periodo tra luglio 2008 e gennaio 2009 è passato tra incontri e lettere da Gela a Caltanissetta ed intanto le famiglie hanno pagato fior di quattrini per le lezioni private ai figli e subito disagi per accompagnarli a Caltanissetta o Catania dai maestri di

Lucchi (Pd): "Presto serviranno più risorse per i consorzi fidi" ( da "RomagnaOggi.it" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: candidato sindaco Pd a Cesena Più credito e meno burocrazia: il mondo economico firma le richieste Bulbi: "Con la crisi dobbiamo proteggere le imprese locali" FORLI' - Nei prossimi mesi ci vorranno più risorse peri consorzi fidi, che sono tra le più delicate camere di decompressione della crisi in corso.

Bulbi: "Con la crisi dobbiamo proteggere le imprese locali" ( da "RomagnaOggi.it" del 09-04-2009)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: presidente della Provincia Più credito e meno burocrazia: il mondo economico firma le richieste Lucchi (Pd): "Presto serviranno più risorse per i consorzi fidi" FORLI' - Proteggere le imprese locali, che sono imprese vere e non imprese fatte di avvocati, perché così si protegge il livello sociale del nostro territorio": lo dice Massimo Bulbi, presidente della Provincia di Forlì-


Articoli

Nuova rimessa per i pompieri (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Nuova rimessa per i pompieri Il capannone verrà realizzato sul lato est del piazzale RIVA. Aumenta il numero dei mezzi, ma lo spazio a disposizione resta sempre lo stesso nella caserma dei Vigili del fuoco di viale Rovereto. E così succede che il fuoristrada giallo del Soccorso alpino, carico di tutta l'attrezzatura necessaria per una partenza urgente, rimane parcheggiato all'esterno della caserma, nel piazzale, generalmente accompagnato da un secondo fuoristrada, dei pompieri. Ma dato l'affollamento obbligato all'interno delle rimesse può anche darsi il caso che per far uscire un mezzo sia necessario prima spostare quello parcheggiato in prima fila che ne impedisce la partenza. Conclusione: l'amministrazione comunale ha dato incarico all'ingegner Gigi Zanoni di progettare un ampliamento per cui sono stanziati a bilancio 500 mila euro. L'unico lato libero è quello ad est, sul confine verso il viottolo che entra alla cartiera a fianco di villa Aranci: lì sorgerà l'autorimessa nuova, dotata di tutta l'impiantistica necessaria compresa l'attrezzatura per il recupero di eventuale perdite d'olio dai mezzi. L'inizio dei lavori è previsto, burocrazia permettendo, per l'autunno prossimo.

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un pezzo di carta trasformato in ok così nascono i "mostri" al politeama (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina V - Palermo Le immagini Due megastrutture abusive costruite solo con una deroga per l´uso dell´area. Che non è un permesso Un pezzo di carta trasformato in ok così nascono i "mostri" al Politeama L´autorizzazione si può concedere per eventi ritenuti di "grande rilevanza culturale" Un mini-stadio di ferro che nel breve volgere di una notte spunta a oscurare il teatro Politeama. L´enorme casa di Babbo Natale che a fine dicembre in poche ore inghiotte la statua di Carlo Cottone. Entrambe strutture abusive, poi sequestrate e infine smontate. Ma come possono essere state montate senza alcuna autorizzazione sotto gli occhi dei vigili urbani che prestano quotidianamente servizio in piazza? Per capire le ragione che hanno portato in soli quattro mesi al sorgere di due megastrutture in piazza Politeama poi sequestrate perché senza autorizzazione (ieri sera gli operai hanno iniziato a smontare il mini stadio), bisogna addentrarsi nei meandri della burocrazia. Cosa deve fare un cittadino che vuole organizzare un evento in piazza Politeama? Anzitutto deve rivolgersi all´ufficio di gabinetto del primo cittadino: da cinque anni c´è un ordinanza sindacale che vieta l´organizzazione di qualsiasi evento in piazza Politeama e, come prima mossa, gli interessati devono presentare una richiesta di deroga al divieto. Deroga che può essere data solo per eventi di rilevante entità culturale. Ottenuta la deroga, trattandosi di una piazza storica, bisogna chiedere alla Soprintendenza ai Beni culturali il nulla osta sul progetto. Ottenuto anche quello, è il momento di rivolgersi allo sportello unico per ottenere l´autorizzazione all´occupazione di suolo pubblico e pagare la cifra dovuta. Ma questa trafila non è stata seguita né per la casa di Babbo Natale né per il misi stadio. In entrambi i casi le ditte hanno ritenuto che la deroga all´utilizzo della piazza firmata dal capo di gabinetto Sergio Pollicita, fosse già un´autorizzazione. Del resto nella nota c´è scritto che si dà mandato al Suap di rilasciare l´autorizzazione. Ma Pollicita, che deve valutare se un progetto è tanto culturalmente rilevante da concedere la deroga all´utilizzo della piazza, guarda o no il progetto in questione? A lume di naso, dovrebbe, Ma pare che nel caso di Babbo Natale nel progetto originario non fosse previsto il megatendone anti-pioggia che ha divorato la statua di Cottone, mentre in occasione del mini-stadio, il capo di gabinetto si sarebbe fidato dell´assessore allo Sport Alessandro Anello che gli aveva proposto di patrocinare l´iniziativa. E se Anello continua a ribadire di non avere alcuna responsabilità «perché non ha mai visionato il progetto ma da assessore allo Sport si è solo limitato a chiedere il patrocinio dell´evento», la Soprintendenza assicura di non aver mai ricevuto alcuna richiesta di nulla osta. E lo stesso assicura lo Sportello unico, che non ha mai visionato il progetto, ma ha soltanto ricevuto in copia la deroga all´utilizzo della piazza firmato da Pollicita. Altro che burocrazia: la trafila per organizzare un evento nella piazza simbolo di Palermo, tra fogli che passano di scrivania in scrivania, a volte visionati da occhi distratti, in uffici e assessorati dove nessuno è competente, sembra del tutto affidata al caso. sa. s.

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dall'investigatore al venditore di auto le vite capovolte dei nuovi disoccupati - antonio fraschilla (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina VII - Palermo La puliziera L´impiegato L´operaio Dall´investigatore al venditore di auto le vite capovolte dei nuovi disoccupati Non so come pagare l´affitto, ho già detto al mio bambino che dovrà rinunciare a libri e videogiochi Mia figlia studiava a Firenze, le ho chiesto di tornare perché non posso più mantenerla all´università In questa città non c´è spazio per chi lavora si pensa solo a chi vuol diventare pip o lsu ANTONIO FRASCHILLA Tutti i giorni Mauro Bajada si alza alle sette. Fa colazione, poi va in camera da letto e apre l´armadio. Come sempre ci sono appese le giacche e le cravatte da lavoro. Le guarda, le sfiora con la mano, richiude l´anta e torna a sedersi in cucina. Da quattro mesi non ha più motivo d´indossarle, quelle giacche: perché Mauro Bajada adesso è disoccupato, dopo aver lavorato negli ultimi 16 anni come venditore alla concessionaria Automega di viale Michelangelo. Una sorte, la sua, che lo accomuna ad almeno altri trecento palermitani che in questi primi mesi del 2009 sono piombati nell´incubo della disoccupazione. Tra i nuovi senza lavoro ci sono ex dipendenti di concessionarie d´auto, ma anche di aziende nel comparto della sicurezza e perfino addette alle pulizie nelle caserme che mai, fino a ieri, avevano pensato che anche lo Stato le avrebbe abbandonate. Tra i nuovi disoccupati c´è Rosario, 41 anni, per dieci dipendente della Securinform. Rosario da alcuni mesi è tornato a vivere con la madre a Bagheria perché è stato licenziato insieme ad altri 25 colleghi. «Quando me l´hanno comunicato non ho dormito per una settimana, e tornare a vivere con mia madre è stata una sconfitta» dice Rosario, che non vuole dare il cognome perché invischiato ancora con il suo passato, fatto di pedinamenti a mogli e mariti infedeli, figli sbandati e ladri nei supermercati. «Vado a testimoniare nei Tribunali, continuo a mantenere il porto d´armi ma non ho più il lavoro e non so a chi rivolgermi - dice - Facevo parte del comparto investigativo: stavo in strada quasi per tutta la giornata, pedinavo mariti infedeli per giorni e giorni. Mi sono travestito da muratore per scoprire chi era il commesso che rubava dalla cassa di un noto supermercato. Ho vissuto dieci anni di adrenalina pura, e oggi la mattina guardo mia madre e non so cosa dirle». Perdere il lavoro cambia il modo di comportarsi con gli altri: «Sono diventato scontroso anche con la mia ragazza perché non posso pensare in questo momento ad alcun futuro con lei - aggiunge - La verità è che quando non hai più un lavoro, specie per chi come me aveva un´attività intensa anche fisicamente, viene risucchiato dalla noia. All´inizio sei fiducioso, mandi curriculum a tutti, poi nessuno ti risponde, allora prendi coscienza che sei davvero senza futuro». Senza futuro si sente anche chi era a un passo dalla pensione ed è caduto a pochi metri dal traguardo. Com´è successo a Bayada, 59 anni, licenziato dalla concessionaria Automega. Da quattro mesi la vita è cambiata anche per tutta la sua famiglia. «La prima cosa che sono stato costretto a fare è stato dire a mia figlia, che studiava psicologia a Firenze, di tornare a Palermo perché non posso più permettermi di pagarle vitto e alloggio in un´altra città», dice con gli occhi lucidi seduto nel salotto della sua bella casa al tredicesimo piano di un condominio di via Ammiraglio Rizzo. «Ho sempre fatto il venditore di auto, ho maturato una grande esperienza in questo settore, ma adesso non penso di rivolgermi ad altre concessionarie - continua - Ormai agli imprenditori del settore non interessa avere dipendenti qualificati, preferiscono piazzare nei saloni delle belle ragazze. Adesso faccio i conti per arrivare a fine mese con lo stipendio di mia moglie, e cerco di aiutare in famiglia come posso, anche se mi sembra di vivere un incubo». Un incubo che sta vivendo anche chi era certo di dormire sonni tranquilli, perché tanto lavorava per lo Stato. Come Alessandra Moglie, 36 anni, addetta alle pulizie della caserma Cascino, che da un contratto di 18 ore alla settimana è passata a lavorare mezz´ora al giorno per guadagnare 50 euro al mese. «In sintesi è come se avessi perso il lavoro, continuo ad andare in caserma nella speranza che tutto torni come prima, ma ormai i tagli al ministero della Difesa sono irreversibili - dice la Moglie - Adesso non so come pagare la casa in affitto, e ho paura per il futuro di mio figlio di 12 anni, al quale ho già detto che non deve chiedere di comprare nulla, videogiochi o libri che siano, perché non possiamo permettercelo». A chiedere la mobilità c´è anche chi continua a lavorare, sapendo che tra qualche giorno sarà disoccupato. Rosario Guarino, 34 anni, il primo maggio finirà di lavorare perché gli scade il contratto, e l´azienda gli ha detto che è meglio che si trovi un´altra occupazione. «Lavoro da quando ho 16 anni alla Coalma, azienda che inscatola tonno nella zona di Sant´Erasmo - dice Rosario - Sono un operaio specializzato che per la prima volta si rende conto di come in questa città non ci sia spazio per chi lavora. Tutti sanno come tirare avanti chiedendo favori ai politici per diventare pip, lsu o precari paracomunali, io invece non so a chi rivolgermi. Vorrei accedere alla mobilità, ma la burocrazia ha tempi lunghissimi. Oggi chi viene licenziato è abbandonato a se stesso, in una Palermo che forse non ha mai conosciuto realmente, perché lui ha vissuto solo di lavoro mentre gli altri imparavano a vivere d´altro».

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famiglie in difficoltà, arriva il soccorso - alessandro abbadir (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Mira. Buoni pasto e sconti sui medicinali per gli indigenti Famiglie in difficoltà, arriva il soccorso Il Comune stanzia 45 mila euro per il pagamento di bollette e affitti ALESSANDRO ABBADIR MIRA. Buoni pasto, un aiuto per bollette e affitti, richiesta alle banche di anticipare i contributi della cassa integrazione. Il comune di Mira fa sul serio e per aggredire la crisi mette in campo una serie di azioni a favore delle famiglie in difficoltà che spera siano mutuate dagli altri 17 comuni del comprensorio. Per far fronte ai problemi delle famiglie il Comune è riuscito a trovare tra le pieghe del bilancio la somma di 45 mila euro. Non è molto ma è pur sempre qualcosa per il sostegno delle famiglie. Buoni pasto. Per fornire un aiuto concreto a chi è senza soldi e non può nemmeno comprarsi da mangiare il comune in accordo con la Serimi ha deciso di mettere a disposizione 20 mila euro che serviranno per buoni spesa (da dare ai più bisognosi) da spendere in diversi esercizi, e con sconti sui prodotti farmaceutici da banco. Spiega il presidente della Serimi Antonio Gottardo. «Credo che in questa fase - dice - ognuno debba fare la propria parte, a partire dalle società miste con finalità sociali». Anche il sindaco è chiaro. «In un momento di reale difficoltà per centinaia di famiglie - dice - e in attesa di un intervento del Governo che stenta ad arrivare, l'amministrazione ha l'obbligo di formulare proposte concrete di aiuto». Affitti e bollette. Per aiutare le famiglie ci sono a disposizione 45 mila euro che serviranno per pagare affitti e bollette. «Si tratta di intervenire in tempi rapidi - dice Carpinetti - per sostenere chi per diversi motivi si trova temporaneamente senza lavoro, vedendo ridotto il proprio reddito familiare. Pensiamo così di poter agevolare le famiglie su trasporti scolastici, mensa, affitto. In alcuni casi saremo in grado anche di anticipare gli assegni che spettano di diritto alle famiglie indigenti, che non dovranno così aspettare i tempi della burocrazia».I primi beneficiari degli aiuti saranno i disoccupati e i pensionati al minimo. Banche. Per poter far avere ai cassintegrati i soldi necessari a far quadrare i conti alla fine del mese saranno chiesti degli sforzi agli istituti di credito. «Alle banche - spiega l'assessore alle Politiche sociali Margherita Gasparini - chiederemo di poter anticipare i contributi alla cassa integrazione, anticipare di una settimana l'erogazione delle pensioni sociali e di tenere d'occhio i mutui casa, prevedendo rate particolari per chi è in difficoltà». Actv, Veritas, E.on saranno chiamate, invece, a prevedere rateizzazioni nei pagamenti delle bollette. Sportello lavoro. Un'ulteriore buona notizia arriva anche sul versante della lotta alla disoccupazione, con la riapertura, a breve, di uno "sportello lavoro" a Mira. «Abbiamo concordato - conclude il sindaco - con l'ufficio provinciale del lavoro di poter riaprire uno sportello informativo a Mira, che intervenga nelle situazioni di particolare gravità. Un servizio che in questo periodo è utile per le molte persone che hanno perso il lavoro e che devono riqualificarsi a partire dai 50enni e le donne»

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una chiesa viva in terra di camorra - luigi merola (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XII - Napoli UNA CHIESA VIVA IN TERRA DI CAMORRA LUIGI MEROLA I n settimana sono stato a Castellammare di Stabia. Lì vicino ha sede una succursale della fondazione "A voce d´e creature", al confine tra Pompei e Castellammare. Questo confine diventa spesso periferia. Per rafforzare la rete sul territorio abbiamo messo insieme associazioni, scuole e la parrocchia detta "Annunziatella", chiamata così per l´effigie piccola di una statua della Madonna. Qui ho conosciuto don Michele di Capua e i suoi trecento ragazzi e ragazze. Mi hanno raccontato la loro storia. Si racconta sempre il male che fa rumore, invece dobbiamo imparare a raccontare il bene: ce n´è tanto in giro e non fa rumore. Don Michele è parroco in questo rione da quasi trent´anni. Nonostante il potere dei clan Cesarano e D´Alessandro, è riuscito a far rinascere un territorio morto: non c´erano le luci, don Michele ha portato la luce; non c´erano le fogne, don Michele ha combattuto dopo il terremoto per far costruire le fogne. Come? Rompendo le scatole agli amministratori. La sera era sempre buio perché la luce elettrica andava via facilmente. Don Michele diede il numero di telefono del sindaco a tutti gli abitanti, invitandoli a chiamarlo. Don Michele, alto e robusto, è un trascinatore. Mi ha convinto ancora di più nel continuare a operare in questo territorio, dal quale molti mi avevano consigliato di andar via. Avere accanto padre Michele significa oggi, per me, che la battaglia, anche lì, contro la camorra è possibile vincerla. Come? Bisogna togliere i ragazzi dalla strada. Quel rione sembra Forcella: tanti bambini ore e ore per strada con il rischio di diventare manovalanza della criminalità. Invece, hanno bisogno di guide e di essere accolti. La parrocchia di don Michele è sempre lì, aperta a qualsiasi ora per poter dare una parola di conforto a tutti. Non è facile arrivarci, strade strette, piene di buche, dissestate, ma don Michele riesce a far diventare il territorio un piccolo paradiso. Prepara da anni campi estivi per i ragazzi. Organizza sale di cineforum e attività ricreative alla domenica in attesa di avere dal Comune di Castellammare, di fronte alla parrocchia, un terreno e adibirlo a parco giochi della gioventù. La richiesta è sul tavolo da anni, ma don Michele è sicuro che presto arriverà la risposta. I tempi lunghi della burocrazia non tengono conto della emergenza educativa in alcuni quartieri delle nostre città.

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il ministero sblocca piazza satta - antonello sechi (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 34 - Nazionale Il ministero «sblocca» piazza Satta «Nivola non ha chiesto il riconoscimento del carattere artistico» Svolta nella controversia per la nuova facciata di Casa Deriu ANTONELLO SECHI NUORO. Né Costantino Nivola né i suoi eredi hanno mai chiesto il riconoscimento del carattere artistico di piazza Satta. Dunque, sulla piazza non ci sono vincoli, almeno non di quella natura. Chi lo dice? Il Darc, ovvero la Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l'architettura e l'arte contemporanee del Ministero dei beni cultuali. Vuol dire una cosa: il caso ampliamento del Man ve lo dovete risolvere voi. Ci vorrebbe il "deus ex machina" delle tragedie greche per sbrogliare il caso dell'ampliamento di quella che probabilmente è la più nota e attraente struttura culturale del centro Sardegna, capace di convogliare a Nuoro migliaia di visitatori grazie alle sue prestigiose mostre di arte contemporanea. Da risolvere c'è la faccenda della famosa facciata che guarda su piazza Satta. L'ampliamento del Museo d'arte della Provincia di Nuoro è un'operazione da oltre due milioni di euro ferma da mesi perché ad alcuni non piace l'ingresso moderno riprogettato per i nuovi locali di Casa Deriu. Di fatto, la relativa variante non approda in consiglio comunale, cui spetta dire sì o no. Dire che i vari attori della vicenda si sono «incartati» non è fuori luogo, considerato il viavai di lettere tra Nuoro, Sassari, Cagliari e Roma. L'ultima è di pochi giorni fa, quella del Darc. La Direzione ministeriale si tira fuori, scrivendo in modo più esplicito quello che in realtà aveva spiegato in varie occasioni. Su piazza Satta, precisa il direttore generale Francesco Prosperetti, «non sussistono procedimenti di riconoscimento dell'importante carattere artistico». Non lo ha chiesto Costantino Nivola, titolare del diritto secondo la legge di autore. Né l'hanno fatto gli eredi dell'artista oranese morto nel 1988. Può non piacere e farà molto discutere: per il Ministero, piazza Satta non è intoccabile sotto l'aspetto artistico. co. Casomai, è questione architettonica e paesaggistica, ma è materia di altri uffici. Il caso Man si gioca tra burocrazia e politica. La Provincia, proprietaria del museo, e il Comune di Nuoro hanno punti di vista differenti, anche se il contrasto non si è mai manifestato apertamente. La fase delle discussioni estetiche, che come sempre ha visto i soliti schieramenti pro e contro, non li ha coinvolti in modo diretto. Lo «scontro» avviene tra gli uffici, con raccomandate che vanno e vengono. Il contrasto è nato nel luglio 2008, quando la Fondazione Nivola ha chiesto alla Soprintendenza ai beni architettonici di Sassari di bloccare la realizzazione della nuova facciata. Richiesta accolta con la sospensione dell'autorizzazione rilasciata in precedenza, in attesa del pronunciamento del Darc. Nel frattempo, i lavori di ristrutturazione di Casa Deriu sono stati ultimati all'interno. Perché il nuovo Man cominci a funzionare, mancano solo le facciate. è così da mesi. Prima di andare via, l'impresa ha «oscurato» l'edificio con pareti di tavole. Una provocazione che non ha smosso le acque. Resta ora da capire se il caso Man si sbloccherà adesso che il Darc si è espresso in maniera così netta, scrivendo che piazza Satta non è un bene artistico riconosciuto. La palla torna in mano a Elio Garzillo, il direttore regionale dei beni culturali, che in varie occasioni ha chiesto di cambiare il progetto ma poi ha sempre passato la parola al Darc. Torna anche al Comune di Nuoro che tempo fa è stato diffidato dal Museo per il mancato parere sul progetto del nuovo ingresso. Di certo, se lo scontro andrà avanti, adesso dovrà diventare aperto.

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il grido del nord-sardegna per lo sviluppo - tiziana simula (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 7 - Sardegna Il grido del Nord-Sardegna per lo sviluppo La lunga marcia sulla Sassari-Olbia, la strada promessa e negata dal governo TIZIANA SIMULA SU CANALE. Il corteo per il diritto alla vita ha marciato composto sulla statale 199, due chilometri d'asfalto che in quattro anni hanno fatto cinque vittime, un tratto di quella "strada maledetta" che da sola basta a dimostrare la necessità della quattro corsie, opera viaria promessa e poi negata dal governo che ha cancellato insieme ai soldi, la possibilità di sicurezza, lavoro e sviluppo. L'operaio e il sindaco, l'imprenditore e il parlamentare, ieri, hanno fatto sentire la loro protesta: battaglia di tutti, senza colore politico. La seconda manifestazione, dopo quella di Oschiri, la prima promossa dal comitato "Pro strada Olbia-Sassari" che rappresenta le comunità di Su Canale, Monti, Chirialza, Enas e Olbia, e di sicuro non l'ultima. Una protesta partita dal basso, che andrà avanti: l'obiettivo è recuperare i 474 milioni di euro dei fondi Fas sottratti alla Sardegna e risalire sul treno delle procedure accelerate del G8. Nel corteo, forze politiche, sociali, sindacali, imprenditoriali e semplici cittadini. C'erano i compagni di università di Ivana, l'ultima vittima della strada, persone che hanno perso i loro cari, «30 anni fa, è morto il mio unico fratello, la strada è ancora la stessa», ha detto Teresa Pira. C'erano genitori con i loro bambini, «era giusto partecipare, per la sicurezza nostra e dei nostri figli», ha aggiunto Grazia Soru. E, poi, gli angeli del soccorso, la Croce Bianca di Olbia e l'Intervol Sardegna, a sottolineare l'emergenza sicurezza. Il percorso, scortato dalle forze dell'ordine, si è fermato in uno slargo. E qui, si è dato il via agli interventi. «Fate di tutto per riportare indietro i soldi», ha detto la presidente del Comitato Rita Padre, rivolgendosi alle istituzioni. «è assurdo che nel 2009 si debba manifestare per rivendicare una strada sicura», ha incalzato Patrizia Desole, altra componente del Comitato, che ha portato anche la solidarietà dell'ex assessore regionale ai lavori pubblici Carlo Mannoni. Poi, le parole di condanna di sindaci, amministratori provinciali e regionali, parlamentari ma anche proposte. Come quella del sindaco di Monti, Giovanni Maria Raspitzu, promotore di una richiesta d'incontro dei sindaci col ministro Fitto. O quella di un coordinamento provinciale con a capo le due province di Olbia-Tempio e Sassari. Tutti hanno plaudito all'iniziativa popolare. A cominciare dal sindaco di Olbia Gianni Giovannelli, che non ha esitato a criticare lo scippo subìto, riferendo di aver ricevuto rassicurazioni dal presidente della Regione. «Anche le istituzioni hanno più forza se hanno al loro fianco la gente», ha sottolineato il vicepresidente della provincia Olbia-Tempio Antonio Satta. «Abbiamo davanti una battaglia durissima che non potrà essere vinta solo con le fasce tricolori, dovrà essere una battaglia di popolo, per la vita», ha aggiunto Giampiero Scanu. «è una manifestazione che mette in campo l'orgoglio del nord Sardegna che lotta unito», ha evidenziato l'assessore alle politiche sociali di Sassari, Cecilia Sechi. «Dobbiamo essere capaci di guidare questa battaglia con una strategia chiara», ha rimarcato il sindaco di Ozieri, Leonardo Ladu. «Dobbiamo concentrarla laddove si conquistano le pagine delle cronache nazionali», ha suggerito Antonio Perinu. «Bisogna sconfiggere un mostro che si chiama burocrazia e arrivare agli uomini che governano il portafoglio dell'Italia» ha aggiunto Fedele Sanciu. Una lotta che finirà solo con la costruzione della strada, ha fatto notare il vice presidente della provincia di Sassari, Pinuccio Vacca. Sul palco, anche Gavino Sale: «questa è la rapina del secolo, se Berlusconi non ci restituirà i soldi, assedieremo Villa Certosa», ha annunciato il leader dell'Irs. Matteo Sanna ha fatto sapere che la commisione urbanistica trasporti e lavori pubblici da lui presieduta, si riunirà dopo le feste a Olbia. Il tema dello sviluppo è stato toccato dal vicesindaco di Berchidda Antonio Meloni e da Gian Simone Masia della Confindustria, mentre il sindaco di Santa Teresa Piero Bardanzellu ha invitato a una vertenza del nord Sardegna sul fronte viabilità.

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noi cacceremo i burocrati (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 5 - Grosseto «Noi cacceremo i burocrati» Dall'Hotel Airone Antichi lancia la sfida in Provincia VERSO IL VOTO LA BATTAGLIA POLITICA GROSSETO. «So che non sarò solo, anche questa volta ce la faremo». Ha chiuso così, ieri, Alessandro Antichi, il suo intervento, davanti a circa 300 persone, all'Hotel Airone, dove si è tenuta la conferenza provinciale programmatica del Pdl. Andare al governo del maggior numero di Comuni e Province per contribuire al cambiamento del Paese avviato dal governo Berlusconi: questa la parola d'ordine lanciata dal candidato del Pdl alla Provincia di Grosseto. «Quello del 6-7 giugno non è un appuntamento come tanti - dice Antichi - l'opera del governo può risultare inutile senza gli enti locali». Giovani. La conferenza programmatica, moderata da una "valletta" d'eccezione come l'onorevole Monica Faenzi, era stata aperta dai due più giovani candidati al consiglio provinciale. «Contrapponiamo con orgoglio i nostri ideali vissuti nel sacrificio e questa nostra giovinezza - dice Fabrizio Rossi - a coloro che sono cresciuti, sin da ragazzi, nei corridoi di partito. A quei giovani dirigenti che parlano di lavoro senza averne mai cercato uno». «Meno di un anno fa l'Argentario - gli fa eco Priscilla Schiano, assessore al bilancio della giunta Cerulli - ha conosciuto la benedizione dell'alternanza. Ora metto la mia esperienza a disposizione di un cambiamento ancora più grande: l'alternanza in Provincia». No ai burocrati. «La risorsa più importante che abbiamo - insiste Antichi - è lo spirito indomito dei maremmani, noi cosa possiamo offrirgli? La buona politica, il ritorno della democrazia vera». Nel mirino ci sono i "burocrati". «La Provincia - prosegue Antichi - è stata per troppo tempo commissariata dalla burocrazia, con una politica incapace di imporsi. Ma le norme sbagliate si cambiano, i funzionari che non collaborano si spostano: l'elezione - conclude - conferisce enormi poteri ed enormi responsabilità, la Provincia è governata dal presidente che è stato eletto, non da funzionari che hanno vinto un concorso non si sa come». Marras all'asilo. Antichi non cita mai il suo avversario, ma ci pensano gli altri, stigmatizzando, in particolare, l'accenno al fatto di essere più giovane del candidato del centrodestra. Il ministro Altero Matteoli, aprendo l'intervento conclusivo della conferenza è andato giù duro. «Fosse qui Marras - ha detto rivolto ad Antichi - visto che considera vecchio te, a me mi manderebbe in un ospizio. Ho letto alcune sue dichiarazioni e devo dire che è di un infantilismo politico incredibile, rischia di essere rimandato all'asilo». La destra. Matteoli si è anche rivolto ai suoi ex colleghi di partito. «Si va verso il bipartitismo - ha detto - non esiste una destra al di là del centrodestra, come non esiste una sinistra al di là del centrosinistra. Gli elettori che votano alla nostra destra rischiano di sprecare il voto e di fare un regalo a Marras». Vip egoisti. L'ultima stoccata Matteoli l'ha riservata ai vip capalbiesi che rallentano la realizzazione dell'autostrada. «Non è possibile che tutto resti fermo per 100-150 vip che hanno casa a Capalbio. Da chi ha ricevuto dalla vita più di altri, per capacità o per eredità - ha detto - mi sarei aspettato gesti di generosità». Ospiti. Erano presenti delegazioni di Assindustria, Confartigianato, Ance, Confagricoltura, Ascom, Associazione familiari e vittime della strada e Lega Nord. In sala anche Tania Amarugi del Movimento per il Bene Comune. Fuori programma è intervenuta Alessandra Nigrelli, fondatrice del movimento Centrosinistra di base. «Siamo vostri avversari e non mi auguro che vinciate - ha detto - ma saremo avversari leali». Enrico Pizzi

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borgioli sfida il centrosinistra (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 5 - Montecatini Borgioli sfida il centrosinistra Il Pdl presenta il suo candidato a sindaco di Chiesina è nuovo alla politica ma conta sull'esperienza di dipendente comunale CHIESINA. è Marco Borgioli il nuovo candidato a sindaco per il Popolo della Libertà a Chiesina Uzzanese. Cinquant'anni, impiegato comunale a Monsummano da oltre vent'anni, appassionato di sport da tutta la vita (da 8 anni è impegnato come allenatore della squadra di calcio juniores di Chiesina), Borgioli si presenta come "il nuovo che avanza". «Sono un moderato - dice nella conferenza stampa di presentazione - che non ha un'esperienza politica alle spalle ma che, dopo ventisei anni di lavoro in un Comune, può dire di conoscere bene il funzionamento di un'amministrazione e le esigenze dei cittadini, che spesso devono scontrarsi con quel muro di gomma rappresentato dalla burocrazia». Come lo stesso candidato afferma, alla sua inesperienza politica sopperirà il supporto di quello che viene definito "lo zoccolo duro del partito", rappresentato dai vari presenti all'ufficializzazione della sua candidatura: Roberto Benedetti, coordinatore provinciale, Anna Maria Celesti, consigliere regionale, Ettore Severi, sindaco di Montecatini e candidato alla presidenza della provincia, Alberto Lapenna, candidato a sindaco di Montecatini. Ma oltre a quello del proprio partito, Borgioli potrà contare anche sul sostegno della Lega e dell'Udc con i quali vengono annunciate "probabili alleanze". Di un programma ancora in via di definizione vengono poi illustrati alcuni punti essenziali. Sul recupero del patrimonio edilizio viene denunciata una gestione completamente sbagliata da parte delle passate amministrazioni. «La gente è scappata dal centro urbano perché negli anni è stato completamente abbandonato a se stesso» dice Borgioli, che propone il restauro e il recupero degli edifici fatiscenti, oltre a misure che possano in qualche modo rivitalizzare la vita cittadina, come il trasferimento della biblioteca in centro. Aumentare il controllo sul territorio è l'imperativo, attraverso una gestione migliore delle risorse: «Dobbiamo garantire una presenza maggiore per le strade dei vigili che non possono assolvere solo al compito di fare le multe». Il candidato del Pdl intende poi mettere in moto dei processi volti a favorire le attività economiche del luogo: «L'amministrazione, naturalmente nel rispetto della legge, deve trovare il modo di dare la precedenza alle aziende del territorio». Sulla viabilità c'è in cantiere un nuovo piano del traffico che migliori, in particolare, la viabilità del centro. La promozione delle attività commerciali poi è un obiettivo che Borgioli vuol raggiungere anche attraverso semplici iniziative come mostre, sagre, il potenziamento della "Settimana chiesinese" e l'aumento delle notti bianche. Viene annunciata poi la volontà di dar vita a delle misure anticrisi, che vadano a sostenere coloro che restano senza lavoro, e a delle politiche di sostegno per gli anziani e per la scuola. Francesca Maltagliati

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maurizio innocenti confermato alla guida della confesercenti (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 10 - Montecatini Maurizio Innocenti confermato alla guida della Confesercenti PISTOIA. Maurizio Innocenti è stato rieletto all'unanimità alla presidenta della Confesercenti proviciale al termine della recente assemblea congressuale. che si è svolta alla presenza del presidente regionale Massimo Vivoli. Innocenti ha sottolineato come si stia vivendo da tempo una situazione economica gravissima per le imprese. Ha quindi affermato l'importanza dell'unità delle associazioni, basilare punto di riferimento degli imprenditori. Innocenti ha anche ribadito che le piccole e medie imprese hanno urgenti necessità: il finanziamento attraverso il sostegno di Toscana Comfidi e delle banche, l'abbattimento della congruità degli studi di settore, la detassazione degli utili reinvestiti, la riduzione della pressione fiscale, il sostegno strutturale ai redditi e ai consumi, il taglio degli sprechi, lo snellimento della burocrazia, lo sviluppo di un nuovo rapporto costruttivo tra imprese e istituzioni. «A livello locale - ha detto Innocenti - Confesercenti proporrà un programma di difesa e sviluppo del commercio, nell'interesse delle città e della loro economia. Sarà chiesto alle amministrazioni un serio confronto e precise risposte, in un rapporto fondato sui principi di collaborazione». Grande importanza viene inoltre attribuita dalla Confesercenti al ruolo della Camera di commercio per lo sviluppo dell'economia che però sia fondato realmente sulla presenza di tutte le maggiori rappresentanze associative della piccola e media impresa, in tutti gli organismi camerali, giunta compresa. Infine, grande rilevanza è stata attribuita alla "unità di crisi" richiesta dalle associazioni della piccola e media impresa e accolta dalla Provincia.

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Istituto di tecnologia, Babele di geni (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Istituto di tecnologia, Babele di geni il viaggio La sfida degli scienziati in arrivo da oltre 30 Paesi, che hanno trovato "casa" a Morego Genova. Sulla sua scrivania, il russo Raul Gainetdinov ha una foto in bianco e nero appena scaricata da Internet. Ci sono Barack Obama, Silvio Berlusconi e Dmitry Medvedev ritratti sorridenti al G-20 di Londra. «Chi preferisco dei tre? Berlusconi, senza dubbio. Con tutti i soldi che ci ha dato...». Neuroscienziato quarantaquattrenne, Gainetdinov vive da un anno a Genova, dove lavora per l'Iit, l'Istituto italiano di tecnologia, «l'Mit italiano». Ovvero il centro di ricerca voluto nel 2003 dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti e dal direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, e finanziato dal governo di Silvio Berlusconi con 100 milioni di dotazione iniziale più un miliardo di euro pubblici in dieci anni. La struttura è ospitata sulla collina di Morego, in Valpolcevera, nella periferia di Genova che guarda verso il passo dei Giovi, in un grigio palazzo per uffici abbandonato dal ministero delle Finanze. Dove, dopo una lunga fase preparatoria, la ricerca muove ora i primi veri passi. «Sono qui da un anno ma il tempo trascorso finora è servito a sistemare gli uffici, i laboratori, a creare la mia squadra», dice Gainetdinov. «Ora inizia il lavoro duro». Sopra di lui, ai piani alti, siede uno dei direttori della divisione di robotica, Jean-Guy Fontaine. «Avevo tutto dalla vita. Mi avevano nominato professore ordinario all'Ensi (scuola nazionale superiore in ingegneria, ndr.) di Bourges, dopo che per dieci anni ero stato professore all'Università"Pierre et Marie Curie" di Parigi». Insomma una carriera prestigiosa con posto inamovibile. «Ma nel 2006 leggo un annuncio su una rivista scientifica, mi innamoro dell'idea, spedisco il mio curriculum ed eccomi qui. Mi sono trasferito con moglie e figli. Cercavo una sfida. L'ho trovata». La sfida è in fondo a un corridoio del palazzaccio di Morego, davanti al distributore automatico di caffè. «È nelle pause caffè - dice Fontaine - che le diverse esperienze si mescolano, che ricercatori di aree diverse parlano e si confrontano. L'Iit è forse l'unica struttura al mondo, certamente l'unica d'Europa, dove le discipline non sono a compartimenti stagni ma dialogano di continuo. Da quel dialogo nascono le idee migliori». Fontaine ha firmato un contratto di cinque anni, rinnovabili. «Vorrei fermarmi il più possibile perché - spiega - stiamo portando avanti progetti a lungo termine. Non ho mai lavorato tanto in vita mia», confessa il professore francese annunciando che tra pochi giorni andrà per una settimana in vacanza . «La mia prima vacanza in un anno». L'Iit è nato - è ragionevole supporre - dal pessimismo, e cioè dalla convinzione che l'università italiana e il Cnr fossero irriformabili e che fosse quindi necessario creare una struttura tutta nuova. Oggi ha una squadra di circa trecento scienziati, provenienti da più di trenta paesi diversi e sparsi nelle quattro aree di ricerca: robotica, neuroscienze, nanobiotecnologie e farmaceutica. Con un'età media di ventinove anni, e una produttività scientifica che finora ha dato alla luce quattrocento pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, diciannove brevetti e dieci progetti europei. «All'estero siamo ormai una realtà conosciuta, la comunità scientifica mondiale ci segue con attenzione», spiega il professor Fontaine. In Italia l'Iit continua ad essere un po' snobbato. L'università e il Cnr ne invidiano i grandi finanziamenti pubblici. Una parte del centro-sinistra, non il Pd ligure, lo ritiene un capriccio di Berlusconi. Roberto Cingolani, laurea in fisica e carriera internazionale, è il direttore scientifico dell'Iit. «L'Istituto italiano di tecnologia - dice - è una realtà italiana. Nata per produrre risultati eccellenti nella ricerca pura, a lungo termine, così come in quella applicata, a medio termine, dove dobbiamo lavorare a stretto contatto con le aziende. Con l'obiettivo, anzitutto, di promuovere l'innovazione scientifica di questo paese». Francesco Margioccomargiocco@ilsecoloxix.it 05/04/2009 progetto ambizioso Jean-guy fontaine 05/04/2009 burocrazia raul gainetdinov 05/04/2009 «In Francia avevo un lavoro prestigioso e sicuro. Ho lasciato tutto per venire qui, con moglie e figli, perché questo è il progetto più ambizioso per cui mi sia mai capitato di lavorare» 05/04/2009 «Qui funziona tutto come nelle migliori università americane, anche se dobbiamo fare i conti con le lentezze della burocrazia italiana. Come un anno di attesa per il permesso di soggiorno» 05/04/2009 contratti a termine ryo saegusa 05/04/2009 la bella vita ryad chellali 05/04/2009 «Il mio contratto sta per scadere ma spero in un rinnovo.Vorrei portare a compimento il mio lavoro. Vivere a Genova? Bello, a parte la sera quando rincaso e non trovo un buco per l'auto» 05/04/2009 «In Italia si vive bene. Non scorderò mai il mio arrivo. Il camion del trasloco si era dovuto fermare lontano da casa. La gente del posto è scesa per aiutarmi a scaricare i mobili» 05/04/2009

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interno di famiglia con artisti i dolori del giovane zivago - sandro viola (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 32 - Cultura Interno di famiglia con artisti i dolori del giovane Zivago Il padre pittore illustrava i libri di Tolstoj. La madre musicista era amica di Rachmaninov. La dacia di Peredelkino, il villaggio creato dal regime sovietico per intellettuali e scrittori, conservava ancora, anni dopo il caso del Nobel rifiutato, le tracce di un´aristocrazia travolta dalla caduta dello zar. Ora un libro che raccoglie ricordi inediti del fratello e del figlio dello scrittore ricostruisce quella storia Nella libreria tutte le sue opere, ma non il capolavoro Due giovani barbuti accanto alla tomba leggono le sue poesie SANDRO VIOLA Nel maggio del 1962, in un radioso pomeriggio della primavera russa, andai per la prima volta a Peredelkino, un villaggio a trenta chilometri da Mosca. Peredelkino è oggi sfigurato dalle orrende ville dei nuovi ricchi, ma a quel tempo c´erano soltanto, sparse nel bosco, le dacie d´una ventina di artisti e intellettuali. Accompagnato da Gheorghij Breitburd, l´italianista dell´Unione degli scrittori sovietici, andavo a visitare la dacia e la tomba di Boris Pasternak, che era morto due anni prima. E qui va spiegato subito come mai un funzionario dell´Unione degli scrittori, lo strumento con cui il partito comunista esercitava un rigido controllo ideologico sul mondo della cultura, avesse accettato d´introdurre un giornalista straniero nella casa di Pasternak. Erano infatti trascorsi solo quattro anni da quando il regime aveva obbligato l´autore del Dottor Zivago, con la minaccia d´esiliarlo dalla Russia, a rinunciare al premio Nobel che l´Accademia di Svezia gli aveva assegnato per quel suo romanzo. Ma la dolorosa, straziante rinuncia di Pasternak non aveva placato i cerberi dell´ortodossia, i cantori del realismo socialista. Erano infatti seguiti mesi e mesi d´accuse farneticanti contro romanzo (propaganda antisovietica, vilipendio della rivoluzione socialista, formalismo, estetismo eccetera), e infine l´espulsione di Pasternak dall´Unione scrittori. Dunque: come mai m´era stato concesso, non molto tempo dopo da quell´uragano, di visitare casa Pasternak? La risposta è che nell´Urss, agli inizi del ´62, il clima politico era di nuovo mutato. Di nuovo sembrava infatti che ci fosse un "disgelo" come quello occorso tra il ´56 e il ´58, tra il rapporto Kruscev e il "caso Pasternak", quand´erano apparsi libri del tutto impensabili negli anni di Stalin. Alla direzione di Novyj Mir, la più autorevole e diffusa rivista letteraria sovietica, era ritornato il "liberale" Aleksandr Tvardovskij, e qualche mese prima della mia visita a Peredelkino Tvardovskij aveva pubblicato Una giornata di Ivan Denisovic, il primo, clamoroso, travolgente testo di Aleksandr Solgenitsyn. Il regime sembrava insomma essersi quietato, nei rapporti tra la burocrazia politica e il mondo della cultura s´era di nuovo aperto qualche spiraglio. Sulla veranda della dacia di Pasternak mi attendevano la seconda moglie Zinaida Nikolaevna nata Nejgauz, e il figlio Leonid. Alta, corpulenta, Zinaida Pasternak era vestita con un abito nero - collo e polsini bianchi- più adatto a un ricevimento serale che non a un tè del primo pomeriggio, forse lo stesso vestito che aveva approntato per la cerimonia del Nobel quando era giunto l´annuncio del premio. Appariva lieta dell´incontro, molto ospitale. Mentre suo figlio Leonid, che aveva allora una trentina d´anni, dava l´impressione d´essere a disagio, quasi assente. Sbrigammo i convenevoli in francese, poi Breitburd fece da interprete alla conversazione attorno a un tavolo da tè apparecchiato alla russa, biscotti, acqua con lo sciroppo di mirtilli, una torta e una piccola brocca con la vodka. Dopo quasi mezzo secolo, il ricordo della casa di Pasternak non s´è ancora appannato. Al centro del grande soggiorno al pianterreno della dacia troneggiava un pianoforte a coda, e sul pianoforte Zinaida aveva allineato le cose che voleva mostrarmi. Un elegante e voluminoso album con i disegni e le stampe del padre di Pasternak, Leonid Osipovic («pittore accademico», come lo definiva il figlio Boris), per molti anni insegnante alla scuola di Belle arti di Mosca, e dal 1921 esule prima in Germania e poi in Inghilterra. I volumi delle traduzioni di Pasternak (Shakespeare, Goethe, Verlaine, Rilke), le prime edizioni d´alcune delle sue opere, Mia sorella la vita, Autobiografia, Salvacondotto. Nessuna traccia, invece, delle edizioni in russo o nelle altre lingue del Dottor Zivago. E nessuna risposta, sguardi distratti, quando chiedevo del romanzo ormai celebre in tutto il mondo. Forse perché Breitburd non traduceva le mie domande, forse perché a Zinaida era stato imposto di non parlare del romanzo. Il segno che il regime consentiva sì la visita d´uno straniero a casa Pasternak, ma il romanzo restava esecrato, bandito, e tale sarebbe rimasto sino alla sua pubblicazione in Russia ventisei anni dopo. I ricordi del pomeriggio a Peredelkino (che si chiuse con la visita alla tomba dello scrittore, una grande pietra tra le betulle accanto alla quale erano semisdraiati due giovani barbuti, ciascuno con in mano un volume delle poesie di Pasternak, una bottiglia di vodka nell´erba) mi tornano alla mente mentre leggo, adesso, La nostra vita. Il libro appena edito da Excelsior 1881 a cura di Liljana Avirovic, in cui sono raccolte le memorie dell´infanzia e prima giovinezza di Pasternak stesso, del fratello Aleksandr e del figlio Evgenij, avuto dalla prima moglie Evgenija Lur´e. Testi che tratteggiano la vicenda d´una famiglia molto speciale, e da cui scaturisce - come nel bellissimo Parla, ricordo di Vladimir Nabokov - un´accorata memoria della Russia pre-rivoluzionaria. Forse perché inedite per il lettore italiano, sono le pagine scritte da Aleksandr che risultano più avvincenti, intrise come sono dell´atmosfera da "grande casato" della famiglia Pasternak. Anche la madre di Boris e Aleksandr, Rosalia Isirodovna Kaufman, era infatti un´artista, un´eccellente pianista. E Aleksandr descrive infatti una casa in cui i bambini erano avvolti dagli odori di trementina, dei colori a olio che provenivano dal cavalletto del padre, mentre dal pianoforte suonato dalla madre si levavano le note di Bach, Schubert e Brahms. In quella casa non s´aggiravano persone comuni ma artisti famosi. Leone Tolstoj, che veniva a vedere le tavole preparate dal padre per le edizioni illustrate di Guerra e pace e di Resurrezione, Skryabin e Rachmaninov, due grandi pittori come Valentin Serov e Konstatin Korovin, il principe e scultore Troubetskoij. E quando la madre di Pasternak andava a fare una visita portandosi dietro i piccoli Boris e Aleksandr, la meta di quelle visite era spesso la casa di Sofia Rubinstein, la sorella di Anton e Nikolaij, i musicisti che esercitarono un´influenza decisiva sulla formazione d´una schiera di compositori e solisti russi alla fine dell´Ottocento. Dicevo che le memorie del fratello di Pasternak, Aleksandr, fanno pensare a quelle di Nabokov. Ma quanto più sincere, meno snob, di quelle scritte per il pubblico americano dall´autore di Lolita, quasi sempre mirate ad illustrare la condizione aristocratica e la ricchezza dei Nabokov prima della rivoluzione. Mentre lo sguardo di Aleksandr sulla Russia zarista è meno egocentrico, per così dire più storico, come nella descrizione dei funerali di Alessandro III, il penultimo zar. «Le campane suonavano tristi, insistenti [�] Mosca si toglieva il cappello, si faceva il segno della croce. Apparve la testa d´un interminabile corteo, le truppe, il clero, i cavalli con gualdrappe e pennacchi neri, un catafalco di inimmaginabile sfarzo, gli araldi in costumi mai visti [�] Il corteo procedeva, e le facciate delle case erano velate da grandi strisce e paramenti neri». Per chi ha un qualche interesse per la Russia pre-bolscevica, e per la vita di Boris Pasternak, un libro da leggere. Sorprende tuttavia (e dispiace) che nelle 364 pagine de La nostra vita non ricorra neppure una volta il nome di Olga Ivinskaja, la donna che negli ultimi quattordici anni della vita di Pasternak gli fu più vicina, amante e ispiratrice. Moralismo di chi ha curato il libro, meschinità dei familiari? Non ho risposte: solo stupore.

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Discarica da bonificare parola di Legambiente (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

BERGAMO pag. 3 Discarica da bonificare parola di Legambiente COSTA VOLPINO COSTA VOLPINO «LA DISCARICA DI PIZZO è inquinata e quindi pericolosa. Per questo va bonificata al più presto». Il grido d'allarme è stato lanciato dal circolo dell'Alto Sebino di Legambiente, che nel corso di una conferenza stampa ha invitato l'amministrazione comunale di Costa Volpino a intervenire. «Il sito di cui parliamo - denunciano gli esponenti dell'associazione ambientalista - è quello dell'ex Metal Fra, in località Pizzo, nel comune di Costa Volpino, nella parte Nord del Lago d'Iseo. In più di 30 anni sono stati presentati diversi progetti per la bonifica dell'area, ma tutto è rimasto sempre sulla carta a causa della burocrazia. La discarica in questione si estende per 12 mila metri quadrati sui quali, tra il 1977 e il 1979, vennero depositati ben 54 mila metri cubi di scorie d'acciaieria, fanghi e polveri di abbattimento fumi. Le analisi effettuate a più riprese hanno sempre confermato la presenza di elementi inquinanti come piombo, arsenico, zinco e Pcb (policlorobifenili)». «Il problema - sottolinea Bianca Lanfranchi, vicepresidente del circolo Alto Sebino di Legambiente - si è allargato: le analisi effettuate dall'Arpa hanno rilevato che anche nei terreni circostanti sono presenti sostanze derivanti dalle scorie d'acciaieria che la normativa inquadra come rifiuti pericolosi. Dal punto di vista penale non è stato possibile individuare chi trent'anni fa ha portato i primi rifiuti. Rimane il fatto che l'area ancora oggi rappresenta un pericolo per la popolazione. Quando tira vento si alza una polvere sottile che si deposita su auto, barche del vicino porto demaniale e case di Pizzo. Per questo abbiamo chiesto l'intervento del Comune. In tutti questi anni a Costa Volpino si sono succedute varie amministrazioni e sappiamo che la responsabilità non è dell'attuale sindaco, ma al primo cittadino, che deve tutelare la salute di tutti, chiediamo un intervento risolutivo visto che con l'arrivo della bella stagione riprenderà il flusso di turisti che vengono a Pizzo per stare all'aria aperta. L'unica soluzione è asportare le scorie e smaltirle, perché ricoprire il sito con argilla non basta a eliminare l'inquinamento del sottosuolo». Marco Lamberti

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di MASSIMO SAMPAOLESI STRONCONE - Da trentacinque anni dentro le grotte. Come i pipistrelli. ... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Domenica 05 Aprile 2009 Chiudi di MASSIMO SAMPAOLESI STRONCONE - Da trentacinque anni dentro le grotte. Come i pipistrelli. Anzi, sono proprio loro ma per la precisione il Gruppo Grotte "Pipistrelli" sezione autonoma di Stroncone, che a marzo hanno festeggiato il trentacinquesimo compleanno da speleologi: «Ormai eravamo molti a Stroncone - dicono dall'associazione, ricordando gli inizi di questa lunga avventura - a vederci in determinate serate per discutere sulle grotte ed altre cose. Tutti molto giovani e con tanta voglia di fare. Il nostro punto di riferimento era la sezione speleologica di Terni. Non avevamo la macchina per andare in città, così dovevamo prendere l'autobus. Tempo a disposizione prima dell'ultima corsa per ritornare a casa era poco più di un'ora; troppo poco per poter discutere e mettersi d'accordo sull'attività da svolgere. Una sera esponemmo il nostro problema ai ternani e decidemmo di comune accordo di formare una nostra filiale». Ma non tutto andò come ci si sarebbe aspettato. Qualche dissidio emerse: «Dopo qualche settimana - raccontano - venne indetta dal consiglio direttivo del Cai di Terni un'assemblea presso la Camera di commercio che ben presto si infuocò, secondo noi, in modo eccessivo. Fummo accusati di tradimento morale anche se, a tutt'oggi, ancora non ne abbiamo capito i motivi. Inutili le nostre argomentazioni per far loro capire le necessità e difficoltà che incontravamo per recarci a Terni in tarda serata, per partecipare alle riunioni». Poi, però, la decisione che li ha portati sin qui: «Dopo qualche giorno - spiega Fiorello, uno dei fondatori del gruppo di Stroncone - digerito il tutto, organizzammo una riunione alla quale erano presenti Gioberto Vittori, sandro Petroni, Giuliano Vittori, Antonio Brunetti e Carlo Spezzi, Dopo varie proposte e controproposte, si decise di tagliare con il Cai, restando comunque amici degli speleologi ternani, e creare un nostro gruppo autonomo, di libera adesione ma con regola serie e privo di tanta burocrazia che spesso ostacola gli obiettivi che uno si propone. Nacque così, tra brindisi e articoli dello statuto, il Gruppo speleologico Stroncone. Era il 1974 e quel giorno era una domenica di austerity». Da trentacinque anni, dunque, ma con una specifica qualità: «la nostra attenzione - dice ancora Fiorello - è rivolta verso lo studio dei fenomeni carsici sia profondi che superficiali, ai meccanismi che regolano la vita delle cavità, alle ricerche scientifiche che che in esse sono possibili eseguire e dell'utilità che tali discipline rivestono per la comunità. Senza presunzione ma con orgoglio, possiamo affermare che in tutti questi anni non sono venuti a mancare risultati, scoperte e studi di una certa rilevanza anche a livello nazionale». Risultati che fanno del Gruppo una sorta di marchio di qualità in questa specifica attività che non può essere considerata solo come un hobby: «Tra le molteplici attività portate avanti - dicono ancora dal Gruppo di Stroncone - non si possono dimenticare le dieci grotte scoperte lungo le pareti a strapiombo della Valle Nerina, compresa tra Ferentillo ed Arrone, nel 1976, oppure il lavoro fatto da Fiorello e Vitaliano sulle grotte del convento dello Speco francescano di Vasciano a carattere biologico e speleo-genetico». Ma tante altre sono state le attività del gruppo. Come il primo incontro regionale sulla ricerca bio-speleologica in Umbria tenutosi proprio a Stroncone nel 1980, o il film intitolato "Alla scoperta di un mondo sconosciuto". Tra le novità odierne anche l'inserimento, nel gruppo, di una squadra di torrentisti che ha dato il via al primo raduno Canyoning dell'Appenino: «La nostra speranza - chiudono gli speleologi di Stroncone - è che il lavoro iniziato trentacinque anni fa da parte di alcuni disgraziati possa continuare ancora a lungo».

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Meno burocrazia e tempi più rapidi per i commercianti che nel tredicesimo municipio d&#... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Domenica 05 Aprile 2009 Chiudi di MARA AZZARELLI Meno burocrazia e tempi più rapidi per i commercianti che nel tredicesimo municipio d'ora in avanti vorranno pubblicizzare il proprio negozio. Per gli abusivi però sarà più che mai"tolleranza zero". Il Comune ridisegna le regole per affissioni e pubblicità, e lo fa attraverso un provvedimento voluto dall'assessore alle Attività produttive Davide Bordoni proprio partendo dal litorale romano dove ci sono commercianti che per ottenere il nullaosta per un'insegna, vista l'esistenza dei vincoli paesaggistici, aspettavano fino a quattro o cinque anni. «Il provvedimento - descrive l'assessore Bordoni - stabilisce che il nullaosta per il vincolo paesaggistico non è più necessario. D'ora in avanti i commercianti potranno rivolgersi direttamente al municipio e la pratica richiederà una quindicina di giorni al massimo. L'obiettivo del nuovo regolamento è quello di semplificare e rendere più chiare le procedure amministrative ma anche di aiutare i negozianti a pubblicizzare le attività rispettando le regole». La notizia è stata comunicata ieri nel corso di un incontro con la stampa a cui hanno partecipato il presidente del municipio Giacomo Vizzani, il presidente dell'Ascom-Confcommercio Ruggero Picchi, il presidente della Confesercenti di Ostia Ginetto Pugliè e il presidente del coordinamento dei comitati di quartiere di Ostia Augusto Rossoni. «Il provvedimento - spiega Vizzani - risolve un problema che veniva segnalato da anni. Se da una parte si va incontro all' esigenza dei commercianti di sistemare un'insegna sul loro negozio dall'altra metteremo i vigili urbani nelle condizioni di poter riconoscere meglio chi rimane abusivo per scelta e chi fa pubblicità servendosi di cartelloni illegali a danno delle casse comunali». I primi interventi di rimozione delle affissioni e delle pubblicità abusive sono previste per la prossima settimana. Nel frattempo le associazioni dei commercianti hanno proposto di lasciare le insegne dei negozi accese anche di notte. «Abbiamo lanciato l'idea - dice Pugliè - per rendere le nostre città più vivibili e sicure anche di notte. E' evidente che una città illuminata sia meno pericolosa di una buia dove chiunque può agire indisturbato». «Abbiamo anche chiesto al Comune - interviene Picchi - di detassare le insegne a chi contribuirà alla sicurezza della città lasciando la luce accesa di notte. Stiamo aspettando la risposta. Ci sembra comunque un modo per limitare i costi che i commercianti andrebbero a sostenere». «Siamo soddisfatti - afferma Stefano Salvemme presidente commissione attività produttive del municipio - del risultato raggiunto con il provvedimento dell'assessore Bordoni. Avevamo migliaia di commercianti che aspettavano un nullaosta anche da anni. In un periodo di crisi in cui i negozianti hanno bisogno oltre che voglia di pubblicizzare le loro attività ci sembra una soluzione ottima». La rimozione dei cartelli abusivi inizierà invece la prossima settimana da alcune delle strade più centrali di Ostia. Quello del "cartellone selvaggio" è un problema anche sulle grandi arterie di collegamento fra Ostia e la capitale come la via Cristoforo Colombo o via dei Romagnoli dove in prossimità degli incroci confondono persino la segnaletica stradale.

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Insegne, il Comune cambia le regole (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Domenica 05 Aprile 2009 Chiudi Il provvedimento presentato dall'assessore comunale Bordoni: «Per la pratica basteranno quindici giorni» Insegne, il Comune cambia le regole Meno burocrazia per il rilascio dei nullaosta ma lotta dura agli abusivi

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Kula, la dogana dai carabinieri (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

CRONACA 05-04-2009 La storia: Dietro le quinte Viaggio tra le burocrazie e i balzelli padroni delle frontiere Kula, la dogana «forzata» dai carabinieri PEJE (KOSOVO) DAL NOSTRO INVIATO A ltro che gli stati: alle dogane confinano la ragione e l'imponderabile. Specie se vai a est, tre le barriere interne di quella che era la Jugoslavia. Burocrazia, balzelli in tempo e denaro: le frontiere, nella migliore delle ipotesi sono questo. Nella peggiore, muri invalicabili. Anche se viaggi solo per donare una vecchia Fiat Marea a un'onlus appiedata. Si tratta di gettare il cuore oltre la frontiera. Con la loro esperienza di Bielorussia (dove da anni portano convogli di aiuti) Gabriele Ravera, presidente di Help Italia, e il consigliere direttivo Emilio Crippa ci hanno fatto il callo, alle rogne da confine. A Bari, però, sembra troppo anche per loro. Lo Sveti Stefan, il rugginoso traghetto per il Montenegro parte alle 22, ma alle 20 si sentono intimare «Tornate dopo essere passati dal notaio» da doganieri e poliziotti. A insospettire, è la targa tedesca a scadenza utilizzata per il viaggio (e per evitare di pagare in tasse più del valore dell'auto). Mancano timbri, carte bollate: se ne riparlerà tra due giorni, al prossimo traghetto, ammesso si riesca a trovare un notaio. La discussione si protrae, la fila si allunga. A muoversi, è la coda parallela, con i Suv e le Porsche dei nuovi ricchi montenegrini. Un finanziere sta spostando birilli per il dietrofront, quando saltano fuori i timbri e si scopre che era tutto un equivoco. Si passa. Da Bari a Bar: attraverso l'A- driatico e la notte. Dal varco del porto montenegrino si riparte dopo aver pagato 70 euro di tassa per i pc da donare all'onlus kosovara. Si riparte per il valico di Kula, a 2000 metri di quota, dove la neve forma muri alti più di un uomo anche a fine marzo. Ci pensano i doganieri kosovari (con i montenegrini fila tutto liscio) a innalzarne uno che pare insuperabile. Chiedono 50 euro per l'assicurazione, visto che la carta verde europea non vale qui. La targa tedesca provvisoria attira anche la loro attenzione: pretendono si paghi la tassa come si volesse vendere la Marea. Si prende tempo, lasciando in pegno il passaporto di Crippa (una volta a Peje, l'auto sarà sdoganata dall'onlus kosovara). «Un pizzo» commentano i volontari della Protezione civile di Vittoria con tre veicoli carichi di generi di prima necessità per l'emergenza Kosovo. Per i loro camion e furgoni i doganieri chiedono 280 euro (l'uno) di assicurazione, oltre a un tot a chilo per il carico: non importa che si tratti di una missione umanitaria. Parte un giro di telefonate: le camionette dei carabinieri dell'Msu uscite dal Villaggio Italia di Peje risalgono a passo di carica i tornanti del valico. Il tenente prima ci prova con le buone. Poi, i toni si fanno sempre più aspri. «Salite a bordo: vi scortiamo al Villaggio» dice alla fine l'ufficiale italiano ai volontari. Ringhiante, il doganiere si oppone. «Sparami, se vuoi fermarmi » gli sibila il tenente. Per un attimo, sembra che tutto possa succedere. Alla fine, il convoglio riparte. Il cuore forza l'ostacolo. Ma la ragione non lo segue. Sembra (non c'è nulla d'ufficiale) che i 280 euro per veicolo verranno pagati dalla nostra ambasciata. rob.lon. Il cuore in viaggio Lo sbarco a Bar della Marea donata da Help Italia.

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di STEFANO LOLLI DA SEI ANNI alle prese con idee meravigliose' e ri... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

FERRARA ECONOMIA E POLITICA pag. 10 di STEFANO LOLLI DA SEI ANNI alle prese con idee meravigliose' e ri... di STEFANO LOLLI DA SEI ANNI alle prese con idee meravigliose' e ripensamenti del Comune; con programmi che cambiano e delibere che si inceppano. Con garanzie ufficiali e dietrofront repentini: «Se non fosse che ci sto rimettendo tanti soldi, mi divertirei ad assistere a questi capricci della burocrazia e della politica...». MA GIOVANNI SARDO, geometra e piccolo immobiliarista, non si diverte più. «Nel 2001 ho acquistato l'area ex Camilli di via Darsena, per realizzare un intervento immobiliare racconta ; sapevo che trattandosi di un ex deposito di carburanti avrei dovuto attuare la bonifica dei terreni, indispensabile per legge. In effetti per la messa in sicurezza e i primi interventi ho già speso 430 mila euro». Contemporaneamente ha preso avvio l'iter del piano particolareggiato per la realizzazione di 19 villette a schiera con garage interrati: «E' stato approvato senza problemi, nel 2004 ho pagato la prima rata degli oneri di urbanizzazione, quasi 40 mila euro». PECCATO che sull'area ex Camilli, prospiciente la Darsena, sia nata una controversia; troppo inquinata per prevedere un'urbanizzazione massiccia, ecco prendere corpo l'idea della permuta col Comune. «Mi sono state dapprima proposte aree in via Foro Boario e in Gaetano Pesci, poi l'amministrazione ha cambiato idea ed ha individuato terreni in via Caduti di Cefalonia, nella zona della Rivana ricorda Sardo ; ma a quel punto è sorta la protesta dei residenti che difendono il piccolo parco pubblico. Dunque non se n'è fatto niente...». INTANTO GLI ANNI passano: «Alla fine siamo arrivati all'accordo che sembrava definitivo. Io avrei ceduto al Comune l'ex Camilli, ed aggiunto un conguaglio di oltre 280 mila euro, Iva compreso sottolinea il costruttore ; in cambio mi è stata promessa, e addirittura già assegnata in delibera, un'area di 12 mila metri quadrati nel quartiere Boschetto. Certo, meno prestigiosa dal punto di vista della posizione rispetto a quella di via Darsena, ma considerando l'aumento della volumetria e soprattutto che così si concludeva la vicenda, per me andava bene». VICENDA CONCLUSA? Non scherziamo, con il cocktail BuroPolitik' l'incognita è dietro l'angolo. «Io ero tranquillo, perchè sentivo il sindaco Sateriale ed i suoi assessori pavoneggiarsi nell'annuncio che l'area ex Camilli sarebbe diventata un giardino, la porta d'accesso' al Museo della Shoah Sardo sorride... sardonico ; ed invece ecco in Commissione consiliare saltare tutto, per veti politici, ripensamenti dell'assessore Atti, questioni di inopportunità». Legate alla bonifica dei terreni, di cui il Comune non intende sostenere i costi e che, lasciata la proprietà al privato, nemmeno Sardo potrebbe essere obbligato a pagare: «Con il vincolo di lasciare i terreni a verde pubblico, non vedo proprio perchè dovrei spendere più di quello che ho già speso dice il geometra ; ma il punto è che in questi anni, se mi fossero stati detti con chiarezza i problemi, avrei potuto cambiare il progetto, modificare la parte relativa ai garage interrati. A quel punto, invece dei 900 mila euro necessari al completo ripristino ambientale dei terreni, l'intervento sarebbe costato molto meno ma io avrei potuto costruire le villette. Visto che, politica o non politica, ho un piano particolareggiato regolarmente approvato dal Comune e tutti i permessi a posto». SARDO NON HA cambiato idea: «Mi sono innamorato di quell'area, e maledetto il giorno che è successo! scherza Purtroppo non sono un colosso' dell'edilizia e di sicuro non ho santi in paradiso, così da più di sei anni sono costretto in balia dei capricci degli amministratori. Che si possono permettere di frenare, tergiversare, cambiare idea mentre ai piccoli imprenditori come me questo atteggiamento costa un sacco di soldi. Se avessi iniziato a costruire le villette nel 2004, magari cambiando il progetto per evitare i problemi di inquinamento, a quest'ora sarebbero finite e vendute. Adesso invece sono nuovamente in alto mare». CON UN REBUS in testa: attendere la nuova amministrazione (visto che quella uscente ha deciso di archiviare' la permuta e bloccare ogni decisione in merito) o avviare subito un'azione legale contro Sateriale & C.? «Per carattere non sono una persona bellicosa conclude Sardo , ma vista l'insensibilità degli amministratori, incuranti del tempo e dei problemi che il loro atteggiamento causano ai cittadini ed ai piccoli imprenditori, ho detto all'avvocato di valutare una causa al sindaco ed all'assessore uscente. Perchè se non capiscono da soli quanti danni procurano alla gente con i loro viaggi mentali, forse è il caso di ricordarglielo...».

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(sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Brianza)" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

CESANO MEDA pag. 14 «I Comuni più virtuosi sono i più penalizzati» La denuncia dell'Anci dopo l'abolizione dell'Ici di SONIA RONCONI BARLASSINA L'ANCI, associazione nazionale dei comuni italiani, continua a ribadire le difficoltà che la finanza locale deve affrontare in questi tempi, nonostante l'attualità del tema del federalismo fiscale. Anche il Comune di Barlassina, pur avendo approvato il bilancio di previsione del 2009 rispettando il patto di stabilità e raggiungendo l'equilibrio tra entrate e spese, risente degli effetti degli interventi governativi, in particolare dell'abolizione dell'Ici sulla prima casa e di altri provvedimenti. L'eliminazione della tassazione immobiliare non è stata compensata per intero dai trasferimenti governativi. «Barlassina può essere inclusa fra i comuni virtuosi che come denuncia l'Anci sono i più penalizzati dalla gestione centrale della finanza locale - afferma Piera Gaviraghi, assessore al Bilancio -. Essere cittadini di un comune virtuoso è un orgoglio, ma rischiare meno servizi per valutazioni approssimative ed effettuate lontano dal paese è un'ingiustizia». Per Barlassina, l'Ici sulla prima casa certificata per il 2008 ammontava a 540.000 euro, ma il Comune ha ricevuto dal Governo solo 508.000. Per coprire la differenza, non accertata come minore entrata, si rischierà di dover porre un vincolo all'avanzo di bilancio, qualora sia confermato dalle operazioni, ora in corso, di redazione del bilancio comunale consuntivo. Per il 2009 il trasferimento della tassa comunale sulla prima casa dovrebbe essere di 570.000 euro, certificato dal Comune, includendo gli usi gratuiti che il governo ha assimilato alle abitazioni principali. Ma non è sicuro che il trasferimento destinato a Barlassina possa corrispondere alle certificazioni effettuate per il bilancio 2009. Si è passati quindi da un'entrata certa e autonoma (quale è per sua natura l'Ici) a un'entrata derivata (dalle decisioni centrali sui trasferimenti) e soprattutto incerta. Da cui discendono una minor autonomia finanziaria e una maggior difficoltà di programmazione per gli enti che, essendo più vicini ai cittadini, dovrebbero essere in grado di dare risposte più puntuali ai loro bisogni. Un altro argomento delicato per la finanza locale è quello relativo alla verifica dei risparmi possibili sui costi della politica. Il Governo ha tagliato i trasferimenti in attesa di accertare le effettive spese inutili. Al Comune di Barlassina sono venuti meno 21.780 euro, ma l'attività di accertamento ha evidenziato che per la burocrazia il margine di risparmio possibile fosse solo di 262 euro. Image: 20090405/foto/144.jpg

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Kula, la dogana dai carabinieri (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Veneto" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

CRONACA 05-04-2009 La storia: Dietro le quinte Viaggio tra le burocrazie e i balzelli padroni delle frontiere Kula, la dogana «forzata» dai carabinieri PEJE (KOSOVO) DAL NOSTRO INVIATO A ltro che gli stati: alle dogane confinano la ragione e l'imponderabile. Specie se vai a est, tre le barriere interne di quella che era la Jugoslavia. Burocrazia, balzelli in tempo e denaro: le frontiere, nella migliore delle ipotesi sono questo. Nella peggiore, muri invalicabili. Anche se viaggi solo per donare una vecchia Fiat Marea a un'onlus appiedata. Si tratta di gettare il cuore oltre la frontiera. Con la loro esperienza di Bielorussia (dove da anni portano convogli di aiuti) Gabriele Ravera, presidente di Help Italia, e il consigliere direttivo Emilio Crippa ci hanno fatto il callo, alle rogne da confine. A Bari, però, sembra troppo anche per loro. Lo Sveti Stefan, il rugginoso traghetto per il Montenegro parte alle 22, ma alle 20 si sentono intimare «Tornate dopo essere passati dal notaio» da doganieri e poliziotti. A insospettire, è la targa tedesca a scadenza utilizzata per il viaggio (e per evitare di pagare in tasse più del valore dell'auto). Mancano timbri, carte bollate: se ne riparlerà tra due giorni, al prossimo traghetto, ammesso si riesca a trovare un notaio. La discussione si protrae, la fila si allunga. A muoversi, è la coda parallela, con i Suv e le Porsche dei nuovi ricchi montenegrini. Un finanziere sta spostando birilli per il dietrofront, quando saltano fuori i timbri e si scopre che era tutto un equivoco. Si passa. Da Bari a Bar: attraverso l'A- driatico e la notte. Dal varco del porto montenegrino si riparte dopo aver pagato 70 euro di tassa per i pc da donare all'onlus kosovara. Si riparte per il valico di Kula, a 2000 metri di quota, dove la neve forma muri alti più di un uomo anche a fine marzo. Ci pensano i doganieri kosovari (con i montenegrini fila tutto liscio) a innalzarne uno che pare insuperabile. Chiedono 50 euro per l'assicurazione, visto che la carta verde europea non vale qui. La targa tedesca provvisoria attira anche la loro attenzione: pretendono si paghi la tassa come si volesse vendere la Marea. Si prende tempo, lasciando in pegno il passaporto di Crippa (una volta a Peje, l'auto sarà sdoganata dall'onlus kosovara). «Un pizzo» commentano i volontari della Protezione civile di Vittoria con tre veicoli carichi di generi di prima necessità per l'emergenza Kosovo. Per i loro camion e furgoni i doganieri chiedono 280 euro (l'uno) di assicurazione, oltre a un tot a chilo per il carico: non importa che si tratti di una missione umanitaria. Parte un giro di telefonate: le camionette dei carabinieri dell'Msu uscite dal Villaggio Italia di Peje risalgono a passo di carica i tornanti del valico. Il tenente prima ci prova con le buone. Poi, i toni si fanno sempre più aspri. «Salite a bordo: vi scortiamo al Villaggio» dice alla fine l'ufficiale italiano ai volontari. Ringhiante, il doganiere si oppone. «Sparami, se vuoi fermarmi » gli sibila il tenente. Per un attimo, sembra che tutto possa succedere. Alla fine, il convoglio riparte. Il cuore forza l'ostacolo. Ma la ragione non lo segue. Sembra (non c'è nulla d'ufficiale) che i 280 euro per veicolo verranno pagati dalla nostra ambasciata. rob.lon. Il cuore in viaggio Lo sbarco a Bar della Marea donata da Help Italia. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

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(sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 05/04/2009 - pag: 3 L'intervista Il presidente del Comitato della Difesa, la più alta carica militare dell'Alleanza «Nuovo patto tra le due sponde dell'Atlantico» L'ammiraglio Di Paola: «Massimo impegno per Kabul. E aiuteremo il Pakistan dall'esterno» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI STRASBURGO Ammiraglio, lei che della Nato è la massima autorità militare, perché è stata così importante e tormentata la scelta della sua massima autorità politica? La gente vi vede come un'organizzazione militare autonoma... «Ma la leadership di questa organizzazione è politica. Il segretario generale presiede il Consiglio atlantico, cioè dà le direttive sulle linee strategiche. Perciò è importante che sia una personalità autorevole: perché fornisca al Consiglio una guida chiara e forte». Giampaolo Di Paola, ammiraglio e presidente del Comitato militare della Nato, è appena uscito da una delle tante riunioni di questo vertice, che si conclude con almeno una decisione importante. Quali sono gli altri risultati che si attende per il futuro, su una prospettiva più lunga? «Che venga ribadita al massimo livello politico, come è stato qui a Strasburgo, la coesione e la solidità della Nato, sulle due sponde dell'Atlantico. Che si riconfermi il suo impegno in Afghanistan. E che si lanci con coraggio l'annuncio di una profonda riflessione, fortemente mirata a un nuovo concetto di strategia». Perché il mondo è cambiato? Da tempo si sa che un gasdotto può essere più importante di un sommergibile nucleare, e che una vignetta sul profeta Maometto può innescare una guerra come e più di un confine violato... «Io penso a una profonda riflessione che dovrebbe essere aperta alla società civile, e dovrebbe svolgersi uscendo dalle stanze della burocrazia. Burocrazia, sia chiaro, della quale faccio parte anch'io...». Un'occasione per riflettere subito c'è già: la crisi economica, che minaccia i fondi accordati alla Nato dai suoi Stati membri. Basteranno, quei fondi, soprattutto con l'accresciuto impegno in Afghanistan? «La Nato non è un mostro, che si muove per conto suo e fuori della realtà. Quel 2% medio di Pil stanziato in spese per la difesa dai suoi Stati membri è un obiettivo comune e condiviso, che poi può variare da Paese a Paese. La crisi economica può portare a una battuta d'arresto ma non a un'inversione di tendenza. Ecco: i Paesi saranno oculati nelle loro scelte, forse le razionalizzeranno meglio...». E voi non chiedete più mezzi? «Noi ci auguriamo che per effetto della crisi non vi siano distrazioni eccessive dal Pil. O mettiamola così: le autorità politiche e militari della Nato chiedono ai Paesi membri di fare degli sforzi aggiuntivi. Che però non sono soltanto finanziari. Possono essere sforzi aggiuntivi in mezzi, uomini, capacità. E in duttilità operativa». Traduzione? «Nell'applicazione dei caveat» (i residui vincoli territoriali all'impiego delle varie truppe, ndr). Obama parla di approccio regionale afghano-pachistano, alla fine vedremo la Nato anche in Pakistan? «No. La Nato è in Afghanistan con la forza Isaf, e lì rimarrà. Perché l'Afghanistan ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire. Ma il Pakistan, no. E noi rispettiamo la sua volontà. Nello stesso tempo, però, il Pakistan ha chiesto assistenza per svolgere un lavoro coordinato dai due lati della frontiera, in zone divenute santuari dei terroristi. Questo sì, possiamo farlo. Cercheremo di aiutare il Pakistan ad esercitare lui, con le sue forze, la lotta al terrorismo nei suoi territori». Avete contatti con i suoi capi militari? «Ho incontrato il generale Kayani (Ashfaq Parvez Kayani, capo di stato maggiore, ndr) quest'inverno a Bruxelles, e ora mi ha invitato per una visita a Islamabad». Una buona notizia, almeno una, dall'Afghanistan. «Ce n'è di diverse. Ma una l'ho vista con i miei occhi pochi giorni fa: sul leggendario Khyber Pass, là dove transitò anche Alessandro, è stato aperto un centro di controllo frontaliero con una moderna sala operativa dove siedono insieme militari afghani, pachistani e della Nato. Altri 5 centri verranno aperti presto. Chi l'avrebbe mai detto, pochi anni fa?». E chi avrebbe mai detto che sarebbe stato proposto di legalizzare gli «stupri coniugali»? «Oggi, al Consiglio atlantico, tutti hanno ribadito che il rispetto dei diritti delle donne, come del resto degli uomini, è una priorità, un elemento sostanziale della democrazia. E abbiamo espresso la forte preoccupazione per le possibili conseguenze di quella legge». Ucraina e Georgia: entreranno mai nella Nato? «La Nato l'ha detto chiaro: sì. Il problema non è 'se' entreranno, ma creare le condizioni perché maturi il loro ingresso». E quando matureranno quelle famose condizioni? «Dipenderà da una valutazione complessiva, anche politica, legata alle circostanze del momento». \\ Ucraina e Georgia? Entreranno, ma quando le condizioni saranno mature, anche dal punto di vista politico Luigi Offeddu>Torna all'inizio


L'horse country non si fa più A Sant'Ignazio solo il camping (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Provincia di Oristano Pagina 4040 Norbello. Addio all'iniziativa dopo 16 anni di contributi L'horse country non si fa più A Sant'Ignazio solo il camping Norbello.. Addio all'iniziativa dopo 16 anni di contributi --> Bufera nell'ultimo Consiglio comunale. L'opposizione: bruciati milioni di euro. Il sindaco: il consorzio horse country non esiste più. Polemiche anche per il piano particolareggiato del centro storico. Niente horse country, almeno per ora. Parte a metà il campeggio di Sant'Ignazio, affidato recentemente in gestione e il cui nastro verrà tagliato a maggio dopo quasi sedici anni di attesa. Progettato con la programmazione dedicata all'horse country, di fatto ora non avrà nulla a che fare con il mondo del cavallo, al quale invece il territorio è particolarmente votato. La società che prenderà in gestione la struttura ricettiva non sembra però, almeno al momento, interessata a sviluppare questo discorso. «Salta tutto il discorso legato all'horse country - ha sostenuto Antonio Pinna, capo della minoranza, durante il Consiglio comunale - Sono stati spesi milioni per un progetto che non parte. Il campeggio è azzoppato rispetto all'idea iniziale». «Il progetto iniziale non ha avuto più gambe, il consorzio horse country non è più in essere», ha replicato il sindaco Silvio Manca. E ha aggiunto: «Per fortuna abbiamo trovato un gestore per far partire il campeggio». Ma il tema del campeggio è stato solo uno di quelli affrontati durante l'esame del bilancio (il cui voto a favore è arrivato solo dalla maggioranza). Al centro della discussione anche il piano particolareggiato. Critiche sullo strumento urbanistico dedicato al centro storico sono arrivate sia dalla minoranza che dal consigliere Ninni Angioni che ha sostenuto che si farebbero «figli e figliastri». Il sindaco ha sostenuto che, a breve, in Consiglio verrà presentato il piano particolareggiato della frazione e i residenti si sono detti favorevoli mentre su quello approvato a Norbello sono state seguite le indicazioni per essere approvato dalla Regione. Polemica anche sul piano degli insediamenti produttivi intercomunale. Per l'opposizione sarebbe sbagliato incentrare lo sviluppo economico norbellese sul Pip. In aula si è discusso anche dei finanziamenti sui costoni rocciosi. Per quello che si trova nella strada che conduce a Domusnovas Canales a disposizione ci sono 920 mila euro ma ancora non si è riusciti a far partire i lavori. Troppa burocrazia per il sindaco che ora si è detto pronto, se non ci saranno novità, «a bruciare le tappe«. Per quel che riguarda il costone roccioso sottostante la chiesa (in cassa 300 mila euro) si è in attesa dei risultati delle analisi effettuate per capire che tipo di intervento portare avanti. Le critiche dell'opposizione è stata totalmente respinta dall'esecutivo che si è detto invece soddisfatto dell'operato. ALESSIA ORBANA

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Al capezzale della scuola (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Provincia di Nuoro Pagina 5042 Baire a Nuoro Al capezzale della scuola Baire a Nuoro --> Il caso Nuoro sarà affrontato a Roma in un tavolo istituzionale sulla scuola sarda. E non poteva che cominciare dal capoluogo della Barbagia, in una delle zone più penalizzate dai tagli, la ricognizione del nuovo assessore regionale all'Istruzione, Lucia Baire con esordio nel circolo didattico di via Carboni (dove ha incontrato il sindaco Mario Zidda e gli insegnanti della scuola dell'infanzia), tappa al Liceo scientifico e conclusione alle Medie “Borrotzu”, dove, accompagnata dalla direttrice dell'Ufficio scolastico, Clara Marrosu, ha incontrato i dirigenti scolastici di tutta la provincia. BOTTA E RISPOSTA Rispondendo alle domande dei responsabili d'istituto Lucia Baire si è dichiarata pronta a farsi portavoce, davanti al ministro Gelmini, delle problematiche di tutta la scuola sarda e in particolare di quella nuorese, già penalizzata da fenomeni come lo spopolamento e la carenza di sevizi ricreativo-culturali. «Anch'io sono un'insegnante precaria - ha detto l'assessore regionale - ma sul fronte educativo non ho niente da insegnare a voi. Non ho la bacchetta magica, ma vi assicuro tutto il mio impegno per risolvere i problemi, in cambio chiedo massima collaborazione. Al di là delle ideologie, dobbiamo lavorare tutti insieme per il bene dei ragazzi». LE PRIORITÀ Diversi i temi inseriti nell'agenda delle priorità. A partire dal precariato, un problema di proporzioni abnormi che non può essere risolto con l'assistenzialismo, ma anche con la solidarietà dei colleghi di ruolo, lasciando spazio per esempio nei progetti extracurriculari. Un gruppo di lavoro si sta occupando poi della sicurezza delle scuole, mentre si tenta di sconfiggere la burocrazia. SPESA LENTA «Abbiamo ferme in Regione 16 mila pratiche di assegni di merito di studenti universitari», ha precisato l'assessore Baire: «Spesso anche i finanziamenti non vengono utilizzati perché le procedure sono lente». Infine, l'assenza di una legge scolastica regionale: «Chiederemo al ministro le risorse necessarie per questa operazione - ha concluso Lucia Baire invitando i dirigenti scolastici in assessorato ogniqualvolta ci sia una valida proposta per migliorare l'offerta formativa. MARIA BONARIA DI GAETANO

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Podestà: più under 40 nella mia giunta (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 05/04/2009 - pag: 5 Qui centrodestra Il candidato Pdl: incentivi per le nuove coppie che cercano casa e piano per le infrastrutture Podestà: più under 40 nella mia giunta Incontro con i giovani. Il ministro Gelmini: «Da Penati erediterai un disastro» Smaltimento rifiuti, via libera ai nuovi termovalorizzatori: «Non saremo come la Napoli del pre-Berlusconi» Parla ai ragazzi, li incita a fargli proposte le trenta migliori saranno pubblicate sul suo sito promette posti in giunta agli under 40 che «avranno il coraggio di cambiare». Guido Podestà alla sua prima uscita pubblica dopo la candidatura ufficiale alle provinciali. Al circolo della Stampa, davanti a 250 giovani del Pdl che lo sostengono e lo applaudono per oltre due ore. E con uno sponsor di governo: il ministro del-- l'Istruzione, Mariastella Gelmini. Programmi e propositi. Sarà anche per la platea, ma Podestà sembra proprio puntare sulle nuove leve. Li ascolta intervengono coordinatori regionali, provinciali, il consigliere comunale Carlo Fidanza, rappresentanti studenteschi e li sostiene. Poi inizia con il programma, in tre punti. Primo, il lavoro. «Daremo forme di garanzia alle imprese, alle famiglie e alle neo-coppie, assicureremo fidi aggiuntivi a chi vuole comprare un appartamento: la Provincia può essere soggetto facilitatore nel piano casa, impegnandosi ad alleggerire la burocrazia ». Secondo, le infrastrutture: il completamento della tangenziale esterna Est, l'allungamento delle tratte del metrò. Infine l'ambiente: sì ai termovalorizzatori «per non diventare come la Napoli del pre-Berlusconi». Elogio del premier «è un grande statista» e attacco a Penati: «Siamo stanchi dei suoi annunci, non è serio continuare a illudere la gente, meglio che se ne vada». Podestà entra nel dettaglio: «Disse che avrebbe tolto il ticket sanitario e non poteva, doveva mantenere le strade e non l'ha fatto, ha perso la battaglia del termovalorizzatore, ci ha costretti a indebitarci per comprare le azioni della Serravalle e ora le vuole vendere ». L'invettiva continua: «Più che città metropolitana, definirei Milano una città-regione. Ed è inutile parlare di scioglimento della Provincia visto che non è nostra competenza». Infine: «Penati è ostaggio della sinistra radicale, in cinque anni non è riuscito a fare niente». Anche la Gelmini, applauditissima, è agguerrita. A Podestà dice: «Penati ti lascia un disastro economico, erediti da lui lo stesso pasticcio che ho ricevuto io all'Istruzione. Ma si sa, a noi piacciono le sfide». Obiettivo: stravincere. E anche se c'è la crisi «i soldi per le fasce deboli li troveremo, abbiamo una forte sintonia con la Regione e con i privati». Sguardo all'expo: «Che sia un momento di proiezione verso il futuro». Appello finale ai ragazzi: «Aiutateci a tirare fuori le idee. Nella mia giunta ci sarà una presenza importante di giovani. E non per una questione di quote, ma perché lo meritate». Guido Podestà Candidato pdl alla Provincia (Tamtam) Annachiara Sacchi

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la ricetta di tondo: più vicini alla gente (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 2 - Attualità La ricetta di Tondo: più vicini alla gente Il presidente assicura meno burocrazia e maggiori sforzi finanziari contro la crisi AMARO. Avvicinare il sistema pubblico alla gente, ragionare ed agire con pragmatismo e spirito unitario, scendere in campo per scoprire talenti e valorizzarli, investire sul futuro, sostenere il credito alle imprese ed il reddito delle famiglie per garantirne la capacità di spesa, finanziare le opere pubbliche immediatamente cantierabili. Con questi concetti operativi - illustrati ieri ad Amaro, nella sede di Agemont, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria al presidente di Area Science Park, Giancarlo Michellone, ed al presidente di Eurotech, Roberto Siagri - il governatore del Fvg, Renzo Tondo, ha tracciato una sorta di Vadenecum AntiCrisi, inserendo le istruzioni per l'uso su come combatterla «con sensibilità e fiducia» e come uscirne pronti per sfruttare al meglio le opportunità di rilancio. Per quanto riguarda il sistena pubblico «dobbiamo dimostrare di essere più vicini alla gente». «Condicio sine qua non per uscire dalla crisi con le ossa intere e in pole position nella fase della ripresa è essere una regione veramente unita e coesa, capace di proporsi al mondo come un unico Sistema Friuli Venezia Giulia. Non è più tempo di malinconie e di campanilismi». «La Regione - poi - deve mettere i propri strumenti finanziari al servizio delle aziende: Friulia è meglio che pensi meno agli utili e più ad aumentare il numero di aziende partecipate. Non solo. Il sistema pubblico è chiamato ad immettere più risorse in circolazione per fronteggiare gli effetti di una crisi localmente già evidente nei casi negativamente eclatanti di Caffaro, Safilo, Ferriera di Servola e Ideal Standard». Entrando nel dettaglio delle situazioni di crisi più accentuata, Tondo si è dichiarato convinto «che esista ancora un futuro per il comparto chimico in Friuli Venezia Giulia. Quando un sito esiste, infatti, rappresenta per l'intero Paese un valore aggiunto che non può essere abbandonato. È determinante salvare la Caffaro, anche perché i 63 milioni di euro di esposizione debitoria sono tutti nei confronti di centinaia di piccoli fornitori che adesso sono a rischio chiusura».

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Sei in carcere? Tranquillo, l'Inps ti dà il sussidio (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

n. 82 del 2009-04-05 pagina 15 Sei in carcere? Tranquillo, l'Inps ti dà il sussidio di Stefano Zurlo L’Inps eroga senza controllare la posizione penale. Ed è così che molte persone in cella si ritrovano con l’assegno pieno Migliaia invece si aggiudicano il bonus ridotto. Il trucco? Basta fare il giardiniere in carcere per 78 giorni l’anno MilanoL’indennità di disoccupazione dietro le sbarre. I soldi dell’Inps per chi incrocia le braccia dietro le sbarre. Può sembrare un paradosso, uno dei tanti del nostro Paese, ma è la realtà. Lo Stato invia decine di assegni a molti detenuti sparsi nei penitenziari italiani. L’Inps non fa distinzioni: è sufficiente che il carcerato abbia lavorato almeno 57 settimane nei due anni precedenti e poi sia stato licenziato ma sia iscritto alle liste di collocamento. In quel caso il bonus scatta. Comunque. L’Inps non guarda il curriculum criminale, se il candidato sia in custodia cautelare o definitiva, italiano, straniero o clandestino, se abbia avuto un’occupazione in precedenza, quando era libero, o durante la prigionia, e nemmeno se il detenuto abbia lavorato all’interno della struttura o all’esterno. L’Inps paga e paga tutti. Poco, ma a pioggia. Di più, in qualche carcere le occupazioni tradizionali dai nomi ancora ottocenteschi - spesino, scrivano, scopino o mof, acronimo per manutenzione ordinaria fabbricato - sono per forza di cose provvisorie e a rotazione. Ma proprio questa circostanza, proprio il continuo turn over, permette a centinaia di persone di raggiungere annualmente la fatidica soglia dei 78 giorni di lavoro e di ottenere così l’anno dopo la cosiddetta indennità di disoccupazione con requisiti ridotti. In pratica un minibonus che in molte realtà è a portata di mano per centinaia di detenuti. Insomma, con un pizzico di buona volontà, di solidarietà e di coordinamento, l’indennità, sia pure formato mignon, non si nega a nessuno. O quasi. Basta sincronizzare i turni sul calendario e il risultato arriva. I numeri esatti, va da sé, non li conosce nessuno. L’Inps e il Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, non hanno mai incrociato i loro archivi. I dati sono per forza di cose parziali e ballerini. Ci sono realtà allavanguardia in cui i meccanismi della burocrazia sono ben conosciuti, altre in cui i misteri e la generosità della previdenza sono ignoti. Trarre conclusioni generali è impresa temeraria, ma qualcosa si può dire. La realtà forse più avanzata, su questo versante, è quella di Sollicciano, il grande carcere di Firenze. Poco meno di mille detenuti, centottanta domande appena firmate per ottenere l’indennità con requisiti ridotti. Più del quindici per cento della popolazione carceraria. «Ho compilato io le schede - spiega Giuseppe Caputo - volontario dell’associazione L’altro diritto e documentatissimo ricercatore di sociologia del diritto - l’indennità del primo tipo, almeno qui a Sollicciano, è quasi una chimera irraggiungibile; i 78 giorni lavorati negli ultimi dodici mesi, senza nemmeno il bisogno di essere iscritti al collocamento, invece sì». E come si fa se si è ristretti in una cella? Il «trucco» è appunto quello delle occupazioni interne al carcere: «Circa trecento persone ogni anno - spiega Caputo - si dividono i lavori tradizionali: spesini, scrivani, giardinieri, scopini. Solo a Sollicciano lavorano, naturalmente a rotazione, fra i 60 e gli 80 detenuti». Così il «premio» di disoccupazione può essere conquistato abbastanza facilmente: basta raggiungere quota settantotto. «Attenzione - riprende Caputo - parliamo di somme modeste, modestissime. L’indennità può oscillare fra un minimo di 150-200 euro e un massimo di 600-700 euro, a seconda dei periodi impegnati, ma la cifra è annuale, non mensile, viene versata in un’unica soluzione, di solito in estate, e serve generalmente per alleviare la povertà dilagante anche dietro le sbarre». Dunque, alcune centinaia di euro che si sommano allo stipendio, in verità ridotto all’osso - pari ai due terzi del minimo contrattuale di quella categoria parametrato sulla busta paga del 1994 - e ai costi per lo Stato della detenzione: quelli sì elevati, perché un carcerato costa alla collettività grosso modo 90-100mila euro l’anno. E i paradossi non finiscono qui. A Sollicciano l’indennità classica, quella ordinaria, è stata conquistata da un transessuale nel momento in cui ha lasciato il carcere. Un po’ spesino, un po’ scrivano, un po’ altro ancora, Tamara - questo il suo nome - ha messo in fila 57 settimane nell’arco di due anni, ed è uscito sventolando l’assegno mensile dell’Inps. Fuori da Sollicciano la percentuale dei detenuti sovvenzionati dall’Inps cala: «Nel resto della Toscana - conclude Caputo - credo che usufruisca dell’indennità il 5-10 per cento della popolazione carceraria. Non di più». Proporzioni che probabilmente si ripetono nel resto d’Italia. Disegnando così il profilo, davvero surreale, di una figura nuova nel pur frastagliato panorama previdenziale italiano: il detenuto disoccupato. Un centauro dei nostri tempi e della nostra legislazione. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Un fondo unico per sanare i danni dell'alluvione di Capoterra (sezione: Burocrazia)

( da "SardegnaIndustriale.it" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

SardegnaIndustriale.it - News 5/4/2009 – Un fondo unico per sanare i danni dell’alluvione di Capoterra Capoterra, l’alluvione non è finita. Nel senso che gli esiti di quel disastroso evento che ha colpito, con epicentro Capoterra, un'ampia zona del Cagliaritano non sono cessati e molte cose restano da fare. Le ferite del territorio sono evidenti ed altrettanto evidenti sono i disagi di chi vi abita. Il riconoscimento di zona colpita da calamità naturale (decreto del presidente del Consiglio dei ministri, numero 3711) ha una scadenza, il 31 ottobre di quest’anno. Oltre quella data la procedure d’emergenza perderanno la loro efficacia e subentrerà la burocrazia ordinaria. Ecco il motivo che ha spinto il consigliere regionale Christian Solinas (Psd.az) a proporre un emendamento in Finanziaria che individui un soggetto unico (potrebbe essere l’assessorato dei Lavori pubblici) per assumere le iniziative necessarie e raccogliere sia le somme non spese, sia un ulteriore finanziamento di 15 milioni di euro, essendosi dimostrate del tutto insufficienti le risorse a suo tempo stanziate (20 milioni della Regione e 15 dello Stato).

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Paola Facchinello per Un'altra Bassano (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Paola Facchinello per Un'altra Bassano «Lista aperta a tutte le forze di centrosinistra». Sancita l'alleanza con l'Idv, Rifondazione, Sinistra e Libertà Domenica 5 Aprile 2009, Bassano E' Paola Facchinello la candidata sindaco alle prossime amministrative per Un'altra Bassano. E L'Italia dei valori ha già sancito l'alleanza. "Vogliamo già parlare del nostro programma- ha esordito la consigliera di lunga tradizione che prima di Un'altra Bassano sedeva nei banchi dei progressisti- E' importante parlare di problemi pratici e di alleanze. L'Italia dei valori si è avvicinata a noi da qualche tempo: con il consigliere Antonio Campana abbiamo condiviso diverse battaglie come la raccolta firme per l'abrogazione del Lodo Alfano. Condividiamo valori importanti come la legalità e l'idea che amministrare dev'essere un servizio e non uno strumento di potere. Vogliamo difendere gli interessi della collettività." A sostenere la coalizione anche i Comunisti italiani, Rifondazione comunista e Sinistra e Libertà: "Le liste non sono ancora definite e chiuse. Voglio lanciare un appello- ha puntualizzato Riccardo Poletto di Un'altra Bassano- La nostra è una coalizione di centro sinistra che ha molta voglia di allargarsi. Vogliamo essere includenti e non escludenti." "Siamo aperti al confronto e alla collaborazione- ha aggiunto Giorgio Langella dei comunisti italiani- La lista è aperta a tutte le forze del centro sinistra. Dobbiamo riuscire a limitare i danni che la destra ha fatto nel nostro territorio." Poi la parola è andata al candidato sindaco: "Vogliamo una città che sia a misura di pedone: per i disabili è impossibile muoversi a Bassano. Proporremo piste ciclabili non troppo costose, una deviazione del traffico di attraversamento della città. Non è mai stato discusso un piano urbano del traffico. Una visione d'insieme, più che mai necessaria, fin'ora è mancata. Il piano di assetto territoriale è stato fatto a compartimenti stagni, senza prendere in considerazione i paesi limitrofi quali Cassola". Il progetto del piano casa è al primo posto tra gli obiettivi del programma. "Abbiamo 32 case comunali chiuse perché necessitano di essere ristrutturate. Se fossi sindaco farei un mutuo per provvedere all'immediato restauro dell'edilizia residenziale pubblica invece che per costruire la piscina. Nulla contro le nuove piscine ma è questione di priorità. Vogliamo creare un piano casa accompagnato da uno studio di impatto residenziale per evitare il problema dei ghetti." Attenzione anche ai prodotti agricoli locali. "Proporremo che nelle mense vengano usati prodotti locali, della nostra terra. Le poche aree agricole che ci sono tali devono rimanere. L'ortaggio locale potrebbe dare nuovo impulso all'economia locale." E gli immigrati dovranno avere un peso diverso all'interno della città. "E' impensabile che gli immigrati che lavorano e pagano le tasse non abbiano nemmeno il diritto di votare alle elezioni dei comitati di quartiere. L'esempio dell'ambulatorio per gli immigrati ci spiega come potrebbe essere Bassano se le cose non cambiano: l'attuale sindaco Bizzotto, che si è sempre dimostrato moderato in materia, nell'avvicinarsi al periodo elettorale ha mutato improvvisamente atteggiamento. E ci si è voluti mascherare dietro alla questione sicurezza quando l'ambulatorio era oltre che legale anche una questione di buonsenso. L'azione del sindaco potrebbe essere inoltre più efficace dal punto di vista della sanità: snellire la burocrazia e potenziare il consultorio familiare sono solo due degli aspetti da considerare. E dal momento che sono una donna non mancherà l'attenzione alle pari opportunità." "La nuova economia dovrà necessariamente ripartire dalle famiglie - ha concluso Carlo Rizzotto, coordinatore provinciale dell'Italia dei valori - Un'altra Bassano è già possibile grazie alle eccellenze del volontariato che sono presenti in città. Il cambiamento della nostra città dipende dalle scelte fatte oggi. Affinché i bassanesi siano cittadini di serie A." Lara Lago

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Mira tende la mano ai più deboli (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Mira tende la mano ai più deboli Buoni spesa, sconti sui medicinali, sostegno alle famiglie e rateizzazioni sulle bollette Domenica 5 Aprile 2009, Mira Buoni spesa e sconti sui prodotti farmaceutici da banco, sostegni alle famiglie su trasporti scolastici, mensa, contributi all'affitto, rateizzazioni nei pagamenti delle bollette e anticipazione dei contributi alla cassa integrazione, anticipazione di una settimana delle pensioni sociali e attenzione ai mutui casa. Queste alcuni degli interventi previsti nel Piano anticrisi di Mira che in sindaco Michele Carpinetti si appresta a presentare, nei prossimi giorni a sindacati, banche, associazioni di categoria e rappresentanti dei consumatori. Dopo le iniziative legate alle attività produttive che mirano a dare nuovo slancio al polo industriale e artigianale del PIP Giare, e l'accordo sottoscritto dal Comune di Mira, da Confindustria e dalla Banca del Veneziano che ha come obiettivo il raddoppio dell'area e la realizzazione di un centro servizi per le imprese il Comune di Mira si appresta ad avviare un Piano Anticrisi offrendo aiuti concreti a cassintegrati, disoccupati e pensionati al minimo oltre che alle famiglie in difficoltà. "In un momento di reale difficoltà per centinaia di famiglie - ha spiegato il sindaco Carpinetti - e in attesa di un intervento del Governo che stenta ad arrivare, l'amministrazione ha l'obbligo di formulare proposte concrete di aiuto, con l'obiettivo di trainare qualsiasi soggetto pubblico e privato possa essere coinvolto con investimenti o azioni positive. Si tratta di intervenire in tempi rapidi - ha affermato il sindaco - per sostenere chi per diversi motivi si trova manche temporaneamente senza lavoro, vedendo ridotto il proprio reddito familiare." L'intento è quello di andare incontro alle esigenze delle tante famiglie che subiscono gli effetti negativi di una crisi che difficilmente rientrerà in breve tempo, lasciando strascichi pesanti sulle economie familiari. Il comune ha già messo a disposizione 45mila euro e con il coinvolgimento della società partecipata Serimi, sono stati recuperati altri 20mila euro in buoni spesa da spendere in diversi esercizi e sconti sui prodotti farmaceutici da banco. "Credo che in questa fase - ha spiegato il presidente Serimi Antonio Gottardo - ognuno debba fare la propria parte, a partire dalle società miste con finalità sociali". Il Comune potrebbe anticipare gli assegni che spettano alle famiglie indigenti, che non dovranno così aspettare i tempi della burocrazia. "Alle banche - ha spiegato l'assessore alle politiche sociali Margherita Gasparini - chiederemo di poter anticipare i contributi alla cassa integrazione, anticipare di una settimana l'erogazione delle pensioni sociali e di tenere d'occhio i mutui casa, prevedendo rate particolari per chi è in difficoltà". Actv, Veritas, E.on saranno chiamate, invece, a prevedere rateizzazioni nei pagamenti delle bollette. Luisa Giantin

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Il Prosecco premia Barack Obama: Scelto per festeggiare la vittoria (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Il Prosecco premia Barack Obama: «Scelto per festeggiare la vittoria» Domenica 5 Aprile 2009, Verona (m.ro.) «Adriano questo premio lo merita sicuramente, vista anche l'ultima, incredibile, "bugia" dell'aereo perso per rientrare in Italia. Rebellin, invece, più che un bugiardo è uno "sfortunato arrabbiato": meritava l'oro a Pechino, non l'argento, fosse solo per la carriera e l'impegno». Così ieri al Vinitaly di Verona Giancarlo Padovan, ex direttore di Tuttosport, ha commentato l'assegnazione dei premi "Il Bugiardo". Sempre nello stand del Veneto (padiglione 4) ieri c'è stata la consegna dell'attestato di ringraziamento dei fans di Barack Obama per il Prosecco doc Conegliano Valdobbiadene offerto per festeggiare la nomina del nuovo presidente Usa (era stato servito nel corso del ricevimento al club della Stampa di Washington la sera della vittoria elettorale). Una forte denuncia della Coldiretti di Padova si è levata ieri da Verona: «Le aziende vitivinicole sono sono sommerse dalla burocrazia, al punto che molti imprenditori passano più tempo tra le pratiche che in cantina». Secondo lo studio degli agricoltori euganei un imprenditore vinicolo è costretto a dedicare fino a 100 giorni lavorativi l'anno per districarsi dalle pratiche e sono richiesti almeno 30 adempimenti prima di poter stappare una bottiglia di vino. Infine i dati dell'Istituto nazionale per Commercio Estero-Ice, elaborati dal Centro Studi Vinitaly sulla Svezia che vede i volumi trattati nel 2008 con un +6,88% (+23% come valore). A crescere sono soprattutto vini rossi (+11,3%) e bollicine (+18), mentre una leggera contrazione viene fatta registrare dai bianchi fermi scesi del -3,7%.

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A.A.A.: Giovani imprenditori cercasi (sezione: Burocrazia)

( da "Quotidiano.it, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

A.A.A.: Giovani imprenditori cercasi San Benedetto del Tronto | Esce un nuovo bando di concorso, organizzato dal comune e dall'Adecco, per i giovani provetti imprenditori che potranno godere di incentivi e consulenza gratuita. di Francesca Poli Da sin: Settimio Capriotti e Antimo Di Francesco L' "incubatore di impresa per giovani imprenditori" è il nuovo concorso di idee che il comune di San Benedetto ha organizzato insieme alla Adecco Management. L'incubatore ha come obiettivo la creazione di imprese da sostenere, mediante delle attività di consulenza, in modo da facilitarne l'accesso a finanziamenti bancari a tasso agevolato. Un bando, dunque, per giovani ambiziosi di età compresa tra i 18 e i 45 anni, che potranno presentare le proprie idee imprenditoriali a partire da domani, lunedì 6 aprile, fino al 30 aprile. I progetti dovranno essere rigorosamente innovativi, non devono essere correlati ad attività già esistenti e franchising, né devono ricorrere a riconversioni di impresa. Al termine del bando, verrà effettuata una prima selezione di 15 progetti, che saranno ritenuti aderenti al fabbisogno del territorio. Seguirà una seconda selezione, definitiva, che vedrà la vincita di 5 progetti per ciascuno dei quali verrà affidato un counselling personalizzato (orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente) grazie all'aiuto di una equipe di esperti nel settore che si adopererà anche nell'ottenere finanziamenti a tasso agevolato, ad occuparsi di consulenze giuridiche e di marketing commerciale. "In un momento di crisi rilevante come questo che sta investendo il nostro sistema economico - afferma il Vice Sindaco Antimo Di Francesco - abbiamo voluto lanciare un messaggio di incoraggiamento ai giovani che sognano di intraprendere la strada dell'imprenditoria premiando le loro capacità inventive ed innovative". 39.600 euro è il costo complessivo del progetto:12.000 sono stati stanziati dal comune e i restanti dalla Adecco e i suoi partners. "Abbiamo accettato questa iniziativa perché il nostro territorio è ricco di imprese individuali - spiega l'assessore con delega al lavoro Settimio Capriotti - le quali, specialmente in questo periodo di crisi, stanno avendo notevoli problemi. Noi vogliamo agevolare coloro che hanno intenzione di creare nuove aziende per farli incorrere in meno rischi possibili". Un concorso di idee dunque, che non solo premia l'inventiva e la genialità ma permette di offrire, ai vincitori, un percorso guidato nel labirinto dell'imprenditoria evitando di incorrere nei meandri della burocrazia e avere strada facile per il credito. 05/04/2009

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(sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

«Un centro giovanile sorgerà a Montedoro» San Cataldo. Il presidente di Nuova Civiltà don Giuseppe Anzalone tira le somme del "Mandorloinfiore Day", festa annuale dell'associazione (nata 24 anni fa in un garage), che si è svolta domenica scorsa nell'affollato auditorium dell'istituto Fascianella. «Mi sembra un bilancio positivo - dice -, buona la risposta dei giovani e degli intellettuali. Incisiva la testimonianza di don Massimo Naro che ha ricevuto il "Premio Nuova Civiltà 2009" dalle mani di mons. Russotto. Stimolante l'intervento di don Bellia. Ma mi chiedo se il "tornare a pensare" abbia inquietato anche coloro che, sul piano ecclesiale e civile, sono chiamati a rispondere alla domanda di senso e di concretezza delle nuove generazioni». Il Mandorloinfiore Day è un movimento di cultura e spiritualità «che si ispira - continua don Giuseppe - alla lezione di vita di quel grande maestro di fede che fu mons. Naro; è una realtà che è nata dal cuore dei nisseni e dei monrealesi che non lo hanno dimenticato. Raccoglie in un solo evento il cammino di spiritualità del gruppo che si riunisce a Nuova Civiltà ogni settimana il giovedì alle ore 19». Il tema scelto quest'anno è stato: "Torniamo a pensare sulle orme di mons. Cataldo Naro". Perché? «Viviamo un tempo, per dirla con Bauman di "amore liquido" che scaturisce da un "pensiero liquido" ovvero da una leggerezza dell'essere fino al "vuoto" esistenziale. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Anche nella nostra realtà nissena i giovani sono quelli che pagano il prezzo più alto. Tornare al pensiero di don Aldo e al Progetto culturale della chiesa italiana significa scoprire la struttura portante dell'essere in Cristo una nuova creatura partecipe di una nuova vita nello Spirito». Nel corso del suo intervento ha fatto riferimento alle "buche" del nisseno. «Mentre altrove appena si apre una crepa si cerca di rimediare, da noi le buche rimangono mesi. Ma il riferimento alla buca come metafora del vuoto esistenziale e dell'assenza di pensiero rimanda alla solitudine cui è stata costretta la nostra generazione. Vedo un atteggiamento di rassegnazione in una parte del clero e delle istituzioni. Il sentimento prevalente tra i nostri giovani è quello della fuga. Il livello di cultura della vita - conclude - si è abbassato in quella che è stata stimata la provincia "fanalino di coda" per la qualità della vita». Tutto ciò si traduce nell'impegno in un'associazione come Nuova Civiltà. «Un movimento nato 24 anni fa. Siamo partiti da un garage e ora siamo approdati al "Villaggio di Nuova Civiltà" (Ente Fascianella). Abbiamo due comunità per minori "Alba" e "Germoglio" e vari laboratori creativi. Abbiamo avviato anche il "Progetto Locanda del Samaritano" il cui svolgimento sta subendo ritardi a causa della burocrazia». Salvatore Falzone

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Delitto Ansalone, mistero irrisoltoIl caso. (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Delitto Ansalone, mistero irrisoltoIl caso. Il comandante dei vigili urbani fu ucciso il 13 settembre del 1945. Nel 1926 aveva preso parte alla «retata» Mori Anche Liborio Ansalone, comandante dei vigili urbani di Corleone, era una persona perbene, uno che si era sempre sforzato di fare il suo dovere. La sera del 13 settembre 1945 si era soffermato in piazza, davanti al municipio, chiacchierando con qualche conoscente, poi era entrato in un negozio a comprare del bicarbonato e, lentamente, col pacco sottobraccio, si stava avviando verso casa, in piazza Nascè. All'improvviso si udì il crepitare di alcuni colpi di fucile. Ansalone cadde supino al centro della piazza, accanto alla fontanella in ghisa, dalla quale continuava a zampillare l'acqua. Era stato colpito all'addome da tre proiettili, che l'avevano ucciso. Chi aveva sparato al comandante dei vigili urbani di Corleone, ad appena di 5 mesi e mezzo dall'assassinio Comaianni? E perché? Se lo chiedevano i passanti, che guardavano quel corpo senza vita steso per terra. Ma, più ancora, se lo chiesero la polizia e i carabinieri. Non fu facile trovare la risposta, perché Ansalone pare che non avesse avuto contrasti con nessuno. Aveva 51 anni, era figlio dello storico segretario comunale, rimasto per circa 50 anni al vertice della burocrazia municipale. Da tempo era sposato, aveva avuto ben sei figli – Maria, Clara, Nicola, Fausta, Giovanni e Umberto – che però da qualche anno abitavano a Palermo, insieme alla madre, per motivi di studio. «In paese era rimasto solo lui con la figlia più grande, Maria, che stava svezzando il secondo nipotino del comandante», ci racconta Nonuccio Anselmo, nel terzo volume della sua «Corleone Novecento». E non abitava più nella vecchia casa di famiglia di via Santa Caterina, ma in un appartamento preso in affitto presso l'Istituto Canzoneri. Ma, allora, perché era stato assassinato Liborio Ansalone? In assenza di risposte certe, che nemmeno la magistratura riuscì a trovare (dopo mesi di indagini a vuoto, il delitto fu archiviato come «a carico di ignoti»), bisogna accontentarsi delle «voci» che circolarono in paese. A quanto si disse, Ansalone aveva pagato un conto molto lontano nel tempo. Un conto antico, datato 20 dicembre 1926, il giorno della famosa «retata» del prefetto Mori a Corleone. Fu alle prime luci dell'alba di quel giorno che l'allora giovane comandante dei vigili urbani aveva guidato i militari di Cesare Mori per le vie del paese, indicando una per una le abitazioni dei mafiosi d'arrestare. «Era arduo spiegare che il comandante difficilmente avrebbe potuto sottrarsi all'ordine del superprefetto senza finire per primo in gattabuia o al confino», spiega ancora Anselmo. Anche perché «qualcuno era convinto che ci avesse goduto». Sarà stato questo «qualcuno», in quei convulsi mesi del secondo dopoguerra, a rivolgersi a don Michele Navarra, fresco capomafia del paese, per avere l'autorizzazione a saldare quel vecchio conto. Don Michele, evidentemente, non si fece pregare e diede il «via libera» per togliere di mezzo «uno sbirro», che si era permesso di «aiutare» Cesare Mori, mettendosi contro i «fratuzzi» di Corleone. Contro i «paesani». D'altra parte, nella Corleone degli anni '40, simili regolamenti di conti erano la norma. Pochi mesi prima, il 28 marzo 1945, non erano stati Luciano Liggio e suo «compare» Giovanni Pasqua ad assassinare la guardia giurata Calogero Comaianni? Oggi potremmo dire che Ansalone e Comaianni si erano messi dalla parte della legalità. Allora furono solo «du sbirri» in meno sulla faccia della terra. D. P.

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Il berlusconi geopoliticamente fotosensibile (sezione: Burocrazia)

( da "Foglio, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

5 aprile 2009 Il berlusconi geopoliticamente fotosensibile Tra le tante stupidaggine lette in questi giorni sui giornali a proposito di Berlusconi e della sua, chiamiamola così, strategia politica al G20 ci sono un paio di cose che, per quanto raccontate mi sembra in maniera un po’ ridicola, forse andrebbero precisate. Primo. Nonostante ci sia qualcuno, me compreso, che non si trova esattamente a suo agio con l'esuberanza del nostro presidente del Consiglio, alla fine dei giochi quello che del Cav. resterà del G20 di Londra saranno quelle foto con cui ha messo insieme i sorrisi di Obama e Medvedv e quella sua telefonata con cui – strafottendosene della burocrazia dei protocolli ingessati dei meeting internazionali – si mette da parte per provare a convincere Erdogan sulla nomina del nuovo segretario generale della Nato, Rasmussen (la Turchia aveva parecchie riserve su un danese alla guida della Nato soprattutto per la vecchia questione delle vignette del giornale danese Jylland Post su Maometto). Ora, dov'è il problema? E' un problema che il Cav. abbia fatto indispettire la Merkel? E' un problema che si sia messo a parlare a telefono con Erdogan? (e che il Cav. sia a telefono con Erdogan in quel momento lo ammette anche Repubblica). A me pare proprio di no, pare proprio che quello di Berlusconi – a parte l'evitabilissima volontà di spezzare le redini ai giornalisti che raccontano balle su di lui – sia stato un successo mediatico incredibile, e sarebbe bastato vedere con quale foto due giorni fa i giornali di mezzo mondo hanno scelto di riassumere il contenuto del vertice londinese. Indovinate un po' qual era? di Claudio Cerasa

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Ecco la crisi del volontariato Si ferma anche la "Bierfest" (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

EVENTO ANNULLATO.DA VENT'ANNI RICHIAMAVA MIGLIAIA DI VISITATORI Ecco la crisi del volontariato Si ferma anche la "Bierfest" [FIRMA]DANIELA GIACHINO GRESSONEY-SAINT-JEAN Addio fiumi di birra, ai piedi del Monte Rosa. O meglio, arrivederci al 2010. Quest'anno niente «Bierfest» a Gressoney-Saint-Jean. Il virus che attacca le Pro loco valdostane, cioé la mancanza di volontari, ha minato anche la resistenza del Gruppo Folkloristico guidato da Romano Rial, organizzatore di un evento che, apparentemente, da vent'anni non conosceva crisi. Pur non offrendo altro che birra, cibo e musica, era diventato un appuntamento da non perdere per i valdostani e per migliaia di piemontesi. «Abbiamo deciso di sospendere la manifestazione per un anno - dice Rial -. Non ci sono problemi né di soldi, né di rifornimento birra. Siamo troppo pochi: il direttivo è composto da 7 persone, il gruppo da 25. Nei due giorni di festa si aggregano altri volontari, ma il peso dell'organizzazione ricade su pochi. Inoltre, in quanto volontari, senza alcun interesse personale, ci avviliamo quando piovono critiche per qualcosa che non ha funzionato». E le nuove normative non aiutano. «La burocrazia ci stronca - conclude Rial -. E' difficile seguire con cura tutti gli adempimenti. Valuteremo se sarà il caso di modificare lo statuto dell'associazione. E cercheremo, con uno spirito rinnovato, di organizzare la festa il prossimo anno». E anche per il barone Federico Beck Peccoz, produttore della Kühbacher, sarà un anno di pausa. La sua fama di industriale ha radici nell'Ottocento, quando un ramo della famiglia gressonara si stabilì in Baviera e, dopo aver fatto fortuna con il commercio dell'ottone, nel 1862 acquistò un birrificio. La birra, non pastorizzata, arriva da Kühbach, cittadina di 4 mila abitanti della Baviera, in una grande botte per mantenere intatte le pregiate caratteristiche. E' prodotta otto settimane prima dell'inizio della festa, viene filtrata e poi inviata a Gressoney a bordo di un Tir. A produrla il piccolo birrificio di Beck Peccoz che ogni anno vende circa 50 mila ettolitri di birra: il 30% è commercializzato nelle botti, il 10 per certo è acquistato dalla popolazione locale e il rimanente è imbottigliato. Le cifre della manifestazione gressonara negli ultimi anni erano imponenti: 15 mila litri di birra venduta, sette quintali di carne cucinata, cento volontari, padiglione da 1800 metri quadrati.

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Nuove case del Violino: lamentele e rassicurazioni (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 06/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:città e provincia Nuove case del Violino: lamentele e rassicurazioni É stato costruito pieno di aspettative da parte di tutti: Comune, costruttori, futuri inquilini. E continua a rappresentare una sfida per ognuno degli attori protagonisti. Diventate un simbolo dell'edilizia ecologica, le nuove case del Villaggio Violino, Sud Ovest di Brescia, sono state sottoposto ad alcuni «ma» e «se» proprio da chi in quegli appartamenti abita da oltre due anni. A telefonare a Pronto Giornale di Brescia sono stati i residenti della schiera «O», appartenente proprio al lotto di recente realizzazione. E la segnalazione è semplice: «I nostri appartamenti presentano alcuni problemi irrisolti». Il sopralluogo nelle abitazioni «Partiamo dall'alto: li vede quei pannelli solari? Hanno un'inclinazione diversa rispetto a quelli degli altri complessi, i nostri sono del tutto orizzontali». Inizia così il tour nelle abitazioni racchiuse fra il civico 32 e il 46. «La resa, così come li hanno montati, è inferiore del 30% - raccontano i proprietari - e nonostante la promessa di sistemazione entro settembre 2007, nessuno si è più visto». Altro problema, le crepe esterne, tutte alla stessa altezza nelle case a schiera; e poi gli scoli dell'acqua che, ristagnando sul balcone, creano umidità all'interno delle abitazioni. «Il pavimento dei terrazzini è in pendenza, gli abbaini dell'acqua sono direzionati verso i balconi e per evitare di trovare la stanza allagata abbiamo dovuto provvedere ad apporre delle pensiline. A nostre spese». Anche dentro, le criticità rilevate sono comuni: stessi inconvenienti, alla stessa posizione, nelle stesse stanze. Innanzitutto le «fessurazioni» sulle pareti (quelle striature che si distinguono dalle crepe perché più sottili e meno profonde e che vanno perciò ad intaccare il solo strato di intonaco): «I costruttori - spiegano gli inquilini - sono già intervenuti stuccando e siliconando a più riprese e sono stati diversi i sopralluoghi effettuati dai tecnici, ma le fessure sono ricomparse». Poi, la muffa: «La ventola di aerazione è sempre attiva, ma dato il grande problema di umidità, su alcune pareti è comparsa la muffa» incalza il signor Daniele, che conclude: «Gli altri sono dettagli, ma uniti a tutto il resto e alle lunghe attese, diventano più fastidiosi». Edilizia ecologica ed economica La filosofia che aveva guidato il progetto del nuovo tratto del Violino (143 alloggi) prevedeva la combinazione di mano pubblica, interventi privati e... pollice verde. Bioedilizia e risparmio energetico erano i punti di forza del progetto, lanciato e pianificato nei minimi dettagli dalla precedente Amministrazione comunale; il tutto in case di edilizia convenzionata e quindi a basso costo. Qualcosa non è andato per il verso giusto? Per capirne di più abbiamo contattato la cooperativa Centro Studi La Famiglia, responsabile e referente della schiera «O». La Famiglia, per altro è la cooperativa che ha fondato la parte storica del quartiere (Villaggio Marcolini) e che con questo intervento ha concluso un'opera iniziata nel 1954. La Famiglia risponde «Le case - ribadisce il direttore generale della cooperativa, Giacomo Tomasini - sono state costruite a regola d'arte, seguendo i princìpi che da sempre ci contraddistinguono. Queste case a schiera sono però un'opera particolare, nata sulla scia di lunghi dibattiti proprio per la sua complessità, sia architettonica sia costruttiva. Ci sono muri di una stessa casa costruiti con tecniche diverse. E ogni ditta specializzata ha curato il proprio settore di riferimento». I problemi, specifica Tomasini, «sono tutti risolvibili, pur necessitando alcuni di essere monitorati nel tempo». Ed eventuali vizi di costruzione sono coperti da una polizza assicurativa decennale, per legge. Ad ogni modo, La Famiglia rassicura i residenti: «L'obiettivo rimane quello di sempre, ossia non lasciare soli i nostri soci; va in questa direzione il nostro impegno, mirato a risolvere quanto prima le perplessità emerse» conclude Tomasini. Intanto, la scorsa settimana alcuni interventi già previsti sulla tabella di marcia sono stati portati a termine e altri avranno breve risoluzione. Burocrazia permettendo, come nel caso dei pannelli fotovoltaici, la cui gestione è in capo ad A2A e a cui Pronto Gdb segnalerà il problema. Nuri Fatolahzadeh

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La Provincia si faccia garante presso le banche per l'anticipo della cassintegrazione . G... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 06-04-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Viterbo))

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 06 Aprile 2009 Chiudi «La Provincia si faccia garante presso le banche per l'anticipo della cassintegrazione». Giancarlo Turchetti, segretario della Uil, fa appello a palazzo Gentili affinché concretizzi una politica vera per arginare la crisi. «Abbiamo presentato una proposta al tavolo di concertazione ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. I lavoratori però - dice - non possono aspettare i tempi della burocrazia». La Tuscia è entrata appieno nel tunnel della crisi. Che, però, deve ancora mostrare il suo vero volto. «I dati e le caratteristiche del tessuto economico locale - racconta Turchetti - mostrano che il peggio arriverà dopo l'estate». Nel Viterbese infatti, la norma è fatta di piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, che non superano i 15 dipendenti, limite previsto per poter accedere alla cassintegrazione in caso di congiuntura sfavorevole. La crisi ha quindi la forma dell'imbuto: iniziata nei mesi scorsi, è ancora nella fase dell'imboccatura. Ma i lavoratori però già soffrono le pene dell'emergenza. Partiamo dai dati regionali, come rilevati dall'ultima stima della Uil: il Lazio è dietro solo a Lombardia, Piemonte, e Campania per numero di cassintegrati, che raggiungono quota 17.856. Se prendiamo, poi, il raffronto tra il primo bimestre del 2008 e quello del 2009, si vede che nella regione le ore autorizzate per la cig e la cigs sono aumentate del 56,3%. E a Viterbo? «La situazione - illustra Turchetti - è decisamente peggiore rispetto alla media laziale: rapportando le ore autorizzate a gennaio-febbraio del 2008 e nello stesso periodo del 2009, la percentuale si impenna a più 141,4%». Nello specifico, si è passati da 219.381 ore del bimestre di riferimento dello scorso anno a 529.652 di quello in corso, con 492.075 ore per gli operai e 37.577 per gli impiegati. Il che equivale a 1.698 lavoratori attualmente congelati nella Tuscia e che usufruiscono degli ammortizzatori. Come lanciare una scialuppa di salvataggio a cassintegrati e disoccupati? «Occorre - sostiene Turchetti - fare sistema tra Stato, autonomie locali, parti sociali ed economiche: solo così potremo trarre il massimo dalle risorse disponibili, come i fondi europei e quelli nazionali per le aree sottosviluppate, al fine di sostenere il potere d'acquisto dei salari e delle pensioni e far fronte alle richieste di ammortizzatori sociali». In vista del picco critico che secondo il sindacalista nella Tuscia si toccherà tra settembre e ottobre di quest'anno, Turchetti fa appello agli enti locali, Provincia in primis. «Lo scorso 9 marzo - sostiene - in seno all'ultima riunione del tavolo di concertazione abbiamo presentato al presidente Mazzoli una proposta già adottata altrove e che vede l'ente farsi garante dell'anticipo della cassintegrazione nei confronti delle banche. Un'operazione a costo zero per la Provincia ma che consentirebbe di dare respiro ai lavoratori, altrimenti vittime di tempi troppo lunghi nell'ottenimento degli ammortizzatori». Ma da allora, nessuna nuova convocazione del tavolo. «Sappiamo - conclude - che in bilancio sono previsti fondi per l'anticipo, ma sarebbe più opportuno spostarli magari a favore dei disoccupati e procedere col testo proposto dalla Uil che non comporta alcuna spesa e consente di aiutare chi ne ha più bisogno». Re. Vi.

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E sono scattate le segnalazioni in prefettura per chi, nella burocrazia della lotta alla droga, vien... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 06 Aprile 2009 Chiudi E sono scattate le segnalazioni in prefettura per chi, nella burocrazia della lotta alla droga, viene definito assuntore. Ma il dato è preoccupante soprattutto perché cala sempre di più l'età di chi avvicina allo sballo. E' andata un po' meglio sul fronte della lotta all'alcol e a chi guida ubriaco. La Polstrada di Perugia ha tolto la patente ad un trentaduenne che è stato trovato con un tasso alcolemico del sangue di 1,3. Il controllo è scattato in un locale notturno lungo l'asse della Centrale Umbra. E, sempre durante quei controlli, gli agenti della polizia stradale hanno elevato quattro contravvenzioni per velocità non consentita e due perché chi guidava non indossava le cinture di sicurezza. Sembrano peccati veniali, ma nella notte possono essere errori micidiali per chi si mette al volante dopo una serata passa con gli amici. I controlli della Polstrada sono un anticipo di quelli che scatteranno per il tradizionale week end di Pasqua e che vedranno in strada le pattuglie che vigileranno con autovelox, telelaser e provida, sulla voglia di festa degli automobilisti umbri.

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Saranno i consumi a tirare la volata (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-04-05 - pag: 15 autore: INTERVISTA Francesco Peghin Presidente Confindustria Padova Saranno i consumi a tirare la volata PADOVA Giusto ieri Francesco Peghin, presidente di Confindustria Padova, intervenendo ad un convegno sulla competitività promosso nell'ambito del Festival delle città d'impresa,aveva sparato a zero contro la burocrazia ed i ritardi dei pagamenti da parte dell'Amministrazione pubblica. Aveva ricordato che le sole aziende padovane perdono ogni anno 1,6 milioni di giornate di lavoro per adempimenti burocratici e che la burocrazia, sempre a livello provincia-le, divora fra timbri e carte 170 milioni di euro, pari al 2,4% del Pil locale. Non solo, la stessa Amministrazione pubblica paga mediamente in 135 giorni contro una media europea di 68 giorni. Elementi fondamentali, assieme all'innovazione che è il filo conduttore degli incontri del Festival fra Rovereto, Schio, Camposampiero, Montebelluna e Maniago, per fronteggiare in maniera adeguata il momento di crisi ma soprattutto per non perdere terreno. Nonostante questo,presidente, le aziende del Nordest sembrano mostrare timidi segnali di controtendenza. Sia chiaro che la crisi non è affatto passata. Forse è stato toccato il picco negativo e ci stiamo stabilizzando, ma anche in questo primo trimestre dell'anno il nostro export segna un calo del 30%. Una enormità. Non possiamo, però, cedereal catastrofismo e queste indicazioni di frenata della caduta certamente incoraggiano. Da dove ripartire? Sicuramente dai mercati.Quelli che negli ultimi tempi erano i più promettenti, mi riferisco alla Russia ed all'intero blocco dell'Est europeo. Oggi sono i più in crisi.Ci sono Paesi sull'orlo della bancarotta e bisogna sanare al più presto la cosa in maniera stabile. Anche l'Asia sta dando parecchi problemi ma credo che dovremmo concentrarci in maniera prioritaria sull'Europa, sia la vecchia Europa dove ci sono Paesi che si sono letteralmente fermati come Spagna ed Irlanda,sia l'Est. Le aziende come si stanno muovendo? Al di là di azioni scontate nell'emergenza come il taglio dei costi, si sta lavorando soprattutto sulla produzione, si cerca di approfittare di questo rallentamento per avere i prodotti più sofisticati e le tecnologie più avanzate per aggredire il mercato. Il tutto giocando al meglio lo strumento della flessibilità. Chi aprirà la strada alla ripresa? Sicuramente chi oggi subisce meno la crisi. Penso alle nostre imprese dell'agroalimentare o del farmaceutico. Ma la spinta importante verrà dal mondo dell'edilizia. Più lentamente arriverà la meccanica. Saranno i consumi a tirare la volata, più che i beni di investimento. C.Pas. © RIPRODUZIONE RISERVATA Padova. Francesco Peghin AGF

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Domande dal comunismo (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E SOCIETA data: 2009-04-05 - pag: 37 autore: Politica Domande dal comunismo di Gianfranco Pasquino U n fenomeno grande, ancorché tragico e sostanzialmente fallito, come il comunismo, continua a meritare l'attenzione, non soltanto dei po-litici, ma soprattutto degli studiosi e degli interpreti del secolo XX.Opportunamente sottotitolato «Il comunismo nella riflessione liberale e democratica del Novecento », questo volume contiene saggi di straordinario interesse su come si sono rapportati al comunismo alcuni dei grandi intellettuali occidentali. Poiché si tratta di ventidue capitoli dedicati al loro pensiero, non potrò menzionarli tutti. Da Aron a Orwell, da Gobetti a Einaudi, da Koestler a Hayek, da Bobbio a Popper, da Weber a Schumpeter, da Dewey a Lippmann, il materiale offerto al lettore è ricchissimo. In un certo senso, riflette molto utilmente il clima e le preoccupazioni dei tempi e dei luoghi nei quali i diversi autori lavoravano e scrivevano. Discende anche dalle loro esperienze a contatto, in qualche caso diretto, come Koestler e Orwell, con i comunisti. Soprattutto, però, quello che emerge, forse persino inconsapevolmente, è quanto, nella teoria e nella pratica, il comunismo sia stato influente in tutto il Novecento. Le critiche che ciascun autore apporta dalla sua prospettiva disciplinare, sociologica (Weber), di teoria politica (Aron e Bobbio), giuridica (Kelsen), economica (Einaudi, Schumpeter e Hayek), di visione del mondo (Popper, Arendt e, in misura più limitata,Gobetti) sono rivelatrici dell'importanza, della ricchezza, delle contraddizioni e delle ambizioni del pensiero di Marx e, con lui e contro di lui, delle conseguenze applicative, di nessuna delle quali si può, in verità, attribuirgli interamente la responsabilità. Ne emerge un quadro complessivo che è davvero impressionante. Sarebbe sbagliato, come ho avuto la tentazione di pensare, che fare tutto il contrario di quello che Marx ha scritto e di quello che i regimi comunismi hanno cercato di attuare, produrrebbe, quasi automaticamente, una società meno diseguale, uno Stato meno oppressivo, una burocrazia meno invadente, un sistema economico più efficiente. In breve, non è sufficiente capovolgere il comunismo per giungere a una società giusta. Il paradosso è che persino i critici più intransigenti del marxismo e del comunismo, e in questo denso importante volume, sono molti, non riescono a sfuggire dall'imperativo di partire dalle domande "comuniste" e di proporre risposte che, in non pochi casi, debbono prendere atto anche delle risposte comuniste. In un saggio rimasto celebre, Bobbio si chiese retoricamente «esiste una dottrina marxista dello Stato? ». Tutti, o quasi, gli autori dei capitoli di questo volume cercano di rispondere, andando oltre le loro critiche puntuali, severe, argomentate, alla domanda «per giungere a una società e a uno Stato migliori è sufficiente rovesciare marxismo e comunismo? ». La risposta sembra essere "no". Nella migliore tradizione di Giustizia e Libertà e di Carlo Rosselli, probabilmente tutti gli autori aggiungerebbero: «Bisogna cercare, e teorizzare, ancora». Qualcuno aggiungerebbe che è utile e più efficace farlo con gli excomunisti. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1Franco Sbarberi (a cura di), «La forza dei bisogni e le ragioni della libertà», Diabasis, Reggio Emilia, pagg. 392, Á 15,00.

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Gli immigrati: tutelare i nostri diritti (sezione: Burocrazia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Gli immigrati: tutelare i nostri diritti --> Lunedì 06 Aprile 2009 GENERALI, pagina 5 e-mail print ROMAI diritti degli immigrati devono essere tutelati: occorre quindi mettere un freno ai disegni di legge che «generano insicurezza», alla «lenta burocrazia che ritarda il rilascio dei permessi di soggiorno e alla disparità di diritti sul posto di lavoro». Il Comitato nazionale degli immigrati in Italia alza la voce contro la discriminazione e si prepara a scendere in piazza, dopo l'estate, con una manifestazione nazionale. La proposta è stata lanciata ieri a Roma, durante un'assemblea, e nel 2010 si prevede un congresso nazionale. Secondo il Comitato, di cui si fa portavoce un bengalese in Italia da 20 anni, Bachcu, il disegno di legge sicurezza è «un ddl insicurezza: un immigrato senza permesso di soggiorno non ha gli strumenti giuridici per difendersi, ciò genera insicurezza. Stessa cosa per il diritto alla salute e per l'impossibilità di registrare un bambino partorito in Italia da una donna clandestina: il minore può diventare facilmente oggetto di tratta. Da questo punto di vista, esiste il dubbio che dietro l'Italia, un Paese democratico, ci sia un gioco mafioso». In Italia, ricorda il Comitato, si stimano circa un milione di clandestini. «Al governo - afferma Bachcu - chiediamo una sanatoria per rilasciare loro i permessi di soggiorno: se questi immigrati pagassero le tasse governative, lo Stato guadagnerebbe 1.000 milioni di euro in più, che in un momento di crisi come questo darebbero un po' di respiro». Per Aboubakar Soumahoro del collettivo immigrati auto-organizzato di Torino la crisi economica danneggerà soprattutto gli immigrati, «che saranno i primi a essere licenziati, il loro permesso di soggiorno non verrà rinnovato e saranno espatriati». Per il responsabile nazionale per l'immigrazione del Prc, Stefano Galieni, bisogna «combattere una battaglia» affinché i diritti dei lavoratori immigrati siano sullo stesso piano di quelli degli italiani: «Con la crisi verranno licenziati per primi gli immigrati e purtroppo a causa delle leggi razziste che ci sono diventeranno clandestini e quindi un problema di ordine pubblico». Poi un altro dato: il 15% degli infortuni sul lavoro registrati in Italia dall'Inail nel 2007 riguarda un immigrato. Simile la percentuale delle morti bianche: in 14 casi su 100 la vittima è straniera. «Ma in alcuni casi - ha affermato Soumahoro - quando manca il permesso di soggiorno questi incidenti vengono ingiustamente fatti figurare come incidenti domestici o stradali». 06/04/2009 nascosto-->

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PAVIA, PRESENTATE MISURE ANTICRISI VARATE DA REGIONE LA RUSSA E BUSCEMI: LE BANCHE TORNINO A FINAZIARE LE IMPRESE ZAMBETTI E ZANELLO: AUMENTATI FONDI PER FAVORIRE COMPETITIVITA' (sezione: Burocrazia)

( da "marketpress.info" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 06 Aprile 2009 PAVIA, PRESENTATE MISURE ANTICRISI VARATE DA REGIONE LA RUSSA E BUSCEMI: LE BANCHE TORNINO A FINAZIARE LE IMPRESE ZAMBETTI E ZANELLO: AUMENTATI FONDI PER FAVORIRE COMPETITIVITA´ Pavia, 6 aprile 2009 - Le misure a sostegno delle piccole e medie imprese e del comparto artigianale e le strategie a lungo e medio termine approntate da Regione Lombardia per fronteggiare la crisi economico-finanziaria. Sono questi i temi affrontati dagli assessori Domenico Zambetti (Artigianato e Servizi), Romano La Russa (Industria,pmi e Cooperazione), Massimo Buscemi (Reti e Servizi di Pubblica Utilità) e Massimo Zanello (Culture, Identità e Autonomia), intervenuti questa mattina, presso la Questura di Pavia, al convegno, organizzato da Finlombarda, "Crisi finanziaria: le sfide della Regione Lombardia a supporto delle imprese". "In un quadro economico connotato da congiunture negative - ha detto Zambetti - Regione Lombardia si è mossa da subito, grazie alle intuizioni del presidente Formigoni, lanciando 13 misure anticrisi a favore delle nostre imprese. Interventi mirati a potenziare il sistema delle garanzie, l´agevolazione degli investimenti, la ricerca, l´innovazione e l´internazionalizzazione, così come a sostenere, di concerto con Governo ed Unione europea, l´occupazione". Tutti ciò significa aver attivato garanzie per il credito fino a 3 miliardi di euro e finanziamenti per un altro miliardo. Non solo: sono stati rifinanziati il fondo ´Made in Lombardy´, in grado di attivare oltre 400 milioni di euro di finanziamenti, e, con 48 milioni, il Fondo regionale per le agevolazioni all´artigianato. "Lo scorso febbraio - ha aggiunto Zambetti - con il sistema camerale abbiamo stanziato anche 83 milioni di euro da impegnare sugli assi di intervento dedicati a innovazione, internazionalizzazione, comparto artigiano, micro impresa e sistema infrastrutturale lombardo, proprio perché riteniamo che la vitalità delle nostre imprese sia quanto mai strategica per uscire da una situazione generalmente non serena". L´assessore La Russa ha sottolineato invece il ruolo strategico che, in tale contesto, gli istituti di credito sono chiamati a svolgere, evidenziando a questo proposito "come Regione Lombardia si sia mossa in grande anticipo rispetto alle altre Regioni proprio per favorire l´accesso al credito rinnovando il sistema delle garanzie". "E averlo fatto in meno di 2 mesi - ha aggiunto - significa aver compreso il bisogno delle nostre imprese di sentire l´appoggio concreto delle istituzioni, un apporto che sarà ritenuto ancora più importante anche quando i nostri enti strumentali riusciranno ad accorciare ulteriormente i tempi della burocrazia e delle pratiche istruttorie, perché ogni giorno di ritardo, per le aziende, significa perdere soldi e capitali". "Dico questo - ha fatto notare La Russa - facendo tesoro delle osservazioni che mi fanno gli imprenditori che incontro. Il problema non è tanto la mancanza di lavoro o commesse, quanto di liquidità". Il ruolo strategico degli istituti di credito è stato sottolineato anche dall´assessore Buscemi, per il quale "è fondamentale che le banche tornino a fare il loro mestiere, iniziando di nuovo a rischiare e mettendosi al servizio di privati e imprese". Secondo l´assessore poi, tutto ciò deve andare di pari passo con riforme istituzionali che diminuiscano i costi a carico della collettività, aumentando, al contrario, i servizi. "La politica - ha aggiunti l´assessore Zanello - ha bisogno del contatto diretto con le imprese per cogliere i segnali che da lì derivano e quindi occorre studiare e realizzare interventi che siano reale risposta ai bisogni". "E affinché la competitività lombarda e italiana non venga meno - ha concluso - vogliamo valorizzarne e incrementarne i fattori scatenanti; fra i questi ci sono sicuramente la cultura, la storia e il recupero delle nostre identità. Ed è proprio per questo che, come Governo regionale, per il terzo anno consecutivo, abbiamo aumentato gli investimenti in questi settori". . <<BACK

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music for peace, incubo egiziano da venti giorni stop alla frontiera - marco preve (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina II - Genova I volontari dell´associazione genovese bloccati dalla burocrazia a El Arish Music for peace, incubo egiziano da venti giorni stop alla frontiera Ferme al sole tonnellate di cibo destinate a Gaza "Abbiamo esaudito tutte le richieste, ma aspettiamo le prossime. Questa è un tarantella impressionante, mai visto nulla del genere" MARCO PREVE I resoconti che arrivano dal paese egiziano di El Arish, a cinquanta chilometri dal confine con Israele, potrebbero rivelare al mondo l´ennesimo spreco scandaloso di aiuti umanitari. Secondo i volontari dell´associazione genovese Music for Peace, bloccati ormai da venti giorni con il loro carico di 36 tonnellate di cibo, sarebbero, a stare anche alla denuncia dell´Autorità nazionale Palestinese, oltre diecimila le tonnellate di prodotti alimentari ferme a marcire sotto il sole, nei container parcheggiati nella città di 115 mila abitanti affacciata sul Mediterraneo. Stefano Rebora e gli altri volontari di Music for Peace sono partiti da Genova il 9 marzo in aereo. Quattro container erano arrivati al porto di Alessandria l´11 marzo e sdoganati il 16. La loro destinazione era la striscia di Gaza per portare gli aiuti, raccolti a Genova e in Liguria, alla popolazione palestinese che sta soffrendo le conseguenze delle operazioni militari israeliane. Ma dall´Egitto sono transitati solo i due container con i farmaci. Gli alimentari sono stati confinati nei depositi dell´organizzazione World Food Program assieme ad altre migliaia di tonnellate di prodotti provenienti da tutto il mondo. Le procedure per riuscire a convincere le autorità egiziane e israeliane a liberare il carico sono complicatissime. «Oggi, quasi con stupore, vediamo le 36 tonnellate del nostro carico imballate in pallets, come Egitto e Israele desiderano. L´ennesima richiesta delle autorità è stata esaudita. Quali saranno le prossime…?» si chiedevano ieri sul loro diario on line (www.creatividellanottemusicforpeace.org) i volontari genovesi. Stefano Rebora, presidente dell´associazione: «Una tarantella burocratica impressionante, in 14 missioni mai riscontrate tante difficoltà, o per meglio dire, l´impossibilità di portare gli aiuti a destinazione come in questo caso. Chiediamo aiuto alla Farnesina, cui abbiamo già rivolto numerosi appelli attraverso l´ambasciata. Sulla parola c´è l´impegno di tutti, i risultati però non ci sono».

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I "trafficanti di uomini" (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

All'Angelus di ieri il Papa ha parlato degli immigrati vittime dei "trafficanti di uomini". Quando pensiamo a forme di moderna schiavitù, ci vengono in mente Paesi sottosviluppati, lontanissimi da noi. Non sempre è così. Mi ha profondamente colpito questa intervista video realizzata dal direttore di Fides Luca De Mata per uno dei suoi programmi documentario. L'uomo che parla è un immigrato sudamericano in Nord America. Scritto in Varie Non commentato » (1 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Il Papa ai giovani: il cristianesimo non sia ridotto a slogan Questa sera Benedetto XVI ha celebrato in San Pietro con i giovani la messa per il quarto anniversario della morte di Papa Wojtyla. Nell'omelia, dopo aver detto che il ricordo di Giovanni Paolo II "continua a essere vivo nel cuore della gente" e aver citato la fecondità del suo magistero con i giovani, Ratzinger ha parlato del momento attuale e del pericolo che la fede sia strumentalizzata: "Fate attenzione: in momenti come questo, dato il contesto culturale e sociale nel quale viviamo, potrebbe essere più forte il rischio di ridurre la speranza cristiana a ideologia, a slogan di gruppo, a rivestimento esteriore. Nulla di più contrario al messaggio di Gesù! Egli non vuole che i suoi discepoli "recitino" una parte, magari quella della speranza. Egli vuole che essi "siano" speranza, e possono esserlo soltanto se restano uniti a Lui! Vuole che ognuno di voi, cari giovani amici, sia una piccola sorgente di speranza per il suo prossimo, e che tutti insieme diventiate un'oasi di speranza per la società all'interno della quale siete inseriti. Ora, questo è possibile ad una condizione: che viviate di Lui e in Lui" Scritto in Varie Commenti ( 49 ) » (5 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Apr 09 Crisi, inizia il G20. Il Papa scrive a Gordon Brown Benedetto XVI, di ritorno dall'Africa, ha scritto una lettera al premier inglese Gordon Brown per il G20 che inizia a Londra. Eccone qualche passaggio: "Il Vertice di Londra, così come il Vertice di Washington che lo precedette nel 2008, per motivi pratici di urgenza si è limitato a convocare gli Stati che rappresentano il 90% del PIL e l'80% del commercio mondiale. In questo contesto, l'Africa subsahariana è presente con un unico Stato e qualche Organismo regionale. Tale situazione deve indurre i partecipanti al Vertice a una profonda riflessione, perché appunto coloro la cui voce ha meno forza nello scenario politico sono quelli che soffrono di più i danni di una crisi di cui non portano la responsabilità. Essi poi, a lungo termine, sono quelli che hanno più potenzialità per contribuire al progresso di tutti". "Occorre pertanto fare ricorso ai meccanismi e agli strumenti multilaterali esistenti nel complesso delle Nazioni Unite e delle agenzie ad essa collegate, affinché sia ascoltata la voce di tutti i Paesi del mondo e affinché le misure e i provvedimenti decisi negli incontri del G20 siano condivisi da tutti". "Allo stesso tempo, vorrei aggiungere un altro motivo di riflessione per il Vertice. Le crisi finanziarie scattano nel momento in cui, anche a causa del venir meno di un corretto comportamento etico, manca la fiducia degli agenti economici negli strumenti e nei sistemi finanziari. Tuttavia, la finanza, il commercio e i sistemi di produzione sono creazioni umane contingenti che, quando diventano oggetto di fiducia cieca, portano in sé stesse la radice del loro fallimento. L'unico fondamento vero e solido è la fiducia nell'uomo. Perciò tutte le misure proposte per arginare la crisi devono cercare, in ultima analisi, di offrire sicurezza alle famiglie e stabilità ai lavoratori e di ripristinare, tramite opportune regole e controlli, l'etica nelle finanze". Scritto in Varie Commenti ( 111 ) » (7 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 26Mar 09 Una nuova "Inchiesta sulla Sindone" S'intitola "Inchiesta sulla Sindone" il nuovo libro del vaticanista (e amico) Marco Tosatti, in libreria in questi giorni, edito da Piemme. Un ottimo modo per prepararsi all'ostensione del 2010 e per fare il punto sulla misteriosa immagine dell'uomo morto crocifisso, che una controversa datazione al radiocarbonio nel 1988 ritenne d'età medioevale, pur essendoci numerosissimi altri indizi che la facevano risalire, invece, al primo secolo dell'era cristiana. Tosatti descrive la storia del lino sul quale - in modo inspiegabile, e più inspiegabile oggi che vent'anni fa - si è impressa un'immagine che rappresenta un negativo fotografico. Una delle parti del libro che mi ha colpito di più è quella dedicata all'esame al radiocarbonio, sulla cui correttezza è lecito sollevare più di un dubbio: i risultati dei tre laboratori, infatti, non avevano il margine minimo di compatibilità stabilito, e si sarebbe dovuto ripetere nuovamente il test. Senza contare che proprio questo esame ha fallito clamorosamente, datando come vecchie di 400 anni foglie di platano raccolte il giorno prima, oppure stabilendo al 1600 la fattura di una tovaglia moderna, o ancora datando all'800 dopo Cristo dipinti africani che avevano invece solo undici anni. Con contributi scientifici e nuove testimonianze, il libro mostra quanto si faccia bene a dubitare su quel dato che permise di affermare che la Sindone sarebbe in reltà un manufatto medioevale. Anche se bisogna sempre tener presente il metodo di Dio, applicabile anche a questo caso: lasciare sempre sufficiente luce per chi vuole credere, e sufficiente tenebra per chi non vuole credere. Scritto in Varie Commenti ( 124 ) » (16 votes, average: 4.56 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Mar 09 Il Papa in Africa, un bilancio di due viaggi Visitando l'Africa, nei suoi sei giorni di permanenza nel Continente nero, Benedetto XVI ha compiuto due viaggi. Due viaggi molto diversi tra di loro. Il primo è quello reale, segnato dal contatto con le folle del Camerun e dell'Angola, dai temi che il Papa ha trattato nei discorsi e nelle omelie, dall'impatto con le contraddizioni di due capitali dove ricchezza e povertà estreme convivono fianco a fianco. L'altro viaggio è quello virtuale, quello su cui si sono accapigliati commentatori, burocrati e sondaggisti occidentali, che hanno accusato Ratzinger di irresponsabilità per aver detto ciò che tutti dovrebbero ormai riconoscere e che è attestato da studi scientifici: la distribuzione di preservativi non è il metodo efficace per combattere la diffusione dell'Aids in questi Paesi. Per tre giorni, nei Paesi europei così come negli Stati Uniti, mentre il Papa parlava di povertà, sviluppo, diritti umani, si è discusso di profilattici. Per poi passare, durante i successivi tre giorni, a parlare di aborto terapeutico, sulla base di una frase pronunciata da Benedetto XVI in un discorso forte sui mali che affliggono l'Africa.La macchina mediatico-politica, una volta messa in moto, non si è più fermata. E così in Francia, dove impallinare il Pontefice sembra diventato ultimamente uno sport nazionale, si sono fatti sondaggi e sondaggini per dimostrare che almeno metà dei cattolici del Paese chiedono a Ratzinger di dimettersi. La sensazione, leggendo dichiarazioni di alcuni ministri e dei loro portavoce, è che per la prima volta dopo molto tempo, il Papa non sia più circondato da quel rispetto attribuito a una personalità super partes, ma sia considerato un capo partito, sottoposto al tiro incrociato delle quotidiane dichiarazioni tipiche del «pastone» politico. C'è chi lo invita al silenzio, chi lo invita a lasciare, chi gli spiega cosa dire e come dirlo.Così, sedici discorsi pronunciati in terra africana, si sono ridotti a due-frasi-due, la prima delle quali peraltro pronunciata in modo estemporaneo durante la conferenza stampa tenuta sull'aereo. L'impressione è che Benedetto XVI non sia eccessivamente preoccupato di questa crescente ostilità. Mai come in questi giorni si è colta l'enorme distanza tra viaggio reale e viaggio virtuale. E se è vero che la critica montante presso certe burocrazie occidentali non ha precedenti recenti, bisognerà pure ricordare che critiche ferocissime vennero mosse a Giovanni Paolo II nei primi anni del suo pontificato. Così come va richiamata alla memoria la sofferenza e l'isolamento di Paolo VI, nel momento in cui prese decisioni coraggiose come l'Humanae vitae, divenendo segno di contraddizione.Che cosa resta, dunque, del viaggio di Benedetto in Camerun e Angola? Prima ancora e più ancora dei messaggi lanciati dal Papa per la lotta alla povertà, per la dignità della donna, per un'economia che non sia disumana, per l'educazione e lo sviluppo, resta una presenza e una straordinaria corrente di simpatia umana, che ha avuto il suo culmine in Angola. Tanta gente semplice e straordinaria, ha trascorso ore ed ore sotto il sole per salutare non Joseph Ratzinger, ma il successore di Pietro, venuto fino a qui per confermare i fratelli nella fede. E in Paesi travagliati da tragiche guerre intestine, abusi, soprusi, miserie, violenze, l'abbraccio di Pietro, il suo sorriso e la sua vicinanza hanno contato di più di mille discorsi. Scritto in Varie Commenti ( 109 ) » (15 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Luanda, due morti allo stadio prima dell'arrivo del Papa La notizia si è diffusa solo in serata: verso le ore 13, al momento dell'apertura delle porte dello stadio dove Benedetto XVI ha poi incontrato i giovani, un ragazzo e una ragazza sono morti schiacciati nella calca. Secondo un'altra versione i due, quattordici e sedici anni, si sono sentiti male a causa del caldo e della disidratazione. Ci sono stati anche otto feriti. Né il Papa né il suo seguito non sono stati informati (se lo avesse saputo, avrebbe pregato per le vittime insieme ai giovani durante l'incontro). Soltanto ad ora di cena Benedetto XVI l'ha saputo. Le notizie sono ancora frammentarie e imprecise. Scritto in Varie Commenti ( 43 ) » (6 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Ennesimo caso mediatico sul Papa. Speriamo sia abortito. Cari amici, qualcuno già ieri e poi soprattutto oggi ha letto il passaggio del discorso del Papa ai politici angolani dedicato all'aborto come come uno schierarsi dello stesso Benedetto XVI dalla parte del vescovo di Recife sul caso della bambina violentata e rimasta incinta di due gemelli. Lettura indebita perché, come ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, «Non ha parlato assolutamente di aborto terapeutico, non ha detto che deve essere rifiutato sempre: il Papa è contro il concetto di salute riproduttiva che rintroduce largamente l'aborto come mezzo di controllo delle nascite». Scritto in Varie Commenti ( 58 ) » (9 votes, average: 4.56 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 20Mar 09 Luanda, calore umano e resistenza fisica di Benedetto Cari amici, alle 12.37 siamo atterrati all'aeroporto di Luanda, in Angola. La vista dall'aereo è impressionante: una distesa a perdita d'occhio di case e casupole per lo più diroccate, che lambivano quasi i bordi della pista dove il Boeing 777-200 dell'Alitalia ha toccato terra. Se in Camerun faceva caldo, qui fa caldissimo. Un clima torrido, l'asfalto quasi liquefatto. Sono bastati pochi minuti di attesa davanti al padiglione dell'aeroporto per stenderci tutti. Avevamo sinceramente paura per il Papa, che ha dovuto ascoltare gli inni e stringere le mani dei notabili per molti minuti. Poi, sotto uno striminzito palchetto, Ratzinger ha ascoltato stando in piedi il discorso del presidente Dos Santos. Infine ha preso la parola, e ha pronunciato il suo discorso, peraltro non breve, al quale ha aggiunto un paragrafo dedicato alle vittime delle inondazioni che nei giorni scorsi hanno sconvolto alcune zone dell'Angola. Nonostante la giornata veramente faticosa di ieri a Yaoundé, e il caldo che avrebbe steso chiunque, Benedetto XVI ha portato a termine il suo saluto in portoghese, prima di "imbarcarsi" sulla papamobile. Anche qui, come in camerun, accoglienza festosissima, con la gente accalcata sulle strade per salutare il passaggio del corteo papale. Scritto in Varie Commenti ( 17 ) » (9 votes, average: 4.89 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 18Mar 09 Chi fa la lezione al Papa sull'Africa Oggi divampa la polemica per le parole di Benedetto XVI sui preservativi. Si stracciano le vesti ministri francesi, tedeschi e belgi; interviene l'Unione europea. Dal sito del settimanale "Vita", vi propongo questa riflessione di Riccardo Bonacina: «A salire in cattedra, oggi, sono stati gli stessi responsabili di aver fatto carta straccia di tutti gli impegni internazionali da qualche decennio in qua. A parlare sono gli stessi rappresentanti di quei Governi che non arrossiscono neppure per aver fallito e tradito l'obiettivo fissato alla conferenza di Barcellona del 2002 di destinare agli aiuti internazionali lo 0,33 per cento del PIL entro il 2006. Di aver tradito e fallito un ulteriore impegno, quello preso nel 2004 sugli Obiettivi del Millennio, quando firmarono e controfirmarono con inchiostro invisibile l'impegno di innalzare la quota per la cooperazione allo sviluppo sino allo 0,7% del Pil entro il 2015. E ancora la promessa del G8 2005 che disse di voler raddoppiare l'aiuto all'Africa.Come stiano le cose l'ha spiegato poche settimane fa l'Ocse."I Paesi donatori avevano promesso di aumentare i loro finanziamenti di circa 50 miliardi di dollari l'anno entro il 2015, a partire dai livelli del 2004 - si legge nel Development Co-operation Report pubblicato in questi giorni - ma le proiezioni dell'OCSE rispetto alla destinazione di questi fondi registrano una caduta complessiva di circa 30 miliardi ciascun anno. I numeri sono abbastanza eloquenti: tra 2006 e 2007 i Paesi di area Ocse hanno diminuito il loro impegno dell'8,5% a livello internazionale, con punte del 29,6% per il Regno unito, del 29,8% del Giappone, del 16,4% della Francia e dell'11,2% del Belgio. Anche l'Italia perde terreno: meno 2,6% nel 2007". Scritto in Varie Commenti ( 243 ) » (12 votes, average: 4.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 L'abbraccio di Yaoundé a Papa Benedetto Cari amici, sul Giornale di domani potrete leggere la cronaca della prima giornata africana del Papa. Ciò che ci ha detto sull'aereo, il suo primo discorso a Yaoundé. Scrivo queste righe un po' in fretta, per comunicarvi ciò che è avvenuto al nostro arrivo: una folla di decine di migliaia di persone ha salutato il Papa lungo tutto il percorso dall'aeroporto alla città. Un'accoglienza bella, spontanea, festosissima. Uno spettacolo davvero unico di sorrisi, balli, entusiasmo, simpatia. Non solo verso il Papa, ma anche verso di noi giornalisti, che chiudevamo il lungo corteo, e che non abbiamo mai smesso di salutare persone di tutte le età che si sbracciavano per darci il benvenuto, perché avevamo viaggiato con Benedetto XVI. Mi ha colpito la povertà di alcuni quartieri che abbiamo oltrepassato e non dimenticherò facilmente i tantissimi volti di bambini sorridenti che hanno reso davvero speciale il nostro arrivo. Scritto in Varie Commenti ( 63 ) » (10 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (338) Ultime discussioni Artefice1: Filippo Caro ..fosse vero .farei di tutto, CON-Sentendo. Lo immaginavo già: (Anche perché me lo... Filippo: Dear Artefice, alias Mr. Senso, non voglio snobbarti. Perciò tento di dialogare. Forse ho capito un dieci... Filippo: Caro giacobino Roberto, la Chiesa non è un Moloch travestito da Cerbero, pronto a ringhiare sul popolo per... mauro: Caro Roberto, Lei ha usato paroli troppo delicate. Avrebbe dovuto affermare che in Italia si sta andando verso... roberto: Caro Filippo Aggiungo: a mio avviso liberalismo e libertarismo non sono in antitesi con l'essere un... 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Primi risparmi dai tagli ai quartieri (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: AUTONOMIE LOCALI E PA data: 2009-04-06 - pag: 39 autore: Costi della politica. Indagine in 70 città Primi risparmi dai tagli ai quartieri Francesco Montemurro Nel 2008 i Comuni più grandi hanno effettuato tagli per circa 20 milioni alle spese per la gestione delle circoscrizioni, anche per le misure anti-spreco varate dalla Finanziaria 2008. I risparmi sono stati previsti dalle amministrazioni comunali con popolazione compresa tra 30 e 100mila abitanti (9,2 milioni), che in base all'articolo 2, comma 29, della legge 244/2007 non possono più articolare il territorio di competenza in circoscrizioni, e dai Comuni che hanno tra i 100 e i 250mila abitanti (10,1 milioni), ora non più obbligati a dotarsi del tradizionale strumento di decentramento. Tra gli esempi più interessanti, a Brescia il riordino ha ridotto da 9 a 5 delle circoscrizioni e il potenziato il ruolo dei quartieri (nella gestione dei servizi e nel rapporto tra uffici e cittadini), con una riduzione dei costi politici del 43% e del 25% dei costi amministrativi. Ad Alessandria i tagli alle spese previste raggiungono si attestano attorno al 55 per cento. A Foggia i risparmi sono stati ottenuti a seguito del dimezzamento del numero di circoscrizioni (da 6 a 3) approvato dal Consiglio comunale. Questi i principali risultati della indagine realizzata su 70 Comuni da Legautonomie per tracciare un primo bilancio delle misure introdotte dalla Finanziaria 2008 e di valutare le caratteristiche principali delle nuove politiche di decentramento. Il problema centrale è la valutazione dell'esperienza delle circoscrizioni, introdotte trent'anni fa (legge 278/1976) e più volte al centro dell'attenzione per via degli scarsi poteri effettivamente attribuiti dalle norme (in sostanza le circoscrizioni devono limitarsi a fornire pareri e a esercitare le funzioni a loro delegate) e del peso dei "costi della politica". «Al di là dell'impatto sui bilanci, la legge 244/2007 ha sollecitato molti enti a ripensare le politiche di decentramento e la partecipazione dei cittadini, in direzione di una maggiore efficacia degli interventi e della riduzione delle spese per la burocrazia», spiega Loreto Del Cimmuto, direttore di Legautonomie. L'indagine mostra che mediamente il 55% degli intervistati (assessori e dirigenti competenti nel decentramento e partecipazione) si dichiara non soddisfatto dell'esperienza delle circoscrizioni. Da sottolineare, tuttavia, che soprattutto tra i Comuni localizzati nelle aree centrali del Paese, le funzioni svolte fino ad oggi dalle circoscrizioni vengono giudicate in modo positivo, fino ad essere ritenute difficilmente sostituibili. «Ad esempio – prosegue Del Cimmuto – Cesena, Pesaro e Piombino hanno continuato a puntare sugli organismi di decentramento previsti dalla normativa di riferimento, ai quali sono stati attribuiti, già in passato, maggiori poteri ammini-strativi, parziale autonomia gestionale e strumenti efficaci per promuovere la partecipazione dei cittadini». Per quanto riguarda le misure di decentramento introdotte recentemente, specie i Comuni con popolazione tra i 30 e i 100mila abitanti, attesi a giugno dalla scadenza elettorale per il rinnovo dell'amministrazione (a seguito della quale le circoscrizioni verranno abrogate), hanno effettivamente attivato o potenziato centri civici o di quartiere, (nel 78% dei casi), libere forme associative (56%) e gestione decentrata dei servizi (52%). © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tre step verso l'autorizzazione (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: EDILIZIA, AMBIENTE E SICUREZZA data: 2009-04-06 - pag: 38 autore: Gli adempimenti. Dalla Dia alla comunicazione al Comune Tre step verso l'autorizzazione La valutazione di impatto ambientale è solo uno dei tassellinecessari per comporre il quadro delle autorizzazioni per le fonti rinnovabili. Il suo iter viaggia "in parallelo" con tre tipi di procedure: l'autorizzazione unica, la denuncia di inizio di attività (Dia) e la semplice comunicazione al Comune, senza bisogno di particolari assensi. L'autorizzazione unica, rilasciata dalla Regione o dalle Province, comprende in genere al suo "interno" anche la Via. La legge Finanziaria 2008 ha, però, semplificato le procedure, concedendo che per gli impianti di potenza medio-bassa possa bastare una semplice Dia. Si tratta di quelli eolici fino a 60 kw, dei fotovoltaici fino a 20 kw, degli idraulici fino a 100 kw, di quelli a biomasse fino a 200 kw e di quelli a biogas fino a 250 kw. In caso di Dia, la valutazione di impatto può essere oppure non essere necessaria, e ha un iter del tutto autonomo. Le Regioni si stanno via via inserendo nel processo normativo, dettando a loro volta regole proprie e, spesso, consentendo la realizzazione di impianti di piccola taglia con un minimo di burocrazia. Per esempio la legge Liguria 45/2008 afferma che non sono soggette a titolo abilitativo, ma a semplice comunicazione di avvio dell'attività, l'installazione di pannelli fotovoltaici non integrati o aderenti fino a 20 mq o quella di pannelli di qualsiasi potenza, integrati o aderenti con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda, purché di superficie non superiore a quella della copertura. In Calabria (legge 42/2008), non necessitano di nessuna Dia e neanche di comunicazione gli impianti fotovoltaici aderenti o integrati nei tetti degli edifici con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda.

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LUMSA RICORDERAâ LA GIORNALISTA LUCANA ALESSANDRA BISCEGLIA (sezione: Burocrazia)

( da "Basilicanet.it" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

LUMSA RICORDERA’ LA GIORNALISTA LUCANA ALESSANDRA BISCEGLIA 06/04/2009 09.06.40 [Basilicata] “Alessandra Bisceglia, la nota giornalista lucana autrice RAI, che ci ha lasciato prematuramente lo scorso 3 settembre è¨ stata sicuramente una ragazza speciale, che pur nella sua sofferenza è¨ riuscita a raggiungere nel corso della sua breve vita traguardi personali e professionali prestigiosi che tante altre persone normali non sono riusciteâ€. La Facoltà  di Lettere e Filosofia della Lumsa di Roma ricorderà  la brillante ragazza lucana laureatasi con il massimo dei voti nel corso di un pubblico incontro con gli studenti in programma Martedì¬ 7 aprile alle ore 15 presso l’Aula Traglia e nel corso del quale interverranno il Prof. Giuseppe Dalla Torre – Magnifico Rettore; Loredana Lazzari (Preside della Facoltà  di Lettere e Filosofia), Donatella Pacelli (Presidente del corso di laurea in Scienze della Comunicazione, Informazione e Marketing). Seguiranno quindi gli interventi di: Mons. Lorenzo Leuzzi (Pastorale Universitaria) Lorenza Lei (Presidente del Comitato per la Fondazione Alessandra Bisceglia) Andrea Garibaldi (Corriere della Sera) Gianni Gaspari (Tg 2) Gianluigi Laguardia (Ordine dei giornalisti di Basilicata proponente del Premio Nazionale Giornalistico Alessandra Bisceglia) Sono tante le testimonianze di stima, di ammirazione, di compiacimento tutte rivolte ad esaltare ed elogiare la bravura, la capacità , lo spirito di intraprendenza di una ragazza che come ricordava anche l'inseparabile amica e collega Lorena Bianchetti "Alessandra è¨ il chicco di grano che non muore, esemplare esempio per noi tutti e per tutte le persone disabili a guardare comunque avanti" e che sono state riportate in un cd che sarà  proiettato nel corso dell’iniziativa. Il sorriso, la dolcezza e la generosità  della giovanissima collega saranno sempre vivi nel ricordo dei suoi cari e delle persone che l'hanno conosciuta, ma anche la sua spiccata bravura e l'innato amore per la professione giornalistica che ha inseguito con la forza della volontà  rimarranno sempre ben presenti nel mondo del giornalismo lucano e nazionale con il Premio Giornalistico Nazionale "Alessandra Bisceglia", che l'Ordine Regionale dei Giornalisti della Basilicata ha voluto istituire accogliendo la proposta avanzata dal consigliere Gianluigi Laguardia e che ha ricevuto il patrocinio dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, della Regione Basilicata, del Consiglio Regionale della Basilicata e della Provincia di Potenza. Il premio vuol essere un riconoscimento per la Comunicazione Sociale rivolto a segnalare quei colleghi che hanno portato alla ribalta le tante storie di vita quotidiana in cui molto spesso persone disabili e non sono costrette a combattere, contro l'indifferenza e molto spesso i ritardi o cavilli della burocrazia. Fino a pochi giorni prima dall'impensabile aggravamento delle sue condizioni di salute, Alessandra, stava lavorando come consulente degli autori per preparare l'avvio del programma di RAI 1 "Domenica In" condotto da Lorena Bianchetti. La giovanissima autrice dopo aver conseguito brillantemente con il massimo dei voti e lode la Laurea in Scienze della Comunicazione (indirizzo giornalismo) con la tesi sulla "61 Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia: mass media a confronto" presso la LUMSA a Roma e con il praticantato presso l'agenzia di stampa "LumsaNews" e altre testate locali e nazionali è¨ diventata giornalista il 27/7/2005, iscrivendosi nell'elenco dei Professionisti dell'Ordine del Lazio con tessera n. 064036. Nel corso delle prestigiose collaborazioni Alessandra è¨ stata anche autrice del programma di RAI 2 "Ragazzi c'è¨ Voyager" condotto da Roberto Giacobbe, ha collaborato nella redazione di "Uno Mattina Estate" su RAI 1, è¨ stata opinionista nel programma di RAI 2 "Blog, Reazioni a catena" condotto da Catena Fiorello. Inoltre, ha collaborato anche con la redazione cultura del TG2, la redazione radiofonica Rai Radio2 di "28minuti" condotto da Barbara Palombelli e come assistente ai programmi nella redazione di "Mi manda RaiTre". Da segnalare poi, anche uno stage e collaborazioni con la redazione romana del Corriere della Sera pagine culturali. Lo scorso febbraio aveva scritto "Viaggi in Transilvania" pubblicato da Giuni Editori per la collana "Atlanti di Voyager" in collaborazione sempre con la Rai. bas 02

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Il capitalista di genioche non accumulavadenaro ma prestigio (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Il capitalista di genio che non accumulava denaro ma prestigio FRANCESCO MANNONI "La tecnica pedagogica dell'Editore era semplice: buttare in mare l'apprendista senza preavviso, assegnargli compiti che sembravano sproporzionati alle sue reali capacità, e stare a guardare come se la cavava. La sua avversione per la burocrazia era tale che l'organizzazione del lavoro non era propriamente esemplare. Davanti al garzone di bottega si apriva un'ampia scelta di emergenze difficilmente controllabili. V'erano libri già stampati che non uscivano perché nessuno aveva ancora pensato a scrivere il risvolto. Sembrava di essere capitati in una delle famiglie disordinate descritte da Natalia Ginzburg: il padre collerico, la madre garrula, i fratelli balzani, ognuno preso dalle proprie passioni, la montagna, la politica, ma tutti contenti di stare insieme in quel modo confuso e pittoresco ". Così Ernesto Ferrero a dieci anni dalla morte ricorda Giulio Einaudi (Torino 01/02/1912 - Roma 05/04/1999), il leggendario editore che Giulio Bollati nella primavera del 1963 spiegava al giovane che si apprestava a diventare addetto stampa della casa editrice torinese, come: "L'uomo più intelligente che abbia mai conosciuto. Un genio. Un capitalista di tipo speciale. Non accumula profitti. Accumula qualcosa di più importante, di più duraturo. Accumula prestigio ". Del laboratorio di Via Biancamano, Ferrero, nel corso di più di venticinque anni d'attività, sarà poi direttore letterario e nel 1989 direttore editoriale, accumulando anche lui oltre al prestigio, tantissimi ricordi che qualche anno fa sono diventati un libro appassionato: "I migliori anni della nostra vita " (Feltrinelli). Con sfumato sentimento nostalgico, Ferrero ricorda gli anni di un attivismo intellettuale che sarebbe diventato il marchio di fabbrica della cultura italiana novecentesca; un cammino d'entusiasmi, idee e conflitti che avrebbero fatto della casa editrice torinese, un faro della cultura nazionale. Chiediamo a Ernesto Ferrero, qual è stato il reale apporto fornito da Einaudi alla cultura italiana? Senza la sua illuminata attività, il panorama letterario del nostro paese avrebbe la stessa ricchezza? "Credo che nei primi decenni del dopoguerra la Einaudi sia stata la vera università degli italiani - dice Ernesto Ferrero che dal 1998 è Direttore della Fiera del Libro di Torino - , e abbia saputo colmare rapidamente il gap prodotto dalle chiusure del Fascismo. Era portatrice di un'idea forte di editoria, la cui valenza didattico-pedagogica resta tipicamente piemontese. Qui ha giocato un ruolo decisivo la fame inesausta del nuovo che aveva Giulio Einaudi. Correva sempre davanti a tutti, non si accontentava mai, voleva che il big bang delle curiosità intellettuale non si raffreddasse mai. E noi tutti a inseguirlo trafelati." - Come nacque la vocazione editoriale di Giulio Einaudi? "Einaudi era figlio di un padre sapiente, Luigi, grande economista (e grande scrittore) nonché primo Presidente della Repubblica italiana. Ed era fratello di due 'primi della classe', Mario e Roberto. Sul terreno degli studi non poteva batterli. Allora li ha sfidati per interposta persona, diventando direttore d'orchestra, ricorrendo ai talenti altrui, organizzandoli, inventando un progetto culturale: una casa editrice per il post-fascismo, degna di un Paese che sarebbe dovuto diventare moderno. La sua fortuna fu quella di pescare in un mazzo, quello della cultura torinese tra le due guerre, dove stavano le intelligenze più vive del Paese: Leone Ginzburg, Pavese, Bobbio, Mila, Vittorio Foa, Carlo Levi, Antonicelli… Quelli del Liceo D'Azeglio, i 'piccoli Bruti' spregiatori della tirannide tirati su da Augusto Monti." - In via Biancamano, le scelte politiche da chi e come erano gestite? "La casa era naturalmente schierata a sinistra, ma al suo interno c'erano cattolici come Felice Balbo, o illustri esponenti del Partito d'Azione come Bobbio e Venturi. Non c'era alcuna sudditanza nei confronti del Pci. La vera linea 'politica' della casa era la ricerca strenua del nuovo, di qualcosa che spostasse un po' più avanti i confini delle metodologie e della conoscenza. E anche dei sacri testi del marxismo si privilegiava la lettura critica. Si era sempre per gli eretici, i devianti, i marginali, e contro le istituzioni, quali che esse fossero." - La casa editrice sotto la sua direzione è stata sempre una grande famiglia, o non sono mancati i contrasti e gli screzi? Quali quelli più forti? "Era un gruppo di amici anche molto diversi tra loro, che lavorava a un progetto comune con grande dedizione e disinteresse personale. I contrasti nascevano dallo scontro dialettico, dalla discussione che Einaudi alimentava deliberatamente, convinto com'era che solo un confronto serrato potesse produrre vera cultura. Era un'idea che aveva ereditato da suo padre, il quale già nel 1920 aveva sostenuto che la discussione è il sale della vera democrazia. L'unanimità lo allarmava. Se te ne andavi, cercava poi di ricuperarti. Diciamo che a un uomo delle sue qualità si poteva perdonare tutto. Anche quelli che sembravano capricci, erano un modo per cercare di capire veramente se credevi nelle proposte che avevi fatto. Magari le rimetteva in discussione proprio all'ultimo momento, ma era perché voleva capire se ne eri convinto fino in fondo." - Che cosa è rimasto al mondo editoriale italiano della sua lezione, oggi che l'editoria sembra perseguire scopi assai diversi da quelli che erano i principali obiettivi di Einaudi? "L'articolazione e la complessità dell'editoria italiana non si possono riassumere in poche righe. Diciamo che oggi prevale l'ossessione dei risultati, dei budget, dei margini operativi, dei profitti. La qualità del prodotto è molto scaduta. Traduzioni tirate via, cure redazionali appaltate all'esterno, refusi. La parte manageriale prevale su quella progettuale. Gli einaudiani scrivevano il loro programma annuale come una sinfonia: i vari strumenti, cioè i titoli, si legavano tra loro in un discorso coerente. Oggi prevale la ricerca spasmodica del best-seller che ti salva la stagione."

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L'allarme degli esperti della Nasa (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

L'allarme degli esperti della Nasa «Sole mai così pigro da quasi un secolo» Il Comitato nazionale dei diritti degli immigrati: stop a leggi che generano insicurezza, alla burocrazia e alla disparità nel lavoro

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Terremoti in Emilia e in Abruzzo (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Paura ma nessun danno Terremoti in Emilia e in Abruzzo Elisa Pinna Città del Vaticano. Forte appello ieri di Benedetto XVI all'Unione europea affinché adotti assieme ai Paesi africani «urgenti strategie coordinate» per affrontare il problema dell'immigrazione e impedire che possano ripetersi stragi del mare, dovute al dramma della povertà e alle responsabilità di trafficanti senza scrupoli. Il Papa, prima della preghiera dell'Angelus di mezzogiorno, ha ricordato con commozione i «fratelli e le sorelle africani» che hanno perso la vita in centinaia pochi giorni fa su un barcone affondato nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere l'Europa: «Non possiamo rassegnarci a simili tragedie che purtroppo si ripetono nel tempo» ha esclamato, alzando il tono della voce. Piazza San Pietro era inondata dal sole e piena di gente: 80-100 mila persone, secondo le stime della gendarmeria vaticana. Un tripudio di foglie di palma, ramoscelli d'ulivo, bandiere nazionali per la messa pontificia che apre la settimana di Pasqua. «Le dimensioni dell'immigrazione – ha spiegato il Papa – rendono sempre più urgenti strategie coordinate tra Unione europea e Stati africani, come pure l'adozione di adeguate misure di carattere umanitario, per impedire che questi migranti ricorrano a trafficanti senza scrupoli». «Vorrei osservare – ha aggiunto – che questo problema, ulteriormente aggravato dalla crisi globale, troverà soluzione solo quando le popolazioni africane, con l'aiuto della comunità internazionale, potranno affrancarsi dalla miseria e dalle guerre». Proseguono intanto gli sbarchi in Sicilia. Nella notte tra sabato e ieri sono arrivati a Lampedusa i due barconi rispettivamente con 61 e 69 migranti segnalati sabato al largo di Malta e soccorsi dalle motovedette dalla Guardia costiera e della Guardia di finanza non appena entrati in acque di competenza italiana. A Lampedusa sono rimasti nel Cie trenta migranti tutti maschi. Hanno detto di provenire da Marocco, Tunisia, Egitto, Nigeria, Somalia e Ghana. Gli altri cento extracomunitari, su disposizione della Direzione centrale dell'immigrazione, con un volo charter sono stati trasferiti a Bari. Intanto, secondo il ministro dell'Interno libico, Abdelfattah Yunis El Obeidi, circa l'80% dei clandestini che tentano di attraversare il Mediterraneo verso l'Europa arriva in Libia dal Niger. «L'80% degli emigranti passano per il Niger e poi rischiano la vita tentando di attraversare il deserto libico e il Mediterraneo», ha detto il ministro, citato dall'agenzia libica Jana, nel corso di un incontro con il suo omologo del Niger. El Obeidi ha riferito che Libia e Niger si sono accordati sulla creazione di «pattuglie miste per sorvegliare i confini». Infine, il Comitato nazionale degli immigrati in Italia alza la voce contro la discriminazione e si prepara a scendere in piazza, dopo l'estate, con una manifestazione nazionale: i diritti degli immigrati devono essere tutelati e occorre quindi mettere un freno ai disegni di legge che «generano insicurezza», alla «lenta burocrazia che ritarda il rilascio dei permessi di soggiorno e alla disparità di diritti sul posto di lavoro». La proposta è stata lanciata ieri a Roma, durante un'assemblea, e nel 2010 si prevede un congresso nazionale. Secondo il Comitato, il disegno di legge sicurezza è «un ddl insicurezza: un immigrato senza permesso di soggiorno non ha gli strumenti giuridici per difendersi, ciò genera insicurezza. Stessa cosa per il diritto alla salute e per l'impossibilità di registrare un bambino partorito in Italia da una donna clandestina: il minore può diventare facilmente oggetto di tratta. Da questo punto di vista, esiste il dubbio che dietro l'Italia, un Paese democratico, ci sia un gioco mafioso». In Italia si stimano circa un milione di clandestini. «Al governo chiediamo una sanatoria per rilasciare loro i permessi di soggiorno: se questi immigrati pagassero le tasse governative, lo Stato guadagnerebbe 1.000 milioni di euro in più, che in un momento di crisi come questo darebbero un po' di respiro». Il 15% degli infortuni sul lavoro registrati in Italia dall'Inail nel 2007 riguarda un immigrato. Simile la percentuale delle morti bianche: in 14 casi su 100 la vittima è straniera. «Gli immigrati – spiegano i rappresentanti del Comitato – producono il 10% del Pil e vogliono essere partecipi veramente dei loro diritti».

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Trovato accordo tra Atenei (sezione: Burocrazia)

( da "Bollettino Università & Ricerca" del 06-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Università Piemonte Orientale Trovato accordo tra Atenei Parzialmente rientrato l’allarme per le scuole di specializzazione di area sanitaria. Ieri mattina i vertici dell’Università del Piemonte Orientale e dell’Università di Torino si sono incontrati a Torino per trovare un accordo in vista del bando che dovrebbe essere emanato oggi. La scorsa settimana, infatti, senza alcuna consultazione con i diretti interessati, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha comunicato che otto delle scuole di specializzazione novaresi sarebbero state di fatto accorpate a quelle torinesi. Le scuole che perdono l’autonomia sono: Anatomia patologica, Chirurgia maxillo-facciale, Dermatologia, Neurologia, Otorinolaringoiatria, Patologia clinica, Radioterapia e Urologia. Rettori e presidi hanno raggiunto l’accordo, che verrà sottoscritto domani mattina, di scindere i concetti di “sede amministrativa” e di “sede formativa”. La sede amministrativa, anche per le scuole torinesi, sarà l’Università di Torino, perché così ha deciso il Ministero. La sede formativa delle scuole “federate”, invece, rimarrà a Novara e avrà il medesimo numero di posti garantiti per l’anno accademico precedente. In parole semplici, il provvedimento avrà carattere soltanto burocratico-amministrativo, poiché gli studenti specializzandi non saranno penalizzati con meno posti e continueranno a svolgere la loro attività formativa e assistenziale presso la Facoltà di Medicina di Novara e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Maggiore della Carità”. Esiste la disponibilità dell’ateneo torinese di fare in modo che alcune delle scuole federate abbiano come direttore un clinico novarese. Successivamente sarà emanato un Regolamento delle Scuole, concordato tra i due atenei, per risolvere i problemi di carattere pratico e operativo (per es.: a chi consegnare le domande, dove si svolgeranno gli esami e così via).>> Se le aspettative degli studenti sono salve, diversa è l’angolatura da cui viene giudicato sia il provvedimento sia l’accordo. «Di fatto siamo federati all’ateneo torinese e non si tratta soltanto di un problema di burocrazia o di maggiore o minore prestigio», spiega il rettore Paolo Garbarino. «Questo provvedimento mette in seria discussione quasi vent’anni di paziente lavoro che hanno portato la Facoltà di Medicina e l’Ospedale di Novara a un livello di assoluta eccellenza. Tutte le scuole colpite hanno maturato best practice e traguardi che dovrebbero essere considerati molto più dei numeri di posti messi a concorso. Grazie alla sintonia con il rettore Ezio Pelizzetti possiamo considerare l’accordo soddisfacente, anche se ha il velato sapore del compromesso. Ci batteremo fin d’ora affinché dal prossimo anno accademico lo status quo venga ristabilito e ringrazio i parlamentari e i vertici istituzionali novaresi che si sono già concretamente mossi in tal senso. Dobbiamo svolgere un lavoro di squadra compatto, deciso, senza titubanze e indugi. Giustissimo razionalizzare, ma se si taglia il legno verde, che ne sarà di quello secco?». BUR.IT 07.04.09

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"Alla Granda tornano pochi soldi da Roma" (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

"Alla Granda tornano pochi soldi da Roma" Lasciata la casa di Bergamo, Gianna Gancia è tornata a tempo pieno nella sua Narzole. Riunioni, incontri, letture, telefonate a ripetizione. Si sta preparando alla campagna elettorale. «Ne ho fatte tante in vent'anni. Ma per gli altri. Qui sono in ballo io. Mica posso rispondere senza essere preparata, documentata su ogni dettaglio. In tanti mi aiutano. Amici, politici, tecnici». Da giovedì è ufficialmente lei la candidata della Lega nord a guidare il Centrodestra per continuare a governare la provincia di Cuneo dopo Raffaele Costa. Sul suo nome, molti nel Pdl, hanno storto il naso. «Non solo sul mio, di nome. In fondo loro erano divisi tra Cirio o Guida. La Lega ha proposto me, e la decisione è stata presa. Ma il bello, nel centrodestra, è che si litiga prima. Poi si ritrova compattezza, unità d'intenti. Chi non mi voleva adesso lavora al mio fianco con sincerità». Già decise le spartizioni, i numeri degli assessori? «Assolutamente no. Ci siamo incontrati. Per parlare di programma, di cose da fare, mica di poltrone». E di liste? «Mi appoggeranno Lega, Pdl e Donne per la Granda. Un'idea mia. In lista ci saranno donne come la Mantini di Fossano che hanno voglia di impegnarsi, di dedicare tempo e intelligenza per il bene della Granda. Mercoledì avremo il primo incontro». Il programma? «Ci sono problemi storici da risolvere. Non ero ancora nata e già si scriveva di Tenda Bis e della Cuneo-Asti: e ne hanno finiti, tra mille fatiche solo 40 chilometri. E' che questa provincia ha 3800 chilometri di strade. Basta un po' di pioggia e diventano disastri. Bisogna ripensare, riorganizzare, migliorare l'intero sistema viario cuneese». Con quali risorse? «Questo è il vero nodo. Stiamo facendo calcoli. Ma da una prima stima la provincia di Cuneo riceve dallo Stato centrale solo tra il 16% e il 20% delle tasse che versa. La media in Italia è del 22%. Con il Federalismo si potrà avere di più. Ma se eletta il primo passo sarà chiamare rappresentanti di Stato, Regione, banche, categorie produttive a un tavolo per individuare, al di là delle appartenenze politiche, le priorità e scegliere un percorso condiviso per la ripresa economica, l'ammodernamento, il rilancio della Provincia». Aeroporto di Levaldigi. «Nel 2004 perdeva 7 milioni di euro. Spropositato. Si lavora per il rilancio? Bene. Pensate a Orio al Serio: è diventata un'eccellenza. Ma servono bilanci attivi. I cittadini non possono essere costretti a pagare servizi che non utilizzano». Scuole. «Gli edifici sono una delle emergenze. La Provincia con Costa ha già investito 20 milioni di euro. Bisogna individuare priorità e continuare a investire per avere scuole sicure, moderne, vivibili al meglio». Immigrati. La Coldiretti chiede numeri più alti per gli stagionali in agricoltura. «La presenza di immigrati cresce in misura spropositata. Con la delinquenza: l'80% dei reclusi nelle carceri cuneesi non sono italiani. E nella vita quotidiana gli immigrati sono molto più attenti nel richiedere, ottenere aiuti, agevolazioni di quanto lo sono gli italiani, i cuneesi in particolare. Credo che l'integrazione sia un'utopia. Ma una convivenza civile, fatta di rispetto per la nostra gente e questa terra che li ospita sia possibile. Quindi ben vengano gli immigrati chiamati a lavorare e che lo fanno onestamente e nel rispetto delle leggi». Sanità cuneese. Un giudizio. «Non è competenza della Provincia. Ma domando: a che serve un reparto di maternità con 40 nascite all'anno se a 15 chilometri c'è un'altra struttura d'eccellenza? Ecco: meno strutture ma puntare al meglio che la scienza offre». E l'Ente Provincia? Funziona, ha personale a sufficienza? «Costa ha già fatto molto chiudendo società partecipate inutili. E' che credo in un ente snello, che non venga soffocato dalla burocrazia, che presti servizi ai cittadini». Energia. Si parla di rilancio del nucleare e non si esclude che la Granda possa ospitare una centrale. «Preferirei non parlarne ora. La verità è che sono contraria. Al di là della provincia di Cuneo, penso che sia un'idea vecchia. Ci mettiamo a costruire centrali quando fra cinquant'anni non ci sarà più uranio disponibile. Meglio pensare a altre fonti energetiche». E le grandi dighe? «Perché no? L'acqua è una risorsa, pulita rinnovabile. Ma gli impianti devono rispettare l'ambiente, il territorio. Guai a creare mostri». Rapporti ha con le banche? «La Lega è sempre stata per il piccolo. E qui ci sono piccole ma eccellenti banche: conoscono i clienti e la serietà degli imprenditori ai quali fanno credito. Anche su di loro guardiamo per il rilancio dell'economia».

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Lefebre: obiettivo Eurolega (sezione: Burocrazia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Assorbita la delusione di Eurocup la Benetton vuole trovare in campionato un ruolo da protagonista Lefebre: obiettivo Eurolega Lorbek (stiramento) a rischio contro la Lottomatica Cosa resta delle Final Eight di Eurocup, a parte un Lietuvos impazzito di gioia? Cosa resta della Benetton, che nel week end torinese aveva investito risorse e speranze? Risponde il g.m. Enzo Lefebre. «Resta l'amarezza di essere andati fuori subito contro la squadra che poi ha vinto, quindi con la consapevolezza che avremmo potuto essere al suo posto: e questo acuisce la delusione, certo non la attenua. Ci è mancato qualcosa, ma nelle partite secche ci sono variabili, sfumature non programmabili: mi vengono in mente quei canestri mangiati, i falli tecnici. E dire che abbiamo perso di misura...». Lo scarto maggiore in sette gare è stato di nove punti. «E' una manifestazione difficile, pronostici non se ne possono fare e quindi anche penalizzante: può accadere che la squadra più forte per quella sera non riesca ad esprimersi e vada a casa, vedi anche la Dynamo Mosca o il Khimki, che comunque non ha vinto, subendo fra l'altro un break ancora più grande del nostro». Ed ora? «Ora si guarda avanti, cioè ai playoff che sono ormai alla nostra portata, bisogna raggiungere il piazzamento più alto possibile». Allora che Benetton vedremo domani sera? «Dobbiamo rivedere la miglior Benetton. Abbiamo lavorato tanto per essere dentro i playoff, bene, adesso vogliamo finire il più in là possibile dandoci dentro a tutto spiano. In teoria dal secondo al settimo posto tutto è ancora possibile, realisticamente potrebbe arrivare un quarto-quinto posto». Il quarto significa beccare Siena in una eventuale semifinale. «Comunque vorrebbe dire lottare per un posto in Eurolega». Spieghiamo bene il meccanismo. «Siena è sicura, l'altra squadra verrà decisa dalla classifica e da chi farà la finale. Se il ranking lo vince la Virtus Bologna e in finale ci va con Siena allora in Eurolega passa la terza, se invece una di quelle che hanno la licenza triennale non va in finale ci dovrebbe essere un posto in più. In sostanza l'unica cosa è non fare calcoli ma cercare di ottenere il miglior piazzamento possibile». Roma ha perso quattro delle ultime sei partite. «Però resta una squadra molto profonda e con tanto talento, che è stata al secondo posto per lungo tempo. Credo che contro di noi rientrino anche gli assenti, vedi Becirovic, De La Fuente ecc. Magari sta avendo un periodo di flessione ma questa è solo la conferma che in A1, tolto il Montepaschi, c'è davvero un grande equilibrio: puoi vincere e perdere con chiunque». Notizie del passaporto italiano a Nicevic? «Una piccola speranza che arrivi già ora c'è: il passaporto è scontato e le procedure sono in fase avanzata e stiamo cercando di dare un'accelerata tra le pieghe della burocrazia italiana. Male che vada Nicevic sarà italiano la prossima stagione». Lorbek out. Uno stiramento ad un polpaccio con ogni probabilità costringerà Domen Lorbek a saltare la sfida contro Roma. In queste ore tuttavia sul muscolo lesionato in allenamento saranno effettuati ulteriori accertamenti. (Silvano Focarelli)

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feudalesimo burocratico da sconfiggere (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 20 - Cronaca «Feudalesimo burocratico da sconfiggere» Colomban: «Potenzialità immense frenate dai funzionari ministeriali» L'ANALISI Il presidente del Vega Massimo Colomban, fondatore di Permasteelisa, la rinomata società trevigiana che ha rivestito grattaceli e nuovi complessi fronte-mare nelle capitali di mezzo mondo, è arrivato alla fine del suo mandato di presidente del parco tecnologico e scientifico Vega, vero e unico «avamposto» di un nuovo modello di sviluppo per tutto il polo industriale, in crisi o già dismesso, di Porto Marghera. Nessuno meglio di lui che ci ha provato, è d'accordo con il sindaco Cacciari e il «governatore» Giancarlo Galan sulla necessità di creare un soggetto forte per garantire la «rinascita» economica di Porto Marghera e creare nuova occupazione. Solo un commissario straordinario o una agenzia istituzionale possono garantire la bonifica e il rilancio delle aree abbandonate? «Risanare e avviare un nuovo sviluppo per Porto Marghera, garantendo anche nuovi posti di lavoro, è possibile e noi al Vega l'abbiamo dimostrato concretamente insediando 100 aziende e tre nuovi meta-distretti con altre 400. Ma non basta nominare qualcuno, quel che conta è che ci sia un accordo a 360 gradi sui poteri e gli obiettivi della struttura che si vuole creare. è essenziale, inoltre, sconfiggere il nuovo feudalesimo burocratico che blocca ogni iniziativa. Parlo della burocrazia amministrativa imposta da funzionari del ministero dell'Ambiente e di altre istituzioni più interessate a boicottare le nuove iniziative con interpretazioni personali del groviglio di leggi, esistenti in materia di bonifiche e riutilizzo dei suoli, che finiscono per far aumentare a dismisura i costi di bonifica». Impossibile, quindi, salvare Porto Marghera dall'inquinamento e dalla decadenza industriale? «Ora che sono a fine mandato posso dire che oltre ad avere risanato il bilancio della società del parco tecnologico e scientifico, abbiamo dimostrato che Porto Marghera e il suo waterfront hanno potenzialità immense. Venezia è la più fantastica città al mondo sull'acqua, che con aeroporto, porto, ferrovie, strade e grandi aree disponibili, è un punto di aggregazione fisica di una Regione, come il Veneto, dove operano 500 mila imprese che diventano 800 mila se consideriamo l'intero Nordest. Malgrado ciò, siamo riusciti a realizzare e sviluppare solo il primo lotto dei quattro progettati e previsti al parco Vega. Per gli altri tre lotti, cioè Vega 2, 3 e 4 per i quali esistono progetti e investitori pronti a investire 50 milioni di euro, tutto è fermo per i cavilli burocratici e le interpretazioni personali di norme e leggi in materia di bonifiche, sollevate da alti funzionari del ministero dell'Ambiente e di altri enti. è davvero grave perché nel primo lotti del parco Vega, dove prima sorgeva l'agrochimica, operano già oltre cento aziende con 2 mila dipendenti che diventeranno 10 mila quando saranno completati, burocrati permettendo, anche gli altri lotti».

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per fare questa visita deve prenotare di nuovo (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

SANITà. Le sofferenze dei cittadini nell'impatto con il servizio raccontate alla redazione «Per fare questa visita deve prenotare di nuovo» Gli appuntamenti per eseguire analisi spesso saltano: ecco le testimonianze IGLESIAS. «Dovrebbe tornare al Cup e fissare un nuovo appuntamento per la visita». Negli ospedali la risposta è sempre più frequente. «Ma guardi, sono già trascorsi due mesi, ne passeranno altri due. Rinviare ancora mi procura qualche problema». Non sempre due volte chiudono il caso. C'è chi al Cup, centro unico di prenotazione, ci è andato tre volte per mettere in agenda la stessa visita, andata a monte per ragioni non sempre comprensibili per gli utenti. Le testimonianze sono numerose. «Mi sono presentato all'appuntamento come previsto e mi sento dire: ma noi abbiamo chiamato al numero telefonico che ci aveva lasciato, non siamo riusciti a trovarla». Replica: «Guardi, le mie telefonate sono tutte registrate. In due mesi non ho avuto alcuna chiamata dal servizio sanitario». Se la cattiveria non è degli uomini di certo la perfidia è della burocrazia. E in questo caso la procedura vuole (ma la volontà ha anche sembianze umane in questi casi) che la prenotazione venga ripetuta. In molti casi il successo è assicurato, il controllo diagnostico o strumentale va a buon fine. In altri, forse per non smentire il luogo comune, a tanti è stato imposto di cimentarsi con la terza volta: perchè è mancata la disponibilità prevista a suo tempo, perchè il medico quel giorno non c'è o altro. In molte occasioni sgomberate dalla strada dei pazienti dall'amministrazione della Asl numero sette, le liste d'attesa nel servizio sanitario del Sulcis Iglesiente affiorano ancora a ostacolare la strada dei cittadini. Ma le indicazioni e le disposizioni generali non sempre raggiungono l'obiettivo di una perlomeno buona funzionalità del sistema. Per quale ragione? Gli inghippi maggiori sono due, intrecciati uno all'altro. Il primo è operativo. Le prenotazioni sono solitamente organizzate in due tempi: la raccolta e l'appuntamento vero e proprio. La prima operazione avviene allo sportello (front office), da qui vengono trasferite all'ufficio interno (back office) che le dovrebbe fissare nell'agenda dei vari reparti o ambulatori o laboratorio e così via. Il fatto è che le comunicazioni non sempre sono puntuali, corrette, possono essere esposte a qualche errore e forse anche il personale ha tanto da fare qualche sbavatura operativa è comprensibile. «Ma non sempre tutto può passare nella grande disponibilità degli utenti, che sono pazienti per definizione ma qualche volta la pazienza sono portati a perderla», confessa alla nostra redazione un'altro dei malcapitati. Sì, diventa difficile spendere buonsenso quando ti rinviano al terzo appuntamento, ti presenti puntuale e ti senti rispondere: mi spiace, ma il lunedì questa visita non si fa. Inutile ribadire che non si tratta di una decisione autonoma ma di una prenotazione fatta a suo tempo nelle modalità previste e ripetute perchè già gli appuntamenti precedenti erano saltati. Non solo. Ma tra il secondo e il terzo c'erano state pure le scuse formali della direzione sanitaria. Chi lascia l'ospedale con l'amara delusione di un ennesimo rinvio non resta che constatare di avere impegnato un altro giorno "a vuoto". «E chi mi ha prnotato per un inutile lunedì? Doveva conoscere o no la scansione dei calendari di quel reparto?». L'altro inghippo, è parzialmente già raccontato. Riguarda le comunicazioni interne, con la complicazione che deriva dalle difese di postazioni, ruoli, tempi, dinamiche organizzative. Insomma, in qualche caso il risultato può essere del tipo: «La prenotazione è stata fatta da altri che non hanno ben chiaro come funziona qui da noi». Quindi? Passare di nuovo al Cup, prego. L'alternativa potrebbe essere in una prenotazione diretta nel reparto. Fiducia e buona fede al primo posto. Sperando che anche le linee telefoniche non si mettano di traverso quel meraviglioso giorno destinato alla chiamata: «Gentile signore, scusi se la disturbiamo, vorremmo ricordarle che domattina lei ha un appuntamento con noi per la visita tale o talaltra». Ma queste formule non sono ancora alla portata di tutto il sistema pubblico italiano. Non solo sul fronte dei servizi sanitari. (red.s.i.)

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una associazione tra le aziende, la proposta arriva dalla provincia - tonio biosa (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 15 - Gallura Una associazione tra le aziende, la proposta arriva dalla Provincia Il consorzio tra operatori favorirà l'acquisto della materia prima TONIO BIOSA TEMPIO. «La grave crisi congiunturale che ha colpito il settore sugheriero del Nord Sardegna investe l'economia storica del territori di Calangianus, Tempio, Luras ed altri centri attorno. Nel comparto trovano occupazione, direttamente o indirettamente, circa 2700 addetti, un numero ragguardevole rispetto all'esigua popolazione della Provincia e che non fa altro che far risaltare la gravità della crisi in atto. Occorre pertanto intervenire in maniera strutturale». Ad accorrere al capezzale del pianeta sughero, affetto da una crisi profonda e più preoccupante delle precedenti, sono tre consiglieri provinciali di maggioranza: il calangianese Carlo Ferrari e gli olbiesi Gianni Ricciu e Pietro Sircana. Partendo da un esame del settore, con un documento essi propongono delle azioni a sostegno del Distretto del sughero che si incentra nei suddetti territori. Azioni a breve e o a lungo termine, a fronte della constatazione del perdurare di alcune carenze che gravano sul settore. Fra queste essi non mancano di collocare «la congenita idiosincrasia delle imprese a fare rete e a consorziarsi, rinunciando a priori a quelli che potrebbero esser i molteplici vantaggi derivanti dall'appartenere realmente ad un distretto». Ma alla carenza di base associativa ed organizzativa essi non possono che aggiungere la cronica carenza di materia prima alla quale si sopperisce con l'importazione, soprattutto dai paesi del Maghreb, di una notevole quantità di sughero che non avrebbe però le stesso pregio di quello autoctono. «Da questa situazione - osservano io consiglieri - nasce la necessità di implementare la produzione di sughero nostrano con un piano regionale di forestazione di quercia da sughero, caratteristica dei nostri territori. Un piano però agile, duttile e rapportato alle nostre necessità e di cui la provincia Olbia-Tempio potrebbe in futuro farsi carico senza attendere le lungaggini della burocrazia regionale. Al piano di forestazione potrebbe affiancarsi una pubblicità istituzionale a favore del sughero sardo, salvaguardandolo, nell'impiego in enologia, dalla concorrenza della plastica e del silicone che di naturale hanno niente. Da questo deriva la necessità della certificazione della qualità del tappo in sughero, vera nota dolente del settore poiché purtroppo molti dei nostri produttori di turaccioli si trovano a dover subire delle contestazioni riguardo al famigerato "sentore di tappo" e che si risolvono spesso in danni economici notevoli per gli esosi risarcimenti richiesti dalle cantine. In questa delicata fase pertanto la provincia Olbia-Tempio potrebbe intervenire garantendo un supporto tecnico ai vari produttori di tappi. Potrebbe esser questo un sistema che sostituisca la classica bollitura della corteccia con uno più moderno quale la vaporizzazione che garantirebbe la sterilizzazione del prodotto medesimo e impedirebbe che le muffe abbiano il tempo materiale di attaccare il sughero da trasformare in tappi. Seguirebbe poi la certificazione di un tappo uscito da questo procedimento».

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omologate le fermate per i disabili ma la provincia non ha avuto le carte - donatella francesconi (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 4 - Viareggio «Omologate le fermate per i disabili» Ma la Provincia non ha avuto le carte DONATELLA FRANCESCONI VIAREGGIO. Portare una persona costretta sulla sedia rotelle da un qualsiasi quartiere periferico della città fino sul Molo, o in piazza Mazzini, a prendere una boccata di mare. Provateci se abitate in periferia e siete costretti a salire su un mezzo pubblico per spostarvi. Per scoprire che è impossibile, nonostante i nuovi mezzi"Vaibus" siano dotati di apposite piattaforme, a causa della mancanza di piazzole a norma sulle quali le piattaforme possano scendere in sicurezza per poi consentire l'uscita del bus della carrozzina. La questione, oltre che da numerosi cittadini interessati, è posta con forza nell'ultima relazione, datata 2008 (per metà amministrazione Marcucci e per metà Lunardini), del difensore civico comunale, Pietro Giorgio Magnani che scrive: «L'azienda "Vaibus" ha qualche automezzo attrezzato, con piattaforme, che non usa per mancanza di adeguato riscontro strada/marciapiede». Per dirla con parole semplici il bus, attualmente, può far scendere il disabile non autosufficiente dal punto di vista della mobilità solo in mezzo alla strada. Con tutti i rischi del caso, e con una responsabilità oggettiva degli autisti "Vaibus". Ieri "il Tirreno" ha cercato notizie sulle attese piattaforme negli uffici dei lavori pubblici. I cui funzionari ci hanno risposto alla presenza del consigliere comunale di maggioranza Athos Pastechi, poiché - c'è stato spiegato - «è in vigore una circolare del direttore generale che fa divieto al personale comunale di dare informazioni ai giornalisti». Giornalisti che devono passare per forza dagli assessori, i quali poi si informano dai dirigenti stessi. «Mi sono interessato personalmente del caso di un dipendente della Misericordia che trova queste difficoltà negli spostamenti quotidiani con il mezzo pubblico. Sono sette mesi che mi interesso della cosa...purtroppo la burocrazia è lenta». In questo periodo - continua Pastechi - dall'assessorato ai lavori pubblici «sono state realizzate tre fermate a norma: una in piazza Mazzini e due in via Mazzini». Sono quegli slarghi nei marciapiedi che da mesi i viareggini si chiedono cosa siano, visto che non c'è alcuna indicazione che possa far pensare alla destinazione prevista. «Questo perché manca - spiega Pastechi - l'omologazione che deve arrivare dalla Provincia». L'assessore provinciale ai lavori pubblici Silvano Simonetti, dopo una verifica con gli uffici fatta ieri mattina, ci ha spiegato: «Francamente non c'è arrivata nessuna richiesta di omologazione per le fermate in questione. Ho fatto fare un controllo anche nella posta in arrivo. Su una cosa come questa però non c'è da fare lo scaricabarile: noi ci muoviamo appena riceviamo la dichiarazione di conformità da parte del Comune». Inoltre, con gli autisti e i sindacati, insieme alle associazioni dei disabili e dei mutilati - prosegue Simonetti - «stiamo facendo una serie di riunioni per passare alla omologazione progressiva di tutte le fermate che sono sanabili. Stiamo predisponendo una modulistica da inviare a tutti i Comune che, dopo i sopralluoghi, la rimanderanno alla Provincia i cui uffici procederanno man mano alla omologazione». E nel frattempo - è la conclusione amara del difensore civico comunale - «la storia del cittadino che dalla periferia anela a raggiungere la Passeggiata resta tale e quale. E se l'anziano dovesse morire prima della soluzione, visti i tempi della politica e della burocrazia, a quel punto potremo soltanto constatare che non ha avuto alcun riscontro. è triste, ma è così».

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invenzione in pineta (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 7 - Viareggio INVENZIONE IN PINETA INVENZIONE IN PINETA Una scaletta e un "attico" per proteggere i mici Visto che i cinghiali del parco si sono spinti fino alla piscina comunale, qualcuno ha visto bene di difendere la pappa dei mici che vivono nella zona tra il parcheggio e la pineta, vicino alla piscina comunale. Qualcuno ha quindi creato una casetta di legno con accesso tramite scaletta, esclusiva per i gatti! E sembra che l'apprezzino, insieme al cibo e all'acqua lasciato nell'attico vista mare. I cinghiali nei giorni scorsi, sono stati segnalati più volte, sia dentro il giardino della piscina (ridotto ad un campo arato), che sul viale Europa e sulla via Menini, alla ricerca di cibo, visto che le condizioni meteo di quest'anno hanno fatto diventare un acquitrinio tutta la pineta fino a Torre del Lago, riduncendo la possibilità a questi ultimi di procacciarselo naturalmente. E quest'anno scarseggiano in tutta la pineta le ghiande, alimento favorito d'inverno insieme a tuberi, rizomi e radici di questi ungulati, che, ricordiamo, non si cibano di fogliame. Maurizio Cozzani e Patrizia PROPOSTA DI CHIOCCHETTI Chiediamo ai cassintegrati di lavorare per il decoro Alle soglie della stagione turistica, non siamo ancora riusciti ad avere una città accogliente, pulita e pronta a ricevere i turisti in un contesto di decoro urbano. Purtroppo il comune ha le casse vuote e questo è un problema che non può essere sottovalutato, e chiaramente la manutenzione della città ha i suoi onerosi costi. Le prospettive non sono delle più rosee, licenziamenti su tutti i settori e in altri casi, quelli più fortunati cassa integrazione. Visto che il Comune non ha soldi per pagare operai per lavori di straordinaria manutenzione, perché non ricorrere all'aiuto dei cassaintegrati, che bene o male un minimo di stipendio lo percepiscono? In questo caso non solo impiegano il tempo ma rendono un servizio utile alla città e a loro stessi, magari a rotazione e per brevi periodi, in attesa di poter riprendere il proprio lavoro. Paolo Chiocchetti, Udc VITTIMA DEGLI "UMANI" Peggy è morta serena dopo tante sofferenze Questa è la storia di Peggy, una dolce meticcia dagli occhi nocciola, uccisa dall'indifferenza e dalla crudeltà umana. Fino a pochi mesi fa viveva blindata in una sorta di immondezzaio, dove i proprietari l'avevano abbandonata dopo aver traslocato in un altro posto. In quell'inferno, Peggy, aveva lottato, per almeno due anni, contro la fame, la sete, l'abbandono e la solitudine. è stato per il buon cuore di due persone, che tra mille ostacoli, non ultimo il filo spinato, riuscivamo a somministrarle un po' d'acqua e cibo, a impedire che morisse di stenti. A poco sono servite denunce ed esposti: la burocrazia ha dei tempi infiniti e incomprensibili quando ci sono situazioni di sofferenza; l'unica soluzione, considerando l'insensibilità dei suoi padroni, era riuscire ad adottarla. Così è stato e, nonostante le nostre case "trabocchino" di cani abbandonati e maltrattati, Peggy ha avuto finalmente una cuccia, un posto caldo e tanto amore. Ma questo non è bastato a salvarla, come non sono bastate le cure veterinarie che ha ricevuto in questi ultimi mesi, perché il male che l'ha corrosa e portata via tra mille sofferenze, era curabile se preso in tempo, se i suoi "padroni" non avessero deciso di abbandonarla al suo destino. Oggi Peggy se n'è andata, lasciandoci sgomenti, rabbiosi, inermi di fronte a tanta ingiustificata e gratuita cattiveria, tristi e addolorati per non avere avuto abbastanza tempo per coccolarla, giocare e farle dimenticare tutto quello che aveva subito nella sua piccola breve vita. Ci resta il ricordo dell'immenso amore e dell'innocenza che leggevamo nei suoi occhi. Isabella Favilla, Manola Biagini FRATELLI D'ITALIA Aggressivi e diffidenti, siamo un popolo troppo nervoso Noi razza umana, noi italiani dal cuore d'oro, ci mettiamo la mano in petto al suono di "Fratelli d'Italia", e poi? Ci scanniamo, alziamo la voce, non ci fidiamo, ci crediamo tutti inutili fannulloni, inattendibili, impazienti ci guardiamo in cagnesco, ma altro che fratelli d'Italia. Amiamoci un po', comprendiamoci e soprattutto chiediamoci perché a volte siamo così aggressivi. Non è giusto prendersela con il primo che capita. Esistono italiani buoni, dolci; siamo noi, ognuno di noi. Scaviamo dentro la nostra quotidianità e vedrete che bella sorpresa. Rossana, da email apedreschi@alice.it CRIMINALITà A PIETRASANTA La coperta corta del presidio del territorio Apro il giornale e vengo a sapere che la stazione ferroviaria di Pietrasanta è stata oggetto di un assalto, l'ennesimo atto di criminalità. La città è senza un servizio di vigilanza all'altezza, vuoi per gli scellerati tagli finanziari, vuoi per ridicole iniziative come quella delle ronde civiche (di cui peraltro non c'è traccia). Apprendo inoltre che l'amministrazione comunale è intenzionata a trasferire la sede della polizia municipale al fabbricato viaggiatori "in modo da presidiare l'area", ma il lenzuolo, purtroppo, è corto. Se certe zone verranno coperte, altre rischiano di restare nel mirino della malavita. Matteo Tartarelli

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Maledizione da trasferta (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Legnano)" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

CALCIO LEGNANO pag. 9 Maledizione da trasferta «Lontani da casa crolliamo» Crisi Otto sconfitte e due pari nelle ultime dieci via dal «Mari» RABBIA. Il fallimento della Pro Patria festeggiato dagli stessi tifosi tigrotti e dai politici bustocchi non è andato giù ai dirigenti lilla. La squadra di Busto Arsizio potrebbe addirittura andare in serie B nonostante il fallimento. Questo grazie a leggi più che permissive che stanno creando un altro caso "Pescara" e grandissimo imbarazzo in Lega. Se a Busto nessuno paga, ma si punta alla serie cadetta, a Legnano nel mercato di riparazione la dirigenza lilla, per evitare la bancarotta, ha dovuto vendere ben sette undicesimi di squadra senza cercare facili scappatoie nei meandri della burocrazia. «È il caso di riflettere seriamente se una squadra possa fallire e poi ripartendo da zero societariamente, andarsene anche in B - ha spiegato Pippo Resta, presidente del Legnano - Qualsiasi azienda, quando fallisce, finisce di lavorare. Servono regole chiare per tutti. Mi spiace molto per lo sport». Lo stratagemma adottata a Busto non è tecnico, ma solo amministrativo. Un pugno allo stomaco rivolto verso chi si sforza, nonostante tutto, di essere in regola con stipendi, contributi Irpef e regolamento. Il problema rimane proprio questo: chi si ingegna costruendo una squadra di fuoriclasse riesce a far punti in barba agli altri. Tanto poi le conseguenze, semmai ci saranno, ricadranno su una stagione sportiva diversa da quella a cui sono riferite. Logica invece vorrebbe che se fossero riscontrate irregolarità in questo campionato, si dovrebbero scontare eventuali mancanze nella medesima sede. Ma nel calcio non è così. Ch. S.

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Nozze per il permesso Espulso lo sposo (sezione: Burocrazia)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Martedì 07 Aprile 2009 PROVINCIA Pagina 28 GAVARDO. Un marocchino clandestino fermato in Comune prima di sposare una 39enne: due i denunciati, tra cui il fratello della donna, per l'opera di mediazione Nozze per il permesso Espulso lo «sposo» Senza permesso di soggiorno, costretto a lavorare in nero come muratore nei cantieri del Bresciano con l'incubo di essere scoperto e rimpatriato, un muratore egiziano di trent'anni ha cercato di risolvere il problema del tanto agognato documento combinando un matrimonio con una donna di Gavardo. Grazie ad un collega di lavoro, che ha fatto da tramite, ha preso contato con il fratello della possibile sposa, una donna di 39 anni. Ha promesso 10 mila euro per quel matrimonio da celebrarsi al più presto. Il muratore egiziano ha iniziato a frequentare la casa dei fratelli ed è entrato nelle simpatie della donna che su richiesta ha acconsentito alle nozze. Probabilmente si era anche invaghita di quell'uomo che si era proposto come marito. CI SONO STATE le pubblicazioni, ma il matrimonio fissato per sabato scorso in comune a Gavardo è «saltato» per l'intervento dei carabinieri prima che la cerimonia iniziasse, e ci fosse il classico sì seguito dallo scambio degli anelli. Tutto era pronto. Compreso il brindisi. Ma un controllo al terminale è emerso che lo sposo era clandestino e le indagini hanno appurato che si trattava di un matrimonio di comodo, dietro congruo compenso: 10 mila euro.Niente amore. È FINITA con la sposa senza marito, il collega di lavoro in cantiere e il futuro cognato denunciati dai carabinieri per aver cercato di favorire l'immigrazione clandestina in Italia e l'aspirante sposo accompagnato in un centro di accoglienza del Milanese in attesa del primo imbarco per Il Cairo. Essendo clandestino non può rimanere in Italia, ed essendoci posto nel centro di accoglienza e potendo contare sui documenti portati in comune a Gavardo è stato identificato. Il suo sogno italiano si è infranto a causa della burocrazia: un controllo incrociato come ormai avviene sempre quando si è di fronte ad un matrimonio misto tra un italiano o un'italiana e uno straniero. Centinaia ogni anno nel Bresciano i matrimoni di comodo. Spesso la sposa è giovane e bella e lo sposo un arzillo pensionato che per qualche migliaio di euro dice sì.F.MO.  

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Un milione di euro per il centro storico (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Provincia di Cagliari Pagina 1022 Quartucciu. Bando pubblicato dal Comune, i lavori forse inizieranno entro l'estate Un milione di euro per il centro storico Quartucciu.. Bando pubblicato dal Comune, i lavori forse inizieranno entro l'estate Pavimentazione in lastricato e recupero delle antiche case --> Pavimentazione in lastricato e recupero delle antiche case Il primo bando riguarda la zona attorno alla chiesa di San Giorgio, ma si cercano già i fondi per le altre vie del centro storico. Diventa realtà il progetto per la rinascita del centro storico di Quartucciu. Nei giorni scorsi il Comune ha pubblicato il bando per l'assegnazione dei lavori, che cambieranno radicalmente il volto della zona attorno alla chiesa di San Giorgio. Un opera per la quale è stato stanziato un milione di euro, attesa da tempo. Con ogni probabilità, i lavori porteranno anche modifiche alla viabilità in tutto il cuore antico di Quartucciu. I FINANZIAMENTI Dei fondi già a disposizione, settecentomila euro serviranno per realizzare una nuova pavimentazione in pietra nell'area tra le chiese di San Biagio e Sant'Antonio e Casa Angioni. Sarà completamente rifatto anche l'impianto di illuminazione pubblica, per il quale saranno utilizzati lampioni in stile, inoltre saranno sistemati anche i sottoservizi tra le vie Corongiu e Neghelli. Un altro mezzo milione di euro sarà invece messo a disposizione dei cittadini per la ristrutturazione delle vecchie abitazioni. Per la suddivisione dei fondi a disposizione dei privati, sarà stilata una graduatoria che terrà conto dello stato dell'edificio e del valore dell'opera. I TEMPI Il bando per l'assegnazione dei lavori scadrà il 27 di questo mese. Poi, quando saranno state completate tutte le trafile burocratiche, si potranno aprire i cantieri: il Comune sta accelerando la burocrazia per riuscire a farlo entro l'estate. «Per ora cominciamo con questa zona, per la quale avevamo già i finanziamenti», spiega l'assessore all'Urbanistica, Tonino Durzu, «in seguito valuteremo se intervenire anche in altre parti del centro storico». I VINCOLI I cittadini che vorranno sistemare le domus riceveranno i contributi, ma dovranno rispettare i vincoli che gravano sul centro storico: è già successo in via Quartu, dove sono stati rimessi a posto facciate e portoni, che hanno nuovamente assunto l'aspetto di un tempo. Lo scopo principale è ridare decoro alle facciate: l'hanno già fatto diversi proprietari negli ultimi tempi, riportando alla luce architravi e colonne suggestive. LE CASE ANTICHE Quartucciu conserva un grande patrimonio di case campidanesi, ma anche di ville e palazzi in stile Liberty sparsi tra via Nazionale e il centro storico. Non solo Casa Angioni, ma anche Casa Cossu (oggi centro per anziani) e lo stesso palazzo comunale. Splendida la villa dei Vivanet su via Nazionale e poi ancora Casa Fanti e Casa Zedda, dove a decoro delle finestre sono ancora perfettamente intatte le cornici con intrecci vegetali in rilievo e i medaglioni con un viso femminile. Un vero gioiello sono le case dei cittadini incastonate nelle strette stradine del centro storico: quasi tutte hanno resistito all'usura del tempo, mantenendo intatta la loro bellezza. GIORGIA DAGA

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Dai diritti dell'uomo all'uomo dei diritti (sezione: Burocrazia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Dai diritti dell'uomo all'uomo dei diritti --> Pierre Manent e Marta Cartabia sull'involuzione della democrazia occidentale: diventa sempre più «egocrazia» Un passaggio epocale: oggi dalla persona si è passati all'individuo. Padrone di sé, decide della vita e della morte Martedì 07 Aprile 2009 TERZA, pagina 40 e-mail print «Flora» di Giovanni Carnovali detto il Piccio Una democrazia che diventa sempre più «egocrazia». È quanto emerso dagli interventi all'Università Cattolica di Milano durante l'incontro «Desideri, diritti, convivenza. Il contributo del senso religioso alla democrazia» organizzato dal Cmc, con il grande filosofo della politica Pierre Manent e Marta Cartabia, ordinario di diritto costituzionale all'Università Bicocca-Milano. «C'è sempre meno un fondamento razionale e ragionevole alla convivenza - ha esordito don Stefano Alberto (docente di Introduzione alla Teologia alla Cattolica), che ha moderato l'incontro - e il nostro è un diritto senza destinazione, che va e va ma non sa dove muove. Quale sono le ragioni? E quale la prospettiva futura? Benedetto XVI ha spesso ricordato che una libertà male interpretata può facilmente sfociare nell'arbitrio, nella negazione della libertà medesima. Il suo richiamo è incessante a un nuovo uso della ragione: a riscoprire le ragioni della convivenza al di là dell'arbitrio, al di là dell'emotività e di una autodeterminazione assoluta». Il francese Manent, cattolico liberale, ha ricordato le «due nascite» della democrazia: «la prima, più antica, nella città greca, e la seconda, tra il XVI e il XVII secolo». Ad Atene la vita politica diventa naturalmente democrazia. «Prima della città, gli uomini vivevano in tribù, in una sorta di famiglia allargata. I greci, popolo di poeti, dicevano che prima della città c'era il regime dei ciclopi, cantato da Omero nell'Odissea, con il suo Polifemo. Anche Aristotele ripropone questa visione di vita isolata, dove il patriarca stabilisce la legge e la dà alle mogli e ai figli». La differenza tra la vita dei ciclopi e quella dei cittadini è immensa. Con il passaggio al regime della città, si acquisisce il senso della cosa pubblica. Prosegue il filosofo della politica: «La città è questa cosa pubblica, il bene comune. Le regole veicolano la libertà. I cittadini devono declinare quelle che i greci e i romani hanno iniziato a chiamare le virtù. Per essere governata, la cosa comune richiede giustizia, coraggio, temperanza e la virtù suprema dell'ordine politico, la prudenza». L'idea greca di democrazia ci ha accompagnato durante tutta la nostra storia occidentale. I diritti individuali si scoprono invece tra il XVI e il XVII secolo. «È un processo audace degli europei - dice Manent -. Si va al nocciolo della vita umana, lo stato naturale. L'uomo che scopre i propri diritti e i propri bisogni è l'uomo che non vuole morire». Poi arriva la Rivoluzione francese, «il momento fondatore della democrazia moderna». Nel XIX secolo e per tutta la metà del XX, «ha la meglio la formula che mescola i due tipi di democrazia. Ci si sforza che tengano i diritti individuali e il bene comune. Ma le difficoltà esistono: si va a fare la guerra per difendere la propria patria e in guerra si rischia di morire. I diritti alla vita vengono messi in discussione». Il cambiamento in peggio arriva negli anni '60. Ne conviene Cartabia: «C'è un chiaro nesso tra la rivoluzione dei costumi del '68, e poi il divorzio, l'aborto, tutte queste decisioni. Le radici degli esiti di oggi vengono da lì. Negli anni '60 abbiamo assistito a due torsioni letterali e concettuali: allo stesso tempo nel mondo giuridico la libertà è diventata sinonimo di autodeterminazione e l'uguaglianza è diventata non discriminazione, vista come la massima virtù del diritto. Domina questa cecità alle differenze. Non si guarda l'individuo come è nella realtà. Oggi siamo di fronte a un passaggio epocale che va dalla persona all'individuo. L'uomo è ridotto a individuo. Invece sotteso alla Costituzione c'è il personalismo: la persona è vista nei suoi rapporti, sia orizzontali sia verticali. Questa parabola è stata accelerata dal trionfo del diritto all'autodeterminazione. Prendiamo il caso di Eluana e del conseguente disegno di legge sul testamento biologico o adesso la decisione repellente del parlamento di Singapore di liberalizzare il commercio di organi umani. Abbiamo ammesso che l'individuo è padrone di se stesso fino al punto di decidere della vita e della morte. Allora gli consentiamo di usare parti del proprio corpo magari per affrontare un'emergenza economica». Oggi un diritto viene giustificato non appena viene rivendicato, dice il filosofo Manent: «Con questa nuova modalità, le società sono entrate in una corsa per garantire diritti formulati sempre più arbitrariamente. Le conseguenze sono infelici». Si è completamente perso quello che era fondamentale per gli autori liberali. «Rousseau diceva che i diritti sono radicati in qualcosa che è molto oggettivo - ricorda Manent -. I diritti si radicano in questo nostro bisogno di preservarci. Un'altra prospettiva sul diritto ci viene da Kant, che diceva: "L'umanità è una dignità"». Stiamo sempre più «abbandonando questo bisogno del Logos, della ragione - sottolinea Manent -. Ecco la difficoltà della democrazia in Europa che ha rinunciato a una visione più equilibrata della propria storia politica e spirituale. L'Europa è nata grazie a tre tradizioni: repubblicana, cristiana e liberale. La prima, la più antica, è stata elaborata ad Atene, poi continuata a Roma, e a Firenze si chiamava il vivere civile. Quella cristiana, che mette al centro ogni vita umana come l'avventura di un'anima, viene sempre più messa da parte. La terza fonte, quella liberale dei diritti individuali, è come impazzita. Perché ritorni l'equilibrio in Europa, dobbiamo riuscire a far partecipare al dibattito pubblico queste tre tradizioni». Viviamo in un'Europa che «ha distrutto progressivamente le mediazioni: prima quella grande della Chiesa Cattolica, e poi quella della repubblica. L'individuo è ridotto alla sue rivendicazioni, che oggi non appoggiano più sull'esperienza perché non c'è più la mediazione con la quale relazionarsi all'esperienza». Come dice Cartabia, siamo nell'epoca «dell'impazzamento dei diritti. Non nell'epoca dei diritti dell'uomo, ma nell'epoca dell'uomo dei diritti. I diritti non sono più risposte dei bisogni umani. Vengono "pretesi" nelle aule giudiziarie, dalle burocrazie e dai parlamenti». Don Stefano Alberto conclude: «Sembra proprio che ritornino i ciclopi, con la loro vista monoculare. Sono capaci solo di gridare molto. Basta guardare i giornali. Ci sono esempi quotidiani d'intemperanza ed irrazionalismo che qualcuno vuole chiamare sinteticamente laicità dello Stato». Mariella Radaelli 07/04/2009 nascosto-->

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BRUNETTA è davvero grande, come rispetta le donne lui non le rispetta nessuno. Se alcun... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

LETTERE E COMMENTI pag. 39 BRUNETTA è davvero grande, come rispetta le donne lui non le rispetta nessuno. Se alcun... BRUNETTA è davvero grande, come rispetta le donne lui non le rispetta nessuno. Se alcune statali facevano i loro comodi, non è che i loro colleghi maschi facessero diversamente... o no? T. Ma., Bologna LETTERE certificate, versamenti, canoni, contributi, burocrazia consultata da casa, niente più code, più tempo disponibile. Tutto ok. Ma se gli statali rimarranno gli stessi, lavoreranno meno agli stessi costi C. Am., Pesaro

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Presto l'Agenzia di valutazione Fondi legati alle performance (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-07 - pag: 12 autore: Il regolamento. All'esame di Palazzo Chigi nei prossimi giorni Presto l'Agenzia di valutazione Fondi legati alle performance A introdurre massicce dosi di valutazione in un sistema finora piuttosto allergico a pagelle e voti ci proverà la tanto attesa Anvur: l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, che il ministro Mariastella Gelmini disegna nei 14 articoli del regolamento atteso nei prossimi giorni all'esame di Palazzo Chigi. Le nuove regole puntano subito al sodo affidando all'Anvur meno compiti per evitare ogni rischio di burocrazia. L'idea di fondo resta comunque la stessa: valutare atenei ed enti di ricerca (un pianeta che va dal Cnr all'Agenzia spaziale) per premiare con più fondi le performance migliori. Appena l'Anvur sarà a regime (se tutto filerà liscio dopo l'estate) questo «sistema integrato di valutazione» - recita la bozza consentirà al ministero di «collegare i trasferimenti statali ai risultati raggiunti». Insomma le "pagelle" si faranno sentire al momento dell'assegnazione del Fondo di finanziamento ordinario che vale circa 7,5 miliardi all'anno. L'Anvur,che avrà sede a Roma, valuterà università, enti di ricerca, corsi di studio e dottorati, accordi di programma, «prodotti della ricerca» e «risultati della didattica», oltre a stabilire i requisiti per aprire nuovi atenei o sedi distaccate. Una fatica di Sisifo che culminerà, ogni due anni, nella pubblicazione di un rapporto sullo stato di salute del sistema. L'organigramma dell'Anvur prevede che il presidente sia scelto tra i sette membri del Consiglio direttivo che a sua volta sarà nominato interamente dal ministro con la base del metodo dei comitati di selezione (i famigerati "search committee"). Due membri saranno prescelti in due rose indicate dal Consiglio europeo di ricerca e dall'associazione universitaria europea. Gli altri 5 saranno scelti in una maxi-rosa di 15-20 nomi di personalità scientifiche e culturali provenienti anche «da una pluralità di ambiti disciplinari». Il Consiglio sarà, infine, affiancato da un direttore e da un Comitato consultivo. Mar.B. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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A quarant'anni dalla progettazione il comando dei carabinieri è ancora incompleto (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Mezzogiorno sezione: SALERNO data: 07/04/2009 - pag: 7 Il caso Per realizzare gli alloggi e camerate ci vogliono due milioni e mezzo A quarant'anni dalla progettazione il comando dei carabinieri è ancora incompleto SALERNO Un progetto fatto e rifatto decine di volte e una caserma dei carabinieri tuttora incompleta, priva cioè di alloggi e camerate. Nonostante dal momento in cui se ne cominciò a parlare siano trascorsi ben quarant'anni. Storie infinite di ordinaria burocrazia quelle che incombono sulla sede del comando provinciale dei carabinieri di via Mauri, a Mercatello. Operativa ma non del tutto. La realizzazione della struttura, progettata dagli architetti Vincenzo Della Monica e Fernando De Blasi, che in corso d'opera lasciò l'incarico, fu deliberata dal Comune di Salerno nel 1969 come sede del Comando Legione dell'Arma. Soltanto nove anni dopo, però, con Fiorentino Sullo presidente della commissione Lavori pubblici, furono stanziati i primi finanziamenti. I lavori di primo stralcio, per un importo di cinque miliardi e seicento milioni di lire, furono appaltati nel 1983. Fino al 1997, data effettiva di apertura del cantiere, l'opera è stata via via modificata, assoggettata anche ad un ridimensionamento dovuto al fatto che non avrebbe più ospitato il Comando Legione ma solo quello più circoscritto provinciale. La consegna dei lavori dell'ottavo lotto è avvenuta nel 1999. L'intero complesso, però, non è stato mai ufficialmente inaugurato nè intitolato, come era stato deciso, ai due carabinieri Arena e Pezzuto che morirono a Faiano vittime di un agguato camorristico nel 1992. Nè il monumento a loro dedicato, che pure avrebbe dovuto fare bella mostra di sè all'ingresso della caserma, è stato mai realizzato. Ma il vero e proprio paradosso sta nel fatto che a tutt'oggi, a 40 anni dall'affidamento della progettazione, il corpo di fabbrica alloggi ancora non esiste. «Sì, è vero - conferma l'architetto Della Monica - ci vorrebbero, come previsto dalla normativa, altri dodici alloggi oltre alle camerate. Attualmente alcuni locali nati come uffici sono stati destinati per necessità a camerate». Eppure la spesa per portare a compimento l'opera non è elevatissima: poco più di due milioni e mezzo di euro. Nel 2003 la somma fu deliberata dal ministero dei Lavori Pubblici ma successivamente destinata ad altra struttura per iniziativa del Comando Regione Campania. Sorprende che finora nessun politico locale abbia preso a cuore la questione. Incompiuta La caserma dei carabinieri a Mercatello e l'area non ancora edificata

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C' (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Veneto" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

ECONOMIA 07-04-2009 Opinioni Arturo Dalla Tana notaio La scommessa della certificazione energetica C' è una logica, del tutto condivisibile, nella nuova normativa sulla certificazione energetica, compiutamente illustrata nell'importante convegno organizzato dal Collegio Notarile di Parma al Centro Cavagnari. Ma c'è una scommessa, dalla quale dipende il raggiungimento degli obiettivi. La logica è nel rendere le case non più fonte di inquinamento e di spesa, ma strumento di risparmio energetico. Le nuove case nulla hanno a che vedere con quelle costruite negli anni '70, e prima ancora. Allora si realizzava l'edificio, poi si decideva come riscaldarlo e quanta energia occorreva. Ora il percorso è inverso, la progettazione deve tener conto del risparmio da realizzare; la struttura, i materiali, gli impianti vengono decisi in funzione del risultato, che non è una scelta del costruttore, ma un obbligo di legge. Su questo l'obiettivo è già raggiunto: la casa del duemila è di un'altra generazione rispetto alla sua antenata di trent'anni prima. Ma la scommessa riguarda la percezione, per gli acquirenti di case, della maggior qualità dell'edificio che risparmia e non inquina. Per questo, da luglio di quest'anno, ogni rogito dovrà essere accompagnato dalla pagella energetica dell'immobile. Si chiama ACE (Attestato di Certificazione Energetica), prende spunto dal documento che accompagna frigoriferi e lavatrici, suddivide gli immobili in otto classi, dalla A+ (il massimo del risparmio) alla G (il massimo dello spreco). Le perplessità riguardano l'eccesso di burocrazia, nella quale il legislatore europeo (da cui è partita la direttiva) da un lato e la nostra Regione (che ha competenza legislativa in materia) dall'altro, sono maestri. Come la gran parte di leggi regionali, ridondanti, cariche di proclami ideologici e imprecise nella parte tecnica, la legge dell'Emilia Romagna crea perplessità fra gli operatori (non è chiaro se l'ACE debba essere allegato ai rogiti e se comunque l'acquirente possa esonerare il venditore dall'onere), si pone in evidente contrasto con la Costituzione, come dimostrato dal Notaio Bevilacqua nel Convegno con l'illustrazione dell'univoca produzione della Corte Costituzionale sull'argomento, quando la Regione dispone regole che ineriscono il diritto privato, materia in cui non ha competenza. E impone un onere economico eccessivo sia con la duplicazione fra AQE (Attestato di Qualificazione Energetica che deve produrre il costruttore ad opera di un tecnico abilitato con asseverazione del Direttore dei lavori) e ACE, due documenti che attestano le stesse cose e che potrebbero essere unificati, sia con l'obbligo di produzione di un inutile ACE anche per fabbricati vetusti e destinati alla ristrutturazione. Perché l'ACE è un documento complesso, che richiede tempi e costi, e l'edilizia, in questa fase, chiede cose diverse. Si diceva della scommessa che accompagna il cammino di questa legge. Per vincerla è necessario che la casa ecocompatibile sia percepita come un valore. Con le auto e gli elettrodomestici ci si è riusciti, pubblicizzando i vantaggi e concedendo agevolazioni. Difficile che si possa arrivare agli stessi risultati puntando sul carico burocratico e causando un aumento di costi. Ma da qui al 1 luglio, vero inizio applicativo della legge, un po' di tempo ancora c'è. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

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ZOOTECNIA. DIRETTIVA NITRATI, L'ASSESSORE RABBONI INCONTRA LE ASSOCIAZIONI AGRICOLE. (sezione: Burocrazia)

( da "marketpress.info" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Martedì 07 Aprile 2009 ZOOTECNIA. DIRETTIVA NITRATI, L´ASSESSORE RABBONI INCONTRA LE ASSOCIAZIONI AGRICOLE. Bologna - L’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, ha incontrato le associazioni agricole professionali e le centrali cooperative per aprire una collaborazione e un approfondimento sull’applicazione della direttiva europea sui nitrati. La normativa comunitaria, che regolamenta lo spandimento dell’azoto sul terreno, impatta fortemente sull’attività delle aziende zootecniche della regione. “La Regione ha intenzione di porsi a fianco del mondo agricolo e non come controparte – ha detto l’assessore Rabboni – Ci attiveremo per garantire la corretta applicazione della direttiva, ma allo stesso tempo intendiamo accelerare la massima semplificazione delle procedure e della burocrazia. Chiediamo inoltre che l’applicazione delle norme sia uguale per tutte le Regioni del bacino padano”. L’emilia-romagna ha già provveduto a richiedere ai ministri competenti, all’Agricoltura Zaia e all’Ambiente Prestigiacomo, l’accelerazione dell’iter per ottenere la deroga da parte dell’Unione europea ad alcuni limiti posti dalla direttiva. In particolare le deroghe riguardano i quantitativi massimi di azoto utilizzabili nelle zone vulnerabili. Dall’esame del primo periodo di applicazione la Regione ha già provveduto a semplificare alcune procedure, quali l’individuazione cartografica delle superfici dove portare l’azoto e il calcolo delle quantità da destinare alle diverse colture. Conformemente a quanto già deliberato a livello regionale, si è inoltre impegnati a operare per modificare la normativa nazionale per classificare i prodotti degli impianti di biogas come effluenti zootecnici e per l’innalzamento delle soglie entro cui prescrivere la comunicazione delle aziende agricole. Le organizzazioni agricole si sono dette disponibili a lavorare al fianco della Regione, e per verificare tutte le problematiche del settore l’assessore Rabboni ha proposto l’istituzione di un tavolo tecnico aperto a tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti. Il tavolo si riunirà già il prossimo 16 aprile, in vista dell’incontro al ministero programmato per il 21 aprile. . <<BACK

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Costruire bene primaper non piangere dopo (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Costruire bene primaper non piangere dopo ERMANNO MAROCCO La terra ha tremato e gli edifici costruiti dall'uomo sono crollati. Un'intera città, L'Aquila, e molti paesi e borghi della sua provincia sono stati frustati da una scossa sismica che in pochi minuti ha costretto decine di migliaia di persone ad abbandonare nella notte le loro abitazioni lasciando indietro molte vittime e molti dispersi. La tragedia è purtroppo di vaste proporzioni con almeno centomila sfollati, oltre centocinquanta vittime, 250 dispersi, l'ospedale cittadino evacuato, il centro di comando, la prefettura, inagibile. Sono crollati edifici storici, ma anche palazzi costruiti quarant'anni fa con il cemento armato. In queste ore il primo pensiero va alle operazioni di soccorso che vedono impegnate cospicue forze dello Stato e molti volontari che devono contemporaneamente occuparsi del soccorso ai feriti, della ricerca frenetica dei sopravissuti ancora imprigionati dalle macerie e dai senza tetto che devono essere nutriti e alloggiati. Nei prossimi giorni, terminata la prima emergenza, si tratterà di trovare una dimora a un'intera città, di predisporre piani di ricostruzione, di reperire fondi adeguati (molti miliardi di euro) e avviare celermente la ricostruzione di un'intera area. Ma certamente il primo pensiero sarà rivolto alle vittime, alle vite stroncate e alle sofferenze dei loro familiari. E la prima domanda che tutti noi dovremo fare sarà semplice e doverosa: di fronte alle catastrofi naturali abbiamo fatto tutto quello che eravamo in grado di realizzare per contrastarle, per ridurne le conseguenze, per dare maggiore garanzie e sicurezza alla nostra vita quotidiana? L'Italia è un Paese idrogeologicamente fragile, impervio, franoso, soggetto in molte zone a scosse sismiche molto forti e ricorrenti. Questa fragilitàè stata incrementata dall'azione incauta e a volte criminale dell'uomo con costruzioni non adeguate, dalla pretesa di colonizzare abusivamente aree inadatte, di edificare nell'alveo dei fiumi o sulle spendici di colline instabili. Negli ultimi cinquant'anni abbiamo costruito molti edifici, anche pubblici, che non rispettavano le normative esistenti o le interpretavano con grande leggerezza. Il risultato è che oggi, di fronte a qualsiasi evento naturale, rischiamo vite umane innestando un circolo negativo: lutti, distruzione di edifici e infrastrutture, danni a volte irreparabili del tessuto produttivo. E di conseguenza la necessità di investire enormi risorse per la ricostruzione. In Irpinia il più terribile terremoto degli ultimi cinquant'anni (1980), si contarono 2.570 morti e furono impiegati oltre 50 mila miliardi per la ricostruzione e lo sviluppo industriale, con risultati assolutamente incerti: a ventinove anni dal sisma molti vivono ancora nei container o nei prefabbricati, parte delle industrie che utilizzarono gli aiuti di Stato sono fallite a hanno cessato la loro attività. La risposta a questo evento tragico non dovrebbe essere quindi la consueta polemica sull'eventuale inadeguatezza dei soccorsi, sulla molto ipotetica possibilità di prevedere il sisma, sulle eventuali lentezze organizzative dell'azione di ricostruzione ma su una questione più strutturale, più decisiva: come affrontare e contrastare la congenita fragilità del nostro territorio, come bloccare la costruzione di edifici non a norma o abusivi, come migliorare decisamente la qualità delle nostre edificazioni in termini di sicurezza ed energeia. Non solo un piano casa per ampliare qualche abitazione monofamiliare ma un piano per la riqualificazione, modernizzazione e messa a norma del nostro patrimonio edilizio, pubblico e privato. Espressa in questi termini appare forse come un'impresa impossibile, molto onerosa e dai tempi biblici. E da qui può invece partire la sfida culturale e insieme morale: non accontentiamoci di inseguire i problemi e di commemorare le vittime. Proviamo a scegliere la strada più giusta, più concreta, economicamente nel tempo più vantaggiosa. Non si tratta solo di rispondere alle grandi tragedie come quella che stiamo vivendo ma di affrontare lo stillicidio di disastri che ogni giorno si susseguono. Dallo smottamento di una collina al crollo di qualche soffitto nelle nostre scuole. Dalle alluvioni ormai incontrollabili allo scoppio in qualche palazzina con impianti a gas fuorilegge. Invertiamo l'ordine delle azioni: costruiamo bene prima per evitare di ricostruire dopo. Come? Certamente focalizzando le attenzioni progettuali, normative, le risorse sulle aree a rischio e sulle infrastrutture di pubblica utilità: scuole, ospedali. Orientiamo le risorse economiche sugli interventi relativi ai bisogni essenziali di una nazione: sicurezza ed efficienza energetica. Liberiamo le risorse dei privati vincolandole però alla convenienza pubblica e spingiamo Stato, Regioni e Comuni a selezionare i loro investimenti. Nella tragedia di oggi colpisce il fatto che le due principali strutture pubbliche preposte alla sicurezza sono inagibili: la prefettura che è il centro di comando e coordinamento delle forze di soccorso, e l'ospedale, il punto nevralgico per salvare vite umane e soccorrere i feriti. In Italia parte dei nosocomi è strutturalmente vecchio, a volte con settanta o cento anni di vita. Sono sottoposti a continui interventi per adeguarli normativamente e organizzativamente. La loro vetustà genera costi aggiuntivi per la gestione sanitaria ed energetica, la loro struttura rappresenta un vincolo per la modernizzazione dei processi sanitari. E oggi scopriamo che in caso di un sisma non sono in grado di svolgere il loro ruolo primario: proteggere i loro degenti e affrontare un'emergenza grave. Il vero impegno morale e solidale nei confronti delle popolazioni colpite dal tragico evento naturale è certamente quello di fornire loro tutte le risorse necessarie per affrontare l'emergenza e la ricostruzione. Ma insieme dovremmo appunto assumerci la responsabilità di invertire l'ordine innaturale degli eventi: preveniamo, programmiamo, selezioniamo le risorse per garantire a tutti maggiore sicurezza. Prima e non dopo. 07/04/2009 edifici fuori leggeIn 50 anni abbiamo realizzato edifici fuori norma. Il risultato è che di fronte a qualunque evento naturale rischiamo delle vite 07/04/2009 ordine innaturaleBisogna invertire l'ordine innaturale degli eventi: prevenendo, programmando e selezionando le risorse 07/04/2009 giorgio oldoini Secondo statistiche Ocse, negli ultimi anni si è rilevata una crescente attività delle imprese di costruzioni cinesi in Africa, America Latina e in Asia: un raddoppio nel solo periodo 2005/2006. Queste imprese ottengono finanziamenti pubblici agevolati o a fondo perduto, hanno un costo della manodopera specializzata e manageriale molto basso anche rispetto ai Paesi in cui operano, utilizzano equipaggiamenti prodotti in casa che pagano un terzo delle imprese europee, fanno conto su interventi "politici" che consentono di evitare le gare internazionali, accettano di essere pagate con materie prime dei Paesi ospitanti. Un'impressionante macchina "aziendale", destinata a vincere tutte le guerre con le "fragili" imprese occidentali, impegnate sul fronte delle regole e delle burocrazie. Consideriamo la situazione delle grandi opere in Italia. I pochi gruppi rimasti cercano risorse sul mercato finanziario, di rischio e di prestito. Ogni volta che un manager è indagato o arrestato, una situazione ricorrente per le leggi poco chiare e la cultura militante di una parte della magistratura, la quotazione di Borsa crolla e le banche limitano gli interventi. I competitori europei o americani utilizzano come armi improprie, ampi stralci dei nostri giornali che (doverosamente) riportano quegli eventi. I costi fissi della burocrazia amministrativo-legale (spesso inutili) delle nostre imprese, superano il 5% del fatturato (a fronte di una media Ocse del 2%); per non parlare della fiscalità allargata, che non ha uguali per aliquote e tecniche aggressive d'accertamento. Insomma, le gare che ci sono aggiudicate nel mondo, rappresentano un miracolo dell'intelligenza, della perseveranza e della professionalità dei nostri imprenditori. È certo che lo Stato e il sistema-Paese, sono lontani anni luce da questi successi. A fronte di tale scenario, che non riguarda solo le grandi opere, si assiste in Italia ad un dibattito "ideologico" tra i fautori del libero mercato e i cosiddetti protezionisti. Mi domando cosa c'entri il protezionismo economico con la giusta pretesa degli imprenditori, di essere messi nelle stesse condizioni di partenza dei loro concorrenti. Se l'occidente non avrà la forza di imporre regole comuni (e costi burocratici e istituzionali comuni), la nostra stessa civiltà può entrare in crisi irreversibile. E non si tratta solamente di stabilire delle regole, ma di pretendere la loro effettiva applicazione; ciò implica una verifica costante dell'efficienza e dell'affidabilità delle stesse istituzioni cui è affidato il compito di regolare i mercati. Ma queste pretese sono a dir poco ridicole; possono valere per il mercato interno, anche se trovo poco corretto impedire ai nostri consumatori di pagare le magliette cinesi al prezzo d'origine. Molto meglio chiudere le nostre fabbriche tessili anziché obbligarle al sommerso; almeno il problema scoppierà nella sua vera dimensione. Come si fa ad imporre a Paesi come il Camerum o il Gabon, al mondo arabo o all'Uruguay, di adottare le nostre leggi, prevedere il nostro statuto dei lavoratori e il relativo modello sindacale, impiegare le nostre burocrazie, clonare il software d'intervento delle nostre procure, pagare i beni e servizi il triplo dei costi industriali? Niente paura, l'occidente riuscirà"con ogni mezzo" nell'impresa di imporre al più grande Paese al mondo, guidato da militari comunisti che stanno realizzando una titanica rivoluzione economica "liberale", di adottare le regole della "democrazia" con tutte le implicazioni che ne derivano. Il che, francamente, mi terrorizza molto più del protezionismo economico. Giorgio Oldoini è manager d'impresa. 07/04/2009

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Una città ridotta a tendopoli: "Quanto vivremo qui?" (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

n. 83 del 2009-04-07 pagina 11 Una città ridotta a tendopoli: "Quanto tempo vivremo qui?" di Andrea Cuomo All’Aquila nessuno ha dormito nella propria casa. Chi ha potuto è fuggito portandosi i materassi sul tetto dell’auto. Requisiti gli alberghi sul litorale. Letti in stadi e caserme. Barelle all’aperto e auto usate come ambulanze. L’Aquila - «Quanto tempo dovremo vivere così?». Verso sera il dio del cielo, volta le spalle alla gente che il dio della terra, maligno davvero, ha sbattuto fuori di casa, e incomincia a piovere. Una pioggia forte e impietosa, che alluviona l’umore del popolo degli sfollati sotto le tende o in mezzo all’erba di piazza d’Armi, uno dei cinque punti dell’Aquila adibiti a ricovero dei senza tetto. Decine di migliaia solo quelli del capoluogo, ospiti degli stadi (Fattori, Acquasanta, Centi Colella), della caserma Rossi. Altri spediti nelle quattromila stanze degli alberghi del litorale adriatico requisite dal tour operator dell’emergenza. Qualcun altro, si dice 800, nelle cuccette dei vagoni spediti in tutta fretta alla stazione. Perché dopo la notte della paura ad aspettare gli aquilani è la notte dei tormenti: la terra continua a tremare, spallate continue, nervi a pezzi. Nessun dorma, tranne i bambini e quelli troppo stanchi. Tutta una provincia di sfollati, nessuno in casa, tutti dove capita, magari in questo campo d’atletica che nel pomeriggio assolato, prima della pioggia, sembrava un enorme pic nic senza gioia: bambini, tavolini di plastica, buste di biscotti, plaid stesi sull’erba, pantofole e focacce. Sono i senza tetto, gli sfollati, i terremotati, che pronunciano questa parola malinconica, meridionale nel senso più lato, con l’aria di volerci fare l’abitudine. Sono le altre vittime del terremoto, quelle che hanno portato a casa (casa?) la pellaccia ma non sanno che cosa riserva loro il futuro. Quello anteriore. Quello prossimo è questa notte in tenda, se si è fortunati, se basteranno quelle arrivate da ogni parte d’Italia, se qualcuno le saprà montare, se ci si mette in fila, perché anche il dolore ha la sua burocrazia, se qualcuno avrà la voglia di dormire mentre la terra non smette di tremare. Chi può è fuggito, magari coi materassi sul tetto dell’auto. «Stanotte andremo a Francavilla, sul mare, dove abbiamo una casa - racconta Marco - poi domani torniamo. E dopodomani? Dopodomani vedremo». Ognuno di loro racconta agli altri il suo diverso tipo di terrore in una notte destinata a non essere dimenticata. «Non finiva più, non finiva più. La cosa più brutta è stata la lunghezza», dice una donna di 47 anni che piange dietro gli occhiali e si tiene stretta i suoi figli giovani, che chiacchierano con gli amici come al muretto. Poco lontano, un gruppo di studenti israeliani con grandi valigie si consultano. Venuti in Italia per studiare medicina e per fuggire dal loro paese inquieto ora non vedono l’ora di tornarci ma sull’aereo da Roma non c’è posto per tutti. «Mio padre - racconta Claudio - ha 81 anni ed è rimasto sotto le macerie, l’hanno tirato fuori sano e salvo quelli della protezione civile. Noi siamo scappati correndo a piedi nudi su vetri e sassi da casa nostra, che è nuova ma è in parte venuta giù. Ho anche lasciato il cellulare, chissà dove, a casa». Ecco, il telefono. è un oggetto non più così scontato da queste parti perché in molti, fuggendo, l’hanno lasciato dietro di sé, magari a squillare a vuoto sotto i calcinacci, amplificando così le preoccupazioni dei parenti. Chi scrive è stato più volte avvicinato da persone in lacrime che chiedevano la piccola grazia di una telefonata, di un sms. Al mercato della disperazione, un breve ticchettare sulla tastiera vale molto di più delle banane e dei pezzi di pane che molti portano via come trofei. Sono sfollati due volte anche i feriti che l’ospedale San Salvatore, moderno ma pieno di crepe, non può ospitare i bisognosi se non nei corridoi e - fin quando il tempo lo permette - nei cortili, sotto tende, nelle ambulanze venute da ogni dove, in lettighe all’aperto, perfino in auto private dal cui finestrino esce un tubo attaccato a una flebo. Poi, verso le 17, l’ospedale viene evacuato, i pochi feriti rimasti trasportati a Pescara, Teramo, Avezzano, i più gravi a Roma. Tra loro Massimo Luigi, geometra, 51 anni, rimasto con la metà inferiore del corpo per sei ore sotto le macerie della sua casa di via Cola dell’Amatriciana, in centro. «Non mi sento più le gambe», si lamenta. Un altro uomo, le scarpe piene di polvere, tranquillizza qualcuno al telefono: «La casa non c’è più, ma noi siamo ancora vivi». Vivi e felici di esserlo, anche se nel mezzo di un’altra notte da incubo. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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"Sismico il 70 per cento del territorio" (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

n. 83 del 2009-04-07 pagina 15 "E' sismico il 70% del territorio italiano" di Giuseppe Marino Dopo anni di rimpalli il faticoso zigzagare della mappa del rischio sismico nella burocrazia italiana è finito. La cartina disegnata nel 2003 è un affresco in cui domina il tratto colorato che indica le zone a rischio: il 70% del paese è costretto a temere il terremoto, la bestia più subdola esistente in natura, visto che sette degli otto terremoti più devastanti hanno aggredito l’Italia tra il tramonto e le prime luci dell’alba, nelle ore del buio, quando avevamo la guardia abbassata. Nella mappa, l’area colpita ieri è colorata di rosso vivo, segnale di rischio massimo che riguarda praticamente tutto l’Appennino dall’Umbria fino alla Calabria, oltre a due isole in Friuli e Sicilia. Paradossalmente, a sbloccare l’approvazione della mappa che superava la carente legge del 1915 sul rischio sismico (secondo cui erano pericolose le zone dove si erano verificati terremoti) fu la tragedia di San Giuliano, il paese del Molise dove non crollò praticamente nulla tranne una scuola elementare in cui restarono uccisi una maestra e 27 bambini. Un caso, quindi, più di pertinenza dei giudici più che dei geologi. Ora dunque sappiamo dov’è il pericolo. Ma questo non vuol dire che facciamo abbastanza per prevenirlo. «Non voglio parlare prima di verificare sul campo - spiega Raffaelle Funiciello, docente di Scienze geologiche dell’Università RomaTre - ma certo alcuni degli edifici crollati in Abruzzo mi sembravano di costruzione piuttosto recente». Ci sono, ad esempio, dubbi sulla Casa dello studente e su alcuni alberghi. Eppure, per sapere che la zona dell’Aquila è a rischio sismico non serviva la mappa geologica, bastava studiare la storia. Dal ’700 a oggi l’area è stata colpita da un terremoto distruttivo per ciascun secolo. E da novembre scorso gli aquilani ballavano al ritmo di uno sciame sismico che nelle ultime settimane si affacciava un giorno sì e uno no. «Di certo - conferma Funiciello - allo stato non c’è modo di prevedere questi eventi catastrofici. Però le misurazioni del Radon in relazione agli eventi sismici sono interessanti e sono già al centro di diverse ricerche in Italia. Ma la ricerca è una cosa, le applicazioni un’altra». Nella pratica l’urgenza è un’altra. «L’idea lanciata dal ministro Scajola di un provvedimento che favorisca le ristrutturazioni anti sismiche è ragionevole - dice Funiciello - e poi bisognerebbe creare un’unica autorità per il territorio. Oggi il servizio idrogeologico è finito al ministero per l’Ambiente, quello sismico alla Protezione civile, quello delle dighe è quasi smantellato». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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GIANNI COLUCCI DIECI INTERVENTI INFRASTRUTTURALI PER SALVARE L'ECONOMIA LOCALE. ... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

GIANNI COLUCCI Dieci interventi infrastrutturali per «salvare» l'economia locale. Una forte attenzione all'emergenza lavoro che richiede il ricorso immediato ad una grande rete di solidarietà e protezione sociale con l'utilizzo degli ammortizzatori sociali: ecco la ricetta di Agostino Gallozzi presentata in un vertice riservato a via Madonna di Fatima a cui hanno partecipato l'assessore regionale ai Trasporti Ennio Cascetta, i due candidati alla Provincia Angelo Villani e Edmondo Cirielli, amministratori locali, operatori economici. Ma non è mancato il richiamo del presidente di Confindustria: «Mentre progettiamo il futuro, l'unica infrastruttura che funziona, il porto di Salerno, è abbandonata al suo destino». E così Cascetta ha potuto dire la sua definitivamente sul porto commerciale: «Per me deve rimanere lì. Metterò il massimo impegno per reperire 70 milioni necessari al dragaggio dei fondali per consentire l'ingresso alle grandi navi portacontainers che oggi sono sempre di maggiori dimensioni». «La crisi economica sta ormai strangolando l'economia, occorrono segnali importanti da parte della filiera istituzionale ed in primo luogo della Regione Campania», ha aggiunto Gallozzi. «E' necessario accelerare al massimo la spesa per le infrastrutture. Serve un confronto diretto con i diversi ambiti locali: è fondamentale rendere operativo fin da subito un Tavolo anti-crisi provinciale con la partecipazione della Provincia, dei Comuni e delle parti sociali. Va reso operativo un piano straordinario per le infrastrutture e per gli ammortizzatori sociali prendendo impegni temporalmente riscontrabili ed avviando contestualmente il monitoraggio degli stati di avanzamento delle opere sia in fase progettuale che esecutiva», ha aggiunto Gallozzi. L'appello-allarme del presidente di Confindustria davanti all'assessore regionale Cascetta, il presidente Villani, Edmondo Cirielli, Antonio Paravia, Alfonso Andria, il consigliere regionale Pasquale Marrazzo, l'assessore provinciale ai lavori pubblici Franco Alfieri, il presidente della Camera di Commercio Augusto Strianese, con loro il presidente dell'Autorità Portuale Andrea Annunziata e l'Amministratore delegato di Logica Zeno D'Agostino. Gallozzi ha proposto le sue dieci proposte progettuali: dal porto all'aeroporto alla Salerno -Reggio da completare. Ma serve anche una burocrazia reattiva e forti investimenti per rilanciare l'operatività dello scalo portuale. Va anche completato l'interporto di Battipaglia e rimesso nel circuito produttivo il patrimonio delle delle aree industriali della provincia. Confindustria si propone come «focal point» per il monitoraggio bimestrale sullo stato di avanzamento dei progetti di potenziamento infrastrutturale della provincia. Confindustria monitorerà lo stato di avanzamento degli interventi infrastrutturali con un proprio osservatorio. L'iniziativa prevede il coordinamento operativo di Confindustria Salerno, l'istituzione di una borsa di studio per un ricercatore impiegato nella raccolta di dati ed informazioni, la redazione delle informazioni in formato supportabile su Internet. Le informazioni saranno rese disponibili sul sito web di Confindustria Salerno, degli enti finanziatori e degli enti partecipanti all'osservatorio.

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Medicina, addio a nove scuole (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Medicina, addio a nove scuole Appello dei rettori di Udine e Trieste: «Urologia e Gastroenterologia fuori regione, servizi penalizzati» Martedì 7 Aprile 2009, La gestione di nove scuole di specializzazione medica deportata fuori regionale. È il frutto del decreto ministeriale relativo all'assegnazione dei contratti per i frequentanti le Scuole di specializzazione mediche, emanato il 31 marzo scorso e che dovrà essere applicato dai rettori di tutte le Università italiane, con la firma dei bandi specifici, entro oggi. Il risultato, temuto ma comunque inaspettato dal mondo accademico del Friuli Venezia Giulia, è che nove specializzazioni non saranno più attivate in regione, ma accorpate ("federate" nel linguaggio adottato dal Miur) con quelle di altre università del Nordest e saranno gestite sul piano amministrativo a Padova, Verona o Modena. Il provvedimento riguarda Chirurgia Maxillo-Facciale, Farmacologia Medica, Gastroentorologia, Malattie Infettive, Patologia Clinica, Reumatologia (che non faranno più capo a Udine), Urologia, Genetica Medica e Chirurgia Toracica (che non saranno più gestite da Trieste). Oltre a ciò, il Miur ha provveduto anche ad accorpare alcune scuole tra le due facoltà di Medicina della regione, spingendole - di fatto - a una maggiore collaborazione. Se quest'ultimo aspetto non suscita critiche, ecco che l'emigrazione forzata di alcune specializzazioni in Veneto o Emilia preoccupa i rettori Cristiana Compagno e Francesco Peroni. Innanzitutto per la rapidità con cui il ministero è intervenuto, stravolgendo l'attività didattica degli atenei di Udine e Trieste e compromettendola anche per il futuro. Perchè se è vero che il decreto vale solo per l'anno accademico 2008/09 (per effetto della burocrazia italiana, l'inizio dell'attività didattica è fissata per il 30 giugno prossimo) il timore è che in futuro la novità diventi regola, penalizzando le facoltà friulana e giuliana. Tanto che ieri mattina a Udine, a Palazzo Caiselli, i due rettori hanno voluto parlarne pubblicamente in un incontro congiunto, insieme ai presidi Massimo Bazzocchi e Secondo Guastino. «Ci troviamo - dice Compagno - di fronte a una situazione che penalizza tutto il Fvg». «Si tratta - aggiunge Peroni - di un provvedimento sconcertante e privo di fondamento razionale, che rischia di avere riflessi negativi anche sulle prestazioni assistenziali del nostro servizio sanitario regionale. Non è chiaro se e come gli specializzandi opereranno in regione; questo significa meno medici al servizio dei cittadini. Non siamo ostili alle razionalizzazioni, ma in questo caso sono dannose e controproducenti». Il riferimento è in particolare alle scuole di Urologia e Gastroenterologia, che formano medici operanti su patologie piuttosto diffuse, come il cancro alla prostata o all'intestino. «Non è chiaro come saranno gestite le specializzazioni "federate" e neppure se la Regione vorrà sostenerle in futuro - avvisa Peroni - il rischio è che con il tempo le due nostre facoltà perdano iscritti e autorevolezza». «Non dimentichiamo che per le scuole gestite fuori regione si perderanno anche risorse economiche - ha rimarcato Compagno - pertanto è bene che i cittadini siano consapevoli di quanto sta accadendo e i politici intervengano». I due rettori intendono ora incontrare il governatore Renzo Tondo e l'assessore alla Salute Vladimir Kosic affinchè convincano il Ministero a ritarare la manovra che si prospetta, se non per quest'anno, perlomeno per il futuro. «La sede giusta per il confronto è la conferenza Stato-Regioni - dicono all'unisono - qualche mese fa, gli assessori alla Sanità di Fvg e Veneto avevano scritto una lettera congiunta al ministero, ottenendo poi rassicurazioni che non si sono tradotte in atti concreti». Lorenzo Marchiori

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E se il prevedesse la messa in sicurezza? (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

La situazione in Sicilia. Oggi in commissione ambiente l'ipotesi di consolidare il patrimonio artistico-monumentale E se il «piano casa» prevedesse la messa in sicurezza? Lillo Miceli Palermo. La possibilità di prevedere interventi per il consolidamento del patrimonio artistico-monumentale della Sicilia, dopo il terremoto che ha ridotto in briciole il centro storico de L'Aquila, sarà valutata questa mattina in commissione Ambiente dell'Ars dove è in discussione il disegno di legge sul cosiddetto «piano casa». Il presidente della commissione Fabio Mancuso porrà il quesito durante l'audizione dei presidenti degli ordini degli ingegneri, degli architetti e dei geologi. Il disegno di legge, presentato dal Pdl, in linea con i principi generali approvati dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana, esclude la possibilità di aumentare la cubatura nei centri storici e nelle aree sottoposte a vincolo. Consente, tuttavia, la demolizione di edifici «moderni» e la loro ricostruzione con biotecnologie e impianti per il risparmio energetico. Neanche le linee guida approvate del governo regionale prevedono interventi per il consolidamento degli edifici dei centri storici siciliani. Sono decine di migliaia ed alcuni hanno parecchi secoli sulle spalle. Edifici che hanno resistito ad ogni tipo di intemperie, terremoti compresi. Redigere un piano generale per il censimento della stabilità del patrimonio artistico-monumentale, però, potrebbe essere utile. Almeno, si potrebbe stabilire una scala di priorità. Perché interventi a 360 gradi sarebbero impossibili dal punto di vista finanziario. Nel corso dei decenni, in Sicilia, sono crollati parecchi edifici antichi, soprattutto chiese. E non per causa dei terremoti, ma per mancanza di manutenzione. Purtroppo, se non c'è l'emergenza non si interviene. E quando lo si fa, spesso, è troppo tardi. E' una questione di cultura, di risorse economiche e di burocrazia. Le Soprintendenze ai Beni culturali ed ambientali, stracariche di competenze, non possono fare altro che imporre vincoli. Un sistema che andrebbe modificato per renderlo più snello ed incisivo. A causa delle lentezze delle Soprintendenze, anche i privati che vorrebbero effettuare interventi di manutenzione ordinaria, spesso vi rinunciano. Negli ultimi anni, grazie ai fondi europei, molti monumenti sono stati restaurati e riportati all'antico splendore. Si tratta, per la maggior parte di edifici pubblici o di culto. Ma gran parte degli immobili dei centri storici siciliani sono proprietà dei privati. A Palermo, per esempio, grazie al piano per il recupero del centro storico, intere aree degradate sono state recuperate, ma sono parecchi anche i crolli che, specialmente nei mesi invernali, continuano a registrarsi. «Il piano del governo nazionale - ha rilevato il presidente della Regione, Raffaele Lombardo - non prevede interventi di consolidamento nei centri storici. Ma noi abbiamo, in materia, potestà legislativa. Il problema va certamente affrontato. Non solo dobbiamo rendere più sicuri i centri storici, ma dobbiamo fare in modo che tornino ad essere abitati».

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Medicina, le specialità "deportate" (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Medicina, le specialità "deportate" Appello dei rettori: «Perdiamo Urologia e Gastroenterologia, penalizzati i servizi» Martedì 7 Aprile 2009, La gestione di nove scuole di specializzazione medica deportata fuori regionale. È il frutto del decreto ministeriale relativo all'assegnazione dei contratti per i frequentanti le Scuole di specializzazione mediche, emanato il 31 marzo scorso e che dovrà essere applicato dai rettori di tutte le Università italiane, con la firma dei bandi specifici, entro oggi. Il risultato, temuto ma comunque inaspettato dal mondo accademico del Friuli Venezia Giulia, è che nove specializzazioni non saranno più attivate in regione, ma accorpate ("federate" nel linguaggio adottato dal Miur) con quelle di altre università del Nordest e saranno gestite sul piano amministrativo a Padova, Verona o Modena. Il provvedimento riguarda Chirurgia Maxillo-Facciale, Farmacologia Medica, Gastroentorologia, Malattie Infettive, Patologia Clinica, Reumatologia (che non faranno più capo a Udine), Urologia, Genetica Medica e Chirurgia Toracica (che non saranno più gestite da Trieste). Oltre a ciò, il Miur ha provveduto anche ad accorpare alcune scuole tra le due facoltà di Medicina della regione, spingendole - di fatto - a una maggiore collaborazione. Se quest'ultimo aspetto non suscita critiche, ecco che l'emigrazione forzata di alcune specializzazioni in Veneto o Emilia preoccupa i rettori Cristiana Compagno e Francesco Peroni. Innanzitutto per la rapidità con cui il ministero è intervenuto, stravolgendo l'attività didattica degli atenei di Udine e Trieste e compromettendola anche per il futuro. Perchè se è vero che il decreto vale solo per l'anno accademico 2008/09 (per effetto della burocrazia italiana, l'inizio dell'attività didattica è fissata per il 30 giugno prossimo) il timore è che in futuro la novità diventi regola, penalizzando le facoltà friulana e giuliana. Tanto che ieri mattina a Udine, a Palazzo Caiselli, i due rettori hanno voluto parlarne pubblicamente in un incontro congiunto, insieme ai presidi Massimo Bazzocchi e Secondo Guastino. «Ci troviamo - dice Compagno - di fronte a una situazione che penalizza tutto il Fvg». «Si tratta - aggiunge Peroni - di un provvedimento sconcertante e privo di fondamento razionale, che rischia di avere riflessi negativi anche sulle prestazioni assistenziali del nostro servizio sanitario regionale. Non è chiaro se e come gli specializzandi opereranno in regione; questo significa meno medici al servizio dei cittadini. Non siamo ostili alle razionalizzazioni, ma in questo caso sono dannose e controproducenti». Il riferimento è in particolare alle scuole di Urologia e Gastroenterologia, che formano medici operanti su patologie piuttosto diffuse, come il cancro alla prostata o all'intestino. «Non è chiaro come saranno gestite le specializzazioni "federate" e neppure se la Regione vorrà sostenerle in futuro - avvisa Peroni - il rischio è che con il tempo le due nostre facoltà perdano iscritti e autorevolezza». «Non dimentichiamo che per le scuole gestite fuori regione si perderanno anche risorse economiche - ha rimarcato Compagno - pertanto è bene che i cittadini siano consapevoli di quanto sta accadendo e i politici intervengano». I due rettori intendono ora incontrare il governatore Renzo Tondo e l'assessore alla Salute Vladimir Kosic affinchè convincano il Ministero a ritarare la manovra che si prospetta, se non per quest'anno, perlomeno per il futuro. «La sede giusta per il confronto è la conferenza Stato-Regioni - dicono all'unisono - qualche mese fa, gli assessori alla Sanità di Fvg e Veneto avevano scritto una lettera congiunta al ministero, ottenendo poi rassicurazioni che non si sono tradotte in atti concreti». Lorenzo Marchiori

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Treviso NOSTRO INVIATO Salvate l'operaio Bepi, liberate le imprese dalla tagliola dei b... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Martedì 7 Aprile 2009, Treviso NOSTRO INVIATO Salvate l'operaio Bepi, liberate le imprese dalla tagliola dei bene messi in garanzia e utilizzate criteri più "umani" e flessibili per concedere il credito alle aziende. Serve un nuovo patto per il Nordest altrimenti le multinazionali tascabili affonderanno in questa crisi partita finanziaria e diventata terribilmente reale. Davanti all'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo sfilano gli uomini d'impresa e d'apparato del Veneto alle prese con la peggiore crisi del dopoguerra, quel ciclone che ha portato il 40% delle aziende metalmeccaniche ad attivare la cassa integrazione, l'edilizia a bloccarsi, le industrie a congelare gli investimenti. Il top manager del gruppo leader dell'area non ci sta a farsi mettere sul banco degli imputati. «Oggi non è più come nell'autunno scorso - spiega Profumo - non c'è più una crisi di liquidità. È ovvio che non possiamo salvare tutti, ma è il sistema industriale che non chiede finanziamenti. In Veneto, a differenza per esempio dell'Emilia Romagna, non siamo riusciti ancora a firmare tutti gli accordi con i Confidi per attivare i fondi del programma Impresa Italia». Profumo non vuole entrare in polemica con i rappresentanti ma pare che sia la burocrazia interna dei Confidi a bloccare l'erogazione dei crediti. In ogni caso Profumo fa mea culpa. «Dobbiamo recuperare la capacità di comunicare quello che facciamo, essere un gruppo che parla in inglese ma anche in dialetto perché fondamentalmente siamo una banca del territorio», spiega l'ad che fa notare come ora manchi soprattutto la fiducia. «Ci sono segnali di minore negatività: rispetto alla scorsa estate le rate dei mutui si sono ridotte di un terzo e i costi per benzina, gas, elettricità sono scesi decisamente. Ogni famiglia quindi potrebbe risparmiare 2.000 euro all'anno, in totale fanno 40 miliardi - sottolinea Profumo -. Togliamone anche 5 per chi ha perso il lavoro o è in difficoltà, ne rimangono sempre 35 disponibili che non vengono spesi in consumi perché le famiglie sono intimorite». Insomma, la crisi di oggi sarebbe soprattuto psicologica. Anche se i segnali dai territori sono assolutamente concreti. «Due imprese su tre del Trevigiano hanno ridotto gli investimenti, diecimila persone sono in cassa integrazione», osserva il sociologo Aldo Bonomi. «Quello che dobbiamo tutelare in primo luogo è il capitale umano», sottolinea Alessandro Vardanega, presidente di Unindustria Treviso. Il professore Ferruccio Bresolin racconta di una crisi che colpisce soprattutto i distretti, dei problemi di liquidità: «I finanziamenti alle Pmi sono legati spesso a garanzie sui beni immobili, sui capannoni. Servirebbe una bad bank anche per queste garanzie per liberare di nuovo il credito». In ogni caso il Nordest del piccole è bello è finito. «Oggi abbiamo bisogno di fare sistema - dice Vendemiano Sartor, assessore alle Attività Produttive della Regione Veneto - settori come quello dell'edilizia devono essere totalmente ripensati verso la qualità, il risparmio energetico». «Servirebbe un rating del Nordest, che tenesse conto di un territorio particolare che ha il 95% di imprese familiari e un capitale umano di prim'ordine - sottolinea Federico Tessari, presidente dell'Unioncamere del Veneto - le banche dovrebbero essere più veloci nella concessione dei crediti. Noi con i nostri accordi siamo riusciti a tenere basso il costo del denaro». «Anche gli imprenditori però devono investire nelle loro aziende - esorta Paolino Barbiero, segretario Cgil Treviso - e le banche favorire le aggregazioni lasciando però morire le imprese che non ce la possono fare». «Qui si parla sempre di chi esporta, delle imprese più grandi, ma sono i piccoli a valere il 70% del Pil veneto - accusa Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia Mestre - ora hanno bisogno dell'ossigeno del credito per sopravvivere». E invece le banche pensano soprattutto ai soliti noti: «L'1% delle imprese in Veneto ha il 44% degli affidamenti». Sullo sfondo rimane la domanda del presidente della Fondazione Cassamarca Dino De Poli: «La banca è un'istituzione del territorio o solo un'impresa?». Profumo risolve il dilemma con queste cifre: «Il 24% delle microimprese finanziate da Unicredit sono in perdita e hanno una reddittività inferiore al 2%». Non è beneficienza ma un impegno concreto. Anche perché sono state accolte più domande di finanziamento anche se è meno redditizio che in Germania e Austria, sottolinea l'ad di Unciredit, che si gode la ritrovata intesa con le Fondazioni socie e il guadagno del 40% in Borsa messo a segno da fine marzo. Che poi il cavallo industriale del Nordest non beva più fondi è un'altra questione. Forse solo di fiducia. Maurizio Crema

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I "trafficanti di uomini". (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

All'Angelus di ieri il Papa ha parlato degli immigrati vittime dei "trafficanti di uomini". Quando pensiamo a forme di moderna schiavitù, ci vengono in mente Paesi sottosviluppati, lontanissimi da noi. Non sempre è così. Mi ha profondamente colpito questa intervista video realizzata dal direttore di Fides Luca De Mata per uno dei suoi programmi documentario. L'uomo che parla è un immigrato sudamericano in Nord America. Scritto in Varie Commenti ( 19 ) » (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Il Papa ai giovani: il cristianesimo non sia ridotto a slogan Questa sera Benedetto XVI ha celebrato in San Pietro con i giovani la messa per il quarto anniversario della morte di Papa Wojtyla. Nell'omelia, dopo aver detto che il ricordo di Giovanni Paolo II "continua a essere vivo nel cuore della gente" e aver citato la fecondità del suo magistero con i giovani, Ratzinger ha parlato del momento attuale e del pericolo che la fede sia strumentalizzata: "Fate attenzione: in momenti come questo, dato il contesto culturale e sociale nel quale viviamo, potrebbe essere più forte il rischio di ridurre la speranza cristiana a ideologia, a slogan di gruppo, a rivestimento esteriore. Nulla di più contrario al messaggio di Gesù! Egli non vuole che i suoi discepoli "recitino" una parte, magari quella della speranza. Egli vuole che essi "siano" speranza, e possono esserlo soltanto se restano uniti a Lui! Vuole che ognuno di voi, cari giovani amici, sia una piccola sorgente di speranza per il suo prossimo, e che tutti insieme diventiate un'oasi di speranza per la società all'interno della quale siete inseriti. Ora, questo è possibile ad una condizione: che viviate di Lui e in Lui" Scritto in Varie Commenti ( 50 ) » (7 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Apr 09 Crisi, inizia il G20. Il Papa scrive a Gordon Brown Benedetto XVI, di ritorno dall'Africa, ha scritto una lettera al premier inglese Gordon Brown per il G20 che inizia a Londra. Eccone qualche passaggio: "Il Vertice di Londra, così come il Vertice di Washington che lo precedette nel 2008, per motivi pratici di urgenza si è limitato a convocare gli Stati che rappresentano il 90% del PIL e l'80% del commercio mondiale. In questo contesto, l'Africa subsahariana è presente con un unico Stato e qualche Organismo regionale. Tale situazione deve indurre i partecipanti al Vertice a una profonda riflessione, perché appunto coloro la cui voce ha meno forza nello scenario politico sono quelli che soffrono di più i danni di una crisi di cui non portano la responsabilità. Essi poi, a lungo termine, sono quelli che hanno più potenzialità per contribuire al progresso di tutti". "Occorre pertanto fare ricorso ai meccanismi e agli strumenti multilaterali esistenti nel complesso delle Nazioni Unite e delle agenzie ad essa collegate, affinché sia ascoltata la voce di tutti i Paesi del mondo e affinché le misure e i provvedimenti decisi negli incontri del G20 siano condivisi da tutti". "Allo stesso tempo, vorrei aggiungere un altro motivo di riflessione per il Vertice. Le crisi finanziarie scattano nel momento in cui, anche a causa del venir meno di un corretto comportamento etico, manca la fiducia degli agenti economici negli strumenti e nei sistemi finanziari. Tuttavia, la finanza, il commercio e i sistemi di produzione sono creazioni umane contingenti che, quando diventano oggetto di fiducia cieca, portano in sé stesse la radice del loro fallimento. L'unico fondamento vero e solido è la fiducia nell'uomo. Perciò tutte le misure proposte per arginare la crisi devono cercare, in ultima analisi, di offrire sicurezza alle famiglie e stabilità ai lavoratori e di ripristinare, tramite opportune regole e controlli, l'etica nelle finanze". Scritto in Varie Commenti ( 126 ) » (8 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 26Mar 09 Una nuova "Inchiesta sulla Sindone" S'intitola "Inchiesta sulla Sindone" il nuovo libro del vaticanista (e amico) Marco Tosatti, in libreria in questi giorni, edito da Piemme. Un ottimo modo per prepararsi all'ostensione del 2010 e per fare il punto sulla misteriosa immagine dell'uomo morto crocifisso, che una controversa datazione al radiocarbonio nel 1988 ritenne d'età medioevale, pur essendoci numerosissimi altri indizi che la facevano risalire, invece, al primo secolo dell'era cristiana. Tosatti descrive la storia del lino sul quale - in modo inspiegabile, e più inspiegabile oggi che vent'anni fa - si è impressa un'immagine che rappresenta un negativo fotografico. Una delle parti del libro che mi ha colpito di più è quella dedicata all'esame al radiocarbonio, sulla cui correttezza è lecito sollevare più di un dubbio: i risultati dei tre laboratori, infatti, non avevano il margine minimo di compatibilità stabilito, e si sarebbe dovuto ripetere nuovamente il test. Senza contare che proprio questo esame ha fallito clamorosamente, datando come vecchie di 400 anni foglie di platano raccolte il giorno prima, oppure stabilendo al 1600 la fattura di una tovaglia moderna, o ancora datando all'800 dopo Cristo dipinti africani che avevano invece solo undici anni. Con contributi scientifici e nuove testimonianze, il libro mostra quanto si faccia bene a dubitare su quel dato che permise di affermare che la Sindone sarebbe in reltà un manufatto medioevale. Anche se bisogna sempre tener presente il metodo di Dio, applicabile anche a questo caso: lasciare sempre sufficiente luce per chi vuole credere, e sufficiente tenebra per chi non vuole credere. Scritto in Varie Commenti ( 124 ) » (17 votes, average: 4.59 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Mar 09 Il Papa in Africa, un bilancio di due viaggi Visitando l'Africa, nei suoi sei giorni di permanenza nel Continente nero, Benedetto XVI ha compiuto due viaggi. Due viaggi molto diversi tra di loro. Il primo è quello reale, segnato dal contatto con le folle del Camerun e dell'Angola, dai temi che il Papa ha trattato nei discorsi e nelle omelie, dall'impatto con le contraddizioni di due capitali dove ricchezza e povertà estreme convivono fianco a fianco. L'altro viaggio è quello virtuale, quello su cui si sono accapigliati commentatori, burocrati e sondaggisti occidentali, che hanno accusato Ratzinger di irresponsabilità per aver detto ciò che tutti dovrebbero ormai riconoscere e che è attestato da studi scientifici: la distribuzione di preservativi non è il metodo efficace per combattere la diffusione dell'Aids in questi Paesi. Per tre giorni, nei Paesi europei così come negli Stati Uniti, mentre il Papa parlava di povertà, sviluppo, diritti umani, si è discusso di profilattici. Per poi passare, durante i successivi tre giorni, a parlare di aborto terapeutico, sulla base di una frase pronunciata da Benedetto XVI in un discorso forte sui mali che affliggono l'Africa.La macchina mediatico-politica, una volta messa in moto, non si è più fermata. E così in Francia, dove impallinare il Pontefice sembra diventato ultimamente uno sport nazionale, si sono fatti sondaggi e sondaggini per dimostrare che almeno metà dei cattolici del Paese chiedono a Ratzinger di dimettersi. La sensazione, leggendo dichiarazioni di alcuni ministri e dei loro portavoce, è che per la prima volta dopo molto tempo, il Papa non sia più circondato da quel rispetto attribuito a una personalità super partes, ma sia considerato un capo partito, sottoposto al tiro incrociato delle quotidiane dichiarazioni tipiche del «pastone» politico. C'è chi lo invita al silenzio, chi lo invita a lasciare, chi gli spiega cosa dire e come dirlo.Così, sedici discorsi pronunciati in terra africana, si sono ridotti a due-frasi-due, la prima delle quali peraltro pronunciata in modo estemporaneo durante la conferenza stampa tenuta sull'aereo. L'impressione è che Benedetto XVI non sia eccessivamente preoccupato di questa crescente ostilità. Mai come in questi giorni si è colta l'enorme distanza tra viaggio reale e viaggio virtuale. E se è vero che la critica montante presso certe burocrazie occidentali non ha precedenti recenti, bisognerà pure ricordare che critiche ferocissime vennero mosse a Giovanni Paolo II nei primi anni del suo pontificato. Così come va richiamata alla memoria la sofferenza e l'isolamento di Paolo VI, nel momento in cui prese decisioni coraggiose come l'Humanae vitae, divenendo segno di contraddizione.Che cosa resta, dunque, del viaggio di Benedetto in Camerun e Angola? Prima ancora e più ancora dei messaggi lanciati dal Papa per la lotta alla povertà, per la dignità della donna, per un'economia che non sia disumana, per l'educazione e lo sviluppo, resta una presenza e una straordinaria corrente di simpatia umana, che ha avuto il suo culmine in Angola. Tanta gente semplice e straordinaria, ha trascorso ore ed ore sotto il sole per salutare non Joseph Ratzinger, ma il successore di Pietro, venuto fino a qui per confermare i fratelli nella fede. E in Paesi travagliati da tragiche guerre intestine, abusi, soprusi, miserie, violenze, l'abbraccio di Pietro, il suo sorriso e la sua vicinanza hanno contato di più di mille discorsi. Scritto in Varie Commenti ( 109 ) » (16 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Luanda, due morti allo stadio prima dell'arrivo del Papa La notizia si è diffusa solo in serata: verso le ore 13, al momento dell'apertura delle porte dello stadio dove Benedetto XVI ha poi incontrato i giovani, un ragazzo e una ragazza sono morti schiacciati nella calca. Secondo un'altra versione i due, quattordici e sedici anni, si sono sentiti male a causa del caldo e della disidratazione. Ci sono stati anche otto feriti. Né il Papa né il suo seguito non sono stati informati (se lo avesse saputo, avrebbe pregato per le vittime insieme ai giovani durante l'incontro). Soltanto ad ora di cena Benedetto XVI l'ha saputo. Le notizie sono ancora frammentarie e imprecise. Scritto in Varie Commenti ( 43 ) » (7 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Ennesimo caso mediatico sul Papa. Speriamo sia abortito. Cari amici, qualcuno già ieri e poi soprattutto oggi ha letto il passaggio del discorso del Papa ai politici angolani dedicato all'aborto come come uno schierarsi dello stesso Benedetto XVI dalla parte del vescovo di Recife sul caso della bambina violentata e rimasta incinta di due gemelli. Lettura indebita perché, come ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, «Non ha parlato assolutamente di aborto terapeutico, non ha detto che deve essere rifiutato sempre: il Papa è contro il concetto di salute riproduttiva che rintroduce largamente l'aborto come mezzo di controllo delle nascite». Scritto in Varie Commenti ( 58 ) » (10 votes, average: 4.6 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 20Mar 09 Luanda, calore umano e resistenza fisica di Benedetto Cari amici, alle 12.37 siamo atterrati all'aeroporto di Luanda, in Angola. La vista dall'aereo è impressionante: una distesa a perdita d'occhio di case e casupole per lo più diroccate, che lambivano quasi i bordi della pista dove il Boeing 777-200 dell'Alitalia ha toccato terra. Se in Camerun faceva caldo, qui fa caldissimo. Un clima torrido, l'asfalto quasi liquefatto. Sono bastati pochi minuti di attesa davanti al padiglione dell'aeroporto per stenderci tutti. Avevamo sinceramente paura per il Papa, che ha dovuto ascoltare gli inni e stringere le mani dei notabili per molti minuti. Poi, sotto uno striminzito palchetto, Ratzinger ha ascoltato stando in piedi il discorso del presidente Dos Santos. Infine ha preso la parola, e ha pronunciato il suo discorso, peraltro non breve, al quale ha aggiunto un paragrafo dedicato alle vittime delle inondazioni che nei giorni scorsi hanno sconvolto alcune zone dell'Angola. Nonostante la giornata veramente faticosa di ieri a Yaoundé, e il caldo che avrebbe steso chiunque, Benedetto XVI ha portato a termine il suo saluto in portoghese, prima di "imbarcarsi" sulla papamobile. Anche qui, come in camerun, accoglienza festosissima, con la gente accalcata sulle strade per salutare il passaggio del corteo papale. Scritto in Varie Commenti ( 17 ) » (10 votes, average: 4.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 18Mar 09 Chi fa la lezione al Papa sull'Africa Oggi divampa la polemica per le parole di Benedetto XVI sui preservativi. Si stracciano le vesti ministri francesi, tedeschi e belgi; interviene l'Unione europea. Dal sito del settimanale "Vita", vi propongo questa riflessione di Riccardo Bonacina: «A salire in cattedra, oggi, sono stati gli stessi responsabili di aver fatto carta straccia di tutti gli impegni internazionali da qualche decennio in qua. A parlare sono gli stessi rappresentanti di quei Governi che non arrossiscono neppure per aver fallito e tradito l'obiettivo fissato alla conferenza di Barcellona del 2002 di destinare agli aiuti internazionali lo 0,33 per cento del PIL entro il 2006. Di aver tradito e fallito un ulteriore impegno, quello preso nel 2004 sugli Obiettivi del Millennio, quando firmarono e controfirmarono con inchiostro invisibile l'impegno di innalzare la quota per la cooperazione allo sviluppo sino allo 0,7% del Pil entro il 2015. E ancora la promessa del G8 2005 che disse di voler raddoppiare l'aiuto all'Africa.Come stiano le cose l'ha spiegato poche settimane fa l'Ocse."I Paesi donatori avevano promesso di aumentare i loro finanziamenti di circa 50 miliardi di dollari l'anno entro il 2015, a partire dai livelli del 2004 - si legge nel Development Co-operation Report pubblicato in questi giorni - ma le proiezioni dell'OCSE rispetto alla destinazione di questi fondi registrano una caduta complessiva di circa 30 miliardi ciascun anno. I numeri sono abbastanza eloquenti: tra 2006 e 2007 i Paesi di area Ocse hanno diminuito il loro impegno dell'8,5% a livello internazionale, con punte del 29,6% per il Regno unito, del 29,8% del Giappone, del 16,4% della Francia e dell'11,2% del Belgio. Anche l'Italia perde terreno: meno 2,6% nel 2007". Scritto in Varie Commenti ( 243 ) » (13 votes, average: 4.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 L'abbraccio di Yaoundé a Papa Benedetto Cari amici, sul Giornale di domani potrete leggere la cronaca della prima giornata africana del Papa. Ciò che ci ha detto sull'aereo, il suo primo discorso a Yaoundé. Scrivo queste righe un po' in fretta, per comunicarvi ciò che è avvenuto al nostro arrivo: una folla di decine di migliaia di persone ha salutato il Papa lungo tutto il percorso dall'aeroporto alla città. Un'accoglienza bella, spontanea, festosissima. Uno spettacolo davvero unico di sorrisi, balli, entusiasmo, simpatia. Non solo verso il Papa, ma anche verso di noi giornalisti, che chiudevamo il lungo corteo, e che non abbiamo mai smesso di salutare persone di tutte le età che si sbracciavano per darci il benvenuto, perché avevamo viaggiato con Benedetto XVI. Mi ha colpito la povertà di alcuni quartieri che abbiamo oltrepassato e non dimenticherò facilmente i tantissimi volti di bambini sorridenti che hanno reso davvero speciale il nostro arrivo. Scritto in Varie Commenti ( 63 ) » (11 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (338) Ultime discussioni Filippo: Caro Artefice, grazie per il plauso. La perfezione è attributo di Dio. Il peccato è attributo mio. La... Filippo: Sig. Mauro, quello che lei definisce scherzo è la promessa di Cristo a Pietro: Su di Te fonderò la mia... Filippo: Sig. Mauro, lei forse prende spunto da Wikipedia o da sue fonti. Il Regno dei Cieli ce lo spiega Cristo... mauro: Caro Filippo, secondo la religione cristiana in Regno Dei Cieli è tutto ciò che ci sta intorno, buono o... mauro: Caro Filippo, la dicitura "unicuique suum" è sulla prima pagina dell'Osservatore Romano ma... 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SPI CGIL: Social card, altre novità (sezione: Burocrazia)

( da "Merateonline.it" del 07-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Economia >> Sindacati 7 / 4 / 2009 SPI – CGIL: Social card, altre novità Con un decreto interministeriale sono stati riaperti i termini per ottenere accrediti relativi social card che riguardano l’ultimo trimestre del 2008. Ora, per le sole domande presentate entro il 30 aprile 2009, la carta acquisti sarà ricaricata dal Ministero delle Finanze e che riguarda il trimestre ottobre-novembre-dicembre 2008 e i primi quattro mesi del 2009. Si tratta di 280 euro a condizione che i requisiti sussistano. La novità principale riguarda l’elevazione dell’ Isee da 6.000 a 6.198 euro. Il certificato Isee rilasciato dai Caaf è valido per un anno. La carta vale 40 euro mensili, però l’accredito avviene ogni due mesi. Per i pensionati si tratta di affrontare un`altra corsa ad ostacoli nei meandri della burocrazia. Per questa ragione lo Spi-Cgil di Lecco è a disposizione dei pensionati lecchesi che sono già in possesso della social card (valida un anno) e che possono usufruire di miglioramenti economici con la nuova normativa e comunque di tutti i cittadini che ritengono di averne i requisiti. Sono sicuramente esclusi coloro che hanno un Isee di oltre 6.200 euro e gli incapienti. "Io darei il tavolo in testa a coloro che hanno inventato questo marchingegno perverso e offensivo per i pochissimi che ne hanno diritto – osserva il segretario dello Spi Sergio Pomari – Noi faremo il nostro dovere fornendo tutti i supporti informativi utili per agevolarne l’applicazione. Nella Provincia di Lecco la social – card è stata assegnata a 514 cittadini. Con le nuove disposizione il numero salirà di qualche decina di unità. Rilevo inoltre che vi sono altri punti del decreto da chiarire per cui dovremo prevedere almeno un altro provvedimento". L’istituzione della social card è nata male e sta andando avanti peggio. Una vera stupidaggine con costi incredibili, perdite di tempo e umiliazioni di tanti cittadini che non esito a definire vergognosi”. Spi – Lecco Articoli Correlati: (c)www.merateonline.it Il primo giornale digitale della provincia di Lecco Scritto il 7/4/2009 alle 19.34

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Ostiglia, nuova azienda in riva al canale (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Ostiglia, nuova azienda in riva al canale Salvadori annuncia: ha acquistato un'area di un milione di metri Il sindaco: abbiamo rispettato il programma Lesignoli: non politici ma amministratori OSTIGLIA. Programma rispettato, parola di sindaco. Carla Salvadori si presenta alla prima uscita pubblica, lunedì sera, di questo avvio di campagna elettorale elencando tre punti fondamentali del suo mandato: lo sblocco, dopo 20 anni, dell'area industriale futuro insediamento di Eusider, la ristrutturazione della scuola elementare, il recupero dell'ex ospedale per la realizzazione della Cittadella del Soccorso. E sul fronte sviluppo annuncia che un'altra azienda ha comperato un milione di metri quadrati di fronte al Canale. Enuncia poi un piano casa per i giovani e i single e il recupero della vecchia chiesa di Correggioli. Punto per punto analizza modalità, impegno economico e volontà di portare a termine progetti. «Non come fanno i politici - sottolinea Luca Lesignoli, attuale capogruppo di maggioranza - ma come abbiamo fatto noi in questi 3 anni, da semplici amministratori, perché i primi 2 li abbiamo spesi a sistemare progetti e ad adeguarci alla lenta macchina della burocrazia». Affiancata e supportata dal suo gruppo di lavoro, Carla Salvadori riconosce al suo staff il lavoro svolto e si assume molte responsabilità a partire dalla decisione di chiudere la scuola elementare e di vendere la colonia di Milano Marittima: «Ho voluto evitare crolli annunciati - ha detto il sindaco - e possibili morti. La scuola era diventata l'edificio pubblico più pericoloso del nostro paese. E lì c'erano i nostri bambini. Siamo stati precursori rispetto alla tragedia che poi si è verificata a Rivoli. Sulla colonia - aggiunge - si sono dette tante falsità. Semplicemente abbiamo utilizzato i fondi della vendita, trasferiti per salvaguardare un patrimonio pubblico di maggiore utilizzo quale può e deve essere un plesso scolastico. La nostra diventerà una scuola bellissima, peraltro tutelata dai Beni culturali, per cui inalterata negli spazi. Ritengo, di fronte a un edificio inutilizzato a Milano Marittim, di aver agito sulla basa di una buona politica amministrativa. E ancora, daremo vita alla cittadella del Soccorso con l'inserimento di una struttura per disagi psichici e nuovi servizi per dimissioni protette. Questi sforzi per la collettività credo meritino continuità». Tutti gli assessori illustrano iniziative e opere portate a termine. Ci sono Davide Bottura, Arrigo Morselli, Carlo Bellati, Giacomo Coppi e Fabrizio Borghi. Quest'ultimo (lavori pubblici) difende la scelta di realizzare la scalinata sull'argine e annuncia il rifacimento ex novo di via Cappuccini, oggi chiusa per dissesto. Bottura evidenzia il coinvolgimento e la rete creata con tutte le associazioni sportive e di volontariato, e la messa a norma degli impianti sportivi. Coppi, nel definire l'impresa «difficile come non si aspettava» sottolinea il suo ruolo di amministratore delle risorse pubbliche al servizio dei cittadini. La nota di Lesignoli è più politica: «Abbiamo rispettato il programma lavorando come amministratori e non come politici. Abbiamo cercato di favorire le aziende per portare ricchezza. Pensate a com'era il paese solo 5 anni fa. Siamo orgogliosi di quello che abbiamo realizzato. E vorrei aver visto di più in consiglio comunale chi oggi ci sfida per amministrare il paese». In sala 150 persone.

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Fochino, un corso a ostacoli ma in venti superano l'esame (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere delle Alpi" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

AGORDO Fochino, un corso a ostacoli ma in venti superano l'esame AGORDO. Seppur con qualche ostacolo si è concluso a fine marzo il Corso di Fochino 2009, organizzato ad Agordo per accrescere le potenzialità della futura professionalità degli studenti diplomandi, ma aperto anche agli addetti ai lavori esterni per aumentare l'area di operatività. "I circa venti iscritti - segnalano insieme l'Istituto Follador e l'Associazione dei periti industriali minerari (Apim) - hanno superato l'esame finale presso la Prefettura seppur con qualche restrizione". L'Apim non risparmia infatti alcune frecciate ad una burocrazia che ha creato qualche intoppo di troppo. "Belluno - spiega il sodalizio presieduto da Giuseppe Zasso - ha accettato di esaminare solo i residenti in provincia e pertanto l'organizzazione di Agordo ha dovuto provvedere in altro modo alla qualifica dell'idoneità, iscrivendo i non residenti in provincia di Belluno ad un esame presso la Questura di Trento, i cui funzionari si sono dimostrati ben più disponibili a risolvere un problema che, in quella Regione, davvero non esiste". Prima della conclusione dell'iter si è però verificato ancora qualche inghippo. "Alla fine tutto bene - conclude l'Apim - salvo qualche rallentamento relativamente alla convalida annuale del patentino di Fochino a coloro che ne sono già in possesso per la pervicace indisponibilità di qualche isolato applicato". Intanto però per il futuro si prospettano interessanti novità per gli studenti del Follador. L'associazione dei periti minerari annuncia che il dirigente scolastico Bruno Bulf sta valutando l'inserimento annuale della qualifica di fochino, agganciandola al normale programma di studio. (g.san.)

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La Plavis ricorda Dal Castel: Gli intitoleremo lo stadio (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere delle Alpi" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

SANTA GIUSTINA La Plavis ricorda Dal Castel: «Gli intitoleremo lo stadio» SANTA GIUSTINA. Da lunedì una targa ferma il ricordo di Eugenio Dal Castel, lo storico presidente della Plavis, scomparso nell'agosto del 2007, sul muro degli impianti sportivi di via Pulliere. Un primo passo verso l'intitolazione dello stadio che è fortemente voluta da tutto l'ambiente biancoceleste: da dirigenti, giocatori, tifosi, ma anche dai molti cittadini di Santa Giustina che lunedì sera erano presenti nel piazzale dello stadio per partecipare a questa sentita cerimonia. E' stato un momento semplice come lo era Eugenio Dal Castel: una persona davvero speciale che per più di venticinque anni è stato l'anima della Plavis facendo vivere, a quelli che chiamava "suoi ragazzi", l'essenza dello sport con i suoi valori più puri e più nobili. «L'importante non è ciò che facciamo, ma come lo facciamo», ha ricodato il vescovo Andrich tracciando un ricordo di Dal Castel, «e lui ha sempre usato il cuore in ogni suo gesto, trasformandoli in messaggi positivi per i suoi ragazzi. Ed è proprio l'amore che noi lasciamo su questo mondo che diventa una proiezione infinita nel tempo di noi stessi». E' stato quindi il sindaco Vito Tison a far rivivere poi la passione e la solarità del presidente biancoceleste: «Non l'ho mai visto arrabbiato una volta», ha ricordato con commozione il primo cittadino, «anzi aveva sempre una parola buona per tutti, accompagnata dal suo bonario sorriso. La targa che sveliamo questa sera vuole essere solo un primo passo per ricordare il nostro Ennio». Il secondo passo sarà quello di intitolare l'intero stadio di Santa Giustina al compianto presidente biancoceleste. Una richiesta che era partita un mese dopo la scomparsa di Dal Castel, ma che ora deve scontrarsi con la burocrazia e con le lungaggini che sono tipiche di queste procedure, solo apparentemente semplici. «Penso che l'intitolazione dello stadio a Dal Castel sia una volontà che la maggior parte di noi ha espresso con chiarezza», ha concluso Tison, «e posso assicurare che la cosa si farà». A fine serata i ragazzi della Plavis, guidati dal loro capitano Enrico Da Lan, hanno scoperto la targa del loro «instancabile presidente che con zelo e passione ha creduto nello sport e nei suoi valori, dedicandosi con rara generosità alla crescita sportiva e umana dei Suoi ragazzi». Valentina Damin

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Albero crolla e distrugge l'antica Via Crucis (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Albero crolla e distrugge l'antica Via Crucis Semiabbattuto il capitello della sesta stazione, danni anche all'affresco della seconda Uno dei grossi larici già smosso dallo scioglimento della nave si è sradicato abbattendosi sul percorso devozionale LORENA STABLUM OSSANA. Sono state gravemente danneggiate dalla caduta di alcuni alberi due edicole del percorso del calvario, eretto sul Colle Tomino di Ossana. Il percorso della Passione di Cristo rappresenta una delle più antiche, e meglio conservate, testimonianze di una particolare forma di devozione popolare diffusasi in valle nei primi decenni del Settecento. Il danno più ingente si registra sulla sesta stazione, raffigurante la Veronica mentre asciuga con un panno il volto di Gesù. Uno dei grossi larici, che ombreggiano i pendii del dosso roccioso, si è sradicato, forse già smosso sotto la pesante neve di quest'inverno scioglimento, è si è abbattuto sull'edicola rompendola a metà. L'impatto ha provocato la distruzione del tetto e del timpano causando la perdita di parte dell'affresco e delle decorazioni esterne. Risulta quasi illeggibile la didascalia a posta a descrizione dell'evento raffigurato all'interno della nicchia. Anche la seconda stazione, posta più a valle, è stata rovinata da un grosso ramo che ha provocato la caduta dell'inferriata di protezione e ha parzialmente rovinato l'affresco interno, raffigurante l'episodio di Gesù caricato della croce. «I danni sono evidenti e colpiscono un complesso monumentale che ritengo uno dei segni, con il castello, più distintivi e pregevoli del nostro comune», afferma rammaricato il sindaco di Ossana Luciano Dell'Eva, che ha già provveduto a informare gli uffici competenti dell'accaduto. Lunedì sono stati effettuati i sopralluoghi da parte dei funzionari dell'Ufficio beni monumentali e architettonici e compatibilmente con i tempi della burocrazia dovrebbero partire i restauri. Restauri che dovrebbero interessare anche le mura a sostegno dell'intero complesso (i 14 capitelli della Via Crucis si snodano intorno alla chiesa di Sant'Antonio da Padova) che recentemente sono cedute causa il deterioramento dovuto al tempo. I lavori di restauro, che erano stati eseguiti verso la fine degli anni Ottanta sull'intera Via Crucis, non avevano previsto il consolidamento delle mura perimetrali. Anche don Giovanni Torresani, parroco di Ossana, che ha in cura l'intero complesso, auspica un pronto intervento. «La nostra amministrazione è sensibile alla tutela delle opere artistiche e faremo in modo di avviare al più presto i lavori - continua Dell'Eva - purtroppo questi danni si aggiungono ai numerosi che abbiamo registrato sul nostro territorio causati dalla neve». Un po' ovunque si registrano strade malconce, marciapiedi rovinati e staccionate distrutte. Tutto ciò va a incrementare la spesa già sostenuta dal Comune (intorno ai 140 mila euro) per le attività di sgombero neve.

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"Perdiamo cento giorni l'anno in pratiche dell'enoburocrazia" (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

PROTESTA. COLDIRETTI E PRODUTTORI "Perdiamo cento giorni l'anno in pratiche dell'enoburocrazia" [FIRMA]LORENZO BORATTO CUNEO Documenti, registri, comunicazioni e altre mille carte. Ogni viticoltore trascorre 100 giorni l'anno in uffici pubblici e tra la burocrazia. Tempo sottratto a seguire le proprie vigne e la cantina. È la denuncia della Coldiretti cuneese, che ha individuato 30 casi di adempimenti specifiche del settore vitivinicolo. Fabrizio Rapallino tecnico Coldiretti: «Provvedimenti superflui? Obbligare a segnare immediatamente su un registro tutti i documenti di acquisto o vendita, quando già ci sono bolle e ricevute che lo confermano». Non solo: Coldiretti punta il dito sul piano dei controlli. Dai produttori di vino si recano Guardia di finanza, Nas, Asl, Forestale e Sav (il servizio repressione frodi della Provincia). «Basterebbe un coordinamento, per controlli mirati - aggiunge Rapallino -. Poi ci sono norme e sanzioni sovrapposte e mai aggiornate. Così una dimenticanza, come non aver spedito un fax, viene sanzionata 1200 euro». Le conferme arrivano direttamente dai produttori. «Ad esempio le accise, tasse sull'alcol - spiega Chiara Boschis con un'azienda a Barolo da 20 mila bottiglie l'anno, vendute all'80% all'estero -: si pagano in Irlanda e in Inghilterra, non in Germania. Ma se esporto in quest'ultimo paese devo comunque fare la trafila burocratica e pagare un consulente: per far incassare nulla allo Stato tedesco». Federico Vacca, produttore di Neive: «La superficie dei vigneti viene misurata in modo diverso, a seconda dell'ente: un criterio per l'albo vigneti della Camera di commercio, uno per lo schedario vitivinicolo della Regione, un altro ancora per quello nazionale del Ministero. Se ho mille metri quadri di terreno, diventano 1124 per la Pac o 1032 per il Catasto: assurdo. Prima c'era tanta carta, adesso l'informatica è complessa. La verità è che si sono sommate». Cesare Gilli, segretario Coldiretti di Alba: «Serve un cambio di rotta. Una parte di burocrazia tutela consumatore e produttore. Il resto va sfrondato: 100 giorni di lavoro dedicati agli uffici sono anche un costo per le aziende». «Riuniremo un gruppo di lavoro regionale a Torino - dice Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Piemonte -: proporremo al Governo un testo unico. Il mondo del vino è cambiato in 20 anni e si appoggia ancora a regi decreti degli Anni '30. Per sbrigare le pratiche anche al di fuori degli orari d'ufficio, serve più dialogo telematico, via internet, tra ditte e amministrazioni pubbliche».

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Il piano casa è davvero innovativo (sezione: Burocrazia)

( da "Milano Finanza (MF)" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

MF sezione: Mercati Globali data: 08/04/2009 - pag: 12 autore: di Vanina Gerardi Class Cnbc carlo pesenti (italcementi) a class cnbc promuove il provvedimento del governo Il piano casa è davvero innovativo Il top manager: si rilancia l'economia attingendo a risorse private, si dà una spallata alla burocrazia e si migliorano stock abitativo e qualità delle strutture. I crolli a L'Aquila? Difficile dare un giudizio Il terremoto in Abruzzo e le polemiche sulle case costruite senza ricorrere a materiale anti-sismico. L'applicazione di tecnologie moderne avrebbe impedito i crolli devastanti che hanno messo in ginocchio e portato centinaia di morti a L'Aquila e dintorni? «È difficilissimo dare un risposta. Le tecnologie e le strutture più moderne sicuramente riducono i rischi correlati a fenomeni di questo tipo. Ma va considerato che il patrimonio immobiliare italiano si è formato nei secoli: i crolli sono legati all'età degli edifici», risponde Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi, a New York per il roadshow di Borsa.Domanda. Dottor Pesenti, voi utilizzate materiali antisismici?Risposta. I prodotti li abbiamo e sono disponibili da tantissimo tempo: sono le tecnologie che permettono la messa in opera di strutture adatte a sopportare eventi di questa natura e ridurre al minimo i rischi strutturali.D. Avete siti produttivi in loco?R. Sì. In Abruzzo, a Safa, vicino Pescara, abbiamo una nostra azienda produttrice di cemento. Il sito non ha subito conseguenze o danni per il terremoto.D. Veniamo al business. Come è andato il primo trimestre e che cosa si può prevedere per l'intero anno?R. Il primo trimestre riflette il trend registrato nel corso dell' ultimo trimestre del 2008, quindi abbiamo registrato un forte rallentamento in quei mercati che noi definiamo maturi, come l' Europa e il Nord America. Molto bene invece i mercati emergenti dove ancora si registra un forte tasso di crescitaD. Politica di razionalizzazione dei costi. A che punto è Italcementi?R. Le aziende da sempre razionalizzano la propria struttura di costi. Per fortuna noi abbiamo cominciato questa ristrutturazione prima che la crisi cominciasse e fosse così violenta. Nel triennio 2007-2009 la forza lavoro del gruppo calerà del 10% e l'operazione riguarderà tutti i livelli. Continuiamo a investire in tecnologie finalizzati a migliorare e ampliare la nostra capacità produttiva, per raggiungere la massima efficienza nella produzione. D. Avete in mente operazioni di crescita esterna?R. Abbiamo un obiettivo di crescita nei Paesi arabi e poi analizziamo l'area del Mediterraneo dove ci sono opportunità di sviluppo ancora da perseguire. Infine guardiamo all'India e a tutta l'area del Sud est asiatico.D. Pensate di diversificare l'attività?R. Stiamo puntando sull'energia rinnovabile, unici nel nostro settore. Stiamo sviluppando una produzione di energia elettrica rinnovabile per poter mediare l'emissione di anidride carbonica nell'ambiente nel medio lungo termine. D. Vi spaventa la concorrenza cinese?R. L' industria del cemento si è globalizzata nell'ultimo decennio e i concorrenti sono ovunque, non solo in Cina. Ci sono player forse ancora più agguerriti più vicini a noi: pensiamo ai Paesi che hanno grande disponibilità di energia. La nostra strategia passa dal presidio capillare dei mercati di riferimento.D. Piano Casa. Come avete accolto l'iniziativa?R. Sono molto ottimista sul piano casa che trovo davvero innovativo. Dato per scontato che la priorità è preservare il nostro patrimonio ambientale, sono convinto che il governo voglia migliorare la situazione italiana con conseguenti ricadute positive sulla domanda interna nel breve termine. Inoltre, il processo autorizzativo viene accelerato in maniera significativa ma soprattutto si rilancia l'economia del Paese attingendo da risorse private e non pubbliche, senza incidere sul debito pubblico bensì sulle risorse economiche di chi farà uso di questa normativa. Si rilancia così soprattutto il settore edilizio e si migliorano lo stock abitativo e la qualità strutturale. Insomma, nascerà un nuovo comparto industriale.D. Che cosa vi chiedono gli investitori americani?R. A loro interessa capire l'andamento della domanda e dell'offerta ma soprattutto l'impatto che le iniziative anticicliche che i governi stanno implementando in tutto il mondo.

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Fisco, stop ai criteri automatici e presuntivi (sezione: Burocrazia)

( da "Italia Oggi" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi sezione: forum imprese e mercati data: 08/04/2009 - pag: 13 autore: di Antonio Ranalli LE INTERVISTE PARALLELE/Bersani (Pd) e Della Vedova (Pdl) sulle politiche per le pmi Fisco, stop ai criteri automatici e presuntivi Domanda. Come valuta il lavoro fatto fino ad oggi dal governo sulle pmi?Pier Luigi Bersani. L'orecchio del governo continua ad essere attento prevalentemente alle esigenze della Confindustria, mentre non c'è dubbio che sono le pmi le più esposte e colpite dalla crisi. Finora la politica economica del governo è stata all'insegna della propaganda, incapace di assumere decisioni efficaci per sostenere la domanda interna e i consumi delle famiglie. Il Pd ha evidenziato questi errori di impostazione e proposto misure per garantire i flussi di credito alle pmi attraverso un sostegno finanziario vero e consistente ai Confidi. Proponemmo e continuiamo a proporre il pagamento di una parte dello stock di crediti vantati dalle imprese nei confronti della p.a, misure di allentamento temporaneo della pressione fiscale, quali il dimezzamento dell'acconto di giugno prossimo e l'azzeramento della tassazione per il reddito reinvestito in azienda.Benedetto Della Vedova. Il governo sta intervenendo con tempestività sui fronti che più interessano le pmi: credito e fisco. Da un lato, c'è da accompagnare la ripresa del circuito finanziario. A questo puntano il rifinanziamento del Fondo di garanzia, l'accordo per il credito agevolato, le importanti risorse che la Cassa depositi e prestiti stanzierà, le misure per una più rapida esigibilità dei crediti nei confronti della p.a. Sul fronte fiscale, con la detassazione delle start-up spero possa avviarsi una «rivoluzione imprenditoriale»: proprio in una fase così difficile come quella di oggi, bisogna promuovere l'imprenditorialità, che è la leva dell'innovazione, della produttività, della crescita.D. Gli imprenditori hanno chiesto al governo di mettere mano alla revisione degli studi di settore. Qual è il suo parere?Bersani. Gli studi di settore rischiano di essere la sola valvola di sfogo dell'inadeguatezza della politica economica del governo. Gli imprenditori devono poter avere redditi netti più elevati attraverso il sostegno all'attività produttiva, sia sul versante della domanda interna che dell'accesso al credito. Ridurre le imposte su redditi che vanno a zero non porta lontano. Tuttavia, gli studi vanno rivisti a partire dalla consapevolezza che non sono, non devono essere, una minimum tax. L'imprenditore che ha un reddito minore al livello di congruità previsto dallo studio deve pagare le imposte in base al reddito effettivo e non in riferimento al reddito stimato dalla Sose. L'Agenzia delle entrate deve fare i controlli in riferimento alla specifica situazione di ogni azienda, non in base a quanto indica il modello. Il Pd ha proposto di allargare le maglie del «forfettone» introdotto in via sperimentale nel 2008: innalzamento del limite massimo di fatturato a 70 mila euro e del limite per il valore dei beni strumentali a 45 mila euro.Della Vedova. Gli studi di settore non possono e non debbono finire per punire fiscalmente le imprese e i lavoratori autonomi che patiscono difficoltà di mercato. Più in generale, credo che il governo Berlusconi non debba aver timore di una riforma profonda, anche immaginando il superamento di quei meccanismi automatici e presuntivi, come gli indicatori di normalità economica introdotti da Visco nel 2007, che non descrivono la situazione reale di un'impresa. Peraltro delle indicazioni ragionevoli sono giunte dalla Commissione di esperti per gli studi di settore, che richiede che la pretesa tributaria sia accompagnata in sede di accertamento anche da altri elementi più direttamente legati all'andamento del ciclo economico.D. Quali azioni devono invece essere perseguite per la lotta alla burocrazia?Bersani. La lotta alla burocrazia non si fa solo con le norme anti-fannulloni. Si fa con interventi specifici, con sanzioni ed incentivi per impiegati e, soprattutto, dirigenti, e con un programma di radicale ridefinizione delle attività delle pubbliche amministrazioni. Per esempio, accorpando tutte le sedi del governo sul territorio in un unico ufficio o riformando le imprese pubbliche per i servizi pubblici locali. Il governo avrebbe dovuto portare a termine la spending review, avviata nel 2007, mentre ha scelto la strada, apparentemente più semplice, ma assolutamente inefficace ed iniqua, dei tagli orizzontali, colpendo alla cieca programmi da tagliare ed altri da potenziare, con il risultato che la spesa corrente continua ad aumentare e le aree di spreco permangono. Della Vedova. Il ministro Brunetta sta realizzando un ottimo lavoro, anzitutto dal punto di vista «culturale». Più che le misure potrà il richiamo costante all'etica del lavoro e della responsabilità. L'efficienza della macchina burocratica è, ovviamente, solo un aspetto del problema. Sul fronte della deregolamentazione e della semplificazione normativa il governo sta lavorando in attuazione del «taglialeggi». L'obiettivo deve essere quello di avvicinare le migliori pratiche europee, riducendo in modo sensibile il costo burocratico degli adempimenti. Accanto a queste richieste è il caso che si torni a parlare di liberalizzazioni: in fondo, le liberalizzazioni sono la riduzione delle regole in favore dell'apertura dei mercati.D. Come valuta la proposta di prevedere l'intervento della Sace per favorire la realizzazione del credito presso il sistema bancario?Bersani. La proposta di consentire alla Sace, impresa controllata dal ministero dell'economia e dotata di un ingente liquidità, di garantire i pagamenti dovuti dalle pubbliche amministrazioni è parte del pacchetto di proposte presentato dal Pd alle forze economiche e sociali il 14 Febbraio scorso. In quel pacchetto proponemmo anche il ricorso alla Cassa depositi e prestiti. A nove mesi dall'esplosione della crisi, siamo ancora alle promesse.Della Vedova. Con il decreto anti-crisi in corso di conversione, l'esecutivo ha messo in campo una poderosa «operazione-liquidità», anche consentendo alla Sace di prestare garanzie rispetto al credito vantato dalle imprese nei confronti della p.a. Nondimeno, il problema in prospettiva non può essere quello di garantire il credito delle imprese ma di assicurare tempi di pagamento certi che non costringano i fornitori a subire oneri burocratici o a pagare oneri finanziari causati dall'inefficienza dello Stato debitore.D. È ipotizzabile consentire alle imprese di compensare i crediti certi ed esigibili vantati nei confronti della p.a. con i debiti di natura fiscale e contributiva?Bersani. In via di principio siamo assolutamente favorevoli. Ricordo che fu il governo Prodi nel 1997 ad introdurre la compensazione dei crediti Iva con imposte e contributi dovuti. Ricordo anche che è stato il governo Prodi nel 2007 a definire un piano straordinario di rimborso dei crediti fiscali a famiglie ed imprese e a introdurre un tasso di interesse di mercato per i debiti fiscali ultradecennali delle pubbliche amministrazioni verso i contribuenti. Noto anche che il ministero dell'economia ha appena fatto saltare questa ultima misura. Per arrivare a una piena compensabilità di debiti e crediti fiscali dobbiamo essere certi dei crediti vantati.Della Vedova. Il decreto anti-crisi ha esteso ai crediti maturati nel 2008 dalle imprese nei confronti dei ministeri la possibilità di compensazione fiscale già prevista per gli anni precedenti dalla versione originaria del decreto anti-crisi. La via maestra per affrontare la questione, più che nella compensazione, sta nella certezza e nella ragionevolezza dei tempi di pagamento: ne va anzitutto della gestione corretta della macchina dello Stato e degli enti locali e del principio di trasparenza dei bilanci pubblici. In questo senso, il principio della compensazione, pur nelle sue difficoltà applicative, rappresenterebbe una clausola di salvaguardia nel rapporto tra impresa-contribuente e stato-esattore.

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Malato va in posta per la pensione E' arrivato tardi, deve ritornare (sezione: Burocrazia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Malato va in posta per la pensione «E' arrivato tardi, deve ritornare» All'ufficio postale si rifiutano di consegnargli la pensione perché è arrivato in ritardo di due giorni e lui chiama la polizia. Nemmeno con l'intervento degli agenti, però, riesce a intascare l'assegno. E' una storia di assurda burocrazia con al centro un pensionato di 67 anni quella arrivata lunedì mattina alla centrale del 113. Dall'altro capo del filo, l'operatore ha sentito la voce di un uomo sconvolta dal fatto che i responsabili dell'ufficio postale di Borgo Mestre si erano rifiutati di consegnargli l'assegno mensile. Motivo? A causa di problemi di salute non era riuscito a presentarsi come sempre il 4 aprile. Così, lunedì 6 è andato allo sportello a richiedere la sua pensione. Si è sentito però rispondere dall'impiegata: «Troppo tardi. Deve tornare l'8 aprile». Alle sue proteste, l'impiegata è stata irremovibile: «E' il regolamento». A quel punto ha chiamato il 113. Gli agenti delle Volanti, vista la situazione, hanno cercato di convincere la responsabile dell'ufficio di Borgo Mestre a dare comunque la pensione al pensionato, visto che era il suo unico sostentamento. Nulla da fare: deve tornare questa mattina.

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siamo l'unico riferimento per la gente - silvia sanna (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 25 - Sassari «Siamo l'unico riferimento per la gente» I parlamentini in agro difendono il loro ruolo: «La città è lontana» No all'accorpamento: «Noi e la VI copriamo un territorio troppo vasto» SILVIA SANNA SASSARI. Quando la burocrazia fa per benino il suo lavoro, può succedere che sostituire una maniglia rotta costi 400 euro. E tra sopralluoghi, accertamenti e assegnazione dell'incarico, capita che prima di vedere la maniglia nuova al suo posto passino parecchi giorni. Succede nell'agro. Dove le due circoscrizioni, così come quelle cittadine, non hanno il potere di sostituire una lampadina. Ora chiedono due cose: sopravvivere e godere di un briciolo di autonomia. I tagli, obbligatori per legge, potrebbero portare alla cancellazione definitiva di uno dei due parlamentini dell'agro. La circoscrizione V (Tottubella-Campanedda-La Corte) e la VI (Palmadula-Argentiera-Biancareddu-La Pedraia-Baratz-Villa Assunta-Canaglia), difendono con i denti il loro ruolo. Respingono l'accusa di essere un gettonificio e rispediscono al mittente la proposta di un accorpamento. Durante l'audizione in commissione Affari generali, il presidente della V Raffaele Pes dice che la situazione diventerebbe ingestibile: «Il territorio è immenso, solo il nostro copre 23mila ettari». E fa un esempio: «In tre anni con la mia auto ho percorso 160mila chilometri. E dal momento che non lavoro più, ho fatto avanti e indietro solo in qualità di presidente circoscrizionale. Ci spostiamo tutti con le altre auto, con i gettoni i commissari si pagano a malapena la benzina». Impensabile anche l'unione con una circoscrizione cittadina: «La situazione peggiorerebbe perchè non avremmo alcun rappresentante. E alla popolazione mancherebbe un riferimento preziosissimo». Il fatto è che, per i 3000 abitanti scarsi sparpagliati tra le borgate rurali e costiere, il Comune è un oggetto quasi misterioso. «Tutti conoscono i consiglieri circoscrizionali, pochi quelli comunali. La gente quando ha un problema si rivolge a noi, si aspetta che la circoscrizione si muova presso chi di dovere. C'è un rapporto particolare, un contatto quotidiano, che probabilmente non esiste in città». Per ridurre le distanze, la circoscrizione è riuscita ad ottenere l'apertura di due uffici distaccati per il rilascio di certificati: oltre a quello principale di Tottubella, una volta alla settimana aprono anche la Corte e Campanedda. Il risultato è stato che per evitare le file in città, anche parecchia gente dalle altre borgate va lì a rinnovare la carta d'identità. «Dunque - aggiunge Pes - offriamo un servizio all'intero territorio». La sintesi è questa: «Se le circoscrizioni devono diventare quattro, è preferibile mantenere le due nell'agro ed eliminarne due in città». I commissari ascoltano e prendono appunti. Il presidente Paolo Scanu ha aperto la seduta spiegando che la normativa (che pure su questo aspetto lascia ampia libertà di manovra), suggerisce una media di 30mila abitanti per ciascuna circoscrizione. Ma dopo le parole di Pes, l'aria sembra cambiare. Dolores Lai (Pd) dice che «in casi come questi i commissari svolgono un lavoro di frontiera. Ma il loro ruolo va rivisto, deve diventare più dignitoso. I consiglieri non possono diventare semplici segnalatori di buche all'amministrazione comunale». Secondo Alberto Galisai (Pd) serve una struttura: «un paio di geometri che operino per le circoscrizioni, che agiscano come una cinghia di trasmissione tra i parlamentini e Palazzo Ducale. Senza una struttura, non è pensabile ipotizzare un ruolo differente, più propositivo». Maggiore autonomia per le piccole spese è sollecitata anche da Alessandro Colombino, presidente della III commissione Cultura e Pubblica istruzione. Dice che in questi tre anni «non siamo rimasti con le mani in mano: abbiamo sottoscritto il progetto «Un milione di nuovi alberi», organizzato le gite per anziani, le vacanze per i ragazzi e creato il centro d'aggregazione sociale a Tottubella. Ora vorremo avere maggiori poteri, intervendo sulla delibera 106 del consiglio comunale che blinda la nostra libertà di movimento».

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In via Giorgetti 63 c'è il Fornaio aquilano . Siamo nelle periferia est della citt&#... (sezione: Burocrazia)

( da "Unita, L'" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

In via Giorgetti 63 c'è il «Fornaio aquilano». Siamo nelle periferia est della città. Il negozio non è più grande di trenta metri, è basso ed è completamente di cemento. È brutto, piccolo, ma terribilmente resistente, praticamente indistruttibile. Due giorni di terremoto non l'hanno scalfito. All'Aquila è una sorta di mosca bianca. E' uno dei pochi negozi aperti. Non ha mai chiuso. Neanche lunedì scorso. Uno dei pochi a dare lavoro a quattro persone. La proprietaria, Stefania, la madre e due commesse. Fortunate. Doppiamente fortunate. Non hanno avuto la casa distrutta e hanno un lavoro. Il grande problema di domani. All'Aquila non esistono più negozi, molti capannoni sono stati danneggiati, anche la sede di Confindustria è crollata. In una provincia che conta 250mila abitanti il terremoto è stato un colpo fatale in un momento drammatico. L'area negli ultimi mesi ha avuto il maggior incremento del tasso di cassa di integrazione anno su anno. Le piccole e medie imprese che avevano creato nella valle Fucino uno dei più importanti poli elettronici del centro Italia si sono piano piano svuotate. Anche un'azienda come la Micron Technology, la più grande del settore in regione, era stata costretta a ricorrere alla cassa integrazione per l'80% dei dipendenti per tre mesi. Il suo proprietario Sergio Galbiati, presidente degli industriali della zona, spiega: «Era una misura temporanea. Una volta smaltiti gli inventari ne saremmo venuti fuori. Ora è più difficile per noi ma anche per gli altri. Stavamo cercando di fare della provincia un modello di sviluppo, con la creazione di un polo universitario ricco, con un bacino 25-30 studenti, e centri di eccellenza». Il terremoto, il crollo della casa dello studente, ha portato via anche questa prospettiva. ricominciare Ora bisogna ricominciare. Da dove? Da piccole cose. Confindustria regionale ha deciso di raccogliere fondi. Da oggi dovrebbe partire una sottoscrizione per aiutare le imprese a risollevarsi. Il governo, invece, ha stanziato appena trenta milioni di euro. «Una cifra ridicola» - spiega l'assessore provinciale con delega alla protezione civile Michela Fina. «Ne servirebbero dieci volte tanto. Non solo per le imprese ma per ridare speranza e una casa alla gente che non ce l'ha. Ma si rende conto che cosa sono trenta milioni in una realtà industriale come la nostra?». Acqua. Dove per ora, quindi, si naviga a vista. Con il premier che ha rifiutato qualsiasi aiuto internazionale ad eccezione dei soldi promessi dal presidente americano Barack Obama per la ricostruzione delle opere d'arte. Il segretario del Pd ha invece invitato il governo ad accettare gli aiuti ed i soccorsi internazionali, secondo una prassi sempre seguita. ricostruzione E di ricostruzione si parlerà sabato prossimo a Pescara. Il governatore della Regione Chiodi chiamerà a raccolta i grandi imprenditori edili della zona. Uno di questi è Ettore Barattelli, La sua impresa, che porta il suo nome, occupa trenta persone e al momento è ferma. «Servono fondi, servono subito. E servono soprattutto procedure accelerate, poca burocrazia» - spiega. Servono case. Se i costruttori si riuniranno a breve, dire quando invece si potrà tornare a sistemare le abitazioni è ancora presto. La Provincia vorrebbe iniziare a fare una stima dei danni per gli edifici pubblici già da subito e chiudere il tutto entro una settimana. Per quelli privati i tempi saranno più lunghi. Tre mesi, forse. Tutto dipenderà da quanto tempo dureranno le scosse di assestamento. Anche la Cgil non rimarrà con le mani in mano. «Oggi - ci dice il segretario Sandro Giovarruscio - in piazza Fonti Luminose allestiremo un camper per aiutare chi è rimasto senza occupazione». Un camper provvisorio. Provvisorio e precario come gli immobili della zona, come le condizioni di vita, come il lavoro. Il grande problema di domani.

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nessuno crede più al prestigiatore-sindaco ciaponi (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 7 - Empoli Nessuno crede più al prestigiatore-sindaco Ciaponi Il sindaco di Santa Croce Ciaponi e l'assessore Bertacca hanno entusiasticamente annunciato non solo che partiranno "immediatamente" alcuni importanti cantieri, quali il parcheggio da 400 posti al palazzetto, il completamento dei lavori al Museo del Cuoio, la sostituzione dell'illuminazione in via Francesca Nord, il rifacimento di piazza Panattoni a Staffoli, le asfaltature di strade e le sistemazioni di marciapiedi, ma addirittura che "se tutto procede per il meglio" i relativi lavori si concluderanno entro la fine del mandato, cioè il giorno prima delle elezioni del 6-7 giugno prossimi. Come sempre e più di altre volte, sotto le elezioni ci si affanna a far capire alla gente quanta attenzione, impegno e cura abbia l'amministrazione comunale del proprio patrimonio di strade e del decoro del paese, ma questa volta la routine non è bastata. Ci vogliono strabiliare con le magie e i giochi di prestigio. Quale credibilità potranno avere simili annunci? Ciaponi è stato assessore ai lavori pubblici per quattro anni e se ci sono le buche sulle strade è colpa sua, è inutile che si affanni a promettere che in un mese le tapperà tutte. In questo settore non si recupera consenso e credibilità in un mese di tempo prima delle elezioni dopo anni e anni di incuria che hanno ridotto le strade e le piazze del paese nello stato di degrado che tutti vedono. Non mi daranno certo il premio se indovino che Ciaponi e Bertacca non riusciranno a fare neanche il 30% di quello che hanno promesso. Ritengo pertanto che sia giunto davvero il momento di cambiare modo di fare politica, di essere più vicini ai bisogni della gente tutti i giorni e non solo quando sono prossime le elezioni. In un comune che aspira ad essere moderno come Santa Croce, la relizzazione di nuove strade, nuovi parcheggi, piazze e aree a verde deve costituire una delle principali priorità per l'amministrazione comunale e con essa la loro manutenzione costante e periodica, se necessario mediante forme di coinvolgimento dei privati. La lista "Uniti per cambiare Santa Croce" si impegnerà fortemente in questa direzione e comunque una cosa la garantisce fin da subito, non prenderà in giro nessuno. La lista "Uniti per cambiare Santa Croce" offre a questo paese e a questo suo spirito indomito una cosa molto preziosa: il ritorno della buona politica a sevizio dei cittadini. Non vogliamo più un comune commissariato dalla burocrazia e intento solo ad autoreferenziarsi, promuovendo in ogni occasione la propria immagine di amministrazione pacata, oculata, lungimirante e che invece a appare ogni giorno sempre più debole, contradditoria, isolata e incapace di guardare intorno a sé. Alberto Pellegrini esponente della lista "Uniti per cambiare Santa Croce"

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di ALESSANDRO GOLDONI BOLOGNA LA LEGGE c'è, ma anco... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

PRIMO PIANO pag. 19 di ALESSANDRO GOLDONI BOLOGNA LA LEGGE c'è, ma anco... di ALESSANDRO GOLDONI BOLOGNA LA LEGGE c'è, ma ancora sulla carta. Bisognerà aspettare ancora mesi (si parla del dicembre 2009), prima che entri a regime. Stiamo parlando del pdl regionale, denominato Norme per la riduzione del rischio sismico' approvato nell'autunno 2008, per garantire ai cittadini più sicurezza dai terremoti. Il provvedimento, che recepisce disposizioni nazionali, dovrà dar tempo ai comuni di dotarsi di strutture e personale adeguati per rilasciare l'autorizzazione preventiva sui requisiti antisismici di tutti gli interventi edilizi nelle zone classificate a media sismicità. Faranno eccezione i comuni a bassa sismicità (in Emilia-Romagna sono 236, mentre quelli a media sono 105). In questo caso i controlli verranno fatti a campione. Verrebbe da pensare che i terremoti non aspettano i tempi della burocrazia per scatenarsi, ma fortunatamente viviamo in una terra dove le scosse non sono mai state devastanti come quelle dell'Abruzzo o, in tempi passati, dell'Irpinia. Inoltre, la buona notizia è che dal 2005 una precedente delibera regionale ha stabilito l'obbligo di sottoporre a verifiche 675 edifici e complessi d'uso pubblico in tutta la Regione. Si fa riferimento a ospedali, ma anche a centri commerciali, scuole, municipi, cinema, etc. I controlli sono già in corso e dovranno essere ultimati entro il 31 dicembre 2010. MA COSA vuol dire oggi costruire con criteri antisismici? Intanto significa strutture più resistenti, e cioè più ferro nel cemento armato e piloni portanti di maggior dimensioni. Ma si può arrivare a soluzioni ancora più tecnologiche come gli edifici costruiti con i cosiddetti isolatori sismici (dispositivi che filtrano le componenti orizzontali del terremoto, le più pericolose) o i dissipatori: ammortizzatori che attraggono la forza delle scosse. Con tali soluzioni sono state costruite due scuole e un pronto soccorso sull'appennino bolognese. Più difficile immaginare queste soluzioni nell'edilizia residenziale, visto gli alti costi. «Ne avremmo abbastanza che esistesse un testo unico e chiaro sulle tensioni ammissibili dice Gabriele Buia, presidente regionale dell'Ance, l'associazione dei costruttori invece da dodici anni, si susseguono ordinanze dello Stato in proroga a volte più severe a volte meno».

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la ribis chiude sabato in maggio nuova gestione (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 6 - Udine La Ribis chiude sabato in maggio nuova gestione È sempre una vittoria quando qualcosa che si è solo osato sognare diventa realtà. A maggior ragione se il sogno in questione riguarda il leggere e lo scrivere, che rappresentano punti di riferimento irrinunciabili. Era con un po' di tristezza che avevamo annunciato, in dicembre, seppur fra le parole delle poesie lette dagli attori del Magazzino dei Tetranti, la chiusura della libreria udinese Ribis, in via Cavour, uno dei negozi storici del centro, inaugurato oltre mezzo secolo fa e ultimamente gestito da Annamaria Balduzzi. La libreria chiudeva con la speranza di trovare presto un acquirente che portasse avanti non solo l'impegno dell'esercizio, ma soprattutto la specifica offerta libraria di cui si è fatta protagonista, in particolare con le proposte verso bambini e ragazzi. «Al di là della malinconia di vedere un negozio chiudere - ci aveva spiegato la titolare -, il che rappresenta già di per sè una piccola sconfitta in quanto sembrerebbe che non ci sia più voglia di leggere mentre alla decisione si è giunti per motivi totalmente diversi, in primo luogo l'insostenibile burocrazia cui dobbiamo far fronte e la concorrenza, l'importante è trovare chi possa portare avanti lo spirito della Ribis. Noi siamo stati tra i primi a organizzare in città incontri di lettura per i bambini e ad andare noi stessi nelle scuole, tra gli alunni, per presentare le novità indirizzando al meglio le proposte». Ora, fortunatamente, la speranza della signora Balduzzi si è avverata: «La libreria - ci dice - chiuderà definitivamente con questa gestione sabato prossimo, il giorno prima di Pasqua, ma solo per rinascere fra un mese, a metà maggio, dopo che ci sarà il tempo materiale per mettere a posto i locali, con la nuova gestione dell'imprenditore Andrea Capone. Quello che conta, al di là del lavoro svolto con impegno e passione da tutti noi, e di cui sono davvero grata, è che il miracolo della lettura continui affascinando quella classe di età, i bimbi, in cui sognare sulle pagine scritte è un diritto, mai un dovere». Valentina Coluccia

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dal belice partono aiuti e consigli "gestite da voi la ricostruzione" - massimo lorello (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina III - Palermo Oggi il consiglio straordinario dei comuni della valle delibererà le iniziative a favore dell´Abruzzo Dal Belice partono aiuti e consigli "Gestite da voi la ricostruzione" I sindaci: l´errore? Abbandonare il proprio paese Vito Bonanno: "Da noi lo Stato disegnò nuove strade e piazze senza dire nulla ai cittadini" "Nel �68 ricevemmo sostegno e conforto da tutta Italia adesso possiamo ricambiare" MASSIMO LORELLO Dicono: è sempre la vostra terra, anche quando trema. Per questo implorano la popolazione a non andare via. Perché, sottolineano, nemmeno una tragedia così grande può far odiare il proprio paese. I sindaci del Belice che hanno vissuto sulla loro pelle il terremoto del �68 si mobilitano in favore della popolazione d´Abruzzo. Raccolgono fondi, reclutano volontari e dispensano consigli accorati ai loro colleghi in fascia tricolore che, dopo le scosse delle prime ore di lunedì, possono amministrare solo le macerie. «I sindaci dell´Abruzzo pretendano di gestire direttamente e sotto la loro responsabilità le operazioni di ricostruzione - suggerisce Vito Bonanno, primo cittadino di Gibellina, nato un anno dopo il terremoto - Nel Belice gestì ogni cosa il ministero dei Lavori pubblici con l´Istituto per lo sviluppo dell´edilizia sociale. Hanno scelto loro quante strade, quante piazze, quanti edifici. Hanno disegnato paesi nei quali i cittadini non si sono mai riconosciuti. E non hanno nemmeno completato l´opera. A Gibellina, finché tutto è rimasto in mano allo Stato la ricostruzione non è andata oltre il 15 per cento, quando finalmente la gestione è passata al Comune siamo arrivati al 96 per cento. I sindaci dell´Abruzzo comincino fin da adesso a rivendicare le loro competenze». Francesco Santoro, primo cittadino di Santa Margherita Belice, indica il sistema grazie al quale le amministrazioni locali possono gestire direttamente la ricostruzione, tagliando fuori un bel po´ di burocrazia: «Ogni Comune - dice - deve dotarsi di una commissione, composta dal primo cittadino, dai consiglieri e dai tecnici di Sovrintendenza e Genio civile, con poteri straordinari per riconosce il diritto di chi è rimasto senza casa e autorizzare, per decreto, la ricostruzione immediata». L´Unione dei Comuni del Belice riunirà oggi alle 16 la giunta straordinaria per programmare gli aiuti. Le amministrazioni della valle, oltre a numerosi volontari, sono pronte a inviare i loro esperti per valutare l´agibilità degli edifici, il sindaco di Santa Margherita ha già messo a disposizione l´ingegnere capo del Comune. Sono tutti in allerta, attendono solo che la Protezione civile nazionale chieda il loro aiuto. è già partita invece la raccolta di fondi e di generi di prima necessità per gli abruzzesi rimasti senza casa. «Gli italiani ma anche numerosi cittadini di altri paesi europei hanno fatto tanto per la popolazione del Belice - osserva il sindaco di Gibellina - Abbiamo l´occasione di ricambiare, dimostrando la stessa generosità». Soldi, cibo, vestiti e coperte serviranno a dare ristoro ma hanno anche un´altra finalità meno immediata. «Tante famiglie, compresa la mia, dopo il terremoto del Belice, hanno lasciato i loro paesi in cerca di un tetto e un po´ di cibo. è stato un grande, doloroso errore - racconta Rosario Drago, sindaco di Salaparuta - Agli abruzzesi dico: restate dove siete. Avevo 14 anni quando vidi la mia casa cadere davanti a me. Pensavo solo a scappare via. Invece, bisogna avere il coraggio di restare, di continuare ad amarlo il proprio paese. Solo così si avrà la forza di rimetterlo in piedi». Bisogna restare, dunque, e pretendere la gestione diretta della ricostruzione. Ma i sindaci del Belice hanno un´altra dritta per i loro colleghi d´Abruzzo: «Nella nostra valle lo Stato ha puntato esclusivamente sulla ricostruzione delle case - dice Antonino Accardo, sindaco di Vita - Nessuno ha pensato che assieme ai fabbricati era crollata anche l´economia, nessuno si è curato di favorire e incentivare lo sviluppo. Oggi Vita ha le case ma le mancano i cittadini. La densità è di 2 mila abitanti, ma a Toronto abbiamo una comunità di 5 mila persone. In tanti sarebbero rimasti se lo Stato avesse pensato anche all´economia oltre che all´edilizia». Che poi, nel Belice, le case non sono arrivate nemmeno tanto velocemente. E da qui parte l´ultimo consiglio ai sindaci abruzzesi: «I miei colleghi evitino il più possibile di spendere soldi nei ricoveri provvisori che costano quanto le abitazioni normali ma ne rinviano inesorabilmente la costruzione - afferma Paolo Pellicane, sindaco di Santa Ninfa - Meglio i container rispetto ai prefabbricati che saranno pure più confortevoli ma proprio per questo, da provvisori rischiano di diventare definitivi». E di trasformarsi in baraccopoli.

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zuccoli: il mio compenso? da serie b - luca pagni (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina VII - Milano Lo squilibrio La crisi I campioni La classifica Zuccoli: il mio compenso? Da serie B Il top manager di A2A: "Non guadagno troppo, è un´azienda di primo piano" L´intervista Non è corretto il divario tra i salari dei dipendenti e quelli di vertice ma tocca alla politica intervenire Sì all´esame di coscienza Ho tagliato i 700mila euro della mia parte variabile e spero che lo facciano tutti Per ottenere risultati bisogna essere molto preparati: la Champions esige dei fuoriclasse Siamo quotati in Borsa e ci confrontiamo con i colossi europei: paragonarci a realtà locali è impossibile Il presidente del consiglio di gestione dell´ex Aem è il dirigente pubblico più pagato tra i milanesi LUCA PAGNI «Il mio stipendio è il più alto per le società pubbliche di serie B. Ma noi, già da qualche anno, siamo stati promossi in serie A. E, in questo caso, il mio stipendio è tra i più bassi». Giuliano Zuccoli, presidente del consiglio di gestione di A2A, è il manager più pagato tra le società pubbliche milanesi (1,4 milioni nel 2008). Un primato che rivendica per i risultati ottenuti dal gruppo che dieci anni fa ha portato alla quotazione a Piazza Affari e per i dividendi che ogni stagione gira a Palazzo Marino. Ammette, però, che i manager negli ultimi anni hanno esagerato. Al punto da dichiarare che sarebbe meglio si dessero una bella sforbiciata agli stipendi. A cominciare dal suo. Zuccoli, si sente più invidiato dai suo colleghi alla guida delle altre ex-municipalizzate o dai dipendenti di A2A che guadagnano molto meno di lei? «Ammetto che i manager hanno molto peccato di autoreferenzialità. Anche se va detto che stiamo parlando di dirigenti che ogni tre anni devono essere riconfermati e che le cifre di cui stiamo parlando sono al lordo delle tasse; il fisco se ne prende almeno la metà». Ma in soldoni, cosa intende per autoreferenzialità? Che ne hanno approfittato e si sono dati stipendi troppo alti? «è così, ma è anche vero che questo è accaduto molto di più per le società a proprietà privata diffusa. Meno in quelle pubbliche, dove i membri dei consigli di amministrazione nominati dai comuni intervengono nello stabilire gli emolumenti». Questo non ha impedito che con la fusione tra Aem Milano e Asm Brescia si arrivasse al raddoppio delle spese per gli amministratori. «Mi rendo conto che la crisi in atto deve portare tutti a fare un esame di coscienza. E ammetto che abbiamo trovato grandi difficoltà per mettere in pratica il piano di razionalizzazione delle controllate proprio perché eliminava molto poltrone. Inoltre, ho già espresso pubblicamente le mie rimostranze per i costi del consiglio di sorveglianza: dovrebbe costarci di meno». Quindi, le poltrone rimarranno le stesse di prima e gli stipendi anche. «Personalmente ho rinunciato alla parte variabile del mio stipendio, pari a 700mila euro. Ho chiesto ai manager di A2A di tagliarsi almeno il 30% della loro parte variabile. E ho posto il problema dello stipendio dell´amministratore delegato della nostra controllata Edison (Umberto Quadrino, ndr) ritenendo che, a sua volta, dovrebbe rinunciare alla parte variabile». Non crede che gli amministratori di società controllate dal pubblico dovrebbero avere stipendi più contenuti? Come avviene in Francia: lei, per esempio, guadagna come il numero uno di Edf, una società che è più grande di Enel. «Non sono d´accordo per due motivi. In Francia i manager sono espressione diretta del potere politico e provengono per lo più dall´alta burocrazia dello stato. In Italia, provengono per lo più dal settore privato. Inoltre, bisogna dire che le nostre società pubbliche devono ormai competere quanto meno con i loro concorrenti europei. E per ottenere risultati occorre essere molto preparati. Per fare un altro paragone calcistico, per giocare in Champions League devo ingaggiare i campioni». Rimane il fatto che lei è il manager pubblico milanese di gran lunga più pagato. Non si sente un privilegiato? «Ma A2A è una società quotata in Borsa, che ha rilevato la metà di Edison e che deve confrontarsi con i colossi europei. Non si può paragonare ad altre società che pure danno un servizio importante alla città. Su un punto, però, mi sento di concordare con chi critica lo strapotere economico di certi manager, per la verità molto più elevato nei paesi anglosassoni che da noi: non trovo corretta la differenza, in qualche caso clamorosa, tra lo stipendio dei manager e il livello medio di quello dei dipendenti. Dovrebbe esserci un moltiplicatore oltre il quale non si dovrebbe andare. Ma deve essere il livello politico a individuarne i limiti. Se ne assumano la responsabilità».

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statale, debutta la lista albanese "aiuteremo gli studenti stranieri" - franco vanni (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XIV - Milano Bicocca Elezioni universitarie/2 Con il nome New Age, "New Albanian Generation Era", corre a Scienze politiche e Giurisprudenza Convegno e corti sulla realtà della migrazione Statale, debutta la lista albanese "Aiuteremo gli studenti stranieri" "Fanno bene i ragazzi a sentirsi uniti, all´inizio è stato duro anche per me, so quanto è importante trovare consigli amici" FRANCO VANNI Il gruppo si chiama New Age, che sta per "New Albanian Generation Era". è la lista con cui gli studenti universitari albanesi che vivono in città si presentano alle elezioni della Statale. Concorrono per i consigli di facoltà di Giurisprudenza, dove le possibilità di vincere sono poche, e di Scienze politiche. In via Conservatorio la speranza di eleggere un rappresentante c´è. O almeno ne è convinta Rea Nepravishta, 24enne di Tirana a Milano dal 2004, iscritta alla specialistica in Relazioni internazionali, candidata assieme all´amica Blerina: «Non so dire quanti siamo noi albanesi in facoltà, ma contiamo di raccogliere anche voti degli studenti di altri paesi, che hanno le nostre stesse difficoltà». La lista ha un programma molto pratico: guidare gli studenti appena arrivati dall´Albania nella lotta contro la burocrazia universitaria, spiegare loro come accedere alle borse di studio e aiutarli a non sentirsi soli nei primi mesi milanesi. «Ovviamente ci interessa anche promuovere la nostra cultura, ma l´importante è anzitutto trovarsi. Per questo organizziamo serate in discoteca», dice Elezaj Lulzim, per tutti "Paul". Ha 28 anni è nato a Scutari, vive a Milano dal 2000. Lo snodo di tutto è internet: oltre a una mailing-list e a un gruppo su Facebook, i ragazzi di New Age usano come agenda il sito newagera. org, scritto in albanese. «Il portale - continua Paul - cresce di anno in anno insieme al numero degli studenti albanesi in Italia». Nel 2003, quando in Bicocca nacque il primo embrione del gruppo, gli studenti albanesi in città erano meno di 150. Ora sono almeno 500, uno su dieci arrivato negli anni ‘90 con la famiglia, tutti gli altri a Milano da cinque anni al massimo, apposta per studiare, a volte grazie a una borsa. «Ma la borsa non basta mai - dice Rea - io vivo in uno studentato e per mantenermi devo lavorare. Faccio ripetizioni di inglese, la mediatrice culturale nelle scuole. Prima ho anche fatto la cameriera e la hostess in fiera». Quella di Rea è la storia di molti giovani albanesi, arrivati con pochi soldi e la necessità di mantenersi. «Per questo - spiega Paul - molti di noi impiegano molti anni a laurearsi». La lista in Statale è stata accolta con curiosità e qualche diffidenza. A sinistra sono in molti a sostenere che New Age sia l´ennesimo gruppo collegato in modo più o meno diretto con Comunione e Liberazione. «Cos´è Comunione e Liberazione?», chiede Rea, che rilancia: «La politica con noi c´entra poco, miriamo a risolvere problemi veri». Uno su tutti: il ritorno a casa per le vacanze estive. «Il biglietto aereo per Tirana costa 200 euro - dice Paul - una delle cose su cui ci siamo uniti e siamo diventati una comunità è l´organizzazione dei passaggi in auto per imbarcarsi a Bari o Ancona». Un appoggio a New Age viene da Kledi Kadiu, 35 anni, arrivato clandestino in nave nel 1991 e diventato poi attore e ballerino di successo (lo racconta nel suo libro autobiografico Meglio di una favola). «Fanno bene i ragazzi a sentirsi finalmente uniti - dice - nei miei primi mesi in Italia, oltre che degli stenti economici, ho sofferto dell´indifferenza dei miei connazionali, incapaci di fare gruppo». SEGUE A PAGINA V

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Cusani: Â (sezione: Burocrazia)

( da "Tempo, Il" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

stampa Cusani: «Un referendum per staccarci da Roma» È il primo obiettivo del presidente in caso di rielezione Fabio Benvenuti La certezza di aver «dato il massimo insieme a tutta la squadra», obiettivi precisi per l'eventuale secondo mandato e una stoccata politica agli avversari interni (il fronte di Conte e Macci) ed esterni (il Pd targato Sesa Amici). Armando Cusani non si dilunga nei dettagli dei cinque anni del suo mandato alla presidenza della Provincia, affidando il resoconto ad un'agile pubblicazione in cui sono raccolti progetti e numeri. Ma il candidato del Pdl alla presidenza ci tiene a precisare: «Il nostro lavoro si è articolato su cinque assi fondamentali: persone, Comuni, infrastrutture, sviluppo e territorio. In questo senso abbiamo sempre cercato di mettere l'uomo, le persone al centro di ogni nostra azione e progetto, unito alla sussidiarietà. Sottolineo che abbiamo elargito sostegno e fondi, nell'ambito delle nostre competenze, a tutti i Comuni del territorio e senza fare distinzioni di carattere politico. Ecco, posso dire che abbiamo dato il massimo; certo, si può sempre fare di più ma io mi ritengo sufficientemente soddisfatto del lavoro svolto. Ma non voglio dare giudizi né fare propaganda. Il giudizio vero e definitivo lo daranno gli elettori l'8 giugno». Tra le cose che è necessario migliorare, Cusani inserisce il sistema delle burocrazie. «Quando ci siamo insediati nel 2004 nei nostri uffici molte persone erano precarie. Le abbiamo stabilizzate e ora la struttura dell'ente ha una sua ossatura forte, 530 persone che lavorano con precisi obiettivi». Tra i segnali importanti da far rilevare, Cusani sottolinea il mancato aumento delle tasse e la eliminazione della tassa sul passo carrabile. Essenziali i numeri: 4.200mila euro stanziati per l'esenzione del pagamento dell'acqua a famiglie poco abbienti; 8.612mila euro di finanziamenti ai vari Comuni a cui si aggiungono 7.029mila euro per impianti sportivi. Inoltre 150milioni di euro per lo sviluppo delle strade e 110milioni per le scuole. Tra i progetti più interessanti, Cusani ha citato quelli relativi al miglioramento delle strade e il progetto «angeli custodi» contro la mendicità. Poi uno sguardo al futuro. «Il primo obiettivo se sarò rieletto? Nel primo Consiglio utile, voteremo il progetto della "Regione delle Province". Chiederemo cioè che Roma abbia una propria potestà legislativa e altre Provincie autonome. Per questo chiederemo al Parlamento di indire un referendum». Poi le stoccate politiche. Agli «amici», innanzitutto. «Siamo oggetto di attacchi anche da rappresentanti istituzionali e questa è una anomalia. Spero che Macci si candidi, che abbia il coraggio di farlo fino in fondo e non sia tutta una tattica per chiedere qualcosa al Pdl». Quindi il Pd: «L'anomalia del centrosinistra è che non ha candidato chi ha fatto opposizione per cinque anni, e cioè Guidi, che aveva il diritto di veder giudicato il suo lavoro dagli elettori».

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(sezione: Burocrazia)

( da "Tempo, Il" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

stampa L'intervistaAlessandro Addari, uno dei due imprenditori abruzzesi a Mosca: «I lavoratori ci aiutino» «Ognuno deve mettere da parte i propri interessi» dall'inviato MOSCA Si divide tra i computer messi a disposizione dall'organizzazione, per controllare se in posta elettronica è arrivato qualche nuovo messaggio, e la sfilza di incontri - ben dieci - che gli hanno chiesto potenziali clienti russi. Lui, Alessandro Addari, è uno dei due imprenditori abruzzesi dei quasi cinquecento che hanno preso parte alla missione in Russia. Ma è anche presidente dei giovani di Confindustria di Pescara. E così, se da un lato dà uno sguardo al business dall'altro è attento al terremoto che ha scosso la sua terra. Addari, cominciamo dalla sua azienda. Ha subito danni? «No, nessun danno per fortuna. Noi siamo sulla costa e il terremoto si è avvertito ma niente rispetto a quello che è successo a L'Aquila. Devo dire che l'altro imprenditore che è qui, Meschini, che è anche il mio vice in Confindustria, non ha avuto problemi con l'azienda che pure è a Pescara. Mentre invece ne ha avuti a casa». Perché? «Perché lui abita a Penne, la sua famiglia l'ha avvertita forte la scossa. Moglie e figli, ne ha due di uno e tre anni, hanno dormito in macchina». Il ministro Scajola afferma che il 60% del sistema produttivo abruzzese è attualmente fermo. «Penso sia così. Mi risulta che proprio in queste ore la nostra organizzazione ha inviato una nota a tutti gli associati con la quale si chiede di far conoscere danni e problemi. L'importante ora è non fermarsi. Credo che un computo reale e complessivo si potrà fare solo nei prossimi giorni». E la sua stima? «Non sono in grado di farla. Mi giungono notizie di fabbriche distrutte. Però penso sia giusto che la priorità ora sia anzitutto tirare fuori chi è ancora sotto le macerie, gli sfollati, chi ha perso tutto». E dopo? «Dopo si vedrà. Bisognerà prima fare questa stima che le dicevo». Secondo lei per le imprese quali saranno le maggiori priorità? «Si dovrà prima fare la ricognizione per capire che cosa è successo, dopo si potrà stendere un elenco. Stiamo affrontando un momento drammatico. C'è una crisi economica molto forte a cui si aggiunge questa tragedia». Come se ne esce? «Tutti assieme. C'è una sola vera possibilità e questa è che tutti si mettano ai remi andando nella stessa direzione. Penso anzitutto a lavoratori e imprenditori. È necessario mettere da parte gli interessi di ciascuno e procedere tutti assieme». E poi? «Penso anche alle imprese. Bisogna mettere da parte le concorrenze, mettere da parte la competition che pure è naturale, e cercare le sinergie possibili». Il governo può fare qualcosa in questo senso? «Può promuovere questo processo». Un po' come è avvenuto qui a Mosca, con questa missione? «Non c'è dubbio. Il fatto che si muovesse il governo al massimo livello, e dunque le associazioni di categorie pure al top con la nostra presidente Marcegaglia, le grandi imprese; ecco, tutto ciò assieme ha fatto in modo che anche le piccole e medie imprese partissero all'attacco di questo mercato». I problemi però ci sono: burocrazia, lentezza, corruzione. «Sicuramente. Vorremmo avere per esempio una maggiore certezza nella trasparenza della burocrazia. A un mio collega è stato chiesto il certificato fitosanitario per un trattore. L'importante però è avere le istituzioni a fianco. Tutte le istituzioni assieme. Quando l'Italia si muove così, come un unico sistema in blocco, non ha rivali». F. d. O.

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Lo Storytelling è come i blog, non letteratura (sezione: Burocrazia)

( da "Riformista, Il" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Lo Storytelling è come i blog, non letteratura RISPOSTA A WU MING 2. L'autore del saggio sulle nuove pratiche di scrittura risponde allo scrittore. Alla letteratura resta il potere di trasgressione rispetto alle macchine narrative industriali. Anche Delillo da copywriter ha rifiutato di «far digerire l'inaccettabile raccontando storie semplici». Per Kafka, l'arte era una parola necessaria contro la mania epistolare, oggi diventata autoBlografia, storie che «possono essere anche prigioni». di Christian Salmon Caro Wu Ming 2, se si prescinde dal tono un po' arrogante del suo articolo, vi si possono trovare due elementi: una presa di posizione e un interrogativo. La posizione è quella tipica delle persone a cui non la si dà a bere. Come disse Deleuze, ogni volta che si presenta un fenomeno inedito o impensato, c'è sempre qualcuno che afferma: «niente di nuovo sotto al sole». L'interrogativo sollevato dal suo articolo - posto però in maniera trasversale - è più interessante: il problema «strategico» di cui ha parlato Kafka alla fine della sua vita, ovvero cosa succede al racconto e all'esperienza quando trionfano «le relazioni fantomatiche tra gli uomini». Ma torniamo di nuovo alla presa di posizione: niente di nuovo sotto al sole? Quando si decide di esplorare l'immenso territorio coperto dai riferimenti allo storytelling, si può scoprire una varietà di nuove pratiche, di tecniche e di usi della narrazione. Si tratta di un concetto multiforme e nomade, che comprende anche tecniche di controllo e di comando. Lo storytelling (non soltanto l'arte di raccontare) è anche talvolta il prodotto e il sintomo dell'apparizione di un nuovo spazio contraddittorio in cui, come dico nel mio libro, forze sociali e istituzioni, narratori e contro-narratori, tecniche di codificazione e di formattazione si contrappongono o collaborano, per non dimenticare la parola frammentata che freme. Non esprime dunque lo storytelling l'antica esigenza dell'uomo di raccontarsi, di identificarsi, di dare un senso alle proprie esperienze attraverso la narrazione, che ha conosciuto - grazie alla rete - un nuovo spazio e un pubblico di lettori estendibile all'infinito? O piuttosto si tratta solo di una nuova moda manageriale che nasce ciclicamente ? Assistiamo così a un'ombra minacciosa di un nuovo Grande Fratello, che avrebbe messo in liquidazione le sue vecchie macchine ottiche di sorveglianza per sostituirle con tecniche anonime di tracciamento e di simulazione? Effettivamente, è forte la tentazione di pensare che, sotto la superficie di questi innumerevoli racconti, si esercitino le forze del potere, come una regia generale per orchestrare le azioni e le emozioni degli individui. Una nuova fase di controllo sociale, che aggiungerebbe ai dispositivi studiati da Foucault e Deleuze un potere narrativo per influenzare direttamente l'immaginario individuale. Questa trasformazione è osservabile a quattro livelli. 1) A livello microeconomico d'impresa, lo storytelling è invaso dalle tecniche di produzione e di vendita. Disegna modi di azione e disposizioni di controllo il cui scopo è rispondere a una crisi generale della partecipazione, e alla necessità di una mobilitazione permanente degli individui. Le tecniche di storytelling intervengono anche all'interno delle organizzazioni, per convertire schemi o piani organizzativi in comportamenti individuali. Sono pratiche di configurazione concreta del comportamento ma anche gestione dei flussi emotivi, degli investimenti affettivi. 2) A livello giuridico-politico, lo storytelling ispira nuove tecniche di potere che determinano il comportamento degli individui, sottomettendoli a determinati fini grazie alla ripartizione dei territori, alla telesorveglianza e alla profilazione narrativa resa possibile incrociando i dati degli schedari. È l'equivalente di quello che Foucault aveva scoperto e qualificato come potere della scrittura alla nascita delle società regolamentate (comparsa dei registri, degli schedari), e che oggi si estenderebbe con un potere narrativo capace non solo di registrare i movimenti, i fatti, i gesti degli individui, ma anche di prevederne il comportamento, di anticiparne la storia. 3) A livello macropolitico si constata come si moltiplichino i riferimenti al racconto a scopo di legittimazione: un discorso di convalida delle pratiche sociali e dell'ordine sociale in cui queste pratiche si iscrivono, così come si esprimono nei discorsi degli uomini politici. Questo tipo di storytelling (storytelling come etica che si oppone allo storytelling come prassi dei livelli 1 e 2) ha lo scopo di giustificare e di coinvolgere le masse, di sincronizzare e di mobilitare individui ed emozioni. È il lavoro degli storyspinner dei candidati e delle agenzie di lobbying e di narrazione politica. 4) A livello individuale, lo storytelling si manifesta anche nelle nuove tecniche di scrittura e di gioco per applicazioni sempre nuove (blog, chat, giochi interattivi on-line) che permettono agli individui di prolungare l'azione regolatrice dei poteri con comportamenti di autoverifica e autocontrollo. Questa messa in discorso dell'esistenza da parte dell'individuo stesso rende generale un nuovo modo di identificazione: un' autorappresentazione del sè che è al tempo stesso scrittura ed esibizione. Un autocontrollo narrativo degli individui: autobiografie, webcam, second life. Vengo ora alla domanda posta, a mio parere, dal vostro articolo. Che cosa può fare la letteratura di fronte a queste nuove pratiche narrative? E anche: come definire la letteratura quando gli eventi di vera scrittura crollano e abbandonano il quadro rassicurante della forma libro per migrare in innumerevoli eventi digitali, mescolando il supporto cartaceo allo schermo? La mia ipotesi è questa: lo storytelling non si pone alla fine della letteratura, ma al suo principio. Non sotterra il romanzo, lo stimola, e questo è vero fin dal primo grande romanzo moderno che non può essere capito se ci si estrania da questa dimensione polemica verso lo storytelling dell'epoca. Don Delillo ricordava recentemente in un'intervista il suo primo lavoro in pubblicità: «Era veramente un lavoro privo di interesse. Dovevo scrivere delle storie il cui obiettivo finale era vendere un prodotto. Non ho mai firmato film pubblicitari importanti, certamente perchè ero già perplesso in partenza. Questo mi ha insegnato a non fidarmi della tecnica dello storytelling impiegata oggi dai nostri uomini politici; per far digerire l'inaccettabile, raccontano storie semplici, in cui ciascuno può riconoscersi». Don Chisciotte non è forse una macchina da guerra contro il romanzo di cavalleria, che pretendeva di imporre alle coscienze un modo di vita e un modello comportamentale? Una Spagna fantomatica impastoiata dai suoi miti cavallereschi. Il romanzo Madame Bovary non è che un'offensiva contro il potere di smarrimento dei romanzi sentimentali di cui Emma si nutriva. Flaubert ha prodotto una nuova forma d'identificazione, divenuta usuale oggi, nell'era di Second Life, frutto della pietrificazione dell'esperienza umana nei cliché romanzeschi e nelle storie chiavi in mano. «Le storie possono essere prigioni», avverte David Boje, uno dei sociologi dello storytelling delle organizzazioni. Anche la psicanalisi lo conferma. La visione di Kafka è la più lungimirante. Non la burocrazia. O il totalitarismo. I fantasmi! E il più grande e il più furtivo di tutti i fantasmi: quello nascosto «sotto la mano che scrive», la mania epistolare secondo lui, diventata autoBlografia con l'esplosione dei blog (nasce un blog al secondo, il 70% sono blog narrativi). In Kafka, i fantasmi hanno questo strano potere di «restituire le parole nella mano» di chi scrive. Per Kafka, la sola giustificazione dell'arte era ricreare incessantemente le condizioni di una vera comunicazione da essere a essere, contro «lo sviluppo di relazioni fantomatiche tra gli uomini» da cui era gravato, a suo parere, lo slancio tecnologico della sua epoca (la posta, il telefono, la telegrafia). Che direbbe oggi di fronte all'esplosione di Internet? Kafka ha rinnovato la nostra immagine dei fantasmi. Ha tolto loro le lenzuola ridicole e un po' sporche per il lungo uso. È stato il primo a scovarne la presenza all'interno delle macchine. Ogni rivoluzione tecnologica (il passaggio dall'orale allo scritto, l'invenzione della stampa, la registrazione del sonoro) ha imposto una nuova forma di storytelling, una rivoluzione industriale di forme e di usi narrativi. La più recente (l'informatica e il web) sarebbe solo la più potente e la più perversa, per la potenza e l'universalità delle sue tecniche di penetrazione nelle coscienze. Il mio libro non è un manifesto contro la narrativa (qualunque narrativa), come sembrate credere; al contrario, è una difesa della letteratura, dei suoi poteri di trasgressione e dei suoi poteri cognitivi nel nuovo campo di battaglia che si è aperto dopo la metà degli anni 90. Un campo dove si oppongono discorsi a contro-discorsi, finzioni del potere e contro-narrazioni, il nuovo ordine del potere e le linee di fuga di Deleuze. Un aggravarsi senza precedenti, caro Wu Ming 2, della lotta a cui si dedicano, fin dai tempi di Cervantes, la letteratura e le macchine narrative industriali. La macchina storytelling di oggi rende solo più urgente, più difficile e più esemplare la lotta contro il fantomatico, tipico dell'esistenza umana, che si manifesta in particolare nella pietrificazione della vita nei cliché romanzeschi. Il rifiuto di una simile industrializzazione dei racconti di vita non è mai stato così necessario, e non solo per ragioni estetiche o morali, la difesa della "buona letteratura" o della "vera verità", due feticci di cui quasi ringrazieremmo il mercato di averci liberato, se non si trattasse proprio di questo. Ma sono in gioco il linguaggio e la possibilità di difendersi contro la gestione politica dei desideri e dei corpi. È un canto e un grido contro le restrizioni delle condizioni dell'esperienza, contro la pietrificazione che istupidisce la vita. 08/04/2009

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Una Provincia per la persona. E' questa l'amministrazione provinciale voluta da Ar... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 08-04-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Latina))

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 08 Aprile 2009 Chiudi di MONICA FORLIVESI Una Provincia per la persona. E' questa l'amministrazione provinciale voluta da Armando Cusani, quella che ha tentato di costruire in questi cinque anni di governo, una Provincia "al servizio della comunità", come scrive sull'opuscolo in cui ha raccolto per capitoli e riassunto il lavoro del suo primo mandato da presidente. «Se mi chiedete se sono soddisfatto pienamente vi dicono di no - dice sfogliando il depliant azzurro - si può fare sempre di più, ma questo è il massimo che siamo riusciti a fare, per il nostro impegno e per le nostre capacità». Sceglie l'estrema sintesi il presidente Cusani in questo primo bilancio di fine mandato, i particolari li lascia alle conferenze che faranno gli assessori: settore per settore. Il principale nodo da sciogliere? Il sistema delle burocrazie, risponde senza esitazione, «va migliorato, ci sono investimenti che non siamo riusciti a realizzare per via di iter interminabili». Aggiunge però che in questi cinque anni in via Costa sono cambiate tante cose: «Non c'era un geometra assunto nell'amministrazione quando sono arrivato, i precari erano l'asse portante, ora abbiamo stabilizzato i lavoratori e puntato sulla formazione, chi arriverà dopo di noi troverà una struttura al massimo dell'efficienza. Siamo una delle pochissime Province italiane ad aver approvato il consuntivo, non lasciamo nulla in sospeso dal punto di vista amministrativo». Poi lo sguardo verso le prossime elezioni. Se lo aspettava un panorama così frastagliato, con il capogruppo del Pd in Provincia Domenico Guidi che si candida autonomamente dal suo partito e Umberto Macci che si candida contro di lei? «Sono preoccupato del fatto che chi fa un lavoro per cinque anni, come ha fatto Guidi, non venga ringraziato ma messo da parte. Chi ha fatto un lavoro di opposizione per cinque anni ha diritto di essere candidato, anche per vedere se gli elettori condividono le sue battaglie o meno. Questa è l'anomalia del centrosinistra. Per quanto riguarda Macci spero vada fino in fondo, ma deve sapere che se non lo fa e la sua è una strategia per ottenere qualcosa dal Pdl non lo avrà, non un seggio, niente di niente». Il primo punto del nuovo programma di governo se sarà rieletto? «La Regione delle province e la potestà legislativa per Roma Capitale. Se saremo riconfermati chiederemo al Parlamento italiano di indire un referendum sul tema. E' questa la Regione che vogliamo, con le province protagoniste del loro sviluppo e non soffocate da Roma Capitale». Infine il "caso Fondi", con l'invio nei giorni scorsi da parte del ministro Maroni della richiesta di scioglimento del Consiglio comunale al Consiglio dei ministri. Cusani allarga le braccia: «Sui tempi non posso dire nulla, non abbiamo certo chiesto noi di ritardarli, se avessero deciso a settembre sarebbe stato meglio. Nel merito la nostra posizione è chiara: politicamente abbiamo sempre difeso gli amministratori di Fondi perché siamo convinti non ci sia stato alcun comportamento da sanzionare. Stando ai fatti mi chiedo: se le accuse sono fondate perché il prefetto non ha sospeso il Consiglio comunale di Fondi? La legge gliene dà facoltà, avrebbe potuto esercitarla».

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L'AQUILA - Per prima cosa recuperare tutti i dispersi; poi mettere in sicurezza gli edi... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 08 Aprile 2009 Chiudi di ANTONELLA CALCAGNI L'AQUILA - Per prima cosa recuperare tutti i dispersi; poi mettere in sicurezza gli edifici; successivamente dare avvio alla vita sociale. Questo il protocollo della Protezione Civile, attuato pedissequamente anche in occasione del terribile sisma dell'Aquila nel quale hanno perso la vita più di 200 persone. Il recupero dei dispersi andrà avanti per altre 48 ore a partire dai ieri, come ribadito da presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella sua seconda conferenza stampa; Le ricognizioni degli immobili cominceranno dunque nei prossimi giorni e l'abitabilità o l'inagibilità delle abitazioni sarà stabilita dai sopralluoghi che effettueranno i Vigili del Fuoco. Sono oltre 15 mila le persone senzatetto. Solo in pochi saranno coloro che potranno rientrare nelle proprie abitazioni,non prima, però del sopralluogo dei Vigili. In caso di mancata agibilità dovrà essere fatto un progetto da sottoporre all'Amministrazione comunale. I lavori saranno pagati direttamente dallo Stato alla ditta che eseguirà gli interventi per stati di avanzamento. A spaventare i molti sfollati sono anche i tempi della burocrazia, però. L'unica speranza per il futuro è la celerità nei sopralluoghi e la certezza dei fondi statali per danni stimati che superano di gran lunga i 30 milioni di euro. Per gli edifici la cui staticità sarà giudicata compromessa il presidente del Consiglio ha già previsto la costruzione di una "new town" nella parte ovest della città. «Crediamo che molte case dovranno essere abbattute -ha preannuncato l'assessore alle Opere pubbliche Ermanno Lisi- Del resto l'incolumità dei cittadini deve essere messa al primo posto anche se ci rendiamo conto che sarà molto doloroso per i cittadini perdere un pezzo della propria storia». Contrario il presidente de La Destra, Teodoro Buontempo: «L'Aquila deve essere ricostruita partendo dal suo centro storico, per far rinascere una città antica su nuove basi architettoniche. Occorre un piano urbanistico moderno, che permetta alla popolazione di mantenere vive le sue radici di appartenenza con il territorio. Siamo quindi assolutamente contrari alla "new town", perché L'Aquila è una città che custodisce tesori architettonici con solide radici culturali e anche perché dove sono nate le "new town", queste poi sono diventate città-dormitorio dove il degrado ha preso il sopravvento. La cosiddetta L'Aquila 2, sul modello di Milano, è una trovata che ha il sapore della propaganda e in ogni caso mi sembra inopportuna in questo momento, con il numero dei morti che continua a crescere e con le mille difficoltà che incontrano i soccorritori nella loro encomiabile attività nei luoghi colpiti dal terremoto». Intanto una task force per i Beni culturali sta valutando invece come procedere per gli ingenti danni inferti dal sisma sui monumenti cittadini. Sempre nella giornata di ieri gli anziani della casa albergo exx Onpi sono stati trasferiti in pullman nella residenza del san Camillo di Sora.

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PERUGIA - Adesso, se provate a fargli raccontare il suo percorso per cercare di curarsi, sor... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 08 Aprile 2009 Chiudi di VANNA UGOLINI PERUGIA - Adesso, se provate a fargli raccontare il suo percorso per cercare di curarsi, sorride, con un sorriso un po' storto, perchè la malattia che da almeno nove anni lo sta facendo soffrire gli sta spostando le ossa del viso. Ormai la malattia è a uno stadio tale che è visibile. A non vederla - è il suo grido di dolore - è solo la burocrazia che, ancora oggi, «non mi mette in grado di curarmi, nè in Umbria nè in altre regioni d'Italia». Così ieri Luigi S. ha deciso di restituire la tessera sanitaria al ministero della Sanità. «Se non c'è cura per me, se devo peregrinare da un istituto all'altro senza avere la certezza di un percorso di cura, se devo continuare a spendere migliaia di euro di tasca mia, con il rischio di capitare in mano a persone non preparate, che bisogno ho del sistema sanitario nazionale?». Luigi S. è affetto da disfunzione cervico mandibolare, una sorta di malocclusione della mandibola che provoca, nel tempo, uno spostamento delle ossa del cranio e poi, via via, di tutto il corpo, fino ad arrivare alla schiena, alle gambe, con il rischio di rimanere paralizzati. In Umbria sono stati riscontrati una decina di casi, fino ad ora. Ma prima di arrivare ad una diagnosi, i malati di questa patologia hanno dovuto passare le mani di parecchi medici e anche diverse umiliazioni. Sono passati, per molto tempo, per dei malati immaginari, tanto che un'altra ragazza, anche lei affetta da questa malattia che le provoca continuamente mal di testa e, anche, problemi all'udito tali per cui ogni minimo rumore viene percepito in maniera fortissima, inizialmente sono stati curati con degli psicofarmaci. Luigi S., invece, nella sua personale e solitaria ricerca di cure che dessero sollievo al suo quotidiano dolore, ha fondato un'associazione, Arianuova, (www.arianuova.eu) e ha fatto anche una sorta di scalata (con strascichi giudiziari ancora in corso) contro il silenzio delle istituzioni sanitarie, Asl e Regione che, lui sostiene, in questi anni l'hanno lasciato solo. Una trentina di pagine che sono arrivate, l'11 marzo scorso, anche al ministero della Salute. Che l'ha chiamato per conoscere la sua posizione. «Io e un'altra signora, siamo andati in rappresentanza dell'associazione a parlare con la dottoressa Pellegrino, del ministero, l'11 marzo. E' stato un colloquio che ci aveva dato speranza perchè ci era stato detto che sarebbero state inviate mail di chiarimenti ad Asl e Regione. Ma, ad oggi, ancora niente. Anzi, abbiamo chiesto il contenuto del carteggio fra le due istituzioni ma ci è stato detto che è riservato. Ci era stato indicato anche il centro odontoiatrico di Amelia, a cui, poi avevo inviato la mia documentazione sanitaria. Avrei dovuto avere un appuntamento per domani ma nei giorni scorsi mi ha telefonato il dottor Cannarozzi, del centro, per dirmi che lì non erano in grado di curarmi, quindi che era inutile che domani andassi all'appuntamento». Perchè l'Umbria non riesce a curare questo tipo di malattia? «Perchè le strutture dicono che non possono praticare una cura di questa malocclusione in quanto manca uno gnatologo in tutta l'Umbria». Ma non è possibile per gli Umbri che hanno questa malattia curarsi fuori regione? «Sono andato in un centro di Milano ma mi hanno detto che la cura non si può fare perchè non sono residente in Lombardia. Ma se l'Umbria non ha un centro specializzato perchè almeno non fa una convenzione con una struttura in un'altra regione?». Non sono previsti rimborsi, almeno, per le terapie che danno sollievo? «Nonostante sia riconosciuto il 76 per cento di handicap grave, che, secondo la legge, prevede il diritto al rimborso della terapia, non ho ricevuto rimborsi». Non solo dunque, qui non c'è la possibilità di curarsi per chi ha questa possibilità ma la Regione non indica nemmeno un percorso di cura. Con il rischio, concreto, di finire in mano a medici poco professionale, che vanno per tentativi. Proprio come è successo a F., una ragazza anche lei affetta dalla stessa malattia. Non sopportando più il dolore si è fatta operare in un centro privato a Roma. Che, anzichè curarla, le ha tolto ogni, con l'intervento, ogni speranza di guarire. «Allora, a cosa mi serve la tessera sanitaria?».

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Protezione civile, immagine vera del Paese (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-04-08 - pag: 1 autore: SOLIDARIETà ED EFFICIENZA Protezione civile, immagine vera del Paese di Giorgio Santilli U n milione e 300mila volontari registrati da 2.500 associazioni, con 60mila unità sempre pronte per rispondere alla chiamata operativa. Settecento dipendenti in organico ma anche il coordinamento con pieni poteri di tutti i corpi dello Stato nelle situazioni di emergenza. Un bilancio ordinario di 1,6 miliardi (in riduzione rispetto al 2008) di cui solo l'8% effettivamente manovrabile. Ma anche contributi straordinari come quelli per la gestione del G-8 della Maddalena. Sono alcuni dei numeri della holding Protezione civile «modello Bertolaso », alla prova in questi giorni con la prima vera sfida di una catastrofe naturale di grandi dimensioni, assai diversa per scala dai rifiuti campani o dalla piena del Tevere. Non mancano le polemiche, inevitabili in tragedie di queste dimensioni, come quelle sui ritardi nell'organizzazione delle tendopoli o sulla prevedibilità del terremoto aquilano. Ma anche queste polemiche sembrano destinate a lasciare il campo alla solida operosità della macchina messa in piedi da Guido Bertolaso. Che ha i poteri e mostra l'autorevolezza per mettere insieme le forze migliori del Paese: eroi del terzo millennio come sono gli angeli della polvere di questi giorni, i vigili del fuoco, i militari in missioni delicate. E lo fa senza burocrazia e senza clamori, con un gioco di squadra che è stato rodato attraverso allenamento costante ed esercitazioni dure cui sono chiamate gli uomini della holding, con le loro articolazioni "federaliste" sul territorio. La forza di questo modello sta nei pieni poteri dell'amministratore delegato, nella catena corta di comando, nella deroga a ogni imbrigliatura legislativa o burocratica, nella capacità di coordinamento discreto di settori ampi dello Stato che hanno via via accettato più consapevolmente di sottoporsi al comando del super- commissario. Non è un caso che proprio intorno a Bertolaso e alla sua azione si registri un inedito tentativo di unità nazionale anche fra le forze politiche. Certamente c'è la gravità della situazione a consigliare di mettere via le posizioni di parte. Ma a cementare questo dialogo, per una volta non urlato, c'è una figura assolutamente bipartisan, un uomo dello Stato che tutti riconoscono. Continua u pagina 5 l'articolo prosegue in altra pagina

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Al più presto la Russia nella Wto (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-04-08 - pag: 19 autore: Competitività. La presidente Marcegaglia sostiene l'ingresso della Federazione nell'organizzazione mondiale del commercio «Al più presto la Russia nella Wto» Pieno successo a Mosca della missione economica di Confindustria-Ice-Abi Nicoletta Picchio MOSCA. Dal nostro inviato La Russia chiama, sollecitando maggiori investimenti italiani, e Confindustria risponde: non solo con gli accordi appena firmati e con gli oltre mille imprenditori presenti in questi giorni nella missione italiana nella Federazione russa, ma anche con l'appoggio politico nelle partite che il Cremlino ha a in gioco a livello internazionale. Prima tra tutte l'adesione al Wto: la presidente Emma Marcegaglia è stata esplicita: «Siamo e saremo al vostro fianco in tutte le sedi internazionali nel percorso di adesione all'Organizzazione mondiale del commercio ». Ma anche nel rendere la Russia membro effettivo dell'Ocse e realizzare rapporti più stretti con la Ue. L'adesione alla Unione europea «in questa fase è prematura », ma i rapporti bilaterali devono essere più stretti: «L'Italia può essere la voce che porta la Ue a stringere rapporti più forti con la Russia», ha detto la Marcegaglia al Forum istituzionale di ieri, a Mosca, presenti i ministri russi delle Finanze, Aleksey Kudrin e dell'Industria Viktor Khristenko, e nell'inconto al Cremlino, ieri pomeriggio, con il presidente Dmitri Medvedev. Ed ha indicato una prima occasione: il G8 delle imprese che si terrà a fine aprile in Sardegna. è un riconoscimento dell'importanza della Russia come protagonista dell'economia mondiale e come «partner strategico». Un passaggio fondamentale «per aumentare gli investimenti reciproci» e far diventare l'Italia primo Paese fornitore della Federazione russa, come ha detto anche il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola. L'interesse imprenditoriale c'è: la missione in Russia di Governo, Confindustria, Abi ed Ice, è la più grande mai realizzata, a riprova della volontà delle imprese di reagire alla crisi. Sono 6.500 gli incontri faccia a faccia tra imprese tra la tappa di Mosca e le successive quattro (Ekaterinburg, San Pietroburgo, Novosibirsk, Krasnodar) di oggi. Ed è costata al sistema italiano, ha detto Scajola, 2 milioni e mezzo di euro. Tutto il calendario è stato confermato, nonostante l'assenza di Silvio Berlusconi, rimasto a Roma per il dramma del terremoto. Se gli scambi commerciali sono saliti dal 2007 al 2008 dell'11%, ha detto la Marcegaglia, per quello che riguarda gli investimenti direttiin Russia c'è ancora molto da fare. Anche a causa delle barriere al mercato che ancora esistono e alla burocrazia. Sia il primo ministro Vladimir Putin, che ha concluso il Forum, sia i ministri russi hanno tracciato un piano di riforme fiscali e nuove misure per attratte investimenti, come le zone speciali (vedi articolo in pagina). Ma per la Marcegaglia va fatto un ulteriore passo avanti: «L'adesione della Russia al Wto potrebbe giocare un ruolo importante nello sbloccare il Doha Round e dire no al protezionismo ». Non solo: «Inserire la Russia in un contesto di regole riconosciute a livello internazionale potrà facilitare gli investimenti delle imprese italiane». Tutti temi che sono stati riaffrontati ieri pomeriggio, al Cremlino, nell'incontro tra il presidente Dmitri Medvedev e la delegazione imprenditoriale. Quasi due ore di colloquio, con una parentesi a tu per tu tra Medvedev e Marcegaglia. La presidente ha ipotizzato con Medvedev una partnership per aumentare gli investimenti russi in Italia, di dare un seguito settoriale alla missione e lo ha informato di aver invitato a Roma l'associazione degli imprenditori russi. Forse, ha detto il presidente Alexander Shokhin, verranno il prossimo anno: da subito ci sarà comunque un desk in Confindustria e uno a Mosca per il follow up della missione. Se il Governo russo vuole fare crescere un tessuto di piccole e medie imprese, mutuando da noi il sistema dei distretti, secondo la Marcegaglia «L'Italia può essere un benchmark importante ».Tra i settori in potenziale crescita c'è il turismo: si potrebbe salire, stima Daniel Winteler, presidente di Federturismo e numero uno di Alpitour Group, ad un milione di arrivi al giorno rispetto ai 400mila di oggi. Ma bisogna liberalizzare le rotte aeree, aprendo ai charter e superando l'accordo Alitalia- Aeroflot degli '60. Vanno resi più facili i visti, che ancora hanno bisogno di due-tre settimane, andando avanti nel processo di modrenizzazione del Paese, che è la condizione essenziale per la crescita economica. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA MISSIONE Nella fotografia a fianco il presidente russo, Dimitrij Medvedev (a destra) con il presidente della Piccola Industria di Confindustria, Giuseppe Morandini e il presidente dell'Abi, Corrado Faissola. Nell'immagine in alto, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha guidato la missione economica, e al suo fianco il ministro delle Sviluppo economico Claudio Scajola PRIMO BILANCIO Sono stati oltre 6.500 gli incontri bilaterali delle imprese italiane per intese industriali e commerciali

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Casa Amica, ok alla Fondazione In Provincia contraria solo la Lega (sezione: Burocrazia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Casa Amica, ok alla Fondazione In Provincia contraria solo la Lega --> Mercoledì 08 Aprile 2009 PROVINCIA, pagina 28 e-mail print Via libera della Provincia alla trasformazione in Fondazione di Casa Amica Casa Amica «isola» la Lega. Ieri in Consiglio provinciale (apertosi con un minuto di raccoglimento per le vittime e gli sfollati del terremoto abruzzese, e la decisione di devolvere all'emergenza il gettone di presenza) è passata la delibera per la trasformazione in Fondazione dell'Associazione che dal '93 si occupa del disagio abitativo. Contrari solo i consiglieri del Carroccio, i cui emendamenti all'ordine del giorno (discussi uno per uno) sono stati tutti bocciati. Con giallo sul finale. Il display segnalava cinque voti contrari, ma in aula c'erano solo quattro consiglieri lumbard. «Non è che ci sono i pianisti pure qui?», ha fatto notare Vittorio Armanni (Rifondazione). Il risultato non cambia. Le richieste avanzate dal capogruppo Alberto Piccioli Cappelli - «limite dell'attività al territorio bergamasco; pari dignità nell'accesso alle abitazioni (50% agli italiani e 50% agli stranieri); criteri più definiti per l'assegnazione; controllo degli investimenti della Fondazione, che rischia di trasformarsi in una grande immobiliare, con passaggio degli atti negli organismi consiliari degli enti pubblici che vi partecipano» - sono state respinte da centrodestra e centrosinistra. Particolari tensioni tra Forza Italia (compatta nel votare contro, eccezion fatta per Davide Morandi che si è astenuto su gran parte degli emendamenti) e Lega. In aula sono arrivati gli strascichi del «botta e risposta» in corso sulla candidatura di Ettore Pirovano alla presidenza della Provincia. Con scambi diciamo non proprio di cortesia tra azzurri e Piccioli Cappelli. «Preferiamo esserci in Casa Amica e incidere, anziché tirarci fuori e lanciare improduttivi urli alla luna. Siete altezzosi», ha detto il capogruppo di Forza Italia Antonio Martinelli, rispondendo alla Lega che aveva provocato: «Diteglielo voi ai bergamaschi quando avranno 34 alloggi su 234 o in Consiglio passerà qualche bilancio in rosso». All'attacco l'Udc: «Non esistono distinzioni tra i poveri. Come può la Lega, che sostiene di snellire la burocrazia, rallentare con le sue proposte l'attività di Casa Amica?». E del Pd: «Sorprende che la Lega che sbandiera federalismo, sicurezza e sburocratizzazione, proponga emendamenti miopi e ideologici, che anziché proteggere il territorio lo rendono più insicuro non affrontando il problema abitativo». Favorevole alla delibera Ermanno Gavazzi (Pensionati) «anche se la Provincia ha fatto troppo poco per il disagio abitativo». Un distinguo è arrivato da Mario Gandolfi, capogruppo di An: «Casa Amica non è al vertice delle mie simpatie e non si può negare che alcune modifiche statutarie proposte dalla Lega siano condivisibili e dovrebbero diventare raccomandazioni per la Fondazione. Approvare anche solo un emendamento, ora, però, significherebbe bloccare un processo già avanzato». La trasformazione in Fondazione avverrà infatti nell'assemblea straordinaria del 16 aprile, e le amministrazioni comunali coinvolte (Palafrizzoni compreso) hanno già deliberato in tal senso. Spiega l'assessore provinciale al Bilancio Bruno Rizzi: «La Provincia ha concesso a Casa Amica otto appartamenti in comodato gratuito, perché partecipa a tre progetti che riguardano i rifugiati politici, chi è in mobilità per lavoro dal Sud al Nord e le famiglie monoparentali; ha inoltre versato 100 mila euro per entrare nella Fondazione. Di fatto Casa Amica diventa un ente di diritto privato, approvare gli emendamenti della Lega avrebbe significato bloccarne l'attività, vincolandola al parere dell'ente pubblico». Con stoccata politica finale: «E non venite a dire che ho fatto l'inciucio col Pd solo perché su questo argomento siamo d'accordo». Benedetta Ravizza 08/04/2009 nascosto-->

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Bolzano spinge sull'export (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 08-04-2009)

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Nord-Est sezione: EST data: 2009-04-08 - pag: 16 autore: Edilizia. Nuovi mercati decisivi per le aziende artigiane Bolzano spinge sull'export BOLZANO Mirco Marchiodi Novemila addetti (il 5% dell'intera occupazione altoatesina), oltre 5mila aziende (il 13% del totale) e un fatturato annuo sul milione di euro. Il settore dell'edilizia artigiana è uno dei più importanti in Alto Adige, ma il sensibile calo degli incarichi – pubblici e soprattutto privati – preoccupa e induce a puntare di più sull'export. E così per la prima volta le nove categorie professionali del settore – muratori, carpentieri, conciatetti, piastrellisti, fumisti, pittori, scalpellini, pavimentisti e movimento terra – hanno dato vitaa un congresso unitario. «Un segnale – spiega Markus Bernard, presidente della sezione edile dell'Associazione provinciale artigiani – che evidenzia quanto in questo momento serva unità ». Le richieste alla politica sono riconducibili a un semplice slogan: «Meno burocrazia, più appalti». Sotto la normativa sulla sicurezza con la tanto contestata legge 626 («siamo i primi ad essere interessati alla salute dei nostri dipendenti, ma il carico burocratico richiesto anche alle microimprese è insostenibile, senza contare l'eccessività delle sanzioni, che ogni anno costringono alla chiusura una decina di imprese, accusa Bernard), mentre viene valutato positivamente il fatto che il 96,7% degli appalti provinciali venga affidato a imprese locali (per un importo di 238 milioni, l'86% del totale, segno che le aziende da fuori si aggiudicano spesso gli appalti maggiori). Non piace, invece, il piano casa straordinario – con la costruzione di mille alloggi per il ceto medio – che la Provincia intende realizzare investendo 200 milioni. «In questo modo –sostiene Bernard –si mette in ginocchio il mercato immobiliare privato e noi finiamo relegati nel ruolo dei subappaltatori ». Replica il presidente della Provincia, Luis Durnwalder: «Gli alloggi servono e li realizzeremo. Però potremmo costruirne solo una parte, acquistando il resto sul mercato». Lo stesso Durnwalder ha peraltro rivolto un chiaro invito agli imprenditori: «Negli anni Sessanta i poveri eravamo noi, ma ci siamo dati da fare. Fino ad oggi in Alto Adige c'è sempre stato da costruire. Ora è arrivato il momento di guardare a nuovi mercati, di cercare lavoro anche fuori provincia, come fanno le aziende che partecipano alle nostre gare». In effetti, l'edilizia è uno dei settori in cui l'export incide meno: l'1% del fatturato complessivo contro il 90%dell'Alto Adigee il 9% del resto d'Italia. Tra chi si è mosso anche fuori dei confini altoatesini c'è la NiederstÄtter di Bolzano, azienda che si occupa di vendita e noleggio di macchine per il movimento terra. La presidente, Maria NiederstÄtter, condivide le parole del governatore: «Da sempre l'artigianato altoatesino si contraddistingue per la sua qualità. Abbiamo le carte in regole per affermarci anche su mercati diversi da quello locale ». Ci crede anche il collegio edile, che assieme a Eos, l'azienda speciale che si occupa proprio di export, sta mettendo a punto un programma che dovrebbe aiutare anche le aziende più piccole ad accaparrarsi appalti fuori dai confini nazionali. Particolarmente interessanti per l'edilizia altoatesina vengono ritenute la Slovacchia e la Romania. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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PALMENTO EUROPEO: VERSO UNA DIRETTIVA CONTRO TUTTE LE DISCRIMINAZIONI (sezione: Burocrazia)

( da "marketpress.info" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 08 Aprile 2009 PALMENTO EUROPEO: VERSO UNA DIRETTIVA CONTRO TUTTE LE DISCRIMINAZIONI Bruxelles, 8 aprile 2009 - Il Parlamento si è espresso riguardo alla direttiva sulla lotta alla discriminazione basata su religione, disabilità, età o orientamento sessuale, per rendere effettiva la parità di trattamento nell´assistenza sociale e sanitaria, nell´istruzione e nell´accesso a beni e servizi, come gli alloggi. Chiede di precisare le norme sugli gli obblighi di banche e assicurazioni quando discriminano in base all´età e sull´accesso alle scuole religiose, nonché di rafforzare i diritti dei disabili. Il Parlamento auspica anche l´esclusione dalla direttiva delle disposizioni nazionali sulla famiglia, la laicità dello Stato, l´istruzione e la pubblicità. Chiede poi ai governi di adottare le misure necessarie affinché il danno subito a causa di una discriminazione sia effettivamente indennizzato o risarcito. Approvando con 363 voti favorevoli, 226 contrari e 64 astensioni la relazione di Kathalijne Buitenweg (Verdi/ale, Nl), il Parlamento accoglie con favore la proposta di direttiva che stabilisce un quadro generale per la lotta alla discriminazione per motivi di religione o convinzioni personali, disabilità, età od orientamento sessuale, al fine di rendere effettivo negli Stati membri il principio di parità di trattamento anche in campi diversi dall´occupazione, completando altri provvedimenti che vietano tali discriminazioni nella sfera professionale. Propone però molti emendamenti volti a rafforzarne la portata. Ma la proposta di respingere in toto la proposta - perché «non rispetta il principio di sussidiarietà e comporterebbe una dose sproporzionata di burocrazia» - è stata bocciata dall´Aula con 273 voti favorevoli e 356 contrari. Il Parlamento è solo consultato su questa materia, mentre al Consiglio è necessaria l´unanimità per adottare il provvedimento. La proposta di direttiva pone un divieto di discriminazione da applicare a tutte le persone sia del settore pubblico che del settore privato, compresi gli organismi di diritto pubblico, per quanto attiene alla sicurezza sociale e all´assistenza sanitaria, alle prestazioni sociali, all´istruzione e all´accesso a beni e servizi disponibili al pubblico e alla loro fornitura, inclusi gli alloggi. I deputati chiedono di includere esplicitamente anche i trasporti e di escludere le transazioni tra privati che non costituiscono un´attività commerciale o professionale. Propongono inoltre di applicare il divieto all´affiliazione e all´attività in associazioni nonché alle prestazioni erogate da tali organizzazioni. La proposta, è precisato, non riguarda le differenze di trattamento basate sulla nazionalità e non pregiudica le disposizioni e le condizioni relative all´ingresso e al soggiorno di cittadini di paesi terzi e di apolidi nel territorio degli Stati membri. Lascia anche impregiudicate «le normative nazionali in materia di stato coniugale o di famiglia, inclusi i diritti di riproduzione». Ma il Parlamento chiede di modificare questo principio sancendo che la direttiva «non modifica la ripartizione delle competenze tra l´Unione europea e i suoi Stati membri, anche nel settore del diritto coniugale e di famiglia». Su proposta del Ppe/de, i deputati precisano inoltre che la direttiva «non si applica agli ordinamenti nazionali che garantiscono la laicità dello Stato, delle istituzioni o degli organismi statali, dell´istruzione o riguardanti lo status, le attività delle chiese e di altre organizzazioni fondate su una religione o convinzione». Chiedono inoltre di non applicare la direttiva ai «contenuti dell´insegnamento, alle attività e all´organizzazione dei sistemi d´istruzione nazionali». La direttiva non dovrebbe nemmeno essere applicata ai settori della pubblicità e dei media. Allo scopo di assicurare l´effettiva e completa parità, gli Stati membri possono anche mantenere o adottare misure specifiche per evitare o compensare svantaggi connessi alla religione o alle convinzioni personali, alla disabilità, all´età o all´orientamento sessuale. Le tipologie di discriminazione - La direttiva statuisce che vi è "discriminazione diretta" quando, per uno qualsiasi dei citati motivi, «una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata un´altra in una situazione analoga». Sussiste invece "discriminazione indiretta" quando «una disposizione, un criterio o una prassi apparentemente neutri possono mettere persone di una determinata religione o convinzione, con una disabilità, di età o di orientamento sessuale in una posizione di particolare svantaggio rispetto ad altre persone». I deputati chiedono di prendere in considerazione anche la «multidiscriminazione», ossia una combinazione dei motivi di discriminazione summenzionati. La proposta considera anche le molestie come una discriminazione, se queste violano la dignità di una persona e creano «un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante od offensivo». Lo stesso vale per «l´istruzione di discriminare persone». Un emendamento vi include anche la «richiesta basata su una relazione gerarchica» e le discriminazioni fondate su supposizioni. Per quanto riguarda l´età, tuttavia, sono consentite discriminazioni giustificate da una finalità legittima attuata con «mezzi appropriati», ad esempio per accedere a taluni servizi o beni (come bevande alcoliche, patente di guida, ecc. ). I deputati precisano che le disparità di trattamento devono essere «oggettivamente e ragionevolmente» motivate. Viceversa, vanno ritenute compatibili con il principio di non discriminazione le misure riferite all´età che fissano condizioni più favorevoli di quelle generalmente applicabili, come le tariffe ridotte per i trasporti pubblici e i musei. Lo stesso vale per i disabili. Un emendamento del Ppe/de - accolto con un solo voto di scarto (299 sì, 298 no e 52 astensioni) - precisa poi che nell´ambito dell´offerta dei servizi finanziari (banche e assicurazioni, ad esempio) non vanno considerate discriminatorie le differenze proporzionate di trattamento ove, per il prodotto in questione, i fattori età e disabilità siano determinanti nella valutazione dei rischi, «in base a principi attuariali pertinenti, a dati statistici accurati o a conoscenze mediche. I deputati chiedono però che il fornitore del servizio deve poter dimostrare in modo obiettivo l´esistenza di rischi «significativamente più elevati», garantendo che le differenze di trattamento siano «obiettivamente e ragionevolmente giustificate da un fine legittimo» e che i mezzi per raggiungere tale fine «siano proporzionati, necessari ed efficaci». I dati attuariali, inoltre, devono riflettere i cambiamenti positivi in termini di speranza di vita. Una particolare attenzione ai disabili - Per garantire il rispetto del principio di parità di trattamento delle persone con disabilità, la proposta di direttiva prevede l´adozione preventiva delle misure necessarie per consentire loro «l´accesso effettivo e non discriminatorio» alla protezione sociale, alle prestazioni sociali, all´assistenza sanitaria, all´istruzione e ai beni e servizi disponibili al pubblico, inclusi gli alloggi. Il Parlamento aggiunge le telecomunicazioni e le comunicazioni elettroniche, l´informazione (in formati accessibili), i servizi finanziari, le attività culturali e per il tempo libero, gli edifici aperti al pubblico, i mezzi di trasporto nonché altri spazi e strutture pubblici. Precisa inoltre che si deve procedere all´identificazione e all´eliminazione di ostacoli e barriere che impediscono l´accesso delle persone con disabilità a beni, servizi e strutture disponibili al pubblico. Ove possibile, poi, l´accesso deve essere fornito agli stessi termini e alle stesse condizioni previsti per le persone senza disabilità, mentre dev´essere agevolato l´uso di dispositivi ausiliari, come ad esempio sedie a rotelle o cani guida addestrati ed altre forme di assistenza. Qualora, malgrado ogni sforzo, non sia possibile trovare «soluzioni ragionevoli», dovrebbe essere fornita «un´alternativa appropriata». Un altro emendamento precisa poi che le misure «non devono costituire un onere sproporzionato o richiedere modifiche sostanziali». Dette soluzioni ragionevoli, non devono necessariamente comportare significativi cambiamenti strutturali agli edifici la cui struttura è specificamente protetta dalla legislazione nazionale in ragione del loro valore storico, culturale o architettonico. Religione e istruzione - il Parlamento propone che gli Stati membri possano consentire differenze di trattamento basate su una religione o convinzione nell´accesso ad istituti scolastici «solo sulla base di giustificazioni oggettive» e «allorché s´intenda esigere . Che gli individui agiscano in buona fede e con lealtà rispetto all´ethos dell´organizzazione». E «purché ciò non giustifichi discriminazioni su nessun´altra base e purché vi siano altri istituti scolastici geograficamente accessibili che costituiscono un´alternativa ragionevole, al fine di evitare una discriminazione indiretta». Gli Stati membri sono anche chiamati a garantire «che ciò non comporti la negazione del diritto all´istruzione». Tutela dei diritti - garantire il risarcimento - In forza alla proposta, gli Stati membri dovrebbero provvedere affinché tutte le persone che si ritengono lese, in seguito alla mancata applicazione nei loro confronti del principio di parità di trattamento, possano accedere a procedimenti giudiziari e/o amministrativi. Riconosce inoltre alle associazioni il diritto di ricorrere per conto di una persona che si ritiene lesa. D´altro canto, il Parlamento chiede agli Stati membri di introdurre nel loro ordinamento giuridico interno le misure necessarie affinché il danno subito a causa di una discriminazione «sia realmente ed effettivamente indennizzato o risarcito» secondo modalità da essi fissate, «in modo dissuasivo e proporzionato rispetto al danno subito». Riguardo all´onere della prova, la proposta chiede agli Stati membri di adottare i provvedimenti necessari affinché spetti alla parte convenuta provare l’insussistenza della violazione del principio di parità di trattamento qualora chi si ritiene leso dalla mancata osservanza del principio di parità di trattamento produca dinanzi ad un organo giurisdizionale elementi di fatto che permettono di presumere l´esistenza di una discriminazione diretta o indiretta. Gli Stati membri dovrebbero infine, istituire uno o più organismi di parità di tutte le persone indipendentemente dalla loro religione o convinzioni personali, disabilità, età o dal loro orientamento sessuale. Il Parlamento precisa che essi dovranno essere dotati di risorse sufficienti e svolgere i propri compiti in maniera efficace e accessibile. . <<BACK

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Russia nel Wto, la spinta di Marcegaglia (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera sezione: Economia data: 08/04/2009 - pag: 34 La missione Il Cremlino promette ai 900 imprenditori a Mosca con Confindustria «meno burocrazia e agevolazioni fiscali» Russia nel Wto, la spinta di Marcegaglia E Putin: l'Italia partner privilegiato. Eni, accordo da 4,2 miliardi con Gazprom Berlusconi: il viaggio è stato un successo. Il ministro per lo Sviluppo: l'obiettivo è diventare primo cliente del Paese DA UNO DEI NOSTRI INVIATI MOSCA Un modello ammirato. Un modello che vorrebbero importare. E l'invito è esplicito. Lo firma Vladimir Putin, lo controsigla subito dopo in un incontro ristretto al Cremlino Dmitri Medvedev: premier e presidente russo «chiamano» Emma Marcegaglia e le nostre aziende, nel Paese che vuole passare dal «capitalismo degli oligarchi» a un tessuto produttivo più esteso, oltre il gas e oltre il petrolio, il prototipo cui dichiaratamente si guarda è quello del sistema industriale made in Italy. «Vi aspettiamo», dice Putin dal Forum Italia-Russia, e ai 900 imprenditori capitanati dalla leader di Confindustria per la più grande missione all'estero mai organizzata da Viale dell'Astronomia (con Abi e Ice) promette «agevolazioni fiscali, snellimento della burocrazia, semplificazione degli investimenti»: «Proseguiremo su questa strada di stimoli», assicura Putin, e se è vero che il programma è rivolto a tutti i capitali stranieri, di qualunque nazionalità, l'ex presidente e oggi premier russo non può non sottolineare che con noi il rapporto è storicamente privilegiato. Si augura possa essere così anche in futuro: «La reciproca apertura porterà sviluppo». Trova la risposta che si aspettava. Non c'è, al Forum moscovita, «il mio grande amico Silvio Berlusconi, ma di fronte all' immane tragedia del terremoto che vi ha colpiti comprendo benissimo la sua decisione». Berlusconi in serata, con una nota, sottolineerà comunque il «successo» della «missione di sistema » e la soddisfazione per gli accordi raggiunti. È comunque Marcegaglia, a nome delle imprese italiane e con il governo rappresentato da Claudio Scajola, a ribadire che sì, certo l'apertura è reciproca. Di più. «Il nostro obiettivo spiega il ministro per lo Sviluppo economico è divenire il primo partner economico della Russia e dei suoi imprenditori che sanno di poter trovare negli imprenditori italiani validissimi partner». Questa non è solo «una missione di business», ribadisce la presidente di Confindustria, questo è un momento-chiave per «guardare oltre la crisi». E se nel frattempo è il mondo intero che si deve ripensare, «una grande potenza industriale come la Russia» non può essere lasciata fuori: «Occorre accelerare il processo della vostra adesione al Wto, così come auspichiamo un forte e rapido avvicinamento alla Ue. L'Italia sarà portavoce di queste istanze, e voglio sappiate che Confindustria darà il suo contributo in tutte le sedi perché ciò avvenga nei tempi più brevi». Un'ora e mezza di colloquio al Cremlino con Medvedev, prima del rientro di Marcegaglia a Roma, rafforza ulteriormente l'unità di obiettivi. Certo, lei non nasconde che questo non è un Paese facile, né politicamente né economicamente: «Ci sono ancora molti problemi di accesso ». Però è vero che, qui, proprio la politica e gli storici rapporti economici possono essere la carta in più. Lo sottolinea Putin: «L'Italia, il suo governo e i suoi capitani d'industria sono pionieri della Russia». In prima fila siedono Paolo Scaroni e Pier Francesco Guarguaglini (l'Eni ha appena siglato l'accordo per la cessione del 20% di GazpromNeft per 4,2 miliardi, Finmeccanica è pronta alla consegna dei Superjet 100), ci sono uomini Fiat, Enel, Pirelli e via con gli altri grandi gruppi. «Conosciamo bene tutti loro», è il riconoscimento, e anche perciò ora Mosca vuole allargare l'orizzonte: «L'attenzione prioritaria è per il vostro modello di piccole e medie imprese, per il vostro sistema dei distretti». Marcegaglia e i tanti 'piccoli' sbarcati con lei (il 90% della delegazione) ovviamente ringrazia, lusingata: «Voi avete potenzialità enormi». Da affrontare, ora, con una spinta in più: «Il nostro cuore oggi è in Italia», allo «strazio enorme» del terremoto. Ma «ne verremo fuori. Ricostruiremo i nostri paesi, i nostri affetti, il nostro mondo. A maggior ragione è allora importante lavorare tutti insieme per tirarci fuori dalle secche pesantissime della crisi. E a maggior ragione è importante essere qui». Raffaella Polato

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un anno di pena per omicidio colposo morì la fidanzata, lui stava guidando (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino di Padova, Il" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

PONTE SAN NICOLO' Un anno di pena per omicidio colposo Morì la fidanzata, lui stava guidando PONTE SAN NICOLO'. Era un sabato sera come tanti altri, da consumare insieme alla fidanzatina Giulia, il primo amore della vita nato sui banchi di scuola tre anni prima, seduta accanto nella Citroen C4, prima vera conquista della maggiore età. Un sabato finito malissimo con quell'auto accartocciata contro un palo e poi scivolata lungo la scarpata dell'argine. A poco più di un anno di distanza il conto con la giustizia è stato chiuso. Anche se le ferite psicologiche di quella drammatica notte saranno difficilmente rimarginabili. E il dolore non potrà mai essere davvero superato. Ieri mattina davanti al gup Paola Cameran il ventenne Giulio Garbo, di Roncaglia di Ponte San Nicolò, ha patteggiato un anno di reclusione (pena sospesa) per omicidio colposo e un anno di sospensione della patente. Quella patente che aveva appena conseguito all'epoca dell'incidente in cui perse la vita la fidanzatina Giulia Guerra, diciassettenne studentessa dell'Istituto Calvi, residente con i genitori e il fratello in una villetta del quartiere padovano di Sant'Osvaldo in via Facciolati 95. è stato il difensore del ragazzo, l'avvocato Filippo Marotta, a chiedere il patteggiamento, accolto dal giudice in quanto la compagnia assicuratrice dell'imputato ha risarcito i familiari della vittima. Per la burocrazia della giustizia, i danni sono stati saldati. Resta la sofferenza, dall'una e dall'altra parte: per chi ha perso la figlia e la sorella, per chi ha provocato la morte della ragazza che amava. Era la sera di sabato 16 febbraio 2008 verso le 23. Giulio e Giulia, coppia fissa da quando lei aveva 14 anni e lui 15, stavano percorrendo il lungargine Bassanello a Padova diretti verso Ponte Scaricatore. Forse la velocità sostenuta, forse l'inesperienza alla guida e ancora l'umidità che aveva reso scivoloso l'asfalto: il mix di ingredienti è stato fatale. Giulio, arrivato all'altezza di via Anconitano, era improvvisamente sbandato. E l'auto, come impazzita, aveva invaso l'opposta corsia di marcia correndo dritta verso un palo della luce che costeggiava la strada. Bersaglio centrato e palo divelto con la parte troncata finita sul lato passeggero dell'abitacolo. Un impatto devastante per Giulia, morta senza rendersi conto di quello che stava succedendo. Poi la Citroen era rotolata lungo l'argine diventando una prigione di lamiere contorte. Solo i vigili del fuoco erano riusciti a liberare i due ragazzi: Giulio se l'era cavata con poco; per Giulia non c'era più nulla da fare.

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Opinioni - La scommessa della certificazione energetica (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Opinioni - La scommessa della certificazione energetica C'è una logica, del tutto condivisibile, nella nuova normativa sulla certificazione energetica, compiutamente illustrata nell'importante convegno organizzato dal Collegio Notarile di Parma al Centro Cavagnari. Ma c'è una scommessa, dalla quale dipende il raggiungimento degli obiettivi. La logica è nel rendere le case non più fonte di inquinamento e di spesa, ma strumento di risparmio energetico. Le nuove case nulla hanno a che vedere con quelle costruite negli anni '70, e prima ancora. Allora si realizzava l'edificio, poi si decideva come riscaldarlo e quanta energia occorreva. Ora il percorso è inverso, la progettazione deve tener conto del risparmio da realizzare; la struttura, i materiali, gli impianti vengono decisi in funzione del risultato, che non è una scelta del costruttore, ma un obbligo di legge. Su questo l'obiettivo è già raggiunto: la casa del duemila è di un'altra generazione rispetto alla sua antenata di trent'anni prima. Ma la scommessa riguarda la percezione, per gli acquirenti di case, della maggior qualità dell'edificio che risparmia e non inquina. Per questo, da luglio di quest'anno, ogni rogito dovrà essere accompagnato dalla pagella energetica dell'immobile. Si chiama ACE (Attestato di Certificazione Energetica), prende spunto dal documento che accompagna frigoriferi e lavatrici, suddivide gli immobili in otto classi, dalla A+ (il massimo del risparmio) alla G (il massimo dello spreco). Le perplessità riguardano l'eccesso di burocrazia, nella quale il legislatore europeo (da cui è partita la direttiva) da un lato e la nostra Regione (che ha competenza legislativa in materia) dall'altro, sono maestri. Come la gran parte di leggi regionali, ridondanti, cariche di proclami ideologici e imprecise nella parte tecnica, la legge dell'Emilia Romagna crea perplessità fra gli operatori (non è chiaro se l'ACE debba essere allegato ai rogiti e se comunque l'acquirente possa esonerare il venditore dall'onere), si pone in evidente contrasto con la Costituzione, come dimostrato dal Notaio Bevilacqua nel Convegno con l'illustrazione dell'univoca produzione della Corte Costituzionale sull'argomento, quando la Regione dispone regole che ineriscono il diritto privato, materia in cui non ha competenza. E impone un onere economico eccessivo sia con la duplicazione fra AQE (Attestato di Qualificazione Energetica che deve produrre il costruttore ad opera di un tecnico abilitato con asseverazione del Direttore dei lavori) e ACE, due documenti che attestano le stesse cose e che potrebbero essere unificati, sia con l'obbligo di produzione di un inutile ACE anche per fabbricati vetusti e destinati alla ristrutturazione. Perché l'ACE è un documento complesso, che richiede tempi e costi, e l'edilizia, in questa fase, chiede cose diverse. Si diceva della scommessa che accompagna il cammino di questa legge. Per vincerla è necessario che la casa ecocompatibile sia percepita come un valore. Con le auto e gli elettrodomestici ci si è riusciti, pubblicizzando i vantaggi e concedendo agevolazioni. Difficile che si possa arrivare agli stessi risultati puntando sul carico burocratico e causando un aumento di costi. Ma da qui al 1 luglio, vero inizio applicativo della legge, un po' di tempo ancora c'è.

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La Passione di Columbu: raccontare i Vangeli (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Cultura Pagina 354 L'intervista. L'autore di “Arcipelaghi” sul set dopo 8 anni: attori presi dalla strada, dialoghi in limba La Passione di Columbu: raccontare i Vangeli L'intervista.. L'autore di “Arcipelaghi” sul set dopo 8 anni: attori presi dalla strada, dialoghi in limba Riprende quota il nuovo film del regista sardo: «Tanta fatica e pochi spiccioli, ma non ho mollato» --> Riprende quota il nuovo film del regista sardo: «Tanta fatica e pochi spiccioli, ma non ho mollato» Le vie del Signore sono infinite, quelle del cinema anche. A patto che per seguirle ci si metta un po' di testardaggine e, naturalmente, tanta passione. E di passione Giovanni Columbu, 56 anni, regista, ne ha tanta, almeno quanto la testardaggine. Più una santa pazienza. Perché dopo il successo, nel 2001, di Arcipelaghi - folgorante esordio che frugava negli anfratti culturali, sociali e psicologici del codice barbaricino - s'è fatto prendere da una visione, anzi da una ossessione: raccontare la storia di Gesù attraverso le verità, spesso non coincidenti, dei quattro Vangeli. Con attori presi dalla strada, ambientazione sarda, dialoghi in limba. Progetto, coi tempi che corrono, fuori mercato. Una sfida con se stessi e con la pigrizia stagnante di un cinema italiano che pratica poco il rompete le righe. Otto anni senza il set: per un regista, una quasi un'era geologica. Però qualcosa si è mossa. E ora Su Re (il titolo è provvisorio) a metà maggio - grazie agli spiccioli raccolti - può tornare al ciak. Forse quello buono. Columbu, laurea in Architettura, vent'anni alla Rai da programmista-regista (all'epoca bella della sperimentazione regionale) prova a spiegare cosa significa per lui questo chiodo fisso dei Vangeli, materia che giorno dopo giorno ha studiato e approfondito, modificando la sua visione personale e anche il suo sguardo sul cinema. Intanto, con quale stato d'animo si ritorna sul set dopo anni di inattività e battaglie perse? «Non ho mai pensato di desistere da questo progetto. Però, nel novembre scorso, quando abbiamo effettuato una prima sessione di riprese e dopo il primo ciak ho sentito la mia voce che tornava a pronunciare la parola “azione”, per un attimo ho percepito l'assurdità e l'ingiustizia di tanti anni di immobilità produttiva». Alla quale però ha reagito. «Ho dato corso a una sottoscrizione pubblica con l'aiuto della chiesa sarda, mi sono inventato un nuovo mestiere andando in giro a raccontare il film per ottenere sostegni, ho incontrato migliaia di persone e ho messo assieme cinquanta amministrazioni locali che hanno concorso al finanziamento, poi ho ottenuto la collaborazione del Teatro Lirico e ho trovato la distribuzione della Sacher di Nanni Moretti. Ma è scandaloso che a quattro anni dall'approvazione in Consiglio regionale la legge sul cinema non abbia ancora finanziato un solo film». Perché un film su Gesù? Dopo Pasolini, Zeffirelli, Scorsese, Gibson. Perché insistere? «Leggere il Vangelo passando da un testo all'altro rende possibile una nuova percezione del racconto. Fa pensare a diversi testimoni che abbiano visto gli stessi fatti da angoli diversi e ognuno in base alla propria sensibilità. Ma soprattutto accentua la forza drammatica della tragedia. In prossimità della morte Gesù pronuncia parole che risultano ogni volta diverse e anche le folle reagiscono in modo diverso». Mel Gibson in “The passion” usa l'aramaico, operazione filologica. Qui ci sarà la lingua sarda e l'ambientazione isolana. Che significa? «Ogni lingua, come la rappresentazione del più remoto luogo del pianeta, può concorrere a rivelare qualcosa che riguarda l'intero universo e che appartiene all'esperienza non ancora rivelata di tutti gli esseri umani. Una lingua, come un luogo, è un medium rivelatore. Dice e rende possibile la comprensione di qualcosa che non è chiaro se detto con altre parole. Ecco perché ho trasposto il Vangelo in Sardegna». Nessun imbarazzo? «Assolutamente no. Se guardiamo alla storia dell'arte scopriamo che i pittori rinascimentali hanno fatto proprio questo genere di operazione: hanno trasposto la storia di Gesù nei loro paesi rivestendo i protagonisti con i costumi del loro tempo e collocandoli puntualmente sullo sfondo dei loro paesaggi». Quello che oggi definiamo glocal. «Esatto. Ma la relazione tra ciò che è globale e locale, non è una invenzione del nostro tempo. I prìncipi e i mecenati che furono protagonisti del Rinascimento investirono proprio su questa relazione. Dipingere la figura della Madonna sullo sfondo delle architetture del Brunelleschi, penso allo “Sposalizio della Vergine” di Raffaello, significava promuovere Firenze legandosi a qualcosa di universalmente noto. Allo stesso modo rappresentare la scena del Golgota sullo sfondo di uno scenario naturale dominato da un mulino a vento, come fa Bruegel, significava promuovere il paesaggio delle Fiandre. Ecco, anche la trasposizione del Vangelo in Sardegna comporta una grande occasione. Di identità linguistica e culturale. E geografica». Dove sarà girato il film? «In diversi luoghi della Sardegna con richiami all'architettura più arcaica e a quella monumentale dei secoli trascorsi. La scena del sinedrio, ad esempio, è ambientata nella Basilica di San Giovanni di Sinis, quella del pretorio tra i ruderi della ex chiesa di Sant'Andrea, a Orani». Attori non professionisti, ovviamente. «Scelta coerente. Volti, gesti, movimenti devono appartenere ad una spontaneità neorealista. Quando ho girato delle sequenze-prova, le scene hanno cominciato a prendere forma mosse dagli interpreti o da dinamiche non previste. Dopo una settimana i numerosi figuranti avevano una fisionomia e un'identità precisa di racconto e il racconto dunque rivelava nuovi spazi di approfondimento». Qualche nome? «Gesù è Giovanni Frau, Pietrina Menneas interpreta Maria, Gavino Ledda è nei panni di Caifa. Poi Fiorenzo Mattu, Paolo Pillonca, Bruno Bagedda. Ma sarà un film corale». Budget previsto? «Una cifra ridicola, mi vergogno a dirla. Spero solo che gli ultimi tasselli finanziari promessi non mi vengano negati all'ultimo momento». Possibile che nessun produttore abbia detto sì? «C'è un dettaglio: non ho mai accettato compromessi. Così ho rifiutato l'offerta di un miliardario, un ebreo, disposto a pagare tutto il film purché avessi mostrato che a mandare a morte Gesù non furono i sacerdoti ma Pilato. Un'interpretazione anticolonialista, che poteva anche essere narrata, anzi era il taglio che Dreyer voleva dare al suo film mai fatto su Gesù. Ma non era quello che avevo in mente». Sarà una rilettura con riferimenti all'oggi? «Cito quello che è accaduto quando ho girato la scena in cui Gesù è trascinato con violenza di fronte a Caifa. Senza che io lo avessi chiesto o spiegato, è stato costretto dalle guardie a inginocchiarsi: in quell'immagine mi è parso di scorgere la metafora di una società oppressa dai mediocri, che elogia i furbi e compatisce i buoni, che costringe i cittadini a inchinarsi di fronte al potere della politica e della burocrazia». Columbu, lei è credente o ateo? «Diciamo che sono un credente dubitante». SERGIO NAITZA

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Vespa: "La diretta più difficile? Non piangere parlando della mia città" (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

n. 84 del 2009-04-08 pagina 8 Vespa: "La diretta più difficile? Cercare di non piangere parlando della mia città" di Luca Telese Il conduttore di "Porta a porta": "L’Aquila risorgerà presto Berlusconi la ricostruirà come liberò Napoli dai rifiuti" Roma Questa volta, per lui l’oggetto della puntata era terribilmente familiare: una tragedia sentita sulla propria pelle, o meglio - come dice lui - «Segnata, per quel che mi riguarda, da un conflitto di interessi psicologico ed emotivo». Perché Bruno Vespa è da una vita a Roma, ma non ha mai perso il suo legame con la regione dove è nato ed è cresciuto. Due sere fa, nel giorno dell’emergenza, ha condotto una puntata di Porta a Porta, in cui, come racconta, si è dovuto sforzare «per non piangere». Una puntata molto anomala, e molto interattiva: Vespa raccoglieva informazioni in diretta, organizzava iniziative di solidarietà in tempo reale, dava persino indicazioni agli uomini della protezione civile che erano collegati con il suo studio su come piazzare le tende. Una nottata in cui tornava ad occuparsi, (per la seconda volta da giornalista) della sua città. Che idea si è fatto di questo terremoto? «Da giornalista ho seguito tutti i terremoti della nostra storia recente, dal Friuli, all’Irpinia, all’Umbria, a San Giuliano...». Più le analogie o le diversità? «C’è una costante, sempre. Nessuno vuole abbandonare la sua terra, anche se tutto è stato distrutto». E in questa vicenda che cosa ha capito? «Ho acquisito abbastanza esperienza per dire una cosa che può sembrare segnata da un ottimismo pro forma, ma che invece non lo è affatto». Quale? «Sono giorni che passo i pomeriggi con la testa sulle agenzie, sto seguendo i miei inviati sul campo, valuto i dettagli dell’intervento e lo sviluppo dell’emergenza... Ebbene, sono convinto che l’Abruzzo si riprenderà da questa tragedia, che l’Aquila coglierà questa occasione per risorgere, più bella di prima». Ci sono state polemiche sui soccorsi, lei che ne pensa? «Francamente mi fa piacere che tutti esprimano le loro opinioni... Ci sono momenti in cui è difficile stilare pagelle e dare giudizi stando fuori. Però mi pare innegabile...». Cosa? «Che la protezione civile e il governo si siano mossi, in questo frangente, molto bene». Anche se molte famiglie hanno dormito in macchina... «Mi chiedo se ci si rende conto del fatto che ieri notte oltre 70mila persone hanno perso il tetto, e sono rimaste sfollate! Di fronte a questi numeri quale macchina organizzativa avrebbe potuto fare di più?». Lei ha dato ampio spazio alla polemica sulla «previsione» del sisma con una intervista esclusiva a Giampaolo Giuliani. «Mi sembrava un dovere giornalistico». Ho visto che il professor Barberi, in diretta, si è risentito... «No, non mi pare. Ha espresso tutti i suoi dubbi come era legittimo, noi abbiamo approfondito una ipotesi, cercando di capire se esiste o meno un possibile fondamento scientifico». è proprio questo che non mi pare vada a genio agli esperti della commissione grandi rischi... «Stiamo parlando di una intervista che è stata richiesta in tutto il mondo! Dal Giappone al Sudamerica... Era una notizia, punto». Non deve convincere me! «Fatto salvo il dovere di cronaca, e l’informazione di servizio che hanno assoluta priorità, abbiamo fatto giornalismo vero, su un problema che pone dei dubbi ai ricercatori di tutto il mondo». Facciamo un passo indietro. Le era mai capitato di fare una puntata di «Porta a Porta» sulla sua città? «Guardi, l’ultima volta avevo raccontato da inviato la cosiddetta rivolta fascista del 1971». Noto che lei marca molto l’accento su quell’aggettivo. «Sì, perché di fascista, in realtà, quella rivolta aveva poco o nulla. Era una autentica sollevazione popolare per difendere il titolo di città capoluogo». Ha un ricordo che le è rimasto indelebile? «Accidenti! Arrivai in piena notte: strade al buio, ma illuminate dalle fiamme dei fuochi». La città democristiana che vedeva soffiare il vento di rivolta. «Qui bisogna fare un discorso sulla storia cittadina: era la capitale degli uffici che si vedeva soffiare la sua industria primaria, la burocrazia amministrativa, e reagiva con una rabbia disperata». Chi sono davvero i suoi concittadini? «La nostra è una città che nel medioevo era nata sull’imprenditoria e sui commerci. Una città dinamica e produttiva, quindi». E poi? «Poi questa spinta si è attenuata. Se si vuole cercare una ragione storica, credo che la radice di questo rallentamento sia da cercare nella dominazione spagnola». Durante «Porta a Porta» lei ha definito l’Aquila una delle capitali del rinascimento italiano. «Perbacco! Lei che parola userebbe per una città fondata nel 1250, che in appena quarant’anni vede accorrere i re di mezza Europa per l’investitura di Celestino V? La storia de l’Aquila è stata segnata da questo piccolo miracolo. E ci regalerà nuove sorprese». Lei crede che ci sarà un risurrezione rapida? «Oh, sì... Fra l’altro credo che Berlusconi giocherà tutte le sue carte sulla ricostruzione». In che senso? «è stato eletto perché si è presentato come un decisore, e lo sa. è al suo terzo mandato, vuole lasciare un segno epocale...» E quindi la risposta al terremoto secondo lei è un modo per farlo? «Certo. Se vuole lasciare un segno, deve fare della resurrezione de L’Aquila una seconda Napoli. D’altra parte anche la frequenza dei suoi viaggi mi pare un segnale innegabile». E gli abruzzesi come reagiranno? «Ha visto durante la mia puntata il collegamento da Onna? C’era uno sfollato che chiedeva solo due cose: aiutateci, e levateci di mezzo la burocrazia. Un messaggio più chiaro di questo...». Ho visto anche che in onda lei dava indicazioni su dove trovare tende agli uomini della protezione civile... «Sì, anche questo può fare la televisione. Avevo letto che a San Demetrio erano arrivate 500 tende, mi sembrava strano che a pochi chilometri, e a notte inoltrata, ancora non ci fossero. L’indomani ho anche controllato». E c’era un motivo? «Sì: avevano valutato che in alcune zone, il rischio alluvionale era tale da sconsigliare la realizzazione di una tendopoli. Un’altra riprova del fatto che la protezione civile non si è mossa a caso». Quando quel signore è scoppiato a piangere davanti al microfono della sua inviata non ha sentito la stretta della commozione? «Caspita. Si stava parlando della mia terra, di un dramma che mi tocca molto da vicino... Ho dovuto farmi forza». Perché, considerava disdicevole farsi riprendere commosso? «Senta, ognuno interpreta il mestiere come crede, c’è anche chi le lacrime le esibisce...». Lei no. «Io preferirei sempre evitare le emozioni pubbliche. Per una scelta di stile, ma anche per una mia interpretazione della deontologia. Un chirurgo non deve piangere mentre opera, anche se vorrebbe, un giornalista può raccontare dei drammi, se riesce a mantenersi il più lucido possibile». Si può essere coinvolti, ovviamente. «Oh sì... Detto questo, se lei mi chiede come mi sentivo, le posso dire che avrei voluto piangere per tutta la sera». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Blocco burocratico sui lavori (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Sud sezione: SICILIA data: 2009-04-08 - pag: 8 autore: Reti idriche. Acque potabili siciliane aspetta dall'inizio del 2007 le autorizzazioni Blocco burocratico sui lavori Nel Palermitano vanno a rilento investimenti per 324 milioni PALERMO Valeria Russo Sistemazione della reti fognarie, adeguamenti dei depuratori e degli acquedotti. Ammontano a 28 milioni i progetti presentati finora dall'Aps, Acque potabili Siciliane controllata dalla Società acque potabili Torino, per un totale di 20 interventi in tutta la provincia di Palermo che occuperebbero nei cantieri almeno70 persone. I primi progetti sono stati depositati all'Ato1 a partire dal febbraio 2008 ma solo 7 (investimento programmato di 6,5 milioni) a partire dal dicembre 2008 sono stati passati all'Arra, l'Agenzia regionale rifiuti e acque, che però non ha ancora decretato il cofinanziamento. Alla base di questi ritardi, che di fatto bloccano gli interventi nella provincia, c'è la burocrazia. A confermarlo Gaetano Rotolo, direttore tecnico di Aps: «Dal mio punto di vista non ci sono ostacoli di altra natura, per esempio politici, si tratta semplicemente di inerzia della burocratica a volte i funzionari non capiscono bene le necessità di un gestore che ha bisogno di risposte celeri per poter attivare i lavori. Certamente i tempi sono lunghi ovunque ma in Sicilia spesso sono raddoppiati». Gli interventi di Aps vengono realizzati in cofinanziamento, ovvero il 55% a carico del gestore privato e il 45% con fondi pubblici. Questo vuol dire che dei 324 milioni di investimenti programmati nel piano quinquennale di Aps per un totale di 260 progetti circa 145 milioni saranno versati dalla parte pubblica. La società torinese è sbarcata a Palermo nel 2007 e la convenzione per la gestione delle acque è stata sottoscritta il 14 giugno dello stesso anno. Al momento però gli interventi attuati hanno riguardato solo quelli urgenti (per un totale di 2,5 milioni cofinanziati e che hanno avuto un iter più snello proprio per il carattere di urgenza del lavoro) e gli interventi di manutenzione ordinaria (altri 2,5 milioni) che però sono a totale carico di Aps. Il problema, come spiega Rotolo, sta nel fatto che tutti questi progetti restano incastrati. In pratica Aps definisce il progetto e lo presenta alla società d'ambito territoriale di Palermo. All'Ato i funzionari fanno una verifica tecnica dell'intervento che, a seconda della tipologia, deve ricevere anche delle approvazioni amministrative. Si pensi per esempio ai vincoli a cui possono essere soggetti i territori interessati dagli interventi. In media le approvazioni che devono essere date al progetto nella fase in cui si trova all'Ato sono cinque o sei. «Va detto però che alcuni enti rispondono celermente, anche in 24-48 ore –sottolinea Rotolo – altri invece ci chiedono modifiche e quindi bisogna risistemare il progetto ». Queste approvazioni potrebbero essere presentate anche nella conferenza dei servizi chiedendo quindi un solo via libera, ma a volte, dicono all'Aps, questa si dimostra essere la strada più lunga e così si preferisce chiedere un'autorizzazione separata per ogni ente. A questo punto l'Ato fa l'approvazione della linea amministrativa e in teoria si potrebbe iniziare l'intervento. Tuttavia, per ricevere i fondi pubblici serve il via libera dell'Arra che di fatto deve avviare l'istruttoria, ovvero fare una verifica di legittimità, e vedere se a livello normativo è tutto ok. Solo a questo punto l'agenzia delle acque emette il decreto di finanziamento e l'Aps riceve la parte pubblica dell'intervento. Infine bisogna considerare che dei 324 milioni di investimenti programmati nel quinquennio almeno 70 milioni dovrebbero interessare la città di Palermo. Tuttavia, l'accordo tra Amap e Ato che permetterebbe ad Aps di poter intervenire sul capoluogo regolamentando i rapporti tra i due gestori non è stato ancora firmato anche se presumibilmente dovrebbe vedere la luce entro la metà di aprile. Intanto nella provincia di Palermo inizia a fare caldo e l'estate, con tutti i problemi di acqua a singhiozzo causata da una rete idrica che ha bisogno di lavori, si avvicina. © RIPRODUZIONE RISERVATA 324 milioni Investimenti. è quanto prevede il piano triennale di Acque potabili siciliane 145 milioni La quota pubblica. Il contributo sul totale degli investimenti programmati dal gestore

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Semplificazione per superare i gap (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Sud sezione: SICILIA data: 2009-04-08 - pag: 8 autore: INTERVISTA Antonello Montante «Semplificazione per superare i gap» PALERMO «Sbloccare al più presto le opere minori e subito cantierabili così da mettere in circolo liquidità sul territorio». Lo afferma Antonello Montante, 46 anni, vice presidente di Confindustria Sicilia e presidente degli industriali nisseni oltre che delegato nazionale di Confindustria per i rapporti con le istituzioni preposte al controllo del territorio. Cosa provoca l'immobilismo negli investimenti? La causa è da ricercare nella burocrazia soprattutto nella nostra Isola dove la maggior parte dell'economia è basata sulle opere pubbliche e sull'edilizia. Si deve spingere verso una sburocratizzazione di tutti gli iter. Se si riuscisse a superare questo gap allora si potrebbe risolvere almeno il 30% dei problemi. Cosa significherebbe per l'Isola riattivare questi investimenti finora fermi? Da un lato si metterebbe in circolo denaro fresco, dall'altro lato, come per esempio per le opere pubbliche, la Sicilia riuscirebbe a dotarsi delle infrastrutture che le servono. è possibile quantificare i ritardi? No, e questo è un altro problema. Non esiste una data certa entro cui è possibile ricevere per esempio le autorizzazioni. Senza un tempo certo le imprese non possono pianificare i costi e in un'ottica di concorrenza globale il rischio è di uscire dal mercato. Quali prospettive per il futuro? Qualcosa si sta muovendo: si spera in una maggiore sensibilizzazione rispetto al passato da parte di alcuni esponenti del Governo regionale, anche se in alcuni settori è ancora tutto fermo. Va. Ru. © RIPRODUZIONE RISERVATA Delegato legalità Confindustria. Antonello Montante IMAGOECONOMICA

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L'Eni promuove Viggiano (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Sud sezione: BASILICATA data: 2009-04-08 - pag: 7 autore: Petrolio. La Val d'Agri diventa una delle due sedi operative d'Italia e coordinerà tutto il Sud L'Eni promuove Viggiano Ministero e compagnie cercano rimedi allo stallo delle autorizzazioni RAVENNA Luigia Ierace L'industria petrolifera internazionale sfida la crisi puntando sulla Basilicata e sulla Val d'Agri. Comincia l'Eni, che ha "promosso" Viggiano a sede di uno dei suoi due distretti nazionali, frutto della riorganizzazione aziendale appena varata. All'Omc 2009 (Offshore Mediterranean Conference) di Ravenna gli operatori hanno parlato di scenari internazionali e nazionali, burocrazia, politica e magistratura. Dall'Alto Adriatico al Sud Italia, un potenziale di risorse e grandi capitali disponibili, mabloccati. «Un tesoretto che potrebbe portare sviluppo e occupazione, ma è inespresso, uno spreco per il Paese in termini di bolletta energetica, indotto, cantierabilità, fiscalità », ha detto Giuseppe Tannoia, consigliere di Assomineraria. I tempi autorizzativi sono doppi della media mondiale e dissipano il 40% di valore dei progetti. «Ma – ha detto JeanPierre Tallon, manager attività E&P e Country Chair di Shell Italia –c'è pure lo scollegamento tra l'industria e la società. Occorrono più trasparenza e dialogo per mandare avanti progetti complessi». Il riferimento appare soprattutto alle indagini sulla Total che hanno bloccato il giacimento lucano di Tempa Rossa. In questo quadro, se Ravenna con i 370 stand dell'Omc si candida a "città dell'energia"e distretto di riferimento per l'off shore (giacimenti in mare), la Basilicata potrebbe diventare il distretto dell'on shore, forte del suo 80% circa della produzione nazionale di greggio su terraferma. La politica lucana continua ad essere assente ai tavoli delle decisioni importanti, ma l'industria estrattiva lancia un altro stimolo all'economia locale: l'Eni divide in due l'Italia, fissando a Ravenna la sede del Distretto Centro-Nord (Dics) e a Viggiano (Potenza) di quello Sud ( Dime), con autonomia gestionale e potere decisionale indipendente, per semplificare e accelerare le procedure interne. Quindi, da Distretto di produzione, Viggiano diventa centro operativo di riferimento di tutte le attività del Sud (Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e off shore della Sicilia): l'Eni fa arrivare tutto il suo staff da Ortona (sede distrettuale ora eliminata), seguito da una serie di aziendesatellite. Intorno al petrolio lucano ruotano circa 70 società, le più importanti dei settori minerario, idrocarburi e quelle fornitrici di beni e di servizi, che occupano nell'indotto diretto oltre 200 lavoratori (un centinaio lucani) e circa 1.500 in quello indiretto (750 lucani). Ma sono numeri variabili che crescono in funzione di attività e sviluppo del giacimento. «Grandi imprese – dice il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Basilicata, Gabriella Megale – che portano ricchezza, se alla base vi è una politica regionale che tuteli le nostre giovani menti. Possono far da traino ai giovani industriali, che però devono essere bravi a cogliere queste opportunità. Mentre la classe politica e quella imprenditoriale più adulta devono essere di sostegno perché questa ricchezza e know how che arriva possa davvero accompagnare e favorire la crescita di aziende in loco ». «Per questo occorre uscire dallo stallo attuale – dice il direttore generale Risorse minerarie e petrolifere del ministero dello Sviluppo economico, Franco Terlizzese –. Occorrono forti semplificazioni sui processi autorizzativi cercando il dialogo con le Regioni tramite protocolli d'intesa. Gli operatori dovranno fornire documentazione tecnica in cui sia chiaro che non ci sono conseguenze negative per ambiente e territorio». Gli operatori ritengono indispensabile un tavolo di confronto ministero- Assomineraria- Regioni pare indispensabile e si sorprendono perché, proprio mentre il Parlamento europeo esprime «preoccupazione per gli effetti della crisi sulla capacità di investimento dell'industria petrolifera»e invita Commissione Ue e Stati membri a «predisporre incentivi agli investimenti», si parli di aumento delle royalties (articolo sotto). Per loro, occorre rendersi conto che ogni giorno di ritardo si traduce in una perdita per tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA L'impianto centrale. Il Centro Oli dell'Eni, nella valle sottostante l'abitato di Viggiano DONATO FASANO

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di ELENA COMELLI MILANO UNA GRANDE tragedia. Ma anche una gra... (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

PRIMO PIANO pag. 6 di ELENA COMELLI MILANO UNA GRANDE tragedia. Ma anche una gra... di ELENA COMELLI MILANO UNA GRANDE tragedia. Ma anche una grande opportunità. «Quella di agganciarsi al treno degli eco-quartieri, che l'Italia ormai stava perdendo». Mario Cucinella, architetto bolognese pluripremiato per i suoi progetti di case eco-sostenibili, non fa fatica a immaginare dei quartieri modello al posto delle case crollate come un castello di carte: blindati dal punto di vista della sicurezza anti-sismica, all'avanguardia sul fronte della salubrità e dei consumi energetici. Difficile parlare di futuro davanti alle macerie, ma non si può fare a meno di immaginare una realtà nuova al posto di queste case che non hanno protetto nessuno... «Sarà anche difficile, ma è molto urgente. Bisogna dare a queste popolazioni una soluzione rapida e sicura perché possano ricostruire la loro normalità. L'importante è non riutilizzare gli stessi materiali e gli stessi modelli edilizi che hanno portato a questo disastro. Stavolta abbiamo l'opportunità di far vedere al mondo un Paese che reagisce non solo con l'assistenza, ma con la qualità e la creatività. E' una grande opportunità per migliorare l'immagine cialtrona dell'Italia». Lei parla di nuovi quartieri più che di nuove città... «Non è pensabile sradicare completamente gli abitanti di queste zone dal contesto in cui vivevano. E del resto il concetto di new town è molto superato. Quello che invece si potrebbe inserire molto bene in questo contesto sono i nuovi quartieri eco-sostenibili, che crescono come funghi in tutta Europa e in Italia mancano del tutto». Proviamo a fare qualche esempio? «Mi riferisco a insediamenti come BedZed, un piccolo quartiere a Sud di Londra, realizzato nei primi anni Duemila in materiali naturali e riciclati, con un ottimo bilancio energetico grazie ai pannelli fotovoltaici e alla buona esposizione. Oppure il quartiere Vauban di Friburgo, realizzato in una zona di caserme abbandonate a costi bassissimi e tutto composto da edifici passivi, che assicurano il benessere termico senza alcun impianto di riscaldamento convenzionale». Il suo progetto di una casa da 100mila euro sarebbe adatto alle esigenze della ricostruzione? «La mia casa da 100mila euro si costruisce in otto mesi con materiali molto leggeri, che rispondono bene alle esigenze antisismiche del luogo. Quindi soddisfa le necessità di rapidità e sicurezza delle popolazioni colpite. E' una casa che si avvale di tutte le tecnologie disponibili per limitare i costi di costruzione senza compromettere la qualità. E' capace di produrre energia utilizzando ogni strategia passiva e attiva per rendere l'edificio una macchina bioclimatica. Anzi, una parte dell'energia prodotta può anche essere venduta alla rete, generando un microreddito». Potrebbe essere la soluzione ideale... «Ma non è l'unica soluzione. Bisogna dare spazio alla creatività italiana per riportare alla luce un modello di convivenza che si adatti bene al nostro territorio, senza abbandonare le popolazioni colpite alla speculazione. Il grande ostacolo nei processi di ricostruzione è la burocrazia. E' giusto abbattere le barriere burocratiche introducendo delle deroghe, ma nel contempo ci vuole una profonda regia del governo, per non lasciare questo grande compito al caso». Se il progettista fosse lei, che cosa privilegerebbe? «La rapidità e la qualità dei materiali».

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Ptcp, entra la Nuova Romea ed esce Veneto city (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Ptcp, entra la Nuova Romea ed esce Veneto city Approvata le delibera sulle osservazioni, ora il piano urbanistico provinciale passa all'esame della Regione Mercoledì 8 Aprile 2009, Un taglio netto a Veneto City, il Quadrante di Tessera diviso in due e un'inattesa apertura al progetto della Nuova Romea. Con l'auspicio che le opere di mitigazione possano ricalcare l'iter seguito per il Passante di Mestre. Non è stata un'operazione formale l'esame delle osservazioni al Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) adottato a dicembre e conclusa ieri in Consiglio provinciale con il voto che ha chiuso il cerchio attorno allo strumento di pianificazione urbanistica che ora passerà all'esame della Regione. Dopo quattro anni di lavoro, circa tremila osservazioni esaminate, 200 incontri ufficiali, cinque giorni di dibattito in aula (per 26 ore complessive) con 335 votazioni, il piano è passato con 22 voti della maggioranza di centrosinistra e nove voti contrari dell'opposizione. Quest'ultima ha rinunciato a fare ostruzionismo - cosa che avrebbe di fatto rinviato l'approvazione del Ptcp a dopo le elezioni - decisa a giocarsi in campagna elettorale le critiche a un piano che, per il centrodestra, «aggiunge burocrazia e prescrizioni a carico dei cittadini ma anche dei Comuni», per usare le parole del capogruppo di Fi-Pdl Mario Dalla Tor. Opposta la tesi del presidente Davide Zoggia, per il quale il Ptcp - il primo dopo quello di Padova a essere approvato in Veneto dopo il varo della legge regionale urbanistica - è «un piano di indicazioni più che di prescrizioni, che non dice di "no" alla Romea commerciale ma che pone limiti a progetti come Veneto city». In effetti una delle novità di ieri è l'approvazione di un'osservazione dei comitati civici che schiude una porta al tracciato autostradale veneto della Mestre-Orte (la Nuova Romea) auspicando un accordo fra Regione e agricoltori analogo a quello del Passante verde per ridurre l'impatto ambientale dell'opera. Da parte sua Rifondazione con il capogruppo Aldo Bertoldo dichiara di avere posto un freno al progetto immobiliare di Veneto city, limitandone lo sviluppo direzionale a quanto già previsto dai piani regolatori di Dolo, Mira e Pianiga. Ma anche il Quadrante di Tessera, dove dovrebbero sorgere uffici, negozi e alberghi, ne esce dimezzato con una previsione produttiva per i Comuni di Marcon e Quarto d'Altino e una legata allo sviluppo aeroportuale per l'area veneziana. Infine è previsto che l'asse viario lungo il tracciato dell'idrovia non sia più a pedaggio ma aperto al territorio. «È un piano di sviluppo sostenibile - spiega l'assessore all'Urbanistica Enza Vio - che ora passa all'esame della Regione che avrà sei mesi di tempo per avanzare eventuali richieste di modifica». E alla Regione guarda anche la minoranza, per la quale il Ptcp «blocca lo sviluppo delle seconde case nelle aree turistiche - come osserva Daniele Bison (An-Pdl) - non prevede alcuno sviluppo nautico per Bibione» e «pone solo vincoli per i Comuni» come prevede Giacomo Gasparotto (Fi-Pdl). L'opposizione (attraverso l'ex assessore della Margherita Bruno Moretto) non ha mancato neppure di sottolineare il voto in libertà della sinistra (Prc, Pdci, Verdi e Rps) rispetto alla maggioranza di centrosinistra nei numerosi emendamenti proposti dalle associazioni ambientaliste. Ma ciò rientra probabilmente nel gioco delle parti dell'imminente competizione elettorale: «Abbiamo dimostrato che la Provincia ha una maggioranza che può continuare a governare», ha detto Zoggia nell'intervento conclusivo, mentre Renato Spolaor (Pd) ha ribadito che «la sostenibilità del territorio non confligge con le opportunità produttive ed economiche». Saranno i Comuni, d'ora in poi, a doversi confrontare con le indicazioni del Ptcp in materia urbanistica, materia che solo dal 2004, con il varo della legge regionale 11, ha assegnato la competenza alle Province. «Con fatica la Provincia sta tentando di esercitare questo nuovo ruolo», aveva detto Zoggia all'inizio del dibattito. Ma Venezia, alla fine, è riuscita ad arrivare al traguardo prima delle altre province. Alberto Francesconi

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La burocrazia frena il progetto Aikoo (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

La burocrazia frena il progetto Aikoo Ma la Consulta degli stranieri, scaduta da due anni, potrebbe presto essere rieletta Mercoledì 8 Aprile 2009, Casarsa della Delizia Il Comune di Casarsa della Delizia ha intenzione di proseguire il cammino di cooperazione decentrata con il Ghana, denominato Progetto "Aikoo". Questa è la risposta ufficiale dell'amministrazione comunale dopo che l'Osservatorio sociale, nella recente relazione di bilancio per il 2008, aveva sottolineato alcune difficoltà nel compimento del terzo anno del progetto. «Come abbiamo già avuto modo di dichiarare - ha spiegato l'assessore alle Politiche sociali, Franco Canzian - continueremo a sostenere il progetto di cooperazione decentrata, visto che si lega alla nostra tradizione missionaria, che ha visto partire da Casarsa, per diverse aree del mondo, tanti sacerdoti e suore negli ultimi decenni». Ma allora, da cosa derivano i problemi con la controparte africana? «Sostanzialmente - ha spiegato Canzian - si tratta di questioni burocratiche: da una parte cambi di regolamenti e ritardi nell'invio di finanziamenti da parte della Regione, dall'altra il recente cambio dell'ambasciatore del Ghana. La prima tranche di soldi è già arrivata e sta dando i suoi frutti». L'altro fronte aperto nelle politiche sociali riguarda la Consulta degli Stranieri, scaduta da due anni e che potrebbe presto essere rieletta. Almeno questa è l'intenzione dell'amministrazione comunale, che ha deciso di continuare il percorso che vide Casarsa, tra le prime realtà d'Italia, attivare quest'organo consultivo. «Crediamo nell'utilità della Consulta - ha aggiunto l'assessore alle Politiche sociali Franco Canzian -, tanto che prossimamente procederemo al suo rinnovo. In ogni caso - ha concluso l'esponente della Giunta - tengo a precisare che l'Osservatorio sociale lavora per tutta la cittadinanza e non solo per gli stranieri. È un organismo davvero utile, che svolge un lavoro prezioso tramite le sue commissioni. Inoltre, dopo 15 anni dalla sua fondazione, abbiamo dato seguito a quanto stabilito dall'atto costitutivo, redigendo il regolamento interno». L'Osservatorio è un organismo istituito dallo Statuto Comunale, approvato nel 1991 e operativo dal 1993: da allora è in costante crescita nella propria attività di approfondimento sui fenomeni di disagio sociale e di emarginazione presenti nel territorio comunale. Visto il traguardo dei tre lustri appena compiuto, ora è in arrivo anche la pubblicazione di uno speciale opuscolo sulle attività svolte in tutti questi anni. L'attività del sodalizio, uno dei primi ad essere istituiti a livello regionale, è oramai apprezzata anche fuori dai confini friulani. Nel 2007 gli è stato conferito il premio "Tom Benetollo per le buone pratiche locali", istituito dalla Presidenza del Consiglio provinciale di Roma. Michela Sovrano

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Venezia Tute blu sempre più a rischio anche in Veneto, dove il 40% delle aziende metalmecca... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 8 Aprile 2009, Venezia Tute blu sempre più a rischio anche in Veneto, dove il 40% delle aziende metalmeccaniche stanno utilizzando la cassa integrazione. «La cassa integrazione aumenterà purtroppo nei prossimi mesi: le grandi aziende stanno ritirando le commesse esterne mettendo in crisi le piccolissime imprese e nello stesso tempo le ferie arretrate sono agli sgoccioli - avverte Antonio Aldrighetti, 56 anni, veronese, segretario uscente della Fim Cisl del Veneto -. Siamo di fronte alla crisi più grave per il metalmeccanico veneto. C'è un problema di quantità, i 120 milioni stanziati dallo Stato solo per la cig in deroga, non basteranno; di meccanismi per accendere la cig e c'è una questione strutturale di prospettiva: da anni il settore ha bisogno di maggiore innovazione, per evitare la concorrenza dei Paesi in sviluppo. Ma solo il 10% delle aziende fanno ricerca sul prodotto, tanto che l'offerta pubblica è superiore alla domanda. Le aziende pensano a comprare nuove macchine piuttosto che a inventare nuovi prodotti». Noi abbiamo le imprese medio grandi con più di 15 addetti che sta esplodendo in Veneto. La Regione ha stimato che servano 120 milioni solo per le piccole imprese per la cassa in deroga, fino a oggi ne sono arrivati solo 10. L'assurdo è che nella nostra regione sono arrivati gli stessi fondi della Calabria, quindi lo Stato ha ripartito i soldi male - accusa Aldrighetti - adesso ce ne hanno promessi altri 20, che dovrebbero arrivare a giorni. Speriamo. Ma c'è un altro problema: la burocrazia, che rallenta anche la concessione della cassa e quindi i lavoratori si trovano a intascare i soldi mesi dalla proclamazione della cig. Poi ci sono norme diverse per precari e artigiani, bisogna semplificare le regole. E dalle banche fino a oggi ho sentito tante chiacchiere e pochi fatti. Solo la Provincia di Vicenza ha anticipato i soldi di tasca sua». M.Cr.

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Venezia Il credito a Nordest c'è ma costa sempre più caro. Secondo un'in... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 08-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 8 Aprile 2009, Venezia Il credito a Nordest c'è ma costa sempre più caro. Secondo un'indagine del Cuoa, il consorzio universitario vicentino, sono le Pmi del Nordest a essere penalizzate in questo campo. Per il 60% delle imprese l'indebitamento è globalmente cresciuto nel 2008, ma le banche chiedono il rientro dei fidi e il 74% delle aziende denunciano un peggioramento delle condizioni con spread (la differenza rispetto all'Euribor, cioè di fatto la commissione che intasca la banca) in aumento. «È vero, ci sono istituti che arrivano a chiedere tassi anche del 10% contro un Euribor che oggi si aggira intorno all'1,5% - afferma Paolo Trovò, vice presidente del Neafidi e candidato alla presidenza di Unindustria Venezia - per questo noi consigliamo sempre ai nostri imprenditori di confrontare le varie offerte, si possono strappare condizioni molto migliori grazie anche all'intervento dei Confidi». Rimane la questione burocrazia, quel peso che ha rallentato anche l'avvio degli accordi tra grandi imprese come Unicredi e Confidi. «Con l'entrata a regime dell'intesa tra Regione, consorzi fidi e banche firmata in Veneto nello scorso autunno la collaborazione oggi è a regime - spiega Trovò - a Venezia nel giro di un mese il numero delle pratiche è aumentato del 23%, a Verona addirittura del 40%». Il problema vero è che oggi senza il "bollo" del Confidi spesso le banche non rilasciano nuovi fidi e chiudono quelli vecchi. «Negli ultimi tre mesi abbiamo aumentato del 35% il nostro lavoro, questo è un brutto segnale: le imprese che prima avevano la concessione del credito normalmente si ritrovano a dover avere le nostre garanzie per ottenere nuovi fondi - avverte Fabio Di Stasio, commercialista e direttore dell'Artigianfidi di Padova, 8.500 soci e circa 65 milioni di garanzie già operative -. Unicredit è uno degli istituti che ha tagliato per primo il credito alle imprese. È inutile che il loro ad Alessandro Profumo chiami in causa gli enti di garanzia: i soldi sono loro, possono concederli anche domani mattina. Ma li vogliono dare con le garanzie ed è per questo che mettono in campo di Confidi, troppo comodo». Di Stasio è critico: «Quando è scoppiata la crisi Unicredit ha richiamato le imprese a ritornare i crediti, non hanno guardato in faccia l'imprenditore, hanno chiesto indietro i soldi senza preoccuparsi del futuro delle aziende. E oggi propongono nuove condizioni capestro: la banca cerca di tutelare sempre di più se stessa». E l'accusa di essere troppo burocratici? «Noi nel giro di 15 giorni prepariamo la pratica, è la banca a riservarsi fino a 60 giorni per concedere il credito e oggi in generale allungano ancora di più i tempi, anche se ci sono istituti come le Bcc e Veneto Banca che lavorano veloci. Anche l'Antonveneta si sta riprendendo. In Unicredit arrivano a chiedere indietro anche i 10-15 euro fuori dal conto. Anche il dialogo è difficile: cambiano sempre i funzionari». Conclusione: «A Profumo diciamo: noi diamo le garanzie, lui cacci i denari - dichiarano all'unisono Carlo Ruzza e Fabio Di Stasio, rispettivamente presidente e direttore dell'Artigianfidi promosso dall'Upa di Padova -. Le imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni, sono stufe di leggere i resoconti di dotti convegni e vorrebbero, per contro, vedere fatti concreti. Purtroppo, al momento, i fatti dicono che il credito, a livello di grandi banche, è bloccato. E non per colpa dei confidi!». Maurizio Crema

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"Da Lucento con musica" Savino e gli amici famosi (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

CONCERTO STASERA IL DR. SOUND AL KING KONG "Da Lucento con musica" Savino e gli amici famosi [FIRMA]LUCIANO BORGHESAN L'attraversata dell'Afghanistan è diventata una delle canzoni che Savino interpreterà stasera, ore 21,30, al King Kong, in via Po. Il suo secondo cd «Strade» è dedicato a quel deserto polveroso che il cantautore torinese percorse, per la prima volta, nel 1976: «Suonavo per mangiare. Per sei mesi è stata la mia guerra, dolce rispetto alla vita dei bambini condannati all'ergastolo tra fame e bombe chimiche». Savino Cippo, 54 anni, ha la musica nel dna: trasformò la cantina di via Borsi in sala audio; nelle discoteche ha fatto il dj e intrattenuto i ragazzi con il suo complesso, il Dr. Sound; dal 1978 (dal 1987) ha un negozio di dischi. Dalla periferia al palco: da Lucento al centro: come il compianto Franco Lucà, il fondatore del Folk Club di via Perrone e della Maison de la Musique di Rivoli, come Walter Vergnano, sovrintendente del Regio. Lucà abitava in via Borgomasino, Vergnano in corso Potenza. Come si può partire da Lucento con la chitarra e vivere di suoni? «Negli Anni 60 si cresceva a calcio e rock, c'erano i prati per giocare e Bandiera Gialla da ascoltare. La città si allargava in parallelo alla Fiat, giovani coppie che arrivavano da ogni parte d'Italia e tutti con bambini, i miei dalla Sicilia», ricorda Savino che per alcuni anni alternò il sogno di diventare un calciatore della Juventus a quello di emulare i Rockes. «Ho militato - racconta - nelle giovanili della Juve. Suonavo e giocavo con Mastropasqua, il quale esordì in serie A in bianconero e poi disputò diversi campionati con l'Atalanta». Il pallone restò un hobby, invece sitar, indu-banjo e altri strumenti divennero una collezione. «Ritrovai Lucà organizzatore di eventi e feci alcuni concerti con lui, ma per divertimento, il mio lavoro è vendere musica», dice Cippo evidenziando le difficoltà di un mercato rivoluzionato dall'arrivo dell'ipod. Attento alle tendenze, Savino ogni mese va a Londra ad aggiornarsi sulle novità, «in Inghilterra ad esempio producono ancora il vinile e io importo anche 45 giri». Lì ha amici famosi, come Deep Purple, Iron Maiden. Il suo Videomusic, vicino al King Kong, è meta di passaggio per molti artisti: «Conosco dall'inizio Subsonica, Statuto, Africa unite, tutti di Torino. E sono molti i gruppi che autoproducono cd, io glieli metto in vetrina». Sotto la Mole nasce una musica che piace, aggiunge Savino: «Ai giovani bisogna dare spazi adeguati, dove esibirsi, una sede con possibilità di ampliarsi all'aperto, l'ideale sarebbe lungo il fiume. Per i loro concerti si dovrebbero ridurre burocrazie e lacciuoli... Sono ragazzi!». La gioventù che al siciliano Savino ricorda quel «Ragazzo di strada» (Corvi, 1966), e che l'amico calabrese di periferia Lucà gli intonava a richiesta. Come un juke box.

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Viticoltori e burocrazia: dichiarazioni via Internet (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Viticoltori e burocrazia: dichiarazioni via Internet Il sistema delle Camere di Commercio si prepara all'appuntamento di agosto con l'entrata in vigore delle novità comunitarie per la filiera vitivinicola. Per aiutare le imprese è stato attivato il sistema web Vino & Vigneti (www.ic-deis.it), pensato nell'ottica di una sempre maggiore semplificazione amministrativa, per supportarle nello sviluppo del loro business. Vino & Vigneti prevede infatti la gestione completamente telematica di tutte le fasi necessarie per il corretto controllo della filiera vitivinicola, permette l'accesso da parte degli utenti al sistema di certificazione camerale e consente agli utenti stessi di inviare, sempre in modalità telematica, i documenti relativi agli adempimenti previsti dalla normativa. L'accesso e l'abilitazione alle funzioni telematiche, come per tutti i servizi offerti dalle Camere di Commercio ai cittadini e alle imprese, può essere inoltrato online attraverso il sito www.registroimprese.it. Con le procedure on-line è stato possibile ottenere anche un'utile banca dati.

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I cognein snobbano l'incontro sul trenino (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Tra sogni e burocrazia I cognein snobbano l'incontro sul trenino In 50 alla riunione promossa da Renouveau, pochi gli albergatori [FIRMA]JOËLLE CUNÉAZ COGNE «Vedrai, presto arriverà il trenino». Filippo Gérard, oggi ventisettenne e titolare con la famiglia degli alberghi Sant'Orso e Grand Paradis, dice di sentirselo dire da quando era un bimbo di cinque anni. «Non vorrei si continuasse a menare il can per l'aia», è stato invece il commento laconico del commerciante Agostino Guichardaz. Battute e amarezza nell'incontro con i cognein promosso martedì sera da Franco Vallet e Albert Chatrian, coordinatore e segretario di Renouveau Valdôtain, incentrato sullo «stato dell'arte» della tranvia Cogne-Plan Praz. Oggetto di 48 delibere regionali, la prima datata 23 maggio 1980, 13 finanziarie e una spesa di 32 milioni di euro, da quasi 30 anni la sorte del trenino divide ministri, assessori, consiglieri e cittadini. «Tranvia? - ha esordito Andrea Celesia dell'hotel Notre Maison - A Cogne lo si è sempre chiamato trenino: una portata oraria di 150 persone, a fronte dei 3000 posti letto stimati, escluse le seconde case e le prime case date in affitto, giustifica il diminutivo. Lo sci resta il principale volano del segmento turistico invernale, pertanto l'ipotesi di un collegamento con il comprensorio di Pila tramite funivia, avanzata nel 2003, non va accantonata. Sorprende la celerità con la quale la Regione ha compiuto altri interventi mentre continui studi, commissioni e audizioni costellano la sventurata storia del trenino». Unità d'intenti e un progetto esclusivo sono gli ingredienti della ricetta suggerita da Piero Roullet, dell'hotel Bellevue. «Le lotte intestine, alibi servito su un piatto d'argento agli esponenti politici, e le partite a monopoli hanno fatto il loro tempo - ha commentato - urge una messa a fuoco collettiva delle soluzioni. Personalmente credo nella valorizzazione del patrimonio minerario e nella conversione di parte dell'ex villaggio minatori in centro benessere e area artigianale. La gestione? Perché non creare una FinCogne, un organismo in house, a capitale pubblico, snello e funzionale». Di occasione persa ha parlato Massimo Grappein del bar La Sapinière: «Erano una cinquantina le persone presenti, pochi i giovani e gli operatori turistici, attori direttamente interessati dalla vicenda. Per la prima volta si è discusso in concreto di progetti e investimenti: un paese normale avrebbe gremito la sala, qui a torto si predilige la sterile polemica da bar». Un confronto interno alla comunità, sollecitato dalla platea, è poi stato promesso dal sindaco Bruno Zanivan. «Ora che il Comune dispone di un dossier esaustivo - ha spiegato - è possibile ragionare su dati e numeri precisi: la tranvia va senza dubbio concepita all'interno di un sistema miniera, sebbene un milione di euro di costi di gestione a regime annuo siano una cifra considerevole. Terminata l'inchiesta avviata lo scorso novembre dalla commissione consiliare Sviluppo Economico, i cognein saranno chiamati ad analizzare accuratamente il futuro sviluppo del paese e a scegliere. La proposta presentata agli interlocutori regionali dovrà essere l'espressione di una volontà condivisa, seppur non unanime. Ritengo cruciale garantire l'efficienza minima del trenino, unica via di fuga in caso di emergenza, il che comporta la messa in sicurezza degli impianti e la risoluzione dei problemi che riguardano il collaudo dei locomotori, già in dotazione, e alla galleria Drink». Il medesimo pensiero ha scortato oratori e pubblico all'uscita: che lo si chiami trenino o tranvia poco importa, a patto che non ci vogliano altri 30 anni per conoscerne il destino.

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Le cartucce per stampante e la questione dello smaltimento (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

AMBIENTEL'ECO IMPERIA NON PUÒ OCCUPARSENE, CI PENSANO ALTRE DITTE Le cartucce per stampante e la questione dello smaltimento IMPERIA Differenziare i rifiuti non è poi così facile, perché anche in questo campo bisogna scontrarsi con la burocrazia. Ne sa qualcosa l'imperiese F.R., che si è rivolto alla nostra redazione perché l'Eco Imperia non ha accettato le cartucce esauste della stampante. Si lamenta il lettore: «Mi chiedo perché non venga data priorità a questo servizio, dato che le cartucce sono molto inquinanti. Mi sono presentato presso il deposito di via Argine Destro e l'addetto ha rifiutato di ritirare le cartucce perché "non esiste il codice per classificarle"». E aggiunge: «La scelta era gettare il materiale in un cassonetto o cercare un negozio che ricarica cartucce a cui consegnarle. Ho scelto la seconda alternativa, ma quanti preferiranno questa soluzione, quando il primo rimedio è più comodo?». In effetti questa è la realtà, come conferma il presidente della Spa a maggioranza pubblica, Massimo Faraldi: «Ogni tipologia di rifiuto, dal legno alla plastica, passando per indumenti, carta e quant'altro raccogliamo quotidianamente, è contraddistinta da un codice Cer (Catalogo Europeo Rifiuti). Per effettuare la raccolta serve l'autorizzazione della Provincia. Nel nostro caso non abbiamo "il codice" per il materiale edilizio di risulta, gli oli esausti e le cartucce da stampante. Per questo motivo, quindi, non possiamo ritirare certe tipologie di rifiuti». Persino le cartucce da stampante dell'Eco Imperia, d'altra parte, vengono smaltite da altre ditte. Conclude Faraldi: «Nei nostri uffici, con regolarità, viene una ditta specializzata che ritira proprio questo tipo di rifiuti, catalogati come "materiale tossico nocivo"». \

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Chiusi gli uffici della Regione, le poste e gli studi professionali Congelata l'intera burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

LA VIA CRUCIS Chiusi gli uffici della Regione, le poste e gli studi professionali Congelata l'intera burocrazia

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Non poteva più aspettare i tempi della burocrazia e così un venditore ambulante di 60 anni... (sezione: Burocrazia)

( da "Leggo" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Non poteva più aspettare i tempi della burocrazia e così un venditore ambulante di 60 anni è cosparso di benzina determinato a darsi fuoco, ma la mediazione dei carabinieri del Radio mobile e del San Paolo ha evitato la tragedia. E' successo martedì pomeriggio in via Van Westerhout, al quartiere San Girolamo. L'ambulante ha così richiamato l'attenzione su di sé chiedendo di incontrare il sindaco. La mediazione dei militari e soprattutto la capacità persuasiva di un maresciallo del Nucleo radio mobile è servito a mettere in contatto l'uomo con l'amministrazione comunale riuscendo a ottenere rassicurazioni in merito alla sua pratica. (M. Lop/ass)

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agnelli sardi, per il rilancio manca l'unità (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

di Pier Giorgio Pinna Agnelli sardi, per il rilancio manca l'unità Tra proteste e scarsa coesione l'Igp non decolla Pasqua, crescono i prezzi finali e i concorrenti SASSARI. Crisi e paradossi. Le indicazioni geografiche sugli alimenti tipici sono trainanti ovunque tranne che nell'isola. Un esempio clamoroso? Gli agnelli da latte. Quelli sardi sono richiestissimi. E Pasqua è con Natale uno dei momenti d'oro. In questi giorni i pastori dovrebbero fare salti di gioia. I marchi protetti potrebbero rilanciare l'intero settore. E le Oc, le nuove maxiorganizzazioni commerciali, venderli al meglio. Invece nell'isola le cose vanno male: proprio mentre le Igp altrove offrono business in crescita nonostante la recessione. Il giro d'affari al dettaglio, dalle nostre parti, sfiora i 90 milioni all'anno. Ma nessuno si rallegra: l'isola, leader in Italia con 2 milioni e mezzo di capi ovini, resta lontana dal gotha di chi si arricchisce. Anzi, con gli agnelli gli allevatori sardi spesso non riescono neanche a coprire i buchi di bilancio delle loro aziende familiari. I conti sono presto fatti. I clienti delle macellerie sarde in questi giorni pagano gli agnelli dell'isola poco sotto i 10 euro e in continente fino a 14. Il proprietario del gregge ne incassa però ben di meno: da 3,20 a 3,50 euro (peso vivo). L'analisi. Due le premesse. La prima è che ci si muove in un campo nel quale resiste la tendenza individuale ad autoassolversi. Con la contemporanea tentazione di prendersela con i concorrenti o di dare la colpa di tutto a categorie diverse dalla propria. Come in un circolo vizioso, gli allevatori se la prendono con i macellatori. Questi ultimi con i porzionatori, con i pastori, con la grande distribuzione. I centri commerciali più grossi accusano i produttori dell'isola di non riuscire a fare massa critica. Nel frattempo non vengono lesinate critiche al Contas, il Consorzio per la tutela Igp agnello di Sardegna. I cui componenti a loro volta rilevano pecche in diverse linee dell'intera catena. Se poi alla fine si pensa alle lamentele da parte dei consumatori per i continui aumenti dei prezzi degli agnelli (negati dai macellai), il quadro del palleggiamento di responsabilità si estende ancora. La seconda premessa è che nella situazione sarda - secondo esperti, analisti ed economisti - nessuno ha completamente ragione e nessuno ha del tutto torto. Con l'ovvia conclusione che una modifica di sistema si fa urgente se si vuole davvero risollevare il comparto. L'Agris. Una carrellata di opinioni spesso differenti, quando addirittura non in netta contrapposizione, fa comprendere meglio la situazione. Nell'agenzia regionale per la ricerca in agricoltura, si occupano di questa specifica problematica due specialiste, le dottoresse Pirisi e Scintu. «Finora abbiamo riscontrato difficoltà nelle certificazioni - spiega a Sassari il direttore di Agris, Giuseppe Pulina - Più in generale, inoltre, si deve constatare che gli agnelli Igp di Sardegna non riescono a spuntare prezzi realmente competitivi. Ma nell'isola gli agronomi girano ovile per ovile e la faccenda dei marchi è comunque gestita in maniera seria. Anche se, per come sono organizzate le cose oggi, le due stagioni sotto Natale e sotto Pasqua durano poco più di 15 giorni ciascuna. E fare ispezioni dappertutto in un tempo tanto breve è impossibile». Secondo Pulina è dunque arrivato il momento di attivare un'opera di sensibilizzazione capillare. Tutto per far afferrare sino in fondo agli allevatori i vantaggi delle indicazioni geografiche sugli agnelli e per una più massiccia vigilanza. «In questo modo - sono le conclusioni del direttore - il valore aggiunto rappresentato dall'Igp risulterà evidente a tutti. E nel frattempo eviteremo di continuare a catalogare gli agnelli come una specie di sottoprodotto del latte: il sistema-carne riuscirà in definitiva a valutare meglio le capacità di autonomia rispetto alle logiche legate all'industria dei formaggi». I sindacati. Le maggiori organizzazioni di rappresentanza che operano nell'agro-zootecnia sottolineano come, dopo due annate climatiche avverse, quasi tutte le oltre 16mila aziende del settore (con oltre 25mila addetti) siano in ginocchio. E in effetti da un recente convegno tenuto a Sassari è risultato che l'ovile medio in Sardegna perde oggi cinquemila euro all'anno nonostante tre tipi differenti di contributi assegnati ai pastori. Il milione e mezzo di agnelli messi in vendita tra Natale e Pasqua di ogni anno dovrebbero in teoria aiutare gli allevatori. Ma nella sostanza tante operazioni commerciali avviate dalla base produttiva sono coronate da un ritorno economico. Se a questo si aggiunge che soltanto il 15-20% dei prodotti sardi reca l'indicazione geografica protetta, si capisce come lo scenario appaia sconfortante a numerosi addetti ai lavori. Dice infatti da Cagliari il direttore regionale della Coldiretti, Luca Saba: «In Sardegna viene prodotto un quarto del consumo nazionale, pari grosso modo a 7-8 milioni di capi. L'80% è destinato all'esportazione e, di questo, il 65% va alla grande distribuzione. Ma ancora non riusciamo a convincere gli allevatori di quanto sia importante l'Igp. Né a persuadere i macellatori a pagare di più i capi contrassegnati da questo marchio. In definitiva garantiamo così poco più di un mercato di nicchia». I produttori. Aspetti negativi ai quali se ne aggiungono altri. Come la macellazione illegale di 200mila agnellini: chi nell'isola non ne ha mai comprato uno direttamente dai pastori? O come la concorrenza sleale di prodotti dell'Est, forte in queste settimane che precedono Pasqua. Ma tanti, stagione dopo stagione, contestano farraginosità, lungaggini, modalità troppo complesse legate al Consorzio per l'Igp, ormai operativo da quasi cinque anni. Tra loro c'è Natale Ghironi, un giovane allevatore titolare con i familiari di un'azienda nella Nurra proprietaria di mille pecore. Le contestazioni. «Sono parecchie le situazioni che non vanno bene», osserva Ghironi, che fra l'altro è iscritto in Scienze dell'amministrazione all'università e non può quindi venire accusato di far parte della vecchia generazione di pastori refrattari ai cambiamenti. «Per via dei tagli delle orecchie degli animali manca la certezza di un riscontro sull'effettiva adesione al Consorzio Igp - rileva innanzitutto - è poi incredibile che si accettino pezzature superiori agli 8 chili di peso per ciascun capo: dove vanno a finire in questo caso le caratteristiche tipiche dei nostri agnellini da latte?». «La burocrazia è eccessiva: domande, bolli e bollini non finiscono mai - continua il pastore-studente - La presenza di delegati delle associazioni di categoria all'interno del Consorzio mi appare infine come una sorta di conflitto d'interesse. Così come mi sembra lacunosa la mancanza di riscontri sui prezzi finali degli agnelli. E che dire di quanto poco riesce a fare il Consorzio per combattere i possibili cartelli dei macellatori e i mattatoi clandestini?». Oltre il mare. Ma all'estero è la compattezza degli allevatori la vera forza. Indicativo il caso della Gran Bretagna. Che, con la sua massa critica di 40 milioni di pecore, strappa prezzi decisamente migliori. E che ha nel Galles un esempio di eccellenza. «Non è un caso se proprio il Galles trova in Italia il suo quinto miglior mercato con 3mila e 146 tonnellate vendute in 700 diversi punti distributivi e un incremento nell'ultimo anno del 45% - specifica da Nuoro Antonello Gallisai, direttore del Consorzio sardo per l'Igp degli agnelli - Una commercializzazione così non può che fondarsi sull'unità degli allevatori. Esattamente quello che manca nella nostra isola». Il Contas. «Da noi infatti tutti sono specialisti nell'inventarsi alibi - afferma Gallisai - Esiste, certo, una carenza di legislazione a cui si spera la Ue ponga presto rimedio: con la generica denominazione di "agnello da latte" si banalizza il prodotto. Ma la storia dei riscontri mancati a tutela dell'individuazione geografica in Sardegna non corrisponde alla realtà: viene fatta una quantità enorme di verifiche e controlli con tanto di documentazione inoppugnabile. Le procedure, poi, sono semplici, non complicate. E non è neppure pensabile che di per sé un marchio possa triplicare il valore di un alimento. Noi, di sicuro, garantiamo la certezza che i nostri prodotti sono di razza sarda. Quel che manca, come per il latte, è la capacità di fare sistema. Insomma: la verità è che i nostri punti di forza dovrebbero essere la buona carne e l'aggregazione. Ma sotto quest'ultimo profilo la strada da percorrere è ancora molto lunga».

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freno ai mercatini estivi su 4 ruote (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 8 - Grosseto Freno ai mercatini estivi su 4 ruote Nuove regole limiteranno la presenza dei camioncini sul litorale è stato pubblicato dal Comune l'avviso per la formazione della graduatoria dalla quale scegliere i venditori ORBETELLO. Sono un classico delle giornate trascorse in spiaggia, al pari dei vù cumprà che girano con i loro borsoni cercando di rifilarti ogni genere di chincaglieria o degli esperti orientali in massaggi e tatuaggi (ma in questi casi il discorso sulle norme igienico sanitarie porterebbe lontano) che ti promettono un corpo perfetto. Stiamo parlando dei camioncini che passano lungo il litorale a vendere gelati, panini, fette di cocco e quant'altro. Chi non li ha visti in prossimità delle spiaggie e magari si è fermato a comperare qualcosa per placare la fame o far contenti i bambini attratti dai dolciumi? Ebbene, questi venditori ambulanti fanno parte delle nostre estati da tempo immemorabile e lo faranno ancora quest'anno. Soltanto che il Comune di Orbetello ha deciso che è finito il tempo in cui bastava prendere il camioncino, attrezzarlo per bene e partire alla ricerca di bagnanti- acquirenti. Dalla prossima stagione subentreranno regole ben precise, in base alle quali occorreranno le autorizzazioni per vendere, non si potrà superare un determinato numero di ambulanti per spiaggia e l'amministrazione dovrà essere perfino tutelata economicamente da eventuali danni ambientali. La burocrazia entra dunque tra quelle che sembravano le attività improvvisate per eccellenza e da ora in poi per vendere porchette e croccanti occorrerà avere l'autorizzazione all'accesso alle aree demaniali marittime prescelte. Per questo, è stato pubblicato dal Comune l'avviso per la formazione della graduatoria dalla quale scegliere i venditori. Chiunque vuole svolgere questo tipo di servizio itinerante deve presentare la domanda all'ufficio demanio marittimo del Comune di Orbetello entro il 30 aprile ed attendere l'esito della formazione della graduatoria fissata per l'8 maggio alle ore 9. Per meglio razionalizzare il tutto, il litorale orbetellano è stato diviso in cinque zone: la n. 1 è l'arenile compreso tra Talamone e Fonteblanda (spiaggia di Fertilia); la n. 2 è quello tra la foce del fiume Osa e la foce dell'Albegna; la n. 3 consiste nell'arenile compreso tra la foce del fiume Albegna e la foce del canale Peschiera; la n. 4 è data dall'arenile della Feniglia (dai limiti amministrativi del Comune di Orbetello verso il Comune di Monte Argentario ad Ansedonia) e la n. 5 è l'arenile compreso tra la Tagliata fino ai limiti amministrativi con il Comune di Capalbio. Ogni zona ha, per la stagione balneare 2009, un limite di permessi per il commercio itinerante con mezzi meccanici che sono: uno per la prima, due per le seconde, tre ciascuno per le terze e la quarta e due per la quinta. Non è ammessa più di una domanda da parte dello stesso soggetto e-o società per ciascuna di queste zone del litorale. Il rilascio dell'autorizzazione è subordinato alla presentazione di un deposito cauzionale di 2.500 euro per ciascun mezzo a favore del Comune di Orbetello a garanzia di eventuali danneggiamenti o sversamenti causati dal mezzo meccanico durante il passaggio o la sosta nelle aree demaniali di servizio. Paola Tana

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casa, la legge è sciagurata ma attenti alla burocrazia - nicola pagliara (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina I - Napoli L´opinione Norme assurde e incomprensibili paralizzano da anni ogni attività Casa, la legge è sciagurata ma attenti alla burocrazia NICOLA PAGLIARA La passione è tra i nostri sentimenti la più tragica delle esperienze e insieme la spinta più forte che ci porta a immaginare e dare corpo (magari impattandole) alle più grandi speranze. Il mondo, direi la psicologia collettiva, ha per secoli costruito i suoi ideali e il suo futuro su una buona dose di passioni, spesso incontrollate, dei cui risultati non si potevano prevedere le conseguenze. Ma tuttavia sono state le passioni il sale (si dice così) e il sapore della nostra vita, definendo i livelli e la forza del nostro spirito. Alle passioni amorose della gioventù, si sostituirono presto le partecipazioni emotive a credi politici; a mondi della cultura. Purtroppo nel corso degli anni, per lo stemperarsi delle nostre emotività, questa sublime condizione si è (in ogni campo) andata affievolendo anche perché, senza una visione politica e senza traguardi a cui mirare, la nostra volontà, la nostra "passione" appunto, è finita nel cassetto. SEGUE A PAGINA XII

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pasqua senza soldi per i lavoratori della queen - tito giuseppe tola (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Macomer. I sindacati sollecitano il pagamento all'Inps e al ministero del Lavoro Pasqua senza soldi per i lavoratori della Queen Il magro assegno della Cig non arriva da ben quattro mesi TITO GIUSEPPE TOLA MACOMER. Pasqua amara e senza soldi per i lavoratori dell'ex calzificio Queen in cassa integrazione. Da quattro mesi non percepiscono l'assegno e i tempi per l'erogazione delle spettanze non sembrano imminenti. Di sicuro non riceveranno i soldi prima di Pasqua. I sindacati sono intervenuti presso l'Inps e il ministero del Lavoro per sollecitare un rapido pagamento delle indennità. Ma i tempi della burocrazia sono diversi da quelli delle esigenze delle famiglie che ormai vivono alla giornata. Le organizzazioni dei tessili hanno chiesto alla Regione di farsi carico della situazione di disagio nella quale vivono i lavoratori del calzificio anticipando la cassa integrazione attraverso la Sfirs o un istituto di credito. Finora non c'è stata riposta. «I lavoratori - dice il segretario della Femca Cisl, Tomaso Canu, - vivono in una condizione di sofferenza per la situazione nella quale si ritrovano a causa dei tempi lunghi nel pagamento della cassa integrazione. Sono in arretrato le mensilità di dicembre, gennaio, febbraio e marzo e già sta andando a maturare quella di aprile». Sono in cassa integrazione circa 160 lavoratori. A vivere una particolare condizione di disagio sono quelli che non hanno altri redditi. Spesso si tratta di coniugi, marito e moglie che lavorano entrambi nella fabbrica. Con circa 700 euro al mese che arrivano dopo quattro mesi c'è poco di che allargarsi: bastano appena per vivere. Per le necessità più immediate spesso inetrvengono i genitori. Con la rata del mutuo e con altre scadenze, come la bollettazione pesante di acqua e luce, la situazione diventa pesante. La Ft Calze, la nuova società che la rilevato lo stabilimento di Tossilo con un contratto d'affitto, intanto, da lunedì ha ripreso la produzione richiamando al lavoro 16 persone, che sono state assunte a tempo determinato. Sono state richiamate al lavoro 16 operaie della sala tessitura, il primo reparto che ha ripreso a produrre. Le organizzazioni sindacali dei tessili hanno chiesto un incontro all'azienda per conoscere tempi e metodi di riassorbimento del personale necessario per mandare avanti l'attività. «Probabilmente - dice Tomaso Canu - ci convocheranno dopo Pasqua. Siamo in attesa anche della risposta della Sfirs sull'ipotesi di partecipazione avanzata un mese fa. Allo stato delle cose sappiamo che c'è un unico imprenditore. Cosa farà la Sfirs? Entrerà nella società? Abbiamo chiesto l'incontro per sapere anche questo».

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la legge è sciagurata ma attenti alla burocrazia - nicola pagliara (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XII - Napoli LA LEGGE è SCIAGURATA MA ATTENTI ALLA BUROCRAZIA NICOLA PAGLIARA L a passione è stata relegata (beato chi ce l´ha) alle partite di calcio, comunque alle manifestazioni più banali del nostro quotidiano. Si spiega così come mai tutta la nostra forza emotiva dà il meglio di sé nei campi di calcio, dove almeno le frange sfogano le loro frustrazioni. I partiti della sinistra, che da sempre erano vissuti sul riscatto proletario e sulla lotta di classe, venuti a mancare ideali concreti, oggi puntano tutto sulle rivendicazioni salariali e sulla contrapposizione fine a se stessa agli organi di governo. Non voglio drammatizzare, ma rispetto ai nostri anni Cinquanta, usciti dalla catastrofe della guerra, i nuovi valori intellettuali riempivano le nostre passioni, mentre pieni di speranze puntavamo tutti a un nuovo mondo dove fossero riconosciute le nostre sacrosante libertà. Da ciò che è stata la nostra vita è scomparsa quasi senza lasciare traccia l´emotività, costruendo un vuoto rischioso che può essere facilmente colmato da programmi e proclami meritocratici, da prospettive di "libertà" della quale il cumulo delle burocrazie su qualsiasi organismo dello Stato ha sedimentato solo divieti e intralci, paralizzando di fatto la voglia (e le speranze) che valesse veramente la pena di vivere. La probabile legge che sarà varata sulla casa, sugli aumenti di volumetria, sulla disinvoltura approvativa, è di per sé sciagurata. Ma pensiamo a quanto male ha commesso la burocrazia, ai piani regolatori sospesi e attuati dopo anni, dove visioni super restrittive hanno bloccato ogni seria iniziativa. E pensiamo alle soprintendenze nelle quali a qualche direttore illuminato e a giovani funzionari zelanti e colti si contrappone una pletora di impiegati ignoranti che blocca (senza regole si badi, ma solo sul piano del "gusto" personale) pratiche e iniziative che avrebbero consentito di programmare tempi e lavoro. Per non parlare, sempre nell´ambito che mi è più famigliare, di norme assurde e incomprensibili che, partendo da un fondamento culturale, al contrario paralizzano da anni ogni attività. Intorno a tante regole, a tante leggi è perciò facile proporre una svolta che dia la sensazione che finalmente un nodo insostenibile è stato "eroicamente" tagliato con un colpo di spada. Alessandro docet! Dei nostri anni Cinquanta sono rimasti molti intellettuali per lo più integrati, e molte macerie di una passione e una speranza che avevamo coltivato. Fra i tanti errori commessi in questi anni, quello più vistoso e che di fatto ha impedito una crescita vera della cultura nelle cose e non astratta e codina sulle cose, è stata la spocchia incontrollata e la discriminazione tanto in auge nei regimi totalitari di destra e di sinistra, che da noi si è trasformata in quel clientelismo di bassa lega sul quale si è fondato il nostro lavoro. E la libertà, quella tanto decantata, è ormai limitata alle cento testate che in definitiva riferiscono con toni diversi le stesse cose e alle passioni profonde, che quelle sì hanno bisogno di spazio vitale, di aria pulita nella quale respirare a pieni polmoni. Delle speranze non resta neppure l´ombra e neppure (se ci facciamo caso) il significato. Perciò abbiamo ben poco da lamentarci, pavidi lacchè del nostro vissuto, se una compagine politica o un personaggio ruspante indica e promette un mondo più attuale e anche più spregiudicato: solo noi saremo i colpevoli senza alibi delle sue conseguenze.

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Le statistiche dicono tutto, ma non raccontano niente. A giorni sapremo come i morti del terremoto s... (sezione: Burocrazia)

( da "Unita, L'" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

ENRICO FIERRO Le statistiche dicono tutto, ma non raccontano niente. A giorni sapremo come i morti del terremoto sono divisi paese per paese, per sesso, per età, per condizione sociale, per il timbro impresso sul passaporto. Ma sono calcoli freddi che non si imprimono nella memoria. Maciniamo numeri davanti alla tv. Tanti morti per le stragi del sabato sera, per le guerre, per gli incidenti sul lavoro. Eppure dietro ogni numero c'è una vita. Le ambizioni bruciate dagli anni e dai fallimenti, e i sogni giovani tutti ancora da vivere. Dietro ogni numero di quei 272 morti del terremoto c'è un pezzo d'Italia che abbiamo l'imperdonabile colpa di non raccontare mai. Uomini e donne, giovani e anziani, studenti e manovali, italiani e stranieri: un paese intero, il paese dei morti. Che parte avrà nella statistica del dopo Rosalba Franco? Strappava la vita a Poggio Picena ed era una lavoratrice precaria al Comune. Ragazza madre con un figlio di dieci anni, dicono in paese. E lo dicono con comprensione, senza mai un accenno di giudizio, perché da queste parti la gente ha imparato ad essere aperta e accogliente. Rosalba è uno dei cinque morti del suo villaggio di mille abitanti. Viveva nel centro storico, la stanza per dormire era al secondo piano, quando l'hanno trovata il letto era al primo. Lei abbracciata al suo piccolo uomo. E della piccola figlia di Grek Pavel, che di mestiere faceva il muratore? Di lei non sanno ancora il nome preciso. Colpa della burocrazia. Perché la bambina era in Italia da pochi giorni, Grek il padre aveva realizzato finalmente il suo sogno, portare la famiglia dalla Moldavia a Fossa, riabbracciare il suo cucciolo di tre anni. Ricongiungimento, si chiama. Lo facevano i vecchi emigranti abruzzesi quando andavano nella loro America. Una vita di pane e cipolla, la casa e poi il "richiamo" per la famiglia. Per Grek e la sua piccola il sogno dell' America che si chiama Italia si è spezzato nella notte di domenica. i grandi campi Sognava i grandi campi. E in un club importante aveva anche giocato, la giovanile della Fiorentina. Un successo, e a soli 14 anni. Poi il fallimento della squadra e il ritorno in Abruzzo, a giocare nel Loreto, a Celano. Sempre con lo stesso impegno. Il "campione" lo chiamavano. Domenica era andato a trovare la sua fidanzata a L'Aquila, in via XX settembre. Alle 3 passate il rombo che annuncia il sisma. La ragazza muore sul colpo, Giuseppe resiste, gli è crollato il soffitto addosso, ma ce l'ha fatta. Muore nella notte tra lunedì e martedì all'ospedale di Teramo. «Con negli occhi il verde del campo da gioco e il ricordo dell'odore dell'erba fresca", dicono i suoi cari amici. E quali erano i sogni dei ragazzi di via XX settembre, quelli della Casa dello Studente? Serena Scipione voleva laurearsi in medicina. Le foto la mostrano allegra, bella e solare. Da medico - confidava alle amiche - voleva andare nei paesi dove c'era più bisogno per salvare vite umane. E' morta con la sua amica Federica Moscardelli, 25 anni. Una forza della natura. Studiava a L'Aquila, ma al suo paese era volontaria della Croce Bianca, frequentava la chiesa e cantava nel coro. ragazzi Ragazzi. Un pianeta indefinibile. Ognuno di loro è un mondo, una storia a sé. Fabio De Felice aveva vent'anni e studiava ragioneria. Lavorava. A Natale aveva fatto un po' di soldi spalando la neve. Domenica aveva anche litigato con i suoi che vivono a Onna e hanno una casa nuova. Solida di ferro e cemento. «Io nonna non la lascio dormire da sola. Ha paura del terremoto». Ha preso le sue cose ed è andato nella vecchia casa di pietra e tufi. Lì ha perso la sua lotta col sisma. Povero Davide contro un Golia che ha scaricato sulle fragili case dell'Abruzzo la forza di cinque atomiche. La nostra Spoon River, storie di tante persone scomparse, di tante speranze e progetti interrotti dal terremoto. Ci sono i ragazzi della casa dello studente, l'immigrato, la bambina, la precaria.

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pronti a sederci al tavolo per il rilancio di marghera - gianni favarato (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 19 - Cronaca «Pronti a sederci al tavolo per il rilancio di Marghera» LA PROPOSTA Sì degli industriali a Galan e Cacciari GIANNI FAVARATO Se il «governatore» Galan, inviterà anche gli imprenditori veneziani al proposto «tavolo» per le bonifiche e lo sviluppo di Porto Marghera, Confindustria veneziana non si tirerà di certo indietro, e nemmeno l'Eni, proprietaria di una grossa fetta di aree industriali dismesse e da riutilizzare per nuove attività. «E' il momento giusto per ragionare tutti insieme, senza pregiudizi, contrapposizioni e distinguo - dice il presidente di Confindustria veneziana, Antonio Favrin -. Porto Marghera è un'area di interesse locale e nazionale che ha un grande futuro. Ma dobbiamo avere il coraggio di affrontare e una buona volta risolvere, il problema del recupero e del riutilizzo delle aree libere, nel quadro di un intervento programmato, complessivo e strategico, che si sappia misurare con il breve e il lungo termine». «I grandi cambiamenti in atto nell'economia globale - riflette Favrin - rendono ancora più impellente la necessità di un cambiamento anche sulla programmazione e lo sviluppo a livello locale». Tra i più importanti associati di Confindustria veneziana c'è anche l'Eni di Paolo Scaroni che attraverso le sue società chimiche, è proprietaria di ampie aree industriali in gran parte dismesse e da bonificare. Erano dell'Eni anche le poche aree dove le bonifiche sono già state fatte (l'ex Agrimont e gli ex depositi Agip) o sono in via di ultimazione (Vecchio Petrolchimico). Paolo Scaroni, veneto di nascita e già presidente degli industriali veneziani, ha fatto sapere che l'Eni «non è contraria a qualsiasi iniziativa che possa accelerare i processi di autorizzazione delle bonifiche e degli interventi di riutilizzo delle aree». Ma a proposito della scelta di chi e di quale struttura o soggetto (un commissario straordinario o un'agenzia) debba gestire il nuovo sviluppo di Porto Marghera, l'Eni precisa che ciò «è di esclusiva competenza e scelta delle istituzioni pubbliche». Anche per Antonio Favrin «sono le istituzioni locali che debbono governare il programma, coinvolgendo anche il Governo in un'operazione di interesse nazionale come lo sviluppo del polo industriale e portuale di Venezia». In quanto agli imprenditori, grandi e piccoli che siano e proprietari o no delle aree di Porto Marghera, Antonio Favrin precisa che «non si tireranno indietro di fronte a progetti di investimento con percorsi certi e accettati, a rischio programmato e con un sicuro ritorno di capitale». Il primo ostacolo da rimuovere sulla strada dello sviluppo, secondo Favrin è la ridda di leggi, spesso contraddittorie e le tortuose procedure previste dalla burocrazia istituzionale per realizzare le bonifiche. «Qualsiasi imprenditore che vuole investire e portare sviluppo a Porto Marghera - spiega il presidente di Confindustria veneziana - deve sapere con certezza quali procedure, metodologie e costi deve affrontare per bonificare le aree, in relazione, naturalmente, al previsto riutilizzo». Per Favrin le attività da valorizzare e sviluppare non possono prescindere dalla presenza delle industrie, comprese quelle chimiche che però «scontano anni di ostilità della popolazione e una grave congiuntura internazionale dei mercati».

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il comune decide di pagare prima (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 3 - Udine Il Comune decide di pagare prima Forniture Pagamenti in anticipo per combattere la crisi. È questa l'ultima misura studiata dal Comune di Udine per dare una boccata d'ossigeno a tutte le aziende che lavorano per l'ente pubblico. Palazzo D'Aronco anticiperà infatti tutti i pagamenti alle imprese impegnate realizzare opere o a garantire forniture. «Se finora per motivi legati alla burocrazia passava circa un mese dalla presentazione di una fattura all'effettivo pagamento - ha spiegato il vicesindaco e assessore alle Attività produttive, Vincenzo Martines -, d'ora in avanti all'atto della presentazione provvederemo al pagamento. Questo vale sia per tutti i cantieri aperti che per le forniture. Per quanto riguarda le forniture gli uffici completeranno una griglia con l'elenco di tutte le scadenze dei pagamenti in modo tale da individuare quelli che potranno essere anticipati. In questo modo cercheremo di dare un piccolo contributo affinché le imprese non restino in difficoltà sul fronte della liquidità. Secondo una prima stima degli uffici - ha concluso Martines - questa "manovra" potrebbe costare al Comune circa 15 mila euro di interessi attivi, ma riteniamo che i benefici per l'economia saranno importanti».

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dall'inviato Fabrizio dell'Orefice MOSCA <È stata una missione che è andata oltre le nostre aspettative>. (sezione: Burocrazia)

( da "Tempo, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

stampa dall'inviato Fabrizio dell'Orefice MOSCA «È stata una missione che è andata oltre le nostre aspettative». Paolo Zegna prova a tirare le somme. E le cifre parlano chiaro, quasi mille imprenditori, cinquecento aziende, 6800 incontri business to business. Il vicepresidente di Confindustria, che ha delega proprio sull'internazionalizzazione, si dice soddisfatto mentre si accinge ad effetuare la sua ultima tappa del viaggio, a San Pietroburgo, mentre il ministro Scajola è volato a Ekaterinburg. Presidente, soddisfazione in particolare per che cosa? «Soddisfazione per una missione di sistema che è la più grande che il nostro Paese abbia mai fatto all'estero». Secondo lei perché la Russia ha riscosso questo successo? «Anzitutto comincia ad essere opinione diffusa che la crisi economica si può vincere. E si può vincere andando all'estero, provando a varcare i nostri confini, rischiando. Andando insomma a cercare nuove occasioni di business». D'accordo, ma perché a Mosca? «Le nostre imprese hanno capito che qui c'è terreno fertile, mi pare evidente. E poi indubbiamente ha giocato un ruolo fondamentale il fatto che tra i due Paesi, in particolare a livello politico, c'è un rapporto molto stretto. Lei ha visto il rapporto che c'è tra tra i due primi ministri, Berlusconi e Putin. E come lo ha visto lei lo abbiamo visto tutti». E questo che cosa vuol dire? «Vuol dire non solo le grandi imprese ma anche le piccole e le medie si possono sentire con le spalle coperte. Queste condizioni hanno spinto verso il successo questa missione». Forse la svolta è proprio che le piccole imprese spingono verso l'internazionalizzazione? «È il grande dato di questa tre giorni. Qualcosa è cambiato anche nel nostro sistema. Ora dobbiamo andare avanti, non fermarci qui». Presidente non neghiamo le difficltà: giurisdizione incerta, burocrazia e corruzione sono i grandi ostacoli investire in Russia «È per questo che la nostra presidente Emma Marcegaglia ha proposto di sostenere l'ingresso della Russia all'interno dell'Organizzazione mondiale del commercio.

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L'Ance Verona chiede più serietà nell'edilizia e un piano sismico (sezione: Burocrazia)

( da "Finanza e Mercati" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

L'Ance Verona chiede più serietà nell'edilizia e un piano sismico da Finanza&Mercati del 09-04-2009 Senza un completo piano sismico non si può parlare di edilizia antisismica, ci vuole più serietà da parte di tutti gli operatori dell'edilizia e dei committenti, non solo da parte dello Stato. Questo il parere espresso dall'Ance Verona, l'associazione nazionale costruttori edili della città veneta, a pochi giorni dalla tragedia in Abruzzo. «No all'allarmismo, sì all'attenzione - ha affermato il presidente di Ance Verona, Andrea Marani - solo oggi possiamo parlare di edilizia antisismica, fino a ieri eravamo a livello di pensiero. Domani, si comincerà a costruire. Forse. Perché ad oggi, le istruzioni per l'applicazione delle norme tecniche di costruzione hanno qualche mese e sono in uno stagno di burocrazia. Perché la ristrutturazione degli edifici storici (la maggior parte degli edifici dei centri storici italiani) è un'impresa titanica, tra vincoli ambientali e ancora la burocrazia. A Verona lo sappiamo bene, si pensi a tutti i reperti archeologici che spuntano dal terreno ad ogni scavo. Perché gli stessi committenti non sono disposti a spendere il giusto per avere maggiore sicurezza, l'esempio dovrebbe avvenire dal pubblico con scuole, ospedali, musei e le altre strutture». Circa il 25% del costi di una costruzione normale è imputabile alle strutture, attualmente, il resto se ne va in impianti e in finiture, osserva ancora l'Ance. Il privato è disposto a spendere molto per le mattonelle, per gli infissi e i pavimenti, per ciò che si vede, meno per ciò che sta dentro alla casa. «L'Italia non è il Giappone, - prosegue Marani - non abbiamo strutture secolari di legno, abbiamo preziosi edifici di mattoni, marmi e pietra. Si pensi all'Arena, uno splendido, magnifico esemplare di architettura romana destinato forse ad accasciarsi in caso di sisma: ma che fino ad ora ha sopportato varie scosse sismiche, abbassandosi dal livello originario. I committenti debbono sapere che una casa ha una sua vita, come l'uomo, necessita di check up e di attenzione continui». Per costruire in sicurezza, ci vuole anche professionalità da parte delle imprese, che agiscano nelle regole, rispettando tutte le norme che disciplinano la sicurezza nei cantieri e sul lavoro ed è per questo che sono contro il massimo ribasso. «Che le imprese siano serie, sennò debbono uscire dal mercato, ma uguale serietà la pretendiamo dai direttori lavori, dai progettisti e dai committenti, ci vuole maggiore responsabilità da parte di tutti noi, per evitare che tragedie come quella d'Aquila restino solo un brutto ricordo», conclude Marani.

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stop alla burocrazia per s. celestina (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 7 - Pistoia Stop alla burocrazia per S. Celestina Dopo multe e polemiche, il Comune si accollerà la parte amministrativa Alla Som Baccarini spetterà soltanto l'organizzazione delle varie manifestazioni SAN MARCELLO. L'amministrazione comunale assieme alla Soms Baccarini saranno fianco a fianco nell'organizzare la logistica e la parte burocratica della prossima festa patronale di Santa Celestina. Questa è una novità per quanto riguarda il variegato mondo delle associazioni. Lo rendono noto l'assessore al turismo e del tempo libero David Ulivagnoli e Davide Ferrari, assessore alla semplificazione amministrativa, dopo le pressioni ricevute dal presidente della Soms Stefano Gaggini, proprio il giorno successivo all'ultimo lancio della tradizionale mongolfiera che chiude la stagione turistica estiva nel capoluogo. Che fosse diventato maledettamente complicato fare una domanda in modo corretto per organizzare una qualsiasi manifestazione nel comune di San Marcello, è un dato di fatto. Come è un dato di fatto che la legge deve essere rispettata e i vincoli sono aumentati. Di questo nel capoluogo montano ne sono testimoni le quattro contrade, con il loro clamoroso sciopero per colpa della troppa burocrazia, di lacciuoli e leggine che hanno costretto i quattro borghi a cessare la loro attività, confluendo nel comitato San Marcello 3000 con la sola eccezione della contrada Port'Arsa, che ha proseguito il suo cammino e le sue feste. Per non parlare poi delle domande sbagliate per l'assegnazione dell'ex Maeba da parte tutti i partecipanti e delle varie multe per la mancata presentazione della Dia. Di questi problemi ne ha sofferto anche la Baccarini, non per le sanzioni amministrative o per domande errate, ma perché organizzare ad esempio il lancio della mongolfiera, richiede una conoscenza della materia aviatoria che i volontari non hanno, con leggi che cambiano una volta al mese: e il continuo andare e venire dentro il palazzo comunale logora e viene voglia di smettere. «Il 9 settembre mi incontrai con il sindaco Carla Strufaldi per manifestare il mio malessere - dichiara Stefano Gaggini - o ci prendiamo pari responsabilità o non organizzeremo più i festeggiamenti dell'8 settembre. Si prosegue solo se siamo aiutati dall'amministrazione, perché la festa impegna i nostri soci sin da aprile. E' una richiesta che risale e che avevamo fatto anche all'allora sindaco Alessandro Bini (1996). Lavoriamo tutti per il paese con rischi anche di prenderci una denuncia penale». «Considerato che la festa religiosa di Santa Celestina richiama nel capoluogo anche oltre 4000 presenze e considerando che è la festa patronale - dichiara l'assessore al turismo David Ulivagnoli - il Comune di San Marcello metterà da ora in poi a disposizione degli organizzatori i nostri uffici e il nostro personale tecnico per agevolare il lavoro dei volontari della Soms Baccarini. Una figura analoga sarà individuata anche dalla Baccarini e questo dovrebbe snellire la filiera burocratica e agevolare il lavoro dei volontari». Alessandro Sisi

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"petruzzelli in affitto solo per 15 giorni" - antonio di giacomo (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina II - Bari "Petruzzelli in affitto solo per 15 giorni" La proposta della Fondazione alla famiglia: "Pagheremo tutto noi" Il sindaco contatta gli avvocati "Incertezza sull´apertura ora decidiamo" ANTONIO DI GIACOMO «Dateci il Petruzzelli in affitto». Suona come una provocazione ma quella del sindaco Michele Emiliano, nella sua qualità di presidente della Fondazione lirico sinfonica, è una proposta. Rivolta già ieri mattina alla famiglia Messeni Nemagna, attraverso due colloqui intercorsi con i legali Ascanio Amenduni e Michele Costantino. Certo perché ciò avvenga è pur sempre necessario che il teatro venga riconsegnato alla famiglia, se non allo stesso ente lirico. Ma sulla consegna è ancora buio fitto, almeno fino ai lavori del consiglio di amministrazione della Fondazione di ieri mattina. «Il nostro è un estremo tentativo di smuovere le acque, perché - spiega Emiliano - non abbiamo notizie delle intenzioni del ministero, né il suo rappresentante in seno al cda, l´avvocato Mario Carrieri, è informato sulle prospettive della consegna. Ora, in attesa che il ministro Bondi esprima un parere sulla validità del protocollo d´intesa del 2002, ho proposto che si affitti il Petruzzelli almeno per La Valchiria di Richard Wagner. Per 15 giorni o il tempo che sarà necessario all´allestimento dell´opera. Ebbene, il cda non ha ritenuto di dover esprimersi in proposito». Un silenzio assenso che ha spianato la strada alla proposta di Emiliano che, già ieri mattina alla chiusura dell´incontro in Fondazione, ha preso il telefono e contattato personalmente Amenduni e Costantino per formalizzare la proposta d´affitto del Petruzzelli manifestando, allo stesso tempo, la piena disponibilità dell´ente a farsi carico di qualsiasi voce di spesa, dall´assicurazione alla guardiania del teatro. Qualcosa, del resto, dovrà pur accadere entro i prossimi dieci giorni se è vero com´è vero che, al rilascio del certificato di collaudo tecnico amministrativo del politeama, l´impresa Ricostruzione Petruzzelli sarà obbligata a consegnare le chiavi del teatro al commissario straordinario di governo Angelo Balducci. è in questa chiave che l´idea di Emiliano acquisisce una sua plausibilità, evidentemente non solo provocatoria. Certo i vortici della burocrazia potrebbero anche risucchiare dentro un buco nero il completamento dell´iter del collaudo tecnico amministrativo, ma voci di corridoio escluderebbero la possibilità di tenuta di questa ipotesi. Alla fine l´unico ostacolo a restare in piedi sarebbe soltanto il rilascio dell´agibilità. Questione di giorni, insomma, per capire quali scenari potranno prefigurarsi e se La Valchiria, in un modo o nell´altro, riuscirà ad acquisire diritto di cittadinanza sul palcoscenico del Petruzzelli. Ed è proprio nell´attesa che si sciolgano questi nodi che il sovrintendente Giandomenico Vaccari ha optato per un rinvio della presentazione ufficiale della stagione lirica 2009.

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"bollette e mutui, le banche ci assediano" - (segue dalla prima pagina) dal nostro inviato (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 11 - Cronaca "Bollette e mutui, le banche ci assediano" Sfollati sotto pressione per i pagamenti. E spunta la borsa nera: carne a 80 euro il chilo L´allarme Sacconi rassicura: posticiperemo i versamenti Ma i terremotati non si fidano Angoscia e rabbia nei paesi distrutti: da pagare auto schiacciate e case distrutte (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) DAL NOSTRO INVIATO giampaolo visetti TEMPERA Gli chiede anche se ha «riportato lesioni invalidanti». «Mi sono rimasti 5 euro - risponde Antonini - e il lavoro non l´ho più». Monta così, nei paesi distrutti dal terremoto, l´angoscia e la rabbia. «Dormiamo su una branda - dice il taxista Francesco Colajanni a Onna - e certe banche ci fanno capire di essere pronte a pignorare anche le macerie. La mia auto è schiacciata sotto la chiesa. Non posso lavorare e non possono pagare le rate. A Paganica e Monticchio ci sono artigiani che hanno fatto ipoteche per acquistare macchinari: già ieri sono inseguiti da banche, assicurazioni e fornitori, che ricordano le scadenze». Le rassicurazioni del ministro Sacconi nel primo pomeriggio -"faremo posticipare per qualche tempo i pagamenti" - , non placano l´indignazione. Migliaia di famiglie, nell´Aquilano, si sono indebitate per la casa, o per mettere in piedi negozi, bar, imprese. Hanno perso tutto e sotto le tende, o rifugiate in auto, si sentono raggiungere da ingiunzioni di pagamento. «Non vedo differenza - dice Gianfranco Gritti, impiegato di un´impresa chiusa - con gli sciacalli che rubano sotto le macerie». Ieri la polizia non ha fermato solo due presunti ladri a Onna. Tre persone sono state sorprese a svaligiare i detriti di San Gregorio. A Paganica una coppia delle Marche, con addosso false giacche della protezione civile, ha rischiato il linciaggio. Usciva dall´abitazione di una famiglia sterminata con i gioielli nascosti in una borsa da medico. A Pizzoli, secondo le agenzie, un furgone ha tentato di vendere carne a 80 euro al chilo. Gli adulti, nelle tendopoli, pensano a «comitati di difesa». Iniziano però a confrontarsi con i drammi del futuro. La maggioranza non ha più una fonte di reddito. Molti ricevono la notizia di licenziamenti, o cassa integrazione. «Per ora ci danno un pasto e una tenda - dice a Bazzano Celestino Eusani - ma non sappiamo cosa dire ai nostri figli. Finiti i primi aiuti, conosceremo il volto della miseria». Per centinaia è uno spettro già reale. I sopravvissuti, fuggiti in pigiama, non hanno soldi. Carte e portafogli sono perduti. Negli accampamenti, eretti da soccorritori di straordinaria generosità, non possono permettersi nemmeno di acquistare la benzina, o un dentifricio. La gente che dorme nelle auto, per riscaldarsi, è costretta ad accendere il motore. Da ieri si dorme al freddo. A mezzogiorno, dalle frazioni dell´Aquila, colonne si dirigono verso il capoluogo. Gli sfollati cercano bancomat, invano. Solo un sportello, nel capoluogo, distribuisce ancora denaro. Per ritirare cento euro l´attesa è di due ore. Nei paesi le banche sono chiuse, o inagibili. Dal pomeriggio aprono alcuni sportelli postali volanti. Tre vecchi hanno potuto ritirare la pensione. «Per fare il pieno - dice a Barisciano Fernando Olivieri - ho dovuto fare una colletta. Questa notte, a due gradi sotto zero, mia madre si è messa a tossire ed è finita all´ospedale». Le pompe sono ancora a secco. Qualcuno, nel piazzale di un ipermercato dell´Aquila, vende taniche di carburante a 5 euro il litro. Vaga gente strana che distribuisce biglietti con la scritta «presto soldi e compro ori». Per questo chi si è salvato chiede di «fare presto». La povertà è insidiata del cinismo di moltiplicati rapaci. Ma soprattutto si prega di non ripetere «le finte ricostruzioni già viste». «Ci fanno paura - dice Daniele Marrana - i politici, i loro portaborse, i funzionari locali e la burocrazia corrotta. Dove stanno finendo gli aiuti per l´Abruzzo? Chi controlla gli importi? Come e da chi verranno distribuiti e fondi»? E´ inutile tacerlo: gli scampati ai crolli non si fidano «delle troppe promesse televisive di questi giorni». Ad Onna, in poche ore, sfilano i ministri Zaia e La Russa, il leader del Pd, Franceschini. L´accoglienza, se non fredda, è una mediazione tra il fastidio e l´indifferenza. Un brusio ostile si alza quando Zaia, alla tivù tedesca, chiede ai turisti germanici di «comprare zafferano e vino Montepulciano». Gli sfollati, con le coperte addosso e in ciabatte, non lo capiscono. Cercano biancheria, sapone, scarpe, sacchi a pelo asciutti: non se la sentono di ripetere che la stalle sono crollate e che la campagna non verrà seminata. Verso sera si riuniscono per formare un comitato. «Le dichiarazioni - dice il medico Franco Papola - devono diventare fatti. Temiamo che tra una settimana ci si dimentichi che i nostri paesi vanno ricostruiti». Nelle tende, prive di fornelli, la notte si gela. L´umidità della condensa piove sulle brande. Vecchi e bambini tremano e piangono. In alcuni campi inizia a scarseggiare l´acqua e i bagni chimici sono fuori uso. «Già a settembre - dice Gianluca Chiaretti, falegname di Tempera - il Gran Sasso scarica freddo. Poi nevica. Senza prefabbricati solidi non si può tirare un inverno». A Paganica, a mezzogiorno, il governatore trentino Lorenzo Dellai promette che entro dieci giorni arriveranno in Abruzzo le prime dieci casette di legno. Altre duecento saranno costruite presto. «Doneremo - dice - anche un edificio pubblico antisismico in legno, fino a sei piani». I paesi colpiti però si svuotano. I centri, pericolanti e transennati, ormai sono deserti. Dopo le ultime scosse a migliaia hanno accettato di andarsene, lungo la costa. A Bazzano, l´altra sera, è crollata improvvisamente la facciata della chiesa. Mezz´ora dopo duecento persone, sfinite della tensione, hanno lasciato il paese. Forca di Valle, nel pomeriggio, ha sepolto Paolo Verzilli. Il primo funerale, in regione. Uno studente, falciato nella sua stanza a L´Aquila.

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il comitato per l'autonomia ai politici: intervenite a sostegno dell'università (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 7 - Regione Il Comitato per l'autonomia ai politici: «Intervenite a sostegno dell'università» La polemica UDINE. Il Comitato per l'autonomia del Friuli interviene a difesa dell'università dopo gli annunciati tagli. «Si viene a sapere che la scure del Ministero taglierà nella Facoltà di medicina di Udine dieci scuole di specializzazione e in quella di Trieste sei. Si parla poi di accorpamenti tra scuole della Regione per così dire autonoma», afferma Gianfranco D'Aronco, presidente del Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli. «Si sapeva da tempo che la Facoltà udinese di medicina primeggia in Italia, mentre nessun personaggio politico in visita da noi non manca di esaltare le virtù dei friulani, additandoli ad esempio - continua -. I rettori Compagno di Udine e Peroni di Trieste hanno immediatamente protestato per la celerità e l'implacabilità del provvedimento, deciso nelle segrete stanze della burocrazia centrale. Fatto sta che i criteri di merito sono stati ignorati, con evidenti sperequazioni a favore di grossi atenei e di potenti appoggi politici», ha detto ancora D'Aronco. «Ricorrere al Tar, si è sottolineato, è tempo perso - ha aggiunto il presidente del Comitato -. I nostri specializzandi della intera regione dovranno andare a Padova, a Verona o a Modena, mentre Udine perderà di riflesso consistenti risorse economiche. Non vedo quali speranze si possano nutrire, specie per il Friuli, al solito penalizzato e privo di rappresentanti in seno al Governo. Ma abbiamo dei politici da noi eletti, a Roma e a Trieste. Se ci sono, battano un colpo», conclude D'Aronco.

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Cara Italia, puoi ripartire dalle tue virtù (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-09 - pag: 14 autore: L'ECONOMIA E LE IDEE ... Cara Italia, puoi ripartire dalle tue virtù I n questi giorni la tragedia del terremoto in Abruzzo porta in primo piano, insieme al dolore e alla paura, anche la forza, l'orgoglio, lo spirito di partecipazione degli italiani. La volontà di affrontare il disastro, pur nella ferita profonda delle tragedie personali, è emersa di pari passo con l'avanzare di una vera e propria ondata di solidarietà,con l'impegno dei volontari e la spontaneità delle donazioni. Gli italiani stanno dimostrando ancora una volta di essere capaci di grandi slanci nelle situazioni di emergenza, di avere volontà e forza d'animo e anche di riuscire a organizzare gli interventi sulla base delle competenze e dei bisogni. Ma ci si può chiedere come mai le virtù private tendano nella normalità a diventare quasi regolarmente vizi collettivi e, nella stessa prospettiva, come mai il grande spirito imprenditoriale debba avanzare tra le mille difficoltà del peso della burocrazia, della lentezza dell'amministrazione, della complessità delle procedure. Piero Ottone, giornalista di lungo corso, traccia nel suo ultimo libro un quadro degli ultimi cinquant'anni dell'Italia con un grande affetto (partendo dal titolo Italia mia), ma insieme con l'amaro realismo di chi misura la distanza tra le grandi potenzialità e le difficoltà quotidiane. Con la sua analisi Ottone ha un obiettivo ambizioso, quello di aggiornare uno dei maggiori successi, soprattutto all'estero, dell'editoria italiana negli anni '60: Gli italiani di Luigi Barzini. Ne esce un affresco ricco di personaggi, tratteggiati con stile ed eleganza, con giudizi anche sferzanti, ma che aiutano puntualmente a ricostruire le più recenti e importanti vicende politiche ed economiche. La realtà italiana è letta sul filo conduttore delle traversie del giornalismo, di cui Ottone, direttore prima del Secolo XIX e poi del Corriere della Sera, è stato uno dei protagonisti. Traversie che peraltro sono strettamente intrecciate con le personalità, come Gianni Agnelli e Carlo De Benedetti, che hanno avuto una parte determinante nelle trasformazioni economiche del Paese. Al fondo resta un giudizio disarmante: «Ci sono gli individui di valore – scrive Ottone – ma gli individui, per avere successo, per affermarsi, per imporre i loro criteri e il loro stile, insomma per rendere, devono fare squadra». E ancora: «A livello nazionale la squadra manca, non si è mai fatta: non c'è una classe dirigente paragonabile a quella dei grandi Paesi occidentali».L'accusa più forteè rivolta così alla classe politica i cui esponenti «sono impreparati, inefficienti, inaffidabili». Eppure resta sempre valido il paradosso del calabrone, in teoria troppo pesante per volare con quelle piccole ali, ma che, non sapendolo, continua a volare. Anche l'Italia ha il peso di una politica che non vuole riformare se stessa, eppure il Paese riesce ad affermarsi, ad affrontare le emergenze come i terremoti, ma anche a organizzare, inventare e trovare nuove strade per produrre e creare valore. I difetti ci sono: ma già la capacità di riconoscerli è fare un passo avanti per affrontarli. © RIPRODUZIONE RISERVATA http://gianfrancofabi.blog.ilsole24ore.com/ “ LA CITAZIONE «Da noi non c'è una classe dirigente paragonabile a quella dei grandi Paesi occidentali» PIERO OTTONE Dal libro Italia mia, Longanesi, pagg. 190, à 15,00 di Gianfranco Fabi

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Terna, bloccati 6 maxiprogetti (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-04-09 - pag: 21 autore: Energia. La società che gestisce la rete elettrica replica alle contestazioni dell'industria sui prezzi Terna, bloccati 6 maxiprogetti L'obiettivo è risolvere la congestione del sistema di distribuzione Marco Alfieri MILANO Più investimenti nella rete per ridurre i costi finali dell'energia. Grandi aziende e produttori di elettricità riuniti in Confindustria e molto spesso in polemica tra loro, hanno trovato un punto in comune nel denunciare i colli di bottiglia di Terna, il gestore della rete elettrica nazionale. Il «Sole 24 Ore» lo ha raccontato ieri. Secondo produttori e clienti, gran parte dei problemi di extracosto derivano proprio dalle strozzature sulle connessioni di trasporto di energia. «Le accuse in realtà sono falsee fuorvianti», non si fa attendere la replica di Terna. «Ed è singolare che produttori e consumatori, solitamente antagonisti, accusino il gestore che ha come priorità la missione di trasportare l'energia e costruire reti, mentre il costo dell'energia in Italia è il più alto che si registri in Europa e nel mondo». Ovviamente «una parte dei ritardi è ascrivibile a difficoltà autorizzative ed alle opposizioni locali nei confronti delle nuove infrastrutture», questo in Confindustria lo si ammette senza problemi. Tuttavia, si ripete, «è necessaria una maggiore focalizzazione di Terna nei confronti degli investimenti previsti nei piani di sviluppo della rete di trasmissione nazionale». Anche qui, però, il Gestore ricorda «di aver quadruplicato gli investimenti passando dai 200 scarsi annui del 2004 ai circa 800 milioni del 2008». E «il 70% degli investimenti già realizzati (San Fiorano/Robbia, Turbigo/Rho e Rizziconi/ Laino) serve proprio a decongestionare la rete e ad eliminare i famosi colli di bottiglia, sia in termini di portata elettrica che di pieno utilizzo degli impianti». Dunque è vero, come dicono produttori e consumatori, che ci sono strozzature sulla rete, «ma non dipendono da noi, bensì dai ritardi autorizzativi come ben sanno anche le aziende produttrici », sostiene Terna. Tempi che in Italia superano di 2/3 volte quelli di realizzazione delle infrastrutture. Sei anni per la burocrazia, due anni per i cantieri. Di più. Negli ultimi anni Terna ha presentato 6 progetti strategici per risolvere le principali congestioni del sistema elettrico, alcuni addirittura giacciono nei cassetti dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico dal 2006. Si tratta degli elettrodotti Sorgente- Rizziconi, del Foggia-Benevento, del Fusina-Dolo-Camin, della razionalizzazione di rete dell'area di Lodi, dell'elettrodotto Redipuglia-Udine ovest, e del Trinio-Lacchiarella, per un totale investimenti, spalmati sul prossimo decennio, di circa 6 miliardi. Ma soprattutto, precisa il Gestore, «i costi legati agli oneri del dispacciamento energia di competenza Terna incidono per il 5% sul prezzo del MWh, in media europea». Mentre i prezzi dell'energia prodotta restano i più alti d'Europa e scendono meno prontamente che nel resto del continente quando calano i prezzi delle materie prime. «Il che significa che anche abbattendo inefficienze nel trasporto si taglierebbero strozzatute che gravano per 4 euro su 80 del costo totale (è 50 negli altri Paesi)», precisa Gianni Armani, direttore Operation Italia di Terna. «Curiosamente, invece, il capro espiatorio diventa la rete di trasmissione». Infine c'è l'annosa questione degli incentivi premiali e delle sanzioni. Secondo le imprese energivore e Assoelettrica, «gli attuali meccanismi previsti dall'Autorità garante per il sistema di trasmissione continuano ad essere inadeguati perché, a differenza di quanto accade in altri paesi Ue, premiano i risultati positivi senza penalizzare il mancato raggiungimento degli obiettivi». In sostanza, la tariffa media da riconoscere a Terna dovrebbe variare in aumento o in diminuzione secondo i risultati ottenuti nella riduzione dei costi delle congestioni. «Nessun problema a discuterne », assicura Stefano Conti, direttore Rapporti Istituzionali di Terna, «a patto che qualunque meccanismo di valutazione parta dal momento del rilascio delle autorizzazioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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ROMA - E' partito alle 6 e mezzo del mattino da Roma, senza dire niente a nessuno, nemm... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Giovedì 09 Aprile 2009 Chiudi di CLAUDIO RIZZA ROMA - E' partito alle 6 e mezzo del mattino da Roma, senza dire niente a nessuno, nemmeno al partito, per evitare clamori e codazzi. Accompagnato dal fido Piero Martino e dai due poliziotti della scorta. Alle 7,40 l'auto di Dario Franceschini, leader del Pd, è arrivato a Onna, il paese svanito. La gente dormiva ancora nelle tende. Freddo pungente, 3 gradi. Ha raccontato: «Volevo parlare con le persone senza intralciare i soccorsi. Una cosa sono le autorità, che devono andare, un'altra i politici, di cui non c'è bisogno». Nella tragedia cambia anche lo stile dei politici, induce sobrietà e rispetto. Franceschini non le ha cercate, le autorità. Ha parlato in strada con gli operatori della protezione civile, con i vigili del fuoco, e le voci più vere hanno confermato le impressioni: la macchina dei soccorsi ha funzionato a meraviglia. I pompieri romani erano sul terremoto già alle 5 e mezza di lunedì mattina. Da Emilia, Friuli e Marche la protezione civile era già in moto alle 5, e alle 7 in zona. Tutto tempestivo, nessun bluff mediatico. «Al governo abbiamo detto che siamo pronti a discutere i provvedimenti di urgenza per l'Abruzzo per accelerare al massimo l'approvazione dei provvedimenti che possono servire a superare l'emergenza»: l'aveva già detto alla Camera, la collaborazione l'ha confermata ieri. E ha setretto la mano a Bertolaso. Negli occhi e nel cuore l'impressione di tanti: visi smarriti che non vedono futuro, perciò imbambolati e annichiliti. Il centro dell'Aquila, città ormai morta: e si capisce perché il governo parli di new town, perché solo una nuova città potrà rinascere, ma mai quella che c'era e non ci sarà più. L'indignazione per le case giovani crollate miseramente, accanto a certe vecchie ben costruite e viceversa: un'ecatombe senza logica, figlia di finti cementi, di rischi demenziali e burocrazie irresponsabili: «Il rispetto e il miglioramento delle norme antisismiche» va imposto subito. Poi la mobilitazione straordinaria, che allarga il cuore e il futuro incerto che lo restringe. Due ore dopo, il ritorno a Roma: «Convocate una conferenza stampa, torniamo dall'Abruzzo». E al Pd sono caduti dalle nuvole.

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(sezione: Burocrazia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

«Da tre anni aspetto qui i miei figli Così lotto contro la burocrazia» --> Eki, nigeriana, racconta le telefonate al Consolato e i lunghi silenzi Giovedì 09 Aprile 2009 BERGAMONDO, pagina 39 e-mail print Eki Okpogie, trentanovenne nigeriana, dal 2005 sposata con un italiano, non si perde d'animo. Da undici anni è in Italia e lontana dai suoi quattro figli. Cuore di madre e voglia di riunire la famiglia le danno la forza di perseverare contro i silenzi del Consolato generale d'Italia a Lagos, capitale della Nigeria. Dopo tre anni di insistenza, i primi risultati. Secondo una circolare del ministero dell'Interno, il ricongiungimento familiare richiesto da cittadini stranieri coniugati a italiani dovrebbe seguire un percorso agevolato: non serve il nulla osta rilasciato dagli Sportelli Unici, basta richiedere il visto d'ingresso alle rappresentanze consolari italiane all'estero. Nella realtà è un percorso ad ostacoli. Il legislatore non ha fatto i conti con i consolati esteri. «Scatole chiuse, inaccessibili, raggiungibili per telefono dopo ripetuti tentativi. Benché consolati italiani, vieni ascoltato solo se parli in inglese, sperando che la comunicazione non si interrompa. Trovare anche la persona competente è un'odissea. Quello che dovrebbe essere un percorso agevolato si svela l'opposto. È più snella la via del nulla osta, evita comunicazioni a distanza» spiega Valentina, dello sportello Anolf Cisl. Casi come quelli di Eki sono particolari. La normativa da applicare è a metà tra quelle per comunitari e extracomunitari: una sorta di visto per familiari a seguito senza richiesta del nulla osta allo Sportello Unico, essendo coniuge di un italiano. Il familiare straniero di cittadino italiano o comunitario non deve richiedere il nulla osta allo Sportello unico, ma direttamente il visto in Ambasciata. I cittadini extracomunitari regolarmente soggiornati in Italia devono invece inoltrare domanda di ricongiungimento familiare per via telematica al ministero dell'Interno, che la inoltra al competente Sportello Unico. Lo sportello chiamerà il richiedente perché presenti la documentazione necessaria relativa ad alloggio e reddito e rilascerà una ricevuta. Verificata la sussistenza dei requisiti, entro 180 giorni dalla ricezione dell'istanza, si rilascia il nullaosta da spedire al parente da ricongiungere. Questi lo presenterà all'autorità consolare italiana all'estero per ottenere il visto di ingresso. Entro otto giorni dall'ingresso in Italia, il familiare deve andare allo Sportello Unico per richiedere il primo ingresso per motivi familiari. Per legge Eki ha saltato questi passaggi, ma la vita gliene ha presentati altri. È arrivata in Italia nel 1998 sotto raggiro, dopo cinque mesi nascosta nelle stive delle navi e nei bagagliai delle auto. Le avevano promesso che avrebbe lavorato come badante, invece è stata vittima del racket nigeriano della prostituzione. Tre anni sulla strada per pagare il riscatto e riavere il passaporto. Poi la libertà e il matrimonio con l'italiano che l'ha aiutata a cambiare vita. Lavora da anni nella lavanderia di una casa di riposo. È regolare, inserita. Grata alla Provvidenza, crede che qualcuno la aiuti anche questa volta, per porre fine al calvario del ricongiungimento con i figli: Austin Odemwingie Aghedo di 23 anni, Ikponmwosa Sharp Aghedo di 19, Joy Ehis Aghedo di 17 e la piccola Efosa Holy Aghedo di 12 anni, ora dalla sorella, vedova e con altri quattro figli a carico. La nuova odissea di Eki è iniziata nel 2006, quando si rivolse all'Anolf Cisl per inviare al Consolato generale la domanda per visto di ingresso per i figli. Dalla Nigeria nessuna risposta. Chiese allora ad una ditta di Milano di inoltrare domanda di assunzione per il figlio maggiore, così che potesse entrare con i flussi. La ditta accettò ma, avvisata dopo un anno dalla Questura che era pronto il nulla osta per Austin, disse che ormai non aveva più bisogno del giovane. Dalla Nigeria arrivavano notizie sempre più drammatiche: Austin, esasperato, era disposto a prendere una barca pur di raggiungere la madre. Eki lo convinse a fermarsi, ma non si arrese: all'inizio del 2007 inoltrò domanda di visto turistico sempre al Consolato ma, a dicembre dello stesso anno, le risposero che la domanda era stata respinta. Eki ebbe un momento di sconforto. Nell'autunno del 2008 Adriano Allieri, co-presidente Anolf, inviò una mail al Consolato chiedendo chiarimenti in merito alle modalità di ricezione delle richieste di visto. Nessuna risposta. Lo scorso 30 ottobre, l'Anolf inviò al Consolato una nuova domanda di richiesta di visti di ingresso per il ricongiungimento familiare dei quattro figli. Passano più di tre mesi: «Dopo innumerevoli telefonate, lo scorso 11 febbraio sono riuscito a parlare con il capo Ufficio visti del consolato in Nigeria - spiega Allieri - per sentirmi dire che le difficoltà di comunicazione sono dovute alla mancata erogazione di corrente quattro giorni su sette, con conseguenti pc che si fulminano, a cui si aggiunge la scarsità del personale. Per la pratica mi è stato detto di inviare la richiesta di legalizzazione dei documenti di stato civile dei figli. Procedura seguita. Ora qualcosa si sta muovendo». A febbraio Eki è tornata in Nigeria, dopo 11 anni. È andata subito in Consolato «prima di riabbracciare le uniche gioie della mia vita - racconta -. Ma facevano entrare solo nigeriane accompagnate da marito italiano, e io ero sola. Mi hanno detto di andare nella banca per pagare la tassa per la legalizzazione. Ora i miei figli sono stati chiamati per il test del dna. Lo farò anch'io, non mi interessano i costi, li voglio qui. Vedendoli ho pianto. Austin mi ha preso in braccio, mentre l'ultima figlia non mi riconosceva nemmeno. Mi immaginava grassa. Spero di riabbracciarli presto in Italia, nessuna madre dorme tranquilla con i figli lontani». Daniela Morandi 09/04/2009 nascosto-->

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sfollati, aboliti i libretti sanitari - saverio occhiuto (sezione: Burocrazia)

( da "Centro, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 40 - Altre Sfollati, aboliti i libretti sanitari Meno ostacoli burocratici, corsie preferenziali al pronto soccorso La Asl: «Ora tocca a distretti e ambulatori fare la loro parte» SAVERIO OCCHIUTO PESCARA. Ora tocca ai medici di base, ai Distretti sanitari, al territorio. L'appello è partito ieri mattina dal pronto soccorso dell'ospedale di Pescara, dove il primario Alberto Albani e la sua équipe sono stati costretti a fronteggiare una nuova ondata di terremotati provenienti dall'Aquilano, dopo quella drammatica di lunedì. Sono le famiglie che hanno cercato riparo sulla costa. Il problema che si è posto, spiegava ieri mattina Albani, è quello di superare la «burocrazia». Gran parte dei terremotati che hanno trovato sistemazione negli alberghi della costa sono privi di documenti e tesserini sanitari. Così, in un vertice convocato ieri mattina nella sede della direzione amministrativa dell'ospedale, in accordo con la Regione, si è deciso di attivare subito le associazioni dei medici per fronteggiare «sul territorio», tra ambulatori medici e distretti Asl, quella che si annuncia come una emergenza lunga, molto più lunga del previsto. La prima indicazione fornita ai medici di base (questa mattina dovrebbe essere ufficializzata dalla Asl), è quella di firmare le ricette necessarie alle persone provenienti dalle zone terremotate, anche in assenza di documenti e tesserini sanitari, scrivendo sul ricettario la frase "Emergenza terremoto" che consentirà poi ai medici e alle farmacie di ottenere i rimborsi dalla Regione. In altre parole, spiegava ieri mattina un portavoce della Asl, i terremotati provenienti da fuori provinvcia verranno considerati a tutti gli effetti come dei «residenti» per cui i medici di base potranno trattarli come se fossero dei loro pazienti. «Io lo sto già facendo da lunedì», spiega il dottor Sandro Damiani, medico chirurgo impegnato da anni con la Caritas nell'attività di volontariato. «Chi viene nel mio ambulatorio in queste ore, dalle zone colpite dal terremoto, è semplicemente un abruzzese in cerca di aiuto e non vado certo a chiedere se ha con sè il tesserino sanitario. Posso essere solo felice se la Asl e la Regione hanno deciso di superare tutti gli ostacoli burocratici sui ticket e l'assistenza in questa fase di eccezionale emergenza». Damiani, come altri medici volontari, ha già battuto a tappeto gli alberghi della città. Ha incontrato i familiari dei traumatizzati dislocati nei vari reparti dell'ospedale. Tra loro c'è gente anziana che era già in cura nei centri dell'Aquilano e che ha bisogno di medicine, esami diagnostici, protesi, ginecologi. Un'anziana proveniente dall'Aquila ha perso la sua dentiera sotto le macerie. Ora è all'Hotel Holiday di Pescara a fronteggiare anche questo "inconveniente", insieme al resto. Ma ieri mattina al pronto soccorso dell'ospedale si è presentata anche una giovane donna con addosso una tuta verde e il volto sofferente. Cinque giorni fa, prima del terrmoto, era stata colpita da infarto mentre il marito si trovava ricoverato all'ospedale dell'Aquila per essere sottoposto a intervento chirurgico. Il primario del Pronto soccorso, Alberto Albani, ha organizzato nella struttura dell'ospedale un accesso diretto e un apposito ambulatorio per i terremotati: niente codici bianco-verde e giallo-rosso. Per questi pazienti la porta è sempre aperta. Un altro ostacolo della burocrazia che cade. C'è bisogno di tutto tra i terremotati dislocati negli alberghi della costa e nell'accampamento di Montesilvano. Dalle fasce elastiche all'aspirina, alle cure specialistiche. Servono odontotecnici, cardiologi, esami di laboratorio. L'ospedale non è in grado di far fronte a tutto. Un ospedale che ha risposto comunque bene all'emergenza delle ultime 48 ore. I letti sistemati nell'atrio dell'Accettazione sono già stati smantellati. I 98 terremotati ricoverati fino a ieri a Pescara sono stati smistati nelle unità di ortopedia, medicina, psichiatria e nelle varie chirurgie specialistiche. Nel monoblocco dello Spirito Santo la situazione è tornata alla normalità. Il problema, ora, è all'esterno. «Sembra che l'appello lanciato da Berlusconi: "non state qui andate sulla costa" sia stato raccolto» dice un operatore sanitario dell'ospedale. Antonio Daristotele, medico dell'unità di chirurgia 1 al terzo piano del monoblocco, spiegava ieri mattina qual è la situazione nel suo reparto: «In questo momento i ricoverati provenienti dalla zona del terremoto sono una decina. Si tratta sostanzialmente di politraumatizzati che non andavano trattati in ortopedia. La maggior parte ha riportato traumi cranici, toracici e addominali ma non ci sono stati interventi importanti di chirurgia sulle persone ricoverate nella nostra unità, tranne uno diuna certa complessità. I pazienti che abbiamo trattato sono soprattutto giovani e qualche anziano. Riceviamo molte chiamate. I familiari di una ragazza di Lecce, che si trovava all'Aquila al momento delle terremoto, hanno chiesto il trasferimento della paziente in un ospedale della Puglia per poter stare vicini alla figlia». Nell'unità di Ortopedia, al secondo piano dell'ospedale, il professor Francesco Paolo Ciampa ha appena finito di visitare una giovane coppia nel suo studio. Anche qui, sarebbero molte le storie da raccontare: «Abbiamo molti traumatizzati, si lavora, non si pensa ad altro. Io ho sospeso la mia vacanza. Non c'è neanche lo spirito necessario in questo momento per pensare a certe cose. Qui abbiamo molti pazienti con fratture esposte agli arti e alla colonna vertebrale. Gente che è scesa dal letto al momento del terremoto e sotto ha trovato il vuoto. C'è anche un altro problema: molte di queste persone hanno camminato nonostante le fratture e hanno perso parte del tessuto osseo. La giornata più dura è stata quella di lunedì, ma devo dire che il lavoro di smistamento all'interno dell'ospedale è stato ottimo». Il primario di ortopedia è originario di Popoli: «Lì vive mia madre, la casa è lesionata. Ieri sono scappato un attimo a trovarla ma ora c'è tanto da fare qui. Incredibili le storie di questa tragedia che abbiamo raccolto nel reparto. Gran parte dei traumi non stati dovuti all'impatto con oggetti, ma a cadute dall'alto: gente che si è lanciata dalle finestre, altri che al momento di figgire hanno trovato solo un buco sotto i loro piedi».

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(sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera sezione: PRIMA PAGINA data: 09/04/2009 - pag: 1 Il signor G. La paradossale vicenda burocratica di un cinquantenne di Viterbo «La tessera Asl? Lei è morto da 14 anni...» Montalto di Castro, set pirandelliano. Il «personaggio in cerca d'autore» - meglio, di identità - è il signor S.G.: 55 anni, di Viterbo, che all'anagrafe risulta morto da 14 anni. Curato regolarmente dal Servizio sanitario nazionale, finché non ha richiesto alla Asl di Montalto la tessera sanitaria, mai ricevuta. «Lei è deceduto da 14 anni - la risposta - per maggiori accertamenti vada a Tarquinia ». Altro ufficio, stesso ritornello: «Per correggere l'errore, deve rivolgersi all'Agenzia delle Entrate di Viterbo». Vittima della burocrazia? «Tutto normale - minimizzano i dirigenti sanitari - l'utente è sempre stato curato». A PAGINA 5 Giuseppe Rescifina

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Per il centrodestra ancora fumata nera' a Cotignola (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

LUGO pag. 16 Per il centrodestra ancora fumata nera' a Cotignola ELEZIONI FORSE OGGI IL NOME DEL CANDIDATO. A BAGNACAVALLO LISTA UNICA PRI-IDV FUMATA nera' martedì sera per la nomina del candidato sindaco del centrodestra a Cotignola. Gli esponenti dei vari partiti si sono incontrati e dopo una lunga discussione hanno deciso di aggiornare la riunione a ieri sera. Quindi, a meno di clamorosi colpi di scena, oggi si saprà finalmente il nome di chi cercherà di contendere all'atuale sindaco Antonio Pezzi, candidato del centrosinistra, la poltrona di primo cittadino. Alla riunione di lunedì sera non era presente il candidato sindaco di Libertà e futuro', Paolo Brambilla, perchè ha partecipato al convegno su Islam e mondo occidentale' organizzato proprio da Libertà e futuro' a Massa Lombarda. «La notizia della mia presenza alla riunione di Cotignola non vorrei fosse stata data con l'intento di riabilitare Arianna Bragliani candidato sindaco del centrodestra». Rimanendo in tema di elezioni amministrative, l'Italia dei Valori e il pri hanno deciso di correre' assieme a Bagnacavallo, dove si presenteranno con un'unica lista, unendo insieme i loro simboli e appoggiando la candidatura a sindaco di Laura Rossi indicata dal centrosinistra. Repubblicani e Dipietristi' hanno chiesto alla coalizione di centrosinistra di «fare un patto etico basato su legalità e trasparenza dell'amministrazione; di dare garanzie di sicurezza anche attraverso il controllo della clandestinità; di dare particolare rilievo allo sviluppo economico; di migliorare infrastrutture, viabilità e collegamenti anche per le aree produttive; di valorizzare il territorio con particolare riguardo alle frazioni; di snellire la burocrazia e razionalizzare le risorse pubbliche; di inserire nel modello di governo forme di democrazia partecipata».

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Il Tar legittima l'assunzionedel garzone ecuadoriano. (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Il Tar legittima l'assunzionedel garzone ecuadoriano condannato il ministero Flussi migratori, la sentenza dà ragione a un panificatore di Pegli LI SEPARA l'Atlantico, li unisce un'attesa di sedici mesi. Da questa parte un panificatore genovese in cerca di manodopera, dall'altra un ecuadoriano pronto a lavorare per lui. In mezzo lo scoglio, non più insuperabile, del "permesso d' ingresso in Italia per motivi di lavoro" imposto dalla legge Bossi-Fini e dal decreto 2007 sui flussi migratori. Ma è dovuto intervenire il Tar per sbloccare la situazione. Nei giorni scorsi i giudici amministrativi della Liguria hanno accolto il ricorso del panificatore di Pegli, Tito Calamari, assistito dall'avvocato Efrem Rainero, e hanno annullato la decisione dello Sportello unico per l'immigrazione della Prefettura di Genova che negava il nulla osta indispensabile per far arrivare in Italia l'aspirante garzone extracomunitario. Il Tar ha anche condannato il Ministero dell'interno a risarcire Calamari delle spese sostenute per andare in giudizio. Mille euro. «Non è un caso unico - sottolinea l'avvocato Rainero - sta quasi diventando un fenomeno». Effetto dell'incrocio tra burocrazia e cambiamenti del mercato del lavoro: spesso datori di lavoro e disoccupati italiani non s'incontrano, allora i primi guardano all'estero ma per raggiungere lo scopo possono aver bisogno - come è capitato a Calamari - di interpellare i giudici. Calamari è tipo concreto «ma questa faccenda - racconta - l'ho proprio presa di petto». Come a dire che ne ha fatto una questione di principio.Sessantasei anni, ha cominciato a lavorare a tredici, a ventitre si è messo in proprio, attualmente è titolare del laboratorio "Il panettiere" in via Ungaretti e ha una dozzina di dipendenti. «Per metà stranieri. Li ho assunti qui, erano già in Italia. Come mi trovo? Dico solo che dopo una vita passata a lavorare venti ore al giorno, senza fare un giorno di vacanza, da quando ci sono loro qualche giornata di riposo me la prendo. Sono disponibili. I giovani italiani che ho avuto al massimo sono durati sei mesi. Guai a domandare di fare qualche ora in più o saltare una festa programmata...». Alla fine del 2007 Calamari chiede di portare in Italia un giovane ecuadoriano da assumere nel suo panificio.«Me l'ha segnalato un suo cugino che era già da me. "È un tipo a posto, mi ha detto, ha voglia di lavorare"». A Calamari tanto basta e presenta la domanda. Passa quasi un anno di silenzio, e poi il 4 novembre 2008 la Prefettura comunica che la sua richiesta è stata respinta perchè l'ultimo bilancio dell'azienda risulta negativo. Calamari sbotta: «Ma come li leggono i bilanci? Io per un anno posso anche non avere utili personali perchè magari ho fatto un piano di ammortamento ma tutte le voci di bilancio dimostrano che sono perfettamente in grado di pagare i dipendenti e di assumerne uno». Nel ricorso l'avvocato Rainero punta sull'errata valutazione delle scritture contabili e sulla mancata comunicazione da parte dell'ufficio competente delle obiezioni rilevate al bilancio. «Per legge dovevano informare prima l'interessato, e non a decisione presa, affinchè potesse eventualmente chiarire . Non lo hanno fatto». I giudici del Tar hanno accolto entrambi i rilievi. Ora la Prefettura dovrà emettere un nuovo atto. Passeranno altri mesi prima che l'aspirante garzone possa varcare l'Atlantico. daniela altimani altimani@ilsecoloxix.it 09/04/2009

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ancora scosse e distruzione si scaverà fino a pasqua: 272 morti, 16 sono bambini (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Si aggrava il bilancio del sisma e dieci sono tuttora dispersi. In 28 mila senza casa La vita riparte nelle tendopoli e negli alberghi svuotati. Molti restano a dormire in auto Ancora scosse e distruzione Si scaverà fino a Pasqua: 272 morti, 16 sono bambini TERREMOTO IN ABRUZZO Il dramma degli sfollati L'AQUILA. Ufficialmente sono dispersi: senza un miracolo, sono altri morti che andranno a ingrossare l'interminabile lista delle vittime del terremoto, salite a 272 e tra queste 16 sono bambini. Sono infatti una decina, ancora, quelli da trovare tra L'Aquila e la provincia, mentre la terra continua a tremare con scosse di assestamento, e la paura è sempre tanta fra i 28 mila rimasti senza casa. La vita intanto riparte con fatica nelle tendopoli e negli alberghi della costa, ma molti preferiscono dormire ancora nelle automobili perchè nelle tende fa troppo freddo in queste zone di montagna. E c'è tanta umidità. «Scaveremo fino a Pasqua», ha detto ieri il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Per cercare loro, i dispersi, per continuare a coltivare la speranza o comunque anche solo per restituire quei corpi a familiari e amici. Difficilmente usciranno vivi, chi scava sa che sono le prime 48 ore quelle fondamentali. Se si supera quella fatidica soglia non dipende più dalla bravura dei soccorritori quanto dalle condizioni fisiche di chi sta sotto. E dalla fortuna. Tra i dispersi c'è Lorenzo Sebastiani, un ragazzone, pilone della squadra di rugby dell'Aquila. Era una promessa e di lui si sono perse le tracce dalle 3.32 di lunedì, quando in venti secondi è venuto giù mezzo centro storico dell'Aquila. Le macerie, intanto, continuano a restituire cadaveri, tanti. E ancora una volta sono giovani. Così, se quella di San Giuliano di Puglia è stata la tragedia dei bambini, sepolti sotto la loro scuola crollata, questa dell'Aquila è la tragedia degli studenti. Diciassettemila sono i fuorisede che studiano in città, 27 mila gli universitari. In tanti sono morti sotto le macerie. I morti continuano a spuntare dalla Casa dello studente, dove ormai si è smesso di cercare con i cani e si cerca di abbattere prima possibile quello scheletro diventato uno dei simboli del terremoto. Da lì è stato estratto un giovane israeliano. E spuntano, le vittime, dalle case di via Don Sturzo, via XX Settembre, Villa Gioia. I corpi di due donne li hanno tirati fuori all'alba; Giulia Cardinale, 23 anni di Arpino, è uscita verso mezzogiorno e una signora di 81 anni l'hanno trovata nel pomeriggio nella zona di Porta Napoli. Anche la palazzina di cinque piani sotto Villa Gioia dove l'altra sera è stata estratta viva Eleonora, dopo 43 ore di incubo, continua a restituire cadaveri. I vigili del fuoco hanno trovato prima un ragazzo e una donna e poi Enza, l'amica di Eleonora, che non ce l'ha fatta. In quella palazzina, però, potrebbe esserci ancora qualcuno. Lo hanno fiutato i cani. Disperso, appunto, in attesa che le ore e la burocrazia, senza un miracolo, lo trasformino in morto.

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Sabato a genova la cerimonia di addioal piccolo andrea e alla sua mamma (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Sabato a genova la cerimonia di addioal piccolo andrea e alla sua mamma i genovesi morti Genova. «Andrea avrebbe compiuto tre anni la prossima settimana, i suoi non parlavano che di quel giorno. Si rende conto che suo papà Stefano adesso è da solo, che non ha più la sua famiglia? È terribile, non riesco neppure a parlarne». A parlare, appoggiata al tavolo della cucina di casa, è una zia di Valentina Berti, la moglie del finanziere genovese Stefano Esposito, morta assieme al figlio Andrea e alla madre Maria Marcotullio Berti durante i crolli provocati dal terremoto. «Da quanto mi ha detto il fratello di Valentina, Gianluca - prosegue l'anziana signora - I corpi di Andrea e della sua mamma arriveranno a Genova venerdì sera. E sabato verranno celebrati qui i funerali con noi della famiglia». Per quanto riguarda Maria Berti, invece, le pratiche non sarebbero ancora pronte. I tempi consueti della burocrazia e quelli dovuti all'emergenza si sommano, allungando l'attesa dei parenti che attendono di riportare a casa i propri cari. Negli occhi della zia di Valentina Berti, seduta nella sua abitazione di via Porro, nel ponente genovese, ci sono ancora le lacrime versate nei giorni scorsi per quella immane tragedia: «Quando ho visto quelle immagini alla televisione, mi è tornata alla mente la mia giovinezza sotto i bombardamenti, durante la guerra. La stessa desolazione, lo stesso sconforto di quei momenti. È terribile, dobbiamo tutti stringerci attorno a Stefano: la famiglia Berti sa unirsi in questi momenti». 09/04/2009

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Crisi: la Cia del Friuli Venezia Giulia anticipa l'assemblea annuale (sezione: Burocrazia)

( da "Sestopotere.com" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Crisi: la Cia del Friuli Venezia Giulia anticipa l’assemblea annuale (9/4/2009 10:00) | (Sesto Potere) - Trieste - 9 aprile 2009 - “Le crisi aziendali si aggravano e il settore agricolo, soprattutto a livello regionale, è lasciato a sé stesso”. E’ questa l’amara considerazione di Ennio Benedetti, presidente della Cia del Friuli Venezia Giulia. “Per formulare una serie di proposte che vadano incontro alle tante necessità degli agricoltori -aggiunge- abbiamo pertanto deciso di anticipare l’assemblea annuale e di aprirla a tutti i capigruppo del Consiglio regionale e ai parlamentari che sono stati eletti nel nostro territorio”. Il comparto agricolo è in estrema difficoltà, segnala la Cia regionale: per tutti i prodotti si continuano a registrare prezzi di vendita in discesa ed elevati costi di produzione. “Mentre servono forti scelte politiche di indirizzo, assistiamo a un completo immobilismo da parte dei responsabili regionali”, incalza Benedetti. A suo dire, pur nel passare dei mesi, le emergenze rimangono tali: la direttiva nitrati continua a creare problemi alle aziende zootecniche; la burocrazia non subisce alcuna semplificazione e la sua morsa quotidiana non si allenta; l’Ersa è un’agenzia senza guida e senza ruolo; il percorso del Psr resta tortuoso e non corrispondente alle aspettative delle imprese professionali, mentre le aziende subiscono una significativa carenza di liquidità e avrebbero necessità, quanto meno, di poter ottenere il consolidamento delle passività. “Dalla crisi non si esce ignorandola -conclude Benedetti- ma affrontandola, formulando idee e proposte adeguate e considerandola un’opportunità per delineare un nuovo modello di sviluppo agricolo che dia futuro al comparto”. Proprio questi saranno i temi, accompagnati dalle proposte, che la Cia intende discutere tra pochi giorni, assieme ai propri associati e ai responsabili delle politica regionale e nazionale che sentono di avere a cuore il settore primario e le sue problematiche.

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Aumentano in Italia i giornalisti di strada (sezione: Burocrazia)

( da "Denaro, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Futura internet per tutti Aumentano in Italia i giornalisti di strada PASQUALE POPOLIZIO* Il citizen journalism riguarda la raccolta di informazioni testuali, immagini e contributi multimediali che riguardano fatti di cronaca e accadimenti vari, prodotti da semplici cittadini ed utenti della Rete ed inviati a grandi portali di informazione sulla Rete. Non è necessario aver vinto il premio Pulitzer per poter scrivere un articolo, corredarlo di immagini ed inviarlo al sito Web informativo; è sufficiente essere presenti sul fatto, avere un telefonino con la foto o video camera ed una connessione alla Rete per inviare testo ed immagini. Il fenomeno del citizen journalism è nato pochissimi anni fa ed è stato scoperto dai media classici quando, in occasione degli attentati terroristici di Londra del luglio 2005, le uniche immagini che furono disponibili per la cronaca furono quelle riprese ed inviate dagli stessi cittadini londinesi che erano sul posto e che erano scampati alla bombe sui bus e nel metro. Nell'occasione la polizia ed i servizi segreti vietarono alle televisioni, BBC in primis, di accedere e quindi riprendere i luoghi e le persone coinvolte con le drammatiche immagini di devastazione e dolore. Furono così i londinesi che scamparono alle bombe gli unici testimoni degli attimi successivi agli attentati; le microcamere dei loro smartphone ripresero e registrarono il fumo, il dolore delle vittime, il fuggi fuggi generale, tutti momenti che altrimenti sarebbero stati persi e dei quali non avremmo avuto alcuna memoria. Forse la qualità delle immagini non è esaltante, ma la testimonianza vale molto di più di una bella inquadratura. La Reuters e Yahoo! hanno così realizzato il servizio You Witness New con il quale tutti possono inviare le loro testimonianza in formato testuale, audio e video su fatti di cronaca. La burocrazia, in questo caso, è limitata al minimo possibile; è sufficiente inviare una foto via email e dopo una semplice approvazione da parte del redattore di Reuters, la stessa può essere pubblicata online. Il servizio di Reuters e Yahoo! non è l'unico presente sul Web; in effetti è molto più semplice avere l'immagine o il video di una fatto di cronaca da una persona che è già sul posto, invece di inviare un fotografo o un cronista ed attendere i suoi scatti fotografici. Questo meccanismo ora è seriamente preso in considerazione da tutti i principali portali Web di informazione italiani. La tragica notte fra domenica 5 e lunedì e 6 aprile 2009 del terremoto di Abruzzo è stata un'ottima possibilità per i portali Web italiani di sperimentare ed utilizzare il citizen journalism. Mentre cominciavano ad arrivare le prime notizie dai media tradizionali e dal Web, i siti Web de la Repubblica, Corriere della Sera, Il Messaggero e la Stampa allestirono subito uno spazio Web aperto ai contributi di tutti coloro erano presenti sul posto e potevano così inviare foto, testi e video. Il sito di Repubblica permette l'invio di documenti multimediali, che siano quindi sia immagini che video, oltre ad un piccolo testo di accompagnamento; il Corriere delle Sera invece, permette l'invio di un file immagine, oltre ad un testo leggermente più lungo. La Stampa ed il Messaggero, invece, hanno scelto una strada leggermente diversa; il quotidiano di Torino e quello di Roma, infatti, hanno aperto dei forum nei quali gli utenti possono partecipare per inviare testi ed immagini e discutere. Forse in alcuni casi la qualità dei video non è ottimale, ma non è la qualità la variabile fondamentale: il vantaggio di avere la possibilità di coprire in qualche modo l'avvenimento, di avere delle testimonianze filmate, rappresentano degli ottimi motivi per richiedere ed accettare il contributo di semplici cittadini che possono e vogliono diventare testimoni degli avvenimenti. * esperto di Web Marketing e accessibilità pasquale.popolizio@gmail.com del 09-04-2009 num.

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Progetto sicurezza, primi intoppi (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Progetto sicurezza, primi intoppi Salta anche la videosorveglianza. Cittadini preoccupati per i numerosi furti Giovedì 9 Aprile 2009, Paese Si accumulano i ritardi sulla sicurezza. La riunione del comitato comunale ristretto non è più urgente. L'incontro, previsto per domani pomeriggio, è saltato. Rinviato a data da destinarsi. Nel frattempo si attende ancora l'apertura della nuova caserma dei carabinieri, pronta da mesi ma ancora sigillata dalla burocrazia, mentre il potenziamento del sistema di videosorveglianza non decolla, con il bando già slittato di un anno che ancora deve essere perfezionato. E in questo contesto anche l'organizzazione di una ronda di cittadini, già annunciata dalla Lega Nord, ha subito ieri una brusca frenata in Parlamento, che ha portato alla modifica del pacchetto Sicurezza. Non sono bastati, quindi, i numerosi colpi messi a segno negli ultimi giorni, compreso il raid in centro della scorsa settimana, senza distinzione tra case, negozi e strutture pubbliche. Un'ondata preoccupante soprattutto perché costellata da molti tentativi di intrusione non riusciti. Dettagli che lasciano pensare a una delinquenza, come sottolinea il Carroccio, figlia "della crescente crisi economica che potrebbe indurre persone in forte difficoltà a commettere atti illegali". La rapida riunione di un comitato sicurezza ristretto, bollato come indispensabile, era stata la risposta del Comune. Ma ora i riflettori sembrano essersi già spenti. All'incontro in municipio avrebbero dovuto partecipare i vertici della Polizia locale, dei Carabinieri e degli istituti di vigilanza privati che operano a Paese. L'obiettivo era quello di mettere a punto nuove azioni per arginare i furti e le spaccate. Per il momento, però, non se ne parla. Una sensazione di paralisi resa ancora più forte dalla mancata apertura della nuova caserma dei Carabinieri di via Olimpia, pronta da mesi ma ancora chiusa a causa di un'autorizzazione dell'agenzia del Demanio che non vuole saperne di arrivare, e dai ritardi nel posizionamento di sei nuove telecamere, oltre alle otto già attive, per il servizio di videosorveglianza. "Questo sistema è perfettamente inutile - attacca il candidato sindaco del centrodestra, Francesco Pietrobon - la dimostrazione arriva da un furto avvenuto nella zona della scuola Pravato, proprio dove c'è una telecamera che alla fine non è servita a nulla". Ma il primo cittadino difende le scelte fatte. "L'incontro del gruppo comunale sulla sicurezza è difficile perché ci sono altri impegni - ammette Mardegan - ma su questo tema ci stiamo impegnano da anni, con iniziative che non hanno eguali in altri territori". Dal canto suo la Lega Nord ha già iniziato l'organizzazione di una ronda per vigilare sui luoghi più a rischio. E il sindaco apre anche la porta, ma proprio quando a chiuderla è il Parlamento. Ieri, infatti, il governo ha stralciato dal pacchetto Sicurezza la parte relativa alle ronde, che così per essere istituzionalizzate ora dovranno attendere un disegno di legge dedicato. "Che si facciano pure le ronde, ma nel rispetto delle leggi - scandisce sibillino - ne potremo discutere, ma se saranno previste e se ci sarà una norma che le regola".

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Un bilancio difficile da tirare, quello sui servizi psichiatrici del territorio. A provarci è l... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Giovedì 9 Aprile 2009, Un bilancio difficile da tirare, quello sui servizi psichiatrici del territorio. A provarci è la Municipalità di Mestre-Carpenedo, che ha invitato neo giorni scorsi ad una tavola rotonda sia i rappresentanti dell'Asl 12 che delle associazioni che gravitano attorno al dipartimento di Salute Mentale. «Purtroppo i medici sono stati bloccati dall'Azienda, che ha inviato al gabinetto del sindaco un messaggio in cui si parla di difficoltà di dialogo con le Municipalità - afferma il presidente della commissione Politiche sociali della Municipalità Federico Camporese (Verdi) - cosa che può essere considerata l'ennesima latitanza dell'Asl in merito ai servizi psichiatrici». Dal tête-à-tête con le associazioni emerge un quadro magmatico, fatto di miglioramenti e marce indietro. «Nell'ultimo anno si è visto un miglioramento nelle prese in carico dei pazienti» annuncia Emilia Ticozzi, dell'Aitsam (Associazione italiana tutela salute mentale) di Mestre. In pratica a fare passi avanti sarebbero i percorsi di riabilitazione dei pazienti, ma ad essere in seria difficoltà è quella che è considerata la perla della riabilitazione psichiatrica a Mestre, ovvero il centro Rodari di via delle Muneghe a Favaro. Peculiarità del centro è il ruolo che riveste il dialogo psicoterapico (molto) rispetto all'uso di medicinali (pochi), che si sviluppa attraverso corsi tenuti da specialisti in varie materie, dall'informatica alla cucina, per favorire l'inserimento, anche lavorativo, delle persone che si rivolgono al Rodari. «Il problema è che da dicembre sono scaduti i contratti dei maestri d'arte - denuncia Simone Scaggiante, consigliere di Municipalità a Chrignago-Zelarino e operatore del Rodari - dei 15 che erano ne sono rimasti 3, legati alla cooperativa attiva al centro, e senza operatori le attività diminuiscono in qualità, tanto da allontanare gli utenti». Per l'assunzione dei nuovi maestri, secondo le associazioni mancherebbero dei protocolli per cui è attesa la firma finale dell'Asl da gennaio. A puntare dritto su quello che ancora manca è l'associazione Orizzonti, che unisce utenti del dipartimento. «Quello che pesa sono i rapporti, che vengono basati sulla burocrazia, senza riguardo per l'individualità della persona - afferma il presidente Lucio Bulgarelli - basti pensare che la nostra associazione, fatta di utenti, non ha nemmeno diritto di parola in Consiglio di dipartimento di salute mentale». Dal canto suo l'associazione "Lo Specchio" pone l'accento sulla necessità di servizi distribuiti sul territorio. «Accanto ai 19 posti letto dell'Ospedale dell'Angelo, a Mestre c'è bisogno di una struttura con altri 7-8 posti letto, aperta 24 ore al giorno, 7 giorni la settimana - sottolinea il presidente Attilio Baldan - abbiamo già elaborato un documento programmatico». Intanto la Municipalità chiede conferma delle voci di corridoio sull'assunzione di uno psichiatra, due psicologi e tre assistenti sociali per l'area di Mestre Nord. «Se l'Asl non fa da interlocutore - rimarca la delegata Marisa Gruarin (Pd) - noi non possiamo dare risposte ai cittadini». Giulia Da Lio

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Burocrazia più snella per i villaggi turistici (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Burocrazia più snella per i villaggi turistici Verranno agevolati gli ampliamenti Giovedì 9 Aprile 2009, Chioggia Snellire la burocrazia per dare slancio all'economia. Questa l'intenzione della giunta che ieri sera ha presentato in Consiglio comunale due varianti urbanistiche che finalmente sbloccheranno molte situazioni rimaste nel dimenticatoio a causa di normative troppo restrittive o contraddittorie. I cambiamenti riguardano gli ampliamenti e le riorganizzazioni dei campeggi e dei villaggi turistici e le ristrutturazioni dei fabbricati fuori dal centro storico. La prima richiesta di variante parte dalla segnalazione dell'Associazione Cisa Camping e prevede la modifica dell'art. 84 delle Norme tecniche del Prg. Con l'approvazione del provvedimento campeggi e i villaggi turistici potranno infatti realizzare interventi sulle loro strutture e piccoli ampliamenti sui terreni vicini di proprietà, all'interno del comparto, in maniera indipendente. Questo senza essere soggetti, come era previsto dalla normativa precedente, ad un piano urbanistico attuativo da concordare con tutti gli altri proprietari del comparto. Sono una decina i camping, gravitanti principalmente nella zona a sud di Sottomarina, che potranno provvedere alla riorganizzazione delle loro strutture con interventi edilizi diretti. In cambio al Comune verrà ceduta a titolo gratuito l'area di sedime della futura via Morosini. La seconda variante sblocca, di fatto, la possibilità di ristrutturare aumentando il numero di unità abitative. La normativa precedente bloccava gran parte delle ristrutturazioni in cui erano previsti aumenti delle unità immobiliari. Paradossalmente non era possibile, se l'aumento degli appartamenti era superiore alle due unità, utilizzare aree esterne o limitrofe da adibire a parcheggio o garage. Con la variante parziale viene superata questa contraddizione. Con il nuovo provvedimento infatti nel caso in cui, in seguito a una ristrutturazione, vengano ricavati più alloggi e appartamenti, senza limiti di numero, per mantenere lo standard previsto per i parcheggi, sarà possibile recuperare gli spazi anche all'esterno del lotto entro un raggio di 300 metri. Soddisfatto l'assessore all'Urbanistica Carlo Perini: «Queste varianti - afferma - sono un segno del lavoro dell'Amministrazione verso quello snellimento burocratico che è un valore aggiunto per le imprese edili e gli operatori turistici che lavorano sul territorio». M.Biol.

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Primi passi verso la "città vasta" (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Primi passi verso la "città vasta" Dalla viabilità all'energia, è il momento di riorganizzare i servizi in funzione di più centri Giovedì 9 Aprile 2009, Roveredo in Piano Sergio Bolzonello (Pordenone), Stefano Del Cont Bernard (Aviano), Giovanni Baviera (Fontanafredda), Renzo Liva (Roveredo in Piano) Corrado Della Mattia (San Quirino) e Stefano Turchet (Porcia) che cos'hanno in comune? Sono sindaci che cercano di collaborare per ridisegnare i loro centri senza concentrarsi sul campanile. Si sono incontrati nel municipio di via Carducci per discutere di "Città vasta, conurbamento senza confini". «Facciamo un esempio?». Prego. «Il termovalorizzatore ad Aviano si può fare o no? Se la scelta è quella di costruirlo il più lontano possibile dove non disturba nessuno, siamo è un modo di pensare vecchio. Il termovalorizzatore deve esser costruito dove la sua collocazione serve a tutti i comuni dell'area, al maggior numero di centri», spiega Corrado Della Mattia. E il lungo dibattito su questo si è incentrato fra gli intervenuti. Su strade e ospedale (alla Comina), raccolta rifiuti, servizi sociali e sicurezza: tutti servizi da riordinare in una nuova visione urbanistica. Quella della rete. «Il convitato di pietra - continua Della Mattia - è il vuoto legislativo». E pare incredibile che si chiedano altre leggi. Ma è mancata in questi anni, mentre prendeva corpo il concetto di città vasta, cioè di programmazione rivolta a più comuni, la collaborazione fra gli enti. Il dibattito di ieri pomeriggio doveva servire a tenere vivo il problema, a mandare segnali a Trieste. I sindaci chiedono un testo unico e programmi che tengano conto di questa esigenza di armonizzare le scelte e consentano ai Comuni di collaborare con vantaggio perchè gli incontri senza una base di legge non portano a nulla di concreto. Sembra solo burocrazia o al massimo una discussione per specialisti, ma in tempi di crisi scegliere una programmazione che possa servire più paesi e generare risparmio, potrebbe diventare anche urgente per tutti i cittadini.

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Crisi, inizia il G20. Il Papa scrive a Gordon Brown (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Sul Giornale di oggi pubblico un articolo dedicato alla tensione crescente fra la Chiesa Usa e il presidente Barak Obama. Tensione che coinvolge anche il Vaticano: da settimane infatti si è creato un impasse per la nomina del nuovo ambasciatore Usa, che dovrà sostituire Mary Ann Glendon (designata da Bush e notoriamente vicinissima alle posizioni di Benedetto XVI). La Santa Sede vorrebbe un diplomatico professionista cattolico e non un politico del partito democratico da premiare per il suo sostegno alla campagna di Obama. Non è facile infatti trovare infatti politici cattolici del partito democratico che non siano "pro choice" sull'aborto. Nelle pagine culturali, inoltre, ho ampiamente recensito il nuovo libro di Camillo Langone: una guida Michelin alle messe italiane. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) » (1 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 06Apr 09 I "trafficanti di uomini" All'Angelus di ieri il Papa ha parlato degli immigrati vittime dei "trafficanti di uomini". Quando pensiamo a forme di moderna schiavitù, ci vengono in mente Paesi sottosviluppati, lontanissimi da noi. Non sempre è così. Mi ha profondamente colpito questa intervista video realizzata dal direttore di Fides Luca De Mata per uno dei suoi programmi documentario. L'uomo che parla è un immigrato sudamericano in Nord America. Scritto in Varie Commenti ( 44 ) » (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Il Papa ai giovani: il cristianesimo non sia ridotto a slogan Questa sera Benedetto XVI ha celebrato in San Pietro con i giovani la messa per il quarto anniversario della morte di Papa Wojtyla. Nell'omelia, dopo aver detto che il ricordo di Giovanni Paolo II "continua a essere vivo nel cuore della gente" e aver citato la fecondità del suo magistero con i giovani, Ratzinger ha parlato del momento attuale e del pericolo che la fede sia strumentalizzata: "Fate attenzione: in momenti come questo, dato il contesto culturale e sociale nel quale viviamo, potrebbe essere più forte il rischio di ridurre la speranza cristiana a ideologia, a slogan di gruppo, a rivestimento esteriore. Nulla di più contrario al messaggio di Gesù! Egli non vuole che i suoi discepoli "recitino" una parte, magari quella della speranza. Egli vuole che essi "siano" speranza, e possono esserlo soltanto se restano uniti a Lui! Vuole che ognuno di voi, cari giovani amici, sia una piccola sorgente di speranza per il suo prossimo, e che tutti insieme diventiate un'oasi di speranza per la società all'interno della quale siete inseriti. Ora, questo è possibile ad una condizione: che viviate di Lui e in Lui" Scritto in Varie Commenti ( 55 ) » (8 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Apr 09 Crisi, inizia il G20. Il Papa scrive a Gordon Brown Benedetto XVI, di ritorno dall'Africa, ha scritto una lettera al premier inglese Gordon Brown per il G20 che inizia a Londra. Eccone qualche passaggio: "Il Vertice di Londra, così come il Vertice di Washington che lo precedette nel 2008, per motivi pratici di urgenza si è limitato a convocare gli Stati che rappresentano il 90% del PIL e l'80% del commercio mondiale. In questo contesto, l'Africa subsahariana è presente con un unico Stato e qualche Organismo regionale. Tale situazione deve indurre i partecipanti al Vertice a una profonda riflessione, perché appunto coloro la cui voce ha meno forza nello scenario politico sono quelli che soffrono di più i danni di una crisi di cui non portano la responsabilità. Essi poi, a lungo termine, sono quelli che hanno più potenzialità per contribuire al progresso di tutti". "Occorre pertanto fare ricorso ai meccanismi e agli strumenti multilaterali esistenti nel complesso delle Nazioni Unite e delle agenzie ad essa collegate, affinché sia ascoltata la voce di tutti i Paesi del mondo e affinché le misure e i provvedimenti decisi negli incontri del G20 siano condivisi da tutti". "Allo stesso tempo, vorrei aggiungere un altro motivo di riflessione per il Vertice. Le crisi finanziarie scattano nel momento in cui, anche a causa del venir meno di un corretto comportamento etico, manca la fiducia degli agenti economici negli strumenti e nei sistemi finanziari. Tuttavia, la finanza, il commercio e i sistemi di produzione sono creazioni umane contingenti che, quando diventano oggetto di fiducia cieca, portano in sé stesse la radice del loro fallimento. L'unico fondamento vero e solido è la fiducia nell'uomo. Perciò tutte le misure proposte per arginare la crisi devono cercare, in ultima analisi, di offrire sicurezza alle famiglie e stabilità ai lavoratori e di ripristinare, tramite opportune regole e controlli, l'etica nelle finanze". Scritto in Varie Commenti ( 140 ) » (8 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 26Mar 09 Una nuova "Inchiesta sulla Sindone" S'intitola "Inchiesta sulla Sindone" il nuovo libro del vaticanista (e amico) Marco Tosatti, in libreria in questi giorni, edito da Piemme. Un ottimo modo per prepararsi all'ostensione del 2010 e per fare il punto sulla misteriosa immagine dell'uomo morto crocifisso, che una controversa datazione al radiocarbonio nel 1988 ritenne d'età medioevale, pur essendoci numerosissimi altri indizi che la facevano risalire, invece, al primo secolo dell'era cristiana. Tosatti descrive la storia del lino sul quale - in modo inspiegabile, e più inspiegabile oggi che vent'anni fa - si è impressa un'immagine che rappresenta un negativo fotografico. Una delle parti del libro che mi ha colpito di più è quella dedicata all'esame al radiocarbonio, sulla cui correttezza è lecito sollevare più di un dubbio: i risultati dei tre laboratori, infatti, non avevano il margine minimo di compatibilità stabilito, e si sarebbe dovuto ripetere nuovamente il test. Senza contare che proprio questo esame ha fallito clamorosamente, datando come vecchie di 400 anni foglie di platano raccolte il giorno prima, oppure stabilendo al 1600 la fattura di una tovaglia moderna, o ancora datando all'800 dopo Cristo dipinti africani che avevano invece solo undici anni. Con contributi scientifici e nuove testimonianze, il libro mostra quanto si faccia bene a dubitare su quel dato che permise di affermare che la Sindone sarebbe in reltà un manufatto medioevale. Anche se bisogna sempre tener presente il metodo di Dio, applicabile anche a questo caso: lasciare sempre sufficiente luce per chi vuole credere, e sufficiente tenebra per chi non vuole credere. Scritto in Varie Commenti ( 124 ) » (17 votes, average: 4.59 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Mar 09 Il Papa in Africa, un bilancio di due viaggi Visitando l'Africa, nei suoi sei giorni di permanenza nel Continente nero, Benedetto XVI ha compiuto due viaggi. Due viaggi molto diversi tra di loro. Il primo è quello reale, segnato dal contatto con le folle del Camerun e dell'Angola, dai temi che il Papa ha trattato nei discorsi e nelle omelie, dall'impatto con le contraddizioni di due capitali dove ricchezza e povertà estreme convivono fianco a fianco. L'altro viaggio è quello virtuale, quello su cui si sono accapigliati commentatori, burocrati e sondaggisti occidentali, che hanno accusato Ratzinger di irresponsabilità per aver detto ciò che tutti dovrebbero ormai riconoscere e che è attestato da studi scientifici: la distribuzione di preservativi non è il metodo efficace per combattere la diffusione dell'Aids in questi Paesi. Per tre giorni, nei Paesi europei così come negli Stati Uniti, mentre il Papa parlava di povertà, sviluppo, diritti umani, si è discusso di profilattici. Per poi passare, durante i successivi tre giorni, a parlare di aborto terapeutico, sulla base di una frase pronunciata da Benedetto XVI in un discorso forte sui mali che affliggono l'Africa.La macchina mediatico-politica, una volta messa in moto, non si è più fermata. E così in Francia, dove impallinare il Pontefice sembra diventato ultimamente uno sport nazionale, si sono fatti sondaggi e sondaggini per dimostrare che almeno metà dei cattolici del Paese chiedono a Ratzinger di dimettersi. La sensazione, leggendo dichiarazioni di alcuni ministri e dei loro portavoce, è che per la prima volta dopo molto tempo, il Papa non sia più circondato da quel rispetto attribuito a una personalità super partes, ma sia considerato un capo partito, sottoposto al tiro incrociato delle quotidiane dichiarazioni tipiche del «pastone» politico. C'è chi lo invita al silenzio, chi lo invita a lasciare, chi gli spiega cosa dire e come dirlo.Così, sedici discorsi pronunciati in terra africana, si sono ridotti a due-frasi-due, la prima delle quali peraltro pronunciata in modo estemporaneo durante la conferenza stampa tenuta sull'aereo. L'impressione è che Benedetto XVI non sia eccessivamente preoccupato di questa crescente ostilità. Mai come in questi giorni si è colta l'enorme distanza tra viaggio reale e viaggio virtuale. E se è vero che la critica montante presso certe burocrazie occidentali non ha precedenti recenti, bisognerà pure ricordare che critiche ferocissime vennero mosse a Giovanni Paolo II nei primi anni del suo pontificato. Così come va richiamata alla memoria la sofferenza e l'isolamento di Paolo VI, nel momento in cui prese decisioni coraggiose come l'Humanae vitae, divenendo segno di contraddizione.Che cosa resta, dunque, del viaggio di Benedetto in Camerun e Angola? Prima ancora e più ancora dei messaggi lanciati dal Papa per la lotta alla povertà, per la dignità della donna, per un'economia che non sia disumana, per l'educazione e lo sviluppo, resta una presenza e una straordinaria corrente di simpatia umana, che ha avuto il suo culmine in Angola. Tanta gente semplice e straordinaria, ha trascorso ore ed ore sotto il sole per salutare non Joseph Ratzinger, ma il successore di Pietro, venuto fino a qui per confermare i fratelli nella fede. E in Paesi travagliati da tragiche guerre intestine, abusi, soprusi, miserie, violenze, l'abbraccio di Pietro, il suo sorriso e la sua vicinanza hanno contato di più di mille discorsi. Scritto in Varie Commenti ( 109 ) » (16 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Luanda, due morti allo stadio prima dell'arrivo del Papa La notizia si è diffusa solo in serata: verso le ore 13, al momento dell'apertura delle porte dello stadio dove Benedetto XVI ha poi incontrato i giovani, un ragazzo e una ragazza sono morti schiacciati nella calca. Secondo un'altra versione i due, quattordici e sedici anni, si sono sentiti male a causa del caldo e della disidratazione. Ci sono stati anche otto feriti. Né il Papa né il suo seguito non sono stati informati (se lo avesse saputo, avrebbe pregato per le vittime insieme ai giovani durante l'incontro). Soltanto ad ora di cena Benedetto XVI l'ha saputo. Le notizie sono ancora frammentarie e imprecise. Scritto in Varie Commenti ( 43 ) » (7 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Ennesimo caso mediatico sul Papa. Speriamo sia abortito. Cari amici, qualcuno già ieri e poi soprattutto oggi ha letto il passaggio del discorso del Papa ai politici angolani dedicato all'aborto come come uno schierarsi dello stesso Benedetto XVI dalla parte del vescovo di Recife sul caso della bambina violentata e rimasta incinta di due gemelli. Lettura indebita perché, come ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, «Non ha parlato assolutamente di aborto terapeutico, non ha detto che deve essere rifiutato sempre: il Papa è contro il concetto di salute riproduttiva che rintroduce largamente l'aborto come mezzo di controllo delle nascite». Scritto in Varie Commenti ( 58 ) » (10 votes, average: 4.6 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 20Mar 09 Luanda, calore umano e resistenza fisica di Benedetto Cari amici, alle 12.37 siamo atterrati all'aeroporto di Luanda, in Angola. La vista dall'aereo è impressionante: una distesa a perdita d'occhio di case e casupole per lo più diroccate, che lambivano quasi i bordi della pista dove il Boeing 777-200 dell'Alitalia ha toccato terra. Se in Camerun faceva caldo, qui fa caldissimo. Un clima torrido, l'asfalto quasi liquefatto. Sono bastati pochi minuti di attesa davanti al padiglione dell'aeroporto per stenderci tutti. Avevamo sinceramente paura per il Papa, che ha dovuto ascoltare gli inni e stringere le mani dei notabili per molti minuti. Poi, sotto uno striminzito palchetto, Ratzinger ha ascoltato stando in piedi il discorso del presidente Dos Santos. Infine ha preso la parola, e ha pronunciato il suo discorso, peraltro non breve, al quale ha aggiunto un paragrafo dedicato alle vittime delle inondazioni che nei giorni scorsi hanno sconvolto alcune zone dell'Angola. Nonostante la giornata veramente faticosa di ieri a Yaoundé, e il caldo che avrebbe steso chiunque, Benedetto XVI ha portato a termine il suo saluto in portoghese, prima di "imbarcarsi" sulla papamobile. Anche qui, come in camerun, accoglienza festosissima, con la gente accalcata sulle strade per salutare il passaggio del corteo papale. Scritto in Varie Commenti ( 17 ) » (10 votes, average: 4.9 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 18Mar 09 Chi fa la lezione al Papa sull'Africa Oggi divampa la polemica per le parole di Benedetto XVI sui preservativi. Si stracciano le vesti ministri francesi, tedeschi e belgi; interviene l'Unione europea. Dal sito del settimanale "Vita", vi propongo questa riflessione di Riccardo Bonacina: «A salire in cattedra, oggi, sono stati gli stessi responsabili di aver fatto carta straccia di tutti gli impegni internazionali da qualche decennio in qua. A parlare sono gli stessi rappresentanti di quei Governi che non arrossiscono neppure per aver fallito e tradito l'obiettivo fissato alla conferenza di Barcellona del 2002 di destinare agli aiuti internazionali lo 0,33 per cento del PIL entro il 2006. Di aver tradito e fallito un ulteriore impegno, quello preso nel 2004 sugli Obiettivi del Millennio, quando firmarono e controfirmarono con inchiostro invisibile l'impegno di innalzare la quota per la cooperazione allo sviluppo sino allo 0,7% del Pil entro il 2015. E ancora la promessa del G8 2005 che disse di voler raddoppiare l'aiuto all'Africa.Come stiano le cose l'ha spiegato poche settimane fa l'Ocse."I Paesi donatori avevano promesso di aumentare i loro finanziamenti di circa 50 miliardi di dollari l'anno entro il 2015, a partire dai livelli del 2004 - si legge nel Development Co-operation Report pubblicato in questi giorni - ma le proiezioni dell'OCSE rispetto alla destinazione di questi fondi registrano una caduta complessiva di circa 30 miliardi ciascun anno. I numeri sono abbastanza eloquenti: tra 2006 e 2007 i Paesi di area Ocse hanno diminuito il loro impegno dell'8,5% a livello internazionale, con punte del 29,6% per il Regno unito, del 29,8% del Giappone, del 16,4% della Francia e dell'11,2% del Belgio. Anche l'Italia perde terreno: meno 2,6% nel 2007". Scritto in Varie Commenti ( 243 ) » (13 votes, average: 4.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (339) Ultime discussioni Marco: Certo che un'eventuale nomina di Caroline Kennedy sarebbe stata discutibile. La signora in questione,... Quixote: In un commento su un argomento diverso avevo già espresso il mio parere sulle liturgie innovative dei... laurentinum: Caro Artefice Il senso esce dal pane che si rompe, il nostro conflitto sta nelle rottura del pane,... paola martorelli: Un augurio sincero di Buona Pasqua e un grazie per i bellissimi articoli. ellekappa: "La Santa Sede vorrebbe un diplomatico professionista cattolico" Ma... 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Fotovoltaico e burocrazia: l'Agenzia Energia e Ambiente di Torino ti semplifica la vita (sezione: Burocrazia)

( da "Blogosfere" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Apr 09 9 Fotovoltaico e burocrazia: l'Agenzia Energia e Ambiente di Torino ti semplifica la vita Pubblicato da Mario Delfino alle 15:30 in Fotovoltaico Normal 0 14 Vuoi acquistare un impianto fotovoltaico e non sai a chi rivolgerti per il disbrigo delle pratiche previste, per l'installazione, per i rapporti con le banche? Abiti nella provincia di Torino? Se la risposte sono entrambi affermative, allora, puoi contattare l'Agenzia Energia e Ambiente di Torino. Si occuperanno di tutto. Sopralluogo, dimensionamento, rapporti con le banche, gestione pratiche autorizzative, indicazione di una rosa di installatori precedentemente selezionati. L'iniziativa sta funzionando così bene che a breve verrà estesa a tutto il Piemonte. Qui potete leggere maggiori particolari. Ciao A presto. Si ringrazia: - qualenergia.it

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Rimossi gli ingombranti (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Rimossi gli ingombranti Sir Rocco Forte può tirare un sospiro di sollievo: è stata rilasciata la concessione demaniale per realizzare le opere a mare consistenti nella barriera sommersa per bloccare l'erosione della costa e il consolidamento del costone. Adesso l'ultimo ingranaggio della complessa macchina burocratica spetta al Comune di Sciacca per il rilascio della concessione edilizia. Sir Rocco Forte potrà iniziare subito i lavori che deve eseguire con propri soldi, mentre le opere che devono essere realizzate con fondi pubblici devono essere messere a bando pubblico. Sembra un paradosso, ma la contentezza di aver completato un iter burocratico che ha richiesto un tempo eccessivamente lungo è smorzata dal fatto che ormai al 29 maggio, data dell'inaugurazione del golf resort, manca davvero poco tempo. Dalla conferenza di servizi del 10 marzo sono passati esattamente 30 giorni. Troppi per un business plan di un imprenditore, costretto, tra l'altro, a subire ritardi causati non solo dalle note vicende degli esposti di Legambiente (che comunque continuano anche con le opere da realizzare sul demanio), ma da una burocrazia non in linea con i tempi e le aspettative di chi investe per creare sviluppo e occupazione, specie in un territorio che costantemente segna il passo negli ultimi posti delle classifiche stilate dagli istituti di statistica. Insomma, se da un lato si predica bene con parole sontuose del tipo "vocazione turistica del territorio", dall'altro l'infernale macchina burocratica sembra mettersi di traverso e far saltare ogni ragionevole programmazione. Nei due anni di vicende legate agli esposti di Legambiente, la compagnia del magnate sir Rocco Forte ha aperto a Praga, sta realizzando in Tunisia e nei paesi arabi. Intanto, domani continua il processo che vede imputati il capo progetto del golf resort, Domenico Baudille e l'ex ad della compagnia inglese, Moreno Occhiolini. Filippo Cardinale

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Otto operai di Riesisenza stipendiobloccata la raccoltarifiuti differenziati (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

Otto operai di Riesi senza stipendio bloccata la raccolta rifiuti differenziati Niscemi. Enzo Paradisi, consigliere comunale, nonché segretario della locale sezione Udc, ha fatto un'analisi-ricerca sui costi della politica e dell'efficienza, o meno, della macchina burocratico-amministrativa. Alla fine conclude: «il consiglio, al fine di prendersi la propria responsabilità, istituisca una commissione consiliare di indagine per verificare le eventuali manchevolezze amministrative di cui il cittadino è fruitore finale e i tecnici subiscono i risvolti di questo fenomeno incancrenito». Paradisi, nella sua nota, inoltre, afferma «La macchina comunale di Niscemi mediamente costa 170 euro a testa. Per l'anno 2007 ogni niscemese ha speso 182 euro per la burocrazia, l'anno 2008 la spesa si è ridotta a 168 euro per un totale complessivo di 5,165 milioni di euro; l'anno 2007 4,737 milioni di euro. I costi della politica e della democrazia, comprese le cariche elettive, sindaco, consiglio comunale, giunta (per il 2008 90 mila), la spesa complessiva, compresi i servizi, ammonta ad un totale di 1,15 milioni di euro, pari a 40 euro pro capite, per il 2008, ed euro 38 per l'anno 2007. I niscemesi pagano per avere i servizi da parte dell'amministrazione la stessa somma dei cittadini di Parma, Forlì, Isernia, Latina, ma non ricevono gli stessi servizi. Il cittadino-utente niscemese - sottolinea Paradisi - è sottoposto con le dovute eccezioni a vessazione: in particolare non viene comunicato il responsabile del procedimento, non viene data il più delle volte risposta alle istanze; i tempi medi di rilascio autorizzazioni sono da terzo mondo». Giuseppe Vaccaro

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Condono ediliziopratiche in sospeso (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

il comune ha speso finora 600 mila euro per i tecnici Condono edilizio pratiche in sospeso A Gela capita che una scuola apra quando in Italia tutte le altre stanno per chiudere i battenti. La scuola dallo start tardivo è l'istituto musicale " Navarra" istituito dal Comune dieci anni fa. Ieri mattina durante il dibattito consiliare è emerso che questo ritardo nell'avvio delle lezioni non ci sarebbe stato se l'amministrazione comunale avesse continuato ad usare la vecchia formula cioè di appoggiarsi all'Istituto Bellini di Catania che in questi anni ha fornito il coordinamento tecnico ed i docenti all'istuto musicale Navarra. Ma nell'ultimo scorcio della presidenza di Filippo Collura, Piero Lo Nigro che era presidente dell'istituto musicale «Vincenzo Bellini» di Caltanissetta avanzò al Comune la proposta di una convenzione. Divenuto presidente Pino Federico, lui e il sindaco di Gela Rosario Crocetta convennero di arrivare alla stipula del protocollo. I due amministratori erano d'accordo in tal senso. «La parte politica lo era - ha detto in aula il dirigente della Pubblica Istruzione Maria Morinello, ma la burocrazia ha frenato finchè a fine gennaio da Caltanissetta ci hanno detto che non potevamo stipulare l'intesa». Insomma il periodo tra luglio 2008 e gennaio 2009 è passato tra incontri e lettere da Gela a Caltanissetta ed intanto le famiglie hanno pagato fior di quattrini per le lezioni private ai figli e subito disagi per accompagnarli a Caltanissetta o Catania dai maestri di musica. Ora l'amministrazione ha ripreso i contatti con il Bellini di Catania. Il consiglio comunale ha deliberato all'unanimità il via libera all'incarico a 16 docenti, passo indispensabile per dare il via alle anomale lezioni della stagione primavera-estate - autunno. Il presidente Giuseppe Di Dio e vari consiglieri hanno bacchettato l'assessore al ramo Sandra Bennici per aver dichiarato alcune settimane fa che il consiglio tardava ad inserire la delibera all'ordine del giorno. E' stato evidenziato che così non era. L'amministrazione ora dovrà dimostrare di saper programmare adeguatamente e nei tempi il prossimo anno scolastico e di saper scegliere la via giusta per assicurare un futuro alla scuola musicale. M.C.G.

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Lucchi (Pd): "Presto serviranno più risorse per i consorzi fidi" (sezione: Burocrazia)

( da "RomagnaOggi.it" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

9 aprile 2009 - 16.06 (Ultima Modifica: 09 aprile 2009) Paolo Lucchi, candidato sindaco Pd a Cesena Più credito e meno burocrazia: il mondo economico firma le richieste Bulbi: "Con la crisi dobbiamo proteggere le imprese locali" FORLI' - Nei prossimi mesi ci vorranno più risorse peri consorzi fidi, che sono tra le più delicate camere di decompressione della crisi in corso. A farsi interprete del problema davanti ai rappresentanti del mondo economico è Paolo Lucchi, consigliere regionale del Pd e candidato sindaco a Cesena: "Serviranno più risorse, altrimenti i consorzi fidi andranno in difficoltà, su questo punto la Regione deve fare di più, mi prendo l'impegno di farlo presente alla giunta regionale". La Regione Emilia-Romagna, inoltre, ha messo a disposizione un miliardo di euro per lo sviluppo e "ha investito tantissimi milioni sui raggruppamenti di imprese che vanno all'attacco dei mercati esteri e quest'anno, nonostante la crisi, le domande sono in tenuta, vuol dire c'è già chi sta puntando all'export per uscire dalla crisi": a fornire il dato è sempre Paolo Lucchi.

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Bulbi: "Con la crisi dobbiamo proteggere le imprese locali" (sezione: Burocrazia)

( da "RomagnaOggi.it" del 09-04-2009)

Argomenti: Burocrazia

9 aprile 2009 - 15.44 (Ultima Modifica: 09 aprile 2009) Massimo Bulbi, presidente della Provincia Più credito e meno burocrazia: il mondo economico firma le richieste Lucchi (Pd): "Presto serviranno più risorse per i consorzi fidi" FORLI' - Proteggere le imprese locali, che sono imprese vere e non imprese fatte di avvocati, perché così si protegge il livello sociale del nostro territorio": lo dice Massimo Bulbi, presidente della Provincia di Forlì-Cesena (e ricandidato alla stessa carica per conto del Pd). La questione, per Bulbi, si risolve essenzialmente rilanciando il ‘Tavolo dello sviluppo': "E' il luogo della coalizione sociale, quello che tutti ci chiedono". Per Bulbi, lo strumento di concertazione del mondo economico è fondamentale in questa fase: "Ma dobbiamo riconoscerlo come luogo di concertazione vera, superando i dubbi che ancora ci sono, deve essere il luogo dove mettere in rete le esperienze". Il presidente della Provincia respinge, infine, l'etichetta del ‘cattivo pagatore' affibbiata alla Provincia. "Nel 2007 siamo andati fuori dal patto di stabilità interno perché avevamo anticipato pagamenti dello Stato, la Provincia di Forlì-Cesena investe 1,5 euro ogni euro incassato, contro lo Stato che investe un euro ogni dieci incassati", rivendica il suo risultato Bulbi. "Ora anche noi siamo costretti a ritardare i pagamenti perché lo stato centrale non ci permette di operare".

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